SECONDO TEMPO il Fatto Quotidiano DOMENICA 24 AGOSTO 2014 19 A DOMANDA RISPONDO Furio Colombo La carta del coraggio Ho letto la risposta di Furio Colombo alla lettera di Serena sul Fatto Quotidiano n. 277. Sono una dei 454 ragazzi che hanno scritto la Carta del Coraggio. Il clima durante i lavori era straordinario: ho visto tanta passione, entusiasmo, disponibilità al dialogo. Da qui è nato il nostro documento. Per nessuno di noi si è trattato di un gioco, abbiamo anzi cercato di andare al punto del discorso, come quando abbiamo chiesto al Governo di chiudere i Centri di identificazione e di espulsione di ridurre drasticamente le spese militari. Il coraggio è emerso soprattutto nei paragrafi sull'amore e la famiglia, che lei ha citato, ma ne sono ricchi anche i pezzi che parlano di anticonformismo, di lavoro, di legalità, di attenzione all'ambiente e al territorio. A ogni affermazione corrisponde un impegno concreto, quello che viene chiesto ad ogni bambino, ragazzo, adulto censito nella nostra Associazione. A tal proposito la invito a leggere il nostro “Patto Associativo”, nel quale sono illustrate le linee guida dell'AGESCI. Quello che posso assicurarle è che mai, durante i lavori, un “adulto maturo e pedagogicamente impegnato” ha cercato d'imporre la sua opinione sulle nostre. Gli educatori che ci hanno seguiti erano lì per moderare i dibattiti e per motivi organizzativi: il loro contributo è stato prezioso, ma tutti avevano ben chiaro che il nostro documento dovesse essere una Carta scritta dai ragazzi, per i ragazzi, e così è stato. Un'ultima osservazione, sul “coraggio di restare, di cambiare e non cambiare”. Lo Scoutismo è strada, fatica, formazione di un pensiero critico. Tutti gli Scouts, e soprattutto noi Rover e Scolte, hanno ben chiaro che la nostra è “la strada di chi parte e arriva per partire”: si parte in molti modi, in una ricerca costante e non superficia- le, quella che permette di migliorarsi e di cambiare soltanto quelle parti di noi che appesantiscono il nostro cammino. In questo sta il nostro coraggio. Martina Grazie a Martina per la risposta accurata. Con un mondo di auguri FC Sembra di stare in terra di nessuno A Palermo ormai non ci meraviglia quasi più di niente, e mi chiedo cosa facciano le istituzioni per garantire i cittadini. Sono comproprietaria di un im- la porta era stata forzata e l’immobile occupato da due persone. Andò sul posto con i militari dell’arma e si accorsero che la serratura era stata sostituita. I militari provarono timidamente a bussare, ma nessuno aprì o si trovava nel magazzino. Da quella volta non ci risulta che le forze dell’ordine abbiano fatto altri sopralluoghi in quell’immobile o che siano stati presi provvedimenti di qualche tipo per ripristinare la legalità. Dopo due anni non sappiamo chi sono le persone che sono entrate abusivamente nella nostra proprietà né Morire per Tavecchio CARO FURIO COLOMBO, sono uno sportivo, vivo nel mondo sportivo anche internazionale, so che la Fifa non accetterà, in una posizione così importante italiana un uomo come Tavecchio e mi domando: come è possibile esporre il calcio italiano e il Paese a simili umiliazioni ? Mario CREDO CHE IN ITALIA ci abbiano pensato in molti, sportivi e non sportivi. Come può una vera e propria folla di dirigenti sportivi e di proprietari di squadre di calcio, nel settore del più popolare sport italiano, a cui una massa immensa di giovani e giovanissimi guarda come a un simbolo oltreché come a uno sport amato e praticato, come può tutta questa gente con l'aria di grandi esperti e conoscitori del mondo, farsi presentare e rappresentare da uno come Carlo Tavecchio? Se la Fifa non provvederà subito a fare giustizia (ma lo farà?) una vasta organizzazione imprenditoriale (quindi con grandi interessi economici) oltreché sportiva, sarà rappresentata per lungo tempo da qualcuno che forse non è il peggiore di tutti (purtroppo c'è sempre spazio per il peggio) ma lo sembra, e ne ha ormai la fama nel mondo. Devi per forza pensare a coloro che lo hanno votato orgogliosi e compatti, come se si