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CONSORZIO STABILE
S E RV I Z I
I N T E G R AT I ®
Q UOTIDIANO
ONLINE
CONSORZIO STABILE
Anno I° n. 130
EDITORE :
-
Martedì 12 agosto 2014
-
euro 0
S OC . C OOP. “C OMUNICA ” - D IRETTORE
RESPONSABILE :
QUINDICI
MILIARDI
DI EURO
A RISCHIO
PER COLPA
DELLA CASTA
NON RICEVE ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO
C ARMINE A LBORETTI
S E RV I Z I
I N T E G R AT I ®
redazione@lavocesociale.it
EURISPES: RISCHIAMO DI RESTITUIRE LA METÀ DEI FONDI EUROPEI
Assegnati i premi “Ambiente
e Legalità”, riconoscimento
alla memoria al commissario
che indagò su Terra dei Fuochi
a pagina 2
a pagina 3
Il Belpaese è agli ultimi posti nell’Unione
europea per l’utilizzo delle risorse
da investire nei Programmi operativi
nazionali e regionali. Se non presenteremo
progetti validi entro la scadenza del 31
dicembre 2015 dovremo rinunciare
a quasi 15 miliardi di euro.
Una cifra che non possiamo permettere
né permetteci che vada persa, vista
la grave crisi economica che sta
dilaniando la nazione.
Ecco quindi che ancora una volta
salta agli occhi come il nostro problema
sia strutturale e venga da lontano:
i nostri amministratori, soprattutto al Sud,
non sanno occuparsi della cosa pubblica.
2 Obiettivo su...
Serata di gala per i Premi “Ambiente e legalità”
La Voce Sociale
martedì
12 agosto 2014
Riconoscimento (alla memoria) al commissario Roberto Mancini che indagò su Terra dei fuochi
Si è appena conclusa la X Edizione del premio
Ambiente e Legalità nell'ambito di FestAmbiente, il festival nazionale di Legambiente. I riconoscimenti sono stati assegnati a Andrea Marino,
maresciallo della stazione dei carabinieri di Oppido Mamertina (Rc) per l’impegno nella lotta alla criminalità organizzata e per l’affermazione
della cultura della legalità, in particolare per la
scelta, coraggiosa e dirompente, di denunciare
l'increscioso episodio avvenuto in occasione della processione religiosa in omaggio a Maria Vergine delle Grazie; Roberto Corti, sindaco di De-
sio, per avere improntato la propria azione di governo locale nel segno di una decisa discontinuità rispetto al recente passato, in sintonia con i
principi della tutela del territorio e della legalità.
Giuseppe Cannarile, comandante della Capitaneria di Porto di Lampedusa per l’infaticabile e prezioso lavoro di soccorso in mare dei migranti e per
l'umanità e la professionalità dimostrata. E ancora, Rossano Tozzi, Sovrintendente Capo del Corpo Forestale dello Stato per il suo ottimo lavoro,
svolto insieme al personale del Nirda (il Nucleo investigativo sui reati contro gli animali), nel contra-
sto alle gravi forme di illegalità compiute ai danni della fauna e, in generale,
della biodiversità; Ennio Cillo, aggiunto
alla Procura della repubblica di Lecce
per il suo impegno professionale a tutela dell'ambiente, e in particolare per
l'efficace attività di contrasto ai crimini
ambientali, soprattutto in materia di
abusivismo edilizio; Sandra Coggio,
giornalista de Il Secolo XIX per la caparbia e attenta attività di inchiesta giornalistica svolta sui temi della criminalità ambientale ed ecomafiosa, in particolare sul delicato tema delle ''navi dei
veleni''. Tito Ammirati, presidente della
Cooperativa sociale Arcobaleno di Torino per la capacità di coniugare economia, tutela dell'ambiente e impegno sociale; Angelo Colacicco, comandante
dei Carabinieri del Noe di Bari per le
numerose e attente attività di contrasto
agli ecocrimini, in particolare nel campo dei traffici illeciti di rifiuti; Mario Salerno, comandante della compagnia
Guardia di Finanza di Monza per l'attività di contrasto alle varie forme di criminalità ambientale ed economica, tra
cui la recente indagine Clean city. Quest'anno Legambiente e Libera hanno
scelto di assegnare anche un premio alla
memoria di Roberto Mancini, Sostituto Commissario di Polizia a Roma. Roberto Mancini è stato
un eccellente e indomito investigatore, che ha
speso gli anni più importanti della sua attività professionale contro la criminalità organizzata. Il suo
valore è emerso anche in occasione delle sue innovative indagini, erano i primi anni Novanta, sul
terreno dell'ecomafia, consentendogli di svelare,
il livello di operatività criminale dei Casalesi, che
stavano già trasformando molte aree delle province di Napoli e Caserta in quella che oggi viene definita “Terra dei fuochi”.
