Dopo Napolitano Settimanale di attualità, politica, cultura ed eventi ANNO VIX - N° 6 - 6 febbraio 2015 - € 0,50 Il dodicesimo Presidente Cronaca di ore importanti, quando Mattarella viene eletto come massima figura istituzionale e apre il suo settennato sottolineando l’urgenza delle riforme, prima fra tutte la legge elettorale Vincenzo Di Maggio, 59 anni. Per i prossimi quattro anni rappresenterà la categoria prendendo il posto di Angelo Esposito. Dopo una lunga tornata elettorale, l’eletto Presidente del Consiglio dell’Ordine racconta il suo programma e la sua squadra Avvocati alla riscossa Era di Maggio Renato Perrini La domanda da un milione di euro Gli inizi da operaio, l’impegno da imprenditore e la passione per la politica. Intervista al vice coordinatore FI, in vista delle prossime regionali: candidato sì o no? 2 6 febbraio 2015 / n.6 E tra E tra 6 febbraio 2015 / n.6 Editoriale 3 controcorrente in Parlamento nei riguardi della volontà di noi elettori ? Quante volte ci è capitato di eleggere parlamentari votando per uno schieramento politico ben preciso e in corso di legislatura, e per mero calcolo utilitaristico, li abbiamo ritrovati negli schieramenti avversari? Quante volte è capitato di votare a maggioranza referendum abrogativi (vedi ad esempio il finanziamento pubblico dei partiti!) e nostro settimanale. E’ mia abitudine ri- vedere approvare leggi che reintroducospondere privatamente a chi mi scrive, no quelle norme che avrebbero duvuto ma in questo caso le argomentazioni del essere abrogate? Che rispetto della vosignor Gianfrate (chiedo scusa ma non lontà degli elettori vi è nei garanti della conosco i suoi titoli) sono particolar- Costituzione quando da sette anni (!) i mente interessanti e tali da stimolare una Presidenti del Consiglio vengono decomune discussione. In estrema sintesi il cisi nel chiuso delle stanze dei Palazzi, signor Gianfrate, partendo da alcuni miei con maggioranze risicate che non troeditoriali fortemente critici nei confronti vano corrispondenza nella volontà dei dei Presidenti della Repubblica che si cittadini ? Quanto poi alla imparzialità sono succeduti dopo il magistrale set- dell’inquilino del Colle, l’arbitro super tennato di Sandro Pertini, in particolare partes di cui si vagheggia, è una chimera Scalfaro, Ciampi e Napolitano, mi sol- a cui non credono neanche gli opinionilecita a un maggior rispetto istituzionale sti più visionari. Nessuno degli undici che è dovuto a cariche elettive che sono Presidenti della Repubblica che si sono espressione della volontà dei cittadini, succeduti fino a ieri è stato il Presidenmediate dai nostri rappresentanti in Par- te di tutti gli italiani, e ne ho vissuti ben lamento. Le Istituzioni nazionali vanno nove, e non lo sarà neanche il neo eletto rispettate incondizionatamente, semmai Sergio Mattarella. Su questo ci potete sono criticabili i cittadini di questo Paese scommettere. Tuttalpiù si potrà scomi quali, nel corso di questi ultimi decen- mettere sul grado di maggiore o minore ni, hanno abdicato al ruolo democratico faziosità del nuovo Presidente rispetto di essere centrali nelle scelte dei propri ai suoi predecessori. Ogni uomo ha la rappresentanti , disertando il luogo del- propria storia personale e politica e le le decisioni, le urne. L’argomentazione decisioni, ed i comportamenti, sono moè condivisibile nella sua costruzione dellate ad immagine della propria senteorica, ma non la trovo convincente sibilità etica e culturale. In questo senso quando si misura con la realtà italiana. è comprensibile che molti dicano del Infatti, mi chiedo e vi chiedo, quale ri- nuovo Presidente «Questo non è il mio spetto dimostrano i nostri rappresentanti Presidente», senza che questo significhi HABEMUS MATTARELLUM di Vito Pietro Corrente Presidente, bau! A stemperare i bizantinismi della cerimonia di insediamento al Quirinale ci ha pensato Briciola, la mascotte dei Carabinieri L a battuta è troppo facile per non coglierla. Bene, allora, l’Italia ha un nuovo Capo dello Stato e mi sembra doveroso fare alcune considerazioni. Lo faccio prendendo spunto da una bellissima mail ricevuta da un attento e affezionato lettore del mancare di rispetto al ruolo di massimo rappresentante della Nazione a cui è stato chiamato. Ma se anche fosse stato eletto un uomo di schieramento avverso a quello in cui milita Mattarella, parimenti questo non sarebbe stato il Presidente di tutti. Per concludere un cenno al discorso di insediamento di Mattarella. Politically correct, addirittura ineccepibile nella forma. Ma nella sostanza non posso non rilevare l’ipocrisia di un uomo che dice di avere il cuore grondante tristezza per le condizioni di grande disagio sociale ed economico, di povertà assoluta di milioni di concittadini. E’ lo stesso uomo che, nella veste di membro della Corte Costituzionale, ha bocciato il referendum per l’abrogazione della legge Fornero, la legge più iniqua della storia della Repubblica. E’ lo stesso uomo che, nella veste di membro della Corte Costituzionale, ha incassato 430.000 euro l’anno per i quattro anni che corrono dal 2011 a oggi. Quanto pensate possa essere reale il suo dolore per chi non riesce a conciliare il pranzo con la cena ? In bocca al lupo presidente Mattarella, ma soprattutto in bocca al lupo a tutti noi. Extra Magazine Piazza Vittorio Veneto n. 2 - 74015 Martina Franca (TA) 4 6 febbraio 2015 / n.6 E tra E tra 6 febbraio 2015 / n.6 Dopo Napolitano Il dodicesimo Presidente Cronaca di ore importanti, quando Mattarella viene eletto come massima figura istituzionale e apre il suo settennato sottolineando l’urgenza delle riforme, prima fra tutte la legge elettorale di Oscar Nardelli A lle ore 13:13 di sabato 31 Valeria Fedeli, si sono recate al Palazzo gennaio 2015, alla quarta della Consulta, in Piazza del Quirinale votazione è stato eletto il 41, dal neo Presidente per comunicargli dodicesimo Presidente del- l’esito della votazione. Nel frattempo la Repubblica italiana: Ser- già giungevano al nuovo Presidente le gio Mattarella. Succede a Giorgio Na- felicitazioni e gli auguri da tutto il Papolitano, dimessosi, dopo nove anni di ese e oltre. Tra i primi a congratularsi, presidenza, il 14 dello stesso mese. Papa Francesco che ha scritto «DefeIl nuovo Presidente della Repubblica è renti espressioni augurali per la sua elestato eletto con 665 voti su 995 votanti, zione, che Ella possa esercitare il suo quasi i 2/3 dell’intera assemblea riunita alto compito specialmente al servizio a Montecitorio. dell’unità». Alla quarta votaDopo la cerimonia di zione il quorum proclamazione, solper eleggere il lecitato a prendere Presidente della la parola, le prime e Repubblica era di poche parole del Pre505 voti, contro sidente Mattarella, i 672 delle prime sono state: «Il pentre votazioni (dove siero va soprattutto e sono prevalse le anzitutto alle difficolschede bianche). tà e alle speranze dei L’Assemblea era nostri concittadini. E’ composta da Senasufficiente questo». tori a Vita, SenaNel pomeriggio ha tori e Parlamentari scelto le Fosse Ardella Camera, più deatine, come prima i delegati regionauscita dopo la sua li. In totale 1008, elezione. Dove, in Grandi Elettori forma privata, si è Sergio Mattarella (formalmente 1009 fermato in raccoè stato sposato con Marisa ma il Presidente glimento nel luogo Chiazzese (morta nel 2012) figlia del Senato Pietro dell’eccidio compiudell’ex rettore dell’università Grasso, avendo asto dai nazisti il 24 di Palermo, e docente di storia sunto la supplenza marzo del 1944, nel romana. Hanno avuto tre figli: del Quirinale, non quale furono truciLaura, Bernardo Giorgio ha votato). dati 335 italiani. Alle e Francesco. Il fratello Piersanti, Alle ore 12:21, domande dei cronisti ucciso dalla mafia nel 1980, dopo la fine della ha rilasciato solo la aveva sposato la sorella di lei, votazione, il Presiseguente dichiaraIrma. In foto, il neopresidente dente della Camera zione: «L’alleanza della Repubblica mentre dei Deputati, Laura tra nazioni e popolo pronuncia in Parlamento il suo Boldrini, ha dato seppe battere l’odio messaggio alla nazione. inizio allo spoglio nazista, razzista, andelle schede. tisemita e totalitario Erano le 12:58, di cui questo luogo quando Sergio Mattarella ha raggiunto è simbolo doloroso. La stessa unità in 504 voti, gliene mancava solo uno per Europa e nel mondo saprà battere chi essere eletto e nell’emiciclo della Came- vuole trascinarci in una nuova stagione ra, è scoppiato un lungo applauso. Alle di terrore». ore 12:59, alla ripresa dello spoglio, su- Questa, in sintesi, l’intensa giornata perato il quorum necessario di 505 voti, politica di sabato 31 gennaio 2015. Dol’applauso è ripreso con fragore ed è du- menica primo febbraio, come d’abitudirato oltre cinque minuti. Alle ore 13:13, ne, il nuovo Presidente si è recato nel a conclusione dello spoglio, Sergio centro di Roma per assistere alla Messa Mattarella, è diventato il nuovo Presi- nella chiesa Santi Apostoli, successivadente della Repubblica con 665 voti, sui mente, a piedi, è tornato alla foresteria 995 che hanno votato. Alle ore 13:31, della Consulta dove risiede, salutato dai con la lettura del verbale all’assemblea, passanti che lo incontravano. Da martesi è proceduto all’ufficializzazione della dì 3 febbraio 2015, dopo il giuramento proclamazione del XII presidente della e il discorso alle Camere riunite, Sergio Repubblica Italiana. Successivamente Mattarella è ufficialmente diventato il la Presidente della Camera, Laura Bol- dodicesimo Presidente della Repubblica drini e la Presidente vicaria del Senato, Italiana. Auguri signor Presidente. 5 CRONACA Sette brevi in sette righe Mazzette generose Gioia del Colle Il sindaco di centrosinistra di Gioia del Colle, Sergio Povia, è stato arrestato assieme ad altre otto persone dalla Guardia di Finanza per reati contro la pubblica amministrazione. L’inchiesta ruota attorno al progetto per la costruzione degli alloggi popolari: il bando per la costruzione di alloggi popolari sarebbe stato predisposto e pubblicato si misura per far vincere la società, la AP immobiliare dell’imprenditore Posa che, attraverso i suoi tecnici, avrebbe fornito ai funzionari pubblici incaricati di predisporre la gara il capitolato. Finisce la corsa sul cancello Modugno Si schianta con l’auto contro un cancello: una ragazza di 23 anni è rimasta gravemente ferita in un incidente, almeno secondo le notizie che riportiamo fino al momento di stampa. La giovane donna - molto conosciuta a Modugno perchè lavora nel bar della scuola Tommaso Fiore - era alla guida di una Fiat Seicento e percorreva la vecchia Modugno-Bari quando, per cause ancora da accertare, l’auto prima si è schiantata contro un cancello poi è rimbalzata sulla carreggiata. Falsificano anche il pane Bari Scoperta della Forestale un’azienda del Barese che apponeva sulle confezioni (17.000 buste di plastica) una falsa indicazione di pane DOP Gioia del Colle, grazie anche alla somiglianza della forma del pane ad un famoso DOP pugliese. In Italia i tipi di pane che rientrano tra i prodotti a indicazione di origine sono il Pane casareccio di Genzano, IGP del Lazio, il Pane di Altamura, DOP della Puglia, il Pane di Matera, IGP della Basilicata e la Pagnotta del Dittaino, DOP della Sicilia. Un film per Varichina Bari E’ stato scelto tra 49 progetti presentati per la terza edizione del «Progetto memoria». Il film «Varichina» è la storia di un celeberrimo personaggio, detto appunto «Varichina», che da Bari urlò al mondo la propria omosessualità in un periodo in cui, tra i Settanta e gli Ottanta, era impensabile dichiararsi gay. Fra gli altri finanziamenti della Apulia film commission, segnaliamo quello concesso a «Anapeson», sulla cappella ipogea del Casino del Duca, a San Basilio, frazione di Mottola. Falco ucciso Adelfia Un uomo di 35 anni, Giuseppe Falco, con piccoli precedenti per furto e droga, è stato ucciso con colpi d’arma da fuoco davanti al bar Mes Amis di via Carlo Alberto dalla Chiesa ad Adelfia, comune dell’hinterland barese. Sul posto i carabinieri hanno recuperato i bossoli di una pistola calibro 7.65. L’uomo, ancora in vita quando è giunta l’ambulanza del 118, è stato soccorso e portato nell’ospedale Di Venere a Carbonara dove è morto poco dopo il ricovero. Si sta anche verificando se nella zona vi siano telecamere di sicurezza che possano avere ripreso la scena. Ladri di medicine Bari Una rapina è stata compiuta sulla A14 nei pressi del Casello di Canosa ai danni di un autotrasportatore che stava trasferendo un carico di medicinali. Un commando composto da 4 persone, armate e con i volti coperti, a bordo di una vettura di grossa cilindrata, ha costretto il conducente a fermarsi e a scendere dal mezzo. L’uomo è stato sequestrato e poi rilasciato sulla provinciale 231 nei pressi del bivio di Minervino mentre il furgone è stato poi ritrovato dai carabinieri vuoto e a poca distanza dal luogo in cui era stato rilasciato l’autotrasportatore. E’ in corso la quantificazione del danno. Influenza killer Lecce Un uomo di 60 anni, originario di Melpignano è morto nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Scorrano a causa di una insufficienza respiratoria acuta, complicanza legata all’influenza. E’ l’ottava vittima in Puglia per complicazioni derivanti dall’influenza. L’uomo, che non si era vaccinato, era ricoverato in Rianimazione dallo scorso 27 gennaio e il successivo 30 gennaio era stato sottoposto al test che aveva dato esito positivo per l’influenza H1N1. Per la cronaca in diretta vai sul sito www.extramagazine.eu 6 febbraio 2015 / n.6 6 Protagonisti E tra Renato Perrini, 42 anni, vice coordinatore di Forza Italia della Provincia di Taranto, nato a Martina Franca, crispianese doc, imprenditore, sposato e padre di due figli, Daniele e Davide di 14 e 12 anni. e le proprie capacità agli altri. Non lo nascondo, questo è uno dei momenti più critici e particolari per la politica in generale, ma sono certo che chi si impegna con passione e dedizione riesce a portare a casa risultati positivi e soprattutto riesce a trasmettere fiducia ai cittadini. Tutto questo credo che sia la cosa più importante». Renato Perrini La domanda da un milione di euro Gli inizi da operaio, l’impegno da imprenditore e la passione per la politica. Intervista al vice coordinatore FI, in vista delle prossime regionali: candidato sì o no? di Salvino Chetta P errini, la prendiamo alla lontana: cosa è per lei la politica? «Questa è una bella domanda. Io vedo nella politica una missione, una sorta di vocazione che arriva ad un certo punto della propria vita e ti stravolge completamente. Impegnarsi in politica sta a significare aver deciso di dedicare il proprio tempo Lei è un imprenditore, vuole raccontarci in poche parole la sua vita