Redazione a cura del Centro Studi Soratte - Direttore responsabile: Francesco Zozi –e-mail: zozifra@hotmail.com DISTRIBUZIONE GRATUITA – www.centrostudisoratte.com N. 153 – APRILE 2014 In attesa delle amministrative a Sant’Oreste. Una lettera aperta di Franco Pacifico rivolta ai due candidati alle primarie del Partito li invitava a far conoscere ai cittadini le loro proposte, progetti, programmi per Sant’Oreste. Si chiedeva Pacifico per chi i cittadini avrebbero dovuto votare, in mancanza di tali programmi, per il più bello? il più buono? il meno bugiardo? il più leale? il più onesto? e per quale motivo le primarie non si sono svolte tra i tesserati ed a porte chiuse? In effetti i due candidati non hanno concesso molto, almeno pubblicamente, ai propri elettori in programmi e progetti per il futuro. Da una parte una lettera aperta di cittadini dove Titti spiegava la sua candidatura perché si aspettava una proposta di riconferma dal Partito che non è arrivata. Dall’altra un messaggio di Mario dove chiariva che la sua candidatura nasceva dalla necessità di un’alternativa alle imbarazzanti scelte del Sindaco uscente. Intanto il Movimento Sant’Oreste Città Turistica e d’Arte presentava pubblicamente, con un incontro al teatro, la sua articolata proposta per un paese migliore da lasciare alle future generazioni, e appoggiava ufficialmente la candidatura di Mario alle primarie di Partito. Candidatura appoggiata anche da alcuni dei consiglieri della maggioranza uscente che criticavano il metodo di lavoro del Sindaco che li aveva, di fatto, impediti all’impegno efficace per Sant’Oreste e dall’exex Sindaco che vedeva nell’amministrazione Menichelli “l’affermarsi di vecchie abitudini” e “l’abbandono dei progetti migliori per Sant’Oreste”. Dall’altro fronte il Sindaco, sotto lo slogan “Titti per tutti e tutti per Titti” invitava la popolazione al Cruscioff Bar ed al ristorante La Griglia per esporre quanto fatto negli scorsi cinque anni e sviluppare un programma per i santorestesi affinché “il loro tenore di vita possa essere migliore” e con un volantino esprimeva la sua delusione per la lettera dei consiglieri ricordando le numerose delibere votate all’unanimità dalla maggioranza, dal PRG alla Rotonda, incerto sulla tenuta del Consiglio, stando così le cose, fino alle prossime elezioni. Per quanto riguarda le altre formazioni, Casapound Italia Soratte con un volantino auspica “una nuova ventata, giovane e pulita che possa spazzare via lo sporco e il banale di una casta che a Sant’Oreste ha tolto il futuro e la speranza di poter cambiare!”. Sant’Oreste in Movimento invece candiderà Mario Falchetti a Sindaco di Sant’Oreste con un dettagliato programma da tempo in circolazione dove vorrebbe una partecipazione attiva dei cittadini alla vita pubblica, trasparenza nella gestione del bilancio, riorganizzazione degli uffici comunali, servizi sociali e tante altre idee nel campo della cultura, per i giovani, gli anziani, lo sviluppo del territorio e la tutela ambientale. Le “primarie”, con le votazioni del 9 Marzo (con oltre 1.000 partecipanti) hanno dato poi il loro responso, seppure con un minimo scarto: il candidato sindaco del Partito sarà Titti. Di nuovo. Dopo i passati più difficili cinque anni degli ultimi tempi. La squadra non è ancora nota, ma non è difficile immaginare che ci saranno diversi nomi nuovi. Ora il Movimento Sant’Oreste Città Turistica e d’Arte dovrà appoggiare o presentare un candidato che tutti si aspettano di alto profilo. Il quadro politico-amministrativo si fa sempre più delineato, ma non completo, mancando ancora, al momento in cui scriviamo, gli “squilli” dal centrodestra. I margini per una competizione aperta a tutti i risultati ci sono. Il prossimo consiglio comunale sarà composto da soli 7 Consiglieri