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POLITICHE PER LE DISABILITÀ NEWS
PERIODICO TELEMATICO A
CURA DELL'UFFICIO POLITICHE
PER LE DISABILITÀ CGIL
CORSO D'ITALIA, 25
00198 ROMA
E-MAIL
POLITICHEDISABILITA@CGIL.IT
NUMERO 5 - 2014
NOTIZIE PRINCIPALI
CONGRESSO CGIL: DAITA, IL LAVORO È L'UNICA RISPOSTA – Pag. 4
”LA LIBERTÀ DELLE DONNE È DEMOCRAZIA” - Pag. 5
CONVEGNO “LA TUTELA GIUDIZIARIA DELLA DISABILITÀ – BARI - 22
MAGGIO 2014 – Pag. 33
NOTIZIE
LAVORO:
DA PAG.
4
SCUOLA:
DA PAG.
8
WELFARE:
DA PAG.
12
DAL TERRITORIO
DA PAG.
16
INTERNAZIONALE:
DA PAG.
22
VARIE
DA PAG.
27
1
INDICE
LAVORO
PAGINA
CONGRESSO CGIL: DAITA, IL LAVORO È L'UNICA RISPOSTA
4
«LA LIBERTÀ DELLE DONNE È DEMOCRAZIA»
5
FESTA DEI LAVORATORI CON DISABILITÀ: SI CELEBRA A MILANO IL 19 MAGGIO
7
SCUOLA
PAGINA
ISTRUZIONE IN OSPEDALE E A DOMICILIO, UNA NOTA DEL MIUR SULLE MODALITÀ
DI SVOLGIMENTO
8
SCUOLA, DIRITTO ALL'ISTRUZIONE PER GLI ALUNNI STRANIERI, ANCHE SE
IRREGOLARI
10
WELFARE
"FALSI INVALIDI", IL TAR SCONFESSA L'INPS: LESI I DIRITTI DEI VERI DISABILI
GOVERNO, ECCO LE DELEGHE AL WELFARE: IL TERZO SETTORE A LUIGI BOBBA
"DIMEZZARE I TEMPI PER L'INVALIDITÀ CIVILE": LA DISABILITÀ TRA LE DELEGHE
DI FRANCA BIONDELLI
2
PAGINA
12
14
15
NOTIZIE DAL TERRITORIO
PAGINA
FIRENZE, 3 MILA AUTISTICI MA NESSUNA STRUTTURA PUBBLICA
16
GIUSEPPE FINALMENTE “LIBERO”: CON IL TRIRIDE ORA PUÒ USCIRE DI CASA
17
"PARCHEGGI SOTTERRANEI SENZA POSTEGGI PER DISABILI": DENUNCIA A
FIRENZE
18
NEL MILANESE IN 7 ANNI DIMEZZATI GLI INSERIMENTI LAVORATIVI DELLE
PERSONE DISABILI
19
SICILIA: RIFINANZIARE L’ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE
20
INTERNAZIONALE
PAGINA
AUTISMO, ISS: IN EUROPA RIGUARDA 62 MINORI SU 10 MILA
22
ERASMUS ALLA PROVA DISABILITÀ
23
SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO, IL 28 APRILE LA GIORNATA MONDIALE
24
GERMANIA, NIENTE SUSSIDI AI DISABILI CON PIÙ DI 2.600 EURO IN BANCA
25
COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO E DISABILITÀ: IL PIANO DELL’ITALIA
26
VARIE
PAGINA
FISH, ECCO LE NUOVE CARICHE: IL NUOVO PRESIDENTE È VINCENZO FALABELLA
27
VIOLENZE, ANFFAS: " DISABILI, BAMBINI, DONNE E ANZIANI NON SI TOCCANO
NEPPURE CON UN DITO"
29
BETTONI (ANMIL): «SI TORNI A PARLARE DI SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO»
30
LE PERSONE DISABILI SONO OLTRE 4 MILIONI. DOPO LA SCUOLA, "DESTINATE
ALL'INVISIBILITÀ"
31
CONVEGNO “LA TUTELA GIUDIZIARIA DELLA DISABILITÀ – BARI - 22 MAGGIO 2014
33
3
LAVORO
CONGRESSO CGIL: DAITA, IL LAVORO È L'UNICA RISPOSTA
Sono appena iniziati i lavori del XVII congresso nazionale della Cgil. Al Palacongressi di Rimini,
dal 5 all’8 maggio. Dopo l’inno dei lavoratori, intonato dai fiati della P-Funking Band, Nina Daita,
responsabile Politiche per la disabilità del sindacato di Corso d’Italia, ha dato il benvenuto ai
presenti. “Tutti siamo testimoni del momento storico in cui ci troviamo, un momento difficile dal
punto di vista sociale ed economico – ha detto- Ed è per questo che ancora una volta, come la Cgil
ripete dallo scorso congresso sarà il lavoro a decidere il futuro, il lavoro per tutti. Questo vale per
tutti, ma soprattutto per lavoratori più in difficoltà”.
Poi Daita fa riferimento al femminicidio, e al fatto che non esiste un osservatorio istituzionale
sull’omicidio di genere. “Oggi come ieri – ha affermato - la Cgil propone azioni concrete contro
ogni tipo di violenza o discriminazione. Ci proviamo per riscoprire tutti insieme, in questa società
un po’ malata , i valori della solidarietà e del rispetto. La dignità non è solo un valore, ma va
affrontata con educazione, rispetto e tollerranza e va affermata in tutti i soggetti”. "Lavoriamo - ha
concluso -, lavoriamo tutti insieme per la libertà, per la giustizia, per l'uguaglianza. Solo così
riusciremo a cogliere il compito che ci ha assegnato la storia".
(6 maggio 2014)
Fonte: Ressegna.it
4
«LA LIBERTÀ DELLE DONNE È DEMOCRAZIA»
La parità di genere negli interventi al Palacongressi di Rimini. Camusso:"Solo nel rispetto e nella
libertà delle donne staremo meglio tutti”. Daita: "Azioni contro ogni tipo di violenza o
discriminazione". Dettori: "Centri antiviolenza in ogni città"
“La libertà delle donne è metro della democrazia e non ci stancheremo mai di dire che solo nel
rispetto e nella libertà delle donne staremo meglio tutti”, lo ha detto Susanna Camusso, Segretario
generale della CGIL nella relazione che ha aperto il XVII Congresso della CGIL a Rimini. Il tema
della parità di genere è stato più volte protagonista degli interventi di delegati e delegate in corso sul
palco del Palacongressi. “Libertà, non omologazione, né nel vestire, né nel pensiero, né nel lavoro”
ha proseguito Camusso, ricordando come metà del mondo è ancora considerata “corpo”, senza
mente, “se si ribella alla proprietà – ha detto - , al diventare oggetto, va dominato, piegato. Se non si
rassegna, eliminato”.
“Possiamo immaginare un vulnus alla libertà e alla democrazia più profondo di questo?” ha
chiesto Camusso dal palco di Rimini, e ha aggiunto “noi che ci ribelliamo alla schiavitù perché è
possesso dei corpi, lesione del diritto di cittadinanza, possiamo invece accettare una schiavitù
apparentemente senza catena, ma che violenta e uccide ogni giorno?”.
La strada da fare in termini di libertà delle donne è “ancora lunga”. La democrazia paritaria
negata in Parlamento, ha spiegato Camusso, “è il segno sull’arretratezza di quell’aspetto
fondamentale della partecipazione e della rappresentanza che è saper essere specchio della realtà,
non fermarsi alla difesa di chi c’è”. La Contrattazione, ha detto Camusso deve essere “inclusiva
anche per questa metà del mondo, per la quale dobbiamo imparare a contrattare, vedere le
differenze e rappresentarle”.
Il numero uno di Corso d'Italia ha poi denunciato il silenzio che troppo spesso cala sul
femminicidio, tema ripreso nel saluto di Nina Daita, responsabile delle politiche di disabilità
della CGIL che ha lamentato l'assenza di un osservatorio istituzionale sull’omicidio di genere.
“Oggi come ieri – ha affermato - la Cgil propone azioni concrete contro ogni tipo di violenza o
discriminazione. Ci proviamo per riscoprire tutti insieme, in questa società un po’ malata, i valori
della solidarietà e del rispetto. La dignità – ha avvertito Daita - non è solo un valore, ma va
affrontata con educazione, rispetto e tolleranza e va affermata in tutti i soggetti”. "Lavoriamo - ha
concluso -, lavoriamo tutti insieme per la libertà, per la giustizia, per l'uguaglianza. Solo così
riusciremo a cogliere il compito che ci ha assegnato la storia".
Rosanna Dettori, Segretario Generale della FP CGIL, ha puntato l'attenzione sulla
“vergognosa” proposta di legge del governo spagnolo in tema di maternità: “una scelta
agghiacciante – ha detto - , un vero e proprio attacco frontale alla libertà, alla dignità e
all’integrità delle donne (e degli uomini) sul quale, io penso, questo congresso deve pronunciarsi
con nettezza, senza mezzi termini”. Una proposta di legge, ha proseguito Dettori “mossa
esattamente da ciò che è alla base di ogni fenomeno di violenza sulle donne, compreso quello
drammatico del femminicidio: la considerazione della donna come incapace di decidere in
autonomia, in libertà, come corpo di cui disporre”.
“C’è da chiedersi perché lo Stato Italiano, che garantisce un appendicectomia come livello
5
essenziale di assistenza non vuole occuparsi di prevenire quelle lesioni, quelle cicatrici e di
evitare le decine e decine di vittime che ogni anno si registrano. E' urgente – ha aggiunto Dettori
-, che il nostro Paese si adegui alle direttive europee che raccomandano da ormai 15 anni
l’istituzione dei centri antiviolenza in ogni città”. La dirigente sindacale auspica per l'Italia “una
legge che istituisca una rete capillare di centri antiviolenza in ogni comunità e che realizzi quei
7.500 posti letto necessari per rispettare i parametri che l’Europa ci indica e che affidi al pubblico
la responsabilità di proteggere e garantire vita e libertà ad ogni donna italiana”. A tale proposito
la dirigente sindacale ha annunciato lo slogan che accompagnerà la piattaforma rivendicativa
della funzione pubblica sul tema della violenza di genere: 'Basta menate. Centri antiviolenza in
ogni città'.