professionale? «Certo, io sono un imprenditore impegnato su diversi settori dell’edilizia, ma vorrei evidenziare la strada percorsa sin dall’inizio della mia esperienza lavorativa. Ho iniziato da giovane, anzi giovanissimo, a lavorare in Ilva come operaio. Ricordo, come se fosse ancora ieri, le lunghe giornate di lavoro con i tanti colleghi e amici. Col passare del tempo, dopo aver acquisito una certa esperienza, e soprattutto dopo tanti sacrifici ho messo in piedi una azienda, e oggi ne sono a capo come direttore generale. Spesso la sera, quando rientro a casa, rifletto, sul divano con i miei due bambini. E penso alla vita, ai momenti di difficoltà e ai tanti momenti positivi. Rifletto su come sia cresciuto professionalmente e su come pian piano, con enormi sacrifici sia riuscito a costruire una impresa. Da questa esperienza ho compreso che con la forza di volontà e con la passione si riescono a raggiungere numerosi traguardi. Questo è il mio pensiero di vita ed ora vorrei “trasportarlo” nella mia esperienza politica al servizio dei cittadini». Tornando alla politica, secondo lei di cosa ha bisogno Taranto e provincia? «La nostra provincia, e Taranto in particolare, ha bisogno di gente per bene, capace e con tanta passione ed energia per invertire il senso di marcia. Il nostro territorio ha subito per troppo tempo scelte ingiuste e decisioni sbagliate. A distanza di tempo, come ben tutti sappiamo, queste scelte hanno prodotto effetti negativi e preoccupanti, Ilva «E ora chi paga?» Il decreto Renzi salva l’azienda anche dal pagamento dei risarcimento: in caso di condanna nel processo penale, infatti, la famiglia Riva non dovrà risarcire nessuna delle parti civili I di Remo Pezzuto* l processo “Ambiente Svenduto” rischia di terminare senza risarcimenti alle parti civili per colpa del nuovo Decreto “Ilva” del Governo Renzi. La scelta del Governo di traghettare in amministrazione straordinaria l’azienda, si è rivelata una beffa: è stato, infatti, applicato il principio assurdo “chi inquina e ammazza, non paga”. Nell’ultima udienza preliminare il Gup, generando un clima di tensione sociale ed economica. Oramai, è all’ordine del giorno tutto ciò che sta accadendo intorno a noi. E’sufficiente pensare alla questione Ilva, o meglio all’emergenza Ilva che la nostra provincia sta vivendo e che migliaia di lavoratori dell’indotto vivono quotidianamente. Un problema che attanaglia il nostro territorio da oltre 50 anni. Notizia sconvolgente di questi giorni è che le imprese attendono i pagamenti da tanti mesi e non riescono a far fronte ad alcun impegno e di conseguenza si rischia di mandare tantissime famiglie per strada. Spero che questo non accada, ma se così sarà il nostro territorio potrebbe subire una totale paralisi. Credo sia arrivato il momento di dire stop alle chiacchiere che ci hanno portato a questa situazione, ora è necessario un impegno serio e concreto da parte del governo, per trovare le risorse necessarie e fronteggiare l’emergenza». Come giudica la gestione targata Vendola alla guida della Regione Puglia? «Il mio giudizio è uguale a quello di tantissimi cittadini pugliesi, anzi la maggior parte giudicano la gestione vendoliana negativa e fallimentare. Sono davvero tanti i motivi che giustificano questo giudizio. In primis la sanità, considerando tutti i problemi relativi al settore, le lunghe liste di attesa, la chiusura di ospedali, la diminuzione dei posti letto. Possiamo discutere anche su altre tematiche, come quella relativa alla diminuzione delle risorse ai Comuni sui canoni di locazione, i fondi sul diritto allo studio, la gestione rifiuti e tante altre problematiche inerenti il nostro territorio. Tra i tanti problemi, mi preme ricordare l’emergenza Ilva e la mancata apertura ai voli civili dell’aeroporto Arlotta di Grottaglie. Possiamo ben esprimere che il governo regionale in questi 10 anni di gestione ha trattato la nostra provincia come Ente di serie b, buona e utile solo durante la campagna elettorale. su richiesta dei legali dell’azienda, ha escluso l’Ilva dai responsabili civili. I proprietari e dirigenti dello stabilimento siderurgico, dopo aver inquinato per decenni un intero territorio, continuando a produrre per il massimo profitto (in barba a qualsiasi regola e norma di tutela per l’ambiente e la salute degli operai e dei cittadini di Taranto), non pagheranno un solo centesimo alle vittime di questo disastro. Gli operai, le loro famiglie e i cittadini sono solo condannati a morire e subire. Il Governo Renzi, al di là degli spot di questi mesi, lascia la nostra città in una situazione gravissima, tutt’altro che risolta. Con una fabbrica a un passo dal baratro e la necessità di miliardi di euro per gli interventi, che E tra 6 febbraio 2015 / n.6 7 Industria L’indotto invisibile e l’effetto domino I toni ottimistici emersi in questi ultimi giorni rispetto alla situazione dell’indotto Ilva non devono trarre in inganno: lo scenario è ancora a dir poco disastroso, le imprese indebitate continuano nella loro lotta contro il tempo, le garanzie per il futuro sono pari a poco più che zero. Ecco cosa chiedono gli industriali al Governo per evitare il fallimento del Sistema Taranto di Vincenzo Cesareo* La nostra terra ha voglia di crescere e di sperare in un cambio di rotta, i nostri giovani hanno bisogno di risposte serie e concrete, le nostre aziende hanno necessità di aiuti e investimenti. In poche parole la nostra Puglia ha bisogno di tutto ciò che Vendola non ha fatto in questi anni». Perrini, i suoi amici la definiscono “uomo dal grande cuore”. Vuole dirci il perché? «Beh, questo a me fa molto piacere. Onestamente non so darvi una risposta precisa. Se i miei amici e i miei sostenitori dicono questo di me, evidentemente è perché trasmetto loro fiducia e credibilità. Forse dicono questo di me perché sono semplicemente me s t e s s o . Guardi, spesso chi si affaccia alla politica cambia dalla mattina alla sera carattere e modi di fare, io invece credo di essere sempre me stesso e di continuare a essere il Renato di sempre». Un ultima domanda è d’obbligo. Manca davvero poco per le prossime elezione regionali, pare che lei sia il candidato di spicco nel centro destra tarantino. Vuole darci conferma? «Come volevasi dimostrare, alla fine arriva la domanda da un milione di euro. Eh sì, manca davvero poco per il voto delle regionali. Stando alle ultime notizie si dovrebbe votare nel mese di maggio, ma nulla è ancora ufficiale. Rispondendo alla sua domanda, le dico che la politica si fa ogni giorno, ascoltando la gente e cercando di risolvere i loro problemi. Io sono a disposizione del partito e della mia gente. Il tempo darà risposte più certe. Nel frattempo il mio impegno continua». mancano, per bonifiche e la messa a norma degli impianti tutti da fare. Il governo è intento solo a dilatare i tempi degli interventi e a far risparmiare denaro a Ilva (di fatto fuorilegge) con giochetti attorno alle norme di attuazione. A Taranto intanto la gente continua ad ammalarsi e morire. Per questo chiediamo l’immediata revisione del decreto, perché si proceda alla nazionalizzazione della fabbrica e al risarcimento dei danni attraverso l’uso degli ingenti capitali accumulati dai Riva (molti finiti nei paradisi fiscali) in circa 20 anni di gestione scellerata. *Segretario Provinciale Rifondazione Comunista Taranto L a premessa, per quanto impietosa, è d’obbligo per delineare, prima che sia davvero troppo tardi, le richieste irrinunciabili da portare all’attenzione del Governo per evitare il tracollo di un intero sistema, Ilva e non solo, considerate le già critiche condizioni del tessuto economico, produttivo ed occupazionale jonico: l’effetto trascinatore della crisi del siderurgico porterebbe con sé interi comparti: commercio, artigianato, professioni, e tutto quello che già in passato abbiamo indicato come indotto invisibile, quello delle piccole forniture, spesso neanche monitorate dalle indagini statistiche. Intanto, ci corre l’obbligo di ringraziare chi, attraverso gli emendamenti fin qui presentati, ha concorso a tenere accesi i riflettori sulla platea delle imprese e quindi dei lavoratori dell’indotto Ilva. Le modifiche proposte al decreto, tuttavia, pur andando nella direzione da noi auspicata, non sciolgono i nodi nevralgici del problema. Gli aspetti messi in luce, infatti, pur costituendo una traccia preziosa per ricomporre una situazione di per sé molto complessa e diversificata, non sembrano arrivare al “cuore” del problema. E’ bene chiarire, intanto, che il Fondo di Garanzia, contemplato negli emendamenti già presentati, non immette liquidità nelle casse delle aziende, ma consente loro di contrarre ulteriori prestiti con la garanzia del fondo stesso, altrimenti difficilmente ottenibili dalle stesse imprese già abbondantemente indebitate per far fronte alle prestazioni verso Ilva. Proviamo a capire, pertanto, attraverso pochi passaggi, cosa potrebbe realmente costituire per la platea dei fornitori Ilva la chiave di volta della questione, anche in vista della prossima riunione congiunta delle Commissioni Industria ed Ambiente. In primis, la definizione di cosa si intende quando si parla di indotto Ilva. In ordine di importanza, riteniamo che debbano rientrarci le imprese che operano in forma continuativa per il centro siderurgico di Taranto e provincia, nonchè del bacino regionale, e che risultino avere almeno il dieci per cento del loro fatturato riferito alle forniture (intese come interventi, lavorazioni, trasporti) per Ilva negli ultimi tre anni; con gli stessi requisiti, riteniamo che debbano rientrare le imprese operanti in altre Regioni e che abbiano assunto una significativa percentuale di lavoratori dipendenti a Taranto. Alla luce di questa definizione, devono essere considerate fornitrici strategiche tutte le imprese in possesso di tali requisiti. In quanto tali, avrebbero così accesso alla corresponsione della pressoché totale mole dei crediti pregressi (ovvero maturati prima dell’ingresso in amministrazione straordinaria) in vari modi, e cioè, in assenza di risorse immediate: con un adeguato piano di rientro, nei tempi e modalità da stabilire; attraverso i crediti di imposta; con partecipazioni al capitale della stessa newco; con un mix di queste forme. Tali fondamentali correttivi al decreto avrebbero l’effetto immediato di riportare le imprese e quindi la produzione Ilva – al momento ai minimi storici – in un regime di attività sufficiente per traghettare un immenso patrimonio fatto di persone, competenze e mezzi fino alla costituzione della new company. Solo in presenza di queste garanzie, infatti, le aziende potrebbero, non senza sacrifici ma almeno confortate da prospettive di segno positivo, assicurare un regime di fornitura tale da consentire alla grande fabbrica di riprendere il cammino, tornare a produrre utili e quindi, come in un giro a 360° che si chiude, soddisfare i crediti pregressi e futuri. Importante sarà, inoltre, lo sblocco dei 150 milioni di Fintecna e dei fondi sequestrati (1mld 200mln), per garantire allo stabilimento Ilva, e quindi alla platea di grandi e piccole aziende italiane, reali possibilità di rientrare in partita. Ovvero, in questo caso, rientrare nel ciclo produttivo, sul mercato, riprendere il presente e poter ripensare al futuro con una fabbrica resa realmente ecocompatibile. E ci auguriamo davvero che questo possa, e presto, avvenire. *Presidente Confindustria Taranto 8 6 febbraio 2015 / n.6 Frizzi e lazzi Giusto due chiacchiere Carnevale da mangiare In attesa dei giorni clou, festeggiamo a modo nostro con una carrellata sugli appuntamenti più importanti con un occhio al gusto, ben sapendo che dopo – a festa finita – come dice il detto: ieri maccheroni e oggi verdura di Titty Battista A poco più di dieci giorni dalla conclusione del Carnevale 2015, la festa più sfrenata dell’anno impazza in Puglia, dal Gargano al Salento, alla Murgia barese fino alla terra ionica. Sono due in particolare le città che detengono il primato nella speciale classifica del Carnevale italiano, quello di Putignano, in provincia di Bari, che quest’anno celebra la 621esima edizione sul tema, affidato ai calli allegorici, dei “sette vizi capitali”, e quello di Massafra, che invece celebra la sua 61esima edizione. Quello putignanese è uno dei Carnevale più antichi d’Italia, ma è certamente il più lungo perché inizia il 26 dicembre, festa di Santo Stefano, con la satirica e tanto attesa festa delle “Propaggini”. Ma oggi l’attenzione della cronista è rivolta a Massafra, la “Tebaide d’Italia”, che ha dato vita da qualche giorno alla edizione del suo Carnevale in chiave moderna. Sabato 31 gennaio si è svolta la “Cuccagna in Palio”; sabato 7 si svolgerà l’animazione nel centro storico, mentre domenica 8, in mattinata, si svolgerà la sfilata dei gruppi allegorici e mascherati e delle “scuole in maschera” con l’apertura affidata alle auto d’epoca. Giovedì 12 si svolgerà il veglione del “Giovedì dei pazzi”. Domenica 15 febbraio, in mattinata, sfilata dei gruppi allegorici e mascherati e delle “scuole in maschera”; ai presenti saranno regalati coriandoli, stelle sfilanti e trombette. In serata la storica e attesa sfilata dei carri allegorici. Infine martedì 17, ultimo giorno di Carnevale, a partire dalle 17 si svolgerà l’ultima sfilata dei carri allegorici. E’ importante sottolineare che la sfilata dei carri allegorici si svolge solo per due giorni, la domenica di carnevale e il martedì grasso, perché non ci sono ricoveri idonei ad ospitarli per lungo tempo ed il periodo di carnevale è generalmente molto piovoso. Ciò nonostante la magia che si trasmette durante le sfilate è impareggiabile e l’emozione riesce a contagiare tutti i presenti. Il processo per la preparazione dei car- E tra ri è abbastanza complesso e dura all’incirca 4-5 mesi. La prima fase del cosiddetto “pupo” è quella della creazione di una forma in argilla. La modellatura dell’argilla è un lavoro molto impegnativo: bisogna dare alla forma tutti i minimi dettagli, senza trascurare nulla in modo da farla divenire caratteristica. Quando la forma d’argilla è completa, essa viene ricoperta di olio e su di essa viene colato il gesso, dentro il quale, dopo che si sarà raffreddato e che verrà cosparso di olio, verrà aderita la cartapesta. La carta utilizzata per la cartapesta è quella dei quotidiani che viene imbevuta nella colla fatta con acqua e farina; la carta viene spezzettata in strisce sottili e viene fatta aderire al calco. Appena sarà asciugata, la cartapesta viene tolta dal calco e viene assemblata con l’aiuto di cartoncini e della colla a caldo. Dopo questo passaggio, il “pupo” va rivestito con la cosiddetta “carta cemento” (un tipo di carta più duro di quello dei quotidiani), dopodiché