Vi Augura Buone Feste

Nel territorio
4. Editando
BARAONDANEWS.IT, PERCHE’ IL NUOVO QUOTIDIANO
Nel 2015 cambieranno molte cose nel modo di fare
comunicazione ed informazione nel territorio
di David Paris ed Eugenio Vallone
Baraondanews.it, Un nuovo Media, il nuovo
quotidiano di informazione del litorale. Sono
passati 10 anni dalla messa online del nostro primo
sito internet, era il 2005 e si chiamava Baraondablog,
un esperimento embrionale che è rimasto tale ed
ora trova la sua naturale evoluzione, ottimizzazione
e crescita. In questa decade sono cambiate molte
cose ed anche noi abbiamo sentito di nuovo il
bisogno di adeguarci ai tempi, a dire il vero per
la quarta volta. Del resto, è vero che il supporto
telematico costa meno di quello cartaceo che
ancora però ha un enorme appeal, ma la necessità
di innovare comporta un investimento importante in
termini di temporizzazione per anticipare i tempi e
la notizia. In questo arco decennale, in cui anche a
noi è venuto qualche capello bianco, i frequentatori
dei nostri portali web si sono moltiplicati così come
la nostra Fan Page ed i follower di Twitter. Il nostro
progetto di rilancio parte dall’aver compreso in tutti
i suoi passaggi le peculiarità evolutive del media
nella società dell’accesso in apparenza semplificato,
dove il sistema dell’informazione può scegliere se
mantenere un atteggiamento passivo e venir travolto
dal sovraffollamento della rete, discepolizzandosi
all’agenda degli altri e alle istanze dei poteri forti,
oppure accettare ed interpretare con audacia la forza
propulsiva del dissenso che è di solito sintomo di
cambiamento (non è detto però sempre positivo). Si
tratta di decisioni e strategie legate alla natura degli
attori, al loro temperamento e visione che fa i conti
con una modernità ogni giorno diversa da se stessa.
Nel bene o nel male l’informazione permea sempre
di più nelle famiglie attraverso giornali, smartphone,
computer. Siamo nell’era della multimedialità con il
piede premuto sull’acceleratore ed è indubbio che
questo abbia un effetto prorompente nell’opinione
pubblica spostando il baricentro dell’attenzione
e delle responsabilità su chi si pone nel centro del
crocevia informazionale, special modo su chi lo
interpreta e confeziona per renderlo fruibile. Da
questo desiderio è nata la nostra ultima “creatura”
che tra pochi giorni vedrà luce: BaraondaNews.it sarà
online sostituendo la vecchia interfaccia che non era
più all’altezza di contenere un’utenza ormai troppo
grande. A giustificare questo passo una serie di fattori
sociali, di mercato, politici: una redazione sempre più
numerosa ed esigente deve poter utilizzare al meglio
tutti gli strumenti a disposizione, così come la rete
inserzionistica già attiva che avrà nelle corde un web
esclusivo ed economico da far proprio. Il ruolo dell’informazione, Baraondanews da
sempre indipendente. Per dovere dobbiamo
anche soffermarci per un attimo sul ruolo che oggi
abbiamo e sulle accresciute responsabilità che
ci vengono richieste o talvolta imputate in quanto
l’attuale normativa vorrebbe sullo stesso piatto della
bilancia chi fa un’affermazione con chi consente a
quell’affermazione di essere divulgata. In sostanza
si vorrebbe che il Media fosse responsabile in
toto di tutto quello che dice un qualsiasi soggetto
giuridico? Si pretende che i cronisti di una testata,
in tempo reale, riescano a svolgere una verifica
attenta e circostanziata di tutto quello che attraverso
di loro viene divulgato? In sintesi il professionista
della comunicazione deve accorpare sagacemente
il ruolo dell’investigatore, del giudice, dello scrittore
e, quando la situazione diviene delicata, anche
del possibile imputato per ogni singola opinione
diffusa anche da soggetti estranei all’attività della
redazione? Forse ci si chiede troppo e ci appelliamo
in questo al nostro ordine professionale. Perché su
questo tallone di Achille della “Libera Informazione”
possono far leva diversi soggetti, essenzialmente 2
tipologie, talvolta molto simili: quelli che fanno leva
per mettere una museruola alla stampa, quelli che
fanno pressione per spingerla oltre il lecito per motivi
spesso occulti. Alla fine, come sempre abbiamo
fatto, ci appelleremo alla discrezionalità democratica
del lettore che forse sa riconoscere meglio di noi i
moventi che inducono tali individualità a non gettare
mai la maschera. Siamo consapevoli che in questo
clima le cose potrebbero peggiorare ancora sotto
il profilo della manifestazione dei conflitti e sotto il
profilo della gestione pubblica degli stessi che a volte
ricade sulle nostre scrivanie: abbiamo una serie di
vantaggi, primo tra tutti la buona fede e il diritto di
critica affiancato al dovere.
In questo quadro crediamo sia importante che però
i lettori conoscano determinate cose, mettano le
mani nel fango come facciamo noi, e poi formino una
propria legittima opinione a 360 gradi. Del resto il
nostro simbolo è il camaleonte.
7. Nel territorio
8. Nel territorio
Acqua, bollette più care e servizio peggiore? No grazie
L’ACQUA E LA “FLAVIA ACQUE” NON SI TOCCANO
Il ‘no’ di Ladispoli alla cessione delle reti idriche formalizzato e ribadito nella lettera
inviata a Zingaretti e ad Acea Ato2.
di Valerio Dieni e Aurora Di Curzio
Un’evidente discordanza tra le disposizioni regionali e
quelle statali. Parte da qui il contrattacco del comune
di Ladispoli in merito al passaggio forzato della gestione del servizio idrico ad Acea-Ato2. La battaglia
promessa dal sindaco Paliotta e, recentemente, dal
consigliere comunale Gabriele Fargnoli si è subito
tradotta in fatti concreti. La difformità in questione è
stata segnalata agli organi competenti attraverso una
lettera firmata dal sindaco Paliotta e inviata al dirigente responsabile di Ato2, Alessandro Piotti, e al governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
Le difese dell’amministrazione, infatti, risiedono proprio in quanto stabilito dalla Regione con la legge n.5
del 04/04/2014 (“Tutela, governo e gestione pubblica
delle acque”): fermi restando il diritto alla disponibilità
e all’accesso individuale e collettivo all’acqua potabile, la salvaguardia della risorsa e la sua utilizzazione
secondo criteri di solidarietà, pur nell’ambito di una
gestione coordinata della risorsa a livello di bacino
idrografico, resta in capo ad ogni singolo ente il diritto a provvedere direttamente alla gestione del servizio idrico integrato sul proprio territorio. Niente di più
chiaro. Un contenuto, questo, in forte contrasto con
la legge 164 dell’11/11/2014, con cui il Parlamento ha
imposto il subentro del gestore del servizio integrato
ai soggetti locali. E non è finita qui. Perché, se nella
nota recapitata in comune si invitava l’amministrazione e la società che gestisce il servizio (in questo
caso la Flavia Acque) ad adoperarsi per rendere immediatamente effettivo il passaggio, la stessa legge
prevede invece che il gestore del servizio integrato
(l’Acea) subentri solamente alla data di scadenza
prevista nel contratto di servizio o negli altri atti che
regolano il rapporto. Nella lettera viene sottolineato,
inoltre, come il rapporto fra comune di Ladispoli e Flavia acque soddisfi a pieno le condizioni imposte dalle norme della Comunità Europea per l’affidamento
in house dei servizi: capitale della società affidataria
pubblico al 100%, quota prevalente dell’attività svolta
con l’ente affidante e controllo dell’ente sulla società analogo a quello del proprio ufficio. “Non solo la
bolletta sarà più cara - aveva dichiarato il consigliere
Fargnoli a Baraonda appena qualche giorno fa - ma il
servizio rischia di allontanarsi dagli standard odierni,
Nella foto cons. comunale Fargnioli e l’ass. Di Girolamo
che molti altri comuni ci invidiano. Ci batteremo con
ogni mezzo per portare la questione in tutte le sedi
istituzionali possibili”. E la battaglia, effettivamente, è
iniziata. E’ stata votata infatti all’unanimità da tutto il
Consiglio Comunale la mozione affinché sia evitato il
trasferimento dei servizi al gestore del servizio idrico
integrato, nello specifico ad Acea.
Dal consiglio comunale emerge la questione bilancio
della stessa Flavia Acque: com’è noto fino al 2013 la
società comunale ha chiuso in perfetto pareggio di
bilancio. Dal 2014 però la situazione è andata peggiorando: da cinque anni viene impedito alla Flavia
Acque di adeguare all’ISTAT le tariffe. “Basterebbe
un semplice adeguamento per garantire tariffe basse
e almeno un pareggio di bilancio – afferma il sindaco
Paliotta – adeguamento che solo le società passate
alle ATO possono però fare” .
Vicino alle parole del sindaco il consigliere Fargnoli:
“Il nostro statuto non prevede inserimento di capitale
privato, il servizio è completamente pubblico. E’ una
battaglia di tutti. L’ato2 è privata e noi ci opponiamo
categoricamente. Manteniamo la nostra acqua pubblica.” “Mantenere l’acqua pubblica è un nostro dovere, come assessore e cittadina sarò in qualunque
passaggio vogliate portare avanti”. Interviene l’assessore Francesca Di Girolamo. Il timore principale per i cittadini è rappresentato dal
fatto che il servizio, passando alla società capitolina
Acea perderebbe la sua efficacia nel territorio: i prezzi
lieviterebbero e l’assistenza sarebbe molto diversa da
quella che garantisce la Flavia Acque.
14. Nel territorio
FEDERICA MANGIAPELO. ARRESTATO IL fidanzato ACCUSATO DI OMICIDIO
Oltre 2 anni sono passati da quella tragica sera. L’arresto del ragazzo sembra l’epilogo che si aspettavano tutti. Svolta nel caso di Federica Mangiapelo, la
16enne di Anguillara trovata morta la notte di Halloween del 2012 in riva al lago di Bracciano. La cosa
era nell’aria, ad Anguillara se lo aspettavano un po’
tutti. Il suo fidanzato, Marco di Muro, è stato arrestato.
I carabinieri gli hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per omicidio volontario
aggravato. Dopo una serie di perizie disposte dalla
Procura di Civitavecchia in sede di incidente probatorio, è emerso che Federica Mangiapelo sarebbe stata
annegata nelle acque del lago. Secondo la pubblica
accusa, Federica è stata uccisa dal suo fidanzato,
che le ha tenuto la testa sott’acqua fino a farla an-
negare.
I genitori della ragazza l’hanno
definita “una nuotatrice esperta”, quindi un annegamento difficile da spiegare, visto
che l’acqua, nel tratto dove è
stato rinvenuto il corpo della
16enne, è poco profonda. Le
alghe rinvenute nel sangue
e nei polmoni della giovane hanno evidenziato che
l’acqua era entrata in circolo nel suo corpo. Le stesse alghe sono state ritrovate sui jeans che il Di Muro
indossava la notte della scomparsa della fidanzata.
Il giovane ha sempre affermato di aver lasciato la ragazza in strada, dopo un litigio. Red
LADISPOLI E GLI AFFIDAMENTI DIRETTI
Il Comitato per la Legalità torna sul tema
Il Comitato per la legalità torna sul tema degli affidamenti diretti attraverso un comunicato con cui si domanda se sia giusto o meno utilizzare lo “strumento
dell’affidamento diretto” per gestire dei servizi di ordinaria amministrazione. Questa volta l’oggetto della
discussione verte sull’ultima determinazione in materia di verde pubblico. Naturalmente, come è nostra
abitudine, ascolteremo tutti quelli che avranno un’interpretazione diversa dei fatti, convinti come sempre
del buon lavoro delle aziende che fino ad oggi sono
state incaricate dalla pubblica amministrazione.
