AVICOLTURA Editoriale VICULTUR Poste Italiane S.p.A. - Sped. abb. post. - 70% - LO/BS Tassa riscossa - Taxe percue Aut. N. 1623/2002 del 30/01/2002 del Trib. di MO A Anno XIII - N. 46 - Gennaio-Marzo 2014 A VICOLTUR VICULTUR ORGANO UFFICIALE DELLA FEDERAZIONE ITALIANA ASSOCIAZIONI AVICOLE CLUB ITALIANO DELLA MOROSETA Foto di Tranchellini Matteo 1 AVICOLTURA VICULTUR Anno XIII - N. 46 Gennaio-Marzo 2014 Trimestrale di Cultura, Selezione e Salvaguardia Avicola Organo Ufficiale F.I.AV. Federazione Italiana Associazioni Avicole GIAVANESE collo oro Registrato al Tribunale di Modena n. 1623/2002 del 30.01.2002 EDITRICE FIAV Viale Zancanaro 22 33077 Sacile (PN) www.fiav.info Presidente: Giuseppe Da Giau Tel. 347 1331644 E-mail: segreteria fiav@libero.it Direttore: Giuseppe Da Giau Responsabile Comitato di Redazione Paolo Rolla BARNEVELD NANA Argento a doppia orlatura nera Comitato di Redazione Simone Cepollina Rachele Grati Alessandro Perini Francesco Vellei Stampa: Tipolitografia Editrice LUMINI Via Averolda, 20 25039 Travagliato (BS) E-mail: info@tipografialumini.com Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Cepollina Simone, Da Giau Giuseppe, Focardi Fabrizio, Ghisio Gianni, Grati Rachele, Moldermann Sandra, Piazza Angelo, Timmer Hendrik, segreteria ODG e CTS. I collaboratori assumono piena responsabilità delle affermazioni contenute nei loro scritti. Le opinioni espresse dagli autori non impegnano la rivista e la sua direzione. Il prossimo numero sarà chiuso il 15.06.2014 Avicoltura-Avicultura non è in vendita. Distribuito gratuitamente ai soci. 2 GIURIA DEL XX CAMPIONATO ITALIANO DI AVICOLTURA AVICOLTURA Editoriale VICULTUR Editoriale Sommario Care lettrici e cari lettori, quasi non ce ne siamo accorti, ogni giorno aspettando qualcosa di nuovo dal cielo piuttosto che la solita pioggia, o di vedere il manto di brina spegnere il verde dell’erba di ottobre, alla fine quest’inverno, mai cominciato, ha semplicemente cessato di essere nei nostri pensieri. Adesso per tutti è primavera, tempo di luce piena e brillante, del piacere epidermico di fuggire l’ ombra, di una nuova energia che guiderà come ogni anno la nostra ri-creazione. Questo è il momento più sacro e tenero del ciclo eterno delle stagioni, l’occasione del riscatto ed il tempo migliore per lanciarsi nelle sfide. La primavera così come ci pare, è insieme una scommessa e la presunzione di poterla vincere. Le prime giornate di un sole più caldo moltiplicano i segni che tutto sta per ripartire. Ora il sorgere del sole anticipa il mio risveglio, apro la porta del pollaio e mi attende il chiosare delle galline, ho finalmente uova da raccogliere e tra pochi giorni le prime schiuse. E’ un rito naturale che ogni anno si ripete per me e per voi cari amici allevatori e allevatrici. Le nostre scommesse sono loro, quei gruppi di polli messi assieme a dicembre e sui quali abbiamo riposto speranze e ambizioni e il nostro pensiero corre subito ai pulcini che verranno, combattuti tra la speranza di averne tanti ed il timore che saranno molti di più degli anelli che ci siamo procurati….Quanti propositi di un anno di allevamento. L’esperienza ci ha insegnato che il momento magico è proprio questo. La primavera combina luce, calore e nutrimenti come nessun altra stagione. La buona condotta di queste settimane ci darà ottimi risultati nel tempo delle esposizioni. Massimo impegno e rispetto per i nostri amati animali … sarà un’annata eccezionale! La primavera è tempo di rinnovamento anche per le nostre associazioni, adesso tutte alle prese con i bilanci di previsione, le liste dei nuovi iscritti, le assemblee generali… sono come macchine che accendono i motori prima di una competizione. Vorrei salutare questa loro nuova stagione con una esortazione… fate nuovi soci e crescete! Accogliere nuovi soci è la miglior scommessa che possiamo fare per il futuro, perché ci consentirà di allevare di più e meglio e ci darà modo di intraprendere attività importanti. Cercando, troveremo persone capaci, volenterose e portatrici di idee nuove, e potremo porci obiettivi più ambiziosi perché la nostra forza si misura anche sul numero, e se saremo tanti anche la nostra voce si farà sentire più in alto. La nostra Federazione vincerà la sfida di questi tempi difficili se saprà attingere energie da associazioni nuove che nascono e da associazioni di lunga tradizione che crescono. Nel 2011 contavamo 625 tesserati, nel 2012 ben 672. Nel 2013 sono saliti a 703. Quest’anno saremo molti di più. Queste ultime belle annate hanno interrotto un lungo periodo di stagnazione e hanno portato finalmente una ventata di ottimismo, perché l’avicoltura batte la crisi di tante altre realtà che ci stanno attorno. E un buon motivo per essere soddisfatti, sperare bene per questa bella stagione e nutrire una grande speranza per il domani. Giuseppe Da Giau Razze e Colorazioni JAVANESE4 di Focardi Fabrizio L’ENIGMA DELLA BARNEVELD (Parte seconda) di Timmer Hendrik Area Tecnica I GENI ALLA LENTE DI INGRANDIMENTO di Grati Rachele CONSIDERAZIONI E IDEE DI PROFILASSI di Piazza Angelo 8 15 21 Associazioni e Club Club Italiano della Cocincina di Cepollina Simone 23 Comitato Tecnico Scientifico RELAZIONE XX CAMPIONATI ITALIANI DI AVICOLTURA AGGIORNAMENTI STANDARD a cura del CTS 24 Federazione GUIDA ALLA FORMAZIONE DEI CLUB DI RAZZA 30 di Cepollina Simone ELENCO GIUDICI 2014 a cura della segreteria ODG News QUANDO ALLEVARE AVICOLI ORNAMENTALI NON E’ SOLO UNA PASSIONE di Ghisio Gianni 34 35 Contatti Presidente: Da Giau Giuseppe Viale Zancanaro 22 - 33077 Sacile (PN) Vice Presidente: Cepollina Simone cepollinasimone@libero.it - 347/9706557 Segretaria: Tortora Sonia segreteriafiav@libero.it Responsabile notiziario FIAV: Rolla Paolo grazia.facchinotti@libero.it - 338/2223871 Distribuzione Anelli: Colosio Massimo m.colosio@alice.it - 349/3409699 Responsabile Mostre: Grondona Stefano cochinfarmstefano@gmail.com Referente Logistico: Tura Gabriele allevatoregabriele@gmail.comAmac 3 AVICOLTURA Razze e Colorazioni VICULTUR GIAVANESE “La gallina dalle uova turchine” A suscitare la mia curiosità per questa razza è stato l’insieme delle sue particolari caratteristiche: nana autentica, cresta a pisello e giogaia, piccoli bargigli, tarsi verde scuro, cinque dita e uovo dal guscio verde/turchese. ORIGINE L’origine della Giavanese ci porta molto lontano, ma anche la sua storia più recente è indubbiamente interessante. Ma andiamo con ordine: Partiamo da quando l’entroterra sudamericano, molto prima delle regioni andine, fu colonizzato da navigatori della Melanesia i quali portarono con se dall’Indonesia polli domestici. Successivamente le popolazioni andine svilupparono da questi polli diversi ceppi con caratteristiche eterogenee, che in alcuni luoghi raggiunsero anche uno stato di quasi sacralità. Intorno al 1859/1861, con la deportazione di schiavi peruviani e cileni, alcuni di questi polli tornarono in Oceania e si diffusero in quasi tutte le isole abitate: Isola di Pasqua (in lingua nativa Rapa Nui, letteralmente “grande isola/roccia”), Marquesas e Pitcairn, queste ultime famose per aver dato rifugio agli 4 ammutinati del Bounty e alle loro mogli tahitiane. Diversi furono i ceppi che si formarono partendo dalle Rapanui/ Olmec; quelli che più ci interessano sono i seguenti: Quechua: razza nana, può avere la coda o essere anura. Caratteristico il suo lungo quinto dito posteriore ed i tarsi gialli. Se incrociata con la Quetro può anche avere un ciuffo, o barba e/o favoriti. Molti soggetti possono deporre uova dal guscio verde grigiastro, ma alcuni anche dal guscio picchiettato di bruno e altri giallastro. Questi polli sono stati rinvenuti in diverse isole come Pitcairn, Marquesas e Isola di Pasqua, come pure in Bolivia e Argentina. Quechua Olmec: è simile alla Quechua, ma la pigmentazione della pelle e delle ossa è blu/nera, i tarsi blu o neri; è generalmente anura e senza ciuffo. Depone prevalentemente uova con guscio verde/blu. Questa razza è presente in Costa Rica, Ecuador e Messico. Quetro: vengono anche chiamati “polli nani degli altopiani peruviani”, sono buoni volatori e hanno una coda piena. Hanno una piccola cresta a pisello e dei piccoli bargigli. Il colore del petto della gallina va dal mogano fino al salmone. Il loro piumaggio è bruno con una pepatura più o meno marcata che può arrivare a formare fino un disegno parzialmente a maglie. Notevole il disegno del rachide, molto marcato, che fra l’altro è stabilizzato anche nell’odierna Giavanese. Il colore del guscio dell’uovo è molto variabile e copre l’intera tavolozza di colorazioni conosciute. Alcuni depongono uova intensamente turchesi, altri tendenti al verde, fino ad arrivare al bruno intenso. Quetro sono state trovate solo negli altopiani peruviani e possono ancora essere viste nelle Reed Islands del Lago Titicaca. La Quetro si pensa sia stata ritenuta animale sacro dagli Olmec e dalle susseguenti culture andine. Colloncas: sono polli nani parzialmente privi di coda. Alcuni hanno un piccolo ciuffo, comunque tutti, senza eccezione, hanno tarsi verde erba. Le uova hanno gusci di diversi colori. La loro diffusione va dalle isole Salomone fino alle Figi, dalle Pitcairn fino al Perù e Cile. Attraverso l’incrocio con le Quetros si sono create le “Collonca de Ares”. Genetisti giapponesi hanno recentemente provato la parentela di questi polli con le razze indonesiane Ayam Pelung, Ayam Cemani e con la Sumatra, come pure con la giapponese Tomaru e Koeyoshi. AVICOLTURA Razze e Colorazioni VICULTUR Non me ne vogliate per questa lunga spiegazione, ma ritengo davvero importante, quando è possibile, conoscere il massimo della razza che alleviamo o che giudichiamo. Conclusione: da questi polli si è sviluppato in Gran Bretagna la “Araucana Inglese” ed in Germania, dove è rimasta assopita per molti anni, proprio la “Giavanese”. Ma andiamo per ordine e ricominciamo dal non troppo lontano 1996. Infatti è grazie ad un Abate alsaziano se oggi ha una certa popolarità. E’ il 10 marzo quando il sig. Jean Claude Martin - allora presidente della Federazione avicola francese – riceve dall’abate Charles Keller, membro della Società d’Avicoltura di Soulzmatt (Alsazia), una lettera con allegata una bozza di standard, con la quale richiede il riconoscimento della “Javanese Bankiva” . Conosco da tanti anni, e ammiro per la sua cultura avicola, il signor Jean-Claude. Martin, sono stato membro della federazione francese finché lui è rimasto in carica, sia come presidente che come redattore del notiziario ufficiale “Bantam–Revue” e non mi meraviglia la sua pronta risposta all’abate Keller: per delle caratteristiche originali: forma della cresta, cinque dita e soprattutto colore delle uova. Per contro, la denominazione richiesta non sarà certamente accettata. Il termine “Bankiva”, di uso internazionale, è riservato, nel linguaggio corrente, a cinque sottospecie del pollo selvatico Gallus gallus (una sola di queste sottospecie era il Gallus gallus bankiva). Quanto al termine “Javanese”, forse potrà essere accettato, ma esso indica normalmente un’origine geografica che è contestabile. (…) (…) Personalmente penso che questa nuova razza si differenzi da altre razze simili Non contento l’abate keller incarica un nipote di contattare lo zoo di San Diego, prima di persona poi per telefono, e di questi contatti informa il sig. Martin: Il sig. Martin chiede dunque all’abate Keller di indagare per avere maggiori informazioni sulla vera origine di questo pollo. La risposta non si fa aspettare: (…) Gli amici tedeschi di Colonia, che mi hanno regalato questi polli, li chiamavano “Javanesische Bankiva”. Li avevano ricevuti da un medico chirurgo di Bergisch-Gladach. Quest’utimo li allevava da dodici anni. Lui stesso li ha ricevuti da un collega che aveva avuto dalle uova dallo zoo di San Diego e per averle aveva fatto una donazione allo zoo. Tutte queste persone chiamavano questi polli “Javanesische Bankiva”. Mio nipote ha telefonato ed è potuto entrare in contatto con il responsabile dei gallinacei il quale gli ha riferito che questi polli vivevano liberi allo zoo ed erano chiamati “Red Junglefowl”. In seguito ha anche telefonato ed è potuto entrare in contatto col dottor Nick Colius, profes- sore dell’università californiana di Los Angeles. Lui è rimasto sorpreso che noi fossimo in possesso di questi polli. Ha detto a mio nipote che i Galllus gallus erano stati importati 50 anni prima e che si erano poi incrociati con dei polli domestici. In seguito l’abate viene anche a conoscenza dagli amici di Colonia che anche un’altra signora, nella regione di Amburgo, è in possesso di questi polli. Essa li ha ricevuti da un allevatore di Berlino il quale li aveva ricevuti dal Canada, essa li chiamava “Buschhuehner” (pollo di macchia). Perché li chiamava “polli di macchia”? Perché molti anni prima, intorno al 1900, un altro allevatore della Prussia Occidentale cercò di selezionare un pollo selvatico che potesse vivere libero alle nostre latitudini, era Alfred Muntau. Una popolazione di questi polli, che era chiamata “Muntauschen Buschhuehner” era anche nel Wuppertal ed aveva caratteristiche molti simili a quella che oggi è la Giavanese. Prima del suo riconoscimento anche l’amico Ruediger Wandelt, eccellente fotografo tedesco, nel suo interessantissimo libro “Handbuch der Zwerghuhnrassen”, edito nel 1998, l’ha inserita fra le “Razze Nane Combattentoidi”. La presentazione ufficiale della Javanese ebbe luogo all’esposizione di Strasburgo nel novembre 1996, dove Jean Claude Martin, presidente della federazione francese e anche del Bantam Club, esaminò i soggetti e li dichiarò corretti in rapporto allo standard che il sig. JeanClaude Périquet aveva appositamente redatto. Finalmente, nel 1998, la Commissione Standard Francese ha omologato la razza con la denominazione “Javanaise”. Ma solo alla mostra europea di Lipsia del 2006 questa razza è stata ufficialmente riconosciuta dalla “Commissione Standard Europea”. 