Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 1. Le cure primarie TITOLO DEL PROGETTO: 1.1 Dipartimento delle cure primarie: implementazione del modello h 24 in raccordo con il sistema di emergenza/urgenza ed integrazione con la rete ospedaliera e delle strutture residenziali DURATA: 2012 - 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO:€ 20.883.671,63 PREMESSA Il processo di riorganizzazione delle cure primarie nella Regione Calabria, è stato delineato con l’adozione nel Piano regionale per la salute 2004/2006, approvato con la legge regionale 19 marzo 2004, n. 11. Con la DGR del 5.5.2009, n. 250 è avvenuta l’approvazione delle linee progettuali relative agli obiettivi di PSN anno 2009 ( Accordo Stato/Regioni del 25 marzo 2009 (repertorio atti n. 57/CSR) tra le quali nella linea progettuale CURE PRIMARIE insistono i progetti: 1.1.Le cure primarie: il nuovo modello organizzativo regionale (Unità di Cure Primarie - UCP) ed il miglioramento della rete assistenziale; 1.1bis Percorsi diagnostico-terapeutici ospedale – territorio per la gestione delle ulcere cutanee croniche e 1.1 ter Progetto sperimentale per la realizzazione dell’ Assistenza Territoriale Integrata “ATI”. Con deliberazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri nella seduta del 30 luglio 2010, il presidente della Regione Calabria è stato nominato Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro e l’adozione dei provvedimenti di cui alle linee di intervento previste dallo stesso piano che tra gli obiettivi prevede la riorganizzazione delle rete di assistenza territoriale. Con il DPGR n. 18 del 22.10. 2010 è stato approvato, il riordino delle reti: ospedaliera, emergenza/urgenza e della rete territoriale che prevede in ogni azienda la creazione di un Dipartimento di Cure Primarie. Con il DPGR 31.01.2011, n. 12 sono state emanate le Linee guida sul sistema di cure domiciliari e l'accesso ai servizi territoriali. Con il DPGR 06.05.2011, n. 34 – si è effettuata una rettifica dell’ "Ospedale distrettuale" in "Centri di Assistenza Primaria Territoriale C.A.P.T." Con Decreto dirigenziale 16.06.2011, n. 7029 - Istituzione Tavolo di Lavoro permanente sull'emergenza-urgenza presso il Dipartimento Tutela della Salute Con la DGR 17.06.2011, n. 255 è avvenuta l’approvazione dei progetti obiettivi di PSN linee progettuali anno 2011 (Accordo Stato-Regioni 20.04.2011 rep. atti n. 84 /CSR) tra le quali nella linea progettuale 1 . CURE PRIMARIE insistono i progetti: 1.1 Modello organizzativo regionale per il miglioramento della rete assistenziale (Riordino rete territoriale -Dipartimento di Cure Primarie ); 1.1.bis Modello organizzativo regionale integrato di cure per la non autosufficienza (Chronic Care Model) ; 1.5 Sistema Informativo Unico Regionale - 118 Calabria. Con la DGR 26.09.2011, n. 434 - Obiettivi PSN (Accordo Stato-Regioni 27.07.2011 rep. atti n. 135/CSR). Integrazione DGR n. 255 del 17.06.2011, ratificata con DPGR 171/2012, Approvazione progetto "Riorganizzazione Rete Regionale Emergenza-Urgenza e Continuità delle Cure: Integrazione della C.A. nella C.O. del 118, secondo le linee guida “modalità organizzative per garantire l’assistenza sanitaria in H24”. Con il DPGR 28.6.2012 n. 94 Approvazione proposta programmata progetto Riordino, Riorganizzazione e Reingegnerizzazione della rete Urgenza/emergenza Regione Calabria, nel rispetto dei dettami del DPGR 18/2010. Il vigente ACN per la medicina generale, seppur in via di ridefinizione in ragione di quanto espressamente previsto dal Decreto Balduzzi, (decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 13 settembre 2012, n. 214), coordinato con la legge di conversione 8 novembre 2012, n. 189), lascia spazio a differenti soluzioni nel merito dell’organizzazione delle UCCP ed in particolare agli aspetti più propriamente strutturali. Le possibilità sono, in effetti due: 1 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 1. Le cure primarie TITOLO DEL PROGETTO: 1.1 Dipartimento delle cure primarie: implementazione del modello h 24 in raccordo con il sistema di emergenza/urgenza ed integrazione con la rete ospedaliera e delle strutture residenziali DURATA: 2012 - 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO:€ 20.883.671,63 attivazione dell’UCCP presso strutture delle azienda sanitarie (nella nostra realtà regionale CAPT/Case della Salute); attivazione dell’UCCP presso strutture messe a disposizione dalle forme associative dei MMG E’ di tutta evidenza, quindi, come nella Regione Calabria l’attivazione delle UCCP dovrà avvenire - nell’ambito della rete dei CAPT e/o delle Case della Salute previste dall’attuale programmazione sanitaria – senza escludere, comunque, la possibilità, per quei distretti per i quali non è ancora possibile l’attivazione di un CAPT, che in una fase di avvio le strutture siano quelle messe in disponibilità dalle forme associative dei MMG (si pensi, ad esempio, alle medicine di gruppo che sono già dotate di sede unica). I CAPT/Casa della Salute dovranno avere una base formata da una UCCP composta da almeno 10 medici (cfr. ACN 2009 come modificato dall’ACN 2010). È prevista la progressiva istituzione di almeno una UCCP per ogni distretto sanitario e socio-sanitario. Gli atti aziendali delle ASP, nell’ambito della organizzazione dei distretti e dei dipartimenti, dovranno prevedere le UCCP, regolandone il funzionamento ed il coordinamento con i distretti e i dipartimenti aziendali. I referenti aziendali dei progetti avranno cura di stabilire gli obiettivi primari delle UCCP con riferimento: - alla presa in carico dei pazienti cronici per migliorare la loro adesione ai PDTA (migliore assistenza dei pazienti per le patologie croniche prevalenti: diabete, scompenso cardiaco, ipertensione, BPCO, etc.); - all’attività ambulatoriale infermieristica. CONTESTO L’organizzazione attuale del servizio sanitario regionale è ripartita in n. 5 Aziende sanitarie provinciali e l’assistenza primaria viene svolta in n. 35 distretti con bacino d’utenza di circa 60.000 abitanti. Il medico di medicina generale e il pediatra di libera scelta rivestono un ruolo centrale, infatti, attraverso l'integrazione con le altre professionalità del territorio (Medici di continuità assistenziale, Specialisti Ambulatoriali), determinano lo sviluppo di forme di assistenza primaria in grado di rispondere ai nuovi bisogni di salute dei cittadini per 24 ore e 7 giorni alla settimana. Il radicale cambiamento dello stato generale di salute, caratterizzato, nell'attuale contesto sanitario, dall'incremento delle patologie croniche e della non autosufficienza, vede l'esigenza di nuovi percorsi assistenziali basati su un approccio multidisciplinare del paziente volto a promuovere meccanismi di integrazione delle prestazioni sanitarie e sociali al fine di garantire l'efficacia della continuità delle cure. Negli ultimi anni risulta che un cospicuo numero di cittadini che si rivolgono al Pronto Soccorso presenta quadri clinici che potrebbero essere affrontati e risolti adeguatamente dal Medico di Medicina Generale. La crescita esponenziale della domanda verso le strutture di Pronto soccorso impone l’adozione di una riorganizzazione dell’assistenza sanitaria territoriale attraverso nuovi modelli organizzativi che consentano al MMG di assumere il ruolo di principale riferimento sul territorio per il cittadino. Gli Accordi per la Medicina Generale hanno introdotto elementi di novità tra i quali le forme di associazionismo con l’intento di indurre ad una maggiore presa in carico di problematiche ora affrontate in sede di PS. 2 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 1. Le cure primarie TITOLO DEL PROGETTO: 1.1 Dipartimento delle cure primarie: implementazione del modello h 24 in raccordo con il sistema di emergenza/urgenza ed integrazione con la rete ospedaliera e delle strutture residenziali DURATA: 2012 - 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO:€ 20.883.671,63 Bisogna, pertanto, prendere atto dell’evoluzione della domanda di salute rispondendo con nuove modalità organizzative, tenendo presente che i modelli organizzativi territoriali costituiscono le vere risposte per dare una definitiva risoluzione alla problematica assistenziale in questione Lo scenario regionale è caratterizzato ancora da una frammentazione nell’organizzazione del sistema delle cure primarie e da una parziale diffusione dell’associazionismo medico. Sussiste, peraltro, una scarsa integrazione della medicina generale con i servizi territoriali ed ancora con la rete dell’emergenza e con il livello ospedaliero di assistenza. In tale contesto la Regione Calabria, come accennato sopra, ha approvato nel 2009 il progetto “dipartimento cure primarie: implementazione del modello h 24 in raccordo con il sistema di emergenza/urgenza ed integrazione con la rete ospedaliera e delle strutture residenziali” con l’obiettivo principale della riorganizzazione dei servizi territoriali per favorire la riduzione degli accessi al Pronto soccorso e i ricoveri impropri. Il progetto si proponeva inoltre di garantire la continuità assistenziale h24, la promozione della salute attraverso apposite campagne di prevenzione delle patologie e screening dei tumori maggiormente diffusi, nonché una migliore qualità dell’assistenza specialistica per l’abbattimento delle liste d’attesa per i pazienti cronici e fragili. “Il progetto ha avuto avvio, con la sperimentazione di un modello di Assistenza Territoriale Integrata (ATI) realizzato nell’ambito territoriale del comune di Lamezia, dall’Associazione MMG “Michelangelo” nel settembre del 2011ed ha coinvolto: n°6 MMG + n°2 PLS = 10 000 assistiti n°3 MCA n°6 Infermieri + n°6 Amministrativi n°1 Chirurgo convenzionato ASP n°1 Chirurgo vascolare ospedaliero n°1 Cardiologo n°1 Radiologo n°1 Tecnico Podologo + n°2 FKT n°4 volontari Servizi Sociali La telemedicina ha offerto un valido supporto alle attività di assistenza consentendo la presa in carico dei pazienti e l’integrazione tra tutti gli attori (Mmg, Pls, laboratori analisi, specialisti, pronto soccorso) favorendo la condivisione delle cartelle cliniche e il monitoraggio dei dati. I principali obiettivi: -garantire la continuità delle cure, mediante gestione integrata del paziente da parte dei servizi territoriali ed ospedalieri; -realizzare un processo organizzativo che garantisse la riduzione dei ricoveri inappropriati attraverso l’attivazione di percorsi assistenziali che hanno prodotto la diminuzione del ricorso al P.S.; -fornire un filtro verso le cure secondarie e di alta specialità; -utilizzare strumenti informatici, di telemedicina, e teleconsulto, per la gestione dei pazienti fragili; 3 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 1. Le cure primarie TITOLO DEL PROGETTO: 1.1 Dipartimento delle cure primarie: implementazione del modello h 24 in raccordo con il sistema di emergenza/urgenza ed integrazione con la rete ospedaliera e delle strutture residenziali DURATA: 2012 - 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO:€ 20.883.671,63 -realizzare maggiori forme di fruibilità e accessibilità dei servizi e delle attività territoriali prevedendo l’utilizzo di spazi comuni. -garantire un elevato livello di integrazione tra i diversi servizi sanitari e sociali. Le evidenze dei risultati hanno determinato la ferma convinzione della bontà del modello con conseguente adozione di tale modalità organizzativa, quale modello di riferimento su scala regionale. Il Progetto ATI è quindi risultato: EFFICACE a ridurre codici bianchi al P.S. (-10%) EFFICIENTE nel dare servizi di qualità con particolare attenzione ai Pazienti Cronici e Fragili. ECONOMICO avendo prodotto circa il doppio di quanto speso. Un aspetto di assoluta rilevanza di questo processo culturale ed organizzativo dei servizi è stato costituito dal ruolo e dall’organizzazione dei servizi territoriali e dall’assistenza primaria, in modo particolare dal ruolo del Medico di Medicina Generale che, attraverso una rinnovata centralità è stato in grado di “cogestire” con gli specialisti ambulatoriali ed ospedalieri i percorsi assistenziali dei pazienti. Si rende palese la necessità di implementare codesta modalità organizzativa del territorio,spostandovi risorse e servizi che oggi ancora sono assorbiti dagli ospedali, portando l’attenzione sui MMG, sui PLS e sui MCA e sui Medici Specialisti del Territorio ai quali si chiede la condivisione di informazioni e di strategie. Valorizzandosi così la centralità del ruolo della medicina generale e rispettando, finalmente, la centralità del cittadino. OBIETTIVI Costituire un sistema unitario ed omogeneo delle cure primarie nel Dipartimento delle Cure Primarie Conferire continuità ai processi di cura Corresponsabilizzare la medicina generale su specifici obiettivi di salute definiti in sede di programmazione regionale ed aziendale. A tale proposito si espone, la scheda tipo di obiettivi da condividere con la medicina generale, estendendosi così il processo di budgeting alle UCCP costituite. 4 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 1. Le cure primarie TITOLO DEL PROGETTO: 1.1 Dipartimento delle cure primarie: implementazione del modello h 24 in raccordo con il sistema di emergenza/urgenza ed integrazione con la rete ospedaliera e delle strutture residenziali DURATA: 2012 - 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO:€ 20.883.671,63 OBIETTIVI INDICATORI OBIETTIVI CORRELATI Riduzione accessi in pronto soccorso popolazione accessi in pronto assistitita soccorso BPCO Reclutamento pazienti presso Diabete ambulatori di patologia ipertensione Riduzione tasso di Diabete ospedalizzazione pazienti ultra65enni per riacutizzazione BPCO patologie croniche ipertensione n° di reclutati pazienti predisposizione registri di patologia / definizione PDTA tasso di ospedalizzazione progetto 1 Prevenzione (*) progetto 2 da definire con Dip. di Prevenzione progetto 3 Progetto 1 Progetto 2 Prevenzione e sorveglianza di abitudini comportamenti e stili di vita … Prevenzione e sorveglianza delle disabilità… alimentari, Progetto 3 Attività motoria per la prevenzione delle malattie croniche L'attivazione dei PDTA, correlati all'attivazione degli ambulatori di patologia, consente di agire sull'appropriatezza prescrittiva e, quindi, sulla riduzione della spesa farmaceutica Integrare le azioni sanitarie con quelle di protezione sociale; Consolidare il sistema della Cure Primarie, confermando e sviluppando le scelte strategiche individuate con gli atti di indirizzo regionali e di costituire un riferimento comune per l'implementazione della nuova organizzazione della Medicina convenzionata così come individuata nella Legge di riforma 8 novembre 2012, n. 189 (Balduzzi/2012). TEMPI DI ATTUAZIONE (cronoprogramma) La durata del progetto è di due anni al termine di tale periodo sarà effettuata la valutazione dei risultati raggiunti in specie sotto il profilo del rapporto costo/benefici. Fase I Definizione procedure di dimissioni protette dall’ospedale Definizione procedure di integrazione della medicina generale con il sistema dell’emergenzaurgenza ed attivazione della centrale operativa della continuità assistenziale Campagna di comunicazione Implementazione della partecipazione del medico di assistenza primaria alle fasi di valutazione multidimensionale e di presa in carico domiciliare degli assistiti anche attraverso una stretta integrazione con i Punti Unici di Accesso. Fase II Attivazione di un sistema di monitoraggio, finalizzato anche alla definizione del budget dei MMG, attraverso la costruzione di un datawarhouse aziendale Estensione dell’attuale target di forme associative complesse che prevedono l’assistenza h. 12 con una copertura dell’80% della popolazione assistita. 5 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 1. Le cure primarie TITOLO DEL PROGETTO: 1.1 Dipartimento delle cure primarie: implementazione del modello h 24 in raccordo con il sistema di emergenza/urgenza ed integrazione con la rete ospedaliera e delle strutture residenziali DURATA: 2012 - 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO:€ 20.883.671,63 Attivazione dell’assistenza h.24 con una copertura di almeno il 20% della popolazione assistita (in attesa della definizione dell’Accordo Nazionale per la medicina generale e dell’Accordo regionale). Attivazione dell’assistenza programmata nelle residenze protette. Attivazione dell’istituto delle 18 ore aggiuntive ai medici di continuità assistenziale Fase III Integrazione dell’attività degli specialisti ambulatoriali nell’ambito delle forme associative complesse INDICATORI (di struttura, di processo, di risultato) a. di struttura - n° di assistiti in h24/totale degli assistiti - n° di assistiti in h12/totale degli assistiti b. di processo - definizione procedure dimissioni protette con tutti i PP.OO. - condivisione nuovo regolamento di funzionamento del servizio ADI - definizione accordi di programma con i comuni capofila di zona sociale - definizione di PDTA per BPCO – Ipertensione arteriosa – Diabete c. di risultato - riduzione degli accessi in Pronto Soccorso del 20% - riduzione dei ricoveri per patologie cronico – degenerative/tot ricoveri - n° di assistiti ultra 65enni in ADI pari al 4% del totale RISULTATI ATTESI L’approccio di riformulazione del complessivo sistema delle cure primarie, passa attraverso l’istituzione del Dipartimento delle Cure Primarie ed una rifondazione del ruolo della Medicina generale (ed in particolare attraverso una valorizzazione della funzione di gate keeping), comunque inserita in un contesto che tiene conto degli altri attori coinvolti nei processi di cura, senza esclusione delle attività socio tutelari in capo ai comuni. Univocità dell’accesso al sistema curante (PUA), valutazione multidimensionale dei bisogni assistenziali, continuità delle cure (integrazione professionale – organizzativa ed istituzionale), rappresentano gli elementi necessari per garantire, attraverso il perseguimento dell’appropriatezza , un razionale ed efficace utilizzo delle risorse disponibili, oltre che equità di accesso e di erogazione delle cure. Trasferibilità dei risultati e dei prodotti Ai fini della trasferibilità dei risultati e dei prodotti alle altre realtà territoriali, si dovrà tenere conto dei seguenti punti: -scheda sanitaria informatica, la quale viene a colmare una lacuna, esistente nella nostra regione, riguardante le condizioni individuali delle persone affette da malattie croniche evolutive; 6 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 1. Le cure primarie TITOLO DEL PROGETTO: 1.1 Dipartimento delle cure primarie: implementazione del modello h 24 in raccordo con il sistema di emergenza/urgenza ed integrazione con la rete ospedaliera e delle strutture residenziali DURATA: 2012 - 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO:€ 20.883.671,63 -raccolta dati che fornisce il presupposto per la creazione di un osservatorio sugli indicatori di qualità nei servizi di assistenza per le malattie croniche e per gli anziani fragili; -banca dati che garantisce informazioni utili alla definizione di: - un profilo di intervento medico e paramedico, - una gestione integrata del paziente sul territorio, -una ottimizzazione dell’assistenza, - un profilo farmaco-epidemiologico del bacino di utenza. PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA 2012 2013 Totale ASP RC 5.873.819,90 5.873.819,90 ASP VV 1.740.460,59 1.740.460,59 ASP CZ 3.836.560,95 3.836.560,95 ASP CS 7.612.371,71 7.612.371,71 ASP KR 1.820.458,48 1.820.458,48 20.883.671,63 20.883.671,63 Totale Criterio di distribuzione: per l’anno 2012 a quota capitaria – popolazione residente al 1.1.2012 – per l’anno 2013 con decreto n. 3781 del 2.4.2014 impegno in G.S.A. per successivo riparto secondo i vincoli stabiliti dell’Accordo Stato-Regioni del 20 febbraio 2014 rep. Atti n. 13/CSR– 7 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 1. Le cure primarie TITOLO DEL PROGETTO: 1.2. Modello organizzativo di integrazione della C.A. nella rete regionale dell’emergenza-urgenza 118 DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area Controlli (s.lopresti@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO:€ 2.500.000,00 CONTESTO Il DPGR n. 18/2010 del Presidente di Giunta Regionale, ha previsto Riorganizzazione e Reingegnerizzazione della rete Urgenza/emergenza territoriale. Nel rispetto dei dettami del DPGR 18/2010, la Regione Calabria, con il DPGR n.94 del 28 giugno 2012 “Approvazione proposta programmata progetto Riordino, Riorganizzazione e Reingegnerizzazione della rete Urgenza/emergenza Regione Calabria”, ha accolto le linee di indirizzo per la riorganizzazione dei Servizi di Urgenza ed Emergenza 118 e Continuità Assistenziale e più complessivamente la Medicina del territorio e l’integrazione con l’Ospedale. Il presente progetto rappresenta la continuità dei precedenti progetti di cui alle DGR n. 255 del 17 giugno 2011, ratificata con DPGR 171/2012, Sistema Informativo Unico Regionale – 118 Calabria e n. 434 del 26.9.2011 Riorganizzazione della rete regionale dell’emergenza – urgenza e continuità delle cure: Integrazione delle C.A. nella C.O. del 118. La continuità delle cure rappresenta uno degli indicatori sensibili del buon funzionamento del Servizio Sanitario, poiché aggiunge al tradizionale concetto di cure quello della presa in carico del paziente ai diversi livelli della rete. L’integrazione della Continuità Assistenziale nel SUEm 118 potrà garantire al paziente, sin dall’origine della insorgenza dei primi sintomi, omogeneità di trattamento e appropriatezza delle prestazione, fornendo l’assistenza adeguata e individuando il percorso più idoneo fino al ricovero, nel più breve tempo possibile, nella struttura sanitaria adeguata alla patologia. Tale integrazione, organizzativa – gestionale, rappresenta, altresì, il primo momento di accoglienza della domanda di salute dei cittadini, permettendo la possibilità di intercettare preventivamente i Codici Bianchi e Verdi, e indirizzarli nella maniera più idonea alle eventuali equipe territoriali h24 (MMG, CAPT, ecc.). La gestione è affidata alla Centrale Operativa che, tra le attività attive indicherà il percorso assistenziale più adeguato cercando di prevenire l’accesso improprio ai Presidi Ospedalieri e ai P. S. Nel caso di paziente in condizioni critiche, l’interazione tra figure professionali mediche è indispensabile e deve essere attuata preventivamente. Il medico di Continuità Assistenziale deve operare in maniera integrata, così da poter raggiungere l’obiettivo di una risposta domiciliare adeguata, ed evitare così ospedalizzazione impropria di pazienti con bisogni assistenziali complessi (Cateteri, sondini, PEG, ecc.) o di pazienti neoplastici in trattamento con cure palliative. E’ opinione condivisa che soltanto attraverso il coinvolgimento e l’integrazione dei servizi sanitari territoriali e ospedalieri si può instaurare un corretto continuum diagnosticoterapeutico, che accompagni il cittadino in ogni segmento della filiera assistenziale. L’evoluzione dei nuovi bisogni assistenziali (LEA) impone tra l’altro la necessità che il medico della Continuità Assistenziale esca definitivamente dal modello di assistenza “occasionale” per passare a un modello di assistenza programmata che porti, attraverso lo sviluppo di processi organizzativi, relazionali e funzionali con gli altri professionisti sanitari, a una piena e paritaria integrazione. DESCRIZIONE Anche alla luce dell’accordo Stato-Regioni del 7 febbraio 2013 “linee di indirizzo per la riorganizzazione del sistema di emergenza urgenza in rapporto alla continuità assistenziale” il progetto prenderà in considerazione: 1) sistemi di ricezione della richiesta di assistenza primaria nelle 24 ore finalizzati ad assicurare la continuità delle cure e ad intercettare la domanda a bassa intensità. 8 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 1. Le cure primarie TITOLO DEL PROGETTO: 1.2. Modello organizzativo di integrazione della C.A. nella rete regionale dell’emergenza-urgenza 118 DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area Controlli (s.lopresti@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO:€ 2.500.000,00 L’integrazione dei medici della Continuità Assistenziale, in un’area dedicata della Centrale Operativa, con ampliamento dell’orario di attività nelle ore diurne, sarà gestite con postazioni dedicate ricevendo le chiamate su un unico numero provinciale (116 – 117) e realizzando la “Centralizzazione delle chiamate”. La riorganizzazione del sistema di Emergenza Urgenza in rapporto alla CA richiede una puntuale informazione al cittadino, destinatario ultimo del percorso riorganizzativo nel suo complesso, oltre che un’adeguata e omogenea formazione degli operatori tutti. E’previsto un adeguato percorso formativo dei medici di C.A. relativo al “Dispatch”, non solo come sistema di risposta alle richieste pervenute uniformando, quindi, la risposta all’utenza, ma altresì utile a favorire una corretta integrazione col sistema Urgenza / Emergenza. 2) sistemi di presa in carico del cittadino Sarà necessario sviluppare un sistema organizzativo e informativo delle reti di patologia, al fine di rendere trasparente ed esplicito il ruolo e le competenze di ciascun presidio ospedaliero appartenente alla rete dell’emergenza urgenza. Tra le utenze trasportate dal 118 e il preponderante afflusso di accessi autonomi dovrà essere ricercata la quota parte di pazienti che accedono inappropriatamente alle cure specialistiche ospedaliere e che dovrebbero trovare risposta più adeguata nell’Assistenza Primaria. 3) Percorsi differenziati tra emergenza e assistenza primaria Realizzare all’interno del Pronto soccorso e del Dipartimento di Emergenza-accettazione percorsi separati clinico-organizzativi dei pazienti classificati dai sistemi Triage con codici rossi e gialli da quelli verdi e bianchi 4) Piattaforme informatiche e tecnologiche Il “nucleo di valutazione” della chiamata formato da medici della Continuità Assistenziale risponderà utilizzando i sistemi informatici della Centrale operativa, già esistenti, integrati con nuovi modelli applicativi di gestione, in modo da garantire l’autonomia, la piena integrazione e operatività nel SUEm 118. L’ampliamento funzionale del Sistema Informatico del servizio 118, attraverso l’implementazione di tutte quelle funzionalità necessarie alla gestione delle attività del servizio di Continuità Assistenziale, supporterà le attività dei medici che operano presso le Centrali Operative e nelle Postazioni di C.A. dislocate su tutto il territorio regionale CAPT, Centri di Assistenza Territoriali Integrati H 12/ 24 come previsto dal DL n°158 del 13 settembre 2012 convertito in legge n°189 dell’8 novembre 2012, meglio conosciuto come “Decreto Balduzzi”. In Calabria il Sistema di emergenza-urgenza prevede: 5 C.O. provinciali, 52 PET e 330 postazioni di C.A. che come previsto dal DPGR n. 94/12 a regime diventeranno 280. Tale riorganizzazione porterà indubbi benefici in termini di ottimizzazione degli interventi, monitoraggio delle attività e riduzione dei tempi d’intervento, mentre ulteriori benefici sulla programmazione potranno essere forniti nel momento in cui il sistema di acquisizione dati, previsto dal D.M. 17 /12/2008, andranno a regime. In ogni centrale saranno realizzati dei posti operatori aggiuntivi a quelli esistenti in numero di 2/4 postazioni, in base al bacino di utenza di riferimento e, solo dopo attento monitoraggio delle attività (entro i primi sei mesi), si procederà a rimodulare e ridistribuire le risorse umane nelle diverse postazioni il più possibile rispondente alle necessità territoriali e del bacino di utenza di riferimento. Nell’ambito dei processi di gestioni complesse rientrano le problematiche relative ai prelievi e trapianti di organo. Il SUEm 118 nel rispetto, delle risorse informatiche a disposizione, delle 9 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 1. Le cure primarie TITOLO DEL PROGETTO: 1.2. Modello organizzativo di integrazione della C.A. nella rete regionale dell’emergenza-urgenza 118 DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area Controlli (s.lopresti@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO:€ 2.500.000,00 capacità specifiche acquisite dagli operatori delle Centrali Operative e dalle esperienze maturate nella conduzione delle stesse, si propone di supportare il Centro Regionale Trapianti soprattutto per quanto riguarda la comunicazione e la logistica. OBIETTIVI La riorganizzazione e rimodulazione del servizio di Continuità Assistenziale si pone i seguenti obiettivi: 1. Garantire che la nuova organizzazione definisca le modalità e i contenuti attraverso i quali praticare una concreta “centralità del paziente”, oltre all’impegno di rendere i luoghi di assistenza e i programmi diagnostici e terapeutici orientati quanto più possibile alla persona nella sua interezza fisica, sociale e psicologica. 2. Riqualificare e uniformare gli standard di risposta al cittadino/paziente con la creazione di specifici protocolli condivisi; 3. Modificare l’offerta con modelli organizzativi adeguati alle singole realtà in una logica di sistema, differenziandoli in base all’offerta complessiva dei servizi esistenti nel territorio Aziendale; 4. Garantire al cittadino la prestazione nel luogo più appropriato, a casa quando possibile, nei presidi quando necessario; 5. Individuare strumenti e modalità di comunicazione con le altre figure professionali atti a garantire la continuità delle cure; 6. Riqualificazione del personale sia dal punto di vista professionale (percorsi formativi) che attraverso la ricollocazione in ambienti operativi più idonei e funzionali (CAPT, PPI, ATI, UCCP ecc.); 7. Sviluppare modelli organizzativi attraverso l’adozione di forme di integrazione funzionale, nell’ambito delle equipe territoriali o in modo strutturato nelle Case della salute; 8. Potenziamento della rete dei servizi in Urgenza – Emergenza attraverso la istituzionalizzazione dei percorsi clinici e assistenziali; 9. Razionalizzazione e ottimizzazione dei costi di gestione TEMPI DI ATTUAZIONE (cronoprogramma) Il progetto si completerà in dodici mesi solari. La distribuzione temporale delle attività prevede le seguenti fasi: 1. Definizione del modello operativo, entro 12 (dodici) mesi; 2. Forniture hardware e software di base, entro 6 (sei) mesi; 3. Installazione e configurazione dell’hardware e del software presso la Centrale Operativa entro 8 (otto) mesi; 4. Progettazione e realizzazione delle componenti applicative; 5. Formazione del personale in Centrale Operativa (Dispatch) e territoriale entro 6 (sei) mesi; INDICATORI (di struttura, di processo, di risultato) È qui evidenziato un certo numero di indicatori che consentiranno di valutare l’efficacia/efficienza del servizio: N° medici operativi sul territorio (struttura) N° chiamate ricevute (struttura) N° di chiamate per consiglio (struttura) 10 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 1. Le cure primarie TITOLO DEL PROGETTO: 1.2. Modello organizzativo di integrazione della C.A. nella rete regionale dell’emergenza-urgenza 118 DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area Controlli (s.lopresti@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO:€ 2.500.000,00 N° totale ore di disponibilità dei medici (struttura) N° totale ore di impegno dei medici (struttura) Durata intervento (processo) Durata consiglio Appropriatezza del tipo di chiamata C.A o 118, (processo.) Verifica appropriatezza del Dispatch, over/under triage (processo.) Verifica tempi del Dispatch (processo.) Tempo di trasferimento sul territorio (risultato) Performance operatore (risultato) Riduzione degli errori di individuazione del target, eliminazione degli errori di comunicazione “luogo del target” tra centrali e risorse sul territorio, certificazione degli orari delle diverse fasi del soccorso, supporto decisionale agli operatori. RISULTATI ATTESI L’integrazione tra i servizi di continuità assistenziale e sistema 118 ha l’obiettivo di individuare e intercettare i codici a bassa priorità e inviarli nelle strutture, più idonee e più vicine, in grado di dare una risposta adeguata e appropriata all’utente. Inoltre ha il vantaggi di: Condividere le informazioni geografiche per l’individuazione del target; Avere, tramite l’applicativo di centrale, la situazione di tutti gli eventi in corso sul territorio con la possibilità di ovviare al possibile under/over triage su di una chiamata di continuità assistenziale. Avere in tempo reale lo stato di medici di C.A. sul territorio; in turni, in visita, liberi ecc. Il sistema consentirà, statistiche e reportistica evolute, permettendo un’analisi approfondita del servizio. Inoltre lo studio dei dati raccolti potrà portare alla razionalizzazione e ottimizzazione del servizio stesso adeguandolo, dopo attento monitoraggio, alle effettive necessità di quel bacino di utenza. La raccolta di dati sanitari e prestazioni erogate dai medici di C.A permetterà anche analisi statistiche sullo stato di salute della popolazione. COSTI L’utilizzo delle risorse umane da dedicare al progetto, consistenti nel coinvolgimento dei medici di C.A., MMG, PLS, PPI, e il loro inserimento nelle attività, guardando con attenzione alla liberalizzazione delle risorse di C. A. pari a 140 medici conseguenti dal passaggio dalle attuali 330 postazioni di Postazioni di Continuità Assistenziale alle 280 previste dal DPGR 94/2012 e dalla riorganizzazione delle stesse, compreso la Centralizzazione delle chiamate nelle Centrali Operative 118. Pertanto si ritiene opportuno, prendendo in esame l’ipotesi intermedia, determinare le risorse necessarie che dovrebbero essere pari a € 2.500.000,00 saranno distribuite sulle voci di spesa: a) Beni e servizi b) Formazione c) Comunicazione/ Informazione. 11 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 1. Le cure primarie TITOLO DEL PROGETTO: 1.2. Modello organizzativo di integrazione della C.A. nella rete regionale dell’emergenza-urgenza 118 DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area Controlli (s.lopresti@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO:€ 2.500.000,00 PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA ASP RC 2012 703.159,39 ASP VV 208.351,84 ASP CZ 459.277,59 ASP CS 217.928,45 ASP KR 911.282,73 Totale 2.500.000,00 2013 Totale Criterio di distribuzione: per l’anno 2012 a quota capitaria – popolazione residente al 1.1.2012 – Il progetto ha durata soltanto 12 mesi. con l’ Accordo Stato/Regioni del 20 febbraio 2014, non è previsto il prosieguo per l’anno 2013. 12 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA TITOLO DEL PROGETTO: 2.1 Progetto obiettivo pluridisciplinare per la cura dei portatori di cardiopatie congenite dal feto all’età adulta – II annualità DURATA: 2011-2012 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Ara L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 1.000.000,00 (di cui € 500.000,00 sulla quota del FSN 2011 ed € 500.000,00 sulla quota FSN 2012) CONTESTO La necessità di differenziare la Cardiologia Pediatrica dalla Cardiologia dell’Adulto nasce dalle differenze nell’epidemiologia delle malattie di cuore tra tali epoche della vita. Incidenza delle cardiopatie congenite=8-10 per mille nati vivi. Nel corso degli ultimi quarant’anni, con la possibilità di correzione chirurgica di tutte le cardiopatie, si è ottenuto un aumento della sopravvivenza e della qualità della vita del bambino cardiopatico. A questo scopo hanno inoltre contribuito una diagnosi tempestiva ed accurata dell’anomalia strutturale cardiaca e il follow-up del piccolo paziente nel tempo. I problemi di questi bambini sono “unici”, per questo la figura specialistica del cardiologo pediatra è fondamentale. Questi fa diagnosi circostanziata, decide la necessità ed i tempi dell’intervento cardiochirurgico ed effettua i controlli clinico-strumentali del bambino con difetti cardiaci. In Italia quasi ogni regione ha uno o più centri di riferimento per la cura delle cardiopatie congenite, molte regioni possiedono contestualmente U.O. di Cardiologia e Cardiochirurgia Pediatrica. La Cardiochirurgia pediatrica richiede un bacino di utenza che va dai 4 mil ai 6 mil di abitanti pertanto, come avviene anche in altre regioni il paziente è seguito dal reparto di cardiologia pediatrica. Poiché in Calabria nascono circa 18.000 bambini all’anno si valuta un’incidenza pari a 140-180 di neonati cardiopatici congeniti, ogni anno. Regione Calabria - Ricoveri per Cardiopatie congenite Regime ordinario - anni 2008-2009 172 177 123 0 strutture regionali 2008 - 2009 Ricovero di tipo chirurgico strutture fuori regione 2008 - 2009 Ricovero di tipo medico In questa tabella da sottolineare oltre il dato dei 177 ricoveri per procedure di cardiochirurgia e/o emodinamica interventistica fuori regione, anche i 123 ricoveri extraregione di tipo medico che potrebbero sicuramente essere evitati. In oltre un terzo dei casi, le cardiopatie congenite sono fortemente sintomatiche già alla nascita, perciò le Neonatologie calabresi sono costantemente impegnate nella diagnosi e nel primo trattamento del neonato cardiopatico. Siamo convinti dell’opportunità di prendersi cura in loco di questi piccoli pazienti, come accade in tutte la altre regioni italiane. Il progetto in questione, sulle cardiopatie congenite, ha l’obiettivo di potenziare ed ampliare l’attività medico-scientifica del Dipartimento Materno-Infantile dell’A.O. di Cosenza all’interno del quale già è stata istituita ed opera una Unità operativa di Cardiologia Pediatrica. Nel corso degli ultimi anni, dunque, si è avvertita la necessità di sviluppare un sistema di follow-up clinico e anche strumentale (ecg ed ecocardiografia monobidimensionale + Color Doppler) che riguarda non solo l’età neonatale ma pazienti in età pediatrica con cardiopatie sospette o accertate. 13 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA TITOLO DEL PROGETTO: 2.1 Progetto obiettivo pluridisciplinare per la cura dei portatori di cardiopatie congenite dal feto all’età adulta – II annualità DURATA: 2011-2012 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Ara L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 1.000.000,00 (di cui € 500.000,00 sulla quota del FSN 2011 ed € 500.000,00 sulla quota FSN 2012) A molti di essi, grazie ai controlli effettuati in loco, si è riusciti ad evitare più di un viaggio presso il centro dove erano stati operati, in accordo ed in collaborazione con il singolo centrocardiochirurgico di riferimento. DESCRIZIONE Il progetto presenta due ambiti di intervento: FORMATIVO E CLINICO Figure professionali coinvolte: pediatri e neonatologi ospedalieri, pediatri di famiglia, ginecologi e cardiologi pediatri, infermieri, psicologi e assistenti sociali. In ogni settore in cui si articola il progetto si intende creare prima ed avvalersi poi, di una rete di contatti all’interno della provincia, da ampliare anche alle altre province calabresi in un rapporto di collaborazione con i singoli ospedali ed il Centro dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza che funzionerebbe da coordinatore. . Tale rete prevede inoltre l’interscambio con i principali centri di riferimento dei pazienti calabresi: Cardiochirurgia dell’ Ospedale Gaslini di Genova – Istituto Ligure di Alta Specializzazione di Rapallo, Cardiochirurgia A.O. Giovanni XXIII di BARI, Cardiochirurgia Ospedale Bambino Gesù di Roma- Ospedale di Taormina – Cardiochirurgia pediatrica Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova. INTERVENTO FORMATIVO - Fase 1 Corsi di formazione teorico-pratici multidisciplinari, formazione integrata di tipo residenziale, a distanza ma anche esperenziale, per ostetrici-ginecologi e pediatri, ospedalieri e del territorio, per migliorare le capacità diagnostiche sia cliniche sia strumentali. La formazione sul territorio deve avvenire in almeno tre tempi con progressione didattica e verifica del risultato. - Fase 2 Formazione specialistica specifica, definita con specifico progetto formativo, che riguarda il personale medico ed il personale infermieristico del centro pilota in materia di Cardiologia Pediatrica, anche finalizzata alla formazione per l’uso di apparecchiatura quale elettrocardiografo, defibrillatore ecc. Le attività formative saranno realizzate in collaborazione con i centri in rete regionali ed extraregionali (Azienda Ospedaliera Università di Padova). La fase formativa prevede il coinvolgimento diretto del personale medico ed infermieristico, identificato dalla regione Calabria, nell’attività clinico-assistenziale dell’equipe medicoinfermieristiche patavine. Intervallate a questa fase professionalizzante sono previsti momenti “in aula” più prettamente didattici da svolgersi congiuntamente sia in Calabria che a Padova. Si prevede in una fase attuativa del progetto, la definizione di specifici obiettivi formativi e di programmi educativi personalizzati. Elaborazione di linee guida . INTERVENTO CLINICO Fase 3 feto Miglioramento qualitativo e quantitativo della diagnosi ecocardiografica fetale delle cardiopatie congenite, del counselling alla coppia e della programmazione del parto. Fase 4 neonato e bambino Implementazione qualità dei servizi svolti per il necessario followup a lungo termine di questi piccoli pazienti anche attraverso una rete di collaborazione ospedaliterritorio. Fase 5 giovane adulto garantire la continuità clinico-assistenziale necessaria anche dopo l'età pediatrica, proprio per le loro caratteristiche malformative di origine congenita nonché per la loro 14 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA TITOLO DEL PROGETTO: 2.1 Progetto obiettivo pluridisciplinare per la cura dei portatori di cardiopatie congenite dal feto all’età adulta – II annualità DURATA: 2011-2012 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Ara L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 1.000.000,00 (di cui € 500.000,00 sulla quota del FSN 2011 ed € 500.000,00 sulla quota FSN 2012) prevalente insorgenza in età pediatrica per cui tali patologie devono essere trattate anche in età postadolescenziale da professionisti dotati delle conoscenze scientifiche e dell’acquisita metodologia. In questo ambito di continuità delle cure, interessante è anche l’idea di creare una unica ed accessibile cartella clinica con i dati salienti del singolo paziente utilizzabile in rete, nel pieno rispetto alla normativa sulla privacy. OBIETTIVI 1 Creare una rete di collaborazione continuativa tra territorio ed ospedali 2 Migliorare la percentuale di diagnosi delle cardiopatie congenite in utero 3 Effettuare il follow-up “ in loco” in accordo ed in collaborazione con il singolo centro cardiochirurgico di riferimento. 4 Obiettivo non ultimo, è quello di effettuare cateterismi cardiaci diagnostici per cardiopatie congenite complesse ed eventuali cateterismi interventistici per difetti congeniti utilizzando lo “stand by” cardochirurgico già previsto per i cateterismi cardiaci dell’adulto. TEMPI DI ATTUAZIONE (cronoprogramma) La fase attuativa ha una durata di due anni. In parallelo si procede con la formazione diretta alla “periferia”e quella più specifica per l’A.O. di Cosenza. Prima fase di ampliamento della diagnostica fetale in termini quantitativi ma soprattutto qualitativi, creando una rete tra centri di diagnosi prenatale di differenti livelli. Anche la formazione all’interno degli ospedali della provincia e dei medici pediatri del territorio viene realizzata in tre tempi con verifica dell’apprendimento avvenuto e con progetti a breve e medio termine di incremento dei pazienti reclutati e della qualità del follow-up condiviso. Mesi Fasi | Fase 1 1 3 6 x 9 12 15 18 24 x x x x x x x Fase 2 x x Fase 3 Fase 4 Fase 5 x x x x x x x x x x x x x INDICATORI (di struttura, di processo, di risultato) Miglioramento dell’appropriatezza degli interventi sanitari (preventivi, diagnostici, terapeutici, riabilitativi, palliativi, assistenziali). Indicatori di struttura Presso l'A.O. Di Cosenza: Coordinamento tra il centro di eccellenza materno-infantile e la sala di emodinamica fruibile. 15 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA TITOLO DEL PROGETTO: 2.1 Progetto obiettivo pluridisciplinare per la cura dei portatori di cardiopatie congenite dal feto all’età adulta – II annualità DURATA: 2011-2012 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Ara L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 1.000.000,00 (di cui € 500.000,00 sulla quota del FSN 2011 ed € 500.000,00 sulla quota FSN 2012) Indicatori di processo Aumento del coinvolgimento del territorio e condivisione del follow-up Feto: accesso facilitato per l’esecuzione di ecocardiogrammi fetali dei casi sospetti Neonato e Bambino: tipologia degli esami strumentali clinico-funzionale eseguiti ai singoli pz con cardiopatia congenita Indicatori di risultato Clinici: miglioramento della percentuale di diagnosi di cardiopatia congenita in utero, delle condizioni cliniche al momento della diagnosi, del follow-up nel tempo attraverso un incremento delle prestazioni diagnostico-strumentali eseguibili. La capacità diagnostica intesa come abilità ad identificare i nuovi casi e la possibilità di esecuzione di cateterismi diagnostici finora mai eseguiti, verranno incrementati e valutati nel tempo. Economici: Riduzione dei ricoveri per cardiopatia congenita di tipo medico extraregione. Possibile conversione di ricoveri ordinari in ricoveri in Day Hospital o in prestazioni ambulatoriali Sociali : la possibilità dell’assistenza e del follow-up in loco migliorano la qualità di vita e soddisfazione dell’utente. RISULTATI ATTESI a breve termine -miglioramento della diagnostica fetale e neonatologica-pediatrica -creazione di un dialogo ed un coordinamento tra i vari interlocutori (pazienti, genitori, ostetrici, neonatologi e pediatri, cardiologi pediatri, chirurghi ecc) con riduzione degli esami inappropriati a lungo termine -aumento della qualità delle prestazioni cliniche e strumentali eseguibili in loco -riduzione dei ricoveri extraregionali ( specie quelli di tipo medico) Il budget di € 500.000,00 per l’anno 2012 può essere così suddiviso: Personale € 100.000,00 Beni e servizi € 175.000,00 Formazione € 125.000,00 Comunicazione € 100.000,00 PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA A.O. CS Totale 2012 2013 Totale 500.000,00 500.000,00 Criterio di distribuzione: La quota relativa al 2012 è stata accantonata in GSA. Le attività saranno coordinate dalla Unità Operativa di Cardiologia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, struttura idonea per la realizzazione per l’esecuzione in loco degli esami ed il follow-up dei pazienti affetti da cardiopatie congenite alla quale è assegnato il finanziamento per la seconda annualità per la conclusione del progetto. 16 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA TITOLO DEL PROGETTO: 2.2 Modello di continuità assistenziale per i pazienti con malattie neurologiche ad interessamento Neuromuscolare con particolare riferimento alla SLA e le loro famiglie DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale, tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00 PREMESSA La necessità di presa in carico globale a carico del sistema sanitario regionale, attraverso l'istituzione di una rete assistenziale specifica per i malati di SLA, patologia in progressivo peggioramento con contestuale perdita dell’autonomia e conservata integrità del sistema cognitivo, si basa appunto sulla considerazione che per questa malattia inguaribile, ma non incurabile, è necessario un servizio di assistenza multidisciplinare, da effettuarsi soprattutto al domicilio del malato, gestendo la continuità assistenziale ospedale-territorio. E' importante sottolineare che nella stragrande maggioranza dei casi le capacità cognitive del paziente SLA rimangono inalterate fino alle estreme fasi della malattia, per cui è necessario attivare un approccio multidisciplinare di cure palliative, rivolte al trattamento sia dei sintomi fisici che delle problematiche psico-sociali ed esistenziali di questi pazienti e dei loro familiari. La gestione globale del paziente è dunque da intendersi come un processo di continuità assistenziale, finalizzato a seguire il paziente in tutte le fasi di sviluppo della malattia, con un percorso che possiamo schematizzare in 3 fasi: - Fase delle cure primarie (estensive): processi assistenziali caratterizzati da bassi livelli diintensità e da livelli di complessità assistenziale variabile in relazione all’eventuale presenza di comorbilità. - Fase delle cure intermedie (sub-intensive): processi assistenziali a medio livello di intensità ed, in genere, ad elevato livello di complessità assistenziale. - Fase delle cure secondarie (intensive): processi assistenziali ad alto livello di intensità e complessità assistenziale, per i quali si impone il ricovero in ambiente ospedaliero. La terza fase è di competenza ospedaliera (Centro di Riferimento Regionale e i Presidi Ospedalieri Regionali). Le prime due fasi sono tipicamente collocate nel livello di assistenza socio sanitaria territoriale e possono essere catalogate in progetti individuali di assistenza (domiciliare e residenziale) durante i quali è necessario realizzare livelli di integrazione degli interventi sanitari e socio assistenziali basandosi sulla dimensione dei bisogni di assistenza dei malati e non solo sulle offerte di salute esistenti, tenendo ben presente la progressiva e totale perdita dell’autosufficienza e la necessità di supporto e sostegno della comunicazione nonché delle funzioni vitali. Diventa inoltre importante preservare il più possibile l’autonomia, in particolare la comunicazione con il mondo esterno, anche in presenza di un gravissimo deterioramento del quadro motorio, attraverso interventi di sostegno e ausili di comunicazione che si avvalgono di strumenti informatici, che consentono di personalizzare le varie applicazioni a seconda delle capacità residue del paziente. CONTESTO: Dimensione del problema L' incidenza della SLA è di circa 1,5-2 casi ogni 100.000 abitanti, con una prevalenza di 6-8 casi ogni 100.000 abitanti. In Calabria si stima siano circa 200 i casi di persone affette da questa patologia. Le criticità maggiormente rilevabili sono: 1) Generale impreparazione delle strutture ospedaliere ed inadeguatezza dell’organico; 2) Mancanza di collegamenti organizzativi e continuativi tra ospedale e territorio 17 Regione Calabria 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA TITOLO DEL PROGETTO: 2.2 Modello di continuità assistenziale per i pazienti con malattie neurologiche ad interessamento Neuromuscolare con particolare riferimento alla SLA e le loro famiglie DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale, tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00 Carenza e difformità delle procedure di rientro a domicilio; Inesistenza di strutture idonee all’ospitalità di pazienti non assistibili a domicilio; Inadeguatezza delle strutture territoriali Assenza di un referente medico territoriale; Difficoltà nell’integrazione sociosanitaria dell’assistenza; Assenza di procedure che garantiscano il trasporto da domicilio all’ospedale e viceversa; Assenza di procedure per la gestione dell’urgenza. In Calabria, con il progetto 2.1 Modello organizzativo presa in carico globale delle persone affette da Malattie Neurologiche ad Interessamento NeuroMuscolare ( MNINM) -Centri di riferimento (CdR), coordinato dell’Unità Operativa di Neurologia dell’Azienda Ospedaliera “Mater Domini” di Catanzaro, approvato con le DGR n. 255/11, in relazione ai requisiti minimi specifici, sono stati identificati, tra le strutture sanitarie distribuite nel territorio regionale, due tipi di Centri di Riferimento (CdR): il CdR di primo livello ad Alta Specialità, l’Istituto di Neurologia della Università Magna Graecia di Catanzaro, responsabile della raccolta, organizzazione, elaborazione e smistamento delle informazioni e dei percorsi assistenziali dei pazienti, e i CdR di secondo livello rappresentati da tutte le altre strutture ospedaliere regionali in cui sia presente una Unità Operativa o un Servizio di Neurologia e le Strutture Ambulatoriali specialistiche presenti nel territorio regionale. In particolare, è stato effettuato il censimento, a partire da dati preesistenti e/o attraverso i contatti con le Associazioni che si occupano dei malati SLA, del numero di casi presenti in atto nel territorio regionale. Inoltre, è stata avviata la realizzazione di una piattaforma web-based, finalizzata a mantenere un collegamento tra le strutture e gli operatori sanitari coinvolti. Il presente progetto è finalizzato alla sperimentazione in alcune ASP della Regione Calabria (individuate tra quelle in cui l’offerta assistenziale si presenta maggiormente carente o in base alla presenza numerica di casi) di un modello basato sulla presa in carico domiciliare messa in atto da parte dell’equipe multidisciplinare di riferimento, professionalità specificamente formate che operino in stretta collaborazione con il medico di famiglia e tutte le altre figure e strutture assistenziali esistenti sul territorio. Il progetto realizzerà un percorso di presa in carico territoriale dei malati di SLA e delle loro famiglie destinato al miglioramento della qualità dell’assistenza socio sanitaria e, quindi, della qualità della vita dei pazienti affetti da SLA, a sostegno della domiciliarità. Il terzo settore, generalmente rappresentato dalle associazioni dei pazienti, costituisce, insieme alla famiglia e al caregiver la cosiddetta "parte informale" della rete, in grado di fornire spesso un’adeguata e appropriata collaborazione. Nel complesso, questo modello ha il vantaggio di cercare di utilizzare quanto viene offerto a livello territoriale, non sovrapponendosi ad esso, ma integrandone le carenze sia in termini di informazione ed educazione, sia dal punto di vista dei servizi (esempio: fisioterapia domiciliare, servizi di dietologia e logopedia di pertinenza del distretto di residenza del paziente, servizi di rianimazione e pneumologia) determinando una sensibile riduzione del numero di ricoveri ospedalieri inappropriati. 