se non diremo cose che a qualcuno spiaceranno

Anno XLI - MAGGIO 2014 - Una copia
se non diremo cose
che a qualcuno spiaceranno,
non diremo mai la verità
3,00
5/2014
w w w. i l f i e r a m o s c a . i t
Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003
(conv. in Legge n. 46 del 27/02/2004) Art. 1 Comma 1 - CNS BA
Mensile di cultura, informazione e attualità
5/2014
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Ricordata la figura di Enrico Berlinguer nel trentennale della sua
scomparsa
Vita politica
Reichlin ricorda Berlinguer
di Renato Russo
Vita di partito
Costituite le prime due Commissioni del PD
per rilanciare un partito propositivo
UAL
Usura, una piaga da debellare
di Francesco Filannino
Vita amministrativa
Sottoscrizione del Manifesto del Patto Val
d’Ofanto, una opportunità
di Emmanuele Daluiso
13
Rilanciare il Patto Nord Barese Ofantino
come braccio operativo della struttura
di Pasquale Cascella
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Ambientiamoci
Divertente tre giorni ambientalista orga-
14
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21
Divertente tre giorni ambientalista
organizzata dalla Provincia a Margherita di Savoia
1929
nizzata dalla Provincia a Margherita di
Savoia
23
Ambientiamoci 2014: premiati gli alunni
dell’ITC “M.Cassandro”
Rispetto e tutela dell’ambiente con l’approssimarsi della stagione estiva
Provincia BAT
Progetto “Provincia Amica” a sostegno
delle categorie svantaggiate
24
25
26
La falsa abolizione delle province
di Luigi Antonucci
Vinitaly
Le Cantine della Bardulia a Vinitaly
a cura di Renato Russo
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Avis
La festa dell’Avis nella Sala S. Antonio
Studenti dello “Scientifico” donatori volontari dell’AVIS
31
Intervista al presidente delle Cantine della Bardulia Francesco Fumarulo
Chiesa
Quando Papa Giovanni XXIII passò per
Barletta
di mons. Sabino Amedeo Lattanzio
A Barletta il 1° Convegno Carismatico degli Apostoli di Gesù Buon Pastore
29
32
33
La costruzione del primo tempio
cristiano dedicato alla Madonna risale alla prima metà del VI secolo
Asor Rosa spiega il Calvino di Lagrasta al
Salone Internazionale del Libro
Storia locale
Il lungo cammino di S. Lazzaro de’ Leprosi
di Michele Grimaldi
A rischio le voci della periferia
35
Raccolta differenziata
Nuovo servizio di raccolta differenziat
Raccolta differenziata utenze non domestiche, da un incontro a Palazzo di Città le
prime positive valutazioni
37
Musica
Da 53 nazioni al 24° Concorso Internazionale per Giovani Musicisti
di Renato Russo
Culto mariano
Breve storia del culto mariano
di Renato Russo
38
Salone del Libro
L’Editrice Rotas a Torino per rappresentare la Puglia
di Renato Russo
40
Per non dimenticare
I ricordi di una ragazzina di sei anni…
di Maria Costanza Codipietro
31
41
45
43
L’Editrice Rotas al Salone Internazionale del Libro di Torino per rappresentare la Puglia
49
Scuola “R. Moro”: Pon C2 “Orientarsi
per il futuro”
50
Scuola “S. Domenico Savio”: In giro per
l’Italia, Barletta canta e vince
Arte
Papa Francesco devoto alla “Madonna
che scioglie i nodi”
di Stefania Patella
46
47
Ricordi di Piripicchio
di Michele Vitobello
Ambiente
Barletta: una città candidata ad eccellenza
ambientale
di Giuseppe Santaniello
48
Solidarietà
Un gesto silenzioso di carità
Una casa… una famiglia
Scuola
Scuola “Giovanni Paolo II”: Uno-Uno-Otto
di Carmen Palmiotta
49
Calcio
Di Cosola, quando andammo in B!
29
Enigmistica
Cruciverba con riferimento a Barletta
di Franco Lamonaca
6
7
8
30
Ricordo di Franco Di Cosola, il presidente della storica promozione
del Barletta Calcio in serie B
Poesie
Iridescenze di liberi voli
di Fulvio Castellani
RUBRICHE
Lettere al direttore
- Il lavoro e lo sviluppo
- Auguri per i 40 anni del “Fieramosca”
- “Il clandestino”
- Troppe poesie!
- Quei due grandi serbatoi fatiscenti
- Costituito a Barletta l’ISPAM
- “Lo Spirito Santo e Papa Francesco” l’opera realizzata dalla pittrice Marta Riefolo
- Quel busto marmoreo nel salone di ingresso dell’Ospedale “Mons. Dimiccoli”
- Corso professionale di barman e barlady
a Barletta, Associazione Assodiana
- Notte bianca del libro
- Quel busto di Giosuè Carducci
Libri del mese
Pantera / Gehenna
a cura della Libreria Liverini
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Barletta - BT
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4 IL FIERAMOSCA
MAGGIO
2014
MAGGIO
2014
IL FIERAMOSCA
5
Lettere al direttore
Lettere al direttore
Troppe poesie!
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Il lavoro e lo sviluppo
n° 5 - maggio 2014
anno XLI
Direttore responsabile
RENATO RUSSO
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Registrazione presso Tribunale
di Trani n. 140 del 1-3-1975
Stampa in proprio
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Direzione, Redazione
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BARLETTA
e-mail: rotas@edirotas.it
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ISSN 1722-8972
Si ha la sensazione che l’attività imprenditoriale, a Barletta, cammini per conto proprio, sia per quanto riguarda le
associazioni di categoria, che
per quanto riguarda la pubblica amministrazione che - sul
tema - pare del tutto assente.
Gli stessi sindacati, un tempo
molto attivi su questo fronte,
sembra che attraversino un periodo di prudente riflessione.
Antonio Gorgoglione
Ne convengo. In realtà il
lavoro e lo sviluppo che ne
consegue, negli ultimi tempi,
specialmente dopo la grave
crisi del comparto calzaturiero, sono stati come abbandonati a se stessi. Vivono dinamiche autonome, svincolate dal
sistema produttivo comprensoriale, mentre il futuro del
rilancio della nostra economia
(specialmente quella industriale) è legato alla capacità della
classe politica di raccordarsi
con quelle industrie che - sopravvissute alla crisi - hanno
trovato nuovi percorsi produttivi, capaci però di produrre
profitto solo per se stesse, senza
conferire ricchezza indotta anche al territorio circostante. Il
rimedio? La creazione di un distretto industriale perché le varie industrie facciano sistema,
ma se non ha funzionato negli
anni della grande espansione
industriale degli anni SettantaOttanta, come illudersi che
possa funzionare oggi? Occorrerebbe una classe politica
all’altezza della difficoltà dei
tempi, anche congiunturalmente difficili. Ma è una chimera,
resa ancora più improbabile
dalla ristrettezza delle risorse
economiche disponibili.
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6 IL FIERAMOSCA
Barletta 24 aprile, Palazzo della Marra. Prima dell’inizio della
serata dedicata al ricordo di Enrico Berlinguer, Renato Russo ha
fatto dono del secondo volume dei PROTAGONISTI all’on. Alfredo Reichlin, dove è tratteggiata la figura del padre Pietro che fu
podestà della città agli inizi degli anni Venti del Novecento (FOTO
GIOVANNI FERRINI)
Auguri per i 40 anni
del “Fieramosca”
Caro Direttore,
leggo con vero piacere che
è stato raggiunto dalla Sua rivista un traguardo di sicuro rilievo “40 anni di attività”. Volevo
complimentarmi personalmente per la longevità e augurarLe
altri importanti traguardi.
Come ben saprà non sono
“un barlettano” ma leggere la
Sua rivista mi permette sempre
più di entrare nella storia della
città e dei suoi personaggi.
Un vero spaccato della città: passato, presente e spesso
futuro,
Con stima
Caro Antonio Falconetti, siamo “ossessionati” dalle tue poesie. Ce ne mandi
infatti due alla settimana mentre noi ne
possiamo pubblicare solo una al mese. Te
ne siamo grati perché di solito ce le mandi
celebrative del mese cui si riferiscono.
Ma devi porre un freno alla tua irresistibile voglia di “poetare”, tanto più che
così togli spazio agli altri poeti in vernacolo barlettano… Un plauso per la originalità
dei tuoi disegni, moderni e “sfiziosi”…
La redazione
Sole, sale, mare…
Con il cuore gonfio di paura
affronti l’ignoto,
[in quest’avventura.
Una sponda si allontana
l’altra è bramata.
Sole, sale, mare…
non perder la speranza
continua a sognare,
remare, vogare.
Sole, sale, mare…
il buio ovattato,
il mare agitato,
il tempo s’è fermato.
Sole, sale, mare…
sole, sale, mare…
sole, sale, mare…
A denti stretti,
la bocca digrignata,
riposi in fondo al mare,
verso un’altra meta,
non quella agognata.
Mare… mare… mare…
Antonietta Fioravante Esperti
Matteo Penza
Direttore Cementeria
di Barletta
“Il clandestino”
Si è costituito a Barletta, con atto notarile, l’Istituto per la Preparazione alla Pubblica Amministrazione (ISPAM).
L’Istituto, ai sensi dello Statuto, ha lo scopo di svolgere e promuovere attività di
studio, educazione, promozione e diffusione di cultura particolarmente in campo sociale, politico, economico, artistico-ambientale e morale, al fine di ricondurre il cittadino ad una partecipazione più motivata nell’azione amministrativa, seguendo i criteri
di efficienza, economicità ed efficacia.
Il Comitato Fondatore è composto dall’avv. prof. Nicola Di Modugno, rettore; dal
prof. Mario Lomuscio, presidente; dall’arch. Michele Sarcina, vice-presidente; dal prof.
Savino Reggio, vice-presidente; dal dott. Francesco Paolo Calsolaro, tesoriere; dal perito industriale Leonardo Binetti, segretario generale, dall’avv. Oriana Laboragine, socio
fondatore; dall’avv. Philomenne Murgo, socio fondatore, dal cav. Ruggiero Vaccariello,
socio fondatore.
Nardo Binetti
Quei due grandi
serbatoi fatiscenti
Caro Sindaco
sono un cittadino residente a Roma
da più di mezzo secolo ma nato a Barletta, dove vengo insieme alla mia famiglia, dove risiedono molti miei parenti e dove ho casa nel centro storico
della città.
In tal modo, durante le mie venute a
Barletta, ho sempre modo di ammirare
il panorama del porto, della costa marina e del Castello, ma, purtroppo, anche
di constatare la continua permanenza
di quei due grandi serbatoi petroliferi fatiscenti, ormai in disuso da molti
decenni, situati ai margini del fossato
che delimita il Castello stesso e Piazza Marina, i quali, oltre a deturpare il
bel paesaggio del lungomare, non fanno che spandere pulviscolo di ferro e
ruggine a danno dell’ambiente e della
salute degli abitanti.
Da molto tempo si parla del proposito di demolizione di tali “mostri” di
acciaio, ma purtroppo, dopo tanti anni,
di tale intenzione non resta che l’illusione e la delusione.
Adesso che si parla di ripresa economica nel settore industriale, dopo un
periodo di profonda crisi, non crede
Lei, Sig. Sindaco, che, fra i progetti
di riqualificazione ambientale e paesaggistica, possa essere incluso anche
quello della demolizione dei suddetti
serbatoi?
In attesa di una sua cortese risposta,
che mi auguro positiva, La ringrazio
sentitamente e La saluto cordialmente.
Vincenzo Di Domenico
Costituito a Barletta l’ISPAM
“Lo Spirito Santo e Papa Francesco”
l’opera realizzata dalla pittrice Marta Riefolo
La pittrice Marta Riefolo per celebrare il primo anno di Pontificato di Papa Francesco ha realizzato l’opera “Lo
Spirito Santo e Papa Francesco”. Il Pontefice regge sulla mano la colomba bianca,
simbolo di pace nel mondo.
Il tutto è accompagnato da
una poesia:
“Papa Francesco umile
[Servo di Dio”
La tua parola di discepolo,
infonde serenità,
gioia di vivere nel Signore,
speranza,
perdono,
Pace,
nei bambini,
ammalati,
poveri,
studenti,
vecchi,
disoccupati,
nelle carceri.
Grazie Papa Francesco
dell’amore fraterno
che ci doni.
Barletta, 12 marzo 2014
MAGGIO
2014
MAGGIO
2014
IL FIERAMOSCA
7
Lettere al direttore
Quel busto marmoreo nel
salone di ingresso dell’Ospedale
“Mons. Dimiccoli”
Caro Direttore,
tu o qualcuno dei tuoi affezionati
lettori può darmi informazioni sul busto
marmoreo, opera di G. Cozzoli, collocato
nel salone d’ingresso dell’Ospedale civile
“mons. Angelo Raffaele Dimiccoli”.
Cordiali saluti.
Antonio F. G. Pignatelli
Già negli anni passati l’identificazione di
questo busto costituì oggetto di una intensa
ricerca presso gli uffici dell’ospedale “Umberto I” e presso gli storici locali, ma nessuno fu in grado di darci ragguagli sulla identità del misterioso personaggio. Certo deve
trattarsi di un protagonista della vita barlettana di fine Ottocento, atteso l’autore della
scultura. Se si tratta di una personalità del
mondo sanitario dell’epoca potrebbe essere
uno dei presidenti del nosocomio…
Corso professionale
di barman e barlady a Barletta
Associazione Assodiana
re,
Caro Diretto-
volevo chiederle, se possibile,
di pubblicare un
articolo relativo
al Corso Professionale di Barman
e Barlady che si
svolgerà a Barletta, presso il Club
Anteprima.
Un
corso professionale per barman e barlady
full immersion si terrà presso il Club Ante-
8 IL FIERAMOSCA
Vita politica
prima dal 12 al 16 maggio 2014. Promotrice dell’attività è l’associazione Assodiana.
Il corso abbraccerà cinque giornate, da
lunedì a venerdì dalle 14 alle 19, e si occuperà di offrire una solida preparazione
per diventare barman.
La partecipazione
è a numero chiuso con un tetto massimo
di 20 allievi. A tenere il corso saranno dei
professionisti che sveleranno i trucchi del
bartending agli iscritti.
Questo è un mestiere che non conosce disoccupazione e
offre soddisfazioni personali ed economiche. Sono corsi completi per cui una volta
ricevuto l’attestato di partecipazione si può
iniziare la professione sia per conto proprio che per conto terzi.
Il corso avrà un
costo di 380 euro, che comprenderà l’iscrizione, il materiale didattico e il certificato
professionalizzante di partecipazione al
corso.
Durante il corso, oltre a tutto quello
che deve sapere un barman, dalla caffetteria, all’enologia, ai cocktail nazionali ed
internazionali, non si insegneranno solo le
basilari regole del freestyle, l’arte di preparare cocktail facendo acrobazie, ma anche la consapevolezza della merceologia e
l’attenta scelta dei prodotti, decorazione e
intaglio di frutta, preparazione e realizzazione di un banco e molto altro ancora.
Per avere ulteriori informazioni e per
iscriversi al corso si può contattare l’associazione all’indirizzo info@assodiana.it
oppure chiamando il numero 3470527773.
Cesare Sabato
Notte bianca del libro
Caro direttore e amici lettori,
vi scrivo per comunicarvi con gioia che
anche quest’anno ripeteremo l’esperienza
della “Notte Bianca del Libro”, in data 17
maggio 2014, sabato, dalle ore 21,00 alle
24,00 presso il Palazzo San Domenico.
Questa volta l’evento sarà inserito nel programma “Maggio libri” del Comune, ma
nulla cambia nella formula organizzativa
predisposta dalla nostra Associazione, che
è stata apprezzata nelle passate edizioni.
Pertanto, chiedo ai lettori: volete essere
presenti, apportando uno o più contributi,
con letture animate, drammatizzazioni e
quant’altro abbiate in mente?... siate i benvenuti!
Ricordate solo i due paletti: letture
adatte a tutti, e durata dell’intervento non
esageratamente lunga (approssimativamente 3-5 minuti). Attendo una vostra
sollecita mail (paolalvisi@gmail.com) di
risposta, nella quale specifichiate anche gli
interventi che avete in mente, in modo da
approntare una scaletta e sottoporvela durante un incontro in presenza da tenersi a
ridosso dell’evento.
Attenzione: una delle novità di questa
edizione consiste nella raccolta di libri
usati, in buone condizioni, adatti a tutte le
fasce di età, che verranno regalati durante
la serata a vari studi pediatrici e medici, in
modo da favorire l’attaccamento al sano
vizio di leggere da parte dei pazienti in attesa. Se voleste partecipare anche a questa
iniziativa, vi saremmo grati.
Cordiali saluti,
REICHLIN
RICORDA
BERLINGUER
Paola Alvisi
di Renato Russo
Associazione Esperanto
“Quel busto
di Giosuè Carducci”
L’iniziativa di un busto in bronzo
raffigurante Giosuè Carducci, fu un’idea
di Pasquale Cardone che nel 1908 ne
ordinò la fattura allo scultore Gino De
Micheli di Napoli.
Terminato nel 1931, il busto venne
donato dallo stesso Pasquale Cardone
al Comune di Barletta che provvide a
collocarlo, nel 1932, in Piazza Monte
di Pietà oggi Piazza Mons. Giuseppe
Damato.
Le spese per il basamento e la posa
in opera furono a totale carico dell’impresa edile dei fratelli Angelo e Savino
Santoro.
Nel 1940 il Comune decideva la rimozione del busto con la motivazione
“… perché imbrattato quotidianamente
da monelli e sia per la sua ubicazione
sotto le finestre del palazzo arcivescovile” e lo “stivava” presso il Regio Ginnasio-Liceo di Barletta.
Da quel momento del busto non
si ha più notizia come la mitica Arca
dell’Alleanza.
L
a vigilia del 25 aprile, in una
sala di Palazzo della Marra,
è stata ricordata la figura di Enrico
Berlinguer nel trentennale della sua
scomparsa. Ad organizzare l’evento
l’AISLo Puglia, Vivi Barletta e Laboratorio Democratico.
A introdurre la serata, e promotrice dell’incontro, Raffaella Porreca
Salerno. Al tavolo dei relatori l’on.
Alfredo Reichlin, il sindaco Pasquale
Cascella, l’on. Gero Grassi, il dirigente regionale del PD Enzo Lavarra
e la giornalista Gilda Binetti. Moderatrice del dibattito, Maddalena Tulanti, vice direttore del Corriere
del Mezzogiorno. Una bellissima serata, vuoi per la ricchezza dei
ricordi di un grande protagonista del nostro passato, ma soprattutto
- senza far torto agli altri presenti - per l’intenso intervento dell’on.
Alfredo Reichlin che ha fatto una diagnosi precisa ed impietosa
dell’attuale condizione della nostra vita pubblica, ricordando con
un misto di nostalgia e di rimpianto i tempi di Moro e Berlinguer.
Essi infatti, sia pure da posizioni distanti, arrivarono alle medesime conclusioni, alla necessità del compromesso storico, cioè
all’intesa fra i due maggiori partiti italiani, per stabilire i tempi
e i modi dell’attuazione di una democrazia compiuta attraverso
Barletta 24 aprile, Palazzo della Marra. Da sinistra Gilda Binetti,
Enzo Lavarra, in piedi Raffaella Salerno Porreca, Alfredo Reichlin,
Gero Grassi e Pasquale Cascella (FOTO GIOVANNI FERRINI)
l’alternanza al potere, liberandosi del grave giogo del PSI craxiano che stabiliva alleanze a destra e a manca a seconda della convenienza dell’intesa (la politica dei due forni, come la definì con
efficace linguaggio metaforico Giulio Andreotti).
Reichlin non ha risparmiato critiche all’attuale sistema politico lottizzatorio, non nuovo a certe passate esperienze, ma che ai
nostri giorni ha raggiunto livelli mai sfiorati. Sul piano del ricordo
nostalgico, toccante il racconto della collaborazione con Berlinguer, persona di alta caratura politica e morale. Certo il paese secondo Reichlin - ha bisogno di una profonda trasformazione di
carattere sociale, di una rivoluzione culturale, perché noi oggi realizziamo un modello di conduzione politica molto vicina a quella
che trent’anni fa criticavamo nei partiti al governo.
A completamento della serata gli interessanti interventi degli
altri ospiti: il sindaco Cascella che ha dato il benvenuto all’amico-maestro (col quale collaborò da redattore nell’“Unità”, di cui
Reichlin era il direttore responsabile); Enzo Lavarra, Gero Grassi
(che si è soffermato sui difficili anni di una lenta, progressiva maturazione del compromesso storico) e la vivace giornalista barese
Gilda Binetti. Reichlin, che a Barletta ha passato gli anni giovanili, ne conserva un gradevole ricordo e ne prova molta nostalgia.
La serata è stata conclusa dalla lettura di alcuni passi di Berlinguer
letti da Manrico Gammarota, parole dense, ma estremamente attuali…
Michele Grimaldi
Funzionario dell’Archivio
di Stato di Barletta
RISTORANTE
RICEVIMENTI
CONGRESSI
MAGGIO
2014
MAGGIO
2014
Viale R. Elena
(Lit. di Levante)
tel. 0883 347741
IL FIERAMOSCA
9
Vita di partito
UAL
Costituite le prime due Commissioni del PD
per rilanciare un partito propositivo
Prima commissione: Affari Generali
ed Istituzionali, Annona, Sicurezza
Seconda commissione: Attività Produttive
e Sviluppo economico
10 aprile. S i è costituita la Commissione Affari Generali
ed Istituzionali, Annona, Sicurezza e Legalità, del Partito
Democratico - Circolo di Barletta, presieduta per l’occasione
dal Consigliere comunale Cosimo Damiano Bruno. Hanno
dato la loro adesione numerosi dirigenti. La funzione della
Commissione è quella di analizzare e produrre l’indirizzo
politico del Partito in relazione a tutte le materie di competenza
dell’omologa Commissione Consiliare.
Con questo strumento il PD intende e vuole dimostrare non
solo di essere in grado di portare a compimento le proposte
avanzate ai proprio elettori, ma anche di operare e vigilare
affinché l’attività amministrativa si svolga nel rispetto dei valori
imprescindibili e non negoziabili di legalità, solidarietà, equità
e trasparenza, ben coniugati con la necessità dello sviluppo
economico e sociale della Città. Ciò è tanto più necessario in
ragione del particolare momento storico che stiamo attraversando
caratterizzato da una grave crisi economica e da un profondo
decadimento etico, politico, culturale e sociale.
A pagarne le conseguenze sono, come sempre, i disabili, i
giovani e le donne, i lavoratori ed i disoccupati, gli immigrati,
i pensionati, ed in generale tutte le fasce economicamente
e socialmente più deboli della comunità, per non parlare del
territorio, aggredito da predatori animati solo ed esclusivamente
dal profitto e da impulsi speculativi.
La risposta del PD è che la legalità produce reddito, questo
è uno dei primi messaggi che intendiamo e vogliamo veicolare,
ma c’è dell’altro, ancor più importante. Il rispetto delle regole,
infatti, non solo produce ricchezza in termini economici ma,
cristallizzando dei modelli di comportamento, contribuisce in
maniera determinante all’evoluzione culturale ed etica della
comunità: è questo il dato essenziale, l’effetto più importante.
Sulla base di questi principi la Commissione ha avviato la
propria attività, proprio nel tentativo di innescare quei processi
virtuosi di emulazione sociale, unici ed indispensabili al fine
del miglioramento delle relazioni politiche, sociali, etiche ed
economiche della Città.
A tal fine le riunioni della Commissione, calendarizzate
per ogni mercoledì alle ore 20:00, presso la sede del Circolo
di Barletta del PD, sono e saranno aperte ai contributi ed alla
partecipazione di tutti coloro, iscritti e non, che ne intendano
condividere le attività, gli obiettivi, ed il percorso.
In calendario l’attività del Partito Democratico proseguirà con
l’insediamento della Commissione per l’Ambiente presieduta
dalla Consigliera Rosa Cascella con l’analisi di temi su cui si
sta concentrando l’attenzione della città; CCR e “Porta a porta”
e della Commissione per le Attività Produttive presieduta dal
Consigliere Nicola Ruta. In calendario anche l’organizzazione
di una Conferenza pubblica sul destino dell’Orto Botanico.
24 aprile. Il Partito Democratico ha insediato la sua 2a Commissione interna che seguirà le Attività Produttive e Sviluppo socio-economico, continuando nella sua ricerca di contributi esterni necessari
a impegnare il Gruppo consiliare PD sulle proposte da portare all’attenzione della coalizione di Centrosinistra e all’intero Consiglio
Comunale per una reale azione di supporto all’Amministrazione in
ragione del delicato periodo che stiamo attraversando afflitto dalla
crisi economica e dal decadimento etico, politico, culturale e sociale.
I lavori sono stati da noi introdotti e diretti.
La Commissione è partita dall’analisi della desertificazione di
quello che era il polo industriale di via Trani e via Foggia: mancando di un piano strategico di riconversione, si pone in via prioritaria
l’esigenza di istituire l’Osservatorio delle “Attività Produttive” che
ha lo scopo di far conoscere le attività e le iniziative delle Associazioni di Categoria presenti nel territorio per creare la giusta sinergia
con l’azione politico-amministrativa. L’Osservatorio dovrà necessariamente avere una sede messa a disposizione dal Comune di Barletta nella quale riunirsi e organizzare le attività e dovrà dotarsi di un
regolamento, che già all’esame della Commissione Consiliare dovrà
in breve tempo passare alla sua stesura definitiva e diventare operativo con l’approvazione in Consiglio Comunale.
