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Italian Journal of
Geriatrics and Gerontology
2013;1(2-3): 61-65
Articolo originale
LA DEPRESSIONE NEL PAZIENTE ANZIANO:
EPIDEMIOLOGIA, DIAGNOSI ED ASPETTI CLINICI
DEPRESSION IN ELDERLY:
EPIDEMIOLOGY, DIAGNOSIS AND CLINICAL FEATURES
LORENZO TARSITANI, ISABELLA BERARDELLI, VALENTINA ROSELLI, MASSIMO BIONDI
Dipartimento di Neurologia e Psichiatria, Policlinico Umberto I, “Sapienza” Università di Roma
Riassunto
La prevalenza di alcuni disturbi depressivi nella popolazione geriatrica è maggiore rispetto a quella
riscontrata in età giovane-adulta. La presenza di depressione incide negativamente sul decorso di
alcune malattie mediche croniche e determina una diminuzione dell’aderenza alle prescrizioni mediche ed un peggioramento dello stato di salute generale. La modalità di espressione delle sindromi
depressive nei pazienti geriatrici risulta differente, con un aumento di sintomi somatici e cognitivi
che spiegano un frequente non riconoscimento dei quadri clinici. Un’attenta valutazione, quindi, di
eventuali sintomi depressivi e della loro gravità, è necessaria per migliorare l’esito clinico globale del
paziente geriatrico.
Parole chiave: depressione, anziani, epidemiologia, diagnosi
Abstract
The prevalence of clinically significant depressive disorders in persons over 65 years is higher than
the prevalence found in young adults. Depression has a negative impact on the course of chronic
medical illness, leads to a poor treatment adherence and worsen the general health condition. The
clinical picture of depression differs in elderly patients and it is characterized by somatic expression
and cognitive symptoms, which may lead to underdiagnosis of significant syndromes. Hence, a careful clinical assessment of depressive symptoms is critical to improve the clinical outcome of elderly
patients.
Keywords: depression, elderly, epidemiology, diagnosis
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Italian Journal of Geriatrics and Gerontology 2013; 1(2-3): 61-65
Introduzione
I pazienti geriatrici presentano spesso una
elevata complessità clinica dovuta alla presenza
di varie patologie croniche o a carattere progressivo e frequenti alterazioni dell’autonomia
funzionale che costituiscono un fattore di rischio
per lo sviluppo di varie forme di disagio psichico.
Non di rado queste difficoltà si generano in condizioni socio-ambientali sfavorevoli ed in questi
pazienti l’osservazione e la gestione di eventuali
sintomi psichiatrici è indispensabile per evitare
l’instaurarsi di pericolose derive dello stato di
salute (1). In particolare, è stato osservato che la
presenza di depressione incide negativamente
sul decorso e sugli esiti di alcune malattie mediche croniche ed aumenti il rischio di mortalità
(2). Inoltre, la presenza di sintomi depressivi
determina una diminuzione dell’aderenza alle
prescrizioni mediche ed un peggioramento degli
stili di vita (3).
Nella pratica clinica, le sindromi depressive
vanno differenziate dalle normali reazioni psicologiche all’invecchiamento. Il processo d’invecchiamento è, infatti, un fenomeno complesso
che modifica profondamente l’esistenza degli
individui; in aggiunta, in questa fase della vita
aumentano molti dei fattori di rischio per l’insorgenza di sintomi depressivi (4). Gli individui
anziani vanno incontro ad una perdita progressiva di ruoli ed un isolamento che contribuiscono
ad aumentare il rischio di sintomi depressivi reattivi. I lutti e gli eventi di perdita non depressogeni diminuiscono il supporto sociale. Durante
il processo d’invecchiamento spesso si assiste
ad una diminuzione della funzionalità e della
capacità di adeguarsi a nuove situazioni o condizioni di salute (5). Queste condizioni esistenziali
tuttavia non devono indurre il clinico ad ignorare sintomi depressivi intensi, persistenti ed
invalidanti considerandoli normali per l’età del
paziente. Come estremo opposto alla fisiologica
diminuzione dello slancio e della vitalità in età
geriatrica, è bene tenere a mente Giuseppe Verdi che ad 80 anni compose il “Falstaff”, Sigmund
Freud che ad 83 anni pubblicò il saggio “Mosè e
la religione monoteistica” e Michelangelo Buonarroti che fino ad 89 anni lavorò assiduamente
alla “Pietà Rondanini”.
Lo scopo di questo articolo è di illustrare le
principali caratteristiche cliniche della depressione nel paziente anziano; in questi soggetti,
infatti, la modalità di espressione delle sindromi
depressive risulta differente rispetto alla popolazione adulta rendendone, talvolta, difficile il
riconoscimento clinico. Inoltre, un’attenta valutazione di eventuali sintomi depressivi e della loro gravità è necessaria anche per la scelta delle
strategie terapeutiche e cliniche da adottare.