18 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA TITOLO DEL PROGETTO: 2.2 Modello di continuità assistenziale per i pazienti con malattie neurologiche ad interessamento Neuromuscolare con particolare riferimento alla SLA e le loro famiglie DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale, tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00 METODOLOGIA Per dare attuazione a questo obiettivo è importanti la formazione di tutti i soggetti interessati e l’attivazione di una procedura atta ad uniformare ed a rendere attivabile il necessario percorso di assistenza. Sarà necessario individuare il team multidisciplinare (neurologo, fisiatra, pneumologo, ai quali si associano lo psicologo, i terapisti motori, respiratori e terapisti occupazionali ecc.). Il progetto di lavoro del gruppo multidisciplinare prevede di: 1) determinare i bisogni assistenziali del paziente, attraverso la valutazione multidisciplinare della persona con SLA che include un programma per la mobilizzazione attiva e passiva, per monitoraggio e intervento nutrizionale, monitoraggio della funzione respiratoria, della ventilazione non invasiva e della ventilazione invasiva, monitoraggio della funzione fonatoria; precoce supporto alla comunicazione, valutazione delle condizioni psico-sociali del paziente e della sua famiglia al fine di attivare un adeguato percorso per il supporto psicologico ed educativo, al fine di offrire una presa in carico globale; 2) individuare una strumentazione che sarà a disposizione dell’equipe (quale ad. es: saturimetro portatile con possibilità di registrazione , emogasanalizzatore portatile, spirometro, ecc); 3) collaborare con le Associazioni dei pazienti; 4) utilizzare le attrezzature e interventi tecnici e domotici che consentano di preservare il più a lungo possibile l’autonomia; 5) utilizzare i comunicatori adatti ai singoli casi, che necessitano di una preventiva sperimentazione; 6) avvalersi della cartella informatica regionale; 7) prevedere incontri sistematici tra i rappresentanti della varie categorie professionali coinvolte. Per l’attuazione del presente progetto si ritiene necessaria l’individuazione di una figura professionale, definita case manager, che, dopo adeguata formazione, basandosi sulla conoscenza diretta delle problematiche specifiche del paziente e della famiglia, sia in grado di aiutare ed attivare le risorse sociali, sanitarie ed assistenziali presenti sul territorio e rappresenti l’interfaccia ideale fra i pazienti e l’equipe interdisciplinare. Il case manager si occuperà quindi di: • coordinare le attività dei nodi della Rete successivi alla diagnosi SLA accertata dall’Unità di Neurologia di riferimento • garantire l’offerta assistenziale prevista • interagire col Distretto Socio Sanitario di appartenenza del paziente per fornire ogni informazione utile ai fini dell’assistenza • avvalersi della collaborazione dei coordinatori ADI e/o dei referenti delle cure infermieristiche. Il progetto dovrà portare alla definizione di un atto di indirizzo regionale contenente le modalità di presa in carico a livello domiciliare dei pazienti affetti da SLA e di metodologie per il monitoraggio degli stessi. 19 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA TITOLO DEL PROGETTO: 2.2 Modello di continuità assistenziale per i pazienti con malattie neurologiche ad interessamento Neuromuscolare con particolare riferimento alla SLA e le loro famiglie DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale, tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00 ARTICOLAZIONI DELLE ATTIVITÀ E PROGAMMAZIONETEMPORALE DELLE STESSE Fase di programmazione (30 giorni): a) identificazione del gruppo di pazienti che afferiscono al centro esperto ospedaliero e/o risiedono nel territorio; b) identificazione dell’equipe interdisciplinare ospedale/servizi socio-sanitari del territorio e del suo responsabile; c) programmazione dei percorsi clinici e di assistenza domiciliare socio-sanitaria integrata; d) programmazione della formazione specifica per il personale sanitario, socio sanitario e sociale; e) programmazione dell’attività di formazione, supporto e addestramento delle persone affette da SLA, dei caregiver, dei familiari e dei volontari. Fase di realizzazione (11 mesi) f) attivazione della procedura; g) monitoraggio dei pazienti. h) definizione dell’atto di indirizzo regionale sulle modalità di presa in carico a domicilio (approvazione da parte della struttura commissariale) RISULTATI ATTESI Realizzazione di un percorso di continuità assistenziale per il paziente e per la sua famiglia in stretta collaborazione tra ospedale e servizi socio sanitari del territorio con il miglioramento della qualità (in termini di efficacia e di sicurezza) dei processi assistenziali e con una riduzione dei costi dell’assistenza. INDICATORI NUMERICI DI EFFICACIA/EFFICIENZA DEL PROCESSO. 1. Numero totale casi SLA per semestre 2. Numero pazienti in: i. Fase delle cure primarie (estensive) ii. Fase delle cure intermedie (sub-intensive) iii. Fase delle cure secondarie (intensive) 3. Numero valutazioni multiprofessionali 4. Percorso informativo famiglia-mmg-struttura di diagnosi, prova documentale 5. Numero follow-up clinici per semestre 6. Percorsi di collaborazioni con le associazioni, prove documentali 7. Aggiornamento e predisposizione protocolli, prove documentali PIANO ECONOMICO FORMAZIONE: 1. 2. Formazione operatori sanitari, socio sanitari, sociali, dei pazienti e delle loro famiglie Convenzioni per le iniziative di formazione e supervisione di gruppi 20 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA TITOLO DEL PROGETTO: 2.2 Modello di continuità assistenziale per i pazienti con malattie neurologiche ad interessamento Neuromuscolare con particolare riferimento alla SLA e le loro famiglie DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale, tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00 BENI E SERVIZI: 1. 2. 3. 4. PERSONALE: COMUNICAZIONE / INFORMAZIONE: 7. di volontari in grado di sostenere i malati affetti da SLA, i caregiver e i loro familiari. € 150.000,00 Acquisizione di strumentazioni portatili per la valutazione e la gestione domiciliare del paziente (es., apparecchiatura per emogasanalisi portatile, fibroscopio portatile). Gestione della cartella informatizzata regionale di monitoraggio del paziente. Avvio di un progetto di counselling per la scelta e l’utilizzazione degli strumenti di comunicazione alternativa-aumentativa, incluse le strumentazioni ad alta tecnologia, Avvio di un progetto di counselling per interventi di tipo tecnico e domotico volti alla conservazione del massimo livello di autonomia del paziente € 350.00,00 Potenziamento dell’attività svolta a domicilio dei pazienti dalle seguenti figure professionali: fisioterapista, logopedista, psicologo, equipe medica (neurologo, pneumologo, dietologo, ecc.), operatore socio-sanitario, case manager. € 200.000,00 € 44.006,00 PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA 2012 2013 Totale ASP RC 271.199,93 ASP VV 64.856,03 ASP CZ 136.682,11 ASP CS 271.199,93 ASP KR 64.856,03 Totale 744.006,00 Criterio di distribuzione: Per l’anno 2012 la quota è stata accantonata in GSA, se si presume la partecipazione di tutte le ASP alla sperimentazione si potrebbe ipotizzare l’eventuale riparto a quota capitaria. Il progetto è sperimentale in alcune aziende che saranno individuate tra quelle in cui l’offerta assistenziale si presenta maggiormente carente o in base alla presenza numerica di casi, e, a seguito della approvazione e della pianificazione operativa, si potrà stabilire la quota delle risorse da assegnare 21 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA TITOLO DEL PROGETTO: 2.2 Modello di continuità assistenziale per i pazienti con malattie neurologiche ad interessamento Neuromuscolare con particolare riferimento alla SLA e le loro famiglie DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale, tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00 successivamente alle ASP che parteciperanno alla sperimentazione. La sperimentazione si concluderà in 12 mesi. Per la gestione sul territorio della SLA si fa riferimento a quanto previsto nel P.O. 2013-2015 al Programma 13 – Reti assistenziali per intensità di cure, punto 3 - Reti per percorsi di cura a forte integrazione ospedale-territorio. 22 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA TITOLO DEL PROGETTO: 2.3 I percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali per pazienti con demenza DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale, tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00 CONTESTO La demenza rappresenta l’esito di una malattia ad andamento progressivo che comporta, già in fase iniziale, un alto grado di compromissione funzionale con conseguenze significative non solo per il paziente, ma anche per le famiglie, su cui grava un enorme carico assistenziale. L’Italia è il paese più vecchio dell’unione europea: quasi il 30% degli ultraottantenni è affetto da demenza (905.713, studio eurodem, Ferri et al. 2006). Nella Regione Calabria, i dati sulle demenze sono coerenti con i numeri attesi a livello nazionale. In coerenza a quanto previsto dal DPGR 18-2010, relativamente al riordino della rete territoriale per l’assistenza in particolare per i pazienti con demenza, si rende necessaria l’elaborazione di percorsi diagnostici assistenziali mirati per patologia, che includano i anche i centri diurni, in Calabria quasi completamente assenti. Gli obiettivi di piano sviluppati nel 2010 sono stati integralmente assegnati ad una azienda pilota (ASP CZ) in cui si è proceduto alla trasformazione delle unità di valutazione alzheimer in centri per la valutazione delle demenze (CVD). È stato definito un sistema hub and spoke in cui l’hub è rappresentato dal centro regionale di neurogenetica (CRN), centro di assistenza e ricerca di secondo livello, e gli spoke sono rappresentati dalle altre UVA dell’azienda oggi trasformate in CVD. Obiettivi fondamentali perseguiti sono stati: 1) creazione di una rete assistenziale in termini strutturali e tecnologici (portale informatico) e operativi (condivisione di procedure e strumenti); 2) formazione e informazione per le diverse figure professionali coinvolte nei processi di miglioramento; 3) realizzazione di un percorso diagnostico terapeutico assistenziale per i pazienti con demenza nell’ASPCZ. Gli obiettivi di piano 2011, in corso di sviluppo, vedono l’estensione del modello suddetto (odp 2010) alle cinque aziende sanitarie provinciali della Calabria. Il Centro Regionale di Neurogenetica già di fatto negli anni ha svolto una funzione di coordinamento delle altre UVA presenti in regione, definendone tra l’altro il censimento. L’estensione del modello di assistenza già sperimentato attraverso gli obiettivi 2010 e 2011 alle altre ASP provinciali, al fine di perseguire la pienezza degli obiettivi, avverrà secondo un modello hub e spoke che vedrà il CRN come centro di riferimento unico (hub) mentre la rete degli spoke sarà costituita dalle UVA delle ASP riorganizzate funzionalmente e strutturalmente. Il modello hub and spoke avrà dunque valenza regionale. Il Centro Regionale di Neurogenetica ha sviluppato inoltre progetti di interazione con il sistema delle cure primarie e i MMG. In particolare nell’ASP CZ è in corso di realizzazione la “Sperimentazione di percorsi assistenziali integrati per le demenze sulla base del Chronic Care Model” (finanziamento CCM 2011). Attraverso la FIMMG nazionale è stato avviato inoltre il General Practitionerdementia (GPD) study che ha visto il coinvolgimento di circa 30 MMG delle provincie di VV, KR CS con un percorso formativo mirato all’identificazione dei sintomi per il sospetto diagnostico e l’utilizzo di una piattaforma informatica condivisa per la segnalazione dei casi sviluppata dal CRN. DESCRIZIONE Il progetto attuale, avente una durata complessiva di 12 mesi, ha come obiettivo principale la realizzazione di un piano diagnostico terapeutico e assistenziale (PDTA) per le demenze da sviluppare e implementare nelle ASP provinciali calabresi, facendo fulcro sulle UVA regionali. 23 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA TITOLO DEL PROGETTO: 2.3 I percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali per pazienti con demenza DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale, tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00 I bisogni della popolazione affetta da demenza e dalle loro famiglie sono considerati come “bisogni di nuova evidenza” ma sono stati individuati, già da molti anni, come bisogni collettivi del paziente e del suo nucleo familiare. La malattia di Alzheimer costituisce una delle patologie più complesse del nostro tempo per le molteplici problematiche che suscita tanto dal punto di vista diagnostico e terapeutico quanto dal punto di vista sociale, assistenziale ed etico. Le necessità dei pazienti iniziano con il loro bisogno di essere riconosciuti come tali. Si pone dunque il problema del rilevamento di una patologia spesso misinterpretata e confusa con le comuni problematiche dell’invecchiamento, dalla stessa famiglia e, spesso, anche dal MMG. Ricevere una diagnosi corretta e differenziale (all’interno delle molteplici forme delle demenze) pone il problema della qualificazione ed aggiornamento dei MMG (chiamati al porre il sospetto diagnostico), delle Unità di Valutazione Alzheimer nonché di tutto il personale socio-sanitario che a vario titolo entra in rapporto con il paziente demente e la sua famiglia. È evidente la necessità di condividere linee guida e criteri diagnostici internazionali già pubblicati in letteratura, valutazioni neuro cognitive e multidimensionali; trattamenti farmacologici disponibili secondo i protocolli di trattamento e le indicazioni provenienti dal Ministero della Salute (progetto Cronos e successivi aggiornamenti). Sotto il profilo della prescrizione farmacologica, la stessa dovrà avvenire nel rispetto delle vigente normativa, nazionale e regionale, e dovrà tenere conto di quanto stabilito nella nota 85 dell’AIFA: La prescrizione a carico del SSN, su diagnosi e piano terapeutico delle Unità di Valutazione Alzheimer (UVA), individuate dalle Regioni e dalle Province Autonome di Trento e Bolzano, è limitata a: pazienti con malattia di Alzheimer o di grado lieve, con MMSE tra 21 e 26 o donepezil, rivastigmina, galantamina o di grado moderato, con MMSE tra 10 e 20 o donepezil, rivastigmina, galantamina, memantina Alle UVA è affidato il compito di effettuare o, eventualmente, confermare una diagnosi precedente e di stabilire il grado di severità in accordo alla scala MMSE. Il piano terapeutico deve essere formulato sulla base della diagnosi iniziale di probabile demenza di Alzheimer di grado lieve-moderato. La risposta clinica dovrà essere monitorata ad intervalli regolari dall’inizio della terapia: a 1 mese, per la valutazione degli effetti collaterali e per l’aggiustamento del piano terapeutico a 3 mesi, per una prima valutazione della risposta e per il monitoraggio della tollerabilità: la rimborsabilità del trattamento oltre i 3 mesi deve basarsi sul non peggioramento dello stato cognitivo del paziente valutato tramite MMSE ed esame clinico ogni 6 mesi per successive valutazioni della risposta e della tollerabilità 24 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA TITOLO DEL PROGETTO: 2.3 I percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali per pazienti con demenza DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale, tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00 Si pone la necessità di migliorare la gestione integrata di questo tipo di patologie, nel territorio calabrese, attraverso una conoscenza/ implementazione dei servizi esistenti, una migliore e più organica integrazione tra i servizi e gli operatori, in particolare una migliore relazione operativa con i MMG che hanno un ruolo centrale e indispensabile nel percorso della salute del paziente e ancora di più nella gestione delle patologie cronico-degenerative come le demenze. Lo sviluppo del PDTA risponde alla necessità di migliorare la relazione operativa con il MMG che sarà più capace di porre il sospetto clinico e di gestire in modo integrato (e dunque a rete) questo tipo di patologie, attraverso una conoscenza/implementazione dei servizi esistenti. La creazione di centri diurni in cui sviluppare attività di terapia occupazionale e terapie riabilitative finalizzate al miglioramento della qualità di vita dei pazienti è indifferibile ed essi dovranno trovare una realizzazione capillare sul territorio partendo da esperienze pilota che prevedono almeno un centro diurno per ogni azienda sanitaria provinciale. Al fine di diffondere sul territorio una sempre migliore conoscenza delle varie forme di demenza e dei bisogni specifici di malati e famiglie è necessario attuare programmi di formazione specifica non solo per le varie figure professionali (MMG e operatori sociosanitari più in generale) ma anche per gli stessi familiari, elemento centrale dell’assistenza e della cura. le associazioni dei familiari di ammalati di Alzheimer e il volontariato più in generale, rappresentano un elemento forte con cui integrarsi e su cui puntare per il miglioramento della qualità di vita del paziente. L’attivazione dei servizi dovrà avvenire nel rispetto di quanto previsto dalla vigente programmazione regionale (cfr. D.P.G.R. n.18/2010) e, in ogni caso, dovrà essere prevista l’attivazione di almeno un centro diurno Alzheimer o demenze in ognuna delle 5 ASP della Regione Calabria. OBIETTIVI Definire e identificare i percorsi e gli attori coinvolti nel processo diagnostico terapeutico e assistenziale. Obiettivo 1- Diagnosi precoce di demenza attraverso il miglioramento delle abilità finalizzate al sospetto diagnostico del MMG e all’applicazione di strumenti di screening da diffondere sul territorio. Definizione dell’iter diagnostico. Azioni Coinvolgimento degli operatori dei Centri di Valutazione Demenze, e dei MMG per l’attuazione di diagnosi precoce e presa in carico condivise. A tal fine verranno realizzati corsi di formazione specifica per la condivisione delle metodologie diagnostiche clinico-strumentali, dei percorsi assistenziali; una cartella informatica, predisposta dall’HUB regionale potrà essere utilizzata da tutti gli operatori e condivisa sul sistema piattaforma già sviluppato dal CRN negli Obiettivi di Piano2010. Obiettivo 2 Fase post diagnostica ovvero di follow-up per garantire punti di riferimento qualificati (clinici, socio-assistenziali e di segretariato) al malato e alla sua famiglia; Azioni 25 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA TITOLO DEL PROGETTO: 2.3 I percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali per pazienti con demenza DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale, tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00 Monitoraggio del paziente, attraverso una sua periodica rivalutazione, al fine di rilevare eventuali problemi intercorrenti (somatici, comportamentali, sociali, assistenziali) ed elaborare strategie per il loro trattamento farmacologico e non. Obiettivo 3: Garantire la continuità delle cure e l’appropriatezza dell’assistenza. Azioni: Adozione di criteri finalizzati alle cure ambulatoriali e territoriali; adozione di scale cliniche finalizzate alla valutazione multidimensionale. Adesione ai protocolli di dimissione protetta. Obiettivo 4: Promuovere l’attivazione di Centri Diurni da parte delle UVA delle ASP Azioni: Realizzare riunioni operative con enti territoriali per l’individuazione di spazi strutturalmente idonei; formazione del personale preposto alla assistenza alla persona. Scelta di protocolli di riabilitazione per il mantenimento delle abilità residue. Protocolli d’intesa con le associazioni di volontariato e dei familiari. Obiettivo 5 Informazione e Formazione di tutti gli operatori coinvolti a vario titolo. Azioni: Attivazione di corsi di formazione per operatori coinvolti a vario titolo nel processo assistenziale. Informazione/formazione e supporto, realizzazione di gruppi di auto-aiuto per i familiari e per le associazioni di volontariato. Obiettivo 6 : Attività divulgativa e creazione carta dei servizi. Azioni: Produzione di materiale informativo. Elaborazione della carta dei servizi. TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA) Cronoprogramma obiettivo 1 Primo semestre: Individuazione di strumenti per il sospetto diagnostico; Predisposizione di linee guida; Secondo semestre: Aggiornamento per il personale; Realizzazione Cartella Informatica da parte dell’Hub regionale ; Cronoprogramma obiettivo 2 Primo semestre: Visite di follow up rivolte ai pazienti in carico presso i CVD; Secondo semestre: Interventi di segretariato sociale in collaborazione con le associazioni di volontariato; Cronoprogramma obiettivo 3 26 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA TITOLO DEL PROGETTO: 2.3 I percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali per pazienti con demenza DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale, tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00 Primo semestre: Individuazione delle scale di valutazione multidimensionale Individuazione dei criteri di accesso alle cure Formazione del personale; Secondo semestre: Applicazione scale prescelte Cronoprogramma obiettivo 4 Primo semestre: Realizzare riunioni operative con enti territoriali per l’individuazione di spazi strutturalmente idonei Secondo semestre: Protocolli d’intesa con le associazioni di volontariato e dei familiari; Cronoprogramma obiettivo 5 Primo semestre: Attivazione di corsi di formazione per operatori coinvolti a vario titolo nel processo assistenziale Informazione -formazione e supporto, gruppi di auto-aiuto, rivolti ai familiari, alle associazioni dei familiari e di volontariato Cronoprogramma obiettivo 6 Secondo semestre: Elaborazione della carta dei servizi. INDICATORI (di struttura, di processo, di risultato) Obiettivo 1- Diagnosi precoce di demenza attraverso lo sviluppo della capacità del sospetto diagnostico e dell’applicazione di strumenti di screening da diffondere sul territorio Definizione dell’iter diagnostico. Azione: 1°semestre Individuazione strumenti sospetto diagnostico Predisposizione di linee guida Azione: 2°semestre Aggiornamento per il personale Realizzazione Cartella Tempo di Valutazione 1°semestre 1°semestre Tempo di Valutazione 2° semestre 2° semestre Indicatori di processo n° di riunioni per la scelta Atti Indicatore di risultato Adozione strumenti. Adozione delle linee guida del PDTA Indicatori di processo % personale che si avvale della formazione >50% Cartella Indicatore di risultato n. soggetti aggiornati >70% 27 Adozione cartella Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA TITOLO DEL PROGETTO: 2.3 I percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali per pazienti con demenza DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale, tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00 Informatica da parte dell’Hub regionale informatica informatica Utilizzo dello strumento 2° semestre Utilizzo da parte Utilizzo >30% di screening dei MMG Obiettivo 2Fase post diagnostica ovvero di follow-up per garantire punti di riferimento qualificati (clinici, socio-assistenziali e di segretariato) al malato e alla sua famiglia Azione: 1°semestre Tempo di Indicatori di Indicatore di Valutazione processo risultato Visite di follow up 1° semestre N° di follow up N° di follow up rivolte ai pazienti in rivolti ai pazienti >80% carico presso i CVD in carico >50% Azione: 2°semestre Tempo di Valutazione 2°semestre Indicatori di processo n° interventi di segretariato >50% Indicatore di risultato Soddisfazione degli utenti Formazione del personale 1° semestre n. soggetti aggiornati >80% Azione: 2°semestre Tempo di Valutazione 2°semestre personale che si avvale della formazione >70 % Indicatori di processo Applicazione > 50% delle scale prescelte Indicatori di processo N° riunioni effettuate Indicatore di risultato Individuazione degli spazi Interventi di segretariato sociale in collaborazione con associazioni di volontariato Obiettivo 3: Garantire la continuità delle cure e l’appropriatezza dell’assistenza. Azione: 1°semestre Tempo di Indicatori di Indicatore di Valutazione processo risultato Individuazione delle 1° semestre n° di riunioni per Adozione scale di scale di valutazione la scelta valutazione multidimensionale Applicazione scale prescelte Obiettivo 4Attivazione dei Centri Diurni. Azione: 1°semestre Tempo di Valutazione Realizzare riunioni 1° semestre operative con enti territoriali per l’individuazione di spazi strutturalmente idonei Indicatore di risultato n° scale di valutazione somministrate >70% Protocolli d’intesa con le associazioni di volontariato e dei familiari. 1° semestre N° riunioni con le associazioni N° protocolli firmati Azione: 2°semestre Tempo di Valutazione Indicatori di processo Indicatore di risultato 28 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA TITOLO DEL PROGETTO: 2.3 I percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali per pazienti con demenza DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale, tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00 Attivazione Diurni 2°semestre N° diurni attivati Realizzazione di almeno 5 diurni (1 per ASP) Obiettivo 5 Informazione e Formazione di tutti gli operatori coinvolti a vario titolo. Azione: 1°semestre Tempo di Valutazione 1° semestre Indicatori di processo N° di corsi attivati Indicatore di risultato % personale formato >70% Tempo di Valutazione 1°semestre Indicatori di processo N° di incontri attivati Indicatore di risultato % personale formato >70% Attivazione di corsi di formazione per operatori coinvolti a vario titolo nel processo assistenziale Azione: 1°semestre Incontri informativi/formativi con le associazioni di volontariato e dei familiari individuate e con i responsabili dei servizi territoriali preposti. Obiettivo 6 : Attività divulgativa e creazione carta dei servizi Azione: 2°semestre Elaborazione della carta dei servizi Tempo di Valutazione 2°semestre Indicatori di processo N° riunioni per la stesura della carta Indicatore di risultato Creazione carta servizi RISULTATI ATTESI Favorire la tempestività del sospetto diagnostico da parte del MMG e l’appropriatezza della diagnosi, il miglioramento del percorso assistenziale e gestionale del paziente con demenza. Promozione della integrazione socio-sanitaria. Miglioramento nella gestione della malattia nel contesto della famiglia e della società. Miglioramento della qualità di vita del paziente e della famiglia. Miglioramento delle conoscenze relative alle demenze e delle loro necessità assistenziali. Miglioramento delle conoscenze e sviluppo di processi a supporto delle famiglie. Attivazione di Centri Diurni. PIANO ECONOMICO Varie Acquisto Beni e Servizi Formazione/Informazione Totale 29 € 190.000,00 € 450.006,00 € 104.000,00 € 744.006,00 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA TITOLO DEL PROGETTO: 2.3 I percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali per pazienti con demenza DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale, tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00 PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA 2012 2013 Totale ASP RC 271.199,93 ASP VV 64.856,03 ASP CZ 136.682,11 ASP CS 271.199,93 ASP KR 64.856,03 Totale 744.006,00 Criterio di distribuzione: Per l’anno 2012 la quota è stata accantonata in GSA, per la realizzazione delle attività in tutte le ASP si potrebbe ipotizzare l’eventuale riparto a quota capitaria come sopra indicato. Le attività saranno coordinate dal Centro Regionale di Neurogenetica dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, capofila, e si concluderanno in 12 mesi. Per la gestione sul territorio della demenza si fa riferimento a quanto previsto nel P.O. 2013-2015 al Programma 13 – Reti assistenziali per intensità di cure, punto 3 - Reti per percorsi di cura a forte integrazione ospedale-territorio. 30 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA TITOLO DEL PROGETTO: 2.4 - Prolungamento della sperimentazione del modello per la gestione e l’assistenza integrata di pazienti cronici in SV e SMC nella Regione Calabria DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO:€ 744.006,00 CONTESTO I pazienti in SV ed in SMC non sono in grado di provvedere autonomamente ai bisogni primari della vita e necessitano di essere sostenuti ed accuditi in tutte le loro funzioni, anche le più elementari. L’approccio assistenziale e riabilitativo di pazienti in SV e SMC rappresenta un problema di grande rilevanza medica e sociale, visto il progressivo aumento del numero di tali pazienti in tutti i paesi industrializzati. Attraverso il lavoro svolto con il progetto OBERON nel primo triennio, di cui l’ultimo anno è in corso di svolgimento, è stato definito un modello di gestione di tali pazienti che vede l’integrazione di assistenza presso il reparto di Lungodegenza Specializzata Stati Vegetativi (SUAP) dell’Istituto S. Anna e di assistenza a domicilio attraverso un modello che unisce le tecnologie di telemedicina e di monitoraggio dei parametri vitali con l’assistenza a domicilio di un’equipe di assistenza remota (ADISV). Evidenziare il ruolo dell’ASP di Crotone Emerge nel territorio regionale una totale assenza di procedure e linee guida per la gestione di tali pazienti a domicilio. Le attività svolte nel primo triennio hanno consentito di definire i protocolli e la modulistica di supporto per le procedure di eleggibilità, accettazione e gestione di tali pazienti in un programma di assistenza a domicilio. Non esistono regolamenti e linee guida che definiscono il ruolo e le modalità con cui le ADI provinciali devono inserirsi nel programma di ospedalizzazione domiciliare. Non esiste una tariffa per l’ospedalizzazione domiciliare in tutto il contesto nazionale. Le attività svolte ed in corso di svolgimento per il progetto OBERON richiedono di essere sperimentate per un periodo più lungo rispetto a quello preventivato, al fine di fornire risultati più significativi per la verifica del modello teorico. Relativamente agli aspetti organizzativi, bisogna sottolineare che esiste una notevole discordanza sugli standard minimi assistenziali previsti dalle varie regioni e dalle varie ADI delle diverse province calabresi, evidenziando la necessità di definire anche in questo ambito degli standards minimali quali quelli fissati dai Livelli essenziali di Assistenza per le patologie più diffuse. DESCRIZIONE Il presente progetto intende proseguire le attività svolte ed in corso di svolgimento del progetto “Modello per la gestione e l’assistenza integrata (h24) di pazienti cronici in SV e SMC nella Regione Calabria” denominato OBERON. Al termine dell’anno in corso le attività di sperimentazione dei modelli, delle procedure e dei protocolli messi a punto in Lungodegenza Specializzata e per l’ospedalizzazione domiciliare forniranno una serie di risultati che per avere più consistenza e più significatività richiedono una sperimentazione più allargata in termini di numero di pazienti e di durata. Rispetto a quanto realizzato e da realizzare nel primo triennio emerge la necessità di: 31 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA TITOLO DEL PROGETTO: 2.4 - Prolungamento della sperimentazione del modello per la gestione e l’assistenza integrata di pazienti cronici in SV e SMC nella Regione Calabria DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO:€ 744.006,00 a) procedere con la sperimentazione dei protocolli ottimizzati per l’assistenza medica e per la valutazione delle condizioni di coscienza a tutti i pazienti presenti nel reparto di Lungodegenza Specializzata (SUAP); b) sperimentare i protocolli di monitoraggio automatizzato in Lungodegenza Specializzata (SUAP) su almeno 25 pazienti, rispetto ai 3 monitorati fino al termine del 2° anno; c) sperimentare il servizio di ospedalizzazione domiciliare sui pazienti individuati e su quelli da individuare (che dovranno essere quanto più possibile vicini al numero previsto a inizio progetto, ovvero 54 unità), per ottenere risultati significativi ai fini degli obiettivi previsti ed in particolare: - applicazione delle procedure organizzative messe a punto con le ASP di territorio; - sperimentazione dei protocolli di monitoraggio automatizzato; - sperimentazione dei protocolli di assistenza medica e di gestione dell’ADISV; d) estendere le attività di sperimentazione ad azioni non previste a inizio progetto che riguardano sia i pazienti in SUAP che quelli a domicilio e che prevedono: - la sperimentazione di protocolli ottimizzati per la nutrizione di tali pazienti al fine di generare maggiori informazioni scientifiche in tale ambito e, soprattutto, al fine di ottenere informazioni più puntuali per la determinazione della tariffa; l’avvio di uno studio e relativa sperimentazione per la valutazione dell’efficacia e dell’efficienza di fattori prognostici attraverso l’individuazione e l’analisi di markers che potrebbero supportare i criteri delle possibilità di recupero o mancato recupero delle attività di coscienza; lo studio sarà incentrato sui pazienti acuti, ma sarà altresì esteso a quelli cronici. OBIETTIVI Gli obiettivi qualitativi sono: validazione a seguito del prolungamento della sperimentazione dei protocolli ottimizzati messi a punto nel primo triennio, per il miglioramento dei trattamenti individuali per i pazienti in SV e SMC in regime di ricovero nella Lungodegenza Specializzata SUAP; validazione a seguito del prolungamento della sperimentazione dei nuovi protocolli messi a punto nel primo triennio, per facilitare e diffondere la pratica di ricoveri a domicilio in condizioni di sicurezza con grande sollievo delle famiglie; incremento della professionalità del personale medico, degli assistenti sociali, degli infermieri, delle badanti e, in generale, delle persone che per motivi professionali verranno a contatto con i pazienti presso il loro domicilio; miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza del servizio sanitario per questa tipologia di pazienti. Gli obiettivi quantitativi sono: copertura integrale e capillare nel territorio regionale delle esigenze del fabbisogno di assistenza di pazienti in SV e SCM in condizioni di cronicità con diversa eziologia; diminuzione dei pazienti in SV permanente ed in SMC in regime di ricovero nel lungo periodo di degenza presso le SUAP con conseguente aumento del numero di pazienti a domicilio; incremento del numero di pazienti cronici che passano da SV a SMC; 32 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA TITOLO DEL PROGETTO: 2.4 - Prolungamento della sperimentazione del modello per la gestione e l’assistenza integrata di pazienti cronici in SV e SMC nella Regione Calabria DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO:€ 744.006,00 diminuzione dei costi legati al ricovero dei pazienti in SV permanente ed in SMC in regime di ricovero nel lungo periodo di degenza presso le Lungodegenze Specializzate (SUAP). TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA) 1 anno, con sperimentazione parallela nella Lungodegenza Specializzata SUAP e a domicilio INDICATORI (di struttura, di processo, di risultato) Gli indicatori di struttura sono: - grado di conoscenza e di professionalità degli attori coinvolti nel percorso di assistenza a domicilio - presenza di infrastrutture di servizio e tecnologiche dedicate all’assistenza di pazienti in SV e SMC cronici - numero di postazioni tecnologiche attivate a domicilio Gli indicatori di processo sono: - frequenza dei ricoveri nella SUAP - frequenza delle misurazioni nelle SUAP e a domicilio - frequenza delle attività di training per i familiari e per l’equipe remota Gli indicatori di risultato sono: - numero di pazienti in SV e SMC per i quali si è evidenziato un miglioramento dei trattamenti individuali - tempo di degenza media presso le SUAP - numero di pazienti assistiti in SUAP e a domicilio - numero di famiglie ed equipe remota formate RISULTATI ATTESI La possibilità di estendere le sperimentazioni al quarto anno consentirà di avere risultati più attendibili ai fini non solo dell’assistenza in SUAP, ma anche ai fini delle gestione di tali pazienti a domicilio. In particolare, si punterà a: sperimentare e validare il modello assistenziale messo a punto per pazienti in SV e SMC cronici con diversa eziologia; fornire linee guida e protocolli ottimizzati e consolidati per il trattamento di tali pazienti nelle Lungodegenze Specializzate (SUAP) a seguito di una sperimentazione significativa e allargata all’intero reparto fornire linee guida e protocolli ottimizzati e consolidati per il trattamento di tali pazienti a domicilio, a seguito di una sperimentazione significativa in termini di numerosità dei pazienti e con una maggiore integrazione con il sistema delle ADI fornire specifici strumenti procedurali, normativi, tecnici ed amministrativi per la gestione del servizio; individuare una specifica tariffa per l’ospedalizzazione domiciliare; creare le condizioni per esportare il modello messo a punto con OBERON in ambito nazionale ed in altri settori clinici 33 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA TITOLO DEL PROGETTO: 2.4 - Prolungamento della sperimentazione del modello per la gestione e l’assistenza integrata di pazienti cronici in SV e SMC nella Regione Calabria DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO:€ 744.006,00 Il budget di € 744.006,00 può esser così suddiviso: Varie € 400.000,00 Beni e servizi € 250.000,00 Formazione € 50.000,00 Comunicazione € 44.006,00 PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA 2012 2013 Totale ASP RC 37.800,00 ASP VV 33.600,00 ASP CZ 25.200,00 ASP CS 29.400,00 ASP KR 618.006,00 Totale 744.006,00 Criterio di distribuzione: Il progetto è una sperimentazione messa in atto nei tre anni precedenti al fine di assistere sia nel reparto di Lungodegenza Specializzata Stati Vegetativi SUAP dell’Istituto S. Anna di Crotone, sia a domicilio, il maggior numero di pz in SV e SMC con specifici protocolli assistenziali. Le attività di sperimentazione dei modelli, delle procedure e dei protocolli messi a punto sia nella SUAP, sia nel servizio domiciliare, hanno fornito risultati interessanti che, per avere più consistenza e più significatività, richiedono un prolungamento della sperimentazione per ulteriori 12 mesi. Per la stima dei costi si può considerare che circa il 70% dei costi (€ 520.000,00) venga destinato alla sperimentazione a domicilio ed il restante 30% (€224.000,00) venga destinato alla sperimentazione in SUAP. Nell’ambito delle risorse destinate alla sperimentazione a domicilio, così come fatto nelle prime annualità del progetto, le diverse ASP sosterranno i costi degli Infermieri e dei Fisioterapisti delle Equipe Remote. Si considerano 54 pazienti da trattare a domicilio; di questi, già 44 fanno parte dell’attuale sperimentazione e si ritiene di raggiungere entro l’anno in corso il numero di 54 che era l’obiettivo iniziale del progetto. Per determinare il budget da assegnare alle ASP si possono considerare €30,00 per ogni accesso presso il domicilio dei pazienti e le seguenti frequenze di visita: 2 visite al mese per gli infermieri, 2 visite alla settimana per i fisioterapisti. Il costo per 54 pazienti in un anno è dunque pari a €190.000,00 circa a cui si aggiungono 20.000,00 di spese generali per viaggi, assicurazioni e imprevisti (frequenze maggiori delle visite per esigenze cliniche). Le € 210.000,00 destinate alle ASP possono essere suddivise in funzione della localizzazione provinciale dei pazienti che, in base all’attuale distribuzione dei 44 pazienti assistiti, ha la seguente ripartizione percentuale: Crotone 40% (84.000 €), Reggio Calabria 18% (37.800 €), Vibo 16% (33.600 €), Cosenza 14% (29.400 €), Catanzaro 12% (25.200 €). Tale ripartizione potrà subire lievi modifiche in funzione della localizzazione dei pazienti che si aggiungeranno agli attuali 44. L’Istituto S. Anna sosterrà tutti gli altri costi legati al servizio: la gestione della UOS (Unità Operativa Speciale) ovvero del centro servizi assistenza pazienti a domicilio in cui sono localizzate le tecnologie di monitoraggio e gli operatori che si interfacciano con i domicili dei pazienti e con i referenti delle ASP per l’organizzazione dell’equipe remota; il costo dei dottori che fanno visita di persona una volta al mese a domicilio dei pazienti; il costo delle ADOSV, ovvero delle assistenti che ogni giorno sono presso il domicilio del paziente; i costi della formazione degli operatori che prendono parte al servizio; l’acquisto di tecnologie che dovessero rendersi necessarie per lo storage dei dati o per altre esigenze legate al servizio; i costi delle attività di promozione e diffusione dei risultati. 34 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 3. LE CURE PALLIATIVE E LA TERAPIA DEL DOLORE TITOLO DEL PROGETTO: 3.1 La Rete Dolore-Palliazione: un modello per il riordino dei processi di Governo Clinico innovativo e sostenibile DURATA: 2012-2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 3.720.032,00 CONTESTO La ricostruzione della Rete di terapia del dolore e delle cure palliative Regionale, dopo la fase di attuazione secondo quanto stabilito nelle Linee Guida regionali (Decreti Dirigenziali n° 11162 e 11163 del 6/9/2011), necessita di una forte azione di integrazione della componente di governo clinico e organizzativo che risente troppo delle differenti esperienze professionali da cui sono originate le singole esperienze ospedaliere e distrettuali. La difformità, che è anche frutto dell’assenza di una disciplina specialistica medica che ne indirizza gli atti e i saperi, è solo in parte ottemperata dalle azioni dirette dalle società scientifiche che operano nel settore. Gli elementi di differenziazione si riflettono sui cittadini che pur affetti dalle stesse patologie si vedono proporre modelli di diagnosi e cura differenti che pur contemplati su scala internazionale non generano esiti simili. Questo espone la popolazione non solo a differenti esiti clinici ma anche ad ampie variabili di rischi connessi alle differenti scelte procedurali. Una riorganizzazione ancor più urgente se analizzata alla luce del tema della necessità di un rientro nei parametri di spesa, giacché tra le varie possibilità di strategie procedurali vi sono rilevanti differenze di costi diretti ( strumentazioni – beni e servizi utilizzati – categorie di farmaci analgesici con grande scarto nel valore economico unitario ) e indiretti (comorbosità – disabilità). È quindi indispensabile ripensare i percorsi di strategia sanitaria in questo contesto patologico. Il dato di agire in un settore non ancora consolidato che deve maturare la sua specificità clinicoorganizzativa, pur nel rispetto di parametri e leggi, permette di avviare una sperimentazione che completa l’idea di rinnovamento già intrapresa su questo tema e può generare una forte omogeneità nel governo delle due Reti con il maggior grado di integrazione. L’attivazione del Centro di Terapia del Dolore – Azienda Ospedaliera di Cosenza che opera con una sua autonomia in relazione alla sua natura di Unità Operativa Complessa di Terapia del Dolore e Cure Palliative ha creato le condizioni ambientali, organizzative e professionali per avviare su scala regionale questa sperimentazione di omogeneizzazione dell’assessement operativo per avere in ogni realtà provinciale un servizio appropriato ed efficiente in rete, con ampia potenzialità di scelta che può garantire ogni complessità gestionale e clinica con ridotti costi zonali e regionali. Si deve precisare, come peraltro è stato previsto dal progetto biennale “Costruzione della rete regionale integrata di Cure Palliative e Terapia del Dolore” approvato con le DGR 250/09 e 582/10 (obiettivi di piano anno 2009 e 2010) , che si dovranno realizzare due reti distinte: - Quella di Terapia del dolore disegnata su tre livelli, a seconda dell’intensità di cura (in coerenza con quanto previsto dall’Intesa S/R del 25/7/2012) Hub, Spoke di I e II livello e AFT; - Quella di Cure palliative che trova un suo fulcro negli hospices con la rete di residenzialità domiciliare in via di definizione e di implementazione con la realizzazione di uno specifico progetto di continuità assistenziale, tipo h24, per i pazienti trattati a domicilio a forte potenzialità di sviluppo per modificare il setting di governo clinico evitando , così, ricorso a prestazioni sanitarie inappropriate, come ricorsi a pronto soccorso e ricoveri. A ciò si integra il progetto “Telemedicina e Teleassistenza nella realizzazione delle due Reti di terapia del Dolore e Cure Palliative” approvato con la DGR 255/11 ( DPGR 171/12) obiettivi di PSN anno 2011. Il centro Hub di terapia del dolore dell’ Azienda Ospedaliera di Cosenza è stato indicato come centro coordinatore del progetto per le caratteristiche di Struttura già organizzata con organico 35 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 3. LE CURE PALLIATIVE E LA TERAPIA DEL DOLORE TITOLO DEL PROGETTO: 3.1 La Rete Dolore-Palliazione: un modello per il riordino dei processi di Governo Clinico innovativo e sostenibile DURATA: 2012-2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 3.720.032,00 dedicato in turni H24 e già inserita ed individuata dal Ministero della Salute come unico Centro regionale, tenendo conto che le indicazioni ministeriali prevedono una struttura Hub ogni 2,5/4 mln di abitanti. Saranno previsti numerosi Spoke in tutto il territorio regionale. Questo processo di riorganizzazione si avvale, per garantirne la fattibilità, di tecnologie telematiche in essere presso la UO di Cosenza con possibilità di offrire in tempo reale il supporto ai servizi decentrati. Il secondo step del progetto si concentrerà sulla disseminazione delle buone pratiche di cura farmacologica dei pazienti arruolati nelle reti di terapia del dolore e di cure palliative nei vari setting assistenziali con riordino e ricatalogazione dei percorsi di cura nelle principali patologie dolorose che afferiscono alle stesse. Oggi le persone che hanno un dolore persistente afferiscono a tutte le aree ospedaliere mediche e oncologiche senza che sia definito un protocollo di gestione condiviso con la Rete di Terapia del Dolore che dovrà, per natura specialistica e di legge, esserne il riferimento gestionale su scala regionale. Questo comporta un alto costo in termini di efficienza giacché i professionisti che devono dare risposta, non hanno sviluppato una competenza specifica nel settore; infatti, attuano procedure, terapie e modelli di diagnosi che contengono una inadeguata risposta alla ricerca “di aiuto” da parte del paziente sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico. Il tutto comporta una continua sperequazione nei trattamenti dei cittadini ed una loro continua migrazione. Sono state documentate, da studi di settore che lo stesso Ministero della salute ha attuato (Ricerca Finalizzata 2006 FederDolore) su Modelli di cura nella Rete di terapia del dolore e cure palliative, come ogni utente con dolore cronico è visto mediamente da 7 specialisti con alta incidenza di inefficienza, scarsa capacità di gestione dei processi e un invio ai centri da parte dei medici di medicina generale solo nel 30% dei casi e con grave dispendio di risorse ed economie sia del Servizio sanitario sia delle singole famiglie . È noto ai Ministeri e Assessorati che i farmaci analgesici della categoria non-steroidea (Fans) sono quelli a più alto consumo in tutti gli ospedali e distretti sanitari, con induzione di un altissimo costo sanitario, gravi danni alle persone e amplissima inefficacia clinica nel trattamento di moltissime patologie dolorose croniche. Molti di questi comportamenti sono presenti nelle unità Internistiche ( Medicina-Geriatria – Fisiatria – Reumatologia ) e di Oncologica; infatti, è noto l’abuso di accertamenti diagnostici senza specificità né sensibilità spesso controindicate nelle linee guida internazionali; esempio eclatante sono le patologie dolorose lombari che, secondo la letteratura, sono una delle cause di maggior costo inefficiente a livello nazionale. Vi sono poi le gravi lacune nei processi di presa in carico dei pazienti che in fase avanzata di malattia dovrebbero afferire alla Rete di Cure Palliative ed invece, allorquando si trovano ad essere colpiti da una condizione di dolore acuta, ricorrono alle unita ospedaliere con attivazione di percorsi inefficienti che non sono coerenti con i dettami dei principi palliativi, inducendo spese altissime spesso anche di chemioterapia impropria usata quale forma di difesa all’impotenza terapeutica, allorquando la cura è invece distruttiva per la stabilità psicofisica dell’utente e della famiglia. La nostra sperimentazione sarà rivolta a dare un Governo a queste azioni casuali che nascono da nozioni individuali senza informazioni di specificità. Il primo atto sarà quello di disegnare uno scenario in cui racchiudere le principali patologie dolorose di natura internistica e tracciare un percorso condiviso di valutazione diagnostica, tagliando procedure inutili, e terapeutica, incrementando l’uso delle formulazioni oppioidi con 36 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 3. LE CURE PALLIATIVE E LA TERAPIA DEL DOLORE TITOLO DEL PROGETTO: 3.1 La Rete Dolore-Palliazione: un modello per il riordino dei processi di Governo Clinico innovativo e sostenibile DURATA: 2012-2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 3.720.032,00 taglio di circa il 40 % dell’uso dei Fans in patologie neurolesive e oncologiche (ipotesi di riduzione di una spesa di circa 3 milioni di euro). Contesto strategico Il nostro piano strategico tende a realizzare un’unitarietà di governo clinico e strategico organizzativo, nonché economico della Rete di Terapia del Dolore e di Cure Palliative, mediante un staff regionale con base nel Polo di riferimento della Azienda Ospedaliera di Cosenza, presso cui si identificano processi di coordinamento sui fattori di qualità nei seguenti percorsi: - garanzia di attività assistenziali omogenee in tutti i centri di terapia del dolore ed in tutti i nodi della rete di cure palliative a tutti i pazienti dell’area, in un’ottica di equità e uniformità di offerta di servizi con uso stratificato delle differenti opzioni di cura ed implementazione di efficienza/appropriatezza con riduzione del 30% dei costi diretti e derivati; - omogeneità dei processi di cura nelle Unità Internistiche e Oncologiche nelle patologie prevalenti dolorose croniche con riclassificazione delle procedure diagnostiche e delle categorie farmaceutiche utilizzate secondo linee di programmazione condivise e monitorate mediante un Registro Regionale di Farmacoeconomia e Qualità dei processi di cura. In questo nostro progetto si vuole dare concretezza a quanto predisposto nel Piano e realizzarlo immettendo una spinta di forte Innovazione procedurale mediante strumenti capaci di caratterizzare un coordinamento che superino le difficoltà logistiche e riducano i costi di gestione determinati dall’inappropriatezza ed autoreferenzialità medica. DESCRIZIONE Allargamento dei modelli di buona pratica sanitaria nella diagnosi e trattamento del dolore da un contesto di prima sperimentazione su tutti i centri della Rete di Terapia del Dolore e delle Cure Palliative, integrandone, con uso di tecnologie telematiche, e ottimizzandone il governo clinico e gestionale in tutti i prodotti offerti alla popolazione che ne necessitano con riduzione dei costi diretti e indiretti Integrazione dei processi identificati nell’ambito della Rete dolore in ogni UO Internistica e Oncologica regionale, descrivendone gli ambiti di intervento e le pratiche di trattamento farmacologico e di inquadramento diagnostico, in relazione ai bisogni commisurati sull’utenza di area, per ottimizzarne l’appropriatezza procedurale nelle patologie dolorose prevalenti e nell’ambito delle fasi avanzate di malattia La prima fase sperimentale sull’area di Cosenza dovrà identificare i processi diagnostici e terapeutici che richiedono una riclassificazione e ricatologazione istruendone la base letteraria e declinandone i modelli di gestione nelle differenti sedi regionali che sono parte integrante della Rete Dolore-Palliazione. Dopo attribuzione ad ogni livello di quelle che sono le best practice, e averne ottenuto la condivisione su ogni procedimento che è attribuito dai documenti applicativi della legge 38 ai singoli livelli di settore, si procederà a istruire un documento che sarà pubblicato e inserito nei cataloghi di accreditamento di ogni centro Dolore e Hospice. Sulla base di questa identificazione di aree procedurali si attuerà la fase operativa con attivazione della Centrale Telematica in rete regionale per ogni centro e si avvierà il Registro delle Buone Pratiche Dolore-Palliazione. Dopo una fase di assestamento delle linee programmatorie all’interno della Rete Dolore-Cure palliative , si procederà ad avviare una consultazione con ogni unità operativa Internistica e 37 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 3. LE CURE PALLIATIVE E LA TERAPIA DEL DOLORE TITOLO DEL PROGETTO: 3.1 La Rete Dolore-Palliazione: un modello per il riordino dei processi di Governo Clinico innovativo e sostenibile DURATA: 2012-2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 3.720.032,00 Oncologica inviando loro un questionario di allineamento e dopo analisi critica dei punti di eccellenza e di rischio, si procederà a costruire un nuovo protocollo con base efficienza-risparmio su ogni step di diagnosi e trattamento farmacologico per ogni singola patologia. Le patologie che saranno oggetto di rimodulazione sia clinica che gestionale economicaorganizzativa sono: artropatia artrosiche nell’età geriatrica / esiti di amputazioni / neuropatie dolorose post-lesionali traumatiche / interventistiche / cerebrali ictali. Gestione del dolore nelle fasi avanzate di malattia oncologica e non (internistica). Sottogruppi del progetto Uniformità di Governo Clinico e Organizzativo su Scala Regionale dei Centri di Terapia del Dolore e degli Hospice per ottimizzazione dei costi di gestione Riordino delle competenze di gestione dei percorsi di diagnosi e cura farmacologica nelle patologie dolorose a maggior impatto socio-economico afferenti alle Strutture del “Modello circolare” di assistenza integrata tra le Reti di Cure Palliative, di Terapia del Dolore e di Oncologia con istituzione di un Registro di monitoraggio Regionale di Farmacoeconomia e Qualità dei processi di cura. OBIETTIVI Finalità: creare una rete diffusa di buone pratiche per il controllo del dolore mediante strumenti sottoscritti dalla comunità professionale della Regione capace di integrarsi con l’attività dei distretti coinvolgendo sia l’ambito medico di medicina generale sia quello infermieristico per creare un modello che prevenga l’uso compulsivo delle strutture ospedaliere senza un progetto di cura. Le reti del dolore e delle cure palliative, comprese le cure palliative domiciliari sarà attuata sulla base della programmazione regionale tenuto conto delle indicazioni contenute nell’intesa stato regioni del 25 luglio 2012. A regime della sperimentazione si dovrà poter accedere su tutta l’area Regionale ad un Registro di Buone Pratiche in ogni setting di diagnosi e cura sia specialistica ( Rete Hub-Spoke / Hospice ) sia generalista ospedaliera (Unità Internistiche) – Registro degli Analgesici con documentazione e monitoraggio dei Rischi e Dipendenza Oppioide. Registro dei Sistemi ad Alto costo della Rete – monitoraggio efficienza rispetto economia. Registro Economicità dei processi con contenimento misurato per capitolo di spesa suddiviso per aree d’intervento – età utenti – adeguamento innovazione Atti propedeutici alla realizzazione operativa sul campo: Trasferimento dei processi nelle Aree provinciali e nelle aree non specialistiche. Ogni segmento del programma dovrà contenere un piano finanziario (Valore economico) che analizzi i costi per la realizzazione dei programmi dei ricavi derivanti dalla riduzione dei farmaci impropri – pratiche inutili – obsolenza diagnostica. TEMPI DI ATTUAZIONE (cronoprogramma) Fase preparatoria – 3 mesi Sperimentazione su piccolo campo (azienda di riferimento – Az. Osp. Cosenza) delle migliori strategie informative-formative con identificazione delle attitudini al progetto di adeguamento innovativo. 