Legainf 4-2014

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Anno XXV - N. 4 - 31 gennaio 2014
Primo piano
Nasce l’associazione “unica e unitaria”
della cooperazione italiana
La scelta compiuta nel corso della IV Assemblea dell’Alleanza delle Cooperative italiane
a pagina 2-5
Emilia Romagna
Presentato il Protocollo di legalità con il
MinisterodegliInterni
Legacoop
Energia
Dalle biomasse
uno sviluppo
sostenibile
La produzione di energia
“Saremo in prima linea nel- da biomasse è una delle
l’applicazione del Protocollo possibili componenti di ...
di legalità”: così ha affermato la presidente di Legacoop Reggio Emilia
Simona Caselli concludendo il convegno organizEditoria
zato 29 gennaio nella Sala
Magnani per presentare il Sconfortante il riproProtocollo di legalità tra Mi- porsi di attacchi
nistero dell’Interno e Alleal sostegno pubblico
anza delle Cooperative
Italiane (Aci).“Il Protocollo – È davvero sconfortante
spiega Roberto Meglioli, dover assistere al periodico
responsabile della ...
riproporsi di attacchi ...
Settori
Nota della redazione
Questo numero è stato chiuso
il 30 gennaio 2014 alle ore 11.45
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Anna Colomberotto
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Primo piano
2
Nasce l’associazione “unica e unitaria”
della cooperazione italiana
A tre anni dalla nascita l’Alleanza si trasforma da coordinamento ad associazione
Nasce la “nuova, unitaria ed unica associazione di rappresentanza, assistenza e tutela
delle cooperative italiane”. Una casa comune
che farà crescere l’integrazione delle tre centrali fino alla nascita di un’unica centrale coo-
INTERVENTI/1
perativa. Lo ha deciso oggi la IV Assemblea
dell’Alleanza delle Cooperative Italiane,
riunita a Roma nel Palazzo della cooperazione.
“È un percorso difficile, con tanti ostacoli – ha
spiegato il presidente Giuliano Poletti – per
Altieri: “Un’Alleanza senza omologazione”
“È stato realizzato molto più di quanto si pensava – ha commentato Rosario Altieri, copresidente dell’Alleanza delle
cooperative – il bilancio dal 2011 è positivo e un pezzo di
strada tra i più difficili è stato compiuto. Il documento firmato oggi è un importante tassello verso l’unità, e partiamo
con un ambizioso programma risultato di diverse riunioni,
un percorso dal quale non è possibile deviare. L’Alleanza è
strumento di democrazia interna non c’è rischio di omologazione, poiché nel pluralismo si arricchiscono le opportunità e le capacità propositive per rappresentare gli interessi
legittimi tutelando le imprese”.
il quale ognuno di noi dovrà mettere in campo
tutta la propria generosità e il proprio impegno”.
“Siamo arrivati – ha ricordato Poletti – al
terzo anno di vita dell’ACI. Sono anni passati
in fretta, perché abbiamo fatto tante cose,
trovando sempre intese sulle questioni di merito, sempre e senza nessuna fatica, perché
la sintonia era nelle cose. Così come questo
ulteriore passaggio nasce dal cammino fatto
fin qui. Non ci eravamo dati scadenze. Siamo
stati più viandanti che viaggiatori: il percorso
è stato costruito insieme, mentre si camminava. Oggi compiamo un ulteriore passo, importante”.
Costituire un’unica organizzazione di rappresentanza è un atto tanto concreto quanto inedito nel nostro Paese: “La storia è piena di
associazioni che si spaccavano dando vita a
due o tre associazioni diverse – ha commentato Poletti – ma non abbiamo esempi
del percorso contrario, quello che noi stiamo
realizzando”. Di che cosa si occuperà in queContinua>>
Primo piano
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Primo piano
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INTERVENTI/2
sta fase iniziale l’associazione “unitaria e
unica”? Di coordinamento e rappresentanza,
ma anche di promozione. Una scelta non banale: “Vuol dire iniziare a costruire un’identità comune, proporci all’esterno come un
soggetto che vuole leggere la modernità e
proporsi come risposta efficace”.
Gardini: “La parola chiave è sussidiarietà”
“Abbiamo dato inizio chiudendo la fase del coordinamento ad un nuovo momento – ha sottolineato Maurizio Gardini copresidente dell’Alleanza delle
cooperative – Il 30 giugno è la data fissata per la completa unificazione dei coordinamenti regionali dopo dipenderà da noi la velocità di avanzamento e la rapidità
del processo. La parola chiave è sussidiarietà che deve
essere autenticamente praticata per generare un giusto ed equo modello che auto produca risposte anche
sul fronte dei servizi pubblici e locali. C’è grande condivisione e matura accettazione per affrontare questa
nuova fase. Il futuro è l’Associazione di rappresentanza
unica e questo paese ha bisogno di coniugare esperienze nuove, partendo dalla capacità creativa e dall’innovazione per costruire opportunità e sviluppo”.
“Partiamo – ha proseguito il presidente Poletti, confermato oggi alla presidenza dell’Alleanza per il 2014 – da modelli organizzativi
diversi, da modalità di riscossione dei contributi, di rapporto con gli associati, da reti di
servizi che hanno analogie e diversità. Il
primo passaggio, per costruire questa identità comune, è fotografare questa realtà, raccontarci fino in fondo come siamo e
funzioniamo. Solo da qui si può partire per
progettare una nuova associazione, cioè
mettendo in comune l’identità”.
Come costruire questa identità? “L’associazione deve essere nuova, davvero – ha spiegato Poletti – non deve essere una Legacoop
o un’AGCI o una Confcooperative gigantesca. Non dobbiamo giudicare ciò che andiamo a costruire sulla base di quanto
assomiglia alla nostra realtà di provenienza.
L’arlecchino delle centrali cooperative non
sarebbe utile, non sarebbe efficiente. Dobbiamo cancellare dal nostro orizzonte i ‘ma’
e i ‘però’, non dobbiamo tracciare una linea
per terra e definire fino a che punto siamo
disposti ad abbandonare la realtà nella quale
siamo cresciuti. La relazione con gli altri ti
chiede sempre di mettere in discussione
cose che non avevi considerato. Non poniamoci delle condizioni”.
“La nuova associazione – ha concluso il presidente – per molte cose non assomiglierà
per nulla a quel che siamo oggi. Soprattutto
perché dobbiamo costruirla pensando alle
cooperative che nasceranno. Veniamo dal
secolo dei consumi di massa e siamo entrati
nel secolo della personalizzazione, in cui saltano tutti gli strumenti di intermediazione. Ci
sono le nostre idee, c’è la tecnologia e in
mezzo ci siamo noi, con l’obiettivo di dare risposte efficaci”.
La nuova associazione metterà subito in co-
INTERVENTI/3
“Snelli, competenti e permeabili al cambiamento”
“Snelli nella struttura organizzativa, competenti nel senso dell’accrescimento e della diffusione delle competenze, permeabili al cambiamento rispetto alla storia che abbiamo alle
spalle”. Così per Dora Iacobelli, vicepresidente di Legacoop, intervenuta nel corso del
dibattito, dovrà configurarsi la nuova associazione. “Sarà molto importante quindi di qui in
avanti – ha spiegato - porre attenzione a modalità di fare rappresentanza che superino i
modelli fin qui seguiti dalle nostre organizzazioni a partire dall’utilizzo di strumentazioni innovative (tecnologie di comunicazione, informazione e formazione ecc.) e dalla revisione
dei nostri standard organizzativi, privilegiando sempre più ad esempio il lavoro per progetti
e l’intersettorialità. Oggi si tratta, sulla base della nostra specificità, di dare un contributo
ancora più rilevante al cambiamento nel nostro Paese”.
mune gli Uffici di Bruxelles e i Centri studi,
iniziando a fare progressivamente insieme
tutto ciò che può essere fatto. Nessuna sovrastruttura, dunque, ma una sana razionalizzazione che non dovrà portare a un
aumento dei costi. Settori e territori dovranno
seguire un percorso analogo, innanzitutto costituendo entro il 30 giugno i coordinamenti
nei territori dove ancora non ci sono.
Continua>>
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DOCUMENTO FINALE
IV Assemblea
Roma, 29 gennaio 2014
1. AGCI, Confcooperative e Legacoop concordano nella volontà di
procedere alla costituzione di una nuova, unitaria ed unica Associazione di rappresentanza, assistenza e tutela delle cooperative italiane, attraverso un percorso di integrazione delle tre
centrali componenti l’attuale Alleanza.
2. Il percorso di progettazione e di realizzazione della centrale unica
di cui sopra sarà condotto da AGCI, Confcooperative e Legacoop
per il tramite di una Associazione appositamente costituita tra le
stesse tre associazioni e denominata "verso la centrale cooperativa unica Alleanza delle Cooperative Italiane", con denominazione abbreviata Alleanza delle Cooperative Italiane.
3. All’atto della sua costituzione l’Associazione di cui al punto precedente assumerà anche le funzioni attualmente esercitate dal
coordinamento stabile denominato Alleanza delle Cooperative
Italiane e le altre indicate nelle presenti intese. Pertanto avrà i
seguenti compiti:
3a. Coordina la azione di rappresentanza di AGCI, Confcooperative
e Legacoop nei confronti del Governo, del Parlamento, delle istituzioni europee, del sindacato a livello interconfederale e delle
altre parti sociali, e nell'ambito degli organismi cooperativi europei ed internazionali. Coordina altresì l’elaborazione delle posizioni e proposte di politica cooperativa, finalizzate all’esercizio
della rappresentanza.
3b. Coordina la promozione e assume iniziative comuni per valorizzare la proposta cooperativa in nuovi campi economici e sociali
e per concorrere al rilancio dell’occupazione e della crescita.
3c. Promuove, progetta, presidia e realizza tutte le azioni necessarie e comunque utili a costituire, anche mediante una progressiva integrazione fra AGCI, Confcooperative e Legacoop, la
centrale unica di cui al punto 1.
4. A questo fine la costituenda Associazione, darà subito inizio:
- all’analisi degli statuti, regolamenti, accordi, prassi fondamentali e ogni altro aspetto rilevante del patto associativo,
di ciascuna delle tre Associazioni dell’Alleanza;
- all’analisi dei modelli di governance e dei modelli organizzativi;
-
all’analisi delle metodologie operative, degli organici, degli
strumenti diretti e indiretti per lo svolgimento delle attività,
incluse le società di servizi;
- all’analisi delle relazioni associative interne, dei diritti e doveri degli associati, dei servizi offerti, dei sistemi di contribuzione associativa;
- all’analisi e alla comparazione con particolare attenzione
agli aspetti di specifica rilevanza anche dal punto di vista
normativo, quali la revisione, i fondi mutualistici;
- alla conoscenza delle situazioni economiche e patrimoniali
da considerare affinché la futura nuova e unica associazione di rappresentanza abbia autonomia patrimoniale e finanziaria;
- alla costruzione del progetto della futura associazione unica
negli aspetti istituzionali, statutari e regolamentari, organizzativi, operativi, e dei corrispondenti fabbisogni di organico
e di risorse.
5. Inoltre la costituenda Associazione potrà, contemporaneamente
alla predisposizione dei progetti di integrazione complessiva, promuovere la organizzazione di attività e strumenti comuni per una
azione più efficace di assistenza, promozione e rappresentanza
delle associate (quali a titolo esemplificativo nella rappresentanza a livello europeo e internazionale, nella produzione di studi,
ricerche, rilevazioni e conoscenze per la rappresentanza, la promozione e lo sviluppo).
6. Possono essere oggetto di delega agli organi comuni dei coordiContinua>>
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namenti settoriali le materie già di competenza delle Associazioni
e Federazioni componenti il coordinamento. Gli organi dei coordinamenti settoriali possono elaborare progetti di integrazione delle
rispettive strutture operative per giungere a strutture comuni.
AGCI, Confcooperative e Legacoop confermano l'impegno a
realizzare entro il 30 giugno dell’anno in corso i coordinamenti
regionali, che in relazione ai rispettivi livelli di maturazione, potranno avviare percorsi per rafforzare l'azione comune, integrare le strutture operative, assumere iniziative comuni,
predisporre - per quanto di competenza - analisi analoghe a
quelle previste per l’Associazione Nazionale al precedente
punto 4.
I progetti di cui ai punti 6 e 7 potranno essere attuati dopo la approvazione da parte del Comitato esecutivo della Alleanza delle
Cooperative Italiane.
I progetti di integrazione dovranno prevedere a regime un modello di governance, che, superando la pariteticità, operi con parametri di ponderazione e quorum per la adozione delle decisioni,
per assicurare la rappresentanza proporzionale delle cooperative
e la congrua tutela per ogni Associazione partecipante.
In questo quadro l’assetto statutario della futura centrale unica
comprenderà la determinazione definitiva e conseguente degli
assetti a regime.
In linea generale le attività dell'Associazione costituenda, nonché gli avanzamenti della integrazione a livello generale, settoriale e territoriale, dovranno essere svolti senza eccedere le
risorse attualmente dedicate, ed anzi con l'obiettivo di contenere i costi, realizzando progetti rivolti a incrementare l’efficienza
e la qualità dei servizi agli enti aderenti.
Intese finali e transitorie.
11a. Fatti salvi gli adempimenti di legge e quelli previsti dai rispettivi Statuti di AGCI, Confcooperative e Legacoop, nella
prima attuazione delle presenti intese il Comitato esecutivo
della Alleanza delle Cooperative Italiane approva lo statuto
Il Presidente
(Rosario Altieri
Primo piano
ACI
della costituenda Associazione e designa i componenti
degli organi che saranno indicati nell'atto costitutivo.
11b. Si conviene fin d'ora che gli organi dell’Associazione si conformeranno alla articolazione prevista dalle intese vigenti.
Del Comitato esecutivo faranno parte inoltre i presidenti
delle Alleanze regionali. La composizione della Assemblea
potrà essere stabilita su basi più ampie.
L’Associazione continuerà altresì a disporre di un Comitato
operativo composto dai segretari generali o direttori delle
tre associazioni, e di un Coordinatore scelto tra di essi, per
la attuazione delle delibere degli organi e per il coordinamento delle attività previste dalle intese.
11c. L’Associazione nello svolgimento dei suoi compiti si ispirerà altresì al principio del più ampio coinvolgimento e corresponsabilizzazione sia dei dirigenti elettivi sia dei dirigenti
e quadri operativi di AGCI, Confcooperative, Legacoop, nonché degli enti aderenti.
11d. L’Associazione avrà raggiunto il suo scopo e verrà pertanto
sciolta al momento della nascita dell'unica centrale cooperativa della Alleanza e del varo contestuale del suo programma operativo.
11e. Fino alla costituzione dell’Associazione e per quanto non
previsto dalle presenti intese si continuano ad applicare, in
quanto compatibili, le intese vigenti approvate nella Assemblea della Alleanza del 26 Gennaio 2012.
12. Lungo tutto il percorso di analisi, progettazione e implementazione del processo di integrazione di cui alle presenti intese, le
cooperative, i consorzi, le mutue, le associazioni, le imprese
sociali e in genere i soci rimangono aderenti alle rispettive associazioni AGCI, Confcooperative e Legacoop, che ne mantengono integralmente la titolarità della rappresentanza.
Compete in modo pieno e autonomo alle associazioni AGCI,
Confcooperative e Legacoop la decisione in merito alla conclusione del percorso che si avvia con le intese odierne.
Il Presidente
(Maurizio Gardini)
Legacoop
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Il Presidente
(Giuliano Poletti)
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ALLEANZA COOPERATIVE
>> Alleanza Cooperative Lombardia
Lombardia, il 5 febbraio
a Milano assemblea e dibattito
>> Abruzzo
“Valori cooperativi futuro delle comunità”.
Questo il tema al centro del dibattito dell’assemblea dell’Alleanza delle Cooperative
Lombardia che si terrà Mercoledì 5 febbraio,
con inizio alle ore 9.30, a Milano, presso il
Palazzo Regione Lombardia - Auditorium Testori (Piazza Città di Lombardia, 1).
