Nel territorio 4. Editando BARAONDANEWS.IT, PERCHE’ IL NUOVO QUOTIDIANO Nel 2015 cambieranno molte cose nel modo di fare comunicazione ed informazione nel territorio di David Paris ed Eugenio Vallone Baraondanews.it, Un nuovo Media, il nuovo quotidiano di informazione del litorale. Sono passati 10 anni dalla messa online del nostro primo sito internet, era il 2005 e si chiamava Baraondablog, un esperimento embrionale che è rimasto tale ed ora trova la sua naturale evoluzione, ottimizzazione e crescita. In questa decade sono cambiate molte cose ed anche noi abbiamo sentito di nuovo il bisogno di adeguarci ai tempi, a dire il vero per la quarta volta. Del resto, è vero che il supporto telematico costa meno di quello cartaceo che ancora però ha un enorme appeal, ma la necessità di innovare comporta un investimento importante in termini di temporizzazione per anticipare i tempi e la notizia. In questo arco decennale, in cui anche a noi è venuto qualche capello bianco, i frequentatori dei nostri portali web si sono moltiplicati così come la nostra Fan Page ed i follower di Twitter. Il nostro progetto di rilancio parte dall’aver compreso in tutti i suoi passaggi le peculiarità evolutive del media nella società dell’accesso in apparenza semplificato, dove il sistema dell’informazione può scegliere se mantenere un atteggiamento passivo e venir travolto dal sovraffollamento della rete, discepolizzandosi all’agenda degli altri e alle istanze dei poteri forti, oppure accettare ed interpretare con audacia la forza propulsiva del dissenso che è di solito sintomo di cambiamento (non è detto però sempre positivo). Si tratta di decisioni e strategie legate alla natura degli attori, al loro temperamento e visione che fa i conti con una modernità ogni giorno diversa da se stessa. Nel bene o nel male l’informazione permea sempre di più nelle famiglie attraverso giornali, smartphone, computer. Siamo nell’era della multimedialità con il piede premuto sull’acceleratore ed è indubbio che questo abbia un effetto prorompente nell’opinione pubblica spostando il baricentro dell’attenzione e delle responsabilità su chi si pone nel centro del crocevia informazionale, special modo su chi lo interpreta e confeziona per renderlo fruibile. Da questo desiderio è nata la nostra ultima “creatura” che tra pochi giorni vedrà luce: BaraondaNews.it sarà online sostituendo la vecchia interfaccia che non era più all’altezza di contenere un’utenza ormai troppo grande. A giustificare questo passo una serie di fattori sociali, di mercato, politici: una redazione sempre più numerosa ed esigente deve poter utilizzare al meglio tutti gli strumenti a disposizione, così come la rete inserzionistica già attiva che avrà nelle corde un web esclusivo ed economico da far proprio. Il ruolo dell’informazione, Baraondanews da sempre indipendente. Per dovere dobbiamo anche soffermarci per un attimo sul ruolo che oggi abbiamo e sulle accresciute responsabilità che ci vengono richieste o talvolta imputate in quanto l’attuale normativa vorrebbe sullo stesso piatto della bilancia chi fa un’affermazione con chi consente a quell’affermazione di essere divulgata. In sostanza si vorrebbe che il Media fosse responsabile in toto di tutto quello che dice un qualsiasi soggetto giuridico? Si pretende che i cronisti di una testata, in tempo reale, riescano a svolgere una verifica attenta e circostanziata di tutto quello che attraverso di loro viene divulgato? In sintesi il professionista della comunicazione deve accorpare sagacemente il ruolo dell’investigatore, del giudice, dello scrittore e, quando la situazione diviene delicata, anche del possibile imputato per ogni singola opinione diffusa anche da soggetti estranei all’attività della redazione? Forse ci si chiede troppo e ci appelliamo in questo al nostro ordine professionale. Perché su questo tallone di Achille della “Libera Informazione” possono far leva diversi soggetti, essenzialmente 2 tipologie, talvolta molto simili: quelli che fanno leva per mettere una museruola alla stampa, quelli che fanno pressione per spingerla oltre il lecito per motivi spesso occulti. Alla fine, come sempre abbiamo fatto, ci appelleremo alla discrezionalità democratica del lettore che forse sa riconoscere meglio di noi i moventi che inducono tali individualità a non gettare mai la maschera. Siamo consapevoli che in questo clima le cose potrebbero peggiorare ancora sotto il profilo della manifestazione dei conflitti e sotto il profilo della gestione pubblica degli stessi che a volte ricade sulle nostre scrivanie: abbiamo una serie di vantaggi, primo tra tutti la buona fede e il diritto di critica affiancato al dovere. In questo quadro crediamo sia importante che però i lettori conoscano determinate cose, mettano le mani nel fango come facciamo noi, e poi formino una propria legittima opinione a 360 gradi. Del resto il nostro simbolo è il camaleonte. 7. Nel territorio 8. Nel territorio Acqua, bollette più care e servizio peggiore? No grazie L’ACQUA E LA “FLAVIA ACQUE” NON SI TOCCANO Il ‘no’ di Ladispoli alla cessione delle reti idriche formalizzato e ribadito nella lettera inviata a Zingaretti e ad Acea Ato2. di Valerio Dieni e Aurora Di Curzio Un’evidente discordanza tra le disposizioni regionali e quelle statali. Parte da qui il contrattacco del comune di Ladispoli in merito al passaggio forzato della gestione del servizio idrico ad Acea-Ato2. La battaglia promessa dal sindaco Paliotta e, recentemente, dal consigliere comunale Gabriele Fargnoli si è subito tradotta in fatti concreti. La difformità in questione è stata segnalata agli organi competenti attraverso una lettera firmata dal sindaco Paliotta e inviata al dirigente responsabile di Ato2, Alessandro Piotti, e al governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Le difese dell’amministrazione, infatti, risiedono proprio in quanto stabilito dalla Regione con la legge n.5 del 04/04/2014 (“Tutela, governo e gestione pubblica delle acque”): fermi restando il diritto alla disponibilità e all’accesso individuale e collettivo all’acqua potabile, la salvaguardia della risorsa e la sua utilizzazione secondo criteri di solidarietà, pur nell’ambito di una gestione coordinata della risorsa a livello di bacino idrografico, resta in capo ad ogni singolo ente il diritto a provvedere direttamente alla gestione del servizio idrico integrato sul proprio territorio. Niente di più chiaro. Un contenuto, questo, in forte contrasto con la legge 164 dell’11/11/2014, con cui il Parlamento ha imposto il subentro del gestore del servizio integrato ai soggetti locali. E non è finita qui. Perché, se nella nota recapitata in comune si invitava l’amministrazione e la società che gestisce il servizio (in questo caso la Flavia Acque) ad adoperarsi per rendere immediatamente effettivo il passaggio, la stessa legge prevede invece che il gestore del servizio integrato (l’Acea) subentri solamente alla data di scadenza prevista nel contratto di servizio o negli altri atti che regolano il rapporto. Nella lettera viene sottolineato, inoltre, come il rapporto fra comune di Ladispoli e Flavia acque soddisfi a pieno le condizioni imposte dalle norme della Comunità Europea per l’affidamento in house dei servizi: capitale della società affidataria pubblico al 100%, quota prevalente dell’attività svolta con l’ente affidante e controllo dell’ente sulla società analogo a quello del proprio ufficio. “Non solo la bolletta sarà più cara - aveva dichiarato il consigliere Fargnoli a Baraonda appena qualche giorno fa - ma il servizio rischia di allontanarsi dagli standard odierni, Nella foto cons. comunale Fargnioli e l’ass. Di Girolamo che molti altri comuni ci invidiano. Ci batteremo con ogni mezzo per portare la questione in tutte le sedi istituzionali possibili”. E la battaglia, effettivamente, è iniziata. E’ stata votata infatti all’unanimità da tutto il Consiglio Comunale la mozione affinché sia evitato il trasferimento dei servizi al gestore del servizio idrico integrato, nello specifico ad Acea. Dal consiglio comunale emerge la questione bilancio della stessa Flavia Acque: com’è noto fino al 2013 la società comunale ha chiuso in perfetto pareggio di bilancio. Dal 2014 però la situazione è andata peggiorando: da cinque anni viene impedito alla Flavia Acque di adeguare all’ISTAT le tariffe. “Basterebbe un semplice adeguamento per garantire tariffe basse e almeno un pareggio di bilancio – afferma il sindaco Paliotta – adeguamento che solo le società passate alle ATO possono però fare” . Vicino alle parole del sindaco il consigliere Fargnoli: “Il nostro statuto non prevede inserimento di capitale privato, il servizio è completamente pubblico. E’ una battaglia di tutti. L’ato2 è privata e noi ci opponiamo categoricamente. Manteniamo la nostra acqua pubblica.” “Mantenere l’acqua pubblica è un nostro dovere, come assessore e cittadina sarò in qualunque passaggio vogliate portare avanti”. Interviene l’assessore Francesca Di Girolamo. Il timore principale per i cittadini è rappresentato dal fatto che il servizio, passando alla società capitolina Acea perderebbe la sua efficacia nel territorio: i prezzi lieviterebbero e l’assistenza sarebbe molto diversa da quella che garantisce la Flavia Acque. 14. Nel territorio FEDERICA MANGIAPELO. ARRESTATO IL fidanzato ACCUSATO DI OMICIDIO Oltre 2 anni sono passati da quella tragica sera. L’arresto del ragazzo sembra l’epilogo che si aspettavano tutti. Svolta nel caso di Federica Mangiapelo, la 16enne di Anguillara trovata morta la notte di Halloween del 2012 in riva al lago di Bracciano. La cosa era nell’aria, ad Anguillara se lo aspettavano un po’ tutti. Il suo fidanzato, Marco di Muro, è stato arrestato. I carabinieri gli hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per omicidio volontario aggravato. Dopo una serie di perizie disposte dalla Procura di Civitavecchia in sede di incidente probatorio, è emerso che Federica Mangiapelo sarebbe stata annegata nelle acque del lago. Secondo la pubblica accusa, Federica è stata uccisa dal suo fidanzato, che le ha tenuto la testa sott’acqua fino a farla an- negare. I genitori della ragazza l’hanno definita “una nuotatrice esperta”, quindi un annegamento difficile da spiegare, visto che l’acqua, nel tratto dove è stato rinvenuto il corpo della 16enne, è poco profonda. Le alghe rinvenute nel sangue e nei polmoni della giovane hanno evidenziato che l’acqua era entrata in circolo nel suo corpo. Le stesse alghe sono state ritrovate sui jeans che il Di Muro indossava la notte della scomparsa della fidanzata. Il giovane ha sempre affermato di aver lasciato la ragazza in strada, dopo un litigio. Red LADISPOLI E GLI AFFIDAMENTI DIRETTI Il Comitato per la Legalità torna sul tema Il Comitato per la legalità torna sul tema degli affidamenti diretti attraverso un comunicato con cui si domanda se sia giusto o meno utilizzare lo “strumento dell’affidamento diretto” per gestire dei servizi di ordinaria amministrazione. Questa volta l’oggetto della discussione verte sull’ultima determinazione in materia di verde pubblico. Naturalmente, come è nostra abitudine, ascolteremo tutti quelli che avranno un’interpretazione diversa dei fatti, convinti come sempre del buon lavoro delle aziende che fino ad oggi sono state incaricate dalla pubblica