38 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 3. LE CURE PALLIATIVE E LA TERAPIA DEL DOLORE TITOLO DEL PROGETTO: 3.1 La Rete Dolore-Palliazione: un modello per il riordino dei processi di Governo Clinico innovativo e sostenibile DURATA: 2012-2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 3.720.032,00 II fase – 6 mesi – Identificazione dei differenti gradi di qualità di ogni pratica inserita nei processi attribuiti alla Rete Hub e Spoke di Terapia del Dolore e delle cure palliative e degli Hospice dai programmi nazionali e regionali. Analisi e descrizione di tutte le azioni obsolete da rimuovere dai processi di diagnosi e cura nei differenti setting assistenziali e per ogni patologia descritta nel campo di lavoro internisticooncologico Costruzione del Documento Buone Pratiche Finale Seminari di discussione con gruppi di contrasto con gli stakeolder interni per rinforzare le idee di adesione aziendale – regionale. Pubblicazione del documento Finale da distribuire in ogni Azienda, Centro Specialistico e UU.OO. Internistiche – Oncologiche. Implementazione della Centrale operativa già attiva presso il centro hub di Cosenza con inserimento di ogni linea operativa identificata dal gruppo di lavoro sperimentale. III Fase – 1 anno Attuazione del Modello operativo – Attivazione Registri Buone Pratiche e Monitoraggio su scala Regionale Verifica semestrale dello stato di avanzamento Documento finale di realizzazione. Resa economica per singolo setting operativo – riduzione costi farmaci + valore appropriatezza: valutazione degli indici di efficienza e utilità socio-sanitaria. INDICATORI (di struttura, di processo, di risultato) CRITERI E INDICATORI PER LA VERIFICA DEI RISULTATI FINALI RAGGIUNTI 1. Strutturazione di un Modello Regionale di Governo Clinico su procedure invasive chirurgiche impiantologiche nei Centri Specialistici Rete Dolore- e pratiche chemio-radioterapiche di palliazione 2. Diminuzione dei costi di gestione dei processi chirurgici impiantologici e dei costi da trattamenti chemio e radioterapici nella fase palliativa 3. Diminuzione dell’inefficienza terapeutica nelle patologie dolorose internistiche-oncologiche . 4. Ottimizzazione dei Costi-Efficienza dei programmi di cura farmacologica nelle unità Internistiche-oncologiche su un setting di patologie dolorose ad alta prevalenza . 5. Grado di soddisfazione del paziente e dei familiari (questionario). RISULTATI ATTESI Governo clinico della Rete di Hub e Spoke del Dolore integrata con il territorio e con la Rete di Cure Palliative. Implementazione della Rete Palliativa con incremento delle attività domiciliari e una loro attribuzione a programmi predefiniti in base alla complessità clinica, 39 Regione Calabria 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 3. LE CURE PALLIATIVE E LA TERAPIA DEL DOLORE TITOLO DEL PROGETTO: 3.1 La Rete Dolore-Palliazione: un modello per il riordino dei processi di Governo Clinico innovativo e sostenibile DURATA: 2012-2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 3.720.032,00 Incremento delle opportunità di cura con soddisfazione dei bisogni della popolazione regionale per le etiologie caratterizzate da Dolore sia acuto che cronico e di supporto palliativo nelle fasi di malattie avanzate a patogenesi non solo oncologica, Governo clinico della Rete specialistica Pediatrica con una sede Hub per complessità di dolore nel paziente pediatrico e con una rete tematica diffusa in tutte le Province calabresi, Prevenzione delle patologie croniche con dolore, Ottimizzazione dell’uso delle strutture ospedaliere per Acuti, Identificazione dei Modelli di gestione delle patologie con il miglior rapporto costi-efficienza, Modelli di analisi di assorbimento delle risorse sanitarie sul dolore e palliazione, Istituzione di registri dedicati sul Dolore e sulla Palliazione, PIANO FINANZIARIO La realizzazione del progetto prevede i seguenti costi: Varie Acquisto di beni e servizi Formazione Comunicazione/Informazione € 930.032,00 € 1.490.000,00 € 930.000,00 € 370.000,00 PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA 2012 2013 Totale ASP RC 666.604,10 666.604,10 ASP VV 197.520,21 197.520,21 ASP CZ 435.401,03 435.401,03 ASP CS 863.907,69 863.907,69 ASP KR 206.508,96 206.508,96 A.O. RC 450.000,00 450.000,00 A.O. CZ 450.000,00 450.000,00 A.O. CS 450.000,00 450.000,00 3.720.032,00 3.720.032,00 Totale Criterio di distribuzione: per l’anno 2012 la quota già accantonata in GSA, sarà erogata alle Aziende sanitarie ed ospedaliere della Calabria per le finalità previste nel programma 13 – Reti assistenziali per intensità di cure, punto 3 - Reti per percorsi di cura a forte integrazione ospedale-territorio, del P.O. 2013-2015. Per l’anno 2013, con decreto n. 3781 del 2.4.2014, la quota assegnata è stata impegnata a favore della G.S.A. per successivo riparto secondo i vincoli stabiliti dell’Accordo Stato-Regioni del 20 febbraio 2014 rep. Atti n. 13/CSR– 40 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 4. INTERVENTI IN MATERIA DI BIOBANCHE DI MATERIALE UMANO TITOLO DEL PROGETTO: 4.1–Biobanche di sangue cordonale. Ottimizzazione dell’attività della Calabria CBB e nuove applicazioni delle cellule staminali da sangue del cordone ombelicale. DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 558.005,00 CONTESTO Il trapianto di cellule staminali emopoietiche (CSE), prelevate dal midollo osseo o dal sangue venoso periferico, rappresenta una procedura terapeutica largamente impiegata nel trattamento di numerose patologie. La difficoltà, per alcuni pazienti, a reperire un donatore compatibile o la necessità di un intervento terapeutico rapido, ha spinto a ricercare delle fonti alternative di CSE rispetto al midollo. Il sangue del cordone ombelicale nei neonati a termine contiene un numero elevato di cellule staminali emopoietiche, le stesse cellule che sono presenti nel midollo osseo e che sono utili per un trapianto poiché capaci di dare origine a globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Il sangue cordonale rappresenta, perciò, una valida alternativa al midollo osseo per il trapianto da donatore non consanguineo nell’adulto e nel bambino. Esso ha inoltre il vantaggio di essere prontamente disponibile perché è già stato raccolto, tipizzato con gli esami di istocompatibilità e studiato per gli esami virologici previsti dalla legge. Nel 1988 è stato eseguito il primo trapianto di cellule staminali da cordone ombelicale per un paziente francese affetto da anemia di Fanconi. Le cellule sono state prelevate dal cordone della sorellina, perfettamente compatibile, al momento della nascita. Da allora la ricerca di cellule staminali cordonali per uso trapiantologico ha attirato un crescente interesse scientifico. Anche in Italia il trend è in costante aumento, con una media di circa 100 trapianti all’anno. In Italia, le cellule cordonali donate dalle mamme e raccolte subito dopo il parto, con una procedura semplice ed indolore sia per la mamma che per il neonato, dopo severa valutazione di idoneità al trapianto, vengono conservate presso le banche pubbliche riconosciute dal Centro Nazionale Sangue (CNS) e Centro Nazionale Trapianti (CNT) del Ministero della Salute. I dati di tali unità cordonali sono inseriti nel Registro nazionale di donatori di midollo osseo (IBMDR-Italian Bone MarrowDonorRegistry) e sono visibili a tutti i Registri simili nel mondo. Nel 2009, con D.M. del 18/11/2009, è stata istituita la rete nazionale delle 19 banche italiane di cellule cordonali, denominata ItalianCord Blood Network (ITCBN) e coordinata dal CNS e CNT, di cui fa parte anche la Calabria Cord Blood Bank (Calabria CBB), unica banca di cellule cordonali presente nella Regione Calabria. La Calabria CBB è stata istituita dalla Regione Calabria, con Delibera n. 339/2004, presso il Centro Unico Regionale Trapianti di Midollo Osseo e Terapie cellulari (CTMO) dell’Azienda Ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria ed è attiva dal 2006. La Banca si occupa della raccolta, caratterizzazione, manipolazione cellulare e rilascio delle unità cordonali prelevate nei 17 Punti nascita presso strutture pubbliche e private, denominati Centri di Raccolta regionali (CR), che hanno aderito –con apposita autorizzazione della Direzione Sanitaria- al network di raccolta del sangue cordonale. Il personale addetto alla raccolta del sangue cordonale è stato capillarmente formato, dallo staff della Calabria CBB, dal punto di vista pratico e teorico, secondo standard imposti dall’IBMDR. Alla formazione iniziale, si aggiunge un costante monitoraggio dell’attività e aggiornamento delle competenze su base annuale. Il network della Calabria CBB comprende oltre i Centri di Raccolta, le 11 strutture di Medicina Immunotrasfusionale presenti sul territorio calabrese e il Laboratorio di processazione e crioconservazione dell’UO CTMO/Calabria CBB. La rete di collaborazione multidisciplinare e multiprofessionale si completa con le Unità Operative di Neonatologia e Pediatria delle AO e ASP 41 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 4. INTERVENTI IN MATERIA DI BIOBANCHE DI MATERIALE UMANO TITOLO DEL PROGETTO: 4.1–Biobanche di sangue cordonale. Ottimizzazione dell’attività della Calabria CBB e nuove applicazioni delle cellule staminali da sangue del cordone ombelicale. DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 558.005,00 regionali, il Laboratorio di Tipizzazione Tissutale, di Microbiologia-Virologia, di Microcitemie e il Laboratorio generale-settore emocromi dell’AO “Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria. Tale modello organizzativo, unico in Italia, garantisce la tracciabilità delle unità di sangue cordonale sull’intero territorio regionale e permette di organizzare il trasporto solo per quelle che rispondono ai requisiti descritti nelle Procedure Operative redatte dalla Calabria CBB e condivise con tutti i professionisti della rete, secondo la normativa vigente. La Banca della Regione Calabria opera in ottemperanza alla normativa vigente e agli standard di certificazione di qualità ISO (certificazione ottenuta nel 2007 e annualmente rinnovata) e di accreditamento di eccellenza FACT (Foundation of Accreditation of Cellular Therapy). È stata inoltre autorizzata al rilascio di unità cordonali negli USA, dopo aver aderito ad uno specifico protocollo, denominato NMDP/IND. Dal 2009, il Centro Nazionale Sangue (CNS) avendo preso atto dei risultati e dell’attestazione dell’attività della Calabria CBB (istituzione, certificato di qualità secondo la norma ISO 9001:2000 e conformità operativa ai requisiti previsti dagli standard IBMDR), in accordo con il Centro Nazionale Trapianti (CNT) ha espresso parere favorevole all’inserimento dei dati relativi alle unità cordonali conservate presso la Calabria CBB nel software gestionale dell’IBMDR. In tal modo, la Calabria CBB ha contribuito ad incrementare l’inventario delle unità disponibili per trapianto per pazienti nazionali e internazionali, inserendo n° 604 unità cordonali, raccolte dal 2006 al 2011. Il rilascio di unità cordonali verso Centri Trapianti di cellule staminali e il loro utilizzo trapiantologico per pazienti oncoematologici è il compimento del percorso di raccolta e congelamento delle cellule prelevate al momento della nascita e, in questi ultimi anni, la comunità scientifica internazionale ha posto una crescente attenzione all’utilizzo delle cellule cordonali, tenuto conto delle difficoltà nel reperire donatori compatibili per i numerosi pazienti in lista d’attesa. 42 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 4. INTERVENTI IN MATERIA DI BIOBANCHE DI MATERIALE UMANO TITOLO DEL PROGETTO: 4.1–Biobanche di sangue cordonale. Ottimizzazione dell’attività della Calabria CBB e nuove applicazioni delle cellule staminali da sangue del cordone ombelicale. DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 558.005,00 Sul totale delle unità bancate presso la Calabria CBB, fino al 2011 n. 7 unità sono state rilasciate ad uso trapiantologico, regolarmente fatturate dall’IBMDR all’Azienda Ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli”, come dettagliato nella tabella seguente: Resoconto rilasci unità cordonali in Italia e nel mondo: Data rilascio CT Malattia del paziente/ricevente richiedente 19/07/2010 Francia Leucemia Acuta Linfoblastica 18/08/2010 Stati Uniti Leucemia Acuta Bifenotipica 09/02/2011 Italia Leucemia Acuta Mieloblastica alto rischio 08/06/2011 Portogallo Leucemia Acuta Mieloblastica 03/08/2011 Olanda Leucemia Acuta Linfoblastica alto rischio 28/09/2011 Italia Leucemia Acuta Mieloblastica 14/11/2011 Stati Uniti Anemia aplastica severa Età ricevente 65 anni 18 anni 40 anni 1 anno 17 anni 1 anno 32 anni Nel 2011, distribuendo 5 unità cordonali (1 per paziente italiano e 4 per pazienti esteri), la Calabria CBB è stata la prima Banca per indice di rilascio a livello nazionale (n° unità bancate/n° unità rilasciate: 1,10 vs media nazionale 0,37). DESCRIZIONE Da luglio 2011 il CNT e il CNS hanno emanato delle disposizioni al fine di elevare la qualità delle unità cordonali bancate nell’inventario nazionale, definendo i cut-off di accettabilità e congelamento, dal punto di vista del numero di cellule staminali presenti nei cordoni raccolti. È pertanto obbligatorio per le Banche di cordone accettare unità cordonali raccolte che presentino una conta cellulare (Total NuclearCells-TNC) pari a TNC≥ 1,5x109 e criopreservare le stesse unità solo se, dopo il processo di manipolazione, hanno TNC≥ 1,2x109. Solo le unità cordonali con tali caratteristiche possono essere inserite nel Registro IBMDR e, di conseguenza, essere rilasciate per uso trapiantologico. Altro requisito imposto dal CNT e CNS riguarda la tipizzazione ad alta risoluzione delle unità cordonali idonee al bancaggio al momento del congelamento. Anteriormente a tale decisione, veniva eseguita al bancaggio la tipizzazione a bassa risoluzione per poi procedere con quella ad alta risoluzione al momento del rilascio. Questa disposizione ministeriale ha obbligato la Calabria CBB a “riqualificare” le unità cordonali bancate prima del gennaio 2010, eseguendo la tipizzazione ad alta risoluzione. Ovviamente ciò comporta lavoro e impegno economico aggiuntivo. A fronte delle modifiche imposte dal Ministero, la Calabria CBB ha registrato dati incoraggianti. Infatti, nonostante i criteri più restrittivi e nonostante la chiusura di alcuni punti nascita, poiché registravano un numero di parti annuo inferiore a 500, sono aumentate le unità cordonali sia raccolte che bancate, con una percentuale di bancaggio (15,83%) in notevole aumento e superiore alla media nazionale (10-12%), come mostrano i grafici seguenti: Resoconto unità raccolte e bancate: 43 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 4. INTERVENTI IN MATERIA DI BIOBANCHE DI MATERIALE UMANO TITOLO DEL PROGETTO: 4.1–Biobanche di sangue cordonale. Ottimizzazione dell’attività della Calabria CBB e nuove applicazioni delle cellule staminali da sangue del cordone ombelicale. DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 558.005,00 Percentuale di bancaggio: Da segnalare che una delle 5 unità rilasciate dalla Calabria CBB nel 2011, era stata appena riqualificata per DRB1 ad HR e ciò ha permesso di ridurre i tempi tra la richiesta e l’invio dell’unità stessa negli Stati Uniti. Nonostante l’attività in crescita c’è ancora molto lavoro da fare al fine di incrementare ulteriormente l’attività di donazione e di bancaggio. Lo strumento migliore per ottenere risultati in tal senso è la sensibilizzazione sempre costante dell’opinione pubblica, degli operatori coinvolti nell’intero network e la formazione e aggiornamento degli stessi. Ciò si traduce in maggiore presenza della Calabria CBB sul territorio, presso i CR e non solo, per incrementare ulteriormente il numero di mamme donatrici. Accanto a questo percorso di miglioramento per le unità cordonali ad uso trapiantologico, si aprono nuove prospettive di utilizzo delle unità cordonali non idonee al bancaggio ma fruibili per uso non trapiantologico. OBIETTIVI 1. Obiettivo principale: incrementare il numero di unità raccolte e, parallelamente, bancate, per contribuire in maniera crescente all’inventario nazionale delle unità disponibili per trapianto per pazienti nazionali e internazionali; 2. Obiettivo secondario: studio di fattibilità per innovative applicazioni delle cellule staminali da cordone ombelicale. La Regione Calabria, in relazione alla propria programmazione, concordata con la Direzione della Calabria Cord Blood Bank, si pone pertanto i seguenti obiettivi: 44 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 4. INTERVENTI IN MATERIA DI BIOBANCHE DI MATERIALE UMANO TITOLO DEL PROGETTO: 4.1–Biobanche di sangue cordonale. Ottimizzazione dell’attività della Calabria CBB e nuove applicazioni delle cellule staminali da sangue del cordone ombelicale. DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 558.005,00 Obiettivo 1. Incrementare il numero di unità raccolte e bancate: A. Maggiore coinvolgimento operatori addetti alla raccolta e validazione, attraverso le seguenti azioni: coinvolgimento operatori sanitari e parasanitari in servizio presso strutture consultoriali territoriali o privati al fine di diffondere il messaggio della donazione di cordone ombelicale e sensibilizzare le mamme donatrici; coinvolgimento operatori sanitari dei Servizi di Medicina Trasfusionale dell’intero territorio regionale al fine di selezionare, in base ai Decreti del 3 marzo 2005, le mamme donatrici, idonee alla donazione; training e aggiornamento delle competenze degli operatori addetti alla raccolta e alla validazione, tramite corsi di formazione specifici (a cura della Calabria CBB o di Istituzioni esterne); valutazione costante dell’attività di raccolta e validazione e tempestive azioni correttive e/o preventive in caso di criticità, tramite audit in loco o a distanza (documentali). B. Disponibilità alla raccolta, validazione e bancaggio unità cordonali senza limitazioni orarie e giornaliere, attraverso le seguenti azioni: coordinamento delle professionalità coinvolte nella rete (ginecologi, personale ostetrico e infermieristico, trasfusionisti, personale di laboratorio, pediatri, amministrativi, addetti al trasporto, volontari) al fine di avere quotidianamente percorsi predefiniti e senza criticità per le unità cordonali dal momento della raccolta presso le unità di Ostetricia e Ginecologia fino al laboratorio di processazione della Calabria CBB; C. Attivazione di nuove campagne di informazione, comunicazione e sensibilizzazione alla donazione e potenziamento di quelle già intraprese negli anni precedenti,attraverso le seguenti azioni: creazione e distribuzione capillare di materiale informativo (locandine, pieghevoli e carta dei servizi) presso strutture pubbliche e private, attività commerciali di settore, ecc.; aggiornamento del sito web www.calabriacbb.com e miglioramento del posizionamento tramite SEO (Search Engine Optimization); diffusione del sito web www.calabriacbb.com tramite inserimento link in siti web istituzionali (Comune, Provincia, Regione, ecc.) e di Associazioni, Enti privati, ecc.; diffusione del sito web www.calabriacbb.com e pubblicità dell'attività della CCBB attraverso mezzi stampa e/o TV (pagine dedicate su quotidiani locali; realizzazione spot per TV locali; ecc.). D. Migliorare la qualità delle unità cordonali bancate, attraverso le seguenti azioni: aggiornamento e mantenimento delle competenze degli operatori della Calabria CBB addetti alla processazione e crioconservazione delle unità cordonali e addetti al sistema gestione qualità; mantenimento certificazione ISO 9000 e raggiungimento accreditamento di eccellenza FACT NETCORD; acquisizione e mantenimento servizio di controllo di qualità esterno necessario per monitorare e certificare lo studio del potenziale clonogenico sulle cellule staminali cordonali; aggiornamento e mantenimento del sistema di monitoraggio costante della temperatura delle unità cordonali dalla raccolta all'arrivo alla sede della Calabria CBB. E. Riqualificare le unità cordonali già bancate e inserite nel Registro IBMDR, attraverso le seguenti azioni: individuazione unità cordonali inserite nel Registro e carenti di HLA ad alta risoluzione; F. Mantenere e migliorare un sistema coordinato per il trasporto delle unità raccolte, attraverso le seguenti azioni: attivazione di specifiche convenzioni tra l’Azienda Ospedaliera “Bianchi- Melacrino- Morelli”, sede della Calabria CBB, e le A.O./ASP, sedi dei CR, che comprendano il coinvolgimento delle 45 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 4. INTERVENTI IN MATERIA DI BIOBANCHE DI MATERIALE UMANO TITOLO DEL PROGETTO: 4.1–Biobanche di sangue cordonale. Ottimizzazione dell’attività della Calabria CBB e nuove applicazioni delle cellule staminali da sangue del cordone ombelicale. DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 558.005,00 Associazioni/ditte/operatori addetti al trasporto delle unità raccolte in modo continuativo sette giorni su sette; garantire e mantenere un adeguato livello di formazione e aggiornamento degli operatori addetti al trasporto di unità cordonali. G. Integrare e mantenere il software di gestione dedicato per la registrazione e tracciabilità dei dati delle unità cordonali raccolte. H. Realizzare adeguamenti strutturali, tecnologici e organizzativi dei Laboratori di manipolazione e di crioconservazione , finalizzati all’applicazione degli standard di qualità e sicurezza previsti dalla normativa e dagli standard FACT, attraverso le seguenti azioni: Integrazione e mantenimento dello strumento SEPAX dedicato per la processazione unità cordonali, completo di accessori (kit annessi, termosaldatrice, ecc.); Acquisto arredi relativi al congelatore. Obiettivo 2. Attivazione innovative applicazioni delle cellule staminali da cordone ombelicale: I. Studio di fattibilità sull’utilizzo di Gel piastrinico da sangue cordonale impiegato in medicina rigenerativa, come medicazione biologica in particolare per il trattamento e la guarigione delle lesioni cutanee croniche e delle ulcere da decubito. TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA) Mesi Attività 3 6 9 12 Coinvolgimento operatori addetti alla raccolta e validazione X X X X Disponibilità alla raccolta, validazione e bancaggio unità cordonali senza limitazioni orarie e giornaliere X X X X Attivazione di nuove campagne di informazione, comunicazione X X X X Migliorare la qualità delle unità cordonali bancate X X X X Riqualificare le unità cordonali già bancate e inserite nel Registro IBMDR X X X X Mantenere e migliorare un sistema coordinato per il trasporto X X X X X X X X X X Integrare e mantenere il software di gestione Realizzare gli adeguamenti strutturali, tecnologici, e organizzativi Studio di fattibilità sull’utilizzo di Gel piastrinico INDICATORI 1. Indicatori di struttura: 46 X Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 4. INTERVENTI IN MATERIA DI BIOBANCHE DI MATERIALE UMANO TITOLO DEL PROGETTO: 4.1–Biobanche di sangue cordonale. Ottimizzazione dell’attività della Calabria CBB e nuove applicazioni delle cellule staminali da sangue del cordone ombelicale. DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 558.005,00 Rapporto tra n° unità bancate nel fine settimana e festivi e n° unità bancate totali per anno. 2. Indicatori di processo: Rapporto tra n° adesioni alla donazione e n° raccolte eseguite. Rapporto tra n° unità cordonali raccolte e n° totale parti/anno per Centro di Raccolta. Rapporto tra n° unità cordonali raccolte e n° unità cordonali bancate, tenuto conto dei nuovi requisiti di accettazione e bancaggio delle unità. N° non conformità di processo. Rapporto tra n° unità non bancate per scarsa cellularità e n° unità utilizzate per studio di fattibilità. 3. Indicatori di risultato: N° unità cordonali bancate e inserite nel sistema gestionale IBMDR. Rapporto tra unità cordonali bancate e rilasciate per uso trapiantologico. RISULTATI ATTESI 1. N° 1000 unità raccolte all’anno (da tener conto della chiusura di alcuni CR). 2. N° 150 unità criopreservate presso la Calabria CBB (in base al numero delle unità totali raccolte sul territorio regionale). Piano finanziario Coinvolgimento operatori addetti alla raccolta e validazione (FORMAZIONE, AUDIT, ecc.) 20.000,00 Attivazione e potenziamento campagne di informazione, comunicazione e sensibilizzazione alla donazione(MATERIALE INFORMATIVO, WEB, STAMPA, VIDEO, ecc.) 4.500,00 Migliorare la qualità delle unità cordonali bancate (CERTIFICAZIONE E ACCREDITAMENTO, FORMAZIONE CCBB, SERVIZIO VEQ, CONTROLLO PARAMETRI CRITICI, ecc.) 62.000,00 Riqualificazione unità cordonali bancate e inserite nel Registro IBMDR(RIQUALIFICAZIONE: STRUMENTAZIONE E KIT, ecc.) 20.000,00 Mantenere e migliorare un sistema coordinato per il trasporto (SPESE TRASPORTO, 45.000,00 FORMAZIONE, ecc.) Integrare e mantenere il software di gestione (AGGIORNAMENTO, INTERFACCIA SW, ecc.) 20.000,00 Realizzare adeguamenti strutturali, tecnologici e organizzativi dei Laboratori di manipolazione 80.000,00 e di crioconservazione(ACQUISIZIONE STRUMENTAZIONE, ecc.) Protocollo gel piastrinico 20.000,00 varie 1.000,00 TOTALE 558.005,00 47 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 4. INTERVENTI IN MATERIA DI BIOBANCHE DI MATERIALE UMANO TITOLO DEL PROGETTO: 4.1–Biobanche di sangue cordonale. Ottimizzazione dell’attività della Calabria CBB e nuove applicazioni delle cellule staminali da sangue del cordone ombelicale. DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: € 558.005,00 PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA 2012 2013 Totale A.O. RC 558.005,00 Totale 558.005,00 Criterio di distribuzione: La quota è stata accantonata in GSA. Le attività saranno affidate all’Azienda Ospedaliera BMM di Reggio Calabria alla quale va assegnato il finanziamento per la gestione della CalabriaCBB. Le attività si completeranno in 12 mesi non è previsto il prosieguo per il 2013. 48 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 5. SANITA’ PENITENZIARIA TITOLO DEL PROGETTO: 5.1 La presa in carico dei pazienti psichiatrici autori di reato DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Servizio N. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendente – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO:€ 100.000,00 PREMESSA Le Linee di indirizzo nazionali per la Salute Mentale approvate dalla Conferenza Stato-Regioni nel marzo 2008 prevedono che, nell’ambito degli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione in favore dei detenuti affetti da disturbi mentali, vengano attivate “a livello regionale tutte le azioni necessarie (…) per la realizzazione di progetti alternativi all’internamento in OPG resi possibili dalle sentenze della Corte Costituzionale”. L’art. 3 ter della legge 9/2012 prevede la chiusura entro il 31 marzo 2013 dei 5 OPG italiani attualmente in funzione. Dagli inizi del 2013 ogni Regione dovrà, pertanto, farsi carico di individuare soluzioni alternative per i propri pazienti psichiatrici autori di reato. Il reinserimento dei pazienti degenti in Ospedale Psichiatrico Giudiziario (OPG) nei contesti sociali di appartenenza è reso sovente difficile dal radicato pregiudizio che la società manifesta nei confronti del malato psichico autore di reato. E’ necessario, quindi, che i servizi di psichiatria di comunità siano in grado di condurre progetti personalizzati di cura, di assistenza e di inclusione sociale nel territorio, sia in regime residenziale che ambulatoriale. L’obiettivo è di garantire il massimo livello di integrazione tra la qualità di vita del paziente e le esigenze di difesa sociale Poiché le problematiche di questa specifica popolazione di pazienti sono estremamente complesse occorre prevedere per gli operatori dei Dipartimenti di Salute Mentale e delle Strutture Residenziali accreditate che operano nel territorio un programma formativo che implementi le capacità di realizzare programmi terapeutico - riabilitativi in favore di pazienti autori di reato e di gestire correttamente gli aspetti giudiziari associati. OBIETTIVO GENERALE L’obiettivo generale che il progetto si propone è di formare personale specializzato nell’assessment, valutazione e trattamento dei pazienti psichiatrici autori di reato al fine di predisporre linee guida per la programmazione di idonei interventi terapeutico - riabilitativi individualizzati, che valorizzino le risorse residue adattive del paziente e nel contempo favoriscano il contenimento del rischio di recidiva delittuosa. E’ prevista, inoltre, la creazione di una banca dati che consenta di monitorare nel tempo i trattamenti attuati nelle strutture residenziali, i percorsi terapeutico-riabilitativi, gli inserimenti lavorativi/abitativi, le ricadute e le recidive di reato. METODOLOGIA Nell’ambito dell’Obiettivo Generale gli obiettivi specifici sotto elencati saranno sviluppati nell’arco temporale di 12 mesi per come dettagliato nel crono programma riportato nelle Tabella n. 6 . OBIETTIVI SPECIFICI OBIETTIVO SPECIFICO 1 Costituzione del gruppo di lavoro composto da qualificati rappresentanti del Dipartimento Regionale Tutela della Salute, dai Direttori del Dipartimenti di Salute Mentale delle 49 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 5. SANITA’ PENITENZIARIA TITOLO DEL PROGETTO: 5.1 La presa in carico dei pazienti psichiatrici autori di reato DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Servizio N. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendente – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO:€ 100.000,00 cinque ASP Calabresi, da rappresentanti delle Strutture Residenziali Psichiatriche convenzionate. Ricognizione del personale operante all’interno delle strutture afferenti ai Dipartimenti di salute Mentale e alle Strutture Residenziali Psichiatriche accreditate; Nomina dei referenti tecnici per ognuna delle 5 ASP; Valutazione della prevalenza dei pazienti psichiatrici già dimessi o in dimissione dall’OPG. Tabella 1 PIANO DI VALUTAZIONE PER L’OBIETTIVO SPECIFICO 1 Fase preparatoria alla pianificazione del progetto Indicatore di risultato Azione Individuazione del personale da coinvolgere nel progetto Dati di prevalenza dei pazienti psichiatrici già dimessi o in dimissione dall’OPG. Numero di riunioni con i Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale delle 5 ASP Calabresi e con i rappresentanti delle Strutture Residenziali Psichiatriche accreditate Costituzione del gruppo di lavoro Indicatori di processo Costituzione anagrafica personale dei DSM e delle strutture residenziali partecipanti Individuazione referenti aziendali n. di servizi che hanno inviato i dati epidemiologici richiesti OBIETTIVO SPECIFICO 2 L’obiettivo 2 è diretto ad incrementare negli operatori psichiatrici le competenze per l’assessment, valutazione e trattamento dei pazienti psichiatrici autori di reato. La formazione consentirà agli operatori di acquisire quelle competenze cliniche e medico-legali che saranno in grado di migliorare la qualità dell’assistenza e produrre un maggiore benessere nella popolazione assistita. 50 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 5. SANITA’ PENITENZIARIA TITOLO DEL PROGETTO: 5.1 La presa in carico dei pazienti psichiatrici autori di reato DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Servizio N. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendente – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO:€ 100.000,00 Tabella 2 PIANO DI VALUTAZIONE PER L’OBIETTIVO SPECIFICO 2 Sensibilizzazione e formazione degli operatori alle tematiche connesse all’assessment, valutazione e trattamento dei pazienti psichiatrici autori di reato. Numero di Unità Operative e numero di operatori Indicatore di risultato coinvolti in grado di utilizzare le metodologie di lavoro proposte Azione Indicatori di processo Individuazione del personale da n. di psichiatri che partecipano coinvolgere nel progetto n. di psicologi che partecipano n. di infermieri che partecipano n. di assistenti sociali che partecipano n. di educatori professionali che partecipano Formazione del personale n. di giornate di seminario di formazione del personale coinvolto n. di verifiche di apprendimento tramite strumenti standardizzati n. e qualifica degli operatori che completano la formazione Elaborazione di scheda di rilevazione dei dati epidemiologici OBIETTIVO SPECIFICO 3 Questa fase del progetto prevede:1) la valutazione clinica e giudiziaria dei pazienti psichiatrici dimessi /in dimissione, 2) la valutazione dell’efficacia e dell’appropriatezza degli interventi riabilitativi posti in essere mediante l’utilizzo di strumenti psicometrici standardizzati quali: Diagnosi psichiatrica (ASSE I: SCID-I RV; ASSE II: SIDP-IV), Positive and Negative Syndrome Scale (PANNS) di Kay et al., 1997, - Brief Psychiatric Rating Scale (BPRS) di Overall&Gorham, Gravità sintomatologica (BPRS 24 item),Funzionamento globale (VGF), Disabilità fisica e necessità di cura (PHI),Valutazione cognitiva e delle abilità intellettive (Mini Mental State Examination, Matrici Progressive di Raven), OvertAggression Scale e Inventory for assessingdifferentkinds of Hostility per la valutazione dell’aggressività, Scala PCL-R, che è considerata attualmente tra i migliori strumenti, in termini di attendibilità e validità, per la predizione della pericolosità sia tra soggetti con disturbi mentali, sia tra soggetti esenti da psicopatologia, VADO per il monitoraggio degli interventi riabilitativi,Bisogni del paziente (CANFOR-RVversione forense dell’intervista CamberwellAssessment of Needs). Tabella 3 51 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 5. SANITA’ PENITENZIARIA TITOLO DEL PROGETTO: 5.1 La presa in carico dei pazienti psichiatrici autori di reato DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Servizio N. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendente – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO:€ 100.000,00 PIANO DI VALUTAZIONE PER L’OBIETTIVO SPECIFICO 3 Individuazione, assessment e presa in carico di pazienti psichiatrici autori di reato Azione Indicatore di risultato Valutazioni standardizzate dei pazienti psichiatrici autori di reato n. di schede di rilevazione relative ai pazienti dimessi /in dimissione % Percentuale di utilizzo di scale di valutazione standardizzate per la valutazione dei pazienti psichiatrici autori di reato n. di pazienti in trattamento presso strutture residenziali n. di pazienti in trattamento ambulatoriale n. e tipologia di interventi n. di pazienti che interrompono il trattamento n. di pazienti con recidiva giudiziaria n. di pazienti con ricaduta clinica OBIETTIVO SPECIFICO 4 I dati ottenuti saranno sottoposti ad elaborazione statistica con un duplice obiettivo: 1) definire un protocollo operativo dettagliato, completo e condiviso da utilizzare in tutti i servizi regionali per la presa in carico dei pazienti psichiatrici autori di reato; 2) creare una banca dati che consenta di monitorare nel tempo i trattamenti attuati nelle strutture residenziali, i percorsi terapeutico- riabilitativi, gli inserimenti lavorativi/abitativi, le ricadute cliniche e le recidive di reato. I risultati che emergeranno dal nostro progetto saranno documentati con pubblicazioni (articoli, relazioni a congressi) e diffusi sia nei servizi e sia nelle altre agenzie presenti nel territorio, che sono un’importante risorsa per il reinserimento sociale dei pazienti Un convegno, a dimensione regionale, sul tema con la presentazione dei risultati concluderà la quarta fase . Tabella 4 PIANO DI VALUTAZIONE PER L’OBIETTIVO SPECIFICO 4 Analisi, valutazione e trasferimento dei risultati su tutto il territorio regionale mediante protocolli operativi. Evento congressuale regionale Indicatore di risultato Azione Raccolta dei dati rilevati in fase 3 Realizzazione di un protocollo operativo dettagliato e completo da utilizzare in tutti i servizi regionali per la per la presa in carico dei pazienti psichiatrici autori di reato Indicatori di processo Elaborazione statistica dei dati 52 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 5. SANITA’ PENITENZIARIA TITOLO DEL PROGETTO: 5.1 La presa in carico dei pazienti psichiatrici autori di reato DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Servizio N. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendente – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO:€ 100.000,00 Evento conclusivo Presentazione finale dei risultati tramite momenti seminariali e/o congressuali Report dei dati e diffusione nei servizi ed in altre agenzie presenti nel territorio Tabella 5 CRONOPROGRAMMA Mesi- 1 2 3 4 5 6 6 7 Azio 8 9 1 1 1 0 1 2 ni 1 2 3 4 RISULTATI ATTESI Il progetto formativo ha l’ambizione di: 1- migliorare la valutazione, l’assessment, la presa in carico e il trattamento dei pazienti psichiatrici autori di reato. 2- delineare un protocollo operativo dettagliato e completo per la presa in carico di questi pazienti da estendere a tutto il territorio regionale. 3- creare una banca dati che consenta di monitorare nel tempo i trattamenti attuati nelle strutture residenziali, i percorsi terapeutico-riabilitativi, gli inserimenti lavorativi/abitativi, le ricadute e le recidive di reato, valutare la qualità e l’efficacia degli interventi effettuati. SCHEDA FINANZIARIA VOCI DI SPESA Varie Attrezzature Materiali di consumo Formazione Divulgazione (convegni, workshop, pubblicazioni, materiali 53 IMPORTO € 25.000,00 € 20.000,00 € 5.000,00 € 40.000,00 € 5.000,00 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 5. SANITA’ PENITENZIARIA TITOLO DEL PROGETTO: 5.1 La presa in carico dei pazienti psichiatrici autori di reato DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Servizio N. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendente – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO:€ 100.000,00 informativi cc. Spese generali Totale € 5.000,00 € 100.000,00 PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA 2012 2013 Totale 100.000,00 Totale 100.000,00 Criterio di distribuzione: Per l’anno 2012 la quota è stata accantonata in GSA. La gestione delle attività è accentrata al Servizio preposto del Dipartimento. Le attività si completeranno in 12 mesi, non è previsto il prosieguo per il 2013. 54 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 6. ATTIVITA’ MOTORIA PER LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE CRONICHE PER IL MANTENIMENTO DELL’EFFICIENZA FISICA NELL’ANZIANO TITOLO DEL PROGETTO: 6.1 Attività motoria nella terza età: una via per la salute DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Servizio del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO:TOTALE 850.000,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012 € 421.604,37 E SULLA QUOTA DEL FSN 2013 € 428.395,63 IL PROGETTO PREMESSA Dalla fine degli anni ’80, in coincidenza con una maggiore attenzione verso la salute come elemento globale della persona, inizia a intravedersi nei documenti internazionali anche l’esercizio fisico come uno degli aspetti da considerare e da promuovere in tutta la popolazione per migliorarne la condizione di salute. Con l’Health 21 l’attività fisica appare finalmente distinta dal più riduttivo concetto di sport ed è invece associata all’ambiente (Obiettivo 10) e ad altri comportamenti positivi quali una corretta alimentazione o un moderato uso di alcool (Obiettivo 11). Successivamente, in diversi documenti di programmazione sanitaria nazionale e regionale, vi è stato il formale riconoscimento della relazione tra attività fisica e salute, fino alle più recenti evidenze scientifiche che indicano l’attività fisica come un requisito non eliminabile da una politica sanitaria di promozione della salute. Si fa strada inoltre l’attenzione a comprendere quali destinatari dello sviluppo dell’attività fisica anche le fasce più deboli della popolazione, in particolare gli anziani. L’attività motoria dovrebbe, pertanto, essere inserita nei protocolli terapeutici di molte condizioni patologiche. L’azione protettiva che l’attività motoria svolge nelle persone anziane nei confronti di numerose patologie croniche, da quelle cardiovascolari, al diabete, all’obesità, all’osteoporosi, alle malattie neoplastiche, (come il cancro della mammella e del colon), è ormai ampiamente documentato da una vasta letteratura scientifica. Il progressivo invecchiamento della popolazione mondiale è una delle emergenze sanitarie che negli ultimi anni ha richiamato l’attenzione di tutti coloro che sono impegnati nella programmazione e nella gestione delle risorse sanitarie. Di fronte al progressivo allungamento della vita l’incremento degli anni passati in buona salute e la riduzione degli anni di disabilità e dipendenza sono due obiettivi fondamentali. Esistono molte evidenze che la pratica dell’attività fisica è una condizione basilare per queste finalità. Nel 1997 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha recepito questi risultati pubblicando le “Linee guida di Heidelberg” per la Promozione dell’attività fisica nella popolazione anziana, che individuano i presupposti e le modalità operative per raggiungere gli obiettivi di salute sopra enunciati, richiamando inoltre gli effetti dell’AF non solo sulle funzionalità fisica, ma anche su vari aspetti psicosociali cruciali per la vita dell’anziano. L’OMS, inoltre, stima che la regolare attività fisica contribuisca ad oltre 3 milioni di morti evitabili a livello mondiale. In un recente studio promosso dal CONI e dall’Università Bocconi, presentato a Roma nel dicembre 2012, l’attività fisica in Italia: a. Evita 22.000 morti e più di 52.00 casi di malattia ogni anno. Tra queste ultime: malattie cardiovascolari, ictus, tumori al colon ed al seno e diabete tipo 2. b. Produce un risparmio pari a: 1,5 miliardi di euro annui sui costi sanitari e non sostenuti dalla società per la cura delle sovra elencate patologie; 32 miliardi di euro annui sul Valore della Vita (In termini monetari, traducibile nella mancata produttività e danni morali per morbilità) sempre per le 5 patologie citate. 55 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 6. ATTIVITA’ MOTORIA PER LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE CRONICHE PER IL MANTENIMENTO DELL’EFFICIENZA FISICA NELL’ANZIANO TITOLO DEL PROGETTO: 6.1 Attività motoria nella terza età: una via per la salute DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Servizio del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO:TOTALE 850.000,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012 € 421.604,37 E SULLA QUOTA DEL FSN 2013 € 428.395,63 c. Il solo aumento dell’1% di soggetti attivi porterebbe ad un risparmio di 80 milioni di euro sulla spesa sanitaria e di 1,7 miliardi di Euro di valore della vita salvaguardato. In relazione a quanto già maturato attraverso le precedenti esperienze in questo ambito alle patologie suddette va aggiunta la frattura del collo del femore. In Calabria tale patologia nello scorso anno ha afflitto oltre 1.400 persone anziane. Sembra evidente che una regolare attività fisica, come anche linee d’azione specifica in questa direzione, producano una riduzione delle cadute che ne sono la prima causa insieme all’osteoporosi. I vantaggi di quest’intervento si sommeranno quindi ai precedenti. CONTESTO A livello nazionale le azioni concrete realizzate in questo settore sono tuttavia meno numerose rispetto ad altri ambiti, tanto che è nota e documentata una carenza di informazioni e di dati nazionali nel campo dell’esercizio fisico per la popolazione anziana. Questa difficoltà dipende dalla già citata difficoltà di separare attività fisica per la salute da attività sportiva e forse anche da specifiche carenze nei processi formativi e culturali degli esperti, responsabili e ricercatori, che nel nostro paese hanno per lungo tempo portato a sottovalutare tutto ciò che attiene all’ambito fisico e motorio. Si tratta certamente di una situazione in cambiamento, anche alla luce dei sempre più frequenti confronti con gli altri paesi europei, ma rimane un ritardo non irrilevante da recuperare I dati di indagini conoscitive sull’attività motoria nelle popolazione sono allarmanti, poiché risulta in costante aumento il numero dei sedentari, tale problematica risulta particolarmente presente nelle regioni meridionali e negli anziani, e la Calabria detiene il triste primato, gli anziani che svolgono attività motoria in maniera regolare e continuativa sono meno dell’1%. Il rischio di malattia e disabilità con perdita di autonomia e isolamento sociale dai 65 anni in poi cresce progressivamente (alcuni studi su questo problema sono in corso nella facoltà di Medicina di Catanzaro). La spesa sanitaria in questa fascia di età assorbe circa il 65% delle risorse del Servizio Sanitario Nazionale, più della metà dei ricoveri ospedalieri, e circa il 70% della spesa farmaceutica. A tal fine nel 2009 è stato predisposto il progetto “Strategie e azioni di educazione motoria ed attività fisica per la popolazione anziana calabrese” da sperimentare nelle Aziende sanitarie Provinciali di Catanzaro e Cosenza con il supporto della U.O. di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Mater Domini” di Catanzaro. Le attività sono state suddivise in tre sottoprogetti sperimentali : 1. “Miglioramento del profilo di rischio cardiovascolare e della qualità di vita mediante implementazione dell’attività fisica nella popolazione anziana” L’obiettivo è quello di sviluppare dei percorsi formativi per operatori del SSN finalizzati all’implementazione dell’attività fisica nei soggetti con età superiore a 65 anni con lo scopo, da un lato, di aumentare la loro autonomia, e dall’altro, di ridurre l’impatto delle malattie cardiovascolari e delle loro complicanze sulla qualità di vita; 2. “Valutazione del rischio di Caduta ed Intervento di promozione dell’attività fisica e motoria per la prevenzione delle cadute e delle conseguenze secondarie” obiettivi: Elaborazione di una metodica di valutazione del rischio di caduta; Valutazione del Rischio di Caduta in una popolazione di ultra sessantacinquenne calabresi senza e con specifica disabilità; 56 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 6. ATTIVITA’ MOTORIA PER LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE CRONICHE PER IL MANTENIMENTO DELL’EFFICIENZA FISICA NELL’ANZIANO TITOLO DEL PROGETTO: 6.1 Attività motoria nella terza età: una via per la salute DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Servizio del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO:TOTALE 850.000,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012 € 421.604,37 E SULLA QUOTA DEL FSN 2013 € 428.395,63 Impiego di strategie di attivazione fisica e motoria e riabilitative per la riduzione dei livelli di rischio in un campione di popolazione; Trasferimento della metodica d’intervento alle strutture delle Aziende Sanitarie territoriali e dei distretti; 3. “Gruppi di cammino - vivere in buona salute” un’attività organizzata in cui un gruppo di persone che si danno regolarmente appuntamento in un luogo per camminare insieme, lungo un percorso urbano o extraurbano, sotto la guida di un esperto di Educazione Fisica o Dottore in Scienze Motorie, e successivamente di un ”walking leader”, interno al gruppo, adeguatamente addestrato, al fine di promuovere concretamente l’attività motoria e migliorare la salute Obiettivi: Diminuzione dell'incidenza di condizioni patologiche diffuse (malattie cardiovascolari, ipertensione, diabete, obesità, osteoporosi, malattie tumorali); Minore incidenza di malattie croniche di rilevanza sociale; Miglioramento della qualità di vita della popolazione. Le azioni dei progetti hanno consentito di concretizzare nel territorio della Provincia di Catanzaro ed in altre aree della Regione Calabria un validata attività di prevenzione delle cadute indirizzata ai soggetti tra i 65 e gli 80 anni che risiedano al proprio domicilio, attraverso il coinvolgimento dei Medici di Medicina Generale, o che siano residenti in istituzioni quali le RSA. È stato avviato il processo di formazione di operatori sanitari e non sanitari rispetto alla problematica e sono stati effettuati numerosi eventi informativi rivolti alla popolazione, sia attraverso i medici di famiglia che con il supporto dei media che con incontri presso i luoghi frequentati dagli anziani. È stato predisposto un “manuale” ad uso dei medici di famiglia ed in una versione semplificata ad uso della popolazione anziana. Si è inoltre potuto avviare la pratica dei Gruppi di Cammino nei territori delle Provincie di Cosenza e Catanzaro, esteso poi alle altre AA.SS.PP. È stato avviato anche l’utilizzo dell’attività motoria nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. Le tre linee di questo progetto si sono integrate con le azioni dei progetti sull’attività fisica dell’anziano (anche con disabilità) inseriti nel Piano Regionale della Prevenzione 2010/2012 – DGR 851 del 29.12.10: La prescrizione dell’attività motoria: Strategie e azioni di educazione motoria ed attività fisica per la popolazione anziana e disabili in particolare in conseguenza di stroke o di M. di Parkinson, attivato nel territorio della ASP di Catanzaro, realizzato in collaborazione con la Medicina dello Sport dell’ASP ed una Società Bocciofila locale, facente parte della Federazione Regionale, per il gioco delle bocce che ha coinvolto un discreto numero di anziani con notevole successo ed elevato gradimento. Nello stesso ambito è in corso un accordo con una Scuola di ballo locale per gli anziani che hanno richiesto di partecipare a tale iniziativa e per le persone affette da M. di Parkinson. Promozione dell’attività dei gruppi di cammino per la popolazione anziana: Strategie e azioni di educazione all’attività fisica per la popolazione anziana calabrese: attivo nelle Aziende Sanitarie Provinciali di Cosenza, Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia e in corso di attivazione nell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria. Inoltre elementi di continuità sono stati introdotti nell’ambito del Progetto PRP La presa in carico delle persone con ictus cerebrale: implementazione dei percorsi di cura integrati e degli strumenti di gestione della continuità riabilitativa. Nell’ambito del quale si è provveduto, in piena 57 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 6. ATTIVITA’ MOTORIA PER LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE CRONICHE PER IL MANTENIMENTO DELL’EFFICIENZA FISICA NELL’ANZIANO TITOLO DEL PROGETTO: 6.1 Attività motoria nella terza età: una via per la salute DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Servizio del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO:TOTALE 850.000,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012 € 421.604,37 E SULLA QUOTA DEL FSN 2013 € 428.395,63 consonanza con Piano d’Indirizzo per la Riabilitazione ad introdurre concetti di crescita della Partecipazione e di mantenimento ed ottimizzazione della salute delle persone anziane colpite da ictus cerebri attraverso l’avvio all’ Attività Fisica Adattata (AFA) sia durante l’ultima fase del percorso riabilitativo sanitario sia al termine dello stesso. Nell’ambito di questo lavoro si è notato come la capacità di aderire ad un progetto di attività motoria da parte della persona anziana sia in buona parte correlata alle sue naturali tendenze e preferenze e come la prosecuzione del percorso intrapreso sia strettamente legato a quelle. Questi primi risultati, ottenuti tramite le azioni intraprese ed in corso, devono essere estese nel territorio regionale attraverso una ulteriore diversificazione delle attività e a un ulteriore coinvolgimento della popolazione anziana. Obiettivi concordanti sono correttamente contenuti nelle linee d’intervento del Piano di Prevenzione 2010 – 2012 e DGR 851/2010, ma con differenti aspetti, quali la Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito domestico, la prevenzione delle malattie cardiovascolari e le malattie osteoarticolari che hanno dato la possibilità alla popolazione anziana della nostra Regione di poter beneficiare dei numerosi vantaggi derivanti dalla pratica dell’attività motoria, quali il mantenimento dell’autosufficienza nella normale vita quotidiana con riduzione della disabilità, della diminuzione del rischio di cadute (ridotte di ben il 25% in base agli studi scientifici) e di fratture, della protezione verso le malattie cronico degenerative (ipertensione arteriosa, cardiopatia ischemica, diabete, osteoporosi, depressione e ansia), correlate all’invecchiamento. DESCRIZIONE La popolazione anziana tra i 65 e gli 80 anni ancora attualmente è scarsamente coinvolta in attività motorie sia di tipo puramente ludico o hobbistico sia di tipo più propriamente sportivo. Conseguenza di tale situazione è l’aumento ponderale estremamente diffuso e l’aumento dell’incidenza di una larga serie di patologie croniche da quelle cardio e neurovascolari a quelle metaboliche e dell’apparato stato motore. Le difficoltà principali riscontrabili consistono nelle abitudini stratificate nel tempo e il ricorso da parte dei cittadini come dei medici alla terapia farmacologica, piuttosto che alle modificazioni degli stili di vita. Inoltre ancora si riscontrano notevoli rigidità nei rapporti tra sistema sanitario, istituzioni locali e volontariato ed associazionismo nello stabilire quell’alleanza necessaria ad ottenere un obiettivo di questo genere. Il presente progetto prevede che, volendo incidere in maniera positiva ed efficace, bisogna mettere i Medici di Medicina Generale (MMG) in condizione di avere la possibilità di accedere ad una prescrizione dell’esercizio fisico e dell’attività motoria, selezionabile in una gamma discretamente ampia e, quindi, adeguabili non solo alle condizioni fisiche dei soggetti, ma anche alle loro tendenziali inclinazioni. Tale gamma attualmente ristretta risulta decisamente da ampliare. Inoltre va consolidata l’alleanza tra le strutture sanitarie e quelle sociali e della vita civile (Comuni e altre istituzioni locali, Associazioni sportive, Associazioni di anziani e malati e il Volontariato). Tale alleanza va realizzata e sviluppata. 