è pronto per essere dipinto. Soltanto da qualche anno Massafra può vantare non una, ma due maschere ufficiali; dal 2005 quella di Gibergallo e dal 2008 anche quella de “Lu pagghiuse”. La maschera Gibergallo trae il suo nome in ricordo dello scomparso Gilberto Gallo che animò fino a tarda età il Carnevale massafrese. La maschera de “Lu pagghiuse” raffigura, invece, l’amante del vino. Altra caratteristica del Carnevale massafrese è la pubblicazione e pubblicizzazione degli artistici manifesti che fino allo scorso anno erano affidati all’arte del E tra 6 febbraio 2015 / n.6 9 Il Carnevale di Massafra, alla sua 62^ edizione, è considerato uno dei più importanti e festosi della Puglia. Questo perché, a differenza degli altri carnevali, la maggior parte del corso mascherato non è transennato e cittadini e forestieri partecipano direttamente all’animazione e al divertimento, stimolati dalle coreografie e dalle scenografie dei carri e dei gruppi allegorici che sfilano lungo corso Roma. Il Carnevale di Putignano è uno dei più antichi d’Italia con le sue 621 edizioni. Dal 2006 ha luogo anche una edizione estiva. La maschera caratteristica della manifestazione è chiamata Farinella e deve il suo nome all’omonima pietanza di Putignano. bravo Nicola Andreace. E’ molto sentita dai massafresi questa festa sulla scorta di un’adagio che così recita: “Pasqua e Natale addò t’acchie, Carnevale fall’a caste” (Pasqua e Natale dove ti trovi, Carnevale a casa tua). Gli storici locali, Fernando Ladiana e Gianni Jacovelli, nelle loro specifiche pubblicazioni sul tema, hanno fornito preziose notizie storiche sul Carnevale massafrese, ed è a queste che facciamo riferimento nella continuazione della nostra nota. Ritornando al detto sopra riportato si fa riferimento al fatto che, nei tempi passati, i contadini massafresi, che trascorrevano in Calabria e in Basilicata i mesi invernali per la potatura degli ulivi, ritornavano in famiglia concedendosi una pausa di almeno tre giorni. E’ stata affidata alla leggenda popolare l’origine del Carnevale massafrese; infatti si racconta che un pastore ebbe eccezionalmente un permesso per trascorrere il Carnevale a casa sua, a Massafra. Lungo la strada trovò un signore che gli chiese dove andasse ma lo raggelò quando seppe che era già il Lunedì dopo l’ultima domenica di Carnevale e la festa era già finita. Il pastore non si perse d’animo e così rispose “non importa per me basta la gioia di rivedere i miei cari e il mio paese”. E fu così che proprio per lui il Carnevale fu allungato di un giorno, fino al martedì. Nel passato si svolgeva il corteo funebre di Carnevale e si diceva “Carnivale mije, chine di dogghie, ijere maccarune, e josce fogghie” (Carnevale mio, pieno di dolori, ieri maccheroni e oggi verdura). Interessante ancora oggi è la cuccagna che vede gioire in cima all’albero il vincitore che solleva un fiasco di vino ed è pronto subito dopo a festeggiare con gli amici servendosi del ricco bottino issato in cima all’albero della cuccagna. Ancora oggi si festeggiano i giovedì di Carnevale che così si chiamano: “giovedì dei monaci”, “giovedì dei preti”, “giovedì dei cornuti (o degli sposati), “giovedì dei pazzi (o dei giovani), “giovedì della cattiva, ossia della vedova” che coincideva con il primo giovedì di Quaresima. Nelle case si svolgevano i festini dei ricchi signori, ma anche i contadini e gli artieri festeggiavano nelle loro campagne. Mi piace concludere la presente nota con un riferimento ai dolci dell’allegria, ossia le chiacchiere, le frittelle e gli strufoli che fanno la gioia del palato dei buongustai dei dolci. Per quanto attiene le bevande da accompagnare lo zucchero vincola molto la scelta del vino, infatti secondo gli esperti nessun vino andrebbe abbinato a torte, pasticcini e gelato perché gusto e sapore andrebbero distorti. Si possono proporre, però, spumanti dolci ed amabili, vini bianchi, dolci ed abboccati. A questo punto non ci rimane che augurarvi un allegro Carnevale e, naturalmente, buon appetito. 10 6 febbraio 2015 / n.6 Tendenze 1 E tra 2 4 San Valentino FULL DI CUORI Mancano pochi giorni alla festa degli innamorati. Come possiamo sorprendere il nostro lui? Cosa è meglio indossare? Cioccolatini o un gioiello? Mi ama o non mi ama? E a chi pensa che sia una festa inutile diciamo: amare è bello! Con un regalino ancora meglio… di Serena Mellone F esta degli innamorati in arrivo sul primo binario! Ciuf ciuf! Avete ancora qualche giorno per un per organizzare per benino la sorpresa del secolo. Allontaniamo chi pensa che sia una festicciola inutile, commerciale e superficiale, anzi dimostriamo che amare, e sorprendere, è bello: magari per riscoprirsi più innamorati di prima. Se amate quindi festeggiare questa ricorrenza cuoriciosa non trascurate i dettagli del vostro look. Adorabile, se andate a cena con lui, tubino nero con dettaglio scollatura a cuore sulla schiena (1. Romwe), da abbinare se avete voglia di esagerare con cuori ovunque la pochette rockettara in eco-pelle con applicazione di borchie a forma di cuore (2. Motivi), ideale tutto l’anno, o addirittura come idea regalo per il vostro compleanno o per questo giorno. Se invece quel giorno vi aspettate la fatidica domanda: “Mi vuoi sposare” e volete rispondere in modo originale ecco le borse YES/ NOT fronte/retro di Korut (3) o “Cuore o picche” di Daniele Amato (4.) per declinare o no con elegante ironia. Per chi ama tutto l’anno una cascata di cuoricini con idea camicia della collezione 2013 Burberry Prorsum super costosa, resa “umana” e low cost da Romwe la propone ogni anno ed è subito un must (5. Romwe, 6. Burberry, trova le differenze), magari da indossare con un gonna longuette plissé nera o bordeaux (7.Asos). Giuggiolone le ballerine romanticone edizione limitata 2011 per San Valentino di Pretty Ballerinas (8), ormai un mito in affari di cuori, spregiudicata la versione 2015 che va subito al sodo (9). Se invece siete 7 una coppia di giogioni e avete previsto una bella giornata fuoriporta ecco le mitiche tshirt super creative di Happiness, che per San Valentino 2015 presenta una super novità: “le T-SHIRT DI COPPIA, ovvero le Tshirt che hanno un senso compiuto solo se portate in due”. Per facilitare gli appassionati del brand vengono vendute insieme (in taglia unica) con una borsa dedicata a San Valentino (10.11). 6 8 9 E tra 11 6 febbraio 2015 / n.6 3 Di amore, scarpe e altre (dis)avventure Al funerale, anzi no Una al vernissage, l’altra tra gli integralisti islamici. L’una rigorosa, l’altra fantasiosa. L’ideale? Scambiarsi l’evento F di Marta Coccoluto - Foto di Cristian Carrara 5 Le T-shirt di coppia sono da Interno 12, in via Bellini a Martina Franca ortuna che non stringevo tra le dita un fazzoletto bianco e che con le calze nere velate ho chiuso da un bel pezzo, se no rischiavo sul serio di ricevere delle sentite condoglianze. Mettete un evento, presentazione di un libro e vernissage della relativa mostra fotografica, e immaginate un fotografo in azione. Un fotografo così gentile da mandarvi le foto scattate, dove a guardarvi scoprite di aver avuto un look più adeguato a un funerale che a una serata con aperitivo e dj set. Scarpe nere, pantaloni neri, cappotto nero con inserti di pelliccia neri, montatura degli occhiali nera e per finire un bel cappello di quelli che stanno sulle 23 e coprono metà volto, nero pure quello. La borsa? Neanche ve lo sto a dire, nera. Degno completamento della mise, la posa di ogni singola foto. Il capo sempre chino, le mani giunte in preghiera davanti al volto, dita che coprono castamente la bocca. Insomma, come appena di ritorno dal rito del venerdì santo di Maddaloni, quello con pie donne in nero velate e addolorate. Potrei tentare di recu- comunicare o di non comunicare qualcosa attraverso ciò che indossiamo, la buccia di banana (come direbbe Giusi Ferrè – rispetto alla quale, visti i look, mi sfugge il motivo per cui le sia affidata una rubrica di moda e soprattutto da chi) è assicurata. Prendete Michelle Obama. Lei sì che è accorsa a un funerale. E che funerale, Re Abdullah in Arabia Saudita. Vestito nero? Almeno un velo di pizzo sul capo? Affatto, giacca fantasia, top e pantaloni nei toni del bluette e del nero. Indubbiamente più adatta a un vernissage che a una cerimonia funebre – e, a mio parere, non solo in mezzo a un consesso di integralisti islamici. Immagino la scena sull’Air Force One poco prima dell’atterraggio a Riad: Barack che timidamente suggerisce alla moglie di desistere e lei che lo asfalta con un risolutivo “Allora vacci solo. O con Beyoncé, se hai coraggio”. Il messaggio lanciato da Michelle (ardimentoso, va detto) 10 Michelle al funerale e io al vernissage: a nostro agio anche al posto dell’altra. 11 perare dicendo – com’è vero – che per la redazione di Vogue il “dark” è uno dei temi delle PreCollezioni 2015-16 e che dunque ero in veste di fashionista e non di vedova e che dunque non ero affatto anonima, ma pioniera. E potrei aggiungere altezzosamente, magari pure con un’alzata di sopracciglio a dare a chiunque della ‘poraccia’, che quando tutte si vestiranno (finalmente) in totalblack, io sarò già vestita da capo a piedi in tessuto broccato, e non come un divano o una mantovana da salotto, ma molto sul pezzo del prossimo trend. Potrei, ma non è così. La verità è che quando vogliamo sforzarci a tutti i costi di era chiaro: schierarsi apertamente contro le regole di un Paese che emargina e umilia le donne. Alla fine tuttavia, a parte qualche commentatore, tutti hanno criticato Michelle. Alcuni media americani l’hanno perfino oscurata, sfuocandone l’immagine in video. Nel mio piccolo, a me è andata meglio: per consolarmi, il fotografo mi ha detto di stare tranquilla, che certi vernissage non sono poi così diversi dai funerali. In quanto a Michelle, per quel che conta sto dalla sua parte. E ora quasi quasi le twitto una proposta… come si scrive “scambiamoci le agende” in inglese? 12 6 febbraio 2015 / n.6 Sipario Pulpito/Marti Ultimo piano per due Come il gatto e la volpe, uno la spalla dell’altro, i due artisti tornano sulla scena teatrale per far divertire il pubblico, trasmettendo un significato e dando spazio a varie interpretazioni di Fabiana Spada - Foto di Valentina Marzo equilibrato e il successo dello spettacolo, Fabiano Marti a cui noi di Extra Magazine abbiamo fatto qualche domanda, autore dello spettacolo in questione. T ornano in scena dopo due anni e replicano il loro successo, Mauro Pulpito e Fabiano Marti, entrambi tarantini, uno attore e l’altro presentatore, uno preciso e l’altro meno, compensandosi l’un l’altro, hanno fatto divertire il pubblico qualche giorno fa presso l’ Auditorium Tarentum con lo spettacolo “L’Ultimo Piano”; Mauro e Fabiano personificano due ladri che la notte di capodanno tentano un furto in un appartamento all’ultimo piano. Uno è vestito da impiegato di banca, l’altro con una calzamaglia e maschera da Zorro alle prese con un furto di un oggetto non definito, fino a quando alla scena si aggiunge la figura di una donna, Ketty Volpe, che sconvolge ogni cosa seguendo tratti comici e a momenti drammatici. A svelarci il segreto di un rapporto così Come mai in scena dopo 2 anni di pausa? «Io e Mauro siamo amici da tantissimi anni, amicizia che nasce dalla stima reciproca anche per il nostro lavoro: io ho cominciato facendo l’attore e poi mi sono dedicato alla scrittura di testi teatrali, lui il presentatore e il conduttore televisivo. Nel 2003 ci siamo incontrati professionalmente, in quanto Gennaro Nunziante (autore di Toti e Tata e attualmente regista di Checco Zalone) che lavorava con Mauro da tantissimi anni, ha voluto me e lui insieme per condurre una trasmissione che si chiamava “Tante belle cose” su Antenna sud, da allora non ci siamo più separati. Nel 2006 gli proposi di fare uno spettacolo teatrale insieme, dato che lavoravamo da molti anni e nacque così “Letto a Due Piazze” che lo scorso anno abbiamo portato di nuovo in scena; da allora ci siamo talmente divertiti accorgendoci che al pubblico la coppia piaceva, perché siamo molto diversi ma totalmente compatibili. Da allora cominciai a scrivere spettacoli per noi due e abbiamo continuato a lavorare insieme perché la gente ce lo chiedeva: portavamo in giro spettacoli nuovi e i teatri erano pieni. Adesso ci guardiamo negli occhi e sappiamo già cosa sta pensando l’altro, siamo molto amici». Siete un po’ come il gatto e la volpe, c’è un rapporto particolare che vi lega. Cosa manca a uno di voi due che l’altro ha e viceversa? «Dal punto di vista lavorativo ci compensiamo perché io sono un tipo molto preciso e lui assolutamente non lo è, se fossimo entrambi precisi impazziremmo e se non lo fossimo non faremmo gli spettacoli, ci sono tante cose che ci uniscono ma sul palco siamo totalmente diversi. Spesso ci scambiamo i ruoli, in linea di massima io interpreto il comico del paese e lui sempre quello un po’ più furbo; lui è quello che ha tante donne io sono quello che ne ha una sola, è il gioco del comico e della spalla che utilizziamo E tra Teatro a parte, Pulpito e Marti negli ultimi anni sono stati presenti, rigorosamente in coppia, su Radio Selene con la trasmissione comica “Informazione gratuita”, su Telenorba con una trasmissione in prima serata, di cui Marti è stato autore e Pulpito conduttore, dal titolo di “Radici” e, lo scorso anno, su Studio100 TV con “Ufficio reclami”. Qualche estate fa, inoltre, la ditta Pulpito e Marti ha ottenuto il record di ascolti televisivi sulla rete tematica della comicità Comedy Central (sempre il primo come conduttore e il secondo come autore) con la trasmissione “Comedy Tour Risollevante”, condotta da Mauro Pulpito con Cristina Chiabotto e Serena Garitta, accompagnati dai più grandi comici del panorama nazionale, da Leonardo Manera a Pucci, da Pintus a Paolo Migone, dalla Rimbamband a Paolo Labati. Da diversi anni i due collaborano anche nell’importantissimo Festival del Cabaret di Martina Franca, condotto da Pulpito con i testi e la regia di Marti. Con lo spettacolo “Evitare l’uso prolungato”, infine, i due hanno vinto il Premio Calandra, importante riconoscimento a livello nazionale, seguito da una fantastica esperienza nella capitale, sempre con il medesimo spettacolo, con il quale hanno riscosso un grande successo di critica e pubblico. quasi sempre, ma intercambiabili tra loro. Naturalmente le cose che ci uniscono sono l’amore per il teatro e quello per la risata, come nella vita anche sul palco». Quanto il pubblico secondo te ha bisogno di teatro? «Io credo che abbia bisogno di teatro bello, fatto bene, in cui si può rispecchiare ma anche no: la necessità per il pubblico è trovare dei momenti in cui si possa staccare dalla realtà; nella società in cui viviamo è sempre complicato