PDF - Parrocchia S. Ignazio di Loyola

insieme
Golgota, Maciek Ossian Kozakiewicz, acquerello 2010
Periodico delle parrocchie dell’Unità pastorale 18 - Anno XI - N. 1 - Marzo 2015
Pasqua è
Pasqua è primavera
Lui lo ha detto: è necessario che il chicco di
grano, posto nella terra, muoia, affinché possa
germogliare e produrre la spiga rigogliosa. Ieri
guardavo gli alberi, i campi, le case, i cespugli, i
fiori, le atmosfere grumose: tutto giaceva sotto
il sudario grigio e greve della morte. Stamattina
lo scampanio festoso delle campane di Pasqua
si è diffuso dalle chiese in ogni plaga, ha attraversato le valli e le strade, ha fatto vibrare ogni
filo d’erba e ogni tenera fogliolina, si è posato
sui muri delle case e sui volti, ha preso dimora
nel cuore di tutti. L’inverno è finito, la morte ora
diventa generatrice di vita novella, splendente e
palpitante, tutta protesa a produrre a suo
tempo i frutti dovuti.
Così era l’umanità. Le civiltà si susseguivano, prosperavano e poi scomparivano coperte
dalla polvere del tempo, che tutto dissolve.
Anche gli uomini nascevano, generavano, tribolavano e gioivano, ma inesorabilmente venivano inghiotti dal nulla. Vani risultavano i loro
desideri di immortalità, di ricordo per mezzo di
maestosi monumenti o eccezionali imprese.
L’oblio era il loro destino e, anche per loro, la
polvere era la coltre che copriva definitivamente le loro pretese. Nessuna gioia era piena, nessuna relazione significativa, nessun progetto
soddisfacente. Non per nulla i filosofi antichi
avevano inventato il mito di Damocle, che
dopo aver conquistato benessere e potere, non
poteva godere di nulla, perché sul trono su cui
sedeva era sospesa a un fragile filo una spada
doppiamente affilata.
Finché un mattino dell’anno 33 (più o
meno), su una collinetta chiamata Golgota,
poco fuori dalle mura di Gerusalemme, una
voce conforta il pianto di alcune donne rimaste
angosciate perché la tomba di colui che chia-
mavano Maestro, era stata violata, qualcuno ne
aveva rubato il corpo: “Perché piangete e cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto e vi precede nella vita”. E quella voce, che mai
era risuonata sulla terra e neppure nella fantasia, è penetrata nell’universo e ha acceso una
speranza che mai si spegne. La conclusione di
qualunque situazione, anche la più disperata e
impossibile, non sarà più la delusione, il fallimento, ma la vittoria, la vita.
Si dice che solo alla morte non ci sia rimedio.
È falso. La Pasqua è il rimedio alla morte. In ogni
sepoltura, quando il feretro giace davanti al’altare e il lutto e il dolore gravano sui volti e nei
cuori, sento risuonare quella potente e nuova
voce udita sul Calvario: perché cercate tra i
morti questa nostra sorella, questo nostro fratello, non è qui, è risorto, e vi aspetta nel
Signore. Ed ho la sensazione che un alito di vita,
proveniente dal feretro, come un profumo, aleggi leggero e consolante su tutti i presenti.
Pasqua è novità, entusiasmo
Pasqua è papa Francesco, che con la sua benevolenza, il suo cuore bambino, la sua apertura
all’amore, sta infondendo nella Chiesa e nel
mondo una ventata di rinnovamento, un desiderio di ritorno alla semplicità del Vangelo, la
gioia dell’accoglienza dei poveri. Pasqua sono
tutti gli uomini contemplati nella loro vera
essenza di figli di Dio perciò fratelli con tutti.
Pasqua principalmente sei tu, che accogli la
pienezza della vita del Risorto e con il sorriso, la
gioia di vivere, la generosità la spargi, come un
seme buono sul tuo cammino. La tua Pasqua sia
buona e felice.
don Benito
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Unità Pastorale 18
Le conclusioni del Sinodo straordinario
Le sfide pastorali sulla famiglia
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e conclusioni del Sinodo straordinario sulla
famiglia, “Le sfide pastorali sulla famiglia nel
contesto dell’evangelizzazione”, sono offerte
alla riflessione di tutte le chiese locali per offrire
ulteriori spunti per l’Assemblea generale ordinaria
del Sinodo dei Vescovi che si svolgerà il prossimo
ottobre. Con le coppie della commissione famiglia della parrocchia S. Ignazio e con l’équipe
dell’Unità Pastorale 18 stiamo leggendo il documento e ora condividiamo le nostre riflessioni.
Dopo l’introduzione, il documento del
Sinodo è diviso in tre parti: l’ascolto, per guardare alla realtà della famiglia oggi; lo sguardo su
Cristo, oer vedere quanto Cristo e la Chiesa, ci
dicono sulla bellezza, sul ruolo e sulla dignità
della famiglia; il confronto, per discernere le vie
con cui rinnovare la Chiesa e la società nel loro
impegno per la famiglia.
Introduzione
La domanda della prima parte è: “Come è la famiglia oggi è cosa dice la Chiesa di fronte ad essa?”. Il
Sinodo prende atto del cambiamento antropologico-culturale in corso, che produce sulla famiglia:
- Aspetti positivi: la più grande libertà di
espressione e il migliore riconoscimento
L
Innanzi tutto, il Sinodo ringrazia le famiglie. È
bello che il documento inizi con il Papa e il Sinodo
che ringraziano il Signore per “la generosa fedeltà
con cui tante famiglie cristiane rispondono alla
loro vocazione e missione”. E non perché queste
fanno qualcosa di straordinario, ma semplicemente perché fanno ciò che sono chiamate ad
essere, lo fanno, osservano, “con gioia e con fede,
anche quando il cammino familiare le pone
dinanzi a ostacoli, incomprensioni e sofferenze. A
queste famiglie va l’apprezzamento, il ringraziamento e l’incoraggiamento di tutta la Chiesa”.
