La morte di Daniza non sia definita un lutto

Lettere&Commenti
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Il ricordo di Ines Fedrizzi
è stato cancellato
giovedì 19 marzo 2015
La foto del giorno
nes Fedrizzi - lo scrive magistralmente sull’Adige Renzo Maria Grosselli - ha certamente lasciato una
profonda impronta culturale. Che è
stata accuratamente cancellata. Non
c’è da meravigliarsi. Al Castello del
Buonconsiglio non si ricorda il centenario della Grande Guerra, figuriamoci se ci si rammenta, magari con una
mostra, del decennale della morte dell’artista che nel 1960 portò a Trento
l’arte contemporanea.
Rimane chiuso lo splendore delle Albere e si lascia nel degrado, a Cognola, Palazzo Travaglia. Dalla politica
preposta alla cultura arriva il consueto ritornello: non ci sono danari. Ma
c’erano per il Giro della Padania, organizzato dal «Trota», il figlio di Umberto Bossi e per pagare l’inno scritto per i campionati del mondo di sci
nordico, quello che nel ritornello faceva «slalom, slalom». Davvero questa è la cultura di casa nostra?
Daniela Dalrì
e Annamaria, Dolores, Rita
amiche di Ines
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Per battere la violenza
servono corsi nelle scuole
a triste cronaca degli ultimi tempi ci insegna che purtroppo è in
crescita la violenza, in tutte le
sue espressioni.
Io credo che questa situazione ci assegni, anche come legislatori, una grave responsabilità. Il Trentino ha sicuramente messo in campo molte azioni e misure per contrastare la violenza e per educare al tema della pace e
alla risoluzione dei conflitti di qualsiasi natura, tuttavia è un dato di fatto che il ricorso alla violenza fisica,
psicologica, morale, nelle sue molteplici forme - compresa la violenza di
genere - è un fenomeno presente e in
alcuni casi in crescita, stante anche
la difficile congiuntura economica con
relative cadute in termini di disagio
sociale.
Credo che l’educazione sia un importante e fondamentale fattore di mediazione tra i giovani in fase di crescita e i valori del rispetto dell’essere
umano che stanno alla base del nostro sistema sociale e normativo. Per
questo diventa necessario chiederci
se non possa essere opportuno prevedere all’interno del luogo più vocato alla formazione dei futuri cittadini
- ovvero le scuole - specifici e diffusi
percorsi educativi, anche attraverso
la creazione di laboratori in cui sperimentare tecniche di trasformazione non violenta dei conflitti, intesi come condizione esistenziale ineliminabile che caratterizza tutti gli esseri
umani e che può sfociare anche in situazioni negative e distruttive.
Il tutto in una logica di prevenzione
L
Non solo Frecce Tricolori. Anche l’Aeronautica della Malesia ha una pattuglia acrobatica che dà spettacolo
che diventa sempre più necessaria
anche per superare la gestione dell’emergenza.
Lorenzo Baratter
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Il Trentino è peggiorato
e nessuno vuole cambiare
ono una persona nata in Trentino e molto affezionata alla propria terra d’origine. In questi anni ho assistito ad un totale degrado
sotto tutti i punti di vista, ho visto persone perdere il lavoro, la casa, i figli
e la fiducia. A questi ultimi mi aggiungo anch’io, in quanto non vedo nessun interesse da parte dei politici nei
nostri confronti, impegnati a coltivare il proprio «orto» e a porre attenzione ai problemi della gente solamente
in vista delle elezioni.
Sono estremamente delusa da questa
politica, di cui tutti si lamentano, ma
che nessuno ha la forza di cambiare.
È inutile nascondere la testa sotto terra come gli struzzi, tutti sanno come
funzionano certi meccanismi in politica e perché rimangono sempre gli
stessi. Noi cittadini possiamo dare inizio al cambiamento, ma dobbiamo
smettere di ritrovarci al bar per dare
sfogo alle lamentele, bisogna agire e
non avere paura a dire la verità. Mi
rammarica il fatto che una delle po-
S
(segue dalla prima pagina)
E questo si fa con igiene dentaria e fluoro
(vedi blog sul sito dell’Adige
www.ladige.it «Bambini sani e felici»).
Si attua la prevenzione primaria anche
per gli incidenti stradali: devo anzitutto
prevenirli, studiando bene i regolamenti
e il funzionamento dell’auto; poi devo
controllare che la macchina non abbia
difetti e intervenire presto appena li
individuo. So che altrimenti saranno
maggiori i costi e soprattutto i rischi per
me e per i familiari che mi accompagnano
in macchina. Tutte cose semplici
semplici, come quelle praticate dagli
agricoltori, che studiano molto la
prevenzione primaria, perché ne va del
raccolto.
