POLITICHE PER LE DISABILITÀ NEWS PERIODICO TELEMATICO A CURA DELL'UFFICIO POLITICHE PER LE DISABILITÀ CGIL CORSO D'ITALIA, 25 00198 ROMA E-MAIL POLITICHEDISABILITA@CGIL.IT NUMERO 5 - 2014 NOTIZIE PRINCIPALI CONGRESSO CGIL: DAITA, IL LAVORO È L'UNICA RISPOSTA – Pag. 4 ”LA LIBERTÀ DELLE DONNE È DEMOCRAZIA” - Pag. 5 CONVEGNO “LA TUTELA GIUDIZIARIA DELLA DISABILITÀ – BARI - 22 MAGGIO 2014 – Pag. 33 NOTIZIE LAVORO: DA PAG. 4 SCUOLA: DA PAG. 8 WELFARE: DA PAG. 12 DAL TERRITORIO DA PAG. 16 INTERNAZIONALE: DA PAG. 22 VARIE DA PAG. 27 1 INDICE LAVORO PAGINA CONGRESSO CGIL: DAITA, IL LAVORO È L'UNICA RISPOSTA 4 «LA LIBERTÀ DELLE DONNE È DEMOCRAZIA» 5 FESTA DEI LAVORATORI CON DISABILITÀ: SI CELEBRA A MILANO IL 19 MAGGIO 7 SCUOLA PAGINA ISTRUZIONE IN OSPEDALE E A DOMICILIO, UNA NOTA DEL MIUR SULLE MODALITÀ DI SVOLGIMENTO 8 SCUOLA, DIRITTO ALL'ISTRUZIONE PER GLI ALUNNI STRANIERI, ANCHE SE IRREGOLARI 10 WELFARE "FALSI INVALIDI", IL TAR SCONFESSA L'INPS: LESI I DIRITTI DEI VERI DISABILI GOVERNO, ECCO LE DELEGHE AL WELFARE: IL TERZO SETTORE A LUIGI BOBBA "DIMEZZARE I TEMPI PER L'INVALIDITÀ CIVILE": LA DISABILITÀ TRA LE DELEGHE DI FRANCA BIONDELLI 2 PAGINA 12 14 15 NOTIZIE DAL TERRITORIO PAGINA FIRENZE, 3 MILA AUTISTICI MA NESSUNA STRUTTURA PUBBLICA 16 GIUSEPPE FINALMENTE “LIBERO”: CON IL TRIRIDE ORA PUÒ USCIRE DI CASA 17 "PARCHEGGI SOTTERRANEI SENZA POSTEGGI PER DISABILI": DENUNCIA A FIRENZE 18 NEL MILANESE IN 7 ANNI DIMEZZATI GLI INSERIMENTI LAVORATIVI DELLE PERSONE DISABILI 19 SICILIA: RIFINANZIARE L’ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE 20 INTERNAZIONALE PAGINA AUTISMO, ISS: IN EUROPA RIGUARDA 62 MINORI SU 10 MILA 22 ERASMUS ALLA PROVA DISABILITÀ 23 SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO, IL 28 APRILE LA GIORNATA MONDIALE 24 GERMANIA, NIENTE SUSSIDI AI DISABILI CON PIÙ DI 2.600 EURO IN BANCA 25 COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO E DISABILITÀ: IL PIANO DELL’ITALIA 26 VARIE PAGINA FISH, ECCO LE NUOVE CARICHE: IL NUOVO PRESIDENTE È VINCENZO FALABELLA 27 VIOLENZE, ANFFAS: " DISABILI, BAMBINI, DONNE E ANZIANI NON SI TOCCANO NEPPURE CON UN DITO" 29 BETTONI (ANMIL): «SI TORNI A PARLARE DI SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO» 30 LE PERSONE DISABILI SONO OLTRE 4 MILIONI. DOPO LA SCUOLA, "DESTINATE ALL'INVISIBILITÀ" 31 CONVEGNO “LA TUTELA GIUDIZIARIA DELLA DISABILITÀ – BARI - 22 MAGGIO 2014 33 3 LAVORO CONGRESSO CGIL: DAITA, IL LAVORO È L'UNICA RISPOSTA Sono appena iniziati i lavori del XVII congresso nazionale della Cgil. Al Palacongressi di Rimini, dal 5 all’8 maggio. Dopo l’inno dei lavoratori, intonato dai fiati della P-Funking Band, Nina Daita, responsabile Politiche per la disabilità del sindacato di Corso d’Italia, ha dato il benvenuto ai presenti. “Tutti siamo testimoni del momento storico in cui ci troviamo, un momento difficile dal punto di vista sociale ed economico – ha detto- Ed è per questo che ancora una volta, come la Cgil ripete dallo scorso congresso sarà il lavoro a decidere il futuro, il lavoro per tutti. Questo vale per tutti, ma soprattutto per lavoratori più in difficoltà”. Poi Daita fa riferimento al femminicidio, e al fatto che non esiste un osservatorio istituzionale sull’omicidio di genere. “Oggi come ieri – ha affermato - la Cgil propone azioni concrete contro ogni tipo di violenza o discriminazione. Ci proviamo per riscoprire tutti insieme, in questa società un po’ malata , i valori della solidarietà e del rispetto. La dignità non è solo un valore, ma va affrontata con educazione, rispetto e tollerranza e va affermata in tutti i soggetti”. "Lavoriamo - ha concluso -, lavoriamo tutti insieme per la libertà, per la giustizia, per l'uguaglianza. Solo così riusciremo a cogliere il compito che ci ha assegnato la storia". (6 maggio 2014) Fonte: Ressegna.it 4 «LA LIBERTÀ DELLE DONNE È DEMOCRAZIA» La parità di genere negli interventi al Palacongressi di Rimini. Camusso:"Solo nel rispetto e nella libertà delle donne staremo meglio tutti”. Daita: "Azioni contro ogni tipo di violenza o discriminazione". Dettori: "Centri antiviolenza in ogni città" “La libertà delle donne è metro della democrazia e non ci stancheremo mai di dire che solo nel rispetto e nella libertà delle donne staremo meglio tutti”, lo ha detto Susanna Camusso, Segretario generale della CGIL nella relazione che ha aperto il XVII Congresso della CGIL a Rimini. Il tema della parità di genere è stato più volte protagonista degli interventi di delegati e delegate in corso sul palco del Palacongressi. “Libertà, non omologazione, né nel vestire, né nel pensiero, né nel lavoro” ha proseguito Camusso, ricordando come metà del mondo è ancora considerata “corpo”, senza mente, “se si ribella alla proprietà – ha detto - , al diventare oggetto, va dominato, piegato. Se non si rassegna, eliminato”. “Possiamo immaginare un vulnus alla libertà e alla democrazia più profondo di questo?” ha chiesto Camusso dal palco di Rimini, e ha aggiunto “noi che ci ribelliamo alla schiavitù perché è possesso dei corpi, lesione del diritto di cittadinanza, possiamo invece accettare una schiavitù apparentemente senza catena, ma che violenta e uccide ogni giorno?”. La strada da fare in termini di libertà delle donne è “ancora lunga”. La democrazia paritaria negata in Parlamento, ha spiegato Camusso, “è il segno sull’arretratezza di quell’aspetto fondamentale della partecipazione e della rappresentanza che è saper essere specchio della realtà, non fermarsi alla difesa di chi c’è”. La Contrattazione, ha detto Camusso deve essere “inclusiva anche per questa metà del mondo, per la quale dobbiamo imparare a contrattare, vedere le differenze e rappresentarle”. Il numero uno di Corso d'Italia ha poi denunciato il silenzio che troppo spesso cala sul femminicidio, tema ripreso nel saluto di Nina Daita, responsabile delle politiche di disabilità della CGIL che ha lamentato l'assenza di un osservatorio istituzionale sull’omicidio di genere. “Oggi come ieri – ha affermato - la Cgil propone azioni concrete contro ogni tipo di violenza o discriminazione. Ci proviamo per riscoprire tutti insieme, in questa società un po’ malata, i valori della solidarietà e del rispetto. La dignità – ha avvertito Daita - non è solo un valore, ma va affrontata con educazione, rispetto e tolleranza e va affermata in tutti i soggetti”. "Lavoriamo - ha concluso -, lavoriamo tutti insieme per la libertà, per la giustizia, per l'uguaglianza. Solo così riusciremo a cogliere il compito che ci ha assegnato la storia". Rosanna Dettori, Segretario Generale della FP CGIL, ha puntato l'attenzione sulla “vergognosa” proposta di legge del governo spagnolo in tema di maternità: “una scelta agghiacciante – ha detto - , un vero e proprio attacco frontale alla libertà, alla dignità e all’integrità delle donne (e degli uomini) sul quale, io penso, questo congresso deve pronunciarsi con nettezza, senza mezzi termini”. Una proposta di legge, ha proseguito Dettori “mossa esattamente da ciò che è alla base di ogni fenomeno di violenza sulle donne, compreso quello drammatico del femminicidio: la considerazione della donna come incapace di decidere in autonomia, in libertà, come corpo di cui disporre”. “C’è da chiedersi perché lo Stato Italiano, che garantisce un appendicectomia come livello 5 essenziale di assistenza non vuole occuparsi di prevenire quelle lesioni, quelle cicatrici e di evitare le decine e decine di vittime che ogni anno si registrano. E' urgente – ha aggiunto Dettori -, che il nostro Paese si adegui alle direttive europee che raccomandano da ormai 15 anni l’istituzione dei centri antiviolenza in ogni città”. La dirigente sindacale auspica per l'Italia “una legge che istituisca una rete capillare di centri antiviolenza in ogni comunità e che realizzi quei 7.500 posti letto necessari per rispettare i parametri che l’Europa ci indica e che affidi al pubblico la responsabilità di proteggere e garantire vita e libertà ad ogni donna italiana”. A tale proposito la dirigente sindacale ha annunciato lo slogan che accompagnerà la piattaforma rivendicativa della funzione pubblica sul tema della violenza di genere: 'Basta menate. Centri antiviolenza in ogni città'. (6 maggio 2014) Fonte: Rassegna.it 6 FESTA DEI LAVORATORI CON DISABILITÀ: SI CELEBRA A MILANO IL 19 MAGGIO Un progetto per dire alle aziende che i disabili possono svolgere lavori diversificati e qualificati: la condizione è che siano conosciute le diverse disabilità e supportate con tecnologie e un ambiente di lavoro adatto. Organizzano la coop Progetto il seme onlus e Anmil MILANO - Lunedì 19 maggio 2014, presso la Fabbrica del Vapore in via Procaccini 4, si svolgerà la "Il nostro primo maggio. Festa del lavoro e dei lavoratori con disabilità", un'iniziativa che ha l'obiettivo di comunicare alle aziende che le persone con disabilità possono svolgere attività lavorative molto diversificate e professionalmente qualificate al pari di qualsiasi altro lavoratore. La condizione essenziale è che siano conosciute le diverse disabilità e supportate correttamente, sia con l'ausilio delle tecnologie che con un'adeguata scelta del posto e dell'ambiente di lavoro, permettendo così la piena espressione personale e professionale. Una vera e propria vetrina sul mondo del lavoro e dei lavoratori con disabilità che si aprirà con un convegno, dalle ore 9.00, durante il quale verrà affrontato il tema dell'occupazione e degli inserimenti lavorativi in ottemperanza alla legge n° 68/99, normativa ancora non del tutto conosciuta soprattutto per le opportunità che offre alle aziende oltre che ai disabili. La giornata proseguirà con una serie di eventi anche dedicati alle tecnologie di supporto: strumenti che, insieme alla conoscenza delle diverse disabilità e alle loro caratteristiche, possono sviluppare professionalità e valorizzare le abilità favorendo gli inserimenti lavorativi. L'evento è stato concepito e organizzato in modo da coinvolgere tutte le forze sociali e istituzionali al fine di poter, insieme alle associazioni di disabili, consolidare una cultura di collaborazione nel sostenere il collocamento mirato. L'accento verrà posto sulla necessità di adottare nuove strategie per l'implementazione dell'occupazione da svilupparsi con le istituzioni incrementando i programmi già esistenti per l'inserimento lavorativo nonché per la formazione professionale. Verranno trattati anche i temi della