Appunti N. 52 Settembre 2014 - Consorzio Camerale per il Credito e

Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
Anno VII, Numero 52, Settembre 2014
Appunti
La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza
INDICE
In primo piano

Michl Ebner, Presidente della Camera di
commercio di Bolzano
1

I fondi strutturali: tutto quello che c’è da
sapere
4

Cartolarizzazione: un’opportunità anche
per le PMI?
7

Debiti PA: lo stato dell’arte

Start up innovative: esperienze estere a
confronto
12

Il crowdfunding e i beni culturali

La gestione dei crediti deteriorati per le
banche sottoposte ai test della BCE
19

Viaggio tra gli incubatori certificati. 4ª
puntata: Techno Seed (Udine)
21

Il mercato immobiliare: focus Milano e
provincia
23

Gli eventi
26

Le pubblicazioni
26

Le consultazioni pubbliche
28

Start up innovative: la Top Twenty di
settembre
31
Economic outlook
32

Consorzio Camerale
per il credito e la finanza
Via Meravigli 9/B, Milano
Tel. 02 8515 4258
info@consorziocamerale.eu
www.consorziocamerale.eu
I Presidenti si raccontano: Michl Ebner
Dal 2008 alla guida della Camera di commercio
di Bolzano, Michl Ebner fornisce il suo punto di
vista sulle sfide che si prospettano per il nostro
sistema imprenditoriale e la nostra economia, e
si racconta.
Segue a pag. 1
9
15
Focus: fondi strutturali
In attesa della definizione delle linee operative
e della pubblicazione dei relativi bandi da parte
delle
Regioni,
una
panoramica
sulle
opportunità di finanziamento offerte dai fondi
strutturali e d’investimento nella nuova
programmazione 2014-2020.
Segue a pag. 4
Start up innovative: un confronto con l’estero
L’analisi delle best practice estere fornisce
alcuni spunti di riflessione su come potenziare
l’efficacia delle misure messe in atto per
sostenere l’innovazione e la competitività delle
nostre imprese, in particolare delle start up
innovative.
Segue a pag. 12
Presidente: Francesco Bettoni
Direttore: Pier Andrea Chevallard
Coordinatore: Roberto Calugi
La newsletter è redatta a cura
dell’Ufficio Studi e Comunicazione
1 Paglietti
Responsabile progetto editoriale: Gianmarco
Responsabile operativo: Maria Gloria Cesarini
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
I Presidenti si raccontano
A colloquio con…
Michl Ebner,
Presidente della
Camera di
commercio di
Bolzano
A cura dell’Ufficio Studi
Nato a Bolzano nel 1952, laureato in
Giurisprudenza, è Presidente della Camera di
commercio di Bolzano dal 2008.
Ha intrapreso un’intensa carriera politica sia
presso la Camera dei Deputati che come
deputato presso il Parlamento Europeo. In tale
ambito ha partecipato alla Commissione per
l’agricoltura e lo sviluppo rurale, alla
Commissione sui lavori pubblici e l’ambiente,
alla
Delegazione
alla
Commissione
parlamentare mista UE-Croazia.
E’ Presidente dell’Unioncamere delle Regione
Trentino Alto-Adige, Vice-Presidente della
Banca di Trento e Bolzano e di Eurochambres
Bruxelles e Amministratore delegato di Athesia
Spa.
Signor Presidente, da sei anni è alla guida
della Camera di commercio di Bolzano.
Può farci un bilancio di questa
esperienza?
Fin dalla mia elezione nel 2008 ho cercato
di avvicinare l’Ente alle reali esigenze
dell’economia locale come prestatore di
servizi e non come istituzione. Lotta alla
burocrazia, revisione della spesa pubblica
nella provincia di Bolzano, riduzione della
pressione fiscale a livello locale, supporto
dell’infrastruttura aeroportuale, promozione della multilinguità (e quindi non solo
delle due lingue parlate localmente, il
tedesco e l’italiano) e aumento del tasso
di internazionalizzazione delle imprese
locali sono temi in cui la Camera ha
saputo
giocare
un
ruolo
fondamentale
vincendo
importanti
battaglie.
La riforma che
sta
interessando il
sistema
camerale
rappresenta
Michl Ebner
un’importante
sfida,
che
comporterà,
presumibilmente,
una
ridefinizione delle politiche e degli
obiettivi. Qual è la sua opinione a
riguardo? Quali ritiene possano essere le
direttrici lungo cui strutturare il percorso
futuro?
La riforma del sistema camerale è
ineluttabile. Credo sia fondamentale
razionalizzare il sistema, anche se la via
della riforma deve coinvolgere il mondo
delle Camere di commercio e non può
avvenire con lo strumento del decreto
legislativo. Le Camere debbono essere
ancora più snelle e ancora più prossime
alle aziende. Da un lato, debbono essere
rivisti gli obiettivi dell’azione camerale e,
dall’altro, deve essere comunque ribadito
il tema della rappresentanza unitaria del
sistema economico locale che, se venisse
a mancare, snaturerebbe l’essenza della
Camera di commercio.
Bolzano ha saputo coltivare in maniera
vincente
la
propria
vocazione
all’innovazione
valorizzando,
al
contempo, tradizione e territorio. Qual è la
ricetta per coniugare i due aspetti? Quali
iniziative ha messo in campo la Camera di
commercio per contribuire in tal senso?
L’innovazione
deve
interessare
trasversalmente la vita aziendale. La
Camera di commercio, alla luce del
basso tasso di investimenti in R&S delle
aziende locali rispetto ai competitors
tirolesi e trentini e al fine di supportare le
piccole imprese a intraprendere la sfida
1
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
Credo che l’evoluzione nello stile dei
consumatori porti automaticamente alla
valorizzazione dei diritti di proprietà
industriale. Se il brevetto è fondamentale
per
alimentare
l’innovazione
nelle
imprese, i marchi, i disegni e i modelli
rappresentano un sistema di richiamo
fondamentale del cliente. Apple docet.
Dolomiti, Gruppo delle Odle
dell’innovazione, ha lanciato un servizio
denominato
“my
innovation”
che
accompagna le imprese a sperimentare
dei percorsi per trovare idee per nuovi
prodotti, nuovi processi o nuovi servizi. E
l’elevato numero di imprese interessate ha
decretato il successo dell’iniziativa.
Il boom di emissioni registrato negli ultimi
mesi
sembra
aver
annoverato
definitivamente i mini-bond tra gli
strumenti
di
finanziamento
complementari
rispetto
al
canale
bancario - a disposizione delle imprese.
Quali ritiene che possano essere i fattori
che ne hanno decretato il successo?
Quali gli aspetti eventualmente da
migliorare per valorizzarlo ulteriormente?
Il mini-bond non risolve i problemi di
finanziamento delle PMI ma va a colmare
un buco nell’offerta dei servizi finanziari a
disposizione delle imprese. L’altissimo
ricorso in Italia a tipologie di finanziamento
classiche di natura bancaria, arrivate
ormai a un limite strutturale, così come la
relativa semplicità nell’emissione del minibond ne hanno determinato il successo.
La Camera di commercio di Bolzano è da
sempre molto attenta alle tematiche
inerenti la proprietà industriale delle
imprese e attiva nel promuovere gli
strumenti di tutela a disposizione delle
stesse. Che importanza può rivestire la
valorizzazione di marchi, brevetti e disegni
in termini di competitività, specialmente
sui mercati internazionali?
Nel corso della sua esperienza europea
ha avuto occasione di partecipare
attivamente
alla
definizione
delle
politiche in ambito agricolo. Qual è il suo
giudizio sulla nuova PAC e quali
opportunità può offrire all’Italia?
La nuova PAC è sicuramente più mirata
rispetto a quella che conoscevamo negli
anni Settanta: le risorse destinate
all’agricoltura nel bilancio UE sono calate
dal 70% al 40% attuale ma con una
maggiore attenzione alla tutela della
salute
del
consumatore
e
all’incentivazione dell’innovazione nelle
aziende agricole, facendo in modo di non
discriminare gli imprenditori agricoli dei
Paesi in via di sviluppo. Il giudizio non può
che essere positivo. Vediamo cosa
riusciamo a fare in Italia recependo la
nuova PAC.
Chi è Michl Ebner nella vita privata? Se
dovesse descrivere se stesso attraverso tre
aggettivi, quali sceglierebbe?
Attento, preciso e determinato.
Se non avesse seguito il suo percorso
professionale, cosa le sarebbe piaciuto
fare? Ha un sogno nel cassetto?
Tanti. Spero di realizzare parzialmente
l’uno o l’altro “da grande”.
Il territorio della provincia di Bolzano
accoglie alcune tra le principali bellezze
naturalistiche italiane. Quali sono i “fiori
all’occhiello” del turismo locale?
Sono certamente le Dolomiti, patrimonio
dell’umanità e tutti i territori alpini dove i
contadini preservano prati e pascoli
come dei giardini privati.
Qual è il posto più bello in Italia, al di fuori
della sua regione, che ha visitato? Quale
2
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
quello che non ha mai visto e che le
piacerebbe visitare?
Roma, Firenze, Venezia, Caserta, Venaria
Reale, Lecce, Assisi, Perugia, Siena,
Matera…. Mi piacerebbe visitare il Gran
Sasso.
Se dovesse consigliare la lettura di un
libro, quale sceglierebbe? Perché?
“Va’ dove ti porta il cuore” di Susanna
Tamaro.
Preferisce il cinema o il teatro? Il film o lo
spettacolo preferito?
Entrambi. Tra i miei film preferiti, “La vita è
bella” di Roberto Benigni.
Le piace l’arte? Quale forma apprezza
maggiormente? La sua opera d’arte
preferita?
Sì, mi piace molto e in tutte le sue forme.
Quale aspetto apprezza maggiormente
nelle persone? Cosa, invece, non
sopporta?
Apprezzo la voglia di fare e non sopporto
i pigri.
Aumenta il valore delle Spa italiane quotate
Secondo i dati recentemente pubblicati da
Unimpresa, le società per azioni italiane
quotate in Borsa hanno registrato un
aumento della capitalizzazione del 45% per
un valore corrispondente a 159 miliardi di
euro, passando da 355 miliardi di gennaio
2013 a 514 miliardi di euro di gennaio 2014.
E’ stato, altresì, rilevato un deciso
incremento delle partecipazioni di soggetti
esteri che ha raggiunto quota 42% delle
società per azioni quotate, per un valore
complessivo di 215 miliardi di euro, contro i
140 miliardi detenuti a gennaio 2013.
Al contempo, sono aumentate di oltre il 55%
le partecipazioni in Spa quotate da parte di
imprese italiane, per un valore pari a oltre
141 miliardi di euro a gennaio 2014. Le
banche continuano ad avere una presenza
forte, seppure in lieve calo, nel capitale
delle
Spa
quotate
con
il
6,4%,
corrispondente a circa 33 miliardi, seguite
dallo Stato centrale che detiene nel suo
portafoglio titoli azionari italiani quotati per
oltre 16 miliardi di euro, in aumento del 49%
rispetto all’anno prima; i privati controllano
quote di poco inferiori a 70 miliardi di euro, il
13% del totale, registrando un aumento del
27% sull’anno precedente.
Se trovasse un’ipotetica lampada di
Aladino e avesse a disposizione un unico
desiderio, quale esprimerebbe?
Senz’altro sceglierei la salute.
Se dovesse dare un consiglio o un
suggerimento alle nuove generazioni,
cosa direbbe loro?
Direi loro di studiare sodo, di non perdere
le radici con la propria terra e li inviterei a
fare un’esperienza di studio e lavoro
all’estero.
LE FOTO DEL MESE
Le foto pubblicate in questo numero sono
relative alla città e al territorio della
provincia di Bolzano, presso cui si è tenuto
lo
scorso
11
settembre
il
primo
appuntamento della quarta edizione del
roadshow “Marchi e disegni comunitari”.
Nella copertina è ritratta una veduta delle
Tre Cime di Lavaredo nelle Dolomiti di
Sesto.
3
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
I fondi strutturali:
tutto quello che
c’è da sapere
M. Jacob
Consulente marketing e
internazionalizzazione
Bonucchi e associati
A
che
punto
siamo
con
la
programmazione europea, nazionale e
regionale?
Il 1° gennaio 2014 è partito il nuovo
periodo di programmazione settennale
dei fondi europei (2014-2020). Questo
ciclo di finanziamenti è particolarmente
interessante per la politica economica
comunitaria, visto che convergerà con la
scadenza degli obiettivi definiti dalla
Strategia Europa 2020, cioè economia
intelligente, sostenibile ed inclusiva.
La programmazione di dettaglio, però, è
attualmente in forte ritardo: solo ai primi di
settembre è stata pubblicata la delibera
CIPE contenente il cosiddetto “Accordo
di partenariato” con il quale si sanciscono
