1.Le cure primarie - Regione Calabria

Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 1. Le cure primarie
TITOLO DEL PROGETTO: 1.1 Dipartimento delle cure primarie: implementazione del
modello h 24 in raccordo con il sistema di emergenza/urgenza ed integrazione con
la rete ospedaliera e delle strutture residenziali
DURATA: 2012 - 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore L.E.A. (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO:€ 20.883.671,63
PREMESSA
Il processo di riorganizzazione delle cure primarie nella Regione Calabria, è stato delineato
con l’adozione nel Piano regionale per la salute 2004/2006, approvato con la legge regionale 19
marzo 2004, n. 11.
Con la DGR del 5.5.2009, n. 250 è avvenuta l’approvazione delle linee progettuali relative
agli obiettivi di PSN anno 2009 ( Accordo Stato/Regioni del 25 marzo 2009 (repertorio atti n.
57/CSR) tra le quali nella linea progettuale CURE PRIMARIE insistono i progetti: 1.1.Le cure
primarie: il nuovo modello organizzativo regionale (Unità di Cure Primarie - UCP) ed il
miglioramento della rete assistenziale; 1.1bis Percorsi diagnostico-terapeutici ospedale – territorio
per la gestione delle ulcere cutanee croniche e 1.1 ter Progetto sperimentale per la realizzazione
dell’ Assistenza Territoriale Integrata “ATI”.
Con deliberazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri nella seduta del 30 luglio 2010, il
presidente della Regione Calabria è stato nominato Commissario ad acta per l’attuazione del Piano
di rientro e l’adozione dei provvedimenti di cui alle linee di intervento previste dallo stesso piano
che tra gli obiettivi prevede la riorganizzazione delle rete di assistenza territoriale.
Con il DPGR n. 18 del 22.10. 2010 è stato approvato, il riordino delle reti: ospedaliera,
emergenza/urgenza e della rete territoriale che prevede in ogni azienda la creazione di un
Dipartimento di Cure Primarie.
Con il DPGR 31.01.2011, n. 12 sono state emanate le Linee guida sul sistema di cure domiciliari e
l'accesso ai servizi territoriali.
Con il DPGR 06.05.2011, n. 34 – si è effettuata una rettifica dell’ "Ospedale distrettuale" in "Centri
di Assistenza Primaria Territoriale C.A.P.T."
Con Decreto dirigenziale 16.06.2011, n. 7029 - Istituzione Tavolo di Lavoro permanente
sull'emergenza-urgenza presso il Dipartimento Tutela della Salute
Con la DGR 17.06.2011, n. 255 è avvenuta l’approvazione dei progetti obiettivi di PSN linee
progettuali anno 2011 (Accordo Stato-Regioni 20.04.2011 rep. atti n. 84 /CSR) tra le quali nella
linea progettuale 1 . CURE PRIMARIE insistono i progetti: 1.1 Modello organizzativo regionale
per il miglioramento della rete assistenziale (Riordino rete territoriale -Dipartimento di Cure
Primarie ); 1.1.bis Modello organizzativo regionale integrato di cure per la non autosufficienza
(Chronic Care Model) ; 1.5 Sistema Informativo Unico Regionale - 118 Calabria.
Con la DGR 26.09.2011, n. 434 - Obiettivi PSN (Accordo Stato-Regioni 27.07.2011 rep. atti n.
135/CSR). Integrazione DGR n. 255 del 17.06.2011, ratificata con DPGR 171/2012, Approvazione
progetto "Riorganizzazione Rete Regionale Emergenza-Urgenza e Continuità delle Cure:
Integrazione della C.A. nella C.O. del 118, secondo le linee guida “modalità organizzative per
garantire l’assistenza sanitaria in H24”.
Con il DPGR 28.6.2012 n. 94 Approvazione proposta programmata progetto Riordino,
Riorganizzazione e Reingegnerizzazione della rete Urgenza/emergenza Regione Calabria, nel
rispetto dei dettami del DPGR 18/2010.
Il vigente ACN per la medicina generale, seppur in via di ridefinizione in ragione di quanto
espressamente previsto dal Decreto Balduzzi, (decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, (pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale 13 settembre 2012, n. 214), coordinato con la legge di conversione 8
novembre 2012, n. 189), lascia spazio a differenti soluzioni nel merito dell’organizzazione delle
UCCP ed in particolare agli aspetti più propriamente strutturali.
Le possibilità sono, in effetti due:
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LINEA PROGETTUALE: 1. Le cure primarie
TITOLO DEL PROGETTO: 1.1 Dipartimento delle cure primarie: implementazione del
modello h 24 in raccordo con il sistema di emergenza/urgenza ed integrazione con
la rete ospedaliera e delle strutture residenziali
DURATA: 2012 - 2013 (24 mesi)
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 attivazione dell’UCCP presso strutture delle azienda sanitarie (nella nostra realtà regionale
CAPT/Case della Salute);
 attivazione dell’UCCP presso strutture messe a disposizione dalle forme associative dei
MMG
E’ di tutta evidenza, quindi, come nella Regione Calabria l’attivazione delle UCCP dovrà avvenire
- nell’ambito della rete dei CAPT e/o delle Case della Salute previste dall’attuale programmazione
sanitaria – senza escludere, comunque, la possibilità, per quei distretti per i quali non è ancora
possibile l’attivazione di un CAPT, che in una fase di avvio le strutture siano quelle messe in
disponibilità dalle forme associative dei MMG (si pensi, ad esempio, alle medicine di gruppo che
sono già dotate di sede unica).
I CAPT/Casa della Salute dovranno avere una base formata da una UCCP composta da almeno 10
medici (cfr. ACN 2009 come modificato dall’ACN 2010). È prevista la progressiva istituzione di
almeno una UCCP per ogni distretto sanitario e socio-sanitario.
Gli atti aziendali delle ASP, nell’ambito della organizzazione dei distretti e dei dipartimenti,
dovranno prevedere le UCCP, regolandone il funzionamento ed il coordinamento con i distretti e i
dipartimenti aziendali.
I referenti aziendali dei progetti avranno cura di stabilire gli obiettivi primari delle UCCP con
riferimento:
- alla presa in carico dei pazienti cronici per migliorare la loro adesione ai PDTA (migliore
assistenza dei pazienti per le patologie croniche prevalenti: diabete, scompenso cardiaco,
ipertensione, BPCO, etc.);
- all’attività ambulatoriale infermieristica.
CONTESTO
L’organizzazione attuale del servizio sanitario regionale è ripartita in n. 5 Aziende sanitarie
provinciali e l’assistenza primaria viene svolta in n. 35 distretti con bacino d’utenza di circa 60.000
abitanti.
Il medico di medicina generale e il pediatra di libera scelta rivestono un ruolo centrale, infatti,
attraverso l'integrazione con le altre professionalità del territorio (Medici di continuità assistenziale,
Specialisti Ambulatoriali), determinano lo sviluppo di forme di assistenza primaria in grado di
rispondere ai nuovi bisogni di salute dei cittadini per 24 ore e 7 giorni alla settimana.
Il radicale cambiamento dello stato generale di salute, caratterizzato, nell'attuale contesto sanitario,
dall'incremento delle patologie croniche e della non autosufficienza, vede l'esigenza di nuovi
percorsi assistenziali basati su un approccio multidisciplinare del paziente volto a promuovere
meccanismi di integrazione delle prestazioni sanitarie e sociali al fine di garantire l'efficacia della
continuità delle cure.
Negli ultimi anni risulta che un cospicuo numero di cittadini che si rivolgono al Pronto Soccorso
presenta quadri clinici che potrebbero essere affrontati e risolti adeguatamente dal Medico di
Medicina Generale. La crescita esponenziale della domanda verso le strutture di Pronto soccorso
impone l’adozione di una riorganizzazione dell’assistenza sanitaria territoriale attraverso nuovi
modelli organizzativi che consentano al MMG di assumere il ruolo di principale riferimento sul
territorio per il cittadino.
Gli Accordi per la Medicina Generale hanno introdotto elementi di novità tra i quali le forme di
associazionismo con l’intento di indurre ad una maggiore presa in carico di problematiche ora
affrontate in sede di PS.
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TITOLO DEL PROGETTO: 1.1 Dipartimento delle cure primarie: implementazione del
modello h 24 in raccordo con il sistema di emergenza/urgenza ed integrazione con
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Bisogna, pertanto, prendere atto dell’evoluzione della domanda di salute rispondendo con nuove
modalità organizzative, tenendo presente che i modelli organizzativi territoriali costituiscono le vere
risposte per dare una definitiva risoluzione alla problematica assistenziale in questione
Lo scenario regionale è caratterizzato ancora da una frammentazione nell’organizzazione del
sistema delle cure primarie e da una parziale diffusione dell’associazionismo medico. Sussiste,
peraltro, una scarsa integrazione della medicina generale con i servizi territoriali ed ancora con la
rete dell’emergenza e con il livello ospedaliero di assistenza.
In tale contesto la Regione Calabria, come accennato sopra, ha approvato nel 2009 il progetto
“dipartimento cure primarie: implementazione del modello h 24 in raccordo con il sistema di
emergenza/urgenza ed integrazione con la rete ospedaliera e delle strutture residenziali” con l’obiettivo
principale della riorganizzazione dei servizi territoriali per favorire la riduzione degli accessi al
Pronto soccorso e i ricoveri impropri. Il progetto si proponeva inoltre di garantire la continuità
assistenziale h24, la promozione della salute attraverso apposite campagne di prevenzione delle
patologie e screening dei tumori maggiormente diffusi, nonché una migliore qualità dell’assistenza
specialistica per l’abbattimento delle liste d’attesa per i pazienti cronici e fragili.
“Il progetto ha avuto avvio, con la sperimentazione di un modello di Assistenza Territoriale
Integrata (ATI) realizzato nell’ambito territoriale del comune di Lamezia, dall’Associazione MMG
“Michelangelo” nel settembre del 2011ed ha coinvolto:









n°6 MMG + n°2 PLS = 10 000 assistiti
n°3 MCA
n°6 Infermieri + n°6 Amministrativi
n°1 Chirurgo convenzionato ASP
n°1 Chirurgo vascolare ospedaliero
n°1 Cardiologo
n°1 Radiologo
n°1 Tecnico Podologo + n°2 FKT
n°4 volontari Servizi Sociali
La telemedicina ha offerto un valido supporto alle attività di assistenza consentendo la presa in carico
dei pazienti e l’integrazione tra tutti gli attori (Mmg, Pls, laboratori analisi, specialisti, pronto soccorso)
favorendo la condivisione delle cartelle cliniche e il monitoraggio dei dati.
I principali obiettivi:
-garantire la continuità delle cure, mediante gestione integrata del paziente da parte dei servizi
territoriali ed ospedalieri;
-realizzare un processo organizzativo che garantisse la riduzione dei ricoveri inappropriati
attraverso l’attivazione di percorsi assistenziali che hanno prodotto la diminuzione del ricorso al
P.S.;
-fornire un filtro verso le cure secondarie e di alta specialità;
-utilizzare strumenti informatici, di telemedicina, e teleconsulto, per la gestione dei pazienti
fragili;
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-realizzare maggiori forme di fruibilità e accessibilità dei servizi e delle attività territoriali
prevedendo l’utilizzo di spazi comuni.
-garantire un elevato livello di integrazione tra i diversi servizi sanitari e sociali.
Le evidenze dei risultati hanno determinato la ferma convinzione della bontà del modello con
conseguente adozione di tale modalità organizzativa, quale modello di riferimento su scala
regionale.
Il Progetto ATI è quindi risultato:



EFFICACE a ridurre codici bianchi al P.S. (-10%)
EFFICIENTE nel dare servizi di qualità con particolare attenzione ai Pazienti Cronici e Fragili.
ECONOMICO avendo prodotto circa il doppio di quanto speso.
Un aspetto di assoluta rilevanza di questo processo culturale ed organizzativo dei servizi è stato
costituito dal ruolo e dall’organizzazione dei servizi territoriali e dall’assistenza primaria, in modo
particolare dal ruolo del Medico di Medicina Generale che, attraverso una rinnovata centralità è
stato in grado di “cogestire” con gli specialisti ambulatoriali ed ospedalieri i percorsi assistenziali
dei pazienti.
Si rende palese la necessità di implementare codesta modalità organizzativa del
territorio,spostandovi risorse e servizi che oggi ancora sono assorbiti dagli ospedali, portando
l’attenzione sui MMG, sui PLS e sui MCA e sui Medici Specialisti del Territorio ai quali si chiede
la condivisione di informazioni e di strategie. Valorizzandosi così la centralità del ruolo della
medicina generale e rispettando, finalmente, la centralità del cittadino.
OBIETTIVI
 Costituire un sistema unitario ed omogeneo delle cure primarie nel Dipartimento delle Cure
Primarie
 Conferire continuità ai processi di cura
 Corresponsabilizzare la medicina generale su specifici obiettivi di salute definiti in sede di
programmazione regionale ed aziendale. A tale proposito si espone, la scheda tipo di obiettivi
da condividere con la medicina generale, estendendosi così il processo di budgeting alle UCCP
costituite.
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OBIETTIVI
INDICATORI
OBIETTIVI
CORRELATI
Riduzione accessi in pronto soccorso popolazione accessi in pronto
assistitita
soccorso
BPCO
Reclutamento pazienti presso Diabete
ambulatori di patologia
ipertensione
Riduzione
tasso
di Diabete
ospedalizzazione
pazienti
ultra65enni per riacutizzazione BPCO
patologie croniche
ipertensione
n°
di
reclutati
pazienti
predisposizione
registri di patologia
/ definizione PDTA
tasso
di
ospedalizzazione
progetto 1
Prevenzione (*)
progetto 2
da definire con Dip.
di Prevenzione
progetto 3
Progetto 1
Progetto 2
Prevenzione e sorveglianza di abitudini
comportamenti e stili di vita …
Prevenzione e sorveglianza delle disabilità…
alimentari,
Progetto 3
Attività motoria per la prevenzione delle malattie croniche
L'attivazione dei PDTA, correlati all'attivazione degli ambulatori di patologia, consente di agire
sull'appropriatezza prescrittiva e, quindi, sulla riduzione della spesa farmaceutica
 Integrare le azioni sanitarie con quelle di protezione sociale;
 Consolidare il sistema della Cure Primarie, confermando e sviluppando le scelte strategiche
individuate con gli atti di indirizzo regionali e di costituire un riferimento comune per
l'implementazione della nuova organizzazione della Medicina convenzionata così come
individuata nella Legge di riforma 8 novembre 2012, n. 189 (Balduzzi/2012).
TEMPI DI ATTUAZIONE (cronoprogramma)
La durata del progetto è di due anni al termine di tale periodo sarà effettuata la valutazione dei
risultati raggiunti in specie sotto il profilo del rapporto costo/benefici.
Fase I
Definizione procedure di dimissioni protette dall’ospedale
 Definizione procedure di integrazione della medicina generale con il sistema dell’emergenzaurgenza ed attivazione della centrale operativa della continuità assistenziale
 Campagna di comunicazione
 Implementazione della partecipazione del medico di assistenza primaria alle fasi di valutazione
multidimensionale e di presa in carico domiciliare degli assistiti anche attraverso una stretta
integrazione con i Punti Unici di Accesso.
Fase II
 Attivazione di un sistema di monitoraggio, finalizzato anche alla definizione del budget dei
MMG, attraverso la costruzione di un datawarhouse aziendale
 Estensione dell’attuale target di forme associative complesse che prevedono l’assistenza h. 12
con una copertura dell’80% della popolazione assistita.
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TITOLO DEL PROGETTO: 1.1 Dipartimento delle cure primarie: implementazione del
modello h 24 in raccordo con il sistema di emergenza/urgenza ed integrazione con
la rete ospedaliera e delle strutture residenziali
DURATA: 2012 - 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore L.E.A. (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO:€ 20.883.671,63
 Attivazione dell’assistenza h.24 con una copertura di almeno il 20% della popolazione assistita
(in attesa della definizione dell’Accordo Nazionale per la medicina generale e dell’Accordo
regionale).
 Attivazione dell’assistenza programmata nelle residenze protette.
 Attivazione dell’istituto delle 18 ore aggiuntive ai medici di continuità assistenziale
Fase III
 Integrazione dell’attività degli specialisti ambulatoriali nell’ambito delle forme associative
complesse
INDICATORI (di struttura, di processo, di risultato)
a. di struttura
- n° di assistiti in h24/totale degli assistiti
- n° di assistiti in h12/totale degli assistiti
b. di processo
- definizione procedure dimissioni protette con tutti i PP.OO.
- condivisione nuovo regolamento di funzionamento del servizio ADI
- definizione accordi di programma con i comuni capofila di zona sociale
- definizione di PDTA per BPCO – Ipertensione arteriosa – Diabete
c. di risultato
- riduzione degli accessi in Pronto Soccorso del 20%
- riduzione dei ricoveri per patologie cronico – degenerative/tot ricoveri
- n° di assistiti ultra 65enni in ADI pari al 4% del totale
RISULTATI ATTESI
L’approccio di riformulazione del complessivo sistema delle cure primarie, passa attraverso
l’istituzione del Dipartimento delle Cure Primarie ed una rifondazione del ruolo della Medicina
generale (ed in particolare attraverso una valorizzazione della funzione di gate keeping), comunque
inserita in un contesto che tiene conto degli altri attori coinvolti nei processi di cura, senza
esclusione delle attività socio tutelari in capo ai comuni.
Univocità dell’accesso al sistema curante (PUA), valutazione multidimensionale dei bisogni
assistenziali, continuità delle cure (integrazione professionale – organizzativa ed istituzionale),
rappresentano gli elementi necessari per garantire, attraverso il perseguimento dell’appropriatezza ,
un razionale ed efficace utilizzo delle risorse disponibili, oltre che equità di accesso e di erogazione
delle cure.
Trasferibilità dei risultati e dei prodotti
Ai fini della trasferibilità dei risultati e dei prodotti alle altre realtà territoriali, si dovrà tenere conto
dei seguenti punti:
-scheda sanitaria informatica, la quale viene a colmare una lacuna, esistente nella nostra regione,
riguardante le condizioni individuali delle persone affette da malattie croniche evolutive;
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TITOLO DEL PROGETTO: 1.1 Dipartimento delle cure primarie: implementazione del
modello h 24 in raccordo con il sistema di emergenza/urgenza ed integrazione con
la rete ospedaliera e delle strutture residenziali
DURATA: 2012 - 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore L.E.A. (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO:€ 20.883.671,63
-raccolta dati che fornisce il presupposto per la creazione di un osservatorio sugli indicatori di
qualità nei servizi di assistenza per le malattie croniche e per gli anziani fragili;
-banca dati che garantisce informazioni utili alla definizione di:
- un profilo di intervento medico e paramedico,
- una gestione integrata del paziente sul territorio,
-una ottimizzazione dell’assistenza,
- un profilo farmaco-epidemiologico del bacino di utenza.
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
2012
2013
Totale
ASP RC
5.873.819,90
5.873.819,90
ASP VV
1.740.460,59
1.740.460,59
ASP CZ
3.836.560,95
3.836.560,95
ASP CS
7.612.371,71
7.612.371,71
ASP KR
1.820.458,48
1.820.458,48
20.883.671,63
20.883.671,63
Totale
Criterio di distribuzione: per l’anno 2012 a quota capitaria – popolazione residente al
1.1.2012 – per l’anno 2013 con decreto n. 3781 del 2.4.2014 impegno in G.S.A. per successivo
riparto secondo i vincoli stabiliti dell’Accordo Stato-Regioni del 20 febbraio 2014 rep. Atti n.
13/CSR–
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LINEA PROGETTUALE: 1. Le cure primarie
TITOLO DEL PROGETTO: 1.2. Modello organizzativo di integrazione della C.A. nella
rete regionale dell’emergenza-urgenza 118
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Controlli (s.lopresti@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO:€ 2.500.000,00
CONTESTO
Il DPGR n. 18/2010 del Presidente di Giunta Regionale, ha previsto Riorganizzazione e
Reingegnerizzazione della rete Urgenza/emergenza territoriale.
Nel rispetto dei dettami del DPGR 18/2010, la Regione Calabria, con il DPGR n.94 del 28 giugno
2012 “Approvazione proposta programmata progetto Riordino, Riorganizzazione e Reingegnerizzazione della rete Urgenza/emergenza Regione Calabria”, ha accolto le linee di indirizzo per la
riorganizzazione dei Servizi di Urgenza ed Emergenza 118 e Continuità Assistenziale e più
complessivamente la Medicina del territorio e l’integrazione con l’Ospedale.
Il presente progetto rappresenta la continuità dei precedenti progetti di cui alle DGR n. 255 del 17
giugno 2011, ratificata con DPGR 171/2012, Sistema Informativo Unico Regionale – 118 Calabria
e n. 434 del 26.9.2011 Riorganizzazione della rete regionale dell’emergenza – urgenza e continuità
delle cure: Integrazione delle C.A. nella C.O. del 118.
La continuità delle cure rappresenta uno degli indicatori sensibili del buon funzionamento del
Servizio Sanitario, poiché aggiunge al tradizionale concetto di cure quello della presa in carico del
paziente ai diversi livelli della rete. L’integrazione della Continuità Assistenziale nel SUEm 118
potrà garantire al paziente, sin dall’origine della insorgenza dei primi sintomi, omogeneità di
trattamento e appropriatezza delle prestazione, fornendo l’assistenza adeguata e individuando il
percorso più idoneo fino al ricovero, nel più breve tempo possibile, nella struttura sanitaria adeguata
alla patologia. Tale integrazione, organizzativa – gestionale, rappresenta, altresì, il primo momento
di accoglienza della domanda di salute dei cittadini, permettendo la possibilità di intercettare
preventivamente i Codici Bianchi e Verdi, e indirizzarli nella maniera più idonea alle eventuali
equipe territoriali h24 (MMG, CAPT, ecc.). La gestione è affidata alla Centrale Operativa che, tra le
attività attive indicherà il percorso assistenziale più adeguato cercando di prevenire l’accesso
improprio ai Presidi Ospedalieri e ai P. S. Nel caso di paziente in condizioni critiche, l’interazione
tra figure professionali mediche è indispensabile e deve essere attuata preventivamente. Il medico di
Continuità Assistenziale deve operare in maniera integrata, così da poter raggiungere l’obiettivo di
una risposta domiciliare adeguata, ed evitare così ospedalizzazione impropria di pazienti con
bisogni assistenziali complessi (Cateteri, sondini, PEG, ecc.) o di pazienti neoplastici in trattamento
con cure palliative. E’ opinione condivisa che soltanto attraverso il coinvolgimento e l’integrazione
dei servizi sanitari territoriali e ospedalieri si può instaurare un corretto continuum diagnosticoterapeutico, che accompagni il cittadino in ogni segmento della filiera assistenziale. L’evoluzione
dei nuovi bisogni assistenziali (LEA) impone tra l’altro la necessità che il medico della Continuità
Assistenziale esca definitivamente dal modello di assistenza “occasionale” per passare a un modello
di assistenza programmata che porti, attraverso lo sviluppo di processi organizzativi, relazionali e
funzionali con gli altri professionisti sanitari, a una piena e paritaria integrazione.
DESCRIZIONE
Anche alla luce dell’accordo Stato-Regioni del 7 febbraio 2013 “linee di indirizzo per la
riorganizzazione del sistema di emergenza urgenza in rapporto alla continuità assistenziale” il
progetto prenderà in considerazione:
1) sistemi di ricezione della richiesta di assistenza primaria nelle 24 ore finalizzati ad assicurare
la continuità delle cure e ad intercettare la domanda a bassa intensità.
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LINEA PROGETTUALE: 1. Le cure primarie
TITOLO DEL PROGETTO: 1.2. Modello organizzativo di integrazione della C.A. nella
rete regionale dell’emergenza-urgenza 118
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Controlli (s.lopresti@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO:€ 2.500.000,00
L’integrazione dei medici della Continuità Assistenziale, in un’area dedicata della Centrale
Operativa, con ampliamento dell’orario di attività nelle ore diurne, sarà gestite con postazioni
dedicate ricevendo le chiamate su un unico numero provinciale (116 – 117) e realizzando la
“Centralizzazione delle chiamate”.
La riorganizzazione del sistema di Emergenza Urgenza in rapporto alla CA richiede una puntuale
informazione al cittadino, destinatario ultimo del percorso riorganizzativo nel suo complesso, oltre
che un’adeguata e omogenea formazione degli operatori tutti. E’previsto un adeguato percorso
formativo dei medici di C.A. relativo al “Dispatch”, non solo come sistema di risposta alle richieste
pervenute uniformando, quindi, la risposta all’utenza, ma altresì utile a favorire una corretta
integrazione col sistema Urgenza / Emergenza.
2) sistemi di presa in carico del cittadino
Sarà necessario sviluppare un sistema organizzativo e informativo delle reti di patologia, al fine di
rendere trasparente ed esplicito il ruolo e le competenze di ciascun presidio ospedaliero
appartenente alla rete dell’emergenza urgenza. Tra le utenze trasportate dal 118 e il preponderante
afflusso di accessi autonomi dovrà essere ricercata la quota parte di pazienti che accedono
inappropriatamente alle cure specialistiche ospedaliere e che dovrebbero trovare risposta più
adeguata nell’Assistenza Primaria.
3) Percorsi differenziati tra emergenza e assistenza primaria
Realizzare all’interno del Pronto soccorso e del Dipartimento di Emergenza-accettazione percorsi
separati clinico-organizzativi dei pazienti classificati dai sistemi Triage con codici rossi e gialli da
quelli verdi e bianchi
4) Piattaforme informatiche e tecnologiche
Il “nucleo di valutazione” della chiamata formato da medici della Continuità Assistenziale
risponderà utilizzando i sistemi informatici della Centrale operativa, già esistenti, integrati con
nuovi modelli applicativi di gestione, in modo da garantire l’autonomia, la piena integrazione e
operatività nel SUEm 118. L’ampliamento funzionale del Sistema Informatico del servizio 118,
attraverso l’implementazione di tutte quelle funzionalità necessarie alla gestione delle attività del
servizio di Continuità Assistenziale, supporterà le attività dei medici che operano presso le Centrali
Operative e nelle Postazioni di C.A. dislocate su tutto il territorio regionale CAPT, Centri di
Assistenza Territoriali Integrati H 12/ 24 come previsto dal DL n°158 del 13 settembre 2012
convertito in legge n°189 dell’8 novembre 2012, meglio conosciuto come “Decreto Balduzzi”.
In Calabria il Sistema di emergenza-urgenza prevede: 5 C.O. provinciali, 52 PET e 330 postazioni
di C.A. che come previsto dal DPGR n. 94/12 a regime diventeranno 280.
Tale riorganizzazione porterà indubbi benefici in termini di ottimizzazione degli interventi,
monitoraggio delle attività e riduzione dei tempi d’intervento, mentre ulteriori benefici sulla
programmazione potranno essere forniti nel momento in cui il sistema di acquisizione dati, previsto
dal D.M. 17 /12/2008, andranno a regime.
In ogni centrale saranno realizzati dei posti operatori aggiuntivi a quelli esistenti in numero di 2/4
postazioni, in base al bacino di utenza di riferimento e, solo dopo attento monitoraggio delle attività
(entro i primi sei mesi), si procederà a rimodulare e ridistribuire le risorse umane nelle diverse
postazioni il più possibile rispondente alle necessità territoriali e del bacino di utenza di riferimento.
Nell’ambito dei processi di gestioni complesse rientrano le problematiche relative ai prelievi e
trapianti di organo. Il SUEm 118 nel rispetto, delle risorse informatiche a disposizione, delle
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 1. Le cure primarie
TITOLO DEL PROGETTO: 1.2. Modello organizzativo di integrazione della C.A. nella
rete regionale dell’emergenza-urgenza 118
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Controlli (s.lopresti@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO:€ 2.500.000,00
capacità specifiche acquisite dagli operatori delle Centrali Operative e dalle esperienze maturate
nella conduzione delle stesse, si propone di supportare il Centro Regionale Trapianti soprattutto per
quanto riguarda la comunicazione e la logistica.
OBIETTIVI
La riorganizzazione e rimodulazione del servizio di Continuità Assistenziale si pone i seguenti
obiettivi:
1. Garantire che la nuova organizzazione definisca le modalità e i contenuti attraverso i quali
praticare una concreta “centralità del paziente”, oltre all’impegno di rendere i luoghi di
assistenza e i programmi diagnostici e terapeutici orientati quanto più possibile alla persona
nella sua interezza fisica, sociale e psicologica.
2. Riqualificare e uniformare gli standard di risposta al cittadino/paziente con la creazione di
specifici protocolli condivisi;
3. Modificare l’offerta con modelli organizzativi adeguati alle singole realtà in una logica di
sistema, differenziandoli in base all’offerta complessiva dei servizi esistenti nel territorio
Aziendale;
4. Garantire al cittadino la prestazione nel luogo più appropriato, a casa quando possibile, nei
presidi quando necessario;
5. Individuare strumenti e modalità di comunicazione con le altre figure professionali atti a
garantire la continuità delle cure;
6. Riqualificazione del personale sia dal punto di vista professionale (percorsi formativi) che
attraverso la ricollocazione in ambienti operativi più idonei e funzionali (CAPT, PPI, ATI,
UCCP ecc.);
7. Sviluppare modelli organizzativi attraverso l’adozione di forme di integrazione funzionale,
nell’ambito delle equipe territoriali o in modo strutturato nelle Case della salute;
8. Potenziamento della rete dei servizi in Urgenza – Emergenza attraverso la
istituzionalizzazione dei percorsi clinici e assistenziali;
9. Razionalizzazione e ottimizzazione dei costi di gestione
TEMPI DI ATTUAZIONE (cronoprogramma)
Il progetto si completerà in dodici mesi solari.
La distribuzione temporale delle attività prevede le seguenti fasi:
1. Definizione del modello operativo, entro 12 (dodici) mesi;
2. Forniture hardware e software di base, entro 6 (sei) mesi;
3. Installazione e configurazione dell’hardware e del software presso la Centrale Operativa
entro 8 (otto) mesi;
4. Progettazione e realizzazione delle componenti applicative;
5. Formazione del personale in Centrale Operativa (Dispatch) e territoriale entro 6 (sei) mesi;
INDICATORI (di struttura, di processo, di risultato)
È qui evidenziato un certo numero di indicatori che consentiranno di valutare l’efficacia/efficienza
del servizio:
 N° medici operativi sul territorio (struttura)
 N° chiamate ricevute (struttura)
 N° di chiamate per consiglio (struttura)
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Regione Calabria