5 AVICOLTURA Razze e Colorazioni ASPETTO GENERALE E CARATTERISTICHE DELLA RAZZA Una razza nana autentica, snella ed elegante, con un peso di g. 1200 per il gallo e g. 900 per la gallina. Le galline depongono circa 150 uova all’anno, sono buone covatrici e madri eccellenti. Il tronco è rettangolare con le due linee, quella superiore e quella inferiore, che corrono parallele. Petto largo e pieno. Portamento quasi orizzontale con una linea dorsale dritta, al gallo si concede una leggera inclinazione. Coda portata quasi orizzontale con lunghe timoniere, sia nel gallo che nella gallina, e nel gallo abbondanti falciformi; le grandi falciformi sono ben ricurve a partire dalla metà della penna. Una conformazione del piumaggio, anche se meno ricco, simile a quella della Sumatra. Decisamente da scartare soggetti con code troppo rialzate o che tendono a scendere, determinando falciformi che toccano il suolo. La struttura della penna, specialmente nella falciforme, è molto importante: se una penna non ha nel rachide la rigidità sufficiente a sostenerla fino alla metà questa cadrà in basso troppo presto lasciando così scoperte le timoniere. Le ali sono mediamente lunghe, preferibilmente parallele alla linea inferiore. Gambe di media lunghezza, robuste e ben visibili. 6 VICULTUR I tarsi sono robusti, non impiumati, con scaglie fini e regolarmente disposte, di color verde scuro, ma con la pianta del piede giallastra. Vorrei aprire una parentesi in quanto ritengo giusto che si sappia che nel colore dei tarsi interagiscono diversi fattori genetici ed ambientali. Il colore dei tarsi deriva dalla presenza - o assenza - dei carotenoidi e delle melanine, che, se presenti contemporaneamente (e a seconda della quantità, che è regolata da geni modificatori sconosciuti), danno luogo ad una diversa colorazione. Altra cosa interessante da conoscere è che il colore dei tarsi è determinato dal pigmento del derma - parte di tessuto connettivo che, unito all’epidermide, forma la pelle - e da quello dell’epidermide stessa, che può variare. Ad esempio un derma nero ed un’epidermide gialla daranno un tarso, a seconda della carica di pigmento, più o meno verde; mentre un derma giallo ed un’epidermide nera daranno un tarso giallo sporco. Le zampe devono essere posizionate ben divaricate, questo è molto importante e, pertanto, zampe strette, o, peggio, ad “x”, devono essere seriamente penalizzate. Caratteristica preponderante è la presenza del quinto dito. Le dita anteriori devono essere molto lunghe e ben allargate. Le due posteriori sono situate un po’ al di sopra del tallone, nettamente separate fra loro; il quinto dito deve essere più lungo di quello centrale anteriore, quasi il doppio del quarto (posteriore), e rivolto verso l’alto. La pentadattilia è prevalentemente dominante pur tuttavia con una incompleta azione ed espressività, possono pertanto capitare soggetti a quattro dita che geneticamente sono pentadattili. L’evidenza e la separazione variano in base alla presenza di geni modificatori. Può anche avvenire che animali con quattro dita mostrino un dito posteriore di lunghezza eccezionale. La pentadattilia è caratteristica peculiare, pertanto non deve mai essere sottovalutata, né dall’allevatore né tanto meno dal giudice; quest’ultimo, a questo proposito, dovrebbe sempre, assolutamente, segnalare meriti o demeriti. La testa è piccola e arrotondata. La cresta è rossa, piccola, a pisello, formata quindi da tre binari non troppo alti, ma ben formati ed in posizione eretta; il binario centrale sporge,sulla sommità, leggermente da quelli laterali. Bargigli piccoli, preferibili appena sviluppati. Nella gallina cresta e bargigli sono appena accennati. E’ la cresta a pisello che geneticamente limita la formazione dei bargigli e sviluppa invece la formazione di una piccola giogaia. La faccia è glabra e rossa; la presenza di una muffa bianca penalizzerà il soggetto, questo per far capire all’allevatore che è una caratteristica indesiderabile soprattutto in soggetti da riproduzione. Il colore della faccia, cresta, bargigli e giogaia deve essere rosso vivo e brillante, questo è anche un termometro della vitalità del soggetto. L’occhio è vivace con iride rosso arancio, nei soggetti di più anni tollerare un iride più chiaro. Lo standard richiede un becco corto, forte, ricurvo e brunastro. Ho visto i soggetti esposti alle mostre tedesche, ma nessuno aveva un becco come richiesto, tutti avevano un becco non proprio corto e non proprio forte. Il becco richiesto è decisamente un becco da combattente, ma la Giavanese, combattente non è, quindi penso sia giusto accettare un becco “normale” di colore brunastro. Anche la foto dello standard europeo mostra un becco non corto e non grosso. Orecchione ben sviluppato e bianco giallastro, tollerare leggere tracce di rosso. Piumaggio aderente, lucido, lungo ed elastico. I difetti gravi che svaluteranno maggiormente il soggetto sono corpo troppo inclinato, coda troppo rilevata e difettosa separazione delle dita posteriori. AVICOLTURA Razze e Colorazioni VICULTUR E parliamo adesso della caratteristica che secondo me aiuterà sensibilmente la diffusione della razza: un bellissimo uovo turchese! Il colore non sarà, come ad esempio nella Marans, limitato alla superficie, ma come quello dell’Araucana, su tutto lo spessore del guscio, parte interna ovviamente compresa. E’ il gene autosomico dominante “O” (olive) che causa la colorazione blu o verde del guscio a seconda se agisce su un colore di fondo di origine poligenica bianco o bruno. Blu su base bianca e verde su base bruna. Si presume che questo gene sia legato strettamente al gene “P” (pea comb – “cresta a pisello” ndr.) autosomico incompletamente dominante sul cromosoma 1 della cresta a pisello. Tutte la razze conosciute con colorazione turchese dell’uovo presentano questa combinazione: uovo blu e cresta a pisello e sarebbero pertanto P/P;O/O omozigote. La Brama, anch’essa razza con cresta a pisello, ma con diverso colore del guscio dell’uovo avrebbe il genotipo Po+/Po+. La presenza di geni modificatori possono modificare l’intensità del colore guscio. E’ pertanto molto importante usare per la riproduzione solo uova con la colorazione tipica, altrimenti si andrebbe incontro allo schiarimento del colore. Saranno pertanto molto preziose galline che nel ciclo complessivo annuale di riproduzione deporranno solo uova di ottima intensità blu. Per la stessa ragione sarà anche importante usare galli riproduttori nati da uova con guscio altrettanto turchese. COLORAZIONE Lo Standard per l’Europa riconosce per la Giavanese solo la colorazione Collo Oro Scura. Sono comunque presenti soggetti anche nelle colorazioni Collo Arancio, Selvatica, Nera e forse altre, che immagino saranno presto riconosciute. GIUDIZIO Finché la razza non sarà ben fissata, e per questo ci vorrebbe un buon numero di allevatori, è assolutamente necessario essere tolleranti e qui il giudice deve sapere su quali caratteristiche esserlo e in che misura. A mio avviso si può essere tolleranti sul colore e disegno del piumaggio, e, almeno per il momento, anche ad esempio sulla posizione della coda, ma esserlo meno sui punti della testa e sulla formazione del quinto dito. Si deve tenere presente che la colorazione è spesso influenzata da diversi geni modificatori che alterano l’intensità del colore del piumaggio, si deve pertanto usare tolleranza per l’intensità, meno per il disegno che è in genere ben fissato. L’essere troppo esigenti porta l’allevatore a sottovalutare caratteristiche importanti di tipologia e posizione e questo va a discapito della razza. In occasioni di esposizioni il suo logico posto sarà vicino alla Twentse. Si consiglia anche l’alloggio in gabbie più grandi di quelle per la razze nane in quanto la coda, ma anche l’insieme del soggetto, verrebbero davvero sacrificati. Ringrazio il sig. J.C. Périquet per la sempre gentilissima disponibilità. Le foto dell’articolo sono di Francesco Vellei. Bibliografia Ingo Dietrich (Vorsitzender)– SV Erhaltung des Javanesischen Zwerghuhns (Gefluegel Zeitung Der Kleintier-Zuechter). Bantam–Revue – Bulletin Technique de Liaison des Adhrents du Bantam-Club-Francais. Standard des Volailles de Race pour l’Europe. ERRATA CORRIGE Notiziario N. 45 - Ottobre-Dicembre 2013 Articolo: Gabbiano della Groninga, Gabbiano della Frisia Orientale e Pollo della Frisia Mi sono accorto che nella tabella “Caratteristiche” a proposito del “Disegno” è avvenuta un’inversione, pertanto si legga come segue: Pollo Della Frisia Disegno: fioccatura ovale, quasi come un chicco di grano. Gabbiano Della Frisia Orientale Disegno: fioccatura leggermente più pesante e squadrata. La descrizione nel testo è invece giusta. Mi scuso con i lettori. Fabrizio Focardi 7 AVICOLTURA Razze e Colorazioni VICULTUR L’ENIGMA DELLA BARNEVELD (parte2) In questo episodio, vedremo l’ultimo colore introdotto nelle razze Barneveld e Barneveld nane. Dopo il riconoscimento nel 2009, la colorazione argento a doppia orlatura nella Barneveld nana è molto ricercata e certamente non solo in Olanda. Nei nostri vicini orientali (Germania), questa varietà di colore è stata riconosciuta nel 2011 ed ha già un sacco di sostenitori. Nel frattempo, questo colore è stato riconosciuto anche nella razza Barneveld. Personalmente, mi aspetto che in cinque anni l’interesse per l’ argento a doppia orlatura, grazie al suo bel contrasto del disegno, crescerà molto tra gli allevatori. In questa sezione esaminiamo le difficoltà specifiche incontrate nell’ allevamento della argento a doppia orlatura. Creazione della argento a doppia orlatura Nella creazione della colorazione argento a doppia orlatura è stato utilizzato il “rosso-oro” a doppia orlatura della Barneveld nana e il perniciato argento a maglie nere della Wyandotte nana. L’intenzione era quella di portare il colore argento della Wyandotte nana nella Barneveld nana. Essendo il perniciato a maglie un gene (cioè il gene melanostic Ml che è richiesto per il disegno perniciato) che ha la stessa base a doppia orlatura, questo colore sembrava essere la scelta più logica. Un ulteriore vantaggio è che il perniciato argento a maglie della Wyandotte nana è basato sull’allele “e”del perniciato asiatico (eb) e questo è l’allele ideale per il disegno della doppia orlatura. Questa scelta ha avuto molto successo perchè già nella seconda generazione si sono ottenute buone Barneveld nane con la doppia orlatura argento. Bert Beugelsdijk Verso la fine del secolo Bert Beugelsdijk ebbe l’idea e l’obiettivo di creare la Barneveld a doppia orlatura argento. L’idea nata nel 1925 leggendo un libro di C.S.Th. Van Gink dove stava scritto che era stata creata la Barneveld’argento usando polli barrati, ma non vi erano altri appunti e immagini. La creazione partì dalle conoscenze di Bert che utilizzò le perniciate argento a maglie nere della Wyandotte nana e le Barneveld nane esistenti. Nel 2005 ci fu la prima bella gallina e tutti furono molto entusiasti. Nel 2007 e nel 2008 ci furono molti animali di buona qualità. Nel 2008 il Barnevelderclub ha dato quindi il via libera per il riconoscimento di questa colorazione. Quella era forse la parte più facile per tutti. Con un predicato di buono (G) e cinque di molto buono (ZG) il lavoro si è concluso nel giro di dieci anni.Un grande risultato! (Per i dettagli di come sia andata questa storia rimando i lettori al documento pubblicato sul KLEINDIERMAGAZINE del dicembre 2010) Come ogni altra varietà di colore anche la argento a doppia orlatura nera ha dei propri problemi specifici, che in gran parte sono radicati nel processo di creazione. Questo nuovo colore non è strano ma per capirlo è necessario spiegare bene quali sono i punti focali su cui concentrarsi in modo tale che gli allevatori capiscano dove sono i problemi. Ottima gallina di Beugelsdijk (Foto Beugelsdijk) 8 Il colore argento a doppia orlatura nera In principio era chiaro che il colore di fondo della galline nane argento a doppia orlatura nera in alcuni punti non era perfettamente bianco ma di colore ottone, una sorta di giallo con dentro del rosso-rame. Queste parti del piumaggio riguardavano le spalle, la groppa, le ali, le gambe e il petto. Nel gallo invece si verificava questo nel collo, nel dorso, nella groppa e nelle spalle, ma và notato che questa decolorazione nel gallo era più difficile da notare, si AVICOLTURA Razze e Colorazioni VICULTUR manifestava infatti