Riceviamo e pubblichiamo: La nostra città è ormai,
sempre più “l’Università degli affidamenti diretti“, cioè
degli appalti senza selezione per la scelta del contraente, come invece richiederebbe il codice degli appalti. E si tratta di una moda che, qui da noi, non subisce
alcuna flessione, nonostante le notizie allarmanti di
cui si apprende sulla cronaca dei giornali, che dovrebbero invitare a maggiore cautela, specialmente se si
tratta di affidamenti “ricorrenti”,
cioè con le stesse imprese con
le quali l’amministrazione ha
rapporti costanti e continuativi
(rif. norma anticorruzione). In
particolare, il Comune di Ladispoli, con una determinazione
del 27 novembre scorso decide
di effettuare “lavori straordinari” di potatura e, vista l’urgenza, li affida, in modo
diretto, come estensione di un contratto precedente
(l’estensione non è proprio una forma contrattuale
consentita), per un valore di € 84.043,00 Nell’atto si
legge che “Con l’approssimarsi della stagione invernale, questo Comune deve procedere alla potatura
e/o abbattimento di diverse essenze vegetali ad alto
e medio fusto presenti nel territorio comunale, nonché
al ripristino di alcuni arredi ed impianti di irrigazione
danneggiati”.
(Segue su www.baraondanews.it)
17. Nel territorio
21. Nel territorio
Ladispoli, Piano regolatore. Da gennaio in Aula
850 mila metri cubi dei quali 600 mila per privati
e 250 mila per edilizia pubblica e convenzionata
Il Presidente della Commissione Urbanistica D’Alessio
“Permetterà di costruire a chi ne ha diritto”
di Fabio Fantozzi
Il nuovo Piano regolatore generale di Ladispoli approderà in consiglio comunale a gennaio. Piccolo
slittamento dunque per il cronoprogramma auspicato
dal Presidente della Commissione Urbanistica Nardino D’Alessio che prevedeva un’approvazione entro
Natale. Intanto si è conclusa la fase di discussione delle 448 osservazioni in Commissione che ha
richiesto nove convocazioni tra i mesi di novembre e
dicembre.
Il Piano adottato nel marzo 2010, nella passata
consiliatura, deve essere approvato dalla Regione Lazio per diventare operativo a tutti gli effetti,
ma prima vanno discusse e approvate tutte le osservazioni presentate dai consiglieri e dai cittadini. La
maggior parte contengono richieste di edificabilità, altre hanno l’intento di puntualizzare, apportare piccole
modifiche o evidenziare alcuni errori tecnici e sono
quelle che probabilmente verranno accolte. La commissione ha svolto il lavoro preparatorio alla votazione in Aula emettendo un parere tecnico sotto l’egida
del Responsabile del Servizio Urbanistica l’architetto
Carlo Passerini ed ora si attendono le controdeduzioni su ogni singola osservazione.
“Sono d’accordo con i capigruppo e il presidente Giuseppe Loddo che a partire dal 10 gennaio
- assicura D’Alessio - il Consiglio comunale voterà
le osservazioni per finire entro il mese stesso: serviranno almeno una decina di convocazioni”. La parte
più consistente riguarda la zona Olmetto (128) e la
zona campagna (116), seguono quelle relative alla
zona Piane di Vaccina (44) e alla zona Torre Flavia
(38). Difficile ipotizzare che ottengano il voto favorevole del consiglio, sia perché l’auspicio dell’amministrazione è che il Piano non venga stravolto troppo,
sia perché molte di esse sono state presentate da
consiglieri e realtà associative che oggi non figurano
più o hanno perso rilevanza.
Il nuovo piano va a ridisegnare il profilo urbanistico della città ponendo fine alle varie deroghe al
vecchio piano del 1978 e sanando situazioni tran-
sitorie volte
a recuperare
le aree per i
servizi pubblici come quelle della nota
delibera 550,
respinta dalla
Regione Lazio nel 2006
dopo un travagliato percorso di annullamenti e
ricorsi al Tar.
“E’ uno strumento che,
una volta adottato, consente di fare una programmazione del territorio e dare la possibilità a chi ha terreni
edificabili di poterli sfruttare”, ha commentato il Presidente della Commissione Urbanistica D’Alessio.
“Nel nuovo Piano troveranno risposte i vecchi problemi rimasti irrisolti con il Piano del ‘78, le aree destinate a servizi pubblici che il Comune non ha mai
espropriato per mancanza di risorse saranno recuperate con il meccanismo della perequazione, ossia
verrà riconosciuta la possibilità di edificare ai privati e
questi dovranno cedere parte delle loro proprietà per
la collettività”, spiega l’architetto Nicola Moschetta,
ex delegato ai Lavori Pubblici del Comune ed ora collaboratore di D’Alessio.
Il Prg prevede nuove aree da edificare e definisce
quelle da destinare ai servizi. Ladispoli si espande
dunque, dopo che sono state esaurite tutte le zone
per l’edificazione sancite nel vecchio Piano regolatore. In sostanza, 850 mila metri cubi dei quali 600
mila per privati e 250 mila per edilizia pubblica e
convenzionata. D’altro canto, gli standard di verde
garantiti sono 24mq per abitante, ben al di sopra del
minimo di legge di 18 mq. APPROFONDIMENTO A
PAG. 57, PARLA IL SINDACO
22. Nel territorio
IL RITORNO DI EUFRONIO
Dopo 4 decenni, l’opera di inestimabile valore per un mese a Cerveteri
“Sarà per la nostra Città un giorno attesissimo e di
rilevanza storica poiché il Cratere di Euphronios mancava da Cerveteri da oltre 40 anni” con queste parole
dense di entusiasmo il sindaco Pascucci annuncia il
ritorno del capolavoro greco di uno dei più famosi vasai dell’antichità che rimarrà in mostra dal 18 Dicembre al 20 gennaio 2015.
STORIA ANTICA DEL VASO. Il Cratere di Euphronios
è un vaso attico a figure rosse datato intorno al 510
a.C. che narra alcune scene della Guerra di Troia,
con la commovente scena del trasporto del corpo di
Sarpedonte, figlio di Zeus e re di Licia, caduto sotto
le mura di Troia.
STORIA MODERNA. Trafugato e trasferito clandestinamente all’estero, il Cratere fu portato negli Stati
Uniti sin dagli anni Settanta. Solo nel 1999, dopo lunghe trattative internazionali, il reperto è stato restituito
all’Italia ed esposto presso il Museo Archeologico Nazionale di Villa Giulia, a Roma. dp
BILIARDO, LA GRANDE KERMESSE LADISPOLANA VERSO IL GRAN FINALE
Il primo Memorial Mario Ramella in dirittura di arrivo
Mancano pochissimi giorni al gran finale del primo
Memorial Mario Ramella. Una gara interregionale di
Biliardo Open che vede la partecipazione di grandi
professionisti del tavolo verde. Un evento iniziato l’11
dicembre che terminerà con il gran finale del 21 dicembre dalle 14,00 in poi a Ladispoli sui tavoli posti
delle sale sottostanti il centro commerciale La Palma.
Il torneo ha coinvolto ben 128 giocatori per contendersi i premi messi in palio. Al vincitore spetterà, oltre
al trofeo, un buono di 2500 euro. I premi saranno assegnati fino al 16esimo posto. Considerando il livello
molto alto della competizione, confidiamo nell’impegno dei talenti locali per dire: “Anche l’Etruria c’è!”. dp
25. Nel territorio
SARA’ AUTOSTRADA O SUPERSTRADA?
Tra Orte e Civitavecchia è tutto pronto, anche la regione ha dato l’ok
Orte-Civitavecchia, superstrada? Il progetto dell’ultimo tratto è già pronto e la Regione è d’accordo anche
se qualche piccolo ostacolo permane. Da una parte i
ricorsi che impediscono l’avvio dei lavori del tratto Cinelli-Monteromano, dall’altra un gruppo di privati che
contribuirebbero di tasca propria per far arrivare la
Trasversale fino al porto. A svelare l’esistenza di una
cordata di imprenditori pronti a finanziare gli ultimi 18
km della grande incompiuta sono gli stessi soggetti
che stanno investendo nei terminal. Lo ha annunciato
Pasqualino Monti, presidente dell’autorità portuale di
Civitavecchia. L’intesa è stata raggiunta per promuovere, all’interno dei porto, il territorio viterbese e i suoi
prodotti. Che la superstrada sia un’opera strategica,
non solo per la Tuscia ma per l’intera regione Lazio,
lo sostengono da anni un poì tutti. Il progetto del tracciato di 18 km individuato dall’autorità portuale e i
soggetti privati pronti a mettere mano al portafoglio
dunque ci sono. Se in seguito si renderà necessaria l’introduzione di un pedagio dipenderà soprattutto
dalla Regione
Lazio e dai volumi di traffico.
Più complicato
riattivare invece la ferrovia
Orte-Civitavecchia. Elettrificarla,
ha
spiegato Monti, costerebbe
800 milioni di euro. Una spesa difficilmente sostenibile con gli attuali volumi di merci che viaggiano da
e per l’interporto di Orte. Ma un domani, quando il
terminal entrerà a regime, le cose potrebbero cambiare. I presupposti ci sono tutti: basti pensare che
nell’ultimo anno un milione di passeggeri sbarcati a
Civitavecchia hanno scelto di “snobbare” Roma e di
restare in zona. dp
Ladispoli, GLI ABITANTI DI CASE SPARSE PROTESTANO
All’inaugurazione della nuova strada che da Via
dell’Acquedotto Statua passerà a via antica Aurelia,
gli abitanti di “case sparse” hanno preparato uno
striscione appeso alle due torri del “Castellaccio”.
I residenti, indignati, dichiarano di sentirsi presi
in giro sostenendo che “non ci sono strade, nè
servizi soprattutto per quanto riguarda la raccolta
differenziata”.
Intanto lo striscione di protesta è stato rimosso dalla
Protezione Civile.
35. Nel territorio
34. Focus
MAFIA CAPITALE, INDAGATI A ROMA, REFERENTI A LADISPOLI
Ascani-Patanè, Pascucci-Di Stefano, Cagiola/Ruscito – Gramazio. L’informazione è garantista fino in fondo
di Aurora Di Curzio
Mondo di mezzo. Ad oggi sono 37 gli indagati (ma
la lista mentre andiamo in stampa si allunga). 200 milioni i beni sequestrati. Le accuse sono tante, dall’associazione di tipo mafioso, usura, corruzione, turbativa
d’asta, false fatturazioni, riciclaggio, fino all’estorsione. Non solo quindi il Campidoglio, gli enti pubblici e le
aziende municipalizzate nel mirino, ma anche la Regione Lazio, patria dei referenti politici anche delle amministrazioni locali del territorio della provincia di Roma
Gli inquirenti hanno trovato su cosa indagare anche lungo il litorale romano. Dalle pompe di
benzina ad un ex consigliere comunale di Cerveteri, fino alla città aeroportuale di Fiumicino.
L’ultimo a finire sul banco degli imputati infatti è stato l’ex candidato sindaco del centrodestra di Fiumicino, Mauro Gonnelli, da un’intercettazione divulgata risultante bersaglio della cupola; Gonnelli
continua a ripetersi assolutamente estraneo ai fatti
e tra l’altro di aver perso le elezioni contro Montino passando da oltre 2000 voti di vantaggio al primo turno ad altrettanti voti di svantaggio al ballottaggio consegnando la vittoria all’attuale sindaco
del PD Montino (anch’egli indagato dalla Procura
di Rieti per fatti risalenti la legislatura di Polverini).
Ma prima di procedere alla stretta della forbice facciamo qualche premessa: la politica locale, sempre a
corto di fondi per opere pubbliche e prospettive, si sa,
ha bisogno di sostegni in Regione, così come, giusto
o sbagliato che sia nel gioco democratico, i politici
giunti in regione hanno bisogno di sostegno alle
votazioni nei collegi locali: e non è una novità che
gli onorevoli scendano a valle per coltivare rapporti
con le realtà provinciali balcanizzate: non per questo,
quando ci sono indagini in corso, si deve forzare la
mano per amplificare interessi specifici o volontariamente demolire personaggi locali che magari sono totalmente estranei ai fatti: l’informazione se da un lato
deve, come si suol dire, “dargli giù” pesante in caso di
comprovata colpevolezza, dall’altro dovrebbe essere garantista sino in fondo altrimenti sarebbe troppo
facile fare di tutta l’erba un fascio e ciò non farebbe
bene in primis al paese che non si rialzerebbe più.