La Commissione ha criticato i bandi regionali di internazionalizzazione e di delocalizzazione delle imprese perché avviati con
progetti concepiti e strutturati male che non hanno stimolato i consorzi di impresa, dimostrando da parte del legislatore regionale una
evidente miopia a riguardo delle aderenze territoriali dei progetti
finanziabili.
È vero che le Zone Franche rappresentano un’ulteriore opportunità di vantaggio per il comparto produttivo industriale, commerciale, agricolo e turistico culturale ma si evidenzia la scarsa conoscenza
dello strumento nella sua modalità di applicazione, perché carente è
la comunicazione fin qui circolata.
È importante condividere le strategie generali ed è necessario per
gli operatori capire la città futura partendo dalla considerazione che
l’economia attuale è quella dell’intelligenza, fatta di ricerca e di innovazione, campi nei quali le aziende locali sono le migliori ma nella
ricezione dei fondi europei che permettono lo sviluppo tecnologico
e il recupero del gap produttivo di qualità, sono le peggiori. I finanziamenti devono incentivare le piccole e medie imprese, che sono i
punti di forza dell’economia territoriale, perché la zona industriale
di Barletta non è morta ma ha al suo attivo aziende polo produttive
riconosciute a livello mondiale. È necessario completare tutte le fasi
che portano alla stesura definitiva del Piano urbanistico generale e
del relativo Documento preliminare programmatico, del Piano per il
Commercio, strumenti indispensabili alla crescita, ormai sono completati da diversi anni ma che avrebbero bisogno di una dedizione e
attenzione convinta da parte dell’Amministrazione che deve avviare
una intensa stagione di scelte coerenti e coraggiose.
Franco Ferrara, segretario del Partito Democratico - Barletta
10 IL FIERAMOSCA
Usura, una piaga da debellare
La nostra associazione ricorda agli imprenditori che l’usura non è mai la soluzione
dei propri problemi ma l’inizio di un percorso dolorosissimo per se stessi e per le
proprie famiglie
di Francesco Filannino*
A
bbiamo letto con molto interesse l’esame che del fenomeno dell’usura ha fatto il generale Nanula sulle pagine
della “Gazzetta del Mezzogiorno”. Dal punto di vista tecnico, le
considerazioni espresse sono esatte e inattaccabili. Hanno però
un difetto, peccano di eccessivo ottimismo.
Certo, chi non vorrebbe che il quadro dipinto dal generale
Nanula corrispondesse alla realtà. Cioè che l’usuraio fosse l’elemento debole, odiato, isolato, facile da denunciare e da abbattere, mentre, al contrario, le vittime facessero parte di un tessuto
sociale forte ben supportato da magistratura e forze dell’ordine.
Purtroppo, le cose non stanno esattamente in questo modo.
Anzi, oseremmo dire che la realtà è esattamente opposta.
Il fenomeno dell’usura nasce proprio dalla rottura del tessuto
sociale e dall’isolamento dell’imprenditore che ne diviene vittima. Isolamento che si manifesta nella impossibilità di trovare
strade alternative a quelle dell’usura.
Quando si rivolge all’usuraio, l’imprenditore lo fa proprio
perché è stato lasciato solo, messo nella impossibilità di superare un momento di crisi di liquidità. Troppe volte per impedire
l’intervento degli usurai sarebbe bastato un po’ di buona volontà da parte di chi gestisce il credito, buona volontà che manca
mentre sui giornali si legge di crediti miliardari elargiti in virtù
di semplici connessioni dovute a consorterie di partito o di cordata.
L’imprenditore che si rivolge all’usura è dunque un uomo
solo, sull’orlo del fallimento finanziario quando sa bene che
invece alla sua azienda mancherebbe poco per rimettersi in
carreggiata. Ma quel poco non arriva e non arriva proprio da
quella struttura sociale alla quale dopo, quando rimane vittima
dell’usura, gli si chiede di denunciare i propri aguzzini.
Chiaro che proprio in conseguenza di questo sentimento di
isolamento alcune volte chi è vittima dei metodi canaglieschi
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2014
dell’usura
potrebbe
non trovare la forza per
chiedere il sostegno delle forze dell’ordine e di
quelle associazioni che,
come la Ual, vogliono
garantire il necessario
sostegno psicologico e
di conoscenza dei percorsi legali per avvalersi delle tante misure
oggi a disposizione.
Queste remore purtroppo a volte vengono
rafforzate da incomprensibili ostacoli che le
organizzazioni di affiancamento e prevenzione “Dell’Usura”, incisione su legno
come la Ual incontrano attribuita ad Albrecht Dürer, da
nell’attivare le misure Stultifera Navis di Brant
di sostegno e, soprattutto, nel far pervenire questo sostegno alle vittime dell’usura che
scelgono la strada della denuncia. Troppo spesso l’erogazione
di questi fondi non solo è lenta ma addirittura non è detto che
le pratiche siano accolte e le somme assegnate. Una migliore
definizione dei soggetti incaricati di gestire i fondi e dei compiti
a loro assegnati aiuterebbe a snellire le procedure.
Ci rendiamo conto che questo nostro intervento potrebbe
sembrare troppo pessimista, almeno quanto quello del generale Nanula, del quale apprezziamo il grande impegno civile
e nell’ambito della diffusione della legalità, è stato ottimista.
Ma riteniamo che oggi più che mai l’usura trovi terreno fertile
di diffusione e che proprio per questo evidenziare i problemi e
migliorare i percorsi non può che essere un passaggio fondamentale per arrivare a sconfiggere tale piaga ed i comportamenti
criminali ad essa associati. Fermo restando l’invito a tutti coloro
che dovessero trovarsi oggi, in qualsiasi modo, a fare i conti con
questa terribile realtà a non perdere altro tempo e a rivolgersi
alle forze dell’ordine o alle realtà preposte, la Ual per il territorio
di Barletta, denunciando senza paura i propri aguzzini.
Per arginare questa piaga, pensiamo che il compito fondamentale della nostra associazione sia quello di ricordare ai nostri
imprenditori che l’usura non è mai la soluzione dei propri problemi ma sempre e solo la resa definitiva e l’inizio di un percorso dolorosissimo per se stessi e per le proprie famiglie.
* Presidente UAL
IL FIERAMOSCA
11
Vita amministrativa
Vita amministrativa
Sottoscrizione del Manifesto del
Patto Val d’Ofanto, una opportunità
Rilanciare il Patto Nord Barese Ofantino
come braccio operativo della struttura
Bando ai conservatorismi, ma dare sostanza programmatica e consistenza giuridica al progetto
di Emmanuele Daluiso*
di Pasquale Cascella*
M
ercoledì 7 maggio 2014, ad Avellino, presso la
Prefettura, si è tenuto l’incontro per la sottoscrizione del Manifesto del Patto Val d’Ofanto, finalizzato a
promuovere lo sviluppo sostenibile dell’intero territorio
ofantino, il cui obiettivo è quello di rilanciare l’iniziativa
già avviata con la sottoscrizione del Manifesto di Melfi a
luglio 2009.
L’iniziativa ha un forte valore istituzionale e di collaborazione fra il settore pubblico e quello privato, come testimonia la volontà espressa nei giorni scorsi dai soggetti che
maggiormente hanno manifestato la loro volontà di promuovere l’incontro di Avellino, fra cui il Presidente della
Provincia BAT, Francesco Ventola, il Sindaco di Barletta
Pasquale Cascella, il Sindaco di Canosa di Puglia, Ernesto
La Salvia, il Sindaco di Lavello Sabino Altobello, il Sindaco
di Calitri Antonio Rubinetti, il Presidente del GAL Vulture
Alto-Bradano Franco Perillo e il Presidente del GAL CILSI dell’Alta Irpinia. Il valore istituzionale dell’incontro è
sottolineato, per altro, dall’entusiasmo con cui il Prefetto
di Avellino, Carlo Sessa, già Prefetto della BAT, ha inteso
ospitare e patrocinare l’evento.
Euro*IDEES, in qualità di associazione europea impegnata nella promozione dello sviluppo locale e regionale,
si sta prodigando sin dal 2005 per mettere a punto una
strategia di sviluppo interregionale della Val d’Ofanto, insieme ai Gruppi di Azione Locale del Vulture Alto Bradano
e dell’Alta Irpinia, ma anche a quelli pugliesi che operano
sul territorio ofantino e all’Agenzia Territoriale per l’Ambiente che ha sede a Barletta.
I risultati non sono mancati, perché vari Comuni, i GAL
succitati, l’Agenzia per l’Ambiente, le quattro Province di
Avellino, Barletta-Andria-Trani, Foggia e Potenza e le tre
Regioni Campania, Puglia e Basilicata in questi ultimi anni
hanno portato a realizzazione vari progetti legati alla salvaguardia e tutela del fiume Ofanto e alla promozione dello
sviluppo socio-economico della Valle Ofantina. Alcuni di
questi progetti hanno visto anche la partecipazione attiva
dei privati, singoli e associati.
Questi interventi, tuttavia,
sono stati pensati nei limiti amministrativi delle quattro
Province e delle tre Regioni, e hanno avuto un impatto limitato, per quanto importante, sullo sviluppo complessivo della Val d’Ofanto, che esprime, invece, una unitarietà
territoriale, geografica e socio-economica, che se ben intesa
può fungere da volano per progetti interregionali più ambiziosi, di più ampia portata.
Questo spirito interregionale era stato già espresso dal
Manifesto di Melfi del 2009, ma la visione regionale delle politiche di sviluppo seguita in questi ultimi anni, in continuità
con la visione degli ultimi decenni, non ha permesso l’emergere di iniziative di sviluppo di spessore interregionale
(dall’ambiente, al turismo, alla cultura, all’industria, ecc…).
Il Manifesto sottoscritto ad Avellino intende dunque riproporre alle tre Regioni e al Governo Nazionale l’idea che
la Val d’Ofanto possa essere trattata come un territorio unitario nella programmazione che si sta mettendo a punto in
questi mesi e che si attuerà per tutto il periodo 2014-2020,
una programmazione che vedrà l’utilizzo di importanti risorse finanziarie europee e nazionali.
La Val d’Ofanto, guardando al più ampio scenario di
collegamento fra l’Adriatico e il Tirreno, alla direttrice
Barletta-Salerno, può rappresentare un banco di prova per
una progettualità di qualità dell’intero Mezzogiorno, in
grado di guardare ai reali risultati di sviluppo territoriale,
utilizzando nel miglior modo possibile le risorse finanziarie messe a disposizione dall’Unione europea.
Si tratta di
una grande sfida culturale, amministrativa e imprenditoriale che le istituzioni territoriali, prima, e quelle regionali e nazionali, poi, e le forze economiche e sociali locali
devono affrontare. Alcune di queste hanno già iniziato a
farlo, ci si augura che emerga alla fine un ampio partenariato interregionale in grado di affrontare i temi dello sviluppo ambientale, economico e sociale della Val d’Ofanto.
Euro*IDEES continuerà nel suo impegno nelle prossime
settimane e nei prossimi mesi, affinché tale partenariato
diventi il più solido possibile.
N
on si può restare indifferenti
alla fuoriuscita dal Patto Territoriale Nord Barese Ofantino di un
altro Comune: dopo San Ferdinando,
ora anche Trinitapoli. La diversa caratterizzazione delle due Amministrazioni induce a ritenere che le cause non
siano di convenienze politiche ma investano problemi di fondo, da affrontare
quindi con spirito condiviso e visione
programmatica prima che ci si riduca
a discutere di conti da rifare, di risorse
umane da salvaguardare e di strutture
da sottrarre alla liquidazione.
Purtroppo, si è già perduto tempo
prezioso - è dal 7 novembre 2012 che
la Conferenza dei sindaci aveva dato
mandato al Presidente pro tempore
di formulare una proposta di riorganizzazione - ma, come suol dirsi, non
è mai troppo tardi se si vuole recuperare il ruolo tradizionalmente assolto
dal Patto Territoriale con un deciso
processo di riconversione istituzionale
e di riorganizzazione funzionale alle
trasformazioni in atto nel sistema pubblico locale.
Il Patto era nato per sostenere
l’obiettivo della Provincia, poi raggiunto con la costituzione di un ente
dal carattere policentrico con denomi-
MAGGIO
2014
posto con forza, anche in sede di Patto Territoriale, di un processo di razionalizzazione e di efficientamento
dell’insieme delle convenzioni e dei
programmi tra i Comuni dell’area, per
superare i limiti della dispersione con
una visione programmatica delle nuove prospettive di lavoro comune. Tanto
più urgente a seguito del processo di
trasformazione delle Province in enti
da primo a secondo livello. Si tratta, insomma, di raccogliere tutte le funzioni
attualmente disperse e riconvertirle in
una struttura finalizzata allo sviluppo
comune del territorio.
L’auspicio, quindi, è che nella prossima assemblea del Patto Territoriale si
possano finalmente superare le resistenze e i conservatorismi che di fatto hanno impedito di procedere su un cammino già da tempo obbligato, per dare
sostanza programmatica e consistenza
giuridica all’urgente progetto di riorganizzazione, rilancio e innovazione.
Non ci possiamo permettere altre
defezioni, contraddizioni e men che
meno contrapposizioni. Bisogna, anzi,
recuperare al più presto una collaborazione istituzionale piena e coesa tra
tutti i Comuni della Valle dell’Ofanto.
* sindaco di Barletta
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* vice presidente Euro*IDEES.
12 IL FIERAMOSCA
nazione di Barletta Andria Trani. Da
allora si sono fatte strada altre forme
di collaborazione tra i Comuni, in relazione ai compiti delle Aree Vaste,
assunte sempre più come riferimento diretto dell’Europa, del Governo
nazionale della Regione per la nuova
programmazione. Non solo: all’Area
Vasta 2020, di cui il Comune di Barletta
è capofila, si accompagnano numerose
forme associative nei più diversi ambiti - dalla gestione dei rifiuti al gas, dalla rigenerazione urbana alle politiche
sociali, dall’agricoltura al turismo culturale - in cui anche altri enti locali assolvono a funzioni di capofila, ma tutti
costretti a misurarsi con le difficoltà
determinate dalla scarsità di risorse
umane, strumentali e finanziarie.
Si può, allora, rilanciare il Patto Territoriale come braccio operativo, anche
per le competenze e le esperienze che
al suo interno si sono formate, delle
diverse funzioni di un’unica forma associativa dei Comuni, anziché lasciare
consumare l’agonia di una struttura
che ormai si sovrappone alle composite articolazioni degli enti che l’hanno
costituita?
Di qui l’esigenza, che i rappresentanti del Comune di Barletta hanno
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IL FIERAMOSCA
13
Ambientiamoci
Ambientiamoci
Divertente tre giorni ambientalista organizzata
dalla Provincia a Margherita di Savoia
O
ltre duemila alunni di tutte le scuole della provincia Barletta Andria Trani e semplici spettatori si sono ritrovati a
Margherita di Savoia per l’evento conclusivo della II edizione di
“Ambientiamoci” campagna di educazione ambientale promossa
dalla Provincia. Un appuntamento diretto alla sensibilizzazione di
tutti, ma specialmente delle nostre nuove generazioni, verso i problemi ambientalistici. Luogo di incontro, il villaggio ecologico allestito per l’occasione nella villa comunale per un gran numero di
ragazzi che hanno approfittato dell’opportunità loro offerta per divertirsi con spettacoli musicali, una mostra fotografica sulle buoni
azioni ecologiche quotidiane, curata dal Gruppo Scout in versione
“Sentinelle dell’ambiente”.
Numerose altre iniziative di contorno hanno allietato la serata,
come le degustazioni servite su stoviglie di materiale decomponibile
o riciclabile. Il buffet? Servito dagli stessi ragazzi dell’Istituto enogastronomico di Margherita di Savoia. Tra le numerose iniziative, degna di rilievo la premiazione del concorso riservato agli studenti per
la realizzazione di un fumetto e che è toccata all’ITC “Cassandro” sul
tema L’ambiente che vorrei. Il miglior jingle Ecocreativi e ambiente
è andato al Liceo “Fermi” di Minervino Murge, mentre gli studenti
del “Colasanto” di Andria e del “Musti-Dimiccoli” di Barletta hanno
realizzato il miglior video sul tema “Responsabilità e ambiente”. I
vincitori godranno di un viaggio in una grande città europea.
Il momento finale della premiazione - a causa della pioggia battente che non ha reso possibile la premiazione all’aperto - si è svolta
nel Liceo Scientifico “Moro”, che ha visto Michele Placido padrino
della manifestazione che ha avuto parole di plauso per la Provincia e
di incoraggiamento per i ragazzi e per il loro futuro. La parte conclusiva della giornata è stata caratterizzata dalla esibizione canora della
cantante Paola Iezzi del duo Paola e Chiara della cantante Verdiana e
della francese Kelly Joyce, e da una brillante esibizione del cabarettista Uccio De Santis. Il saluto finale del presidente Francesco Ventola
ha chiuso la tre giorni così ricca di eventi finalizzati alla sensibilizzazione dei nostri ragazzi per le problematiche ambientalistiche.
14 IL FIERAMOSCA
AMBIENTIAMOCI 2014
premiati gli alunni
dell’ITC “M. Cassandro”
L’
I.T.C. “Michele Cassandro“ di Barletta si aggiudica
nella sezione fumetto, l’importante trofeo provinciale della manifestazione Ambientiamoci 2014, concorso indetto
e riservato agli alunni delle scuole di ogni ordine e grado della
provincia BAT.
Gli alunni del Cassandro, guidati dal prof. Ruggiero Maria
Dellisanti, hanno prodotto un fumetto incentrato sulle buone
pratiche da utilizzare in agricoltura evidenziando quello che
non si deve e quello che si deve fare soprattutto nello smaltimento dei rifiuti pericolosi e nocivi utilizzati in agricoltura. Gli
studenti e il loro docente sono stati premiati dal presidente della Provincia BAT Francesco Ventola e dall’assessore all’ambiente Gennaro Cefola e riceveranno come premio, per il loro
impegno, una visita alla città di Copenaghen, capitale Verde
europea per il 2014.
Elenco degli studenti dell’I.T.C. “M. Cassandro“ che si
sono aggiudicati il viaggio a Copenaghen: Borracino Claudia,
Chriti Amar, Curci Pasquale, Dibenedetto Antonio, Lombardi
Ruggiero, Palmieri Michele, Paolillo Maddalena, Piccolo Giuseppe, Piccolo Michele, Porcelluzzi Ruggiero.
Una rappresentanza studenti dell’I.T.C. “M. Cassandro” insieme al Presidente della Provincia BAT Francesco Ventola, al prof.
Ruggiero Maria Dellisanti, all’ass. Gennaro Cefola
MAGGIO
2014
Rispetto e tutela dell’ambiente con
l’approssimarsi della stagione estiva
E
ducare i cittadini del domani al rispetto ed alla tutela
dell’ambiente, promuovere strategie per un vivere sostenibile, infondere nei ragazzi, e non solo, una cultura ecosistemica.
Parte ufficialmente “Ambientiamoci”, la campagna di sensibilizzazione ambientale della Provincia di Barletta Andria Trani, presentata in conferenza stampa dal Presidente della Provincia Francesco
Ventola, dall’Assessore provinciale all’Ambiente Gennaro Cefola
e dall’Assessore alle Politiche Scolastiche Giovanni Patruno. Tante
le iniziative in programma, molte delle quali già avviate e tante altre in procinto di esserlo. Con l’approssimarsi della stagione estiva
saranno replicati gli interventi di pulizia straordinaria delle spiagge
pubbliche e delle strade provinciali. Iniziative, queste, a carico della
Provincia e già attuate lo scorso anno, in occasione della prima edizione di “Ambientiamoci”.
Ma veri ed indiscussi protagonisti di questa seconda edizione
saranno certamente gli studenti, i principali fruitori di una campagna finalizzata all’adozione di comportamenti corretti per il rispetto
dell’ambiente ed una quotidianità sostenibile. Circa 70 i laboratori
di orientamento ed educazione ambientale organizzati nelle scuole
elementari, medie e superiori della Provincia, con visite didattiche
nelle aziende locali che adoperano buone prassi in materia ambientale ed operano nel campo del riciclo e del compostaggio. Sempre
nelle scuole è stato poi bandito un concorso per la realizzazione di
contest (fumetto, jingle musicale e video), i cui vincitori saranno
premiati con viaggi nelle città europee leader nel campo della tutela
dei sistemi ambientali e premiate come “Capitale Verde Europea”.
Assieme agli studenti, protagonisti della campagna saranno il
mondo dell’associazionismo e delle parrocchie: i gruppi scout del
territorio e gli operatori dell’animazione parrocchiale costituiranno infatti il gruppo delle “Sentinelle dell’Ambiente”, chiamato a
fotografare buone prassi in materia ambientale ed a promuovere
tra i cittadini il materiale informativo di “Ambientiamoci”.
Non mancherà anche un intervento di sensibilizzazione rivolto
al mondo delle imprese per la diffusione della cultura della Responsabilità Sociale d’Impresa, affermando un nuovo modo di
fare impresa che non rispetti solo obblighi giuridici, ma anche
umani, ambientali e sociali (impresa ecosostenibile, che rispetti
l’ambiente, la salute e la sicurezza dei lavoratori e tuteli il rischio
di inquinamento ambientale).
Tutte queste attività saranno accompagnate da un percorso promozionale che prevede la diffusione di spot di sensibilizzazione al
rispetto dell’ambiente sui media locali ed una tre giorni di incontri
e dibattiti, dal 2 al 4 maggio prossimi, a Margherita di Savoia, sui
temi chiave della responsabilità sociale in materia di Ambiente.
«Abbiamo fortemente voluto che i veri protagonisti di questa
seconda edizione di “Ambientiamoci” fossero gli studenti, perché
è alle future generazioni, ai cittadini del domani, che dobbiamo
rivolgerci se realmente vogliamo sperare di vivere in un ambiente
sano e salubre - ha affermato il Presidente della Provincia di Barletta Andria Trani, Francesco Ventola -. Vogliamo contribuire alla
MAGGIO
2014
Il Presidente della Provincia Francesco Ventola tra l’Assessore provinciale all’Ambiente Gennaro Cefola e l’Assessore alle Politiche Scolastiche Giovanni Patruno
formazione di cittadini più consapevoli e sostenibili delle generazioni che li hanno preceduti. Sta già cambiando il modo di comportarsi dei nostri concittadini: se oggi le massaie conferiscono gli
olii esausti nei centri di raccolta che la Provincia ha promosso, se
quando facciamo la spesa già pensiamo a dove conferire i rifiuti,
vuol dire che la mentalità sta già cambiando. Ma molto, ancora,
possiamo e vogliamo fare in questo senso».
«Continua il nostro impegno in materia ambientale - ha invece
affermato l’Assessore provinciale alle Risorse Naturali, Politiche
Ambientali e Difesa del Suolo Gennaro Cefola -. Con questa campagna di sensibilizzazione, rivolta prevalentemente ai giovani ed
alle scuole, continuiamo a credere che l’uomo debba accompagnare la natura e non dominarla. Accanto a questa attività, promuoveremo ancora interventi di pulizia delle strade e delle spiagge.
Insomma, spendiamo soldi in cose concrete e non in chiacchiere».
Nel suo intervento l’Assessore Cefola ha poi annunciato la seconda edizione di Green Bat (dal 15 al 17 maggio nel Castello Svevo
di Barletta), una tre giorni interamente dedicata all’ambiente, al
tema dei rifiuti, delle energie rinnovabili e della tutela delle acque. L’Assessore provinciale alle Politiche Scolastiche Giovanni
Patruno si è invece detto «orgoglioso di aver coinvolto tutte le
scuole di ogni ordine e grado del territorio in questa campagna
di sensibilizzazione ambientale. Questo significa aver messo fieno in cascina: se le passate generazioni non hanno prestato molta
attenzione al rispetto dell’ambiente, oggi ci attrezziamo perché in
futuro la storia possa cambiare».
IL FIERAMOSCA
15
Provincia BAT
Provincia BAT
Progetto “Provincia Amica”
a sostegno delle categorie svantaggiate
LA FALSA ABOLIZIONE DELLE PROVINCE
di Luigi Antonucci*
700
domande pervenute per tirocini formativi nelle
aziende del territorio, 365 per le borse di studio
in tutte le facoltà in favore di studenti meritevoli e con difficoltà
di reddito, 971 Carte Amica erogate per altrettanti nuclei familiari
oltre ad un contributo erogato al Comune di Bisceglie per la compartecipazione alla social card comunale.
Tra Natale e Pasqua la Provincia di Barletta Andria Trani ha
stanziato oltre 2 milioni di euro a sostegno delle categorie sociali
più svantaggiate, del mondo del lavoro e dell’istruzione con il progetto “Provincia Amica”, i cui risultati sono stati illustrati in conferenza stampa del Presidente della Provincia Francesco Ventola,
affiancato da Assessori e Consiglieri provinciali.
«Un esempio di buone prassi, tante iniziative concrete che ci hanno visto tendere una mano alle famiglie meno abbienti, ai giovani
meritevoli ma con difficoltà economiche, ai soggetti disoccupati ed
inoccupati di tutte le età ed alle aziende del territorio».
Così il Presidente Ventola nel commentare i risultati di Provincia Amica. «Numeri esaltanti ma che non possono lasciarci indifferenti, poiché confermano quante difficoltà incontrino oggi i nostri concittadini a trovare lavoro e ad arrivare alla fine del mese.
Nessun’altra Provincia, in tutta Italia, è riuscita a fare altrettanto, a
causa del completo azzeramento di trasferimenti statali» ha proseguito il Presidente Ventola.
