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Dopo Napolitano
Settimanale di attualità, politica, cultura ed eventi ANNO VIX - N° 6 - 6 febbraio 2015 - € 0,50
Il dodicesimo Presidente
Cronaca di ore importanti, quando Mattarella
viene eletto come massima figura istituzionale e apre
il suo settennato sottolineando l’urgenza delle riforme,
prima fra tutte la legge elettorale
Vincenzo Di Maggio, 59 anni.
Per i prossimi quattro anni
rappresenterà la categoria
prendendo il posto di
Angelo Esposito. Dopo una lunga
tornata elettorale, l’eletto
Presidente del Consiglio
dell’Ordine racconta il suo
programma e la sua squadra
Avvocati alla riscossa
Era di Maggio
Renato Perrini
La domanda da
un milione di euro
Gli inizi da operaio, l’impegno da imprenditore e
la passione per la politica. Intervista al vice coordinatore FI,
in vista delle prossime regionali: candidato sì o no?
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6 febbraio 2015 / n.6
E tra
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Editoriale 3
controcorrente
in Parlamento nei riguardi della volontà
di noi elettori ? Quante volte ci è capitato di eleggere parlamentari votando
per uno schieramento politico ben preciso e in corso di legislatura, e per mero
calcolo utilitaristico, li abbiamo ritrovati
negli schieramenti avversari? Quante
volte è capitato di votare a maggioranza
referendum abrogativi (vedi ad esempio
il finanziamento pubblico dei partiti!) e
nostro settimanale. E’ mia abitudine ri- vedere approvare leggi che reintroducospondere privatamente a chi mi scrive, no quelle norme che avrebbero duvuto
ma in questo caso le argomentazioni del essere abrogate? Che rispetto della vosignor Gianfrate (chiedo scusa ma non lontà degli elettori vi è nei garanti della
conosco i suoi titoli) sono particolar- Costituzione quando da sette anni (!) i
mente interessanti e tali da stimolare una Presidenti del Consiglio vengono decomune discussione. In estrema sintesi il cisi nel chiuso delle stanze dei Palazzi,
signor Gianfrate, partendo da alcuni miei con maggioranze risicate che non troeditoriali fortemente critici nei confronti vano corrispondenza nella volontà dei
dei Presidenti della Repubblica che si cittadini ? Quanto poi alla imparzialità
sono succeduti dopo il magistrale set- dell’inquilino del Colle, l’arbitro super
tennato di Sandro Pertini, in particolare partes di cui si vagheggia, è una chimera
Scalfaro, Ciampi e Napolitano, mi sol- a cui non credono neanche gli opinionilecita a un maggior rispetto istituzionale sti più visionari. Nessuno degli undici
che è dovuto a cariche elettive che sono Presidenti della Repubblica che si sono
espressione della volontà dei cittadini, succeduti fino a ieri è stato il Presidenmediate dai nostri rappresentanti in Par- te di tutti gli italiani, e ne ho vissuti ben
lamento. Le Istituzioni nazionali vanno nove, e non lo sarà neanche il neo eletto
rispettate incondizionatamente, semmai Sergio Mattarella. Su questo ci potete
sono criticabili i cittadini di questo Paese scommettere. Tuttalpiù si potrà scomi quali, nel corso di questi ultimi decen- mettere sul grado di maggiore o minore
ni, hanno abdicato al ruolo democratico faziosità del nuovo Presidente rispetto
di essere centrali nelle scelte dei propri ai suoi predecessori. Ogni uomo ha la
rappresentanti , disertando il luogo del- propria storia personale e politica e le
le decisioni, le urne. L’argomentazione decisioni, ed i comportamenti, sono moè condivisibile nella sua costruzione dellate ad immagine della propria senteorica, ma non la trovo convincente sibilità etica e culturale. In questo senso
quando si misura con la realtà italiana. è comprensibile che molti dicano del
Infatti, mi chiedo e vi chiedo, quale ri- nuovo Presidente «Questo non è il mio
spetto dimostrano i nostri rappresentanti Presidente», senza che questo significhi
HABEMUS MATTARELLUM
di Vito Pietro Corrente
Presidente, bau!
A stemperare i bizantinismi
della cerimonia di insediamento
al Quirinale ci ha pensato Briciola, la
mascotte dei Carabinieri
L
a battuta è troppo facile per non coglierla. Bene, allora, l’Italia ha un nuovo
Capo dello Stato e mi sembra doveroso
fare alcune considerazioni. Lo faccio
prendendo spunto da una bellissima
mail ricevuta da un attento e affezionato lettore del
mancare di rispetto al ruolo di massimo
rappresentante della Nazione a cui è stato
chiamato. Ma se anche fosse stato eletto un uomo di schieramento avverso a
quello in cui milita Mattarella, parimenti
questo non sarebbe stato il Presidente di
tutti. Per concludere un cenno al discorso
di insediamento di Mattarella. Politically correct, addirittura ineccepibile nella
forma. Ma nella sostanza non posso non
rilevare l’ipocrisia di un uomo che dice
di avere il cuore grondante tristezza per
le condizioni di grande disagio sociale ed
economico, di povertà assoluta di milioni di concittadini. E’ lo stesso uomo che,
nella veste di membro della Corte Costituzionale, ha bocciato il referendum
per l’abrogazione della legge Fornero, la
legge più iniqua della storia della Repubblica. E’ lo stesso uomo che, nella veste
di membro della Corte Costituzionale,
ha incassato 430.000 euro l’anno per i
quattro anni che corrono dal 2011 a oggi.
Quanto pensate possa essere reale il suo
dolore per chi non riesce a conciliare il
pranzo con la cena ? In bocca al lupo
presidente Mattarella, ma soprattutto in
bocca al lupo a tutti noi.
Extra Magazine Piazza Vittorio Veneto n. 2 - 74015 Martina Franca (TA)
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Dopo Napolitano
Il dodicesimo
Presidente
Cronaca di ore importanti, quando Mattarella viene
eletto come massima figura istituzionale e apre il
suo settennato sottolineando l’urgenza delle riforme,
prima fra tutte la legge elettorale
di Oscar Nardelli
A
lle ore 13:13 di sabato 31 Valeria Fedeli, si sono recate al Palazzo
gennaio 2015, alla quarta della Consulta, in Piazza del Quirinale
votazione è stato eletto il 41, dal neo Presidente per comunicargli
dodicesimo Presidente del- l’esito della votazione. Nel frattempo
la Repubblica italiana: Ser- già giungevano al nuovo Presidente le
gio Mattarella. Succede a Giorgio Na- felicitazioni e gli auguri da tutto il Papolitano, dimessosi, dopo nove anni di ese e oltre. Tra i primi a congratularsi,
presidenza, il 14 dello stesso mese.
Papa Francesco che ha scritto «DefeIl nuovo Presidente della Repubblica è renti espressioni augurali per la sua elestato eletto con 665 voti su 995 votanti, zione, che Ella possa esercitare il suo
quasi i 2/3 dell’intera assemblea riunita alto compito specialmente al servizio
a Montecitorio.
dell’unità».
Alla quarta votaDopo la cerimonia di
zione il quorum
proclamazione, solper eleggere il
lecitato a prendere
Presidente
della
la parola, le prime e
Repubblica era di
poche parole del Pre505 voti, contro
sidente Mattarella,
i 672 delle prime
sono state: «Il pentre votazioni (dove
siero va soprattutto e
sono prevalse le
anzitutto alle difficolschede bianche).
tà e alle speranze dei
L’Assemblea era
nostri concittadini. E’
composta da Senasufficiente questo».
tori a Vita, SenaNel pomeriggio ha
tori e Parlamentari
scelto le Fosse Ardella Camera, più
deatine, come prima
i delegati regionauscita dopo la sua
li. In totale 1008,
elezione. Dove, in
Grandi
Elettori
forma privata, si è
Sergio Mattarella
(formalmente 1009
fermato in raccoè stato sposato con Marisa
ma il Presidente
glimento nel luogo
Chiazzese (morta nel 2012) figlia
del Senato Pietro
dell’eccidio compiudell’ex rettore dell’università
Grasso, avendo asto dai nazisti il 24
di Palermo, e docente di storia
sunto la supplenza
marzo del 1944, nel
romana. Hanno avuto tre figli:
del Quirinale, non
quale furono truciLaura, Bernardo Giorgio
ha votato).
dati 335 italiani. Alle
e Francesco. Il fratello Piersanti,
Alle ore 12:21,
domande dei cronisti
ucciso dalla mafia nel 1980,
dopo la fine della
ha rilasciato solo la
aveva sposato la sorella di lei,
votazione, il Presiseguente dichiaraIrma. In foto, il neopresidente
dente della Camera
zione: «L’alleanza
della Repubblica mentre
dei Deputati, Laura
tra
nazioni e popolo
pronuncia in Parlamento il suo
Boldrini, ha dato
seppe
battere l’odio
messaggio alla nazione.
inizio allo spoglio
nazista, razzista, andelle schede.
tisemita e totalitario
Erano le 12:58,
di cui questo luogo
quando Sergio Mattarella ha raggiunto è simbolo doloroso. La stessa unità in
504 voti, gliene mancava solo uno per Europa e nel mondo saprà battere chi
essere eletto e nell’emiciclo della Came- vuole trascinarci in una nuova stagione
ra, è scoppiato un lungo applauso. Alle di terrore».
ore 12:59, alla ripresa dello spoglio, su- Questa, in sintesi, l’intensa giornata
perato il quorum necessario di 505 voti, politica di sabato 31 gennaio 2015. Dol’applauso è ripreso con fragore ed è du- menica primo febbraio, come d’abitudirato oltre cinque minuti. Alle ore 13:13, ne, il nuovo Presidente si è recato nel
a conclusione dello spoglio, Sergio centro di Roma per assistere alla Messa
Mattarella, è diventato il nuovo Presi- nella chiesa Santi Apostoli, successivadente della Repubblica con 665 voti, sui mente, a piedi, è tornato alla foresteria
995 che hanno votato. Alle ore 13:31, della Consulta dove risiede, salutato dai
con la lettura del verbale all’assemblea, passanti che lo incontravano. Da martesi è proceduto all’ufficializzazione della dì 3 febbraio 2015, dopo il giuramento
proclamazione del XII presidente della e il discorso alle Camere riunite, Sergio
Repubblica Italiana. Successivamente Mattarella è ufficialmente diventato il
la Presidente della Camera, Laura Bol- dodicesimo Presidente della Repubblica
drini e la Presidente vicaria del Senato, Italiana. Auguri signor Presidente.
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CRONACA
Sette brevi in sette righe
Mazzette generose
Gioia del Colle Il sindaco di centrosinistra di Gioia del Colle,
Sergio Povia, è stato arrestato assieme ad altre otto persone dalla
Guardia di Finanza per reati contro la pubblica amministrazione. L’inchiesta ruota attorno al progetto per la costruzione degli
alloggi popolari: il bando per la costruzione di alloggi popolari
sarebbe stato predisposto e pubblicato si misura per far vincere la
società, la AP immobiliare dell’imprenditore Posa che, attraverso
i suoi tecnici, avrebbe fornito ai funzionari pubblici incaricati di
predisporre la gara il capitolato.
Finisce la corsa sul cancello
Modugno Si schianta con l’auto contro un cancello:
una ragazza di 23 anni è rimasta gravemente ferita in un
incidente, almeno secondo le notizie che riportiamo fino al
momento di stampa. La giovane donna - molto conosciuta
a Modugno perchè lavora nel bar della scuola Tommaso
Fiore - era alla guida di una Fiat Seicento e percorreva la
vecchia Modugno-Bari quando, per cause ancora da accertare, l’auto prima si è schiantata contro un cancello poi è
rimbalzata sulla carreggiata.
Falsificano anche il pane
Bari Scoperta della Forestale un’azienda del
Barese che apponeva sulle confezioni (17.000 buste
di plastica) una falsa indicazione di pane DOP Gioia
del Colle, grazie anche alla somiglianza della forma
del pane ad un famoso DOP pugliese. In Italia i tipi
di pane che rientrano tra i prodotti a indicazione di
origine sono il Pane casareccio di Genzano, IGP
del Lazio, il Pane di Altamura, DOP della Puglia, il
Pane di Matera, IGP della Basilicata e la Pagnotta
del Dittaino, DOP della Sicilia.
Un film per Varichina
Bari E’ stato scelto tra 49 progetti presentati
per la terza edizione del «Progetto memoria».
Il film «Varichina» è la storia di un celeberrimo
personaggio, detto appunto «Varichina», che da
Bari urlò al mondo la propria omosessualità in
un periodo in cui, tra i Settanta e gli Ottanta, era
impensabile dichiararsi gay. Fra gli altri finanziamenti della Apulia film commission, segnaliamo
quello concesso a «Anapeson», sulla cappella
ipogea del Casino del Duca, a San Basilio, frazione di Mottola.
Falco ucciso
Adelfia Un uomo di 35 anni, Giuseppe Falco,
con piccoli precedenti per furto e droga, è stato
ucciso con colpi d’arma da fuoco davanti al bar
Mes Amis di via Carlo Alberto dalla Chiesa ad
Adelfia, comune dell’hinterland barese. Sul posto i
carabinieri hanno recuperato i bossoli di una pistola
calibro 7.65. L’uomo, ancora in vita quando è giunta l’ambulanza del 118, è stato soccorso e portato
nell’ospedale Di Venere a Carbonara dove è morto
poco dopo il ricovero. Si sta anche verificando se
nella zona vi siano telecamere di sicurezza che
possano avere ripreso la scena.
Ladri di medicine
Bari Una rapina è stata compiuta sulla A14 nei pressi del Casello di Canosa ai danni di un autotrasportatore che stava trasferendo un carico di medicinali.
Un commando composto da 4 persone, armate e
con i volti coperti, a bordo di una vettura di grossa
cilindrata, ha costretto il conducente a fermarsi e
a scendere dal mezzo. L’uomo è stato sequestrato
e poi rilasciato sulla provinciale 231 nei pressi del
bivio di Minervino mentre il furgone è stato poi
ritrovato dai carabinieri vuoto e a poca distanza dal
luogo in cui era stato rilasciato l’autotrasportatore. E’
in corso la quantificazione del danno.
Influenza killer
Lecce Un uomo di 60 anni, originario di
Melpignano è morto nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Scorrano a causa di
una insufficienza respiratoria acuta, complicanza legata all’influenza. E’ l’ottava vittima
in Puglia per complicazioni derivanti dall’influenza. L’uomo, che non si era vaccinato,
era ricoverato in Rianimazione dallo scorso
27 gennaio e il successivo 30 gennaio era
stato sottoposto al test che aveva dato esito
positivo per l’influenza H1N1.
Per la cronaca in diretta vai sul sito www.extramagazine.eu
6 febbraio 2015 / n.6
6 Protagonisti
E tra
Renato Perrini,
42 anni, vice coordinatore di Forza Italia della Provincia
di Taranto, nato a Martina Franca, crispianese doc, imprenditore,
sposato e padre di due figli, Daniele e Davide di 14 e 12 anni.
e le proprie capacità agli altri. Non
lo nascondo, questo è uno dei momenti più critici e particolari per la
politica in generale, ma sono certo
che chi si impegna con passione e
dedizione riesce a portare a casa risultati positivi e soprattutto riesce a
trasmettere fiducia ai cittadini. Tutto
questo credo che sia la cosa più importante».
Renato Perrini
La domanda da
un milione di euro
Gli inizi da operaio, l’impegno
da imprenditore e la passione per la politica.
Intervista al vice coordinatore FI, in vista
delle prossime regionali: candidato sì o no?
di Salvino Chetta
P
errini, la prendiamo
alla lontana: cosa è per
lei la politica?