Mettere al mondo un figlio significa
assumersi una grande responsabilità
(anche legale per almeno 18 anni!).
Il rapporto genitori-figli, per la prima
volta al mondo, è radicalmente cambiato:
c’era un «diritto biblico di proprietà dei
genitori sul figlio» (bambino oggetto) fino
a quando nel 1989 le Nazioni Unite hanno
proclamato (a parole) il «diritto del figlio
ad avere genitori responsabili». Fino a
settant’anni fa c’erano solo «doveri»,
che persone che hanno realmente lavorato in politica portando avanti battaglie importanti e difficili, mi riferisco alla consigliera comunale Maffioletti, non sia nella rosa del candidato
sindaco di Trento. Mi complimento
invece con coloro che in un qualche
modo rimangono ben ancorati alla
poltrona, loro sì che sono uniti. Invece, non mi sorprende il silenzio dei
miei concittadini e a loro dico di non
lagnarsi, perché continueremo ad essere nessuno.
Elisabetta Dalfovo - Trento
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Il casino di Bersaglio
è un diritto degli Schützen
l casino di Bersaglio di Trento «Arciduca Alberto» fa parte della storia culturale e sociale della città,
così come la storia degli Schützen (anche Sìzeri, Scizer, Bersaglieri Tirolesi, Gabanotti) è parte indiscutibile della storia territoriale di Trento. La loro presenza è documentata e fa parte, anche, della secolare identità austriaca di questa città tirolese. Durante i 15 e 16 secoli la parte meridionale della Contea Principesca del Tirolo veniva minacciata dalle azioni militari e politiche della Repubblica di
Venezia e il 20 maggio 1468, il Principe Vescovo di Trento, Johannes Hin-
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(Foto VINCENT THIAN)
derbach, chiede al conte del Tirolo,
Sigismondo d’Asburgo, di poter disporre di alcuni «Schuezen» per la difesa della sua sede nel castello del
Buonconsiglio. La sua richiesta diventò il primo documento dove appare
la parola Schützen (sostantivo derivato dal verbo tedesco schützen che
significa «difendere» o «proteggere»).
Il 10 agosto 1487 molte comunità del
Principato Vescovile di Trento hanno
inviato combattenti per fermare le
truppe della Reppublica di Veneza a
Calliano. La vittoria tirolese diventò
una festa del calendario della Chiesa
tridentina.
Dopo la morte di Sigismondo (1496),
il nuovo reggente sarà Massimiliano
d’Asburgo, duca d’Austria e figlio dell’imperatore Federico III d’Asburgo,
nato ad Innsbruck. Nel 1508 Massimiliano venne incoronato imperatore
del Sacro Impero a Trento e ha scelto il Tirolo come residenza con sede
a Innsbruck, il famoso «Goldenes
Dachl» (ma sia in Via Belenzani che in
Piazza Duomo si vedono i dipinti murali dell’imperatore). Il 24 giugno 1511
l’imperatore Massimiliano d’Asburgo
e i principi vescovi di Trento, Georg
Neideck, e di Brixen/Bressanone, Cristoph von Schrofenstein, hanno sottoscrito una convenzione militare per
tutto il Tirolo che venne chiamata Landlibell. Nel testo, l’imperatore promet-
Genitori e figli
Disagio giovanile, così si previene
DINO PEDROTTI
verso Dio-Patria-Famiglia. Poi sono
arrivate libertà e democrazia, è arrivato il
’68, il nuovo diritto di famiglia (non c’è
più il capofamiglia!) ed è aumentata la
confusione. Si è intesa la libertà come
«diritto di tutti a fare e ad avere tutto», si
sono visti i figli come oggetto di piacere e
si è arrivati a pretendere il «diritto ad
avere un figlio» (possederlo, goderlo, non
ad «essere genitori responsabili»…). E
così tanti bambini viziati rischiano di
crescere infelici. E molti genitori si
pentono di averli messi al mondo, anche
se spesso trovano molte giustificazioni,
in sé e in una società che non si adatta a
considerare basilari i veri diritti dei
bambini. Eppure, quando si parla di
contratti, i Grandi hanno idee chiare. Se
un inesperto alpinista si affida a due
guide per scalare un monte e queste
litigano e si separano a metà parete, la
cosa viene considerata riprovevole e
inaccettabile. Troppi bambini hanno oggi
genitori irresponsabili che non si
impegnano nella prevenzione primaria e
secondaria, che si deve attuare
soprattutto nei primi 5-6 anni di vita. A
sei anni un bambino ha già capito che il
mondo è dei più furbi e dei più forti, che
può approfittare delle debolezze dei
grandi nell’odierno mondo consumistico.