ed un massimo di 3 Assessori. L’augurio è che i candidati che saranno inseriti nelle liste abbiano la passione, il tempo a disposizione e soprattutto le capacità per gestire un’Amministrazione Comunale. La Redazione 10/3/2014. Il Centro Studi Soratte ringrazia tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo numero. I nostri ringraziamenti vanno inoltre a: Bar 1/2 Litro di Rasconà Ylenia, Autocar snc, Tabaccheria Elena e Riccardo, Alimentari Paolucci, Alimentari Anna Rita Salustri, Pizzeria Maria Marina Beatrice, Paolo Bertollini, Maria Piante e Fiori, Farmacia Buonfantino, Bar Nonna Rosa, Ristorante Alessandro al Campanile, Macelleria Cingolani, Pacifico Onoranze Funebri, Soratte Pizza, Ass.ne Compluvium. 1 PRIMAVERA di Vando Fidanza Si guardi in arto e vedi un cielo terso E l’aria se fa meno frizzantina Guardi li prati ogni giorno che passa Tu noterai che va sparì la brina Un mandorlo è fiorito immezzo ar campo Se sente de cantà la capinera Alla natura che se sta sveianno Annuncia che è arrivata primavera. Ci piace pubblicare ogni anno la poesia di Vando che preannuncia la bella stagione dopo un inverno, in verità, neanche non troppo freddo. (ndr) CRUCIVERBETTU (W.S.) Sempre più impegnativi i cruciverba di William che mettono a dura prova i nostri lettori (ndr) 1 2 3 4 capeggiata dai vari sindaci insorse. Alla fine, i promotori della rivolta, vennero a fare una specie di non bene identificata riunione-conferenza proprio al teatro di Sant’Oreste dove si presentarono come i sostenitori più fermamente convinti che la raccolta differenziata fosse la sola ed ultima soluzione al problema dello smaltimento dei rifiuti, poi? Poi sono passati anni e a Sant’Oreste le differenziata ancora ha da venire. Il papà di un mio caro amico, presente alla ironica affermazione del figlio: “Come promesso, la raccolta differenziata è partita il 3 febbraio!” Ha chiesto, sempre in ironia e con spirito prettamente santorestese: “E dove è arrivata!” E’ arrivata al mese di Luglio 2014! A partire dal Dicembre 2011 quando il Sindaco si impegnò ad intraprendere il percorso verso il traguardo dei “Rifiuti Zero” entro il 2024 dandosi il traguardo del raggiungimento del livello minimo del 65% di raccolta differenziata per il 2012 e del 75% entro il 2015. Entro Luglio 2014 avrà inizio il servizio porta a porta dopo che verranno eseguiti i lavori di adeguamento dell’isola ecologica e la dotazione dei kit nei mesi di Maggio e Giugno. (ndr) 5 6 8 9 7 10 11 A GHJ LÀ. 1 A fémmina du beccu. 4 Ci stanno pure quelli “di nèrvi”. 6 All’orlu, lèvili e léttere pare. 8 Lònghe all’arivèrza. 11 Cusintu atè u campanile dell’acchjèsa! A GHJ GHJÓ. 1 Ci va chi va “all’ontu”. 2 E gemèlle dei vèrri. 3 Un àttimu i àttimu. 4 Lèntu quantu un ciumacone. 7 Li strilli all’àsinu pe’ fallu fermà. 9 Stanno pròpiu ‘m mèzzu au còre. 10 Ramu Tagghjatu Il Tosco ci propone due sue riflessioni da “cittadino che osserva” cose alle quali spesso la gente comune non presta attenzione, per abitudine, apatia, disinteresse, sfiducia. Ringraziamo il Tosco per la sua sempre preziosa collaborazione con il nostro giornale (ndr). L’EDUCAZIONE Tosco 4/3/2014 Mi chiedo che fine abbia fatto l’educazione! In alcune regioni di Italia è proprio scomparsa, basta percorrere la Cassia bis per accorgersi di quanto siano maleducati i suoi “Utenti”. Praticamente, ogni piazzola di servizio è una discarica a cielo aperto. La Flaminia, altra via consolare, ha i due bordi fioriti di spazzatura che viene li depositata dall’asociale vigliacco (agisce sicuramente di notte) e incapace di capire che anche lui finirà per vivere nell’immondizia perché nessuno la rimuove. D’altra parte non è raro vedere sulle scarpate sotto stradali del Soratte qualsiasi tipo di rifiuto solido. (materassi, elettrodomestici, poltrone, armadi, pneumatici