le strategie di impiego dei fondi. A questo
punto la palla passa alle Regioni che
dovranno compiere le proprie scelte e
preparare i documenti di bando. Alcune
hanno già predisposto i Piani Operativi
Regionali (POR) per il settennato a venire;
una volta approvati, nei prossimi mesi,
potranno essere pubblicati e aperti i
bandi regionali.
Le linee strategiche generali tracciate
prima dalla Commissione - e poi dal CIPE
(Comitato
Interministeriale
per
la
Programmazione Economica) - sono qui
delineate
per
comprendere
gli
orientamenti intrapresi per il prossimo
futuro.
Bolzano, veduta notturna del Duomo
La politica di coesione: fondi europei
strutturali e d’investimento (ESIF)
La politica di coesione dell’Unione è
finalizzata alla riduzione delle disparità nel
livello di sviluppo tra le Regioni e gli Stati
membri; il presupposto della Commissione
è che, nel lungo periodo, ne possa
beneficiare l’intera Unione, in particolare
grazie all’aumento dei flussi commerciali
all’interno del mercato comune.
I fondi europei strutturali e d’investimento
sono cinque:
- Fondo europeo di sviluppo regionale
(FESR) con l’obiettivo di rafforzare la
coesione economica e sociale
attraverso la correzione degli squilibri
regionali;
- Fondo sociale europeo (FSE) con
l’obiettivo
di
migliorare
la
qualificazione professionale e la
mobilità dei lavoratori dell’UE;
- Fondo di coesione (FC) finalizzato a
ridurre le differenze economiche e
sociali,
nonché
a
stabilizzare
l’economia; si rivolge agli Stati membri
che presentano un prodotto interno
lordo (PIL) pro capite inferiore al 90%
della media dell’Unione;
- Fondo europeo agricolo per lo
sviluppo rurare (FEASR) per stimolare
competitività, sostenibilità ed equilibrio
del sistema agricolo;
- Fondo europeo per gli affari marittimi e
la pesca (FEAMP) per incentivare la
sostenibilità e diversificazione in tale
ambito.
4
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
Le regole generali di assegnazione dei
fondi si basano su una classificazione del
territorio europeo ripartito in regioni in tre
categorie sulla base del PIL procapite:
- regioni meno sviluppate (obiettivo
convergenza): cioè le regioni il cui PIL
pro capite è inferiore al 75% della
media del PIL dell'UE-27;
- regioni in transizione (sostituisce
l'attuale sistema di phasing-out e
phasing-in): ovvero tutte le regioni con
un PIL pro capite compreso tra il 75% e
il 90% della media dell'UE-27;
- regioni più sviluppate (obiettivo
competitività): cioè le regioni con un
PIL pro capite superiore al 90% della
media dell'UE-27.
Il nostro Paese nella sua interezza non
potrà usufruire del fondo di coesione avendo PIL superiore al 90% di quello della
media europea –; tuttavia, con riferimento
agli altri fondi, entrano nel novero delle
regioni meno sviluppate Basilicata,
Calabria, Campania, Puglia e Sicilia,
mentre Abruzzo, Molise e Sardegna nel
novero delle regioni in transizione; tutte le
altre regioni sono classificate “più
sviluppate.”
Classificazione delle regioni italiane in base al
PIL procapite
Programmazione fondi strutturali 20142020
L'articolo
174
del
Trattato
sul
funzionamento
dell'Unione
europea
(TFUE) sancisce che, per rafforzare la
coesione economica, sociale e territoriale
al suo interno, l'Unione debba mirare a
ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle
varie regioni e il ritardo delle regioni meno
centrali o insulari, e che un'attenzione
particolare debba essere rivolta alle zone
rurali, a quelle interessate da transizione
industriale e alle regioni che presentano
gravi e permanenti svantaggi naturali o
demografici.
I fondi ESIF sono il principale strumento
finanziario utilizzato dall’Unione Europea
per l’attuazione della politica di coesione.
La gestione dei programmi finanziati dai
fondi strutturali e la selezione dei progetti
avviene a livello nazionale e regionale,
quindi l’utilizzo dei fondi, pur dovendosi
attenere alle linee guida fissate dalla
Commissione
Europea
e
alla
programmazione, varia da regione a
regione, sulla base delle caratteristiche
del tessuto economico locale e delle
priorità dell’amministrazione regionale.
Molti dei programmi finanziati dai fondi
prevedono forme di sostegno agli
investimenti realizzati dalle PMI locali. I
fondi sono però a gestione indiretta, cioè
l’interlocutore
del
destinatario
del
finanziamento (ad esempio l’impresa) è
l’autorità
locale,
generalmente
la
Regione, che definisce programmi e
misure di finanziamento in accordo con la
Commissione e nell’ambito di quadri
strategici.
Stanziamento italiano fondi 2014-2020: 41
miliardi di euro
Fonte: Commissione europea
Sulla Gazzetta Ufficiale n. 209 del 9
settembre 2014 è stata pubblicata la
delibera del CIPE del 18 aprile 2014, con la
quale è stata approvata la proposta di
Accordo di partenariato concernente la
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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
programmazione dei fondi ESIF per il
periodo 2014-2020.
Come
accennato
in
precedenza,
l'Accordo stabilisce la strategia di impiego
dei fondi, indicando le priorità di
investimento negli undici obiettivi tematici
(OT)
previsti
dal
regolamento
di
disposizioni comuni n. 1303/2013:
- OT1: rafforzare la ricerca, lo sviluppo
tecnologico e l'innovazione;
- OT2:
migliorare
l’accesso
alle
tecnologie dell'informazione e della
comunicazione, il loro impiego e la loro
qualità;
- OT3: promuovere la competitività delle
piccole e medie imprese, il settore
agricolo e il settore della pesca e
dell'acquacultura;
- OT4: sostenere la transizione verso
un'economia a basse emissioni di
carbonio in tutti i settori;
- OT5: promuovere l'adattamento al
cambiamento
climatico,
la
prevenzione e la gestione dei rischi;
- OT6: tutelare l'ambiente e promuovere
l'uso efficiente delle risorse;
- OT7: promuovere sistemi di trasporto
sostenibili ed eliminare le strozzature
nelle principali infrastrutture di rete;
- OT8:
promuovere
l'occupazione
sostenibile e di qualità, sostenendo la
mobilità dei lavoratori;
- OT9: promuovere l'inclusione sociale,
combattere la povertà e ogni forma di
discriminazione;
- OT10: investire nell'istruzione, nella
formazione
e
nella
formazione
professionale, per le competenze e
l'apprendimento permanente;
- OT11: rafforzare la capacità delle
amministrazioni pubbliche e degli
stakeholders
e
promuovere
un’amministrazione
pubblica
efficiente.
L’Accordo di partenariato prevede una
ripartizione indicativa, tra gli 11 obiettivi
tematici,
delle
risorse
UE
complessivamente assegnate all'Italia per
il periodo 2014-2020 a valere sui fondi FESR,
FSE e FEASR e FEAMP. L'importo
complessivo di risorse a valere sui fondi
FESR, FSE e FEASR - al netto del FEAMP per
cui ancora non è stato approvato il
regolamento comunitario - è pari a oltre
41,5 miliardi di euro per il periodo 20142020.
Stanziamenti per obiettivo e fondo
riferimento (valori in milioni di euro)
Obiettivo
tematico
FESR
FES
di
FEASR
Totale
434
3.715
OT1
3.281
-
OT2
1.789
-
137
1.926
OT3
4.018
-
4.650
8.668
OT4
3.055
-
1.057
4.112
OT5
932
-
1.351
2.283
OT6
2.650
-
1.640
4.290
OT7
1.941
-
OT8
OT9
OT10
OT11
Totale OT
Assistenza tecnica
Totale generale
-
-
1.941
3.939
190
4.129
1.040
2.159
615
3.814
854
3.237
83
4.174
433
645
19.993
9.980
10.157
-
40.130
1.078
748
398
272
1.418
20.741
10.378
10.429
41.548
Fonte: Commissione europea
Alcuni link utili:
La delibera integrale è reperibile al
seguente indirizzo:
http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_g
enerale/caricaDettaglioAtto/originario;jsess
ionid=1tlxgSjp4YpeqQQeg+AHIA__.ntc-as2guri2b?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2
014-0909&atto.codiceRedazionale=14A06886&ele
nco30giorni=false
Come esempio, al seguente link è
disponibile la proposta di POR inviata dalla
Regione Lombardia:
http://www.ue.regione.lombardia.it/shared
/ccurl/417/319/Programme_Acknowledge
ment_2014IT05SFOP007_1_0_it.pdf
6
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
Cartolarizzazione:
un’opportunità
anche per le PMI?
A. Sannini
AD di Twin Advisor Limited
La cartolarizzazione è la traduzione
italiana di “securization”, lo strumento
nato negli Stati Uniti nel 1975 da un team
di Salomon Brothers e Bank of America e,
ad oggi, tra i più utilizzati nei mercati
mondiali.
Sostanzialmente, la cartolarizzazione è
uno strumento che converte attività
illiquide o a liquidità differita (come crediti
e asset immobiliari) in titoli negoziabili e
liquidabili sul mercato.
Solitamente questi titoli prendono il nome
di ABS (Asset Backed Securities), hanno
una natura obbligazionaria e assumono
denominazioni specifiche a seconda del
tipo di attività sottostante.
Le caratteristiche dell’operazione si
riassumono,
innanzitutto,
nella
composizione di un portafoglio di attività
che prescindono dal mero rischio
creditizio dell’azienda. La gestione
dell’operazione viene effettuata in
maniera
autonoma
da
un’entità
giuridicamente esterna al soggetto
cedente.
Tale strumento può offrire opportunità
interessanti anche per le PMI. I principali
vantaggi possono essere riconducibili, in
primis, al riequilibrio della struttura
finanziaria: l’impresa, infatti, ottiene
liquidità per estinguere fonti troppo
onerose o finanziamenti contratti a
condizioni poco convenienti. Un altro
vantaggio, soprattutto in questa fase di
Punta dei Tre Scaperi, Dolomiti di Sesto
contrazione degli investimenti di tipo
industriale, può essere rappresentato
dalla diversificazione delle fonti di
finanziamento,
dal
momento
che
consente di liberare liquidità da destinare
potenzialmente allo sviluppo e alla
crescita
(ad
esempio
attraverso
investimenti in nuove attività produttive o
acquisizioni). Da ultimo, è necessario
considerare
anche
un
sensibile
miglioramento del profilo di rischio
attraverso la riduzione del rischio liquidità
e del rischio di portafoglio.
La cartolarizzazione è un’operazione di
una certa complessità soprattutto per il
numero di attori che intervengono nelle
diverse fasi. Le varianti di un’operazione di
questo tipo sono praticamente infinite.
La prima fase di una cartolarizzazione
riguarda la mappatura degli asset da
cartolarizzare ad opera dell’originator (la
PMI), eventualmente con il supporto di
advisor. Ad esempio, nel caso si voglia
cartolarizzare uno o più asset immobiliari ci
sarà bisogno di una perizia per
determinarne il valore.
Grande attenzione deve essere data alla
composizione del portafoglio di asset
oggetto di una cartolarizzazione, che
devono essere valutati a livello di cashflow ed è, altresì, necessario che la PMI
progetti l’operazione in un’ottica di
elevata trasparenza, al fine di ridurre le
conseguenze di possibili asimmetrie
informative.
7
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
Nella seconda fase si procede alla
costituzione di una società veicolo (SPV,
Special Purpose Vehicle) di diritto italiano
o straniero, che deve acquisire gli asset
finanziandosi con l’emissione di titoli sul
mercato. A questo punto si definisce la
tipologia di titoli nel rispetto del mercato e
delle modalità di collocamento. Segue la
scelta di eventuali prestatori di garanzie,
società di rating e servicer.
Nella fase conclusiva del processo
avviene il rimborso dei titoli ABS emessi,
mediante un piano definito in funzione dei
flussi di cassa generati dai collateral eventuali attività poste a garanzia di un
prestito - che può avere un rapporto
diretto tra le scadenze dei titoli o, in
alternativa, con operazioni rotative
(revolving).
La cartolarizzazione può rappresentare
una delle possibili chiavi per far sbarcare
sui mercati dei capitali le imprese di medie
dimensioni,
indipendentemente
dal
profilo di rischio. Spesso una delle
principali difficoltà di tale tipologia di
imprese riguarda la mappatura efficace
dell’attivo;
questo
può
rendere
conveniente
un’operazione
di
cartolarizzazione.
Gli attori coinvolti
 l’impresa (originator)
 il cessionario, ovvero la società