amministrazione. Riceviamo e pubblichiamo: La nostra città è ormai, sempre più “l’Università degli affidamenti diretti“, cioè degli appalti senza selezione per la scelta del contraente, come invece richiederebbe il codice degli appalti. E si tratta di una moda che, qui da noi, non subisce alcuna flessione, nonostante le notizie allarmanti di cui si apprende sulla cronaca dei giornali, che dovrebbero invitare a maggiore cautela, specialmente se si tratta di affidamenti “ricorrenti”, cioè con le stesse imprese con le quali l’amministrazione ha rapporti costanti e continuativi (rif. norma anticorruzione). In particolare, il Comune di Ladispoli, con una determinazione del 27 novembre scorso decide di effettuare “lavori straordinari” di potatura e, vista l’urgenza, li affida, in modo diretto, come estensione di un contratto precedente (l’estensione non è proprio una forma contrattuale consentita), per un valore di € 84.043,00 Nell’atto si legge che “Con l’approssimarsi della stagione invernale, questo Comune deve procedere alla potatura e/o abbattimento di diverse essenze vegetali ad alto e medio fusto presenti nel territorio comunale, nonché al ripristino di alcuni arredi ed impianti di irrigazione danneggiati”. (Segue su www.baraondanews.it) 17. Nel territorio 21. Nel territorio Ladispoli, Piano regolatore. Da gennaio in Aula 850 mila metri cubi dei quali 600 mila per privati e 250 mila per edilizia pubblica e convenzionata Il Presidente della Commissione Urbanistica D’Alessio “Permetterà di costruire a chi ne ha diritto” di Fabio Fantozzi Il nuovo Piano regolatore generale di Ladispoli approderà in consiglio comunale a gennaio. Piccolo slittamento dunque per il cronoprogramma auspicato dal Presidente della Commissione Urbanistica Nardino D’Alessio che prevedeva un’approvazione entro Natale. Intanto si è conclusa la fase di discussione delle 448 osservazioni in Commissione che ha richiesto nove convocazioni tra i mesi di novembre e dicembre. Il Piano adottato nel marzo 2010, nella passata consiliatura, deve essere approvato dalla Regione Lazio per diventare operativo a tutti gli effetti, ma prima vanno discusse e approvate tutte le osservazioni presentate dai consiglieri e dai cittadini. La maggior parte contengono richieste di edificabilità, altre hanno l’intento di puntualizzare, apportare piccole modifiche o evidenziare alcuni errori tecnici e sono quelle che probabilmente verranno accolte. La commissione ha svolto il lavoro preparatorio alla votazione in Aula emettendo un parere tecnico sotto l’egida del Responsabile del Servizio Urbanistica l’architetto Carlo Passerini ed ora si attendono le controdeduzioni su ogni singola osservazione. “Sono d’accordo con i capigruppo e il presidente Giuseppe Loddo che a partire dal 10 gennaio - assicura D’Alessio - il Consiglio comunale voterà le osservazioni per finire entro il mese stesso: serviranno almeno una decina di convocazioni”. La parte più consistente riguarda la zona Olmetto (128) e la zona campagna (116), seguono quelle relative alla zona Piane di Vaccina (44) e alla zona Torre Flavia (38). Difficile ipotizzare che ottengano il voto favorevole del consiglio, sia perché l’auspicio dell’amministrazione è che il Piano non venga stravolto troppo, sia perché molte di esse sono state presentate da consiglieri e realtà associative che oggi non figurano più o hanno perso rilevanza. Il nuovo piano va a ridisegnare il profilo urbanistico della città ponendo fine alle varie deroghe al vecchio piano del 1978 e sanando situazioni tran- sitorie volte a recuperare le aree per i servizi pubblici come quelle della nota delibera 550, respinta dalla Regione Lazio nel 2006 dopo un travagliato percorso di annullamenti e ricorsi al Tar. “E’ uno strumento che, una volta adottato, consente di fare una programmazione del territorio e dare la possibilità a chi ha terreni edificabili di poterli sfruttare”, ha commentato il Presidente della Commissione Urbanistica D’Alessio. “Nel nuovo Piano troveranno risposte i vecchi problemi rimasti irrisolti con il Piano del ‘78, le aree destinate a servizi pubblici che il Comune non ha mai espropriato per mancanza di risorse saranno recuperate con il meccanismo della perequazione, ossia verrà riconosciuta la possibilità di edificare ai privati e questi dovranno cedere parte delle loro proprietà per la collettività”, spiega l’architetto Nicola Moschetta, ex delegato ai Lavori Pubblici del Comune ed ora collaboratore di D’Alessio. Il Prg prevede nuove aree da edificare e definisce quelle da destinare ai servizi. Ladispoli si espande dunque, dopo che sono state esaurite tutte le zone per l’edificazione sancite nel vecchio Piano regolatore. In sostanza, 850 mila metri cubi dei quali 600 mila per privati e 250 mila per edilizia pubblica e convenzionata. D’altro canto, gli standard di verde garantiti sono 24mq per abitante, ben al di sopra del minimo di legge di 18 mq. APPROFONDIMENTO A PAG. 57, PARLA IL SINDACO 22. Nel territorio IL RITORNO DI EUFRONIO Dopo 4 decenni, l’opera di inestimabile valore per un mese a Cerveteri “Sarà per la nostra Città un giorno attesissimo e di rilevanza storica poiché il Cratere di Euphronios mancava da Cerveteri da oltre 40 anni” con queste parole dense di entusiasmo il sindaco Pascucci annuncia il ritorno del capolavoro greco di uno dei più famosi vasai dell’antichità che rimarrà in mostra dal 18 Dicembre al 20 gennaio 2015. STORIA ANTICA DEL VASO. Il Cratere di Euphronios è un vaso attico a figure rosse datato intorno al 510 a.C. che narra alcune scene della Guerra di Troia, con la commovente scena del trasporto del corpo di Sarpedonte, figlio di Zeus e re di Licia, caduto sotto le mura di Troia. STORIA MODERNA. Trafugato e trasferito clandestinamente all’estero, il Cratere fu portato negli Stati Uniti sin dagli anni Settanta. Solo nel 1999, dopo lunghe trattative internazionali, il reperto è stato restituito all’Italia ed esposto presso il Museo Archeologico Nazionale di Villa Giulia, a Roma. dp BILIARDO, LA GRANDE KERMESSE LADISPOLANA VERSO IL GRAN FINALE Il primo Memorial Mario Ramella in dirittura di arrivo Mancano pochissimi giorni al gran finale del primo Memorial Mario Ramella. Una gara interregionale di Biliardo Open che vede la partecipazione di grandi professionisti del tavolo verde. Un evento iniziato l’11 dicembre che terminerà con il gran finale del 21 dicembre dalle 14,00 in poi a Ladispoli sui tavoli posti delle sale sottostanti il centro commerciale La Palma. Il torneo ha coinvolto ben 128 giocatori per contendersi i premi messi in palio. Al vincitore spetterà, oltre al trofeo, un buono di 2500 euro. I premi saranno assegnati fino al 16esimo posto. Considerando il livello molto alto della competizione, confidiamo nell’impegno dei talenti locali per dire: “Anche l’Etruria c’è!”. dp 25. Nel territorio SARA’ AUTOSTRADA O SUPERSTRADA? Tra Orte e Civitavecchia è tutto pronto, anche la regione ha dato l’ok Orte-Civitavecchia, superstrada? Il progetto dell’ultimo tratto è già pronto e la Regione è d’accordo anche se qualche piccolo ostacolo permane. Da una parte i ricorsi che impediscono l’avvio dei lavori del tratto Cinelli-Monteromano, dall’altra un gruppo di privati che contribuirebbero di tasca propria per far arrivare la Trasversale fino al porto. A svelare l’esistenza di una cordata di imprenditori pronti a finanziare gli ultimi 18 km della grande incompiuta sono gli stessi soggetti che stanno investendo nei terminal. Lo ha annunciato Pasqualino Monti, presidente dell’autorità portuale di Civitavecchia. L’intesa è stata raggiunta per promuovere, all’interno dei porto, il territorio viterbese e i suoi prodotti. Che la superstrada sia un’opera strategica, non solo per la Tuscia ma per l’intera regione Lazio, lo sostengono da anni un poì tutti. Il progetto del tracciato di 18 km individuato dall’autorità portuale e i soggetti privati pronti a mettere mano al portafoglio dunque ci sono. Se in seguito si renderà necessaria l’introduzione di un pedagio dipenderà soprattutto dalla Regione Lazio e dai volumi di traffico. Più complicato riattivare invece la ferrovia Orte-Civitavecchia. Elettrificarla, ha spiegato Monti, costerebbe 800 milioni di euro. Una spesa difficilmente sostenibile con gli attuali volumi di merci che viaggiano da e per l’interporto di Orte. Ma un domani, quando il terminal entrerà a regime, le cose potrebbero cambiare. I presupposti ci sono tutti: basti pensare che nell’ultimo anno un milione di passeggeri sbarcati a Civitavecchia hanno scelto di “snobbare” Roma e di restare in zona. dp Ladispoli, GLI ABITANTI DI CASE SPARSE PROTESTANO All’inaugurazione della nuova strada che da Via dell’Acquedotto Statua passerà a via antica Aurelia, gli abitanti di “case sparse” hanno preparato uno striscione appeso alle due torri del “Castellaccio”. I residenti, indignati, dichiarano di sentirsi presi in giro sostenendo che “non ci sono strade, nè servizi soprattutto per quanto riguarda la raccolta differenziata”. Intanto lo striscione di protesta è stato rimosso dalla Protezione Civile. 35. Nel territorio 34. Focus MAFIA CAPITALE, INDAGATI A ROMA, REFERENTI A LADISPOLI Ascani-Patanè, Pascucci-Di Stefano, Cagiola/Ruscito – Gramazio. L’informazione è garantista fino in fondo di Aurora Di Curzio Mondo di mezzo. Ad oggi sono 37 gli indagati (ma la lista mentre andiamo in stampa si allunga). 200 milioni i beni sequestrati. Le accuse sono tante, dall’associazione di tipo mafioso, usura, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, riciclaggio, fino all’estorsione. Non solo quindi il Campidoglio, gli enti pubblici e le aziende municipalizzate nel mirino, ma anche la Regione Lazio, patria dei referenti politici anche delle amministrazioni locali del territorio della provincia di Roma Gli inquirenti hanno trovato su cosa indagare anche lungo il litorale romano. Dalle pompe di benzina ad un ex consigliere comunale di Cerveteri, fino alla città aeroportuale di Fiumicino. L’ultimo a finire sul banco degli imputati infatti è stato l’ex candidato sindaco del centrodestra di Fiumicino, Mauro Gonnelli, da un’intercettazione divulgata risultante bersaglio della cupola; Gonnelli continua a ripetersi assolutamente estraneo ai fatti e tra l’altro di aver perso le elezioni contro Montino passando da oltre 2000 voti di vantaggio al primo turno ad altrettanti voti di svantaggio al ballottaggio consegnando la vittoria all’attuale sindaco del PD Montino (anch’egli indagato dalla Procura di Rieti per fatti risalenti la legislatura di Polverini). Ma prima di procedere alla stretta della forbice facciamo qualche premessa: la politica locale, sempre a corto di fondi per opere pubbliche e prospettive, si sa, ha bisogno di sostegni in Regione, così come, giusto o sbagliato che sia nel gioco democratico, i politici giunti in regione hanno bisogno di sostegno alle votazioni nei collegi locali: e non è una novità che gli onorevoli scendano a valle per coltivare rapporti con le realtà provinciali balcanizzate: non per questo, quando ci sono indagini in corso, si deve forzare la mano per amplificare interessi specifici o volontariamente demolire personaggi locali che magari sono totalmente estranei ai fatti: l’informazione se da un lato deve, come si suol dire, “dargli giù” pesante in caso di comprovata colpevolezza, dall’altro