Epidemiologia
La prevalenza di tutte le tipologie di disturbo
depressivo nella popolazione con più di 65 anni
in Europa varia dal 9% al 24% in diversi Paesi,
con una media del 12% (6). Queste stime indicano che per alcuni disturbi depressivi vi è un
incremento della prevalenza nella popolazione
geriatrica rispetto agli adulti al di sotto dei 65
anni (7,8). La Letteratura Internazionale è concorde nel ritenere che la depressione geriatrica
sia sottostimata negli studi su tutte le fasce
di età, per problemi legati alle manifestazioni
sintomatologiche che spesso non consentono
un inquadramento al di sopra della soglia diagnostica di sindromi depressive che appaiono
comunque clinicamente significative (9,10). La
prevalenza dei disturbi depressivi in età geriatrica appare, inoltre, ben più elevata nelle strutture residenziali e in contesti ospedalieri (11).
Come per tutto il corso della vita, anche negli
anziani la depressione è più frequente nelle
donne. Per ciò che riguarda l’impatto, gli studi
epidemiologici suggeriscono che la depressione
in età geriatrica causa una maggiore disabilità e
un più elevato rischio di suicidio (9,12).
Gli studi epidemiologici indicano quindi che
è molto frequente diagnosticare una sindrome
depressiva in persone al di sopra dei 65 anni,
soprattutto in contesti medici, come ambulatori,
ospedali e strutture di lunga degenza. E la diagnosi può frenare, con l’inizio di un trattamento,
una pericolosa cascata di effetti disabilitanti.
Sintomatologia e diagnosi
Dal punto di vista eziologico, nella depressione dell’anziano la familiarità ha un ruolo meno
importante rispetto alla depressione che esordisce nelle prime decadi della vita (9). Costituiscono dei fattori di rischio importanti, e pertanto
devono essere oggetto di esplorazione clinica,
un’anamnesi positiva per disturbi dell’umore
o per altri disturbi mentali nel corso della vita,
La depressione nel paziente anziano: epidemiologia, diagnosi ed aspetti clinici 63
disabilità fisica e malattie mediche croniche.
Queste ultime sono legate alla depressione
in modo complesso e bidirezionale e possono
essere causa di sintomi o sindromi depressive
per meccanismi fisiopatologici diretti (metabolici, neurologici, vascolari, endocrini e immunitari) o iatrogeni (9). Anche il disagio sociale,
l’isolamento e le difficoltà economiche sono
importanti fattori di rischio per la depressione
nell’anziano. Gli eventi di perdita, come i lutti, le
variazioni del nucleo familiare o il pensionamento, costituiscono in età geriatrica dei frequenti
e importanti fattori precipitanti di disturbi depressivi (3). Queste condizioni, se indagate con
attenzione, permettono di facilitare il processo
diagnostico, quantificando il rischio di sindromi
depressive in atto in base a fattori ambientali e
ad eventi di vita intercorsi di recente.
L’eterogeneità delle caratteristiche fenomenologiche con cui la depressione si manifesta
nell’anziano e la coesistenza di patologie mediche e trattamenti farmacologici che spesso causano sintomi che si sovrappongono ai sintomi
depressivi, rendono la depressione geriatrica
complessa e proteiforme (13). L’umore depresso, la perdita di piacere ed i sentimenti di colpa,
sintomi nucleari degli episodi depressivi nell’età
adulta, nei soggetti anziani sono spesso poco
intensi o interpretati come una normale conseguenza dell’invecchiamento e risultano periferiTabella 1. Sintomi somatici della depressione
Sistema/apparato
Manifestazioni
generalizzate
Sintomi
Astenia
Faticabilità
Calo ponderale
Dolore/dolarabilità locale o diffusa
Sistema nervoso
Cefalea
Vertigini
Disturbi cognitivi
Apparato
Palpitazioni
cardiocircolatorio
Tachicardia
Dolore/oppressione toracico/a
Apparato respiratorio Dispnea
Tachipnea
Apparato
Bocca secca
gastrointestinale
Dispepsia
Aerofagia
Diarrea
Stipsi
Apparato
Pollachiuria
genitourinario
Urgenza minzionale
Disfunzione erettile
Calo libido
ci rispetto alla sintomatologia somatica che, in
alcuni casi maschera del tutto il quadro clinico
costituendo il core depressivo (14). Spesso nei
pazienti anziani viene descritta la “depressione
senza tristezza” (15) caratterizzata da scarse
manifestazioni affettive soggettive e da una
prevalenza di sintomi somatici come insonnia,
iporessia e calo ponderale, disturbi gastrointestinali, astenia, rallentamento motorio e vari
sintomi dolorosi che innescano preoccupazioni
ipocondriache (Tab.1). I vissuti depressivi vengono quindi espressi tramite il linguaggio del
corpo ed il paziente lamenta disturbi somatici
oppure esprime un vissuto ipocondriaco, anche
intenso, sebbene non ci sia un riscontro medico
che giustifichi adeguatamente la sintomatologia
descritta.