Ma oltre alle Borse Lavoro, alle Borse di Studio ed alle Carte
Amica (già erogate le prime quattro mensilità da 150 euro per circa
mille nuclei familiari, in procinto di essere liquidato anche il mese
di aprile), c’è l’Hub di Bat’s Move, un contenitore di idee per giovani che vogliano intraprendere percorsi di avviamento al lavoro
ed autoimprenditorialità, l’apertura di un Centro per l’Occupabilità
Femminile a Barletta, di due Centri Antiviolenza (Andria e Barletta),
per contrastare il fenomeno della violenza di genere, ed il servizio di
Consulenza Psicologica Specialistica nei Centri per l’Impiego. Ancora, lo Sportello DSA, per giovani con Disturbi Specifici dell’Apprendimento, lo Sportello Europa, un punto informativo di tutte le
opportunità provenienti dalla Comunità Europea, quello per le Im-
C
prese, l’applicazione “Vela” per smartphone e tablet (scaricata da 230
utenti), la compartecipazione al corso di laurea in Scienze Infermieristiche di Barletta e gli Sportelli Professione Militare di Trani, Barletta
e Margherita di Savoia.
Sette, invece, le domande pervenute per le borse di studio in
favore degli studenti della Lum di Trani. «A dimostrazione di come
non abbiamo erogato un euro in favore dell’Università Lum - ha
precisato Ventola - e, con le risorse residue, abbiamo sostenuto gli
studenti di tutte le altre facoltà (365 domande pervenute)». Gli Assessori alle Politiche Attive del Lavoro, Giovanni Patruno, ed alle
Attività Produttive, Antonia Spina, hanno invece sottolineato la vivacità delle imprese locali nel beneficiare delle tante opportunità di
Provincia Amica, come dimostrano le numerose richieste pervenute
per i tirocini formativi in azienda, finanziate dalla Provincia.
Insomma, a quattro mesi di distanza dal suo lancio, Provincia
Amica continua a raccogliere consensi unanimi. Consensi che sono
arrivati anche da altre Province italiane e dalla Regione Puglia. «Ci
fanno piacere - ha sottolineato il Presidente Ventola - ma avremmo
preferito che oltre al compiacimento ci fosse altro.
Avevamo chiesto alla Regione di sostenere economicamente
queste iniziative, ma non abbiamo mai avuto risposte. Per rispetto
istituzionale dico che la speranza è l’ultima a morire, ma non possiamo morire di speranza».
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16 IL FIERAMOSCA
MAGGIO
2014
osì com’è stato concepito, questo riordino delle Province
italiane non è altro che una grande presa in giro.
Far passare per abolizione un provvedimento che non cancella alcun ente, anzi ne crea di nuovi, è solo l’ennesima furbesca
azione di un Governo esperto di tweet ma molto meno cosciente
delle problematiche del nostro Paese. Qualunque dizionario della
lingua italiana si voglia consultare, la parola abolizione avrebbe
un solo significato: “eliminare”, “annullare”, “cancellare”.
Questo non vale per il Governo Renzi, che parla di “abolizione” delle Province, ma in realtà, con il Ddl Del Rio fa nascere ben
quindici Città Metropolitane (tante quante nel resto d’Europa),
favorisce la nascita di Unioni dei Comuni e, udite udite, conserva
proprio le Province.
Pur consapevole dell’utilità delle Province (interroghiamoci,
piuttosto, a cosa servano le Regioni), sarei stato favorevole ad
una loro abolizione. L’abolizione delle Province tramite modifica
costituzionale era il primo punto del programma elettorale di Centrodestra del 2013 e ci avrebbe trovato pienamente d’accordo.
A patto, però, che si trattasse di abolizione seria, vera, che passasse da una riforma del Titolo Quinto della Costituzione, e che
magari coinvolgesse anche altri organismi del nostro Stato: dal
Parlamento alle Regioni, cominciando magari dagli oltre 8mila
enti intermedi che proliferano nel nostro Paese. Invece, con il Ddl
Del Rio in Italia aumenteranno gli enti (come se non ne avessimo
già tanti!), con la sola differenza che a guidarli saranno figure non
elette democraticamente dal Popolo.
Già, perché secondo la nuova normativa, i prossimi Presidenti
delle Province saranno eletti dai Sindaci del territorio, e non direttamente dai cittadini. Stesso discorso per i Consiglieri provinciali,
che saranno eletti solo dai Consiglieri comunali delle diverse Città. Le Province, poi, conserveranno un proprio bilancio autonomo,
che dunque non sarà più gestito da amministratori eletti dai cittadini. Insomma, qual è la vera ventata di novità introdotta dal Governo Renzi in materia di Province? “Aver tagliato le circa 3mila
Tra la Cattedrale e il Castello,
in pieno centro storico,
sullo sfondo del mare
e delle balze garganiche
Il Covo delle Sirene
è la cornice ideale per cerimonie,
feste, meeting e aperitivi.
MAGGIO
2014
ristorante
indennità degli Amministratori provinciali” dicono Renzi e i suoi.
Ma anche in questo caso, si vuol scambiare “fischi per fiaschi”.
Perché Renzi dimentica di dire che un Consigliere provinciale non
percepisce alcuna indennità, ma solo un gettone di presenza, di
circa 30 euro lordi, per ogni seduta di Consiglio o di Commissione
cui partecipi? E perché non dice che qualora, come molto spesso
accade, questo Consigliere provinciale sia anche Amministratore
del proprio Comune, tali cariche non sono cumulative e si è giustamente costretti ad optare per solo uno dei due compensi?
Tutto questo Renzi lo sa molto bene, visto che agli albori della
sua carriera politica ricoprì il ruolo di Presidente della Provincia
di Firenze, prima di diventare Sindaco e Presidente del Consiglio
comunale (nominato).
Intanto, in attesa che le Province siano riorganizzate (non cancellate!), la Provincia di Barletta Andria Trani, esempio di Amministrazione giovane, vivace ed al passo con i tempi, non ha alcuna
intenzione di rallentare la propria azione di Governo.
E a dispetto di chi ne sta già celebrando il De Profundis, continua ad erogare borse di studio per i giovani studenti meritevoli
e con difficoltà di reddito del territorio, a pagare tirocini formativi
per soggetti inoccupati e disoccupati nelle aziende del territorio,
ad erogare le Carte Amica (150 euro al mese per sei mesi) per le
famiglie meno abbienti, a tagliare nastri di nuove aule realizzate
nelle scuole (Liceo “Cafiero” di Barletta), a dar inizio a lavori di
ampliamento di altri istituti scolastici (Liceo “Nuzzi” di Andria o
Istituto “Staffa” di Trinitapoli”), a proseguire i lavori di ampliamento della Strada Provinciale “Trani-Andria” ed a garantire, a
tutti gli studenti diversamente abili delle nostre scuole, il servizio
di trasporto gratuito e quello di assistenza specialistica durante le
attività scolastiche.
Tutte cose che, prima che nascesse la Provincia di Barletta Andria Trani, potevamo solo sognare!
* Consigliere provinciale
Barletta Andria Trani
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17
Vinitaly
VINO
A REGOLA
D’ARTE
LE CANTINE DELLA BARDULIA A VINITALY
Nostra intervista al presidente Francesco Fumarulo: i tempi sono difficili,
ma noi non ci scoraggiamo e siamo proiettati nel futuro
a cura di Renato Russo
E
bbene com’è andata quest’anno a VINITALY?
Quest’anno abbiamo visto una maggiore partecipazione degli operatori. E quanto a noi abbiamo
stabilito numerosi contatti, specialmente con gli
esportatori esteri - ristoratori, commercianti e operatori in genere del settore - che abbiamo accolto con
cordialità e la degustazione dei nostri prodotti…
Da quello che abbiamo intravisto in TV, il
vostro c’è parso uno spazio più vivo, più vivace
rispetto ad altri spazi espositivi.
In realtà abbiamo voluto imprimere, alla nostra
presenza, la caratterizzazione di una maggiore familiarità con i visitatori, per creare un clima più co- Francesco Fumarulo
municativo. Il fatto che i mass media se ne siano accorti, non può che farci piacere.
Quale tira di più, il mercato interno o quello estero?
Decisamente il mercato estero per il quale ci siamo e ci stiamo attrezzando per
ampliare i nostri spazi commerciali, anche se siamo consapevoli di una forte concorrenza. Da qualche tempo invece il mercato interno è in piena crisi e ci vorrà del tempo
per rianimarlo…
Incontri coi mercati esteri, allora. A tempi più lunghi oppure ravvicinati?
In questi giorni devo andare in Croazia, nei primi di giugno abbiamo programmato
degli incontri in Inghilterra e in Colombia, in prospettiva non escludiamo un appuntamento anche col Brasile (mentre stiamo dialogando, giunge sul video, sempre acceso,
una richiesta olandese di informativa)…
E l’America? Gli Stati Uniti?
L’America è lontana, anche se - come ho detto - è imminente un incontro con gli
operatori colombiani. Con gli Stati Uniti invece è più difficile perché non sono ancora
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2014
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2014
Vinitaly è il Salone Internazionale del vino e
dei distillati che si tiene a Verona, dal 1967,
con cadenza annuale. Vinitaly si estende per
oltre 95 000 m², conta più di 4 000 espositori l’anno e registra circa 150 000 visitatori
per edizione. Il salone raccoglie produttori,
importatori, distributori, ristoratori, tecnici,
giornalisti e opinion leaders provenienti da
tutto il mondo.
Ogni anno ospita oltre cinquanta degustazioni tematiche di vini italiani e stranieri e
propone un programma convegnistico che
affronta le principali tematiche legate alla
domanda ed offerta del mercato del vino, le
analisi sono condotte dall’Osservatorio di
Vinitaly Studi&Ricerche.
Oltre alle aree espositive dedicate ai produttori di vino, il salone si compone di workshop, buyers club ed aree espositive speciali per promuovere il Made in Italy e far
conoscere sul mercato le aziende emergenti.
Nel contesto di Vinitaly si organizzano concorsi e premi internazionali, i più famosi: il
Concorso Enologico l’Internazionale, International Packaging Competition e il Premio
Internazionale Vinitaly che assieme all’International Wine and Spirit Competition promuove la divulgazione della cultura del vino
nel mondo. In contemporanea al Salone del
vino si tengono: Sol, Salone Internazionale
dell’Olio d’Oliva Extravergine di Qualità,
Agrifood Club, Rassegna dell’Agroalimentare di Qualità, ed Enolitech, Salone Internazionale delle Tecniche per la Viticultura,
l’Enologia e delle Tecnologie Olivicole ed
Olearie.
Vinitaly inoltre organizza il fuorisalone Vinitaly for You, evento winebar aperto a tutti gli
appassionati del vino, che si tiene nel centro
storico di Verona, nella suggestiva cornice del
palazzo della Gran Guardia in Piazza Bra.
Vinitaly svolge anche la funzione di ambasciatore del vino italiano nel mondo attraverso Vinitaly in the world che organizza
eventi B2B e B2C nei principali mercati internazionali.
IL FIERAMOSCA
19
AVIS
Vinitaly
Tornando ai barlettani, come va il mercato locale?
Potrebbe andar meglio, ci sono ampi spazi di recupero. Su percentuali, noi vendiamo sul nostro mercato interno locale circa il
20% (parliamo di prodotto confezionato e di vendita al dettaglio).
E la vendita dell’olio? Sappiamo che producete anche
dell’ottimo olio…
Sì, ci stiamo espandendo, ma questo mercato è ancora in una
fase iniziale. Basti dire che fra conferimento fra i due prodotti c’è
un abisso: per l’olio parliamo di 15 mila quintali di olive, per il
vino, di 400 mila quintali di uve.
Lo stand delle Cantine della Bardulia
alla nostra portata. Loro hanno rapporti prevalentemente con il
Piemonte, la Toscana e il Veneto. Si sta aprendo anche un fronte
olandese e svizzero, e non disperiamo di entrare nel mercato cinese…
Come si presentano gli operatori vinicoli pugliesi all’appuntamento con VINITALY? E i barlettani?
In maniera dignitosa, con una presenza costante. Di Barletta
con noi c’era la Cantina Sociale. Certo, il cammino non è agevole,
ma noi ci difendiamo, e anzi stiamo facendo anche ulteriori investimenti.
Quali investimenti?
Ai primi di aprile l’assemblea dei soci ha autorizzato un investimento diretto al nostro allargamento aziendale. È vero che gli utili
non sono molto remunerativi, ma è anche vero che una parte di essi
la dobbiamo investire nel futuro. Non ci si può fermare…
Se non siamo indiscreti, investimenti in quale misura? a
grandi numeri…
Parliamo di un investimento di circa un milione e mezzo di euro
ottenuti dalla ricapitalizzazione dei soci, senza alcun contributo
pubblico.
Una domanda a beneficio dei lettori… Ma quando sono nate
le Cantine della Bardulia? e chi è stato il primo presidente?
Sono state fondate nel febbraio del 1980 da un gruppo di coltivatori e il suo primo presidente è stato Francesco Dibitonto, che
aveva il suo vivaio su via Fracanzano, sulla strada che porta al
nuovo ospedale. Il vivaio non c’è più, come il suo antico presidente,
mentre sono restate, a ricordarlo, le antiche piante che ornavano il
suo giardino, che ancora oggi fanno bella mostra di sé.
Una riflessione e un invito:
col vino, all’estero esportare turismo
Vogliamo chiudere con una riflessione e un invito cioè quello di
far conoscere Barletta nel mondo attraverso il vostro prodotto. Mi
spiegherò meglio. Una risorsa importantissima per la nostra città
(Barletta) e per il nostro territorio (la provincia BAT) è il turismo.
Avete pensato a come potreste - senza grosse spese - esportare, col
prodotto vitivinicolo anche quello turistico?
In fondo lo fate già nella denominazione stessa della vostra
azienda, che reca in sè la primitiva gens barulitana, cioè gli antichi
Bardulensi; senza dire del nome che avete dato ad alcuni vostri prodotti come il magnifico “De Nittis”…
Pensiamo, per esempio, a come far conoscere all’estero, e valorizzare, la Disfida di Barletta o la battaglia di Canne, oppure personaggi notevoli come Federico II o Boemondo d’Altavilla, eventi e
protagonisti noti in tutto il mondo e tuttavia poco pubblicizzati!…
L’idea non è sbagliata, anche perché comporterebbe una spesa
modesta, a fronte di una significativa visibilità delle risorse storicoturistiche della nostra terra.
E i tempi realizzativi di questo progetto?
Abbastanza rapidi. Già in questi giorni (ai primi di maggio)
stiamo dando mano all’inizio delle opere di carotaggio…
Le Cantine della Bardulia sono diventate una bella realtà in
campo cittadino e regionale. Su quanti soci può contare?
Attualmente su 420 soci conferenti.
I
n questi brutti tempi dominati dalla crisi economica,
da guerre nefaste, da alluvioni e da ogni tipo di violenza, fa piacere finalmente raccontare la storia di una bella
indimenticabile giornata, quella che ha vissuto la famiglia
avisina di Barletta nella Sala di Sant’Antonio nella giornata del donatore. Giornata che è iniziata con la S. Messa
celebrata nella chiesa di S. Andrea da don Pino Paolillo.
Quindi mattinata organizzata nella Sala di Sant’Antonio;
al tavolo la presidente Rosaria Cuccorese che ha letto l’annuale relazione, il dott. Gaetano Aiello in rappresentanza
del prefetto Clara Minerva. Quindi la relazione del dott.
Eugenio Peres del dipartimento medicina trasfusionale e
del dott. Leonardo Santo sulla “sicurezza del sangue donato”. A coordinare i lavori, il dott. Giuseppe Dimiccoli.
È stato da ultimo presentato il nuovo sito della sezione di
Barletta a cura di Rain Web, cliccabile all’indirizzo http:
www.avisbarletta.it
Quindi è seguita la consegna delle Onorificenze di Cavaliere, Onori delle benemerenze AVIS e dei pacchi dono.
“Sono passati ormai 62 anni dalla costituzione del nostro sodalizio e ci fa piacere vedere, dopo tutti questi anni,
che la nostra Associazione non soltanto è in buona salute
ma i numeri continuano a crescere e questo grazie al vostro
gesto anonimo, volontario e gratuito che ha permesso ai
meno fortunati di poter godere della vostra generosità - ha
dichiarato la presidente Cuccorese. I nostri 2.470 soci nel
corso dell’anno 2013 hanno effettuato ben 4.760 donazioni, riuscendo in tal modo a dare ampia autosufficienza al
nostro Ospedale, alla nostra città e contribuendo anche a
rifornire centri trasfusionali vicini. A tutti il mio ringraziamento”.
La sezione avisina di Barletta procederà poi al sorteggio
di cinque crociere per i propri soci donatori benemeriti che
oltre alle proprie donazioni, si saranno fatti promotori di
altre donazioni fino al 30 giugno. La crociera durerà una
settimana e partirà da Bari il 22 settembre con la motonave
MSC Fantasia.
Studenti dello “Scientifico”
donatori volontari dell’AVIS
Un bell’incontro, quello al Liceo Scientifico “C.
Cafiero”, nel corso del quale alcuni studenti hanno
fatto una donazione volontaria, realizzando un progetto delle docenti Filomena Lamacchia e Teresa Allegretti. Un clima festoso che ricorda una antica tradizione, realizzata, pensata, oltre mezzo secolo fa,
quando il prof. Ruggero Lattanzio e il preside dell’ITC
“Cassandro” prof. Francesco Filannino, concertarono un avvicinamento fra scuola e AVIS, per realizzare le prime donazioni, come gesto di alta sensibilità
umana. E sarà da questa iniziale collaborazione, che
nascerà anche su un piano sportivo una intensa collaborazione fra settori sportivi delle rispettive istituzioni, e sarà da questa collaborazione, che nascerà
una grande scuola di atleti che recheranno prestigio
alla nostra città per oltre vent’anni. Sei campionati
nazionali vinti per la marcia, e poi l’avvento del grande Pietro Mennea.
Tutto partì di lì, da quelle prime donazioni. I tempi
sono cambiati, ma lo spirito che anima i ragazzi che
fanno una donazione è lo stesso, è la testimonianza
che la gioventù è ancora generosa, ancora capace
di slanci altruistici e consapevole che una donazione
può salvare una vita umana.
Al Tettuccio
Un tempo, tanto tempo fa, ricordo che c’era il problema
dell’esubero del prodotto per cui lo Stato si preoccupò di creare
una struttura che assorbisse le eccedenze del pigiato creando
una distilleria pubblica…
Attualmente sono venuti meno quegli interventi pianificatori,
che avevano finito con l’incoraggiare, anziché dissuadere gli speculatori della produzione eccedente. Oggi il prodotto superfluo
prende la via degli acetifici.
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E aiuti? La Regione Puglia o la Comunità europea non vi
danno una mano in questi investimenti?
Purtroppo no, siamo soli, da almeno due anni è stata sospesa
ogni forma di sostegno diretto o indiretto da parte della Regione.
L’unico aiuto è quello di sostenere le spese di partecipazione al
VINITALY…
20 IL FIERAMOSCA
La festa dell’AVIS nella Sala S. Antonio
MAGGIO
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MAGGIO
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Mennea durante una donazione al Centro emotrasfusionale dell’AVIS
IL FIERAMOSCA
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Chiesa
Quando Papa Giovanni XXIII passò per Barletta
di mons. Sabino Amedeo Lattanzio
I
beati Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII sono stati iscritti
all’albo dei santi il 27 aprile 2014, seconda domenica di
Pasqua, intitolata al culto della Divina Misericordia. Ricordando
Giovanni XXIII, Papa Francesco ha detto: “È un po’ la figura del
‘prete di campagna’, che ama e sa curare ognuno dei fedeli e
questo lo ha fatto da vescovo e da nunzio… È stato un coraggioso,
un prete di campagna buono, con un senso dell’umorismo tanto
grande e una grande santità”. Inoltre, ha sottolineato il Pontefice,
egli è stato un uomo “docile alla voce di Dio” tanto da avere la
grande intuizione del Concilio Vaticano II. Per tutti questi meriti
Papa Wojtyla - che è salito assieme a lui agli onori degli altari, e
ne ha seguito le orme di santità e di grande zelo missionario - lo
volle beatificare nel 2000.
La Chiesa di Barletta ha vissuto intensamente questa giornata
ricordando in modo particolare Papa Roncalli, con il quale ha voluto rinsaldare gli antichi legami storici e affettivi. Il trait d’union
tra Angelo Giuseppe Roncalli (1881-1963) e il nostro territorio è
stato il sacerdote barlettano don Orazio De Fidio (1879-1965), suo
amico di studi al Seminario Romano nell’antica sede dell’Apollinare.
Proprio a motivo di questi vincoli di amicizia fraterna don
Angelo Roncalli sostò nella città di Barletta per ben due volte,
ospite di mons. De Fidio presso l’abitazione di famiglia, sita al
centro della città, in piazza Plebiscito, all’ombra della monumentale chiesa di San Gaetano. In una di queste venute celebrò Messa
presso la chiesa arcivescovile di Santa Maria di Nazareth.
Risalirebbe al 1906 la prima sosta di mons. Roncalli a Barletta,
quando dal 19 settembre al 22 ottobre prese parte con don Orazio
al terzo Pellegrinaggio Nazionale Italiano in Terra Santa. La seconda permanenza, invece, coinciderebbe coi giorni 15-16 novembre
1923, ospite ad Andria
del suo amico mons.
Alessandro Macchi,
vescovo di quella Diocesi. Stando ad una ricerca favoritami il 28
aprile 1988 da mons.
Loris Capovilla, allora
arcivescovo di Loreto
e di recente nominato
cardinale: “La data
più probabile: 17 novembre. Ospite del vescovo Macchi è naturale che si concedesse
qualche
escursione
nei dintorni e che celebrasse a Barletta nel
punto di partire di là
per Roma”. Altri motivi legaStatua marmorea di papa Giovanni XXIIII,
no la nostra città di
ubicata in via Fracanzano (FOTORUDY)
Barletta alla figura del
Pontefice bergamasco. Il 17 marzo 1961, a coronamento delle celebrazioni del primo centenario dell’erezione dell’Arcidiocesi Nazarena di Barletta, con Breve Pontificio, egli elevò la Cattedrale
di Santa Maria Maggiore all’onore e dignità di Basilica Minore. Il
28 maggio 1961, lo stesso Santo Pontefice inviò a Barletta il card.
Alfredo Ottaviani per l’incoronazione della venerata Icona della
nostra Celeste Patrona, la Madonna dello Sterpeto. Nell’ottobre
dello stesso anno una folta rappresentanza del clero e dei fedeli
barlettani, pellegrini presso la Sede di Pietro, donarono a Papa
Giovanni XXIII in segno di gratitudine una riproduzione a mosaico della Madonna dello Sterpeto, eseguita negli Studi del Mosaico
in Vaticano. Il Santo Padre, appassionato devoto di Maria Santissima, gradì così immensamente questa pregevole Immagine da inviarla al paese natio di Sotto il Monte (Bg) perché fosse collocata
nella sua cara residenza di Ca’ Maitino, dov’è venerata. Ancora
oggi il vegliardo cardinale Loris Capovilla, fedele custode delle
memorie di Papa Roncalli, indica con fierezza quell’Immagine
Mariana ai pellegrini barlettani che gli fanno visita.
Domenica 27 aprile, nello stesso giorno in cui Giovanni XXIII
è stato elevato agli onori degli altari, la comunità parrocchiale di
San Giacomo Maggiore, facendosi voce di tutti i fedeli della città,
in piazza Plebiscito, presso il luogo dov’era ubicata l’abitazione
del canonico De Fidio, ha scoperto una lapide che perpetua il ricordo del passaggio di Roncalli a Barletta.
Lapide apposta dov’era ubicata l’abitazione De Fidio
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MAGGIO
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Chiesa
Chiesa
A Barletta il 1° Convegno Carismatico
degli Apostoli di Gesù Buon Pastore
A RISCHIO LE VOCI DELLA PERIFERIA
APPELLO DI FRANCESCO ZANOTTI, PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI
P
uò apparire velleitario, in questi frangenti così
difficili per l’intero Paese, tornare a parlare di
editoria. Si fa un gran discutere di riforma elettorale e di
modifiche sostanziali alla pubblica amministrazione. La
gente aspira a norme semplici, facili da comprendere e
da applicare. Occorre rendere lo Stato amico, in grado di
creare un rapporto di fiducia con i cittadini. Per questo il
presidente del Consiglio vuole partire dal lavoro e da un
recupero di potere d’acquisto (80 euro al mese) per chi non
supera i 25mila euro all’anno. Una boccata d’ossigeno per
le famiglie che in questi ultimi periodi si sono affaticate
per fare quadrare bilanci sempre più risicati.
Matteo Renzi ha imposto subito un ritmo diverso al suo
esecutivo. Comunicazione più snella e immediata, senza
tanti giri di parole. Le visite a Treviso e a Siracusa da parte
del nuovo premier hanno dimostrato come sia importante
curare il territorio. O si rimette mano a un rapporto con la
provincia italiana, oppure il solco tra politica e cittadini si
farà ogni giorno più profondo.
Ora si rischia di perdere anche chi dà voce, da oltre un
secolo, a buona parte del Paese e alle sue periferie. Stiamo
parlando di decine di periodici diocesani che raccontano
ciò che di solito non viene riferito dai grandi network. I
contributi pubblici all’editoria sono invisi all’opinione
pubblica. Anni di proclami-contro hanno creato un clima
ostile: azzerare questi sostegni all’editoria assieme al
finanziamento ai partiti. Se un giornale è un’azienda, stia
in piedi con le sue gambe, dicono i più. Se non ci riesce,
chiuda bottega.