Godiamoci questo apprezzamento, ringraziamento e incoraggiamento!
Poi, il Papa prega per le famiglie. Egli ci propone un’immagine, quella della sera in cui ci si
ritrova tutti intorno alla stessa mensa, “nello
spessore degli affetti, del bene compiuto e ricevuto, degli incontri che scaldano il cuore e lo
fanno crescere”. Egli è consapevole che per alcune famiglie l’ora della sera è più pesante, perché
si ritrovano a tu per tu con la propria solitudine,
case in cui “è venuto meno il vino della gioia e,
quindi il sapore - la sapienza stessa - della vita”. È
spontaneo chiederci: noi in quale casa siamo? La
preghiera del Papa è rivolta a tutti, qualsiasi sia
la nostra situazione.
La famiglia è importante per la Chiesa, che la
definisce “scuola di umanità” (Costituzione pastorale “Gaudium et Spes”, 52) e la sostiene annunciando
il ”Vangelo della famiglia” perché questa compia la
sua missione: la trasmissione della fede, ai figli e
alle persone che ne sono lontane.
L’ascolto
dei diritti della donna e dei bambini, almeno in alcune regioni.
Il pericolo: un individualismo esasperato
che porta a considerare ogni componente
della famiglia come un’isola, che si costruisce
da sè come meglio desidera.
La solitudine, una delle più grandi povertà
della cultura attuale che è:
Frutto dell’assenza di Dio, la crisi della fede
che ha toccato tanti cattolici spesso è anche
all’origine della crisi della famiglia
Frutto della fragilità delle relazioni, e prima
ancora della fragilità affettiva. È davanti ai
nostri occhi la fatica che sempre più persone
fanno ad andare d’accordo e ancora di più la
fatica di di vivere di molte persone.
La solitudine anche di fronte alle istituzioni, dalle quali le famiglie spesso si sentono
abbandonate. La precarietà del lavoro, la difficoltà a trovare la casa, le tasse che incombono,
portano anche le famiglie che noi conosciamo
a sentirsi schiacciate, impotenti, davanti a problemi più grossi delle loro possibilità. E qualcuno si chiede: sposarsi? Fare un figlio? Come,
se non si hanno i mezzi o significa per la
donna essere licenziata e non più riassunta? E
se un solo stipendio non basta, come fare un
secondo figlio?
Di questa prima parte, ci ha colpito l’atteggiamento di non giudizio dei padri sinodali,
anche su temi “scottanti” come la pratica della
convivenza o la realtà sempre più diffusa dei figli
nati fuori dal matrimonio e del numero crescente
dei divorzi.
Trascriviamo integralmente le conclusioni di
questa prima parte, perché ci sono sembrate
proprio belle! “In questo contesto la Chiesa
avverte la necessità di dire una parola di verità e
di speranza. (…) Occorre accogliere le persone
con la loro esistenza concreta, saperne sostenere la ricerca, incoraggiare il desiderio di Dio e la
volontà di sentirsi pienamente parte della
Chiesa anche in chi ha sperimentato il fallimento
o si trova nelle situazioni più disparate. Il messaggio cristiano ha sempre in sé la realtà e la
dinamica della misericordia e della verità, che
in Cristo convergono”.
È il segno di una Chiesa che non si scoraggia e
invita ad accogliere tutti, così come sono, senza
rinunciare a proclamare la verità. La sfida da
affrontare è mettere in pratica l’equilibrio tra verità e misericordia nei rapporti con le persone. Oggi
spesso si sente dire: “Mio figlio convive, adesso
fanno tutti così, e poi è meglio che non si sposi,
per poi separarsi”, oppure “Non vogliono figli, ma
con la situazione lavorativa che hanno meglio
così, come potrebbero mantenerseli”. Questi
atteggiamenti sono un misto di rassegnazione e
di fatalismo di fronte ad una realtà che ci fa sentire incapaci di dire parole di sperenza. La Chiesa
annuncia che Gesù ha un bel progetto sulle
nostre famiglie, un progetto che vale la pena di
vivere perché ci può rendere felici. Ma questo è
l’argomento della seconda parte, che vedremo la
prossima volta.
Emanuela e Luigi Lombardi
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Unità Pastorale 18
2015: l’anno di Don Bosco e dell’ostensione della Sindone
In pellegrinaggio a Torino
l 2015 è un anno particolarmente interessante per
accrescere la nostra esperienza religiosa. Infatti, qui a
Torino, sono già state avviate le iniziative per i 200
anni della nascita di don Bosco (avvenuta a
Castelnuovo d’Asti, ora Castelnuovo don Bosco, il 16
agosto 1815) e poi, da domenica 19 aprile fino a mercoledì 24 giugno, festa di San Giovanni Battista, patrono di Torino, ci sarà una nuova ostensione pubblica
della Sindone. In città arriveranno molti pellegrini
(milioni?) e tra loro sicuramente il più illustre sarà
papa Francesco, il 21 giugno (forse anche il 22).