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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 1. Le cure primarie
TITOLO DEL PROGETTO: 1.2. Modello organizzativo di integrazione della C.A. nella
rete regionale dell’emergenza-urgenza 118
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Controlli (s.lopresti@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO:€ 2.500.000,00
N° totale ore di disponibilità dei medici (struttura)
N° totale ore di impegno dei medici (struttura)
Durata intervento (processo)
Durata consiglio
Appropriatezza del tipo di chiamata C.A o 118, (processo.)
Verifica appropriatezza del Dispatch, over/under triage (processo.)
Verifica tempi del Dispatch (processo.)
Tempo di trasferimento sul territorio (risultato)
Performance operatore (risultato)
Riduzione degli errori di individuazione del target, eliminazione degli errori di comunicazione
“luogo del target” tra centrali e risorse sul territorio, certificazione degli orari delle diverse fasi
del soccorso, supporto decisionale agli operatori.
RISULTATI ATTESI
L’integrazione tra i servizi di continuità assistenziale e sistema 118 ha l’obiettivo di individuare e
intercettare i codici a bassa priorità e inviarli nelle strutture, più idonee e più vicine, in grado di dare
una risposta adeguata e appropriata all’utente. Inoltre ha il vantaggi di:
 Condividere le informazioni geografiche per l’individuazione del target;
 Avere, tramite l’applicativo di centrale, la situazione di tutti gli eventi in corso sul territorio
con la possibilità di ovviare al possibile under/over triage su di una chiamata di continuità
assistenziale.
 Avere in tempo reale lo stato di medici di C.A. sul territorio; in turni, in visita, liberi ecc.
 Il sistema consentirà, statistiche e reportistica evolute, permettendo un’analisi approfondita
del servizio. Inoltre lo studio dei dati raccolti potrà portare alla razionalizzazione e
ottimizzazione del servizio stesso adeguandolo, dopo attento monitoraggio, alle effettive
necessità di quel bacino di utenza.
La raccolta di dati sanitari e prestazioni erogate dai medici di C.A permetterà anche analisi
statistiche sullo stato di salute della popolazione.
COSTI
L’utilizzo delle risorse umane da dedicare al progetto, consistenti nel coinvolgimento dei medici di
C.A., MMG, PLS, PPI, e il loro inserimento nelle attività, guardando con attenzione alla
liberalizzazione delle risorse di C. A. pari a 140 medici conseguenti dal passaggio dalle attuali 330
postazioni di Postazioni di Continuità Assistenziale alle 280 previste dal DPGR 94/2012 e dalla
riorganizzazione delle stesse, compreso la Centralizzazione delle chiamate nelle Centrali Operative
118.
Pertanto si ritiene opportuno, prendendo in esame l’ipotesi intermedia, determinare le risorse
necessarie che dovrebbero essere pari a € 2.500.000,00 saranno distribuite sulle voci di spesa:
a) Beni e servizi
b) Formazione
c) Comunicazione/ Informazione.
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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 1. Le cure primarie
TITOLO DEL PROGETTO: 1.2. Modello organizzativo di integrazione della C.A. nella
rete regionale dell’emergenza-urgenza 118
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Controlli (s.lopresti@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO:€ 2.500.000,00
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
ASP RC
2012
703.159,39
ASP VV
208.351,84
ASP CZ
459.277,59
ASP CS
217.928,45
ASP KR
911.282,73
Totale
2.500.000,00
2013
Totale
Criterio di distribuzione: per l’anno 2012 a quota capitaria – popolazione residente al
1.1.2012 – Il progetto ha durata soltanto 12 mesi. con l’ Accordo Stato/Regioni del 20
febbraio 2014, non è previsto il prosieguo per l’anno 2013.
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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA
TITOLO DEL PROGETTO: 2.1 Progetto obiettivo pluridisciplinare per la cura dei
portatori di cardiopatie congenite dal feto all’età adulta – II annualità
DURATA: 2011-2012 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Ara L.E.A. (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 1.000.000,00 (di cui € 500.000,00 sulla quota del FSN
2011 ed € 500.000,00 sulla quota FSN 2012)
CONTESTO
La necessità di differenziare la Cardiologia Pediatrica dalla Cardiologia dell’Adulto nasce dalle
differenze nell’epidemiologia delle malattie di cuore tra tali epoche della vita.
Incidenza delle cardiopatie congenite=8-10 per mille nati vivi.
Nel corso degli ultimi quarant’anni, con la possibilità di correzione chirurgica di tutte le cardiopatie,
si è ottenuto un aumento della sopravvivenza e della qualità della vita del bambino cardiopatico.
A questo scopo hanno inoltre contribuito una diagnosi tempestiva ed accurata dell’anomalia
strutturale cardiaca e il follow-up del piccolo paziente nel tempo.
I problemi di questi bambini sono “unici”, per questo la figura specialistica del cardiologo pediatra
è fondamentale. Questi fa diagnosi circostanziata, decide la necessità ed i tempi dell’intervento
cardiochirurgico ed effettua i controlli clinico-strumentali del bambino con difetti cardiaci.
In Italia quasi ogni regione ha uno o più centri di riferimento per la cura delle cardiopatie congenite,
molte regioni possiedono contestualmente U.O. di Cardiologia e Cardiochirurgia Pediatrica.
La Cardiochirurgia pediatrica richiede un bacino di utenza che va dai 4 mil ai 6 mil di abitanti
pertanto, come avviene anche in altre regioni il paziente è seguito dal reparto di cardiologia
pediatrica.
Poiché in Calabria nascono circa 18.000 bambini all’anno si valuta un’incidenza pari a 140-180 di
neonati cardiopatici congeniti, ogni anno.
Regione Calabria - Ricoveri per Cardiopatie congenite
Regime ordinario - anni 2008-2009
172
177
123
0
strutture regionali 2008 - 2009
Ricovero di tipo chirurgico
strutture fuori regione 2008 - 2009
Ricovero di tipo medico
In questa tabella da sottolineare oltre il dato dei 177 ricoveri per procedure di cardiochirurgia e/o
emodinamica interventistica fuori regione, anche i 123 ricoveri extraregione di tipo medico che
potrebbero sicuramente essere evitati.
In oltre un terzo dei casi, le cardiopatie congenite sono fortemente sintomatiche già alla nascita,
perciò le Neonatologie calabresi sono costantemente impegnate nella diagnosi e nel primo
trattamento del neonato cardiopatico. Siamo convinti dell’opportunità di prendersi cura in loco di
questi piccoli pazienti, come accade in tutte la altre regioni italiane.
Il progetto in questione, sulle cardiopatie congenite, ha l’obiettivo di potenziare ed ampliare
l’attività medico-scientifica del Dipartimento Materno-Infantile dell’A.O. di Cosenza all’interno
del quale già è stata istituita ed opera una Unità operativa di Cardiologia Pediatrica.
Nel corso degli ultimi anni, dunque, si è avvertita la necessità di sviluppare un sistema di follow-up
clinico e anche strumentale (ecg ed ecocardiografia monobidimensionale + Color Doppler) che
riguarda non solo l’età neonatale ma pazienti in età pediatrica con cardiopatie sospette o accertate.
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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA
TITOLO DEL PROGETTO: 2.1 Progetto obiettivo pluridisciplinare per la cura dei
portatori di cardiopatie congenite dal feto all’età adulta – II annualità
DURATA: 2011-2012 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Ara L.E.A. (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 1.000.000,00 (di cui € 500.000,00 sulla quota del FSN
2011 ed € 500.000,00 sulla quota FSN 2012)
A molti di essi, grazie ai controlli effettuati in loco, si è riusciti ad evitare più di un viaggio presso il
centro dove erano stati operati, in accordo ed in collaborazione con il singolo
centrocardiochirurgico di riferimento.
DESCRIZIONE
Il progetto presenta due ambiti di intervento: FORMATIVO E CLINICO
Figure professionali coinvolte: pediatri e neonatologi ospedalieri, pediatri di famiglia, ginecologi e
cardiologi pediatri, infermieri, psicologi e assistenti sociali. In ogni settore in cui si articola il
progetto si intende creare prima ed avvalersi poi, di una rete di contatti all’interno della provincia,
da ampliare anche alle altre province calabresi in un rapporto di collaborazione con i singoli
ospedali ed il Centro dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza che funzionerebbe da coordinatore. .
Tale rete prevede inoltre l’interscambio con i principali centri di riferimento dei pazienti calabresi:
Cardiochirurgia dell’ Ospedale Gaslini di Genova – Istituto Ligure di Alta Specializzazione di
Rapallo, Cardiochirurgia A.O. Giovanni XXIII di BARI, Cardiochirurgia Ospedale Bambino Gesù
di Roma- Ospedale di Taormina – Cardiochirurgia pediatrica Azienda Ospedaliera Universitaria di
Padova.
INTERVENTO FORMATIVO
- Fase 1 Corsi di formazione teorico-pratici multidisciplinari, formazione integrata di tipo
residenziale, a distanza ma anche esperenziale, per ostetrici-ginecologi e pediatri, ospedalieri e del
territorio, per migliorare le capacità diagnostiche sia cliniche sia strumentali.
La formazione sul territorio deve avvenire in almeno tre tempi con progressione didattica e verifica
del risultato.
- Fase 2 Formazione specialistica specifica, definita con specifico progetto formativo, che riguarda
il personale medico ed il personale infermieristico del centro pilota in materia di Cardiologia
Pediatrica, anche finalizzata alla formazione per l’uso di apparecchiatura quale elettrocardiografo,
defibrillatore ecc. Le attività formative saranno realizzate in collaborazione con i centri in rete
regionali ed extraregionali (Azienda Ospedaliera Università di Padova).
La fase formativa prevede il coinvolgimento diretto del personale medico ed infermieristico,
identificato dalla regione Calabria, nell’attività clinico-assistenziale dell’equipe medicoinfermieristiche patavine. Intervallate a questa fase professionalizzante sono previsti momenti “in
aula” più prettamente didattici da svolgersi congiuntamente sia in Calabria che a Padova. Si prevede
in una fase attuativa del progetto, la definizione di specifici obiettivi formativi e di programmi
educativi personalizzati.
Elaborazione di linee guida .
INTERVENTO CLINICO
Fase 3 feto Miglioramento qualitativo e quantitativo della diagnosi ecocardiografica fetale delle
cardiopatie congenite, del counselling alla coppia e della programmazione del parto.
Fase 4 neonato e bambino Implementazione qualità dei servizi svolti per il necessario followup a lungo termine di questi piccoli pazienti anche attraverso una rete di collaborazione ospedaliterritorio.
Fase 5 giovane adulto garantire la continuità clinico-assistenziale necessaria anche dopo l'età
pediatrica, proprio per le loro caratteristiche malformative di origine congenita nonché per la loro
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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA
TITOLO DEL PROGETTO: 2.1 Progetto obiettivo pluridisciplinare per la cura dei
portatori di cardiopatie congenite dal feto all’età adulta – II annualità
DURATA: 2011-2012 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Ara L.E.A. (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 1.000.000,00 (di cui € 500.000,00 sulla quota del FSN
2011 ed € 500.000,00 sulla quota FSN 2012)
prevalente insorgenza in età pediatrica per cui tali patologie devono essere trattate anche in età postadolescenziale da professionisti dotati delle conoscenze scientifiche e dell’acquisita metodologia.
In questo ambito di continuità delle cure, interessante è anche l’idea di creare una unica ed
accessibile cartella clinica con i dati salienti del singolo paziente utilizzabile in rete, nel pieno
rispetto alla normativa sulla privacy.
OBIETTIVI
1 Creare una rete di collaborazione continuativa tra territorio ed ospedali
2 Migliorare la percentuale di diagnosi delle cardiopatie congenite in utero
3 Effettuare il follow-up “ in loco” in accordo ed in collaborazione con il singolo centro
cardiochirurgico di riferimento.
4 Obiettivo non ultimo, è quello di effettuare cateterismi cardiaci diagnostici per cardiopatie
congenite complesse ed eventuali cateterismi interventistici per difetti congeniti utilizzando lo
“stand by” cardochirurgico già previsto per i cateterismi cardiaci dell’adulto.
TEMPI DI ATTUAZIONE (cronoprogramma)
La fase attuativa ha una durata di due anni.
In parallelo si procede con la formazione diretta alla “periferia”e quella più specifica per l’A.O. di
Cosenza.
Prima fase di ampliamento della diagnostica fetale in termini quantitativi ma soprattutto qualitativi,
creando una rete tra centri di diagnosi prenatale di differenti livelli.
Anche la formazione all’interno degli ospedali della provincia e dei medici pediatri del territorio
viene realizzata in tre tempi con verifica dell’apprendimento avvenuto e con progetti a breve e
medio termine di incremento dei pazienti reclutati e della qualità del follow-up condiviso.
Mesi 
Fasi |
Fase 1
1
3 6
x
9
12
15
18
24
x
x
x
x
x
x
x
Fase 2
x
x
Fase 3
Fase 4
Fase 5
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
INDICATORI (di struttura, di processo, di risultato)
Miglioramento dell’appropriatezza degli interventi sanitari (preventivi, diagnostici, terapeutici,
riabilitativi, palliativi, assistenziali).
Indicatori di struttura
Presso l'A.O. Di Cosenza:
Coordinamento tra il centro di eccellenza materno-infantile e la sala di emodinamica fruibile.
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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA
TITOLO DEL PROGETTO: 2.1 Progetto obiettivo pluridisciplinare per la cura dei
portatori di cardiopatie congenite dal feto all’età adulta – II annualità
DURATA: 2011-2012 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Ara L.E.A. (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 1.000.000,00 (di cui € 500.000,00 sulla quota del FSN
2011 ed € 500.000,00 sulla quota FSN 2012)
Indicatori di processo
Aumento del coinvolgimento del territorio e condivisione del follow-up
Feto: accesso facilitato per l’esecuzione di ecocardiogrammi fetali dei casi sospetti
Neonato e Bambino: tipologia degli esami strumentali clinico-funzionale eseguiti ai singoli pz con
cardiopatia congenita
Indicatori di risultato
Clinici: miglioramento della percentuale di diagnosi di cardiopatia congenita in utero, delle
condizioni cliniche al momento della diagnosi, del follow-up nel tempo attraverso un incremento
delle prestazioni diagnostico-strumentali eseguibili. La capacità diagnostica intesa come abilità ad
identificare i nuovi casi e la possibilità di esecuzione di cateterismi diagnostici finora mai eseguiti,
verranno incrementati e valutati nel tempo.
Economici: Riduzione dei ricoveri per cardiopatia congenita di tipo medico extraregione. Possibile
conversione di ricoveri ordinari in ricoveri in Day Hospital o in prestazioni ambulatoriali
Sociali : la possibilità dell’assistenza e del follow-up in loco migliorano la qualità di vita e
soddisfazione dell’utente.
RISULTATI ATTESI
a breve termine
-miglioramento della diagnostica fetale e neonatologica-pediatrica
-creazione di un dialogo ed un coordinamento tra i vari interlocutori (pazienti, genitori, ostetrici,
neonatologi e pediatri, cardiologi pediatri, chirurghi ecc) con riduzione degli esami inappropriati
a lungo termine
-aumento della qualità delle prestazioni cliniche e strumentali eseguibili in loco
-riduzione dei ricoveri extraregionali ( specie quelli di tipo medico)
Il budget di € 500.000,00 per l’anno 2012 può essere così suddiviso:
Personale € 100.000,00
Beni e servizi € 175.000,00
Formazione € 125.000,00
Comunicazione € 100.000,00
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
A.O. CS
Totale
2012
2013
Totale
500.000,00
500.000,00
Criterio di distribuzione: La quota relativa al 2012 è stata accantonata in GSA. Le attività
saranno coordinate dalla Unità Operativa di Cardiologia Pediatrica dell’Azienda
Ospedaliera di Cosenza, struttura idonea per la realizzazione per l’esecuzione in loco degli
esami ed il follow-up dei pazienti affetti da cardiopatie congenite alla quale è assegnato il
finanziamento per la seconda annualità per la conclusione del progetto.
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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA
TITOLO DEL PROGETTO: 2.2 Modello di continuità assistenziale per i pazienti con
malattie neurologiche ad interessamento Neuromuscolare con particolare
riferimento alla SLA e le loro famiglie
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale,
tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00
PREMESSA
La necessità di presa in carico globale a carico del sistema sanitario regionale, attraverso
l'istituzione di una rete assistenziale specifica per i malati di SLA, patologia in progressivo
peggioramento con contestuale perdita dell’autonomia e conservata integrità del sistema cognitivo,
si basa appunto sulla considerazione che per questa malattia inguaribile, ma non incurabile, è
necessario un servizio di assistenza multidisciplinare, da effettuarsi soprattutto al domicilio del
malato, gestendo la continuità assistenziale ospedale-territorio.
E' importante sottolineare che nella stragrande maggioranza dei casi le capacità cognitive del
paziente SLA rimangono inalterate fino alle estreme fasi della malattia, per cui è necessario attivare
un approccio multidisciplinare di cure palliative, rivolte al trattamento sia dei sintomi fisici che
delle problematiche psico-sociali ed esistenziali di questi pazienti e dei loro familiari.
La gestione globale del paziente è dunque da intendersi come un processo di continuità
assistenziale, finalizzato a seguire il paziente in tutte le fasi di sviluppo della malattia, con un
percorso che possiamo schematizzare in 3 fasi:
- Fase delle cure primarie (estensive): processi assistenziali caratterizzati da bassi livelli diintensità
e da livelli di complessità assistenziale variabile in relazione all’eventuale presenza di comorbilità.
- Fase delle cure intermedie (sub-intensive): processi assistenziali a medio livello di intensità ed, in
genere, ad elevato livello di complessità assistenziale.
- Fase delle cure secondarie (intensive): processi assistenziali ad alto livello di intensità e
complessità assistenziale, per i quali si impone il ricovero in ambiente ospedaliero.
La terza fase è di competenza ospedaliera (Centro di Riferimento Regionale e i Presidi Ospedalieri
Regionali). Le prime due fasi sono tipicamente collocate nel livello di assistenza socio sanitaria
territoriale e possono essere catalogate in progetti individuali di assistenza (domiciliare e
residenziale) durante i quali è necessario realizzare livelli di integrazione degli interventi sanitari e
socio assistenziali basandosi sulla dimensione dei bisogni di assistenza dei malati e non solo sulle
offerte di salute esistenti, tenendo ben presente la progressiva e totale perdita dell’autosufficienza e
la necessità di supporto e sostegno della comunicazione nonché delle funzioni vitali.
Diventa inoltre importante preservare il più possibile l’autonomia, in particolare la comunicazione
con il mondo esterno, anche in presenza di un gravissimo deterioramento del quadro motorio,
attraverso interventi di sostegno e ausili di comunicazione che si avvalgono di strumenti
informatici, che consentono di personalizzare le varie applicazioni a seconda delle capacità residue
del paziente.
CONTESTO: Dimensione del problema
L' incidenza della SLA è di circa 1,5-2 casi ogni 100.000 abitanti, con una prevalenza di 6-8 casi
ogni 100.000 abitanti. In Calabria si stima siano circa 200 i casi di persone affette da questa
patologia.
Le criticità maggiormente rilevabili sono:
1) Generale impreparazione delle strutture ospedaliere ed inadeguatezza dell’organico;
2) Mancanza di collegamenti organizzativi e continuativi tra ospedale e territorio
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Regione Calabria
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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA
TITOLO DEL PROGETTO: 2.2 Modello di continuità assistenziale per i pazienti con
malattie neurologiche ad interessamento Neuromuscolare con particolare
riferimento alla SLA e le loro famiglie
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale,
tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00
Carenza e difformità delle procedure di rientro a domicilio;
Inesistenza di strutture idonee all’ospitalità di pazienti non assistibili a domicilio;
Inadeguatezza delle strutture territoriali
Assenza di un referente medico territoriale;
Difficoltà nell’integrazione sociosanitaria dell’assistenza;
Assenza di procedure che garantiscano il trasporto da domicilio all’ospedale e viceversa;
Assenza di procedure per la gestione dell’urgenza.
In Calabria, con il progetto 2.1 Modello organizzativo presa in carico globale delle persone affette
da Malattie Neurologiche ad Interessamento NeuroMuscolare ( MNINM) -Centri di riferimento
(CdR), coordinato dell’Unità Operativa di Neurologia dell’Azienda Ospedaliera “Mater Domini” di
Catanzaro, approvato con le DGR n. 255/11, in relazione ai requisiti minimi specifici, sono stati
identificati, tra le strutture sanitarie distribuite nel territorio regionale, due tipi di Centri di
Riferimento (CdR): il CdR di primo livello ad Alta Specialità, l’Istituto di Neurologia della
Università Magna Graecia di Catanzaro, responsabile della raccolta, organizzazione, elaborazione e
smistamento delle informazioni e dei percorsi assistenziali dei pazienti, e i CdR di secondo livello
rappresentati da tutte le altre strutture ospedaliere regionali in cui sia presente una Unità Operativa o
un Servizio di Neurologia e le Strutture Ambulatoriali specialistiche presenti nel territorio
regionale. In particolare, è stato effettuato il censimento, a partire da dati preesistenti e/o attraverso i
contatti con le Associazioni che si occupano dei malati SLA, del numero di casi presenti in atto nel
territorio regionale. Inoltre, è stata avviata la realizzazione di una piattaforma web-based, finalizzata
a mantenere un collegamento tra le strutture e gli operatori sanitari coinvolti.
Il presente progetto è finalizzato alla sperimentazione in alcune ASP della Regione Calabria
(individuate tra quelle in cui l’offerta assistenziale si presenta maggiormente carente o in base alla
presenza numerica di casi) di un modello basato sulla presa in carico domiciliare messa in atto da
parte dell’equipe multidisciplinare di riferimento, professionalità specificamente formate che operino in stretta collaborazione con il medico di famiglia e tutte le altre figure e strutture assistenziali
esistenti sul territorio. Il progetto realizzerà un percorso di presa in carico territoriale dei malati di
SLA e delle loro famiglie destinato al miglioramento della qualità dell’assistenza socio sanitaria e,
quindi, della qualità della vita dei pazienti affetti da SLA, a sostegno della domiciliarità.
Il terzo settore, generalmente rappresentato dalle associazioni dei pazienti, costituisce, insieme alla
famiglia e al caregiver la cosiddetta "parte informale" della rete, in grado di fornire spesso
un’adeguata e appropriata collaborazione. Nel complesso, questo modello ha il vantaggio di cercare
di utilizzare quanto viene offerto a livello territoriale, non sovrapponendosi ad esso, ma
integrandone le carenze sia in termini di informazione ed educazione, sia dal punto di vista dei
servizi (esempio: fisioterapia domiciliare, servizi di dietologia e logopedia di pertinenza del
distretto di residenza del paziente, servizi di rianimazione e pneumologia) determinando una
sensibile riduzione del numero di ricoveri ospedalieri inappropriati.
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA
TITOLO DEL PROGETTO: 2.2 Modello di continuità assistenziale per i pazienti con
malattie neurologiche ad interessamento Neuromuscolare con particolare
riferimento alla SLA e le loro famiglie
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale,
tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00
METODOLOGIA
Per dare attuazione a questo obiettivo è importanti la formazione di tutti i soggetti interessati e
l’attivazione di una procedura atta ad uniformare ed a rendere attivabile il necessario percorso di
assistenza.
Sarà necessario individuare il team multidisciplinare (neurologo, fisiatra, pneumologo, ai quali si
associano lo psicologo, i terapisti motori, respiratori e terapisti occupazionali ecc.).
Il progetto di lavoro del gruppo multidisciplinare prevede di:
1)
determinare i bisogni assistenziali del paziente, attraverso la valutazione multidisciplinare
della persona con SLA che include un programma per la mobilizzazione attiva e passiva, per
monitoraggio e intervento nutrizionale, monitoraggio della funzione respiratoria, della
ventilazione non invasiva e della ventilazione invasiva, monitoraggio della funzione fonatoria;
precoce supporto alla comunicazione, valutazione delle condizioni psico-sociali del paziente e
della sua famiglia al fine di attivare un adeguato percorso per il supporto psicologico ed
educativo, al fine di offrire una presa in carico globale;
2) individuare una strumentazione che sarà a disposizione dell’equipe (quale ad. es: saturimetro
portatile con possibilità di registrazione , emogasanalizzatore portatile, spirometro, ecc);
3)
collaborare con le Associazioni dei pazienti;
4)
utilizzare le attrezzature e interventi tecnici e domotici che consentano di preservare il più a
lungo possibile l’autonomia;
5)
utilizzare i comunicatori adatti ai singoli casi, che necessitano di una preventiva
sperimentazione;
6)
avvalersi della cartella informatica regionale;
7)
prevedere incontri sistematici tra i rappresentanti della varie categorie professionali
coinvolte.
Per l’attuazione del presente progetto si ritiene necessaria l’individuazione di una figura
professionale, definita case manager, che, dopo adeguata formazione, basandosi sulla conoscenza
diretta delle problematiche specifiche del paziente e della famiglia, sia in grado di aiutare ed attivare
le risorse sociali, sanitarie ed assistenziali presenti sul territorio e rappresenti l’interfaccia ideale fra
i pazienti e l’equipe interdisciplinare.
Il case manager si occuperà quindi di:
• coordinare le attività dei nodi della Rete successivi alla diagnosi SLA accertata dall’Unità di
Neurologia di riferimento
• garantire l’offerta assistenziale prevista
• interagire col Distretto Socio Sanitario di appartenenza del paziente per fornire ogni
informazione utile ai fini dell’assistenza
• avvalersi della collaborazione dei coordinatori ADI e/o dei referenti delle cure
infermieristiche.
Il progetto dovrà portare alla definizione di un atto di indirizzo regionale contenente le modalità di
presa in carico a livello domiciliare dei pazienti affetti da SLA e di metodologie per il monitoraggio
degli stessi.
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA
TITOLO DEL PROGETTO: 2.2 Modello di continuità assistenziale per i pazienti con
malattie neurologiche ad interessamento Neuromuscolare con particolare
riferimento alla SLA e le loro famiglie
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale,
tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00
ARTICOLAZIONI DELLE ATTIVITÀ E PROGAMMAZIONETEMPORALE DELLE
STESSE
Fase di programmazione (30 giorni):
a) identificazione del gruppo di pazienti che afferiscono al centro esperto ospedaliero e/o
risiedono nel territorio;
b) identificazione dell’equipe interdisciplinare ospedale/servizi socio-sanitari del territorio e del
suo responsabile;
c) programmazione dei percorsi clinici e di assistenza domiciliare socio-sanitaria integrata;
d) programmazione della formazione specifica per il personale sanitario, socio sanitario e sociale;
e) programmazione dell’attività di formazione, supporto e addestramento delle persone affette da
SLA, dei caregiver, dei familiari e dei volontari.
Fase di realizzazione (11 mesi)
f) attivazione della procedura;
g) monitoraggio dei pazienti.
h) definizione dell’atto di indirizzo regionale sulle modalità di presa in carico a domicilio
(approvazione da parte della struttura commissariale)
RISULTATI ATTESI
Realizzazione di un percorso di continuità assistenziale per il paziente e per la sua famiglia in stretta
collaborazione tra ospedale e servizi socio sanitari del territorio con il miglioramento della qualità
(in termini di efficacia e di sicurezza) dei processi assistenziali e con una riduzione dei costi
dell’assistenza.
INDICATORI NUMERICI DI EFFICACIA/EFFICIENZA DEL PROCESSO.
1. Numero totale casi SLA per semestre
2. Numero pazienti in:
i. Fase delle cure primarie (estensive)
ii. Fase delle cure intermedie (sub-intensive)
iii. Fase delle cure secondarie (intensive)
3. Numero valutazioni multiprofessionali
4. Percorso informativo famiglia-mmg-struttura di diagnosi, prova documentale
5. Numero follow-up clinici per semestre
6. Percorsi di collaborazioni con le associazioni, prove documentali
7. Aggiornamento e predisposizione protocolli, prove documentali
PIANO ECONOMICO
FORMAZIONE:
1.
2.
Formazione operatori sanitari, socio sanitari, sociali, dei pazienti e
delle loro famiglie
Convenzioni per le iniziative di formazione e supervisione di gruppi
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LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA
TITOLO DEL PROGETTO: 2.2 Modello di continuità assistenziale per i pazienti con
malattie neurologiche ad interessamento Neuromuscolare con particolare
riferimento alla SLA e le loro famiglie
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale,
tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00
BENI E SERVIZI:
1.
2.
3.
4.
PERSONALE:
COMUNICAZIONE /
INFORMAZIONE:
7.
di volontari in grado di sostenere i malati affetti da SLA, i caregiver e
i loro familiari.
€ 150.000,00
Acquisizione di strumentazioni portatili per la valutazione e la
gestione domiciliare del paziente (es., apparecchiatura per
emogasanalisi portatile, fibroscopio portatile).
Gestione della cartella informatizzata regionale di monitoraggio del
paziente.
Avvio di un progetto di counselling per la scelta e l’utilizzazione
degli strumenti di comunicazione alternativa-aumentativa, incluse le
strumentazioni ad alta tecnologia,
Avvio di un progetto di counselling per interventi di tipo tecnico e
domotico volti alla conservazione del massimo livello di autonomia
del paziente
€ 350.00,00
Potenziamento dell’attività svolta a domicilio dei pazienti dalle
seguenti figure professionali: fisioterapista, logopedista, psicologo,
equipe medica (neurologo, pneumologo, dietologo, ecc.), operatore
socio-sanitario, case manager.
€ 200.000,00
€ 44.006,00
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
2012
2013
Totale
ASP RC
271.199,93
ASP VV
64.856,03
ASP CZ
136.682,11
ASP CS
271.199,93
ASP KR
64.856,03
Totale
744.006,00
Criterio di distribuzione: Per l’anno 2012 la quota è stata accantonata in GSA, se si
presume la partecipazione di tutte le ASP alla sperimentazione si potrebbe ipotizzare
l’eventuale riparto a quota capitaria. Il progetto è sperimentale in alcune aziende che
saranno individuate tra quelle in cui l’offerta assistenziale si presenta maggiormente
carente o in base alla presenza numerica di casi, e, a seguito della approvazione e della
pianificazione operativa, si potrà stabilire la quota delle risorse da assegnare
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA
TITOLO DEL PROGETTO: 2.2 Modello di continuità assistenziale per i pazienti con
malattie neurologiche ad interessamento Neuromuscolare con particolare
riferimento alla SLA e le loro famiglie
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale,
tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00
successivamente alle ASP che parteciperanno alla sperimentazione. La sperimentazione si
concluderà in 12 mesi. Per la gestione sul territorio della SLA si fa riferimento a quanto
previsto nel P.O. 2013-2015 al Programma 13 – Reti assistenziali per intensità di cure,
punto 3 - Reti per percorsi di cura a forte integrazione ospedale-territorio.
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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA
TITOLO DEL PROGETTO: 2.3 I percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali per
pazienti con demenza
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale,
tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00
CONTESTO
La demenza rappresenta l’esito di una malattia ad andamento progressivo che comporta, già in fase
iniziale, un alto grado di compromissione funzionale con conseguenze significative non solo per il
paziente, ma anche per le famiglie, su cui grava un enorme carico assistenziale. L’Italia è il paese
più vecchio dell’unione europea: quasi il 30% degli ultraottantenni è affetto da demenza (905.713,
studio eurodem, Ferri et al. 2006).
Nella Regione Calabria, i dati sulle demenze sono coerenti con i numeri attesi a livello nazionale.
In coerenza a quanto previsto dal DPGR 18-2010, relativamente al riordino della rete territoriale per
l’assistenza in particolare per i pazienti con demenza, si rende necessaria l’elaborazione di percorsi
diagnostici assistenziali mirati per patologia, che includano i anche i centri diurni, in Calabria quasi
completamente assenti.
Gli obiettivi di piano sviluppati nel 2010 sono stati integralmente assegnati ad una azienda pilota
(ASP CZ) in cui si è proceduto alla trasformazione delle unità di valutazione alzheimer in centri per
la valutazione delle demenze (CVD). È stato definito un sistema hub and spoke in cui l’hub è
rappresentato dal centro regionale di neurogenetica (CRN), centro di assistenza e ricerca di secondo
livello, e gli spoke sono rappresentati dalle altre UVA dell’azienda oggi trasformate in CVD.
Obiettivi fondamentali perseguiti sono stati: 1) creazione di una rete assistenziale in termini
strutturali e tecnologici (portale informatico) e operativi (condivisione di procedure e strumenti); 2)
formazione e informazione per le diverse figure professionali coinvolte nei processi di
miglioramento; 3) realizzazione di un percorso diagnostico terapeutico assistenziale per i pazienti
con demenza nell’ASPCZ.
Gli obiettivi di piano 2011, in corso di sviluppo, vedono l’estensione del modello suddetto (odp
2010) alle cinque aziende sanitarie provinciali della Calabria. Il Centro Regionale di Neurogenetica
già di fatto negli anni ha svolto una funzione di coordinamento delle altre UVA presenti in regione,
definendone tra l’altro il censimento. L’estensione del modello di assistenza già sperimentato
attraverso gli obiettivi 2010 e 2011 alle altre ASP provinciali, al fine di perseguire la pienezza degli
obiettivi, avverrà secondo un modello hub e spoke che vedrà il CRN come centro di riferimento
unico (hub) mentre la rete degli spoke sarà costituita dalle UVA delle ASP riorganizzate
funzionalmente e strutturalmente. Il modello hub and spoke avrà dunque valenza regionale. Il
Centro Regionale di Neurogenetica ha sviluppato inoltre progetti di interazione con il sistema delle
cure primarie e i MMG. In particolare nell’ASP CZ è in corso di realizzazione la “Sperimentazione
di percorsi assistenziali integrati per le demenze sulla base del Chronic Care Model”
(finanziamento CCM 2011). Attraverso la FIMMG nazionale è stato avviato inoltre il General
Practitionerdementia (GPD) study
che ha visto il coinvolgimento di circa 30 MMG delle
provincie di VV, KR CS con un percorso formativo mirato all’identificazione dei sintomi per il
sospetto diagnostico e l’utilizzo di una piattaforma informatica condivisa per la segnalazione dei
casi sviluppata dal CRN.
DESCRIZIONE
Il progetto attuale, avente una durata complessiva di 12 mesi, ha come obiettivo principale la
realizzazione di un piano diagnostico terapeutico e assistenziale (PDTA) per le demenze da
sviluppare e implementare nelle ASP provinciali calabresi, facendo fulcro sulle UVA regionali.
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LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA
TITOLO DEL PROGETTO: 2.3 I percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali per
pazienti con demenza
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale,
tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00
I bisogni della popolazione affetta da demenza e dalle loro famiglie sono considerati come “bisogni
di nuova evidenza” ma sono stati individuati, già da molti anni, come bisogni collettivi del paziente
e del suo nucleo familiare. La malattia di Alzheimer costituisce una delle patologie più complesse
del nostro tempo per le molteplici problematiche che suscita tanto dal punto di vista diagnostico e
terapeutico quanto dal punto di vista sociale, assistenziale ed etico.
Le necessità dei pazienti iniziano con il loro bisogno di essere riconosciuti come tali.
Si pone dunque il problema del rilevamento di una patologia spesso misinterpretata e confusa con
le comuni problematiche dell’invecchiamento, dalla stessa famiglia e, spesso, anche dal MMG.
Ricevere una diagnosi corretta e differenziale (all’interno delle molteplici forme delle demenze)
pone il problema della qualificazione ed aggiornamento dei MMG (chiamati al porre il sospetto
diagnostico), delle Unità di Valutazione Alzheimer nonché di tutto il personale socio-sanitario che a
vario titolo entra in rapporto con il paziente demente e la sua famiglia.
È evidente la necessità di condividere linee guida e criteri diagnostici internazionali già pubblicati
in letteratura, valutazioni neuro cognitive e multidimensionali; trattamenti farmacologici disponibili
secondo i protocolli di trattamento e le indicazioni provenienti dal Ministero della Salute (progetto
Cronos e successivi aggiornamenti).
Sotto il profilo della prescrizione farmacologica, la stessa dovrà avvenire nel rispetto delle vigente
normativa, nazionale e regionale, e dovrà tenere conto di quanto stabilito nella nota 85 dell’AIFA:
La prescrizione a carico del SSN, su diagnosi e piano terapeutico delle Unità di Valutazione
Alzheimer (UVA), individuate dalle Regioni e dalle Province Autonome di Trento e Bolzano, è
limitata a:
 pazienti con malattia di Alzheimer
o di grado lieve, con MMSE tra 21 e 26
o donepezil, rivastigmina, galantamina
o di grado moderato, con MMSE tra 10 e 20
o donepezil, rivastigmina, galantamina, memantina
Alle UVA è affidato il compito di effettuare o, eventualmente, confermare una diagnosi precedente e
di stabilire il grado di severità in accordo alla scala MMSE.
Il piano terapeutico deve essere formulato sulla base della diagnosi iniziale di probabile demenza
di Alzheimer di grado lieve-moderato.
La risposta clinica dovrà essere monitorata ad intervalli regolari dall’inizio della terapia:
 a 1 mese, per la valutazione degli effetti collaterali e per l’aggiustamento del piano
terapeutico
 a 3 mesi, per una prima valutazione della risposta e per il monitoraggio della
tollerabilità: la rimborsabilità del trattamento oltre i 3 mesi deve basarsi sul non
peggioramento dello stato cognitivo del paziente valutato tramite MMSE ed esame
clinico
 ogni 6 mesi per successive valutazioni della risposta e della tollerabilità
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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA
TITOLO DEL PROGETTO: 2.3 I percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali per
pazienti con demenza
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale,
tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00
Si pone la necessità di migliorare la gestione integrata di questo tipo di patologie, nel territorio
calabrese, attraverso una conoscenza/ implementazione dei servizi esistenti, una migliore e più
organica integrazione tra i servizi e gli operatori, in particolare una migliore relazione operativa con
i MMG che hanno un ruolo centrale e indispensabile nel percorso della salute del paziente e ancora
di più nella gestione delle patologie cronico-degenerative come le demenze.
Lo sviluppo del PDTA risponde alla necessità di migliorare la relazione operativa con il MMG che
sarà più capace di porre il sospetto clinico e di gestire in modo integrato (e dunque a rete) questo
tipo di patologie, attraverso una conoscenza/implementazione dei servizi esistenti.
La creazione di centri diurni in cui sviluppare attività di terapia occupazionale e terapie riabilitative
finalizzate al miglioramento della qualità di vita dei pazienti è indifferibile ed essi dovranno trovare
una realizzazione capillare sul territorio partendo da esperienze pilota che prevedono almeno un
centro diurno per ogni azienda sanitaria provinciale.
Al fine di diffondere sul territorio una sempre migliore conoscenza delle varie forme di demenza e
dei bisogni specifici di malati e famiglie è necessario attuare programmi di formazione specifica
non solo per le varie figure professionali (MMG e operatori sociosanitari più in generale) ma anche
per gli stessi familiari, elemento centrale dell’assistenza e della cura. le associazioni dei familiari di
ammalati di Alzheimer e il volontariato più in generale, rappresentano un elemento forte con cui
integrarsi e su cui puntare per il miglioramento della qualità di vita del paziente.
L’attivazione dei servizi dovrà avvenire nel rispetto di quanto previsto dalla vigente
programmazione regionale (cfr. D.P.G.R. n.18/2010) e, in ogni caso, dovrà essere prevista
l’attivazione di almeno un centro diurno Alzheimer o demenze in ognuna delle 5 ASP della Regione
Calabria.
OBIETTIVI
Definire e identificare i percorsi e gli attori coinvolti nel processo diagnostico terapeutico e
assistenziale.
Obiettivo 1- Diagnosi precoce di demenza attraverso il miglioramento delle abilità finalizzate al
sospetto diagnostico del MMG e all’applicazione di strumenti di screening da diffondere sul
territorio.
Definizione dell’iter diagnostico.
Azioni
Coinvolgimento degli operatori dei Centri di Valutazione Demenze, e dei MMG per l’attuazione di
diagnosi precoce e presa in carico condivise. A tal fine verranno realizzati corsi di formazione
specifica per la condivisione delle metodologie diagnostiche clinico-strumentali, dei percorsi
assistenziali; una cartella informatica, predisposta dall’HUB regionale potrà essere utilizzata da
tutti gli operatori e condivisa sul sistema piattaforma già sviluppato dal CRN negli Obiettivi di
Piano2010.
Obiettivo 2 Fase post diagnostica ovvero di follow-up per garantire punti di riferimento qualificati
(clinici, socio-assistenziali e di segretariato) al malato e alla sua famiglia;
Azioni
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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA
TITOLO DEL PROGETTO: 2.3 I percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali per
pazienti con demenza
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale,
tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00
Monitoraggio del paziente, attraverso una sua periodica rivalutazione, al fine di rilevare eventuali
problemi intercorrenti (somatici, comportamentali, sociali, assistenziali) ed elaborare strategie per il
loro trattamento farmacologico e non.
Obiettivo 3: Garantire la continuità delle cure e l’appropriatezza dell’assistenza.
Azioni:
Adozione di criteri finalizzati alle cure ambulatoriali e territoriali; adozione di scale cliniche
finalizzate alla valutazione multidimensionale. Adesione ai protocolli di dimissione protetta.
Obiettivo 4: Promuovere l’attivazione di Centri Diurni da parte delle UVA delle ASP
Azioni:
Realizzare riunioni operative con enti territoriali per l’individuazione di spazi strutturalmente
idonei; formazione del personale preposto alla assistenza alla persona. Scelta di protocolli di
riabilitazione per il mantenimento delle abilità residue. Protocolli d’intesa con le associazioni di
volontariato e dei familiari.
Obiettivo 5 Informazione e Formazione di tutti gli operatori coinvolti a vario titolo.
Azioni:
Attivazione di corsi di formazione per operatori coinvolti a vario titolo nel processo assistenziale.
Informazione/formazione e supporto, realizzazione di gruppi di auto-aiuto per i familiari e per le
associazioni di volontariato.
Obiettivo 6 : Attività divulgativa e creazione carta dei servizi.
Azioni:
Produzione di materiale informativo. Elaborazione della carta dei servizi.
TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA)
Cronoprogramma obiettivo 1
Primo semestre:
 Individuazione di strumenti per il sospetto diagnostico;
 Predisposizione di linee guida;
Secondo semestre:
 Aggiornamento per il personale;
 Realizzazione Cartella Informatica da parte dell’Hub regionale ;
Cronoprogramma obiettivo 2
Primo semestre:
 Visite di follow up rivolte ai pazienti in carico presso i CVD;
Secondo semestre:
 Interventi di segretariato sociale in collaborazione con le associazioni di volontariato;
Cronoprogramma obiettivo 3
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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA
TITOLO DEL PROGETTO: 2.3 I percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali per
pazienti con demenza
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale,
tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00
Primo semestre:
 Individuazione delle scale di valutazione multidimensionale
 Individuazione dei criteri di accesso alle cure
 Formazione del personale;
Secondo semestre:
 Applicazione scale prescelte
Cronoprogramma obiettivo 4
Primo semestre:
 Realizzare riunioni operative con enti territoriali per l’individuazione di spazi
strutturalmente idonei
Secondo semestre:
 Protocolli d’intesa con le associazioni di volontariato e dei familiari;
Cronoprogramma obiettivo 5
Primo semestre:
 Attivazione di corsi di formazione per operatori coinvolti a vario titolo nel processo
assistenziale
 Informazione -formazione e supporto, gruppi di auto-aiuto, rivolti ai familiari, alle
associazioni dei familiari e di volontariato
Cronoprogramma obiettivo 6
Secondo semestre:
Elaborazione della carta dei servizi.
INDICATORI (di struttura, di processo, di risultato)
Obiettivo 1- Diagnosi precoce di demenza attraverso lo sviluppo della capacità del
sospetto diagnostico e dell’applicazione di strumenti di screening da diffondere sul
territorio
Definizione dell’iter diagnostico.
Azione: 1°semestre
Individuazione strumenti
sospetto diagnostico
Predisposizione di linee
guida
Azione: 2°semestre
Aggiornamento per il
personale
Realizzazione Cartella
Tempo di
Valutazione
1°semestre
1°semestre
Tempo di
Valutazione
2° semestre
2° semestre
Indicatori di
processo
n° di riunioni per
la scelta
Atti
Indicatore di
risultato
Adozione
strumenti.
Adozione delle
linee guida del
PDTA
Indicatori di
processo
% personale che si
avvale della
formazione >50%
Cartella
Indicatore di
risultato
n. soggetti
aggiornati >70%
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Adozione cartella
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LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA
TITOLO DEL PROGETTO: 2.3 I percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali per
pazienti con demenza
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale,
tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00
Informatica da parte
dell’Hub regionale
informatica
informatica
Utilizzo dello strumento
2° semestre
Utilizzo da parte
Utilizzo >30%
di screening
dei MMG
Obiettivo 2Fase post diagnostica ovvero di follow-up per garantire punti di
riferimento qualificati (clinici, socio-assistenziali e di segretariato) al malato e alla
sua famiglia
Azione: 1°semestre
Tempo di
Indicatori di
Indicatore di
Valutazione
processo
risultato
Visite di follow up
1° semestre
N° di follow up
N° di follow up
rivolte ai pazienti in
rivolti ai pazienti
>80%
carico presso i CVD
in carico >50%
Azione: 2°semestre
Tempo di
Valutazione
2°semestre
Indicatori di
processo
n° interventi di
segretariato >50%
Indicatore di
risultato
Soddisfazione
degli utenti
Formazione del
personale
1° semestre
n. soggetti
aggiornati >80%
Azione: 2°semestre
Tempo di
Valutazione
2°semestre
personale che si
avvale della
formazione >70 %
Indicatori di
processo
Applicazione >
50% delle scale
prescelte
Indicatori di
processo
N° riunioni
effettuate
Indicatore di
risultato
Individuazione
degli spazi
Interventi di segretariato
sociale in collaborazione
con associazioni di
volontariato
Obiettivo 3: Garantire la continuità delle cure e l’appropriatezza dell’assistenza.
Azione: 1°semestre
Tempo di
Indicatori di
Indicatore di
Valutazione
processo
risultato
Individuazione delle
1° semestre
n° di riunioni per
Adozione scale di
scale di valutazione
la scelta
valutazione
multidimensionale
Applicazione scale
prescelte
Obiettivo 4Attivazione dei Centri Diurni.
Azione: 1°semestre
Tempo di
Valutazione
Realizzare riunioni
1° semestre
operative con enti
territoriali per
l’individuazione di spazi
strutturalmente idonei
Indicatore di
risultato
n° scale di
valutazione
somministrate
>70%
Protocolli d’intesa con le
associazioni
di
volontariato
e
dei
familiari.
1° semestre
N° riunioni con le
associazioni
N° protocolli
firmati
Azione: 2°semestre
Tempo di
Valutazione
Indicatori di
processo
Indicatore di
risultato
28
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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA
TITOLO DEL PROGETTO: 2.3 I percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali per
pazienti con demenza
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale,
tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00
Attivazione Diurni
2°semestre
N° diurni attivati
Realizzazione di
almeno 5 diurni (1
per ASP)
Obiettivo 5 Informazione e Formazione di tutti gli operatori coinvolti a vario titolo.
Azione: 1°semestre
Tempo di
Valutazione
1° semestre
Indicatori di
processo
N° di corsi attivati
Indicatore di
risultato
% personale
formato >70%
Tempo di
Valutazione
1°semestre
Indicatori di
processo
N° di incontri
attivati
Indicatore di
risultato
% personale
formato >70%
Attivazione di corsi di
formazione per operatori
coinvolti a vario titolo
nel processo
assistenziale
Azione: 1°semestre
Incontri
informativi/formativi con
le associazioni di
volontariato e dei
familiari individuate e
con i responsabili dei
servizi territoriali
preposti.
Obiettivo 6 : Attività divulgativa e creazione carta dei servizi
Azione: 2°semestre
Elaborazione della carta
dei servizi
Tempo di
Valutazione
2°semestre
Indicatori di
processo
N° riunioni per la
stesura della carta
Indicatore di
risultato
Creazione carta
servizi
RISULTATI ATTESI
Favorire la tempestività del sospetto diagnostico da parte del MMG e l’appropriatezza della
diagnosi, il miglioramento del percorso assistenziale e gestionale del paziente con demenza.
Promozione della integrazione socio-sanitaria. Miglioramento nella gestione della malattia nel
contesto della famiglia e della società. Miglioramento della qualità di vita del paziente e della
famiglia. Miglioramento delle conoscenze relative alle demenze e delle loro necessità assistenziali.
Miglioramento delle conoscenze e sviluppo di processi a supporto delle famiglie. Attivazione di
Centri Diurni.
PIANO ECONOMICO
Varie
Acquisto Beni e Servizi
Formazione/Informazione
Totale
29
€ 190.000,00
€ 450.006,00
€ 104.000,00
€ 744.006,00
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA
TITOLO DEL PROGETTO: 2.3 I percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali per
pazienti con demenza
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 – Area del disagio, salute mentale,
tossicodipendenze (f.fratto@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 744.006,00
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
2012
2013
Totale
ASP RC
271.199,93
ASP VV
64.856,03
ASP CZ
136.682,11
ASP CS
271.199,93
ASP KR
64.856,03
Totale
744.006,00
Criterio di distribuzione: Per l’anno 2012 la quota è stata accantonata in GSA, per la
realizzazione delle attività in tutte le ASP si potrebbe ipotizzare l’eventuale riparto a quota
capitaria come sopra indicato. Le attività saranno coordinate dal Centro Regionale di
Neurogenetica dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, capofila, e si concluderanno in 12
mesi. Per la gestione sul territorio della demenza si fa riferimento a quanto previsto nel P.O.
2013-2015 al Programma 13 – Reti assistenziali per intensità di cure, punto 3 - Reti per
percorsi di cura a forte integrazione ospedale-territorio.
30
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA
TITOLO DEL PROGETTO: 2.4 - Prolungamento della sperimentazione del modello
per la gestione e l’assistenza integrata di pazienti cronici in SV e SMC nella Regione
Calabria
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO:€ 744.006,00
CONTESTO
I pazienti in SV ed in SMC non sono in grado di provvedere autonomamente ai bisogni primari
della vita e necessitano di essere sostenuti ed accuditi in tutte le loro funzioni, anche le più
elementari.
L’approccio assistenziale e riabilitativo di pazienti in SV e SMC rappresenta un problema di grande
rilevanza medica e sociale, visto il progressivo aumento del numero di tali pazienti in tutti i paesi
industrializzati.
Attraverso il lavoro svolto con il progetto OBERON nel primo triennio, di cui l’ultimo anno è in
corso di svolgimento, è stato definito un modello di gestione di tali pazienti che vede l’integrazione
di assistenza presso il reparto di Lungodegenza Specializzata Stati Vegetativi (SUAP) dell’Istituto
S. Anna e di assistenza a domicilio attraverso un modello che unisce le tecnologie di telemedicina e
di monitoraggio dei parametri vitali con l’assistenza a domicilio di un’equipe di assistenza remota
(ADISV).
Evidenziare il ruolo dell’ASP di Crotone
Emerge nel territorio regionale una totale assenza di procedure e linee guida per la gestione di tali
pazienti a domicilio.
Le attività svolte nel primo triennio hanno consentito di definire i protocolli e la modulistica di
supporto per le procedure di eleggibilità, accettazione e gestione di tali pazienti in un programma di
assistenza a domicilio.
Non esistono regolamenti e linee guida che definiscono il ruolo e le modalità con cui le ADI
provinciali devono inserirsi nel programma di ospedalizzazione domiciliare.
Non esiste una tariffa per l’ospedalizzazione domiciliare in tutto il contesto nazionale.
Le attività svolte ed in corso di svolgimento per il progetto OBERON richiedono di essere
sperimentate per un periodo più lungo rispetto a quello preventivato, al fine di fornire risultati più
significativi per la verifica del modello teorico.
Relativamente agli aspetti organizzativi, bisogna sottolineare che esiste una notevole discordanza
sugli standard minimi assistenziali previsti dalle varie regioni e dalle varie ADI delle diverse
province calabresi, evidenziando la necessità di definire anche in questo ambito degli standards
minimali quali quelli fissati dai Livelli essenziali di Assistenza per le patologie più diffuse.
DESCRIZIONE
Il presente progetto intende proseguire le attività svolte ed in corso di svolgimento del progetto
“Modello per la gestione e l’assistenza integrata (h24) di pazienti cronici in SV e SMC nella
Regione Calabria” denominato OBERON.
Al termine dell’anno in corso le attività di sperimentazione dei modelli, delle procedure e dei
protocolli messi a punto in Lungodegenza Specializzata e per l’ospedalizzazione domiciliare
forniranno una serie di risultati che per avere più consistenza e più significatività richiedono una
sperimentazione più allargata in termini di numero di pazienti e di durata.
Rispetto a quanto realizzato e da realizzare nel primo triennio emerge la necessità di:
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA
TITOLO DEL PROGETTO: 2.4 - Prolungamento della sperimentazione del modello
per la gestione e l’assistenza integrata di pazienti cronici in SV e SMC nella Regione
Calabria
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO:€ 744.006,00
a) procedere con la sperimentazione dei protocolli ottimizzati per l’assistenza medica e per la
valutazione delle condizioni di coscienza a tutti i pazienti presenti nel reparto di Lungodegenza
Specializzata (SUAP);
b) sperimentare i protocolli di monitoraggio automatizzato in Lungodegenza Specializzata (SUAP)
su almeno 25 pazienti, rispetto ai 3 monitorati fino al termine del 2° anno;
c) sperimentare il servizio di ospedalizzazione domiciliare sui pazienti individuati e su quelli da
individuare (che dovranno essere quanto più possibile vicini al numero previsto a inizio
progetto, ovvero 54 unità), per ottenere risultati significativi ai fini degli obiettivi previsti ed in
particolare:
- applicazione delle procedure organizzative messe a punto con le ASP di territorio;
- sperimentazione dei protocolli di monitoraggio automatizzato;
- sperimentazione dei protocolli di assistenza medica e di gestione dell’ADISV;
d) estendere le attività di sperimentazione ad azioni non previste a inizio progetto che riguardano
sia i pazienti in SUAP che quelli a domicilio e che prevedono:
- la sperimentazione di protocolli ottimizzati per la nutrizione di tali pazienti al fine di
generare maggiori informazioni scientifiche in tale ambito e, soprattutto, al fine di ottenere
informazioni più puntuali per la determinazione della tariffa;
l’avvio di uno studio e relativa sperimentazione per la valutazione dell’efficacia e dell’efficienza di
fattori prognostici attraverso l’individuazione e l’analisi di markers che potrebbero supportare i
criteri delle possibilità di recupero o mancato recupero delle attività di coscienza; lo studio sarà
incentrato sui pazienti acuti, ma sarà altresì esteso a quelli cronici.
OBIETTIVI
Gli obiettivi qualitativi sono:
 validazione a seguito del prolungamento della sperimentazione dei protocolli ottimizzati
messi a punto nel primo triennio, per il miglioramento dei trattamenti individuali per i
pazienti in SV e SMC in regime di ricovero nella Lungodegenza Specializzata SUAP;
 validazione a seguito del prolungamento della sperimentazione dei nuovi protocolli messi a
punto nel primo triennio, per facilitare e diffondere la pratica di ricoveri a domicilio in
condizioni di sicurezza con grande sollievo delle famiglie;
 incremento della professionalità del personale medico, degli assistenti sociali, degli
infermieri, delle badanti e, in generale, delle persone che per motivi professionali verranno a
contatto con i pazienti presso il loro domicilio;
 miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza del servizio sanitario per questa tipologia di
pazienti.
Gli obiettivi quantitativi sono:
 copertura integrale e capillare nel territorio regionale delle esigenze del fabbisogno di
assistenza di pazienti in SV e SCM in condizioni di cronicità con diversa eziologia;
 diminuzione dei pazienti in SV permanente ed in SMC in regime di ricovero nel lungo
periodo di degenza presso le SUAP con conseguente aumento del numero di pazienti a
domicilio;
 incremento del numero di pazienti cronici che passano da SV a SMC;
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA
TITOLO DEL PROGETTO: 2.4 - Prolungamento della sperimentazione del modello
per la gestione e l’assistenza integrata di pazienti cronici in SV e SMC nella Regione
Calabria
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO:€ 744.006,00
diminuzione dei costi legati al ricovero dei pazienti in SV permanente ed in SMC in regime di
ricovero nel lungo periodo di degenza presso le Lungodegenze Specializzate (SUAP).
TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA)
1 anno, con sperimentazione parallela nella Lungodegenza Specializzata SUAP e a domicilio
INDICATORI (di struttura, di processo, di risultato)
Gli indicatori di struttura sono:
- grado di conoscenza e di professionalità degli attori coinvolti nel percorso di assistenza a
domicilio
- presenza di infrastrutture di servizio e tecnologiche dedicate all’assistenza di pazienti in SV e
SMC cronici
- numero di postazioni tecnologiche attivate a domicilio
Gli indicatori di processo sono:
- frequenza dei ricoveri nella SUAP
- frequenza delle misurazioni nelle SUAP e a domicilio
- frequenza delle attività di training per i familiari e per l’equipe remota
Gli indicatori di risultato sono:
- numero di pazienti in SV e SMC per i quali si è evidenziato un miglioramento dei
trattamenti individuali
- tempo di degenza media presso le SUAP
- numero di pazienti assistiti in SUAP e a domicilio
- numero di famiglie ed equipe remota formate
RISULTATI ATTESI
La possibilità di estendere le sperimentazioni al quarto anno consentirà di avere risultati più
attendibili ai fini non solo dell’assistenza in SUAP, ma anche ai fini delle gestione di tali pazienti a
domicilio.
In particolare, si punterà a:
 sperimentare e validare il modello assistenziale messo a punto per pazienti in SV e SMC
cronici con diversa eziologia;
 fornire linee guida e protocolli ottimizzati e consolidati per il trattamento di tali pazienti
nelle Lungodegenze Specializzate (SUAP) a seguito di una sperimentazione significativa e
allargata all’intero reparto
 fornire linee guida e protocolli ottimizzati e consolidati per il trattamento di tali pazienti a
domicilio, a seguito di una sperimentazione significativa in termini di numerosità dei
pazienti e con una maggiore integrazione con il sistema delle ADI
 fornire specifici strumenti procedurali, normativi, tecnici ed amministrativi per la gestione
del servizio;
 individuare una specifica tariffa per l’ospedalizzazione domiciliare;
creare le condizioni per esportare il modello messo a punto con OBERON in ambito nazionale ed in
altri settori clinici
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA
TITOLO DEL PROGETTO: 2.4 - Prolungamento della sperimentazione del modello
per la gestione e l’assistenza integrata di pazienti cronici in SV e SMC nella Regione
Calabria
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO:€ 744.006,00
Il budget di € 744.006,00 può esser così suddiviso:
Varie € 400.000,00
Beni e servizi € 250.000,00
Formazione € 50.000,00
Comunicazione € 44.006,00
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
2012
2013
Totale
ASP RC
37.800,00
ASP VV
33.600,00
ASP CZ
25.200,00
ASP CS
29.400,00
ASP KR
618.006,00
Totale
744.006,00
Criterio di distribuzione: Il progetto è una sperimentazione messa in atto nei tre anni precedenti al fine di assistere sia
nel reparto di Lungodegenza Specializzata Stati Vegetativi SUAP dell’Istituto S. Anna di Crotone, sia a domicilio, il
maggior numero di pz in SV e SMC con specifici protocolli assistenziali. Le attività di sperimentazione dei modelli,
delle procedure e dei protocolli messi a punto sia nella SUAP, sia nel servizio domiciliare, hanno fornito risultati
interessanti che, per avere più consistenza e più significatività, richiedono un prolungamento della sperimentazione per
ulteriori 12 mesi. Per la stima dei costi si può considerare che circa il 70% dei costi (€ 520.000,00) venga destinato alla
sperimentazione a domicilio ed il restante 30% (€224.000,00) venga destinato alla sperimentazione in SUAP.
Nell’ambito delle risorse destinate alla sperimentazione a domicilio, così come fatto nelle prime annualità del progetto,
le diverse ASP sosterranno i costi degli Infermieri e dei Fisioterapisti delle Equipe Remote. Si considerano 54 pazienti
da trattare a domicilio; di questi, già 44 fanno parte dell’attuale sperimentazione e si ritiene di raggiungere entro l’anno
in corso il numero di 54 che era l’obiettivo iniziale del progetto.
Per determinare il budget da assegnare alle ASP si possono considerare €30,00 per ogni accesso presso il domicilio dei
pazienti e le seguenti frequenze di visita: 2 visite al mese per gli infermieri, 2 visite alla settimana per i fisioterapisti.
Il costo per 54 pazienti in un anno è dunque pari a €190.000,00 circa a cui si aggiungono 20.000,00 di spese generali
per viaggi, assicurazioni e imprevisti (frequenze maggiori delle visite per esigenze cliniche).
Le € 210.000,00 destinate alle ASP possono essere suddivise in funzione della localizzazione provinciale dei pazienti
che, in base all’attuale distribuzione dei 44 pazienti assistiti, ha la seguente ripartizione percentuale: Crotone 40%
(84.000 €), Reggio Calabria 18% (37.800 €), Vibo 16% (33.600 €), Cosenza 14% (29.400 €), Catanzaro 12% (25.200
€). Tale ripartizione potrà subire lievi modifiche in funzione della localizzazione dei pazienti che si aggiungeranno agli
attuali 44.
L’Istituto S. Anna sosterrà tutti gli altri costi legati al servizio:
la gestione della UOS (Unità Operativa Speciale) ovvero del centro servizi assistenza pazienti a domicilio in cui sono
localizzate le tecnologie di monitoraggio e gli operatori che si interfacciano con i domicili dei pazienti e con i referenti
delle ASP per l’organizzazione dell’equipe remota;
il costo dei dottori che fanno visita di persona una volta al mese a domicilio dei pazienti;
il costo delle ADOSV, ovvero delle assistenti che ogni giorno sono presso il domicilio del paziente;
i costi della formazione degli operatori che prendono parte al servizio;
l’acquisto di tecnologie che dovessero rendersi necessarie per lo storage dei dati o per altre esigenze legate al servizio;
i costi delle attività di promozione e diffusione dei risultati.
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 3. LE CURE PALLIATIVE E LA TERAPIA DEL DOLORE
TITOLO DEL PROGETTO: 3.1 La Rete Dolore-Palliazione: un modello per il riordino
dei processi di Governo Clinico innovativo e sostenibile
DURATA: 2012-2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 3.720.032,00
CONTESTO
La ricostruzione della Rete di terapia del dolore e delle cure palliative Regionale, dopo la fase di
attuazione secondo quanto stabilito nelle Linee Guida regionali (Decreti Dirigenziali n° 11162 e
11163 del 6/9/2011), necessita di una forte azione di integrazione della componente di governo
clinico e organizzativo che risente troppo delle differenti esperienze professionali da cui sono
originate le singole esperienze ospedaliere e distrettuali. La difformità, che è anche frutto
dell’assenza di una disciplina specialistica medica che ne indirizza gli atti e i saperi, è solo in parte
ottemperata dalle azioni dirette dalle società scientifiche che operano nel settore. Gli elementi di
differenziazione si riflettono sui cittadini che pur affetti dalle stesse patologie si vedono proporre
modelli di diagnosi e cura differenti che pur contemplati su scala internazionale non generano esiti
simili. Questo espone la popolazione non solo a differenti esiti clinici ma anche ad ampie variabili
di rischi connessi alle differenti scelte procedurali.
Una riorganizzazione ancor più urgente se analizzata alla luce del tema della necessità di un rientro
nei parametri di spesa, giacché tra le varie possibilità di strategie procedurali vi sono rilevanti
differenze di costi diretti ( strumentazioni – beni e servizi utilizzati – categorie di farmaci analgesici
con grande scarto nel valore economico unitario ) e indiretti (comorbosità – disabilità).
È quindi indispensabile ripensare i percorsi di strategia sanitaria in questo contesto patologico. Il
dato di agire in un settore non ancora consolidato che deve maturare la sua specificità clinicoorganizzativa, pur nel rispetto di parametri e leggi, permette di avviare una sperimentazione che
completa l’idea di rinnovamento già intrapresa su questo tema e può generare una forte omogeneità
nel governo delle due Reti con il maggior grado di integrazione.
L’attivazione del Centro di Terapia del Dolore – Azienda Ospedaliera di Cosenza che opera con una
sua autonomia in relazione alla sua natura di Unità Operativa Complessa di Terapia del Dolore e
Cure Palliative ha creato le condizioni ambientali, organizzative e professionali per avviare su scala
regionale questa sperimentazione di omogeneizzazione dell’assessement operativo per avere in
ogni realtà provinciale un servizio appropriato ed efficiente in rete, con ampia potenzialità di scelta
che può garantire ogni complessità gestionale e clinica con ridotti costi zonali e regionali.
Si deve precisare, come peraltro è stato previsto dal progetto biennale “Costruzione della rete
regionale integrata di Cure Palliative e Terapia del Dolore” approvato con le DGR 250/09 e
582/10 (obiettivi di piano anno 2009 e 2010) , che si dovranno realizzare due reti distinte:
- Quella di Terapia del dolore disegnata su tre livelli, a seconda dell’intensità di cura (in
coerenza con quanto previsto dall’Intesa S/R del 25/7/2012) Hub, Spoke di I e II livello e
AFT;
- Quella di Cure palliative che trova un suo fulcro negli hospices con la rete di residenzialità
domiciliare in via di definizione e di implementazione con la realizzazione di uno specifico
progetto di continuità assistenziale, tipo h24, per i pazienti trattati a domicilio a forte
potenzialità di sviluppo per modificare il setting di governo clinico evitando , così, ricorso a
prestazioni sanitarie inappropriate, come ricorsi a pronto soccorso e ricoveri.
A ciò si integra il progetto “Telemedicina e Teleassistenza nella realizzazione delle due Reti di
terapia del Dolore e Cure Palliative” approvato con la DGR 255/11 ( DPGR 171/12) obiettivi di
PSN anno 2011.
Il centro Hub di terapia del dolore dell’ Azienda Ospedaliera di Cosenza è stato indicato come
centro coordinatore del progetto per le caratteristiche di Struttura già organizzata con organico
35
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 3. LE CURE PALLIATIVE E LA TERAPIA DEL DOLORE
TITOLO DEL PROGETTO: 3.1 La Rete Dolore-Palliazione: un modello per il riordino
dei processi di Governo Clinico innovativo e sostenibile
DURATA: 2012-2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 3.720.032,00
dedicato in turni H24 e già inserita ed individuata dal Ministero della Salute come unico Centro
regionale, tenendo conto che le indicazioni ministeriali prevedono una struttura Hub ogni 2,5/4 mln
di abitanti. Saranno previsti numerosi Spoke in tutto il territorio regionale.
Questo processo di riorganizzazione si avvale, per garantirne la fattibilità, di
tecnologie
telematiche in essere presso la UO di Cosenza con possibilità di offrire in tempo reale il supporto ai
servizi decentrati.
Il secondo step del progetto si concentrerà sulla disseminazione delle buone pratiche di cura
farmacologica dei pazienti arruolati nelle reti di terapia del dolore e di cure palliative nei vari setting
assistenziali con riordino e ricatalogazione dei percorsi di cura nelle principali patologie dolorose
che afferiscono alle stesse.
Oggi le persone che hanno un dolore persistente afferiscono a tutte le aree ospedaliere mediche e
oncologiche senza che sia definito un protocollo di gestione condiviso con la Rete di Terapia del
Dolore che dovrà, per natura specialistica e di legge, esserne il riferimento gestionale su scala
regionale. Questo comporta un alto costo in termini di efficienza giacché i professionisti che devono
dare risposta, non hanno sviluppato una competenza specifica nel settore; infatti, attuano procedure,
terapie e modelli di diagnosi che contengono una inadeguata risposta alla ricerca “di aiuto” da parte
del paziente sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico. Il tutto comporta una continua
sperequazione nei trattamenti dei cittadini ed una loro continua migrazione. Sono state
documentate, da studi di settore che lo stesso Ministero della salute ha attuato (Ricerca Finalizzata
2006 FederDolore) su Modelli di cura nella Rete di terapia del dolore e cure palliative, come ogni
utente con dolore cronico è visto mediamente da 7 specialisti con alta incidenza di inefficienza,
scarsa capacità di gestione dei processi e un invio ai centri da parte dei medici di medicina generale
solo nel 30% dei casi e con grave dispendio di risorse ed economie sia del Servizio sanitario sia
delle singole famiglie .
È noto ai Ministeri e Assessorati che i farmaci analgesici della categoria non-steroidea (Fans) sono
quelli a più alto consumo in tutti gli ospedali e distretti sanitari, con induzione di un altissimo costo
sanitario, gravi danni alle persone e amplissima inefficacia clinica nel trattamento di moltissime
patologie dolorose croniche.
Molti di questi comportamenti sono presenti nelle unità Internistiche ( Medicina-Geriatria –
Fisiatria – Reumatologia ) e di Oncologica; infatti, è noto l’abuso di accertamenti diagnostici senza
specificità né sensibilità spesso controindicate nelle linee guida internazionali; esempio eclatante
sono le patologie dolorose lombari che, secondo la letteratura, sono una delle cause di maggior
costo inefficiente a livello nazionale.
Vi sono poi le gravi lacune nei processi di presa in carico dei pazienti che in fase avanzata di
malattia dovrebbero afferire alla Rete di Cure Palliative ed invece, allorquando si trovano ad essere
colpiti da una condizione di dolore acuta, ricorrono alle unita ospedaliere con attivazione di percorsi
inefficienti che non sono coerenti con i dettami dei principi palliativi, inducendo spese altissime
spesso anche di chemioterapia impropria usata quale forma di difesa all’impotenza terapeutica,
allorquando la cura è invece distruttiva per la stabilità psicofisica dell’utente e della famiglia.
La nostra sperimentazione sarà rivolta a dare un Governo a queste azioni casuali che nascono da
nozioni individuali senza informazioni di specificità.
Il primo atto sarà quello di disegnare uno scenario in cui racchiudere le principali patologie
dolorose di natura internistica e tracciare un percorso condiviso di valutazione diagnostica,
tagliando procedure inutili, e terapeutica, incrementando l’uso delle formulazioni oppioidi con
36
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 3. LE CURE PALLIATIVE E LA TERAPIA DEL DOLORE
TITOLO DEL PROGETTO: 3.1 La Rete Dolore-Palliazione: un modello per il riordino
dei processi di Governo Clinico innovativo e sostenibile
DURATA: 2012-2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 3.720.032,00
taglio di circa il 40 % dell’uso dei Fans in patologie neurolesive e oncologiche (ipotesi di riduzione
di una spesa di circa 3 milioni di euro).
Contesto strategico
Il nostro piano strategico tende a realizzare un’unitarietà di governo clinico e strategico
organizzativo, nonché economico della Rete di Terapia del Dolore e di Cure Palliative, mediante un
staff regionale con base nel Polo di riferimento della Azienda Ospedaliera di Cosenza, presso cui si
identificano processi di coordinamento sui fattori di qualità nei seguenti percorsi:
- garanzia di attività assistenziali omogenee in tutti i centri di terapia del dolore ed in tutti i
nodi della rete di cure palliative a tutti i pazienti dell’area, in un’ottica di equità e uniformità
di offerta di servizi con uso stratificato delle differenti opzioni di cura ed implementazione
di efficienza/appropriatezza con riduzione del 30% dei costi diretti e derivati;
- omogeneità dei processi di cura nelle Unità Internistiche e Oncologiche nelle patologie
prevalenti dolorose croniche con riclassificazione delle procedure diagnostiche e delle
categorie farmaceutiche utilizzate secondo linee di programmazione condivise e monitorate
mediante un Registro Regionale di Farmacoeconomia e Qualità dei processi di cura.
In questo nostro progetto si vuole dare concretezza a quanto predisposto nel Piano e realizzarlo
immettendo una spinta di forte Innovazione procedurale mediante strumenti capaci di caratterizzare
un coordinamento che superino le difficoltà logistiche e riducano i costi di gestione determinati
dall’inappropriatezza ed autoreferenzialità medica.
DESCRIZIONE
Allargamento dei modelli di buona pratica sanitaria nella diagnosi e trattamento del dolore da un
contesto di prima sperimentazione su tutti i centri della Rete di Terapia del Dolore e delle Cure
Palliative, integrandone, con uso di tecnologie telematiche, e ottimizzandone il governo
clinico e gestionale in tutti i prodotti offerti alla popolazione che ne necessitano con riduzione
dei costi diretti e indiretti
Integrazione dei processi identificati nell’ambito della Rete dolore in ogni UO Internistica e
Oncologica regionale, descrivendone gli ambiti di intervento e le pratiche di trattamento
farmacologico e di inquadramento diagnostico, in relazione ai bisogni commisurati sull’utenza
di area, per ottimizzarne l’appropriatezza procedurale nelle patologie dolorose prevalenti e
nell’ambito delle fasi avanzate di malattia
La prima fase sperimentale sull’area di Cosenza dovrà identificare i processi diagnostici e
terapeutici che richiedono una riclassificazione e ricatologazione istruendone la base letteraria e
declinandone i modelli di gestione nelle differenti sedi regionali che sono parte integrante della
Rete Dolore-Palliazione.
Dopo attribuzione ad ogni livello di quelle che sono le best practice, e averne ottenuto la
condivisione su ogni procedimento che è attribuito dai documenti applicativi della legge 38 ai
singoli livelli di settore, si procederà a istruire un documento che sarà pubblicato e inserito nei
cataloghi di accreditamento di ogni centro Dolore e Hospice.
Sulla base di questa identificazione di aree procedurali si attuerà la fase operativa con attivazione
della Centrale Telematica in rete regionale per ogni centro e si avvierà il Registro delle Buone
Pratiche Dolore-Palliazione.
Dopo una fase di assestamento delle linee programmatorie all’interno della Rete Dolore-Cure
palliative , si procederà ad avviare una consultazione con ogni unità operativa Internistica e
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 3. LE CURE PALLIATIVE E LA TERAPIA DEL DOLORE
TITOLO DEL PROGETTO: 3.1 La Rete Dolore-Palliazione: un modello per il riordino
dei processi di Governo Clinico innovativo e sostenibile
DURATA: 2012-2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 3.720.032,00
Oncologica inviando loro un questionario di allineamento e dopo analisi critica dei punti di
eccellenza e di rischio, si procederà a costruire un nuovo protocollo con base efficienza-risparmio
su ogni step di diagnosi e trattamento farmacologico per ogni singola patologia.
Le patologie che saranno oggetto di rimodulazione sia clinica che gestionale economicaorganizzativa sono: artropatia artrosiche nell’età geriatrica / esiti di amputazioni / neuropatie
dolorose post-lesionali traumatiche / interventistiche / cerebrali ictali. Gestione del dolore nelle fasi
avanzate di malattia oncologica e non (internistica).
Sottogruppi del progetto
 Uniformità di Governo Clinico e Organizzativo su Scala Regionale dei Centri di Terapia del
Dolore e degli Hospice per ottimizzazione dei costi di gestione
 Riordino delle competenze di gestione dei percorsi di diagnosi e cura farmacologica nelle
patologie dolorose a maggior impatto socio-economico afferenti alle Strutture del “Modello
circolare” di assistenza integrata tra le Reti di Cure Palliative, di Terapia del Dolore e di
Oncologia con istituzione di un Registro di monitoraggio Regionale di Farmacoeconomia e
Qualità dei processi di cura.
OBIETTIVI
Finalità: creare una rete diffusa di buone pratiche per il controllo del dolore mediante strumenti
sottoscritti dalla comunità professionale della Regione capace di integrarsi con l’attività dei distretti
coinvolgendo sia l’ambito medico di medicina generale sia quello infermieristico per creare un
modello che prevenga l’uso compulsivo delle strutture ospedaliere senza un progetto di cura.
Le reti del dolore e delle cure palliative, comprese le cure palliative domiciliari sarà attuata sulla
base della programmazione regionale tenuto conto delle indicazioni contenute nell’intesa stato
regioni del 25 luglio 2012.
A regime della sperimentazione si dovrà poter accedere su tutta l’area Regionale ad un Registro di
Buone Pratiche in ogni setting di diagnosi e cura sia specialistica ( Rete Hub-Spoke / Hospice ) sia
generalista ospedaliera (Unità Internistiche) – Registro degli Analgesici con documentazione e
monitoraggio dei Rischi e Dipendenza Oppioide.
Registro dei Sistemi ad Alto costo della Rete – monitoraggio efficienza rispetto economia.
Registro Economicità dei processi con contenimento misurato per capitolo di spesa suddiviso per
aree d’intervento – età utenti – adeguamento innovazione
Atti propedeutici alla realizzazione operativa sul campo:
Trasferimento dei processi nelle Aree provinciali e nelle aree non specialistiche.
Ogni segmento del programma dovrà contenere un piano finanziario (Valore economico) che
analizzi i costi per la realizzazione dei programmi dei ricavi derivanti dalla riduzione dei farmaci
impropri – pratiche inutili – obsolenza diagnostica.
TEMPI DI ATTUAZIONE (cronoprogramma)
Fase preparatoria – 3 mesi Sperimentazione su piccolo campo (azienda di riferimento – Az. Osp. Cosenza) delle migliori
strategie informative-formative con identificazione delle attitudini al progetto di adeguamento
innovativo.
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 3. LE CURE PALLIATIVE E LA TERAPIA DEL DOLORE
TITOLO DEL PROGETTO: 3.1 La Rete Dolore-Palliazione: un modello per il riordino
dei processi di Governo Clinico innovativo e sostenibile
DURATA: 2012-2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 3.720.032,00
II fase – 6 mesi –
Identificazione dei differenti gradi di qualità di ogni pratica inserita nei processi attribuiti alla Rete
Hub e Spoke di Terapia del Dolore e delle cure palliative e degli Hospice dai programmi nazionali
e regionali.
Analisi e descrizione di tutte le azioni obsolete da rimuovere dai processi di diagnosi e cura nei
differenti setting assistenziali e per ogni patologia descritta nel campo di lavoro internisticooncologico
Costruzione del Documento Buone Pratiche Finale
Seminari di discussione con gruppi di contrasto con gli stakeolder interni per rinforzare le idee di
adesione aziendale – regionale.
Pubblicazione del documento Finale da distribuire in ogni Azienda, Centro Specialistico e UU.OO.
Internistiche – Oncologiche.
Implementazione della Centrale operativa già attiva presso il centro hub di Cosenza con inserimento
di ogni linea operativa identificata dal gruppo di lavoro sperimentale.
III Fase – 1 anno
Attuazione del Modello operativo – Attivazione Registri Buone Pratiche e Monitoraggio su scala
Regionale
Verifica semestrale dello stato di avanzamento
Documento finale di realizzazione.
Resa economica per singolo setting operativo – riduzione costi farmaci + valore appropriatezza:
valutazione degli indici di efficienza e utilità socio-sanitaria.
INDICATORI (di struttura, di processo, di risultato)
CRITERI E INDICATORI PER LA VERIFICA DEI RISULTATI FINALI RAGGIUNTI
1. Strutturazione di un Modello Regionale di Governo Clinico su procedure invasive chirurgiche
impiantologiche nei Centri Specialistici Rete Dolore- e pratiche chemio-radioterapiche di
palliazione
2. Diminuzione dei costi di gestione dei processi chirurgici impiantologici e dei costi da
trattamenti chemio e radioterapici nella fase palliativa
3. Diminuzione dell’inefficienza terapeutica nelle patologie dolorose internistiche-oncologiche .
4. Ottimizzazione dei Costi-Efficienza dei programmi di cura farmacologica nelle unità
Internistiche-oncologiche su un setting di patologie dolorose ad alta prevalenza .
5. Grado di soddisfazione del paziente e dei familiari (questionario).
RISULTATI ATTESI
Governo clinico della Rete di Hub e Spoke del Dolore integrata con il territorio e con la Rete di
Cure Palliative.
Implementazione della Rete Palliativa con incremento delle attività domiciliari e una loro
attribuzione a programmi predefiniti in base alla complessità clinica,
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Regione Calabria
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 3. LE CURE PALLIATIVE E LA TERAPIA DEL DOLORE
TITOLO DEL PROGETTO: 3.1 La Rete Dolore-Palliazione: un modello per il riordino
dei processi di Governo Clinico innovativo e sostenibile
DURATA: 2012-2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 3.720.032,00
Incremento delle opportunità di cura con soddisfazione dei bisogni della popolazione regionale
per le etiologie caratterizzate da Dolore sia acuto che cronico e di supporto palliativo nelle fasi
di malattie avanzate a patogenesi non solo oncologica,
Governo clinico della Rete specialistica Pediatrica con una sede Hub per complessità di dolore
nel paziente pediatrico e con una rete tematica diffusa in tutte le Province calabresi,
Prevenzione delle patologie croniche con dolore,
Ottimizzazione dell’uso delle strutture ospedaliere per Acuti,
Identificazione dei Modelli di gestione delle patologie con il miglior rapporto costi-efficienza,
Modelli di analisi di assorbimento delle risorse sanitarie sul dolore e palliazione,
Istituzione di registri dedicati sul Dolore e sulla Palliazione,
PIANO FINANZIARIO
La realizzazione del progetto prevede i seguenti costi:
 Varie
 Acquisto di beni e servizi
 Formazione
 Comunicazione/Informazione
€ 930.032,00
€ 1.490.000,00
€
930.000,00
€
370.000,00
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
2012
2013
Totale
ASP RC
666.604,10
666.604,10
ASP VV
197.520,21
197.520,21
ASP CZ
435.401,03
435.401,03
ASP CS
863.907,69
863.907,69
ASP KR
206.508,96
206.508,96
A.O. RC
450.000,00
450.000,00
A.O. CZ
450.000,00
450.000,00
A.O. CS
450.000,00
450.000,00
3.720.032,00
3.720.032,00
Totale
Criterio di distribuzione: per l’anno 2012 la quota già accantonata in GSA, sarà erogata alle
Aziende sanitarie ed ospedaliere della Calabria per le finalità previste nel programma 13 –
Reti assistenziali per intensità di cure, punto 3 - Reti per percorsi di cura a forte integrazione
ospedale-territorio, del P.O. 2013-2015. Per l’anno 2013, con decreto n. 3781 del 2.4.2014, la
quota assegnata è stata impegnata a favore della G.S.A. per successivo riparto secondo i
vincoli stabiliti dell’Accordo Stato-Regioni del 20 febbraio 2014 rep. Atti n. 13/CSR–
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 4. INTERVENTI IN MATERIA DI BIOBANCHE DI MATERIALE
UMANO
TITOLO DEL PROGETTO: 4.1–Biobanche di sangue cordonale. Ottimizzazione
dell’attività della Calabria CBB e nuove applicazioni delle cellule staminali da sangue
del cordone ombelicale.
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 558.005,00
CONTESTO
Il trapianto di cellule staminali emopoietiche (CSE), prelevate dal midollo osseo o dal
sangue venoso periferico, rappresenta una procedura terapeutica largamente impiegata nel
trattamento di numerose patologie. La difficoltà, per alcuni pazienti, a reperire un donatore
compatibile o la necessità di un intervento terapeutico rapido, ha spinto a ricercare delle fonti
alternative di CSE rispetto al midollo.
Il sangue del cordone ombelicale nei neonati a termine contiene un numero elevato di cellule
staminali emopoietiche, le stesse cellule che sono presenti nel midollo osseo e che sono utili per un
trapianto poiché capaci di dare origine a globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Il sangue
cordonale rappresenta, perciò, una valida alternativa al midollo osseo per il trapianto da donatore
non consanguineo nell’adulto e nel bambino. Esso ha inoltre il vantaggio di essere prontamente
disponibile perché è già stato raccolto, tipizzato con gli esami di istocompatibilità e studiato per gli
esami virologici previsti dalla legge.
Nel 1988 è stato eseguito il primo trapianto di cellule staminali da cordone ombelicale per
un paziente francese affetto da anemia di Fanconi. Le cellule sono state prelevate dal cordone della
sorellina, perfettamente compatibile, al momento della nascita. Da allora la ricerca di cellule
staminali cordonali per uso trapiantologico ha attirato un crescente interesse scientifico. Anche in
Italia il trend è in costante aumento, con una media di circa 100 trapianti all’anno.
In Italia, le cellule cordonali donate dalle mamme e raccolte subito dopo il parto, con una
procedura semplice ed indolore sia per la mamma che per il neonato, dopo severa valutazione di
idoneità al trapianto, vengono conservate presso le banche pubbliche riconosciute dal Centro
Nazionale Sangue (CNS) e Centro Nazionale Trapianti (CNT) del Ministero della Salute. I dati di
tali unità cordonali sono inseriti nel Registro nazionale di donatori di midollo osseo (IBMDR-Italian
Bone MarrowDonorRegistry) e sono visibili a tutti i Registri simili nel mondo.
Nel 2009, con D.M. del 18/11/2009, è stata istituita la rete nazionale delle 19 banche italiane
di cellule cordonali, denominata ItalianCord Blood Network (ITCBN) e coordinata dal CNS e CNT,
di cui fa parte anche la Calabria Cord Blood Bank (Calabria CBB), unica banca di cellule cordonali
presente nella Regione Calabria.
La Calabria CBB è stata istituita dalla Regione Calabria, con Delibera n. 339/2004, presso il
Centro Unico Regionale Trapianti di Midollo Osseo e Terapie cellulari (CTMO) dell’Azienda
Ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria ed è attiva dal 2006.
La Banca si occupa della raccolta, caratterizzazione, manipolazione cellulare e rilascio delle
unità cordonali prelevate nei 17 Punti nascita presso strutture pubbliche e private, denominati Centri
di Raccolta regionali (CR), che hanno aderito –con apposita autorizzazione della Direzione
Sanitaria- al network di raccolta del sangue cordonale. Il personale addetto alla raccolta del sangue
cordonale è stato capillarmente formato, dallo staff della Calabria CBB, dal punto di vista pratico e
teorico, secondo standard imposti dall’IBMDR. Alla formazione iniziale, si aggiunge un costante
monitoraggio dell’attività e aggiornamento delle competenze su base annuale.
Il network della Calabria CBB comprende oltre i Centri di Raccolta, le 11 strutture di
Medicina Immunotrasfusionale presenti sul territorio calabrese e il Laboratorio di processazione e
crioconservazione dell’UO CTMO/Calabria CBB. La rete di collaborazione multidisciplinare e
multiprofessionale si completa con le Unità Operative di Neonatologia e Pediatria delle AO e ASP
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 4. INTERVENTI IN MATERIA DI BIOBANCHE DI MATERIALE
UMANO
TITOLO DEL PROGETTO: 4.1–Biobanche di sangue cordonale. Ottimizzazione
dell’attività della Calabria CBB e nuove applicazioni delle cellule staminali da sangue
del cordone ombelicale.
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 558.005,00
regionali, il Laboratorio di Tipizzazione Tissutale, di Microbiologia-Virologia, di Microcitemie e il
Laboratorio generale-settore emocromi dell’AO “Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria.
Tale modello organizzativo, unico in Italia, garantisce la tracciabilità delle unità di sangue
cordonale sull’intero territorio regionale e permette di organizzare il trasporto solo per quelle che
rispondono ai requisiti descritti nelle Procedure Operative redatte dalla Calabria CBB e condivise
con tutti i professionisti della rete, secondo la normativa vigente.
La Banca della Regione Calabria opera in ottemperanza alla normativa vigente e agli
standard di certificazione di qualità ISO (certificazione ottenuta nel 2007 e annualmente rinnovata)
e di accreditamento di eccellenza FACT (Foundation of Accreditation of Cellular Therapy). È stata
inoltre autorizzata al rilascio di unità cordonali negli USA, dopo aver aderito ad uno specifico
protocollo, denominato NMDP/IND.
Dal 2009, il Centro Nazionale Sangue (CNS) avendo preso atto dei risultati e
dell’attestazione dell’attività della Calabria CBB (istituzione, certificato di qualità secondo la
norma ISO 9001:2000 e conformità operativa ai requisiti previsti dagli standard IBMDR), in
accordo con il Centro Nazionale Trapianti (CNT) ha espresso parere favorevole
all’inserimento dei dati relativi alle unità cordonali conservate presso la Calabria CBB nel
software gestionale dell’IBMDR. In tal modo, la Calabria CBB ha contribuito ad
incrementare l’inventario delle unità disponibili per trapianto per pazienti nazionali e
internazionali, inserendo n° 604 unità cordonali, raccolte dal 2006 al 2011.
Il rilascio di unità cordonali verso Centri Trapianti di cellule staminali e il loro utilizzo
trapiantologico per pazienti oncoematologici è il compimento del percorso di raccolta e
congelamento delle cellule prelevate al momento della nascita e, in questi ultimi anni, la comunità
scientifica internazionale ha posto una crescente attenzione all’utilizzo delle cellule cordonali,
tenuto conto delle difficoltà nel reperire donatori compatibili per i numerosi pazienti in lista
d’attesa.
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 4. INTERVENTI IN MATERIA DI BIOBANCHE DI MATERIALE
UMANO
TITOLO DEL PROGETTO: 4.1–Biobanche di sangue cordonale. Ottimizzazione
dell’attività della Calabria CBB e nuove applicazioni delle cellule staminali da sangue
del cordone ombelicale.
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 558.005,00
Sul totale delle unità bancate presso la Calabria CBB, fino al 2011 n. 7 unità sono state
rilasciate ad uso trapiantologico, regolarmente fatturate dall’IBMDR all’Azienda Ospedaliera
“Bianchi-Melacrino-Morelli”, come dettagliato nella tabella seguente:
Resoconto rilasci unità cordonali in Italia e nel mondo:
Data rilascio
CT
Malattia del paziente/ricevente
richiedente
19/07/2010
Francia
Leucemia Acuta Linfoblastica
18/08/2010
Stati Uniti
Leucemia Acuta Bifenotipica
09/02/2011
Italia
Leucemia Acuta Mieloblastica alto rischio
08/06/2011
Portogallo
Leucemia Acuta Mieloblastica
03/08/2011
Olanda
Leucemia Acuta Linfoblastica alto rischio
28/09/2011
Italia
Leucemia Acuta Mieloblastica
14/11/2011
Stati Uniti
Anemia aplastica severa
Età
ricevente
65 anni
18 anni
40 anni
1 anno
17 anni
1 anno
32 anni
Nel 2011, distribuendo 5 unità cordonali (1 per paziente italiano e 4 per pazienti esteri),
la Calabria CBB è stata la prima Banca per indice di rilascio a livello nazionale (n° unità
bancate/n° unità rilasciate: 1,10 vs media nazionale 0,37).
DESCRIZIONE
Da luglio 2011 il CNT e il CNS hanno emanato delle disposizioni al fine di elevare la
qualità delle unità cordonali bancate nell’inventario nazionale, definendo i cut-off di accettabilità e
congelamento, dal punto di vista del numero di cellule staminali presenti nei cordoni raccolti. È
pertanto obbligatorio per le Banche di cordone accettare unità cordonali raccolte che presentino una
conta cellulare (Total NuclearCells-TNC) pari a TNC≥ 1,5x109 e criopreservare le stesse unità solo
se, dopo il processo di manipolazione, hanno TNC≥ 1,2x109. Solo le unità cordonali con tali
caratteristiche possono essere inserite nel Registro IBMDR e, di conseguenza, essere rilasciate per
uso trapiantologico.
Altro requisito imposto dal CNT e CNS riguarda la tipizzazione ad alta risoluzione delle
unità cordonali idonee al bancaggio al momento del congelamento. Anteriormente a tale decisione,
veniva eseguita al bancaggio la tipizzazione a bassa risoluzione per poi procedere con quella ad alta
risoluzione al momento del rilascio. Questa disposizione ministeriale ha obbligato la Calabria CBB
a “riqualificare” le unità cordonali bancate prima del gennaio 2010, eseguendo la tipizzazione ad
alta risoluzione. Ovviamente ciò comporta lavoro e impegno economico aggiuntivo.
A fronte delle modifiche imposte dal Ministero, la Calabria CBB ha registrato dati
incoraggianti. Infatti, nonostante i criteri più restrittivi e nonostante la chiusura di alcuni punti
nascita, poiché registravano un numero di parti annuo inferiore a 500, sono aumentate le unità
cordonali sia raccolte che bancate, con una percentuale di bancaggio (15,83%) in notevole aumento
e superiore alla media nazionale (10-12%), come mostrano i grafici seguenti:
Resoconto unità raccolte e bancate:
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 4. INTERVENTI IN MATERIA DI BIOBANCHE DI MATERIALE
UMANO
TITOLO DEL PROGETTO: 4.1–Biobanche di sangue cordonale. Ottimizzazione
dell’attività della Calabria CBB e nuove applicazioni delle cellule staminali da sangue
del cordone ombelicale.
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 558.005,00
Percentuale di bancaggio:
Da segnalare che una delle 5 unità rilasciate dalla Calabria CBB nel 2011, era stata appena
riqualificata per DRB1 ad HR e ciò ha permesso di ridurre i tempi tra la richiesta e l’invio dell’unità
stessa negli Stati Uniti.
Nonostante l’attività in crescita c’è ancora molto lavoro da fare al fine di incrementare
ulteriormente l’attività di donazione e di bancaggio. Lo strumento migliore per ottenere risultati in
tal senso è la sensibilizzazione sempre costante dell’opinione pubblica, degli operatori coinvolti
nell’intero network e la formazione e aggiornamento degli stessi. Ciò si traduce in maggiore
presenza della Calabria CBB sul territorio, presso i CR e non solo, per incrementare ulteriormente
il numero di mamme donatrici.
Accanto a questo percorso di miglioramento per le unità cordonali ad uso trapiantologico, si
aprono nuove prospettive di utilizzo delle unità cordonali non idonee al bancaggio ma fruibili per
uso non trapiantologico.
OBIETTIVI
1. Obiettivo principale: incrementare il numero di unità raccolte e, parallelamente, bancate, per
contribuire in maniera crescente all’inventario nazionale delle unità disponibili per trapianto per
pazienti nazionali e internazionali;
2. Obiettivo secondario: studio di fattibilità per innovative applicazioni delle cellule staminali da
cordone ombelicale.
La Regione Calabria, in relazione alla propria programmazione, concordata con la Direzione della
Calabria Cord Blood Bank, si pone pertanto i seguenti obiettivi:
44
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 4. INTERVENTI IN MATERIA DI BIOBANCHE DI MATERIALE
UMANO
TITOLO DEL PROGETTO: 4.1–Biobanche di sangue cordonale. Ottimizzazione
dell’attività della Calabria CBB e nuove applicazioni delle cellule staminali da sangue
del cordone ombelicale.
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 558.005,00
Obiettivo 1. Incrementare il numero di unità raccolte e bancate:
A. Maggiore coinvolgimento operatori addetti alla raccolta e validazione, attraverso le seguenti azioni:
 coinvolgimento operatori sanitari e parasanitari in servizio presso strutture consultoriali territoriali o
privati al fine di diffondere il messaggio della donazione di cordone ombelicale e sensibilizzare le
mamme donatrici;
 coinvolgimento operatori sanitari dei Servizi di Medicina Trasfusionale dell’intero territorio
regionale al fine di selezionare, in base ai Decreti del 3 marzo 2005, le mamme donatrici, idonee alla
donazione;
 training e aggiornamento delle competenze degli operatori addetti alla raccolta e alla validazione,
tramite corsi di formazione specifici (a cura della Calabria CBB o di Istituzioni esterne);
 valutazione costante dell’attività di raccolta e validazione e tempestive azioni correttive e/o
preventive in caso di criticità, tramite audit in loco o a distanza (documentali).
B. Disponibilità alla raccolta, validazione e bancaggio unità cordonali senza limitazioni orarie e
giornaliere, attraverso le seguenti azioni:
 coordinamento delle professionalità coinvolte nella rete (ginecologi, personale ostetrico e
infermieristico, trasfusionisti, personale di laboratorio, pediatri, amministrativi, addetti al trasporto,
volontari) al fine di avere quotidianamente percorsi predefiniti e senza criticità per le unità cordonali
dal momento della raccolta presso le unità di Ostetricia e Ginecologia fino al laboratorio di
processazione della Calabria CBB;
C. Attivazione di nuove campagne di informazione, comunicazione e sensibilizzazione alla donazione e
potenziamento di quelle già intraprese negli anni precedenti,attraverso le seguenti azioni:
 creazione e distribuzione capillare di materiale informativo (locandine, pieghevoli e carta dei servizi)
presso strutture pubbliche e private, attività commerciali di settore, ecc.;
 aggiornamento del sito web www.calabriacbb.com e miglioramento del posizionamento tramite SEO
(Search Engine Optimization);
 diffusione del sito web www.calabriacbb.com tramite inserimento link in siti web istituzionali
(Comune, Provincia, Regione, ecc.) e di Associazioni, Enti privati, ecc.;
 diffusione del sito web www.calabriacbb.com e pubblicità dell'attività della CCBB attraverso mezzi
stampa e/o TV (pagine dedicate su quotidiani locali; realizzazione spot per TV locali; ecc.).
D. Migliorare la qualità delle unità cordonali bancate, attraverso le seguenti azioni:
 aggiornamento e mantenimento delle competenze degli operatori della Calabria CBB addetti alla
processazione e crioconservazione delle unità cordonali e addetti al sistema gestione qualità;
 mantenimento certificazione ISO 9000 e raggiungimento accreditamento di eccellenza FACT
NETCORD;
 acquisizione e mantenimento servizio di controllo di qualità esterno necessario per monitorare e
certificare lo studio del potenziale clonogenico sulle cellule staminali cordonali;
 aggiornamento e mantenimento del sistema di monitoraggio costante della temperatura delle unità
cordonali dalla raccolta all'arrivo alla sede della Calabria CBB.
E. Riqualificare le unità cordonali già bancate e inserite nel Registro IBMDR, attraverso le seguenti azioni:
 individuazione unità cordonali inserite nel Registro e carenti di HLA ad alta risoluzione;
F. Mantenere e migliorare un sistema coordinato per il trasporto delle unità raccolte, attraverso le seguenti
azioni:
attivazione di specifiche convenzioni tra l’Azienda Ospedaliera “Bianchi- Melacrino- Morelli”, sede
della Calabria CBB, e le A.O./ASP, sedi dei CR, che comprendano il coinvolgimento delle
45
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 4. INTERVENTI IN MATERIA DI BIOBANCHE DI MATERIALE
UMANO
TITOLO DEL PROGETTO: 4.1–Biobanche di sangue cordonale. Ottimizzazione
dell’attività della Calabria CBB e nuove applicazioni delle cellule staminali da sangue
del cordone ombelicale.
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 558.005,00
Associazioni/ditte/operatori addetti al trasporto delle unità raccolte in modo continuativo sette giorni su
sette;
 garantire e mantenere un adeguato livello di formazione e aggiornamento degli operatori addetti al
trasporto di unità cordonali.
G. Integrare e mantenere il software di gestione dedicato per la registrazione e tracciabilità dei dati delle
unità cordonali raccolte.
H. Realizzare adeguamenti strutturali, tecnologici e organizzativi dei Laboratori di manipolazione e di
crioconservazione , finalizzati all’applicazione degli standard di qualità e sicurezza previsti dalla
normativa e dagli standard FACT, attraverso le seguenti azioni:
 Integrazione e mantenimento dello strumento SEPAX dedicato per la processazione unità cordonali,
completo di accessori (kit annessi, termosaldatrice, ecc.);
 Acquisto arredi relativi al congelatore.
Obiettivo 2. Attivazione innovative applicazioni delle cellule staminali da cordone ombelicale:
I. Studio di fattibilità sull’utilizzo di Gel piastrinico da sangue cordonale impiegato in medicina
rigenerativa, come medicazione biologica in particolare per il trattamento e la guarigione delle lesioni
cutanee croniche e delle ulcere da decubito.
TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA)
Mesi
Attività
3
6
9
12
Coinvolgimento operatori addetti alla raccolta e validazione
X
X
X
X
Disponibilità alla raccolta, validazione e bancaggio unità cordonali senza
limitazioni orarie e giornaliere
X
X
X
X
Attivazione di nuove campagne di informazione, comunicazione
X
X
X
X
Migliorare la qualità delle unità cordonali bancate
X
X
X
X
Riqualificare le unità cordonali già bancate e inserite nel Registro
IBMDR
X
X
X
X
Mantenere e migliorare un sistema coordinato per il trasporto
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Integrare e mantenere il software di gestione
Realizzare gli adeguamenti strutturali, tecnologici, e organizzativi
Studio di fattibilità sull’utilizzo di Gel piastrinico
INDICATORI
1. Indicatori di struttura:
46
X
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 4. INTERVENTI IN MATERIA DI BIOBANCHE DI MATERIALE
UMANO
TITOLO DEL PROGETTO: 4.1–Biobanche di sangue cordonale. Ottimizzazione
dell’attività della Calabria CBB e nuove applicazioni delle cellule staminali da sangue
del cordone ombelicale.
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 558.005,00
 Rapporto tra n° unità bancate nel fine settimana e festivi e n° unità bancate totali per anno.
2. Indicatori di processo:
 Rapporto tra n° adesioni alla donazione e n° raccolte eseguite.
 Rapporto tra n° unità cordonali raccolte e n° totale parti/anno per Centro di Raccolta.



