MARTEDÌ 28 OTTOBRE 2014 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Via Campania 59/C - Tel. 06 688281 Servizio Clienti - Tel. 02 63797510 mail: servizioclienti@corriere.it FONDATO NEL 1876 Governo di unità nazionale L’inaugurazione Scelta laica in Tunisia Cede il partito islamico Baggio e le preghiere: il grande centro dei buddhisti di Milano di Francesco Battistini a pagina 12 di Olivia Manola e Giacomo Valtolina a pagina 25 Il premier duro: non tratto. Lettera dell’Italia all’Europa, rallenterà il calo delle tasse. Apertura di Bruxelles GUFI O ALLOCCHI? C’È UNA TERZA VIA Renzi e i sindacati, rottura totale di Antonio Polito Le banche trascinano al ribasso la Borsa: -2,4 per cento. Crollano Montepaschi e Carige LE DEBOLEZZE NASCOSTE Perché ancora non riusciamo ad avere credito di Salvatore Bragantini P agelle bancarie testé distribuite van commentate evitando sia il vittimismo, sia la supina accettazione; siamo a un passo storico per l’Europa. Sarebbe strano che, avendo noi perso l’11 per cento del Prodotto interno lordo dal 2008, le banche italiane fossero promosse con lode, ma la nostra fragilità politico-sociale attira i fulmini degli esaminatori. Incontro a Palazzo Chigi tra governo e sindacati, ma è gelo totale. La leader Cgil Camusso parla di atteggiamento «surreale», mentre Renzi ribadisce la linea dura: «Ascolto le loro proposte ma non tratto». Stop a Violante Spinta all’intesa con i 5 Stelle di Dino Martirano La risposta all’Ue La lettera con cui il governo replica ai rilievi dell’Ue spiega che su 4,5 miliardi destinati a diminuire il deficit strutturale, 3,3 verranno dal fondo creato per abbassare la pressione fiscale. Bruxelles apprezza: «Mossa costruttiva». «L o sa anche Violante che, se serve per superare il blocco, i nomi si cambiano». Renzi annuncia di fatto in tv il ritiro della candidatura dell’ex presidente della Camera a giudice costituzionale. Il premier avvia così una trattativa con il M5S, che darebbe il via libera a due tecnici scelti da Pd e FI per la Consulta in cambio di un suo nome al Csm. Piazza Affari giù La Borsa di Milano ha chiuso ieri con una perdita del 2,4%. A trascinarla giù il calo dei titoli bancari, Mps e Carige su tutti. continua a pagina 29 da pagina 2 a pagina 9 a pagina 10 IN QUARANTENA «CONTROLLI, STANNO BENE» Francia Protesta contro le liberalizzazioni Visite per Ebola I soldati Usa portati a Vicenza di Giusi Fasano U E per gli avvocati il codice civile diventa un muro P er il loro sciopero gli avvocati di Nantes hanno scelto un simbolo poco accattivante: un muro. Di codici civili, in questo caso, impilati a formare una barriera contro il progetto di riforma giudiziaria del governo. La forza della tradizione napoleonica viene usata per opporsi alle liberalizzazioni del ministro dell’Economia, Emmanuel Macron. di Stefano Montefiori continua a pagina 13 ndici soldati americani rientrati dalla Liberia sono in «controllo monitorato» nella caserma «Del Din» di Vicenza, in uso alle forze armate Usa. Secondo il loro comando stanno bene e non presentano sintomi del virus Ebola: si tratta di una quarantena di fatto che rispetta il protocollo internazionale di sicurezza, in base al quale i militari resteranno isolati per 21 giorni. «Io e i miei uomini stiamo benissimo», assicura il generale statunitense Darryl Williams, anche lui in isolamento. Allarmato, invece, il governatore veneto Luca Zaia, che chiede di «alzare le barriere» verso gli immigrati. a pagina 17 DIARIO DALLA SIERRA LEONE Malati sotto la pioggia in attesa di un letto di Gino Strada a pagina 17 © RIPRODUZIONE RISERVATA Le tangenti al Comune e alla Camera L’inchiesta a Roma su Gesconet: 300 mila euro in due anni per ottenere gli appalti di Fiorenza Sarzanini M 9 771120 498008 CONSULTA E CSM ● GIANNELLI AFP / JEAN-SEBASTIEN EVRARD P 41 0 2 8> ANNO 139 - N. 255 Il giudizio sul sistema Paese er anni politici e banchieri ci hanno garantito che il nostro sistema bancario era il più solido di tutti. La smentita arrivata dall’esame della Bce si può dunque spiegare in due modi: o i problemi delle banche italiane sono stati sottovalutati qui, o sono stati sopravvalutati dall’Europa. Oppure tutte e due le cose insieme. Delle nostre colpe parlano i numeri: siamo la maglia nera, con due grandi istituti chiamati a rafforzare il loro capitale; un terzo dei miliardi che mancano sono addebitabili a noi; la più antica banca del mondo, Monte dei Paschi, è oggi la più debole d’Europa. Avessimo ricapitalizzato prima, invece di sbandierare ottimismo, forse avremmo anche avuto più credito disponibile in questi anni. E quando mai i governi italiani si sono occupati dei criteri di questi test di cui oggi ci lamentiamo? D’altra parte è fuor di dubbio che l’esaminatore è stato particolarmente severo con noi. E non può trattarsi di un pregiudizio etnico, visto che il presidente della Bce è un italiano, alla guida della Banca d’Italia fino al 2011. Ma ogni volta che finisce in un sistema di valutazione internazionale, l’Italia sconta la debolezza intrinseca della sua economia e del suo sistema Paese. Giudicare la solidità di banche in una nazione che ha perso un decimo del suo Pil in sette anni è infatti cosa ben diversa che giudicare le banche tedesche. Contro di noi gioca sempre un sospetto in più. Come diceva l’apertura del Financial Times di ieri: «L’Italia finisce sotto pressione dopo che nove banche falliscono gli stress test». Siamo sempre sotto pressione. È un po’ quello che accade anche ai nostri conti pubblici. Renzi ha dovuto strappare quasi con la forza a Bruxelles uno sconticino dello 0,2% (la Commissione voleva lo 0,5%, ieri il governo ha accettato lo 0,3%). Ma la vicenda delle banche ci ricorda che non è solo l’energia e neanche la statura del leader a fare il peso specifico di un Paese; che si calcola con altri criteri, crescita economica, credibilità internazionale, proiezione estera, forza militare. Ogni debolezza amplifica le altre: l’economia reale condiziona i test sulle banche, questi provocano il crollo della Borsa di ieri, che a sua volta influenza l’economia reale. È una lezione da tener presente. Per uscire dalla nostra crisi non basterà gettare il cuore oltre l’ostacolo: bisognerà farci passare l’intero corpo di un’Italia oggi molto gracile. Questo richiede un sistema Paese forte e coeso, dove non brilli solo la stella di un capo, tanto più forte quanto più solitario. E una classe dirigente consapevole della perdurante gravità dei nostri problemi: una terza via tra i gufi e gli allocchi, per i quali va sempre tutto bene. Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano In Italia (con “Style Magazine”) EURO 1,90 www.corriere.it azzette pagate tra il 2010 e il 2012 per ottenere la gestione dei servizi di pulizia, traslochi e facchinaggio sbaragliando la concorrenza. Tangenti per 300 mila euro versate in due anni per aggiudicarsi gli appalti della Camera dei Deputati, del Comune di Roma e della Regione Piemonte. L’inchiesta sul Consorzio Gesconet alza il tiro: le verifiche disposte dai pm adesso puntano a individuare chi percepì il denaro. a pagina 19 ● IDEE& INCHIESTE IL PROCESSO ARTISTI, POLITICI, SPORTIVI LA SFIDA CINESE NOI, DIALOGANTI AI SILENZI DI PRATO CON IL DITO MEDIO di Dario Di Vico di Luca Mastrantonio N I el rogo del capannonedormitorio a Prato morirono sette operai. La titolare cinese della ditta: proprietari italiani dell’immobile e Comune sapevano dei dormitori. a pagina 23 l partito del dito medio ha sempre più iscritti. Simbolo trasversale, anarchico e demagogico, assai diffuso sui social, cui si può arrivare facilmente sia da destra che da sinistra. a pagina 28 Martedì 28 Ottobre 2014 Corriere della Sera 2 # Primo piano I conti pubblici Dall’Italia 4,5 miliardi per il risanamento e per evitare la recessione Katainen parla di mossa «costruttiva», ma il confronto «è aperto» Roma interviene sul deficit, la Ue apre La vicenda ● Il 15 ottobre il Consiglio dei ministri ha approvato la legge di Stabilità, poi inviata a Bruxelles ● Con una lettera datata 22 ottobre, l’Ue ha chiesto chiarimenti all’Italia sulla manovra di bilancio. Katainen, commissario agli Affari economici, ha sottolineato «deviazioni» dalle regole Ue ● La settimana scorsa si è riunito il vertice Ue. Il compromesso tra Renzi e Bruxelles: una correzione aggiuntiva del deficit strutturale pari allo 0,3% del Pil ROMA Il governo Renzi mette 4,5 miliardi sul piatto per correggere il deficit strutturale 2015 ed evitare «a ogni costo» il rischio di entrare nel quarto anno consecutivo di recessione. Il pacchetto di misure, pari allo 0,3% del Pil, è contenuto in una lettera inviata ieri dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ai vertici dell’Ue. Se la scorsa settimana Bruxelles aveva criticato la legge di Stabilità, bocciando di fatto la correzione dei conti dello 0,1% del Pil avanzata da Palazzo Chigi, il commissario europeo alle Finanze, Jyrki Katainen, accoglie in modo positivo le proposte italiane e attraverso il suo portavoce, Simon O’Connor, pur senza anticipare la valutazione finale, attesa per domani, fa notare che la Commissione europea definisce «costrutti- va» la collaborazione dell’Italia, ma «le consultazioni sono in corso» e il confronto con Palazzo Chigi «rimane aperto». Per scongiurare ulteriori aumenti della correzione del deficit, Padoan avverte l’Ue che il Pil italiano è sceso di «più del 9% rispetto al livello del 2008, l’economia è ora al terzo anno di recessione e ha un serio rischio di stagnazione e deflazione». Il premier Matteo Renzi è ottimista per il 2015 («Immagino una crescita del Pil dell’0,6») e, comunque, un quarto anno di recessione «deve essere evitato in ogni modo», sottolinea il ministro, perché «renderebbe la sostenibilità del debito più difficile da mantenere». Padoan perciò indica nella missiva tre voci significative per arginare il deficit: 3,3 miliardi arriveranno dal Fondo per la riduzione delle tasse, 500 milioni dai fondi per i cofinanziamenti Ue e altri 730 milioni saranno recuperati da un’estensione nel settore al dettaglio del regime di reverse charge (il meccanismo dell’inversione contabile che praticamente fa pagare l’Iva al committente anziché al fornitore). Per valutare, però, che cosa sta facendo il Paese «la strategia di bilancio dell’Italia deve essere considerata dentro l’agenda di riforme strutturali — ricorda Padoan — che avranno un diretto impatto su crescita potenziale e sostenibilità del debito». Da non dimenticare che ulteriori provvedimenti sono in cantiere «entro l’inizio del prossimo anno» sul mercato del lavoro e sulla giustizia civile. Il Tesoro poi ribadisce l’impegno a ridurre il de- la percentuale di crescita del Pil stimata da Renzi per il 2015 9 la percentuale del calo del Pil italiano rispetto al livello del 2008 © RIPRODUZIONE RISERVATA La lettera del Tesoro 1 2 3 Il fondo per ridurre il deficit L’impiego, per ridurre il deficit pubblico, di 3,3 miliardi già accantonati a bilancio come fondo per abbassare il carico fiscale. È questa la prima delle misure aggiuntive elencate dal governo italiano nella lettera di risposta alle richieste della Commissione europea di Bruxelles Taglio al cofinanziamento dei fondi Ue Il secondo punto riguarda la riduzione della quota di risorse nazionali per il cofinanziamento dei fondi europei per la coesione: si tratta di mezzo miliardo, risorse escluse dal patto di stabilità interno applicato alle Regioni, cifra che contribuisce all’aggiustamento del bilancio ● Ieri la lettera di risposta del governo italiano a Bruxelles, che indica le risorse per la riduzione del deficit (4,5 miliardi) La contabilità per il commercio La lettera indirizzata a Jyrki Katainen propone poi di estendere al settore del commercio al dettaglio il regime di reverse charge: è un meccanismo contabile che praticamente elimina la detrazione dell’Iva sugli acquisti. Si ricavano così 730 milioni di euro Cameron «resiste» a Bruxelles E i laburisti lo appoggiano DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La mossa di David Cameron è prevedibile e scontata. Ma serve a tenere alti i toni. Il premier britannico non fa che ripetere quello che a caldo aveva già detto sabato scorso: «Io non firmo nuovi assegni a favore della Commissione». Solo che questa volta la promessa e l’impegno di Downing Street vengono esplicitati a Westminster davanti alla Camera dei Comuni. Il contenuto è chiarissimo: Londra si opporrà alla richiesta avanzata da Bruxelles di versare entro il primo dicembre il contributo suppletivo al bilancio della comunità di 1,7 miliardi di sterline (2,1 miliardi di euro). «Non pagheremo e sfideremo in ogni modo possibile questa pretesa». David Cameron si mette in trincea e non ha la minima intenzione di abbandonarla. Tanto più che in Parlamento l’opposizione laburista, per voce del leader Ed Miliband, parla di «questione posta dalla ComLONDRA 0,6 bito «grazie a un ambizioso piano di privatizzazioni pari a 0,7 punti di Pil l’anno. E alcuni ritardi, per avverse condizioni del mercato, saranno riassorbiti nei prossimi mesi». Inoltre Padoan definisce «circostanze eccezionali» l’ampio divario tra il Pil reale e quello potenziale: «L’output gap dell’Italia è atteso rimanere molto ampio dagli standard storici nel 2014 e non si ridurrà nel 2015». Per questi motivi il governo Renzi ha chiesto il rinvio del pareggio di bilancio al 2017, una maggiore flessibilità nei conti e si augura che «la Commissione Ue tenga in considerazione la versione rivista del Documento di economia e finanza (Def) che sarà preparata nei prossimi giorni». Francesco Di Frischia A Leeds Il primo ministro britannico David Cameron, 48 anni, ieri a Leeds con il Cancelliere dello Scacchiere George Osborne, 43 anni, per la linea ferroviaria ad alta velocità progettata per collegare Londra alle principali città del nord (LaPresse) missione Ue in modo maldestro e inaccettabile». Ed è forse questa presa di posizione, da parte del centrosinistra britannico, che rende idea di quanto il conto presentato da Bruxelles alla fine della scorsa settimana sia stato avvertito come «un gesto ostile» nei confronti (è la tesi di Cameron, ora condivisa da Miliband) di un paese, la Gran Bretagna, che è un «net contributor» dell’Europa, che dunque dà alla Ue più di quello che riceve. «Non sono ammissibili ultimatum del genere». Ripete più volte David Cameron. E la sua stizza si comprende perché l’area euroscettica del suo partito lo incalza. Tra pochi mesi, in primavera, ci saranno le elezioni. Il partito dell’indipendenza, lo Ukip, è in ascesa nei sondaggi e la spinta a imbracciare i temi cari al populismo di Nigel Farage è forte, se non essenziale, sia per i conservatori sia per i laburisti. Cameron è più duro, Miliband un pochino più morbido quando invoca «l’urgenza di una mediazione politica e diplomatica». Ma nella sostanza maggioranza e opposizione, con il fantasma dello Ukip alle spalle, sembrano parlare lo stesso linguaggio: la pretesa di Bruxelles di imporre un pagamento aggiuntivo di 2,1 miliardi di euro riceve una nuova e sonora bocciatura, non solo dal governo tory-libdem ma anche dai laburisti. Al momento non si vedono segnali di accordo. Alla ribellione di Londra, risponde il commissario Ue al budget Jacek Dominik: «Se Cameron continua nel rifiuto si dovranno valutare le multe». Bruxelles è rimasta sorpresa. La questione del contributo, dice la Commissione, era nota al governo britannico. Solo che è caduta nel mezzo di una campagna elettorale in cui Cameron e Miliband non possono fare la parte di chi accetta a occhi chiusi le decisioni (sia pure già in calendario) dell’Europa. Fabio Cavalera @fcavalera © RIPRODUZIONE RISERVATA ❞ Non pagheremo quei 2,1 miliardi di contributi aggiunti Ci opporremo in ogni maniera possibile, ci dicano il metodo ● Il commento Il «giallo» dello 0,3% di Antonella Baccaro «Q uesto pacchetto di misure porterà l’aggiustamento strutturale sopra lo 0,3% del Pil nel 2015». Come mai nella lettera del Tesoro al commissario Ue, Jyrki Katainen, non figura la percentuale precisa della correzione accettata dall’Italia rispetto a quella richiesta in origine, pari allo 0,5%? E qual è questa percentuale? Interrogato, il ministero dell’Economia risponde che la correzione finale accettata dall’Italia è pari a «circa lo 0,33%», con un impegno complessivo di «circa 5,4 miliardi». Se questo è vero, vuole dire che il governo italiano, prima di ricevere la lettera di sollecitazione dell’Ue, aveva messo da parte per la correzione la differenza tra 5,4 miliardi e i 4,5 della lettera, cioè circa 900 milioni, equivalenti in termini percentuali a un miglioramento del saldo strutturale pari allo 0,06%. Eppure, leggendo il Documento programmatico di bilancio, inviato alla Commissione, qualche dubbio sorge. Prendiamolo, che è anche citato nella lettera a Katainen. Qui, a pagina 3, c’è scritto che «la ridefinizione degli obiettivi nominali garantirà un miglioramento del saldo strutturale di bilancio, pari a 0,1 punti percentuali di Pil nel 2015 rispetto al 2014». Dunque la correzione originariamente offerta dall’Italia era dello 0,1%. «È un’approssimazione» spiegano al Tesoro. Eppure il documento quando cita cifre approssimate utilizza il termine «circa», lo fa qualche riga sotto, a proposito dell’effetto delle misure della manovra sulla crescita, stimato in un miglioramento del Pil di «circa 0,1 punti percentuali». Il fatto è che, se davvero l’aggiustamento originario fosse dello 0,1%, i miliardi messi da parte sarebbero 1,6 (e non 900 milioni) che, sommati ai 4,5 offerti nella lettera, porterebbero la correzione in termini assoluti a 6,1 miliardi e in termini percentuali allo 0,38%. Insomma, la correzione finale accettata dall’Italia sarebbe «circa» dello 0,4%. Dunque solo uno sconticino rispetto allo 0,5% che avremmo dovuto rispettare. Troppo difficile metterlo nero su bianco? © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 28 Ottobre 2014 PRIMO PIANO 3 # Le richieste della Ue Le modifiche ai bilanci degli Stati L’aggiustamento al budget europeo* 5 i Paesi 1000 Austria 500 0 Slovenia 4,3% 90,9 32,5 180,5 31,4 60,2 32,4 132,8 42,4 340,1 500 642,7 Gli impegni aggiuntivi per ridurre il deficit dopo le lettere con le richieste della Commissione 4,5 miliardi ITALIA Malta 294,3 316,7 168,9 21,6 89,4 Francia ITALIA 321,4 170 2,9% Francia dati in milioni di euro 779,2 IL CONFRONTO Le previsioni per il 2015 del rapporto deficit/Pil in base ai bilanci inviati all’Unione Europea ITALIA gli importi da scontare Francia 3,6 miliardi 1000 2.125,3 Be lg io Re p. Ce ca Da ni m ar Ge ca rm an ia Gr ec ia Sp ag na Fr an cia Cr oa zia IT AL IA Ci Lu pr ss em o bu rg Un o gh er Pa ia es iB as si Au st ria Po lo n Ro ia m an ia Sl ov ac ch ia Fi nl an di a Sv ez ia Re gn o Un ito che hanno ricevuto richieste di chiarimenti da Bruxelles sui bilanci le cifre dovute da ogni Paese 1.016,3 *sono stati esclusi gli importi inferiori ai 20 milioni Corriere della Sera Salta la possibilità di nuovi tagli alle tasse per 3,3 miliardi Ma la manovra in deficit si riduce a 7 miliardi ROMA L’Italia corregge la mano- vra per ottemperare ai rilievi dell’Unione europea. Ma da dove vengono dunque questi 4,5 miliardi sacrificati sull’altare dell’avvicinamento al pareggio strutturale? La lettera del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, all’Ue lo dettaglia con precisione: 3,3 miliardi vengono dall’utilizzo, ai fini della riduzione del deficit, del fondo originariamente creato per abbassare la pressione fiscale. Un fondo che ritroviamo all’articolo 17 della legge di Stabilità, e le cui risorse, spiega la relativa relazione tecnica, «possono essere utilizzate, anche parzialmente, a condizione che sia verificato il rispetto degli obiettivi programmatici di finanza pubblica del medesimo anno e mossa è che la manovra viene finanziata in deficit meno di quanto era stato previsto in origine: per sette miliardi anziché per 10,3. La seconda fonte individuata dal ministero dell’Economia è la riduzione per 500 milioni della percentuale di risorse domestiche utilizzate per il cofinanziamento dei fondi di coesione europei, esentati dai tetti del Patto di Stabilità domestico che si applica alle Regioni. Altri 730 milioni vengono dall’estensione di norme antievasione (il reverse charge Iva), che però devono ancora ottenere l’ok da Bruxelles. Il governo sarebbe orientato a introdurre l’inversione contabile Iva anche al settore della Grande distribuzione organizzata. La gran numero) sono di più difficile controllo. Per una migliore sostenibilità del debito, infine, l’Italia si impegna a recuperare i ritardi nel piano di privatizzazione, che prevedeva vendite pari a 0,7 punti di Pil l’anno (circa 10 miliardi), rallentate dal difficile andamento dei mercati. La lettera di Padoan intanto ha già i primi effetti in Italia. Il Tesoro dovrà correggere il Documento di economia e finanza. E per questo le opposizioni ieri hanno chiesto di riportare tale testo al voto dell’aula, con tutti i pericoli che questo comporta visto che l’ok, con maggioranza qualificata, era stato dato al Senato con la differenza tra favorevoli e contrari di un solo voto. Il problema sarà esaminato oggi dai capigruppo della commissione Bilancio alla Camera. Il presidente Francesco Boccia ha già annunciato che alcune norme della manovra potrebbero essere stralciate: si tratta di micro misure che non modificano i saldi e di norme ordinamentali non congrue, come quelle sulla sanità e sul pubblico impiego, oltre a quelle sul riassetto degli enti. A. Bac. © RIPRODUZIONE RISERVATA In Aula ● Il 14 ottobre il Senato dà il via libera alla nota di variazione del Documento di economia e finanza: solo per un voto raggiunge la maggioranza qualificata (161 sì) ● Dopo le correzioni, c’è chi chiede di riportare il testo al voto dell’Aula: la questione sarà esaminata in commissione Bilancio alla Camera Watson: una mossa che ha esercitato pressione anche su Parigi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Non ho visto le agenzie di stampa sulla lettera di Padoan, ma la lettera integrale sì. In sostanza, dice che l’Italia farà quanto richiesto dalla Commissione. E questo ha esercitato pressione sulla Francia». Graham Watson, scozzese, leader storico e presidente dell’Alde, il partito dei liberaldemocratici europei, vede con favore le notizie da Roma e da Bruxelles: «Sono più ottimista sul futuro dell’Italia. Certo più ottimista per voi, che per la Francia. E resta una constatazione di fondo, importante per entrambi». Quale? «Roma e Parigi accettano ormai che non sia possibile fare in Europa una politica incoerente con il Patto di crescita e di stabilità». Ma non potevano accorgersene prima? «Questa è una domanda centrata. E però, attenzione: per l’Italia, ad esempio, non si può dimenticare che Renzi e Padoan avevano e hanno un problema di gestione dell’opinione pubblica. Per loro non sarà facile, a Roma, comunicare come cambiano le cose. Ma ciò che hanno detto lo faranno, per esempio la riforma fiscale». Basterà per accontentare la Commissione? BRUXELLES Chi è Privatizzazione Il governo si impegna a recuperare i ritardi nel piano di privatizzazione Graham Watson, 58 anni, europarlamentare scozzese, leader storico e presidente dell’Alde, il Partito europeo dei liberali, democratici e riformatori Norme anti-evasione Altri 730 milioni dall’estensione di norme anti-evasione in attesa dell’ok della Ue comunque non prima del mese di ottobre». Molto più semplicemente l’utilizzo dei 3,3 miliardi del Fondo per ridurre il deficit significa che non avremo più la possibilità di usare queste risorse per ridurre le tasse. Una possibilità futura, che dunque non ha nulla a che vedere con i tagli delle tasse contenuti della manovra che non vengono minimamente toccati, perché garantiti da un’apposita copertura. In realtà il governo sapeva già, quando ha creato questo fondo, che una parte delle risorse le avrebbe impegnate nella trattativa che era costretto a fare con Bruxelles sulla riduzione del deficit. Forse non pensava di usarle proprio tutte, come invece è successo. La seconda conseguenza di questa misura, già ipotizzata in fase di stesura della legge di Stabilità, era stata poi accantonata proprio per le difficoltà di un via libera della Ue (l’Iva è una imposta comunitaria e ogni modifica va concordata). La misura, qualora dovesse arrivare l’ok di Bruxelles, consentirebbe di ridurre significativamente l’elusione Iva nel setto r e d e l c o m m e r c i o . Pe r l’Agenzia delle Entrate si tratterebbe di mettere sotto controllo circa un migliaio di soggetti strutturati, ponendo in capo a loro il versamento dell’Iva. Verrebbe, almeno in parte, neutralizzata l’evasione operata dalla miriade di piccoli operatori (fornitori) che hanno rapporti con la Gdo e che per la loro natura (scarsa organizzazione e Il leader dell’Alde 10 miliardi è la cifra annua che il governo spera di recuperare con le privatizzazioni 17 l’articolo della manovra che all’inizio destinava 3,3 miliardi per abbassare il carico fiscale «Può darsi che alcune di queste riforme non saranno proprio quelle preferite dalla Commissione, o dalla Bce. Però vi sono già stati vari contatti con Roma, e dunque l’accordo si troverà strada facendo. Soprattutto con l’aiuto di una proposta di Junker, il presidente della nuova Commissione europea». Quale? «L’idea dello stimolo fiscale (investimenti pubblici che sorreggano domanda e occupazione, ndr) aiuterà a creare quella crescita che a sua volta sosterrà il governo italiano, come gli altri». Per esempio? «Per esempio, se in un Paese come l’Italia arriveranno grossi investimenti pubblici da Roma e Bruxelles per le reti che trasmettono l’elettricità, questo non potrà che far bene a grandi aziende come la Prismian, e migliorare la loro crescita, dunque la loro occupazione». Dal suo punto di osservazione in Europa, come vede il percorso di Renzi, rispetto ai premier che lo hanno preceduto, Berlusconi, Monti, Letta? «È troppo presto per giudicarlo. Però io che ero scettico sul suo conto, oggi lo sono un po’ meno. Temevo che potesse diventare un altro Tony Blair, tutto promesse. Come ho detto, ora sono un po’ più ottimista». Luigi Offeddu loffeddu@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 Martedì 28 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 28 Ottobre 2014 5 Primo Piano L’esame Bce Le banche bocciate tirano giù la Borsa Mps perde il 21%, Carige cede il 17%. Piazza Affari chiude la giornata in ribasso del 2,4% Gli operatori scommettono sulle aggregazioni. Il caso Popolari. Lo spread risale a 168 punti Gli esami ● Gli stress test effettuati dalla Bce sono valutazioni sulla tenuta delle banche in caso di forte deterioramento del quadro economico nel bienni 20141016 ● Oltre a Mps e Carige, gli istituti italiani sotto esame erano Credito Valtellinese, Bper, Bpm, Pop Sondrio, Pop Vicenza; Banco Popolare, Credito emiliano, Iccrea holding, Intesa Sanpaolo, Mediobanca Unicredit, Ubi, Veneto banca ● La valutazione complessiva della Bce ha preso in considerazione anche la qualità degli attivi, la cosiddetta asset quality review ● Il percorso si conclude il 4 novembre con l’assunzione da parte della Bce del ruolo di Authority di vigilanza del sistema bancario Ue ROMA È stata una giornata di tempesta, ieri, a Piazza Affari che ha chiuso con una perdita del 2,40%, a 19.028 punti. A trascinarla in basso il calo dei titoli bancari ed in particolare il crollo delle quotazioni di Mps e di Carige. Le due banche hanno pagato pesantemente la bocciatura subita agli esami condotti dalla Bce in vista dell’avvio della Vigilanza unica il prossimo 4 novembre. Mps, sospesa a più riprese dalle contrattazioni, è arrivata a perdere il 21,5%, mentre Carige è caduta del 17%. Le vendite, e i ribassi, però non hanno coinvolto solo gli istituti di Siena e Genova, ma hanno colpito un po’ tutti i titoli bancari, anche quelli di banche come Ubi Banca (-5,15%), Intesa Sanpaolo (-3,14%) e Unicredit (-2,55%), uscite a testa alta, registrando importanti eccedenze di capitali, dai test di Francoforte. Evidentemente la reazione degli investitori ha registrato il fatto che l’Italia, anche per la comunicazione a gradi degli esiti del Comprehensive assestment che all’inizio indicava 9 banche - nella gran parte Popolari - del nostro Paese in difficoltà sulle 15 che si erano sottoposte alla verifica, ha dato l’impressione di non uscire bene dall’esame europeo. Nonostante le rassicurazioni date dalla Banca d’Italia sulla solidità del Retroscena di Stefania Tamburello I mercati Milano Le banche italiane La giornata di ieri 19,332 Mps -21,5% Banca Carige -17,19% Ubi Banca Bpm Bper Mediobanca Intesa Sanpaolo Unicredit 19,185 Gli altri listini -2,40% la chiusura 19,627 19,480 Madrid Francoforte Quest’anno l’intervento del governatore della Baca d’Italia, Ignazio Visco, alla giornata del risparmio, il 31 ottobre, avrà due motivi specifici di interesse. Il primo è legato agli esiti degli esami appena conclusi sulle banche europee condotti dalla Bce che hanno lasciato sul campo dei respinti due istituti ed anche molto amaro in bocca per la severità Parigi Londra 19,037 -0,40% 18,890 -0,95% 10.00 12.00 14.00 18.00 -0,78% -1,39% Corriere della Sera sistema e anche dai principali analisti che hanno sottolineato l’esito complessivamente positivo dei test, visto che tutte e 15 banche hanno superato lo scoglio della verifica degli attivi di bilancio, e - ma non più di 2 sono state messe in difficoltà solo dalle prove di resistenza (stress test) rispetto ad uno scenario economico tanto disastroso quanto improbabile. In ogni caso ieri Piazza Affari è stata la peggiore in Europa seguita da Madrid (-1,39%, Francoforte (-0,95%), Parigi (-0,78%) e Londra (-0,40%) - e la Consob è intervenuta due volte, la prima, in mattinata per vietare le vendite allo scoperto per i titoli Mps e Carige così da frenarne il crollo e la seconda in serata per annunciare il pro- Due settimane di stop La Consob ha vietato per due settimane le vendite allo scoperto su Mps e Carige lungamento del divieto, reso più ampio, fino al 10 novembre, data entro la quale le due banche dovranno presentare il piano di rafforzamento del capitale da realizzare entro luglio. Il mood negativo sull’esito degli stress test si è propagato anche sul mercato secondario facendo risalire i tassi dei titoli di Stato italiano, in controtendenza con il trend della giornata, il rendimento del Btp decennale è salito al 2,55% e lo spread con il bund tedesco di pari durata è tornato ad am- Andrea Enria presidente Eba, l’autorità Ue di supervisione bancaria Visco e il richiamo ai banchieri Il test della giornata del risparmio Attesa per il discorso di venerdì. La moral suasion di Via Nazionale Il caso della valutazione dei titoli di Stato e del debito sovrano ROMA -5,15% -4,43% -4,23% -3,35% -3,14% -2,55% della prova di resistenza con cui le banche italiane sono state costrette a confrontarsi. In particolare per il penalizzante trattamento riservato al portafoglio dei titoli di Stato. Da Visco si attende una valutazione dell’impatto - sul sistema del credito e sul mercato - del verdetto di Francoforte ma ancor di più l’indicazione del percorso che le banche - le più solide Ignazio Visco governatore della Banca d’Italia dal novembre 2011 come le meno - hanno ora davanti. Un percorso di ulteriore rafforzamento ma soprattutto di recupero di efficienza e redditività e magari anche di aggregazioni. Fatto salvo il corollario della Banca d’Italia che se non c’è crescita nessuno, neanche le banche, ha un futuro facile. Il secondo motivo, viene di seguito e riguarda l’imminente P ERCHÉ ACCONTENTARSI DI ESSERE PRECISI QUANDO SI PUÒ ESSERE I PIÙ PRECISI? MASTER TOURBILLON DUALTIME. Calibro Jaeger-LeCoultre 978B con data a scatto brevettata. Vincitore del primo Concorso Internazionale di Cronometria del ventunesimo secolo, tenutosi sotto la supervisione dell’Osservatorio di Ginevra, il Calibro Jaeger-LeCoultre 978 vanta una precisione impareggiabile in una nuova cassa in oro rosa dal diametro di 41,5 mm. Il suo regolatore a tourbillon composto da 71 elementi presenta una gabbia ultraleggera in titanio grado 5 e un largo bilanciere a inerzia variabile che batte al ritmo di 28.800 alternanze all’ora. TI MERITI UN VERO OROLOGIO. Boutique: Milano Roma Venezia Per informazioni: +39 02 36042 833 - www.jaeger-lecoultre.com passaggio - il 4 novembre - dei compiti della vigilanza bancaria da Roma a Francoforte con l’ampliamento del terreno di confronto delle banche all’inte- Vigilanza Dal 4 novembre la vigilanza passa alla Bce pliarsi a 168 punti base, distanziandosi in modo marcato dai Bonos spagnoli dai quali ora sono divisi da 42 punti base, per la prima volta dal febbraio 2012. Sul mercato però i principali analisti - anche a dispetto della stampa straniera che ieri da Ft a WSJ per non parlare dei quotidiani tedeschi ha puntato l’indice sulla debolezza del sistema bancario del nostro Paese - sono convinti che la tempesta non durerà molto. S.Ta. © RIPRODUZIONE RISERVATA ra Europa. Per Visco, lo ha detto molte volte, il trasferimento, che comunque muterà il ruolo della Banca d’Italia, non potrà che essere positivo perché significherà una maggiore condivisione e perché solo con l’Unione bancaria si potrà assicurare la stabilità finanziaria dell’Eurozona. Certo però il cambiamento sarà significativo, anche i riti - dicono i banchieri - evolveranno. A cominciare da quello dei periodici incontri del Direttorio con gli amministratori dei principali istituti di credito. Lo scorso anno la riunione era stata il 4 novembre, ma dodici mesi dopo c’è una scadenza più importante in vista e non sarà possibile rispettare l’appuntamento. Ma forse ci sarà solo un rinvio. © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 28 Ottobre 2014 Corriere della Sera 6 # Primo piano L’esame Bce Scenari di Fabrizio Massaro Mps, la richiesta al Tesoro e il toto-alleato tra Intesa e Unicredit Il Wsj: su Siena e Deutsche Bank Francoforte ha commesso errori 2,1 miliardi è la necessità di capitale del Monte dei Paschi di Siena evidenziata dagli stress test condotti dalla Bce 500 milioni è la necessità di capitale individuata per Carige in seguito agli esami europei. La cassa genovese, fondata nel 1483, aveva già eseguito un aumento di capitale da 800 milioni nel giugno scorso 12 miliardi è lo shortfall, il deficit di capitale individuato dall’asset quality review a fine 2013 per nove banche italiane «Mps e Carige troveranno nelle prossime ore tutte le condizioni per poter rispondere alle segnalazioni che arrivano dall’Europa. Questa situazione sarà affrontata con determinazione, ma senza pensare che il problema sia irrisolvibile», ha detto ieri sera Matteo Renzi parlando a «Otto e mezzo». Il problema è soprattutto per la banca senese e sta tutto in un numero: 2,111. Sono i miliardi che mancano all’istituto, secondo i calcoli della Bce negli stress test in vista del passaggio alla Vigilanza unica bancaria di Francoforte, il 4 novembre. Calcoli che peraltro — come ha rivelato ieri il Wall Street Journal — per qualche minuto sono usciti anche sbagliati (e peggiorativi) per il Monte e per altri gruppi importanti come Deutsche Bank: un errore subito corretto dagli uomini della Bce e dell’Eba ma che non è sfuggito all’attenzione degli investitori, suggerisce il Wsj. Entro il 10 novembre l’istituto presieduto da Alessandro Profumo e guidato da Fabrizio Viola dovrà dire dove quei 2,1 miliardi saranno trovati, ed entro nove mesi quei soldi dovranno essere in cassa. Ma la situazione non è facile, per vari motivi. E nel frattempo il mercato punisce il titolo in Borsa: ieri -21%. Ora Mps vale appena 4 miliardi, meno dei 5 dell’aumento di capitale di giugno. La banca punta a ridurre il più possibile quel fabbisogno di capitale. Siena e la stessa Banca d’Italia hanno avuto da Il caso di Giovanni Stringa La vicenda ● Le 25 banche tedesche sotto esame hanno passato l’altro ieri il test. L’unica con carenza di capitale è stata la Münchener Hypotheken, che però nel corso del 2014 ha rafforzato la sua posizione e rimediato al problema MILANO Se la danese Carlsberg è davvero «probabilmente la migliore birra al mondo» (probably the best beer in the world), come recita uno slogan pubblicitario, c’è un’altra frase — molto simile eppure molto diversa — che colpisce la Germania là dove sembra più forte. Non nei maxi tendoni della bavarese Oktoberfest, bensì tra le grandi banche dell’economia nazionale. «Forse, la più grande sorpresa degli esami della Bce» (possibly the biggest surprise), ha scritto Nicolas Véron del centro di ricerca Bruegel a Bruxelles. Con queste parole Véron guarda alla locomotiva tedesca e al sostanziale «en plein» raggiunto negli «stress test» e nell’«asset quality review» dell’altro ieri. E la possibile «sorpresa» si trova nel gruppetto di banche tedesche che sarebbero state invece bocciate, se la Bce avesse preso in considerazioni i più stringenti requisiti di solidità patrimoniale «Basilea III», in vigore dal 2019. Tra questi istituti, scrive Véron, c’è «HSH Nordbank, una banca regionale (Landesbank) che fornisce servizi alle casse di risparmio locali Ieri a Piazza Affari La vicenda 4,16 0,853 Ieri Mps 0,785 euro (-21,50%) miliardi di euro Capitalizzazione 2,111 0,836 miliardi Carenza di patrimonio agli stress test 0,82 0,803 1,1 0,787 miliardi 0,77 11.30 15.00 16.00 16.30 17.30 I Monti bond in mano a Mps Fonte: Borsa Italiana ridire sulla cifra emersa dagli stress test. «Il fabbisogno rilevato è in parte determinato dall’ipotesi di restituzione ... della parte residua degli aiuti di Stato di cui la banca ancora beneficia in linea con l’impegno preso» con la Commissione Ue. «Non tenendo conto di tale impegno, la carenza di capitale risulta pari a circa 1.350 milioni», ha scritto Bankitalia. Una via potrebbe essere lo slittamento del rimborso degli aiuti di Stato (Monti bond). Mps ne ha in pancia ancora 1,1 miliardi: l’impegno preso con Bruxelles a novembre 2013 era di un rimborso di 750 milioni di bond entro il 2016, il resto nel 2017. Ora l’impegno potrebbe essere rimesso in discussione. Ieri pomeriggio Profumo si d’Arco sarebbe recato al ministero dell’Economia per verificare la possibilità di ottenere il rinvio del rimborso come una delle misure di intervento che l’istituto sta studiando con gli advisor Ubs e Citi. Ma il quadro è complesso. Viola ha «escluso in modo categorico» il ricorso a nuovi aiuti di Stato. A sua volta il Tesoro domenica ha detto di confidare in «ulteriori operazioni di mercato». Anche perché se scattasse un nuovo Il premier Il premier: i problemi dell’istituto senese e Carigenova non sono insormontabili aiuto di Stato, questa volta a sostenere le perdite sarebbero chiamati anche i creditori privati, secondo la regola del «bail-in». Ma un rimborso posticipato potrebbe non essere considerato aiuto di Stato. Anche gli analisti di Mediobanca Securities indicano il rinvio del rimborso tra le soluzioni. Ma anche se la banca ottenesse dalle varie authority coinvolte — Banca d’Italia, Bce, Antitrust Ue (competente per le banche in ristrutturazione), ministero del Tesoro — l’ok allo slittamento sui Monti bond, resterebbe pur sempre 1,35 miliardi da trovare. Profumo e Viola ieri hanno spiegato che stanno valutando «tutte le opzioni strategiche». Cioè non solo operazioni sul capitale ma ● Il Monte dei Paschi di Siena (Mps), la più antica e longeva banca del mondo, nata come Monte di Pietà nel 1472, è il terzo gruppo bancario italiano dopo Unicredit e Intesa Sanpaolo ● La crisi esplosa nel 2011 (con un rosso di 4,7 miliardi) a seguito dell’acquisto di Antonveneta ha comportato la necessità di un forte aumento di capitale da 5 miliardi eseguito nel giugno scorso ● Mps ha sottoscritto 4 miliardi di Monti bond, ne ha rimborsati tre anche integrazioni o fusioni con un altro istituto. Le prime sono quelle, già considerate dagli analisti, di un bond convertibile da circa 1 miliardo (i cosiddetti «additional tier 1»), la vendita di gran parte dei titoli di Stato in pancia e un aumento di capitale vero e proprio. Secondo gli analisti di Equita sim la ricapitalizzazione potrebbe essere di 1,5 miliardi. Poi ci sono le cessioni: visto che molte delle cose da cedere sono già impegni del piano di ristrutturazione in corso, servirebbero altri asset. Di fatto si potrebbe arrivare a uno spezzatino della banca. Resta l’ipotesi di un’integrazione, che è ben vista dalla Banca d’Italia, come ha detto il vicedirettore generale Fabio Panetta. Anche Equita scrive che dal conteggio dei Monti bond «emerge una moral suasion evidente per considerare a breve ipotesi di aggregazione» da parte della Bce. In Italia gli indiziati a un merger sono le tre banche che dopo gli stress test hanno maggior surplus di patrimonio: Unicredit, Ubi Banca, Intesa Sanpaolo. Ieri il ceo della prima, Federico Ghizzoni, si è tirato fuori. Intesa Sanpaolo è da sempre considerata dagli analisti una sposa ideale per Mps, anche se ci sarebbero problemi di sovrapposizioni in Toscana. Per il ceo di Ubi, Victor Massiah, «non ci sono dossier aperti. Nel caso sarebbe Ubi a scegliere, il gruppo ha una storia di creazione di valore». Ma non è detto che si debba trattare di fusione tout court: si potrebbe cominciare con una quota non di controllo, così da non far scomparire il marchio, suggeriscono fonti finanziarie. Resta poi sempre l’idea della banca straniera, come Bnp Paribas o un altro grande gruppo europeo. fabriziomassar0 © RIPRODUZIONE RISERVATA Istituti tedeschi promossi, l’aiuto dei Länder Italia batte Germania allo stress test «doppio» (Sparkassen), nonostante le garanzie fino a 10 miliardi di euro ricevute dai governi territoriali, suoi principali azionisti». Il gruppo — prosegue l’analisi — «include pure DZ Bank e WGZ Bank, due istituzioni che lavorano per il sistema delle banche cooperative locali (Volksbanken e Raffeisenbanken)». Passando dalle analisi degli economisti a quelle delle banche, sotto la lente c’è — per esempio — un colosso del credito tedesco come la Commerzbank. In un report di Citi i buoni risultati dell’istituto di Francoforte sono definiti «una sorpresa positiva, vista l’esposizione considerevole della banca verso i settori delle spedizioni marittime e dell’immobiliare commerciale». Perfino la stessa Bundesbank, la banca centrale tede- I risultati Alcuni istituti non supererebbero i test, considerando le future regole di Basilea 3 sca, invita alla prudenza. Anche se gli stress test sono andati bene, ha spiegato Andreas Dombret della Bundesbank, «questo non significa che le banche possano rilassarsi e tirare i remi in barca». Certo, dagli esami di ieri si è visto che tutte le banche esaminate rispettano ora i requisiti patrimoniali in vigore, e più di quanto succeda in tanti altri Paesi d’Europa. «Il lavoro della Bce — spiega la nota Bundesbank — mostra che i bilanci dei 25 istituti tedeschi sotto esame sono solidi e che le banche con il proprio patrimonio possono superare anche un forte choc dell’economia». E, ad esempio, per Constantin von Oesterreich, amministratore delegato della sopracitata NSH Nordbank, «l’istituto ha una solida base patrimoniale nel contesto presente». Perfino l’unica banca ad aver mostrato negli esami Bce una «carenza nominale nel capitale», la Muenchener Hypotekenbank, ha poi rimediato al problema e colmato la carenza. Eppure, i «distinguo» non si fermano alle analisi di singoli economisti o di banche private Le banche tedesche in Borsa I principali istituti di credito L’indice Dax Credit Banks IERI -1,09% 80 60 2014 40 gen apr lug ott Gli specialisti nei mutui L’indice Dax All Mortgage Banks IERI -0,22% 70 60 50 2014 gen apr lug ott d’Arco straniere. Ma arrivano anche dall’Eba, l’Autorità bancaria europea. L’impatto di uno scenario economico molto negativo sul capitale delle banche italiane «non è lontano dalla media Ue, al 2,6%, ed è inferiore a quello degli istituti tedeschi», si legge in un documento reso pubblico dall’Authority. Lo studio valuta gli effetti di uno scenario economico estremo (improbabile ma pur sempre possibile, come gli ultimi anni ci hanno insegnato) sul patrimonio delle banche (e quindi la loro resistenza agli choc). A fronte di un impatto negativo medio sul capitale del 2,6% nella Ue, l’Italia viaggia sì peggio della media a quota 3,3% — in dodicesima posizione (partendo dalla Norvegia che non subisce alcun impatto) — ma la pur virtuosa Germania viene ancora dopo con una perdita del 3,7%. Come mai? L’impatto negativo sul capitale delle banche — spiega l’Eba — «può essere il risultato di fattori diversi» come «la composizione del portafoglio degli istituti e del loro mix del business». Insomma, chi ha in pancia che cosa. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 28 Ottobre 2014 contro i piccoli guasti domestici, arriva eni sos casa la polizza assicurativa che è tua per 2 anni, senza costi aggiuntivi, se sei nostro cliente o se lo diventi. attivala subito all’800 900 700 o su soscasa.eni.com un tubo che perde, una serratura che si blocca o un elettrodomestico che si rompe: sono tanti gli imprevisti che possono capitare. con eni sos casa hai una polizza assicurativa per i piccoli guasti domestici che prevede l’intervento tempestivo di tecnici specializzati. perché eni gas e luce ti dà molto di più di gas e luce. Polizza erogata da selezionata compagnia di assicurazione e attivabile entro il 31/01/2015 per i già clienti, ed entro il 31/03/2015 per i nuovi clienti. 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(Paola Di Caro) © RIPRODUZIONE RISERVATA Neanche i grillini stavolta ridono alle frasi del capo Beppe Grillo aveva avvertito: «Cercano il titolo». E l’ha dato: «La mafia aveva una sua morale, è stata corrotta dalla finanza». Strali e indignazioni, come da copione. Ma anche fastidio tra i 5 Stelle. Ci sono i pasdaran, come Alberto Airola: «Disinformazione di regime». I mediatori, come Nicola Morra: «Era una battuta. Grillo ha cercato, in maniera plautina, di suscitare una riflessione. La mafia la combattiamo, noi, alle Camere». E i perplessi, come Serenella Fucksia ( foto): «Forse se bevevo più Nero d’Avola, capivo l’ironia. Così c’è solo imbarazzo. Mamma mia». (Alessandro Trocino) © RIPRODUZIONE RISERVATA Le porte girevoli della Sicilia modello Crocetta Possono provocare mal di testa le porte girevoli della politica siciliana. Il governatore Crocetta aveva nominato assessore al Turismo la sua segretaria, Michela Stancheris, e per segretaria aveva scelto l’ex assessore Mariella Lo Bello. Entrambe del «Megafono», costola inquieta del Pd. La nuova segretaria aveva a sua volta una segretaria, Grazia Brandara, appena sistemata d’intesa con Crocetta in un sottogoverno, l’Istituto superiore di giornalismo. Ultimo atto di Nelli Scilabra, leader del Megafono, forse ignara di aver nominato un’ex deputata cresciuta tra le fila dell’ex presidente Totò Cuffaro. (Felice Cavallaro) © RIPRODUZIONE RISERVATA Tensione Da sinistra Graziano Delrio, Giuliano Poletti e Pier Carlo Padoan seduti di fronte ad Annamaria Furlan (Cisl), Susanna Camusso (Cgil) e Carmelo Barbagallo (Uil) ieri a Palazzo Chigi (Ansa) La rabbia di Camusso: ministri surreali Gelo all’incontro tra governo e parti sociali. La leader cgil: nessuno era in grado di rispondere Resta sul tavolo lo sciopero generale. Il Wall Street Journal: quella piazza vuole il suicidio dell’Italia risposte saranno positive». Le richieste dei sindacati sono diverse: più soldi per gli ammortizzatori sociali, almeno un segnale per i pensionati, modifiche all’anticipo in busta paga del Tfr, il trattamento di fine rapporto, no ai tagli per i patronati. Probabilmente ci sarà un incontro bis fra qualche giorno. Ma il clima non è esattamente disteso: «Non c’è stato nulla di surreale — dice il ministro del Lavoro Giuliano Poletti — proprio nulla. Abbiamo illustrato la manovra e le parti hanno espresso le loro opinioni. Non era una trattativa ma un confronto». Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, fa un passo in più: il «dialogo lo facciamo su cose concrete ed elementi fattivi». Guerra dei nervi, quindi, quasi il secondo tempo della partita Leopolda contro piazza. Clima ben diverso, invece, nell’incontro con gli imprenditori, seguito a quello con i sindacati. «Il governo si è dichiarato disponibile a migliorare una manovra che noi apprezziamo perché dà fiducia», dice il direttore generale di Confindustria Marcella Panucci. Giudizi positivi, ma anche qualche perplessità dalle sigle che rappresentano i più piccoli, come Rete imprese Italia e Alleanza delle cooperative. Chiedono, ad esempio, di modificare le regole sull’anticipo del Tfr. Ieri sui sindacati sono piovute pure queste parole del numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi: «Chi difende i lavoratori dovrebbe ammettere che spesso si sono difese situazioni indifendibili» come ad esempio «l’assenteismo, che va contrastato con più determinazione». Lorenzo Salvia @lorenzosalvia Riunioni e nervi tesi nella minoranza pd Ma si cerca un compromesso sul Jobs act Rosy Bindi è tra coloro che meditano di «farsi una passeggiata» al momento della fiducia, per poi votare contro la delega: «È in bianco e quindi è incostituzionale. Sull’articolo 18 il merito non è accettabile. Così com’è, non lo voto». Peccato, sospira la ex ministra, perché se Renzi fosse «più accogliente» molti ammorbidirebbero le posizioni: «Invece sta mostrando una chiusura violenta». Damiano ritiene «impensabile ratificare il voto del Senato» e poiché sa che un mancato accordo provocherebbe «un disastro», ha raddoppiato gli sforzi di mediazione: «Potrò vincere, potrò perdere... Poi ovviamente prenderò le mie decisioni». L’accordo per cui la sinistra spinge è introdurre nella delega le concessioni avanzate da Renzi in direzione e mai raccolte nel testo del Senato. Per Boccia è «il compromesso minimo» e se quelle decisioni non saranno tradotte in norme «si aprirà un problema politico grande come una casa». Cuperlo spera che la partita sia ancora aperta: «Mi batterò per cambiare il testo, fino all’ultimo». Stessa linea per Barbara Pollastrini, che ricorda a Renzi come l’Italia «ha bisogno di unità e non di lacerazioni». I dissidenti pregano che Renzi lo abbia capito: «Quando alza i toni è perché prepara l’intesa...». Monica Guerzoni Richieste ● Al governo, sul Jobs act, i sindacati chiedono un’azione su più fronti, dai maggiori finanziamenti per gli ammortizzatori sociali alle modifiche sull’anticipo in busta paga del Tfr ● Dei tre confederati, la Cgil è quella che chiede con più forza di non modificare l’articolo 18 ROMA Un altro metro scavato nella trincea che separa governo e sindacati, un altro passo verso lo sciopero generale, almeno per la Cgil. Senza Matteo Renzi, lontano dalla Sala Verde di Palazzo Chigi e in una stanza del ministero del Lavoro, l’esecutivo ha incontrato ieri i sindacati e le associazioni degli imprenditori per parlare del disegno di legge di Stabilità. Con i sindacati è stata un’ora di gelo. «Abbiamo trovato surreale — dice il segretario della Cgil Susanna Camusso — che non ci fosse nessuno in grado di rispondere alle nostre proposte. L’atteggiamento era questo: “mandateci una mail”». Per il momento, però, lo sciopero generale resta in sospeso. «Ci hanno annunciato — dice ancora Camusso — una fase meditativa. Se mediteranno bene siamo pronti a cambiare idea, senza risposte andremo avanti». Una linea che Il giudizio Il Wall Street Journal critica la piazza Cgil: «Vogliono mantenere intatte le garanzie del mercato del lavoro: è il movimento per il suicidio economico dell’Italia» ieri è stata bocciata dal quotidiano americano Wall Street Journal, che ha paragonato i manifestanti Cgil di sabato a «un movimento per il suicidio economico dell’Italia». Meno duri della Cgil (ma non troppo) i commenti delle altre sigle sull’incontro di ieri col governo. Per la Uil il segretario aggiunto Carmelo Barbagallo dice che «loro non erano in condizioni di dirci nulla», mentre secondo Anna Maria Furlan (Cisl) il «governo si è riservato di valutare, spero che le Fassina: senza modifiche niente fiducia. Cuperlo: mi batterò fino all’ultimo ROMA Nel Pd spaccato tra piazza e Leopolda la tensione è tale che, per qualche ora, una riunione «segreta» ha fatto impennare le quotazioni della scissione. I leader della minoranza si sono visti (a porte chiuse) ieri pomeriggio nelle stanze del Nens e con i padroni di casa, Bersani e Visco, c’erano Cuperlo, Fassina, D’Attorre, Gualtieri... All’uscita hanno trovato ad attenderli giornalisti e telecamere e Chiara Geloni, che ha organizzato il «summit» assieme a Claudio Sardo, ci ride su: «I tiggì devono aver pensato che fosse in corso un vertice per la scissione...». E invece? «Era solo un incontro accademico, per preparare il secondo numero della rivista online Idee Controluce». Ma tra minoranza e renziani i toni restano alti e gli umori pessimi. La spaccatura è profonda, tanto che Lorenzo Guerini cerca di riconciliare le parti affermando che «la scissione non ha cittadinanza nel Pd». In effetti anche i più duri a sinistra lavorano per costruire, da 40,8 la percentuale ottenuta dal Partito democratico alle elezioni europee dello scorso 25 maggio 25,4 la percentuale del Pd alle Politiche 2013. È stato il primo partito con l’aggiunta dei voti dall’estero dentro, l’alternativa a Renzi. «Cerca l’incidente perché vuole andare a votare», è il sospetto di Fassina. E D’Attorre apre un nuovo fronte sostenendo che il segretario, in caso di voto anticipato, «dovrà passare per le primarie». Ma adesso il passaggio stretto è il Jobs act e a rischiare di più, visti i numeri a Montecitorio, è proprio l’ala sinistra. Renzi non vuole cambiare di una virgola la delega e la minoranza deve fare i conti con gli umori di San Giovanni. «La gente in piazza ci voleva menare!», ricorda preoccupato Pippo Civati. Fassina è netto: «Senza correzioni significative, non voto la delega e non partecipo alla fiducia». Già, perché alla Camera il voto è in due fasi, il che consentirà ai dissidenti di modulare lo strappo. D’Attorre ritiene le norme di Renzi sul lavoro «estranee al programma e al dna del Pd» e conferma che, se il testo non cambia, le condizioni per il sì non ci sono: «La fiducia? Non mi presenterò al momento del voto». Poi lascerà il Pd? «Nessuno pensi di usare un voto difforme per costringere qualcuno ad andarsene». La minoranza ha capito che, se non vuole soccombere ancora, dovrà coordinare le mosse. «Renzi non può buttarci fuori in 40 e far cadere il governo», spinge per la linea dura Civati e lancia appelli a unire le forze, sperando che ci stia anche Bersani. L’obiettivo è cambiare il Jobs Act per scongiurare la rottura e il punto debole che i dissidenti hanno individuato è la presunta incostituzionalità. Il sondaggio Per il francese Libération «le divisioni in seno alla sinistra si sono esacerbate fino a diventare difficilmente conciliabili. Un rischio per le presidenziali del 2017» © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 28 Ottobre 2014 POLITICA 9 # Renzi chiude la porta ai sindacati: non devo trattare le leggi con loro ● Scenari Sorpresa Farnesina, in pole position la 32enne Quartapelle di Paolo Valentino «Li ascoltiamo ma è il Parlamento che decide.» E su Serra: diritto di sciopero sacrosanto ROMA Ospite di Lilli Gruber, al suo rientro televisivo a Otto e mezzo, Matteo Renzi ha ripetuto con toni più piani i concetti di sempre. Più garbati perché ora il premier ha un solo assillo: che il Jobs act passi in commissione Lavoro della Camera, dove i numeri sono più ballerini di quella del Senato, e la minoranza del Pd è più forte, senza stravolgimenti. A quel punto, secondo lui, la strada è in discesa, perché in Aula non ci sarà problema. Dopodiché, toccherà alla legge di Stabilità, quindi all’Italicum, che Renzi conta di approvare al Senato entro dicembre. A La7 il premier è stato molto duro solo con Susanna Camusso: «Trovo veramente surreale che la segretaria della Cgil voglia trattare la legge di Stabilità con il governo. I sindacati devono trattare le condizioni dei lavoratori con le imprese. Non devono trattare le leggi con il governo a cui spetta scriverle e trattare su di esse con il Parlamento. Dopodiché noi possiamo anche ascoltare le organizzazioni sindacali ma solo se hanno da dirci qualcosa sul merito dei provvedimenti». Insomma, una cosa per Camusso deve essere chiara: «I governi che hanno trattato i ddl con i sindacati hanno sbagliato. Le leggi non si fanno trattando con le organizzazioni confederali. È ora di finirla di pensare di poter bloccare il lavoro dell’esecutivo. Se si vuole farlo i sindacalisti si facciano eleggere in Parlamento, dove non si troverà da solo, perché di ex colleghi ce ne sono tanti...». Il passaggio più duro L’analisi Renzi lo dedica a Camusso. Per il resto, i toni sono meno aspri. «Rispetto» per la piazza di sabato e per chi vuole fare un «raggruppamento di sinistra più radicale», anche se il premier è convinto che non andrà A sinistra del Pd «Il movimento a sinistra del Pd? Hanno preso il 4,3% alle Europee e noi il 40%» I veti sull’Italicum Lotti e Guerini cercano di convincere Alfano e Casini: o stanno con il premier o vanno con FI oltre la percentuale della lista Tsipras alle Europee: «Loro presero il 4,3 e noi il 40,8». Già, perché la verità è che il presidente del Consiglio non crede al partito di Landini e lo lascia intendere chiaramente: «Io lo stimo, abbiamo molte idee diverse, ma mi piace dialogare con lui, è un sindacalista». Come a dire non si mischierà in un raggruppamento raffazzonato di sinistra. C’è però un punto su cui Renzi è d’accordo persino con Susanna Camusso e Stefano Fassina: lui, come loro, non è «d’accordo con le affermazioni di Davide Serra». «Il diritto di sciopero è sacrosanto», ribadisce il premier-segretario. Ma questo è l’unico punto d’incontro, perché quando si tratta di parlare di riforma elettorale Renzi ribadisce il suo Insieme Matteo Renzi, 39 anni, con Lilli Gruber, 57. Il presidente del Consiglio ieri è stato ospite di Otto e mezzo, la trasmissione condotta dalla giornalista su La7 (Eidon) punto di vista: «Io sono a favore del bipartitismo». E rincara la dose: «Il potere di veto dei piccoli partiti ha distrutto l’Italia». È per questo che, raccontano nel Transatlantico di Montecitorio, ha mandato in avanscoperta il suo braccio destro e sinistro Luca Lotti e il vicesegretario Lorenzo Guerini per convincere Angelino Alfano e Pier Ferdinando Casini che sono di fronte a un bivio: o stanno con lui o vanno (cosa altamente improbabile) con Berlusconi. Altrimenti con le loro percentuali rischiano di non andare da nessuna parte. Quindi l’Europa dei «burocrati e dei funzionari» a cui annuncia che darà del filo da torcere perché «l’Italia non è lo studente svogliato» eternamente ripetente. Ma per far questo bisogna mandare in porto le riforme. Un messaggio nemmeno tanto indiretto ai dissidenti del Pd, che cerca di ammansire dicendosi sicuro che non sono «animati da spirito di vendetta». E che comunque fatica a vedere insieme a quel Grillo secondo il quale la mafia tempo fa aveva una sua morale. Li rassicura, anche. Niente elezioni anticipate: «Io voglio dimostrare che si possono fare le cose e far ripartire l’Italia. O governo bene o me ne vado a casa». Ma il sotto testo di questa frase sembra essere questo: se non mi lascerete fare le cose, a cominciare dal Jobs act, allora chi potrà escludere le elezioni? E per la minoranza, senza più un seggio assicurato, sarebbero problemi. Maria Teresa Meli D In tv ● Domenica 19 ottobre, il premier è stato ospite di Barbara D’Urso a Domenica Live, su Canale 5: «Daremo il bonus degli 80 euro anche alle neomamme» ● Sabato, nella giornata della protesta Cgil, Renzi è andato al Tg3: «Rispetto chi manifesta contro l’abolizione dell’articolo 18 ma io vado avanti» ● Ieri il premier era da Lilli Gruber, su La7, a Otto e mezzo © RIPRODUZIONE RISERVATA E «Matteo» disse: ciao, come sto? Dal parlare di sé in terza persona alle metafore, la comunicazione del leader Matteo (gli piace farsi chiamare così non solo quando va in tv) che in camicia si aggira tra biciclette rovesciate, televisori anni Cinquanta, lavagne d’ardesia, giocatori del subbuteo oversize, birilli da bowling e palloni da calcio. È la cornice della Leopolda, il quadro non può che essere lui. Matteo Renzi. Ciao, come sto? Nell’intervento conclusivo alla tre giorni fiorentina il premier non ha resistito a parlare di sé in terza persona. «Matteo stai invecchiando male», si autodice, autoinvocando non solo l’autoapplauso, ma soprattutto quello della platea (non solo autoctona). Non è l’unico autopassaggio. Rieccolo. «Oh Matteo, come tu l’hai presa larga quest’anno». E ancora: «Dicono che Renzi è fissato con Twitter». Dicono. Oddio, che poi lui ci mette del suo, perché se va da Barbara D’Urso e si fa un selfie, un po’ se l’è andata a cercare. Come la bicicletta di cui parlava domenica («Ci tocca cambiare il Paese, perché quella bicicletta non ci è passata davanti, ce la siamo andati a prendere»). Anche questo è stata la Leopolda. Una trama intessuta di contrapposizioni simboliche, suggestioni pop, gli immancabili «gufi», le reiterate metafore (mai però suggestive come quelle di Bersani, maestro superato solo dall’imitazione che ne faceva Crozza). Un grande show tv a cui mancava solo l’avvertenza in sovrimpressione: «In questo discorso potrebbe esserci l’inserimento di mes- saggi commerciali», avviso che dovrebbe precedere ogni intervento di Matteo. Apple ringrazia, nominata ancora una volta in un suo discorso, questa volta a proposito dell’articolo 18, per lui ormai superato: «È come pensare di prendere un iPhone e dire, “dove lo metto il gettone del telefono?”». Poi abbonda di esempi: «O come prendere un giradischi e metterci la chiavetta Usb. O inserire il rullino in una macchina digitale». Sarà finita l’Italia del rullino, ma non quella della bicicletta: «Quando arriviamo al traguardo i professionisti della gufata ci riconosceranno perché saremo quelli che hanno la maglia rosa». Renzi prima cita Giorgio Mastrota, noto spacciatore in tv di materassi per anziani, punto di riferimento di ogni televenditore che si rispetti. Poi tocca ❞ ❞ ❞ La metafora ciclistica I professionisti della gufata ci riconosceranno al traguardo: saremo quelli con la maglia rosa La citazione televisiva Quando dico “Diamo 80 euro” sono il Mastrota de noantri, se parlo forbito sono un intellettuale Lo slang giovanilistico La Leopolda? Mi hanno detto: sembra il Burraco Ora, voglio dire... Burraco tua sorella! anche il registro del cabaret, da monologhista consumato. Il pensionato che si ferma a guardare il cantiere è ormai pezzo di repertorio di molti comici, e Renzi lo aggiorna al suo vocabolario che ogni tanto prende parole in prestito ai direttori marketing per fidelizzare il target, brandizzare il cliente, dinamizzare il prodotto. Ossia lucidare il Pd. Affonda così i radical chic: «Il meeting e la convention del pensionato che scuote la testa davanti ai lavori è l’atteggiamento tipico del ceto intellettuale dominante». C’è il testo, ma anche il contesto. La scenografia richiamava un garage, uno di quelli in cui sono nate le tante startup che hanno fatto la fortuna dell’imprenditoria americana a partire dalla Apple di Steve Jobs (che campeggiava su una copertina di Wired, altro product placement per l’azienda di Cupertino). I due vecchi banconi da falegname sul palco richiamavano invece le scrivanie che hanno fatto da contorno a molti monologhi di Celentano. Un po’ Leopolda, un po’ Sanremo. Renato Franco © RIPRODUZIONE RISERVATA al caos creativo della Leopolda, un nome nuovo emerge nella prima fila dei possibili successori di Federica Mogherini alla guida della Farnesina. Secondo fonti diverse e concordanti, sarebbero salite piuttosto in alto le quotazioni di Lia Quartapelle, 32 anni, deputata milanese del Pd alla prima legislatura, a lungo ricercatrice dell’Ispi, l’Istituto per gli studi di politica internazionale. Il nome della giovane parlamentare lombarda per il vertice della Farnesina sembra scartare quelli più volte circolati nei giorni scorsi, come l’attuale sottosegretario agli Esteri, Lapo Pistelli o la vicepresidente della Camera, Marina Sereni. Non che le loro chance si siano del tutto dileguate, ma in favore della Quartapelle, oltre naturalmente al fattore rosa che condivide con Sereni, giocherebbe soprattutto la totale novità che la sua nomina comporterebbe, quell’effetto sorpresa che è ormai parte essenziale della narrativa renziana. Anche perché, se sul piano dell’esperienza e della rete di contatti internazionali l’ipotesi Quartapelle si presta a serie obiezioni, nessuno può contestarne le credenziali in politica estera. Baccalaureato col massimo dei voti in Galles presso lo United World College of the Atlantic, tempio del dialogo interculturale e interreligioso; master in Economia alla Soas di Londra e dottorato a Pavia, Lia Quartapelle è stata responsabile del programma Africa dell’Ispi. A Montecitorio, dov’è entrata nel 2013, è membro della Commissione esteri e fa parte della delegazione presso l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. Fino a poche ore fa, a conferma che una sorta di nebbia d’artista sembra circondare le scelte di Palazzo Chigi, c’era comunque anche un altro nome di donna in circolazione per la successione a Mogherini, che da venerdì prossimo sarà ufficialmente Lady Pesc: quello di Simona Bonafè. Ma la deputata europea del Pd è sembrata chiamarsi fuori ieri, quando ha detto: «Sto bene dove sto, grazie». Nessuna conferma, ma sorprese ci potrebbero sempre essere, ha trovato invece l’ipotesi dell’ambasciatrice Elisabetta Belloni, direttore del personale al ministero. © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 Martedì 28 Ottobre 2014 Corriere della Sera POLITICA ● La Nota di Massimo Franco AUMENTANO I TIMORI DI UNA DERIVA ELETTORALE Il centrodestra se ne sta alla finestra. E cerca di sottolineare le contraddizioni di un governo e di un Pd costretti a fare i conti con l’Unione Europea e con le tensioni all’interno della sinistra. La lettera spedita ieri dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan alla Commissione Ue cerca di illustrare dove Palazzo Chigi troverà i soldi per assecondare le richieste di correzione della legge di Stabilità. L’unica cosa chiara è che probabilmente questo renderà impossibile un abbassamento delle tasse. Per il resto, Matteo Renzi torna dalla tre giorni di Firenze con un partito che applaude con entusiasmo la metamorfosi del Pd. Non tutto, però. Una parte subisce la strategia di ricentraggio della sinistra per conquistare quello che per vent’anni è stato il serbatoio sociale e di voti di Silvio Berlusconi. «Finalmente possiamo puntare al 50 per cento», annuncia il sindaco di Firenze, Dario Nardella. Ma l’operazione costringe a fare i conti con una Cgil che, per quanto ancorata al sindacalismo più tradizionale, rappresenta comunque un grosso pezzo della sinistra; e a constatare la saldatura dell’organizzazione di Susanna Camusso con la minoranza del Pd, benché debole e schiacciata su posizioni nostalgiche. Se non altro, la galassia antirenziana è in grado di trasmettere l’immagine di un partito diviso. Un Pd al governo, che deve garantire la stabilità e intanto è circondato da voci di scissione. Il vicesegretario Lorenzo Guerini e un’altra renziana come Simona Bonafé assicurano che, per quanto lo scontro interno possa essere aspro, la scissione «non ha cittadinanza da noi». Entrambi accreditano un grande partito moderno di sinistra, nel quale convivono posizioni diverse. La realtà è che Renzi è riuscito a dividere la minoranza interna. Per questo, la tentazione I fronti Il premier gioca su più fronti: Cgil, minoranza pd e voci di scissione, e una legge di Stabilità contrattata con la Commissione europea Stop a Violante per la Consulta Spinta all’accordo con M5S L’ex premier intervistato dal «Foglio» In lizza Il premier: lo sa anche lui, sì a un nome diverso se ci sono le condizioni Il segretario del Pd, Matteo Renzi, dà il ben servito a Luciano Violante e lo fa in diretta tv. Il premier, dunque, è passato alla fase operativa del «piano B» sull’elezione dei due giudici della Corte costituzionale che prevede un cambio di schema di gioco, con un occhio strizzato ai grillini e senza troppi preavvisi ai gruppi parlamentari dem. «Cambiare il candidato del Pd per la Consulta, Luciano Violante?», ha chiesto Lilli Gruber al presidente del Consiglio intervistato sul La7: «Se ci sono condizioni politiche su un nome diverso assolutamente sì, lo sa anche Violante, che è un servitore delle istituzioni (Renzi si è corretto perché aveva detto «servo» delle istituzioni, ndr), che se serve per superare il blocco i nomi si cambiano». Ma la trattativa con i grillini è ancora nella fase iniziale. E infatti Renzi, prudentemente, utilizza il tempo futuro: «Noi cercheremo di aprire ai grillini anche sull’elezione dei giudici della Corte costituzionale. Io spero che nelle prossime ore possa esserci un incontro con i capigruppo del Pd che sono disponibili ad aprire un ragionamento con i cinquestelle». Il M5S, a parte esultare per ROMA avere «imposto al Pd di cambiare il candidato ufficiale del partito, Luciano Violante», si riserva la prossima mossa sulle nomine condivise alla Corte e al Csm: «Uscirà un post sul blog che spiegherà la nostra posizione», risponde il deputato Danilo Toninelli. Che qualcosa stesse bollendo in pentola lo si è capito ieri pomeriggio quando Renzi ha incontrato a Palazzo Chigi i capigruppo del Pd, Luigi Zanda e Roberto Speranza, per disegnare insieme uno schema di gioco da osservare in Parlamento nelle due partite fondamentali — elezione dei giudici della Corte costituzionale e legge elettorale — che coinvolgono per forza anche la squadra azzurra di Silvio Berlusconi e quella ben più arroccata dei grillini. Si tratta, dunque, a tre. Tentando una sorta di quadratura del cerchio che in realtà è un triangolo Pd-FI-M5S. Nel caso della Corte, i grillini, dopo aver ottenuto la testa di Violante, guadagnerebbero in cambio l’elezione di un componente laico del Csm di loro gradimento (il professor Alessio Zaccaria) e poi sarebbero disponibili a votare due tecnici puri per la Consulta: quello eventualmen- Sindaco il renziano Falcomatà Reggio Calabria, trionfo dem I 5 Stelle sotto il 2 per cento di Carlo Macrì Vittoria al primo turno per il candidato del centrosinistra alle amministrative di Reggio Calabria. Giuseppe Falcomatà (al centro con il golf blu, LaPresse), 31 anni, avvocato, renziano del Pd, è il nuovo sindaco della città dello Stretto. Figlio di Italo, l’ex sindaco della «primavera reggina», ha conquistato il 61% dei consensi. Il suo rivale del centrodestra Lucio Dattola, presidente della Camera di commercio, si è fermato al 27%. Disfatta per i grillini che non saranno rappresentati in consiglio comunale. La lista dei 5 Stelle ha ottenuto l’1,86% mentre alle Politiche 2011, con il 28,5%, furono il primo partito in città. Un primato che ora, con la vittoria del centrosinistra, tocca al Pd con il 16,4% , seguito dalla lista civica Reggio Futura, creatura dell’ex sindaco Giuseppe Scopelliti che si piazza al secondo posto con il 9,46%, superando nei consensi FI ed Ncd. Bassa la percentuale dei votanti: solo il 64,9%. Il Comune da due anni era amministrato da tre commissari dopo lo scioglimento per © RIPRODUZIONE RISERVATA infiltrazioni mafiose. te proposto dal Pd e quello scelto da FI. Così il vertice del Pd tenta di sbloccare l’impasse entro giovedì 30, data della prossima votazione. Ma gli effetti indesiderati di un accordo, eventualmente troppo stretto tra democratici e grillini sulla Corte costituzionale, potrebbe poi far ingelosire Silvio Berlusconi che è pur sempre, insieme a Renzi, il contraente del patto del Nazareno sulla legge elettorale e le riforme costituzionali. Zanda e Speranza, saliti a Palazzo Chigi, avrebbero simulato davanti al premier due sce- La linea sul blog I pentastellati esultano: «Abbiamo imposto al Pd di cambiare, presto la nostra linea sul blog» La strategia Zanda e Speranza continuano a trattare anche con FI. Obiettivo: l’accordo entro giovedì nari immediati per la Consulta (con o senza il M5S) mentre sulla legge elettorale, congelata da marzo al Senato, mancano ancora troppi tasselli importanti per stabilire qual è la tattica di gioco più adatta. Per la Corte, lo scenario «A» è sempre più logoro dopo 20 votazioni andate a vuoto e, ora che il candidato Luciano Violante è stato quasi sfiduciato in diretta tv, tutto fa pensare che entro giovedì i capigruppo del Pd diano altre indicazioni di voto. Ma se l’accordo con il M5S non si chiude «ad horas» sarà necessario giocare una partita in due tempi: prima il M5S incassa l’elezione di Zaccaria al Csm e poi, in un successivo scrutinio, si dà il via libera ai tecnici per la Consulta. Tra i papabili, se alla fine il Pd davvero metterà da parte Violante — che fino a ieri sera non avrebbe ricevuto comunicazioni dai piani alti del partito — c’è il professor Massimo Luciani. Mentre Forza Italia sta ragionando su una rosa di nomi («Non solo al femminile», precisa Renato Brunetta) che il Cavaliere avrebbe dato ai capigruppo. Dino Martirano © RIPRODUZIONE RISERVATA palpabile di andarsene dal Pd viene tenuta a freno: rischierebbe di accelerare la fine della legislatura. Gli avversari del premier sostengono in modo esplicito che punta ad elezioni anticipate; e che la legge di Stabilità è un coacervo di misure mirate soprattutto a conquistare consensi. Lo stesso Berlusconi ritiene che «la domanda vera» è se la legislatura va avanti o se si torna «irresponsabilmente a votare»; e con quale sistema elettorale. Sembra parlare anche a Renzi che l’ex viceministro all’Economia, Stefano Fassina, accusa di «cercare l’incidente» con l’obiettivo di indurre il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, a sciogliere le Camere. Eppure, il modo in cui la minoranza agisce è un aiuto, non si capisce se involontario o meno al premier. Il capo del governo potrebbe rivolgersi al Paese e chiedere una vera legittimazione popolare, non quella spuria delle europee, contro chi ostacola le riforme. D’altronde, con l‘economia ancora in crisi, Renzi sa che il tempo presto potrebbe lavorare contro di lui. ● Il candidato gradito ai 5 Stelle per il Csm è Alessio Zaccaria (in alto), ordinario di Diritto privato a Verona: se fosse eletto come laico, i grillini sarebbero disponibili a votare due tecnici puri per la Consulta proposti da Pd e FI ● Tra i papabili per la Consulta, se il Pd metterà da parte Violante, ci sarebbe Massimo Luciani (sopra), ordinario di Diritto costituzionale alla Sapienza Berlusconi e i retroscena del patto del Nazareno: un disastro andare al voto Rinnoverò il centrodestra ROMA A chi contesta la sua acquiescenza rispetto alle richieste di Matteo Renzi, la sua disponibilità anche ad una legge elettorale che converrebbe «solo al Pd» come quella che attribuisce il premio di maggioranza alla lista e non alla coalizione, a chi critica i suoi toni soft di opposizione, Silvio Berlusconi risponde facendo mostra di realismo. Duro realismo. Perché, in un’intervista al Foglio, spiega quali sarebbero i rischi di una rottura con il premier: «La domanda vera non è se regga o no il patto detto del Nazareno. La domanda è se regge la governabilità, se va avanti la legislatura, se si fanno le cose possibili e dunque se può andare avanti la dialettica tra governo e opposizione, così come è stata impostata, o se si torna traumaticamente e irresponsabilmente a votare, con chissà quale legge elettorale». È la messa nero su bianco del perché, nonostante l’opposizione di molti dei suoi, con Renzi si è costretti a dialogare e anche a cedere qualcosa, o molto, se richiesto: l’alternativa, è il timore del Cavaliere, è che il premier rompa i contatti con FI, si rivolga magari ai grillini per varare una legge sgradita come il Mattarellum, e porti il Paese al voto nel bel mezzo della crisi più profonda del centrodestra. Sembrano così aver fatto breccia i discorsi che, dicono, un Denis Verdini provato gli ha fatto nei giorni scorsi, il cui succo è: «Sei stato tu Silvio a dire sì a Renzi anche su una legge elettorale col premio di lista. Ora io ci ho provato a tornare indietro, ma loro non ci stanno e rischia di saltare tutto». E Berlusconi, pur irritato con Renzi per non aver avuto quel trattamento che si aspettava (dalla giustizia in giù sono tante le aspettative frustrate), continua così a tenere vivo il rapporto con lui. «Il trasversalismo di Renzi — dice — tutto sommato, nonostante forti limiti, è da considerarsi un progresso. Io ovviamente non sono renziano, questo è il succo della caricatura nemmeno troppo divertente che si fa della mia posizione», e semmai è Renzi che dovrà imparare dal «più vecchio contraente». Perché lui resta il leader di una «opposizione che incalza», e non sarà «l’età» o il fatto di avere «le mani legate» giudiziariamente che gli impedirà di tornare a guidare il centrodestra, ma lui con Renzi ha stretto un «patto politico di natura istituzionale» per rinnovare e far «ripartire il Paese», e a questo patto non verrà meno. Nel frattempo però si dedicherà alla riorganizzazione del centrodestra, che a marzo terrà «una grande kermesse» e ne uscirà «rinnovata» e pronta per affrontare perlomeno il difficilissimo passaggio delle Regionali. Anche sventolando bandiere nuove per la destra come le unioni civili: «Noi non possiamo attardarci su una posizione nullista, di chiusura totale alla questione dei diritti delle persone. Ma dobbiamo fare i conti con la realtà ed essere aperti a questa rivendicazione di diritti che non può incidere minimamente sul matrimonio tra uomo e donna». Confermata anche l’apertura sui diritti di cittadinanza: «L’integrazione dei nuovi arrivati deve essere realizzata con l’educazione e l’istruzione e la coesione culturale e civile, è una necessità della storia: vogliamo litigare con la storia?». Paola Di Caro © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 28 Ottobre 2014 POLITICA 11 Il giorno delle domande a Napolitano Stato-mafia, la deposizione al Quirinale. Pronti venti quesiti, il giudice deciderà se sono ammissibili In qualunque momento il presidente potrà sottrarsi. Il legale di Riina gli chiederà del carcere duro Nella lettera D’Ambrosio confidava i propri turbamenti circa «episodi del periodo 19891993 che mi preoccupano e fanno riflettere; che mi hanno portato a enucleare ipotesi — solo ipotesi — di cui ho detto anche ad altri, quasi preso anche dal vivo timore di essere stato allora considerato solo un ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi»; preceduto da un «lei sa» riferito al fatto che di questo lo stesso D’Ambrosio aveva scritto in un libro di Mara Falcone pubblicato pochi mesi prima in ricordo del fratello Giovanni, col quale lo stesso D’Ambrosio collaborò fino alla strage di Capaci. Il problema è che nel libro L’amico Macaluso «Da alcuni magistrati battaglie politiche» «All’interno della magistratura ci sono diverse correnti, finanche guerriglie, basta guardare cosa è successo a Milano o Palermo». A dirlo a LaPresse è Emanuele Macaluso, amico e consigliere di Napolitano. «La maggioranza dei magistrati svolge il lavoro di pm e di giudici, ma c’è un pezzo di magistratura che fa politica, apre processi in rapporto a battaglie politiche che vogliono fare, come Ingroia. C’è un inquinamento dentro la magistratura, speriamo ci sia un processo di ripensamento». © RIPRODUZIONE RISERVATA non ci sono cenni ai misteri evocati da D’Ambrosio, e dunque verranno chiesti lumi a Napolitano che un anno fa, per evitare la testimonianza, scrisse una lettera alla corte d’assise presieduta dal giudice Alfredo Montalto in cui comunicava di non sapere nulla: «Non ho in alcun modo ricevuto dal dottor D’Ambrosio qualsiasi ragguaglio o specificazione circa le “ipotesi” da lui enucleate e il “vivo timore” a cui ha fatto generico riferimento». Ma non è bastato, e così oggi sarà chiamato a deporre su quella vicenda, stimolato dalle richieste dei pm che vorrebbero saperne di più. Nei limiti di ciò che la Consulta ha stabilito circa la speciale «riservatezza» attribuita alle attività anche informali del capo dello Stato; il presidente Montalto deciderà di volta in volta l’ammissibilità o meno delle domande, fermo restando che «non può prescindersi» dalla «disponibilità» a rispondere del presidente della Repubblica, che «può essere negata, concessa e revocata in qualunque momento, e la corte non potrà che prenderne atto». Tuttavia il fatto che D’Ambrosio si sia riferito al periodo 1989-1993, potrebbe consentire 40 Le persone che sono autorizzate a partecipare all’udienza alla Sala del Bronzino del Quirinale l’allargamento del «tema probatorio». Quindi anche ad altri fatti, a partire dalla documentazione appena presentata dai pm: per esempio l’informativa del Sismi su un eventuale attentato a Napolitano nell’estate ‘93, quando era presidente della Camera. Che cosa ne seppe, all’epoca, l’interessato? Fu aumentata la vigilanza nei suoi confronti? Con quali motivazioni? E così via. Il difensore di Riina vorrebbe parlare anche della legislazione oggetto della cosiddetta trattativa con i boss, come il «carcere duro» introdotto dopo Capaci, ma su questo il presidente ha già spiegato, nella lettera alla corte, di non conoscere particolari esercitando a quel tempo «funzioni del tutto estranee a qualsiasi responsabilità di elaborazione e gestione di normative antimafia». C’è da ritenere, però, che i quesiti verranno posti comunque; anche solo per sentirsi dire «no» o «non so», oppure che non sono ammissibili. Ma nella deposizione eccezionale di un testimone eccezionale, le domande potrebbero contare più delle risposte. Giovanni Bianconi © RIPRODUZIONE RISERVATA Dentro il Quirinale ne Giardini del Quirinale I TEMPI Ore 9.15 Ingresso delle parti ell Ar ad cio Vi aP ria te et an ● L’accusa sarà rappresentata dal procuratore facente funzioni Leonardo Agueci, l’aggiunto Vittorio Teresi e i pm Roberto Tartaglia, Nino Di Matteo e Francesco Del Bene rappresentanti: il procuratore aggiunto «facente funzioni» di capo Leonardo Agueci, il suo collega Vittorio Teresi e i sostituti Nino Di Matteo, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia. L’esame sarà condotto da Teresi, e nel caso di prolungamento da Di Matteo. Il processo sulla presunta trattativa fra lo Stato e la mafia al tempo delle stragi sfila davanti ai corazzieri ed entra al Quirinale, per un atto a porte chiuse sebbene non segreto. L’obiettivo è raccogliere i ricordi del presidente della Repubblica su quel che gli scrisse, cinque settimane prima di morire improvvisamente, il suo consigliere giuridico Loris D’Ambrosio, nel giugno 2012. in ● All’udienza di oggi al Quirinale ci saranno i giudici, togati e popolari. La Corte d’assise è composta dal presidente Alfredo Montalto, dal giudice a latere Stefania Brambilla e da otto giudici popolari (sei titolari e due supplenti), oltre alla cancelliera che dovrà «chiamare» il processo e predisporre eventuali verbalizzazioni ROMA «Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza». Come tutti gli altri testimoni, anche Giorgio Napolitano pronuncerà questa formula di rito, stamane poco dopo le 10, nonostante si tratti dell’esame eccezionale (mai avvenuto prima e difficilmente ipotizzabile per il futuro) di un testimone eccezionale (che non potrà essere chiamato a rispondere di ciò che dirà, ad esempio), organizzato secondo regole scritte e non scritte che peseranno su ogni domanda e ogni risposta. I pubblici ministeri hanno preparato una ventina di quesiti, ma l’andamento della deposizione potrà renderne superflui alcuni e suggerirne altri; l’avvocato di Totò Riina, Luca Cianferoni, ne ha pronti altrettanti, «ma se me li fanno fare posso arrivare anche a cinquanta». Gli altri legali, difensori di imputati o rappresentanti di parti civili, saranno lì per «sorvegliare» e proporre eventuali chiarimenti nel controesame sui temi toccati dall’accusa, schierata con cinque Via Al Colle ● Ci saranno anche avvocati di fiducia o sostituti processuali delle 7 parti civili e degli imputati Ore 10 Inizio dell’udienza re to a Vi l de va la LE DISPOSIZIONI lo V i co e Scand Con i Savoia prese il nome di «Sala delle Battaglie» Oggi si chiama così per via dell’arredo delle pareti con arazzi fiorentini, alcuni dei quali tessuti su disegni del pittore manierista Agnolo Bronzino Qui il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano tradizionalmente incontra i capi di Stato e le loro delegazioni ospiti al Quirinale prima dei colloqui ufficiali che si tengono nello studio vicino Co rtil rbeg IL LUOGO La Sala del Bronzino Si trova nel nucleo più antico del palazzo del Quirinale: prima dell’ampliamento era qui che il Papa svolgeva le attività di rappresentanza Nel Settecento era noto come «Sala Oscura» perché non ha finestre verso l’esterno ataria Via della D ed ’on ore Piazza del Quirinale Fonte: www.quirinale.it - Illustrazione: Dorling Il retroscena di Marzio Breda ROMA Nel Settecento la chiama- vano la Sala Oscura. E non perché vi si svolgessero chissà quali misteriosi riti del potere, in quel caso papale, quanto perché non ha finestre. Ed è in quel vasto spazio (ribattezzato durante la monarchia Sala delle Battaglie e infine, dall’età repubblicana, Sala del Bronzino), che oggi la Corte d’assise di Palermo raccoglierà la deposizione di Giorgio Napolitano. Udienza in ogni senso straordinaria. Sia perché per la prima volta un capo dello Stato in ca- A registrare l’udienza per la verbalizzazione integrale sarà un tecnico del Quirinale e non, come di consueto, il perito della corte Corriere della Sera Il pericolo di essere travisato L’attesa tra carte, dossier e appunti rica accetta di sottoporsi, sebbene soltanto in veste di testimone, a esame e controesame di un processo. Sia perché le ipotesi oggetto dell’approfondimento giudiziario sono clamorose: la presunta trattativa Stato-mafia, tra il 1992 e il 1993. Ma, a dispetto di quel nome, «oscuro», niente Arcana Imperii, assicurano al Quirinale. Infatti, ogni domanda e risposta sarà trascritta su verbale, duplicata su Dvd e resa poi disponibile alle parti in causa — e dunque pure al pubblico — secon- Sono proibiti telefonini, computer, tablet e strumenti di registrazione. La stampa non sarà ammessa do i tempi processuali. Certo, non sarebbe bene se una simile udienza avesse un’impropria spettacolarizzazione mediatica, se non altro per il prestigio della presidenza (e del resto così stabiliscono le norme di procedura penale). Tuttavia, il fatto che non si sia previsto e voluto un collegamento in diretta audio-video né l’accesso ai giornalisti, potrebbe complicare le cose e offuscare questo evento con elementi di ambiguità, come il Corriere ha segnalato. Agli or- gani d’informazione, infatti, non resterà che affidarsi, almeno provvisoriamente, alle ricostruzioni di chi c’era. Magistrati, avvocati e cancellieri. Una quarantina di persone. Con potenziali distorsioni o manipolazioni, giocate sul filo delle sfumature verbali, dei toni e persino dei silenzi. Problemi e rischi che non sfuggono a Napolitano. Ieri il capo dello Stato ha comunque voluto concentrarsi sul merito dei fatti, sfogliando carte e dossier e prendendo appunti con il puntiglio suo tipico. Due le questioni sulle quali i pubblici ministeri e i legali degli imputati dovrebbero far perno