Don Bosco è forse (nessuno si offenda) il più noto
dei cosiddetti “santi sociali” che sono fioriti nel XIX secolo a Torino: evento unico al mondo per il loro numero e
per la particolarità delle loro opere, che erano a vantaggio immediato delle persone più deboli, dei poveri,
degli ammalati, dei giovani senza educazione, di donne
in difficoltà… Ricordiamo solo che san Giovanni Bosco,
don Bosco, si interessò (soprattutto) dei giovani, della
loro educazione, dell’insegnamento di un mestiere, del
trovar loro lavoro, tutti temi che ancora oggi molto
attuali e che ci sfidano tutti.
Poi, come accennato, dal 19 aprile ci sarà anche
l’ostensione della Sindone. Ostensione è una parola
che non si usa più molto nel linguaggio moderno e
vuol dire esposizione pubblica. Avremo modo di partecipare ai pellegrinaggi verso la Sindone organizzati
dalle nostre parrocchie, o con gruppi di amici, o da soli.
Sul sito www.sindone.org possiamo già trovare tutte
le informazioni, ma possiamo fare già ora una riflessione “insieme”.
Innanzitutto, due parole sulla questione dell’autenticità o meno del tessuto custodito nel Duomo di
Torino. Non affrontiamo il problema in modo completo,
ma partiamo da quanto sappiamo di “sicuro” su questo
particolarissimo lenzuolo funebre. Il telo di lino torinese che, su un suo solo lato, riporta un’immagine lievissima, meglio visibile nei negativi fotografici (quando
ancora si usano le pellicole), è un tessuto di cui si hanno
notizie certe fin dal lontano 1300 (questo non vuol dire
che non esistesse anche prima). L’impronta sul lenzuolo riproduce, in maniera unica e tecnicamente inspiegabile, il corpo di un uomo che è stato crocifisso. La crocifissione era (e purtroppo “è” ancora, in alcune parti del
mondo) una forma di condanna a morte molto dolorosa. Prima di morire la persona crocifissa patisce i dolori
dei chiodi infissi negli arti, sui quali viene anche a gravare il peso del corpo “appeso” alla croce e il respiro si fa
via via più difficile, a causa della posizione del tronco: si
soffoca lentamente e si arriva alla morte solo dopo una
lunga agonia.
I
Le parrocchie dell’Unità Pastorale 18 hanno
programmato alcuni pellegrinaggi alla Sindone
(l’ingresso è gratuito). Salvo imprevisti, si svolgeranno: martedì 28 aprile (con ingresso di Duomo
alle ore 16), sabato 16 maggio (ore 11) e sabato
30 maggio (ore 11).
Chi desidera parteciparvi deve comunicare la
propria adesione alla propria parrocchia. In quella
sede saranno comunicati il luogo e l’ora di ritrovo,
previsto almeno un’ora prima dell’ingresso.
La prenotazione è obbligatoria e gratuita anche
per chi desidera recarsi da solo o con parenti. In questo caso occorre consultare il sito www.sindone.org,
oppure rivolgersi al call center 011.5295550 (da lunedì a venerdì, ore 9-19; sabato, ore 9-14).
Per i giovani sono previste delle iniziative specifiche, consultare sul sito www.turinforyoung.it.
L’Ostensione sarà accompagnata da varie iniziative ecclesiali e culturali. Per esempio, nel Museo
diocesano, situato sotto il Duomo, sarà esposto il
prezioso dipinto «Compianto sul Cristo morto»
(1436) del Beato Angelico, conservato a Firenze.
Sul bicentenario della nascita di Don Bosco
consultare www.bicentenario.donboscoitalia.it.
I segni lasciati sulla Sindone di Torino hanno una
singolare analogia con i racconti evangelici della crocifissione e morte di Gesù: oltre ai chiodi, vediamo anche
l’effetto di una corona di spine posta sul capo, della flagellazione (compatibile con le fruste romane del tempo
di Gesù), di un colpo di lancia nel costato e di un legno
che, sulla schiena, ricorda il braccio orizzontale della
croce (chiamato “patibulum”) che, talvolta, il condannato era costretto a portare nel tragitto che recava al
luogo della sua morte (la “via crucis”, il cammino verso
la croce).
Come ci illustrerà il filmato che vedremo prima di
entrare in Duomo, possiamo “leggere”, puntualmente e
precisamente, il racconto della crocifissione di Gesù
nell’immagine di quel telo. Allora, noi credenti, possiamo riflettere, anche guardando la Sindone, sulle sofferenze che il Figlio di Dio ha patito per salvarci: ecco perché possiamo parlare di pellegrinaggio alla Sindone,
cioè di metterci in moto per fare un cammino di riflessione sulla crocifissione e morte di Colui che ci ha salvati (quindi, l’autenticità del tessuto - di cui io sono personalmente convinto - è un fatto secondario).
Ma possiamo (dobbiamo) fare anche un passo
avanti e non fermarci alla “sola” morte dell’Uomo della
Sindone: la croce è stata “solo” un mezzo per arrivare
alla Resurrezione. La Sindone, rimanda sì alla passione
di Cristo, ma Gesù non si è fermato lì! La Sindone deve
soprattutto farci pensare alla sua Risurrezione: tutto
quel male, quel dolore, quella sofferenza è passato, è
finito, vinto per sempre.
Possiamo, perciò, pensare che il lino torinese, in
fondo, potrebbe essere un’efficace e collaterale testimonianza dell’enorme energia positiva della vita che vince la
morte. La passione di Cristo, le passioni degli uomini sono
superate, e il lenzuolo funebre resta accantonato in un
angolo (laterale) del sepolcro, perché ormai è diventato
inutile: Colui che era morto è ora risorto! Un lenzuolo
funebre non serve più ad uno che è ritornato vivo. Quindi,
la Sindone diventa un’icona, una particolare immagine,
che rimanda, in ultimo, alla gioia della vita, che passa sì
attraverso il dolore della morte, ma questa, nella fede cristiana, viene vinta per sempre!