farlo, bisognerebbe staccare per un’ora e mezza da tutto ed entrare in una dimensione diversa che non è la propria, poi ognuno può trovarci qualsiasi cosa ma l’importante è che siano belli. Quelli brutti fanno arrabbiare ancora di più con la vita». Perché l’ultimo piano? Cosa rappresenta? «Vuol dire tante cose ed è la fine di qualcosa: questi due poveretti la notte di capodanno, in cui normalmente ci si diverte e si festeggia, sono a fare un furto in appartamento e già questo li identifica con molta tristezza; aspetto importante è che si trovano all’ultimo piano, che dà spazio a tante interpretazioni, potrebbe essere il loro ultimo piano ed è la donna in casa che lo fa capire (Ketty Volpe). Il fatto che siano all’ultimo piano, la notte di capodanno mentre fuori piove, a rubare qualcosa che neanche loro sanno… allo spettatore libera interpretazione!». E tra 6 febbraio 2015 / n.6 13 6 febbraio 2015 / n.6 14 Corsi Come trovare lavoro Promuovere, non vendere Personal branding, self marketing, brand individuale, personal coaching, svariatedefinizioni per un unico dilemma: come promuovere se stessi. Al Laboratorio Urbano Mediterraneo una guida per orientarsi nel mondo del lavoro di Simona De Bartolomeo N on siamo oggetti, ma anche noi veniamo scelti, tutti igiorni, da un amico, da un cliente, da un partner e ancor più difficile, da un datoredi lavoro. Trovare lavoro è ormai un compito arduo, a causa della situazione socioeconomica in cui ci troviamo e della continua trasformazione dello scenario lavorativo, ma più complicato è imparare a conoscere e presentare se stessi nel modo giusto. Si commette spesso l’errore di non riuscire a individuare le proprie competenze o di riconoscerle senza riuscire a comunicarle, che sia nella stesura di un curriculum vitae o durante un colloquio di lavoro. Il primo passo verso il raggiungimento di un obiettivo, che sia personale o lavorativo, è l’analisi dei propri punti di forza, delle capacità, dei limiti, di ciò che possiamo migliorare e di quello che proprio non fa al caso nostro. Cercare spasmodicamente annunci senza avere ben chiaro cosa desideriamo fare “da grandi” e quale strada intraprendere per realizzarlo, è una perdita di tempo, che spesso si trasforma in un colloquio di lavoro deludente per noi e per l’azienda. E’ a tal proposito che l’Associazione ACSI ERIS, in collaborazione con l’A.T.S. Urban Blue ACSI e le Associazioni Prometeo Video Lab e Menti Urbane, ha deciso di realizzare un corso di “ORIENTAMENTO al LAVORO”, che ha l’obiettivo di fornire, al candidato in cerca di occupazione, delle linee guida E tra In foto, un particolare della sala conferenze del Laboratorio. Per iscriversi o richiedere informazioni: www.facebook.com/eristaranto associazione.eris@gmail.com Cell: 393/8428857 – 349/1312139 Laboratorio Urbano Mediterraneo Via Trento (accanto all’Ufficio Postale), SanGiorgio Jonico (TA). per proporsi al meglio nel mondo del lavoro e rendersi interessante agli occhi (e alle orecchie) dei selezionatori. Il corso di formazione sarà tenuto dal Dott. Alessio Rondinelli, addetto alla selezione e formazione del personale; si svolgerà di mercoledì con 2 incontri di 2 ore ciascuno, dalle ore 18.00 alle ore 20.00. Il programma verterà sui metodi di ricerca del lavoro, compilazione del curriculum vitae, bilancio delle competenze, consigli su come affrontare un colloquio di lavoro, correzione dei CV dei partecipanti e nuove forme di presentazione del proprio percorso, come il curriculum infografico. E tra 6 febbraio 2015 / n.6 Alleluia! Dal suo santuario Chiesa del Monte Più bianca della luna Al via il restauro La Madonna di Loreto torna a Taranto dall’8 al 22 febbraio, per la gioia dei devoti: farà tappa anche a Martina Franca L a sua permanenza, a Taranto, lo scorso anno, fu il simbolo dell’abbraccio amorevole di una mamma verso i suoi figli. A lei il popolo tarantino rivolse preghiere, ringraziamenti, speranze, desideri e richieste di aiuto per una città martoriata e sofferente. A distanza di un anno torna a Taranto la Madonna di Loreto, a opera della Parrocchia dello Spirito Santo, in collaborazione con l’Aeronautica Militare e per volere dell’arcivescovo mons. Filippo Santoro. La Madonna, che staziona nel Santuario affidatole, meta ogni anno di 9 mi- lioni di pellegrini, sarà a Taranto dall’8 al 22 febbraio. La Madonna sarà presente nella giornata dell’ammalato, che si svolgerà presso la Parrocchia di San Massimiliano Kolbe, e poi visiterà gli ospedali, la Casa Circondariale e aiuterà ad entrare nella Quaresima, perché sarà presente il mercoledì delle ceneri. Visiterà anche la base dell’Aeronautica Militare di Martina Franca e, nello stesso giorno, si sposterà al Santuario della Madonna della Sanità di Martina Franca. Sarà anche presso la sede dell’Aeronautica di Francavilla Fontana. 15 Per tetto e facciate la Congregazione ha acceso un mutuo. Per gli interni occorrerà attivare altri canali di finanziamento pubblico o con la collaborazione dei privati S ono iniziati nei giorni scorsi i lavori di ristrutturazione della Chiesa del Monte Purgatorio di Martina Franca. La Congregazione del Santissimo Sacramento e Monte Purgatorio, proprietaria dell’antico manufatto, si è attivata nei mesi scorsi per cercare le risorse economiche indispensabili per gli interventi di recupero e oggi disponibili attraverso l’accensione di un mutuo, da parte della Congrega, che servirà per alcuni importanti lavori di ristrutturazione che riguarderanno sia il tetto che le facciate. Si tratta di interventi urgenti finalizzati a garantire la staticità del fabbricato, il cui tetto in pietra a “cummersa” risulta particolarmente danneggiato. Gli interventi, quindi, riguarderanno al momento solo il recupero esterno della Chiesa e importanti interventi strutturali al tetto, che serviranno alla riapertura al culto del manufatto; mentre per il recuperò e la valorizzazione degli interni occorrerà trovare altre forme di finanziamento sia di natura pubblica, che attraverso il coinvolgimento dei privati. In questi giorni, è già stata puntellata la controsoffittatura lignea posta al piano superiore dell’oratorio; puntellato anche il tetto vero e proprio, che presenta gravi danni, ulteriormente danneggiato dalle recenti nevicate. 6 febbraio 2015 / n.6 16 Copertina Avvocati alla riscossa Era di Maggio Per i prossimi quattro anni rappresenterà la categoria prendendo il posto di Angelo Esposito. Dopo una lunga tornata elettorale, l’eletto Presidente del Consiglio dell’Ordine racconta il suo programma e la sua squadra A bbiamo intervistato l’avvocato Di Maggio all’indomani della chiusura della lunga tornata elettorale. Visibilmente stanco, come è naturale che fosse dopo più di qualche notte passata in bianco, lo intercettiamo in un aula del tribunale mentre deposita alcuni atti nell’ambito di una udienza civile. Look come sempre informale “non ho mai messo la cravatta, non intendo cominciare ora”, ci riceve nella Scuola Forense, a tutti gli effetti una sua creatura che ha diretto come presidente fino a qualche giorno fa. L’avvocatura attraversa un periodo sicuramente non facile, qual è l’idea che si è fatta per il futuro della professione? «L’avvocatura deve innanzitutto uscire fuori da un equivoco. Quello di rappresentarsi come un ceto d’elite; dobbiamo recuperare posizioni nell’immaginario collettivo. Dobbiamo rafforzarci e farci percepire come la vera e autentica voce del cittadino che rivendica i propri E tra Chi è l’avvocato Vincenzo Di Maggio Nel momento in cui andiamo in stampa formalmente non è stato ancora eletto presidente, atteso che non è prevista la elezione diretta, ma sicuramente Vincenzo Di Maggio, alle soglie dei sessanta anni, a breve andrà a sedersi dove negli ultimi undici anni si è seduto, per dirigere il Consiglio del’Ordine degli Avvocati di Taranto, l’avvocato Angelo Esposito. Considerate le nuove modalità di voto e le tre liste presentate, il risultato ottenuto, 14 consiglieri su 21, è da ritenersi di portata straordinaria. Frutto, come lo stesso Di Maggio ci ha dichiarato, di una squadra fatta di colleghi qualificati, preparati, onesti, coesi. Ma, chi frequenta il tribunale di Taranto sa bene, risultato anche di una lunga e appassionata attività svolta dal presidente in pectore, in anni di presenza all’interno del Consiglio dell’Ordine, ma soprattutto di impegno nell’ambito della formazione, sia in qualità di presidente della Scuola Forense, sia per la sua prolifica attività di saggista nonché esperto di informatica forense. Ma chi è Vincenzo Di Maggio? Pur con la massima sintesi resta difficile riassumere nello spazio che un articolo di stampa consente il suo ampio curriculum. Sposato, due figli, laureatosi in giurisprudenza nel 1981 si è iscritto all’albo degli Avvocati nel 1984. Dal 1992 al 1997 ha ricoperto l’incarico di Vice Pretore Onorario presso la Pretura circondariale di Taranto; dal 1998 ad oggi Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Taranto. Negli anni 1998 e 2001 Componente effettivo della Commissione per gli esami di Avvocato istituita presso la Corte di Appello di Lecce. Dal 2000 ad oggi Tesoriere del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Taranto nonchè Presidente del Consiglio di Amministrazione della Scuola Forense (oggi Fondazione). Consigliere delegato, responsabile del sito www.oravta.it ed ideatore del portale dell’Avvocatura Jonica . Dal 2004 al 2008 CNF - Componente della Commissione Informatica del Consiglio Nazionale Forense. Nel 2006 docente al Corso di Aggiornamento per il Uffici Giudiziari del Distretto di Taranto. Nel periodo 2000/2007 Componente dell’osservatorio Provinciale di Taranto per l’adeguamento degli Studi di Settore alle realtà economiche locali – Agenzia delle Entrate direzione generale della Puglia; 2001/2003 Componente della Commissione provinciale dei periti e degli esperti - Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Taranto. Referente per il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Taranto nella Fondazione Italiana per l’Innovazione Forense Realizzazione di piattaforma e-learnig 1 e 2 per la formazione e l’aggiornamento professionale in “video streaming” con modalità “live” e “on demand” .Componente del Coordinamento centrale delle Scuole forensi presso la Scuola Superiore dell’Avvocatura. Componente della Commissione di Studi sulla mediazione civile e commerciale presso la Scuola Superiore dell’Avvocatura. Responsabile scientifico dell’Ente di Formazione per Mediatori del Consiglio dell’Ordine di Taranto. Docente a contratto, Titolare della cattedra di “Informatica Giudiziaria e Forense” presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Bari - sede distaccata di Taranto. Responsabile d’Area e Docente dell’Insegnamento di Comunicazione Forense – Università LUM Jean Monnet – Scuola di specializzazione per le professioni legali. Docente a contratto, Titolare della cattedra di “Comunicazione Forense” – Università LUM Jean Monnet – Corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza. “La tutela della privacy all’interno degli studi legali” – Grafiche Cressati – 2001. Relatore in numerosissimi convegni scientifici ha pubblicato diversi saggi: “La tutela della privacy nella cripta del vir bonus tacendi peritus” Piero Lacaita Editore – 2004, “I Diritti degli Immigrati” – in occasione della XIII Assises des Barreaux de la Mediterranèe - 2004, “Il documento informatico” “la responsabilità civile dei providers” Dispense per il corso di Abilità Informatiche presso l’Università di Bari, sede distaccata di Taranto, “La Privacy negli studi legali” – Buffetti Editore – 2006, “Appunti sui polsini - Il Diritto e la Prassi - Una banca dati per orientarsi tra separazione e divorzio” – Universita’ Lazarski di Varsavia – Facoltà di Giurisprudenza - 29.11.2007, Annali della Facoltà di Giurisprudenza di Taranto – Anno I – N.2 – “La netiquette, dall’etica della chiocciola alla creazione della norma”- Cacucci Editore – 2008, “Guida Ipertestuale e Lettura pragmatica alle modifiche introdotte al Codice di Procedura Civile dalla Legge n.69 del 18 Giugno 2009” - Le Pubblicazioni del Consiglio dell’Ordine – 2009. diritti e la tutela dei propri interessi davanti al giudice. Non è più possibile accettare che si parli di dignità e decoro in modo astratto: dignità e decoro non devono essere solo principi enunciati ma testimoniati da fatti concreti». Come pensa di modificare la percezione pubblica del ruolo dell’avvocatura? «E’ importante tra l’altro il giusto rapporto con i media; non certo con la spettacolarizzazione a cui abbiamo assistito in alcuni casi, ma con una costante e corretta informazione». E’ in atto un processo di modernizzazione che crea qualche problema di adattamento;lei è un esperto di informatica forense e di processo telematico, come intende procedere per superare resistenze e oggettive difficoltà? «Il progresso non si può fermare; chi ha tentato di farlo ha sempre fallito. Il processo civile telematico è ad un punto di non ritorno; oramai E tra 17 6 febbraio 2015 / n.6 La composizione del nuovo Consiglio In giallo la lista “Voci del Foro”. per Di Maggio Presidente In azzurro la lista “Continuità ed innovazione” per Moretti presidente. In verde consiglieri autonomi. trato scetticismo. Di fronte alla obbligatorietà è cambiato l’approccio. La Scuola Forense ha realizzato un numero enorme di corsi di formazione. Inoltre ho realizzato un sito tematico raggiungibile all’URL www.infotelematica.it che ha collezionato in meno di due mesi oltre 17 mila visite». i principi del governo dell’efficienza, la delocalizzazione, la dematerializzazione, la trasparenza, sono principi irrinunciabili che si stanno ampiamente affermando. Il sistema è ormai ampiamente implementato su tutto il territorio nazionale; non ci sono tribunali che possono e altri che non possono funzionare, ma direi tribunali che vogliono e tribunali che non vogliono funzionare. Il processo civile telematico non presenta particolari difficoltà; occorre studiarlo. Va vinta la paura del click». Qual è l’impegno dell’Ordine per la formazione sul processo telematico? «L’Ordine di Taranto è già tra i tecnologicamente più evoluti di Italia. Personalmente sono tra i precursori; quando ne parlavo ho sempre riscon- Restando in tema di formazione, si dibatte da tempo circa le modalità di accesso alla professione, oggi previsto attraverso un esame spesso oggetto di critiche, qual è il suo pensiero a riguardo? «Non sono convinto affatto che l’esame possa essere il sistema per garantire equilibrio tra numero di professionisti abilitati e domanda del mercato; questo ruolo è ormai assunto dalla crisi e dalla pressione fiscale e parafiscale che sta determinando un allontanamento dalla professione da parte soprattutto