Programma
>> Emilia-Romagna
9,00 Registrazione partecipanti
Coordina i lavori Giuseppe Di
Giugno, copresidente Alleanza
delle Cooperative Italiane
Lombardia
9,30 Intervento Professor Giulio Sapelli, Ordinario di Storia Economica • Università degli Studi di
Milano
“Creare valore per ripartire e per
crescere: le sfide delle imprese, dei
lavoratori e del welfare lombardo”
10,00 Relazione Maurizio Ottolini, Presidente Alleanza delle Cooperative
Italiane Lombardia
Video sulla cooperazione
10,30 Intervento Roberto Maroni, Presidente Regione Lombardia
11,00 Intervento Mario Melazzini, Assessore Attività Produttive, Ricerca
e Innovazione Regione
Lombardia
“Presentazione del protocollo per lo
sviluppo della cooperazione sociale
in Lombardia”
Firma del protocollo per lo sviluppo
della cooperazione sociale in Lombardia
11,15 Intervento Luca Bernareggi, Copresidente Alleanza delle Cooperative Italiane Lombardia
11,30 Conclusione dei lavori Giuliano
Poletti, Presidente Alleanza delle
Cooperative Italiane
Primo piano
ACI
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Settori
EMILIA-ROMAGNA
Presentato il Protocollo di legalità con il Ministero degli Interni
“Saremo in prima linea nell’applicazione del
Protocollo di legalità”: così ha affermato la
presidente di Legacoop Reggio Emilia Simona Caselli concludendo il convegno organizzato 29 gennaio nella Sala Magnani per
presentare il Protocollo di legalità tra Ministero dell’Interno e Alleanza delle Cooperative
Italiane (Aci). “Il Protocollo – spiega Roberto
Meglioli, responsabile della Rendicontazione sociale di Legacoop – nasce per tutelare i principi di legalità e di concorrenza
leale, contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata, nell’attività di impresa e
nel mercato del lavoro, valorizzare l’impegno
delle imprese che operano nel rispetto di
principi etici, recuperare a fini produttivi le
imprese e i beni sequestrati e confiscati alla
criminalità organizzata”:
L’iniziativa è stata aperta da Sergio Calzari,
presidente della Commissione Legalità di Legacoop, che ha ricordato come il Protocollo
sia nato su spinta delle cooperative associate
e dai territori, con la cooperazione reggiana
in prima fila. I contenuti del Protocollo sono
stati illustrati da Bruno Busacca, responsabile delle Relazioni Istituzionali di Legacoop
Nazionale, e che siede nella Commissione
per la legalità costituita dal Ministero dell’Interno con l’Aci. Il Protocollo individua un percorso di collaborazione tra Ministero e Aci per
prevenire e contrastare le infiltrazioni della
criminalità nell’economia e nel mercato del
lavoro, e costituisce la cornice per avviare, a
livello territoriale, analoghe iniziative con le
Prefetture. Tra gli impegni delle associazioni
dell’Aci (Agci, Confcooperative e Legacoop)
quello di promuovere presso tutte le articolazioni l’etica della responsabilità e rendere
vincolanti il dovere di denuncia di pressioni
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estorsive e l’espulsione/sospensione in presenza di alcuni reati, di garantire il flusso informativo dei dati afferenti le imprese
contraenti e promuovere l’adozione di regole
per la scelta dei propri partners, subappaltatori e fornitori e di misure necessarie a rafforzare i livelli di sicurezza sul lavoro. Il
Ministero si impegna a ottimizzare le procedure di rilascio della documentazione antimafia incentivare il ricorso all’accesso ai
cantieri per un più efficace monitoraggio
delle attività imprenditoriali, anche private e
a promuovere ai fini dell’attribuzione del rating di legalità la valorizzazione dell’adesione
al protocollo da parte delle cooperative.
Busacca ha insistito molto sulla necessità di
individuare le modalità per agevolare la partecipazione delle cooperative alla gestione
delle imprese e dei beni confiscati e sequestrati alla criminalità organizzata. Importante
sarà anche la promozione di un Fondo di rotazione per il sostegno delle cooperative impegnate nella gestione dei beni sequestrati e
confiscati. E qui è emerso il ruolo fondamentale delle cooperative di Libera, sottolineato anche dal Prefetto Antonella De
Miro, intervenuta al convegno di Legacoop e
impegnata in Sicilia proprio nel momento
della nascita delle prime cooperative. Il Prefetto ha poi confermato la grande importanza
dei Protocolli di legalità, particolarmente nel
rapporto tra imprese e pubbliche amministrazioni, come ribadito anche dall’Autorità
per la vigilanza sui contratti pubblici. Lorenzo Frigerio, coordinatore di Libera-Informazione, dopo aver ricordato il ruolo
importante della cooperazione per sostenere
le cooperative di Libera e di Legacoop in particolare, che ha contribuito anche a far nascere l’Agenzia Libera Terra, ha rimarcato
l’importanza del Protocollo nel valorizzare la
cooperazione.
La presidente Simona Caselli ha concluso
anticipando alcuni impegni di Legacoop: in-
Primo piano
ACI
nanzitutto quello di sollecitare tutte le cooperative associate ad aderire al Protocollo.
Sarà poi studiato un Regolamento associativo con meccanismi sanzionatori e verrà
dato mandato alla Commissione legalità di
Legacoop di collaborare direttamente con il
rappresentante di Legacoop nella Commissione presso il Ministero.
All’iniziativa hanno partecipato molte delle
più importanti cooperative reggiane, rappresentanti delle istituzioni (tra cui il vicepresidente della Provincia Pierluigi Saccardi e
il sindaco di Brescello Giuseppe Vezzani),
il vice questore capo Cesare Capocasa, il
comandante provinciale dei Carabinieri colonnello Paolo Zito, il comandante provinciale della Guardi di Finanza Colonnello
Ipazio Bleve, il direttore della Banca d’Italia di Reggio Emilia Giuseppe Rizzitello,
Matteo Alberini della segreteria Cgil, Carla
Menozzi della Camera di Commercio.
Abruzzo - e il movimento cooperativistico,
nella sua totalità, possiede capacità e risorse
per rendere attuale e attuabile in Abruzzo tale
progetto. L'iniziativa non vuole essere un
semplice studio da affiancarsi alla cospicua
produzione di 'analisi' prodotte sull'argomento bensì una proposta operativa e concreta che in tempi brevi possa contribuire al
rilancio del settore; e che si ricollega alle iniziative che l'Ance e la Regione Abruzzo
stanno inserendo, o inseriranno a breve, nella
loro programmazione di attività".
Sono stati inviati a partecipare i presidenti
della Regione Abruzzo, dell'Anci regionale,
dell'Ance Regionale, dell'Ance delle Province
Chieti, L'Aquila, Pescara, Teramo, delle Cciaa
delle province di Chieti, L'Aquila, Pescara, Teramo, le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl,
Uil, Ugl, gli ordini degli Architetti e degli Ingegneri delle province di Chieti, L'Aquila, Pescara, Teramo.
ABRUZZO
Il 12 febbraio seminario
sulla rigenerazione urbana
Rigenerazione urbana al centro dell’attenzione dell'Alleanza delle Cooperative Italiane
Abruzzo, coordinamento nato nel 2013 tra le
associazioni regionali di Legacoop, Confcooperative e Agci. L’ACI ha formato, infatti, un
gruppo di lavoro con l’intento di contribuire al
rilancio di un settore in crisi, grazie a spirito
di collaborazione e idee innovative e ha organizzato uno specifico incontro per il 12
febbraio a Pescara (ore 11 presso sede dell'A.C.I. Abruzzo in via Paolucci 3).
"Rigenerare un territorio significa una molteplicità di iniziative, di proposte, di realtà, ma
anche un potenziale di sviluppo economico e
sociale - spiega Fernando Di Fabrizio, presidente dell'Alleanza Cooperative Italiane
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Legacoop
>> Energia
ENERGIA
Legacoop e Enel Green Power, dalle
biomasse uno sviluppo sostenibile
>> Fon.Coop
>> Granarolo
Primo piano
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La produzione di energia da biomasse è
una delle possibili componenti di un nuovo
Green Deal Italiano, a condizione che favorisca lo sviluppo sui territori di iniziative di
produzione delle biomasse e colleghi
quanto più possibile produzione e consumo
di energia. Questo significa, in primo luogo,
valorizzare biomasse legnose nei territori a
vocazione boschiva, o biomasse legate alle
produzione agricola nelle campagne coltivate, fino ai residui del verde urbano nelle
città.
Il tema è stato al centro del convegno “Dalle
biomasse uno sviluppo sostenibile per il territorio”, svoltosi il 28 gennaio, promosso da
Legacoop, che ha avviato con Enel Green
Power una collaborazione per realizzare interventi congiunti in questo settore.
La piattaforma operativa multi servizi -rappresentata dalle cooperative di montagna,
dalle cooperative agricole, dalle cooperative
di comunità e dalle cooperative di servizipuò favorire lo sviluppo di progetti di produzione di energia da biomasse sostenibili
ed efficienti attivando, nel contempo, processi di valorizzazione e salvaguardia dei
territori anche dai fenomeni di dissesto idrogeologico che coinvolgano gli stessi abitanti
delle aree interessate in forma associata.
“Da qualche anno a questa parte” -sottolinea il Presidente di Legacoop, Giuliano
Poletti- “abbiamo visto le cooperative, in
Italia ed in Europa, guadagnare spazio sul
mercato delle energie rinnovabili, dal fotovoltaico all’eolico alle biomasse, alla cogenerazione ed all’efficienza energetica.
Uno spazio che va difeso sul mercato -attraverso politiche di crescita dimensionale
delle nostre imprese, di innovazione, internazionalizzazione e di alleanza con altri player- ma anche a livello istituzionale in Italia
e in Europa. Come si può pensare di crescere senza un efficace coordinamento
delle politiche energetiche a livello nazionale che permetta di cogliere le opportunità
del cambiamento e contemporaneamente
contrastarne efficacemente i costi e gli effetti negativi?”.
ACI
Legacoop
Settori
“Gli impianti a biomasse a filiera corta e
cortissima, che utilizzano i residui della produzione agricola o della manutenzione di
boschi, parchi ed alvei fluviali, rappresentano una grande opportunità per il nostro
Paese, in quanto - creando crescita ed occupazione - consentono la valorizzazione
del territorio, contribuiscono ad una sua migliore manutenzione, riducendo i rischi idrogeologici, promuovendo al contempo lo
sviluppo delle campagne e delle aree montane”, ha dichiarato Francesco Starace,
Amministratore Delegato di Enel Green
Power. “La nostra strategia è quella di promuovere una filiera italiana sostenibile, offrendo supporto per creare una rete di
piccoli impianti, distribuiti sul tutto il territorio che diano opportunità aggiuntive ad aree
ed imprese che – al pari di altre – sono alle
prese con una congiuntura economica sfavorevole”.
Un tema, quello del quadro normativo, che
assume un’importanza determinante per un
corretto sviluppo delle energie rinnovabili. A
questo proposito, dal convegno è emerso
come sia difficile chiedere un mercato unico
dell’energia che consenta all’Italia di colmare uno dei gap competitivi con le altre
potenze mondiali se non si riesce a presentare un unico piano forestale nazionale
come tutti gli altri paesi europei, bensì 21.
Una contraddizione che si è prodotta anche
sul terreno della definizione dell’APE, attestato energetico per gli appartamenti, dove
sette regioni hanno legiferato in modo contraddittorio rispetto alla legislazione nazionale.
Sul tema centrale dell’incontro, è stato rilevato come per l’utilizzazione delle biomasse
sia necessario pensare a progetti di lungo
termine, complessi da un punto di vista tecnologico, che si inseriscano a pieno titolo in
una filiera territoriale ricca di diversi portatori di interessi, e che siano quindi, a loro
volta “portatori sani” di inclusione sociale e,
soprattutto oggi, capaci di creare occasioni
di lavoro per i giovani.
È su questo sfondo che si colloca la collaborazione con Enel Green Power, che ha
anche l’obiettivo di esplorare tutte le possibili sinergie, di mercato, di partnership tecnologiche, e anche di vere e proprie joint
venture imprenditoriali.
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Legacoop
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FON.COOP
A disposizione delle imprese
il Conto Formativo risorse 2012
Con una dotazione
di 17,7 milioni di
euro è a disposizione delle imprese
il Conto Formativo 2012 e l’anticipo del 2013.
Per le risorse 2013, la programmazione di
quest’anno ha dovuto tener conto del prelievo
disposto nel maggio scorso dal Governo su
tutti i Fondi Interprofessionali per finanziare la
Cassa Integrazione in deroga. Il Fondo delle
cooperative ha subito un taglio di 7,9 milioni
di euro dei versamenti 2013, pari al 30,32%
delle risorse attese. Il CdA di Fon.Coop si è
impegnato a ridurre notevolmente l’impatto
della decurtazione. In particolare per il Conto
Formativo il “taglio” è decisamente lieve, solo
del 6%.
Le imprese più piccole potranno presentare i
piani in forma aggregata del valore minimo
di 5.000 euro per tutto l’arco dell’anno.
Inoltre i consorzi, le società capogruppo, i
gruppi cooperativi paritetici, i “contratti di
rete”, le società cooperative socie di una società cooperativa di secondo livello possono
attivare il Conto Formativo di Gruppo, che
consente di aggregare le risorse di tutte le associate per uno o più piani formativi.
Pubblichiamo, di seguito, il comunicato
stampa del C.d.A. sul taglio delle risorse
“Il Decreto Legge 21 maggio 2013 n. 54 coordinato con legge di conversione 18 luglio
2013 n. 85 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale
n. 168 del 19 luglio 2013 ha disposto a carico dei contributi dei Fondi Interprofessionali una decurtazione di 246 milioni
di euro destinati a finanziare parzialmente la
Cassa Integrazione in deroga.
Primo piano
ACI
Fermo restando che la destinazione della decurtazione ricopre alto valore sociale, il Consiglio di Amministrazione non può non notare
che tale obiettivo poteva essere raggiunto intervenendo su spese del Bilancio dello Stato decisamente più
improduttive di quelle della formazione
continua.
Il Consiglio di Amministrazione comunque
prende atto dell’impegno del Presidente del
Consiglio Enrico Letta a non intervenire ulteriormente sugli stanziamenti destinati all’istruzione, alla formazione e alla ricerca.
Per quanto riguarda la decurtazione effettuata dall’INPS ai versamenti Fon.Coop, essa
è stata comunicata al Fondo informalmente –
ovvero senza alcuna comunicazione scritta –
solo a fine luglio ed ammonta a 7,9 milioni
di euro ed è pari a 30,32% dei contributi
totali stimati versati al Fondo nel 2013.
Tale decurtazione ha posto non pochi problemi nella programmazione 2014 delle attività del Fondo sia per il canale Conto
Formativo che per quello Fondo di Rotazione.
Tuttavia Fon.Coop si è impegnato a ridurre
notevolmente l’impatto che la decurtazione
ha sui contributi riconosciuti alle imprese in
Conto Formativo e alle risorse messe a bando
sul Fondo di Rotazione.
La percentuale di decurtazione delle risorse stimate nel 2013 è stata portata
dal 30,32% al 6% per le imprese in
Conto Formativo utilizzando sia fondi di riserva presenti nel Bilancio Preventivo 2013
sia ridimensionando decisamente le spese di
gestione e le spese propedeutiche del 2013.
Il Consiglio di Amministrazione e l’Assemblea
del Fondo ritengono che la scelta effettuata
sia la più corretta per minimizzare l’impatto sulle imprese associate e per continuare a mettere a disposizione alle imprese
le risorse, da esse versate, per realizzare attività di formazione continua”.
Legacoop
Settori
GRANAROLO
Poletti, il diritto di manifestare non
deve ledere la sicurezza
Solidarietà a Granarolo ed ai suoi soci e lavoratori che, ormai da mesi, vedono compromessa la loro attività per una protesta
che ha assunto forme preoccupanti.
Ad esprimerla è Giuliano Poletti, Presidente di Legacoop, che sottolinea come
“l’incontestabile diritto di manifestare e di
avanzare rivendicazioni da parte di un
gruppo di lavoratori di un’azienda di logistica e movimentazione merci deve andare
di pari passo con il rispetto del diritto dell’impresa di continuare a svolgere le sue
attività in tranquillità e sicurezza, senza
provocare, come è accaduto anche in questi giorni, interruzioni alla produzione e alla
distribuzione dei prodotti che danneggiano
i produttori, i lavoratori ed i consumatori”.
“Non è ammissibile” -prosegue il Presidente di Legacoop- “che a Granarolo
venga imputata la responsabilità delle
scelte di una cooperativa in passato sua
subfornitrice: è a questa che i lavoratori dovrebbero indirizzare la loro protesta”.
“Del resto” -conclude Poletti- “che esista
un problema di legalità nel settore della logistica è noto a tutti; non è un caso che Legacoop sia da sempre impegnata nel
reclamare un’efficace e severa attività di
contrasto delle autorità competenti nei
confronti delle false cooperative che, adottando comportamenti irregolari ed illegali,
ledono i diritti dei lavoratori, fanno concorrenza sleale e danneggiano la reputazione
delle buone cooperative che rispettano la
legge ed applicano correttamente i contratti di lavoro”.
Territori
Imprese
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Settori
>> Mediacoop
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MEDIACOOP
Sconfortante il riproporsi
di attacchi al sostegno pubblico
>> Legacoopsociali
È davvero sconfortante dover assistere al
periodico riproporsi di attacchi strumentali
contro il sostegno pubblico al sistema dell’editoria e dell’informazione che, come dovrebbe essere noto soprattutto a chi ricopre
incarichi politici, è largamente presente e
diffuso nei paesi dell’Unione Europea, dove
raggiunge, nel complesso, un livello molto
superiore a quello attualmente vigente in
Italia.
Ad affermarlo è la Presidenza di Mediacoop, Associazione Nazionale delle Cooperative Editoriali e della Comunicazione, che
si è riunita questa mattina per un esame dei
temi più urgenti per il settore.