con un velo leggermente giallastro. La causa di tutto questo è il gene rosso autosomico (Ar+, sono geni presenti sia nel gallo che nella gallina e conferiscono un riflesso da giallastro a color salmone nelle penne che dovrebbero essere di colore bianco) che è anche rafforzata dalla presenza del gene mogano (Mh). Mh è un amplificatore del rosso ed è visibile solo se sono presenti già altri pigmenti rossi nelle piume. Si distinguono due tipi di rosso: - oro (s+) legato al sesso (in lingua genetica) - rosso autosomico (Ar+) pigmento rosso che non dipende dal sesso. E’ anche sorprendente che il rosso autosomico rafforzato da Mh è più evidente negli animali che nascono sulla base del perniciato asiatico(eb) rispetto ad animali nati sulla base del perniciato bankiva con allele e+. STANDARD ARGENTO A DOPPIA ORLATURA: Gallo: colore di fondo bianco-argento. Gallina: colore di fondo grigio-argento. Difetti gravi: tinta gialla o rossa intensa sulle spalle, mantellina e groppa, piume del gallo con colore di fondo ruggine e grigio-marrone nella gallina. Difetti lievi: tinta leggermente gialla nelle spalle del gallo , ali con disegno poco definito nella gallina, colore di fondo grigiastro. Gallina: con molti riflessi ottone nelle piume Il disegno delle penne non è ancora buono in tutti gli animali. La penna di sinistra tuttavia è di una qualità che non è più tollerata nel 2012. Una penna della groppa del gallo molto ben disegnata. Nella parte 3 di questo articolo, vi diremo tutto sui modelli di piumaggio desiderati. Il rosso autosomico è presente in tutte le varietà di colore dove c’è il bianco o l’argento. Proviene dalle varietà di colore dorato. Il rosso autosomico è di per se un rosso un po giallastro alterato da geni come il mogano, amplificatore del rosso, che diventa visibile ai nostri occhi. Se si guarda da vicino una Wyandotte perniciata a maglie argento oppure una Brahma o una Cocincina è possibile vedere nelle galline un riflesso brunastro. Le piume di questa Wyandotte nana perniciata argento a maglie nere non hanno un argento perfetto ma hanno un velo giallastro. 9 Razze e Colorazioni AVICOLTURA VICULTUR Anche in queste razze l’origine di questa sfumatura giallastra (rosso autosomico) è data dall’incrocio con varietà contenenti piumaggio dorato, incrocio che può essere fatto per diverse ragioni. Quindi è corretto dire che le galline di questo colore non contengono realmente un colore argento puro. Quale prole ci si può aspettare da un incrocio tra soggetti “oro” con soggetti di colore argento? Nel 2012, le varietà denominate, non sono bianco puro, ma non lo erano neanche nel secolo scorso. La morale di questo commento è che non sarà facile perdere questo colore indesiderato nelle Barneveld. Nell’argento a doppia orlatura nera della Barneveld anche un amplificatore come il rosso mogano può rendersi utile da incrociare per ottenere un colore di fondo bianco. Incrociare è un’altro sistema da applicare per poter andare avanti e per ottenere comunque un argento con meno “rosso”. Il modo più semplice è quello di togliere il mogano perchè il solo rosso autosomico in sè è qualcosa di giallo e quindi poco visibile. Quando si prende una Barneveld oro a doppia orlatura nera bisogna che questa abbia poco o nessun mogano (e quindi ha un colore molto più chiaro o giallo terra), si può così prevedere di ottenere un colore di fondo più bianco. Da sinistra a destra tutte galline di Cor Tensen: “Rosso-oro” a doppia orlatura (oro con mogano) “Rosso argento” a doppia orlatura (argento con mogano) “argento” a doppia orlatura (il mogano è stato tolto e l’oro è stato sostituito dall’argento). CONCLUSIONE: • Il colore di fondo argento a doppia orlatura è ancora argenteo (nei test un po di tolleranza sembra necessaria) • Migliorare il colore di fondo può essere effettuato tramite selezione degli animali. L’orlatura del petto nella argento a doppia orlatura nera Nel 2010 gli allevatori hanno notato una notevole differenza nella orlatura del petto delle galline argento a doppia orlatura. Alcune galline presentavano una maglia sufficientemente ampia e nitida, altre una maglia molto sottile e pittosto vaga, tant’è che alcune volte sembrava ci fosse più una punteggiatura con una sola magliatura nera anzichè un disegno a doppia orlatura. La causa è probabile che si trovi nell’allele e-. Nel petto perfettamente disegnato è l’allele e- appartenente al perniciato asiatico (eb), mentre nei petti vagamente disegnati l’allele e- appartiene a quello del perniciato bankiva (e+). Che quest’ultimo allele e- si sia verificato nelle Barneveld è sorprendente.Questo è stato scoperto solo pochi anni fa. Le galline con l’allele del bankiva perniciato hanno poca, o quasi per nulla, pepatura nera nel petto. Poichè l’orlatura nera interna (a differenza dell’orlatura 10 AVICOLTURA VICULTUR Razze e Colorazioni esterna) è quasi completamente formata dalla stessa pepatura nera non è quindi sorprendente che non c’è una buona orlatura nei Barneveld con e+ senza una buona dose di extra nero. Questa è la ragione che nel bankiva perniciato l’allele e- è meno adatto per un disegno a doppia orlatura. buona orlatura delle penne del petto Una gallina collo argento su base eb. Le galline hanno un colore e il disegno del petto come in ogni altra parte del piumaggio. Nel petto sufficientemente nero (pepatura nera) pessima orlatura interna delle penne del petto Una gallina collo argento basata su e+. Le galline hanno colore completamente diverso nel petto rispetto al resto del corpo. Noi chiamiamo questo color salmone (senza pepatura nera) Poichè l’e-allele della doppia orlatura che viene “costruito” negli animali adulti non è impossibile determinarlo, è certamente importante tenere d’occhio il piumaggio dei galli. Il piumaggio del pulcino, per cui è coinvolto, mostra di quale allele si tratta ( vedi anche parte 1 di questo articolo).Il perniciato asiatico (eb) è nella doppia orlatura dominante sul bankiva perniciato (e+) ed è visibile nella razza in forma pura ed impura (eb/e+) (eb/ eb). Nel bankiva perniciato è visibile solo nella forma pura della razza (e+/e+). Il bankiva perniciato è riconoscibile da due cose: • la striscia scura orrizzontale degli occhi. • la macchia scura sulla parte superiore della testa in un punto che anticipa la direzione della cresta. Inoltre i pulcini del bankiva perniciato sono più chiari rispetto ai pulcini del perniciato asiatico. Il perniciato asiatico può essere riconosciuto da: • una testa completamente scura. • una macchia ancora più scura dietro la testa 11 AVICOLTURA Razze e Colorazioni VICULTUR Osservando i pulcini si possono associare gli e-alleli del bankiva perniciato che nel lungo periodo possono uscire fuori nella riproduzione. Poichè il bankiva perniciato ha naturalmente meno pepatura nera rispetto al perniciato asiatico, è come se fosse necessaria una dose extra di nero per raggiungere una buona ripartizione proporzionale tra il nero e il colore di fondo per arrivare ad una buona orlatura. Nella creazione e nel miglioramento dell’argento è necessaro fare un sacco di incroci tra la oro a doppia orlatura nera a base di bankiva perniciato e la Wyandotte nana argentata a maglie nere a base di perniciata asiatica. Ad oggi si sono così formati molti animali che posseggono i geni del perniciato asiatico con questa dose extra di nero. Dall’altra parte ci sono anche animali di bankiva perniciato che possiedono una quantità scarsa di nero. Questo”importo Questi sono due pulcini argenaggiuntivo di nero” si deve mescolare, to a doppia orlatura con base per così dire, in un punto intermedio. e-allele eb. L’intera testa è scura, Come risultato si è ottenuto che ci sono mentre dietro la testa sono ancomolti animali perniciati asiatici diventati ra più scuri. troppo scuri o neri (quindi con orlatura nera troppo “pesante” ed in particolare la schiena e le spalle non presentano all’interno nell’orlatura interna il colore di base) e animali bankiva perniciati troppo chiari (quindi con orlatura molto fine). Negli animali bankiva questo è evidente nel petto. A sinistra una piuma della spalla dove non è presente il colore di fondo all’interno dell’orlatura. A destra una piuma della groppa con un ottimo rapporto tra l’oro e il nero. Dilemma Come avrete ben capito, il petto orlato, sia del bankiva perniciato così come del perniciato asiatico, hanno i loro vantaggi e svantaggi. Il perniciato asiatico ha il vantaggio che è molto più adatto per il disegno a doppia orlatura se riferito all’intero piumaggio dell’animale ma lo svantaggio dell’utilizzo di questi animali (eb) è che su questi è più facile che si manifesti una fuoriuscita del colore ottone. L’argento a doppia orlatura delle Barneveld con e-allele e+ sono di solito molto più bianche ma mancano , soprattutto nel petto, della larghezza giusta dell’orlo interno. Quindi si tratta di fare una scelta tra questi due inconvegnenti: • se l’orlatura del petto va bene, il colore di fondo sarà un pò giallo. • se il colore di fondo è bello, l’orlo interno del petto avrà una presenza molto limitata. Per l’allevamento è sicuramente preferibile la prima opzione. Selezionando un bel colore argento, in pochi anni il problema sarà sicuramente risolto. Quindi, per ottenere una bellissima orlatura interna è assolutamente necessaria una giusta pepatura nera (come richiede lo standard). CONCLUSIONE: • L’uso di due differenti e-alleli è assolutamente fuori questione. Non ci sarà quindi mai il problema di dover ripartire proporzionalmente il colore di fondo con il nero. • Le galline Barneveld argento a doppia orlatura con un cattivo disegno ma che spesso avranno un brillante colore argento di base, non devono essere preferite a galline che hanno un bel disegno del petto ma che mostrano tuttavia ancora un pò di giallo (rosso autosomico). 12 AVICOLTURA Razze e Colorazioni VICULTUR Un soggetto con un disegno orlato troppo largo, è presente troppo “extra nero” nel piumaggio (Foto: Oskam) Questo è davvero un disegno perfetto con un buon colore argento di base. Il pulcino I pulcini di Barneveld argento a doppia orlatura si possono selezionare fin dalla nascita ma c’è qualcosa da dire sui problemi che si possono incontrare. I pulcini di Barneveld argento a doppia orlatura basati su e+ hanno una macchia sulla testa, una striscia sull’occhio e molto più argento. Le galline di questi pulcini avranno un’orlatura interna scarsa nel petto. Saranno di colore bianco argento pulito. I pulcini di Barneveld a doppia orlatura nera basati su eb hanno una prevalenza di colore grigio-nero nella piuma. Il pulcino nell’insieme è molto più scuro con una specifica macchia scura dietro la testa. I galli possono inoltre avere un petto bianco. Pulcino argento sulla base del bankiva perniciato. Pulcino argento sulla base base del perniciato bankiva Pulcino argento su base del perniciato asiatico Pulcino argento su base del perniciato asiatico Le galline di questo pulcino non avranno facilmente un buon colore di fondo, ma spesso mostreranno un bagliore ottone su tutto il corpo. Il disegno del petto solitamente sarà invece ben formato. Quali sono le soluzioni dei problemi? Vediamo se è possibile migliorare il colore con l’incrocio con altre razze. Alcuni non sono raccomandati mentre altri rappresentano una possibilità anche se non forniscono soluzioni immediate. Incrociare con animali appena orlati (quì sotto a sx ad esempio una Wyandotte argento orlata nero su base eb), non produce molti benefici. Animali appena orlati come questo contengono il fattore Columbia che farà scomparire la doppia orlatura. L’orlatura interna diventerà molto sottile o parzialmente non più visibile. Il fattore Columbia inoltre non si perderà. Argento orlata nero 13 Razze e Colorazioni Incrociare con un animale a base di argento perniciato bankiva (quì sopra a dx ad esempio una olandese nana su base e+ ) non offre alcuna soluzione rapida. Abbiamo già detto che non dovremmo usare e-alleli diversi. Incrociare un perniciCollo argento ato argento orlato (quì sotto a sx ad esempio una Wyandotte perniciata argento a maglie nere) è certamente una soluzione. La doppia orlatura sarà certamente meno evidente in F1 ma verrà rilasciata perfettamente in poco tempo. Il colore di base con questo incrocio sarà molto più bianco. Utilizzare questo colore nella riproduzione è cosa fattibile. Incrociare animali sparviero (cioè bianco/nero) di un’altra razza si presuppone che sia utile perchè lo sparviero ha un effetto di filtraggio sul rosso autosomico. Le prove fatte di incroci con Amrock nane hanno invece indicato che si basano su errato e-allele. Si basano infatti sul betulla (ER) e non sul perniciato asiatico (eb). In tutti i casi è intelligente usare una varietà (razza/colore) che è stata costruita sul perniciato asiatico, che fornisce, come colore di fondo, un importante bianco di buona qualità. Per ottenere la tipologia desiderata è necessario impiegare circa 3 anni. AVICOLTURA VICULTUR Perniciata argento a maglie nere Sparviero Il risultato dell’incrocio in F2 di una Amrock nana con una Barneveld nana argento a doppia orlatura nera (Foto di Eduard Hoppen) Per questo articolo sono state utilizzate molte conoscenze sulla ereditarietà di Singrid Van Dort e Cor Tensen. Di questi ultimi sono state utilizzate anche diverse foto. Infine una parola di ringraziamento a Jan Bosch per le modifiche al disegno dello standard. A tutti loro i miei più sentiti ringraziamenti. Per le persone che vogliono avere maggiori informazioni sulla Barneveld, possono visionare il sito www.Barnevelderclub.nl o contattare il segretario del Club Barnevelder, Sig. Gerrit Simmelink. Hendrik Timmer Si ringrazia per le traduzioni la Sig.ra Moldermann Sandra. 