ANNO VIII N. 28 Poste Italiane SPA - Sped. Abb. Postale DL 353/2003 (conv. INL. 27/02/2004, nª 46) ART.1 comma 1 DCB ROMA • Luglio - Settembre 2014 P E R I O D I C O D E L L A F A I T A F E D E R C A M P I N G CAMPANIA, LA REGIONE IN CUI IL TURISMO È STORIA RAIS GERBI, PERLA TURISTICA DELLE MADONIE. PERICOLO INCENDIO, COME PREVENIRLO. LA NUOVA ENIT, PASSI VERSO UNA MODERNA AGENZIA. ANNO VIII N. 28 CAMPING MANAGEMENT :EDITORIALE Maurizio Vianello Ognuno di noi può trovare occasioni di soddisfazione nel proprio lavoro, quando un ospite ci esprime un apprezzamento o, semplicemente quando torna abitualmente presso la nostra struttura. Ma aldilà dell’orgoglio aziendale è notevolmente più concreto il valore economico che assume un cliente soddisfatto, perché diventa il migliore e di gran lunga più efficace strumento di comunicazione e promozione per la nostra azienda. Come si costruisce questo risultato? Certo la soddisfazione del cliente non può essere un semplice obbiettivo, se lo fosse mostrerebbe presto la corda della ripetitività e della consuetudine. Deve essere piuttosto un metodo, una modalità operativa. Vale a dire: faccio questo e lo faccio bene non “per” la soddisfazione del cliente, quanto piuttosto perché far bene le cose è il solo modo per fare impresa turistica. Non c’è altro settore, infatti, dove la qualità sia un prerequisito del servizio offerto come nel turismo. Della qualità la sicurezza è una componente intangibile, invisibile ma fondamentale. Per questo il confronto che offriamo alle imprese in occasione del prossimo SIPAC di Padova, è utile e tempestivo. Lo scenario nuovo cui ognuno di noi dovrà far fronte è una realtà che coinvolge tutti e direttamente, ma soprattutto dobbiamo imparare a considerarlo come una occasione per offrire più qualità al nostro prodotto/servizio. E’ una via stretta da percorrere, specie in tempi di recessione come questi; tuttavia se ci abituiamo a considerare il fattore sicurezza come un tratto ulteriore dello stile ospitale italiano che ci distingue nell’immaginario della nostra clientela potremo più serenamente affrontare la concorrenza e l’impegno quotidiano. Il meglio della nostra offerta è quello che il nostro ospite non vede ma percepisce durante l’intera vacanza e che porta con sé tra i suoi ricordi migliori: divertimento, relax e benessere, solo e sempre in sicurezza. FAITA FEDERCAMPING Produzione e pubblicità: Contatto Comunicazione e Marketing s.r.l. Via Apuania, 5 - 00162 Roma Tel. 06 97616025 - Fax 06 97616034 cell. 3355774176 Via Cola di Rienzo, 285 00193 Roma Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 363/2006 del 29/09/2006 Direttore responsabile: Salvatore Vingiani tel. 06 32111043 - fax 06 3200830 www. faita.it Redazione: Nicolcarlo Genovese Pietro Licciardi Andrea Spezzigu Progetto grafico: Emilio Procopio e.procopio@format-roma.it Impaginazione: Format Roma s.r.l. www.formatroma.it Stampa: Grafica Di Marcotullio sas - Roma Finito di stampare Novembre 2014 CAMPING MANAGEMENT :SOMMARIO 5 RAIS GERBI, PERLA TURISTICA DELLE MADONIE Pietro Licciardi 8 CAMPANIA, LA REGIONE IN CUI IL TURISMO E’ STORIA 18 SULL’OPEN AIR LA POLITICA E’ ASSENTE 21 LA NUOVA ENIT, PASSI VERSO UNA MODERNA AGENZIA 25 FRANCESCHINI: CONCLUSI I LAVORI TGLAB, IL RILANCIO DEL TURIMO IN 30 AZIONI 26 I VISTI TURISTICI? QUASI UN MIRAGGIO 29 PERICOLO INCENDIO, COME PREVENIRLO Vincenzo Muzi e Fabio Zorzini 33 MARKETING SU DUE RUOTE 36 QUANTO COSTA PERDERE UNA TELEFONATA? 39 LA SRL SEMPLIFICATA di Maurizio Fantaccione SISTEMI PER LA LA PRODUZIONE PRODUZIONE DI A ACQUA CQUA C CALDA ALDA SANIT SANITARIA TARIA A AR ISTANTANEA, IST TA ANT TA ANEA, EC ECONOMICA ONOMICA E PL PLUG&PLAY UG&PLAY per medie e grandi grandi utenze. utenze. per MASSIMO MASSIMO MO RISP RISPARMIO PARMIO A [SAVING [S SAVING MODE] MODE] Un Un’ampia ’ampia gamma di sk skid id p per er spogliatoi, spogliatoi, centri centri sp sportivi, ortivi, ccampings, ampings ingss, hotels, hotels, piscine piscine, e, ccentri entri b benessere, enessere, ccondomini, ondomini, palestr e, cliniche e, la palestre, cliniche, lavanderie vanderie villaggi turistici, industrie industrie,, alle allevamenti vamenti e altr altro. o. M ASSIMA EFFICIENZ A MASSIMA EFFICIENZA MODE] [BOOSTER M ODE] ...a better better way wa ay to to heat water. wat a err. ADSUM srl - Via Val Tiberina 79, 63074 San Benedetto del Tronto (AP) Italy Phone +39 0735 757781 maggiori info: info: w www.adsumsrl.com ww.adsumsrl.com CAMPING MANAGEMENT :PAROLE ATTORNO AL FUOCO RAIS GERBI, PERLA TURISTICA DELLE MADONIE di Pietro Licciardi IL CAMPING-VILLAGGIO DI ENZO CERRITO, IMPRENDITORE DELL’OPEN AIR SICILIANO I l campeggio e villaggio Rais Gerbi è a Finale di Pollina, un piccolo centro turistico a pochi chilometri da Cefalù, nell’incantevole Sicilia. Ma sarebbe riduttivo definire il Gerbi “campeggio” o anche “villaggio”, perché nel corso degli anni la struttura, grazie alla dedizione del suo proprietario, Enzo Cerrito, è diventata un vero e proprio complesso turistico, dotato di 184 piazzole immerse nel verde, affacciate sullo stupendo e cristallino mar Tirreno, 32 moderne case mobili e 13 bungalow. Ovviamente ha il suo minimarket, una grande piscina – che qui è di acqua marina e istallata su una balconata a picco su una insenatura -, un grande ed elegante ristorante e pizzeria. Inoltre i clienti dispongono di campi da tennis, calcetto e pallavolo, parco giochi per i più piccoli, un ampio parcheggio. Insomma il Rais Gerbi è un fiore all’occhiello per il turismo locale, anche se mantenerlo in efficienza, competitivo e redditizio fa sudare le proverbiali sette camicie. E infatti, come racconta Cerrito, la sua è stata una vera e propria lotta, condotta con caparbia determinazione contro la burocrazia siciliana, durata per quasi vent’anni. L’avventura imprenditoriale di Enzo Cerrito inizia verso la fine degli anni ’60 del secolo scorso, quando studente di lingue all’Università “Orientale” di Napoli ha conosciuto a Cefalù una signora francese che cercava di aprire una discoteca. Lui, che viene da una “ NEI PRIMI ANNI ’90 IL RAIS GERBI FU ANCHE IL PRIMO AD AVERE IN SICILIA I TURISTI DELL’EST, CECHI E SLOVACCHI, GRAZIE AL PROFICUO INCONTRO CON UN’AGENZIA TURISTICA DELL’EX BLOCCO SOVIETICO. famiglia di imprenditori e commercianti – il padre era stato in America dove aveva aperto un hotel e sale da biliardo – non se lo fa ripetere due volte e si butta nell’impresa. La discoteca è presto aperta e inizia ad andare a gonfie vele. A quel punto Cerrito capisce anche che il suo futuro non sono solo le lingue straniere e da buon siciliano innamorato della sua splendida terra, decide di portare a compimento un progetto al quale in quegli stessi anni stavano lavorando il padre e uno zio: aprire uno dei primi campeggi dell’isola, nella convinzione che ben presto le bellezze artistiche, naturali e archeologiche della Sicilia avrebbero attirato frotte di turisti, non solo dalle altre regioni italiane ma anche dall’Europa. Armato di entusiasmo si mette così all’opera ma qui inizia anche il suo calvario, fatto di carte bollate, domande, peregrinazioni da un ufficio all’altro… Insomma di politica e burocrazia, che a quanto pare in Sicilia - nonostante il privilegio dell’autogoverno, dato che la Regione è a statuto speciale – è ancor più oppressiva e paralizzante che nel resto dello Stivale. «Per arrivare a vedere la luce in fondo al tunnel ci ho messo quasi vent’anni», dice il nostro imprenditore, «e ad un certo punto ho anche deciso di lasciar perdere. Poi nel 1980 ho ripreso, cercando di finire un po’ alla volta almeno quello che sarebbe diventato il minimarket e il ristorante, di cui c’era già lo scheletro in cemento armato. Grazie ad un finanziamento nel luglio 1987 ho potuto aprire». Fin dall’inizio Cerrito cerca di dare un’impronta di qualità al suo campeggio, dotandosi da subito dei primi bungalow per assecondare le richieste provenienti dall’estero. Nei primi anni ’90 fu anche il primo a portare in Sicilia i turisti dell’Est, slovacchi e cechi, grazie al proficuo incontro con una agenzia turistica dell’ex blocco sovietico. Un business durato quindici anni e che ha pure contribuito al ripopolamento di Pollina, dato che diversi aitanti giovani del luogo hanno sposato ragazze 5 CAMPING MANAGEMENT :PAROLE ATTORNO AL FUOCO dell’est giunte in vacanza. Il Rais Gerbi si è messo presto all’avanguardia anche dal punto di vista ambientale, iniziando da subito l’autoproduzione di acqua calda e dal 2012 di energia elettrica mediante pannelli fotovoltaici; oggi oltre il 60% dell’elettricità viene dal Sole . Gli scarichi dei wc sono inoltre alimentati con acqua di pozzo non potabile e anche la raccolta differenziata dei rifiuti è iniziata molto prima che il Comune la estendesse a tutto il territorio. «A dire il vero l’uso dell’acqua più che con l’ambiente ha a che fare con l’incuria degli amministratori», precisa Cerrito «dal momento che la Sicilia non è poi così povera di acqua. Il fatto è che la rete idrica pubblica è un colabrodo e disperde più di quello che riesce a distribuire; per questo mi sono dovuto attrezzare, per ogni evenienza, con serbatoi da seicento metri cubi complessivi». Ecco un altro dei problemi quotidiani con i quali gli imprenditori di questa regione si devono confrontare. Il Rais Gerbi si sta mettendo all’avanguardia anche sul piano dell’accessibilità, essendo la prima, e unica fino ad oggi, struttura siciliana ad aver aderito a Village for All, marchio internazionale di qualità per il turismo accessibile, col quale sta progettando l’adeguamento di tutte le aree del campingvillaggio alle esigenze non solo dei turisti diversamente abili ma di tutti coloro che hanno particolari difficoltà, anche transitorie, come le mamme con bambini molto piccoli in passeggino e carrozzina o persone con arti temporaneamente immobilizzati. Originale, rispetto ai colleghi, anche la scelta imprenditoriale di Cerrito: «Al contrario di quanto avviene altrove ho cercato fin dall’inizio di limitare la presenza di stanziali. Prima erano novanta, adesso sono tre. Il motivo? Ovviamente non generalizzo, ma purtroppo hanno spesso la tendenza a considerare le piazzole una loro proprietà, causando più problemi, di gestione e manutenzione, che vantaggi. E siccome in vacanza ci si va soprattutto per riposare ho anche voluto scoraggiare la presenza di certi clienti isolani, i quali, talvolta, sono troppo esuberanti. Pensi che questa estate è arrivata una fa- 6 “ ORIGINALE LA SCELTA IMPRENDITORIALE: «AL CONTRARIO DI QUANTO AVVIENE ALTROVE HO CERCATO FIN DALL’INIZIO DI LIMITARE LA PRESENZA DI STANZIALI. PRIMA ERANO NOVANTA, ADESSO SONO TRE». miglia di quasi trenta persone, che si sono portati almeno 90 chili di carne da fare alla brace. Insomma una festa continua, che se può essere stata una nota di folklore per qualche straniero si è trasformata in un incubo per i clienti delle piazzole adiacenti. Adesso il 99% della mia clientela invernale è costituita da stranieri, mentre in estate sono il 50%». Scelta originale, orientata anche in questo campo alla qualità, ma non indolore. E’ sempre Cerrito che parla: «Per mantenere alto lo standard dei clienti devo fare non pochi sacrifici sul piano degli incassi, ma lo faccio volentieri, perché secondo me l’idea di campeggio e di vacanza non può dissociarsi da quella di tranquillità, relax, pulizia e rispetto reciproco. Quest’anno oltretutto ho notato un calo di italiani, provenienti per lo più da Lombardia, Lazio, Campania e ovviamente anche di famiglie siciliane che sono clienti selezionati e affezionati da anni. Colpa senz’altro della crisi. Solo in parte il calo è stato compensato da- gli stranieri ma ho dovuto praticare dei last minute con sconti del 50%; insomma una vera e propria politica deflativa che non potrò assolutamente sostenere a lungo». E qui il