“L’informazione non è una merce” -sottolinea la Presidenza di Mediacoop- “bensì uno
strumento di esercizio dei diritti di libertà e
di democrazia che non può essere regolato
come un mercato tout court; e l’intervento
pubblico, come del resto è stato più volte
sostenuto anche dal Parlamento Europeo,
serve proprio a garantire il pluralismo, a far
sì che possano avere voce non solo le imprese editoriali che dispongono di forti dotazioni di capitale, ma anche quelle realtà,
come le cooperative ed il non profit, che
rappresentano idee e valori, danno voce alle
comunità, arricchiscono la democrazia”.
“Ci batteremo” -conclude la Presidenza di
Mediacoop- “per difendere questo principio, forti del nostro impegno che ha dato un
contributo di rilievo alla definizione di criteri
più rigorosi e selettivi di accesso ai contributi pubblici”.
Contributi pubblici, “un risarcimento alle distorsioni del mercato”
Sostenere che i contributi diretti ai giornali
rappresentano un’inutile elargizione a pioggia, oltre a non essere giustificata dalla realtà dei fatti, è indice di una non
conoscenza della normativa recente sul settore e di una visione distorta della situazione
del mercato editoriale.
Ad affermarlo è Massimo Tognoni, Presidente di Mediacoop, in risposta alla dichiarazione del Senatore Buemi.
Primo piano
ACI
Legacoop
Settori
“I contributi diretti all’editoria” -sottolinea
Tognoni- “ed in particolare quelli di cui usufruiscono realtà editoriali di piccole dimensioni come quelle cooperative e non profit,
non sono una regalia, bensì un risarcimento
alle distorsioni di un mercato, caratterizzato
da una fortissima concentrazione della raccolta pubblicitaria e da posizioni oligopolistiche, alle quali le forze politiche di ogni
schieramento non sono fino ad oggi riuscite
a porre rimedio”.
“Abolire, come propone il Senatore Buemi,
i contributi diretti, che sono passati dai circa
300 milioni del 2006 ai 50 milioni per il
2014” -aggiunge Tognoni- “significherebbe
assestare un colpo letale a quelle piccole
iniziative editoriali che, come sottolinea lo
stesso Buemi, soffrono le pesanti difficoltà
di un mercato asfittico e, di conseguenza,
impoverire il pluralismo dell’informazione,
soprattutto a livello locale, dove queste realtà svolgono una funzione essenziale”.
“Riguardo alle preoccupazioni circa il corretto utilizzo dei fondi pubblici” -conclude
Tognoni- “ se Buemi conosce il testo del cosiddetto decreto Peluffo (D.L. 68/2012,
convertito nella legge 103/2012) dovrebbe
sapere che i criteri ormai in vigore per accedere ai contributi sono talmente rigorosi
da rendere impossibile un loro uso distorto
come è avvenuto in certi casi in passato”.
LEGACOOPSOCIALI
Le proposte dell’Associazione
per la “Carta” di Lampedusa
Legacoopsociali guarda con attenzione alla
tre giorni di Lampedusa del 31 gennaio e
1-2 febbraio. Decine di associazioni e movimenti si riuniranno per scrivere la “Carta”
che lancia una nuova idea di accoglienza e
inclusione per i migranti. Dopo questo autunno in cui abbiamo contato i morti sulla
nostre coste e i centri hanno mostrato tutta
la loro inadeguatezza per il rispetto dei diritti umani, Legacoopsociali presenta la proprie proposte.
L’Italia ha accumulato un pesante e per
certi versi incomprensibile ritardo nella capacità di arrivare ad una gestione pragmatica e razionale dell’immigrazione,
nonostante oramai da anni vi sia la consapevolezza diffusa che l’immigrazione stessa
non è questione emergenziale, ma caratte-
Territori
Imprese
Sondaggio
Settori
11
ristica strutturale alla nostra organizzazione
sociale, economica e culturale. In quest’ottica auspichiamo che venga abolito definitivamente il reato di clandestinità, si
superi ogni indugio, così come si è fatto a
Gradisca, si deve passare alla chiusura
dei Centri di Identificazione ed Espulsione divenuti ormai una vera vergogna
nazionale e siano ridefinite le caratteristiche dei centri che accolgono i rifugiati
e richiedenti asilo (Cara), sia riducendone
le dimensioni, sia eliminando le chiusure e
aprendoli al territorio, sia garantendo tempi
di permanenza più brevi e, soprattutto, certi.
Nella piattaforma sul tema immigrazione
approvata dalla presidenza nazionale di Legacoopsociali il 28 gennaio si rivendica il
ruolo delle cooperative sociali: hanno
svolto e svolgono un ruolo importante di ac-
Primo piano
ACI
coglienza, di formazione, di mediazione culturale, di inserimento lavorativo.
E per questo chiediamo: la garanzia del
pieno esercizio dei diritti civili, sociali e
sanitari in una condizione di piena uguaglianza tra soggetti conviventi sul medesimo territorio regionale; la prevenzione e
il superamento delle situazioni di maggior
disagio e marginalità, riconoscendo le singole soggettività, identità culturali, religiose
e linguistiche; la costruzione e il consolidamento di stabili condizioni di pari opportunità di accesso al sistema di welfare locale;
il sempre maggiore orientamento delle
risorse pubbliche nazionali ed europee
verso azioni che favoriscano, l’istruzione, la
formazione e incisivi percorsi di inclusione
lavorativa; la valorizzazione anche dell’associazionismo straniero, indivi-
Legacoop
Settori
duando modalità di rappresentanza per favorire la loro partecipazione alla vita pubblica nella comunità locale; la promozione
di interventi diffusi di informazione,
promozione culturale e di mediazione
sociale per evitare l’innescarsi di conflittualità e la creazione di condizioni di convivenza democratica tra migranti e
popolazione autoctona; la definizione di
strategie condivise che affrontino a livello nazionale e poi locale la questione abitativa per i migranti dentro un
quadro integrato di interventi che valorizzino da un lato l’accoglienza primaria, ma
altresì siano capaci, anche attraverso
l’housing sociale, di proporre percorsi graduali verso l’autonomia, in grado di sostenere e promuovere l’accesso alla casa per
gli immigrati e per i Rom.
Territori
Imprese
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Territori
>> Veneto
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VENETO
>> Emilia Romagna
Sgravi contributivi Venezia/Chioggia, Legacoop tiene alta l’attenzione
>> Toscana
Continua il piano d’azione di Legacoop Veneto e delle altre associazioni di rappresentanza dell’imprenditoria veneziana, con
l’obiettivo di porre fine alla drammatica situazione delle imprese di Venezia e Chioggia che sono state raggiunte dagli avvisi di
pagamento da parte dell’Inps per l’annosa
questione degli sgravi contributivi (concessi
loro dal 1995 al 1997, in virtù di una normativa statale): al momento le cooperative
aderenti a Legacoop Veneto hanno ricevuto
cartelle per 8,6 milioni di euro; particolarmente colpite risultano quelle operanti nella
pesca e nei servizi.
Proseguono il loro iter i ricorsi (nazionali ed
internazionali) presentati dalle imprese che
avevano beneficiato dei fondi, contro la richiesta di restituirli maggiorati di interessi
e aggio. Su questo fronte si segnala in particolare che il TAR Veneto, alla luce delle
modalità con le quali l’Inps aveva condotto
“l’indagine” (attuando la normativa approvata dal Parlamento italiano nel dicembre
2013), ha accordato alle imprese la sospensione dell’esecutività degli avvisi di addebito inviati. Sono state così riconosciute
come valide le argomentazioni addotte dalle
imprese ricorrenti. Si attende ora la decisione di merito (prevista per il 26 marzo),
ma le considerazioni che hanno accompagnato la sospensione lasciano ben sperare.
Un risultato importante dunque, arrivato
dopo l’incontro con il ministro dello Sviluppo
economico Flavio Zanonato avvenuto lo
scorso 30 novembre (a latere del convegno
su crisi e sviluppo a Nordest organizzato da
Legacoop Veneto e Friuli Venezia Giulia e
tenutosi al Move Hotel di Mogliano VenetoTreviso) per illustrargli la situazione. Ne è
stato informato pure il sottosegretario all’Economia e Finanze Pier Paolo Baretta
in una riunione svoltasi lo scorso 9 dicembre, cui ha partecipato una delegazione
composta da Legacoop Veneto, Confindustria Venezia e Comitato Venezia Vuole Vivere.
Dopo tanti anni (era il lontano 1999 quando
la Commissione Europea dichiarò l’incompatibilità con il mercato comune dei suddetti aiuti), è sempre più chiaro che un nodo
così complesso può essere sciolto solo a li-
>> Romagna
>> Lazio
>> Basilicata
>> Puglia
>> Sardegna
>> Sardegna
>> Modena
>> Modena
>> Savona
>> Bologna
>> Catanzaro
Primo piano
ACI
Legacoop
Settori
vello comunitario: Legacoop Veneto continua perciò a chiedere una soluzione che sia
al contempo politica, giuridicamente sostenibile per il Governo Italiano, e che tuttavia
non conduca molte imprese al fallimento
per comportamenti assunti - e vale davvero
la pena di ricordarlo - sulla base di una specifica normativa dello Stato.
Assistenza domiciliare, cooperazione sociale risorsa fondamentale
Il settore dei servizi di assistenza e cura a
domicilio necessita di una riforma organica
e completa, che non è più rinviabile: urge
una ridefinizione certa e programmata da
realizzarsi assieme al complesso degli attori territoriali, che integri la dimensione del
sociale e della sanità, ma anche quella del
lavoro. Il settore infatti apre a nuove e importanti prospettive occupazionali (specie in
favore delle donne) e questo accelera il bisogno di un sistema di certificazione e garanzia sui requisiti di qualificazione richiesti
ai lavoratori che forniscono queste prestazioni, considerate sempre più necessarie
alla vita della nostra comunità.
È stato questo il filo conduttore del convegno “Da badanti a assistenti familiari: criticità e prospettive”, parte del più ampio
progetto che Legacoop Veneto ha realizzato
con il contributo di Venezia Opportunità
(Azienda Speciale della CCIAA veneziana),
che si è tenuto venerdì 24 gennaio a Marghera presso la sede di Legacoop Veneto.
Dopo i saluti di Adriano Rizzi, presidente
Legacoop Veneto e Alberto Capuzzo, direttore Venezia Opportunità, sono intervenuti Paola Menetti, presidente nazionale
LegacoopSociali, Franco Moretto, direzione Servizi Sociali Regione Veneto,
Franca Cossu, Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali, DPL Venezia.
Loris Cervato, responsabile Settore sociale
Legacoop Veneto, che ha moderato il dibattito conclusivo della mattinata di lavori,
ha sottolineato quanto la normazione in materia prodotta sinora dalle istituzioni competenti sia insufficiente e poco chiara, tanto
più se si considera la crescita della domanda di questi servizi avvenuta negli ultimi dieci anni.
«Al centro della riflessione organizzativa
dell’intero sistema di welfare cui siamo
chiamati - ha detto Cervato -, il servizio do-
Territori
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Territori
13
miciliare e domestico deve essere integrato
con gli altri servizi sociosanitari, e con quelli
della medicina di famiglia, della farmaceutica e della specialistica. Ciò da una parte
permetterebbe di offrire un servizio che
segua davvero la persona nella sua completezza, dall’altra contribuirebbe ad abbattere i costi pubblici legati alla residenzialità
e di aumentare posti di lavoro, anche qualificato. Infine, aiuterebbe a far emergere il
lavoro sommerso».
La cooperazione sociale può, e deve, giocare un ruolo fondamentale in questa trasformazione, ma affinché ciò avvenga
occorrono leggi più chiare: «Va tracciato un
confine netto fra le varie forme contrattuali
utilizzabili - ha affermato Cervato -, che
scongiuri per le cooperative sociali il rischio
di collocarsi in situazioni di illegalità. Inoltre,
dopo anni in cui l’abbattimento dei costi per
le famiglie si è tradotto nella dittatura dei
bandi di gara al ribasso, chiediamo una riforma che riconosca e valorizzi il patrimonio
di competenze e valori costruito dalla cooperazione sociale negli ultimi quarant’anni.
Specie in quest’ultimo periodo di forte crisi,
le nostre imprese hanno svolto con responsabilità e professionalità un’importante funzione pubblica sul territorio, contribuendo in
maniera decisiva a mantenere la coesione
sociale nelle nostre comunità».
In occasione del convegno è stata distribuita ai partecipanti la guida “Assistenza
domiciliare e lavoro di cura domestico: il
contesto normativo”, realizzata dal Settore
sociale di Legacoop Veneto,
in collaborazione con Venezia Opportunità:
una raccolta della normativa nazionale e regionale in tema di assistenza domiciliare
svolta in particolare da operatrici domestiche o, come comunemente vengono chiamate, badanti. La pubblicazione si
suddivide in tre parti: la prima riporta la normativa nazionale, in particolare quella che
disciplina gli aspetti giuslavoristici e quelli
di natura fiscale; la seconda illustra la normativa e i provvedimenti regionali, che in
parte danno attuazione alle indicazioni contenute nella norma nazionale; la terza riporta in sintesi i dati di una ricerca
sull’argomento presentata a Roma a maggio dell’anno scorso e realizzata da Censis
(Centro Studi Investimenti Sociali) e Fondazione ISMU (Iniziative e Studi sulla MulPrimo piano
ACI
tietnicità) per il Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali.
EMILIA-ROMAGNA
Seminario Legacoop e Fondazione
Barberini sulle tematiche del lavoro
Legacoop Emilia Romagna e Fondazione
Ivano Barberini organizzano, il 10 febbraio
alle ore 15.30 (a Bologna, presso la Torre
Legacoop, Viale Aldo Moro 16 - sala A), un
seminario sulle tematiche del lavoro.
A partire da quanto già prodotto da un apposito gruppo di elaborazione, nato in seno
a Legacoop E.R. - e in occasione della presentazione del libro dei Professori Elisabetta Gualmini e Roberto Rizza:
“Politiche del lavoro” (edito da Il Mulino) - il seminario affronterà questioni che
saranno centrali nel dibattito politico e sindacale dei prossimi mesi.
L’iniziativa è rivolta, oltre che ai membri del
gruppo di lavoro, in particolare a coloro che
nelle cooperative e nelle associazioni settoriali e territoriali si occupano di risorse
umane e relazioni industriali. Per motivi organizzativi chiediamo di segnalare la partecipazione
all’indirizzo
mail:
gloria@emilia-romagna.legacoop.it
Programma:
Introduzione di Mauro Giordani, Presidente Fondazione Ivano Barberini
Presentazione del libro “Le politiche del lavoro” a cura degli autori
Discussioneù
Considerazioni conclusive di Giancarlo
Ciaroni, Coordinatore del gruppo di lavoro
Legacoop Emilia Romagna “Il lavoro in cooperativa”
Legacoop Servizi, Armuzzi
plaude alla legge regionale
«Plaudiamo alla giunta dell’Emilia-Romagna che ha approvato il progetto di legge
proposto dall’assessore Gian Carlo Muzzarelli per promuovere legalità e responsabilità sociale nei settori dell’autotrasporto,
facchinaggio, movimentazioni merci e servizi complementari»: lo dice il presidente di
Legacoop Servizi dell’Emilia-Romagna, Al-
Legacoop
Settori
berto Armuzzi.
«Abbiamo bisogno di buon lavoro, non di
fantasiose pretese di riduzioni salariali,
come qualcuno ha proposto in questi giorni
– prosegue Armuzzi –. I settori presi in considerazione dalla legge regionale sono tra
quelli più esposti all’inquinamento di cooperative fantasma e della criminalità. Sono
fenomeni che drogano il mercato e fanno
sì che la moneta cattiva cacci quella
buona».
Augurando che l’iter proceda spedito, Armuzzi chiede l’immediata convocazione di
tutte le parti sociali coinvolte, così da licenziare al più presto il provvedimento.
«C’è urgenza di interventi – osserva Armuzzi –, il rilancio deve avvenire nel rispetto
delle leggi e delle regole, altrimenti non sarà
vera ripresa economica. Bene la Regione
Emilia-Romagna, che negli anni si è dotata
anche di altri strumenti per favorire il rispetto della legalità, ora si agisca in fretta».
ROMAGNA
Legacoop “Cooperiamo a scuola”,
al via la 14esima edizione
Si è aperta in questi giorni una nuova edizione di «Cooperiamo a scuola», il progetto
di educazione cooperativa promosso dal Tavolo delle tre centrali cooperative in collaborazione con la Camera di Commercio di
Ravenna.
L’iniziativa si rivolge agli studenti delle classi
IV degli istituti superiori Ipsaar di Cervia; Ips
Persolino, Itip Bucci, Liceo Torricelli e Itcg
Oriani di Faenza; Iis Stoppa-Compagnoni di
Lugo; Its Callegari, Ipc Olivetti e Cfp Engim
di Ravenna e Ipssar Artusi di Riolo Terme.
«Questo progetto, giunto alla 14esima edizione, nasce con l’intento di far conoscere
ai giovani che stanno completando il pro-
Territori
Imprese
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Territori
14
prio percorso formativo i valori fondamentali
delle cooperative e, più in generale, della
cooperazione – spiegano i vertici di Agci,
Confcooperative e Legacoop Romagna -.