«Questa è una bella domanda. Io vedo nella politica
una missione, una sorta di vocazione
che arriva ad un certo punto della propria vita e ti stravolge completamente.
Impegnarsi in politica sta a significare
aver deciso di dedicare il proprio tempo
Lei è un imprenditore, vuole
raccontarci in poche parole la
sua vita professionale?
«Certo, io sono un imprenditore impegnato su diversi settori dell’edilizia, ma vorrei evidenziare la strada
percorsa sin dall’inizio della mia
esperienza lavorativa. Ho iniziato
da giovane, anzi giovanissimo, a
lavorare in Ilva come operaio. Ricordo, come se fosse ancora ieri,
le lunghe giornate di lavoro con i
tanti colleghi e amici. Col passare
del tempo, dopo aver acquisito una
certa esperienza, e soprattutto dopo
tanti sacrifici ho messo in piedi una
azienda, e oggi ne sono a capo come
direttore generale. Spesso la sera,
quando rientro a casa, rifletto, sul
divano con i miei due bambini. E
penso alla vita, ai momenti di difficoltà e ai tanti momenti positivi.
Rifletto su come sia cresciuto professionalmente e su come pian piano, con enormi sacrifici sia riuscito
a costruire una impresa. Da questa
esperienza ho compreso che con la
forza di volontà e con la passione
si riescono a raggiungere numerosi
traguardi. Questo è il mio pensiero
di vita ed ora vorrei “trasportarlo”
nella mia esperienza politica al servizio dei cittadini».
Tornando alla politica, secondo lei di cosa ha bisogno Taranto e provincia?
«La nostra provincia, e Taranto in
particolare, ha bisogno di gente per
bene, capace e con tanta passione
ed energia per invertire il senso di
marcia. Il nostro territorio ha subito
per troppo tempo scelte ingiuste e
decisioni sbagliate.
A distanza di tempo, come ben tutti
sappiamo, queste scelte hanno prodotto effetti negativi e preoccupanti,
Ilva
«E ora chi paga?»
Il decreto Renzi salva l’azienda anche dal pagamento
dei risarcimento: in caso di condanna
nel processo penale, infatti, la famiglia Riva
non dovrà risarcire nessuna delle parti civili
I
di Remo Pezzuto*
l processo “Ambiente Svenduto”
rischia di terminare senza risarcimenti alle parti civili per colpa del
nuovo Decreto “Ilva” del Governo
Renzi. La scelta del Governo di
traghettare in amministrazione straordinaria l’azienda, si è rivelata una beffa: è
stato, infatti, applicato il principio assurdo “chi inquina e ammazza, non paga”.
Nell’ultima udienza preliminare il Gup,
generando un clima di tensione sociale ed economica.
Oramai, è all’ordine del giorno tutto
ciò che sta accadendo intorno a noi.
E’sufficiente pensare alla questione
Ilva, o meglio all’emergenza Ilva
che la nostra provincia sta vivendo
e che migliaia di lavoratori dell’indotto vivono quotidianamente. Un
problema che attanaglia il nostro
territorio da oltre 50 anni. Notizia
sconvolgente di questi giorni è che
le imprese attendono i pagamenti da
tanti mesi e non riescono a far fronte
ad alcun impegno e di conseguenza
si rischia di mandare tantissime famiglie per strada. Spero che questo
non accada, ma se così sarà il nostro
territorio potrebbe subire una totale
paralisi.
Credo sia arrivato il momento di
dire stop alle chiacchiere che ci
hanno portato a questa situazione,
ora è necessario un impegno serio e
concreto da parte del governo, per
trovare le risorse necessarie e fronteggiare l’emergenza».
Come giudica la gestione targata Vendola alla guida della
Regione Puglia?
«Il mio giudizio è uguale a quello di
tantissimi cittadini pugliesi, anzi la
maggior parte giudicano la gestione
vendoliana negativa e fallimentare.
Sono davvero tanti i motivi che giustificano questo giudizio. In primis
la sanità, considerando tutti i problemi relativi al settore, le lunghe
liste di attesa, la chiusura di ospedali, la diminuzione dei posti letto.
Possiamo discutere anche su altre
tematiche, come quella relativa alla
diminuzione delle risorse ai Comuni
sui canoni di locazione, i fondi sul
diritto allo studio, la gestione rifiuti
e tante altre problematiche inerenti
il nostro territorio. Tra i tanti problemi, mi preme ricordare l’emergenza Ilva e la mancata apertura ai
voli civili dell’aeroporto Arlotta di
Grottaglie.
Possiamo ben esprimere che il governo regionale in questi 10 anni di
gestione ha trattato la nostra provincia come Ente di serie b, buona
e utile solo durante la campagna
elettorale.
su richiesta dei legali dell’azienda, ha
escluso l’Ilva dai responsabili civili. I
proprietari e dirigenti dello stabilimento
siderurgico, dopo aver inquinato per decenni un intero territorio, continuando a
produrre per il massimo profitto (in barba a qualsiasi regola e norma di tutela
per l’ambiente e la salute degli operai
e dei cittadini di Taranto), non pagheranno un solo centesimo alle vittime di
questo disastro. Gli operai, le loro famiglie e i cittadini sono solo condannati a
morire e subire. Il Governo Renzi, al di
là degli spot di questi mesi, lascia la nostra città in una situazione gravissima,
tutt’altro che risolta. Con una fabbrica
a un passo dal baratro e la necessità di
miliardi di euro per gli interventi, che
E tra
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Industria
L’indotto invisibile
e l’effetto domino
I toni ottimistici emersi in questi ultimi giorni rispetto
alla situazione dell’indotto Ilva non devono trarre in inganno:
lo scenario è ancora a dir poco disastroso, le imprese indebitate
continuano nella loro lotta contro il tempo, le garanzie per il futuro
sono pari a poco più che zero. Ecco cosa chiedono gli industriali
al Governo per evitare il fallimento del Sistema Taranto
di Vincenzo Cesareo*
La nostra terra ha voglia di crescere e di sperare
in un cambio di rotta, i nostri giovani hanno bisogno di risposte serie e concrete, le nostre aziende
hanno necessità di aiuti e investimenti. In poche
parole la nostra Puglia ha bisogno di tutto ciò che
Vendola non ha fatto in questi anni».
Perrini, i suoi amici la definiscono “uomo
dal grande cuore”. Vuole dirci il perché?
«Beh, questo a me fa molto piacere. Onestamente non so darvi una risposta precisa. Se i miei amici e i miei sostenitori dicono questo
di me, evidentemente è perché trasmetto loro fiducia e credibilità. Forse dicono questo di me
perché sono semplicemente me s t e s s o . Guardi, spesso chi si affaccia alla politica cambia
dalla mattina alla sera carattere e modi di fare,
io invece credo di essere sempre me stesso e di
continuare a essere il Renato di sempre».
Un ultima domanda è d’obbligo. Manca
davvero poco per le prossime elezione
regionali, pare che lei sia il candidato di
spicco nel centro destra tarantino. Vuole
darci conferma?
«Come volevasi dimostrare, alla fine arriva la
domanda da un milione di euro. Eh sì, manca
davvero poco per il voto delle regionali. Stando
alle ultime notizie si dovrebbe votare nel mese
di maggio, ma nulla è ancora ufficiale. Rispondendo alla sua domanda, le dico che la politica
si fa ogni giorno, ascoltando la gente e cercando
di risolvere i loro problemi. Io sono a disposizione del partito e della mia gente. Il tempo darà
risposte più certe. Nel frattempo il mio impegno
continua».
mancano, per bonifiche e la messa a norma degli impianti tutti da fare. Il governo
è intento solo a dilatare i tempi degli interventi e a far risparmiare denaro a Ilva (di
fatto fuorilegge) con giochetti attorno alle
norme di attuazione. A Taranto intanto la
gente continua ad ammalarsi e morire. Per
questo chiediamo l’immediata revisione
del decreto, perché si proceda alla nazionalizzazione della fabbrica e al risarcimento
dei danni attraverso l’uso degli ingenti capitali accumulati dai Riva (molti finiti nei
paradisi fiscali) in circa 20 anni di gestione
scellerata.
*Segretario Provinciale
Rifondazione Comunista Taranto
L
a premessa, per quanto impietosa, è
d’obbligo per delineare, prima che
sia davvero troppo tardi, le richieste irrinunciabili da portare all’attenzione del Governo per evitare il
tracollo di un intero sistema, Ilva e non solo,
considerate le già critiche condizioni del tessuto economico, produttivo ed occupazionale
jonico: l’effetto trascinatore della crisi del siderurgico porterebbe con sé interi comparti:
commercio, artigianato, professioni, e tutto
quello che già in passato abbiamo indicato
come indotto invisibile, quello delle piccole
forniture, spesso neanche monitorate dalle indagini statistiche.
Intanto, ci corre l’obbligo di ringraziare chi,
attraverso gli emendamenti fin qui presentati,
ha concorso a tenere accesi i riflettori sulla
platea delle imprese e quindi dei lavoratori
dell’indotto Ilva. Le modifiche proposte al decreto, tuttavia, pur andando nella direzione da
noi auspicata, non sciolgono i nodi nevralgici
del problema.
Gli aspetti messi in luce, infatti, pur costituendo una traccia preziosa per ricomporre
una situazione di per sé molto complessa e diversificata, non sembrano arrivare al “cuore”
del problema. E’ bene chiarire, intanto, che il
Fondo di Garanzia, contemplato negli emendamenti già presentati, non immette liquidità
nelle casse delle aziende, ma consente loro di
contrarre ulteriori prestiti con la garanzia del
fondo stesso, altrimenti difficilmente ottenibili dalle stesse imprese già abbondantemente
indebitate per far fronte alle prestazioni verso
Ilva.
Proviamo a capire, pertanto, attraverso pochi
passaggi, cosa potrebbe realmente costituire
per la platea dei fornitori Ilva la chiave di volta della questione, anche in vista della prossima riunione congiunta delle Commissioni
Industria ed Ambiente.
In primis, la definizione di cosa si intende
quando si parla di indotto Ilva.
In ordine di importanza, riteniamo che debbano rientrarci le imprese che operano in
forma continuativa per
il centro siderurgico di
Taranto e provincia,
nonchè del bacino regionale, e che risultino
avere almeno il dieci per cento del loro
fatturato riferito alle
forniture (intese come
interventi, lavorazioni, trasporti) per Ilva
negli ultimi tre anni;
con gli stessi requisiti,
riteniamo che debbano
rientrare le imprese operanti in altre Regioni e
che abbiano assunto una significativa percentuale di lavoratori dipendenti a Taranto.
Alla luce di questa definizione, devono essere
considerate fornitrici strategiche tutte le imprese in possesso di tali requisiti.
In quanto tali, avrebbero così accesso alla
corresponsione della pressoché totale mole
dei crediti pregressi (ovvero maturati prima
dell’ingresso in amministrazione straordinaria) in vari modi, e cioè, in assenza di risorse
immediate: con un adeguato piano di rientro,
nei tempi e modalità da stabilire; attraverso i
crediti di imposta; con partecipazioni al capitale della stessa newco; con un mix di queste
forme.
Tali fondamentali correttivi al decreto avrebbero l’effetto immediato di riportare le imprese e quindi la produzione Ilva – al momento ai
minimi storici – in un regime di attività sufficiente per traghettare un immenso patrimonio fatto di persone, competenze e mezzi fino
alla costituzione della new company. Solo in
presenza di queste garanzie, infatti, le aziende potrebbero, non senza sacrifici ma almeno
confortate da prospettive di segno positivo, assicurare un regime di fornitura tale da consentire alla grande fabbrica di riprendere il cammino, tornare a produrre utili e quindi, come
in un giro a 360° che si chiude, soddisfare i
crediti pregressi e futuri.
Importante sarà, inoltre, lo sblocco dei 150 milioni di Fintecna e dei fondi sequestrati (1mld
200mln), per garantire allo stabilimento Ilva,
e quindi alla platea di grandi e piccole aziende
italiane, reali possibilità di rientrare in partita.
Ovvero, in questo caso, rientrare nel ciclo produttivo, sul mercato, riprendere il presente e
poter ripensare al futuro con una fabbrica resa
realmente ecocompatibile. E ci auguriamo
davvero che questo possa, e presto, avvenire.
*Presidente Confindustria Taranto
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6 febbraio 2015 / n.6
Frizzi e lazzi
Giusto due chiacchiere
Carnevale da mangiare
In attesa dei giorni clou, festeggiamo a modo nostro con una carrellata
sugli appuntamenti più importanti con un occhio al gusto, ben sapendo che
dopo – a festa finita – come dice il detto: ieri maccheroni e oggi verdura
di Titty Battista
A
poco più di dieci giorni
dalla conclusione del Carnevale 2015, la festa più
sfrenata dell’anno impazza in Puglia, dal Gargano
al Salento, alla Murgia barese fino alla
terra ionica. Sono due in particolare
le città che detengono il primato nella
speciale classifica del Carnevale italiano, quello di Putignano, in provincia di
Bari, che quest’anno celebra la 621esima edizione sul tema, affidato ai calli
allegorici, dei “sette vizi capitali”, e
quello di Massafra, che invece celebra
la sua 61esima edizione.
Quello putignanese è uno dei Carnevale
più antichi d’Italia, ma è certamente il
più lungo perché inizia il 26 dicembre,
festa di Santo Stefano, con la satirica e
tanto attesa festa delle “Propaggini”.
Ma oggi l’attenzione della cronista è
rivolta a Massafra, la “Tebaide d’Italia”, che ha dato vita da qualche giorno alla edizione del suo Carnevale in
chiave moderna.
Sabato 31 gennaio si è svolta la “Cuccagna in Palio”; sabato 7 si svolgerà
l’animazione nel centro storico, mentre
domenica 8, in mattinata, si svolgerà la
sfilata dei gruppi allegorici e mascherati e delle “scuole in maschera” con
l’apertura affidata alle auto d’epoca.
Giovedì 12 si svolgerà il veglione del
“Giovedì dei pazzi”. Domenica 15 febbraio, in mattinata, sfilata dei gruppi
allegorici e mascherati e delle “scuole
in maschera”; ai presenti saranno regalati coriandoli, stelle sfilanti e trombette. In serata la storica e attesa sfilata dei
carri allegorici.
Infine martedì 17, ultimo giorno di
Carnevale, a partire dalle 17 si svolgerà l’ultima sfilata dei carri allegorici.
E’ importante sottolineare che la sfilata
dei carri allegorici si svolge solo per
due giorni, la domenica di carnevale e
il martedì grasso, perché non ci sono
ricoveri idonei ad ospitarli per lungo
tempo ed il periodo di carnevale è generalmente molto piovoso. Ciò nonostante la magia che si trasmette durante
le sfilate è impareggiabile e l’emozione
riesce a contagiare tutti i presenti.
Il processo per la preparazione dei car-
E tra
ri è abbastanza complesso e dura all’incirca 4-5 mesi. La prima fase del cosiddetto
“pupo” è quella della creazione di una
forma in argilla. La modellatura dell’argilla è un lavoro molto impegnativo: bisogna dare alla forma tutti i minimi dettagli,
senza trascurare nulla in modo da farla
divenire caratteristica. Quando la forma
d’argilla è completa, essa viene ricoperta
di olio e su di essa viene colato il gesso,
dentro il quale, dopo che si sarà raffreddato e che verrà cosparso di olio, verrà aderita la cartapesta. La carta utilizzata per la
cartapesta è quella dei quotidiani che viene imbevuta nella colla fatta con acqua e
farina; la carta viene spezzettata in strisce
sottili e viene fatta aderire al calco. Appena sarà asciugata, la cartapesta viene tolta
dal calco e viene assemblata con l’aiuto
di cartoncini e della colla a caldo. Dopo
questo passaggio, il “pupo” va rivestito
con la cosiddetta “carta cemento” (un tipo
di carta più duro di quello dei quotidiani),
dopodiché è pronto per essere dipinto.