3 Obiettivo su...
Povera Italia, incapace di spendere i fondi europei
La Voce Sociale
martedì
12 agosto 2014
Eurispes: più della metà delle risorse rischia di evaporare. È la Campania la più ritardaria
Siamo al paradosso.
Nonostante la crisi economica che sta piegando in due l'Italia e l'intera eurozona, c'è il rischio che più della metà dei fondi messi a disposizione dall'Europa
per il periodo 20072013 rischiano di tornare al mittente. Entro il
31 dicembre 2015 infatti, dovranno essere spesi, altrimenti scatterà la
restituzione automatica.
A segnalare la situazione, in base ai
dati aggiornati
ad aprile 2014,
Il Belpaese
è una ricerca
è in fondo
dell'Eurispes,
che sottolinea
alla classifica
quanto "queper capacità
sta inefficienza
di investimento di spese può
rivelarsi tutt'aldei soldi
tro che indolostanziati
re, per quanto
riguarda l'Itada Bruxelles
lia, perché una
volta trascorso
il 31 dicembre 2015,
l'Unione non sarà più
vincolata a erogare i
fondi che aveva impegnato per il periodo di
bilancio 2007-2013".
Dei 27,92 miliardi di euro
stanziati dalla Ue nel settennato 2007-2013, la
spesa certificata operata dall'Italia e dai suoi enti locali (tramite i Pon e i Por, rispettivamente
Programmi operativi nazionali e Programmi operativi regionali) ammonta a 13,53 miliardi di euro, e questo significa che ben 14,39 miliardi di
euro, devono essere spesi entro la data limite,
pena il disimpegno automatico di tali risorse. La
grave situazione emerge dalle statistiche sul tasso di realizzazione del Programma di spesa dei
fondi strutturali nel periodo considerato, che si distingue per la sua, tutt'altro che lusinghiera, incapacità nello spendere i fondi comunitari.
Spicca infatti un ritardo cronico nei confronti degli altri Paesi membri, che vantano tassi di esecuzione decisamente più elevati del nostro. Ad
esempio, il tasso di attuazione dei programmi
operativi finanziati dal Fesr si attesta poco al di
sopra del 45%, un valore ben al di sotto della
media Ue (60,81%), e del Paese che ha registrato la performance più lusinghiera, la Lituania
(80,1%). Soltanto due Paesi sono riusciti a fare
peggio di noi: la Croazia, il 22%, semplicemente
perché, essendo stata ammessa nell'Ue soltanto nel 2013, non ha avuto il tempo materiale di
spendere tali risorse, tra l'altro piuttosto esigue e
la Romania, fanalino di coda con il 37%.
Percentuali analoghe si riscontrano anche relativamente al tasso di realizzazione dei programmi legati all'obiettivo Convergenza, evidenzia
l'Eurispes. Anche in questo caso, provvede la solita Romania, a salvare seppur parzialmente
l'onore dell'Italia, mentre il primo della classe è
un altro paese baltico, l'Estonia (78,3%). Il tasso
di realizzazione è leggermente più lusinghiero
per quanto riguarda i programmi finanziati dal
Fse, con il 58,66% di spesa delle risorse impegnate, e un 16 esimo posto su 26. Per l'ennesima volta, il più elevato tasso di realizzazione
spetta a un paese baltico, la Lettonia, che registra lo sbalorditivo tasso di realizzazione del
95%, ben superiore al 63,5% che rappresenta la
media Ue.
Altrettanto mediocre, ma non disastrosa, la performance legata alla realizzazione dell'obiettivo
Competitività, che registra la spesa del 59,1% dei
fondi impegnati dall'Ue, leggermente al di sotto
della media (62,57), e in 13 esima posizione su 19
Stati: una graduatoria guidata dalla Grecia, con
l'85,8% delle attività realizzate in termini di fondi
comunitari spesi. Di conseguenza, per via di carenze di tipo organizzativo (mancata esecuzione
dei progetti), inefficienze burocratiche, incapacità
di presentare progetti valutati come appropriati,
l'Italia vedrà evaporare cospicui stanziamenti finanziari che le spettavano di diritto e che sarebbero vitali in questo periodo di contrazione dell'attività economica. Basti pensare che l'ammontare
a cui l'Italia si vedrebbe costretta a rinunciare
equivale a oltre l'1% del Pil registrato dal Paese
nel 2013 (1.362,5 miliardi di euro).