Social Innovation, della collaborazione profit noprofit e quindi delle tecnologie "assistive". Presso gli stand e i corner informativi e/o formativi allestiti negli spazi adiacenti all'area convegno sarà possibile "toccare con mano" le varie realtà del mondo lavorativo delle persone con disabilità favorendo così la conoscenza e l'approfondendo dei contenuti e dei programmi già in essere o realizzabili per facilitare l'incontro tra domanda ed offerta. I workshop in programma saranno di informazione sulle tecnologie, con un incontro per approfondire la conoscenza di quegli strumenti tecnologici a supporto della persona con disabilità che consentono il superamento delle difficoltà relazionali, di comunicazione e di affermazione professionale. Un altro consentirà ai rappresentanti e ai lavoratori di comprendere le reali capacità lavorative consentite dalle varie disabilità (con o senza ausili) e gli approcci da adottare per un inserimento di successo. Altri interventi formativi saranno rivolti a disabili e ai loro familiari sulle opportunità messe a disposizione dalla legge 68/99. In chiusura di giornata uno spettacolo teatrale di solidarietà e sostegno in continuità con l'edizione scorsa "Lavoro che spettacolo" con artisti, anche disabili. Una serata di divertimento, teatro, musica e cabaret. Per l'occasione sarà prodotto un "video virale"(spot) che promuoverà la figura del lavoratore con disabilità puntando alla sua professionalità. Un secondo video prodotto durante l'intera giornata e arricchito con interviste ai protagonisti, artisti e convenuti, sarà utilizzato come "atti del convegno". L'evento è organizzato dalla cooperativa sociale Progetto il seme Onlus in collaborazione con Anmil con il patrocinio di Regione Lombardia, Provincia di Milano e Comune di Milano. (18 maggio 2014) Fonte: SuperAbile.it 7 SCUOLA ISTRUZIONE IN OSPEDALE E A DOMICILIO, UNA NOTA DEL MIUR SULLE MODALITÀ DI SVOLGIMENTO Plauso per il riferimento alle possibilità attività estive con docenti volontari. Perplessità invece per l'individuazione dei requisiti per accedere all'istruzione domiciliare indicati dalla normativa succcessiva al 2002 di Salvatore Nocera ROMA - Il ministero dell'Istruzione ha pubblicato i criteri relativi alla ripartizione dei fondi per la scuola in ospedale e a domicilio. Nella nota sono contenuti anche le modalità di svolgimento del servizio. Come funziona? La famiglia deve presentare domanda, corredata della certificazione medica, al Dirigente scolastico della scuola polo con la sezione ospedaliera competente per territorio. Il dirigente provvede all'iscrizione nella sezione di scuola ospedaliera secondo l'ordine e il grado di scolarizzazione dell'alunno, mentre nel caso di istruzione domiciliare deve prendere contatti con l'Ufficio scolastico regionale. Dall'accettazione sarà la scuola ospedaliera o quella di competenza dell'alunno con istruzione a domicilio a prendere in carico il progetto. Ciò comporta che le assenze dalla scuola di origine non valgono più, mentre si tiene conto delle assenze nell'ambito della scuola in ospedale o a domicilio nel solo caso in cui non consentano ai docenti di poter valutare l'alunno. Nella nota viene ribadito l'obbligo di presa in carico da parte della scuola di origine con la quale la scuola ospedaliera o i docenti che seguono l'alunno nell'istruzione a domicilio, debbono tenersi costante contatto, anche tramite mezzi elettronici. Nel caso in cui la durata di istruzione in ospedale o a domicilio superi la durata di frequenza della scuola di origine, sono i docenti che svolgono questa attività a fornire indicazioni ai consigli di classe per la valutazione formale. La nota ministeriale insiste molto sulla pressa in carico da parte del Dirigente scolastico della scuola polo per l'istruzione ospedaliera con il dirigente di origine dell'alunno; inoltre, insiste molto sull'obbligo del Dirigente della scuola di origine di tenersi in stretto contatto con la scuola ospedaliera e con i docenti che svolgono la scuola a domicilio. Rimane fermo che titolare della valutazione degli alunni è la scuola originaria. La nota ribadisce inoltre la necessità di individuare docenti idonei a saper trattare con alunni con salute cagionevole e con situazione psicologica molto precaria. A tal fine si insiste sulla necessità di appositi corsi di formazione. È anche prevista la possibilità di attività didattiche ospedaliere estive, svolte con docenti volontari o dichiaratisi disponibili a farlo. Si chiarisce ancora che i docenti debbono utilizzare il registro elettronico concordando le modalità di uso con la scuola di origine dell'alunno. Infine, si fa riferimento all'apposito portale del Miur (http://pso.istruzione.it/) dedicato alla scuola in ospedale e a domicilio. Merita un plauso il riferimento alle possibili attività estive con docenti volontari o resisi disponibili a ciò, ovviamente nel rispetto del principio costituzionale di irrinunciabilità delle ferie. Lascia invece perplessi l'individuazione dei requisiti per accedere all'istruzione domiciliare indicati dalla normativa successiva al 2002. Infatti sino alla Circolare ministeriale 84/02 il requisito per fruire del diritto all'istruzione domiciliare era così formulato: "Si ricorda che il servizio può essere erogato soltanto qualora la grave patologia in atto non preveda necessariamente il ricovero ospedaliero, ma impedisca nel contempo, agli studenti iscritti, la frequenza della scuola per un periodo di tempo non inferiore a 30 giorni. Tale spazio temporale potrà essere non continuativo, nel caso in cui siano previsti cicli di cura ospedaliera alternati a cicli di cura domiciliare. 8 La patologia e il periodo di impedimento alla frequenza scolastica dovranno essere oggetto di idonea certificazione sanitaria". Inspiegabilmente a partire dalla Circolare ministeriale 56/03 e nella premessa del successivo Vademecum il diritto viene fortemente limitato con la seguente formula: "Per quanto riguarda l'istruzione domiciliare, si ricorda che il servizio va erogato nei confronti di alunni iscritti a scuole di ogni ordine e grado, i quali, già ospedalizzati a causa di gravi patologie, siano sottoposti a terapie domiciliari che impediscono la frequenza della scuola per un periodo di tempo non inferiore a 30 giorni". Non si comprende in base a quale norma primaria il ministero abbia previsto la condizione della preventiva ospedalizzazione, dal momento che l'articolo 12 comma 9 della Legge 104/92 concernente la scuola in ospedale a cui principia si è ispirata la normativa sull'istruzione domiciliare, recita come segue: "... per i quali sia accertata l'impossibilità della frequenza della scuola dell'obbligo per un periodo non inferiore a trenta giorni di lezione". Su questo punto l'osservatorio ministeriale sull'inclusione scolastica degli alunni con disabilità ha avanzato la richiesta di modifica della normativa secondaria successiva al 2002 riportandola a quella anteriore nel rispetto del citato articolo 12 comma 9 della Legge 104/92. A oggi il Miur però non ha preso alcuna decisione. (17 aprile 2014) Fonte: Superabile.it 9 SCUOLA, DIRITTO ALL'ISTRUZIONE PER GLI ALUNNI STRANIERI, ANCHE SE IRREGOLARI Nuove linee guida del Miur per l'accoglienza degli alunni stranieri. Indicazioni anche per l'integrazione degli studenti disabili o con Bisogni educativi speciali di Salvatore Nocera Il ministero dell'Istruzione ha trasmesso le nuove Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri (circolare 4233/2014) in cui sono contenuti anche riferimenti espliciti agli alunni stranieri con disabilità o altri Bisogni educativi speciali. In più punti le Linee guida ribadiscono il diritto all'istruzione per tutti gli alunni stranieri presenti sul territorio italiano, anche se irregolari, ed esonerano gli operatori della scuola dall'obbligo di denuncia. Il paragrafo 2 stabilisce che gli alunni stranieri possono essere iscritti al primo anno di ciascun ordine di scuola secondo la normativa generale se già presenti sul territorio italiano alla data stabilita annualmente, o in corso d'anno se arrivano al di fuori di tale data. La modalità di iscrizione è quella on line, a meno che l'alunno sia irregolare e non abbia quindi il codice fiscale. In tal caso, permane il suo diritto/dovere all'obbligo scolastico, ma l'iscrizione viene effettuata in modo cartaceo direttamente a scuola. Oltre al problema della mancanza del codice fiscale (a cui la scuola supplisce con un codice provvisorio), per gli alunni irregolari con disabili sorge il problema della certificazione ex legge 104/1992. Non potendo procedere alla richiesta di visita all'Inps con la procedura on line, si può fare richiesta cartacea all'Azienda Usl del territorio di domicilio dell'alunno. Sarà l'Ausl a istruire la pratica fornendo al termine della visita la certificazione da consegnare alla scuola. Vale lo stesso iter anche per gli alunni irregolari con Disturbi specifici di apprendimento che abbiano bisogno della certificazione ex legge 170/2010. Per gli alunni con Bisogni educativi speciali, soprattutto se non italofoni o se di recente immigrazione, saranno i singoli consigli di classe a deliberare l'eventuale presenza di Bes. Per la formazione delle classi valgono le norme generali sul tetto massimo del 30% di alunni stranieri nella stessa classe. Tetto che può essere innalzato in presenza di alunni stranieri che siano in possesso di una discreta conoscenza della lingua italiana o abbassato in caso cotnrario. In mancanza di documenti certi sugli studi svolti nel Paese di origine, l'alunno viene iscritto nella classe corripondente all'età anagrafica. Sarà il dirigente scolastico, valutato il singolo caso, a decidere di iscrivere l'alunno al massimo nella classe precedente o successiva a quella corrispondente all'età anagrafica. Per quanto riguarda la valutazione, il paragrafo 4 della Linee guida afferma la sottoposizione degli alunni stranieri alla normativa italiana e richiama per gli alunni disabili, con Dsa o Bes la normativa contenuta nella Direttiva del 27 dicembre 2012 della circolare ministeriale 8/2013 e della nota ministeriale 2563 del 22 novembre 2013. Ciò significa che agli alunni con disabilità certificata si applica la normativa della legge 104/1992 e successive, compreso il decreto 122/2009 sulla valutazione degli alunni con disabilità; agli alunni con Dsa certificati e Bes si