dovrebbe essere garantista sino in fondo altrimenti sarebbe troppo facile fare di tutta l’erba un fascio e ciò non farebbe bene in primis al paese che non si rialzerebbe più. Associare l’indagato alle persone a lui vicine può rivelarsi un boomerang per almeno 2 ragioni; primo, perché l’indagato è innocente fino alla sua comprovata colpevolezza (l’indagine e l’avviso di garanzia sono da ritenersi un accertamento sulla effettiva buona condotta), secondo, perché anche se fosse colpevole non è detto che lo siano anche le persone che, a livello locale, gli hanno dato fiducia. Quando si parla di indagati, o addirittura di vicinanza di persone agli indagati, e non di persone ar- restate, i giornali dovrebbero non sbilanciarsi, ed attendere, per sparare sentenze, la comprovata colpevolezza dell’indagato da parte della magistratura. Soprattutto in indagini ad ampio spettro di questo tipo, dove ad essere coinvolte potrebbero essere anche le segreterie. Tornando agli accertamenti svolti dalla procura che hanno avuto ripercussioni nel territorio: tra gli indagati squillano nomi di tutto rispetto: dal consigliere regionale Pd Eugenio Patanè e quello Pdl/FI Luca Gramazio, finiti nel registro degli indagati. Patanè, che nel frattempo si è dimesso dal suo incarico di presidente della Commissione Cultura della Regione, e Gramazio, dimessosi anche lui, da il capogruppo di Forza Italia alla Regione Lazio, sono da tempo vicini al territorio di Ladispoli e Cerveteri. Il legame tra il consigliere Pd Patanè e il delegato al turismo del comune di Ladispoli Federico Ascani e non solo è di pubblico dominio, ma ciò non significa assolutamente nulla al di là dell’associazione di immagini tra i volti locali e il deputato in contesti lontani e dissociati sulla linea del tempo rispetto alle ultime vicende. Così nel caso di Patanè ed Ascani, anche nella fattispecie di altri consiglieri comunali, di centro destra stavolta, che hanno visto indagati i propri referenti superiori: Emanuele Cagiola e Pietro Ruscito di Realtà Nuova non hanno mai fatto mistero della loro vicinanza politica con l’altro indagato, Luca Gramazio, capogruppo in consiglio regionale. Ruscito, durante la campagna elettorale nel lontano 2007, trovò nello stesso Gramazio, al tempo esponente di Alleanza Nazionale, un valido sostegno per la sua candidatura a sindaco di Ladispoli. Segue con gli approfondimenti sul nuovo quotidiano www.baraondanews.it 36. Focus LA CASERMA PROMESSA. LA STORIA INFINITA DELLA NUOVA SEDE CHE DOVRA’ OSPITARE LA FUTURA TENENZA DEI CARABINIERI Un progetto tortuoso: il primo sì nel 2008, la prima gara nel 2010. Poi il viavai delle due ditte fra Tar e Consiglio di Stato. Ed oggi a che punto siamo? di Valerio Dieni Sicurezza è tante cose. Sicurezza è sine cura, “senza preoccupazioni”. Sicurezza è attualità, della nostra vita prima che della nostra informazione. Sicurezza è obiettivo politico. Sicurezza è punto del programma. Sicurezza è, secondo Spinoza, “fine ultimo dello stato civile”. Per queste e per molte altre ragioni abbiamo deciso di intraprendere questo viaggio attraverso le situazione e le dinamiche che regolano la questione sul piano locale. E abbiamo deciso di partire dalle basi, anzi - forse è proprio il caso di dirlo - dalle fondamenta. Le fondamenta di un edificio che avrebbe dovuto esserci ma non c’è: la nuova caserma dei carabinieri di Ladispoli. Ma andiamo con ordine. La storia del progetto non è affatto recente. Il primo “sì” risale al 2008 e proviene dalla Regione Lazio, più precisamente dall’assessorato all’Ambiente. Con l’occasione il sindaco Paliotta annuncia che la caserma sorgerà nel Centro Civico accanto all’ufficio postale e che verrà realizzata da un privato attraverso la procedura del project financing, per poi essere affidata al Ministero degli Interni. I dettagli: 1.500 mq di uffici, 704 mq di garage, 6.500 mq di spazi esterni, 960 mq per 8 alloggi di servizio. Siamo nel 2010 quando si svolge presso il palazzetto comunale una riunione alla quale prendono parte, oltre al sindaco Paliotta, l’allora assessore all’Urbanistica, Raffaele Autullo, e il dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale, Ermanno Mencarelli. Presenti all’incontro anche i rappresentanti della società che propose il project financing. Sembra tutto in dirittura d’arrivo, con l’area per l’edificazione già stabilita e con il primo cittadino che annuncia alla stampa: “Sarà una delle strutture più grandi per l’Arma a Nord di Roma e permetterà un ulteriore ampliamento dell’organico e quindi una maggiore presenza di carabinieri sul nostro territorio”. Viene indetto un bando pubblico basato sulla proposta del promotore. Negli uffici comunali giunge l’offerta di una sola altra ditta, che presenta però una proposta migliorativa rispetto a quella iniziale e che si aggiudica quindi la gara, almeno provvisoriamente. La prima ditta fa ricorso al Tar, che rigetta. Si rivolge poi al Consiglio di Stato, ma il risultato non cambia. Sarà solo il primo di una lunga serie di corsi e ricorsi che caratterizzeranno in negativo il tortuoso percorso della nuova caserma. La Commissione di gara attiva infatti la procedura negoziata, esprimendosi favorevolmente nei confronti della seconda ditta e dichiarando l’adeguamento dell’offerta della prima ditta non conforme alle prescrizioni del bando di gara. Altro ricorso al Tar, che stavolta accoglie la sospensiva e annulla gli atti di gara. Tocca quindi al Comune di Ladispoli e alla seconda ditta rivolgersi al Consiglio di Stato, che accoglie le richieste dell’amministrazione dichiarando inammissibile il ricorso presentato al Tar dalla prima ditta e stabilendo una nuova procedura negoziata. Il 5 dicembre 2013 si aprono le buste con le nuove offerte. Dal comune informano che è ancora la seconda ditta ad essersi aggiudicata la gara. Il diritto di prelazione del promotore, però, prevede che alla prima ditta vengano concessi dieci giorni di tempo per adeguare la propria offerta. I dieci giorni passano, l’offerta adeguata non arriva e la Commissione dichiara la gara conclusa. L’ennesima battuta d’arresto arriva a fine mese, quando il sindaco Paliotta annuncia ai microfoni di Centro Mare Radio un ulteriore ricorso al Tar da parte della prima ditta. E ora? Il 2014 sta per concludersi e la nuova caserma ancora non c’è. Il maresciallo Roberto Izzo, in un’intervista rilasciata qualche tempo fa, si era espresso in questi termini: “La nuova caserma è assolutamente necessaria. L’unico risultato di questi corsi e controricorsi è ritardare l’inizio dei lavori. Con una nuova caserma si passerebbe da Stazione a Tenenza, con conseguente aumento del personale a disposizione. Sarebbe un sogno realizzato”. La paura, per adesso, è che il sogno resti nel cassetto ancora per molto tempo. 40. Focus I TENTACOLI DEL “CUPOLONE” FINO AD ANGUILLARA di Aurelio Zirchiami Interessi economici, avidità, potere, violenza, intimidazione, politica. Sono gli ingredienti di una trama di un film sulla malavita organizzata. Ma l’operazione “Terra di Mezzo”, che dal nome dichiara apertamente il riferimento all’antologia tolkieniana tanto cara agli ambienti di destra italiani, non ha niente a che vedere con un’opera cinematografica. Non si tratta di intrattenimento e nemmeno di mafie tradizionali. Agli ingredienti vanno aggiunti: reduci dell’eversione estremista di destra, membri della banda della Magliana, cooperative gestite da squallidi personaggi che nulla hanno di filantropico e, dulcis in fundo, migliaia di immigrati sulla cui disperazione speculare. Le indagini stanno portando a galla uno scenario complesso e articolato che coinvolge personaggi appartenenti ai due principali schieramenti politici romani, con propaggini decisamente pronunciate verso la destra e contatti con clan dei Casamonica. Ciò che emerge è l’esistenza di un centro di potere malavitoso il cui scopo consisteva nell’arricchimento dei propri membri per mezzo dell’appropriazione di fondi pubblici (nazionali e europei) destinati, tra le altre cose, all’accoglienza di migranti e richiedenti asilo. Il meccanismo era semplice: attraverso pressioni e complicità politiche venivano pilotati appalti e condizionati spostamenti di immigrati all’interno dei confini nazionali, così da farli diventare pretesto per la ricezione di sussidi, e quindi fonte di ricchezza. Il tutto, naturalmente, a discapito degli immigrati stessi, costretti a volte anche a mentire sulle proprie generalità, come ha messo in evidenza Save the Children, poiché per i minori si ricevono sussidi più consistenti. È in questo quadro che si inserisce l’esperienza prima del CARA e, oggi, dello SPRAR di Anguillara. Due modelli di accoglienza completamente differenti e che dalle nostre pagine abbiamo già tenuto a differenziare, ma che fanno capo alla stessa organizzazione oggi al centro del ciclone. E non si fatica a crederlo del resto, soprattutto se si pensa al vecchio CARA. Gli immigrati, tutti richiedenti asilo, erano ospitati in strutture per larga parte abusive, prive di riscaldamento e con un impianto fognario insufficiente al carico demografico. Non erano certo le esigenze di queste persone a preoccupare Salvatore Buzzi, presidente del Consorzio di Cooperative ERICHES ora in carcere. Sue le parole ormai famose «con gli immigrati si fanno più soldi che con la droga» che, a posteriori, giustificano l’epilogo avutosi nel centro di via di Tragliatella: chiusura per ordinanza del sindaco dopo disordini che hanno visto l’intervento anche delle forze dell’ordine. Ma a dirigere il CARA non era solo la ERICHES. Presente anche un’altra cooperativa: la Domus Caritatis, costola dell’Arciconfraternita, vicina al cardinale Ruini. L’articolo integrale su www.baraondanews.it 45. L’Ospite “IL PD CERVETERI NON E’ UN TRAM” di Aurora Di Curzio IL SEGRETARIO GNAZI commenta senza peli sulla lingua i motivi latenti che gettano l’ombra della sfiducia sul suo mandato e la cattiva pubblicità di coloro che definisce “mestatori”. “Tutto In coincidenza con la mia presa di posizione sulla questione della Zona Artigianale: agli artigiani sarà destinato solamente 1/3 dell’area; il restante 2/3 pare sarà adibito ad uso prevalentemente commerciale da parte di grandi gruppi”. Davvero queste le intenzioni di Pascucci? Segretario Gnazi, Risponda in chiave strategica: perché il vicesindaco Zito è passato al PD d’opposizione? Potrebbe spiegare qual è la eventuale manovra in atto per portare il partito in maggioranza? Sono note a molti le eterne fibrillazioni politiche di Cerveteri, spesso dovute a moti compulsivi ed incontrollati che non si sa da dove partono e, soprattutto, dove vogliono arrivare. Detto questo (e proprio per questo) mi rifiuto di correre dietro le strategie altrui, beninteso, se vi fossero. All’annuncio di Zito di aver aderito al PD, io ho dichiarato con estrema serenità, per nulla imbarazzato, che si tratta (anzi, per ora, si tratterebbe) di una adesione gratificante, anche se avvenuta con modalità inconsuete. Restavo, ed ancora resto, in attesa di sviluppi, ma una cosa è certa: il PD è opposizione ed eventuali manovre di palazzo per portarlo in maggioranza ci lasciano indifferenti. Aggiungo, anche se mi sembra una osservazione ovvia, che l’adesione ad un partito di opposizione è incompatibile con il mantenimento di cariche amministrative. Né