Occorre andare oltre le frasi ad effetto. Sui blog si
urla contro la casta e si accomuna tutto in una melassa
indistinta. I lettori devono sapere che la realtà è un po’ più
complessa. I sostegni all’editoria, nati nel 1981 e riformati
A
Barletta, presso il Paladisfida M. Borgia si è tenuto il
1° Convegno Carismatico degli Apostoli di Gesù Buon
Pastore sul tema “La fede si rafforza donandola …”.
Al Convegno, promosso da don Francesco Fruscio dal 2008
iniziatore della Fraternità Carismatica di Famiglie ‘Apostoli di
Gesù Buon Pastore’, sono intervenuti: Don Francesco Piazzolla,
Dottore in Teologia Biblica e docente di Sacra Scrittura il quale ha
dibattuto sulle “ Motivazioni per un rinnovato impulso missionario”
e Luigi Costantino, Membro della Comunità “ Nuova Pentecoste”
che ha affrontato il tema della Evangelizzazione.
La santa Messa è stata presieduta dall’Arcivescovo Sua
Eccellenza Giovan Battista Pichierri.
La giornata è stata scandita da momenti di formazione, di
preghiera comunitaria, di testimonianze, da un concerto di lode
e adorazione live del gruppo musicale ‘ForJesus’, formato da
marchigiani, professionisti della musica, guidati da don Francesco
Fruscio.
Tutti i momenti liturgici sono stati animati dalla Comunità
Carismatica Nuova Pentecoste. L’evento è andato in diretta su
Amica 9TV canale 91 del digitale terrestre e in streaming cliccando
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L’Arcivescovo Pichierri, così si è espresso riguardo al
convegno: “L’iniziativa è stata da me accolta come forte momento
di comunione ecclesiale nella nostra Arcidiocesi e tra le diocesi
partecipanti della regione Puglia”. Mentre, sulla giornata del
convegno così si è espresso don Francesco Fruscio: “Se questi
sono gli anni in cui l’uomo sembra percorrere un tempo fuori da
ogni valore, dissociato dai principi e dalle virtù, mentiremmo.
La preghiera ha sempre sostenuto nel corso del tempo, un forte
potere in chi la pratica, la vive e la diffonde. La preghiera si
erge come intima comunione con Dio. È da questa fede ritrovata,
cercata, che nasce il primo convegno promosso dal Rinnovamento
Carismatico “Apostoli di Gesù Buon Pastore” che il 6 aprile
2014, al PalaDisfida M. Borgia, a Barletta, ha tenuto una intera
giornata dedicata alla fede. In un sottotitolo sul manifesto, si
legge una frase del Santo Padre Francesco che è l’emblema di
tutta la manifestazione: “La fede si rafforza donandola!”. Perché
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24 IL FIERAMOSCA
nel 1990, sono presenti
in Italia, come nella
stragrande maggioranza
degli Stati europei, per
due motivi validissimi
anche oggi. Prima di
tutto per favorire la
democrazia informativa,
il pluralismo, la presenza
di più voci nel campo dei
media. In secondo luogo,
per controbilanciare il
mercato pubblicitario in
massima parte drenato
in Italia dalle televisioni, senza meccanismi per una sua
redistribuzione.
Nel 2012 sono state introdotte norme più stringenti
per l’ammissione a questi contributi. È stata operata,
giustamente, maggiore selezione. I periodici non
profit sono stati confinati in un incomprensibile (nella
sua definizione) 5 per cento dell’intero fondo. Ciò ha
comportato, nei tagli generalizzati per tutti di circa un
terzo, una penalizzazione maggiore per molti periodici,
tra cui le 70 testate (tra le 189 totali) che aderiscono alla
Fisc e percepiscono queste “briciole di contributi”, ormai
ridotte a “briciole di briciole”. Stiamo parlando di 1,8
milioni di euro erogati nel dicembre scorso. In due soli
anni abbiamo subito una riduzione di quasi i due terzi. Un
vero salasso cui bisogna subito mettere mano (portando la
percentuale del 5 al 7) per non portare verso la chiusura
voci fondamentali per il pluralismo. Non c’entrano nulla
i privilegi. È solo una questione di giustizia e di libertà e
non costa un solo euro in più al bilancio dello Stato.
Alcuni momenti del 1° Convegno Carismatico degli Apostoli di Gesù
Buon Pastore
è proprio nel dono della condivisione, del bene comune che si
articola la dimensione umana… sola non basterebbe a se stessa.
Il collante che mette insieme il quotidiano e la dimensione umana
con il divino è proprio la fede. Rimane condivisa l’idea che forme
di evangelizzazione suggerite e auspicate dal Convegno assolvano
a soddisfare due attività di fondo: diffondere il Vangelo e aiutare
la società a vivere e attraversare questo tempo, che destabilizza
spingendo verso l’effimero e il superfluo”.
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Raccolta differenziata
Raccolta differenziata
Nuovo servizio di
raccolta differenziata
Raccolta differenziata utenze non domestiche, da un
incontro a Palazzo di Città le prime positive valutazioni
al via il porta a porta
L
Dal 19 maggio 2014 spariranno progressivamente tutti i cassonetti stradali presenti nel territorio comunale e partirà un nuovo
ed efficiente sistema di raccolta differenziata, denominato “porta a
porta”; di seguito le principali caratteristiche del servizio:
1. tutte le utenze domestiche e non domestiche riceveranno un “kit
raccolta differenziata” comprensivo di sacchi colorati, secchielli, carrellati (questi ultimi solo per medio/grandi condomini) e guide del servizio in cui saranno illustrati modalità, giorni
e orari di deposito dei diversi materiali;
2. attivazione dell’Ufficio Raccolta Differenziata;
3. servizio aggiuntivo di raccolta domiciliare dei pannolini e pannoloni;
4. possibilità di richiedere una compostiera domestica in comodato d’uso gratuito.
Distribuzione attrezzature
da parte dei “facilitatori ambientali”
Dal 24 aprile 2014 i facilitatori ambientali, personale appositamente formato, faranno visita a cittadini e commercianti per consegnare il “kit raccolta differenziata” e per chiarire i dubbi sul
nuovo servizio.
Gli utenti che non riceveranno il “kit” perché non trovati presso la loro abitazione o esercizio commerciale riceveranno un “tagliando utente non trovato” contenente le indicazioni e i riferimenti dell’ufficio raccolta differenziata per il ritiro.
Ufficio Raccolta Differenziata per gli utenti
L’Ufficio Raccolta Differenziata è già attivo presso il Parco degli Ulivi in Via delle Mimose, 52.
QUANDO
Dal lunedì al sabato dalle ore 10.00 alle ore 13.00.
SERVIZI OFFERTI AL CITTADINO
• Supporto informativo relativo al nuovo servizio;
• Fugare dubbi sul nuovo servizio;
• Recepire segnalazioni di disfunzione del servizio;
• Recepire necessità ed esigenze comunicate dagli utenti per attivare variazioni o adattamenti del sistema non ancora previsti.
Il nuovo servizio di raccolta differenziata “porta a porta”
Nella progettazione del nuovo servizio di raccolta differenziata
“porta a porta” si è tenuto conto delle specifiche esigenze delle
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utenze domestiche e commerciali. Il servizio di raccolta differenziata domiciliare è stato, inoltre, declinato secondo criteri
territoriali, ovvero:
- Centro;
- Zona Patalini.
L’informazione ai cittadini
L’informazione ai cittadini sarà resa attraverso i seguenti servizi e strumenti:
• Visibilità stradale, tramite affissione di manifesti di vari
formati;
• Contatto diretto, tramite l’organizzazione e il presidio di n. 5
incontri pubblici;
• Materiali informativi, distribuzione porta a porta a tutte le
utenze (domestiche e commerciali) per la consultazione dettagliata dei servizi: guida per utenze domestiche, calendario per
utenze commerciali, guida al compostaggio domestico;
• Spot tv (in versione tv e web) presso le principali emittenti
locali;
• Spot radiofonico presso le principali emittenti locali;
• Inserzioni su testate cartacee e on-line locali;
• Web, info sui siti del Comune di Barletta e di BarS.A. Spa.
• Coinvolgimento alunni delle scuole primarie tramite campagna di educazione ambientale “Interventi di educazione ambientale di Capitan Eco”.
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a prima fase del servizio di raccolta differenziata della
frazione organica (umido) dei rifiuti solidi urbani per le
utenze non domestiche ha consentito un incremento nella raccolta
giornaliera media di 20 quintali, corrispondenti a circa il 40% in
più di frazione umida e a un + 3% sulla raccolta differenziata in
generale.
Questi risultati sono stati ottenuti grazie alla sensibile collaborazione della gran parte dei gestori degli esercizi commerciali che hanno raccolto l’invito loro rivolto dall’Amministrazione
comunale, impegnata nell’indifferibile adeguamento del servizio
alla nuova normativa regionale che richiede, entro il prossimo 30
giugno, di maggiorare almeno del 5% rispetto al 2013, il quantitativo di rifiuti sottratti alla discarica, pena il pagamento della
cosiddetta “ecotassa”.
Nuove iniziative di coinvolgimento degli esercenti sono state programmate all’inizio della prossima settimana per affrontare
ogni possibile criticità dell’esecuzione del servizio sul territorio,
valutando le modalità operative in particolare nel borgo antico,
anche in previsione della grande affluenza di fedeli per il mese
mariano e, soprattutto, in vista della progressiva estensione del
servizio a tutte le utenze domestiche e non domestiche (a partire
dal 19 maggio proprio nel Centro storico e nel quartiere Patalini).
“L’obiettivo è di avere una città che ha cura del proprio ambiente e che sia più pulita, più bella da vivere e da offrire ai turisti. Un
impegno che abbiamo voluto mantenere con la gradualità necessaria - ha dichiarato il sindaco Cascella -. Sappiamo che il passo è
duro e che le difficoltà che bisogna affrontare, osservando anche le
esperienze dei comuni vicini, sono tante. Ma contiamo sulla collaborazione e condivisione dei cittadini. Quanto più sarà partecipata
dai cittadini tanto più sarà efficace e utile per la città”.
Abbiamo deciso di partire in maniera graduale con la raccolta
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differenziata essendo consapevoli che è un impegno molto particolare. Cambiare le abitudini dei cittadini abituati a conferire tutto nei cassonetti non è cosa facile. Tuttavia sono estremamente
fiduciosa sulla attenzione che tutti porteranno per questa novità.
Sono già soddisfatta del potenziamento che abbiamo realizzato
per la sola frazione organica dal 7 aprile con i commercianti - ha
dichiarato l’assessore Pisicchio. “L’obiettivo da perseguire fino al
30 giugno è quello di incrementare del 5 per cento rispetto alla
percentuale registrata nel 2013 che si attesta tra il 20 e il 23 per
cento al fine di non subire l’ecotassa regionale. Il secondo obiettivo è quello di tagliare il traguardo del 65 per cento nel momento
in cui tutta la città sarà coperta dal servizio che avverrà dal primo
settembre. Insomma una sfida da vincere per il bene di tutti”.
Come sarà informata la città
Quella che si preannuncia è una vera rivoluzione. A partire
dalla consegna, a tutti gli utenti, di un “kit raccolta differenziata”,
comprensivo di sacchetti colorati, secchielli, carrellati per condomini, nonché guide nelle quali saranno illustrate modalità, giorni
e orari di deposito dei diversi materiali. La distribuzione del materiale avverrà gradualmente, nel corso delle prossime settimane, da
parte di collaboratori ambientalisti che visiteranno casa per casa
tutti i cittadini e gli operatori commerciali, non solo per consegnare il materiale ma anche per chiarire dubbi sul servizio, che
all’inizio certo non mancheranno. Almeno inizialmente i sacchetti saranno consegnati gratuitamente agli utenti, due volte l’anno,
secondo le modalità illustrate dalla ditta. E se per caso gli addetti
alla consegna non dovessero trovare in casa i fruitori del servizio?
In questo caso lasceranno nella cassetta della posta un avviso nel
quale è indicato l’indirizzo (via delle Mimose 52) dove andare a
rilevare il kit. Per ulteriori informazioni la ditta ha predisposto
un numero telefonico verde 800330433, oppure cliccando sul sito
www.comune.barletta.bt.it oppure Barsa.it. Per quanto poi riguarda materiale speciale, diciamo pure “delicato”, si può chiedere un
ritiro domiciliare. E per quanto attiene al compostaggio domestico? Gli utenti dotati di un giardino o un orto che vorranno smaltire autonomamente i loro rifiuti organici, potranno richiedere, in
comodato d’uso gratuito, una compostiera domestica con il vantaggio di ricavarne un terriccio ottimo, il compost, da utilizzare
come fertilizzante. L’informazione sarà diffusa capillarmente non
solo attraverso la distribuzione di manuali per l’uso, ma anche nel
corso di cinque incontri pubblici che si terranno in altrettante zone
della città. Così come non mancheranno spot televisivi, sui giornali e attraverso la radio. Da ultimo, un grande coinvolgimento
in città avverrà attraverso le scuole, perché saranno raggiunti gli
alunni di ogni scuola e per il loro tramite le famiglie.
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Culto mariano
BREVE STORIA DEL CULTO MARIANO
PEDICO
di Renato Russo
R
emotissimo è il culto di Barletta verso la Madonna, legato alla lontana costruzione del primo tempio cristiano della città intorno alla prima metà del VI
secolo, nel quartiere della marineria che assunse la denominazione di pittagium Sanctae Mariae, tramandandocene
la devozione attraverso l’originaria locuzione di S. Maria
de Baruli, venerazione già dai primordi assimilata a quello della città.
Negli stessi anni in cui - attorno alla metà del IX secolo
veniva riedificata - sul medesimo sedime - la basilica di S.
Maria de Auxilio, a pochi chilometri dalla città, sulla via per
Trani, un gruppo di umili conventuali basiliani, eresse un
tempietto dedicato al culto di una Madonna che, dalla selvatichezza del luogo era chiamata dello Sterpeto. Possiamo
dire che già ad allora siano ascrivibili i germogli generatori
del culto mariano, ma sono tempi remotissimi avvolti nella penombra di un’epoca priva di referenze pergamenacee. Per avere un sicuro riferimento documentale sull’inizio dell’assunzione della Madonna come protettrice della
città, bisogna aspettare poco oltre la metà del XIII secolo.
Il primordiale culto dell’Assunta, il diploma di re
Manfredi 1258 - La prima esplicita attestazione del patronato di Maria Assunta sulla città risale al 1258, certificato
da un diploma di re Manfredi il quale, confermando il
contenuto di un precedente
diploma dell’imperatore Federico II, legittima e disciplina la Fiera dell’Assunta,
confermando quella fiera e
riconoscendo al tempo stesso la Madonna dell’Assunta
come protettrice della città: sub titulo Beatae Virginis
Marie sub cuius patrocinio
nominata civitas… La fiera
si teneva otto giorni l’anno,
dall’otto al quindici agosto,
per cui era chiamata anche
Fiera di mezzagosto.
Bonelli e il popolo erano in attesa dell’esito dello scontro.
Frattanto da S. Maria sopraggiungeva il clero cittadino che portava in processione la Madonna dell’Assunta, da
allora ribattezzata Madonna della Disfida. Quella processione votiva ancora oggi si snoda per le vie della città il
15 agosto, festa dell’Assunta, processione alla quale partecipano con i fedeli, anche le autorità cittadine.
Il Gran Voto 1656 - Il Gran Voto del 29 luglio 1656,
quindi nel pieno della epidemia pestilenziale che aveva
colpito la città, fu sottoscritto dal Consiglio Comunale di
Barletta per scongiurare il perseverare del morbo. Esso
rappresentò il rinnovo di voti rivolto ai protettori della
città, S. Ruggero e la Madonna; e alle più alte espressioni devozionali della fede popolare, il SS. Sacramento e
il Santo Legno della Croce. Verso S. Ruggero si assumeva l’impegno di ricoprire la statua lignea di una corazza d’argento, verso la Madonna il vincolo di rispettare
il digiuno alla vigilia dell’Immacolata (e infatti nel voto
si faceva espresso riferimento alla Madonna Immacolata
come espressione di una devozione locale); per il Santissimo Sacramento, l’obbligo della pubblicazione di un’urna di argento di 200 scudi nella quale conservare degnamente il Santissimo; per il Santo Legno della Croce, la
celebrazione ogni 8 di maggio di una solenne funzione.
Come si vede questa riconfermata devozione verso
la Madonna non era indirizzata ad Essa in via esclusiva,
come argomenta mons. Ruggero Di Cuonzo, e inoltre nel
Gran Voto del 29 luglio non si fa riferimento né alla Madonna Assunta, né tanto meno alla Vergine dello Sterpeto
perché, come sappiamo, a quella data l’icona non era stata ancora ritrovata.
La dedicazione alla Madonna 1732 - La mattina del
20 marzo 1731, martedì santo, la Puglia fu scossa da un
fortissimo terremoto che colpì numerose città, provocando molti lutti. Le scosse si protrassero per mesi. A Barletta non ci furono vittime, ma restarono lesionati alcuni
monumenti, specialmente alcune chiese. La mancanza
La Madonna dell’Assunta o della Sfida (FOTORUDY)
Via F. d’Aragona, 46 - angolo Via S. Antonio
Barletta
La Madonna della Disfida 1503 - Il quadro della Madonna dell’Assunta, venerato
in Cattedrale, opera del pittore modenese Serafino de Serafinis, datato 1387, fu portato in processione la sera del
13 febbraio 1503, incontro ai tredici cavalieri vincitori della Disfida, da sacerdoti del Capitolo di S. Maria, guidati
dall’arciprete Renzo de Risis.
In mezzo a due ali di folla i tredici del Certame entrarono in città da porta Croce, dirigendosi verso S. Maria
Maddalena (oggi San Domenico), dove il sindaco Franco
MAGGIO
2014
IL FIERAMOSCA
29
Salone del Libro
Culto mariano
Corso Garibaldi, 180 - Tel. 0883.534389 - Barletta
PANTERA
di Stefano Benni
con le illustrazioni
di Luca Ralli
Narratori Feltrinelli
pp. 112 - i 12,00
L’Accademia dei Tre Principi
è una sala da biliardo. È un
sotterraneo, un antro favoloso,
dove sotto lo sguardo cieco
del saggio Borges incrociano
le stecche giocatori leggendari
come il Puzzone, Elvis, TremalNaik, la Mummia, il Professore
e Tamarindo. Si svuotano
portacenere e si tiene il conto delle battaglie. In quel mondo di
soli maschi un giorno fa il suo ingresso Pantera, “snella, flessuosa,
pallida”, e la leggenda varca i confini. Quando i migliori cadono,
come in un poema cavalleresco i campioni cominciano ad arrivare
da lontano. Uscita dal suo racconto, Pantera porge il testimone ad
Aixi, una ragazzina innamorata del suo mare, protagonista di una
nuova sfida inondata di luce e di mistero.
GEHENNA
di Francesco De Nigris
introduzione di Beppe Iannozzi
Cicorivolta edizioni
pp. 384 - i 16,00
Gehenna è il nome dell’inferno, la
vecchia distilleria Kuntz è una Gehenna. Ci vivono relitti umani, quelli
che nessuno vede e se li incrocia li
scansa. Ci vive Viktor, che ha disceso fino in fondo l’abisso, ha lambito la follia, circumnavigato quel
che restava di sé, senza trovare risposte alla frattura che lo ha condotto in quell’inferno di terza mano. Anche Vanessa, una quindicenne rapita e violentata, vive nella distilleria Kuntz insieme a Viktor,
che l’ha salvata dalla strada.
Viktor sollevò la testa, e rivide la ragazza. Gli teneva una mano
sulla spalla. Lo scuoteva. Alla ragazza sembrò che lui non la riconoscesse. “Sono io… Ma che ti succede?”.
“Allora… allora sono qui”, balbettò Viktor stringendo al petto la
cartella di cuoio.
“Ma se non ti sei mai mosso.”…
La ragazza davvero non capiva, ma notò con quale forza Viktor
stringesse a sé la cartella. “E lì cosa ci tieni?”.
Viktor non rispose subito, abbassò lo sguardo, poi lo rialzò e fissò la
ragazza; a lei sembrò che sorridesse.
“Quel che resta della mia vita da dio”.
30 IL FIERAMOSCA
di vittime fu attribuita al culto verso la Madonna dello
Sterpeto così il Santuario in quei mesi diventò meta di
continui pellegrinaggi.
Sotto la pressione della devozione popolare, il Comune di Barletta, il 31 maggio 1732, deliberò di affidare la
città al culto della Madonna dello Sterpeto e indirizzò
questa volontà all’arciprete di Barletta e all’arcivescovo
di Trani, che prontamente aderirono. Sulla pala marmorea dell’altare maggiore dell’antico Santuario venne incisa questa locuzione: Protegam civitatem istam et ero vobis in
praesidium (proteggerò questa città e sarò vostra difesa).
La festa liturgica della Madonna dello Sterpeto si celebra l’8 maggio col grado di solennità per l’intera Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, mentre la festa patronale
la seconda domenica di luglio.
Barletta Civitas Mariae 2009 - Il 15 gennaio 2009 il
Capitolo Cattedrale di Barletta informò l’Amministrazione comunale di aver proposto a S.E. l’arcivescovo mons.
Giovan Battista Pichierri la proclamazione della Città di
Barletta Civitas Mariae, titolo che viene conferito per Decreto vescovile a quelle città nelle quali la devozione alla
Madonna è molto forte e molto antica. È il caso di Barletta,
com’è testimoniato non solo da innegabili attestazioni storiche, ma anche dalla consolidata venerazione del popolo
barlettano che al culto della SS. Vergine, fin dai tempi più
remoti, ha dedicato la denominazione di ben 25 chiese,
comprensive però delle duplicazioni sul medesimo tempio, che ne hanno segnato - nel corso dei secoli - il lento
volgersi di una storia millenaria, che ha finito coll’identificarsi con la storia stessa della città. Come nel caso della
Cattedrale: nata come paleocristiana col nome di S. Maria
de Baruli, si è poi via via trasformata (anche architettonicamente) nell’alto-medievale S. Maria de Auxilio, nella romanica S. Maria de Episcopio, nella gotica S. Maria Maggiore.
Un culto che si precisa in una molteplicità di forme
espressive devozionali: Santa Maria presso la Cattedrale,
Vergine Santissima presso lo Sterpeto, dell’Assunta ai tempi
di Federico II e di suo figlio Manfredi e S. Maria di Nazareth
a imperituro ricordo del legame che, al tempo delle Crociate, unì Barletta all’omologa chiesa di Gerusalemme.
La cerimonia di dedicazione avvenne la sera dell’8
maggio 2009 in piazza Moro dove convenne una moltitudine di fedeli.
Già in mattinata in Cattedrale in gran numero s’erano raccolti in preghiera per la supplica alla Madonna. In serata, poi,
S.E. l’arcivescovo mons. Giovan Battista Pichierri aveva prima raggiunto Palazzo di Città dove, a ricordo dell’evento nel
porticato, venne murata una lapide commemorativa.
Quindi, dopo un breve saluto del sindaco al popolo convenuto e alla città, S.E. l’Arcivescovo, facendosi interprete dei
voti del Capitolo, delle Parrocchie e dell’Amministrazione
Comunale, proclamò solennemente Barletta Civitas Mariae.
Questa attribuzione, che non rappresenta una confessionalizzazione dello Stato laico, era intesa solo essere il riconoscimento delle radici culturali e religiose del culto popolare
barlettano verso la Madonna, un culto che - come abbiamo già
accennato - è testimoniato da un gran numero di certificazioni
storiche, documentali e archeologiche nonché monumentali,
arricchite da un’ampia rassegna di dati antropologici e folcloristici come la mobilitazione popolare che si anima nel mese di
maggio.
MAGGIO
2014
TORINO - SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO
L’EDITRICE ROTAS A TORINO
PER RAPPRESENTARE LA PUGLIA
di Renato Russo
S
alone Internazionale del Libro di Torino, 8-12 maggio, un
rito della letteratura in Europa che si rinnova e si aggiorna annualmente; la seconda mostra, per importanza, dopo quella di
Francoforte. Anche quest’anno ci siamo ritagliati noi pure un lembo
editoriale nello stand che l’ente Regione ha destinato agli editori
pugliesi.
Quest’anno anche noi abbiamo goduto del nostro piccolo spazio
di notorietà perché abbiamo avuto l’onore di aprire - nell’ampia
sala delle conferenze - le presentazioni istituzionali della Regione,
complice l’autorevole presenza del famoso storico della letteratura
italiana Alberto Asor Rosa che ha illustrato il Calvino di Giuseppe Lagrasta (La città e la rivoluzione dello spazio interiore). Nel
salotto della Regione abbiamo presentato anche altri due autori
barlettani, Matteo Bonadies (Anyway) ed Enza Piccolo (Donne del
Novecento e La partenza).
La partecipazione al Salone del Libro fa ormai parte, da qualche
anno, del nostro orizzonte editoriale e noi siamo venuti a Torino
con questo scopo, con l’orgoglio di testimoniare - nei libri - i nostri
autori e la nostra città e di raccontare, ai numerosi visitatori venuti
da ogni parte d’Italia, la nostra storia, i nostri monumenti, le nostre
chiese, i grandi eventi e i personaggi famosi che l’hanno immortalata nel corso dei secoli. Nessun’altra casa editrice ci ha stampato
su tanti titoli. Un operatore bancario barlettano che lavora al Nord,
ci ha fatto notare la differenza fra l’anemica presenza della città alla
BIT di Milano e la nostra, rigogliosa di testimonianze fotovisive al
Salone di Torino.
* * *
Già fuori, sullo smisurato piazzale del Lingotto, ordinati su cinque interminabili file, innumerevoli visitatori provenienti da ogni
parte d’Italia, e fra gli spazi, fra fila e fila, decine di scolaresche.