Associare l’indagato alle persone a lui vicine può rivelarsi un boomerang per almeno 2 ragioni; primo,
perché l’indagato è innocente fino alla sua comprovata colpevolezza (l’indagine e l’avviso di garanzia sono da ritenersi un accertamento sulla effettiva buona condotta), secondo, perché anche se
fosse colpevole non è detto che lo siano anche le
persone che, a livello locale, gli hanno dato fiducia.
Quando si parla di indagati, o addirittura di vicinanza di persone agli indagati, e non di persone ar-
restate, i giornali dovrebbero non sbilanciarsi,
ed attendere, per sparare sentenze, la comprovata
colpevolezza dell’indagato da parte della magistratura. Soprattutto in indagini ad ampio spettro di questo tipo, dove ad essere coinvolte potrebbero essere
anche le segreterie. Tornando agli accertamenti svolti
dalla procura che hanno avuto ripercussioni nel territorio: tra gli indagati squillano nomi di tutto rispetto:
dal consigliere regionale Pd Eugenio Patanè e quello
Pdl/FI Luca Gramazio, finiti nel registro degli indagati.
Patanè, che nel frattempo si è dimesso dal suo incarico di presidente della Commissione Cultura della Regione, e Gramazio, dimessosi anche lui, da il
capogruppo di Forza Italia alla Regione Lazio, sono
da tempo vicini al territorio di Ladispoli e Cerveteri.
Il legame tra il consigliere Pd Patanè e il delegato al turismo del comune di Ladispoli Federico Ascani e non solo è di pubblico dominio,
ma ciò non significa assolutamente nulla al
di là dell’associazione di immagini tra i volti locali e il deputato in contesti lontani e dissociati sulla linea del tempo rispetto alle ultime vicende.
Così nel caso di Patanè ed Ascani, anche nella fattispecie di altri consiglieri comunali, di centro destra stavolta, che hanno visto indagati i propri referenti superiori: Emanuele Cagiola e Pietro Ruscito di
Realtà Nuova non hanno mai fatto mistero della loro
vicinanza politica con l’altro indagato, Luca Gramazio,
capogruppo in consiglio regionale. Ruscito, durante
la campagna elettorale nel lontano 2007, trovò nello
stesso Gramazio, al tempo esponente di Alleanza Nazionale, un valido sostegno per la sua candidatura a
sindaco di Ladispoli.
Segue con gli approfondimenti
sul nuovo quotidiano
www.baraondanews.it
36. Focus
LA CASERMA PROMESSA. LA STORIA INFINITA DELLA NUOVA SEDE CHE DOVRA’
OSPITARE LA FUTURA TENENZA DEI CARABINIERI
Un progetto tortuoso: il primo sì nel 2008, la prima gara nel 2010. Poi il viavai delle due ditte fra Tar e Consiglio di
Stato. Ed oggi a che punto siamo?
di Valerio Dieni
Sicurezza è tante cose. Sicurezza è sine cura,
“senza preoccupazioni”. Sicurezza è attualità, della
nostra vita prima che della nostra informazione.
Sicurezza è obiettivo politico. Sicurezza è punto del
programma. Sicurezza è, secondo Spinoza, “fine
ultimo dello stato civile”. Per queste e per molte
altre ragioni abbiamo deciso di intraprendere questo
viaggio attraverso le situazione e le dinamiche
che regolano la questione sul piano locale.
E abbiamo deciso di partire dalle basi, anzi - forse
è proprio il caso di dirlo - dalle fondamenta. Le
fondamenta di un edificio che avrebbe dovuto esserci
ma non c’è: la nuova caserma dei carabinieri di
Ladispoli. Ma andiamo con ordine.
La storia del progetto non è affatto recente. Il primo
“sì” risale al 2008 e proviene dalla Regione Lazio,
più precisamente dall’assessorato all’Ambiente.
Con l’occasione il sindaco Paliotta annuncia che la
caserma sorgerà nel Centro Civico accanto all’ufficio postale e che verrà realizzata da un privato
attraverso la procedura del project financing, per
poi essere affidata al Ministero degli Interni. I dettagli: 1.500 mq di uffici, 704 mq di garage, 6.500 mq
di spazi esterni, 960 mq per 8 alloggi di servizio.
Siamo nel 2010 quando si svolge presso il palazzetto
comunale una riunione alla quale prendono parte, oltre al sindaco Paliotta, l’allora assessore all’Urbanistica, Raffaele Autullo, e il dirigente dell’Ufficio Tecnico
Comunale, Ermanno Mencarelli. Presenti all’incontro
anche i rappresentanti della società che propose il
project financing. Sembra tutto in dirittura d’arrivo,
con l’area per l’edificazione già stabilita e con il primo
cittadino che annuncia alla stampa: “Sarà una delle strutture più grandi per l’Arma a Nord di Roma e
permetterà un ulteriore ampliamento dell’organico e
quindi una maggiore presenza di carabinieri sul nostro territorio”. Viene indetto un bando pubblico basato sulla proposta del promotore. Negli uffici comunali
giunge l’offerta di una sola altra ditta, che presenta
però una proposta migliorativa rispetto a quella iniziale e che si aggiudica quindi la gara, almeno provvisoriamente. La prima ditta fa ricorso al Tar, che rigetta.
Si rivolge poi al Consiglio di Stato, ma il risultato non
cambia. Sarà solo il primo di una lunga serie di corsi
e ricorsi che caratterizzeranno in negativo il tortuoso
percorso della nuova caserma.
La
Commissione
di gara attiva infatti
la procedura negoziata, esprimendosi
favorevolmente
nei confronti della
seconda ditta e dichiarando
l’adeguamento
dell’offerta della prima
ditta non conforme
alle prescrizioni del
bando di gara. Altro
ricorso al Tar, che
stavolta accoglie la sospensiva e annulla gli atti di
gara. Tocca quindi al Comune di Ladispoli e alla seconda ditta rivolgersi al Consiglio di Stato, che accoglie le richieste dell’amministrazione dichiarando
inammissibile il ricorso presentato al Tar dalla prima
ditta e stabilendo una nuova procedura negoziata.
Il 5 dicembre 2013 si aprono le buste con le nuove
offerte. Dal comune informano che è ancora la seconda ditta ad essersi aggiudicata la gara. Il diritto
di prelazione del promotore, però, prevede che alla
prima ditta vengano concessi dieci giorni di tempo
per adeguare la propria offerta. I dieci giorni passano, l’offerta adeguata non arriva e la Commissione
dichiara la gara conclusa. L’ennesima battuta d’arresto arriva a fine mese, quando il sindaco Paliotta
annuncia ai microfoni di Centro Mare Radio un
ulteriore ricorso al Tar da parte della prima ditta.
E ora? Il 2014 sta per concludersi e la nuova caserma
ancora non c’è. Il maresciallo Roberto Izzo, in un’intervista rilasciata qualche tempo fa, si era espresso in
questi termini: “La nuova caserma è assolutamente
necessaria. L’unico risultato di questi corsi e controricorsi è ritardare l’inizio dei lavori. Con una nuova
caserma si passerebbe da Stazione a Tenenza, con
conseguente aumento del personale a disposizione.
Sarebbe un sogno realizzato”. La paura, per adesso, è che il sogno resti nel cassetto ancora per molto
tempo.
40. Focus
I TENTACOLI DEL “CUPOLONE” FINO AD ANGUILLARA
di Aurelio Zirchiami
Interessi economici, avidità, potere, violenza, intimidazione, politica. Sono gli ingredienti di una trama di
un film sulla malavita organizzata. Ma l’operazione
“Terra di Mezzo”, che dal nome dichiara apertamente
il riferimento all’antologia tolkieniana tanto cara agli
ambienti di destra italiani, non ha niente a che vedere
con un’opera cinematografica. Non si tratta di intrattenimento e nemmeno di mafie tradizionali. Agli ingredienti vanno aggiunti: reduci dell’eversione estremista
di destra, membri della banda della Magliana, cooperative gestite da squallidi personaggi che nulla hanno
di filantropico e, dulcis in fundo, migliaia di immigrati
sulla cui disperazione speculare. Le indagini stanno
portando a galla uno scenario complesso e articolato
che coinvolge personaggi appartenenti ai due principali schieramenti politici romani, con propaggini decisamente pronunciate verso la destra e contatti con
clan dei Casamonica. Ciò che emerge è l’esistenza
di un centro di potere malavitoso il cui scopo consisteva nell’arricchimento dei propri membri per mezzo
dell’appropriazione di fondi pubblici (nazionali e europei) destinati, tra le altre cose, all’accoglienza di migranti e richiedenti asilo. Il meccanismo era semplice:
attraverso pressioni e complicità politiche venivano
pilotati appalti e condizionati spostamenti di immigrati
all’interno dei confini nazionali, così da farli diventare
pretesto per la ricezione di sussidi, e quindi fonte di
ricchezza. Il tutto, naturalmente, a discapito degli immigrati stessi, costretti a volte anche a mentire sulle
proprie generalità, come ha messo in evidenza Save
the Children, poiché per i minori si ricevono sussidi
più consistenti.
È in questo quadro che si inserisce l’esperienza prima del CARA e, oggi, dello SPRAR di Anguillara. Due
modelli di accoglienza completamente differenti e che
dalle nostre pagine abbiamo già tenuto a differenziare,
ma che fanno capo alla stessa organizzazione oggi al
centro del ciclone. E non si fatica a crederlo del resto,
soprattutto se si pensa al vecchio CARA. Gli immigrati, tutti richiedenti asilo, erano ospitati in strutture per
larga parte abusive, prive di riscaldamento e con un
impianto fognario insufficiente al carico demografico.
Non erano certo le esigenze di queste persone a preoccupare Salvatore Buzzi, presidente del Consorzio
di Cooperative ERICHES ora in carcere. Sue le parole ormai famose «con gli immigrati si fanno più soldi
che con la droga» che, a posteriori, giustificano l’epilogo avutosi nel centro di via di Tragliatella: chiusura
per ordinanza del sindaco dopo disordini che hanno
visto l’intervento anche delle forze dell’ordine. Ma a
dirigere il CARA non era solo la ERICHES. Presente
anche un’altra cooperativa: la Domus Caritatis, costola dell’Arciconfraternita, vicina al cardinale Ruini.
L’articolo integrale su www.baraondanews.it
45. L’Ospite
“IL PD CERVETERI NON E’ UN TRAM”
di Aurora Di Curzio
IL SEGRETARIO GNAZI commenta senza peli sulla lingua i motivi latenti che gettano l’ombra della
sfiducia sul suo mandato e la cattiva pubblicità di
coloro che definisce “mestatori”.
“Tutto In coincidenza con la mia presa di posizione sulla questione della Zona Artigianale: agli
artigiani sarà destinato solamente 1/3 dell’area;
il restante 2/3 pare sarà adibito ad uso prevalentemente commerciale da parte di grandi gruppi”.
Davvero queste le intenzioni di Pascucci?
Segretario Gnazi, Risponda in chiave strategica: perché il vicesindaco Zito è passato al PD d’opposizione? Potrebbe spiegare qual è la eventuale manovra
in atto per portare il partito in maggioranza?
Sono note a molti le eterne fibrillazioni politiche di
Cerveteri, spesso dovute a moti compulsivi ed incontrollati che non si sa da dove partono e, soprattutto,
dove vogliono arrivare. Detto questo (e proprio per
questo) mi rifiuto di correre dietro le strategie altrui,
beninteso, se vi fossero. All’annuncio di Zito di aver
aderito al PD, io ho dichiarato con estrema serenità,
per nulla imbarazzato, che si tratta (anzi, per ora, si
tratterebbe) di una adesione gratificante, anche se
avvenuta con modalità inconsuete. Restavo, ed ancora resto, in attesa di sviluppi, ma una cosa è certa:
il PD è opposizione ed eventuali manovre di palazzo
per portarlo in maggioranza ci lasciano indifferenti.
Aggiungo, anche se mi sembra una osservazione
ovvia, che l’adesione ad un partito di opposizione è
incompatibile con il mantenimento di cariche amministrative. Né io né gli organi superiori potremmo consentire che il PD sia usato come un tram. Per il resto
posso ribadire che il ruolo di opposizione del PD è
esercitato in modo costruttivo e responsabile senza
pregiudicare il dialogo. Anzi, come ho già dichiarato
in passato, noi pretendiamo il dialogo e siamo pronti
alla collaborazione, ma sempre con la schiena dritta
e senza mai assumere ruoli servili ed accondiscendenti.