I sintomi dolorosi e la preoccupazione per le
principali funzioni vitali, come il ritmo sonnoveglia, l’evacuazione, la diuresi e la respirazione,
nei casi più gravi possono assumere le caratteristiche di deliri somatici, che si manifestano
con convinzioni pervasive ed errate di avere
alterazioni o patologie che non risultano sensibili alle rassicurazioni mediche (16). A volte
prevalgono i sintomi cognitivi, con deficit dell’attenzione, della concentrazione, disturbi mnesici, disorientamento, confusione, atteggiamenti
regressivi e ritiro sociale che possono simulare
una demenza, tanto da giustificare l’espressione di “pseudodemenza depressiva” (17). La
“pseudodemenza” differisce clinicamente dalle
demenze per l’esordio improvviso, la rapida progressione e la buona risposta al trattamento con
farmaci antidepressivi. In molti pazienti affetti
da depressione senile, si riscontrano intense
manifestazioni di ansia accompagnate da una
sensazione di irrequietezza interna, irritabilità
ed agitazione motoria. La presenza di ideazioni
di morte è frequente nei casi di depressione
più grave ed è associata ad un elevato rischio di
suicidio. In Tab.2 vengono riportate le differenze
di frequenza ed intensità dei sintomi depressivi
negli adulti e negli anziani.
La depressione in età geriatrica spesso si
presenta in concomitanza ad alcune patologie
neurologiche quali le demenze, la cerebropatia
vascolare, le lesioni corticali e sottocorticali, la
Malattia di Parkinson e le neoplasie. Tali stati
depressivi rappresentano una manifestazione
della patologia in atto, senza escludere un ruolo
precipitante del mancato adattamento psicologico ad una malattia cronica (18).
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Tabella 2. Caratteristiche cliniche della depressione
Sintomo
Umore depresso
Vissuti di colpa
Anedonia
Pseudodemenza
Sintomi somatici
Ipocondria
Insonnia
Agitazione
Pensieri suicidari espressi
Suicidio
Anziani
+
+
+++
++
+++
+++
+++
+++
+
++
Adulti
+++
++
++
+
+
++
+
++
+
La prognosi dei disturbi depressivi in età geriatrica è fortemente influenzata dall’accesso a
terapie adeguate, che portano alla remissione
clinica una significativa percentuale dei pazienti,
permettendo un trattamento successivo per la
prevenzione delle ricadute. La presenza di malattie neurologiche o di altre malattie croniche peggiora la prognosi. Il rischio di suicidio nei pazienti
affetti da depressione senile è elevato. Domande
dirette sulla presenza di ideazioni anticonservative devono far parte della valutazione clinica di
routine dei pazienti geriatrici con depressione. La
presenza di pensieri di morte e, maggiormente,
propositi o progetti suicidi non vanno mai sottovalutati e devono portare a provvedimenti urgenti per diminuire il rischio di agiti.
La presenza di sintomi depressivi non diagnosticati comporta conseguenze negative sulla
prognosi di molte patologie organiche per quanto riguarda la mortalità, la disabilità residua, la
percentuale di istituzionalizzazione, la durata
della degenza ed i costi assistenziali (19,20). In
generale la depressione del paziente anziano,
per le peculiari manifestazioni cliniche, è frequentemente non diagnosticata e non trattata
portando con sé un elevato rischio di suicidio ed
una maggiore tendenza di recidiva.
Conclusioni
I disturbi depressivi nei soggetti anziani sono
frequenti e spesso coesistono con altre patologie. La depressione ha un notevole impatto sul
funzionamento e peggiora l’esito di altre condizioni cliniche influenzandole direttamente e
indirettamente, attraverso un calo dell’aderenza
alle prescrizioni e un peggioramento degli stili
di vita. La diagnosi di depressione nel paziente
anziano deve tenere conto dei possibili fattori di
rischio anamnestici ed ambientali, della presenza di patologie e trattamenti associati a sintomi
depressivi. Nel processo diagnostico, bisogna
valutare attentamente i sintomi somatici e i deficit cognitivi che possono caratterizzare il quadro
depressivo, mascherandolo.
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Corrispondenza:
Dott. Lorenzo Tarsitani
Viale dell’Università 30, 00185 Roma
e-mail: lorenzo.tarsitani@uniroma1.it