14 AVICOLTURA Area Tecnica VICULTUR I GENI Vediamo come funzionano le colorazioni dei polli o meglio come interagiscono fra loro i geni. Un corso strutturato in altre 3 facili lezioni che vi permette di apprendere tutto ciò che è necessario per diventare abili selezionatori/creatori. Perché imparare la genetica? Vi permette di migliorare la vostra linea, creare nuove colorazioni (o razze) ed essere apprezzati; inoltre se rimanete con un solo soggetto di una rara colorazione o di una colorazione che non riuscite a recuperare nelle vicinanze potete abilmente ricostituirla in due semplici passi. Sapere con quale colorazione poterla accoppiare vi permette di continuare l’allevamento del colore desiderato. Chi sono i geni? Si deduce che.. I GENI RECESSIVI, Com’è fatto un gene Ogni gene ha due “ali”, chiamate tecnicamente copie o dosi Se le copie sono uguali i genitori hanno trasmesso la stessa informazione, il gene è quindi in doppia dose. Essere in doppia dose è fondamentale per i geni recessivi che si manifestano nel mantello (altrimenti detto fenotipo) solo in questo caso. I geni responsabili di una colorazione (o carattere) possono essere uno soltanto oppure più di uno (si parla in questo caso di cooperazione fra geni) Ad esempio, per fare il grigioperla serve un gene soltanto! Il gene si chiama lav (sta per lavender). Per fare la colorazione fulva serve una cooperazione di geni! Servono i geni Columbia (Co e Db): Co manda via il nero del perniciato nelle parti esterne (ali, coda, mantellina), Db manda via il nero dalla mantellina e schiarisce un po’ la colorazione. I GENI DOMINANTI, visualizzandosi anche in singola dose, non hanno bisogno di provenire da entrambi i genitori, avrete quindi la possibilità di ottenere soggetti del colore desiderato anche in prima generazione. DOPPIA DOSE = STATO PURO SINGOLA DOSE = STATO IMPURO I geni sono i responsabili di un colore (o carattere), coloro che ti permettono di vedere ciò che apprezzi/disprezzi. Quanti sono? necessitando di due copie che si devono “incontrare” nel patrimonio genetico, hanno bisogno di due generazioni per apparire nel mantello (a meno che una dose del gene recessivo desiderato non sia nascosta, a vostra insaputa o meno, nel patrimonio del soggetto con il quale lo andate ad incrociare, in parole semplici un nero portatore del grigioperla accoppiato con un grigioperla vi darà anche in prima generazione soggetti grigioperla). I geni recessivi, quando li vedete manifestarsi, vi danno la sicurezza della loro purezza, i geni dominanti no. Se le copie sono diverse i genitori hanno trasmesso due informazioni diverse (è il caso dell’incrocio di due colorazioni diverse o dell’accoppiamento di colorazioni eterozigoti che in termini semplici significa colori visivamente uguali ma geneticamente impuri, vedi blu e bianco pezzato nero, oppure colori portatori di altri colori, a vostra insaputa o meno, vedi neri portatori di grigioperla); il gene è qui in singola dose. Il numero di dosi è irrilevante per i geni dominanti che non hanno bisogno sia presente la “dolce metà” per visualizzarsi nel mantello, ciò non garantisce la loro purezza. Come si scrivono i geni? Nella GENETICA COMUNE I geni si scrivono “all’inglese” e con una sigla alfabetica: ad esempio il gene responsabile del grigioperla, chiamato in inglese lavender, si scrive lav. I geni recessivi si scrivono in minuscolo, vedi lav I geni dominanti si scrivono in MAIUSCOLO (solo la prima lettera), vedi Bl, il gene responsabile del Blue. 15 AVICOLTURA Area Tecnica Un gene in doppia dose è scritto nello stesso modo sia nell’ “ala” destra che in quella sinistra: ad esempio lav/lav Un gene in singola dose si scrive in modo diverso nelle due ali, nella prima ala si scrive il nome corretto del gene, nella seconda il suo contrario (in maiuscolo se nella prima ala è minuscolo e con aggiunto un segno + se nella prima ala era assente): ad esempio lav/Lav+ Quali geni sono recessivi, quali dominanti?C’è chi l’ha già studiato per voi, si chiamano genetisti (fra i più noti Okimoto, Smith, Carefoot etc). Questo vi facilita notevolmente, permettendovi di non perdere tempo, sapere cosa otterrete e quanto tempo vi servirà. Sono stati studiati i geni di tutte le colorazioni uniformi e i geni responsabili di tutti i disegni (barrato, orlato multiplo altrimenti detto perniciato a maglie, etc). Quando incrociate due colorazioni avviene una “lotta” fra geni, chi predomina e chi si prenderà la rivincita quando più forte (quando in doppia dose, in seconda generazione, dovrete però accoppiare i figli fra loro o con il genitore che ha visivo, o nascosto, il gene recessivo). VICULTUR Le “ali” di un gene sono sempre due? Si, fanno eccezione le colorazioni (o caratteri) legati al sesso dove è presente una “ala” nelle sole femmine FEMMINA Nei maschi continuano ad essere presenti le classiche due copie. MASCHIO Cosa significa questo? Significa 3 cose • Le femmine sono sempre pure, anche se provenienti da un incrocio, perché l’unica copia presente non dovendo “competere” con altre diverse, mantiene lo status di purezza, non possono quindi portare altri colori. • Le femmine, possedendo una copia soltanto, devono decidere quale genere lasciare a “secco”, se i figli maschi o le figlie femmine, e decidono di lasciare a secco il genere femminile. Questo significa che non giocano alcun ruolo nella trasmissione del colore/carattere legato al sesso alle figlie femmine. Le figlie femmine quindi prendono sempre e solo dal padre. • Vi ricordate che i geni recessivi hanno bisogno di provenire da entrambi i genitori per visualizzarsi nel mantello? Ciò non vale se sono anche legati al sesso; essi possono visualizzarsi anche con un solo genitore ma nel solo genere femminile! Quindi purché sia il padre a visualizzare (o portare nel patrimonio) il gene recessivo! I figli maschi per visualizzare il gene recessivo hanno bisogno provenga da entrambi i genitori, come per tutte le colorazioni normali. Colori legati al sesso: cioccolata (choc), sparviero e barrata (B), oro (s+), argento (S). Caratteri legati al sesso: nanismo (dw – dwarf) Alla fine del corso imparerete il significato di base genetica (il colore che precede il colore del mantello) ed entrerete nel merito delle creazioni. I GENI ALLA LENTE D’INGRANDIMENTO Nei polli esistono solamente due pigmenti di colore: il nero ed il rosso. Tutte le colorazioni sono basate su diverse gradazioni di questi due colori. Una però funziona come vero e proprio diluitore: il gene del grigioperla è come se diluisse dell’ inchiostro nero, gli altri invece agiscono per ossidazione; questo significa che troverete nel fulvo piume tendenti al rosso, nel limone piume tendenti al fulvo ecc. Ogni razza e ceppo possono avere tonalità diverse secondo la base genetica sulla 16 quale tale colorazione è costruita, secondo la presenza di geni modificatori, secondo diversi livelli ormonali ecc. I DILUITORI Poiché le colorazioni dei polli sono caratterizzate dalla presenza di due pigmenti solamente, i diluitori esistenti saranno solamente di questi due colori. Allo stesso modo gli intensificatori (Mahogany del rosso e Melanotic del nero) e gli inibitori (colourless del bianco re- cessivo) riguarderanno il rosso ed il nero. DILUITORI DEL NERO Sono diluitori del nero il gene Bl del Blu e dello Splash a diversi gradi di diluizione, il gene lav del grigioperla, il gene choc del cioccolata choc, l’allele Dun del cioccolata dun, l’allele S dello Smoky. Anche il Bianco Dominante è considerato in genetica una diluizione di nero. AVICOLTURA Area Tecnica VICULTUR COLORAZIONE GENE RESPONSABILE Blu Bl – Blue Splash si tratta del gene Bl allo stato puro (Bl/Bl) Blu la versione impura dello Splash (Bl/bl+). Incompletamente dominante; Autosomico (non legato al sesso) lav - lavender E’ l’unico gene capace di diluire entrambi i pigmenti rosso e nero. Gli altri ne diluiscono uno soltanto. Recessivo; Autosomico (non legato al sesso) Splash EREDITARIETA’ Grigioperla Cioccolata Dun (presente solo nella Olandese a ciuffo) ID E’ un allele del Bianco Dominante. Una dose del gene genera la cioccolata dun ID/i+, due dosi del gene producono la colorazione kaki ID / ID Incompletamente dominante; Autosomico (non legato al sesso) Cioccolata choc choc - chocolate La colorazione choc, a differenza della dun che produce altre colorazioni quando accoppiata tra sè, è pura. Recessivo; Legato al sesso choc/choc per il maschio choc/- per la femmina che non può essere impura 17 AVICOLTURA Area Tecnica VICULTUR I Quando eterozigote (es nella colorazione bianco pezzata nero della Moroseta) lascia tracce di rosso/ fulvo. Quando omozigote blocca completamente il pigmento rosso. Bianco Dominante Incompletamente dominante; Autosomico. Inibitore, insieme al dun e smoky (sue mutazioni), dell’eumelanina (nero) troverete quindi nelle razze a caratteri scuri varie inibizioni. Sia dominante che recessivo. E’ dominante con il Bianco Dominante. IS Una dose del gene è visibile nel piumino dei pulcini ma per l’espressioE’ un allele del Bianco Dominante. ne nel piumaggio degli adulti sono necessarie 2 dosi del gene. Smoky (Fumo) ASSENZA DI PIGMENTO COLORAZIONE GENE PROTAGONISTA Bianco recessivo (indistinguibile dal bianco dominante a meno che non si facciano dei testings, cioè accoppiamenti con il nero) EREDITARIETA’ c – colourless I diluitori del rosso o del nero non hanno potere sul bianco recessivo, considerato in genetica assenza di pigmento. Diluiscono quindi il nero e/o il rosso lasciando inalterate le piume bianche. Recessivo, non legato al sesso Cambia sia il rosso che il nero in bianco quando puro (doppia dose). E’ più efficace del bianco dominante nel bloccare il rosso. DILUITORI DEL ROSSO Sono diluitori del rosso il gene Di (Dilute) del fulvo, il gene ig (inhibitor of gold) del limone, il gene Cb (Champagne Blond), il gene lav (lavender) dell’isabella. Anche l’argento legato al sesso S (Silver) è considerato da alcuni genetisti un diluitore/inibitore del rosso. COLORAZIONE GENE PROTAGONISTA EREDITARIETA’ Incompletamente dominante e legato al sesso S/S per il maschio Il gene cambia la maggior parte del S/- per la femmina rosso/oro della colorazione selvatica I maschi possono essere impuri per l’arin argento/bianco, ad eccezione del gento, le femmine no perché possiedono petto salmone delle femmine. una sola copia del gene che non deve competere con altre diverse S - Silver Argento (si esprime come bianco) Biondo Champagne Cb - Champagne blond Dominante. Non legato al sesso. Isabella lav – lavender E’ lo stesso gene che diluisce il nero in grigioperla. Anche nel pigmento Recessivo. Non legato al sesso. rosso ha effetto diluitorio, producendo un colore porcellanato/rosa Fulvo Di – Dilute E’ anche un parziale restrittore del nero. 18 Incompletamente dominante. Non legato al sesso. Nelle razze a pelle scura diluisce il pigmento del derma id+. AVICOLTURA Area Tecnica VICULTUR Limone Piu’ raramente chiamato Crema ig – inhibitor of gold Non ha effetto sul nero, è quindi necessario l’uso dei geni columbia Co e Db per mandare via il nero. Recessivo; Autosomico (non legato al sesso) Smith ha ha notato che il gene non diluisce il sottopiumaggio, al contrario del gene Di. Lo standard inglese della Cream Legbar si riferisce per questa colorazione al sottopiumaggio della Legbar argento. DISEGNI I geni responsabili sono geni “disegnatori”, essi si possono abbinare a qualsiasi colorazione sopra elencata. Secondo la colorazione scelta saranno piu’ o meno visibili, questo è uno dei motivi per cui alcune varietà non sono state ancora create: ci sono disegni che risaltano poco su certe colorazioni. Ad esempio, le maglie sono ben visibili quando nere o blu e se il colore di fondo è oro, se le maglie sono un colore giallino e il fondo è grigio chiaro, tipico del disegno isabella a maglie grigioperla, l’effetto sul mantello è poco risaltante, per non parlare di tale effetto su piumaggio setoso (spesso appare come un grigioperla sporco di giallo nella zona di mantellina, spalle, ecc). Parlerò in questo primo corso di due disegni: il picchiettato e il millefiori. Picchiettato Si compone di un colore di fondo e di una punta bianca (la punta bianca è dovuta al gene mo, è un’assenza di pigmento e per questo non soggetta ad alcuna diluzione o intensificazione). Il gene mo sta per mottled ed è recessivo. Produce però un effetto anche in singola dose ma solo nel piumaggio giovanile (fino ai 3 mesi circa). Chabo Rossa picchiettata bianco (Renken) Varietà esistenti: nera picchiettata bianco, blu picchiettata, cioccolata picchiettata, rossa picchiettata, fulva picchiettata, grigioperla picchiettata. Il picchiettato è stato