applica la normativa della legge 170/2010. "Da molti anni è emersa una riflessione sull'opportunità di prevedere una valutazione per gli alunni stranieri modulata in modo specifico e attenta alla complessa esperienza umana di apprendere in un contesto culturale e linguistico nuovo, senza abbassare in alcun modo gli obiettivi richiesti ma adatando gli strumenti e le modalità con cui attivare la valutazione stessa". Ciò vale anche per gli esami di Stato. Nel paragrafo 4.1 le Linee guida prevedono "per l'esame al termine del primo ciclo, nel caso di notevoli difficoltà comunicative la presenza di docenti o mediatori linguistici competenti nella lingua di origine degli studenti per facilitare la comprensione. Per l'esame di Stato al termine del secondo ciclo sono considerati crediti formativi eventuali percorsi di mantenimento e sviluppo della lingua di origine. Nel colloquio orale possono essere 10 valorizzati contenuti relativi alla cultura e alla lingua del Paese di origine". Ritengo che per la valutazione degli anni precedenti a quelli d'esame, nel caso in cui l'alunno straniero con o senza disabilità non abbia realizzato risultati che diano diritto all'ammissione alla classe successiva, egli possa comunque essere ammesso con debiti formativi, rinviando la valutazione definitiva alla fine del ciclo di studi in sede di ammissione agli esami conclusivi del primo o del secondo ciclo d'istruzione. (19 maggio 2014) Fonte: SuperAbile.it 11 WELFARE "FALSI INVALIDI", IL TAR SCONFESSA L'INPS: LESI I DIRITTI DEI VERI DISABILI Sentenza del Tar del Lazio che riconosce l'illegittimità delle modalità con le quali negli ultimi anni l'Istituto di previdenza ha compiuto le verifiche straordinarie di invalidità e handicap. Anffas e Fish esultano: "Decisione storica" OMA - E' una sentenza che Anffas e Fish definiscono "storica". Il Tar del Lazio, con decisione 3851/2014 del 9 aprile scorso, ha riconosciuto che le modalità adottate dall'Inps per le verifiche straordinarie delle invalidità (i cosiddetti controlli contro i "falsi invalidi") sono state illegittime e lesive dei diritti delle vere persone con disabilità. Una posizione giunta dopo tre anni di dura battaglia giudiziaria intrapresa da Anffas, con l'intervento "ad adiuvandum" della Fish, contro una serie di messaggi e circolari con i quali l'Istituto di previdenza, fra il 2011 e il 2012, disciplinò i controlli dei Piani straordinari di verifica. Una nota congiunta delle due realtà associative ricorda che a partire dal 2011, dopo aver già effettuato 300mila controlli nei due anni precedenti, l'Inps "in via unilaterale ed anche in contraddizione rispetto alle garanzie previste dalla normativa statale" modificò progressivamente le modalità delle verifiche straordinarie stabilendo di far rientrare, nei controlli a campione, anche gli invalidi per i quali era già stata precedentemente prevista una rivedibilità. "Così facendo affermano Anffas e Fish - il numero delle revoche, alla fine dei controlli "straordinari", è risultato artificiosamente elevato: sono state sommate anche le posizioni comunque già considerate rivedibili e, in larga misura, in ogni caso destinate a revoca". Tale attività, peraltro - affermano - "ha distolto l'impegno dell'Inps da quello che effettivamente aveva richiesto il Parlamento: controllo, in aggiunta all'ordinaria attività di revisione, delle situazioni determinate molti anni addietro". Per Anffas e Fish "si sarebbero dovuti effettuare ben altri controlli, oltre che, per esempio, evitare di visitare persone da decenni ricoverate in strutture a causa della loro disabilità - sicuramente non "falsi invalidi"- con tutti i gravosi, inutili ed ulteriori costi delle visite per l'Inps, oltre ai disagi per i cittadini". "I dati finali, come pure la millantata incidenza dei cosiddetti falsi invalidi effettivamente individuati dall'Inps, sono risultati gonfiati e forieri solo di costi per l'Amministrazione, che sembrano addirittura aggirarsi intorno ai 30 milioni di euro". Il Tar - informa la nota - ha anche accolto gli ulteriori rilievi di Anffas e Fish circa la non equiparabilità tra le visite di revisione ordinaria, di competenza prioritaria della Commissione Asl (primo punto di riferimento territoriale per il cittadino), e quelle straordinarie di competenza esclusiva dell'Inps. Con tale modalità imposta dall'Inps, infatti, è stata impedita - viene spiegato - la visita presso le Commissioni Asl più vicine al cittadino, costringendolo per la revisione ordinaria anche a trasferimenti di decine e decine di chilometri da casa e non garantendo quel doppio controllo che evitasse le sviste di una sola commissione". Il Tar inoltre ha anche appurato che è mancata la tutela alle persone con disabilità intellettiva e/o relazionale: infatti "mentre i medici nominati da Anffas erano presenti nelle Commissioni Asl, questi erano esclusi dalle verifiche straordinarie dell'Inps, lasciando prive di specifica tutela le persone con tali tipologie di disabilità". Ma c'è dell'altro: "Dal 2012 - dicono ancora le due realtà - Inps ha incluso nelle verifiche straordinarie non solo le condizioni di invalidità, ma anche quelle di handicap (ex Legge 104/1992) senza averne una copertura normativa (giunta solo a fine 2012). Anche in questo caso il Tar ha riconosciuto le doglianze sollevate da Anffas e Fish ed ha pienamente chiarito che si sono usate, almeno fino al 2013, le visite di verifica straordinaria per degli scopi che la norma statale non riconosceva: eliminare certificazioni per lo stato di handicap che erano e sono cosa ben diversa da 12 quelle per riconoscere l'invalidità civile e le relative provvidenze economiche". Inoltre, seppur non accolto con la sentenza in discorso, "un importante chiarimento è stato quello relativo al riconoscimento dell'efficacia del Decreto ministeriale 2 agosto 2007 che fissa l'esenzione da visite di revisione o verifiche straordinarie in caso di patologie "stabilizzate o ingravescenti", principio che, nel corso degli anni successivi al ricorso e proprio per impulso di questo, sembra in via di progressiva acquisizione da parte dell'Inps". Fish e Anffas informano che al momento sono in corso attenti approfondimenti sulle ricadute dirette per le persone con disabilità che si sono viste revocare le provvidenze economiche in forza di quelle disposizioni amministrative dichiarate illegittime: "Si tratta quindi - dicono - di una sentenza fondamentale perché mette in discussione le modalità delle verifiche già realizzate, mettendo al tempo stesso in dubbio anche quelle successive al 2012". Con una precisazione: "L'interesse dell'Associazione e della Federazione non è certo quello di contrastare l'individuazione dei falsi invalidi, ma di fare in modo che siano rispettati i diritti fondamentali delle vere persone con disabilità e che i controlli siano condotti con le opportune garanzie, in modo efficace e mirato, evitando inutili disagi e vessazioni". Per questo Anffas e Fish "si augurano e richiedono con forza che Governo e Parlamento chiariscano e riformino non solo il piano di verifica sugli accertamenti, ma anche l'intero sistema di accertamento di invalidità civile, stato di handicap e disabilità che risulta ormai obsoleto, farraginoso ed inefficiente". Una riforma che è prevista nel programma biennale d'azione che il governo stesso si è impegnato a mettere in atto per garantire il rispetto dei diritti umani delle persone con disabilità. (16 aprile 2014) Fonte: Superabile.it 13 GOVERNO, ECCO LE DELEGHE AL WELFARE: IL TERZO SETTORE A LUIGI BOBBA Assegnate dal ministro Poletti le deleghe ai suoi sottosegretari: per l'ex presidente delle Acli terzo settore ma anche politiche giovanili e servizio civile. A Biondelli l'integrazione e la famiglia, oltre alla disabilità. Bellanova e Cassano sui temi del lavoro ROMA - Il terzo settore e il servizio civile a Luigi Bobba, la famiglia e l'integrazione a Franca Biondelli, i temi del lavoro a Teresa Bellanova e Massimo Cassano. Due mesi dopo il giuramento del governo Renzi, poco più di un mese e mezzo dopo la nomina dei sottosegretari, arrivano finalmente le deleghe ai singoli sottosegretari del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. La comunicazione ufficiale da parte del dicastero del Welfare ancora non c'è, ma i compiti sono stati definiti e cominciano ad arrivare le prime informazioni dettagliate. Luigi Bobba si occuperà di terzo settore e di formazioni sociali, ma anche di servizio civile, di politiche giovanili e di formazione, orientamento e servizi per il lavoro. "Sono - è il suo primo commento - deleghe importanti e qualificate, su temi che ho approfondito anche negli anni passati: cercherò di mettere tutto l'impegno necessario per prendere decisioni rapide ed efficaci". "Sono soddisfatto del fatto - aggiunge Bobba - che il mio impegno nel sociale e l'attenzione ai problemi dell'occupazione e del lavoro trovino continuità e riconoscimento anche ora che appartengo alla compagine di governo". Secondo il sottosegretario "le tematiche del welfare necessitano sicuramente di riforme incisive e nuovi impulsi sui quali sto lavorando alacremente sin dal mio insediamento". Fra le priorità accennate da Bobba, l'affermazione della centralità del terzo settore, la lotta alla disoccupazione giovanile con politiche attive che possano favorire l'occupazione, la riorganizzazione dei servizi per il lavoro. A Teresa Bellanova il ministro Poletti ha affidato i temi della salute e sicurezza sul lavoro, delle politiche attive del lavoro, dei servizi per l'impiego, degli ammortizzatori del mercato del lavoro, dei tavoli di crisi e delle relazioni industriali, e delle pari opportunità. Quest'ultima delega è riferita alle pari opportunità sul lavoro, quindi relativamente alle questioni di competenza del ministero del Lavoro stesso. Come noto, infatti, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha trattenuto per sé le competenze del Dipartimento per le Pari Opportunità, sotto la Presidenza del Consiglio dei ministri. Sono invece andate al sottosegretario Franca Biondelli, che si occuperà fra l'altro anche di disabilità, le deleghe relative alle altre due strutture che il premier aveva deciso di riportare sotto l'egida del dicastero del Welfare: si tratta degli uffici che si occupano di famiglia e l'integrazione. Se quindi è Luigi Bobba il nuovo referente politico dell'Ufficio nazionale