Soltanto da qualche anno Massafra può
vantare non una, ma due maschere ufficiali; dal 2005 quella di Gibergallo e dal
2008 anche quella de “Lu pagghiuse”. La
maschera Gibergallo trae il suo nome in
ricordo dello scomparso Gilberto Gallo
che animò fino a tarda età il Carnevale
massafrese. La maschera de “Lu pagghiuse” raffigura, invece, l’amante del vino.
Altra caratteristica del Carnevale massafrese è la pubblicazione e pubblicizzazione degli artistici manifesti che fino
allo scorso anno erano affidati all’arte del
E
tra
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9
Il Carnevale di Massafra,
alla sua 62^ edizione, è considerato
uno dei più importanti e festosi della
Puglia. Questo perché, a differenza degli altri carnevali, la maggior parte del
corso mascherato non è transennato e
cittadini e forestieri partecipano direttamente all’animazione e al divertimento, stimolati dalle
coreografie e dalle scenografie dei
carri e dei gruppi allegorici che sfilano lungo corso Roma.
Il Carnevale di Putignano
è uno dei più antichi d’Italia con le
sue 621 edizioni. Dal 2006 ha luogo
anche una edizione estiva.
La maschera caratteristica della
manifestazione è chiamata Farinella
e deve il suo nome all’omonima
pietanza di Putignano.
bravo Nicola Andreace.
E’ molto sentita dai massafresi questa festa sulla scorta di un’adagio che
così recita: “Pasqua e Natale addò
t’acchie, Carnevale fall’a caste” (Pasqua e Natale dove ti trovi, Carnevale
a casa tua).
Gli storici locali, Fernando Ladiana e
Gianni Jacovelli, nelle loro specifiche
pubblicazioni sul tema, hanno fornito
preziose notizie storiche sul Carnevale
massafrese, ed è a queste che facciamo
riferimento nella continuazione della
nostra nota.
Ritornando al detto sopra riportato si fa
riferimento al fatto che, nei tempi passati, i contadini massafresi, che trascorrevano in Calabria e in Basilicata i mesi
invernali per la potatura degli ulivi,
ritornavano in famiglia concedendosi
una pausa di almeno tre giorni.
E’ stata affidata alla leggenda popolare l’origine del Carnevale massafrese;
infatti si racconta che un pastore ebbe
eccezionalmente un permesso per trascorrere il Carnevale a casa sua, a Massafra. Lungo la strada trovò un signore
che
gli chiese dove andasse ma lo raggelò quando seppe che era già il Lunedì
dopo l’ultima domenica di Carnevale e
la festa era già finita. Il pastore non si
perse d’animo e così rispose “non importa per me basta la gioia di rivedere i
miei cari e il mio paese”. E fu così che
proprio per lui il Carnevale fu allungato
di un giorno, fino al martedì.
Nel passato si svolgeva il corteo funebre di Carnevale e si diceva “Carnivale
mije, chine di dogghie, ijere maccarune, e josce fogghie” (Carnevale mio,
pieno di dolori, ieri maccheroni e oggi
verdura).
Interessante ancora oggi è la cuccagna che vede gioire in cima all’albero il vincitore che solleva un fiasco
di vino ed è pronto subito dopo a
festeggiare con gli amici servendosi del ricco bottino issato in cima
all’albero della cuccagna.
Ancora oggi si festeggiano i giovedì
di Carnevale che così si chiamano:
“giovedì dei monaci”, “giovedì dei
preti”, “giovedì dei cornuti (o degli
sposati), “giovedì dei pazzi (o dei
giovani), “giovedì della cattiva,
ossia della vedova” che coincideva
con il primo giovedì di Quaresima.
Nelle case si svolgevano i festini
dei ricchi signori, ma anche i contadini e gli artieri festeggiavano
nelle loro campagne.
Mi piace concludere la presente
nota con un riferimento ai dolci
dell’allegria, ossia le chiacchiere,
le frittelle e gli strufoli che fanno
la gioia del palato dei buongustai
dei dolci.
Per quanto attiene le bevande
da accompagnare lo zucchero
vincola molto la scelta del vino,
infatti secondo gli esperti nessun
vino andrebbe abbinato a torte, pasticcini e gelato perché gusto e sapore
andrebbero distorti. Si possono proporre, però, spumanti dolci ed amabili,
vini bianchi, dolci ed abboccati.
A questo punto non ci rimane che augurarvi un allegro Carnevale e, naturalmente, buon appetito.
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Tendenze
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San Valentino
FULL DI CUORI
Mancano pochi giorni alla festa degli innamorati.
Come possiamo sorprendere il nostro lui? Cosa è meglio
indossare? Cioccolatini o un gioiello? Mi ama o non mi ama?
E a chi pensa che sia una festa inutile diciamo:
amare è bello! Con un regalino ancora meglio…
di Serena Mellone
F
esta degli innamorati in
arrivo sul primo binario!
Ciuf ciuf! Avete ancora
qualche giorno per un per
organizzare per benino la
sorpresa del secolo. Allontaniamo
chi pensa che sia una festicciola
inutile, commerciale e superficiale, anzi dimostriamo che amare, e
sorprendere, è bello: magari per riscoprirsi più innamorati di prima.
Se amate quindi festeggiare questa
ricorrenza cuoriciosa non trascurate
i dettagli del vostro look. Adorabile,
se andate a cena con lui, tubino nero
con dettaglio scollatura a cuore sulla
schiena (1. Romwe), da abbinare se
avete voglia di esagerare con cuori
ovunque la pochette rockettara in
eco-pelle con applicazione di borchie a forma di cuore (2. Motivi),
ideale tutto l’anno, o addirittura
come idea regalo per il vostro compleanno o per questo giorno. Se invece quel giorno vi aspettate la fatidica domanda: “Mi vuoi sposare” e
volete rispondere in modo originale
ecco le borse YES/ NOT fronte/retro di Korut (3) o “Cuore o picche”
di Daniele Amato (4.) per declinare o no con elegante ironia. Per chi
ama tutto l’anno una cascata di cuoricini con idea camicia della collezione 2013 Burberry Prorsum super
costosa, resa “umana” e low cost da
Romwe la propone ogni anno ed è
subito un must (5. Romwe, 6. Burberry, trova le differenze), magari
da indossare con un gonna longuette plissé nera o bordeaux (7.Asos).
Giuggiolone le ballerine romanticone edizione limitata 2011 per
San Valentino di Pretty Ballerinas
(8), ormai un mito in affari di cuori,
spregiudicata la versione 2015 che
va subito al sodo (9). Se invece siete
7
una coppia di giogioni e avete previsto una bella giornata fuoriporta
ecco le mitiche tshirt super creative
di Happiness, che per San Valentino
2015 presenta una super novità: “le
T-SHIRT DI COPPIA, ovvero le Tshirt che hanno un senso compiuto
solo se portate in due”. Per facilitare
gli appassionati del brand vengono
vendute insieme (in taglia unica)
con una borsa dedicata a San Valentino (10.11).
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Di amore, scarpe e altre (dis)avventure
Al funerale, anzi no
Una al vernissage, l’altra tra gli integralisti
islamici. L’una rigorosa, l’altra fantasiosa.
L’ideale? Scambiarsi l’evento
F
di Marta Coccoluto - Foto di Cristian Carrara
5
Le T-shirt di
coppia sono
da Interno 12,
in via Bellini
a Martina Franca
ortuna che non stringevo tra le dita un fazzoletto bianco e che con
le calze nere velate ho
chiuso da un bel pezzo,
se no rischiavo sul serio di ricevere delle sentite condoglianze.
Mettete un evento, presentazione
di un libro e vernissage della relativa mostra fotografica, e immaginate un fotografo in azione. Un
fotografo così gentile da mandarvi
le foto scattate, dove a guardarvi
scoprite di aver avuto un look più
adeguato a un funerale che a una
serata con aperitivo e dj set. Scarpe nere, pantaloni neri, cappotto
nero con inserti di pelliccia neri,
montatura degli occhiali nera e
per finire un bel cappello di quelli che stanno sulle 23 e coprono
metà volto, nero pure quello. La
borsa? Neanche ve lo sto a dire,
nera. Degno completamento della
mise, la posa di ogni singola foto.
Il capo sempre chino, le mani
giunte in preghiera davanti al volto, dita che coprono castamente la bocca. Insomma, come
appena di ritorno dal rito del
venerdì santo di Maddaloni,
quello con pie donne in nero
velate e addolorate. Potrei
tentare di recu-
comunicare o di non comunicare
qualcosa attraverso ciò che indossiamo, la buccia di banana (come
direbbe Giusi Ferrè – rispetto alla
quale, visti i look, mi sfugge il
motivo per cui le sia affidata una
rubrica di moda e soprattutto da
chi) è assicurata. Prendete Michelle Obama. Lei sì che è accorsa a un funerale. E che funerale,
Re Abdullah in Arabia Saudita.
Vestito nero? Almeno un velo di
pizzo sul capo? Affatto, giacca
fantasia, top e pantaloni nei toni
del bluette e del nero. Indubbiamente più adatta a un vernissage
che a una cerimonia funebre – e,
a mio parere, non solo in mezzo
a un consesso di integralisti islamici. Immagino la scena sull’Air
Force One poco prima dell’atterraggio a Riad: Barack che timidamente suggerisce alla moglie di
desistere e lei che lo asfalta con
un risolutivo “Allora vacci solo.
O con Beyoncé, se hai coraggio”.
Il messaggio lanciato da Michelle
(ardimentoso, va detto)
10
Michelle al funerale
e io al vernissage: a nostro agio
anche al posto dell’altra.
11
perare dicendo – com’è vero
– che per la redazione di Vogue
il “dark” è uno dei temi delle PreCollezioni 2015-16 e che dunque
ero in veste di fashionista e non
di vedova e che dunque non ero
affatto anonima, ma pioniera.
E potrei aggiungere altezzosamente, magari pure con un’alzata
di sopracciglio a dare a chiunque
della ‘poraccia’, che quando tutte
si vestiranno (finalmente) in totalblack, io sarò già vestita da capo
a piedi in tessuto broccato, e non
come un divano o una mantovana
da salotto, ma molto sul pezzo del
prossimo trend. Potrei, ma non è
così. La verità è che quando vogliamo sforzarci a tutti i costi di
era chiaro: schierarsi apertamente
contro le regole di un Paese che
emargina e umilia le donne. Alla
fine tuttavia, a parte qualche commentatore, tutti hanno criticato
Michelle. Alcuni media americani
l’hanno perfino oscurata, sfuocandone l’immagine in video. Nel
mio piccolo, a me è andata meglio: per consolarmi, il fotografo
mi ha detto di stare tranquilla, che
certi vernissage non sono poi così
diversi dai funerali. In quanto a
Michelle, per quel che conta sto
dalla sua parte. E ora quasi quasi
le twitto una proposta… come si
scrive “scambiamoci le agende”
in inglese?
12
6 febbraio 2015 / n.6
Sipario
Pulpito/Marti
Ultimo piano per due
Come il gatto e la volpe, uno la spalla dell’altro, i due artisti
tornano sulla scena teatrale per far divertire il pubblico,
trasmettendo un significato e dando spazio a varie interpretazioni
di Fabiana Spada - Foto di Valentina Marzo
equilibrato e il successo dello spettacolo, Fabiano Marti a cui noi di Extra Magazine abbiamo fatto qualche
domanda, autore dello spettacolo in
questione.
T
ornano in scena dopo due
anni e replicano il loro successo, Mauro Pulpito e Fabiano Marti, entrambi tarantini, uno attore e l’altro
presentatore, uno preciso e l’altro meno,
compensandosi l’un l’altro, hanno fatto
divertire il pubblico qualche giorno fa
presso l’ Auditorium Tarentum con lo
spettacolo “L’Ultimo Piano”; Mauro e
Fabiano personificano due ladri che la
notte di capodanno tentano un furto in
un appartamento all’ultimo piano. Uno
è vestito da impiegato di banca, l’altro
con una calzamaglia e maschera da Zorro alle prese con un furto di un oggetto
non definito, fino a quando alla scena si
aggiunge la figura di una donna, Ketty
Volpe, che sconvolge ogni cosa seguendo tratti comici e a momenti drammatici.
A svelarci il segreto di un rapporto così
Come mai in scena dopo 2 anni di
pausa?
«Io e Mauro siamo amici da tantissimi
anni, amicizia che nasce dalla stima
reciproca anche per il nostro lavoro: io
ho cominciato facendo l’attore e poi mi
sono dedicato alla scrittura di testi teatrali, lui il presentatore e il conduttore
televisivo. Nel 2003 ci siamo incontrati
professionalmente, in quanto Gennaro
Nunziante (autore di Toti e Tata e attualmente regista di Checco Zalone) che lavorava con Mauro da tantissimi anni, ha
voluto me e lui insieme per condurre una
trasmissione che si chiamava “Tante belle cose” su Antenna sud, da allora non ci
siamo più separati. Nel 2006 gli proposi
di fare uno spettacolo teatrale insieme,
dato che lavoravamo da molti anni e
nacque così “Letto a Due Piazze” che lo
scorso anno abbiamo portato di nuovo in
scena; da allora ci siamo talmente
divertiti accorgendoci che al pubblico la coppia piaceva, perché
siamo molto diversi ma totalmente
compatibili. Da allora cominciai
a scrivere spettacoli per noi due e
abbiamo continuato a lavorare insieme perché la gente ce lo chiedeva: portavamo in giro spettacoli
nuovi e i teatri erano pieni. Adesso
ci guardiamo negli occhi e sappiamo già cosa sta pensando l’altro,
siamo molto amici».
Siete un po’ come il gatto e la
volpe, c’è un rapporto particolare
che vi lega. Cosa manca a uno di
voi due che l’altro ha e viceversa?
«Dal punto di vista lavorativo ci compensiamo perché io sono un tipo molto
preciso e lui assolutamente non lo è, se
fossimo entrambi precisi impazziremmo e se non lo fossimo non faremmo
gli spettacoli, ci sono tante cose che ci
uniscono ma sul palco siamo totalmente
diversi. Spesso ci scambiamo i ruoli, in
linea di massima io interpreto il comico
del paese e lui sempre quello un po’ più
furbo; lui è quello che ha tante donne io
sono quello che ne ha una sola, è il gioco
del comico e della spalla che utilizziamo
E tra
Teatro a parte, Pulpito e Marti
negli ultimi anni sono stati presenti, rigorosamente in coppia,
su Radio Selene con la trasmissione comica “Informazione
gratuita”, su Telenorba con una
trasmissione in prima serata,
di cui Marti è stato autore e
Pulpito conduttore, dal titolo
di “Radici” e, lo scorso anno,
su Studio100 TV con “Ufficio
reclami”. Qualche estate fa,
inoltre, la ditta Pulpito e Marti
ha ottenuto il record di ascolti
televisivi sulla rete tematica
della comicità Comedy Central
(sempre il primo come conduttore e il secondo come autore)
con la trasmissione “Comedy
Tour Risollevante”, condotta
da Mauro Pulpito con Cristina
Chiabotto e Serena Garitta,
accompagnati dai più grandi
comici del panorama nazionale,
da Leonardo Manera a Pucci,
da Pintus a Paolo Migone, dalla
Rimbamband a Paolo Labati.
Da diversi anni i due collaborano anche nell’importantissimo
Festival del Cabaret di Martina
Franca, condotto da Pulpito
con i testi e la regia di Marti.