(6 maggio 2014)
Fonte: Rassegna.it
6
FESTA DEI LAVORATORI CON DISABILITÀ: SI CELEBRA A MILANO IL 19 MAGGIO
Un progetto per dire alle aziende che i disabili possono svolgere lavori diversificati e qualificati: la
condizione è che siano conosciute le diverse disabilità e supportate con tecnologie e un ambiente di
lavoro adatto. Organizzano la coop Progetto il seme onlus e Anmil
MILANO - Lunedì 19 maggio 2014, presso la Fabbrica del Vapore in via Procaccini 4, si svolgerà
la "Il nostro primo maggio. Festa del lavoro e dei lavoratori con disabilità", un'iniziativa che ha
l'obiettivo di comunicare alle aziende che le persone con disabilità possono svolgere attività
lavorative molto diversificate e professionalmente qualificate al pari di qualsiasi altro lavoratore. La
condizione essenziale è che siano conosciute le diverse disabilità e supportate correttamente, sia con
l'ausilio delle tecnologie che con un'adeguata scelta del posto e dell'ambiente di lavoro, permettendo
così la piena espressione personale e professionale. Una vera e propria vetrina sul mondo del lavoro
e dei lavoratori con disabilità che si aprirà con un convegno, dalle ore 9.00, durante il quale verrà
affrontato il tema dell'occupazione e degli inserimenti lavorativi in ottemperanza alla legge n°
68/99, normativa ancora non del tutto conosciuta soprattutto per le opportunità che offre alle
aziende oltre che ai disabili. La giornata proseguirà con una serie di eventi anche dedicati alle
tecnologie di supporto: strumenti che, insieme alla conoscenza delle diverse disabilità e alle loro
caratteristiche, possono sviluppare professionalità e valorizzare le abilità favorendo gli inserimenti
lavorativi. L'evento è stato concepito e organizzato in modo da coinvolgere tutte le forze sociali e
istituzionali al fine di poter, insieme alle associazioni di disabili, consolidare una cultura di
collaborazione nel sostenere il collocamento mirato. L'accento verrà posto sulla necessità di
adottare nuove strategie per l'implementazione dell'occupazione da svilupparsi con le istituzioni
incrementando i programmi già esistenti per l'inserimento lavorativo nonché per la formazione
professionale. Verranno trattati anche i temi della Social Innovation, della collaborazione profit noprofit e quindi delle tecnologie "assistive". Presso gli stand e i corner informativi e/o formativi
allestiti negli spazi adiacenti all'area convegno sarà possibile "toccare con mano" le varie realtà del
mondo lavorativo delle persone con disabilità favorendo così la conoscenza e l'approfondendo dei
contenuti e dei programmi già in essere o realizzabili per facilitare l'incontro tra domanda ed offerta.
I workshop in programma saranno di informazione sulle tecnologie, con un incontro per
approfondire la conoscenza di quegli strumenti tecnologici a supporto della persona con disabilità
che consentono il superamento delle difficoltà relazionali, di comunicazione e di affermazione
professionale. Un altro consentirà ai rappresentanti e ai lavoratori di comprendere le reali capacità
lavorative consentite dalle varie disabilità (con o senza ausili) e gli approcci da adottare per un
inserimento di successo. Altri interventi formativi saranno rivolti a disabili e ai loro familiari sulle
opportunità messe a disposizione dalla legge 68/99.
In chiusura di giornata uno spettacolo teatrale di solidarietà e sostegno in continuità con l'edizione
scorsa "Lavoro che spettacolo" con artisti, anche disabili. Una serata di divertimento, teatro, musica
e cabaret. Per l'occasione sarà prodotto un "video virale"(spot) che promuoverà la figura del
lavoratore con disabilità puntando alla sua professionalità. Un secondo video prodotto durante
l'intera giornata e arricchito con interviste ai protagonisti, artisti e convenuti, sarà utilizzato come
"atti del convegno".
L'evento è organizzato dalla cooperativa sociale Progetto il seme Onlus in collaborazione con
Anmil con il patrocinio di Regione Lombardia, Provincia di Milano e Comune di Milano.
(18 maggio 2014)
Fonte: SuperAbile.it
7
SCUOLA
ISTRUZIONE IN OSPEDALE E A DOMICILIO, UNA NOTA DEL MIUR SULLE
MODALITÀ DI SVOLGIMENTO
Plauso per il riferimento alle possibilità attività estive con docenti volontari. Perplessità invece per
l'individuazione dei requisiti per accedere all'istruzione domiciliare indicati dalla normativa
succcessiva al 2002
di Salvatore Nocera
ROMA - Il ministero dell'Istruzione ha pubblicato i criteri relativi alla ripartizione dei fondi per la
scuola in ospedale e a domicilio. Nella nota sono contenuti anche le modalità di svolgimento del
servizio. Come funziona? La famiglia deve presentare domanda, corredata della certificazione
medica, al Dirigente scolastico della scuola polo con la sezione ospedaliera competente per
territorio. Il dirigente provvede all'iscrizione nella sezione di scuola ospedaliera secondo l'ordine e il
grado di scolarizzazione dell'alunno, mentre nel caso di istruzione domiciliare deve prendere
contatti con l'Ufficio scolastico regionale. Dall'accettazione sarà la scuola ospedaliera o quella di
competenza dell'alunno con istruzione a domicilio a prendere in carico il progetto.
Ciò comporta che le assenze dalla scuola di origine non valgono più, mentre si tiene conto delle
assenze nell'ambito della scuola in ospedale o a domicilio nel solo caso in cui non consentano ai
docenti di poter valutare l'alunno. Nella nota viene ribadito l'obbligo di presa in carico da parte della
scuola di origine con la quale la scuola ospedaliera o i docenti che seguono l'alunno nell'istruzione a
domicilio, debbono tenersi costante contatto, anche tramite mezzi elettronici. Nel caso in cui la
durata di istruzione in ospedale o a domicilio superi la durata di frequenza della scuola di origine,
sono i docenti che svolgono questa attività a fornire indicazioni ai consigli di classe per la
valutazione formale. La nota ministeriale insiste molto sulla pressa in carico da parte del Dirigente
scolastico della scuola polo per l'istruzione ospedaliera con il dirigente di origine dell'alunno;
inoltre, insiste molto sull'obbligo del Dirigente della scuola di origine di tenersi in stretto contatto
con la scuola ospedaliera e con i docenti che svolgono la scuola a domicilio. Rimane fermo che
titolare della valutazione degli alunni è la scuola originaria. La nota ribadisce inoltre la necessità di
individuare docenti idonei a saper trattare con alunni con salute cagionevole e con situazione
psicologica molto precaria. A tal fine si insiste sulla necessità di appositi corsi di formazione. È
anche prevista la possibilità di attività didattiche ospedaliere estive, svolte con docenti volontari o
dichiaratisi disponibili a farlo. Si chiarisce ancora che i docenti debbono utilizzare il registro
elettronico concordando le modalità di uso con la scuola di origine dell'alunno. Infine, si fa
riferimento all'apposito portale del Miur (http://pso.istruzione.it/) dedicato alla scuola in ospedale e
a domicilio.
Merita un plauso il riferimento alle possibili attività estive con docenti volontari o resisi disponibili
a ciò, ovviamente nel rispetto del principio costituzionale di irrinunciabilità delle ferie. Lascia
invece perplessi l'individuazione dei requisiti per accedere all'istruzione domiciliare indicati dalla
normativa successiva al 2002. Infatti sino alla Circolare ministeriale 84/02 il requisito per fruire del
diritto all'istruzione domiciliare era così formulato: "Si ricorda che il servizio può essere erogato
soltanto qualora la grave patologia in atto non preveda necessariamente il ricovero ospedaliero, ma
impedisca nel contempo, agli studenti iscritti, la frequenza della scuola per un periodo di tempo non
inferiore a 30 giorni. Tale spazio temporale potrà essere non continuativo, nel caso in cui siano
previsti cicli di cura ospedaliera alternati a cicli di cura domiciliare.
8
La patologia e il periodo di impedimento alla frequenza scolastica dovranno essere oggetto di
idonea certificazione sanitaria". Inspiegabilmente a partire dalla Circolare ministeriale 56/03 e nella
premessa del successivo Vademecum il diritto viene fortemente limitato con la seguente formula:
"Per quanto riguarda l'istruzione domiciliare, si ricorda che il servizio va erogato nei confronti di
alunni iscritti a scuole di ogni ordine e grado, i quali, già ospedalizzati a causa di gravi patologie,
siano sottoposti a terapie domiciliari che impediscono la frequenza della scuola per un periodo di
tempo non inferiore a 30 giorni". Non si comprende in base a quale norma primaria il ministero
abbia previsto la condizione della preventiva ospedalizzazione, dal momento che l'articolo 12
comma 9 della Legge 104/92 concernente la scuola in ospedale a cui principia si è ispirata la
normativa sull'istruzione domiciliare, recita come segue: "... per i quali sia accertata l'impossibilità
della frequenza della scuola dell'obbligo per un periodo non inferiore a trenta giorni di lezione". Su
questo punto l'osservatorio ministeriale sull'inclusione scolastica degli alunni con disabilità ha
avanzato la richiesta di modifica della normativa secondaria successiva al 2002 riportandola a
quella anteriore nel rispetto del citato articolo 12 comma 9 della Legge 104/92. A oggi il Miur però
non ha preso alcuna decisione.
(17 aprile 2014)
Fonte: Superabile.it
9
SCUOLA, DIRITTO ALL'ISTRUZIONE PER GLI ALUNNI STRANIERI, ANCHE SE
IRREGOLARI
Nuove linee guida del Miur per l'accoglienza degli alunni stranieri. Indicazioni anche per
l'integrazione degli studenti disabili o con Bisogni educativi speciali
di Salvatore Nocera
Il ministero dell'Istruzione ha trasmesso le nuove Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione
degli alunni stranieri (circolare 4233/2014) in cui sono contenuti anche riferimenti espliciti agli
alunni stranieri con disabilità o altri Bisogni educativi speciali. In più punti le Linee guida
ribadiscono il diritto all'istruzione per tutti gli alunni stranieri presenti sul territorio italiano, anche
se irregolari, ed esonerano gli operatori della scuola dall'obbligo di denuncia. Il paragrafo 2
stabilisce che gli alunni stranieri possono essere iscritti al primo anno di ciascun ordine di scuola
secondo la normativa generale se già presenti sul territorio italiano alla data stabilita annualmente, o
in corso d'anno se arrivano al di fuori di tale data. La modalità di iscrizione è quella on line, a meno
che l'alunno sia irregolare e non abbia quindi il codice fiscale. In tal caso, permane il suo
diritto/dovere all'obbligo scolastico, ma l'iscrizione viene effettuata in modo cartaceo direttamente a
scuola.
Oltre al problema della mancanza del codice fiscale (a cui la scuola supplisce con un codice
provvisorio), per gli alunni irregolari con disabili sorge il problema della certificazione ex legge
104/1992. Non potendo procedere alla richiesta di visita all'Inps con la procedura on line, si può
fare richiesta cartacea all'Azienda Usl del territorio di domicilio dell'alunno. Sarà l'Ausl a istruire la
pratica fornendo al termine della visita la certificazione da consegnare alla scuola. Vale lo stesso iter
anche per gli alunni irregolari con Disturbi specifici di apprendimento che abbiano bisogno della
certificazione ex legge 170/2010. Per gli alunni con Bisogni educativi speciali, soprattutto se non
italofoni o se di recente immigrazione, saranno i singoli consigli di classe a deliberare l'eventuale
presenza di Bes. Per la formazione delle classi valgono le norme generali sul tetto massimo del 30%
di alunni stranieri nella stessa classe. Tetto che può essere innalzato in presenza di alunni stranieri
che siano in possesso di una discreta conoscenza della lingua italiana o abbassato in caso cotnrario.