Inoltre “Cooperiamo a scuola” è anche un
buon modo per favorire l’integrazione tra il
sistema dell’istruzione e il mondo del lavoro
affrontando il tema dell’orientamento al lavoro e della promozione della cultura imprenditoriale».
Solidarietà, mutualità, responsabilità sociale
e auto-imprenditorialità sono quindi i valori
che la cooperazione del territorio vuol far
conoscere agli studenti che, nel periodo
compreso tra gennaio e aprile 2014, per alcune ore a settimana, saranno seguiti dalle
operatrici delle cooperative sociali RicercAzione e Libra (soggetti attuatori) con lo
scopo di «imparare» la cooperazione. «Da
molti anni questi incontri sono divenuti una
vera e propria palestra per gli studenti –
raccontano Laura Filippi di Libra e Annalisa
Gambarrota di RicercAzione -. Nel corso
delle lezioni infatti cerchiamo di non limitarci ad una semplice spiegazione “regolamentare” ma orientiamo i ragazzi alla
cultura e etica di impresa, alla collaborazione, al valore economico del lavoro per
favorirne l’inserimento attraverso un contatto diretto con la realtà».
Al termine del percorso ogni classe partecipante, suddivisa in gruppi, proporrà
un’idea imprenditoriale cooperativa e i progetti più originali ed «eseguibili» saranno
premiati dalla Camera di Commercio e dalle
centrali cooperative nel corso di un evento
pubblico che si terrà, come ogni anno, nei
primi giorni di maggio.
Il progetto è gratuito per gli istituti che aderiscono in quanto i costi sono sostenuti dalle
Centrali cooperative della provincia di Ravenna e dalla Camera di Commercio di Ravenna.
Nello specifico, il progetto è promosso e finanziato da Agci, Confcooperative e Legacoop, gode del contributo della Camera di
Commercio di Ravenna, viene realizzato attraverso l’intervento progettuale e formativo
della cooperativa Libra di Ravenna e della
cooperativa RicercAzione di Faenza e la cogestione organizzativa di Irecoop ER sede
di Ravenna.
«Cooperiamo a scuola» concorre inoltre al
network regionale Bellacoopia, attività di
Primo piano
ACI
Legacoop Emilia-Romagna che ha l’intento
di allargare a tutti i territori della Regione
l’approccio alla creazione dell’impresa cooperativa, diffondendo le migliori pratiche e
i medesimi obiettivi.
TOSCANA
Sergio Costalli presidente della
Camera di Commercio di Livorno
sportelli, 15 miliardi di euro di raccolta e
13,5 miliardi di impieghi. La dimensione
media delle imprese cooperative toscane è
significativamente più alta (31 addetti) rispetto al totale delle imprese toscane (4 addetti). E anche la longevità delle imprese
cooperative (con i suoi 29 anni) è molto superiore a quella delle altre imprese (18
anni). L’occupazione femminile nelle cooperative è al 57% contro il 43% delle altre
imprese.
Negrini: “Noi esportiamo olio extravergine d’oliva 100% italiano”
Pubblichiamo, di seguito, un comunicato
stampa diffuso il 28 gennaio da Roberto
Negrini, Presidente Legacoop Agroalimentare Toscana, in merito alle vignette
satiriche apparse sul New York Times sull’olio made in Italy.
“Un importante riconoscimento per il ruolo
crescente che tutto il mondo della cooperazione ha assunto nella nostra regione
negli ultimi anni”. Così il presidente di Legacoop Toscana, Stefano Bassi, commenta
con soddisfazione l’elezione di Sergio Costalli, 62 anni, vicepresidente di Unicoop
Tirreno, alla presidenza della Camera di
Commercio di Livorno. È la prima volta che
un rappresentate del mondo della cooperazione viene eletto al vertice di una Camera
di Commercio in Toscana.
“Registriamo con soddisfazione – prosegue
Stefano Bassi – che sul nome di Costalli
si è avuta un’estesa convergenza. Ferme
restando le esigenze di riforma del sistema
camerale, a Costalli vanno i nostri migliori
auguri di buon lavoro per il nuovo importante incarico, nella convinzione che saprà
valorizzare al meglio il suo impegno a favore di politiche di sviluppo dell’area livornese. Un ringraziamento va anche a tutte le
altre categorie economiche del territorio:
grazie al loro sostegno si è inteso dare alla
Camera di Commercio di Livorno una gestione rappresentativa del sistema delle imprese”.
In Toscana sono 2.700 le imprese cooperative; 80.000 i soci lavoratori dipendenti;
9,2 miliardi di euro i ricavi al netto del settore del credito. Il settore creditizio, rappresentato dalle Bcc, conta 30 banche, 370
Legacoop
Settori
“Un colpo mirato ad uno dei settori come
quello dell’agroalimentare, che traina maggiormente le esportazioni, anche negli Stati
Uniti, e che arriva (casualmente?) quando il
mondo agricolo italiano è impegnato a chiedere regole certe contro la contraffazione di
prodotti spacciati come italiani sui mercati
nordamericani. Con le vignette del New York
Times si fa di tutta un’erba un fascio e si rischia di mandar in fumo il lavoro di anni di
decine di imprese serie e responsabili”.
Così il presidente di Legacoop Agroalimentare Toscana, Roberto Negrini, dopo l’apparizione sul New York Times di alcune
vignette satiriche che denunciano le contraffazioni esistenti nel mercato dell’olio
d’oliva venduto come ‘made in Italy’”. “Il fumetto del New York Times fa (volutamente?)
una qualche confusione fra olio d’oliva e
olio extravergine d’oliva – prosegue Negrini
- Esiste fra i due oli una diversità che i consumatori più attenti conoscono bene. Come
è noto, anche alle autorità preposte al controllo che difatti periodicamente intervengono, che il mondo oleario non è
storicamente impermeabile ai rischi di sofisticazioni e frodi, che altro però non sono
che sofisticazioni e frodi di qualche soggetti
poco onesto. Negli ultimi anni c’è stato un
notevole processo per migliorare la qualità
dell’olio extravergine e ci preme sottolineare
Territori
Imprese
Sondaggio
Territori
15
è che il mondo della cooperazione italiana e
in particolar modo le cooperative toscane
esportano olio extravergine per decine di
milioni di euro, facendo le cose per bene e
con correttezza, portando sugli scaffali di
tutto il mondo olio extravergine d’oliva
100% italiano certificato e olio extravergine
d’oliva toscano certificato, nel rispetto di
una filiera, nazionale o regionale, che dà lavoro a migliaia di persone”.
LAZIO
Crisi del settore edile,
c’è più di una via d’uscita
Il settore delle costruzioni incideva per il 35%
sul PIL romano e regionale. Il crollo dovuto
alla crisi è stato strutturale. Ha colpito tutto il
sistema produttivo, con dati disastrosi e ripercussioni terribili sulle vite dei lavoratori.
Sulla situazione ha inciso fortemente soprattutto lo stop dei lavori pubblici (con una diminuzione tra il 2008 e il 2013 pari al 70%), ma
anche l’andamento del mercato privato. Secondo quanto affermato dal presidente Legacoop Produzione e Lavoro Lazio, Maurizio
Giachi, la crisi è forte anche in ambito commerciale: il settore abitativo residenziale ha
subito un calo negli investimenti del 50% e
quello dei supermercati è fermo.
“Il mercato conosciuto negli anni passati non
tornerà più, anche la eventuale ripresa
(2015?) vedrà una forte riduzione degli investimenti pubblici e un numero minore di bandi
di impatto medio basso. La conseguenza sarà
un numero più limitato di imprese e quelle
che riusciranno a salvarsi saranno piccole e
medie, mentre le imprese di grandi dimensioni (15 imprese?) opereranno su tutto il
mercato nazionale ed internazionale Sopravviveranno solo le imprese che hanno capacità manageriali e tecniche” ha detto-. Sparirà
l’impresa speculativa tout court”.
Eppure, esiste più di una via d’uscita per l’Italia e per il Lazio. Bisogna solo saperle individuare.
Per reagire, si deve cercare di operare in maniera mirata. Puntare sulle manutenzioni, per
esempio, potrebbe rivelarsi una scelta vincente. “E’ un mercato che si sta aprendo ora
e che è molto ampio: spazia dalle manutenzioni stradali a quelle dell’edilizia scolastica,
Primo piano
ACI
per poi ampliarsi agli interventi per il risparmio
energetico e a molti altri ambiti” ha spiegato
Giachi.
“Per aderire a questo mercato, le imprese dovranno avere capacità finanziarie e dovranno
saper pensare in maniera imprenditorialespiega Giachi-. Si tratta di interventi immediati ma i guadagni arriveranno dilazionati in
molti anni”.
Molti comuni, ci racconta, non possono permettersi di affrontare delle spese per interventi di manutenzione quali la raccolta dei
rifiuti, l’illuminazione, le piattaforme ecologiche, etc…. Per questo è importante che ci
siano degli incentivi per i Comuni che si uniscono tra di loro in consorzi. “E’ il momento di
fare massa critica e di consorziarsi” ha detto
il presidente Giachi.
“E’ evidente che solo la volontà dell’imprenditoria a misurarsi con questi nuovi mercati
non è sufficiente. E’ necessario anche una
nuova cultura da parte delle pubbliche amministrazioni”.
“Fondamentale affinché questo nuovo mercato attecchisca in Italia è una triangolazione
tra pubblica amministrazione, imprese e banche” chiarisce. “Punto fondamentale senza il
quale non c’è ripresa è la legalità”.
Per quanto riguarda le grandi opere: saranno
poche quelle che verranno finanziate dallo
Stato. Sul campo, si misureranno solo le
grandi imprese, tra le quali anche quelle aderenti a Legacoop Lazio. “E’ importante che il
movimento cooperativo laziale si riposizioni,
ristrutturandosi e unificandosi, al fine di creare
nuove cooperative in settori che sono in
espansione” denuncia Giachi.
Uno dei settori fondamentali su cui puntare
per la ripresa a Roma e nel Lazio riguarda i
beni culturali.
“Il settore ospita lavoratori che hanno un alto
indice di scolarizzazione, tra i quali anche archeologi, laureati in Lettere e in Arte e Beni
culturali. Per questo dare un impulso al settore significherebbe offrire lavoro a molti giovani- spiega Giachi-. L’Italia, Roma e la nostra
Regione, vivono su giacimenti artistici che, se
valorizzati e messi in rete, potrebbero essere
in grado di dare una svolta. E’ necessaria una
regia. Il turismo, le politiche museali, il settore
archeologico, quello delle ristrutturazioni:
ognuno procede per conto suo- denuncia-.
Le norme creano troppe difficoltà e la sponsorizzazione delle opere da parte dei privati
Legacoop
Settori
incontra troppe difficoltà. E’ giusta la salvaguardia dei beni culturali ma i ritardi burocratici finiscono per essere di grosso
impedimento ”.
Per uscire dalla crisi, poi, si dovrà guardare
oltre i confini nazionali. “Siamo nel cuore del
Mediterraneo. Di fronte a noi ci sono terre ricche che dispongono di credito e che però non
hanno imprese e tecnologie per costruire.
Presentiamo loro le nostre potenzialità, dunque, e puntiamo al bacino mediterraneo per
crescere” ha detto il Presidente. A Legacoop
Lazio, per esempio, aderisce una delle cooperative più grandi tra le cinque nazionali che
operano all’estero. Da poco, questa impresa
cooperativa ha terminato i lavori a Malta e in
Libano.
BASILICATA
Assemblea Ancpl, Mezzogiorno
opportunità per tutto il Paese
Il Mezzogiorno è un’opportunità per l’intero
Paese, per la produzione e lavoro e per l’intera filiera dell’industria e delle costruzioni.
Questa la base di discussione su cui si sono
sviluppati i temi dell’assemblea regionale
delle cooperative di Produzione e Lavoro di
Basilicata, riunitasi il 24 gennaio a Potenza
presso la sede regionale di Legacoop in preparazione del Congresso nazionale del 20 e
21 marzo a Bologna.
I documenti nazionale e Mezzogiorno, illustrati
dalla responsabile regionale PL Loredana
Durante e apprezzato dalla rappresentanze
di Confindustria, Confartigianato e Cgil Basilicata presenti, assumono proprio tale valenza: mettere al centro il Sud tramite una
serie di proposte programmatiche condivise,
come anche il responsabile Mezzogiorno
Ancpl Paolo Laguardia ha voluto sottolineare. Prima di soffermarsi sui temi della pro-
Territori
Imprese
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Territori
16
mozione cooperativa e dei protocolli di legalità, Laguardia ha altresì rappresentato l’opportunità di una ristrutturazione della filiera
delle costruzioni e di una rivisitazione dell’intera PL nel Sud sia sul versante commerciale
che su quello politico-sindacale alla luce del
numero esiguo di cooperative determinato
dagli effetti della crisi: un rimodellamento che
potrebbe avvenire per aree (Abruzzo-Molise,
Puglia-Campania-Basilicata, Calabria-Sicilia
e Sardegna).
Nuove soluzioni e nuovi mercati anche esteri,
pur con la giusta prudenza, è una delle ricette
che il responsabile commerciale Puglia e Basilicata del CCC, Marco Brandolini, ha proposto per mitigare la crisi del settore delle
costruzioni, che ha visto un dimezzamento del
fatturato in soli quattro anni. Necessario altresì, ha concluso Brandolini, un allentamento
del patto di stabilità e la razionalizzazione dei
fondi strutturali. Sulla scommessa, in questa
difficile fase, di nuovi mercati facendo rete ha
insistito anche Patrizia Vianello, presidente
della cooperativa Ambiente di Carrara.
L’assemblea ha approvato all’unanimità i documenti congressuali e il documento programmatico sul Mezzogiorno, condividendo
inoltre la proposta, avanzata da Laguardia, sul
rinvio della discussione della governance dell’associazione per riallinearla con il Congresso
nazionale di Legacoop, vista la necessità di
ridefinire in quella sede il ruolo e le linee strategiche della PL e di aprire parallelamente
una riflessione sulla funzione che Ancpl e Legacoop stessa dovranno svolgere nel dopocrisi.
Eletti infine i delegati al Congresso nazionale:
Paolo Laguardia, Loredana Durante, Innocenzo Guidotti, Cosimo Guida, Mario Zagaria
e Vincenzo Doti.
PUGLIA
Il 4 febbraio a Lecce, Info Day
sull’impresa cooperativa
Legacoop Puglia propone per martedì 4 febbraio 2014, nella Mediateca delle Officine
Cantelmo di Lecce, un workshop dal titolo
«CreaCoop – Info day sulla creazione di impresa cooperativa». In collaborazione con Officine Cantelmo e Generazioni Legacoop
Puglia, l’evento rientra nel progetto Centrali
Cooperative «Produciamo energia positiva»,
Primo piano
ACI
finanziato dalla Regione Puglia.
La giornata prevede workshop, testimonianze e spazi di confronto sul tema cooperazione, ed è rivolta a tutti coloro che hanno
interesse a conoscere la forma di impresa
cooperativa come opportunità di sviluppo di
un’idea imprenditoriale condivisa, lavoro e
crescita professionale.
I lavori apriranno alle ore 10.00, con l’intervento del presidente di Legacoop Puglia,
Carmelo Rollo, sul tema “Le cooperative
per lo sviluppo del territorio“. A seguire, la vicepresidente di Legacoop Puglia, Annamaria Ricci, spiegherà come “Fare impresa
cooperativa”.
La mattinata si chiuderà con “Racconti di
cooperazione”, testimonianze di giovani cooperatori che rappresentano esperienze di
successo sul territorio, in settori che vanno
dal sociale alla comunicazione e all’organizzazione di eventi. La moderazione di questa
sessione sarà affidata a Generazioni Legacoop Puglia, il Coordinamento dei giovani
cooperatori under 40, e vedrà la partecipazione del presidente di Officine Cantelmo,
Marco Cataldo, di un socio della Coop.
Terre di Puglia, del presidente della Coop.
Paz Lab, Matteo Serra, e del socio della
Coop. Cool Club, Cesare Liaci.
Nel pomeriggio, alle ore 15.00, sarà possibile
partecipare al workshop “Strumenti per l’avvio di un’impresa cooperativa: bandi e opportunità”.
Durante la giornata i tecnici di Legacoop Puglia saranno disponibili a incontrare gruppi
interessati ad avviare un’impresa cooperativa, i quali potranno presentare la loro idea
di impresa, ricevere un feedback e avere
un’occasione di confronto sul proprio business plan. E’ necessario inviare una mail in
cui sia specificato nel testo una sintesi della
propria idea di impresa in max 10 righe. Per
questo servizio è necessario “prenotarsi”
entro il 31 gennaio.
La partecipazione all’intera giornata è libera.
E’ possibile inviare la propria adesione all’indirizzo mail retelecce@legapuglia.it indicando nel testo nome, cognome, recapito
mail e telefono o rivolgendosi direttamente
allo sportello.
Legacoop
Settori
SARDEGNA
Le Associazioni della pesca
sulla situazione del settore
Pubblichiamo nota stampa, diffusa il 29
gennaio, dalle associazioni della pesca
sulla situazione del settore in Sardegna, alla
luce dei rinnovati tagli in finanziaria che
hanno azzerato i fondi disponibili per il settore.