un intero campionario di materiale fuori uso). Alcuni anni fa, quando volevano chiudere la discarica di Malagrotta e progettavano di aprirne un’altra nelle cave di tufo di Riano, la popolazione *** QUANDO SI PARLA DELLE COSE INUTILI Tosco 5/3/2014 Stamani mi sono preso la briga di controllare quanti autisti rispettano lo STOP messo alla rotatoria sul ramo di strada che proviene da Sant’Oreste. Su ventisette che ne ho filmati, nemmeno uno. Tutti, compreso COTRAL e ROSSIBUS, affrontano la rotonda come dovrebbe essere affrontata, ovverosia solo rallentando. Da ciò si dimostra che lo STOP è inutile. Mi spingerei a dire che è anche controproducente in quanto, dato che la distanza di sicurezza, anch’essa, viene da pochi rispettata chi, ligio hai regolamenti, osservasse inavvertitamente lo STOP rischia di essere tamponato. E’ curioso vedere come alcuni guidatori non rispettino lo STOP nemmeno se c’è già una macchina sulla rotatoria. Essendo, quest’ultima, a due corsie, alcuni ritengono che sia sufficiente spostarsi sulla corsia esterna senza fermarsi, e lasciar defluire il traffico su quella interna. Grandioso! Mettiamo le cose in chiaro. La regola dice che, alla rotatoria si deve dare la precedenza a chi proviene da sinistra ed è già interno alla rotatoria sul settore di rotatoria tra la tua entrata e la antecedente e non si deve dare la precedenza a sinistra a quelli che sono ancora esterni alla rotatoria o a quelli che sono già sulla rotatoria nei settori a valle del tuo. Il regolamento è chiaro, deve anche impedire che qualche burlone si metta a girare in tondo impedendo a tutti di passare. Togliete lo STOP è inutile e fuorviante. Giusti sono quelli sulle entrate minori, vedi Follonica o private ma quello sulla via di Sant’Oreste è di troppo. Poi fate pure come volete tanto, come sempre succede in Italia, i regolamenti solo i fessi li rispettano. …Sant’Oreste non vole passà alla storia come un paese senza rotatoria… così recitava una poesia satirica che girava in paese qualche mese fa. Ora che la rotatoria l’abbiamo bisogna saperla usare (ndr). IL BOSCO DEL SORATTE E … I LUPI? Oreste Malatesta Tutti i personaggi della storia, da Orazio a San Gregorio Magno …, che, nei secoli passati, hanno avuto a che fare o frequentato il Soratte, hanno parlato, lodato ed esaltato il suo bosco. L’antica comunità di Santo Resto tutelò il bosco del Soratte, come bene essenziale, con norme dello Statuto (del 1440, riformato nel 1576) molto significative, che permettevano un taglio di alberi limitato, mirato ed autorizzato e che prescrivevano chiare sanzioni contro gli abusi. Nel 1825, però, a Quintilio Azzimati, un commerciante di legname, fu appaltato il taglio dell’intero bosco, con la scusa di proteggere greggi e armenti dagli attacchi dei lupi. Il motivo vero del disboscamento non fu la caccia ai lupi, ma le esigenze dei mercati internazionali: l’enorme richiesta di legno proveniente dalle potenze coloniali di allora. E’ noto, infatti, che Inghilterra, Francia, Spagna, Portogallo e Olanda avevano un grande bisogno di legname, per costruire i loro vascelli commerciali e di guerra. Per soddisfare queste esigenze, tante parti dell’Europa e dell’Italia furono disboscate, rendendo brulli quei paesaggi che, in precedenza, erano dominati dal verde boschivo. Così, per vendere il legname necessario a costruire navi, nel diciottesimo secolo, tutti i boschi della Sardegna furono rasi al suolo, con la scusa dei lupi. E’ come se oggi si giustificasse un nuovo taglio del bosco sorattino con la scusa della invasiva presenza dei cinghiali. Naturalmente, per giustificare il taglio totale degli alberoni del Soratte, furono organizzate continue campagne di stampa, che continuarono anche dopo il disboscamento per evitare