In mancanza di documenti certi sugli studi svolti nel Paese di origine, l'alunno viene iscritto nella
classe corripondente all'età anagrafica. Sarà il dirigente scolastico, valutato il singolo caso, a
decidere di iscrivere l'alunno al massimo nella classe precedente o successiva a quella
corrispondente all'età anagrafica.
Per quanto riguarda la valutazione, il paragrafo 4 della Linee guida afferma la sottoposizione degli
alunni stranieri alla normativa italiana e richiama per gli alunni disabili, con Dsa o Bes la normativa
contenuta nella Direttiva del 27 dicembre 2012 della circolare ministeriale 8/2013 e della nota
ministeriale 2563 del 22 novembre 2013. Ciò significa che agli alunni con disabilità certificata si
applica la normativa della legge 104/1992 e successive, compreso il decreto 122/2009 sulla
valutazione degli alunni con disabilità; agli alunni con Dsa certificati e Bes si applica la normativa
della legge 170/2010. "Da molti anni è emersa una riflessione sull'opportunità di prevedere una
valutazione per gli alunni stranieri modulata in modo specifico e attenta alla complessa esperienza
umana di apprendere in un contesto culturale e linguistico nuovo, senza abbassare in alcun modo gli
obiettivi richiesti ma adatando gli strumenti e le modalità con cui attivare la valutazione stessa". Ciò
vale anche per gli esami di Stato. Nel paragrafo 4.1 le Linee guida prevedono "per l'esame al
termine del primo ciclo, nel caso di notevoli difficoltà comunicative la presenza di docenti o
mediatori linguistici competenti nella lingua di origine degli studenti per facilitare la comprensione.
Per l'esame di Stato al termine del secondo ciclo sono considerati crediti formativi eventuali
percorsi di mantenimento e sviluppo della lingua di origine. Nel colloquio orale possono essere
10
valorizzati contenuti relativi alla cultura e alla lingua del Paese di origine".
Ritengo che per la valutazione degli anni precedenti a quelli d'esame, nel caso in cui l'alunno
straniero con o senza disabilità non abbia realizzato risultati che diano diritto all'ammissione alla
classe successiva, egli possa comunque essere ammesso con debiti formativi, rinviando la
valutazione definitiva alla fine del ciclo di studi in sede di ammissione agli esami conclusivi del
primo o del secondo ciclo d'istruzione.
(19 maggio 2014)
Fonte: SuperAbile.it
11
WELFARE
"FALSI INVALIDI", IL TAR SCONFESSA L'INPS: LESI I DIRITTI DEI VERI DISABILI
Sentenza del Tar del Lazio che riconosce l'illegittimità delle modalità con le quali negli ultimi anni
l'Istituto di previdenza ha compiuto le verifiche straordinarie di invalidità e handicap. Anffas e Fish
esultano: "Decisione storica"
OMA - E' una sentenza che Anffas e Fish definiscono "storica". Il Tar del Lazio, con decisione
3851/2014 del 9 aprile scorso, ha riconosciuto che le modalità adottate dall'Inps per le verifiche
straordinarie delle invalidità (i cosiddetti controlli contro i "falsi invalidi") sono state illegittime e
lesive dei diritti delle vere persone con disabilità. Una posizione giunta dopo tre anni di dura
battaglia giudiziaria intrapresa da Anffas, con l'intervento "ad adiuvandum" della Fish, contro una
serie di messaggi e circolari con i quali l'Istituto di previdenza, fra il 2011 e il 2012, disciplinò i
controlli dei Piani straordinari di verifica.
Una nota congiunta delle due realtà associative ricorda che a partire dal 2011, dopo aver già
effettuato 300mila controlli nei due anni precedenti, l'Inps "in via unilaterale ed anche in
contraddizione rispetto alle garanzie previste dalla normativa statale" modificò progressivamente le
modalità delle verifiche straordinarie stabilendo di far rientrare, nei controlli a campione, anche gli
invalidi per i quali era già stata precedentemente prevista una rivedibilità. "Così facendo affermano Anffas e Fish - il numero delle revoche, alla fine dei controlli "straordinari", è risultato
artificiosamente elevato: sono state sommate anche le posizioni comunque già considerate rivedibili
e, in larga misura, in ogni caso destinate a revoca". Tale attività, peraltro - affermano - "ha distolto
l'impegno dell'Inps da quello che effettivamente aveva richiesto il Parlamento: controllo, in
aggiunta all'ordinaria attività di revisione, delle situazioni determinate molti anni addietro". Per
Anffas e Fish "si sarebbero dovuti effettuare ben altri controlli, oltre che, per esempio, evitare di
visitare persone da decenni ricoverate in strutture a causa della loro disabilità - sicuramente non
"falsi invalidi"- con tutti i gravosi, inutili ed ulteriori costi delle visite per l'Inps, oltre ai disagi per i
cittadini". "I dati finali, come pure la millantata incidenza dei cosiddetti falsi invalidi effettivamente
individuati dall'Inps, sono risultati gonfiati e forieri solo di costi per l'Amministrazione, che
sembrano addirittura aggirarsi intorno ai 30 milioni di euro".
Il Tar - informa la nota - ha anche accolto gli ulteriori rilievi di Anffas e Fish circa la non
equiparabilità tra le visite di revisione ordinaria, di competenza prioritaria della Commissione Asl
(primo punto di riferimento territoriale per il cittadino), e quelle straordinarie di competenza
esclusiva dell'Inps. Con tale modalità imposta dall'Inps, infatti, è stata impedita - viene spiegato - la
visita presso le Commissioni Asl più vicine al cittadino, costringendolo per la revisione ordinaria
anche a trasferimenti di decine e decine di chilometri da casa e non garantendo quel doppio
controllo che evitasse le sviste di una sola commissione". Il Tar inoltre ha anche appurato che è
mancata la tutela alle persone con disabilità intellettiva e/o relazionale: infatti "mentre i medici
nominati da Anffas erano presenti nelle Commissioni Asl, questi erano esclusi dalle verifiche
straordinarie dell'Inps, lasciando prive di specifica tutela le persone con tali tipologie di disabilità".
Ma c'è dell'altro: "Dal 2012 - dicono ancora le due realtà - Inps ha incluso nelle verifiche
straordinarie non solo le condizioni di invalidità, ma anche quelle di handicap (ex Legge 104/1992)
senza averne una copertura normativa (giunta solo a fine 2012). Anche in questo caso il Tar ha
riconosciuto le doglianze sollevate da Anffas e Fish ed ha pienamente chiarito che si sono usate,
almeno fino al 2013, le visite di verifica straordinaria per degli scopi che la norma statale non
riconosceva: eliminare certificazioni per lo stato di handicap che erano e sono cosa ben diversa da
12
quelle per riconoscere l'invalidità civile e le relative provvidenze economiche". Inoltre, seppur non
accolto con la sentenza in discorso, "un importante chiarimento è stato quello relativo al
riconoscimento dell'efficacia del Decreto ministeriale 2 agosto 2007 che fissa l'esenzione da visite
di revisione o verifiche straordinarie in caso di patologie "stabilizzate o ingravescenti", principio
che, nel corso degli anni successivi al ricorso e proprio per impulso di questo, sembra in via di
progressiva acquisizione da parte dell'Inps".
Fish e Anffas informano che al momento sono in corso attenti approfondimenti sulle ricadute dirette
per le persone con disabilità che si sono viste revocare le provvidenze economiche in forza di quelle
disposizioni amministrative dichiarate illegittime: "Si tratta quindi - dicono - di una sentenza
fondamentale perché mette in discussione le modalità delle verifiche già realizzate, mettendo al
tempo stesso in dubbio anche quelle successive al 2012". Con una precisazione: "L'interesse
dell'Associazione e della Federazione non è certo quello di contrastare l'individuazione dei falsi
invalidi, ma di fare in modo che siano rispettati i diritti fondamentali delle vere persone con
disabilità e che i controlli siano condotti con le opportune garanzie, in modo efficace e mirato,
evitando inutili disagi e vessazioni". Per questo Anffas e Fish "si augurano e richiedono con forza
che Governo e Parlamento chiariscano e riformino non solo il piano di verifica sugli accertamenti,
ma anche l'intero sistema di accertamento di invalidità civile, stato di handicap e disabilità che
risulta ormai obsoleto, farraginoso ed inefficiente". Una riforma che è prevista nel programma
biennale d'azione che il governo stesso si è impegnato a mettere in atto per garantire il rispetto dei
diritti umani delle persone con disabilità.
(16 aprile 2014)
Fonte: Superabile.it
13
GOVERNO, ECCO LE DELEGHE AL WELFARE: IL TERZO SETTORE A LUIGI BOBBA
Assegnate dal ministro Poletti le deleghe ai suoi sottosegretari: per l'ex presidente delle Acli terzo
settore ma anche politiche giovanili e servizio civile. A Biondelli l'integrazione e la famiglia, oltre
alla disabilità. Bellanova e Cassano sui temi del lavoro
ROMA - Il terzo settore e il servizio civile a Luigi Bobba, la famiglia e l'integrazione a Franca
Biondelli, i temi del lavoro a Teresa Bellanova e Massimo Cassano. Due mesi dopo il giuramento
del governo Renzi, poco più di un mese e mezzo dopo la nomina dei sottosegretari, arrivano
finalmente le deleghe ai singoli sottosegretari del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. La
comunicazione ufficiale da parte del dicastero del Welfare ancora non c'è, ma i compiti sono stati
definiti e cominciano ad arrivare le prime informazioni dettagliate.
Luigi Bobba si occuperà di terzo settore e di formazioni sociali, ma anche di servizio civile, di
politiche giovanili e di formazione, orientamento e servizi per il lavoro. "Sono - è il suo primo
commento - deleghe importanti e qualificate, su temi che ho approfondito anche negli anni passati:
cercherò di mettere tutto l'impegno necessario per prendere decisioni rapide ed efficaci". "Sono
soddisfatto del fatto - aggiunge Bobba - che il mio impegno nel sociale e l'attenzione ai problemi
dell'occupazione e del lavoro trovino continuità e riconoscimento anche ora che appartengo alla
compagine di governo". Secondo il sottosegretario "le tematiche del welfare necessitano
sicuramente di riforme incisive e nuovi impulsi sui quali sto lavorando alacremente sin dal mio
insediamento". Fra le priorità accennate da Bobba, l'affermazione della centralità del terzo settore,
la lotta alla disoccupazione giovanile con politiche attive che possano favorire l'occupazione, la
riorganizzazione dei servizi per il lavoro.
A Teresa Bellanova il ministro Poletti ha affidato i temi della salute e sicurezza sul lavoro, delle
politiche attive del lavoro, dei servizi per l'impiego, degli ammortizzatori del mercato del lavoro,
dei tavoli di crisi e delle relazioni industriali, e delle pari opportunità. Quest'ultima delega è riferita
alle pari opportunità sul lavoro, quindi relativamente alle questioni di competenza del ministero del
Lavoro stesso. Come noto, infatti, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha trattenuto per sé le
competenze del Dipartimento per le Pari Opportunità, sotto la Presidenza del Consiglio dei ministri.