proprietario del Rais Gerbi affronta una questione dolorosa e per certi versi incredibile. «Io ho sempre creduto, e ancora credo, che la Sicilia possa avere un enorme sviluppo turistico, perché qui non ci manca nulla, da tutti i punti di vista. Invece niente viene fatto, soprattutto dalla politica regionale. E’ come se chi governa questa sfortunata regione volesse lasciare tutto com’è, per costringere i siciliani a vivere di assistenzialismo. Eppure ovunque sono andati nel mondo hanno lavorato sodo e hanno creato enorme ricchezza per i paesi che li hanno ospitati». Come spiega sempre Cerrito, la sua ventennale odissea la dice lunga sull’ottusa e paralizzante burocrazia regionale e locale, che rende quasi impossibile anche ogni adeguamento strutturale al mercato. Ma se questo sembra essere la norma in tutta Italia, l’inefficiente politica siciliana è un fallimento anche sul piano delle infrastrutture. «La Sicilia è già penalizzata dalle distanze e dal fatto che occorre attraversare un braccio di mare per raggiungerla», spiega il nostro imprenditore, «ma una volta arrivati c’è da fare i conti con una rete viaria disastrata. I nostri clienti, specialmente stranieri, arrivano in aereo, ma lo scalo di Palermo è assolutamente inadeguato e per raggiungerlo si deve per- promozione? «L’Italia nel suo complesso si promuove malissimo sui mercati turistici internazionali; la Sicilia ancora peggio. Non c’è una seria programmazione e non ci sono investimenti e questo nonostante il turismo sia veramente una risorsa primaria per il nostro Paese. Mi chiedo che competenze e capacità abbiano in nostri politici al governo, nazionale e regionale». Dulcis in fundo la questione del credito e dei finanziamenti alle imprese: «Vorrei dotare il campeggio di un centro benessere, ma è un impegno finanziario importante. Ho provato con la banca e anche se per fortuna ho trovato un isti- tuto di credito che mi segue e mi aiuta molto sul piano burocratico oggi come oggi nessuno concede più finanziamenti di una certa entità. Con la Regione, se non hai la tessera giusta o le amicizie politiche giuste, ancora peggio. Ho fatto domanda per cercare di accedere a fondi europei e ho predisposto tutta la documentazione, che era anche ben fatta a differenza di quanto riescono a fare gli organismi pubblici siciliani; ma quando si è arrivati al dunque mi sono trovato all’ottocentesimo posto nella graduatoria. Cosa è successo non mi è dato sapere… Che vuole le dica ancora?». n Sistemi da copertura per il seƩore outdoor. Da 70 anni Onduline® si dedica a realizzare soluzioni di copertura che oƫmizzano il vostro lavoro quoƟdiano. Infaƫ le lastre da copertura Onduline®, in fibre bituminose o policarbonato, oīrono indiscussi vantaggi in termini di resistenza meccanica e alla corrosione, eĸcace venƟlazione e perfeƩa impermeabilizzazione. La grande versaƟlità e la varietà delle soluzioni proposte rendono i sistemi Onduline® parƟcolarmente indicaƟ per la copertura di teƩoie, bungalow, gazebo, caseƩe in legno, pergolaƟ e carport, con risultaƟ eccellenƟ che si armonizzano con tuƫ i contesƟ paesaggisƟci. 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Ma non si è fatto e i soldi risparmiati non sono stati neppure usati per sistemare i collegamenti interni della Sicilia». E sul piano della Onduline®, il valore aggiunto del vostro lavoro. ONDULINE® ONDUCLAIR® ONDUVILLA® www.onduline.it VANTAGGI VANTAGGI RESISTENZA MECCANICA FACILITÀ DI POSA ISOLAMENTO ISOLAMENTO TERMICO ACUSTICO SOVRA COPERTURE ESTETICA GARANZIA 7 CAMPING MANAGEMENT :AMBIENTE E TERRITORIO CAMPANIA LA REGIONE IN CUI META DI VILLEGGIATURA FIN DAL PRIMO SECOLO A.C. È OGGI LA PRIMA REGIONE TURISTICA DEL SUD L a Campania è la regione italiana che accoglie più turisti stranieri tra quelle meridionali e tale primato in qualche modo si riallaccia alla storia; addirittura all’età classica romana, quando già nella seconda metà del I secolo a.C. la costa campana era il centro mondano di villeggiatura più famoso del neo-Impero: le cittadine di Baia, Pozzuoli, Miseno, erano il ritrovo di tutta l’aristocrazia romana, imperatori compresi, e numerose erano le ville nelle attuali località balneari della Campania o nelle isole. E siccome la zona flegrea era ricca di fumarole e solfatare ad aumentare la fama “turistica” della regione contribuivano anche gli ottimi centri termali, in cui si utilizzavano le esalazioni gassose anche a scopi curativi. In seguito la Campania, e Napoli in particolare, divenne tappa imperdibile per i giovani nord-europei che affrontavano il Gran Tour, il viaggio di 8 formazione culturale in quello che era il cuore e centro propulsore della cultura europea, l’Italia appunto. Nel Settecento poi la passione per l’età classica alimentò un po’ ovunque campagne di scavi archeologici che in Campania portarono alla luce importanti resti che andarono ad arricchire la già imponente offerta. Ma la fortuna turistica della regione, nel senso moderno del termine e sulla quale ancora oggi alcune sue località basano la propria capacità di attrazione, prese corpo nel corso della seconda metà dell’Ottocento, quando la destinazione fu inserita nel nascente sistema turistico europeo. Il londinese Thomas Cook, tour operator con sede succursale in Napoli già nel 1860 fu il primo a confezionare e a vendere il tour Bay of Naples, mentre negli stessi anni, a Roma, tale Mr. Russel Forbes, esperto di antichità romane e guida turistica per scavi e mu- sei al servizio di famiglie inglesi e americane, confezionava e proponeva un suo tour, chiamato A week in Naples. Tali proposte puntavano sui bisogni emotivi allora di gran voga: la ricerca del paesaggio pittoresco, tanto bello da essere riprodotto su tela (Campi Flegrei), la ricerca romantica del sublime e dell’orrido negli eccessi della natura (Vesuvio e Grotta Azzurra); la sete neoclassica di antichità (Pompei e i musei); il folklore romantico (la religiosità e la tarantella). Nel frattempo, i flussi stranieri che dal nord Europa giungevano nella regione campana non alimentavano solo il turismo del tour, ma anche la pratica del viaggio individuale e quella del soggiorno climatico, facendo la fortuna di località come Amalfi, Ravello, Capri e contribuendo, grazie alla positiva risposta delle popolazione locali, a disegnare una geografia turistica nella quale presero gradualmente for- IL TURISMO È STORIA “ LA CAMPANIA È LA REGIONE ITALIANA CHE ACCOGLIE PIÙ TURISTI STRANIERI TRA QUELLE MERIDIONALI E TALE PRIMATO IN QUALCHE MODO SI RIALLACCIA ALLA STORIA; ADDIRITTURA ALL’ETÀ CLASSICA ROMANA. ma delle vere e proprie enclave straniere, la cui presenza contribuì in maniera decisiva alla fama delle diverse località. Mentre i flussi stranieri tracciavano itinerari e modellavano spazi che sarebbero stati occupati dal turismo di massa del Novecento, sul finire dell’Ottocento in altre aree della regione campana si andava formando un sistema di ospitalità destinato ad una domanda soprattutto “interna”. L’area di Cava de’ Tirreni, Castellammare di Stabia e Agnano diventavano così mete per il turismo climatico e termale del segmento alto-borghese, destinato tuttavia a esaurirsi a metà Novecento. Una modifica dell’immagine e delle pratiche turistiche fu determinata dalla politica turistica fascista, che se da un lato scoraggiò il turismo straniero, presente soprattutto in certe località costiere e sulle isole, dall’altra ne lanciò altre, come Positano, che negli an- ni Trenta si presentava con un carattere austero e privo di mondanità, più in linea con la propaganda del partito. Nell’area salernitana il regime spinse la Certosa di Padula e le Grotte di Pertosa, ma soprattutto il sito archeologico di Paestum, la cui spettacolarità fu valorizzata con mirate campagne di scavo e restauro. Contemporaneamente il fascismo contribuì a “plasmare” l’offerta di altre mete in Campania stimolando soprattutto il turismo delle classi meno abbienti della popolazione. E’ il caso, ad esempio, della Madonna del Rosario di Pompei, con l’incoraggiamento della pratica del viaggio di nozze presso le fasce popolari oppure delle colonie al mare per l’infanzia, come quelle di Pozzano a Castellammare di Stabia, o ancora del termalismo popolare. Questa lunga tradizione turistica campana dunque ha costituito la premessa per intercettare e accogliere il turi- smo di massa che si è manifestato a cominciare dagli anni Cinquanta. A portare i grandi numeri e la standardizzazione dell’offerta nelle mete del turismo furono ancora una volta gli stranieri, con la loro richiesta di mare (see), sole (sun), sabbia (sand), sesso (sex) e alcool (spirits). L’ampliarsi della domanda interna, dovuto alla straordinaria diffusione della pratica del turismo termale sollecitò però anche una forte domanda di seconde case al mare con il conseguente assalto indiscriminato alle coste. Negli anni successivi la geografia turistica della Campania si è in parte modificata, sia per il crescente degrado sociale e urbano del capoluogo napoletano che lo ha in parte allontanato dai tour classici, sia per la crescente concorrenza di altre regioni del Sud, come la Puglia. Mentre alcune località “storiche”, come quelle che si affacciano sul Golfo di Napoli, non 9 solo hanno resistito ma sono diventate senz’altro turisticamente “mature” altre hanno avuto modo di affermarsi in seguito al mutare della domanda, che ha portato alla crescita del turismo culturale, allo sviluppo delle motivazioni eno-gastronomiche, alla pressione del turismo religioso. Punto di maggior forza della Regione comunque resta il suo profondo radicamento di destinazione turistica nell’immaginario culturale del mondo occidentale. La regione Campania e l’area del Golfo di Napoli in particolare costituiscono un capitolo fondamentale del turismo. Tanto è vero che per l’ulteriore sviluppo turistico della Campania non sembra necessario doversi “inventare” niente, poiché in termini di risorse turistiche già possiede tutto quello che è necessario per motivare le correnti di traffico. Piuttosto sembra più utile puntare alla valorizzazione delle tradizioni e delle produzioni locali agendo organicamente sulle leve dell’organizzazione, dei servizi ricettivi e complementari e sulla commercializzazione. LA CAMPANIA NEL MERCATO TURISTICO Dalla fine della seconda guerra mondiale il fenomeno turistico a livello internazionale ha conosciuto una crescita costante e anche la Campania ha beneficiato di tale trend. Una crescita costante che è stata rilevata anche durante il primo decennio del nuovo millennio, superato lo shock seguito all’attentato alle Torri gemelle a New York dell’11 settembre 2001 che fece calare gli arrivi turistici internazionali dell’1,3%, registrata come l’unica significativa diminuzione dal 1945. La crisi economica iniziata nel 2008 ha segnato invece una inversione di tendenza, con una diminuzione dei flussi diventata man mano più significativa col perdurare degli anni. Nel 2014 secondo Confesercenti la maglia nera per la crisi del commercio è andato proprio alla Campania, dove da gennaio sono stati chiusi oltre 3000 negozi e 200 ristoranti, oltre a diversi hotel. Tuttavia gli indici di attrattività turi- “ LA FORTUNA TURISTICA DELLA REGIONE, NEL SENSO MODERNO DEL TERMINE E SULLA QUALE ANCORA OGGI ALCUNE SUE LOCALITÀ BASANO LA PROPRIA CAPACITÀ DI ATTRAZIONE, PRESE CORPO NEL CORSO DELLA SECONDA METÀ DELL’OTTOCENTO. stica formulati dal Touring Club Italiano situano la Campania al terzo posto, dopo Lazio e Toscana; essa detiene inoltre circa il 20% dei visitatori a musei e siti archeologici statali a livello nazionale. Se si considerano le percentuali di presenze di turisti sul totale nazionale, la Campania scivola tuttavia al settimo posto, con circa il 6-7%, mentre Veneto, Trentino ed Emilia Romagna, pur con indici di attrattività turistica molto più bassi, vantano