che il bosco ricrescesse. Mariano De Carolis, nel suo libro Il monte Soratte ed i suoi santuari, racconta un curioso episodio, capitato nel 1913: due turisti americani (Robert Peelmaton e Walter Marsch), dai quotidiani di Roma appresero notizie preoccupanti sulle “calate di lupi e stragi di pecore” avvenute sul Soratte. La curiosità spinse i due a vedere dal vivo lo spettacolo dei lupi, che erano diventati fauna rara anche nel loro far west. Essi, dalla stazione di Sant’Oreste, scesero fino al fosso di Pratu Ghjemmulu, e, passando per Favulli, si incamminarono verso il Soratte: videro tanti armenti e greggi che pascolavano tranquillamente, con i pastori che li accudivano, ma … nessun lupo!. Fu fra’ Camillo Coppini a disilludere i turisti americani: li accompagnò a visitare le tenebrose e inaccessibili caverne del Soratte (descritte dalla stampa romana), ma essi non poterono provare l’emozione di vedere i lupi famelici e feroci che infestavano il monte. Non si vuole negare la storica esistenza del problema dei lupi sul Soratte e dei danni che essi procurarono agli allevatori di bestiame: si vuole soltanto affermare che il vero motivo del taglio del bosco non fu la presenza dei lupi, ma il business connesso alla vendita del legname. Infatti, nei secoli precedenti, la comunità di Santo Resto affrontò questo problema, proponendo soluzioni accettabili, quali i premi in danaro ai lupari, cioè a coloro che uccidevano i lupi dannosi. E’ ancora De Carolis che ci documenta, in tre pagine del suo libro, delle decine di ordini di pagamento, sottoscritti dagli amministratori della comunità a favore dei lupari. Peraltro, al fine di tutelare la salute pubblica, lo Statuto di Santo Resto fece esplicito divieto di macellare le carni lupate, cioè quelle degli animali uccisi dai lupi. Naturalmente l’obiettivo dell’antica comunità di Santo Resto fu quello di difendersi dai lupi, non quello di decretare la loro estinzione e mai essa pensò di tagliare il suo bel bosco. La soluzione del radicale disboscamento, attuata nel 1825, invece, provocò l’estinzione dei lupi e degli storici alberoni, oltre che di tanta preziosa flora e fauna tipica, scomparsa insieme al bosco. Il bosco del Soratte oggi sta riprendendo la sua bella chioma: in esso si sta sviluppando nuovamente la vita. Ad esempio, con piacere abbiamo notato la presenza di alcune Poiane, che, da qualche anno, sono tornate a volteggiare liberamente nel cielo. *** RUBRICA RELIGIOSA: IL VERO QUARESIMALE. A cura di Oreste Malatesta DIGIUNO Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari, angariate tutti i vostri operai. Voi digiunate fra litigi e alterchi e colpendo con pugni iniqui. Non digiunate più come fate oggi. E' forse come questo il digiuno che bramo? Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto: forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore? Ecco il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo, dividere il pane con l'affamato, introdurre in casa i miseri, senza tetto, vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi dai tuoi familiari. Allora lo invocherai e il Signore ti risponderà: «Eccomi!». Se toglierai di mezzo a te l'oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se offrirai il pane all'affamato, se sazierai chi è digiuno, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio. (Isaia, 58, 3-10) *** IL PANORAMA di Giovanna Balerna Salendo sulla mia terrazza, davanti a me c’è un immenso splendore. Il campanile della chiesa con il suo campanone. Poi, guardando oltre il fiume e vedo i monti che fan corona. I paesi sembrano un presepe che circonda tutta la zona. Tante valli, che sembrano serpenti intrecciati tra loro non mi stanco mai di guardare. Il mio cuore si colma di brio vedendo la sacra montagna e, ai suoi piedi, un manto di ulivi. Poi, il mio sguardo si abbassa e vede il mio paese, un immenso splendore, che fa impazzire il mio cuore. E’ tutto così bello, che non sembra vero; ma il mio paese esiste davvero. *** GRAFFITO DI CARNEVALE. Niente Carnevale - poca Pro Loco - niente castagnole! E’ il caso di dire” … ogni scherzo vale”. Il problema è che non è uno scherzo!!! 