Con lo spettacolo “Evitare l’uso
prolungato”, infine, i due hanno vinto il Premio Calandra,
importante riconoscimento a
livello nazionale, seguito da una
fantastica esperienza nella capitale, sempre con il medesimo
spettacolo, con il quale hanno
riscosso un grande successo di
critica e pubblico.
quasi sempre, ma intercambiabili
tra loro. Naturalmente le cose che
ci uniscono sono l’amore per il teatro e quello per la risata, come nella
vita anche sul palco».
Quanto il pubblico secondo te
ha bisogno di teatro?
«Io credo che abbia bisogno di teatro bello, fatto bene, in cui si può
rispecchiare ma anche no: la necessità per il pubblico è trovare dei momenti in cui si possa staccare dalla
realtà; nella società in cui viviamo
è sempre complicato farlo, bisognerebbe staccare per un’ora e mezza
da tutto ed entrare in una dimensione diversa che non è la propria, poi
ognuno può trovarci qualsiasi cosa
ma l’importante è che siano belli.
Quelli brutti fanno arrabbiare ancora di più con la vita».
Perché l’ultimo piano? Cosa
rappresenta?
«Vuol dire tante cose ed è la fine
di qualcosa: questi due poveretti la
notte di capodanno, in cui normalmente ci si diverte e si festeggia,
sono a fare un furto in appartamento
e già questo li identifica con molta
tristezza; aspetto importante è che
si trovano all’ultimo piano, che dà
spazio a tante interpretazioni, potrebbe essere il loro ultimo piano ed
è la donna in casa che lo fa capire
(Ketty Volpe). Il fatto che siano
all’ultimo piano, la notte di capodanno mentre fuori piove, a rubare
qualcosa che neanche loro sanno…
allo spettatore libera interpretazione!».
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6 febbraio 2015 / n.6
14 Corsi
Come trovare lavoro
Promuovere, non vendere
Personal branding, self marketing, brand individuale,
personal coaching, svariatedefinizioni per un
unico dilemma: come promuovere se stessi.
Al Laboratorio Urbano Mediterraneo una guida
per orientarsi nel mondo del lavoro
di Simona De Bartolomeo
N
on siamo oggetti, ma anche noi veniamo scelti,
tutti igiorni, da un amico,
da un cliente, da un partner e ancor più difficile,
da un datoredi lavoro.
Trovare lavoro è ormai un compito
arduo, a causa della situazione socioeconomica in cui ci troviamo e della
continua trasformazione dello scenario lavorativo, ma più complicato è
imparare a conoscere e presentare se
stessi nel modo giusto.
Si commette spesso l’errore di non riuscire a individuare le proprie competenze o di riconoscerle senza riuscire a
comunicarle, che sia nella stesura di un
curriculum vitae o durante un colloquio
di lavoro.
Il primo passo verso il raggiungimento di
un obiettivo, che sia personale o
lavorativo, è l’analisi dei propri punti di
forza, delle capacità, dei limiti, di ciò che
possiamo migliorare e di quello che proprio non fa al caso nostro.
Cercare spasmodicamente annunci senza
avere ben chiaro cosa desideriamo fare
“da grandi” e quale strada intraprendere
per realizzarlo, è una perdita di tempo,
che spesso si trasforma in un colloquio di
lavoro deludente per noi e per l’azienda.
E’ a tal proposito che l’Associazione ACSI ERIS, in collaborazione con
l’A.T.S. Urban Blue ACSI e le Associazioni Prometeo Video Lab e Menti Urbane, ha deciso di realizzare un corso di
“ORIENTAMENTO al LAVORO”, che
ha l’obiettivo di fornire, al candidato in
cerca di occupazione, delle linee guida
E tra
In foto, un particolare
della sala conferenze del
Laboratorio. Per iscriversi o
richiedere informazioni:
www.facebook.com/eristaranto
associazione.eris@gmail.com
Cell: 393/8428857 – 349/1312139
Laboratorio Urbano Mediterraneo
Via Trento (accanto all’Ufficio Postale), SanGiorgio Jonico (TA).
per proporsi al meglio nel mondo del lavoro e rendersi interessante agli occhi (e
alle orecchie) dei selezionatori.
Il corso di formazione sarà tenuto dal Dott.
Alessio Rondinelli, addetto alla selezione
e formazione del personale; si svolgerà di
mercoledì con 2 incontri di 2 ore ciascuno, dalle ore 18.00 alle ore 20.00.
Il programma verterà sui metodi di ricerca
del lavoro, compilazione del curriculum
vitae, bilancio delle competenze, consigli
su come affrontare un colloquio di lavoro, correzione dei CV dei partecipanti e
nuove forme di presentazione del proprio
percorso, come il curriculum infografico.
E tra
6 febbraio 2015 / n.6
Alleluia!
Dal suo santuario
Chiesa del Monte
Più bianca della luna
Al via il restauro
La Madonna di Loreto torna a Taranto dall’8 al 22 febbraio,
per la gioia dei devoti: farà tappa anche a Martina Franca
L
a sua permanenza, a Taranto, lo scorso anno, fu il simbolo dell’abbraccio amorevole di una mamma verso
i suoi figli. A lei il popolo
tarantino rivolse preghiere, ringraziamenti, speranze, desideri e richieste
di aiuto per una città martoriata e sofferente. A distanza di un anno torna a
Taranto la Madonna di Loreto, a opera
della Parrocchia dello Spirito Santo,
in collaborazione con l’Aeronautica
Militare e per volere dell’arcivescovo
mons. Filippo Santoro.
La Madonna, che staziona nel Santuario affidatole, meta ogni anno di 9 mi-
lioni di pellegrini, sarà a Taranto dall’8
al 22 febbraio.
La Madonna sarà presente nella giornata dell’ammalato, che si svolgerà
presso la Parrocchia di San Massimiliano Kolbe, e poi visiterà gli ospedali,
la Casa Circondariale e aiuterà ad entrare nella Quaresima, perché sarà presente il mercoledì delle ceneri. Visiterà
anche la base dell’Aeronautica Militare di Martina Franca e, nello stesso
giorno, si sposterà al Santuario della
Madonna della Sanità di Martina Franca. Sarà anche presso la sede dell’Aeronautica di Francavilla Fontana.
15
Per tetto e facciate la Congregazione ha acceso un mutuo.
Per gli interni occorrerà attivare altri canali di finanziamento
pubblico o con la collaborazione dei privati
S
ono iniziati nei giorni scorsi i
lavori di ristrutturazione della
Chiesa del Monte Purgatorio
di Martina Franca. La Congregazione del Santissimo
Sacramento e Monte Purgatorio, proprietaria dell’antico manufatto, si è attivata
nei mesi scorsi per cercare le risorse economiche indispensabili per gli interventi
di recupero e oggi disponibili attraverso
l’accensione di un mutuo, da parte della
Congrega, che servirà per alcuni importanti lavori di ristrutturazione che riguarderanno sia il tetto che le facciate. Si tratta
di interventi urgenti finalizzati a garantire
la staticità del fabbricato, il cui tetto in
pietra a “cummersa” risulta particolarmente danneggiato. Gli interventi, quindi, riguarderanno al momento solo il recupero esterno della Chiesa e importanti
interventi strutturali al tetto, che serviranno alla riapertura al culto del manufatto;
mentre per il recuperò e la valorizzazione
degli interni occorrerà trovare altre forme
di finanziamento sia di natura pubblica,
che attraverso il coinvolgimento dei privati. In questi giorni, è già stata puntellata
la controsoffittatura lignea posta al piano
superiore dell’oratorio; puntellato anche
il tetto vero e proprio, che presenta gravi
danni, ulteriormente danneggiato dalle
recenti nevicate.
6 febbraio 2015 / n.6
16 Copertina
Avvocati alla riscossa
Era di Maggio
Per i prossimi quattro anni
rappresenterà la categoria prendendo
il posto di Angelo Esposito.
Dopo una lunga tornata elettorale, l’eletto
Presidente del Consiglio dell’Ordine
racconta il suo programma e la sua squadra
A
bbiamo
intervistato
l’avvocato Di Maggio
all’indomani della chiusura della lunga tornata
elettorale. Visibilmente
stanco, come è naturale che fosse
dopo più di qualche notte passata in
bianco, lo intercettiamo in un aula
del tribunale mentre deposita alcuni
atti nell’ambito di una udienza civile. Look come sempre informale
“non ho mai messo la cravatta, non
intendo cominciare ora”, ci riceve
nella Scuola Forense, a tutti gli effetti una sua creatura che ha diretto
come presidente fino a qualche giorno fa.
L’avvocatura attraversa un periodo sicuramente non facile,
qual è l’idea che si è fatta per
il futuro della professione?
«L’avvocatura deve innanzitutto
uscire fuori da un equivoco. Quello di rappresentarsi come un ceto
d’elite; dobbiamo recuperare posizioni nell’immaginario collettivo.
Dobbiamo rafforzarci e farci percepire come la vera e autentica voce
del cittadino che rivendica i propri
E tra
Chi è l’avvocato
Vincenzo Di Maggio
Nel momento in cui andiamo in stampa formalmente non è stato ancora
eletto presidente, atteso che non è prevista la elezione diretta, ma sicuramente Vincenzo Di Maggio, alle soglie dei sessanta anni, a breve andrà a sedersi
dove negli ultimi undici anni si è seduto, per dirigere il Consiglio del’Ordine
degli Avvocati di Taranto, l’avvocato Angelo Esposito. Considerate le nuove
modalità di voto e le tre liste presentate, il risultato ottenuto, 14 consiglieri
su 21, è da ritenersi di portata straordinaria. Frutto, come lo stesso Di Maggio ci ha dichiarato, di una squadra fatta di colleghi qualificati, preparati,
onesti, coesi. Ma, chi frequenta il tribunale di Taranto sa bene, risultato
anche di una lunga e appassionata attività svolta dal presidente in pectore,
in anni di presenza all’interno del Consiglio dell’Ordine, ma soprattutto
di impegno nell’ambito della formazione, sia in qualità di presidente della
Scuola Forense, sia per la sua prolifica attività di saggista nonché esperto di
informatica forense. Ma chi è Vincenzo Di Maggio? Pur con la massima
sintesi resta difficile riassumere nello spazio che un articolo di stampa consente il suo ampio curriculum. Sposato, due figli, laureatosi in
giurisprudenza nel 1981 si è iscritto all’albo degli Avvocati nel 1984.
Dal 1992 al 1997 ha ricoperto l’incarico di Vice Pretore Onorario presso la
Pretura circondariale di Taranto; dal 1998 ad oggi Consigliere dell’Ordine
degli Avvocati di Taranto. Negli anni 1998 e 2001 Componente effettivo della
Commissione per gli esami di Avvocato istituita presso la Corte
di Appello di Lecce. Dal 2000 ad oggi Tesoriere del Consiglio
dell’Ordine degli Avvocati di Taranto nonchè Presidente del Consiglio di
Amministrazione della Scuola Forense (oggi Fondazione).
Consigliere delegato, responsabile del sito www.oravta.it ed ideatore del
portale dell’Avvocatura Jonica . Dal 2004 al 2008 CNF - Componente
della Commissione Informatica del Consiglio Nazionale Forense. Nel 2006
docente al Corso di Aggiornamento per il Uffici Giudiziari del Distretto di
Taranto. Nel periodo 2000/2007 Componente dell’osservatorio Provinciale
di Taranto per l’adeguamento degli Studi di Settore alle realtà economiche
locali – Agenzia delle Entrate direzione generale della Puglia; 2001/2003
Componente della Commissione provinciale dei periti e degli esperti
- Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Taranto.
Referente per il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Taranto nella Fondazione Italiana per l’Innovazione Forense Realizzazione di piattaforma
e-learnig 1 e 2 per la formazione e l’aggiornamento professionale in “video
streaming” con modalità “live” e “on demand” .Componente del Coordinamento centrale delle Scuole forensi presso la Scuola Superiore
dell’Avvocatura. Componente della Commissione di Studi sulla mediazione
civile e commerciale presso la Scuola Superiore dell’Avvocatura. Responsabile scientifico dell’Ente di Formazione per Mediatori del Consiglio dell’Ordine di Taranto. Docente a contratto, Titolare della cattedra di “Informatica
Giudiziaria e Forense” presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università
degli Studi di Bari - sede distaccata di Taranto. Responsabile d’Area e Docente dell’Insegnamento di Comunicazione Forense – Università LUM Jean
Monnet – Scuola di specializzazione per le professioni legali. Docente a
contratto, Titolare della cattedra di “Comunicazione Forense” – Università
LUM Jean Monnet – Corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza. “La
tutela della privacy all’interno degli studi legali” – Grafiche Cressati – 2001.
Relatore in numerosissimi convegni scientifici ha pubblicato diversi saggi:
“La tutela della privacy nella cripta del vir bonus tacendi peritus” Piero
Lacaita Editore – 2004, “I Diritti degli Immigrati” – in occasione della XIII
Assises des Barreaux de la Mediterranèe - 2004, “Il documento informatico”
“la responsabilità civile dei providers” Dispense per il corso di Abilità Informatiche presso l’Università di Bari, sede distaccata di Taranto, “La Privacy
negli studi legali” – Buffetti Editore – 2006, “Appunti sui polsini - Il Diritto
e la Prassi - Una banca dati per orientarsi tra separazione e divorzio” –
Universita’ Lazarski di Varsavia – Facoltà di Giurisprudenza - 29.11.2007,
Annali della Facoltà di Giurisprudenza di Taranto – Anno I – N.2 – “La
netiquette, dall’etica della chiocciola alla creazione della norma”- Cacucci
Editore – 2008, “Guida Ipertestuale e Lettura pragmatica alle modifiche
introdotte al Codice di Procedura Civile dalla Legge n.69 del 18 Giugno
2009” - Le Pubblicazioni del Consiglio dell’Ordine – 2009.
diritti e la tutela dei propri interessi
davanti al giudice. Non è più possibile accettare che si parli di dignità
e decoro in modo astratto: dignità e
decoro non devono essere solo principi enunciati ma testimoniati da fatti concreti».
Come pensa di modificare la
percezione pubblica del ruolo
dell’avvocatura?
«E’ importante tra l’altro il giusto
rapporto con i media; non certo con
la spettacolarizzazione a cui abbiamo assistito in alcuni casi, ma con
una costante e corretta informazione».
E’ in atto un processo di modernizzazione che crea qualche
problema di adattamento;lei è
un esperto di informatica forense e di processo telematico,
come intende procedere per
superare resistenze e oggettive difficoltà?
«Il progresso non si può fermare; chi
ha tentato di farlo ha sempre fallito. Il processo civile telematico è
ad un punto di non ritorno; oramai
E tra
17
6 febbraio 2015 / n.6
La composizione del
nuovo Consiglio
In giallo la lista “Voci del Foro”.
per Di Maggio Presidente
In azzurro la lista “Continuità
ed innovazione”
per Moretti presidente.
In verde consiglieri autonomi.
trato scetticismo. Di fronte alla
obbligatorietà è cambiato l’approccio. La Scuola Forense ha realizzato un numero enorme di corsi
di formazione. Inoltre ho realizzato un sito tematico raggiungibile
all’URL
www.infotelematica.it
che ha collezionato in meno di due
mesi oltre 17 mila visite».
i principi del governo dell’efficienza, la delocalizzazione, la dematerializzazione, la trasparenza, sono
principi irrinunciabili che si stanno
ampiamente affermando. Il sistema
è ormai ampiamente implementato
su tutto il territorio nazionale; non ci
sono tribunali che possono e altri che
non possono funzionare, ma direi tribunali che vogliono e tribunali che
non vogliono funzionare. Il processo
civile telematico non presenta particolari difficoltà; occorre studiarlo.
Va vinta la paura del click».
Qual è l’impegno dell’Ordine
per la formazione sul processo
telematico?
«L’Ordine di Taranto è già tra i tecnologicamente più evoluti di Italia.