La maggior parte dei soldi a rischio disimpegno,
dovrebbero finanziare l'obiettivo Convergenza,
ovvero le regioni economicamente disagiate: infatti, allo stato attuale, sono proprio le regioni del
Mezzogiorno a mostrare una più modesta capacità di spesa, che si esprime in un tasso di realizzazione estremamente ridotto (45,37%), mentre le
altre regioni, nel loro complesso, registrano un
tasso di attuazione del programma del 59,08%. Di
conseguenza, per ironia della sorte, le regioni del
Sud Italia, per via della loro scarsa capacità di
spesa, si vedrebbero costrette a rinunciare a risorse pecuniarie che sarebbero vitali per dare impulso al loro sviluppo economico.
Se andiamo a vedere a livello geografico, la limitata capacità delle regioni coinvolte nell'obiettivo
Convergenza nello spendere efficacemente gli ingenti stanziamenti pecuniari garantiti dall'Ue tramite i fondi strutturali non è uniforme al Sud, tanto che si può individuare una macroarea a a due
velocità: da una parte le regioni virtuose, dall'altra
quelle ritardatarie. Il tasso di attuazione medio dei
Por, relativi all'obiettivo Convergenza è particolar-
mente contenuto, in particolar
modo relativamente alle risorse stanziate dal Fesr, dato
che è stato speso soltanto il
42,78% del totale, mentre il
dato relativo all'utilizzo dei
fondi Fse è più incoraggiante
(59,53%).
Da una parte troviamo i "virtuosi": la Basilicata e in minor
misura la Puglia, con valori
chiaramente superiori alla media del Sud Italia; dall'altro lato, i "ritardatari", che esibiscono livelli di attuazione dei programmi operativi particolarmente modesti, soprattutto in
relazione alla spesa dei fondi
Fesr (il 33,3% della Campania
spicca negativamente). Analizzando i valori assoluti, ovvero i miliardi di euro impegnati
dall'Ue e quelli spesi dalle regioni, emerge che quasi 7,5
miliardi di euro devono essere
spesi complessivamente dalle
regioni incluse nell'obiettivo
Convergenza, a fronte di circa
14 miliardi di impegni complessivi da parte dell'Ue.
Le risorse non spese appartengono prevalentemente al
pacchetto stanziato tramite il
Fesr (6,36 miliardi di euro),
che d'altronde rappresenta la
parte più rilevante del finanziamento della politica europea di coesione. L'ammontare di
denaro non speso è particolarmente consistente
in Sicilia e Campania, due regioni con più di due
miliardi di euro l'una da smaltire entro la fine dell'anno solare 2015. I dati sul tasso di realizzazione dell'Obiettivo Competitività si confermano più
lusinghieri rispetto a quelli relativi all'obiettivo Convergenza, riportando percentuali rispettivamente
del 64,27 e del 67,56 per i programmi realizzati
tramite l'erogazione di risorse da parte del Fesr e
del Fse. A livello regionale, spicca il tasso di attuazione dei programmi operativi finanziati tramite il
Fse nella Provincia Autonoma di Trento (87,7%),
mentre le altre percentuali di attuazione si mantengono sopra il 60%, o molto prossime a questa
soglia.
Più in generale, dopo l'allargamento dell'Unione
europea a 27 Stati membri è aumentata la discrepanza tra i principali contribuenti e gli Stati economicamente più arretrati. Un divario che risulta evidente quando si considera che i quattro paesi
principali forniscono oltre il 64% del budget rappresentato dalla risorsa economica basata sul Pil
nazionale. In particolare, l'Italia nel 2013 ha elargito l'11,8% dei versamenti basati sul Pil nazionale e si posiziona al quarto posto per contributo dopo Germania, Francia e Regno Unito. E' quanto rileva l'Eurispes in un'analisi diffusa oggi.