nei loro interrogativi. La prima riguarda l’ormai nota lettera che gli indirizzò il suo consigliere giuridico, Loris D’Ambrosio, un mese prima d’essere stroncato da un infarto (26 luglio 2012), in cui accennava cripticamente a «indicibili accordi»: e su questo Napolitano non potrà che ripetere quanto ha scritto alla corte l’anno scorso. La seconda ri- guarda un allarme-attentati di matrice mafiosa lanciato dai servizi segreti nel 1993 (quand’era presidente della Camera), che lo riguardava. E qui, a rivolgergli domande, dovrebbe essere in particolare l’avvocato del boss di Cosa Nostra, Totò Riina. Dopo la disponibilità a lasciarsi sentire offerta dal capo dello Stato (e va ricordato che avrebbe potuto rifiutarla), è scontato che al Quirinale confidino che tutto si svolga nel modo più corretto. Cioè senza traccheggiamenti studiati ad arte, senza provocazioni, senza spregiudicate messinscene. Un compito che è tutto sulle spalle del presidente della corte d’Assise di Palermo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 28 Ottobre 2014 Corriere della Sera 12 Esteri La svolta laica della nuova Tunisia Islamici sconfitti: «Governo d’unità» Perde slancio il partito Ennahda, che era salito al potere dopo la rivoluzione del 2011 In calo DAL NOSTRO INVIATO Le birre analcoliche e i succhi di frutta. «Vive la nouvelle Tunisie!». Alla nascita della Seconda Repubblica si brinda nella sala grande di Nidaa Tounes, Appello per la Tunisia, e mentre cantano i minareti della Medina qualcuno si fa scrupolo di non urtare troppo gl’islamici sconfitti: niente alcol, pochi baci, e s’accomodi perfino il velo d’una signora venuta a festeggiare la vittoria dei laici liberali. Sotto lo stemma biancorosso del partito, una mezzaluna che diventa una palma, hanno appeso un foglio A4, «Ennahda game over», unica maramalderia. Quando arrivano i deputati, l’applauso è ritmato: «U-ni-té! U-ni-té!». Mancano i dati ufficiali, ma gli exit poll avevano fatto capire già domenica sera la grande sorpresa: troppo grande la distanza, troppo forte la delusione, i fratellini musulmani d’Ennahda calano sotto il 30 per cento, perdendo un quarto dei voti e il credito che la prima delle rivoluzioni arabe aveva loro concesso. Per il suo nuovo Parlamento, la Tunisia premia il più giovane dei partiti, nato appena due an- TUNISI ● Ennahda, il Movimento della Rinascita, è stato riconosciuto come partito politico nel 2011 ● Il leader è Rashid Ghannouchi (nella foto), 73 anni. Il partito islamico è stato sconfitto alle elezioni in Tunisia ● Ghannouchi ha passato in esilio vent’anni a Londra: nel 1991 il presidente Ben Ali dichiarò fuorilegge il Movimento ni fa, e il più anziano dei leader, l’avvocato ottantasettenne Baji Caid Essebsi, per tutti Bce: di nonni sardi e di studi parigini, già ministro con Bourghiba, un cammino politico di quasi sessant’anni che gl’insegnò a gestire inquilini ingombranti come l’Olp di Arafat e l’emarginazione sotto Ben Ali, fino al pos- sibile traguardo dell’elezione a capo dello Stato, fra un mese. L’appello è stato raccolto, il mondo si congratula. Tace il Qatar, sponsor degl’islamici, ma da Washington a Parigi, dal Vaticano a Renzi è un plauso al «segnale di speranza» che la vittoria di Nidaa sottintende. Una scelta laica, dopo quattro anni vissuti nell’ambiguità d’un Ennahda che ha ripetuto gli errori dei Fratelli musulmani in Egitto: prima non disdegnando la sharia, poi litigando sul velo e sui diritti alle donne, quindi tollerando le violenze salafite e i jihadisti armati sul monte Chaambi, in definitiva non mantenendo la A Tunisi Una giovane tunisina festeggia dopo aver votato alle elezioni di domenica 26 ottobre (Afp) promessa di dimezzare la disoccupazione. «Ma quale scelta laica», criticano ora gl’islamici, pur riconoscendo la sconfitta: con Nidaa, s’affaccia al potere «il volto laido» d’un partito pieno di vecchi mandarini di Ben Ali. C’è del vero: se entra in Parlamento la vedova del politico Mohammed Brahmi, uno dei cadaveri eccellenti che nel 2013 riportarono la folla in piazza e costrinsero Ennahda a lasciare il governo, di certo vi tornano anche ministri del vecchio regime. Proprio i processi ai benalisti, lo scongelamento dei loro patrimoni, potrebbero diventare il primo ostacolo per il premier che il Nidaa dovrà indicare nei prossimi giorni. E allora, questo significa l’«U-nité! U-ni-tè!» scandito ieri: da soli non si governa. Perché fra un mese si rivà alle urne per il capo dello Stato, elezione diretta, senza che Ennahda abbia scoperto la sua candidatura. E perché Nidaa può contare solo su un’ottantina di seggi, mentre per governare ne servono altri trenta: se si vuol fare a meno degl’islamici, si deve pescare a sinistra e nella selva dei partitini, a cominciare dall’Upl del milionario Salim Riahi, «il Berlusconi tunisino», arrivato terzo con una decina di deputati. «Un governo d’unità nazionale è nell’interesse del Paese», si fa già avanti il portavoce di Ennahda: più che un appello, un avvertimento. Francesco Battistini © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 28 Ottobre 2014 La «tassa su Internet» fa infuriare gli ungheresi Diplomazie di Giuseppe Sarcina Kiev, i nazionalisti e il compromesso difficile con Putin Il premier Orbán contestato: «Vuole controllare l’informazione» Il profilo I l presidente dell’Ucraina Petro Poroshenko ha già avviato i colloqui per costruire la nuova coalizione di governo. Arseniy Yatsenyuk, a questo stadio vincitore a sorpresa con il 21,5%, manterrà l’incarico di premier. L’opinione pubblica vuole stabilità: ha premiato i nazionalisti ed europeisti, due termini che solo qui non sono in contraddizione mentre ha lasciato ai margini gli estremisti. Certo, mancano all’appello i voti della Crimea russificata e di quasi tutto il bacino del Donbass controllato dai separatisti. Ma se anche la Russia riconosce che il risultato è sostanzialmente valido significa che la società ucraina è già diventata un’altra cosa rispetto a un anno fa. Il ministro degli Esteri Sergei Lavrov e il suo vice Grigori Karasin, ieri non hanno nascosto una certa delusione. Il Cremlino puntava su una vittoria secca di Poroshenko e sul ridimensionamento delle pulsioni europeistiche. È accaduto esattamente il contrario, ma il pragmatismo russo da questo punto di vista è una certezza: le trattative sulla guerra nell’Est e sulle forniture di gas ripartiranno più o meno da dove si erano fermate nel vertice Asem di Milano, dieci giorni fa. Saranno ancora più difficili nel merito e più aspre nei toni. Più complicato, invece, prevedere gli sbocchi. A Donetsk la prima mossa spetta ora all’esecutivo di Kiev. Se il blocco nazionaleuropeista spingerà l’esercito all’attacco finale, il risultato sarà disastroso. L’alternativa arriva dal calendario della politica: Poroshenko si è già impegnato a riconoscere le elezioni locali nel Donbass. Ma non è ancora chiaro quando si terranno. Se Kiev e Donetsk riuscissero almeno a concordare una data, sarebbe l’inizio di un dialogo effettivo. L’Europa, con tutta probabilità, continuerà ad affidarsi alla mediazione della Germania. Sarebbe anche urgente un chiarimento politico: davvero l’ingresso dell’Ucraina nel club Ue è una possibilità realistica? Polonia e Paesi baltici ne sono sicuri. Tutti gli altri no. Prima di queste elezioni il tema poteva essere scansato con qualche ambigua formula diplomatica. Ora, però, diventa un passaggio indispensabile, visto che l’utopia di Maidan è diventata forza di governo. © RIPRODUZIONE RISERVATA ESTERI ● Viktor Orbán, 51 anni, è primo ministro ungherese dal 2010. In precedenza aveva ricoperto lo stesso incarico dal 1998 al 2002 ● Orbán è sempre stato critico verso le politiche dell’Unione Europea. Sul fronte interno ha intensificato il controllo sul settore energetico e fatto approvare leggi che restringono i diritti civili e d’espressione Da quando è arrivato al potere, nel 2010, Viktor Orbán ha avviato l’Ungheria su una china autoritaria, varando fra l’altro riforme radicali che hanno limitato la libertà di stampa e accentrato nelle sue mani il controllo dei media pubblici. Ma non si era ancora azzardato a intervenire sulla rete. Non appena lo ha fatto, con una tassa sull’uso di Internet inserita di soppiatto nel progetto di bilancio per il 2015, ha scatenato l’ira del popolo del Web. Decine di migliaia di persone sono scese in piazza domenica, per protestare contro la proposta di far pagare 150 fiorini (0,50 euro) per ogni gigabyte di traffico. Innescata dalla denuncia di un gruppo di Facebook, che in pochi giorni ha raccolto oltre 200 mila adesioni, è la prima esplosione di rabbia spontanea da quando Orbán, in aprile, ha trionfato per la seconda volta nelle elezioni politiche, sbaragliando un’opposizione debole e divisa. «La proposta — hanno scritto i promotori dell’iniziativa — segue un’ondata di misure antidemocratiche, che stanno ulteriormente allontanando l’Ungheria dall’Europa. La tassa impedirebbe l’eguaglianza di accesso alla rete, penalizzando i ceti più poveri e limiterebbe l’uso a scuole e università che non possono permetter- 13 attualmente in discussione in Parlamento, annunciando una nuova manifestazione per oggi se questo non avvenisse. Venendo in parte incontro alla protesta, Fidesz ha reso noto in una dichiarazione, che il governo proporrà un emendamento per introdurre un limite massimo di 700 fiorini (poco più di 2 euro) a quanto dovranno pagare mensilmente i fruitori individuali di Internet, il resto sarebbe a carico delle aziende fornitrici del servizio. Secondo i calcoli del governo, la tassa dovrebbe generare un gettito di 25 miliardi di fiorini, circa 90 milioni di euro al mese. La protesta rischia però di andare oltre il balzello sul Web, esprimendo una diffusa insoddisfazione per le politiche economiche di Orbán, che delle tasse speciali in tutti i settori, compresa un’Iva altissima su Il balzello Migliaia in piazza contro la proposta di far pagare 50 centesimi al gigabyte si di pagare». Secondo Balazs Guyas, che ha parlato al raduno, «chi usa l’Internet vede bene il mondo e per questo il governo Orbán non vuole il Web libero». La protesta ha avuto anche un risvolto violento. Raccoltisi inizialmente davanti al ministero dell’Economia, dove avevano sollevato i cellulari illuminando l’edificio, i dimostranti hanno poi raggiunto la storica Piazza degli Eroi. Ma da lì alcuni gruppi si sono staccati per recarsi alla vicina sede di Fidesz, il partito di Orbán, dov’è iniziato un fitto lancio di vecchi monitor e tastiere contro il palazzo. Diverse vetrate sono andate in frantumi. La polizia ha effettuato alcuni arresti. Gli organizzatori di quella che è stata chiamata «100 mila contro la tassa su Internet» hanno dato al governo 48 ore per ritirare il provvedimento, A Budapest Migliaia in piazza con gli smartphone in mano per protestare contro la tassa su Internet (Ap) computer e prodotti digitali, ha fatto la regola, nel tentativo di riportare sotto controllo la spesa pubblica. Anche se manifestazioni anti-governative non sono una novità in Ungheria e non hanno mai messo in discussione il potere di Orbán, la rivolta del popolo del Web potrebbe segnare una svolta dalle conseguenze imprevedibili. Paolo Valentino © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Il caso Il muro francese contro le riforme di Stefano Montefiori SEGUE DALLA PRIMA Promulgato il 21 marzo 1804, il glorioso codice civile francese è finito accatastato ieri assieme alle raccolte della gazzetta ufficiale, davanti al palazzo di giustizia di Nantes. Gli avvocati si sono rifiutati di lavorare nella prima di cinque giornate battezzate «giustizia morta». «Questo muro dei codici è la prima pietra della nostra battaglia», dice Jacques Lapalus, presidente del collegio degli avvocati. La misura più contestata è il «contributo di solidarietà obbligatoria» con il quale i colleghi pagherebbero gli avvocati d’ufficio, che non sarebbero più interamente a carico dello Stato. Ma gli scioperi vengono proclamati, in tutta la Francia, anche contro la nascita di uno status di «avvocato dipendente d’impresa» evocata dal ministro dell’Economia. «Il giorno in cui gli avvocati saranno stipendiati da un’azienda avremo dimenticato il nostro giuramento — dice Lapalus —, e noi non dobbiamo venderci alle potenze del denaro». Tra muri e enfasi ottocentesca, la protesta degli avvocati rischia di diventare un nuovo simbolo della Francia irriformabile. © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 Martedì 28 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 28 Ottobre 2014 La storia di Massimo Gaggi DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK Quando nel 1960 agenti israeliani catturarono in Argentina Adolf Eichmann, il regista della «soluzione finale» studiata dai nazisti per gli ebrei, il suo assistente Otto von Bolschwing, reclutato già da anni dai servizi segreti americani che ben sapevano del suo passato nelle SS, andò a chiedere protezione, temendo di essere anche lui scoperto e processato. La Cia, che a suo tempo lo aveva assunto in Europa come spia impegnata a contrastare la diffusione del comunismo e l’influenza del blocco sovietico, e che nel 1954 lo aveva addirittura fatto trasferire a New York con tutta la famiglia come segno di riconoscenza per la sua fedeltà, lo coprì in tutti i modi possibili. Benché responsabile di crimini di guerra e autore anche di scritti politici nazisti e ma- ESTERI La guerra sporca della Cia Quei mille nazisti arruolati per contrastare i sovietici to a ricostruire quasi per intero il ricorso dell’intelligence a un esercito di personaggi che avevano combattuto per il Terzo Reich. Una contabilità impressionante: nel Dopoguerra l’America reclutò quasi mille nazisti, utilizzandoli nella battaglia contro il comunismo e contro l’Urss. Un confronto che allora l’America temeva di perdere. Per questo due arcigni combattenti — il capo dell’Fbi Edgar Hoover e quello della Cia, Allen Dulles — decisero di accantonare ogni remora morale: era più importante disporre di agenti capaci e determinati da usare contro Mosca che punire questi nazisti per i crimini contro gli ebrei commessi qualche decennio prima. Un’altra storia imbarazzante 1.700 dollari all’anno, lo «stipendio» di una spia nazista nel 1952 Il video La propaganda dell’Isis per l’intelligence Usa, anche se stavolta si tratta di vicende ormai remote: nessuno dei criminali nazisti protetti dai servizi segreti di Washington è ancora in vita. Una brutta pagina della storia americana le cui ragioni vanno ricercate nell’angoscia e nella paranoia degli anni della Guerra fredda. Hoover in persona approvò il reclutamento di informatori con un passato nelle SS sostenendo che la meticolosità e l’anticomunismo viscerale di questi «nazisti moderati» erano armi preziose per disporre della quali l’America poteva fare qualche sacrificio sul piano etico. Un ragionamento cinico che, a parte ogni considerazione giuridica e morale, risultò poco fondato anche sul piano pratico: ben pochi dei mille nazisti reclutati si rivelarono agenti efficaci e fedeli. I documenti ora pubblicati rivelano Mosca Per i vertici dell’intelligence ogni mezzo era lecito per contrastare Mosca Fbi Nel 1980 l’Fbi si rifiutò di fornire informazioni su 16 nazisti che vivevano negli Usa nuali su come terrorizzare gli ebrei, l’ex braccio destro di Eichmann non fu mai chiamato in causa nel processo e visse da uomo libero per altri 20 anni. Fino a quando la magistratura scoprì le sue malefatte e lo processò. Nel 1981 von Bolschwing dovette rinunciare alla cittadinanza Usa, ma non scontò grandi pene, dato che morì pochi mesi dopo. Il suo non è stato un caso isolato: per decenni si è parlato di criminali nazisti usati dagli Stati Uniti come spie contro i russi. Nel 1980 l’Fbi arrivò a rifiutarsi di fornire al ministero della Giustizia informazioni su 16 nazisti che vivevano negli Usa: tutti informatori della polizia federale. Quindici anni dopo un avvocato che lavorava per la Cia fece pressioni sui procuratori federali perché smettessero di perseguire un nazista implicato nel massacro di decine di migliaia di ebrei. Ma è solo ora, con la desecretazione di molti documenti ormai vecchi di più di 50 anni, che il New York Times è riusci- che molti di loro erano degli inetti, inguaribili bugiardi o, peggio, agenti doppi al servizio anche del Cremlino. L’imbarazzo della Cia è tutto nell’ostinato rifiuto di commentare il caso: difficile giustificare il tentativo di sottrarre ai tribunali i responsabili di crimini orrendi. Il New York Times racconta che nel 1994, quando il ministero della Giustizia si preparava a processare Aleksandras Lileikis, un capo della Gestapo responsabile del massacro di 60 mila ebrei lituani, la Cia cercò di difendere la sua ormai ex spia reclutata nel 1952 con uno stipendio di 1.700 dollari l’anno più due cartoni di sigarette al mese. I giudici tennero duro e alla fine si giunse ad un compromesso: la magistratura avrebbe rinunciato a condannare Lileikis solo se nel processo fossero venute fuori questioni tali da mettere in pericolo la sicurezza nazionale Usa. Non successe e il criminale nazista finì in galera. L’ostaggio inglese costretto a fare l’inviato a Kobane di Guido Olimpio Un inviato davvero speciale. Il giornalista inglese John Cantlie, uno degli ostaggi in mano all’Isis, è apparso in un video da Kobane, la cittadina curda assediata da oltre un mese dal Califfo. Da un tetto ha fatto un servizio per irridere media occidentali e coalizione. Questa volta non indossava la tuta arancione degli altri filmati, dove impartiva le «lezioni», ma una di colore nero. Una mossa propagandistica di grande impatto per dimostrare che manca poco all’Isis per conquistare la località nonostante la resistenza curda e i raid alleati. ● Il caso L’ultimo sfregio a Reyhaneh di Viviana Mazza L’ Le spie ● Nemici usati come spie. Al culmine della Guerra fredda, la Cia decise di reclutare anche agenti nazisti da utilizzare in chiave antisovietica ● Una vicenda rimasta nascosta per decenni e che cominciò ad affiorare negli anni Settanta ● Furono circa un migliaio le spie naziste che la Cia e altre agenzie di intelligence reclutarono per gli Usa ● Tra di loro anche personaggi che si macchiarono di crimini efferati. Come Aleksandras Lileikis (nelle due foto durante la guerra e nel 1976) implicato nella morte di 60 mila ebrei ultimo desiderio di Reyhaneh Jabbari non è stato esaudito. La ventiseienne iraniana impiccata sabato per l’omicidio di un uomo che accusava di tentato stupro, aveva chiesto una cosa al suo Paese: di poter donare i suoi organi. «Non voglio marcire sottoterra», diceva in un messaggio audio registrato ad aprile, pregando la madre di fare di tutto «affinché, dopo l’impiccagione, il mio cuore, i reni, gli occhi, le ossa — e qualunque altra cosa possa essere trapiantata — vengano donati a qualcuno che ne ha bisogno». Ma le autorità non lo hanno permesso. Reyhaneh è stata seppellita domenica mattina nella sezione 98 del cimitero di Behesht-e Zahra, vicino alla città santa di Qom. Secondo l’agenzia di informazione iraniana Iscanews, le forze di sicurezza non hanno permesso alla famiglia, agli amici e ai sostenitori di celebrare un vero funerale né di recitare le ultime preghiere, una tradizione importante per i musulmani. Alla madre Shole è stato concesso di vedere per un attimo il volto di Reyhaneh, avvolta nel sudario. «Ho visto il collo, con i segni del cappio», ha raccontato ieri alla tv iraniana Manoto, con sede a Londra. Nell’intervista, Shole ha continuato a difendere la figlia: «Mortaza Sarbandi non era a pregare quando è stato ucciso, è stato ucciso perché voleva violentare Reyhaneh». Il figlio di Sarbandi, Jalal, avrebbe anche filmato gli ultimi istanti di vita della ragazza prima che salisse sul patibolo; le ha chiesto ancora una volta di smentire il tentato stupro in cambio del perdono, ma Reyhaneh ha rifiutato. «Reyhan, Reyhan», gridava la madre al cimitero. «Oh disonesti, vorrei morire». Le sue grida sono impresse in un video diffuso online. Indossava un foulard turchese: in questo ha potuto rispettare le ultime volontà della figlia che le aveva chiesto di non vestirsi di nero. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana Festival della Scienza Genova, 24 ottobre _ 2 novembre 2014 www.festivalscienza.it Giorgio Caproni, Litania (vv. 1-4) Il Festival della Scienza vi aspetta a Genova per testimoniare insieme la forza e la speranza di futuro che la conoscenza e la ricerca da sempre esprimono design Gaetano Cassini / Studiofluo Tempo Genova mia città intera. Geranio. Polveriera. Genova di ferro e aria, mia lavagna, arenaria. 15 Sostenitore Partner fondatore Martedì 28 Ottobre 2014 Corriere della Sera 16 NON CI FERMIAMO MAI: IL FUTURO VOGLIAMO SCRIVERLO, NON LEGGERLO. Non fermarsi mai, anche quando sembra che non ci sia più niente da raggiungere. È questo il DNA di Citizen: avere una visione e realizzare il futuro attraverso una volontà ed una evoluzione tecnologica che non hanno uguali. Chi possiede un orologio Citizen lo sa. Guardare oltre, cercare sempre, fermarsi mai. BETTER STARTS NOW € 428 RADIOCONTROLLATO • PRECISIONE ASSOLUTA L’orologio riceve, con trasmissione via onde radio, il segnale generato da un orologio atomico: la sua precisione ha una tolleranza di 1 sec. ogni 10 milioni di anni. SISTEMA ECO-DRIVE • ENERGIA INESAURIBILE Basta una minima esposizione alla luce naturale o artificiale per accumulare una grande quantità di energia e garantire il funzionamento dell’orologio, senza pila. VETRO ZAFFIRO • PREZIOSO E INSCALFIBILE Protegge l’orologio grazie alla particolare compattezza della sua composizione chimica e ne esalta l’estetica con una trasparenza assoluta. Corriere della Sera Martedì 28 Ottobre 2014 17 Cronache La missione Qui accanto, i soldati dell’Esercito americano atterrati a Monrovia dieci giorni fa. A destra, in compagnia dell’ambasciatrice statunitense in Liberia Deborah Malac c’è Darryl Williams, il comandante dell’esercito Usa in Africa che ora è in isolamento con dieci suoi uomini a Vicenza (Afp) Soldati Usa in quarantena a Vicenza Zaia: contro Ebola frontiere chiuse Il comandante: «Stiamo bene, probabilità zero di infettarsi». I grillini: rispediteli a casa Il virus DALLA NOSTRA INVIATA La miccia dell’allarme si accende a metà pomeriggio. E quando ormai è sera tocca al sindaco Achille Variati cercare di spegnerla: «Per preservare da inutili tensioni sociali una città che ospita da decenni la comunità militare americana chiedo che non siano diffuse notizie che facciano pensare a casi di Ebola a Vicenza». Ma non è cosa facile scacciare il pensiero di Ebola lo stesso giorno in cui 11 militari statunitensi di rientro dalla Liberia finiscono in isolamento, in città, proprio per il rischio di aver contratto il virus. Sono rientrati domenica sera da Monrovia, la capitale dello Stato africano più martoriato da Ebola, dov’è attiva una missione di 600 militari Usa che collaborano nelle operazioni e nella costruzione delle strutture per tenere sotto controllo l’epidemia. Atterraggio all’aeroporto militare di Pratica di Mare, controlli medici previsti dai protocolli internazionali anticontagio e infine l’autorizzazione a rientrare nella base vicentina. Sono arrivati a Vene- VICENZA ● L’Ebola fa la sua prima comparsa nel 1976: si manifesta con febbri emorragiche, cefalea, dolori addominali ● Nella foto sopra c’è la scansione elettronica al microscopio dei numerosi filamenti del virus Ebola, in verde, che germogliano su cellule infettate, in arancione Diario africano di Gino Strada Waterloo non è solo la cittadina del Belgio che nel 1815 vide la sconfitta di Napoleone e la morte di oltre 40 mila persone. C’è un’altra Waterloo, qui in Sierra Leone, a poca distanza dalla capitale. Un aeroporto militare inglese della Seconda guerra mondiale diventato campo di sfollati, dove 22 mila persone vivono ammassate in baracche. Si sono accampate lì, sulla pista dell’aeroporto, fuggiti dalla guerra civile molti anni fa. Ora nel campo di Waterloo c’è un’altra guerra, l’epidemia di Ebola, e non si può scappare. Il mese scorso in un solo giorno sono stati trovati 40 cadaveri nelle baracche del campo e ogni paziente prima di morire ha infettato qualcuno sintomi della malattia, i soldati possono tornare al lavoro e alle attività con la propria famiglia». In questo caso non è stato così: anche se nessuno ha manifestato sintomi per gli 11 militari si è stabilito una sorta di «monitoraggio continuo» per 21 giorni, cioè il limite massimo di incubazione del virus. Non quarantena vera e propria ma isolamento controllato al- zia con un aereo militare e da lì hanno usato un autobus (guidato da uno di loro) fino alle due caserme americane di Vicenza, Ederle e Del Din. La policy del ministero della Difesa americano prevederebbe — secondo i media statunitensi che hanno intercettato per primi la notizia dell’arrivo dei militari a Vicenza — che «fino a quando non mostrano i 42 Mila i morti per Ebola entro il 15 dicembre se l’intervento non è adeguato I numeri dell’epidemia 10.141 Totale numero di casi 1 - 999 1.000 - 1.999 2.000 - 2.999 3.000 - 3.999 4.000 - 4.999 Mali AFRICA Senegal Guinea Nigeria Sierra Leone Liberia 4.665 3.896 1.553 20 4 1 Liberia Sierra Leone Guinea Nigeria Usa Mali 1 1 Spagna Senegal d’Arco Fonte: Oms -The Guardian l’interno di una struttura della caserma Del Din dove per adesso le contromisure si limitano alla misurazione della febbre ogni 12 ore e da dove nessuno può uscire né per servizio né per rientrare in famiglia. È così per loro e sarà così anche per i due prossimi gruppi in arrivo sempre dalla Liberia: altri 64 soldati che stanno partecipando alla stessa missione. «La probabilità che qualcuno di noi abbia contratto il virus di Ebola è quasi zero — si dice convinto il generale Darryl Williams, rientrato con il gruppo degli 11 —. Stiamo benissimo». Gli fa eco il colonnello Pedro Almeida, capo dello stato maggiore del comando: «Non posso dire che vi sia lo zero per cento di possibilità che i soldati possano essere stati contagiati, ma non sono stati impegnati in attività che li hanno esposti al contagio». A Vicenza era discusso da giorni il fatto che sarebbero arrivati militari americani da un Paese a rischio. A sollevare la questione è stato il consigliere comunale dell’opposizione di centrodestra Francesco Rucco. «Io preferisco prevenire piutto- sto che curare — dice —. Ho apprezzato che il sindaco sia andato dal prefetto a porre la questione e a chiedere la quarantena. Adesso ci dice che sono tutti sani e sotto controllo. Speriamo...», sospira. «E comunque la zona della base è densamente abitata, non mi sta bene che siano lì. Dovrebbero stare in una struttura protetta in un aeroporto militare». Da Roma i deputati M5S chiedono che «il governo rispedisca a Washington tutti i militari statunitensi operativi nella base Usa di Vicenza» data la «totale assenza di garanzie da parte delle nostre autorità circa il reale stato di salute degli undici soldati». Gli fa eco una delle poche associazioni vicentine (Ariete, vicina al centrodestra) che nei giorni scorsi si è fatta sentire sull’argomento distribuendo centinaia di volantini: «Scontino la quarantena negli Usa» propone il loro referente, Leonardo Stella. Mentre il governatore veneto Luca Zaia ne fa una questione di confini: «Le strutture sanitarie del Veneto sono pronte per ogni evenienza — giura —. Ma per scongiurare Ebola bisogna chiudere le frontiere». Chiudono alcuni rappresentanti del No Dal Molin, movimento storico anti base Usa di cittadini e associazioni: «Non facciamo allarmismi, però quelli di destra hanno voluto la base e adesso si spaventano...». Giusi Fasano © RIPRODUZIONE RISERVATA «I malati sotto la pioggia, in attesa di un letto libero» Nel Centro di Emergency a Lakka, in Sierra Leone: «Non è umano non poterli soccorrere tutti» Su Corriere.it Sarà pubblicato online sul sito del Corriere il diario da Lakka, in Sierra Leone, del fondatore di Emergency Gino Strada (foto) della famiglia. Giovedì 23 ottobre una famiglia di quattro persone è stata trovata sdraiata a terra in una delle viuzze di Waterloo. Malati da giorni, stremati da Ebola, madre padre e i due figli di 16 e 6 anni. Un prete cattolico, con grande generosità e un po’ di incoscienza, li ha caricati in macchina per lasciarli a Lakka, fuori dai cancelli del Centro di Emergency per la cura dei malati di Ebola. Abbiamo trovato così la famiglia Sesay, quattro corpi distesi, malati da giorni. E il nostro piccolo Centro, cinque tende per un totale di ventidue letti, è sempre pieno. I nuovi malati devono aspettare, che qualcuno muoia o venga dimesso guarito, che lasci libero un letto. L’impotenza, la frustrazione e la rabbia si mescolano: non è giusto, non è umano trovarsi un malato grave davanti agli occhi e non poterlo soccorrere. Alle 7 di sera siamo riusciti a ricoverare in qualche modo la mamma Hawa e Foday, il bimbo più piccolo. Sembravano i più gravi. Per gli altri due niente da fare, non un posto libero in nessun ospedale della capitale. Così Alpha Sesay, il padre quarantenne, e la figlia Fatmata sono rimasti lì, accovacciati fuori dai cancelli, con le guardie a controllare che nessuno gli si avvicinasse. Sono uscito dal Centro di Lakka poco prima delle 8, sotto la pioggia. Ho guardato qualche secondo quei due corpi A Lakka Un infermiere si prepara ad accogliere i malati al Centro di Emergency malati e fradici, poi non ce l’ho fatta più e ho girato la testa dall’altra parte. Mi sono tornati in mente a metà della notte, svegliato dai fiumi d’acqua dei temporali che segnano la fine della stagione delle piogge. Venerdì mattina splende il sole, all’arrivo in ospedale: i due pazienti sono ancora lì, e non sono più soli. Un altro malato di Ebola è arrivato alle 6 del mattino, altri due si aggiungeranno prima di mezzogiorno. Nel Centro un paziente è guarito, il test per l’Ebola ha dato risultato negativo, e una donna è morta poco prima dell’alba. Possiamo ricoverare Alpha e Fatmata, gli altri restano fuori, e la lotta tra disperati continua, giorno dopo giorno, alla ricerca di una possibilità di cura. Nel pomeriggio Hawa peggiora, due ore dopo è morta. Il resto della sua famiglia è ricoverata. Oggi, lunedì, il piccolo Foday è ancora in condizioni critiche, sanguina dalle mucose. Speriamo. © RIPRODUZIONE RISERVATA 18 Martedì 28 Ottobre 2014 Corriere della Sera CRONACHE Uccide i figli nel sonno e s’impicca Una bimba sopravvive alla strage Roma, il massacro compiuto da una donna marocchina in un palazzo occupato In città ● Sono 106 gli immobili occupati abusivamente in tutta Roma tra ex uffici o palazzi quasi inagibili trasformati in abitazioni ● Negli alloggi occupati del palazzo della tragedia vivono 35 famiglie ROMA «Come potevo immaginare? Come potevo sapere che Khadia avrebbe fatto tutto questo? Volevo proteggerla, così ho mentito dopo che mi aveva dato una coltellata. Perché l’ha fatto? Avevamo litigato, ma i bambini che c’entravano?». Idris Jeddou si dispera nel suo letto nel reparto di chirurgia del San Giovanni. Da poche ore ha saputo che la moglie, Khadia El Faktani, marocchina di 42 anni, ha massacrato due dei loro tre figli — Moussef e Rhim, un bimbo e una bimba di 9 e 4 anni — mentre la terza, Hiba, di 5, lotta contro la morte. La donna si è poi impiccata con una cintura legata alla doccia che non ha retto il suo peso facendo cadere il corpo nella vasca. «Un mattatoio», l’hanno definito i poliziotti che ieri, poco L’edificio Agenti della polizia davanti al luogo del delitto, un palazzo di viale Carlo Felice, a due passi dalla basilica di San Giovanni. L’edificio della Banca d’Italia è stato occupato nel 2003 da un gruppo, Action, dei movimenti di lotta per la casa. All’interno c’è anche un centro sociale (foto Percossi/Ansa) minciato a coprirsi il volto con il velo». Un cambiamento radicale, forse alla base dei litigi sempre più frequenti con il marito. Lui non ne rivela i motivi. Non è indagato, ma gli investigatori della Squadra mobile, diretti da Renato Cortese, non escludono sviluppi. «Litigavamo, lo abbiamo fatto anche domenica notte — conferma Idris —, all’improvviso Khadia ha preso un coltello e mi ha colpito al fegato. Ho cominciato a perdere sangue, sempre di più. Mi sono spaventato e sono andato a piedi al San Giovanni. Con i medici e i poliziotti ho inventato la storia Il cambiamento Tornata dal Paese d’origine l’omicida aveva ricominciato a indossare il velo prima delle 14, sono accorsi in un palazzo di viale Carlo Felice, davanti alla basilica di San Giovanni. Un edificio della Banca d’Italia occupato dal 2003 da Action, gruppo leader a Roma dei movimenti di lotta per la casa, sede anche del centro sociale «Sans Papiers». Un simbolo della protesta, con murales e striscioni. Ci vivono 35 famiglie che non hanno voglia di parlare. Temono che la tragedia possa essere usata per ordinare uno sgombero. E i responsabili del movimento precisano subito che «quanto accaduto non ha niente a che vedere con l’occupazione». Al quarto piano, in un appartamento di tre camere, bagno e cucina, viveva la famiglia di Idris e Khadia. Lui, 43 anni, trasportatore di mobili per Mondo Convenienza, lei casalinga. «Una donna minuta, sorridente, con i capelli ricci», la ricordano i genitori dei compagni di scuola dei suoi bambini — la «Federico Di Donato», nel cuore dell’Esquilino —, che però sottolineano anche come «fosse cambiata dopo un viaggio in Marocco di un anno fa. Era diventata taciturna e aveva rico- della rapina sotto casa. L’ho fatto per proteggere mia moglie». Ma la follia non poteva più fermarsi. Per la Omicidi, guidata da Andrea Di Giannantonio, la marocchina ha afferrato una mannaia e ha colpito i bambini nel sonno. Le piccole in una stanza, il maschietto in un’altra. Hiba (poi operata al San Giovanni dal professor Angelo Camaioni, lo stesso chirurgo di Giovanni Paolo II) è sopravvissuta per sette ore prima di essere trovata da un amico del papà che Idris ha contattato quando si è risvegliato dall’anestesia perché la moglie non rispondeva al telefonino. Ormai però era troppo tardi, il massacro era compiuto. Rinaldo Frignani © RIPRODUZIONE RISERVATA Catania Assassinata dall’ex fidanzato che lei aveva lasciato Il padre: intervenga Alfano I numeri ● Veronica Valenti in una recente immagine (foto Scardino): è la ragazza di Catania, commessa all’Ikea, accoltellata a morte dall’ex fidanzato che si era visto respinto ● Con la morte di Veronica sono 93 le donne uccise in Italia dall’inizio del 2014 per mano di mariti o fidanzati violenti, che vivono come un affronto il fatto di essere respinti CATANIA L’aveva deciso prima di uscire da casa. «Se mi dice no l’ammazzo». E l’ha fatto. Affondando per cinque, sei volte un coltellaccio da cucina sul fianco, sul petto e sulla schiena della donna che non voleva più saperne di lui. È morta così, in una strada buia a due passi dalla stazione ferroviaria di Catania, a trent’anni, Veronica Valenti, commessa all’Ikea, un’infatuazione passata già da un anno per il suo assassino, Gora Mbengue, un senegalese di 27 anni, irregolare, privo di permesso di soggiorno, infuriato a causa di quel no vissuto come oltraggio al maschio che decide tutto. Vittima e assassino si erano conosciuti nel 2013 in discoteca e avevano avuto un rapporto fatto di alti e bassi. È la nuova tragedia che si aggiunge a troppi casi di sanguinaria violenza contro donne indifese. Come lo era l’altra sera Veronica, stanca di messaggi, telefonate e pedinamenti di quel ragazzone di colore, decisa a parlare con lui ancora una volta per convincerlo a non darle più fastidio. Per questo alle dieci di domenica sera s’era fermata con la sua macchina quasi sotto casa di Mbengue, in via Tezzano. E lui è arrivato affannato, il coltello in tasca, entrando in macchina e gridando furibondo come un indemoniato. Voci avvertite da vicini allarmati e terrorizzati quando lo hanno visto uscire dall’auto di corsa, insanguinato, perdendo le ciabatte e anche il coltello lungo la strada. Non ha impiegato molto la polizia per mettergli le mani addosso e, ormai remissivo, ha ammesso al capo della Mobile Antonio Salvago di aver preso quel coltellaccio per farla finita. Una premeditazione. Aggravata dalle dichiarazioni del padre di Veronica, Giuseppe Valenti, vedovo, un’altra figlia in viaggio di nozze negli Usa con un marine americano: «C’era stata una segnalazione alle autorità». Più una confidenza, che una denuncia formale, come si pente di non aver fatto: «Culture diverse. Non sono razzista, ma questi che arrivano dall’estero hanno altri usi, altri modi di pensare. Adesso voglio parlare col ministro Alfano perché tutti aprano gli occhi...». F.C. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 28 Ottobre 2014 CRONACHE 19 Il testimone e le tangenti «Ecco chi pagavamo» Camera, Piemonte e Campidoglio: 300 mila euro in due anni Chi è ● Piero Tulli detto «Pierino», 73 anni, è l’imprenditore a cui fa capo il Consorzio Gesconet ● Tulli iniziò come edicolante. Con la Cisco Italia entrò nel settore della logistica e dei trasporti. Acquistò anche la squadra romana della Lodigiani, ribattezzandola Cisco ● I magistrati romani lo stanno indagando per corruzione ROMA Tangenti per 300mila eu- ro versate in due anni per aggiudicarsi gli appalti della Camera dei Deputati, del Comune di Roma e della Regione Piemonte. Mazzette pagate tra il 2010 e il 2012 per ottenere la gestione dei servizi di pulizia, traslochi e facchinaggio sbaragliando la concorrenza. L’inchiesta sul Consorzio Gesconet fa il salto di qualità e nel registro degli indagati per il reato di corruzione finiscono il patron Pierino Tulli, il suo braccio destro Maurizio Lagada, al- che custodiva la lista dei pagamenti occulti nel file di un computer che aveva chiuso in cassaforte e fu trovato dagli investigatori del Nucleo Valutario della Guardia di Finanza durante una serie di perquisizioni disposte circa due anni fa. Il documento è un vero e proprio brogliaccio. Nella prima colonna sono segnati gli enti che hanno assegnato gli appalti e l’anno di riferimento. Nella terza colonna le cifre versate. In mezzo, alcuni nomi che indicano le persone incaricate della consegna del denaro. Il computer Tutti i pagamenti occulti erano stati registrati su un file ora in fase di analisi Il «brogliaccio» Le verifiche disposte dai pubblici ministeri Paolo Ielo e Mario Palazzi adesso puntano proprio a individuare i percettori del denaro. E possono contare su un aiuto prezioso: la collaborazione di un impiegato tori del Consorzio utilizzassero conti e fiduciarie estere per evadere le tasse e sottrarsi ai controlli. I soldi venivano portati a San Marino, in Lussembrugo, nelle Antille e a Singapore, salvo poi rientrare in parte in Italia. Un «sistema» andato avanti per oltre dieci anni e che avrebbe consentito una frode fiscale pari a un miliardo e mezzo di euro. Basti pensare che nel 2010, come evidenzia il giudice che la scorsa settimana ha disposto oltre 60 perquisizioni in tutta Italia, «sono stati scudati 50 milioni di euro». Il documento La parte dell’ordinanza in cui viene evidenziato il trasferimento del denaro della Gesconet all’estero Gli altri l i entii Il «brogliaccio» riguarda un periodo limitato e soltanto tre enti, nonostante la Gesconet vanti decine di clienti e molti di grande calibro. Il sospetto dei magistrati è che il giro di tangenti sia ben più ampio e che il meccanismo non riguardi soltanto le istituzioni già individuate. E comunque che copra almeno dieci anni, visto che i controlli già compiuti hanno accertato che la Camera, la Regione e il Comune di Roma hanno concesso al In abito bianco sulla scogliera Il tragitto Il denaro veniva fatto passare su conti di San Marino, Lussemburgo, Singapore La scelta della «location» del matrimonio, si sa, può portare a soluzioni bizzarre. Per Zheng Feng, appassionato scalatore, è stato facile immaginare il giorno delle proprie nozze proprio nell’ambiente che ama di più. Così ha convinto la moglie a scalare, in abito bianco, la irta parete rocciosa di una scogliera di Jinhua, nella provincia dello Zhejiang (foto Reuters) Consorzio un numero ben più alto di lavori e una serie di servizi che nella lista contenuta nel computer non sono indicati. Il quadro emerso fa ritenere che una parte dei soldi possano essere stati versati ai funzionari incaricati di istruire le pratiche, mentre il resto sarebbe finito ai politici, a chi ha consentito a Gesconet di muoversi in una sorta di regime di monopolio. Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA L’inchiesta Sequestro da 33 milioni ai vertici della Msc crociere L’azienda: noi corretti © RIPRODUZIONE RISERVATA Già durante il primo interrogatorio il dipendente ha accettato di collaborare. E ha ammesso: «È vero, quelle cifre sono i soldi che abbiamo dovuto versare per vincere gli appalti». È solo il primo passo. I finanzieri guidati dal generale Giuseppe Bottillo hanno ricostruito l’elenco dei lavori ottenuti dalla Gesconet negli ultimi anni e nei prossimi giorni il testimone sarà nuovamente interrogato. L’indagine ha consentito di scoprire come gli amministra- Nozze in Cina cuni dipendenti che si occupavano di istruire le pratiche per l’assegnazione dei lavori. Ed evidentemente accantonavano la parte «in nero» da versare a funzionari pubblici e soprattutto politici. NAPOLI Negli uffici napoletani di una delle più importanti compagnie di navigazione italiane, la Msc Crociere, secondo la Procura di Napoli esisteva «una stabile organizzazione occulta» dedita a non dichiarare i redditi della società. Su questa «organizzazione» ha indagato la Guardia di Finanza che ieri mattina, eseguendo un provvedimento emesso dall’ufficio del gip del Tribunale, ha sequestrato beni per circa 33 milioni di euro - corrispondenti all’ammontare della presunta evasione fiscale - al presidente di Msc Crociere Spa di Napoli, Francesco Zuccarino, e all’amministratore delegato di Msc Crociere S.A. di Ginevra, Pierfrancesco Vago. Secondo le indagini, la Msc Crociere spa di Napoli, pur avendo modificato nel 2006 il proprio oggetto sociale e trasferito a Ginevra i servizi di organizzazione e vendita delle crociere, avrebbe continuato in maniera occulta l’attività, riuscendo, attraverso un meccanismo di sottofatturazione, a ridurre sensibilmente redditi imponibili. Non avrebbe dichiarato redditi per circa 38 milioni di euro, ma, spiega il procuratore aggiunto Fausto Zuccarelli, «in applicazione di una specifica disciplina tributaria in materia di rapporti commerciali con società controllanti estere, gli imponibili sono stati rivalutati» per il periodo che va dal 2007 al 2012, giungendo così a una cifra vicina ai 75 milioni di euro. Msc, però, fa sapere di essere sicura della «correttezza del proprio operato», e di ritenere quindi le contestazioni «del tutto infondate e in palese dispregio delle norme internazionali relative al settore marittimo». In particolare, sostiene il gruppo crocieristico, «la convenzione fiscale in vigore tra Italia e Svizzera per evitare le doppie imposizioni prevede espressamente che, contrariamente a quanto stabilito per una qualunque attività d’impresa, i redditi che una società svizzera consegue specificamente dal trasporto marittimo internazionale siano tassati esclusivamente nella Confederazione elvetica indipendentemente dall’esistenza o meno di una stabile organizzazione in Italia». F.B. Il flusso dei soldi Al vertice ● Il manager Pierfrancesco Vago (foto sopra) è amministratore delegato di Msc crociere; è indagato per reati fiscali assieme al presidente del gruppo Francesco Zuccarino ● La Msc Crociere è stata fondata nel 1987: è una società a capitale interamente svizzero e che occupa 15.500 dipendenti. Ha un fatturato di 9 miliardi di dollari 20 Martedì 28 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 28 Ottobre 2014 CRONACHE Pizzarotti e il fax di allerta non letto per due giorni «Io non potevo agire» Il bilancio ● Il 13 ottobre scorso, in seguito ad abbondanti piogge sono esondati il Parma e il Baganza, due corsi d’acqua che attraversano la cittadina emiliana Parma, dal Pd alla Lega, tutti contro il sindaco. Grillo tace ❞ Mi attaccano perché ero a Roma, un sindaco non può uscire dalla città? La tensione schizza alle stelle a Parma dopo che il Corriere della Sera ha reso pubblico un fax inviato dalla Prefettura al Comune tre giorni prima dell’alluvione per indicare la possibilità di un’inondazione. Così, mentre si contano ancora i danni ( più di 100 milioni di euro) e la Procura porta avanti le indagini per disastro colposo, non si placano le polemiche. Già di prima mattina la città si spacca in due. Sulla graticola finisce il sindaco Pizzarotti. C’è chi si indigna: «Sempre lì attaccato su Twitter, non poteva avvisarci prima così almeno svuotavamo le cantine?», scrive qualcuno su Facebook. Ma c’è anche chi difende il Comune: «È possibile che nel 2014 si mandino ancora i fax?». Pizzarotti rimane chiuso nel suo studio, tra la serra portatile e il salottino dove due secoli fa s’accomodava Maria Luigia d’Austria. Passa la giornata a rispondere ai giornalisti. Al Corriere, per telefono, ribadisce la sua versione: «Il fax di cui parlate è arrivato in Comune, ma non a me personalmente, via Pec (Posta elettronica certificata ndr) sabato». Tutto a posto allora? «Sì, è normale che non mi abbiano chiamato. La vera e propria allerta è stata data lunedì nel pomeriggio a torrente già esondato. Ed è questo quello che conta». Alla domanda se non sarebbe stato meglio muo- Scontro al Csm Bruti a Robledo: un milione sprecato La replica: tu menti MILANO Il procuratore Edmondo Bruti Liberati accusa al Csm il suo ex capo del pool anticorruzione Alfredo Robledo di aver fatto inutilmente spendere allo Stato 1 milione di parcelle a tre custodi, e Robledo lo taccia di «aver mentito al Csm» (insieme al vice Boccassini su altro tema) e in generale di spargere «malevoli insinuazioni» per vendicarsi delle sue denunce istituzionali. Bruti spedisce al Csm un conteggio delle parcelle liquidate da Robledo a 4 custodi dei milioni di euro (prima 170, poi scesi a 90) sequestrati nell’aprile 2009 a 4 banche estere per truffa sui derivati del Comune di Milano, e da Robledo depositati non sul Fondo Unico Giustizia in vigore proprio a inizio 2009, ma su un istituto che a suo avviso avrebbe fruttato interessi maggiori, la Banca Credito Cooperativo di Carate Brianza. Solo dopo l’assoluzione delle banche in Appello (con transazione da 456 milioni in 30 anni col Comune) Bruti si dice in grado di ricostruire non solo gli 87.000 euro al custode Mario Doni «doverosamente» nominato finché in sequestro c’erano azioni, ma anche le parcelle ad altri tre custodi poi nominati quando in sequestro in banca c’era solo denaro liquido: 483.000 euro nel 2010-2012 all’avvocato Federica Gabrielli, 457.000 nel 2011-2013 al commercialista Piero Canevelli, e 62.000 al collega Silvano Cremonesi. Bruti ricopia l’allora riferimento di Gabrielli all’«art.29 della tariffa professionale dei dottori commercialisti, applicabile per analogia anche al custode avvocato». E se «in atti non risulta motivazione sulla scelta» nel 2009 della banca di Carate Brianza, «risulta che il pm Robledo è stato residente in Carate fino al giugno 2008». La frase fa irritare Robledo, che al Csm, sulla base dei certificati anagrafici che lo attestano residente dal 2001 a Milano dove viveva di fatto già dal 1995, la definisce esempio delle «informazioni inveritiere e insinuanti» di Bruti, «malevola suggestione volta ad accreditare un qualche legame» con la banca. E contrattacca: «Mi corre l’obbligo di affermare che sia il procuratore che la collega Boccassini hanno mentito al Csm inventandosi un pedinamento parallelo nell’inchiesta Expo, episodio mai avvenuto come è dimostrato per tabulas dalla nota della GdF che lo esclude». «Da quando ho sentito il dovere di denunciare» Bruti al Csm, Robledo si sente «sottoposto a un fuoco di provvedimenti illegittimi, contestazioni di addebiti insussistenti e malevoli insinuazioni» da Bruti, la cui «declinazione autoritaria e autocratica del ruolo del capo» porrebbe tutti i pm «in condizione di meri “sottoposti” e di perenne incertezza, tutti potendo essere fatti improvvidamente oggetto di un possibile rilievo anni dopo aver preso decisioni processuali quand’anche perfettamente note al capo». Luigi Ferrarella lferrarella@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Chi sono Bruti Liberati Edmondo Bruti Liberati (in alto), 70 anni, ex presidente dell’Anm, è procuratore capo a Milano dal 2010 Robledo Afredo Robledo, 64 anni, procuratore aggiunto a Milano, ex capo del pool reati contro la Pubblica amministrazione versi prima, perde la pazienza: «Quella di sabato è un’attivazione della fase di attenzione, non un’allerta o una preallerta. Di mail così ne arrivano centinaia: cosa dovrei fare: evacuare ogni volta la città?». Si arrabbia il Pizza, come lo chiamano dalle sue parti. «Mi attaccano perché ero a Roma (quando arrivò il primo fax il sindaco era impegnato nella tre giorni di kermesse grillina ndr), ma questo cosa significa? Un sindaco non può uscire dalla sua città?». Poi si calma un po’: «Mancano modelli matematici per prevedere le esondazioni. I sensori dei ponti per monitorare le acque non funzionano e non c’è una chiara 21 Nel fango Il sindaco Federico Pizzarotti (a destra) nelle zone alluvionate (Capatti) catena di comando che individui le responsabilità precise». Arpa, Protezione civile, Vigili, comandi e uffici. Le comunicazioni arrivano via fax e mail sotto forma di Posta elettronica certificata. E, nel caso specifico, vengono inviate anche all’ora di pranzo di sabato. Così mentre il fango non è ancora sparito dalle vie della città, alla melma si aggiungono i veleni politici. A livello regionale la Lega chiede la testa di Pizzarotti, seguita da Ncd e Forza Italia. Da Roma anche il Pd si muove, il deputato Gelli annuncia un’interrogazione parlamentare e chiede al ministro Alfano di intervenire. A Parma l’opposizione affila le armi mentre il Movimento Nuovi Consumatori annuncia un esposto alla Procura per «omissione in atti d’ufficio». E da Milano e Genova, Grillo e Casaleggio, già in polemica con Pizzarotti per l’inceneritore, tacciono. E osservano. Marta Serafini @martaserafini © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Secondo una prima stima, l’acqua che ha invaso le strade ha provocato danni per un valore complessivo di 100 milioni a strutture sia pubbliche che private 22 Martedì 28 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 28 Ottobre 2014 Il caso di Dario Di Vico CRONACHE 23 Lo smaltimento I cinesi accusano Prato «Tutti sanno dei dormitori» L’imprenditrice sotto processo per i morti: ci pagavo le tasse Un colpo di scena processuale che può aprire una pagina nuova nei rapporti tra la città di Prato e la comunità cinese. Ieri, alla seconda udienza del dibattimento con rito abbreviato contro i responsabili del rogo del capannone-dormitorio che nel dicembre 2013 causò la morte di sette operai cinesi, l’imputata Lin Youlan ha messo sotto accusa i proprietari (italiani) dell’immobile e le autorità comunali. La titolare della ditta Teresa Moda ha dichiarato che «in più occasioni il proprietario del capannone è entrato nella ditta, anche per vedere se i dormitori erano costruiti bene». Lin Youlan — assistita da un avvocato fiorentino — ha aggiunto che alcuni tecnici comunali avevano fatto nel 2013 misurazioni sui dormitori per calcolare la tassa sui rifiuti. Rispondendo alle domande del pubblico ministero Lorenzo Gestri l’imprenditrice si è assunta tutte le responsabilità, ma la sua testimonianza è destinata a pesare giudiziariamente e politicamente. «Cambiavo nome alla ditta ogni anno perché era conveniente, poi a un certo punto abbiamo aggiunto i dormitori perché tutti facevano così». I proprietari del capannone, i fratelli pratesi Pellegrini, sono già stati rinviati a giudizio per omicidio colposo in un secondo procedimento che si svolgerà con rito ordinario, quello che si sta scoperchiando però è un intreccio più ampio di interessi italo-cinesi. Già qualche mese fa era stata smantellata una rete di commercialisti locali che lucravano sui falsi permessi di soggiorno per gli asiatici e ora le parole di Lin Youlan aggiungono nuovo materiale accusatorio. «Pagavo un affitto di 2 mila euro al mese ai Pellegrini e venivano a prendere i soldi nell’altra sede della nostra ditta». Sapevano tutto, dice l’imprenditrice. Del resto, non è un mistero in città che la linea della Procura della Repubblica, retta ora da Antonio Sangermano, ex pm milanese del processo Ruby-Berlusconi, punti a far luce su avventurieri e professionisti italiani senza scrupoli che in questi anni hanno guadagnato aiutando il pronto moda cinese a impiantare un modello di business in cui convivono la spregiudicatezza commerciale, l’esportazione sui mercati dell’Est Europa di capi etichettati made in Italy e operai trattati alla stregua di schiavi. Un’eventuale sentenza esemplare in materia può aprire una Le tracce della Concordia cancellate da un trituratore Il rogo ● Il primo dicembre dello scorso anno divampa un incendio in una fabbrica tessile di Prato, nell’area del Macrolotto ● Le vittime sono tutte cinesi: cinque uomini e due donne ● Gli operai dormivano nella fabbrica, in loculi sopraelevati fatti di cartone e cartongesso. Altri tre cinesi rimangono intossicati dal monossido di carbonio, due finiscono in rianimazione per problemi respiratori, e un’altra persona viene dimessa dopo poche ore ● Ieri c’è stata la seconda udienza del dibattimento con rito abbreviato L’ex direttore del Tg1 condannato in Appello Spese con la carta aziendale due anni e 6 mesi a Minzolini L’ex direttore del Tg1 Augusto Minzolini è stato condannato in Appello a 2 anni e 6 mesi di reclusione per uso improprio della carta di credito aziendale. Il capo di imputazione gli contestava di aver sforato, in 14 mesi, il budget a sua disposizione di circa 65 mila euro, somma restituita dal giornalista alla Rai. In primo grado l’attuale senatore di Forza Italia era stato assolto «perché il fatto non costituisce reato». I giudici d’Appello hanno anche disposto l’interdizione dai pubblici uffici per la durata della pena. «Assolto da corte dei Conti e giudice del lavoro, condannato a 2,6 anni in Appello. Dov’è la certezza del diritto?» ha commentato Minzolini. © RIPRODUZIONE RISERVATA fase nuova in una città che spera sempre che cambi qualcosa, che lo stallo dei rapporti italocinesi si rompa miracolosamente e la discontinuità crei i presupposti di una reale convivenza. Alle ultime Comunali c’è stato un ribaltone e la maggioranza di centrodestra che aveva espresso il sindaco Roberto Cenni è andata a casa cedendo il passo al centrosinistra guidato dal renziano Matteo Biffoni. Cenni aveva giocato la carta della contrapposizione netta alle illegalità cinesi e aveva messo in piedi un sistema di controlli piuttosto energici. Biffoni non ha sconfessato questa scelta ma almeno a parole aveva promesso qualcosa di più, una politica che abbracciasse legalità e convivenza tra le due comunità. Sono passati circa tre mesi e si è visto poco e proprio per questo motivo in città si guarda con grande attenzione alle mosse della Procura, che possono portare alla luce un sistema affaristico che ha usato Chinatown come rendita immobiliare e che ha fornito agli asiatici «il software» dell’illegalità. Nel frattempo, al di là della condotta aggressiva in Tribunale, anche dalla comunità ci- nese non è venuto granché di nuovo. Non si possono soltanto accusare i pratesi di essere complici. Il console, la signora Wang Xinxia, nei giorni della tragedia e del lutto aveva promesso trasparenza e una linea di condotta degli imprenditori cinesi orientata alla legalità e al rispetto del lavoro, i fatti però sono rimasti ampiamente indietro rispetto alle parole. E così nei giorni scorsi anche il console è cambiato ed è arrivato Wang Fuguo. Cambiano i protagonisti e il copione rischia di rimanere quello di sempre. © RIPRODUZIONE RISERVATA GENOVA Nel cantiere di Genova Voltri dove il consorzio Ship Recyling sta procedendo alla demolizione della Costa Concordia è da qualche settimana posizionato un nuovo impianto: un trituratore. Nei suoi ingranaggi finisce tutto quanto recuperato dal relitto e non destinato al riciclaggio, perché deteriorato dall’acqua o perché porta il marchio Costa Concordia. La compagnia armatoriale ha messo nero su bianco nel contratto con il consorzio che spetta a Costa-Carnival decidere il destino di quello che è a bordo della nave naufragata il 13 gennaio del 2012 davanti all’Isola del Giglio. E l’obiettivo di Carnival — casa madre di Costa — è impedire che cimeli con il nome Concordia siano inseriti nel circuito dei collezionisti dei recuperi navali perpetuando il ricordo di quel naufragio. Sulla Concordia grava una damnatio memoriae. Come ha detto pochi giorni fa a Marghera, in occasione della presentazione della nuova ammiraglia di Costa, l’ad di Fincantieri Giuseppe Bono, il desiderio di armatori e costruttori è di «guardare avanti», «scurdammece ‘o passato» ha concluso. Ma è difficile. E non solo per l’enorme relitto trasformato in cantiere. Ci sono 32 vittime e un processo che vede come principale imputato il comandante Francesco Schettino a impedire la rimozione del ricordo. Ma il relitto sì, quello si può scomporre e privare di ogni identità. È ciò che si appresta a fare il consorzio separando e stoccando ogni componente della nave, un’impresa che impegnerà 53 ditte. Se qualcosa con il marchio Concordia dovrà essere salvato — per essere affidato a associazioni o istituzioni — lo deciderà Costa. In ogni caso è battaglia contro il commercio di memorabilia iniziato all’indomani del naufragio, su eBay ma attivo anche per altre vie battute dai collezionisti. Chi ha comprato ad esempio la campana di bordo rubata il 15 marzo del 2012 e mai ritrovata? Le campane storiche, molto richieste perché rare (la campana si identifica con la «vita» della nave e viene rimossa prima della demolizione), si aggirano sui 4.000 euro, ma quella della Concordia è un «fuori mercato». Un anno fa il capo della Protezione civile Gabrielli disse «sappiamo chi l’ha presa», ma la pista si è persa nel nulla. In questi due anni altri episodi hanno acceso la spia dell’allarme sulla «perdita» di oggetti della Concordia: il furto in un magazzino a Talamone, l’allontanamento dal cantiere del Giglio di quattro sub sorpresi di notte a vagare sul relitto in cerca — come ammisero — di souvenir, la preoccupazione del parroco del Giglio don Lorenzo che tolse il giubbotto di salvataggio e il caschetto che teneva in chiesa per paura che venissero rubati. Quello che si trova su eBay con quotazioni dalle forti oscillazioni (il modellino della nave va dai 180 ai 1.000 euro) sembra uscire dai cassetti di chi ha fatto una crociera sulla Concordia in passato: fiches del casinò (quelle di plastica sono vendute a 5 euro l’una, quelle di metallo con la prua della nave anche a 200 euro), menu delle cene di gala con il comandante (tra i 40 e gli 80 euro), foto. Ma i veri collezionisti cercano ben altro: argenteria punzonata, vasellame, strumentazioni di bordo, decorazioni o pezzi di arredamento. Parte di questi oggetti finirà triturata. Sarà riciclato l’anonimo acciaio: almeno 50 mila tonnellate di metallo recuperate dallo scafo, sezionate in 15 mila blocchi, caricate sui Tir e destinate a essere fuse da Duferco e Feralpi, che si sono aggiudicate l’appalto pagando 270 euro alla tonnellata. Erika Dellacasa © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 Martedì 28 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 28 Ottobre 2014 CRONACHE 25 ● Il dossier La parità sul lavoro? Le donne aspetteranno (forse) fino al 2095 di Elena Tebano R Buddhisti a Milano Il movimento di Baggio (senza il Dalai Lama) «Questo è il più grande centro in Europa» MILANO L’altare di legno laccato nero, forgiato da mastri artigiani giapponesi, si apre tra decorazioni dorate sulla pergamena go-honzon dove i caratteri sanscriti e cinesi sono sorvegliati da due scacchi di metallo, i «guardiani». Poi la lettura. Lenta, musicale, infinita. «Concetti profondi e severi», raccontano i fedeli. Una litania di massa scandita da colpi di campana (anche 15), e poi silenzi e applausi scroscianti subito dopo il «grazie» finale, pronunciato tutti, in coro. Così inaugurava ieri, alla periferia Sud-Ovest milanese di Corsico, sulle rive del Naviglio, il centro Ikeda, più grande luogo di preghiera buddhista europeo. Con un auditorium da mille posti gremiti davanti alla vecchia cascina ristrutturata degli Sforza e dei Visconti, dove sorgono libreria e uffici di questa comunità che gli studiosi chiamano «religione laica», nulla a che vedere con l’immagine occidentale del monaco che la dj Paola Maugeri («da 18 anni è la mia scatola degli attrezzi per la felicità») e la modella Candela Pelizza Tricarico. Professionisti, avvocati, architetti, manager, ristoratori. Da Firenze e da Roma, le storiche comunità italiane, ma anche da Bologna. «Pochi minuti o ore intere, la pratica del Nam myoho renge kyo non può mai mancare» dice Andrea Campagna, informatico di 42 anni. Nell’auditorium, musicisti dalle orchestre più prestigiose d’Italia (Scala, Verdi e Rai) suo- Che cos’è ● La Soka Gakkai («società per la creazione di valore») nasce nel 1930 come gruppo di studio di educatori riformisti I numeri I buddhisti iscritti La crescita (della Soka Gakkai) alla Unione Buddhista Italiana Gli aderenti 65.000 40.000 70 75.000 I buddhisti italiani della Soka Gakkai 75.000 80 50 30 21.000 13.000 nano Astor Piazzola, mentre sull’altare salgono autorità di altre religioni — ebraica, musulmana, cristiana — chiamati a scrivere su un foglio la loro ricetta «per la pace». Il sindaco Giuliano Pisapia fa sorridere la platea: «Ospitatemi!». I tempi buddhisti, dice, gli fanno dimenticare ogni patema. I numeri procapite della Soka Gakkai in Italia sono secondi solo al Giappone (14 milioni di fedeli). Spiega il vicedirettore del Cesnur (Centro studi sulle nuove religioni), Pierluigi Zoccatelli: «È un movimento di laici che diventa religione senza mediazione di un clero», favorendo così «la domanda di sacro». Anche perché la maggioranza cattolica d’Italia fa «da ombrello protettore» per la diffusione delle minoranze: «Otre 800 nella Penisola». Niente Dalai Lama, però: «La Soka Gakkai è una realtà moderna, fondata da pedagoghi per la “creazione di valore”». Olivia Manola Giacomo Valtolina © RIPRODUZIONE RISERVATA Preghiera Roberto Baggio con le mani giunte al Centro buddhista inaugurato a Corsico (Milano). L’ex calciatore è da sempre un testimone della religione buddhista. Il nuovo Auditorium (sopra, a sinistra) può contenere un migliaio di fedeli, come ieri (Luca Matarazzo) iusciranno ad averla forse le ragazze che nasceranno tra mezzo secolo, ma intanto la parità sul lavoro tra donne e uomini è ancora ben lontana. L’ultimo rapporto del World Economic Forum sul «Gender Gap», la disuguaglianza tra i generi, lascia poche speranze: a questi ritmi ci vorranno 81 anni per superarla in tutto il mondo. Bisognerà cioè aspettare il 2095. Salvo peggioramenti. Brutte notizie, visto che oltre ad essere un problema di giustizia sociale è uno degli ostacoli maggiori alla crescita economica: «Solo le economie che possono impiegare tutti i loro talenti rimarranno competitive e riusciranno a prosperare», avverte il fondatore e presidente del World Economic Forum, Klaus Schwab. Oggi sono 14 i Paesi al mondo che hanno superato per oltre l’80% le disparità lavorative tra uomini e donne. Tra questi ci sono la Norvegia, gli Stati Uniti, la Danimarca e l’Islanda, ma anche il Burundi, il Malawi e la Moldavia. Non l’Italia, che invece è 114esima su 142, con solo il 57% del «gap» recuperato. Ed è quindi ben lontana dal valorizzare tutti i suoi talenti. Certo, l’indice misura la disparità tra uomini e donne nella partecipazione alla forza lavoro, nella remunerazione a parità di carriera e nella presenza tra i legislatori e i dirigenti, e quindi non dice (bisogna tenerlo bene a mente) che le donne del Burundi hanno condizioni e opportunità lavorative migliori di quelle italiane. Ma che, data la situazione economica del nostro Paese, potremmo fare molto di più. La partecipazione delle donne alla vita economica, infatti, è uno dei fattori che più ci penalizza: lavora meno della metà delle italiane. Il messaggio è chiaro: servono misure che aiutino le donne a entrare (e andare avanti) nel mercato del lavoro. A cominciare dal sostegno alle madri che lavorano, asili compresi: perché sono loro quelle più penalizzate. Secondo Bankitalia una mamma su cinque lascia il proprio impiego dopo un anno e mezzo dalla nascita dei figli (in particolare le giovani sotto i 24 anni e quelle con livelli di istruzione più bassi). E in generale il tasso di occupazione femminile è inversamente proporzionale al numero dei bambini. Il paradosso è che rispetto all’anno scorso l’Italia è peggiorata: nel 2013 era 97esima su 136 Paesi, mentre adesso è scivolata di ben 17 posizioni. Segno che non solo non abbiamo fatto abbastanza: abbiamo fatto meno degli altri. C’è un altro indicatore che penalizza l’Italia: la partecipazione politica delle donne. Qui la disparità di genere è stata superata solo per il 24%, contro il 65% dell’Islanda o il 61% della Finlandia. Eppure qualche segnale positivo c’è: quest’anno siamo al 37esimo posto contro il 44esimo di dodici mesi fa. Sono aumentate infatti le donne in Parlamento e al governo. C’è da sperare che abbia ragione il fondatore del World Economic Forum Klaus Schwab, quando dice che se le donne sono più coinvolte nei processi decisionali prendono decisioni che rispondono di più ai bisogni delle donne. @elenatebano 10 1993 © RIPRODUZIONE RISERVATA 2000 2005 2014 d’Arco buddhista, quella del Dalai Lama. È la «casa di Buddha» della società Soka Gakkai — movimento nato nel 1930 dal buddhismo più nobile della duecentesca scuola Nichiren — la cui diffusione in Italia viene studiata nel mondo. Su 120 mila seguaci europei, infatti, ben 75 mila sono italiani, più delle altre 50 correnti riunite nell’Ubi, l’Unione buddhista, che ne conta 65 mila. E con un aumento vertiginoso, visto che nel ‘93 erano «solo» 13 mila. «Se il movimento cresce così tanto, un motivo ci sarà» sorride la giovane parrucchiera Jessica Zotti, venuta apposta da Lecco per pregare e applaudire Roberto Baggio, da 27 anni simbolo del movimento. Aggiunge un altro vip, l’attore Sergio Muniz: «È come un test scientifico, tutti possono verificare gli effetti della pratica, basta provare». Tra gli altri «storici» Soka Gakkai ieri riuniti an- ● La pratica religiosa si fonda sulla recitazione di versi scelti del Sutra del Loto e delle sillabe «Nam myoho renge kyo». Per diffusione pro capite di seguaci, l’Italia è il secondo Paese insieme con gli Stati Uniti, dopo il Giappone Arriva in Europa Il cavatappi per bere il vino senza aprire la bottiglia Come gustare il vino di una bottiglia senza aprirla? L’enigma è stato risolto un anno fa dal medico californiano Greg Lambrecht, che quando sua moglie era incinta e quindi non poteva bere si era trovato a finire da solo, o a buttare via, il vino delle bottiglie aperte. Lambrecht ha inventato il sistema Coravin: all’apparenza una specie di cavatappi supertecnologico, è un apparecchio capace di infilare una cannula molto sottile nella bottiglia, attraverso il tappo di sughero; viene iniettato il gas argon, che impedisce l’ingresso dell’ossigeno, e poi pompato il vino nel bicchiere. Una volta tolto l’apparecchio, il tappo di sughero riprende la sua forma iniziale, e la bottiglia può essere riposta in cantina. Dopo il successo negli Stati Uniti, in queste settimane il sistema Coravin verrà distribuito anche in Europa grazie a un nuovo quartiere generale della società stabilito ad Amsterdam. © RIPRODUZIONE RISERVATA 26 Martedì 28 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 28 Ottobre 2014 CRONACHE Provocatore Lo scultore Damien Hirst, 49 anni, di fronte a una delle sue opere più note, «The immortal», uno squalo di 4 metri e 30 centimetri conservato sotto formaldeide al Museo oceanografico di Monaco nel 2010 (AP/ Cironneau) Lo chef e il Salone del gusto «L’Italia non sia ostaggio del surgelato e della fretta» di Gianfranco Vissani E Artisti contro I fratelli Chapman, Hirst, Emin: la ex avanguardia british si insulta Chi sono ● I fratelli Chapman (Jake, 1962) e Dinos (1966) sono interpreti della dissacrazione: con plastica e fibra di vetro danno forma a manichini sfigurati ● Damien Hirst (1965) lavora spesso con carcasse di animali: celebre lo squalo in formaldeide ● Tracey Emin (1963), come gli altri, fa parte della Young British Art 27 DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA La provocazione può essere un’opera d’arte. Nei fatti e nelle parole. Per i fratelli Chapman, ovverosia Jake (classe 1962) e Dinos (classe 1966) sublimi interpreti della dissacrazione, lo è nei fatti quando espongono i loro capolavori in giro per il mondo (belli o brutti che siano ma il valore non si discute) e lo è pure nelle parole quando incornano il movimento artistico, uno dei fiori all’occhiello della «cool Britannia» blairiana, lo «Young Brit i s h A r t i s t s » , l ’a c ro n i m o «YBAs» è passato alla storia), il gruppo per intenderci di Damien Hirst, Tracey Emin e degli stessi Chapman. Jake e Dinos sono tipi sempre fuori dal coro. L’ultima sentenza che esce dalla loro bocca (intervista di Jake al Sunday Times) è chiara: lo «Young British Artists», quel gruppo degli Anni 90, ormai altro non è che l’«Old Artists Pensioners», vecchi artisti pensionati, il che significa traducendo la sfumatura linguistica dei Chapman: rimbambiti. E, alcuni, sono pure traditori. Stessa generazione (dal 1962 al 1966), stesse idee, carica dirompente. Lanciati e valorizza- ti dal gallerista Charles Saatchi (l’ex marito di Nigella Lawson). Adesso volano stracci fra questi cinquantenni o quasi che nei manuali d’arte sono entrati. E che lì comunque restano. Damien Hirst, il caposcuola che, esempio universale, ha firmato il teschio umano fuso in platino e arricchito di 8.601 diamanti (50 milioni di sterline, 63 milioni di euro) è diventato la parodia, a giudizio di Jake Chapman (ma anche del fratello), di un «lord barricato nella sua signoria» a godersi un patrimonio di 250 milioni di sterline. Concedersi ai vizi del denaro significa rinnegare una storia. «È inevitabile che il suo lavoro ne risenta e che sia shit (merda)». Nessuna censura dal Sunday Times. E non è che vada meglio a Tracey Emin, la «britartist» il cui «letto sfatto» è stato aggiudicato all’asta nel giugno scorso per 2,2 milioni di sterline (2,8 milioni di euro). È già da un po’ che non corre buon sangue fra i Chapman e la Emin. Nel 2011 Jake e Dinos non digerirono la sua ammirazione per David Cameron. I terribili Chapman parlarono di «collaborazione criminale» fra i due. S u l S u n d a y T i m e s Ja ke Chapman ritira fuori l’ascia di ntrare al salone del gusto è sempre una grande emozione: so già che conoscerò, annuserò e gusterò qualche nuovo prodotto di questa nostra bella Italia fatta di piccole realtà che tengono vive tradizioni secolari regalandoci prodotti unici, fatti secondo i tempi dettati dalla natura, dove la tecnologia si usa ma non si subisce. Una vera fortuna in quest’epoca di dilagante analfabetizzazione alimentare. Quanti sono in grado di distinguere la qualità di un prodotto da un altro? guerra, una volta per tutte. «Tracey? Si è gentrificata, è parte della nuova aristocrazia culturale». Come dire: l’hanno risucchiata i party col buon vino e i bei vestiti. La Emin si è inorridita: «Pensino di più al loro lavoro». Quasi a sussurrare: che è scaduto. Botta e risposta. Ma l’oscar della provocazione i Chapman se lo sono in ogni caso conquistato. Nella mostra appena inaugurata ad Hastings hanno esposto «la tenda» di Tracey Emin: è la tenda nella quale la giovane Tracey se la spassò con gli amanti. Era andata bruciata nel rogo che distrusse anche «Hell» (il plastico dell’orgia della violenza, con i nazisti carnefici e vittime della loro stessa brutalità), il capolavoro dei Chapman. E così come «Hell» è risorto in copia autentica col ti- L’attacco Jack e Dinos: «Damien è un lord barricato nella sua signoria e Tracey è aristocrazia culturale» Gli autori e le opere In alto, Tracey Emin (51 anni) seduta sulla sua opera «My Bed»: a luglio è stata battuta all’asta da Christie’s a Londra, per 2,2 milioni di sterline. Qui sopra i fratelli Dinos (52, anni, a sinistra) e Jake Chapman (48 anni) nella loro istallazione ad Hastings, in Inghilterra (FilmMagic, Reuters) tolo «Fucking Hell», la tenda della Emin è ricomparsa. Solo che la divina Tracey Emin odia le copie. Un’opera d’arte, per lei, è concepita e realizzata una volta, non si replica. Che importa. L’ultima dei fratelli Jake e Dinos è la sciabolata finale: dica ciò che vuole, noi quella tenda l’abbiamo ricostruita e la proponiamo. Geni della provocazione. Si erano tanto stimati. L’avanguardia artistica si è spettacolarmente frantumata. Fabio Cavalera @fcavalera Compriamo al supermercato pasta che costa 20 cent e non ci domandiamo perché costa così poco. Non sappiamo più cosa mangiamo. Siamo ostaggi del surgelato, del precotto, della fretta del mangiare in piedi. Ma il territorio è la nostra ricchezza, turismo, arte ed enogastronomia sono i nostri tesori. Ecco perché venire al Salone del gusto ogni volta è una piacevole scoperta: come il Vin Santo affumicato della Val Tiberina, un vino legato alla produzione locale del tabacco essiccato nello stesso periodo e negli stessi luoghi dei grappoli d’uva; la salsiccia di Bra, l’unica preparata con pregiate carni magre di bovino e grasso suino da consumarsi fresca; il conciato romano, un formaggio stagionato in vasi simili ad anfore, un’esperienza gastro-antropologica magari da gustare con una marmellata al caffè o una fonduta di uva; le alici di Menaica, specialità cilentana del piccolo borgo Marina di Pisciotta, pescate secondo metodi risalenti alla Magna Grecia; le fantastiche birre artigianali Zago non pastorizzate che possono arrivare a 12 gradi! Ogni prodotto è un capolavoro di bontà. È da qui che il Paese può e deve ripartire. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA UNA MARCIA IN PIÙ ALLE TUE DIFESE? SU CON IMMUNO Per preparare il tuo organismo all’arrivo della stagione fredda e quando le tue difese immunitarie sono messe a dura prova dalle molteplici situazioni di stress, SU con Sustenium Immuno Energy. La sua formula a doppia azione, con GLICINA, GLUTAMMINA, VITAMINE e ZINCO, è studiata per ATTIVARE e RINFORZARE le tue difese immunitarie. Disponibile in FARMACIA. 28 Martedì 28 Ottobre 2014 Corriere della Sera ● Due strade Il governo Renzi pone di fronte a una scelta: tornare a una riserva sicura, dove le idee si conservano intatte perché mai messe alla prova, o seguire la strada sconosciuta di fare (e non solo evocare) il cambiamento ANALISI & COMMENTI di Luca Mastrantonio Il partito del dito medio fa sempre più proseliti Simbolo di insofferenza, frustrazione e ribellione I l gesto del dito medio sta diventando così diffuso, virale, che la sua volgarità rischia di non venire più percepita. Ieri sui social rimbalzava quello, autoironico e livoroso, dello spagnolo Tommy Robredo rivolto al britannico Andy Murray, dopo la finale Atp persa a Valencia. Sul Guardian si continua a dibattere sul dito medio dell’architetto Frank Gehry mostrato alla conferenza stampa del premio Príncipe de Asturias, in risposta a chi reputa eccessiva la spettacolarità dei suoi progetti. Poi s’è scusato, ma il (presunto) lapsus testimonia quanto sia diffuso, a vari livelli culturali, il gesto. Gabriel García Márquez l’ha ostentato in una delle sue ultime foto, G.R.R. Martin l’ha usato, in un video, contro chi gli chiedeva se riuscirà a finire la serie Il trono di spade nonostante i problemi di salute. E in Italia? Il Partito del dito medio ha molti iscritti: Bossi, Berlusconi, Santanché, Grillo e Fassino... È un simbolo trasversale, anarchico e demagogico, cui si può arrivare facilmente sia da destra che da sinistra. Lo suggeriscono, plasticamente, due artisti: Maurizio Cattelan ha ricavato il dito medio della Borsa di Milano da una mano tesa, fascistoide, cui ha tolto indice, pollice, anulare e mignolo; invece lo scultore ceco David Cerny nel 2013 fece scattare contro il ritorno dei comunisti al potere un lunghissimo ditone medio da un pugno chiuso, viola. In politica il gesto forse non ha espresso tutto il suo potenziale: in Germania è stato usato dal Peer Steinbrück, candidato nel 2013 per i socialdemocratici, sconfitto dalla Merkel; ha funzionato bene, invece, una recente campagna di un’azienda di moda antisessista dove c’è una bimba che fa il gestaccio. Il dito medio (che in un certo senso bilancia l’egemonia social dei «like») è medium che si fa messaggio e fa convergere, tra loro, vari canali comunicativi e diversi corpi sociali. Il messaggio? Insofferenza frustrazione e ribellione. Un capitale emotivo, purtroppo, in espansione. @criticalmastra © RIPRODUZIONE RISERVATA Su Corriere.it Puoi condividere sui social network le analisi dei nostri editorialisti e commentatori: le trovi su www.corriere.it a sinistra italiana è a un bivio. Seguire per strade sconosciute Renzi e il suo gruppo nato e cresciuto alla Leopolda, oppure restare ancorata al vecchio gruppo che sa difendere tanti diritti fondamentali ma non sa pensare niente di innovativo? La sinistra italiana degli ultimi venti, anzi trenta anni, è stata reazionaria e ha inseguito il mito della purezza, e cioè degli ideali da difendere senza nessuno sconto. Questi due elementi sono stati fondamentali per godere in modo masochistico del terzo, e cioè la propensione alla sconfitta. Soltanto con la sconfitta la purezza è difendibile, soltanto con la sconfitta non si mettono alla prova le idee e quindi si conservano intatte, come sotto i ghiacciai. Quindi, la sconfitta è stata salvifica per questo, ed è stato il punto di identificazione di varie generazioni. Secondo questi canoni, Renzi non è di sinistra: cerca di applicare al suo governo i caratteri del riformismo e quindi è disposto a rinunciare alla purezza; con questo intento ha avuto risposte elettorali vincenti. Un inciso però va fatto: il riformismo progressista e in collaborazione con altre forze politiche è stata l’ultima grande strategia politica di questo Paese, e l’ha immaginata Berlinguer. Fanfani ne era il più fiero oppositore ed è grazie a lui che la sinistra è stata allontanata per decenni dalla governabilità del Paese; e poi, sia altrettanto chiaro, Berlinguer non avrebbe governato con chi è dalla parte opposta del Parlamento. Quindi anche i giovani della Leopolda fanno un po’ di confusione. Per essere di sinistra bisognerebbe essere progressisti, bisognerebbe accogliere il presente e avere voglia di prender- BEPPE GIACOBBE L ● Il corsivo del giorno PUREZZA O RIFORMISMO LE SINISTRE AL BIVIO di Francesco Piccolo si la responsabilità di guidare il Paese — e questo comporta sia cadere in errore sia collaborare con chi ci sta. Di conseguenza, per essere di sinistra, bisognerebbe non essere come è stata la sinistra negli ultimi 30 anni. Ecco cosa sta succedendo alla sinistra italiana: c’è qualcuno, al suo interno (o meglio, al suo posto), che dimostra l’inconsistenza di ciò che era diventata. E allora cosa deve fare? Deve opporre resistenza al cambiamento un po’ troppo disinvolto e un po’ troppo guascone di Renzi? O deve seguirlo sopportando gli eccessi, e casomai contribuendo a spostare la barra verso la via migliore? La questione è se imboccare davvero la strada del riformismo; e cioè fare e non invocare riforme. Perché le risposte nella pratica sono sempre negative? Com’è possibile che ogni proposta di riforma riesce ad acquietare la sinistra e l’intero Paese solo se alla fine non se ne fa nulla? (Ed è ovvio che non stiamo entrando nel merito di ognuna, adesso). L’Italia ha una doppia anima reazionaria. È reazionaria perché è conservatrice: una larga parte del Paese non vuole cambiare nulla (non vuole nemmeno che tutto cambi affinché nulla cambi; non vuole cambiare e basta); ed è reazionaria perché è vittima, a sinistra, del sentimento di sconfitta dei rivoluzionari. La rivoluzione non c’è stata, o è stata persa. E tutti i reduci e i postumi della rivoluzione sono diventati reazionari: poiché il cambiamento non è stato radicale, ogni forma di cambiamento è insufficiente. È questa la frase che sentiamo sempre in questi mesi per le varie proposte: insufficiente. Sentiamo anche: peggiorativa, sia chiaro. E quando è peggiorativa, bene, se ne può discutere, si può combatterla; ma quando è insufficiente, bisognerebbe mettere in atto la vera rivoluzione in questo Paese: fare riforme insufficienti. Forse, il riformismo è esattamente questo: attuare una serie di riforme che riempiano man mano la distanza tra il punto di partenza e un punto di arrivo soddisfacente. In mezzo, c’è un cambiamento che avrà un cammino sempre meno insufficiente. La sinistra italiana ha davanti queste due strade, e deve scegliere se ritornare nella sua riserva rassicurante o se partecipare in modo attivo e propositivo alla guida del Paese, in un governo che cammina con varie stampelle fornite da altri (almeno fino alle prossime elezioni). È vero, Renzi spaventa per la sua avventatezza; ma la sinistra reazionaria spaventa (da molto tempo) per la sua mancanza di idee. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 28 Ottobre 2014 NEL SUD UN MODO PER SPRECARE I FINANZIAMENTI PUBBLICI DELLA CULTURA di Gian Arturo Ferrari Paragoni Nel museo dei bronzi di Riace si nota una grave incuria: rare didascalie che non spiegano e segni sui muri non cancellati A Vibo, invece, un festival fa onore alla Calabria M i trovavo nei giorni scorsi in Calabria e ne ho approfittato per andare a rivedere i bronzi di Riace, non tanto per le polemiche su Expo, quanto per la gioia interiore che sempre mi dà la contemplazione dei capolavori dell’arte greca. I bronzi si trovano presso il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, ospitato in un edificio piacentiniano che è stato di recente sottoposto a un’energica ristrutturazione. Sono aperte per ora quattro sale. In una è esposto un arazzo restaurato del Museo diocesano di Gerace e che con l’archeologia non c’entra nulla. In un’altra si trovano invece pezzi di grande qualità provenienti dalla Locride, ciascuno illustrato da una lunga didascalia appesa al muro. Le didascalie sono un bell’esempio di quello specialismo altezzoso e arrogante che una parte della cultura italiana, specie quella accademica, usa come arma di difesa e di offesa. Ricorre l’espressione «tecnica acrolitica», senza ulteriori delucidazioni. Io sono un classicista di formazione ed ero in compagnia di un professore universitario, di uno scrittore e di un bibliotecario. Nessuno di noi sapeva che cosa fosse la tecnica acrolitica. A chi è indirizzata, di grazia, quella didascalia? In una terza sala, più piccola, è esposto invece un solo pezzo, meraviglioso. Una figura maschile troncata sotto le ginocchia, priva del braccio sinistro e con il destro che arriva al gomito. A occhio e croce fine del VI - inizio del V secolo. Dico a occhio e croce perché qui, esauriti evidentemente dalle fatiche della tecnica acrolitica, gli estensori delle didascalie si sono concessi un meritato riposo. Nella quarta sala ci sono i bronzi, ma per accedervi bisogna stare per due o tre minuti in una stanza di decontaminazione. Una volta decontaminati si entra nella sala sulle cui pareti e dietro ai bronzi — in modo che guardandoli li si vede su questo sfondo — stanno appesi due grandi e coloratissimi cartelloni che illustrano rispettivamente il terzo restauro e le basi antisismiche su cui i bronzi poggiano. Non una parola viene det- ta su che cosa i bronzi siano, da dove vengano, quando siano stati eseguiti e via dicendo. Più in generale, il restauro del museo è stato concepito su idee di svuotamento, grandi spazi e assoluto biancore. Peccato che per un’altezza di mezzo metro da terra tutto l’immacolato candore sia cosparso di nere pedate, sfregi, sbaffi, segnacci, un’aria di sporcizia che quello sfondo rigoroso contribuisce a mettere in risalto. Chi e come li ha fatti? Non si sa. Chi e come non li ha puliti, cancellati, rimbiancati? Non si sa. Quel che si sa è che il rifacimento del museo è costato finora 36 milioni di euro e ne costerà, a lavori finiti, 50. Soldi dei contribuenti, naturalmente. Mi trovavo in Calabria perché partecipavo al Tropeafestival Leggere&Scrivere che, nonostante il nome, si è svolto a Vibo Valentia. Vibo è (era?) la più piccola provincia italiana, circa 160 mila abitanti, ma in compenso quella che conta proporzionalmente la più alta concentrazione di criminalità organizzata. Le cosche e ‘ndrine accertate, emerse, di ‘ndrangheta sono 26, secondo la valutazione del procuratore della Repubblica Mario Spagnuolo, un illuminista meridionale pugnace e senza illusioni, e del prefetto Giovanni Bruno, un messinese giovane per la sua carica (53 anni) capace di conservare il buonumore. La città di Vibo, che di abitanti ne conta poco più di 30 mila, si adorna anche — tutt’altro paio di maniche, certo — di 13 logge massoniche, tra censite e coperte. Alla domanda di quanto la vita economica sia infiltrata dalla criminalità, il prefetto e il procuratore, concordi, asseriscono che il condizionamento è assolutamente endemico. L’economia legale ne viene quasi soffocata. Qui negli anni 70 trascorsero la loro felice latitanza i maggiori terroristi neri e alcuni anche rossi. Insomma, un bel posticino. Proprio qui, un gruppo di persone generose fa venire da diversi anni e per sei giorni consecutivi autori di libri e uomini (in realtà molte donne) di cultura che s’intrattengono, come in tutti i festival ma qui più familiarmente, con ragazzi, bambini, anziani, insegnanti, persone a vario titolo interessate. Il festival, con la sua capacità di attrazione, li mette insieme, li fa incontrare, connette i fili e comincia a tessere, con pazienza e senza miracoli, la tela della convivenza civile, di un mondo migliore. Tutto questo costa 200 mila euro l’anno, fondi europei conferiti dalla Regione. Morale o, meglio, alcune morali. Primo. Guardare con i propri occhi, andare a vedere, quel che Erodoto chiamava «autopsia» che proprio questo vuol dire. Secondo. Fiumi d’inchiostro e tonnellate di carta si sono spesi sui bronzi a Milano. È questione di opinioni. I fatti sono un’altra cosa, sono quelli che abbiamo descritto. E dei fatti sarebbe bene che primariamente ci occupassimo. Terzo. Non è vero che lo Stato non spende in cultura. Spende, poco o tanto che sia. Soprattutto sceglie dove e quanto spendere. E di questo deve rendere conto ai cittadini. «Non ci sono soldi» è una scusa, nasconde il fatto che lì i soldi si danno e là no. Non si danno a chi la cultura la diffonde con coraggio e impegno, si danno per musei faraonici. E sporchi. © RIPRODUZIONE RISERVATA 29 ●A VOTO ELETTRONICO IN BRASILE DATI VELOCI (SENZA VERIFICHE) COMMENTI DAL MONDO La crescita 3.0 non riguarderà la vecchia Europa Crescita ● ❞ È3.0.l’oraMadella non per l’Europa, scrive in un editoriale su Le Monde Michel Combes, direttore generale di Alcatel-Lucent. Gli Stati Uniti, l’Asia (la Cina in prima fila), ma anche diversi Paesi africani sono immersi nella competizione per inventare, sviluppare, sfruttare le piattaforme digitali del futuro, le «nuvole» che, sole, permetteranno di uscire dalle secche della stagnazione: la Crescita 3.0, appunto. Ma, si chiede Michel Combes, «dove sono i “nostri” Google, Nests, Alibaba?». Non esistono. d appena tre ore dalla chiusura delle urne, un Paese di oltre 200 milioni di abitanti come il Brasile ha saputo il nome di chi lo governerà per i prossimi quattro anni. Senza exit poll o proiezioni. Di più: il risultato era pronto dopo un paio d’ore, ma per rispetto agli elettori dell’Acre — lo Stato amazzonico con un fuso orario diverso — le autorità hanno preferito aspettare. Merito del voto interamente digitalizzato. Non c’è carta, né spoglio manuale. L’elettore digita il numero del suo candidato su un terminale (l’urna elettronica), vede apparire la foto e conferma. La macchinetta viene portata ovunque, persino nei remoti villaggi della foresta: a volte parte una settimana prima con una canoa e lì è alimentata con un generatore a cherosene. La sera del voto arriva un elicottero per portarla al centro di scrutinio più vicino. Il Brasile è la quarta democrazia del mondo, dopo India, Usa e Indonesia, ma da anni è all’avanguardia sulla tecnologia del voto. Quella elettorale è un’eccellenza nazionale alla una settimana gli ● ❞ Tra Stati Uniti voteranno per rinnovare la Camera dei Deputati, un terzo del Senato e 36 governatori. Il Los Angeles Times, in vista di un passaggio elettorale così importante, segnala in un editoriale non firmato i crescenti ostacoli normativi posti ai cittadini che dovranno presentarsi al seggio con un documento di identità valido (il Texas pretende una foto). Il quotidiano critica le nuove regole che ostacoleranno in particolare neri e ispanici: «Un tentativo dei repubblicani di limitare l’esercizio della democrazia». a cura di Paolo Salom © RIPRODUZIONE RISERVATA PAGELLE SULLE BANCHE IL CREDITO DA RECUPERARE SEGUE DALLA PRIMA Usa verso le urne Troppi ostacoli per gli elettori quale guardano molti Paesi. Ma il sistema non è immune da difetti. Uno è politico. La grande maggioranza dei brasiliani vota appena per il candidato, quasi tutti portano al seggio un foglietto, perché a volte i numeri da ricordare sono ben cinque. Ciò porta a sovrastimare l’importanza della preferenza, con tutto quello che ne consegue. L’altro è un rischio tecnico. L’urna elettronica non ha riscontro cartaceo, non esiste cioè una stampante che dia la ricevuta all’elettore o una copia per lo scrutatore. In caso di contestazioni non si può controllare, contare di nuovo le schede. Il sistema elettronico gode di un consenso unanime in Brasile. Nonostante lo scarto m i n i m o d e l p r i m o d a to (50,99% a 49,01%), domenica sera lo sconfitto Aécio Neves non ha perso tempo e ha chiamato la vincitrice Dilma Rousseff. Non sarebbe successo ov u n q u e . M a n o n s i p u ò escludere che un giorno un margine più stretto porti a contestazioni con fondamento. E in quel caso la tecnologia non sarà amica. Rocco Cotroneo U n alunno svogliato ma ben instradato in famiglia se la cava meglio di un altro che nessuno segue. Banca Mps paga, incolpevole, l’essere agli inizi di una complessa ristrutturazione, ma le banche «peggiori» sono tutte nell’area euro, che vive una fase incerta e confusa. Le violente critiche tedesche all’azione della Bce tarpano la risposta dell’eurozona nel suo insieme alla crisi. Se si ha la febbre, è sciocco prendersela con il termometro. L’esame ha usato criteri razionali, evitando però di dare adito ad altre accuse sulla nazionalità del presidente Bce che, ex governatore di Bankitalia, sa pregi e difetti delle nostre banche. Chiediamoci allora se sia sano trattare chi fa credito all’economia con categorie valide per chi investe in titoli così complessi da essere invalutabili. Scrive Marco Onado (Il Sole 24 Ore) che grazie alla magia dei modelli interni Deutsche Bank passa avendo solo il 2,4% del totale attivo, contro il 6,2% di Intesa. I titoli complessi rendono più del credito, nel quale le nostre sono più impegnate; difatti il loro rendimento sul capitale è metà di quello dell’eurozona, pur insufficiente per gli investitori. Se però le banche non guadagnano abbastanza, non fanno credito: onde la necessità che sia il mercato a finanziare l’economia, supplendo alle carenze di quelle. Tanto più che ora le banche minori, non interessate dai test ma soggette agli stessi problemi delle grandi, capiranno l’antifona. Pesa la difficoltà di realizzare le garanzie in Italia, anche per cause trascurate, come i ricatti delle banche prive di garanzie a chi ne ha, o il peso della criminalità nel Sud. Ne soffre il giudizio sulla robustezza delle nostre banche: paghiamo l’essere Stato debole, con cittadini refrattari all’agire (e battersi assieme) come una comunità d’interessi. Un Paese serio, anziché piangere, deve prenderne nota, per cambiare. Salvatore Bragantini © RIPRODUZIONE RISERVATA 30 Martedì 28 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 28 Ottobre 2014 31 Economia bXk bkk ÂÅk @Î b "kÞ ; @~~Â@Î @k Âk Õæ±ææ 1/ ! Þ kÅ "@Åb@¶ /G, zææ bÂ@ Â@XxÂÎk ,@Â~® @X|æ¯ !