io né gli organi superiori potremmo consentire che il PD sia usato come un tram. Per il resto posso ribadire che il ruolo di opposizione del PD è esercitato in modo costruttivo e responsabile senza pregiudicare il dialogo. Anzi, come ho già dichiarato in passato, noi pretendiamo il dialogo e siamo pronti alla collaborazione, ma sempre con la schiena dritta e senza mai assumere ruoli servili ed accondiscendenti. Da dove vengono secondo lei le notizie in base alle quali Il Pd potrebbe incorrere a breve nel commissariamento? Si tratta di voci fatte circolare ad arte da qualche mestatore che rappresenta la politica più vecchia e becera, concepita da quelli che tramano solo per distruggere, ma senza avere né la forza né la credibilità né le idee per proporre qualcosa di nuovo, di alternativo o di minimamene accettabile. Trovo singolare, ma non troppo, che queste voci siano uscite subito dopo che il PD ha reso pubblica la scelta di schierarsi contro lo stravolgimento del progetto dell’Area Artigianale per trasformarla in un mega Centro Commerciale. Mi viene da pensare che queste voci nascono da chi vuole delegittimare questa scelta del partito. Posso rispondere che il PD di Cerveteri va avanti con più convinzione di prima. L’ipotesi di commissariamento è talmente paradossale che non ne parlo neppure. Ha mai parlato della situazione con l’On. Tidei? Certamente e non solo con lei. E sono stati tutti colloqui molto positivi. L’On. Tidei, in particolare, mi ha detto di andare avanti, di coinvolgere, di aprire ancora di più il Partito. L’ho fatto e nei prossimi mesi continuerò a farlo con maggiore insistenza. Crede che il pd entrerà in amministrazione con la cessione di comparti da parte del sindaco Pascucci? Quali? Posso solo ribadire che la posizione del PD è sempre stata la stessa. Il suo ruolo è quello di opposizione. E’ una posizione politica che, in primo luogo, trae origine dal risultato elettorale, perché la volontà popolare - pur in una situazione certamente anomala - è stata espressa e, a mio avviso deve essere rispettata per tutta la durata del mandato, salve, ovviamente, diverse valutazioni comunque da discutere. In secondo luogo, il nostro giudizio sulla capacità amministrativa e risultati di questa amministrazione è negativo e non potrà certamente cambiare per questioni di posti o di potere. Se, poi, qualcuno tenterà fughe in avanti, lo farà esclusivamente a titolo personale e sarà, a prescindere dal ruolo che occupa, apertamente sconfessato. Intervista integrale ed approfondimento su www.baraondanews.it 51. Report LADISPOLI-MARINA DI SAN NICOLA, CONSORZIO: CHE FINE FARA’ LA CONVENZIONE? Dopo 2 riunioni si inchioda sul banco della Commissione Urbanistica la nuova bozza. Il futuro è incerto e i dissapori crescono. Clima incandescente a colpi di carte bollate: Il comitato reclama la partecipazione del Comune di Ladispoli alle spese di gestione La Redazione Nato nel 1967, il Consorzio Marina di San Nicola, vanta il primato di essere un raro esempio di efficienza per i servizi che svolge, a fronte del contributo economico, più o meno grande, che i consorziati pagano annualmente. Ultimamente, però, sembra che qualche scricchiolio stia minando la solidità della situazione a Marina di San Nicola. Crepe alimentate da dissapori che fanno breccia in quegli equilibri, così solidi fino a qualche tempo fa, e che ora stanno diventando precari. Oggetto del contendere è la convenzione. Un patto, stipulato tra il Consorzio Marina di San Nicola e l’amministrazione di Ladispoli, che ora necessita di un rinnovo perché la convenzione, a seguito dell’edificazione dell’ultimo lotto, è terminata. A questo punto il Consorzio ha cessato le sue funzioni ed è previsto il trasferimento in proprietà al Comune di Ladispoli. Nella proposta della convenzione novativa si legge: che la manifestazione di interesse del Consorzio a proseguire nella gestione di alcuni servizi consentirebbe il mantenimento di oggettivi elevati standard qualitativi di efficienza nella gestione, nella manutenzione e nell’ammodernamento delle opere infrastrutturali del territorio. Inoltre si legge che: la manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria realizzate dal Consorzio, nonché la gestione di tutti i servizi connessi e complementari alle stesse, risulterebbe senz’altro difficoltosa ed economicamente onerosa per l’amministrazione comunale, mentre troverebbe nella conduzione consortile il più ampio ed adeguato riscontro alle esigenze ed aspettative dei consorziati con evidenti ed oggettivi risparmi economici da parte dell’amministrazione comunale. Qui cominciano i dissapori: la bozza della nuova convenzione, studiata dagli avvocati del Comune di Ladispoli in collaborazione con gli avvocati del Consorzio, non piace al Comitato San Nicola, che ha sottolineato le proprie perplessità, giudicandola troppo onerosa per i consorziati affermando: nel documento redatto dal Comune e dal Consorzio si evince che la manutenzione delle strade, dell’illuminazione pubblica, dell’acquedotto e del verde pubblico sarebbero ancora e completamente a carico dei Consorziati. E di fatto, anche i futuri collaudi di trasferimento al Comune. L’originaria convenzione urbanistica prevedeva che le opere dovevano essere trasferite direttamente dal lottizzatore al Comune, senza passaggi intermedi. Il Comitato ha così presentato una sua proposta, la costituzione di un Consorzio stradale permanente obbligatorio con la compartecipazione del Comune alle spese di gestione. Il Comitato, inoltre, afferma: che le ipotesi percorribili possono essere diverse, ma è imprescindibile la doverosa modifica dello statuto consortile, per renderlo più efficiente e completo (in modo da colmare vuoti normativi oramai evidenti); modifica comunque necessaria quando si passa alla definizione di una qualsiasi nuova Convenzione. Al momento non sono state sufficienti due riunioni della Commissione Urbanistica per trovare un accordo che soddisfi le parti in causa, di sicuro si prevedono altre riunioni e discussioni che porteranno a tempi lunghi per la soluzione dell’annosa questione. 52. Speciale le copertine del 2014 Raccontiamo un anno attraverso i principali titoli della nostra rivista di David Paris Undici anni fa (dicembre 2003) iniziammo a collezionare i numeri della nostra rivista creando alla fine dell’anno dei Book che rilegavano assieme tutte le uscite. Siamo arrivati a collezionare ben 14 volumi che attualmente racchiudono centinaia di riviste con circa 5000 pagine. Si tratta di un archivio storico del territorio che forse un giorno non avrà solo un valore simbolico. Una “TRECCANI” del comprensorio realizzata attraverso gli occhi dei giornalisti che hanno collaborato con noi e le realtà che hanno partecipato al processo di creazione delle notizie. Oggi, alla fine di un anno molto difficile, guardiano indietro per analizzare attraverso le copertine e i titoli gli argomenti più trattati e la nostra sensibilità giornalistica. Gli ultimi 12 mesi a partire da… Dicembre ’13. …”A BABBO MORTO”. In copertina Babbo Natale con dei soldi in mano. Una copertina che richiama in generale ad una crisi sempre più pressante e alla difficoltà delle aziende ad esigere i pagamenti. Gennaio ’14. Arriva Mc DONALD’S. Comune di Ladispoli agguanta 70000€. Copertina con il pagliaccio testimonial della franchising trai i palloncini colorati. Si tratta di notizia data in anteprima da BaraondaNews per l’aggiudicazione del lotto vicino l’Aurelia e la costruzione di un nuovo Fast-food. Febbraio ’14. SAGRA DEL CARCIOFO. Chi la organizza quest’anno? Una domanda retorica che la nostra redazione si poneva visto che a soli due mesi dall’evento regnava ancora l’incertezza su quale fosse l’organizzazione assegnataria (dopo 64 anni consecutivi di Pro loco) della Fiera. All’interno la questione sul Gas al Cerreto lontana da una soluzione e bollette sempre più alle stelle. Editoriale sul sogno del Comune Unico tra Ladispoli e Cerveteri che fino a qualche settimana prima era benvoluto da tutti e in poco tempo era scemato nell’oblìo generale. Marzo ’14. PADRINI E PADRONI? All’interno l’intervista ad un ex funzionario del Comune di Ladispoli che denunciava pesanti anomalie nelle 54. Speciale procedure urbanistiche che in un recente passato hanno consentito a due importanti supermercati di aprire i battenti. Aprile ’14. RE CARCIOFO, REGINA SAGRA. 11/12/13 Aprile 64 Fiera Nazionale. Numero dedicato alla Sagra del carciofo. In copertina una ragazza cinta da un bichini vegetale con in mano un carciofo. Nel secondo numero di Aprile in copertina abbiamo un martello che sradica un albero, a simboleggiare l’intento della giunta comunale di Ladispoli a cementificare (300000 metri cubi edificabili) l’area verde di Osteria Nova. L’opposizione dei comitati cittadini e di alcune realtà politiche. Maggio ’14. VENITE IN ETRURIA! I sindaci di Ladispoli e Cerveteri all’interno di uno autobus di linea. Abbiamo dedicato la copertina di Aprile all’attesissima decisione da parte dei due comuni di creare un sistema unificato di trasporto intercomunale. Purtroppo, ancora non si vede luce… Giugno ’14. TSUNAMI A 5 STELLE. Un’onda di maremoto sopra la statua del bacio di Civitavecchia per simboleggiare la vittoria a sorpresa che il Movimento 5 stelle ha avuto nella città portuale. Luglio ’14. SLALOM DELL’ASSESSORE. Tra i paletti della stampa. In copertina l’assessore allo sport di Ladispoli fotografato in completo da sci tra gli ombrelloni di uno stabilimento balneare. All’interno l’intervista Fabio Ciampa (Ass. Sport) che ci racconta la sua campagna per rilanciare l’immagine di un territorio troppo spesso denigrato dai Media. Agosto ’14. RACCOLTA STELLARE. La differenziata è partita. In copertina un razzo con all’interno il sindaco di Ladispoli che guarda da un oblò un pianeta di rifiuti. Settembre ’14. TARIPAGO. Aumenta di nuovo la tassa sui rifiuti. Copertina con un secchio della spazzatura colmo dei soldi dei cittadini per richiamare gli articoli interni che descrivono gli ultimi aumenti della TARI. Ottobre ’14. SEXGATE. Ladispoli-Cerveteri, sesso in cambio di lavoro. Scarpe con tacco a spillo, calze a rete e banconote in copertina. Tiene banco l’inchiesta della Procura di Civitavecchia che indaga sulle intercettazioni fatte all’ex pres del consiglio comunale di Civitavecchia, Franco Cerasa (PD), e sulle assunzioni di giovani collaboratrici fatte in cambio favoritismi politici. Novembre ’14. TERRITORIO MINACCIATO. Salute e ambiente sotto tiro. Temi affrontati sono l’ampliamento di Cupinoro, la discarica abusiva scoperta ad Anguillara e l’intento della Regione Lazio di chiudere l’ospedale Padre Pio. Le bombe d’acqua e il dissesto idrogeologico del territorio. 