creato anche su piumaggio setoso. Millefiori Il millefiori è la combinazione di due disegni: picchiettato + pagliettato. Nell’accezione classica quando si parla di millefiori si sottintende la varietà oro, sarebbe opportuno specificare sempre il colore di fondo dal momento che esistono altre varietà di millefiori e parlare quindi di millefiori oro come fanno in Germania. Il millefiori è composto da - Colore di fondo: può essere rosso, oro, limone, argento, isabella - Colore della goccia: nera, blu (anche splash) o grigioperla - Colore della punta: sempre bianco (la punta bianca è dovuta al gene mo del picchiettato, è un’assenza di pigmento e per questo non soggetta ad alcuna diluzione o intensificazione) Si è soliti quindi considerare il millefiori un disegno dalla presenza di 3 colori ma esistono tre casi in cui il mantello presenta VISIVAMENTE due colori solamente: quando la Nana Calzata Fulva a perle bianche (Club tedesco) Chabo Nera picchiettata bianco (Schroder) Chabo Grigio Perla picchiettata bianco (Grimme) 19 AVICOLTURA Area Tecnica VICULTUR punta bianca si uguaglia al colore di fondo (millefiori argento), quando la punta bianca si uguaglia, invece, al colore della goccia (millefiori fulva, meglio chiamata fulva a perle bianche), infine, quando la punta bianca è molto SIMILE (non uguale) al colore della goccia (millefiori splash). La millefiori splash rispetto alla fulva a perle bianche sembra più grigiastra oltre ad avere l’oro di fondo ancora più chiaro. La fulva a perle bianche è una mutazione della millefiori oro con il bianco dominante che trasforma la goccia nera in bianca facendola uguagliare alla punta bianca. Qui l’oro di fondo si presenta schiarito. Da non confondere con la fulva picchiettata bianco. Rachele Grati Nana Calzata Millefiori Splash (www.edelras.nl) Nana Calzata Millefiori Argento (Club tedesco) Nana Calzata Millefiori Isabella (aka porcellana) Nana Calzata Millefiori Limone (jugendseite-westfalen.de) Nana Calzata Millefiori (Club svizzero) 20 AVICOLTURA VICULTUR Area Tecnica Considerazioni ed idee di profilassi nell’allevamento amatoriale L’importante sviluppo che sta avendo in questi ultimi anni l’allevamento amatoriale di avicoli da esposizione ci spinge ad individuare ed affrontare tematiche e problemi che fino a qualche anno fa venivano tralasciate o non considerate importanti; mi riferisco ad una serie di patologie di natura infettiva che possono colpire i nostri soggetti d’allevamento causando gravi perdite e che nell’allevamento industriale riconoscono da tempo procedure standardizzate di intervento. Chiaramente non possiamo sovrapporre le patologie infettive degli allevamenti industriali con quelle che occorrono nei nostri piccoli allevamenti amatoriali, vuoi per l’ambiente diverso, vuoi per la pressione biologica che il parassita esercita in ambienti sovraffollati vuoi per la vita media dei soggetti in questione che e’ decisamente diversa rispetto a quella degli animali da esposizione, pero’ anche noi dobbiamo confrontarci con agenti patogeni infettivi che possono causare gravi perdite e pregiudicare gravemente la stagione riproduttiva e quindi il progresso genetico dell’allevamento. A tal riguardo sara’ opportuno che ogni allevatore , prima di intraprendere qualsiasi programma di profilassi vaccinale (profilassi indiretta) verifichi le condizioni del proprio allevamento in termini di idoneita’ delle strutture, alimentazione, gestione dei gruppi, lotta ai parassiti etc.. Uno dei prerequisiti fondamentali per impostare un allevamento di successo e’ quello di creare un ambiente favorevole alla crescita ,allo sviluppo e alla riproduzione dei nostri soggetti, quindi evitare la promiscuita’ di specie, di eta’, evitare il sovraffollamento soprattutto in determinati periodi fisiologici degli animali (cova,accrescimento etc..),curare i distributori di acqua e mangime ,sia in termini di numero e dimensione, sia in termini di pulizia , verificare che situazioni gerarchiche all’interno del gruppo non pregiudichino la salute di alcuni soggetti, possono sembrare attenzioni banali ma in realta’ sono condizioni fondamentali da rispettare prima di poter parlare di un qualsiasi piano profilattico vaccinale. Curare la zona di deposizione e’ un altro aspetto da non trascurare, quindi fornire il giusto spazio per la deposizione e l’eventuale cova ,garantire la pulizia regolare dei siti di deposizione stessa, scongiurare la presenza di parassiti quali per esempio gli acari ematofagi. Abbiamo capito quindi che trascurare uno di questi aspetti puo’ indurre nei nostri soggetti una situazione di immunodepressione che e’ la condizione ottimale perche’ i patogeni presenti nell’ambiente possano esplicare la loro virulenza ; analizziamo dunque il nostro singolo allevamento, le strutture , il modo di alimentare i soggetti e capiremo probabilmente che semplici interventi di cura (vista come attenzione quotidiana) possono essere alla base della riuscita di un buon piano vaccinale. A tal proposito e’ importante ricordare come le patologie aviari siano multifattoriali,cioe’ che un patogeno non dotato di eccessiva pericolosita’ puo’ risultare determinante per il realizzarsi di altra patologia ben piu’ grave( la coccidiosi negli adulti normalmente non provoca forme gravi, ma ,se trascurata puo’ essere la concausa di altre forme enteriche severe). Non dimentichiamo poi di supportare i nostri soggetti con preparati polivitaminici in alcuni momenti topici dell’anno, vedi per es. il periodo dopo o durante la muta, alla fine di un ciclo di deposizione, al passaggio da un gruppo all’altro(svezzamento), al ritorno dalle mostre. Esaudite queste considerazioni preliminari, che insisterei a definire prerequisiti per il successo di un qualsiasi protocollo vaccinale, passiamo a considerare adesso l’opportunita’ o meno di produrre un piano di profilassi indiretta per la protezione dei soggetti da noi allevati. A tal riguardo, data la complessita’ e l’impegno che richiede l’approntare e il realizzare un piano profilattico che intende coprire il ns. allevamento dalla maggior parte dei patogeni aviari, sarebbe opportuno indagare e capire quali sono i patogeni che sono presenti nel vs. allevamento o meglio ancora nell’area geografica in cui e’ ubicato il vs. allevamento e quello di colleghi allevatori con i quali normalmente avete rapporti. Particolare attenzione bisogna prestarla allorquando si importano nuovi soggetti da realta’ zootecniche sconosciute (da un punto di vista igienico sanitario) quali mostre , mercati o allevatori dei quali non si conosca la situazione sanitaria dell’allevamento;quindi in questi casi risulta quanto mai importante destinare una parte dell’allevamento come zona di quarantena dove far sostare i soggetti di nuova importazione. Passando alla fase operativa del protocollo vaccinale aziendale ,questo prevede innanzitutto lo svolgersi di una serie di esami sierologici e di tamponi cloacali e laringo-tracheali per “fotografare” la situazione sanitaria del ns. allevamento e permetterci di confermare eventuali sospetti clinici o scoprire situazioni totalmente sconosciute oppure dimostrare la preva- 21 AVICOLTURA Area Tecnica VICULTUR lenza di determinati patogeni in una determinata area geografica . L’analisi di questi dati ci permettera’ di approntare un protocollo vaccinale il piu’ possibile efficace per le ns. esigenze e di modularlo in futuro in base al cambiamento eventuale della prevalenza di alcuni patogeni nella ns. realta’. In questa sede ,pero’, proverei a consigliare un protocollo vaccinale base che dovrebbe adattarsi alla maggior parte dei ns. allevamenti e che comprende tre malattie molto severe che possono serpeggiare nei ns. allevamenti causando perdite di vario genere: 1-4 gg di eta’ pseudo peste - vivo attenuato in acqua da bere o per goccia oculare. 1-4 gg di eta’ bronchite infettiva - vivo attenuato in acqua da bere 14 gg di eta’ malattia di Gumboro - vivo attenuato in acqua da bere 21 gg di eta’ richiamo pseudo peste - vivo attenuato in acqua da bere o goccia oculare 21 gg di eta’ richiamo bronchite infettiva - vivo attenuato in acqua da bere 35 gg di eta’ richiamo Malattia di Gumboro – vivo attenuato in acqua da bere Affinche’ sia garantito il buon esito della vaccinazione e’ opportuno attenersi ad alcune norme: • Assicurarsi che gli abbeveratoi e l’acqua di bevanda non contengano sostanze antisettiche o disinfettanti che, anche in tracce, possono inattivare il virus vaccinale. • Assetare gli animali sospendendo la somministrazione dell’acqua di bevanda per almeno tre ore prima della vaccinazione. • Distribuire la sospensione vaccinale ottenuta dalla ricostituzione del vaccino in un numero di abbeveratoi tale da permettere a tutti gli animali l’assunzione del vaccino nell’arco di due /tre dalla sua preparazione. • Non esporre l’acqua contenente il vaccino a fonti di calore. 22 Nel nostro ipotetico protocollo vaccinale si potrebbe inserire anche la Malattia di Marek,laddove se ne verificasse la necessita’ per una dimostrata prevalenza clinica o per accertamenti diagnostici ; ho usato il condizionale poiche’ a differenza degli altri vaccini prima menzionati, il realizzare una seria profilassi vaccinale nei confronti della Marek prevede un certo investimento economico a fronte dell’elevato numero di dosi per singola confezione. Questo e’ il classico caso per il quale una intelligente e corretta diagnosi di laboratorio permette agli allevatori di una determinata zona di pianificare un intervento vaccinale impegnativo come quello per la Malattia di Marek ( costo vaccino , necessita’ di usare il vaccino entro due ore dalla sua ricostituzione , intervento intramuscolare a soggetti di 1 giorno di eta’) per esempio decidendo di svolgere insieme tale vaccinazione. E’ necessario fare ancora alcune precisazioni circa il protocollo vaccinale illustrato sopra, che riguardano alcune considerazioni di carattere tecnico e che magari si potrebbero affrontare in un prossimo appuntamento analizzando piu’ compiutamente ogni singola malattia ; ad ogni modo e’ bene ricordare che lo schema sopra riportato puo’ subire delle modificazioni a secondo del tipo di vaccino usato (sierotipo), dell’ utilizzo dello stesso su soggetti nati da riproduttori vaccinati , dalla possibilita’ di conferire al ns. gruppo di allevamento una solida e duratura immunita’ intervenendo quindi con altri e piu’ ravvicinati interventi vaccinali o utilizzando tipologie diverse da quelle consigliate, vedi vaccini spenti. G.F. FERTILIZZANTI lettiere ad uso zootecnico di Gallo Wilmer Via Birago 16 13100 Vercelli tel/fax 0161/55315 cell. 337/232568 AVICOLTURA Associazioni e Club VICULTUR CLUB ITALIANO DELLA COCINCINA Presidente Reghezza Remo Via Mirabello 10 Cervasca (CN) tel. 0171/85016 e-mail:clubitaliacocincina@alice.it Web: cocincinaclub.com VI MOSTRA DEL CLUB In data 7-8 dicembre 2013 ad Abbiategrasso il Club Italiano della Cocincina ha tenuto la sua sesta esposizione a giudizio e per il quarto anno consecutivo ha registrato numeri di partecipazione importanti ed ha confermato il buon livello generale dei soggetti allevati dagli allevatori facenti parte del Club. Numeri decisamente alti dove la razza cocincina , che quasi mai si vede nelle esposizioni, è stata rappresentata da ben 33 soggetti nelle colorazioni blu, fulva, nera, sparviero e perniciata a maglie nere , mentre, nella razza cocincina nana, è ormai consuetudine vedere tantissimi soggetti e tante colorazioni. In questa edizione sono state infatti presentate 163 cocincine nane. Per la prima volta in Italia, dopo il riconoscimento del CTS italiano, si è valutata la colorazione bobtail, ma si sono viste anche altre colorazioni “rare” come la oro orlata nero, la petto arancio, la sparviero fulva e la blu picchiettata bianco. Queste colorazioni sono, per ovvie ragioni, distanti qualitativamente rispetto alle colorazioni classiche e più allevate (nera, bianca, nera picchiettata bianco) ma, in alcuni casi, si sono visti soggetti decisamente buoni. Per quanto riguarda le novità nella razza cocincina è stata presentata in visione al CTS, dagli allevatori Reghezza Remo e Tortora Sonia, la colorazione sparviero fulva, colorazione la cui selezione è partita nel 2007 da parte dell’allevatore belga Bart Leyssen iniziando con soggetti di colorazione sparviero e fulvi. Nella razza cocincina nana, fuori dall’iter di riconoscimento, le colorazioni cioccolato e isabella. La strada per intraprendere l’iter di riconoscimento, soprattutto nella colorazione cioccolato, è ancora lunga e impegnativa. Oltre alla buona presentazione delle nostre due razze, faceva da cornice alla manifestazione, la presenza di uno stand sempre presidiato che ha così fornito al pubblico visitante un ottimo servizio di informazione. Cepollina Simone vello qualitativo degli animali esposti. Conigli e polli fanno la parte dei protagonisti ma anche colombi, anatidi e cavie vengono ben rappresentati. Il Club Italiano della Cocincina ha voluto, per la seconda volta, organizzare la visita a questo evento e, in questo caso, ha allargato la partecipazione a tutti i soci della Federazione. L’iniziativa ha dato ottimi risultati e numerose