per il servizio civile e del Dipartimento della gioventù, sarà Franca Biondelli a rapportarsi con gli uffici del Dipartimento per la famiglia (che sotto il governo Letta era rimasto sotto la responsabilità di Letta e del sottosegretario Patroni Griffi), e con quelli dell'ex ministero per l'Integrazione, guidato sotto Letta dal ministro Cecile Kyenge. (ska) (29 aprile 2014) Fonte: SuperAbile.it 14 "DIMEZZARE I TEMPI PER L'INVALIDITÀ CIVILE": LA DISABILITÀ TRA LE DELEGHE DI FRANCA BIONDELLI Intervista al sottosegretario, che ha ricevuto l'incarico da Poletti. Annunciata attenzione al disagio mentale e ai disturbi comportamentali. "Il fondo per la non autosufficienza va incrementato. E dobbiamo sostenere l'inclusione lavorativa" ROMA - "Sburocratizzare le procedure e dimezzare i tempi per il riconoscimento dell'invalidità": sarà uno dei primi lavori a cui si dedicherà Franca Biondelli, che dal ministro Poletti ha ricevuto deleghe "particolarmente calde di cui sono molto contenta", riferisce a Redattore sociale. Nel dettaglio, saranno affidati a lei i temi relativi a "famiglia, inclusione e politiche sociali, immigrazione e politiche di integrazione". Famiglia. "E' un tema per me un po' nuovo, ma che mi interessa molto: inizierò fin da subito a studiarlo con interesse". Tra i primi impegni a riguardo, c'è sicuramente la convocazione della Conferenza nazionale, "che si è svolta l'ultima volta nel 2010. Credo che non riusciremo a convocarla per maggio, ma certamente prima dell'estate". Disabilità. Se la famiglia è un tema "un po' nuovo" per Biondelli, non lo è certamente la disabilità. "Credo che tra le priorità in materia ci sia certamente il lavoro: non siamo ancora riusciti a dare risposte e di fatto le persone disabili, soprattutto quelle con disabilità psichica, non sono integrate nel mondo lavorativo. Occorre riprendere al più presto in mano la situazione". Altrettanta attenzione deve essere prestata al "disagio mentale e ai disturbi comportamentali, in particolare al'autismo. Non si è fatto molto in proposito, associazioni e operatori sono diventati il punto di riferimento per le famiglie, ma è ora che lo stato risponda concretamente a questi bisogni. Le Linee guida ci sono già e sono fatte bene, ma occorre che Roma faccia da cabina di regia, perché siano applicate uniformemente in tutte le regioni". Sempre per quanto riguarda la disabilità, "i falsi invalidi non sono certo il problema maggiore e comunque non devono essere il pretesto per distogliere l'attenzione dall'obiettivo fondamentale: dare risposte veloci a chi ha reale bisogno". Urgente, quindi, "velocizzare i tempi e snellire le procedure burocratiche: per il riconoscimento dell'invalidità civile e dell'accompagno, per esempio, si potrebbe ricorrere a una sola visita. In questo modo, i 420 giorni oggi necessari per ottenere l'indennità potrebbero almeno dimezzarsi". Infine, c'è la questione del fondo per la non autosufficienza, "ben alimentato dal governo Prodi, poi dimezzato e addirittura azzerato da Berlusconi, insufficientemente finanziato al governo Monti e poi tornato a una cifra ragionevole con il governo Letta. Il fondo però va incrementato e farò il possibile per accogliere le richieste di famiglie e associazioni". Immigrazione. "L'accoglienza non è più accoglienza, ma un modo inadeguato di poggiare le persone come pacchi in strutture inadeguate": è critico, per Biondelli, il quadro delle politiche dell'accoglienza in Italia. "I comuni, soprattutto quelli meridionali, non hanno né risorse né strutture per ricevere adeguatamente i migranti in arrivo sulle loro coste. Sicilia e Puglia, in particolare, vanno ringraziate per il loro impegno, ma stanno scoppiando. C'è poi il grande problema dei minori non accompagnati: tutte questioni che devono essere affrontate al più presto e bene". Per quanto riguarda l'abolizione del ministero per l'Integrazione, "non credo affatto che si tratti di un passo indietro, ma di un modo per riorganizzare il lavoro. Cécile Kienge è candidata alle Europee e il parlamentare Khalid Chaouki segue in modo lodevole i temi dell'integrazione: credo che insieme e in costante collaborazione, potremo fare un buon lavoro". La stessa collaborazione Bindelli cercherà "per arrivare a una soluzione rispetto al tema del riconoscimento della cittadinanza: con l'aiuto di dirigenti e associazioni che da anni seguono questo tema, cercherò di mediare tra le diverse posizioni". (cl) (29 aprile 2014) Fonte: SuperAbile.it 15 NOTIZIE DAL TERRITORIO FIRENZE, 3 MILA AUTISTICI MA NESSUNA STRUTTURA PUBBLICA La denuncia delle associazioni: “Soltanto centri privati in città e nella regione. Le famiglie sono lasciate sole”. Oggi il Biancone in piazza della Signoria si illumina di blu in occasione della Giornata dell’autismo FIRENZE - A Firenze sono circa 3mila le persone autistiche, ma ci sono soltanto tre centri dove si fanno programmi di riabilitazione. Nessuno di questi centri è pubblico. E’ la denuncia lanciata dalle associazioni di autismo fiorentine, in occasione della Giornata mondiale dell’autismo (2 aprile). Le associazioni in città sono Autismo Firenze (che si occupa di autistici adulti), Pamapi e Aiaba (che seguono i bambini e gli adolescenti). “Le famiglie sono lasciate sole” commenta Luciano Pieri, presidente dell’associazione Pamapi. “I servizi a Firenze e in Toscana sono pochissimi e i genitori devono seguire per tutta la vita i loro figli autistici, costretti a un’assistenza quotidiana e spesso senza un’adeguata preparazione”. In occasione della giornata di oggi, il Comune partecipa alle iniziative sull’Autismo e illuminerà di blu la statua del Biancone in piazza Signoria nell’ambito della campagna ‘Light it up blue’. “I dati relativi alla diffusione di questa sindrome sono allarmanti tanto da poter parlare di una emergenza sociale – commenta il vicesindaco Dario Nardella – Per questo come amministrazione anche quest’anno abbiamo deciso di aderire alla Giornata Mondiale sull’autismo: si tratta infatti di un modo per sensibilizzare i cittadini e per tener desta l’attenzione delle istituzioni su questa malattia”. (3 aprile 2014) Fonte: RedattoreSociale.it 16 GIUSEPPE FINALMENTE “LIBERO”: CON IL TRIRIDE ORA PUÒ USCIRE DI CASA Disabile, era “prigioniero” da mesi a causa di un vialetto di ghiaia e aveva rifiutato la costosa carrozzina che la Asl gli avrebbe garantito. Grazie alla solidarietà ha comprato il congegno inventato da un altro disabile, meno costoso, ma non riconosciuto dal servizio sanitario Fino a qualche giorno fa la sua situazione sembrava disperata. Ma la solidarietà di un’intera comunità, quella di Fauglia (Pisa), era già scattata. Giuseppe Sagone, 46 anni, meccanico, da circa un anno in carrozzina dopo un incidente di motocicletta che lo ha privato dell’uso delle gambe, è tornato a sorridere. Almeno un po’. È riuscito, infatti, a comperarsi il Triride, invenzione di Gianni Conte da San Marino, una ruota elettrica supplementare che ha già applicato alla sua carrozzina. «Lo pagherò a rate, ma intanto viaggio su tre ruote e almeno posso uscire di casa, superando il vialetto di ghiaia che mi fermava», spiega Sagone che da lunghi mesi era bloccato nella sua abitazione della piccola frazione di Luciana e dipendeva, per 24 ore al giorno, da sua moglie Annalisa. «La mia ricchezza sono gli amici e mia suocera, che sta gestendo mio figlio Mirko di 2 anni, in attesa che entri all’asilo. Ora, grazie al Triride, posso uscire all’aperto con mia moglie Annalisa e mio figlio contemporaDopo l’incidente dell’aprile dello scorso anno, Sagone ha dovuto giocoforza lasciare il lavoro all’officina meccanica di Livorno, dove era socio. «Non potendo lavorare su auto e moto con la solita efficienza e spostarmi nell’officina come prima, non riuscivo più a produrre. Ho guardato in faccia il mio socio e ho mollato». La disabilità fa aumentare le spese, i soldi mancano e anche sua moglie viene messa in cassa integrazione “a rotazione”. Le donazioni, arrivate da più parti, sono una piccola manna per tamponare l’emergenza. Il presidente dell’associazione socio culturale Grifon d’Oro, Angelo Massei, ha consegnato 900 euro alla famiglia Sagone, la Fratres 100 euro e il Comitato culturale di Luciana, che ha organizzato un pranzo e una lotteria, ha messo insieme 3 mila euro. Anche il sindaco di Fauglia, Carlo Carli, ha fatto visita al paraplegico. Da Livorno, altre persone vorrebbero ora aiutarlo. A destare maggiore preoccupazione è dunque la situazione economica della famiglia Sagone, che sopravvive con l’aiuto di parenti e amici. Con l’invalidità e l’accompagnamento, più lo stipendio “a rischio” della moglie si sfiorano i 2 mila euro, ma c’è da pagare un mutuo per la casa da 700 euro al mese e il figlio da crescere. Poi ci sono da fare diversi lavori, con una certa urgenza. «Devo sistemare la nostra abitazione alle mie nuove esigenze di mobilità», afferma Sagone, «in particolare c’è da rifare il bagno e tutti i percorsi interni ed esterni alla casa, per muovermi liberamente e pesare meno sulle spalle della mia famiglia». (Paolo Giovannelli) (9 aprile 2014) Fonte: RedattoreSociale.it 17 "PARCHEGGI SOTTERRANEI SENZA POSTEGGI PER DISABILI": DENUNCIA A FIRENZE Domani tornano sotto Palazzo Vecchio le associazioni: “Per le persone con handicap non ci sono posti auto. E’ una vera e propria discriminazione” FIRENZE – “I parcheggi sotterranei di Firenze non hanno posti riservati ai disabili”. E’ la denuncia di numerose associazioni di disabili fiorentine, una denuncia che va avanti da tempo ma che ancora non ha trovato risposte concrete. Domani pomeriggio decine di disabili manifesteranno sotto Palazzo Vecchio, sede del Comune, per sensibilizzare il sindaco e la cittadinanza sulla questione parcheggi. I disabili si scagliano contro il comune e contro la società Firenze Parcheggi visto che “in quattro importanti parcheggi della città mancano totalmente i posteggi riservati alle persone con handicap”. Si tratta dei parcheggi di Sant’Ambrogio, piazza Beccaria, Porta a Prato e Parterre. Un’assenza di spazi per disabili che Firenze Parcheggi giustifica sostenendo che esiste uno specifico accodo col Comune secondo il quale i posteggi per disabili sono stati realizzati in superficie in aree limitrofi ai parcheggi stessi. I disabili smentiscono: “Sono pochissimi, troppo sparpagliati e difficili da trovare”. E poi, aggiungono all’unisono, “quando