56. Nel territorio 57. L’Intervista PIANO REGOLATORE, SGUARDO ALLA LADISPOLI DEL DOMANI IL SINDACO PALIOTTA: “Osteria Nova progetto da valutare. Col nuovo PRG standard di verde elevati e a costo zero” di Fabio Fantozzi Dopo quattro anni dall’adozione in consiglio comunale riprende il cammino del nuovo piano regolatore generale per l’approvazione definitiva. Il sindaco di Ladispoli Crescenzo Paliotta spiega alcuni dei numerosi punti interessati dal nuovo strumento urbanistico. ●Sindaco, come influiranno le 448 osservazioni sulla variante adottata? La procedura prevede per i Piani Regolatori l’esame delle osservazioni dei cittadini o di chiunque abbia interesse, anche di ordine generale. E’ una procedura non prevista per nessun altro atto amministrativo (negli altri casi si può fare solo ricorso al Tar), posta a garanzia della trasparenza e della partecipazione, e questo dimostra quanta importanza possono avere le osservazioni nel cambiare un Piano Regolatore Generale. Nei possibili cambiamenti ci sarà da tener conto, oltre che alle osservazioni, anche del periodo trascorso e delle mutate situazioni socio-economiche dell’Italia. ●Il presidente della commissione Urbanistica Nardino D’Alessio ha riportato al centro dell’agenda politica l’approvazione del P.R.G. Un’iniziativa che riuscirà a dare nuovo impulso all’azione di governo della sua amministrazione? La ripresa della discussione sul PRG era uno degli impegni programmatici 2014 e l’ottimo lavoro svolto sinora dal presidente della Commissione Nardino D’Alessio rilancia sicuramente l’azione amministrativa in un settore fondamentale per lo sviluppo di Ladispoli. ●Il piano prevede la realizzazione di nuovi quartieri e di nuovi spazi verdi per la città, mantenendo uno standard molto alto, di 24 mq per abitante, ben al di sopra dei livelli minimi. Crede che tale quota verrà mantenuta o, più verosimilmente, si scenderà a livelli più bassi? Gli standard rimarranno alti e questa volta saranno reali, perché non dovranno essere espropriati (cosa che ha reso sempre teorici in passato gli standard dei Comuni) ma passeranno pubblici a costo zero per il Comune se le previsioni private saranno realizzate. ●Tra le aree interessate dalla trasformazione figura la zona Osteria Nova, dove è prevista la creazione di verde pubblico e servizi (centro commerciale, ospedale e centro turistico-ricettivo). Pensa che cambierà la destinazione di questa zona a fronte del progetto di un nuovo aggregato urbano avanzato da un’impresa privata? Quella di Osteria Nuova è una delle trasformazioni più importanti di tutto il PRG. La proposta presentata, successivamente all’adozione del Piano Regolatore modifica notevolmente le previsioni iniziali, in cambio della realizzazione a spese dei proponenti di un’opera pubblica di grande impatto: un nuovo accesso alla Città con un ponte che collegherebbe viale Mediterraneo all’Aurelia all’altezza di Palo. Su questa proposta il confronto sarà aperto con tutta la comunità, che potrà esprimersi nelle sedi istituzionali e nelle assemblee dei quartieri. ●Esclusa la via dell’esproprio, difficile da realizzare in Italia, si dovrà procedere con compensazioni e perequazioni. Quali saranno gli ostacoli più difficili da affrontare? Per le perequazioni, cioè il passaggio di terreni a titolo gratuito alla collettività in cambio di cubature, le difficoltà potranno derivare dalle eventuali eccessive frammentazioni dei terreni. Quello della compensazione sarà comunque uno dei temi centrali di tutta la discussione sul futuro PRG. Intervista integrale sul nuovo quotidiano www.baraondanews.it 58. Focus 59. Nel territorio ACQUA PUBBLICA E SBLOCCA ITALIA: GOVERNO CONTRO I CITTADINI Il gestore unico sarà scelto tra i gestori esistenti che abbiano un bacino d’utenza minimo del 25% del totale di Maurizio Archilei Sono ancora calde le dichiarazione di Crescenzo Paliotta riguardo il rifiuto di consegnare nelle mani di ACEA ATO2 il servizio idrico del comune di Ladispoli, da lui amministrato. Ma questo confronto con l’ACEA non interessa solo la cittadina del litorale. Anguillara, Bracciano, Manziana e Canale, per non dire Civita Vecchia, vivono oggi lo stesso problema, che affonda le proprie radici nella metà degli anni ’90, quando l’ACEA era al 100% pubblica e nacque la divisione negli ATO che ora conosciamo. Agli inizi degli anni 2000 i comuni aderirono all’ATO2, di cui l’ACEA divenne gestore “migrando” la propria competenza dalla città di Roma a tutto l’ATO2. Poco dopo, però, l’ACEA divenne una Spa, cambiando quindi missione e creando delle sottoagenzie tra cui l’”ACEA ATO2”, nata proprio con lo scopo di gestire il servizio idrico e di depurazione del territorio di riferimento. «Ma se l’ACEA [ente pubblico] aveva una sua legittimità, ACEA ATO2 costituisce un ente privato e terzo differente, una Spa. diversa perfino dall’ACEA, e per questo ne contestiamo la pretesa continuità di gestione» dichiarano dal comitato locale del Forum Italiano dei movimenti per l’acqua. Già un anno fa un analogo assalto della Spa fu respinto da comuni e comitati in vista della redazione di una legge Regionale che avrebbe potuto proporre confini differenti agli ATO di riferimento. La situazione fu così congelata, e nel 2014 la Regione Lazio, recependo l’esito del referendum di giugno 2011, emanò la legge numero 5 con la quale si pose un serio stop all’acquisizione da parte della Spa della gestione del servizio idrico dell’ATO2. A luglio dello stesso anno la Presidenza del Consiglio dei Ministri impugna la legge regionale avanzando dubbi sulla tutela della concorrenza, la competenza nella materia (ma la legge n. 5 fa riferimento alla legge comunitaria) e tutela dell’ambiente (la legge n. 5 stabilisce solo che l’acqua è un bene da salvaguardare senza trarne profitto). Motivazioni deboli, secondo i promotori del referendum del 2011, che denunciano un obiettivo abbastanza chiaro da parte dei vertici del nostro paese: mercificare l’acqua. È su questa linea che, ancora senza un esito dell’impugnazione della legge n.5, il governo emana lo Sblocca Italia, che sulla materia non è privo di conseguenze. Prima tra tutte: gli ambiti territoriali, o ATO non possono essere territorialmente più picco- li delle vecchie Province o della Città Metropolitana. Un’idea che stride con le recenti riforme volte proprio ad eliminare queste entità territoriali intermedie che sono le Province. Ma c’è dell’altro: il gestore unico di ciascun ATO sarà scelto tra i gestori esistenti che abbiano un bacino d’utenza minimo del 25% del totale. In una parola sola: sarà l’ACEA, ed è stabilito per legge. Alla faccia del principio di concorrenza evocato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. In questo quadro decisamente confusionario e pieno di contraddizioni si muovono oggi le amministrazioni locali che al momento gestiscono ancora, con società in house, il servizio idrico, riuscendo a mantenere costi molto più vantaggiosi rispetto all’ACEA. Senza considerare la politica dei distacchi (non contemplati dalla legge) che da tempo ACEA applica e che solo da poco è stata adottata a Ladispoli dalla pubblica Flavia Acque. Benché ancora non si sia creata una cordata di amministrazioni capace di amplificare la capacità dei singoli di resistere all’”assimilazione”, nessuno è disposto a farsi imporre la cessione del servizio idrico, che peraltro la segreteria di ACEA ATO2 ha chiesto senza averne delega da parte del commissario Nicola Zingaretti. E lo sono ancor meno dopo aver affrontato, in alcuni casi (come a Bracciano) senza aiuti economici dalla Regione, il problema dell’arsenico. 61. Nel territorio 60. La denuncia “io ti denunzio” Tutti in caserma. Parte a Ladispoli la guerra delle querele Sull’albo pretorio comunale la proposta di querela per diffamazione della giunta ladispolana (che verrà inoltrata ai carabinieri di Ladispoli ed al Prefetto di Roma), in merito alle affermazioni diffuse su social network ed a mezzo stampa su varie questioni di pubblico interesse. La giunta si è riunita appositamente per discutere sulla eventualità di impacchettare le denunce: con tutti i problemi che ha, ha comunque deciso che rappresentava una priorità mettere nero su bianco la quantomeno originale proposta di deliberazione avente come oggetto preventivo l’autorizzazione a procedere con la proposizione di denuncia-querela per diffamazione “nei confronti di tutti i soggetti coinvolti” (si legge nell’albo), tra cui il comitato legalità e l’ex direttore generale del comune, ora non più a servizio dell’ente guidato dal sindaco Paliotta, Dr. Santo Fabiano. Vengono citate anche le testate giornalistiche che si sono limitate a pubblicare integralmente, porre interrogativi e segnalazioni su tematiche già circolanti in rete e sulle caselle di posta dei quotidiani: ma perché questa scelta di pressare la stampa fino a rischiare “lo sbotto”? Nel mirino dell’avvocatura comunale di Palazzo Falcone, si legge nel deliberato, le affermazioni rivolte nei confronti dell’amministrazione comunale le quali vengono ritenute “false, ingiuriose e diffamatorie dell’onore e del prestigio dell’intera amministrazione”. Affermazioni fatte non certo dalla stampa come sarà facilmente comprensibile per il lettore e dimostrabile agli occhi del magistrato. Il quadro si aggrava e sempre più affollato appare il comando dei carabinieri di Ladispoli che continua a notificare istanze di querela su più fronti, a conferma della moda italiana di affrontare le controversie e di mandare messaggi subliminali attraverso il sistema della denuncia facile spesso seguita da altrettante querele per calunnia! Nel deliberato comunale, dicevamo, sono citate anche le testate giornalistiche che hanno diffuso la comunicazione inerente il caso ribattezzato “parentopoli” dai responsabili del “comitato per la legalità” mediante comunicati indirizzati alla stampa e post pubblicati su social network riguardanti diversi punti ritenuti sospetti dal comitato stesso, circa le modalità di assunzione di alcuni dipendenti pubblici ed alcuni affidamenti diretti. Tutto è agli atti. Il comitato continua in questi giorni a inviare comunicati per amplificare quanto scrive sul proprio sito web. Crediamo che in queste circostanze la maggior parte della stampa (quella citata dal Comune) abbia agito nella massima buona fede, ponendo interrogativi e facendo il proprio mestiere tenendo dritta la schiena nonostante le bastonate, pubblicando attacchi e repliche trattandosi di attori giurdicamente riconoscibili e non di quattro sconclusionati. PROMEMORIA Il consiglio comunale si era espresso contro certi linguaggi: i politici locali non hanno gradito l’appellativo di “mafiosi” e “giannizzeri” che gli è stato affibbiato sui social network che rappresentano al 100%, come la normativa conferma, un luogo pubblico. La stampa comunale ha, come era prevedibile, levato gli scudi in difesa della politica e dell’amministrazione. Niente di straordinario e di differente dal solito. PUNTO DELLA SITUAZIONE Se il comune citerà davvero la stampa libera, come annunciato nel deliberato, non lo sappiamo, ma forse si capirà che sarà inutile affibbiare responsabilità a chi non è firmatario ed autore di eventuali illazioni o insinuazioni. Nel frattempo però inizia la querelle delle denuncie non dell’ente direttamente, ma dei privati: l’obiettivo è sempre il comitato legalità. Non sappiamo se i privati sono chiaramente legati all’amministrazione. Chiaramente anche in questo caso vengono scomodate le testate indipendenti. SVILUPPI SE CI SARANNO Vi terremo aggiornati e vi racconteremo tutto, per filo e per segno: il fascicolo è aperto, e noi al postino gli offriamo pure il caffè. La stampa divisa farà passi avanti per un’unione di intenti: c’è in gioco la giustizia e la libertà di esercizio, colleghi… siamo quasi tutti sullo stesso treno… Baraonda al postino offrità il caffé. Redazione 62. Focus CUPINORO, COSA EMERGE