veicolo (SPV), un intermediario
finanziario costituito con lo scopo di
effettuare uno o più operazioni di
cartolarizzazione
 il sottoscrittore dei titoli (noteholder)
I possibili vantaggi
 una migliore gestione dello stato
patrimoniale
 una
maggiore
possibilità
di
adattamento delle attività alle
scadenze di fonti di finanziamento,
attraverso una migliore gestione del
rischio di tasso di interesse
 una gestione più efficiente del
rischio di credito attraverso cessioni
selezionate
 la riduzione del rischio di valuta
 l’aumento di visibilità sui mercati
Le principali caratteristiche
 taglio minimo: superiore a 5 milioni
di euro
 asset di proprietà ed esenti da
ipoteche
 asset indistintamente mobiliari e
immobiliari
 costi: tra i 20 e i 50 mila euro per la
strutturazione della SPV, a cui
aggiungere una “success fee”
variabile
Gli strumenti di finanziamento alternativo
disintermediato dalle banche possono
essere utilizzabili con ottimi risultati finali.
Vanno, però, inseriti in un’ottica di
revisione e di riorientamento delle
abitudini di finanziamento e, più in
generale, della gestione finanziaria delle
PMI.
Per quanto il risultato finale - ottenere
finanza “fresca” - sia omologo a quello
ottenibile attraverso l’emissione di minibond, la cartolarizzazione ha come
attività sottostante non la performance
della PMI a tutto tondo, ma uno o più asset
mobiliari o immobiliari, ceduti a una
società veicolo che sarà responsabile del
pagamento del prestito a fronte del
valore degli stessi.
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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
Debiti PA: lo stato
dell’arte
M.G. Cesarini
Secondo le ultime stime, lo stock totale dei
debiti accumulati nei confronti delle
imprese, tra il 2012 e i primi mesi del 2014,
e non ancora pagati dalla pubblica
amministrazione ammonterebbe a circa
90-100 miliardi di euro1.
L’annosa questione dei ritardi nei
pagamenti della PA – che è anche
costata al Paese l’avvio della procedura
di infrazione da parte della Commissione
europea - è stata, negli ultimi anni,
oggetto di numerosi interventi normativi e
regolamentari finalizzati alla definizione di
obiettivi scadenzati e strumenti ad hoc
che potessero agevolare e accelerare le
procedure di pagamento.
La portata e l’urgenza del problema
hanno,
altresì,
reso
necessario
il
coinvolgimento di un’ampia platea di
soggetti e l’azione congiunta di Ministero
dell’Economia e Finanze, ABI, Cassa
Depositi e Prestiti, sistema camerale,
principali associazioni di categoria e
associazioni rappresentative degli enti
locali2, chiamati a giocare un ruolo di
promozione e informazione nonché, in
taluni casi, a partecipare direttamente nei
meccanismi di smobilizzo crediti.
A tal proposito, infatti, sono state
introdotte, nel corso di questi anni, diverse
opzioni percorribili. In primis, è stata offerta
alle imprese la possibilità di usufruire di
anticipazioni di liquidità da parte di
banche e altri intermediari finanziari,
Fonte: Cgia di Mestre, 2014.
Tali soggetti hanno sottoscritto, nello scorso luglio,
un apposito Protocollo di impegni in un’ottica di
intervento esteso e condiviso.
1
2
Vecchio campanile che emerge dal Lago di Resia,
Curon
senza che questi subentrino al creditore
originario nel rapporto con i soggetti
pubblici debitori.
In alternativa, è stata introdotta la
possibilità di cedere il credito vantato nei
confronti della PA - con riferimento a
forniture, appalti e prestazioni professionali
–
a
banche
o
istituti
finanziari
3
convenzionati . La cessione avviene con
la formula pro soluto che rende, in tal
caso, la banca titolare effettivo del
credito vantato verso la PA, beneficiando
di un tasso di sconto pari all’1,9% per
importi inferiori a 50 mila euro e all’1,6%
per importi superiori a tale soglia, nonché
di una specifica garanzia dello Stato. E’
stato, altresì, previsto un possibile
intervento della Cassa Depositi e Prestiti
per ridefinire termini e condizioni del
pagamento del debito, sulla base
dell’apposita convenzione sottoscritta
con Abi lo scorso mese.
Un’ulteriore strada, alternativa alla
cessione del credito, riguarda la
compensazione dello stesso – o di parte di
esso - con eventuali somme dovute
all’Agenzia delle entrate e all’Agenzia
della riscossione, sulla base di cartelle
esattoriali notificate entro il 30 settembre
2013.
Cfr. “Decreto Competitività”, decreto Legge 24
giugno 2014 n. 92, convertito nella Legge 11 agosto
2014 n. 116.
3
9
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
Risorse stanziate per il pagamento dei debiti
delle PA attraverso i diversi interventi normativi
(valori in miliardi di euro)
60
9,3
50
40
7,2
7,2
40
40
0,5
7,2
0,5
30
20
40
40
10
Lago di Braies
0
DL 35/2013
E’ importante sottolineare che la conditio
sine qua non per poter beneficiare di tutte
queste opportunità è che il credito
detenuto dall’impresa sia maturato entro
il 31 dicembre 2013 e che sia valutato
come certo, liquido ed esigibile attraverso
un’apposita procedura di certificazione
elettronica. Una recente proroga ha
fissato il nuovo termine per la sua
attuazione al prossimo 31 ottobre.
Questo pacchetto di misure - a cui, si
prevede, si affianchino ulteriori strumenti
complementari, quali l’introduzione della
fatturazione elettronica anche per gli enti
pubblici locali, obbligatoria da marzo
2015 – si pone, dunque, l’obiettivo di
imprimere
un’accelerazione
nei
pagamenti e di promuovere il ricorso alla
certificazione dei crediti da parte delle
imprese.
A tal fine, attraverso le diverse misure
introdotte a livello normativo, sono state
finora erogate risorse per 30 miliardi di
euro, di cui 26 miliardi già effettivamente
pagati alle imprese creditrici4, rispetto a
uno stanziamento complessivo pari a 57
miliardi di euro.
DL 35/2013
DL 35/2013
DL 35/2013
DL 102/2013 DL 102/2013 DL 102/2013
L Stab
L Stab
DL 66/2014
Fonte: MISE, dati al 21 luglio 2014
Al momento risultano essere pervenute
alla piattaforma elettronica oltre 56 mila
istanze
di
certificazione
per
un
controvalore di circa 6 miliardi di euro,
presentate da 15 mila imprese5.
I dati disponibili indicano che la maggior
parte dei debiti risulta in carico alle
amministrazioni
locali,
con
una
percentuale che sfiora il 90%; i soggetti
meno performanti risultano gli enti locali e
quelli relativi al Servizio sanitario nazionale.
E’ evidente, pertanto, come lo smobilizzo
di tali crediti possa rappresentare per le
imprese
creditrici
una
boccata
d’ossigeno, quanto mai vitale in un
contesto recessivo come quello attuale.
Alcune analisi realizzate su un campione
di imprese hanno messo, infatti, in luce
che i mancati pagamenti della PA hanno
inciso per quasi il 57% sul totale delle
fatture insolute, con ritardi accumulati
superiori ai 60 giorni nel 16% dei casi – con
punte che arrivano fino ai 210 giorni - e
inferiori ai 60 giorni nel 60% del campione
analizzato6.
Inoltre è necessario considerare l’effetto a
cascata che i ritardi nei pagamenti dei
debiti delle PA determinano sulla liquidità
4
5
Fonte: MISE, dati al 21 luglio 2014.
Fonte: MISE, dati all’8 settembre 2014.
Fonte: Cerved Group, Osservatorio sui pagamenti
della PA, dati a giugno 2013.
6
10
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
delle imprese e sulla loro capacità di
evadere, a loro volta, le fatture dei
rispettivi fornitori.
Anche su questo fronte i dati non sono
confortanti. A giugno 2014 è stato, infatti,
registrato un aumento dei casi di ritardo
superiore a 30 giorni, passati da circa il 5%
delle imprese nel 2010 a quasi il 17% del
2014. Si è ridotta anche la quota delle
imprese puntuali, in calo di oltre 8 punti
percentuali rispetto al 20137.
La roadmap per la cancellazione del
debito è stata, dunque, delineata e punta
all’utilizzo di tutte le risorse stanziate entro
la fine del 2014. Al di là delle difficoltà
oggettive
nel
raggiungimento
dell’obiettivo - di certo ambizioso - il
successo dell’iniziativa dipenderà anche
da quanto riuscirà ad avvalersi del
supporto e della partecipazione proattiva
di tutti gli attori operanti nel mercato,
configurandosi come un’autentica azione
di sistema.
Alcuni link utili:
http://certificazionecrediti.mef.gov.it/Certifi
cazioneCredito/home.xhtml
http://certificazionecrediti.mef.gov.it/Certifi
cazioneCredito/documents/Vademecum_
Breve_guida_alla_certificazione_dei_crediti.
pdf
http://www.mef.gov.it/certificazionecrediti
Il Consorzio Camerale per il credito e la
finanza è a disposizione per ulteriori
approfondimenti e per la realizzazione di
appositi percorsi di affiancamento e
formazione sul tema.
Debiti delle imprese
aumentano i ritardi
verso
i
fornitori:
E’ stato registrato, a giugno 2014, un
peggioramento dei tempi di pagamento
dei debiti detenuti dalle imprese nei
confronti dei propri fornitori.
Maggiori difficoltà si riscontrano, in
particolar modo, nel settore del commercio
al dettaglio, che registra ritardi superiori a un
mese nel 27% dei casi, rispetto a una media
del 12%; maggiore puntualità riguarda,
invece, tra le imprese operanti nell’ambito
dei servizi finanziari (39%) e dell’agricoltura
(47%).
Dal punto di vista territoriale, si registrano al
Sud i maggiori ritardi nei pagamenti, con
una percentuale di imprese puntuali che
non va oltre il 24%, seguito dal Centro, fermo
al 33%; la percentuale di imprese virtuose
sale al 43% nel Nord Ovest e al 6% nel Nord
Est.
Registro imprese:
l’iscrizione
nuove
regole
per
Dallo scorso 1 settembre è entrata in vigore
l’iscrizione immediata delle aziende e degli
atti notarili al Registro Imprese - prevista
dalla Legge 116/2014 - a condizione che
alla richiesta sia allegato un atto notarile (sia
atto pubblico che scrittura privata
autenticata), con l’obiettivo di facilitare le
procedure per l’avvio delle attività
economiche. Risulteranno, dunque, più
veloci le procedure di iscrizione degli atti
costitutivi e modificativi di società di capitali
e di persone, non essendo più necessario il
controllo di legalità da parte del
conservatore del Registro, in quanto
effettuato esclusivamente dal notaio.
Restano escluse da tale opportunità altre
richieste delle società, quali nomine di
amministratori o di esercizio dell’attività, e le
iscrizioni di imprese individuali e Spa.
7
Fonte: CRIBIS D&B, Studio Pagamenti 2014 IIQ.
11
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
Start up innovative:
esperienze estere
a confronto
S. Davico
Ufficio Credito e start up
Camera di commercio di Milano
Tra le grandi sfide che il nostro Paese si
trova a fronteggiare in termini di politiche
industriali, due sono quelle che riguardano
lo sviluppo di innovazione e la crescita di
imprese moderne in grado di reggere le
sfide derivanti dalla globalizzazione dei
mercati: il sostegno a una ricerca
scientifica maggiormente funzionale al
sistema produttivo e il supporto della
nascita, e ancor più della crescita, delle
start up innovative.
È innegabile che in Italia siano stati fatti
diversi sforzi al fine di creare un ecosistema
più florido e attraente, anche in
prospettiva europea, per lo sviluppo di
ricerca applicata e di imprese innovative.
Purtroppo, però, questi sforzi si sono spesso
scontrati con l’assenza di una visione
strategica della questione, limitandosi a
rimuovere vincoli e a rendere più agevoli
le normative, senza però proporsi di
indirizzare l’attività di imprenditori, piccole
e medie imprese e ricercatori.
Il Decreto Legge Crescita 2.0, convertito in
legge a fine 2012, ha definito una nuova
tipologia di imprese, le “start up
innovative”, le quali possono beneficiare
di una serie di benefici e agevolazioni, tra
cui esenzioni ai fini della costituzione e
iscrizione al Registro delle Imprese,
agevolazioni fiscali, deroghe al diritto
societario e una disciplina particolare
nella definizione dei rapporti di lavoro di
imprese. Indubbiamente l’istituzione di
questa nuova categoria ha permesso la
costituzione di numerose società sulla