@bÂb 1®"k¯ ¤±æÕp`ÊÉ Õ`|æ° ¤Ê±Ép`Ðz æ`æ|° |±|É`Ф æ`¤æ° ¤±Êæ`p¤ æ`¤° ʱÐÊÐ`|Ê æ`|æ° p±æÕ`ʤ æ`z° |±æÊ`É| æ`Ép° ¤æ±¤z`Õæ ¤`а ¤z±Ðpp`ÉÕ æ`Êа e @N ¤ k× ¤ k× ¤ k× ¤ k× ¤`ÕÊÉ ¤ÐÊ`ÉÊææ æ`Épɤ ¤`ÕæÊæ b@ æ`¤z° e àk æ`æp° e ÅÎkÂk æ`Õæ° x± Åݱ ݱ Tutela della proprietà: Italia fuori dai big L’indice Ipri presentato oggi a Washington. Paganini: «Chi si difende cresce di più» Al quarantesimo posto. A pesare il record dei falsi per moda, design e alimentari made in Italy La classifica sulla tutela della proprietà 8,5 6,8 L’indice 8,5 8,3 8,3 8,3 8,2 8,2 8,1 8,1 8,0 7,9 7,8 7,8 7,8 7,8 7,8 7,8 7,7 7,5 7,5 7,3 6,0 1Î b /Î@Î 1Î kb± ά ¤|¤zˤÕË¤Ê -×α .kb± kxx± Õɤæ kÎÎ ° ¤`zææ° ¤æ¤`ʤ æ`zz ά ¤|æ¤Ëæpˤ ¤`zææ° ¤æ¤`¤æ ¤`æp ά pæ¤Ë¤¤ËÕ z`Õzæ° ¤Õz`Õæ Õ`zÉ Î¬ ¤Ðæ¤ËæË|| |`Ézæ° ¤¤Ê`|¤ Ð`Ф 5,1 3,4 1,7 0 3ª 4ª 5ª 6ª 7ª 8ª 9ª 10ª 11ª 12ª 13ª 14ª 15ª 16ª 17ª 18ª 19ª 20ª 40ª IT AL IA 2ª Us a Irla nd a Be lgi o Fr an cia POS. 1ª Fin lan dia Nu Sv ez ov a Z ia ela nd No a rv eg ia Sv izz Sin era ga Lu po ss em re bu rg o Ol an da Ca na da Da nim ar Gi ca ap po Ge ne rm an ia Au st ria Ho ng ko n Au g st ra lia In gh ilte rra La Lente di Francesca Basso Fonte: Property Rights Alliance Materie prime ai minimi dal 2009 C rollano le materie prime ai livelli di cinque anni fa, spinte dai prezzi della benzina e dei prodotti agricoli brasiliani: il Bloomberg Commodity Index è caduto dello 0,6%. Per un risultato simile si deve tornare a luglio 2009. A dare un’ulteriore spinta al ribasso hanno contribuito le elezioni brasiliane. La riconferma di Dilma Rousseff a presidente del Brasile non è piaciuta ai mercati che speravano in un cambio di rotta e il real ieri ha perso il 2,1%. Con la moneta debole, spiegano gli analisti, il Brasile diventa più competitivo sull’export delle materie prime, costringendo però anche gli altri Paesi produttori al ribasso dei prezzi. © RIPRODUZIONE RISERVATA «Un passo avanti. E due indietro». A fare la sintesi dello stato dell’arte del nostro Paese nell’annuale pubblicazione dell’International Property Rights Index 2014 (l’indice internazionale sui diritti di proprietà) — che verrà annunciato oggi stesso a Washington e che il Corriere ha potuto leggere in esclusiva — sono gli economisti di Competere.eu, il think thank liberale che ha curato lo studio per l’Italia. In effetti rispetto ai risultati del report sul 2012 siamo passati nel 2013 dal 47esimo al 40esimo posto. Ed ecco il passo avanti. Ma solo perché alcuni Paesi sono stati considerati poco attendibili nelle classifiche e, dunque, esclusi. Ed ecco i due passi indietro. Lo studio realizzato dalla Property Rights Alliance, misura come viene tutelata la proprietà in 97 Paesi che rappresentano complessivamente più del 98% del Prodotto interno lordo mondiale ed il 93% della popolazione. Per proprietà si intende tutto, dal tangibile all’intangibile. «In Paesi come l’India, dove le donne spesso non possono ancora acquistare una casa, l’indice viene influenzato dalla proprietà fisica, in Italia, evidentemente, il nodo è più la proprietà intellettuale». L’indicatore, oltre a questi due fat- d’Arco tori, misura anche l’ambiente politico e giuridico. Ma al di là della posizione relativa nella classifica — che, comunque, non fa mai piacere — è importante comprendere quali siano le cause ma anche gli effetti della difesa della proprietà. «L’indice — ragiona il presidente di Competere.eu Pietro Paganini — è uno strumento importante per governi e policy maker perché dimostra la relazione che esiste tra tutela della proprietà, innova- zione e crescita economica. I Paesi che crescono di più sono, infatti, primi in innovazione e guidano la classifica dell’Ipri. Se quindi vogliamo tornare a crescere dobbiamo intervenire in maniera più determinata per favorire e tutelare brevetti e marchi della nostra industria». Tutto torna, in effetti. La nuova edizione 2014 contiene uno studio sul caso specifico italiano elaborato dai rappresentanti dei due think tank ita- L’operazione Banana Chiquita diventa brasiliana Le banane Chiquita diventano brasiliane. I colossi sud americani Cutrale e Sanfra acquistano Chiquita Brands International per 14,50 dollari per azione. Un’operazione da 1,3 miliardi di dollari, incluso il debito, che dovrebbe chiudersi fra la fine dell’anno e l’inizio del 2015 e che arriva dopo il no degli azionisti di Chiquita all’offerta di Fyffes, dalla quale sarebbe nato il primo gruppo mondiale. Il generale Battisti: «L’idea è nata in Afghanistan, comunicare è necessario» Chi è ● Il generale Giorgio Battisti (nella foto) alla guida del Nato Rapid Deployable Corps Italia, il corpo costituito il primo novembre 2001 a Solbiate Olona sono le tecniche di comunicazione delle società non militari. Non è ancora il momento dell’apertura degli account ufficiali, anche se sono già nell’aria. «Personalmente — racconta Battisti — preferisco Twitter tra i social network perché è molto più discreto e consente di avere informazioni in tempo reale. Certo le informazioni raccolte devono essere verificate ma possono servire da valida base per muoversi subito in territori nuovi». Dunque, non si tratterà solo di usare questi strumenti per comunicare con i Paesi di origine, ma anche di raccogliere informazioni in loco nei Paesi dove la task force si reca per operare. Di certo ciò che colpisce è la vira- I più rigorosi Finlandia e Svezia sono in testa alla classifica dei Paesi che meglio tutelano la proprietà di grande qualità, apprezzati in tutto il mondo. È il Made in Italy. Ma le imprese, grandi e piccole che siano così come le Università, continuano a non concentrarsi sufficientemente nella tutela delle proprie invenzioni. Purtroppo anche il sistema regolamentare resta debole. Le Autorità di regolamentazione si sono impegnate per ridurre la contraffazione e la pirateria online, insieme all’adozione di un insieme di prassi normative volte a favorire l’innovazione. Resta tuttavia ancora molto da fare, rispetto, per esempio, al Patent Unitary System introdotto dalla Ue per ridurre i costi di registrazione e facilitare l’innovazione». Massimo Sideri @massimosideri © RIPRODUZIONE RISERVATA La task force Nato a lezione di Twitter L’idea, anzi, il bisogno è emerso durante la missione in Afghanistan nel 2013, ricorda il generale Giorgio Battisti, a capo del Corpo d’Armata di reazione rapida per l’Italia della Nato. «Abbiamo sentito la necessità di far conoscere agli italiani e agli altri 15 Paesi rappresentati dal team il nostro operato. Cosa facevamo lì e come lo svolgevamo. Essendo un’istituzione pubblica è un dirittodovere dei cittadini sapere cosa andiamo a fare». E quale migliore soluzione dei social network? Nasce da qui l’intesa firmata ieri dalla Nato Rdc Italy con la Consilium Comunicazione guidata da Enea Nepentini. In sostanza il team del generale Battisti dovrà seguire delle lezioni pratiche per comprendere quelle che ● L’International Property Rights Index (Ipri) è la principale pubblicazione della Property Rights Alliance, Pra, di cui fa parte il think thank Competere, presieduto da Pietro Paganini (foto) della John Cabot University. L’edizione del 2014 contiene una classifica di 97 Paesi, che rappresentano il 98% del Pil mondiale. liani partner della Property Rights Alliance: oltre a Paganini c’è il senior fellow dell’Istituto Bruno Leoni (altro think thank che però possiamo definire più «turboliberista») Cesare Galli. L’Italia vede interi settori, come quelli dell’agroalimentare, del design e della moda, preda della contraffazione internazionale e sono questi gli ingredienti della nostra posizione relativa che ci vede a pari merito con Giordania e Costa Rica con il punteggio di 6,0, inferiore di solo 0,1 punti rispetto al risultato ottenuto lo scorso anno. L’Italia resta dunque a venti posizioni di distanza sugli altri Paesi del G7 e ancor più staccata dai Paesi che guidano la classifica quali Finlandia e Svezia. «Le piccole e medie aziende sono il cuore dell’economia italiana — continua Paganini — e ogni giorno mettono sul mercato prodotti unici lità con cui si sta diffondendo a tutti i livelli il bisogno di informare e di comunicare, anche senza intermediari. Come se i social network avessero sì amplificato una naturale propensione dell’uomo alla comunicazione specifica rendendo però lo strumento non solo lo strumento ma anche il fine ultimo. La base Nato italiana di Solbiate Olona, con un Dna multiculturale, diventerà così un laboratorio interessante di contaminazioni tra culture militari e civili, dimostrando che sempre più spesso i confini tendono se non a perdersi, almeno a diluirsi sotto il grande ombrello che chiamiamo Internet. M. Sid. © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 28 Ottobre 2014 Corriere della Sera 32 SISTEMI TERRITORIALI S.p.A. COMUNE DI NAPOLI ESTRATTO BANDO DI GARA - CIG 587493668D Si avvisa che il 22/10/2014 è stato inviato alla GUUE il bando ad oggetto “Servizio di fornitura di stampati, manifesti ed altro occorrenti per varie manifestazioni programmate dal Servizio Turismo per 12 mesi” - Procedura aperta - massimo ribasso - Importo complessivo € 300.000,00 oltre Iva al 22,00%. Le domande, secondo le modalità indicate nel bando, dovranno pervenire al Protocollo Generale Gare Comune di Napoli - Palazzo San Giacomo - Piazza Municipio 80133 Napoli, entro le ore 12:00 del 04/12/2014. Bando integrale e CSA reperibili sul sito www.comune.napoli.it. Il Dirigente del SACUAG - Area Gare Forniture e Servizi - avv. Rossana Lizzi AVVISO DI APPALTO AGGIUDICATO SETTORI SPECIALI CIG 58225020A7 Sezione I: I.1) SISTEMI TERRITORIALI S.p.A. - Piazza Zanellato, 5 - 35131 Padova - tel. 049774999 - fax 049774399 - Siti Internet: www.serviziocontrattipubblici.it, www.avcp.it e www.sistemiterritorialispa.it.; Sezione II: II.1.1) Servizio manutenzione programmata e correttiva per n.6 locomotori D753; II.2) Valore finale totale degli appalti: € 900.000,00 + I.V.A.; Sezione IV: IV.1.1) Tipo di procedura: Negoziata senza indizione di gara (art. 221 comma 1 lett. c) D.Lgs. 163/2006 e s.m.i.); IV.2.1) Criterio di aggiudicazione: Prezzo più basso; Sezione V: V.1) Data di aggiudicazione dell’appalto: 15/10/2014; V.1.2) Offerte ricevute: 1 (una); V.1.3) Aggiudicataria: SERVIZI FERROVIARI INTEGRATI S.R.L. - VIA A. MEUCCI 7/D - 48124 RAVENNA; Sezione VI.3: Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto, Cannaregio 2277, 30121 Venezia, Italia, Tel. 0412403911, Fax: 0412403940/941, Posta elettronica: seggen.ve@giustizia-amministrativa.it, Indirizzo internet (URL): www.giustizia.amministrativa.it. Presentazione di ricorso: entro 30 giorni dal provvedimento al Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto; VI.4) invio a GUCE: 15/10/2014. Padova, 15/10/2014 Prot. 2361 Il Direttore Generale Dr. Gian Michele Gambato Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Provveditorato Interregionale alle OO.PP. - Campania e Molise UFFICIO DIRIGENZIALE 5 - UFFICIO TECNICO III Unità Operativa di Caserta - Via Cesare Battisti n. 16 - 81100 CASERTA STAZIONE UNICA APPALTANTE - Ente delegato dal Comune di Trentola Ducenta (CE) (Convenzione Rep. n. 7291 del 17.10.2012 ai sensi dell’art. 33 D. Lgs. n. 163/2006 e s.m.i.) ESTRATTO ESITO DI GARA Si rende noto, in ottemperanza a quanto disposto dall’art. 66, comma 7 e 79, comma 5 del D. Lgs. n. 163/2006 e s.m.i., che questo Provveditorato Interregionale Campania-Molise, Ufficio Dirigenziale 5 - Ufficio Tecnico III, Unità Operativa di Caserta, ha esperito procedura aperta in data 03.01.2014 e successive sedute per l’affidamento del servizio di refezione scolastica periodo anni scolastici 2013/2014 - 2014/2015 - 2015/2016 per gli alunni della Scuola d’infanzia e delle classi del tempo pieno della scuola primaria - Comune di Trentola Ducenta (CE). L’Appalto è stato definitivamente aggiudicato con Decreto n. 23465 in data 17.07.2014 alla Società La Fattoria s.r.l. con in S. Antimo (NA) alla via Roma n 157, P.IVA 02990601219, che ha conseguito un punteggio complessivo pari a 97,00 su 100,00. In particolare, per quanto attiene l’aspetto quantitativo la predetta Società ha offerto il ribasso del 4,070% corrispondente al prezzo complessivo di € 3,31 per ogni singolo pasto di cui € 0,02 per gli oneri della sicurezza, per un importo complessivo presunto di € 307.837,31 oltre IVA di cui 1.859,82 per oneri della sicurezza. Il Vicario del Provveditore - Arch. Giovanni Di Mambro COMUNE DI BRESSO - (Provincia di Milano) COMUNE DI MILANO COMUNE DI BRINDISI RIPARTIZIONE AA.GG. - Sezione Appalti ESTRATTO AVVISO DI GARA PROCEDURA APERTA per l’affidamento del Servizio, delle attività connesse alla gestione dei tributi locali e delle altre entrate patrimoniali di competenza del Comune di Brindisi. Il bando di gara è stato inviato in data 15/10/2014 alla Gazzetta Ufficiale della U.E. ed è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. Gli atti di gara sono stati pubblicati sul sito internet www.comune.brindisi.it. Il termine di presentazione delle offerte è fissato alle ore 13.00 del 24/11/2014. IL DIRIGENTE (Dott. Costantino DEL CITERNA) SETTORE GARE BENI E SERVIZI Avviso di proroga termini Oggetto Appalto 68/2014 - CIG 5910067592 - Affidamento della fornitura e gestione del sistema di chiamate taxi del Comune di Milano attraverso numero unico. Pubblicato sulla GURI il 08/09/2014. Si comunica che con determinazione n. 46 del 10/10/2014 è stata disposta la proroga del termine per la ricezione delle offerte alle ore 12,00 del 30/10/2014. L’apertura dei plichi avverrà nella seduta pubblica del 30/10/2014 alle ore 14,00. Il R.U.P.: Pietro Buononato Il Direttore del Settore f.to Nunzio Dragonetti Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano ESTRATTO DEL BANDO DI GARA Amministrazione Aggiudicatrice: Comune di Bresso (P. IVA 00935810150), Via Roma 25, 20091 BRESSO (MI) tel. 02/614551 - www.bresso.net. Procedura di gara: procedura aperta. Oggetto appalto: Gara per l’affidamento dei servizi assicurativi (Lotto 1 - 9) del Comune di Bresso, Lotto 1 CIG 59607549CD - Lotto 2 CIG 59607896B0 - Lotto 3 CIG 5960834BD1 - Lotto 4 CIG 5960854C52 - Lotto 5 CIG 5960883443 - Lotto 6 CIG 5960891ADB - Lotto 7 CIG 59609034C4 - Lotto 8 CIG 5960916F7B - Lotto 9 CIG 5960924618. Durata dell’appalto: anni tre, con decorrenza dalle ore 24,00 del 31.12.2014 e scadenza alle ore 24,00 del 31.12.2017. Valore dell’appalto: € 751.500,00. Data spedizione bando alla GUCE: 15/10/2014. Criterio di aggiudicazione: prezzo più basso art. 82 del D.Lgs. n. 163/2006. Modalità di partecipazione: contenute nel bando integrale disponibile sul sito internet sopra riportato unitamente ai relativi allegati. Termine di presentazione delle offerte: 25/11/2014 ore 12,00. Responsabile del Procedimento: Responsabile U.O. Affari Generali e Personale Sig.ra Patrizia Gelicrisio - tel. 02/61455214. Bresso, lì 24/10/2014 Il Dirigente dell’Area Amministrativa Giancarlo Volpe Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 Fax 02 2588 6114 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 Fax 081 49 777 12 Via Campania, 59 - 00187 Roma Tel. 06 6882 8650 Fax 06 6882 8682 C.so Vittorio Emanuele II, 60 70122 Bari Tel. 080 5760 111 Fax 080 5760 126 Corriere della Sera Martedì 28 Ottobre 2014 ECONOMIA 33 Demanio De Benedetti La trattativa Sul mercato immobili pubblici per 22,6 milioni Cir avvia il riacquisto di azioni, utili a 5,4 milioni Meridiana conferma i tagli, 1.634 in mobilità Altri 16 beni tra immobili e terreni di proprietà dello Stato sono stati messi in vendita dall’Agenzia del demanio. Il patrimonio parte da una base d’asta complessiva di 22,6 milioni. Si tratta del terzo bando unico del 2014, on line su www.agenziademanio.it. Il portafoglio comprende terreni, edifici, palazzi storici, ex caserme, ex carceri, ex forti in 10 regioni. Tra i beni in vendita, l’ex rifugio antiaereo «Galleria Tubolari - Ex Diurno» nel centro storico di Bergamo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cir chiude i primi nove mesi con un utile netto di 5,4 milioni contro i 10,7 milioni dello stesso periodo 2013, segnato da componenti straordinarie e dall’impatto positivo del giudizio definitivo sul lodo Mondadori. La holding del gruppo De Benedetti ha deciso di dar corso al piano di acquisto di azioni proprie già autorizzato dall’assemblea fino a un controvalore di 50 milioni. Cofide, azionista di Cir, ha visto l’utile dei nove mesi ridursi da 7,1 a 1,6 milioni. Stabili i ricavi a 1,7 miliardi nel periodo Meridiana ha confermato l’apertura della procedura di mobilità per 1.634 lavoratori che aveva annunciato, a sorpresa, nella serata di venerdì. Non è servito dunque l’incontro di questa mattina al ministero del Lavoro dove la compagnia aerea ha giudicato non praticabili le integrazioni alla proposta del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che prevedeva mobilità volontaria e ricollocamento esterno, richieste dai sindacati (unicità aziendale, ammortizzatori conservativi e stop alle esternalizzazioni) «Municipalizzate? Prima le micro fusioni» Tommasi di Vignano (Hera): noi guardiamo ad Aimag di Modena. Poi le integrazioni dei big come Iren-A2A Non è ancora tempo di maxi aggregazioni, la strada giusta è quella del passo dopo passo. Lo dice il presidente di Hera, Tomaso Tommasi di Vignano. Ma lo dicono anche gli analisti. Hera, la multiutility dell’Emilia Romagna, con ramificazioni in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Marche, è considerata un modello di governance perché i Comuni azionisti seppero fare un passo indietro al tempo dell’aggregazione nata il primo novembre di dodici anni fa. Se nel loro complesso i soci pubblici del territorio di riferimento — 124 legati da un patto di sindacato, tra cui Bologna, Padova, Trieste, Udine, Modena, Imola e Ravenna — sono oltre 200, con una quota complessiva di circa il 57,3% del capitale sociale, singolarmente ciascuno non supera il 10%. L’ultimo «importante», il Comune di Bologna, è sceso di recente al 9,9%. E pensare che prima della quotazione, nel giugno del 2003, Bologna aveva il 37,6%. «All’epoca i sindaci ebbero un’intuizione corretta e visionaria. C’era bisogno di consolidare le diverse realtà e i Comuni capirono che per supportare lo sforzo infrastrutturale era necessario che le municipalizzate crescessero di dimensioni», ricorda il presidente, alla guida di Hera dal novembre 2002. «In questi anni la crescita del gruppo è stata per il 47% legata alle acquisizioni e per il 53% organica. Il margine operativo lordo è passato da un po’ meno di 200 milioni a 810 a fine 2013». La maggior parte dei Comuni è restia a cedere le proprie quote, tanto che la legge di Stabilità prevede degli in- MILANO Il gruppo ● La multiutility Hera è nata il primo novembre del 2002 e si è quotata nel giugno 2013 ● Se nel loro complesso i soci pubblici del territorio di riferimento — 124 legati da un patto di sindacato, tra cui Bologna, Padova, Trieste, Udine, Modena, Imola e Ravenna — sono oltre 200, che detengono una quota complessiva di circa il 57,3% del capitale, singolarmente ciascuno non supera il 10% ● Il piano industriale al 2018 prevede investimenti per 2,1 miliardi ❞ La crescita del gruppo è stata del 47% per acquisizioni e per il 50% organica L’Ebitda è passato da un po’ meno di 200 milioni a oltre 830 a fine 2013 La priorità è che ognuno contribuisca al consolidamento della filiera nel Paese I 60 anni della Giulietta Dalla lotteria agli Usa La vicenda ● Nella foto l’Alfa Romeo Giulietta sprint del 1954. Uscì in versione coupé disegnata da Bertone, poi berlina. In 10 anni ne furono prodotte 178 mila. Per i 60 anni le concessionarie espongono le vetture storiche Per Alfa Romeo la nascita della Giulietta, 60 anni fa, è stata una svolta epocale. Per finanziare il progetto l’azionista Iri-Finmeccanica emise delle obbligazioni legate a una lotteria: uno ogni mille partecipanti vinceva una Giulietta. Uscì in versione coupé — la Giulietta Sprint disegnata da Bertone — poi berlina, contribuendo in modo decisivo allo sviluppo della casa del Portello che passò da una produzione di 20 unità giornaliere a 200, tanto da contarne, in meno di dieci anni, 178 mila. Nel 1955 fu introdotta la Giulietta Spider firmata da Pininfarina, la macchina della «dolce vita». I primi 600 esemplari furono destinati esclusivamente al mercato americano. Quella Giulietta ha rappresentato il punto di partenza di tutte le Alfa costruite negli anni successivi e impresso un’accelerazione alla fama del marchio. Solamente nel 1965 la Giulietta lascia il passo alla Giulia, ma nel 1977 un’altra vettura, battezzata nuovamente Giulietta, la sostituirà per uscire ancora di scena e dare spazio all’Alfa 75. Nel 2010 ritorna per il centenario del brand del Biscione. Per festeggiare il 60° compleanno, oltre al lancio di una nuova Giulietta Sprint, equipaggiata da un motore (1.4 litri MultiAir Turbo da 150cavalli) innovativo tanto quanto lo era stato il mitico bialbero delle origini, il primo «milletrè», tutte le concessionarie italiane espongono vetture storiche, che si possono visitare on line sulla Hall of Legends Alfa Romeo. Bianca Carretto © RIPRODUZIONE RISERVATA centivi per favorire le aggregazioni tra multiutility. «Il tema è aperto. Nel nostro Paese, rispetto all’Europa occidentale, c’è un elevato numero di utility. Si tratta di una filiera che può diventare più importante quanto più grandi sono i gruppi. È necessario stimolare un percorso che vada verso un consolidamento ulteriore». Cosa cambia per voi con la legge di Stabilità? «Stiamo parlando in termini di giudizio più che di operatività. Il nostro piano industriale al 2018, definito prima della legge di Stabilità, prevede già ogni anno e mezzo un’operazione che ci faccia allargare il perimetro. E abbiamo già individuato due aziende target oltre ad Amga. Con la legge di Stabilità potrebbero maturare condizioni aggiuntive che potrebbero portare a un’accelerazione». Avete messo gli occhi su Aimag, la multiutility della provincia di Modena? «È oggetto del nostro interesse. È naturale visto che abbiamo già il 25% ma non abbiamo sottoscritto nulla». Iren e A2A hanno detto che affronteranno il dossier per un’eventuale fusione. La strada giusta è quella delle aggregazioni tra big? «Ci vorrà ancora qualche anno per le grandi multiutility, prima è necessario raggiungere un livello di consolidamento adeguato. Mi riferisco ad Hera ma anche alle altre. La prima fase da affrontare è quella di una crescita come abbiamo fatto finora, per piccole e medie aggregazioni. La priorità è che ognuno contribuisca al consolidamento della filiera nel Paese». Hera ha presentato un’offerta vincolante per il pac- chetto clienti di E.on Italia. Se ve li aggiudicaste quale sarà l’impatto? «Hera ha 2 milioni di clienti elettricità e gas. Con gli 800 mila di E.on faremmo un salto rilevante». Com’è il rapporto tra il management e le centinaia di soci pubblici? «I ruoli sono stati chiari fin dall’inizio anche se c’era il rischio di una certa complessità, ma alla fine la numerosità degli azionisti ha aiutato a rispettarli». Francesca Basso © RIPRODUZIONE RISERVATA 34 Martedì 28 Ottobre 2014 Corriere della Sera ECONOMIA Il prossimo anno American Express mette in cantiere 150 assunzioni Trovolavoro (i.co.) Per il prossimo anno sono 150 le assunzioni che American Express Italia prevede di fare, anche grazie alla sua iniziativa Blue work, un progetto nato da un’analisi interna che ha rilevato che solo il 70% delle postazioni all’interno di un ufficio sono occupate giornalmente. «In questo modo avremo la possibilità di fare recruiting anche in altre regioni d’Italia, seppur distanti dalle sedi di Milano e Roma», riferisce Rosa Santamaria Maurizio, direttrice delle risorse umane per Italia e Spagna. Il nuovo modello organizzativo, premiato con lo Smart working award del Mip, prevede che i dipendenti possano lavorare in spazi comuni in azienda, negli uffici dei clienti o da casa. I.Co. © RIPRODUZIONE RISERVATA Videogiochi, oltre 200 offerte ● Il lavoro che cambia Paola, la mamma manager Le opportunità d’impiego tra programmatori, «game designer» e artisti che vende i brand online di Massimo Sideri Il videogioco può essere un lavoro. Basta dire che il 66% degli studenti informatici della Statale di Milano che hanno svolto la tesi in area videoludica negli ultimi anni ha trovato il posto già prima di laurearsi. Oppure, per fare un esempio all’estero, l’84% dei neolaureati in computer gaming della City University London viene assunto entro 6 mesi dal titolo (e si arriva al 100% per chi mette in curriculum uno stage). Ma, ancora meglio, basta sfogliare le pagine “careers” delle softwarehouse: le ricerche di programmatori, game designer, artisti, animatori e company sono sorprendentemente numerose. Chiariamo subito, non parliamo di un settore immune da crisi e licenziamenti. Ciò detto, per chi ha le giuste competenze c’è lavoro, soprattutto all’estero. Per esempio Ubisoft offre opportunità principalmente a Montréal (Canada), dove ha il suo più grande laboratorio, e ora in Svezia, a Malmö, sede del team che sta sviluppando Tom Artsana Group (Chicco, Lycia e Pic Solution) ha siglato un accordo con il Politecnico di Milano, per l’innovazione e la crescita dei giovani talenti. Saranno sviluppati progetti congiunti di ricerca, dal design alla tecnologia. tist, graphic designer e altre figure. A proposito di Regno Unito, se siete appassionati di Football Manager, Sega Europe ha una ventina di posti a Londra, di cui diversi proprio in Sport Interactive, la genitrice della serie. Per chi punta all’Asia, Sony Japan è interessata a talenti di tutto il globo. Siete fan del mondo due e quattro ruote? L’italianissima (ebbene sì) Milestone cerca otto figure a Milano: programmatori in ambiti diversi e game designer. Tra l’altro, per chi si vuole formare qui da noi sta aumentando l’offerta. Solo per citare gli “ultimi nati”, l’Università Statale di Milano ha appena inaugurato una laurea in Informatica con indirizzo in Videogame. Mentre la “Digital Bros Game Academy” esordirà a gennaio con tre specializzazioni post diploma, per cui sono previste tre borse di studio. Iolanda Barera © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Producer alla Milestone, società italiana che cerca otto figure a Milano: programmatori in ambiti diversi e game designer Clancy’s The Division, ma pure in Francia, Stati Uniti, Regno Unito e qualcuna anche in Italia. Le posizioni inserite sul sito solo nell’ultimo mese sono più di 100 e, per i neolaureati, ci sono due Graduate Program che apriranno le iscrizioni a dicembre. Anche Rockstar Games ha oltre 100 “ricerche”: sono concentrate in gran parte tra San Diego, New York e Toronto, ma anche nel più vicino Regno Unito si trovano posti per game programmer, environment ar- Per i talenti Accordo di Artsana con il Politecnico Professioni in crescita Paola Marzario na startupper da 27esima Ora. Trentacinque anni e un bimbo appena nato, Paola Marzario, nata a Lecco, è la fondatrice e l’amministratore delegato di Brandon Ferrari, start up digitale che, a poco più di un anno dalla costituzione, ha raggiunto un fatturato di 2,7 milioni (2013). «Questa è la mia seconda startup — racconta Paola — perché già durante gli studi alla Bocconi, nel 2001, avevo fondato con un amico una piattaforma per i biglietti elettronici, ItaliaCasting. Al tempo avevamo avuto la fortuna di avere un contratto in esclusiva per il controllo degli accessi, la biglietteria e le reception di FieraMilano». Il salto avvenne quando si quotò la vecchia Pavarotti&Friends (Best Union) che acquistò il 65% di quella azienda. Paola, studiando dei progetti all’interno della nuova realtà, si rese conto che era «molto difficile recuperare prodotti e contenuti online delle aziende italiane, da lì l’idea di un distributore digitale». Ma il bello deve ancora venire: cosa accadde quando la sua idea non passò l’esame della nuova realtà? «Mi licenziai e ricominciai daccapo». Il risultato è Brandon Ferrari, piattaforma per la vendita online delle aziende. Chapeau. @massimosideri © RIPRODUZIONE RISERVATA Le occasioni della settimana Agenti antifrode per aiutare le imprese C’è l’operaio che sistematicamente, un paio di volte alla settimana, ruba da anni sacchi di prodotti alimentari dall’azienda in cui lavora. C’è l’impiegato che pilota le commesse sempre alle stesse società in cambio di favori e mazzette. E c’è il manager che va ad aprire una fabbrica in Cina e gonfia le fatture o apre una società parallela che succhia soldi alla sua azienda. È possibile che la crisi contribuisca a spingere lavoratori disonesti a rimpinguare le buste paga con i furti. Comunque sia, un dato è chiaro: in Italia le frodi aziendali stanno dilagando. Una situazione che favorisce l’accelerazione della do- U manda di nuove figure professionali di contrasto, sia interne alle imprese, sia alle dipendenze di agenzie investigative specializzate. Una di queste, Axerta, che è tra le leader del settore con 8.700 incarichi annuali, ha appena concluso un’indagine su 294 imprese operanti in Italia. Il risultato è allarmante: nell’ultimo anno l’89% del campione, aziende con fatturati superiori a 50 milioni di euro, ha lamentato frodi compiute da personale interno. È una gara di disonestà in cui sono presenti tutti i livelli professionali. Il 42% delle frodi è ascrivibile ai furti commessi da Michele Cogo impiegati e operai, il 21% a quelli operati da manager e dirigenti, il 14% viene dalle commesse pilotate, il 12% dal passaggio di informazioni alla concorrenza e l’11% dall’azione di dirigenti di filiali estere. Queste ultime due casistiche, tuttavia, anche se sono le meno diffuse dal punto di vista del numero di frodi effettuate, diventano invece le più dannose in termini di valore economico sottratto alle aziende. Un im- patto difficilmente quantificabile ma che, secondo il “Global fraud report”, elaborato su 839 imprese nel mondo da un’altra società, la Kroll advisory solutions, costa alle aziende quasi l’1% dei loro ricavi. «Per quanto riguarda i furti aziendali in Italia – chiarisce il responsabile della divisione technology di Axerta Michele Cogo – si ruba soprattutto benzina, cibo, articoli tecnici e meccanici e materie prime industriali, in primo luogo rame». Per contrastare questa realtà le aziende, oltre che rivolgersi a investigatori esterni, sono sempre più alla ricerca di manager da inserire all’interno, i cosiddetti “Fraud auditor”, la cui professione, secondo lo statunitense “Bureau of labor statistic”, è tra le 30 più in crescita nel prossimo decennio. Enzo Riboni Esperti di logistica e capi missione nella cooperazione internazionale Claudio Ceravolo, presidente Coopi Coopi 23 ricerche in Italia e all’estero Coopi - organizzazione internazionale laica - ha aperto 23 vacancy per posizioni all’estero (tra cui esperti di logistica, capi missione, amministratori Paese, capi progetto e agronomi) e in Italia (per esempio, stagisti per la segreteria generale e l’ufficio sostegno). Antal International Italy 170 assunzioni a tempo indeterminato La società di ricerca e selezione del personale Antal in questo momento sta ricercando 170 professionisti per opportunità di lavoro a tempo indeterminato, presso i suoi clienti, in Italia e all’estero. Si tratta di 40 offerte nel settore delle operations, 40 per la funzione vendita e commerciale, 35 per il bancario e l’assicurativo, 35 nell’information technology e 20 per le risorse umane. Buone le possibilità di carriera. a cura di Luisa Adani © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Tutte le inserzioni relative ad offerte o ricerche di lavoro debbono intendersi riferite a personale sia maschile che femminile, essendo vietata ai sensi dell’art. 1 della Legge 9/12/1977 n. 903, qualsiasi discriminazione fondata sul sesso per quanto riguarda l’accesso al lavoro, indipendentemente dalle modalità di assunzione e qualunque sia il settore o il ramo di attività e in osservanza alla legge sulla privacy (L. 196/03). www.trovolavoro.it DIRETTORE RICERCA & SVILUPPO CHIMICA DEI POLIMERI NeroGiardini, tra i più importanti brand del settore fashion italiano, ricerca FUNZIONARI COMMERCIALI ZONA EMILIA ROMAGNA e LOMBARDIA per l'ampliamento della propria rete commerciale. La figura inserita avrà il compito di gestire, consolidare e sviluppare il portafoglio clienti nella propria area di competenza (zona) Il candidato ideale dovrà avere una buona attitudine alla vendita, spiccate doti relazionali, dinamiche e massima serietà. Si assicura la massima riservatezza. I dati personali saranno trattati nel rispetto della legge sulla privacy. I C.V. SONO DA INVIARE AL SEGUENTE INDIRIZZO DI POSTA ELETTRONICA: recruitment@nerogiardini.it Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Azienda Comasca con esperienza trentennale nel settore elettrotecnico, produttrice di quadri elettrici non cablati per il mondo dell’automazione e distribuzione di energia in BT, cerca persona da inserire all’interno dell’export team per sviluppare i mercati dell’Est Europa ed orientali. EXPORT MANAGER Si richiede provenienza / esperienza nel settore dell’automazione, fluente conoscenza della lingua inglese e di una seconda lingua - preferibilmente russo. La disponibilità a frequenti trasferte, un elevato livello di operatività e propensione ad operare secondo logiche di sviluppo dei mercati, nonché una formazione universitaria completano il profilo. Info: samantaturati@eta.it Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Società editoriale leader in Italia per forte espansione sui mercati esteri ricerca VENDITORIPROVENIENTIDALSETTOREPUBBLICITARIOE/OCOMUNICAZIONE per implementare portafoglio . Requisiti richiesti:disponibilità immediata,determinazione per la chiusura contratti in prima visita con appuntamenti fissati dalla sede. Offresi fisso mensile,provvigioni,premi variabili su obiettivi. Inviare CV: fax 0512961145 oppure a: dir direzione.internationalgr ezione.internationalgroup@ oup@gmail. gmail.com com Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Tecnocontrol Srl, leader nel settore Termoidraulico per analisi della combustione, rilevazione gas, ricerca per l’inserimento nel proprio organico commerciale: TECNICO COMMERCIALE JUNIOR È fondamentale che il candidato abbia maturato una significativa esperienza di vendita nel settore Termotecnico ed Oil&Gas. Si richiede: • Ottima conoscenza della lingua inglese ed eccellente padronanza della lingua italiana • Dinamicità, elevata predisposizione ai rapporti interpersonali e capacità comunicativa • Buona dimestichezza nell’utilizzo dei supporti informatici • Disponibilità a frequenti trasferte sia in Italia, sia all’estero. L’azienda offre: • Contratto a tempo indeterminato • Ottimo inquadramento • Auto e telefono aziendali• Possibilità di sviluppo professionale ed economico • Addestramento approfondito specifico sui prodotti e supporto promozionale Sede di lavoro: Segrate (MI) Gli interessati sono invitati ad inviare Curriculum Vitae a: info@tecnocontrol.it Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Milano. Per primaria realtà industriale leader nel settore delle specialità chimiche per i mercati autoadesivi, coatings, tessile tecnico, leather ricerchiamo un direttore R&D che sarà responsabile, attraverso il coordinamento di un team di ricercatori, dello sviluppo e del miglioramento dei prodotti in portafoglio. Desideriamo incontrare candidati Laureati in Chimica o con formazione analoga che abbiano maturato esperienza, almeno decennale, nella funzione di Ricerca & Sviluppo nel settore delle resine acriliche e poliuretaniche per diverse applicazioni. Si richiede una conoscenza fluente della lingua inglese e la disponibilità a brevi trasferte. Rif. 903678 Inviare il proprio CV a: milano.eshot@hays.it I candidati di ambo i sessi, dopo aver visionato l'informativa obbligatoria sulla privacy sul sito www.hays.it, sono pregati di inviare il CV, indicando il riferimento di interesse oltre che il proprio consenso al trattamento dei dati personali ex D. LGS. 196/03. Aut. Min. N.13/I/007145/03.04 del 1 Aprile 2008. © Copyright Hays plc 2014. hays.it Corriere della Sera Martedì 28 Ottobre 2014 ECONOMIA A Milano e Roma Spettacolo, corso per produttori esecutivi. Con borse di studio Trovolavoro È a capo dello spettacolo, ma resta rigorosamente dietro lo quinte. Parliamo del produttore esecutivo, una figura centrale per gli show dal vivo, a partire dai musical. A questa professione è dedicato un corso, a numero chiuso, che si svolgerà a Milano e Roma a partire dalla metà di novembre. Il programma didattico integra le lezioni teoriche con le esercitazioni pratiche e prevede una serie di incontri con affermati professionisti del settore. La frequenza è obbligatoria. Sono previste due borse di studio (una per ciascuna città) a copertura dei costi di iscrizione e frequentazione. Gli interessati possono rivolgersi, allegando il proprio curriculum vitae, all’indirizzo info@francescacipriani.net. Anna Zinola ● È stato firmato venerdì scorso l’accordo tra l’Università Luiss di Roma e lo Stato maggiore della Difesa che sancisce una nuova partnership per arricchire il processo di formazione e che prevede, per esempio, la partecipazione ristretta di alcuni ufficiali in possesso di laurea magistrale ai percorsi post lauream. Multinazionali e non solo a caccia di grandi talenti e direttamente nelle università. È il caso, per esempio, della compagnia assicurativa Axa, che con FuturAxa rilancia il graduate program in partnership con l’Università Bocconi di Milano per valorizzare le potenzialità di 10 studenti. Un progetto che prevede un percorso di job rotation in azienda. L’esperienza di lavoro della durata di 11 mesi si svilupperà in tre diverse aree. Previsto anche un programma di formazione in aula e on the job. Entro il 31 ottobre inviare il curriculum a futuraxa@axa.it. Mentre Unicredit ha aperto di recente l’International graduate program in corporate e investment banking a 20 laureati italiani che si misureranno con ruoli diversi nei settori di commercial banking, global marketing e finance and planning. Ancora aperte le iscrizioni su www.cibgraduateprogram.unicredit.eu/. È stato invece firmato venerdì scorso l’accordo tra l’Università Luiss di Roma e lo Stato maggiore della Difesa che sancisce una nuova partnership volta ad ar- Per le inserzioni di Ricerca di Personale Qualificato rivolgersi a ILLUSTRAZIONE DI XAVIER POIRET Le intese di Axa, Unicredit, Accenture e Whirlpool con le grandi università La Difesa ricchire il processo di formazione e che prevede la partecipazione ristretta di alcuni ufficiali in possesso di laurea magistrale ai percorsi post lauream, la possibilità per studenti post lauream di svolgere un tirocinio curriculare presso gli uffici SMD e l’opportunità di svolgere visite istituzionali presso strutture SMD in Italia e all’estero con gli studenti. Lo Amgen Un progetto per docenti scientifici Il gruppo Amgen (biotecnologie) ha lanciato Amgen Teach, iniziativa di formazione di docenti di materie scientifiche. In Italia il progetto pilota partirà il 24 novembre a Milano e il 25 novembre a Napoli. Tra gli obiettivi: formare esperti in «Inquiry Based Science Education». Per iscriversi al programma, gratuito: www.amgenteach.eu. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Aziende a caccia di talenti, in ateneo stesso ateneo eroga inoltre una cinquantina di borse di studio finanziate da diverse aziende. Sono aperte poi fino al 16 dicembre le iscrizioni al programma di alta formazione IDEA, lanciato dall’Università Cattolica e da Accenture per creare professionalità nel mondo dei media e delle tecnologie digitali su scala internazionale per luxury goods, fashion, con- sumer packaged goods e retail. Il corso dura sei mesi, di cui tre di lezione e tre di stage (www.ideaprogramme.com). Infine sono diversi i graduate program che il Politecnico di Milano propone ai suoi studenti, in particolare in Borsa Italiana (verrà presentato presso l’ateneo il 31 ottobre) e in Whirlpool dove è previsto un percorso della durata di 30 mesi in job rotation nelle diverse sedi europee. E da qui alla fine dell’anno fiscale ci sono invece ancora 15 posti per neolaureati nel graduate program di Microsoft, MACH, della durata di due anni, con assunzione dopo 12 mesi. Ci sono poi molte aziende internazionali che in occasione dell’International job fair hanno promosso i loro graduate: tra cui UBS, per cui le candidature sull’Europa sono aperte fino al 9 novembre. Veolia prevede inoltre con il programma Pangeo missioni internazionali da 12 a 14 mesi. Ed entro il 30 novembre è possibile partecipare al percorso offerto da Jp Morgan. Irene Consigliere IreConsigliere 35 Cambi di poltrona Kiely sale in Birra Peroni Strigiotti in Essilor Andrea Villa e, nella foto sotto, Claude Sarrailh Claude Sarrailh, 43 anni, francese, è il nuovo amministratore delegato di Metro Cash & Carry Italia. Ha lavorato in Carrefour. Ramzi Hijazi, 46 anni, libanese, ha assunto il ruolo di amministratore delegato di Extrabanca. Proviene da Sator. Vanta esperienze in Barclays e Mediocredito Centrale. Andrea Villa, 46 anni, è stato nominato amministratore delegato di Auma Italiana (valvole e unità di controllo). Ha lavorato in Bartec. Neil Kiely, 56 anni, statunitense, è diventato managing director di Birra Peroni. Ha maturato esperienze in Miller Coors, P&G e Reckitt Benckiser. Luca Strigiotti, 46 anni, è entrato in Essilor Italia, filiale del gruppo di ottica, come direttore generale. Vanta esperienze in Cbs Outdoor. Pietro Maranzana, 42 anni, ha ricevuto l’incarico di chief commercial officer di Sky Italia. Ha lavorato in Value Partners e Banca Intesa. a cura di Felice Fava felicefavacor@hotmail.com © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA ERIDIS, società del Gruppo TOTALERG, leader nella vendita al consumo di prodotti petroliferi ricerca AGENTI DI COMMERCIO cui affidare mandato per la vendita di gasolio autotrazione, gasolio agricolo e gasolio riscaldamento. Le figure individuate faranno parte di un grande network di agenzie a carattere nazionale che fornirà tutti gli strumenti necessari all'ottimizzazione del lavoro, dal back-office alla formazione tecnico-commerciale, e soprattutto un sistema premiante ed un piano provvigionale ai più alti livelli di mercato. Richiediamo: Comprovata esperienza di vendita nel mercato consumer di prodotti petroliferi ; Capacità di presidio delle province assegnate; Capacità di lavorare per obiettivi, buone attitudini relazionali e conoscenze informatiche di base. Ricerchiamo persone interessate a lavorare in: PIEMONTE, LOMBARDIA, LIGURIA, TOSCANA E VALLE D’AOSTA. I candidati sono invitati ad indicare nel curriculum le province di preferenza. Le candidature dovranno essere inviate alla casella di posta elettronica: Eridis.Agenti@totalerg.it Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Trovolavoro ricerca per uno dei più importanti protagonisti del mercato automotive, per il potenziamento della propria rete commerciale, un: Infoline Aziende: SALES SPECIALIST PLT Province di Bergamo, Brescia, Mantova e Cremona Numero Verde 800 77 38 34 Il candidato avrà la piena responsabilità, per il proprio territorio di riferimento, della gestione e dello sviluppo del business dei pneumatici dedicati al mondo Vettura e Trasporto Leggero rappresentato dai principali dealer di mercato: Car Dealer e Retail (gommisti). Requisiti: Diploma di Laurea; esperienza di almeno 2 anni in ruoli commerciali e di vendita, preferibilmente nel settore automotive o similari. Buona conoscenza della lingua inglese. Area di competenza: Province di Bergamo, Brescia, Mantova e Cremona. www.trovolavoro.it Inviare c.v. digitando il codice 6412 nel campo “cosa” sulla homepage di Trovolavoro.it. Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. 30% DI SCONTO FINO AL 31/12/2014 La Rai Radiotelevisione Italiana S.p.A. promuove un’iniziativa di selezione per titoli e prove finalizzata ad individuare 10 risorse Laureate in Giurisprudenza da inserire in Azienda e nelle Società del Gruppo con contratto di apprendistato professionalizzante. Per candidature e maggiori informazioni consultare www.lavoraconnoi.rai.it Martedì 28 Ottobre 2014 Corriere della Sera 36 Gli annunci si ricevono tutti i giorni su: www.piccoliannunci.rcs.it agenzia.solferino@rcs.it oppure nei giorni feriali presso l’agenzia: Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). ABILE impiegata tecnico-commerciale e acquisti offresi part-time in Milano. 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Com. Crescita EUR 30/09 Azimut Prev. Com. Crescita Cl. C EUR 30/09 Azimut Prev. Com. Equilibrato EUR 30/09 Azimut Prev. Com. Equilibrato Cl. C EUR 30/09 Azimut Prev. Com. Garantito EUR 30/09 Azimut Prev. Com. Protetto EUR 30/09 Azimut Prev. Com. Protetto Cl. C EUR 30/09 Azimut Prev. Com. Obbli. EUR 30/09 Azimut Prev. Com. Obbli. Cl. C EUR 23/10 Azimut Reddito Euro EUR 23/10 Azimut Reddito Usa EUR 23/10 Azimut Scudo EUR 23/10 Azimut Solidity EUR 23/10 Azimut Strategic Trend EUR 23/10 Azimut Trend America EUR 23/10 Azimut Trend Europa EUR 23/10 Azimut Trend Italia EUR 23/10 Azimut Trend Pacifico EUR 23/10 Azimut Trend Tassi EUR 23/10 Azimut Trend EUR AZ FUND MANAGEMENT SA - tel.00352 2663811 23/10 AZ F. Active Selection ACC EUR 23/10 AZ F. Active Selection DIS EUR 23/10 AZ F. Active Strategy EUR 23/10 AZ F. Alpha Man. Credit EUR 23/10 AZ F. Alpha Man. Equity EUR 23/10 AZ F. Alpha Man. Them. EUR 23/10 AZ F. American Trend EUR 23/10 AZ F. Asia Absolute EUR 23/10 AZ F. 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Corporate Premium DIS AZ F. Dividend Premium ACC AZ F. Dividend Premium DIS AZ F. Emer. Mkt Asia AZ F. Emer. Mkt Europe AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. AZ F. European Dynamic ACC AZ F. European Dynamic DIS AZ F. European Trend AZ F. Formula 1 Absolute ACC AZ F. Formula 1 Absolute DIS AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS AZ F. Formula Target 2015 ACC AZ F. Formula Target 2015 DIS AZ F. Formula 1 Conserv. AZ F. Global Curr&Rates ACC AZ F. Global Curr&Rates DIS AZ F. Global Sukuk ACC AZ F. Global Sukuk DIS AZ F. Hybrid Bonds ACC AZ F. Hybrid Bonds DIS AZ F. Income ACC AZ F. Income DIS AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS AZ F. Institutional Target ACC AZ F. Institutional Target DIS AZ F. Italian Trend ACC AZ F. Italian Trend DIS AZ F. Lira Plus ACC AZ F. Lira Plus DIS AZ F. Macro Dynamic AZ F. Opportunities AZ F. Pacific Trend AZ F. Patriot ACC AZ F. Patriot DIS AZ F. Qbond AZ F. Qinternational AZ F. QProtection AZ F. Qtrend AZ F. Renminbi Opport AZ F. Reserve Short Term AZ F. Short Term Gl High Yield ACC AZ F. Short Term Gl High Yield DIS AZ F. Solidity ACC AZ F. Solidity DIS AZ F. Strategic Trend AZ F. Top Rating ACC AZ F. Top Rating DIS AZ F. Trend AZ F. US Income DB Platinum Agriculture Euro R1C A Comm Euro R1C A Currency Returns Plus R1C DB Platinum IV Croci Euro R1C B Croci Japan R1C B Croci US R1C B Paulson Global R1C E Sovereign Plus R1C A Systematic Alpha R1C A Fondi Unit Linked Flex Equity 100 Global 100 Global Equity Maximum Progress Quality Mostre ATTIVITÀ da cedere/acquistare artigianali, industriali, turistico alberghiere, commerciali, bar, aziende agricole, immobili. Ricerca soci. Business Services 02.29.51.80.14 BUSINESS SERVICES cede Valtellina (So), storica impresa edile, lavori stradali/appalti pubblici, CE: G - APE: 321,86 kWh/mq. Ottimo avviamento. 02.29.51.80.14 BUSINESS SERVICES GROUP cede Frosinone provincia storico commercio materiale edile/termoidraulica/ferramenta/ceramiche. 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Cap P KIS - Target 2014 X 23/10 23/10 23/10 23/10 23/10 23/10 23/10 23/10 23/10 23/10 23/10 23/10 23/10 23/10 24/10 24/10 24/10 24/10 24/10 23/10 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 118,760 121,370 121,910 102,690 131,150 130,940 134,350 137,370 103,570 107,200 150,460 110,420 113,420 114,490 120,240 122,540 123,100 92,890 97,670 100,260 24/10 24/10 24/10 22/10 22/10 22/10 22/10 24/10 24/10 24/10 24/10 24/10 24/10 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 51,390 62,040 59,720 61,850 61,050 62,750 61,820 57,230 45,320 65,460 63,490 59,760 45,940 51,240 61,920 59,710 61,200 60,540 61,970 61,600 57,230 45,400 65,150 63,280 59,690 45,790 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it Invesco Funds Asia Balanced A Asia Balanced A-Dis Asia Consumer Demand A Asia Consumer Demand A-Dis Asia Infrastructure A Asian Bond A-Dis M Balanced-Risk Allocation A Balanced-Risk Select A Em. Loc. Cur. Debt A Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M Em. Mkt Corp Bd A Euro Corp. Bond A Euro Corp. Bond A-Dis M Euro Short Term Bond A European Bond A-Dis Glob. Bond A-Dis Glob. Equity Income A Glob. Equity Income A-Dis Glob. Inv. Grade.Corp. Bd A-Dis M Glob. Structured Equity A-Dis Glob. Targeted Ret. A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis Greater China Eq. A India Bond A India Equity E Japanese Eq. Advantage A Pan European Eq. A Pan European Eq. A-Dis Pan European Eq. Inc. A-Dis Pan European High Inc A Pan European High Inc A-Dis Pan European Struct. Eq. A Pan European Struct. Eq. A-Dis Renminbi Fix. Inc. A Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis US Equity A EH US High Yield Bond A US High Yield Bond A-Dis M US Value Equity A US Value Equity A-Dis 117,510 120,090 120,620 102,630 130,060 130,070 133,580 136,590 103,480 107,100 150,080 110,130 113,130 114,190 120,250 122,540 123,100 93,190 97,990 100,260 ASIAN OPP CAP RET EUR ADWISE L/S CAP RET EUR FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR HIGH GROWTH CAP RET EUR ITALY CAP RET A EUR SELECTED BOND DIS RET EUR SELECTED BOND CAP RET EUR VALUE OPP CAP RET EUR 24/10 24/10 24/10 24/10 24/10 24/10 24/10 24/10 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 12,536 107,197 114,938 111,329 24,489 5,723 119,815 91,734 12,549 107,346 114,946 110,797 24,397 5,712 119,580 91,720 27/10 24/10 27/10 24/10 27/10 24/10 27/10 24/10 27/10 27/10 24/10 27/10 27/10 24/10 24/10 24/10 27/10 24/10 24/10 27/10 24/10 24/10 24/10 27/10 24/10 27/10 27/10 27/10 24/10 24/10 27/10 24/10 27/10 24/10 24/10 24/10 24/10 24/10 24/10 27/10 24/10 USD USD USD USD USD USD EUR EUR USD USD USD EUR EUR EUR EUR USD USD USD USD USD EUR EUR EUR USD USD EUR JPY EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR USD USD USD USD 24,730 15,910 14,010 13,710 14,170 10,372 14,960 9,770 14,532 9,060 12,620 17,083 12,874 11,008 5,834 5,708 57,790 14,350 11,563 42,030 10,550 13,120 11,904 45,530 10,172 35,180 3094,000 16,880 15,280 11,430 18,940 13,630 14,290 13,580 10,862 10,416 13,970 11,741 10,416 31,890 30,260 24,770 15,920 14,090 13,760 14,190 10,368 14,990 9,750 14,561 9,078 12,608 17,067 12,862 11,004 5,822 5,708 57,640 14,260 11,544 41,770 10,574 13,099 11,885 45,720 10,171 35,390 3064,000 16,930 15,150 11,330 18,940 13,590 14,280 13,480 10,846 10,388 13,880 11,779 10,450 31,660 29,940 E FUORISTRADA, qualsiasi cilindrata. Passaggio di proprietà, pagamento immediato. Autogiolli, Milano. 02.89504133 338.7431476 31/08 31/08 31/08 31/08 24/10 24/10 23/10 23/10 23/10 23/10 23/10 23/10 23/10 23/10 23/10 23/10 23/10 23/10 23/10 23/10 SAN BABILA centro italiano, personale qualificato, massaggi olistici, ambiente classe, tranquillità. 02.39.68.00.71 MALIZIOSAMENTE 899.60.44.50. Viziosa TX 899.60.44.51. Euro 1,30min/ ivato. VM18. Futura Madama31 Torino. Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport con le edizioni stampa e digital offrono quotidianamente agli inserzionisti una audience di oltre 8 milioni di lettori, con una penetrazione sul territorio che nessun altro media è in grado di ottenere. La nostra Agenzia di Milano è a disposizione per proporvi offerte dedicate a soddisfare le vostre esigenze e rendere efficace la vostra comunicazione. 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Quota/pre. Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com info@pharusfunds.com 24/10 114,520 PS - Absolute Return A EUR 24/10 121,000 PS - Absolute Return B EUR 24/10 109,110 PS - Algo Flex A EUR 24/10 104,480 PS - Algo Flex B EUR 24/10 85,900 PS - BeFlexible A EUR 24/10 84,420 PS - BeFlexible C USD 21/10 100,760 PS - Best Global Managers A EUR 21/10 104,860 PS - Best Global Managers B EUR 24/10 107,330 PS - Best Gl Managers Flex Eq A EUR 24/10 164,110 PS - Bond Opportunities A EUR 24/10 122,550 PS - Bond Opportunities B EUR 24/10 102,280 PS - Bond Opportunities C USD 21/10 115,830 PS - EOS A EUR 24/10 91,210 PS - Equilibrium A EUR 24/10 98,400 PS - Fixed Inc Absolute Return A EUR 24/10 98,230 PS - Global Dynamic Opp A EUR 24/10 98,920 PS - Global Dynamic Opp B EUR 24/10 113,130 PS - Inter. Equity Quant A EUR 24/10 115,710 PS - Inter. Equity Quant B EUR 24/10 125,190 PS - Liquidity A EUR 24/10 100,420 PS - Liquidity B USD 24/10 96,380 PS - Opportunistic Growth A EUR 24/10 102,180 PS - Opportunistic Growth B EUR 21/10 95,620 PS - Prestige A EUR 21/10 101,950 PS - Quintessenza A EUR 21/10 106,750 PS - Target A EUR 21/10 106,930 PS - Target B EUR 21/10 103,020 PS - Target C USD 21/10 103,610 PS - Titan Aggressive A EUR 24/10 101,340 PS - Total Return A EUR 24/10 95,370 PS - Total Return B EUR 24/10 112,370 PS - Valeur Income A EUR 21/10 104,460 PS - Value A EUR 21/10 106,780 PS - Value B EUR 21/10 102,340 PS - Value C USD 114,370 120,840 109,050 104,420 85,870 84,390 101,420 105,530 107,350 164,010 122,470 102,200 115,400 91,630 98,360 98,390 99,080 112,060 114,610 125,180 100,410 96,430 102,230 95,690 102,800 107,390 107,560 103,620 104,690 101,250 95,280 112,340 104,630 106,950 102,490 www.multistarssicav.com multistars@pharus.ch T. +41 (0)91 640 37 80 Orazio Conservative A Sparta Agressive A WM Biotech A WM Biotech I 24/10 24/10 24/10 24/10 EUR EUR EUR EUR 101,840 100,840 168,360 1720,560 101,810 100,930 165,820 1694,620 www.pegasocapitalsicav.com 24/10 24/10 24/10 24/10 24/10 24/10 Strategic Bond Inst. C Strategic Bond Inst. C hdg Strategic Bond Retail C Strategic Bond Retail C hdg Strategic Trend Inst. C Strategic Trend Retail C EUR USD EUR USD EUR EUR 107,320 107,490 105,700 105,910 101,600 99,280 107,350 107,510 105,730 105,930 101,610 99,290 www.newmillenniumsicav.com Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 NM Augustum Corp Bd A NM Augustum High Qual Bd A NM Balanced World Cons A NM Euro Bonds Short Term A NM Euro Equities A NM Global Equities EUR hdg A NM Inflation Linked Bond Europe A NM Italian Diversified Bond A NM Italian Diversified Bond I NM Large Europe Corp A NM Market Timing A NM Market Timing I NM Q7 Active Eq. Int. A NM Q7 Globalflex A NM Total Return Flexible A NM VolActive A NM VolActive I 24/10 24/10 24/10 24/10 24/10 24/10 24/10 24/10 24/10 24/10 24/10 24/10 23/10 24/10 24/10 24/10 24/10 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 192,470 146,470 136,760 139,070 46,000 72,460 105,710 111,770 114,450 137,510 104,160 105,410 57,610 104,660 121,830 101,350 102,250 AUGUSTUM EQUITY EUROPE I AUGUSTUM G.A.M.E.S. A AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 24/10 24/10 24/10 EUR EUR EUR 106,030 109,690 146,360 191,960 146,300 136,800 139,060 46,160 72,110 105,760 111,530 114,200 137,490 103,920 105,160 57,590 104,450 121,460 100,890 101,750 www.sorgentegroup.com Fondo Donatello-Michelangelo Due Fondo Donatello-Tulipano Fondo Donatello-Margherita Fondo Donatello-David Fondo Tiziano Comparto Venere Caravaggio di Sorgente SGR 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 EUR 51470,165 52927,939 EUR 46691,916 47475,755 EUR 27926,454 27116,197 EUR 58259,864 57863,932 EUR 468728,464 477314,036 2451,889 2506,583 EUR www.vitruviussicav.com Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com Kairos Multi-Str. A Kairos Multi-Str. B Kairos Multi-Str. I Kairos Multi-Str. P Kairos Income Kairos Selection KAIROS INTERNATIONAL SICAV KIS - America A-USD KIS - America P KIS - America X KIS - Bond A-USD KIS - Bond D KIS - Bond P KIS - Bond Plus A Dist KIS - Bond Plus D KIS - Bond Plus P KIS - Dynamic A-USD KIS - Dynamic D KIS - Dynamic P KIS - Emerging Mkts A KIS - Emerging Mkts D • AUTOMOBILI Quota/pre. Nome Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it Dividendo Arancio Convertibile Arancio Cedola Arancio Borsa Protetta Agosto Borsa Protetta Febbraio Borsa Protetta Maggio Borsa Protetta Novembre Inflazione Più Arancio Mattone Arancio Profilo Dinamico Arancio Profilo Equilibrato Arancio Profilo Moderato Arancio Top Italia Arancio compriamo contanti, supervalutazione gioielli antichi, moderni, orologi, oro, diamanti. 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Grower D EUR 274,680 271,230 CITIC Securities China Fd A USD 24/10 5,777 EUR 193,150 190,720 Fidela A EUR 24/10 5,352 EUR 194,720 192,270 EUR 24/10 5,711 A EUR 173,850 173,850 Income USD 24/10 7,391 International Equity A EUR 124,170 124,180 Italian EUR 24/10 6,253 Selection A EUR 128,690 128,700 EUR 24/10 5,330 Liquidity A EUR 127,160 127,040 EUR 24/10 5,159 EUR 131,880 131,760 Multimanager American Eq.A EUR 24/10 4,783 EUR 134,340 134,220 Multimanager Asia Pacific Eq.A EUR 24/10 4,391 EUR 176,330 176,400 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A USD 24/10 4,355 EUR 122,660 122,710 Multimanager European Eq.A EUR 24/10 5,169 EUR 125,060 125,110 Strategic A EUR 24/10 6,163 EUR 125,460 126,000 Usa Value Fund A EUR 123,420 123,950 Ver Capital Credit Fd A 24/10 5,493 EUR EUR 24/10 93,540 93,180 Asian Equity B EUR 24/10 131,360 130,820 Asian Equity B USD 106,310 Emerg Mkts Equity 24/10 427,600 427,200 USD 109,290 Emerg Mkts Equity Hdg 24/10 417,860 417,480 EUR 145,830 European Equity 24/10 267,450 268,040 EUR 24/10 329,780 330,470 European Equity B USD 24/10 110,910 110,510 Greater China Equity B EUR 24/10 157,850 157,280 Greater China Equity B USD 24/10 76,100 75,710 Growth Opportunities USD 24/10 83,300 82,890 Growth Opportunities Hdg EUR 24/10 128,760 127,970 Japanese Equity JPY 24/10 127,550 126,770 Japanese Equity B USD 24/10 167,240 166,220 Japanese Equity Hdg EUR 24/10 130,190 130,270 Swiss Equity CHF 24/10 98,900 98,960 Swiss Equity Hdg EUR 24/10 169,950 168,560 US Equity USD 24/10 187,080 185,550 US Equity Hdg EUR 6,906 7,613 5,727 5,724 5,886 5,339 5,707 7,381 Tel 0332 251411 6,217 www.ottoapiu.it 5,330 5,123 8a+ Eiger 24/10 5,805 5,819 EUR 4,789 8a+ Gran Paradiso 24/10 5,176 5,170 EUR 24/10 5,720 5,722 EUR 4,407 8a+ Latemar 17/10 EUR 709649,798 718153,573 4,349 8a+ Matterhorn 5,149 6,150 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 13353E3B www.kneip.com 5,488 Corriere della Sera Martedì 28 Ottobre 2014 ECONOMIA/MERCATI FINANZIARI ● Piazza Affari 37 Sussurri & Grida Il mito di Silicon Valley e l’avanzata delle start-up cinesi di Giacomo Ferrari (m.sid.) Oltre alle mezze stagioni non ci sono più nemmeno le certezze della Silicon Valley: se difatti si prendono in considerazione le start up degli ultimi dieci anni che hanno superato il miliardo di dollari di valore «solo» il 40% viene dall’area californiana. È questo il risultato di uno studio di Atomico, venture capital londinese famoso per essere stato fondato da un tal Niklas Zennström - uno dei due fondatori di Skype - ma anche per avere investito in Supercell, la società che ha sviluppato Clash of Clans, valutata 3 miliardi. Su 134 compagnie, 52 vengono dalla Silicon Valley, 27 da altre aree degli Stati Uniti, 26 dalla Cina (questa è una notizia finora sottovalutata) e 21 dall’Europa. Quella di Zennström è una battaglia personale. Qualche mese fa aveva ricordato sul Ft: «Dieci anni fa quando stavo sviluppando Skype dalla Svezia, un potenziale investitore mi disse che avrebbe messo dei soldi a condizione che mi spostassi nella Silicon Valley». Lui non cedette. E Skype funzionò lo stesso. Morale: non è obbligatorio essere nella Valle del Silicio. E ora c’è la prova statistica. smarteconomy.corriere.it Milano peggior listino europeo In controtendenza A2a e Amplifon I l verdetto della Bce sullo stato di salute delle banche italiane si è abbattuto su Piazza Affari, provocando un calo del Ftse-Mib del 2,4%, il peggiore in Europa. Travolti dalle vendite i due istituti che non hanno superato il test (Monte Paschi ha ceduto il 21,5% e Carige il 17,2%) ma anche gli altri, con perdite, nel caso di Ubi, Bpm e Bper, superiori al 4%. Giù del 4,22%, inoltre, Saipem che soffre per il calo dei prezzi petroliferi. Nel paniere delle blue-chips si sono salvate soltanto A2a (+1,57%) grazie al «buy» di Citigroup, e Gtech (+0,05%) che ha annunciato una importante commessa negli Usa. Rialzi consistenti anche per alcuni titoli del segmento Star, a partire da Esprinet (+3,89%) e Amplifon (+3,44%). © RIPRODUZIONE RISERVATA Ei Tower con Unicre- Luxottica e gli occhiali intellidit per le torri Wind genti, prima Google ora Garmin (d.pol.) Entra in manovra anche Ei tower, partecipata al 40% da Mediaset, in vista della scadenza di lunedì 10 novembre, stabilita dalla russa Vimpelcom per il deposito delle offerte non vincolanti propedeutiche alla vendita delle torri di trasmissione della controllata Wind. Secondo fonti di mercato, la società gestita da Guido Barbieri (foto) sarebbe già affiancata da Unicredit che entrerà formalmente in partita sia come consulente sia come banca finanziatrice. L’asset è un bel boccone. La valutazione delle 6 mila torri Wind sarebbe attorno 500-600 milioni e l’impegno economico dipenderà dalla quota che Wind metterà in vendita. Intanto Ei towers approfitta delle opportunità sul mercato. In dirittura d’arrivo è infatti l’acquisto di 200 torri nel Centro Sud Italia con un investimento poco sotto i 20 milioni. L’operazione porterà così a 2.900 il numero di siti. (f.d.r.) Da Google ai «goggle». L’accordo di collaborazione con Sergey Brin e Larry Page per lo sviluppo di una nuova serie di Google Glass ha aperto una strada che Luxottica ritiene ricca di possibilità. E che va oltre Internet e le mirabolanti possibilità degli occhiali intelligenti di Mountain View. Il marchio americano del gruppo di Leonardo Del Vecchio, Oakley, ha annunciato ieri la firma di un accordo con Garmin, tra i leader mondiali nei terminali per la navigazione satellitare, per lo sviluppo di tecnologia da applicare agli occhiali da sci (in inglese «goggle»). Oakley produce già una «maschera» intelligente, la Airwave, dotata di un microprisma che riflette sull’interno delle lenti meteo, velocità, distanza. Con Garmin studierà l’estensione delle funzionalità del software e l’integrazione negli occhiali da sci della Garmin Virb Elite, una microcamera studiata appositamente per le attività sportive. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA $./ 1" "k 1Î 1k± -×Î@ä bÂkÎÎ@ Å× Îkkx_ Ý@ -3$1 Å~@ ÎÎ` @b kÅk¬_ -3$1 @ ×k |pÕÕ|Õ± ÅÎ æ`z × ¬k /!/ ÂXkÝ×α x Å× ÞÞÞ±XÂÂkÂk±ÎËkX@ ,Âkää .x± ®kׯ ±/± .@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ æ`ÊÐæ Õ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®Õ¯ æ`ÉÉz Xk@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ `Õpæ XÎk Â׬ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® $¯ ¤z`¤Éæ X¶×k ,Î@N ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ,¯ æ`|p XÅ~@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® /¯ ¤`æ bk¬±Âkäk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ r kbkÅ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`æ¤p kxxk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤`¤æ £ .kkÞ@NkÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ r 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K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ Â~±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Â~à @¬Î@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ Â~à @¬Î@ ¤ÊÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9 ¤Ê¯ ŬÂkÎ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.1¯ ×kbű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3¯ ×ÂÎkX K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ ß±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®:$¯ ߬ÂÝ@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®:,.¯ @X .kkÞ@NkÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ @Î ÂàÅk ×α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ kÂÂ@~@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ b@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kÂ@ !@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ X@Îk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® 1¯ kX@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kXX@X@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®" ¯ "! 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Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Îk Â׬ ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Îk¬׬ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ ÎkÅ@ /@¬@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,¯ ÎkÅ@ /@¬@ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,.¯ ÝkÅÎ k /Ý׬¬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ÂXk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. ¯ Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Å@~ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ Å@~ ä /Ý׬¬ K±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ 1 9; K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®19¯ Î@Xkkα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ Î@N@Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!¯ Î@N@Âk ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!.¯ 8/ Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯ 8/ Â׬ ¤Ê Þ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®98/¯ ×ÝkÎ×Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®38¯ ±.±kÂ~à±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ kß@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®":¯ @ Â@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ @b .kä K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ @ä ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ ×ßÎÎX@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3:¯ ÝkÎ×Âk Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8"¯ ! !@Âk 1kXÎ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!1¯ !@@~kkÎ k ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®! ¯ !.. 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±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!!¯ æ`|Éæ !Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$" ¯ ¤æ`ÉÐæ !b@b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!"¯ æ`ÊÊ| !b 1Ý K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!18¯ ¤`zpæ !Âx ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$"¯ æ`Ðææ !Îk ,@ÅX /±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!,/¯ æ`Épz !Ýk@ß±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!!¯ æ`æ|æ !×Î×k K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$¯ |`zpæ " "Xk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®" ¯ Õ`ÉæÕ "k@xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"$¯ |`Êpæ "k@xk ¤z Þ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±®9"$¤z¯ r "Ý@Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®".¯ r $ $b@Î@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯ æ`Ð|Õ ,@@Â@~Â׬ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,"¯ ¤`¤É , ,@Â@@Î ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,1¯ Õ`Ðpæ ,@Â@@Î ¤zÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9,1¤z¯ ¤`Ðɤ ,@~~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ Õ`¤Õæ ,kÂÂk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`ÊÕ ,kÂÂk ¤ÕÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9,.¤Õ¯ r ,x@Â@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,"¯ Ð`¤¤p ,¶×@b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,-¯ ¤`ʤ¤ ,Âk G ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®, ¯ ¤æ`Õææ ,Âk G ± ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®, ,¯ `zÊz ,~± /±@×ÅÎ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,/¯ z`ÊÕæ ,~Â@xX bÎÂ@k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,$¯ æ`ÕÐz ,Âkű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,./¯ æ`Õ ,Âk×b@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`Õz¤ ,Â@ b×ÅÎÂk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ ¤Õ`æ ,ÂàÅ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.;¯ ¤Ð`Õzæ . .± k !kbX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.!¯ æ`Õɤ .@ÎÎ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.1¯ Õ`|Êæ . / !kb@~Â׬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. /¯ æ`¤Õ .kXÂb@Î K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. ¯ ¤Õ`ææ .k¬à K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.;¯ z`æzæ .kÎkα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ æ`Êæ .Å@@kα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®."¯ æ`¤¤Õ .ÅÅÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.$/¯ ¤`Ð| / /@N@x /±¬±@± K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ¤Õ`|æ /@kÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ z`pÕæ /@kÅ ÂX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ |`ÊæÊ /@x Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ¤æ`|¤æ /@¬k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!¯ ¤|`Фæ /@¬k ÂŬ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!.¯ r /@ ¬Âk~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ Õ`zÉ| /@ ¬Âk~ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ r /@Â@Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/./¯ æ`pæz /@α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ ¤Õ`Õpæ /@Ýk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/8¯ ¤Õ`pææ /XÂkk /kÂÝXk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ r /k@Î ,±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ æ`ææ¤ /k@Î , ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`ÉÊÕ /kÂÝä Î@@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ |`Õ¤| /kÂÝä Î@@ ¤z Þ@ K ±±±±±±±±±±±®9/.¤z¯ æ`Ðææ /kÅ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ ¤Õ`pææ //±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ É`ɤz /ÎkÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ æ`æÉ /@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/"¯ ¤`ÕÉæ /@ @Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ |`¤ÐÊ /~kx K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ Õ`æ|Ê / ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ z`Êæ / ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/."¯ ¤`É|¤ /¬@Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,¯ ¤æ`æææ /¬@Xk Þ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9/,¯ r /Îkx@k K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ æ`ÕÉÕ /Îkx@k ÂŬ K 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Ý@±° æ`pp ´æ`¤ ´æ`Éæ ¤` æ`Êæ æ`¤ ´æ`ÕÉ ¤`¤É ¤`zÕ æ`ÕÊ æ`Õ ¤`z ¤`ÐÉ ¤`¤É ´æ`pÉ ¤`|æ Ý@±° ´æ`z æ`æÊ æ`Ê Martedì 28 Ottobre 2014 Corriere della Sera 38 ROBERTO VECCHIONI IL MERCANTE DI LUCE ROMANZO «Non importa quanto si vive, ma con quanta luce dentro». EINAUDI Corriere della Sera Martedì 28 Ottobre 2014 39 Cultura & Spettacoli Fumetti Addio a Terenghi creatore di Pedrito Era uno sceriffo assai scalcinato, con pochi peli in testa ma due smisurati baffoni, che veniva regolarmente bastonato con il mattarello dalla bisbetica moglie Paquita. Si chiamava Pedrito el Drito e le sue storie a fumetti, divertente parodia del western, apparivano sul «Monello» e su altre testate. Il suo creatore Antonio Terenghi (nella foto), scomparso a Milano, avrebbe compiuto 93 anni il prossimo 31 ottobre. Veneto della provincia di Belluno, Terenghi aveva esordito all’inizio degli anni Cinquanta, dopo essere stato a lungo prigioniero di guerra. Oltre a Pedrito, con cui raggiunse il successo, aveva dato vita ad altri esilaranti personaggi, come Tarzanetto, Teddy Sberla, l’indianino Caribù. (A. Car.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Autobiografia «Camerata Neandertal» (Baldini&Castoldi) parte da scoperte archeologiche al Circeo Il premio Strega 2010 racconta se stesso, il fratello e il rapporto tra dolore e scrittura di Pierluigi Battista A ntonio Pennacchi è come scrive: fumantino, iracondo, ignaro di qualunque cosa somigli all’accondiscendenza. Perciò, se per citare il titolo del suo romanzo autobiografico Camerata Neandertal, qualcuno osasse un’acca di troppo e scrivesse, come pure è d’uso, Neanderthal, la rappresaglia sarebbe spietata: una litigata interminabile. Dunque, senza acca, questo romanzo di «dolore e scrittura», va letto come esempio di una letteratura dell’eccesso, oltranzista, poco accomodante. «Scorretta». E dire «scorretto» non è proprio un insulto, se rivolto a uno scrittore di Latina che prima inveisce con «sti fasci» che al funerale del sindaco-camerata Aymone Finestra vogliono partire con il cerimoniale nostalgico dei saluti romani e del «presente!» urlato con ardore militaresco, salvo, in una «frazione infinitesimale», essere trascinato in un tonante «presente!» come un fascio qualunque. O un fasciocomunista, per l’esattezza. Un romanzo autobiografico dolente e spassoso. Che mette in relazione la stesura di un libro con un’ineluttabile caduta nella malattia. L’autore di Canale Mussolini indulge all’epica, si sa. Ha descritto la bonifica dell’Agro Pontino in epoca fascista come un fantastico western in cui le carovane di contadini del Veneto e del Ferrarese assomigliano alla lunga marcia dei cowboy verso la terra promessa, e gli «indiani» sono i vicini del frusinate che prendevano a sassate i nuovi arrivati nelle paludi malariche. In questo romanzo, che riprende e rielabora altri libri di Pennacchi re-impastandoli come le tappe di un’educazione sentimentale e politica segnata dal caos un po’ velleitario, l’epica parte dal titolo. Un «culto del cranio» che si diffonde nel Circeo con la scoperta di un reperto neandertaliano che dimostrerebbe «una saldatura in spiritu» con l’Homo sapiens. Una «religio» che a pochi passi dalle paludi bonificate, in pros- L’autore Pennacchi, libri da infarto La scrittura come eccesso Opere dolenti e spassose s’intrecciano con la lotta ai malori fisici simità del mare, parla di «misteriosi riti di deposizione e sepoltura». Perché il Circeo, epicizza Pennacchi, è «luogo di margine tra terreno e ultraterreno e fra umano e non-umano, un luogo in cui gli umani possono essere tramutati anche in porci», come sa chiunque abbia una sia pur vaga infarinatura di Odissea. E perciò, in mezzo a crani e reperti di epoche immemorabili, Pennacchi ingaggia battaglie con archeologi e paleontologi di poca fede, che derubricano il complesso rituale antropofagicoreligioso e mero massacro ad opera di iene. Iene del Circeo è il titolo di un libro di Pennacchi uscito da Laterza e qui se ne descrive il sottofondo emotivo e passionale. Perché ci sarà pure un buon motivo che spieghi la morbosa relazione tra letteratura e guai ❞ Dal Msi di Latina ai marxisti leninisti di «Servire il Popolo» «Palude» resta legata ai ricordi di un attacco al cuore di salute nella biografia di Pennacchi qui dettagliatamente raccontata. La stesura di Canale Mussolini viene narrata come una sequenza di punture di Voltaren, risonanze magnetiche, ernie del disco, radici dell nervo sciatico. Anche Mammut, scritto nel 1995, «mi costò due ernie del disco». Con Palude, nel 1996, si sfiora il dramma su un treno che porta lo scrittore a Parma: dolori, sudori, fatica, respiro che manca, freddo, «una fatica a mettere un passo avanti all’altro sugli scalini, che nemmeno Sean Connery nella Collina del disonore». Era un infarto. E Palude resta associata alla memoria di un infarto. Ma non è finita. Perché anche qualche anno più tardi, nei tempi di scrittura e pubblicazione del Viaggio per le città del Duce, arriva un mal di stomaco, un sudore freddo, una fiacca tremenda. «Un altro infarto. Più di nove ore e mezza, me l’ero portato addosso». Arrivano le Invettive: «M’era arrivata la vertebra. Era il 2007 e caddi sul palco, dopo un comizio, mentre pigliavo in braccio il candidato a sindaco dell’Ulivo, un friulano di novanta chili». Sembra una maledizione: un libro, un attacco; un volume, un morbo segreto. Ma forse è intreccio di destini. Confusione. Le cose che vanno storte e mai secondo una linea retta. E che seguono le tortuosità mentali di un «fasciocomunista», di uno che frequenta la sezione del Msi di Latina (Littoria) e poi i marxisti-leninisti di «Servire il Popolo». Uno che al funerale del «Federale» (salvato dopo i giorni della Liberazione da una testimonianza del principe Carlo Caracciolo) lascia sgorgare un prorompente © RIPRODUZIONE RISERVATA Stanislas Dehaene Ara Norenzayan Coscienza e cervello Grandi Dei Come i neuroni codificano il pensiero Come la religione ha trasformato la nostra vita di gruppo David Edmonds Il tempo senza età Uccideresti l’uomo grasso? La vecchiaia non esiste Il dilemma etico del male minore Marc Augé «presente!» di fascistissimo conio e poi prende in braccio il candidato dell’Ulivo sacrificando la vertebra e fa manifesti con una misteriosa «Anonima Scrittori» per lanciare le «Invettive contro i traditori della Bonifica» contro la nuova giunta di centrodestra. Confusione massima. E commozione quando si affaccia la figura del fratello Gianni, giornalista carissimo a molti di noi, morto nel 2009 dopo esser caduto da una scaletta per prendere gli addobbi natalizi. Gianni che aveva convinto Antonio nel 1968 a lasciare i «fasci» per andare con i comunisti e che ha ispirato il personaggio rappresentato da Scamarcio in Mio fratello è figlio unico («Ma io sono più bello», disse dopo aver visto il film). Gianni che «aveva girato tutto il mondo in Guzzi» e che voleva bene a suo fratello più piccolo: «Ma io gli volevo bene da fratello a fratello. Lui, invece, come a Venerdì. Lui Robinson e io Venerdì». Un ricordo meraviglioso, estratto da un magazzino di aneddoti e di storie che sono la materia viva di questo libro inclassificabile. Inclassificabile e vulcanico come il suo autore. Da un «fasciocomunista» che altro ci si può aspettare? Antonio Pennacchi (foto in alto, sopra) è nato a Latina (1950) da una famiglia di coloni giunti nel Lazio per la bonifica delle Paludi Pontine. Autore di romanzi e saggi, nel 2010 con Canale Mussolini (Mondadori) ha vinto il Premio Strega. Collabora a «Limes». Ha moglie, due figli e due nipoti femmine. Domani esce Camerata Neandertal. Libri, fantasmi e funerali vari, Baldini&Castoldi, pp. 288, 16 In alto, grande: Johanna Willenfelt (1974), Documenting Bodies (2010, mixed media, inchiostro su carta per referti medici) 40 Martedì 28 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 28 Ottobre 2014 Parigi La ministra Pellerin non ha letto il Nobel Modiano di Stefano Montefiori CULTURA «Ehm...», è il suono monocorde lungo alcuni, troppi secondi, emesso dalla ministra della Cultura francese come risposta alla pur prevedibile domanda «qual è il suo romanzo preferito di Patrick Modiano?». Fleur Pellerin non ha letto nulla, ma non ha neanche saputo citare un titolo qualsiasi del recente Un volume di Feltri e Sangiuliano Il Quarto Reich che suscita paura e ammirazione Segna libro premio Nobel francese per la letteratura. E dire che Modiano di romanzi ne ha scritti ventotto. «Dora Bruder», «Un pedigree», «Des inconnus» sarebbero stati titoli facili da ricordare — mille volti citati da giornali e tv dopo la vittoria del Nobel il 9 ottobre — e ripetere, magari barando un po’. Invece niente. Domenica, la al ministero le ha preparato una nota su Modiano, prendendo forse sul serio le sue congratulazioni su Twitter alla notizia del Nobel: «Profonda ammirazione per l’opera di Modiano, così giustamente ricompensata». Se lo dice lei... @Stef_Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA Nel nuovo saggio di Vittorio Gregotti il richiamo a costruire criticamente di Pierluigi Panza E U © RIPRODUZIONE RISERVATA divertiti moltissimo». Al che è scattata la scontata domanda, alla quale la 41enne ministra non ha saputo rispondere, aggiungendo: «Confesso che non ho tempo di leggere da due anni a questa parte. Leggo le note che mi preparano, testi di legge e agenzie ma non romanzi». Si vede che nessuno Mercato, digitale e comunicazione Tre pericoli per l’arte del futuro di Danilo Taino h sì, il Reich tedesco: un filo rosso, quello dell’impero germanico, che accompagna l’Europa — soprattutto le sue paure — e per molti versi la definisce da almeno centocinquant’anni. O, se vogliamo, da cinque secoli, o dal Medioevo. Quell’animale nel cuore del Vecchio Continente che cade, risorge, cade di nuovo e così via. E che ogni volta mette sottosopra le terre che gli stanno intorno. Ci siamo di nuovo: gli eventi dell’Unione Europea, la caduta del Muro di Berlino 25 anni fa, la nascita dell’euro e la Grande Crisi di questi anni ripropongono nella sua totalità la questione tedesca. Sopita e tenuta sottotraccia per oltre quarant’anni, dopo la catastrofe della Seconda guerra mondiale, è ritornata potente e centrale per i destini europei con la riunificazione delle due Germanie, il 3 ottobre 1990. *** Il libro da poco uscito di Vittorio Feltri e Gennaro Sangiuliano Il Quarto Reich. Come la Germania ha sottomesso l’Europa, (Mondadori, pp. 128, 17) parla di questo e colpisce nel pieno dell’attualità, dunque. Inquadra i sentimenti antitedeschi che vanno crescendo in molti Paesi della Ue (ma non nel resto del mondo, dove la Germania è da anni in testa alla classifica dei Paesi più ammirati). Spiega le origini della questione tedesca e le coniuga all’attualità. Studia Angela Merkel, la «ragazza dell’Est». Critica le politiche di Berlino, ma non nasconde l’ammirazione per un Paese — istituzioni, carattere nazionale, cultura, economia, saggezza politica — che ha prodotto una meraviglia di democrazia e di capacità produttiva. «Noi continuiamo a prendercela con la Merkel e a insultarla — scrivono i due autori — ma è anche vero che, dentro di noi, vorremmo che il nostro Paese funzionasse come il suo». Non un’analisi a una dimensione del problema, in altri termini: piuttosto, la presa d’atto dell’enorme portata che ha assunto l’egemonia tedesca in Europa e della necessità di farci i conti («l’identità culturale europea non esiste senza la Germania»). L’idea della rinascita odierna del Reich tedesco non è tedesca. Nessuno, in Germania, usa questa categoria: nella coscienza nazionale postbellica, anzi, è una bestemmia, una condanna dalla quale il Paese ha cercato di uscire per sempre, dopo Hitler e l’Olocausto. A evocarla sono piuttosto gli altri, in gran parte per la paura di una