Rapporto tra n° unità cordonali raccolte e n° unità cordonali bancate, tenuto conto dei
nuovi requisiti di accettazione e bancaggio delle unità.
N° non conformità di processo.
Rapporto tra n° unità non bancate per scarsa cellularità e n° unità utilizzate per studio
di fattibilità.
3. Indicatori di risultato:
 N° unità cordonali bancate e inserite nel sistema gestionale IBMDR.
 Rapporto tra unità cordonali bancate e rilasciate per uso trapiantologico.
RISULTATI ATTESI
1. N° 1000 unità raccolte all’anno (da tener conto della chiusura di alcuni CR).
2. N° 150 unità criopreservate presso la Calabria CBB (in base al numero delle unità totali raccolte sul
territorio regionale).
Piano finanziario
Coinvolgimento operatori addetti alla raccolta e validazione (FORMAZIONE, AUDIT, ecc.)
20.000,00
Attivazione e potenziamento campagne di informazione, comunicazione e sensibilizzazione alla
donazione(MATERIALE INFORMATIVO, WEB, STAMPA, VIDEO, ecc.)
4.500,00
Migliorare la qualità delle unità cordonali bancate
(CERTIFICAZIONE E ACCREDITAMENTO, FORMAZIONE CCBB, SERVIZIO VEQ,
CONTROLLO PARAMETRI CRITICI, ecc.)
62.000,00
Riqualificazione unità cordonali bancate e inserite nel Registro
IBMDR(RIQUALIFICAZIONE: STRUMENTAZIONE E KIT, ecc.)
20.000,00
Mantenere e migliorare un sistema coordinato per il trasporto (SPESE TRASPORTO,
45.000,00
FORMAZIONE, ecc.)
Integrare e mantenere il software di gestione (AGGIORNAMENTO, INTERFACCIA SW,
ecc.)
20.000,00
Realizzare adeguamenti strutturali, tecnologici e organizzativi dei Laboratori di manipolazione 80.000,00
e di crioconservazione(ACQUISIZIONE STRUMENTAZIONE, ecc.)
Protocollo gel piastrinico
20.000,00
varie
1.000,00
TOTALE
558.005,00
47
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 4. INTERVENTI IN MATERIA DI BIOBANCHE DI MATERIALE
UMANO
TITOLO DEL PROGETTO: 4.1–Biobanche di sangue cordonale. Ottimizzazione
dell’attività della Calabria CBB e nuove applicazioni delle cellule staminali da sangue
del cordone ombelicale.
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: € 558.005,00
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
2012
2013
Totale
A.O. RC
558.005,00
Totale
558.005,00
Criterio di distribuzione: La quota è stata accantonata in GSA. Le attività saranno affidate
all’Azienda Ospedaliera BMM di Reggio Calabria alla quale va assegnato il finanziamento
per la gestione della CalabriaCBB. Le attività si completeranno in 12 mesi non è previsto il
prosieguo per il 2013.
48
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 5. SANITA’ PENITENZIARIA
TITOLO DEL PROGETTO: 5.1 La presa in carico dei pazienti psichiatrici autori di
reato
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Servizio N. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendente – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO:€ 100.000,00
PREMESSA
Le Linee di indirizzo nazionali per la Salute Mentale approvate dalla Conferenza Stato-Regioni nel
marzo 2008 prevedono che, nell’ambito degli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione in
favore dei detenuti affetti da disturbi mentali, vengano attivate “a livello regionale tutte le azioni
necessarie (…) per la realizzazione di progetti alternativi all’internamento in OPG resi possibili
dalle sentenze della Corte Costituzionale”.
L’art. 3 ter della legge 9/2012 prevede la chiusura entro il 31 marzo 2013 dei 5 OPG italiani
attualmente in funzione. Dagli inizi del 2013 ogni Regione dovrà, pertanto, farsi carico di
individuare soluzioni alternative per i propri pazienti psichiatrici autori di reato.
Il reinserimento dei pazienti degenti in Ospedale Psichiatrico Giudiziario (OPG) nei contesti
sociali di appartenenza è reso sovente difficile dal radicato pregiudizio che la società manifesta nei
confronti del malato psichico autore di reato. E’ necessario, quindi, che i servizi di psichiatria di
comunità siano in grado di condurre progetti personalizzati di cura, di assistenza e di inclusione
sociale nel territorio, sia in regime residenziale che ambulatoriale. L’obiettivo è di garantire il
massimo livello di integrazione tra la qualità di vita del paziente e le esigenze di difesa sociale
Poiché le problematiche di questa specifica popolazione di pazienti sono estremamente complesse
occorre prevedere per gli operatori dei Dipartimenti di Salute Mentale e delle Strutture Residenziali
accreditate che operano nel territorio un programma formativo che implementi le capacità di
realizzare programmi terapeutico - riabilitativi in favore di pazienti autori di reato e di gestire
correttamente gli aspetti giudiziari associati.
OBIETTIVO GENERALE
L’obiettivo generale che il progetto si propone è di formare personale specializzato
nell’assessment, valutazione e trattamento dei pazienti psichiatrici autori di reato al fine di
predisporre linee guida per la programmazione di idonei interventi terapeutico - riabilitativi
individualizzati, che valorizzino le risorse residue adattive del paziente e nel contempo
favoriscano il contenimento del rischio di recidiva delittuosa.
E’ prevista, inoltre, la creazione di una banca dati che consenta di monitorare nel tempo i
trattamenti attuati nelle strutture residenziali, i percorsi terapeutico-riabilitativi, gli inserimenti
lavorativi/abitativi, le ricadute e le recidive di reato.
METODOLOGIA
Nell’ambito dell’Obiettivo Generale gli obiettivi specifici sotto elencati saranno sviluppati
nell’arco temporale di 12 mesi per come dettagliato nel crono programma riportato nelle
Tabella n. 6 .
OBIETTIVI SPECIFICI
OBIETTIVO SPECIFICO 1
 Costituzione del gruppo di lavoro composto da qualificati rappresentanti del Dipartimento
Regionale Tutela della Salute, dai Direttori del Dipartimenti di Salute Mentale delle
49
Regione Calabria



OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 5. SANITA’ PENITENZIARIA
TITOLO DEL PROGETTO: 5.1 La presa in carico dei pazienti psichiatrici autori di
reato
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Servizio N. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendente – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO:€ 100.000,00
cinque ASP Calabresi, da rappresentanti delle Strutture Residenziali Psichiatriche
convenzionate.
Ricognizione del personale operante all’interno delle strutture afferenti ai Dipartimenti di
salute Mentale e alle Strutture Residenziali Psichiatriche accreditate;
Nomina dei referenti tecnici per ognuna delle 5 ASP;
Valutazione della prevalenza dei pazienti psichiatrici già dimessi o in dimissione
dall’OPG.
Tabella 1
PIANO DI VALUTAZIONE PER L’OBIETTIVO SPECIFICO 1
Fase preparatoria alla pianificazione del progetto
Indicatore di risultato
Azione
Individuazione del personale da
coinvolgere nel progetto
Dati di prevalenza dei pazienti
psichiatrici già dimessi o in
dimissione dall’OPG.
Numero di riunioni con i Direttori dei Dipartimenti di
Salute Mentale delle 5 ASP Calabresi e con i
rappresentanti
delle
Strutture
Residenziali
Psichiatriche accreditate
Costituzione del gruppo di lavoro
Indicatori di processo
Costituzione anagrafica personale dei DSM e delle
strutture residenziali partecipanti
Individuazione referenti aziendali
n. di servizi che hanno inviato i dati epidemiologici
richiesti
OBIETTIVO SPECIFICO 2
L’obiettivo 2 è diretto ad incrementare negli operatori psichiatrici le competenze per
l’assessment, valutazione e trattamento dei pazienti psichiatrici autori di reato. La
formazione consentirà agli operatori di acquisire quelle competenze cliniche e medico-legali
che saranno in grado di migliorare la qualità dell’assistenza e produrre un maggiore
benessere nella popolazione assistita.
50
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 5. SANITA’ PENITENZIARIA
TITOLO DEL PROGETTO: 5.1 La presa in carico dei pazienti psichiatrici autori di
reato
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Servizio N. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendente – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO:€ 100.000,00
Tabella 2
PIANO DI VALUTAZIONE PER L’OBIETTIVO SPECIFICO 2
Sensibilizzazione e formazione degli operatori alle tematiche connesse all’assessment, valutazione
e trattamento dei pazienti psichiatrici autori di reato.
Numero di Unità Operative e numero di operatori
Indicatore di risultato
coinvolti in grado di utilizzare le metodologie di
lavoro proposte
Azione
Indicatori di processo
Individuazione del personale da
n. di psichiatri che partecipano
coinvolgere nel progetto
n. di psicologi che partecipano
n. di infermieri che partecipano
n. di assistenti sociali che partecipano
n. di educatori professionali che partecipano
Formazione del personale
n. di giornate di seminario di formazione del
personale coinvolto
n. di verifiche di apprendimento tramite strumenti
standardizzati
n. e qualifica degli operatori che completano la
formazione
Elaborazione di scheda di rilevazione dei dati
epidemiologici
OBIETTIVO SPECIFICO 3
Questa fase del progetto prevede:1) la valutazione clinica e giudiziaria dei pazienti psichiatrici
dimessi /in dimissione, 2) la valutazione dell’efficacia e dell’appropriatezza degli interventi
riabilitativi posti in essere mediante l’utilizzo di strumenti psicometrici standardizzati quali:
Diagnosi psichiatrica (ASSE I: SCID-I RV; ASSE II: SIDP-IV), Positive and Negative Syndrome
Scale (PANNS) di Kay et al., 1997, - Brief Psychiatric Rating Scale (BPRS) di Overall&Gorham, Gravità sintomatologica (BPRS 24 item),Funzionamento globale (VGF), Disabilità fisica e necessità
di cura (PHI),Valutazione cognitiva e delle abilità intellettive (Mini Mental State Examination,
Matrici Progressive di Raven), OvertAggression Scale e Inventory for assessingdifferentkinds of
Hostility per la valutazione dell’aggressività, Scala PCL-R, che è considerata attualmente tra i
migliori strumenti, in termini di attendibilità e validità, per la predizione della pericolosità sia tra
soggetti con disturbi mentali, sia tra soggetti esenti da psicopatologia, VADO per il monitoraggio
degli interventi riabilitativi,Bisogni del paziente (CANFOR-RVversione forense dell’intervista
CamberwellAssessment of Needs).
Tabella 3
51
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 5. SANITA’ PENITENZIARIA
TITOLO DEL PROGETTO: 5.1 La presa in carico dei pazienti psichiatrici autori di
reato
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Servizio N. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendente – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO:€ 100.000,00
PIANO DI VALUTAZIONE PER L’OBIETTIVO SPECIFICO 3
Individuazione, assessment e presa in carico di pazienti psichiatrici autori di reato
Azione
Indicatore di risultato
Valutazioni
standardizzate dei
pazienti psichiatrici autori
di reato
n. di schede di rilevazione relative ai pazienti dimessi /in
dimissione
% Percentuale di utilizzo di scale di valutazione
standardizzate per la valutazione dei pazienti psichiatrici
autori di reato
n. di pazienti in trattamento presso strutture residenziali
n. di pazienti in trattamento ambulatoriale
n. e tipologia di interventi
n. di pazienti che interrompono il trattamento
n. di pazienti con recidiva giudiziaria
n. di pazienti con ricaduta clinica
OBIETTIVO SPECIFICO 4
I dati ottenuti saranno sottoposti ad elaborazione statistica con un duplice obiettivo: 1)
definire un protocollo operativo dettagliato, completo e condiviso da utilizzare in tutti i
servizi regionali per la presa in carico dei pazienti psichiatrici autori di reato; 2) creare una
banca dati che consenta di monitorare nel tempo i trattamenti attuati nelle strutture
residenziali, i percorsi terapeutico- riabilitativi, gli inserimenti lavorativi/abitativi, le ricadute
cliniche e le recidive di reato.
I risultati che emergeranno dal nostro progetto saranno documentati con pubblicazioni
(articoli, relazioni a congressi) e diffusi sia nei servizi e sia nelle altre agenzie presenti nel
territorio, che sono un’importante risorsa per il reinserimento sociale dei pazienti
Un convegno, a dimensione regionale, sul tema con la presentazione dei risultati concluderà
la quarta fase .
Tabella 4
PIANO DI VALUTAZIONE PER L’OBIETTIVO SPECIFICO 4
Analisi, valutazione e trasferimento dei risultati su tutto il territorio regionale mediante protocolli
operativi. Evento congressuale regionale
Indicatore di risultato
Azione
Raccolta dei dati rilevati in
fase 3
Realizzazione di un protocollo operativo dettagliato e
completo da utilizzare in tutti i servizi regionali per la
per la presa in carico dei pazienti psichiatrici autori di
reato
Indicatori di processo
Elaborazione statistica dei dati
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 5. SANITA’ PENITENZIARIA
TITOLO DEL PROGETTO: 5.1 La presa in carico dei pazienti psichiatrici autori di
reato
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Servizio N. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendente – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO:€ 100.000,00
Evento conclusivo
Presentazione finale dei risultati tramite momenti
seminariali e/o congressuali Report dei dati e diffusione
nei servizi ed in altre agenzie presenti nel territorio
Tabella 5 CRONOPROGRAMMA
Mesi-
1
2
3
4
5
6
6
7
Azio
8
9
1
1
1
0
1
2
ni
1
2
3
4
RISULTATI ATTESI
Il progetto formativo ha l’ambizione di:
1- migliorare la valutazione, l’assessment, la presa in carico e il trattamento dei pazienti
psichiatrici autori di reato.
2- delineare un protocollo operativo dettagliato e completo per la presa in carico di
questi pazienti da estendere a tutto il territorio regionale.
3- creare una banca dati che consenta di monitorare nel tempo i trattamenti attuati nelle
strutture residenziali, i percorsi terapeutico-riabilitativi, gli inserimenti
lavorativi/abitativi, le ricadute e le recidive di reato, valutare la qualità e l’efficacia
degli interventi effettuati.
SCHEDA FINANZIARIA
VOCI DI SPESA
Varie
Attrezzature
Materiali di consumo
Formazione
Divulgazione (convegni, workshop, pubblicazioni, materiali
53
IMPORTO
€ 25.000,00
€ 20.000,00
€ 5.000,00
€ 40.000,00
€ 5.000,00
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 5. SANITA’ PENITENZIARIA
TITOLO DEL PROGETTO: 5.1 La presa in carico dei pazienti psichiatrici autori di
reato
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Servizio N. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendente – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO:€ 100.000,00
informativi cc.
Spese generali
Totale
€ 5.000,00
€ 100.000,00
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
2012
2013
Totale
100.000,00
Totale
100.000,00
Criterio di distribuzione: Per l’anno 2012 la quota è stata accantonata in GSA. La gestione
delle attività è accentrata al Servizio preposto del Dipartimento. Le attività si completeranno
in 12 mesi, non è previsto il prosieguo per il 2013.
54
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 6. ATTIVITA’ MOTORIA PER LA PREVENZIONE DELLE
MALATTIE CRONICHE PER IL MANTENIMENTO DELL’EFFICIENZA FISICA
NELL’ANZIANO
TITOLO DEL PROGETTO: 6.1 Attività motoria nella terza età: una via per la salute
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Servizio del disagio salute mentale, tossicodipendenze –
Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO:TOTALE 850.000,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012 €
421.604,37 E SULLA QUOTA DEL FSN 2013 € 428.395,63
IL PROGETTO
PREMESSA
Dalla fine degli anni ’80, in coincidenza con una maggiore attenzione verso la salute come
elemento globale della persona, inizia a intravedersi nei documenti internazionali anche l’esercizio
fisico come uno degli aspetti da considerare e da promuovere in tutta la popolazione per migliorarne
la condizione di salute. Con l’Health 21 l’attività fisica appare finalmente distinta dal più riduttivo
concetto di sport ed è invece associata all’ambiente (Obiettivo 10) e ad altri comportamenti positivi
quali una corretta alimentazione o un moderato uso di alcool (Obiettivo 11).
Successivamente, in diversi documenti di programmazione sanitaria nazionale e regionale,
vi è stato il formale riconoscimento della relazione tra attività fisica e salute, fino alle più recenti
evidenze scientifiche che indicano l’attività fisica come un requisito non eliminabile da una politica
sanitaria di promozione della salute. Si fa strada inoltre l’attenzione a comprendere quali destinatari
dello sviluppo dell’attività fisica anche le fasce più deboli della popolazione, in particolare gli
anziani.
L’attività motoria dovrebbe, pertanto, essere inserita nei protocolli terapeutici di molte
condizioni patologiche.
L’azione protettiva che l’attività motoria svolge nelle persone anziane nei confronti di
numerose patologie croniche, da quelle cardiovascolari, al diabete, all’obesità, all’osteoporosi, alle
malattie neoplastiche, (come il cancro della mammella e del colon), è ormai ampiamente
documentato da una vasta letteratura scientifica.
Il progressivo invecchiamento della popolazione mondiale è una delle emergenze sanitarie
che negli ultimi anni ha richiamato l’attenzione di tutti coloro che sono impegnati nella
programmazione e nella gestione delle risorse sanitarie. Di fronte al progressivo allungamento della
vita l’incremento degli anni passati in buona salute e la riduzione degli anni di disabilità e
dipendenza sono due obiettivi fondamentali.
Esistono molte evidenze che la pratica dell’attività fisica è una condizione basilare per
queste finalità. Nel 1997 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha recepito questi risultati
pubblicando le “Linee guida di Heidelberg” per la Promozione dell’attività fisica nella popolazione
anziana, che individuano i presupposti e le modalità operative per raggiungere gli obiettivi di salute
sopra enunciati, richiamando inoltre gli effetti dell’AF non solo sulle funzionalità fisica, ma anche
su vari aspetti psicosociali cruciali per la vita dell’anziano.
L’OMS, inoltre, stima che la regolare attività fisica contribuisca ad oltre 3 milioni di morti evitabili
a livello mondiale. In un recente studio promosso dal CONI e dall’Università Bocconi, presentato a
Roma nel dicembre 2012, l’attività fisica in Italia:
a. Evita 22.000 morti e più di 52.00 casi di malattia ogni anno. Tra queste ultime: malattie
cardiovascolari, ictus, tumori al colon ed al seno e diabete tipo 2.
b. Produce un risparmio pari a:
 1,5 miliardi di euro annui sui costi sanitari e non sostenuti dalla società per la cura delle
sovra elencate patologie;
 32 miliardi di euro annui sul Valore della Vita (In termini monetari, traducibile nella
mancata produttività e danni morali per morbilità) sempre per le 5 patologie citate.
55
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 6. ATTIVITA’ MOTORIA PER LA PREVENZIONE DELLE
MALATTIE CRONICHE PER IL MANTENIMENTO DELL’EFFICIENZA FISICA
NELL’ANZIANO
TITOLO DEL PROGETTO: 6.1 Attività motoria nella terza età: una via per la salute
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Servizio del disagio salute mentale, tossicodipendenze –
Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO:TOTALE 850.000,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012 €
421.604,37 E SULLA QUOTA DEL FSN 2013 € 428.395,63
c. Il solo aumento dell’1% di soggetti attivi porterebbe ad un risparmio di 80 milioni di euro
sulla spesa sanitaria e di 1,7 miliardi di Euro di valore della vita salvaguardato.
In relazione a quanto già maturato attraverso le precedenti esperienze in questo ambito alle
patologie suddette va aggiunta la frattura del collo del femore. In Calabria tale patologia nello
scorso anno ha afflitto oltre 1.400 persone anziane. Sembra evidente che una regolare attività fisica,
come anche linee d’azione specifica in questa direzione, producano una riduzione delle cadute che
ne sono la prima causa insieme all’osteoporosi. I vantaggi di quest’intervento si sommeranno quindi
ai precedenti.
CONTESTO
A livello nazionale le azioni concrete realizzate in questo settore sono tuttavia meno
numerose rispetto ad altri ambiti, tanto che è nota e documentata una carenza di informazioni e di
dati nazionali nel campo dell’esercizio fisico per la popolazione anziana. Questa difficoltà dipende
dalla già citata difficoltà di separare attività fisica per la salute da attività sportiva e forse anche da
specifiche carenze nei processi formativi e culturali degli esperti, responsabili e ricercatori, che nel
nostro paese hanno per lungo tempo portato a sottovalutare tutto ciò che attiene all’ambito fisico e
motorio. Si tratta certamente di una situazione in cambiamento, anche alla luce dei sempre più
frequenti confronti con gli altri paesi europei, ma rimane un ritardo non irrilevante da recuperare
I dati di indagini conoscitive sull’attività motoria nelle popolazione sono allarmanti, poiché
risulta in costante aumento il numero dei sedentari, tale problematica risulta particolarmente
presente nelle regioni meridionali e negli anziani, e la Calabria detiene il triste primato, gli anziani
che svolgono attività motoria in maniera regolare e continuativa sono meno dell’1%.
Il rischio di malattia e disabilità con perdita di autonomia e isolamento sociale dai 65 anni in
poi cresce progressivamente (alcuni studi su questo problema sono in corso nella facoltà di
Medicina di Catanzaro).
La spesa sanitaria in questa fascia di età assorbe circa il 65% delle risorse del Servizio
Sanitario Nazionale, più della metà dei ricoveri ospedalieri, e circa il 70% della spesa farmaceutica.
A tal fine nel 2009 è stato predisposto il progetto “Strategie e azioni di educazione motoria
ed attività fisica per la popolazione anziana calabrese” da sperimentare nelle Aziende sanitarie
Provinciali di Catanzaro e Cosenza con il supporto della U.O. di Medicina Fisica e Riabilitativa
dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Mater Domini” di Catanzaro. Le attività sono state
suddivise in tre sottoprogetti sperimentali :
1.
“Miglioramento del profilo di rischio cardiovascolare e della qualità di vita
mediante implementazione dell’attività fisica nella popolazione anziana” L’obiettivo è quello di
sviluppare dei percorsi formativi per operatori del SSN finalizzati all’implementazione
dell’attività fisica nei soggetti con età superiore a 65 anni con lo scopo, da un lato, di aumentare
la loro autonomia, e dall’altro, di ridurre l’impatto delle malattie cardiovascolari e delle loro
complicanze sulla qualità di vita;
2.
“Valutazione del rischio di Caduta ed Intervento di promozione dell’attività fisica e
motoria per la prevenzione delle cadute e delle conseguenze secondarie” obiettivi:
Elaborazione di una metodica di valutazione del rischio di caduta; Valutazione del Rischio di
Caduta in una popolazione di ultra sessantacinquenne calabresi senza e con specifica disabilità;
56
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 6. ATTIVITA’ MOTORIA PER LA PREVENZIONE DELLE
MALATTIE CRONICHE PER IL MANTENIMENTO DELL’EFFICIENZA FISICA
NELL’ANZIANO
TITOLO DEL PROGETTO: 6.1 Attività motoria nella terza età: una via per la salute
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Servizio del disagio salute mentale, tossicodipendenze –
Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO:TOTALE 850.000,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012 €
421.604,37 E SULLA QUOTA DEL FSN 2013 € 428.395,63
Impiego di strategie di attivazione fisica e motoria e riabilitative per la riduzione dei livelli di
rischio in un campione di popolazione; Trasferimento della metodica d’intervento alle strutture
delle Aziende Sanitarie territoriali e dei distretti;
3.
“Gruppi di cammino - vivere in buona salute” un’attività organizzata in cui un
gruppo di persone che si danno regolarmente appuntamento in un luogo per camminare insieme,
lungo un percorso urbano o extraurbano, sotto la guida di un esperto di Educazione Fisica o
Dottore in Scienze Motorie, e successivamente di un ”walking leader”, interno al gruppo,
adeguatamente addestrato, al fine di promuovere concretamente l’attività motoria e migliorare la
salute Obiettivi: Diminuzione dell'incidenza di condizioni patologiche diffuse (malattie
cardiovascolari, ipertensione, diabete, obesità, osteoporosi, malattie tumorali); Minore incidenza
di malattie croniche di rilevanza sociale; Miglioramento della qualità di vita della popolazione.
Le azioni dei progetti hanno consentito di concretizzare nel territorio della Provincia di
Catanzaro ed in altre aree della Regione Calabria un validata attività di prevenzione delle cadute
indirizzata ai soggetti tra i 65 e gli 80 anni che risiedano al proprio domicilio, attraverso il
coinvolgimento dei Medici di Medicina Generale, o che siano residenti in istituzioni quali le RSA.
È stato avviato il processo di formazione di operatori sanitari e non sanitari rispetto alla
problematica e sono stati effettuati numerosi eventi informativi rivolti alla popolazione, sia
attraverso i medici di famiglia che con il supporto dei media che con incontri presso i luoghi
frequentati dagli anziani. È stato predisposto un “manuale” ad uso dei medici di famiglia ed in una
versione semplificata ad uso della popolazione anziana.
Si è inoltre potuto avviare la pratica dei Gruppi di Cammino nei territori delle Provincie di
Cosenza e Catanzaro, esteso poi alle altre AA.SS.PP.
È stato avviato anche l’utilizzo dell’attività motoria nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.
Le tre linee di questo progetto si sono integrate con le azioni dei progetti sull’attività fisica
dell’anziano (anche con disabilità) inseriti nel Piano Regionale della Prevenzione 2010/2012 – DGR
851 del 29.12.10:
 La prescrizione dell’attività motoria: Strategie e azioni di educazione motoria ed attività
fisica per la popolazione anziana e disabili in particolare in conseguenza di stroke o di M.
di Parkinson, attivato nel territorio della ASP di Catanzaro, realizzato in collaborazione con
la Medicina dello Sport dell’ASP ed una Società Bocciofila locale, facente parte della
Federazione Regionale, per il gioco delle bocce che ha coinvolto un discreto numero di
anziani con notevole successo ed elevato gradimento. Nello stesso ambito è in corso un
accordo con una Scuola di ballo locale per gli anziani che hanno richiesto di partecipare a
tale iniziativa e per le persone affette da M. di Parkinson.
 Promozione dell’attività dei gruppi di cammino per la popolazione anziana: Strategie e
azioni di educazione all’attività fisica per la popolazione anziana calabrese: attivo nelle
Aziende Sanitarie Provinciali di Cosenza, Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia e in corso di
attivazione nell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria.
Inoltre elementi di continuità sono stati introdotti nell’ambito del Progetto PRP La presa in carico
delle persone con ictus cerebrale: implementazione dei percorsi di cura integrati e degli strumenti
di gestione della continuità riabilitativa. Nell’ambito del quale si è provveduto, in piena
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 6. ATTIVITA’ MOTORIA PER LA PREVENZIONE DELLE
MALATTIE CRONICHE PER IL MANTENIMENTO DELL’EFFICIENZA FISICA
NELL’ANZIANO
TITOLO DEL PROGETTO: 6.1 Attività motoria nella terza età: una via per la salute
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Servizio del disagio salute mentale, tossicodipendenze –
Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO:TOTALE 850.000,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012 €
421.604,37 E SULLA QUOTA DEL FSN 2013 € 428.395,63
consonanza con Piano d’Indirizzo per la Riabilitazione ad introdurre concetti di crescita della
Partecipazione e di mantenimento ed ottimizzazione della salute delle persone anziane colpite da
ictus cerebri attraverso l’avvio all’ Attività Fisica Adattata (AFA) sia durante l’ultima fase del
percorso riabilitativo sanitario sia al termine dello stesso.
Nell’ambito di questo lavoro si è notato come la capacità di aderire ad un progetto di attività
motoria da parte della persona anziana sia in buona parte correlata alle sue naturali tendenze e
preferenze e come la prosecuzione del percorso intrapreso sia strettamente legato a quelle.
Questi primi risultati, ottenuti tramite le azioni intraprese ed in corso, devono essere estese
nel territorio regionale attraverso una ulteriore diversificazione delle attività e a un ulteriore
coinvolgimento della popolazione anziana.
Obiettivi concordanti sono correttamente contenuti nelle linee d’intervento del Piano di
Prevenzione 2010 – 2012 e DGR 851/2010, ma con differenti aspetti, quali la Prevenzione degli
eventi infortunistici in ambito domestico, la prevenzione delle malattie cardiovascolari e le malattie
osteoarticolari che hanno dato la possibilità alla popolazione anziana della nostra Regione di poter
beneficiare dei numerosi vantaggi derivanti dalla pratica dell’attività motoria, quali il mantenimento
dell’autosufficienza nella normale vita quotidiana con riduzione della disabilità, della diminuzione
del rischio di cadute (ridotte di ben il 25% in base agli studi scientifici) e di fratture, della
protezione verso le malattie cronico degenerative (ipertensione arteriosa, cardiopatia ischemica,
diabete, osteoporosi, depressione e ansia), correlate all’invecchiamento.
DESCRIZIONE
La popolazione anziana tra i 65 e gli 80 anni ancora attualmente è scarsamente coinvolta in
attività motorie sia di tipo puramente ludico o hobbistico sia di tipo più propriamente sportivo.
Conseguenza di tale situazione è l’aumento ponderale estremamente diffuso e l’aumento
dell’incidenza di una larga serie di patologie croniche da quelle cardio e neurovascolari a quelle
metaboliche e dell’apparato stato motore.
Le difficoltà principali riscontrabili consistono nelle abitudini stratificate nel tempo e il
ricorso da parte dei cittadini come dei medici alla terapia farmacologica, piuttosto che alle
modificazioni degli stili di vita.
Inoltre ancora si riscontrano notevoli rigidità nei rapporti tra sistema sanitario, istituzioni
locali e volontariato ed associazionismo nello stabilire quell’alleanza necessaria ad ottenere un
obiettivo di questo genere.
Il presente progetto prevede che, volendo incidere in maniera positiva ed efficace, bisogna
mettere i Medici di Medicina Generale (MMG) in condizione di avere la possibilità di accedere ad
una prescrizione dell’esercizio fisico e dell’attività motoria, selezionabile in una gamma
discretamente ampia e, quindi, adeguabili non solo alle condizioni fisiche dei soggetti, ma anche
alle loro tendenziali inclinazioni. Tale gamma attualmente ristretta risulta decisamente da ampliare.
Inoltre va consolidata l’alleanza tra le strutture sanitarie e quelle sociali e della vita civile
(Comuni e altre istituzioni locali, Associazioni sportive, Associazioni di anziani e malati e il
Volontariato). Tale alleanza va realizzata e sviluppata.
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 6. ATTIVITA’ MOTORIA PER LA PREVENZIONE DELLE
MALATTIE CRONICHE PER IL MANTENIMENTO DELL’EFFICIENZA FISICA
NELL’ANZIANO
TITOLO DEL PROGETTO: 6.1 Attività motoria nella terza età: una via per la salute
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Servizio del disagio salute mentale, tossicodipendenze –
Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO:TOTALE 850.000,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012 €
421.604,37 E SULLA QUOTA DEL FSN 2013 € 428.395,63
Altro obiettivo da raggiungere è la piena coscienza della popolazione dell’età indicata che la
vita a qualunque età ed in qualunque condizione media di salute e/o di non salute, possa essere
vissuta nella partecipazione attiva alla stessa e che il movimento, lungi dal costituire un pericolo, si
è dimostrato una risorsa.
L’ attuazione del progetto in una prima fase si realizzerà nei territori delle AA.SS.PP. di
Catanzaro e di Cosenza, per essere successivamente trasferito alle altre ASP.
Occorrerà favorire l’attività motoria e, quindi, quella sportiva anche alle persone anziane
appartenenti agli strati sociali più deboli, facilitando l’accessibilità economica e logistica ai servizi e
agli impianti. Bisognerà contrastare la sedentarietà indotta dall’ambiente urbano e promuovere un
nuova idea di città e di rapporto dell’anziano con il contesto urbano cui egli naturalmente
appartiene, favorendo lo svolgimento di attività motoria, anche attraverso il miglioramento e
l’adeguamento delle strutture sportive al fine di migliorarne l’accessibilità. In quest’ottica va vista
anche la creazione di aree pedonali in cui si accresca il senso di sicurezza percepita.
Tutte queste azioni sono rivolte alla popolazione anziana “sana” o senza importanti
patologie conclamate e con un rischio moderato per cardiopatie, ipertensione, dislipidemie, diabete,
osteoporosi, che possono accedere direttamente o attraverso la presa incarico dei MMG e/o degli
specialisti di medicina dello sport, in geriatria e in riabilitazione all’attività motoria.
Nel caso gli anziani fossero affetti da patologie conclamate e/o con fattori di rischio
importanti, e si fosse limitati nelle attività, ci si potrà giovare di una vera e propria “prescrizione
dell’attività fisica” effettuata dai medici dello sport e dagli specialisti in riabilitazione e nella branca
per quella determinata patologia, fornendo counseling e indicazioni sul tipo di esercizio fisico più
appropriato e altri interventi che si rendessero utili.
Risulta del tutto naturale che azioni di questo tipo debbano avere un’interfaccia, oltre la
persona anziana, nelle strutture della società locale, attraverso il coinvolgimento delle Associazioni
di volontariato, sportive per l’implementazione di attività motorie per la terza età compresi i
Gruppi di Cammino. Tale tipo di coinvolgimento è chiaramente indicato nella scheda progettuale e
sarà dettagliato nel piano operativo del progetto ed è uno dei suoi principali strumenti esecutivi,
come precedentemente avvenuto con il progetto “Strategie ed Azioni di educazione motoria ed
attività fisica per la popolazione anziana calabrese”, approvato con gli obiettivi di PSN 2009-2010.
OBIETTIVO GENERALE
Indurre la popolazione anziana calabrese a modificare i comportamenti sedentari cercando di
inserire l’attività fisica nelle azioni quotidiane come camminare, salire le scale che possono essere
adattate anche per la prevenzione secondaria in presenza di malattie croniche eventualmente in
combinazione con interventi più strutturati effettuati sotto il controllo medico.
Obiettivi Specifici
 Bisogna mettere i Medici di Medicina Generale (MMG) in condizione di avere la
possibilità di accedere ad una prescrizione dell’esercizio fisico e dell’attività motoria.
 Va promossa l’acquisizione di comportamenti nelle attività motorie che potenzino
l’educazione alla salute dove si coniughino una sana alimentazione, il rispetto del
proprio corpo ed una corretta relazione con gli altri, l’attività fisica diventa una
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Regione Calabria

OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 6. ATTIVITA’ MOTORIA PER LA PREVENZIONE DELLE
MALATTIE CRONICHE PER IL MANTENIMENTO DELL’EFFICIENZA FISICA
NELL’ANZIANO
TITOLO DEL PROGETTO: 6.1 Attività motoria nella terza età: una via per la salute
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Servizio del disagio salute mentale, tossicodipendenze –
Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO:TOTALE 850.000,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012 €
421.604,37 E SULLA QUOTA DEL FSN 2013 € 428.395,63
occasione di guadagno psico-fisico nonché una opportunità di aggregazione e
partecipazione sociale.
va realizzata e sviluppata l’alleanza tra le strutture sanitarie e sociali della vita civile
(Comuni e altre istituzioni locali, Associazioni sportive, Associazioni di anziani e
malati e il Volontariato).
METODOLOGIA
 Formare dei tavoli di confronto tra i vari specialisti con competenza nell’ambito (Medici
dello Sport, Fisiatra, Geriatra, Cardiologo, Diabetologo, Nutrizionista) per l’individuazione
di varie linee di proposta relative ad una adeguata attività motoria nelle diverse condizioni di
loro competenza.
 Portare il risultato del primo tavolo alla discussione con i MMG e successivamente con le
istituzioni locali e col volontariato al fine di creare le premesse alla realizzazione delle linee
d’intervento precedentemente individuate.
 Formare adeguatamente i MMG e gli operatori al corretto comportamento nella indicazione
e realizzazione dell’esercizio fisico e delle attività.
 Reclutare un numero adeguato di persone da inserire nelle linee di lavoro di questo
protocollo di studio
 A distanza di alcuni mesi valutare i risultati ottenuti
TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA)
Azioni
Quadrimestre 2012
I
Costituzione di un gruppo di lavoro specialistico
Confronto con i MM.M.G e le altre componenti citate
Strutturazione e realizzazione di un sistema informatico
Formazione del personale, reclutamento delle strutture e degli
anziani
Campagna d’informazione e pubblicizzazione
Avvio della sperimentazione ed utilizzazione dei percorsi nelle
strutture reclutate
Raccolta, elaborazione ed analisi dei dati
Divulgazione dei risultati
INDICATORI
 Numero di specialità coinvolte
 Numero di MMG partecipanti
 Numero istituzioni e associazioni coinvolte
 Numero conferenze d’informazione
 Numero di pazienti reclutati
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II
III
Quadrimestre 2013
I
II
III
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 6. ATTIVITA’ MOTORIA PER LA PREVENZIONE DELLE
MALATTIE CRONICHE PER IL MANTENIMENTO DELL’EFFICIENZA FISICA
NELL’ANZIANO
TITOLO DEL PROGETTO: 6.1 Attività motoria nella terza età: una via per la salute
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Servizio del disagio salute mentale, tossicodipendenze –
Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO:TOTALE 850.000,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012 €
421.604,37 E SULLA QUOTA DEL FSN 2013 € 428.395,63
 Variazioni dei dati rispetto alla partenza.
RISULTATI ATTESI
 Raggiungimento di un ampio consenso tra i medici di varia competenza sulle linee guida
della prescrizione dell’esercizio.
 Ampio coinvolgimento delle istituzioni della vita civile nella problematica
 Modificazioni della cultura del movimento nella terza età
 Modificazione degli stili di vita
 Valutazione dell’efficacia dell’intervento
SCHEDA ECONOMICA
Voci di spesa
I annualità 2012
€ 95.604,37
€ 190.000,00
€ 90.000,00
€ 46.000,00
€ 421.604,37
Varie
Beni e servizi
Formazione
Comunicazione/Informazione
TOTALE
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
2012
2013
Totale
ASP RC
83.070,23
ASP VV
24.865,38
ASP CZ
54.297,72
ASP CS
109.461,85
ASP KR
23.427,89
A.O.U. Mater Domini
126.481,31
Totale
421.604,37
Criterio di distribuzione: per l’anno 2012 la quota è stata accantonata in GSA. Il progetto è
coordinato dalla U.O. di Fisiatria dell’Azienda Mater Domini, capofila alla quale viene
assegnato il 30% del finanziamento e il restante 70% sarà erogato alle Aziende Sanitarie
della Calabria partecipanti su popolazione over 65 residente. Per l’anno 2013, con decreto n.
3781 del 2.4.2014, la quota assegnata è stata impegnata a favore della G.S.A. per successiva
assegnazione secondo i vincoli stabiliti dell’Accordo Stato-Regioni del 20 febbraio 2014 rep.
Atti n. 13/CSR.
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE
DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO NASCITA – SUPPORTO ALLE GRAVIDANZE IN
CONDIZIONI DI “VULNERABILITA’” E PREVENZIONE DELL’INTERRUZIONE
VOLONTARIA DI GRAVIDANZA
TITOLO DEL PROGETTO: 7.1 I.V.G. E FRAGILITA’: MODELLO ORGANIZZATIVO
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati –
g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO:TOTALE 1.244.006,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012
€ 1.244.006,00
PREMESSA
A fronte della continua riduzione del ricorso all’aborto tra le donne italiane, riduzione più lenta
nelle condizioni di maggiore svantaggio sociale, l’aumento degli aborti effettuati da donne straniere,
dovuto al costante incremento della loro presenza nel Paese, rappresenta una criticità importante.
Verso questa popolazione si impongono quindi specifici interventi di prevenzione che tengano
conto anche delle loro diverse condizioni di vita, di cultura e di costumi.
L’Istat, (dati rilevati al 2011) ha calcolato i tassi di abortività per le cittadine italiane e per le
straniere, considerando tre raggruppamenti delle cittadinanze, donne provenienti da Paesi a Forte
Pressione Migratoria (PFPM), da Paesi a Sviluppo Avanzato (PSA) e donne con cittadinanza
italiana, si conferma la decrescita dei tassi di abortività volontaria tra le italiane ma anche un forte
decremento tra le straniere, specie quelle provenienti dalle aree più povere del mondo (PFPM). Nel
2009 il tasso per le italiane è risultato pari a 6,9 per 1.000 per le cittadine italiane di età 15-49 anni,
a 7,7 per 1.000 nelle cittadine di PSA e a 26,4 per 1.000 in quelle di PFPM, indicando che,
nonostante la diminuzione negli anni, ancora quest’ultimo gruppo di donne ha livelli di abortività
molto più elevati delle italiane. In generale, nel corso degli anni le più rapide riduzioni del ricorso
all’aborto sono state osservate tra le donne più istruite, tra le occupate e tra le coniugate, per le
quali, anche grazie a una maggiore competenza di partenza, sono risultati più efficaci i programmi e
le attività di promozione della procreazione responsabile, principalmente svolti dai consultori
familiari.
I dati statistici della Regione Calabria, riguardanti il sistema di sorveglianza sulla interruzione
volontaria di gravidanza riferiti al 2010, evidenziano quanto segue:
 Il Numero totale delle donne che hanno effettuato l’I.V.G è stato pari a 3.115,di cui 740 (24%
immigrate), inoltre 539 pari al 17% dei casi si tratta di aborti ripetuti.
 La fascia maggiormente coinvolta riguarda quella tra i 18-49 anni, (3023 pari al 97%) non sono
comunque trascurabili le 92 interruzioni di gravidanze effettuate da minorenni che rappresenta il
3% del totale, di questi il 30% giunge ai servizi con l’autorizzazione dal giudice.
 Dalla lettura dei dati inoltre emerge che il maggior numero di donne che ricorre all’interruzione
di gravidanza possiede un livello di studio medio-basso (2655, 88%).
 Si rileva inoltre che circa l’80% del personale sanitario (ostetrici, anestesisti, ostetriche) risulta
essere obiettore di coscienza,
 Infine solo il 26% dei certificati, risulta essere rilasciato dai Consultori Familiari.
 Ulteriore osservazione è la precarietà delle figure di mediazione transculturale.
CONTESTO
In Calabria, il Dipartimento Tutela della Salute con D.P.G.R. n° 36 del 6 maggio 2011 ha preso atto
dall’Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010. Con D.P.G.R. n° 26 del 16.11. 2010 ha
proceduto al “Riassetto della rete dei punti nascita a seguito di valutazione del rischio clinico dei
singoli punti nascita” e si è proceduto alla riorganizzazione della rete ospedaliera e territoriale, sia
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE
DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO NASCITA – SUPPORTO ALLE GRAVIDANZE IN
CONDIZIONI DI “VULNERABILITA’” E PREVENZIONE DELL’INTERRUZIONE
VOLONTARIA DI GRAVIDANZA
TITOLO DEL PROGETTO: 7.1 I.V.G. E FRAGILITA’: MODELLO ORGANIZZATIVO
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati –
g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO:TOTALE 1.244.006,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012
€ 1.244.006,00
attraverso la progressiva riduzione dei punti nascita con numero di parti inferiori a 500, sia
attraverso una maggiore integrazione ospedale-territorio con la valorizzazione dei Distretti, dei
Consultori Familiari e dei Dipartimenti Materno-Infantile Interaziendali per come previsto
dall’Accordo del 16 dicembre 2010. Con D.P.G.R. 28 del 21/03/2012 sono state emanate le linee di
indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza
degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo, inoltre nel
P.R.P. 2010-2012, approvato con D.G.R. 851 del 29/12/2010, è stato previsto un progetto per la
promozione, protezione e sostegno dell’allattamento al seno, infine con D.P.G.R. n° 187 del 4.12.12
è stata definita la rete per le attività di I.V.G. chirurgica ed è in via di definizione il documento
sull’IVG farmacologica previsto nel Piano Operativo 2013-2015.
In tale contesto s’inserisce la proposta progettuale che mira al supporto alle gravidanze in
condizioni di “vulnerabilità” e prevenzione dell’interruzione volontaria di gravidanza.
OBIETTIVI
Le finalità generali del progetto sono:
 Prevenzione dell’interruzione volontaria di gravidanza donne adulte, minorenni e
straniere.
 Formazione e tutoraggio degli operatori socio-sanitari tenendo conto
dell’approccio interculturale per la tutela della salute sessuale e riproduttiva ( in
particolare contraccezione e prevenzione IVG).
 Accesso e fruibilità dei servizi migliorare l’organizzazione interna dei servizi
orientandola alle esigenze del target progettuale.
 Potenziamento della rete inter ed intra istituzionale coinvolgendo gli organismi
presenti sul territorio non istituzionali.
 Informazione promuovere una diffusa e capillare informazione per la popolazione.
 Favorire una maggiore valorizzazione dei Consultori Familiari quali servizi
primari di prevenzione del fenomeno abortivo.
 Garantire la presa in carico della donna che si rivolge ai Consultori favorendo la
loro integrazione con i centri in cui si effettua l’IVG.
 Incrementare il numero dei certificati rilasciati dai Consultori, potenziando anche
il loro ruolo di centri di prenotazione per le analisi pre-IVG.
 Incrementare il numero dei controlli post-IVG presso i Consultori favorendo
l’attività di conselling per la procreazione responsabile e sui metodi contraccettivi.
 Valorizzare l’educazione tra pari come sviluppo di nuovi modelli di
comunicazione.
 Offrire attivamente interventi di educazione sanitaria, alle fasce più deboli della
popolazione, anche fuori dai normali presidi sanitari.
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE
DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO NASCITA – SUPPORTO ALLE GRAVIDANZE IN
CONDIZIONI DI “VULNERABILITA’” E PREVENZIONE DELL’INTERRUZIONE
VOLONTARIA DI GRAVIDANZA
TITOLO DEL PROGETTO: 7.1 I.V.G. E FRAGILITA’: MODELLO ORGANIZZATIVO
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati –
g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO:TOTALE 1.244.006,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012
€ 1.244.006,00
METODOLOGIA
Il modello proposto verrà sperimentato in una prima fase, tenuto conto che sono stati istituiti i
Dipartimenti Materno-Infantile Interaziendali della Azienda Sanitaria Provinciale e dell’A.O.di
Cosenza e dell’A.O. di Catanzaro e delle AA.SS. di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia. Nelle su
indicate aziende, si è rilevato dall’analisi dei dati delle attività Consultoriali che l’ASP di Cosenza
ha rilasciato il maggior numero di certificati per l’I.V.G. (690), mentre l’ASP di Catanzaro vanta
un’esperienza ultradecennale nell’area immigrazione con un’attenzione specifica all’area maternoinfantile oltre ad essere Azienda capofila per il progetto CCM “Linee d’intervento trans-culturali
nella medicina di base e nel materno-infantile” mentre vanno implementate le attività consultoriali
nell’ASP di Vibo, solo due certificati per I.V.G. rilasciati nel 2011 e nell’ASP di Crotone, 154
certificati rilasciati dal consultorio.
Finita la sperimentazione il modello, nella seconda annualità, sarà sviluppato dall’ Azienda
Sanitaria ed Ospedaliera di Reggio Calabria.
Il progetto, sarà coordinato a livello Regionale da dirigenti e funzionari del settore competente che
avrà il compito di predisporre, monitorare e valutare le fasi attuative del progetto, di elaborare le
relative linee guida e i protocolli operativi.
Ciascuna delle Aziende interessate, svilupperà un servizio unico di prenotazione con relativo
software dedicato, attraverso il coinvolgendo dei Consultori ed del centro Ospedaliero, che si farà
carico del secondo livello, in cui si effettua l’I.V.G. (come da D.P.G.R. n° 187 del 4.12.12).
Inoltre le Aziende dovranno costituire almeno una èquipe itinerante che effettuerà le I.V.G., presso i
centri sopraindicati con personale dedicato, per ridurre i tempi di attesa così da favorire anche
l’integrazione Territorio-Ospedale.
Il progetto prevede una prima fase organizzativa attraverso un piano di formazione con i seguenti
obiettivi:
 Formazione degli operatori sulle normative vigenti e sulle diversità culturali, al fine di
aumentare l’accesso delle donne straniere ai servizi stessi.
 Formazione all’intercultura degli operatori socio-sanitari, al fine di ridurre pregiudizi e
stereotipi legati alle diversità culturali.
Conclusa la fase della formazione si procederà alla comunicazione esterna del progetto,
coinvolgendo M.M.G., P.L.S., M.C.A., farmacie, associazioni di volontariato in rappresentanza
delle donne comprese le immigrate. Diffusione e realizzazione di materiale informativo riguardante
la procreazione cosciente e responsabile.
Nella seconda fase si procederà nel seguente modo:
 Riorganizzazione dei servizi coinvolti implementando la rete territorio – ospedale
prevedendo presso le U.O. ospedaliere che effettuano l’I.V.G., percorsi preferenziali a
favore delle categorie individuate.
 Promozione delle attività di sensibilizzazione ed educazione sanitaria nelle scuole e nei
punti di aggregazione dei soggetti fragili quali (nomadi, rifugiati, prostitute).
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE
DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO NASCITA – SUPPORTO ALLE GRAVIDANZE IN
CONDIZIONI DI “VULNERABILITA’” E PREVENZIONE DELL’INTERRUZIONE
VOLONTARIA DI GRAVIDANZA
TITOLO DEL PROGETTO: 7.1 I.V.G. E FRAGILITA’: MODELLO ORGANIZZATIVO
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati –
g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO:TOTALE 1.244.006,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012
€ 1.244.006,00
 Cooperazione con organismi afferenti alla rete territoriale, includendo le associazioni onlus e
del privato sociale al fine di consentire la massima diffusione delle attività previste dal
progetto.
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DELLE ATTIVITA’
Sarà previsto un attento sistema di monitoraggio e valutazione delle attività con l’obiettivo,
conclusa la fase di sperimentale nelle due province Cosenza e Catanzaro, di diffondere le buone
pratiche su tutto il territorio Regionale attraverso una pubblicazione finale degli obiettivi raggiunti
sottolineandone la fattibilità e la riproponibilità.
Per tale azioni saranno previsti monitoraggi semestrali con report delle attività annuali
quali/quantitativa soggetti a valutazione da parte del gruppo di monitoraggio che redigerà i report
da sottoporre alle autorità Regionali e Ministeriali e provvederà a stilare un documento relativo alle
best-practice.
TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA)
Le azioni attuative del progetto saranno sviluppate in coerenza con le linee programmatiche
sopra indicate e secondo il crono programma di seguito riportato:
1. analisi del contesto
2. elaborazione dati e studi
3. Formazione
4. Costituzione di una èquipe itinerante dedicata all’effettuazione degli interventi IVG,
5. Potenziamento della rete inter ed intra istituzionale
6. Tutoraggio
7. Miglioramento dell’Accesso e fruibilità dei servizi e attuazione delle attività progettuali,
8. Sperimentazione delle attività sui territori provinciali individuati
9. Arruolamento figure professionali di mediazione transculturale per un’attività integrata.
10. Sperimentazione del modello nell’ASP ed A.O. di Reggio Calabria.
Mesi/
Azioni
01
02
03
04
05
06
1
2
3
4
5
6
65
07
08
09
10
11
12
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE
DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO NASCITA – SUPPORTO ALLE GRAVIDANZE IN
CONDIZIONI DI “VULNERABILITA’” E PREVENZIONE DELL’INTERRUZIONE
VOLONTARIA DI GRAVIDANZA
TITOLO DEL PROGETTO: 7.1 I.V.G. E FRAGILITA’: MODELLO ORGANIZZATIVO
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati –
g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO:TOTALE 1.244.006,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012
€ 1.244.006,00
7
8
9
10
INDICATORI
Gli indicatori di processo del progetto prevedono:
 Riduzione del tasso di abortività /sul totale delle donne che effettuano l’I.V.G.
 Riduzione della percentuale di aborto ripetuto / sul totale degli aborti ripetuti.
 Incremento del numero dei certificati rilasciati dai consultori/ sul numero rilasciato nel 2011(
690 di cui 187 donne straniere ASP CS; 158 di cui 56 donne straniere ASP CZ, 2 ASP di Vibo
di cui nessuna straniera, 206 di cui 100 straniere ASP di Reggio Calabria, 154 di cui 51 donne
straniere ASP di Crotone ).
 Formazione e tutoraggio degli operatori socio-sanitari: realizzazione di percorsi formativi e
formazione tutor.
 Accesso e fruibilità dei servizi, monitoraggio attraverso il numero di accordi, delibere prodotte /
totale dei servizi sanitari e terzo settore presenti nel territorio di riferimento.
 Percentuale di donne che tornano al consultorio per il controllo post- I.V.G. sul totale delle
donne che hanno effettuato l’intervento.
 Coinvolgimento di almeno 4 istituti scolastici / nel territorio di riferimento per le attività di
educazione alla sessualità .
 Coinvolgimento di almeno 2 organismi territoriali/ nel territorio di riferimento.
 Monitoraggio attraverso il numero di riunioni effettuate, i lavori prodotti e la valutazione della
relazione finale;
RISULTATI ATTESI
Riduzione del 5% del tasso di abortività delle donne fra cui le immigrate.
Riduzione del 2% della percentuale di aborto ripetuto tra le donne.
Incremento del 3% del numero di certificati rilasciati dai Consultori per IVG.
Partecipazione ai corsi di almeno il 40% del personale coinvolto e formazione di tutor.
N° di Accordi/protocolli/ delibere prodotte.
Incremento del 5% di donne straniere che tornano al consultorio per il controllo IVG.
Coinvolgimento di almeno 4 istituti scolastici e di almeno 2 organismi territoriali.
Incremento di almeno il 30% degli accessi al consultorio, sia per il controllo post-I.V.G. sia per il
rilascio dei certificati.
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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE
DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO NASCITA – SUPPORTO ALLE GRAVIDANZE IN
CONDIZIONI DI “VULNERABILITA’” E PREVENZIONE DELL’INTERRUZIONE
VOLONTARIA DI GRAVIDANZA
TITOLO DEL PROGETTO: 7.1 I.V.G. E FRAGILITA’: MODELLO ORGANIZZATIVO
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati –
g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO:TOTALE 1.244.006,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012
€ 1.244.006,00
SCHEDA FINANZIARIA
€ 250.006,00
€ 564.000,00
€ 300.000,00
€ 130.000,00
€ 1.244.006,00
Varie
Beni e servizi
Formazione
Comunicazione/Informazione
TOTALE
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
2012
2013
Totale
ASP RC
252.148,23
252.148,23
ASP VV
72.693,40
72.693,40
ASP CZ
130.519,40
130.519,40
ASP CS
282.480,73
282.480,73
ASP KR
106.836,14
106.836,14
A.O. RC
117.743,89
117.743,89
A.O. CZ
143.519,04
143.519,04
A.O. CS
138.065,17
138.065,17
A.O.U. Mater Domini
1.244.006,00
1.244.006,00
Totale
Criterio di distribuzione: la somma è accantonata in G.S.A. sarà assegnata alle Aziende
Sanitarie ed Ospedaliere in base al n. dei parti all’1.1.2012. Per l’anno 2013 con decreto n.
3781 del 2.4.2014 impegno in G.S.A. per successivo riparto secondo i vincoli stabiliti
dell’Accordo Stato-Regioni del 20 febbraio 2014 rep. Atti n. 13/CSR–
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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE
DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO NASCITA
TITOLO DEL PROGETTO: 7.2 Riorganizzazione del percorso nascita: integrazione
territorio - ospedale
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati –
g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE 2.000.000,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012
€ 2.000.000,00
PREMESSA
Il Piano Sanitario Nazionale 2011/2013 prevede la tutela della donna durante tutto il percorso
nascita (dalla fase preconcezionale al puerperio) e del nascituro.
In un contesto nel quale, in generale, si può dire che l’assistenza nel settore materno infantile sia nel
complesso buona, vi sono molti punti per i quali è possibile un deciso miglioramento:
• grado di integrazione in rete dei servizi: primo livello (consultori familiari, medici di medicina
generale e pediatri di libera scelta), secondo (poliambulatori distrettuali e ospedalieri) e terzo livello
(centri nascita a diverso livello di complessità);
• razionalizzazione dei punti nascita con l’obiettivo di una soglia minima di almeno 500 parti;
• potenziamento della lotta al dolore anche nei settori nei quali, a causa di limiti culturali non ancora
superati, esso è spesso misconosciuto e sottotrattato, come avviene durante il travaglio ed il parto
per via naturale. Infatti, uno degli obiettivi del Piano Sanitario è il miglioramento dell’assistenza
ostetrica e pediatrica/neonatologica nel periodo perinatale, anche nel quadro di un’umanizzazione
dell’evento nascita che deve prevedere il parto indolore.
D’altronde, la recente proposta di legge “Norme per la tutela dei diritti della partoriente, la
promozione del parto fisiologico e la salvaguardia della salute del neonato”, prevede tra le finalità la
promozione della più ampia conoscenza delle modalità di assistenza e delle pratiche sanitarie in
uso, compresa la tecnica del parto indolore, la verifica dei livelli di assistenza assicurati e
l’armonizzazione delle modalità di assistenza alla gravidanza, al parto ed al puerperio, per la
salvaguardia della salute della madre e del nascituro.
Inoltre l’Accordo Stato-Regioni del dicembre 2010 sul percorso nascita, sancisce l’impegno a
sviluppare un programma Nazionale, articolato in dieci linee di azioni, per la promozione ed il
miglioramento della qualità, sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel
percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo.
CONTESTO
In Italia, negli ultimi decenni, la natalità è drasticamente diminuita ed è aumentata l’età
media delle donne alla nascita del primo figlio. Sono notevolmente cresciute le gravidanze di donne
al di sopra dei 35 anni, che sono alla base di una eccessiva medicalizzazione e di una
sovrabbondanza di prestazioni diagnostiche.
In costante aumento anche il ricorso al taglio cesareo. Rispetto alla soglia del 15%, che secondo
l’OMS garantisce il massimo beneficio complessivo per la madre e il feto, l’Italia è il paese europeo
con la massima incidenza di parti cesarei, con valore del 38,3% del 2008, ed estrema variabilità per
area geografica. Tra l’altro la percentuale dei parti cesarei va aumentando con progressione lineare
dalle strutture con maggior numero di parti a quelle a minor numero, raggiungendo il 50% nelle
strutture con parti/anno <500, con valori di gran lunga maggiori presso le strutture private
accreditate (61%) e quelle non accreditate (75%) rispetto a quelle pubbliche (34%);
In Calabria, negli ultimi anni, si è registrata una alta incidenza di parti cesarei che nel 2010 ha
raggiunto la percentuale del 42% nei Punti Nascita degli ospedali pubblici e del 61% nelle Case di
Cura Accreditate.
68
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE
DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO NASCITA
TITOLO DEL PROGETTO: 7.2 Riorganizzazione del percorso nascita: integrazione
territorio - ospedale
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati –
g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE 2.000.000,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012
€ 2.000.000,00
Da ciò l’esigenza di fornire un modello organizzativo assistenziale che soddisfi i bisogni di
benessere psico-fisico della donna e del bambino durante la gravidanza e l’evento nascita, e che
favorisca il parto fisiologico, pur tutelando la libera scelta della gestante.
Un contributo per favorire il parto vaginale, oltre che la sua umanizzazione, è dato inoltre
dall’introduzione di una metodica tradizionalmente poco diffusa, la partoanalgesia.
Il Dipartimento Tutela della Salute con DPGR 18 del 22 ottobre 2010 ha proceduto alla
riorganizzazione della rete ospedaliera e territoriale, sia attraverso la progressiva riduzione dei punti
nascita con numero di parti inferiori a 500, sia attraverso una maggiore integrazione ospedaleterritorio con la valorizzazione dei Distretti, dei Consultori Familiari, dei Dipartimenti MaternoInfantile, della rete di trasporto neonatale al fine di favorire la demedicalizzazione delle gravidanze
a basso rischio. Infatti Le UU.OO. di Ostetricia e Ginecologia dell’ASP hanno elaborato il percorso
nascita attraverso le sue caratteristiche qualificanti:
1)Percorso nascita gravidanza fisiologica con ambulatorio dedicato
2)Percorso nascita gravidanza patologica con ambulatorio dedicato
3)Personalizzazione degli ambulatori di assistenza alla fisiologia
4)Corso di preparazione al parto e corso interculturale di accompagnamento alla nascita
5)Assistenza one-to-one ostetrica/partoriente in travaglio
6)Utilizzo di linee guida comuni da parte di tutti gli operatori
7)Presenza di un famigliare scelto dalla donna durante il travaglio
8)Percorsi alternativi per il parto (parto attivo, parto in acqua, sgabello ...)
In collaborazione con le Aziende Ospedaliere si è proceduto ad una prima attività di monitoraggio e
formazione al fine di implementare in tutti i Punti Nascita dell’ASP la analgesia epidurale
concordata.
Nell’ambito delle azioni intraprese per incrementare la Parto Analgesia nel 2011, nelle ASP e nelle
AO sono state avviate azioni volte a migliorare la qualità delle cure offerte all’utenza in ambito
ostetrico, offrendo alle donne che non sono in grado di affrontare serenamente l’eventualità del
travaglio, la possibile opzione analgesica, come alternativa al taglio cesareo su richiesta materna,
assicurando la presenza della figura dell’anestesista-rianimatore, quale garante dell’emergenza; tale
attività ha portato un incremento del parto analgesia del 5% sul totale dei parti spontanei ed una
riduzione del 5% dei tagli cesarei. con una punta del 7% relativamente al progetto svolto nell'ASP e
AO di Cosenza. L’attività finora svolta e programmata si integra con quanto previsto nel Piano
operativo 2013-2015 nell’attuazione di reti assistenziali per intensità di cura.
OBIETTIVI
Procedendo con quanto indicato dall’Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 sul Percorso
Nascita, ed in linea con quanto già realizzato dalle Aziende Sanitarie Provinciali ed Ospedaliere della
Calabria nel 2011 e cioè la riorganizzazione delle attività legate al percorso nascita attraverso il
Coordinamento dei Consultori e dei Dipartimenti Materno Infantile in alcuni casi interaziendali, la
realizzazione del Percorso Nascita proseguirà seguendo il “modello assistenziale partecipato” nella
triade madre-padre-bambino nel periodo di gestazione e nascita.
Le finalità generali che il progetto si pone sono le seguenti:
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Regione Calabria






OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE
DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO NASCITA
TITOLO DEL PROGETTO: 7.2 Riorganizzazione del percorso nascita: integrazione
territorio - ospedale
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati –
g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE 2.000.000,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012
€ 2.000.000,00
Garantire la presa in carico, la continuità assistenziale, l’umanizzazione dell’evento nascita,
attraverso l’integrazione dei servizi tra territorio e ospedale, al fine di perseguire la tutela della
salute materna, del benessere del nascituro e della famiglia nell’esperienza della genitorialità;
Ridurre la percentuale di T.C.;
Incrementare la percentuale di donne che allattano in maniera esclusiva alla dimissione e
in maniera completa a sei mesi e durata dell’allattamento almeno fino al primo anno di vita del
bambino, secondo le raccomandazioni dell’OMS;
Assicurare l’utilizzo del diario della gravidanza da consegnare, a tutte le donne in
gravidanza presso i Consultori Familiari;
Implementare la diffusione di corsi di accompagnamento alla nascita sul territorio in
collaborazione con i punti nascita;
Favorire dimissioni protette delle puerpere e dei neonati promuovendo il ritorno al territorio.
METODOLOGIA
Il Comitato di Coordinamento i cui componenti sono stati designati dal DPGR n. 97/2011, ha
definito le linee guida ed i protocolli operativi ed i requisiti strutturali ed organizzativi dei servizi
per la presa in carico della donna in gravidanza, per l’assistenza al parto e per l’attivazione della
partoanalgesia.
Tutto ciò è stato esplicitato nel DPGR n. 28 del 21 Marzo 2012, il Comitato ha individuato,
nell’ambito delle dieci azioni previste dalle linee di indirizzo ministeriali per la promozione ed il
miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel
percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo, le “Linee guida per la per la riorganizzazione
del percorso nascita" e il "Diario della gravidanza", strumento di accompagnamento della donna
durante il percorso nascita finalizzato a:
- dare alle donne maggiori informazioni sulla gravidanza e sui servizi che il SSR mette a sua
disposizione durante il suo percorso nascita;
- facilitare i contatti tra le donne ed i servizi sanitari deputati a seguirla durante la gravidanza ed il
parto;
- favorire un' assistenza in gravidanza migliore e più completa, dando la possibilità a tutti gli
operatori dei servizi sociosanitari, con cui la donna entrerà in contatto durante la gravidanza, parto e
puerperio di utilizzare uno strumento unico di gestione della gravidanza;
- fornire agli operatori dei servizi materno infantili uno strumento di collegamento funzionale e di
comunicazione che faciliti il passaggio di informazioni tra un servizio e l'altro.
Tutto ciò al fine di migliorare l’assistenza alle donne in tutto il percorso nascita, fornendo alle
A.S.P. ed alle A.O. uno strumento che rendesse omogenei i comportamenti assistenziali in tutte le
strutture, pubbliche e private accreditate.
Al fine di potenziare le attività sono state implementate le azioni previste nella fase
progettuale del piano di formazione rivolto agli operatori interessati (medici ostetrici, ostetriche,
neonatologi e pediatri, anestesisti, ecc.),con i seguenti obiettivi:
 la conoscenza della gestione ostetrica della gravidanza e del travaglio fisiologico;
70
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE
DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO NASCITA
TITOLO DEL PROGETTO: 7.2 Riorganizzazione del percorso nascita: integrazione
territorio - ospedale
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati –
g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE 2.000.000,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012
€ 2.000.000,00

l’acquisizione di dimestichezza con le metodiche di counselling per gli operatori ospedalieri e
del territorio (rete consultoriale e MMG)
 l’acquisizione di competenze a livello dipartimentale in risk management e rischio clinico.
Al termine di tale fase si è proceduto ad azioni di comunicazione esterna, a cura della rete
consultoriale, con l’organizzazione di specifici eventi a carattere divulgativo ed anche mediante
l’utilizzo di depliants illustrativi e posters informativi della metodica, distribuiti in tutte le sedi
frequentate dalle potenziali utenze.
Nella fase esecutiva si è proceduto alla riorganizzazione del percorso nascita sul territorio
regionale, attraverso uno stretto rapporto di collaborazione fra la rete consultoriale, i MMG e le
unità operative di anestesiologia, di ostetricia-ginecologia e neonatologia, con la verifica dello stato
di attuazione al termine del 1° anno e la valutazione dei primi risultati globali al termine del
biennio.
Le azioni principali previste dal DPGR 28/2012 sono le seguenti:
riqualificazione e potenziamento degli ambulatori della gravidanza fisiologica, gestita nei
Consultori Familiari che hanno assicurato la prima presa in carico della donna gravida, con lo scopo
di eseguire una prima valutazione del livello di rischio e consegnato il diario della gravidanza.
L’Ostetrica è la figura competente a gestire la gravidanza fisiologica fin dal suo inizio e durante
tutto il percorso: travaglio, parto e puerperio;
I corsi di accompagnamento alla nascita a gestione integrata (territoriale ed ospedaliera) e
metodologia adeguata hanno favorito la continuità assistenziale e l’empowerment delle donne,
relativamente alla gestione del parto, allattamento e funzione genitoriale. I Consultori Familiari, i
Pediatri di Libera Scelta e i Punti Nascita devono continuare ad operare in sinergia al fine di
permettere una adeguata continuità assistenziale alla donna gravida. Nel caso specifico è essenziale
che vengano forniti gli strumenti per affrontare e vivere il dolore del parto, è necessario fortificare e
far emergere le competenze della donna rispetto all'evento nascita, oltre che favorire l'allattamento
al seno rafforzando la donna/coppia in questa scelta.
L’assistenza domiciliare in puerperio effettuata dall’ostetrica consultoriale, si basa su
consistenti evidenze scientifiche che dimostrano gli effetti positivi delle visite e del sostegno postpartum, specialmente se inseriti in programmi strutturati di interventi da parte di operatori integrati
tra loro, che consentono la continuità e la personalizzazione dell'assistenza e dove si tenga conto
degli orientamenti e delle preferenze della madre.
La partoanalgesia favorendo l’umanizzazione del rapporto ospedale/utente consente di
recuperare una concezione del parto intesa come tappa naturale della vita delle donne e delle coppie
e non come “malattia” e, pertanto, potrebbe rappresentare una potenziale alternativa alla tendenza di
aumento dei cesarei su richiesta materna, dopo adeguate informazioni, sulle tecniche naturali per la
gestione e contenimento del dolore da parto.
TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA)
Le azioni attuative del progetto saranno sviluppate in coerenza con le linee guida di cui al
DPGR n. 28 del 21 Marzo 2012 secondo il cronoprogramma di seguito riportato:
71
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE
DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO NASCITA
TITOLO DEL PROGETTO: 7.2 Riorganizzazione del percorso nascita: integrazione
territorio - ospedale
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati –
g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE 2.000.000,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012
€ 2.000.000,00
Regione Calabria
1.
2.
3.
4.
5.
6.
linee-guida e percorsi assistenziali
promozione dell’appropriatezza del percorso nascita
percorso formativo destinato agli operatori
sperimentazione del percorso nascita nel territorio regionale
sperimentazione dell’attività nei servizi di parto-analgesia nel territorio regionale
elaborazione dati e studi
Mesi/
Azioni
01
02
03
04
05
06
07
08
09
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
1
2
3
4
5
6
E’ prevista infine un’attività di verifica, con step semestrali (vedi crono-programma) che
prevedono la redazione di una relazione sull’andamento del progetto che sarà redatta a cura del
comitato di coordinamento ed inviata al Dirigente Generale del Dipartimento.
Dovrà essere prodotta altresì una relazione finale da sottoporre all’approvazione della
Giunta Regionale per l’adozione definitiva del modello organizzativo sperimentato.
INDICATORI
Il monitoraggio dell’applicazione del progetto prevede:
 un monitoraggio delle attività del Comitato di coordinamento, attraverso il numero di riunioni
effettuate, i lavori prodotti e la valutazione della relazione finale;
 un monitoraggio delle attività formative: numero di professionisti coinvolti e il numero di ore di
formazione;
 numero di dimissioni precoci/totale delle donne che hanno partorito;
 numero visite domiciliari in puerperio/totale delle donne che hanno partorito;
 numero dei T.C. nelle primipare/ totale delle donne che hanno partorito;
 numero di donne che allattano al seno in maniera esclusiva alla dimissione e completa a sei
mesi/totale delle donne che hanno partorito;
 numero di donne che partecipano ai Corsi di accompagnamento alla nascita sul totale di donne
che hanno partorito;
 monitoraggio delle modificazioni indotte dalla partoanalgesia, attraverso la valutazione dei
seguenti indicatori:
- aumento del numero dei parti nelle UU.OO. che effettuano la partoanalgesia;
- percentuale di parti effettuati in analgesia;
- riduzione dei parti cesarei in termini percentuali;
72
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE
DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO NASCITA
TITOLO DEL PROGETTO: 7.2 Riorganizzazione del percorso nascita: integrazione
territorio - ospedale
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati –
g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE 2.000.000,00 DI CUI SULLA QUOTA DEL FSN 2012
€ 2.000.000,00
RISULTATI ATTESI
1. Il progetto comporta un elevato grado di interazione tra le professionalità coinvolte, con la
creazione di un gruppo interdisciplinare costituito da ostetriche, ginecologi, neonatologi,
pediatri ed anestesisti, finalizzato al monitoraggio dei risultati raggiunti, e che aumenta
l’efficienza interna del sistema;
2. Aumento del 10% del numero delle visite domiciliari in puerperio;
3. Aumento del 10% del numero di donne che allattano al seno in maniera esclusiva alla
dimissione e in maniera completa a sei mesi;
4. Incremento del 10% delle donne che partecipano ai Corsi di accompagnamento alla nascita;
5. Estensione della parto analgesia;
6. Riduzione dei tagli cesarei
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
2012
2013
Totale
ASP RC
405.381,06
405.381,06
ASP VV
116.869,86
116.869,86
ASP CZ
209.837,25
209.837,25
ASP CS
454.146,90
454.146,90
ASP KR
171.761,46
171.761,46
A.O. RC
189.297,94
189.297,94
A.O. CZ
230.736,89
230.736,89
A.O. CS
221.968,65
221.968,65
A.O.U. Mater Domini
2.000.000,00
2.000.000,00
Totale
Criterio di distribuzione: la somma è accantonata in G.S.A. sarà assegnata alle Aziende
Sanitarie ed Ospedaliere sul n. dei parti all’1.1.2012. Per l’anno 2013 con decreto n. 3781 del
2.4.2014 impegno in G.S.A. per successivo riparto secondo i vincoli stabiliti dell’Accordo
Stato-Regioni del 20 febbraio 2014 rep. Atti n. 13/CSR–
73
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE
DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO
TITOLO DEL PROGETTO: 7.3 COMPLETAMENTO E MESSA A REGIME DEL SISTEMA DI
TRASPORTO IN EMERGENZA NEONATALE (STEN-CALABRIA) E ATTIVAZIONE DEL
TRASPORTO ASSISTITO MATERNO (STAM)
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati –
g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: € 555.000,00
CONTESTO
La qualificazione delle cure perinatali e lo sviluppo della terapia intensiva neonatale hanno
ridotto la nati-mortalità, la mortalità perinatale, quella neonatale e gli esiti a distanza. In Calabria la
mortalità neonatale è ancora superiore a quella di altre regioni del Nord ed è strettamente collegata
all’organizzazione sanitaria ed in particolare all’assistenza intensiva per i neonati a rischio.
Le Terapie Intensive Neonatali (TIN) presentano carenze di personale e di risorse. Con la
riorganizzazione della rete ospedaliera, territoriale e dell’emergenza-urgenza (DPGR 18 del
22.10.2010 e 106 del 20.10.2011), è iniziata una profonda ristrutturazione delle reti di offerta con
diverso equilibrio tra attività e risorse dedicate all’assistenza ospedaliera e territoriale. L’ospedale
diventa la sede in grado di offrire competenze e tecnologie sofisticate e di maggiore complessità,
mentre si è proceduto alla chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti l’anno e alla
riconversione dei piccoli ospedali in strutture territoriali più flessibili ed adeguate per rispondere in
modo armonico e coordinato ai diversi fabbisogni di assistenza della popolazione. Si è inoltre dato
inizio ad una riorganizzazione territoriale con particolare riguardo al ruolo dei Consultori Familiari
nella gestione della gravidanza fisiologica. Si è infine proceduto al riordino della rete di emergenzaurgenza al fine di garantire una migliore risposta alla richiesta sanitaria anche e soprattutto nel
campo dell’assistenza neonatale con il trasferimento di neonati patologici dagli Ospedali SPOKE
agli HUB sedi di reparti di Terapia Intensiva Neonatale (TIN).
Attualmente il trasporto dei neonati a rischio avviene, in Regione, come un normale
trasferimento in emergenza senza una precisa pianificazione, tutto ciò costituisce un rischio
aggiuntivo di mortalità, che aumenta tanto più basso è il peso alla nascita e l’età gestazionale ed è
particolarmente elevato nei soggetti con necessità di assistenza respiratoria.
Il Servizio di Trasporto Assistito Materno (S.T.A.M.) deve essere realizzato sulla base di un
collegamento funzionale tra strutture territoriali e strutture di ricovero collegate in rete tra loro e con
le reti regionali dell’emergenza – urgenza sanitari territoriale (Servizio 118).
L’attività finora svolta e programmata si integra con quanto previsto nel Piano operativo
2013-2015 nell’attuazione di reti assistenziali per intensità di cura.
DESCRIZIONE
Il trasporto della gravida e del neonato deve essere considerato una componente essenziale di un
piano di regionalizzazione delle cure perinatali. Quando le condizioni che hanno richiesto il
trasferimento del neonato si sono risolte, si raccomanda il suo ritorno presso l’Ente trasferente, al
fine di ridurre i disagi organizzativi delle famiglie ed i costi assistenziali.
Quando possibile il trasporto materno deve essere programmato e prevedere il collegamento
continuo tra struttura inviante e ricevente. Il trasporto assistito materno può essere affidato, purché
in presenza di ostetrica e se necessario di ostetrico-ginecologo, ai mezzi operativi afferenti ai
Dipartimenti di Emergenza-Urgenza .
Anche in presenza di una corretta organizzazione assistenziale che preveda il trasferimento della
gravidanza a rischio, circa l’1 % dei nati vivi può avere la necessità di essere trasferito.
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE
DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO
TITOLO DEL PROGETTO: 7.3 COMPLETAMENTO E MESSA A REGIME DEL SISTEMA DI
TRASPORTO IN EMERGENZA NEONATALE (STEN-CALABRIA) E ATTIVAZIONE DEL
TRASPORTO ASSISTITO MATERNO (STAM)
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati –
g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: € 555.000,00
Anche il Servizio di Trasporto ed Emergenza Neonatale (S.T.E.N.) deve essere collegato con le reti
regionali dell'emergenza-urgenza sanitaria territoriale (118). I vantaggi previsti con l'attivazione di
questo servizio saranno conseguiti soltanto nelle aree in cui sarà possibile attivare tutti i posti letto
di Terapia Intensiva Neonatale necessari.
E’ necessario creare un collegamento tra punti nascita periferici (Spoke) e terapie intensive
neonatali (Hub), per un rapido, efficace e sicuro trasporto dei neonati che hanno bisogno di un
livello assistenziale superiore a quello offerto dall’ospedale di nascita. L’organizzazione, su base
regionale, del Servizio di trasporto di emergenza neonatale (STEN) deve consentire di attivare
rapidamente, già nel centro che trasferisce, le cure speciali di cui il neonato ha bisogno e di
mantenerle durante il trasferimento fino al centro di ricovero.
L'attività di trasporto deve essere espletata da personale con provata esperienza di Terapia Intensiva
Neonatale e non dovrebbe, di norma, essere effettuata a cura del punto nascita che generalmente
dispone di minori risorse quantitative e qualitative di personale e di attrezzature.
L’attività professionale del personale addetto al trasporto neonatale non si esaurisce unicamente
nell’assistenza durante le fasi di trasporto, ma comprende anche forme di consulenza, per situazioni
di rischio perinatale, e di aggiornamento professionale, che devono essere oggetto di specifici
accordi tra Enti, anche ai fini delle remunerazioni accessorie.
Ogni servizio può essere costituito, a seconda delle esigenze e dei bacini di utenza, da una o più
Unità Operative.
Il modello che si intende realizzare è quello “attivabile su richiesta”, quindi con personale dei centri
di Terapia Intensiva Neonatale che provvederanno a disporre di un medico e di un infermiere
reperibili a turno 24 ore su 24. Gli ospedali con punti nascita periferici richiedenti il trasporto del
neonato dovranno chiamare il 118 che contatterà il Centro TIN di riferimento per l’attivazione del
medico e infermiere di pronta disponibilità per il trasporto neonatale, che avverrà con ambulanza
del servizio 118 adeguatamente attrezzata e con culla termica.
Prima dell’attivazione del servizio di trasporto si provvederà alla formazione, attraverso percorsi già
strutturati, degli operatori delle TIN e degli ospedali periferici per garantire lo sviluppo di
clinicalcompetence tra tutti i professionisti coinvolti nella stabilizzazione e nella cura del neonato
patologico. Saranno inoltre predisposte e diffuse a livello regionale linee-guida e percorsi
organizzativi e diagnostico-terapeutici.
OBIETTIVI
1. Realizzazione di percorsi formativi per il personale delle Terapie Intensive Neonatali e degli
ospedali periferici dotati di punti nascita;
2. Stesura linee-guida e percorsi organizzativi e diagnostico-terapeutici per la stabilizzazione e la
cura del neonato patologico;
3. Dotazione per ogni U.O. di due incubatrici da trasporto attrezzate per la terapia intensiva,
4. Predisposizione nell’ambito del sistema 118 di percorsi dedicati al trasporto della gravida ad
alto rischio;
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE
DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO
TITOLO DEL PROGETTO: 7.3 COMPLETAMENTO E MESSA A REGIME DEL SISTEMA DI
TRASPORTO IN EMERGENZA NEONATALE (STEN-CALABRIA) E ATTIVAZIONE DEL
TRASPORTO ASSISTITO MATERNO (STAM)
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati –
g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: € 555.000,00
5. Istituzione di linee di indirizzo regionali per il trasporto della gravida e del neonato con
particolare riferimento ai criteri indicatori per il trasferimento e alle modalità di trasferimento
(con o senza assistenza attiva specialistica)
6. Predisposizione nell’ambito del sistema 118 di percorsi dedicati al trasporto della gravida ad
alto rischio e istituzione dello STEN a livello regionale per il neonato
7. Dotazione per ogni punto nascita di una ambulanza dedicata ed appositamente attrezzata, più
una di riserva non dedicata, ma attivabile al bisogno e predisposta per l’emergenza.
8. Attivazione del trasporto regionale del neonato in emergenza-urgenza.
9. TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA)
Si prevede la realizzazione del progetto nel corso di un biennio:
1. nel primo anno si provvederà, attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro, alla stesura delle
linee-guida, dei percorsi e all’attuazione di un programma di formazione per gli operatori. Si
provvederà inoltre a dotare i centri TIN delle attrezzature tecnologiche adeguate allo
svolgimento delle azioni previste.
2. nel secondo anno si procederà all’attivazione del servizio di trasporto assistito materno e del
servizio di trasporto neonatale con la strutturazione della rete dei Centri di assistenza al neonato
critico definendo, per ciascun punto nascita, l’U.O. di Terapia Intensiva Neonatale di afferenza.
Si provvederà a dotare ogni punto nascita di una ambulanza dedicata ed appositamente
attrezzata, più una di riserva non dedicata, ma attivabile al bisogno e predisposta per
l’emergenza.
Le azioni attuative del progetto saranno sviluppate in coerenza con le linee programmatiche sopra
indicate e secondo il crono programma di seguito riportato:
1. stesura linee-guida e dei percorsi assistenziali
2. percorso formativo destinato agli operatori
3. perfezionamento della rete dei Centri di assistenza al neonato critico definendo, per ciascun
punto nascita, l’ U.O. di Terapia Intensiva Neonatale di afferenza; dotare inoltre i centri TIN
delle attrezzature tecnologiche adeguate allo svolgimento delle azioni previste;
4. predisposizione nell’ambito del sistema 118 di percorsi dedicati al trasporto della gravida ad alto
rischio;
5. elaborazione dati e studi
6. valutazione finale;
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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE
DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO
TITOLO DEL PROGETTO: 7.3 COMPLETAMENTO E MESSA A REGIME DEL SISTEMA DI
TRASPORTO IN EMERGENZA NEONATALE (STEN-CALABRIA) E ATTIVAZIONE DEL
TRASPORTO ASSISTITO MATERNO (STAM)
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati –
g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: € 555.000,00
Regione Calabria
Mesi/
Azioni
01
02
03
04
05
06
07
08
09
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
1
2
3
4
5
6
INDICATORI