Auguri di buona riflessione su Gesù risorto (di
buona Pasqua, quindi) a coloro che faranno il cammino
verso la Sindone (e anche a coloro che non lo faranno).
Stefano Passaggio
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Unità Pastorale 18
Quaresima di Fraternità 2015
Mozambico: cibo e farmaci contro l’Aids
uor Maria Pedron è una Missionaria
Comboniana che dal 1976 vive in
Mozambico, dove opera nel settore
sanitario, dapprima come ostetrica e
poi come infermiera. È rimasta in quel
Paese anche durante la sanguinosa
guerra civile che dopo l’indipendenza
dal Portogallo (1975), ha devastato il
Paese sino al 1992 (e soltanto lo scorso
settembre è stato firmato l’accordo sulla
cessazione delle ostilità tra Governo e
Renamo-Resistenza nazionale mozambicana).
Il Mozambico, ricordiamolo, confina
con Tanzania, Malawi, Zambia, Zimbabwe e Sud Africa; ha una superficie
di quasi 800 mila kmq (due volte e
mezzo l’Italia) ed una popolazione di
circa 25 milioni di abitanti. Il 70% dei
mozambicani vive sotto la soglia di
povertà.
Ebbene, suor Maria vive a Marrere, una cittadina a 14 km da una delle più grandi città del
Paese: Nampula. È una zona molto povera. Gli
abitanti vivono dei prodotti della terra e ammassati nei barrios di periferia. La povertà, le precarie
condizioni igieniche e la carenza di strutture sanitarie favoriscono la diffusione di malattie come il
colera, la tubercolosi, la malaria e soprattutto
l’Aids. Si stima che sia sieropositiva il 16% della
popolazione attiva (15-49 anni), per un totale di
S
circa 1,7 milioni di malati. Questo si riflette in
modo immediato sulla speranza di vita alla nascita che è in continua discesa. Nella capitale
Maputo è sieropositivo il 18% delle donne in gravidanza. Inoltre, più di 100 mila ragazzi sotto i 15
anni sono sieropositivi e 470 mila bimbi hanno
perso i genitori a causa dell’Aids.
A Marrere manca del tutto il personale
sanitario per offrire assistenza e cure alle persone affette dal virus e soprattutto non esiste
un’attività di informazione e di prevenzione tra gli
abitanti. Per questo, l’Arcivescovo della città e tutti
i missionari presenti sul territorio sentono urgente l’impegno per aiutare la
popolazione a conoscere l’Aids e ad
imparare come ridurre la possibilità di
contagio. L’informazione e la sensibilizzazione sono però ostacolate da tabù
culturali che inducono le persone a
tenere nascosti i malati o a non riconoscere il virus come causa del contagio.
La terapia antiretrovirale è l’unica
debole arma oggi a disposizione per
tentare di rallentare la morte e di
diminuire le sofferenze. Ma deve essere acquistata, e negli ultimi anni il ministero mozambicano per la Salute ha drasticamente ridotto i contributi alla sanità. Così, tanti pazienti non possono essere curati, e ciò è davvero triste perché
con la terapia antiretrovirale si hanno
risultati innegabili. Inoltre, miglioramenti concreti si ottengono con un programma di alimentazione adeguata. L’elevata malnutrizione,
infatti, diminuisce considerevolmente la capacità
di risposta e di difesa dell’organismo dei bambini.
Sono quindi essenziali tutti gli aiuti utili anche soltanto per contribuire a questo obiettivo minimo.
La nostra Unità Pastorale 18 ha deciso di
sostenere questo progetto della “Quaresima di
Fraternità 2015” per contribuire ad alleviare
almeno in parte le sofferenze dei parrocchiani di
suor Maria.
Conferenza di San Vincenzo interparrocchiale
Nel 2014 aiutati 72 nuclei famigliari
Frédéric Antoine Ozanam
Desideriamo far conoscere i dati relativi all’attività svolta nel
2014 dalla Conferenza San Vincenzo interparrocchiale SS.
Nome di Maria e Sant’Ignazio di Loyola.
Abbiamo anche ricevuto aiuti in generi alimentari (Kg):
- Banco Alimentare
- Raccolta “Carrello solidale” in un supermercato della zona
- Raccolta straordinaria
Totale
Contributi ricevuti (euro)
- Settimana di solidarietà 2014
- Offerte pervenute direttamente sul cc e non
- Questua effettuata durante le riunioni
- Contributi dal Consiglio Centrale per progetti specifici
Totale
Saldo rispetto al 2013 (negativo)
Sono stati consegnati in media 110 pacchi, ogni 30 giorni, per un totale
1.320 pacchi annui.
Sono stati distribuiti 600 confezioni di farmaci da banco (antinfluenzali e
antidolorifici in genere), raccolti durante l’anno in tre diverse farmacie della
zona.
Oltre alle attività assistenziali, sono state svolte domande per: pensione,
reversibilità, contatti con assistenti sociali, centri di ascolto,oltre che accompagnamento di persone presso uffici e a visite sanitarie.
È stata attivata una “borsa lavoro” presso il Consiglio Centrale della San
Vincenzo.
Sono stati accolti nel nostro gruppo sette nuovi confratelli e consorelle.
Tiziana Volpatto
7.978,00
7.767,00
1.857,00
1.208,00
18.810,00
- 1.811,00
Uscite (euro)
Sono stati assistiti 72 nuclei famigliari per un totale di 190 persone.