Merano, Giardini di Castel Trauttmansdorff
base di idee più o meno valide, ma la
cronica assenza di fondi, supporto attivo e
indirizzo strategico all’attività
degli
imprenditori fatica a concretizzarsi in un
vero boom del binomio start upinnovazione in Italia. Tale boom si
sostanzia, ad oggi, più sulle pagine dei
giornali e su Twitter piuttosto che nelle
politiche industriali del Paese.
Ciò che emerge da un confronto con
l’estero è la presenza in Italia di un alto
livello di capitale umano, condizione
assolutamente necessaria ma purtroppo
non
sufficiente
allo
sviluppo
di
un’innovazione
che
possa
essere
funzionale
al
miglioramento
della
competitività internazionale del nostro
sistema produttivo. A un numero molto
alto
di
pubblicazioni
sulle
riviste
scientifiche internazionali, che testimonia
un ottimo livello di ricerca scientifica, non
corrisponde, infatti, un adeguato numero
di brevetti e, quindi, di utilizzo pratico degli
ottimi risultati ottenuti dalla pura ricerca. In
Italia solo il 4% delle imprese formate da
meno di 5 anni è in possesso di un
brevetto, laddove questo dato si attesta
intorno al 15% in Germania e Francia ed
addirittura al 29% negli Stati Uniti.
Sarebbe, dunque, utile prendere spunto
da alcune delle best practice estere,
adeguandole a quelle che sono le
caratteristiche
del
nostro
sistema
produttivo e, in particolare, a quella che
dovrà essere una chiara direttrice
strategica di sviluppo.
12
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
applicata e a una struttura di programmi
molto ben radicata e in grado di ripetersi
ed aggiornarsi negli anni. È il caso, ad
esempio, del Technological Incubators
Program, nato nel 1991 con il fine di
permettere lo sviluppo di idee giudicate
troppo rischiose per reperire fondi sul
mercato e di accompagnarle fino al
raggiungimento di un grado di maturità
sufficiente per reggersi da sole grazie al
reperimento di finanziamenti privati.
Gruppo del Catinaccio, le Torri del Vajolet
Dall’esperienza
statunitense
sarebbe
importante assorbire una visione degli
incentivi alla ricerca maggiormente rivolta
alla domanda del mercato, soprattutto
nel momento in cui nella scelta dei
progetti e delle iniziative da finanziare si
cerca di valorizzare il potenziale
commerciale, ben oltre il mero valore
aggiunto “scientifico”. Inoltre negli Stati
Uniti è presente in maniera ingente
un’educazione all’imprenditorialità, quasi
completamente assente in Italia, dove, al
contrario, si tende a immaginare
l’imprenditore più come un genio
visionario che come un individuo
altamente formato sotto il punto di vista
accademico.
A livello europeo è, per esempio, la
Germania ad aver costituito un ottimo
sistema di incentivazione alla nascita di
start up e spin-off accademici all’interno
del mondo universitario, tramite l’EXIST
Business Startup Grant. Esso è finalizzato a
stipendiare e fornire attrezzature e servizi
di coaching a studenti universitari e
dottorandi qualora essi scelgano di
tentare la strada di diventare imprenditori.
Israele rappresenta un caso di assoluta
eccellenza per quanto concerne la
nascita e l’incentivazione delle start up. La
spesa per ricerca e sviluppo è pari al 4,25%
del PIL (in Italia tale valore si attesta intorno
all’1,25%), risultato dovuto a un’ampia
gamma di incentivi e benefici indirizzati ai
settori dell’hi-tech e della ricerca
Anche il caso francese potrebbe costituire
una best practice, in particolare per
quanto concerne l’esistenza di OSEO, una
holding pubblica creata per supportare
l’innovazione del sistema economico. Essa
cerca di rimediare alle imperfezioni del
mercato
nell’allocazione
dei
finanziamenti alle imprese nascenti.
Laddove
il
progetto
presenti
caratteristiche positive ma i ritorni
appaiano incerti oppure troppo differiti
nel tempo, OSEO interviene offrendo
sovvenzioni o prestiti a interessi zero,
addossandosi parte del rischio e agendo
come partner delle imprese innovatrici e
dei loro potenziali finanziatori.
Infine, una delle caratteristiche comuni a
diversi casi di successo nel mondo e, in
particolare, negli Stati Uniti ed in Israele è
la presenza di un regime fiscale
incentivante per le attività di venture
capital. Per quanto gli interventi pubblici
diretti siano fondamentali, non si può,
infatti, prescindere dalla creazione di
condizioni volte a favorire un intervento
maggiore dei privati nell’ambito del
finanziamento delle attività innovative.
Per quanto riguarda il caso italiano,
emerge che il 59% delle giovani imprese
italiane ha cercato un finanziamento da
parte di fondi di venture capital, ma
solamente l’1,2% riesce ad accedervi. Per
rendere un’idea della dimensione del
problema, il mercato del venture capital
nel 2012 ha riguardato risorse nella misura
di 135 milioni di euro contro i 3,2 miliardi di
euro a livello europeo. I maggiori investitori
in questa asset class risultano essere i
13
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
governi, ragion per cui un intervento del
settore pubblico si rende strettamente
necessario.
Dalle esperienze internazionali si possono
dunque trarre insegnamenti importanti
anche per i policy maker italiani, i quali
dovranno imprescindibilmente tornare a
pensare in termini di politiche industriali
pluriennali.
A livello di definizione delle linee
strategiche potrebbe essere, senz’atro,
opportuno provvedere all’istituzione di
agenzie o centri di programmazione e
coordinamento a livello interministeriale,
con la possibilità di avere una
panoramica ad ampio spettro e il
coinvolgimento di tutti gli stakeholder
chiave
che
popolano
il
mondo
dell’innovazione (associazioni di imprese,
università, centri di ricerca, pubbliche
amministrazioni).
Occorrerà, in primis, superare
la
separazione, che va ampliandosi, tra il
mondo della ricerca scientifica e
dell’innovazione produttiva, in quanto
l’asset costituito dall’alto livello di capitale
umano
presente
in
Italia
va
necessariamente saputo sfruttare in
maniera produttiva per il Paese. Una
struttura di incentivi più forte e più
orientata alle logiche del mercato e un
sistema agevolato per l’ottenimento dei
brevetti saranno necessari per spingere il
mondo della ricerca italiano a rivolgersi al
mondo imprenditoriale.
Il ruolo delle associazioni di imprese e delle
Camere di commercio sarà dunque
fondamentale, in particolare nella
creazione di una massa critica del sistema
delle piccole e medie imprese, nonché
nella fase di matching tra ricerca
scientifica e necessità di innovazione
produttiva.
anche al fine di creare un canale di
comunicazione
tra
studenti
di
management e studenti di ingegneria, il
cui
interscambio
di
conoscenze
permetterebbe a molte start up di
crescere e svilupparsi in maniera più
autonoma e a 360 gradi.
Per quanto concerne il sistema del
venture capital, infine, qualcosa si sta
muovendo,
anche
grazie
al
coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti.
Essa ha dato il proprio apporto al Fondo
Italiano di Investimento con il fine di
lanciare il più importante “fondo di fondi”
di venture capital italiano, per un
ammontare fino a 200 milioni di euro e che
interverrà in fondi di venture capital dedicati a investimenti in trasferimento di
tecnologia, seed capital, early and late
stage - e di expansion/growth capital. Le
sfide per il futuro riguardano ora
l’ampliamento della dotazione di questo
fondo di fondi e la trasformazione dello
stesso in un catalizzatore di fondi di
venture capital stranieri e di investitori
istituzionali.
Le misure introdotte fino a questo
momento, quali le esenzioni, le deroghe e
le agevolazioni concesse dalla normativa
riservata alle start up innovative, si sono
dimostrate necessarie ma non sufficienti.
Occorrerebbe
incentivare
e
accompagnare le imprese nelle fasi
successive alla mera costituzione della
forma societaria e, per fare ciò, non ci si
può affidare alla razionalità del mercato.
Occorre
intervenire
attivamente,
ripensando le politiche industriali e
incentivando la ricerca applicata,
scegliendo i settori su cui puntare e non
perdendo energie e risorse economiche in
ciò che non costituisce una priorità
definita dalla visione strategica che si
vuole dare al futuro dell’innovazione nel
nostro Paese.
Non si può, inoltre, prescindere da
specifici programmi di educazione
all’imprenditorialità, auspicabilmente ad
opera delle amministrazioni pubbliche,
14
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
Il crowdfunding e i
beni culturali
L. Marchegiani
Docente presso Università LUISS di Roma
In principio furono Indiegogo e Kickstarter,
due delle piattaforme di crowdfunding
più famose al mondo. La prima,
Indiegogo, è nata proprio con l’obiettivo
di finanziare con canali non convenzionali
la realizzazione di un film, mentre la
seconda per finanziare progetti creativi
ed è cresciuta in termini di utenti e progetti
finanziati con il contributo determinante
delle categorie musica e film e video
(Kickstats, 2012). Considerando solo
quest’ultima piattaforma, dal suo lancio
ad oggi sono stati finanziati 69 mila
progetti, dando la possibilità a diversi artisti
di portare a compimento il loro progetto.
Il meccanismo è piuttosto semplice nella
sostanza: far incontrare un artista, più o
meno noto, con una “massa” (crowd) di
potenziali finanziatori, più o meno esperti
di arte o creatività. Da un lato, dunque,
c’è un soggetto o un’organizzazione a
corto di risorse finanziarie, dall’altro ci sono
soggetti a vario titolo interessati a
sostenere la creatività artistica, come tanti
piccoli Mecenate. Questo incontro di
interessi
complementari
risulta
particolarmente virtuoso nel mondo della
musica e delle arti audiovisive, e nei settori
creativi in generale.
Ci si chiede, allora, se non sia possibile
utilizzare il crowdfunding anche per
finanziare, sostenere e rilanciare la
ricchezza principale del nostro Paese,
ovvero il patrimonio culturale. Va
ricordato
che
l’industria
culturale
rappresenta una parte significativa della
produzione
di
ricchezza
e
dell’occupazione in Italia: il 4,9% del PIL,
1,4 milioni di occupati, 400 mila imprese
Bolzano, Chiesa di San Procolo, particolare di un
affresco
coinvolte. Tuttavia, i fondi pubblici a
sostegno di questo importante settore
sono, da tempo, ritenuti inadeguati ed è
evidente l’urgenza di trovare fonti di
finanziamento complementari, se non
alternative.
Diverse iniziative già realizzate supportano
questa intuizione. Ad esempio, è di
recente diffusione la notizia di una
collaborazione fra Art Basel e Kickstarter
per il finanziamento di progetti artistici no
profit,
denominata
Art
Basel
Crowdfunding. L’iniziativa è finalizzata a
sostenere le organizzazioni internazionali
senza scopo di lucro per le arti visive,
tramite una selezione di progetti meritori
che saranno sottoposti alla community dei
finanziatori crowd di Kickstarter.
A ben vedere il crowdfunding può essere
inteso come una forma di micro
mecenatismo, attraverso il quale il
pubblico,
la
“folla”,
sostiene
economicamente una causa o un
progetto per cui sarebbe difficile trovare
risorse. Il paradigma del mecenatismo
prevedeva che Signori, Principi e Papi
supportassero economicamente artisti pittori, scultori, letterati o musici - e questi,
in cambio della possibilità di produrre le
proprie opere in tranquillità economica,
celebravano ed esaltavano il prestigio
delle corti dei propri benefattori, ponendo
la propria attività artistica al servizio del
potere da essi rappresentato.
Questo modello è via via entrato in crisi ed
è stato soppiantato nella concezione
15
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
fornirebbe, tra l’altro, la possibilità di
contatto e interazione diretti con il
pubblico, con un conseguente aumento
del livello di partecipazione e di consumo
culturale.
Castelbello, Val Venosta
moderna di Stato, dall’idea che il
patrimonio culturale, in quanto bene
pubblico, debba essere sostenuto e
gestito con fondi prevalentemente
pubblici, laddove l’onerosità del restauro