All’interno, negli ariosi capannoni che fino alla metà del secolo
scorso ospitavano la catena di montaggio della più grande casa
automobilistica italiana, uno sterminato numero di editori, piccoli
e grandi, alcuni grandissimi, come la Feltrinelli, la Mondadori, la
De Agostini, la Rizzoli e l’Einaudi. Non sfigurano però neppure
Adelphi, Bompiani, Garzanti, Laterza, New Compton, Sellerio, S.
Paolo.
Che tristezza, si legge poco, sempre meno, le classifiche sono
impietose, mentre segnali incoraggianti vengono dal mondo infantile e adolescenziale. In compenso (si fa per dire) aumentano le piccole case editrici, spesso costituite da soggetti singoli, velleitari e
superficiali improvvisatori che rovinano il mercato praticando prezzi ridicoli e prodotti mediocri.
La crisi del libro è palpabile. Chi si avvicina agli stand generalmente osserva, guarda, sfoglia, magari chiede un pieghevole delle
pubblicazioni esposte e qualche segnalibro; raramente spinge la sua
intraprendenza fino al punto di informarsi del prezzo di un testo, storMAGGIO
2014
Lo stand dell’Editrice Rotas
dito com’è dalla visione di migliaia di libri, tempo ce n’è per ripensarci.
Questa fiera internazionale, spettacolare vetrina delle più aggiornate produzioni librarie nazionali, realizza una grande rassegna
editoriale rispondendo ad una molteplicità di interessi: innanzitutto
culturali, di tipo tradizionale, attraverso l’esposizione dei più noti
e affermati autori; ma anche - ahimè - attraverso la discutibile veicolazione di una miscellanea di carta stampata che poco avrebbe da
spartire con la tradizionale produzione letteraria.
E in questo oceano di carta stampata, come tante barchette sperdute, ci siamo anche noi, gli editori di Puglia iscritti all’APE, una
qualificata rappresentanza, una pattuglia ben assortita, su tutti Adda
IL FIERAMOSCA
31
Salone del Libro
Storia locale
Asor Rosa spiega il Calvino di Lagrasta
al Salone Internazionale del libro
e Schena, col maggior numero di titoli. Poi ci sono quelli che se la
credono e anche se operano in Puglia, tuttavia non si degnano di condividere il comune spazio territoriale. Non facciamo nomi per non
suscitarne sdegnate reazioni, anche se non sarà difficile risalirne alle
topografiche ascendenze salentine (qualcuna invero anche barese!). E
gli autori pugliesi? Ai primi posti confermerei Carofiglio e Nigro, per
la saggistica Leuzzi e per quella storica Canfora. Quest’anno titoli di
grido non ce ne sono, in compenso c’è una maggiore attenzione per le
problematiche di carattere organizzativo, come la distribuzione, che
non aiuta a incrementare il numero dei lettori.
Dall’apertura alla chiusura, dalle dieci del mattino alle dieci di
sera, dodici ore di fila, ininterrottamente, senza pause, né per riposare né per rifocillarsi. Così, col passare delle ore, si perde anche
la percezione del tempo, frastornati da un gran vociare attorno, tra
editori, autori, acquirenti, oltre agli addetti ai centro servizi di ristorazione, di riproduzione stampa, di informazione turistica, estenuati
dal persistente brusio proveniente dalle salette di intrattenimento,
dalle promozioni editoriali o dai dibattiti. È del tutto naturale incontrare per gli ampi corridoi del Salone alcuni dei nomi di maggiore
spicco del nostro panorama giornalistico nazionale come Eugenio
Scalfari, Paolo Mieli, Ezio Mauro o Massimo Gramellini.
Intanto noi, lì, nella nostra piccola postazione editoriale, continuiamo a intrattenere i tanti lettori venuti da ogni dove, ai quali
cerchiamo di testimoniare, con la nostra presenza, l’orgoglio di essere barlettani e di rappresentare - attraverso i nostri libri - la nostra
terra in una metropoli così lontana, per raccontare la nostra storia, la
Battaglia di Canne e la Disfida di Barletta, Eraclio e Federico II, le
nostre cento chiese e i nostri monumenti, il Teatro Curci e il Palazzo
della Marra che ospita la Pinacoteca del grande De Nittis. Se non ci
fossimo noi, non esisterebbe questa vetrina.
In tanti, forse attratti dal nostro motto (Storia e storie di Puglia),
sostano presso il nostro stand; alcuni pugliesi, trapiantati a Torino
o al nord, si fermano a sfogliare i nostri libri. Ci riconoscono dai titoli, dalle cartoline esposte e soprattutto dalla esposizione delle copertine. Non escluse quelle del “Fieramosca” che proprio quest’anno, un mese fa, ha compiuto quarant’anni di vita, diventando così il
periodico più longevo della regione..
Dalla cordialità che alcuni visitatori manifestano incrociando il
nostro sguardo, ci accorgiamo che sono barlettani; non sono tanti,
ma ce ne sono. Barlettani trapiantati al nord, vecchi compaesani che
hanno lasciato la città venti, trent’anni fa, e questa è un’occasione
per ritornarci, sia pure nel Salone del Libro di Torino, per ricordare
con noi personaggi di un tempo remoto, alcuni scomparsi. Cordiale scambio di sorrisi, di ricordi, talvolta anche di bigliettini segnati
da indirizzi e da numeri telefonici per ritrovarsi. È rituale, e in quei
momenti si è anche sinceri, ma poi il tran tran di una banalizzata quotidianità - al rientro - attenuerà i ricordi fino a farli scomparire nella
nebbia della fretta e della dimenticanza. Così restano solo gli appunti
scarabocchiati su foglietti stropicciati per la fiera successiva, per il
prossimo appuntamento, sperando che nel frattempo l’indifferenza
della tua città non ti abbia scoraggiato fino alla desistenza.
32 IL FIERAMOSCA
È stato il famoso storico della letteratura italiana, prof. Alberto Asor Rosa, a presentare il volume Italo Calvino. La città
e la rivoluzione dello spazio interiore di Giuseppe Lagrasta,
edito dalla Rotas, nel primo incontro istituzionale della Regione Puglia tenutosi nella “Sala Incontri” al Salone Internazionale del libro di Torino. Dopo aver apprezzato la produzione
editoriale della Rotas (“piccola casa editrice che realizza libri
di ottima fattura”) Asor Rosa ha introdotto il testo di Lagrasta,
“personalità poliedrica intellettuale, scrittore e uomo di scuola”, che ha realizzato un piccolo testo ma di alto livello. L’autore - precisa Asor Rosa - ha tratto ispirazione dal messaggio
calviniano per esplorare lo spazio interiore, raccordandolo con
l’immagine della città. In questo modo Lagrasta pone il nodo
centrale della sua indagine, presentando Calvino come un modello esemplare, quando pone la sua attenzione sul tema della
città intesa metaforicamente per esplorare lo spazio interiore
di ciascuno. La città, in Calvino si presenta in due forme simbiotiche, come sottolineato dal nostro Lagrasta: la proiezione
di un immaginario che va al di là di una rappresentazione fotografica, ma diventa un’immagine che sta dentro di noi; e la
forma delle città, di quel tipo di città in particolare che rappresenta lo sviluppo estremo della nostra quotidianità, che si trasforma in una forma di progetto che si proietta su una città del
futuro per eccellenza, New York. Anche perché Calvino vi ha
trascorso due anni e la conosce bene, riscoprendo in essa non
una città ideale, ma piuttosto una città proiezione postuma, che
in sé racchiude le pulsioni intellettuali del pensiero contemporaneo, e quindi metafisicizzando così lo spazio interiore dello
scrittore e dei suoi personaggi… (…)
Asor Rosa ha concluso la sua lunga e profonda analisi del
testo di Lagrasta che spiega ai profani il senso del messaggio
metaforico calviniano, ma approfondisce al tempo stesso per i
cultori delle sue opere le ragioni della sua voglia di conoscere
e approfondire Calvino da lui considerato non un comune per
quanto famoso scrittore di opere fine a se stesse, ma un autore
che oltre a restare attualissimo, dispiega la sua forza attrattiva
verso un tipo di letteratura che serva alla nostra sopravvivenza, una sorta di manuale della nostra vita, quell’incarbugliata
esistenza sempre più ardua e complessa, dagli imprevedibili
sviluppi futuri.
Torino, Salone Internazionale del Libro, 8 maggio 2014. Presentazione del volume Italo Calvino. La città e la rivoluzione dello spazio interiore. Da sinistra il prof. Alberto Asor Rosa, l’autore prof.
Giuseppe Lagrasta e l’editore dott. Renato Russo
MAGGIO
2014
Il lungo cammino di S. Lazzaro de’ Leprosi
DA PRIMO OSPEDALE SPECIALIZZATO A SEDE DI ARCHIVIO
di Michele Grimaldi
T
ra i diversi edifici storici “dimenticati” nella nostra Città,
ve n’è uno che a breve tornerà a vivere e sarà utilizzato,
se non proprio per la sua originaria destinazione, per ospitare un
istituto culturale.
La storia dell’immobile può essere definita, eufemisticamente,
travagliata perché l’ex edificio religioso di San Giovanni di Dio
nel corso degli anni, o sarebbe meglio dire dei secoli, ha mutato
più volte quella che oggi, tecnicamente, verrebbe definita la
sua destinazione d’uso. Ultima in ordine di tempo quella di
sistemazione “temporanea” di alcuni senza tetto.
Lo stabile ubicato fra via Manfredi e via Mura del Carmine,
è parte superstite di un più ampio complesso monumentale la cui
antica denominazione era Chiesa di “S. Lazzaro de’ Leprosi”.
Le prime notizie riguardanti la Chiesa, con l’annesso
Monastero e Ospedale, risalgono al 1185 o se preferite al medio
Medioevo o secoli centrali del Medioevo (XI-XII sec): infatti
in una pergamena di quell’anno, relativa ad un atto di permuta,
viene citata la chiesa di “Sancti Lazari de Leprosis”.
Presumibilmente tutto il complesso monastico sorse prima del
1180 per opera dei Cavalieri di San Lazzaro i quali, impegnati
nella difesa della Terra Santa e nella protezione dei pellegrini, si
dedicarono quasi esclusivamente all’assistenza dei lebbrosi che
tornavano dalle crociate.
Chiesa e convento assunsero importanza intorno al 1300,
tanto da dare il nome al Borgo in cui sorgevano, che ancora oggi
si conserva nella denominazione di una strada.
I cavalieri di San Lazzaro mantennero il Monastero e l’Ospedale
fino al 1450 circa, anno in cui il Cardinale Orsini, Vicario Generale
dell’Arcivescovo di Trani, concesse al clero di San Sepolcro i
benefici della Chiesa di San Lazzaro. Successivamente per circa un
secolo gli edifici vennero quindi gestiti dall’Università di Barletta.
In seguito, ad opera dei Padri Celestini, l’Ospedale cambiò
nome in “Monastero e Ospedale della SS. Trinità”, ma sulla data
di questo cambiamento gli storiografi non concordano; l’ipotesi
più fattiva è quella espressa dallo storico Savino Loffredo il quale
afferma che “… l’Ospedale lasciato a cura dell’Università, a
questa concessa ai Monaci dell’attiguo Monastero della Trinità
(Padri Celestini) nel 1547”. Successivamente parte dell’Ospedale
venne distrutto dai francesi e ricostruito nel 1550 come si evince
dall’architettura superstite.
Nel 1551 subentrò nell’amministrazione dell’edificio l’Ordine
dei Fatebenefratelli che intitolò l’edificio a San Giovanni di Dio
al pari dell’attigua Chiesa. I Fatebenefratelli continuarono ad
amministrare il Monastero fino al 1809.
Con l’occupazione francese i religiosi furono trasferiti presso i
vicini Teatini e il convento occupato dai Francesi. Il 7 agosto 1810
il sig. Romey, Sotto Direttore del Genio, in attuazione del decreto
di Gioacchino Napoleone Re delle due Sicilie emanato in data 28
dicembre 1807 (soppressione degli ordini religiosi e confisca dei
monasteri e beni immobili con relative rendite) e del successivo
datato 20 novembre 1809 con il quale si decretava il passaggio
del soppresso convento al Ministero della Guerra e Marina, aveva
chiesto al Sindaco De Leon notizie sui locali di S. Giovanni di
Dio. Nel memorandum, diligentemente stilato, il Primo Cittadino
dell’Università di Barletta, relativamente alla soppressa Casa
Religiosa e Ospedale di S. Giovanni di Dio già Fatebenefratelli in
Barletta, inizialmente riportava una breve cronistoria con la quale
spiegava come il municipio aveva ceduto la proprietà dello stabile e
riferiva che nel “1591, come da rogito del Regno Giudice a contratti
Luigi Comondo, intervenne sotto la data del 27 ottobre solenne
stipulato tra il Magnifico Mauro Antonio Bonelli e Magnifico Cesare
de Desidere Governatori del Venerabile Ospedale della Santissima
Trinità innanzi cennati rappresentanti il Municipio ed il Reverendo
Padre Melciorre Bonaventura dell’ordine detto di S. Giovanni di
Dio mercè il quale veniva ceduto dal Comune all’Ordine Religioso
l’ospedale con tutte le sue rendite”. Il memorandum si concludeva
A sinistra il prospetto posteriore del cortile interno prima del restauro, a destra dopo il restauro
MAGGIO
2014
IL FIERAMOSCA
33
Storia locale
Per non dimenticare
il gravissimo episodio del 14 marzo
1956, anno di grandi tensioni in tutta
la nazione, che vide la morte di tre
barlettani i quali, insieme con alcune
migliaia di manifestanti, erano scesi
in piazza per manifestare la propria
situazione di estremo bisogno.
Dopo questo periodo così pieno
di avvenimenti tristi e nello stesso
tempo drammatici per una Città
uscita dal secondo conflitto mondiale
e da un tragico dopo guerra, ferita a
morte, sull’ex edificio religioso scese
un assordante silenzio fino a quando,
agli inizi degli anni ’60, il Sindaco di
Barletta decise che quell’immobile
era pericolante e andava quindi
abbattuto. Per fortuna l’opera di
“pulizia” fu fermata ma, purtroppo,
più di metà del convento dei Celestini
era stato abbattuto.
A sinistra la grande sala espositiva a piano terra prima del restauro, a destra dopo il restauro
A quel punto, per tutti a Barletta,
con una descrizione dettagliata dello stato nel quale si trovavano,
quello diventò un rudere dove avevano
alla data del 7 agosto 1810, le numerose stanze dell’edificio usando riparo, poco dignitoso, alcune sfortunate famiglie e la memoria di
aggettivi quali “mediocre, cattivo e pessimo” con la sola eccezione uno splendido esempio di architettura, si perdeva man mano che
di un’imposta d’uscio in due pezzi “co’ serrami corrispondenti in il tempo passava e il degrado colpiva sempre di più l’edificio. Il
ottimo stato”.
complesso monumentale, fino al 1965, si presentava in tutta la
Le traversie del Convento ebbero praticamente inizio con il sua interezza, occupando una superficie lorda di ml.110x50.
periodo di occupazione francese e un edificio che era sorto per
La porzione del complesso monumentale demolita (a sinistra
benefici e pacifici scopi religiosi, per colpa dei tempi o se voglia- dell’ex Chiesa) si articolava a piano terra attorno ad un chiostro,
mo, per la scarsa accortezza degli allora preposti all’amministra- porticato e coperto con volte a crociera per tre lati. Anche al primo
zione della cosa pubblica, fu messo a disposizione del Ministero piano la distribuzione era perimetrale rispetto al chiostro. Punto di
della Guerra per diventare sede del Genio militare territoriale cerniera tra la porzione dell’edificio demolito e l’esistente era l’ex
Cessata l’occupazione francese e passata la bufera anticlericale Chiesa di S. Lazzaro, di impianto originario trecentesco, demolita
che aveva quasi raso al suolo l’intera classe ecclesiastica cittadi- nel corso del XVIII secolo.
na, uno dei primi atti del restaurato governo Borbonico di Napoli
L’attuale assetto rende riconoscibile della Chiesa originaria,
fu quello di ottenere un forte e duraturo appoggio da parte dello solo l’abside e l’ex transetto.
Stato Pontificio e in questa ottica fu stipulato in data 21 marzo
Il progetto di restauro iniziale, redatto dalla Soprintendenza
1818 un Concordato in virtù del quale venivano ripristinati quasi ai Beni Architettonici di Bari, aveva sin dall’inizio individuato,
tutti gli ordini religiosi con la conseguente restituzione dei beni come destinazione d’uso del complesso monumentale, l’utilizzo a
immobili requisiti. Effetto di tale legge fu, naturalmente, anche sede della Sezione di Archivio di Stato di Barletta ed in tal senso,
il ripristino della Casa Religiosa di S. Giovanni di Dio, avvenu- considerate le caratteristiche architettoniche dell’immobile, la
to con Decreto Regio del 20 aprile 1820 n. 1952, che rientrò in particolare destinazione assegnata, la sismicità del territorio
possesso dell’ordine religioso. La tregua però durò ben poco dato comunale e la necessità di adeguamento e miglioramento
che, dietro pressione del Comune di Barletta, in data 10 marzo strutturale ai sensi delle normative di legge, era stato redatto
1824, il Consiglio dei Ministri emetteva il suo parere dichiarando un progetto esecutivo di opere di consolidamento e rinforzo
assolutamente necessario al Dipartimento della Guerra i locali dei dell’immobile.
frati di S. Giovanni di Dio.
Dopo un primo lotto di lavori, gli stessi furono interrotti ed
Ma la storia infinita di questo edificio non era ancora giunta al un’ulteriore fase di progettazione fu affidata ad un professionista
termine in quanto nel 1866 il Comune di Barletta tornò alla carica esterno il che provocò un prolungato fermo dei lavori. Tutto ciò
per ottenere la proprietà dell’ex convento, cosa che avvenne il 13 rese necessario, alla ripresa dei lavori, procedere ad una puntuale
dicembre 1866 con nota n. 689/5546 del Ministero della Guerra.
verifica dello stato dei luoghi e quindi dar corso alla prosecuzione
Anche questo possesso durò ben poco dato che, il 17 ottobre dell’intervento finalizzato in prima istanza alla conclusione dei
1869, la Direzione Compartimentale del Demanio con nota n. lavori di consolidamento strutturale e quindi alla realizzazione dei
43651, rientrò in possesso dello stabile per priorità d’uso su ogni nuovi solai di copertura dell’intero immobile, oggetto in passato
altra esigenza. Infatti nell’immobile furono allocate le due caserme di demolizione per pericolo di crollo (?).
“A. Stennio” e “E. Fieramosca” le quali sono state, praticamente,
I lavori strutturali furono terminati e l’immobile consegnato,
gli ultimi uffici pubblici ad occupare l’ex convento.
come precedentemente detto, l’anno 2002.
In seguito, dismesse le due caserme, i locali furono utilizzati
La parola fine sembra che stia per calare sulla travagliata storia
da privati ed associazioni. Tra le tante situazioni createsi nell’ex dell’ex convento al quale, pare proprio, sarà restituita dignità
convento, sono doverosamente da ricordare l’esodo dei profughi urbanistica e soprattutto, verranno in parte recuperati significativi
istriani fuggiti dalle loro case per scampare alla strage delle elementi di un importante esempio di architettura medievale.
foibe e raccolti proprio in quei locali e dopo una decina d’anni
34 IL FIERAMOSCA
MAGGIO
2014
Quel lontano settembre del ‘43
Dall’occupazione tedesca all’arrivo degli alleati
I ricordi di una ragazzina di sei anni…
di Maria Costanza Codipietro
S
ono nata e vissuta a Barletta fino all’età di 16 anni.
I miei genitori, Giovanni Codipietro e Fausta Salinari, vi
si erano trasferiti nel 1920 in seguito all’assegnazione a mio padre della cattedra di Matematica e Fisica presso l’Istituto Tecnico
Commerciale di Viale dei Cappuccini.
Dal 1933 la mia famiglia ha abitato a “Villa Fausta” in Via Canosa 113, la prima villa dopo l’abitato, di fronte a Villa Bonelli.
Nel 1943 - periodo a cui si riferiscono i ricordi di 2 giornate
importanti per me e per la città di Barletta e di cui scrivo - eravamo
in casa mia madre di 48 anni (papà era morto nel 1938); le mie
sorelle Lucia di 23 anni e Titina di 16 anni; mio fratello Pietro di
13 anni ed io di 6 anni e mezzo.
Erano invece sotto le armi in Grecia mio fratello Michele di
26 anni e all’Accademia militare di Lucca mio fratello Nicola di
19 anni.
DOMENICA 12 SETTEMBRE 1943
La mattina di buon’ora fummo svegliati dal passaggio di aerei
a bassa quota e da scoppi di arma da fuoco. Ci rifugiammo nel
vano ritenuto il più sicuro della casa, l’arco del sottoscala.
Mamma iniziò a recitare il rosario, in attesa che tornasse la
calma ma, con l’avanzare della mattinata, gli spari ed i colpi li sentivamo sempre più forti e più vicini, tanto che mamma aprì le tre
vetrate d’ingresso e tutte le finestre, temendo che gli spostamenti
d’aria potessero mandare in frantumi i vetri.
Verso le nove trasalimmo nel sentire dei passi pesanti avvicinarsi dal retro della casa. Facendoci coraggio, mamma e noi quattro si affacciammo all’ingresso posteriore dove vedemmo un soldato italiano che, con la giacca scomposta, gli scarponi slacciati, le
fasce in mano, sconvolto ed impaurito, stava cercando riparo.
Paura reciproca: nostra nel constatare che uno sconosciuto stava per introdursi in casa e sua nel trovare la casa abitata, dato che
lungo il muro di cinta, dalla parte del retro, si stavano affrontando
truppe italiane e tedesche.
Chiese abiti borghesi e gli demmo una camicia ed un paio di pantaloni che indossò subito, pur risultandogli corti per la sua altezza
Poiché non avevamo dove e presso chi cercare rifugio, con riluttanza mamma si lasciò convincere dal soldato a chiudere casa e
scappare. Egli stesso ci aiutò ad uscire furtivamente dal cancello.
Procedendo lungo il muro in fila indiana ci dirigemmo verso il
passaggio a livello.
La strada era deserta sotto un caldo sole di piena estate in un
silenzio ed una calma irreale, rotti solo di quando in quando da
scoppi e da spari.
Bussammo inutilmente ad alcuni portoncini di famiglie amiMAGGIO
2014
che, finché un uomo dal
marciapiede di fronte ci
fece segno di riparare da
lui.
Il soldato ci lasciò e
proseguì da solo.
Noi attraversammo in
fretta la strada ed, entrati
nell’androne, fummo avviati nel piano interrato.
Ci ritrovammo così in
uno stanzone stracolmo
di gente.
Un fetore insopportabile proveniva dai “prisi”
(vasi gabinetto) lì raccolti per esser vuotati al passaggio del carro, trainato
da un cavallo, adibito a
tale servizio.
Barletta, Villa Fausta, 14 febbraio
Gli spari diventavano 1943, la piccola Costanza con le sorelle
con il passare del tempo e il fratello
più radi e lontani. Si sentivano distintamente solo
gli scoppi di bombe a mano, lanciate dal padrone della palazzina da
un suo balcone al primo piano.
A questo punto mamma ritenne più prudente rientrare a casa
sussurrandoci “se dobbiamo morire è meglio morire a casa nostra”.
Stavamo tornando verso casa quando vedemmo il prete don
Sabino Rizzi venire in senso opposto. Incontrandoci all’altezza
del cancello di Villa Bonelli, il sacerdote, visibilmente impaurito e
stringendo tra le mani un calice, ci chiese di andare con lui a celebrare messa nella cappella della villa.
Lo seguimmo.
Lungo il viale dai folti alberi sentimmo colpi diretti contro di
noi, forse per impaurirci.
Ad ogni esplosione il sacerdote che, ci precedeva, ci faceva
segno di accelerare il passo.
Alle 11 iniziò la la celebrazione della Santa Messa e mio fratello Pietro gli fece da chierichetto.
Non ricordo se ci fossero altri fedeli oltre noi.
Durante la celebrazione sentimmo alcuni colpi vicini, che fecero sobbalzare il celebrante e noi con lui.
Alla fine della messa ripercorremmo il viale nel più assoluto
silenzio.
IL FIERAMOSCA
35
Per non dimenticare
La calma sembrava ritornata.
Riaperta casa, verso le 12-12,30, vedemmo rientrare i due ufficiali italiani a cui avevamo dovuto cedere in affitto una stanza della
villa. Ognuno aveva in mano un fazzoletto bianco, tenuto per una
cocca: erano visibilmente affranti ed avviliti. Chiesero a mamma
degli abiti borghesi e di custodire le loro valigette, promettendo
di tornare quanto prima a restituire gli abiti ed a riprendere la loro
roba.
Ne tornò dopo molto tempo solo uno (bolognese). Dell’altro,
siciliano, non abbiamo avuto più notizie.
Nei giorni successivi, all’interno della villa, lungo il lato posteriore del muro di cinta, (quello aperto alla campagna) trovammo
molte bombe a mano inesplose sia italiane che tedesche (tozze e
dai colori cupi le italiane, snelle e dai colori vivaci le tedesche) e
dovemmo chiamare gli artificieri per farle disinnescare e riportare
in sicurezza il terreno.
24 SETTEMBRE 1943
Avevo quindi sei anni e mezzo quando nella mattinata del 24
Settembre giunsero a Barletta le prime truppe alleate, accolte con
gioia e simpatia perché considerate la conferma della fine della
guerra.
Nel pomeriggio dello stesso giorno una camionetta militare si
fermò davanti al nostro cancello, vi attaccò un cartello e ripartì.