DALLA GUERRA DI CARTE IN CORSO di Maurizio Archilei Si intensifica la battaglia di carte bollate attorno alla discarica di Cupinoro e ai suoi destini. Con la presentazione dei tre ricorsi al Tar i Comitati Uniti, Fermiamo Cupinoro e il comune di Cerveteri hanno avviato il percorso attraverso il quale intendono opporsi alla decisione del Consiglio dei Ministri di sbloccare il procedimento per il riconoscimento dell’AIA per l’impiantistica. Solamente uno di questi ricorsi, però, impugnerebbe direttamente la stessa AIA, poiché i ricorrenti, i Comitati Uniti, sarebbero venuti in possesso a fine ottobre del documento pubblicato ufficiale sul BURL della Regione Lazio soltanto il 9 dicembre, ben oltre i termini di presentazione dei ricorsi a metà novembre. È per questa ragione che il comune di Bracciano si sarebbe costituito in giudizio solo contro il ricorso dei Comitati Uniti, cui si è aggiunta l’associazione Italia Nostra. Le basi sulle quali tale ricorso è stato studiato le ha esposte il 4 dicembre l’avvocato Michele Greco, che ha fornito una ricostruzione storica accurata delle varie autorizzazioni che hanno interessato la discarica. Vediamo i principali punti su cui i Comitati Uniti faranno leva. La revoca della VIA alla VAIRA1 – uno dei passaggi fondamentali riguarda il dietrofront della Regione (7/11) rispetto all’ampliamento della discarica tramite il nuovo invaso VAIRA1, definito “a servizio degli impianti” che proprio l’AIA ha autorizzato. Un’incongruenza non indifferente: gli impianti autorizzati non avranno a disposizione un invaso per completare il proprio ciclo di trattamento. Situazione che, se non sembra impensierire l’amministrazione di Bracciano, fa sorgere alcune domande: perché si è chiesta la realizzazione di un’opera che non serve? E perché, se non serviva, i lavori di quell’opera sono stati fatti partire senza il parere paesaggistico, e poi bloccati in tutta fretta? Procedimenti distinti – Secondo il Dl 387/2003 uno stesso procedimento non può interessare im- pianti per la produzione di energia rinnovabile e normali impianti per il trattamento dei rifiuti, come invece accade nell’AIA. Procedimenti unitari – Secondo la giurisprudenza a disposizione, sostiene Greco, l’iter autorizzativo dell’impiantistica e della relativa discarica a servizio (quindi l’argomento in oggetto dell’AIA e quello della VIA) debba essere unico. Cosa che evidentemente non è. Progetti modificati – Nel corso del tempo gli impianti indicati nella richiesta dell’AIA hanno subito modifiche di cui non si è tenuto conto in fase di approvazione, come del resto non si menziona minimamente la revoca della VIA per la VAIRA1. Debole istruttoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri – A tutte queste ragioni se ne aggiungono altre, tra cui quelle messe in evidenza dalle dettagliate osservazioni del MIBACT e considerate dallo stesso ministero come insuperabili. Osservazioni che il Consiglio avrebbe frettolosamente ignorato senza adeguate verifiche. Ma tra le incongruenze riscontrabili ce ne sono di ulteriori segnalateci da Fermiamo Cupinoro. All’interno dell’AIA esiste un progetto del febbraio 2014, identificato con il titolo “stato attuale della discarica”, le cui immagini sarebbero però ben più vecchie. Mancano, infatti, i cumuli di terra risultanti dai lavori per la VAIRA1 che altre foto risalenti a novembre 2013 mostrano chiaramente. 64. Dossier MAFIA CAPITALE A LADISPOLI? L’INCHIESTA DILAGA NELLA PROVINCIA DI ROMA La coop. Casa Comune 2000 citata dalla stampa nazionale tra le altre collegate Redazione Anche La cooperativa casa comune 2000, operante nel territorio di Ladispoli e nel comprensorio, è citata in più circostanze dalla stampa nazionale nella divulgazione dei risultati dell’inchiesta “Mafia Capitale”. Il segmento è quello relativo alla holding di cooperative collegate alla 29 giugno capitanata da Salvatore Buzzi. “Mafia Capitale” investe dunque anche la provincia di Roma. Dopo le ombre su anguillara e su cerveteri, l’inchiesta si allarga a nuovi ambiti. RISPETTO A CASA COMUNE 2000 nulla di illecito è stato imputato alla cooperativa con sede a Ladispoli, non sono in discussione al momento gli affidamenti dei servizi. Riportiamo per ora la cronaca dei quotidiani nazionali. IL FATTO QUOTIDIANO - “La Crisalide srl (partecipata al 50% da Casa Comune 2000)”. IL TEMPO DI ROMA - SU COOPERATIVA 29 GIUGNO: Bandi pilotati o affidamenti diretti durante le fasi emergenziali: la cupola criminale ha agguantato il mercato del verde pubblico, delle manutenzioni e dei rifiuti, tra i più redditizi anche perché sospeso, da anni, tra commissariamenti e carenze impiantistiche che puntualmente hanno assorbito «risorse straordinarie». È successo anche recentemente, il 30 dicembre 2013, quando il sindaco Marino - nel panico dopo il caso dei maiali fotografati a rovistare tra i rifiuti e in aperta polemica coi dipendenti Ama accusati di assenteismo - ha prelevato 4,9 milioni di euro del fondo di riserva per finanziare un piano di pulizia straordinaria appaltato, su chiamata diretta, anche alle coop oggi coinvolte nell’inchiesta, come la 29 giugno. «Dal 30 dicembre al 14 gennaio 2014 - ha poi rendicontato la 29 Giugno - sono state coinvolte 7 coop sociali, 29 Giugno, Formula sociale, Formula ambiente (tutte e tre riconducibili a Buzzi, ndr.), Arcobaleno, Serviplus e Casa Comune 2000, che hanno operato con 500 operatori nei servizi di supporto ad Ama decisi dal sindaco Marino”. IL MOSAICO SOCIETARIO DELLA COOPERATIVA 29 GIUGNO sintetizzato da “IL FATTO QUOTIDIANO” “Districarsi nel mosaico societario è molto complesso. Dalla onlus dipendono a cascata sei soggetti: Eriches 29 (partecipata al 24% da coop Dioniso e al 42% da altre coop), Oml srl (partecipata al 10% da Formula sociale e al 60% da Marco Clemenzi),Consorzio raccolta differenziata 3 (partecipata al 33% daFormula Ambiente), Crd Immobiliare (partecipata al 33% da Formula Ambiente e al 33% da Cosp Tecnoservice), Crisalide srl (partecipata al 50% da Casa Comune 2000) e Sarim srl. Quest’ultima controlla Crisalide, ma anche – rispettivamente al 49% e al 35% – Si.Al Service srl (l’altro 50% è di Impegno per la Promozione) e Rogest srl (partecipata al 15% da Casa Comune 2000 e al 50% da Edil House srl). Da Crisalide dipende anche Tolfa Care. C’è poi una costola della onlus, la 29 giugno servizi coop, dalla quale dipende – al 29% – Formula Ambiente e al 19% Formula Consorzio”. I PROVENTI La proposta di sintesi di bilancio 2013 della 29 giugno, dove sono presenti le principali società collegate alla holding di Buzzi, fa segnare risultati notevoli: un totale attivo pari a quasi 29 milioni di euro. COOP 29 GIUGNO IN TERMINI DI ATTIVITA’ Servizi amministrativi: prima accoglienza in portineria, interventi di manutenzione. Accoglienza. immigrazione, case, emergenza freddo. Centinaia di persone assistite e immobili. Igiene ambientale. dalla raccolta dei rifiuti alla gestione dei centri di raccolta fino allo spazzamento delle strade. Verde pubblico. mantenere le aree verdi e i parchi, persino nel centro storico della Capitale. Pulizia. La coop lavora nelle strutture industriali e negli ospedali, ha appalti nel centro agroalimentare di Roma, all’Auditorio, nelle Asl. LA BUFERA ANCHE AI VERTICI DELLO STATO NELLA BUFERA MEDIATICA ANCHE I VERTICI DELLO STATO CENTRALE DEL GOVERNO RENZI: IL MINISTRO DEL LAVORO POLETTI (ex presidente di lega coop), ritratto in numerose foto, in diversi anni, insieme al numero 1 di coop. 29 giugno salvatore buzzi. “IL GIORNALE” ha pubblicato un’inchiesta sull’argomento http://www.ilgiornale.it/news/politica/ linchiesta-1074463.html 66. Focus ROMA, SPECIALE ROM E CAMPI NOMADI “Si fa presto a dire Zingaro” Intervista ad Aleramo Virgili, dal 2005 al 2010 coordinatore dello Sportello di Segretariato Sociale per l’avviamento al lavoro delle Comunità Rom, Sinti e Camminanti gestito dall’Opera Nomadi; coordinatore per due anni Progetto raccolta rifiuti ingombranti per conto dell’AMA da parte della Cooperativa Fraternità, e per otto anni coordinatore dei mercatini dei Rom e Sinti in alcuni Municipi della Capitale di Angelo Alfani Quando le cose girano male è di prassi trovare un bersaglio su cui scaricare le responsabilità, su cui concentrare attenzione e tensione. E quale bersaglio più facile dei Rom?! Diciamo che il popolo rom è sempre stato presente nei vari pogrom, stermini, pulizie etniche: sia per la sua debolezza come soggetto politico e sociale sia perché difficilmente “inquadrabile” all’interno degli schemi dominanti. Se pensiamo che il popolo rom non ha mai rivendicato una terra per se ne ha mai combattuto una “guerra di indipendenza” questo, molto più di altri stereotipi, ci fa comprendere le cause e le origini di questo accanimento. Comportamenti che in periodi “normali” potrebbero essere “tollerati” o perfino complementari, in periodi di crisi diventano inaccettabili. Avviene così che comunità perlopiù composte da bambini non rivestono più un’identità di popolo (per quanto minoritario e diverso) per divenire atteggiamento sociale agli occhi dei gagè (non rom). In questo certo non aiuta la falsa dicotomia rom / non rom con cui si guarda al mondo. I campi nomadi,nonluoghi ritagliati tra binari e raccordi anulari,tra marrane e canneti,in cui è invalso l’uso di scaricare gli “zingari”, proprio come si fa coi sacchi di plastica zeppi di calcinacci, amianto e fili elettrici:quando sono sorti e quale idea di “integrazione o segregazione” era nella testa degli Amministratori che assunsero questa decisione? I cosiddetti campi nomadi (dico così perché i suoi abitanti non sono più nomadi da anni…) sono stati (al pari degli altrettanti “mostri urbanistici”, come Viale Morandi, Corviale, Laurentino 38, Tor Bella Monaca) una risposta a drammatici problemi igienico-sanitari e abitativi dei nuovi e vecchi migranti: stranieri oggi, meridionali “terroni” ieri. Mentre i vari “serpentoni” e “torri” sostituivano le baraccopoli delle periferie, i campi attrezzati prendevano il posto, poco alla volta, del famigerato Casilino 700 e della miriade di insediamenti che i profughi rom dell’ex Yugoslavia e dei Balcani ricostruivano qui in Italia. Costretti a lasciare le civili abitazioni presenti in tutto l’ex Blocco dell’est almeno dalla fine della seconda guerra mondiale. Per spiegare il tipo di risposta che le Amministrazioni avevano in testa con la creazione questi “villaggi” ‘è sufficiente osservare la loro ubicazione geografica: tutti sorgono in aree periferiche al Municipio di appartenenza e a ridosso dei Municipi confinanti. Ad esempio i “villaggi” di Via Salviati appartengono territorialmente all’ex V Municipio ma sono a ridosso di Tor Sapienza (ex VII Municipio) così come Casilino 900 e 700 appartenevano all’ex VII Municipio ma insistevano rispettivamente sull’ex VIII ed ex X Municipio (Torre Spaccata e Cinecittà) e così via. Pensati come provvisori (due anni) sono divenuti a “tempo indeterminato” e senza un concreto progetto di superamento. Si ha l’impressione, guardando le immagini e soprattutto ascoltando le terribili parole urlate dagli abitanti delle periferie romane nei confronti del diverso, sia esso Rom o profugo dal mare, che è venuto meno ogni ritegno, ogni parvenza di fratellanza? Perché e perché oggi? (segue su www.baraondanews.it) 68. Storia e Cultura