quote di arrivi e di presenze pari quasi al doppio della Campania. Ancora, la Campania dimostra si sapere stimolare poco la spesa dei suoi visitatori. Se si guarda alle stime effettuate dall’Ufficio Italiano Cambi, si nota difatti come i turisti internazionali abbiano speso in Campania solo il 3% sul totale nazionale. Rapportata alla percentuale delle presenze, si tratta di una somma assai modesta, che risente sicuramente della minore incidenza del turismo d’affari rispetto ad altre regioni, ma che riflette anche la debolezza del sistema turistico nel suo complesso. Per quanto riguarda i flussi negli esercizi alberghieri la nazionalità più presente è quella tedesca, con un dato che riflette quello nazionale. Poco meno in termini di arrivi sono gli statunitensi; seguono i turisti provenienti dal regno Unito, i francesi e i giapponesi. Seguono i polacchi e gli australiani, gli svizzeri e gli austriaci, seguiti dai belgi. Tra tutte le province, Napoli trattiene oltre il 60% dei turisti stranieri in regione, seguita da Salerno e, con quote irrilevanti, dalle province interne. Il dato è ancora più significativo se si guarda agli arrivi complessivi, per i quali la provincia di Napoli trattiene oltre il 70%, e se si guarda a quelli nelle sole strutture alberghiere, che salgono all’80% . Nel dettaglio i tedeschi esprimono una netta preferenza per l’isola d’Ischia; gli americani invece preferiscono Sorrento, l’isola di Capri, Pompei e Napoli città. La lettura dei bacini di domanda va comunque incrociata con le motivazioni di viaggio. Difatti da una parte il primato detenuto dal Golfo di Napoli pone la regione campana in un rapporto singolare ed esclusivo con le grandi aree generatrici di domanda (Europa centrale, America e Giappone), collocando la Campania accanto ai grandi attrattori italiani (Roma, Firenze, Venezia), dall’altro l’offerta balneare la colloca in maniera più indistinta tra le destinazioni mediterranee. Per questa almeno duplice vocazione, 11 CAMPING MANAGEMENT :AMBIENTE E TERRITORIO la Campania costituisce un prodotto turistico “europeo”, ma anche mediterraneo e da questo punto di vista l’instabilità politica e sociale dei paesi che si affacciano sulla sponda sud del bacino potrebbe rafforzarne la posizione. Per ciò che riguarda la composizione del flusso turistico interno circa 1/3 delle presenze che si registrano nelle strutture ricettive della Campania è di origine regionale. L’incidenza del turismo regionale, pur essendo tra le più alte che si riscontrano a livello nazionale - valori più alti si ottengono solo per la Lombardia, il Veneto, il Friuli V.G., la Sicilia – deve essere interpretato come un fenomeno fisiologico dovuto alle dimensioni demografiche della regione e all’elevata capacità attrattiva che mostra di avere nei confronti della domanda interna. Il principale flusso turistico di provenienza extra-regionale è quello laziale, seguito da quello lombardo e da quello emiliano-romagnolo, la cui incidenza, tuttavia, non va al di là dell’8% circa. Complessivamente le prime 3 regioni coprono poco più del 42% della domanda extra-regionale, diversamente da quanto accade ad esempio in Toscana dove l’incidenza delle prime 3 regioni si attesta attorno al 49%. Gioca in questo caso un ruolo la maggior distanza chilometrica e anche una minore capacità competitiva dell’offerta turistica campana nei confronti dei singoli bacini regionali di irradiazione turistica. LE MOTIVAZIONI TURISTICHE Il motivo prevalente per cui gli italiani scelgono la Campania per le loro vacanze è il mare, anche se è in cre- La nostra sfida è semplificare l’operatività delle vostre strutture ambienti innovativi per spogliatoi e servizi 12 “ DALLA FINE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE IL FENOMENO TURISTICO A LIVELLO INTERNAZIONALE HA CONOSCIUTO UNA CRESCITA COSTANTE E ANCHE LA CAMPANIA HA BENEFICIATO DI TALE TREND. UNA CRESCITA COSTANTE CHE È STATA RILEVATA ANCHE DURANTE IL PRIMO DECENNIO DEL NUOVO MILLENNIO. scita il segmento del turismo culturale, orientato soprattutto alla fruizione del patrimonio archeologico e alla visita del capoluogo campano. La forte incidenza del turismo balneare non esclude il fatto che chi si reca sulla costa non usufruisca anche della notevole dotazione di risorse culturali, storiche e archeologiche presenti nell’immediato retroterra delle località marine. La fruizione del patrimonio culturale costituisce la motivazione prevalente per una percentuale dell’incoming di provenienza extra-regionale che può essere stimata intorno al 15-20% e tende a concentrarsi nei mesi primaverili ed autunnali, raggiungendo il suo apice in corrispondenza dei periodo di festività (Natale, Pasqua) e dei fine-settimana lunghi. Le motivazioni di ordine ambientale, connesse cioè alla fruizione delle aree naturali protette e dei parchi nazionali, sono invece quasi del tutto assenti come motivazioni prevalenti e sono marginali anche come motivazioni secondarie. In altri termini dalle indagini realizzate risulta che se la bellezza paesaggistica del contesto territoriale costituisce un indubbio fattore di attrazione per molte località turistiche della Campania (Isole, Pe- nisola Sorrentina, Costiera Amalfitana, Cilento), la fruizione del patrimonio ambientale non viene quasi mai riconosciuta dal turista come motivante per la vacanza. Ciò è spiegabile con la scarsa fruibilità del patrimonio ambientale, in particolare, dei parchi e delle aree protette della Campania, e, non di meno, alla scarsa conoscenza che i flussi turistici possiedono di questa attrattiva territoriale. Fortemente in crescita risultano invece le motivazioni di natura eno-gastronomica. In taluni periodi dell’anno (autunno e primavera) una percentuale non irrilevante dei soggiorni turistici di breve durata (10%) presentano come motivazione prevalente la “scoperta del territorio”, definizione che cela un misto di interessi di natura culturale ed eno-gastronomica. Le motivazioni legate al benessere e alla salute sono complessivamente marginali all’interno dei flussi turistici di provenienza extra-regionale, anche se negli ultimi anni vi è stata una significativa crescita. Uno stimolo allo sviluppo della domanda che in altri contesti territoriali è in espansione, potrebbe venire da una riqualificazione delle stazioni termali da centri di cura a centri di benessere, am- pliando e diversificando i servizi offerti e orientandoli verso nuovi segmenti di domanda. In sostanza si può affermare che le forme di turismo attualmente attratte dal sistema regionale di offerta turistica sono ampie e diversificate. Non sempre però la Campania riesce a soddisfarle in modo soddisfacente. LE DESTINAZIONI TURISTICHE Oltre un quarto degli arrivi nelle strutture ricettive della Campania si sono concentrati nelle località balneari, mentre la seconda tipologia di destinazione turistica della Campania sono le città di interesse storico e artistico, che ospitano ogni anno poco più del 22% del flusso turistico internazionale, ma in termini di presenze la loro incidenza percentuale supera appena il 13%. Tale differenza è in buona parte addebitabile alla durata dei soggiorni che nel turismo culturale risulta mediamente più contenuta di quanto non sia dato riscontrare negli altri tipi di turismo. Notevolmente inferiore è l’incidenza delle località termali che pure costituiscono uno degli aspetti più rimarchevoli dell’of- 13 INNOVATE CON I COLORI Con O’Hara, 2° fabbricante europeo di mobile-home : - personalizzate il vostro parco all'infinito con 10 diversi colori per rivestimenti all'ultima moda, - offrite ai vostri clienti il massimo del comfort e della sicurezza con tutti i modelli certificati EN 1647, - proteggete l'ambiente grazie all'impegno eco-responsabile di O’Hara, certificata ISO 14001. www. ohara .fr TÏMtJOfPSNBUJPO!PIBrBGStXXwPIBra.fr Division Habitat de Loisirs ferta turistica campana. In realtà, l’offerta termale tende a concentrarsi nei comuni costieri che vengono considerati, in virtù della prevalenza del turismo balneare rispetto a quello termale, come località marine e non già come località termali, facendo apparire marginale il flusso turistico attratto da tale risorsa. Solitamente la presenza delle terme rafforza però l’attrattività turistica della risorsa balneare e contribuisce a destagionalizzare la domanda. Inoltre è da considerare che questo tipo di destinazione turistica, proprio per la specificità attrattiva delle terme, presenta una permanenza media superiore a quella che si riscontra negli altri tipi di destinazione. Ampiamente marginale è invece il ruolo delle località collinari e di “interesse vario”, e ciò non tanto per lo scarso valore attrattivo che caratterizza queste realtà territoriali, quanto per la scarsa significatività del relativo sistema ricettivo e, soprattutto, perché - salvo rari casi – non rientrano negli ambiti territoriali riconosciuti turisticamente rilevanti. LA CONCENTRAZIONE TERRITORIALE DEL TURISMO “ GLI INDICI DI ATTRATTIVITÀ TURISTICA FORMULATI DAL TOURING CLUB ITALIANO SITUANO LA CAMPANIA AL TERZO POSTO, DOPO LAZIO E TOSCANA; ESSA DETIENE INOLTRE CIRCA IL 20% DEI VISITATORI DI MUSEI Una dei fattori che caratterizza in ne- E SITI ARCHEOLOGICI gativo la configurazione turistica della E STATALI A LIVELLO Campania è certamente rappresenta- NAZIONALE. to dall’elevato livello di concentrazione della domanda, poiché oltre il 50% del flusso si indirizza verso le località turistiche della provincia di Napoli, percentuale che scende tuttavia al 44,5 se in luogo degli arrivi si considerano le presenze. In questo caso il primato spetta alla provincia salernitana nelle cui strutture ricettive i turisti italiani spendono più del 47% dei pernottamenti. La situazione muta radicalmente se la disarticolazione territoriale delle presenze viene fatta con riferimento alla sola componente alberghiera, in tal caso, infatti, la provincia napoletana mantiene la leadership incontrastata del mercato campano con un’incidenza percentuale di poco inferiore al 60%. Al di là di ogni altra considerazione comparativa, le tre province costiere –da nord a sud: Caserta, Na- poli, Salerno – accolgono la quasi totalità della domanda internazionale; appena il 3% dei pernottamenti effettuati dai turisti italiani riguarda infatti le province interne (Avellino e Benevento). Da notare che il Casertano, nonostante le notevoli potenzialità turistiche, riesce ad attrarre poco più del 5% del flusso turistico interno e ancor meno in termini di presenze. Il tasso di concentrazione delle presenze turistiche diviene ancor più evidente se si scende a livello di comprensorio turistico o, addirittura, a livello di singola destinazione Nella sola Isola d’Ischia si contano oltre 3 milioni di presenze pari ad oltre 1/5 di quelle che si registrano annualmente nel complesso delle strutture ricetti- ve campane. La seconda destinazione in ordine di importanza è rappresentata dal capoluogo campano, ma l’incidenza di quest’ultimo è pari ad appena l’8,5%. A differenza del turismo ischitano che si incentra prevalentemente sulla risorsa balneo-termale, quello napoletano è prevalentemente un turismo d’affari – particolarmente interessante è la componente congressuale, sia quella legata ad eventi scientifico-culturali che quella di tipo “corporate” - e culturale. La terza destinazione è invece rappresentata dalla Penisola Sorrentina che supera in termini di incidenza percentuale il 5%. Complessivamente, le località turistiche del golfo di Napoli attraggono più del 40% della domanda turistica interna. Assai inferiore è invece il livello di concentrazione che si riscontra con riferimento alla provincia di Salerno; Paestum che rappresenta la principale destinazione turistica in termini di capacità ricettiva, presenta a livello regionale un livello di incidenza in termini di