Sul cartello leggemmo “OCCUPATED”. Non riuscendo a comprendere né ad immaginare cosa volesse significare, mia madre e
mia sorella Lucia si recarono in Comune dal Podestà, per chiedere
delucidazioni e scoprirono così che il nostro villino era stato requisito dagli inglesi e che la casa doveva essere sgomberata e consegnata entro la mattina seguente.
Questa decisione era inconfutabile e definitiva.
Sgomento, rabbia, smarrimento, impotenza non avendo a chi
rivolgersi per essere difesi e protetti.
La villa per noi non era una seconda casa, come per la maggior
parte delle altre di quella zona, ma era la casa in cui vivevamo.
Fu quindi difficile comprendere ed accettare perché fosse stata la
prima ad essere requisita.
Scoprimmo in seguito che era stata scelta per l’ampia apertura
del cancello, capace di consentire il passaggio di camion e di qualunque altro mezzo. Infatti venivano parcheggiati anche una decina
di mezzi, che in poco tempo ridussero il giardino in terra bruciata.
La mattina del 25 mamma riuscì a convincere il comandante
alleato a lasciarci il piccolo appartamento di due stanze, cucinino,
gabinetto e terrazzo al primo piano, con portone ed ingresso indipendenti dal resto della casa.
Il tempo che ci fu concesso per liberare gli ambienti - sette
stanze - fu di un’ora.
Gli stessi soldati provvidero a trasferire le masserizie al piano
superiore, ammucchiando alla rinfusa nelle due stanze, per le scale,
nel portone, sul terrazzo, trattenendo quanto a loro facesse comodo
e dando fuoco, in uno slargo del giardino, a tutto ciò che non era
stato possibile alloggiare e alla roba da loro ritenuta superflua ma
che per noi era ancora utile o affettivamente importante.
Le difficoltà ed i problemi della quotidianità vennero man mano
superati sia per la capacità di mia madre, che con il suo carattere
dolce ma fermo riuscì ad ottenere il rispetto delle regole concordate (esempio: nessuno doveva varcare il nostro portone), sia dalla
capacità del capitano a cui era stata affidata la responsabilità dei
soldati - mediamente una ventina - che seppe ottenere da loro disciplina, educazione, rispetto nei nostri confronti.
L’occupazione terminò nell’aprile-maggio 1945.
36 IL FIERAMOSCA
Musica
Holy Adriatic
Nuovo grandissimo successo per l’Associazione Cultura e Musica “G. Curci”
Da 53 nazioni al 24° concorso
internazionale per Giovani Musicisti
Tre incontri organizzati da Intramoenia Extra
Art by Eclettica Cultura dell’Arte
N
ell’ambito
della
mostra
Rebellio Patroni/Holy Adriatic
dell’artista Paolo Consorti, al Teatro Margherita di
Bari fino al 4 maggio 2014,
Intramoenia Extra Art by
Eclettica Cultura dell’Arte
ha organizzato tre incontri
aperti al pubblico. Esponenti
delle istituzioni, urbanisti,
architetti, storici, esperti di
costume e di comunicazione, religiosi e candidati a
governare il futuro della città sono stati chiamati a interpretare le urgenze sociali del
territorio. I santi patroni di Paolo Consorti diventano pretesto per
affrontare tematiche terrene e proporre una forma di spiritualità
per il presente.
Ecco i tre gallery talk previsti. Bari e i luoghi della contemporaneità è il titolo scelto per un incontro in cui si è parlato di
riqualificazione urbana e territoriale e dei nuovi spazi di fruizione
dell’arte a Bari. Sono intervenuti sull’argomento Silvia Godelli
(Assessore al Mediterraneo, Turismo e Cultura, Regione Puglia),
Antonio Vasile (Assessore ai Rapporti Internazionali, Marketing
territoriale e Comunicazione Istituzionale Comune di Bari), Titti De Simone (Assessore al Patrimonio, Comune di Bari), Dino
Borri (Urbanista Politecnico di Bari e Presidente Regionale Delegazione FAI), Patrizia Pirro (Urbanista, XScape Bari), Luciana
Bozzo (Sociologo Urbano, Politecnico di Bari), Sergio Bisciglia
(Sociologo Urbano, Politecnico di Bari), Giusy Caroppo (Curatore Intramoenia Extra Art) .
Sabato 26 aprile, al Teatro Margherita, si sono confrontati
punti di vista differenti sulla figura di San Nicola e sul suo valore
simbolico per la città di Bari, fra religione e immaginario collettivo, spirituale e terreno. All’incontro Le vesti del Santo. San Nicola e la sua rappresentazione sono intervenuti Padre Lorenzo
Lorusso (Priore Basilica di San Nicola), Claudia Attimonelli
(Semiologa, Università degli Studi di Bari), Lucia Sinisi (Dipartimento di Lettere Lingue Arti. Italianistica e Culture comparate
Università degli Studi di Bari), Luigi Spezzacatene (Costumista
e Scenografo), Dionisio Ciccarese (Epolis).
Per concludere il ciclo di gallery talk i candidati sindaci per la
città di Bari sono chiamati a confrontarsi sul tema delle politiche
pubbliche per l’accesso e l’educazione alla cultura. Mercoledì 30
aprile, nella stessa location, ha avuto luogo il talk L’arte contemporanea e il suo pubblico. Politiche pubbliche per l’accesso alla
cultura, un incontro in cui i candidati al governo della città di Bari
hanno interloquito con il Direttore dell’Accademia di Belle Arti di
Bari Beppe Sylos Labini, con tutti gli operatori culturali della città
invitati a partecipare e con il pubblico.
Anna Maria Giannone
MAGGIO
2014
I
ncremento notevole numerico e record di presenze straniere anche quest’anno al Concorso Internazionale per Giovani
Musicisti “Città di Barletta” giunto alla sua 24.ma edizione e che
ha visto la presenza di oltre 300 partecipanti provenienti da tutto il
mondo, concorso che rappresenta un fiore all’occhiello per la città
di Barletta che, ormai, per tradizione, in questo periodo dell’anno
aspetta l’arrivo di migliaia di turisti provenienti da ogni dove con
un coinvolgimento di tutte le strutture ricettive della città e dei centri limitrofi e con un incremento notevole di persone che visitano i
nostri monumenti e i nostri musei.
Ad essere presenti quest’anno sono state ben 53 diverse nazioni,
in questo Festival mondiale della Musica, unico in Puglia sia per la
sua Internazionalità che per il numero sempre crescente dei musicisti che ogni anno vogliono partecipare alla “Festa della Musica”
organizzata, sempre in maniera impeccabile e attenta, dall’Associazione Cultura e Musica “G. Curci” di Barletta, in collaborazione e
con il Patrocinio del Comune di Barletta, della Provincia di Barletta
Andria Trani, della Regione Puglia e del Ministero per i Beni Culturali - Dipartimento dello Spettacolo.
Spettacolare è stato, come avvenuto nelle scorse Edizioni, il
confronto fra i numerosissimi giovani, oltre 1500 persone, fra musicisti e accompagnatori, provenienti da posti così lontani e diversi,
oltre che da tutte le regioni d’Italia che si sono apprestati a visitare
la nostra città e la nostra regione. L’altissimo livello dei partecipanti, testimoniato dai vincitori delle passate edizioni, e la notorietà
artistica dei componenti delle Giurie, ne fanno un riferimento di
assoluto valore nel panorama musicale italiano e internazionale.
Infatti dal 28 aprile al 4 maggio, Barletta ha vissuto di musica,
con audizioni e concerti che si si sono svolti, senza soluzione di
continuità, nel ridotto del Teatro Comunale Curci.
Numerosi tra i partecipanti musicisti provenienti dalla dalla Polonia, e dalla Cina, dalla Russia, dal Montenegro, dalla Serbia così
NUOVO CENTRO PRELIEVI
MAGGIO
2014
BARLETTA
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La premiazione del 23° Concorso Internazionale per Giovani Musicisti “Città di Barletta”
come quelli provenienti da posti lontanissimi come la Malesia, Azerbaijan, Taiwan, Turchia, Georgia, Kazakistan, Uzbekistan e Kirghizistan, in un intenso rapporto di scambi culturali che ogni volta vanno
sempre più arricchendosi e collocano Barletta e la nostra Regione
‘terra di Arte e di Cultura, di accoglienza e di dialogo, crocevia di
scambi e frontiera aperta’, realizzando quel concreto processo di pace
e di interazione con le varie e diverse culture del mondo che difficilmente si riesce a creare in altri momenti.
L’iniziativa dell’Associazione Cultura e Musica “G. Curci” che
ormai da oltre 30 anni continua a fare musica, si colloca infatti nel
più ampio panorama di attività interculturali, di dialogo e di cooperazione, promosse dalla Regione Puglia e dagli attori territoriali,
e offre a questo variegato contesto complessivo uno straordinario
valore aggiunto, che colloca la città e i suoi protagonisti musicali e
artistici in prima fila tra i soggetti che guardano costruttivamente a
un futuro di integrazione e che individuano nel messaggio formativo il principale strumento di relazione tra i popoli, di integrazione e
convivialità tra diversi, e di civiltà. Una azione educativa e sociale
che trasforma la città di Barletta e l’intera Regione Puglia in un
luogo delle opportunità e luogo di innovazione culturale in continuo divenire.
Prestigiose e note in campo internazionale sono state le varie
Giurie che si sono alternate durante la lunghissima kermesse musicale, rendendo ancora più centrale ed internazionale il livello artistico e culturale dell’intera manifestazione.
Previste una Sezione di Esecuzione per “Giovani Solisti” per Archi, una Sezione di “Musica da Camera” dedicata al Duo e infine una
Sezione dedicata ai “Giovani Pianisti”, che si sono contesi il montepremi di 9.000 euro e i numerosi Concerti - Premio.
IL FIERAMOSCA
37
Ambiente
BARLETTA: UNA CITTÀ CANDIDATA
AD ECCELLENZA AMBIENTALE
Nel progetto di Legambiente l’analisi delle criticità e la proposta di alcune soluzioni
fra cui principalmente la predisposizione di un Regolamento di tutela del verde
e l’attivazione di interventi coordinati nelle infestazioni del patrimonio arboreo
di Giuseppe Santaniello
I
l locale Circolo Legambiente ha approntato il Progetto “Verde è il tuo Verde” che è stato presentato
il 12 febbraio scorso a Barletta nella Sala della Comunità
Sant’Antonio, come riferito nel numero 3 di questo periodico, ed è stato illustrato nella seduta del 7 aprile us.
della VII Commissione Consiliare Permanente del Comune di Barletta. L’idea progettuale è ispirata al protocollo
di Kyoto con l’approfondimento delle problematiche alla
luce della normativa vigente in materia. Il protocollo è un
trattato internazionale, in materia ambientale, firmato da
160 Paesi, fra cui l’Italia, nel quale una particolare attenzione è stata data al “green” del patrimonio arboreo per la
capacità di assorbimento dell’anidride carbonica da parte
degli ecosistemi agroforestali (carbon sink).
Fra le varie disposizioni emanate in Italia, in applicazione del protocollo, vi sono la norma (Lg. 14/1/2013 n.
10) che impegna i Comuni di provvedere alla posa in opera
di un albero nel territorio comunale, entro sei mesi dalla
registrazione anagrafica di ogni neonato residente e quella
(DM. 2/4/1968 n. 1444) nella quale è stabilito la dotazione
minima del verde pubblico di mq. 9 per ogni abitante residente: a Barletta attualmente questo parametro è stato
calcolato in mq. 2,62 per abitante.
Un altro urgente provvedimento da adottare è quello
della piantumazione, in nuove aree dell’insediamento urbano, degli alberi che la Buzzi-Unicem si è impegnata a fornire gratuitamente al Comune di Barletta (AIA n. 40/2012).
Tenendo presente il gap esistente con il parametro nazionale bisogna prevedere non il rinfoltimento arboreo nelle aree esistenti ma l’individuazione di nuove aree per
il verde pubblico attrezzato; un finanziamento CE per lo
38 IL FIERAMOSCA
scopo non è stato utilizzato.
Un’altra criticità
importante è la mancanza del Regolamento di tutela del
verde pubblico e privato, approvato dal
Consiglio Comunale,
con il censimento di
tutte le Aree Verdi
urbane e periurbane
ed un Piano di attivazione degli interventi.
Per questa mancanza
non vi sono oggi a
Barletta precise indicazioni sulla applicazione delle misure,
nelle aree pubbliche
e private, per le infe- Le piante infestate e collassate nei giarstazioni fitopatogene. dini del Castello
L’area ricadente nel territorio del Comune di Barletta è stata dichiarata dal Servizio Fitosanitario Regionale “ZONA
INFESTATA” dal punteruolo rosso della palma Rhynchophorus ferrugineus con l’indicazione degli interventi necessari (DDR. 14/6/2012 n. 63).
Nella edizione locale della Gazzetta del Mezzogiorno
del 15 aprile scorso sono stati annunciati trattamenti sul
patrimonio palmizio cittadino, che dovevano essere eseguiti e controllati esclusivamente da Tecnici abilitati con il
coordinamento del Servizio Fitosanitario Regionale come
indicato nel Piano di Azione Regionale (BURP n. 24 del
16-2-2012). Per contrastare la diffusione del punteruolo,
specialmente in questo periodo primaverile di particolare
rigoglio, dovevano invece essere effettuati interventi a tappeto anche nelle aree private e non appelli a mezzo stampa, per non vanificare i trattamenti eseguiti solo nelle aree
pubbliche. Piante senza alcuna profilassi che sono in aree
private costituiscono pericolosi focolai di infestazione.
Effetti positivi contro la diffusione di questi dannosi
coleotteri sono ottenuti non solo con l’impiego di trappole di cattura massale e le irrorazioni di prodotti chimici o
biologici con principi attivi larvicidi ma anche con pratiMAGGIO
2014
che più efficaci di
dendrochirurgia e
trattamenti endoterapici.
Assolutamente
da evitare le potature drastiche nella
parte apicale dello
stipite (tronco della
pianta) in quanto
eliminare tutte le foglie riduce la capacità della fotosintesi
clorofilliana e provoca lo stress nutrizionale ed il collasso della pianta,
come infatti è stato
rilevato nei Giardini
Il focolaio infestato in un’area privata vi- del Castello.
Attualmente a
cino a Porta Marina
Barletta è questa la
zona più infestata
dal punteruolo, ma
sono urgenti e necessarie attuare misure preventive con
un
monitoraggio
intensivo
tramite
ispezioni e metodi
prescritti anche in
alcune aree private,
in modo particolare
lungo la litoranea
Mennea di Ponente
per non distruggere
il patrimonio ornamentale esistente di
notevole valore. Un
pericoloso focolaio
Infezione nei giardini delle Mura S. Ca- è stato rilevato in
taldo
una area privata nei
pressi della Porta Marina. Altri incresciosi episodi vandalici sugli alberi e sulle strutture si sono verificati in giardini
pubblici di altre zone e numerose lamentele, riportate sulla
stampa locale, hanno denunciato l’incuria ed il degrado del
verde e dell’arredo urbano, piante e palmizie infestate e collassate costituiscono un pericolo costante per l’incolumità
pubblica.
La rigenerazione organizzativa e strutturale del Verde
urbano, sia pubblico che privato, per la quale Legambiente
ha offerto la propria collaborazione in forma volontaristica, dovrebbe essere attuata con la massima urgenza se si
vuole candidare Barletta ad “eccellenza ambientale”. Altrimenti, resterà la solita promessa fatta durante la campagna elettorale ma, questa volta, il Consiglio Comunale
ha già ratificato l’impegno come è stato chiaramente riportato nelle Linee Programmatiche di Mandato 2013-2018.
Dall’inizio della nuova gestione amministrativa della città
(maggio 2013) “…è già passato un anno ed è un incendio che
mi brucia l’anima…” così cantava l’ottimo Modugno.
MAGGIO
2014
D
opo il successo di pubblico delle precedenti
edizioni, ancora una volta il GOS Giovani Open
Space di Barletta in Viale Marconi, 49, ha organizzato la
Fiera nazionale del disco.
EXPOVINILE è un’iniziativa dedicata alla musica nella
sua forma più classica: il disco in vinile.
Vintage, ma sicuramente di grande fascino, i vinili
stanno tornando alla ribalta, si sta riscoprendo il gusto
di ascoltare musica sul giradischi, con quel suono che
riscalda l'ambiente e si sta riscoprendo la bellezza delle
cover che hanno fatto dei vinili delle vere e proprie opere
d’arte.
Il 25 aprile presso il Laboratorio Urbano GOS di
Barletta, in viale Marconi, 49 collezionisti ed espositori
provenienti da tutto il territorio nazionale da Nord a Sud
si sono dati appuntamento per mettere a disposizione
degli appassionati e dei curiosi stand carichi di vinili di
tutte le epoche, forme e dimensioni.
Sono state anche previste area food, esibizioni di
band locali, dj set, area market e tanto altro.
L’Open Space barlettano si è fatto ancora una
volta fulcro di una iniziativa che, oltre a promuovere la
musica, ha voluto essere anche un momento di grande
valorizzazione territoriale.
Ulteriori informazioni potranno essere richieste via mail
a: segreteria@giovaniopenspace.it
ovvero info@giovaniopenspace.it
Segreteria c/o Laboratorio Urbano GOS
dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle 12:00
e dalle 17:30 alle 19:30
Info: www.progettofred.it
IL FIERAMOSCA
39
Scuola
CORSO DI PRIMO SOCCORSO
PER I BIMBI DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA
7° CIRCOLO “GIOVANNI PAOLO II”
Scuola
SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO “R. MORO”
(FOTORUDY)
PON C2 “ORIENTARSI PER IL FUTURO”
Uno-uno-otto
di Carmen Pamiotta
C
orso di Primo Soccorso e istruzioni per chiamare tempestivamente il 118, per i bambini della Scuola dell’Infanzia
del 7° Circolo “Giovanni Paolo II” (dirigente Concetta Corvasce),
del plesso di via Madonna della Croce, guidati nella scoperta di
questo importante compito da Paola, Federico e Mirko, volontari
dell’Avser, che stanno girando per le scuole a spiegare a bambini
e ragazzi cosa e come fare per prestare il primo soccorso in caso
di necessità.
“Se Nonna Papera si fa male” potrebbe essere il titolo della
storia a fumetti colorata dai bambini, guidati dalle loro insegnanti
(Annalisa, Teresa, Annamaria, Rosa, Nunzia, Valentina, Rosanna
e Killy), nella quale viene illustrata una situazione in cui Nonna
Papera, la simpatica ava di Zio Paperone e di una genìa di nipoti,
ha bisogno di ricorrere prontamente alle cure dei sanitari perché
è caduta dalla scala e si è fatta male a una gamba. In casa, in quel
momento, c’è soltanto uno dei tre nipotini di Paperino, dunque
un piccolino (un bambino, nell’immaginario infantile) che prontamente forma sul telefono i tre numeri “magici”, 1-1-8, per chiamare un’ambulanza con medici o infermieri a bordo, che possa
prestare i primi soccorsi a Nonna Papera.
Il nostro facebook
M
artedì 15 aprile 2014 la Scuola Secondaria di I grado “R. Moro”, dirigente scolastico prof.ssa
Grazia Di Nunno, dà il via alle manifesta"Se non potete essere un pino sulla
Si ringraziano
Attraverso questa storia simpatica, i piccoli allievi hanno capizioni finali dei Progetti PON, con la rappresentazione conclusiva del PON C2
vetta di un monte
to l’importanza di un loro intervento immediato, nel caso in cui si
“Orientarsi
per il futuro”.
il Dirigente
Scolastico
trovino soli in casa con un adulto che si fa male, cosa che purtropQuesto progetto ha visto coinvolti
dellenella
classivalle,
terze, seguiti
siate55unalunni
cespuglio
po è cronaca, al di là dei fumetti colorati e divertenti.
Prof.ssa Grazia
Di Nunno
dall’esperta
dott.ssa Luigia Di Vincenzo, in collaborazione con la tutor prof.
Con un garbo e un’empatia fuori dal comune, i tre operatori
ma siate
il percorso
miglior di orientamenssa Fiorentino e le docenti Dilillo e Palmitessa,
in un
Avser sono riusciti a trasmettere ai bambini una conoscenzaper
fon-aver permesso la realizzazione del
to finalizzato a guidare gli allievi piccolo
verso una
scelta
scolastica
e professionale
cespuglio sulla sponda
del
damentale attraverso il gioco, il coinvolgimento, la drammatizzaconsapevole.
Progetto,
zione. E così, abbiamo vissuto il primo soccorso a Nonna Papera
ruscello.
L’orientamento oggi si presenta come un percorso
a più dimensioni; non
con un’ambulanza-giocattolo, in tutto simile a quelle vere, con la
L’esperta
Dott.ssa
più
solo
orientamento
per
scelte
relative
all’ambito
scolastico
o lavorativo,
Siate un cespuglio se non potete
quale i bambini hanno soddisfatto la curiosità di conoscere cosa
ma
anche
orientamento
alla
vita,
considerato
come
percorso
che
mette l’indisuccede quando arrivano i soccorritori; piccoli gruppi di alunni,
Luigia
Divincenzo,
essere
un
albero.
viduo in grado di conoscersi, scoprire e potenziare le proprie capacità: quanpoi, sono stati invitati a simulare un incidente, domestico e non, e
a chiamare il 118 con il telefono fisso e con il cellulare e, infine,
to più egli acquisisce consapevolezza di sé, tanto più diventerà attore attivo
La tutor Prof.ssa Giovanna Fiorentino
Se non potete essere una
hanno rivolto alcune domande ai volontari, la più simpatica (e caldella propria storia.
zante!) delle quali era per sapere perché, in mancanza di luce, le Le Prof.sse Michelina
Il progetto
“Orientarsi
per il futuro” ha mirato proprio a realizzare un moDilillo
e
via maestra,
strisce delle tute indossate degli operatori si illuminassero.
mento di auto-riflessione che ha permesso agli studenti di costruire un perUna iniziativa sicuramente utile e importante, che ha insegnasiate
un sentiero.
Antonella
corsoPalmitessa,
sì scolastico, ma anche e soprattutto un
percorso
di vita.
to molto ai bambini e ha offerto ai docenti una diversa, ulteriore
Pertanto gli alunni sono statiSe
condotti
dapprima
a
riflettere
sulla
propria
non potete essere il sole siate
una
possibilità educativa, sempre attraverso il canale ludico e giocoso
Tutti gli alunni
delle
“Storia
diclassi
Vita”, III
cioèche
esperienze personali pregresse, che hanno contribuito a
tipico della prima infanzia.
stella:
costruire
la Progetto.
loro identità personale, rafforzando così
la memoria autobiograhanno preso
parte al
fica. In un secondo momento sono
stati
guidati
a prendere
non
con
la mole
vincete ocoscienza
fallite. delle
proprie risorse personali, del potenziale in ingresso, delle proprie capacità
Siate il meglio
cognitive, delle proprie credenze e priorità di vita così da poterle utilizzare al
meglio nella gestione dei processi di scelta.
di qualunque cosa siate.
Pertanto, attraverso la somministrazione di schede di osservazione e di
Cercate ardentemente
di scoprire
auto-valutazione, test psico-pedagogici,
lavori di gruppo,
simulate ae roleplaying, in maniera ludica e divertente,
gli alunni,
sono
partiti
dalla rapprecosa siete
chiamati
e poi
mettetevi
sentazione di sé, cioè dalla concezione di se stessi come individui e dei ruoli
a farlo appassionatamente".
svolti in famiglia, a scuola, con gli amici, per poi riflettere sulle proprie tipologie personali di studio e lavoro, sui propri processi
cognitivi
Martin Luther
Kinged emotivi, sulle
modalità relazionali e comunicative, infine, sui loro sogni e aspettative.
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
“RENATO MORO” BARLETTA
Orientarsi per il futuro
PON C2
Il Dirigente Scolastico
Prof.ssa Grazia DiNunno
Barletta, 17 dicembre 1977, giorno dell’inaugurazione del Teatro “Curci” restaurato. Nella foto, inaugurazione della Chiesa di S. Domenico,
restaurata a cura di don Franco Damato. Da sinistra l’on. Enzo De Cosmo; il sindaco prof. Armando Messina; l’on. Giulio Andreotti, presidente del Consiglio; l’on. Vito Lattanzio, ministro della Difesa; l’avv. Nicola Rotolo, presidente della Regione Puglia; il prefetto di Bari dott.