piove dobbiamo comunque parcheggiare in esterno e ci bagniamo”. Secondo le associazioni, che hanno scritto una lettera al Comune e a Firenze Parcheggi, si tratta di una “vera e propria discriminazione”. (17 aprile 2014) Fonte: RedattoreSociale.it 18 NEL MILANESE IN 7 ANNI DIMEZZATI GLI INSERIMENTI LAVORATIVI DELLE PERSONE DISABILI I numeri dell'Anmil. Lasciano ben sperare gli inserimenti attraverso l'articolo 14 della Legge Biagi. Servirebbe una "task force" per rendere davvero obbligatoria a tutte le aziende l'assunzione, ma con la fine delle Province a chi spetta il compito di vigilare? MILANO - I numeri degli inserimenti lavorativi nella Provincia di Milano si dimezzano nel giro di sette anni: da 2.768 a 1.290 (in media otto su dieci con problemi psichici). Sono i dati elaborati dall'Anmil (Associazione nazionale mutilati invalidi del lavoro) presentati alla Festa dei lavoratori con disabilità, tenuta a battesimo per la prima volta quest'anno alla Fabbrica del vapore di via Procaccini a Milano. "Per migliorare bisognerebbe convincere tutte le aziende a rispettare l'obbligo di assunzione di persone con disabilità, mentre il 30% delle aziende ancora non lo fa", spiega Claudio Messori, direttore dell'Agenzia per il lavoro Anmil. L'unico strumento normativo per raggiungere risultati migliori potrebbe essere creare una "task force" che si occupi dell'inserimento lavorativo. Il problema sta dove: fino ad oggi la competenza era delle Province, ma con la loro abolizione a chi andrà? "Non so rispondere, è un tema politico, dovete chiedere al ministro Poletti o a Renzi", si smarca Messori. Leggendo i dati sulla provincia di Milano si nota che diminuiscono soprattutto gli inserimenti per convenzione (articolo 11), passati da 1.602 nel 2007 a 590 nel 2013. Fanno da contraltare, però, le assunzioni attraverso l'articolo 14 del decreto legislativo 276/03 (che delega l'assunzione delle persone con disabilità alle cooperative che lavorano con un'azienda piuttosto che all'azienda stessa. L'articolo è stato molto criticato dalle associazioni a difesa dei disabili). Se l'anno scorso sono state 60, in meno di sei mesi sono state 70 nel 2014. È ancora poco però per tornare ai numeri del 2006, anche se entro la fine dell'anno, l'ospedale Niguarda, attraverso una convenzione speciale, assumerà altre 50 persone con disabilità. (lb) (20 maggio 2014) Fonte: SuperAbile.it 19 SICILIA: RIFINANZIARE L’ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE «In un periodo difficile come quello attuale – dichiara Salvatore Crispi, responsabile del Coordinamento H della Regione Siciliana – può sembrare poco opportuno pretendere che la nostra Regione si occupi di barriere, e tuttavia occorre sempre, in ogni caso, ricordare e sottolineare le cose che non vanno». Per questo Crispi ha scritto alle Istituzioni Regionali, chiedendo il rifinanziamento della Legge che sostiene l’abbattimento delle barriere «Ripristinare, riempire e vincolare un apposito capitolo di spesa, nel Bilancio della Regione, per l’abbattimento delle barriere architettoniche nelle abitazioni private, consentendo ai Comuni di evadere le numerose pratiche già giacenti negli specifici uffici e di dare delle risposte certe a chi ne ha diritto». A chiederlo, in una lettera inviata a tutti i principali referenti istituzionali della Regione Sicilia, è Salvatore Crispi, responsabile del Coordinamento H per i Diritti delle Persone con Disabilità nella Regione Siciliana, che aggiunge: «È indispensabile che questo avvenga nel più breve tempo possibile, anche in considerazione che quanto richiesto non riguarda l’erogazione di finanziamenti di singoli progetti in àmbiti ristretti, ma coinvolge un’ampia fetta di popolazione che vede riconosciuti e tutelati i propri diritti grazie alle normativi vigenti, ma che di fatto se li vede negare, a causa spesso di politiche miopi che non guardano in prospettiva, impedendo programmazioni organiche e globali che sappiano rispondere sempre meglio alle esigenze delle stesse persone che risiedono sul territorio della nostra Sicilia». Nel suo messaggio, Crispi propone innanzitutto un po’ di “storia” della legislazione nazionale e regionale, a partire dalla Legge 13/89, con la quale, ormai venticinque anni fa, «è stata prevista la copertura, totale e/o parziale delle spese sostenute dalle persone con disabilità nelle abitazioni private e negli spazi comuni condominiali». Una normativa che prevede come lo Stato «assegni alle Regioni delle somme per far fronte alle esigenze delle persone con disabilità in materia di abbattimento degli ostacoli fisici che, comunque, rendono la loro vita quotidiana più difficile, limitando la loro libertà/autonomia di spostamento. Le somme erogate alle Regioni venivano poi distribuite ai singoli Comuni, per dar corso alle pratiche e, quindi, dare risposte alle persone che avevano inoltrato le richieste di contributi». Per quanto poi riguarda specificamente la Sicilia, «dal 2007 – scrive Crispi – l’erogazione delle somme alle Regioni è stata interrotta per cui, da quell’anno, l’apposito capitolo della Regione Siciliana è svuotato. Nel 2008 sono state individuate, grazie anche al lavoro del Tavolo Tecnico per la realizzazione delle Politiche Sociali sulla disabilità nella Regione Sicilia, ai sensi del Decreto Presidenziale n. 180 del settembre 2003 e del Piano Triennale a favore delle Persone con Disabilità della Regione Siciliana, delle somme residue da vari àmbiti ed è stato quindi possibile riempire l’apposito capitolo per l’abbattimento delle barriere architettoniche, in modo da consentire ai Comuni di evadere le varie pratiche che a loro erano pervenute. Due anni dopo, tuttavia, queste somme si sono esaurite, con gravi disagi per coloro che avevano presentato domanda ai Comuni, per poter eseguire i lavori che consentissero una più agevole mobilità. Dal 2010, pertanto, i Comuni continuano a ricevere le domande per l’abbattimento delle barriere architettoniche, ma non riescono ad evadere le pratiche per mancanza di erogazioni finanziarie. Considerato che molte delle persone con disabilità, avendo presentato la richiesta, hanno già effettuato dei lavori, come del resto è previsto, la situazione è molto grave poiché viene meno la risposta a un diritto sancito dalle normative vigenti». «È inutile sottolineare – conclude il responsabile del Coordinamento H – che l’abbattimento delle barriere architettoniche, anche nelle abitazioni private, ha un enorme valenza civile e culturale e, in questo senso, la tutela dei diritti delle persone con disabilità è un impegno su cui si misura il grado di crescita civile, sociale e culturale della società, per rendere sempre più a misura d’uomo gli ambienti e i contesti di vita». 20 «In realtà – ci spiega direttamente lo stesso Crispi – può sembrare inutile e poco opportuno, in un periodo come quello attuale, di elevata fibrillazione politica per la Sicilia, e soprattutto nel quadro di una devastante crisi economica e di liquidità, che impedisce alla Regione di programmare qualcosa che vada al di là del pagare gli stipendi ai propri dipendenti e agli operatori delle società cosiddette partecipate, pretendere che la Regione stessa si occupi ora di barriere architettoniche, garantendo e tutelando anche in questo àmbito i diritti delle persone con disabilità, come recitano lo spirito e la lettera delle norme vigenti sia a livello nazionale che regionale. E tuttavia ritengo che occorra sempre, in ogni caso, ricordare e sottolineare le cose che non vanno, indicando al tempo stesso delle soluzioni possibili, anche come atto “politico”, da parte del nostro mondo associativo, con la consapevolezza che le Istituzioni devono sempre collaborare con le Associazioni, allo scopo di programmare anche in prospettiva». (S.B.) (27 maggio 2014) Fonte: Superando.it 21 INTERNAZIONALE AUTISMO, ISS: IN EUROPA RIGUARDA 62 MINORI SU 10 MILA Oggi la Giornata della consapevolezza. Il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Oleari: "Una sindrome di cui le cause restano oscure. Ancora ci sfugge la chiave di lettura e la comprensione di come intervengano i fattori genetici e ambientali" Roma - "Oggi, con la Giornata di consapevolezza sull'autismo, non siamo qui per celebrare ma per capire perche' si crea una convergenza delle istituzioni su questo tema. Il problema e' rilevante per la sanita' pubblica, con un'incidenza forte sia in Eruopa che negli Stati Uniti. Se il Cdc di Atlanta ricorda che in Usa si parla di un bambino ogni 68, in Unione europea (Ue) riguarda 62 minori su 10 mila, ovvero 1 su 150". Apre cosi' la conferenza su 'I disturbi dello spettro autistico, dalla diagnosi precoce alla vita adulta' in Campidoglio, Fabrizio Oleari, presidente dell'Istituto superiore di Sanita' (Iss) e promotore dell'evento. PRESA IN CARICO - "Chi si occupa delle famiglie sa che il fenomeno e' in crescita, e se facciamo una giornata e' per sensibilizzare sul tema. Esiste una mozione per impegnarci in politiche attive su questa sindrome, di cui l'eziopatogenesi resta oscura. Abbiamo una valanga di fenotipi- spiega Oleari- ma ancora ci sfugge la chiave di lettura e la comprensione di come intervengano i fattori genetici e ambientali". Esiste la necessita', secondo il presidente dell'Iss, "di una presa in carico di queste famiglie, partendo anche dal contesto scolastico. L'Iss ha condotto varie indagini creando un network per capire le modalita' di presa in carico- sottolinea- ma sul piano della ricerca molto resta da fare. Occorre un grande progetto sull'autismo per capire i vari dati discordanti". AZIONE INTERNAZIONALE - Oleari e' convinto che il futuro della ricerca e delle attivita' a favore delle persone autistiche e delle loro famiglie vada condotto insieme agli organismi internazionali: "L'Oms, d'intesa con il ministero della Salute, organizzera' un evento sull'autisml nel corso dell'assemblea generale- fa sapere il presidente dell'Iss- anche la Santa Sede ha deciso di trattare i disturbi dello spettro autistico in occasione della conferenza di novembre sui temi sanitari". Passando all'Ue, "la stessa attenzione sara' prestata al tema durante il semestre di presidenza italiana, in cui si svolgera' una conferenza sull'autismo. Dobbiamo creare una sorta di armonizzazione delle conoscenze attraverso la realizzazione di un network- sottolinea Oleari- con cui legare tutte le realta' che si occupano di