Da dove vengono secondo lei le notizie in base alle
quali Il Pd potrebbe incorrere a breve nel commissariamento?
Si tratta di voci fatte circolare ad arte da qualche mestatore che rappresenta la politica più vecchia e becera, concepita da quelli che tramano solo per distruggere, ma senza avere né la forza né la credibilità né le
idee per proporre qualcosa di nuovo, di alternativo o
di minimamene accettabile. Trovo singolare, ma non
troppo, che queste voci siano uscite subito dopo che
il PD ha reso pubblica la scelta di schierarsi contro
lo stravolgimento del progetto dell’Area Artigianale
per trasformarla in un mega Centro Commerciale.
Mi viene da pensare che queste voci nascono da chi
vuole delegittimare questa scelta del partito. Posso
rispondere che il PD di Cerveteri va avanti con più
convinzione di prima. L’ipotesi di commissariamento
è talmente paradossale che non ne parlo neppure.
Ha mai parlato della situazione con l’On. Tidei?
Certamente e non solo con lei. E sono stati tutti colloqui molto positivi. L’On. Tidei, in particolare, mi ha
detto di andare avanti, di coinvolgere, di aprire ancora
di più il Partito. L’ho fatto e nei prossimi mesi continuerò a farlo con maggiore insistenza.
Crede che il pd entrerà in amministrazione con la
cessione di comparti da parte del sindaco Pascucci?
Quali?
Posso solo ribadire che la posizione del PD è sempre
stata la stessa. Il suo ruolo è quello di opposizione. E’
una posizione politica che, in primo luogo, trae origine dal risultato elettorale, perché la volontà popolare
- pur in una situazione certamente anomala - è stata
espressa e, a mio avviso deve essere rispettata per
tutta la durata del mandato, salve, ovviamente, diverse valutazioni comunque da discutere. In secondo
luogo, il nostro giudizio sulla capacità amministrativa
e risultati di questa amministrazione è negativo e non
potrà certamente cambiare per questioni di posti o di
potere. Se, poi, qualcuno tenterà fughe in avanti, lo
farà esclusivamente a titolo personale e sarà, a prescindere dal ruolo che occupa, apertamente sconfessato.
Intervista integrale ed
approfondimento su
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51. Report
LADISPOLI-MARINA DI SAN NICOLA, CONSORZIO: CHE FINE FARA’ LA CONVENZIONE?
Dopo 2 riunioni si inchioda sul banco della Commissione Urbanistica la nuova bozza. Il futuro è incerto e i dissapori
crescono. Clima incandescente a colpi di carte bollate: Il comitato reclama la partecipazione
del Comune di Ladispoli alle spese di gestione
La Redazione
Nato nel 1967, il Consorzio Marina di San Nicola,
vanta il primato di essere un raro esempio di efficienza per i servizi che svolge, a fronte del contributo economico, più o meno grande, che i consorziati
pagano annualmente. Ultimamente, però, sembra
che qualche scricchiolio stia minando la solidità della
situazione a Marina di San Nicola. Crepe alimentate da dissapori che fanno breccia in quegli equilibri,
così solidi fino a qualche tempo fa, e che ora stanno
diventando precari. Oggetto del contendere è la convenzione. Un patto, stipulato tra il Consorzio Marina
di San Nicola e l’amministrazione di Ladispoli, che ora
necessita di un rinnovo perché la convenzione, a seguito dell’edificazione dell’ultimo lotto, è terminata. A
questo punto il Consorzio ha cessato le sue funzioni
ed è previsto il trasferimento in proprietà al Comune
di Ladispoli. Nella proposta della convenzione novativa si legge: che la manifestazione di interesse del
Consorzio a proseguire nella gestione di alcuni servizi consentirebbe il mantenimento di oggettivi elevati
standard qualitativi di efficienza nella gestione, nella
manutenzione e nell’ammodernamento delle opere
infrastrutturali del territorio. Inoltre si legge che: la
manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere
di urbanizzazione primaria e secondaria realizzate
dal Consorzio, nonché la gestione di tutti i servizi
connessi e complementari alle stesse, risulterebbe
senz’altro difficoltosa ed economicamente onerosa
per l’amministrazione comunale, mentre troverebbe
nella conduzione consortile il più ampio ed adeguato
riscontro alle esigenze ed aspettative dei consorziati
con evidenti ed oggettivi risparmi economici da parte dell’amministrazione comunale. Qui cominciano i
dissapori: la bozza della nuova convenzione, studiata dagli avvocati del Comune di Ladispoli in collaborazione con gli avvocati del Consorzio, non piace al
Comitato San Nicola, che ha sottolineato le proprie
perplessità, giudicandola troppo onerosa per i consorziati affermando: nel documento redatto dal Comune e dal Consorzio si evince che la manutenzione
delle strade, dell’illuminazione pubblica, dell’acquedotto e del verde pubblico sarebbero ancora e completamente a carico dei Consorziati. E di fatto, anche i
futuri collaudi di trasferimento al Comune. L’originaria
convenzione urbanistica prevedeva che le opere dovevano essere trasferite direttamente dal lottizzatore
al Comune, senza passaggi intermedi. Il Comitato ha
così presentato una sua proposta, la costituzione di
un Consorzio stradale permanente obbligatorio con
la compartecipazione del Comune alle spese di gestione. Il Comitato, inoltre, afferma: che le ipotesi percorribili possono essere diverse, ma è imprescindibile
la doverosa modifica dello statuto consortile, per renderlo più efficiente e completo (in modo da colmare
vuoti normativi oramai evidenti); modifica comunque
necessaria quando si passa alla definizione di una
qualsiasi nuova Convenzione. Al momento non sono
state sufficienti due riunioni della Commissione Urbanistica per trovare un accordo che soddisfi le parti in
causa, di sicuro si prevedono altre riunioni e discussioni che porteranno a tempi lunghi per la soluzione
dell’annosa questione.
52. Speciale
le copertine del 2014
Raccontiamo un anno attraverso i principali titoli della nostra rivista
di David Paris
Undici anni fa (dicembre 2003) iniziammo a
collezionare i numeri della nostra rivista creando alla
fine dell’anno dei Book che rilegavano assieme tutte
le uscite. Siamo arrivati a collezionare ben 14 volumi
che attualmente racchiudono centinaia di riviste con
circa 5000 pagine. Si tratta di un archivio storico
del territorio che forse un giorno non avrà solo un
valore simbolico. Una “TRECCANI” del comprensorio
realizzata attraverso gli occhi dei giornalisti che hanno
collaborato con noi e le realtà che hanno partecipato
al processo di creazione delle notizie. Oggi, alla
fine di un anno molto difficile, guardiano indietro per
analizzare attraverso le copertine e i titoli gli argomenti
più trattati e la nostra sensibilità giornalistica.
Gli ultimi 12 mesi a partire da…
Dicembre ’13. …”A BABBO MORTO”. In copertina
Babbo Natale con dei soldi in mano. Una copertina
che richiama in generale ad una crisi sempre più
pressante e alla difficoltà delle aziende ad esigere i
pagamenti.
Gennaio ’14. Arriva Mc DONALD’S. Comune
di Ladispoli agguanta 70000€. Copertina con il
pagliaccio testimonial della franchising trai i palloncini
colorati. Si tratta di notizia data in anteprima da
BaraondaNews per l’aggiudicazione del lotto vicino
l’Aurelia e la costruzione di un nuovo Fast-food.
Febbraio ’14. SAGRA DEL CARCIOFO. Chi la
organizza quest’anno? Una domanda retorica che
la nostra redazione si poneva visto che a soli due
mesi dall’evento regnava ancora l’incertezza su
quale fosse l’organizzazione assegnataria (dopo 64
anni consecutivi di Pro loco) della Fiera. All’interno la
questione sul Gas al Cerreto lontana da una soluzione
e bollette sempre più alle stelle. Editoriale sul sogno
del Comune Unico tra Ladispoli e Cerveteri che fino
a qualche settimana prima era benvoluto da tutti e in
poco tempo era scemato nell’oblìo generale.
Marzo ’14. PADRINI E PADRONI? All’interno
l’intervista ad un ex funzionario del Comune di
Ladispoli che denunciava pesanti anomalie nelle
54. Speciale
procedure urbanistiche che in un recente passato
hanno consentito a due importanti supermercati di
aprire i battenti.
Aprile ’14. RE CARCIOFO, REGINA SAGRA.
11/12/13 Aprile 64 Fiera Nazionale. Numero dedicato
alla Sagra del carciofo. In copertina una ragazza
cinta da un bichini vegetale con in mano un carciofo.
Nel secondo numero di Aprile in copertina abbiamo
un martello che sradica un albero, a simboleggiare
l’intento della giunta comunale di Ladispoli a
cementificare (300000 metri cubi edificabili) l’area
verde di Osteria Nova. L’opposizione dei comitati
cittadini e di alcune realtà politiche.
Maggio ’14. VENITE IN ETRURIA! I sindaci di
Ladispoli e Cerveteri all’interno di uno autobus
di linea. Abbiamo dedicato la copertina di Aprile
all’attesissima decisione da parte dei due comuni di
creare un sistema unificato di trasporto intercomunale.
Purtroppo, ancora non si vede luce…
Giugno ’14. TSUNAMI A 5 STELLE. Un’onda di
maremoto sopra la statua del bacio di Civitavecchia
per simboleggiare la vittoria a sorpresa che il
Movimento 5 stelle ha avuto nella città portuale.
Luglio ’14. SLALOM DELL’ASSESSORE. Tra i
paletti della stampa. In copertina l’assessore allo
sport di Ladispoli fotografato in completo da sci tra
gli ombrelloni di uno stabilimento balneare. All’interno
l’intervista Fabio Ciampa (Ass. Sport) che ci racconta
la sua campagna per rilanciare l’immagine di un
territorio troppo spesso denigrato dai Media.
Agosto
’14.
RACCOLTA
STELLARE.
La
differenziata è partita. In copertina un razzo con
all’interno il sindaco di Ladispoli che guarda da un
oblò un pianeta di rifiuti.
Settembre ’14. TARIPAGO. Aumenta di nuovo
la tassa sui rifiuti. Copertina con un secchio della
spazzatura colmo dei soldi dei cittadini per richiamare
gli articoli interni che descrivono gli ultimi aumenti
della TARI.
Ottobre ’14. SEXGATE. Ladispoli-Cerveteri, sesso
in cambio di lavoro. Scarpe con tacco a spillo,
calze a rete e banconote in copertina. Tiene banco
l’inchiesta della Procura di Civitavecchia che indaga
sulle intercettazioni fatte all’ex pres del consiglio
comunale di Civitavecchia, Franco Cerasa (PD),
e sulle assunzioni di giovani collaboratrici fatte in
cambio favoritismi politici.
Novembre ’14. TERRITORIO MINACCIATO.
Salute e ambiente sotto tiro. Temi affrontati sono
l’ampliamento di Cupinoro, la discarica abusiva
scoperta ad Anguillara e l’intento della Regione Lazio
di chiudere l’ospedale Padre Pio. Le bombe d’acqua
e il dissesto idrogeologico del territorio.
56. Nel territorio
57. L’Intervista
PIANO REGOLATORE, SGUARDO ALLA LADISPOLI DEL DOMANI
IL SINDACO PALIOTTA: “Osteria Nova progetto da valutare. Col nuovo PRG standard di verde elevati e a costo zero”
di Fabio Fantozzi
Dopo quattro anni dall’adozione in consiglio comunale riprende il cammino del nuovo piano regolatore
generale per l’approvazione definitiva. Il sindaco di
Ladispoli Crescenzo Paliotta spiega alcuni dei numerosi punti interessati dal nuovo strumento urbanistico.
●Sindaco, come influiranno le 448 osservazioni
sulla variante adottata?
La procedura prevede per i Piani Regolatori l’esame
delle osservazioni dei cittadini o di chiunque abbia
interesse, anche di ordine generale. E’ una procedura non prevista per nessun altro atto amministrativo
(negli altri casi si può fare solo ricorso al Tar), posta
a garanzia della trasparenza e della partecipazione,
e questo dimostra quanta importanza possono avere le osservazioni nel cambiare un Piano Regolatore
Generale. Nei possibili cambiamenti ci sarà da tener
conto, oltre che alle osservazioni, anche del periodo
trascorso e delle mutate situazioni socio-economiche
dell’Italia.