Sono invece andate al sottosegretario Franca Biondelli, che si occuperà fra l'altro anche di
disabilità, le deleghe relative alle altre due strutture che il premier aveva deciso di riportare sotto
l'egida del dicastero del Welfare: si tratta degli uffici che si occupano di famiglia e l'integrazione. Se
quindi è Luigi Bobba il nuovo referente politico dell'Ufficio nazionale per il servizio civile e del
Dipartimento della gioventù, sarà Franca Biondelli a rapportarsi con gli uffici del Dipartimento per
la famiglia (che sotto il governo Letta era rimasto sotto la responsabilità di Letta e del
sottosegretario Patroni Griffi), e con quelli dell'ex ministero per l'Integrazione, guidato sotto Letta
dal ministro Cecile Kyenge. (ska)
(29 aprile 2014)
Fonte: SuperAbile.it
14
"DIMEZZARE I TEMPI PER L'INVALIDITÀ CIVILE": LA DISABILITÀ TRA LE
DELEGHE DI FRANCA BIONDELLI
Intervista al sottosegretario, che ha ricevuto l'incarico da Poletti. Annunciata attenzione al disagio
mentale e ai disturbi comportamentali. "Il fondo per la non autosufficienza va incrementato. E
dobbiamo sostenere l'inclusione lavorativa"
ROMA - "Sburocratizzare le procedure e dimezzare i tempi per il riconoscimento dell'invalidità":
sarà uno dei primi lavori a cui si dedicherà Franca Biondelli, che dal ministro Poletti ha ricevuto
deleghe "particolarmente calde di cui sono molto contenta", riferisce a Redattore sociale. Nel
dettaglio, saranno affidati a lei i temi relativi a "famiglia, inclusione e politiche sociali,
immigrazione e politiche di integrazione".
Famiglia. "E' un tema per me un po' nuovo, ma che mi interessa molto: inizierò fin da subito a
studiarlo con interesse". Tra i primi impegni a riguardo, c'è sicuramente la convocazione della
Conferenza nazionale, "che si è svolta l'ultima volta nel 2010. Credo che non riusciremo a
convocarla per maggio, ma certamente prima dell'estate". Disabilità. Se la famiglia è un tema "un
po' nuovo" per Biondelli, non lo è certamente la disabilità. "Credo che tra le priorità in materia ci sia
certamente il lavoro: non siamo ancora riusciti a dare risposte e di fatto le persone disabili,
soprattutto quelle con disabilità psichica, non sono integrate nel mondo lavorativo. Occorre
riprendere al più presto in mano la situazione". Altrettanta attenzione deve essere prestata al
"disagio mentale e ai disturbi comportamentali, in particolare al'autismo. Non si è fatto molto in
proposito, associazioni e operatori sono diventati il punto di riferimento per le famiglie, ma è ora
che lo stato risponda concretamente a questi bisogni. Le Linee guida ci sono già e sono fatte bene,
ma occorre che Roma faccia da cabina di regia, perché siano applicate uniformemente in tutte le
regioni". Sempre per quanto riguarda la disabilità, "i falsi invalidi non sono certo il problema
maggiore e comunque non devono essere il pretesto per distogliere l'attenzione dall'obiettivo
fondamentale: dare risposte veloci a chi ha reale bisogno". Urgente, quindi, "velocizzare i tempi e
snellire le procedure burocratiche: per il riconoscimento dell'invalidità civile e dell'accompagno, per
esempio, si potrebbe ricorrere a una sola visita. In questo modo, i 420 giorni oggi necessari per
ottenere l'indennità potrebbero almeno dimezzarsi". Infine, c'è la questione del fondo per la non
autosufficienza, "ben alimentato dal governo Prodi, poi dimezzato e addirittura azzerato da
Berlusconi, insufficientemente finanziato al governo Monti e poi tornato a una cifra ragionevole con
il governo Letta. Il fondo però va incrementato e farò il possibile per accogliere le richieste di
famiglie e associazioni". Immigrazione. "L'accoglienza non è più accoglienza, ma un modo
inadeguato di poggiare le persone come pacchi in strutture inadeguate": è critico, per Biondelli, il
quadro delle politiche dell'accoglienza in Italia. "I comuni, soprattutto quelli meridionali, non hanno
né risorse né strutture per ricevere adeguatamente i migranti in arrivo sulle loro coste. Sicilia e
Puglia, in particolare, vanno ringraziate per il loro impegno, ma stanno scoppiando. C'è poi il
grande problema dei minori non accompagnati: tutte questioni che devono essere affrontate al più
presto e bene". Per quanto riguarda l'abolizione del ministero per l'Integrazione, "non credo affatto
che si tratti di un passo indietro, ma di un modo per riorganizzare il lavoro. Cécile Kienge è
candidata alle Europee e il parlamentare Khalid Chaouki segue in modo lodevole i temi
dell'integrazione: credo che insieme e in costante collaborazione, potremo fare un buon lavoro". La
stessa collaborazione Bindelli cercherà "per arrivare a una soluzione rispetto al tema del
riconoscimento della cittadinanza: con l'aiuto di dirigenti e associazioni che da anni seguono questo
tema, cercherò di mediare tra le diverse posizioni". (cl)
(29 aprile 2014)
Fonte: SuperAbile.it
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NOTIZIE DAL TERRITORIO
FIRENZE, 3 MILA AUTISTICI MA NESSUNA STRUTTURA PUBBLICA
La denuncia delle associazioni: “Soltanto centri privati in città e nella regione. Le famiglie sono
lasciate sole”. Oggi il Biancone in piazza della Signoria si illumina di blu in occasione della
Giornata dell’autismo
FIRENZE - A Firenze sono circa 3mila le persone autistiche, ma ci sono soltanto tre centri dove si
fanno programmi di riabilitazione. Nessuno di questi centri è pubblico. E’ la denuncia lanciata dalle
associazioni di autismo fiorentine, in occasione della Giornata mondiale dell’autismo (2 aprile). Le
associazioni in città sono Autismo Firenze (che si occupa di autistici adulti), Pamapi e Aiaba (che
seguono i bambini e gli adolescenti). “Le famiglie sono lasciate sole” commenta Luciano Pieri,
presidente dell’associazione Pamapi. “I servizi a Firenze e in Toscana sono pochissimi e i genitori
devono seguire per tutta la vita i loro figli autistici, costretti a un’assistenza quotidiana e spesso
senza un’adeguata preparazione”.
In occasione della giornata di oggi, il Comune partecipa alle iniziative sull’Autismo e illuminerà di
blu la statua del Biancone in piazza Signoria nell’ambito della campagna ‘Light it up blue’. “I dati
relativi alla diffusione di questa sindrome sono allarmanti tanto da poter parlare di una emergenza
sociale – commenta il vicesindaco Dario Nardella – Per questo come amministrazione anche
quest’anno abbiamo deciso di aderire alla Giornata Mondiale sull’autismo: si tratta infatti di un
modo per sensibilizzare i cittadini e per tener desta l’attenzione delle istituzioni su questa malattia”.
(3 aprile 2014)
Fonte: RedattoreSociale.it
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GIUSEPPE FINALMENTE “LIBERO”: CON IL TRIRIDE ORA PUÒ USCIRE DI CASA
Disabile, era “prigioniero” da mesi a causa di un vialetto di ghiaia e aveva rifiutato la costosa
carrozzina che la Asl gli avrebbe garantito. Grazie alla solidarietà ha comprato il congegno
inventato da un altro disabile, meno costoso, ma non riconosciuto dal servizio sanitario
Fino a qualche giorno fa la sua situazione sembrava disperata. Ma la solidarietà di un’intera
comunità, quella di Fauglia (Pisa), era già scattata. Giuseppe Sagone, 46 anni, meccanico, da circa
un anno in carrozzina dopo un incidente di motocicletta che lo ha privato dell’uso delle gambe, è
tornato a sorridere. Almeno un po’. È riuscito, infatti, a comperarsi il Triride, invenzione di Gianni
Conte da San Marino, una ruota elettrica supplementare che ha già applicato alla sua carrozzina.
«Lo pagherò a rate, ma intanto viaggio su tre ruote e almeno posso uscire di casa, superando il
vialetto di ghiaia che mi fermava», spiega Sagone che da lunghi mesi era bloccato nella sua
abitazione della piccola frazione di Luciana e dipendeva, per 24 ore al giorno, da sua moglie
Annalisa.
«La mia ricchezza sono gli amici e mia suocera, che sta gestendo mio figlio Mirko di 2 anni, in
attesa che entri all’asilo. Ora, grazie al Triride, posso uscire all’aperto con mia moglie Annalisa e
mio figlio contemporaDopo l’incidente dell’aprile dello scorso anno, Sagone ha dovuto giocoforza
lasciare il lavoro all’officina meccanica di Livorno, dove era socio. «Non potendo lavorare su auto e
moto con la solita efficienza e spostarmi nell’officina come prima, non riuscivo più a produrre. Ho
guardato in faccia il mio socio e ho mollato». La disabilità fa aumentare le spese, i soldi mancano e
anche sua moglie viene messa in cassa integrazione “a rotazione”. Le donazioni, arrivate da più
parti, sono una piccola manna per tamponare l’emergenza. Il presidente dell’associazione socio
culturale Grifon d’Oro, Angelo Massei, ha consegnato 900 euro alla famiglia Sagone, la Fratres 100
euro e il Comitato culturale di Luciana, che ha organizzato un pranzo e una lotteria, ha messo
insieme 3 mila euro. Anche il sindaco di Fauglia, Carlo Carli, ha fatto visita al paraplegico. Da
Livorno, altre persone vorrebbero ora aiutarlo.
A destare maggiore preoccupazione è dunque la situazione economica della famiglia Sagone, che
sopravvive con l’aiuto di parenti e amici. Con l’invalidità e l’accompagnamento, più lo stipendio “a
rischio” della moglie si sfiorano i 2 mila euro, ma c’è da pagare un mutuo per la casa da 700 euro al
mese e il figlio da crescere. Poi ci sono da fare diversi lavori, con una certa urgenza. «Devo
sistemare la nostra abitazione alle mie nuove esigenze di mobilità», afferma Sagone, «in particolare
c’è da rifare il bagno e tutti i percorsi interni ed esterni alla casa, per muovermi liberamente e pesare
meno sulle spalle della mia famiglia». (Paolo Giovannelli)
(9 aprile 2014)
Fonte: RedattoreSociale.it
17
"PARCHEGGI SOTTERRANEI SENZA POSTEGGI PER DISABILI": DENUNCIA A
FIRENZE
Domani tornano sotto Palazzo Vecchio le associazioni: “Per le persone con handicap non ci sono
posti auto. E’ una vera e propria discriminazione”
FIRENZE – “I parcheggi sotterranei di Firenze non hanno posti riservati ai disabili”. E’ la denuncia
di numerose associazioni di disabili fiorentine, una denuncia che va avanti da tempo ma che ancora
non ha trovato risposte concrete. Domani pomeriggio decine di disabili manifesteranno sotto
Palazzo Vecchio, sede del Comune, per sensibilizzare il sindaco e la cittadinanza sulla questione
parcheggi. I disabili si scagliano contro il comune e contro la società Firenze Parcheggi visto che
“in quattro importanti parcheggi della città mancano totalmente i posteggi riservati alle persone con
handicap”. Si tratta dei parcheggi di Sant’Ambrogio, piazza Beccaria, Porta a Prato e Parterre.