3 UMORISMO EXTRA-METROPOLITANO Incontro di calcio fra pomodori e angurie. Due pomodori, difensori della loro squadra, affrontano un’anguria della squadra avversaria, che attacca entrando nell’area di rigore. L’anguria è così potente che, nell’impatto, schiaccia uno dei due pomodori. L’altro invita il suo amico a rialzarsi così: “Muoviti … conserva!” *** EFFEMERIDE Morti: Fanciulli Massimina (76); Luigi Darida (55); Centi Maria (66), ved. Di Matteo – ai famigliari le nostre sentite condoglianze. Maria Fedeli (88), ved. Lancia – condogliante all’amico Maurizio. Bartoli Mario (77), nostro compaesano residente a Trieste che trascorreva le sue vacanze a Sant’Oreste. Nati: Flaminia Abballe di Riccardo e Marika. Auguri. Accadde: 3 Aprile 1663 – ritornano a Sant’Oreste le reliquie di San Nonnoso. *** A P RIMETTO di William Sersanti M ARZO D’AUTORE SUL M ONTE SORATTE Continua la rassegna letteraria in Biblioteca con i seguenti prossimi appuntamenti: -Sabato 15 marzo 2014: “Dentro Ambra” di Paolo Ceccarini (Un’opera frizzante e grottesca, infarcita di comicità amara, sullo sfondo della crisi economica.); -Sabato 22 marzo 2014: “Storie di amori, ansie e allucinazioni” di Roberto Fioravanti (Un originale compendio narrativo sulle nevrosi e sulle fragilità umane.); Un disegno di Hans Christian Andersen: "Monte Soratte 31 gennaio 1834" “… Passammo davanti al monte Soratte, le cui nevi sono state cantate da Orazio, e il nostro quartiere notturno si mostrò ai nostri occhi con antiche mura coperte di muschio, quasi nascoste dalle piante rampicanti. L’acqua spumeggiava bianca sui blocchi di roccia. Civita Castellana è una di quelle città belle se viste di passaggio, ma un orribile luogo per sostare.” tratto da “Il bazar di un poeta” di Hans Christian Andersen. Primetto, sul gradino di San Biagio trascorrevi le ore, ben assiso, sempre pronto, con il tuo fare adagio, a regalare a tutti un bel sorriso INTERVISTA A CHIARA BENEDETTI di Gemma Fabellini e quella bontà schietta immune al plagio, che insieme ti splendevano sul viso. Oggi il destino, cinico e malvagio, ti ha sradicato, fiore di elicriso, Ecco a voi l’intervista ad una ragazza di soli 17 anni di Roma che è prossima a pubblicare un libro di poesie, la prova che possiamo cominciare a costruire qualcosa di grande anche a questa età. strappandoti all’affetto dei tuoi cari: nipoti, paesani, conoscenti, compagni di partito e familiari. Restano sempiterne, tuttavia, l’anima ricca d’alti sentimenti e la tua calda, semplice poesia. *** ORÒSCUPU I ABBRILE (W.S) Salute. U miéticu ha dittu «E cacchjatèlle magnétele sènz’onza, che u callu cumincia a ‘rriva e a panza nun a potete più ‘nguattà sotto i magghjoni!». Lavoru. Currete a scacchjà ‘che ramu i siérala: ‘gna benedì e parme! Tiémpu. U ‘stròlicu ha ciarlatu «Se piòve i quattro abbrilanti, quaranta giorni sò duranti!». Amore. Détivi da fà e ‘mpelliccietivi sù cachituna, sènza sperà da trovalla drent’all’òvu i ciucculata! Conzigghj. Ca pizza scacciata bevétici ‘na zennata i àcqua, sennò ve si ‘ntorza. Provèrbiu. Sòrdi sparagnati, do’ vòti guadagnati! *** *** Tanto per cominciare, questa tua passione per la scrittura quando è nata? Quando avevo 10 anni ho scritto la mia prima canzone, molto banale ovvio, però mio zio era cantautore e ha voluto musicarla, ed è venuta quasi decente! (ride, ndr) A parte questo, penso che sia stata da sempre una cosa innata per quanto riguarda la musica e