Personalmente sono tra i precursori;
quando ne parlavo ho sempre riscon-
Restando in tema di formazione, si dibatte da tempo circa
le modalità di accesso alla
professione, oggi previsto attraverso un esame spesso oggetto di critiche, qual è il suo
pensiero a riguardo?
«Non sono convinto affatto che
l’esame possa essere il sistema per
garantire equilibrio tra numero di
professionisti abilitati e domanda
del mercato; questo ruolo è ormai
assunto dalla crisi e dalla pressione
fiscale e parafiscale che sta determinando un allontanamento dalla
professione da parte soprattutto di
molti giovani colleghi. Cosa non
buona. Il percorso deve essere serio. L’accesso alla professione deve
essere regolamentato attraverso
una selezione per merito. Ritengo
necessaria la obbligatorietà della
formazione attraverso la Scuola
Forense. Ipotizzo esami periodici, commissioni paritetiche, tutoraggio costante, mirato a colmare
«Il processo
civile
telematico
non presenta
particolari
difficoltà;
occorre
studiarlo.
Va vinta
la paura
del click».
eventuali lacune. Concludendo con
la discussione finale di una causa.
Ritengo inutile un esame di tipo
nozionistico; occorre distinguere
tra sapere e saper fare. Il sapere è
acquisito con gli studi universitari.
Il saper fare deve venire dalla formazione affidata agli ordini».
Come spiega l’ampio consenso ottenuto dalla sua lista?
«Una squadra composta da un mix
di esperienza e novità; sei consiglieri uscenti, anche se senza incarichi istituzionali e molti volti nuovi. Abbiamo affrontato una lista di
colleghi, 4 consiglieri uscenti tra
cui il segretario e il tesoriere, molto forte così come la terza proposta
era guidata da un ex parlamentare
e sottosegretario di Stato. Dunque
un confronto non facile. Credo
che la nostra vittoria sia dovuta ad
un programma che ha convinto le
colleghe e i colleghi e alla stima
personale che ogni candidato ha
maturato nel tempo. Doveroso un
ringraziamento alle tante colleghe e colleghi che ci hanno dato
fiducia, a tutto il gruppo che ha
comportato la lista e in particolare
quanti purtroppo non ce l’hanno
fatta ma hanno dato un significativo contributo e continueranno a
lavorare insieme a quanti sono entrati in consiglio. Voglio in particolare segnalare i colleghi Nestore
Thiery, Dario Duggento, Pino Valente, Daniele D’Elia, Rosa Lupo,
Ylenia Lucaselli, Luca Panarelli».
I vincitori
Ecco il nuovo
Consiglio dell’Ordine
degli Avvocati
di Taranto per
il quadriennio
2015-2018
G
rande affluenza al voto
per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine degli
Avvocati di Taranto,
che ha visto ben 2300
elettori, dei 3500 aventi diritto, presentarsi alle urne nei giorni 29, 30 e
31 gennaio scorsi. Tre le liste presentate per i 21 posti da consigliere
per il quadriennio 2015-2018; la più
suffragata è stata “Voci del Foro” a
sostegno del candidato presidente
Vincenzo Di Maggio, già presidente
della scuola forense. Oltre a Di Maggio, sono risultati eletti gli avvocati
Rino Levato, Vito Fico, Paola Donvito, Sebastiano Comegna, Cristina
Gigante, Antonio Fortunato, Mara
Ostilio, Imma Caricasulo, Loredana
Ruscigno, Luca Andrisani, Francesco Murianni, Rocco Giuliani e
Donato Salinari. Di Maggio ha ottenuto quindi la maggioranza e si appresta ad essere eletto presidente del
Consiglio dell’Ordine per i prossimi
4 anni. L’altra lista che conquista 6
consiglieri dei 7 restanti è quella
denominata “Continuità ed innovazione” a sostegno del candidato presidente Fedele Moretti, già tesoriere
dell’ordine. Oltre a Moretti (che risulta il secondo più suffragato dopo
Di Maggio), Aldo Feola, Rosario
Orlando, Antonio Altamura, Carmela Liuzzi (detta Milena) e Francesco Tacente. Sorpresa per l’outsider
di turno, l’avvocato Romina Axo,
che, candidata in modo autonomo,
ha ottenuto ben 425 preferenze personali. Nessun eletto invece per la
terza lista guidata dall’ex parlamentare Rocco Maggi. Di Maggio che
sarà eletto presidente nei prossimi
giorni succede all’avvocato Angelo
Esposito, eletto all’unanimità nel
Consiglio nazionale forense come
rappresentante del distretto della
Corte d’appello di Lecce.
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18
Il programma
Le linee guida della
gestione Di Maggio:
trasparenza,
efficienza,
partecipazione,
solidarietà
Q
uattro parole, quattro
valori, quattro stelle
polari nel programma
elettorale presentato da
Di Maggio con la lista
“Le voci del Foro” : Trasparenza,
Efficienza, Partecipazione e Solidarietà.
La trasparenza sarà assicurata attraverso la pubblicazione on line del
rendiconto operativo dell’Ordine, la
pubblicazione degli incarichi ricevuti da soggetti collegabili ai consiglieri dell’Ordine. Gestione di ogni
incarico affidato dall’ordine su base
algoritmica;miglioramento della interattività del portale istituzionale e
istituzione di una commissione per
la valutazione delle osservazioni
critiche sull’operato del Consiglio
dell’Ordine. L’Efficienza invece sarà
raggiunta attraverso la redazione di
appositi protocolli, di intesa con gli
Organi giudiziari, per la migliore gestione della attività forense, la
redazione di tabelle applicabili ex
officio per la liquidazione dei compensi per procedimenti standard. Altra iniziativa in programma la riorganizzazione dei servizi front office e
reingegnerizzazione del modus operandi e della organizzazione interna
dell’’Ordine. Prevista inoltre la integrazione tra mediazione, negoziazione assistita e camera arbitrale. Realizzazione di info/check point per la
comunicazione delle quotidiane attività di udienza e infine istituzione di
un servizio di sostituzione in udienza
per determinati procedimenti. Grande attenzione anche per la Partecipazione: prevista la collaborazione
sinergica della Scuola Forense con
tutte le associazioni forensi; istituzione dello Sportello del Cittadino,
delocalizzazione delle attività con
l’istituzione di sportelli gestionali
decentrati. Altro obiettivo la valorizzazione dell’Ordine nelle attività
della locale università. Collaborazione con altri Ordini distrettuali per
realizzazione e fornitura di servizi di
interesse diffuso. Infine non manca
il capitolo Solidarietà:istituzione di
infopoint per l’assistenza agli iscritti
per i rapporti con la Cassa Nazionale
Forense; Riconoscimento della personalità giuridica per la onlus già costituita come fondo di solidarietà per
gli iscritti, con la contribuzione del
5x1000. Sostituzione gratuita nell’attività di udienza in favore di colleghi
affetti da patologie inabilitanti e attività di assistenza professionale e di
sostituzione processuale per colleghe
in maternità.
L’
avvocato
Fedele
Moretti, consigliere
uscente, rappresenta
l’elemento di discontinuità nell’ambito
della storia del Consiglio Forense
tarantino. La sua una proposta di
rinnovamento che guarda anche ad
una rotazione nella gestione dell’organismo che regola l’attività degli
avvocati della provincia ionica. La
sua lista “Continuità ed innovazione” ha conquistato in totale 7 consiglieri. Anche a lui abbiamo rivolto
alcune domande a caldo. D. Sul
piano personale la sua è stata una
grande affermazione, ma il risultato complessivo non ha premiato la
lista, come se lo spiega? R. “Certamente il risultato personale, al pari
della maggioranza degli altri colleghi della mia lista è gratificante. Noi
abbiamo improntato la nostra “strategia elettorale” partendo da una
valutazione assolutamente negativa
sul regolamento (Decreto Ministero
Giustizia 10.11.2014 n° 170 , G.U.
24.11.2014 4. Il voto e’ espresso
attraverso l’indicazione del nome e
cognome degli avvocati candidati,
ovvero attraverso l’indicazione della lista; in tale ultima ipotesi, il voto
attribuito alla lista e’ computato, in
sede di scrutinio, come espressione di voto a favore di ognuno dei
componenti della lista. Sono nulle
le schede che recano espressioni di
voto rese in parte con indicazione
della lista ed in parte con attribuzione di preferenza individuale,
nonché quelle recanti l’indicazione
di più liste). Abbiamo lasciato assoluta libertà ai colleghi di esprimere
le proprie preferenze indipendentemente dal voto alla lista. E questo
L’avversario
Fedele Moretti
secondo solo dopo
Di Maggio:
«Penalizzati da
un regolamento
discutibile»
ci ha chiaramente penalizzati. Come
Associazione Nazionale Forense abbiamo anche impugnato davanti al
TAR del Lazio un regolamento che
riteniamo sbagliato” D. In concreto
come si è svolto il voto? R. “Come ho
già detto noi abbiamo ricevuto il voto
a livello di singoli candidati venendo
a mancare il voto per la lista. Abbiamo verificato come il voto nei giorni
di attività del tribunale, quindi quello
di quanti esercitano con continuità la
professione, sia andato prevalentemente a noi, mentre quello di sabato,
ovvero di chi ha meno frequentazione
con le aule, più con la pec, ha interessato l’altra lista.” D. Le due liste
(la terza non ha influito più di tanto
non ottenendo neppure un consiglie-
C
L’avvocato
Paola Convito,
prima tra le donne
C
andidata al di fuori delle
liste la giovane avvocata Romina Axo, alla sua
prima esperienze elettorale, ha stupito per il
largo consenso ottenuto. Guardando
ai soli voti personali è la prima delle donne. Le abbiamo chiesto come
spiega questo, per alcuni versi inaspettato, successo: «Ho voluto candidarmi per affrontare una nuova esperienza. L’ho fatto da sola rispettando
E tra
re) hanno rappresentato una sorta
di scissione del consiglio uscente;
avete “governato” insieme, cosa
vi ha portato a distinguervi? R. “Il
fatto di essere insieme nell’Ordine per un certo periodo non vuol
dire condividere necessariamente
gli stessi percorsi, le stesse storie,
gli stessi valori. Né lavorare insieme per qualche anno costituisce
motivo di superamento delle distinzioni. Come sindacato abbiamo sempre ritenuto non positiva
la presenza di blocchi monolitici
che portano alla conservazione e
al mantenere sulla scena sempre
gli stessi soggetti. E’ una questione di trasparenza, di democrazia,
di rotazione. Gli incarichi vanno
messi a disposizione di tutti. Noi
abbiamo marcato questa nostra
posizione rifiutando l’idea della
successione dinastica.” D. Al netto delle questioni di regolamento
i numeri dicono comunque che la
lista ha totalizzato meno consensi
di quanto forse erano attesi R. “
Se guardiamo ai numeri di ciascun
collega in relazione alle preferenze individuali con la vecchia normativa la storia sarebbe stata altra.
Ci sono nostri candidati che hanno
avuto in assoluto più preferenze
di colleghi dell’altra lista entrati
in consiglio, penalizzati dal voto
alla lista che è mancato”. D. Quale sarà ora il Vs atteggiamento in
consiglio? R. “Non ci mettiamo
certo a fare ostruzionismo. Siamo
avvocati e lavoreremo nell’interesse degli avvocati. Saremo di
stimolo ovviamente e vigileremo
attentamente affinché si evitino gli
errori del passato”.
Le vittorie “rosa”
on 400 preferenze personali, a cui si sommano i voti di lista, l’Avvocato Paola Donvito
si conferma consigliere
dell’Ordine degli Avvocati ed è la
prima donna, quinta in assoluta.
Qualcosa in più ha portato a casa
l’avvocato Romina Axo (425) che
però non ha voti di lista essendosi
presentata autonomamente. Le abbiamo chiesto una breve dichiarazione: «Il risultato personale è stato
molto soddisfacente, quasi inaspettato. Evidentemente risultato del
lavoro svolto nella passata consigliatura. Ho lavorato avendo come
obiettivo principale la formazione e
la preparazione dei colleghi. E’ un
il mio spirito libero ed indipendente.
I gruppi erano composti tutti da bravi colleghi ma ho voluto cimentarmi
da sola. Credo che sia stata premiata
la disponibilità, il sorriso, il modo
di porsi nei confronti dei colleghi.
Auspico che all’interno del consiglio si riesca a lavorare tutti insieme condividendo un unico progetto
nell’interesse di tutti gli avvocati di
Taranto».
obiettivo a cui tengo in modo particolare nella convinzione che l’ avvocatura debba essere preparata per
affrontare le tante sfide del nostro
tempo. Purtroppo viviamo un momento di grande crisi non solo dal
punto di vista sociale per il nostro
territorio ma più in generale per la
professione. Dobbiamo puntare alla
qualità dei colleghi a cominciare da
noi stessi consiglieri. Ci misureremo con un programma che prevede
obiettivi molto interessanti a cominciare dal processo civile telematico.
Abbiamo una squadra di grande
valore che ha avuto il consenso dei
colleghi. Lavoreremo nell’interesse
di tutti».
L’ avvocato Romina Axo,
l’outsider che ha sorpreso tutti
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Galeotto quel termometro
«Intasano gli
ospedali pugliesi»
Ormai in pensione quelli
al mercurio, lasciano il passo ai
digitali. Ma saranno così
attendibili? Se lo chiede anche
il presidente del Nuovo Centrodestra
della Regione Puglia,
Domi Lanzilotta
Cronache dal letto
La solitudine dell’influenzato
A letto con la febbre di stagione, tra il termometro e il brodino?
Coraggio, poteva andare peggio
di Oscar Nardelli
P
assato Natale, tra la fine
del vecchio e l’inizio
del nuovo anno, come il
pagamento del canone
televisivo, i conguagli
condominiali e le tasse, ecco puntuale
arrivare anche l’influenza.
Arriva quando non te lo aspetti, ancor
prima che tu te ne accorga di esserne
stato colpito. A volte capita che se ne
accorgano prima gli altri, magari in
ufficio quando i tuoi colleghi entrando nella tua stanza ti dicono: «Ciao,
come mai hai gli occhi umidi?». Tu
guardi il collega, poi butti lo sguar-
do verso il soffitto e non sapendo che
rispondere dici: «booh». Poi ne entra
un altro, ti lascia delle carte sulla scrivania e prima di uscire ti chiede come
mai hai le guance così arrossare. Tu
guardi il collega, riguardi il soffitto e
poi rispondi anche a lui: «booh». La
mattina dopo le domande dei colleghi
e i tuoi booh si sono trasformati automaticamente in un’influenza corredata da febbre a 39 e 2.
Usciti i ragazzi, andata al lavoro anche tua moglie, resti solo. Peccato
questa dannata febbre. Quante cose si
potrebbero fare in una giornata di sole
Addio, Francesco
In ricordo del giovane Carlucci, figlio del presidente del Comitato
per la Qualità della Vita, morto a Berlino nei giorni scorsi
di Titty Battista
H
a suscitato vasta eco a
Taranto e nella provincia
ionica la notizia della
improvvisa morte del
giovane tarantino di 46
anni, Francesco Carlucci, figlio del
noto professore Carmine Carlucci,
presidente del Comitato per la Qualità
della Vita di Taranto.
Il decesso è avvenuto il 21 gennaio
scorso a Berlino dove Francesco si
era trasferito da alcuni anni per motivi di lavoro.
Francesco Carlucci era conosciuto e
amato a Taranto come il papà perché
aveva ereditato dallo stesso la passione per le tradizioni popolari e in particolare per la Settimana Santa.
Confratello del Carmine, ha partecipato per diversi anni insieme al papà
Carmine al pellegrinaggio ai Sepolcri
come questa, con la moglie al lavoro
e i figli a scuola. Pazienza.