questo disrurbo in Europa". Esiste gia' una grande intesa con "il direttore del Mediterraneo orientale dell'Oms, cosi' come con la dottoressa Iaccaro della zona europea dell'Oms. Creiamo una cooperazione nella ricerca in Europa- ripete- che a livello nazionale prosegua agendo sia con il ministero della Salute che con il Miur dal punto di vista della ricerca universitaria". COSA FARE - "In questi ultimi tempi sono stati fatti notevoli sforzi che stanno sortendo dei risultati- afferma Oleari- c'e' pero' molta strada da fare in Italia. Non esiste ancora un registro, una lacuna importante da colmare che richiede un'azione e una forte collaborazione anche con le associazioni dei familiari. Queste ultime sono una risorsa fondamentale, che si muove anche a livello istituzionale- conclude- dandoci un forte aiuto". (2 aprile 2014) Fonte: Dire 22 ERASMUS ALLA PROVA DISABILITÀ È bassissima la partecipazione di studenti disabili nel programma di mobilità Erasmus. Secondo la Commissione Europea, infatti, durante l'anno accademico 2009/10 solo lo 0,14% dei giovani partiti per un'esperienza formativa all'estero era diversamente abile. È bassissima la partecipazione di studenti disabili nel programma di mobilità Erasmus. Secondo la Commissione Europea, infatti, durante l'anno accademico 2009/10 solo lo 0,14% dei giovani partiti per un'esperienza formativa all'estero era diversamente abile. Una percentuale bassa che evidenzia l'ampia esclusione di un importante segmento della società. Per questo è stato creato ExchangeAbility. Un progetto che vuole invertire la tendenza contribuendo a rimuovere gli ostacoli alla partecipazione allo scambio internazionale. Garantendo a un numero sempre più alto di alunni con bisogni speciali un'opportunità di auto-sviluppo che, oltre a far conoscere lingue e culture nuove, aumenta le possibilità di trovare un'occupazione futura. Parte fondamentale dell'iniziativa è la creazione di una MapAbility. Ovvero, una mappa online - al momento in fase di ultimazione che conterrà dettagliate informazioni sull'accessibilità e i servizi offerti dalle università europee agli studenti disabili. In modo che questi possano sentirsi più sicuri scegliendo l'ateneo che offre le migliori condizioni possibili per il loro soggiorno di studio all'estero. (23 aprile 2014) Fonte: Superabile.it 23 SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO, IL 28 APRILE LA GIORNATA MONDIALE Torna la giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro. Come ogni anno, in tutto mondo si tiene il 28 aprile l'iniziativa promossa dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro per richiamare l'attenzione sull'importanza della prevenzione. Torna la giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro. Come ogni anno, in tutto mondo si tiene il 28 aprile l'iniziativa promossa dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO International Labour Organization) per richiamare l'attenzione sull'importanza della prevenzione degli incidenti sul lavoro e delle malattie professionali. Questa giornata di mobilitazione, istituita nel 2003, rappresenta un importante strumento di sensibilizzazione, e vuole richiamare una maggiore attenzione delle istituzioni sulla questione della salute e della sicurezza sul posto di lavoro. Il tema scelto per quest'anno è "Salute e sicurezza nell'utilizzo di prodotti chimici sul lavoro". Le sostanze chimiche, fondamentali nella vita moderna, continueranno a essere prodotte e utilizzate sui luoghi di lavoro. L'obiettivo è promuoverne una gestione razionale e realizzare un equilibrio adeguato tra i vantaggi che rappresentano e le misure preventive e di controllo degli effetti indesiderati sui lavoratori, sulla popolazione e sull'ambiente. Questo obiettivo si può raggiungere attraverso l'azione concertata dei governi e delle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori. Proprio a queste attori politici si rivolge il rapporto dell'Ilo, che esamina la situazione attuale relativa all'utTorna la giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro. Come ogni anno, in tutto mondo si tiene il 28 aprile l'iniziativa promossa dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO - International Labour Organization) per richiamare l'attenzione sull'importanza della prevenzione degli incidenti sul lavoro e delle malattie professionali. Questa giornata di mobilitazione, istituita nel 2003, rappresenta un importante strumento di sensibilizzazione, e vuole richiamare una maggiore attenzione delle istituzioni sulla questione della salute e della sicurezza sul posto di lavoro. Il tema scelto per quest'anno è "Salute e sicurezza nell'utilizzo di prodotti chimici sul lavoro". Le sostanze chimiche, fondamentali nella vita moderna, continueranno a essere prodotte e utilizzate sui luoghi di lavoro. L'obiettivo è promuoverne una gestione razionale e realizzare un equilibrio adeguato tra i vantaggi che rappresentano e le misure preventive e di controllo degli effetti indesiderati sui lavoratori, sulla popolazione e sull'ambiente. Questo obiettivo si può raggiungere attraverso l'azione concertata dei governi e delle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori. Proprio a queste attori politici si rivolge il rapporto dell'Ilo, che esamina la situazione attuale relativa all'utilizzo dei prodotti chimici sul lavoro e al loro impatto sui luoghi di lavoro e sull'ambiente, nonché le diverse iniziative adottate a livello nazionale, regionale e internazionale per fronteggiare il problema. (25 aprile 2014) Fonte: Superabile.it GERMANIA, NIENTE SUSSIDI AI DISABILI CON PIÙ DI 2.600 EURO IN BANCA In Germania ai disabili che beneficiano di sussidi sociali è vietato detenere un conto corrente con più di €2.600. Così prevede una legge in vigore da anni Oltrereno. Una limitazione contro cui ha preso una posizione decisa la nuova Commissaria alla disabilità del governo. In Germania ai disabili che beneficiano di sussidi sociali è vietato detenere un conto corrente con più di €2.600. Così prevede una legge in vigore da anni Oltrereno. Una limitazione contro cui ha preso una posizione decisa la nuova Commissaria alla disabilità del governo, Verena Bentele (ex-campionessa paralimpica di sci). Che in un'intervista alla stampa ha dichiarato che questo divieto dovrà presto essere abolito. Come stanno precisamente le cose? In sostanza, lo stato fornisce un'assistenza personale e continua a quelle persone che hanno il diritto di farne richiesta - i disabili gravi, appunto. L'erogazione di questo servizio, però, ricade sotto il Sozialhilfe, gli "aiuti sociali". Lo stato tedesco garantisce un robustissimo welfare, ma vuole garanzie precise, si sa. Oltre alle normali imposte - che arrivano fino al 40% delle entrate - stabilisce anche un tetto oltre il quale non si viene considerati "poveri" e si perde il diritto al supporto sociale, anche nella forma di assistenza h24 per disabili. In banca, insomma, possono esserci massimo €2.600. Tutto quello che supera questa quota, viene automaticamente incassato da Berlino. Niente macchina nuova. Nessuna vacanza e scordatevi pure i risparmi per la pensione. Di mettere soldi da parte per l'educazione dei figli, poi, non se ne parla proprio. Una situazione ancora più assurda se si tiene conto che, se il disabile è sposato, nel conto dei €2.600 entrano anche i risparmi del partner. Tanto da far dichiarare a Verena Bentele che questa legge è "contro la famiglia". La commissaria, inoltre, vorrebbe togliere dal Sozialhilfe la sezione dedicata assistenza dei disabili e farla rientrare in un più ampio sistema di inclusione. In modo da rendere le prestazione erogate indipendenti dal reddito del disabile che le riceve. Il quale, oltretutto, perde qualsiasi motivazione a fare carriera e a guadagnare di più, visto che non può tenere soldi in banca. La battaglia per il diritto al risparmio, del resto, è già arrivata nel Bundestag. Merito del giovane Constantin Grosch, uno studente di giurisprudenza affetto da distrofia muscolare, che l'anno scorso aveva lanciato una petizione online. Raccolte quasi 130mila firme, Grosch ha presentato a fine marzo la sua petizione alla vice presidente del parlamento tedesco Ulla Schmidt e ai delegati dei partiti alle politiche per la disabilità. Per ora, il governo Merkel non ha affrontato il problema. Una riforma della legge sull'assistenza ai disabili sarà messa in cantiere non prima del 2016, per diventare operativa verosimilmente nel 2017. L'obiettivo della Bentele è coinvolgere sin dall'inizio le associazioni che si occupano di handicap, per varare una norma che tenga effettivamente conto delle esigenze dei disabili. (29 aprile 2014) Fonte: SuperAbile.it COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO E DISABILITÀ: IL PIANO DELL’ITALIA Fa il suo “esordio internazionale” a Bruxelles il Piano d’Azione sulla Cooperazione allo Sviluppo e la Disabilità, documento redatto dal Ministero degli Esteri, dopo una proficua e partecipata collaborazione anche con la rete delle associazioni di persone con disabilità. Si tratta di un testo che sancisce l’ingresso del principio dell’inclusione della disabilità in ogni fase di ideazione delle politiche e delle pratiche di sviluppo Redatto dai tecnici del Ministero degli Affari Esteri, in collaborazione con la RIDS – la Rete Italiana Disabilità e Sviluppo, voluta nel 2011 dall’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau), da DPI Italia (Disabled Peoples’ International), da EducAid e dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) -, oltreché con rappresentanti di Istituzioni, Enti Locali, organizzazioni non governative, imprese, mondo accademico e centri di ricerca, il Piano d’Azione sulla Cooperazione allo Sviluppo e la Disabilità – cui avevamo dedicato a suo tempo un ampio approfondimento, dopo averne seguito via via l’evoluzione – era stato ufficialmente lanciato a Roma nell’ottobre dello scorso anno. Si tratta, lo ricordiamo, di un importante documento, che dà rilevanza alle Linee Guida per l’introduzione della tematica della disabilità nell’àmbito delle politiche e delle attività di Cooperazione Italiana, redatte sulla base della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. In altre parole, un testo che sancisce l’ingresso del principio dell’inclusione della disabilità in ogni fase di ideazione delle politiche e delle pratiche di sviluppo, contemplando