●Il presidente della commissione Urbanistica
Nardino D’Alessio ha riportato al centro dell’agenda politica l’approvazione del P.R.G. Un’iniziativa che riuscirà a dare nuovo impulso all’azione di governo della sua amministrazione?
La ripresa della discussione sul PRG era uno degli
impegni programmatici 2014 e l’ottimo lavoro svolto
sinora dal presidente della Commissione Nardino
D’Alessio rilancia sicuramente l’azione amministrativa in un settore fondamentale per lo sviluppo di Ladispoli.
●Il piano prevede la realizzazione di nuovi quartieri e di nuovi spazi verdi per la città, mantenendo uno standard molto alto, di 24 mq per
abitante, ben al di sopra dei livelli minimi. Crede
che tale quota verrà mantenuta o, più verosimilmente, si scenderà a livelli più bassi?
Gli standard rimarranno alti e questa volta saranno
reali, perché non dovranno essere espropriati (cosa
che ha reso sempre teorici in passato gli standard dei
Comuni) ma passeranno pubblici a costo zero per il
Comune se le previsioni private saranno realizzate.
●Tra le aree interessate dalla trasformazione figura la zona Osteria Nova, dove è prevista la
creazione di verde pubblico e servizi (centro
commerciale, ospedale e centro turistico-ricettivo). Pensa che cambierà la destinazione di
questa zona a fronte del progetto di un nuovo
aggregato urbano avanzato da un’impresa privata?
Quella di Osteria Nuova è una delle trasformazioni
più importanti di tutto il PRG. La proposta presentata,
successivamente all’adozione del Piano Regolatore
modifica notevolmente le previsioni iniziali, in cambio
della realizzazione a spese dei proponenti di un’opera pubblica di grande impatto: un nuovo accesso alla
Città con un ponte che collegherebbe viale Mediterraneo all’Aurelia all’altezza di Palo. Su questa proposta il confronto sarà aperto con tutta la comunità, che
potrà esprimersi nelle sedi istituzionali e nelle assemblee dei quartieri.
●Esclusa la via dell’esproprio, difficile da realizzare in Italia, si dovrà procedere con compensazioni e perequazioni. Quali saranno gli ostacoli
più difficili da affrontare?
Per le perequazioni, cioè il passaggio di terreni a titolo gratuito alla collettività in cambio di cubature, le
difficoltà potranno derivare dalle eventuali eccessive
frammentazioni dei terreni. Quello della compensazione sarà comunque uno dei temi centrali di tutta la
discussione sul futuro PRG.
Intervista integrale
sul nuovo quotidiano
www.baraondanews.it
58. Focus
59. Nel territorio
ACQUA PUBBLICA E SBLOCCA ITALIA: GOVERNO CONTRO I CITTADINI
Il gestore unico sarà scelto tra i gestori esistenti che abbiano un bacino d’utenza minimo del 25% del totale
di Maurizio Archilei
Sono ancora calde le dichiarazione di Crescenzo
Paliotta riguardo il rifiuto di consegnare nelle mani di
ACEA ATO2 il servizio idrico del comune di Ladispoli,
da lui amministrato. Ma questo confronto con l’ACEA
non interessa solo la cittadina del litorale. Anguillara,
Bracciano, Manziana e Canale, per non dire Civita
Vecchia, vivono oggi lo stesso problema, che affonda
le proprie radici nella metà degli anni ’90, quando l’ACEA era al 100% pubblica e nacque la divisione negli
ATO che ora conosciamo.
Agli inizi degli anni 2000 i comuni aderirono all’ATO2,
di cui l’ACEA divenne gestore “migrando” la propria
competenza dalla città di Roma a tutto l’ATO2. Poco
dopo, però, l’ACEA divenne una Spa, cambiando
quindi missione e creando delle sottoagenzie tra cui
l’”ACEA ATO2”, nata proprio con lo scopo di gestire il
servizio idrico e di depurazione del territorio di riferimento.
«Ma se l’ACEA [ente pubblico] aveva una sua legittimità, ACEA ATO2 costituisce un ente privato e terzo
differente, una Spa. diversa perfino dall’ACEA, e per
questo ne contestiamo la pretesa continuità di gestione» dichiarano dal comitato locale del Forum Italiano
dei movimenti per l’acqua. Già un anno fa un analogo assalto della Spa fu respinto da comuni e comitati
in vista della redazione di una legge Regionale che
avrebbe potuto proporre confini differenti agli ATO di
riferimento.
La situazione fu così congelata, e nel 2014 la Regione Lazio, recependo l’esito del referendum di giugno
2011, emanò la legge numero 5 con la quale si pose
un serio stop all’acquisizione da parte della Spa della
gestione del servizio idrico dell’ATO2. A luglio dello
stesso anno la Presidenza del Consiglio dei Ministri
impugna la legge regionale avanzando dubbi sulla tutela della concorrenza, la competenza nella materia
(ma la legge n. 5 fa riferimento alla legge comunitaria) e tutela dell’ambiente (la legge n. 5 stabilisce solo
che l’acqua è un bene da salvaguardare senza trarne
profitto).
Motivazioni deboli, secondo i promotori del referendum del 2011, che denunciano un obiettivo abbastanza chiaro da parte dei vertici del nostro paese: mercificare l’acqua. È su questa linea che, ancora senza
un esito dell’impugnazione della legge n.5, il governo
emana lo Sblocca Italia, che sulla materia non è privo
di conseguenze. Prima tra tutte: gli ambiti territoriali,
o ATO non possono essere territorialmente più picco-
li delle vecchie Province o della Città Metropolitana.
Un’idea che stride con le recenti riforme volte proprio
ad eliminare queste entità territoriali intermedie che
sono le Province.
Ma c’è dell’altro: il gestore unico di ciascun ATO sarà
scelto tra i gestori esistenti che abbiano un bacino
d’utenza minimo del 25% del totale. In una parola
sola: sarà l’ACEA, ed è stabilito per legge. Alla faccia
del principio di concorrenza evocato dalla Presidenza
del Consiglio dei Ministri.
In questo quadro decisamente confusionario e pieno
di contraddizioni si muovono oggi le amministrazioni
locali che al momento gestiscono ancora, con società in house, il servizio idrico, riuscendo a mantenere
costi molto più vantaggiosi rispetto all’ACEA. Senza
considerare la politica dei distacchi (non contemplati
dalla legge) che da tempo ACEA applica e che solo
da poco è stata adottata a Ladispoli dalla pubblica
Flavia Acque.
Benché ancora non si sia creata una cordata di amministrazioni capace di amplificare la capacità dei
singoli di resistere all’”assimilazione”, nessuno è disposto a farsi imporre la cessione del servizio idrico,
che peraltro la segreteria di ACEA ATO2 ha chiesto
senza averne delega da parte del commissario Nicola Zingaretti.
E lo sono ancor meno dopo aver affrontato, in alcuni
casi (come a Bracciano) senza aiuti economici dalla
Regione, il problema dell’arsenico.
61. Nel territorio
60. La denuncia
“io ti denunzio” Tutti in caserma. Parte a Ladispoli la guerra delle querele
Sull’albo pretorio comunale la proposta di querela
per diffamazione della giunta ladispolana (che verrà inoltrata ai carabinieri di Ladispoli ed al Prefetto
di Roma), in merito alle affermazioni diffuse su social
network ed a mezzo stampa su varie questioni di pubblico interesse.
La giunta si è riunita appositamente per discutere sulla eventualità di impacchettare le denunce: con tutti
i problemi che ha, ha comunque deciso che rappresentava una priorità mettere nero su bianco la quantomeno originale proposta di deliberazione avente
come oggetto preventivo l’autorizzazione a procedere
con la proposizione di denuncia-querela per diffamazione “nei confronti di tutti i soggetti coinvolti” (si legge nell’albo), tra cui il comitato legalità e l’ex direttore
generale del comune, ora non più a servizio dell’ente
guidato dal sindaco Paliotta, Dr. Santo Fabiano.
Vengono citate anche le testate giornalistiche che si
sono limitate a pubblicare integralmente, porre interrogativi e segnalazioni su tematiche già circolanti in
rete e sulle caselle di posta dei quotidiani: ma perché
questa scelta di pressare la stampa fino a rischiare “lo
sbotto”? Nel mirino dell’avvocatura comunale di Palazzo Falcone, si legge nel deliberato, le affermazioni
rivolte nei confronti dell’amministrazione comunale le
quali vengono ritenute “false, ingiuriose e diffamatorie
dell’onore e del prestigio dell’intera amministrazione”.
Affermazioni fatte non certo dalla stampa come sarà
facilmente comprensibile per il lettore e dimostrabile
agli occhi del magistrato.
Il quadro si aggrava e sempre più affollato appare
il comando dei carabinieri di Ladispoli che continua a
notificare istanze di querela su più fronti, a conferma
della moda italiana di affrontare le controversie e di
mandare messaggi subliminali attraverso il sistema
della denuncia facile spesso seguita da altrettante
querele per calunnia!
Nel deliberato comunale, dicevamo, sono citate anche le testate giornalistiche che hanno diffuso la
comunicazione inerente il caso ribattezzato “parentopoli” dai responsabili del “comitato per la legalità”
mediante comunicati indirizzati alla stampa e post
pubblicati su social network riguardanti diversi punti
ritenuti sospetti dal comitato stesso, circa le modalità
di assunzione di alcuni dipendenti pubblici ed alcuni
affidamenti diretti. Tutto è agli atti.
Il comitato continua in questi giorni a inviare comunicati per amplificare quanto scrive sul proprio sito web.
Crediamo che in queste circostanze la maggior parte
della stampa (quella citata dal Comune) abbia agito
nella massima buona fede, ponendo interrogativi e
facendo il proprio mestiere tenendo dritta la schiena
nonostante le bastonate, pubblicando attacchi e repliche trattandosi di attori giurdicamente riconoscibili e
non di quattro sconclusionati.
PROMEMORIA
Il consiglio comunale si era espresso contro certi linguaggi: i politici locali non hanno gradito l’appellativo
di “mafiosi” e “giannizzeri” che gli è stato affibbiato
sui social network che rappresentano al 100%, come
la normativa conferma, un luogo pubblico. La stampa
comunale ha, come era prevedibile, levato gli scudi in
difesa della politica e dell’amministrazione. Niente di
straordinario e di differente dal solito.
PUNTO DELLA SITUAZIONE
Se il comune citerà davvero la stampa libera, come
annunciato nel deliberato, non lo sappiamo, ma forse
si capirà che sarà inutile affibbiare responsabilità a
chi non è firmatario ed autore di eventuali illazioni o
insinuazioni. Nel frattempo però inizia la querelle delle denuncie non dell’ente direttamente, ma dei privati:
l’obiettivo è sempre il comitato legalità. Non sappiamo
se i privati sono chiaramente legati all’amministrazione. Chiaramente anche in questo caso vengono scomodate le testate indipendenti.
SVILUPPI SE CI SARANNO
Vi terremo aggiornati e vi racconteremo tutto, per
filo e per segno: il fascicolo è aperto, e noi al postino
gli offriamo pure il caffè. La stampa divisa farà passi
avanti per un’unione di intenti: c’è in gioco la giustizia
e la libertà di esercizio, colleghi… siamo quasi tutti
sullo stesso treno…
Baraonda al postino offrità il caffé.
Redazione
62. Focus
CUPINORO, COSA EMERGE DALLA GUERRA DI CARTE IN CORSO
di Maurizio Archilei
Si intensifica la battaglia di carte bollate attorno alla
discarica di Cupinoro e ai suoi destini. Con la presentazione dei tre ricorsi al Tar i Comitati Uniti, Fermiamo Cupinoro e il comune di Cerveteri hanno avviato
il percorso attraverso il quale intendono opporsi alla
decisione del Consiglio dei Ministri di sbloccare il procedimento per il riconoscimento dell’AIA per l’impiantistica. Solamente uno di questi ricorsi, però, impugnerebbe direttamente la stessa AIA, poiché i ricorrenti,
i Comitati Uniti, sarebbero venuti in possesso a fine
ottobre del documento pubblicato ufficiale sul BURL
della Regione Lazio soltanto il 9 dicembre, ben oltre i
termini di presentazione dei ricorsi a metà novembre.