Germania troppo forte e dunque intrinsecamente distruttiva degli equilibri europei: già il 31 ottobre 1989, pochi giorni prima che cadesse il Muro di Berlino (9 novembre) — notano Feltri e Sangiuliano — il «Times» di Londra titolava «Attenzione, il Reich sta resuscitando». Al di là della volontà soggettiva dei tedeschi, però, resta il fatto che la geografia, i muscoli economici, la rigida convinzione nel seguire il modello di stabilità finanziaria, la forza delle istituzioni fanno della Germania il baricentro dell’Europa. Quando questo si muove, tutto ciò che sta intorno si deve spostare. *** Il libro è critico, spesso in modo radicale, non solo verso le politiche di Berlino, ma anche verso l’ideologia e l’ortodossia che hanno finito con il contrapporre la Germania e una parte consistente dell’Europa. Ma non sulla base di un europeismo retorico: con gli occhi molto asciutti, anzi, vede bene i limiti di democrazia dell’Unione Europea, le illusioni e gli errori della sua costruzione: anche in questo è estremamente interessante. Il capitolo chiave, però, è probabilmente il sesto, «L’impero europeo»: in modo essenziale e chiaro, Feltri e Sangiuliano toccano le svolte essenziali della storia tedesca, quelle che hanno determinato la Germania di oggi. E che sollevano le paure del Quarto Reich, idea da brivido. @danilotaino ministra era invitata alla tv francese e ha raccontato quanto sia felice del nuovo (da due mesi) incarico sulla poltrona che fu di André Malraux e Jacques Lang. Pellerin ha spiegato che da ministra incontra molta gente interessante, per esempio Modiano, «ci siamo visti pochi giorni fa a pranzo e ci siamo 41 Un mare azzurro come le glasse di certe torte che si vedono nei programmi di cucina. Ervin è un ragazzino albanese che nell’agosto 1991 si imbarca, solo, su una nave che lo porterà in Puglia. Ad accoglierlo, insieme a molti altri volontari, trova Luca, 13 anni. I due improvvisano una fuga notturna per le desolate periferie di Bari. Un’avventura, illustrata da Ilaria Bruno, che Mario Desiati racconta con grande delicatezza in Mare di zucchero (Mondadori, pp. 188, 15) C’è una filastrocca per tutte le occasioni nella penna di Bruno Tognolini. Che in questa raccolta, Rime del fare e non fare (Gallucci, pp. 64, 9,90), parla di giocattoli, curiosità, vestiti, litigi, aiuto, sport, coraggio. C’è anche la rima per quando ci si sente un po’ falliti: «Se ti senti un buono a niente / Agitarti non conviene / Tu sta fermo, non far niente / Vedrai come lo fai bene / E nel mentre che lo fai / Se ne va l’umore brutto / E alla fine, scoprirai / sei di nuovo buono a tutto» a cura di Cristina Taglietti na delle tesi fondamentali del nuovo libro di Vittorio Gregotti, Il possibile necessario (Bompiani, pp.171, 16) è che l’accademismo postmoderno sia un’ontologia del declino. Le arti e, in particolare l’architettura contemporanea, hanno messo tra parentesi i tradizionali statuti disciplinari rendendosi disponibili, nel migliore dei casi a un banale rispecchiamento dell’esistente, negli altri casi a una subalternità nei confronti delle neuroscienze, dei nuovi mezzi di comunicazione e del mercato globale come unico elemento regolatore dello sviluppo. L’esito più evidente di questo atteggiamento è un certo gattopardismo artistico e architettonico, ovvero quelle continue costruzioni frutto di novità mercantili e mediatizzate che incombono in maniera tanto incessante quanto inutile, perché prive di spessore critico. Alcune tra le più celebrate icone architettoniche del presente, dai musei ai grattacieli che gareggiano in altezza — sono espressione di questa dimensione. E sono quasi tutte sostenute da quella che Gregotti chiama la «religione della comunicazione» espressione di una «volontà autonoma dei poteri», ovvero di una costruzione di consenso intorno a opere o personaggi del tutto disgiunto da criteri di valore etico ed estetico. Una religione capace di creare valore di visibilità intorno a quel che vuole per poi trasformare questo «Capitale di visibilità» in un capitale economico, come ben studiato da Gernot Böhme, direttore dell’Istituto di Filosofia della Prassi a Darmstadt. Ancor più rischioso e vischioso del superpotere sviluppato del capitale di visibilità creato dai media è, però, l’eterogenesi dei fini delle tecnoscienze e del mondo digitale, con alcuni segnali già evidenti, specie nel campo del disegno, tecnica completamente spogliata di capacità critica e creativa dall’uso del computer. «Il linguaggio digitale produce enormi vantaggi — scrive Gregotti — ma anche una perdita di profondità rispetto alla ricchezza delle sfumature e delle metafore del linguaggio diretto tra le persone e, nel caso dell’architettura, conduce alla perdita del disegno come strumento di indagine oltreché di rappresentazione del progetto». Su questo tema, Gregotti ha svolto recentemente una conferenza al campus di Architettura del Politecnico di Piacenza e scritto un altro libro, con la cura di Andrea di Franco (Il disegno come strumento di indagine del progetto, Christian Marinotti edizioni, pp.168, 17). È il tema — oggi sottovalutato perché siamo addicted di social network — sviluppato da Maestri Vittorio Gregotti (Novara, 1927) è architetto, saggista. A sinistra: il suo Grand Theatre de Provence. Il nuovo libro di Gregotti sarà presentato lunedì 10 novembre, alle ore 18.00, al «Corriere della Sera» a Milano. Adorno e Horkheimer nella Dialettica dell’Illuminismo: la prassi liberatoria che si trasforma in controprassi. La cosiddetta cultura digitale si sta trasformando, infatti, in un sistema panottico che unifica i gusti e li controlla con «progressiva estinzione del valore delle diversità, anche nell’architettura». Al contrario di questa situazione, che configura il perimetro dell’ontologia negativa, il lavoro artistico consisterebbe nel costruire il nuovo partendo da un giudizio critico sul presente, ponendo l’opera come una sorta di «farmaco» e la critica come un lavoro diagnostico. Il progetto è un lavoro di modificazione dell’esistente e delle esistenze il cui paradigma letterario, per Gregotti, è La modification (1957) di Michel Butor, un Nouveau Roman (un po’ illeggibile e lentissimo) dove la creatività come Vicenza Al Palladium una mostra su Bramante Per Palladio e Vasari, Donato Bramante (14441514) fu l’eroe della riscoperta dell’architettura classica. Oltre al convegno che si apre oggi, alle 17.30 all’Università Cattolica di Milano, per i 500 anni della morte di Bramante c’è anche una seconda iniziativa. Il Palladio Museum di Vicenza, dal 9 novembre all’8 febbraio 2015, organizza una mostra in collaborazione con la Bibliotheca Hertziana, il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e la Fondazione Piero Portaluppi di Milano. Al centro della mostra sarà il progetto autografo di Bramante per la basilica di San Pietro, «uno dei più importanti della storia», afferma il curatore Howard Burns. modificazione è la chiave di partecipazione dell’individuo alla trasformazione sociale (un tempo anche la letteratura era ricerca, non marketing). Questo principio della modificazione critica riguarda in particolar modo il controllo del paesaggio e dell’ambiente costruito, che deve essere una «geografia del progetto dell’uomo», con attenzione anche ai caratteri geologici, di cui le recenti alluvioni in Liguria stanno a testimoniare l’assenza. Oltre a ciò, bisogna riformulare le relazioni tra ordine e disordine, utopia e progetto e L’architettura postmoderna rappresenta un’ontologia del declino spogliata del suo vero mestiere distinguere tra quantità — come somma di molteplici significati — e grandezza per ridare vita a un progetto artistico consapevole. In assenza del quale, la conservazione e il «valore d’uso» sono diventati una forma di resistenza «di fronte alla società dello spettacolo e al denaro come merce assoluta». Si tratta di temi che Vittorio Gregotti ha affrontato anche in altri libri e spesso sulla stampa, come dimostra un terzo libro dell’autore che ripropone in un unico volume molti saggi apparsi fin dal 1966 (96 ragioni critiche del progetto, Bur, pp.518, 13, prefazione di Jean-Louis Cohen). In definitiva, quella di Gregotti è una densa interrogazione sul futuro degli uomini e della società globalizzata visto a partire dall’esperienza e dalla riflessione sull’universo delle arti. © RIPRODUZIONE RISERVATA 42 Martedì 28 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 28 Ottobre 2014 43 Nuovo disco Mannoia, un’antologia con le grandi voci E critica suor Cristina «Ho pensato a lungo se fare un’antologia per i miei 60 anni. Poi mi sono risposta che me la meritavo»: nasce così, da un doppio compleanno (anche 46 anni di carriera), «Fiorella», il doppio cd di Fiorella Mannoia (foto), da ieri in versione fisica e digitale. Canzoni scelte dal vastissimo repertorio dell’artista, compreso il singolo inedito Le parole perdute, e duetti con amici e nuovi incontri, per perle della nostra musica d’autore: da Celentano (Un bimbo sul leone, «è un trentenne!») a Baglioni, da Battiato a Ligabue, Pausini, Daniele, Sangiorgi, Cremonini, Ferro, Fossati, Pau, Fabi, Silvestri, Ruggeri, Zero, Frankie Hi-Nrg, Bubola. Eppoi Dori Ghezzi, Khorakhanè, «un duetto nato dal cuore. Vasco Rossi mi ha detto no, ma era impegnato». Schietta è sempre stata, l’età aiuta: «Like a virgin cantata da suor Cristina? Mi fermo prima e credo che quella ragazza se non avesse avuto l’abito da suora non sarebbe arrivata nemmeno in finale a “The Voice”. Ha una bella voce ma come tante». Il film del Mereghetti Coppia Philip Seymour Hoffman (1967-2014) e Rachel McAdams (35 anni) in una scena del film «La spia - A Most Wanted Man» diretto da Anton Corbijn e tratto da un romanzo di John le Carré. La pellicola è una delle ultime interpretate da Hoffman, premio Oscar per «Truman Capote» (2005) P assano gli anni, cadono i muri, cambiano le ideologie, ma il lavoro della spia non muore mai. Ed è sempre il solito, vecchio, sporco lavoro: non quello elegante e supertecnologico degli agenti con «licenza di uccidere», ma quello metodico e «noioso» degli Smiley, degli uomini così anonimi da «confondersi con la tappezzeria». L’ultima incarnazione cinematografica è quella di Günther Bachmann, agente inglese di stanza in Germania, a cui Philip Seymour Hoffman ha saputo dare quel perfetto mix di determinazione e trasandatezza, lucidità e fallibilità che sanno stamparsi nella memoria. Anche perché, all’origine del film e del personaggio c’è un romanzo di quel genio dello spionaggio letterario che si chiama John le Carré: La spia A Most Wanted Man è infatti la riduzione di Yssa il buono, uscito in Italia nel 2008 per Mondadori. E non è certo il solito elogio postumo per l’attore quello che fa dire che molto del fascino del film è tutto sulle spalle di Hoffman, di un’interpretazione fatta di mezzi toni e mezze tinte, capace di svelare i segreti di un uomo dal nodo allentato della cravatta, l’insoddisfazione che si porta dentro dal poco «amore» per il suo corpo (barba sfatta, peso fuori controllo), la paura di un passo falso dallo sguardo mobilissimo e sornione. Non è solo questione di Metodo, di scuola strasberghiana, è capacità di offrire allo spettatore la porta per entrare dentro un «vissuto» dove i dolori sono più grandi delle gioie, gli errori vincono sulle vittorie e le ferite faticano a rimarginarsi. Probabilmente proprio com’è davvero la vita. Nel film, a mettere in azione il meccanismo della trama è l’arrivo illegale ad Amburgo di un malconcio combattente ce- LA SPIA - A MOST WANTED MAN L’ultimo Seymour Hoffman lucido ritratto delle fragilità di Paolo Mereghetti Cast ● «La spia - A Most Wanted Man» è basato sul romanzo «Yssa il buono» di John le Carré ● Nel cast, Willem Dafoe (nella foto) e Robin Wright ceno, Yssa Karpov (Grigoriy Dobrygin), in cerca di un ricco banchiere d’affari, Tommy Brue (Willem Dafoe). Ad aiutarlo in quei suoi primi passi clandestini è Annabel (Rachel Roma Sit in per salvare Cinecittà Oggi sit in davanti al ministero dei Beni culturali dei lavoratori del comitato Salviamo Cinecittà per chiedere un incontro con Franceschini. «I lavoratori licenziati, in cassa integrazione e in solidarietà di Cinecittà, protestano contro il piano di dismissione culturale e lavorativo degli studios». McAdams), una giovane avvocatessa paladina dei diritti civili. Ed è sulle loro tracce che, con l’aiuto degli assistenti Erna (Nina Hoss) e Max (Daniel Brühl), si mette Bachmann, conscio di come il ribelle ceceno non sia quel terrorista che le autorità tedesche immaginano ma piuttosto il depositario di un «segreto» che lo può mettere sulle tracce di un pesce più grosso, l’enigmatico filantropo Faisal Abdullah (Homayoun Ershadi) sovvenzionatore di attività umanitarie in Medio Oriente ma che forse nasconde qualcosa di meno nobile. Una trama già abbastanza complessa si intreccia a questo punto con le gelosie «professionali» di altri servizi segreti — quello tedesco e soprattutto quello americano, nella figura della fredda e determinata agente Cia Martha Sullivan ● Le stelle Un agente segreto indaga su un accademico musulmano che finanzia il terrorismo da evitare interessante da non perdere capolavoro (Robin Wright) — mentre scava nel passato dei vari protagonisti per far emergere tensioni e ambiguità: Karpov e Brue devono entrambi fare i conti con i fantasmi dei rispettivi padri, uniti dall’avidità e dai comportamenti illegali; Abdullah non sa che l’amato figlio Jamal (Mehdi Dehbi) non lo ricambia con la stessa fiducia; Bachmann non riesce a dimenticare un fallimento operativo che è costato la vita ad alcune persone e che lo fa tenere sotto scacco dagli alleati… Guidato dalla lucidità narrativa di le Carré (e dalla sceneggiatura di Andrew Bovell) il film diretto con corretto professionismo da Anton Corbijn mescola così le piste e gli indizi, usando il meccanismo spionistico per offrirci uno specchio piuttosto veritiero e per niente lusinghiero di quello che si può fare «in nome della legalità» mentre aiuta a far luce su quello che può nascondersi dietro la faccia elegante e rispettabile dell’Occidente. Certo, alla fine qualche passaggio logico meritava di essere approfondito, ma la spia di Seymour Hoffman è di quelle che non si dimenticano, specie di fronte al colpo di scena finale. © RIPRODUZIONE RISERVATA 44 Martedì 28 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 28 Ottobre 2014 SPETTACOLI La fiction su Rai1 Torino: Capodanno del 1967. La prima serie di «Questo nostro amore» si chiudeva con i protagonisti Anna e Vittorio che festeggiano felici, innamorati e fiduciosi. Anna Valle e Neri Marcorè (foto) tornano, dopo il successo della prima stagione, a vestire i panni di una coppia non ancora «regolare», anche se molto più tollerata (la legge sul divorzio sarà approvata dal Parlamento il primo dicembre del 1970), nel sequel che vede aggiungere al suo titolo iniziale semplicemente l’anno, «Questo nostro amore 70». La nuova serie in sei puntate, sempre con la regia di Luca Ribuoli, va in onda su Rai1, il martedì in prima serata, da oggi. Ritorna la coppia Marcorè-Valle, un amore anni 70 «Luce per sempre» Anastacia duetta in italiano con Kekko dei Modà Un duetto fra Anastacia e Kekko Silvestre, il leader dei Modà. Lo hanno annunciato ieri i due in occasione del concerto milanese della diva. Si chiama «Luce per sempre» e rilegge in italiano «Lifeline», brano dell’ultimo album, quello che ha segnato il ritorno dopo il secondo tumore, sconfitto, di Anastacia. «Poter esprimere in italiano il vero significato di questa canzone le dà una dinamica nuova», dice lei. Rilancia lui: «All’inizio mi sono trovato in difficoltà perché il brano racconta di un momento molto delicato della vita di Anastacia». Con Orsini e Germano il teatro riscopre la radio Il caso alla Scala Ballerina licenziata per le accuse sull’anoressia I giudici: va riassunta Su Radio3 un mese di spettacoli tra dirette e speciali Da sabato ● «Tutto esaurito!» è il festival teatrale in onda su Radio3 dall’1 al 30 novembre, con dirette e radiodrammi ● Gli spettacoli, tra cui «Francamente me ne infischio» di Antonio Latella (foto) potranno essere visti sul sito di Radio3 L e voci dei grandi del teatro — da Umberto Orsini a Luca De Filippo, da Elio Germano a Laura Marinoni — si ascolteranno per un mese in radio. Dall’1 al 30 novembre torna «Tutto esaurito!», l’iniziativa di Radio3 a cura di Antonio Audino e Laura Palmieri. In calendario sette serate in diretta da via Asiago, a Roma, registrazioni realizzate ad hoc, recuperi dal nutrito archivio radiofonico e radiodrammi inediti o tratti dalle passate stagioni. Con un’importante novità: le serate dal vivo saranno visibili in diretta sul sito di Radio3, ma ogni iniziativa del festival potrà essere rivista su radio3.rai.it, nell’area dedicata ai contenuti multimediali. Il cartellone offre, tra le molte, anche due serate speciali. La prima, dedicata a Eduardo De Filippo (11 novembre) nel trentennio dalla scomparsa, curata dal figlio Luca; la seconda con Umberto Orsini (24 novembre) e il suo A proposito… dei Kara- mazov, in cui, spiega l’attore «oltre alla Leggenda del Grande Inquisitore, riscrittura scenica intorno a Dostoevskij con cui sono in tournée, ci sarà spazio per estratti da un altro mio spettacolo, La ballata del carcere di Reading, e per la poesia, tra cui “La tovaglia” di Pascoli, bella e poco conosciuta». In calendario anche opere «ripescate» dagli archivi Rai; un ciclo di radiodrammi che comprende tre nuovi lavori: Esodo (9 novembre) di Gaetano Colella, racconto su chi vive e lavora all’ombra dell’Ilva di Taranto; I quattro moschettieri in America dei Sacchi di Sabbia (29 novembre); Sulla scala di servizio (27 novembre) di Alberto Gozzi, ispirato a un testo di Witold Gombrowicz; e due «chicche», Brother and sister (22 novembre) di Simona Vinci, regia di Marco Risi, con Elio Germano (2002); e Dhulan, la sposa di Melania Mazzucco per la regia di Wilma Abate. «Mentre molti spazi teatrali vivono MILANO Potrà tornare a danzare Carismatico Umberto Orsini (80) e Leonardo Capuano in «La leggenda del Grande Inquisitore», uno degli spettacoli inseriti nella rassegna radiofonica «Tutto esaurito!» un periodo difficile — osserva il direttore di Radio3, Marino Sinibaldi — noi rilanciamo un’offerta abbondante e di qualità. Premiati da un successo di pubblico in crescita: se si calcolano le diverse piattaforme, l’anno scorso il mese del teatro ha attirato un migliaio di podcast al giorno». Per la prima volta a «Tutto esaurito!» è stato anche inserito un «esperimento» radiofonico: la messa in onda a puntate (dal 13 al 16 novembre) di Francamente me ne infischio, cinque capitoli liberamente ispirati a Via col vento portati in scena da Antonio Latella. «Abbiamo messo a punto una “regia del suono” — spiega il regista — che ricrea le suggestioni, le atmosfere da sogno che attraversano lo spettacolo. Può sembrare un paradosso, ma un allestimento teatrale ripensato per l’ascolto radiofonico può regalare emozioni extra, perché ci si lascia avvolgere dal suono delle parole. È un ascolto più profondo, intimo, non distratto dall’esteriorità». Laura Zangarini ❞ L’ascolto radiofonico di un testo teatrale dà emozioni extra Latella Mariafrancesca Garritano, in arte Mary Garret, l’étoile della Scala che con il libro La verità, vi prego, sulla danza! (2010) appannò il mito del mondo del balletto raccontandone rinunce e corruzione, soffermandosi sui disturbi alimentari. In un’intervista al quotidiano britannico The Observer Mary dichiarò che nel mondo della danza, e dunque anche alla Scala, soffre di anoressia una ballerina su cinque. Immediata fu la reazione del teatro: licenziata per lesione dell’immagine. Un atto subito impugnato davanti al Tribunale di Milano che le diede però torto. Ieri, invece, la sezione lavoro della Corte d’appello ha accolto il ricorso, annullato la sentenza di primo grado e disposto il reintegro alla Scala. Una vittoria che, assicura la 35enne, non la distrarrà dalla sua lotta contro l’anoressia: ha fondato Danza in Salute, per insegnare che si può stare sulle punte senza mortificare il corpo e l’anima. © RIPRODUZIONE RISERVATA NUOVO QUATTRORUOTE , L EVOLUZIONE DELLA SPECIE IN EDICOLA TANTE NOVITA’ PER LA PASSIONE DI SEMPRE. A SOLO 2 € IN PIÙ Dal ‘56 Quattroruote nutre la nostra passione per l’automobile. Oggi Quattroruote cambia e diventa ancora più inimitabile. Continua a scoprire, nel numero di Novembre, tutte le novità: la nuova grafica, le Prove e i test ancora più completi, i Listini di nuovo e usato rinnovati. E con solo 2€ in più non perdere il Dossier Fuoristrada&Suv o, in alternativa, la guida turistica invernale con le classifiche degli utenti TripAdvisor. QUATTRORUOTE.IT/DIGITALEDITION Quattroruote + La Guida Neve Italia 2014 € 7,00 – Quattroruote + Dossier Fuoristrada & Suv € 7,00 – solo Quattroruote € 5,00 45 46 Martedì 28 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 28 Ottobre 2014 SPETTACOLI 47 Le iniziative del Corriere Dalla penna di Agatha Christie le avventure del più famoso investigatore di sempre In edicola la collezione di dvd sulla serie che ha riportato in tv il giallo d’autore Deduzione, metodo e psicologia: un modello d’indagine che è diventato inconfondibile P assare 25 anni con qualcuno è, nel bene o nel male, un’esperienza indelebile. Ma indossare per 25 anni i panni di un altro, calarsi nella sua anima, assumerne tic, gusti, modi di dire, è impresa quanto mai pericolosa. Di più se si tratta non di una persona ma di un personaggio. A correre il rischio con intrepida curiosità ed enorme perizia professionale ci ha provato David Suchet. Un quarto di secolo vissuto come Hercule Poirot, il più celebre degli investigatori di carta, nato nel 1920 dalla penna «gialla» di Agatha Christie, morto nel 1975 trafitto dalla stessa penna, stanca di quel «pesante fardello». Dedicata al personaggio Poirot è la collezione di 10 dvd che il Corriere della Sera offre da oggi ai suoi lettori al prezzo di 9,99 euro più il costo del quotidiano. Per Suchet il primo incontro con Poirot risale al 1989 con Il mistero della cuoca scomparsa. L’ultimo, Sipario, è dell’anno scorso. Nel mezzo avventure di ogni tipo, scenari esotici, treni di lusso, castelli inglesi, sempre con grande sfoggio di cadaveri e di elegante suspense. Via via esplorando ogni piega di quei baffetti impomatati, ironici, impertinenti, severi. E in parallelo anche le pieghe segrete di quella mente affollata di «celluline grigie», pronte all’occorrenza a girare a prodigiosa velocità. E così, telefilm dopo telefilm il nostro eroe immaginario e il suo alter ego in carne e ossa sono diventati una sola creatura. «Per me Hercule non è un personaggio di fantasia ma una persona reale», ha ammesso Suchet. Confessione che di certo avrà fatto fremere di piacere i baffetti del vanitoso e infallibile detective belga. Che, da uomo colto, conosce di certo i meccanismi della maschera e sa bene come il personaggio — Pirandello docet —, possa talora scavalcare il suo interprete, prendendone possesso. «Quello che mi affascinava — spiega Suchet — era riuscire a spingermi oltre l’apparenza. Quell’ometto buffo nasconde un uomo molto serio, nevrotico, ossessionato in modo quasi maniacale dal controllo, dalla simmetria, dalla ritualità. La sfida era raggiungere quella parte oscura. Non mi sono mai chiesto come impersonarlo. Poirot era lì, mi fissava dalla pagina». Con pazienza e puntigliosità degne dell’originale, David ha iniziato dall’«involucro», necessario per racchiu- Detective infallibile David Suchet (68 anni) nel panni di Hercule Poirot, l’investigatore creato da Agatha Christie «UNA VITA DA POIROT» SUCHET IN QUEL RUOLO PER 25 ANNI: È STATO IL MIO MIGLIORE AMICO GRAZIE A LUI COLGO CIÒ CHE SFUGGE Misteriosa La scrittrice Agatha Christie (1890 – 1976) dere il mistero Poirot. «Aver la testa a uovo come la sua mi ha favorito. Come lui non sono alto e sono un po’ in carne. Hercule si tinge i capelli, così ho fatto anch’io. Con la differenza che io lo confesso e lui no. Poi i mustacchi, modificati nel corso del tempo in una trentina di fogge diverse. Infine l’andatura. Forse il tratto più difficile da inventare. Mi è venuto in aiuto Laurence Olivier. Per entrare nel personaggio di un gagà aveva escogitato uno strano espediente. Mettersi una monetina tra le chiappe e camminare senza farla cadere. Una serie di piccoli passi ravvicinati, ondeggianti. Poirot camminava così». Capitolo a parte, la voce. Tre mesi per trovare il giusto tono. Come uno chef del suono, Suchet ha mescolato con perizia l’accento francese e quello belga a un inglese da perenne straniero. «La mia voce naturale è di petto, mentre quella di Poirot è di testa. Lui è un cervello che cammina e quindi parla in modo sottile e penetrante. Una voce gentile, con punte di L’omino démodé che giudica tutti sospettabili Il personaggio antieroe è nato in contrapposizione alla vittoriana Miss Marple O ggi si direbbe che Hercule Poirot, detective di 33 romanzi di Agatha Christie dal 20 al 75 (Curtain sipario, l’ultima volta), era il contrario del garantista: per lui sono tutti colpevoli, tutti sospetti (non solo il maggiordomo) finché non si trova il bandolo della matassa: la giustizia al primo posto. Amante della simmetria tanto da infastidirsi che le galline facessero uova di dimensioni diverse, il lucido investigatore di taglia forte fu l’invenzione di Agatha Christie contrapposta alla vittoriana miss Marple: omino démodé, buffo, immigrato durante la guerra (lascia la polizia belga nel 1916), mezzo francese e mezzo inglese, più ridicolo che bello, col baffo impomatato e il capello bianco fresco di lozione, è uno di quei parenti che alle feste fanno tappezzeria. Sadicamente battezzato Hercule per l’ironia degli opposti, Poirot non fu investigatore dall’impermeabile casual e dalla vita al neon come Marlowe o Sam Spade del cinema, Nero 10 I dvd offerti con il Corriere Wolfe o Sheridan in tv, abituati al decalogo del peccato, ma uomo quasi irreprensibile. Non bello, piccolo, il nostro «non eroe» fu campione di equità, buona educazione, massimo fan del rapporto causa e effetto, empirico frutto della filosofia inglese. Emigrato a Styles, nell’Essex, iniziò a indagare nel 1920 sulla morte della proprietaria di un antico maniero (Poirot a Styles Court) per poi arrivare a far luce sulla tragica fine di Anita Ekberg (Poirot e il caso Amanda) e sugli assassinii dell’Orient Express e sul Nilo, con fastidio per il caldo e la sabbia, lui abituato a giacca nera, pantalone rigato e farfallino. Poirot nei colori del genere, è il rappresentante del giallo e, snobismo, ma capace di farsi di colpo dura e tagliente, a sottolineare la sua indignazione morale, la sua netta disapprovazione di ogni crimine». Un lavoro di ricostruzione ripercorso anche dai doppiatori italiani della serie, Ambrogio Colombo ed Eugenio Marinelli, alternatisi nel ruolo di Poirot. Sonorità spezzettate, interrotte, esitanti come i suoi passi, evocate nella colonna sonora firmata da Christopher Gunning. Curata con raffinatezza al pari della sigla grafica e di ogni altro particolare: dai mobili déco ai vasi Lalique, dalle statuine di danzatrici in bronzo alla tazza Meissen da cui Hercule sorseggia la sua tisana… «Per Poirot il dettaglio è tutto. Mi ha insegnato a osservare e ascoltare quello di solito sfugge. Devo a lui se ora riesco a guardare il mondo con più attenzione di prima». Prendere congedo da Hercule non è stato facile. «Sul set dell’ultimo episodio la commozione era forte. Quell’ometto è stato il mio migliore amico. Con lui se ne andava una parte di me. Dirgli addio è stato un dolore profondo». Giuseppina Manin © RIPRODUZIONE RISERVATA al contrario di Hitchcock che teneva il pubblico informato, era geloso delle sue deduzioni che teneva per sé, lasciando allo spettatore il piacere di risolvere l’enigma del «whodunit», chi l’ha fatto. Una sua parodia è Perrier (James Coco) nell’irresistibile Invito a cena con delitto dove Truman Capote recita Neil Simon, un magnifico ossimoro. Oggi il free lance Poirot, il cui intuito vince su quello sindacale della polizia, è un tipo d’archivio, ma la forza della ragione è eternamente valida anche se fuori moda: in fondo la sua principale attività era star da solo, seduto a pensare. Maurizio Porro © RIPRODUZIONE RISERVATA Le uscite ● Oggi «Le avventure della cuoca di Clapham» «Delitto nei Mews» ● 4 novembre «La torta di more» «A mezzogiorno in punto» ● 11 novembre «L’appartamento al terzo piano» «Triangolo a Rodi» ● 18 novembre «Un problema in alto mare» «Il furto incredibile» ● 25 novembre «Il re di fiori» «Il sogno» ● 2 dicembre «Il pericolo senza nome» «La dama velata» ● 9 dicembre «La miniera perduta» «Accadde in Cornovaglia» ● 16 dicembre «La sparizione del signor Davenheim» «Doppia colpa» ● 23 dicembre «L’appartamento a buon mercato» «Il rapimento del Primo Ministro» ● 30 dicembre «Il caso della stella d’Occidente» «Poirot a Styles Court» 48 Martedì 28 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 28 Ottobre 2014 49 ● Risponde Sergio Romano LA «SVOLTA DI SALERNO» UN PIANO NATO A MOSCA Matteo Renzi ha ragione quando dice che i club del calcio devono pagare i costi della sicurezza. Ora le chiedo: i carabinieri che per giorni stazionavano davanti alla Leopolda li paghiamo noi o li paga Renzi? Luca Logi llogi@dada.it Lo Stato non può ignorare il problema della sicurezza trattando un convegno politico, soprattutto se il leader del partito è anche presidente del Consiglio, alla stregua di un avvenimento privato. Incoraggerebbe i partiti a dotarsi di un proprio servizio di sicurezza. PROBLEMI DEL PAESE Tutti al lavoro Finita la sbornia del «tutti in piazza» e del «tutti alla Leopolda», io direi: «tutti al lavoro». I problemi sul tappeto, ancora irrisolti, sono i soliti: disoccupazione, burocrazia, evasione fiscale, corruzione, costi della politica, spese fuori controllo, sperperi intollerabili. Ce n’è per tutti! Pierfrancesco Camilleri Padova MAGGIORANZA Decisioni da rispettare Le lettere firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579 @ Vuole spiegare ai lettori la cosiddetta «svolta di Salerno», da lei citata in una risposta? Raffaello Sacchi Fino Mornasco (Co) Caro Sacchi, «S lettere@corriere.it www.corriere.it sromano@rcs.it La tua opinione su sonar.corriere.it «Il posto fisso non c’è più, il mondo è cambiato: e lo Stato deve prendersi cura di chi perde il lavoro». Renzi ha ragione? SUL WEB Risposte alle 19 di ieri Sì Quando in qualsiasi organizzazione, partito, associazione, cda, eccetera, la stragrande maggioranza — dopo una doverosa e seria discussione — prende una decisione ci sono soltanto due strade: o ci si adegua o ci si dimette. Non è giusto restare in Parlamento magari per combattere una battaglia personale contro il premier: bisogna, innanzitutto, rispettare le regole della democrazia. Franco Sarto Arese (Mi) di Paolo Di Stefano Le risorse dei librai al tempo di Amazon LETTERE AL CORRIERE CONVEGNI POLITICI Spese per la sicurezza ● Il piccolo fratello 55% 45% No La domanda di oggi Università del Salento: più punti a chi ha avuto cattedre in atenei italiani che non a chi ha insegnato a Yale. Giusto? volta di Salerno» è l’espressione con cui viene generalmente definita la scelta politica compiuta da Palmiro Togliatti dopo il suo ritorno in Italia dall’Unione Sovietica nel marzo 1944. Sbarcato a Napoli il 27, mentre il Vesuvio, risvegliatosi nei mesi precedenti, aveva da poco smesso di vomitare polvere e lapilli, il leader comunista annunciò che il suo partito era disposto ad accantonare per il momento la questione monarchica e a partecipare, con altre forze politiche antifasciste, a un governo presieduto dal maresciallo Badoglio. Grazie alla mediazione di Enrico De Nicola, fu trovato un compromesso. Vittorio Emanuele III avrebbe trasferito i suoi poteri al figlio, Umberto sarebbe diventato Luogotenente del Regno e la questione costituzionale (monarchia o repubblica) sarebbe stata risolta con un referendum dopo la fine del conflitto. Il nuovo governo Badoglio fu costituito il 22 aprile e Togliatti divenne vicepresidente del Consiglio. La «svolta», da quel momento, divenne la prova del patriottico realismo di Togliatti e della sua capacità di agire nell’interesse dell’Italia senza attendere istruzioni da Mosca. Fu il piedistallo su cui il Pci costruì l’immagine del leader autorevole e indipendente, capace di realizzare un comunismo italiano. Le cose, in realtà, erano andate diversamen- te. Per governare l’Italia dopo la conquista del Sud, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna crearono una Commissione alleata di controllo, ma confinarono l’Urss e altri alleati minori in una commissione consultiva priva di qualsiasi potere. L’uomo che amministrava la politica estera accanto a Badoglio (un diplomatico, Renato Prunas) capì che la decisione angloamericana regalava all’Italia una carta da giocare. Ebbe colloqui con il rappresentante sovietico (era Andrej Vyšinskij, pubblico inquisitore nei grandi processi staliniani degli anni Trenta) e propose la ripresa dei rapporti diplomatici. Quando venne in discussione il problema Togliatti, di cui i sovietici avevano già chiesto il ritorno in patria, Prunas non sollevò obiezioni e auspicò che i comunisti avessero con il governo Badoglio un rapporto più costruttivo. Non è tutto. Mentre facevano ricerche negli archivi sovietici, due studiosi, Viktor Zaslavsky e Elena Aga Rossi, hanno trovato documenti da cui risulta che Togliatti ebbe una lunga conversazione con Stalin al Cremlino, nella notte del 4 marzo 1944, alla presenza di Molotov, e ricevette istruzioni sulla politica che avrebbe dovuto perseguire dopo il ritorno in patria. Sino a quel momento, il leader comunista italiano era stato contrario a qualsiasi forma di collaborazione con la monarchia e con Badoglio. Nel loro libro (Togliatti e Stalin. Il Pci e la politica estera staliniana negli archivi di Mosca Il Mulino, 1997) Zaslavsky e Aga Rossi sostengono che la partecipazione di Togliatti al governo Badoglio è soltanto uno dei numerosi casi in cui il Pci si è adeguato alle direttive della politica estera sovietica. © RIPRODUZIONE RISERVATA CONTROLLI Montepaschi e Carige VERIFICHE Lauree albanesi La verifica della Bce sullo stato dei nostri istituti di credito ha confermato la difficile situazione in cui versano due banche italiane, Monte dei Paschi e Carige, che non hanno superato gli stress test. Non è da chiedersi dove siano finiti i soldi che hanno provocato buchi miliardari senza che gli organi di controllo se ne accorgessero. mentre i vari presidenti, amministratori, manager e alti funzionari guadagnavano (e guadagnano) cifre milionarie senza prova del merito? Rimo Dal Toso, Padova Il premier albanese ha proposto la revoca della licenza per 17 università private. Gli istituti sono accusati di assegnare la laurea a prescindere da un percorso di studi, ma solo dietro pagamento. È evidente che se c’è chi vende un titolo di studio è perché c’è chi lo compra: che verifiche sono state fatte dagli Stati che hanno avuto laureati all’estero, per accertarsi che quei titoli non fossero fittizi? Ad esempio, ci sono politici che si sono laureati anche in facoltà riconosciute come difficoltose, mentre magari ricoprivano pure importanti e impegnativi incarichi. Roberto Colombo, Milano TAGLI DELLE REGIONI I privilegi restano Gli amministratori regionali affermano che, a seguito della riduzione dei fondi statali, le Regioni saranno costrette a ridurre i servizi essenziali. Però non se n’è sentito uno affermare che saranno costretti a ridurre anche le prebende e i privilegi di cui godono consiglieri e assessori regionali. Che siano variabili indipendenti? Giancarlo Mutta Campiglia dei Berci (Vi) I l sito liberos.it, una comunità di lettori sardi, lancia una sfida. Siete un lettore in cerca di un romanzo di cui non ricordate il titolo; per trovarlo andate su un motore di ricerca e digitate la frase «storia di una donna pazza d’amore che alla fine si butta sotto un treno». Un vero libraio ve lo sa dire, sostiene liberos, un motore di ricerca no. Provare per credere. Ho provato, e Google non risponde. Ma basta aggiungere la parola «romanzo» e come per miracolo comparirà il titolo che cercate: Anna Karenina. Troppo facile. Anche su queste basi (ingenue), liberos.it aderisce, con altre librerie, alla campagna #altrocheamazon avviata dalla Libreria dell’Arco di Reggio Emilia. Ottima iniziativa: l’hashtag servirà a segnalare su Facebook e su Twitter le vere differenze tra libreria fisica e libreria online. Nello stesso sito, c’è un intervento del libraio Pete Mulvihill, proprietario della Green Apple Books di San Francisco, premiata dalla rivista Publishers Weekly come libreria dell’anno. Mentre le altre rischiano di naufragare, la Green Apple è cresciuta al punto da aprire una nuova filiale nella stessa città. Com’è stato possibile sopravvivere? Mulvihill risponde: non sopravviviamo, prosperiamo… Già, ma come? Relazioni umane, consigli, eventi, qualità, competenza, disponibilità, partecipazione. È un po’ la traccia che seguono anche le altre librerie indipendenti che aderiscono a #altrocheamazon. Inutile inseguire la totalità indiscriminata e anonima di Amazon. Bisogna essere selettivi, far emergere le decine di piccoli editori e i tanti bellissimi titoli invisibili in Rete e nelle catene, conoscere i clienti, sollecitarli, creare gruppi di lettura, offrire spazi per i bambini e i genitori, invitare gli autori, collaborare con le scuole, imparare dai festival, decuplicare il lavoro e la fantasia. Del resto, se il Salone del Libro di Torino ogni anno aumenta gli incassi dei titoli venduti, è perché mostra ciò che di solito nelle grandi librerie rimane sommerso, rendendolo palpabile e acquistabile: i libri che si pubblicano non sono troppi, sono troppi quelli che non riescono a far breccia tra le muraglie dei bestseller. Il libro è un bene comune indispensabile alla qualità della conoscenza critica e della cittadinanza. Il ministro Dario Franceschini ha fatto bene a emanare una direttiva per la tutela delle librerie storiche. Adesso bisogna che il governo riprenda in mano un provvedimento troppe volte annunciato e altrettante volte abbandonato: lo sgravio fiscale sull’acquisto dei libri. © RIPRODUZIONE RISERVATA INTERVENTI E REPLICHE Mare Nostrum e il flusso dei migranti La possibile chiusura dell’operazione Mare Nostrum non impedirà che il flusso di persone disperate arrivi sulle nostre coste. Semplicemente, non vedremo o sapremo troppo tardi di altri naufragi come quello al largo di Lampedusa del 3 ottobre 2013. Dopo le celebrazioni, l’amnesia. Le operazioni di soccorso svolte dalla nostra Marina militare in questi mesi, che hanno portato a salvare almeno 90.000 vite, avevano reso gli italiani consapevoli che il respingimento significa enormi rischi per donne, bambini, uomini che cercano una vita migliore e che si poteva essere fieri di aver risposto a un’emergenza globale con un senso di responsabilità © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI FONDATO NEL 1876 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger CONDIRETTORE AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli CONSIGLIERI Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri Nidasio nazionale. Quasi il 60% degli italiani approva questa scelta. D’altronde, è chiaro che solo una strumentalizzazione politica può far credere che Mare Nostrum «aiuti» gli sbarchi. Il numero dei migranti era aumentato ben prima. Infatti, non possiamo nasconderci che i flussi in arrivo sono misti, composti in buona parte da gente che ha diritto all’asilo, proveniente da Siria, Eritrea, Sudan, attraverso la martoriata e frantumata Libia. I flussi diminuiranno inevitabilmente con l’inverno e le cattive condizioni del mare: qualcuno oserà dire che è stato a causa della fine delle operazioni? Ho visitato recentemente la nave San Giusto, impegnata negli eventi Sar (Search and Rescue) e ho potuto constatare la Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli privacy.corsera@rcs.it - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. DIREZIONE, REDAZIONE E TIPOGRAFIA 20121 Milano - Via Solferino, 28 Tel. 02-62821 DISTRIBUZIONE m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02-2582.1 - Fax 02-2582.5306 PUBBLICITÀ RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Tel. 02-25846543 - www.rcspubblicita.it professionalità e l’umanità della nostra Marina. D’altronde, la docu-fiction Rai-Corriere della Sera «La scelta di Catia» lo documenta. Nel semestre di presidenza italiana del Consiglio Ue abbiamo ancora possibilità di trattare con gli altri Paesi una politica di collaborazione nel Mediterraneo. La revisione del Trattato Dublino III, che impone di chiedere l’asilo nella prima terra di approdo, va condotta alla luce dei profondi cambiamenti geopolitici in atto. Intanto, lasciamo ad altri la responsabilità storica di avere omesso il soccorso di persone che hanno diritto a fuggire e cercare la salvezza per mare. Milena Santerini Deputata e docente universitaria EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • RCS Produzioni Padova S.p.A. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) - Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. Centro stampa 09034 Elmas (Ca) - Via Omodeo, 5 - Tel. 070-60.131 • BEA printing sprl 16 rue du Bosquet - 1400 Nivelles - Belgium • Speedimpex USA, Inc. 38-38 9th Street Long Island City - NY 11101 - USA • CTC Coslada Avenida de Alemania, 12 - 28820 Coslada (Madrid) - Spagna • La Nación Bouchard 557 - 1106 Buenos Aires - Argentina • Miller Distributor Limited Miller House, Airport Way, Tarxien Road – Luqa LQA 1814 Malta • Hellenic Distribution Agency (CY) Ltd 208 Ioanni Kranidioti Avenue, Latsia 1300 Nicosia - Cyprus • FPS Fernost Presse Service Co. 