azioni di promozione delle pari opportunità e soffermandosi in particolare sulle strategie generali, sulla progettazione inclusiva, sull’accessibilità e la fruibilità di ambienti, sui beni e i servizi, sugli aiuti umanitari e le situazioni di emergenza, sulla valorizzazione delle esperienze e delle competenze presenti nella società civile e nelle imprese. Ne avevamo parlato a lungo esattamente con Pier Francesco Zazo, ministro plenipotenziario, capo dell’Unità Tecnica Centrale della Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo e responsabile del Tavolo di Lavoro che ha dato vita all’iniziativa e Mina Lomuscio, referente del medesimo Tavolo di Lavoro. Il Piano fa oggi a Bruxelles il suo “esordio” a livello internazionale, presso il Comitato Economico e Sociale Europeo, dove viene appunto presentato nel corso di un incontro, moderato da Daniela Tonon, rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unione Europea e da Catherine Naughton dell’IDDC (International Disability & Development Consortium). Intervengono Hélène Bourgade, funzionaria europea per il Lavoro, l’Inclusione Sociale e l’Immigrazione, Anca Gunta, membro del Comitato Economico e Sociale Europeo, Giampaolo Cantini, direttore generale per la Cooperazione allo Sviluppo presso il Ministero degli Esteri e la già citata Mina Lomuscio. A rappresentare poi il RIDS, vi è Giampiero Griffo, membro dell’Esecutivo Mondiale di DPI (Disabled Peoples’ International) e partecipano all’incontro anche Javier Guemes, vicedirettore dell’EDF (Europena Disability Forum), Ingar Duering della Cooperazione Internazionale tedesca e Meena Paudel, coordinatrice di programma per l’Associazione delle Donne con Disabilità del Nepal. (S.B.) (26 maggio 2014) Fonte: Superando.it VARIE FISH, ECCO LE NUOVE CARICHE: IL NUOVO PRESIDENTE È VINCENZO FALABELLA Assegnate le deleghe sui temi di maggior rilievo. L'ex presidente Pietro Barbieri sarà coordinatore dell'agenzia nazionale della Federazione. Vicepresidente vicario Donata Vivanti. Definiti i responsabili dei gruppi di lavoro ROMA - È Vincenzo Falabella il nuovo presidente della Federazione italiana per il superamento dell'handicap, eletto nella riunione di ieri sera della nuova Giunta nazionale. L'organo della Federazione è stato rinnovato durante il recente congresso del 29 marzo. Falabella, pugliese ma attivo a Roma dove svolge la professione di avvocato, vanta una consolidata esperienza in ambito associativo: è presidente dalla Federazione delle associazioni italiane para e tetraplegici dal 2011 ed è stato fra i fondatori della Fish Puglia. Ma la Giunta ha provveduto sia ad eleggere le altre cariche sia d attribuire specifiche deleghe di coordinamento dei gruppi di lavoro sulle tematiche di maggior rilievo e per dare attuazione alle importanti mozioni approvate dall'assemblea. Falabella, ad interim, sarà il coordinatore del gruppo su lavoro e occupazione, con supporto esterno di Giampiero Griffo, e di quello sugli affari esteri ed internazionali. Il vicepresidente (vicario) è Donata Vivanti (Fish Toscana) che seguirà il tema dei processi formativi e dell'inclusione scolastica coordinando il relativo gruppo di lavoro, anche avvalendosi del supporto tecnico esterno di Salvatore Nocera. Roberto Speziale (Anffas) assume una vicepresidenza con delega al tema della revisione del sistema di accesso, riconoscimento/certificazione e modello di intervento del sistema socio-sanitario. L'ambito delle politiche, servizi e modelli organizzativi per la vita indipendente e l'inclusione nella società è affidato a Silvia Cutrera (Dpi Italia) che è anche il terzo vicepresidente. Infine, Mario Battaglia (Aism) completa la quaterna dei vicepresidenti assumendo anche il coordinamento del gruppo su salute, diritto alla vita, abilitazione e riabilitazione contando sulla consulenza esterna di Pietro Barbieri. Allo stesso Barbieri, ex presidente Fish, la Giunta ha attribuito il coordinamento dell'agenzia nazionale della Fish. Marcello Tomassetti (UIldm) seguirà la promozione e l'attuazione dei principi di accessibilità e mobilità, mentre Daniele Romano (Fish Campania) si occuperà dell'attuazione della Convenzione Onu nelle regioni italiane. La tesoreria sarà retta da Mario Chimenti (Fantasia), mentre la segreteria nazionale è affidata ad Antonio Cotura (Fiadda). "A breve - comunica la Fish - sarà indetto il Consiglio nazionale e in quella sede verranno ulteriormente declinate le linee di azione per attuare le mozioni assembleari e per meglio dirigere i lavori dei gruppi di lavoro". (18 aprile 2014) Fonte: Superabile.it VIOLENZE, ANFFAS: " DISABILI, BAMBINI, DONNE E ANZIANI NON SI TOCCANO NEPPURE CON UN DITO" Condanna per quanto accaduto in provincia di Savona arriva dall'Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale: "Situazioni simili potrebbero essere arginate se fosse garantito un concreto progetto personalizzato di vita" ROMA - In seguito al nuovo caso di violenza e maltrattamenti avvenuto in provincia di Savona e che ha visto come vittime dei pazienti con disabilità ospiti di una casa di cura per persone con problemi psichiatrici, Anffas onlus nazionale, congiuntamente ad Anffas onlus Liguria e agli enti a marchio Anffas del territorio, "esprime - senza voler entrare nel merito di dettagli e responsabilità che saranno certamente chiariti dagli organi competenti - una ferma e pesante condanna per l'accaduto ed evidenzia come situazioni simili potrebbero sicuramente essere arginate se alle persone con disabilità fosse garantito un reale e concreto progetto personalizzato di vita, unico strumento valido per consentire a chi ha una disabilità di essere pienamente incluso nella società e di poter vivere una vita il più possibile autonoma e di qualità e che invece, purtroppo, ancora non è assicurato, nonostante sia un loro diritto". Le due associazioni e gli enti a marchio Anffas del territorio, inoltre, desiderano sottolineare l'importanza di non generalizzare e soprattutto di non strumentalizzare quanto accaduto a in Liguria, evidenziando l'esistenza di moltissimi operatori professionali, impegnati e soprattutto rispettosi delle persone con disabilità, ma allo stesso tempo si dicono convinte della necessità di promuovere dei nuovi strumenti di controllo all'interno dei servizi, come ad esempio l'uso delle telecamere di sorveglianza, cosa che ad oggi, per motivi legati alla privacy, non è possibile effettuare. "Eppure commenta la onlus - è grazie alle riprese video che si è potuta avere una prova certa di quanto stava accadendo e procedere al fermo degli operatori". "È necessario dunque - conclude Anffas - mettere in atto nuove misure per tutelare quanti usufruiscono di determinati servizi rassicurando così anche le loro famiglie circa la professionalità di chi accoglie i loro cari e le migliaia di lavoratori che mai metterebbero in atto comportamenti assurdi e disgustosi come quelli balzati agli onori della cronaca in questi giorni. E a tal proposito, non possiamo che dirci estremamente amareggiati che, per l'ennesima volta, purtroppo, si sia parlato di disabilità come fatto di cronaca e violenza". (22 aprile 2014) Fonte: Superabile.it BETTONI (ANMIL): «SI TORNI A PARLARE DI SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO» L'appello a fronte dei nuovi dati INAIL. Nel 2013 sono più di 650.000 gli incidenti sui luoghi di lavoro con circa 750 morti, mentre sono più di 50.000 i lavoratori che denunciano una malattia professionale con oltre 1500 morti ogni anno. «Le nostre rilevazioni sugli incidenti lavorativi con esiti mortali, aggiornati e pubblicati quotidianamente sul portale dell’ANMIL, mostrano nel primo quadrimestre di quest’anno un sensibile aumento rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, aggiunge il presidente Franco Bettoni. Che continua: «Come Associazione che da 70 anni si occupa della tutela delle vittime del lavoro e raccoglie 400.000 iscritti - sottolinea Bettoni - riteniamo sia indispensabile che tutti ricordino, in questa giornata, l’altra faccia del lavoro, quella legata agli effetti del mancato rispetto delle norme di prevenzione e che si ripercuoto sulla salute e sulla vita dei lavoratori. Eppure, a fronte di questi dati, le norme italiane in materia di sicurezza sul lavoro a distanza di quasi cinque anni dalla loro approvazione presentano ancora larghe carenze nella fase di attuazione, con quasi 30 decreti ancora da emanare e tra questi alcuni importanti come quelli sulla patente a punti in edilizia o sui lavori in quota o nei ponteggi. Ancora una volta il nostro Paese evidenzia i difetti di sempre rispetto all’applicazione delle leggi in termini di rapidità, di effettività e di controlli, come a ribadire una scarsa sensibilità sul fronte del rispetto delle regole, una mancanza di cultura ‘civica’, direi. Su questo, infatti, noi cerchiamo di lavorare molto parlando di cultura della sicurezza ai bambini e ragazzi delle scuole, quelli che saranno i cittadini ed i lavoratori di domani». «La diminuzione degli incidenti registrata in questi ultimi anni - prosegue il Presidente dell’ANMIL - sulla quale incide sicuramente per due o tre punti annui la riduzione delle ore lavorate, così come incidono il lavoro nero e la tendenza, nei casi più lievi, a non presentare la denuncia di infortunio per evitare l’aumento del premio assicurativo per le aziende o per il timore di perdere il posto, rappresenta il risultato dell’impegno degli ultimi anni, grazie ai richiami del Capo dello Stato e al lavoro delle parti sociali. In pratica una riduzione che dimostra concretamente che si può incidere positivamente e quindi non bisogna mollare, ma anzi insistere nelle azioni di contrasto agli infortuni sul lavoro ed alle malattie professionali». «Per questo - conclude Bettoni - abbiamo sollecitato il Governo ed i Ministri del Lavoro e della Salute a rimettere mano ai temi della sicurezza e alla tutela delle vittime del lavoro nonché alle tematiche legate all'amianto (dal Fondo per le vittime alla ricerca su cura e prevenzione ferme dopo Balduzzi) e anche in materia di cura, riabilitazione e protesi, oltre all’aggiornamento delle tabelle delle malattie professionali». (30 aprile 2014) Fonte: Vita.it C’È DA APPLICARE IL PROGRAMMA D’AZIONE SULLA DISABILITÀ Nell’augurare buon lavoro al sottosegretario Biondelli, cui è stata affidata la delega sulle questioni riguardanti la famiglia, l’inclusione