Quando, nel tardo pomeriggio ti svegli, in casa regna uno strano silenzio.
Nessun televisore acceso, nessuno
che fiata, nessun rumore; allora chiami tua moglie. Lei in due secondi
netti è già nella tua stanza per dirti di
non gridare e non fare rumore, perché
i ragazzi sono tornati da scuola febbricitanti e ora stanno riposando.
Poi, e non sai perché, pensi alle persone anziane e debilitate. Quelle veramente malate e bisognose di cure.
Pensi ai pensionati e agli indigenti, e
del Giovedì Santo e alla Processione dei Misteri del Venerdì Santo.
Era il rappresentante del Comitato
per la Qualità della Vita a Berlino
e a marzo dello scorso anno aveva,
per lo stesso Comitato, curato e seguito lo stand tarantino presente alla
Bit (Borsa Internazionale del Turismo) della città tedesca.
Aveva una grande passione per la
grafica e i pannelli da lui realizzati
nel corso delle varie edizioni della
Settimana Santa saranno esposti in
mostra durante i prossimo Riti pasquali.
La salma è giunta nella chiesa del
Carmine a Taranto da Berlino il 5
febbraio.
Alla famiglia del professor Carmine
Carlucci e al Comitato per la qualità della vita le sentite condoglianze
della direzione e della redazione di
Extra Magazine.
Anche il semplice gesto di misurare la
temperatura corporea è andato incontro a una rivoluzione tecnologica negli
ultimi anni, con i termometri digitali e
a raggi infrarossi che hanno gradualmente sostituito il caro e vecchio termometro a mercurio, spedito in pensione
da una direttiva europea del 2009. Ma
lo scetticismo è ancora forte e si moltiplicano le critiche contro i termometri
odierni, spesso accusati di scarsa attendibilità. L’ultimo attacco, in ordine
di tempo, è arrivato dal presidente del
gruppo del Nuovo Centrodestra della Regione Puglia, Domi Lanzilotta,
secondo cui il malfunzionamento dei
termometri digitali in commercio ha
causato un “ricorso massiccio a terapie
farmacologiche” e un “intasamento
delle strutture ospedaliere” pugliesi nel
periodo delle vacanze natalizie, dopo
che i termometri digitali hanno fatto
registrare temperature di 2-3 gradi superiori a quelle reali.
ti chiedi come facciano queste persone
quando si vengono a trovare nelle tue
stesse condizioni, o peggio. Come si curano? Quanti salti mortali debbano fare
per acquistare le medicine, necessarie
ma non convenzionate o per sottoporsi
agli esami di rito. Se tu avessi deciso
di andare dal medico per farti visitare,
avresti dovuto prima perdere una quindicina di giorni per fare tutti quegli
esami (tutti rigorosamente a pagamento, si intende, per velocizzare i tempi).
Ma quella gente come fa? Come fa un
pensionato che arriva a malapena a 600
euro al mese a pagarne, se ha urgenza,
150 per una risonanza? Ammesso che la
visita la possa fare in una struttura della
città, perché altrimenti dovrà aggiungere
anche le spese del trasferimento in una
struttura fuori sede, magari di un altro
ente o clinica.
Come fanno queste persone quando
devono sottoporsi a questi esami? Ma
è semplice, ci sono le liste d’attesa. E
come funzionano? Semplicissimo: si va
alle ASL, si richiede la visita necessaria, l’addetto trascrive, prenota e poi ti
passa da sotto il vetro un documento con
la data fissata per la visita. Ma in attesa
di essere chiamati, magari tra sei mesi,
quando le cure non avranno più senso, al
paziente cosa gli resta da fare? Se crede,
rivolgere un pensiero al cielo e chiede la
grazia.
22
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Incontri
E tra
Simona Vinci,
nata nel 1970, vive in provincia di Bologna. Il suo esordio letterario risale al
1997, con il romanzo “Dei bambini non si
sa niente”, edito da Einaudi nella collana
Stile libero; il libro, vincitore nel 2000 del
Premio Elsa Morante opera prima, fa
ottenere alla scrittrice un grande successo
di pubblico e di critica, suscitando anche
scandalo e polemiche per il tema trattato.
Nel 1998 il suo libro di racconti “In tutti
i sensi come l’amore” arriva nella cinquina finale del Premio Campiello. Nel
2003, sempre al Premio Campiello, il suo
romanzo “Come prima delle madri” si
classifica al secondo posto per pochi voti.
Alla fine di maggio del 2012 è diventata
mamma del piccolo Ettore.
Simona Vinci
La mia solitudine
cercata
Leggere e scrivere: null’altro è così importante per l’autrice
del discusso “Dei bambini non si sa niente”, opera che infrange il tabù
della sessualità dei più piccoli. E anche ora che è madre rivendica
la scrittura come unica cosa che davvero le appartiene
di Cosima Borrelli
L
a scrittura è vita, diceva
François Truffaut, scrivere
significa migliorare la vita,
sistemarla a modo proprio, prolungando i giochi
dell’infanzia. La scrittura non è mai
ostacolo, ma ponte privilegiato tra la
nostra interiorità e quella degli altri.
Si configura come una preziosa arma
in grado di veicolare concetti profon-
di e forti con la leggerezza di un gioco, è bisogno costante e quotidiano
di fare i conti con la parte buia che
dimora in ognuno di noi, è antidoto
contro i propri demoni interiori che
spiattellati su un foglio vengono disarmati. La scrittura è la vita e sceglierla
significa accettare ufficialmente e scientemente pro e contro del mestiere di
scrivere. Simona Vinci, secondo il mio
parere, veste perfettamente questi panni,
la sua è una scrittura fortemente crudaintimista-filosofica-ombelicale. Simona
irrompe sulla scena letteraria italiana nel
1997, con il discusso Dei bambini non si
sa niente, vincitore del Premio Elsa Morante opera prima. Da allora, il percorso
letterario di Simona Vinci è stato tutto
in salita.
Riprendendo un pensiero di Marguerite Duras: “Scrivere era l’unica cosa che popolava la mia vita
e che la incantava. L’ho fatto. La
scrittura non mi ha mai abbandonato. Tutto scriveva nella casa
quando scrivevo. La scrittura era
ovunque”. Come e quando è nata
in lei l’esigenza di affidare alla
scrittura il suo sentire più profondo?
«Ho cominciato a scrivere da bambina,
verso i sette, otto anni. Essendo la lettura
la scoperta più affascinante e incredibi-
E tra
6 febbraio 2015 / n.6
23
l’esterno, si scrive di sé parlando d’altri, si scrive d’altri scrivendo di sé».
Secondo Francis Bacon: “La lettura rende un uomo completo,
la conversazione lo rende agile
di spirito e la scrittura lo rende esatto”. Leggere costituisce
uno spazio di libertà mentale e
luogo segreto dell’infanzia dove ci
sono i sogni e gli incubi, e costruire un
mondo in cui gli adulti non potessero
entrare. Anche se poi, come avviene
nel romanzo, il mondo adulto riesce
sempre a trovare il modo di entrare.
Volevo anche evitare del tutto la funzione moralizzatrice di genitori e maestri. I bambini del romanzo scappano
a giocare in quel capannone perché lì
sono – o forse credono - di essere, liberi. Liberi dallo sguardo degli adulti,
di tutti gli adulti. Uno sguardo che anche quando è amorevole, spesso è soffocante ed essendo spesso incapace di
guidare in modo creativo l’immaginazione infantile, la spegne o peggio
ancora, la rovina».
Nei suoi libri l’infanzia ha un
ruolo importante, per lei non è
solo il periodo dell’innocenza
ma anche il tempo delle ingiustizie subite, delle ambiguità
perché i piccoli non hanno una
personalità strutturata che permetta loro di difendersi da un
mondo adultocentrico. Da cosa
ha origine tale interesse?
«Non saprei rispondere a questa domanda, è così e basta. L’infanzia per
me è la stagione più interessante e creativa della vita umana. Il resto è noia e
asservimento. In realtà, mi pare che in
ciò che ho scritto e scrivo, il fatto che
l’infanzia sia il tempo della scoperta
della crudeltà non significa che non
sia al tempo stesso l’età dell’innocenza: se non lo fosse, non ci sarebbe turbamento nello scoprire “ingiustizie,
cattiverie e ambiguità”».
le che mi fosse capitata fino a quel
momento, credo mi sia venuto naturale immaginare di poter attraversare
la pagina scritta e andare a mettermi
di là, nella posizione rovesciata dove
credevo vivessero i misteriosi e senza volto che però avevano voci e la
capacità di raccontare storie. Non ho
mai voluto davvero altro, nella vita,
che leggere e scrivere».
Quale dovrebbe essere il compito della scrittura oggi? Per lei è
una sorta di veicolo per liberarsi
e per liberare esorcizzando paure e fantasmi interiori attraverso il racconto?
«Non credo che l’arte abbia alcun compito specifico. Non mi
interessa la letteratura che si definisce (o peggio auto-definisce)
d’impegno (civile, politica, educativa) perché queste cose, l’arte
le fa senza il bisogno di volerle
farle. L’arte è un’espressione
dell’umano, è un modo di riflettere sul mondo, sul tempo, sul
senso (o non-senso) del nostro esserci e passare sulla Terra, è esercizio di
respirazione linguistica. Circolazione
di idee tra sé e sé, tra sé e altro da sé.
Credo che ogni artista abbia una speciale membrana che vive in un costante processo osmotico tra l’interno e
di costruzione del pensiero, moltiplica le vite e le esperienze del
possibile. Cosa rappresenta per
lei la lettura?
«Tutto. Non saprei vivere senza leggere e anzi spesso ho sognato e sogno
di poter vivere non facendo assolutamente nient’altro che leggere. Mi rendo conto che la mia è una dipendenza
incentivata e acuita dal fatto che amo
molto la solitudine».
Nel coro diffuso sulla retorica
della maternità, Simone De Beauvoir, già nel 1980 cominciò
a demitizzare la maternità e
soprattutto l’innato istinto materno sostenendo che non si
nasce madre ma si diventa attraverso un lungo percorso interiore fatto di inadeguatezze,
sentimenti contrastanti, periodi
di difficoltà… per questo non si
deve sopravvalutare la maternità, essere madre non è un’attitudine innata anzi si impara ad
allevare un figlio, a conoscerlo e
ad amarlo. Secondo lei è così?
«Assolutamente sì. Poi io non posso
negare, non vivendola, la condizione
idilliaca di chi ha sempre desiderato
la maternità e la vive come il senso e
il fulcro della propria esistenza, però
per me non è stato e non è così. Per
39 anni mi sono considerata una donna che non voleva e non avrebbe avuto figli. Poi il figlio è arrivato, sono
contenta che la sua persona esista nel
mondo, ma lui non è me, la mia scrittura sì. Un bambino, specie fino ai tre
anni ha bisogno di accudimento, costanza, attenzione e di una quantità di
cure – pratiche, psicologiche, emotive
– infinite. Toglie spazio e aria a tutto il
resto e questo è spesso frustrante. Credo che una donna non dovrebbe aver
paura di passare per una cattiva madre
se ammette lo sfinimento, e chiede un
po’ di aiuto. Non credo affatto a quelle frasi tipo: “solo una mamma lo sa,
solo una mamma può...”… Può anche
un padre, possono un nonno o una
nonna. Può chiunque abbia tempo,
pazienza e amore».
Lieto evento
“Dei bambini non si sa niente”
segna il suo esordio letterario.
Un romanzo che apre spunti di
riflessione, uno schiaffo inflitto
alla nostra claudicante moralità e che rivela una sessualità
cruda, propria del mondo dei
più piccoli. Secondo lei il mondo
dell’infanzia e dell’adolescenza
è un tabù per molti genitori e
questo impedisce di fornire gli
strumenti adeguati per diventare adulti?
«Volevo raccontare la storia di un
gruppo di bambini e ragazzini preadolescenti, volevo raccontare quel
24
6 febbraio 2015 / n.6
Nuvolette
ALLA LIBRERIA UBIK
Un dampyr a Taranto
Venerdì 13 febbraio, dalle ore 18.30, la presentazione
dell’albo “L’ospedale stregato”, in uscita questo mese
e già disponibile in tutte le edicole. Ospite d’eccezione,
il disegnatore Alessio Fortunato con una piccola mostra
di tavole originali e un disegno realizzato per l’occasione
di Pierluigi Rota
A
vvistato un
dampyr a
Taranto!
«Secondo
le antiche
credenze del folklore
slavo, il dampyr è il figlio nato dall’unione tra
una donna e un vampiro. Metà umano e metà
creatura aliena, è la sola
creatura che può uccidere gli Arcivampiri o
Maestri della Notte, la
loro corte di non-morti
e le altre creature delle
tenebre che infestano
il nostro e altri mondi. Harlan Draka è un
dampyr» (dal sito www.
sergiobonelli.it). Le sue
avventure sono raccontate nella serie a fumetti
“Dampyr”, edita da Sergio Bonelli Editore.
Venerdì 13 febbraio,
dalle ore 18.30, presso
la Libreria Ubik di Taranto, in via di Palma
69, Grafite - Scuola di
Fumetto Pugliese promuove la presentazione
dell’albo n. 179 di Dampyr “L’ospedale stregato”, in uscita questo mese e
già disponibile in tutte le edicole.
Ospite d’onore, il disegnatore Ales-
sio Fortunato con
una piccola mostra
di tavole originali
dell’albo in questione. A condurre l’evento, Marco
Laggetta delle Edizioni Voilier.
Il disegnatore pugliese ha realizzato
per l’occasione un
disegno con Harlan,
Kurjak e Tesla.
I testi de “L’ospedale stregato” sono
di Samuel Marolla,
coadiuvato alla sceneggiatura da Diego
Cajelli, la copertina
è del solito Enea Riboldi.
Ecco l’incipt della
storia (dal sito della
casa editrice): «Un
vecchio
ospedale chiuso da anni,
sull’isola di Arran,
è stato riaperto in
fretta e furia per
ospitare i naufraghi della “Northern
Star”. Ma i pazienti
iniziano a sparire e un agente di polizia, William Hopley, rammenta le
dicerie locali sull’ospedale maledetto
di Bran Moor. Così, chiama in aiuto
la sua vecchia amica Maud Nighitingale, la cacciatrice di fantasmi, e Harlan
Draka...».
Alessio Fortunato è nato nel 1968 a
Trossingen, in Germania da genitori pugliesi (di Sammichele di Bari). Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Bari,
scuola di scenografia, discutendo la tesi
sul Cinema Espressionista Tedesco.
Nel 1995 vince il concorso per giovani disegnatori alla fiera barese “Expocomics” ed inizia a collaborare con la
fanzine “Epic!”, per la quale disegna
una miniserie dal titolo “Città Oscura”. Nello stesso anno esordisce per la
casa editrice Liberty di Ade Capone con
“Erinni Atto Zero”. Con le sceneggiature di Ade Capone, disegna, sempre
per la Liberty, “Kor One Atto Zero”, “Il
Potere e la Gloria” ed “Erinni Streep”.
Nel 1997 esordisce alla Star Comics
con una storia di Lazarus Ledd per il
decennale della casa editrice. L’anno
successivo entra nello staff della serie
“Lazarus Ledd” realizzando il numero
63 “Una semplice storia d’amore”; per
il fumetto di punta dell’editore umbro
pubblicherà 10 albi. Nel 2003 diventa
parte del team di disegnatori della serie dell’Eura Editoriale “John Doe”.
Sempre per l’Eura disegna per la miniserie “Detective Dante” e numerose
storie della serie “Trapassati Inc.”, oltre
a storie brevi per le riviste “Skorpio” e
“Lanciostory”. Ha disegnato anche una
storia di Heavy Bone, personaggio ideato dal tarantino Enzo Rizzi.