Attivazione del gruppo di lavoro e stesura dei percorsi organizzativi e diagnosticoterapeutici;
percentuale dei parti a rischio elevato in U.O. di livello non adeguato;
Percentuale di rispetto delle linee di indirizzo con particolare riguardo ai criteri fissati per il
trasferimento della gravida o del neonato (registro dei trasferimenti);
Percentuale di percorsi dedicati al trasporto della gravida ad alto rischio attivati sui previsti;
Percentuale di STEN attivati sui previsti;
Percentuale del trasporto neonatale e percentuale del trasporto prenatale;
Percentualedi accettazione;
Valutazione dell’adeguatezza e dell’efficienza attraverso il numero delle strutture che hanno
attivato il servizio di trasporto assistito materno e il numero delle gravidanze a rischio
trasferite sul totale delle gravidanze a rischio;
Percentualedi S.T.A.M. attivati sui previsti;
Percentuale di neonati trasferiti;
Numero di operatori formati per la stabilizzazione e la gestione del neonato critico;
Mortalità perinatale inferiore a quella rilevata prima dell’attivazione del trasporto
neonatale;
RISULTATI ATTESI
Dalla realizzazione del progetto si attende nell’immediato la riduzione dei rischi connessi ad una
scarsa efficienza del trasporto, la migliore e più rapida stabilizzazione dei neonati a rischio prima
del trasporto con decremento della patologia neonatale, della mortalità e degli esiti a distanza per i
neonati critici.
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 7. TUTELA DELLA MATERNITA’ E PROMOZIONE
DELL’APPROPRIATEZZA DEL PERCORSO
TITOLO DEL PROGETTO: 7.3 COMPLETAMENTO E MESSA A REGIME DEL SISTEMA DI
TRASPORTO IN EMERGENZA NEONATALE (STEN-CALABRIA) E ATTIVAZIONE DEL
TRASPORTO ASSISTITO MATERNO (STAM)
DURATA: 2012 (12 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati –
g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: € 555.000,00
A lungo termine si ritiene di ottenere, per effetto trainante, un incremento del trasporto in
utero (STAM) e una più razionale organizzazione delle cure perinatali con strutturazione di un
sistema a rete.
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
2012
2013
Totale
ASP RC
124.890,40
124.890,40
249.780,79
ASP VV
47.234,40
47.234,40
94.468,80
ASP CZ
57.705,24
57.705,24
115.410,49
ASP CS
32.139,21
32.139,21
64.278,42
ASP KR
111.479,79
111.479,79
222.959,58
A.O. RC
61.041,38
61.041,38
122.082,76
A.O. CZ
63.452,65
63.452,65
126.905,29
A.O. CS
52.056,93
52.056,93
104.113,87
A.O.U. Mater Domini
550.000,00
550.000,00
1.100.000,00
Totale
Criterio di distribuzione: la somma è accantonata in G.S.A. sarà assegnata alle Aziende
Sanitarie ed Ospedaliere sul n. dei parti all’ 1.1.2012. Per l’anno 2013 con decreto n. 3781 del
2.4.2014 impegno in G.S.A. per successivo riparto secondo i vincoli stabiliti dell’Accordo
Stato-Regioni del 20 febbraio 2014 rep. Atti n. 13/CSR–
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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 8.MALATTIE RARE
TITOLO DEL PROGETTO: 8.1 COLLABORAZIONE INTERREGIONALE PER MALATTIE DA
ACCUMULO LISOSOMIALE, NEUROFIBROMATOSI E SCLEROSI TUBEROSA, DIFETTO
DEL TUBO NEURALE, SINDROME DA DILAZIONE 22Q11, CONDRODISTROFIE ED
OSTEODISTROFIE CONGENITE, MALATTIE NEUTOMUSCOLARI
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati –
g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 744.006,00 DI CUI SULLA QUOTA FSN 2012 €
744.006,00
CONTESTO
La costituzione della Rete Regionale Malattie Rare ha identificato i Centri di Riferimento per gli
errori congeniti del metabolismo, immunodeficienze e malformazioni congenite sul territorio
regionale. All’interno della rete, il Centro Regionale di Pediatria Genetica e Malattie rare, presso
l’U.O. di Pediatria Universitaria, assume il ruolo di coordinatore come “Centro Esperto” essendo
già punto di riferimento nazionale per l’inquadramento diagnostico, il follow-up e la terapia di
malattie metaboliche ereditarie e un centro di riferimento nazionale per le disabilità congenite
complesse e punto di accreditato dalle diverse società scientifiche nazionali (SIMME-SN Società
Italiana Malattie Metaboliche Ereditarie Screening Neonatali, SIMGePed - Società Italiana Malattie
Genetiche Pediatriche con Disabilità Congenite Complesse) e centro accreditato IPINET-AIEOP
(Immunodeficienze Primarie Pediatriche network- Associazione Italiana Ematologia ed Oncologia
Pediatrica) per le immunodeficienze primitive, in particolare per la sindrome di Di George.
Compito prioritario del Centro Esperto è la creazione di una rete regionale ed extraregionali
funzionale al monitoraggio dell’attuazione sul territorio regionale del protocollo diagnosticoassistenziale per le specifiche malattie afferenti al gruppo d’interesse, a svolgere funzioni
sussidiarie per le Aziende Sanitarie Regionali nell’assistenza ai pazienti, a creare una rete regionale
per le problematiche mediche comuni ed acute e pertanto da garantire su tutto il territorio regionale.
Inoltre compiti specifici del Centro Esperto sono creare una rete extraregionale per le problematiche
che richiedono l’alta specializzazione, effettuare la formazione specifica agli operatori sanitari del
territorio regionale, garantire informazione sui percorsi diagnostici e terapeutici regionale ed
extraregionali per singola malattia appartenente al gruppo in oggetto, favorire la creazione di sedi
regionali di associazione di pazienti. Tali attività, già in corso per le immunodeficienze congenite,
malformazioni congenite ed errori del metabolismo, hanno portato una buona ricaduta pratica nella
gestione regionale di varie malattie rendendo più facile il percorso diagnostico-assistenziale dei
pazienti affetti da malattia rara all’interno delle Regione Calabria. Tale percorso, infatti, risulta
particolarmente problematico, stante le peculiarità e molteplicità dei bisogni e delle esigenze che
queste patologie determinano e che, se non soddisfatte sul territorio, portano inevitabilmente il
paziente a rivolgersi a strutture extraterritoriali , alimentando così la migrazione sanitaria. E’ in
questo contesto che il progetto si propone di ampliare i gruppi di malattie rare per le quali attivare le
collaborazione interregionali, sviluppare la rete regionale e standardizzare la presa in carico del
paziente con una specifica malattia rara per la quale il nostro centro ha competenze specifiche. Il
progetto si propone inoltre di capillarizzare maggiormente la rete assistenziale a livello territoriale
rafforzando il servizio di assistenza domiciliare integrata mediante la formazione del personale
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 8.MALATTIE RARE
TITOLO DEL PROGETTO: 8.1 COLLABORAZIONE INTERREGIONALE PER MALATTIE DA
ACCUMULO LISOSOMIALE, NEUROFIBROMATOSI E SCLEROSI TUBEROSA, DIFETTO
DEL TUBO NEURALE, SINDROME DA DILAZIONE 22Q11, CONDRODISTROFIE ED
OSTEODISTROFIE CONGENITE, MALATTIE NEUTOMUSCOLARI
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati –
g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 744.006,00 DI CUI SULLA QUOTA FSN 2012 €
744.006,00
socio-sanitario nell’ambito delle malattie rare; consolidare la collaborazione con le associazioni
delle famiglie e di volontariato; ampliare l’offerta assistenziale ad altre malattie rare per cui si ha
già esperienza in sede territoriale uniformandone i percorsi diagnostico assistenziali nello stesso
modo in cui si è proceduto per le altre patologie; pubblicizzare l’offerta assistenziale disponibile
mediante campagne informative e portali internet dedicati; ampliare la ricerca clinica e
laboratoristica.
DESCRIZIONE
Il progetto propone un accordo intra ed extra regionale per le seguenti malattie:
 Malattie da accumulo Lisosomiale: consolidare l’esperienza maturata nel campo delle
malattie lisosomiali in ambito nazionale ed internazionale con la messa a punto di percorsi
diagnostico-assistenziali specifici per tutte le patologie afferenti a questo gruppo ed in
particolar modo per la malattia di Fabry, le mucopolisaccaridosi I (S. di Hurler), II (S. di
Hunter), III (S. di Sanfilippo), IV (S. di Morquio), malattia di Gaucher, e deficit multiplo di
solfatasi da condividere con tutte le unità formanti la rete e coordinati dal Centro Esperto.
Identificare ed inserirlo nella rete i punti di riferimento extraregionali per le alte
specializzazioni funzionali alla terapia di specifiche problematiche tipiche di ogni singola
malattia. Ampliare il settore della ricerca clinica e laboratoristica soprattutto nell’ambito
delle malattie lisosomiali sopra menzionale con la messa a punto di programmi di screening
mirati (soggetti a rischio) ed offerti al territorio regionale ed extraregionale .
 Neurofibromatosi e Sclerosi tuberosa: costituzione Rete Regionale strutturata con
partecipazione di tutte le competenze pediatriche dai pediatri di libera scelta/medici di base,
alle strutture ospedaliere e all’Università secondo differenti competenze. Messa a punto di
percorsi diagnostico-assistenziali specifici per patologia sulla base delle linee guida
nazionali ed internazionali condivisi dalla rete. Qualora non disponibili in regione,
identificazione di strutture extraregionali di terzo livello per gli interventi di tipo
neurochirurgico a cui i pazienti affetti da queste patologie vanno incontro.
 Difetto del tubo neurale: Valutazione dei dati epidemiologici ripresi dal registro regionale
ed Inserimento nel network italiano dei DTN. Attività informativa e preventiva sull’utilizzo
dell’acido folico in gravidanza per la prevenzione dei difetti del tubo neurale e
potenziamento delle attività del Registro Regionale delle malformazioni congenite esteso
alle interruzioni terapeutiche di gravidanza (anencefalia, spina bifida, encefalocele,
meinigocele)
 Sindrome da delezione 22q11: costituzione di un Registro Regionale per la sindrome da
delezione 22q11. Messa a punto di un protocollo diagnostico-assistenziale condiviso dalle
80
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 8.MALATTIE RARE
TITOLO DEL PROGETTO: 8.1 COLLABORAZIONE INTERREGIONALE PER MALATTIE DA
ACCUMULO LISOSOMIALE, NEUROFIBROMATOSI E SCLEROSI TUBEROSA, DIFETTO
DEL TUBO NEURALE, SINDROME DA DILAZIONE 22Q11, CONDRODISTROFIE ED
OSTEODISTROFIE CONGENITE, MALATTIE NEUTOMUSCOLARI
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati –
g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 744.006,00 DI CUI SULLA QUOTA FSN 2012 €
744.006,00
unità formanti la rete (Medici Ospedalieri, Pediatri di base) e coordinato dal Centro Esperto
sulla base di quelle che sono le linee guida nazionali ed internazionali. Collaborazione con i
presidi medico-assistenziali e le associazioni di volontariato del territorio di appartenenza
del paziente al fine di capillarizzarne l’assistenza e la presa in cura. Contatto con i registro
nazionale gestito dall’AIEOP.
 Condrodistrofie ed osteodistrofie congenite: Identificazione dei presidi e degli specialisti
per la condivisione di un protocollo diagnostico-assistenziale regionale per i pazienti affetti
da condrodistrofie e osteodistrofie congenite. In tale ambito il centro di Pediatria Genetica e
malattie rare dell’ Universitaria di Catanzaro ha in questi anni sviluppato competenze
riconosciute in ambito nazionale per la diagnostica e la cura dei pazienti con acondroplasia
ed ipocondroplasia. Qualora non presenti in regione, identificazione di strutture
extraregionali di terzo livello per gli interventi di tipo ortopedico (allungamenti) a cui i
pazienti affetti da queste patologie vanno incontro e sviluppo di modello di assistenza
domiciliare per le cure necessarie al post-intervento.
 Malattie Neuromuscolari:
Identificazione dei presidi e degli specialisti per la
realizzazione della rete Regionale nell’ambito delle malattie neuromuscolari. Messa a punto
di percorsi diagnostico-assistenziali per le Distrofie Muscolari (Duchenne/Becker, distrofie
dei cingoli, patologie del sarcoglicano e proteoglicano, malattia di Pompe ed altre
glicogenosi muscolari ) condivisi con tutte le unità della rete e coordinati dal Centro
Esperto. Collaborazione extraregionale per la diagnostica biochimica su biopsia muscolare
specifica per la diagnostica delle singole malattie. Identificazione dei laboratori italiani
dove effettuare l’analisi molecolare degli specifici geni causa di malattia. Messa a punto di
tecniche di diagnostica specialistica a supporto delle problematiche mediche più comuni in
questo ambito di malattie.
Per le patologie sopra menzionate, il centro di Pediatria genetica e malattie rare dell’Università di
Catanzaro mantiene il ruolo di coordinatore delle attività di tutte le unità della Rete al fine di
uniformare l’offerta assistenziale in sede regionale. In particolare, per tutti gli ambiti diagnostico
assistenziali si procederà, come già fatto per le altre patologie, alla identificazione, sulla base delle
prestazioni erogabili in Regione, di attività di laboratorio, esami strumentali, consulenze ultraspecialistiche e modalità di accesso facilitato disponibili per i pazienti e/o i diversi operatori sanitari
al fine di giungere ad una conferma diagnostica ed alla programmazione di un percorso assistenziale
condiviso. Vengono inoltre identificati due o tre centri extra regionali di terzo livello, dove inviare i
pazienti o campioni biologici per la definizione della diagnosi qualora non siano disponibili in
regione competenze diagnostiche o terapeutiche specifiche.
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 8.MALATTIE RARE
TITOLO DEL PROGETTO: 8.1 COLLABORAZIONE INTERREGIONALE PER MALATTIE DA
ACCUMULO LISOSOMIALE, NEUROFIBROMATOSI E SCLEROSI TUBEROSA, DIFETTO
DEL TUBO NEURALE, SINDROME DA DILAZIONE 22Q11, CONDRODISTROFIE ED
OSTEODISTROFIE CONGENITE, MALATTIE NEUTOMUSCOLARI
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati –
g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 744.006,00 DI CUI SULLA QUOTA FSN 2012 €
744.006,00
Per tutte le tipologie di malattia in oggetto, trattandosi spesso di patologie gravemente invalidanti e
che rendono difficile per il paziente o le famiglie il frequente raggiungimento dei presidi ospedalieri
o del “Centro Esperto”, nell’ambito del miglioramento della presa in carico del paziente, per tutte
le prestazioni che lo permettono, si farà sempre maggiore riferimento al servizio di assistenza
domiciliare integrato, ai Medici di Medicina Generale (MGM), ai Pediatri di Famiglia ed alle
associazioni di volontariato. Compito del “Centro Esperto” sarà quello di informare i presidi
territoriali della presenza di pazienti affetti da malattia rara nel loro territorio e di formare gli stessi
sulle malattie in oggetto in maniera da condividere il percorso assistenziale con tutti i centri della
Rete.
Nell’ambito del progetto inoltre il Centro Esperto si farà carico delle seguenti attività:
POTENZIAMENTO ATTIVITA’ DIAGNOSTICHE
 Messa a punto di indagini di laboratorio non disponibili in regione
 Messa a punto di indagini strumentali di secondo e terzo livello funzionali ad una migliore
assistenza a queste tipologie di malattie e non disponibili in regione
FORMAZIONE
 ampliamento dell’attività di formazione e di supporto di personale operante sul territorio ,
con particolare riguardo alle aree più distanti dai Centri di riferimento riconosciuti dalla rete
regionale ; l’attività di formazione è eseguita in accordo con la Direzione Sanità della
Regione Calabria e in collaborazione con il Centro di Coordinamento della Rete
Interregionale per le Malattie Rare;
 addestramento specifico degli operatori di riferimento del singolo paziente;In particolare
sono previsti corsi per i medici di medicina generale e per i Pediatri di Famiglia soprattutto
per quelli che seguono persone colpite dalla malattia, e per il personale sanitario e sociosanitario coinvolto nell’assistenza del paziente sul territorio (logopedisti, fisioterapisti,
dietisti, infermieri, etc.).
 Attività di formazione specialistica per i Pediatri di Famiglia del territorio all’interno del
corso-teorico pratico “la genetica per il pediatra” che a Giugno 2013 giunge alla sua terza
edizione, e che vede coinvolti professionisti nazionali ed internazionali operanti
nell’ambito delle malattie rare
 Contatto e formazione personalizzata all medico di famiglia /pediatra di libera scelta sul suo
singolo assistito circa la malattia, le principali problematiche e i contatti utili ai fini del
confronto sulla gestione delle eventuali problematiche mediche mergenti.
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 8.MALATTIE RARE
TITOLO DEL PROGETTO: 8.1 COLLABORAZIONE INTERREGIONALE PER MALATTIE DA
ACCUMULO LISOSOMIALE, NEUROFIBROMATOSI E SCLEROSI TUBEROSA, DIFETTO
DEL TUBO NEURALE, SINDROME DA DILAZIONE 22Q11, CONDRODISTROFIE ED
OSTEODISTROFIE CONGENITE, MALATTIE NEUTOMUSCOLARI
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati –
g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 744.006,00 DI CUI SULLA QUOTA FSN 2012 €
744.006,00
RICERCA
 Promuovere l’attività di ricerca clinica e laboratoristica sulle singole malattie;
 Rafforzare la ricerca clinica e laboratoristica nell’ambito delle malattie da accumulo
lisosomiali, patologie per le quali, il Centro Esperto è punto di riferimento nazionale.
 Ampliare l’attività di ricerca epidemiologica istituendo un registro regionale di malattia
specifico per la sindrome da delezione 22q11 al fine di censire i pazienti affetti e valutarne
ed uniformarne i percorsi diagnosti-assistenziali.
INFORMAZIONE E PREVENZIONE
 Pubblicizzare la Rete delle Malattie Rare attraverso campagne informative capillari in sede
regionale
 Programmare l’apertura di un sito internet facilmente fruibile e che possa rispondere alle
esigenze di pazienti, operatori socio sanitari e associazioni che gravitano all’interno del
panorama delle malattie rare
 Promuovere campagne di prevenzione nazionali sull’utilizzo del’acido folico in gravidanza
per la prevenzione dei difetti del tubo neurale
 Produzione di materiale informativo (brochure , DVD, et)
OBIETTIVI
Il progetto si propone di:
1. Ampliare l’offerta diagnostica-assistenziale per specifiche malattie rare in ambito regionale
2. Consolidare l’interazione tra fra i centri di riferimento riconosciuti dalla Regione ed
extraregionali per singole malattie o gruppi di malattie oggetto del progetto
3. Intensificare i rapporti con le associazioni di famiglia che contribuiranno alla definizione
delle esigenze e delle criticità rilevate in regione per singola malattia
4. Formare e utilizzare maggiormente gli operatori del servizio di assistenza domiciliare
integrata al fine di promuovere la capillarizzazione della presa in carico del paziente con
malattia rare e facilitarne il percorso assistenziale
5. Pubblicizzare le risorse disponibili in Regione nell’ambito della Rete mediante l’ausilio di
eventi dedicati ed internet
6. Ridurre le spese sanitarie uniformando e condividendo i percorsi diagnostico-assistenziali,
ottimizzando le expertise presenti in regione
e così diminuendo la migrazione
extraregionale
7. Migliorare ed allargare a più operatori sanitari della regione le competenze relative alla
formulazione del sospetto diagnostico e rendere facilmente accessibile a questi operatori la
Rete Malattie Rare per l’inizio dell’iter diagnostico-assistenziale
8. Promuovere modelli di assistenza domiciliare a pazienti affetti da malattia rara
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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 8.MALATTIE RARE
TITOLO DEL PROGETTO: 8.1 COLLABORAZIONE INTERREGIONALE PER MALATTIE DA
ACCUMULO LISOSOMIALE, NEUROFIBROMATOSI E SCLEROSI TUBEROSA, DIFETTO
DEL TUBO NEURALE, SINDROME DA DILAZIONE 22Q11, CONDRODISTROFIE ED
OSTEODISTROFIE CONGENITE, MALATTIE NEUTOMUSCOLARI
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati –
g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 744.006,00 DI CUI SULLA QUOTA FSN 2012 €
744.006,00
Regione Calabria
9. Stimolare la formazione di sedi regionali di associazione di pazienti
10. Entrare in qualità di esperti nei comitati scientifici delle associazioni nazionali pazienti di
malattie rare
TEMPI DI ATTUAZIONE ( CRONOPROGRAMMA)
1. L’ampliamento dell’offerta diagnostica nell’ambito delle malattie sopra menzionate tramite
l’identificazione dei centri esperti e la condivisione di protocolli diagnostico-assistenziali
condivisi: 4 mesi dall’inizio del progetto
2. Messa a punto del registro per la sindrome da delezione 22q11: 4 mesi dall’inizio del
progetto. Con la stessa metodica potrà poi essere istituito un registro regionale per le altre
malattie rare nell’ambito della durata dello stesso progetto
3. Allargamento della Rete Malattie Rare agli operatori socio sanitari del territorio al fine di
garantire il rafforzamento della presa in carico del paziente con malattia rara: verrà
effettuato durante tutto l’arco di svolgimento del progetto
4. Supporto e promozione alle associazioni di malattia e di volontariato in ambito regionale:
durante tutta la durata del progetto
5. Informazione, prevenzione, ricerca e formazione: verranno effettuate durante tutto l'arco di
svolgimento del progetto utilizzando le metodiche illustrate nell'apposita sezione.
Mesi/
Azioni
01
02
03
04
05
06
07
08
09
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
1
2
3
4
5
RISULTATI ATTESI
Alla fine del progetto i risultati attesi sono:
 Evoluzione delle attività esistenti,
 Ampliamento dell’offerta diagnostico-assistenziale a nuovi ambiti delle malattie rare
84
23
24
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 8.MALATTIE RARE
TITOLO DEL PROGETTO: 8.1 COLLABORAZIONE INTERREGIONALE PER MALATTIE DA
ACCUMULO LISOSOMIALE, NEUROFIBROMATOSI E SCLEROSI TUBEROSA, DIFETTO
DEL TUBO NEURALE, SINDROME DA DILAZIONE 22Q11, CONDRODISTROFIE ED
OSTEODISTROFIE CONGENITE, MALATTIE NEUTOMUSCOLARI
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati –
g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 744.006,00 DI CUI SULLA QUOTA FSN 2012 €
744.006,00
 Collaborazioni extraregionali per approcci diagnostici terapeutici che richiedono l’alta
specializzazione non fruibile in regione
 Riduzione della migrazione regionale per le malattie in oggetto
 Capillarizzazione e miglioramento della presa in carico del paziente grazie all’ausilio dei
servizi territoriali
 Aumento della visibilità e della fruibilità dei servizi messi a disposizione dalle Rete
Regionale Malattie Rare
INDICATORI
Di struttura:
 Numero di centri periferici che afferiscono alla rete territoriale dedicata all’assistenza delle
malattie rare in oggetto
 Numero di medici di famiglia/pediatri di libera scelta che afferiscono al modello sviluppato
 Numero di pazienti che usufruiscono dei centri inseriti nell’accordo extraregionale per
prestazioni ultraspecialistiche
 Numero di operatori che aderiscono alla rete malattie rare
Di processo:
 Numero di percorsi diagnostico-terapeutici regionali messi a punto, condivisi e validati tra
gli attori dell’accordo infra-regionale
 Numero di centri extraregionali inseriti nella rete
 Numero di prese in carico condivise tra centri extraregionali, regionali e territoriali
 Numero di partecipanti ai corsi di formazione
Di risultato:
 Numero di piani personalizzati d’intervento sia in fase diagnostica che di follow-up e terapia
 Numero di pz seguiti in sedi regionali in conformità con i percorsi diagnostici-terapeutici
regionali condivisi
 Numero di pazienti inviati al centro da sedi extraregionali
 Numero di pazienti diagnosticati tramite programmi di screening mirati dedicati alla
diagnosi
 Numero di eventi formativi
 Tipologia di materiale informativo rivolto alle famiglie e agli operatori sanitari prodotto
PIANO FINANZIARIO GENERALE
85
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 8.MALATTIE RARE
TITOLO DEL PROGETTO: 8.1 COLLABORAZIONE INTERREGIONALE PER MALATTIE DA
ACCUMULO LISOSOMIALE, NEUROFIBROMATOSI E SCLEROSI TUBEROSA, DIFETTO
DEL TUBO NEURALE, SINDROME DA DILAZIONE 22Q11, CONDRODISTROFIE ED
OSTEODISTROFIE CONGENITE, MALATTIE NEUTOMUSCOLARI
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati –
g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 744.006,00 DI CUI SULLA QUOTA FSN 2012 €
744.006,00
RISORSE
TOTALE
Varie
195.006,00
Beni e servizi (grandi attrezzature, piccole attrezzature, pc, sviluppo e 300.000,00
gestione softwere, spazio web, spese di segreteria, spese per il
funzionamento ordinario)
Potenziamento diagnostica specialistica (Materiale di consumo)
60.000,00
Informazione e prevenzione
100.000,00
Formazione (eventi formativi)
60.000,00
Pubblicazioni , convegni, spese trasferte, etc.
29.000,00
TOTALE
744.006,00
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
2012
2013
Totale
ASP RC
74.400,60
74.400,60
ASP VV
74.400,60
74.400,60
ASP CZ
74.400,60
74.400,60
ASP CS
74.400,60
74.400,60
ASP KR
74.400,60
74.400,60
A.O. RC
74.400,60
74.400,60
A.O. CZ
74.400,60
74.400,60
A.O. CS
74.400,60
74.400,60
A.O.U. Mater Domini
148.801,20
148.801,20
Totale
744.006,00
744.006,00
Criterio di distribuzione: La quota per il 2012 è accantonata in GSA. Le attività sono
coordinate dal Centro Regionale di Pediatria Genetica e Malattie rare della U.O. Pediatria
Universitaria dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Mater Domini di Catanzaro alla quale
86
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 8.MALATTIE RARE
TITOLO DEL PROGETTO: 8.1 COLLABORAZIONE INTERREGIONALE PER MALATTIE DA
ACCUMULO LISOSOMIALE, NEUROFIBROMATOSI E SCLEROSI TUBEROSA, DIFETTO
DEL TUBO NEURALE, SINDROME DA DILAZIONE 22Q11, CONDRODISTROFIE ED
OSTEODISTROFIE CONGENITE, MALATTIE NEUTOMUSCOLARI
DURATA: 2012 – 2013 (24 mesi)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area L.E.A. Dr. Giacomino Brancati –
g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 744.006,00 DI CUI SULLA QUOTA FSN 2012 €
744.006,00
va assegnato il 20% del finanziamento per la realizzazioni delle azioni specifiche previste dal
progetto, la quota restante va ripartita ad ogni azienda sanitaria ed ospedaliera dove
ricadono i centri delle malattie rare che compongono la rete regionale, in ottemperanza a
quanto previsto nel P.O. 2013-2015 al Programma 13 – Reti assistenziali per intensità di cure,
punto 3 - Reti per percorsi di cura a forte integrazione ospedale-territorio. Per l’anno 2013
con decreto n. 3781 del 2.4.2014 la quota è impegnata in G.S.A. per successivo riparto
secondo i vincoli stabiliti dell’Accordo Stato-Regioni del 20 febbraio 2014 rep. Atti n.
13/CSR.
87
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE
TITOLO DEL PROGETTO: 10.1. COSTITUZIONE DI UNA RETE REGIONALE PER IL
TRATTAMENTO DELLA SPASTICITA’
DURATA: 2012 12 MESI
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 500.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 €
500.000,00
PREMESSA
Questo progetto è formulato in continuità con il precedente 11.1, nel corso del quale questa tematica
si è presentata in più occasioni senza poter trovare una sua ottimale collocazione per la sua reale
complessità. Nell’ambito del Progetto sperimentale biennale “L'attività motoria per la prevenzione
delle malattie croniche e per il mantenimento dell'efficienza fisica nell'anziano” approvato con le
DGR n.250 del 5.5.2009 e DGR n.582 del 6.9.2010si è, infatti, delineato un percorso clinico
assistenziale per l’utilizzo della TBA esclusivamente in riabilitazione, ma questo non solo non
esaurisce il problema, ma mette in evidenza la necessità della realizzazione di una rete per la sua
reale gestione.
Possiamo descrivere la problematica in questi termini: in molte condizioni disabilitanti secondarie a
malattie neurologiche (Ictus cerebri, Sclerosi multipla, Lesioni midollari, PCI), che colpiscono tutte
le età, è presente il fenomeno negativo della spasticità. Questa riduce le capacità funzionali e
motorie delle persone in cui è presente, limitandone l’autonomia nelle ADL e la Partecipazione.
Il trattamento della spasticità si avvale di una serie di risorse: terapia farmacologica generale,
terapia farmacologica locale (pompa al Baclofen, TBA), terapia fisica (onde d’urto, elettroterapia,
etc.), rieducazione neuromotoria (Tecniche Riabilitative varie, Rieducazione in allevio del carico,
riabilitazione robotica), Terapia occupazionale, utilizzo di ausili.
Spesso tutte queste risorse devono essere utilizzate in un insieme articolato e sulla base di un
programma temporale ben adeguato alla situazione del paziente ed al contesto reale di vita.
Ciò a nostro avviso richiede un’omogeneità di linguaggio, di criteri diagnostico-valutativi e di linee
di condotta, clinica e organizzativa, tipiche di una RETE, da costituire e portare a regime.
CONTESTO
In questo momento in Calabria esistono una serie di strutture cliniche e assistenziali sia a diretta
gestione del SSR sia accreditate e convenzionate con esso, che si occupano in vario modo di
affrontare il problema spasticità. Sono a vario titolo presenti sul territorio strutture e professionisti
che utilizzano la terapia farmacologica generale (Neurologi e Fisiatri), altre (Neurochirurgie) che si
occupano della installazione e gestione delle pompe al Baclofen, altre che si occupano di
inoculazione di Tossina Botulinica, altre di rieducazione neuromotoria classica o robotica. Tali
strutture appaiono però disomogeneamente distribuite sul territorio e molto spesso scollegate tra di
loro, di modo tale che la persona affetta da spasticità o non riesce a reperire la struttura adeguata
alle sue necessità o realizza uno degli interventi in maniera adeguata, ma senza che lo stesso sia
seguito ed integrato in un percorso unico ed organico dal punto di vista del “rationale”, della
logistica e della “consecutio” temporale. Ancora più scollegati risultano, inoltre, gli interventi
sanitari e quelli sociali.
Ciò comporta una serie di problematiche che vanno dalla elevata migrazione sanitaria alla ridotta
efficacia sia clinica che riabilitativa globale nei confronti di queste persone, con aumento della
spesa e della sua inefficacia almeno parziale, rispetto a quanto possibile.
Risultano inoltre scarse le possibilità di alcuni interventi qualificati (rieducazione robotica) mentre
altri sono assolutamente inesistenti (riduzione della spasticità con onde d’urto: risparmio importante
sull’utilizzo di TBA).
88
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE
TITOLO DEL PROGETTO: 10.1. COSTITUZIONE DI UNA RETE REGIONALE PER IL
TRATTAMENTO DELLA SPASTICITA’
DURATA: 2012 12 MESI
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 500.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 €
500.000,00
OBIETTIVI
Obiettivo principale e finale, a lungo termine, del progetto è formare una rete integrata di strutture
cliniche, socio sanitarie e socio assistenziali in grado di dare continuità e massima interattività ed
efficacia alla riduzione ed al contenimento della condizione di spasticità, accrescendo le capacità
funzionali delle persone trattate, migliorando le loro performance e la partecipazione alla vita
sociale, anche tramite le modificazioni del contesto.
Obiettivi intermedi sono da considerarsi:
- la formazione di un gruppo di lavoro interdisciplinare sul problema (fisiatri, neurologi,
neuropsichiatri infantili, neurochirurghi, psicologi, fisioterapisti, terapisti occupazionali,
terapisti della neuropsicomotricità, ingegneri, educatori) per la individuazione di una linea
guida unica di corretto comportamento;
- completare la gamma delle possibilità diagnostico valutative e soluzioni terapeutiche
disponibili (introdurre l’utilizzo delle onde d’urto; migliorare l’offerta di terapia con allevio
del carico e robotica, di strumentazione relativamente semplice per analisi del movimento,
di stimolazione transcranica);
- ridurre la spesa per trattamenti farmacologici locali (in particolare di TBA mediante
l’utilizzo di onda d’urto) ottimizzandone l’efficacia;
- formare professionisti, in particolare giovani all’utilizzo delle metodiche diagnostiche e
terapeutiche attuali e al lavoro in rete integrata;
- documentare le indicazioni, le condizioni quo ante e di esito, valutare l’efficacia della
modificazione del sistema realizzata.
METODOLOGIA
a) Documentazione delle necessità nella popolazione, verifica dell’esistente e rilevazione delle
carenze
b) Formulazione di una linea unica integrata d’azione tramite un Percorso Clinico condiviso
attraverso il confronto con le associazioni dei disabili
c) Reclutamento delle strutture che entreranno nella rete
d) Programmazione e realizzazione dell’acquisizione delle tecnologie necessarie
e) Programmazione e realizzazione dell’acquisizione delle competenze necessarie
f) Allocazione delle risorse nella rete
g) Formazione ad ampio raggio del personale delle strutture coinvolte e del SSR sul problema e
sulla rete ed il suo funzionamento
h) Attivazione e funzionamento della rete
i) Verifica ad almeno 3 mesi dall’attivazione.
89
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE
TITOLO DEL PROGETTO: 10.1. COSTITUZIONE DI UNA RETE REGIONALE PER IL
TRATTAMENTO DELLA SPASTICITA’
DURATA: 2012 12 MESI
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 500.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 €
500.000,00
TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA)
Azioni
a)
b)
c)
d)
e)
f)
g)
h)
i)
Quadrimestre
I
II
III
Documentazione delle necessità nella popolazione, verifica dell’esistente e rilevazione delle carenze
Formulazione di una linea unica integrata d’azione tramite un Percorso Clinico condiviso anche
tramite il confronto con le associazioni dei disabili
Reclutamento delle strutture che entreranno nella rete
Programmazione e realizzazione dell’acquisizione delle tecnologie necessarie
Programmazione e realizzazione dell’acquisizione delle competenze necessarie
Allocazione delle risorse nella rete
Formazione ad ampio raggio del personale delle strutture coinvolte e del SSR sul problema e sulla
rete ed il suo funzionamento
Attivazione e funzionamento della rete
Verifica ad almeno 3 mesi dall’attivazione
INDICATORI
 Introduzione delle metodiche ora non presenti in almeno 1 Centro
 Moltiplicazione delle sedi (almeno 2) in cui si utilizzano metodiche già presenti in una sola
sede
 Numero professionisti in ruolo adeguatamente formati presenti nella rete
 Numero di persone trattate in rete al termine di 1 anno dalla sua attivazione
 Modificazione dei parametri clinico funzionali e della classificazione ICF nei soggetti
trattati.
RISULTATI ATTESI
 Realizzazione di un unico percorso condiviso per il Trattamento della spasticità
 Applicazione di metodiche uniformi per l’indicazione, realizzazione e verifica dei
trattamenti di differente tipo
 Presenza di dotazioni minime uniformi diagnostiche e terapeutiche per ciascun centro
riconosciuto presente nella rete
 Contenimento della spesa per l’utilizzo di TBA
SCHEDA FINANZIARIA
Varie
Beni e servizi
Formazione
Comunicazione/Informazione
Totale
€ 100.000
€ 225.000
€ 100.000
€ 75.000
€ 500.000
90
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE
TITOLO DEL PROGETTO: 10.1. COSTITUZIONE DI UNA RETE REGIONALE PER IL
TRATTAMENTO DELLA SPASTICITA’
DURATA: 2012 12 MESI
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 500.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 €
500.000,00
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
2012
2013
Totale
ASP RC
105.473,91
ASP VV
31.252,78
ASP CZ
68.891,64
ASP CS
136.692,41
ASP KR
32.689,27
A.O. RC
A.O. CZ
A.O. CS
A.O.U. Mater Domini
125.000,00
500.000,00
Totale
Criterio di distribuzione: per l’anno 2012 la quota è stata accantonata in GSA. Il progetto è
coordinato dalla U.O. di Fisiatria dell’Azienda Mater Domini, capofila alla quale viene
assegnato il 25% del finanziamento e il restante 75% sarà erogato alle Aziende Sanitarie
della Calabria partecipanti su popolazione residente. Il progetto ha durata 12 mesi.
91
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE
TITOLO DEL PROGETTO: 10.2. INTEGRAZIONE DELLE STRUTTURE SANITARIE, SOCIO
SANITARIE E SOCIO ASSISTENZIALI IN RIABILITAZIONE
DURATA: 2012 (12 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 500.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 €
500.000,00
PREMESSA
Si premette che il progetto 11.1 “Modello sperimentale di strutture integrate per la
continuità delle cure riabilitative” approvato con DGR 582 del 6.9.2010 e DGR n. 255 17.6.2011,
ratificata don DPGR 171/2012, attivato e sperimentato nella provincia di Catanzaro, ha già prodotto
alcuni interessanti ed importanti effetti sugli aspetti relativi all'integrazione delle strutture sanitarie
nel percorso riabilitativo delle più frequenti condizioni che generano disabilità, in particolare
nell'ambito dell'ASP di Catanzaro.
Si premette, altresì, che nello svolgimento degli stessi si sono evidenziate notevoli difficoltà
concernenti le problematiche organizzative ed una non perfettamente equilibrata offerta nei
confronti della domanda presente, elementi sui quali bisogna ulteriormente lavorare.
L'avanzamento dei precedenti progetti ha evidenziato come tale lavoro vada trasformato e
completato, tenendo presenti le indicazioni del Piano d'Indirizzo (PINDRIA), attraverso la
sperimentazione di un più profondo e completo processo d’integrazione della strutture che consenta
di estendere i criteri adottati nei precedenti progetti a quante più possibili condizioni di disabilità,
comprese quelle di tipo respiratorio, cardiologico e perineale, in ambito riabilitativo, coinvolgendo
oltre gli aspetti sanitari e socio sanitari anche quelli socio assistenziali.
Tale sperimentazione avrà come ambito territoriale quello del territorio dell'ASP di
Catanzaro e coinvolgerà tutte le strutture della suddetta ASP (comprese le strutture non direttamente
gestite da questa) e le Aziende Ospedaliere insistenti nella suddetta area geografica (A.O. PuglieseCiaccio, A.O.U. Mater Domini).
CONTESTO
Il sistema riabilitativo calabrese presenta tuttora notevoli squilibri e numerosi elementi di
non ottimale organizzazione e disciplina, in particolare si può notare una carenza di attività relative
alle problematiche della disabilità respiratoria, vescico-perineale ed in parte cardiologica. Riguardo
a questi ambiti sono assenti percorsi clinico-assistenziali unici (continuità) e ben definiti
(appropriatezza) e per lo più anche strutture che se ne occupino in maniera specifica o principale e
pertanto l’offerta sanitaria risulta assolutamente squilibrata rispetto alla richiesta reale, che emerge
solo parzialmente.
Ancora carente il settore concernente le malattie neuromuscolari (DMP, SLA), soprattutto
rispetto alla possibilità di trovare adeguata assistenza sul territorio e tempestiva diagnosi.
Preoccupa sul versante dell’età evolutiva la carenza di strutture in grado di assistere
adeguatamente i pazienti con mucoviscidiosi e lo scollegamento tra il quadro organizzativo generale
delle attività di riabilitazione, che si va organizzando ed il settore neuropsichiatrico infantile. Tale
scollegamento va ovviamente eliminato e sostituito da una ottimale integrazione delle competenze,
come delle professionalità da impiegare e dei rispettivi ruoli nei confronti delle varie condizioni di
disabilità (temporanea, cronica, evolutiva; monofunzionale, polifunzionale e così via).
Da stabilire anche in maniera stabile e fluida, rispetto alle attuali condizioni di relativa
discontinuità, i passaggi tra le varie fasi riabilitative e soprattutto l’integrazione tra l’assistenza
sanitaria e socio-sanitaria da un lato e quella socio-assistenziale dall’altra, tra il momento medico e
quello sociale della riabilitazione, tra il recupero delle capacità, il miglioramento della performance
e la crescita della partecipazione, che l’ICF ed il PINDRIA indicano come di principale rilievo.
92
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE
TITOLO DEL PROGETTO: 10.2. INTEGRAZIONE DELLE STRUTTURE SANITARIE, SOCIO
SANITARIE E SOCIO ASSISTENZIALI IN RIABILITAZIONE
DURATA: 2012 (12 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 500.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 €
500.000,00
Altra criticità emerge dalla modalità di retribuzione delle prestazioni riabilitative, legata alla
sola erogazione delle prestazioni e non al raggiungimento di obiettivi, dimostrato da dati
quantitativi.
Altro successivo punto dolente è l’ancora ridotta disponibilità di possibilità di accedere ad
AFA (Attività Fisica Adattata) da parte delle persone disabili di ogni età, com’è indicato nel
PINDRIA.
OBIETTIVI
 Realizzare una migliore conoscenza delle esigenze della popolazione rispetto alle condizioni
di disabilità derivanti da patologie di tipo neurologico, ortopedico, reumatologico,
pneumologico, uro ginecologico, gastroenterologico, oncologico, neuropsichiatrico infantile.
 Realizzare una migliore conoscenza dell’attuale offerta rispetto alle esigenze suddette.
 Conoscere le reali condizioni, attuali, della “continuità” riabilitativa, a tutti i livelli, nel
sistema.
 Formulare sulla base delle conoscenze acquisite un discreto numero di percorsi integrati
relativi a quelle condizioni per cui non siano mai stati realizzati, corredati d’idonei
indicatori.
 Organizzare la raccolta informatica dei dati suddetti ai fini dell’analisi del funzionamento e
dei risultati complessivi del sistema riabilitativo e di una migliore programmazione delle
attività da svolgere direttamente e tramite convezione.
 Procedere ad una adeguata formazione del personale riguardo alla struttura dei percorsi ed
all’uso degli indicatori.
 Migliorare la continuità tra le varie fasi del processo riabilitativo e tra le strutture sanitarie e
socio-sanitarie e quelle socio-assistenziali, e l’integrazione di queste con quelle dell’AFA.
 Collegare almeno in parte la remunerazione alla appropriatezza ed efficacia delle
prestazioni.
La sperimentazione parte dal territorio dell’ASP di Catanzaro e sarà in seguito estesa al
territorio delle altre Provincie.
METODOLOGIA
a) Realizzazione una indagine sulle esigenze esistenti, sulla presente offerta (strutture,
personale, metodiche diagnostiche e terapeutiche) e sulle carenze.
b) Organizzare un sistema informatico per la raccolta ed analisi dei dati
c) Formulare una serie di “percorsi omnicomprensivi”,
d) Formare adeguatamente il personale delle strutture: all’utilizzo dei percorsi e alla raccolta
dei dati.
e) Avviare l’utilizzazione dei percorsi nelle strutture partecipanti al progetto.
f) Individuare i punti critici del sistema formulando adeguate raccomandazioni alle Aziende,
relativamente alle carenze del sistema, alle esigenze insoddisfatte presenti nella popolazione,
attraverso una valutazione dell’offerta ed una eventuale rivalutazione del fabbisogno
g) Avviare un sufficiente numero di AFA a completamento dei percorsi.
93
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE
TITOLO DEL PROGETTO: 10.2. INTEGRAZIONE DELLE STRUTTURE SANITARIE, SOCIO
SANITARIE E SOCIO ASSISTENZIALI IN RIABILITAZIONE
DURATA: 2012 (12 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 500.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 €
500.000,00
TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA)
Azioni
Quadrimestre
I
II
III
Indagine sulle esigenze esistenti, sulla presente offerta, sulle carenze e sulla
continuità riabilitativa
Organizzazione di un sistema informatico per la raccolta ed analisi dei dati
Formulazione di una serie di “percorsi omnicomprensivi”.
Formazione del personale .
Avvio dell’utilizzazione dei percorsi nelle strutture reclutate partecipanti al
progetto.
Individuazione dei punti critici, formulazione di raccomandazioni alle Aziende
Realizzazione di adeguati servizi riabilitativi necessari, ma inesistenti
Moltiplicazione Attività AFA
INDICATORI
 Quantità di casi esaminati attraverso l’indagine.
 N. di percorsi formulati.
 N. e tipologia strutture partecipanti.
 N. di professionisti partecipanti alla formazione.
 Numero di carenze risolte.
RISULTATI ATTESI
 Miglioramento delle conoscenze sulla situazione del sistema riabilitativo nell’area di
sperimentazione.
 Migliore organizzazione della risposta alle reali esigenze riabilitative.
 Migliore integrazione di tutte le strutture riabilitative, di tutte le tipologie e livelli.
 Miglioramento della “continuità” e dell’efficacia ed efficienza degli interventi riabilitativi.
 Miglioramento dell’utilizzazione delle risorse anche professionali esistenti sul territorio.
 Ampia utilizzazione dell’ICF in ambito riabilitativo.
 Realizzazione delle indicazioni del PINDRIA.
SCHEDA FINANZIARIA
Varie
Beni e servizi
Formazione
Comunicazione/Informazione
TOTALE
€ 100.000
€ 200.000
€ 100.000
€ 100.000
€ 500.000
94
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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE
TITOLO DEL PROGETTO: 10.2. INTEGRAZIONE DELLE STRUTTURE SANITARIE, SOCIO
SANITARIE E SOCIO ASSISTENZIALI IN RIABILITAZIONE
DURATA: 2012 (12 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 500.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 €
500.000,00
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
2012
2013
Totale
ASP RC
105.473,91
ASP VV
31.252,78
ASP CZ
68.891,64
ASP CS
136.692,41
ASP KR
32.689,27
A.O. RC
A.O. CZ
A.O. CS
A.O.U. Mater Domini
125.000,00
500.000,00
Totale
Criterio di distribuzione: per l’anno 2012 la quota è stata accantonata in GSA. Il progetto è
coordinato dalla U.O. di Fisiatria dell’Azienda Mater Domini, capofila alla quale viene
assegnato il 25% del finanziamento e il restante 75% sarà erogato alle Aziende Sanitarie
della Calabria partecipanti su popolazione residente. Il progetto ha durata 12 mesi. Per la
gestione sul territorio della rete di riabilitazione si fa riferimento a quanto previsto nel P.O.
2013-2015 al Programma 13 – Reti assistenziali per intensità di cure, punto 3 - Reti per
percorsi di cura a forte integrazione ospedale-territorio. Per l’anno 2013, con decreto n. 3781
del 2.4.2014, la quota assegnata è stata impegnata a favore della G.S.A. per successiva
assegnazione secondo i vincoli stabiliti dell’Accordo Stato-Regioni del 20 febbraio 2014 rep.
Atti n. 13/CSR.
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE
TITOLO DEL PROGETTO: 10.3. IMPLEMENTAZIONE ALL’INTERNO DI UNA UNITA’
OPERATIVA DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE DI UN MODELLO ORGANIZZATIVO
AZIENDALE DI RIABILITAZIONE IN ETA’ EVOLUTIVA
DURATA: 2012-2013 (24 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Settore LEA (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 242.000,00
CONTESTO
Da alcuni decenni si sta tentando di mettere ordine nel settore della riabilitazione e dare continuità e
integrazione ai diversi e singoli interventi erogati. Le linee guida del 1998, infatti, forniscono
indirizzi per la organizzazione della rete dei servizi. di riabilitazione e criteri generali per gli
interventi di assistenza riabilitativa attivabili all'interno dei livelli uniformi di assistenza previsti dal
Piano Sanitario Nazionale (PSN), adottando quale riferimento un modello di percorso integrato
socio-sanitario. Vengono introdotti i concetti di strategie riabilitative, presa in carico del soggetto,
valutazione dello stesso, progetto riabilitativo individuale, programma di intervento ecc. cercando
così di costruire una cultura riabilitativa centrata sulla persona e sul miglioramento della qualità di
vita.
Questa nuova filosofia riabilitativa ha comportato la costituzione di gruppi di lavoro di ricerca e di
evidenza scientifica e di individuazione anche di modelli organizzativi e operativi per garantire
l’unitarietà, l’individualità e la globalità dell’intervento.
Per l’età evolutiva (0-18) le due società scientifiche più rappresentative Società Italiana di Medicina
Fisica e Riabilitazione (SIMFER) e Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e
dell’Adolescenza SINPIA lavorando insieme hanno prodotto nel 2000 il documento Manifesto per
la Riabilitazione del Bambino nel quale viene ridefinito:
A.
cosa è la Riabilitazione: “un processo complesso teso a promuovere nel bambino e nella sua
famiglia la migliore qualità di vita possibile. Con azioni dirette ed indirette essa si interessa
dell’individuo nella sua globalità fisica, mentale, affettiva, comunicativa e relazionale (carattere
olistico), coinvolgendo il suo contesto familiare, sociale ed ambientale (carattere ecologico).La
riabilitazione si compone di interventi integrati di rieducazione, educazione ed assistenza.
B.
Cosa implica un Processo Riabilitativo: l’acquisizione con strumenti adeguati e nel più
breve tempo possibile della diagnosi di lesione (alterazione della struttura), della diagnosi di
funzione (natura del difetto e sua storia naturale) e del profilo di disabilità (cosa è venuto meno e
come può essere recuperato o vicariato e cosa è rimasto e come può essere opportunamente
valorizzato).
C.
Il gruppo di lavoro deve:
Essere composto da personale specializzato (medici, psicologi, terapisti, infermieri, tecnici, ecc.),
Essere numericamente adeguato rispetto ai bambini in carico,
operare in modo interprofessionale ed in sinergia con la famiglia e le strutture sociali,
garantire una gestione unitaria e complessiva dell’intervento riabilitativo (globalità),
realizzare il progetto terapeutico attraverso programmi selettivi e mirati (specificità), erogati
tempestivamente (efficienza) e per il tempo necessario (efficacia) sin dalla prima infanzia,
quando maggiori sono le possibilità di influenzare favorevolmente lo sviluppo del bambino.
D.
L’attività terapeutica che deve avvenire in locali dedicati sufficientemente ampi ed
accessibili e dotati di attrezzature appropriate.
In modo chiaro vengono definite modalità di lavoro, setting, competenze, strumenti, obiettivi e
viene evidenziata anche la necessità di una formazione adeguata che consenta il perfezionamento
continuo degli strumenti, delle procedure di diagnosi e cura, perché ogni progetto terapeutico possa
essere ideato, pianificato e realizzato per ciascun bambino nel modo più aggiornato ed efficace
possibile.
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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE
TITOLO DEL PROGETTO: 10.3. IMPLEMENTAZIONE ALL’INTERNO DI UNA UNITA’
OPERATIVA DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE DI UN MODELLO ORGANIZZATIVO
AZIENDALE DI RIABILITAZIONE IN ETA’ EVOLUTIVA
DURATA: 2012-2013 (24 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Settore LEA (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 242.000,00
Contemporaneamente sempre dalle due società scientifiche veniva la proposte di realizzare delle
Linee Guida per il trattamento della Paralisi Cerebrale Infantile con l’intento di definire un minimo
comune denominatore dell’intervento terapeutico condiviso tra clinici, tecnici ed utenti, rispettoso
delle esigenze del bambino e della sua famiglia, e attento all’utilizzo più razionale ed efficace
possibile delle risorse culturali, strutturali ed economiche disponibili. È con questo spirito che si è
tenuta la Consensus Conference. Allegato: Proposta di Linee Guida ( 16 ottobre 2000).
Le stesse società nel 2005-06 ripropongono il primo aggiornamento delle linee guida per la
riabilitazione dei bambini affetti da paralisi cerebrale infantile (PCI).
Pur essendo delle linee guida specifiche per le PCI, sebbene queste, rappresentino la disabilità
prevalente o prioritaria per il trattamento riabilitativo, queste linee guida risultano importanti in
quanto basate sui dati di efficacia reperiti in letteratura e sulla opinione degli esperti. La ricerca
degli studi pubblicati è stata effettuata tramite la consultazione delle seguenti banche dati: Med-line,
Embase, Cochrane Library. Le prove di efficacia, ottenute con la revisione della letteratura, sono
state analizzate da un panel di esperti, individuati dalla SIMFER e dalla SINPIA . Esperti che hanno
formulato le raccomandazioni organizzate in tre sezioni:
a.
la definizione del profilo funzionale del paziente, secondo assi motori e non motori che
descrivono la sua disabilità, gli ambiti (obiettivi) dell’intervento rieducativo (differenziati in
funzione dell’età del paziente);
b.
la metodologia operativa che dovrebbe essere seguita nell’intervento rieducativo;
c.
In appendice vengono riportati suggerimenti sui contenuti del programma rieducativo,
anch’essi distinti per fasce di età del paziente.
L’importanza rivestita da queste linee guida:
A.
quella di associare a concetto di intervento con quello sviluppo, di persona in crescita e
quindi di considerare la dinamicità e la trasformabilità sia degli esiti che delle potenzialità per gli
interventi, e di dare maggiore coinvolgimento al contesto (familiare sociale e ambientale).
B.
maggiore rilevanza e dinamicità alla formulazione del progetto riabilitativo e dei vari
programmi terapeutici attivi nei tre ambiti della rieducazione, dell’assistenza e dell’educazione.
C.
a livello metodologico la costruzione del progetto in percorsi in relazione al soggetto all’età
e alle competenze: 1. per quale soggetto (profilo del paziente); 2. per sviluppare quale abilità/attività
in relazione all’età del bambino (area funzionale intesa come ambito giustificato di intervento); 3.
procedendo come (metodologia operativa adottata).
Il profilo del paziente resta significativo solo per la fascia di età considerata. Ogni volta che si passa
da una fascia di età alla successiva, esso può essere modificato, aggiornato, precisato meglio,
completato o anche totalmente ridisegnato, se la conquista di nuove conoscenze lo rendesse
necessario. Per questo motivo non parliamo di diagnosi, che ovviamente non poterebbe variare di
molto passando da una fascia di età alla successiva e non potrebbe che inquadrare solo a grandi
linee il complesso problema della paralisi, ma di profilo funzionale del paziente, termine meno
impegnativo in senso formale, ma fortemente vincolante in senso procedurale.
Tutto ciò è ribadito e sottolineato anche nei Progetti Obiettivi:
A.
Materno Infantile. (POMI) 98-2000) In esso, nei contesti organizzativi di NPIA”, si
evidenziano tra le azioni e gli interventi da erogare anche quelli relativi alla riabilitazione per
garantire risposte adeguate e integrate alla specificità dei bisogni presenti L'intervento nel settore
delle patologie di prevalente competenza neuropsichiatrica nell'infanzia e adolescenza”, cita il
POMI, “deve essere unitario e coordinato, con una presa in carico globale del paziente e molto
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LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE
TITOLO DEL PROGETTO: 10.3. IMPLEMENTAZIONE ALL’INTERNO DI UNA UNITA’
OPERATIVA DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE DI UN MODELLO ORGANIZZATIVO
AZIENDALE DI RIABILITAZIONE IN ETA’ EVOLUTIVA
DURATA: 2012-2013 (24 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Settore LEA (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 242.000,00
spesso anche della sua famiglia. Dal punto di vista organizzativo e'necessario garantire una
cooperazione di diverse professionalità (psicologi, psicologi dell'età evolutiva, terapisti della neuro
e psicomotricità dell'età evolutiva, logopedisti, educatori specializzati, assistenti sociali, ecc.),
coordinata dallo specialista in neuropsichiatria infantile in collaborazione con i servizi di fisiatria
per quanto riguarda la riabilitazione neuromotoria. Sempre dal POMI viene sollecitata massima
integrazione tra le competenze neurologiche, neuropsicologiche e psichiatriche e le altre
competenze di specializzazioni specifiche per questa fascia d’età Tale integrazione e' ancor più
necessaria tenuto conto del fatto che tali patologie si associano spesso ad altre condizioni di
disabilità e tenuto conto della necessità di una presa in carico globale del soggetto al fine della sua
piena integrazione nella famiglia, nella scuola e nella società .operando in stretta collaborazione con
i servizi sociosanitari e socio - assistenziali. L’allegato 6 del medesimo Progetto Obiettivo nel
definire i contesti organizzativi, le modalità di integrazione e raccordo operativo viene anche
esplicitata la necessità di Programmare e attuare percorsi abilitativi e riabilitativi neuropsicomotori,
del linguaggio e della comunicazione, in collaborazione con personale tecnico specificamente
formato dell'area riabilitativa. Ciò in considerazione che l'intervento riabilitativo in età evolutiva
presenta alcune specificità in quanto e' rivolto a pazienti che hanno subito danno precoce del
sistema nervoso, con deficit spesso misti (neuromotorio, cognitivo, della comunicazione, affettivo relazionale, sensoriale), il cui trattamento abilitativo richiede una efficace integrazione delle varie
competenze, seguendo anche le indicazioni contenute nel PO “Tutela della Salute Mentale (POSM)
98-2000) e le “Linee di indirizzo nazionali per la Salute Mentale” (Ministero della salute 25.02.08)
nei quali viene ribadito:
1.
La rilevanza del benessere in Età Evolutiva e degli interventi riabilitativi il cui scopo è
“guadagnare salute”e la necessità di un lavoro in un contesto di rete e di raccordo tra servizi
sanitari, sociali e educativi con una strategia di coinvolgimento delle famiglie;
2.
La centralità del bambino nel suo contesto ambientale oggetto di investimento mirato.
Il DPCM 29/11/01 “definizione dei Livelli Essenziali di Assistenza” colloca i trattamenti di
Riabilitazione sia nel livello dell’assistenza ospedaliera che territoriale
DPCM 2007 Livelli essenziali di assistenza art 26. Nell’ambito dell’assistenza distrettuale il
Servizio sanitario nazionale garantisce ai minori con disturbi neuro-psichiatrici la presa in carico
multidisciplinare e lo svolgimento di un programma terapeutico individualizzato che include le
prestazioni e le aree di attività …… previste dalle norme vigenti e dal P.O.S.M. e dal P.O.M.I 982000”
Legge 104/1992 (L.Q. per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone
handicappate),
DPR del 24/2/1994 (Atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti Asl in materia di
alunni portatori di handicap)
Piano Sanitario Regionale 2004-06 nel quale viene previsto il potenziamento dei Servizi di
NPI e la concreta attuazione dei P.O. M.I. e S.M.
Il PSN 2006/08 afferma la necessità di costituire “una rete integrata per la disabilità”: un sistema di
interrelazioni tra servizi e operatori volto a rispondere in maniera coordinata e continuativa alla
molteplicità dei bisogni espressi dalle persone disabili
Quanto precedentemente esposto trova riscontro anche nei :
Documenti societari valoriali SINPIA:
Proposta di Modello Organizzativo regionale per la rete dei Servizi di NPIA
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE
TITOLO DEL PROGETTO: 10.3. IMPLEMENTAZIONE ALL’INTERNO DI UNA UNITA’
OPERATIVA DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE DI UN MODELLO ORGANIZZATIVO
AZIENDALE DI RIABILITAZIONE IN ETA’ EVOLUTIVA
DURATA: 2012-2013 (24 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Settore LEA (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 242.000,00
Documento di Programma La Neuropsichiatria Infantile e la globalità degli interventi.
Documento societario “I bisogni di cura del bambino e la Neuropsichiatria Infantile
Manifesto:la riabilitazione del bambino
Documenti societari strumentali SINPIA per
il management in NPIA: Glossario, indicatori, manuale di accreditamento,
Valutazioni economiche e sistemi di tariffazione in NPIA
l’attività clinica: Line Guida per : Autismo, disturbi di apprendimento,
Depressione. Paralisi cerebrali infantili, ADHD ecc
Il documento Piano di Indirizzo per la Riabilitazione approvato nel febbraio 2011, elaborato da un
gruppo di lavoro ministeriale a cui hanno partecipato anche membri sia della SINPIA che della
SINFER e, propone nuovi modelli organizzativi gestionali che, basati sulla centralità dell’individuo
in riabilitazione propongono la cura non del sintomo ma della persona nel suo complesso (prendersi
cura) e propongono una presa in carico sin dall’inizio con continuità delle cure:
Il documento evidenzia un passaggio fondamentale “dal curare al prendersi cura “né del malato né
della malattia o della parte lesa, ma della persona.
Nello specifico in Età Evolutiva la “CARE” è centrata sul neonato, sul bambino, sull’adolescente e
la famiglia
Questo documento individua nuovi parametri in termini di cultura, strumenti, metodologie,
organizzazione e ravvisa la necessità di rispondere ai nuovi spunti e bisogni attraverso interventi
specifici che guardano alla Persona secondo la sua totalità di bisogni, desideri e relazioni.
“Le nuove linee guida sono uno strumento per omogeneizzare le cure e rappresentano un punto di
riferimento per le Regioni, affinché riescano a mettere in atto quei percorsi condivisi ed inderogabili
del processo riabilitativo" - sostiene l’On Martini, Presidente del Gruppo di Lavoro sulla
Riabilitazione, che ribadisce: “L’obiettivo è quello di fornire indicazioni sui modelli organizzativi e
operativi per gli interventi riabilitativi”:
a.
Suggerisce indicazioni sui criteri ed i requisiti dei vari setting riabilitativi e di meglio
definire le strutture eroganti e i servizi erogati
b.
consente l’appropriatezza d’uso in base alle competenze e alle risorse a disposizione
c.
ribadisce, a fronte di interventi singoli e frammentati la necessità di una continuità
assistenziale e la necessità di un percorso riabilitativo individuale e assistenziale integrato
d.
afferma la “cultura del saper Fare, delle competenze
e.
riconosce la specificità dell’età evolutiva nella Riabilitazione
f.
introduce nell’iter riabilitativo in EE un nuovo concetto quello di disabilità dello sviluppo, in
quanto riconosce che accanto all’intervento specifico c’è qualcosa di comune che può essere
affrontato trasversalmente
g.
sottolineata l’importanza di un lavoro multidisciplinare, da sempre cardine del lavoro
neuropsichiatrico infantile, e del coinvolgimento della persona e dei suoi familiari come elemento
imprescindibile del percorso riabilitativo.
99
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE
TITOLO DEL PROGETTO: 10.3. IMPLEMENTAZIONE ALL’INTERNO DI UNA UNITA’
OPERATIVA DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE DI UN MODELLO ORGANIZZATIVO
AZIENDALE DI RIABILITAZIONE IN ETA’ EVOLUTIVA
DURATA: 2012-2013 (24 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Settore LEA (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 242.000,00
OBIETTIVI
Avviare il processo attuativo delle Linee-Guida Riabilitazione del 2011 con possibilità di
sperimentare alcuni contenuti innovati attraverso:
a. Analisi della situazione attuale delle strutture della Provincia di CZ che erogano prestazioni
riabilitative in Età Evolutiva comprese quelle ambulatoriali e domiciliari;
b. Analisi della situazione attuale delle strutture integrative per l’EE con cui costruire continuità e
rete;
c. Individuare modalità operative per garantire la massima continuità possibile nella presa in carico
d. Definire un modello di rete riabilitativa globale
e. Formulare programmi di formazione ed aggiornamento per il personale;
f. Sperimentare le modalità organizzative e le metodologie di lavoro, che unificano le attività e i
compiti dei diversi momenti ed interventi, raccogliendo dati sul raggiungimento degli obiettivi
scelti.
g. Definire adeguati sistemi di feed-back per la rilevazione di eventuali criticità che emergono dalla
sperimentazione.
TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA)
MESI
1
2
a
X
b
X
OBIETTIVI
c
d
e
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
X
X
X
X
X
X
X
X
f
X
X
X
g
N° documenti x realtà territoriali esistente
N° di documenti di formalizzazione (procedure, protocolli operativi)
X
X
X
X
X
X
N° incontri per la realizzazione del programma
Flowr-chart operativo
Descrizione del modello organizzativo
Implementazione del Modello Organizzativo Aziendale di Riabilitazione in EE con ausilioteca
Raccordi di rete per la continuità assistenziale
Incremento e potenziamento quali - quantitativo delle risorse esistente ( strumenti, servizi attività ecc)
Varie
€ 60.000
Beni e servizi
€ 70.000
Missioni
€ 7.000
Formazione e Supervisione
€ 70.000
Pubblicizzazione dei risultati, convegni
€ 35.000
100
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 10. RIABILITAZIONE
TITOLO DEL PROGETTO: 10.3. IMPLEMENTAZIONE ALL’INTERNO DI UNA UNITA’
OPERATIVA DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE DI UN MODELLO ORGANIZZATIVO
AZIENDALE DI RIABILITAZIONE IN ETA’ EVOLUTIVA
DURATA: 2012-2013 (24 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Settore LEA (g.brancati@regcal.it)
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 242.000,00
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
2012
2013
Totale
ASP RC
ASP VV
ASP CZ
242.000,00
ASP CS
ASP KR
A.O. RC
A.O. CZ
A.O. CS
A.O.U. Mater Domini
Totale
Criterio di distribuzione: La quota per il 2012 è stata accantonata in GSA, va assegnata
all’ASP di Catanzaro che si farà carico della sperimentazione del modello organizzativo di
riabilitazione dell’età evolutiva. Il progetto ha durata 12 mesi. Alla conclusione del progetto il
modello sperimentato sarà trasferito alle altre Aziende alle quali sarà assegnata la quota di
finanziamento che, per l’anno 2013, con decreto n. 3781 del 2.4.2014, è stata impegnata in
G.S.A. e va ripartita secondo i vincoli stabiliti dell’Accordo Stato-Regioni del 20 febbraio
2014 rep. Atti n. 13/CSR.
101
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 11.LA SALUTE MENTALE
TITOLO DEL PROGETTO: 11.1. LA PRESA IN CARICO DEI DISTURBI MENTALI DELLA
PERSONA ANZIANA
DURATA: 2012 (12 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 180.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 €
180.000,00
PREMESSA
L’epidemiologia indica che in tutti i paesi avanzati l’invecchiamento della popolazione è in costante
aumento e che il fenomeno è accompagnato da un incremento dei problemi psichiatrici. Secondo
l’OMS il 15% delle persone ultrasessantacinquenni soffre di disturbi psichiatrici (depressione,
ansia, disturbi del sonno,delirium, compromissione cognitiva, abuso d’alcol ecc.) di varia gravità,
ma solo una piccolissima percentuale di pazienti riceve un trattamento specifico.
Numerosi fattori rendono, infatti, difficile nell’anziano il riconoscimento dei disturbi psichiatrici
quali la maggiore frequenza di sintomatologia sottosoglia, la comorbidità somatica, la tendenza del
paziente anziano ad accentuare i sintomi somatici e a negare i sintomi depressivi, l’errore, sia del
medico che del paziente, di considerare la depressione o l’ansia come una risposta fisiologica alle
malattie somatiche. I medici non psichiatrici sono, inoltre, riluttanti a stigmatizzare il paziente con
una diagnosi psichiatrica e temono gli effetti collaterali degli psicofarmaci nei soggetti con
comorbidità organica, nonostante la disponibilità negli ultimi anni di farmaci con profili di
tollerabilità ed efficacia sempre migliori. Una mancata diagnosi e un mancato trattamento di un
paziente con problematiche psichiatriche e patologie mediche associate, situazione molto frequente
nei pazienti geriatrici, incrementa significativamente la morbilità e la mortalità. In questo scenario
appare opportuno avviare un programma formativo esteso ad un campione significativo di operatori
sanitari coinvolti nel trattamento di questa specifica popolazione di pazienti (psichiatri, geriatri,
MMG,medici di RSA) con l’obiettivo di delineare linee guida per l’individuazione precoce dei
disturbi psichiatrici nell’anziano e allestire risposte di trattamento adeguate, complete ed integrate.
OBIETTIVO GENERALE
L’obiettivo generale che il progetto si propone è di migliorare l’individuazione, l’assessment, la
valutazione e il trattamento delle problematiche psichiatriche nei pazienti geriatrici, attraverso un
percorso formativo, di monitoraggio e di valutazione diretto ad un campione significativo di
operatori appartenenti ai servizi psichiatrici delle 5 Aziende Sanitarie Provinciali della Regione
Calabria, ai reparti di psicogeriatria delle 5 AO, ai MMG e ai medici in servizio presso le RSA
accreditate.
In pratica il progetto si pone l’obiettivo di migliorare il riconoscimento precoce dei disturbi
psichiatrici nell’anziano e favorire l’ottimizzazione dei trattamenti
METODOLOGIA
Nell’ambito dell’Obiettivo Generale gli obiettivi specifici sotto elencati saranno sviluppati nell’arco
temporale di 12 mesi per come dettagliato nel crono programma riportato nella Tabella n. 5.
102
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 11.LA SALUTE MENTALE
TITOLO DEL PROGETTO: 11.1. LA PRESA IN CARICO DEI DISTURBI MENTALI DELLA
PERSONA ANZIANA
DURATA: 2012 (12 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 180.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 €
180.000,00
OBIETTIVO SPECIFICO 1