di molti giovani colleghi. Cosa non buona. Il percorso deve essere serio. L’accesso alla professione deve essere regolamentato attraverso una selezione per merito. Ritengo necessaria la obbligatorietà della formazione attraverso la Scuola Forense. Ipotizzo esami periodici, commissioni paritetiche, tutoraggio costante, mirato a colmare «Il processo civile telematico non presenta particolari difficoltà; occorre studiarlo. Va vinta la paura del click». eventuali lacune. Concludendo con la discussione finale di una causa. Ritengo inutile un esame di tipo nozionistico; occorre distinguere tra sapere e saper fare. Il sapere è acquisito con gli studi universitari. Il saper fare deve venire dalla formazione affidata agli ordini». Come spiega l’ampio consenso ottenuto dalla sua lista? «Una squadra composta da un mix di esperienza e novità; sei consiglieri uscenti, anche se senza incarichi istituzionali e molti volti nuovi. Abbiamo affrontato una lista di colleghi, 4 consiglieri uscenti tra cui il segretario e il tesoriere, molto forte così come la terza proposta era guidata da un ex parlamentare e sottosegretario di Stato. Dunque un confronto non facile. Credo che la nostra vittoria sia dovuta ad un programma che ha convinto le colleghe e i colleghi e alla stima personale che ogni candidato ha maturato nel tempo. Doveroso un ringraziamento alle tante colleghe e colleghi che ci hanno dato fiducia, a tutto il gruppo che ha comportato la lista e in particolare quanti purtroppo non ce l’hanno fatta ma hanno dato un significativo contributo e continueranno a lavorare insieme a quanti sono entrati in consiglio. Voglio in particolare segnalare i colleghi Nestore Thiery, Dario Duggento, Pino Valente, Daniele D’Elia, Rosa Lupo, Ylenia Lucaselli, Luca Panarelli». I vincitori Ecco il nuovo Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Taranto per il quadriennio 2015-2018 G rande affluenza al voto per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Taranto, che ha visto ben 2300 elettori, dei 3500 aventi diritto, presentarsi alle urne nei giorni 29, 30 e 31 gennaio scorsi. Tre le liste presentate per i 21 posti da consigliere per il quadriennio 2015-2018; la più suffragata è stata “Voci del Foro” a sostegno del candidato presidente Vincenzo Di Maggio, già presidente della scuola forense. Oltre a Di Maggio, sono risultati eletti gli avvocati Rino Levato, Vito Fico, Paola Donvito, Sebastiano Comegna, Cristina Gigante, Antonio Fortunato, Mara Ostilio, Imma Caricasulo, Loredana Ruscigno, Luca Andrisani, Francesco Murianni, Rocco Giuliani e Donato Salinari. Di Maggio ha ottenuto quindi la maggioranza e si appresta ad essere eletto presidente del Consiglio dell’Ordine per i prossimi 4 anni. L’altra lista che conquista 6 consiglieri dei 7 restanti è quella denominata “Continuità ed innovazione” a sostegno del candidato presidente Fedele Moretti, già tesoriere dell’ordine. Oltre a Moretti (che risulta il secondo più suffragato dopo Di Maggio), Aldo Feola, Rosario Orlando, Antonio Altamura, Carmela Liuzzi (detta Milena) e Francesco Tacente. Sorpresa per l’outsider di turno, l’avvocato Romina Axo, che, candidata in modo autonomo, ha ottenuto ben 425 preferenze personali. Nessun eletto invece per la terza lista guidata dall’ex parlamentare Rocco Maggi. Di Maggio che sarà eletto presidente nei prossimi giorni succede all’avvocato Angelo Esposito, eletto all’unanimità nel Consiglio nazionale forense come rappresentante del distretto della Corte d’appello di Lecce. 6 febbraio 2015 / n.6 18 Il programma Le linee guida della gestione Di Maggio: trasparenza, efficienza, partecipazione, solidarietà Q uattro parole, quattro valori, quattro stelle polari nel programma elettorale presentato da Di Maggio con la lista “Le voci del Foro” : Trasparenza, Efficienza, Partecipazione e Solidarietà. La trasparenza sarà assicurata attraverso la pubblicazione on line del rendiconto operativo dell’Ordine, la pubblicazione degli incarichi ricevuti da soggetti collegabili ai consiglieri dell’Ordine. Gestione di ogni incarico affidato dall’ordine su base algoritmica;miglioramento della interattività del portale istituzionale e istituzione di una commissione per la valutazione delle osservazioni critiche sull’operato del Consiglio dell’Ordine. L’Efficienza invece sarà raggiunta attraverso la redazione di appositi protocolli, di intesa con gli Organi giudiziari, per la migliore gestione della attività forense, la redazione di tabelle applicabili ex officio per la liquidazione dei compensi per procedimenti standard. Altra iniziativa in programma la riorganizzazione dei servizi front office e reingegnerizzazione del modus operandi e della organizzazione interna dell’’Ordine. Prevista inoltre la integrazione tra mediazione, negoziazione assistita e camera arbitrale. Realizzazione di info/check point per la comunicazione delle quotidiane attività di udienza e infine istituzione di un servizio di sostituzione in udienza per determinati procedimenti. Grande attenzione anche per la Partecipazione: prevista la collaborazione sinergica della Scuola Forense con tutte le associazioni forensi; istituzione dello Sportello del Cittadino, delocalizzazione delle attività con l’istituzione di sportelli gestionali decentrati. Altro obiettivo la valorizzazione dell’Ordine nelle attività della locale università. Collaborazione con altri Ordini distrettuali per realizzazione e fornitura di servizi di interesse diffuso. Infine non manca il capitolo Solidarietà:istituzione di infopoint per l’assistenza agli iscritti per i rapporti con la Cassa Nazionale Forense; Riconoscimento della personalità giuridica per la onlus già costituita come fondo di solidarietà per gli iscritti, con la contribuzione del 5x1000. Sostituzione gratuita nell’attività di udienza in favore di colleghi affetti da patologie inabilitanti e attività di assistenza professionale e di sostituzione processuale per colleghe in maternità. L’ avvocato Fedele Moretti, consigliere uscente, rappresenta l’elemento di discontinuità nell’ambito della storia del Consiglio Forense tarantino. La sua una proposta di rinnovamento che guarda anche ad una rotazione nella gestione dell’organismo che regola l’attività degli avvocati della provincia ionica. La sua lista “Continuità ed innovazione” ha conquistato in totale 7 consiglieri. Anche a lui abbiamo rivolto alcune domande a caldo. D. Sul piano personale la sua è stata una grande affermazione, ma il risultato complessivo non ha premiato la lista, come se lo spiega? R. “Certamente il risultato personale, al pari della maggioranza degli altri colleghi della mia lista è gratificante. Noi abbiamo improntato la nostra “strategia elettorale” partendo da una valutazione assolutamente negativa sul regolamento (Decreto Ministero Giustizia 10.11.2014 n° 170 , G.U. 24.11.2014 4. Il voto e’ espresso attraverso l’indicazione del nome e cognome degli avvocati candidati, ovvero attraverso l’indicazione della lista; in tale ultima ipotesi, il voto attribuito alla lista e’ computato, in sede di scrutinio, come espressione di voto a favore di ognuno dei componenti della lista. Sono nulle le schede che recano espressioni di voto rese in parte con indicazione della lista ed in parte con attribuzione di preferenza individuale, nonché quelle recanti l’indicazione di più liste). Abbiamo lasciato assoluta libertà ai colleghi di esprimere le proprie preferenze indipendentemente dal voto alla lista. E questo L’avversario Fedele Moretti secondo solo dopo Di Maggio: «Penalizzati da un regolamento discutibile» ci ha chiaramente penalizzati. Come Associazione Nazionale Forense abbiamo anche impugnato davanti al TAR del Lazio un regolamento che riteniamo sbagliato” D. In concreto come si è svolto il voto? R. “Come ho già detto noi abbiamo ricevuto il voto a livello di singoli candidati venendo a mancare il voto per la lista. Abbiamo verificato come il voto nei giorni di attività del tribunale, quindi quello di quanti esercitano con continuità la professione, sia andato prevalentemente a noi, mentre quello di sabato, ovvero di chi ha meno frequentazione con le aule, più con la pec, ha interessato l’altra lista.” D. Le due liste (la terza non ha influito più di tanto non ottenendo neppure un consiglie- C L’avvocato Paola Convito, prima tra le donne C andidata al di fuori delle liste la giovane avvocata Romina Axo, alla sua prima esperienze elettorale, ha stupito per il largo consenso ottenuto. Guardando ai soli voti personali è la prima delle donne. Le abbiamo chiesto come spiega questo, per alcuni versi inaspettato, successo: «Ho voluto candidarmi per affrontare una nuova esperienza. L’ho fatto da sola rispettando E tra re) hanno rappresentato una sorta di scissione del consiglio uscente; avete “governato” insieme, cosa vi ha portato a distinguervi? R. “Il fatto di essere insieme nell’Ordine per un certo periodo non vuol dire condividere necessariamente gli stessi percorsi, le stesse storie, gli stessi valori. Né lavorare insieme per qualche anno costituisce motivo di superamento delle distinzioni. Come sindacato abbiamo sempre ritenuto non positiva la presenza di blocchi monolitici che portano alla conservazione e al mantenere sulla scena sempre gli stessi soggetti. E’ una questione di trasparenza, di democrazia, di rotazione. Gli incarichi vanno messi a disposizione di tutti. Noi abbiamo marcato questa nostra posizione rifiutando l’idea della successione dinastica.” D. Al netto delle questioni di regolamento i numeri dicono comunque che la lista ha totalizzato meno consensi di quanto forse erano attesi R. “ Se guardiamo ai numeri di ciascun collega in relazione alle preferenze individuali con la vecchia normativa la storia sarebbe stata altra. Ci sono nostri candidati che hanno avuto in assoluto più preferenze di colleghi dell’altra lista entrati in consiglio, penalizzati dal voto alla lista che è mancato”. D. Quale sarà ora il Vs atteggiamento in consiglio? R. “Non ci mettiamo certo a fare ostruzionismo. Siamo avvocati e lavoreremo nell’interesse degli avvocati. Saremo di stimolo ovviamente e vigileremo attentamente affinché si evitino gli errori del passato”. Le vittorie “rosa” on 400 preferenze personali, a cui si sommano i voti di lista, l’Avvocato Paola Donvito si conferma consigliere dell’Ordine degli Avvocati ed è la prima donna, quinta in assoluta. Qualcosa in più ha portato a casa l’avvocato Romina Axo (425) che però non ha voti di lista essendosi presentata autonomamente. Le abbiamo chiesto una breve dichiarazione: «Il risultato personale è stato molto soddisfacente, quasi inaspettato. Evidentemente risultato del lavoro svolto nella passata consigliatura. Ho lavorato avendo come obiettivo principale la formazione e la preparazione dei colleghi. E’ un il mio spirito libero ed indipendente. I gruppi erano composti tutti da bravi colleghi ma ho voluto cimentarmi da sola. Credo che sia stata premiata la disponibilità, il sorriso, il modo di porsi nei confronti dei colleghi. Auspico che all’interno del consiglio si riesca a lavorare tutti insieme condividendo un unico progetto nell’interesse di tutti gli avvocati di Taranto». obiettivo a cui tengo in modo particolare nella convinzione che l’ avvocatura debba essere preparata per affrontare le tante sfide del nostro tempo. Purtroppo viviamo un momento di grande crisi non solo dal punto di vista sociale per il nostro territorio ma più in generale per la professione. Dobbiamo puntare alla qualità dei colleghi a cominciare da noi stessi consiglieri. Ci misureremo con un programma che prevede obiettivi molto interessanti a cominciare dal processo civile telematico. Abbiamo una squadra di grande valore che ha avuto il consenso dei colleghi. Lavoreremo nell’interesse di tutti». L’ avvocato Romina Axo, l’outsider che ha sorpreso tutti E tra 6 febbraio 2015 / n.6 19 20 6 febbraio 2015 / n.6 E tra E tra 6 febbraio 2015 / n.6 21 Galeotto quel termometro «Intasano gli ospedali pugliesi» Ormai in pensione quelli al mercurio, lasciano il passo ai digitali. Ma saranno così attendibili? Se lo chiede anche il presidente del Nuovo Centrodestra della Regione Puglia, Domi Lanzilotta Cronache dal letto La solitudine dell’influenzato A letto con la febbre di stagione, tra il termometro e il brodino? Coraggio, poteva andare peggio di Oscar Nardelli P assato Natale, tra la fine del vecchio e l’inizio del nuovo anno, come il pagamento del canone televisivo, i conguagli condominiali e le tasse, ecco puntuale arrivare anche l’influenza. Arriva quando non te lo aspetti, ancor prima che tu te ne accorga di esserne stato colpito. A volte capita che se ne accorgano prima gli altri, magari in ufficio quando i tuoi colleghi entrando nella tua stanza ti dicono: «Ciao, come mai hai gli occhi umidi?». Tu guardi il collega, poi butti lo sguar- do verso il soffitto e non sapendo che rispondere dici: «booh». Poi ne entra un altro, ti lascia delle carte sulla scrivania e prima di uscire ti chiede come mai hai le guance così arrossare. Tu guardi il collega, riguardi il soffitto e poi rispondi anche a lui: «booh». La mattina dopo le domande dei colleghi e i tuoi booh si sono trasformati automaticamente in un’influenza corredata da febbre a 39 e 2. Usciti i ragazzi, andata al lavoro anche tua moglie, resti solo. Peccato questa dannata febbre. Quante cose si potrebbero fare in una giornata di sole Addio, Francesco In ricordo del giovane Carlucci, figlio del presidente del Comitato per la Qualità della Vita, morto a Berlino nei giorni scorsi di Titty Battista H a suscitato vasta eco a Taranto e nella provincia ionica la notizia della improvvisa morte del giovane tarantino di 46 anni, Francesco Carlucci, figlio del noto professore Carmine Carlucci, presidente del Comitato per la Qualità della Vita di Taranto. Il decesso è avvenuto il 21 gennaio scorso a Berlino dove Francesco si era trasferito da alcuni anni per motivi di lavoro. Francesco Carlucci era conosciuto e amato a Taranto come il papà perché aveva ereditato dallo stesso la passione per le tradizioni popolari e in particolare per la Settimana Santa. Confratello del Carmine, ha partecipato per diversi anni insieme al papà Carmine al pellegrinaggio ai Sepolcri come questa, con la moglie al lavoro e i figli a scuola. Pazienza. Quando, nel tardo pomeriggio ti svegli, in casa regna uno strano silenzio. Nessun televisore acceso, nessuno che fiata, nessun rumore; allora chiami tua moglie. Lei in due secondi netti è già nella tua stanza per dirti di non gridare e non fare rumore, perché i ragazzi sono tornati da scuola febbricitanti e ora stanno riposando. Poi, e non sai perché, pensi alle persone anziane e debilitate. Quelle veramente malate e bisognose di cure. Pensi ai pensionati e agli indigenti, e