Attualmente risiede e lavora a Castellaneta e fa parte dello staff dei disegnatori
di Dampyr, per Sergio Bonelli Editore.
E tra
L’OROSCOPO
dal 6 al 13 febbraio 2015
ARIETE
21.03 - 20.04
Una gratificazione sul lavoro aumenterà la vostra autostima. Vivete un momento di alta considerazione di voi stessi il che vi rende
anche più affascinanti.
TORO
21.04 - 20.05
Tensioni in coppia. Colpa soprattutto dell’orgoglio che ingigantisce anche i problemi non
grandi.
GEMELLI
21.05 - 21.06
L’oroscopo preannuncia una
settimana proficua per gli affari. Possibili trasferte di lavoro in
posti interessanti.
CANCRO
22.06 - 22.07
E’ l’amore a farla da padrone
nell’oroscopo di questa settimana, soprattutto per chi è in
coppia da tanto tempo. Potrebbero arrivare proposte importanti.
LEONE
23.07 - 23.08
Mercurio in opposizione vi rende nervosi sul lavoro e insofferenti con capo o colleghi.
VERGINE
24.08 - 22.09
Vorreste evitare le tensioni
ma è giunto il momento di un
faccia a faccia che rimandate
da tempo. Anche i più pazienti di voi potrebbero perdere le
staffe.
diVERSI
di Cataldo Basile
UN MOMENTO DI FELICITA’
N
Nel buio
non riesco a stare nè a guardare;
nel buio ci vengono in mente
parole uniche
a parole dure
parole che non sono nostre
e cerchiamo nella nostra vita
quando siamo soli in una stanza
accesa di vita, di un fuoco
che riscalda,
viene alla mente
un momento di felicità;
un momento
fatto di pane e di vino.
BILANCIA
23.09 - 22.10
Tutto procede nella norma e
forse proprio questo vi annoia
un po’. Vorreste un partner più
romantico. Ma nel week end
arriverà una piacevole sorpresa.
SCORPIONE
23.10- 22.11
Colpi di fulmine in vista per
chi è single, soprattutto per
chi ora cerca tutto tranne che
l’amore. Rassegnatevi alle farfalle nello stomaco: non è poi
così male no?
SAGITTARIO
23.11 - 21.12
Settimana calante dal punto di
vista fisico e passionale. Piccoli
problemi di coppia vi distraggono mentre il lavoro richiederebbe concentrazione.
CAPRICORNO
22.12-20.01
L’oroscopo di questa settimana
vi suggerisce di dare al partner
le sicurezze che si aspetta da
voi. Facendo ciò tutto procederà per il meglio e voi ne guadagnerete in serenità.
AQUARIO
21.01 - 19.02
Sul lavoro saprete farvi valere.
Meritato week end di riposo
ma fate attenzione ad un potenziale disturbatore non gradito.
PESCI
20.02 - 20.03
Se avete chiuso una storia da
poco ma siete ancora coinvolti avrete modo di riaprire
il discorso. Forse non tutto è
finito.
E tra
6 febbraio 2015 / n.6
CAMBIO VITA E GIRO VITA:
TORNO IN FORMA!
Con la primavera che si avvicina si cerca di rimettersi
in forma. Le motivazioni risultano essere tante, così
come le scelte possibili! L’importante è iniziare subito!
Non aspettate di invecchiare per voler restare giovani!
Non aspettate di ammalarvi per porre rimedio!
di Paolo Carrieri *
I
n questo periodo, nelle palestre, nei centri sportivi, nei fitness club, nei parchi e perfino
per strada si riversano un gran
numero di persone disposto a
praticare una qualunque attività fisica per recuperare la forma. Ormai
tutti sono d’accordo: il segreto per
vivere bene e a lungo consiste in
una costante e adeguata attività fisica e un’alimentazione sana e varia.
Purtroppo, però, più della metà della
popolazione “occidentale” è sedentaria e anche in sovrappeso. Per questo insieme ai medici consigliamo
e spieghiamo come sia necessario
cambiare il proprio stile di vita e
le proprie abitudini per sempre.
Soprattutto occorre incrementare
l’esercizio fisico che rende più forti
ed aumenta la resistenza anche alle
malattie. Deve aumentare la consapevolezza che l’attività fisica deve
fare parte integrante della vita di tutti
i giorni. In particolare l’esercizio fisico costruito “ad hoc” in molti casi è
un farmaco senza controindicazioni.
Sostiene il noto farmacologo Silvio
Garattini: “... occorre convincersi
che l’essere in forma, avere energia
ed essere in buona salute dipende da
quello che facciamo noi: buone abitudini di vita, non fumare, mantenere il peso corporeo, praticare esercizi
fisici”.
CINA: CONTRO L’OBESITA’ GINNASTICA OBBLIGATORIA
Da anni gli Stati Uniti, e successivamente anche Europa e Paesi del
Mediterraneo sono alle prese con il
problema della sedentarietà e della
conseguente obesità. Nei paesi più
sviluppati la tendenza ad accumulare chili di troppo non risparmia
nessuno. Il problema si fa via via
più pressante soprattutto per quel
che riguarda l’obesità infantile che
in alcuni Paesi sta diventando una
vera piaga sociale. Nonostante l’attenzione dei Governi il problema
non è stato ne’ risolto ne’ attenuato
e l’incidenza di malattie croniche
come diabete e patologie del cuore
continua ad aumentare.
Sorprende che il problema ora riguardi anche popoli come i cinesi
e i giapponesi che dal punto di vista
alimentare sono piuttosto equilibrati: nonostante facciano più spuntini
al giorno (ottimo per tenere attivo il
metabolismo), mangiano molto riso,
tanta verdura, spesso cotta al vapore, pesce, carne, e mai formaggio, a
meno che non sia di soia. Una dieta
che permette alla maggior parte dei
cinesi di non avere problemi di sovrappeso. Ma ora anche loro rischiano di cadere nel vortice dell’obesità
e fanno di tutto per tenerla lontana.
Soprattutto i più giovani che sempre più faticano a resistere alle tentazioni di pollo e patatine fritte del
Kentucky Fried Chicken, e allora
Pechino ha deciso di correre ai ripari
ripristinando l’obbligo degli esercizi
quotidiani per far rimanere in forma
la popolazione.
PER I GIAPPONESI MISURE
OBBLIGATORIE
Il Giappone non ha grossi problemi di obesità ma un paio di anni fa
prese un’iniziativa per contrastare il
sovrappeso (una delle più drastiche
e riuscite che si sia mai vista). Una
legge che prevedeva, infatti, che
nei check-up annuali previsti, fosse
introdotta la misurazione del livello
di adipe. Uomini e donne tra i 40 e i
74 anni furono obbligati a sottoporsi
alla misurazione della “ciccia” per
valutare tempestivamente il rischio
di obesità ed intervenire immediatamente. Fu stabilito che per le donne
il limite massimo consentito è di 79
centimetri circa, al di sopra del quale
si viene considerati in sovrappeso.
Per gli uomini il limite è di 90 centimetri. Questo provvedimento é
stato preso per scongiurare le conseguenze del sovrappeso che insorgono nella fascia di età tra i 40 ed i
70 anni, in special modo il rischio di
infarto e il diabete. Addirittura sono
previste pesanti sanzioni finanziarie
per le compagnie e gli enti locali che
non si adegueranno all’individuazione dei target previsti. L’obiettivo
era di diminuire la popolazione sovrappeso del 10% in quattro anni,
dando così un taglio netto alle spese
della sanità pubblica che derivano
dagli oneri provocati dai problemi
di sovrappeso. Un miglioramento
della salute dei cittadini corrisponde
ad un risparmio sulla spesa sanitaria
pubblica. Diminuendo il numero
degli infarti e dei diabetici, si evita
di conseguenza il sovraffollamento
degli ospedali un programma davvero ineccepibile, non c’è che dire.
Se anche in Italia si inserisse nei
check-up i test per misurare il livello
di adipe, si fornirebbe un valido aiuto a chi non sa di essere in sovrappeso, sottovalutando così i rischi e
continuando ad accumulare chili di
troppo. L’obesità, insieme alla sedentarietà, provoca molti altri disturbi ed è giusto non sottovalutarla ed
inserire dei controlli preventivi nelle
25
Fitness&Benessere
visite mediche. Ed in questo il Giappone
insegna...
D’INVERNO PROPRIO NON SE NE
PARLA DI FARE SPORT
D’inverno le scuse non mancano: il lavoro ci ha stremato, la palestra non piace,
fa troppo freddo per la partita di calcetto
con gli amici o per un’uscita in bici. Insomma, diciamocelo chiaramente: siamo allergici a qualsiasi forma di attività
fisica, prendiamo l’ascensore anche per
salire un solo piano, prendiamo l’automobile anche per fare cento metri e via
discorrendo. In Italia il 41% della popolazione per almeno 11 mesi l’anno non
alza nemmeno un dito. “È un problema
- sottolinea Marcello Faina, direttore del
Dipartimento di Medicina e Scienza dello Sport del Coni e medico della nazionale. L’attività fisica difende da malattie
come diabete, obesità, cardiopatie e tumori: i medici dovrebbero prescriverla
come un farmaco”.
L’INATTIVITÀ FISICA NUOCE ALLA
SALUTE.
Anche la scuola ha le sue responsabilità.
“Non è possibile che si facciano solo due
ore di educazione fisica alla settimana”,
si lamenta Faina. Anche perché, se oggi
oltre il 60% dei bambini tra i 9 e gli 11
anni fa sport, è vero anche che, nel corso degli ultimi 50 anni il tempo che i più
piccoli passano di fronte alla Tv o al Pc,
è quintuplicato. Non senza conseguenze.
Alcuni ricercatori canadesi hanno dimostrato infatti che guardare la televisione
“spegne” il senso di sazietà, facendo aumentare il rischio di sovrappeso e obesità. In un gruppo di bambini, ai quali era
stata messa a disposizione una quantità
illimitata di pizza, chi stava guardando
i Simpson ha mangiato infatti il 22% in
più rispetto agli altri.
Insomma, se ci piace oziare, abbiamo un
lavoro sedentario, ci piace stare comodamente seduti, vedere spesso la Tv, o
passare ore al computer e per giunta ci
piace anche mangiare male o troppo, siamo spacciati!
... E DI BUONE FORCHETTE!
Questa Italia apparentemente salutista
nasconde una prassi quotidiana diversa:
cattive abitudini ed errori/orrori alimentari sono molto radicati, come testimonia
la crescente diffusione di malattie legate
alla sfera nutrizionale quali l’anoressia,
la bulimia e, soprattutto, l’obesità e il
diabete, veri e propri “mali sociali” delle
nazioni industrializzate al pari della malnutrizione per i paesi più poveri. L’obesità nasce dallo sbilanciamento fra ciò
che mangiamo e ciò che consumiamo.
Resta, quindi, da percorrere una strada
molto lunga verso una corretta educazione alimentare, e questa non é favorita
dai modelli (mediatici e non) diffusi a
livello mondiale: la globalizzazione ci
ha abituato all’omologazione anche in
campo nutrizionale. Non a caso in un recente convegno il sociologo George Ritzer, sosteneva: “viviamo in un’epoca di
“mcdonalizzazione della società”, in cui
l’hamburger di Mc-Donald è diventato
una specie di “unità di misura” acquistabile in ogni parte della terra con le stesse caratteristiche e un identico rapporto
qualità/prezzo”.
Ricordiamo che la salute e il benessere
sono un puzzle composto da educazione alimentare, fisica e mentale. In ogni
caso cominciate con gradualità, sia sul
piano nutrizionale che dell’allenamento
fisico: fatevi prendere le misure, imparate a conoscervi, sperimentate e restate in
ascolto: non ve ne pentirete! Attenzione
é in gioco la vostra salute! Se siete pigri
allenatevi con il Personal Trainer. Muovetevi! Buon fitness a tutti!
* Dottore in Scienze Motorie, Specialista in Chinesiologia
Correttiva e Rieducativa, Educatore Fisico, ISEF, Preparatore Atletico e Sportivo, Personal Trainer, Direttore
Tecnico del MOVING CLUB.
PSYCHE
di Alessandro Montrone*
Mangiare bene,
vivere male
Io vedo che molta gente che conosco ha
una vera fissazione maniacale per il cibo
sano che per me è stata creata apposta
dalle ditte che producono questi alimenti
particolari. Chi è fissato con il mangiare
sano ha dei problemi? Tutti questi vegani
e biologici sono apposto con la testa oppure hanno qualcosa che non va?
Laura
Benché teoricamente adattiva, la cura della propria salute, specie quando non affidata a dei professionisti del settore, può perfino sortire delle derive paradossalmente controproducenti. Pertanto,
non si esclude che anche il salutismo alimentare,
per quanto condivisibile nei suoi principi, possa,
per eccesso, degenerare in una vera e propria
fattispecie patologica, in una sorta di ossessione
insana per i cibi “sani”, che oggigiorno viene comunemente denominata “ortoressia” (composto
di ορθο- «sano, corretto» e όρεξις «appetito»).
L’atteggiamento dell’ortoressico, così come quello
del (meno rigido) salutista, scaturisce dalla consapevolezza di essere quel che si mangia, quindi
dalla volontà di poter controllare, attraverso l’assunzione di cibo “sano”, il proprio stato di salute,
con l’intenzione di scongiurare evidenti angosce di
annichilimento.
L’eventuale gravità psichiatrica di questa condizione risulta facilmente misurabile dal grado di
compromissione del funzionamento individuale e sociale della persona affetta. Capita, infatti,
che la dieta divenga, in questi casi, una regola di
vita improntata su un personalissimo concetto di
purezza alimentare, considerato dall’ortoressico
quale parametro di riferimento attraverso il quale
giudicare sé stesso e gli altri in termini (direi) integralisti, giacché spesso inflessibili, moralizzatori
e intolleranti. Questo atteggiamento, già presente nelle forme più blande, si cristallizza in quelle
man mano più gravi, tanto da concretizzarsi in
una sorta di culto assai particolare, costituito da
credenze (fondate soprattutto sul predetto concetto di purezza alimentare) e da riti (principalmente
connessi all’acquisto e alla preparazione dei cibi),
che assorbono le risorse dell’individuo coinvolto
in misura dipendente dalla gravità della condizione. A lungo andare, le restrizioni imposte da taluni
regimi dietetici pseudo-salutistici possono anche
determinare uno stato di severa malnutrizione: mi
preme ricordare che in letteratura si registrano
perfino dei casi di decesso.
Dunque, la natura paradossalmente ossimorica
dell’ortoressia si esplica proprio in quest’insana
ricerca della salute; e l’esempio di tale condizione
patologica può fungere da deterrente per tutti coloro che giustamente aspirano ad uno stile di vita
più sano, affinché, scossi da questo monito, possano adottare dei comportamenti davvero efficaci al
loro scopo, magari consultando dei professionisti
della nutrizione, magari cominciando a considerare criticamente le ragioni stesse sottese alla questione della dieta, le quali afferiscono sempre alla
volontà, innanzitutto mentale, di cambiamento.
*Psicologo e Psicoterapeuta
Scrivete a
Alessandro Montrone
e-mail: dottormontrone@libero.it
26
6 febbraio 2015 / n.6
E tra
brevi
Calcio giovanile,
doppia vittoria
per la Red Boys
Doppia vittoria per la Red
Boys, nell’ultima giornata di
calcio giovanile. Con un gol
di Micoli i giovanissimi di
mister Lucarella mettono una
seria ipoteca sul discorso salvezza, battendo in casa il Valley Alberobello terzultimo in
classifica.