Sono stati distribuiti aiuti per un totale di € 19.290,00 cosi suddivisi:
- Pagamento bollette
10.308,00
Sussidi (pagamento affitti, vari)
4.118,00
- Spese mediche
965,00
- Acquisto prodotti alimentari e altro
2.’375,00
- Spese banco alimentare (trasporti per alimenti)
materiale per magazzino e varie iniziative
1.524,00
Totale
19.290,00
7.171,00
1.925,00
710,00
9.806,00
Eventuali donazioni fiscalmente detraibili possono essere fatte a favore
della Conferenza mediante bonifico bancario sul conto corrente
Banca Prossima, intestato a: Conferenza P074 SS. Nome di Maria e S. Ignazio di
Loyola Società San Vincenzo de’ Paoli. IBAN: IT20E0335901600100000062077
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Parrocchia SS. Nome di Maria
Un sogno diventa realtà
o sempre immaginato e vissuto la tristezza delle
persone sole, particolarmente nelle feste più
importanti. Quando le famiglie o gli amici si riuniscono per celebrare in letizia e compagnia i festosi
pranzi delle feste più familiari e sentite, la persona sola
siede in solitudine al suo tavolo, scarsamente imbandito, forse per chi ne ha ancora lo spirito, con qualche
simbolo in più. Conoscevo un amico anziano che soleva mettersi davanti le fotografie dei nipotini. Ma non
mangiava, guardava lontano nel vuoto e il cuore andava ai giorni felici, magari con il coniuge, i figli e i parenti, e gli occhi si velavano di lacrime. Non sono belle le
feste per i soli. A volte diventano tragiche.
Tutti siamo chiamati a condividere e sollevare queste solitudini, e non è facile. La persona sola fa fatica a
H
uscire dal bozzolo in cui l’abbandono lo ha irretito. Ha
paura di essere compassionato, di essere trattato da
bambino o minorato, o con l’autosufficienza di chi sta
bene e finge di comprendere le difficoltà dell’altro. La
persona sola deve essere amata: si deve stare accanto a
lei con umiltà, condivisione, rispetto.
Ho pensato, con l’aiuto e le idee del gruppo “Papà
Nuovi”, di offrire loro qualche momento di convivialità e
dignità, organizzando, almeno una domenica al mese,
un pranzo festoso e ben curato, al quale possono partecipare liberamente, come fosse un ristorante con prenotazione. Potrà essere gratuito per chi non ha è possibilità o si può chiede un’offerta per chi non ha problemi
economici. Non si tratta semplicemente di dar da mangiare, ma di creare un’opportunità di amicizia, di condi-
Un nuovo modo
di fare solidarietà
La parrocchia del Santissimo Nome di Maria ha
provato a proporre, lo scorso dicembre, un
nuovo modo di fare solidarietà: il GASP, ovvero
“Gruppo di Acquisto Solidale Parrocchiale”.
Per una volta tutte le lettere dell’acronimo
hanno un significato importante.
Partiamo dalle prime tre: i GAS o “Gruppi di
Acquisto Solidale”. Si tratta di gruppi di persone che si organizzano tra di loro per fare acquisti di generi alimentari, rispettando alcuni criteri solidali ed etici. Questo è sicuramente
l’aspetto più caratterizzante, e ogni GAS lo
interpreta in modo diverso. Il concetto generale dei GAS è efficacemente riassunto in uno
degli slogan della recente edizione della manifestazione “Terra Madre”, e cioè la ricerca di
cibo “buono, pulito e giusto”: buono da mangiare, pulito verso l’ambiente, giusto verso i
lavoratori che l’hanno prodotto.
Veniamo all’ultima lettera del nostro acronimo GASP: e cioè Parrocchiale.
Perché proporre un GAS all’interno di una
Parrocchia? L’idea è venuta al gruppo “Papà
Nuovi”, una decina di amici che da qualche
anno svolgono piccole attività di aiuto alla crescita dei ragazzi e dei bambini. Lo scorso
autunno, chiacchierando con il nostro Parroco
Don Benito, abbiamo cercato una nuova iniziativa solidale da proporre alla Comunità. Ci è
venuto in mente di mischiare alcuni ingredienti, come quando si sperimenta una nuova ricetta in cucina: mettere insieme tutte le idee alla
base dei GAS tradizionali con la necessità di
aiutare alcune persone in difficoltà del quartiere. Ne è venuto fuori di proporre a tutta la
Parrocchia, all’uscita delle Messe, una iniziativa
di Gruppo di Acquisto Solidale in cui al costo
dei prodotti alimentari si aggiungesse una
“decima” che venisse destinata a specifiche
iniziative di sostegno alle persone bisognose
della Parrocchia. Abbiamo fatto il primo esperimento a Dicembre. Sono stati selezionati due
prodotti, parmigiano e arance (provenienti da
una Cooperativa della Calabria che lavora su
terreni confiscati alla mafia) e li abbiamo proposti ai Parrocchiani, con una aggiunta sul
prezzo (la decima) da destinare ad una specifica iniziativa solidale.
Per il successo del GASP, è stato fondamentale un altro gruppo stabile della Parrocchia, i
ragazzi di “Noi nel Mondo”, una ventina di
adolescenti che cercano di dedicarsi alla carità
e che hanno aderito entusiasticamente, lavorando attivamente con noi sia per la raccolta
degli ordini all’uscita delle Messe, sia alla successiva distribuzione dei prodotti, e infine per
servire il “Pranzo di Natale per le famiglie indigenti”, per la cui preparazione è stato fondamentale uno dei “pilastri” della Parrocchia, l’attivissimo gruppo della “Pro Loco”. Con gli
introiti di questa prima “decima” sono state
completamente sostenute le spese del “Pranzo
di Natale per le famiglie”. Si è dovuto lavorare
sodo per qualche weekend, ma i risultati ci
hanno gratificato.