e conservazione non giustifichi un
investimento privato. Questa concezione
è restata valida anche nell’affermazione
del modello delle industrie culturali.
Attualmente, ci si rende conto che la
cultura assume valenza positiva anche al
di fuori del settore specifico e si sta
consolidando il modello delle piattaforme
culturali. In tale ambito, si riconosce che la
cultura ha valore, non solo in quanto
volano dello sviluppo economico di un
Paese, ma anche per la sua capacità di
orientare il contesto sociale di riferimento
verso nuovi modelli mentali e di fornire agli
altri settori del sistema produttivo
contenuti, strumenti, pratiche creative,
valore simbolico e identitario8.
Nell’ambito delle piattaforme culturali è,
allora, fondamentale il ruolo attivo del
pubblico.
Così
come
nei
Paesi
anglosassoni sono largamente diffuse le
donazioni per la conservazione e la
valorizzazione del patrimonio culturale da
parte di privati, anche se di piccola entità,
è possibile auspicare che anche nel
nostro Paese si sviluppi un moderno
mecenatismo privato. Il contributo dei
cittadini al sostegno della cultura
Fonte: Unioncamere e Fondazione Symbola,
“L’Italia che verrà – Industria Culturale, made in Italy
e territori”, 2011.
8
E’ ben vero che il Decreto Legge 6 luglio
2011 n. 98 - che ha introdotto il 5 per mille
“a favore del finanziamento delle attività
di tutela promozione e valorizzazione dei
beni culturali e paesaggistici”9 - ha
costituito un primo passo verso il micro
mecenatismo. Il limite di questo strumento
consiste, però, nel fatto che i contribuenti
non possano scegliere l’organizzazione a
cui destinare il loro denaro (come accade
invece per altri settori come volontariato e
ricerca), che verrà raccolto direttamente
dal MiBACT, il quale si occuperà poi della
redistribuzione delle risorse.
Questo ha creato diverse insoddisfazioni e
polemiche in quanto non dà la possibilità
ai cittadini di controllare come e dove
vengano effettivamente utilizzate le loro
risorse10. Gli esigui incentivi fiscali a favore
di chi effettua donazioni e la scarsa
trasparenza e tracciabilità nell’uso delle
risorse
raccolte
possono
essere
considerate tra i limiti più forti alle
donazioni da parte dei cittadini per il
sostegno alla cultura e per la salvaguardia
del patrimonio nazionale.
L’utilizzo sapiente dello strumento del
crowdfunding potrebbe
certamente
contribuire a superare questi limiti. Ci sono
già alcuni esempi di micro mecenatismo
italiano, come il progetto che ha
permesso il restauro del “Nudo femminile
di schiena” eseguito da Pierre Subleyras
intorno al 1740. Il quadro, di proprietà
della Galleria Nazionale d’Arte Antica di
Roma, è stato restaurato grazie alle
donazioni
raccolte
attraverso
una
fondazione e, dal 7 marzo 2012, è
nuovamente esposto a Palazzo Barberini.
Decreto Legge 6 luglio, n. 98 – articolo 23, comma
46.
10
Cherchi, 2012.
9
16
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
Nell’ampio panorama del crowdfunding
è necessario, però, fare un pò di chiarezza
per
capire
adeguatamente
quali
potenzialità questo strumento possa
esprimere nell’ambito dei beni culturali.
Una campagna di crowdfunding può
essere
condotta
come
iniziativa
autonoma o attraverso una piattaforma.
Nel primo caso un soggetto, ente,
organizzazione o individuo, che necessiti
denaro per sostenere una causa o
progetti singoli, dà vita a una campagna
di
raccolta
online
specifica
per
raggiungere il proprio obiettivo.
Ne è un esempio di successo la
campagna “Tous Mecenes” del Museo
del Louvre, per l’acquisto del quadro “Le
tre grazie” di Cranach da un collezionista
privato. Per la campagna, iniziata il 13
novembre del 2010, è stato creato un sito
internet ad hoc (www.troisgraces.fr) che
forniva
tutte
le
informazioni
sull’operazione e dava la possibilità agli
interessati di fare una promessa di
donazione. Alla campagna hanno
partecipato circa 7 mila donatori,
ricompensati con l’inserimento del proprio
nome all’interno della lista dei mecenati
del museo del Louvre, che hanno
permesso di raccogliere in un mese 1,2
milioni di euro.
Ma questo esempio può essere poco
significativo nel caso di organizzazioni
culturali meno note. A meno che non si
goda di un’importanza e di un’immagine
come quella del Louvre - e si ritenga
quindi di riuscire a raggiungere il proprio
obiettivo in modo autonomo - una valida
alternativa può essere quella di inserire il
proprio progetto all’interno di una
piattaforma di crowdfunding, per dare
maggiore
visibilità
alla
propria
campagna.
Si ricorda che le piattaforme possono
essere suddivise in 4 categorie: equitybased, donation-based, lending-based,
reward-based. Secondo il V Rapporto Rita
Bolzano, Chiostro dei Domenicani
del 2013, la categoria reward-based è
quella più ampia e si rileva una crescita
media annuale rispetto al numero di
piattaforme pari al 79%.
Nell’ambito di una ricerca condotta dal
Dipartimento
di
Studi
Aziendale
dell’Università Roma Tre, si è cercato di
evidenziare le condizioni di successo per
una campagna di crowdfunding relativa
ai beni culturali attraverso diverse
piattaforme, intendendo per successo la
capacità di raccogliere nei tempi stabiliti
il finanziamento target.
I risultati di tale ricerca mostrano che, in
generale, le piattaforme reward-based
sono le più adatte a progetti culturali, ma
che il successo delle operazioni dipende
principalmente da due fattori:
i) la scelta delle ricompense, che
devono essere creative, emozionanti e
coinvolgenti, fornire qualcosa di unico
e raro, che non è possibile comprare,
ovvero “un tipo di beneficio che
consiste nella possibilità di ritorno
economico sul finanziamento di
progetti destinati a qualche forma di
sfruttamento
commerciale”;
d’altronde, sia che si tratti di micro
mecenatismo
che
di
micro
investimenti, senza un coinvolgimento
emotivo difficilmente un consumatore
deciderebbe di pagare per la
produzione di un prodotto anziché
comprarlo;
ii) la creazione di una community,
che deve essere stimolata, coinvolta,
emozionata fin dalle fasi precedenti il
lancio della campagna, aumentando
17
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
in questo modo la disponibilità a
donare degli utenti che ne fanno parte;
è necessario, cioè, sfruttare la rete e gli
effetti
traino
che
rinforzano
comportamenti aggregati11. Perché
ciò sia possibile è però indispensabile
un
rilevante
impegno
di
comunicazione, che richiede un
ingente investimento di tempo e risorse.
Entrambi i fattori vengono positivamente
innestati nei casi in cui vi sia la
segnalazione da parte di soggetti
autorevoli al di fuori del perimetro della
piattaforma. Per questo motivo, la
capacità di gestire la presenza sui social
media
è
fondamentale
per
le
organizzazioni culturali che vogliano
sfruttare il crowdfunding.
timore nell’effettuare un investimento in
crowdfunding.
In conclusione, le organizzazioni culturali
hanno una opportunità senza precedenti:
grazie alle tecnologie ICT, sempre più
pervasive e coinvolgenti, è oggi possibile
non solo intercettare la volontà a
contribuire da parte di moderni micro
mecenati, ma anche sollecitare i
comportamenti collaborativi di una
platea più ampia di soggetti che possono
diventare fruitori di beni culturali, proprio
tramite la partecipazione a campagne di
crowdfunding. D’altra parte, la sfida
dell’audience
engagement
è
certamente una priorità non solo per
l’Italia ma per l’intera Unione europea e il
crowdfunding può essere un tassello
centrale per raccogliere tale sfida.
La ricerca mostra che la volontà a
contribuire da parte di potenziali investitori
in progetti di crowdfunding è fortemente
influenzata da motivazioni intrinseche,
quali riconoscimento e prestigio e
accesso al processo creativo - che
puntano
sulla
centralità
e
sul
coinvolgimento del consumatore nel
processo creativo -, e volontà di
intavolare una relazione più stretta con i
richiedenti. Emerge, infatti, che creare
occasioni esclusive di interazione e di
incontri con i creativi può invogliare a
contribuire in progetti. Da ultimo, incide la
motivazione del bene collettivo, in quanto
utilizzare il crowdfunding per finanziare
progetti con scopi benefici o per l’utilità
della società può essere un incentivo volto
ad aumentare la volontà di contribuzione.
Inoltre, il rischio di carenza informativa
percepito dagli utenti può produrre un
effetto contrario: è opportuno che il
potenziale investitore disponga di tutte le
informazioni necessarie – i termini e le
condizioni alle modalità di pagamento, di
restituzione
dell’importo
qualora
il
progetto non raggiungesse il target
finanziario prefissato, le ricompense
qualora previste -; una carenza potrebbe
produrre un disincentivo e, soprattutto,
11
Ward e Ramachandran, 2010.
18
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
La gestione dei
crediti deteriorati
per le banche
sottoposte ai test
della BCE
C. Carzaniga
Per le più importanti banche europee si
avvicina l’appuntamento con la BCE per
la verifica dei risultati ottenuti nel recente
stress test. Diverse sono le strade che le
banche hanno percorso per arrivare
preparate all’incontro di Francoforte:
dall’aumento di capitale all’incremento
di accantonamenti su crediti.
Secondo le prime indiscrezioni, sarebbero
9 gli istituti europei a rischio (di cui 3
italiani), ma bisognerà attendere la fine di
ottobre per conoscere i risultati definitivi.
Una delle grandi preoccupazioni che
accomuna gli istituti di credito è la
presenza nei propri bilanci di una quantità
crescente di “Non Performing Loans”,
ovvero di crediti deteriorati e sofferenze.
Si stima che il valore dei crediti deteriorati
in Europa ammonti a mille miliardi di euro,
dei quali 160-170 sono da imputare
all’Italia. Un numero già di per sé alto ma
che potrebbe incrementare ulteriormente
vista la fase recessiva in cui si trova il
Paese.
Nell’effettuare
delle
comparazioni
occorre
considerare
la
differente
applicazione della definizione di credito
deteriorato nei diversi stati membri; è noto,
infatti, che i criteri per il computo dei
crediti in sofferenza sono molto più
stringenti in Italia rispetto ad altri Paesi
europei, anche se di recente sono stati
Castel Coira, Sluderno
fatti dei passi verso l’allineamento della
normativa e l’armonizzare del sistema.
In Italia, a dicembre 2013, i prestiti
deteriorati rappresentavano il 15,9% del
totale, percentuale maggiore rispetto a
quanto rilevato nel mese di giugno dello
stesso anno (14,4%); mentre l’incidenza
delle sofferenze nette sul patrimonio di
vigilanza era pari al 33,6%.
Qualità del credito e incidenza dei crediti
deteriorati
Crediti
verso
clientela
(mil. euro)
Di cui in
bonis (%)
Di cui
deteriorati
(%)
Primi 5
gruppi*
1.253.855
83,4
16,6
Banche
grandi*
445.249
86,4
13,7
Banche
piccole*
130.646
83,5
16,6
Banche
minori*
177.072
84,1
15,9
2.006.828
84,1
15,9
Totale
*La suddivisione in classi dimensionali è effettuata sulla base
della composizione dei gruppi bancari a dicembre 2013 e del
totale dei fondi intermediati non consolidati a dicembre 2008.
Primi 5 gruppi: banche appartenenti ai gruppi UniCredit,
Intesa Sanpaolo, Banca Monte dei Paschi di Siena, UBI Banca,
Banco Popolare. Le categorie “grandi”, “piccole” e “minori”
comprendono banche appartenenti a gruppi o indipendenti
con totale dei fondi intermediati, nell’ordine, superiori a 21,5
miliardi di euro, compresi tra 3,6 e 21,5 miliardi, inferiori a 3,6
miliardi. Sono escluse le filiali di banche estere.
Fonte: Banca d’Italia
Tra i fattori che negli ultimi anni hanno
determinato un incremento dei “Non
19
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
Performing Loans” vi sono sicuramente la
crisi finanziaria globale che ha inciso
negativamente
sulle
performance
economico-finanziarie
delle
imprese
(rispetto al periodo pre crisi la produzione
industriale italiana è diminuita di quasi il
25%) e l’aumento del tasso di
disoccupazione
che
ha
raggiunto