È per questa ragione che il comune di Bracciano si
sarebbe costituito in giudizio solo contro il ricorso dei
Comitati Uniti, cui si è aggiunta l’associazione Italia
Nostra. Le basi sulle quali tale ricorso è stato studiato
le ha esposte il 4 dicembre l’avvocato Michele Greco,
che ha fornito una ricostruzione storica accurata delle
varie autorizzazioni che hanno interessato la discarica. Vediamo i principali punti su cui i Comitati Uniti
faranno leva. La revoca della VIA alla VAIRA1 – uno
dei passaggi fondamentali riguarda il dietrofront della
Regione (7/11) rispetto all’ampliamento della discarica tramite il nuovo invaso VAIRA1, definito “a servizio
degli impianti” che proprio l’AIA ha autorizzato. Un’incongruenza non indifferente: gli impianti autorizzati
non avranno a disposizione un invaso per completare
il proprio ciclo di trattamento. Situazione che, se non
sembra impensierire l’amministrazione di Bracciano,
fa sorgere alcune domande: perché si è chiesta la realizzazione di un’opera che non serve? E perché, se
non serviva, i lavori di quell’opera sono stati fatti partire senza il parere paesaggistico, e poi bloccati in tutta
fretta? Procedimenti distinti – Secondo il Dl 387/2003
uno stesso procedimento non può interessare im-
pianti per la produzione di energia rinnovabile e normali impianti per il trattamento dei rifiuti, come invece
accade nell’AIA. Procedimenti unitari – Secondo la
giurisprudenza a disposizione, sostiene Greco, l’iter
autorizzativo dell’impiantistica e della relativa discarica a servizio (quindi l’argomento in oggetto dell’AIA e quello della VIA) debba essere unico. Cosa che
evidentemente non è. Progetti modificati – Nel corso
del tempo gli impianti indicati nella richiesta dell’AIA
hanno subito modifiche di cui non si è tenuto conto in
fase di approvazione, come del resto non si menziona minimamente la revoca della VIA per la VAIRA1.
Debole istruttoria della Presidenza del Consiglio dei
Ministri – A tutte queste ragioni se ne aggiungono
altre, tra cui quelle messe in evidenza dalle dettagliate osservazioni del MIBACT e considerate dallo
stesso ministero come insuperabili. Osservazioni che
il Consiglio avrebbe frettolosamente ignorato senza
adeguate verifiche. Ma tra le incongruenze riscontrabili ce ne sono di ulteriori segnalateci da Fermiamo
Cupinoro. All’interno dell’AIA esiste un progetto del
febbraio 2014, identificato con il titolo “stato attuale
della discarica”, le cui immagini sarebbero però ben
più vecchie. Mancano, infatti, i cumuli di terra risultanti dai lavori per la VAIRA1 che altre foto risalenti a
novembre 2013 mostrano chiaramente.
64. Dossier
MAFIA CAPITALE A LADISPOLI? L’INCHIESTA DILAGA NELLA PROVINCIA DI ROMA
La coop. Casa Comune 2000 citata dalla stampa nazionale tra le altre collegate
Redazione
Anche La cooperativa casa comune 2000, operante nel territorio di Ladispoli e nel comprensorio, è
citata in più circostanze dalla stampa nazionale nella
divulgazione dei risultati dell’inchiesta “Mafia Capitale”. Il segmento è quello relativo alla holding di cooperative collegate alla 29 giugno capitanata da Salvatore Buzzi. “Mafia Capitale” investe dunque anche
la provincia di Roma. Dopo le ombre su anguillara e
su cerveteri, l’inchiesta si allarga a nuovi ambiti. RISPETTO A CASA COMUNE 2000 nulla di illecito è
stato imputato alla cooperativa con sede a Ladispoli,
non sono in discussione al momento gli affidamenti
dei servizi. Riportiamo per ora la cronaca dei quotidiani nazionali.
IL FATTO QUOTIDIANO - “La Crisalide srl (partecipata al 50% da Casa Comune 2000)”.
IL TEMPO DI ROMA - SU COOPERATIVA 29 GIUGNO: Bandi pilotati o affidamenti diretti durante le
fasi emergenziali: la cupola criminale ha agguantato
il mercato del verde pubblico, delle manutenzioni e
dei rifiuti, tra i più redditizi anche perché sospeso, da
anni, tra commissariamenti e carenze impiantistiche
che puntualmente hanno assorbito «risorse straordinarie». È successo anche recentemente, il 30 dicembre 2013, quando il sindaco Marino - nel panico dopo
il caso dei maiali fotografati a rovistare tra i rifiuti e in
aperta polemica coi dipendenti Ama accusati di assenteismo - ha prelevato 4,9 milioni di euro del fondo
di riserva per finanziare un piano di pulizia straordinaria appaltato, su chiamata diretta, anche alle coop
oggi coinvolte nell’inchiesta, come la 29 giugno. «Dal
30 dicembre al 14 gennaio 2014 - ha poi rendicontato
la 29 Giugno - sono state coinvolte 7 coop sociali, 29
Giugno, Formula sociale, Formula ambiente (tutte e
tre riconducibili a Buzzi, ndr.), Arcobaleno, Serviplus
e Casa Comune 2000, che hanno operato con 500
operatori nei servizi di supporto ad Ama decisi dal sindaco Marino”. IL MOSAICO SOCIETARIO DELLA COOPERATIVA
29 GIUGNO sintetizzato da “IL FATTO QUOTIDIANO”
“Districarsi nel mosaico societario è molto complesso.
Dalla onlus dipendono a cascata sei soggetti: Eriches
29 (partecipata al 24% da coop Dioniso e al 42% da
altre coop), Oml srl (partecipata al 10% da Formula
sociale e al 60% da Marco Clemenzi),Consorzio
raccolta differenziata 3 (partecipata al 33% daFormula Ambiente), Crd Immobiliare (partecipata al
33% da Formula Ambiente e al 33% da Cosp Tecnoservice), Crisalide srl (partecipata al 50% da Casa
Comune 2000) e Sarim srl. Quest’ultima controlla
Crisalide, ma anche – rispettivamente al 49% e al
35% – Si.Al Service srl (l’altro 50% è di Impegno
per la Promozione) e Rogest srl (partecipata al 15%
da Casa Comune 2000 e al 50% da Edil House srl).
Da Crisalide dipende anche Tolfa Care. C’è poi una
costola della onlus, la 29 giugno servizi coop, dalla
quale dipende – al 29% – Formula Ambiente e al 19%
Formula Consorzio”.
I PROVENTI La proposta di sintesi di bilancio 2013
della 29 giugno, dove sono presenti le principali società collegate alla holding di Buzzi, fa segnare risultati notevoli: un totale attivo pari a quasi 29 milioni di
euro. COOP 29 GIUGNO IN TERMINI DI ATTIVITA’
Servizi amministrativi: prima accoglienza in portineria, interventi di manutenzione. Accoglienza. immigrazione, case, emergenza freddo. Centinaia di persone assistite e immobili. Igiene ambientale. dalla
raccolta dei rifiuti alla gestione dei centri di raccolta
fino allo spazzamento delle strade. Verde pubblico. mantenere le aree verdi e i parchi, persino nel
centro storico della Capitale. Pulizia. La coop lavora
nelle strutture industriali e negli ospedali, ha appalti
nel centro agroalimentare di Roma, all’Auditorio, nelle Asl.
LA BUFERA ANCHE AI VERTICI DELLO STATO
NELLA BUFERA MEDIATICA ANCHE I VERTICI
DELLO STATO CENTRALE DEL GOVERNO RENZI:
IL MINISTRO DEL LAVORO POLETTI (ex presidente di lega coop), ritratto in numerose foto, in diversi
anni, insieme al numero 1 di coop. 29 giugno salvatore buzzi. “IL GIORNALE” ha pubblicato un’inchiesta
sull’argomento http://www.ilgiornale.it/news/politica/
linchiesta-1074463.html
66. Focus
ROMA, SPECIALE ROM E CAMPI NOMADI
“Si fa presto a dire Zingaro”
Intervista ad Aleramo Virgili, dal 2005 al 2010 coordinatore dello Sportello di Segretariato
Sociale per l’avviamento al lavoro delle Comunità Rom, Sinti e Camminanti gestito
dall’Opera Nomadi; coordinatore per due anni Progetto raccolta rifiuti ingombranti
per conto dell’AMA da parte della Cooperativa Fraternità, e per otto anni coordinatore dei
mercatini dei Rom e Sinti in alcuni Municipi della Capitale
di Angelo Alfani
Quando le cose girano male è di prassi trovare
un bersaglio su cui scaricare le responsabilità,
su cui concentrare attenzione e tensione. E quale
bersaglio più facile dei Rom?!
Diciamo che il popolo rom è sempre stato presente
nei vari pogrom, stermini, pulizie etniche: sia per la
sua debolezza come soggetto politico e sociale sia
perché difficilmente “inquadrabile” all’interno degli
schemi dominanti. Se pensiamo che il popolo rom
non ha mai rivendicato una terra per se ne ha mai
combattuto una “guerra di indipendenza” questo,
molto più di altri stereotipi, ci fa comprendere le cause e le origini di questo accanimento. Comportamenti
che in periodi “normali” potrebbero essere “tollerati”
o perfino complementari, in periodi di crisi diventano inaccettabili. Avviene così che comunità perlopiù
composte da bambini non rivestono più un’identità di
popolo (per quanto minoritario e diverso) per divenire
atteggiamento sociale agli occhi dei gagè (non rom).
In questo certo non aiuta la falsa dicotomia rom / non
rom con cui si guarda al mondo.
I campi nomadi,nonluoghi ritagliati tra binari e
raccordi anulari,tra marrane e canneti,in cui è
invalso l’uso di scaricare gli “zingari”, proprio
come si fa coi sacchi di plastica zeppi di calcinacci, amianto e fili elettrici:quando sono sorti e
quale idea di “integrazione o segregazione” era
nella testa degli Amministratori che assunsero
questa decisione?
I cosiddetti campi nomadi (dico così perché i suoi abitanti non sono più nomadi da anni…) sono stati (al
pari degli altrettanti “mostri urbanistici”, come Viale
Morandi, Corviale, Laurentino 38, Tor Bella Monaca)
una risposta a drammatici problemi igienico-sanitari
e abitativi dei nuovi e vecchi migranti: stranieri oggi,
meridionali “terroni” ieri. Mentre i vari “serpentoni”
e “torri” sostituivano le baraccopoli delle periferie, i
campi attrezzati prendevano il posto, poco alla volta,
del famigerato Casilino 700 e della miriade di insediamenti che i profughi rom dell’ex Yugoslavia e dei
Balcani ricostruivano qui in Italia. Costretti a lasciare
le civili abitazioni presenti in tutto l’ex Blocco dell’est
almeno dalla fine della seconda guerra mondiale.
Per spiegare il tipo di risposta che le Amministrazioni
avevano in testa con la creazione questi “villaggi”
‘è sufficiente osservare la loro ubicazione geografica: tutti sorgono in aree periferiche al Municipio di
appartenenza e a ridosso dei Municipi confinanti. Ad
esempio i “villaggi” di Via Salviati appartengono territorialmente all’ex V Municipio ma sono a ridosso di
Tor Sapienza (ex VII Municipio) così come Casilino
900 e 700 appartenevano all’ex VII Municipio ma insistevano rispettivamente sull’ex VIII ed ex X Municipio
(Torre Spaccata e Cinecittà) e così via.
Pensati come provvisori (due anni) sono divenuti a
“tempo indeterminato” e senza un concreto progetto
di superamento.
Si ha l’impressione, guardando le immagini e soprattutto ascoltando le terribili parole urlate dagli
abitanti delle periferie romane nei confronti del
diverso, sia esso Rom o profugo dal mare, che è
venuto meno ogni ritegno, ogni parvenza di fratellanza? Perché e perché oggi?