LADISPOLI RISCOPRE I CATARI E I TEMPLARI Solstizio d’Inverno all’insegna della cultura e della storia Ladispoli celebra il solstizio d’inverno nel ricordo dei Catari e dei Templari.L’appuntamento è per domenica 21 dicembrealle ore 16 nell’Aula Consiliare di Piazza Falcone con ingresso libero. Due vicende medievali finite tragicamente sui roghi con il marchio infamante dell’eresia ma che ancora oggi appassionano studiosi e letterati fedeli a quel pensiero di Erich Fromm per cui “tutti i martiri delle fedi religiose, della libertà e della scienza hanno dovuto disobbedire alla propria coscienza, alle leggi dell’umanità e della ragione. L’essere umano capace solo di obbedire e non di disubbidire, è uno schiavo”. E spesso “tocca agli scrittori dire le verità scomode” come nel caso di Adriano Petta autore de L’eresia Pura – la dissidenza e lo sterminio dei Catari che animerà il convegno del 21 dicembre unitamente al prof. Carlo Bello, docente di Storia dell’Arte, “La cattedrale Gotica”, al prof. Giuseppe Fort responsabile settore studi e archeologia dell’Accademia Templare d’Italia “I Templari nel territorio laziale: Castel Campanile” e allaprof.ssa Caterina Luisa De Caro, docente di storia e filosofia “Catari e Templari nel nostro territorio”. Un solstizio all’insegna del sapere patrocinato dal Comune e dalla Pro Loco di Ladispoli e che vedrà riuniti il Sindaco Crescenzo Paliotta, il Presidente della Pro Loco Claudio Nardocci (relatore), l’Assessore alla Cultura Francesca Paola Di Girolamo, il Presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Loddo, mentre alla dott.ssa Silvia Marongiu spetterà il compito di introdurre l’opera di Adriano Petta già autore del famoso libro “Ipazia, Vita e sogni di una scienziata del IV secolo. Ma chi erano nella realtà i Catari e i Templari. Non è facile sintetizzare in poche righe la storia di queste due comunità, molto prospere, che avevano come stella polare l’etica e la spiritualità. Una spina nel fianco dei costumi opulenti, costosi e indebitati del potere temporale del papato che del regno di Francia. “Dopo due secoli di presenza in Occitania, il Catarismo fu demolito ferocemente dagli eserciti del re Filippo iV per iniziativa della Chiesa” sul cui soglio in Avignone si trovava papa Innocenzo III. Correva l’anno 1255, e al grido “sterminateli tutti, Dio riconoscerà i suoi” villaggi e borghi e castelli vennero rasi al suolo con un bilancio finale che superava il milione di assassinati o col ferro o sui roghi. Finì così una fede la cui unica preghiera era il Padre Nostro e che basava i suoi insegnamenti “sulla libertà individuale, il rispetto della donna, la tolleranza interculturale, la protezione della natura e il senso dell’operosità”. Sull’Ordine Templare dei cavalieri monaci, storia e leggenda si intrecciano, ma sappiamo che venne ufficializzato nel 1129 e che nel 1314 dopo un drammatico processo e a seguito della bolla di Papa Clemente V con la scomunica, il re di Francia Filippo il Bello condannò al rogo l’ultimo Gran Maestro Jacques de Molais, con relativa confisca dei beni e la dissoluzione dell’Ordine. Ma molti si salvarono e trovarono asilo nei vari reami europei. Le grandi cattedrali gotiche furono ispirate e finanziate dall’Ordine? Di fatto i Templari costruirono un sistema agricolo/navale e finanziario tra i più avanzati dell’epoca che apportò potere e ricchezza alla confraternita i cui membri però erano rigidamente tenuti al rispetto della regola di povertà individuale. Catari, eretici o buoni cristiani? Templari, cavalieri monaci o scaltri banchieri? Ambedue perseguitati e condannati con l’alibi dell’eresia ma è lecito pensare che il vero movente fosse la brama di potere e il possesso dei beni accumulati. Carla Zironi 70. Cultura/Turismo IL VASO DI EUFRONIO TORNA A CERVETERI Fino al 7 gennaio sarà possibile ammirare contemporaneamente sia la Kylyx che il celebre Cratere Sarà un Natale all’insegna dell’arte e della storia quello che Cerveteri offrirà ai suoi cittadini nell’anno delle celebrazioni per il decennale Unesco. Un risultato, fanno sapere dall’amministrazione comunale, ottenuto anche e soprattutto grazie all’impegno dell’assessore al Turismo e al Marketing del Territorio, Lorenzo Croci. “Sarà un momento storico - afferma l’assessore - che Cerveteri aspetta da più di quarant’anni. Il vaso fu infatti trafugato clandestinamente nei primi anni Settanta ed è rimasto esposto al Metropolitan Museum di New York fino al 2008. Chiudiamo l’anno della ricorrenza del decennale Unesco con un evento di caratura internazionale.” La mostra I Capolavori di Eufronio aprirà ufficialmente i battenti il 18 dicembre alle ore 11.00, presso il Museo Nazionale Etrusco. Alla conferenza stampa d’inaugurazione prenderanno parte, oltre al sindaco Pascucci, Fabio Isman, noto giornalista e scrittore, Alfonsina Russo, soprintendente per l’Etruria Meridionale, e alcuni rappresentanti della Regione Lazio e del Ministero per i Beni Culturali quali Zingaretti e il ministro Franceschini. Fino al 7 gennaio, per tutti gli appassionati e non, sarà possibile ammirare contemporaneamente sia la Kylyx che il Cratere di Eufronio. “Il 2014 - conclude Croci - è stato un anno fondamentale. Abbiamo visto la nostra città protagonista al Louvre-Lens e al Palazzo delle Esposizioni di Roma e sono stati avviati i cantieri alla Necropoli della Banditaccia grazie ai fondi Por-Fesr. Solo nell’arco di tempo compreso fra gennaio ed agosto, rispetto al 2013, abbiamo registrato un incremento di più di 8000 visitatori al Museo e quasi 7000 alla Necropoli. Tutte le attività svolte hanno portato risultati davvero incoraggianti”. L’Assessore al Turismo e Cultura Lorenzo Croci Di Valerio Dieni 72. Sport TRIATHLON, UNA STAGIONE DI SUCCESSI Ora il team inizia la preparazione per il 2015 “Potenti bracciate di mute nere spaccano l’acqua, dalla zona cambio con velocissime biciclette da corsa i nostri triathleti cercano di guadagnare minuti importanti in pista ed infine corrono con tutta la forza che hanno al traguardo con i colori accesi delle Società Sportive che rappresentano. sia in Italia che all’estero. Nel palmares dell’ASD: 6° Società Assoluta al Campionato Regionale; GIANLUCA CACCIAMANO, vincitore del CAMPIONATO ITALIANO di Paratriathlon; Vice Campione Regionale Assoluto e Campione Regionale di Categoria S4 del Presidente dell’ASD FABRIZIO FERRI; la vittoria della Forhans Cup di FABRIZIO VENEZIA e Campione Regionale di Categoria S2; il 2° posto di Categoria S4 dell’atleta NICOLA PAGONE e 3° di categoria s4 nella Forhans Cup ed il 2° posto di Categoria M2 dell’atleta AMEDEO FORMICA. Il prestigioso INTERNATIONAL IRONMAN DI MALLORCA con la partecipazione di ROBERTO SCOTTI, CRISTIANO TODARO e GIUSEPPE MARINO. Ora il Team si prepara con duro allenamento ad affrontare la prossima Stagione Agonistica puntando a risultati sempre migliori. Ringraziamo tutti gli atleti del Team per questa stagione di successi. L’ASD TEAM LADISPOLI TRIATHLON, con i suoi atleti, nella Stagione Agonistica 2014 ha rappresentato la Città di Ladispoli conseguendo importanti risultati Lorena Panzini Responsabile Stampa e Comunicazione ASD Team Ladispoli Triathlon CICLISMO E BIOMECCANICA Fabrizio Venezia, atleta, studioso e promessa dello sport locale “Ho iniziato a correre in bicicletta a soli 9 anni con il mio direttore sportivo Fabrizio Ferri, iniziando la scalata che mi ha portato fino al mondo del dilettantismo” Esordisce così Fabrizio Venezia, atleta dell’ASD Team Ladispoli che nella scorsa stagione agonistica ha conseguito una serie di risultati prestigiosi nella nuova disciplina sportiva. Nella sua esperienza sportiva ci sono ben sette anni trascorsi in Toscana, con la Società ASD Futura Team Matricardi di Franco Chioccioli con piazzamenti a livello nazionale e internazionale e gare come il giro d’Italia BIO, il giro delle Valli Cunesi , il gran premio di Capodarco e il campionato a cronometro professionisti. Per vari motivi il salto nel mondo dei professionisti non è stato possibile ma per continuare a coltivare la sua passione sportiva ha conseguito due specializzazioni di cui: biomeccanico e preparatore atletico. La biomeccanica è una scienza approdata in Italia grazie a studiosi romani, tra cui Antonio Dal Monte ed Angelo Manoni, che intuirono l’opportunità di applicare la scienza del movimento al gesto sportivo raggiungendo l’obiettivo di ridurre gli sforzi, l’infortunistica e le patologie sportive. dp 74. Scuola COSA REGALARE A NATALE AI NOSTRI RAGAZZI? Riflessione del Prof. Riccardo Agresti, preside Istituto Comprensivo “Corrado Melone” La scuola secondaria di primo grado indirizza la propria azione verso ragazze e ragazzi preadolescenti ed adolescenti. Se il preadolescente è poco più di un bambino, l’adolescente, nella sua fase di transizione, affronta cambiamenti epocali. A questa età essi, pur rendendosi conto che stanno cambiando, cercano di ignorare, finché possono, queste trasformazioni che li mettono in situazioni di angoscia e di stress e che cercano di nascondere con atteggiamenti di sfida spesso irritanti. Questo è il periodo più duro per i ragazzi e per chi vive o lavora con loro (docenti o genitori che siano), ma proprio quando più sembra ci rifiutino, tanto più essi hanno ancor più bisogno di noi adulti. Purtroppo è difficile, soprattutto a causa dei propri impegni di lavoro o dei propri problemi, essere realmente loro accanto, cioè offrire a questi ragazzi i giusti consigli (quando desiderano ascoltarci) o saperci metterci da parte (quando invece rifiutano la nostra presenza). Spesso le tensioni fra adulti e giovani derivano solo da un banale problema di “sintonia”. L’aiuto che noi adulti possiamo dare ai nostri ragazzi è offrire loro amore, il che significa ascoltarli con il cuore, comprenderli, proteggerli … essere in loro sintonia. Ad esempio, se da un lato desiderano ancora il contatto fisico (una carezza un abbraccio dei genitori, anche se a volte sono grandi e grossi e potrebbero apparire ridicoli), dall’altro cominciano anche ad averne paura, a rifiutare il contatto che non avremo più in futuro, anche perché gli adulti, nella nostra società, non mostrano, normalmente, simili effusioni, se non in circostanze molto particolari di estremo piacere o dolore: situazioni che loro ancora non conoscono o non capiscono nella loro vera essenza. I ragazzi hanno estrema necessità di amore vero, amore che si esprime con uno sguardo, con un rimprovero, atteggiamenti che essi comprendono ed accettano, anche se fingono di non accorgersene o lo rifiutano platealmente per dimostrarsi grandi. Anzi, per “sentirsi” grandi, ormai osano fare ciò che vedono fare ai “grandi”: fumano, bevono, spendono, guarda- no film o immagini porno e così via. Questi atteggiamenti significano spesso che non si sentono sicuri, che non si sentono amati (anche se in realtà magari lo sono). Un pedagogo americano descrive ciò che necessita ai ragazzi di questa età (ovvero l’autostima che solo noi adulti possiamo loro infondere) paragonandolo alla quantità di fiches con cui un gamblin affronta un torneo di poker. Più fiches si hanno a disposizione, più ci si può permettere un gioco sereno, spregiudicato e vincente. Meno se ne hanno e meno è possibile rischiare. Allo stesso modo l’autostima permette loro di affrontare con serenità e fiducia