del Giovedì Santo e alla Processione dei Misteri del Venerdì Santo. Era il rappresentante del Comitato per la Qualità della Vita a Berlino e a marzo dello scorso anno aveva, per lo stesso Comitato, curato e seguito lo stand tarantino presente alla Bit (Borsa Internazionale del Turismo) della città tedesca. Aveva una grande passione per la grafica e i pannelli da lui realizzati nel corso delle varie edizioni della Settimana Santa saranno esposti in mostra durante i prossimo Riti pasquali. La salma è giunta nella chiesa del Carmine a Taranto da Berlino il 5 febbraio. Alla famiglia del professor Carmine Carlucci e al Comitato per la qualità della vita le sentite condoglianze della direzione e della redazione di Extra Magazine. Anche il semplice gesto di misurare la temperatura corporea è andato incontro a una rivoluzione tecnologica negli ultimi anni, con i termometri digitali e a raggi infrarossi che hanno gradualmente sostituito il caro e vecchio termometro a mercurio, spedito in pensione da una direttiva europea del 2009. Ma lo scetticismo è ancora forte e si moltiplicano le critiche contro i termometri odierni, spesso accusati di scarsa attendibilità. L’ultimo attacco, in ordine di tempo, è arrivato dal presidente del gruppo del Nuovo Centrodestra della Regione Puglia, Domi Lanzilotta, secondo cui il malfunzionamento dei termometri digitali in commercio ha causato un “ricorso massiccio a terapie farmacologiche” e un “intasamento delle strutture ospedaliere” pugliesi nel periodo delle vacanze natalizie, dopo che i termometri digitali hanno fatto registrare temperature di 2-3 gradi superiori a quelle reali. ti chiedi come facciano queste persone quando si vengono a trovare nelle tue stesse condizioni, o peggio. Come si curano? Quanti salti mortali debbano fare per acquistare le medicine, necessarie ma non convenzionate o per sottoporsi agli esami di rito. Se tu avessi deciso di andare dal medico per farti visitare, avresti dovuto prima perdere una quindicina di giorni per fare tutti quegli esami (tutti rigorosamente a pagamento, si intende, per velocizzare i tempi). Ma quella gente come fa? Come fa un pensionato che arriva a malapena a 600 euro al mese a pagarne, se ha urgenza, 150 per una risonanza? Ammesso che la visita la possa fare in una struttura della città, perché altrimenti dovrà aggiungere anche le spese del trasferimento in una struttura fuori sede, magari di un altro ente o clinica. Come fanno queste persone quando devono sottoporsi a questi esami? Ma è semplice, ci sono le liste d’attesa. E come funzionano? Semplicissimo: si va alle ASL, si richiede la visita necessaria, l’addetto trascrive, prenota e poi ti passa da sotto il vetro un documento con la data fissata per la visita. Ma in attesa di essere chiamati, magari tra sei mesi, quando le cure non avranno più senso, al paziente cosa gli resta da fare? Se crede, rivolgere un pensiero al cielo e chiede la grazia. 22 6 febbraio 2015 / n.6 Incontri E tra Simona Vinci, nata nel 1970, vive in provincia di Bologna. Il suo esordio letterario risale al 1997, con il romanzo “Dei bambini non si sa niente”, edito da Einaudi nella collana Stile libero; il libro, vincitore nel 2000 del Premio Elsa Morante opera prima, fa ottenere alla scrittrice un grande successo di pubblico e di critica, suscitando anche scandalo e polemiche per il tema trattato. Nel 1998 il suo libro di racconti “In tutti i sensi come l’amore” arriva nella cinquina finale del Premio Campiello. Nel 2003, sempre al Premio Campiello, il suo romanzo “Come prima delle madri” si classifica al secondo posto per pochi voti. Alla fine di maggio del 2012 è diventata mamma del piccolo Ettore. Simona Vinci La mia solitudine cercata Leggere e scrivere: null’altro è così importante per l’autrice del discusso “Dei bambini non si sa niente”, opera che infrange il tabù della sessualità dei più piccoli. E anche ora che è madre rivendica la scrittura come unica cosa che davvero le appartiene di Cosima Borrelli L a scrittura è vita, diceva François Truffaut, scrivere significa migliorare la vita, sistemarla a modo proprio, prolungando i giochi dell’infanzia. La scrittura non è mai ostacolo, ma ponte privilegiato tra la nostra interiorità e quella degli altri. Si configura come una preziosa arma in grado di veicolare concetti profon- di e forti con la leggerezza di un gioco, è bisogno costante e quotidiano di fare i conti con la parte buia che dimora in ognuno di noi, è antidoto contro i propri demoni interiori che spiattellati su un foglio vengono disarmati. La scrittura è la vita e sceglierla significa accettare ufficialmente e scientemente pro e contro del mestiere di scrivere. Simona Vinci, secondo il mio parere, veste perfettamente questi panni, la sua è una scrittura fortemente crudaintimista-filosofica-ombelicale. Simona irrompe sulla scena letteraria italiana nel 1997, con il discusso Dei bambini non si sa niente, vincitore del Premio Elsa Morante opera prima. Da allora, il percorso letterario di Simona Vinci è stato tutto in salita. Riprendendo un pensiero di Marguerite Duras: “Scrivere era l’unica cosa che popolava la mia vita e che la incantava. L’ho fatto. La scrittura non mi ha mai abbandonato. Tutto scriveva nella casa quando scrivevo. La scrittura era ovunque”. Come e quando è nata in lei l’esigenza di affidare alla scrittura il suo sentire più profondo? «Ho cominciato a scrivere da bambina, verso i sette, otto anni. Essendo la lettura la scoperta più affascinante e incredibi- E tra 6 febbraio 2015 / n.6 23 l’esterno, si scrive di sé parlando d’altri, si scrive d’altri scrivendo di sé». Secondo Francis Bacon: “La lettura rende un uomo completo, la conversazione lo rende agile di spirito e la scrittura lo rende esatto”. Leggere costituisce uno spazio di libertà mentale e luogo segreto dell’infanzia dove ci sono i sogni e gli incubi, e costruire un mondo in cui gli adulti non potessero entrare. Anche se poi, come avviene nel romanzo, il mondo adulto riesce sempre a trovare il modo di entrare. Volevo anche evitare del tutto la funzione moralizzatrice di genitori e maestri. I bambini del romanzo scappano a giocare in quel capannone perché lì sono – o forse credono - di essere, liberi. Liberi dallo sguardo degli adulti, di tutti gli adulti. Uno sguardo che anche quando è amorevole, spesso è soffocante ed essendo spesso incapace di guidare in modo creativo l’immaginazione infantile, la spegne o peggio ancora, la rovina». Nei suoi libri l’infanzia ha un ruolo importante, per lei non è solo il periodo dell’innocenza ma anche il tempo delle ingiustizie subite, delle ambiguità perché i piccoli non hanno una personalità strutturata che permetta loro di difendersi da un mondo adultocentrico. Da cosa ha origine tale interesse? «Non saprei rispondere a questa domanda, è così e basta. L’infanzia per me è la stagione più interessante e creativa della vita umana. Il resto è noia e asservimento. In realtà, mi pare che in ciò che ho scritto e scrivo, il fatto che l’infanzia sia il tempo della scoperta della crudeltà non significa che non sia al tempo stesso l’età dell’innocenza: se non lo fosse, non ci sarebbe turbamento nello scoprire “ingiustizie, cattiverie e ambiguità”». le che mi fosse capitata fino a quel momento, credo mi sia venuto naturale immaginare di poter attraversare la pagina scritta e andare a mettermi di là, nella posizione rovesciata dove credevo vivessero i misteriosi e senza volto che però avevano voci e la capacità di raccontare storie. Non ho mai voluto davvero altro, nella vita, che leggere e scrivere». Quale dovrebbe essere il compito della scrittura oggi? Per lei è una sorta di veicolo per liberarsi e per liberare esorcizzando paure e fantasmi interiori attraverso il racconto? «Non credo che l’arte abbia alcun compito specifico. Non mi interessa la letteratura che si definisce (o peggio auto-definisce) d’impegno (civile, politica, educativa) perché queste cose, l’arte le fa senza il bisogno di volerle farle. L’arte è un’espressione dell’umano, è un modo di riflettere sul mondo, sul tempo, sul senso (o non-senso) del nostro esserci e passare sulla Terra, è esercizio di respirazione linguistica. Circolazione di idee tra sé e sé, tra sé e altro da sé. Credo che ogni artista abbia una speciale membrana che vive in un costante processo osmotico tra l’interno e di costruzione del pensiero, moltiplica le vite e le esperienze del possibile. Cosa rappresenta per lei la lettura? «Tutto. Non saprei vivere senza leggere e anzi spesso ho sognato e sogno di poter vivere non facendo assolutamente nient’altro che leggere. Mi rendo conto che la mia è una dipendenza incentivata e acuita dal fatto che amo molto la solitudine». Nel coro diffuso sulla retorica della maternità, Simone De Beauvoir, già nel 1980 cominciò a demitizzare la maternità e soprattutto l’innato istinto materno sostenendo che non si nasce madre ma si diventa attraverso un lungo percorso interiore fatto di inadeguatezze, sentimenti contrastanti, periodi di difficoltà… per questo non si deve sopravvalutare la maternità, essere madre non è un’attitudine innata anzi si impara ad allevare un figlio, a conoscerlo e ad amarlo. Secondo lei è così? «Assolutamente sì. Poi io non posso negare, non vivendola, la condizione idilliaca di chi ha sempre desiderato la maternità e la vive come il senso e il fulcro della propria esistenza, però per me non è stato e non è così. Per 39 anni mi sono considerata una donna che non voleva e non avrebbe avuto figli. Poi il figlio è arrivato, sono contenta che la sua persona esista nel mondo, ma lui non è me, la mia scrittura sì. Un bambino, specie fino ai tre anni ha bisogno di accudimento, costanza, attenzione e di una quantità di cure – pratiche, psicologiche, emotive – infinite. Toglie spazio e aria a tutto il resto e questo è spesso frustrante. Credo che una donna non dovrebbe aver paura di passare per una cattiva madre se ammette lo sfinimento, e chiede un po’ di aiuto. Non credo affatto a quelle frasi tipo: “solo una mamma lo sa, solo una mamma può...”… Può anche un padre, possono un nonno o una nonna. Può chiunque abbia tempo, pazienza e amore». Lieto evento “Dei bambini non si sa niente” segna il suo esordio letterario. Un romanzo che apre spunti di riflessione, uno schiaffo inflitto alla nostra claudicante moralità e che rivela una sessualità cruda, propria del mondo dei più piccoli. Secondo lei il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza è un tabù per molti genitori e questo impedisce di fornire gli strumenti adeguati per diventare adulti? «Volevo raccontare la storia di un gruppo di bambini e ragazzini preadolescenti, volevo raccontare quel 24 6 febbraio 2015 / n.6 Nuvolette ALLA LIBRERIA UBIK Un dampyr a Taranto Venerdì 13 febbraio, dalle ore 18.30, la presentazione dell’albo “L’ospedale stregato”, in uscita questo mese e già disponibile in tutte le edicole. Ospite d’eccezione, il disegnatore Alessio Fortunato con una piccola mostra di tavole originali e un disegno realizzato per l’occasione di Pierluigi Rota A vvistato un dampyr a Taranto! «Secondo le antiche credenze del folklore slavo, il dampyr è il figlio nato dall’unione tra una donna e un vampiro. Metà umano e metà creatura aliena, è la sola creatura che può uccidere gli Arcivampiri o Maestri della Notte, la loro corte di non-morti e le altre creature delle tenebre che infestano il nostro e altri mondi. Harlan Draka è un dampyr» (dal sito www. sergiobonelli.it). Le sue avventure sono raccontate nella serie a fumetti “Dampyr”, edita da Sergio Bonelli Editore. Venerdì 13 febbraio, dalle ore 18.30, presso la Libreria Ubik di Taranto, in via di Palma 69, Grafite - Scuola di Fumetto Pugliese promuove la presentazione dell’albo n. 179 di Dampyr “L’ospedale stregato”, in uscita questo mese e già disponibile in tutte le edicole. Ospite d’onore, il disegnatore Ales- sio Fortunato con una piccola mostra di tavole originali dell’albo in questione. A condurre l’evento, Marco Laggetta delle Edizioni Voilier. Il disegnatore pugliese ha realizzato per l’occasione un disegno con Harlan, Kurjak e Tesla. I testi de “L’ospedale stregato” sono di Samuel Marolla, coadiuvato alla sceneggiatura da Diego Cajelli, la copertina è del solito Enea Riboldi. Ecco l’incipt della storia (dal sito della casa editrice): «Un vecchio ospedale chiuso da anni, sull’isola di Arran, è stato riaperto in fretta e furia per ospitare i naufraghi della “Northern Star”. Ma i pazienti iniziano a sparire e un agente di polizia, William Hopley, rammenta le dicerie locali sull’ospedale maledetto di Bran Moor. Così, chiama in aiuto la sua vecchia amica Maud Nighitingale, la cacciatrice di fantasmi, e Harlan Draka...». Alessio Fortunato è nato nel 1968 a Trossingen, in Germania da genitori pugliesi (di Sammichele di Bari). Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Bari, scuola di scenografia, discutendo la tesi sul Cinema Espressionista Tedesco. Nel 1995 vince il concorso per giovani disegnatori alla fiera barese “Expocomics” ed inizia a collaborare con la fanzine “Epic!”, per la quale disegna una miniserie dal titolo “Città Oscura”. Nello stesso anno esordisce per la casa editrice Liberty di Ade Capone con “Erinni Atto Zero”. Con le sceneggiature di Ade Capone, disegna, sempre per la Liberty, “Kor One Atto Zero”, “Il Potere e la Gloria” ed “Erinni Streep”. Nel 1997 esordisce alla Star Comics con una storia di Lazarus Ledd per il decennale della casa editrice. L’anno successivo entra nello staff della serie “Lazarus Ledd” realizzando il numero 63 “Una semplice storia d’amore”; per il fumetto di punta dell’editore umbro pubblicherà 10 albi. Nel 2003 diventa parte del team di disegnatori della serie dell’Eura Editoriale “John Doe”. Sempre per l’Eura disegna per la miniserie “Detective Dante” e numerose storie della serie “Trapassati Inc.”, oltre a storie brevi per le riviste “Skorpio” e “Lanciostory”. Ha disegnato anche una storia di Heavy Bone, personaggio ideato dal tarantino Enzo Rizzi. Attualmente risiede e lavora a Castellaneta e fa parte dello staff dei disegnatori di Dampyr, per Sergio Bonelli Editore. E tra L’OROSCOPO dal 6 al 13 febbraio 2015 ARIETE 21.03 - 20.04 Una gratificazione sul lavoro aumenterà la vostra autostima. Vivete un momento di alta considerazione di voi stessi il che vi rende anche più affascinanti. TORO 21.04 - 20.05 Tensioni in coppia. Colpa soprattutto dell’orgoglio che ingigantisce anche i problemi non grandi. GEMELLI 21.05 - 21.06 L’oroscopo preannuncia una settimana proficua per gli affari. Possibili trasferte di lavoro in posti interessanti. CANCRO 22.06 - 22.07 E’ l’amore a farla da padrone nell’oroscopo di questa settimana, soprattutto per chi è in coppia da tanto tempo. Potrebbero arrivare proposte importanti. LEONE 23.07 - 23.08 Mercurio in opposizione vi rende nervosi sul lavoro e insofferenti con capo o colleghi. VERGINE 24.08 - 22.09 Vorreste evitare le tensioni ma è giunto il momento di un faccia a faccia che rimandate da tempo. Anche i più pazienti di voi potrebbero perdere le staffe. diVERSI di Cataldo Basile UN MOMENTO DI FELICITA’ N Nel buio non riesco a stare nè a guardare; nel buio ci vengono in mente parole uniche a parole dure parole che non sono nostre e cerchiamo nella nostra vita quando siamo soli in una stanza accesa di vita, di un fuoco che riscalda, viene alla mente un momento di felicità; un momento fatto di pane e di vino. BILANCIA 23.09 - 22.10 Tutto procede nella norma e forse proprio questo vi annoia un po’. Vorreste un partner più romantico. Ma nel week end arriverà una piacevole sorpresa. SCORPIONE 23.10- 22.11 Colpi di fulmine in vista per chi è single, soprattutto per chi ora cerca tutto tranne che l’amore. Rassegnatevi alle farfalle nello stomaco: non è poi così male no? SAGITTARIO 23.11 - 21.12 Settimana calante dal punto di vista fisico e passionale. Piccoli problemi di coppia vi distraggono mentre il lavoro richiederebbe concentrazione. CAPRICORNO 22.12-20.01 L’oroscopo di questa settimana vi suggerisce di dare al partner le sicurezze che si aspetta da voi. Facendo ciò tutto procederà per il meglio e voi ne guadagnerete in serenità. AQUARIO 21.01 - 19.02 Sul lavoro saprete farvi valere. Meritato week end di riposo ma fate attenzione ad un potenziale disturbatore non gradito. PESCI 20.02 - 20.03 Se avete chiuso una storia da poco ma siete ancora coinvolti avrete modo di riaprire il discorso. Forse non tutto è finito. E tra 6 febbraio 2015 / n.6 CAMBIO VITA E GIRO VITA: TORNO IN FORMA! Con la primavera che si avvicina si cerca di rimettersi in forma. Le motivazioni risultano essere tante, così come le scelte possibili! L’importante è iniziare subito! Non aspettate di invecchiare per voler restare giovani! Non aspettate di ammalarvi per porre rimedio! di Paolo Carrieri * I n questo periodo, nelle palestre, nei centri sportivi, nei fitness club, nei parchi e perfino per strada si riversano un gran numero di persone disposto a praticare una qualunque attività fisica per recuperare la forma. Ormai tutti sono d’accordo: il segreto per vivere bene e a lungo consiste in una costante e adeguata attività fisica e un’alimentazione sana e varia. Purtroppo, però, più della metà della popolazione “occidentale” è sedentaria e anche in sovrappeso. Per questo insieme ai medici consigliamo e spieghiamo come sia necessario cambiare il proprio stile di vita e le proprie abitudini per sempre. Soprattutto occorre incrementare l’esercizio fisico che rende più forti ed aumenta la resistenza anche alle malattie. Deve aumentare la consapevolezza che l’attività fisica deve fare parte integrante della vita di tutti i giorni. In particolare l’esercizio fisico costruito “ad hoc” in molti casi è un farmaco senza controindicazioni. Sostiene il noto farmacologo Silvio Garattini: “... occorre convincersi che l’essere in forma, avere energia ed essere in buona salute dipende da quello che facciamo noi: buone abitudini di vita, non fumare, mantenere il peso corporeo, praticare esercizi fisici”. CINA: CONTRO L’OBESITA’ GINNASTICA OBBLIGATORIA Da anni gli Stati Uniti, e successivamente anche Europa e Paesi del Mediterraneo sono alle prese con il problema della sedentarietà e della conseguente obesità. Nei paesi più sviluppati la tendenza ad accumulare chili di troppo non risparmia nessuno. Il problema si fa via via più pressante soprattutto per quel che riguarda l’obesità infantile che in alcuni Paesi sta diventando una vera piaga sociale. Nonostante l’attenzione dei Governi il problema non è stato ne’ risolto ne’ attenuato e l’incidenza di malattie croniche come diabete e patologie del cuore continua ad aumentare. Sorprende che il problema ora riguardi anche popoli come i cinesi e i giapponesi che dal punto di vista alimentare sono piuttosto equilibrati: nonostante facciano più spuntini al giorno (ottimo per tenere attivo il metabolismo), mangiano molto riso, tanta verdura, spesso cotta al vapore, pesce, carne, e mai formaggio, a meno che non sia di soia. Una dieta che permette alla maggior parte dei cinesi di non avere problemi di sovrappeso. Ma ora anche loro rischiano di cadere nel vortice dell’obesità e fanno di tutto per tenerla lontana. Soprattutto i più giovani che sempre più faticano a resistere alle tentazioni di pollo e patatine fritte del Kentucky Fried Chicken, e allora Pechino ha deciso di correre ai ripari ripristinando l’obbligo degli esercizi quotidiani per far rimanere in forma la popolazione. PER I GIAPPONESI MISURE OBBLIGATORIE Il Giappone non ha grossi problemi di obesità ma un paio di anni fa prese un’iniziativa per contrastare il sovrappeso (una delle più drastiche e riuscite che si sia mai vista). Una legge che prevedeva, infatti, che nei check-up annuali previsti, fosse introdotta la misurazione del livello di adipe. Uomini e donne tra i 40 e i 74 anni furono obbligati a sottoporsi alla misurazione della “ciccia” per valutare tempestivamente il rischio di obesità ed intervenire immediatamente. Fu stabilito che per le donne il limite massimo consentito è di 79 centimetri circa, al di sopra del quale si viene considerati in sovrappeso. Per gli uomini il limite è di 90 centimetri. Questo provvedimento é stato preso per scongiurare le conseguenze del sovrappeso che insorgono nella fascia di età tra i 40 ed i 70 anni, in special modo il rischio di infarto e il diabete. Addirittura sono previste pesanti sanzioni finanziarie per le compagnie e gli enti locali che non si adegueranno all’individuazione dei target previsti. L’obiettivo era di diminuire la popolazione sovrappeso del 10% in quattro anni, dando così un taglio netto alle spese della sanità pubblica che derivano dagli oneri provocati dai problemi di sovrappeso. Un miglioramento della salute dei cittadini corrisponde ad un risparmio sulla spesa sanitaria pubblica. Diminuendo il numero degli infarti e dei diabetici, si evita di conseguenza il sovraffollamento degli ospedali un programma davvero ineccepibile, non c’è che dire. Se anche in Italia si inserisse nei check-up i test per misurare il livello di adipe, si fornirebbe un valido aiuto a chi non sa di essere in sovrappeso, sottovalutando così i rischi e continuando ad accumulare chili di troppo. L’obesità, insieme alla sedentarietà, provoca molti altri disturbi ed è giusto non sottovalutarla ed inserire dei controlli preventivi nelle 25 Fitness&Benessere visite mediche. Ed in questo il Giappone insegna... D’INVERNO PROPRIO NON SE NE PARLA DI FARE SPORT D’inverno le scuse non mancano: il lavoro ci ha stremato, la palestra non piace, fa troppo freddo per la partita di calcetto con gli amici o per un’uscita in bici. Insomma, diciamocelo chiaramente: siamo allergici a qualsiasi forma di attività fisica, prendiamo l’ascensore anche per salire un solo piano, prendiamo l’automobile anche per fare cento metri e via discorrendo. In Italia il 41% della popolazione per almeno 11 mesi l’anno non alza nemmeno un dito. “È un problema - sottolinea Marcello Faina, direttore del Dipartimento di Medicina e Scienza dello Sport del Coni e medico della nazionale. L’attività fisica difende da malattie come diabete, obesità, cardiopatie e tumori: i medici dovrebbero prescriverla come un farmaco”. L’INATTIVITÀ FISICA NUOCE ALLA SALUTE. Anche la scuola ha le sue responsabilità. “Non è possibile che si facciano solo due ore di educazione fisica alla settimana”, si lamenta Faina. Anche perché, se oggi oltre il 60% dei bambini tra i 9 e gli 11 anni fa sport, è vero anche che, nel corso degli ultimi 50 anni il tempo che i più piccoli passano di fronte alla Tv o al Pc, è quintuplicato. Non senza conseguenze. Alcuni ricercatori canadesi hanno dimostrato infatti che guardare la televisione “spegne” il senso di sazietà, facendo aumentare il rischio di sovrappeso e obesità. In un gruppo di bambini, ai quali era stata messa a disposizione una quantità illimitata di pizza, chi stava guardando i Simpson ha mangiato infatti il 22% in più rispetto agli altri. Insomma, se ci piace oziare, abbiamo un lavoro sedentario, ci piace stare comodamente seduti, vedere spesso la Tv, o passare ore al computer e per giunta ci piace anche mangiare male o troppo, siamo spacciati! ... E DI BUONE FORCHETTE! Questa Italia apparentemente salutista nasconde una prassi quotidiana diversa: cattive abitudini ed errori/orrori alimentari sono molto radicati, come testimonia la crescente diffusione di malattie legate alla sfera nutrizionale quali l’anoressia, la bulimia e, soprattutto, l’obesità e il diabete, veri e propri “mali sociali” delle nazioni industrializzate al pari della malnutrizione per i paesi più poveri. L’obesità nasce dallo sbilanciamento fra ciò che mangiamo e ciò che consumiamo. Resta, quindi, da percorrere una strada molto lunga verso una corretta educazione alimentare, e questa non é favorita dai modelli (mediatici e non) diffusi a livello mondiale: la globalizzazione ci ha abituato all’omologazione anche in campo nutrizionale. Non a caso in un recente convegno il sociologo George Ritzer, sosteneva: “viviamo in un’epoca di “mcdonalizzazione della società”, in cui l’hamburger di Mc-Donald è diventato una specie di “unità di misura” acquistabile in ogni parte della terra con le stesse caratteristiche e un identico rapporto qualità/prezzo”. Ricordiamo che la salute e il benessere sono un puzzle composto da educazione alimentare, fisica e mentale. In ogni caso cominciate con gradualità, sia sul piano nutrizionale che dell’allenamento fisico: fatevi prendere le misure, imparate a conoscervi, sperimentate e restate in ascolto: non ve ne pentirete! Attenzione é in gioco la vostra salute! Se siete pigri allenatevi con il Personal Trainer. Muovetevi! Buon fitness a tutti! * Dottore in Scienze Motorie, Specialista in Chinesiologia Correttiva e Rieducativa, Educatore Fisico, ISEF, Preparatore Atletico e Sportivo, Personal Trainer, Direttore Tecnico del MOVING CLUB. PSYCHE di Alessandro Montrone* Mangiare bene, vivere male Io vedo che molta gente che conosco ha una vera fissazione maniacale per il cibo sano che per me è stata creata apposta dalle ditte che producono questi alimenti particolari. Chi è fissato con il mangiare sano ha dei problemi? Tutti questi vegani e biologici sono apposto con la testa oppure hanno qualcosa che non va? Laura Benché teoricamente adattiva, la cura della propria salute, specie quando non affidata a dei professionisti del settore, può perfino sortire delle derive paradossalmente controproducenti. Pertanto, non si esclude che anche il salutismo alimentare, per quanto condivisibile nei suoi principi, possa, per eccesso, degenerare in una vera e propria fattispecie patologica, in una sorta di ossessione insana per i cibi “sani”, che oggigiorno viene comunemente denominata “ortoressia” (composto di ορθο- «sano, corretto» e όρεξις «appetito»). L’atteggiamento dell’ortoressico, così come quello del (meno rigido) salutista, scaturisce dalla consapevolezza di essere quel che si mangia, quindi dalla volontà di poter controllare, attraverso l’assunzione di cibo “sano”, il proprio stato di salute, con l’intenzione di scongiurare evidenti angosce di annichilimento. L’eventuale gravità psichiatrica di questa condizione risulta facilmente misurabile dal grado di compromissione del funzionamento individuale e sociale della persona affetta. Capita, infatti, che la dieta divenga, in questi casi, una regola di vita improntata su un personalissimo concetto di purezza alimentare, considerato dall’ortoressico quale parametro di riferimento attraverso il quale giudicare sé stesso e gli altri in termini (direi) integralisti, giacché spesso inflessibili, moralizzatori e intolleranti. Questo atteggiamento, già presente nelle forme più blande, si cristallizza in quelle man mano più gravi, tanto da concretizzarsi in una sorta di culto assai particolare, costituito da credenze (fondate soprattutto sul predetto concetto di purezza alimentare) e da riti (principalmente connessi all’acquisto e alla preparazione dei cibi), che assorbono le risorse dell’individuo coinvolto in misura dipendente dalla gravità della condizione. A lungo andare, le restrizioni imposte da taluni regimi dietetici pseudo-salutistici possono anche determinare uno stato di severa malnutrizione: mi preme ricordare che in letteratura si registrano perfino dei casi di decesso. Dunque, la natura paradossalmente ossimorica dell’ortoressia si esplica proprio in quest’insana ricerca della salute; e l’esempio di tale condizione patologica può fungere da deterrente per tutti coloro che giustamente aspirano ad uno stile di vita più sano, affinché, scossi da questo monito, possano adottare dei comportamenti davvero efficaci al loro scopo, magari consultando dei professionisti della nutrizione, magari cominciando a considerare criticamente le ragioni stesse sottese alla questione della dieta, le quali afferiscono sempre alla volontà, innanzitutto mentale, di cambiamento. *Psicologo e Psicoterapeuta Scrivete a Alessandro Montrone e-mail: dottormontrone@libero.it 26 6 febbraio 2015 / n.6 E tra brevi Calcio giovanile, doppia vittoria per la Red Boys Doppia vittoria per la Red Boys, nell’ultima giornata di calcio giovanile. Con un gol di Micoli i giovanissimi di mister Lucarella mettono una seria ipoteca sul discorso salvezza, battendo in casa il Valley Alberobello terzultimo in classifica. La doppietta di Santoro e il gol di Palmisano regalano i 3 punti agli allievi di mister Palazzo, impegnata in trasferta a Ginosa. Domenica prossima allievi in casa contro il Sava, giovanissimi in trasferta a Fasano. 