“Grande assente, anche dal dibattito elettorale e dai programmi di tutti i candidati il
settore della pesca e dell’acquacoltura
sarda.
Un settore che pure oltre ad essere patrimonio culturale e di tradizioni, che caratterizzano la Sardegna, offre lavoro ad oltre
10.000 addetti, può svilupparsi contribuendo a ridurre la dipendenza dell’Isola
dall’importazione dei prodotti ittici, può ancora dare risposte occupazionali se si rivolgesse ai giovani offrendo loro, con una sana
politica del settore, opportunità di lavoro.
Con 1500 imbarcazioni, 3000 pescatori imbarcati, 8000 ettari di lagune, 1400 Km di
coste, Nessuna forza politica trova interessante ragionare attorno alle opportunità che
l’economia del mare, a partire dalla pesca
e dall’acquacoltura, può offrire ad una Sardegna disastrata.
La legge finanziaria regionale, già nel 2013,
ha tagliato fondi senza criterio al settore
della pesca, quella del 2014 ha peggiorato
ancora la situazione azzerando tutti i capitoli ad esso destinati e non ha preso in considerazione le nostre richieste, tese a
ristabilire la dotazione delle risorse necessarie allo sviluppo ed al sostegno delle imprese.
Per contro la Regione Sardegna ha dimostrato di non riuscire a spendere neppure
un terzo delle risorse, destinate alla pesca
dal FEP (Fondo Europeo Pesca), frutto della
mancanza di una strategia seppur minima,
che getta l’intera categoria nel più totale
sconforto.
I ritardi nell’emanazione dei Bandi per il rinnovo delle Concessioni di Pesca, la ritrosia
del Consiglio Regionale a varare una proroga significativa delle stesse, fino al 2020
cosi come stabilito di recente dal Parlamento, ci risulta incomprensibile e conferma un modo di governare, con evidenti
Territori
Imprese
Sondaggio
Territori
17
tratti di autolesionismo.
La categoria é stremata ed in balia di norme
comunitarie restrittive cui è possibile adeguarsi, o farvi fronte, solo con una attenta
strategia che deve vedere, nel Piano Triennale della Pesca e in piani più specifici
quali: la gestione produttiva di stagni lagune
e compendi marini, misure di sostegno
socio – economico, l’unica risposta possibile se non si vuole cancellare in maniera
definitiva questo settore.
Diversi sono quindi i problemi da affrontare,
alcuni di vecchia data mai risolti: quote
tonno in primo luogo, altri recenti o di prossima applicazione, come la nuova normativa sulla pesca del pesce spada, che
rischia di vedere tagliate fuori gran parte
delle nostre imbarcazioni.
La categoria, in questi ultimi due anni, ha
fatto molto, ma altrettanto non si può dire
per la politica regionale.
I pescatori si sono riuniti in apposite associazioni ed hanno varato i Piani Locali di
Gestione, sia per la pesca artigianale che
per lo strascico e la circuizione.
In questi ultimi anni, il settore si è inoltre
impegnato nella realizzazione dei Piani di
Sviluppo dei GAC (Gruppi d’Azione Costiera)
dell’Ogliastra e del Nord Sardegna.
I pescatori sono impegnati, con le organizzazioni di categoria, a fare la loro parte per
salvaguardare la risorsa ittica ed il reddito di
migliaia di famiglia, per dare continuità alle
imprese di pesca rafforzandole e garantendo, ai consumatori, un prodotto di certificato e di qualità, ma pretendiamo, nel
contempo, che chi si candida al governo
della Sardegna dia una decisa svolta alle
politiche del settore ittico, rispettando le imprese di pesca ed i lavoratori, che hanno diritto di guardare con serenità al loro futuro”.
Querela all’Unione Sarda
per diffamazione e calunnie
Legacoop Sardegna ha deciso di querelare
per diffamazione il giornalista che ha scritto
l’articolo e il direttore de l’Unione Sarda per
“denunciare la diffamazione e le calunnie”
contenute in un articolo che – come dichiara
una nota diffusa dal presidente Claudio Atzori
“ha scientemente e volutamente rappresentato una situazione difforme rispetto alla reACI
MODENA
Nove cooperative colpite dall’alluvione, alcune con danni ingenti
SARDEGNA
Primo piano
altà, con chiaro intento (e meno chiare motivazioni) di arrecare danno all’Organizzazione e denigrare l’onorabilità del suo
Presidente e dei suoi dirigenti”.
Il 29 luglio 2010 su mandato di Banca d’Italia era partita un’inchiesta su Coop Fin, società per azioni nella cui proprietà Legacoop
non figura in alcun modo (sono presenti soltanto alcune cooperative aderenti all’associazione all’interno di Finlega che detiene il
40% delle quote). Le contestazioni mosse riguardano la non istituzione dell’archivio
unico, scelta che tutti i collegi sindacali che
si sono susseguiti dal 1992 ad oggi avevano
ritenuto legittima.
Il 24 febbraio 2012 Banca d’Italia ha comunicato che “valutate le controdeduzioni presentate e considerato il complesso degli
elementi istruttori, non è stato dato seguito
all’iter sanzionatorio avviato nei confronti” di
tutti gli amministratori che si erano succeduti negli anni in Fin Coop, compreso l’attuale presidente di Legacoop Sardegna. Su
questa base anche per i risvolti penali dell’accusa (sempre una sanzione) gli amministratori – racconta il comunicato di Atzori –
si dicono “ampiamente fiduciosi”.
Tutto ciò nella cronaca del giornale è divenuta, però, una “bufera giudiziaria” che
“scuote la Legacoop” con “diciannove amministratori a processo” (fatti passare come
tutti provenienti da Legacoop) per “reati finanziari”. Da qui la decisione di procedere
con una querela per diffamazione e calunnia, visto anche che “dalle indagini del nucleo operativo di Polizia Tributaria della
Guardia di finanza – conclude la nota - non
è emersa alcuna operazione sospetta, circa
i reati infamanti richiamati dall’articolo”.
sario, e indirizzare al meglio la disponibilità
manifestata da altre cooperative a fornire
soccorso.
Fra le cooperative più colpite c’è sicuramente
Alfa Engineering, la cooperativa di Bastiglia che produce giunti, i cui soci hanno trovato accoglienza presso gli uffici di Legacoop
in attesa di rientrare in azienda: l’acqua ha
completamente invaso i locali a piano terra e
l’officina, danneggiando i macchinari di produzione, i prodotti, le attrezzature informatiche e gli arredi; ad oggi non si sa se e cosa
potrà essere recuperato e riportato a funzionamento, ma si teme il peggio.
Sempre a Bastiglia invaso dall’acqua il punto
vendita Conad, con danni ingenti alla merce
e alle strutture.
A Bomporto allagata la cooperativa AGG Technology Painting, con danni a locali e attrezzature, e un altro punto vendita Conad,
temporaneamente non attivo: i danni sono
quindi ai locali e alle attrezzature, mentre non
erano presenti merci.
Investita dall’onda di piena la sede centrale
della cooperativa sociale Pomposiana, situata in strada Canaletto 935/A: tutti i mezzi
dei servizi ambientali e le macchine operatrici
per la manutenzione del verde ricoverati nei
capannoni (circa 30 automezzi), l’area agricola dedicata alla Bioagricoltura e gli uffici
sono stati sommersi dalle acque, con prevedibili danni ingenti; 30 i lavori coinvolti dalla
sospensione dei servizi. A Pomposiana la
cooperativa COPTIP ha dato la disponibilità
di un proprio capannone per ricoverare i
mezzi recuperati dall’acqua.
Per quanto riguarda le altre cooperative sociali, coinvolte con danni per lo più indiretti
Gulliver, che ha potuto accogliere nelle proprie strutture anziani sfollati,ma ha scontato
la chiusura di alcuni servizi nei territori alluvionati, in particolare nidi a materne, e Coop
Una stima precisa dei danni non è ancora
possibile farla, molti locali non sono tuttora
raggiungibili; ma sono sicuramente molto
pesanti le conseguenze dell’alluvione per alcune cooperative aderenti a Legacoop Modena.
L’Associazione si è mobilitata fin dalle prime
ore di questa nuova emergenza per assistere
le cooperative colpite dall’ondata di piena, in
modo da fornire loro tutto il supporto neces-
Legacoop
Settori
Territori
Imprese
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Territori
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Coopernico di Soliera, che ha dovuto sospendere i servizi ambientali a Bastiglia.
Decisamente impegnativa, anche se in
corso di soluzione, la situazione di Albalat,
il caseificio già duramente colpito dal terremoto del 2012, e Serum, i cui impianti produttivi sono ubicati ad Albareto di Modena.
Le aziende, inizialmente risparmiate dal
flusso delle acque uscite dalla falla apertasi
domenica mattina nell’argine destro del
fiume Secchia, sono state interessate nella
primissima mattinata di lunedì 20 per la salita a monte delle acque da Bomporto, causando la sospensione dell’attività di
trasformazione in Caseificio: il latte conferito
nella serata di domenica è stato ricaricato e
spostato assieme alle successive mungiture
sui caseifici Bonlatte e Razionale Novese.
Nonostante la notevole quota degli impianti
rispetto al piano di coltivazione, il progressivo innalzamento del livello delle acque ha
interessato anche il magazzino del formaggio e l’allevamento di suini, dove già dalla
prima mattinata si era provveduto a trasferire gli animali di alcune stalle. Pur con notevole difficoltà, nel pomeriggio si è trasferita
un’altra parte di suini, senza poter però
sgombrare completamente l’allevamento.
Ben peggiore è la situazione nella casa utilizzata quale residenza dal casaro, ubicata a
qualche centinaio di metri a nord dal caseificio e pesantemente allagata, così come
pure i 32 ettari di terreno circostanti, parte
coltivati a Grano e 18 destinati a colture primaverili.
Nel pomeriggio di mercoledì, seppur lentamente, il livello delle acque si è ridotto riportando alla normalità la viabilità dalla
frazione di Albareto sino al centro produttivo,
permettendo nella successiva mattinata la
ripresa della lavorazione nelle caldaie del caseificio.
Ad oggi non è possibile fare una conta precisa dei danni, che oltre a quelli diretti ricomprendono la mancata produzione e i
costi di delocalizzazione, e data la peculiarità
della produzione, non è da escludere qualche problema nella riuscita delle 276 forme
di Parmigiano Reggiano prodotte nei tre
giorni di sospensione.
Anche Serum sta riportandosi progressivamente ai quantitativi standard di lavorazione,
dopo aver dirottato il siero in entrata sul
nuovo impianto di Novi, e stoccato nelle cisterne il prodotto concentrato nei giorni di
Primo piano
ACI
isolamento dell’area produttiva.
Anche la Cooperativa Macchine Agricole
Solierese è stata coinvolta con l’allagamento dei terreni in gestione ubicati nel comune di Bomporto e di Bastiglia: circa 28
Ettari, di cui 16 coltivati a grano e 12 destinati a semine primaverili. Anche qui è prematuro ipotizzare dei danni, con le colture in
atto sensibili ai tempi di allagamento ed all’eventuale quota di limo che si andrà a sedimentare, così come per i terreni destinati
alle semine, molto inciderà il prossimo andamento stagionale per la possibile messa
in coltura che in alcuni casi potrebbe non
esser certa.
Legacoop si è contestualmente attivata nei
confronti delle Istituzioni, ricevendo immediato riscontro dalla Provincia, che ha creato
un tavolo per il monitoraggio e la quantificazione dei danni. Particolare apprezzamento merita anche la Regione Emilia
Romagna, che si è immediatamente mobilitata sia sui territori colpiti, sia presso il Governo.
MODENA
Presentazione di “La Cooperazione”,
tesi di laurea di Sandro Pertini
denza nel luglio del 1923.
Interverranno
Angelo Oreste Adrisano, Magnifico Rettore dell’Università di Modena e ReggioEmilia; Luigi Foffani, Direttore
Dipartimento Giurisprudenza UNIMORE;
Gianluigi Granero, Presidente Legacoop
Liguria; Sebastiano Tringali, curatore del
volume; Valdo Spini, Presidente Fondazione Circolo Fratelli Rosselli; Pierluigi
Stefanini, Presidente Gruppo Unipol e Fondazione Unipolis; Lauro Lugli, Presidente
Legacoop Modena.
SAVONA
Sportello e qualità, quando le idee
trovano il supporto delle coop
Apertura di uno sportello informativo per la
promozione di nuove imprese cooperative
giovanili; avvio di percorsi finalizzati alla
certificazione della qualità dell’impresa
cooperativa; supporto con servizi di scouting e di coaching per far emergere nuove
idee di “business” da strutturare sotto
forma di impresa in partenariato con la rete
di cooperative senior.
Sono questi i nuovi progetti operativi sui
quali decolla una nuova collaborazione tra
Camera di Commercio di Savona, Legacoop Liguria e Confcooperative presentata
il 27 gennaio a Savona.
“C’è un calo dell’occupazione per la chiusura delle imprese ma noi con iniziative
come questa vogliamo dare una risposta –
spiega Mattia Rossi, coordinatore di Legacoop Liguria a Savona -. I valori del
mondo della cooperazione sono una delle
opportunità da cogliere per ridisegnare il
sistema economico in questo periodo.
Non è un caso che in questo Sportello, il
Venerdì 7 febbraio alle 15:30, presso
l’Aula Magna del Palazzo del Rettorato –
Università di Modena e Reggio Emilia, (Via
Università 4), si terrà la presentazione della
ritrovata tesi di laurea che Sandro Pertini
discusse nel 1924, all’Istituto di Scienze
Sociali “Cesare Alfieri” di Firenze, si svolge
nell’Aula dell’Università di Modena nella
quale il futuro Presidente della Repubblica
conseguì la sua prima laurea in Giurispru-
Legacoop
Settori
Territori
Imprese
Sondaggio
Territori
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primo aperto in una Camera di Commercio, un ruolo fondamentale lo hanno anche
i cooperatori “senior” che per esperienza o
anche solo per le caratteristiche delle loro
imprese, possono essere di grande aiuto
per chi una cooperativa la vuole realizzare”.
Uno Sportello che sarà operativo da giovedì
30 gennaio e a seguire ogni giovedì dalle
15 alle 17.
“Ci rivolgiamo a chi non ha oppure ha
perso il lavoro, ma anche a chi uscendo dal
percorso scolastico vuole realizzare progetti e idee – prosegue Mattia Rossi -. Non
è detto che siano idee che debbano per
forza trasformarsi in cooperative, ma certamente il mondo cooperativo può dare
anche un sostegno finanziario per i progetti
che ne hanno le caratteristiche”.
I dati sull’occupazione in provincia di Savona sono negativi. Ma questo non significa che sul territorio non ci sia fermento di
nuove iniziative.
“Abbiamo coinvolto le società cooperative
– ha spiegato il presidente della Camera di
Commercio di Savona, Luciano Pasquale, – perché pur avendo radici antiche sembrano essere le più capaci di
interpretare i valori del cambiamento, di
rappresentare un modo nuovo di fare impresa e di mettersi in sintonia con i consumatori. E hanno dimostrato di reggere
meglio di altri a questi sei anni di continua
decrescita, segnati in provincia di Savona
dalla perdita del 3,2% delle imprese ma
che hanno visto il movimento cooperativo
in controtendenza, almeno sino allo scorso
anno”.
Al centro del progetto anche il tema della
qualità. Con un coinvolgimento anche delle
istituzioni locali.
“Alcune delle più importanti aziende nel
territorio savonese sono cooperative – ha
ricordato Riccardo Viaggi, presidente di
Confcooperative Savona -. E’ un dato sul
quale occorre riflettere e porlo come base
per reagire alla crisi creando comunque
nuovi posti di lavoro”.
L’iniziativa di Camera di Commercio, Lega-
Primo piano
ACI
coop Liguria e Concooperative si colloca
nell’ambito del progetto regionale Perseo
che ha come capofila il Comune di Savona.
BOLOGNA
Fi.Bo Legacoop socio di ERT,
adesione approvata
Il 24 gennaio al Teatro Storchi di Modena si
è riunita l’Assemblea dei Soci di Emilia Romagna Teatro Fondazione che ha approvato
all’unanimità l’adesione del Comune di Bologna a ERT, Teatro Stabile Pubblico Regionale, come Socio Fondatore Necessario e di
Fi.Bo/Legacoop Bologna come Socio Ordinario Sostenitore. La decisione del consiglio
è stata preceduta da un approfondito dibattito nei Consigli dei Comuni Soci che hanno
tutti espresso parere favorevole nonché
dalla conclusione dell’accordo con le organizzazioni sindacali OO.SS. in rappresentanza dei dipendenti di Nuova Scena. Nel
pomeriggio il Consiglio di Amministrazione
di ERT ha approvato il contratto di acquisto
del ramo d’azienda Arena Del Sole- Teatro
Stabile di Produzione. Davanti al Notaio,
hanno firmato Massimo Terranova per
Nuova Scena e Daniele Gualdi per ERT.