Pietro Montesanti; il sen. Pietro Mezzapesa. Dietro di loro si intravedono il dott. Ruggiero Dimiccoli e il dott. Carlo Ettore Borgia
40 IL FIERAMOSCA
MAGGIO
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MAGGIO
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IL FIERAMOSCA
41
Arte
PAPA FRANCESCO DEVOTO ALLA
“MADONNA CHE SCIOGLIE I NODI”
IL QUADRO DONATO ALLA CHIESA DELL’ADDOLORATA
DI MARGHERITA DI SAVOIA DALLA PITTRICE ANTONELLA PALMITESSA
di Stefania Patella
N
egli anni ’80, quando
In meno di tre mesi un’artista
Papa Francesco era
locale, Ana Betta de Berti, dipinsolo il sacerdote Jorge Bergose una riproduzione del quadro
glio, scoprì durante un viaggio
originale tedesco e la donò alla
in Germania un’immagine della
parrocchia. Il futuro Papa FranMadonna - la cosiddetta “Knocesco, celebrando la messa a
tenloeserin” o Vergine che scioSan Josè del Talar l’8 dicembre
glie i nodi - di cui riportò in Ardel 2011, sottolineò che questa
gentina varie riproduzioni e che
rappresentazione della Madonna
è ormai l’oggetto di una forte
illustra il fatto che “Dio, il quale
venerazione popolare a Buenos
distribuisce la sua Grazia a tutti
Aires.
i suoi figli, vuole che noi ci fiL’immagine, attribuita al
diamo di Lei, che le affidiamo i
pittore settecentesco Johann
nodi dei nostri peccati per fare sì
Georg Melchior Schmidtner, si
che Lei ci avvicini a suo figlio
trova nella chiesa di St. Peter
Gesù”. Il forte accento posto sul
am Perlach ad Augusta, nel Sud
potere di mediazione della Madella Baviera, e rappresenta la
donna, così come il fatto che la
Madonna che scioglie i nodi di
“Desatanudos” deve essere invoun lungo nastro che gli è offercata in caso di difficoltà, in parto da angeli che si trovano alla
ticolare matrimoniali, l’hanno
destra del quadro, mentre altri
reso molto popolare fra i fedeli
angeli a sinistra raccolgono il
argentini, che all’ottavo giorno
tessuto ormai liscio. Il “sacerdodi ogni mese formano lunghe
te” Bergoglio fu colpito subito 28 gennaio 2014, chiesa Maria SS. Addolorata di Margherita di file davanti alla chiesa di San
da quest’allegoria del ruolo di Savoia. In occasione della rievocazione della Madonna che scio- Josè del Talar, nel quartiere di
mediatrice della madre di Gesù glie i nodi la pittrice Antonella Palmitessa dona il dipinto (olio su Villa Devoto, per poter pregare
e decise così di portarla con sé tela, cm. 150 x 100) a padre Gennaro Farano
e chiederle la sua intercessione.
a Buenos Aires, dove iniziò a
La Novena a “Maria che scioglie
distribuirla a sacerdoti e fedeli. È così che nel settembre del 1996, i nodi”, conosciuta anche come la Novena che distrugge il diavolo,
padre Rodolfo Arroyo, che era stato nominato pochi mesi prima è una Preghiera molto potente e molto ascoltata dalla Madonna per
parroco di San Josè del Talar, nella capitale argentina, decise di i casi che sono bloccati e umanamente irrisolvibili…
portarla alla venerazione anche nella sua chiesa.
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Scuola
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Istituto Comprensivo “4° Circolo S. Domenico Savio - S.M. 7° Gruppo”
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aggiornati sulle soluzioni più moderne in campo assicurativo e previdenziale con
cui progettare e realizzare soluzioni personalizzate sui tuoi effettivi bisogni.
I
l “Giro d’Italia” del “Piccolo Coro Stabile” dell’Istituto Comprensivo “4° C.D. San Domenico Savio - S.M.
7° Gruppo” di Barletta, nato circa dieci anni fa con l’idea di
far esplorare agli alunni il mondo del bel canto, dell’eleganza
vocale, della coralità attenta e condivisa, sta “facendo strada”
e, ancora, nel corrente a.s. 2013/14, ha fatto “tappa” in diverse
città d’Italia. Partito dalla “tappa” di Bari, il 4 ottobre 2014, Il
Coro, guidato dalla instancabile maestra Maria Teresa Nesta, accompagnata, per la circostanza, dal maestro di chitarra
Domenico Mezzina, ha “aperto le danze” della giornata di
inaugurazione dell’a. s. 2013/14. Nell’insolita “piazza” del
Campo Rom del rione Japigia, il “Piccolo Coro Stabile” ha
intonato coralmente l’“Inno alla Gioia”, sventolando, insieme alle bandiere europee, sentimenti di unione, fratellanza,
rispetto delle diversità etnico - culturali e invito a cooperare
nella solidarietà. La speciale “lezione di civiltà” dell’Ufficio
Scolastico Regionale di Bari, fortemente voluta dal Direttore
dott. Franco Inglese, ha inondato di “cittadinanza” l’intera
Regione, a cui la manifestazione ha augurato, con un concreto gesto di “vicinanza”, un “Buon anno scolastico!”.
Tappa successiva del “tour” nazionale del “Piccolo Coro
Stabile”: 7 e 8 dicembre 2013, nella località di Ascoli Piceno, ove il “Piccolo Coro Stabile” è giunto a seguito di una
selezione, sul territorio nazionale, ispirata ai criteri di qualità del programma musicale proposto, qualità del curriculum del Coro e del Direttore e qualità dell’ascolto della registrazione inviata per la selezione. L’aver partecipato, con
un ottimo “piazzamento”, al 1° Concorso e Festival Corale
Nazionale di Voci Bianche “In…Canto Piceno”, sottoponendosi al giudizio di una qualificata Commissione Artistica, ha consentito alle “voci bianche” dei nostri piccoli coristi
barlettani, unici in rappresentanza della Puglia e della Provincia BT, di “misurarsi” e “confrontarsi” con tante modalità
espressive del mondo dei Cori e delle Associazioni Musicali.
Lo scambio di note con le Marche, e precisamente, Urbania,
Agenzia generale del Nord Barese:
BARLETTA - Corso Garibaldi, 142 - tel. 0883 532 982
Subagenzie di Barletta:
Agenzia Italia t. 0883 521 218 - Delvecchio Promot. Finanziario t. 393 047 7273 - Dicandia Promot. Finanziario
t. 0883 310 457 - Filannino t. 0883 571 571 - Galante t. 0883 532 241 - Lattanzio t. 347 645 7257 Rizzitelli t. 339 420 6003
Sul restante territorio:
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Andria
0883 595 122 - Bisceglie t. 080 395 75 69 - Canosa di Puglia t. 0883 880 803
Giovinazzo t. 080 394 44 83 - Molfetta t. 080 334 92 47
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Fabriano, Tolentino
“Omaggio a Mariele”
e Porto Sant’Elpidio,
con Trento, FirenCara Mariele, se per miracolo tu
ze, Roma, Arezzo,
potessi udire le vibranti corde delle
L’Aquila, ha esteso
nostre emozioni, potresti leggere nei
l’“eco” delle melonostri desidedie della nostra Barri quella voletta, creando armoglia di magìa
nie variegate di voci
e di solarità
e coralità, che, tutte
che per tanti e
insieme, nella Vallatanti anni hai
ta del Tronto, hanno
fatto brillare
animato il Festival
nelle ferventi
della gioia e dei vanote dei bamlori natalizi, profonbini di tutte le
dendo “segnali” di
età….
fratellanza.
Se
per
A distanza di
miracolo tu
pochi mesi, l’entupotessi ritornare a dirigere le gioiose
siasta ed instancaarmonie delle mirabolanti note che da
bile gruppo di 31
sempre, nella coralità, sprigionano il
alunni di scuola
calore dello stare insieme, nonostante
dell’infanzia, prile
tante e molteplici diversità….
maria e secondaria
Se per miracolo potessimo aggandi 1° grado del “Picciare
le nostre mani ad un potente ragcolo Coro Stabile
gio
di
sole capace di farci arrivare fino
dell’Istituto Coma
te,
potremmo
cantarti la gioia di viprensivo n° 2, sulla
vere
e
il
profondo
amore per la nostra
scia di una tradizioterra.
ne che “continua”
gli alunni del “Piccolo Coro
più che mai nella
Stabile” di Barletta
struttura “comprensiva” della scuola di
base, ha fatto “centro” a Bologna. Zainetto in spalla, panini,
passeggiate esplorative e tanta buona volontà, il
gruppo di alunni “canterini”, accompagnato dalle fedelissime “fans”- mamme innamorate della
musica e del bel canto, ha reso onore, a Bologna, alla carissima Mariele Ventre, ricordata con
grande affetto nel corso della rassegna nazionale
“Scuole in coro per Mariele Ventre”, ove il Coro
Stabile di Barletta è stato l’unico a rappresentare il Sud e la Puglia. Calorosa accoglienza gli è
stata rivolta dalla presentatrice, dott.ssa Gisella
Gaudenzi (responsabile del settore didattico educativo della Fondazione Mariele Ventre), che
ha assegnato al “Coro” di Barletta il compito e
l’onore di aprire la rassegna con il famoso braIL FIERAMOSCA
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no “Ciao Amico”, che ha risuonato nel Teatro Comunale di
Bologna, il 12 aprile 2014, in presenza dello “storico” Cino
Tortorella, meglio noto come “Mago Zurlì”. In compagnia
dell’ospite Valter Brugiolo, “in arte” il “Popoff” vincitore
dello “Zecchino D’Oro” del 1967 e di altri illustri ospiti del
territorio romagnolo, insieme ad altri nove Cori provenienti
da Milano, Benevento, Piacenza, Bologna, Gorizia, Roma,
Latina, il Coro barlettano ha voluto rendere omaggio alla
carissima Mariele, intonando, oltre ai brani musicali assegnati, anche una breve composizione ispirata al famoso personaggio che ha accompagnato l’infanzia di tanti bambini
degli anni 60 ed oltre.
Riscontri altrettanto prestigiosi sono stati raccolti dalla
maestra e Direttrice del Coro Stabile, ins. Maria Teresa Nesta,
dalla coordinatrice organizzativa, ins. Caterina Giannella e
dall’accompagnatrice di piano, prof.ssa Vittoria Giannini, sabato 3 maggio 2014, in occasione del 9° Concorso Nazionale
“L. Montini” di Campobasso, ove il “Piccolo Coro Stabile”
ha ottenuto eccellenti riconoscimenti. A seguito dell’esecuzione di diversi brani del repertorio canoro, gli alunni del
“Comprensivo” hanno “portato a casa”, nella città di Barletta, il 1° Premio Assoluto per la sezione C / Cori scolastici e
ben due Premi Speciali. Un Premio Speciale per la scuola,
“per aver presentato un progetto formativo di grande valenza
educativa”, e un Premio Speciale per la Direttrice del Coro,
per l’abilità dimostrata nel coinvolgere emotivamente tutti i
giovani componenti” e per “l’espressione creativa”.
“Per una scuola che cammina”, e che fa del “cammino”
costante e impegnato, il “motto” e la “bussola” della propria Offerta Formativa, riteniamo questo “percorso” un
eccezionale “canale” di crescita umana a supporto dell’itinerario di vita che attende tutti i nostri bambini e giovani”. Così, la Dirigente Scolastica dott.ssa Amalia Balducci ha
commentato le “tappe” del “viaggio” che la Comunità Scolastica si augura di poter proseguire, grazie alla laboriosa
e corposa collaborazione delle famiglie dei “coristi”, per la
formazione di giovani generazioni che abbiano un significativo bagaglio di sensibilità e amore per l’arte della musica e
della coralità. ”Ci ha molto emozionato - prosegue la Dirigente
A. Balducci - respirare, in quel di Bologna, la musicalità italiana
del grande Lucio Dalla, la cui immagine disegnata sulle mura della sua abitazione, nel centro di una delle città più rappresentative
della storia e della cultura della nostra Italia, è entrata nel cuore
dei nostri piccoli concittadini, ai quali va il nostro augurio di un
domani sempre più “armonioso” e ricco di “note” positive “.
Il “viaggio” del Coro non finisce qui, l’anno scolastico
non è ancora concluso…!!!!!
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Enigmistica
Ricordi di Piripicchio
Cruciverba simmetrico con riferimento a Barletta
di Franco Lamonaca
Qualche aneddoto su Michele Genovese,
personaggio tanto amato dai Barlettani
A schema risolto, leggendo consecutivamente dall’alto in basso le colonne n. 4 e n. 13, si avrà
la recente denominazione della Litoranea di Ponente, di cui si mostra uno scorcio nella foto
di Michele Vitobello
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l suo linguaggio e il modo di esibirsi nelle piazze e nei vicoli.
Ricordo quando passava col piattino diceva Tutt! m la veita
mett! Kuezzol’d ind’o piattei’n e dopo aver fatto il giro degli spettatori se nelle vicinanze c’era un bar, un generi alimentari oppure un
barbiere lui entrava per la ricompensa tanto: lui non rifiutava niente.
Ricordo che un giorno dopo lo spettacolo a Piazza Roma entrò in un
bar. Il titolare gli offrì qualcosa da bere ma lui uscendo si lamentò di
essere stato trattato male, qualcuno gli chiese il perché e Piripicchio
disse: Cud fess! Le ditt demm du frisch e nu p’r’necch e cud me d’t
a gazzos (acqua frizzante al limone). Un’altra volta alla stazione di
Barletta lui arrivò in ritardo (spesso viaggiava in treno), chiese al
capostazione se arrivava il treno per Bari e il capostazione rispose
che era già partito da qualche minuto. Piripicchio disse: Com! è
par’tout senz a P’r’picch! e com se p’r’meis stu strun’z. Le persone scoppiarono a ridere. Lui faceva spettacolo anche involontariamente, e a noi ragazzi che spesso perdevamo una mezz’oretta per
seguirlo lui, infastidito, ogni tanto si girava verso di noi e diceva:
Sc’tavinn! Ue figgh d culaper’t che poi sarebbe una parolaccia.
Quando nello spettacolo impostava la contraerea e sui balconi
circostanti c’era qualche donna lui diceva: Signo’! Spostatevi che
di là devono passare le palle, i colpi della immaginaria artiglieria
che mettevano in soggezione la signora. Pasquale invece che lo accompagnava era un giovanottone con i capelli neri pettinati e pieni
di brillantina e come spalla era molto bravo, suonava la tromba, la
fisarmonica e la batteria ma non è quello che sta sulla fotografia
del libro.
Se quando faceva spettacolo nei vicoli qualche donna un po’
spinta diceva: P’r’pì fe a moss, li per lì rispondeva non posso Se’
ratt a cambr’der. Se la ricompensa poi era in sigarette lui diceva
che accettava le sigarette da tre stelle in su, che a quell’epoca erano
il massimo, ma in realtà prendeva pure le nazionali e le sigarette
comuni. Nello spettacolo le sue canzonette erano la Caccavella,
Za’za’ e Maggia cura’!
Ho conosciuto Piripicchio nel 1942, facevo la prima elementare all’edificio D’Azeglio. Noi della prima elementare, all’epoca,
entravamo da via Brigata Barletta e Michele Genovese abitava di
fronte al cancello della scuola, era un pianterreno molto modesto,
la moglie invece la chiamavamo Pas’qured.
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Le definizioni riguardanti Barletta, sono precedute da un asterisco (*) (Soluzione a pag. 51)
Orizzontali
Verticali
1. C’è quello postale e quello giudiziale. - 9. Arnese per fori. - 17.*
Lo è la “Baldacchini”. - 18. È in binomio con l’Unipol. - 20. Stefano, noto costituzionalista, ex parlamentare. - 21. Unione Sportiva. - 23. Comprende i comuni d’Italia. - 24. L’arena che stava in
via Renato Coletta. - 26.* Guglielmo della prima traversa di Via
Manin. - 27. Salerno. - 28. Trecento romani. - 30. Gorizia. - 31.
La colonna di Brindisi. - 33. Napoli. - 34. C’è anche quello dei
Caraibi. - 35. Unito, ben saldo. - 37. Siracusa. - 38. Giorno breve.
- 40. Piccoli uomini. - 42. Ingiunto dalla sentinella. - 44. Il nastro dell’elettricista. - 46. Bottigliette da scrittoi. - 47.* Si faceva
in casa con l’essenza “Curci”. - 48. Dignitosa, presentabile. - 49.
Antichi germanici sconfitti da Caracalla e da Giuliano. - 51. La
cittadina dell’Alfa Romeo. - 52. Una domenica di Rai Uno. - 53.
Taranto. - 54. Il nome di Morricone. - 55. Una metà di crauti. - 56.
Palermo. - 58. L’antico territorio avellinese. - 64. Mantova. - 65.
Grande fiume europeo che nasce in Svizzera. - 66. Negazione. 67. Ci sono pure quelle anticarro. - 69.* Salvatore nel diminuitivo
che sa tanto di “salinaro”. - 70. Inutile, inana. - 72. Aeronautica
Italiana. - 73. È sinonimo di velocità. - 75. Indicava: Lire Italiane. - 76. Cittadina dell’anconetano con un noto santuario. - 78.*
È dedicato a Francesco Salerno nei giardini del Castello. - 79. Il
vano d’ingresso,
1. Asini da noi. - 2. Sassari. - 3.* Dava assistenza presso Santa
Lucia. - 4.* Non definito (precede il n. 13). - 5. Luogo poetico. 6. Arti pennuti. - 7. Ravenna. - 8. Compongono lo scheletro. - 9.
Catasta ardente. - 10. Numero in breve. - 11. Il massimo della
qualità. - 12.* Era il cinema ex Giardini, presso il Circolo Unione.
- 13. Non definito (segue il n. 4). - 14. Ufficio Tecnico Erariale. 15. Croati al centro. - 16. Sono simili alle foche. - 19. Affiancava
l’Alitalia. - 22. Lo desta una strana notizia. - 24. Arezzo. - 25. Ancona. - 27. Un vermifugo contro ascaridi e ossiuri. - 29. Lo sono
balene e capodogli. - 31.* I concittadini di “Miale” della Disfida.
- 32. Stizzita, incollerita. - 34.* Ciccio dell’orto, ricordato da una
traversa di via Carducci. - 36.* Contengono grano, nel porto. - 37.
Ristagno, inerzia. - 39.* Proteggeva l’antico molo. - 41. Parlamentare veneto di Forza Italia. - 43. Si nasconde con l’esca. - 45. Molto spinto, procace. - 48. Il territorio del foggiano. - 50. La costa
tarantina. - 57. Chiudono l’armadio. - 59. Radio Telegrafista. - 60.
Un sostegno del tendone. - 61. Andati. - 62. Indica un suono sul
pentagramma. - 63. L’iridio. - 64. Avvia il plotone dopo “avanti”.
- 67. In nessun tempo. - 68. La somma degli anni. - 70. Pronome
plurale. - 71. È su tutti i mezzi urbani di Milano. - 73. Sofà senza
pari. - 74. Asti. - 76. Latina. - 77. Le ultime di Arturo e Zoe.
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Solidarietà
Calcio
Di Cosola, quando andammo in B!
UN GESTO SILENZIOSO DI CARITÀ
RICORDO DEL PRESIDENTE DELLA STORICA PROMOZIONE DEL BARLETTA CALCIO
Una Casa … Una Famiglia
U
na casa…. Una famiglia è lo
slogan che si legge sul pulmino attrezzato per disabili unitamente
ai loghi dell’Unitalsi e della Fondazione Lamacchia onlus. Un dono provvidenziale arrivato nel momento del
bisogno. Un nuovo strumento utile e
necessario per dare la possibilità ai ragazzi diversamente abili di spostarsi
agevolmente… insieme, proprio come
una vera famiglia.
Il gesto destinato alla casa famiglia
“Mons. Frezza”, che ospita 10 ragazzi
in carrozzina, unitamente a tutti i ragazzi diversamente abili della sottosezione Unitalsi di Barletta. Un gesto
inaspettato, particolare e silenzioso,
un gesto di umanità, di carità genuina fuori dal comune, solo una discreta
iscrizione che ricorda i coniugi Michele e Maddalena Dipaola sulla fiancata
dell’automezzo. Da un incontro silenzioso è nato un gesto d’amore che
ha entusiasmato e motivato i ragazzi
diversamente abili che da oggi hanno
una possibilità in più d’integrazione e
potranno effettuare più agevolmente
gli spostamenti, le uscite per motivi di
salute e di svago.
Da tempo la benefattrice, che desidera rimanere nell’anonimato, aveva
nel cuore il desiderio di un gesto concreto per sostenere e dare speranza a
persone in difficoltà, e venendo a conoscenza del binomio Unitalsi e Fondazione Lamacchia onlus, entusiasta
delle opere da loro create e gestite a
favore degli ultimi, ha pensato di dotare loro di un ulteriore strumento, e
dopo una visita alla casa famiglia ma
soprattutto dopo aver conosciuto i giovani ospiti,
non ha esitato a concretizzare il suo gesto!
Anche la concessionaria Volkswagen Tiani di
Bari, si è mostrata attenta
e solidale al gesto e ha sostenuto la realizzazione
del progetto.
Il 23 marzo scorso il
pulmino,
Volkswagen
CRAFTER, 9 posti, attrezzato per rendere più
confortevole il trasporto
dei ragazzi in carrozzina,
è stato benedetto da S.E l’Arcivescovo
Mons. Giovan Battista Pichierri dopo
la solenne celebrazione eucaristica
presieduta presso la Concattedrale di
S. Maria Maggiore di Barletta.
La carità fatta in silenzio è garan-
È
zia di autenticità del cuore, ma questi
nobili gesti non possono restare segreti… ma diventare testimonianza di solidarietà! Quindi grazie ancora “Dottoressa”, nostra concittadina, esempio
di attenzione agli ultimi!
stata una delle
più belle imprese del nostro Novecento,
quella di portare il Barletta Calcio in serie B. Ma
per arrivarci quante pene,
quanti affanni, quante
tribolazioni. E poi quella irresistibile volontà di
farcela, prima sostenendo l’impegno del padre,
poi da solo, o meglio, con
un gruppo di volenterosi
sodali, altri calzaturieri
come lui, Piazzolla, Morgese, Fiorella, Grimaldi,
Pistillo. Già, per arrivarci. Passando prima dalla
squadra di Basket, della
Play Basket che portò in Franco Di Cosola in una foto del
A1, partendo dalla C.
1988
Appagato da questo
grande traguardo prese in mano la squadra di calcio che
versava in disastrose condizioni sportive e finanziarie. Militava in C1, e campionato dopo campionato, ci riuscì nella stagione 1986-87, quando acquistò nientemeno che un
campione del valore di Roberto Scarnecchia, affidando la
squadra a Pippo Marchioro. E finalmente arrivò la B, dopo
uno splendido campionato, ogni domenica una partita della
vita, punti su punti, fino all’ultimo patema d’animo, quel fatidico 7 giugno a Sorrento, quando Rovani segnò il gol della
vittoria e della promozione.
Restano indelebilmente impresse nella nostra memoria
quelle giornate di incontenibile gioia, la città imbandierata, il
7 giugno 1987. L’euforia dei tifosi barlettani, davanti al Palazzo di
Città, per la promozione del Barletta in Serie B
sindaco Lionetti “gavettonato” negli spogliatoi dello stadio…
Quanti anni restammo in serie B? Ci restammo quattro
anni, che non sono pochi. Il primo anno ebbe un inizio deludente, appena dieci punti nella prima parte del campionato;
poi, a metà campionato, Di Cosola chiamò Mister Rumignani e cominciò la risalita, lentamente, fino alla salvezza, con
risultati eccellenti. Uno in particolare, la indimenticabile
vittoria per 3-2 sul Lecce di Mazzone e quella sul campo
esterno di Brescia. Un secondo anno ancora di sofferenza: fu
l’anno dell’acquisto di Evaristo Beccalossi come allenatore.
Bene il terzo anno, al quarto la squadra non resse e dopo
un inizio esaltante, al giro di boa crollò e retrocesse. Di Cosola continuò a reggere il timone ancora per tre anni, ma il
ciclo esaltante era passato e la mano passò all’imprenditore
caseario Perina, andriese ma con interessi di lavoro a Barletta. Non durò e alla fine la squadra fallì e retrocesse. Ma
questa è un’altra storia.
L’organico della Società Barletta Calcio in una foto ricordo del 1988. Da sinistra: Pietro Doronzo, segretario; Savino Napoletano magazziniere; Michele Porcella; Giovanni Pistillo; Stefano Di Cosola; Luigi Fiorella; Ruggiero Piazzolla; Franco Di Cosola, presidente; Vincenzo
Grimaldi, vicepresidente; Ruggiero Morgese, dirigente; Leonardo Generoso, responsabile settore giovanile
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Quenn M’arress pess da Chenn
i man ind e capidd se mett e s’addumenn:
“Accom iann fett i roman a perd cheda batteglie!?
A sara preim avev’n sciout a Barlett a m’briachers!?
Chessa sconfitt a M’arress ne vè abbesc,
nan se fac’ capac e, quenn se trov
in mezz e ruein de Chenn,
accom a nu pezz vé n’enz e rat.
Possib’l ca ce me fett frechè da nu tunsein
noi ca a pighjè in geir u munn seim i preim.
M’arress, dop ca tutt a zon v’cein all’Ofant è
perlustrat, na dei, a nav è pighjat e a
Carteg’n è sciout ca meghjar.
C A M E R A
MAGGIO
Hannibal
O chemp sporteiv “Lello Simeon”
scemm n’zim ad allenè,
quenn i gar ca scol avemma fè.
Fusciv sempr, n’scioun te putav auuantè.
Chi peis in man a carr te mettiv,
che frenert nu picch, s’nà u vul pighjv.
Quent volt u professor Autorein
te d’ciav: “Pierè, addrizz chidd rein,
fousc’ e ca cod dell’occhiere,
veid ci ca te stè v’cein!”.
Cià ess, currav assoul assoul,
l’altr, i lassav rat, v’cein a idd
na ce stav mè n’scioun.
A Molfett,
quenn u preim record italian facist,
in trionf, ind a cinchecinta maie,
in tutt i strad de Barlett te purtibb.
Iapremm a cappott e, ca bandir italian o vint,
scemm sunen u clacson da Piezza Rom,
da v’cein Ereclie e che tutt u Vial di Priv’t.
Nan mu pos chiù scurdè,
ce bella soddisfazion e ce grend onor
cheda dei, ind a mech’na maie,
purtav nu grend campion!
I
Rosa Spera
(FOTORUDY)
Ricordi con Mennea
L O R E T O
Ritorno alla sorgente,
al seme acerbo di pulsioni
[in boccio
odoroso d’attese ed erba [nuova
che nel grembo del tempo
[si fa vita.
Torno nel sogno alato,
dove una fiamma avvampa
[di armonie
e guizzano riverberi in anfratti
sprigionando cristalli di
colori.