presenze che supera appena il 2%. Un risultato migliore a livello comprensoriale lo fa registrare la Costiera Amalfitana la cui incidenza supera ampiamente il 4%. Il sistema turistico più importante dal punto di vista dimensionale è comunque costituito dal Cilento anche se in realtà i fenomeni turistici tendono a concentrarsi lungo la fascia costiera con densità più elevate nel tratto compreso tra Paestum e Punta Licosa, e, più a Sud, tra Marina di Camerota e Sapri Dall’analisi dei tassi di sviluppo della domanda effettuata nei diversi comprensori turistici della Campania è stato notato come vi siano andamenti evolutivi fortemente divergenti. I comprensori di più antica vocazione come l’Isola d’Ischia o la Penisola Sorrentina mostrano una incapacità di accrescere con la propria dotazione ri- 15 Studios Garnier .Dati e foto non contrattualmente vincolanti, forniti a titolo puramente indicativo. Il costruttore si riserva il diritto di modificare i prodotti in qualunque momento senza alcun preavviso. IRM significa scegliere il brand leader delle case mobili IRM significa scegliere LA soluzione giusta per una garanzia nel tempo IRM : un brand di qualità a vostro servizio IRM ITALIA Via Suore 11 40050 Castello d'Argile (BO) Tel. (+39) 051 977 253 m.lari@irm-italia.com www.mobil-home.com cettiva il numero delle presenze turistiche. Al contrario, comprensori turistici di più recente affermazione, anche se in maniera non sempre omogenea come nel caso del Cilento, presentano un tasso di espansione della domanda relativamente più consistente. Altri ancora mostrano evidenti segni di espansione in termini di presenze turistiche ma rappresentano realtà tuttora marginali all’interno del sistema turistico regionale. LE PORTE DI ACCESSO E LA MOBILITÀ TURISTICA Gran parte dei turisti di provenienza extraregionale che soggiorna in Campania lo fa utilizzando un mezzo proprio (60-65%) e, di conseguenza, le vie di accesso sono quasi sempre rappresentate dai principali assi autostradali; in particolare la A1 Milano-Napoli sulla quale si stima transiti quasi il 90% dei turisti extra-regionali. Il treno viene utilizzato da circa il 20% dei turisti e la sua incidenza è particolarmente elevata nel segmento del turismo culturale non organizzato; in misura più limitata nel turismo balneare, con particolare riguardo per quei flussi che si indirizzano verso destinazioni servite da treni a lunga percorrenza o da speciali servizi di collegamento, come le località del Cilento. L’aereo rappresenta invece il principale mezzo di trasporto per circa il 15% del flusso turistico interno. Il suo utilizzo è relativamente maggiore nel segmento del turismo d’affari, anche se negli ultimi anni è cresciuta la percentuale del segmento “culturale” che si è servita di questo mezzo di trasporto. Una percentuale complessivamente marginale – stimabile attorno al 5% sono i turisti che per raggiungere la Campania hanno utilizzato il trasporto navale. Va detto però che proprio i porti turistici della Campania costituiscono la porta di accesso di un flusso considerevole di “turisti”, che pur utilizzando solo marginalmente le strutture ricettive di questa regione, fruiscono del suo patrimonio paesaggistico e culturale e di ogni altro servizio. Volendo limitare l’analisi al solo seg- “ OLTRE UN QUARTO DEGLI ARRIVI NELLE STRUTTURE RICETTIVE DELLA CAMPANIA SI SONO CONCENTRATI NELLE LOCALITÀ BALNEARI, MENTRE LA SECONDA TIPOLOGIA DI DESTINAZIONE TURISTICA DELLA CAMPANIA SONO LE CITTÀ DI INTERESSE STORICO E ARTISTICO, CHE OSPITANO OGNI ANNO POCO PIÙ DEL 22% DEL FLUSSO TURISTICO INTERNAZIONALE mento crocieristico – escludendo cioè il turismo da diporto – il solo porto di Napoli ha visto transitare nel 1999 oltre mezzo milione di crocieristi e 449 navi da crociera con un incremento dell’83% rispetto al 1996 (Fonte: TTG). STAGIONALITÀ La domanda turistica tende a concentrarsi nel periodo estivo, da Giugno a Settembre, con estensioni più o meno marcate nei mesi antecedenti (Maggio-Aprile) o successivi (Ottobre) non discostandosi da quanto avviene a livello nazionale: l’incidenza del periodo estivo assume infatti un valore prossimo al 62% rispetto al 65% medio italiano. Le differenze attengono. In Campania presentano un’incidenza relativamente più elevata i mesi di Giugno e Settembre. Allo stesso modo nel periodo che va da Ottobre a Maggio. Mentre a livello nazionale le presenze appaiono tendenzialmente equidistribuite, in Campania tendono a concentrarsi sugli estremi: Aprile e Maggio, da una parte, e Ottobre, dall’altra. La situazione non muta se si confronta il dato campano con quello di altre regioni italiane che presentano la medesima configurazione turistica; in Toscana, ad esempio, nel periodo estivo è concentrato più del 66% delle presenze. In Campania, tuttavia, il livello di stagionalità della domanda turistica risulta comunque assai elevato, soprattutto se lo si rapporta alle potenzialità attrattive del contesto territoriale. Nell’ultimo decennio si è assistito a un miglioramento della concentrazione temporale del flusso turistico nazionale, con un indice di stagionalità che si è ridotto di oltre il 20%. Il fenomeno è stato in larga misura determinato dalla destagionalizzazione della domanda ma anche dal riposizionamento competitivo dell’offerta campana, anche grazie alla riqualificazione turistica del capoluogo, verso il segmento del turismo culturale. Il tasso di riduzione dell’indice di stagionalità dell’incoming nazionale non trova riscontro alcuno al Sud dove, al contrario, si è avuto un incremento della stagionalità. Il risultato conseguito dalla Campania rimane peraltro positivo se comparato con le regioni centrosettentrionali. E’ opportuno considerare che le regioni che hanno ottenuto le performance migliori (Lombardia, Veneto, Lazio) sono anche quelle in cui si è assistito a una forte espansione dei segmenti non-leisure (turismo congressuale) n [sintesi delle Linee guida per lo sviluppo turistico della Regione Campania, a cura dell’ Assessorato al Turismo della Regione Campania] 17 CAMPING MANAGEMENT :AMBIENTE E TERRITORIO SULL’OPEN AIR LA POLITICA È ASSENTE di Pietro Licciardi DOMENICO IANNAZZONE, FAITA CAMPANIA, TRACCIA UN QUADRO DESOLANTE D omenico Iannazzone è il presidente regionale della Faita della Campania, dove l’open air mette a disposizione del turismo regionale 75 mila posti letto, un terzo circa dei posti disponibili negli hotel: 210 mila. Eppure, come sottolinea «i proprietari e i gestori di campeggi e villaggi non godono della considerazione che dovrebbero, poiché evidentemente per la politica contano più le “teste” che i numeri, nel senso che a dispetto degli imponenti flussi di turisti che ogni anno scelgono la vacanza all’aria aperta, tra l’altro con periodi di permanenza superiori a quelli registrati da altre strutture ricettive, in Campania sembrano avere più udienza le richieste degli albergatori, in virtrù delle loro cir- 18 ca 2000 aziende, con in media 40-50 posti letto ciascuno, che costituiscono il settore». I campeggi e villaggi campani infatti sono “solo” 180 e sempre secondo Iannazzone devono faticare parecchio per riuscire a far sentire le loro ragioni. «Basta pensare», lamenta il presidente della Faita campana, «che l’ultima legge regionale sul turismo, del luglio 2014, è stata fatta in fretta e furia e riguarda solo ed esclusivamente la governance dell’Agenzia regionale di promozione, senza dire una parola su tutto il resto. Noi dell’open air ad esempio abbiamo un disperato bisogno di regole certe per mettere mano all’ormai improcrastinabile adeguamento delle strutture, ma a quanto pare non esistiamo». Il turismo all’aria aperta campano infatti, come sottolinea Domenico Iannazzone, avrebbe grosse possibilità di crescita grazie al clima quanto mai propizio, alle attrattive culturali, a quelle enogastronomiche e soprattutto grazie al bellissimo mare. Ma il disinteresse delle amministrazioni locali, fa si che manchino i piani regolatori, i regolamenti edilizi, i piani urbanistici senza i quali gli imprenditori del turismo all’aria aperta sono nell’impossibilità di adeguare le strutture alla domanda e anche di pensare ad una destagionalizzazione. «Qualche giorno fa un collega», esemplifica il presidente della Faita regionale «si lamentava del fatto che vorrebbe fare dei bagni riscaldati nel suo campeggio ma non può, perché non gli danno il permesso. In questo modo siamo costretti a concentrare l’offerta ai soli mesi estivi. Non solo, poiché la stagione turistica per noi è molto breve, mentre le spese, specialmente quelle fiscali, continuano a crescere è difficilissimo accantonare risorse da reinvestire nelle strutture. Per forza di cose abbiamo bisogno di fondi pubblici, specialmente europei, ma la mancanza dei regolamenti edilizi e le inadempienze del- la politica ci fanno perdere la possibilità di partecipare ai bandi. Quando non sono le stesse amministrazioni locali e regionali a perdere il treno dei finanziamenti…». Altro grosso ostacolo per la crescita del turismo all’aria aperta della Campania è la crisi economica. «Nelle nostre strutture per lo più trascorrono le loro vacanza famiglie, sopratutto monoreddito», spiega Iannazzone, «e i continui aumenti di tasse, che colpiscono anche l’automobile e i carburanti, costringono la gente a viaggiare meno, ridurre le spese e quindi i giorni di permanenza. Come presidente della Faita campana sto cercando di convincere gli associati ad adottare una politica di contenimento dei prezzi, in attesa della ripresa, per non perdere clientela preziosa. Ma non possiamo durare a lungo; anche perché il fisco con i suoi studi di settore non sente ragioni e se ne infischia se in realtà lavoriamo di meno». Una boccata d’ossigeno per le famiglie sarebbe rappresentata dalla pos- sibilità di poter pianificare le ferie nei periodi di media o bassa stagione, quelli notoriamente meno cari, ma in Italia purtroppo non si riesce a far capire al Governo, e non solo a lui, quanto sia inopportuno fermare l’intero paese nel solo mese di Agosto. Iannazzone e la Faita della Campania comunque non rinunciano a bat- tersi per veder riconosciuto il loro ruolo di rilievo nella bilancia turistica regionale: «Nel 2011 è stata la Faita a scrivere la legge regionale sul turismo sventando l’eventualità di un sequestro delle case mobili nei camping, inoltre non perdiamo occasione per farci sentire dagli amministratori, cercando anche di accedere ai finanziamenti di enti pubblici e privati. Poiché la quasi totalità delle nostre strutture è sul mare ci stiamo anche battendo per sventare quando sta prospettando l’Unione Europea in materia di concessioni demaniali. Per ottenere questo, e non solo per questo, confidiamo nei distretti turistici, che si stanno rivelando un buon strumento e non per niente la Campania è la regione che ne ha il maggior numero, tredici, che coprono l’intera costa. Con il Distretto conto ad esempio di poter contrattare con il fisco i tempi e modi per il pagamento delle tasse, che stanno diventando sempre più una corda al collo per le imprese…» n 19 CAMPING MANAGEMENT :PIANETA TURISMO LA NUOVA ENIT, PASSI VERSO UNA MODERNA AGENZIA L’AUDIZIONE ALLA CAMERA DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO CRISTIANO RADAELLI I l 22 ottobre il commissario straordinario dell’Agenzia italiana per il turismo – Enit, Cristiano Radaelli, ha avuto una audizione alla Camera dei deputati per spiegare i compiti a lui assegnati dalla legge 106 del 2014, l’attuale ruolo dell’agenzia e i passi che la struttura sta compiendo per fornire un servizio efficace al nostro turismo. Radaelli ha esordito ricordando come il compito a lui assegnato riguardi la riorganizzazione dell’Agenzia, gestendo il passaggio da ente pubblico a ente pubblico economico. Ciò comporta una riorganizzazione del personale, la