“La politica- ha dichiarato Pietro Valenti, Direttore di ERT – ha dato vita ad un processo
virtuoso che mette al centro la nostra Fondazione. Da oggi iniziamo a lavorare per definire i contenuti di un progetto che ci
accompagnerà nei prossimi anni. Il consiglio di Amministrazione, nell’approvare in
modo definitivo il progetto, intende ringraziare i dipendenti di ERT che hanno accompagnato questo percorso con un
atteggiamento positivo, aderendo ad esso
fin da subito”.
“Si tratta di un’operazione di portata storica
per lo Stabile – ha dichiarato Daniele Gualdi,
Presidente di ERT – che in questo modo si
colloca in una posizione di importanza strategica non solo nella politica teatrale regionale ma anche in quella nazionale”.
Legacoop
Settori
CATANZARO
Legacoop: “sia creato un distretto
culturale con i comuni vicini”
La città di Catanzaro dovrebbe sperimentare
un vero e proprio patto per la creazione di un
distretto culturale con i comuni limitrofi ricchi
di aree archeologiche, castelli, centri storici,
chiese e conventi. Ad affermarlo Quirino
Ledda della Legacoop.
Questo distretto - dice Ledda - può essere
realizzato grazie al coinvolgimento degli enti
locali, della Soprintendenza, l’Università, le
forze sociali, le cooperative e l’imprenditoria
privata, dovrebbero allo sviluppo di mirate
strategie nell’individuare percorsi integrati di
offerta turistico- culturale ad orientamento
per la bonifica dei territori a rischio.
All’interno di questo settore si sta da tempo
sviluppando un mercato di lavoro caratterizzato da una grande e sempre più varietà di
figure professionali in maniera particolare in
Sardegna – Puglia – Sicilia – Molise con una
maggiore specializzazione di vecchi e nuovi
profili professionali.
Il perdurare della carenza di organici della
Sopraintendenza sta animando giovani laureati alla nascita di cooperative o di piccoli
gruppi di professionisti associati alla guida
diretta dei vari lavori necessari per il recupero dei bei culturali.
Questo necessita che vi sia una lista di collaboratori di fiducia e capacità professionale
stilato dalla soprintendenza.
Il settore dei beni artistici e del turismo richiedono un grande numero di professionalità medio – alte, molte delle quali noi stessi
non ne conosciamo le figure se non si fa un
serio sforzo di uscire dall’area urbana per
avere incontri con altre città che stanno concretamente svolgendo il proprio ruolo di capoluogo.
A tal proposito la Legacoop Cultura propone
un convegno intercomunale con esperti, storici, archeologici capaci di dare un contributo
alla creazione del distretto culturale.
Territori
Imprese
Sondaggio
Imprese
>> Cns
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CNS
>> Innovacoop
Assemblea di budget, diversificare per crescere
>> Deco Industrie
“Diversificare per conservare i livelli di crescita”. Si può condensare in questo principio il nucleo dell’Assemblea di budget
2014 che il Cns, Consorzio Nazionale Servizi, ha svolto martedì 28 gennaio presso
il Savoia Hotel Regency di Bologna e a cui
hanno preso parte Brenno Peterlini e
Graziano Rinaldini, rispettivamente presidente del Consiglio di Gestione e presidente del Consiglio di Sorveglianza del
Consorzio, Ugo De Francesco, vice presidente del Cns, il direttore commerciale
del Consorzio Giuseppe Cinquanta e
Angelo Migliarini, Vice Presidente di Legacoop Servizi nazionale.
Nella sua relazione introduttiva Ugo De
Francesco ha sottolineato come il Consorzio “sia stato in grado di riconvertire concretamente il proprio portafoglio servizi,
puntando su settori come Energia, Manutenzioni, Facility Management. Una cosa ha precisato De Francesco - che in molti,
in questi anni, hanno predicato e cercato
di fare, mentre noi siamo stati in grado di
raggiungerla con ottimi risultati. E con noi
abbiamo fatto crescere le Associate che
hanno creduto in questo percorso di diversificazione e che ci hanno seguito”. Riguardo all’esercizio 2013, ha rimarcato De
Francesco, “prevediamo di chiuderlo con
650 milioni di fatturato lavori rispetto sempre ai 585 del budget, nonostante le condizioni economiche generali e i tagli che
falcidiano il nostro mercato di riferimento,
cioè le varie aree delle pubbliche amministrazioni, rendano sempre più impraticabile ogni pronostico, e rilevare che
comunque le stime sono state non solo
confermate, ma superate in larga misura,
ci dà ragione in merito alla nostra capacità e lungimiranza nel decifrare i cambiamenti della realtà socio-economica
nazionale e nell’operare scelte adeguate
al nuovo scenario”.
Illustrando il bilancio di budget 2014, il direttore commerciale del Cns Giuseppe
Cinquanta delinea una situazione sicuramente in fase di ulteriore mutamento ma
che ancora una volta fa prevedere una
crescita che, per l’anno in corso, dovrebbe
>> Conad
>> Cab Massari di Conselice
>> Coop Sociale Il Cerchio
>> Coop Liguria
>> Cesi
>> Cmc
>> Coop Itaca
>> Cooperativa Olivicola
>> Coop Cincinnato
>> Conad Sicilia
Primo piano
ACI
Legacoop
Settori
attestarsi sui 600 milioni di euro. “È un
progresso a luci ed ombre e che modifica
di anno in anno la propria fisionomia e distribuzione – fa notare Cinquanta – dove
si affermano nuovi settori in conseguenza
di alcuni trend, come quello della riqualificazione e dell’efficientamento energetico
che guadagna nuove posizioni”. “Per il settore Energia il Consorzio si aspetta un fatturato di 118 milioni di euro, con un
incremento pari a circa 19 milioni di euro
rispetto alla previsione 2013. Si tratta del
risultato di un impegno che ha visto il Consorzio concentrare molti sforzi per lo sviluppo dei servizi legati al risparmio dei
costi e dei consumi, oltre che in un sistema avanzato di erogazione delle prestazioni e del censimento degli immobili”.
Nel solco della diversificazione del portafoglio di servizi si colloca, come specificato
da Cinquanta, anche lo sviluppo del settore del Facility Managemet, che presenta
una previsione di 89 milioni di euro di fatturato, pari ad un progresso, rispetto al
budget 2013, di circa 6 milioni di euro.
Stando alle previsioni, poi, si evidenzia un
aumento del fatturato del Consorzio soprattutto nel Centro e nel Nord, a discapito
di un possibile calo nelle regioni del Sud e
del Centro Sud. Un anno, quello che attende il Cns, così come per tutta l’economia e l’imprenditoria nazionale, che
presenta ancora molta incertezza dunque,
“ma se saremo in grado di distribuire le
forze e conservare la lucidità e l’impegno
per non disperdere il patrimonio di competenza, esperienza e concentrazione
sugli obiettivi che ci siamo prefissi – ha
sottolineato De Francesco - allora forse
potremo propiziare un processo di rinnovamento e uno sviluppo che sia stabile e
vantaggioso per tutti.”
Territori
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Imprese
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INNOVACOOP
Programma per la Commissione
Europea Horizon 2020
Il 24 gennaio si è tenuta con successo a Bologna la giornata di lavoro promossa da INNOVACOOP e Legacoop Emilia-Romagna sul
nuovo Programma della Commissione Europea HORIZON 2020 che nel periodo 20142020 supporterà attività di ricerca, sviluppo
e innovazione delle imprese europee mettendo a disposizione complessivamente oltre
70 miliardi di Euro. L’iniziativa ha visto la partecipazione di oltre 80 imprese, a testimonianza del grande interesse rivolto ai nuovi
capitoli di finanziamento allo sviluppo e all’innovazione del nuovo periodo di programmazione dei Fondi comunitari.
L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione con lo Sportello APRE (Agenzia per la
Ricerca Europea) dell’Emilia-Romagna e
ASTER, il Consorzio delle Università, dei centri di ricerca e delle principali associazioni di
rappresentanza delle imprese dell’Emilia-Romagna.
I lavori, coordinati da Francesca Montalti, Vicepresidente di INNOVACOOP, si sono articolati in una prima sessione plenaria informativa
sul Programma e in tre seguenti occasioni di
approfondimento su tre temi fondamentali
presenti all’interno dei Programmi di Lavoro di
Horizon 2020: l’Alimentazione, la Salute,
l’Energia e l’Ambiente.
Il Programma rappresenta il principale strumento dell’Iniziativa Faro europea “Europa
dell’Innovazione”, e dà attuazione alla strategia Europa 2020 per una crescita intelligente,
sostenibile ed inclusiva.
Sono molteplici le novità di HORIZON 2020
che raggruppa per la prima volta tre iniziative
separate nella passata programmazione, ovvero il Programma Quadro di Ricerca, le
azioni legate all’innovazione del Programma
Quadro per la Competitività e l’Innovazione
(CIP) e l’Istituto di Europeo di Innovazione e
Tecnologia (EIT).
Primo piano
ACI
La principale novità è rappresentata dalla
maggiore enfasi che il programma pone sull’INNOVAZIONE, venendo incontro all’esigenza di rendere disponibili e di valorizzare
quei risultati della ricerca che troppo spesso
in passato non si sono tradotti nello sviluppo
di nuovi prodotti o servizi, dunque in competitività per le imprese e per il sistema nel suo
complesso.
Inoltre, l’innovazione viene valorizzata in tutte
le sue forme, con un accento particolare sulle
“sfide sociali” e sulla capacità della tecnologia di rispondere ai bisogni emergenti delle
persone e delle comunità, in ordine a grandi
sfide come quella della salute e dell’invecchiamento della popolazione, le problematiche connesse al cambiamento climatico, lo
sviluppo economico sostenibile dal punto di
vista ambientale e sociale.
L’innovazione viene sostenuta in tutte le fasi,
dall’idea al mercato, attraverso strumenti diversi e servizi pensati per diverse tipologie di
imprese.
In particolare, le imprese innovative di piccole
e medie dimensioni possono sperimentare
l’utilizzo dello “Strumento per le PMI”, che può
supportare le tre fasi del progetto di innovazione, ovvero quella della valutazione dell’idea
e della sua fattibilità, quella successiva della
R&S, della dimostrazione e prima applicazione commerciale e quella finale della commercializzazione, attraverso contributi, servizi
e coaching.
Allo stesso tempo, le grandi imprese sono le
principali destinatarie del Programma che
prevede la costituzione di ampi partenariati a
livello europeo (almeno 3 soggetti giuridici
stabiliti in uno Stato membro o un Paese associato dell’UE diverso), rappresentati da imprese, enti di ricerca, Università, ma anche
organizzazioni internazionali e, per la prima
volta, soggetti giuridici non-profit.
Significativo è stato lo sforzo di semplificazione delle regole di accesso e valutazione del
Programma da parte della Commissione Europea che rende più appetibile la potenziale
partecipazione delle imprese ai bandi lanciati
già nel dicembre scorso.
I materiali della giornata sono scaricabili dal
sito di Legacoop Emilia-Romagna (www.emilia-romagna.legacoop.it/). Per maggiori informazioni ed orientamento è possibile fare
riferimento a INNOVACOOP inviando una mail
a: innovacoopsrl@gmail.com.
Legacoop
Settori
CONAD
Eccellenze alimentari italiane
alla stazione Termini di Roma
Circa 600 mq di prodotti italiani, legati a tanti
territori e alle eccellenze di cui ogni regione
d’Italia è ricca. E’ il nuovo store Sapori&Dintorni Conad che aprirà domani al piano interrato (Forum) della stazione Termini a
Roma, il primo dei quattro – gli altri saranno
realizzati a Firenze S.M. Novella, Milano Centrale e Napoli Centrale – presenti nell’accordo siglato da Conad con Grandi Stazioni,
società del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane che gestisce le più grandi stazioni ferroviarie italiane.
La superficie è dedicata alla linea dei prodotti
Sapori&Dintorni Conad, molti dei quali Dop e
Igp, che caratterizza l’offerta di specialità alimentari della tradizione regionale, e ad una
selezione di produzioni del territorio laziale
tra cui spiccano un centinaio di vini. Nel complesso, i clienti trovano un’offerta di 5.000
prodotti, di cui oltre un migliaio con etichetta
Conad, Conad Percorso Qualità e Conad il
biologico, e un assortimento di 300 vini. All’insegna dell’italianità dei prodotti e delle filiere agroalimentari: il 92 per cento dei
fornitori è rappresentato da aziende italiane,
di cui l’80 per cento di piccole e medie dimensioni, vale a dire l’ossatura del sistema
economico nazionale. In tal modo Conad valorizza l’intero sistema Italia, attraverso il
coinvolgimento di aziende italiane, sviluppando il tessuto economico fatto di piccola
imprenditorialità e dando risposte concrete
all’esigenza di convenienza dei clienti.
Nello store – dotato di 6 casse e aperto dal
lunedì alla domenica dalle 6 alle 24 per
assicurare ai clienti un’alta funzione di servizio – sono presenti i reparti ortofrutta, ga-
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stronomia, pane, carne a libero servizio, generi vari e surgelati, nei quali lavorano a turno
42 addetti, assunti con contratti full time e
part time.
Negli store Sapori&Dintorni è possibile non
solo fare una spesa completa e di qualità,
ma anche consumare i prodotti in vendita:
per i turisti in transito è un modo pratico per
gustare le migliori produzioni regionali
avendo la certezza della loro “origine 100%
italiana”.
Per Conad i prodotti tipici regionali valgono
l’8,4 per cento del fatturato della marca del
distributore, che nel 2013 è stato di 2,35 miliardi di euro: un dato importante, che testimonia la capacità di rispondere e adeguarsi
alle mutate esigenze di un mercato in continua evoluzione.
«Lo store di Roma Termini è una bella vetrina
per valorizzare l’eccellenza dei prodotti regionali – sottolinea il direttore generale di
Conad Francesco Pugliese –, ma anche
un’opportunità di acquisto che dà risposte al
flusso turistico, ai pendolari e ai cittadini romani. L’auspicio è che in occasione dell’Expo
2015, la presenza degli store Sapori&Dintorni sia ancora maggiore, ancora più forte.
Soddisfiamo la domanda di acquisti di qualità a prezzi convenienti anche in un luogo di
transito qual è la stazione Termini, contribuendo, al contempo, a riqualificare uno
spazio urbano che deve vivere anche oltre la
funzione per cui è stato realizzato».
«Siamo per la valorizzazione del localismo,
per dare risposte al territorio attraverso i nostri soci, che operano in tante comunità locali», fa notare l’amministratore delegato di
Conad del Tirreno Ugo Baldi. «Questo nuovo
Sapori&Dintorni ha le carte in regola per diventare un punto di riferimento e di aggregazione per i turisti che transitano nella
stazione di Termini, ma anche per i romani
che vivono in questa zona della città. Per essere protagonista dei momenti di crescita
economica, sociale e culturale che il territorio vive. Diamo valore ai prodotti che sono
espressione della tradizione laziale, che i romani hanno piacere di portare in tavola e i
turisti di assaporare come una piacevole
scoperta, portando con sé un prodotto di
qualità e di sicura origine italiana».
«L’apertura di Sapori&Dintorni conferma, ancora una volta, l’importante ruolo delle stazioni nello sviluppo economico e
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nell’innovazione qualitativa dell’offerta commerciale. Anche in questo caso la stazione
più grande d’Italia, oggetto di un profondo
restyling per essere sempre più accogliente
e funzionale, si distingue ospitando un punto
vendita unico a Roma e nel Lazio », afferma
l’amministratore delegato di Grandi Stazioni
Fabio Battaggia. «Conad è un partner
commerciale storico della nostra Società, in
totale intesa con la nostra filosofia che punta
ad un mix di prodotti e servizi di qualità per
soddisfare anche la clientela più esigente e
oggi ne abbiamo una ulteriore conferma».
Più che un luogo un “superluogo”, la stazione
ferroviaria è uno dei simboli di nuovi stili di
vita, nata per accogliere gli spostamenti quotidiani di un gran numero di persone e di turisti, ma anche lo shopping e lo svago. Per
questo Conad ha realizzato il suo primo Sapori&Dintorni in simbiosi con l’ambiente ferroviario e gli spazi di una stazione di grande
transito.
L’apertura in alcune grandi stazioni ferroviarie italiane è un progetto di sistema, a cui
concorrono tre delle otto cooperative associate a Conad: Conad del Tirreno, Conad
Centro Nord e PAC 2000A Conad. L’ambientazione dedicata – Sapori&Dintorni
Conad, i prodotti del territorio e la cantina –,
l’assortimento e la comunicazione sono
espressione del progetto nazionale, ma ogni
nuovo store è “personalizzato” con i migliori
prodotti reperibili in loco e che i consumatori
sono abituati a portare in tavola.
DECO INDUSTRIE
Il fatturato cresce del 5%
a 118 milioni di euro
A fine dicembre, i soci della Deco Industrie
si sono ritrovati per discutere come si è
chiuso l’anno 2013 e si sono affrontati i
principali nodi strategici per il nuovo anno.
Bilancio e fatturato come sempre sono stati
i temi più importanti affrontati soprattutto in
concomitanza con una situazione economica che presenta una crescita piuttosto
lenta. Dai dati presentati è emerso che c’è
stata comunque una crescita del fatturato
che è passato da 112,4 mln del 2012 a
118 mln di euro nel 2013. In particolare, la
crescita è stata trainata dal buon anda-
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mento delle marche commerciali e da conto
terzi, anche per quanto riguarda l’export c’è
stata una crescita del 3% rispetto al 2012.