Un’assenza di spazi per disabili che Firenze Parcheggi giustifica sostenendo che esiste uno
specifico accodo col Comune secondo il quale i posteggi per disabili sono stati realizzati in
superficie in aree limitrofi ai parcheggi stessi. I disabili smentiscono: “Sono pochissimi, troppo
sparpagliati e difficili da trovare”. E poi, aggiungono all’unisono, “quando piove dobbiamo
comunque parcheggiare in esterno e ci bagniamo”. Secondo le associazioni, che hanno scritto una
lettera al Comune e a Firenze Parcheggi, si tratta di una “vera e propria discriminazione”.
(17 aprile 2014)
Fonte: RedattoreSociale.it
18
NEL MILANESE IN 7 ANNI DIMEZZATI GLI INSERIMENTI LAVORATIVI DELLE
PERSONE DISABILI
I numeri dell'Anmil. Lasciano ben sperare gli inserimenti attraverso l'articolo 14 della Legge
Biagi. Servirebbe una "task force" per rendere davvero obbligatoria a tutte le aziende l'assunzione,
ma con la fine delle Province a chi spetta il compito di vigilare?
MILANO - I numeri degli inserimenti lavorativi nella Provincia di Milano si dimezzano nel giro di
sette anni: da 2.768 a 1.290 (in media otto su dieci con problemi psichici). Sono i dati elaborati
dall'Anmil (Associazione nazionale mutilati invalidi del lavoro) presentati alla Festa dei lavoratori
con disabilità, tenuta a battesimo per la prima volta quest'anno alla Fabbrica del vapore di via
Procaccini a Milano. "Per migliorare bisognerebbe convincere tutte le aziende a rispettare l'obbligo
di assunzione di persone con disabilità, mentre il 30% delle aziende ancora non lo fa", spiega
Claudio Messori, direttore dell'Agenzia per il lavoro Anmil. L'unico strumento normativo per
raggiungere risultati migliori potrebbe essere creare una "task force" che si occupi dell'inserimento
lavorativo. Il problema sta dove: fino ad oggi la competenza era delle Province, ma con la loro
abolizione a chi andrà? "Non so rispondere, è un tema politico, dovete chiedere al ministro Poletti o
a Renzi", si smarca Messori.
Leggendo i dati sulla provincia di Milano si nota che diminuiscono soprattutto gli inserimenti per
convenzione (articolo 11), passati da 1.602 nel 2007 a 590 nel 2013. Fanno da contraltare, però, le
assunzioni attraverso l'articolo 14 del decreto legislativo 276/03 (che delega l'assunzione delle
persone con disabilità alle cooperative che lavorano con un'azienda piuttosto che all'azienda stessa.
L'articolo è stato molto criticato dalle associazioni a difesa dei disabili). Se l'anno scorso sono state
60, in meno di sei mesi sono state 70 nel 2014. È ancora poco però per tornare ai numeri del 2006,
anche se entro la fine dell'anno, l'ospedale Niguarda, attraverso una convenzione speciale, assumerà
altre 50 persone con disabilità. (lb)
(20 maggio 2014)
Fonte: SuperAbile.it
19
SICILIA: RIFINANZIARE L’ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE
«In un periodo difficile come quello attuale – dichiara Salvatore Crispi, responsabile del
Coordinamento H della Regione Siciliana – può sembrare poco opportuno pretendere che la nostra
Regione si occupi di barriere, e tuttavia occorre sempre, in ogni caso, ricordare e sottolineare le
cose che non vanno». Per questo Crispi ha scritto alle Istituzioni Regionali, chiedendo il
rifinanziamento della Legge che sostiene l’abbattimento delle barriere
«Ripristinare, riempire e vincolare un apposito capitolo di spesa, nel Bilancio della Regione, per
l’abbattimento delle barriere architettoniche nelle abitazioni private, consentendo ai Comuni di
evadere le numerose pratiche già giacenti negli specifici uffici e di dare delle risposte certe a chi ne
ha
diritto».
A chiederlo, in una lettera inviata a tutti i principali referenti istituzionali della Regione Sicilia, è
Salvatore Crispi, responsabile del Coordinamento H per i Diritti delle Persone con Disabilità nella
Regione Siciliana, che aggiunge: «È indispensabile che questo avvenga nel più breve tempo
possibile, anche in considerazione che quanto richiesto non riguarda l’erogazione di finanziamenti
di singoli progetti in àmbiti ristretti, ma coinvolge un’ampia fetta di popolazione che vede
riconosciuti e tutelati i propri diritti grazie alle normativi vigenti, ma che di fatto se li vede negare, a
causa spesso di politiche miopi che non guardano in prospettiva, impedendo programmazioni
organiche e globali che sappiano rispondere sempre meglio alle esigenze delle stesse persone che
risiedono sul territorio della nostra Sicilia».
Nel suo messaggio, Crispi propone innanzitutto un po’ di “storia” della legislazione nazionale e
regionale, a partire dalla Legge 13/89, con la quale, ormai venticinque anni fa, «è stata prevista la
copertura, totale e/o parziale delle spese sostenute dalle persone con disabilità nelle abitazioni
private e negli spazi comuni condominiali». Una normativa che prevede come lo Stato «assegni alle
Regioni delle somme per far fronte alle esigenze delle persone con disabilità in materia di
abbattimento degli ostacoli fisici che, comunque, rendono la loro vita quotidiana più difficile,
limitando la loro libertà/autonomia di spostamento. Le somme erogate alle Regioni venivano poi
distribuite ai singoli Comuni, per dar corso alle pratiche e, quindi, dare risposte alle persone che
avevano
inoltrato
le
richieste
di
contributi».
Per quanto poi riguarda specificamente la Sicilia, «dal 2007 – scrive Crispi – l’erogazione delle
somme alle Regioni è stata interrotta per cui, da quell’anno, l’apposito capitolo della Regione
Siciliana è svuotato. Nel 2008 sono state individuate, grazie anche al lavoro del Tavolo Tecnico per
la realizzazione delle Politiche Sociali sulla disabilità nella Regione Sicilia, ai sensi del Decreto
Presidenziale n. 180 del settembre 2003 e del Piano Triennale a favore delle Persone con Disabilità
della Regione Siciliana, delle somme residue da vari àmbiti ed è stato quindi possibile riempire
l’apposito capitolo per l’abbattimento delle barriere architettoniche, in modo da consentire ai
Comuni di evadere le varie pratiche che a loro erano pervenute. Due anni dopo, tuttavia, queste
somme si sono esaurite, con gravi disagi per coloro che avevano presentato domanda ai Comuni,
per poter eseguire i lavori che consentissero una più agevole mobilità. Dal 2010, pertanto, i Comuni
continuano a ricevere le domande per l’abbattimento delle barriere architettoniche, ma non riescono
ad evadere le pratiche per mancanza di erogazioni finanziarie. Considerato che molte delle persone
con disabilità, avendo presentato la richiesta, hanno già effettuato dei lavori, come del resto è
previsto, la situazione è molto grave poiché viene meno la risposta a un diritto sancito dalle
normative
vigenti».
«È inutile sottolineare – conclude il responsabile del Coordinamento H – che l’abbattimento delle
barriere architettoniche, anche nelle abitazioni private, ha un enorme valenza civile e culturale e, in
questo senso, la tutela dei diritti delle persone con disabilità è un impegno su cui si misura il grado
di crescita civile, sociale e culturale della società, per rendere sempre più a misura d’uomo gli
ambienti e i contesti di vita».
20
«In realtà – ci spiega direttamente lo stesso Crispi – può sembrare inutile e poco opportuno, in un
periodo come quello attuale, di elevata fibrillazione politica per la Sicilia, e soprattutto nel quadro
di una devastante crisi economica e di liquidità, che impedisce alla Regione di programmare
qualcosa che vada al di là del pagare gli stipendi ai propri dipendenti e agli operatori delle società
cosiddette partecipate, pretendere che la Regione stessa si occupi ora di barriere architettoniche,
garantendo e tutelando anche in questo àmbito i diritti delle persone con disabilità, come recitano lo
spirito e la lettera delle norme vigenti sia a livello nazionale che regionale. E tuttavia ritengo che
occorra sempre, in ogni caso, ricordare e sottolineare le cose che non vanno, indicando al tempo
stesso delle soluzioni possibili, anche come atto “politico”, da parte del nostro mondo associativo,
con la consapevolezza che le Istituzioni devono sempre collaborare con le Associazioni, allo scopo
di programmare anche in prospettiva». (S.B.)
(27 maggio 2014)
Fonte: Superando.it
21
INTERNAZIONALE
AUTISMO, ISS: IN EUROPA RIGUARDA 62 MINORI SU 10 MILA
Oggi la Giornata della consapevolezza. Il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Oleari: "Una
sindrome di cui le cause restano oscure. Ancora ci sfugge la chiave di lettura e la comprensione di
come intervengano i fattori genetici e ambientali"
Roma - "Oggi, con la Giornata di consapevolezza sull'autismo, non siamo qui per celebrare ma per
capire perche' si crea una convergenza delle istituzioni su questo tema. Il problema e' rilevante per
la sanita' pubblica, con un'incidenza forte sia in Eruopa che negli Stati Uniti. Se il Cdc di Atlanta
ricorda che in Usa si parla di un bambino ogni 68, in Unione europea (Ue) riguarda 62 minori su 10
mila, ovvero 1 su 150". Apre cosi' la conferenza su 'I disturbi dello spettro autistico, dalla diagnosi
precoce alla vita adulta' in Campidoglio, Fabrizio Oleari, presidente dell'Istituto superiore di Sanita'
(Iss) e promotore dell'evento.
PRESA IN CARICO - "Chi si occupa delle famiglie sa che il fenomeno e' in crescita, e se facciamo
una giornata e' per sensibilizzare sul tema. Esiste una mozione per impegnarci in politiche attive su
questa sindrome, di cui l'eziopatogenesi resta oscura. Abbiamo una valanga di fenotipi- spiega
Oleari- ma ancora ci sfugge la chiave di lettura e la comprensione di come intervengano i fattori
genetici e ambientali". Esiste la necessita', secondo il presidente dell'Iss, "di una presa in carico di
queste famiglie, partendo anche dal contesto scolastico. L'Iss ha condotto varie indagini creando un
network per capire le modalita' di presa in carico- sottolinea- ma sul piano della ricerca molto resta
da fare. Occorre un grande progetto sull'autismo per capire i vari dati discordanti".