il saper scrivere testi di canzoni, mi viene molto facile. Per quanto riguarda la poesia devo ringraziare la mia prof di italiano delle medie che mi fece conoscere un autore a parer mio eccezionale, Ennio Cavalli, ho letto una sua raccolta e da quel momento ho deciso di cominciare anche io. A quanto so sei arrivata a fare una raccolta di tue poesie per cui una casa editrice ti ha anche offerto un contratto... Se posso chiedere, come ci si sente ad essere arrivati fin qui a questa “tenera" età? Cioè, lo vedi come un traguardo o come un punto di inizio? Beh assolutamente come un punto d'inizio perché tra l'altro ho deciso di rifiutare il contratto! Non è assolutamente per falsa modestia eh, sia chiaro. Semplicemente il contratto è di una casa editrice che chiede un contributo. Punto primo, una casa editrice simile non è conveniente come un editore a costo zero o come il self-publishing, e secondo non voglio che i miei spendano per i miei progetti perché voglio essere io a costruire il mio futuro. Nonostante ciò, sono fiera di essere arrivata a questo punto. Sono ancora giovane e ho ancora molta strada da fare, ma riuscire a costruire le fondamenta sin da ora è una bella soddisfazione. Quali tematiche affrontano le tue poesie e le tue canzoni? Beh diciamo che in entrambe ci sono io, nelle poesie in particolar modo perché riguardano la mia vita personale. Idem per le canzoni, però alcune sono di carattere più generale, ad esempio "Manichini" è una denuncia all'anoressia, oppure "The regret of man" è una rappresentazione delle condizioni di vita nei quartieri di periferia. Ma il tema portante in entrambe è l'amore. Sono una ragazza molto romantica e se si parla d'amore sono pronta a mettere in gioco tutta me stessa, anche dovendo correre i numerosi rischi che si possono riscontrare. Ma d'altronde, che scopo ha una vita senza amore? Nessuna. Allora tanto vale farne la colonna portante della propria vita. Cosa diresti ai ragazzi della nostra età per consigliargli come raggiungere i loro obiettivi? Crederci. Crederci fino alla fine. Fino all'ultimo respiro. Anche quando credono di avere tutto il mondo contro, loro stessi compresi. Ciò che ci frena davvero nel raggiungere i nostri obbiettivi e in particolare i nostri sogni non siamo altro che noi stessi. Una volta fatto quel passo, affrontata la paura, scavalcato il muro delle ostilità, si è solo a un soffio dal traguardo. Il vero obbiettivo è raggiungere noi stessi e la nostra felicità, e il resto viene da sé. Comunque, ciò che consiglierei in particolar modo è di avere un po' più di autostima. La generazione in cui viviamo è così fragile che spesso siamo noi stessi a porci dei freni, a limitarci e a dirla tutta siamo anche un po' troppo masochisti. La felicità è solo a un passo da noi, assieme ai nostri sogni, ciò che ci frena è la paura, e per superarla bisogna solo trovare il tempo e il modo di scoprirla. *** L’ODE A TALIARCO DI ORAZIO a cura di Gabriele Sacchi Carm., I, 9 Vides ut alta stet nive candidum Soracte nec iam sustineant onus silvae laborantes geluque flumina constiterint acuto. Dissolve frigus ligna super foco large reponens atque benignius deprome quadrimum Sabina, o Thaliarche, merum diota. Permitte divis cetera, qui simul stravere ventos aequore fervido deproeliantis, nec cupressi nec veteres agitantur orni. Quid sit futurum cras fuge quaerere, et quem Fors dierum cumque dabit, lucro adpone, nec dulcis amores sperne puer neque tu choreas, donec virenti canities abest morosa. Nunc et campus et areae lenesque sub noctem susurri composita repetantur hora, nunc et latentis proditor intimo gratus puellae risus ab angulo pignusque dereptum lacertis aut digito male pertinaci. *** Laggiù si staglia il Soratte, vedi? Con candido manto di neve. Stremati, faticano