L'Italia, probabilmente a causa della crisi, ha sopravanzato la Spagna come secondo beneficiario
della politica di coesione, seppur ricevendo un
ammontare di risorse (32,823 miliardi) nettamente inferiore alla metà degli stanziamenti a favore
della Polonia (77,567 miliardsi). La Romania, un
Paese che analogamente alla Polonia è al contempo popoloso ed economicamente sviluppato,
balza al quarto posto della graduatoria dei beneficiari, mentre i piccoli e facoltosi Stati Nord-occidentali (Danimarca, Svezia, Austria, Finlandia,
Paesi Bassi), prevedibilmente, languono in fondo
alla classifica in entrambi i periodi presi in considerazione.
Adolfo Spezzaferro
5
Lettere...
La Voce Sociale
martedì
12 agosto 2014
Presto una giornata dedicata ai malati
di bipolarismo, sindrome grave ma poco nota
...e opinioni
T
E
R
R
I
T
O
R
I
O
Appello di Gianluca Gallo contro l’annunciato taglio
dei presidi Terna ed Enel di Cosenza e Castrovillari
Un altro abbandono che avrebbe
il sapore dello scippo. Per evitarlo, intervenga il Governo.
Il presidente della Quarta commissione consiliare “Ambiente e
territorio”, Gianluca Gallo, si oppone alla paventata soppressione di gran parte dei presìdi territoriali di Terna ed Enel, soprattutto quelli dell’alta Calabria. Sotto
le forbici sembrano destinate a finire, in particolare, le unità di Cosenza e Castrovillari.
Stando alle notizie rilanciate con
ad un’eventualità da scongiurare, anche in considerazione del
fatto che Terna è comunque impegnata in Calabria in molteplici
settori, cantieri ed attività, non ultimi quello delle fonti energetiche
rinnovabili, per cui inspiegabile
ed ingiustificata sarebbe la soppressione dei presìdi territoriali
calabresi». A ciò s’aggiungerebbe la volontà di Enel Distribuzione di avviare un processo di razionalizzazione a livello nazionale. Ma mentre nel resto d’Italia i
Colpisce una persona su cento e,
se non viene trattata in modo
adeguato, può causare gravi sofferenze e risultare anche molto
invalidante. Eppure il bipolarismo,
caratterizzato dagli sbalzi d'umore, è una delle malattie psichiche
meno note. “Chi ne è affetto come me cerca di nasconderla, un
po’ per vergogna e un po’ per
paura”, spiega Leonardo Sandri,
imprenditore astigiano bipolare
che ha deciso di mettere da parte
“l’omertà” su questa malattia e di
organizzare una
giornata interamente dedicata ai
bipolari. L’appuntamento è il 22
agosto a Incisa
Scapaccino, dove
Sandri ha creato il
primo orto terapeutico e sociale in Italia. Oltre duemila metri quadrati di coltivazioni in
cui a partire dalle sette del mattino sarà possibile passeggiare in
mezzo al verde, scoprire come si
diventa contadino, conoscere i
segreti del famoso cardo storto di
Incisa Scapacino, lavorare la terra. Ma anche effettuare mezz’ora
di seduta gratuita con psichiatri
volontari nelle terrazze dell’orto,
partecipare a gruppi di terapia,
degustare vini e prodotti locali.
L’iniziativa, intitolata alla memoria
di Settimio Sandri, il papà di Leonardo ucciso dal bipolarismo nel
1971, è rivolta a tutte le persone
affette dalla malattia e a chi desidera conoscere qualcosa di questo disturbo. I fondi raccolti nel
corso della giornata saranno interamente versati alla Fort Alamo
Onlus, fondazione creata da Sandri per aiutare le persone che soffrono di bipolarismo e non
possono permettersi cure e
assistenza medica specializzata. Le donazioni avverranno sotto il controllo di un notaio, che certificherà l'utilizzo
dei fondi a scopo benefico.
“Veniamo fuori e gridiamo al
mondo il nostro dolore e le
nostre sofferenze - è l'appello
di Sandri -. Io sono fortunato,
perchè vivo in questo splendido
posto e voglio farlo conoscere anche a chi non ha avuto la stessa
fortuna. Anche un solo giorno di
serenità può aiutarci e sono sicuro che non sarà l’unico”. Le informazioni sulla prima giornata dei
bipolari italiani e sulle altre iniziative della Fort Alamo onlus sul sito internet www.ortodilalo.it, online tra pochi giorni.