soppressione di alcune sedi estere, la presa in carico del portale Italia.it e lo svolgimento delle attività di marketing della “Italian tourist card”. La riorganizzazione si è resa necessaria anche in seguito alla indagine svolta nel 2013 da The Boston Consulting Group, il quale ha condotto 70 interviste con i più grandi operatori mondiali e italiani della filiera del turismo i quali hanno espresso in maniera unanime forti perplessità sulle politiche turistiche e alle attività Enit fino a quel momento svolte. In particolare è stata sottolineata la mancanza di una chiara strategia di promozione, la mancanza di una strategia digitale per il turismo e la copertura dei canali digitali di comunicazione e promozione; un basso supporto alla promozione e alla commercia- “ LA RIORGANIZZAZIONE SI È RESA NECESSARIA ANCHE IN SEGUITO ALL’INDAGINE SVOLTA NEL 2013 CHE HA RIVELATO COME I PIÙ GRANDI OPERATORI MONDIALI E ITALIANI DELLA FILIERA DEL TURISMO ABBIANO ESPRESSO IN MANIERA UNANIME FORTI PERPLESSITÀ SULLE POLITICHE TURISTICHE SULLE ATTIVITÀ ENIT lizzazione dei pacchetti turistici italiani, carenza di competenze nel marketing, difficoltà di esprimere un efficace coordinamento tra Governo, Regioni e associazioni di categoria, oltre ad una scarsa capacità di sviluppare una offerta adeguata per attrarre eventi congressuali internazionali, e la mancanza di stimoli per lo sviluppo di una offerta alberghiera che è rimasta obsoleta rispetto agli standard internazionali. Uno studio della stessa The Boston Consulting Group ha anche evidenziato che l’Enit aveva gravi carenze lungo tutta la linea del valore rispetto alle analoghe agenzie nazionali dei paesi leader nel turismo e diretti con- correnti dell’Italia, come Francia, Spagna, Gran Bretagna. Secondo il commissario Radaelli la gestione di Enit-Agenzia, nei due anni successivi rispetto all’indagine del 2012, ha già portato dei miglioramenti sia dal punto di vista della gestione economica, con la riduzione delle sedi estere, che funzionale con il riavvicinamento alle Regioni; anche se adesso la legge chiede un deciso cambio di passo per riacquistare competitività sui mercati esteri. Come stabilito dal Piano strategico di sviluppo del turismo per l’Italia un elemento chiave è rappresentato dal una forte Agenzia nazionale per il turismo, una volta risolti gli elementi di criticità. Suo compito deve essere la promozione all’estero dell’immagine turistica unitaria dell’Italia e la promozione integrata delle risorse dei vari territori, anche utilizzando i moderni strumenti digitali; la realizzazione di strategie promozionali a livello nazionale e internazionale per il sostegno dei prodotti turistici italiani oltre a promuovere il “marchio Italia”, favorire la commercializzazione dei prodotti enogastronomici e tipici italiani, svolgere e organizzare attività e servizi di consulenza e assistenza per lo Stato, le Regioni, le Province autonome e gli organismi pubblici e privati allo scopo di sviluppare processi di armonizzazione dei servizi di accoglienza e informazione dei turisti. Infine attuare inte- 21 CAMPING MANAGEMENT :PIANETA TURISMO se e forme di collaborazione con gli Enti pubblici e le rappresentanze diplomatiche e consolari italiane, compresi gli istituti di cultura, secondo quanto previsto dalla legge n.56 del 31 marzo 2005. Per quanto riguarda la strategia digitale di Enit-Agenzia, il Commissario straordinario Radaelli ha fatto riferimento la Laboratorio per il turismo digitale (Tdlab), istituito con decreto il 3 aprile 2014 per definire la strategia digitale per il turismo. Gli obiettivi da esso definiti saranno presi in carico da Enit e andranno a completare la tradizionale attività svolta, consistente in fiere, workshop ed educational. Entrando nel dettaglio del percorso effettuato e ancora da compiere per il riordino di Enit-Agenzia, Cristiano Radaelli ha ricordato come il 10 luglio di quest’anno è stato nominato il liquidatore di Promuovi Italia ed è stata presentata la nuova pianta organica dell’Agenzia, come è risultato dagli incontri ufficiali con le rappresentanze sindacali. Dal 26 settembre 2014 inoltre il portale “Italia.it” è gestito da Enit-Agenzia. Si tratta di «un passo molto importante per la promozione del nostro paese», ha detto il commissario, «che realizza uno degli obiettivi principali assegnati nella legge 106/2014». La presa in carico è avvenuta assicurando la continuità nella funzionalità del portale, continuando a trarre benefici dalle competenze delle persone che vi hanno fin qui lavorato. «Il portale, dopo una stagione di grandi problemi», ha spiegato Radaelli, «ha avuto miglioramenti significativi nel corso dell’ultimo anno, grazie alla gestione del team che ha saputo rimediare agli errori iniziali. Nell’ultimo periodo è stata anche ottenuta una significativa riduzione dei costi di gestione della piattaforma di circa il 50%, rispetto ai 1,6 milioni di euro del 2013». Enit ha iniziato adesso a sviluppare un nuovo piano editoriale per una promozione incisiva del nostro Paese, che comprende anche nuove pagine in lingua cinese e russa. Parte fondamentale del piano editoriale sarà anche la promozione B2C “ «IL PORTALE “ITALIA.IT” DOPO UNA STAGIONE DI GRANDI PROBLEMI HA AVUTO MIGLIORAMENTI SIGNIFICATIVI NEL CORSO DELL’ULTIMO ANNO, GRAZIE ALLA GESTIONE DEL TEAM CHE HA SAPUTO RIMEDIARE AGLI ERRORI INIZIALI. di Expo 2015. Il commissario straordinario ha poi riferito degli incontri formali avuti con gli assessori al turismo delle Regioni e del successivo incontro con l’Anci, alla presenza del ministro Dario Franceschini, allo scopo di cercare una stretta collaborazione, anche in vista di Expo 2015. Per quanto riguarda la nuova struttura dell’Enit-Agenzia, Cristiano Radaelli ha sottolineato come la crisi internazionale renda necessaria flessibilità e prontezza nell’affrontare cambiamenti improvvisi per contrastare e reagire alle turbolenze; pertanto anche l’organizzazione interna deve adeguarsi per poter essere rapida nella risposta alle richieste di cambiamento provenienti dal mercato. Il modello più idoneo è stato pertanto individuato nella integrazione tra la struttura verticale e quella orizzon- tale dell’Enit con la formazione di tre aree operative principali: Business, Strategies, Comunicazione, nelle quali si integrano le attività di diversi specialisti di funzione. Secondo il commissario tale struttura rappresenta il giusto equilibrio tra coordinamento, flessibilità e controllo, rispondendo agli obiettivi posti dalla legge di migliorare l’efficacia nell’acquisizione dei flussi turistici e nella riduzione dei costi. In dettaglio: la funzione Business Strategies è responsabile dello sviluppo e della gestione delle strategie digitali verso il comparto turistico. Strategies supporta Enit nella progettazione delle strategie future collaborando con l’Osservatorio nazionale del turismo per la trasformazione dei dati in informazioni di business. Pubblic Affair ha il compito di relazione e comunicazione dando supporto a Enit verso gli stakeholder istituzionali. Fundraising si occupa di attrarre gli investimenti italiani e ed esteri; Business development definisce le strategie di sviluppo e supporto digitale verso i target assegnati, collabora inoltre allo sviluppo di strumenti di marketing strategico e operativo. Comunicazione gestisce e coordina la comunicazione verso l’esterno mentre Eventi segue e coordina le fiere, le sponsorizzazioni, la partecipazione alle varie manifestazioni del settore turistico garantendone il successo e valu- 23 CAMPING MANAGEMENT :PIANETA TURISMO tandone l’impatto in termini di gradimento e consenso. Digital marketing è responsabile dello sviluppo e della gestione delle strategie di targeting digitale, sentiment analisi e customer intelligence utilizzando sia i social network (Facebook, Twitter, Linkedin, ecc) che gli altri strumenti della rete. Italia.it, presiede alla gestione e allo sviluppo del portale turistico nazionale; Mobile marketing che contribuisce al posizionamento del prodotto occupandosi della creazione progettazione e di esecuzione di campagne multicanale e di mobile marketing; Prodotti definisce una forte cerniera con le Regioni, in particolare con gli assessorati al turismo, gli Enti locali, gli operatori e le organizzazioni turistiche. Infine Alleanze & Partnership è responsabile della gestione e dello sviluppo delle relazioni di lungo periodo tra Enit e stakeholder. Il commissario straordinario di Enit, Cristiano Radaelli ha detto in sede di audizione che l’Agenzia continue- 24 rà ad attribuire una grande importanza alle sedi estere, le quali dovranno reperire informazioni sugli interessi turistici locali, svolgere la promozione su media, svolgere promozione con i tour operator, seguire e dare supporto alle alleanze strategiche decise dalla sede centrale e lavorare in stretto contatto con le tre funzioni della sede centrale oltre che con Regioni, Enti locali, Province autonome e operatori turistici nazionali. Il personale, che sarà assunto localmente, verrà valutato assieme alla struttura in base ai risultati: numero di turisti provenienti dal paese e market share. Ma Enit-Agenzia provvederà ad una valutazione della sua intera struttura, utilizzando i modelli utilizzati in ambito aziendale facendo dipendere in parte anche le retribuzioni del personale dai risultati ottenuti. La parte finale dell’audizione si è concentrata sui passi più urgenti da compiere e sulle criticità. Per prima cosa Radaelli ha lamentato il fatto che la legge 106/2014 ha previsto il com- missariamento dell’Enit ma non ha provvisto il commissario né di poteri speciali, né della possibilità di dotarsi di un team di lavoro a suo supporto; mancanza questa che secondo il commissario straordinario costituisce un vincolo molto forte all’attività. Altro limite è che la legge non prevede un periodo transitorio per la gestione dell’ente nel periodo che intercorre tra l’uscita del personale non selezionato e la messa in organico di quello nuovo. La criticità maggiore sarà pertanto quella di riuscire a completare rapidamente l’organico per assicurare l’operatività del nuovo ente. Critica infine è la dotazione economica, che, esclusi gli eventi promozionali, sarà di 25 milioni di Euro, cifra inferiore di circa un quarto rispetto a quanto stanziato dai Paesi limitrofi concorrenti a favore dei rispettivi enti nazionali di promozione turistica. La richiesta è che almeno venga assicurata la certezza del finanziamento per poter sviluppare le attività di medio periodo. n CAMPING MANAGEMENT :PIANETA TURISMO FRANCESCHINI: CONCLUSI I LAVORI TDLAB, IL RILANCIO DEL TURISMO IN 30 AZIONI CONSEGNATO IL PIANO PER LA DIGITALIZZAZIONE DEL TURISMO ITALIANO I l TDLAB, il laboratorio del turismo digitale del MiBACT, istituito lo scorso 9 maggio per definire e favorire l’attuazione della strategia digitale per il turismo in Italia ha finito il suo compito terminando i propri lavori con 75 giorni di anticipo rispetto alla data prevista del 31 dicembre e ha consegnato il 16 ottobre al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, il Piano strategico per la digitalizzazione del turismo italiano. Il Piano prevede tre ambiti di intervento: interoperabilità e big data, sviluppo digitale e promozione, commercializzazione, che si tradurranno in trenta azioni concrete destinate a essere realizzate dal nuovo Enit. Come ha detto il ministro Franceschini, che ha partecipato alla seduta conclusiva di TDLAB, «si è trattato di un lavoro formidabile, che sarà trasmesso al più presto alla direzione generale del turismo e all’Enit per verificarne le priorità e darne la più rapida attuazione a partire dal suo inserimento nel Piano strategico del turismo che sarà approvato nei prossimi mesi dal comitato permanente che insedieremo il 29 ottobre a Napoli». Il ministro ha anche sottolineato come «attitudini e comportamenti dei viaggiatori sono sempre più orientati dal web. Il 91% di chi ha un accesso a internet ha prenotato online almeno un prodotto o un servizio tu- “ ristico nell’ultimo anno e utilizza i motori di ricerca come fonte principale per pianificare una vacanza, il 42% utilizza smartphone o tablet per pianificare, prenotare e informarsi e il 68% cerca sul web prima di decidere luogo e modalità del suo viaggio. Recuperare il divario digitale in questo settore è quindi fondamentale per rilanciare il nostro turismo». Il piano strategico è consultabile all’indirizzo www.tdlab.beniculturali.it n «UN LAVORO FORMIDABILE, CHE SARÀ TRASMESSO AL PIÙ PRESTO ALLA DIREZIONE GENERALE DEL TURISMO E ALL’ENIT PER VERIFICARNE LE PRIORITÀ E DARNE LA PIÙ RAPIDA ATTUAZIONE ». 