e le politiche sociali, il neopresidente della FISH Falabella ricorda che «non si è ancora iniziato ad operare rispetto a quanto stabilito dal “Programma d’Azione Biennale per la Promozione dei Diritti e l’Integrazione delle Persone con Disabilità”» e su ciò si dichiara «disponibile a un rapido confronto» A quasi un mese dalla nomina dei Sottosegretari, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali ha provveduto in questi giorni ad affidare finalmente le relative deleghe. Le questioni riguardanti la famiglia, l’inclusione, le politiche sociali, l’immigrazione e le politiche di integrazione sono andate dunque a Franca Biondelli. «Sarebbe ingenuo e intempestivo esprimere pareri, positivi o negativi che siano, su di un Sottosegretario o di un Ministro- commenta Vincenzo Falabella, neopresidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – prima di averlo visto all’opera. Doveroso, invece, è rivolgere un augurio di buon lavoro, data anche la mole delle aspettative che attende l’onorevole Biondelli». In tal senso la FISH dichiara in una nota di avere «apprezzato le primissime dichiarazioni di Biondelli rispetto all’ineludibile necessità di aumentare adeguatamente il Fondo per le Non Autosufficienze e di promuovere l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità. Ci si augura dunque di poter contare su analoghi intenti anche per l’esangue Fondo delle Politiche Sociali». Il neosottosegretario ha tra l’altro richiamato anche l’urgenza di abbreviare i tempi e le procedure per la concessione dell’indennità di accompagnamento, oggi attestati appena sotto i quattrocento giorni. «Su tale aspetto – sottolinea Falabella -non vorremmo che ci si limitasse a un pur utile intervento di semplificazione amministrativa. Ricordiamo infatti che i tempi di concessione delle provvidenze economiche sono lievitati negli ultimi anni, pur essendo stato informatizzato l’intero sistema, perché l’INPS ha occupato enormi risorse umane e organizzative nella verifica straordinaria di oltre un milione di posizioni. Una “caccia” ai cosiddetti “falsi invalidi” che ha prodotto risultati irrisori ed enormi disagi fra i disabili veri. Non è solo la procedura, dunque, a dover essere snellita, ma anche i criteri di valutazione devono essere profondamente rivisti, ai fini di una maggiore efficacia per le persone, oltreché per evitare elusioni». «E la revisione dei criteri di accertamento e valutazione – viene ancora ricordato dalla FISH – è un tema centrale, assieme ad altri, del Programma d’Azione Biennale per la Promozione dei Diritti e l’Integrazione delle Persone con Disabilità, già approvato tramite il DPR del 4 ottobre 2013, pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel dicembre scorso». «Si tratta di un documento – conclude Falabella, soffermandosi sempre sul Programma d’Azione che prevede azioni concrete già sul tavolo del Governo, e quindi anche del sottosegretario Biondelli, ma su cui non si è ancora iniziato ad operare, ad agire e nemmeno a confrontarsi. Lavoro, scuola, inclusione, mobilità, salute, autonomia personale: tutti aspetti ben declinati nelle loro problematicità, ma anche nei praticabili interventi. Come FISH siamo naturalmente pronti da subito al confronto, con la consueta disponibile concretezza, per realizzare davvero quel Programma». (S.B.) (30 aprile 2014) Fonte: Superando.it LE PERSONE DISABILI SONO OLTRE 4 MILIONI. DOPO LA SCUOLA, "DESTINATE ALL'INVISIBILITÀ" Indagine Censis. Sono il 6,7% della popolazione e saranno il 10,7 nel 2040. Ha un lavoro solo il 31,4% delle persone Down con più di 24 anni e il 10% degli autistici over 20. E in Italia la spesa pubblica è molto inferiore a quella media europea ROMA - Aumentano di numero, ma sotto traccia, senza un'immagine e un'identità precisa. Il Censis stima, nel "Diario della transizione" pubblicato oggi, una percentuale di persone con disabilità pari al 6,7% della popolazione totale, cioè complessivamente 4,1 milioni di persone. Nel 2020 arriveranno a 4,8 milioni (il 7,9% della popolazione) e raggiungeranno i 6,7 milioni nel 2040 (il 10,7%). Eppure l'universo delle disabilità non riesce a uscire dal cono d'ombra in cui si trova, non solo nelle statistiche pubbliche (i dati ufficiali dell'Istat sono fermi al 2005), ma anche nell'immaginario collettivo e nel linguaggio comune. Un italiano su 4 afferma che non gli è mai capitato di avere a che fare con persone disabili. E la disabilità è percepita da 2 italiani su 3 essenzialmente come limitazione dei movimenti, mentre in realtà la disabilità intellettiva è più diffusa in età evolutiva e rappresenta l'aspetto più misconosciuto, al limite della rimozione. Quando poi avanzano nell'età, le persone con disabilità intellettiva sono ancora più invisibili. Oggi in Italia le persone con sindrome di Down sono circa 48 mila, di cui solo il 21% ha fino a 14 anni. La fascia d'età più ampia è quella da 15 a 44 anni, pari al 66%, e il 13% ha più di 44 anni. L'aspettativa di vita alla nascita è di 61,6 anni per i maschi e di 57,8 anni per le femmine. Le persone affette da disturbi dello spettro autistico si stimano pari all'1% della popolazione, circa 500 mila. Il modello di risposta alla disabilità del nostro welfare si basa in modo informale sulla famiglia, che non solo diventa il soggetto centrale della cura, ma spesso viene anche coinvolta nello stesso percorso di marginalità e isolamento che tende ad accentuarsi quando le persone disabili crescono. Fino alla minore età, le famiglie possono contare su uno dei pochi, se non l'unico, punto di forza della risposta istituzionale alla disabilità, cioè l'inclusione scolastica, che pur con tutti i suoi limiti e difficoltà rappresenta un'importante occasione di inclusione sociale. Il numero di alunni disabili nella scuola statale è cresciuto dai 202.314 dell'anno scolastico 2012/2013 ai 209.814 del 2013/2014 (+3,7%). Contemporaneamente è aumentato il numero dei docenti di sostegno: dai 101.301 del 2012/2013 ai 110.216 del 2013/2014 (+8,8%). Secondo un'indagine del Censis, i bambini Down in età prescolare che frequentano il nido o la scuola dell'infanzia sono l'82,1%, tra i 7 e i 14 anni l'inclusione scolastica raggiunge il 97,4%, ma già tra i 15 e i 24 anni la percentuale scende a poco meno della metà, anche se l'11,2% prosegue il percorso formativo a livello professionale. Tra i ragazzi affetti da disturbi dello spettro autistico, fino a 19 anni è il 93,4% a frequentare la scuola, ma il dato scende al 67,1% tra i 14 e i 20 anni, e arriva al 6,7% tra chi ha più di 20 anni. Il destino dei ragazzi ormai grandi che escono dal sistema scolastico è sintetizzabile con una parola: dissolvenza. Oltre l'età scolastica, gli adulti Down e autistici scompaiono nelle loro case, con ridottissime opportunità di inserimento sociale e di esercizio del loro diritto alle pari opportunità. Nel mondo del lavoro l'inclusione è pressoché inesistente. Ha un lavoro solo il 31,4% delle persone Down over 24 anni. E la maggioranza di quelli che lavorano (oltre il 60%) non è comunque inquadrata con contratti di lavoro standard. Nella maggior parte dei casi lavorano in cooperative sociali, spesso senza un vero e proprio contratto. In oltre il 70% dei casi non ricevono nessun compenso o ne percepiscono uno minimo, comunque inferiore alla normale retribuzione per il lavoro che svolgono. Ancora più grave è la situazione per le persone autistiche: a lavorare è solo il 10% degli over 20. I disabili adulti rimangono in carico alla responsabilità delle loro famiglie, con sostegni istituzionali limitati, focalizzati quasi esclusivamente sul supporto economico. Anche in questo caso, però, dal confronto con gli altri Paesi europei emerge che la spesa per le prestazioni di protezione sociale per la disabilità, cash e in natura, è pari a 437 euro pro-capite all'anno, superiore solo al dato della Spagna (404 euro) e molto inferiore alla media europea di 535 euro (il 18,3% in meno). Colpisce quanto poco sviluppata sia la spesa per i servizi in natura, che rappresenta solo il 5,8% del totale, cioè 25 euro pro-capite annui, meno di un quinto della media europea e inferiore anche al dato della Spagna. Le opportunità di accesso ai servizi si riducono per i disabili adulti. Tra le persone Down di 25 anni e oltre, il 32,9% frequenta un centro diurno, ma il 24,3% non fa nulla, sta a casa. Tra le persone con autismo dai 21 anni in su, il 50% frequenta un centro diurno, ma il 21,7% non svolge nessuna attività. Tra le ore dedicate all'assistenza diretta e quelle di semplice sorveglianza, i genitori delle persone autistiche e delle persone Down spendono complessivamente 17 ore al giorno. La valorizzazione economica di questo tempo (equiparando le ore di assistenza a quelle retribuite con il minimo tabellare di un assistente sanitario e quelle di sorveglianza al compenso di un collaboratore domestico) arriva a una cifra annua davvero consistente: circa 44 mila euro per famiglia nel caso delle persone Down e circa 51 mila euro per le persone affette da disturbi dello spettro autistico. La portata dell'impegno familiare nella gestione assistenziale delle disabilità emerge con crudezza da questi dati, soprattutto se si pensa al valore contenuto del Fondo per la non autosufficienza da poco rifinanziato, che ammonta per il 2014 a soli 340 milioni di euro ripartititi tra le Regioni per sviluppare i servizi integrati socio-assistenziali e sanitari e la domiciliarità. Nel tempo aumenta il senso di abbandono delle famiglie e cresce la quota di quelle che lamentano di non poter contare sull'aiuto di nessuno pensando alla prospettiva di vita futura dei propri figli disabili. Mentre tra i genitori di bambini e ragazzi Down fino a 15 anni la quota di genitori che pensa a un "dopo di noi" in cui il proprio figlio avrà una vita autonoma o semi-autonoma varia tra il 30% e il 40%, tra i genitori degli adulti la percentuale si riduce al 12%. La quota di genitori di bambini e adolescenti autistici che prospettano una situazione futura di autonomia anche parziale per i loro figli (23%) si riduce ancora più drasticamente (5%) tra le famiglie che hanno un figlio autistico di 21 anni e più. (18 maggio 2014) Fonte: SuperAbile.it Rassegna stampa realizzata da Ufficio Politiche per le Disabilità – CGIL Nazionale A cura di Valerio Serino Tel.: 06.8476514 E-mail: politichedisabilita@cgil.it
© Copyright 2024 Paperzz