LA STORIA DEL GIORNO
di Gino Zaccari
Il Kursk affonda con tutto l’equipaggio
preoccupazione da fonti sindacali, la società Terna, nella sua veste di concessionaria del servizio
di gestione della rete di alta tensione di energia elettrica sul territorio nazionale, starebbe per
dare attuazione ad un piano di
riorganizzazione aziendale che
prevedrebbe il consistente ridimensionamento della presenza
del gruppo in Calabria, con la
conseguente chiusura dei centri
operativi di Cosenza e Castrovillari ed il trasferimento del relativo personale al centro di Rotonda, in Basilicata, sebbene l’80%
dell’asset da affidare al monitoraggio della nuova sede ricada
proprio in ambito calabrese. «Tale intendimento, qualora confermato», afferma Gallo, che già nei
mesi passati aveva sollevato il
caso, «si ripercuoterebbe negativamente, per come di tutta evidenza, sulla qualità del servizio
ma anche e soprattutto sotto il
profilo occupazionale, con la perdita di personale qualificato e di
prospettive lavorative presenti e
future. Siamo dunque di fronte
tagli riguarderebbero in media il
30% delle zone attualmente esistenti, in Calabria tale percentuale salirebbe al 50%. Anche in
questo caso con la probabile
soppressione della zona di Castrovillari. «Da qui la necessità –
afferma Gallo – di chiarire la
questione e fugare ogni dubbio.
Chiederò al Governo regionale
di impegnarsi ad adottare ogni
iniziativa idonea ed opportuna
ad evitare la soppressione dei
presìdi Terna ed Enel di Cosenza e Castrovillari. Ma auspico al
riguardo, a sostegno dell’impegno sul tema già profuso dai sindacati, la convergenza unitaria di
tutti i deputati e senatori eletti in
regione, perchè sull’argomento
vi sia il coinvolgimento decisivo
del Governo e si giunga in tempi
rapidi alla costituzione di un tavolo di confronto e concertazione con le società interessate al
fine di avviare da subito, in sede
istituzionale, un confronto su
scelte che dovrebbero divenire
esecutive a far data già dai prossimi mesi».
“Ore 13:15 Tutto il personale
dai compartimenti sei, sette
e otto è stato
spostato
nel
nono. Qui siamo in 23. Abbiamo preso
questa decisione in seguito
all'incidente.
Nessuno di noi
può uscire”. Sono le drammatiche parole ritrovate all’interno del sottomarino nucleare russo Kursk e scritte da Dimitry Kolesnikov, uno dei marinai
che sopravvisse all’incidente e all’affondamento del sottomarino
ma che non riuscì a resistere fino
all’arrivo dei soccorsi.
L’affondamento del Kursk, avvenuto il 12 agosto 2000, è una tragedia ancora oggi avvolta da mille dubbi e da tante polemiche, secondo la ricostruzione ufficiale il
sottomarino, durante un’esercitazione fu vittima del malfunzionamento di un siluro che ha causato una piccola esplosione che a
sua volta ha causato una più generale deflagrazione delle armi a
bordo provocando l’affondamento del gigantesco natante.
Secondo invece una più fantasiosa ma plausibile ricostruzione, il
Kursk sarebbe stato urtato da un
sottomarino americano che aveva avuto ordine di seguirlo, a tale
azione il mezzo russo avrebbe
reagito armando i siluri, questo
avrebbe a sua
volta causato la
reazione americana con il lancio di un siluro
responsabile
della tragedia.
Secondo tale ricostruzione,
Usa e Russia,
si sarebbero poi
accordati segretamente per
un risarcimento
di 10 miliardi di dollari sotto forma
di debiti annullati. Gli Usa hanno
smentito ufficialmente tale versione, non potendo però negare la
presenza di due loro sottomarini
hanno dichiarato che il Memphis
(che avrebbe sparato) era troppo
distante dal Kursk e che inoltre,
data la sua stazza di gran lunga
inferiore a quella del Kursk sarebbe stato completamente distrutto
in caso di collisione col gigante
russo. La sola cosa chiara in tutta faccenda è la tragedia delle famiglie dei 118 marinai che persero la vita nel sottomarino, 23 di loro morirono lentamente, in attesa
di soccorsi che non arrivarono
mai. Nell’immediato della tragedia
i russi tentarono di farcela da soli, poi accettarono l’aiuto straniero e si scatenò una disperata corsa contro il tempo di macchine e
uomini provenienti dai molti paesi
che avevano offerto il loro supporto, alla fine però, tutto fu vano
e anche quegli ultimi 23 si spensero nel buio degli abissi marini.