25 CAMPING MANAGEMENT :PIANETA TURISMO I VISTI TURISTICI? QUASI UN MIRAGGIO di Franz Gustincich L’INCREDIBILE AVVENTURA DI UN CURDO CHE SOGNA UN VIAGGIO A ROMA I l Kurdistan iracheno è una regione petrolifera, quindi relativamente ricca. I curdi di questa area infatti non sono migranti e se decidono di espatriare lo fanno per turismo, infatti nella strada principale di Duhok, nel nord della regione, a poche decine di chilometri dalla martoriata Siria, alcune agenzie turistiche offrono viaggi in tutto il mondo. Come spiega Alban, proprietario dell’agenzia Karmid: «Abbiamo due tipologie di clienti: quella “commerciale”, che cerca di arrivare soprattutto in Turchia, Iran e, da qualche anno, in Cina; e quella turistica. Quest’ultima si muove soprattutto verso l’Egitto, il Maghreb, e l’ Europa, anche se là arriva con molta difficoltà a causa dei visti». Tra le offerte della Karmid troviamo anche un viaggio a Parigi 26 “ «RIPENSATE IL SISTEMA EUROPEO DEI VISTI!» È L’APPELLO CHE LANCIANO I TANTI TURISTI CHE VORREBBERO VENIRE IN ITALIA per quattro notti tutto compreso a poco meno di 700 Euro. E Roma? chiediamo proprio mentre un cliente si avvicina al banco della biglietteria. E’ lo stesso cliente a rispondere: «Roma è off-limit per un passaporto iracheno. Guadagno tre milioni al mese (in Iraqi Dinar, circa 2000 Euro N.d.a.) ma il visto non me lo vogliono proprio dare perché temono gli immigrati economici, e non sanno che qui importiamo manodopera dal Nepal e dal- l’India, perché certi lavori, i curdi non li vogliono più fare». Ma è Thamer, un altro cliente dell’agenzia di viaggi, che ci vuole raccontare per intero la sua paradossale esperienza, non senza lanciare qualche improperio contro l’Italia, sua agognata meta turistica. La famiglia di Thamer è originaria di Duhok, ma per lunghi anni ha vissuto a Baghdad da dove, però, ad oggi è meglio stare alla larga. Thamer è un imprenditore edile e insegna anche ingegneria all’Università. Nel 2010 prenotò per sé e per la moglie un viaggio di dodici giorni a Roma e Venezia del valore di oltre quindicimila Euro. Per prima cosa cercò di ottenere, ma senza successo, il visto per il nostro Paese. Allora si rivolse all’agenzia che aveva organizzato il tour e anche questa non riuscì nell’impresa. Pensando che a causa del numero eccessivo di ingressi illegali il problema fosse con l’Italia, Thamer, dopo aver modificato il viaggio e aggiunto due giorni a Parigi, si rivolse al consolato francese, ancora una volta senza alcun risultato. L’ultima speranza per non perdere vacanza e soldi era rivolgersi a suo fratello, che da nove anni viveva in Germania, a Dusseldorf, dove era proprietario di tre ristoranti ed una birreria, ma ancora senza la cittadinanza. Purtroppo anche il fratello non poté fare niente. A quel punto a Thamer se voleva andare in Europa non restava che tentare la strada della clandestinità. «Non è difficile - dice l’imprenditore e insegnante - basta pagare e atterri a Fiumicino, poi da lì ti garantiscono il passaggio senza rischi al varco dei controlli». In effetti è così che fanno gran parte degli immigrati irregolari, e nessuno li vede. Mica come a Lampedusa, dove gli arrivi sono una percentuale quasi irrisoria rispetto agli ingressi complessivi ma che trovandosi sotto i riflettori dei media si è guadagnata la fama di porta spalancata per l’immigrazione clandestina. Ma torniamo al nostro Thamer, il quale voleva fare il turista e non il clandestino. Come lui stesso continua a raccontare, seppe che aveva aperto un’altra agenzia specializzata in viaggi verso l’Italia in grado di garantire anche l’espletamento delle procedure per ottenere il visto. Si presentò quindi con il passaporto suo e della moglie, in più duemila Euro come anticipo per le pratiche; il resto lo avrebbe versato a visto ottenuto. Altri soldi, dunque ma cosa erano una manciata di migliaia di euro in più di fronte alla prospettiva di un bel soggiorno nel Bel Paese? Oltre- tutto i titolari erano due eleganti italiani, romani per la precisione. Il nostro Thamer dopo aver versato i soldi si presentò dopo una settimana, come pattuito, all’agenzia per prendere i visti e completare le prenotazioni immaginandosi già all’ombra del Colosseo ma… Dell’agenzia non c’era più traccia. «Nemmeno i mobili avevano lasciato, come nel film La stangata». Secondo le stime della polizia furono almeno mille i gabbati, dato che in parecchi non ebbero il coraggio di denunciare la truffa per non fare la figura dei fessi «I soldi vanno e vengono» ci dice ancora Thamer, «ma il passaporto iracheno no. Lo rilasciano solo a Baghdad e in caso di furto o smarrimento averne un altro è una terribile complicazione burocratica. Meglio aspettare la scadenza naturale senza denunciare il furto». Comunque, nonostante la brutta avventura Thamer è intenzionato a ricominciare la trafila per venire a Roma; questa volta ri- correndo ad un invito di garanzia, ma non potrà farlo prima del 2015. L’incredibile storia dell’imprenditore e insegnante curdo-iracheno fa riflettere sull’incalcolabile numero di turisti cui l’Italia rinuncia a causa dei timori legati alla sicurezza nazionale e alla piaga dell’immigrazione illegale, senza peraltro riuscire a mettere un freno alla clandestinità e ai rischi ad essa connessi. «Ripensate il sistema europeo dei visti!» è l’appello che lanciano le tante coppie che vorrebbero fare il viaggio di nozze in Italia, le agenzie turistiche che non aspettano altro che aprirsi ad un nuovo mercato, gli imprenditori che vorrebbero venire ad annusare l’aria del business nel nostro Paese. Il cuoco di un ristorante di Suleimania, altra città nel sud del Kurdistan iracheno, ha trascorso alcuni anni della sua vita a Roma e ora vorrebbe ritornarci; questa volta da turista. La sua frase chiude questo articolo come un epitaffio: «In Italia siete permeabili solo all’illegalità». C’è un NUOVO modo per eliminare calcare e Legionella dall’acqua del tuo campeggio è il dispositivo che aumenta l’energia dell’acqua risolvendo le incrostazioni e le proliferazioni di batteri. Nessun costo di Installazione, di Gestione, di Manutenzione. Prenota oggi il tuo QUANTUM CAMPING inizia a risparmiare da subito! freebioenergy.it | info@freebioenergy.it Tel +39 0546 060600 | Fax +39 0546 060294 27 Realizza i tuoi sogni con la nostra passione. www.bricofer.it CAMPING MANAGEMENT :PIANETA TURISMO PERICOLO INCENDIO, COME PREVENIRLO Vincenzo Muzi (consulente FAITA) ing. Fabio Zorzini (Collaboratore di ricerca - SPRINT-Lab - Università degli Studi di Udine) IL DPR N.151 DEL 2011 HA PROFONDAMENTE MODIFICATO LA NORMATIVA IN MATERIA DI PREVENZIONE “ LE DISPOSIZIONI CONTENUTE NEL DECRETO MINISTERIALE DEL 28 FEBBRAIO 2014 SI APPLICANO ALLE STRUTTURE TURISTICORICETTIVE ALL’ARIA APERTA (CAMPEGGI, VILLAGGI TURISTICI, ECC.) CON CAPACITÀ RICETTIVA SUPERIORE A 400 PERSONE, DI NUOVA REALIZZAZIONE O ESISTENTI ALLA DATA DI ENTRATA IN VIGORE DEL DECRETO, CIOÈ ALLA DATA DEL 13 APRILE 2014. L a normativa in materia di prevenzione incendi ha subito profonde modifiche con l’entrata in vigore del Decreto del Presidente della Repubblica del 1 agosto 2011, n. 151 intitolato “Regolamento recante semplificazione della discipli- na dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, a norma dell’art. 49, comma 4-quater del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito con modificazioni dalla legge 30 luglio 2010, n. 122”, pubblicato nella gazzetta Ufficiale del 22 set- tembre 2011, n. 221. Il regolamento, oltre ad individuare le attività soggette ai controlli di prevenzione incendi, disciplina le procedure per il deposito e l’esame dei progetti, per le visite tecniche, per l’approvazione delle deroghe e per la verifica delle condizioni di sicurezza da parte del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Il regolamento, precisamente al punto 66 dell’allegato I, include tra le attività soggette ai controlli di prevenzione incendi le strutture turistico ricettive all’aria aperta (campeggi, villaggi-turistici, ecc.) con capacità ricettiva superiore a 400 persone. In seguito, con Decreto ministeriale 28 febbraio 2014, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 61 del 14 marzo 2014, è stata emanata la “Regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l'esercizio delle strutture turistico - ricettive in aria aperta (campeggi, villaggi turistici, ecc.) con capacità ricettiva superiore a 400 persone”. Detta disposizione, che è entrata in vigore dal 13 aprile 2014, va a regolare le attività ricettive all’aria aperta con oltre 400 persone che sono state assoggettate ai controlli di prevenzione incendi con il decreto del Presidente della Repubblica del 1 agosto 2011, n. 151. Considerata la particolare rilevanza del provvedimento ed il suo carattere innovativo, il ministero dell’Interno, ed in particolare la Direzione cen- 29 CAMPING MANAGEMENT :PIANETA TURISMO trale per la prevenzione e la sicurezza tecnica del Dipartimento dei vigili del fuoco del soccorso pubblico e della difesa civile del ministero dell’Interno ha emanato una nota ministeriale (prot. n. 0011002 del 12 settembre 2014) al fine di fornire i necessari chiarimenti e i primi indirizzi applicativi per una corretta ed uniforme applicazione del provvedimento sul territorio nazionale. CAMPO DI APPLICAZIONE Le disposizioni contenute nel Decreto ministeriale del 28 febbraio 2014 si applicano alle strutture turisticoricettive all’aria aperta (campeggi, villaggi turistici, ecc.) con capacità ricettiva superiore a 400 persone, di nuova realizzazione o esistenti alla data di entrata in vigore del decreto, cioè alla data del 13 aprile 2014. Relativamente a tale indicazione a carattere generale, si precisa che non sussiste l’obbligo di adeguamento alla regola tecnica per le strutture ricettive esistenti alla data del 13 aprile 2014 ove si configuri una delle seguenti situazioni: a) siano in possesso di atti abilitativi riguardanti anche la sussistenza dei requisiti di sicurezza antincendio, rilasciati dalle competenti autorità, come previsto dall’art. 38, comma 1, del decreto legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98; b) siano stati pianificati, o siano in corso, lavori di realizzazione, modifica, adeguamento, ristrutturazione o ampliamento sulla base di un progetto approvato dal competente Comando provinciale dei vigili del fuoco, ai sensi dell’art. 3 del decreto del presidente della Repubblica del 1 agosto 2011, n. 151. STRUTTURA DELLA REGOLA TECNICA La Regola tecnica è strutturata secondo uno schema innovativo che contempla la possibilità di seguire, limitatamente alle attività esistenti, due percorsi applicativi tra loro al- 30 ternativi. I due percorsi sono esposti nel Titolo I e nel Titolo II della Regola tecnica. Il Titolo I della Regola tecnica adottata un approccio di tipo tradizionale (prescrittivo) sia per le attività di nuova realizzazione che per quelle esistenti. Il Titolo II introduce un approccio alternativo, denominato “metodo proporzionale di caratterizzazione sostanziale