58 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 6. ATTIVITA’ MOTORIA PER LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE CRONICHE PER IL MANTENIMENTO DELL’EFFICIENZA FISICA NELL’ANZIANO TITOLO DEL PROGETTO: 6.1 Attività motoria nella terza età: una via per la salute DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Servizio del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO:TOTALE 850.000,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012 € 421.604,37 E SULLA QUOTA DEL FSN 2013 € 428.395,63 Altro obiettivo da raggiungere è la piena coscienza della popolazione dell’età indicata che la vita a qualunque età ed in qualunque condizione media di salute e/o di non salute, possa essere vissuta nella partecipazione attiva alla stessa e che il movimento, lungi dal costituire un pericolo, si è dimostrato una risorsa. L’ attuazione del progetto in una prima fase si realizzerà nei territori delle AA.SS.PP. di Catanzaro e di Cosenza, per essere successivamente trasferito alle altre ASP. Occorrerà favorire l’attività motoria e, quindi, quella sportiva anche alle persone anziane appartenenti agli strati sociali più deboli, facilitando l’accessibilità economica e logistica ai servizi e agli impianti. Bisognerà contrastare la sedentarietà indotta dall’ambiente urbano e promuovere un nuova idea di città e di rapporto dell’anziano con il contesto urbano cui egli naturalmente appartiene, favorendo lo svolgimento di attività motoria, anche attraverso il miglioramento e l’adeguamento delle strutture sportive al fine di migliorarne l’accessibilità. In quest’ottica va vista anche la creazione di aree pedonali in cui si accresca il senso di sicurezza percepita. Tutte queste azioni sono rivolte alla popolazione anziana “sana” o senza importanti patologie conclamate e con un rischio moderato per cardiopatie, ipertensione, dislipidemie, diabete, osteoporosi, che possono accedere direttamente o attraverso la presa incarico dei MMG e/o degli specialisti di medicina dello sport, in geriatria e in riabilitazione all’attività motoria. Nel caso gli anziani fossero affetti da patologie conclamate e/o con fattori di rischio importanti, e si fosse limitati nelle attività, ci si potrà giovare di una vera e propria “prescrizione dell’attività fisica” effettuata dai medici dello sport e dagli specialisti in riabilitazione e nella branca per quella determinata patologia, fornendo counseling e indicazioni sul tipo di esercizio fisico più appropriato e altri interventi che si rendessero utili. Risulta del tutto naturale che azioni di questo tipo debbano avere un’interfaccia, oltre la persona anziana, nelle strutture della società locale, attraverso il coinvolgimento delle Associazioni di volontariato, sportive per l’implementazione di attività motorie per la terza età compresi i Gruppi di Cammino. Tale tipo di coinvolgimento è chiaramente indicato nella scheda progettuale e sarà dettagliato nel piano operativo del progetto ed è uno dei suoi principali strumenti esecutivi, come precedentemente avvenuto con il progetto “Strategie ed Azioni di educazione motoria ed attività fisica per la popolazione anziana calabrese”, approvato con gli obiettivi di PSN 2009-2010. OBIETTIVO GENERALE Indurre la popolazione anziana calabrese a modificare i comportamenti sedentari cercando di inserire l’attività fisica nelle azioni quotidiane come camminare, salire le scale che possono essere adattate anche per la prevenzione secondaria in presenza di malattie croniche eventualmente in combinazione con interventi più strutturati effettuati sotto il controllo medico. Obiettivi Specifici Bisogna mettere i Medici di Medicina Generale (MMG) in condizione di avere la possibilità di accedere ad una prescrizione dell’esercizio fisico e dell’attività motoria. Va promossa l’acquisizione di comportamenti nelle attività motorie che potenzino l’educazione alla salute dove si coniughino una sana alimentazione, il rispetto del proprio corpo ed una corretta relazione con gli altri, l’attività fisica diventa una 59 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 6. ATTIVITA’ MOTORIA PER LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE CRONICHE PER IL MANTENIMENTO DELL’EFFICIENZA FISICA NELL’ANZIANO TITOLO DEL PROGETTO: 6.1 Attività motoria nella terza età: una via per la salute DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Servizio del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO:TOTALE 850.000,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012 € 421.604,37 E SULLA QUOTA DEL FSN 2013 € 428.395,63 occasione di guadagno psico-fisico nonché una opportunità di aggregazione e partecipazione sociale. va realizzata e sviluppata l’alleanza tra le strutture sanitarie e sociali della vita civile (Comuni e altre istituzioni locali, Associazioni sportive, Associazioni di anziani e malati e il Volontariato). METODOLOGIA Formare dei tavoli di confronto tra i vari specialisti con competenza nell’ambito (Medici dello Sport, Fisiatra, Geriatra, Cardiologo, Diabetologo, Nutrizionista) per l’individuazione di varie linee di proposta relative ad una adeguata attività motoria nelle diverse condizioni di loro competenza. Portare il risultato del primo tavolo alla discussione con i MMG e successivamente con le istituzioni locali e col volontariato al fine di creare le premesse alla realizzazione delle linee d’intervento precedentemente individuate. Formare adeguatamente i MMG e gli operatori al corretto comportamento nella indicazione e realizzazione dell’esercizio fisico e delle attività. Reclutare un numero adeguato di persone da inserire nelle linee di lavoro di questo protocollo di studio A distanza di alcuni mesi valutare i risultati ottenuti TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA) Azioni Quadrimestre 2012 I Costituzione di un gruppo di lavoro specialistico Confronto con i MM.M.G e le altre componenti citate Strutturazione e realizzazione di un sistema informatico Formazione del personale, reclutamento delle strutture e degli anziani Campagna d’informazione e pubblicizzazione Avvio della sperimentazione ed utilizzazione dei percorsi nelle strutture reclutate Raccolta, elaborazione ed analisi dei dati Divulgazione dei risultati INDICATORI Numero di specialità coinvolte Numero di MMG partecipanti Numero istituzioni e associazioni coinvolte Numero conferenze d’informazione Numero di pazienti reclutati 60 II III Quadrimestre 2013 I II III Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 6. ATTIVITA’ MOTORIA PER LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE CRONICHE PER IL MANTENIMENTO DELL’EFFICIENZA FISICA NELL’ANZIANO TITOLO DEL PROGETTO: 6.1 Attività motoria nella terza età: una via per la salute DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Servizio del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO:TOTALE 850.000,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012 € 421.604,37 E SULLA QUOTA DEL FSN 2013 € 428.395,63 Variazioni dei dati rispetto alla partenza. RISULTATI ATTESI Raggiungimento di un ampio consenso tra i medici di varia competenza sulle linee guida della prescrizione dell’esercizio. Ampio coinvolgimento delle istituzioni della vita civile nella problematica Modificazioni della cultura del movimento nella terza età Modificazione degli stili di vita Valutazione dell’efficacia dell’intervento SCHEDA ECONOMICA Voci di spesa I annualità 2012 € 95.604,37 € 190.000,00 € 90.000,00 € 46.000,00 € 421.604,37 Varie Beni e servizi Formazione Comunicazione/Informazione TOTALE PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA 2012 2013 Totale ASP RC 83.070,23 ASP VV 24.865,38 ASP CZ 54.297,72 ASP CS 109.461,85 ASP KR 23.427,89 A.O.U. Mater Domini 126.481,31 Totale 421.604,37 Criterio di distribuzione: per l’anno 2012 la quota è stata accantonata in GSA. Il progetto è coordinato dalla U.O. di Fisiatria dell’Azienda Mater Domini, capofila alla quale viene assegnato il 30% del finanziamento e il restante 70% sarà erogato alle Aziende Sanitarie della Calabria partecipanti su popolazione over 65 residente. Per l’anno 2013, con decreto n. 3781 del 2.4.2014, la quota assegnata è stata impegnata a favore della G.S.A. per successiva assegnazione secondo i vincoli stabiliti dell’Accordo Stato-Regioni del 20 febbraio 2014 rep. Atti n. 13/CSR. 61 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO NASCITA – SUPPORTO ALLE GRAVIDANZE IN CONDIZIONI DI “VULNERABILITA’” E PREVENZIONE DELL’INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA TITOLO DEL PROGETTO: 7.1 I.V.G. E FRAGILITA’: MODELLO ORGANIZZATIVO DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO:TOTALE 1.244.006,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012 € 1.244.006,00 PREMESSA A fronte della continua riduzione del ricorso all’aborto tra le donne italiane, riduzione più lenta nelle condizioni di maggiore svantaggio sociale, l’aumento degli aborti effettuati da donne straniere, dovuto al costante incremento della loro presenza nel Paese, rappresenta una criticità importante. Verso questa popolazione si impongono quindi specifici interventi di prevenzione che tengano conto anche delle loro diverse condizioni di vita, di cultura e di costumi. L’Istat, (dati rilevati al 2011) ha calcolato i tassi di abortività per le cittadine italiane e per le straniere, considerando tre raggruppamenti delle cittadinanze, donne provenienti da Paesi a Forte Pressione Migratoria (PFPM), da Paesi a Sviluppo Avanzato (PSA) e donne con cittadinanza italiana, si conferma la decrescita dei tassi di abortività volontaria tra le italiane ma anche un forte decremento tra le straniere, specie quelle provenienti dalle aree più povere del mondo (PFPM). Nel 2009 il tasso per le italiane è risultato pari a 6,9 per 1.000 per le cittadine italiane di età 15-49 anni, a 7,7 per 1.000 nelle cittadine di PSA e a 26,4 per 1.000 in quelle di PFPM, indicando che, nonostante la diminuzione negli anni, ancora quest’ultimo gruppo di donne ha livelli di abortività molto più elevati delle italiane. In generale, nel corso degli anni le più rapide riduzioni del ricorso all’aborto sono state osservate tra le donne più istruite, tra le occupate e tra le coniugate, per le quali, anche grazie a una maggiore competenza di partenza, sono risultati più efficaci i programmi e le attività di promozione della procreazione responsabile, principalmente svolti dai consultori familiari. I dati statistici della Regione Calabria, riguardanti il sistema di sorveglianza sulla interruzione volontaria di gravidanza riferiti al 2010, evidenziano quanto segue: Il Numero totale delle donne che hanno effettuato l’I.V.G è stato pari a 3.115,di cui 740 (24% immigrate), inoltre 539 pari al 17% dei casi si tratta di aborti ripetuti. La fascia maggiormente coinvolta riguarda quella tra i 18-49 anni, (3023 pari al 97%) non sono comunque trascurabili le 92 interruzioni di gravidanze effettuate da minorenni che rappresenta il 3% del totale, di questi il 30% giunge ai servizi con l’autorizzazione dal giudice. Dalla lettura dei dati inoltre emerge che il maggior numero di donne che ricorre all’interruzione di gravidanza possiede un livello di studio medio-basso (2655, 88%). Si rileva inoltre che circa l’80% del personale sanitario (ostetrici, anestesisti, ostetriche) risulta essere obiettore di coscienza, Infine solo il 26% dei certificati, risulta essere rilasciato dai Consultori Familiari. Ulteriore osservazione è la precarietà delle figure di mediazione transculturale. CONTESTO In Calabria, il Dipartimento Tutela della Salute con D.P.G.R. n° 36 del 6 maggio 2011 ha preso atto dall’Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010. Con D.P.G.R. n° 26 del 16.11. 2010 ha proceduto al “Riassetto della rete dei punti nascita a seguito di valutazione del rischio clinico dei singoli punti nascita” e si è proceduto alla riorganizzazione della rete ospedaliera e territoriale, sia 62 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO NASCITA – SUPPORTO ALLE GRAVIDANZE IN CONDIZIONI DI “VULNERABILITA’” E PREVENZIONE DELL’INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA TITOLO DEL PROGETTO: 7.1 I.V.G. E FRAGILITA’: MODELLO ORGANIZZATIVO DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO:TOTALE 1.244.006,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012 € 1.244.006,00 attraverso la progressiva riduzione dei punti nascita con numero di parti inferiori a 500, sia attraverso una maggiore integrazione ospedale-territorio con la valorizzazione dei Distretti, dei Consultori Familiari e dei Dipartimenti Materno-Infantile Interaziendali per come previsto dall’Accordo del 16 dicembre 2010. Con D.P.G.R. 28 del 21/03/2012 sono state emanate le linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo, inoltre nel P.R.P. 2010-2012, approvato con D.G.R. 851 del 29/12/2010, è stato previsto un progetto per la promozione, protezione e sostegno dell’allattamento al seno, infine con D.P.G.R. n° 187 del 4.12.12 è stata definita la rete per le attività di I.V.G. chirurgica ed è in via di definizione il documento sull’IVG farmacologica previsto nel Piano Operativo 2013-2015. In tale contesto s’inserisce la proposta progettuale che mira al supporto alle gravidanze in condizioni di “vulnerabilità” e prevenzione dell’interruzione volontaria di gravidanza. OBIETTIVI Le finalità generali del progetto sono: Prevenzione dell’interruzione volontaria di gravidanza donne adulte, minorenni e straniere. Formazione e tutoraggio degli operatori socio-sanitari tenendo conto dell’approccio interculturale per la tutela della salute sessuale e riproduttiva ( in particolare contraccezione e prevenzione IVG). Accesso e fruibilità dei servizi migliorare l’organizzazione interna dei servizi orientandola alle esigenze del target progettuale. Potenziamento della rete inter ed intra istituzionale coinvolgendo gli organismi presenti sul territorio non istituzionali. Informazione promuovere una diffusa e capillare informazione per la popolazione. Favorire una maggiore valorizzazione dei Consultori Familiari quali servizi primari di prevenzione del fenomeno abortivo. Garantire la presa in carico della donna che si rivolge ai Consultori favorendo la loro integrazione con i centri in cui si effettua l’IVG. Incrementare il numero dei certificati rilasciati dai Consultori, potenziando anche il loro ruolo di centri di prenotazione per le analisi pre-IVG. Incrementare il numero dei controlli post-IVG presso i Consultori favorendo l’attività di conselling per la procreazione responsabile e sui metodi contraccettivi. Valorizzare l’educazione tra pari come sviluppo di nuovi modelli di comunicazione. Offrire attivamente interventi di educazione sanitaria, alle fasce più deboli della popolazione, anche fuori dai normali presidi sanitari. 63 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO NASCITA – SUPPORTO ALLE GRAVIDANZE IN CONDIZIONI DI “VULNERABILITA’” E PREVENZIONE DELL’INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA TITOLO DEL PROGETTO: 7.1 I.V.G. E FRAGILITA’: MODELLO ORGANIZZATIVO DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO:TOTALE 1.244.006,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012 € 1.244.006,00 METODOLOGIA Il modello proposto verrà sperimentato in una prima fase, tenuto conto che sono stati istituiti i Dipartimenti Materno-Infantile Interaziendali della Azienda Sanitaria Provinciale e dell’A.O.di Cosenza e dell’A.O. di Catanzaro e delle AA.SS. di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia. Nelle su indicate aziende, si è rilevato dall’analisi dei dati delle attività Consultoriali che l’ASP di Cosenza ha rilasciato il maggior numero di certificati per l’I.V.G. (690), mentre l’ASP di Catanzaro vanta un’esperienza ultradecennale nell’area immigrazione con un’attenzione specifica all’area maternoinfantile oltre ad essere Azienda capofila per il progetto CCM “Linee d’intervento trans-culturali nella medicina di base e nel materno-infantile” mentre vanno implementate le attività consultoriali nell’ASP di Vibo, solo due certificati per I.V.G. rilasciati nel 2011 e nell’ASP di Crotone, 154 certificati rilasciati dal consultorio. Finita la sperimentazione il modello, nella seconda annualità, sarà sviluppato dall’ Azienda Sanitaria ed Ospedaliera di Reggio Calabria. Il progetto, sarà coordinato a livello Regionale da dirigenti e funzionari del settore competente che avrà il compito di predisporre, monitorare e valutare le fasi attuative del progetto, di elaborare le relative linee guida e i protocolli operativi. Ciascuna delle Aziende interessate, svilupperà un servizio unico di prenotazione con relativo software dedicato, attraverso il coinvolgendo dei Consultori ed del centro Ospedaliero, che si farà carico del secondo livello, in cui si effettua l’I.V.G. (come da D.P.G.R. n° 187 del 4.12.12). Inoltre le Aziende dovranno costituire almeno una èquipe itinerante che effettuerà le I.V.G., presso i centri sopraindicati con personale dedicato, per ridurre i tempi di attesa così da favorire anche l’integrazione Territorio-Ospedale. Il progetto prevede una prima fase organizzativa attraverso un piano di formazione con i seguenti obiettivi: Formazione degli operatori sulle normative vigenti e sulle diversità culturali, al fine di aumentare l’accesso delle donne straniere ai servizi stessi. Formazione all’intercultura degli operatori socio-sanitari, al fine di ridurre pregiudizi e stereotipi legati alle diversità culturali. Conclusa la fase della formazione si procederà alla comunicazione esterna del progetto, coinvolgendo M.M.G., P.L.S., M.C.A., farmacie, associazioni di volontariato in rappresentanza delle donne comprese le immigrate. Diffusione e realizzazione di materiale informativo riguardante la procreazione cosciente e responsabile. Nella seconda fase si procederà nel seguente modo: Riorganizzazione dei servizi coinvolti implementando la rete territorio – ospedale prevedendo presso le U.O. ospedaliere che effettuano l’I.V.G., percorsi preferenziali a favore delle categorie individuate. Promozione delle attività di sensibilizzazione ed educazione sanitaria nelle scuole e nei punti di aggregazione dei soggetti fragili quali (nomadi, rifugiati, prostitute). 64 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO NASCITA – SUPPORTO ALLE GRAVIDANZE IN CONDIZIONI DI “VULNERABILITA’” E PREVENZIONE DELL’INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA TITOLO DEL PROGETTO: 7.1 I.V.G. E FRAGILITA’: MODELLO ORGANIZZATIVO DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO:TOTALE 1.244.006,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012 € 1.244.006,00 Cooperazione con organismi afferenti alla rete territoriale, includendo le associazioni onlus e del privato sociale al fine di consentire la massima diffusione delle attività previste dal progetto. MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DELLE ATTIVITA’ Sarà previsto un attento sistema di monitoraggio e valutazione delle attività con l’obiettivo, conclusa la fase di sperimentale nelle due province Cosenza e Catanzaro, di diffondere le buone pratiche su tutto il territorio Regionale attraverso una pubblicazione finale degli obiettivi raggiunti sottolineandone la fattibilità e la riproponibilità. Per tale azioni saranno previsti monitoraggi semestrali con report delle attività annuali quali/quantitativa soggetti a valutazione da parte del gruppo di monitoraggio che redigerà i report da sottoporre alle autorità Regionali e Ministeriali e provvederà a stilare un documento relativo alle best-practice. TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA) Le azioni attuative del progetto saranno sviluppate in coerenza con le linee programmatiche sopra indicate e secondo il crono programma di seguito riportato: 1. analisi del contesto 2. elaborazione dati e studi 3. Formazione 4. Costituzione di una èquipe itinerante dedicata all’effettuazione degli interventi IVG, 5. Potenziamento della rete inter ed intra istituzionale 6. Tutoraggio 7. Miglioramento dell’Accesso e fruibilità dei servizi e attuazione delle attività progettuali, 8. Sperimentazione delle attività sui territori provinciali individuati 9. Arruolamento figure professionali di mediazione transculturale per un’attività integrata. 10. Sperimentazione del modello nell’ASP ed A.O. di Reggio Calabria. Mesi/ Azioni 01 02 03 04 05 06 1 2 3 4 5 6 65 07 08 09 10 11 12 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO NASCITA – SUPPORTO ALLE GRAVIDANZE IN CONDIZIONI DI “VULNERABILITA’” E PREVENZIONE DELL’INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA TITOLO DEL PROGETTO: 7.1 I.V.G. E FRAGILITA’: MODELLO ORGANIZZATIVO DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO:TOTALE 1.244.006,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012 € 1.244.006,00 7 8 9 10 INDICATORI Gli indicatori di processo del progetto prevedono: Riduzione del tasso di abortività /sul totale delle donne che effettuano l’I.V.G. Riduzione della percentuale di aborto ripetuto / sul totale degli aborti ripetuti. Incremento del numero dei certificati rilasciati dai consultori/ sul numero rilasciato nel 2011( 690 di cui 187 donne straniere ASP CS; 158 di cui 56 donne straniere ASP CZ, 2 ASP di Vibo di cui nessuna straniera, 206 di cui 100 straniere ASP di Reggio Calabria, 154 di cui 51 donne straniere ASP di Crotone ). Formazione e tutoraggio degli operatori socio-sanitari: realizzazione di percorsi formativi e formazione tutor. Accesso e fruibilità dei servizi, monitoraggio attraverso il numero di accordi, delibere prodotte / totale dei servizi sanitari e terzo settore presenti nel territorio di riferimento. Percentuale di donne che tornano al consultorio per il controllo post- I.V.G. sul totale delle donne che hanno effettuato l’intervento. Coinvolgimento di almeno 4 istituti scolastici / nel territorio di riferimento per le attività di educazione alla sessualità . Coinvolgimento di almeno 2 organismi territoriali/ nel territorio di riferimento. Monitoraggio attraverso il numero di riunioni effettuate, i lavori prodotti e la valutazione della relazione finale; RISULTATI ATTESI Riduzione del 5% del tasso di abortività delle donne fra cui le immigrate. Riduzione del 2% della percentuale di aborto ripetuto tra le donne. Incremento del 3% del numero di certificati rilasciati dai Consultori per IVG. Partecipazione ai corsi di almeno il 40% del personale coinvolto e formazione di tutor. N° di Accordi/protocolli/ delibere prodotte. Incremento del 5% di donne straniere che tornano al consultorio per il controllo IVG. Coinvolgimento di almeno 4 istituti scolastici e di almeno 2 organismi territoriali. Incremento di almeno il 30% degli accessi al consultorio, sia per il controllo post-I.V.G. sia per il rilascio dei certificati. 66 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO NASCITA – SUPPORTO ALLE GRAVIDANZE IN CONDIZIONI DI “VULNERABILITA’” E PREVENZIONE DELL’INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA TITOLO DEL PROGETTO: 7.1 I.V.G. E FRAGILITA’: MODELLO ORGANIZZATIVO DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO:TOTALE 1.244.006,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012 € 1.244.006,00 SCHEDA FINANZIARIA € 250.006,00 € 564.000,00 € 300.000,00 € 130.000,00 € 1.244.006,00 Varie Beni e servizi Formazione Comunicazione/Informazione TOTALE PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA 2012 2013 Totale ASP RC 252.148,23 252.148,23 ASP VV 72.693,40 72.693,40 ASP CZ 130.519,40 130.519,40 ASP CS 282.480,73 282.480,73 ASP KR 106.836,14 106.836,14 A.O. RC 117.743,89 117.743,89 A.O. CZ 143.519,04 143.519,04 A.O. CS 138.065,17 138.065,17 A.O.U. Mater Domini 1.244.006,00 1.244.006,00 Totale Criterio di distribuzione: la somma è accantonata in G.S.A. sarà assegnata alle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere in base al n. dei parti all’1.1.2012. Per l’anno 2013 con decreto n. 3781 del 2.4.2014 impegno in G.S.A. per successivo riparto secondo i vincoli stabiliti dell’Accordo Stato-Regioni del 20 febbraio 2014 rep. Atti n. 13/CSR– 67 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO NASCITA TITOLO DEL PROGETTO: 7.2 Riorganizzazione del percorso nascita: integrazione territorio - ospedale DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE 2.000.000,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012 € 2.000.000,00 PREMESSA Il Piano Sanitario Nazionale 2011/2013 prevede la tutela della donna durante tutto il percorso nascita (dalla fase preconcezionale al puerperio) e del nascituro. In un contesto nel quale, in generale, si può dire che l’assistenza nel settore materno infantile sia nel complesso buona, vi sono molti punti per i quali è possibile un deciso miglioramento: • grado di integrazione in rete dei servizi: primo livello (consultori familiari, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta), secondo (poliambulatori distrettuali e ospedalieri) e terzo livello (centri nascita a diverso livello di complessità); • razionalizzazione dei punti nascita con l’obiettivo di una soglia minima di almeno 500 parti; • potenziamento della lotta al dolore anche nei settori nei quali, a causa di limiti culturali non ancora superati, esso è spesso misconosciuto e sottotrattato, come avviene durante il travaglio ed il parto per via naturale. Infatti, uno degli obiettivi del Piano Sanitario è il miglioramento dell’assistenza ostetrica e pediatrica/neonatologica nel periodo perinatale, anche nel quadro di un’umanizzazione dell’evento nascita che deve prevedere il parto indolore. D’altronde, la recente proposta di legge “Norme per la tutela dei diritti della partoriente, la promozione del parto fisiologico e la salvaguardia della salute del neonato”, prevede tra le finalità la promozione della più ampia conoscenza delle modalità di assistenza e delle pratiche sanitarie in uso, compresa la tecnica del parto indolore, la verifica dei livelli di assistenza assicurati e l’armonizzazione delle modalità di assistenza alla gravidanza, al parto ed al puerperio, per la salvaguardia della salute della madre e del nascituro. Inoltre l’Accordo Stato-Regioni del dicembre 2010 sul percorso nascita, sancisce l’impegno a sviluppare un programma Nazionale, articolato in dieci linee di azioni, per la promozione ed il miglioramento della qualità, sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo. CONTESTO In Italia, negli ultimi decenni, la natalità è drasticamente diminuita ed è aumentata l’età media delle donne alla nascita del primo figlio. Sono notevolmente cresciute le gravidanze di donne al di sopra dei 35 anni, che sono alla base di una eccessiva medicalizzazione e di una sovrabbondanza di prestazioni diagnostiche. In costante aumento anche il ricorso al taglio cesareo. Rispetto alla soglia del 15%, che secondo l’OMS garantisce il massimo beneficio complessivo per la madre e il feto, l’Italia è il paese europeo con la massima incidenza di parti cesarei, con valore del 38,3% del 2008, ed estrema variabilità per area geografica. Tra l’altro la percentuale dei parti cesarei va aumentando con progressione lineare dalle strutture con maggior numero di parti a quelle a minor numero, raggiungendo il 50% nelle strutture con parti/anno <500, con valori di gran lunga maggiori presso le strutture private accreditate (61%) e quelle non accreditate (75%) rispetto a quelle pubbliche (34%); In Calabria, negli ultimi anni, si è registrata una alta incidenza di parti cesarei che nel 2010 ha raggiunto la percentuale del 42% nei Punti Nascita degli ospedali pubblici e del 61% nelle Case di Cura Accreditate. 68 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO NASCITA TITOLO DEL PROGETTO: 7.2 Riorganizzazione del percorso nascita: integrazione territorio - ospedale DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE 2.000.000,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012 € 2.000.000,00 Da ciò l’esigenza di fornire un modello organizzativo assistenziale che soddisfi i bisogni di benessere psico-fisico della donna e del bambino durante la gravidanza e l’evento nascita, e che favorisca il parto fisiologico, pur tutelando la libera scelta della gestante. Un contributo per favorire il parto vaginale, oltre che la sua umanizzazione, è dato inoltre dall’introduzione di una metodica tradizionalmente poco diffusa, la partoanalgesia. Il Dipartimento Tutela della Salute con DPGR 18 del 22 ottobre 2010 ha proceduto alla riorganizzazione della rete ospedaliera e territoriale, sia attraverso la progressiva riduzione dei punti nascita con numero di parti inferiori a 500, sia attraverso una maggiore integrazione ospedaleterritorio con la valorizzazione dei Distretti, dei Consultori Familiari, dei Dipartimenti MaternoInfantile, della rete di trasporto neonatale al fine di favorire la demedicalizzazione delle gravidanze a basso rischio. Infatti Le UU.OO. di Ostetricia e Ginecologia dell’ASP hanno elaborato il percorso nascita attraverso le sue caratteristiche qualificanti: 1)Percorso nascita gravidanza fisiologica con ambulatorio dedicato 2)Percorso nascita gravidanza patologica con ambulatorio dedicato 3)Personalizzazione degli ambulatori di assistenza alla fisiologia 4)Corso di preparazione al parto e corso interculturale di accompagnamento alla nascita 5)Assistenza one-to-one ostetrica/partoriente in travaglio 6)Utilizzo di linee guida comuni da parte di tutti gli operatori 7)Presenza di un famigliare scelto dalla donna durante il travaglio 8)Percorsi alternativi per il parto (parto attivo, parto in acqua, sgabello ...) In collaborazione con le Aziende Ospedaliere si è proceduto ad una prima attività di monitoraggio e formazione al fine di implementare in tutti i Punti Nascita dell’ASP la analgesia epidurale concordata. Nell’ambito delle azioni intraprese per incrementare la Parto Analgesia nel 2011, nelle ASP e nelle AO sono state avviate azioni volte a migliorare la qualità delle cure offerte all’utenza in ambito ostetrico, offrendo alle donne che non sono in grado di affrontare serenamente l’eventualità del travaglio, la possibile opzione analgesica, come alternativa al taglio cesareo su richiesta materna, assicurando la presenza della figura dell’anestesista-rianimatore, quale garante dell’emergenza; tale attività ha portato un incremento del parto analgesia del 5% sul totale dei parti spontanei ed una riduzione del 5% dei tagli cesarei. con una punta del 7% relativamente al progetto svolto nell'ASP e AO di Cosenza. L’attività finora svolta e programmata si integra con quanto previsto nel Piano operativo 2013-2015 nell’attuazione di reti assistenziali per intensità di cura. OBIETTIVI Procedendo con quanto indicato dall’Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 sul Percorso Nascita, ed in linea con quanto già realizzato dalle Aziende Sanitarie Provinciali ed Ospedaliere della Calabria nel 2011 e cioè la riorganizzazione delle attività legate al percorso nascita attraverso il Coordinamento dei Consultori e dei Dipartimenti Materno Infantile in alcuni casi interaziendali, la realizzazione del Percorso Nascita proseguirà seguendo il “modello assistenziale partecipato” nella triade madre-padre-bambino nel periodo di gestazione e nascita. Le finalità generali che il progetto si pone sono le seguenti: 69 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO NASCITA TITOLO DEL PROGETTO: 7.2 Riorganizzazione del percorso nascita: integrazione territorio - ospedale DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE 2.000.000,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012 € 2.000.000,00 Garantire la presa in carico, la continuità assistenziale, l’umanizzazione dell’evento nascita, attraverso l’integrazione dei servizi tra territorio e ospedale, al fine di perseguire la tutela della salute materna, del benessere del nascituro e della famiglia nell’esperienza della genitorialità; Ridurre la percentuale di T.C.; Incrementare la percentuale di donne che allattano in maniera esclusiva alla dimissione e in maniera completa a sei mesi e durata dell’allattamento almeno fino al primo anno di vita del bambino, secondo le raccomandazioni dell’OMS; Assicurare l’utilizzo del diario della gravidanza da consegnare, a tutte le donne in gravidanza presso i Consultori Familiari; Implementare la diffusione di corsi di accompagnamento alla nascita sul territorio in collaborazione con i punti nascita; Favorire dimissioni protette delle puerpere e dei neonati promuovendo il ritorno al territorio. METODOLOGIA Il Comitato di Coordinamento i cui componenti sono stati designati dal DPGR n. 97/2011, ha definito le linee guida ed i protocolli operativi ed i requisiti strutturali ed organizzativi dei servizi per la presa in carico della donna in gravidanza, per l’assistenza al parto e per l’attivazione della partoanalgesia. Tutto ciò è stato esplicitato nel DPGR n. 28 del 21 Marzo 2012, il Comitato ha individuato, nell’ambito delle dieci azioni previste dalle linee di indirizzo ministeriali per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo, le “Linee guida per la per la riorganizzazione del percorso nascita" e il "Diario della gravidanza", strumento di accompagnamento della donna durante il percorso nascita finalizzato a: - dare alle donne maggiori informazioni sulla gravidanza e sui servizi che il SSR mette a sua disposizione durante il suo percorso nascita; - facilitare i contatti tra le donne ed i servizi sanitari deputati a seguirla durante la gravidanza ed il parto; - favorire un' assistenza in gravidanza migliore e più completa, dando la possibilità a tutti gli operatori dei servizi sociosanitari, con cui la donna entrerà in contatto durante la gravidanza, parto e puerperio di utilizzare uno strumento unico di gestione della gravidanza; - fornire agli operatori dei servizi materno infantili uno strumento di collegamento funzionale e di comunicazione che faciliti il passaggio di informazioni tra un servizio e l'altro. Tutto ciò al fine di migliorare l’assistenza alle donne in tutto il percorso nascita, fornendo alle A.S.P. ed alle A.O. uno strumento che rendesse omogenei i comportamenti assistenziali in tutte le strutture, pubbliche e private accreditate. Al fine di potenziare le attività sono state implementate le azioni previste nella fase progettuale del piano di formazione rivolto agli operatori interessati (medici ostetrici, ostetriche, neonatologi e pediatri, anestesisti, ecc.),con i seguenti obiettivi: la conoscenza della gestione ostetrica della gravidanza e del travaglio fisiologico; 70 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO NASCITA TITOLO DEL PROGETTO: 7.2 Riorganizzazione del percorso nascita: integrazione territorio - ospedale DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE 2.000.000,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012 € 2.000.000,00 l’acquisizione di dimestichezza con le metodiche di counselling per gli operatori ospedalieri e del territorio (rete consultoriale e MMG) l’acquisizione di competenze a livello dipartimentale in risk management e rischio clinico. Al termine di tale fase si è proceduto ad azioni di comunicazione esterna, a cura della rete consultoriale, con l’organizzazione di specifici eventi a carattere divulgativo ed anche mediante l’utilizzo di depliants illustrativi e posters informativi della metodica, distribuiti in tutte le sedi frequentate dalle potenziali utenze. Nella fase esecutiva si è proceduto alla riorganizzazione del percorso nascita sul territorio regionale, attraverso uno stretto rapporto di collaborazione fra la rete consultoriale, i MMG e le unità operative di anestesiologia, di ostetricia-ginecologia e neonatologia, con la verifica dello stato di attuazione al termine del 1° anno e la valutazione dei primi risultati globali al termine del biennio. Le azioni principali previste dal DPGR 28/2012 sono le seguenti: riqualificazione e potenziamento degli ambulatori della gravidanza fisiologica, gestita nei Consultori Familiari che hanno assicurato la prima presa in carico della donna gravida, con lo scopo di eseguire una prima valutazione del livello di rischio e consegnato il diario della gravidanza. L’Ostetrica è la figura competente a gestire la gravidanza fisiologica fin dal suo inizio e durante tutto il percorso: travaglio, parto e puerperio; I corsi di accompagnamento alla nascita a gestione integrata (territoriale ed ospedaliera) e metodologia adeguata hanno favorito la continuità assistenziale e l’empowerment delle donne, relativamente alla gestione del parto, allattamento e funzione genitoriale. I Consultori Familiari, i Pediatri di Libera Scelta e i Punti Nascita devono continuare ad operare in sinergia al fine di permettere una adeguata continuità assistenziale alla donna gravida. Nel caso specifico è essenziale che vengano forniti gli strumenti per affrontare e vivere il dolore del parto, è necessario fortificare e far emergere le competenze della donna rispetto all'evento nascita, oltre che favorire l'allattamento al seno rafforzando la donna/coppia in questa scelta. L’assistenza domiciliare in puerperio effettuata dall’ostetrica consultoriale, si basa su consistenti evidenze scientifiche che dimostrano gli effetti positivi delle visite e del sostegno postpartum, specialmente se inseriti in programmi strutturati di interventi da parte di operatori integrati tra loro, che consentono la continuità e la personalizzazione dell'assistenza e dove si tenga conto degli orientamenti e delle preferenze della madre. La partoanalgesia favorendo l’umanizzazione del rapporto ospedale/utente consente di recuperare una concezione del parto intesa come tappa naturale della vita delle donne e delle coppie e non come “malattia” e, pertanto, potrebbe rappresentare una potenziale alternativa alla tendenza di aumento dei cesarei su richiesta materna, dopo adeguate informazioni, sulle tecniche naturali per la gestione e contenimento del dolore da parto. TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA) Le azioni attuative del progetto saranno sviluppate in coerenza con le linee guida di cui al DPGR n. 28 del 21 Marzo 2012 secondo il cronoprogramma di seguito riportato: 71 OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO NASCITA TITOLO DEL PROGETTO: 7.2 Riorganizzazione del percorso nascita: integrazione territorio - ospedale DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE 2.000.000,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012 € 2.000.000,00 Regione Calabria 1. 2. 3. 4. 5. 6. linee-guida e percorsi assistenziali promozione dell’appropriatezza del percorso nascita percorso formativo destinato agli operatori sperimentazione del percorso nascita nel territorio regionale sperimentazione dell’attività nei servizi di parto-analgesia nel territorio regionale elaborazione dati e studi Mesi/ Azioni 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 1 2 3 4 5 6 E’ prevista infine un’attività di verifica, con step semestrali (vedi crono-programma) che prevedono la redazione di una relazione sull’andamento del progetto che sarà redatta a cura del comitato di coordinamento ed inviata al Dirigente Generale del Dipartimento. Dovrà essere prodotta altresì una relazione finale da sottoporre all’approvazione della Giunta Regionale per l’adozione definitiva del modello organizzativo sperimentato. INDICATORI Il monitoraggio dell’applicazione del progetto prevede: un monitoraggio delle attività del Comitato di coordinamento, attraverso il numero di riunioni effettuate, i lavori prodotti e la valutazione della relazione finale; un monitoraggio delle attività formative: numero di professionisti coinvolti e il numero di ore di formazione; numero di dimissioni precoci/totale delle donne che hanno partorito; numero visite domiciliari in puerperio/totale delle donne che hanno partorito; numero dei T.C. nelle primipare/ totale delle donne che hanno partorito; numero di donne che allattano al seno in maniera esclusiva alla dimissione e completa a sei mesi/totale delle donne che hanno partorito; numero di donne che partecipano ai Corsi di accompagnamento alla nascita sul totale di donne che hanno partorito; monitoraggio delle modificazioni indotte dalla partoanalgesia, attraverso la valutazione dei seguenti indicatori: - aumento del numero dei parti nelle UU.OO. che effettuano la partoanalgesia; - percentuale di parti effettuati in analgesia; - riduzione dei parti cesarei in termini percentuali; 72 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO NASCITA TITOLO DEL PROGETTO: 7.2 Riorganizzazione del percorso nascita: integrazione territorio - ospedale DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE 2.000.000,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012 € 2.000.000,00 RISULTATI ATTESI 1. Il progetto comporta un elevato grado di interazione tra le professionalità coinvolte, con la creazione di un gruppo interdisciplinare costituito da ostetriche, ginecologi, neonatologi, pediatri ed anestesisti, finalizzato al monitoraggio dei risultati raggiunti, e che aumenta l’efficienza interna del sistema; 2. Aumento del 10% del numero delle visite domiciliari in puerperio; 3. Aumento del 10% del numero di donne che allattano al seno in maniera esclusiva alla dimissione e in maniera completa a sei mesi; 4. Incremento del 10% delle donne che partecipano ai Corsi di accompagnamento alla nascita; 5. Estensione della parto analgesia; 6. Riduzione dei tagli cesarei PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA 2012 2013 Totale ASP RC 405.381,06 405.381,06 ASP VV 116.869,86 116.869,86 ASP CZ 209.837,25 209.837,25 ASP CS 454.146,90 454.146,90 ASP KR 171.761,46 171.761,46 A.O. RC 189.297,94 189.297,94 A.O. CZ 230.736,89 230.736,89 A.O. CS 221.968,65 221.968,65 A.O.U. Mater Domini 2.000.000,00 2.000.000,00 Totale Criterio di distribuzione: la somma è accantonata in G.S.A. sarà assegnata alle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere sul n. dei parti all’1.1.2012. Per l’anno 2013 con decreto n. 3781 del 2.4.2014 impegno in G.S.A. per successivo riparto secondo i vincoli stabiliti dell’Accordo Stato-Regioni del 20 febbraio 2014 rep. Atti n. 13/CSR– 73 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO TITOLO DEL PROGETTO: 7.3 COMPLETAMENTO E MESSA A REGIME DEL SISTEMA DI TRASPORTO IN EMERGENZA NEONATALE (STEN-CALABRIA) E ATTIVAZIONE DEL TRASPORTO ASSISTITO MATERNO (STAM) DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: € 555.000,00 CONTESTO La qualificazione delle cure perinatali e lo sviluppo della terapia intensiva neonatale hanno ridotto la nati-mortalità, la mortalità perinatale, quella neonatale e gli esiti a distanza. In Calabria la mortalità neonatale è ancora superiore a quella di altre regioni del Nord ed è strettamente collegata all’organizzazione sanitaria ed in particolare all’assistenza intensiva per i neonati a rischio. Le Terapie Intensive Neonatali (TIN) presentano carenze di personale e di risorse. Con la riorganizzazione della rete ospedaliera, territoriale e dell’emergenza-urgenza (DPGR 18 del 22.10.2010 e 106 del 20.10.2011), è iniziata una profonda ristrutturazione delle reti di offerta con diverso equilibrio tra attività e risorse dedicate all’assistenza ospedaliera e territoriale. L’ospedale diventa la sede in grado di offrire competenze e tecnologie sofisticate e di maggiore complessità, mentre si è proceduto alla chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti l’anno e alla riconversione dei piccoli ospedali in strutture territoriali più flessibili ed adeguate per rispondere in modo armonico e coordinato ai diversi fabbisogni di assistenza della popolazione. Si è inoltre dato inizio ad una riorganizzazione territoriale con particolare riguardo al ruolo dei Consultori Familiari nella gestione della gravidanza fisiologica. Si è infine proceduto al riordino della rete di emergenzaurgenza al fine di garantire una migliore risposta alla richiesta sanitaria anche e soprattutto nel campo dell’assistenza neonatale con il trasferimento di neonati patologici dagli Ospedali SPOKE agli HUB sedi di reparti di Terapia Intensiva Neonatale (TIN). Attualmente il trasporto dei neonati a rischio avviene, in Regione, come un normale trasferimento in emergenza senza una precisa pianificazione, tutto ciò costituisce un rischio aggiuntivo di mortalità, che aumenta tanto più basso è il peso alla nascita e l’età gestazionale ed è particolarmente elevato nei soggetti con necessità di assistenza respiratoria. Il Servizio di Trasporto Assistito Materno (S.T.A.M.) deve essere realizzato sulla base di un collegamento funzionale tra strutture territoriali e strutture di ricovero collegate in rete tra loro e con le reti regionali dell’emergenza – urgenza sanitari territoriale (Servizio 118). L’attività finora svolta e programmata si integra con quanto previsto nel Piano operativo 2013-2015 nell’attuazione di reti assistenziali per intensità di cura. DESCRIZIONE Il trasporto della gravida e del neonato deve essere considerato una componente essenziale di un piano di regionalizzazione delle cure perinatali. Quando le condizioni che hanno richiesto il trasferimento del neonato si sono risolte, si raccomanda il suo ritorno presso l’Ente trasferente, al fine di ridurre i disagi organizzativi delle famiglie ed i costi assistenziali. Quando possibile il trasporto materno deve essere programmato e prevedere il collegamento continuo tra struttura inviante e ricevente. Il trasporto assistito materno può essere affidato, purché in presenza di ostetrica e se necessario di ostetrico-ginecologo, ai mezzi operativi afferenti ai Dipartimenti di Emergenza-Urgenza . Anche in presenza di una corretta organizzazione assistenziale che preveda il trasferimento della gravidanza a rischio, circa l’1 % dei nati vivi può avere la necessità di essere trasferito. 74 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO TITOLO DEL PROGETTO: 7.3 COMPLETAMENTO E MESSA A REGIME DEL SISTEMA DI TRASPORTO IN EMERGENZA NEONATALE (STEN-CALABRIA) E ATTIVAZIONE DEL TRASPORTO ASSISTITO MATERNO (STAM) DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: € 555.000,00 Anche il Servizio di Trasporto ed Emergenza Neonatale (S.T.E.N.) deve essere collegato con le reti regionali dell'emergenza-urgenza sanitaria territoriale (118). I vantaggi previsti con l'attivazione di questo servizio saranno conseguiti soltanto nelle aree in cui sarà possibile attivare tutti i posti letto di Terapia Intensiva Neonatale necessari. E’ necessario creare un collegamento tra punti nascita periferici (Spoke) e terapie intensive neonatali (Hub), per un rapido, efficace e sicuro trasporto dei neonati che hanno bisogno di un livello assistenziale superiore a quello offerto dall’ospedale di nascita. L’organizzazione, su base regionale, del Servizio di trasporto di emergenza neonatale (STEN) deve consentire di attivare rapidamente, già nel centro che trasferisce, le cure speciali di cui il neonato ha bisogno e di mantenerle durante il trasferimento fino al centro di ricovero. L'attività di trasporto deve essere espletata da personale con provata esperienza di Terapia Intensiva Neonatale e non dovrebbe, di norma, essere effettuata a cura del punto nascita che generalmente dispone di minori risorse quantitative e qualitative di personale e di attrezzature. L’attività professionale del personale addetto al trasporto neonatale non si esaurisce unicamente nell’assistenza durante le fasi di trasporto, ma comprende anche forme di consulenza, per situazioni di rischio perinatale, e di aggiornamento professionale, che devono essere oggetto di specifici accordi tra Enti, anche ai fini delle remunerazioni accessorie. Ogni servizio può essere costituito, a seconda delle esigenze e dei bacini di utenza, da una o più Unità Operative. Il modello che si intende realizzare è quello “attivabile su richiesta”, quindi con personale dei centri di Terapia Intensiva Neonatale che provvederanno a disporre di un medico e di un infermiere reperibili a turno 24 ore su 24. Gli ospedali con punti nascita periferici richiedenti il trasporto del neonato dovranno chiamare il 118 che contatterà il Centro TIN di riferimento per l’attivazione del medico e infermiere di pronta disponibilità per il trasporto neonatale, che avverrà con ambulanza del servizio 118 adeguatamente attrezzata e con culla termica. Prima dell’attivazione del servizio di trasporto si provvederà alla formazione, attraverso percorsi già strutturati, degli operatori delle TIN e degli ospedali periferici per garantire lo sviluppo di clinicalcompetence tra tutti i professionisti coinvolti nella stabilizzazione e nella cura del neonato patologico. Saranno inoltre predisposte e diffuse a livello regionale linee-guida e percorsi organizzativi e diagnostico-terapeutici. OBIETTIVI 1. Realizzazione di percorsi formativi per il personale delle Terapie Intensive Neonatali e degli ospedali periferici dotati di punti nascita; 2. Stesura linee-guida e percorsi organizzativi e diagnostico-terapeutici per la stabilizzazione e la cura del neonato patologico; 3. Dotazione per ogni U.O. di due incubatrici da trasporto attrezzate per la terapia intensiva, 4. Predisposizione nell’ambito del sistema 118 di percorsi dedicati al trasporto della gravida ad alto rischio; 75 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO TITOLO DEL PROGETTO: 7.3 COMPLETAMENTO E MESSA A REGIME DEL SISTEMA DI TRASPORTO IN EMERGENZA NEONATALE (STEN-CALABRIA) E ATTIVAZIONE DEL TRASPORTO ASSISTITO MATERNO (STAM) DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: € 555.000,00 5. Istituzione di linee di indirizzo regionali per il trasporto della gravida e del neonato con particolare riferimento ai criteri indicatori per il trasferimento e alle modalità di trasferimento (con o senza assistenza attiva specialistica) 6. Predisposizione nell’ambito del sistema 118 di percorsi dedicati al trasporto della gravida ad alto rischio e istituzione dello STEN a livello regionale per il neonato 7. Dotazione per ogni punto nascita di una ambulanza dedicata ed appositamente attrezzata, più una di riserva non dedicata, ma attivabile al bisogno e predisposta per l’emergenza. 8. Attivazione del trasporto regionale del neonato in emergenza-urgenza. 9. TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA) Si prevede la realizzazione del progetto nel corso di un biennio: 1. nel primo anno si provvederà, attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro, alla stesura delle linee-guida, dei percorsi e all’attuazione di un programma di formazione per gli operatori. Si provvederà inoltre a dotare i centri TIN delle attrezzature tecnologiche adeguate allo svolgimento delle azioni previste. 