2 a 2 dei giovanissimi del Cristo Re sul campo dei Giovani Cryos. Domenica prossima al Pergolo arriva il fanalino di coda Mariano Carone Oria. M.M. Calcio As Martina ritrova il tuo ardore Dopo la prestazione incolore di Ischia i biancoazzurri cercano il riscatto in casa di una Juve Stabia che non può sbagliare di Mauro Mari - Foto di Lino Cassano C’ é rammarico in casa biancoazzurra. Uscire indenni dal “Mazzella” di Ischia avrebbe significato per il Martina rosicchiare un altro punto dal quintultimo posto, per la contemporanea sconfitta di Messina e Cosenza. Mentre le prime della classe rallentano, le ultime non si danno affatto per vinte. Il girone C di Lega Pro regalerà ancora tante sorprese e i verdetti, in testa e in coda, costeranno ancora tanto sudore. Ilpuntodella23^giornata. Si ferma il Benevento allo “Zaccheria” di Foggia. Non ne approfitta la Salernitana, che non va oltre il 2 a 2 in casa contro il Lamezia, dopo essere stata sotto di due goal a 10′ dal termine. In scia ne approfitta solo la Casertana che piega la Paganese con un goal di Rajicic. Primo goal con la maglia del Matera per Carretta: il 3 a 1 sul Messina porta le distanze dal quinto posto a soli 5 punti. Cambia il fanalino di coda del girone C, grazie al colpo della Reggina in casa su un Lecce troppo altalenante per ambire a sogni di gloria. Tre punti pesanti per Savoia (1 a 0 all’Aversa ultimo in classifica) e Ischia (1 a 0 al Martina) che accorciano le distanze dal quintultimo posto occupato da Messina e Cosenza, sconfitta in trasferta nello scontro diretto dalla Lupa Roma. Perde anche il Melfi in casa di un ritrovato Catanzaro. Uno a uno tra Barletta e Juve Stabia, prossima avversaria del Martina. Al “Romeo Menti” di Castellammare di Stabia Ciullo spera di recuperare Montalto, Magrassi e De Risio, Certamente riprenderà il suo posto al centro della difesa Fabiano. La seconda trasferta consecutiva arriva in casa della terza della classe, con sette punti di ritardo sul Benevento capolista. I campani sono costretti a vincere, per continuare a guardare avanti piuttosto che alle spalle, dove Casertana, Foggia e Matera scalpitano per entrare in zona play-off. Il Martina deve ritrovare il suo proverbiale ardore delle giornate precedenti a Ischia, dove è sembrato essersi appannato, forse appagato dalla vittoria contro il Catanzaro. Calcio, Atletico in casa contro il Parma Club Ginosa Si chiude male la settimana calcistica dell’Atletico Martina. Cominciata bene con la vittoria interna sul Cisternino, sono arrivate due sconfitte consecutive contro Terlizzi e Atletico Acquaviva. Nel recupero di giovedì conto la capolista é finita 3 a 1 in favore degli ospiti, bravi a rimediare con pazienza al gol dello svantaggio siglato da Palmisano. Non é andata meglio domenica in trasferta ad Acquaviva, dove i ragazzi del nuovo tecnico Claveri hanno perso 2 a 1. Domenica prossima ospite al Pergolo sarà il Parma Club Ginosa. M.M. Futsal femminile, Martina: un poker per il riscatto Torna a vincere il Martina/ Monopoli con secco 4 a 0 nel derby giocato in casa del Città di Taranto. Le ragazze di coach Fanizzi riscattano così lo stop subito dal Noci, nel big match della scorsa settimana. Il 3 a 2 delle baresi contro il Copertino lascia invariata la situazione in testa alla classifica. Domenica prossima Pugliese e compagne osserveranno il loro turno di riposo. Ritorno in campo l’11 febbraio per la gara di ritorno dello spareggio per l’accesso alla Final Eight di Coppa Italia. All’andata finì 3 a 0 per le pugliesi in casa del Lions Potenza. Sosta effettuata dallo Stone Five Martina, domenica prossima al PalaWojtyla arriva il Conversano. M.M. E tra 6 febbraio 2015 / n.6 calcio a 5 femminile Martina e Italfutsal in rosa, il binomio vincente Martedì 3 e mercoledì 4 febbraio il PalaWoytjla ha ospitato il secondo raduno selettivo della neonata nazionale di calcio a 5 femminile. Coinvolto il girone meridionale della serie A. Statte, Salinis, Fasano e Bisceglie le squadre pugliesi interessate. di Gisberto Muraglia S i è concluso mercoledì pomeriggio il secondo raduno selettivo della neonata nazionale italiana di calcio a 5 femminile. Il teatro è stato il PalaWoytjla di Martina, che ha visto le 19 convocate del tecnico Roberto Menichelli – già campione d’Europa con la nazionale maschile – effettuare tre sedute lavorative spalmate tra martedì 3 e giovedì 4 febbraio. Un lavoro prolifico per l’allenatore delle azzurre, nuovo al proscenio in rosa del futsal, che ha l’arduo compito di mettere su una selezione che possa competere con i mostri sacri di Brasile (cinque volte campione del mondo), Spagna e Portogallo su tutte. Da lodare il tempestivo intervento dell’assessore Stefano Coletta, che ha saputo prontamente far aggiudicare l’unico raduno per il sud Italia a Martina. Meta, tra l’altro, molto gradita e apprezzata da Roberto Menichelli e dall’intero entourage della nazionale. DOPO MARTINA TOCCA A GENZANO Quello di Martina è stato il secondo raduno, dopo quello inaugurale tenutosi nel centro sportivo di Novarello (28 e 29 gennaio), riservato alle giocatrici del girone C. Il primo raduno, invece, è stato riservato alle giocatrici del girone A. Il terzo e ultimo raduno, dedicato quindi al girone B, sarà effettuato il 3 e 4 marzo al PalaCesaroni di Genzano (Roma). Nella prima tornata di convocazioni, Menichelli ha riservato almeno una chiamata per squadra. Nel girone meridionale gli occhi erano puntati sulle chiamate che Menichelli avrebbe riservato alla capolista Real Statte, alla Salinis, Fasano e Arcadia Bisceglie. Per le rossoblu convocate Margarito e Nicoletti, per le daune Mansueto Sport e Caputo, Gelsomino per le brindisine e Maria Elisabetta Pinto per le baresi. PAROLA DI MENICHELLI Il giudizio del Ct Menichelli – come si legge sul sito della Divisione Calcio a 5 - sulla due giorni pugliese è positivo. «Come in occasione del precedente stage a Novarello, a Martina Franca è stato svolto un lavoro proficuo e ci tengo a ringraziare le giocatrici per l’attenzione, la concentrazione e l’impegno messi negli allenamenti - ha detto Menichelli. Voglio poi ribadire che chi non è stato convocato per i raduni di selezione può tranquillamente ambire a far parte della nazionale femminile, visto che comunque ci sono atlete che potrebbero non avere bisogno di essere verificate durante gli stage – spiega senza fronzoli il mister - che saremo come sempre molto attenti alle novità che emergeranno dalle competizioni nazionali, vale a dire campionato e Coppa Italia. Ne approfitto inoltre per chiarire che non esistono vincoli di età per le convocazioni: va da sé che essendo quella femminile una nazionale da costruire, le attenzioni mie e dello staff saranno rivolte soprattutto ad atlete di età medio-bassa, questo mi sembra abbastanza natura- 27 Foto principale tutti schierati: LO STAFF E LE GIOCATRICI AL COMPLETO le e logico. Questo non toglie che di fronte a necessità e con giocatrici di valore a disposizione, non esiteremo a convocare anche giocatrici più avanti con l’età». Parole che suonano come una manna dal cielo per diverse escluse eccellenti, che non hanno preso benissimo il secondo giro di convocazioni per via dell’ormai famigerato “limite d’età” che ha minato, ma solo momentaneamente, la presenza di alcune storiche calcettiste che da anni calcano i campi di tutta Italia. ASPETTATIVE E SOGNI DELLA NAZIONALE Ci vorrà ancora qualche altro giorno per sapere i volti definitivi di questa giovine Italia, anche se tra gli addetti ai lavori già fremono per vedere in campo le future azzurre. Quali saranno le aspettative della squadra di Menichelli? Il Brasile del portiere paratutto Joziane Oliveira, Luciléia (pallone d’oro in carica, gioca nella Lazio), Vanessa Pereira e compagnia cantante sembrano essere ancora su un pianeta a parte, così come la Spagna di del portiere Belen, di Amparo Jimenez Lopez e Sara Iturriaga (giocatrici del Montesilvano) e Patricia Gonzalez Mota. Non da meno il temibile Portogallo di Melissa Antunes. Questo triumvirato è ancora difficile da raggiungere, ma Menichelli ha un ottimo potenziale per le mani pronto ad esplodere. Un traguardo, quello della nazionale, atteso da quattro anni (dall’istituzione della serie A), che iniziava a essere una mancanza pesante di fronte ai sopracitati colossi del futsal in rosa. E così, ancora una volta, davanti agli appuntamenti importanti, Martina Franca e il suo rinomato PalaWoytjla hanno risposto “sì!”. La fasanese Laura Gelsomino 28 6 febbraio 2015 / n.6 Sport TARANTO DOPO LA SOSTA TRASFERTA A BISCEGLIE I rossoblù di Pierfrancesco Battistini si preparano ad affrontare il big-match sul campo dei baresi. Scontro diretto per proseguire la corsa al secondo posto I di Gabriele Russano l Taranto è pronto a far visita al Bisceglie. Dopo l’esordio in panchina dello scorso 25 gennaio coinciso con la vittoriosa gara interna sul Francavilla in Sinni, il nuovo tecnico Pierfrancesco Battistini ha avuto una settimana di tempo per conoscere meglio il gruppo ereditato da Massimiliano Favo. La sosta di domenica scorsa osservata per l’impegno della Rappresentativa di Serie D nella Viareggio Cup è servita a Prosperi e compagni per lavorare al meglio in vista del delicato ed importante match che vedrà il Taranto affrontare una diretta concorrente nella rincorsa al LUIGI DELFINO SCACCHI IN DIVISA (Seconda parte) Sul tema di “Piccoli e grandi scacchisti crescono” incontriamo ilMaestrotrentenne tarantino, ufficiale gentiluomo e grande giocatore nel tempo libero. di Marika Chirulli (Continuazione intervista del 30 Gennaio) Quale tra le tue competizioni, più di tutte, ti ha reso orgoglioso di te stesso e perché? Il Campionato Italiano U16 a Roma, disputato nel 1996. Mi classificai 3° Assoluto ma, a parte il risultato finale, ho ottenuto tante soddisfazioni durante i nove turni.Tra queste, la vittoria contro Peter De Bortoli all’epoca Candidato Maestro, la partita patta con Roberto Mogranzini (ora GrandeMaestro) e con Pietro Mazzilli (ora Maestro FIDE) e sei vittorie di fila con giocatori tutti più forti di me, benché all’epoca appartenessi alla seconda Categoria Nazionale. Come hai conciliato una passione così impegnativa come quella per gli scacchi con la famiglia e gli impegni lavorativi? Non è facile conciliare tutto ma gli scacchi fanno parte della mia vita, così come famiglia e lavoro! Qual è la tua condizione emotiva prima di ogni competizione? Da piccolo la vivevo con molta tensione, mentre ora secondo posto. Bisceglie e ionici sono infatti appaiate, assieme al Brindisi, in terza posizione con 37 punti, a sei lunghezze dalla vicecapolista Potenza, a sua volta staccata dalla Fidelis Andria, primatista in solitaria dall’alto dei suoi 51 punti. Battistini in questi dieci giorni ha potuto amalgamarsi ulteriormente con il gruppo, che tra l’altro ha ormai recuperato tutti gli effettivi. In settimana qualche problema lo ha avuto Francesco Mignogna, che ha girato a parte insieme a Giampaolo Ciarcià. Mentre il fantasista tarantino dovrebbe regolarmente essere a disposizione per la sfida di Bisceglie (domenica ore 14:30), il centrocampista ex Salernitana sta gradatamente completando il recupero dal lungo infortunio subito nei mesi scorsi e dovrebbe tornare a calcare il campo di gioco con serenità. L’obiettivo non è battere l’avversario ma superare i propri limiti. L’aver imparato a controllare le tue emozioni disputando i vari tornei ai quali hai partecipato, ti è stata d’aiuto nell’affrontare gli appuntamenti importanti della vita? Certamente, gli scacchi ti permettono di crescere molto anche nel quotidiano. Nel tuo tempo libero quante ore dedichi agli scacchi? Prima, almeno un’ora al giorno,divoravo un bel libro sull’argomento. Adesso preferisco giocare online con lo smartphone ma mi rendo conto che sia molto più utile leggere. Mi sono ripromesso di riabituarmi a farlo. A che punto della tua carriera scacchistica sei giunto? Attualmente sono Maestro ed ho raggiunto i 2251 puntiElo ma sono appena all’inizio. Fabiano Caruana trema! Scherzo naturalmente, vorrei diventare Maestro FIDE e poi si vedrà. Cosa si prova ad aver raggiunto un traguardo così importante? Sono molto soddisfatto ma non si è mai completamente appagati di successi e traguardi negli scacchi. E’ la voglia di migliorare che ti permette di crescere continuamente. Le ultime parole suggellano la personalità fantastica di questo grande scacchista. In un momento di crisi dei valoriè confortante sapere che ci sono giovani così virtuosi ebrillanti intellettualmente. Luigi è il classico ragazzo della porta accanto, affronta il quotidiano “scherzosamente in modo serio”, qualità che gli dona un carisma particolare. Il suo modo di far frontealla vita gli ha permesso di raggiungere gioco in gare ufficiali entro la fine del mese. SETTORE GIOVANILE Sfida incrociata per la Juniores di Michele Cazzarò, che dopo la sosta del campionato, così come la prima squadra, affronterà il Bisceglie seppur a campi invertiti. I giovani rossoblù, infatti, domani alle ore 16:00 ospiteranno i neroazzurri al “Comunale” di Statte per la quarta giornata del girone di ritorno nel girone M del campionato Juniores. L’obiettivo è quello di dare seguito alla vittoria ottenuta due settimane fa sul campo dell’Hinterreggio e proseguire la rincorsa ad un posto negli spareggi per l’accesso alle finali nazionali. Il Taranto, a 21 punti, insegue il terzetto composto da Fidelis Andria, Francavilla in Sinni e Roccella, in quinta posizione con 23 lunghezze. dei traguardi che, comunemente, non si ottengono in anni di studio e dedizione. A “Jiji” i nostri affettuosi auguri! E tra E tra Registrazione Tribunale di Taranto n. 14/07 del 26 settembre 2007 Direttore Responsabile Rosa Colucci Art Director Carmela Marangella Assistente grafica Elena Colucci Contributor Titty Battista Cosima Borrelli Paolo Carrieri Maria Rosaria Chirulli Salvino Chetta Donatello Cito Vito Pietro Corrente Roberta Criscio Marta Coccoluto Francesca Garrisi Mauro Guitto Antonio Lucarelli Mauro Mari Serena Mellone Alessandro Montrone Oscar Nardelli Pierluigi Rota Gabriele Russano Fabiana Spada Fotografie Donato Ancona Webmaster Problema numero 320 Muove il Bianco Matto in due mosse Francesco Cervino (ATTIVA WEB) Special Guest Benvenuto Messia Diffusione Extra Magazine è un settimanale distribuito nelle province di Taranto, Bari e Brindisi Stampa Martano Editrice s.r.l. Via delle Magnolie Zona industriale, Bari Dove giocare a scacchi A Martina Franca A.D. Scacchi Martinese Sede: Via La San Felice n°36 presso il Villaggio di S.Agostino Telefono: 334-6951781 e-mail:adsscacchimartina@gmail.com Editore Soc. Coop. Extramœnia Edizioni Direttore Amministrativo Francesco Mastrovito Redazione Piazza Vittorio Veneto 2 - 74015 Martina Franca Tel.: 080.4859850 Fax: 080.4833679 E-mail: redazione@extramagazine.eu Web site: www.extramagazine.eu www.scacchimartina.com Gli articoli pubblicati, salvo accordo scritto, Circolo Scacchi Martina s’intendono ceduti a titolo gratuito. Scritti e disegni, anche se non pubblicati, non si restitui- A.D. Itria Scacchi Sede: Via Pergolesi n°48 Telefono: 392-1605018 e 329-0839659 (ore pasti) e-mail: itriascacchi@libero.it scono. Questo giornale rispetta l’ambiente, è stampato su carta riciclata. Chiuso in redazione il 5 febbraio 2015 Itria Scacchi A Taranto A.D. Taranto Scacchi Sede: Via Lago di Montepulciano n°1 presso A.B.F.O. Telefono: 339-2695756 Sito:www.tarantoscacchi.it A.D. Taranto Scacchi In copertina vincenzo di maggio Risultato dell’Es.320 1.Th8+ Rxh8 2. Af7 # E tra 6 febbraio 2015 / n.6 29 30 6 febbraio 2015 / n.6 E tra E tra 6 febbraio 2015 / n.6 31 32 6 febbraio 2015 / n.6 E tra
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