Costituzione del gruppo di lavoro composto dai Direttori del Dipartimenti di Salute
Mentale delle cinque ASP Calabresi, dai Direttori Sanitari delle 5 AO, da rappresentati
dei MMG e delle RSA;
Ricognizione del personale operante all’interno delle strutture coinvolte ed
individuazione del personale da inserire nel progetto;
Nomina dei referenti tecnici per ognuna delle 5 ASP.
Individuazione degli strumenti di valutazione
Tabella 1
PIANO DI VALUTAZIONE PER L’OBIETTIVO SPECIFICO 1
Fase preparatoria alla pianificazione del progetto
Indicatore di risultato
Azione
Individuazione del personale
coinvolgere nel progetto
Strumenti di valutazione
Costituzione del gruppo di lavoro
Numero di riunioni del gruppo di lavoro
Indicatori di processo
da Costituzione anagrafica del personale da inserire
Individuazione referenti aziendali
Definizione di un set di strumenti standardizzati per la
valutazione delle condizioni psicopatologiche più frequenti
nell’anziano
OBIETTIVO SPECIFICO 2
Questa fase del progetto ha come obiettivo la sensibilizzazione e formazione degli operatori alle
tematiche riguardanti l’individuazione degli anziani a rischio di disagio mentale e diagnosi precoce dei
disturbi psichici. I programmi formativi saranno indirizzati all’assessment dei disturbi psichiatrici più
frequenti in questa specifica popolazione e ai trattamenti di provata efficacia. Gli strumenti per la
valutazione dovranno essere semplici, comprensibili ad ogni livello culturale, autosomministrati o
con somministrazione assistita.
Tabella 2
PIANO DI VALUTAZIONE PER L’OBIETTIVO SPECIFICO 2
Sensibilizzazione e formazione degli operatori alle tematiche riguardanti l’individuazione e il trattamento
delle problematiche psichiatriche nei pazienti geriatrici
103
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 11.LA SALUTE MENTALE
TITOLO DEL PROGETTO: 11.1. LA PRESA IN CARICO DEI DISTURBI MENTALI DELLA
PERSONA ANZIANA
DURATA: 2012 (12 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 180.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 €
180.000,00
Indicatore di risultato
Numero di Unità Operative e numero di operatori coinvolti
in grado di utilizzare le metodologie di lavoro proposte
Azione
Indicatori di processo
Individuazione del personale
coinvolgere nel progetto
da n. di psichiatri che partecipano
n. MMG che partecipano
n. di geriatri che partecipano
n. di medici delle RSA che partecipano
Formazione del personale
n. di giornate di seminario di formazione del personale
coinvolto
n. di verifiche di
standardizzati
apprendimento
tramite
strumenti
n. e qualifica degli operatori che completano la formazione
OBIETTIVO SPECIFICO 3
Le metodiche operative da attuare per l’individuazione e il trattamento dei pazienti psicogeriatrici
comprendono procedure sistematiche di valutazione fondate su un articolato insieme di strumenti
per l’assessment. L’assessment è finalizzato alla ricerca di tutti i dati necessari per la diagnosi,
definizione del trattamento, valutazione dei risultati.
Tabella 3
PIANO DI VALUTAZIONE PER L’OBIETTIVO SPECIFICO 3
Valutazione di un campione significativo di pazienti geriatrici in trattamento presso le UO coinvolte nel
progetto
Indicatore di risultato
% di assessment dei casi effettuati con strumenti di valutazione
standardizzati
% condizioni psicopatologiche rilevate
% di pazienti in trattamento
% di adeguatezza dei trattamenti
% di pazienti che hanno interrotto il trattamento
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 11.LA SALUTE MENTALE
TITOLO DEL PROGETTO: 11.1. LA PRESA IN CARICO DEI DISTURBI MENTALI DELLA
PERSONA ANZIANA
DURATA: 2012 (12 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 180.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 €
180.000,00
OBIETTIVO SPECIFICO 4
I dati ottenuti saranno sottoposti ad elaborazione statistica con l’obiettivo di definire un protocollo
operativo dettagliato e completo da utilizzare in tutti i servizi regionali per la diagnosi e il
trattamento dei pazienti psicogeriatrici.
I risultati saranno documentati con pubblicazioni (articoli, relazioni a congressi) e diffusi sia nei
servizi e sia nelle altre agenzie presenti nel territorio, che rappresentano un’importante risorsa per il
successo di programmi di prevenzione (associazioni, centri diurni per anziani, cooperative sociali
ecc.).
Un convegno, a dimensione regionale, sul tema con la presentazione dei risultati concluderà la
quarta fase .
Tabella 4
PIANO DI VALUTAZIONE PER L’OBIETTIVO SPECIFICO 4
Analisi, valutazione e trasferimento dei risultati su tutto il territorio regionale mediante protocolli operativi.
Evento congressuale regionale
Indicatore di risultato
Realizzazione di un protocollo operativo dettagliato e
completo da utilizzare in tutti i servizi regionali per la
diagnosi e il trattamento dei pazienti psicogeriatrici
Azione
Indicatori di processo
Raccolta dei dati rilevati in fase 3
Elaborazione statistica dei dati
Realizzazione di un opuscolo informativo da distribuire
nelle strutture regionali e ad altre agenzie del territorio
Evento conclusivo
Presentazione finale dei risultati tramite momenti seminariali
e/o congressuali
Report dei dati e diffusione nei servizi ed in altre agenzie
presenti nel territorio
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 11.LA SALUTE MENTALE
TITOLO DEL PROGETTO: 11.1. LA PRESA IN CARICO DEI DISTURBI MENTALI DELLA
PERSONA ANZIANA
DURATA: 2012 (12 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 180.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 €
180.000,00
Tabella 5 CRONOPROGRAMMA
Mesi-
1
2
3
4
5
6
6
7
8
9
10
11
12
azioni
1
2
3
4
1.
La realizzazione di tale progetto permetterà alla Calabria di
avere dati attendibili sulla prevalenza di patologie psichiatriche nella
fascia di età >65 anni.
2.
L’intervento formativo
determinerà come ricaduta il
miglioramento della capacità di riconoscimento precoce e di
trattamento del disturbo psichiatrici.
3.
La strutturazione di linee guida per la rilevazione e il
trattamento determinerà un miglioramento degli esiti terapeutici,
oltre che un miglioramento della qualità di vita dell’anziano.
4.
L’estensione su base regionale di un modello operativo
coerente ed articolato avrà anche ricaduta su un migliore utilizzo
delle risorse umane ed economiche.
RISULTATI ATTESI
PIANO DEI COSTI
Il costo totale del progetto è di € 180.000,00.
SCHEDA FINANZIARIA
2012
Varie
25.000,00
Missioni
15.000,00
Beni e servizi
35.000,00
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LINEA PROGETTUALE: 11.LA SALUTE MENTALE
TITOLO DEL PROGETTO: 11.1. LA PRESA IN CARICO DEI DISTURBI MENTALI DELLA
PERSONA ANZIANA
DURATA: 2012 (12 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 180.000,00 DI CUI QUOTA DEL 2012 FSN 2012 €
180.000,00
Formazione
65.000,00
Campagne
pubblicitarie/ convegni- Workshop Pubblicazioni
40.000,00
TOTALE
180.000,00
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
2012
2013
Totale
ASP RC
ASP VV
ASP CZ
ASP CS
180.000,00
ASP KR
A.O. RC
A.O. CZ
A.O. CS
A.O.U. Mater Domini
180.000,00
Totale
Criterio di distribuzione: La quota per il 2012 è stata accantonata in GSA , va assegnata
all’ASP di Cosenza alla quale è affidata la gestione ed il coordinamento delle attività del
progetto. Il progetto ha durata 12 mesi.
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 11. LA SALUTE MENTALE
TITOLO DEL PROGETTO: 11.2. GLI EPISODI PSICOTICI: IMPLEMENTAZIONE ATTIVITA’
AMBULATORIALE PER L’INDIVIDUAZIONE E L’INTERVENTO PRECOCE NELLE PSICOSI
DURATA: 2012 (12 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 200.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
200.000,00
PREMESSA
I dati più recenti della ricerca e le linee guida sulla schizofrenia (NICE, 2002; Royal Australian
guidelines, 2005), indicano che un intervento precoce e tempestivo sul paziente all’esordio della
psicosi può non solo moderare la gravità e contrastare le conseguenze biologiche, psicologiche e
sociali della malattia, ma avere anche un ruolo cruciale per ostacolare il deterioramento nel
funzionamento sociale, già presente nella fase in cui la psicosi non è ancora manifesta.
Per tale motivo, sia a livello nazionale che internazionale, sono stati proposti per l’individuazione e
la presa in carico dei pazienti a rischio di psicosi o all’esordio servizi specificamente destinati a
questa tipologia di pazienti, ubicati in contesti non stigmatizzanti e con personale specificamente
formato per il trattamento.
Negli anni 2010 e 2011 la Regione Calabria ha condotto sulla materia un progetto di formazione
che ha coinvolto gli psichiatri e gli psicologi che operano nei Dipartimenti di Salute Mentale delle 5
ASP calabresi.
I soddisfacenti risultati raggiunti, in termini di partecipazione, di verifica dell’apprendimento e di
utilizzo degli strumenti standardizzati per l’assessment degli esordi, suggeriscono l’utilità di
implementare in ciascuno dei 5 Dipartimenti di Salute Mentale della Regione Calabria l’attività
ambulatoriale, che attraverso équipes specificamente formate, possa garantire una presa in carico
precoce ed articolata in grado di contrastare i fenomeni di disabilità e cronicità conseguenti alla
psicosi.
OBIETTIVO GENERALE
L’obiettivo generale che il progetto si propone è di migliorare l’individuazione, l’assessment, il
trattamento e la valutazione degli esordi psicotici attraverso un percorso innovativo di
individuazione e presa in carico.
Il modello organizzativo che si intende sperimentare nei DSM prevede la implementazione delle
attività ambulatoriali (nei 5 DSM) attraverso équipes formate da professionisti provenienti dai vari
servizi del Dipartimento (Centri di salute mentale, Centri diurni, Servizi psichiatrici di diagnosi e
cura), che dedicano parte della loro attività agli interventi precoci.
Verranno quindi posti in essere appositi collegamenti con le altre Unità Operative del DSM e con
le altre Agenzie del territorio che sono in contatto con il mondo giovanile e da cui potranno
provenire gli invii. All’equipe competono le scelte metodologiche, organizzative e la definizione dei
progetti di intervento per ogni singolo paziente, secondo quanto previsto da tutte quelle conoscenze,
che a livello internazionale rappresentano il 'gold standard' in materia.
Le attività ambulatoriali svolte dalle équipes dovranno eseguite in luoghi separati dagli altri locali
del DSM, e garantire un clima gradevole ed accogliente, il più amichevole e “giovanile”possibile.
I vantaggi che si vogliono perseguire possono essere così schematizzati:
1. separare i giovani all’esordio o a rischio di psicosi dai pazienti in fase più consolidata di malattia;
2. creare un ambiente amichevole, rassicurante e adatto ai giovani;
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 11. LA SALUTE MENTALE
TITOLO DEL PROGETTO: 11.2. GLI EPISODI PSICOTICI: IMPLEMENTAZIONE ATTIVITA’
AMBULATORIALE PER L’INDIVIDUAZIONE E L’INTERVENTO PRECOCE NELLE PSICOSI
DURATA: 2012 (12 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 200.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
200.000,00
3.sviluppare nel team una metodologia di lavoro coesa ed omogenea, in un atmosfera di particolare
supporto;
4. favorire le individuazioni, le prese in carico e il coinvolgimento dei pazienti e dei loro familiari,
creando specifiche procedure per facilitare gli accessi;
5. pianificare opportunità di ricerca.
Il lavoro dell’équipe sarà supervisionato periodicamente da specialisti che hanno attuato in altre
regioni italiane questo modello d’intervento.
METODOLOGIA
Nell’ambito dell’Obiettivo Generale gli obiettivi specifici sotto elencati saranno sviluppati
nell’arco temporale di 12 mesi, per come dettagliato nel crono programma riportato nella Tabella
n. 4.
OBIETTIVI SPECIFICI
OBIETTIVO SPECIFICO 1
 Costituzione del gruppo di lavoro composto dai Direttori del Dipartimenti di Salute
Mentale delle cinque ASP Calabresi;
 Ricognizione del personale operante all’interno delle strutture afferenti ai Dipartimenti di
salute Mentale;
 Nomina dei componenti delle équipes per ognuna delle 5 ASP.
Tabella 1
PIANO DI VALUTAZIONE PER L’OBIETTIVO SPECIFICO 1
Fase preparatoria alla pianificazione del progetto
Indicatore di risultato
Azione
Individuazione del personale da
coinvolgere nel progetto
Numero di riunioni con i Direttori dei Dipartimenti di
Salute Mentale delle 5 ASP Calabresi
Costituzione del gruppo di lavoro
Indicatori di processo
Costituzione anagrafica personale dei DSM
Nomina dei componenti dell’équipe per ognuna delle
5 ASP
Strutturazione della scheda di rilevazione degli esordi
psicotici
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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 11. LA SALUTE MENTALE
TITOLO DEL PROGETTO: 11.2. GLI EPISODI PSICOTICI: IMPLEMENTAZIONE ATTIVITA’
AMBULATORIALE PER L’INDIVIDUAZIONE E L’INTERVENTO PRECOCE NELLE PSICOSI
DURATA: 2012 (12 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 200.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
200.000,00
OBIETTIVO SPECIFICO 2
L’obiettivo 2 è diretto a definire le procedure operative dell’équipe, le sue “connessioni “
con le altre agenzie del territorio, gli strumenti standardizzati da utilizzare per l’assessment
degli esordi, i protocolli di trattamento, la strutturazione degli incontri di supervisione e
monitoraggio
Tabella 2
PIANO DI VALUTAZIONE PER L’OBIETTIVO SPECIFICO 2
Procedure operative dell’équipe specialistica
Azione
Indicatore di risultato
Attivazione delle “ connessioni”
con gli operatori, le strutture del
dipartimento, le agenzie del
territorio coinvolte
Numero degli incontri con la rete di connessione di riferimento
Dati di prevalenza degli esordi
psicotici nell’anno 2011
Dati di prevalenza degli esordi
psicotici nell’anno 2012
Valutazioni standardizzate degli
esordi e dei trattamenti anno
2012
n. di servizi che hanno inviato i dati epidemiologici richiesti
Monitoraggio attività e verifiche/
supervisione
n. di schede di rilevazione relative agli esordi psicotici
dell’anno 2012
Percentuale di utilizzo di scale di valutazione standardizzate per
l’identificazione delle persone al primo episodio psicotico
n. di pazienti presi in carico
n. di pazienti trattati e tipologia di interventi
n. di pazienti che interrompono il trattamento
n. di pazienti sottoposti a follow up
n. di giornate di supervisione
OBIETTIVO SPECIFICO 3
I dati ottenuti saranno sottoposti ad elaborazione statistica con i seguenti obiettivi:
1) fornire alla Regione Calabria dati di prevalenza e di esito scientificamente attendibili;
2) definire un protocollo operativo dettagliato, completo e condiviso da utilizzare in tutti i
servizi regionali per la presa in carico degli esordi psicotici.
I risultati che emergeranno dal progetto saranno documentati con pubblicazioni (articoli,
relazioni a congressi) e diffusi sia nei servizi e sia nelle altre agenzie presenti nel territorio, che
sono un’importante risorsa per l’individuazione precoce delle psicosi. L’ambizione è di
informare, sensibilizzare, coinvolgere, in una prospettiva di prevenzione e di rete, i cittadini, gli
enti locali, i servizi alla persona, i medici di base, le scuole, il volontariato e il privato sociale.
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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 11. LA SALUTE MENTALE
TITOLO DEL PROGETTO: 11.2. GLI EPISODI PSICOTICI: IMPLEMENTAZIONE ATTIVITA’
AMBULATORIALE PER L’INDIVIDUAZIONE E L’INTERVENTO PRECOCE NELLE PSICOSI
DURATA: 2012 (12 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 200.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
200.000,00
Regione Calabria
Un convegno, a dimensione regionale, sul tema con la presentazione dei risultati concluderà
la terza fase.
Tabella 3
PIANO DI VALUTAZIONE PER L’OBIETTIVO SPECIFICO 3
Analisi, valutazione e trasferimento dei risultati su tutto il territorio regionale mediante protocolli
operativi. Evento congressuale regionale
Indicatore di risultato
Azione
Raccolta dei dati rilevati in fase 2
Realizzazione di un protocollo operativo dettagliato e
completo da utilizzare in tutti i servizi regionali per la
presa in carico degli esordi psicotici
Indicatori di processo
Elaborazione statistica dei dati
Evento conclusivo
Presentazione finale dei risultati tramite momenti
seminariali e/o congressuali
Report dei dati e diffusione nei servizi ed in altre
agenzie presenti nel territorio (scuole, associazione ecc)
Tabella 4 CRONOPROGRAMMA
Mesi-
1
2
3
4
5
6
6
7
8
9
10
11
12
azioni
1
2
3
RISULTATI ATTESI
Il progetto ha l’ambizione di:
1) migliorare l’individuazione, l’assessment, la presa in carico e la valutazione degli esordi
psicotici;
2) delineare un protocollo operativo dettagliato e completo per il trattamento di questi pazienti da
estendere a tutto il territorio regionale.
3) prevenire e/o contenere quegli esiti invalidanti che si associano ad una presa in carico tardiva
(incompleta remissione, riospedalizzazioni frequenti, resistenza al trattamento, ecc) e che si
traducono in alti costi personali, familiari e sanitari.
4) creare un data base che consenta di monitore nel tempo gli esordi psicotici.
111
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 11. LA SALUTE MENTALE
TITOLO DEL PROGETTO: 11.2. GLI EPISODI PSICOTICI: IMPLEMENTAZIONE ATTIVITA’
AMBULATORIALE PER L’INDIVIDUAZIONE E L’INTERVENTO PRECOCE NELLE PSICOSI
DURATA: 2012 (12 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 200.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
200.000,00
Tabella 5 SCHEDA FINANZIARIA
2012
Varie
60.000,00
Missioni
20.000,00
Beni e servizi
80.000,00
Campagne pubblicitarie/ evento congressuale
40.000,00
TOTALE
convegni- Workshop
Pubblicazioni
200.000,00
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
2012
2013
Totale
ASP RC
ASP VV
ASP CZ
ASP CS
ASP KR
A.O. RC
A.O. CZ
A.O. CS
A.O.U. Mater Domini
Totale
200.000,00
200.000,00
Criterio di distribuzione: La quota per il 2012 è stata accantonata in GSA , va assegnata
all’ASP di Cosenza alla quale è affidata la gestione ed il coordinamento delle attività del
progetto. Il progetto ha durata 12 mesi.
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 11.LA SALUTE MENTALE
TITOLO DEL PROGETTO: 11.3 SISTEMA INFORMATIVO DELLA SALUTE MENTALE
REGIONALE
DURATA: 12 MESI
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.077.500,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
1.077.500,00
PREMESSA
E' stato istituito con DM 15 ottobre 2010 il Sistema informativo per la salute mentale nell'ambito
del Nuovo Sistema Informativo Sanitario.
Il sistema, nel rispetto della privacy dei cittadini-utenti, è concepito per costituire una base dati
integrata, incentrata sul paziente, dalla quale rilevare informazioni sia a livello di azienda sanitaria
che di regione o provincia autonoma. Il sistema mira alla piena condivisione delle informazioni tra
aziende sanitarie, regioni o provincie autonome e amministrazioni centrali, basandosi su tracciati
record di scambio, consentendo così la cooperazione ed integrazione dei diversi sistemi informativi
localmente in uso che rimangono pertanto gestiti in piena autonomia dalle singole amministrazioni
regionali.
Queste le funzioni principali del sistema:
•
monitoraggio dell’attività dei servizi, con analisi del volume di prestazioni, e valutazioni
epidemiologiche sulle caratteristiche dell’utenza e sui pattern di trattamento
•
supporto alle attività gestionali del Dipartimento Salute Mentale (DSM), per valutare il
grado di efficienza e di utilizzo delle risorse, fornendo anche un utile strumento operativo nella
gestione omogenea dei dipartimenti
•
supporto alla costruzione di indicatori di struttura, processo ed esito sia a livello
Il Sistema Informativo della Salute Mentale tratta informazioni che attengono ai seguenti ambiti:
1.
Strutture - informazioni di carattere anagrafico relative alle strutture eroganti servizi per la
tutela della salute mentale
2.
Personale - informazioni relative alla consistenza e tipologia di figure professionali in
servizio presso le strutture eroganti servizi per la tutela della salute mentale
3.
Attività - informazioni relative ai servizi erogati per la tutela della salute mentale.
Si vuole realizzare una rete della Salute Mentale per la Regione Calabria, che :
•
Implementi il sistema informativo della Salute Mentale Calabria
•
Permetta alla Regione Calabria di svolgere il ruolo di collettore centralizzato dei dati di
Salute Mentale della Calabria
•
Fornisca a tutti gli attori coinvolti lo stesso strumento operativo per la gestione dei dati
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 11.LA SALUTE MENTALE
TITOLO DEL PROGETTO: 11.3 SISTEMA INFORMATIVO DELLA SALUTE MENTALE
REGIONALE
DURATA: 12 MESI
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.077.500,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
1.077.500,00
CONTESTO
In Calabria, si prevede un dipartimento per ciascuna Azienda sanitaria; il DSM, in relazione alla
densità della popolazione o alla estensione territoriale, può essere articolato in più moduli tipo,
“sottounità” del DSM che comprendono le componenti organizzative relative al corrispondente
ambito territoriale.
I dipartimenti di salute mentale sono attualmente 8: 4 nel territorio dell’ASP di CS, e 1 in ciascuna
delle altre ASP.
Aspetti problematici e criticità
Non è uniforme, da parte delle direzioni DSM, l’adozione degli atti di coordinamento, finalizzati al
raccordo funzionale di tutti i servizi, nell’ottica della qualità (efficienza, efficacia, appropriatezza) e
dell’equità, a garanzia della continuità terapeutica fra assistenza ambulatoriale, domiciliare,
semiresidenziale, residenziale e ospedaliera.
Rete di Salute Mentale
Si vuole costituire una rete regionale di salute mentale, che coinvolga tutti gli attori del sistema,
come indicato nella figura seguente:
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 11.LA SALUTE MENTALE
TITOLO DEL PROGETTO: 11.3 SISTEMA INFORMATIVO DELLA SALUTE MENTALE
REGIONALE
DURATA: 12 MESI
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.077.500,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
1.077.500,00
Tipo Struttura
N° Struttura
Regione
DSM
CSM
CD
SPDC E DH
SR
TOTALE
1
5
33
15
117
894
1065
Postazioni hardware da
attivare
5
5
33
15
117
0
175
Gli strumenti a supporto della rete sono:
 Acquisizione infrastrutture e hardware
 Progettazione e realizzazione sistema software
Dimensionamento della rete
La rete di Salute Mentale coinvolge in maniera diretta (attraverso la fornitura di postazioni
multimediali, adeguamento rete e sistema informativo) 175 postazioni. Sono invece 894 le strutture
che verranno coinvolte indirettamente attraverso l’utilizzo del sistema informativo
OBIETTIVI
L'obiettivo che si intende perseguire attraverso la realizzazione della rete di salute mentale è la
creazione di una base dati integrata incentrata sul paziente, dalla quale rilevare, in una cornice
unitaria, le informazioni riguardanti le caratteristiche delle persone sottoposte a trattamenti per le
patologie riconducibili all'ambito salute mentale.
La rete viene realizzata per monitorare gli interventi sanitari erogati alle persone adulte con
problemi psichiatrici ed alle loro famiglie. In particolare, il sistema avrà le seguenti finalità:
 monitoraggio dell'attività dei servizi, con analisi del volume di prestazioni e valutazioni
epidemiologiche sulle caratteristiche dell'utenza e sui pattern di trattamento;
 supporto alle attività gestionali della Regione Calabria e dei Dipartimenti di salute mentale,
anche per valutare il grado di efficienza e di utilizzo delle risorse oltre che rendere
omogenea la rilevazione e gestione delle informazioni;
 supporto alla costruzione di indicatori di struttura, processo ed esito sia a livello regionale
che nazionale.
Il progetto, direttamente od indirettamente, si pone i seguenti obiettivi
• acquisire informazioni precise circa l'offerta dei servizi nelle diverse Aree territoriali;
• avere informazioni utili a promuovere l’omogeneità delle prestazioni in tutte le aree del
territorio regionale, in termini di qualità ed equità;
• valorizzare il ruolo dei Centri di salute mentale, quali sede organizzativa dell’équipe degli
operatori e del coordinamento degli interventi;
115
Regione Calabria
•
•
•
•
•
•
•
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 11.LA SALUTE MENTALE
TITOLO DEL PROGETTO: 11.3 SISTEMA INFORMATIVO DELLA SALUTE MENTALE
REGIONALE
DURATA: 12 MESI
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.077.500,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
1.077.500,00
garantire l’appropriato utilizzo delle strutture semiresidenziali e residenziali;
utilizzare le risorse in modo appropriato, efficiente e rispettoso di elevati standard
qualitativi;
adottare un modello di valutazione dell’efficienza e dell’efficacia, tramite specifici
indicatori di performance;
standardizzare Modelli per la rilevazione delle attività terapeutico riabilitative
definire parametri per l’appropriatezza di un inserimento in una residenza psichiatrica
accreditata
definire parametri per l’appropriatezza di un ricovero ospedaliero (sia volontario che
obbligatorio).
uniformare la rilevazione delle attività assistenziali e definire un glossario comune sulla
definizione delle prestazioni.
Il Sistema Informativo persegue i seguenti obiettivi:
• Fornire alle strutture gli strumenti hardware e software di supporto alla gestione che consentano di
registrare in modo centralizzato e normalizzato tutti i dati necessari a soddisfare le esigenze di:
 Gestione dei dati sanitari di salute mentale
 Gestione della rendicontazione tra Enti e verso l’NSIS.
• Garantire a tutti gli operatori socio-sanitari la possibilità di registrare in tempo reale i dati
fondamentali sui trattamenti in essere e di accedere ai dati necessari ad un’erogazione ottimale dei
servizi in carico, sempre nel rigoroso rispetto degli obblighi di riservatezza prescritti dalle norme
vigenti.
• Fornire al management dei DSM e della Regione strumenti per produrre in modo completamente
automatizzato la reportistica da trasmettere periodicamente all’NSIS, nonché prospetti statistici
sull’attività nel suo complesso e delle singole strutture territoriali.
Il sistema verrà messo a disposizione delle ASP quale strumento di gestione delle attività del
dipartimento. Tuttavia, qualora le AASSPP avessero la necessità di mantenere attivi loro sistemi
informativi a copertura di una parte delle funzionalità previste dalla rete regionale, è prevista una
integrazione delle piattaforme che consentirà comunque il raggiungimento dell’obbiettivo
progettuale.
In particolare verranno attivate le seguenti procedure:
• Valutazione del set di informazioni già esistenti;
• Analisi delle informazioni necessarie, e da integrare nei sistemi esistenti, in riferimento al
Decreto suddetto;
• Integrazione del sistema esistente con modulo di realizzazione del flusso informativo
previsto dal decreto, secondo lo standard XML;
• Omogeneizzazione delle piattaforme
Anche in questi casi quindi resteranno inalterate le funzionalità disponibili relativamente a:
• Gestione dei file inviati;
• Accesso a portale dedicato, mediante credenziali di accesso;
• Ricerca dei file inviati;
116
Regione Calabria
•
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 11.LA SALUTE MENTALE
TITOLO DEL PROGETTO: 11.3 SISTEMA INFORMATIVO DELLA SALUTE MENTALE
REGIONALE
DURATA: 12 MESI
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.077.500,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
1.077.500,00
Cruscotti statistici
Il sistema sarà in grado di effettuare ogni sorta di interrogazione sui dati contenuti. Si potranno
elaborare statistiche per:
•
Tipologia di assistito
•
Tipologia di prestazioni erogate
•
Causali di accesso al sistema
•
Esito dell’episodio
•
Valorizzazione economica delle attività svolte
•
Altro
METODOLOGIA
Il progetto si articola secondo le seguenti azioni principali:
 Riunioni con i referenti dei 5 DSM operanti sul territorio Regionale
 Costituzione di un gruppo di lavoro regionale presso il Dipartimento tutela della salute ed
individuazione di una rete di referenti aziendali finalizzata al recepimento delle esigenze
locali ed alla definizione dello stato dell’arte esistente localmente;
 Analisi e definizione di standard
 Sviluppo ed implementazione del sistema informativo
 Fornitura hardware e software
 Startup sistema informativo
 Formazione
 Verifica degli esiti raggiunti attraverso un programma di intervento caratterizzato dal
coinvolgimento attivo dei DSM.
E’ prevista infine un’attività di verifica, con periodicità semestrale, con redazione di una relazione
sullo stato del progetto che sarà redatta a cura del gruppo di lavoro regionale.
TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA )
Le azioni sopra indicate saranno svolte nel territorio regionale secondo il seguente cronoprogramma
MESI
01
02-03
04-09
10
11
12
AZIONI
Riunioni con i referenti dei 5 DSM
Costituzione gruppo di lavoro
Analisi del sistema informativo e definizione di standard
Sviluppo ed implementazione del sistema informativo
Fornitura hardware e software
Installazione software
Formazione
Verifica degli esiti raggiunti
117
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 11.LA SALUTE MENTALE
TITOLO DEL PROGETTO: 11.3 SISTEMA INFORMATIVO DELLA SALUTE MENTALE
REGIONALE
DURATA: 12 MESI
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.077.500,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
1.077.500,00
INDICATORI
Indicatori di performance
Indicatori Centri di Salute mentale (CSM)
• Utenti con almeno un contatto con il Centro di Salute Mentale per gruppo diagnostico
• Utenti con conclusione di trattamento
• Utenti entrati in contatto per la prima volta nell’anno
• Attività erogate nei CSM
• Utenti dimessi da SPDC, che ricevono una visita psichiatrica in CSM entro 14 giorni dalla
dimissione
Indicatori Centri Diurni (CD)
• Utenti in contatto con i Centri Diurni per gruppo diagnostico
Indicatori Servizi psichiatrici di diagnosi e cura (SPDC)
• Dimissioni da SPDC per gruppo diagnostico
• Giornate di degenza erogate
• Riammissioni in SPDC a 30 e 180 giorni
• Durata media di degenza
Indicatori Strutture residenziali psichiatriche
• Utenti presenti in Strutture Residenziali per gruppo diagnostico
• Utenti dimessi da Strutture Residenziali
• Giornate di degenza erogate in Strutture Residenziali
• Pazienti inviati in SPDC
Indicatori Generali
 Utenti afferenti al dipartimento di Salute Mentale
QUADRO ECONOMICO
Varie
Missioni
Formazione
Campagne pubblicitarie, Workshop, Convegni
progettazione e realizzazione sistema informativo
Acquisizione Hardware per 175 postazioni multimediali +
Infrastruttura Centrale server
Adeguamento rete dati fisica e di connettività per 175
postazioni
Totale
118
130.000,00
10.000,00
50.000,00
40.000,00
450.000,00
277.500,00
120.000,00
1.077.500,00
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 11.LA SALUTE MENTALE
TITOLO DEL PROGETTO: 11.3 SISTEMA INFORMATIVO DELLA SALUTE MENTALE
REGIONALE
DURATA: 12 MESI
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.077.500,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
1.077.500,00
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
2012
2013
Totale
Dipartimento Tutela della salute 1.077.500,00
e politiche sanitarie
1.077.500,00
Totale
Criterio di distribuzione: La quota per il 2012 è stata accantonata in GSA, è una spesa
accentrata, la gestione ed il coordinamento delle attività del progetto sono svolte dal Servizio
competente del Dipartimento Tutela della salute della Regione Calabria. Il progetto ha
durata 12 mesi.
119
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 11. LA SALUTE MENTALE
TITOLO DEL PROGETTO: 11.4 MODELLO OPERATIVO PER LA PRESA IN CARICO DEI
SOGGETTI CON DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO E DELLO SVILUPPO IN ETÀ
EVOLUTIVA
DURATA: 2012 (12 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 225.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
225.000,00
CONTESTO
Le sindromi da alterazione globale dello sviluppo psicologico sono caratterizzate da anomalie
qualitative delle interazioni sociali e delle modalità di comunicazione e da un repertorio limitato,
stereotipato e ripetitivo di interessi e di attività. L’autismo e i disturbi dello spettro autistico inseriti
in tale contesto costituiscono dei quadri clinici i cui sintomi sono rilevabili entro il secondo/terzo
anno di vita e si manifestano con gravi alterazioni nelle aree della comunicazione verbale e non
verbale, dell’interazione sociale e dell’immaginazione. Sebbene attualmente l’eziologia non sia
nota le nuove conoscenze scientifiche e la costante ricerca di nuove metodologie di intervento
stanno aprendo nuove prospettive in termini di miglioramento della qualità di vita dei bambini e
delle loro famiglie oltre a favorire lo sviluppo di nuovi approcci epistemologici in ambito
psicopatologico e, più in generale, per quanto riguarda le neuroscienze. Oggi si sa che la possibilità
di migliorare la loro qualità di vita dipende in maniera diretta dal tempismo con il quale si riesce ad
effettuare una valutazione e, di conseguenza, dall’adozione di terapie mirate al singolo caso. Ne
consegue che intorno a questi quadri clinici si è attivata quasi una situazione di emergenza/urgenza
sanitaria per giungere con rapidità alla valutazione, alla presa in carico e al trattamento. Visto
l’incremento dei disturbi psicopatologici in EE, in parte dovuto anche ad una maggiore sensibilità
da parte di operatori per l’età evolutiva, si pone il problema di come incidere maggiormente a
livello preventivo individuando i segnali precoci di all’erta che i bambini ci inviano (disagio).
Segnali che se precocemente riconosciuti sono capaci di modificare la storia naturale del disturbo.
La Tutela della Salute Mentale in Età Evolutiva e Adolescenziale costituisce un impegno di
“valenza strategica” dei sistemi sociosanitari per la notevole rilevanza che il disagio psichico ha
nell’influenzare lo stato di Salute della popolazione in Età Evolutiva ed adulta, il valore preventivo
che ha nei riguardi della malattia mentale dell’adulto.
La salute Mentale in età evolutiva ci impone di leggere il dis-agio come segnale di rischio
evolutivo, di sofferenza psichica, di all’erta precoce,di vulnerabilità soggettiva o ambientale;
cercare di capire i segnali del disagio per quello che sono, per quello che segnalano, per quello che
potranno diventare l’impegno richiesto in campo preventivo per la riduzione dei fattori rischio per
il potenziamento dei fattori protettivi quali interventi, dove, come e quando incidere e quale Rete
attivare.
A più livelli viene evidenziato quanto sia necessario oggi soprattutto quando e' in gioco la Salute
dei Bambini, prestare particolare attenzione al loro Ben-Essere Mentale, oltre che fisico;
perseguire le priorita' dei diritti del minore con disturbi NP, lo sviluppo di sistemi di monitoraggio
dei processi e degli esiti come miglioramento delle cure; pervenire alla soluzione di eventuali
problemi multipli alla specializzazione dei trattamenti all’individuazione di percorsi di formazione,
ricerca e intervento; mantenere un alto livello di guardia, e di all’erta per evitare conseguenze
negative in futuro, i disturbi nell‘Eta' dello sviluppo debbono essere curati durante lo sviluppo.
Negli ultimi decenni infatti il disagio in E.E. ha assunto un ruolo sempre più importante
sia per il trend in aumento dei disturbi mentali con elevato carico assistenziale sia per l’elevato
costo assistenziale e sociale per l’individuo, la famiglia, la collettività.
120
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 11. LA SALUTE MENTALE
TITOLO DEL PROGETTO: 11.4 MODELLO OPERATIVO PER LA PRESA IN CARICO DEI
SOGGETTI CON DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO E DELLO SVILUPPO IN ETÀ
EVOLUTIVA
DURATA: 2012 (12 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 225.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
225.000,00
Va evitato che un numero crescente di bambini e ragazzi con disagio psichico rimanga non solo
senza risposte adeguate, ma addirittura non venga riconosciuta come tale.
Va invece conosciuto, capito, e accompagnato nel suo percorso di crescita in un concetto non di
curare ma di prendersi cura.
E’ importante che nelle nostre strutture
- la sofferenza e il danno evolutivo ritrovino voce grazie ad un luogo di ascolto
- l’intero quadro clinico riceva risposte per tutto l’arco evolutivo
- il problema nella sua complessità venga affronta in modo multidisciplinare e integrato
- possa essere pic la cronicità delle alterazioni organiche, delle condizioni psicopatologiche
E’ molto importante che si possa cominciare a considerare l’Età Evolutiva come il terreno su cui si
decide sulla salute mentale per tutta la vita.
I dati epidemiologici evidenziano:
a
un incremento della patologia neuropsichiatrica nei minori (oltre il 20% per l’OMS) Le
rilevazioni epidemiologiche in letteratura confermano tale dato oscilla tra il 18-22% della
popolazione generale. Di questi solo il 4-8% della popolazione in Età Evolutiva. viene in contatto
con i Servizi di NPIA (Levi, Penge 2002):
b
rischio neuropsichiatrico maggiore per i soggetti con grave disagio psico-sociale: 1/4 nella
popolazione ad alto rischio per fattori sociali culturali ed economici,
c
la probabilità di gravi problemi psicopatologici e sociali in età evolutiva. La cui % di rischio
dipende anche dagli interventi ricevuti .“Non intervenire” sostiene Levi “ oltre a ridurre in maniera
terribile la qualità di vita di queste persone e delle loro famiglie, significa incrementare a livelli
disastrosi la spesa pubblica per le pensioni di invalidità et similia” .
Tra i quadri clinici piuttosto rilevanti che hanno contribuito a determinare l’incremento della
patologia neuropsichiatrica in età evolutiva vi rientrano l’autismo e i disturbi dello spettro autistico:
Oggi in Italia sono riscontrabili un 1 b.no /su 200, venti anni fa il rapporto era 1/1.500-2.000.. Un
aumento quindi del 1.000%, che rappresenta una crescita esponenziale del disturbo, in parte frutto
di una maggiore consapevolezza dei pediatri ad individuarlo anche se ancora oggi viene troppo
spesso diagnosticato in ritardo e affrontato con terapie non idonee
“Le conoscenze in merito al disturbo autistico si sono modificate in modo drammatico nelle ultime
due decadi” citano le LG specifiche “il dibattito scientifico e culturale in tema di autismo si è
sviluppato molto sia in termini di nuove acquisizioni, che di collaborazione e confronto tra
Università, Servizi, Istituzioni e Famiglie”………. “Tuttavia, a 60 anni dalla sua individuazione da
parte di Leo Kanner (1943), persistono ancora notevoli incertezze in termini di eziologia, elementi
caratterizzanti il quadro clinico, confini nosografici con sindromi simili, diagnosi, presa in carico,
evoluzione a lungo termine.
A partire dai contributi di Leo Kanner e Hans Asperger che identificarono le prime forme di
autismo, le conoscenze scientifiche in merito si sono notevolmente arricchite, aumentando la nostra
comprensione dei quadri clinici e migliorando gli strumenti diagnostici e di valutazione precoce.
Negli ultimi anni sono stati discussi i progressi nella ricerca genetica e ambientale, senza trascurare
i modelli animali, le scoperte sui neuroni a specchio e l'immunologia.
I dati internazionali epidemiologici dei Disturbi dello spettro autistico evidenziano un aumento della
Prevalenza media, stimata al 4%00 negli anni '60 e del 10%00 nel 2005 (Meledandri G:, 2009). A
121
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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 11. LA SALUTE MENTALE
TITOLO DEL PROGETTO: 11.4 MODELLO OPERATIVO PER LA PRESA IN CARICO DEI
SOGGETTI CON DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO E DELLO SVILUPPO IN ETÀ
EVOLUTIVA
DURATA: 2012 (12 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 225.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
225.000,00
ciò si aggiungono la segnalazione e l'invio sempre più precoce da parte dei Pediatri di base per una
valutazione del ritardo di sviluppo.
Come è noto impiegando i due sistemi diagnostici più conosciuti, ovvero il DSM-IV TR e l'ICD 10,
si è preferito parlare di autismo in termini di disturbi dello spettro autistico (DSA) includendo
un'ampia varietà quadri clinici.
In termini più semplici e descrittivi, il disturbo autistico viene definito come una sindrome
comportamentale, causata da un disordine dello sviluppo, determinato biologicamente, con esordio
nel corso dei primi tre anni di vita.
Si manifesta con
compromissioni qualitative del linguaggio anche molto gravi fino in alcuni casi a una totale
assenza dello stesso;
incapacità o importanti difficoltà a sviluppare una reciprocità emotiva, sia con gli adulti sia
con i coetanei, che si evidenzia attraverso comportamenti, atteggiamenti e modalita` comunicative
anche non verbali non adeguate all’eta`, al contesto o allo sviluppo mentale raggiunto
interessi ristretti e comportamenti stereotipati e ripetitivi.
Tutti questi aspetti possono accompagnarsi anche a ritardo mentale, a comportamenti disfunzionali
seriamente problematici, possibili comorbidità psichiatriche, creando le condizioni per gravi
menomazioni e compromissioni delle capacità di adattamento sociale e personale e di
partecipazione alle relazioni interpersonali.
Per aiutare a superare il disorientamento dei genitori e degli operatori coinvolti nella diagnosi e
nella formulazione del progetto terapeutico sono state elaborate diverse Linee Guida:(LG)
a.
le Linee .Guida. per l'autismo a cura della SINPIA nel 2005;
b.
le Linee Guida dello ScottishIntercollegiateGuidelines Network nel 2007, e
c.
le Linee Guida per il trattamento per i disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli
adolescenti elaborate dall'Istituto Superiore di Sanità nel 2011.
Tuttavia, persistono ancora oggi incertezze in termini di
⇒
Eziopatogenesi,
⇒
Inquadramento nosografico,
⇒
Diagnosi differenziale,
⇒
Presa in carico
⇒
Prognosi ed Evoluzione a lungo termine.
A ciò si aggiunge la frammentarietà degli studi sull'efficacia.
Si rileva sempre di più la necessità di una valutazione età-specifica e caso-specifica, come tra l'altro
indicato nelle Linee Guida dell’Istituto Superiore Sanità, ( LG n. 21/2011), nonché una presa in
carico mirata alle esigenze del bambino e della famiglia.
Come ha recentemente evidenziato Michael L. Rutter (2011), Progress in UnderstandingAutism:
2007-2010. In: J. AutismDev. Disord., 41: 395-404, non ci sono stati significativi sviluppi negli
ultimi tre anni per quanto riguarda la comprensione dell’autismo attraverso i trattamenti psicologici,
ma ciò che è veramente nuovo è l’introduzione di metodi di trattamento focalizzati a migliorare la
sensibilità e responsività dei caregiver.
122
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 11. LA SALUTE MENTALE
TITOLO DEL PROGETTO: 11.4 MODELLO OPERATIVO PER LA PRESA IN CARICO DEI
SOGGETTI CON DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO E DELLO SVILUPPO IN ETÀ
EVOLUTIVA
DURATA: 2012 (12 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 225.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
225.000,00
La diagnosi primaria deve arricchirsi di un percorso individualizzato, basato sulla centralità della
persona, che valorizzi le qualità individuali di ciascun bambino e della storia della famiglia. Tutto
ciò può essere colto con un approccio multi-assiale e multi-disciplinare che includa:
1) le capacità funzionali, emozionali ed evolutive
2) gli schemi di elaborazione della regolazione-sensoriale,
3) gli schemi di interazione madre-bambino e delle relazioni familiari
4) la presenza di altre diagnosi neurologiche o mediche
5) la rete sociale familiare, il contesto di appartenenza e il livello di adattamento sociale del minore.
Il documento Piano di Indirizzo per la Riabilitazione approvato nel febbraio 2011, elaborato da un
gruppo di lavoro ministeriale a cui hanno partecipato anche membri sia della SINPIA che della
SINFER, sostiene l’importanza di:
a.
fornire indicazioni sui criteri ed i requisiti dei vari setting riabilitativi
b.
meglio definire le strutture eroganti e i servizi erogati
c.
consentire l’appropriatezza d’uso in base alle competenze e alle risorse a disposizione
d.
ribadire, a fronte di interventi singoli e frammentati la necessità di una continuità
assistenziale e la necessità di un percorso riabilitativo individuale e assistenziale integrato
e.
affermare la “cultura del saper Fare, delle competenze
f.
riconoscere la specificità dell’età evolutiva nei percorsi di presa in carico
g.
introdurre nell’iter di presa in carico in EE un nuovo concetto quello di disabilità dello
sviluppo, in quanto riconosce che accanto all’intervento specifico c’è qualcosa di comune che può
essere affrontato trasversalmente
h.
sottolineare l’importanza di un lavoro multidisciplinare, da sempre cardine del lavoro
neuropsichiatrico infantile, e del coinvolgimento della persona e dei suoi familiari come elemento
imprescindibile del percorso riabilitativo.
Va, inoltre ricordato che la Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, disciplina medico
specialistica con i suoi Servizi
va a toccare una fascia di utenza (0-18 anni) che è ad altissimo rischio.
ha come specificità la tutela della salute mentale dei piccoli e delle famiglie attraverso il
compito di sviluppare attività di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione in ambito neurologico,
psichiatrico e neuropsicologico in tale fascia d’età
si occupa di disturbi altamente disomogenei tra di loro per tipologia, cronicità e pervasività,
per gravità e per comorbidità; per rapporto età/prevalenza; per stabilità e trasformabilità nel tempo;
ha la necessità di interventi multiprofessionali complessi e coordinati, ad elevato tempo
medio e di lungo periodo, spesso in rete con altre Istituzioni e nella presa in carico non può
prescindere:
dal coinvolgimento socio-familiare (famiglia, scuola, contesti di vita)
da un’azione convergente sanitaria e sociale
dal realizzare una quota elevata di attività indirette e di supporto, inevitabile corollario
dell’atto prettamente medico.
ha fra l’utenza reale, una quota di popolazione con bisogni multipli e complessi, che
perdureranno per tutta la vita; e soggetti con un elevato impatto sociale nell’immediato e per il
futuro
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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 11. LA SALUTE MENTALE
TITOLO DEL PROGETTO: 11.4 MODELLO OPERATIVO PER LA PRESA IN CARICO DEI
SOGGETTI CON DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO E DELLO SVILUPPO IN ETÀ
EVOLUTIVA
DURATA: 2012 (12 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 225.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
225.000,00
assolve a obblighi legislativi nei confronti delle scuole per i bambini certificati in situazione
di handicap (L104/92), e soggetti con difficoltà e o disturbi specifici di apprendimento(L170/2010)
ha necessità di effettuare una grande quantità di interventi "in assenza del paziente":
partecipazione ai GLH di Istituto agli incontri e contatti telefonici con i singoli Insegnanti, contatti
con i servizi in rete e con i tribunali, stesura di diagnosi funzionali e relazioni, attività essenziali per
una vero intervento di salute mentale in età evolutiva, ma spesso difficilmente quantificabili in
termini di tempi e di costi.
richiede complessa articolazione e organizzazione dei suoi servizi (allegato 6 Prog. Obiet.
Materno Inf. (POMI) 98-2000)
ha il compito di assolvere ad un duplice ruolo di:
1.
cura dei disturbi NP in età evolutiva,
prevenzione dei disturbi o distorsioni dello sviluppo, dei disturbi psichiatrici e degli esiti delle
disabilità organiche in tale fascia di età e, dei disturbi secondari che se non precocemente presi in
carico, si instaurano in età adulta:”nel 49% dei casi di patologia psichiatrica adulta, il soggetto ha
presentato dei segnali in età evolutiva ”( P. O.Materno-Infantile 98-2000)..
DESCRIZIONE
A.
La complessità e cronicità dei quadri clinici (disturbi dello spettro autistico e dello sviluppo)
con trasformabilità delle stesse nel percorso evolutivo rendono più complessi e articolati i
percorsi assistenziali
B. Il progetto dovrà sviluppare un modello di presa in carico dei soggetti con disturbi dello spettro
autistico e dello sviluppo in età evolutiva, per sviluppare:
 l’organizzazione di un servizio di Diagnosi e valutazione e di pic terapeutica più qualificato: in grado
di fornire diagnosi il più possibile complete e progetti terapeutici formulati adeguatamente da
un’equipe pluridisciplinare,
 la continuità delle cure con superamento di frammentazioni, duplicazioni e attese
 una maggiore efficacia ed efficienza della risposta: ottimizzazione del rapporto tra
appropriatezza e personalizzazione delle cure, utilizzando pienamente le potenzialità del
territorio di pertinenza cominciando così a costruire percorsi clinici e integrati specifici per patologie
(Lavoro per percorsi e per processi)
 i raccordi necessari con le realtà esistenti per garantire continuità assistenziale costituendo una vera e
propria rete di sicurezza e competenza rispetto alla problematica per dare l’avvio ad una Presa in
carico del minore e della sua famiglia che inizia con l’arrivo del minore nella struttura e che cessa con
la dimissione o per interruzione del trattamento
l’obiettivo sarà:
1. migliorare la qualità della vita dei bambini e delle famiglie attraverso interventi che
promuovano lo sviluppo di competenze adattive, lo sviluppo di capacità relazionali e della
intenzionalità comunicativa, nonché la riduzione delle stereotipie e l’ampliamento degli
interessi.
124
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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 11. LA SALUTE MENTALE
TITOLO DEL PROGETTO: 11.4 MODELLO OPERATIVO PER LA PRESA IN CARICO DEI
SOGGETTI CON DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO E DELLO SVILUPPO IN ETÀ
EVOLUTIVA
DURATA: 2012 (12 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 225.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
225.000,00
2. sostenere e aiutare i genitori nella cura della qualità della relazione e della comunicazione
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
con i loro figli e a migliorare la loro aderenza ai trattamenti (alleanza di lavoro), attraverso
la rielaborazione dei vissuti associati alla peculiare situazione clinica.
supportare i docenti con attività di consulenza per facilitare il percorso di integrazione
scolastica e favorire l’apprendimento
mettere in rete tutte le forze esistenti per permettere una risposta più appropriata ai bisogni
derivanti dalla patologia autistica nell'età evolutiva. Così da fornire al soggetto un “tessuto
ambientale” adeguato ad affrontare le complesse problematiche poste dalla patologia, reso
“abilitativo” dalla competenza di tutti i componenti e dalla condivisione del progetto
individualizzato,
garantire un insieme di prestazioni che consentano di mantenere la continuità assistenziale
tra il territorio e i Centri di II e III livello:
promuovere la presa in carico precoce, con l’elaborazione di piani di trattamento integrati e
in rete con altri servizi territoriali, specialistici e socioassistenziali, mirati ai bisogni
promuovere la formazione e l’integrazione delle diverse figure sanitarie (Pediatri di Libera
Scelta e Specialisti);e di tutti gli operatori della rete socio-sanitaria, educativa, e sociale
coinvolti nella gestione dei bambini con DSA;
migliorare le competenze e la comprensione dei genitori e fronteggiare il loro senso di
impotenza di fronte alle difficoltà comunicative dei bambini con DSA; il programma di
intervento pianificato e condiviso con la famiglia deve riguardare tutti gli ambiti di vita del
bambino per una maggiore efficacia dei risultati;
organizzare il tempo libero e migliorare la qualità delle relazioni interpersonali e il benessere
AZIONI
a. analisi delle modalità di presa in carico dei pazienti con disturbo dello spettro autistico nella
Provincia di CZ ;
b. Costituzione di una equipe professionale stabile con integrazione con il coinvolgimento
delle figure professionali specifiche;
c. Per ciascun profilo di paziente individuare all’interno della rete le strutture più idonee in
modo tale che ogni segmento del percorso di cure sia affidato alla struttura più idonea, per
valorizzare al massimo le prestazioni di ciascuna e migliorare l’outcome funzionale e
globale delle persone prese in carico;
d. Individuare modalità operative per garantire la massima continuità possibile nella presa in
carico;
e. Formulare programmi di formazione ed aggiornamento per il personale;
125
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 11. LA SALUTE MENTALE
TITOLO DEL PROGETTO: 11.4 MODELLO OPERATIVO PER LA PRESA IN CARICO DEI
SOGGETTI CON DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO E DELLO SVILUPPO IN ETÀ
EVOLUTIVA
DURATA: 2012 (12 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 225.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
225.000,00
f. Sperimentare le modalità organizzative e le metodologie di lavoro, che unificano le attività e
i compiti dei diversi momenti ed interventi, raccogliendo dati sul raggiungimento degli
obiettivi scelti;
g. Definire adeguati sistemi di feed-back per la rilevazione di eventuali criticità che emergono
dalla sperimentazione.
TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA)
MESI
1
2
3
a
X
X
b
X
X
4
5
6
OBIETTIVI
7
8
9
10
11
X
X
X
X
X
X
c
X
d
X
X
X
X
e
X
X
f
X
X
g
X
h
INDICATO
RI
(di struttura,
di processo,
di risultato)
RISULTAT
I ATTESI
SCHEDA
FINANZIA
RIA
12
X
N° documenti x realtà territoriali esistente
N° di documenti di formalizzazione (procedure, protocolli operativi)
N° incontri per la realizzazione del programma
Flow-chart operativo
Descrizione del modello organizzativo
Definizione del modello organizzativo aziendale territoriale per la pic dei soggetti con
disturbi dello spettro autistico e dello sviluppo in età evolutiva
Raccordi di rete per la continuità assistenziale
Incremento e potenziamento delle risorse esistente ( strumenti, attività ecc)
Varie
€ 55.000
Beni e servizi strumenti e attrezzature
€ 80.000
Formazione
€ 60.000
Pubblicizzazione dei risultati, convegni
€ 30.000
126
X
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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 11. LA SALUTE MENTALE
TITOLO DEL PROGETTO: 11.4 MODELLO OPERATIVO PER LA PRESA IN CARICO DEI
SOGGETTI CON DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO E DELLO SVILUPPO IN ETÀ
EVOLUTIVA
DURATA: 2012 (12 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Servizio n. 9 Area del disagio salute mentale,
tossicodipendenze – Dott.ssa Francesca Fratto – f.fratto@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 225.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
225.000,00
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
2012
2013
Totale
ASP RC
ASP VV
ASP CZ
225.000,00
ASP CS
ASP KR
A.O. RC
A.O. CZ
A.O. CS
A.O.U. Mater Domini
225.000,00
Totale
Criterio di distribuzione: La quota per il 2012 è stata accantonata in GSA , va assegnata
all’ASP di Catanzaro che si farà carico della sperimentazione del modello operativo per la
presa in carico dei soggetti con disturbi dello spettro autistico e dello sviluppo in età
evolutiva. Il progetto ha durata 12 mesi. Alla conclusione del progetto il modello
sperimentato sarà trasferito alle altre Aziende alle quali sarà assegnata la quota di
finanziamento che per l’anno 2013, con decreto n. 3781 del 2.4.2014, è stata impegnata in
G.S.A. e va ripartita secondo i vincoli stabiliti dell’Accordo Stato-Regioni del 20 febbraio
2014 rep. Atti n. 13/CSR.
127
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 12. PIANO NAZIONALE DELLA PREVENZIONE
TITOLO DEL PROGETTO: 12.1 PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE
DURATA: 12 MESI
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott.
Giacomino Brancati-g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 10.928.076,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012
€ 10.928.076,00
CONTESTO
L’Intesa Stato-Regioni e Province Autonome del 29 aprile 2010 ha approvato il Piano Nazionale
della Prevenzione 2010-2012 che, apre una fase di costruttiva interazione istituzionale in tema di
promozione della salute e prevenzione delle malattie, stabilisce che le Regioni si impegnino ad
adottare il Piano regionale di prevenzione per la realizzazione degli interventi previsti dal Piano
nazionale (PNP).
Il Piano nazionale della prevenzione prevede in modo innovativo:
a.
una impostazione culturale mirata a una azione preventiva sempre più
interdisciplinare e intersettoriale, esplorando tutte le aree operative sanitarie coinvolte in
attività di prevenzione ed anche settori esterni al sistema sanitario;
b.
la persona al centro della programmazione ed una maggiore attenzione alla
domanda, non solo ai servizi ;
c.
l’evidenza alla medicina predittiva e alla prevenzione terziaria sulle quali la
prevenzione si gioca molto rispetto ai progressi tecnico/scientifici ed alla transizione
demografica;
d.
l’enfasi sulla necessità di un uso sistematico ed efficace dei dati e della
sorveglianza come strumento di programmazione e valutazione.
Il PNP 2010-2012, distingue, come macro-aree di intervento:
1. la medicina predittiva, che si rivolge agli individui sani, ricercando la fragilità o il difetto
che conferisce loro una certa predisposizione a sviluppare una malattia
2. i programmi di prevenzione collettiva che mirano ad affrontare rischi diffusi nella
popolazione generale, sia con l’introduzione di politiche favorevoli alla salute o interventi di
tipo regolatorio, sia con programmi di promozione della salute o di sanità pubblica (come
programmi di sorveglianza e controllo delle malattie infettive), sia con interventi rivolti agli
ambienti di vita e di lavoro (come controlli nel settore alimentare, delle acque potabili,
prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, ecc);
3. i programmi di prevenzione rivolti a gruppi di popolazione a rischio e finalizzati a impedire
l’insorgenza di malattie (per esempio i programmi di vaccinazione in gruppi a rischio) o a
diagnosticare precocemente altre malattie (per esempio gli screening oncologici), o ancora a
introdurre nella pratica clinica la valutazione del rischio individuale e interventi successivi
di counselling o di diagnosi precoce e trattamento clinico (per esempio la prevenzione
cardiovascolare);
4. i programmi volti a prevenire complicanze e recidive di malattia e che promuovano il
disegno e l’implementazione di percorsi che garantiscano la continuità della presa in carico,
attraverso il miglioramento dell’integrazione all’interno dei servizi sanitari e tra questi e i
servizi sociali, di fasce di popolazione particolarmente fragili, come anziani, malati cronici,
portatori di polipatologie, disabili, ecc.
La stesura del Piano regionale Prevenzione 2010/2012 ha tenuto presente :
1. la continuità delle attività del Pnp 2005-2007 in termini di completamento degli obiettivi
non ancora raggiunti e di consolidamento ed estensione di quelli raggiunti;
2. lo sviluppo di attività in ciascuna delle macro-aree individuate nel PNP;
3. la messa a regime delle attività di sorveglianza.
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 12. PIANO NAZIONALE DELLA PREVENZIONE
TITOLO DEL PROGETTO: 12.1 PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE
DURATA: 12 MESI
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott.
Giacomino Brancati-g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 10.928.076,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012
€ 10.928.076,00
Al fine di mettere a punto un Prp centrato sul cittadino, solido dal punto di vista metodologico ed
efficace rispetto agli obiettivi fissati, la Regione Calabria, ha predisposto il Piano Regionale di
Prevenzione per il successivo triennio, approvato dalla Giunta Regionale con DGR n. 851 del
29.12.2010 composto da :
 un quadro strategico sul profilo di salute della popolazione calabrese, che ha motivato la
scelta delle linee di intervento generali adottate e consentito di collocare i programmi e i
progetti all’interno della realtà regionale;
 Quadro d’insieme del PRP 2010/2012 che declina la parte operativa del Piano regionale di
prevenzione contenente n. 66 programmi e progetti che la Regione ha attivato per il
triennio in continuità con le attività del Prp 2005/2007 e successive proroghe.
La Regione Calabria, per la predisposizione del PRP rispondente ai principi contenuti nel PNP, con
specifico percorso ( decreto del DG n. 14602 del 22 ottobre 2010), ha formato n. 50 tecnici, esperti,
dirigenti del servizio sanitario, provenienti dalle Aziende sanitarie provinciali e dal Dipartimento
tutela della salute, costituendo una ‘comunità competente’ regionale, che dialoga con la comunità di
pratica sulla piattaforma nazionale coordinata dal Cnesps dell’ISS. A supporto delle attività
formative e per la redazione dei progetti con metodo PCM ( Project Cycle Management) è stato
stampato e distribuito agli operatori sanitari il volume “La valutazione di Impatto sulla salute delle
politiche di welfare a livello locale: metodi e strumenti operativi” , che contiene le indicazioni
essenziali per sviluppare tutti gli stadi della valutazione delle azioni di promozione della salute: dal
piano di prefattibilità al consolidamento, diffusione e sviluppo delle lezioni apprese.
Al fine di coordinare le attività previste nel PNP e per la predisposizione del Piano regionale di
Prevenzione con la collaborazione degli esperti regionali formati, con decreto del DG n. 14265 del
15 ottobre 2010, è stato istituito il coordinamento regionale del PRP 2010/2012.
Il piano operativo del PRP 2010/2012 si sviluppa in n. 66 programmi e progetti delle linee
d’intervento di ciascuna delle quattro macro-aree:
1. la medicina predittiva, che si rivolge agli individui sani, ricercando la fragilità o il difetto
che conferisce loro una certa predisposizione a sviluppare una malattia;
2. la prevenzione universale che mira ad affrontare rischi diffusi nella popolazione generale,
sia con l’introduzione di politiche favorevoli alla salute o interventi di tipo regolatorio, sia
con programmi di promozione della salute (promozione di sani stili di vita) o di sanità
pubblica (come programmi di sorveglianza e controllo delle malattie infettive), sia con
interventi rivolti agli ambienti di vita e di lavoro (come controlli nel settore alimentare, delle
acque potabili, prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, ecc.);
3. la prevenzione popolazione a rischio finalizzata a impedire l’insorgenza di malattie (per
esempio i programmi di vaccinazione in gruppi a rischio) o a diagnosticare precocemente
altre malattie (per esempio gli screening oncologici), o ancora a introdurre nella pratica
clinica la valutazione del rischio individuale e interventi successivi di counselling o di
diagnosi precoce e trattamento clinico (per esempio la prevenzione cardiovascolare, diabete,
ipovisione , ipoacusia ecc.);
4. la prevenzione delle complicanze e recidive di malattia e che promuovano il disegno e
l’implementazione di percorsi che garantiscano la continuità della presa in carico, attraverso
il miglioramento dell’integrazione all’interno dei servizi sanitari e tra questi e i servizi
sociali, di fasce di popolazione particolarmente fragili, come anziani, malati cronici,
portatori di polipatologie, disabili, ecc..
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 12. PIANO NAZIONALE DELLA PREVENZIONE
TITOLO DEL PROGETTO: 12.1 PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE
DURATA: 12 MESI
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott.
Giacomino Brancati-g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 10.928.076,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012
€ 10.928.076,00
Per la realizzazione e monitoraggio/valutazione dei programmi e dei progetti contenuti nel piano
operativo del PRP 2010/2012 con decreto n. 888 del 16.2.2011 sono stati istituiti specifici gruppi di
lavoro, per le linee di intervento, con gli operatori del servizio sanitario regionale componenti della
comunità competente regionale all’uopo formati con il compito di: coordinare le attività e la
conduzione dei programmi/progetti ricadenti nelle linee di intervento a loro assegnate per
consentire, al 31.12.2011 e al 31.12.2012, la certificazione da parte della Direzione operativa del
CCM del Ministero della Salute.
Per ogni linea di intervento sono stati istituiti gruppi di lavoro per singolo progetto/ programma con
l’integrazione di competenze necessarie alla realizzazione degli stessi.
Tale strategia operativa ha consentito l’avvio in tutte le Aziende sanitarie Provinciali dei programmi
e dei progetti contenuti nel Piano operativo del PRP.
Sono state avviate le procedure per la stipula di Accordi di collaborazione con l’INAIL e l’INPS per
la sicurezza sui luoghi di lavoro.
Il protocollo d’intesa sottoscritto con l’Ufficio Scolastico Regionale della Calabria ha avuto lo
scopo di avviare formalmente un rapporto di collaborazione interistituzionale per favorire e
sostenere lo svolgimento a livello scolastico di attività, iniziative nel campo della prevenzione e
Promozione della salute, rendendo operativi, a livello locale, i programmi nazionali Guadagnare
Salute e Benessere dello Studente e dei progetti contenuti nel PRP 2010/2012 rivolti alla
popolazione scolastica.
Per promuovere azioni efficaci di prevenzione e promozione della salute nelle scuole della
Calabria, promuovere le life skills nei ragazzi, aumentare l’empowerment nella scuola, è stato
predisposto dal gruppo regionale per la promozione della salute, composto da referenti
dell’educazione sanitaria della scuola e della sanità, istituito con decreto n. 12783 del 2.9.2010, il
progetto “Scuola e Sanità : da una Regione in movimento alla promozione della salute come
proposta pedagogica stabile”, che raggruppa le attività di prevenzione e promozione della salute da
svolgere nelle scuole calabresi di ogni ordine e grado per l’anno scolastico 2011/2012, finalizzate
alla creazione della rete regionale di “scuole promotrici di salute”.
Sono stati effettuati una serie di incontri tra i referenti regionali e provinciali della promozione della
salute della scuola e della sanità, nei quali sono stati calendarizzati gli eventi formativi rivolti ai
docenti delle scuole coinvolte a livello regionale e provinciale per ogni ordine di scuola.
Sono stati attivati in tutte le Aziende Sanitarie Provinciali i sistemi di sorveglianza Okkio alla
Salute sulla prevenzione dell’obesità infantile, indagine conoscitiva da ripetere ogni due anni, e
HBSC (HealthBehaviour in School-agedChildren) indagine conoscitiva sui comportamenti e stili di
vita degli adolescenti da ripetere ogni quattro anni, per i quali sono attivi i processi dimessa a
regime degli stessi in tutte le ASP.
Sono attivate le procedure per la messa a regime del sistema di sorveglianza PASSI (Progressi delle
Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), avviato nel 2007 con l’obiettivo di effettuare un
monitoraggio a 360 gradi sullo stato di salute della popolazione adulta (18-69 anni) italiana,
attraverso la rilevazione sistematica e continua delle abitudini, degli stili di vita e dello stato di
attuazione dei programmi di intervento finalizzati a modificare i comportamenti a rischio della
popolazione adulta.
A seguito della fase sperimentale del progetto PASSI d’Argento, rilevazione dello stato di salute
della popolazione anziana ultra 64enne, avviata a livello nazionale dall’Istituto superiore di sanità,
alla quale la Calabria ha partecipato con l’ASP di Cosenza, sono state avviate le procedure per la
130
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 12. PIANO NAZIONALE DELLA PREVENZIONE
TITOLO DEL PROGETTO: 12.1 PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE
DURATA: 12 MESI
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott.
Giacomino Brancati-g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 10.928.076,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012
€ 10.928.076,00
messa a regime nella Regione Calabria di un sistema di monitoraggio sullo stato di salute della
popolazione anziana in particolare con disabilità e sulla qualità degli interventi assistenziali e socioassistenziali, con l’obiettivo di raggiungere nel 2012 la copertura dell’intero territorio regionale.
Le azioni intraprese con singoli progetti approvati dal CCM nel corso del 2009 e 2010 sono state
integrate nei progetti del PRP 2010/2012 e prioritari nel POA Obiettivo specifico 3.6.13.52
“Potenziare le attività di prevenzione e di promozione della salute”nel quale sono stati individuati
n. 5 programmi/progetti di maggiore impatto finalizzati a potenziare le attività di prevenzione e di
promozione della salute ricadenti nella macroareaPrevenzione Universale e nella Macroarea
Prevenzione delle complicanze e delle recidive di malattia del PRP 2010/2012:
1. linea di intervento: Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito stradale – Progetto
scegliere la strada della sicurezza : i moltiplicatori delle azioni preventive (DGR 20
settembre 2010 n. 616) Obiettivo di salute del progetto: Implementare interventi di tipo
preventivo-educativo, comunicativo-formativo sui rischi connessi alla guida sotto l'effetto di
alcol e sostanze o al mancato utilizzo dei dispositivi di protezione individuali nelle realtà
locali.
2. Linea di intervento: Prevenzione delle malattie infettive per le quali non vi è disponibilità di
vaccinazioni - Progetto La Peer Education. Prevenzione delle infezioni sessualmente
trasmissibili, obiettivo di salute del progetto: Promuovere la partecipazione attiva dei
giovani formati (peer educator) nelle azioni di prevenzione sui temi dell’educazione
sessuale e delle malattie sessualmente trasmissibili nei loro contesti di riferimento (scuola,
famiglia, gruppo di amici, comunità locale).
3. Linea di intervento: Prevenzione e sorveglianza di abitudini, comportamenti, stili di vita
non salutari e patologie correlate (alimentazione scorretta, sedentarietà, abuso di alcol,
tabagismo, abuso di sostanze):
a. Progetto Gestione e valorizzazione integrata delle informazioni derivanti dai sistemi di
sorveglianza correnti per gli stili di vita: 1) Okkio alla salute, 2) HBSC, 3) PASSI Obiettivo: Produrre e rendere disponibili in maniera integrata e sistematizzata le
informazioni, sulla popolazione infantile , adolescenti e adulti, per la costruzione dei profili
di salute, la definizione di priorità e la valutazione di impatto.
b. Programma “scuole promotrici di salute” – collaborazione interistituzionale scuola e sanità
– “ Guadagnare salute negli adolescenti” , obiettivo : attività di prevenzione e promozione
della salute da svolgere nelle scuole calabresi di ogni ordine e grado.
4. Linea di intervento Prevenzione e sorveglianza della disabilità e della non autosufficienza :
Progetto Messa a regime nella Regione Calabria di un sistema di monitoraggio sullo stato
di salute della popolazione anziana in particolare con disabilità e sulla qualità degli
interventi assistenziali e socio-assistenziali _ PASSI D’ARGENTO Obiettivo: Produrre e
rendere disponibili in maniera integrata le informazioni, sulla popolazione ultra 64enne per
131
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: 12. PIANO NAZIONALE DELLA PREVENZIONE
TITOLO DEL PROGETTO: 12.1 PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE
DURATA: 12 MESI
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott.
Giacomino Brancati-g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 10.928.076,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012
€ 10.928.076,00
5. la costruzione dei profili di salute, la definizione di priorità e la valutazione di impatto.
Le attività sono state attivate e realizzate in ogni singola azienda. La Regione Calabria avendo
ottemperato ai criteri della valutazione, ha ottenuto la certificazione per gli anni 2010, 2011 e 2012,
risultando adempiente nei LEA.
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
2012
2013
Totale
ASP RC
2.812.637,55
2.812.637,55
ASP VV
833.407,37
833.407,37
ASP CZ
1.837.110,36
1.837.110,36
ASP CS
3.645.130,92
3.645.130,92
ASP KR
871.713,80
871.713,80
A.O. RC
A.O. CZ
A.O. CS
A.O.U. Mater Domini
Dipartimento
tutela
928.076,00
928.076,00
della salute
10.928.076,00
10.928.076,00
Totale
Criterio di distribuzione: la per l’anno 2012 è ripartita a quota capitaria sulla popolazione
residente al 1.1.2012 – Per l’anno 2013 con decreto n. 3781 del 2.4.2014 impegno in G.S.A.
per successivo riparto secondo i vincoli stabiliti dell’Accordo Stato-Regioni del 20 febbraio
2014 rep. Atti n. 13/CSR nonché per quanto stabilito nel P.O. 2013-2015–
132
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012.
1. MISURE DIRETTE AL CONTRASTO DELLE DISEGUAGLIANZE IN SANITA’
TITOLO DEL PROGETTO: 1.1 MEDICINA D’INIZIATIVA PER UNA SANITA’ PIU’ EQUA
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott.
Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.860.016,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012
€ 1.860.016,00
PREMESSA
L’equità di accesso ai servizi sanitari è l’obiettivo centrale del sistema sanitario nazionale, diritto
alla salute sancito dalla stessa Costituzione Italiana (art. 3 paragrafo 2 e art. 32) che nel 2001 ha
visto l’integrazione di un nuovo articolo che stabilisce come una delle competenze esclusive dello
Stato, sia la determinazione dei livelli essenziali dei servizi relativi ai diritti civili e sociali che
devono essere garantiti nel complesso del territorio nazionale.
L’obiettivo prevalente risulta essere quello di garantire l’equità nell’accesso ai livelli essenziali di
assistenza secondo i bisogni di cura della popolazione, contrastando le determinanti di
diseguaglianza .
Gli osservatori di politiche sanitarie regionali e nazionali, rilevano quanto le disuguaglianze sociali
abbiano un forte impatto sulla salute degli individui e quanto, fattori quali lo stile di vita, le
politiche economiche e sociali, e il ruolo dell’investimento nella salute e nell’assistenza sanitaria
determinino significative differenze nello stato di salute della popolazione (OMS, 2005).
Va inoltre evidenziato quanto rilevato dagli studi nella maggioranza dei paesi, sia in via di sviluppo
che industrializzati, relativamente al fatto che gli individui che godono di buone condizioni
socioeconomiche tendono ad avere non solo una più lunga speranza di vita ma anche di qualità
migliore.
Emerge dai rapporti sui determinanti delle diseguaglianze, come “il rapporto fra salute e condizione
socio-economica risulta bivalente: lo stato di salute influenza la posizione socioeconomica
(selezione), o il contesto sociale conduce alla malattia (causa). Sicuramente gli individui nei gruppi
socio-economici inferiori hanno una maggiore probabilità di sviluppare problemi di salute rispetto
alle loro controparti, così da suggerire che sebbene entrambe le direzioni siano possibili, l’effetto
“causa” anziché “selezione” appare la spiegazione principale per le disuguaglianze socioeconomiche nella salute” (Rapporto:l’equità nell’accesso alle cure sanitarie 2007, cap 1 ”I
determinanti delle diseguaglianze” - C. Masseria 2007).
La Regione Calabria intende, per l’offerta di salute alle categorie fragili, trarre valido supporto
dalla realizzazione del progetto CCM “Linee d’intervento transculturali nella Medicina di Base e
nel Materno Infantile”, (soggetto capofila ASP di Catanzaro con le ASP e AO di Cagliari, Olbia,
Palermo, Benevento, Catanzaro e l’ INMP (Ist. Naz. Migranti e Povertà) di Roma), che ha potuto
validare un percorso volto a garantire salute ai migranti in quanto categorie fragili.
La Regione Calabria presenta forti criticità per quanto riguarda la qualità della vita.
Utilizzando i dati del Rapporto sulla qualità della vita delle province pubblicato da il Sole 24 ore
(2008). Il rapporto presenta la graduatoria delle 103 province italiane e delle regioni stilata sulla
133
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012.
1. MISURE DIRETTE AL CONTRASTO DELLE DISEGUAGLIANZE IN SANITA’
TITOLO DEL PROGETTO: 1.1 MEDICINA D’INIZIATIVA PER UNA SANITA’ PIU’ EQUA
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott.
Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.860.016,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012
€ 1.860.016,00
base di un indice sintetico costruito attraverso una serie di dati statistici elaborati in 36 parametri
relativi a 6 macro-aree tematiche: Tenore di vita, Affari e lavoro,
Servizi e Ambiente, Ordine pubblico, Popolazione e Tempo libero. Le province calabresi si
collocano tutte nella parte bassa della graduatoria: Crotone al 74° posto (con 3 posti in più rispetto
al 2007), Vibo Valentia all’87° (+8 posti), Cosenza all’85° (+ 5 posti), Catanzaro all’86° (+13) e
Reggio Calabria al 92° (+ 5 posti).
Nella classifica per Regioni, la Calabria si colloca al 17°.
Questi indicatori evidenziano una situazione ancora largamente carente rispetto alla media
nazionale. A ciò si aggiunge la mobilità determinate dalle spinte migratorie che interessano in
particolar modo la Calabria. La regione presenta dunque ancora condizioni di forti criticità anche in
termini di servizi essenziali per la qualità della vita.
CONTESTO
Il Servizio Sanitario Nazionale fin dalla sua attivazione nel 1978, è stato basato sul principio
dell’universalità e su tre cardini fondamentali: l’equità,l’uguaglianza, la solidarietà.
La legge istitutiva del SSN esplicita infatti gli obiettivi di superamento delle disuguaglianze nelle
condizioni socio-sanitarie del Paese attraverso: “la promozione, il mantenimento ed il recupero
della salute fisica e psichica di tutta la popolazione senza distinzione di condizioni individuali o
sociali e secondo modalità che assicurino l’eguaglianza dei cittadini nei confronti del servizio”
(L.833 del 1978, art.1, comma 3). Nella stessa legge, una particolare attenzione è stata posta alle
disuguaglianze territoriali (L. 833/1978, art. 2, comma 2, punto a), poi ripresa anche nei decreti di
riforma della L. 833/1978, in particolare il D.Lgs. 502/1992, il D.Lgs. 229/1999 e la Legge n. 328
del 2000. Assicurando l’erogazione di livelli essenziali di assistenza in condizioni di uniformità sul
territorio nazionale, si manifesta infatti l’opportunità di garantire che tutti i cittadini possano
accedere a servizi sanitari e sociali appropriati ed efficaci, nel rispetto, quindi, di un principio di
equità.
Il Piano Sanitario Nazionale 1998-2000 ed i successivi hanno posto le basi per innestare interventi
atti a ridurre le disuguaglianze nella salute, evidenziando la necessità di valutare l’impatto degli atti
di programmazione sanitaria sull’equità. Così il PSR ed il P.R.P. afferenti alla Regione Calabria
hanno determinato azioni coerenti, volte a ridurre le barriere e le criticità che determinano disparità
di offerta di salute.
Ancor oggi il tema dell’equità di accesso, del contrasto delle diseguaglianze e del superamento del
divario strutturale e qualitativo dell’offerta sanitaria tra le diverse realtà regionali rappresenta anche
per la Regione Calabria un asse prioritario nella programmazione sanitaria. Tale obiettivo in una
134
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012.
1. MISURE DIRETTE AL CONTRASTO DELLE DISEGUAGLIANZE IN SANITA’
TITOLO DEL PROGETTO: 1.1 MEDICINA D’INIZIATIVA PER UNA SANITA’ PIU’ EQUA
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott.
Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.860.016,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012
€ 1.860.016,00
politica sanitaria volta a potenziare il territorio permette di pensare ad azioni che coinvolgano in
primis i servizi di prima assistenza e che possano lavorare con tutti gli attori della “rete”
OBIETTIVI
Le finalità generali del progetto sono:
 Promozione di azioni di medicina d’iniziativa, volte a contrastare la diseguaglianza
favorire l’equità di accesso e tutela delle categorie fragili (migranti, rom, età evolutiva,
anziani, ecc.);
 Implementazione percorsi comuni fra Medicina di Base, Continuità Assistenziale e
Distretti Socio Sanitari atti ad individuare e raggiungere le categorie fragili;
 Pianificazione d’interventi di tipo preventivo e programmazione integrata con la
“rete” territoriale;
 nello specifico:
 rilevare i bisogni, supportare, accompagnare le categorie “fragili” e
predisposizione di percorsi innovativi volti a contribuire alla “ridistribuzione
del bene salute” .
 attivare équipes itineranti da realizzare in cooperazione con i Consultori
Familiari che per vocazione lavorano con una metodologia basata sull’offerta
attiva così da raggiungere in tempi più brevi le categorie fragili e
maggiormente a rischio.
 implementazione di azioni di tutela e prevenzione dello stato di salute degli
anziani, relativamente agli organi di senso della vista e dell’udito che
permettono di migliorare la qualità della vita di categorie fragili e di
mantenere un migliore contatto con la realtà;
 monitorare i bisogni ed i livelli di accessibilità delle prestazioni sociosanitarie e sanitarie .
 Formazione e tutoraggio degli operatori ASP, dei Medici di medicina di
Base, delle Aziende Ospedaliere e Universitarie e coinvolgimento degli attori
della “Rete territoriale”tenendo conto anche dell’approccio interculturale;
 Informazione: promuovendo una diffusa e capillare informazione per la
popolazione.
 Coinvolgimento dei Consultori Familiari quali servizi di primo livello che
di per sé si occupano tra l’altro di categorie fragili (donne, famiglie,
bambini, migranti e rom ecc. );
 Interventi di educazione socio-sanitaria, alle fasce più deboli della
popolazione, anche fuori dai normali presidi sanitari.
METODOLOGIA
Per il raggiungimento degli obiettivi sopraindicati, il progetto vedrà il coinvolgimento di tutte le
ASP. Il progetto, sarà coordinato a livello Regionale da un Comitato di Coordinamento, costituito
135
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012.
1. MISURE DIRETTE AL CONTRASTO DELLE DISEGUAGLIANZE IN SANITA’
TITOLO DEL PROGETTO: 1.1 MEDICINA D’INIZIATIVA PER UNA SANITA’ PIU’ EQUA
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott.
Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.860.016,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012
€ 1.860.016,00
monitorare e valutare le fasi attuative del progetto, di elaborare le relative linee guida e i protocolli
operativi.
Il progetto prevede una prima fase organizzativa attraverso un piano di formazione con i seguenti
obiettivi:
 Formazione degli operatori deputati al raggiungimento dell’utenza afferente alle categorie
fragili, con l’obiettivo di diffondere una cultura volta alla conoscenza del fenomeno delle
migrazioni, dei nomadi, della povertà, e delle altre categorie sociali deboli. Ciò al fine di
garantire l’attuazione in modo congruente delle azioni previste nel progetto.
 Formazione degli operatori sanitari e socio-sanitari, così da ridurre pregiudizi e stereotipi
legati alle diversità culturali ed alle categorie fragili.
Conclusa la fase della formazione si procederà alla comunicazione esterna del progetto,
coinvolgendo M.M.G., P.L.S., M.C.A., farmacie, privato sociale, associazioni di volontariato, ecc.
ed alla diffusione e realizzazione di materiale informativo e di strumenti utili a permettere agli
operatori di perseguire gli obiettivi di progetto.
 Implementazione dell’attività di rete dei servizi di base in cooperazione con la “rete”
istituzionale e del privato sociale del territorio;
 Attivazione di metodologie operative dinamiche e multidisciplinari attraverso l’offerta attiva
della medicina d’iniziativa;
 Promozione delle attività di sensibilizzazione ed educazione sanitaria nelle scuole e nei
punti di aggregazione dei soggetti fragili quali (nomadi, migranti, aree di povertà, anziani
ecc );
 Cooperazione con organismi afferenti alla rete territoriale, includendo le associazioni onlus e
del privato sociale al fine di consentire la massima diffusione delle attività previste dal
progetto;
 Attività di monitoraggio e diffusione delle buone pratiche.
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DELLE ATTIVITA’
Sarà previsto un attento sistema di monitoraggio e valutazione delle attività con l’obiettivo di
diffondere le buone pratiche su tutto il territorio Regionale attraverso una pubblicazione finale degli
obiettivi raggiunti sottolineandone la fattibilità e la riproponibilità.
Per tale azioni saranno previsti monitoraggi semestrali con report delle attività annuali
quali/quantitativa soggetti a valutazione da parte del gruppo di monitoraggio che redigerà i report
da sottoporre alle autorità Regionali e Ministeriali e provvederà a stilare un documento relativo alle
best-practice.
TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA)
Le azioni attuative del progetto saranno sviluppate in coerenza con le linee programmatiche
sopra indicate e secondo il crono programma di seguito riportato:
1. Costituzione del comitato di coordinamento regionale.
136
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012.
1. MISURE DIRETTE AL CONTRASTO DELLE DISEGUAGLIANZE IN SANITA’
TITOLO DEL PROGETTO: 1.1 MEDICINA D’INIZIATIVA PER UNA SANITA’ PIU’ EQUA
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott.
Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.860.016,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012
€ 1.860.016,00
Regione Calabria
2. Analisi del contesto.
3. Individuazione dell’utenza fragile attraverso i MMG, i consultori, gli enti locali ecc…,
raggiungimento degli stessi per rilevazione dei bisogni.
4. Formazione e tutoraggio.
5. Produzione materiale informativo e strumenti operativi.
6. Monitoraggio e valutazione.
7. Diffusione buone pratiche produzione e report finale.
Mesi/
Azioni
01
02
03
04
05
06
07
08
09
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
1
2
3
4
5
6
7
INDICATORI
Gli indicatori di processo del progetto prevedono:
 n. di accessi e n. di prestazioni erogate
 Medicina d’iniziativa: n. di percorsi attivati a favore delle fasce deboli e n. di utenza
raggiunta
 Interventi di educazione sanitaria sensibilizzazione: n. degli incontri e delle attività di
sensibilizzazione prodotte
 Attività di Integrazione: n. di azioni sinergiche attivate con i Consultori familiari, n. di azioni
prodotte in cooperazione con la “rete” operativa sul territorio, n. protocolli d’intesa, accordi
di collaborazione ecc..
 Formazione e Tutoraggio; n. di incontri formativi realizzati e di tutoraggio eseguiti
 Monitoraggio Valutazione e diffusione buone pratiche: realizzazione di 4 monitoraggi e
report finale.
RISULTATI ATTESI
 Medicina d’iniziativa: raggiungimento almeno del 50% dell’utenza individuata attraverso i
MMG
 Interventi di educazione sanitaria sensibilizzazione: aumento del 30% dell’attività
137
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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012.
1. MISURE DIRETTE AL CONTRASTO DELLE DISEGUAGLIANZE IN SANITA’
TITOLO DEL PROGETTO: 1.1 MEDICINA D’INIZIATIVA PER UNA SANITA’ PIU’ EQUA
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott.
Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.860.016,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012
€ 1.860.016,00
 Attività di Integrazione: maggiore coinvolgimento dei servizi di primo livello fra essi i
Consultori, implementazione delle azioni sinergiche attivate, protocolli d’intesa, accordi di
collaborazione ecc..
 Formazione e Tutoraggio; realizzazione di percorsi formativi e di tutoraggio
 Monitoraggio Valutazione e diffusione buone pratiche: realizzazione di monitoraggio e
valutazione finale attraverso report.
SCHEDA FINANZIARIA
VOCI
IMPORTI
Varie
€
558.004,80
BENI E SERVIZI
€
837.007,20
€
MATERIALE DI CONSUMO
€
FORMAZIONE
€
DIVULGAZIONE (convegni, workshop,
pubblicazioni, materiali informativi)
TOTALE
93.000,80
279.002,40
93.000,80
Euro 1.860.016,00
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
ASP RC
ASP VV
ASP CZ
ASP CS
ASP KR
A.O. RC
A.O. CZ
A.O. CS
A.O.U. Mater Domini
Dipartimento
tutela
della salute e politiche
sanitarie
Totale
2012
366.209,91
108.510,97
239.194,71
474.601,88
113.498,53
2013
Totale
558.000,00
1.860.016,00
Criterio di distribuzione: La quota per il 2012 è stata accantonata in GSA, il 30% viene
accentrato per la gestione ed il coordinamento delle attività del progetto svolte dal Settore
138
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OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012.
1. MISURE DIRETTE AL CONTRASTO DELLE DISEGUAGLIANZE IN SANITA’
TITOLO DEL PROGETTO: 1.1 MEDICINA D’INIZIATIVA PER UNA SANITA’ PIU’ EQUA
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott.
Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 1.860.016,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012
€ 1.860.016,00
competente del Dipartimento Tutela della salute della Regione Calabria, il 70 % viene
ripartito alle ASP, a quota capitaria su popolazione residente all’1.1.2012, per
l’implementazione in ogni Distretto Socio-Sanitario di servizi innovativi “Ambulatori
dedicati aventi anche funzione di Centri di Orientamento ed Informazione” (ACOI) . Il
progetto ha durata 12 mesi.
139
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012.
2. MISURE DIRETTE ALLA PROMOZIONE DELL’APPROCCIO DI GENERE IN SANITA’
TITOLO DEL PROGETTO: 2.1 IL RISPETTO DELL’IDENTITA’ DI GENERE: DALLA
PROMOZIONE DELLA SALUTE ALLA PRESA IN CARICO DELLE DONNE VITTIME DI
VIOLENZA
DURATA: 2012-2013 (24 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott.
Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 372.003,00 DI CUI QUOTA FSN DEL 2012 €
372.003,00
PREMESSA
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che in medicina il concetto di equità si associa
alla capacità di curare l’individuo, in quanto essere specifico e appartenente a un determinato
genere.
Sebbene le donne abbiano una vita media di 5,5 anni più elevata degli uomini (84,2 anni
rispetto a 78,7), hanno in media 6,4 anni di più da vivere con disabilità (Relazione Stato Sanitario
del Paese 2009-2010) inoltre lo studio Passi d’Argento 2010 “La qualità della vita vista dalle
persone con più di 64 anni”condotto nell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, ha evidenziato
che il 30% del campione presenta segni di fragilità, di cui il 60% è rappresentato dalle donne, il
16% si dichiara a rischio di malattia, di cui il 54% sono donne, infine il 51% delle persone con
segni di fragilità ha percepito il proprio stato di salute negativamente, di cui il 62% del campione è
rappresentato da donne. L’approccio di genere significa quindi assumere il genere come costruzione
sociale, che varia negli anni da società a società e deve essere considerato un determinante della
salute; significa inoltre ribadire che la promozione della salute delle donne è considerata priorità
strategica delle politiche di sanità pubblica; che il diritto alla salute delle donne promuove lo
sviluppo, la democrazia, la coesione sociale di un paese. Promuovere la salute delle donne serve
come indicatore della qualità, efficacia ed equità del SSN, ma anche del benessere della società nel
suo complesso.
Quindi servono scelte politiche, risorse, servizi, professionalità, ma anche promuovere la cultura
che favorisce mutamenti profondi nelle relazioni sociali, umane e familiari.
Adottare in campo sanitario una prospettiva di genere vuol dire ridisegnare la ricerca, la
sperimentazione, i trattamenti, ma anche includere espliciti obiettivi di genere attraverso programmi
di prevenzione e formazione.
L’approccio di genere rimane una criticità, in quanto il mondo sanitario non si presenta ancora oggi
con le conoscenze e con gli strumenti adatti ad affrontare questo aspetto. Riconoscere le differenze
biologiche ed anche quelle relative alla dimensione sociale e culturale del genere è essenziale per
delineare programmi ed azioni.
OBIETTIVO GENERALE:
 Promuovere processi di partecipazione orientati sia all’introduzione della prospettiva di
genere nell’assistenza sanitaria sia alla prevenzione e presa in carico delle donne vittime di
violenza.
OBIETTIVO SPECIFICO
1) Incoraggiare, attraverso un corso di formazione sulla Salute di Genere, processi di
partecipazione orientati all’ introduzione della prospettiva di genere nell’assistenza sanitaria,
compreso il coinvolgimento attivo di tutti i gruppi professionali, costruendo alleanze con
altri professionisti, con la cittadinanza e le istituzioni locali.
Il Corso si propone di implementare le conoscenze dei partecipanti, migliorando il background
140
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012.
2. MISURE DIRETTE ALLA PROMOZIONE DELL’APPROCCIO DI GENERE IN SANITA’
TITOLO DEL PROGETTO: 2.1 IL RISPETTO DELL’IDENTITA’ DI GENERE: DALLA
PROMOZIONE DELLA SALUTE ALLA PRESA IN CARICO DELLE DONNE VITTIME DI
VIOLENZA
DURATA: 2012-2013 (24 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott.
Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 372.003,00 DI CUI QUOTA FSN DEL 2012 €
372.003,00
culturale, l'aggiornamento professionale in medicina di genere in tutta la sua complessità,
proponendo ipotesi d’intervento che tengano conto dei seguenti indirizzi:
 Equità di accesso ai servizi sanitari nel rispetto dell’uguaglianza tra gli uomini e le donne.
 Diversità legata ai ritmi biologici delle donne: gravidanza, menopausa e patologie correlate
es. osteopenia/osteoporosi.
 Sviluppare alleanze con centri di ricerca, società scientifiche, ospedali, università;
 Raggiungere un livello sempre maggiore di medicina personalizzata;
 Educare il pubblico sulle differenze di genere in ambito dei bisogni sanitari.
 Appropriatezza di cura
 Elaborazione di strumenti di valutazione delle politiche sanitarie regionali, che tengano
conto dell’approccio di genere.
2) Prevenzione, presa in carico delle donne vittime di violenza e valorizzazione di pratiche e
azioni condivise nel tempo in Calabria mediante le seguenti azioni:
 conoscenza del fenomeno perché a tutt’oggi sommerso,
 costruzione della rete tra tutti gli attori coinvolti (operatori socio-sanitari, forze dell’ordine,
forze politiche, scuola, associazioni di volontariato ecc.),
 favorire l’ "educazione tra pari”, si tratta di attività educative che mirano a potenziare nei
pari le conoscenze, gli atteggiamenti, le competenze che consentono di compiere delle scelte
responsabili e maggiormente consapevoli riguardo la loro salute.