2. nel secondo anno si procederà all’attivazione del servizio di trasporto assistito materno e del servizio di trasporto neonatale con la strutturazione della rete dei Centri di assistenza al neonato critico definendo, per ciascun punto nascita, l’U.O. di Terapia Intensiva Neonatale di afferenza. Si provvederà a dotare ogni punto nascita di una ambulanza dedicata ed appositamente attrezzata, più una di riserva non dedicata, ma attivabile al bisogno e predisposta per l’emergenza. Le azioni attuative del progetto saranno sviluppate in coerenza con le linee programmatiche sopra indicate e secondo il crono programma di seguito riportato: 1. stesura linee-guida e dei percorsi assistenziali 2. percorso formativo destinato agli operatori 3. perfezionamento della rete dei Centri di assistenza al neonato critico definendo, per ciascun punto nascita, l’ U.O. di Terapia Intensiva Neonatale di afferenza; dotare inoltre i centri TIN delle attrezzature tecnologiche adeguate allo svolgimento delle azioni previste; 4. predisposizione nell’ambito del sistema 118 di percorsi dedicati al trasporto della gravida ad alto rischio; 5. elaborazione dati e studi 6. valutazione finale; 76 OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO TITOLO DEL PROGETTO: 7.3 COMPLETAMENTO E MESSA A REGIME DEL SISTEMA DI TRASPORTO IN EMERGENZA NEONATALE (STEN-CALABRIA) E ATTIVAZIONE DEL TRASPORTO ASSISTITO MATERNO (STAM) DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: € 555.000,00 Regione Calabria Mesi/ Azioni 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 1 2 3 4 5 6 INDICATORI Attivazione del gruppo di lavoro e stesura dei percorsi organizzativi e diagnosticoterapeutici; percentuale dei parti a rischio elevato in U.O. di livello non adeguato; Percentuale di rispetto delle linee di indirizzo con particolare riguardo ai criteri fissati per il trasferimento della gravida o del neonato (registro dei trasferimenti); Percentuale di percorsi dedicati al trasporto della gravida ad alto rischio attivati sui previsti; Percentuale di STEN attivati sui previsti; Percentuale del trasporto neonatale e percentuale del trasporto prenatale; Percentualedi accettazione; Valutazione dell’adeguatezza e dell’efficienza attraverso il numero delle strutture che hanno attivato il servizio di trasporto assistito materno e il numero delle gravidanze a rischio trasferite sul totale delle gravidanze a rischio; Percentualedi S.T.A.M. attivati sui previsti; Percentuale di neonati trasferiti; Numero di operatori formati per la stabilizzazione e la gestione del neonato critico; Mortalità perinatale inferiore a quella rilevata prima dell’attivazione del trasporto neonatale; RISULTATI ATTESI Dalla realizzazione del progetto si attende nell’immediato la riduzione dei rischi connessi ad una scarsa efficienza del trasporto, la migliore e più rapida stabilizzazione dei neonati a rischio prima del trasporto con decremento della patologia neonatale, della mortalità e degli esiti a distanza per i neonati critici. 77 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO TITOLO DEL PROGETTO: 7.3 COMPLETAMENTO E MESSA A REGIME DEL SISTEMA DI TRASPORTO IN EMERGENZA NEONATALE (STEN-CALABRIA) E ATTIVAZIONE DEL TRASPORTO ASSISTITO MATERNO (STAM) DURATA: 2012 (12 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: € 555.000,00 A lungo termine si ritiene di ottenere, per effetto trainante, un incremento del trasporto in utero (STAM) e una più razionale organizzazione delle cure perinatali con strutturazione di un sistema a rete. PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA 2012 2013 Totale ASP RC 124.890,40 124.890,40 249.780,79 ASP VV 47.234,40 47.234,40 94.468,80 ASP CZ 57.705,24 57.705,24 115.410,49 ASP CS 32.139,21 32.139,21 64.278,42 ASP KR 111.479,79 111.479,79 222.959,58 A.O. RC 61.041,38 61.041,38 122.082,76 A.O. CZ 63.452,65 63.452,65 126.905,29 A.O. CS 52.056,93 52.056,93 104.113,87 A.O.U. Mater Domini 550.000,00 550.000,00 1.100.000,00 Totale Criterio di distribuzione: la somma è accantonata in G.S.A. sarà assegnata alle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere sul n. dei parti all’ 1.1.2012. Per l’anno 2013 con decreto n. 3781 del 2.4.2014 impegno in G.S.A. per successivo riparto secondo i vincoli stabiliti dell’Accordo Stato-Regioni del 20 febbraio 2014 rep. Atti n. 13/CSR– 78 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 8.MALATTIE RARE TITOLO DEL PROGETTO: 8.1 COLLABORAZIONE INTERREGIONALE PER MALATTIE DA ACCUMULO LISOSOMIALE, NEUROFIBROMATOSI E SCLEROSI TUBEROSA, DIFETTO DEL TUBO NEURALE, SINDROME DA DILAZIONE 22Q11, CONDRODISTROFIE ED OSTEODISTROFIE CONGENITE, MALATTIE NEUTOMUSCOLARI DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 744.006,00 DI CUI SULLA QUOTA FSN 2012 € 744.006,00 CONTESTO La costituzione della Rete Regionale Malattie Rare ha identificato i Centri di Riferimento per gli errori congeniti del metabolismo, immunodeficienze e malformazioni congenite sul territorio regionale. All’interno della rete, il Centro Regionale di Pediatria Genetica e Malattie rare, presso l’U.O. di Pediatria Universitaria, assume il ruolo di coordinatore come “Centro Esperto” essendo già punto di riferimento nazionale per l’inquadramento diagnostico, il follow-up e la terapia di malattie metaboliche ereditarie e un centro di riferimento nazionale per le disabilità congenite complesse e punto di accreditato dalle diverse società scientifiche nazionali (SIMME-SN Società Italiana Malattie Metaboliche Ereditarie Screening Neonatali, SIMGePed - Società Italiana Malattie Genetiche Pediatriche con Disabilità Congenite Complesse) e centro accreditato IPINET-AIEOP (Immunodeficienze Primarie Pediatriche network- Associazione Italiana Ematologia ed Oncologia Pediatrica) per le immunodeficienze primitive, in particolare per la sindrome di Di George. Compito prioritario del Centro Esperto è la creazione di una rete regionale ed extraregionali funzionale al monitoraggio dell’attuazione sul territorio regionale del protocollo diagnosticoassistenziale per le specifiche malattie afferenti al gruppo d’interesse, a svolgere funzioni sussidiarie per le Aziende Sanitarie Regionali nell’assistenza ai pazienti, a creare una rete regionale per le problematiche mediche comuni ed acute e pertanto da garantire su tutto il territorio regionale. Inoltre compiti specifici del Centro Esperto sono creare una rete extraregionale per le problematiche che richiedono l’alta specializzazione, effettuare la formazione specifica agli operatori sanitari del territorio regionale, garantire informazione sui percorsi diagnostici e terapeutici regionale ed extraregionali per singola malattia appartenente al gruppo in oggetto, favorire la creazione di sedi regionali di associazione di pazienti. Tali attività, già in corso per le immunodeficienze congenite, malformazioni congenite ed errori del metabolismo, hanno portato una buona ricaduta pratica nella gestione regionale di varie malattie rendendo più facile il percorso diagnostico-assistenziale dei pazienti affetti da malattia rara all’interno delle Regione Calabria. Tale percorso, infatti, risulta particolarmente problematico, stante le peculiarità e molteplicità dei bisogni e delle esigenze che queste patologie determinano e che, se non soddisfatte sul territorio, portano inevitabilmente il paziente a rivolgersi a strutture extraterritoriali , alimentando così la migrazione sanitaria. E’ in questo contesto che il progetto si propone di ampliare i gruppi di malattie rare per le quali attivare le collaborazione interregionali, sviluppare la rete regionale e standardizzare la presa in carico del paziente con una specifica malattia rara per la quale il nostro centro ha competenze specifiche. Il progetto si propone inoltre di capillarizzare maggiormente la rete assistenziale a livello territoriale rafforzando il servizio di assistenza domiciliare integrata mediante la formazione del personale 79 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 8.MALATTIE RARE TITOLO DEL PROGETTO: 8.1 COLLABORAZIONE INTERREGIONALE PER MALATTIE DA ACCUMULO LISOSOMIALE, NEUROFIBROMATOSI E SCLEROSI TUBEROSA, DIFETTO DEL TUBO NEURALE, SINDROME DA DILAZIONE 22Q11, CONDRODISTROFIE ED OSTEODISTROFIE CONGENITE, MALATTIE NEUTOMUSCOLARI DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 744.006,00 DI CUI SULLA QUOTA FSN 2012 € 744.006,00 socio-sanitario nell’ambito delle malattie rare; consolidare la collaborazione con le associazioni delle famiglie e di volontariato; ampliare l’offerta assistenziale ad altre malattie rare per cui si ha già esperienza in sede territoriale uniformandone i percorsi diagnostico assistenziali nello stesso modo in cui si è proceduto per le altre patologie; pubblicizzare l’offerta assistenziale disponibile mediante campagne informative e portali internet dedicati; ampliare la ricerca clinica e laboratoristica. DESCRIZIONE Il progetto propone un accordo intra ed extra regionale per le seguenti malattie: Malattie da accumulo Lisosomiale: consolidare l’esperienza maturata nel campo delle malattie lisosomiali in ambito nazionale ed internazionale con la messa a punto di percorsi diagnostico-assistenziali specifici per tutte le patologie afferenti a questo gruppo ed in particolar modo per la malattia di Fabry, le mucopolisaccaridosi I (S. di Hurler), II (S. di Hunter), III (S. di Sanfilippo), IV (S. di Morquio), malattia di Gaucher, e deficit multiplo di solfatasi da condividere con tutte le unità formanti la rete e coordinati dal Centro Esperto. Identificare ed inserirlo nella rete i punti di riferimento extraregionali per le alte specializzazioni funzionali alla terapia di specifiche problematiche tipiche di ogni singola malattia. Ampliare il settore della ricerca clinica e laboratoristica soprattutto nell’ambito delle malattie lisosomiali sopra menzionale con la messa a punto di programmi di screening mirati (soggetti a rischio) ed offerti al territorio regionale ed extraregionale . Neurofibromatosi e Sclerosi tuberosa: costituzione Rete Regionale strutturata con partecipazione di tutte le competenze pediatriche dai pediatri di libera scelta/medici di base, alle strutture ospedaliere e all’Università secondo differenti competenze. Messa a punto di percorsi diagnostico-assistenziali specifici per patologia sulla base delle linee guida nazionali ed internazionali condivisi dalla rete. Qualora non disponibili in regione, identificazione di strutture extraregionali di terzo livello per gli interventi di tipo neurochirurgico a cui i pazienti affetti da queste patologie vanno incontro. Difetto del tubo neurale: Valutazione dei dati epidemiologici ripresi dal registro regionale ed Inserimento nel network italiano dei DTN. Attività informativa e preventiva sull’utilizzo dell’acido folico in gravidanza per la prevenzione dei difetti del tubo neurale e potenziamento delle attività del Registro Regionale delle malformazioni congenite esteso alle interruzioni terapeutiche di gravidanza (anencefalia, spina bifida, encefalocele, meinigocele) Sindrome da delezione 22q11: costituzione di un Registro Regionale per la sindrome da delezione 22q11. Messa a punto di un protocollo diagnostico-assistenziale condiviso dalle 80 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 8.MALATTIE RARE TITOLO DEL PROGETTO: 8.1 COLLABORAZIONE INTERREGIONALE PER MALATTIE DA ACCUMULO LISOSOMIALE, NEUROFIBROMATOSI E SCLEROSI TUBEROSA, DIFETTO DEL TUBO NEURALE, SINDROME DA DILAZIONE 22Q11, CONDRODISTROFIE ED OSTEODISTROFIE CONGENITE, MALATTIE NEUTOMUSCOLARI DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 744.006,00 DI CUI SULLA QUOTA FSN 2012 € 744.006,00 unità formanti la rete (Medici Ospedalieri, Pediatri di base) e coordinato dal Centro Esperto sulla base di quelle che sono le linee guida nazionali ed internazionali. Collaborazione con i presidi medico-assistenziali e le associazioni di volontariato del territorio di appartenenza del paziente al fine di capillarizzarne l’assistenza e la presa in cura. Contatto con i registro nazionale gestito dall’AIEOP. Condrodistrofie ed osteodistrofie congenite: Identificazione dei presidi e degli specialisti per la condivisione di un protocollo diagnostico-assistenziale regionale per i pazienti affetti da condrodistrofie e osteodistrofie congenite. In tale ambito il centro di Pediatria Genetica e malattie rare dell’ Universitaria di Catanzaro ha in questi anni sviluppato competenze riconosciute in ambito nazionale per la diagnostica e la cura dei pazienti con acondroplasia ed ipocondroplasia. Qualora non presenti in regione, identificazione di strutture extraregionali di terzo livello per gli interventi di tipo ortopedico (allungamenti) a cui i pazienti affetti da queste patologie vanno incontro e sviluppo di modello di assistenza domiciliare per le cure necessarie al post-intervento. Malattie Neuromuscolari: Identificazione dei presidi e degli specialisti per la realizzazione della rete Regionale nell’ambito delle malattie neuromuscolari. Messa a punto di percorsi diagnostico-assistenziali per le Distrofie Muscolari (Duchenne/Becker, distrofie dei cingoli, patologie del sarcoglicano e proteoglicano, malattia di Pompe ed altre glicogenosi muscolari ) condivisi con tutte le unità della rete e coordinati dal Centro Esperto. Collaborazione extraregionale per la diagnostica biochimica su biopsia muscolare specifica per la diagnostica delle singole malattie. Identificazione dei laboratori italiani dove effettuare l’analisi molecolare degli specifici geni causa di malattia. Messa a punto di tecniche di diagnostica specialistica a supporto delle problematiche mediche più comuni in questo ambito di malattie. Per le patologie sopra menzionate, il centro di Pediatria genetica e malattie rare dell’Università di Catanzaro mantiene il ruolo di coordinatore delle attività di tutte le unità della Rete al fine di uniformare l’offerta assistenziale in sede regionale. In particolare, per tutti gli ambiti diagnostico assistenziali si procederà, come già fatto per le altre patologie, alla identificazione, sulla base delle prestazioni erogabili in Regione, di attività di laboratorio, esami strumentali, consulenze ultraspecialistiche e modalità di accesso facilitato disponibili per i pazienti e/o i diversi operatori sanitari al fine di giungere ad una conferma diagnostica ed alla programmazione di un percorso assistenziale condiviso. Vengono inoltre identificati due o tre centri extra regionali di terzo livello, dove inviare i pazienti o campioni biologici per la definizione della diagnosi qualora non siano disponibili in regione competenze diagnostiche o terapeutiche specifiche. 81 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 8.MALATTIE RARE TITOLO DEL PROGETTO: 8.1 COLLABORAZIONE INTERREGIONALE PER MALATTIE DA ACCUMULO LISOSOMIALE, NEUROFIBROMATOSI E SCLEROSI TUBEROSA, DIFETTO DEL TUBO NEURALE, SINDROME DA DILAZIONE 22Q11, CONDRODISTROFIE ED OSTEODISTROFIE CONGENITE, MALATTIE NEUTOMUSCOLARI DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 744.006,00 DI CUI SULLA QUOTA FSN 2012 € 744.006,00 Per tutte le tipologie di malattia in oggetto, trattandosi spesso di patologie gravemente invalidanti e che rendono difficile per il paziente o le famiglie il frequente raggiungimento dei presidi ospedalieri o del “Centro Esperto”, nell’ambito del miglioramento della presa in carico del paziente, per tutte le prestazioni che lo permettono, si farà sempre maggiore riferimento al servizio di assistenza domiciliare integrato, ai Medici di Medicina Generale (MGM), ai Pediatri di Famiglia ed alle associazioni di volontariato. Compito del “Centro Esperto” sarà quello di informare i presidi territoriali della presenza di pazienti affetti da malattia rara nel loro territorio e di formare gli stessi sulle malattie in oggetto in maniera da condividere il percorso assistenziale con tutti i centri della Rete. Nell’ambito del progetto inoltre il Centro Esperto si farà carico delle seguenti attività: POTENZIAMENTO ATTIVITA’ DIAGNOSTICHE Messa a punto di indagini di laboratorio non disponibili in regione Messa a punto di indagini strumentali di secondo e terzo livello funzionali ad una migliore assistenza a queste tipologie di malattie e non disponibili in regione FORMAZIONE ampliamento dell’attività di formazione e di supporto di personale operante sul territorio , con particolare riguardo alle aree più distanti dai Centri di riferimento riconosciuti dalla rete regionale ; l’attività di formazione è eseguita in accordo con la Direzione Sanità della Regione Calabria e in collaborazione con il Centro di Coordinamento della Rete Interregionale per le Malattie Rare; addestramento specifico degli operatori di riferimento del singolo paziente;In particolare sono previsti corsi per i medici di medicina generale e per i Pediatri di Famiglia soprattutto per quelli che seguono persone colpite dalla malattia, e per il personale sanitario e sociosanitario coinvolto nell’assistenza del paziente sul territorio (logopedisti, fisioterapisti, dietisti, infermieri, etc.). Attività di formazione specialistica per i Pediatri di Famiglia del territorio all’interno del corso-teorico pratico “la genetica per il pediatra” che a Giugno 2013 giunge alla sua terza edizione, e che vede coinvolti professionisti nazionali ed internazionali operanti nell’ambito delle malattie rare Contatto e formazione personalizzata all medico di famiglia /pediatra di libera scelta sul suo singolo assistito circa la malattia, le principali problematiche e i contatti utili ai fini del confronto sulla gestione delle eventuali problematiche mediche mergenti. 82 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 8.MALATTIE RARE TITOLO DEL PROGETTO: 8.1 COLLABORAZIONE INTERREGIONALE PER MALATTIE DA ACCUMULO LISOSOMIALE, NEUROFIBROMATOSI E SCLEROSI TUBEROSA, DIFETTO DEL TUBO NEURALE, SINDROME DA DILAZIONE 22Q11, CONDRODISTROFIE ED OSTEODISTROFIE CONGENITE, MALATTIE NEUTOMUSCOLARI DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 744.006,00 DI CUI SULLA QUOTA FSN 2012 € 744.006,00 RICERCA Promuovere l’attività di ricerca clinica e laboratoristica sulle singole malattie; Rafforzare la ricerca clinica e laboratoristica nell’ambito delle malattie da accumulo lisosomiali, patologie per le quali, il Centro Esperto è punto di riferimento nazionale. Ampliare l’attività di ricerca epidemiologica istituendo un registro regionale di malattia specifico per la sindrome da delezione 22q11 al fine di censire i pazienti affetti e valutarne ed uniformarne i percorsi diagnosti-assistenziali. INFORMAZIONE E PREVENZIONE Pubblicizzare la Rete delle Malattie Rare attraverso campagne informative capillari in sede regionale Programmare l’apertura di un sito internet facilmente fruibile e che possa rispondere alle esigenze di pazienti, operatori socio sanitari e associazioni che gravitano all’interno del panorama delle malattie rare Promuovere campagne di prevenzione nazionali sull’utilizzo del’acido folico in gravidanza per la prevenzione dei difetti del tubo neurale Produzione di materiale informativo (brochure , DVD, et) OBIETTIVI Il progetto si propone di: 1. Ampliare l’offerta diagnostica-assistenziale per specifiche malattie rare in ambito regionale 2. Consolidare l’interazione tra fra i centri di riferimento riconosciuti dalla Regione ed extraregionali per singole malattie o gruppi di malattie oggetto del progetto 3. Intensificare i rapporti con le associazioni di famiglia che contribuiranno alla definizione delle esigenze e delle criticità rilevate in regione per singola malattia 4. Formare e utilizzare maggiormente gli operatori del servizio di assistenza domiciliare integrata al fine di promuovere la capillarizzazione della presa in carico del paziente con malattia rare e facilitarne il percorso assistenziale 5. Pubblicizzare le risorse disponibili in Regione nell’ambito della Rete mediante l’ausilio di eventi dedicati ed internet 6. Ridurre le spese sanitarie uniformando e condividendo i percorsi diagnostico-assistenziali, ottimizzando le expertise presenti in regione e così diminuendo la migrazione extraregionale 7. Migliorare ed allargare a più operatori sanitari della regione le competenze relative alla formulazione del sospetto diagnostico e rendere facilmente accessibile a questi operatori la Rete Malattie Rare per l’inizio dell’iter diagnostico-assistenziale 8. Promuovere modelli di assistenza domiciliare a pazienti affetti da malattia rara 83 OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 8.MALATTIE RARE TITOLO DEL PROGETTO: 8.1 COLLABORAZIONE INTERREGIONALE PER MALATTIE DA ACCUMULO LISOSOMIALE, NEUROFIBROMATOSI E SCLEROSI TUBEROSA, DIFETTO DEL TUBO NEURALE, SINDROME DA DILAZIONE 22Q11, CONDRODISTROFIE ED OSTEODISTROFIE CONGENITE, MALATTIE NEUTOMUSCOLARI DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 744.006,00 DI CUI SULLA QUOTA FSN 2012 € 744.006,00 Regione Calabria 9. Stimolare la formazione di sedi regionali di associazione di pazienti 10. Entrare in qualità di esperti nei comitati scientifici delle associazioni nazionali pazienti di malattie rare TEMPI DI ATTUAZIONE ( CRONOPROGRAMMA) 1. L’ampliamento dell’offerta diagnostica nell’ambito delle malattie sopra menzionate tramite l’identificazione dei centri esperti e la condivisione di protocolli diagnostico-assistenziali condivisi: 4 mesi dall’inizio del progetto 2. Messa a punto del registro per la sindrome da delezione 22q11: 4 mesi dall’inizio del progetto. Con la stessa metodica potrà poi essere istituito un registro regionale per le altre malattie rare nell’ambito della durata dello stesso progetto 3. Allargamento della Rete Malattie Rare agli operatori socio sanitari del territorio al fine di garantire il rafforzamento della presa in carico del paziente con malattia rara: verrà effettuato durante tutto l’arco di svolgimento del progetto 4. Supporto e promozione alle associazioni di malattia e di volontariato in ambito regionale: durante tutta la durata del progetto 5. Informazione, prevenzione, ricerca e formazione: verranno effettuate durante tutto l'arco di svolgimento del progetto utilizzando le metodiche illustrate nell'apposita sezione. Mesi/ Azioni 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 1 2 3 4 5 RISULTATI ATTESI Alla fine del progetto i risultati attesi sono: Evoluzione delle attività esistenti, Ampliamento dell’offerta diagnostico-assistenziale a nuovi ambiti delle malattie rare 84 23 24 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 8.MALATTIE RARE TITOLO DEL PROGETTO: 8.1 COLLABORAZIONE INTERREGIONALE PER MALATTIE DA ACCUMULO LISOSOMIALE, NEUROFIBROMATOSI E SCLEROSI TUBEROSA, DIFETTO DEL TUBO NEURALE, SINDROME DA DILAZIONE 22Q11, CONDRODISTROFIE ED OSTEODISTROFIE CONGENITE, MALATTIE NEUTOMUSCOLARI DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 744.006,00 DI CUI SULLA QUOTA FSN 2012 € 744.006,00 Collaborazioni extraregionali per approcci diagnostici terapeutici che richiedono l’alta specializzazione non fruibile in regione Riduzione della migrazione regionale per le malattie in oggetto Capillarizzazione e miglioramento della presa in carico del paziente grazie all’ausilio dei servizi territoriali Aumento della visibilità e della fruibilità dei servizi messi a disposizione dalle Rete Regionale Malattie Rare INDICATORI Di struttura: Numero di centri periferici che afferiscono alla rete territoriale dedicata all’assistenza delle malattie rare in oggetto Numero di medici di famiglia/pediatri di libera scelta che afferiscono al modello sviluppato Numero di pazienti che usufruiscono dei centri inseriti nell’accordo extraregionale per prestazioni ultraspecialistiche Numero di operatori che aderiscono alla rete malattie rare Di processo: Numero di percorsi diagnostico-terapeutici regionali messi a punto, condivisi e validati tra gli attori dell’accordo infra-regionale Numero di centri extraregionali inseriti nella rete Numero di prese in carico condivise tra centri extraregionali, regionali e territoriali Numero di partecipanti ai corsi di formazione Di risultato: Numero di piani personalizzati d’intervento sia in fase diagnostica che di follow-up e terapia Numero di pz seguiti in sedi regionali in conformità con i percorsi diagnostici-terapeutici regionali condivisi Numero di pazienti inviati al centro da sedi extraregionali Numero di pazienti diagnosticati tramite programmi di screening mirati dedicati alla diagnosi Numero di eventi formativi Tipologia di materiale informativo rivolto alle famiglie e agli operatori sanitari prodotto PIANO FINANZIARIO GENERALE 85 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 8.MALATTIE RARE TITOLO DEL PROGETTO: 8.1 COLLABORAZIONE INTERREGIONALE PER MALATTIE DA ACCUMULO LISOSOMIALE, NEUROFIBROMATOSI E SCLEROSI TUBEROSA, DIFETTO DEL TUBO NEURALE, SINDROME DA DILAZIONE 22Q11, CONDRODISTROFIE ED OSTEODISTROFIE CONGENITE, MALATTIE NEUTOMUSCOLARI DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 744.006,00 DI CUI SULLA QUOTA FSN 2012 € 744.006,00 RISORSE TOTALE Varie 195.006,00 Beni e servizi (grandi attrezzature, piccole attrezzature, pc, sviluppo e 300.000,00 gestione softwere, spazio web, spese di segreteria, spese per il funzionamento ordinario) Potenziamento diagnostica specialistica (Materiale di consumo) 60.000,00 Informazione e prevenzione 100.000,00 Formazione (eventi formativi) 60.000,00 Pubblicazioni , convegni, spese trasferte, etc. 29.000,00 TOTALE 744.006,00 PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA 2012 2013 Totale ASP RC 74.400,60 74.400,60 ASP VV 74.400,60 74.400,60 ASP CZ 74.400,60 74.400,60 ASP CS 74.400,60 74.400,60 ASP KR 74.400,60 74.400,60 A.O. RC 74.400,60 74.400,60 A.O. CZ 74.400,60 74.400,60 A.O. CS 74.400,60 74.400,60 A.O.U. Mater Domini 148.801,20 148.801,20 Totale 744.006,00 744.006,00 Criterio di distribuzione: La quota per il 2012 è accantonata in GSA. Le attività sono coordinate dal Centro Regionale di Pediatria Genetica e Malattie rare della U.O. Pediatria Universitaria dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Mater Domini di Catanzaro alla quale 86 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 8.MALATTIE RARE TITOLO DEL PROGETTO: 8.1 COLLABORAZIONE INTERREGIONALE PER MALATTIE DA ACCUMULO LISOSOMIALE, NEUROFIBROMATOSI E SCLEROSI TUBEROSA, DIFETTO DEL TUBO NEURALE, SINDROME DA DILAZIONE 22Q11, CONDRODISTROFIE ED OSTEODISTROFIE CONGENITE, MALATTIE NEUTOMUSCOLARI DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi) REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 744.006,00 DI CUI SULLA QUOTA FSN 2012 € 744.006,00 va assegnato il 20% del finanziamento per la realizzazioni delle azioni specifiche previste dal progetto, la quota restante va ripartita ad ogni azienda sanitaria ed ospedaliera dove ricadono i centri delle malattie rare che compongono la rete regionale, in ottemperanza a quanto previsto nel P.O. 2013-2015 al Programma 13 – Reti assistenziali per intensità di cure, punto 3 - Reti per percorsi di cura a forte integrazione ospedale-territorio. Per l’anno 2013 con decreto n. 3781 del 2.4.2014 la quota è impegnata in G.S.A. per successivo riparto secondo i vincoli stabiliti dell’Accordo Stato-Regioni del 20 febbraio 2014 rep. Atti n. 13/CSR. 87 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE TITOLO DEL PROGETTO: 10.1. COSTITUZIONE DI UNA RETE REGIONALE PER IL TRATTAMENTO DELLA SPASTICITA’ DURATA: 2012 12 MESI REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 500.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 € 500.000,00 PREMESSA Questo progetto è formulato in continuità con il precedente 11.1, nel corso del quale questa tematica si è presentata in più occasioni senza poter trovare una sua ottimale collocazione per la sua reale complessità. Nell’ambito del Progetto sperimentale biennale “L'attività motoria per la prevenzione delle malattie croniche e per il mantenimento dell'efficienza fisica nell'anziano” approvato con le DGR n.250 del 5.5.2009 e DGR n.582 del 6.9.2010si è, infatti, delineato un percorso clinico assistenziale per l’utilizzo della TBA esclusivamente in riabilitazione, ma questo non solo non esaurisce il problema, ma mette in evidenza la necessità della realizzazione di una rete per la sua reale gestione. Possiamo descrivere la problematica in questi termini: in molte condizioni disabilitanti secondarie a malattie neurologiche (Ictus cerebri, Sclerosi multipla, Lesioni midollari, PCI), che colpiscono tutte le età, è presente il fenomeno negativo della spasticità. Questa riduce le capacità funzionali e motorie delle persone in cui è presente, limitandone l’autonomia nelle ADL e la Partecipazione. Il trattamento della spasticità si avvale di una serie di risorse: terapia farmacologica generale, terapia farmacologica locale (pompa al Baclofen, TBA), terapia fisica (onde d’urto, elettroterapia, etc.), rieducazione neuromotoria (Tecniche Riabilitative varie, Rieducazione in allevio del carico, riabilitazione robotica), Terapia occupazionale, utilizzo di ausili. Spesso tutte queste risorse devono essere utilizzate in un insieme articolato e sulla base di un programma temporale ben adeguato alla situazione del paziente ed al contesto reale di vita. Ciò a nostro avviso richiede un’omogeneità di linguaggio, di criteri diagnostico-valutativi e di linee di condotta, clinica e organizzativa, tipiche di una RETE, da costituire e portare a regime. CONTESTO In questo momento in Calabria esistono una serie di strutture cliniche e assistenziali sia a diretta gestione del SSR sia accreditate e convenzionate con esso, che si occupano in vario modo di affrontare il problema spasticità. Sono a vario titolo presenti sul territorio strutture e professionisti che utilizzano la terapia farmacologica generale (Neurologi e Fisiatri), altre (Neurochirurgie) che si occupano della installazione e gestione delle pompe al Baclofen, altre che si occupano di inoculazione di Tossina Botulinica, altre di rieducazione neuromotoria classica o robotica. Tali strutture appaiono però disomogeneamente distribuite sul territorio e molto spesso scollegate tra di loro, di modo tale che la persona affetta da spasticità o non riesce a reperire la struttura adeguata alle sue necessità o realizza uno degli interventi in maniera adeguata, ma senza che lo stesso sia seguito ed integrato in un percorso unico ed organico dal punto di vista del “rationale”, della logistica e della “consecutio” temporale. Ancora più scollegati risultano, inoltre, gli interventi sanitari e quelli sociali. Ciò comporta una serie di problematiche che vanno dalla elevata migrazione sanitaria alla ridotta efficacia sia clinica che riabilitativa globale nei confronti di queste persone, con aumento della spesa e della sua inefficacia almeno parziale, rispetto a quanto possibile. Risultano inoltre scarse le possibilità di alcuni interventi qualificati (rieducazione robotica) mentre altri sono assolutamente inesistenti (riduzione della spasticità con onde d’urto: risparmio importante sull’utilizzo di TBA). 88 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE TITOLO DEL PROGETTO: 10.1. COSTITUZIONE DI UNA RETE REGIONALE PER IL TRATTAMENTO DELLA SPASTICITA’ DURATA: 2012 12 MESI REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 500.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 € 500.000,00 OBIETTIVI Obiettivo principale e finale, a lungo termine, del progetto è formare una rete integrata di strutture cliniche, socio sanitarie e socio assistenziali in grado di dare continuità e massima interattività ed efficacia alla riduzione ed al contenimento della condizione di spasticità, accrescendo le capacità funzionali delle persone trattate, migliorando le loro performance e la partecipazione alla vita sociale, anche tramite le modificazioni del contesto. Obiettivi intermedi sono da considerarsi: - la formazione di un gruppo di lavoro interdisciplinare sul problema (fisiatri, neurologi, neuropsichiatri infantili, neurochirurghi, psicologi, fisioterapisti, terapisti occupazionali, terapisti della neuropsicomotricità, ingegneri, educatori) per la individuazione di una linea guida unica di corretto comportamento; - completare la gamma delle possibilità diagnostico valutative e soluzioni terapeutiche disponibili (introdurre l’utilizzo delle onde d’urto; migliorare l’offerta di terapia con allevio del carico e robotica, di strumentazione relativamente semplice per analisi del movimento, di stimolazione transcranica); - ridurre la spesa per trattamenti farmacologici locali (in particolare di TBA mediante l’utilizzo di onda d’urto) ottimizzandone l’efficacia; - formare professionisti, in particolare giovani all’utilizzo delle metodiche diagnostiche e terapeutiche attuali e al lavoro in rete integrata; - documentare le indicazioni, le condizioni quo ante e di esito, valutare l’efficacia della modificazione del sistema realizzata. METODOLOGIA a) Documentazione delle necessità nella popolazione, verifica dell’esistente e rilevazione delle carenze b) Formulazione di una linea unica integrata d’azione tramite un Percorso Clinico condiviso attraverso il confronto con le associazioni dei disabili c) Reclutamento delle strutture che entreranno nella rete d) Programmazione e realizzazione dell’acquisizione delle tecnologie necessarie e) Programmazione e realizzazione dell’acquisizione delle competenze necessarie f) Allocazione delle risorse nella rete g) Formazione ad ampio raggio del personale delle strutture coinvolte e del SSR sul problema e sulla rete ed il suo funzionamento h) Attivazione e funzionamento della rete i) Verifica ad almeno 3 mesi dall’attivazione. 89 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE TITOLO DEL PROGETTO: 10.1. COSTITUZIONE DI UNA RETE REGIONALE PER IL TRATTAMENTO DELLA SPASTICITA’ DURATA: 2012 12 MESI REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 500.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 € 500.000,00 TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA) Azioni a) b) c) d) e) f) g) h) i) Quadrimestre I II III Documentazione delle necessità nella popolazione, verifica dell’esistente e rilevazione delle carenze Formulazione di una linea unica integrata d’azione tramite un Percorso Clinico condiviso anche tramite il confronto con le associazioni dei disabili Reclutamento delle strutture che entreranno nella rete Programmazione e realizzazione dell’acquisizione delle tecnologie necessarie Programmazione e realizzazione dell’acquisizione delle competenze necessarie Allocazione delle risorse nella rete Formazione ad ampio raggio del personale delle strutture coinvolte e del SSR sul problema e sulla rete ed il suo funzionamento Attivazione e funzionamento della rete Verifica ad almeno 3 mesi dall’attivazione INDICATORI Introduzione delle metodiche ora non presenti in almeno 1 Centro Moltiplicazione delle sedi (almeno 2) in cui si utilizzano metodiche già presenti in una sola sede Numero professionisti in ruolo adeguatamente formati presenti nella rete Numero di persone trattate in rete al termine di 1 anno dalla sua attivazione Modificazione dei parametri clinico funzionali e della classificazione ICF nei soggetti trattati. RISULTATI ATTESI Realizzazione di un unico percorso condiviso per il Trattamento della spasticità Applicazione di metodiche uniformi per l’indicazione, realizzazione e verifica dei trattamenti di differente tipo Presenza di dotazioni minime uniformi diagnostiche e terapeutiche per ciascun centro riconosciuto presente nella rete Contenimento della spesa per l’utilizzo di TBA SCHEDA FINANZIARIA Varie Beni e servizi Formazione Comunicazione/Informazione Totale € 100.000 € 225.000 € 100.000 € 75.000 € 500.000 90 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE TITOLO DEL PROGETTO: 10.1. COSTITUZIONE DI UNA RETE REGIONALE PER IL TRATTAMENTO DELLA SPASTICITA’ DURATA: 2012 12 MESI REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 500.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 € 500.000,00 PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA 2012 2013 Totale ASP RC 105.473,91 ASP VV 31.252,78 ASP CZ 68.891,64 ASP CS 136.692,41 ASP KR 32.689,27 A.O. RC A.O. CZ A.O. CS A.O.U. Mater Domini 125.000,00 500.000,00 Totale Criterio di distribuzione: per l’anno 2012 la quota è stata accantonata in GSA. Il progetto è coordinato dalla U.O. di Fisiatria dell’Azienda Mater Domini, capofila alla quale viene assegnato il 25% del finanziamento e il restante 75% sarà erogato alle Aziende Sanitarie della Calabria partecipanti su popolazione residente. Il progetto ha durata 12 mesi. 91 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE TITOLO DEL PROGETTO: 10.2. INTEGRAZIONE DELLE STRUTTURE SANITARIE, SOCIO SANITARIE E SOCIO ASSISTENZIALI IN RIABILITAZIONE DURATA: 2012 (12 MESI) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 500.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 € 500.000,00 PREMESSA Si premette che il progetto 11.1 “Modello sperimentale di strutture integrate per la continuità delle cure riabilitative” approvato con DGR 582 del 6.9.2010 e DGR n. 255 17.6.2011, ratificata don DPGR 171/2012, attivato e sperimentato nella provincia di Catanzaro, ha già prodotto alcuni interessanti ed importanti effetti sugli aspetti relativi all'integrazione delle strutture sanitarie nel percorso riabilitativo delle più frequenti condizioni che generano disabilità, in particolare nell'ambito dell'ASP di Catanzaro. Si premette, altresì, che nello svolgimento degli stessi si sono evidenziate notevoli difficoltà concernenti le problematiche organizzative ed una non perfettamente equilibrata offerta nei confronti della domanda presente, elementi sui quali bisogna ulteriormente lavorare. L'avanzamento dei precedenti progetti ha evidenziato come tale lavoro vada trasformato e completato, tenendo presenti le indicazioni del Piano d'Indirizzo (PINDRIA), attraverso la sperimentazione di un più profondo e completo processo d’integrazione della strutture che consenta di estendere i criteri adottati nei precedenti progetti a quante più possibili condizioni di disabilità, comprese quelle di tipo respiratorio, cardiologico e perineale, in ambito riabilitativo, coinvolgendo oltre gli aspetti sanitari e socio sanitari anche quelli socio assistenziali. Tale sperimentazione avrà come ambito territoriale quello del territorio dell'ASP di Catanzaro e coinvolgerà tutte le strutture della suddetta ASP (comprese le strutture non direttamente gestite da questa) e le Aziende Ospedaliere insistenti nella suddetta area geografica (A.O. PuglieseCiaccio, A.O.U. Mater Domini). CONTESTO Il sistema riabilitativo calabrese presenta tuttora notevoli squilibri e numerosi elementi di non ottimale organizzazione e disciplina, in particolare si può notare una carenza di attività relative alle problematiche della disabilità respiratoria, vescico-perineale ed in parte cardiologica. Riguardo a questi ambiti sono assenti percorsi clinico-assistenziali unici (continuità) e ben definiti (appropriatezza) e per lo più anche strutture che se ne occupino in maniera specifica o principale e pertanto l’offerta sanitaria risulta assolutamente squilibrata rispetto alla richiesta reale, che emerge solo parzialmente. Ancora carente il settore concernente le malattie neuromuscolari (DMP, SLA), soprattutto rispetto alla possibilità di trovare adeguata assistenza sul territorio e tempestiva diagnosi. Preoccupa sul versante dell’età evolutiva la carenza di strutture in grado di assistere adeguatamente i pazienti con mucoviscidiosi e lo scollegamento tra il quadro organizzativo generale delle attività di riabilitazione, che si va organizzando ed il settore neuropsichiatrico infantile. Tale scollegamento va ovviamente eliminato e sostituito da una ottimale integrazione delle competenze, come delle professionalità da impiegare e dei rispettivi ruoli nei confronti delle varie condizioni di disabilità (temporanea, cronica, evolutiva; monofunzionale, polifunzionale e così via). Da stabilire anche in maniera stabile e fluida, rispetto alle attuali condizioni di relativa discontinuità, i passaggi tra le varie fasi riabilitative e soprattutto l’integrazione tra l’assistenza sanitaria e socio-sanitaria da un lato e quella socio-assistenziale dall’altra, tra il momento medico e quello sociale della riabilitazione, tra il recupero delle capacità, il miglioramento della performance e la crescita della partecipazione, che l’ICF ed il PINDRIA indicano come di principale rilievo. 92 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE TITOLO DEL PROGETTO: 10.2. INTEGRAZIONE DELLE STRUTTURE SANITARIE, SOCIO SANITARIE E SOCIO ASSISTENZIALI IN RIABILITAZIONE DURATA: 2012 (12 MESI) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 500.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 € 500.000,00 Altra criticità emerge dalla modalità di retribuzione delle prestazioni riabilitative, legata alla sola erogazione delle prestazioni e non al raggiungimento di obiettivi, dimostrato da dati quantitativi. Altro successivo punto dolente è l’ancora ridotta disponibilità di possibilità di accedere ad AFA (Attività Fisica Adattata) da parte delle persone disabili di ogni età, com’è indicato nel PINDRIA. OBIETTIVI Realizzare una migliore conoscenza delle esigenze della popolazione rispetto alle condizioni di disabilità derivanti da patologie di tipo neurologico, ortopedico, reumatologico, pneumologico, uro ginecologico, gastroenterologico, oncologico, neuropsichiatrico infantile. Realizzare una migliore conoscenza dell’attuale offerta rispetto alle esigenze suddette. Conoscere le reali condizioni, attuali, della “continuità” riabilitativa, a tutti i livelli, nel sistema. Formulare sulla base delle conoscenze acquisite un discreto numero di percorsi integrati relativi a quelle condizioni per cui non siano mai stati realizzati, corredati d’idonei indicatori. Organizzare la raccolta informatica dei dati suddetti ai fini dell’analisi del funzionamento e dei risultati complessivi del sistema riabilitativo e di una migliore programmazione delle attività da svolgere direttamente e tramite convezione. Procedere ad una adeguata formazione del personale riguardo alla struttura dei percorsi ed all’uso degli indicatori. Migliorare la continuità tra le varie fasi del processo riabilitativo e tra le strutture sanitarie e socio-sanitarie e quelle socio-assistenziali, e l’integrazione di queste con quelle dell’AFA. Collegare almeno in parte la remunerazione alla appropriatezza ed efficacia delle prestazioni. La sperimentazione parte dal territorio dell’ASP di Catanzaro e sarà in seguito estesa al territorio delle altre Provincie. METODOLOGIA a) Realizzazione una indagine sulle esigenze esistenti, sulla presente offerta (strutture, personale, metodiche diagnostiche e terapeutiche) e sulle carenze. b) Organizzare un sistema informatico per la raccolta ed analisi dei dati c) Formulare una serie di “percorsi omnicomprensivi”, d) Formare adeguatamente il personale delle strutture: all’utilizzo dei percorsi e alla raccolta dei dati. e) Avviare l’utilizzazione dei percorsi nelle strutture partecipanti al progetto. f) Individuare i punti critici del sistema formulando adeguate raccomandazioni alle Aziende, relativamente alle carenze del sistema, alle esigenze insoddisfatte presenti nella popolazione, attraverso una valutazione dell’offerta ed una eventuale rivalutazione del fabbisogno g) Avviare un sufficiente numero di AFA a completamento dei percorsi. 93 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE TITOLO DEL PROGETTO: 10.2. INTEGRAZIONE DELLE STRUTTURE SANITARIE, SOCIO SANITARIE E SOCIO ASSISTENZIALI IN RIABILITAZIONE DURATA: 2012 (12 MESI) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 500.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 € 500.000,00 TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA) Azioni Quadrimestre I II III Indagine sulle esigenze esistenti, sulla presente offerta, sulle carenze e sulla continuità riabilitativa Organizzazione di un sistema informatico per la raccolta ed analisi dei dati Formulazione di una serie di “percorsi omnicomprensivi”. Formazione del personale . Avvio dell’utilizzazione dei percorsi nelle strutture reclutate partecipanti al progetto. Individuazione dei punti critici, formulazione di raccomandazioni alle Aziende Realizzazione di adeguati servizi riabilitativi necessari, ma inesistenti Moltiplicazione Attività AFA INDICATORI Quantità di casi esaminati attraverso l’indagine. N. di percorsi formulati. N. e tipologia strutture partecipanti. N. di professionisti partecipanti alla formazione. Numero di carenze risolte. RISULTATI ATTESI Miglioramento delle conoscenze sulla situazione del sistema riabilitativo nell’area di sperimentazione. Migliore organizzazione della risposta alle reali esigenze riabilitative. Migliore integrazione di tutte le strutture riabilitative, di tutte le tipologie e livelli. Miglioramento della “continuità” e dell’efficacia ed efficienza degli interventi riabilitativi. Miglioramento dell’utilizzazione delle risorse anche professionali esistenti sul territorio. Ampia utilizzazione dell’ICF in ambito riabilitativo. Realizzazione delle indicazioni del PINDRIA. SCHEDA FINANZIARIA Varie Beni e servizi Formazione Comunicazione/Informazione TOTALE € 100.000 € 200.000 € 100.000 € 100.000 € 500.000 94 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE TITOLO DEL PROGETTO: 10.2. INTEGRAZIONE DELLE STRUTTURE SANITARIE, SOCIO SANITARIE E SOCIO ASSISTENZIALI IN RIABILITAZIONE DURATA: 2012 (12 MESI) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 500.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 € 500.000,00 PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA 2012 2013 Totale ASP RC 105.473,91 ASP VV 31.252,78 ASP CZ 68.891,64 ASP CS 136.692,41 ASP KR 32.689,27 A.O. RC A.O. CZ A.O. CS A.O.U. Mater Domini 125.000,00 500.000,00 Totale Criterio di distribuzione: per l’anno 2012 la quota è stata accantonata in GSA. Il progetto è coordinato dalla U.O. di Fisiatria dell’Azienda Mater Domini, capofila alla quale viene assegnato il 25% del finanziamento e il restante 75% sarà erogato alle Aziende Sanitarie della Calabria partecipanti su popolazione residente. Il progetto ha durata 12 mesi. Per la gestione sul territorio della rete di riabilitazione si fa riferimento a quanto previsto nel P.O. 2013-2015 al Programma 13 – Reti assistenziali per intensità di cure, punto 3 - Reti per percorsi di cura a forte integrazione ospedale-territorio. Per l’anno 2013, con decreto n. 3781 del 2.4.2014, la quota assegnata è stata impegnata a favore della G.S.A. per successiva assegnazione secondo i vincoli stabiliti dell’Accordo Stato-Regioni del 20 febbraio 2014 rep. Atti n. 13/CSR. 95 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE TITOLO DEL PROGETTO: 10.3. IMPLEMENTAZIONE ALL’INTERNO DI UNA UNITA’ OPERATIVA DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE DI UN MODELLO ORGANIZZATIVO AZIENDALE DI RIABILITAZIONE IN ETA’ EVOLUTIVA DURATA: 2012-2013 (24 MESI) REFERENTE: Dirigente del Settore LEA (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 242.000,00 CONTESTO Da alcuni decenni si sta tentando di mettere ordine nel settore della riabilitazione e dare continuità e integrazione ai diversi e singoli interventi erogati. Le linee guida del 1998, infatti, forniscono indirizzi per la organizzazione della rete dei servizi. di riabilitazione e criteri generali per gli interventi di assistenza riabilitativa attivabili all'interno dei livelli uniformi di assistenza previsti dal Piano Sanitario Nazionale (PSN), adottando quale riferimento un modello di percorso integrato socio-sanitario. Vengono introdotti i concetti di strategie riabilitative, presa in carico del soggetto, valutazione dello stesso, progetto riabilitativo individuale, programma di intervento ecc. cercando così di costruire una cultura riabilitativa centrata sulla persona e sul miglioramento della qualità di vita. Questa nuova filosofia riabilitativa ha comportato la costituzione di gruppi di lavoro di ricerca e di evidenza scientifica e di individuazione anche di modelli organizzativi e operativi per garantire l’unitarietà, l’individualità e la globalità dell’intervento. Per l’età evolutiva (0-18) le due società scientifiche più rappresentative Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitazione (SIMFER) e Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza SINPIA lavorando insieme hanno prodotto nel 2000 il documento Manifesto per la Riabilitazione del Bambino nel quale viene ridefinito: A. cosa è la Riabilitazione: “un processo complesso teso a promuovere nel bambino e nella sua famiglia la migliore qualità di vita possibile. Con azioni dirette ed indirette essa si interessa dell’individuo nella sua globalità fisica, mentale, affettiva, comunicativa e relazionale (carattere olistico), coinvolgendo il suo contesto familiare, sociale ed ambientale (carattere ecologico).La riabilitazione si compone di interventi integrati di rieducazione, educazione ed assistenza. B. Cosa implica un Processo Riabilitativo: l’acquisizione con strumenti adeguati e nel più breve tempo possibile della diagnosi di lesione (alterazione della struttura), della diagnosi di funzione (natura del difetto e sua storia naturale) e del profilo di disabilità (cosa è venuto meno e come può essere recuperato o vicariato e cosa è rimasto e come può essere opportunamente valorizzato). C. Il gruppo di lavoro deve: Essere composto da personale specializzato (medici, psicologi, terapisti, infermieri, tecnici, ecc.), Essere numericamente adeguato rispetto ai bambini in carico, operare in modo interprofessionale ed in sinergia con la famiglia e le strutture sociali, garantire una gestione unitaria e complessiva dell’intervento riabilitativo (globalità), realizzare il progetto terapeutico attraverso programmi selettivi e mirati (specificità), erogati tempestivamente (efficienza) e per il tempo necessario (efficacia) sin dalla prima infanzia, quando maggiori sono le possibilità di influenzare favorevolmente lo sviluppo del bambino. D. L’attività terapeutica che deve avvenire in locali dedicati sufficientemente ampi ed accessibili e dotati di attrezzature appropriate. In modo chiaro vengono definite modalità di lavoro, setting, competenze, strumenti, obiettivi e viene evidenziata anche la necessità di una formazione adeguata che consenta il perfezionamento continuo degli strumenti, delle procedure di diagnosi e cura, perché ogni progetto terapeutico possa essere ideato, pianificato e realizzato per ciascun bambino nel modo più aggiornato ed efficace possibile. 