I “Papà Nuovi”
e i ragazzi di “Noi nel Mondo”
visione, di dignità. Tutti desiderano andare qualche
volta al ristorante con gli amici. Questo noi vogliamo
offrire agli amici soli. In questa avventura sono particolarmente coinvolti i “Papà Nuovi” e i giovani di “Noi nel
Mondo”, che hanno come finalità nuove forme di solidarietà e carità. E ovviamente, tutta la Comunità è chiamata a collaborare e a condividere nei modi che di
volta in volta sono necessari.
don Benito
GLi zinGari
Reverendo Padre,
ho una pena grave nel cuore e nella
coscienza. Da qualche anno nel quartiere
dove abito si è insediato un campo di nomadi e da allora la vita è diventata difficile per tutti. Negli
alloggi, infatti, sono aumentati i furti, parecchie auto
vengono gratuitamente danneggiate. Ogni notte ci
sono risse per le strade, scippi, atti di violenza e soprusi. Ormai la notte non possiamo uscire più se non per
gravi motivi e accompagnati. L’immondizia regna
dovunque. Non ne possiamo più. Neppure le forze dell’ordine osano frequentare il quartiere.
Quello che maggiormente mi angustia è la mia
incapacità ad accogliere e perdonare, nonostante io
mi ritenga una buona cristiana e vada a Messa tutte le
domeniche. Qualche volta addirittura mi sembra di
odiarli. So che questo non è proprio evangelico, ma
non so cosa farci. Spero solo che il buon Dio mi perdoni. Mi scusi lo sfogo, ma ho bisogno di aiuto.
(lettera anonima)
Carissima anonima,
hai concluso proprio bene il tuo
sfogo: spero proprio che il Signore mi
perdoni. Si, il Signore sempre ci accoglie e
ci ama, qualunque siano le nostre condizioni interiori. Gesù ce lo ha detto: sono venuto per
sanare i malati e trovare le pecorelle smarrite. È questa certezza di essere accolti e perdonati che ci dilata
il cuore e lo rende disponibile al perdono e alla fraternità.
Da anni coltivo un pensiero, che non so se sia giusto, ma mi aiuta: il perdono non è dell’uomo, ma di Dio.
Noi siamo per la vendetta, la violenza, l’odio per chi ci
fa del male. Dio no, accoglie, perdona. Viene personalmente sulla terra, si fa uno di noi per salvare noi che
eravamo suoi nemici. Questo lo sperimentiamo ogni
giorno nella nostra storia personale.
Credo che l’unica via per superare le tue difficoltà
dell’accoglienza e della fraternità sia accostarsi al
Signore, lasciarsi scaldare il cuore dal fuoco del suo
amore. Ti scrivo dalla cappella dell’adorazione continua, in un momento di preghiera notturna e silenziosa. Qui, con Gesù davanti, mi sembra che tutto sia facile e normale. Domani, forse, tornerò a giudicare e rifiutare il prossimo; allora tornerò qui e riprenderò il cammino e cercherò di amare gli altri non perché sono
buoni, ma perché sono amati da Dio, che non si stanca
mai di perdonare e amare tutti, compreso me, anche
se sono peggiore degli altri. Provaci anche tu.
Ti affido al Signore. Affettuosi saluti e benedizioni.
Don Benito
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Parrocchia Maria Madre di Misericordia
Piccoli focolai d’amore
nella comunità
ta diventando ormai tradizionale la presentazione annuale dei fidanzati, che nei prossimi mesi intendono coronare il loro progetto di amore
nel sacramento del Matrimonio. Le coppie che stanno percorrendo il
cammino di preparazione sono undici e sono guidate da tre coppie di sposi,
ormai “collaudate” per questo piacevole cammino insieme.
Abbiamo pure previsto una serata dedicata alla testimonianza di altre
coppie, che hanno alle spalle un periodo diversificato di vita famigliare: si va
da un minimo di un anno ad un massimo di 43 anni di matrimonio. Tutto ciò
contribuisce ad arricchire e coinvolgere maggiormente i fidanzati, evitando
di ridurre il “corso di preparazione” ad una serie di lezioni teoriche.
Così, domenica 8 febbraio si è svolta la tappa di presentazione alla comu-
S
nità, come sempre ricca di emozione e capace di coinvolgere gli stessi partecipanti alla celebrazione della Messa delle ore 10.30. Un segno quanto mai
utile oggi, una bella testimonianza della presenza dell’amore di Dio, che non
ci abbandona mai.
Quaresima: un “pieno” di formazione per tutti
Proprio così: in Quaresima di
formazione ce n’è per tutti, dai
grandi ai piccini.
Cominciamo da questi.
Anche quest’anno è stata pensata un’iniziativa su misura per
i bambini e ragazzi del catechismo, e quando si dice “su misura” non si allude soltanto ai
contenuti, ma anche al modo
semplice e accattivante con cui
viene proposta. L’iniziativa
prende il nome di “Castello dai
7 portali” e si propone di offrire
vari spunti per scoprire più da
vicino la preghiera, percorrendo tappe successive per un
incontro sempre più intimo e
coinvolgente con il Signore.
Per chi fosse interessato segna-
Festa fantasy
liamo ancora una volta la disponibilità di tutto il materiale, scaricabile dal nostro sito parrocchiale www.madremisericordia.it.
Per quanto riguarda la catechesi comunitaria, si prosegue
il cammino avviato durante
l’Avvento, cammino improntato
ad un approfondimento nel
campo della liturgia in generale
e la sua concretizzazione nei
Sacramenti.