adesioni. Nel programma prestabilito è stato di notevole rilievo e gradimento, da parte dei partecipanti, il convegno tenuto da Timmer Hendrik con la collaborazione di Diana Koning (per le traduzioni) presso una delle sale convegno dell’hotel Assen. Il Club ringrazia pertanto il Sig. Timmer per la sua eccezionale preparazione e disponibilità. Nelle foto seguenti alcuni momenti del convegno che ha toccato aspetti generali di avicoltura (malattie, parassiti, formazione dell’uovo ecc...) e le razze avicole Serama, Brahma e Wyandotte nana. Cepollina Simone NOORDSHOW 2014 Il Noordshow è un evento ormai noto a molti allevatori italiani e non solo, uno spettacolo unico nel suo genere capace di non annoiare ne il semplice visitatore ne il visitatore esperto grazie alla sua composizione coreografica molto variegata (non è un’esposizione sullo stile tedesco fatta da file interminabili di gabbie) e allo stesso tempo in grado di offrire un alto li- 23 AVICOLTURA Comitato Tecnico Scientifico VICULTUR Ricordiamo ai soci che il C.T.S. è a disposizione per chiarimenti e domande tecniche su tutte le razze, oltre che per le richieste di riconoscimento per le razze e colorazioni ancora non presenti nello Standard italiano. Membri del C.T. S. : RELAZIONE CTS RAZZE IN VISIONE “XX CAMPIONATI ITALIANI” ABBIATEGRASSO 6/8 Dicembre 2013 TACCHINO DEI COLLI EUGANEI Presentati dai sig.ri Mazza Giovanni, Confalonieri Francesco e Luccotti Giuseppe 3,3 soggetti in classe “A” e 1,1 soggetti in classe “B” per la valutazione prevista dal secondo anno di iter di riconoscimento. Il CTS ha valutato i soggetti ( sei degli otto soggetti hanno raggiunto il punteggio di MB 95) dichiarandoli omogenei nella forma, nella mole e nella colorazione . Si conclude così l’iter per il riconoscimento. Con la pubblicazione dello standard ufficiale i soggetti giovani (classe A) della razza potranno essere esposti e giudicati ad ogni esposizione. OCA DI LOMELLINA Presentati 3,3 soggetti in “classe A” dal sig. Oggioni Emanuele. Va- 24 Sgambati Andrea (Presidente) Focardi Fabrizio Simeoni Marco Pifferi Alberto Vellei Francesco Pellegrini Mirko Boer Andrea lutazione positiva per queste oche sia per quanto riguarda la mole e la forma, che per la colorazione che ci è parsa piuttosto omogenea. Il CTS ha convenuto nel dare parere favorevole al proseguimento dell’ iter di riconoscimento, invitiamo pertanto l’allevatore a presentare ai prossimi campionati italiani 2014 come minimo due femmine e due maschi giovani ed un maschio ed una femmina adulti. GALLINA DELLA RITIRATA Iscritti 1,1 e 2,2 soggetti classe A dal sig. Oggioni Emanuele in colorazione petto arancio picchiettata bianco. Su questo vorremmo fare una considerazione in quanto questi soggetti non rientravano in questa colorazione, tutti gli animali erano infatti privi dell’ orlatura oro della parte alta petto. Siamo dell’ idea (avendo anche visionato gli animali ai precedenti due campionati italiani) che la giusta denominazione della colorazione sia Nera oro picchiettata bianco dove nel petto non è richiesta l’ orlatura oro. Vo- Mail: ctsitaliano@libero.it gliamo far presente che per il riconoscimento di questa colorazione (picchiettatura a parte) le femmine dovranno presentare il colore oro della mantellina con fiamma nera. Non potranno essere accettate pertanto femmine di colorazione “nera picchiettata bianco”. I sei soggetti presentati non si mostravano al pieno della maturazione, infatti veniva meno un’ uniformità di taglia, di mole e il piumaggio risultava incompleto sopratutto nelle code dei galli. Vogliamo far porre attenzione anche su difetti gravi come la presenza di doppi denti nelle creste. Per quanto sopra esposto non viene dato parere favorevole all l’inizio dell’iter di riconoscimento, e chiediamo all’allevatore di lavorare sull’omogeneità dei soggetti. DRENICA Presentati 3,3 soggetti dalla sig.ra Fallaci Paola. Buona forma e mole in due dei tre maschi, uno risultava più piccolo, non completamente sviluppato e presentava anche ciuffo più AVICOLTURA Comitato Tecnico Scientifico VICULTUR abbondante e pendente di lato. Quest’ ultimo anche nella colorazione differiva dagli altri per una forte presenza di oro nelle piccole copritrici delle ali, per la presenza di alcune remiganti bianche e piume del petto bianche. Da quanto constatato dal CTS nella razza è richiesto un ciuffo a spiga, ben presente nei primi due galli; nelle galline si presentava in forma più globulare. I tarsi si presentavano blu ardesia tranne che in una gallina dove erano verdi con pianta del piede gialla. Vorremmo far presente poi la completa difformità nelle creste, un gallo presentava due cornetti rivolti verso l’ interno, gli altri due ne presentavano solo uno e le femmine erano completamente prive. Un gallo presentava le dita medie delle due zampe storte e rivolte verso l’ interno. Abbiamo potuto appurare,e ci è sembrata molto buona, la caratteristica del lungo canto. Il CTS ha deciso di non dare parere favorevole al proseguimento dell’ iter di riconoscimento e invitiamo l’ allevatrice a lavorare sulle caratteristiche che sono risultate poco omogenee tra i vari soggetti. ORPINGTON Presentati 3,3 soggetti dal sig. Di Lonardo Gabriele in colorazione grigio perla. I soggetti si presentavano di buona forma e mole. I piumaggi erano molto scomposti sopratutto nelle code di entrambi i sessi e nel groppone delle galline. Per quanto concerne la colorazione gli animali si presentavano molto difformi nei toni di colore; in generale la colorazione risultava molto chiara sopratutto in due femmine. La colorazione deve presentarsi sicuramente con un tono più scuro sia nei galli che nelle galline. Da uniformare anche la colorazione dei tarsi e del becco che risultava differente tra i vari soggetti. Attenzione ad alcuni difetti gravi come i doppi denti, pieghe sui bargigli e piega a S nella cresta delle galline. Il CTS ritiene che la colorazione non abbia un livello selettivo tale per poter proseguire l’ iter di riconoscimento, invitiamo l’ allevatore a presentare ai prossimi campionati italiani dei nuovi soggetti selezionati in base ai suggerimenti sopra riportati. COCINCINA Presentati 4,5 soggetti classe A in colorazione sparviero fulva da i sig.ri Tortora Sonia e Reghezza Remo. Buona uniformità di mole e forma, solo qualche femmina leggermente piccola. La colorazione è risultata in genere molto buona, da tenere d’ occhio la 25 AVICOLTURA Comitato Tecnico Scientifico barratura del piumino dei cuscini delle cosce e remiganti. Il CTS da parere positivo al proseguimento dell’ iter di riconoscimento e ricorda agli allevatori di presentare ai prossimi campionati italiani come minimo 1,1 soggetti adulti e 2,2 soggetti giovani. TRUENTUM Presentati 3,3 soggetti dai sig.ri Muscella Massimo e Zarrioli Michelino. Come già ci era stato preavvisato dagli allevatori gli animali presentati non erano i migliori, infatti l’ uniformità ricercata non era presente, sopratutto nei maschi. Un maschio presentava orecchioni bianchi a differenza degli altri due che li avevano rossi, tarsi in genere di un buon verde salice. La forma e la posizione in genere buone, le code portate eccessivamente alte tanto da rientrare nel difetto della coda a scoiattolo. Altri difetti riscontrati sono stati doppi denti e lobi mal formati, bargigli con pieghe e aperti a farfalla. Le galline in genere più omogenee sia per forma, posizione e caratteristiche della testa. Per quanto riguarda la colorazione vi è ancora molto da lavorare per avere una certa uniformità. Colorazione dei petti dei galli molto disomogenei da nero a nero con presenza di bruno a totalmente bruno. Mantelline in genere con punte più o meno dorate e con fiammatura presente in uno e quasi assente negli altri. Femmine più omogenee ma con differente colorazione dei petti e pepatura molto disomogenea soprattutto sulle spalle e sulle ali. Per quanto sopra esposto e per la mancanza dei requisiti minimi (animali non anellati e presenza di animali adulti) il CTS non da parere favorevole al proseguimento dell’ iter di riconoscimento. Invita comunque gli allevatori a proseguire la selezione e ripresentare ai prossimi campionati italiani 3,3 soggetti di classe A come minimo. MUGELLESE Esposti 3,3 soggetti di classe A dal 26 VICULTUR sig. Pavone Maurizio in colorazione collo oro. Alcuni animali presentavano caratteristiche abbastanza attinenti allo standard proposto, ma due, un maschio e una femmina, invece erano molto difformi. Come già preavvisato dall’ allevatore i soggetti presentavano orecchione bianco pallido mentre lo standard proposto li richiede rossi. Si dovrà lavorare nella selezione. Buone in genere le creste, la linea del dorso. Da migliorare la posizione della coda che in alcuni soggetti risultava portata troppo alta e aperta, aumentare le lo sviluppo delle falciformi nei galli . Tarsi rosei in genere buoni, richiesti non troppo lunghi, riteniamo sia caratteristica importante da tenere d’ occhio nella selezione. La colorazione non risultava molto omogenea e presentava difetti abbastanza importanti. Da ricercare nella selezione mantelline più dorate e con presenza di fiamme nere; petti neri e fasce delle ali nere senza presenza di bruno nei maschi. Nelle femmine ricercare petti salmone e una distribuzione omogenea della pepatura soprattutto su dorso, spalle e ali e assenza di orlatura. Attenzione alle remiganti bianche e alle piccole piumette nella parte esterna dei tarsi riscontrate in un gallo. Facciamo presente anche che il diametro 15 e 13 degli anelli, presenti nei soggetti esposti,risulta eccessivo e facilmente sfilabili, consigliamo, come da standard proposto, l’ utilizzo del 14 per i maschi e l’ 11 per le femmine. Il CTS per quanto sopra esposto è dell’ idea di non dare parere favorevole al proseguimento dell’ iter di riconoscimento, e invita l’ allevatore a ripresentare soggetti giovani ai prossimi campionati italiani. Il CTS ricorda che per la visione ufficiale le richieste dovranno pervenire alla casella di posta ctsitaliano@libero.it, come da regolamento, entro 60 giorni prima della data di svolgimento dei Campionati Italiani, allegandola bozza di standard. I soggetti in visione ufficiale dovranno essere inanellati con anelli ufficiali FIAV di misura adeguata alla grandezza dei tarsi (non sfilabili). Si ricorda che i soggetti posti in visione, anche se non ufficiale, non potranno essere messi in vendita. A seguito dell’ avvenuto riconoscimento in occasione dei campionati italiani, pubblichiamo lo standard del Tacchino dei colli euganei che entra così di diritto tra le razze italiane riconosciute dallo “standard italiano delle razze avicole” TACCHINO DEI COLLI EUGANEI I- GENERALITA’ Origine Italia, veneto Uovo Peso minimo g. 70 Bianco avorio fittamente punteggiato di marrone con polo acuto e ottuso ben evidenti. Anello Maschio: 20 Femmina: 18 Tipologie ed indirizzi per l’ allevamento Razza di piccole dimensioni. Le femmine sono allevate per la loro attitudine alla cova. Mantenere la taglia piccola e la pelle gialla. FORMA Tronco: cilindrico, allungato, inclinato verso la groppa. Testa: di media grandezza, completamente nuda nel maschio, leggermente impiumata nella femmina nella parte centrale del cranio. Becco: piuttosto corto, forte e leggermente curvo di colore corno scuro, quasi nero, che degrada verso il corno chiaro procedendo verso la punta. Occhi: grandi, molto vivaci, iride bruno scuro. Caruncole: di medio sviluppo, sono presenti sulla testa e sulle par- AVICOLTURA Comitato Tecnico Scientifico VICULTUR ti non impiumate del collo; hanno “granulazione” piuttosto fine, di colore rosso-arancio con tendenza al bianco-bluastro nei momenti di eccitazione. Al di sopra del becco, alla base della fronte si trova un’ appendice di carne pendente in avanti che nei momenti di eccitazione si allunga maggiormente nel maschio rispetto alla femmina. Collo: di lunghezza media e arcuato. Presenta anch’esso caruncole maggiormente sviluppate alla base. E’ presente nel sotto gola una giogaia di pelle nuda che si estende fino alla metà del collo, maggiormente sviluppata nel maschio. Spalle: larghe e ben arrotondate. Dorso: lungo, largo, convesso ed inclinato verso la groppa. Ali: aderenti portate ben chiuse. Coda: lunga, portata chiusa ed inclinata a seguire la linea del dorso quando l’ animale è a riposo, nei maschi in parata è portata rilevata e a forma di ruota. Petto: largo, muscoloso, ben arrotondato. I maschi adulti hanno sul petto un ciuffo di setole rigide nere, spesso nascosti dal piumaggio nei soggetti giovani. Un ciuffo nella femmina e più ciuffi nel maschio sono sinonimo di vitalità e non devono essere penalizzati. Zampe: gambe poco evidenti; tarsi piuttosto corti con quattro dita. Sono presenti gli speroni nei maschi, più sviluppati nei maschi adulti. Muscolatura: ben sviluppata. Pigmentazione: intensa. Pelle: morbida, sottile, gialla. Ventre: poco sviluppato. Difetti gravi: taglia eccessiva; pelle bianca; ali portate cadenti; tronco largo; petto eccessivamente prominente; tronco non inclinato verso il dietro; tarsi eccessivamente lunghi; cosce non evidenti. TAGLIA piccola OSSATURA Fine PESO Maschio giovane kg 4 – 5 Maschio adulto kg 5 – 