AZIONE INTERNAZIONALE - Oleari e' convinto che il futuro della ricerca e delle attivita' a
favore delle persone autistiche e delle loro famiglie vada condotto insieme agli organismi
internazionali: "L'Oms, d'intesa con il ministero della Salute, organizzera' un evento sull'autisml nel
corso dell'assemblea generale- fa sapere il presidente dell'Iss- anche la Santa Sede ha deciso di
trattare i disturbi dello spettro autistico in occasione della conferenza di novembre sui temi sanitari".
Passando all'Ue, "la stessa attenzione sara' prestata al tema durante il semestre di presidenza
italiana, in cui si svolgera' una conferenza sull'autismo. Dobbiamo creare una sorta di
armonizzazione delle conoscenze attraverso la realizzazione di un network- sottolinea Oleari- con
cui legare tutte le realta' che si occupano di questo disrurbo in Europa". Esiste gia' una grande intesa
con "il direttore del Mediterraneo orientale dell'Oms, cosi' come con la dottoressa Iaccaro della
zona europea dell'Oms. Creiamo una cooperazione nella ricerca in Europa- ripete- che a livello
nazionale prosegua agendo sia con il ministero della Salute che con il Miur dal punto di vista della
ricerca universitaria".
COSA FARE - "In questi ultimi tempi sono stati fatti notevoli sforzi che stanno sortendo dei
risultati- afferma Oleari- c'e' pero' molta strada da fare in Italia. Non esiste ancora un registro, una
lacuna importante da colmare che richiede un'azione e una forte collaborazione anche con le
associazioni dei familiari. Queste ultime sono una risorsa fondamentale, che si muove anche a
livello istituzionale- conclude- dandoci un forte aiuto".
(2 aprile 2014)
Fonte: Dire
22
ERASMUS ALLA PROVA DISABILITÀ
È bassissima la partecipazione di studenti disabili nel programma di mobilità Erasmus. Secondo la
Commissione Europea, infatti, durante l'anno accademico 2009/10 solo lo 0,14% dei giovani
partiti per un'esperienza formativa all'estero era diversamente abile.
È bassissima la partecipazione di studenti disabili nel programma di mobilità Erasmus. Secondo la
Commissione Europea, infatti, durante l'anno accademico 2009/10 solo lo 0,14% dei giovani partiti
per un'esperienza formativa all'estero era diversamente abile. Una percentuale bassa che evidenzia
l'ampia esclusione di un importante segmento della società. Per questo è stato creato
ExchangeAbility. Un progetto che vuole invertire la tendenza contribuendo a rimuovere gli ostacoli
alla partecipazione allo scambio internazionale. Garantendo a un numero sempre più alto di alunni
con bisogni speciali un'opportunità di auto-sviluppo che, oltre a far conoscere lingue e culture
nuove, aumenta le possibilità di trovare un'occupazione futura. Parte fondamentale dell'iniziativa è
la creazione di una MapAbility. Ovvero, una mappa online - al momento in fase di ultimazione che conterrà dettagliate informazioni sull'accessibilità e i servizi offerti dalle università europee agli
studenti disabili. In modo che questi possano sentirsi più sicuri scegliendo l'ateneo che offre le
migliori condizioni possibili per il loro soggiorno di studio all'estero.
(23 aprile 2014)
Fonte: Superabile.it
23
SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO, IL 28 APRILE LA GIORNATA MONDIALE
Torna la giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro. Come ogni anno, in tutto mondo
si tiene il 28 aprile l'iniziativa promossa dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro per
richiamare l'attenzione sull'importanza della prevenzione.
Torna la giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro. Come ogni anno, in tutto mondo si
tiene il 28 aprile l'iniziativa promossa dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO International Labour Organization) per richiamare l'attenzione sull'importanza della prevenzione
degli incidenti sul lavoro e delle malattie professionali. Questa giornata di mobilitazione, istituita
nel 2003, rappresenta un importante strumento di sensibilizzazione, e vuole richiamare una
maggiore attenzione delle istituzioni sulla questione della salute e della sicurezza sul posto di
lavoro. Il tema scelto per quest'anno è "Salute e sicurezza nell'utilizzo di prodotti chimici sul
lavoro". Le sostanze chimiche, fondamentali nella vita moderna, continueranno a essere prodotte e
utilizzate sui luoghi di lavoro. L'obiettivo è promuoverne una gestione razionale e realizzare un
equilibrio adeguato tra i vantaggi che rappresentano e le misure preventive e di controllo degli
effetti indesiderati sui lavoratori, sulla popolazione e sull'ambiente. Questo obiettivo si può
raggiungere attraverso l'azione concertata dei governi e delle organizzazioni dei datori di lavoro e
dei lavoratori. Proprio a queste attori politici si rivolge il rapporto dell'Ilo, che esamina la situazione
attuale relativa all'utTorna la giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro. Come ogni
anno, in tutto mondo si tiene il 28 aprile l'iniziativa promossa dall'Organizzazione Internazionale
del Lavoro (ILO - International Labour Organization) per richiamare l'attenzione sull'importanza
della prevenzione degli incidenti sul lavoro e delle malattie professionali. Questa giornata di
mobilitazione, istituita nel 2003, rappresenta un importante strumento di sensibilizzazione, e vuole
richiamare una maggiore attenzione delle istituzioni sulla questione della salute e della sicurezza sul
posto di lavoro. Il tema scelto per quest'anno è "Salute e sicurezza nell'utilizzo di prodotti chimici
sul lavoro". Le sostanze chimiche, fondamentali nella vita moderna, continueranno a essere prodotte
e utilizzate sui luoghi di lavoro. L'obiettivo è promuoverne una gestione razionale e realizzare un
equilibrio adeguato tra i vantaggi che rappresentano e le misure preventive e di controllo degli
effetti indesiderati sui lavoratori, sulla popolazione e sull'ambiente. Questo obiettivo si può
raggiungere attraverso l'azione concertata dei governi e delle organizzazioni dei datori di lavoro e
dei lavoratori. Proprio a queste attori politici si rivolge il rapporto dell'Ilo, che esamina la situazione
attuale relativa all'utilizzo dei prodotti chimici sul lavoro e al loro impatto sui luoghi di lavoro e
sull'ambiente, nonché le diverse iniziative adottate a livello nazionale, regionale e internazionale per
fronteggiare il problema.
(25 aprile 2014)
Fonte: Superabile.it
GERMANIA, NIENTE SUSSIDI AI DISABILI CON PIÙ DI 2.600 EURO IN BANCA
In Germania ai disabili che beneficiano di sussidi sociali è vietato detenere un conto corrente con
più di €2.600. Così prevede una legge in vigore da anni Oltrereno. Una limitazione contro cui ha
preso una posizione decisa la nuova Commissaria alla disabilità del governo.
In Germania ai disabili che beneficiano di sussidi sociali è vietato detenere un conto corrente con
più di €2.600. Così prevede una legge in vigore da anni Oltrereno. Una limitazione contro cui ha
preso una posizione decisa la nuova Commissaria alla disabilità del governo, Verena Bentele
(ex-campionessa paralimpica di sci). Che in un'intervista alla stampa ha dichiarato che questo
divieto dovrà presto essere abolito.
Come stanno precisamente le cose? In sostanza, lo stato fornisce un'assistenza personale e continua
a quelle persone che hanno il diritto di farne richiesta - i disabili gravi, appunto. L'erogazione di
questo servizio, però, ricade sotto il Sozialhilfe, gli "aiuti sociali". Lo stato tedesco garantisce un
robustissimo welfare, ma vuole garanzie precise, si sa. Oltre alle normali imposte - che arrivano
fino al 40% delle entrate - stabilisce anche un tetto oltre il quale non si viene considerati "poveri" e
si perde il diritto al supporto sociale, anche nella forma di assistenza h24 per disabili. In banca,
insomma, possono esserci massimo €2.600. Tutto quello che supera questa quota, viene
automaticamente incassato da Berlino.
Niente macchina nuova. Nessuna vacanza e scordatevi pure i risparmi per la pensione. Di mettere
soldi da parte per l'educazione dei figli, poi, non se ne parla proprio. Una situazione ancora più
assurda se si tiene conto che, se il disabile è sposato, nel conto dei €2.600 entrano anche i risparmi
del partner. Tanto da far dichiarare a Verena Bentele che questa legge è "contro la famiglia". La
commissaria, inoltre, vorrebbe togliere dal Sozialhilfe la sezione dedicata assistenza dei disabili e
farla rientrare in un più ampio sistema di inclusione. In modo da rendere le prestazione erogate
indipendenti dal reddito del disabile che le riceve. Il quale, oltretutto, perde qualsiasi motivazione a
fare carriera e a guadagnare di più, visto che non può tenere soldi in banca.
La battaglia per il diritto al risparmio, del resto, è già arrivata nel Bundestag. Merito del giovane
Constantin Grosch, uno studente di giurisprudenza affetto da distrofia muscolare, che l'anno scorso
aveva lanciato una petizione online. Raccolte quasi 130mila firme, Grosch ha presentato a fine
marzo la sua petizione alla vice presidente del parlamento tedesco Ulla Schmidt e ai delegati dei
partiti alle politiche per la disabilità. Per ora, il governo Merkel non ha affrontato il problema. Una
riforma della legge sull'assistenza ai disabili sarà messa in cantiere non prima del 2016, per
diventare operativa verosimilmente nel 2017. L'obiettivo della Bentele è coinvolgere sin dall'inizio
le associazioni che si occupano di handicap, per varare una norma che tenga effettivamente conto
delle esigenze dei disabili.
(29 aprile 2014)
Fonte: SuperAbile.it
COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO E DISABILITÀ: IL PIANO DELL’ITALIA
Fa il suo “esordio internazionale” a Bruxelles il Piano d’Azione sulla Cooperazione allo Sviluppo
e la Disabilità, documento redatto dal Ministero degli Esteri, dopo una proficua e partecipata
collaborazione anche con la rete delle associazioni di persone con disabilità. Si tratta di un testo
che sancisce l’ingresso del principio dell’inclusione della disabilità in ogni fase di ideazione delle
politiche e delle pratiche di sviluppo
Redatto dai tecnici del Ministero degli Affari Esteri, in collaborazione con la RIDS – la Rete
Italiana Disabilità e Sviluppo, voluta nel 2011 dall’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul
Follereau), da DPI Italia (Disabled Peoples’ International), da EducAid e dalla FISH (Federazione
Italiana per il Superamento dell’Handicap) -, oltreché con rappresentanti di Istituzioni, Enti Locali,
organizzazioni non governative, imprese, mondo accademico e centri di ricerca, il Piano d’Azione
sulla Cooperazione allo Sviluppo e la Disabilità – cui avevamo dedicato a suo tempo un ampio
approfondimento, dopo averne seguito via via l’evoluzione – era stato ufficialmente lanciato a
Roma nell’ottobre dello scorso anno. Si tratta, lo ricordiamo, di un importante documento, che dà
rilevanza alle Linee Guida per l’introduzione della tematica della disabilità nell’àmbito delle
politiche e delle attività di Cooperazione Italiana, redatte sulla base della Convenzione ONU sui
Diritti delle Persone con Disabilità. In altre parole, un testo che sancisce l’ingresso del principio
dell’inclusione della disabilità in ogni fase di ideazione delle politiche e delle pratiche di sviluppo,
contemplando azioni di promozione delle pari opportunità e soffermandosi in particolare sulle
strategie generali, sulla progettazione inclusiva, sull’accessibilità e la fruibilità di ambienti, sui beni
e i servizi, sugli aiuti umanitari e le situazioni di emergenza, sulla valorizzazione delle esperienze e
delle competenze presenti nella società civile e nelle imprese. Ne avevamo parlato a lungo
esattamente con Pier Francesco Zazo, ministro plenipotenziario, capo dell’Unità Tecnica Centrale
della Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo e responsabile del Tavolo di Lavoro che ha
dato vita all’iniziativa e Mina Lomuscio, referente del medesimo Tavolo di Lavoro.
