23 novembre 2014 ricercatori Neuromed scoprono legame tra

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IPERTENSIONE ARTERIOSA, RICERCHE DEL CENTRE HEUREMED
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IL RUOLO DEL SISTEMA IMMUNITARIO NELL'IPERTENSIONE
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IPERTENSIONE, NUOVE TERAPIE LA SCOPERTA DEL NEUROMED
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IPERTENSIONE LEGATA AL SISTEMA IMMUNITARIO
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22 Novembre 2014 | ultimo aggiornamento circa 3 ore fa
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RICERCA D'ITALIA
redazione
TEMI SALUTE
Gli interventi a cura
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Galileo
Il ruolo del sistema immunitario nell'ipertensione arteriosa
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di redazione | Pubblicato il 22 Novembre 2014 09:51
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Buone notizie per chi soffre di ipertensione arteriosa: un nuovo meccanismo
molecolare coinvolto nello sviluppo di questo disturboè stato scoperto dai ricercatori
del Dipartimento di Angiocardioneurologia del Neuromed di Pozzilli (IS).
Pubblicato sul prestigioso giornale scientifico Immunity, lo studio ha puntato la sua
attenzione su una proteina, il Fattore di crescita placentare (Plgf) che, secondo i
risultati della ricerca potrebbe diventare un nuovo bersaglio per terapie più efficaci
nel controllare uno dei più importanti problemi di salute pubblica.
L’ipertensione arteriosa colpisce circa un miliardo di persone a livello mondiale e
rappresenta uno dei principali fattori di rischio per ictus cerebrale, infarto,
insufficienza cardiaca, malattie renali e altre patologie. E’ anche una condizione
difficile da trattare: nonostante esistano varie strategie terapeutiche, le percentuali di
persone che presentano una ipertensione non adeguatamente controllata sono
molto alte ed in continuo aumento.
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“La situazione dell’ipertensione – spiega Giuseppe Lembo, Professore
dell'Università La Sapienza di Roma e Direttore del Dipartimento di
Angiocardioneurologia del Neuromed – sta certamente diventando allarmante in tutto
il mondo. Per questo motivo sono necessarie nuove strategie, capaci di affrontare
questa condizione in modo innovativo e con maggiore efficacia”.
ambiente
Lo studio condotto dal centro di ricerca molisano va in questa direzione, puntando su
un concetto che si sta affermando negli ultimi anni e che vede il sistema immunitario
giocare un ruolo importante nel dare origine alla pressione arteriosa elevata.
Nella ricerca l’attenzione si è concentrata sul Fattore di crescita placentare. Questa
molecola, presente sia nel sistema cardiovascolare che in quello immunitario, è già
conosciuta in medicina perché implicata in diverse patologie, ad esempio nella
crescita dei vasisanguigni all’interno dei tumori, nella degenerazione maculare
legata all’età (una malattia degli occhi) o nell’ipertensione in gravidanza. Altre
osservazioni fatte in passato dimostrano inoltre un suo ruolo nell’innalzare la pressione
arteriosa sotto determinate condizioni sperimentali.
medicina e biotech
L’ipotesi sulla quale si sono basati gli autori della ricerca era che il Plgfpotesse
essere uno dei principali protagonisti nel mediare il rapporto tra sistema
immunitario e ipertensione. Nel corso dei loro esperimenti hanno prima di tutto
dimostrato che topi geneticamente privi di Plgf non sviluppavano pressione alta
dopo il trattamento con angiotensina II, un ormone che causa proprio l’innalzamento
dei valori pressori.
Successivamente i ricercatori hanno evidenziato come il Plgf sia uno dei più importanti
fattori in gioco nell’attivazione dei linfociti T all’interno della milza e nella loro
successiva migrazione verso i vasi sanguigni e verso gli organi che tipicamente
astronomia
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Ogni anno miliardi di inquinantissime
cicche di sigaretta vengono abbandonate
nell’ambiente, con enormi costi per la
collettività. Per questo, due ricercatori
della San Diego State University,
abbandonata la speranza di educare i
fumatori, propongono soluzioni
drastiche, come quella di vietare le
sigarette con filtro, che non sono meno
dannose di quelle senza. Tra le proposte
qui sotto elencate quale vi sembra la più
efficace?
Far pagare alle aziende produttrici i
costi di pulizia e smaltimento dei filtri
Introdurre un sistema di cauzione con
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vengono danneggiati dall’ipertensione. Proprio la milza emerge quindi come un
organo molto importante in questo processo. Secondo lo studio pubblicato su
Immunity, è qui infatti che il sistema nervoso agisce sui livelli di Plgfe, attraverso
questa molecola, sull’attivazione dei linfociti T.
“cicca a rendere” per le sigarette con
il filtro
Vietare la vendita delle sigarette con il
filtro
vota
“Il Plgf – aggiunge Daniela Carnevale, prima autrice dello studio – si configura come
un elemento chiave nel legame tra sistema nervoso, sistema immunitario e
ipertensione. È un’osservazione molto promettente perché esistono già anticorpi
monoclonali anti – Plgf, oggi usati contro la crescita tumorale e per il trattamento della
degenerazione maculare legata all’età. Abbiamo quindi la possibilità di iniziare
rapidamente esperimenti in cui testare l’efficacia di questi farmaci, capaci di bloccare
il Plgf, anche contro l’ipertensione”.
Riferimenti: The Angiogenic Factor PlGF Mediates a Neuroimmune Interaction in the
Spleen to Allow the Onset of Hypertension; Daniela Carnevale, Fabio Pallante,
Valentina Fardella, Stefania Fardella, Roberta Iacobucci, Massimo Federici, Giuseppe
Cifelli, Massimiliano De Lucia, Giuseppe Lembo; Immunity DOI:
http://dx.doi.org/10.1016/j.immuni.2014.11.002
Se avete ricerche e studi da segnalare alla redazione per la rubrica "Ricerca d'Italia"
scrivete a redazione@galileonet.it
tags: salute, ipertensione, ricerca italiana
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Ipertensione legata al sistema
immunitario
Possibili nuovi approcci terapeutici innovativi
Un nuovo meccanismo molecolare coinvolto
nell’ipertensione arteriosa è stato scoperto dai
ricercatori del Dipartimento di
Angiocardioneurologia dell’I.R.C.C.S.
Neuromed di Pozzilli (IS). Pubblicato sul prestigioso giornale scientifico
“Immunity”, appartenente al gruppo Cell
press, lo studio ha puntato la sua attenzione su
una proteina, il Fattore di crescita placentare (PlGF, nella denominazione
inglese) che, secondo i risultati della ricerca, potrebbe diventare un nuovo
bersaglio per terapie più efficaci nel controllare uno dei più importanti
problemi di salute pubblica.
L’ipertensione arteriosa colpisce circa un miliardo di persone a livello
mondiale e rappresenta uno dei principali fattori di rischio per ictus
cerebrale, infarto, insufficienza cardiaca, malattie renali e altre patologie. È
anche una condizione difficile da trattare: nonostante esistano varie
strategie terapeutiche, ... (Continua) leggi la 2° pagina
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