Preoccupa il fatto che si adultizzino i
bambini lasciandoli soli a giocare con un
tablet a 5 anni. Così, ho trovato scritto su
l’Espresso, possono diventare
programmatori, e la società ha bisogno di
programmatori… No. La società ha
bisogno di prima di tutto di cittadini
onesti, sereni, altruisti, responsabili: e a 5
anni un bambino deve soprattutto
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te «per sé e per i suoi successori» che
la difesa del territorio tirolese in caso di guerra sarebbe fatta ad una leva in massa dai cinque ai ventimila
uomini (secondo la gravità del pericolo) i quali però non sarebbero mai
stati impegnati in azioni offensive fuori dal suo confini.
L’«ufficialità» degli Schützen in Tirolo
è dunque del 1511 a causa di una richiesta di Trento fatta nel 1468. Il Casino di Bersaglio di Trento fu parte
della vita sociale e culturale della città fino il 1918, quando le compagnie
Schützen vengono «cacciate» e proibite in tutto il territorio occupato (mai
liberato come si sa, anche quando non
si vuol ammetterlo). Come si vede oggi, la «rinascita» delle compagnie
Schützen non sarà mai casuale, perché la loro presenza in territorio non
comincia nel ventennio, ma soprattutto perché 96 anni di mistica nazionalista non sono sufficienti per cancellare la loro storia in territorio (sempre più conosciuta dai giovani oltre
tantissime difficoltà e «incomprensioni»). Così come in tutte le altre città
del Tirolo, la presenza degli Schützen
nella Provincia di Trento si giustifica
nella Storia locale e il restauro imediato del casino di bersaglio a Trento si fa necessario perché fa parte della più autentica storia di Trento. Propongo anche una che non voglio sia
«provocazione» ma coerenza: a Bolzano si trova la sede della Federazione Schützen del Sudtirolo e credo che
il casino a Trento potrebbe diventare la sede della Federazione Schützen
del Tirolo Italiano. Le giustificazioni
storiche e «logistiche» non mancano.
E sicuramente non mancheranno anche tantissimi volontari per aiutare
nel restauro del casino (non solo tra
gli Schützen). Che ci sia la coerenza
necessaria nel capire che il Casino di
bersaglio di Trento «Arciduca Alberto» è prima di tutto un diritto di un
gruppo storico nel territorio (più antico di tantissime entità e associazioni) e Schützen significa ancora oggi
«difendere» il proprio territorio e la
sua identità.
Everton Altmayer
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La morte di Daniza
non sia definita un lutto
ono letteralmente sconvolto dalla lettera di Luciana Piccolroaz
che definisce la morte di Daniza
un lutto. Anche a me spiace quanto
accaduto, ma tirare in mezzo anche
Dio è a mio avviso blasfemo e credo
che le autorità ecclesiastiche dovrebbero prendere posizione. È poi aberrante quando parla dando addirittura un nome umano ai due cuccioli rimasti soli. Lo fa nei giorni in cui due
bambini hanno perso la loro mamma
brutalmente assassinata, e mi pare un
parallelo quasi voluto da questa signora.
Carlo Marchesi - Lavarone
S
giocare, giocare, giocare, con amici e
genitori che insegnano, soprattutto con
l’esempio, a essere felici e non ad avere,
dominare, apparire.
I bambini sono materiale esplosivo che ci
può scoppiare tra le mani, se lo battiamo
o se lo scaldiamo. Se voglio fare dei
fuochi d’artificio, devo «studiare» come
trattarlo e rispettare regole di
prevenzione primaria. Nei figli si fa
prevenzione terziaria quando si fa
«repressione poliziesca», come scrive
Parolari, con risultati difficili da ottenere.
Si fa prevenzione secondaria quando ci si
appoggia allo psicologo per risolvere
situazioni che forse si potevano evitare
se ci fosse stata più coscienza dei rischi.
La prevenzione primaria si fa fin dal
concepimento. Il progetto di un figlio
deve essere fatto su basi etiche e
razionali, anzitutto dal suo punto di vista.
Che tipo di genitori vorrebbe un figlio? Si
fa presto a rispondere: vorrebbe genitori
che praticano dialogo, ascolto, rispetto,
fiducia, responsabilità, vero amore.
Anche secondo le Nazioni Unite, la
società, deve favorire la stabilità di
coppia con figli e l’impegno a dare la
massima priorità ai loro diritti.
dinopedrotti@libero.it
Per lui
Per Lei
SILVIA 49 anni. Separata legalmente. Ha due figli
che deve mantenere. Gran lavoratrice e dedita alla
famiglia. Ora ha deciso di prendersi del tempo per
lei e si è iscritta a Meeting per recuperare il tempo
perduto. Cell 346 8885913.
STEFANO 54, infermiere professionale. Separato
con un figlio. H a il camper ogni fine settimana gli
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R4092311
l'Adige