5,5 Femmina giovane Kg 2,5 - 3 Femmina adulta Kg 3- 3,5 PIUMAGGIO Ben aderente al corpo COLORAZIONE BRONZATA SELVATICA MASCHIO Dal collo alla metà del dorso di un ricco brillante bronzo ramato, ogni piuma termina con una stretta banda nera che si estende fino alla fine della penna. Dalla metà del dorso fino alle copritrici della coda nero, ogni piuma presenta una banda bronzo-ramato che arriva quasi fino all’apice, la piuma termina con una distinta banda nera che si restringe gradualmente man mano che si avvicina alla copritrici della coda. Petto: la parte non esposta della penna nera; parte esposta di un ricco lucente bronzo ramato; ogni penna nella parte bassa del petto ,avvicinandosi al ventre, termina con una stretta fascia netta nero intenso che si estende attraverso la penna. Ali: spalle e piccole copritrici delle ali di un ricco e brillante bronzo ramato, terminano con una stretta fascia nera; le grandi copritrici dell’ ala di un ricco e brillante riflesso bronzo ramato formano una larga banda ricca di riflessi color bronzato, le piume terminano con una netta banda nera e fine orlo bianco. Remiganti primarie: ogni penna attraversata da un capo all’altro in tutta la lunghezza alternativamente da bande bianche e nere di uguale larghezza, copritrici barrate come le primarie; remiganti secondarie alternativamente attraversate da barre bianche e nere; le barre nere delle remiganti secondarie più corte prendono una ricca tonalità bronzea, le barre bianche diventano meno distinte e poco visibili. Coda: timoniere e copritrici nero opaco, ogni penna ugualmente e distintamente disegnata trasversalmente con zebrature parallele brune; ogni penna ha una banda nera con riflessi bronzo ramato che si estende attraverso la penna; le penne terminano con un largo orlo bianco puro. Più i colori sono distinti migliore è la qualità del disegno. Ventre e addome: nero, ogni piuma con una larga e brillante banda bronzo ramato con all’ apice una stretta ma distinta banda nera ed uno stretto orlo bianco puro. FEMMINA Simile a quello del maschio, eccetto un orlo bianco nelle piume del collo, dorso, petto e ventre. L’orlatura bianca deve essere stretta, va gradualmente ad allargarsi avvicinandosi alla parte posteriore. Piumino: nero opaco. Gambe: nero opaco con leggera orlatura bianco grigiastro. Tarsi e dita: nei soggetti giovani nero opaco, che cambia in grigio fumo rosato nei soggetti adulti. Difetti gravi: penne bianche in ogni parte del piumaggio e assenza del riflesso bronzato; una o più remiganti primarie o secondarie nero puro o bruno, eccetto penna assiale nei soggetti giovani; timoniere o copritrici della coda nero puro , brune o grigie; barre bianche o grigie nelle timoniere, eccetto la larga orlatura bianca terminale; completa assenza di orlatura bianca nelle copritrici della coda in ambosessi e nel petto della femmina. La sig. Luccotti Giuseppe (A.l.a.) ha chiesto il riconoscimento della colorazione limone millefiori nella razza Olandese nana, di seguito lo standard ufficiale: OLANDESE NANA colorazione LIMONE MILLEFIORI GALLO Testa giallo limone. Mantellina giallo limone con fini fiamme nere, piccola pailette nera con perlatura regolare bianca sulla punta (appena accennata nei soggetti giovani). Dorso, spalle e piccole copritrici delle ali giallo intenso, ammessi piccoli spruzzi bianchi nei galli 27 AVICOLTURA Comitato Tecnico Scientifico adulti. Lanceolate della groppa giallo limone con fini fiamme nere, piccola pailette nera con perlatura regolare bianca sulla punta. Grandi copritrici delle ali giallo limone con pailette nera il più possibile tonda e perla bianca sulla punta (fascia dell’ ala). Remiganti primarie nere con margine esterno giallo, punte bianche nei soggetti adulti. Remiganti secondarie con barbe interne nere e barbe esterne giallo limone scuro. Nei galli adulti punta nera con perla bianca (triangolo dell’ ala giallo limone con disegno nero e perla bianca in diagonale). Petto, ventre e gambe giallo limone con pailette finale nera il più possibile tonda e brillante con all’ apice una perla bianca, (la parte bianca è più netta nei soggetti vecchi). Coda nera con riflessi verdi, nei soggetti adulti punte bianche alla fine delle penne. GALLINA Testa limone. Mantellina giallo limone chiaro con fiamme nere e perlatura regolare bianca sulla punta. Piumaggio del mantello giallo limone, ogni penna con pailette finale nera sormontata all’ apice da una perla bianca. Remiganti primarie nere con margine esterno giallo, punte bianche nei soggetti adulti. Remiganti secondarie nere all’ interno e giallo limone all’ esterno, nei soggetti adulti punta nera con perla bianca (triangolo dell’ ala giallo limone con disegno nero e perla bianca in diagonale). Coda nera con perle bianche sulle punte delle timoniere. Piumino grigio nei due sessi. Tarsi biancastri. Occhi rosso / arancio. Becco corno chiaro. Difetti Gravi: Nei due sessi: colore di fondo troppo pallido, irregolare, opaco o troppo scuro; copritrici delle ali rosse; disegno grossolano che copre il colore di fondo, o mancante a zone, o a forma di orlo; assenza del disegno sulle fasce delle ali; animali giovani con perlatura bianca grossolana o assente del tutto; remiganti e timoniere prevalentemente bianche 28 VICULTUR o inframmezzate da molto bianco. Nel gallo dorso rosso. VARIAZIONE DIAMETRO ANELLO OCA PEZZATAVENETA Il sig. Mallia Michele (Aerav) ha chiesto la modifica del diametro dell’ anello per l’ oca pezzata veneta. Il CTS ritiene corrette le osservazioni del sig. Mallia e modifica il diametro da 27 a 24. Il sig. Paltrinieri Paolo (Avinordest) per il gamefowl club italia ha chiesto il riconoscimento della razza Combattente di Taiwan, di seguito lo standard ufficiale. Come per la razza combattente shamo gli animali dovranno essere pesati all’ atto dell’ ingabbio riportando il peso sul cartellino. COMBATTENTE DI TAIWAN I – GENERALITA’ Origine Isola di Taiwan (Formosa) Uovo: Peso minimo: g. 60 Colore guscio: rosato Anello: Gallo: 27 Gallina: 24 II – TIPOLOGIA ED INDIRIZZI PER LA SELEZIONE Pollo asiatico combattente di grandi dimensioni e dal portamento eretto, cresta a pisello. Forte attitudine al combattimento. L’aspetto generale è simile alla razza Shamo, ma più imponente nella mole, ali più lunghe e dorso piatto. Il completo sviluppo si ottiene dopo il secondo anno di vita. Mantenere la mole possente e la spiccata attitudine da combattente. III – STANDARD Aspetto generale e caratteristiche della razza 1- FORMA Tronco: particolarmente largo, con linea del dorso piatta. Portamento molto rilevato, quasi verticale soprattutto nel gallo; corpo muscoloso. Testa: larga, di media lunghezza. Il cranio è largo arrotondato e prominente sugli occhi. Arcata sopraccigliare ben marcata. Pelle ben aderente alle ossa craniche e priva di pieghe. Becco: corto, molto forte ed arcuato, attaccato alto e che continua la linea curva della testa. Giallo, corno o corno scuro. Occhi: grandi e rotondi, infossati dal cranio e dall’arcata sopraccigliare. Sguardo torvo e penetrante. Colore grigio perla, ammessi giallastri. Cresta: a pisello, rossa, di media grandezza e bassa, ben impiantata e ferma. Bargigli: assenti, ammessi appena accennati. Faccia: rossa, con notevole sviluppo della muscolatura. Orecchioni: piccolissimi, rossi. Collo: lungo, rotondo, forte, quasi eretto con solo una leggera curvatura. La scarsità del piumaggio lascia in vista, nella parte alta del sottogola, la pelle rossa. Mantellina scarsa e corta con penne dure, strette, corte e nella parte centrale superiore leggermente arricciate. Spalle: spigolose, prominenti e alte. Dorso: lungo e piatto. Più largo alle spalle va gradatamente assottigliandosi verso la coda con linea dritta e discendente. Le lanceolate della groppa sono scarse, corte, dure e strette. Ali: mediamente lunghe, larghe e forti. La giuntura delle ali punta verso l’alto, ciononostante le ali devono essere ben chiuse e serrate al corpo. Portate alte non devono oltrepassare la fine della spina dorsale, la parte terminale è coperta dalle lanceolate della groppa. Ai pomi è ben evidente la ‘rosetta’ di pelle arrossata. Coda: di media lunghezza, continua la linea del dorso; tollerato un angolo massimo di 15°. Timoniere AVICOLTURA Comitato Tecnico Scientifico VICULTUR e falciformi ben chiuse. Le poche falciformi abbastanza strette, non troppo lunghe e leggermente incurvate. Petto: largo e pieno, poco arrotondato. La pelle rossa, dello sterno prominente, è lasciata scoperta dal piumaggio. Zampe: gambe posizionate abbastanza larghe, ben in appiombo, grosse, arrotondate e lunghe, muscolose, distaccate e ben evidenti. Tarsi forti, grossi e lunghi, ma un po’ più corti delle gambe, di sezione triangolare. Scaglie ben disposte, larghe e squadrate. Speroni forti, possono essere presenti anche nella gallina. Il colore del tarso è giallo, ammesso con sfumature nere; nelle colorazioni scure possono essere nerastri od olivastri. Quattro dita dritte e ben aperte, il dito posteriore ben appoggiato al suolo. Ventre: poco sviluppato, ma muscoloso; si assottiglia verso la coda. Pelle: dura, gialla. NERA ROSSA DORATA FRUMENTO 2 – Pesi Gallo: da kg. 5- kg.7,0 Gallina: da kg. 4- kg. 5,5 PROPOSTA DI VARIAZIONE DIAMETRO ANELLO CHU SHAMO Difetti Gravi: Mancanza di attitudine da combattente; peso e taglia ridotti; cresta molto sviluppata, piede d’anatra. Abbiamo ricevuto dal “gamefowl club italia” una proposta di variazione del diametro dell’ anello dalla Chu-shamo ovvero da 24 per il gallo e 22 per la gallina a 22 per il gallo a 20 per la gallina. Invitiamo pertanto tutti gli allevatori della razza combattente shamo a contattare via mail il CTS all’ indirizzo ctsitaliano@ libero.it per comunicarci le proprie considerazioni in merito. Le mail dovranno pervenire entro il 15 maggio 2014. 3 – PIUMAGGIO Conformazione: Corto, aderente al corpo, penne dure con rachide rigida. IV - COLORAZIONI: Il colore e il disegno hanno un ruolo secondario ma l’ appartenenza alla colorazione deve essere riconoscibile. 29 AVICOLTURA Federazione VICULTUR GUIDA ALLA FORMAZIONE DEI CLUB DI RAZZA Nel programma presentato dal precedente Consiglio Direttivo Federale all’Assemblea straordinaria dei soci FIAV, nel novembre 2010, figurava un punto programmatico molto importante e fondamentale per la crescita dell’avicoltura ornamentale-sportiva italiana. Si trattava dell’incentivazione per la nascita, lo sviluppo e la conservazione dei Club di specializzazione in Italia di cui sono sempre stato promotore essendo fermamente convinto che solo tramite queste strutture si possa raggiungere livelli qualitativi superiori ed in generale migliorare l’intero sistema esistente. Nel nostro Paese non abbiamo molte testimonianze, nè esperienza tale, per poter affermare che tutto questo possa accadere ma basta osservare, riflettere e cercare di capire cosa succede oltre confine per potersi convincere che questa sia una valida strada da seguire. Esempi chiari e inconfutabili che fanno da capofila sono la Germania e l’Olanda, dove i Club di razza sono diffusissimi e sempre presenti a ogni loro manifestazione nazionale. Anche Francia, Svizzera, Belgio, Inghilterra e altre nazioni hanno ben radicato nella loro tradizione la cultura di riuni- 30 re gli allevatori in queste strutture molto particolari. Nelle varie riunioni del consiglio direttivo federale si è affrontato più volte l’argomento e si sono stabiliti alcuni punti fermi che potranno essere di aiuto a sviluppare la specializzazione in Italia. L’attuale Consiglio Direttivo Federale è consapevole del fatto che si tratta solo di incentivi di supporto e assitenza informativa e non economica (fatta eccezione per poche particolarità in seguito descritte) per invogliare i tesserati a intraprendere questa strada e che sono poi loro stessi a doversi impegnare affinchè il Club diventi una realtà solida e funzionale. Si è quindi consci che solo questi ultimi potranno, con la loro volontà, costituire queste nuove realtà . Le decisioni adottate precedentemente hanno riguardato l’esenzione della tassa mostra per i Club di specializzazione e le sovvenzioni sotto forma di contributo per le spese di ingabbio, per gli iscritti ai Club, alle manifestazioni europee di specializzazione riconosciute dall’E.E.. Mi sono deciso a scrivere questo breve articolo perchè periodicamente mi vengono chieste informazioni e supporto per attuare l’iter di costituzione di un Club di razza, ho voluto quindi mettere al servizio di tutti la mia esperienza maturata in questi anni all’interno del Club Italiano della Cocincina. Premetto che i Club di razza possono essere di vario tipo e con caratteristiche diverse, ma fondamentalmente devono avere la particolarità di unire allevatori di una sola razza o di razze che hanno affinità ben marcate. Cominciamo col dire che il “vero” Club di specializzazione, come dice la parola, è quello fondato su un’unica razza dove i propri soci si concentrano esclusivamente sul miglioramento della stessa, ma spesso, ed anche più frequentemente, troviamo Club di razza composti da più razze che hanno affinità tra loro, oppure troviamo Club specializzatissimi come ad esempio quelli che riguardano addirittura