promuovere e divulgare una cultura della non violenza che possa avere ricadute nei diversi
contesti relazionali (famiglia, lavoro, scuola, spazi di aggregazione),

favorire l'ascolto ed il riconoscimento del disagio e della violenza di genere in tutte le sue
forme,

creare spazi di ascolto e di confronto che possano facilitare l'espressione di eventuali disagi,

creare eventuali percorsi di accompagnamento verso i servizi e le realtà associative che si
occupano di situazioni di violenza ,

formazione e tutoraggio degli operatori sanitari in particolare (operatori del pronto soccorso,
operatori dei consultori familiari, MMG, PLS, MCA).
METODOLOGIA
Per il raggiungimento dell’obiettivo specifico 1, sarà organizzato un corso di formazione E.C.M.,
teorico-pratico a carattere Regionale, che coinvolgendo gli operatori socio-sanitari dovrà elaborare
proposte operative che, tra l’altro, definiscano percorsi organizzativi che garantiscano equità di
accesso alle cure.
Per il raggiungimento dell’obiettivo specifico 2, sarà coinvolto il “Centro per l’ascolto e lo
smistamento in rete di chi subisce abuso e violenza sessuale”dell’ASP di Reggio Calabria, che ha
maturato un’esperienza decennale nell’ambito della violenza subita dalle donne. Nello specifico
oltre ad aver espletato attività di prevenzione e presa in carico delle donne vittime di violenza, il
personale del “Centro” ha sviluppato anche programmi di formazione rivolti agli operatori socio141
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012.
2. MISURE DIRETTE ALLA PROMOZIONE DELL’APPROCCIO DI GENERE IN SANITA’
TITOLO DEL PROGETTO: 2.1 IL RISPETTO DELL’IDENTITA’ DI GENERE: DALLA
PROMOZIONE DELLA SALUTE ALLA PRESA IN CARICO DELLE DONNE VITTIME DI
VIOLENZA
DURATA: 2012-2013 (24 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott.
Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 372.003,00 DI CUI QUOTA FSN DEL 2012 €
372.003,00
Regione Calabria
sanitari ed a tutti gli attori della rete, elaborando materiale informativo e divulgativo. Pertanto nella
prima fase il modello sperimentato dall’ASP di Reggio Calabria sarà diffuso in tutto il territorio
della provincia di Reggio Calabria. Nella seconda fase il modello implementato in tutta la provincia
di Reggio Calabria sarà attuato presso l’ASP di Cosenza.
Conclusa la fase della formazione per entrambi gli obiettivi si procederà alla comunicazione esterna
del progetto, coinvolgendo tutti gli attori della rete già indicati. Diffusione e realizzazione di
materiale informativo riguardante sia la medicina di genere sia la violenza.
Successivamente si procederà nel seguente modo:
 Implementazione del modello in tutto il territorio della provincia di Reggio Calabria.
 Cooperazione con organismi afferenti alla rete territoriale, includendo le associazioni onlus e
del privato sociale al fine di consentire la massima diffusione delle attività previste dal
progetto.

MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DELLE ATTIVITA’
Sarà compito della Regione monitorare e valutare le attività del progetto con l’obiettivo, conclusa la
fase di implementazione nella provincia di Reggio Calabria, di diffondere le buone pratiche nella
provincia di Cosenza.
Per tale azioni saranno previsti monitoraggi semestrali con report delle attività con relazione
finale.
TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA)
Le azioni del progetto saranno sviluppate in coerenza con le linee programmatiche sopra
indicate e secondo il crono programma di seguito riportato:
1. analisi del contesto
2. elaborazione dati e studi
3. Formazione per l’obiettivo specifico 1
4. Formazione per l’obiettivo specifico 2
5. Sperimentazione delle attività nella provincia di Cosenza
6. Relazione finale
Mesi/
Azioni
01
02
03
04
05
06
07
08
09
10
11
12
1
2
3
4
5
6
142
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012.
2. MISURE DIRETTE ALLA PROMOZIONE DELL’APPROCCIO DI GENERE IN SANITA’
TITOLO DEL PROGETTO: 2.1 IL RISPETTO DELL’IDENTITA’ DI GENERE: DALLA
PROMOZIONE DELLA SALUTE ALLA PRESA IN CARICO DELLE DONNE VITTIME DI
VIOLENZA
DURATA: 2012-2013 (24 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott.
Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 372.003,00 DI CUI QUOTA FSN DEL 2012 €
372.003,00
INDICATORI





Gli indicatori di processo del progetto prevedono:
Corso di Formazione E.C.M a carattere Regionale sulla Medicina di Genere/ coinvolgimento
delle figure professionali indicate rappresentative di tutte le 5 ASP della regione.
Formazione degli operatori socio-sanitari per la realizzazione dell’obiettivo specifico 1/
coinvolgimento di tutti gli attori della rete.
Coinvolgimento di almeno 4 istituti scolastici nel territorio di riferimento per le attività di
prevenzione sulla violenza alla donne .
Coinvolgimento di almeno 2 organismi territoriali nel territorio di riferimento.
Monitoraggio delle attività da parte della Regione, attraverso il numero di riunioni effettuate, i
lavori prodotti e la valutazione della relazione finale;
RISULTATI ATTESI
Realizzazione del corso Regionale E.C.M. ed elaborazione di una proposta operativa riguardante la
definizione di percorsi organizzativi che garantiscano equità di accesso alle cure.
N° di Accordi/protocolli/ delibere prodotte con gli enti non sanitari
Coinvolgimento di almeno 4 istituti scolastici nel territorio di riferimento.
Report attività della prima annualità.
VOCI
IMPORTI
€ 120.003,00
€ 75.000,00
Varie
Beni e servizi
Materiali di consumo
€ 20.000,00
Formazione
€140.000,00
Divulgazione (convegni, workshop, pubblicazioni,
materiali informativi)
€ 17.000,00
TOTALE
143
€ 372.003,00
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012.
2. MISURE DIRETTE ALLA PROMOZIONE DELL’APPROCCIO DI GENERE IN SANITA’
TITOLO DEL PROGETTO: 2.1 IL RISPETTO DELL’IDENTITA’ DI GENERE: DALLA
PROMOZIONE DELLA SALUTE ALLA PRESA IN CARICO DELLE DONNE VITTIME DI
VIOLENZA
DURATA: 2012-2013 (24 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott.
Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 372.003,00 DI CUI QUOTA FSN DEL 2012 €
372.003,00
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
2012
2013
Totale
ASP RC
84.703,74
ASP VV
24.727,69
ASP CZ
55.364,60
ASP CS
109.147,16
ASP KR
26.056,81
Dipartimento
tutela
della salute
72.003,00
372.003,00
Totale
Criterio di distribuzione: La quota per il 2012 è stata accantonata in GSA, il 20% circa viene
accentrato per la gestione ed il coordinamento delle attività del progetto svolte dal Settore
competente del Dipartimento Tutela della salute della Regione Calabria, il restante 80%
viene ripartito alle ASP, a quota capitaria su popolazione femminile residente all’1.1.2012. Il
progetto ha durata 24 mesi e si realizzerà con le risorse assegnate nel 2012.
144
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 2. MISURE DIRETTE ALLA
PROMOZIONE DELL’APPROCCIO DI GENERE IN SANITA’
TITOLO DEL PROGETTO: 2.2 PROGETTO SPERIMENTALE ATTIVITA’
MULTIDISCIPLINARE PER LA PREVENZIONE E LA CURA DELLE PATOLOGIE
ANDROLOGICHE – II ANNUALITA’
DURATA: 2011-2012 (24 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott.
Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 600.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2011 €
300.000,00 E DI CUI QUOTA DEL FSN 2012 € 300.000,00
CONTESTO
Da dati SIAMS ( Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità) quasi 3 milioni di
uomini (riferito a tutte le fasce di età) soffre di una patologia Andrologica.
Le competenze dell’Andrologia sono in ordine di casistica :
1. Deficit erettile ( 12,8% età >20 anni).
2. Andrologia pediatrica ( pre-pub. 5% , peri-pub. Dal 20 al 50%).
3. Andropausa (7% 40-60 anni, 20% 60-80 a., 35% >80 a.) .
4. Disorgasmia ( 27% 18-40 a.).
5. Infezioni sessuali ( 15% 15 – 29 a.).
6. Infertilità maschile ( 150.000 casi annui).
7. Transessualismo ( 1/11.900).
8. Incurvamenti penieni (0,337 maschi adulti).
La legge 23 agosto 2004, n. 226 sospendeva anticipatamente il servizio obbligatorio di leva, la cui
visita medica costituiva l’unico presidio istituzionalizzato di prevenzione in campo andrologico
giovanile.
Sottoponendosi quindi ad una visita, soprattutto alle età di 6-14-18 anni, si potrebbe prevenire ed
intervenire in tempo su patologie quali il varicocele il criptorchidismo, l’ipogonadismo e molte
altre, come per esempio le malattie sessualmente trasmesse, che vengono riscontrate troppo tardi,
quando hanno già prodotto dei danni, talvolta irreversibili.
Da studi ufficiali ad esempio, circa il 50% dei giovani delle scuole superiori avrebbero l’esigenza di
consultare un andrologo. Il varicocele (patologia che può portare frequentemente a infertilità),
incide per il 30% su maschi diciottenni.
Dall’ultima Campagna nazionale ANDROLIFE 2011 indetta dalla SIAMS sui giovani tra 18 e 30
sono emersi dati allarmanti: aumenti dell’abuso di alcool, scarso uso del Condom con conseguente
delle Malattie Sessualmente Trasmesse e delle Gravidanze indesiderate.
Infatti, le patologie andrologiche più frequenti nel maschio, cioè quelle in grado di compromettere
la attività sessuale e la capacità riproduttiva, hanno quasi sempre un carattere progressivo nel
tempo. Ecco quindi l’importanza di evidenziarle precocemente.
Noi ci poniamo di raggiungere la percentuale più alta possibile della popolazione maschile di
Reggio Calabria nella fascia di età compresa tra i 6 e i 35 anni, che dagli ultimi dati sui residenti
ammonta a 257.633 soggetti, di cui dalle statistiche SIAMS circa il 10% soffre di un’affezione
andrologica.
E’ nostra intenzione attivare la Prevenzione in tutte le 3 fasi di Caplan:
I fase:
 Modificare i contesti e/o ad aumentare le competenze dei soggetti nel fronteggiarli.
 agire in assenza di sintomi, centrando sulle cause;
 ridurre la probabilità che insorgano disturbi (INCIDENZA).
145
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 2. MISURE DIRETTE ALLA
PROMOZIONE DELL’APPROCCIO DI GENERE IN SANITA’
TITOLO DEL PROGETTO: 2.2 PROGETTO SPERIMENTALE ATTIVITA’
MULTIDISCIPLINARE PER LA PREVENZIONE E LA CURA DELLE PATOLOGIE
ANDROLOGICHE – II ANNUALITA’
DURATA: 2011-2012 (24 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott.
Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 600.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2011 €
300.000,00 E DI CUI QUOTA DEL FSN 2012 € 300.000,00
II fase:
• Intervenire dopo l'emersione dei primi sintomi e lavorare soprattutto su questi.
• Ridurre la durata e la diffusione dei disturbi (PREVALENZA).
III fase:
• Intervenire dopo la diffusione e reiterazione di un fenomeno, e punta alla riduzione del suo
incremento o dell'aggravamento.
• Ridurre le conseguenze e l'impatto di un particolare disturbo (cronicizzazione, handicap)
Si concentra sulla "prevenzione delle recidive".
DESCRIZIONE
Le attività sperimentali e gli screening sono realizzati nell’Azienda sanitaria Provinciale di Reggio
Calabria. Sono coinvolti il Centro Andros e l’Ambulatorio Multidisciplinare di Andrologia di
Reggio Calabria, il Poliambulatorio di Taurianova e il Poliambulatorio di Gioiosa Ionica.
Dall’inizio delle attività, sono stati realizzati gli obiettivi della prima fase secondo il
cronoprogramma del piano operativo.
Sono state attivate campagne di informazione rivolte alla popolazione con articoli sulla stampa
locale e convegni sul tema.
Sono stati avviati percorsi di prevenzione nelle scuole secondarie con attività di Educazione
sessuale e sensibilizzazione agli insegnanti e agli alunni degli istituti superiori statali della piana di
Gioia Tauro ed attività di informazione e prevenzione presso Reggina Calcio, Coni, e in diverse
scuole secondarie del territorio provinciale.
E’ stato creato un sito web www.andrologia.calabria.it, in cui è possibile contattare l’equipe e
accedere ad articoli scientifici ed è stato creato un profilo facebook: fecondazione assistita
andrologia. Sono state inviate 500 lettere ai MMG, PLS e consultori familiari.
Si è verificato un incremento delle visite andrologiche (n. 400 visite, negli ambulatori di Reggio C.
Scilla e Taurianova) con attività di sostegno psicologico ed educazione sessuale (n. 200 colloqui
psicologico/clinici ). Si è verificato un incremento degli esami con l’esperto Biologo( 60 accessi).
Le attività sono supportate da cartella informatizzata. La sperimentazione è in itinere e prevede :
1. Raccolta di una casistica informativa di anomalie dei genitali maschili in Calabria con creazione
di una scheda "informatizzata" al fine di valutare:
-prevalenza della patologia nelle sue varie forme-prevalenza delle forme familiari
- raccolta anamnestica dettagliata per lo studio e l'individuazione di fattori di rischio (sesso, età,
abitudini alimentari, fumo....) .
2. Offerta di percorsi assistenziali e diagnostico-terapeutici mirati a tutte le patologie andrologiche,
con utilizzo per l’attività clinica di protocolli diagnostico-terapeutici validati scientificamente,
utili anche alla Prevenzione Secondaria e Terziaria.
3. Attivazione di screening e campagne di prevenzione mirate coinvolgendo i medici di base , i
pediatri, la medicina scolastica , i consultori materno infantili, la medicina del lavoro , i centri di
salute mentale.
4. Linee guida condivise.
146
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 2. MISURE DIRETTE ALLA
PROMOZIONE DELL’APPROCCIO DI GENERE IN SANITA’
TITOLO DEL PROGETTO: 2.2 PROGETTO SPERIMENTALE ATTIVITA’
MULTIDISCIPLINARE PER LA PREVENZIONE E LA CURA DELLE PATOLOGIE
ANDROLOGICHE – II ANNUALITA’
DURATA: 2011-2012 (24 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott.
Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 600.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2011 €
300.000,00 E DI CUI QUOTA DEL FSN 2012 € 300.000,00
OBIETTIVI
Screening della popolazione maschile della provincia di Reggio Calabria nella fascia di età
compresa tra i 6 e i 35 anni per la diagnosi precoce di patologie andrologiche.
TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA)
Il progetto di screening ha la durata di 24 mesi.
Creazione di un apposito sito WEB linkato sul sito della ASP di Reggio Calabria e sul sito della
SIAMS, diviso in più parti:
 Presentazione del progetto.
 Informazioni per i pazienti.
 Informazioni per gli operatori sanitari (previa apposita registrazione).
 Parte dedicata agli operatori progettuali per inserimento dati e aggiornamento (con apposita
password).
Si prevede il primo anno di rendere operativo il progetto nella provincia di Reggio Calabria
attraverso un’opera di sensibilizzazione a più livelli:
1. Sensibilizzazione e coinvolgimento dei Medici di Famiglia, dei Pediatri, dei servizi di
Consultori Materno-Infantili, U.O. di educazione alla salute e Prevenzione, oltre ai Distretti
Scolastici, mediante l’invio di lettere di presentazione e di aggiornamento con cadenza
trimestrale.
2. Prima di iniziare lo screening verranno elaborate una serie di lettere ed apposito materiale
illustrativo per comunicare ai responsabili scolastici, ai presidi, ai genitori gli scopi dello
screening e quindi ricevere la conseguente autorizzazione a visitare gli studenti, all’inizio di
ogni anno scolastico.
3. Ad inizio di ogni anno scolastico, dopo l’invio della lettera di presentazione, incontreremo
personalmente nel giro dei primi 3 mesi ( settembre-ottobre novembre) tutti i presidi e direttori
didattici .
4. Sarà esposto su appositi Totem del materiale illustrativo con scorte lasciate appositamente al
personale scolastico.
5. Sarà quindi realizzato un calendario delle visite scolastiche da concordare con tutti gli
operatori coinvolti, con cadenza quadrimestrale. Lo screening consiste in un esame dei genitali
esterni effettuato in un locale appositamente allestito. I dati verranno acquisiti mediante
intervista e compilazione di una scheda analitica e verranno utilizzati nel pieno rispetto della
privacy Tutti i dati acquisiti verranno inseriti in uno specifico database comune mediante
cartella elettronica. In seguito il medico specialista di riferimento per quella area comunicherà
ai genitori l’esito della valutazione con gli esami strumentali.
6. I pazienti che alla prima visita presenteranno un sospetto di patologia verranno inviati a visita
specialistica presso gli ambulatori di urologia
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 2. MISURE DIRETTE ALLA
PROMOZIONE DELL’APPROCCIO DI GENERE IN SANITA’
TITOLO DEL PROGETTO: 2.2 PROGETTO SPERIMENTALE ATTIVITA’
MULTIDISCIPLINARE PER LA PREVENZIONE E LA CURA DELLE PATOLOGIE
ANDROLOGICHE – II ANNUALITA’
DURATA: 2011-2012 (24 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott.
Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 600.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2011 €
300.000,00 E DI CUI QUOTA DEL FSN 2012 € 300.000,00
7. La visita verrà effettuata in regime ambulatoriale o day hospital. Sarà compilata una cartella
clinica con i dati del paziente che verranno inseriti nel database comune, e saranno annotati i
risultati dell’esame clinico e degli esami strumentali effettuati ( ecodoppler, flussimetria, etc.).
Nei casi di sospetta anomalia genetica campioni verranno inviati per una analisi del cariotipo.
Ciò permetterà di raccogliere informazioni utili per la comprensione della fisiopatologia della
malattia, con particolare riguardo al rapporto tra i fattori di rischio ambientali e genetici.
Per quanto concerne i Consultori materno-infantili e i Centri Vaccinali della ASP di RC nei primi 2
mesi del progetto verranno incontrati i responsabili e saranno anche lì messi a dimora dei Totem
specifici, con apposito materiale illustrativo in buona quantità, e comunicato agli operatori che in
caso di richieste i pazienti saranno avviati presso gli ambulatori dedicati al progetto.
In parallelo si prevede:
1. A distanza di 3 mesi dall’inizio del progetto organizzazione di un Convegno con ECM per
“Prevenzione in Andrologia” in cui coinvolgere gli addetti ai servizi sanitari su indicati per
la Provincia di Reggio Calabria, e dedicando una parte alla formazione di Specialisti di altre
Province Calabresi individuati anche attraverso le iscrizioni alle Società Scientifiche
Andrologiche ( SIAMS e SIA) interessati a costituire Poli di Riferimento Territoriale per la
costituzione di una rete integrata che emuli e partecipi alle finalità del nostro progetto.
2. Incontri trimestrali con gli operatori sanitari in rete per miglioramento della formazione,
confronto dati , esame delle criticità e progettualità.
Alla fine di ogni giornata di attività svolta, i dati raccolti verranno inseriti in un apposito data-base
disponibile mediante password , sull’apposito sito WEB, ed analizzati ogni trimestre.
Per una maggiore efficacia del progetto ci si avvarrà anche di personale esterno con varie qualifiche
professionali: Medici Chirurghi, Psicologi, Assistenti Sociali e Educatori.
INDICATORI (di struttura, di processo, di risultato)
1- Indici trimestrali di valutazione sul grado di apprendimento con appositi test interattivi degli
Operatori sanitari in rete, in occasione degli incontri periodici.
2- Raccolta dei flussi di accesso delle attività su descritte.
RISULTATI ATTESI
 Creazione banca centralizzata di dati epidemiologici e clinici di pazienti con anomalie dei
genitali maschili, finalizzata alla comprensione della fisiopatologia delle malattie
andrologiche, con particolare riguardo al rapporto tra i fattori di rischio ambientali e
genetici.
 Limitazione dell’emigrazione sanitaria.
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012. 2. MISURE DIRETTE ALLA
PROMOZIONE DELL’APPROCCIO DI GENERE IN SANITA’
TITOLO DEL PROGETTO: 2.2 PROGETTO SPERIMENTALE ATTIVITA’
MULTIDISCIPLINARE PER LA PREVENZIONE E LA CURA DELLE PATOLOGIE
ANDROLOGICHE – II ANNUALITA’
DURATA: 2011-2012 (24 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott.
Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 600.000,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2011 €
300.000,00 E DI CUI QUOTA DEL FSN 2012 € 300.000,00
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
2012
2013
Totale
ASP RC
ASP VV
ASP CZ
ASP CS
ASP KR
A.O. RC
300.000,00
A.O. CZ
A.O. CS
A.O.U. Mater Domini
300.000,00
Totale
Criterio di distribuzione: La quota per il 2012 è stata accantonata in GSA, finanzia la
seconda annualità del progetto sperimentale e va assegnata all’ASP di Reggio Calabria.
149
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012.
3. DIAGNOSI DA INFEZIONE DA HIV
TITOLO DEL PROGETTO: 3.1. PROMOZIONE DELLE PROCEDURE DIAGNOSTICHE PER
L’INFEZIONE DA HIV ALLA POPOLAZIONE CALABRESE. IMPLEMENTAZIONE DEL PDTA
ALLA LUCE DEI DATI RILEVATI
DURATA: 2012-2013 (24 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott.
Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 558.005,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
558.005,00
CONTESTO
La Commissione della Comunità Europea per la lotta contro l’HIV/AIDS nell’Unione Europea e nei
Paesi limitrofi per il periodo 2009-2013, indica, tra le misure volte al contenimento dell’infezione
da HIV, l’individuazione di strumenti utili ad avvicinare e sostenere le popolazioni più esposte e più
vulnerabili, invita altresì gli Stati Membri a raccogliere, nel quadro della sorveglianza svolta in
attuazione della decisione europea n. 2119/98/CE, dati più solidi ed esaustivi sull’HIV/AIDS. In
Italia, analogamente ad altri Paesi europei, vi è una proporzione consistente di persone con
infezione da HIV (circa un terzo) che non è a conoscenza del proprio stato di sieropositività; si
rende quindi strategico, prioritario ed urgente riconoscere l'importanza e attivare azioni di
identificazione precoce (earlydetection) in grado di permettere il contatto e la diagnosi precoce
dell'elevato numero di persone sieropositive ancora inconsapevoli del proprio stato sierologico. Al
fine di favorire la massima conoscenza dello stato sierologico per HIV, vanno promosse
sperimentazioni di interventi finalizzati ad offrire attivamente il test a gruppi di popolazione che
si rivolgono ai servizi sanitari anche per motivi non correlati epidemiologicamente o clinicamente
all'infezione da HIV.
Nel contesto della Regione Calabria sono stati segnalati nel periodo dal 2009 al 2011 un numero di
149 casi di infezioni, ma il dato non sembra adeguato alla realtà regionale ed alle nuove
caratteristiche sociologiche della popolazione calabrese, nella quale la percentuale di immigrati, sia
stabili che di transito, è in progressione. Non è da escludere l’impatto della popolazione detenuta, in
atto di circa 3000 utenti, ma con prevedibile incremento di circa il 25% in relazione alla prossima
apertura del nuovo penitenziario di Reggio Calabria e dell’ampliamento di quello di Catanzaro; e,
sempre in questo ambito dovrebbe essere rivolta una particolare attenzione alle fasce minorili
sottoposte ad esecuzione penale, soprattutto in ambienti extradetentivi, che da sempre sono sfuggiti
al contatto con queste procedure. Una particolare attenzione dovrà inoltre essere offerta alle donne
in gravidanza e potrebbe essere utile rivalutare le modalità di offerta del test nell’ambito delle
strutture ASP e del privato sociale che si occupano di tossicodipendenza.
Né può essere sottovalutato il livello di Allerta grado III trasmesso dal Dipartimento Antidroga
della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Inoltre è riscontrata in aumento percentuale NO
TESTING per le infezioni da HIV, HBV e HCV presso i SerT, anche se la Regione Calabria
continua a mantenere un’ elevata percentuale di esami nei soggetti seguiti presso i SerT.
DESCRIZIONE
Il progetto riguarda l’assistenza territoriale ed è finalizzato alla promozione delle procedure
diagnostiche per il virus HIV in regione. Alle persone risultate HIV sieropositive allo screening
verrà suggerito il ricorso alle strutture sanitarie ospedaliere specialistiche.
La gestione operativa del progetto sarà demandata a ciascuna azienda sanitaria regionale,
identificando un’azienda capofila.
Il coordinamento generale e sanitario verrà fatto dal centro di riferimento regionale per la lotta
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012.
3. DIAGNOSI DA INFEZIONE DA HIV
TITOLO DEL PROGETTO: 3.1. PROMOZIONE DELLE PROCEDURE DIAGNOSTICHE PER
L’INFEZIONE DA HIV ALLA POPOLAZIONE CALABRESE. IMPLEMENTAZIONE DEL PDTA
ALLA LUCE DEI DATI RILEVATI
DURATA: 2012-2013 (24 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott.
Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 558.005,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
558.005,00
all’aids istituito ai sensi della legge n° 135/90 presso il dipartimento regionale.
In ciascuna Azienda sarà costituito un Gruppo Operativo Aziendale (GOA) costituito da un
referente aziendale e dalle seguenti figure : referente SerT, referente sanità penitenziaria, referente
rete consultoriale, referente laboratorio sieroimmunologia, referente ente gestore Centri di
Accoglienza (ove presenti sul territorio aziendale) cui sarà demandata l’esecuzione delle azioni di
progetto.
OBIETTIVI
Incrementare l’offerta del test di ricerca degli anticorpi anti-HIV nei SerT e negli Istituti
penitenziari, ed estendendola a:
- rete consultoriale e UU.OO. pubbliche ed accreditate di Ostetricia per le donne in gravidanza o
affette da MTS
- Comunità Residenziali per tossicodipendenti
- Comunità minorili sia che accolgano minori con problematiche sociali, che sottoposti ad azione
penale.
Una particolare attenzione dovrà essere rivolta ai centri di accoglienza per immigrati (C.P.T.,
CARA, C.I.E, e Centri dell’Emergenza Nord-Africa) presenti in Regione.
Gli esami verranno eseguiti presso i laboratori aziendali. L’offerta del test sarà condotta da
personale sanitario qualificato già operante presso i centri partecipanti. L’acquisizione del consenso
informato, sarà su base volontaria e accompagnata dai necessari interventi di pre e post counselling
L’analisi dei dati sarà formulata in maniera anonima e tale da non consentire in alcun modo di
risalire all’identità del soggetto. Una particolare attenzione sarà rivolta all’insegnamento delle
tecniche di counselling finalizzato per questo progetto, per gli operatori medici e non medici quali
personale di laboratorio, ostetriche, operatori delle Comunità per adulti e minori, tossicodipendenti
e non. Per il personale operante presso le UU.OO. di Malattie Infettive, la formazione negli anni è
stata garantita dalla regione con corsi dedicati a cadenza annuale ai sensi della L. 135/90 pertanto
non è necessario prevederla nell’attuale progetto.
Sul campione di sangue periferico prelevato ai soggetti HIV positivi verranno anche eseguite le
sottopopolazioni linfocitarie per una più accurata stadiazione immunologica della malattia. I
risultati saranno comunicati all’interessato da personale dedicato e sarà contestualmente avviata la
sorveglianza prevista con disposizioni regionali.
b) potenziare la sorveglianza sanitaria: la Regione Calabria ha attivato dal 2008 un sistema di
sorveglianza dei soggetti HIV positivi tramite l’apposita scheda ministeriale. Il progetto, tenuto
conto dei dati rilevati nel triennio che denotano una disomogeneità nelle cinque Aziende Sanitarie
Provinciali, dovrà diffondere l’uso delle schede in modo uniforme.
c) implementazione del PDTA previsto dal DPGR n.198 del 20.12.2012 “Approvazione Percorso
Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) regionale del paziente affetto da malattia da
HIV/AIDS” in relazione ai dati provenienti dalle attività di progetto.
151
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012.
3. DIAGNOSI DA INFEZIONE DA HIV
TITOLO DEL PROGETTO: 3.1. PROMOZIONE DELLE PROCEDURE DIAGNOSTICHE PER
L’INFEZIONE DA HIV ALLA POPOLAZIONE CALABRESE. IMPLEMENTAZIONE DEL PDTA
ALLA LUCE DEI DATI RILEVATI
DURATA: 2012-2013 (24 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott.
Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 558.005,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
558.005,00
TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA)
Mese
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Progettazione
Coordinamento
generale
Coordinamento
scientifico-sanitario
Start- up presso le
AASSPP
Fase 1
FORMAZIONE
Fase 2
(attività sul
territorio)
Fase 3
(diagnostica di
laboratorio)
Informazione,
divulgazione
Rendicontazione
Monitoraggio e
Valutazione
INDICATORI(di struttura, di processo, di risultato)
INDICATORI DI STRUTTURA
- rilevanza dell’intervento
- coerenza con gli accordi Stato-Regioni di riferimento
- utilità dell’intervento sui bisogni sanitari della regione
152
10
11
12
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012.
3. DIAGNOSI DA INFEZIONE DA HIV
TITOLO DEL PROGETTO: 3.1. PROMOZIONE DELLE PROCEDURE DIAGNOSTICHE PER
L’INFEZIONE DA HIV ALLA POPOLAZIONE CALABRESE. IMPLEMENTAZIONE DEL PDTA
ALLA LUCE DEI DATI RILEVATI
DURATA: 2012-2013 (24 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott.
Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 558.005,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
558.005,00
INDICATORI DI PROCESSO
per ASP partecipante :
- ore di formazione
- ore di counselling
- numero e tipologia dei soggetti arruolati
- numero di prelievi eseguiti
INDICATORI DI RISULTATO
- numero di soggetti identificati
- valore di scomposizione per categorie arruolate
- confronto dei dati ottenuti con quelli relativi al sistema di sorveglianza attivata
mediante scheda di notifica
RISULTATI ATTESI
Incremento del numero dei sieropositivi identificati rispetto ai dati storici del triennio 2009-10-11
Formazione estesa al counselling
Implementazione del PDTA
Potenziamento della sorveglianza
COSTI
VOCI
IMPORTI
Varie
Beni e servizi
€ 228.005,00
€ 170.000,00
Formazione
€100.000,00
Divulgazione (convegni, workshop, pubblicazioni,
materiali informativi)
€ 60.000,00
TOTALE
153
€ 558.005,00
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012.
3. DIAGNOSI DA INFEZIONE DA HIV
TITOLO DEL PROGETTO: 3.1. PROMOZIONE DELLE PROCEDURE DIAGNOSTICHE PER
L’INFEZIONE DA HIV ALLA POPOLAZIONE CALABRESE. IMPLEMENTAZIONE DEL PDTA
ALLA LUCE DEI DATI RILEVATI
DURATA: 2012-2013 (24 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Settore Area Livelli essenziali di assistenza – Dott.
Giacomino Brancati g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 558.005,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
558.005,00
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
2012
2013
Totale
Dipartimento
tutela
€ 558.005,00
€ 558.005,00
della salute
Totale
€ 558.005,00
€ 558.005,00
Criterio di distribuzione: La quota relativa al 2012 è stata accantonata in GSA. Le attività
saranno coordinate direttamente dalla competente struttura presso il Dipartimento tutela
della salute.
154
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012.
5. SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA E PRESA IN CARICO DELLE PATOLOGIE
ASBESTO CORRELATE
TITOLO DEL PROGETTO: 5.1. Programma regionale di sorveglianza sanitaria ed
epidemiologica e presa in carico degli esposti ed ex esposti ad amianto
DURATA: 2012 (12 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Settore LEA – g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: € 372.003,00 DI CUI QUOTA FSN 2012
Premessa
L’Italia è stata, dal secondo dopoguerra, fino alla messa al bando, uno dei maggiori produttori
e utilizzatori di amianto, con un consumo, in questo arco di tempo, di oltre 3,5 milioni di
tonnellate. Le utilizzazioni hanno riguardato un amplissimo spettro di attività industriali, dalla
cantieristica navale all’edilizia. A distanza di vent’anni dall’emanazione della Legge 27 marzo
1992, n. 257, che stabilisce la cessazione dell’impiego dell’amianto, esistono, tuttavia, sul territorio
nazionale numerosi siti contaminati, di tipo industriale e non, tanto pubblici che privati con milioni
di tonnellate di materiali contenenti amianto in matrice sia compatta che friabile. L’inalazione di
fibre di amianto è causa di mesotelioma (di tutte le sedi), di tumore del polmone, laringe e ovaio,
oltre che di malattie non neoplastiche (asbestosi, pleuropatie). Il tasso di incidenza di mesotelioma è
pari, per la sede pleurica, a 3,6 casi per 100.000 abitanti negli uomini e 1,6 per 100.000 abitanti
nelle donne. La latenza è particolarmente lunga (oltre i 40 anni), un arco di tempo che fa prevedere
il picco delle patologie tumorali correlate all’inalazione delle sottilissime fibre di amianto tra il
2012 e 2025, le proiezioni pubblicate per l’Italia hanno previsto per tale periodo un picco di circa
800 – 1000 decessi all’anno, seguito da un declino relativamente rapido. L’ultimo decennio ha visto
in Italia una costante crescita del numero dei casi di tumori professionali da amianto ( mesotelioma
pleurico, pericardio e peritoneale, carcinoma polmonare) riconosciuti dall’INAIL. Le patologie
asbesto- correlate rappresentano, quindi, un’emergenza nazionale, che necessita di interventi
coordinati, a partire dalla individuazione dei siti maggiormente contaminati, dalla sorveglianza
dell’esposizione della popolazione generale nei punti di evidente crisi, dal monitoraggio degli exesposti e degli esposti, nonché dalla predisposizione di percorsi diagnostico-terapeutici per i
pazienti.
CONTESTO
Dal IV rapporto ReNaM risulta che nella Regione Calabria dal 2001 al 2008 sono stati segnalati n.
28 casi di mesotelioma, che rappresentano lo 0,2% del totale regionale. Di questi 24 (85,7% ) hanno
interessato la pleura e 4 (14,3%) hanno interessato il peritoneo, con il 100% di livello di certezza
diagnostica. La Regione Calabria già dall’Aprile 2004 ha attivato il COR istituendo il relativo
registro dei mesoteliomi e con delibera di Giunta Regionale del Luglio 2012 n 328 lo ha ridefinito e
ne ha individuato la nuova sede nella U.O. di Anatomia Patologia dell’Ospedale “S. Giovanni di
Dio” dell’ASP di Crotone. Nell’intento di dare piena applicazione alla legge 257/92, ha emanato
la Legge regionale n. 14/2011 predisponendo gli strumenti necessari per la salvaguardia della
salute dei cittadini e per l’ eliminazione dei rischi derivanti dalla esposizione a siti e manufatti
contenenti amianto. La regione ha quindi istituito, in ottemperanza a tale normativa, una speciale
unità organizzativa (USA) a carattere temporaneo, presso l'Assessorato all'ambiente, costituita da
personale del Dipartimento dell'ambiente, del Dipartimento tutela della salute e politiche sanitarie e
dell'ARPACAL prevedendo la collaborazione delle aziende sanitarie provinciali (ASP), delle
province, dei comuni e delle organizzazioni pubbliche e private interessate. L’USA ha già avviato i
lavori e le consultazioni con i vari Enti, per la redazione del Piano regionale amianto (PRAC).
Sono stati inoltre effettuati corsi di formazione specifici per il personale delle Aziende Sanitarie,
impegnato nelle attività previste dalla suddetta legge regionale.
155
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012.
5. SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA E PRESA IN CARICO DELLE PATOLOGIE
ASBESTO CORRELATE
TITOLO DEL PROGETTO: 5.1. Programma regionale di sorveglianza sanitaria ed
epidemiologica e presa in carico degli esposti ed ex esposti ad amianto
DURATA: 2012 (12 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Settore LEA – g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: € 372.003,00 DI CUI QUOTA FSN 2012
DECRIZIONE DEL PROGETTO
Al fine di completare quanto già avviato, è stato redatto il presente progetto che, nelle more della
mappatura dei siti contaminati e della classificazione delle priorità di rischio previsti dal PRAC ,
provvederà ad individuare le fonti di rischio avvalendosi della raccolta, analisi ed elaborazione di:
1) dati derivanti dal monitoraggio delle attività di smaltimento e bonifica disponibili presso gli
SPISAL;
2) dati di mortalità basata sulla certificazione necroscopica di fonte ISTAT,per la nota concordanza
tra risultati di mortalità per mesotelioma e la mappatura dei siti inquinati, almeno nelle situazioni
di elevata esposizione;
3) dati in possesso dell’ARPACAL.
Contestualmente si svilupperanno azioni quali il potenziamento del COR( fornendo attrezzature e
formando il personale) e del registro regionale dei mesoteliomi, la consultazione delle banche dati
INAIL e INPS realizzate sulla base delle domande dei benefici ex D. Lgs. 257/92, la ricerca attiva
dei casi attraverso la collaborazione con tutte le Unità Operative che possono diagnosticare la
malattia, con i medici competenti e con i MMG (SDO e denunce di malattie professionali) e
l’utilizzazione dei dati dei registri tumori della popolazione, laddove presenti. Ulteriori azioni
consisteranno nell’adozione di un protocollo di sorveglianza sanitaria per esposti ed ex esposti con
lo scopo di individuare tempestivamente i casi di malattia professionale nonché in campagne di
sensibilizzazione e istituzione di sportelli informativi presso i Servizi PISAL. Si definirà inoltre un
percorso di presa in carico delle patologie asbesto correlate mediante l’individuazione di un centro
clinico di riferimento per la diagnosi e la terapia (c/o l’Azienda Ospedaliera di Cosenza).
OBIETTIVO GENERALE
Sistema di sorveglianza delle patologie asbesto-correlate con conseguente presa in carico dei
pazienti.
OBIETTIVI SPECIFICI
1) Studio ed elaborazione dei dati raccolti ( INAIL, INPS ARPACAL,SPISAL,SDO, ISTAT,
denunce malattie professionali)
2) Definizione e attivazione di un programma regionale di sorveglianza epidemiologica nel tempo,
sugli esposti ed ex esposti ad amianto, allo scopo di valutare l’associazione tra esposizione e
malattia correlata;
3) Adozione di un protocollo di sorveglianza sanitaria per individui esposti ed ex esposti ad
amianto con specifici vantaggi, tra cui, l’utilità clinica (possibilità di porre diagnosi precoce per
quelle patologie per le quali un trattamento in fase iniziale migliori la sopravvivenza), l’utilità di
sanità pubblica (possibilità di ridurre i rischi aggiuntivi e di modificare gli stili di vita), la
convenienza etico-sociale (possibilità di informare la popolazione), l’utilità medico-legale
(tempestività di certificazione di malattia professionale);
156
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012.
5. SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA E PRESA IN CARICO DELLE PATOLOGIE
ASBESTO CORRELATE
TITOLO DEL PROGETTO: 5.1. Programma regionale di sorveglianza sanitaria ed
epidemiologica e presa in carico degli esposti ed ex esposti ad amianto
DURATA: 2012 (12 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Settore LEA – g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: € 372.003,00 DI CUI QUOTA FSN 2012
Regione Calabria
4) Ricerca attiva dei casi di patologie asbesto-correlate attraverso la collaborazione con tutte le
Unità Operative che possono diagnosticare la malattia, con i medici competenti e con i MMG
(SDO e denunce di malattie professionali) e l’utilizzazione dei dati dei registri tumori della
popolazione;
5) Campagna di sensibilizzazione presso i Servizi PISAL delle AA.SS.PP.
6) Definizione di un percorso di presa in carico delle patologie asbesto- correlate mediante
individuazione di un centro di riferimento per la diagnosi e la terapia.
TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMMA):
1) Istituzione gruppo di lavoro
2) Individuazione delle fonti di rischio
3) Ricerca ed analisi dei dati(Inail, Inps, Arpacal, SPISAL,denunce malattie professionali, SDO)
4) Potenziamento del COR ( Attrezzature e formazione del personale)
5) Ricerca attiva dei casi di patologie asbesto-correlate
6) Adozione Protocollo di Sorveglianza Sanitaria per esposti ed ex esposti
7) Linee Guida per un’appropriata presa in carico dei soggetti con patologie asbesto-correlate
Mesi/
Azioni
1
2
3
4
5
6
7
01
02
03
04
05
06
07
08
09
10
11
12
13
14
15
16
X
X
X
17
18
19
20
21
22
23
24
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
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X
X
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X
X
X
X
X
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X
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X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
INDICATORI (di struttura, di processo, di risultato):
- Attivazione registro degli esposti
- N. Incontri con U.O di Oncologia, Anatomia Patologica e Pneumologia , MMG e MC per la
ricerca attiva dei casi di patologia asbesto-correlata (almeno il 50% delle U.O. coinvolte e dei
MMG e MC della regione );
- Campagna informativa diffusione di pieghevoli informativi ( almeno n.1 evento per ASP);
- Campagna di sensibilizzazione informativi presso Servizi PISAL;
- linee guida per la presa in carico delle patologie asbesto-correlate;
157
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012.
5. SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA E PRESA IN CARICO DELLE PATOLOGIE
ASBESTO CORRELATE
TITOLO DEL PROGETTO: 5.1. Programma regionale di sorveglianza sanitaria ed
epidemiologica e presa in carico degli esposti ed ex esposti ad amianto
DURATA: 2012 (12 MESI)
REFERENTE: Dirigente del Settore LEA – g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: € 372.003,00 DI CUI QUOTA FSN 2012
RISULTATI ATTESI
1) Banca dati
2) Redazione del programma regionale di sorveglianza epidemiologica sugli esposti ed ex esposti
ad amianto
3) Redazione del protocollo di sorveglianza sanitaria sugli individui esposti ed ex esposti ad
amianto
4) Banca dati casi di patologie asbesto-correlate;
5) Diffusione delle conoscenze e maggiore consapevolezza del rischio nella popolazione
SCHEDA FINANZIARIA
VOCI
IMPORTI
€ 94.003,00
€ 150.000,00
€74.000,00
€ 54.000,00
Varie
Beni e servizi
Formazione
Comunicazione/informazione
€ 372.003,00
TOTALE
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
Dipartimento
tutela
della salute
Totale
2012
€ 372.003,00
€ 372.003,00
2013
Totale
€ 372.003,00
€ 372.003,00
Criterio di distribuzione: La quota relativa al 2012 è stata accantonata in GSA. Le attività
saranno coordinate direttamente dalla competente struttura presso il Dipartimento tutela
della salute.
158
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012.
4. PROMOZIONE DI RETE NAZIONALE PER I TUMORI RARI
TITOLO DEL PROGETTO: 4.1. RECATUR: CREAZIONE DI UNA RETE CALABRESE DEI
TUMORI RARI DA INTEGRARE CON LA RETE NAZIONALE PER I TUMORI RARI
DURATA: 12 MESI
REFERENTE: Dirigente del Settore LEA – g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 558.005,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
558.005,00
Il PROGETTO
ReCaTuR
CONTESTO
Il criterio internazionalmente accettato per definire una malattia oncologica “rara” è epidemiologico
e di incidenza, essendo inferiore o uguale a 5/100.000, cui va aggiunta la quota di pazienti
prevalenti che sono inferiore a 50/100.000. Trattasi quindi di tumori ‘rari’ singolarmente presi ma
‘frequenti’ nella loro totalità a tal punto che costituiscono circa il 20% dei casi totali di neoplasia
maligna: in pratica la somma di 2 "big killer", cioè di tumori più frequenti per incidenza e mortalità.
Trattasi quindi di un problema sociale rilevante sia in termini quantitativi che etici, dal momento
che si espongono tali pazienti a possibili discriminazioni in termini di opportunità di cura rispetto
ad altri pazienti oncologici, data:
a)
la scarsità di expertise dei singoli specialisti,
b)
la necessità di condividere informazione testuale sui casi clinici,
c)
l’ obbligo di consultazione (“second opinion”) radiologica e patologica con trasferimento
fisico degli esami di imaging (TAC, RM, PET, Scintigrafia, etc.) e/o dei preparati istopatologici
data l’incidenza non trascurabile di errori diagnostici o di classificazione che possono ripercuotersi
drammaticamente sulla pianificazione oncologica.
d)
l’ impegno a progettare una evoluzione verso il trasferimento online di cui al punto c);
e)
la ridotta disponibilità dell’indispensabile multidisciplinarietà richiesta che contrasta con la
dispersione geografica delle risorse professionali;
f)
la relativa minor disponibilità di farmaci o tecnologie peculiari per la cura di tali forme rare;
g)
l’ aumentata migrazione sanitaria per tali patologie, con lievitazione dei costi sanitari anche
legati ad un outcome generalmente peggiore per pazienti seguiti a distanza, ad es. a causa di una
mancanza di uniformità dei criteri di follow-up .
DESCRIZIONE
 La Rete Calabrese dei Tumori Rari (ReCaTuR) è un professional onlinenetwork, con
piattaforma web, strutturato e permanente, collaborativo tra le strutture oncologiche del
territorio regionale, che si inserisce nella Rete Tumori Rari nazionale, la quale mira ad
abbattere ogni possibile barriera culturale, logistica e organizzativa tali da impedire al
paziente portatore di tumore raro il diritto a ricevere cure di alta qualità nell’ ambito della
propria Regione.
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Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012.
4. PROMOZIONE DI RETE NAZIONALE PER I TUMORI RARI
TITOLO DEL PROGETTO: 4.1. RECATUR: CREAZIONE DI UNA RETE CALABRESE DEI
TUMORI RARI DA INTEGRARE CON LA RETE NAZIONALE PER I TUMORI RARI
DURATA: 12 MESI
REFERENTE: Dirigente del Settore LEA – g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 558.005,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
558.005,00
 L’ elemento fondamentale per una corretta diagnosi e gestione di tali tumori rari risiede nella
condivisione dei vari momenti di cura e di ricerca: in tal senso la telematica costituisce oggi
la vera e unica modalità di abbattimento dello spazio, di gestione integrata e di studio di tali
pazienti con tumori rari.
 L'adesione delle strutture Oncologiche regionali calabresi a ReCaTuR avverrà in maniera
formalizzata tramite un accesso protetto da smart card dedicata, per il quale ogni Struttura
firmerà una convenzione ad hoc
 La sede della Centrale Operativa di ReCaTuR è nell’Unità Operativa Complessa di
Oncologia Medica dell’ Azienda Ospedaliera di Cosenza, che già aderisce alla Rete Tumori
Rari nazionale con sede all’ INT di Milano (Dr. Paolo Casali), mentre le Strutture
Oncologiche di afferenza sono tutte le UU. OO.CC. di Oncologia Medica e di Anatomia
Patologica delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere e Universitarie regionali, così da assicurare
l’inserimento di ogni possibile nuovo caso clinico. La Centrale tecnologica di ReCaTuR,
per indagini clinico-molecolari per l'inquadramento dei tumori rari nell'ambito di
sindromi eredi-familiari (Counselling e Testing Genetico) e per la identificazione di target
molecolari ai fini della pianificazione terapeutica è nel Centro di Riferimento Regionale per
il Counselling Genetico e le Terapie Innovative in Oncologia Medica dell'Università Magna
Grecia di Catanzaro.
La gestione affidata all’ Azienda Ospedaliera di Cosenza.
OBIETTIVI
ReCaTuR vuole assicurare ai pazienti calabresi adulti e pediatrici con tumori rari (sarcomi, ORL,
NET, etc) un’alta qualità di cure tramite:
1.
la registrazione e condivisione tra le UU.OO.CC. dei casi clinici, mediante la prioritaria
creazione di un unico Database Regionale dei Tumori Rari dei pazienti calabresi posto nella
Centrale Operativa del’ U.O.C. di Oncologia Medica di Cosenza provvisto di un’adeguata
dotazione tecnologica, che si interfaccia con i vari centri clinici, pure essi adeguatamente
tecnodotati, che hanno in carico i singoli pazienti con tumore raro, e che possono così consultare
attraverso la rete colleghi provvisti di expertise su quella neoplasia rara;
2.
La Centrale Operativa funge da centro “provider” di teleconsultazioni per quanto riguarda
quella neoplasia, verso il centro clinico “user” che ne beneficia e che troverà in esso le informazioni
fondamentali sul paziente e su tutte le “transazioni” che hanno avuto luogo in rete.
3.
Il data base di rete è accessibile da ogni centro aderente per quanto riguarda i casi da esso
inseriti o con esso condivisi e da esso si potranno estrarre informazioni retrospettive utili per la
Ricerca Clinica e Traslazionale, assolutamente indispensabile per una patologia oncologica rara;
4.
l’ elaborazione di progetti comuni tra le Aziende per la creazione di una rete di consultazioni
(“second opinion”), che evolva verso un’ attività di telepatologia e di teleradiologia, adeguata sotto
160
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012.
4. PROMOZIONE DI RETE NAZIONALE PER I TUMORI RARI
TITOLO DEL PROGETTO: 4.1. RECATUR: CREAZIONE DI UNA RETE CALABRESE DEI
TUMORI RARI DA INTEGRARE CON LA RETE NAZIONALE PER I TUMORI RARI
DURATA: 12 MESI
REFERENTE: Dirigente del Settore LEA – g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 558.005,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
558.005,00
il profilo tecnologico, comprendente anche la stereoscopia 3D e, in particolare un sistema dotato di
intelligenza artificiale, capace di fornire una visualizzazione scientifica stereoscopica della
patologia per comparare la casistica di piattaforma a partire dai dati alfanumerici inseriti dal medico
e dai dati spaziali dell’ imaging;
5.
l' omogeneizzazione diagnostica e terapeutica nelle varie strutture partecipanti con
evoluzione verso veri e propri Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali (PDTA);
6.
il razionale e facilitato accesso dei pazienti all’assistenziali disponibili in sede o, in casi
particolari, anche extraregionali;
7.
la possibilità di inserimento dei pazienti stessi in protocolli di Ricerca.
TEMPI DI ATTUAZIONE (CRONOPROGRAMA)
Evento
1
2
3
4
5
6
Mesi
7
8
9
10
11
12
Kick off meeting mesi 1
Allestimento centrale
operativa mesi 1
Gara per tecnologia
Formazione personale
centrale operativa
Formazione strutture
oncologiche regionali
Start-up di rodaggio
Avvio delle attività
Inagurazione ReCaTuR
INDICATORI DI STRUTTURA:
 Copertura di ReCaTuR (n° Strutture Oncologiche calabresi partecipanti/n° Strutture
Oncologiche calabresi previste)
 Dotazione Tecnologica (n° sedi adeguate per l’input/output dei casi clinici nelle strutture
coinvolte previsti/n° sedi effettivamente presenti)
 Sviluppo analisi molecolari presso l'Università Magna Graecia di Catanzaro grazie al parco
ad elevata tecnologia già disponibile (sequenziamento convenzionale, next generation
sequencing, low e high densityprofiling in PCR quantitativa e microarray).
INDICATORI DI PROCESSO:
 Formazione [attività previste/ attività effettivamente portate a termine (deve tendere a 1)];
 Tempestività d'accesso dei casi clinici (timing registrazione)
161
Regione Calabria




OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012.
4. PROMOZIONE DI RETE NAZIONALE PER I TUMORI RARI
TITOLO DEL PROGETTO: 4.1. RECATUR: CREAZIONE DI UNA RETE CALABRESE DEI
TUMORI RARI DA INTEGRARE CON LA RETE NAZIONALE PER I TUMORI RARI
DURATA: 12 MESI
REFERENTE: Dirigente del Settore LEA – g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 558.005,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
558.005,00
Adeguatezza dei casi clinici (% casi non rispondenti ai criteri di registrazione)
Tempestività “second opinion” (% casi con timing di risposta > allo standard);
Gestione della privacy (% casi con consenso informato)
Numero di casi con caratterizzazione clinica e biomolecolare (casi con analisi
molecolare/sul numero di casi ReCaTuR).
INDICATORI DI RISULTATI:
 Efficacia di ReCaTuR (% pazienti inseriti/pazienti attesi)
 Valutazione della soddisfazione dei clinici (questionari di gradimento)
 Valutazione della soddisfazione dei pazienti (questionari di gradimento)
 Numerosità totale e percentuale di pazienti valutati per correlati biologici e produzione dei
dati molecolari su standard di riferimento internazionale.
 Costituzione di una rete per l'afferenza a procedure adeguate di caratterizzazione biomolecolare dei pazienti afferenti a ReCaTuR in dialogo con le strutture operanti in
earlyclinical trials a livello internazionale.
ReCaTuR vuole promuovere la conoscenza e la diffusione di linee guida della buona pratica nella
gestione dei tumori rari, in primo luogo tra gli Oncologi, Medici e tra gli Anatomo-patologi,
mediante la realizzazione di un’integrazione e un’armonizzazione dei Centri di expertise locali e
nazionali (professional onlinenetwork), con piattaforma web, capace di provvedere a un più agile
trasferimento per seconde opinioni peer to peer dei dati clinici relativi a pazienti portatori di una
malattia singolarmente rara ma frequente nel complesso e di garantire così che i risultati della
ricerca clinica vengano trasferiti nella pratica medica, migliorando in ultima analisi la gestione
clinica da tale settore dell’ Oncologia, anche tramite PDTA ad hoc disegnati.
SCHEDA FINANZIARIA
VOCI
IMPORTI
Varie
Beni e servizi
Formazione
Divulgazione (convegni, workshop, pubblicazioni,
materiali informativi)
TOTALE
162
€ 145.005,00
€ 220.000,00
€ 110.000,00
€ 83.000,00
€ 558.005,00
Regione Calabria
OBIETTIVI DI PIANO 2012 – ACCORDO STATO REGIONI 22 NOVEMBRE 2012
LINEA PROGETTUALE: parte II all. A Accordo 22.11.2012.
4. PROMOZIONE DI RETE NAZIONALE PER I TUMORI RARI
TITOLO DEL PROGETTO: 4.1. RECATUR: CREAZIONE DI UNA RETE CALABRESE DEI
TUMORI RARI DA INTEGRARE CON LA RETE NAZIONALE PER I TUMORI RARI
DURATA: 12 MESI
REFERENTE: Dirigente del Settore LEA – g.brancati@regcal.it
IMPORTO ASSEGNATO: TOTALE € 558.005,00 DI CUI QUOTA DEL FSN DEL 2012 €
558.005,00
PROGETTO DI RIPARTO DELLE RISORSE E CRITERI DI DISTRIBUZIONE
AZIENDA
2012
2013
Totale
ASP RC
ASP VV
ASP CZ
ASP CS
ASP KR
A.O. RC
A.O. CZ
A.O. CS
558.005,00
A.O.U. Mater Domini
558.005,00
Totale
Criterio di distribuzione: La quota relativa al 2012 è stata accantonata in GSA. Le attività
saranno coordinate dalla Unità Operativa Complessa di Oncologia Medica dell’Azienda
Ospedaliera di Cosenza, che già aderisce alla Rete Tumori Rari nazionale con sede all’ INT
di Milano, alla quale viene assegnato il finanziamento per la le attività previste nel progetto.
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