96 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE TITOLO DEL PROGETTO: 10.3. IMPLEMENTAZIONE ALL’INTERNO DI UNA UNITA’ OPERATIVA DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE DI UN MODELLO ORGANIZZATIVO AZIENDALE DI RIABILITAZIONE IN ETA’ EVOLUTIVA DURATA: 2012-2013 (24 MESI) REFERENTE: Dirigente del Settore LEA (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 242.000,00 Contemporaneamente sempre dalle due società scientifiche veniva la proposte di realizzare delle Linee Guida per il trattamento della Paralisi Cerebrale Infantile con l’intento di definire un minimo comune denominatore dell’intervento terapeutico condiviso tra clinici, tecnici ed utenti, rispettoso delle esigenze del bambino e della sua famiglia, e attento all’utilizzo più razionale ed efficace possibile delle risorse culturali, strutturali ed economiche disponibili. È con questo spirito che si è tenuta la Consensus Conference. Allegato: Proposta di Linee Guida ( 16 ottobre 2000). Le stesse società nel 2005-06 ripropongono il primo aggiornamento delle linee guida per la riabilitazione dei bambini affetti da paralisi cerebrale infantile (PCI). Pur essendo delle linee guida specifiche per le PCI, sebbene queste, rappresentino la disabilità prevalente o prioritaria per il trattamento riabilitativo, queste linee guida risultano importanti in quanto basate sui dati di efficacia reperiti in letteratura e sulla opinione degli esperti. La ricerca degli studi pubblicati è stata effettuata tramite la consultazione delle seguenti banche dati: Med-line, Embase, Cochrane Library. Le prove di efficacia, ottenute con la revisione della letteratura, sono state analizzate da un panel di esperti, individuati dalla SIMFER e dalla SINPIA . Esperti che hanno formulato le raccomandazioni organizzate in tre sezioni: a. la definizione del profilo funzionale del paziente, secondo assi motori e non motori che descrivono la sua disabilità, gli ambiti (obiettivi) dell’intervento rieducativo (differenziati in funzione dell’età del paziente); b. la metodologia operativa che dovrebbe essere seguita nell’intervento rieducativo; c. In appendice vengono riportati suggerimenti sui contenuti del programma rieducativo, anch’essi distinti per fasce di età del paziente. L’importanza rivestita da queste linee guida: A. quella di associare a concetto di intervento con quello sviluppo, di persona in crescita e quindi di considerare la dinamicità e la trasformabilità sia degli esiti che delle potenzialità per gli interventi, e di dare maggiore coinvolgimento al contesto (familiare sociale e ambientale). B. maggiore rilevanza e dinamicità alla formulazione del progetto riabilitativo e dei vari programmi terapeutici attivi nei tre ambiti della rieducazione, dell’assistenza e dell’educazione. C. a livello metodologico la costruzione del progetto in percorsi in relazione al soggetto all’età e alle competenze: 1. per quale soggetto (profilo del paziente); 2. per sviluppare quale abilità/attività in relazione all’età del bambino (area funzionale intesa come ambito giustificato di intervento); 3. procedendo come (metodologia operativa adottata). Il profilo del paziente resta significativo solo per la fascia di età considerata. Ogni volta che si passa da una fascia di età alla successiva, esso può essere modificato, aggiornato, precisato meglio, completato o anche totalmente ridisegnato, se la conquista di nuove conoscenze lo rendesse necessario. Per questo motivo non parliamo di diagnosi, che ovviamente non poterebbe variare di molto passando da una fascia di età alla successiva e non potrebbe che inquadrare solo a grandi linee il complesso problema della paralisi, ma di profilo funzionale del paziente, termine meno impegnativo in senso formale, ma fortemente vincolante in senso procedurale. Tutto ciò è ribadito e sottolineato anche nei Progetti Obiettivi: A. Materno Infantile. (POMI) 98-2000) In esso, nei contesti organizzativi di NPIA”, si evidenziano tra le azioni e gli interventi da erogare anche quelli relativi alla riabilitazione per garantire risposte adeguate e integrate alla specificità dei bisogni presenti L'intervento nel settore delle patologie di prevalente competenza neuropsichiatrica nell'infanzia e adolescenza”, cita il POMI, “deve essere unitario e coordinato, con una presa in carico globale del paziente e molto 97 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE TITOLO DEL PROGETTO: 10.3. IMPLEMENTAZIONE ALL’INTERNO DI UNA UNITA’ OPERATIVA DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE DI UN MODELLO ORGANIZZATIVO AZIENDALE DI RIABILITAZIONE IN ETA’ EVOLUTIVA DURATA: 2012-2013 (24 MESI) REFERENTE: Dirigente del Settore LEA (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 242.000,00 spesso anche della sua famiglia. Dal punto di vista organizzativo e'necessario garantire una cooperazione di diverse professionalità (psicologi, psicologi dell'età evolutiva, terapisti della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva, logopedisti, educatori specializzati, assistenti sociali, ecc.), coordinata dallo specialista in neuropsichiatria infantile in collaborazione con i servizi di fisiatria per quanto riguarda la riabilitazione neuromotoria. Sempre dal POMI viene sollecitata massima integrazione tra le competenze neurologiche, neuropsicologiche e psichiatriche e le altre competenze di specializzazioni specifiche per questa fascia d’età Tale integrazione e' ancor più necessaria tenuto conto del fatto che tali patologie si associano spesso ad altre condizioni di disabilità e tenuto conto della necessità di una presa in carico globale del soggetto al fine della sua piena integrazione nella famiglia, nella scuola e nella società .operando in stretta collaborazione con i servizi sociosanitari e socio - assistenziali. L’allegato 6 del medesimo Progetto Obiettivo nel definire i contesti organizzativi, le modalità di integrazione e raccordo operativo viene anche esplicitata la necessità di Programmare e attuare percorsi abilitativi e riabilitativi neuropsicomotori, del linguaggio e della comunicazione, in collaborazione con personale tecnico specificamente formato dell'area riabilitativa. Ciò in considerazione che l'intervento riabilitativo in età evolutiva presenta alcune specificità in quanto e' rivolto a pazienti che hanno subito danno precoce del sistema nervoso, con deficit spesso misti (neuromotorio, cognitivo, della comunicazione, affettivo relazionale, sensoriale), il cui trattamento abilitativo richiede una efficace integrazione delle varie competenze, seguendo anche le indicazioni contenute nel PO “Tutela della Salute Mentale (POSM) 98-2000) e le “Linee di indirizzo nazionali per la Salute Mentale” (Ministero della salute 25.02.08) nei quali viene ribadito: 1. La rilevanza del benessere in Età Evolutiva e degli interventi riabilitativi il cui scopo è “guadagnare salute”e la necessità di un lavoro in un contesto di rete e di raccordo tra servizi sanitari, sociali e educativi con una strategia di coinvolgimento delle famiglie; 2. La centralità del bambino nel suo contesto ambientale oggetto di investimento mirato. Il DPCM 29/11/01 “definizione dei Livelli Essenziali di Assistenza” colloca i trattamenti di Riabilitazione sia nel livello dell’assistenza ospedaliera che territoriale DPCM 2007 Livelli essenziali di assistenza art 26. Nell’ambito dell’assistenza distrettuale il Servizio sanitario nazionale garantisce ai minori con disturbi neuro-psichiatrici la presa in carico multidisciplinare e lo svolgimento di un programma terapeutico individualizzato che include le prestazioni e le aree di attività …… previste dalle norme vigenti e dal P.O.S.M. e dal P.O.M.I 982000” Legge 104/1992 (L.Q. per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate), DPR del 24/2/1994 (Atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti Asl in materia di alunni portatori di handicap) Piano Sanitario Regionale 2004-06 nel quale viene previsto il potenziamento dei Servizi di NPI e la concreta attuazione dei P.O. M.I. e S.M. Il PSN 2006/08 afferma la necessità di costituire “una rete integrata per la disabilità”: un sistema di interrelazioni tra servizi e operatori volto a rispondere in maniera coordinata e continuativa alla molteplicità dei bisogni espressi dalle persone disabili Quanto precedentemente esposto trova riscontro anche nei : Documenti societari valoriali SINPIA: Proposta di Modello Organizzativo regionale per la rete dei Servizi di NPIA 98 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE TITOLO DEL PROGETTO: 10.3. IMPLEMENTAZIONE ALL’INTERNO DI UNA UNITA’ OPERATIVA DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE DI UN MODELLO ORGANIZZATIVO AZIENDALE DI RIABILITAZIONE IN ETA’ EVOLUTIVA DURATA: 2012-2013 (24 MESI) REFERENTE: Dirigente del Settore LEA (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 242.000,00 Documento di Programma La Neuropsichiatria Infantile e la globalità degli interventi. Documento societario “I bisogni di cura del bambino e la Neuropsichiatria Infantile Manifesto:la riabilitazione del bambino Documenti societari strumentali SINPIA per il management in NPIA: Glossario, indicatori, manuale di accreditamento, Valutazioni economiche e sistemi di tariffazione in NPIA l’attività clinica: Line Guida per : Autismo, disturbi di apprendimento, Depressione. Paralisi cerebrali infantili, ADHD ecc Il documento Piano di Indirizzo per la Riabilitazione approvato nel febbraio 2011, elaborato da un gruppo di lavoro ministeriale a cui hanno partecipato anche membri sia della SINPIA che della SINFER e, propone nuovi modelli organizzativi gestionali che, basati sulla centralità dell’individuo in riabilitazione propongono la cura non del sintomo ma della persona nel suo complesso (prendersi cura) e propongono una presa in carico sin dall’inizio con continuità delle cure: Il documento evidenzia un passaggio fondamentale “dal curare al prendersi cura “né del malato né della malattia o della parte lesa, ma della persona. Nello specifico in Età Evolutiva la “CARE” è centrata sul neonato, sul bambino, sull’adolescente e la famiglia Questo documento individua nuovi parametri in termini di cultura, strumenti, metodologie, organizzazione e ravvisa la necessità di rispondere ai nuovi spunti e bisogni attraverso interventi specifici che guardano alla Persona secondo la sua totalità di bisogni, desideri e relazioni. “Le nuove linee guida sono uno strumento per omogeneizzare le cure e rappresentano un punto di riferimento per le Regioni, affinché riescano a mettere in atto quei percorsi condivisi ed inderogabili del processo riabilitativo" - sostiene l’On Martini, Presidente del Gruppo di Lavoro sulla Riabilitazione, che ribadisce: “L’obiettivo è quello di fornire indicazioni sui modelli organizzativi e operativi per gli interventi riabilitativi”: a. Suggerisce indicazioni sui criteri ed i requisiti dei vari setting riabilitativi e di meglio definire le strutture eroganti e i servizi erogati b. consente l’appropriatezza d’uso in base alle competenze e alle risorse a disposizione c. ribadisce, a fronte di interventi singoli e frammentati la necessità di una continuità assistenziale e la necessità di un percorso riabilitativo individuale e assistenziale integrato d. afferma la “cultura del saper Fare, delle competenze e. riconosce la specificità dell’età evolutiva nella Riabilitazione f. introduce nell’iter riabilitativo in EE un nuovo concetto quello di disabilità dello sviluppo, in quanto riconosce che accanto all’intervento specifico c’è qualcosa di comune che può essere affrontato trasversalmente g. sottolineata l’importanza di un lavoro multidisciplinare, da sempre cardine del lavoro neuropsichiatrico infantile, e del coinvolgimento della persona e dei suoi familiari come elemento imprescindibile del percorso riabilitativo. 99 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE TITOLO DEL PROGETTO: 10.3. IMPLEMENTAZIONE ALL’INTERNO DI UNA UNITA’ OPERATIVA DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE DI UN MODELLO ORGANIZZATIVO AZIENDALE DI RIABILITAZIONE IN ETA’ EVOLUTIVA DURATA: 2012-2013 (24 MESI) REFERENTE: Dirigente del Settore LEA (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 242.000,00 OBIETTIVI Avviare il processo attuativo delle Linee-Guida Riabilitazione del 2011 con possibilità di sperimentare alcuni contenuti innovati attraverso: a. Analisi della situazione attuale delle strutture della Provincia di CZ che erogano prestazioni riabilitative in Età Evolutiva comprese quelle ambulatoriali e domiciliari; b. Analisi della situazione attuale delle strutture integrative per l’EE con cui costruire continuità e rete; c. Individuare modalità operative per garantire la massima continuità possibile nella presa in carico d. Definire un modello di rete riabilitativa globale e. Formulare programmi di formazione ed aggiornamento per il personale; f. Sperimentare le modalità organizzative e le metodologie di lavoro, che unificano le attività e i compiti dei diversi momenti ed interventi, raccogliendo dati sul raggiungimento degli obiettivi scelti. g. Definire adeguati sistemi di feed-back per la rilevazione di eventuali criticità che emergono dalla sperimentazione. TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA) MESI 1 2 a X b X OBIETTIVI c d e 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 X X X X X X X X f X X X g N° documenti x realtà territoriali esistente N° di documenti di formalizzazione (procedure, protocolli operativi) X X X X X X N° incontri per la realizzazione del programma Flowr-chart operativo Descrizione del modello organizzativo Implementazione del Modello Organizzativo Aziendale di Riabilitazione in EE con ausilioteca Raccordi di rete per la continuità assistenziale Incremento e potenziamento quali - quantitativo delle risorse esistente ( strumenti, servizi attività ecc) Varie € 60.000 Beni e servizi € 70.000 Missioni € 7.000 Formazione e Supervisione € 70.000 Pubblicizzazione dei risultati, convegni € 35.000 100 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE TITOLO DEL PROGETTO: 10.3. IMPLEMENTAZIONE ALL’INTERNO DI UNA UNITA’ OPERATIVA DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE DI UN MODELLO ORGANIZZATIVO AZIENDALE DI RIABILITAZIONE IN ETA’ EVOLUTIVA DURATA: 2012-2013 (24 MESI) REFERENTE: Dirigente del Settore LEA (g.brancati@regcal.it) IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 242.000,00 PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA 2012 2013 Totale ASP RC ASP VV ASP CZ 242.000,00 ASP CS ASP KR A.O. RC A.O. CZ A.O. CS A.O.U. Mater Domini Totale Criterio di distribuzione: La quota per il 2012 è stata accantonata in GSA, va assegnata all’ASP di Catanzaro che si farà carico della sperimentazione del modello organizzativo di riabilitazione dell’età evolutiva. Il progetto ha durata 12 mesi. Alla conclusione del progetto il modello sperimentato sarà trasferito alle altre Aziende alle quali sarà assegnata la quota di finanziamento che, per l’anno 2013, con decreto n. 3781 del 2.4.2014, è stata impegnata in G.S.A. e va ripartita secondo i vincoli stabiliti dell’Accordo Stato-Regioni del 20 febbraio 2014 rep. Atti n. 13/CSR. 101 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 11.LA SALUTE MENTALE TITOLO DEL PROGETTO: 11.1. LA PRESA IN CARICO DEI DISTURBI MENTALI DELLA PERSONA ANZIANA DURATA: 2012 (12 MESI) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 180.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 € 180.000,00 PREMESSA L’epidemiologia indica che in tutti i paesi avanzati l’invecchiamento della popolazione è in costante aumento e che il fenomeno è accompagnato da un incremento dei problemi psichiatrici. Secondo l’OMS il 15% delle persone ultrasessantacinquenni soffre di disturbi psichiatrici (depressione, ansia, disturbi del sonno,delirium, compromissione cognitiva, abuso d’alcol ecc.) di varia gravità, ma solo una piccolissima percentuale di pazienti riceve un trattamento specifico. Numerosi fattori rendono, infatti, difficile nell’anziano il riconoscimento dei disturbi psichiatrici quali la maggiore frequenza di sintomatologia sottosoglia, la comorbidità somatica, la tendenza del paziente anziano ad accentuare i sintomi somatici e a negare i sintomi depressivi, l’errore, sia del medico che del paziente, di considerare la depressione o l’ansia come una risposta fisiologica alle malattie somatiche. I medici non psichiatrici sono, inoltre, riluttanti a stigmatizzare il paziente con una diagnosi psichiatrica e temono gli effetti collaterali degli psicofarmaci nei soggetti con comorbidità organica, nonostante la disponibilità negli ultimi anni di farmaci con profili di tollerabilità ed efficacia sempre migliori. Una mancata diagnosi e un mancato trattamento di un paziente con problematiche psichiatriche e patologie mediche associate, situazione molto frequente nei pazienti geriatrici, incrementa significativamente la morbilità e la mortalità. In questo scenario appare opportuno avviare un programma formativo esteso ad un campione significativo di operatori sanitari coinvolti nel trattamento di questa specifica popolazione di pazienti (psichiatri, geriatri, MMG,medici di RSA) con l’obiettivo di delineare linee guida per l’individuazione precoce dei disturbi psichiatrici nell’anziano e allestire risposte di trattamento adeguate, complete ed integrate. OBIETTIVO GENERALE L’obiettivo generale che il progetto si propone è di migliorare l’individuazione, l’assessment, la valutazione e il trattamento delle problematiche psichiatriche nei pazienti geriatrici, attraverso un percorso formativo, di monitoraggio e di valutazione diretto ad un campione significativo di operatori appartenenti ai servizi psichiatrici delle 5 Aziende Sanitarie Provinciali della Regione Calabria, ai reparti di psicogeriatria delle 5 AO, ai MMG e ai medici in servizio presso le RSA accreditate. In pratica il progetto si pone l’obiettivo di migliorare il riconoscimento precoce dei disturbi psichiatrici nell’anziano e favorire l’ottimizzazione dei trattamenti METODOLOGIA Nell’ambito dell’Obiettivo Generale gli obiettivi specifici sotto elencati saranno sviluppati nell’arco temporale di 12 mesi per come dettagliato nel crono programma riportato nella Tabella n. 5. 102 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 11.LA SALUTE MENTALE TITOLO DEL PROGETTO: 11.1. LA PRESA IN CARICO DEI DISTURBI MENTALI DELLA PERSONA ANZIANA DURATA: 2012 (12 MESI) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 180.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 € 180.000,00 OBIETTIVO SPECIFICO 1 Costituzione del gruppo di lavoro composto dai Direttori del Dipartimenti di Salute Mentale delle cinque ASP Calabresi, dai Direttori Sanitari delle 5 AO, da rappresentati dei MMG e delle RSA; Ricognizione del personale operante all’interno delle strutture coinvolte ed individuazione del personale da inserire nel progetto; Nomina dei referenti tecnici per ognuna delle 5 ASP. Individuazione degli strumenti di valutazione Tabella 1 PIANO DI VALUTAZIONE PER L’OBIETTIVO SPECIFICO 1 Fase preparatoria alla pianificazione del progetto Indicatore di risultato Azione Individuazione del personale coinvolgere nel progetto Strumenti di valutazione Costituzione del gruppo di lavoro Numero di riunioni del gruppo di lavoro Indicatori di processo da Costituzione anagrafica del personale da inserire Individuazione referenti aziendali Definizione di un set di strumenti standardizzati per la valutazione delle condizioni psicopatologiche più frequenti nell’anziano OBIETTIVO SPECIFICO 2 Questa fase del progetto ha come obiettivo la sensibilizzazione e formazione degli operatori alle tematiche riguardanti l’individuazione degli anziani a rischio di disagio mentale e diagnosi precoce dei disturbi psichici. I programmi formativi saranno indirizzati all’assessment dei disturbi psichiatrici più frequenti in questa specifica popolazione e ai trattamenti di provata efficacia. Gli strumenti per la valutazione dovranno essere semplici, comprensibili ad ogni livello culturale, autosomministrati o con somministrazione assistita. Tabella 2 PIANO DI VALUTAZIONE PER L’OBIETTIVO SPECIFICO 2 Sensibilizzazione e formazione degli operatori alle tematiche riguardanti l’individuazione e il trattamento delle problematiche psichiatriche nei pazienti geriatrici 103 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 11.LA SALUTE MENTALE TITOLO DEL PROGETTO: 11.1. LA PRESA IN CARICO DEI DISTURBI MENTALI DELLA PERSONA ANZIANA DURATA: 2012 (12 MESI) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 180.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 € 180.000,00 Indicatore di risultato Numero di Unità Operative e numero di operatori coinvolti in grado di utilizzare le metodologie di lavoro proposte Azione Indicatori di processo Individuazione del personale coinvolgere nel progetto da n. di psichiatri che partecipano n. MMG che partecipano n. di geriatri che partecipano n. di medici delle RSA che partecipano Formazione del personale n. di giornate di seminario di formazione del personale coinvolto n. di verifiche di standardizzati apprendimento tramite strumenti n. e qualifica degli operatori che completano la formazione OBIETTIVO SPECIFICO 3 Le metodiche operative da attuare per l’individuazione e il trattamento dei pazienti psicogeriatrici comprendono procedure sistematiche di valutazione fondate su un articolato insieme di strumenti per l’assessment. L’assessment è finalizzato alla ricerca di tutti i dati necessari per la diagnosi, definizione del trattamento, valutazione dei risultati. Tabella 3 PIANO DI VALUTAZIONE PER L’OBIETTIVO SPECIFICO 3 Valutazione di un campione significativo di pazienti geriatrici in trattamento presso le UO coinvolte nel progetto Indicatore di risultato % di assessment dei casi effettuati con strumenti di valutazione standardizzati % condizioni psicopatologiche rilevate % di pazienti in trattamento % di adeguatezza dei trattamenti % di pazienti che hanno interrotto il trattamento 104 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 11.LA SALUTE MENTALE TITOLO DEL PROGETTO: 11.1. LA PRESA IN CARICO DEI DISTURBI MENTALI DELLA PERSONA ANZIANA DURATA: 2012 (12 MESI) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 180.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 € 180.000,00 OBIETTIVO SPECIFICO 4 I dati ottenuti saranno sottoposti ad elaborazione statistica con l’obiettivo di definire un protocollo operativo dettagliato e completo da utilizzare in tutti i servizi regionali per la diagnosi e il trattamento dei pazienti psicogeriatrici. I risultati saranno documentati con pubblicazioni (articoli, relazioni a congressi) e diffusi sia nei servizi e sia nelle altre agenzie presenti nel territorio, che rappresentano un’importante risorsa per il successo di programmi di prevenzione (associazioni, centri diurni per anziani, cooperative sociali ecc.). Un convegno, a dimensione regionale, sul tema con la presentazione dei risultati concluderà la quarta fase . Tabella 4 PIANO DI VALUTAZIONE PER L’OBIETTIVO SPECIFICO 4 Analisi, valutazione e trasferimento dei risultati su tutto il territorio regionale mediante protocolli operativi. Evento congressuale regionale Indicatore di risultato Realizzazione di un protocollo operativo dettagliato e completo da utilizzare in tutti i servizi regionali per la diagnosi e il trattamento dei pazienti psicogeriatrici Azione Indicatori di processo Raccolta dei dati rilevati in fase 3 Elaborazione statistica dei dati Realizzazione di un opuscolo informativo da distribuire nelle strutture regionali e ad altre agenzie del territorio Evento conclusivo Presentazione finale dei risultati tramite momenti seminariali e/o congressuali Report dei dati e diffusione nei servizi ed in altre agenzie presenti nel territorio 105 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 11.LA SALUTE MENTALE TITOLO DEL PROGETTO: 11.1. LA PRESA IN CARICO DEI DISTURBI MENTALI DELLA PERSONA ANZIANA DURATA: 2012 (12 MESI) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 180.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 € 180.000,00 Tabella 5 CRONOPROGRAMMA Mesi- 1 2 3 4 5 6 6 7 8 9 10 11 12 azioni 1 2 3 4 1. La realizzazione di tale progetto permetterà alla Calabria di avere dati attendibili sulla prevalenza di patologie psichiatriche nella fascia di età >65 anni. 2. L’intervento formativo determinerà come ricaduta il miglioramento della capacità di riconoscimento precoce e di trattamento del disturbo psichiatrici. 3. La strutturazione di linee guida per la rilevazione e il trattamento determinerà un miglioramento degli esiti terapeutici, oltre che un miglioramento della qualità di vita dell’anziano. 4. L’estensione su base regionale di un modello operativo coerente ed articolato avrà anche ricaduta su un migliore utilizzo delle risorse umane ed economiche. RISULTATI ATTESI PIANO DEI COSTI Il costo totale del progetto è di € 180.000,00. SCHEDA FINANZIARIA 2012 Varie 25.000,00 Missioni 15.000,00 Beni e servizi 35.000,00 106 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 11.LA SALUTE MENTALE TITOLO DEL PROGETTO: 11.1. LA PRESA IN CARICO DEI DISTURBI MENTALI DELLA PERSONA ANZIANA DURATA: 2012 (12 MESI) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 180.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 € 180.000,00 Formazione 65.000,00 Campagne pubblicitarie/ convegni- Workshop Pubblicazioni 40.000,00 TOTALE 180.000,00 PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA 2012 2013 Totale ASP RC ASP VV ASP CZ ASP CS 180.000,00 ASP KR A.O. RC A.O. CZ A.O. CS A.O.U. Mater Domini 180.000,00 Totale Criterio di distribuzione: La quota per il 2012 è stata accantonata in GSA , va assegnata all’ASP di Cosenza alla quale è affidata la gestione ed il coordinamento delle attività del progetto. Il progetto ha durata 12 mesi. 107 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 11. LA SALUTE MENTALE TITOLO DEL PROGETTO: 11.2. GLI EPISODI PSICOTICI: IMPLEMENTAZIONE ATTIVITA’ AMBULATORIALE PER L’INDIVIDUAZIONE E L’INTERVENTO PRECOCE NELLE PSICOSI DURATA: 2012 (12 MESI) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 200.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 200.000,00 PREMESSA I dati più recenti della ricerca e le linee guida sulla schizofrenia (NICE, 2002; Royal Australian guidelines, 2005), indicano che un intervento precoce e tempestivo sul paziente all’esordio della psicosi può non solo moderare la gravità e contrastare le conseguenze biologiche, psicologiche e sociali della malattia, ma avere anche un ruolo cruciale per ostacolare il deterioramento nel funzionamento sociale, già presente nella fase in cui la psicosi non è ancora manifesta. Per tale motivo, sia a livello nazionale che internazionale, sono stati proposti per l’individuazione e la presa in carico dei pazienti a rischio di psicosi o all’esordio servizi specificamente destinati a questa tipologia di pazienti, ubicati in contesti non stigmatizzanti e con personale specificamente formato per il trattamento. Negli anni 2010 e 2011 la Regione Calabria ha condotto sulla materia un progetto di formazione che ha coinvolto gli psichiatri e gli psicologi che operano nei Dipartimenti di Salute Mentale delle 5 ASP calabresi. I soddisfacenti risultati raggiunti, in termini di partecipazione, di verifica dell’apprendimento e di utilizzo degli strumenti standardizzati per l’assessment degli esordi, suggeriscono l’utilità di implementare in ciascuno dei 5 Dipartimenti di Salute Mentale della Regione Calabria l’attività ambulatoriale, che attraverso équipes specificamente formate, possa garantire una presa in carico precoce ed articolata in grado di contrastare i fenomeni di disabilità e cronicità conseguenti alla psicosi. OBIETTIVO GENERALE L’obiettivo generale che il progetto si propone è di migliorare l’individuazione, l’assessment, il trattamento e la valutazione degli esordi psicotici attraverso un percorso innovativo di individuazione e presa in carico. Il modello organizzativo che si intende sperimentare nei DSM prevede la implementazione delle attività ambulatoriali (nei 5 DSM) attraverso équipes formate da professionisti provenienti dai vari servizi del Dipartimento (Centri di salute mentale, Centri diurni, Servizi psichiatrici di diagnosi e cura), che dedicano parte della loro attività agli interventi precoci. Verranno quindi posti in essere appositi collegamenti con le altre Unità Operative del DSM e con le altre Agenzie del territorio che sono in contatto con il mondo giovanile e da cui potranno provenire gli invii. All’equipe competono le scelte metodologiche, organizzative e la definizione dei progetti di intervento per ogni singolo paziente, secondo quanto previsto da tutte quelle conoscenze, che a livello internazionale rappresentano il 'gold standard' in materia. Le attività ambulatoriali svolte dalle équipes dovranno eseguite in luoghi separati dagli altri locali del DSM, e garantire un clima gradevole ed accogliente, il più amichevole e “giovanile”possibile. I vantaggi che si vogliono perseguire possono essere così schematizzati: 1. separare i giovani all’esordio o a rischio di psicosi dai pazienti in fase più consolidata di malattia; 2. creare un ambiente amichevole, rassicurante e adatto ai giovani; 108 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 11. LA SALUTE MENTALE TITOLO DEL PROGETTO: 11.2. GLI EPISODI PSICOTICI: IMPLEMENTAZIONE ATTIVITA’ AMBULATORIALE PER L’INDIVIDUAZIONE E L’INTERVENTO PRECOCE NELLE PSICOSI DURATA: 2012 (12 MESI) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 200.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 200.000,00 3.sviluppare nel team una metodologia di lavoro coesa ed omogenea, in un atmosfera di particolare supporto; 4. favorire le individuazioni, le prese in carico e il coinvolgimento dei pazienti e dei loro familiari, creando specifiche procedure per facilitare gli accessi; 5. pianificare opportunità di ricerca. Il lavoro dell’équipe sarà supervisionato periodicamente da specialisti che hanno attuato in altre regioni italiane questo modello d’intervento. METODOLOGIA Nell’ambito dell’Obiettivo Generale gli obiettivi specifici sotto elencati saranno sviluppati nell’arco temporale di 12 mesi, per come dettagliato nel crono programma riportato nella Tabella n. 4. OBIETTIVI SPECIFICI OBIETTIVO SPECIFICO 1 Costituzione del gruppo di lavoro composto dai Direttori del Dipartimenti di Salute Mentale delle cinque ASP Calabresi; Ricognizione del personale operante all’interno delle strutture afferenti ai Dipartimenti di salute Mentale; Nomina dei componenti delle équipes per ognuna delle 5 ASP. Tabella 1 PIANO DI VALUTAZIONE PER L’OBIETTIVO SPECIFICO 1 Fase preparatoria alla pianificazione del progetto Indicatore di risultato Azione Individuazione del personale da coinvolgere nel progetto Numero di riunioni con i Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale delle 5 ASP Calabresi Costituzione del gruppo di lavoro Indicatori di processo Costituzione anagrafica personale dei DSM Nomina dei componenti dell’équipe per ognuna delle 5 ASP Strutturazione della scheda di rilevazione degli esordi psicotici 109 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 11. LA SALUTE MENTALE TITOLO DEL PROGETTO: 11.2. GLI EPISODI PSICOTICI: IMPLEMENTAZIONE ATTIVITA’ AMBULATORIALE PER L’INDIVIDUAZIONE E L’INTERVENTO PRECOCE NELLE PSICOSI DURATA: 2012 (12 MESI) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 200.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 200.000,00 OBIETTIVO SPECIFICO 2 L’obiettivo 2 è diretto a definire le procedure operative dell’équipe, le sue “connessioni “ con le altre agenzie del territorio, gli strumenti standardizzati da utilizzare per l’assessment degli esordi, i protocolli di trattamento, la strutturazione degli incontri di supervisione e monitoraggio Tabella 2 PIANO DI VALUTAZIONE PER L’OBIETTIVO SPECIFICO 2 Procedure operative dell’équipe specialistica Azione Indicatore di risultato Attivazione delle “ connessioni” con gli operatori, le strutture del dipartimento, le agenzie del territorio coinvolte Numero degli incontri con la rete di connessione di riferimento Dati di prevalenza degli esordi psicotici nell’anno 2011 Dati di prevalenza degli esordi psicotici nell’anno 2012 Valutazioni standardizzate degli esordi e dei trattamenti anno 2012 n. di servizi che hanno inviato i dati epidemiologici richiesti Monitoraggio attività e verifiche/ supervisione n. di schede di rilevazione relative agli esordi psicotici dell’anno 2012 Percentuale di utilizzo di scale di valutazione standardizzate per l’identificazione delle persone al primo episodio psicotico n. di pazienti presi in carico n. di pazienti trattati e tipologia di interventi n. di pazienti che interrompono il trattamento n. di pazienti sottoposti a follow up n. di giornate di supervisione OBIETTIVO SPECIFICO 3 I dati ottenuti saranno sottoposti ad elaborazione statistica con i seguenti obiettivi: 1) fornire alla Regione Calabria dati di prevalenza e di esito scientificamente attendibili; 2) definire un protocollo operativo dettagliato, completo e condiviso da utilizzare in tutti i servizi regionali per la presa in carico degli esordi psicotici. I risultati che emergeranno dal progetto saranno documentati con pubblicazioni (articoli, relazioni a congressi) e diffusi sia nei servizi e sia nelle altre agenzie presenti nel territorio, che sono un’importante risorsa per l’individuazione precoce delle psicosi. L’ambizione è di informare, sensibilizzare, coinvolgere, in una prospettiva di prevenzione e di rete, i cittadini, gli enti locali, i servizi alla persona, i medici di base, le scuole, il volontariato e il privato sociale. 110 OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 11. LA SALUTE MENTALE TITOLO DEL PROGETTO: 11.2. GLI EPISODI PSICOTICI: IMPLEMENTAZIONE ATTIVITA’ AMBULATORIALE PER L’INDIVIDUAZIONE E L’INTERVENTO PRECOCE NELLE PSICOSI DURATA: 2012 (12 MESI) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 200.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 200.000,00 Regione Calabria Un convegno, a dimensione regionale, sul tema con la presentazione dei risultati concluderà la terza fase. Tabella 3 PIANO DI VALUTAZIONE PER L’OBIETTIVO SPECIFICO 3 Analisi, valutazione e trasferimento dei risultati su tutto il territorio regionale mediante protocolli operativi. Evento congressuale regionale Indicatore di risultato Azione Raccolta dei dati rilevati in fase 2 Realizzazione di un protocollo operativo dettagliato e completo da utilizzare in tutti i servizi regionali per la presa in carico degli esordi psicotici Indicatori di processo Elaborazione statistica dei dati Evento conclusivo Presentazione finale dei risultati tramite momenti seminariali e/o congressuali Report dei dati e diffusione nei servizi ed in altre agenzie presenti nel territorio (scuole, associazione ecc) Tabella 4 CRONOPROGRAMMA Mesi- 1 2 3 4 5 6 6 7 8 9 10 11 12 azioni 1 2 3 RISULTATI ATTESI Il progetto ha l’ambizione di: 1) migliorare l’individuazione, l’assessment, la presa in carico e la valutazione degli esordi psicotici; 2) delineare un protocollo operativo dettagliato e completo per il trattamento di questi pazienti da estendere a tutto il territorio regionale. 3) prevenire e/o contenere quegli esiti invalidanti che si associano ad una presa in carico tardiva (incompleta remissione, riospedalizzazioni frequenti, resistenza al trattamento, ecc) e che si traducono in alti costi personali, familiari e sanitari. 4) creare un data base che consenta di monitore nel tempo gli esordi psicotici. 111 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 11. LA SALUTE MENTALE TITOLO DEL PROGETTO: 11.2. GLI EPISODI PSICOTICI: IMPLEMENTAZIONE ATTIVITA’ AMBULATORIALE PER L’INDIVIDUAZIONE E L’INTERVENTO PRECOCE NELLE PSICOSI DURATA: 2012 (12 MESI) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 200.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 200.000,00 Tabella 5 SCHEDA FINANZIARIA 2012 Varie 60.000,00 Missioni 20.000,00 Beni e servizi 80.000,00 Campagne pubblicitarie/ evento congressuale 40.000,00 TOTALE convegni- Workshop Pubblicazioni 200.000,00 PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA 2012 2013 Totale ASP RC ASP VV ASP CZ ASP CS ASP KR A.O. RC A.O. CZ A.O. CS A.O.U. Mater Domini Totale 200.000,00 200.000,00 Criterio di distribuzione: La quota per il 2012 è stata accantonata in GSA , va assegnata all’ASP di Cosenza alla quale è affidata la gestione ed il coordinamento delle attività del progetto. Il progetto ha durata 12 mesi. 112 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 11.LA SALUTE MENTALE TITOLO DEL PROGETTO: 11.3 SISTEMA INFORMATIVO DELLA SALUTE MENTALE REGIONALE DURATA: 12 MESI REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.077.500,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 1.077.500,00 PREMESSA E' stato istituito con DM 15 ottobre 2010 il Sistema informativo per la salute mentale nell'ambito del Nuovo Sistema Informativo Sanitario. Il sistema, nel rispetto della privacy dei cittadini-utenti, è concepito per costituire una base dati integrata, incentrata sul paziente, dalla quale rilevare informazioni sia a livello di azienda sanitaria che di regione o provincia autonoma. Il sistema mira alla piena condivisione delle informazioni tra aziende sanitarie, regioni o provincie autonome e amministrazioni centrali, basandosi su tracciati record di scambio, consentendo così la cooperazione ed integrazione dei diversi sistemi informativi localmente in uso che rimangono pertanto gestiti in piena autonomia dalle singole amministrazioni regionali. Queste le funzioni principali del sistema: • monitoraggio dell’attività dei servizi, con analisi del volume di prestazioni, e valutazioni epidemiologiche sulle caratteristiche dell’utenza e sui pattern di trattamento • supporto alle attività gestionali del Dipartimento Salute Mentale (DSM), per valutare il grado di efficienza e di utilizzo delle risorse, fornendo anche un utile strumento operativo nella gestione omogenea dei dipartimenti • supporto alla costruzione di indicatori di struttura, processo ed esito sia a livello Il Sistema Informativo della Salute Mentale tratta informazioni che attengono ai seguenti ambiti: 1. Strutture - informazioni di carattere anagrafico relative alle strutture eroganti servizi per la tutela della salute mentale 2. Personale - informazioni relative alla consistenza e tipologia di figure professionali in servizio presso le strutture eroganti servizi per la tutela della salute mentale 3. Attività - informazioni relative ai servizi erogati per la tutela della salute mentale. Si vuole realizzare una rete della Salute Mentale per la Regione Calabria, che : • Implementi il sistema informativo della Salute Mentale Calabria • Permetta alla Regione Calabria di svolgere il ruolo di collettore centralizzato dei dati di Salute Mentale della Calabria • Fornisca a tutti gli attori coinvolti lo stesso strumento operativo per la gestione dei dati 113 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 11.LA SALUTE MENTALE TITOLO DEL PROGETTO: 11.3 SISTEMA INFORMATIVO DELLA SALUTE MENTALE REGIONALE DURATA: 12 MESI REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.077.500,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 1.077.500,00 CONTESTO In Calabria, si prevede un dipartimento per ciascuna Azienda sanitaria; il DSM, in relazione alla densità della popolazione o alla estensione territoriale, può essere articolato in più moduli tipo, “sottounità” del DSM che comprendono le componenti organizzative relative al corrispondente ambito territoriale. I dipartimenti di salute mentale sono attualmente 8: 4 nel territorio dell’ASP di CS, e 1 in ciascuna delle altre ASP. Aspetti problematici e criticità Non è uniforme, da parte delle direzioni DSM, l’adozione degli atti di coordinamento, finalizzati al raccordo funzionale di tutti i servizi, nell’ottica della qualità (efficienza, efficacia, appropriatezza) e dell’equità, a garanzia della continuità terapeutica fra assistenza ambulatoriale, domiciliare, semiresidenziale, residenziale e ospedaliera. Rete di Salute Mentale Si vuole costituire una rete regionale di salute mentale, che coinvolga tutti gli attori del sistema, come indicato nella figura seguente: 114 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 11.LA SALUTE MENTALE TITOLO DEL PROGETTO: 11.3 SISTEMA INFORMATIVO DELLA SALUTE MENTALE REGIONALE DURATA: 12 MESI REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.077.500,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 1.077.500,00 Tipo Struttura N° Struttura Regione DSM CSM CD SPDC E DH SR TOTALE 1 5 33 15 117 894 1065 Postazioni hardware da attivare 5 5 33 15 117 0 175 Gli strumenti a supporto della rete sono: Acquisizione infrastrutture e hardware Progettazione e realizzazione sistema software Dimensionamento della rete La rete di Salute Mentale coinvolge in maniera diretta (attraverso la fornitura di postazioni multimediali, adeguamento rete e sistema informativo) 175 postazioni. Sono invece 894 le strutture che verranno coinvolte indirettamente attraverso l’utilizzo del sistema informativo OBIETTIVI L'obiettivo che si intende perseguire attraverso la realizzazione della rete di salute mentale è la creazione di una base dati integrata incentrata sul paziente, dalla quale rilevare, in una cornice unitaria, le informazioni riguardanti le caratteristiche delle persone sottoposte a trattamenti per le patologie riconducibili all'ambito salute mentale. La rete viene realizzata per monitorare gli interventi sanitari erogati alle persone adulte con problemi psichiatrici ed alle loro famiglie. In particolare, il sistema avrà le seguenti finalità: monitoraggio dell'attività dei servizi, con analisi del volume di prestazioni e valutazioni epidemiologiche sulle caratteristiche dell'utenza e sui pattern di trattamento; supporto alle attività gestionali della Regione Calabria e dei Dipartimenti di salute mentale, anche per valutare il grado di efficienza e di utilizzo delle risorse oltre che rendere omogenea la rilevazione e gestione delle informazioni; supporto alla costruzione di indicatori di struttura, processo ed esito sia a livello regionale che nazionale. Il progetto, direttamente od indirettamente, si pone i seguenti obiettivi • acquisire informazioni precise circa l'offerta dei servizi nelle diverse Aree territoriali; • avere informazioni utili a promuovere l’omogeneità delle prestazioni in tutte le aree del territorio regionale, in termini di qualità ed equità; • valorizzare il ruolo dei Centri di salute mentale, quali sede organizzativa dell’équipe degli operatori e del coordinamento degli interventi; 115 Regione Calabria • • • • • • • OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 11.LA SALUTE MENTALE TITOLO DEL PROGETTO: 11.3 SISTEMA INFORMATIVO DELLA SALUTE MENTALE REGIONALE DURATA: 12 MESI REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.077.500,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 1.077.500,00 garantire l’appropriato utilizzo delle strutture semiresidenziali e residenziali; utilizzare le risorse in modo appropriato, efficiente e rispettoso di elevati standard qualitativi; adottare un modello di valutazione dell’efficienza e dell’efficacia, tramite specifici indicatori di performance; standardizzare Modelli per la rilevazione delle attività terapeutico riabilitative definire parametri per l’appropriatezza di un inserimento in una residenza psichiatrica accreditata definire parametri per l’appropriatezza di un ricovero ospedaliero (sia volontario che obbligatorio). uniformare la rilevazione delle attività assistenziali e definire un glossario comune sulla definizione delle prestazioni. Il Sistema Informativo persegue i seguenti obiettivi: • Fornire alle strutture gli strumenti hardware e software di supporto alla gestione che consentano di registrare in modo centralizzato e normalizzato tutti i dati necessari a soddisfare le esigenze di: Gestione dei dati sanitari di salute mentale Gestione della rendicontazione tra Enti e verso l’NSIS. • Garantire a tutti gli operatori socio-sanitari la possibilità di registrare in tempo reale i dati fondamentali sui trattamenti in essere e di accedere ai dati necessari ad un’erogazione ottimale dei servizi in carico, sempre nel rigoroso rispetto degli obblighi di riservatezza prescritti dalle norme vigenti. • Fornire al management dei DSM e della Regione strumenti per produrre in modo completamente automatizzato la reportistica da trasmettere periodicamente all’NSIS, nonché prospetti statistici sull’attività nel suo complesso e delle singole strutture territoriali. Il sistema verrà messo a disposizione delle ASP quale strumento di gestione delle attività del dipartimento. Tuttavia, qualora le AASSPP avessero la necessità di mantenere attivi loro sistemi informativi a copertura di una parte delle funzionalità previste dalla rete regionale, è prevista una integrazione delle piattaforme che consentirà comunque il raggiungimento dell’obbiettivo progettuale. In particolare verranno attivate le seguenti procedure: • Valutazione del set di informazioni già esistenti; • Analisi delle informazioni necessarie, e da integrare nei sistemi esistenti, in riferimento al Decreto suddetto; • Integrazione del sistema esistente con modulo di realizzazione del flusso informativo previsto dal decreto, secondo lo standard XML; • Omogeneizzazione delle piattaforme Anche in questi casi quindi resteranno inalterate le funzionalità disponibili relativamente a: • Gestione dei file inviati; • Accesso a portale dedicato, mediante credenziali di accesso; • Ricerca dei file inviati; 116 Regione Calabria • OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 11.LA SALUTE MENTALE TITOLO DEL PROGETTO: 11.3 SISTEMA INFORMATIVO DELLA SALUTE MENTALE REGIONALE DURATA: 12 MESI REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.077.500,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 1.077.500,00 Cruscotti statistici Il sistema sarà in grado di effettuare ogni sorta di interrogazione sui dati contenuti. Si potranno elaborare statistiche per: • Tipologia di assistito • Tipologia di prestazioni erogate • Causali di accesso al sistema • Esito dell’episodio • Valorizzazione economica delle attività svolte • Altro METODOLOGIA Il progetto si articola secondo le seguenti azioni principali: Riunioni con i referenti dei 5 DSM operanti sul territorio Regionale Costituzione di un gruppo di lavoro regionale presso il Dipartimento tutela della salute ed individuazione di una rete di referenti aziendali finalizzata al recepimento delle esigenze locali ed alla definizione dello stato dell’arte esistente localmente; Analisi e definizione di standard Sviluppo ed implementazione del sistema informativo Fornitura hardware e software Startup sistema informativo Formazione Verifica degli esiti raggiunti attraverso un programma di intervento caratterizzato dal coinvolgimento attivo dei DSM. E’ prevista infine un’attività di verifica, con periodicità semestrale, con redazione di una relazione sullo stato del progetto che sarà redatta a cura del gruppo di lavoro regionale. TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA ) Le azioni sopra indicate saranno svolte nel territorio regionale secondo il seguente cronoprogramma MESI 01 02-03 04-09 10 11 12 AZIONI Riunioni con i referenti dei 5 DSM Costituzione gruppo di lavoro Analisi del sistema informativo e definizione di standard Sviluppo ed implementazione del sistema informativo Fornitura hardware e software Installazione software Formazione Verifica degli esiti raggiunti 117 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 11.LA SALUTE MENTALE TITOLO DEL PROGETTO: 11.3 SISTEMA INFORMATIVO DELLA SALUTE MENTALE REGIONALE DURATA: 12 MESI REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.077.500,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 1.077.500,00 INDICATORI Indicatori di performance Indicatori Centri di Salute mentale (CSM) • Utenti con almeno un contatto con il Centro di Salute Mentale per gruppo diagnostico • Utenti con conclusione di trattamento • Utenti entrati in contatto per la prima volta nell’anno • Attività erogate nei CSM • Utenti dimessi da SPDC, che ricevono una visita psichiatrica in CSM entro 14 giorni dalla dimissione Indicatori Centri Diurni (CD) • Utenti in contatto con i Centri Diurni per gruppo diagnostico Indicatori Servizi psichiatrici di diagnosi e cura (SPDC) • Dimissioni da SPDC per gruppo diagnostico • Giornate di degenza erogate • Riammissioni in SPDC a 30 e 180 giorni • Durata media di degenza Indicatori Strutture residenziali psichiatriche • Utenti presenti in Strutture Residenziali per gruppo diagnostico • Utenti dimessi da Strutture Residenziali • Giornate di degenza erogate in Strutture Residenziali • Pazienti inviati in SPDC Indicatori Generali Utenti afferenti al dipartimento di Salute Mentale QUADRO ECONOMICO Varie Missioni Formazione Campagne pubblicitarie, Workshop, Convegni progettazione e realizzazione sistema informativo Acquisizione Hardware per 175 postazioni multimediali + Infrastruttura Centrale server Adeguamento rete dati fisica e di connettività per 175 postazioni Totale 118 130.000,00 10.000,00 50.000,00 40.000,00 450.000,00 277.500,00 120.000,00 1.077.500,00 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 11.LA SALUTE MENTALE TITOLO DEL PROGETTO: 11.3 SISTEMA INFORMATIVO DELLA SALUTE MENTALE REGIONALE DURATA: 12 MESI REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.077.500,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 1.077.500,00 PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA 2012 2013 Totale Dipartimento Tutela della salute 1.077.500,00 e politiche sanitarie 1.077.500,00 Totale Criterio di distribuzione: La quota per il 2012 è stata accantonata in GSA, è una spesa accentrata, la gestione ed il coordinamento delle attività del progetto sono svolte dal Servizio competente del Dipartimento Tutela della salute della Regione Calabria. Il progetto ha durata 12 mesi. 119 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 11. LA SALUTE MENTALE TITOLO DEL PROGETTO: 11.4 MODELLO OPERATIVO PER LA PRESA IN CARICO DEI SOGGETTI CON DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO E DELLO SVILUPPO IN ETÀ EVOLUTIVA DURATA: 2012 (12 MESI) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 225.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 225.000,00 CONTESTO Le sindromi da alterazione globale dello sviluppo psicologico sono caratterizzate da anomalie qualitative delle interazioni sociali e delle modalità di comunicazione e da un repertorio limitato, stereotipato e ripetitivo di interessi e di attività. L’autismo e i disturbi dello spettro autistico inseriti in tale contesto costituiscono dei quadri clinici i cui sintomi sono rilevabili entro il secondo/terzo anno di vita e si manifestano con gravi alterazioni nelle aree della comunicazione verbale e non verbale, dell’interazione sociale e dell’immaginazione. Sebbene attualmente l’eziologia non sia nota le nuove conoscenze scientifiche e la costante ricerca di nuove metodologie di intervento stanno aprendo nuove prospettive in termini di miglioramento della qualità di vita dei bambini e delle loro famiglie oltre a favorire lo sviluppo di nuovi approcci epistemologici in ambito psicopatologico e, più in generale, per quanto riguarda le neuroscienze. Oggi si sa che la possibilità di migliorare la loro qualità di vita dipende in maniera diretta dal tempismo con il quale si riesce ad effettuare una valutazione e, di conseguenza, dall’adozione di terapie mirate al singolo caso. Ne consegue che intorno a questi quadri clinici si è attivata quasi una situazione di emergenza/urgenza sanitaria per giungere con rapidità alla valutazione, alla presa in carico e al trattamento. Visto l’incremento dei disturbi psicopatologici in EE, in parte dovuto anche ad una maggiore sensibilità da parte di operatori per l’età evolutiva, si pone il problema di come incidere maggiormente a livello preventivo individuando i segnali precoci di all’erta che i bambini ci inviano (disagio). Segnali che se precocemente riconosciuti sono capaci di modificare la storia naturale del disturbo. La Tutela della Salute Mentale in Età Evolutiva e Adolescenziale costituisce un impegno di “valenza strategica” dei sistemi sociosanitari per la notevole rilevanza che il disagio psichico ha nell’influenzare lo stato di Salute della popolazione in Età Evolutiva ed adulta, il valore preventivo che ha nei riguardi della malattia mentale dell’adulto. La salute Mentale in età evolutiva ci impone di leggere il dis-agio come segnale di rischio evolutivo, di sofferenza psichica, di all’erta precoce,di vulnerabilità soggettiva o ambientale; cercare di capire i segnali del disagio per quello che sono, per quello che segnalano, per quello che potranno diventare l’impegno richiesto in campo preventivo per la riduzione dei fattori rischio per il potenziamento dei fattori protettivi quali interventi, dove, come e quando incidere e quale Rete attivare. A più livelli viene evidenziato quanto sia necessario oggi soprattutto quando e' in gioco la Salute dei Bambini, prestare particolare attenzione al loro Ben-Essere Mentale, oltre che fisico; perseguire le priorita' dei diritti del minore con disturbi NP, lo sviluppo di sistemi di monitoraggio dei processi e degli esiti come miglioramento delle cure; pervenire alla soluzione di eventuali problemi multipli alla specializzazione dei trattamenti all’individuazione di percorsi di formazione, ricerca e intervento; mantenere un alto livello di guardia, e di all’erta per evitare conseguenze negative in futuro, i disturbi nell‘Eta' dello sviluppo debbono essere curati durante lo sviluppo. Negli ultimi decenni infatti il disagio in E.E. ha assunto un ruolo sempre più importante sia per il trend in aumento dei disturbi mentali con elevato carico assistenziale sia per l’elevato costo assistenziale e sociale per l’individuo, la famiglia, la collettività. 120 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 11. LA SALUTE MENTALE TITOLO DEL PROGETTO: 11.4 MODELLO OPERATIVO PER LA PRESA IN CARICO DEI SOGGETTI CON DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO E DELLO SVILUPPO IN ETÀ EVOLUTIVA DURATA: 2012 (12 MESI) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 225.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 225.000,00 Va evitato che un numero crescente di bambini e ragazzi con disagio psichico rimanga non solo senza risposte adeguate, ma addirittura non venga riconosciuta come tale. Va invece conosciuto, capito, e accompagnato nel suo percorso di crescita in un concetto non di curare ma di prendersi cura. E’ importante che nelle nostre strutture - la sofferenza e il danno evolutivo ritrovino voce grazie ad un luogo di ascolto - l’intero quadro clinico riceva risposte per tutto l’arco evolutivo - il problema nella sua complessità venga affronta in modo multidisciplinare e integrato - possa essere pic la cronicità delle alterazioni organiche, delle condizioni psicopatologiche E’ molto importante che si possa cominciare a considerare l’Età Evolutiva come il terreno su cui si decide sulla salute mentale per tutta la vita. I dati epidemiologici evidenziano: a un incremento della patologia neuropsichiatrica nei minori (oltre il 20% per l’OMS) Le rilevazioni epidemiologiche in letteratura confermano tale dato oscilla tra il 18-22% della popolazione generale. Di questi solo il 4-8% della popolazione in Età Evolutiva. viene in contatto con i Servizi di NPIA (Levi, Penge 2002): b rischio neuropsichiatrico maggiore per i soggetti con grave disagio psico-sociale: 1/4 nella popolazione ad alto rischio per fattori sociali culturali ed economici, c la probabilità di gravi problemi psicopatologici e sociali in età evolutiva. La cui % di rischio dipende anche dagli interventi ricevuti .“Non intervenire” sostiene Levi “ oltre a ridurre in maniera terribile la qualità di vita di queste persone e delle loro famiglie, significa incrementare a livelli disastrosi la spesa pubblica per le pensioni di invalidità et similia” . Tra i quadri clinici piuttosto rilevanti che hanno contribuito a determinare l’incremento della patologia neuropsichiatrica in età evolutiva vi rientrano l’autismo e i disturbi dello spettro autistico: Oggi in Italia sono riscontrabili un 1 b.no /su 200, venti anni fa il rapporto era 1/1.500-2.000.. Un aumento quindi del 1.000%, che rappresenta una crescita esponenziale del disturbo, in parte frutto di una maggiore consapevolezza dei pediatri ad individuarlo anche se ancora oggi viene troppo spesso diagnosticato in ritardo e affrontato con terapie non idonee “Le conoscenze in merito al disturbo autistico si sono modificate in modo drammatico nelle ultime due decadi” citano le LG specifiche “il dibattito scientifico e culturale in tema di autismo si è sviluppato molto sia in termini di nuove acquisizioni, che di collaborazione e confronto tra Università, Servizi, Istituzioni e Famiglie”………. “Tuttavia, a 60 anni dalla sua individuazione da parte di Leo Kanner (1943), persistono ancora notevoli incertezze in termini di eziologia, elementi caratterizzanti il quadro clinico, confini nosografici con sindromi simili, diagnosi, presa in carico, evoluzione a lungo termine. A partire dai contributi di Leo Kanner e Hans Asperger che identificarono le prime forme di autismo, le conoscenze scientifiche in merito si sono notevolmente arricchite, aumentando la nostra comprensione dei quadri clinici e migliorando gli strumenti diagnostici e di valutazione precoce. Negli ultimi anni sono stati discussi i progressi nella ricerca genetica e ambientale, senza trascurare i modelli animali, le scoperte sui neuroni a specchio e l'immunologia. I dati internazionali epidemiologici dei Disturbi dello spettro autistico evidenziano un aumento della Prevalenza media, stimata al 4%00 negli anni '60 e del 10%00 nel 2005 (Meledandri G:, 2009). A 121 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 11. LA SALUTE MENTALE TITOLO DEL PROGETTO: 11.4 MODELLO OPERATIVO PER LA PRESA IN CARICO DEI SOGGETTI CON DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO E DELLO SVILUPPO IN ETÀ EVOLUTIVA DURATA: 2012 (12 MESI) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 225.