Torno tra iridescenze
[di alchimie,
mi libro in voli fattisi carezze
dove ancora, crisalide
[indistinta,
vagavo ignara intorno
[alla mia foce.
E rimodello il vento
tra quei sentieri, preludi
[di stagioni,
che hanno plasmato
[l’incedere di eventi
fatti di danze d’oro
[e dissolvenze.
Sole che esplode
è l’anima adagiata tra le rose
che regredisce all’alba
[primordiale
di embrionali suoni mai sopiti.
Ritorno alla sorgente,
trama celata nei gorghi
[del vissuto
dove il respiro d’ombra
[si fa luce.
tra astrali iridescenze
[di liberi voli.
T
Iridescenze di liberi voli
A N T
IRIDESCENZE DI LIBERI VOLI
Editrice Rotas
E 10,00
Editrice Rotas
79
ISBN 978-88-98679-15-7
I
re delle stagioni del vivere, alla
trasparenza cromatica e alla
grazia nobilitante delle immagini rese con una consolidata e
significativa cifra stilistica.
Punta alla trasparenza, Rosa
Spera e lo fa oltrepassando il
silenzio sordo che troppo spesso investe l’attuale società e
dà vitalità ad ogni sussulto, ad
ogni accelerazione in grado di
rischiarare sinergie d’amore,
“nidi di tenebre”…
Troviamo così respiri ed
inviti (“Vieni… ti attendo, infiorescenza ignota, / prima che
il tempo sfumi il canto della
luna”), desideri (“Baciami sul
cuore / e sarai soffio imbevuto d’aurora”) invocazioni (“E
tu appari, Signore, / evocando
nella curva di un sorriso / una
storia Sacra che perpetua / luce
eterna tra ali di preghiera”), ritorni al passato (“È memoria il
canto, / è brivido incarnato alla
risacca / che nell’incedere della
notte si sgretola / spezzando ali
al mio passo”)…
Da ciò si evince che la poesia di Rosa Spera cavalca un
destriero che all’armonia di uno
sguardo aggiunge una patina di
malinconia e di speranza, un
messaggio comunque di abbandono alla bellezza del vivere
nel segno della fede, un grido
sommesso che ha l’impronta
della genuinità, dell’impegno e
della moralità.
Come dire che dalla sua
poesia prendono il volo “astrali iridescenze”, “eventi / fatti
di danze d’oro e dissolvenze”,
“embrionali suoni mai sopiti”,
ossia un lirismo sapiente e raffinato come si conviene a chi
fa della poesia autentica. Ed è
questo il caso anche di Rosa
Spera.
L
… con Maria Luisa Spaziani
3º Premio Internazionale “Marengo d’Oro” Maestrale
S. Marco, Sestri Levante, 11 settembre 2005
Quenn vat da luntan u brecc’,
andò me sciav a scettè a mar,
me venen in ment tutti i cos du passat.
A preima volt ca m’ambaribb a naté
fu proprie v’cein o trabucch,
nan mu scord mè.
U mar ier puleit, u color ier verd,
sop o scoglie stav a p’nsè, titubent.
A paour ier assè, nan me vulav manè.
“Me scettè o nan me scettè!?”
Mentr stav assort sop a punt du scoglie
rat a mà, s’ntibb na man ca me spengett,
tutt na volt, me truibb a mar e, accumnzibb
a natè accom a na paperett.
B’vav iecqu du mar, o p’ccion d’Arè,
accom ier salat.
“Fè i gargarism in gol, l’ecqua salat te fac’ ban!”
M’aggrappibb subt e scoglie, a paour subt me passett,
ier feleic’ assè, da tenn accumnzibb a natè.
Cheda dei, ringrazibb u zian mei ca me scettett a mar
e, quenn m’arrecord di gargarism a parol, ognettent,
mi fezz, che l’ecque e sal e, m’aggiust a gol!
T E A T R O
50 IL FIERAMOSCA
namente giovane. Detto questo,
eccoci alla margherita e ai petali che ci ha offerto la poetessa
di Barletta con l’ormai riconosciuto nitore e l’ormai consolidata eleganza stilistica (nel suo
curriculum, non a caso, figurano molti riconoscimenti importanti e l’interesse di critici e
scrittori di primissimo piano).
La silloge “Iridescenze
di liberi voli” si presenta con
quattro sezioni e le orme che
affiorano dalle pagine non fanno che infiorire di essenze profumatissime la realtà, il tempo
che sfugge, le speranze, storie
e riti legati al passato, scuotendo l’oggi e rimandando echi
di luce e battiti di mani che
accomunano “ceneri di fuochi
mai spenti”, “canti d’acqua e
riverberi di spighe” da donare
a “quei confini / che non conoscono prospere primavere”…
Rosa Spera ci fornisce in
primo luogo elementi di riflessione spogliando il superfluo e
certificando un’adesione ammirevole alla purezza di un discorso che tocca, nella sua fluidità di
linguaggio, vicende, amore, rugiadosi ricordi, sogni, l’universo femminile, realtà dell’oggi, i
giorni degli aquiloni, eventi anche marginali ma estremamente modulati su cadenze magari
“mute come lame di vento” e su
“specchi di sole volti a riflettere
il sogno” e non solo.
Si coglie da tali intrecci
una poetica “colta” che evita
l’ausilio di artifici e di astruse
formule concettuali. L’essenza
del percorso che si srotola progressivamente è efficace, ricca
di intime verità e di percussioni
emotive, di sfumature non effimere e di delicatissimi paesaggi e passaggi legati alle striatu-
U trabucch
I
eggere poesia è un po’
come sfogliare margherite cercando piccole-grandi verità, attese e gradite da tempo, e
quell’armonia silenziosa che si
accompagna al gioco ritmico
e musicale delle parole: parole
calde, sorrisi ammiccanti, strette di mano che non celano compromessi o malintesi.
La poesia fa tutto questo, sa
dare certezze anche se l’ombra
tende a sfumare la lucentezza di
un incontro, l’abbraccio voluttuoso con l’azzurro che è in noi
e che palpita agitando note, intrecciando sogni e disegnando
paesaggi intimi dalle tonalità
alte.
Leggendo questa nuova silloge di Rosa Spera il discorso
si fa ancora più espressivo, soprattutto se si tiene conto del
suo saper miscelare alla perfezione (e lo avevamo già notato
nelle sillogi “Oltre i silenzi” e
“Il tempo e la rosa”) immagini
ed aggettivazioni, profumi di
brezze primaverili e crepuscoli
solari in versione mediterranea.
Diceva l’amico Vincenzo Rossi
che il poeta “ha negli occhi le
stelle / nelle mani un fiore / nel
cuore il bambino dell’uomo”.
Ed ha visto giusto, in quanto un poeta (e Rosa Spera lo è a
tutto tondo) possiede una forza
ed una capacità di entrare nei
perché delle cose e dell’uomo
che non ha eguali, senza dimenticare che il trasferimento
in versi di tali requisiti diventa sempre un mosaico di luci,
di iridescenze, di liberi voli
dentro e attraverso un “Io” dal
respiro mai ansimante, bensì
fluidamente proteso a orizzonti
che lambiscono e sfidano quasi
il diluirsi delle stagioni, la memoria, il canto di un cuore eter-
di Antonio Falconetti
S A E T T A
L
… con Donatella Donati
Premio Internazionale “Giacomo Leopardi”
Recanati, 26 aprile 2003
poesie
Quenn dè iann arruat, credev’n de truè
munn e mar, cià iess, pasc’ de noi terroun
i tunesein sà arretrat.
M’arress, afflitt e ancor de chiù scunsulat,
ma orgoglious de iess italian, e tunsein
chessa storie è raccuntat:
“A Chenn, vè sciout de luss percè Arè
nan aveit incuntrat, senà, nu coul
dacchessì ve faciav
e a cud scemuneit d’Hannibal,
ce u v’dav, accom a na nghiumaredd
u faciav e sop a fornacedd
se l’arrustav!
Ce Hannibal poi venan a ramp u belin,
quenn stav Fieramosch,
tenn ve n’aviva
fuscì, e accom deic’ Gigein Pastor…
Ve spezzav l’osser!”
I
di Fulvio Castellani
IRIDESCENZE
DI LIBERI VOLI
Le poesie di M’arress
Rosa Spera è nata a Barletta, dove vive.
Pluriaccademica di svariati centri culturali, è
“Membro Honoris Causa” del C. D. A.P. (Centro Divulgazione Arte e Poesia).
Fa parte di giurie di diversi concorsi letterari
e collabora attivamente con riviste e associazioni specializzate nel settore. Le poesie di Rosa
Spera sono state inserite in varie Antologie
didattiche distribuite sul territorio nazionale.
Inserita anche nel volume: “La Saggezza della
Letteratura”, atti del Forum Puglia Letteraria
Mediterraneo Europa a cura di Ettore Catalano
e nell’Antologia dedicata al bicentenario della
nascita di Giacomo Leopardi.(Recanati).
Alcune sue liriche sono state tradotte in
francese e in portoghese con pubblicazione
sulla Rivista culturale Il Ponte Italo – Americano New Jersey, U S A. Premiata e apprezzata da
Mario Luzi e da Maria Luisa Spaziani, l’autrice
ha ricevuto per la sua attività letteraria anche
un riconoscimento dal Ministero per i Beni
Culturali.
Le notizie degli innumerevoli premi da lei
conseguiti sono state riportate dai maggiori
organi di stampa, inoltre illustri critici si sono
interessati alle sue opere esaltandone la validità
dei contenuti.
Si citano solo alcuni dei numerosi primi
premi:
Dostoevskij (Roma), Trofeo Giacomo Leopardi (Recanati), Histonium (Vasto-CH), Città
di Pompei, Città di Milano, Il Molinello (Siena),
Cesare Pavese (Cuneo), Ketty Daneo (Trieste),
Città di Basilea, Città di Atene, Città di Lecce,
Città di Bitetto (Ba), Leonardo (Firenze), Padus Amoenus (Parma), Levante (Bari), Picena
(Ascoli Piceno), Iniziative Letterarie (Milano),
Nicola Mirto (Alcamo), A.U.P.I. (Albo Ufficiale Poeti Italiani).
Pubblicazioni: “Silenzi di rugiada”, collana
“Gli Esteti” Piacenza 1999; “Oltre i silenzi”, Edizioni Giuseppe Laterza Bari 2001; “Il tempo e
la rosa”, Edizioni Giuseppe Laterza Bari 2005.
A N F
L’ultimo libro di poesie di Rosa Spera
Con Mario Luzi
1º Premio Internazionale “Francesco Petrarca”
Arezzo, 22 ottobre 2000
Rosa Spera
78
Iridescenze di liberi voli
Leggere poesia è un po’ come sfogliare margherite cercando piccole-grandi verità, attese e gradite da tempo, e
quell’armonia silenziosa che si accompagna al gioco ritmico e musicale delle parole: parole calde, sorrisi ammiccanti,
strette di mano che non celano compromessi o malintesi.
La poesia fa tutto questo, sa dare certezze anche se
l’ombra tende a sfumare la lucentezza di un incontro, l’abbraccio voluttuoso con l’azzurro che è in noi e che palpita
agitando note, intrecciando sogni e disegnando paesaggi
intimi dalle tonalità alte.
Rosa Spera
Vernacolo
51
Vernacolo
INFORMAZIONI TURISTICHE E CULTURALI
Archeoclub di Barletta
348 3739839
Archivio di Stato (Via F. d’Aragona, 132)
0883 331002
Quann a Madonn arruav da fôor
as-ba.barletta@beniculturali.it
Archivio della Memoria e della Resistenza
(c/o Castello)
0883 578644
Ass. Cultura e Turismo (Via d’Aragona, 95) 0883 578612 - 578614 - 578620
Aufidus - Ass. inform. turistica
339 3218439
Biblioteca Comunale (c/o Castello)
0883 578607
di Gino Garribba
Biblioteca e Archivio Diocesani “Pio IX” (Via Nazareth, 68)
M’ne, jalzt’, mamm, cù…
ca mangh’ a mess ng truam chiù!
Sa i quatt’ e ng’ vôl chiù d’ n’or
ch’scì a p’gghiè a Madonn
[ca stè fôor!
Mân’, spicc’t’, jiiss da ind’o liitt’
lav’t a fecc’ e mitt’t i calziett!
Abbesc’, coma Rôs stè a ’sp’tté
e jè nu buon picch’ ca ng’ stè
[a chiamé.
Ah… cheda pov’redd stè nguajat’
cu mareit a spass’ e
[a figghia strupp’jat!
… e ch’ fè sapè a Madonn a
[d’vozion,
vôl’ sci scalz rât a br’g’ssion.
* * *
… Quanta gent a chedd’or
[s’err alzat
e a Madonn a grazij
[ava’v cer’cat?!
A chidd tiimp chiein d’ lagnanz
s’ campav solament d’ sp’ranz
eppour, quann nan t’nemm nient,
ng’ s’ndemm chiù ameic’ e
[chiù cuntient!
Nu muteiv jerr cudd, ch’ fè fest,
ch’ fert u v’s’t’ment oppour a vest:
ch’ fert a cam’nat…
[e scenn scenn,
ch’ manè l’uocch mbitt
[a na m’nenn’.
O castiedd, a trambej,
[nanz a funtan
giè stav chien chiein d’ cristian.
Sôp e trajein, e vangh’
[e sciarabbè
s’ str’ngev’n, s’ jalzevn
[ch’ putè v’dè.
Quanta rrabb’ s v’nnav tenn! …
i taradduzz, u grattamariann,
a cupat’, a fâr, i pallungein,
i cavadducc’ d’ scamarz,
[i gazzos ca pallein!
… e mezz’ a tutt cheda fest,
paghiiv ch’ du’ solt’ e aviiv u rest!
E stab’l’miint, e po nanz’
[a trambej
stevn st’nnout nderr i battarej
e accom a preima batt’ s’ s’ndâv
52 IL FIERAMOSCA
FOTORUDY
SERVIZI SOCIALI
ecch’ ca Madonn giè spuntâv.
Chian d’ niidd’ braccial e lacc’ttein
sop e musc’k d’ quett portantein.
U chiass’, a gr’c’lenz
[e u mutt mutt
f’nâv tenn stess e ognoun
[stav ciutt…
e dall’embit ch’avev’n’ asp’ttat,
mo’ ti v’diev tutt ngiun’cchiat!
A Madonn, da sôp o baldacchein
ca faccia negr’ e u Criatour nzein
a v’dè tutt sta gent ca pr’gâv,
faciav a grazij a c’ sa m’r’tâv!
E cuss fett, jerr sufficient
ch’ scir’c a r’trè tutt cuntent.
Mo’ penz ca sa picch’ i cittadein
ca s jal’z’n e quatt da matein
pr’cè n’scioun vat stu muteiv
di sci a ’sp’ttè a Madonn
[quann arreiv!
Infatt’ sta Madonn venerat
mo’ s’è s’ndout sôl e abbandunat.
Senza chiù jôr, niidd’ e cat’nell,
senza chiù bann’, fuuch’
[e v’r’g’nell,
senza d’vôt scalz e scap’ddat
jind o côr sou avrè p’nzatcom’ cert avrì p’nzat ognoun-:
- “S’ vat ca nan serv chiù
[a n’scioun!“
A.I.A.S. - Assistenza Spastici (Via della Repubblica, 1)
0883 527859
ANT - Delegazione di Barletta (Via A. Bruni, 28) 0883 310230
A.V.I.S. - Donatori Sangue (c/o ospedale vecchio)
0883 521686
Casa di riposo “R. Margherita”
0883 522446
Centro Antiviolenza per le donne (P.zza Aldo Moro n. 16) 0883 310293
Centro Aperto Polivalente (via R. Margherita, 126) 0883.510181
Centro Accog. Immig. Caritas (Via Manfredi, 45)
0883 572557
Centro Intercult. per le migrazioni (via. A. Bruni, 13) 0883.310387
Consultorio familiare “Insieme…” 0883 520395
Curia Arcivescovile 0883 531274
Fratres - Donatori Sangue (P.za Principe Umberto, I)
0883 518002
GOS Laboratorio urbano
0883 531274
Cantina della Sfida
0883 532204
Castello 0883 578620
Centro Culturale Zerouno
0883 333807
C. T. G. Gruppo “Leontine” 333 2453170
IAT (c/o Palazzo San Domenico) 0883 331331
Lega Navale
0883 533354
Pinacoteca (c/o Palazzo della Marra)0883 538313 - 0883 538312 - 0883 538374
Parco Archeologico di Canne
0883 510993
Pro Loco Barletta e Canne della Battaglia (Via Venezia, 42)
339 3869860
URP (Ufficio relazioni con il Pubblico)
0883 578488
Numero Verde 800761414
tel. 0883 310214 - fax 0883 576156
ODO-ANT (Via Fusco, n. 157 - Trani) 0883 584128
Sert
0883 577302
Settore Servizi sociali Comune di Barletta, piazza Moro, 16 0883.516460
TAXI - AUTOAMBULANZE
E TRASPORTO INFERMI
A.S.L. BT - centralino
0883 577111
AVSER (Via Magenta, 24)
368 3511354 - 0883 528443
Croce Rossa - Gruppo Pionieri e Volontari del Soccorso
0883 526924
Misericordia Barletta - Servizio ambulanza
347 0951836
O.E.R. - Operatori emergenza radio (Via M. del Carmine)
0883 535000
NO. di SS. Nuovi Orizzonti di Sostegno Sociale
329 0536112
U.N.I.T.A.L.S.I. (Via M. del Carmine)
0883 536788
Taxi (P.zza Conteduca)
0883 521469
POSTI TELEFONICI PUBBLICI
Bar Haiti (Via Leontina De Nittis, 49) Orario: 7-22
0883 534305
SERVIZI DI INTERESSE PUBBLICO
Acquedotto (Servizio Guasti)
800 735735
Scoppio (Servizio Trasporto Urbano)
0883 518554
Capitaneria - Soccorso in mare
0883 531020 - 1530
Carabinieri - Pronto Intervento
112
- comando compagnia
0883 537400
Cimitero
0883 510675
Comune - centralino
0883 578111
Corpo Forestale dello Stato1515
Elettricità (Enel, Guasti, Contratti e info)
800 900800
Ferrovia (informazioni) numero verde (ore 7-21)
89 20 21
Gas (Servizio Guasti)
800 900999
Guardia di Finanza117
- Comando compagnia
0883 531081
Guardia Medica - notturno e festivo
0883 575130
Polizia di Stato - soccorso pubblico
113
Polizia Commissariato
0883 341611
Polizia Locale - Pronto intervento
0883 332370
Polizia Stradale
0883 341711
Polfer
0883 521502
Poste Italiane
0883 536097
Prefettura - centralino
0883 539111
Pronto Intervento
118
Pronto Soccorso A.S.L. BT
0883 577781
Protezione Civile
0883 578320
URP - A.S.L.
0883 577610 - 0883 577971 - 0883 577050
Soccorso ACI
116
Soccorso Pubblico
113
Vigili del Fuoco - Pronto Intervento
115
- locale stazione
0883 531222
E mo’ pour a Madonn
[s’è c’vilizzat:
van da fôor assol, d’ cars
[e giè motorizzat!
MAGGIO
2014
MAGGIO
2014
IL FIERAMOSCA
53
ORARIO FERROVIARIO fino a dicembre 2014
BARLETTA - BARI CENTRALE BARLETTA - FOGGIA
Da Barletta a Bari: 4.42 4.43 5.27* 5.48 5.54* 6.20* 6.40 6.43 6.48 7.00 7.12 7.30 7.52 8.30
8.50 10.42 10.59 11.36* 12.44 12.56 13.37* 13.48* 14.02 14.10* 14.22 14.43* 15.02* 15.22
15.57 16.10* 16.46* 17.04* 17.16 17.43* 17.46 18.13* 18.20* 18.39 18.46* 19.00 19.18
19.43* 19.55 20.04 20.16* 20.44* 21.03* 21.36* 21.44* 22.16* 22.39 22.52 23.03*
Da Bari a Barletta: 0.01 0.15 4.00 4.23 5.32* 6.00* 6.05 6.29 6.45 7.15* 7.38* 7.45
8.00 8.07* 8.15 8.38* 9.38* 10.04* 10.10 11.38* 11.48 11.53 12.04* 12.30 12.38*
13.05 13.17* 13.27 13.38* 13.45 14.04* 14.10* 14.27 14.38* 15.15 15.38* 16.05*
16.35 16.42 17.05 17.15 17.35 17.45 18.07 18.10 18.17* 18.34 19.00 19.34 19.40
20.15 20.30 21.19 21.33* 21.40 22.06 22.13 23.09*
Da Barletta a Foggia: 0.34* 4.47 5.11 6.02* 6.43* 6.53 6.54 7.15 7.45* 8.08* 8.31
8.50* 8.56 9.03 9.08* 10.08* 10.48* 10.58 12.08* 12.31 12.39 12.48 13.08 13.20
13.45* 14.08* 14.21 14.48* 14.54 14.57 15.08* 15.21 16.02 16.08* 16.48* 17.30
17.37 18.02 18.22 18.45* 18.57* 19.50 20.26 21.02 21.13 21.21 22.06 22.21* 22.28
22.53 22.58 23.57*
Da Foggia a Barletta: 4.00* 4.10 4.48* 5.05 5.19* 5.39* 6.00 6.06 6.15 6.37 6.46 7.10
7.57 10.00 10.15 11.05* 12.00 12.13 13.05* 13.12 13.19* 13.38* 14.14* 14.20* 15.18
15.38* 16.17* 16.22* 16.33 17.14* 17.38* 17.50* 17.55 18.17* 18.35 19.14* 19.25
19.46* 20.14* 20.19* 21.05* 21.14* 21.45* 22.10 22.32*
Per informazioni sugli orari dei treni e per prenotazioni e
acquisto biglietti telefonare al numero verde FS INFORMA 89 20 21
(Raggiungibile solo da telefoni di rete fissa).
Legenda: Espresso, Regionale, IC, ICN, F.Argento, F.Bianca, Festivo
*= il servizio si effettua anche la domenica
CHIESE: orari Ss. Messe
STAZIONI DI SERVIZIO
TURNI FESTIVI MESI MAGGIO 2014 e GIUGNO 2014
Antimeridiano dalle ore 7.00 alle ore 12,30
Pomeridiano dalle ore 15,30 alle ore 20,00
10-11 Maggio
2 Giugno
28-29 Giugno
TURNO A IP
ESSO
ESSO
TAMOIL
ESSO
via L. Da Vinci
via R. Margherita
p.za 13 febbr. 1503
via S. Samuele
via Trani
1 Maggio
TURNO B
17-18 Maggio
7-8 Giugno
AGIP
IP
ERG
TOTALERG
TOTALERG
via Canosa
via Trani
via Parrilli
lit. di Ponente
via Barberini
3-4 Maggio
TURNO C 24-25 Maggio
TURNO D 31-1 Mag-Giu
ERG
AGIP
IP
IP
Q8
ERG
ERG
TOTAL
AGIP
Q8
14-15 Giugno
via Canosa, 84
via Foggia
via Andria
lit. di Ponente
via Trani
54 IL FIERAMOSCA
21-22 Giugno
via R. Margherita
via Violante
via Andria
via Trani
via Foggia SS 16
sabato sera domenica
BUON PASTORE 19.00 8.00 10.00 11.30 19.00
via Medaglie d’Oro, 29
CARMINE 17.00
via Mura del Carmine
CHIESA CIMITERO 9.00 CUORE IMM. DI MARIA 19.00
8.00 10.00 11.30 19.00
via Barberini
IMMACOLATA 19.00 8.00 10.00 11.30 19.00
via Firenze, 52
MARIA SS. STERPETO 18.30 20.00 8.30 10.00 11.30 18.30 20.00
viale del Santuario, 13 12.30
OSPEDALE CIVILE 9.00
PURGATORIO 19.309.00 19.30
corso Garibaldi
S. AGOSTINO 19.00 8.30 10.00 11.30 19.00
via Pozzo S. Agostino, 28
S. ANDREA 18.30
9.00 10.30 11.30 18.30
via M. Bruno
S. BENEDETTO 19.00
8.00 10.00 11.30 19.00
via R. Margherita
S. CATALDO 10.00
20.00
via Mura S. Cataldo
S. DOMENICO 19.30 19.30
corso Garibaldi, 198
S. FILIPPO NERI 1110 7.30 9.30 11.30 19.00
via Mons. Dimiccoli, 116
S. GIACOMO 19.00 8.30 10.00 11.00 19.00
c.so Vitt. Emanuele, 147
S. GIOVANNI APOSTOLO 19.00 8.30 11.00 19.00
via delle Querce, 2
S. LUCIA 19.00 8.30 10.00 11.15 19.00
vicoletto Santa Lucia
S. MARIA DEGLI ANGELI 8.00 10.00 11.30 19.00
viale Marconi, 22
S. M. DELLA VITTORIA 18.00 20.00 18.00
via Cialdini, 70
S. MARIA DI NAZARETH via Nazareth
S. NICOLA
19.00 8.15 11.00 19.30
via Canne, 195 12.15
S. PAOLO 19.00 8.30 10.00 12.00 19.00
via Donizetti
S. RUGGERO 7.30
via Cialdini
SACRA FAMIGLIA 19.00 8.00 10.00 19.00
via Canosa, 143
SANTA M. MAGGIORE
11.00
via Duomo
SANTO SEPOLCRO
19.00 8.30 10.00 12.00 19.00
corso Vitt. Emanuele
SPIRITO SANTO 19.00 9.00 11.00 19.00
via Boggiano, 43
SS. CROCIFISSO 19.00
8.30 10.00 11.30 19.00
via Petrarca
SS. TRINITÀ 19.00
10.00 11.30 19.00
via Palmitessa, 38
MAGGIO
2014