fosse trattato di un nuovo Kennedy, e hanno voluto essere guidati non la vignetta mobile occupato abusivamente nell’estate di due anni fa e per il quale continuo ugualmente a pagare le tasse. Ho denunciato l’occupazione il 6 agosto del 2012 alla stazione dei carabinieri di Porta Montalto insieme a un altro proprietario il quale, ironia della sorte, è direttore del Consorzio Sviluppo&Legalità di Corleone che si occupa della gestione di beni confiscati alla mafia. Si tratta di un magazzino a uso commerciale al piano terra trasformato dagli occupanti in abitazione e che fa parte di una palazzina nel cuore del centro storico di Palermo. Il 15 luglio del 2012 mio padre fu avvisato che tantomeno il bene ci è stato riconsegnato. Sembra di stare in una terra di nessuno. Francesca Taibbi Le vittime del Salvemini Questa volta le vittime si chiamano Mariangela, Alessandro, Giuseppe e Paolo Piero e alle loro famiglie va il primo pensiero di solidarietà e condoglianze per il dramma che le ha colpite. Dal 6 dicembre 1990, quando la strage coinvolse la collettività di Casalecchio di Reno, più volte ci è stato chiesto un parere sulle tragedie che si sono susseguite nel tempo a causa di voli militari. Ogni volta ci sentiamo più impotenti e più soli e ci rendiamo conto che anche l’impegno civile che abbiamo voluto dedicare alle vittime della strage dell’Istituto Salvemini, a 24 anni di distanza, non ha sortito che effetti temporanei e limitati. Ancora una volta ci dobbiamo chiedere dove è finito il “mai più” che abbiamo gridato con rabbia, ma anche con la tenue consolazione che servisse da monito per il futuro. Invece, dopo tanti anni, ancora una volta di fronte a una strage che per caso non ha assunto dimensione più gravi, dobbiamo prendere atto che quasi tutto è come allora. Ministri, generali, comandanti, tutti sem- il Fatto Quotidiano Direttore responsabile Antonio Padellaro Condirettore Marco Travaglio Direttore de ilfattoquotidiano.it Peter Gomez Caporedattore centrale Ettore Boffano Caporedattore Edoardo Novella Caporedattore (Inchieste) Marco Lillo Art director Paolo Residori Redazione 00193 Roma , Via Valadier n° 42 tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230 mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it - sito: www.ilfattoquotidiano.it Editoriale il Fatto S.p.A. sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n° 42 Presidente:Antonio Padellaro Amministratore delegato: Cinzia Monteverdi Consiglio di Amministrazione: Luca D’Aprile, Peter Gomez, Marco Tarò, Marco Travaglio, Lorenzo Fazio solo da un personaggio che viene da un passato remoto, ma di un particolare sotto mondo volgare, barzellettaro e privo di normale sensibilità, e persino della capacità di fingere con cui tanti, come lui, benché di modesta levatura, riescono a fingere, a cavarsela, a sembrare quasi normali nella vita di relazione. Viene voglia di domandare agli entusiasti elettori di Tavecchio: ma davvero volete che lui parli a nome vostro, che rappresenti il calcio italiano, che dica le ragioni e rappresenti l'evoluzione, il cambiamento, il domani di questo popolarissimo sport italiano? Qualcuno dirà, con comprensibile pessimismo, che il calcio italiano è Tavecchio, prendere o lasciare. Non sono uno sportivo e non sono un esperto, ma non riesco a crederlo. Una simile elezione è un danno evidente che molti hanno fatto a se stessi. E se sarà una mano internazionale che, in nome e per conto di sentimenti molto più condivisi, nel mondo, di quelli di Tavecchio, porrà fine a questo evento triste e sbagliato, la lezione sarà bruciante. Quel giorno sarà un bel servizio ai lettori pubblicare i nomi di tutti coloro che hanno votato per lui, negando al calcio italiano un futuro. Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano 00193 Roma, via Valadier n. 42 lettere@ilfattoquotidiano.it brano comprendere le preoccupazioni e le perplessità della gente, salvo etichettare come polemiche ideologicamente antimilitariste quelle che azzardano una valutazione di congruità dei rischi. Cari Signori, oggi, a differenza di allora, è possibile esprimere critiche e osservazioni senza essere immediatamente arruolati tra i suddetti antimilitaristi ideologici? Potete evitare l’ipocrita alibi della strumentalizzazione? È il canovaccio di sempre, quello che identifica nella fatalità l'unico colpevole. Mentre il film si ripete, rischiamo di passare ancora per anti patrioti se umilmente, tenacemente, sconsolatamente proviamo ancora una volta a chiedere sicurezza attraverso l'informazione, la trasparenza, la condivisione delle regole e delle modalità di attuazione delle manovre militari, a cominciare da quelle aeree? Gianni Devani, Associazione Vittime del Salvemini – 6 dicembre 1990 Fermiamo i conflitti con il dialogo La strada più difficile da percorrere è quella della pace che potrebbe diventare percorribile solo se si fermassero tutti i conflitti presenti nel mondo. Se si pensa alle guerre, sparse in tutto il mondo, guerre che nessuno ferma è difficile immaginare la pace. I potenti della terra devono cercare di dialogare con questi popoli, non possiamo intervenire sempre con le armi ed avventurarci in guerre che sono lontane dal nostro paese. I governi democratici devono aiutare questi popoli per raggiungere l’obbiettivo della pace, per far ciò serve la diplomazia, e bisogna usare il dialogo e cercare di far ragionare quei potenti del mondo che la guerra porta solo a uccisioni di innocenti, disastro economico, ambientale e povertà. Cav. Antonio Guarnieri DIRITTO DI REPLICA Gentile Dott. Barbacetto, in relazione a quanto riporta il Fatto Quotidiano di ieri, a pag 18, vorrei sottolineare che la scelta di realizzare Expo2015 su aree private non fu “del sindaco Moratti e del presidente Formigoni”, ma esclusivamente del Comune di Milano allora governato da Letizia Moratti. Questa indicazione fu contrastata da Regione Lombardia, che suggerì soluzioni diverse. Ma la scelta, in base allo statuto del Bie, era esclusivamente riservata al Comune di Milano che confermò le aree inizialmente prescelte. Ora che stanno emergendo tutti i limiti di quella scelta sbagliata, è bene che le responsabilità vengano delineate con chiarezza. Anche perché i cosiddetti litigi fra Formigoni e Moratti, da molti evocati e su cui molti hanno ricamato, furono in realtà l’evidenziarsi dei miei insistiti tentativi di evitare quel grave errore. E per limitare i danni, escogitai, per la gestione delle aree, la soluzione Arexpo, una società integralmente pubblica, dapprima posseduta solo da Regione Lombardia e poi, su mia scelta, compartecipata anche con gli altri Enti. Sen. Roberto Formigoni Il Fatto Quotidiano 00193 Roma, via Valadier n. 42 lettere@ilfattoquotidiano.it Abbonamenti FORME DI ABBONAMENTO COME ABBONARSI • Abbonamento postale annuale (Italia) Prezzo 290,00 e Prezzo 220,00 e Prezzo 200,00 e • 6 giorni • 5 giorni • 4 giorni • Abbonamento postale semestrale (Italia) Prezzo 170,00 e Prezzo 135,00 e Prezzo 120,00 e • 6 giorni • 5 giorni • 4 giorni • Modalità Coupon annuale * (Italia) Prezzo 370,00 e Prezzo 320,00 e • 7 giorni • 6 giorni • Modalità Coupon semestrale * (Italia) Prezzo 190,00 e Prezzo 180,00 e • 7 giorni • 6 giorni • Abbonamento in edicola annuale (Italia) Prezzo 305,00 e Prezzo 290,00 e • 7 giorni • 6 giorni • Abbonamento in edicola semestrale (Italia) Prezzo 185,00 e Prezzo 170,00 e • 7 giorni • 6 giorni • Abbonamento digitale settimanale Prezzo 4,00 e • 7 giorni • Abbonamento digitale mensile Prezzo 12,00 e • 7 giorni • Abbonamento digitale semestrale Prezzo 70,00 e • Abbonamento digitale annuale Prezzo 130,00 e Oppure rivolgendosi all’ufficio abbonati tel. +39 0521 1687687, fax +39 06 92912167 o all’indirizzo mail: abbonamenti@ilfattoquotidiano.it • Servizio clienti assistenza@ilfattoquotidiano.it MODALITÀ DI PAGAMENTO • 7 giorni • 7 giorni * attenzione accertarsi prima che la zona sia raggiunta dalla distribuzione de Il Fatto Quotidiano Centri stampa: Litosud, 00156 Roma, via Carlo Pesenti n°130, 20060 Milano, Pessano con Bornago, via Aldo Moro n° 4; Centro Stampa Unione Sarda S. p. 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