(segue su www.baraondanews.it)
68. Storia e Cultura
LADISPOLI RISCOPRE I CATARI E I TEMPLARI
Solstizio d’Inverno all’insegna della cultura e della storia
Ladispoli celebra il solstizio d’inverno nel ricordo dei Catari e dei
Templari.L’appuntamento è
per domenica 21 dicembrealle ore 16 nell’Aula Consiliare di Piazza Falcone con
ingresso libero. Due vicende medievali finite tragicamente sui roghi con il marchio
infamante dell’eresia ma che
ancora oggi appassionano
studiosi e letterati fedeli a
quel pensiero di Erich Fromm
per cui “tutti i martiri delle fedi
religiose, della libertà e della
scienza hanno dovuto disobbedire alla propria coscienza,
alle leggi dell’umanità e della
ragione. L’essere umano capace solo di obbedire e non
di disubbidire, è uno schiavo”.
E spesso “tocca agli scrittori dire le verità scomode”
come nel caso di Adriano Petta autore de L’eresia
Pura – la dissidenza e lo sterminio dei Catari che animerà il convegno del 21 dicembre unitamente al prof.
Carlo Bello, docente di Storia dell’Arte, “La cattedrale
Gotica”, al prof. Giuseppe Fort responsabile settore
studi e archeologia dell’Accademia Templare d’Italia “I Templari nel territorio laziale: Castel Campanile”
e allaprof.ssa Caterina Luisa De Caro, docente di storia e filosofia “Catari e Templari nel nostro territorio”. Un solstizio all’insegna del sapere patrocinato dal Comune e dalla Pro Loco di Ladispoli e che vedrà riuniti il Sindaco Crescenzo Paliotta, il Presidente della
Pro Loco Claudio Nardocci (relatore), l’Assessore alla
Cultura Francesca Paola Di Girolamo, il Presidente
del Consiglio Comunale Giuseppe Loddo, mentre alla
dott.ssa Silvia Marongiu spetterà il compito di introdurre l’opera di Adriano Petta già autore del famoso libro “Ipazia, Vita e sogni di una scienziata del IV secolo. Ma chi erano nella realtà i Catari e i Templari. Non
è facile sintetizzare in poche righe la storia di queste
due comunità, molto prospere, che avevano come
stella polare l’etica e la spiritualità. Una spina nel fianco dei costumi opulenti, costosi e indebitati del potere
temporale del papato che del regno di Francia. “Dopo
due secoli di presenza in Occitania, il Catarismo fu
demolito ferocemente dagli eserciti del re Filippo iV
per iniziativa della Chiesa” sul cui soglio in Avignone
si trovava papa Innocenzo III. Correva l’anno 1255,
e al grido “sterminateli tutti, Dio riconoscerà i suoi”
villaggi e borghi e castelli vennero rasi al suolo con un
bilancio finale che superava il milione di assassinati
o col ferro o sui roghi. Finì così una fede la cui unica
preghiera era il Padre Nostro e che basava i suoi insegnamenti “sulla libertà individuale, il rispetto della
donna, la tolleranza interculturale, la protezione della
natura e il senso dell’operosità”. Sull’Ordine Templare
dei cavalieri monaci, storia e leggenda si intrecciano,
ma sappiamo che venne ufficializzato nel 1129 e che
nel 1314 dopo un drammatico processo e a seguito
della bolla di Papa Clemente V con la scomunica, il
re di Francia Filippo il Bello condannò al rogo l’ultimo
Gran Maestro Jacques de Molais, con relativa confisca dei beni e la dissoluzione dell’Ordine. Ma molti si
salvarono e trovarono asilo nei vari reami europei. Le
grandi cattedrali gotiche furono ispirate e finanziate
dall’Ordine? Di fatto i Templari costruirono un sistema agricolo/navale e finanziario tra i più avanzati
dell’epoca che apportò potere e ricchezza alla confraternita i cui membri però erano rigidamente tenuti
al rispetto della regola di povertà individuale. Catari,
eretici o buoni cristiani? Templari, cavalieri monaci o
scaltri banchieri? Ambedue perseguitati e condannati
con l’alibi dell’eresia ma è lecito pensare che il vero
movente fosse la brama di potere e il possesso dei
beni accumulati.
Carla Zironi
70. Cultura/Turismo
IL VASO DI EUFRONIO TORNA A CERVETERI
Fino al 7 gennaio sarà possibile ammirare contemporaneamente
sia la Kylyx che il celebre Cratere
Sarà un Natale all’insegna dell’arte e della storia quello che Cerveteri offrirà ai suoi cittadini nell’anno delle
celebrazioni per il decennale Unesco. Un risultato,
fanno sapere dall’amministrazione comunale, ottenuto anche e soprattutto grazie all’impegno dell’assessore al Turismo e al Marketing del Territorio, Lorenzo
Croci.
“Sarà un momento storico - afferma l’assessore - che
Cerveteri aspetta da più di quarant’anni. Il vaso fu infatti trafugato clandestinamente nei primi anni Settanta ed è rimasto esposto al Metropolitan Museum di
New York fino al 2008. Chiudiamo l’anno della ricorrenza del decennale Unesco con un evento di caratura internazionale.”
La mostra I Capolavori di Eufronio aprirà ufficialmente i battenti il 18 dicembre alle ore 11.00, presso il
Museo Nazionale Etrusco. Alla conferenza stampa
d’inaugurazione prenderanno parte, oltre al sindaco
Pascucci, Fabio Isman, noto giornalista e scrittore,
Alfonsina Russo, soprintendente per l’Etruria Meridionale, e alcuni rappresentanti della Regione Lazio e
del Ministero per i Beni Culturali quali Zingaretti e il
ministro Franceschini. Fino al 7 gennaio, per tutti gli
appassionati e non, sarà possibile ammirare contemporaneamente sia la Kylyx che il Cratere di Eufronio.
“Il 2014 - conclude Croci - è stato un anno fondamentale. Abbiamo visto la nostra città protagonista al
Louvre-Lens e al Palazzo delle Esposizioni di Roma e
sono stati avviati i cantieri alla Necropoli della Banditaccia grazie ai fondi Por-Fesr. Solo nell’arco di tempo
compreso fra gennaio ed agosto, rispetto al 2013, abbiamo registrato un incremento di più di 8000 visitatori
al Museo e quasi 7000 alla Necropoli. Tutte le attività
svolte hanno portato risultati davvero incoraggianti”.
L’Assessore al Turismo e Cultura Lorenzo Croci
Di Valerio Dieni
72. Sport
TRIATHLON, UNA STAGIONE DI SUCCESSI
Ora il team inizia la preparazione per il 2015
“Potenti bracciate di mute nere spaccano l’acqua, dalla zona cambio con velocissime biciclette da corsa i
nostri triathleti cercano di guadagnare minuti importanti in pista ed infine corrono con tutta la forza che
hanno al traguardo con i colori accesi delle Società
Sportive che rappresentano.
sia in Italia che all’estero. Nel palmares dell’ASD: 6°
Società Assoluta al Campionato Regionale; GIANLUCA CACCIAMANO, vincitore del CAMPIONATO
ITALIANO di Paratriathlon; Vice Campione Regionale
Assoluto e Campione Regionale di Categoria S4 del
Presidente dell’ASD FABRIZIO FERRI; la vittoria della Forhans Cup di FABRIZIO VENEZIA e Campione
Regionale di Categoria S2; il 2° posto di Categoria
S4 dell’atleta NICOLA PAGONE e 3° di categoria
s4 nella Forhans Cup ed il 2° posto di Categoria
M2 dell’atleta AMEDEO FORMICA. Il prestigioso
INTERNATIONAL IRONMAN DI MALLORCA con la
partecipazione di ROBERTO SCOTTI, CRISTIANO
TODARO e GIUSEPPE MARINO. Ora il Team si prepara con duro allenamento ad affrontare la prossima
Stagione Agonistica puntando a risultati sempre migliori. Ringraziamo tutti gli atleti del Team per questa
stagione di successi.
L’ASD TEAM LADISPOLI TRIATHLON, con i suoi atleti, nella Stagione Agonistica 2014 ha rappresentato
la Città di Ladispoli conseguendo importanti risultati
Lorena Panzini
Responsabile Stampa e Comunicazione ASD Team
Ladispoli Triathlon
CICLISMO E BIOMECCANICA
Fabrizio Venezia, atleta, studioso e promessa dello sport locale
“Ho iniziato a correre in bicicletta a soli 9 anni con
il mio direttore sportivo Fabrizio Ferri, iniziando la
scalata che mi ha portato fino al mondo del dilettantismo” Esordisce così Fabrizio Venezia, atleta dell’ASD
Team Ladispoli che nella scorsa stagione agonistica
ha conseguito una serie di risultati prestigiosi nella
nuova disciplina sportiva. Nella sua esperienza sportiva ci sono ben sette anni trascorsi in Toscana, con la
Società ASD Futura Team Matricardi di Franco Chioccioli con piazzamenti a livello nazionale e internazionale e gare come il giro d’Italia BIO, il giro delle Valli
Cunesi , il gran premio di Capodarco e il campionato
a cronometro professionisti. Per vari motivi il salto
nel mondo dei professionisti non è stato possibile ma
per continuare a coltivare la sua passione sportiva ha
conseguito due specializzazioni di cui: biomeccanico
e preparatore atletico. La biomeccanica è una scienza approdata in Italia grazie a studiosi romani, tra cui
Antonio Dal Monte ed Angelo Manoni, che intuirono
l’opportunità di applicare la scienza del movimento al
gesto sportivo raggiungendo l’obiettivo di ridurre gli
sforzi, l’infortunistica e le patologie sportive. dp
74. Scuola
COSA REGALARE A NATALE AI NOSTRI RAGAZZI?
Riflessione del Prof. Riccardo Agresti, preside Istituto Comprensivo “Corrado Melone”
La scuola secondaria di primo grado indirizza la propria azione verso
ragazze e ragazzi preadolescenti ed
adolescenti. Se il preadolescente è
poco più di un bambino, l’adolescente, nella sua fase di transizione, affronta cambiamenti epocali. A questa
età essi, pur rendendosi conto che
stanno cambiando, cercano di ignorare, finché possono, queste trasformazioni che li mettono in situazioni di
angoscia e di stress e che cercano di
nascondere con atteggiamenti di sfida spesso irritanti. Questo è il periodo
più duro per i ragazzi e per chi vive o
lavora con loro (docenti o genitori che
siano), ma proprio quando più sembra ci rifiutino, tanto più essi hanno
ancor più bisogno di noi adulti. Purtroppo è difficile,
soprattutto a causa dei propri impegni di lavoro o dei
propri problemi, essere realmente loro accanto, cioè
offrire a questi ragazzi i giusti consigli (quando desiderano ascoltarci) o saperci metterci da parte (quando invece rifiutano la nostra presenza). Spesso le tensioni fra adulti e giovani derivano solo da un banale
problema di “sintonia”. L’aiuto che noi adulti possiamo
dare ai nostri ragazzi è offrire loro amore, il che significa ascoltarli con il cuore, comprenderli, proteggerli
… essere in loro sintonia. Ad esempio, se da un lato
desiderano ancora il contatto fisico (una carezza un
abbraccio dei genitori, anche se a volte sono grandi e
grossi e potrebbero apparire ridicoli), dall’altro cominciano anche ad averne paura, a rifiutare il contatto
che non avremo più in futuro, anche perché gli adulti,
nella nostra società, non mostrano, normalmente, simili effusioni, se non in circostanze molto particolari di
estremo piacere o dolore: situazioni che loro ancora
non conoscono o non capiscono nella loro vera essenza. I ragazzi hanno estrema necessità di amore
vero, amore che si esprime con uno sguardo, con un
rimprovero, atteggiamenti che essi comprendono ed
accettano, anche se fingono di non accorgersene o
lo rifiutano platealmente per dimostrarsi grandi. Anzi,
per “sentirsi” grandi, ormai osano fare ciò che vedono
fare ai “grandi”: fumano, bevono, spendono, guarda-
no film o immagini porno e così via. Questi atteggiamenti significano spesso che non si sentono sicuri,
che non si sentono amati (anche se in realtà magari
lo sono). Un pedagogo americano descrive ciò che
necessita ai ragazzi di questa età (ovvero l’autostima che solo noi adulti possiamo loro infondere) paragonandolo alla quantità di fiches con cui un gamblin
affronta un torneo di poker. Più fiches si hanno a disposizione, più ci si può permettere un gioco sereno,
spregiudicato e vincente. Meno se ne hanno e meno
è possibile rischiare. Allo stesso modo l’autostima
permette loro di affrontare con serenità e fiducia la
vita, senza necessità di chiudersi, di non “giocare”.