Per quanto riguarda l’andamento delle vendite, i dati sono stati illustrati da Paolo Geminiani Direttore Commerciale, che ha
mostrato l’andamento del fatturato per i
prodotti a marchio aziendale e commerciale. “Il 2013 è ha visto il nuovo record di
fatturato per Deco, che ha superato i 118
milioni di euro di fatturato nei 3 stabilimenti
romagnoli, con una crescita di oltre il 5%
sul 2012 e del 4 sul budget, nonostante gli
incrementi delle vendite avuti negli ultimi
anni che rendono sempre più difficile migliorarsi – ha detto – Per i nostri marchi si
segnala la crescita di Pineta – ha ribadito –
che ha avuto un buon andamento delle ricorrenze, compensando di fatto il calo dei
biscotti, mentre Scala e Loriana hanno sofferto rispetto al 2012. Il motore della crescita è stato ancora una volta le PL che
hanno continuato il loro trend di crescita,
guidate soprattutto dall’incremento dei volumi dei clienti discount, ma anche alcuni
clienti Gdo hanno avuto ottimi risultati. A livello di fatturato si segnala il buon andamento dell’export, cresciuto di quasi il 3%,
grazie al buon andamento dei prodotti alimentari. Il budget 2014 è previsto a circa
115 mln €, in calo rispetto alla chiusura del
2013, ma in progresso rispetto al budget
2013. A caratterizzare il 2014 dovrebbe essere un consolidamento del fatturato delle
marche commerciali, dopo anni di forte crescita, e una ripresa del fatturato aziendale”.
Le strategie e le previsioni per il 2014 sono
state invece illustrate da Giorgio Dal
Prato, amministratore delegato della società romagnola, che ha mostrato soddisfazione per l’andamento del 2013,
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ricordando naturalmente a tutti i soci: “le
importanti sfide che ci attendono nel 2014
-Deco opera infatti in mercati maturi, in cui
la competizione si gioca sempre più sul rispetto dei tempi di consegna e sulla capacità di produrre risposte in tempi rapidi ai
clienti – ha detto – in cui è fondamentale
usare la tecnologia per migliorare l’efficienza dell’azienda. L’innovazione sarà ancora un fattore critico di successo, i reclami,
resi più facili e meno costosi dalle tecnologie in uso, aumenteranno di numero, ma le
strategie che abbiamo posto in essere ci
fanno avere una visione positiva sul 2014”.
Il resoconto sulle attività sociali del 2013 è
stato invece illustrato da Michele Baggiarini, vicepresidente Deco Industrie che
sono state inserite nel business plan del
2014. In particolare, è stata presentata
un’analisi delle condizioni del prestito sociale Deco rispetto ad altre forme di prestito
sociale (cooperative di consumo, di abitazione e agricole) da cui si evince che Deco
pratica tassi molto vantaggiosi ai propri soci
rispetto alle altre cooperative, con una maggiorazione del 2% rispetto alle coop di consumo, ad esempio. “Il prestito sociale vale
oggi per Deco 2 mln € e costa circa
100.000€ di interessi” – ha detto Baggiarini. Durante l’assemblea sono anche state
presentate anche le attività realizzate durante l’anno come le gite sociali, i vari tornei e gare sportive e quelle future del 2014.
Inoltre, si è parlato anche dei piani di Mutua
Futura: “ che hanno chiuso il 2013 con un
equilibrio tra i costi sostenuti e i sinistri rimborsati, segno che questo strumento è utilizzato dai soci” ha concluso Baggiarini. “In
totale le attività sociali 2013 hanno avuto
un costo per l’azienda di circa 133.000€ –
ha detto – Giordano Graziani, Presidente
Deco Industrie – e in considerazione dei risultati positivi di bilancio, ha mostrato il livello di raggiungimento degli obiettivi e il
riconoscimento del premio aziendale con
relativa maggiorazione per tutti i soci.
Il presidente Giordano Graziani ha poi proseguito, facendo una riflessione sui cambiamenti in corso nel mondo in cui viviamo,
ha indicato la necessità di ripensare anche
il ruolo dei soci nelle cooperative, premiando non solo chi partecipa di più, ma
anche chi partecipa meglio. “Qualcosa in
Deco è già stato fatto – ha detto – ma si
sono individuate altre iniziative da aggiungere a quelle già esistenti, come il Fondo di
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solidarietà, Buoni ore per emergenze familiari, aspettative straordinarie e «una tantum», ferie per esami universitari”.
CAB MASSARI DI CONSELICE
Inaugurato il biodigestore
della cooperativa agricola
Sabato 25 gennaio la Cooperativa agricola
braccianti Massari di Conselice ha inaugurato il biodigestore anaerobico da 999
kWe/h di potenza che da metà 2013 produce energia pulita. L’obiettivo è quello di
produrre appunto energia elettrica ed è allo
studio un progetto per teleriscaldare gli edifici dell’agriturismo, i capannoni aziendali e
le abitazioni vicine. Il funzionamento del biodigestore si lega direttamente alla produzione agricola aziendale, con la coltivazione
e la valorizzazione di 350-370 ettari coltivati
a mais, sorgo, cereali a paglia, ma non solo.
Nella razione del biodigestore si impiega
anche il letame prodotto dalla stalla (con
370 bovini da latte) per decine di migliaia di
quintali di letame annui (60-80 al giorno). Si
tratta dell’investimento più importante della
sua ultracentenaria storia (fondata nel 1908,
ma la dimensione attuale è frutto delle fusioni con quella di Massa Lombarda, nata
nel 1890, e di Lavezzola, 1907) e ammonta
a circa 5 milioni di euro. La tecnologia utilizzata è quella della Sebigas per il processo
anaerobico digestivo e quella della Ab per la
produzione di energia elettrica.
La cerimonia di inaugurazione si è svolta alla
presenza di Giuliano Poletti, presidente
nazionale dell’Alleanza delle cooperative italiane e di Legacoop, Antonio Patuelli, presidente di Abi e Cassa di Risparmio di
Ravenna, Giovanni Monti, presidente di
Legacoop Emilia Romagna, Lorenzo Cottignoli, presidente di Federcoop Ravenna, di
varie autorità locali e altri esponenti della
cooperazione. Dopo il taglio del nastro è seguita una visita guidata all’impianto. Successivamente è stato presentato il libro di
Fausto Renzi (con prefazione di Lorenzo Cottignoli e Nerio Cocchi), edito dalla coop. Bacchilega di Imola, «Le mani nella terra. La Cab
Massari nella storia della cooperazione conselicese (1890-2004)», uscito nelle scorse
settimane. E’ seguito un dibattito con Patuelli e Poletti.
L’iter autorizzativo del biodigestore è iniziato
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a fine 2011 e il 25 maggio 2012 sono iniziati i lavori. Il 14 dicembre 2012 era pronto
a produrre, ma l’avvio a regime è avvenuto
a fine aprile 2013 dopo un periodo di rodaggio. Nei primi mesi in funzione (maggiodicembre) ha prodotto circa 7.000
MegaWatt.
«Abbiamo raggiunto un ottimo mix tra coltura dedicata e razione giornaliera di letame
con 60-80 quintali al giorno - illustra il direttore generale Luciano Pula -. Questo
rende il biodigestore sicuramente efficiente.
Per farlo funzionare al meglio servono tre
fattori: una biologia perfetta, una buona materia prima e un paio di bravi addetti, individuati tra i nostri soci. Le motivazioni che
hanno portato la cooperativa ad optare per
questa scelta non sono solo di natura economica. La valorizzazione del biogas è una
risorsa che contribuisce in modo ecosostenibile allo sviluppo economico, agricolo e
rurale. Inoltre stiamo studiando la fattibilità
economica di un progetto per utilizzare al
meglio il calore prodotto».
La Cab Massari gestisce circa 2.500 ettari
di terreno (nei comuni di Conselice, Massa
Lombarda, Medicina e Argenta) e dà lavoro
a 124 persone (92 soci, 21 non soci, 8 impiegati e 3 operai fissi) e distribuisce 2,4
milioni di euro tra salari e contributi. L’andamento del 2013 «è stato caratterizzato
da alti e bassi in tutti i settori, con un aumento di gasolio, concimi e fitofarmaci spiega il direttore -Ciononostante chiudiamo l’anno, anche grazie alla produzione
di energia elettrica, senza sofferenze».
Scendendo nei dettagli, «nei cereali l’andamento è stato positivo dal punto di vista
della resa con 67 quintali per ettaro, mentre il prezzo si è abbassato rispetto a 12
mesi prima - continua Pula -. Le altre colture sementiere, nonostante qualche difficoltà nelle semina causa le abbondanti
piogge, sono andate discretamente, mentre
l’erba medica ha subito danni enormi col
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maltempo, come anche tutte le colture orticole che però hanno avuto buone performance. I vigneti hanno avuto buone rese,
ma nella commercializzazione il prezzo è e
sarà inferiore rispetto all’anno record del
2012. Le pesche sono iniziate bene, ma
hanno finito malissimo; nelle pere abbiamo
avuto una produzione elevata, ma con pezzatura più piccola e quindi con minor introito. Insomma, tutto il frutticolo ha vissuto
alti e bassi».
Dopo i continui investimenti degli anni passati, la stalla con circa 370 bovini da latte
ha ottenuto performance migliori che in
passato. «Nel 2013 siamo entrati nell’Alta
qualità Granarolo - analizza il direttore - e i
premi hanno risollevato un po’ l’andamento.
Siamo ancora in perdita nel settore, ma abbiamo intrapreso la strada giusta».
Per quanto riguarda l’agriturismo nel 2013
sono aumentati pasti e fatturato (che si attesta su 840mila euro), mentre la caccia è
stata penalizzata dall’aviaria ed è in calo la
pesca. Continuano gli investimenti nel miglioramento tecnologico («ogni anno spendiamo mediamente 5-600mila euro») per
diminuire i costi improduttivi.
Fonte: www.settesere.it
COOP SOCIALE IL CERCHIO
Inaugurata a Spoleto la struttura
residenziale “Le Ville”
Sabato 25 gennaio si è svolta a Spoleto
l’inaugurazione della nuova struttura residenziale Le Ville in Piazza della Vittoria 5 (ex
Albergo 2 Porte) gestita dalla Coop. Sociale Il Cerchio di Spoleto.
All’inaugurazione sono intervenuti la Vice
Presidente della Camera On. Marina Sereni, la Vice Presidente della Regione Um-
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bria Carla Casciari, il Sindaco di Spoleto
Daniele Benedetti, Mons. Renato Boccardo, che ha benedetto la struttura, nonché esponenti dei familiari dei ragazzi, delle
organizzazioni sindacali ed imprenditoriali
della città e della società civile.
La giornata si è svolta in un clima di grande
affetto e ha dato vita ad una bella giornata
di festa per tutti i familiari dei ragazzi che
hanno partecipato e per tutti gli intervenuti.
Ripercorriamo con la presidente della Cooperativa Il Cerchio Serenella Banconi la
storia di questo servizio residenziale che nel
corso degli anni ha avuto diverse ubicazioni.
“Quella che vediamo è una struttura che
ospiterà due servizi dedicati alle persone
con disabilità: una famiglia Comunità per
il Dopo di Noi e una Comunità alloggio.
In totale sono 18 posti letto.
Un po’ di storia.
Nel 2002 la Cooperativa partecipò ad un
bando della Regione dell’Umbria che finanziava progetti a favore di soggetti con handicap grave privi dell’assistenza dei familiari
dando seguito alla legge 328 del 2000 meglio conosciuta come “legge turco”. La Cooperativa si aggiudicò il finanziamento
(classificandosi prima) e nell’aprile del 2004
avviò il servizio, con una capacità ricettiva di
6 posti letto. Il Servizio da noi chiamato “Le
Ville”, giocando con le parole inglesi Last
not list, ovvero ultimo non per importanza,
venne inaugurato in via Amadio a circa 500
metri da qui, nell’appartamento che avevamo acquistato come sede amministrativa
e che riadeguammo per il nuovo scopo. Tre
anni dopo decidemmo di avvicinarsi ulteriormente a Piazza Garibaldi, a 200 metri
da qui, dando così un maggior impulso a
quel principio di vivibilità della città che da
sempre ci accompagna nel pensare i servizi. Il 5 aprile del 2007 il Dopo di noi si trasferì. Due anni dopo le abbiamo affiancato
un modulo di Comunità alloggio per disabili
gravi da 4 posti letto. Oggi siamo qui per
coronare un ulteriore desiderio partito soprattutto dai ragazzi, che hanno esplicitato
una richiesta di spazi più ampi, più vivibili,
più a misura, senza però allontanarsi, visto
che una parte di loro ha sempre di più assaporato la libertà/comodità di vivere al
centro della propria città, esperienza che
tecnicamente si chiama processo di autonomizzazione. La ricerca di un luogo con
Legacoop
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queste caratteristiche non è stata semplice,
non essendo facile conciliare le due esigenze. Questo luogo è perfetto, perché
mantiene le stesse caratteristiche di vivibilità nel tessuto cittadino, aumentando di
contro gli spazi interni, arricchiti da uno
splendido giardino.
Devo essere sincera. Nonostante la soddisfazione di avere trovato questo posto, decidere di affrontare un impegnativo sforzo
in termini di risorse economiche, non è
stata una decisione semplice da prendere.
In tempi così difficili, scegliere di fare investimento importante, all’interno di una congiuntura economica negativa e con alcuni
lavoratori in cassa integrazione, ha avuto bisogno di tanta riflessione e se permettete
di tanto coraggio. Alla fine ci siamo comunque decisi e seppur con tanta ansia, abbiamo scelto di andare avanti,
rammentandoci anche del primo articolo
della legge 381 che recita: Le cooperative
sociali hanno lo scopo di perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei
cittadini attraverso la gestione di servizi
socio-sanitari ed educativi….; questo per
noi rappresenta un dovere morale che coniuga benessere sociale con opportunità lavorative stabili e qualificate. Quindi
confortati dalla legge, supportati dall’entusiasmo dei nostri ragazzi e di tutto il personale, ci siamo rimboccati le maniche e
abbiamo deciso di trasferire i servizi chiedendo anche al Comune un ampliamento
di posti letto, portandoli da 11 a 18. Questo
aumento copre una duplice esigenza: dare
una maggiore sostenibilità economica al
servizio e offrire l’opportunità ad ulteriori famiglie di poter usufruire di un luogo caldo
ed accogliente, con personale qualificato,
inserito nel contesto urbano e costantemente monitorato dagli enti preposti. In una
sintetica parola: efficienza. Vorrei evidenziare che questa inaugurazione, oltre al
grande valore sociale, ha anche un significato di natura economica, e se vogliamo,
passatemi il termine: di speranza. Andare
e guardare avanti, scegliere di rimettere in
circolo lavoro, economia e benessere delle
fasce più deboli attraverso azioni mirate e
concordate, in questo particolare momento
storico, ha il significato di voler continuare a
credere nei sogni senza smettere mai di lot-
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tare per la loro realizzazione. Questa giornata vuole essere non solo un’opportunità
per noi, per i nostri ragazzi, per le loro famiglie, ma vuole dare un chiaro segnale di
speranza e di ripresa anche per altri, affinché si inneschi un processo di cambiamento che ci faccia tornare a sperare e a
credere che se siamo uniti tanto si può fare.
Ce la possiamo fare se il lavoro di tutti noi
è sostenuto è affiancato da quello di una
buona prassi politica, che nell’indirizzare la
macchina della pubblica amministrazione,
ne governi i processi riuscendo a tutelare,
facilitare e accompagnare i percorsi, ponendosi non nella contrapposizione ma in
un cammino condiviso.”
COOP LIGURIA
I camminatori festeggiano
i vent’anni e adottano un sentiero
Oltre 700 liguri ogni
anno prendono parte
alle escursioni promosse da Coop Liguria nell’ambito del
programma “Camminiamo Insieme”, nato nel 1994 per promuovere l’aggregazione sociale, valorizzare il
patrimonio paesaggistico e naturalistico della
nostra regione, ma soprattutto – coerentemente con l’impegno di Coop nel campo dell’educazione al consumo consapevole – per
stimolare le persone a mantenersi attive,
mangiando in modo sano e svolgendo attività di movimento, per preservarsi in salute.
Il programma è annuale, ma prevede una
pausa durante i mesi estivi, quando le temperature diventano troppo elevate. Sul territorio sono attivi due gruppi: quello di Genova,
più consistente, che replica ogni escursione
quattro volte (martedì, mercoledì, giovedì e
sabato), per permettere a tutti di prendervi
parte, e quello di Savona, che di norma esce
la domenica.
L’attività è gestita da un nutrito gruppo di Soci
volontari, che si fanno carico di scegliere e
ispezionare i percorsi, oltre che di accompagnare i partecipanti alle escursioni. Si tratta
di una quarantina di persone, tutte dotate di
patentino rilasciato dalla Federazione Italiana
Primo piano
ACI
Escursionismo, alla quale i camminatori Coop
aderiscono, risultando il gruppo più numeroso
fra tutti quelli iscritti alla Federazione in Italia.