secondo le ultime rilevazioni dell’Istat il
12,6%, un valore pari a più del doppio
rispetto al 2007, quando tale indicatore
era pari al 6,1%.
La percentuale di nuove sofferenze in
rapporto ai prestiti si mantiene in ogni
caso più elevata per il comparto
produttivo (4,5% nell’ultimo trimestre 2013)
rispetto al dato rilevato per le famiglie
(1,3%).
La gestione dei crediti deteriorati può
essere effettuata internamente dagli stessi
istituti bancari; la gestione interna risulta,
però, particolarmente onerosa, sia in
termini di capitale regolamentare che in
termini gestionali, visto il dispiego di risorse
umane e di capitale necessari al recupero
delle posizioni deteriorate.
L’alternativa per gli istituti di credito è
quella
della
cessione
dei
crediti
attraverso, ad esempio, operazioni di
cartolarizzazione, una modalità utilizzata
già a partire dagli anni ’90 con
l’introduzione del Testo Unico Bancario e
della Legge sulla cartolarizzazione.
Il principale ostacolo al perfezionamento
di transazioni relative ai portafogli di “Non
Performing Loans” è costituito dalla
differenza nelle aspettative di prezzo tra
venditori e acquirenti. Secondo una
rilevazione di Banca d’Italia, alcuni fattori
- tra cui l’innalzamento dei tassi di
copertura (il rapporto tra svalutazioni e
partite deteriorate è salito al 41,8% a fine
2013 rispetto al 39,9% registrato a giugno
dello stesso anno) seguito alle ingenti
rettifiche di valore iscritte dalle banche nei
bilanci di fine anno, la riduzione
dell’incertezza sul valore delle attività
connessa con il miglioramento della
congiuntura, la diminuzione degli spread
sui titoli di Stato e una maggiore
propensione degli operatori stranieri a
investire in Italia – hanno portato, nel I
trimestre 2014, ad un assottigliamento del
divario tra il valore di bilancio dei crediti
deteriorati e i prezzi che gli investitori sono
disposti ad offrire.
A ciò si aggiunge la modifica, in vigore dal
2013, della normativa sul trattamento
fiscale delle rettifiche sui crediti che, tra i
vantaggi previsti, riduce l’onere per le
banche
nell’adottare
politiche
di
valutazione dei crediti più prudenti.
La volontà degli istituti bancari di cedere i
crediti deteriorati, collegata come si è
detto inizialmente anche alle attività di
verifica in corso da parte della BCE, è
confermata dai dati di Banca d’Italia: nei
primi tre mesi del 2014 le banche italiane
hanno ceduto o cartolarizzato sofferenze
per circa 2 miliardi di euro (nell’intero
anno 2013 il dato ammontava a 3
miliardi).
La definizione di esposizioni deteriorate e
oggetto di concessioni nelle regole EBA e
nell’Asset Quality Review
A partire dal 30 settembre entreranno in
vigore le definizioni armonizzate di
esposizioni creditizie deteriorate (non
performing exposures) e di quelle oggetto di
concessioni (forbearance), da utilizzare ai
fini delle segnalazioni finanziarie di vigilanza
armonizzate a livello europeo.
Con l’obiettivo di allineare la normativa
italiana alle regole EBA in merito a questo
tema, la Banca d’Italia ha posto in
consultazione un documento con le bozze
di aggiornamento delle rispettive circolari.
20
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
Viaggio tra gli incubatori
certificati
4ª puntata:
Techno Seed
(Udine)
Lago di Carezza
F. Pozzar
Techno Seed
Con oltre 400 idee di business vagliate, un
centinaio di business plan valutati e 34
imprese accompagnate nella fase di start
up – tutte ancora sul mercato -, Techno
Seed di Friuli Innovazione è stato uno dei
primissimi incubatori certificati in Italia e il
primo in Friuli-Venezia Giulia, una regione
che oggi vanta ben 3 strutture con il
bollino di qualità introdotto dalla legge n.
221 del dicembre 2012.
I severi parametri qualitativi e quantitativi
fissati dal governo per individuare le
strutture migliori che offrono supporto e
servizi specialistici per l’avvio di nuove
imprese
hanno,
infatti,
premiato
l’incubatore di Udine, attivo in forma
sperimentale già dal 2005 grazie a un
progetto allora finanziato dal Ministero
dello
Sviluppo
Economico
(legge
388/2000). La creazione di Techno Seed è
stata ideata per rispondere all’esigenza di
intervenire sulle difficoltà manifestatesi nel
contesto locale, rispetto al dato medio
nazionale e all’area del Nordest, e di
creare nuove imprese in Friuli-Venezia
Giulia agli inizi degli anni 2000.
Contestualmente,
è
stata
rilevato
nell’area un netto ritardo con riferimento
alla dinamica di sviluppo aziendale nei
settori
dell’informatica
e
delle
telecomunicazioni. Con Techno Seed si è
inteso stimolare la diffusione della cultura
imprenditoriale, rafforzando in particolare
il rapporto dialettico tra le università e il
sistema economico regionale.
“In due anni nacquero le prime 15 imprese
ICT – ricorda il direttore di Friuli Innovazione
Fabio Feruglio – ma non ci siamo fermati
e, alla conclusione del progetto, abbiamo
cercato i mezzi per continuare ad offrire
un percorso di accompagnamento e una
sede ai giovani imprenditori della regione.
Oggi abbiamo all’attivo 34 start up, di cui
17 al momento sono in fase di
incubazione, ovvero fondate da meno di
4 anni. A queste si aggiungono una
ventina di gruppi imprenditoriali che
seguiamo da vicino, cioè ragazzi che
hanno un’idea di impresa di cui intendono
approfondire le potenzialità, per poi
decidere se fondare o meno la loro start
up”.
Da subito l’incubatore friulano si è distinto
per la capacità di sviluppare con rapidità
nuove
imprese,
ricevendo
diverse
certificazioni di qualità. Nel 2007 è entrato
a far parte della rete internazionale
Achieve, un network che riunisce oltre una
ventina tra i migliori incubatori europei
specializzati nell’ICT, che nel 2011 gli ha
attribuito un premio come migliore
incubatore nel settore.
L’obiettivo di Techno Seed è offrire agli
aspiranti imprenditori la possibilità di
analizzare e migliorare la loro idea di
business innovativa prima di lanciarla sul
mercato e di ridurre i rischi e le difficoltà
burocratiche legate al suo avvio. Si tratta
21
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
Passo del Tonale
di un incubatore pubblico, che trova in
maniera autonoma, attraverso bandi
competitivi regionali nazionali ed europei,
le risorse per poter mettere in campo i
servizi che lo caratterizzano. E’ un modello
di business molto diverso da quello degli
incubatori privati e unico nel panorama
del Friuli-Venezia Giulia.
“Non selezioniamo solo le idee con un
potenziale di crescita esponenziale; siamo
una realtà no profit e il principale obiettivo
è creare imprese e formare imprenditori”
spiega ancora Feruglio.
Oltre
all’assistenza
specialistica
e
all’insediamento fisico a costi agevolati al
parco scientifico e tecnologico di Udine,
Techno Seed ha messo in campo un
fondo di rotazione per le start up
particolarmente innovative, con un
capitale complessivo di 135 mila euro, che
consente prestiti senza garanzie fino a 50
mila euro da restituire in 5 anni.
“Il fondo rotativo è risultato per EasyStaff
uno strumento fondamentale, perché ci
ha fornito una solida base finanziaria
iniziale per sviluppare il nostro progetto
d’impresa” – racconta Fabio De Cesco,
amministratore a socio fondatore di
EasyStaff Srl, azienda che sviluppa e
commercializza
soluzioni
per
l’ottimizzazione degli aspetti organizzativi
aziendali e delle risorse umane, fondata
nel 2006 in Techno Seed e acquisita dal
player internazionale Zucchetti nel 2013.
“In particolare – spiega De Cesco - il
fondo ci ha permesso di anticipare gli
investimenti per il primo progetto di
ricerca per il quale EasyStaff aveva
richiesto un contributo regionale. Una
volta completato il progetto di ricerca e
incassato il contributo, abbiamo restituito
a Friuli Innovazione il prestito. E’ come aver
avuto un salvagente mentre imparavamo
a nuotare; questo ci ha permesso di
sviluppare le nostre soluzioni con molta più
tranquillità. E quando hai la tranquillità nel
fare le cose, anche la qualità ne
guadagna.”
Le imprese sviluppate in Techno Seed
vedono oggi occupate circa 170 persone
tra soci, dipendenti e collaboratori e
hanno un fatturato stimabile, nel 2013, di
quasi 4 milioni di euro.
Le semplificazioni per la costituzione di Spa
e Srl
Il “Decreto Competitività”, recentemente
convertito dalla Legge 11 agosto 2014, n.
116,
ha
introdotto
una
serie
di
semplificazioni
relativamente
alla
costituzione di società di capitale, sia in
forma di Spa che di Srl.
La principale novità riguarda la riduzione da
120 a 50 mila euro dell’importo del capitale
sociale minimo necessario per costituire una
società per azioni, con implicazioni anche
per ciò che concerne i casi di riduzione del
capitale per perdite di cui agli articoli 2446
e 2447 del Codice civile; in tal senso, infatti,
saranno considerate perdite rilevanti quelle
che eccederanno un terzo di 50 mila euro e
la ricostituzione del capitale per perdite
dovrà avvenire nel rispetto del nuovo limite
di capitale minimo.
Le novità riguardano anche le società a
responsabilità limitata, per le quali è stato
abrogato il secondo comma dell’art. 2477
del Codice civile che impone alle Srl con
capitale sociale pari almeno a quello
minimo stabilito per le Spa (ora ridotto a 50
mila euro) di nominare un organo di
controllo o un revisore unico.
22
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
Il mercato
immobiliare: focus
Milano e provincia
M. Pedretti
Responsabile Analisi di mercato e
sviluppo servizi
TeMA Scpa
In uno scenario macroeconomico che si
conferma ancora problematico, nel
mercato immobiliare di Milano e provincia
si iniziano a cogliere alcuni segnali di
stabilizzazione: la lieve ripresa del numero
di compravendite, l’attenuazione del
calo dei prezzi e una maggiore
propensione degli istituti di credito a
erogare finanziamenti diretti alle famiglie
per l’acquisto di abitazioni12.
Il numero di scambi di abitazioni torna a
crescere nel 2013 nel comune di Milano
(+3,4% su base annua), anticipando i dati
tendenziali riscontrati nel I trimestre 2014
sia a livello provinciale (+ 3,4% nel comune
di Milano e +5,1% nel resto della provincia)
che nazionale (+4,1%): si tratta di
incrementi ancora modesti e determinati
su basi numeriche esigue (dimezzate
rispetto al periodo pre-crisi).
La ripresa, seppure lieve, del numero di
transazioni è evidentemente trainata
dall’aumento delle erogazioni di mutui
diretti alle famiglie per l’acquisto di
abitazioni13 e dalla contrazione dei prezzi
che, rispetto ai picchi di qualche anno fa,
sono calati in misura significativa anche
per il prodotto di nuova costruzione, che
Fonte: TeMA - Territori, Mercati e Ambiente,
rilevazioni semestrali sui prezzi effettuate, in
collaborazione con FIMAA Milano Monza & Brianza.
13
Nonostante non siano al momento disponibili dati
certi sull’effettivo andamento delle erogazioni nel
12
Lago di Caldaro
offre standard qualitativi elevati e notevoli
risparmi sui costi di gestione.
ANCE (Associazione Nazionale Costruttori
Edili) sottolinea il perdurare della
situazione di grande difficoltà dal lato
della produzione edilizia: tra il 2007 e il
2013, a livello nazionale, le erogazioni di
nuovi mutui per investimenti in edilizia
residenziale sono diminuite di oltre 64 punti
percentuali, mentre la contrazione tocca
addirittura i 73 punti percentuali per le
erogazioni dirette a investimenti in edilizia
non residenziale.
Il principale effetto è la diminuzione degli
investimenti in entrambi i comparti e, in
modo particolarmente accentuato, in
quello della costruzione di nuove
abitazioni (secondo stime ANCE nel 2014
gli investimenti si attesteranno all’incirca
sui 20 miliardi di euro, ovvero -51,7%
rispetto ai picchi raggiunti nel 2008).
Come anticipato, dall’ultima rilevazione
effettuata nel I semestre 2014 sulla piazza
di Milano e provincia emerge come la
contrazione delle quotazioni si stia
gradualmente attenuando. A Milano il
prezzo medio (ottenuto come media
aritmetica delle quotazioni delle 70 zone