i rami a reggere il peso. Per il gelo tagliente, fiumi e ruscelli si sono rappresi. Dissolvi il freddo nutrendo la fiamma con larga provvista di ceppi e senza risparmio attingi, Taliarco, vino di quattr'anni, puro, dall'orcio sabino a duplice ansa. Il resto, rimettilo in mano agli dèi: bastò che abbattessero i venti in lotta sul gran ribollire marino, perché d'incanto i cipressi non più s'agitassero, e gli orni vetusti. Che cosa t'attenda in futuro, rinuncia a indagare: qualunque altro giorno t'aggiunga il destino, tu devi segnarlo all'attivo. Sei giovane, non disprezzare gli amori gentili, le danze, fin tanto che il tuo verdeggiare rimane lontano da uggiosa canizie. Il campo adesso, e le piazze,e sull'imbrunire, all’ora che s'è concordata, di nuovo uno scambio di dolci sussurri e il riso che, lieto zampillo, tradisce la giovane donna appiattata in un angolo oscuro e, pegno d'amore, il monile, sfilato da un braccio, da un dito che solo per finta rilutta. *** Orazio descrive l'impressione di un momento di vita e la arricchisce di valori simbolici, trasformandola in meditazioni esistenziali. C’è il motivo del contrasto interno/esterno (freddo-caldo; neve-camino; acquavino) e poi il tema del carpe diem (quid sit futurum cras fuge querere). La prima parte rievoca un paesaggio laziale, con il monte Soratte che si staglia nelle giornate limpide e gelide d'inverno ; esso sembra essere contemplato da un ambiente caldo e rassicurante, quello descritto nella seconda parte, dove c’è il tema del simposio, della cena, del vino.. La trasparenza cristallina del paesaggio invernale alla fine diventa vivacità cittadina, rievocazione nostalgica di un’adolescenza giocosa. Il convito, pausa dall’attività frenetica, ha il compito di interrompere e cancellare le curae, le preoccupazioni, la tensione dell'animo negli affari e l’angoscia; per Orazio il banchetto con gli amici ed il vino acquistano la funzione di superare l'angoscia dell'esistenza. E si ritorna infine con nostalgia a rievocare il tempo della memoria, la fanciulla dal gratus risus. *** ESAGERAZIONE Di Elio Paolucci Quanno che sa ricconta di storie e avventure, là sopra u scalinu i Portavalle a maggior parte so, sortantu balle o storie vere tantu esagerate. Se si parla da caccia “,quanno giappammo più che trenta lepri” U nummuru veru da fonte sicura co dieci cacciatori di battuta i lepri furono 5 quellu giornu. Se per casu si parla di sesso ci stà un vecchietto sulla ottantina dice che ancora, si fa na pella a giornu e un atru pe nun dalli soddisfazione rincara a dose, da quanno agghio passatu l’ottantina mo so calatu, ne faccio una a sera e una a matina. *** 5 IN ATTESA DEL BICENTENARIO DEI FESTEGGIAMENTI DELLA FESTA DELLA M ADONNA DI M AGGIO A SANT’ORESTE. Quest’anno la Festa si terrà il 1° Giugno, causa elezioni europee ed amministrative, ma non per questo la solennità sarà meno sentita dalla popolazione. Un evento che da duecento anni coinvolge tutta la comunità. Un appuntamento che ci auguriamo possa far partecipe tutti per condividere i momenti significativi delle celebrazioni e dei festeggiamenti, anche coloro che per motivi di salute o per altri impedimenti non potranno essere presenti fisicamente in Paese. Da tempo il Comitato si sta attivando per affrontare degnamente l’evento coinvolgendo tutti i cittadini e le Associazioni locali allo scopo di contribuire ai preparativi e scegliere i migliori addobbi a degna cornice di gioia e di festa per le celebrazioni religiose. Il mese di Maggio sarà scandito dal “mese mariano” e culminerà con la “processione” per le vie del Paese con l’immagine della Madonna di Maggio in trionfo sulla storica “macchina” costruita per ricordare il centenario del 1914. L’altare maggiore della chiesa parrocchiale sarà addobbato con la “scalinata”, per le vie del paese non mancheranno “lampioncini”, “archi e luci dai mille colori”, “cordonate di mortella” e sarà uno spettacolo ammirare il “Soratte che si infiamma” ed i “fuochi artificiali”. Ci auguriamo però che i giorni di Festa che ci accingiamo a vivere siano per tutti un’occasione speciale per riunire le nostre famiglie e per condividere con amici, parenti e conoscenti un’intensa riflessione spirituale che non si fermi agli addobbi, ma prosegua oltre, nel profondo del nostro essere per ravvivare la fede e riscoprire le vere gioie della nostra vita. 1884 - I° Centenario dell’istituzione del Mese Mariano da parte dei padri Canillini di Ferrara. Partecipa alle eccezionali manifestazioni l’Abate Commendatario Cardinal Oreglia. In questa, nonostante le precedenti delibere, la festa si tenne la Domenica. Dopo qualche anno si tornò al Lunedì riportando la Fiera alla Domenica. 1901 - Su disegno del pittore Cecchini Augusto nasce il primo arco trionfale in cartone intagliato. 1907 - Prima fotografia del quadro della Madonna. 1908 - Nuovo disegno del Cecchini per un nuovo arco trionfale. 1910 - Ancora nuovi archi trionfali su cartone intagliato. 1912 - Costruzione del 7° arco, sempre su disegno del Pittore Cecchini. 1914 - Primo centenario dell’istituzione del Mese Mariano a Sant’Oreste. Costruzione della macchina trionfale della Madonna su disegno del Cecchini. Importanti e solenni celebrazioni. 1915 - In quest’anno la processione, il Lunedì 31 Maggio, non si tenne perché per la guerra erano state sospese tutte le manifestazioni. 1919 - Decorazione de quadro della Madonna con corona d’oro. 1926 - Nuova Croce al picco di Sant’Anna. 1944 - La processione conclusiva del Mese Mariano si svolse Domenica 28 Maggio al pomeriggio a causa della guerra e dei bombardamenti che minacciavano i luoghi occupati dai soldati tedeschi. In quest’anno non si svolse così la Fiaccolata e manifestazioni esterne. Il percorso della processione toccò il centro storico. POSTE ITALIANE PER IL BICENTENARIO. Nel corso della Festa della Madonna di Maggio, sarà disponibile il “bollo speciale” dedicato al Bicentenario. Si potranno timbrare oggetti, cartoline, ecc. Il bollo speciale entrerà poi a far parte della collezione storico postale ed esposto nel museo storico delle Poste e Telecomunicazioni. Cronistoria della Festa 1814 - Istituzione del Mese Mariano ad opera dell’arciprete Peligni. Il mese finiva con la processione all’interno del paese nell’ultima Domenica di Maggio, con sosta in Piazza Carlo Alberto allo “spiazzo”. Il lunedì si svolgeva una Fiera di merci e bestiame in località Mola a Vento. 1815 - I° anniversario della Festa - partecipa il Cardinal Giuseppe Doria estimatore di Don Giuseppe Peligni. 1834 - Morte di Don Giuseppe Peligni. 1845 - Nomina da parte del Cardinal Abate di “Deputati per la festa di Maggio”. 1858 - La processione iniziò ad arrivare alla cappella di S.Antonio, come si usava in antico con la processione di S.Nonnoso. 1860 - Si ha la prima notizia della fiaccolata al Soratte. 1869 - Il noto tenore Alessandroni fu invitato per eseguire brani nelle funzioni religiose. 1877 - Con una deliberazione del Consiglio Comunale la festa religiosa viene spostata al Lunedì per consentire, la Domenica, l’allestimento della Fiera. POPOLAZIONE RESIDENTE A SANT’ORESTE. Secondo i dati ISTAT i residenti a Sant’Oreste al 1/1/2013 erano 3.644, di cui 575 minorenni (sotto ai 18 anni), 1.107 dai 18 ai 40 anni, 1.043 dai 41 ai 60 anni e 919 residenti ultrasessantenni. I dati comprendono la popolazione straniera residente a Sant’Oreste di 354 abitanti (9,7% del totale), di cui 85 sotto ai 18 anni (15%), 169 di 18/40 anni (15%), 90 di 41/60 anni (8,6%) e 10 oltre i 60 anni (1%).
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