Quattro i mercoledì previsti:
- 25 febbraio
- 4 marzo
- 11 marzo
- 18 marzo
Con le consuete tre alternative di orario:
- 9, o alle 16.30, o alle 21.
Che carnevale!
Fantasia di colori, fantasia di costumi e fantasia di giochi. Ecco
il segreto del grande successo di questa festa, svoltasi domenica 8 febbraio, che ha coinvolto un’ottantina di persone.
Fantasia per noi non significa mai “improvvisazione”! Il Clan
dell’animazione del gruppo “3 Stelle” aveva progettato e preparato nei minimi particolari la manifestazione ed è poi stato
coadiuvato da alcune catechiste nella sua realizzazione. Dopo
un percorso a ostacoli, finalmente ogni leoncino è riuscito a
celebrare il matrimonio con la sua amatissima tigrotta.
Fiori d’arancio, o meglio, merenda e dolci per tutti!
Fantasia e creatività anche da parte degli sposini, che, invece
di invitare i presenti al pranzo di nozze, hanno organizzato
una grandiosa lotteria con premi per tutti. Il corteo nuziale si
è poi allontanato a suon di trombette, animando così tutto il
quartiere.
Giulia
7
Parrocchia Sant’Ignazio di Loyola
incontro annuale di Comunità
L’urgenza di farsi prossimi
hiunque può trovarsi improvvisamente in difficoltà o nella necessità di soccorrere qualche amico o
parente più sfortunato. Chi è nel bisogno impellente spesso si sente solo e non sa come affrontarlo. Chi
invece vorrebbe essere di aiuto può sentirsi impotente
davanti a situazioni molto difficili e pensare di non
poter fare nulla. In entrambe le situazioni è importante
ricordare che c’è sempre qualcuno che può darci una
mano.
Come cristiani ci dobbiamo sentire responsabili
verso i nostri fratelli e non possiamo essere indifferenti
verso chi soffre. Siamo chiamati a diventare antenne
attente ai bisogni di chi è vicino a noi, senza voltargli le
spalle perché non rimanga solo. È l’attenzione al prossimo che deve caratterizzare le nostre relazioni, praticando “solidarietà di vicinato” e prendendo coscienza che
tutti siamo e abbiamo risorse da mettere a disposizione. Non si tratta di diventare volontari (chi vuole può
anche farlo), ma significa concretizzare i valori di fraternità e compassione che possediamo.
Ognuno di noi è una ricchezza per chi è nel bisogno: si possono aiutare gli altri condividendo le proprie
risorse economiche, la propria professionalità, il proprio tempo, la propria sensibilità, la propria amicizia e i
tanti altri talenti che Dio ci ha dato. Possiamo anche
ricorrere alla rete di solidarietà che già ora opera sul
nostro territorio. Non è facile rispondere a tutti i problemi, ma è fondamentale che chi è in difficoltà non si
senta solo e sappia che esistono persone che si prendono a cuore la sua situazione e lo supportano il più possibile.
Quest’anno la parrocchia Sant’Ignazio si sta interrogando su quali iniziative attuare per sostenere
almeno in parte le tante persone sofferenti prossime a
noi. Il Consiglio Pastorale ha voluto mettere al centro
del cammino di Quaresima, il tema della Carità, con
l’obiettivo di coinvolgere tutti per crescere nella capacità di condivisione con chi è più debole. Ci saranno
proposte che ci aiuteranno a far nascere iniziative
concrete. Ad esempio, durante le lectio divine dei
venerdì di Quaresima, i temi trattati faranno riferimento alla Carità. Al termine di ogni incontro, sarà proposto un momento di condivisione d’idee e proposte per
realizzare progetti di solidarietà. Dopo la Pasqua, invece tutti i gruppi parrocchiali saranno invitati a con-
C
frontarsi su questo tema. Saranno proposte alcune
domande in modo che ognuno possa riflettere su
quali bisogni vede intorno a se, quali risorse conosce,
quali possono essere messe a disposizione e cosa può
fare la nostra Comunità per rispondere alle situazioni
di necessità.
Nel prossimo Incontro annuale di Comunità, che si
svolgerà a giugno, all’interno della Festa di Comunità,
sarà fatta una sintesi dei suggerimenti pervenuti.
Saranno illustrati gli strumenti operativi già esistenti sul
territorio per rispondere ai bisogni, realtà che già
danno una mano a chi è in difficoltà e che consentono
a chi può di rendersi prossimi al proprio fratello.
Seguirà l’incontro con una persona che vive concretamente la solidarietà e che ci parlerà della sua esperienza. Al termine, chi parteciperà sarà invitato a pronunciarsi su proposte concrete che la Parrocchia possa
attuare. Ognuno di noi potrà contribuire a scegliere su
quali bisogni è più pressante per la nostra Comunità
concentrarsi. Davanti alla richiesta di aiuto di tanti
nostri fratelli, dobbiamo rispondere urgentemente
senza il timore di farci prossimi.
Laura e Pierangelo Gisonno
Catechismo
in famiglia
L’esperienza vissuta in questi anni dalla nostra famiglia è
stata sin da subito una piacevole sorpresa. La proposta
era di trascorrere alcune domeniche insieme ad altre
famiglie della comunità, accompagnando i nostri figli nel
cammino spirituale del catechismo, condividendo letture, riflessioni e momenti di convivialità fraterna. Ci siamo
imbattuti in questo percorso cinque anni fa, in maniera
del tutto casuale e quasi con diffidenza. Del resto, il catechismo lo fanno i bambini, non i grandi! La settimana è
faticosa, frenetica e la domenica è l’unico giorno in cui ci
si riposa e si ha l’occasione di “staccare la spina” e dedicarsi alla famiglia. Dunque il fatto di impegnare una giornata intera nel catechismo poteva sembrare davvero troppo. Eppure, come per tutte le cose che richiedono un
“sacrificio”, è seguita la ricompensa.