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 225.000,00 ciò si aggiungono la segnalazione e l'invio sempre più precoce da parte dei Pediatri di base per una valutazione del ritardo di sviluppo. Come è noto impiegando i due sistemi diagnostici più conosciuti, ovvero il DSM-IV TR e l'ICD 10, si è preferito parlare di autismo in termini di disturbi dello spettro autistico (DSA) includendo un'ampia varietà quadri clinici. In termini più semplici e descrittivi, il disturbo autistico viene definito come una sindrome comportamentale, causata da un disordine dello sviluppo, determinato biologicamente, con esordio nel corso dei primi tre anni di vita. Si manifesta con compromissioni qualitative del linguaggio anche molto gravi fino in alcuni casi a una totale assenza dello stesso; incapacità o importanti difficoltà a sviluppare una reciprocità emotiva, sia con gli adulti sia con i coetanei, che si evidenzia attraverso comportamenti, atteggiamenti e modalita` comunicative anche non verbali non adeguate all’eta`, al contesto o allo sviluppo mentale raggiunto interessi ristretti e comportamenti stereotipati e ripetitivi. Tutti questi aspetti possono accompagnarsi anche a ritardo mentale, a comportamenti disfunzionali seriamente problematici, possibili comorbidità psichiatriche, creando le condizioni per gravi menomazioni e compromissioni delle capacità di adattamento sociale e personale e di partecipazione alle relazioni interpersonali. Per aiutare a superare il disorientamento dei genitori e degli operatori coinvolti nella diagnosi e nella formulazione del progetto terapeutico sono state elaborate diverse Linee Guida:(LG) a. le Linee .Guida. per l'autismo a cura della SINPIA nel 2005; b. le Linee Guida dello ScottishIntercollegiateGuidelines Network nel 2007, e c. le Linee Guida per il trattamento per i disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti elaborate dall'Istituto Superiore di Sanità nel 2011. Tuttavia, persistono ancora oggi incertezze in termini di ⇒ Eziopatogenesi, ⇒ Inquadramento nosografico, ⇒ Diagnosi differenziale, ⇒ Presa in carico ⇒ Prognosi ed Evoluzione a lungo termine. A ciò si aggiunge la frammentarietà degli studi sull'efficacia. Si rileva sempre di più la necessità di una valutazione età-specifica e caso-specifica, come tra l'altro indicato nelle Linee Guida dell’Istituto Superiore Sanità, ( LG n. 21/2011), nonché una presa in carico mirata alle esigenze del bambino e della famiglia. Come ha recentemente evidenziato Michael L. Rutter (2011), Progress in UnderstandingAutism: 2007-2010. In: J. AutismDev. Disord., 41: 395-404, non ci sono stati significativi sviluppi negli ultimi tre anni per quanto riguarda la comprensione dell’autismo attraverso i trattamenti psicologici, ma ciò che è veramente nuovo è l’introduzione di metodi di trattamento focalizzati a migliorare la sensibilità e responsività dei caregiver. 122 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 11. LA SALUTE MENTALE TITOLO DEL PROGETTO: 11.4 MODELLO OPERATIVO PER LA PRESA IN CARICO DEI SOGGETTI CON DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO E DELLO SVILUPPO IN ETÀ EVOLUTIVA DURATA: 2012 (12 MESI) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 225.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 225.000,00 La diagnosi primaria deve arricchirsi di un percorso individualizzato, basato sulla centralità della persona, che valorizzi le qualità individuali di ciascun bambino e della storia della famiglia. Tutto ciò può essere colto con un approccio multi-assiale e multi-disciplinare che includa: 1) le capacità funzionali, emozionali ed evolutive 2) gli schemi di elaborazione della regolazione-sensoriale, 3) gli schemi di interazione madre-bambino e delle relazioni familiari 4) la presenza di altre diagnosi neurologiche o mediche 5) la rete sociale familiare, il contesto di appartenenza e il livello di adattamento sociale del minore. Il documento Piano di Indirizzo per la Riabilitazione approvato nel febbraio 2011, elaborato da un gruppo di lavoro ministeriale a cui hanno partecipato anche membri sia della SINPIA che della SINFER, sostiene l’importanza di: a. fornire indicazioni sui criteri ed i requisiti dei vari setting riabilitativi b. meglio definire le strutture eroganti e i servizi erogati c. consentire l’appropriatezza d’uso in base alle competenze e alle risorse a disposizione d. ribadire, a fronte di interventi singoli e frammentati la necessità di una continuità assistenziale e la necessità di un percorso riabilitativo individuale e assistenziale integrato e. affermare la “cultura del saper Fare, delle competenze f. riconoscere la specificità dell’età evolutiva nei percorsi di presa in carico g. introdurre nell’iter di presa in carico in EE un nuovo concetto quello di disabilità dello sviluppo, in quanto riconosce che accanto all’intervento specifico c’è qualcosa di comune che può essere affrontato trasversalmente h. sottolineare l’importanza di un lavoro multidisciplinare, da sempre cardine del lavoro neuropsichiatrico infantile, e del coinvolgimento della persona e dei suoi familiari come elemento imprescindibile del percorso riabilitativo. Va, inoltre ricordato che la Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, disciplina medico specialistica con i suoi Servizi va a toccare una fascia di utenza (0-18 anni) che è ad altissimo rischio. ha come specificità la tutela della salute mentale dei piccoli e delle famiglie attraverso il compito di sviluppare attività di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione in ambito neurologico, psichiatrico e neuropsicologico in tale fascia d’età si occupa di disturbi altamente disomogenei tra di loro per tipologia, cronicità e pervasività, per gravità e per comorbidità; per rapporto età/prevalenza; per stabilità e trasformabilità nel tempo; ha la necessità di interventi multiprofessionali complessi e coordinati, ad elevato tempo medio e di lungo periodo, spesso in rete con altre Istituzioni e nella presa in carico non può prescindere: dal coinvolgimento socio-familiare (famiglia, scuola, contesti di vita) da un’azione convergente sanitaria e sociale dal realizzare una quota elevata di attività indirette e di supporto, inevitabile corollario dell’atto prettamente medico. ha fra l’utenza reale, una quota di popolazione con bisogni multipli e complessi, che perdureranno per tutta la vita; e soggetti con un elevato impatto sociale nell’immediato e per il futuro 123 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 11. LA SALUTE MENTALE TITOLO DEL PROGETTO: 11.4 MODELLO OPERATIVO PER LA PRESA IN CARICO DEI SOGGETTI CON DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO E DELLO SVILUPPO IN ETÀ EVOLUTIVA DURATA: 2012 (12 MESI) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 225.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 225.000,00 assolve a obblighi legislativi nei confronti delle scuole per i bambini certificati in situazione di handicap (L104/92), e soggetti con difficoltà e o disturbi specifici di apprendimento(L170/2010) ha necessità di effettuare una grande quantità di interventi "in assenza del paziente": partecipazione ai GLH di Istituto agli incontri e contatti telefonici con i singoli Insegnanti, contatti con i servizi in rete e con i tribunali, stesura di diagnosi funzionali e relazioni, attività essenziali per una vero intervento di salute mentale in età evolutiva, ma spesso difficilmente quantificabili in termini di tempi e di costi. richiede complessa articolazione e organizzazione dei suoi servizi (allegato 6 Prog. Obiet. Materno Inf. (POMI) 98-2000) ha il compito di assolvere ad un duplice ruolo di: 1. cura dei disturbi NP in età evolutiva, prevenzione dei disturbi o distorsioni dello sviluppo, dei disturbi psichiatrici e degli esiti delle disabilità organiche in tale fascia di età e, dei disturbi secondari che se non precocemente presi in carico, si instaurano in età adulta:”nel 49% dei casi di patologia psichiatrica adulta, il soggetto ha presentato dei segnali in età evolutiva ”( P. O.Materno-Infantile 98-2000).. DESCRIZIONE A. La complessità e cronicità dei quadri clinici (disturbi dello spettro autistico e dello sviluppo) con trasformabilità delle stesse nel percorso evolutivo rendono più complessi e articolati i percorsi assistenziali B. Il progetto dovrà sviluppare un modello di presa in carico dei soggetti con disturbi dello spettro autistico e dello sviluppo in età evolutiva, per sviluppare: l’organizzazione di un servizio di Diagnosi e valutazione e di pic terapeutica più qualificato: in grado di fornire diagnosi il più possibile complete e progetti terapeutici formulati adeguatamente da un’equipe pluridisciplinare, la continuità delle cure con superamento di frammentazioni, duplicazioni e attese una maggiore efficacia ed efficienza della risposta: ottimizzazione del rapporto tra appropriatezza e personalizzazione delle cure, utilizzando pienamente le potenzialità del territorio di pertinenza cominciando così a costruire percorsi clinici e integrati specifici per patologie (Lavoro per percorsi e per processi) i raccordi necessari con le realtà esistenti per garantire continuità assistenziale costituendo una vera e propria rete di sicurezza e competenza rispetto alla problematica per dare l’avvio ad una Presa in carico del minore e della sua famiglia che inizia con l’arrivo del minore nella struttura e che cessa con la dimissione o per interruzione del trattamento l’obiettivo sarà: 1. migliorare la qualità della vita dei bambini e delle famiglie attraverso interventi che promuovano lo sviluppo di competenze adattive, lo sviluppo di capacità relazionali e della intenzionalità comunicativa, nonché la riduzione delle stereotipie e l’ampliamento degli interessi. 124 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 11. LA SALUTE MENTALE TITOLO DEL PROGETTO: 11.4 MODELLO OPERATIVO PER LA PRESA IN CARICO DEI SOGGETTI CON DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO E DELLO SVILUPPO IN ETÀ EVOLUTIVA DURATA: 2012 (12 MESI) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 225.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 225.000,00 2. sostenere e aiutare i genitori nella cura della qualità della relazione e della comunicazione 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. con i loro figli e a migliorare la loro aderenza ai trattamenti (alleanza di lavoro), attraverso la rielaborazione dei vissuti associati alla peculiare situazione clinica. supportare i docenti con attività di consulenza per facilitare il percorso di integrazione scolastica e favorire l’apprendimento mettere in rete tutte le forze esistenti per permettere una risposta più appropriata ai bisogni derivanti dalla patologia autistica nell'età evolutiva. Così da fornire al soggetto un “tessuto ambientale” adeguato ad affrontare le complesse problematiche poste dalla patologia, reso “abilitativo” dalla competenza di tutti i componenti e dalla condivisione del progetto individualizzato, garantire un insieme di prestazioni che consentano di mantenere la continuità assistenziale tra il territorio e i Centri di II e III livello: promuovere la presa in carico precoce, con l’elaborazione di piani di trattamento integrati e in rete con altri servizi territoriali, specialistici e socioassistenziali, mirati ai bisogni promuovere la formazione e l’integrazione delle diverse figure sanitarie (Pediatri di Libera Scelta e Specialisti);e di tutti gli operatori della rete socio-sanitaria, educativa, e sociale coinvolti nella gestione dei bambini con DSA; migliorare le competenze e la comprensione dei genitori e fronteggiare il loro senso di impotenza di fronte alle difficoltà comunicative dei bambini con DSA; il programma di intervento pianificato e condiviso con la famiglia deve riguardare tutti gli ambiti di vita del bambino per una maggiore efficacia dei risultati; organizzare il tempo libero e migliorare la qualità delle relazioni interpersonali e il benessere AZIONI a. analisi delle modalità di presa in carico dei pazienti con disturbo dello spettro autistico nella Provincia di CZ ; b. Costituzione di una equipe professionale stabile con integrazione con il coinvolgimento delle figure professionali specifiche; c. Per ciascun profilo di paziente individuare all’interno della rete le strutture più idonee in modo tale che ogni segmento del percorso di cure sia affidato alla struttura più idonea, per valorizzare al massimo le prestazioni di ciascuna e migliorare l’outcome funzionale e globale delle persone prese in carico; d. Individuare modalità operative per garantire la massima continuità possibile nella presa in carico; e. Formulare programmi di formazione ed aggiornamento per il personale; 125 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 11. LA SALUTE MENTALE TITOLO DEL PROGETTO: 11.4 MODELLO OPERATIVO PER LA PRESA IN CARICO DEI SOGGETTI CON DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO E DELLO SVILUPPO IN ETÀ EVOLUTIVA DURATA: 2012 (12 MESI) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 225.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 225.000,00 f. Sperimentare le modalità organizzative e le metodologie di lavoro, che unificano le attività e i compiti dei diversi momenti ed interventi, raccogliendo dati sul raggiungimento degli obiettivi scelti; g. Definire adeguati sistemi di feed-back per la rilevazione di eventuali criticità che emergono dalla sperimentazione. TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA) MESI 1 2 3 a X X b X X 4 5 6 OBIETTIVI 7 8 9 10 11 X X X X X X c X d X X X X e X X f X X g X h INDICATO RI (di struttura, di processo, di risultato) RISULTAT I ATTESI SCHEDA FINANZIA RIA 12 X N° documenti x realtà territoriali esistente N° di documenti di formalizzazione (procedure, protocolli operativi) N° incontri per la realizzazione del programma Flow-chart operativo Descrizione del modello organizzativo Definizione del modello organizzativo aziendale territoriale per la pic dei soggetti con disturbi dello spettro autistico e dello sviluppo in età evolutiva Raccordi di rete per la continuità assistenziale Incremento e potenziamento delle risorse esistente ( strumenti, attività ecc) Varie € 55.000 Beni e servizi strumenti e attrezzature € 80.000 Formazione € 60.000 Pubblicizzazione dei risultati, convegni € 30.000 126 X Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 11. LA SALUTE MENTALE TITOLO DEL PROGETTO: 11.4 MODELLO OPERATIVO PER LA PRESA IN CARICO DEI SOGGETTI CON DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO E DELLO SVILUPPO IN ETÀ EVOLUTIVA DURATA: 2012 (12 MESI) REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale, tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 225.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 225.000,00 PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA 2012 2013 Totale ASP RC ASP VV ASP CZ 225.000,00 ASP CS ASP KR A.O. RC A.O. CZ A.O. CS A.O.U. Mater Domini 225.000,00 Totale Criterio di distribuzione: La quota per il 2012 è stata accantonata in GSA , va assegnata all’ASP di Catanzaro che si farà carico della sperimentazione del modello operativo per la presa in carico dei soggetti con disturbi dello spettro autistico e dello sviluppo in età evolutiva. Il progetto ha durata 12 mesi. Alla conclusione del progetto il modello sperimentato sarà trasferito alle altre Aziende alle quali sarà assegnata la quota di finanziamento che per l’anno 2013, con decreto n. 3781 del 2.4.2014, è stata impegnata in G.S.A. e va ripartita secondo i vincoli stabiliti dell’Accordo Stato-Regioni del 20 febbraio 2014 rep. Atti n. 13/CSR. 127 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 12. PIANO NAZIONALE DELLA PREVENZIONE TITOLO DEL PROGETTO: 12.1 PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE DURATA: 12 MESI REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott. Giacomino Brancati-g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 10.928.076,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 10.928.076,00 CONTESTO L’Intesa Stato-Regioni e Province Autonome del 29 aprile 2010 ha approvato il Piano Nazionale della Prevenzione 2010-2012 che, apre una fase di costruttiva interazione istituzionale in tema di promozione della salute e prevenzione delle malattie, stabilisce che le Regioni si impegnino ad adottare il Piano regionale di prevenzione per la realizzazione degli interventi previsti dal Piano nazionale (PNP). Il Piano nazionale della prevenzione prevede in modo innovativo: a. una impostazione culturale mirata a una azione preventiva sempre più interdisciplinare e intersettoriale, esplorando tutte le aree operative sanitarie coinvolte in attività di prevenzione ed anche settori esterni al sistema sanitario; b. la persona al centro della programmazione ed una maggiore attenzione alla domanda, non solo ai servizi ; c. l’evidenza alla medicina predittiva e alla prevenzione terziaria sulle quali la prevenzione si gioca molto rispetto ai progressi tecnico/scientifici ed alla transizione demografica; d. l’enfasi sulla necessità di un uso sistematico ed efficace dei dati e della sorveglianza come strumento di programmazione e valutazione. Il PNP 2010-2012, distingue, come macro-aree di intervento: 1. la medicina predittiva, che si rivolge agli individui sani, ricercando la fragilità o il difetto che conferisce loro una certa predisposizione a sviluppare una malattia 2. i programmi di prevenzione collettiva che mirano ad affrontare rischi diffusi nella popolazione generale, sia con l’introduzione di politiche favorevoli alla salute o interventi di tipo regolatorio, sia con programmi di promozione della salute o di sanità pubblica (come programmi di sorveglianza e controllo delle malattie infettive), sia con interventi rivolti agli ambienti di vita e di lavoro (come controlli nel settore alimentare, delle acque potabili, prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, ecc); 3. i programmi di prevenzione rivolti a gruppi di popolazione a rischio e finalizzati a impedire l’insorgenza di malattie (per esempio i programmi di vaccinazione in gruppi a rischio) o a diagnosticare precocemente altre malattie (per esempio gli screening oncologici), o ancora a introdurre nella pratica clinica la valutazione del rischio individuale e interventi successivi di counselling o di diagnosi precoce e trattamento clinico (per esempio la prevenzione cardiovascolare); 4. i programmi volti a prevenire complicanze e recidive di malattia e che promuovano il disegno e l’implementazione di percorsi che garantiscano la continuità della presa in carico, attraverso il miglioramento dell’integrazione all’interno dei servizi sanitari e tra questi e i servizi sociali, di fasce di popolazione particolarmente fragili, come anziani, malati cronici, portatori di polipatologie, disabili, ecc. La stesura del Piano regionale Prevenzione 2010/2012 ha tenuto presente : 1. la continuità delle attività del Pnp 2005-2007 in termini di completamento degli obiettivi non ancora raggiunti e di consolidamento ed estensione di quelli raggiunti; 2. lo sviluppo di attività in ciascuna delle macro-aree individuate nel PNP; 3. la messa a regime delle attività di sorveglianza. 128 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 12. PIANO NAZIONALE DELLA PREVENZIONE TITOLO DEL PROGETTO: 12.1 PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE DURATA: 12 MESI REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott. Giacomino Brancati-g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 10.928.076,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 10.928.076,00 Al fine di mettere a punto un Prp centrato sul cittadino, solido dal punto di vista metodologico ed efficace rispetto agli obiettivi fissati, la Regione Calabria, ha predisposto il Piano Regionale di Prevenzione per il successivo triennio, approvato dalla Giunta Regionale con DGR n. 851 del 29.12.2010 composto da : un quadro strategico sul profilo di salute della popolazione calabrese, che ha motivato la scelta delle linee di intervento generali adottate e consentito di collocare i programmi e i progetti all’interno della realtà regionale; Quadro d’insieme del PRP 2010/2012 che declina la parte operativa del Piano regionale di prevenzione contenente n. 66 programmi e progetti che la Regione ha attivato per il triennio in continuità con le attività del Prp 2005/2007 e successive proroghe. La Regione Calabria, per la predisposizione del PRP rispondente ai principi contenuti nel PNP, con specifico percorso ( decreto del DG n. 14602 del 22 ottobre 2010), ha formato n. 50 tecnici, esperti, dirigenti del servizio sanitario, provenienti dalle Aziende sanitarie provinciali e dal Dipartimento tutela della salute, costituendo una ‘comunità competente’ regionale, che dialoga con la comunità di pratica sulla piattaforma nazionale coordinata dal Cnesps dell’ISS. A supporto delle attività formative e per la redazione dei progetti con metodo PCM ( Project Cycle Management) è stato stampato e distribuito agli operatori sanitari il volume “La valutazione di Impatto sulla salute delle politiche di welfare a livello locale: metodi e strumenti operativi” , che contiene le indicazioni essenziali per sviluppare tutti gli stadi della valutazione delle azioni di promozione della salute: dal piano di prefattibilità al consolidamento, diffusione e sviluppo delle lezioni apprese. Al fine di coordinare le attività previste nel PNP e per la predisposizione del Piano regionale di Prevenzione con la collaborazione degli esperti regionali formati, con decreto del DG n. 14265 del 15 ottobre 2010, è stato istituito il coordinamento regionale del PRP 2010/2012. Il piano operativo del PRP 2010/2012 si sviluppa in n. 66 programmi e progetti delle linee d’intervento di ciascuna delle quattro macro-aree: 1. la medicina predittiva, che si rivolge agli individui sani, ricercando la fragilità o il difetto che conferisce loro una certa predisposizione a sviluppare una malattia; 2. la prevenzione universale che mira ad affrontare rischi diffusi nella popolazione generale, sia con l’introduzione di politiche favorevoli alla salute o interventi di tipo regolatorio, sia con programmi di promozione della salute (promozione di sani stili di vita) o di sanità pubblica (come programmi di sorveglianza e controllo delle malattie infettive), sia con interventi rivolti agli ambienti di vita e di lavoro (come controlli nel settore alimentare, delle acque potabili, prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, ecc.); 3. la prevenzione popolazione a rischio finalizzata a impedire l’insorgenza di malattie (per esempio i programmi di vaccinazione in gruppi a rischio) o a diagnosticare precocemente altre malattie (per esempio gli screening oncologici), o ancora a introdurre nella pratica clinica la valutazione del rischio individuale e interventi successivi di counselling o di diagnosi precoce e trattamento clinico (per esempio la prevenzione cardiovascolare, diabete, ipovisione , ipoacusia ecc.); 4. la prevenzione delle complicanze e recidive di malattia e che promuovano il disegno e l’implementazione di percorsi che garantiscano la continuità della presa in carico, attraverso il miglioramento dell’integrazione all’interno dei servizi sanitari e tra questi e i servizi sociali, di fasce di popolazione particolarmente fragili, come anziani, malati cronici, portatori di polipatologie, disabili, ecc.. 129 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 12. PIANO NAZIONALE DELLA PREVENZIONE TITOLO DEL PROGETTO: 12.1 PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE DURATA: 12 MESI REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott. Giacomino Brancati-g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 10.928.076,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 10.928.076,00 Per la realizzazione e monitoraggio/valutazione dei programmi e dei progetti contenuti nel piano operativo del PRP 2010/2012 con decreto n. 888 del 16.2.2011 sono stati istituiti specifici gruppi di lavoro, per le linee di intervento, con gli operatori del servizio sanitario regionale componenti della comunità competente regionale all’uopo formati con il compito di: coordinare le attività e la conduzione dei programmi/progetti ricadenti nelle linee di intervento a loro assegnate per consentire, al 31.12.2011 e al 31.12.2012, la certificazione da parte della Direzione operativa del CCM del Ministero della Salute. Per ogni linea di intervento sono stati istituiti gruppi di lavoro per singolo progetto/ programma con l’integrazione di competenze necessarie alla realizzazione degli stessi. Tale strategia operativa ha consentito l’avvio in tutte le Aziende sanitarie Provinciali dei programmi e dei progetti contenuti nel Piano operativo del PRP. Sono state avviate le procedure per la stipula di Accordi di collaborazione con l’INAIL e l’INPS per la sicurezza sui luoghi di lavoro. Il protocollo d’intesa sottoscritto con l’Ufficio Scolastico Regionale della Calabria ha avuto lo scopo di avviare formalmente un rapporto di collaborazione interistituzionale per favorire e sostenere lo svolgimento a livello scolastico di attività, iniziative nel campo della prevenzione e Promozione della salute, rendendo operativi, a livello locale, i programmi nazionali Guadagnare Salute e Benessere dello Studente e dei progetti contenuti nel PRP 2010/2012 rivolti alla popolazione scolastica. Per promuovere azioni efficaci di prevenzione e promozione della salute nelle scuole della Calabria, promuovere le life skills nei ragazzi, aumentare l’empowerment nella scuola, è stato predisposto dal gruppo regionale per la promozione della salute, composto da referenti dell’educazione sanitaria della scuola e della sanità, istituito con decreto n. 12783 del 2.9.2010, il progetto “Scuola e Sanità : da una Regione in movimento alla promozione della salute come proposta pedagogica stabile”, che raggruppa le attività di prevenzione e promozione della salute da svolgere nelle scuole calabresi di ogni ordine e grado per l’anno scolastico 2011/2012, finalizzate alla creazione della rete regionale di “scuole promotrici di salute”. Sono stati effettuati una serie di incontri tra i referenti regionali e provinciali della promozione della salute della scuola e della sanità, nei quali sono stati calendarizzati gli eventi formativi rivolti ai docenti delle scuole coinvolte a livello regionale e provinciale per ogni ordine di scuola. Sono stati attivati in tutte le Aziende Sanitarie Provinciali i sistemi di sorveglianza Okkio alla Salute sulla prevenzione dell’obesità infantile, indagine conoscitiva da ripetere ogni due anni, e HBSC (HealthBehaviour in School-agedChildren) indagine conoscitiva sui comportamenti e stili di vita degli adolescenti da ripetere ogni quattro anni, per i quali sono attivi i processi dimessa a regime degli stessi in tutte le ASP. Sono attivate le procedure per la messa a regime del sistema di sorveglianza PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), avviato nel 2007 con l’obiettivo di effettuare un monitoraggio a 360 gradi sullo stato di salute della popolazione adulta (18-69 anni) italiana, attraverso la rilevazione sistematica e continua delle abitudini, degli stili di vita e dello stato di attuazione dei programmi di intervento finalizzati a modificare i comportamenti a rischio della popolazione adulta. A seguito della fase sperimentale del progetto PASSI d’Argento, rilevazione dello stato di salute della popolazione anziana ultra 64enne, avviata a livello nazionale dall’Istituto superiore di sanità, alla quale la Calabria ha partecipato con l’ASP di Cosenza, sono state avviate le procedure per la 130 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 12. PIANO NAZIONALE DELLA PREVENZIONE TITOLO DEL PROGETTO: 12.1 PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE DURATA: 12 MESI REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott. Giacomino Brancati-g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 10.928.076,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 10.928.076,00 messa a regime nella Regione Calabria di un sistema di monitoraggio sullo stato di salute della popolazione anziana in particolare con disabilità e sulla qualità degli interventi assistenziali e socioassistenziali, con l’obiettivo di raggiungere nel 2012 la copertura dell’intero territorio regionale. Le azioni intraprese con singoli progetti approvati dal CCM nel corso del 2009 e 2010 sono state integrate nei progetti del PRP 2010/2012 e prioritari nel POA Obiettivo specifico 3.6.13.52 “Potenziare le attività di prevenzione e di promozione della salute”nel quale sono stati individuati n. 5 programmi/progetti di maggiore impatto finalizzati a potenziare le attività di prevenzione e di promozione della salute ricadenti nella macroareaPrevenzione Universale e nella Macroarea Prevenzione delle complicanze e delle recidive di malattia del PRP 2010/2012: 1. linea di intervento: Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito stradale – Progetto scegliere la strada della sicurezza : i moltiplicatori delle azioni preventive (DGR 20 settembre 2010 n. 616) Obiettivo di salute del progetto: Implementare interventi di tipo preventivo-educativo, comunicativo-formativo sui rischi connessi alla guida sotto l'effetto di alcol e sostanze o al mancato utilizzo dei dispositivi di protezione individuali nelle realtà locali. 2. Linea di intervento: Prevenzione delle malattie infettive per le quali non vi è disponibilità di vaccinazioni - Progetto La Peer Education. Prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili, obiettivo di salute del progetto: Promuovere la partecipazione attiva dei giovani formati (peer educator) nelle azioni di prevenzione sui temi dell’educazione sessuale e delle malattie sessualmente trasmissibili nei loro contesti di riferimento (scuola, famiglia, gruppo di amici, comunità locale). 3. Linea di intervento: Prevenzione e sorveglianza di abitudini, comportamenti, stili di vita non salutari e patologie correlate (alimentazione scorretta, sedentarietà, abuso di alcol, tabagismo, abuso di sostanze): a. Progetto Gestione e valorizzazione integrata delle informazioni derivanti dai sistemi di sorveglianza correnti per gli stili di vita: 1) Okkio alla salute, 2) HBSC, 3) PASSI Obiettivo: Produrre e rendere disponibili in maniera integrata e sistematizzata le informazioni, sulla popolazione infantile , adolescenti e adulti, per la costruzione dei profili di salute, la definizione di priorità e la valutazione di impatto. b. Programma “scuole promotrici di salute” – collaborazione interistituzionale scuola e sanità – “ Guadagnare salute negli adolescenti” , obiettivo : attività di prevenzione e promozione della salute da svolgere nelle scuole calabresi di ogni ordine e grado. 4. Linea di intervento Prevenzione e sorveglianza della disabilità e della non autosufficienza : Progetto Messa a regime nella Regione Calabria di un sistema di monitoraggio sullo stato di salute della popolazione anziana in particolare con disabilità e sulla qualità degli interventi assistenziali e socio-assistenziali _ PASSI D’ARGENTO Obiettivo: Produrre e rendere disponibili in maniera integrata le informazioni, sulla popolazione ultra 64enne per 131 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: 12. PIANO NAZIONALE DELLA PREVENZIONE TITOLO DEL PROGETTO: 12.1 PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE DURATA: 12 MESI REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott. Giacomino Brancati-g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 10.928.076,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 10.928.076,00 5. la costruzione dei profili di salute, la definizione di priorità e la valutazione di impatto. Le attività sono state attivate e realizzate in ogni singola azienda. La Regione Calabria avendo ottemperato ai criteri della valutazione, ha ottenuto la certificazione per gli anni 2010, 2011 e 2012, risultando adempiente nei LEA. PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA 2012 2013 Totale ASP RC 2.812.637,55 2.812.637,55 ASP VV 833.407,37 833.407,37 ASP CZ 1.837.110,36 1.837.110,36 ASP CS 3.645.130,92 3.645.130,92 ASP KR 871.713,80 871.713,80 A.O. RC A.O. CZ A.O. CS A.O.U. Mater Domini Dipartimento tutela 928.076,00 928.076,00 della salute 10.928.076,00 10.928.076,00 Totale Criterio di distribuzione: la per l’anno 2012 è ripartita a quota capitaria sulla popolazione residente al 1.1.2012 – Per l’anno 2013 con decreto n. 3781 del 2.4.2014 impegno in G.S.A. per successivo riparto secondo i vincoli stabiliti dell’Accordo Stato-Regioni del 20 febbraio 2014 rep. Atti n. 13/CSR nonché per quanto stabilito nel P.O. 2013-2015– 132 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 1. MISURE DIRETTE AL CONTRASTO DELLE DISEGUAGLIANZE IN SANITA’ TITOLO DEL PROGETTO: 1.1 MEDICINA D’INIZIATIVA PER UNA SANITA’ PIU’ EQUA REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott. Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.860.016,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 1.860.016,00 PREMESSA L’equità di accesso ai servizi sanitari è l’obiettivo centrale del sistema sanitario nazionale, diritto alla salute sancito dalla stessa Costituzione Italiana (art. 3 paragrafo 2 e art. 32) che nel 2001 ha visto l’integrazione di un nuovo articolo che stabilisce come una delle competenze esclusive dello Stato, sia la determinazione dei livelli essenziali dei servizi relativi ai diritti civili e sociali che devono essere garantiti nel complesso del territorio nazionale. L’obiettivo prevalente risulta essere quello di garantire l’equità nell’accesso ai livelli essenziali di assistenza secondo i bisogni di cura della popolazione, contrastando le determinanti di diseguaglianza . Gli osservatori di politiche sanitarie regionali e nazionali, rilevano quanto le disuguaglianze sociali abbiano un forte impatto sulla salute degli individui e quanto, fattori quali lo stile di vita, le politiche economiche e sociali, e il ruolo dell’investimento nella salute e nell’assistenza sanitaria determinino significative differenze nello stato di salute della popolazione (OMS, 2005). Va inoltre evidenziato quanto rilevato dagli studi nella maggioranza dei paesi, sia in via di sviluppo che industrializzati, relativamente al fatto che gli individui che godono di buone condizioni socioeconomiche tendono ad avere non solo una più lunga speranza di vita ma anche di qualità migliore. Emerge dai rapporti sui determinanti delle diseguaglianze, come “il rapporto fra salute e condizione socio-economica risulta bivalente: lo stato di salute influenza la posizione socioeconomica (selezione), o il contesto sociale conduce alla malattia (causa). Sicuramente gli individui nei gruppi socio-economici inferiori hanno una maggiore probabilità di sviluppare problemi di salute rispetto alle loro controparti, così da suggerire che sebbene entrambe le direzioni siano possibili, l’effetto “causa” anziché “selezione” appare la spiegazione principale per le disuguaglianze socioeconomiche nella salute” (Rapporto:l’equità nell’accesso alle cure sanitarie 2007, cap 1 ”I determinanti delle diseguaglianze” - C. Masseria 2007). La Regione Calabria intende, per l’offerta di salute alle categorie fragili, trarre valido supporto dalla realizzazione del progetto CCM “Linee d’intervento transculturali nella Medicina di Base e nel Materno Infantile”, (soggetto capofila ASP di Catanzaro con le ASP e AO di Cagliari, Olbia, Palermo, Benevento, Catanzaro e l’ INMP (Ist. Naz. Migranti e Povertà) di Roma), che ha potuto validare un percorso volto a garantire salute ai migranti in quanto categorie fragili. La Regione Calabria presenta forti criticità per quanto riguarda la qualità della vita. Utilizzando i dati del Rapporto sulla qualità della vita delle province pubblicato da il Sole 24 ore (2008). Il rapporto presenta la graduatoria delle 103 province italiane e delle regioni stilata sulla 133 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 1. MISURE DIRETTE AL CONTRASTO DELLE DISEGUAGLIANZE IN SANITA’ TITOLO DEL PROGETTO: 1.1 MEDICINA D’INIZIATIVA PER UNA SANITA’ PIU’ EQUA REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott. Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.860.016,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 1.860.016,00 base di un indice sintetico costruito attraverso una serie di dati statistici elaborati in 36 parametri relativi a 6 macro-aree tematiche: Tenore di vita, Affari e lavoro, Servizi e Ambiente, Ordine pubblico, Popolazione e Tempo libero. Le province calabresi si collocano tutte nella parte bassa della graduatoria: Crotone al 74° posto (con 3 posti in più rispetto al 2007), Vibo Valentia all’87° (+8 posti), Cosenza all’85° (+ 5 posti), Catanzaro all’86° (+13) e Reggio Calabria al 92° (+ 5 posti). Nella classifica per Regioni, la Calabria si colloca al 17°. Questi indicatori evidenziano una situazione ancora largamente carente rispetto alla media nazionale. A ciò si aggiunge la mobilità determinate dalle spinte migratorie che interessano in particolar modo la Calabria. La regione presenta dunque ancora condizioni di forti criticità anche in termini di servizi essenziali per la qualità della vita. CONTESTO Il Servizio Sanitario Nazionale fin dalla sua attivazione nel 1978, è stato basato sul principio dell’universalità e su tre cardini fondamentali: l’equità,l’uguaglianza, la solidarietà. La legge istitutiva del SSN esplicita infatti gli obiettivi di superamento delle disuguaglianze nelle condizioni socio-sanitarie del Paese attraverso: “la promozione, il mantenimento ed il recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione senza distinzione di condizioni individuali o sociali e secondo modalità che assicurino l’eguaglianza dei cittadini nei confronti del servizio” (L.833 del 1978, art.1, comma 3). Nella stessa legge, una particolare attenzione è stata posta alle disuguaglianze territoriali (L. 833/1978, art. 2, comma 2, punto a), poi ripresa anche nei decreti di riforma della L. 833/1978, in particolare il D.Lgs. 502/1992, il D.Lgs. 229/1999 e la Legge n. 328 del 2000. Assicurando l’erogazione di livelli essenziali di assistenza in condizioni di uniformità sul territorio nazionale, si manifesta infatti l’opportunità di garantire che tutti i cittadini possano accedere a servizi sanitari e sociali appropriati ed efficaci, nel rispetto, quindi, di un principio di equità. Il Piano Sanitario Nazionale 1998-2000 ed i successivi hanno posto le basi per innestare interventi atti a ridurre le disuguaglianze nella salute, evidenziando la necessità di valutare l’impatto degli atti di programmazione sanitaria sull’equità. Così il PSR ed il P.R.P. afferenti alla Regione Calabria hanno determinato azioni coerenti, volte a ridurre le barriere e le criticità che determinano disparità di offerta di salute. Ancor oggi il tema dell’equità di accesso, del contrasto delle diseguaglianze e del superamento del divario strutturale e qualitativo dell’offerta sanitaria tra le diverse realtà regionali rappresenta anche per la Regione Calabria un asse prioritario nella programmazione sanitaria. Tale obiettivo in una 134 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 1. MISURE DIRETTE AL CONTRASTO DELLE DISEGUAGLIANZE IN SANITA’ TITOLO DEL PROGETTO: 1.1 MEDICINA D’INIZIATIVA PER UNA SANITA’ PIU’ EQUA REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott. Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.860.016,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 1.860.016,00 politica sanitaria volta a potenziare il territorio permette di pensare ad azioni che coinvolgano in primis i servizi di prima assistenza e che possano lavorare con tutti gli attori della “rete” OBIETTIVI Le finalità generali del progetto sono: Promozione di azioni di medicina d’iniziativa, volte a contrastare la diseguaglianza favorire l’equità di accesso e tutela delle categorie fragili (migranti, rom, età evolutiva, anziani, ecc.); Implementazione percorsi comuni fra Medicina di Base, Continuità Assistenziale e Distretti Socio Sanitari atti ad individuare e raggiungere le categorie fragili; Pianificazione d’interventi di tipo preventivo e programmazione integrata con la “rete” territoriale; nello specifico: rilevare i bisogni, supportare, accompagnare le categorie “fragili” e predisposizione di percorsi innovativi volti a contribuire alla “ridistribuzione del bene salute” . attivare équipes itineranti da realizzare in cooperazione con i Consultori Familiari che per vocazione lavorano con una metodologia basata sull’offerta attiva così da raggiungere in tempi più brevi le categorie fragili e maggiormente a rischio. implementazione di azioni di tutela e prevenzione dello stato di salute degli anziani, relativamente agli organi di senso della vista e dell’udito che permettono di migliorare la qualità della vita di categorie fragili e di mantenere un migliore contatto con la realtà; monitorare i bisogni ed i livelli di accessibilità delle prestazioni sociosanitarie e sanitarie . Formazione e tutoraggio degli operatori ASP, dei Medici di medicina di Base, delle Aziende Ospedaliere e Universitarie e coinvolgimento degli attori della “Rete territoriale”tenendo conto anche dell’approccio interculturale; Informazione: promuovendo una diffusa e capillare informazione per la popolazione. Coinvolgimento dei Consultori Familiari quali servizi di primo livello che di per sé si occupano tra l’altro di categorie fragili (donne, famiglie, bambini, migranti e rom ecc. ); Interventi di educazione socio-sanitaria, alle fasce più deboli della popolazione, anche fuori dai normali presidi sanitari. METODOLOGIA Per il raggiungimento degli obiettivi sopraindicati, il progetto vedrà il coinvolgimento di tutte le ASP. Il progetto, sarà coordinato a livello Regionale da un Comitato di Coordinamento, costituito 135 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 1. MISURE DIRETTE AL CONTRASTO DELLE DISEGUAGLIANZE IN SANITA’ TITOLO DEL PROGETTO: 1.1 MEDICINA D’INIZIATIVA PER UNA SANITA’ PIU’ EQUA REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott. Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.860.016,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 1.860.016,00 monitorare e valutare le fasi attuative del progetto, di elaborare le relative linee guida e i protocolli operativi. Il progetto prevede una prima fase organizzativa attraverso un piano di formazione con i seguenti obiettivi: Formazione degli operatori deputati al raggiungimento dell’utenza afferente alle categorie fragili, con l’obiettivo di diffondere una cultura volta alla conoscenza del fenomeno delle migrazioni, dei nomadi, della povertà, e delle altre categorie sociali deboli. Ciò al fine di garantire l’attuazione in modo congruente delle azioni previste nel progetto. Formazione degli operatori sanitari e socio-sanitari, così da ridurre pregiudizi e stereotipi legati alle diversità culturali ed alle categorie fragili. Conclusa la fase della formazione si procederà alla comunicazione esterna del progetto, coinvolgendo M.M.G., P.L.S., M.C.A., farmacie, privato sociale, associazioni di volontariato, ecc. ed alla diffusione e realizzazione di materiale informativo e di strumenti utili a permettere agli operatori di perseguire gli obiettivi di progetto. Implementazione dell’attività di rete dei servizi di base in cooperazione con la “rete” istituzionale e del privato sociale del territorio; Attivazione di metodologie operative dinamiche e multidisciplinari attraverso l’offerta attiva della medicina d’iniziativa; Promozione delle attività di sensibilizzazione ed educazione sanitaria nelle scuole e nei punti di aggregazione dei soggetti fragili quali (nomadi, migranti, aree di povertà, anziani ecc ); Cooperazione con organismi afferenti alla rete territoriale, includendo le associazioni onlus e del privato sociale al fine di consentire la massima diffusione delle attività previste dal progetto; Attività di monitoraggio e diffusione delle buone pratiche. MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DELLE ATTIVITA’ Sarà previsto un attento sistema di monitoraggio e valutazione delle attività con l’obiettivo di diffondere le buone pratiche su tutto il territorio Regionale attraverso una pubblicazione finale degli obiettivi raggiunti sottolineandone la fattibilità e la riproponibilità. Per tale azioni saranno previsti monitoraggi semestrali con report delle attività annuali quali/quantitativa soggetti a valutazione da parte del gruppo di monitoraggio che redigerà i report da sottoporre alle autorità Regionali e Ministeriali e provvederà a stilare un documento relativo alle best-practice. TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA) Le azioni attuative del progetto saranno sviluppate in coerenza con le linee programmatiche sopra indicate e secondo il crono programma di seguito riportato: 1. Costituzione del comitato di coordinamento regionale. 136 OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 1. MISURE DIRETTE AL CONTRASTO DELLE DISEGUAGLIANZE IN SANITA’ TITOLO DEL PROGETTO: 1.1 MEDICINA D’INIZIATIVA PER UNA SANITA’ PIU’ EQUA REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott. Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.860.016,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 1.860.016,00 Regione Calabria 2. Analisi del contesto. 3. Individuazione dell’utenza fragile attraverso i MMG, i consultori, gli enti locali ecc…, raggiungimento degli stessi per rilevazione dei bisogni. 4. Formazione e tutoraggio. 5. Produzione materiale informativo e strumenti operativi. 6. Monitoraggio e valutazione. 7. Diffusione buone pratiche produzione e report finale. Mesi/ Azioni 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 1 2 3 4 5 6 7 INDICATORI Gli indicatori di processo del progetto prevedono: n. di accessi e n. di prestazioni erogate Medicina d’iniziativa: n. di percorsi attivati a favore delle fasce deboli e n. di utenza raggiunta Interventi di educazione sanitaria sensibilizzazione: n. degli incontri e delle attività di sensibilizzazione prodotte Attività di Integrazione: n. di azioni sinergiche attivate con i Consultori familiari, n. di azioni prodotte in cooperazione con la “rete” operativa sul territorio, n. protocolli d’intesa, accordi di collaborazione ecc.. Formazione e Tutoraggio; n. di incontri formativi realizzati e di tutoraggio eseguiti Monitoraggio Valutazione e diffusione buone pratiche: realizzazione di 4 monitoraggi e report finale. RISULTATI ATTESI Medicina d’iniziativa: raggiungimento almeno del 50% dell’utenza individuata attraverso i MMG Interventi di educazione sanitaria sensibilizzazione: aumento del 30% dell’attività 137 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 1. MISURE DIRETTE AL CONTRASTO DELLE DISEGUAGLIANZE IN SANITA’ TITOLO DEL PROGETTO: 1.1 MEDICINA D’INIZIATIVA PER UNA SANITA’ PIU’ EQUA REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott. Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.860.016,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 1.860.016,00 Attività di Integrazione: maggiore coinvolgimento dei servizi di primo livello fra essi i Consultori, implementazione delle azioni sinergiche attivate, protocolli d’intesa, accordi di collaborazione ecc.. Formazione e Tutoraggio; realizzazione di percorsi formativi e di tutoraggio Monitoraggio Valutazione e diffusione buone pratiche: realizzazione di monitoraggio e valutazione finale attraverso report. SCHEDA FINANZIARIA VOCI IMPORTI Varie € 558.004,80 BENI E SERVIZI € 837.007,20 € MATERIALE DI CONSUMO € FORMAZIONE € DIVULGAZIONE (convegni, workshop, pubblicazioni, materiali informativi) TOTALE 93.000,80 279.002,40 93.000,80 Euro 1.860.016,00 PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA ASP RC ASP VV ASP CZ ASP CS ASP KR A.O. RC A.O. CZ A.O. CS A.O.U. Mater Domini Dipartimento tutela della salute e politiche sanitarie Totale 2012 366.209,91 108.510,97 239.194,71 474.601,88 113.498,53 2013 Totale 558.000,00 1.860.016,00 Criterio di distribuzione: La quota per il 2012 è stata accantonata in GSA, il 30% viene accentrato per la gestione ed il coordinamento delle attività del progetto svolte dal Settore 138 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 1. MISURE DIRETTE AL CONTRASTO DELLE DISEGUAGLIANZE IN SANITA’ TITOLO DEL PROGETTO: 1.1 MEDICINA D’INIZIATIVA PER UNA SANITA’ PIU’ EQUA REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott. Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.860.016,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 1.860.016,00 competente del Dipartimento Tutela della salute della Regione Calabria, il 70 % viene ripartito alle ASP, a quota capitaria su popolazione residente all’1.1.2012, per l’implementazione in ogni Distretto Socio-Sanitario di servizi innovativi “Ambulatori dedicati aventi anche funzione di Centri di Orientamento ed Informazione” (ACOI) . Il progetto ha durata 12 mesi. 139 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 2. MISURE DIRETTE ALLA PROMOZIONE DELL’APPROCCIO DI GENERE IN SANITA’ TITOLO DEL PROGETTO: 2.1 IL RISPETTO DELL’IDENTITA’ DI GENERE: DALLA PROMOZIONE DELLA SALUTE ALLA PRESA IN CARICO DELLE DONNE VITTIME DI VIOLENZA DURATA: 2012-2013 (24 MESI) REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott. Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 372.003,00 DI CUI QUOTA FSN DEL 2012 € 372.003,00 PREMESSA L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che in medicina il concetto di equità si associa alla capacità di curare l’individuo, in quanto essere specifico e appartenente a un determinato genere. Sebbene le donne abbiano una vita media di 5,5 anni più elevata degli uomini (84,2 anni rispetto a 78,7), hanno in media 6,4 anni di più da vivere con disabilità (Relazione Stato Sanitario del Paese 2009-2010) inoltre lo studio Passi d’Argento 2010 “La qualità della vita vista dalle persone con più di 64 anni”condotto nell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, ha evidenziato che il 30% del campione presenta segni di fragilità, di cui il 60% è rappresentato dalle donne, il 16% si dichiara a rischio di malattia, di cui il 54% sono donne, infine il 51% delle persone con segni di fragilità ha percepito il proprio stato di salute negativamente, di cui il 62% del campione è rappresentato da donne. L’approccio di genere significa quindi assumere il genere come costruzione sociale, che varia negli anni da società a società e deve essere considerato un determinante della salute; significa inoltre ribadire che la promozione della salute delle donne è considerata priorità strategica delle politiche di sanità pubblica; che il diritto alla salute delle donne promuove lo sviluppo, la democrazia, la coesione sociale di un paese. Promuovere la salute delle donne serve come indicatore della qualità, efficacia ed equità del SSN, ma anche del benessere della società nel suo complesso. Quindi servono scelte politiche, risorse, servizi, professionalità, ma anche promuovere la cultura che favorisce mutamenti profondi nelle relazioni sociali, umane e familiari. Adottare in campo sanitario una prospettiva di genere vuol dire ridisegnare la ricerca, la sperimentazione, i trattamenti, ma anche includere espliciti obiettivi di genere attraverso programmi di prevenzione e formazione. L’approccio di genere rimane una criticità, in quanto il mondo sanitario non si presenta ancora oggi con le conoscenze e con gli strumenti adatti ad affrontare questo aspetto. Riconoscere le differenze biologiche ed anche quelle relative alla dimensione sociale e culturale del genere è essenziale per delineare programmi ed azioni. OBIETTIVO GENERALE: Promuovere processi di partecipazione orientati sia all’introduzione della prospettiva di genere nell’assistenza sanitaria sia alla prevenzione e presa in carico delle donne vittime di violenza. OBIETTIVO SPECIFICO 1) Incoraggiare, attraverso un corso di formazione sulla Salute di Genere, processi di partecipazione orientati all’ introduzione della prospettiva di genere nell’assistenza sanitaria, compreso il coinvolgimento attivo di tutti i gruppi professionali, costruendo alleanze con altri professionisti, con la cittadinanza e le istituzioni locali. Il Corso si propone di implementare le conoscenze dei partecipanti, migliorando il background 140 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 2. MISURE DIRETTE ALLA PROMOZIONE DELL’APPROCCIO DI GENERE IN SANITA’ TITOLO DEL PROGETTO: 2.1 IL RISPETTO DELL’IDENTITA’ DI GENERE: DALLA PROMOZIONE DELLA SALUTE ALLA PRESA IN CARICO DELLE DONNE VITTIME DI VIOLENZA DURATA: 2012-2013 (24 MESI) REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott. Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 372.003,00 DI CUI QUOTA FSN DEL 2012 € 372.003,00 culturale, l'aggiornamento professionale in medicina di genere in tutta la sua complessità, proponendo ipotesi d’intervento che tengano conto dei seguenti indirizzi: Equità di accesso ai servizi sanitari nel rispetto dell’uguaglianza tra gli uomini e le donne. Diversità legata ai ritmi biologici delle donne: gravidanza, menopausa e patologie correlate es. osteopenia/osteoporosi. Sviluppare alleanze con centri di ricerca, società scientifiche, ospedali, università; Raggiungere un livello sempre maggiore di medicina personalizzata; Educare il pubblico sulle differenze di genere in ambito dei bisogni sanitari. Appropriatezza di cura Elaborazione di strumenti di valutazione delle politiche sanitarie regionali, che tengano conto dell’approccio di genere. 