di rilevazione in cui è suddivisa la città)
degli
“appartamenti
nuovi/classe
energetica A-B” è di 4,9 mila euro/mq,
primo semestre del 2014 e le fonti più autorevoli non
concordino sulle cifre, tutte rilevano un aumento.
23
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
Castel Mareccio
valore in calo del 2% su base annua,
quello degli “appartamenti recenti (entro
30 anni), ristrutturati d’epoca e di pregio”
si attesta sui 4 mila euro/mq (-2,6% in un
anno) mentre quello degli “appartamenti
vecchi (impianti obsoleti) o da ristrutturare” è di circa 3 mila euro/mq (-1,8% in
un anno).
Per il comparto residenziale le decrescite
dei prezzi più accentuate rilevate rispetto
allo stesso periodo dello scorso anno si
registrano nel centro storico (-3,1%) e nel
decentramento cittadino (-2,7%), mentre
rimangono più contenute nelle cerchie
dei
bastioni
(-0,9%)
e
della
circonvallazione (-1,6%).
Ma sono i canoni di locazione che fanno
registrare
i
cali
più
significativi,
evidentemente per via della notevole
quantità di offerta disponibile sul mercato
dell’affitto: -4,2% in un anno e -19,5%
rispetto a cinque anni fa. Queste
contrazioni, unitamente alle difficoltà di
accesso al credito degli ultimi anni, stanno
rendendo sempre più frequente la
soluzione dell’affitto, come confermato
dal deciso aumento del numero di
contratti.
Nel corso dell’ultimo anno nel comune di
Milano si attenua anche il calo dei prezzi
degli immobili strumentali: i valori di
mercato medi degli “uffici” (unità
immobiliari
a
destinazione
terziaria
Come prezzo provinciale medio si intende la
media tra i valori rilevati in tutti i comuni della
14
localizzate all’interno di stabili ad uso
misto) e degli “uffici direzionali” (unità
immobiliari
a
destinazione
terziaria
localizzate
all’interno
di
stabili
completamente adibiti a uso direzionale)
sperimentano
contrazioni
annuali
rispettivamente dell’1,7% e del 2,5%,
attestandosi i primi sui 2,5 mila euro/mq e i
secondi sui 2,9 mila euro/mq, mentre la
quotazione media dei “negozi” (3 mila
euro/mq) si contrae dell’1,5% in un anno.
Decisamente più significative, soprattutto
su base quinquennale, le decrescite dei
canoni di locazione di “uffici” (-6,3% in un
anno e -28,3% in cinque anni) e “negozi”
(-2,6% in un anno e -16,6% in cinque anni).
Comune di Milano: prezzi medi del comparto
residenziale nel I semestre 2014 e variazioni
percentuali
Appartamenti
nuovi/classe
energetica A-B
Variazione
annuale reale
Appartamenti
recenti (entro
30 anni)
ristrutturati,
epoca e
pregio
Variazione
annuale reale
Appartamenti
vecchi
(impianti
obsoleti) o da
ristrutturare
Variazione
annuale reale
Prezzo
medio
€/mq
Var.%
6 mesi
Var.%
1 anno
Var.%
5 anni
4.941
-0,5
-2,0
-1,1
-2,7
4.042
-1,1
-2,6
-2,7
-3,3
3.033
-1,0
-1,8
-2,5
-2,5
Fonte: Elaborazioni TeMA – Territori, Mercati e
Ambiente su dati estratti da “Rilevazione dei prezzi
degli Immobili sulla piazza di Milano e Provincia” di
TeMA - FIMAA Milano Monza & Brianza
In provincia di Milano il calo dei valori
immobiliari registrato nel I semestre 2014 è
stato più accentuato che in città. Rispetto
allo stesso periodo dell’anno precedente,
infatti, il prezzo provinciale medio14 del
prodotto residenziale di nuova costruzione
sperimenta decrescite del 3,2% nelle zone
provincia di Milano, con distinzione tra zone centrali
dei comuni e zone periferiche.
24
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
centrali dei comuni e del 2,8% in quelle
periferiche.
Ma è il prodotto usato che, in provincia,
risulta
maggiormente
colpito
da
dinamiche
di
contrazione
delle
quotazioni: le decrescite annuali dei prezzi
degli “appartamenti recenti” (entro 30
anni), ristrutturati, d’epoca e di pregio” si
attestano sul 4,1% sia nelle zone centrali
che in quelle periferiche dei comuni,
mentre quelle degli “appartamenti
vecchi
(impianti
obsoleti)
o
da
ristrutturare” sul 5,3% nelle zone centrali e
sul 5,5% in quelle periferiche.
praticamente dimezzati. Novità anche
dal mercato del credito: le erogazioni di
mutui dirette all’acquisto di abitazioni
sono in aumento. Si iniziano a cogliere
segnali di stabilizzazione del mercato, ma
per una vera ripartenza è necessario che
tutti facciano la loro parte: gli operatori
devono essere capaci di offrire, in modo
sempre più professionale, un prodotto
qualitativamente elevato, le banche
devono riaprire, ora più che mai, i rubinetti
del credito alle famiglie e la politica deve
sostenere
attivamente
il
settore
immobiliare che incide fortemente sulla
capacità complessiva del Paese di
generare ricchezza”.
Comune di Milano: prezzi medi (espressi in
€/mq) e variazioni % annuali degli
Appartamenti nuovi/classe energetica A-B
per cerchia cittadina
Fonte: Elaborazioni TeMA – Territori, Mercati e
Ambiente su dati estratti da “Rilevazione dei prezzi
degli Immobili sulla piazza di Milano e Provincia” di
TeMA - FIMAA Milano Monza & Brianza
“La rilevazione effettuata sul I semestre
2014 restituisce l’immagine di un mercato
immobiliare locale in cui la dinamica di
contrazione dei prezzi a cui abbiamo
assistito negli scorsi semestri sembra essersi
attenuata grazie anche all’effetto Expo”,
ha dichiarato Marco Dettori, Presidente di
TeMA. “Il numero di compravendite di
abitazioni cresce nel I trimestre dell’anno
sia a Milano che in provincia, ma si tratta
di incrementi ancora molto contenuti che
fanno seguito a un lungo periodo
negativo in cui i volumi del mercato si sono
25
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
Gli eventi
Le pubblicazioni
Bergamo 23 settembre, Brescia 25
settembre : Progetto “Libera Impresa”
Il Consorzio Camerale per il credito e la
finanza e Azimut Holding spa realizzano
giornate di Business Forum nell’ambito del
Progetto “Libera Impresa”. L'obiettivo
degli incontri, declinati nelle diverse realtà
territoriali, è coinvolgere gli attori locali per
creare nuove sinergie d'azione tra
aziende, imprenditori e investitori al fine di
sviluppare soluzioni efficaci per ogni fase
del ciclo di vita dell’impresa. I prossimi
appuntamenti sono previsti a Bergamo il
23 settembre e a Brescia il 25 settembre.
Per maggiori informazioni:
https://www.azimutliberaimpresa.it/il_tour
.php
MISE: riepilogo normativa per start up
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha
pubblicato una nota nella quale si
illustrano le principali novità normative
che
sono
state
introdotte
successivamente all’entrata in vigore del
“Decreto Crescita 2.0” a favore delle start
up innovative. Nello specifico, nel mese di
giugno, il Ministero ha lanciato il
programma “Italia Startup Visa” finalizzato
a facilitare la concessione dei visti di
ingresso per lavoro autonomo a
richiedenti che intendono avviare una
start up innovativa in Italia. Insieme al
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e
della Ricerca è stato avviato, inoltre, un
progetto pilota per la costituzione di
Contamination
Lab
(luoghi
di
contaminazione che promuovono la
cultura
dell’imprenditorialità,
dell’innovazione e nuovi modelli di
apprendimento) in alcune università
italiane delle Regioni Convergenza.
Per ulteriori informazioni:
http://www.sviluppoeconomico.gov.it/im
ages/stories/normativa/Scheda_sintesi_di
sciplina_startup_agosto_2014.pdf
Milano 29 settembre: “Start up innovative
e agevolazioni”
Prosegue il ciclo di incontri dedicati alle
start up e, in particolar modo alle start up
innovative, organizzati dal Consorzio
Camerale e dalla Camera di commercio
di Milano. In questa sessione saranno
approfonditi ai temi inerenti il contratto di
lavoro e le agevolazioni riservate alle start
up innovative, con un focus con le
opportunità offerte dallo strumento delle
stock options.
Il programma del seminario è disponibile
alla pagina web:
http://www.mi.camcom.it/c/document_li
brary/get_file?uuid=710324d7-1fb5-48c2a514-0782cf8f5a31&groupId=10157
Banca d’Italia: strumenti di politica
monetaria dell'Eurosistema. Guida per gli
operatori
La guida descrive le modalità operative
seguite
dalla
Banca
d'Italia
nell'assolvimento dei propri compiti
istituzionali di politica monetaria con
particolare riferimento agli strumenti
utilizzati, tra cui rientrano le operazioni di
politica monetaria eseguite nell'ambito
dell'Eurosistema (operazioni di mercato
aperto e operazioni su iniziativa delle
controparti) e la riserva obbligatoria.
Per consultare il documento:
http://www.bancaditalia.it/banca_centr
ale/polmon/strumenti/guida_operatori_s
ettembre_2014.pdf
26
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
BCE: pubblicato il bollettino mensile
Nell’ultimo bollettino della BCE gli esperti
hanno rivisto al ribasso le proiezioni di
crescita del PIL dell’area euro per il 2014 e
il 2015 a seguito di quanto rilevato nel
secondo trimestre dell’anno quando il PIL
in termini reali dell’area euro è rimasto
invariato rispetto al periodo precedente,
dopo quattro trimestri di moderata
espansione. Il ciclo economico, insieme al
rischio di credito, si è riflettuto sulla
dinamica dei prestiti alle imprese a favore
delle società non finanziarie: in luglio il
tasso di variazione sui dodici mesi dei
prestiti alle società non finanziarie è
rimasto negativo al -2,2% e stabile rispetto
al mese precedente. Con riferimento ai
prestiti alle famiglie non si registrano
sostanziali variazioni dall’inizio del 2013: il
tasso di crescita sui dodici mesi si è
collocato in luglio allo 0,5%.
Il rapporto è disponibile al link:
http://www.bancaditalia.it/eurosistema/
comest/pubBCE/mb/2014/settembre/Boll
mensile-09-14.pdf
OCSE: inflazione e prezzi al consumo
L’OCSE ha pubblicato un aggiornamento
dell’analisi sull’inflazione nei Paesi OCSE. A
luglio 2014, l’inflazione ha fatto registrare
una variazione rispetto a quanto rilevato
nello stesso mese del 2013 dell’1,9%; un
valore minore rispetto a quanto rilevato in
giugno (+2,1%). In Italia, a luglio, si è
registrato un tasso di inflazione dello 0,1%.
Per ulteriori informazioni:
http://www.oecd.org/std/pricesppp/OECD-CPI-09-14.pdf
Consob: “Financial architecture and the
source of growth. International evidence
on technological change”
L’indagine condotta da Luca Giordano e
Claudia
Guagliano
di
Consob
approfondisce la relazione tra sviluppo
finanziario
e
crescita
economica
indagando il legame tra le più ampie
caratteristiche morfologiche del sistema
finanziario ("financial architecture") di un
campione di Paesi OCSE e uno dei
principali driver della crescita economica,
ovvero
il
progresso
tecnico
("technological
change"). I
risultati
mostrano che sistemi finanziari più
orientati al mercato, con una maggior
presenza di banche straniere, più
concorrenziali, ovvero meno concentrati
e con spread bancari più contenuti, con
una maggior propensione delle imprese a
quotarsi e con mercati azionari meno
volatili, sono caratterizzati da tassi di
progresso tecnico superiore a quello
sperimentato da Paesi con sistemi
finanziari ugualmente sviluppati ma privi di
queste caratteristiche.
Per consultare il paper:
http://www.consob.it/main/consob/pub
blicazioni/studi_analisi/quaderni_finanza/i
ndex.html?symblink=/main/consob/pubbl
icazioni/studi_analisi/quaderni_finanza/el
enco.html
27
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
Le consultazioni
pubbliche
Scadenza: 29 settembre
Aggiornamento della definizione di
attività deteriorate
Il documento, posto in consultazione da
Banca d’Italia, propone l’aggiornamento
di alcune circolari con l’obiettivo di
allineare la definizione di attività
deteriorata alle definizioni di NonPerforming
Exposures
(NPE)
e
di
Forbearance
introdotte
dagli
Implementing Technical Standards (ITS)
pubblicati dall’EBA nell’ottobre 2013 e in
attesa di adozione da parte della
Commissione Europea.
Per consultare il documento:
http://www.bancaditalia.it/vigilanza/con
spubblica/proc_in_corso/doc_cons_attivit
a_deteriorate
Scadenza: 30 settembre
Gli aumenti di capitale con rilevante
effetto diluitivo
Avendo riscontrato alcune anomalie