Il Piano fa oggi a Bruxelles il suo “esordio” a livello internazionale, presso il Comitato Economico
e Sociale Europeo, dove viene appunto presentato nel corso di un incontro, moderato da Daniela
Tonon, rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unione Europea e da Catherine Naughton
dell’IDDC (International Disability & Development Consortium). Intervengono Hélène Bourgade,
funzionaria europea per il Lavoro, l’Inclusione Sociale e l’Immigrazione, Anca Gunta, membro del
Comitato Economico e Sociale Europeo, Giampaolo Cantini, direttore generale per la Cooperazione
allo Sviluppo presso il Ministero degli Esteri e la già citata Mina Lomuscio. A rappresentare poi il
RIDS, vi è Giampiero Griffo, membro dell’Esecutivo Mondiale di DPI (Disabled Peoples’
International) e partecipano all’incontro anche Javier Guemes, vicedirettore dell’EDF (Europena
Disability Forum), Ingar Duering della Cooperazione Internazionale tedesca e Meena Paudel,
coordinatrice di programma per l’Associazione delle Donne con Disabilità del Nepal. (S.B.)
(26 maggio 2014)
Fonte: Superando.it
VARIE
FISH, ECCO LE NUOVE CARICHE: IL NUOVO PRESIDENTE È VINCENZO
FALABELLA
Assegnate le deleghe sui temi di maggior rilievo. L'ex presidente Pietro Barbieri sarà coordinatore
dell'agenzia nazionale della Federazione. Vicepresidente vicario Donata Vivanti. Definiti i
responsabili dei gruppi di lavoro
ROMA - È Vincenzo Falabella il nuovo presidente della Federazione italiana per il superamento
dell'handicap, eletto nella riunione di ieri sera della nuova Giunta nazionale. L'organo della
Federazione è stato rinnovato durante il recente congresso del 29 marzo. Falabella, pugliese ma
attivo a Roma dove svolge la professione di avvocato, vanta una consolidata esperienza in ambito
associativo: è presidente dalla Federazione delle associazioni italiane para e tetraplegici dal 2011 ed
è stato fra i fondatori della Fish Puglia.
Ma la Giunta ha provveduto sia ad eleggere le altre cariche sia d attribuire specifiche deleghe di
coordinamento dei gruppi di lavoro sulle tematiche di maggior rilievo e per dare attuazione alle
importanti mozioni approvate dall'assemblea. Falabella, ad interim, sarà il coordinatore del gruppo
su lavoro e occupazione, con supporto esterno di Giampiero Griffo, e di quello sugli affari esteri ed
internazionali. Il vicepresidente (vicario) è Donata Vivanti (Fish Toscana) che seguirà il tema dei
processi formativi e dell'inclusione scolastica coordinando il relativo gruppo di lavoro, anche
avvalendosi del supporto tecnico esterno di Salvatore Nocera. Roberto Speziale (Anffas) assume
una vicepresidenza con delega al tema della revisione del sistema di accesso,
riconoscimento/certificazione e modello di intervento del sistema socio-sanitario. L'ambito delle
politiche, servizi e modelli organizzativi per la vita indipendente e l'inclusione nella società è
affidato a Silvia Cutrera (Dpi Italia) che è anche il terzo vicepresidente. Infine, Mario Battaglia
(Aism) completa la quaterna dei vicepresidenti assumendo anche il coordinamento del gruppo su
salute, diritto alla vita, abilitazione e riabilitazione contando sulla consulenza esterna di Pietro
Barbieri. Allo stesso Barbieri, ex presidente Fish, la Giunta ha attribuito il coordinamento
dell'agenzia nazionale della Fish.
Marcello Tomassetti (UIldm) seguirà la promozione e l'attuazione dei principi di accessibilità e
mobilità, mentre Daniele Romano (Fish Campania) si occuperà dell'attuazione della Convenzione
Onu nelle regioni italiane. La tesoreria sarà retta da Mario Chimenti (Fantasia), mentre la segreteria
nazionale è affidata ad Antonio Cotura (Fiadda). "A breve - comunica la Fish - sarà indetto il
Consiglio nazionale e in quella sede verranno ulteriormente declinate le linee di azione per attuare
le mozioni assembleari e per meglio dirigere i lavori dei gruppi di lavoro".
(18 aprile 2014)
Fonte: Superabile.it
VIOLENZE, ANFFAS: " DISABILI, BAMBINI, DONNE E ANZIANI NON SI TOCCANO
NEPPURE CON UN DITO"
Condanna per quanto accaduto in provincia di Savona arriva dall'Associazione nazionale famiglie
di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale: "Situazioni simili potrebbero essere arginate
se fosse garantito un concreto progetto personalizzato di vita"
ROMA - In seguito al nuovo caso di violenza e maltrattamenti avvenuto in provincia di Savona e
che ha visto come vittime dei pazienti con disabilità ospiti di una casa di cura per persone con
problemi psichiatrici, Anffas onlus nazionale, congiuntamente ad Anffas onlus Liguria e agli enti a
marchio Anffas del territorio, "esprime - senza voler entrare nel merito di dettagli e responsabilità
che saranno certamente chiariti dagli organi competenti - una ferma e pesante condanna per
l'accaduto ed evidenzia come situazioni simili potrebbero sicuramente essere arginate se alle
persone con disabilità fosse garantito un reale e concreto progetto personalizzato di vita, unico
strumento valido per consentire a chi ha una disabilità di essere pienamente incluso nella società e
di poter vivere una vita il più possibile autonoma e di qualità e che invece, purtroppo, ancora non è
assicurato, nonostante sia un loro diritto".
Le due associazioni e gli enti a marchio Anffas del territorio, inoltre, desiderano sottolineare
l'importanza di non generalizzare e soprattutto di non strumentalizzare quanto accaduto a in Liguria,
evidenziando l'esistenza di moltissimi operatori professionali, impegnati e soprattutto rispettosi
delle persone con disabilità, ma allo stesso tempo si dicono convinte della necessità di promuovere
dei nuovi strumenti di controllo all'interno dei servizi, come ad esempio l'uso delle telecamere di
sorveglianza, cosa che ad oggi, per motivi legati alla privacy, non è possibile effettuare. "Eppure commenta la onlus - è grazie alle riprese video che si è potuta avere una prova certa di quanto stava
accadendo e procedere al fermo degli operatori".
"È necessario dunque - conclude Anffas - mettere in atto nuove misure per tutelare quanti
usufruiscono di determinati servizi rassicurando così anche le loro famiglie circa la professionalità
di chi accoglie i loro cari e le migliaia di lavoratori che mai metterebbero in atto comportamenti
assurdi e disgustosi come quelli balzati agli onori della cronaca in questi giorni. E a tal proposito,
non possiamo che dirci estremamente amareggiati che, per l'ennesima volta, purtroppo, si sia
parlato di disabilità come fatto di cronaca e violenza".
(22 aprile 2014)
Fonte: Superabile.it
BETTONI (ANMIL): «SI TORNI A PARLARE DI SICUREZZA NEI LUOGHI DI
LAVORO»
L'appello a fronte dei nuovi dati INAIL. Nel 2013 sono più di 650.000 gli incidenti sui luoghi di
lavoro con circa 750 morti, mentre sono più di 50.000 i lavoratori che denunciano una malattia
professionale con oltre 1500 morti ogni anno.
«Le nostre rilevazioni sugli incidenti lavorativi con esiti mortali, aggiornati e pubblicati
quotidianamente sul portale dell’ANMIL, mostrano nel primo quadrimestre di quest’anno un
sensibile aumento rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, aggiunge il presidente Franco
Bettoni. Che continua: «Come Associazione che da 70 anni si occupa della tutela delle vittime del
lavoro e raccoglie 400.000 iscritti - sottolinea Bettoni - riteniamo sia indispensabile che tutti
ricordino, in questa giornata, l’altra faccia del lavoro, quella legata agli effetti del mancato rispetto
delle norme di prevenzione e che si ripercuoto sulla salute e sulla vita dei lavoratori. Eppure, a
fronte di questi dati, le norme italiane in materia di sicurezza sul lavoro a distanza di quasi cinque
anni dalla loro approvazione presentano ancora larghe carenze nella fase di attuazione, con quasi 30
decreti ancora da emanare e tra questi alcuni importanti come quelli sulla patente a punti in edilizia
o sui lavori in quota o nei ponteggi. Ancora una volta il nostro Paese evidenzia i difetti di sempre
rispetto all’applicazione delle leggi in termini di rapidità, di effettività e di controlli, come a ribadire
una scarsa sensibilità sul fronte del rispetto delle regole, una mancanza di cultura ‘civica’, direi. Su
questo, infatti, noi cerchiamo di lavorare molto parlando di cultura della sicurezza ai bambini e
ragazzi delle scuole, quelli che saranno i cittadini ed i lavoratori di domani».
«La diminuzione degli incidenti registrata in questi ultimi anni - prosegue il Presidente dell’ANMIL
- sulla quale incide sicuramente per due o tre punti annui la riduzione delle ore lavorate, così come
incidono il lavoro nero e la tendenza, nei casi più lievi, a non presentare la denuncia di infortunio
per evitare l’aumento del premio assicurativo per le aziende o per il timore di perdere il posto,
rappresenta il risultato dell’impegno degli ultimi anni, grazie ai richiami del Capo dello Stato e al
lavoro delle parti sociali. In pratica una riduzione che dimostra concretamente che si può incidere
positivamente e quindi non bisogna mollare, ma anzi insistere nelle azioni di contrasto agli infortuni
sul lavoro ed alle malattie professionali».
«Per questo - conclude Bettoni - abbiamo sollecitato il Governo ed i Ministri del Lavoro e della
Salute a rimettere mano ai temi della sicurezza e alla tutela delle vittime del lavoro nonché alle
tematiche legate all'amianto (dal Fondo per le vittime alla ricerca su cura e prevenzione ferme dopo
Balduzzi) e anche in materia di cura, riabilitazione e protesi, oltre all’aggiornamento delle tabelle
delle malattie professionali».