Oltre a scegliere e ispezionare i percorsi da
proporre nel programma di ogni anno e ad
accompagnare i gruppi, questi volontari, da
alcuni anni, si sono fatti carico della manutenzione di 11 sentieri del nostro entroterra,
per preservarli sgombri da rovi e sterpaglie.
Per celebrare il ventennale, il gruppo ha adottato un dodicesimo sentiero nel Parco dell’Antola, quello che da Vobbia Porta al
Castello della Pietra.
La ricorrenza del ventennale sarà celebrata
in occasione dell’apertura ufficiale del programma di Genova, sabato 1° febbraio, a
partire dalle 10, nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, dove sono attesi oltre
300 camminatori.
Interverranno il Presidente di Coop Liguria
Francesco Berardini, il Coordinatore Regionale delle Aree Protette della Liguria, Dario
Franchello, il Presidente della Federazione
Nazionale Escursionismo Andrea Turolla e il
geologo Gerardo Brancucci, dell’Università
di Genova, con l’equipe del Geomorflab, che
svolge attività di ricerca e produzione scientifica per l’approfondimento e la comprensione dei processi che concorrono alla
formazione del territorio.
CESI
Marco Lama nuovo presidente,
sostituisce Rino Barancini
Nella seduta di lunedì 27 gennaio, il Consiglio di Amministrazione, a seguito delle dimissioni dalla carica di presidente di Rino
Barancini, ha nominato le nuove cariche sociali: Marco Lama è il nuovo presidente
mentre Alessandro Franzoni è il nuovo
vice presidente.
Questo avvicendamento segue quello al
vertice della Cooperativa con l’ingresso dell’Ing. Francesco Sutti incaricato del coordinamento generale delle attività dell’
azienda.
Il Consiglio di Amministrazione e la struttura
manageriale sono quindi impegnati a governare la crisi in atto, particolarmente
grave per le imprese di costruzioni, con
l’obiettivo di mettere in sicurezza la Coope-
Legacoop
Settori
rativa e creare, in prospettiva, le condizioni
per dar vita a nuove strategie imprenditoriali con linee di azione che saranno esplicitate via via alla base sociale.
CMC
Consegnati gli incentivi allo studio
per i figli dei suoi soci e dipendenti
Domenica 26 gennaio si è rinnovato il tradizionale appuntamento sociale della consegna degli incentivi allo studio per i figli di
soci e dipendenti.
Un appuntamento che Cmc mantiene da
molti anni e che quest’anno ha riguardato
57 ragazzi frequentanti le Scuole Medie superiori e l’Università.
L’impegno economico di Cmc è di circa
18.000 euro ed è stato il Presidente Massimo Matteucci a consegnare i riconoscimenti.
Ospite dell’incontro il prof. Emanuele Bassetti, docente di Sociologia della comunicazione dell’Università di Bologna, che
prima della consegna delle borse di studio,
ha tenuto una breve lezione sul tema “studio efficace nell’era digitale”, metodi e strategie per imparare con profitto,
minimizzando il tempo investito e massimizzando il risultato conseguito.
COOP ITACA
“Bit Generation” verso la cittadinanza digitale, concorso di idee
Un concorso di idee rivolto ai giovani della
Carnia per valorizzare esperienze ed iniziative locali, e far emergere proposte innovative che riguardino l’uso delle nuove
tecnologie nelle comunità di appartenenza.
E’ una delle attività previste da “Bit Generation: promozione dell’accesso alla società
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dell’informazione in contesti montani”, progetto finanziato dal Programma Interreg IV
Italia-Austria, promosso dal partenariato
composto da Provincia di Belluno, Cooperativa sociale Itaca e Regionsmanagement
Osttirol di Lienz.
Obiettivo generale del progetto è migliorare
la cooperazione transfrontaliera sul tema
dell’accesso alla “società dell’informazione”,
nella convinzione che l’utilizzo delle nuove
tecnologie possa apportare significativi miglioramenti alla qualità della vita degli abitanti delle valli montane e favorire processi
di cittadinanza digitale.
Le proposte progettuali e le esperienze presentate dovranno rispondere a bisogni insoddisfatti del territorio e avere come focus
l’uso delle Ict (Information Communication
Technology). Potranno riguardare diversi
ambiti e aree di interesse, ad esempio,
green economy, e-democracy, e-governance, arti e mestieri locali, arte/cultura, turismo, aggregazione giovanile (musica,
sport, ecc.), collaborazioni intergenerazionali, servizi alla comunità, inclusione sociale/integrazione, volontariato/cittadinanza
attiva.
Potranno partecipare al concorso gruppi costituiti da 2 a 5 giovani di età compresa fra
i 14 e i 19 anni, che siano residenti in provincia di Belluno, in Carnia o in Osttirol oppure frequentanti un istituto superiore o di
formazione professionale dei suddetti territori.
Al termine del concorso, due rappresentanti
per ognuno dei 15 progetti prescelti, parteciperanno ad un meeting transfrontaliero di
tre giorni a Tolmezzo (23-25 maggio 2014).
In questo contesto i ragazzi avranno modo di
approfondire le loro idee con esperti del settore e confrontarle con coetanei provenienti
da contesti differenti. Verrà inoltre trattato il
rapporto fra nuovi media, partecipazione democratica e smart communities nei territori
montani. L’obiettivo del meeting è infatti il
potenziamento del protagonismo e della
creatività giovanile, oltre che della partecipazione sociale e democratica dei giovani
alla vita della comunità, attraverso un uso
creativo e consapevole delle nuove tecnologie.
I giovani promotori delle idee vincenti saranno premiati con la possibilità di vedere
realizzato localmente il loro progetto. Verrà
Primo piano
ACI
dato inoltre ampio risalto ai progetti e ai loro
ideatori diffondendo tutte le informazioni relative sia sui media tradizionali, sia sui social
network della rete di promozione e diffusione di “Bit Generation”.
Per partecipare al bando i ragazzi dovranno
presentare la domanda compilando il format
scaricabile dai siti dei tre partner di progetto
www.provincia.belluno.it, www.itaca.coopsoc.it o www.rmo.at e inviarlo ai rispettivi indirizzi mail bit.generationbl@gmail.com,
t.perin@itaca.coopsoc.it o g.streit@rmo.at
entro mercoledì 16 aprile 2014 alle ore
23.59.
COOPERATIVA OLIVICOLA
Con altri dieci ettari recuperato il
25% del territorio olivato di Arnasco
Altri dieci ettari del territorio olivato di Arnasco (SV) saranno recuperati dalla Cooperativa Olivicola.
“Il progetto è terminato ed è stato presentato
in Regione per le dovute autorizzazioni –
spiega Luciano Gallizia, presidente della
Cooperativa -. Si chiude così un progetto iniziato dieci anni fa quando recuperammo
oltre 12 ettari sul territorio. Un recupero che
aveva il limite di essere in parte a macchia
di leopardo, un limite che oggi può essere
superato con questo nuovo progetto”.
Una volta ottenute le autorizzazioni regionali
ci vorranno circa tre anni di lavoro. A quel
punto circa il 25 per cento del territorio olivato di Arnasco sarà a regime.
“Siamo stati dei pionieri nel recupero di certi
territori – conclude Luciano Gallizia -. Oggi
possiamo dire che coltivare la terra sta tornando di moda. In molti hanno capito che
nella nostra regione la presenza di particolari microclimi permette di caratterizzare i
prodotti tipici sul mercato”.
La COOPERATIVA OLIVICOLA di Arnasco è
nata nel 1984.
Nel 1986 i soci, cominciano a raccogliere
arnesi che erano, un tempo, usati per la coltivazione, la raccolta e la molitura delle olive
dando vita al Museo dell’olivo e della civiltà
contadina. Attualmente gli oggetti esposti
sono più di 500.
I visitatori possono ammirare anche un frantoio del 1796, ritrovato in una vecchia casa
Legacoop
Settori
del paese e fedelmente ricostruito.
Oggi il Frantoio Cooperativo provvede alla
macinazione delle olive degli oltre 190 Soci,
e tutto ciò avviene con macine di pietra e lavorazione a freddo per ottenere un olio di Pignola extra, che successivamente viene
confezionato in lattine e bottiglie, perché
possa arrivare alla mensa del consumatore.
La Cooperativa Olivicola di Arnasco conta
oggi 190 Soci che coltivano 170 ha di uliveto, ha un organico di 5 dipendenti.
COOP CINCINNATO
Nel 2013 vendite superiori
agli altri anni
Dopo 65 anni di storia, oltre a produrre vino,
la cooperativa Cincinnato farà anche enoturismo. Merito degli investimenti volti a
realizzare e ristrutturare un casale, all’interno del quale sono state allestite una sala
degustazione e una bottaia. E’ stata una
delle iniziative più importanti del 2013. Ma
per la Cincinnato l’annata che si è conclusa
è stata particolarmente positiva anche sotto
l’aspetto produttivo.
Nazzareno Milita, presidente della cooperativa, ci ha detto: “La crisi c’è anche nel
nostro settore, ma fortunatamente il vino è
uno dei prodotti del made in Italy che è ancora forte sui mercati esteri e che di conseguenza reagisce meglio alla crisi”.
“Anche se non produciamo prosecco- prodotto che quest’anno ha superato lo champagne- il nostro vino è molto richiesto. Noi
vendiamo in tanti Paesi in Europa, in quasi
tutti i Paesi Nord europei, in Cina, in Giappone e in Nord America. Le vendite che si
sono avute quest’ anno sono state leggermente superiori rispetto agli altri anni.
Buona parte del prodotto che esportiamo fi-
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nisce all’estero”.
Per la ristrutturazione di un casale del 1800
e per la realizzazione di una bottaia, di una
struttura per la degustazione e di una sala
per le conferenze, sono stati investiti un milione e settecentomila euro. Merito anche
dei fondi comunitari.
“Con questa struttura cerchiamo di coniugare quello che è il core business della Cincinnato- la produzione di vinoall’enoturismo. Dobbiamo fare in modo che
le persone, i consumatori, gli eno- appassionati, vengano a trovarci in cantina, in
modo tale da apprezzare, oltre ai vini, anche
le bellezze del territorio e le risorse artistiche
e culturali presenti nella nostra terra” ha
spiegato Milita.
Ben 150 soci- 150 agricoltori- si sono associati in cooperativa e hanno dato vita alla
Cincinnato- una cantina storica che sa
anche reinventarsi e innovarsi radicalmente,
in base alle esigenze del tempo.
“Per vendere il vino dobbiamo dedicarci ad
attività collaterali come il turismo e l’agriturismo” racconta Milita.
“Cori- sede principale della cantina- è un
borgo medievale ben conservato sul territorio collinare, ma è rimasto fuori dal circuito turistico. Abbiamo però una risorsa
importante- l’agricoltura- che, soprattutto
per la parte vinicola e olivicola, è molto rilevante. Vogliamo sviluppare il turismo attraverso la promozione del territorio”.
Primo piano
ACI
CONAD SICILIA
Santo Italia, nuovo presidente,
prende il posto di Calabrese
Santo Italia è stato eletto dal consiglio di
amministrazione, con voto unanime, nuovo
presidente di Conad Sicilia. Italia prende il
posto di Giovanni Calabrese, al quale va la
gratitudine di tutto il Cda e del management
di Conad Sicilia per l’impegno profuso, il
prezioso contributo dato e i risultati conseguiti nei 19 anni di presidenza della cooperativa. Santo Italia eredita una realtà
cooperativa di riferimento nel panorama
della Gdo Siciliana, con 40 anni di storia alle
spalle, 158 soci imprenditori, 185 punti di
vendita, oltre 1.500 dipendenti (tra la cooperativa, la rete di vendita e il Ce.di) e un
fatturato di 319 milioni di euro.
“Sulla strada designata da Giovanni Calabrese- afferma Santo Italia- al quale sento
Legacoop
Settori
il dovere di esprimere tutta la mia gratitudine per la professionalità e l’onestà dimostrata nel corso dei suoi mandati,
accompagnerò la cooperativa nel consolidare l’importante percorso di crescita avviato in questi ultimi anni, consapevole della
forza del modello e dei valori cooperativi per
affrontare e superare il difficile periodo di
crisi nel quale siamo costretti ad operare”.
“Sono stati anni molto intensi ed estremamente significativi – afferma Giovanni Calabrese- quelli che mi hanno visto
impegnato, insieme al Cda e alla tecnostruttura, nel guidare la cooperativa nel suo
percorso di crescita, trasformando la rete di
piccoli dettaglianti quale era all’inizio del
mio primo mandato in una realtà di punta
nella gdo siciliana, con negozi efficienti, innovativi e apprezzati dai consumatori. Passo
il testimone a Santo Italia, nella certezza che
continuerà a lavorare, con il supporto del
Cda e della tecnostruttura, con l'obiettivo di
dare a Conad Sicilia una solida prospettiva
di crescita”.
Il neo presidente, Santo Italia ha 55 anni, è
sposato con 2 figli. Socio imprenditore di
Conad Sicilia dall’età di 30 anni, vice presidente dal 2009, ha lanciato numerosi punti
vendita della cooperativa, facendosi promotore di importanti progetti. Il presidente
uscente resta sempre membro del Consiglio di amministrazione.
A Giovanni Calabrese vanno la stima e la
gratitudine del Cda, a Santo Italia l’augurio
di un buon lavoro insieme a tutta la squadra
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OSSERVATORIO SWG
Riforma elettorale: scelta dei
candidati e fuori i piccoli partiti
Urge una nuova legge elettorale e la metà
degli italiani ritiene importante poter esprimere la preferenza per un candidato
Oggi in Italia, la riforma elettorale è una questione tanto importante, quanto discussa. Il
dato certo è che si deve modificare per evitare il rischio dell’ingovernabilità. Matteo
Renzi, il neo eletto Presidente del Pd, ne sta
facendo la sua missione, ma mettere d’accordo tutti è cosa assai ardua. Gli italiani,
però, in questo momento di confusione e
grandi dibattiti, una certezza ce l’hanno: vogliono poter scegliere loro il candidato tra
quelli presenti nella lista. Rispetto alle soglie
di sbarramento c’è, invece, ancora molto da
discutere anche perché, gli elettori stessi non
hanno le idee ben chiare. Questo il quadro
di ‘nervosismo’, rilevato dall’Osservatorio
SWG, che gira attorno alla tanto dibattuta riforma della legge elettorale.
Un italiano su due non dimostra di avere
dubbi: vuole poter scegliere il proprio candidato attraverso l’espressione di una preferenza diretta all’atto del voto. Un’opportunità
che trova un consenso trasversale rispetto ai
diversi elettorati e con particolare convinzione
nell’area di centro sinistra (59%).
Le altre due possibilità ‘offerte’ che non prevedono una scelta diretta del candidato, non
ottengono, invece, un buon riscontro, ma di-
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vidono in tre blocchi il restante del campione
di cittadini interpellato. Da una parte il 17%
degli elettori ritiene valido il sistema che prevede dei collegi uninominali con un solo candidato per ogni partito, per cui non c’è il
bisogno di scegliere tra più persone, ma si
sceglie il partito accettando incondizionatamente il designato che intende presentare.
Si evitano così le guerre interne tra candidati
e non si incentivano pratiche poco consone
come il voto di scambio. Un’altra parte – leggermente più contenuta (15%) – propende,
invece, per le liste bloccate corte. Tale sistema prevede che ci siano pochi candidati
(in questo caso 4 o 5) e che vengano eletti in
base al numero di voti ricevuti dal partito e
scelti in base all’ordine in cui compaiono
sulla lista. Il terzo blocco (18%) vaga nel
vuoto e tra tanti dibattiti, mille sfaccettature e
tanti pro e contro, non sa cosa scegliere e
aspetta probabilmente il succedersi degli
eventi.
Sulla questione degli sbarramenti c’è, invece,
ancora molta incertezza. Le soglie cambiano
poco, ma le sorti dei partiti cambiano molto.
E gli italiani non sanno bene da che parte
stare. La maggioranza relativa (22%) ritiene
plausibile una soglia del 5% – proposta particolarmente caldeggiata nell’area di centro
sinistra – mentre per il 18% dei cittadini non
si dovrebbe, invece, superare il 4%. C’è chi
riconosce in questa scelta l’intento di bloccare il proliferare di piccole entità politiche e
chi, invece, lo vede come una manovra per
evitare che molti dei partiti minori, che ma-
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gari hanno una certa rilevanza nel panorama
politico nazionale, vengano tagliati fuori. Da
qui la proposta di alcune soglie più alte: tra il
6 e l’8% e oltre l’8% (con maggior convinzione da parte del centro destra) per assicurarsi che quei gruppi politici in corsa da soli,
non riescano a superare la soglia minima e
debbano quindi pensare di presentarsi con
altri soggetti. Una decisione difficile questa
che implica molte conseguenze e altrettanti
dissapori.
Ma a sottolineare l’incertezza su quale possa
essere la soglia più adeguata per la riforma
elettorale è la consistente quota di cittadini
(26%) che sceglie di non prendere posizione
sull’argomento.
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