nell’andamento dei prezzi di mercato dei
titoli azionari nel caso di operazioni di
aumento di capitale caratterizzate da un
elevato rapporto tra il numero di azioni da
emettere e il numero di azioni in
circolazione e da una forte differenza fra il
prezzo di sottoscrizione delle nuove azioni
ed il prezzo del titolo nell'ultimo giorno di
negoziazione
prima
dell'avvio
dell'aumento (aumenti di capitale con
rilevante effetto diluitivo), la Consob ha
avviato una consultazione al fine di
raccogliere
pareri
in
merito
all’introduzione di una finestra di
consegna addizionale delle nuove azioni
in ciascuna giornata del periodo d'offerta
(c.d. modello rolling).
Per partecipare alla consultazione:
http://www.consob.it/main/documenti/R
egolamentazione/lavori_preparatori/con
sultazione_aumenti_capitale_20140807.ht
m?hkeywords=&docid=0&page=0&hits=3
Scadenza: 3 ottobre 2014
Migliorare il controllo sulle operazioni di
fusione
E’ stata aperta una consultazione dalla
Commissione europea per individuare
possibili
miglioramenti
nella
regolamentazione comunitaria in materia
di fusioni contenuta nel Libro Bianco
“Verso un controllo delle fusioni più
efficace”. La proposta riguarda, in
particolare, la revisione delle acquisizioni
di
partecipazioni
minoritarie
che
potrebbero danneggiare la concorrenza
nel mercato, la modifica delle procedure
di invio dei casi tra Stati membri e
Commissione europea secondo un
approccio
maggiormente
“businessfriendly”,
la
semplificazione
delle
procedure soprattutto per ciò che
concerne le operazioni che non hanno un
impatto sul mercato europeo e la
promozione
di
una
maggiore
cooperazione e convergenza tra le
autorità nazionali responsabili della
concorrenza, al fine di evitare decisioni
differenti nei controlli.
Maggiori dettagli sono disponibili al link:
http://ec.europa.eu/competition/consult
ations/2014_merger_control/index_en.ht
ml
28
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
Scadenza: 20 ottobre 2014
Regole per la compilazione del bilancio
bancario e dei bilanci e dei rendiconti
degli Intermediari finanziari
La
Banca
d’Italia
ha
posto
in
consultazione la bozza del terzo
aggiornamento della Circolare n. 262 del
22 dicembre 2005 “Il bilancio bancario:
schemi e regole di compilazione” e delle
modifiche al Provvedimento “Istruzioni per
la redazione dei bilanci e dei rendiconti
degli Intermediari finanziari ex art. 107 del
TUB, degli Istituti di pagamento, degli IMEL,
delle SGR e delle SIM”. In particolare, con
tali interventi verrebbero recepite le
novità in materia di disclosure introdotte
dal principio contabile internazionale IFRS
12 “Disclosure of Interests in Other Entities”
e sarebbe modificata, per i soli
intermediari
bancari,
l’informativa
sull’adeguatezza patrimoniale per tenere
conto delle novità introdotte dal
regolamento CRR e dalla direttiva CRD IV.
Per maggiori informazioni:
http://www.bancaditalia.it/vigilanza/con
s-pubblica/proc_in_corso/provvedimentiart107TUB
Scadenza: 28 ottobre 2014
Estensione
della
protezione
delle
indicazioni geografiche dell’UE ai prodotti
non agricoli
Attraverso un questionario, cittadini,
organizzazioni e autorità pubbliche
potranno fornire alcune indicazioni in
merito alla possibilità di estendere la
protezione di alcuni prodotti di natura non
agricola legati alla storia e alla cultura di
una particolare regione geografica.
Per accedere alla documentazione
disponibile
e
partecipare
alla
consultazione:
http://ec.europa.eu/internal_market/con
sultations/2014/geo-indications-nonagri/index_en.htm
Scadenza: 31 ottobre 2014
Strategia Europa 2020
A quattro anni dall’avvio della strategia
Europa 2020, la Commissione europea ha
tracciato un bilancio dei progressi
realizzati per il conseguimento degli
obiettivi prefissati. Tale documento è stato
posto in consultazione nell’ottica di
raccogliere il parere di tutti i soggetti
coinvolti nel programma. I risultati emersi
dalla consultazione saranno usati come
linee guida per promuovere l'ulteriore
sviluppo della strategia Europa 2020.
Il documento è disponibile al link:
http://ec.europa.eu/europe2020/publicconsultation/index_it.htm
Scadenza: 1 novembre 2014
Impatto dei principi internazionali di
informativa finanziaria (IFRS) nell'Unione
europea
La Commissione europea ha avviato una
consultazione pubblica al fine di valutare
l’impatto dell’introduzione dei principi
internazionali di informativa finanziaria
nell’Unione (IFRS). La standardizzazione
delle
modalità
di
rendicontazione
finanziaria ha reso le informazioni aziendali
di
tipo
finanziario
maggiormente
trasparenti e comparabili, con un
notevole impatto sulle transazioni oltre
confine, sul commercio, sul costo del
capitale, sulla tutela degli investitori, sulla
credibilità dei mercati finanziari e sulla
gestione manageriale.
Ulteriori dettagli sono disponibili alla
pagina web:
http://ec.europa.eu/internal_market/con
sultations/2014/ifrs/docs/consultationdocument_en.pdf
29
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
Scadenza: 1 dicembre 2014
Fusioni e scissioni transfrontaliere
Con l’obiettivo di migliorare l’attuale
sistema
legislativo che
regola
le
operazioni transnazionali di fusione e
scissione tra imprese, la Commissione
Europea ha avviato una consultazione
attraverso la quale invita imprese,
Associazioni, Camere di commercio,
sindacati, consulenti, avvocati e tutti i
soggetti interessati a fornire delle
indicazioni utili in merito alle barriere
esistenti e ai cambiamenti necessari per
migliorare il sistema e abbassare i costi.
Per ulteriori informazioni:
http://ec.europa.eu/internal_market/con
sultations/2014/cross-border-mergersdivisions/index_en.htm
Scadenza: 15 dicembre 2014
Small Business Act
E’ stata avviata una consultazione,
attraverso cui la Commissione europea
potrà raccogliere pareri e suggerimenti in
merito all’aggiornamento dello Small
Business Act, ovvero l’insieme di regole
finalizzate ad aiutare le PMI europee in
termini di accesso al credito, sostegno
all’imprenditoria,
competitività
sui
mercati,
internazionalizzazione,
regolamentazione,
formazione
e
competenze.
La
consultazione
contribuirà, altresì, a fornire orientamenti
utili alla modulazione di efficaci politiche
di
supporto
alle
PMI
nella
programmazione
2015-2020
e
alla
creazione di un quadro strategico
finalizzato a sfruttare meglio il potenziale di
crescita e di innovazione delle PMI. L’invito
a partecipare alla consultazione è aperto
a istituzioni, cittadini, stakeholder e, in
particolar
modo,
a
imprese
e
organizzazioni imprenditoriali.
Per i dettagli relativi alla consultazione è
possibile consultare la pagina web:
http://ec.europa.eu/enterprise/policies/s
me/small-business-act/publicconsultation-sba/index_en.htm
30
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
Start up innovative:
la Top Twenty
di settembre
Dati aggiornati al 18 settembre 2014
A cura di M. Bolchini e G. Paglietti
Le start up innovative registrate sono
2.583
Le prime 20 Province italiane
Le Regioni italiane
Numero Start
PosizionePoPé
Provincia
Posizione
up
1
Milano
366
1
Lombardia
Numero Start
up
564
2
Roma
206
2
Emilia-Romagna
281
3
Torino
150
3
Lazio
236
4
Trento
96
4
Veneto
200
5
Bologna
77
5
Piemonte
193
6
Napoli
77
6
Toscana
180
7
Firenze
67
7
Campania
149
8
Padova
63
8
Trentino-A.A.
116
9
Modena
61
9
Puglia
109
10
Cagliari
60
10
Marche
102
11
Bergamo
52
11
Sicilia
96
12
Sardegna
80
12
Bari
51
13
Friuli-V.G.
76
13
Ancona
48
14
Calabria
58
14
Brescia
43
15
Abruzzo
39
15
Pisa
43
16
Liguria
38
15
Treviso
41
17
Umbria
31
15
Venezia
39
18
Basilicata
13
15
Lecce
38
19
Molise
13
19
Salerno
38
20
Valle d'Aosta
9
20
Palermo
37
ITALIA
2.583
Regione
31
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
Economic outlook
Dati aggiornati al 19/22 settembre 2014
A cura di C. Bettonica
Previsioni macro-economiche:
Paesi del G7 ed emergenti
PIL in %
2014 (S)
Cambi
2015 (S)
Paese
Prezzo
Variazione
annua
Mondo
3,10%
3,70%
Euro – $ USA
1,3486
-1,87%
Stati Uniti
1,80%
3,10%
Euro – Sterlina
0,8208
-1,17%
Eurozona
-0,40%
0,70%
Euro – Yen
137,735
-4,84%
Regno Unito
1,40%
2,40%
Euro – Fr. Svizzero
1,222
-0,39%
Giappone
2,00%
1,50%
Euro – Yuan Cina
8,1747
-1,76%
Cina
7,50%
7,50%
Euro – $ Canada
1,4995
2,70%
Euro – Rublo Russo
47,4118
4,74%
Euro – Real Brasile
3,2541
0,19%
Euro - $ NZ
1,6636
-0,47%
Euro - $ AUS
1,5393
-0,12%
Inflaz. in %
2014 (S)
2015 (S)
Stati Uniti
1,30%
1,70%
Eurozona
1,30%
1,50%
Regno Unito
2,70%
2,50%
Giappone
1,20%
1,50%
Cina
2,80%
3,10%
(S) Stime Global Investment Committee
Fonte: Bloomberg
32
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
Mercati azionari
Variazione
Paese
Valore
1 sett.
FTSE/Mib
Milano
Dax
Francoforte
Cac 40
Paris
Eurostoxx
50
FTSE
London
Swiss Mkt.
Zurich
S&P 500 –
US
Nasdaq
Comp – US
21.418
9.306
4.166
3.014
1 sett. (€)
YTD
(€)
YTD
% rispetto
al
massimo
Minimo
al 9 marzo
2009
% rispetto
al minimo
50.109,00
-61,25%
12.363,00
57,07%
8.213,69
-4,48%
3.692,41
152,07%
6.922,15
-39,82%
2.519,45
65,35%
Eurostoxx
50
5.464,57
-44,84%
1.809,98
65,52%
FTSE
London
6.930,40
-6,06%
3.542,73
82,79%
Swiss Mkt.
Zurich
9.531,46
-14,06%
4.308,61
90,18%
S&P 500 –
US
1.680,15
-3,56%
677,38
162,49%
5.048,62
-18,71%
1.269,85
223,49%
Massimo
storico
Paese
0,31%
2,38%
-0,91%
-2,57%
0,10%
-3,03%
Dax
Francoforte
-0,47%
-3,08%
Cac
Paris
40
6.510
-0,30%
-1,91%
11,26%
8.191
-2,53%
-2,48%
12,86% 11,12%
1.783
-1,11%
-0,35%
19,53% 19,24%
4.104
-0,54%
-0,42%
22,98% 21,60%
Nikkei 225
14.915
-0,80%
-1,86%
28,13% 15,89%
Hang Seng
Index
22.035
-2,43%
-1,42%
08,96%
6,89%
1.301
-1,04%
-2,57%
-8,55%
-17,2%
Nasdaq
Comp – US
2.033
-0,78%
-0,43%
-1,57%
-3,01%
Nikkei 225
38.915,87
-61,67%
7.055,10
111,40%
47.369
-1,65%
-1,62%
-15,9%
-29,7%
31.638,22
-30,36%
11.375,52
94,24%
392
-1,78%
-1,24%
17,75% 12,62%
Hang Seng
Index
2.488,92
-30,76%
619,921
138,72%
6.092,57
-30,78%
2.118,75
79,75%
73.513,81
-47,70%
36.741,09
46,93%
RTS Russia
Shangai –
Cina
Bovespa Brasil
MSCI
Mondo
3,52%
FTSE/Mib
Milano
RTS Russia
Shangai
Cina
–
Bovespa
Brasil
-
Fonte: Bloomberg
33
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
Rendimenti
Indici obbligazionari
Variazione
Paese
Valore
1sett.
1
sett.(€)
2 anni
YTD
YTD
(€)
Italia
govern.
1 – 3 anni
384,3
0,15%
3,58%
Italia
govern.
3 – 5 anni
511,9
0,40%
5,12%
Italia
govern.
5 – 7 anni
627,5
0,61%
5,63%
Italia
govern.
7 – 10 anni
677,6
0,72%
7,48%
Italia
govern.
> 10 anni
609,2
1,20%
8,09%
Euro
govern.
1 – 3 anni
165,7
0,11%
1,97%
Euro
govern.
3 – 5 anni
189,6
0,28%
2,65%
Euro
govern.
5 – 7 anni
203,7
0,41%
3,85%
Euro
govern.
7 – 10 anni
207,6
0,50%
3,12%
Euro
govern.
> 10 anni
212,9
5 anni
0,92%
2,30%
3,76%
4,61%
Germania
0,07%
0,65%
1,66%
2,48%
Francia
0,18%
0,89%
2,12%
3,17%
Spagna
0,94%
2,19%
3,66%
4,56%
Materie prime
Variazione
Commodities
Petrolio (WTI)
(barile)
Valore
JP
Morgan
1 - 3 anni
232,2
JP
Morgan
1 – 10 anni
208,4
0,18%
0,58%
1,92%
2,78%
1
sett.(€)
YTD
(€)
YTD
97,5
0,84%
2,23%
-0,94%
0,94%
1.244,7
-0,99%
0,38%
3,24%
5,20%
19,2
-2,99%
Platino
(oncia)
1.379,3
-3,62%
2,41%
-5,52%
Rame
(libbra)
319,7
-2,29%
3,28%
-9,69% -11,69%
Mais (bushel)
434,0
1,09%
-0,63% -28,76% -30,31%
Frumento
(bushel)
655,8
-1.69
-1,07% -18,64% -20,42%
Oro (oncia)
Argento
(oncia)
2,98%
30 anni
Italia
1 sett.
0,82%
10 anni
-0,69% -27,90% -29,47%
Fonte: Bloomberg
34
-7,58%
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014
Newsletter N. 52
Settembre 2014
Hanno collaborato:
Gianmarco Paglietti
Maria Gloria Cesarini
Marta Jacob
Alessandro Sannini
Stefano Davico
Lucia Marchegiani
Chiara Carzaniga
Francesca Pozzar
Matteo Pedretti
Milena Bolchini
Carlo Bettonica
Consorzio Camerale
per il credito e la finanza
Via Meravigli 9/B, Milano
Tel. 02 8515 4258
info@consorziocamerale.eu
www.consorziocamerale.eu
Per maggiori informazioni e
approfondimenti circa i contenuti
della newsletter è possibile
contattare:
Ufficio Studi e Comunicazione
Tel. 02 8515 4264-69
Mail: studi@consorziocamerale.eu
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