In effetti, fino a che erano bambini, “esistevano solo
loro”, non avevano necessità di confrontarsi con nessuno, non avevano alcuna necessità di autostima; ma
ora si rendono conto che non sono soli nell’universo,
che devono confrontarsi con loro simili, che devono
giocare la loro partita … e ne hanno paura. Ma se
posseggono molte fiches, possono essere più tranquilli e fiduciosi verso il prossimo e possono giocare
serenamente e senza paure. Allora cercano queste
fiches, cercano cioè supporto in coloro i quali erano
fino a poco tempo fa gli unici “altro da me” nell’universo: i propri cari. Ecco allora cosa donare loro per
Natale: una grande quantità di fiches per permettere
loro di giocare con fiducia il poker della loro vita.
79. Salute /Ambiente
PRODOTTI LOCALI DI QUALITA’, DOBBIAMO MIGLIORARNE LA DIFFUSIONE
Intervista a cura di “Sole Etrusco”, società cooperativa
Il dott. Daniele Segnini: “Spero si avveri la previsione di Jeremy Rifkin che prevede la realizzazione di un mondo post-capitalista basato su assetti
economici e sociali completamente nuovi: un futuro fatto di sostenibilità, solidarietà e collaborazione”
Nella nostra comunità abbiamo produzioni agroalimentari importanti come vino, olio, grano, carciofi,
ecc… cosa si può fare secondo te per migliorarne la
qualità e quindi la diffusione? Credo che possa essere utile valorizzare i prodotti intraprendendo il percorso delle coltivazioni biologiche,
inoltre serve dar loro un’identità riconoscibile e quindi una certezza di origine. Un ulteriore fattore può
risiedere in una trasformazione attenta e articolata
su più ambiti. Per esempio: se parliamo di olio posso
frangerlo con diverse metodologie, ognuna delle quali
esprimerà una certa qualità ma posso anche dar vita
a prodotti cosmetici oltre che venderlo tal quale.
Il nostro territorio ha tutte le caratteristiche per creare sviluppo reale, con occupazione e ricchezza per i
cittadini e le imprese virtuose: penso ad un circuito
turistico che possa offrire insieme cibo di qualità, paesaggi incantevoli, percorsi artistici e attività ludicosportive, come il cicloturismo o il trekking nel territorio.
Abbiamo visto che sei in splendida forma , oltre ai segreti professionali che sicuramente ti aiutano pratichi
attività fisica?
“Dovremmo tutti cercare di assomigliare alle cose che
diciamo” – è una frase di tanti anni fa di Stefano Benni, il mio scrittore preferito, Nella mia attività di nutrizionista da oltre 25 anni ribadisco ad ogni visita, ad
ogni controllo che nessuna dieta può funzionare senza l’attività fisica; ai ragazzi non prescrivo diete, ma
modelli alimentari con più gioco e più sport; anch’io
seguo “i miei consigli”: per lo più cammino – come
mia moglie – poi quando posso vado in bici, gioco a
calcetto, a pallavolo, a tennis, quello che capita, ma
camminare è l’attività più importante, perché lo possiamo fare tutti i giorni e perché è l’unico modo per
vedere bene il territorio in cui viviamo.
Che mondo desidera Daniele Segnini?
Sono cresciuto a pane e fantascienza, i primi 100 libri
che ho letto erano tutti racconti di Urania e di Galaxy;
qualche anno fa mi sono divertito a scrivere un piccolo racconto sulla città in cui mi piacerebbe vivere, si
chiama “Ucronia Etrusca” e lo si può trovare qui alla
coop. Sole Etrusco.
Restando al tema agro-alimentare, il mondo che
vorrei è un mondo nel quale si rispetti e si valorizzi
chi coltiva, chi produce il cibo e chi lo sa preparare
bene; allargando il tiro, spero si avveri al più presto
la previsione di Jeremy Rifkin che prevede la realizzazione di un mondo post-capitalista basato su
assetti economici e sociali completamente nuovi: un
futuro fatto di sostenibilità, solidarietà e collaborazione. Spero davvero di esserci, o che ci siano almeno i miei tre figli.
81. Nel territorio
83. Nel territorio
82. Ambiente
PRODOTTI LOCALI DI QUALITA’, DOBBIAMO MIGLIORARNE LA DIFFUSIONE
di Aldo Ercoli
Il “brontolio” di un cielo coperto di nere nuvole non è
di certo mai stato una novità. L’intensità dei fenomeni
atmosferici, con la loro violenza subitanea tanto da
allagare intere città, facendo diventare fiumi le strade e straripare torrenti per tanti anni-innocui, questo
si, ci deve preoccupare. Non è mia intenzione essere
catastrofista ma come si fa a non accorgersi che questo continuo turbamento atmosferico non sia frutto
del caso? Non è stato dichiarato lo stato di allerta per
l’inquinamento atmosferico, per gli scarichi nel cielo
di gas ad opera di materiale combustibile? Non si è
detto, a livello ufficiale, che il nostro pianeta non è mai
stato così caldo? Non si stanno sciogliendo , come
neve al sole, immensi bianchi territori del Polo Nord? E
nel nostro Mediterraneo le trombe d’aria non sono diventate, non solo più frequenti, ma addirittura in parte
simili ai “tornado” caraibici? Le “bombe d’acqua” sono
all’ordine del giorno spinte nel nostro “ belpaese” ove
le fredde correnti atlantiche, figlie dei blocchi di ghiaccio che cadono in mare, si scontrano - incontrano con
i venti di scirocco che provengono da sud. La quantità d’acqua che ci raggiunge, in pochi minuti o ore, è
tale da farci pensare che si siano aperte le “ cataratte
del cielo”. Lungi da me vestirmi da metereologo ma
senza più un Bernacca o un benzianio ladispolano,
che ne sapeva una più del diavolo sulle condizioni
atmosferiche, mi sento smarrito in quanto falso progresso voluto dall’uomo. Quando non si ha rispetto
della Natura, questa si ribella con incredibile violenza
facendosi sentire come tante piccole formiche sommerse da un secchio d’acqua. La cementificazione
selvaggia a ridosso di zone naturalmente strategiche, magari
vicino a fiumi e torrenti, le nuove
dimore, in posti suggestivi ove
scrutare il mare, distruggendo la
verde vegetazione che ci faceva
da scudo, ha fatto il resto. Così
ci ritroviamo oggi. Il dio denaro,
l’oro che brilla e acceca, non ha
guardato in faccia nessuno. Né filosofi contemporanei, né eremiti credenti, hanno alzato le loro grida per
frenare i disastrosi eventi. Peccato che non ci siano
più gli “stiliti” bizantini, coloro che vivendo soli su oltre
colonne, per stare più vicino al Creatore, circondati,
in basso, dai comuni mortali che pregavano per loro.
Raccogliamo oggi tutti i frutti nocivi di semi tossici
che abbiamo seminato. Inquinando cielo, mare, terre
e fiumi che cosa potevamo aspettarci? Pur con tutte
le diseguaglianze socilai (davvero esecrabili) nel Rinascimento si viveva meglio. Bello il periodo dell’Arcadia, del bucolico cammino dei bianchi greggi su
antichi “tratturi”. Felice quel periodo quando “esalar
parea dal verdi suolo/ una canzone antica/ che aveva quel flauto, avea dell’usignolo” (Enrico Panzacchi
1840-1904. Dolce colloquio) Quanti duri pensieri,
quanti mille dolori, si chiedeva Lorenzo il Magnifico
(1449-1492), per arricchirsi di tesori terreni!! Cerchi
chi vuol le pompe e gli altri amori….” Un verde prati
al pien di bei fiori / un rivo che l’erbette intorno bagni/
un angelletto che d’amor si bagni…” Tempo che fu e
chissà se ritornerà.
85. Nel territorio
87. Nel territorio
89. Nel territorio
90. Annunci
EDITORE
Studio4 Soc. Coop.
Direttore Responsabile
Maurizio Archilei
Vice Direttore
Orazio Paliotta
IL TRIBUNALE DI
CIVITAVECCHIA
N.4 DEL 13/06/11
Sede in via S.F. D’ Assisi, 2
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94. Nel territorio
L’Oroscopo del Camaleonte
DICEMBRE - 2014
Ariete. Periodo da
dedicare al recupero fisico e mentale;
una vita meno frenetica e una dieta
priva di grassi animali sarà
quello di cui avete bisogno. La
routine scorrerà in maniera
piacevole, solcata qua e là da
brevi battibecchi verbali con
il partner, subito interrotti da
manifestazioni di tenerezza.
Toro. Sta maturando, dentro di
voi, qualcosa di
nuovo, forse un bel
taglio di capelli servirà a districare una sensualità
ingarbugliata con l’umore che
va in altalena; l’esuberanza
energetica servirà a recuperare il livello delle relazioni affettive e vi preparerà ad affrontare il clima festoso.
Gemelli. Avete
materiale per
costruire il vostro futuro, occasioni e impegni da utilizzare come pietre
per edificare; il gemelli single
sarà privilegiato in tutto questo, invece, per chi già vive un
rapporto di coppia, affinità e
passione
caratterizzeranno
una grande concretezza.
Cancro. Sereno
senza
variabili
nella vostra vita
sociale, potreste
portare a termine
con efficienza tutti i sospesi
lavorativi, la vostra solarità
catalizza la simpatia di tutti
senza per questo, in amore,
sentirsi in diritto di prendere
decisioni avventate. Imperativo! Recuperi energetici.
Leone. La mancanza di nuovi stimoli fa sopire un
rapporto che non
ha mai fatto brillare di luce propria la sfera
sentimentale, qualche carica
astrale in arrivo non è sufficiente da sola a rinvigorire il
tutto, necessita la vostra fantasia e la vostra astuzia: abbiate fretta, rivali in agguato.
Vergine. La razionalità si attesta
sui massimi livelli
ma potreste essere presi da un’improvvisa preoccupazione per una faccenda
che vi sta a cuore: ci vorrebbe
un supplemento di vitamine e
fosforo per mantenere saldi i
circuiti dell’intelligenza e della memoria, per non commettere errori.
Bilancia.
Mettete da parte
timidezza e pregiudizi, smettete
di celare i vostri
sentimenti, anche perché è
giunto il momento di rivelarvi
e uscire allo scoperto, qualcuno aspetta da tempo che dichiariate i vostri intenti, con
chiarezza, dopo vi dispiacerà
del tempo sprecato.
Scorpione. Nella vita non può
essere tutto a
colori ma, la fortuna volge dalla
vostra parte e porta delle vere
e proprie inversioni di rotta
in molti settori: la sfera professionale dipenderà ancora
molto dalle vostre iniziative
ma, la fiducia e l’autostima faranno brillare come una stella
la vostra sfera sentimentale.
Saggittario.
Un momento
propizio arriva per tutti e
questa
volta
tocca a voi, sagittari single,
già, perché chi vive un rapporto di coppia ha già avuto la sua
parte: la vostra saggezza e il
vostro carattere tenderanno
a rafforzarsi, le vostre risorse
focalizzeranno verso un obiettivo e, a questo punto, sarete
arbitri del gioco.
Capricorno.
Un periodo altalenante
sotto
l’aspetto professionale e delle risorse finanziarie ma, l’eleganza della vostra comunicazione
e del vostro porgervi al prossimo risultano essere i principali artefici del vostro flusso positivo e della vostra abilità nel
tessere situazioni favorevoli.
Acquario.
Se
avete l’aria un
po’ demotivata o
insofferente non
fatevene una colpa, dicembre la sa lunga e non
mollerà ancora almeno fino al
nuovo anno, se le insicurezze
sopite tendono a riaffiorare,
sfoderate la fiducia in voi stessi e ritornate saggiamente alla
vostra routine, sicuramente è
nel confine della realtà.
Pesci. L’aureola di affetto
che vi circonda vi rende attraenti e vincenti nelle
competizioni del cuore però,
le morbide sensazioni che vi
sentite, vi rendono vulnerabili, non vi permettono di osservare oltre l’orizzonte e, non
sarete mai arbitri della vostra
partita: non abbandonatevi
all’oblio delle emozioni.
96. Nel territorio