La doppietta di Santoro e il
gol di Palmisano regalano i 3
punti agli allievi di mister Palazzo, impegnata in trasferta
a Ginosa. Domenica prossima
allievi in casa contro il Sava,
giovanissimi in trasferta a Fasano. 2 a 2 dei giovanissimi
del Cristo Re sul campo dei
Giovani Cryos. Domenica
prossima al Pergolo arriva il
fanalino di coda Mariano Carone Oria.
M.M.
Calcio
As Martina ritrova
il tuo ardore
Dopo la prestazione incolore di Ischia i biancoazzurri cercano
il riscatto in casa di una Juve Stabia che non può sbagliare
di Mauro Mari - Foto di Lino Cassano
C’
é rammarico in
casa biancoazzurra. Uscire indenni
dal “Mazzella” di
Ischia avrebbe significato per il Martina rosicchiare
un altro punto dal quintultimo posto, per la contemporanea sconfitta di Messina e Cosenza. Mentre
le prime della classe rallentano, le
ultime non si danno affatto per vinte. Il girone C di Lega Pro regalerà
ancora tante sorprese e i verdetti, in
testa e in coda, costeranno ancora
tanto sudore.
Ilpuntodella23^giornata.
Si ferma il Benevento
allo “Zaccheria” di Foggia. Non ne approfitta
la Salernitana, che non
va oltre il 2 a 2 in casa
contro il Lamezia, dopo
essere stata sotto di due
goal a 10′ dal termine. In
scia ne approfitta solo la
Casertana che piega la
Paganese con un goal di
Rajicic. Primo goal con
la maglia del Matera per
Carretta: il 3 a 1 sul Messina porta
le distanze dal quinto posto a soli
5 punti. Cambia il fanalino di coda
del girone C, grazie al colpo della
Reggina in casa su un Lecce troppo altalenante per ambire a sogni di
gloria. Tre punti pesanti per Savoia
(1 a 0 all’Aversa ultimo in classifica) e Ischia (1 a 0 al Martina) che
accorciano le distanze dal quintultimo posto occupato da Messina e
Cosenza, sconfitta in trasferta nello
scontro diretto dalla Lupa Roma.
Perde anche il Melfi in casa di un
ritrovato Catanzaro. Uno a uno tra
Barletta e Juve Stabia, prossima avversaria del Martina.
Al “Romeo Menti” di Castellammare di Stabia Ciullo spera di recuperare Montalto, Magrassi e De
Risio, Certamente riprenderà il suo
posto al centro della difesa Fabiano. La seconda trasferta consecutiva arriva in casa della terza della
classe, con sette punti di ritardo
sul Benevento capolista. I campani
sono costretti a vincere, per continuare a guardare avanti piuttosto
che alle spalle, dove
Casertana,
Foggia
e Matera scalpitano
per entrare in zona
play-off. Il Martina
deve ritrovare il suo
proverbiale ardore
delle giornate precedenti a Ischia, dove
è sembrato essersi
appannato, forse appagato dalla vittoria
contro il Catanzaro.
Calcio,
Atletico in casa contro
il Parma Club Ginosa
Si chiude male la settimana
calcistica dell’Atletico Martina. Cominciata bene con la
vittoria interna sul Cisternino, sono arrivate due sconfitte consecutive contro Terlizzi
e Atletico Acquaviva.
Nel recupero di giovedì conto la capolista é finita 3 a 1
in favore degli ospiti, bravi a
rimediare con pazienza al gol
dello svantaggio siglato da
Palmisano. Non é andata meglio domenica in trasferta ad
Acquaviva, dove i ragazzi del
nuovo tecnico Claveri hanno
perso 2 a 1. Domenica prossima ospite al Pergolo sarà il
Parma Club Ginosa.
M.M.
Futsal femminile,
Martina: un poker
per il riscatto
Torna a vincere il Martina/
Monopoli con secco 4 a 0 nel
derby giocato in casa del Città
di Taranto. Le ragazze di coach Fanizzi riscattano così lo
stop subito dal Noci, nel big
match della scorsa settimana.
Il 3 a 2 delle baresi contro il
Copertino lascia invariata la
situazione in testa alla classifica. Domenica prossima
Pugliese e compagne osserveranno il loro turno di riposo. Ritorno in campo l’11
febbraio per la gara di ritorno
dello spareggio per l’accesso
alla Final Eight di Coppa Italia. All’andata finì 3 a 0 per
le pugliesi in casa del Lions
Potenza.
Sosta effettuata dallo Stone
Five Martina, domenica prossima al PalaWojtyla arriva il
Conversano.
M.M.
E tra
6 febbraio 2015 / n.6
calcio a 5 femminile
Martina e Italfutsal in rosa,
il binomio vincente
Martedì 3 e mercoledì 4 febbraio
il PalaWoytjla ha ospitato il secondo raduno
selettivo della neonata nazionale di calcio a 5
femminile. Coinvolto il girone meridionale
della serie A. Statte, Salinis, Fasano
e Bisceglie le squadre pugliesi interessate.
di Gisberto Muraglia
S
i è concluso mercoledì
pomeriggio il secondo
raduno selettivo della neonata nazionale
italiana di calcio a 5
femminile. Il teatro è stato il PalaWoytjla di Martina, che ha visto
le 19 convocate del tecnico Roberto Menichelli – già campione
d’Europa con la nazionale maschile – effettuare tre sedute lavorative
spalmate tra martedì 3 e giovedì 4
febbraio. Un lavoro prolifico per
l’allenatore delle azzurre, nuovo
al proscenio in rosa del futsal, che
ha l’arduo compito di mettere su
una selezione che possa competere con i mostri sacri di Brasile
(cinque volte campione del mondo), Spagna e Portogallo su tutte.
Da lodare il tempestivo intervento
dell’assessore Stefano Coletta, che
ha saputo prontamente far aggiudicare l’unico raduno per il sud Italia
a Martina. Meta, tra l’altro, molto
gradita e apprezzata da Roberto
Menichelli e dall’intero entourage
della nazionale.
DOPO MARTINA TOCCA
A GENZANO
Quello di Martina è stato il secondo raduno, dopo quello inaugurale tenutosi nel centro sportivo
di Novarello (28 e 29 gennaio),
riservato alle giocatrici del girone
C. Il primo raduno, invece, è
stato
riservato
alle giocatrici del
girone A. Il terzo
e ultimo raduno,
dedicato quindi
al girone B, sarà
effettuato il 3 e 4
marzo al PalaCesaroni di Genzano (Roma). Nella
prima tornata di
convocazioni,
Menichelli ha riservato almeno
una chiamata per
squadra. Nel girone meridionale
gli occhi erano
puntati sulle chiamate che Menichelli
avrebbe
riservato alla capolista Real Statte, alla Salinis,
Fasano e Arcadia
Bisceglie. Per le
rossoblu convocate Margarito e
Nicoletti, per le
daune Mansueto
Sport
e Caputo, Gelsomino per le brindisine e Maria Elisabetta Pinto
per le baresi.
PAROLA DI MENICHELLI
Il giudizio del Ct Menichelli – come si legge sul sito della
Divisione Calcio a 5 - sulla due
giorni pugliese è positivo. «Come
in occasione del precedente stage
a Novarello, a Martina Franca è
stato svolto un lavoro proficuo e ci
tengo a ringraziare le giocatrici per
l’attenzione, la concentrazione e
l’impegno messi negli allenamenti - ha detto Menichelli. Voglio poi
ribadire che chi non è stato convocato per i raduni di selezione può
tranquillamente ambire a far parte
della nazionale femminile, visto
che comunque ci sono atlete che
potrebbero non avere bisogno di
essere verificate durante gli stage –
spiega senza fronzoli il mister - che
saremo come sempre molto attenti alle novità
che emergeranno dalle
competizioni
nazionali,
vale a dire
campionato e
Coppa Italia.
Ne approfitto inoltre per
chiarire che
non esistono
vincoli di età
per le convocazioni: va
da sé che essendo quella
femminile
una nazionale
da costruire,
le attenzioni
mie e dello
staff saranno
rivolte
soprattutto ad
atlete di età
medio-bassa,
questo
mi
sembra abbastanza natura-
27
Foto principale tutti schierati:
LO STAFF E LE GIOCATRICI
AL COMPLETO
le e logico. Questo non toglie che
di fronte a necessità e con giocatrici di valore a disposizione, non
esiteremo a convocare anche giocatrici più avanti con l’età». Parole
che suonano come una manna dal
cielo per diverse escluse eccellenti, che non hanno preso benissimo
il secondo giro di convocazioni
per via dell’ormai famigerato “limite d’età” che ha minato, ma solo
momentaneamente, la presenza di
alcune storiche calcettiste che da
anni calcano i campi di tutta Italia.
ASPETTATIVE E SOGNI DELLA
NAZIONALE
Ci vorrà ancora qualche altro giorno per sapere i volti definitivi di
questa giovine Italia, anche se tra
gli addetti ai lavori già fremono per
vedere in campo le future azzurre.
Quali saranno le aspettative della
squadra di Menichelli? Il Brasile
del portiere paratutto Joziane Oliveira, Luciléia (pallone d’oro in
carica, gioca nella Lazio), Vanessa
Pereira e compagnia cantante sembrano essere ancora su un pianeta
a parte, così come la Spagna di del
portiere Belen, di Amparo Jimenez Lopez e Sara Iturriaga (giocatrici del Montesilvano) e Patricia
Gonzalez Mota. Non da meno il
temibile Portogallo di Melissa Antunes. Questo triumvirato è ancora
difficile da raggiungere, ma Menichelli ha un ottimo potenziale per
le mani pronto ad esplodere. Un
traguardo, quello della nazionale,
atteso da quattro anni (dall’istituzione della serie A), che iniziava
a essere una mancanza pesante di
fronte ai sopracitati colossi del
futsal in rosa.
E così, ancora una volta, davanti agli appuntamenti importanti,
Martina Franca e il suo rinomato PalaWoytjla
hanno risposto
“sì!”.
La fasanese Laura Gelsomino
28
6 febbraio 2015 / n.6
Sport
TARANTO
DOPO LA SOSTA
TRASFERTA A BISCEGLIE
I rossoblù di Pierfrancesco Battistini
si preparano ad affrontare il big-match
sul campo dei baresi. Scontro diretto
per proseguire la corsa al secondo posto
I
di Gabriele Russano
l Taranto è pronto a
far visita al Bisceglie. Dopo l’esordio
in panchina dello
scorso 25 gennaio
coinciso con la vittoriosa
gara interna sul Francavilla in Sinni, il nuovo tecnico Pierfrancesco Battistini ha avuto una settimana
di tempo per conoscere
meglio il gruppo ereditato
da Massimiliano Favo. La
sosta di domenica scorsa
osservata per l’impegno
della Rappresentativa di
Serie D nella Viareggio
Cup è servita a Prosperi e
compagni per lavorare al
meglio in vista del delicato ed importante match
che vedrà il Taranto affrontare una diretta concorrente nella rincorsa al
LUIGI DELFINO
SCACCHI IN DIVISA
(Seconda parte)
Sul tema di “Piccoli e grandi scacchisti crescono”
incontriamo ilMaestrotrentenne tarantino, ufficiale
gentiluomo e grande giocatore nel tempo libero.
di Marika Chirulli
(Continuazione
intervista del 30 Gennaio)
Quale tra le tue competizioni, più di tutte, ti
ha reso orgoglioso di te
stesso e perché?
Il Campionato Italiano
U16 a Roma, disputato
nel 1996. Mi classificai 3°
Assoluto ma, a parte il risultato finale, ho ottenuto
tante soddisfazioni durante i nove turni.Tra queste,
la vittoria contro Peter De
Bortoli all’epoca Candidato
Maestro, la partita patta con
Roberto Mogranzini (ora
GrandeMaestro) e con Pietro Mazzilli (ora Maestro
FIDE) e sei vittorie di fila
con giocatori tutti più forti di me, benché all’epoca
appartenessi alla seconda
Categoria Nazionale.
Come hai conciliato
una passione così impegnativa come quella
per gli scacchi con la
famiglia e gli impegni
lavorativi?
Non è facile conciliare tutto
ma gli scacchi fanno parte
della mia vita, così come
famiglia e lavoro!
Qual è la tua condizione emotiva prima di
ogni competizione?
Da piccolo la vivevo con
molta tensione, mentre ora
secondo posto. Bisceglie e
ionici sono infatti appaiate,
assieme al Brindisi, in terza
posizione con 37 punti, a sei
lunghezze dalla vicecapolista
Potenza, a sua volta staccata
dalla Fidelis Andria, primatista in solitaria dall’alto dei
suoi 51 punti. Battistini in
questi dieci giorni ha potuto
amalgamarsi ulteriormente
con il gruppo, che tra l’altro
ha ormai recuperato tutti gli
effettivi. In settimana qualche problema lo ha avuto
Francesco Mignogna, che
ha girato a parte insieme a
Giampaolo Ciarcià. Mentre
il fantasista tarantino dovrebbe regolarmente essere
a disposizione per la sfida
di Bisceglie (domenica ore
14:30), il centrocampista ex
Salernitana sta gradatamente completando il recupero
dal lungo infortunio subito
nei mesi scorsi e dovrebbe
tornare a calcare il campo di
gioco con serenità. L’obiettivo
non è battere l’avversario ma
superare i propri limiti.
L’aver imparato a controllare le tue emozioni disputando i vari tornei ai quali
hai partecipato, ti è stata
d’aiuto nell’affrontare gli
appuntamenti importanti
della vita?
Certamente, gli scacchi ti permettono di crescere molto anche nel quotidiano.
Nel tuo tempo libero quante ore dedichi agli scacchi?
Prima, almeno un’ora al
giorno,divoravo un bel libro
sull’argomento. Adesso preferisco giocare online con lo
smartphone ma mi rendo conto
che sia molto più utile leggere.
Mi sono ripromesso di riabituarmi a farlo.
A che punto della tua
carriera scacchistica sei
giunto?
Attualmente sono Maestro ed
ho raggiunto i 2251 puntiElo
ma sono appena all’inizio. Fabiano Caruana trema! Scherzo
naturalmente, vorrei diventare
Maestro FIDE e poi si vedrà.
Cosa si prova ad aver raggiunto un traguardo così
importante?
Sono molto soddisfatto ma
non si è mai completamente
appagati di successi e traguardi negli scacchi. E’ la voglia di
migliorare che ti permette di
crescere continuamente.
Le ultime parole suggellano la
personalità fantastica di questo grande scacchista. In un
momento di crisi dei valoriè
confortante sapere che ci sono
giovani così virtuosi ebrillanti
intellettualmente.
Luigi è il classico ragazzo
della porta accanto, affronta il
quotidiano “scherzosamente
in modo serio”, qualità che gli
dona un carisma particolare. Il
suo modo di far frontealla vita
gli ha permesso di raggiungere
gioco in gare ufficiali entro
la fine del mese.
SETTORE GIOVANILE Sfida
incrociata per la Juniores di
Michele Cazzarò, che dopo
la sosta del campionato, così
come la prima squadra, affronterà il Bisceglie seppur
a campi invertiti. I giovani
rossoblù, infatti, domani alle
ore 16:00 ospiteranno i neroazzurri al “Comunale” di
Statte per la quarta giornata
del girone di ritorno nel girone M del campionato Juniores. L’obiettivo è quello
di dare seguito alla vittoria
ottenuta due settimane fa sul
campo dell’Hinterreggio e
proseguire la rincorsa ad un
posto negli spareggi per l’accesso alle finali nazionali. Il
Taranto, a 21 punti, insegue
il terzetto composto da Fidelis Andria, Francavilla in
Sinni e Roccella, in quinta
posizione con 23 lunghezze.
dei traguardi che, comunemente, non si ottengono in
anni di studio e dedizione. A
“Jiji” i nostri affettuosi auguri!
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