ai fini antincendio” basato su un giudizio esperto, che prevede la definizione di contromisure antincendio in modo proporzionato alle caratteristiche antincendio delle strutture ricettive esistenti. Inoltre, un chiarimento presente nella nota ministeriale, evidenzia come il Titolo II potrà comunque trovare utile applicazione anche nell'ambito dei procedimenti di deroga di cui all'art. 7 del D.P.R. n. 151/2011. TEMPISTICA DI ADEGUAMENTO PER LE ATTIVITÀ ESISTENTI Relativamente alla tempistica per l’adeguamento delle attività esistenti si fa riferimento allo schema presente in figura 1, dove si riporta la tempistica stabilita dal Decreto e le misure di sicurezza che dovranno essere poste in essere in ciascuna delle due fasi nelle quali è previsto l’adeguamento. Relativamente alla scadenza del 7 ottobre 2014, si evidenzia che gran parte delle strutture turistico ricettive all’aria aperta esistenti non hanno potuto sviluppare le attività previste nella prima fase (predisposizione del progetto di adeguamento della struttura ricettiva alle disposizioni del decreto ministeriale del 28 febbraio 2014, approvazione del progetto da parte del Comando provinciale dei vigili del fuoco competente per territorio, esecuzione degli interventi di adeguamento previsti dal progetto nella prima fase, presentazione della Segnalazione certificata di inizio attività (Scia) relativa all’avvenuta esecuzione degli interventi inerenti la prima fase) stante il ritardo con cui è stata emanata la nota ministeriale prot. n. 0011002 del 12 settembre 2014. Considerato che tale problematica è comune a tutte le nuove attività assoggettate ai controlli di prevenzione incendi dal decreto del presidente della Repubblica n. 151/2011 è prevedibile venga prevista una proroga di un anno per l’adempimento delle attività connesse alla prima fase di adeguamento. INDICAZIONI SULLA SCELTA DEL TIPO DI APPROCCIO La risposta alle problematiche antincendio vede solitamente l’introduzione di standard e disposizioni normative di tipo prescrittivo. La Regola tecnica utilizza infatti questo metodo nel Titolo I in cui sono presenti una serie di prescrizioni da soddisfare per ottenere un adeguato livello di sicurezza. Questa impostazione accetta implicitamente l'assunto che qualsiasi realtà oggetto di valutazione debba essere ricondotta allo schema ideale rispetto al quale sono stati definiti gli standard oggetto di prescrizione. Non tutte le realtà esistenti sono facilmente riconducibili allo schema ideale rispetto al quale sono stati definiti gli standard prescrittivi per le nuove strutture. In particolare il Titolo I presenta al Capo II le richieste da rispettare per le attività esistenti. Gli standard prestazionali richiesti sono leggermente ridotti rispetto alle strutture nuove. L'applicazione di tale approccio per le realtà esistenti evidenzia di fatto i "limiti" degli strumenti prescrittivi. Il metodo proporzionale della caratterizzazione sostanziale ai fini antincendio di cui al Titolo II è un metodo alternativo all'approccio prescrittivo di soluzioni conformi introdotte dal Titolo I - Capo II. Il principio di proporzionalità trova riscontro nel fatto che le disposizioni prevedono contromisure più severe per situazioni più critiche e meno severe per situazioni categorizzate come meno critiche. L'applicazione del Titolo II Presenta però un onere di progettazione maggiore rispetto al Titolo I. La metodologia infatti necessita di una valutazione iniziale al fine di categorizzare l’insediamento ricettivo. La valutazione, consente di individuare i punti di forza e quelli di debolez- za del sistema analizzato evidenziando quindi le principali criticità da mitigare con l’adozione di opportune contromisure. Il metodo proporzionale del Titolo II, a differenza delle rigide prescrizioni del Titolo l, la- scia quindi un margine di discrezionalità al responsabile dell'attività nella scelta della strategia antincendio, all'interno di un set di soluzioni predefinite e pre-valutate dal normatore. n SCHEMA INDICANTE LA TEMPISTICA DI ADEGUAMENTO PREVISTA PER LE ATTIVITÀ ESISTENTI 31 CAMPING MANAGEMENT :LE AZIENDE INFORMANO MARKETING SU DUE RUOTE CON LE BICI CAPRIOLO NON SOLO SOLIDITÀ E ROBUSTEZZA MA ANCHE UNA BUONA IDEA PER AUTOPROMUOVERSI Q ual è il mezzo di trasporto più ecologico in assoluto e perfettamente in simbiosi con la natura? La bicicletta, ovviamente. E cosa c’è di meglio per un campeggio, immerso nel verde e scelto per una vacanza in mezzo alla natura, che offrire ai propri clienti una bicicletta come mezzo di trasporto economico e divertente per raggiungere la spiaggia, passeggiare per il bosco o la pineta, raggiungere agevolmente il centro storico del vicino borgo? La Capriolo è una giovane ditta, guidata da un gruppo di imprenditrici donne che hanno fatto della bici un oggetto versatile, giovane, che unisce il servizio del noleggio alla promozione pubblicitaria del proprio camping, villaggio o hotel. Insomma una idea nuova abbinata ad un mezzo quanto mai tradizionale. Il tutto è partito nel 2008 con una domanda: come farsi notare su un mercato apparentemente saturo, offrendo un servizio personalizzato? La risposta che le titolari del marchio si sono date è stata originale e certamente azzeccata: offrendo un servizio “di sartoria”, ovvero costruito su misura sulle esigenze del cliente. Ed ecco che sono nate le biciclette personalizzate Capriolo: più resistenti della media, studiate nella componentistica ma allo stesso tempo personalizzate nel colore e con la possibilità di apporre il logo del committente. Riguardo la robustezza Capriolo, rispetto alle normali biciclette, utilizza per la sua “linea hotel” un telaio rinforzato in alluminio o in acciaio, un canotto sella maggiorato e rinforzato, capace di sopportare anche pesi e persone corpulente, la verniciatura è tripla mano ed è applicato uno strato protettivo sulla vernice per evitare che il colore sbiadisca. Su richiesta vengono montate le coper- 33 CAMPING MANAGEMENT :LE AZIENDE INFORMANO ture imperforabili e il cestino. Da quest’anno poi il cestino è integrato al manubrio per cui sarà indistruttibile. Persino il campanello è antiefrazione. Le responsabili della Capriolo fanno sapere con soddisfazione che le loro biciclette non sono indistruttibili, ma sicuramente sono biciclette molto resistenti, con componenti scelti e montati per assicurare una ottima tenuta nel tempo. Certamente superiore a quella di altre normali dueruote, che dopo un uso magari disinvolto da parte della propria clientela arrivano esauste al termine della stagione; se non sono proprio distrutte bisognose di radicali revisioni. Abbiamo parlato di personalizzazione, il che rappresenta la maggiore caratteristica delle biciclette Capriolo, dopo la durata, la quale consiste non soltanto nella scelta del colore del telaio ma anche nella possibilità di trasformare ogni bici in una autentico strumento di marketing della propria azienda. La Capriolo infatti assicura dalla personalizzazione più semplice, con l’applicazione di una elaborazione grafica del logo del cliente sul telaio, alla elaborazione più complessa che comprende l’applicazione di un paraveste al portapacco e di un ulteriore paraveste al parafango, che è molto visibile. Su tutte queste superfici trovano posto messaggi, indirizzi internet, recapiti telefonici e tutto ciò che il cliente chiede per pubblicizzare la propria stuttura. Da quest’anno inoltre sarà possibile avere una elaborazione del cestino La Capriolo riversa nella propria linea di biciclette per hotel, campeggi e villaggi turistici una notevole esperienza acquisita con numerosi Comuni, ai quali fornisce biciclette per i bike sharing, e con importanti aziende nel campo della moda, dello spettacolo, banche e note società di marketing alle quali fornisce già da tempo esclusive biciclette personalizzate. In conclusione la Capriolo è un’azienda giovane ma in forte sviluppo, con personale qualificato ed esperienza ventennale nel campo. La sua prerogativa è di invertire ciò che normal- 34 “ LE BICICLETTE PERSONALIZZATE CAPRIOLO: PIÙ RESISTENTI DELLA MEDIA, STUDIATE PER DURARE MA ALLO STESSO TEMPO PERSONALIZZATE NEL COLORE E CON LA POSSIBILITÀ DI APPORRE IL LOGO DEL COMMITTENTE. mente avviene sul mercato e a differenza dei concorrenti il suo punto di partenza è l’ascolto del cliente per soddisfare le sue necessità, ben felice di accogliere qualsiasi richiesta e proposta. Il sito, da visitare per conoscere la Capriolo e per chiedere un preventivo è www.capriolobike.it; il contatto al quale scrivere è info@capriolobike.it . Inserendo nel contenuto la parola chiave “CAPRIOLOITALIA” è possibile ricevere una offerta esclusiva su pacchetti di 10/20 bici. n Garanzia di estetica, qualità, certificazioni, tempi e costi. 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Se il cliente è caparbio proverà a richiamare una seconda o magari una terza volta; oppure, infastidito dall’attesa o dal segnale di occupato, compone il numero di un altro campeggio. Poco importa se, dal punto di vista della direzione del campeggio o del villaggio, si tratta di un orario di chiusura o se non è possibile destinare un addetto esclusivamente al desk telefonico oppure su tutte le linee si stanno raccogliendo prenotazioni; il cliente è comunque perso. A questo punto conviene chiedersi: quanto può costare, non solo in termini economici, una telefonata persa? 36 Fino ad oggi non era possibile quantificare il fenomeno delle telefonate perse e pertanto nessuno ha dato peso a questo aspetto delicato della gestione del business, nonostante giorno dopo giorno il numero dei clienti potenziali persi aumentasse sensibilmente. Ma grazie alle nuove tecnologie applicate alle comunicazioni telefoniche è adesso possibile valutare l’entità del fenomeno. Alla Theles di Roma è stato messo a punto KeepCall, un servizio centralizzato che senza nessuna installazione presso il cliente permette di valutare il numero di telefonate perse, gestirle tramite un server dedicato e quindi rispondere comunque a chi effettua la chiamata. Secondo i responsabili della società romana questo eliminerebbe il “buco nero” delle telefonate perse, stimabile in una percen- tuale compresa tra un 8-10% fino ad un massimo del 13%. Se si tiene conto che le prenotazioni che vanno a buon fino sono circa il 15% delle telefonate ricevute, nel caso una struttura riceva 500 telefonate in un mese particolarmente “caldo” e ne perda 50 significa che di queste almeno 6 non si tramutano in effettive prenotazioni. Ovvero tra le 60 e le 72 prenotazioni sfumate all’anno. Come fanno notare alla Theles, già riuscire a contabilizzare questi numeri è un elemento interessante di valutazione dell’efficienza organizzativa del desk telefonico e anche dei suoi costi in relazione al mancato business. Tuttavia se la conoscenza dell’entità del problema è già un passo avanti non è ancora la soluzione. Per ovviare del tutto alle telefonate perse bisognerebbe poter disporre di operatori 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno, il che è ovviamente economicamente insostenibile. Ed è qui che arrivano in soccorso le nuove tecnologie, le quali sposano le comunicazioni telefoniche con tecnologia “cloud”, quelle delle linee Voip, con le potenzialità dei server dedicati e le tecnologie di riconoscimento con quelle di sintesi vocale. Per i profani KeepCall della Theles riesce a gestire contemporaneamente un numero illimitato di telefonate, a rispondere a tutte e a generare un report che consente all’operatore di richiamare il cliente sapendo il motivo della chiamata soddisfacendo le sue richieste. Inoltre, identificando il paese di provenienza, KeepCall interagisce con il chiamante nella sua lingua, rendendo ancora più versatile il servizio. Rende anche disponibili altri canali telefonici (ad esempio webpho- ne, o