una determinata colorazione di una determinata razza (probabilmente solo in Germania). Di certo è che non si può chiamare Club di specializzazione un Club che riunisce allevatori di razze che non hanno nulla in comune. Sicuramente non tutti condivideranno questa mia opinione anche perchè all’estero già esistono Club con queste strane caratteristiche e non mi stupirei se un domani anche in Italia nascesse un Club dalla più fantasiosa combinazione. D’altra parte non esiste AVICOLTURA Federazione VICULTUR GAMEFOWL CLUB ITALIA Foto di Tranchellini Matteo una regolamentazione in Italia che disciplina le caratteristiche che devono possedere i Club di razza, ma in tal caso, a mio avviso, avrebbe poco senso chiamarlo Club di razza o Club di specializzazione poichè esistono già le Associazioni che riuniscono allevatori di tutte le razze. Riporto di seguito un breve elenco esemplificativo di alcune possibili e più frequenti combinazioni per la costituzione di un Club di specializzazione, ricordando comunque che probabilmente esisteranno anche altre tipologie di Club con altre caratteristiche: • Club della Wyandotte nana bianca (Germania- riguarda una sola colorazione di una sola razza) • Club Italiano della Siciliana (riguarda una sola razza) • Club della Araucana e Araucana nana (Germania- riguarda due razze dove una è la miniaturizzazione dell’altra) • Club Italiano della Cocincina (riguarda due razze affini per caratteristiche morfologiche e di denominazione) • Club delle razze ciuffate (Olanda- riguarda un gruppo di razze che hanno in comune una particolare caratteristica morfologica) • Club Razze Autoctone Italiane (raggruppa una serie di razze Nazionali) • Gamefowl Club Italia (raggrup- pa molte razze appartenenti ad un unica categoria , le razze combattenti) • Club delle barbute belghe (Belgio - raggruppa un ristretto numero di razze nazionali con caratteristiche morfologiche estremamente affini). Chiarito quale forma può avere il Club di razza, passo a spiegare le funzioni , le attività che gli competono e la sua struttura di gestione. FUNZIONI Il Club di razza è un organo tecnico che riunisce allevatori che si dedicano all’allevamento di una o più razze affini al fine di diffonderle, preservarle e di migliorarne le caratteristiche morfologiche. Si dedica, tramite i propri soci , a ricercare, a fissare nuove colora- zioni e a mantenere un costante, continuo e reciproco scambio di informazioni con gli organi tecnici nazionali. Si occupa di promuovere, tramite seminari o corsi di aggiornamento il giusto indirizzo di selezione della/e razza/e trattata/e. Ha inoltre funzione di aggregazione, consentendo anche di accentuare il confronto sportivo (parte importante per dare un senso a quello a cui ci dedichiamo) tra un numero più elevato di soci espositori, specialmente in una realtà come quella italiana dove capita spesso, e non solo in mostre sociali, di essere unici espositori di una determinata categoria. ATTIVITA’ Generalmente ogni Club di razza organizza eventi divulgativi ed eventi ufficiali come le mostre sociali. Tutte queste manifestazioni si svolgono generalmente, ma non necessariamente, nell’ambito del territorio nazionale e possono essere organizzate in maniera indipendente oppure in collaborazione con altre strutture associative del mondo avicolo (Federazione, Associazioni,altri Club) così come con altri enti esterni al settore dell’avicoltura ornamentale. Non è certamente obbligatorio organizzare questo tipo di eventi, ma è senz’altro un buon sistema per potersi presentare e farsi conoscere ad un pubblico esterno che, soprattutto in Italia, conosce poco 31 AVICOLTURA Federazione la realtà dell’avicoltura sportiva. Non è neanche estremamente necessario intraprendere altre attività , come la predisposizione di newsletters,la redazione di giornalini o quant’altro sia utile al fine della divulgazione, ricordando comunque che qualsiasi attività aggiuntiva al minimo necessario non potrà che essere di aiuto alla crescita del Club. Facilmente un neonato Club di razza non avrà le potenzialità necessarie per rendersi completamente autonomo e dovrà appoggiarsi ad altre organizzazioni, o alle Associazioni. Tra le attività necessarie invece non si potrà prescindere dall’effettuare almeno una riunione generale dei propri VICULTUR soci nell’arco dell’anno, proprio per avere l’occasione di parlare delle varie attività che si intendono affrontare durante la stagione. Altre iniziative ritenute utili potranno benissimo essere adottate al fine di raggiungere gli obiettivi del Club precedentemente descritti. STRUTTURA DEL CLUB Anche i Club di specializzazione dispongono di un proprio statuto, di un atto costitutivo e di una struttura organizzativa. L’atto costitutivo è firmato alla prima occasione utile dalle persone che intendono fondare il Club. Le stesse redigeranno uno statuto che deve seguire le linee guida dettate dai regolamenti nazionali della Federazione. Per la redazione dello statuto di un Club si può benissimo prendere come esempio, effettuando le dovute correzioni , lo statuto federale, visionabile e scaricabile dal sito FIAV, oppure, più semplicemente, richiedere un fac-simile di statuto a chi l’ha già redatto in passato. La struttura organizzativa prevede generalmente i seguenti organi: Assemblea dei soci, Consiglio Direttivo e Presidente, possono però essere previsti organi ulteriori come i revisori dei conti ed altri. All’interno del Consiglio Direttivo si possono assegnare le più svariate tipologie di cariche (Vice-Presidente, Cassiere, Segretario,responsabile notiziario ecc...) L’Assemblea dei soci è costituita da tutti i soci i quali si possono dividere in soci ordinari e in soci sostenitori con la differenza che i primi hanno diritto di voto nelle decisioni assembleari e diritto di partecipare alle manifestazioni ufficiali riconosciute dalla FIAV, i secondi possono usufruire di svariati servizi offerti dal Club ma non possono partecipare come espositori nei concorsi a giudizio o esprimere pareri decisionali all’interno del Club. SCHEMA PER LA COSTITUZIONE DI UN CLUB E ADEMPIMENTI NECESSARI 1. riunione preliminare tra gli allevatori interessati (l’archivio delle razze allevate tenuto dalla Federazione è senz’altro un ottimo strumento per poter mettere in contatto i vari allevatori della stessa razza o delle razze sulle quali si fonderà il Club) 2. sottoscrizione dell’atto costitutivo e stesura dello statuto del Club (la Federazione non richiede ai Club la registrazione presso l’agenzia delle entrate di questa documentazione, si lascia pertanto ampia libertà di scelta) 3. invio al C.D.F. della domanda di riconoscimento ed elenco dei soci (questa domanda può essere inoltrata con raccomandata A/R ma anche per e-mail). Allegare inoltre copia dell’atto costittivo e dello statuto. 4. elezione del Consiglio Direttivo e distribuzione delle cariche (alla prima riunione ufficiale del Club si dovrà eleggere il consiglio direttivo e all’interno di questo distribuire le cariche necessarie alla conduzione del Club. Verrà quindi eletto il Presidente, il segretario e qualsiasi altra figura che si reputa necessaria. L’organigramma del Club va trasmesso al C.D.F.) 5. svolgimento dell’Assemblea ordinaria dei soci (una volta all’anno deve essere svolta l’Assemblea ordinaria dei soci e il suo verbale va trasmesso al C.D.F.) Cepollina Simone 32 AVICOLTURA VICULTUR News 33 Federazione AVICOLTURA VICULTUR LE RELAZIONI DEI GIUDICI RIGUARDANTI IL GIUDIZIO AI XX CAMPIONATI ITALIANI SONO PUBBLICATE IN FORMATO INTEGRALE SUL SITO F.I.A.V. Ad integrazione dell’articolo sui risultati dei XX Campionati Italiani di Avicoltura riportato nel notiziario N. 45 di Ottobre-Dicembre 2013 si segnalano le seguenti altre premiazioni: MIGLIOR COMBATTENTE NANO COMBATTENTE INDIANO NANO dell’allevatore FURLAN LUCA MIGLIOR COMBATTENTE O-SHAMO dell’allevatore PIGNATTI LUCA PREMIO AVINORDEST per la migliore anatra dell’esposizione, in memoria di Cerchiaro Giuseppe, è stato attribuito all’allevatore CELLINI ANDREA con un’antra CORRITRICE INDIANA colorazione trota. La scelta di questi campioni è stata effettuata dai giudici Verest Andy e Rè Anthony. Nella classifica delle Associazioni si precisa il mancato inserimento dell’Auav che nella graduatoria finale non si è posizionata (N.P. Non partecipato). Ci scusiamo con i lettori per la dimenticanza”. In occasione dei XX Campionati Italiani di Avicoltura di Abbiategrasso (MI) 6-8 dicembre 2013, si è svolta la cerimonia di presentazione del nuovo Libro Standard Italiano delle Razza Avicole e si sono ringraziati tutti coloro che in qualche modo hanno contribuito, dalla nascita dello standard (1994) ad oggi (2013), alla stesura e ai continui aggiornamenti di questa opera. Nella foto a lato alcuni autori del libro premiati dal Presidente della F.I.A.V., Da Giau Giuseppe e da Verest Andreas (al centro della foto) membro del C.S.E. Da sinistra il Sig.Riganti Vinicio (per la realizzazione di alcuni disegni), il Sig.Corti Elio (genetica delle colorazioni), i Sig.ri Tona Luciano e Tona Maurizio (tra gli autori della prima stesura del libro). Sono inoltre stati citati e ringraziati alcuni autori assenti alla cerimonia e precisamente i Sig.ri Galeazzi Marco, Andreotti Lico, Focardi Fabrizio e gli attuali membri del CTS. 34 AVICOLTURA VICULTUR News Quando allevare avicoli ornamentali non è solo una passione Il mondo rurale è sempre stato caratterizzato da forme di solidarietà e da valori di reciprocità, gratuità e mutuo aiuto. Quella che si vuole presentare è una esperienza di agricoltura sociale rivolta a persone svantaggiate, che include l’allevamento di avicoli ornamentali. Presso il Centro diurno per disabili “Cascina Bargè”, gestito dal Settore Politiche Sociali del Comune di Vercelli, da anni è stato impostato un modello di lavoro educativo imperniato sull’utilizzo dell’agricoltura e della cura degli animali a scopo educativo e riabilitativo. Gli interventi si rivolgono principalmente a soggetti adulti con disabilità intellettiva, ospiti fissi della struttura. Il contesto di lavoro è quello di una vera e propria fattoria, con un’ampia area di allevamento, un vasto orto, una serra, un campo coltivato a mais destinato all’alimentazione degli animali. L’agricoltura offre agli ospiti della struttura l’opportunità di diventare partecipi di un processo di crescita e di prendersi cura di altri esseri viventi. L’allevamento utilizza la relazione uomo-animale per riattivare risorse nei soggetti con disabilità o disagio. Nell’allevamento avviene un capovolgimento di ottica: la persona disabile, da oggetto di cure perpetue, diventa capace di prendersi cura di altri. La gestione dell’animale sollecita l’acquisizione di ruolo e di responsabilità. Ci si sente utili e necessari perché gli animali hanno bisogno dell’uomo. L’interazione con l’animale risveglia l’affettività e la sensibilità. E’ richiesta una capacità comunicativa che non passa attraverso processi mentali e verbali, ma si articola sul piano istintivo e corporeo. E’ favorita la possibilità di entrare in contatto con il proprio mondo interiore, cresce la capacità di riconoscere ed esprimere le proprie emozioni. E’ significativo l’impatto sul piano educativo ed emotivo: prendersi cura di un altro essere vivente muove processi affettivi profondi, favorisce il decentramento, apre alla relazione con l’altro, insegna il rispetto. Per una persona disabile è utile acquisire abilità e competenze di tipo lavorativo, ma è ancora più importante acquisire un ruolo, perché ciò consente di arrivare a “sentirsi adulto”. Alla Cascina Bargè gli ospiti imparano a lavorare allevando avicoli, acquisiscono competenze che potranno essere applicate in diversi contesti: ad esempio comprendere i compiti, seguire le direttive, riconoscere i ruoli, accettare i richiami di fronte ad un errore. In un contesto di lavoro protetto si impara a diventare affidabili, assumersi responsabilità, interagire con gli altri in modo corretto, comunicare e cooperare in vista di un obiettivo comune. La Cascina Bargè è anche una Fattoria Didattica riconosciuta dalla Regione Piemonte. Gli alunni delle scuole hanno la possibilità di conoscere in forma diretta il mondo dell’avicoltura, di avvicinare gli animali, di scoprire le varie razze con le diverse caratteristiche e di imparare le tecniche di allevamento. Durante le visite i lavoratori disabili, insieme agli operatori, descrivono il loro lavoro quotidiano in fattoria; così facendo assumono il ruolo reale di “allevatori”, dimostrando le capacità e le competenze acquisite. La Cascina Bargè è iscritta alla LIA e da alcuni anni partecipa, per quanto possibile, alle attività dell’associazione. Dai soci cerchiamo di carpire segreti e reperire esemplari che ci possano portare ad essere anche bravi allevatori. I nostri polli forse non saranno mai campioni di razza, ma da quando escono dall’uovo all’interno dell’incubatrice sono sicuramente campioni di solidarietà sociale. Gianni Ghisio - Centro diurno per disabili “Cascina Bargè” Comune di Vercelli - Settore Politiche Sociali 35 CLUB ITALIANO DELLA COCINCINA foto di Tranchellini Matteo
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