(30 aprile 2014)
Fonte: Vita.it
C’È DA APPLICARE IL PROGRAMMA D’AZIONE SULLA DISABILITÀ
Nell’augurare buon lavoro al sottosegretario Biondelli, cui è stata affidata la delega sulle questioni
riguardanti la famiglia, l’inclusione e le politiche sociali, il neopresidente della FISH Falabella
ricorda che «non si è ancora iniziato ad operare rispetto a quanto stabilito dal “Programma
d’Azione Biennale per la Promozione dei Diritti e l’Integrazione delle Persone con Disabilità”» e
su ciò si dichiara «disponibile a un rapido confronto»
A quasi un mese dalla nomina dei Sottosegretari, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali ha
provveduto in questi giorni ad affidare finalmente le relative deleghe. Le questioni riguardanti la
famiglia, l’inclusione, le politiche sociali, l’immigrazione e le politiche di integrazione sono andate
dunque a Franca Biondelli. «Sarebbe ingenuo e intempestivo esprimere pareri, positivi o negativi
che siano, su di un Sottosegretario o di un Ministro- commenta Vincenzo Falabella, neopresidente
della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – prima di averlo visto
all’opera. Doveroso, invece, è rivolgere un augurio di buon lavoro, data anche la mole delle
aspettative che attende l’onorevole Biondelli». In tal senso la FISH dichiara in una nota di avere
«apprezzato le primissime dichiarazioni di Biondelli rispetto all’ineludibile necessità di aumentare
adeguatamente il Fondo per le Non Autosufficienze e di promuovere l’inclusione lavorativa delle
persone con disabilità. Ci si augura dunque di poter contare su analoghi intenti anche per l’esangue
Fondo delle Politiche Sociali».
Il neosottosegretario ha tra l’altro richiamato anche l’urgenza di abbreviare i tempi e le procedure
per la concessione dell’indennità di accompagnamento, oggi attestati appena sotto i quattrocento
giorni. «Su tale aspetto – sottolinea Falabella -non vorremmo che ci si limitasse a un pur utile
intervento di semplificazione amministrativa. Ricordiamo infatti che i tempi di concessione delle
provvidenze economiche sono lievitati negli ultimi anni, pur essendo stato informatizzato l’intero
sistema, perché l’INPS ha occupato enormi risorse umane e organizzative nella verifica
straordinaria di oltre un milione di posizioni. Una “caccia” ai cosiddetti “falsi invalidi” che ha
prodotto risultati irrisori ed enormi disagi fra i disabili veri. Non è solo la procedura, dunque, a
dover essere snellita, ma anche i criteri di valutazione devono essere profondamente rivisti, ai fini di
una maggiore efficacia per le persone, oltreché per evitare elusioni». «E la revisione dei criteri di
accertamento e valutazione – viene ancora ricordato dalla FISH – è un tema centrale, assieme ad
altri, del Programma d’Azione Biennale per la Promozione dei Diritti e l’Integrazione delle
Persone con Disabilità, già approvato tramite il DPR del 4 ottobre 2013, pubblicato in Gazzetta
Ufficiale nel dicembre scorso».
«Si tratta di un documento – conclude Falabella, soffermandosi sempre sul Programma d’Azione che prevede azioni concrete già sul tavolo del Governo, e quindi anche del sottosegretario Biondelli,
ma su cui non si è ancora iniziato ad operare, ad agire e nemmeno a confrontarsi. Lavoro, scuola,
inclusione, mobilità, salute, autonomia personale: tutti aspetti ben declinati nelle loro
problematicità, ma anche nei praticabili interventi. Come FISH siamo naturalmente pronti da subito
al confronto, con la consueta disponibile concretezza, per realizzare davvero quel Programma».
(S.B.)
(30 aprile 2014)
Fonte: Superando.it
LE PERSONE DISABILI SONO OLTRE 4 MILIONI. DOPO LA SCUOLA, "DESTINATE
ALL'INVISIBILITÀ"
Indagine Censis. Sono il 6,7% della popolazione e saranno il 10,7 nel 2040. Ha un lavoro solo il
31,4% delle persone Down con più di 24 anni e il 10% degli autistici over 20. E in Italia la spesa
pubblica è molto inferiore a quella media europea
ROMA - Aumentano di numero, ma sotto traccia, senza un'immagine e un'identità precisa. Il Censis
stima, nel "Diario della transizione" pubblicato oggi, una percentuale di persone con disabilità pari
al 6,7% della popolazione totale, cioè complessivamente 4,1 milioni di persone. Nel 2020
arriveranno a 4,8 milioni (il 7,9% della popolazione) e raggiungeranno i 6,7 milioni nel 2040 (il
10,7%). Eppure l'universo delle disabilità non riesce a uscire dal cono d'ombra in cui si trova, non
solo nelle statistiche pubbliche (i dati ufficiali dell'Istat sono fermi al 2005), ma anche
nell'immaginario collettivo e nel linguaggio comune. Un italiano su 4 afferma che non gli è mai
capitato di avere a che fare con persone disabili. E la disabilità è percepita da 2 italiani su 3
essenzialmente come limitazione dei movimenti, mentre in realtà la disabilità intellettiva è più
diffusa in età evolutiva e rappresenta l'aspetto più misconosciuto, al limite della rimozione.
Quando poi avanzano nell'età, le persone con disabilità intellettiva sono ancora più invisibili.
Oggi in Italia le persone con sindrome di Down sono circa 48 mila, di cui solo il 21% ha fino a 14
anni. La fascia d'età più ampia è quella da 15 a 44 anni, pari al 66%, e il 13% ha più di 44 anni.
L'aspettativa di vita alla nascita è di 61,6 anni per i maschi e di 57,8 anni per le femmine. Le
persone affette da disturbi dello spettro autistico si stimano pari all'1% della popolazione, circa 500
mila.
Il modello di risposta alla disabilità del nostro welfare si basa in modo informale sulla
famiglia, che non solo diventa il soggetto centrale della cura, ma spesso viene anche coinvolta nello
stesso percorso di marginalità e isolamento che tende ad accentuarsi quando le persone disabili
crescono. Fino alla minore età, le famiglie possono contare su uno dei pochi, se non l'unico, punto
di forza della risposta istituzionale alla disabilità, cioè l'inclusione scolastica, che pur con tutti i suoi
limiti e difficoltà rappresenta un'importante occasione di inclusione sociale. Il numero di alunni
disabili nella scuola statale è cresciuto dai 202.314 dell'anno scolastico 2012/2013 ai 209.814 del
2013/2014 (+3,7%). Contemporaneamente è aumentato il numero dei docenti di sostegno: dai
101.301 del 2012/2013 ai 110.216 del 2013/2014 (+8,8%). Secondo un'indagine del Censis, i
bambini Down in età prescolare che frequentano il nido o la scuola dell'infanzia sono l'82,1%, tra i
7 e i 14 anni l'inclusione scolastica raggiunge il 97,4%, ma già tra i 15 e i 24 anni la percentuale
scende a poco meno della metà, anche se l'11,2% prosegue il percorso formativo a livello
professionale. Tra i ragazzi affetti da disturbi dello spettro autistico, fino a 19 anni è il 93,4% a
frequentare la scuola, ma il dato scende al 67,1% tra i 14 e i 20 anni, e arriva al 6,7% tra chi ha più
di 20 anni.
Il destino dei ragazzi ormai grandi che escono dal sistema scolastico è sintetizzabile con una
parola: dissolvenza. Oltre l'età scolastica, gli adulti Down e autistici scompaiono nelle loro case,
con ridottissime opportunità di inserimento sociale e di esercizio del loro diritto alle pari
opportunità. Nel mondo del lavoro l'inclusione è pressoché inesistente. Ha un lavoro solo il 31,4%
delle persone Down over 24 anni. E la maggioranza di quelli che lavorano (oltre il 60%) non è
comunque inquadrata con contratti di lavoro standard. Nella maggior parte dei casi lavorano in
cooperative sociali, spesso senza un vero e proprio contratto. In oltre il 70% dei casi non ricevono
nessun compenso o ne percepiscono uno minimo, comunque inferiore alla normale retribuzione per
il lavoro che svolgono. Ancora più grave è la situazione per le persone autistiche: a lavorare è solo il
10% degli over 20.
I disabili adulti rimangono in carico alla responsabilità delle loro famiglie, con sostegni
istituzionali limitati, focalizzati quasi esclusivamente sul supporto economico. Anche in questo
caso, però, dal confronto con gli altri Paesi europei emerge che la spesa per le prestazioni di
protezione sociale per la disabilità, cash e in natura, è pari a 437 euro pro-capite all'anno, superiore
solo al dato della Spagna (404 euro) e molto inferiore alla media europea di 535 euro (il 18,3% in
meno). Colpisce quanto poco sviluppata sia la spesa per i servizi in natura, che rappresenta solo il
5,8% del totale, cioè 25 euro pro-capite annui, meno di un quinto della media europea e inferiore
anche al dato della Spagna.
Le opportunità di accesso ai servizi si riducono per i disabili adulti. Tra le persone Down di 25
anni e oltre, il 32,9% frequenta un centro diurno, ma il 24,3% non fa nulla, sta a casa. Tra le persone
con autismo dai 21 anni in su, il 50% frequenta un centro diurno, ma il 21,7% non svolge nessuna
attività. Tra le ore dedicate all'assistenza diretta e quelle di semplice sorveglianza, i genitori delle
persone autistiche e delle persone Down spendono complessivamente 17 ore al giorno. La
valorizzazione economica di questo tempo (equiparando le ore di assistenza a quelle retribuite con il
minimo tabellare di un assistente sanitario e quelle di sorveglianza al compenso di un collaboratore
domestico) arriva a una cifra annua davvero consistente: circa 44 mila euro per famiglia nel caso
delle persone Down e circa 51 mila euro per le persone affette da disturbi dello spettro autistico. La
portata dell'impegno familiare nella gestione assistenziale delle disabilità emerge con crudezza da
questi dati, soprattutto se si pensa al valore contenuto del Fondo per la non autosufficienza da poco
rifinanziato, che ammonta per il 2014 a soli 340 milioni di euro ripartititi tra le Regioni per
sviluppare i servizi integrati socio-assistenziali e sanitari e la domiciliarità.
Nel tempo aumenta il senso di abbandono delle famiglie e cresce la quota di quelle che
lamentano di non poter contare sull'aiuto di nessuno pensando alla prospettiva di vita futura dei
propri figli disabili. Mentre tra i genitori di bambini e ragazzi Down fino a 15 anni la quota di
genitori che pensa a un "dopo di noi" in cui il proprio figlio avrà una vita autonoma o
semi-autonoma varia tra il 30% e il 40%, tra i genitori degli adulti la percentuale si riduce al 12%.
La quota di genitori di bambini e adolescenti autistici che prospettano una situazione futura di
autonomia anche parziale per i loro figli (23%) si riduce ancora più drasticamente (5%) tra le
famiglie che hanno un figlio autistico di 21 anni e più.
(18 maggio 2014)
Fonte: SuperAbile.it
Rassegna stampa realizzata da
Ufficio Politiche per le Disabilità – CGIL Nazionale
A cura di Valerio Serino
Tel.: 06.8476514
E-mail: politichedisabilita@cgil.it