Il proposito di questo cammino è lodevole: il catechismo deve iniziare dalla famiglia e sono i genitori che per
primi devono trasmettere ai propri figli un “senso religioso”. Troppo spesso il catechismo si limita ad un percorso a
sé, avulso dal resto della vita, quasi una delle tante
incombenze della settimana da sommare ai compiti della
scuola, alla lezione di musica, all’ora di calcio... In questo
modo il rischio è di lasciare che gli insegnamenti di Gesù
restino scritti nel Vangelo e lì soltanto, del tutto separati
dal nostro agire. Coinvolgere i genitori in questo cammino è il modo migliore per insegnare a grandi e piccini
come conoscere Gesù e soprattutto come farlo entrare
nelle nostre vite, giorno per giorno.
Proprio quello che sembra un impegno insostenibile,
può diventare l’occasione perfetta per staccare il nostro
spirito dalla routine della quotidianità ed elevarlo e nutrirlo con qualcosa di vero ed essenziale, utile ad affrontare la
vita con una maggiore consapevolezza spirituale; un
modo per conoscere famiglie con cui condividere gli stessi interessi, di intrecciare nuove e belle amicizie. Un modo
per essere accolti nella comunità ed imparare a viverla,
insieme. Infine, un modo concreto per noi genitori di dare
ai nostri figli l’esempio, cercando di ispirarli ai valori di fratellanza, condivisione e preghiera, guidati da validi e premurosi catechisti. La nostra esperienza dunque, che ad
oggi continua con entusiasmo, è stata ricca di piacevolissimi momenti di allegria, gustosissimi pranzi e calorosi
abbracci con nuovi amici che fino all’altro ieri erano soltanto sconosciuti che abitavano nella casa a fianco!
Daniela e Sergio Castagnoli
Ottant’anni
Festa in maschera
Lo scorso 3 febbraio, Luigi - per tutti, Gino - Carbotta ha compiuto 80 anni.
Per l’occasione, ha voluto fare una grande festa con parrocchiani e amici.
Un momento della festa di Carnevale, organizzata domenica 15
febbraio dalle parrocchie SS. Nome di Maria e S. Ignazio di Loyola.
8
Numeri utili Unità Pastorale 18
Pellegrinaggio quaresimale al santuario
Parrocchia Maria Madre di Misericordia
www.madremisericordia.it
via Ada Negri 22, Torino, tel. 011.36.91.57
Messa prefestiva: ore 18.30
Domenica e festivi: ore 8.30 e 10.30
Madonna dei Fiori
Parrocchia Sant’ Ignazio di Loyola
www.parrocchiasantignazio.it
via Monfalcone 150, Torino. tel. 011.329.03.05
fax 011.358.56.25
Messa prefestiva: ore 18.30
Domenica e festivi: ore 10, 11.15
uest’anno il pellegrinaggio quaresimale organizzato dall’Unità
Pastorale 18 si svolgerà sabato 7
marzo, al santuario della Madonna dei
Fiori, a Bra.
La partenza è prevista per le ore 8.
Dopo l’arrivo sono previsti la meditazione, le confessioni e la Messa.
Poi, il pranzo al sacco o presso il vicino
ristorante (da prenotare al momento dell’iscrizione).
Nel pomeriggio, si visiterà il Centro
francescano di volontariato CUFRAD, a
Sommariva del Bosco.
Rientro previsto verso le ore 18.
La quota di partecipazione è di 18
euro a persona e di 45 euro per ogni
nucleo familiare.
Iscrizioni presso la propria parrocchia.
Q
Parrocchia SS. Nome di Maria
www.nomemariatorino.wix.com
via Guido Reni 96/140, Torino, tel. 011.309.02.58
Messa prefestiva: ore 18.30
Domenica e festivi: ore 9.30, 11, 18.30
Chiesa succursale Sant’ Antonio di Padova
via Tripoli 2, Lesna, Grugliasco (TO)
tel. 011.707.19.86
Messa prefestiva: ore 17.30
Domenica e festivi: ore 10
Padri Gesuiti e Istituto Sociale
www.istitutosociale.it
corso Siracusa 10, Torino, tel. 011.35.78.35
fax 011.324.74.87
Suore Missionarie della Consolata
www.consolazione.org
via Crea 15/A, Grugliasco (TO)
tel. 011.414.46.11
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Vuoi fare una festa?!
Ti piacerebbe rallegrarla con dell'animazione?!!
Non sai dove farla???
La parrocchia di S. Ignazio di
Loyola mette a disposizione
locali e animatori per queste
occasioni!
Per qualsiasi informazione:
Roberto 349.6381877
Supplemento a “Giornale della comunità”
della parrocchia Gesù Buon Pastore, Torino
Autorizzazione del Tribunale di Torino n. 2779 del 8/3/1978
TORINO:
C.so Siracusa, 67 - Tel. 011.32.98.222
Via Tripoli, 45 - Tel. 011.32.93.282
www.otticasalva.com
CONTROLLO GRATUITO DELLA VISTA
Direttore responsabile: Marco Bonatti
Distribuzione gratuita (ma non si rifiutano le offerte)
Tipografia: Impronta, Nichelino (To)
Redazione: don Quintino Andreis, don Rosario Ormando, don Marco
Prastaro, don Benito Rugolino; suor Anna Maria Ceri, Lorenzo Bortolin,
Alessandro Ginotta, Stefano Passaggio e Giulio Steve.