2) Prevenzione, presa in carico delle donne vittime di violenza e valorizzazione di pratiche e azioni condivise nel tempo in Calabria mediante le seguenti azioni: conoscenza del fenomeno perché a tutt’oggi sommerso, costruzione della rete tra tutti gli attori coinvolti (operatori socio-sanitari, forze dell’ordine, forze politiche, scuola, associazioni di volontariato ecc.), favorire l’ "educazione tra pari”, si tratta di attività educative che mirano a potenziare nei pari le conoscenze, gli atteggiamenti, le competenze che consentono di compiere delle scelte responsabili e maggiormente consapevoli riguardo la loro salute. promuovere e divulgare una cultura della non violenza che possa avere ricadute nei diversi contesti relazionali (famiglia, lavoro, scuola, spazi di aggregazione), favorire l'ascolto ed il riconoscimento del disagio e della violenza di genere in tutte le sue forme, creare spazi di ascolto e di confronto che possano facilitare l'espressione di eventuali disagi, creare eventuali percorsi di accompagnamento verso i servizi e le realtà associative che si occupano di situazioni di violenza , formazione e tutoraggio degli operatori sanitari in particolare (operatori del pronto soccorso, operatori dei consultori familiari, MMG, PLS, MCA). METODOLOGIA Per il raggiungimento dell’obiettivo specifico 1, sarà organizzato un corso di formazione E.C.M., teorico-pratico a carattere Regionale, che coinvolgendo gli operatori socio-sanitari dovrà elaborare proposte operative che, tra l’altro, definiscano percorsi organizzativi che garantiscano equità di accesso alle cure. Per il raggiungimento dell’obiettivo specifico 2, sarà coinvolto il “Centro per l’ascolto e lo smistamento in rete di chi subisce abuso e violenza sessuale”dell’ASP di Reggio Calabria, che ha maturato un’esperienza decennale nell’ambito della violenza subita dalle donne. Nello specifico oltre ad aver espletato attività di prevenzione e presa in carico delle donne vittime di violenza, il personale del “Centro” ha sviluppato anche programmi di formazione rivolti agli operatori socio141 OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 2. MISURE DIRETTE ALLA PROMOZIONE DELL’APPROCCIO DI GENERE IN SANITA’ TITOLO DEL PROGETTO: 2.1 IL RISPETTO DELL’IDENTITA’ DI GENERE: DALLA PROMOZIONE DELLA SALUTE ALLA PRESA IN CARICO DELLE DONNE VITTIME DI VIOLENZA DURATA: 2012-2013 (24 MESI) REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott. Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 372.003,00 DI CUI QUOTA FSN DEL 2012 € 372.003,00 Regione Calabria sanitari ed a tutti gli attori della rete, elaborando materiale informativo e divulgativo. Pertanto nella prima fase il modello sperimentato dall’ASP di Reggio Calabria sarà diffuso in tutto il territorio della provincia di Reggio Calabria. Nella seconda fase il modello implementato in tutta la provincia di Reggio Calabria sarà attuato presso l’ASP di Cosenza. Conclusa la fase della formazione per entrambi gli obiettivi si procederà alla comunicazione esterna del progetto, coinvolgendo tutti gli attori della rete già indicati. Diffusione e realizzazione di materiale informativo riguardante sia la medicina di genere sia la violenza. Successivamente si procederà nel seguente modo: Implementazione del modello in tutto il territorio della provincia di Reggio Calabria. Cooperazione con organismi afferenti alla rete territoriale, includendo le associazioni onlus e del privato sociale al fine di consentire la massima diffusione delle attività previste dal progetto. MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DELLE ATTIVITA’ Sarà compito della Regione monitorare e valutare le attività del progetto con l’obiettivo, conclusa la fase di implementazione nella provincia di Reggio Calabria, di diffondere le buone pratiche nella provincia di Cosenza. Per tale azioni saranno previsti monitoraggi semestrali con report delle attività con relazione finale. TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA) Le azioni del progetto saranno sviluppate in coerenza con le linee programmatiche sopra indicate e secondo il crono programma di seguito riportato: 1. analisi del contesto 2. elaborazione dati e studi 3. Formazione per l’obiettivo specifico 1 4. Formazione per l’obiettivo specifico 2 5. Sperimentazione delle attività nella provincia di Cosenza 6. Relazione finale Mesi/ Azioni 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 1 2 3 4 5 6 142 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 2. MISURE DIRETTE ALLA PROMOZIONE DELL’APPROCCIO DI GENERE IN SANITA’ TITOLO DEL PROGETTO: 2.1 IL RISPETTO DELL’IDENTITA’ DI GENERE: DALLA PROMOZIONE DELLA SALUTE ALLA PRESA IN CARICO DELLE DONNE VITTIME DI VIOLENZA DURATA: 2012-2013 (24 MESI) REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott. Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 372.003,00 DI CUI QUOTA FSN DEL 2012 € 372.003,00 INDICATORI Gli indicatori di processo del progetto prevedono: Corso di Formazione E.C.M a carattere Regionale sulla Medicina di Genere/ coinvolgimento delle figure professionali indicate rappresentative di tutte le 5 ASP della regione. Formazione degli operatori socio-sanitari per la realizzazione dell’obiettivo specifico 1/ coinvolgimento di tutti gli attori della rete. Coinvolgimento di almeno 4 istituti scolastici nel territorio di riferimento per le attività di prevenzione sulla violenza alla donne . Coinvolgimento di almeno 2 organismi territoriali nel territorio di riferimento. Monitoraggio delle attività da parte della Regione, attraverso il numero di riunioni effettuate, i lavori prodotti e la valutazione della relazione finale; RISULTATI ATTESI Realizzazione del corso Regionale E.C.M. ed elaborazione di una proposta operativa riguardante la definizione di percorsi organizzativi che garantiscano equità di accesso alle cure. N° di Accordi/protocolli/ delibere prodotte con gli enti non sanitari Coinvolgimento di almeno 4 istituti scolastici nel territorio di riferimento. Report attività della prima annualità. VOCI IMPORTI € 120.003,00 € 75.000,00 Varie Beni e servizi Materiali di consumo € 20.000,00 Formazione €140.000,00 Divulgazione (convegni, workshop, pubblicazioni, materiali informativi) € 17.000,00 TOTALE 143 € 372.003,00 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 2. MISURE DIRETTE ALLA PROMOZIONE DELL’APPROCCIO DI GENERE IN SANITA’ TITOLO DEL PROGETTO: 2.1 IL RISPETTO DELL’IDENTITA’ DI GENERE: DALLA PROMOZIONE DELLA SALUTE ALLA PRESA IN CARICO DELLE DONNE VITTIME DI VIOLENZA DURATA: 2012-2013 (24 MESI) REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott. Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 372.003,00 DI CUI QUOTA FSN DEL 2012 € 372.003,00 PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA 2012 2013 Totale ASP RC 84.703,74 ASP VV 24.727,69 ASP CZ 55.364,60 ASP CS 109.147,16 ASP KR 26.056,81 Dipartimento tutela della salute 72.003,00 372.003,00 Totale Criterio di distribuzione: La quota per il 2012 è stata accantonata in GSA, il 20% circa viene accentrato per la gestione ed il coordinamento delle attività del progetto svolte dal Settore competente del Dipartimento Tutela della salute della Regione Calabria, il restante 80% viene ripartito alle ASP, a quota capitaria su popolazione femminile residente all’1.1.2012. Il progetto ha durata 24 mesi e si realizzerà con le risorse assegnate nel 2012. 144 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 2. MISURE DIRETTE ALLA PROMOZIONE DELL’APPROCCIO DI GENERE IN SANITA’ TITOLO DEL PROGETTO: 2.2 PROGETTO SPERIMENTALE ATTIVITA’ MULTIDISCIPLINARE PER LA PREVENZIONE E LA CURA DELLE PATOLOGIE ANDROLOGICHE – II ANNUALITA’ DURATA: 2011-2012 (24 MESI) REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott. Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 600.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2011 € 300.000,00 E DI CUI QUOTA DEL FSN 2012 € 300.000,00 CONTESTO Da dati SIAMS ( Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità) quasi 3 milioni di uomini (riferito a tutte le fasce di età) soffre di una patologia Andrologica. Le competenze dell’Andrologia sono in ordine di casistica : 1. Deficit erettile ( 12,8% età >20 anni). 2. Andrologia pediatrica ( pre-pub. 5% , peri-pub. Dal 20 al 50%). 3. Andropausa (7% 40-60 anni, 20% 60-80 a., 35% >80 a.) . 4. Disorgasmia ( 27% 18-40 a.). 5. Infezioni sessuali ( 15% 15 – 29 a.). 6. Infertilità maschile ( 150.000 casi annui). 7. Transessualismo ( 1/11.900). 8. Incurvamenti penieni (0,337 maschi adulti). La legge 23 agosto 2004, n. 226 sospendeva anticipatamente il servizio obbligatorio di leva, la cui visita medica costituiva l’unico presidio istituzionalizzato di prevenzione in campo andrologico giovanile. Sottoponendosi quindi ad una visita, soprattutto alle età di 6-14-18 anni, si potrebbe prevenire ed intervenire in tempo su patologie quali il varicocele il criptorchidismo, l’ipogonadismo e molte altre, come per esempio le malattie sessualmente trasmesse, che vengono riscontrate troppo tardi, quando hanno già prodotto dei danni, talvolta irreversibili. Da studi ufficiali ad esempio, circa il 50% dei giovani delle scuole superiori avrebbero l’esigenza di consultare un andrologo. Il varicocele (patologia che può portare frequentemente a infertilità), incide per il 30% su maschi diciottenni. Dall’ultima Campagna nazionale ANDROLIFE 2011 indetta dalla SIAMS sui giovani tra 18 e 30 sono emersi dati allarmanti: aumenti dell’abuso di alcool, scarso uso del Condom con conseguente delle Malattie Sessualmente Trasmesse e delle Gravidanze indesiderate. Infatti, le patologie andrologiche più frequenti nel maschio, cioè quelle in grado di compromettere la attività sessuale e la capacità riproduttiva, hanno quasi sempre un carattere progressivo nel tempo. Ecco quindi l’importanza di evidenziarle precocemente. Noi ci poniamo di raggiungere la percentuale più alta possibile della popolazione maschile di Reggio Calabria nella fascia di età compresa tra i 6 e i 35 anni, che dagli ultimi dati sui residenti ammonta a 257.633 soggetti, di cui dalle statistiche SIAMS circa il 10% soffre di un’affezione andrologica. E’ nostra intenzione attivare la Prevenzione in tutte le 3 fasi di Caplan: I fase: Modificare i contesti e/o ad aumentare le competenze dei soggetti nel fronteggiarli. agire in assenza di sintomi, centrando sulle cause; ridurre la probabilità che insorgano disturbi (INCIDENZA). 145 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 2. MISURE DIRETTE ALLA PROMOZIONE DELL’APPROCCIO DI GENERE IN SANITA’ TITOLO DEL PROGETTO: 2.2 PROGETTO SPERIMENTALE ATTIVITA’ MULTIDISCIPLINARE PER LA PREVENZIONE E LA CURA DELLE PATOLOGIE ANDROLOGICHE – II ANNUALITA’ DURATA: 2011-2012 (24 MESI) REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott. Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 600.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2011 € 300.000,00 E DI CUI QUOTA DEL FSN 2012 € 300.000,00 II fase: • Intervenire dopo l'emersione dei primi sintomi e lavorare soprattutto su questi. • Ridurre la durata e la diffusione dei disturbi (PREVALENZA). III fase: • Intervenire dopo la diffusione e reiterazione di un fenomeno, e punta alla riduzione del suo incremento o dell'aggravamento. • Ridurre le conseguenze e l'impatto di un particolare disturbo (cronicizzazione, handicap) Si concentra sulla "prevenzione delle recidive". DESCRIZIONE Le attività sperimentali e gli screening sono realizzati nell’Azienda sanitaria Provinciale di Reggio Calabria. Sono coinvolti il Centro Andros e l’Ambulatorio Multidisciplinare di Andrologia di Reggio Calabria, il Poliambulatorio di Taurianova e il Poliambulatorio di Gioiosa Ionica. Dall’inizio delle attività, sono stati realizzati gli obiettivi della prima fase secondo il cronoprogramma del piano operativo. Sono state attivate campagne di informazione rivolte alla popolazione con articoli sulla stampa locale e convegni sul tema. Sono stati avviati percorsi di prevenzione nelle scuole secondarie con attività di Educazione sessuale e sensibilizzazione agli insegnanti e agli alunni degli istituti superiori statali della piana di Gioia Tauro ed attività di informazione e prevenzione presso Reggina Calcio, Coni, e in diverse scuole secondarie del territorio provinciale. E’ stato creato un sito web www.andrologia.calabria.it, in cui è possibile contattare l’equipe e accedere ad articoli scientifici ed è stato creato un profilo facebook: fecondazione assistita andrologia. Sono state inviate 500 lettere ai MMG, PLS e consultori familiari. Si è verificato un incremento delle visite andrologiche (n. 400 visite, negli ambulatori di Reggio C. Scilla e Taurianova) con attività di sostegno psicologico ed educazione sessuale (n. 200 colloqui psicologico/clinici ). Si è verificato un incremento degli esami con l’esperto Biologo( 60 accessi). Le attività sono supportate da cartella informatizzata. La sperimentazione è in itinere e prevede : 1. Raccolta di una casistica informativa di anomalie dei genitali maschili in Calabria con creazione di una scheda "informatizzata" al fine di valutare: -prevalenza della patologia nelle sue varie forme-prevalenza delle forme familiari - raccolta anamnestica dettagliata per lo studio e l'individuazione di fattori di rischio (sesso, età, abitudini alimentari, fumo....) . 2. Offerta di percorsi assistenziali e diagnostico-terapeutici mirati a tutte le patologie andrologiche, con utilizzo per l’attività clinica di protocolli diagnostico-terapeutici validati scientificamente, utili anche alla Prevenzione Secondaria e Terziaria. 3. Attivazione di screening e campagne di prevenzione mirate coinvolgendo i medici di base , i pediatri, la medicina scolastica , i consultori materno infantili, la medicina del lavoro , i centri di salute mentale. 4. Linee guida condivise. 146 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 2. MISURE DIRETTE ALLA PROMOZIONE DELL’APPROCCIO DI GENERE IN SANITA’ TITOLO DEL PROGETTO: 2.2 PROGETTO SPERIMENTALE ATTIVITA’ MULTIDISCIPLINARE PER LA PREVENZIONE E LA CURA DELLE PATOLOGIE ANDROLOGICHE – II ANNUALITA’ DURATA: 2011-2012 (24 MESI) REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott. Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 600.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2011 € 300.000,00 E DI CUI QUOTA DEL FSN 2012 € 300.000,00 OBIETTIVI Screening della popolazione maschile della provincia di Reggio Calabria nella fascia di età compresa tra i 6 e i 35 anni per la diagnosi precoce di patologie andrologiche. TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA) Il progetto di screening ha la durata di 24 mesi. Creazione di un apposito sito WEB linkato sul sito della ASP di Reggio Calabria e sul sito della SIAMS, diviso in più parti: Presentazione del progetto. Informazioni per i pazienti. Informazioni per gli operatori sanitari (previa apposita registrazione). Parte dedicata agli operatori progettuali per inserimento dati e aggiornamento (con apposita password). Si prevede il primo anno di rendere operativo il progetto nella provincia di Reggio Calabria attraverso un’opera di sensibilizzazione a più livelli: 1. Sensibilizzazione e coinvolgimento dei Medici di Famiglia, dei Pediatri, dei servizi di Consultori Materno-Infantili, U.O. di educazione alla salute e Prevenzione, oltre ai Distretti Scolastici, mediante l’invio di lettere di presentazione e di aggiornamento con cadenza trimestrale. 2. Prima di iniziare lo screening verranno elaborate una serie di lettere ed apposito materiale illustrativo per comunicare ai responsabili scolastici, ai presidi, ai genitori gli scopi dello screening e quindi ricevere la conseguente autorizzazione a visitare gli studenti, all’inizio di ogni anno scolastico. 3. Ad inizio di ogni anno scolastico, dopo l’invio della lettera di presentazione, incontreremo personalmente nel giro dei primi 3 mesi ( settembre-ottobre novembre) tutti i presidi e direttori didattici . 4. Sarà esposto su appositi Totem del materiale illustrativo con scorte lasciate appositamente al personale scolastico. 5. Sarà quindi realizzato un calendario delle visite scolastiche da concordare con tutti gli operatori coinvolti, con cadenza quadrimestrale. Lo screening consiste in un esame dei genitali esterni effettuato in un locale appositamente allestito. I dati verranno acquisiti mediante intervista e compilazione di una scheda analitica e verranno utilizzati nel pieno rispetto della privacy Tutti i dati acquisiti verranno inseriti in uno specifico database comune mediante cartella elettronica. In seguito il medico specialista di riferimento per quella area comunicherà ai genitori l’esito della valutazione con gli esami strumentali. 6. I pazienti che alla prima visita presenteranno un sospetto di patologia verranno inviati a visita specialistica presso gli ambulatori di urologia 147 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 2. MISURE DIRETTE ALLA PROMOZIONE DELL’APPROCCIO DI GENERE IN SANITA’ TITOLO DEL PROGETTO: 2.2 PROGETTO SPERIMENTALE ATTIVITA’ MULTIDISCIPLINARE PER LA PREVENZIONE E LA CURA DELLE PATOLOGIE ANDROLOGICHE – II ANNUALITA’ DURATA: 2011-2012 (24 MESI) REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott. Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 600.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2011 € 300.000,00 E DI CUI QUOTA DEL FSN 2012 € 300.000,00 7. La visita verrà effettuata in regime ambulatoriale o day hospital. Sarà compilata una cartella clinica con i dati del paziente che verranno inseriti nel database comune, e saranno annotati i risultati dell’esame clinico e degli esami strumentali effettuati ( ecodoppler, flussimetria, etc.). Nei casi di sospetta anomalia genetica campioni verranno inviati per una analisi del cariotipo. Ciò permetterà di raccogliere informazioni utili per la comprensione della fisiopatologia della malattia, con particolare riguardo al rapporto tra i fattori di rischio ambientali e genetici. Per quanto concerne i Consultori materno-infantili e i Centri Vaccinali della ASP di RC nei primi 2 mesi del progetto verranno incontrati i responsabili e saranno anche lì messi a dimora dei Totem specifici, con apposito materiale illustrativo in buona quantità, e comunicato agli operatori che in caso di richieste i pazienti saranno avviati presso gli ambulatori dedicati al progetto. In parallelo si prevede: 1. A distanza di 3 mesi dall’inizio del progetto organizzazione di un Convegno con ECM per “Prevenzione in Andrologia” in cui coinvolgere gli addetti ai servizi sanitari su indicati per la Provincia di Reggio Calabria, e dedicando una parte alla formazione di Specialisti di altre Province Calabresi individuati anche attraverso le iscrizioni alle Società Scientifiche Andrologiche ( SIAMS e SIA) interessati a costituire Poli di Riferimento Territoriale per la costituzione di una rete integrata che emuli e partecipi alle finalità del nostro progetto. 2. Incontri trimestrali con gli operatori sanitari in rete per miglioramento della formazione, confronto dati , esame delle criticità e progettualità. Alla fine di ogni giornata di attività svolta, i dati raccolti verranno inseriti in un apposito data-base disponibile mediante password , sull’apposito sito WEB, ed analizzati ogni trimestre. Per una maggiore efficacia del progetto ci si avvarrà anche di personale esterno con varie qualifiche professionali: Medici Chirurghi, Psicologi, Assistenti Sociali e Educatori. INDICATORI (di struttura, di processo, di risultato) 1- Indici trimestrali di valutazione sul grado di apprendimento con appositi test interattivi degli Operatori sanitari in rete, in occasione degli incontri periodici. 2- Raccolta dei flussi di accesso delle attività su descritte. RISULTATI ATTESI Creazione banca centralizzata di dati epidemiologici e clinici di pazienti con anomalie dei genitali maschili, finalizzata alla comprensione della fisiopatologia delle malattie andrologiche, con particolare riguardo al rapporto tra i fattori di rischio ambientali e genetici. Limitazione dell’emigrazione sanitaria. 148 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 2. MISURE DIRETTE ALLA PROMOZIONE DELL’APPROCCIO DI GENERE IN SANITA’ TITOLO DEL PROGETTO: 2.2 PROGETTO SPERIMENTALE ATTIVITA’ MULTIDISCIPLINARE PER LA PREVENZIONE E LA CURA DELLE PATOLOGIE ANDROLOGICHE – II ANNUALITA’ DURATA: 2011-2012 (24 MESI) REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott. Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 600.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2011 € 300.000,00 E DI CUI QUOTA DEL FSN 2012 € 300.000,00 PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA 2012 2013 Totale ASP RC ASP VV ASP CZ ASP CS ASP KR A.O. RC 300.000,00 A.O. CZ A.O. CS A.O.U. Mater Domini 300.000,00 Totale Criterio di distribuzione: La quota per il 2012 è stata accantonata in GSA, finanzia la seconda annualità del progetto sperimentale e va assegnata all’ASP di Reggio Calabria. 149 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 3. DIAGNOSI DA INFEZIONE DA HIV TITOLO DEL PROGETTO: 3.1. PROMOZIONE DELLE PROCEDURE DIAGNOSTICHE PER L’INFEZIONE DA HIV ALLA POPOLAZIONE CALABRESE. IMPLEMENTAZIONE DEL PDTA ALLA LUCE DEI DATI RILEVATI DURATA: 2012-2013 (24 MESI) REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott. Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 558.005,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 558.005,00 CONTESTO La Commissione della Comunità Europea per la lotta contro l’HIV/AIDS nell’Unione Europea e nei Paesi limitrofi per il periodo 2009-2013, indica, tra le misure volte al contenimento dell’infezione da HIV, l’individuazione di strumenti utili ad avvicinare e sostenere le popolazioni più esposte e più vulnerabili, invita altresì gli Stati Membri a raccogliere, nel quadro della sorveglianza svolta in attuazione della decisione europea n. 2119/98/CE, dati più solidi ed esaustivi sull’HIV/AIDS. In Italia, analogamente ad altri Paesi europei, vi è una proporzione consistente di persone con infezione da HIV (circa un terzo) che non è a conoscenza del proprio stato di sieropositività; si rende quindi strategico, prioritario ed urgente riconoscere l'importanza e attivare azioni di identificazione precoce (earlydetection) in grado di permettere il contatto e la diagnosi precoce dell'elevato numero di persone sieropositive ancora inconsapevoli del proprio stato sierologico. Al fine di favorire la massima conoscenza dello stato sierologico per HIV, vanno promosse sperimentazioni di interventi finalizzati ad offrire attivamente il test a gruppi di popolazione che si rivolgono ai servizi sanitari anche per motivi non correlati epidemiologicamente o clinicamente all'infezione da HIV. Nel contesto della Regione Calabria sono stati segnalati nel periodo dal 2009 al 2011 un numero di 149 casi di infezioni, ma il dato non sembra adeguato alla realtà regionale ed alle nuove caratteristiche sociologiche della popolazione calabrese, nella quale la percentuale di immigrati, sia stabili che di transito, è in progressione. Non è da escludere l’impatto della popolazione detenuta, in atto di circa 3000 utenti, ma con prevedibile incremento di circa il 25% in relazione alla prossima apertura del nuovo penitenziario di Reggio Calabria e dell’ampliamento di quello di Catanzaro; e, sempre in questo ambito dovrebbe essere rivolta una particolare attenzione alle fasce minorili sottoposte ad esecuzione penale, soprattutto in ambienti extradetentivi, che da sempre sono sfuggiti al contatto con queste procedure. Una particolare attenzione dovrà inoltre essere offerta alle donne in gravidanza e potrebbe essere utile rivalutare le modalità di offerta del test nell’ambito delle strutture ASP e del privato sociale che si occupano di tossicodipendenza. Né può essere sottovalutato il livello di Allerta grado III trasmesso dal Dipartimento Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Inoltre è riscontrata in aumento percentuale NO TESTING per le infezioni da HIV, HBV e HCV presso i SerT, anche se la Regione Calabria continua a mantenere un’ elevata percentuale di esami nei soggetti seguiti presso i SerT. DESCRIZIONE Il progetto riguarda l’assistenza territoriale ed è finalizzato alla promozione delle procedure diagnostiche per il virus HIV in regione. Alle persone risultate HIV sieropositive allo screening verrà suggerito il ricorso alle strutture sanitarie ospedaliere specialistiche. La gestione operativa del progetto sarà demandata a ciascuna azienda sanitaria regionale, identificando un’azienda capofila. Il coordinamento generale e sanitario verrà fatto dal centro di riferimento regionale per la lotta 150 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 3. DIAGNOSI DA INFEZIONE DA HIV TITOLO DEL PROGETTO: 3.1. PROMOZIONE DELLE PROCEDURE DIAGNOSTICHE PER L’INFEZIONE DA HIV ALLA POPOLAZIONE CALABRESE. IMPLEMENTAZIONE DEL PDTA ALLA LUCE DEI DATI RILEVATI DURATA: 2012-2013 (24 MESI) REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott. Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 558.005,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 558.005,00 all’aids istituito ai sensi della legge n° 135/90 presso il dipartimento regionale. In ciascuna Azienda sarà costituito un Gruppo Operativo Aziendale (GOA) costituito da un referente aziendale e dalle seguenti figure : referente SerT, referente sanità penitenziaria, referente rete consultoriale, referente laboratorio sieroimmunologia, referente ente gestore Centri di Accoglienza (ove presenti sul territorio aziendale) cui sarà demandata l’esecuzione delle azioni di progetto. OBIETTIVI Incrementare l’offerta del test di ricerca degli anticorpi anti-HIV nei SerT e negli Istituti penitenziari, ed estendendola a: - rete consultoriale e UU.OO. pubbliche ed accreditate di Ostetricia per le donne in gravidanza o affette da MTS - Comunità Residenziali per tossicodipendenti - Comunità minorili sia che accolgano minori con problematiche sociali, che sottoposti ad azione penale. Una particolare attenzione dovrà essere rivolta ai centri di accoglienza per immigrati (C.P.T., CARA, C.I.E, e Centri dell’Emergenza Nord-Africa) presenti in Regione. Gli esami verranno eseguiti presso i laboratori aziendali. L’offerta del test sarà condotta da personale sanitario qualificato già operante presso i centri partecipanti. L’acquisizione del consenso informato, sarà su base volontaria e accompagnata dai necessari interventi di pre e post counselling L’analisi dei dati sarà formulata in maniera anonima e tale da non consentire in alcun modo di risalire all’identità del soggetto. Una particolare attenzione sarà rivolta all’insegnamento delle tecniche di counselling finalizzato per questo progetto, per gli operatori medici e non medici quali personale di laboratorio, ostetriche, operatori delle Comunità per adulti e minori, tossicodipendenti e non. Per il personale operante presso le UU.OO. di Malattie Infettive, la formazione negli anni è stata garantita dalla regione con corsi dedicati a cadenza annuale ai sensi della L. 135/90 pertanto non è necessario prevederla nell’attuale progetto. Sul campione di sangue periferico prelevato ai soggetti HIV positivi verranno anche eseguite le sottopopolazioni linfocitarie per una più accurata stadiazione immunologica della malattia. I risultati saranno comunicati all’interessato da personale dedicato e sarà contestualmente avviata la sorveglianza prevista con disposizioni regionali. b) potenziare la sorveglianza sanitaria: la Regione Calabria ha attivato dal 2008 un sistema di sorveglianza dei soggetti HIV positivi tramite l’apposita scheda ministeriale. Il progetto, tenuto conto dei dati rilevati nel triennio che denotano una disomogeneità nelle cinque Aziende Sanitarie Provinciali, dovrà diffondere l’uso delle schede in modo uniforme. c) implementazione del PDTA previsto dal DPGR n.198 del 20.12.2012 “Approvazione Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) regionale del paziente affetto da malattia da HIV/AIDS” in relazione ai dati provenienti dalle attività di progetto. 151 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 3. DIAGNOSI DA INFEZIONE DA HIV TITOLO DEL PROGETTO: 3.1. PROMOZIONE DELLE PROCEDURE DIAGNOSTICHE PER L’INFEZIONE DA HIV ALLA POPOLAZIONE CALABRESE. IMPLEMENTAZIONE DEL PDTA ALLA LUCE DEI DATI RILEVATI DURATA: 2012-2013 (24 MESI) REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott. Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 558.005,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 558.005,00 TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA) Mese 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Progettazione Coordinamento generale Coordinamento scientifico-sanitario Start- up presso le AASSPP Fase 1 FORMAZIONE Fase 2 (attività sul territorio) Fase 3 (diagnostica di laboratorio) Informazione, divulgazione Rendicontazione Monitoraggio e Valutazione INDICATORI(di struttura, di processo, di risultato) INDICATORI DI STRUTTURA - rilevanza dell’intervento - coerenza con gli accordi Stato-Regioni di riferimento - utilità dell’intervento sui bisogni sanitari della regione 152 10 11 12 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 3. DIAGNOSI DA INFEZIONE DA HIV TITOLO DEL PROGETTO: 3.1. PROMOZIONE DELLE PROCEDURE DIAGNOSTICHE PER L’INFEZIONE DA HIV ALLA POPOLAZIONE CALABRESE. IMPLEMENTAZIONE DEL PDTA ALLA LUCE DEI DATI RILEVATI DURATA: 2012-2013 (24 MESI) REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott. Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 558.005,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 558.005,00 INDICATORI DI PROCESSO per ASP partecipante : - ore di formazione - ore di counselling - numero e tipologia dei soggetti arruolati - numero di prelievi eseguiti INDICATORI DI RISULTATO - numero di soggetti identificati - valore di scomposizione per categorie arruolate - confronto dei dati ottenuti con quelli relativi al sistema di sorveglianza attivata mediante scheda di notifica RISULTATI ATTESI Incremento del numero dei sieropositivi identificati rispetto ai dati storici del triennio 2009-10-11 Formazione estesa al counselling Implementazione del PDTA Potenziamento della sorveglianza COSTI VOCI IMPORTI Varie Beni e servizi € 228.005,00 € 170.000,00 Formazione €100.000,00 Divulgazione (convegni, workshop, pubblicazioni, materiali informativi) € 60.000,00 TOTALE 153 € 558.005,00 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 3. DIAGNOSI DA INFEZIONE DA HIV TITOLO DEL PROGETTO: 3.1. PROMOZIONE DELLE PROCEDURE DIAGNOSTICHE PER L’INFEZIONE DA HIV ALLA POPOLAZIONE CALABRESE. IMPLEMENTAZIONE DEL PDTA ALLA LUCE DEI DATI RILEVATI DURATA: 2012-2013 (24 MESI) REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott. Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 558.005,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 558.005,00 PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA 2012 2013 Totale Dipartimento tutela € 558.005,00 € 558.005,00 della salute Totale € 558.005,00 € 558.005,00 Criterio di distribuzione: La quota relativa al 2012 è stata accantonata in GSA. Le attività saranno coordinate direttamente dalla competente struttura presso il Dipartimento tutela della salute. 154 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 5. SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA E PRESA IN CARICO DELLE PATOLOGIE ASBESTO CORRELATE TITOLO DEL PROGETTO: 5.1. Programma regionale di sorveglianza sanitaria ed epidemiologica e presa in carico degli esposti ed ex esposti ad amianto DURATA: 2012 (12 MESI) REFERENTE: Dirigente del Settore LEA – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: € 372.003,00 DI CUI QUOTA FSN 2012 Premessa L’Italia è stata, dal secondo dopoguerra, fino alla messa al bando, uno dei maggiori produttori e utilizzatori di amianto, con un consumo, in questo arco di tempo, di oltre 3,5 milioni di tonnellate. Le utilizzazioni hanno riguardato un amplissimo spettro di attività industriali, dalla cantieristica navale all’edilizia. A distanza di vent’anni dall’emanazione della Legge 27 marzo 1992, n. 257, che stabilisce la cessazione dell’impiego dell’amianto, esistono, tuttavia, sul territorio nazionale numerosi siti contaminati, di tipo industriale e non, tanto pubblici che privati con milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto in matrice sia compatta che friabile. L’inalazione di fibre di amianto è causa di mesotelioma (di tutte le sedi), di tumore del polmone, laringe e ovaio, oltre che di malattie non neoplastiche (asbestosi, pleuropatie). Il tasso di incidenza di mesotelioma è pari, per la sede pleurica, a 3,6 casi per 100.000 abitanti negli uomini e 1,6 per 100.000 abitanti nelle donne. La latenza è particolarmente lunga (oltre i 40 anni), un arco di tempo che fa prevedere il picco delle patologie tumorali correlate all’inalazione delle sottilissime fibre di amianto tra il 2012 e 2025, le proiezioni pubblicate per l’Italia hanno previsto per tale periodo un picco di circa 800 – 1000 decessi all’anno, seguito da un declino relativamente rapido. L’ultimo decennio ha visto in Italia una costante crescita del numero dei casi di tumori professionali da amianto ( mesotelioma pleurico, pericardio e peritoneale, carcinoma polmonare) riconosciuti dall’INAIL. Le patologie asbesto- correlate rappresentano, quindi, un’emergenza nazionale, che necessita di interventi coordinati, a partire dalla individuazione dei siti maggiormente contaminati, dalla sorveglianza dell’esposizione della popolazione generale nei punti di evidente crisi, dal monitoraggio degli exesposti e degli esposti, nonché dalla predisposizione di percorsi diagnostico-terapeutici per i pazienti. CONTESTO Dal IV rapporto ReNaM risulta che nella Regione Calabria dal 2001 al 2008 sono stati segnalati n. 28 casi di mesotelioma, che rappresentano lo 0,2% del totale regionale. Di questi 24 (85,7% ) hanno interessato la pleura e 4 (14,3%) hanno interessato il peritoneo, con il 100% di livello di certezza diagnostica. La Regione Calabria già dall’Aprile 2004 ha attivato il COR istituendo il relativo registro dei mesoteliomi e con delibera di Giunta Regionale del Luglio 2012 n 328 lo ha ridefinito e ne ha individuato la nuova sede nella U.O. di Anatomia Patologia dell’Ospedale “S. Giovanni di Dio” dell’ASP di Crotone. Nell’intento di dare piena applicazione alla legge 257/92, ha emanato la Legge regionale n. 14/2011 predisponendo gli strumenti necessari per la salvaguardia della salute dei cittadini e per l’ eliminazione dei rischi derivanti dalla esposizione a siti e manufatti contenenti amianto. La regione ha quindi istituito, in ottemperanza a tale normativa, una speciale unità organizzativa (USA) a carattere temporaneo, presso l'Assessorato all'ambiente, costituita da personale del Dipartimento dell'ambiente, del Dipartimento tutela della salute e politiche sanitarie e dell'ARPACAL prevedendo la collaborazione delle aziende sanitarie provinciali (ASP), delle province, dei comuni e delle organizzazioni pubbliche e private interessate. L’USA ha già avviato i lavori e le consultazioni con i vari Enti, per la redazione del Piano regionale amianto (PRAC). Sono stati inoltre effettuati corsi di formazione specifici per il personale delle Aziende Sanitarie, impegnato nelle attività previste dalla suddetta legge regionale. 155 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 5. SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA E PRESA IN CARICO DELLE PATOLOGIE ASBESTO CORRELATE TITOLO DEL PROGETTO: 5.1. Programma regionale di sorveglianza sanitaria ed epidemiologica e presa in carico degli esposti ed ex esposti ad amianto DURATA: 2012 (12 MESI) REFERENTE: Dirigente del Settore LEA – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: € 372.003,00 DI CUI QUOTA FSN 2012 DECRIZIONE DEL PROGETTO Al fine di completare quanto già avviato, è stato redatto il presente progetto che, nelle more della mappatura dei siti contaminati e della classificazione delle priorità di rischio previsti dal PRAC , provvederà ad individuare le fonti di rischio avvalendosi della raccolta, analisi ed elaborazione di: 1) dati derivanti dal monitoraggio delle attività di smaltimento e bonifica disponibili presso gli SPISAL; 2) dati di mortalità basata sulla certificazione necroscopica di fonte ISTAT,per la nota concordanza tra risultati di mortalità per mesotelioma e la mappatura dei siti inquinati, almeno nelle situazioni di elevata esposizione; 3) dati in possesso dell’ARPACAL. Contestualmente si svilupperanno azioni quali il potenziamento del COR( fornendo attrezzature e formando il personale) e del registro regionale dei mesoteliomi, la consultazione delle banche dati INAIL e INPS realizzate sulla base delle domande dei benefici ex D. Lgs. 257/92, la ricerca attiva dei casi attraverso la collaborazione con tutte le Unità Operative che possono diagnosticare la malattia, con i medici competenti e con i MMG (SDO e denunce di malattie professionali) e l’utilizzazione dei dati dei registri tumori della popolazione, laddove presenti. Ulteriori azioni consisteranno nell’adozione di un protocollo di sorveglianza sanitaria per esposti ed ex esposti con lo scopo di individuare tempestivamente i casi di malattia professionale nonché in campagne di sensibilizzazione e istituzione di sportelli informativi presso i Servizi PISAL. Si definirà inoltre un percorso di presa in carico delle patologie asbesto correlate mediante l’individuazione di un centro clinico di riferimento per la diagnosi e la terapia (c/o l’Azienda Ospedaliera di Cosenza). OBIETTIVO GENERALE Sistema di sorveglianza delle patologie asbesto-correlate con conseguente presa in carico dei pazienti. OBIETTIVI SPECIFICI 1) Studio ed elaborazione dei dati raccolti ( INAIL, INPS ARPACAL,SPISAL,SDO, ISTAT, denunce malattie professionali) 2) Definizione e attivazione di un programma regionale di sorveglianza epidemiologica nel tempo, sugli esposti ed ex esposti ad amianto, allo scopo di valutare l’associazione tra esposizione e malattia correlata; 3) Adozione di un protocollo di sorveglianza sanitaria per individui esposti ed ex esposti ad amianto con specifici vantaggi, tra cui, l’utilità clinica (possibilità di porre diagnosi precoce per quelle patologie per le quali un trattamento in fase iniziale migliori la sopravvivenza), l’utilità di sanità pubblica (possibilità di ridurre i rischi aggiuntivi e di modificare gli stili di vita), la convenienza etico-sociale (possibilità di informare la popolazione), l’utilità medico-legale (tempestività di certificazione di malattia professionale); 156 OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 5. SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA E PRESA IN CARICO DELLE PATOLOGIE ASBESTO CORRELATE TITOLO DEL PROGETTO: 5.1. Programma regionale di sorveglianza sanitaria ed epidemiologica e presa in carico degli esposti ed ex esposti ad amianto DURATA: 2012 (12 MESI) REFERENTE: Dirigente del Settore LEA – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: € 372.003,00 DI CUI QUOTA FSN 2012 Regione Calabria 4) Ricerca attiva dei casi di patologie asbesto-correlate attraverso la collaborazione con tutte le Unità Operative che possono diagnosticare la malattia, con i medici competenti e con i MMG (SDO e denunce di malattie professionali) e l’utilizzazione dei dati dei registri tumori della popolazione; 5) Campagna di sensibilizzazione presso i Servizi PISAL delle AA.SS.PP. 6) Definizione di un percorso di presa in carico delle patologie asbesto- correlate mediante individuazione di un centro di riferimento per la diagnosi e la terapia. TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA): 1) Istituzione gruppo di lavoro 2) Individuazione delle fonti di rischio 3) Ricerca ed analisi dei dati(Inail, Inps, Arpacal, SPISAL,denunce malattie professionali, SDO) 4) Potenziamento del COR ( Attrezzature e formazione del personale) 5) Ricerca attiva dei casi di patologie asbesto-correlate 6) Adozione Protocollo di Sorveglianza Sanitaria per esposti ed ex esposti 7) Linee Guida per un’appropriata presa in carico dei soggetti con patologie asbesto-correlate Mesi/ Azioni 1 2 3 4 5 6 7 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 X X X 17 18 19 20 21 22 23 24 X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X INDICATORI (di struttura, di processo, di risultato): - Attivazione registro degli esposti - N. Incontri con U.O di Oncologia, Anatomia Patologica e Pneumologia , MMG e MC per la ricerca attiva dei casi di patologia asbesto-correlata (almeno il 50% delle U.O. coinvolte e dei MMG e MC della regione ); - Campagna informativa diffusione di pieghevoli informativi ( almeno n.1 evento per ASP); - Campagna di sensibilizzazione informativi presso Servizi PISAL; - linee guida per la presa in carico delle patologie asbesto-correlate; 157 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 5. SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA E PRESA IN CARICO DELLE PATOLOGIE ASBESTO CORRELATE TITOLO DEL PROGETTO: 5.1. Programma regionale di sorveglianza sanitaria ed epidemiologica e presa in carico degli esposti ed ex esposti ad amianto DURATA: 2012 (12 MESI) REFERENTE: Dirigente del Settore LEA – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: € 372.003,00 DI CUI QUOTA FSN 2012 RISULTATI ATTESI 1) Banca dati 2) Redazione del programma regionale di sorveglianza epidemiologica sugli esposti ed ex esposti ad amianto 3) Redazione del protocollo di sorveglianza sanitaria sugli individui esposti ed ex esposti ad amianto 4) Banca dati casi di patologie asbesto-correlate; 5) Diffusione delle conoscenze e maggiore consapevolezza del rischio nella popolazione SCHEDA FINANZIARIA VOCI IMPORTI € 94.003,00 € 150.000,00 €74.000,00 € 54.000,00 Varie Beni e servizi Formazione Comunicazione/informazione € 372.003,00 TOTALE PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA Dipartimento tutela della salute Totale 2012 € 372.003,00 € 372.003,00 2013 Totale € 372.003,00 € 372.003,00 Criterio di distribuzione: La quota relativa al 2012 è stata accantonata in GSA. Le attività saranno coordinate direttamente dalla competente struttura presso il Dipartimento tutela della salute. 158 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 4. PROMOZIONE DI RETE NAZIONALE PER I TUMORI RARI TITOLO DEL PROGETTO: 4.1. RECATUR: CREAZIONE DI UNA RETE CALABRESE DEI TUMORI RARI DA INTEGRARE CON LA RETE NAZIONALE PER I TUMORI RARI DURATA: 12 MESI REFERENTE: Dirigente del Settore LEA – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 558.005,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 558.005,00 Il PROGETTO ReCaTuR CONTESTO Il criterio internazionalmente accettato per definire una malattia oncologica “rara” è epidemiologico e di incidenza, essendo inferiore o uguale a 5/100.000, cui va aggiunta la quota di pazienti prevalenti che sono inferiore a 50/100.000. Trattasi quindi di tumori ‘rari’ singolarmente presi ma ‘frequenti’ nella loro totalità a tal punto che costituiscono circa il 20% dei casi totali di neoplasia maligna: in pratica la somma di 2 "big killer", cioè di tumori più frequenti per incidenza e mortalità. Trattasi quindi di un problema sociale rilevante sia in termini quantitativi che etici, dal momento che si espongono tali pazienti a possibili discriminazioni in termini di opportunità di cura rispetto ad altri pazienti oncologici, data: a) la scarsità di expertise dei singoli specialisti, b) la necessità di condividere informazione testuale sui casi clinici, c) l’ obbligo di consultazione (“second opinion”) radiologica e patologica con trasferimento fisico degli esami di imaging (TAC, RM, PET, Scintigrafia, etc.) e/o dei preparati istopatologici data l’incidenza non trascurabile di errori diagnostici o di classificazione che possono ripercuotersi drammaticamente sulla pianificazione oncologica. d) l’ impegno a progettare una evoluzione verso il trasferimento online di cui al punto c); e) la ridotta disponibilità dell’indispensabile multidisciplinarietà richiesta che contrasta con la dispersione geografica delle risorse professionali; f) la relativa minor disponibilità di farmaci o tecnologie peculiari per la cura di tali forme rare; g) l’ aumentata migrazione sanitaria per tali patologie, con lievitazione dei costi sanitari anche legati ad un outcome generalmente peggiore per pazienti seguiti a distanza, ad es. a causa di una mancanza di uniformità dei criteri di follow-up . DESCRIZIONE La Rete Calabrese dei Tumori Rari (ReCaTuR) è un professional onlinenetwork, con piattaforma web, strutturato e permanente, collaborativo tra le strutture oncologiche del territorio regionale, che si inserisce nella Rete Tumori Rari nazionale, la quale mira ad abbattere ogni possibile barriera culturale, logistica e organizzativa tali da impedire al paziente portatore di tumore raro il diritto a ricevere cure di alta qualità nell’ ambito della propria Regione. 159 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 4. PROMOZIONE DI RETE NAZIONALE PER I TUMORI RARI TITOLO DEL PROGETTO: 4.1. RECATUR: CREAZIONE DI UNA RETE CALABRESE DEI TUMORI RARI DA INTEGRARE CON LA RETE NAZIONALE PER I TUMORI RARI DURATA: 12 MESI REFERENTE: Dirigente del Settore LEA – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 558.005,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 558.005,00 L’ elemento fondamentale per una corretta diagnosi e gestione di tali tumori rari risiede nella condivisione dei vari momenti di cura e di ricerca: in tal senso la telematica costituisce oggi la vera e unica modalità di abbattimento dello spazio, di gestione integrata e di studio di tali pazienti con tumori rari. L'adesione delle strutture Oncologiche regionali calabresi a ReCaTuR avverrà in maniera formalizzata tramite un accesso protetto da smart card dedicata, per il quale ogni Struttura firmerà una convenzione ad hoc La sede della Centrale Operativa di ReCaTuR è nell’Unità Operativa Complessa di Oncologia Medica dell’ Azienda Ospedaliera di Cosenza, che già aderisce alla Rete Tumori Rari nazionale con sede all’ INT di Milano (Dr. Paolo Casali), mentre le Strutture Oncologiche di afferenza sono tutte le UU. OO.CC. di Oncologia Medica e di Anatomia Patologica delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere e Universitarie regionali, così da assicurare l’inserimento di ogni possibile nuovo caso clinico. La Centrale tecnologica di ReCaTuR, per indagini clinico-molecolari per l'inquadramento dei tumori rari nell'ambito di sindromi eredi-familiari (Counselling e Testing Genetico) e per la identificazione di target molecolari ai fini della pianificazione terapeutica è nel Centro di Riferimento Regionale per il Counselling Genetico e le Terapie Innovative in Oncologia Medica dell'Università Magna Grecia di Catanzaro. La gestione affidata all’ Azienda Ospedaliera di Cosenza. OBIETTIVI ReCaTuR vuole assicurare ai pazienti calabresi adulti e pediatrici con tumori rari (sarcomi, ORL, NET, etc) un’alta qualità di cure tramite: 1. la registrazione e condivisione tra le UU.OO.CC. dei casi clinici, mediante la prioritaria creazione di un unico Database Regionale dei Tumori Rari dei pazienti calabresi posto nella Centrale Operativa del’ U.O.C. di Oncologia Medica di Cosenza provvisto di un’adeguata dotazione tecnologica, che si interfaccia con i vari centri clinici, pure essi adeguatamente tecnodotati, che hanno in carico i singoli pazienti con tumore raro, e che possono così consultare attraverso la rete colleghi provvisti di expertise su quella neoplasia rara; 2. La Centrale Operativa funge da centro “provider” di teleconsultazioni per quanto riguarda quella neoplasia, verso il centro clinico “user” che ne beneficia e che troverà in esso le informazioni fondamentali sul paziente e su tutte le “transazioni” che hanno avuto luogo in rete. 3. Il data base di rete è accessibile da ogni centro aderente per quanto riguarda i casi da esso inseriti o con esso condivisi e da esso si potranno estrarre informazioni retrospettive utili per la Ricerca Clinica e Traslazionale, assolutamente indispensabile per una patologia oncologica rara; 4. l’ elaborazione di progetti comuni tra le Aziende per la creazione di una rete di consultazioni (“second opinion”), che evolva verso un’ attività di telepatologia e di teleradiologia, adeguata sotto 160 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 4. PROMOZIONE DI RETE NAZIONALE PER I TUMORI RARI TITOLO DEL PROGETTO: 4.1. RECATUR: CREAZIONE DI UNA RETE CALABRESE DEI TUMORI RARI DA INTEGRARE CON LA RETE NAZIONALE PER I TUMORI RARI DURATA: 12 MESI REFERENTE: Dirigente del Settore LEA – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 558.005,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 558.005,00 il profilo tecnologico, comprendente anche la stereoscopia 3D e, in particolare un sistema dotato di intelligenza artificiale, capace di fornire una visualizzazione scientifica stereoscopica della patologia per comparare la casistica di piattaforma a partire dai dati alfanumerici inseriti dal medico e dai dati spaziali dell’ imaging; 5. l' omogeneizzazione diagnostica e terapeutica nelle varie strutture partecipanti con evoluzione verso veri e propri Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali (PDTA); 6. il razionale e facilitato accesso dei pazienti all’assistenziali disponibili in sede o, in casi particolari, anche extraregionali; 7. la possibilità di inserimento dei pazienti stessi in protocolli di Ricerca. TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMA) Evento 1 2 3 4 5 6 Mesi 7 8 9 10 11 12 Kick off meeting mesi 1 Allestimento centrale operativa mesi 1 Gara per tecnologia Formazione personale centrale operativa Formazione strutture oncologiche regionali Start-up di rodaggio Avvio delle attività Inagurazione ReCaTuR INDICATORI DI STRUTTURA: Copertura di ReCaTuR (n° Strutture Oncologiche calabresi partecipanti/n° Strutture Oncologiche calabresi previste) Dotazione Tecnologica (n° sedi adeguate per l’input/output dei casi clinici nelle strutture coinvolte previsti/n° sedi effettivamente presenti) Sviluppo analisi molecolari presso l'Università Magna Graecia di Catanzaro grazie al parco ad elevata tecnologia già disponibile (sequenziamento convenzionale, next generation sequencing, low e high densityprofiling in PCR quantitativa e microarray). INDICATORI DI PROCESSO: Formazione [attività previste/ attività effettivamente portate a termine (deve tendere a 1)]; Tempestività d'accesso dei casi clinici (timing registrazione) 161 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 4. PROMOZIONE DI RETE NAZIONALE PER I TUMORI RARI TITOLO DEL PROGETTO: 4.1. RECATUR: CREAZIONE DI UNA RETE CALABRESE DEI TUMORI RARI DA INTEGRARE CON LA RETE NAZIONALE PER I TUMORI RARI DURATA: 12 MESI REFERENTE: Dirigente del Settore LEA – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 558.005,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 558.005,00 Adeguatezza dei casi clinici (% casi non rispondenti ai criteri di registrazione) Tempestività “second opinion” (% casi con timing di risposta > allo standard); Gestione della privacy (% casi con consenso informato) Numero di casi con caratterizzazione clinica e biomolecolare (casi con analisi molecolare/sul numero di casi ReCaTuR). INDICATORI DI RISULTATI: Efficacia di ReCaTuR (% pazienti inseriti/pazienti attesi) Valutazione della soddisfazione dei clinici (questionari di gradimento) Valutazione della soddisfazione dei pazienti (questionari di gradimento) Numerosità totale e percentuale di pazienti valutati per correlati biologici e produzione dei dati molecolari su standard di riferimento internazionale. Costituzione di una rete per l'afferenza a procedure adeguate di caratterizzazione biomolecolare dei pazienti afferenti a ReCaTuR in dialogo con le strutture operanti in earlyclinical trials a livello internazionale. ReCaTuR vuole promuovere la conoscenza e la diffusione di linee guida della buona pratica nella gestione dei tumori rari, in primo luogo tra gli Oncologi, Medici e tra gli Anatomo-patologi, mediante la realizzazione di un’integrazione e un’armonizzazione dei Centri di expertise locali e nazionali (professional onlinenetwork), con piattaforma web, capace di provvedere a un più agile trasferimento per seconde opinioni peer to peer dei dati clinici relativi a pazienti portatori di una malattia singolarmente rara ma frequente nel complesso e di garantire così che i risultati della ricerca clinica vengano trasferiti nella pratica medica, migliorando in ultima analisi la gestione clinica da tale settore dell’ Oncologia, anche tramite PDTA ad hoc disegnati. SCHEDA FINANZIARIA VOCI IMPORTI Varie Beni e servizi Formazione Divulgazione (convegni, workshop, pubblicazioni, materiali informativi) TOTALE 162 € 145.005,00 € 220.000,00 € 110.000,00 € 83.000,00 € 558.005,00 Regione Calabria OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012 LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 4. PROMOZIONE DI RETE NAZIONALE PER I TUMORI RARI TITOLO DEL PROGETTO: 4.1. RECATUR: CREAZIONE DI UNA RETE CALABRESE DEI TUMORI RARI DA INTEGRARE CON LA RETE NAZIONALE PER I TUMORI RARI DURATA: 12 MESI REFERENTE: Dirigente del Settore LEA – g.brancati@regcal.it IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 558.005,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 € 558.005,00 PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE AZIENDA 2012 2013 Totale ASP RC ASP VV ASP CZ ASP CS ASP KR A.O. RC A.O. CZ A.O. CS 558.005,00 A.O.U. Mater Domini 558.005,00 Totale Criterio di distribuzione: La quota relativa al 2012 è stata accantonata in GSA. Le attività saranno coordinate dalla Unità Operativa Complessa di Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, che già aderisce alla Rete Tumori Rari nazionale con sede all’ INT di Milano, alla quale viene assegnato il finanziamento per la le attività previste nel progetto. 163
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