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Viaggio nel tempo” € 8,80; con “I capolavori dell’Arte” € 7,80; con “Ufo Robot” € 11,89; con “James Bond collection” € 11,89; con “Scrivi Vecchioni, scrivi canzoni” € 11,89 Martedì 28 Ottobre 2014 Corriere della Sera 50 Sport Nazionale Italia-Albania, in programma martedì 18 novembre, due giorni dopo la cruciale partita con la Croazia, si giocherà a Genova. L’incasso dell’amichevole, che in un primo tempo si doveva giocare a Parma, sarà devoluto alla città di Genova per la ricostruzione dopo le recenti alluvioni. Intanto, per presentare la partita con la Croazia, decisiva per le sorti del girone europeo, mercoledì 5 novembre il presidente federale Tavecchio e il c.t. Antonio Conte (foto) saranno a Palazzo Marino. Appuntamento alle 14,30. Parteciperanno anche il sindaco di Milano Pisapia e l’assessore allo sport Chiara Bisconti. Scelta confermata Italia-Albania si gioca a Genova © RIPRODUZIONE RISERVATA Il fronte del no Il Coni ufficializzerà il taglio del 40 per cento al finanziamento (20 milioni) Curiosità: chi guadagna di più è il nuoto di Barelli, nemico di Malagò. La svolta di Petrucci Il giro di soldi nel 2014 411 milioni I soldi che lo Stato ha destinato allo sport Il Coni è presente in 102 Province e 19 Regioni, riconosce 45 Federazioni Sportive Nazionali 150.462.684 euro Cifra complessiva destinata dal Coni alle federazioni per la parte sportiva (escluse le spese per i dipendenti) così divisi: 62.541.720 (41%) Federcalcio Federatletica 5.125.000 Federnuoto 4.720.000 Scherma 3.800.000 Ginnastica 3.500.000 Pallavolo 3.000.000 3.000.000 19 Discipline Associate 14 Enti di Promozione Sportiva Nazionali e 1 territoriale Basket Canottaggio 3.000.000 20 Associazioni Benemerite Pugilato 2.600.000 Rugby 2.200.000 (spese per attività giovanile, giustizia sportiva, arbitri, niente alla Serie A 700.00 partite all’anno, costo degli arbitri 42 milioni, 32 dei quali destinati a Dilettanti e Settori giovanili) nel 2015 I tesserati agonisti dello sport Dato utilizzato per la distribuzione dei soldi 398,1 milioni Bocce 60.000 (3,3%) I soldi che lo Stato destinerà allo sport derivanti da: 405.658.000 euro La cifra pubblica a disposizione del Coni tolti 7.500.000 euro (intangibili, prelievo erariale unico) Ginnastica 70.000 (3,8%) Nuoto 74.000 (4,1%) Calcio 460.000 (25,5%) Vela 83.000 (4,6%) ❞ Uva (Figc) Il calcio italiano ha finanziato le medaglie olimpiche. Le squadre di serie A versano nel sistema circa 1 miliardo di euro all’anno Buonfiglio (canoa) Calcio in allarme? Stia tranquillo, è lo sport con più visibilità ma deve rientrare nella famiglia dello sport, non può pensare di starne fuori Lotito (consigliere Figc) Il taglio dei contributi è fuori luogo, perché non è compatibile con una sana gestione. L’entità del taglio è fuori da ogni strategia razionale Scarso (Scherma) Sul fatto che il calcio abbia trainato lo sport italiano non sono d’accordo. Il calcio ha fatto i suoi interessi, com’è giusto che sia Inghilterra 8.800.000 Portogallo 3.000.000 Francia Delle 45 Federazioni del Coni, 5 restano fuori dalla redistribuzione 2.800.000 Comitato Paralimpico medici sportivi cronometristi Aci Areo Club Basket 171.000 (9,5%) Tennis 88.000 (4,8%) La Federcalcio verrà decurtata del 40% circa Volley 168.000 (9,3%) Atletica 106.000 (5,8%) Spagna Fonte: Coni Malagò (Coni) Il calcio fa bene ad essere preoccupato, i numeri sono chiari. Ma credo che abbia sottovalutato il problema, chiaro fin dal mio insediamento Contributi statali al calcio in Europa (all’anno) 0 Germania 0 Corriere della Sera Calcio, il giorno del castigo MILANO I giochi sono fatti. Oggi Giovanni Malagò mette la parola fine alla storia iniziata nei giorni di avvicinamento all’elezione al vertice del Coni (19 febbraio 2013), quando era riuscito a ribaltare il pronostico che vedeva favorito Pagnozzi, promettendo meno contributi al calcio e più soldi alle altre federazioni, nel quadro di una rivisitazione dello sport italiano non più calcio-centrico. L’allora presidente della Figc, Giancarlo Abete, aveva pubblicamente spiegato che avrebbe votato per Pagnozzi e da lì è nato un contenzioso ideologico fra i due dirigenti, che non si è ancora esaurito, visto che Abete, dopo aver lasciato sua sponte la Figc, è rimasto in Giunta Coni, nel pieno rispetto delle norme. Oggi, tra Consiglio nazionale (ieri se ne è celebrato uno informale, chiuso in tarda serata) e Giunta (sarà presente anche Tavecchio, come ospite), verrà ufficializzato il taglio del 40% di quanto è stato corrisposto alla Figc nel 2014. In base ai nuovi parametri, sui quali ha lavorato la commissione presieduta dal presidente della Federazione canoa, Luciano Buonfiglio, i 62.541.720 di quest’anno si riducono a 37.525.032 euro per l’anno prossimo, con un decremento di 25.916.688 euro. La decurtazione sarà in parte corretta da cinque milioni che il calcio deve avere da conti in sospeso e resta da verificare se verrà data alla Figc anche una parte del «tesoretto» (il portafoglio a disposizione della Giunta Coni, gestito direttamente da Malagò), che sarà di 14.394.000 euro. Nel 2015, dei 405.658.000 milioni saranno destinati alla parte sportiva 129.260.000 euro. Ieri, a «Destinazione Rio» c’era grande euforia da parte dei presidenti del fronte «nocalcio», guidati dal n. 1 della Federatletica, Alfio Giomi (avrà 800.000 euro in più): «Non so di che cosa ci si stupisca, ci sono le regole e le regole valgono per tutti». Il presidente del Coni ha spiegato: «Il calcio fa bene ad essere preoccupato, per- I lavori ● Sono 45 le federazioni sportive italiane, ieri presenti con i propri delegati al Consiglio informale, che beneficiano dei contributi del Coni ● La seduta di ieri ha anticipato il Consiglio e la Giunta di oggi in cui saranno ufficializzate le cifre dei vari contributi e approvato il budget 2015 del Comitato olimpico nazionale ché ci sono i numeri che sono assolutamente chiari. Al tempo stesso esistono i presupposti per il calcio per dimostrare che si può fare in futuro qualcosa di più e di diverso. Questo argomento non è nato nell’ultimo fine settimana, ma è un discorso partito poco dopo il mio insediamento e che per un anno era alla portata di tutti, molto chiaro e evidente. Da questo punto di vista c’è stata un po’ di sottovalutazione». Il riferimento è ad Abete che, visto il clima di generale ostilità nei confronti del calcio, aveva deciso di non entrare nella commissione Bonfiglio, riservandosi osservazioni e critiche durante i lavori di Giunta. Il «taglio» al calcio ha creato situazioni curiose. Gianni Petrucci, che, insieme con Abete è stato uno dei grandi elettori di Pagnozzi, è fra i più accesi sostenitori di Malagò in questa azione anti-calcio, come il presidente della Federciclismo, Di Rocco, che dopo aver votato Pa- Numero 1 Carlo Tavecchio, 71 anni, presidente della Federazione calcistica dall’11 agosto di quest’anno (Ansa) A 648 giorni dai Giochi L’Italia pensa già alle medaglie di Rio 2016 ROMA A 648 giorni da Rio 2016, alla Casa delle Armi del Foro Italico è andata in scena la presentazione della preparazione olimpica. Il presidente del Coni Malagò ha illustrato iniziative, propositi e sinergie da mettere in campo per dare centralità ai protagonisti dello sport azzurro. «Oggi vincere una medaglia è più difficile che quattro o otto anni fa, ma non deve essere un alibi: io sono ottimista», ha detto il numero uno dello sport italiano che ha anche annunciato la nascita della categoria «Promesse Olimpiche» (giovani interessanti per il futuro). a. arz. © RIPRODUZIONE RISERVATA gnozzi, ora festeggia la novità. Chi guadagna di più dai tagli al calcio è la Federnuoto, con il presidente Barelli, il grande nemico di Malagò, che riceverà un milione di euro in più. Il neo d.g. della Federcalcio, Michele Uva, che con analogo ruolo alla Coni Servizi aveva preteso il versamento dei cinque milioni della mutualità in base alla legge Melandri sui diritti tv, ieri ha difeso il pallone: «Il calcio italiano ha finanziato le medaglie olimpiche. Le squadre di A versano nel sistema circa un miliardo di euro all’anno fra tasse, Iva, Irpef e altre contribuzioni fiscali». L’intervento di ieri nel Consiglio informale da parte del vice-presidente vicario della Figc, Maurizio Beretta, non ha aiutato il pallone a recuperare consensi. Anzi. Resta il fatto che i dirigenti del calcio contestano la scelta del Coni per i tempi (a stagione iniziata, con impegni già presi e non entro il 30 giugno); i modi, quasi brutali nella forma; il merito, con un aumento della conflittualità che già esiste tra Figc e altri sport, non sempre virtuosi. E la sostanza, perché il taglio dei finanziamenti va ad intaccare i settori giovanili, l’area dilettanti, gli organi di giustizia, l’antidoping, gli arbitri. È vero che i fischietti costano circa 36 milioni, ma siccome in un anno si giocano 700.000 partite la media è di 55 euro a gara, con rimborsi chilometrici quasi irrisori. C’è chi ha riproposto la vecchia storia degli arbitri di A e B pagati dalle Leghe, ma questo è il sistema che ha prodotto Calciopoli, perché quando le società garantiscono il professionismo arbitrale, tutto può accadere. Malagò. davanti a 40 persone, ha contestato la tesi che i contributi non vadano all’area pro, spiegando che in base a vecchie convenzioni interne, parte dei contributi vengono destinati alle società (per azioni) di serie B e di Lega Pro. Si annunciano giorni tumultuosi dentro e fuori la Figc. Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 28 Ottobre 2014 Calcio Zidane nei guai sospeso per tre mesi «È senza patentino» SPORT Tre mesi di sospensione per Zinedine Zidane, tecnico del Castilla, la seconda squadra del Real Madrid. Lo ha deciso la Federcalcio spagnola perché l’ex campione è sprovvisto del patentino per allenare. Zidane, che rischiava fino a sei mesi di stop, ha sempre sostenuto di aver frequentato il corso necessario in Francia e ora ha dieci giorni di tempo per presentare ricorso contro la decisione. «È allucinante che debba difendermi e spiegare che non ho avuto alcun privilegio speciale — ha spiegato l’ex campione —. Non ho aggirato l’ostacolo e qualcuno ha colto l’occasione per sputarmi addosso». Basket Sassari implacabile stende Brindisi e affianca Milano © RIPRODUZIONE RISERVATA 51 È già una fuga a due, come previsto da molti. Nel posticipo della terza giornata di serie A, Sassari batte Brindisi 87-78 e affianca Milano in vetta alla classifica a punteggio pieno. Decisivo il grande primo quarto dei sardi (28-9) con uno scatenato David Logan (13 punti e 27 alla fine, miglior realizzatore del match). Nel prossimo turno Milano andrà ad Avellino e Sassari a Roma. La classifica: Milano e Sassari 6 punti; Brindisi, Cremona, Varese, Venezia, Reggio Emilia e Roma 4; Avellino, Bologna, Cantù, Pistoia e Trento 2; Capo d’Orlando, Pesaro e Caserta 0. (Bologna 2 punti di penalizzazione). Il Milan non graffia Lezione di tattica Berlusconi-Inzaghi Sereno confronto nell’intervallo domenica sera Scelte ● Inzaghi non crede nel turn over e sta lavorando per dare al Milan una formazione tipo. In molti ruoli le cose sono ormai chiarite, ma restano due ballottaggi ● La stagione era iniziata con un portiere titolare, Diego Lopez, arrivato dal Real. Ma Christian Abbiati, promosso dall’infortunio dello spagnolo, ha rimesso in discussione la gerarchia ● L’altro dualismo riguarda il ruolo di centravanti. Jeremy Ménez e Fernando Torres sembrano destinati a contendersi il posto per l’intera stagione MILANO Il Milan, pareggiando contro la Fiorentina, ha perso l’occasione di conquistare il terzo posto e tenere a distanza le big ancora dietro (Napoli, Inter, Lazio, la stessa viola). Ma già alla fine del primo tempo, quando il risultato era di 1-0 per i rossoneri, la prestazione poco incisiva in attacco aveva smosso il presidente Silvio Berlusconi, che nell’intervallo, è sceso nella pancia di San Siro assieme ad Adriano Galliani per parlare con Pippo Inzaghi. I toni sono stati distesi, niente a che vedere con una strigliata, un semplice dialogo con alcuni appunti. Berlusconi, come altre volte, ha approfittato del fatto che il Milan fosse in vantaggio per ribadire quella che è una sua convinzione ben nota: ovvero, che è meglio giocare con una punta vera, un uomo d’area, nella fattispecie Fernando Torres (non a caso ha sempre rimproverato Balotelli di giocare lontano dalla porta). Il presidente desiderava più peso in attacco per chiudere la partita. Inzaghi ha spiegato l’utilità di Menez e ha preso atto delle indicazioni, che non devono essere state in nessun modo dei diktat visto che Torres è entrato al 35’ del secondo tempo. Dall’inizio dell’anno si parla di un Berlusconi più vicino alla squadra e anche questo intervento dimostra quanto sia vero. Ora toccherà a Inzaghi gestire i desiderata del presidente. Intanto, complice la prestazione sotto tono di Menez, Torres (che alle tv spagnole ha detto: «Non sono qui per passare il tempo, sono qui per lasciare il segno. Ci sono tre partite questa settimana, il mister ha detto che avremmo giocato tutti...») è destinato a partire titolare domani sera a Cagliari. Il Milan, partita dopo partita, sta definendo la propria identità. Molte pedine sono chiare nella testa di Pippo Inzaghi: Alex è il sole della difesa; i terzini non si toccano, perché Abate è in gran forma e De Sciglio de- ve ritrovarla; De Jong è troppo prezioso per poterne fare a meno; Honda ed El Shaarawy hanno cucito addosso il ruolo di esterni. Restano due ballottaggi, uno riguarda il portiere, destinato a sciogliersi presto (vedremo se domani Diego Lopez si riprenderà il posto), l’altro — proprio quello della prima punta — è destinato invece a durare. Per Inzaghi Menez è una prima punta e come tale lo vuole utilizzare; da esterno, invece, non rende altrettanto. Di Neoacquisto Fernando Torres, 30 anni, ex attaccante di Atletico Madrid, Liverpool e Chelsea, veste in rossonero dal 31 agosto scorso, quando è arrivato a Milano in prestito biennale (Ansa) conseguenza ogni maledetta domenica (o mercoledì) dovrà litigarsi la maglia da titolare con Torres. A meno che non cambiare modulo, ma non sembra in programma. Il rischio, però, è o di contraddire Berlusconi o di far giocare poco Menez, uno dei migliori in avvio di stagione. Se la squadra di Inzaghi ha l’Europa come obiettivo, la società guarda a Oriente. L’idea di Barbara Berlusconi è esportare Casa Milan in Cina, Giappone e Dubai. Per lo sbarco in Cina i rossoneri saranno aiutati da Richard Lee, il manager di Hong Kong presente allo stadio, che ieri ha visitato la sede. In sede c’erano anche dirigenti della Lawson, l’ultimo sponsor giapponese. Infine lady B oggi partirà per Dubai: oltre a porre le basi per Casa Milan, incontrerà i vertici di Emirates. L’obiettivo è firmare il rinnovo di sponsorizzazione entro due mesi. Arianna Ravelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Gattuso lascia, poi ci ripensa: «Ma non faccio anche il presidente» I tifosi lo convincono a restare all’Ofi Creta, squadra dove alcuni giocatori guadagnano 1.200 euro al mese «Troppo facile allenare il Milan». Seguendo questa specie di litania interiore Rino Gattuso è andato a cacciarsi in una serie di situazioni l’una più contorta dell’altra. A Sion si è gettato nelle braccia di Christian Costantin, la traduzione elvetica di Maurizio Zamparini, che dopo averlo promosso giocatore-allenatore lo ha esautorato in tempi rapidi. A Palermo (estate 2013) ha abboccato alla corte di Zamparini, l’equivalente nostrano di Dietrofront Rino Gattuso, 36 anni, in Grecia da giugno (LaPresse) Costantin, con il risultato di finire a spasso dopo sei partite di campionato. A Creta, ove si trova tuttora e non certo per sfruttare i bagni di mare fuori stagione, stanno invece mettendo a dura prova la sua proverbiale resistenza. In questo caso al presidente di turno (Ioannis Kourakis) non è mai passato per la testa di esonerarlo. Anzi: ha rischiato lui stesso di essere esonerato dai tifosi dopo che, domenica sera, in coda alla sconfitta con l’Asteras, la notizia delle dimissioni dell’ex mastino rossonero aveva fatto il giro dell’isola in un amen. «Troppo facile allenare il Milan». Però stavolta a Rino il sospetto di avere tirato troppo la corda in questa sua quasi masochistica ricerca dei percorsi di guerra da superare è venuto eccome. L’Ofi, club con la salvezza al posto dello scudetto come ragione sociale, sta infatti vivendo una realtà romanzesca che i numeri posso- MICHEL PLATINI PARLIAMO DI CALCIO CON GÉRARD ERNAULT “Il calcio è un amore che non prevede tradimenti, separazioni, divorzi. È un’eterna passione di baci e di lacrime.” IN LIBRERIA E IN EBOOK no soltanto parzialmente chiarire. A Creta tutto deve infatti quadrare con un milione di euro, salario dello staff tecnico incluso, e ben 12 giocatori della rosa guadagnano 1.200 euro al mese, più o meno la soglia della sopravvivenza. Se poi gli stipendi vengono pagati quando capita, ecco spiegate le dimissioni di Ringhio, stufo di metterci la faccia davanti ai suoi ragazzi. A convincerlo a innestare la retromarcia hanno provveduto un sit in notturno sotto casa e cinque ore di assedio ieri mattina al campo di allenamento: i tifosi non volevano che se ne andasse. Così, «dopo lunghe discussioni con la dirigenza», il Nostro ha infine deciso di ritirare le dimissioni arringando la folla: «Ricominciamo più forti e uniti che mai ma io voglio allenare. Non sono qui per fare il presidente». Alberto Costa © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 28 Ottobre 2014 Corriere della Sera 52 Giorgio e Marina Pierini con grande tristezza sono vicini a Maria e ad Anna nel ricordo del Dott. Vincenzo Maienza caro e prezioso amico. - Milano, 27 ottobre 2014. Alida e Giulio sono vicini ad Anna e alla signora Maria nel ricordo del caro Dott. Vincenzo Maienza - Milano, 28 ottobre 2014. Marco Pasetti con i figli Monica e Luca, ricorda con stima e rimpianto il Dott. Vincenzo Maienza simbolo del vero Notaio di famiglia, e sono vicini alla moglie, signora Maria, e a tutti i famigliari con profondo cordoglio. - Milano, 27 ottobre 2014. Partecipa al lutto: Il Consiglio di Amministrazione di Farmaceutici Dottor Ciccarelli. Pinuccio con Erminia, Francesca, Cristina e Paolo si unisce al dolore di Maria ed Anna per la scomparsa dellindimenticabile Dott. Vincenzo Maienza - Milano, 27 ottobre 2014. Lodovico e Maria Teresa Isolabella partecipano commossi allimmenso dolore di Maria, di Anna e di tutta la famiglia Maienza, per la scomparsa del Notaio Dott. Vincenzo Maienza affettuoso, generoso, amico di sempre. - Milano, 27 ottobre 2014. Daniela Cafiero si stringe in un commosso abbraccio a Maria, Anna, Nicola e a tutta la famiglia ricordando con affetto e gratitudine la nobile figura del notaio Vincenzo Maienza - Milano, 27 ottobre 2014. Pino e Maria Vittoria Branca di Romanico sono vicini a tutti i famigliari nel ricordo del caro amico Giovanni Caproni di Taliedo - Milano, 27 ottobre 2014. Fabrizio e Mara Foresio partecipano commossi al lutto della famiglia per la scomparsa del caro amico Giovanni Caproni - Milano, 27 ottobre 2014. Luigi Vita Samory è vicino con molto affetto alla famiglia per la perdita di Giovanni Caproni - Milano, 27 ottobre 2014. Il Rotary Club di Saronno partecipa al lutto della famiglia Caproni e ricorda con laffetto di sempre il carissimo e validissimo socio Giovanni - Saronno, 27 ottobre 2014. Giovanni Caproni di Taliedo Partecipano al lutto: Achille e Giovanna Colombo Clerici. Il 27 ottobre è mancato allaffetto della famiglia e degli amici l Ammiraglio Francesco Aliverti Lo annunciano con profondo dolore i figli Giovanni con Francesca, Maria Ines, Renata con Sandro, e i nipoti Tommaso e Margherita.- I funerali si svolgeranno il 28 ottobre alle ore 15 a Lovere, nella chiesa di Santa Maria. - Lovere, 27 ottobre 2014. È mancata allaffetto dei suoi cari Marisa Candeo Lombardi dama di Commenda, Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.- Ne danno annuncio il marito Giuseppe, i figli Marco con Irene, Paolo con Francesca e Laura. - Milano, 27 ottobre 2014. Partecipano al lutto: Vincenzo Cesareo. Gli amici dellIsmu. Siamo affettuosamente vicini a Paolo, Marco e a tutta la famiglia per la scomparsa delladorata mamma Maria Luisa Candeo Luca, Federica, Alberto e Riccardo. - Milano, 27 ottobre 2014. Lo studio Lori e Associati, vicino al collega Dottore Paolo Lombardi partecipa con profonda commozione al grande dolore che lo ha colpito per la scomparsa della sua mamma Maria Luisa Candeo - Milano, 27 ottobre 2014. Francesco e Giuliana Bizzarri abbracciano con affetto Antonella e Lavinia in questo triste momento e piangono la scomparsa dellamico Oscar uomo generoso e di straordinaria umanità. - Milano, 27 ottobre 2014. Francesco Caltagirone con Rita, Camillo, Tancredi e Carlotta si stringe ad Antonella e Lavinia per la triste scomparsa del Dott. Oscar Orefici immenso amico di una vita. - Roma, 27 ottobre 2014. Laura, Pigi, Nicolò e Sofia si stringono ad Antonella e Lavinia ricordando con affetto Oscar - Milano, 27 ottobre 2014. Ciao Ezio è stato un privilegio viaggiare con te.- Anna Mucci, Andrea Chiesa, Giorgio Groppi, Andrea Stucchi. - Milano, 26 ottobre 2014. Ezio Savino Partecipano al lutto: Giuliana Boirivant. Elisa Sorgenti. Mirella Cavicchi. Mauro Crippa, Andrea Delogu e i colleghi della Direzione Generale Informazione di Mediaset partecipano al dolore di Silvana Cherici per la perdita del papà Carlo Mozzi amico di una vita mi mancherai tantissimo.- Sono vicina a Lucia, Pietro e a tutti i tuoi cari.- Silvana. - Ginevra, 28 ottobre 2014. Gli amici di Banca Albertini Syz, Alberto, Giampaolo, Ernesto, Paolo, Flavio, Andrea, Tiziana, Angelo e Alberto ricordano con affetto Carlo Davide Bonelli, Mauro Marcheselli, Alfredo Castelli, Giulio Terzaghi e la redazione di Sergio Bonelli Editore ricordano con affetto e stima - Milano, 28 ottobre 2014. Antonio Terenghi - Milano, 27 ottobre 2014. LAssociazione Galileo 2001 per la libertà e la dignità della scienza esprime commozione e cordoglio per la scomparsa del Dott. Marino Massa e sono vicini a tutta la famiglia. - Milano, 27 ottobre 2014. Betti, Paola e Paolo, Laura e Mauro, Cristina e Guido si stringono affettuosamente a Gianni per la scomparsa del suo gentilissimo papà Marino - Milano, 27 ottobre 2014. Sean Galluccio Colleghi ed amici della Sezione di Milano Bicocca dellIstituto Nazionale di Fisica Nucleare sono vicini a Daniele per la scomparsa del papà Ivano Pedrini - Milano, 27 ottobre 2014. Prof. Tullio Regge Gabriele con Maria piange lamico carissimo insigne scienziato e fisico teorico di fama internazionale nonché attivo propugnatore della corretta informazione scientifica, bandiera dellassociazione di cui egli è stato tra i fondatori e Presidente Onorario.- Ne danno testimonianza il Presidente Ricci e il Consiglio Direttivo. - Torino, 26 ottobre 2014. compagno ingegnoso di studi, sogni, avventure. - Milano, 27 ottobre 2014. Il Dipartimento di Scienze della Terra Ardito Desio dellUniversità degli Studi di Milano partecipa al dolore della famiglia Bortoluzzi per la prematura scomparsa della Lo annunciano i suoi cari. - Milano, 27 ottobre 2014. Prof.ssa Luisa De Capitani Professore Associato di Geochimica, collega amatissima ed esempio di professionalità e umanità. - Milano, 27 ottobre 2014. Sabato scorso alletà di 89 anni si è spento Franco Gandini Ne danno lannuncio i figli Maria Cristina e Luca, il genero Lorenzo, la nuora Maria Rosaria ed i nipoti Francesco, Chiara, Matteo, Greta e Glauco.Un commosso saluto di ringraziamento a tutti quanti partecipano al nostro lutto. - Milano, 27 ottobre 2014. Carlo Maria e Marco Pinardi con tutti i familiari ed i collaboratori di Analysis, Promotio e Brambilla Titoli si stringono affettuosamente ad Alberto e famiglia nel momento della prematura scomparsa delladorata mamma Augusto Bianchi Ugo Marchetti Nada Ragazzi Polasek Il funerale avrà luogo a Merano. - Milano, 25 ottobre 2014. È mancato allaffetto dei suoi cari il dott. Vittorio Salvetti Sono vicini a Delia i fratelli Bruno con Daniela, Mario con Franca, Lilia con Gianandrea, Giorgio con Nicoletta e i nipoti Andrea, Anna, Sara, Giorgio, Davide, Marilanda, Leopoldo, Elisabetta, Ottavia, Andrea. - Milano, 27 ottobre 2014. ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: acquisizione.necrologie@rcs.it SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: Corriere della Sera Gazzetta dello Sport PER PAROLA: Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 300,00 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Luigia Brizzolari Orsini Filippo Crivelli e suo fratello Giacomo con Susi, Giulia e Martina ricordano sempre con tanto affetto Giulia Crivelli a cinque anni dalla scomparsa.- Una Messa sarà celebrata nella parrocchia di San Babila mercoledì 5 novembre alle ore 18.30. - Milano, 28 ottobre 2014. 2004 - 2014 Giordano Caprara ricorda, con immutato rimpianto, lamico Dott. Antonio Ceola già Presidente di Interbanca, uomo di grandi virtù umane e di capacità manageriali. - Milano - Padova, 28 ottobre 2014. "Vivere nel cuore di chi resta e non morire mai". Ricorderemo Luigina Maggi Abelli Il figlio Eugenio con Giulia, Marco e Martina, il fratello Ottokar con Marilena, Valentina, Stefano e Laura, la cugina Annalisa con Alberto ed i parenti tutti annunciano con dolore la scomparsa di SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE È mancata Carlo Talamo - Milano, 24 ottobre 2014. - Muggiò, 27 ottobre 2014. - Milano, 27 ottobre 2014. Lo ricordano con affetto le figlie Chiara e Cecilia con la mamma Bianca e gli adorati nipoti Lorenzo e Riccardo. - Roma, 28 ottobre 2014. Silver, con tutta la redazione di Lupo Alberto, piange la scomparsa dellamico e maestro I direttori ed i colleghi di News Mediaset, Studio Aperto, Tg4 e Tgcom24 esprimono sincero cordoglio a Silvana per la scomparsa del caro papà Barbara e Rodolfo abbracciano lamico Gianni per la scomparsa del caro papà Massimo Somigli Il Direttore e la Redazione di Io Donna si stringono a Gabriella Canevari Galluccio nel dolore per la perdita del padre - Cologno Monzese, 28 ottobre 2014. Luigi - Milano, 27 ottobre 2014. È mancato lo scorso 24 ottobre improvvisamente e serenamente - Milano, 27 ottobre 2014. Antonio Terenghi RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Serafino Franzosi - Milano, 28 ottobre 2014. Sgomenti, addolorati e increduli dopo una vita passata insieme, Gastone, Cristina, Federica, Filippo e Agentrix tutta, sono vicini a Andrea, Fabio, Mimma e Luciana in questo momento di immenso dolore per la perdita dellamato Luigi Cherici Patrizia, Gaelazzo e gli amici di Société Générale si stringono ad Alessandro e a tutta la famiglia partecipando con affetto al dolore per la perdita del padre con una Santa Messa il 29 ottobre ore 11,15 presso la chiesa del Cimitero Monumentale.- Liliana. - Milano, 28 ottobre 2014. Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 e-mail: fatturazione.necrologie@rcs.it Servizio sportello da lunedì a venerdì Milano: Via Solferino 36 orario continuato dalle 9 alle 17.45 Carlo e Luisa Bandini sempre vicini.- Anna Laura, Giulio, Giuseppe. - Milano, 28 ottobre 2014. 28 luglio 2014 - 28 ottobre 2014 Rinaldo Lovato Ciao indimenticabile cognato.- Il ricordo della tua bontà e generosità ci accompagnano ogni giorno.Riposa sereno.- Norma e Loredana. - Milano, 28 ottobre 2014. Da venticinque anni Marco Paggi Informativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs. 196/2003 (“Codice in materia di protezione dei dati personali”). Conformemente all’impegno e alla cura che la nostra società dedica alla tutela dei dati personali, La informiamo sulle modalità, finalità e ambito di comunicazione e diffusione dei Suoi dati personali e sui Suoi diritti, in conformità all’art. 13 del D. Lgs. 196/2003. Per permetterle di usufruire dei servizi offerti da RCS MediaGroup S.p.A., la stessa deve trattare alcuni Suoi dati. I dati personali che Lei fornirà al Titolare, verranno registrati e conservati su supporti elettronici protetti e trattati con adeguate misure di sicurezza. I dati saranno trattati da RCS MediaGroup S.p.A. esclusivamente con modalità e procedure necessarie per fornirLe il servizio da Lei richiesto. I dati non saranno diffusi ma potranno essere comunicati, sempre per la predetta finalità, a RCS MediaGroup S.p.A., oltre che a società che svolgono per nostro conto compiti di natura tecnica od organizzativa strumentali alla fornitura del servizio richiesto, e che sono stati nominati Responsabili del Trattamento. Lei ha diritto di conoscere, in ogni momento, quali sono i Suoi dati e come essi sono utilizzati. Ha anche il diritto di farli aggiornare, integrare, rettificare o cancellare, chiederne il blocco ed opporsi al loro trattamento. Ricordiamo che questi diritti sono previsti dal Art.7 del D. Lgs 196/2003. Per ogni informazione riguardo ai diritti può rivolgersi, a tal fine, al Responsabile del trattamento dei dati personali di RCS MediaGroup S.p.A. scrivendo allo stesso c/o RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano. vive nel ricordo di familiari, amici e allievi.- Dida, Valentina e Paola li abbracciano idealmente tutti. - Arezzo, 28 ottobre 2014. Corriere della Sera Martedì 28 Ottobre 2014 SPORT Verso Napoli-Roma Giallorossi in trasferta senza tifosi squadra di Garcia la trasferta al San Paolo. All’insegna della prudenza anche la scelta dell’orario in cui è stata fissata la partita: non in notturna ma alle 15. E in linea con quest’orientamento improntato alla cautela sta prendendo corpo l’ipotesi di far viaggiare la Roma in aereo, anziché in treno, come è d’abitudine. Per il pernottamento tra venerdì e sabato, poi, potrebbe essere scelto un albergo diverso da quelli del lungomare dove solitamente alloggiano le squadre: probabilmente ci si orienterà fuori città. Temuto da quella sera del 3 maggio in cui l’ultrà giallorosso Daniele De Santis sparò al supporter partenopeo Ciro Esposito (che morì dopo 53 giorni), sabato arriverà il momento in cui il calendario metterà di fronte Napoli e Roma. Non i tifosi delle due squadre, però, perché già da tempo l’Osservatorio sulle manifestazioni sportive del Viminale ha deciso di vietare ai sostenitori della Frasi anti-Thohir L’Inter aspetta che Ferrero venga deferito Il Gala per ora salva Cesare, l’Inter deciderà il destino di Roberto MILANO Domani arriva a San ieri, quinto giorno di notizia censurata) riusciranno a fargli amare meno l’Inter. A SportMediaset ha spiegato: «Abbiamo vinto; quindi sono molto contento. Ho vissuto la partita con lo stato d’animo di un tifoso e di uno che fa ancora parte dell’Inter. Perché io faccio ancora parte dell’Inter». Nelle difficoltà legate alla traduzione, ai siti indonesiani, che ne hanno ospitato le parole, alle riunioni di lavoro, Erick Thohir ha ribadito la fiducia nei confronti di Mazzarri (nella foto): «Ho già spiegato e ribadito più volte quanto creda nel lavoro del nostro allenatore e della squadra, in questo progetto. I risultati sono importanti e sono molto contento della vittoria di domenica; la squadra ha giocato con determinazione e con cuore. Mi auguro di dare continuità a questo tipo di gare». Scotta la panchina di Cesare Prandelli. Il Galatasaray sta vivendo un momento nero: mercoledì ha rimediato quattro gol dal Borussia Dortmund in Champions League, domenica ne ha presi altrettanti in casa del Basaksehir, neo promossa dal nome impronunciabile. Dalla maledetta partita con la Costa Rica, nell’inferno brasiliano di Recife, la stella dell’ex c.t. non brilla più. Una sorta di maledizione che ha colpito anche un altro allenatore dal passato azzurro, Roberto Donadoni. Il tecnico bergamasco, da qui a sabato sera contro l’Inter, si gioca il Parma dopo averlo portato l’anno scorso sino all’Europa, svanita in maniera beffarda e per responsabilità societarie. Prandelli, eliminato dal Mondiale al primo turno, ha scelto la Turchia per rilanciare se stesso e appagare la voglia sentire tutti i giorni il profumo dell’erba sul campo. Ma è stato tradito da Unal Aysal, il vecchio presidente, che al momento dell’ingaggio con contratto biennale gli aveva promesso «una squadra in grado di puntare allo scudetto della quarta stella e a ben figurare in Champions League». Ma certi discorsi se li è portati via il vento: l’argentino Balanta e il tedesco Podolski sono rimasti sogni di mezza estate e Prandelli si è accontentato di Dzemaili e Pandev, pagati poco (due milioni) e a rate. E siccome i guai non vengono mai da soli, Aysal ha scelto di non ricandidarsi, così Cesare è rimasto solo. Un tecnico italiano in una realtà esplosiva. Il Gala è una polveriera. I tifosi sono inferociti e i giocatori litigano tra di loro e non ricevono lo stipendio da mesi (cinque, pare). Il Galatasaray è in piena recessione: fuori rosa ci sono oltre 15 giocatori, il monte ingaggi è fuori controllo e con la mancanza di soldi e risultati non è facile gestire tensioni e umori. Snejider, la stella del gruppo, l’uomo che ha permesMILANO In azzurro Cesare Prandelli (in alto), 57 anni, è stato c.t. della Nazionale dal 30 maggio 2010 al 24 giugno di quest’anno, quando si dimise dopo la sconfitta con l’Uruguay che sancì l’eliminazione dell’Italia dal Mondiale Roberto Donadoni (qui sopra), 51 anni, ha guidato la Nazionale dal giugno 2006 al 26 giugno 2008. Donadoni prese il posto di Marcello Lippi, c.t. campione del mondo nel 2006, e, due anni dopo, glielo restituì © RIPRODUZIONE RISERVATA L’Italia cerca rinforzi nelle miniere del Pacifico Un maori e un figiano tra gli azzurri del rugby Quando il futuro reverendo William Webb Ellis agguantò la palla con le mani e iniziò a correre sul prato della scuola di Rugby in un pomeriggio d’autunno del 1823, non poteva immaginare che il gioco che stava «inventando» avrebbe trovato i suoi migliori interpreti tra le isole del Pacifico. Sono pochi figiani, tongani, samoani e maori, meno di due milioni, ma nel rugby sono ricercatissimi e ormai presenze fisse nelle f.b. 3 i test dell’Italia nel mese di novembre contro Figi (l’8), Argentina (il 15) e Sudafrica (il 22) squadre di mezzo mondo, nazionali comprese. L’Italia, che a novembre tenterà di uscire dal tunnel nel quale si è infilata dopo il suo miglior Sei Nazioni (2013, da allora una vittoria e 13 sconfitte), ne ha appena arruolati due, Kelly Haimona, 28 anni, maori di Rotorua (Nuova Zelanda), centro-apertura di 114 chili, e Samuela Vunisa, nato a Suva, nelle Figi, il 19 agosto ‘88, terza linea di 113 chili. Giocano con le Serie A 9ª giornata Le quote Snai Oggi 1 X 2 Ore 20.45 Sassuolo-Empoli 2,20 3,20 3,40 (Orsato) © RIPRODUZIONE RISERVATA Prandelli e Donadoni a rischio i giorni tormentati degli ex c.t. Domani la Sampdoria Siro la Sampdoria (imbattuta) e l’Inter sta valutando la possibilità di un’azione nei confronti del presidente Ferrero, dopo quanto ha detto in tv («Moratti, caccia il filippino»). Il club nerazzurro non pensa a una querela, ma si aspetta il deferimento. Chi ha seguito con grande partecipazione la partita di Cesena è stato Massimo Moratti. Nemmeno i metodi di Thohir e della sua squadra (nessuna traccia del famoso comunicato dell’uscita dal club sul sito nerazzurro nemmeno Ancora, comunque, non è stata presa una decisione definitiva, che spetta unicamente alla Roma, anche se ovviamente i dirigenti giallorossi sono in continuo contatto con i responsabili dell’ordine pubblico. «Sappiamo che per le peculiarità che presenta, questa non è una partita come le altre — dice il questore di Napoli Guido Marino (foto) — ma sapremo come affrontare un evento del genere». 53 Mia Hamm La calciatrice del secolo nel Cda Domani Ore 20.45 Atalanta-Napoli (Damato) Cagliari-Milan (Doveri) 4,00 3,40 1,95 3,40 3,40 2,10 Fiorentina-Udinese 1,75 3,50 5,00 (Massa) Genoa-Juventus 7,50 3,85 1,50 (Mazzoleni) Inter-Sampdoria 1,83 3,50 4,50 (Russo) Palermo-Chievo 2,00 3,30 3,80 (Peruzzo) Roma-Cesena (Tommasi) 1,20 6,50 14,00 Torino-Parma (Rocchi) 2,00 3,30 3,85 Giovedì Ore 20.45 Verona-Lazio (Irrati) 3,10 3,30 2,30 Fonte: Snai - Dati: Monica Colombo CdS SASSUOLO EMPOLI 4-3-3 4-3-1-2 47 Consigli 28 Bassi 11 Vrsaljko 23 Hysaj 26 Terranova 26 Tonelli 15 Acerbi 24 Rugani 31 Peluso 21 Mario Rui 33 Brighi 88 Vecino 4 Magnanelli 6 Valdifiori 19 Taider 11 Croce, 25 Berardi 27 Zielinski, 99 Floccari 20 Pucciarelli 7 Maccarone 17 Sansone Arbitro: ORSATO di Schio Tv: ore 20.45 Sky Sport 1 HD, Sky Calcio 1 HD Classifica È sempre più una Roma Usa di Luca Valdiserri Un bomber da 158 gol in Nazionale per la Roma. È Mia Hamm (a destra), 42 anni, bicampionessa olimpica, nella lista Fifa dei 125 giocatori viventi che hanno fatto la storia del pallone. Entra nel Cda, da cui escono l’a.d. Fenucci (andrà al Bologna?) e l’ex presidente DiBenedetto. Figlia di militari, Mia conobbe il calcio da bambina a Firenze. Mattel ha usato la sua immagine per la Barbie calciatrice. JUVENTUS ROMA UDINESE SAMPDORIA LAZIO MILAN NAPOLI INTER GENOA VERONA 22 19 16 16 15 15 14 12 12 11 Serie B so a Prandelli di battere il Fenerbahce nel vero derby di Istanbul, ha ricevuto una parte degli arretrati. Una mossa che è servita a calmare Wes, ma ha fatto inferocire l’anima turca del gruppo, ai ferri corti anche con l’altro straniero leader del gruppo, l’irrequieto Felipe Melo. Prandelli è in mezzo a questo pandemonio. Seduto sopra un vulcano. Il nuovo presidente Duygun Yarsuvat, che si è appena insediato e resterà in carica solo sino a maggio, ha deciso di confermarlo contro il parere di molti dirigenti e della piazza e per aiutarlo gli affiancherà Hasan Sas, un dirigente che resterà vicino alla squadra. PranZebre di Parma e un anno fa erano a Calvisano, non hanno parenti italiani, ma placcano e vivono da noi da tre anni e questo per le regole del rugby basta per essere «eleggibili». E il c.t. Jacques Brunel non si è fatto sfuggire l’occasione. Haimona è forse l’unico maori vivente privo di tatuaggi ma assicura che prima o poi se ne farà uno gigantesco sulla schiena. In Italia ha segnato valanghe di punti e venerdì una sua meta ha permesso alle Zebre di vincere in Coppa a Brive, in Francia. Pare che, fuori dal campo, dimentichi qualsiasi cosa, ma quando si getta nella mischia il discorso cambia. Vunisa tifa Inter e racconta di essere, nonostante la stazza, un magnifico ballerino. Brunel, che un figiano in azzurro lo ha già convocato (Manoa Vosawai), si augura che la 8 gol incassati dal Galatasaray di Prandelli nelle ultime due partite delli domenica sera era abbattuto ma, a differenza di quanto fece il 26 giugno dopo la sconfitta contro l’Uruguay, non darà le dimissioni. Ha scelto di resistere e proverà a raddrizzare la baracca. Venerdì è in programma un altro esame alla telekom Arena contro il Kasimpasa, sesto in classifica, con un punto in meno del Gala. Vincere è un’urgenza non più differibile. Anche Donadoni non può più sbagliare. Ma prima di prendersela con lui, i suoi dirigenti farebbero bene a guardare che tipo di squadra gli hanno messo a disposizione. Alessandro Bocci © RIPRODUZIONE RISERVATA coppia riesca a dare la scossa a una squadra da oltre un anno alla ricerca di se stessa. Senza farsi troppi problemi di coscienza perché nelle miniere del Pacifico chiunque va in cer- Esordienti Kelly Haimona, 28 anni, e Samuela Vunisa (in alto), 26 (Fama) FIORENTINA CAGLIARI TORINO EMPOLI SASSUOLO ATALANTA CESENA PALERMO CHIEVO PARMA 10 8 8 7 7 7 6 6 4 3 11ª giornata Ieri BOLOGNA-TRAPANI Oggi, ore 20.30 BARI-PESCARA (Chiffi) BRESCIA-CROTONE (Aureliano) CARPI-TERNANA (Minelli) CATANIA-ENTELLA (Fabbri) CITTADELLA-LIVORNO (Ghersini) FROSINONE-VARESE (Nasca) PERUGIA-AVELLINO (La Penna) SPEZIA-LATINA (Saia) VICENZA-MODENA (Ripa) LANCIANO-PRO VERCELLI (Sacchi) 2-1 Classifica BOLOGNA* 21 CARPI 18 FROSINONE 18 TRAPANI* 18 LIVORNO 17 SPEZIA 16 PERUGIA 16 AVELLINO 16 LANCIANO 15 BARI 15 PRO VERCELLI 14 *una partita in più MODENA 12 BRESCIA 11 ENTELLA** 11 VARESE (-1) 11 TERNANA** 10 VICENZA 10 PESCARA 9 CITTADELLA 9 CATANIA 9 LATINA 8 CROTONE 7 **una partita in meno ca di talenti. L’Inghilterra, che ha 700mila giocatori, ne schiera tre in nazionale: i fratelli Billy e Mako Vunipola e Manu Tuilagi, samoano con cinque fratelli rugbisti. E a novembre potrebbe aumentare il «contingente» con Semesa Rokoduguni, un figiano che nessuno aveva mai preso sul serio come giocatore a Suva e dintorni. Anche per questo a 19 anni Semesa si arruolò nell’esercito di Sua Maestà. Con la divisa delle Royal Scots Dragoon Guards ha combattuto in Afghanistan e si è segnalato nei tornei militari guadagnandosi un contratto con il Bath e la chiamata del c.t. Stuart Lancaster, che ha deciso di offrirgli un’altra divisa, bianca con una rosa rossa sul cuore. Domenico Calcagno © RIPRODUZIONE RISERVATA Martedì 28 Ottobre 2014 Corriere della Sera 54 Tv .¤ TELERACCOMANDO .Õ .Ð .1| "z 1¤ É di Maria Volpe ʱÐæ ʱ|z ¤¤±¤æ ¤Õ±ææ Strana relazione tra Al Pacino e Helen Mirren ¤Ð±Ðæ ¤|±ææ ¤|±æz ¤|±|æ ¤Ê±ææ ¤p±zæ Õæ±ææ Õæ±Ðæ Õ¤±¤æ Õ¤±¤z U n cast stellare. Stasera va in onda il film con Al Pacino (foto) ed Helen Mirren. Lui è Phil Spector (doppiato da Giancarlo Giannini), geniale produttore musicale e inventore del Wall of Sound, che viene accusato dell’omicidio della giovane attrice Lana Clarkson. Tra gli avvocati chiamati a difendere il producer c’è anche Linda Kenney Baden (Helen Mirren). Durante le fasi del processo, tra i due protagonisti si crea una strana e complicata relazione. Phil Spector Sky Cinema 1, ore 21.10 Giannini ospita Landini e Meloni S tasera con Massimo Giannini si parla delle due anime del Pd (una alla Leopolda, l’altra in piazza a Roma) e della legge di Stabilità. Tra gli ospiti Maurizio Landini, Claudio Lotito, Giorgia Meloni. Ballarò Rai3, ore 21.05 Floris e la lettera di Padoan L a nuova manovra del governo alla luce della lettera che Padoan, ministro delle Finanze, ha inviato alla Ue. Si parla anche di Pd e Cgil. Tra gli ospiti di Floris, Brunetta (FI), Anna Ascani (Pd), l’economista Vincenzo Visco, Antonio Polito. Di Martedì La7, ore 21.10 ÕбÕæ æ±zz ¤±Ðæ Õ±ææ 1 ¤± 3"$!11"± ÎÎ×@ÎFk $"1 11± ÎÎ×@ÎF ,.$8 3$ $± 8@ÂkÎF 1$."± 1 ¤ $"$!± ÎÎ×@ÎF $ $,$ 1± 8@ÂkÎF 1$.1$ $ .$"· 8.11$ "± ÎÎ×@ÎF 81 " .11± ÎÎ×@ÎF± b×Xk !@ÂX Â` ÂÅÎ@ ,@Âb± "k ¬Â~Â@@_ k Îk¬ x@È 1~ ¤ ¿.1± -×ä± b×Xk @ Π1$."± . 13$± 8@ÂkÎF .$/$ .$± X×kÎ -3/1$ "$/1.$ !$. Éæ± !ÅkÂk± "k !@ÂXÂo` @ 8@k` ×ÂÂ@ .×xx± "k ¬Â~Â@@_ 1~ ¤ Êæ ÅkXb ,$.1 ,$.1± ÎÎ×@ÎF± b×Xk Â× 8kŬ@ 1¤ "$11± 1!,$ ± /$11$8$ ± ÎÎ×@ÎF :,$ Õæ¤z± ÎÎ×@ÎF± ɱ¤æ .1"± 1kkx p±Ðz /$. ! $± 1kkx ±ææ !1$ Õ± ¤æ±ææ 1Õ "/!± ÎÎ×@ÎF ¤¤±ææ 11 8$/1.± ÎÎ×@ÎF ¤Ð±ææ 1 Õ $."$± ¤Ð±Ðæ 1 Õ $/13! /$ 1± ÎÎ×@ÎF ¤Ð±zæ ! " Ðб .×NÂX@ b @ÎÎ×@ÎF kbX@ ¤|±ææ 11$ 11$± ÎÎ×@ÎF ¤Ê±¤z /1± 1kkx ¤É±ææ /3,.!: 18± 8@ÂkÎF ¤É±|z . ,.!"1$± ¤É±zz 1 Õ / ±±/± ¤p±ææ . 1 /,$.1± !1$ Õ± ¤p±Õæ 1 Õ± ¤p±zæ "± ±±/± $/ "/± 1kkx ¤±|æ "± ±±/± 1kkx Õæ±Ðæ 1 Õ Õæ±Ðæ± Õ¤±ææ !,>"1± /kÂk Õ¤±¤æ ! 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Rivelazioni», un programma smanioso di rivelare «tutto quello che i poteri occulti vogliono nascondere e che cercherà di farci aprire gli occhi su verità scomode e sulle teorie del complotto...» (domenica, ore 21.30). L’operazione è un po’ più raffinata di Kazzenger, perché il misterioso personaggio che si cela dietro la figura di Adam Kadmon, sedicente esperto di teorie esoteriche e dell’occulto, studioso di nume- REPORT Milena Gabanelli Vince l’inchiesta di Rai3: per Gabanelli, 8,7% di share e 2.063.000 spettatori RIVELAZIONI Adam Kadmon Per i misteri di Kadmon su Italia1 ci sono 987.000 spettatori, 4,9% di share '- ## 0(/ 050 0 04 /:: 05/ 04 0 0 05 -$'%3 ## (0 (/(5 (/(: (/(5 (/5 (/: (/(: (/(/ (/5: (/: 6- " il suo contesto ideale), per approdare infine a Italia 1. Nella Cabala ebraica, Adam Quadmon rappresenta l’uomo universale, uno dei cinque mondi primordiali. Simbolicamente esprime l’unità, il principio, la potenza, la stabilità, la continuità.Nel suo programma di rivelazioni, Adam Kadmon cerca di tornire i suoi predicozzi con un che di letterario che ne accresce solo l’effetto Kazzenger. Ovviamente esiste un «A. K. Official Fans Website», dove si possono acquistare libri, t-shirt, dvd e ricevere infine l’abbraccio del misterioso titolare. rologia, si butta anima e corpo sulle prove dell’esistenza degli alieni, sui complotti mediatici, sulla misteriosa morte di Robin Williams, così carica di coincidenze da far pensare al peggio, sulle società segrete, sull’Opus Dei e sulla Massoneria, sugli alieni (ancora?) che avrebbero costruito le piramidi, ma solo per prenderne le distanze, per mettere a nudo la nostra creduloneria. Adam Kadmon usa un metodo molto praticato in politica: essere insieme di lotta e di governo.Ma chi è Adam Kadmon? Appare per la prima volta in rete nel 2005. Quattro anni dopo collabora con «Lo zoo di 105» (è © RIPRODUZIONE RISERVATA -"$' +6-3' #3"$' +6-3' 54 '33'- / %'8$- 6'8 "% 4( '33'- ( %'8$- '"*# '(* #(* "# "0 #'"# # #" "#, "#" '"0 '+ )-.."'% ."363 .6# - '%"' '%"9"'% ' " "# 3$)' .6## 9'% "'%"! " #-" 6%" 6 #" ""#" '% )"' #'#$%3 "%3%. .6## #-"* #3- )"' .'%' )-.%3" .6 -699' '#". - % '-"%3# $ )"7 '#"* -8# "# # 3$)' #3-'8* " "'-%" .6.."8" %'- +6#! )"'8.' .6## - "'%" $-""'%#" $ "% #%3' .6-"$%3' $%3- #3-'8 6$%3 # )-.."'% '% '%. 6%3 # 3$)'* &%+ !$#((# ' $# #*"0 *"0'# ' '.3 '-"%' "#%' -%3' %9" -".3 %'8 '#' % "-%9 -6 " %'% ,+6"# '$ $)'..' )'#" -" '3%9 3%9-' '!# * #-" 3%" #-$' # !-' #"-" #" '# 68'#' ')-3' "' " '8." $)'-#" 8 " !" )# !#! #*. ) ##! #4!# )* $0 $$ $0 , $0 !. 0/ $ $/ $ $ 0$ $ ) %#**# .! )#.#! 1!# )!4 !#2 !" !. $0 + $$ $/ $5 $$ $/ 00 $5 $" $" $0 $, $ '-9 :14 '-9 1 '-9 01/ '-9 1& !" %) ('1 **! !# %# $ $0 $/ $0 " !. !" 0$ $/ $+ 0$ $ 05 05 ) # )'' $'..' '#3' $'..' 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