la vita, senza necessità di chiudersi, di non “giocare”. In effetti, fino a che erano bambini, “esistevano solo loro”, non avevano necessità di confrontarsi con nessuno, non avevano alcuna necessità di autostima; ma ora si rendono conto che non sono soli nell’universo, che devono confrontarsi con loro simili, che devono giocare la loro partita … e ne hanno paura. Ma se posseggono molte fiches, possono essere più tranquilli e fiduciosi verso il prossimo e possono giocare serenamente e senza paure. Allora cercano queste fiches, cercano cioè supporto in coloro i quali erano fino a poco tempo fa gli unici “altro da me” nell’universo: i propri cari. Ecco allora cosa donare loro per Natale: una grande quantità di fiches per permettere loro di giocare con fiducia il poker della loro vita. 79. Salute /Ambiente PRODOTTI LOCALI DI QUALITA’, DOBBIAMO MIGLIORARNE LA DIFFUSIONE Intervista a cura di “Sole Etrusco”, società cooperativa Il dott. Daniele Segnini: “Spero si avveri la previsione di Jeremy Rifkin che prevede la realizzazione di un mondo post-capitalista basato su assetti economici e sociali completamente nuovi: un futuro fatto di sostenibilità, solidarietà e collaborazione” Nella nostra comunità abbiamo produzioni agroalimentari importanti come vino, olio, grano, carciofi, ecc… cosa si può fare secondo te per migliorarne la qualità e quindi la diffusione? Credo che possa essere utile valorizzare i prodotti intraprendendo il percorso delle coltivazioni biologiche, inoltre serve dar loro un’identità riconoscibile e quindi una certezza di origine. Un ulteriore fattore può risiedere in una trasformazione attenta e articolata su più ambiti. Per esempio: se parliamo di olio posso frangerlo con diverse metodologie, ognuna delle quali esprimerà una certa qualità ma posso anche dar vita a prodotti cosmetici oltre che venderlo tal quale. Il nostro territorio ha tutte le caratteristiche per creare sviluppo reale, con occupazione e ricchezza per i cittadini e le imprese virtuose: penso ad un circuito turistico che possa offrire insieme cibo di qualità, paesaggi incantevoli, percorsi artistici e attività ludicosportive, come il cicloturismo o il trekking nel territorio. Abbiamo visto che sei in splendida forma , oltre ai segreti professionali che sicuramente ti aiutano pratichi attività fisica? “Dovremmo tutti cercare di assomigliare alle cose che diciamo” – è una frase di tanti anni fa di Stefano Benni, il mio scrittore preferito, Nella mia attività di nutrizionista da oltre 25 anni ribadisco ad ogni visita, ad ogni controllo che nessuna dieta può funzionare senza l’attività fisica; ai ragazzi non prescrivo diete, ma modelli alimentari con più gioco e più sport; anch’io seguo “i miei consigli”: per lo più cammino – come mia moglie – poi quando posso vado in bici, gioco a calcetto, a pallavolo, a tennis, quello che capita, ma camminare è l’attività più importante, perché lo possiamo fare tutti i giorni e perché è l’unico modo per vedere bene il territorio in cui viviamo. Che mondo desidera Daniele Segnini? Sono cresciuto a pane e fantascienza, i primi 100 libri che ho letto erano tutti racconti di Urania e di Galaxy; qualche anno fa mi sono divertito a scrivere un piccolo racconto sulla città in cui mi piacerebbe vivere, si chiama “Ucronia Etrusca” e lo si può trovare qui alla coop. Sole Etrusco. Restando al tema agro-alimentare, il mondo che vorrei è un mondo nel quale si rispetti e si valorizzi chi coltiva, chi produce il cibo e chi lo sa preparare bene; allargando il tiro, spero si avveri al più presto la previsione di Jeremy Rifkin che prevede la realizzazione di un mondo post-capitalista basato su assetti economici e sociali completamente nuovi: un futuro fatto di sostenibilità, solidarietà e collaborazione. Spero davvero di esserci, o che ci siano almeno i miei tre figli. 81. Nel territorio 83. Nel territorio 82. Ambiente PRODOTTI LOCALI DI QUALITA’, DOBBIAMO MIGLIORARNE LA DIFFUSIONE di Aldo Ercoli Il “brontolio” di un cielo coperto di nere nuvole non è di certo mai stato una novità. L’intensità dei fenomeni atmosferici, con la loro violenza subitanea tanto da allagare intere città, facendo diventare fiumi le strade e straripare torrenti per tanti anni-innocui, questo si, ci deve preoccupare. Non è mia intenzione essere catastrofista ma come si fa a non accorgersi che questo continuo turbamento atmosferico non sia frutto del caso? Non è stato dichiarato lo stato di allerta per l’inquinamento atmosferico, per gli scarichi nel cielo di gas ad opera di materiale combustibile? Non si è detto, a livello ufficiale, che il nostro pianeta non è mai stato così caldo? Non si stanno sciogliendo , come neve al sole, immensi bianchi territori del Polo Nord? E nel nostro Mediterraneo le trombe d’aria non sono diventate, non solo più frequenti, ma addirittura in parte simili ai “tornado” caraibici? Le “bombe d’acqua” sono all’ordine del giorno spinte nel nostro “ belpaese” ove le fredde correnti atlantiche, figlie dei blocchi di ghiaccio che cadono in mare, si scontrano - incontrano con i venti di scirocco che provengono da sud. La quantità d’acqua che ci raggiunge, in pochi minuti o ore, è tale da farci pensare che si siano aperte le “ cataratte del cielo”. Lungi da me vestirmi da metereologo ma senza più un Bernacca o un benzianio ladispolano, che ne sapeva una più del diavolo sulle condizioni atmosferiche, mi sento smarrito in quanto falso progresso voluto dall’uomo. Quando non si ha rispetto della Natura, questa si ribella con incredibile violenza facendosi sentire come tante piccole formiche sommerse da un secchio d’acqua. La cementificazione selvaggia a ridosso di zone naturalmente strategiche, magari vicino a fiumi e torrenti, le nuove dimore, in posti suggestivi ove scrutare il mare, distruggendo la verde vegetazione che ci faceva da scudo, ha fatto il resto. Così ci ritroviamo oggi. Il dio denaro, l’oro che brilla e acceca, non ha guardato in faccia nessuno. Né filosofi contemporanei, né eremiti credenti, hanno alzato le loro grida per frenare i disastrosi eventi. Peccato che non ci siano più gli “stiliti” bizantini, coloro che vivendo soli su oltre colonne, per stare più vicino al Creatore, circondati, in basso, dai comuni mortali che pregavano per loro. Raccogliamo oggi tutti i frutti nocivi di semi tossici che abbiamo seminato. Inquinando cielo, mare, terre e fiumi che cosa potevamo aspettarci? Pur con tutte le diseguaglianze socilai (davvero esecrabili) nel Rinascimento si viveva meglio. Bello il periodo dell’Arcadia, del bucolico cammino dei bianchi greggi su antichi “tratturi”. Felice quel periodo quando “esalar parea dal verdi suolo/ una canzone antica/ che aveva quel flauto, avea dell’usignolo” (Enrico Panzacchi 1840-1904. Dolce colloquio) Quanti duri pensieri, quanti mille dolori, si chiedeva Lorenzo il Magnifico (1449-1492), per arricchirsi di tesori terreni!! Cerchi chi vuol le pompe e gli altri amori….” Un verde prati al pien di bei fiori / un rivo che l’erbette intorno bagni/ un angelletto che d’amor si bagni…” Tempo che fu e chissà se ritornerà. 85. Nel territorio 87. Nel territorio 89. Nel territorio 90. Annunci EDITORE Studio4 Soc. Coop. Direttore Responsabile Maurizio Archilei Vice Direttore Orazio Paliotta IL TRIBUNALE DI CIVITAVECCHIA N.4 DEL 13/06/11 Sede in via S.F. D’ Assisi, 2 00062 Bracciano (Rm) REGITRAZIONE PRESSO PER LA TUA PUBBLICITÀ CELL. 339.20.74.512 - CELL. 349.83.72.950 baraonda.giornale@gmail.com Per inserire i tuoi ANNUNCI GRATUITI sulla rivista, devi collegarti al sito di BaraondaNews o al sito di Cittadamare.it e seguire la procedura dalla sezione Annunci VENDO - COMPRO • Vendo Iphone S4 (16Gb - Bianco) in ottime condizioni, schermo senza graffi € 170,00. 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La routine scorrerà in maniera piacevole, solcata qua e là da brevi battibecchi verbali con il partner, subito interrotti da manifestazioni di tenerezza. Toro. Sta maturando, dentro di voi, qualcosa di nuovo, forse un bel taglio di capelli servirà a districare una sensualità ingarbugliata con l’umore che va in altalena; l’esuberanza energetica servirà a recuperare il livello delle relazioni affettive e vi preparerà ad affrontare il clima festoso. Gemelli. Avete materiale per costruire il vostro futuro, occasioni e impegni da utilizzare come pietre per edificare; il gemelli single sarà privilegiato in tutto questo, invece, per chi già vive un rapporto di coppia, affinità e passione caratterizzeranno una grande concretezza. Cancro. Sereno senza variabili nella vostra vita sociale, potreste portare a termine con efficienza tutti i sospesi lavorativi, la vostra solarità catalizza la simpatia di tutti senza per questo, in amore, sentirsi in diritto di prendere decisioni avventate. Imperativo! Recuperi energetici. Leone. La mancanza di nuovi stimoli fa sopire un rapporto che non ha mai fatto brillare di luce propria la sfera sentimentale, qualche carica astrale in arrivo non è sufficiente da sola a rinvigorire il tutto, necessita la vostra fantasia e la vostra astuzia: abbiate fretta, rivali in agguato. Vergine. La razionalità si attesta sui massimi livelli ma potreste essere presi da un’improvvisa preoccupazione per una faccenda che vi sta a cuore: ci vorrebbe un supplemento di vitamine e fosforo per mantenere saldi i circuiti dell’intelligenza e della memoria, per non commettere errori. Bilancia. Mettete da parte timidezza e pregiudizi, smettete di celare i vostri sentimenti, anche perché è giunto il momento di rivelarvi e uscire allo scoperto, qualcuno aspetta da tempo che dichiariate i vostri intenti, con chiarezza, dopo vi dispiacerà del tempo sprecato. Scorpione. Nella vita non può essere tutto a colori ma, la fortuna volge dalla vostra parte e porta delle vere e proprie inversioni di rotta in molti settori: la sfera professionale dipenderà ancora molto dalle vostre iniziative ma, la fiducia e l’autostima faranno brillare come una stella la vostra sfera sentimentale. Saggittario. Un momento propizio arriva per tutti e questa volta tocca a voi, sagittari single, già, perché chi vive un rapporto di coppia ha già avuto la sua parte: la vostra saggezza e il vostro carattere tenderanno a rafforzarsi, le vostre risorse focalizzeranno verso un obiettivo e, a questo punto, sarete arbitri del gioco. Capricorno. Un periodo altalenante sotto l’aspetto professionale e delle risorse finanziarie ma, l’eleganza della vostra comunicazione e del vostro porgervi al prossimo risultano essere i principali artefici del vostro flusso positivo e della vostra abilità nel tessere situazioni favorevoli. Acquario. Se avete l’aria un po’ demotivata o insofferente non fatevene una colpa, dicembre la sa lunga e non mollerà ancora almeno fino al nuovo anno, se le insicurezze sopite tendono a riaffiorare, sfoderate la fiducia in voi stessi e ritornate saggiamente alla vostra routine, sicuramente è nel confine della realtà. Pesci. L’aureola di affetto che vi circonda vi rende attraenti e vincenti nelle competizioni del cuore però, le morbide sensazioni che vi sentite, vi rendono vulnerabili, non vi permettono di osservare oltre l’orizzonte e, non sarete mai arbitri della vostra partita: non abbandonatevi all’oblio delle emozioni. 96. Nel territorio
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