numerazioni VOIP internazionali) che favoriscono l’incremento di chiamate e in ultima analisi possono favorire un ulteriore aumento delle prenotazioni. Con KeepCall si ottiene una riduzione dei costi, poiché è possibile razionalizzare le risorse dedicate al desk telefonico migliorando il servizio, sia in bassa stagione, quando lo staff è al mi- nimo e magari è disponibile ad orario ridotto, che in alta stagione, quando i telefoni squillano in continuazione. Ma quanto occorre spendere per poter disporre di un sistema avanzato come KeepCall? KeepCall non è un sistema che va installato presso il cliente, ma è servizio cloud, ovvero gestito in modalità centralizzata e che quindi non richiede nessun intervento e alcuna modifica al sistema telefonico del camping o villaggio. Il servizio è fornito con un canone mensile a consumo, con un costo paragonabile ad una bolletta telefonica domestica e con il vantaggio di essere un onere deducibile ai fini fiscali. Canone “a consumo” significa che ogni telefonata gestita dal servizio – altrimenti persa – viene creato un report che indica chi ha chiamato, da quale numero, qual era l’informazione che lo interessava e che tipo di messaggio voleva lasciare. Insomma, come recita il motto della Thales: «Trovate chi vi cerca e non vi trova». n 37 LA PRIMA TERRAZZA SU RUOTE PER CASE MOBILI L’UNICA CONFORME LEGGE 80/2014 PAVIMENTO IN WPC SENZA MANUTENZIONE, 10"//* DI GARANZIA tUn’ottima alternativa eco-sostenibile al legno tDue tipi di superficie nello stesso profilo tAnti-scheggiamento tTutto il calore e l’estetica del legno naturale tNon soggetto all’ingrigimento del colore tipico dei legni naturali tEstremamente durevole, non marcisce tRiciclabile dopo l’utilizzo tFacile da montare tFacile da pulire Disponibile in 5 colori, Bianco, Coffee, Teak, Antracite e Verde. Terrazza amovibile, Regolabile in altezza, Riciclabile al 100%, Resistente e sicura per le persone, Montaggio semplice e veloce. Garanzia 10 anni. CAMPING MANAGEMENT :TRIBUNA DEL LAVORO LA SRL SEMPLIFICATA di Maurizio Fantaccione LIBERAMENTE TRATTO DALLE MASSIME DEL COMITATO NOTARILE DEL TRIVENETO L a SRL “semplificata” è una tipologia di società di capitali disciplinata dall’articolo 2436 bis, inserita nella struttura del codice civile dal comma 1 dell'art. 3 del D.L. 24 gennaio 2012. La particolarità di questa società di capitali risiede nel fatto che può essere costituita solo da persone fisiche (1). Questo è un vincolo proprio di queste società che devono avere solo soci persone fisiche sia in sede di costituzione, sia nel corso della vita della società, con conseguente limitazione nella circolazione delle quote (non possono entrare in una Srls né per acquisto di quote né per effetto di operazioni come aumenti di capitale, fusioni e scissioni soci diversi dalle persone fisiche). L'atto con cui si costituisce una SrL semplificata deve essere un atto pubblico conforme al modello standard tipizzato con decreto del Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro dello sviluppo economico, pubblicato in gazzetta ufficiale data 14 agosto 2012 in Gazzetta Ufficiale (2). Detta previsione normativa ha come diretta conseguenza la non modificabilità delle clausole del modello standard tipizzato (3). Gli elementi previsti come obbligatori dal codice civile sono: 1) il cognome, il nome, la data, il luogo di nascita, il domicilio, la cittadinanza di ciascun socio; 2) la denominazione sociale contenente l'indicazione di società a responsabilità limitata semplificata e il comune ove sono poste la sede della società e le eventuali sedi secondarie; 3) l'ammontare del capitale sociale, pari almeno ad 1 euro ed inferiore all'importo di 10.000 euro previsto all'articolo 2463 (4), secondo comma, numero 4), sottoscritto e interamente versato alla data della costituzione; da cui si deduce che il conferimento deve farsi in denaro ed essere versato all'organo amministrativo al momento della costituzione; 4) i requisiti previsti dai numeri 3), 6), 7) e 8) del secondo comma dell'articolo 2463; 5) luogo e data di sottoscrizione; 6) gli amministratori (5). La denominazione di società a responsabilità limitata semplificata, l'ammontare del capitale sottoscritto e versato, la sede della società e l'ufficio del registro delle imprese presso cui questa è iscritta devono essere indicati negli atti, nella corrispondenza della società e nello spazio elettronico destinato alla comunicazione collegato con la rete telematica ad accesso pubblico. Salvo quanto previsto dall’articolo 2436-bis sopra riepilogato, si applicano alla società a responsabilità limitata semplificata le disposizioni della società a responsabilità limitata “ordinaria“, in quanto compatibili. A parere dello scrivente, l’unica innovazione introdotta dall’articolo 2436-bis consiste nella possibilità di costituire una società con un capitale sociale inferiore a 10mila euro ma non inferiore ad 1 euro; agevolazione che però, porta con sé una serie di limitazioni che a titolo meramente elencativo, in modo sicuramente non esaustivo, possono sintetizzarsi in: - impossibilità di effettuare conferimenti diversi dal denaro (6) in sede di costituzione (7); - versamento per intero dei predetti conferimenti; - obbligo di costituzione di una riserva legale più stringente rispetto alla SRL “ordinaria” rispetto all’entità del capitale sociale; Su quest’ultimo punto occorre sottolineare che esiste l’obbligo di accantonare una somma pari a un quinto degli utili netti risultanti dal bilancio di ogni esercizio per costituire una riserva legale fino a che il patrimonio netto della società non abbia raggiunto la soglia di € 10.000, esattamente quella prescritta dall’art. 2463, comma 4 del codice civile. Raggiunto tale limite, l’accantonamento degli utili deve proseguire secondo la regola ordinaria e cioè, un ventesimo degli utili deve essere destinato, in ogni esercizio, a integrare la riserva legale fino a che essa non abbia raggiunto il quinto del capitale sociale. Sulla applicabilità e significatività di questo accantonamento si è discusso molto. Recentemente il Comitato Notarile Triveneto ha espresso un concetto dai contorni molto chiari: 39 CAMPING MANAGEMENT :TRIBUNA DEL LAVORO nelle s.r.l. semplificate la riserva legale deve seguire le regole previste dall'art. 2463, comma 4, c.c. come per le s.r.l. ordinarie. Ne consegue che anche nelle SRL semplificate deve essere destinato a riserva legale almeno un quinto degli utili netti di esercizio fino a quando la riserva in parola non abbia raggiunto, unita- mente al capitale, l'ammontare di diecimila euro, dopodiché, ricorrendone i presupposti, si applicherà la regola ordinaria prevista dall'art. 2430 c.c. per la quale un ventesimo degli utili netti deve essere destinato, in ogni esercizio, a integrare la riserva legale fino a che essa non abbia raggiunto il quinto del capitale sociale. Va da sé che anche il vantaggio di costituire una società SRL semplificata nel tempo perde la sua valenza ma rimane uno statuto in parte non modificabile ed un limite alla circolazione delle quote. A questo punto vi è da ritenere che l’unico vero risparmio sia solamente il minor costo di costituzione. NOTE 1) l’Art. 9 del D.L. 28.06.2013, n. 76, con decorrenza dal 28.06.2013 ha eliminato il limite anagrafico dei 35 anni. Con esso sono venuti meno anche i limiti alla libera circolazione delle quote societarie. 2) Ministero dello Sviluppo Economico con Nota del 15 gennaio 2014 prot. 0006404, ha sancito che non può essere modificato il “modello standard di atto costitutivo/statuto della srl semplificata”, fatte salve quelle modifiche necessarie per assicurare la coerenza con la legge notarile. A bilanciare la immodificabilità vi è l’esenzioni sui diritti di segreteria imposta di bollo e spese notarili in sede di costituzione 3) presente comma è stato inserito dall'art. 9, comma 13, D.L. 28.06.2013, n. 76 così come modificato dall'allegato alla legge di conversione L. 09.08.2013, n. 99 con decorrenza dal 23.08.2013. 4) Art. 2463: Costituzione La società può essere costituita con contratto o con atto unilaterale. L'atto costitutivo deve essere redatto per atto pubblico e deve indicare: a) il cognome e il nome o la denominazione, la data e il luogo di nascita o lo Stato (3) di costituzione, il domicilio o la sede, la cittadinanza di ciascun socio; b) la denominazione, contenente l'indicazione di società a responsabilità limitata, e il comune ove sono poste la sede della società e le eventuali sedi secondarie c) l'attività che costituisce l'oggetto sociale; d) l'ammontare del capitale, non inferiore a diecimila euro, sottoscritto e di quello versato; 40 e) i conferimenti di ciascun socio e il valore attribuito crediti e ai beni conferiti in natura; f) la quota di partecipazione di ciascun socio; g) le norme relative al funzionamento della società, indicando quelle concernenti l'amministrazione, la rappresentanza; h) le persone cui è affidata l'amministrazione e l'eventuale soggetto incaricato di effettuare la revisione legale dei conti; i) l'importo globale, almeno approssimativo, della spese per la costituzione poste a carico della società. Si applicano alla società a responsabilità limitata le disposizioni degli articoli 2329, 2330, 2331, 2332 e 2341 5) L'art. 9, del D.L. 28.06.2013, n. 76, con decorrenza dal 28.06.2013, ha soppresso il vincolo che solo i soci potevano essere amministratori della srls pertanto, a decorrere dalla data di entrata in vigore del predetto provvedimento, dette società possono essere amministrate anche da soggetti non soci. 6) Relativamente ai versamenti in denaro si rammenta che esiste una limitazione alla circolazione del denaro contante che, a norma all’art. 49 comma 1 del D.Lgs 231/2007, impone il divieto di trasferire somme in denaro contante per importi superiori ad €1.000,00. Su tale questione è intervenuto, nel recente passato, il Consiglio Nazionale del Notariato, il quale ha categoricamente escluso il trasferimento, in mano agli amministratori, di denaro contante, se di importo superiore ad € 1.000,00. Peraltro, secondo i medesimi notai, in presenza di versamenti superiori ad €1.000 l’assegno sembrerebbe prospettarsi come il mezzo di pagamento più plausibile ma ne viene scoraggiato l’utilizzo perché, se da un lato è in grado di assicurare la “tracciabilità” del versamento, dall’altro potrebbe non garantire l’”effettività dei conferimenti”, qualora si rilevasse “scoperto”. 7) La norma impone che il versamento dei conferimenti in denaro deve avvenire nelle mani dell'organo amministrativo all'atto della costituzione della società. Sulla portata di tale norma il Comitato notarile ritiene che essa introduce l’obbligo di attestare nell'atto costitutivo l'avvenuto deposito dei conferimenti in denaro, non imponendo la presenza degli amministratori in sede di costituzione. In altri termini l’avvenuto deposito dei conferimenti in denaro può essere attestato dai soci fondatori in assenza degli amministratori. Il versamento del capitale sociale deve comunque avvenire con modalità idonee a comprovarne l'effettività del deposito delle somme: sono strumenti idonei a dimostrare l’effettività del versamento eseguito, secondo quanto precisato dai notai, i depositi costituiti a mezzo bonifico bancario a favore di uno o più dei nominati amministratori, nonché le somme depositate presso una banca e vincolate a favore della costituenda società. Sono, inoltre, ammissibili, ai fini della valida costituzione delle s.r.l., anche i versamenti di capitale sociale eseguiti nelle mani del notaio rogante (con iscrizione degli importi nel registro somme e valori di cui all'art. 6 della L. n. 64/1934) e con il mandato a consegnare le somme depositate agli amministratori che abbiano accettato l'incarico. 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