PROGETTO COLLABORATIVO DI RICERCA MIUR – Dipartimento di Matematica dell’Università di Modena e Reggio Emilia INNOVAZIONE IN DIDATTICA DELLA MATEMATICA: LA FUNZIONE DEGLI ‘STRUMENTI’ MACCHINE MATEMATICHE nella produzione di congetture e costruzione di dimostrazioni UN APPROCCIO SPERIMENTALE ALLO STUDIO DELLE ISOMETRIE nel primo anno di Istruzione Secondaria Superiore a cura di Prof. Anna Lina Bonetti Liceo Classico “G.Pico” Mirandola Tutor del Progetto Prof. Marco Turrini Responsabile Scientifico Prof. Maria G. Bartolini Bussi Anno Scolastico 2001/2002 1 L’ESPERIMENTO Ideazione e pianificazione: Motivazioni Contesto Argomento e percorso didattico Obiettivi didattici Strumenti, metodologia, tempi, verifiche Fasi della realizzazione: Lettura e riflessioni sul testo di matematica Attività sul pc: apprendimento di Cabri Il disegno manuale: uso di riga e compasso Laboratorio con uso delle macchine matematiche Osservazioni ed analisi di dati: Tabulazione dati (schede laboratorio macchine matematiche) Analisi Apprendimento contenuti. “Atteggiamento” degli studenti Conclusioni: Valutazioni dell’esperimento Considerazioni finali Allegati: Riflessioni degli studenti N°3 schede-guida TRASLAZIONE (Cabri) N°12 schede-guida MACCHINE MATEMATICHE Confronto elaborati studenti 2 IDEAZIONE E PIANIFICAZIONE Motivazioni Il motivo, che ha sollecitato la mia adesione ad un progetto di sperimentazione in didattica della matematica, è il desiderio di rendere l’apprendimento sempre più motivante per gli studenti. Per questo scopo è di notevole importanza, a mio parere, incentivare la partecipazione dei ragazzi nel processo didattico e rendere più attivo il loro ruolo. Contesto La scuola in cui si attua l’esperimento è un liceo classico con sperimentazione Brocca ad indirizzo linguistico. In particolare una classe del biennio, la prima, formata da ventuno studenti provenienti da diverse scuole medie: quattro sono le ore settimanali di insegnamento della matematica. Una considerazione da evidenziare è la seguente: lo studente che sceglie come percorso di studi il liceo classico ad indirizzo linguistico, è molto probabile che non abbia grande dimestichezza e simpatia per la matematica! Argomento e percorso didattico L’ambito entro il quale scegliere una traccia, un percorso, è stato deciso al momento dell’adesione all’esperimento. La geometria ha un ruolo molto importante nella formalizzazione del pensiero in ragazzi all’inizio degli studi secondari. Un approccio sperimentale può, a mio avviso, aiutarli a maturare i processi di astrazione. Esaminato anche il libro di testo, la scelta si è concretizzata con l’argomento delle trasformazioni geometriche. Nella pianificazione dell’attività didattica, questa sperimentazione è stata collocata nel II quadrimestre: ciò ha permesso di conoscere meglio i ragazzi e di strutturare, in modo sempre più definito questa ricerca didattica. I contenuti attinenti con il presente lavoro hanno avuto questa collocazione temporale: nel primo quadrimestre sono stati sviluppati i seguenti moduli: Triangoli: studio dei punti notevoli con l’uso di Cabri nel secondo quadrimestre, i seguenti: Introduzione alla geometria euclidea: il metodo assiomatico - deduttivo La congruenza delle figure: inizio dell’esperimento. Il problema delle trasformazioni isometriche Insiemi e relazioni Il modulo delle trasformazioni isometriche si presta ad avere, negli anni successivi, possibili sviluppi con Geometria euclidea: la tecnica del dimostrare (dal metodo induttivo al metodo deduttivo) Geometria analitica: da una trattazione sintetica ad una trattazione analitica delle trasformazioni Un’applicazione delle matrici alla geometria delle trasformazioni Composizione di isometrie 3 Obiettivi didattici Gli obiettivi formativi sono di fondamentale importanza per una classe prima; essi riguardano la maturazione del “clima della classe” e questo è un aspetto basilare per tutto il quinquennio. Obiettivo 1) Conoscersi a vicenda in una attività di gruppo sia ristretta a due persone (al personal computer), che allargata a quattro (uso delle macchine matematiche); Obiettivo 2) Ascoltare l’altro (o gli altri): in un lavoro di équipe l’ascolto ed il confronto di idee abitua al rispetto reciproco e conduce ad una evoluzione delle idee stesse e alla “nascita” di idee nuove. Obiettivo 3) Abituarsi ad un tipo di apprendimento “attivo”: l’insegnante spiega il percorso da seguire, le finalità dell’attività stessa, distribuisce eventualmente schede - guida, poi il ragazzo o il gruppo procede in modo autonomo. Gli obiettivi trasversali sono importanti in quanto stimolano capacità gestibili anche in discipline diverse: Obiettivo 1) osservare, individuare e descrivere regolarità Obiettivo 2) produrre congetture e verificarle su casi particolari Obiettivo 3) validare le congetture sia in modo empirico che mediante argomentazioni Obiettivo 4) giustificare le proprie idee durante una discussione anche con semplici concatenazioni di proposizioni. Gli obiettivi cognitivi vengono proposti in termini di conoscenze, competenze, capacità. Conoscenze Sapere definire le isometrie con un linguaggio geometrico. Sapere definire le isometrie con un linguaggio insiemistico. Usare con consapevolezza i termini del linguaggio. competenze capacità Operare con le isometrie usando Con l’uso di macchine matematiche strumenti differenti, informatici e essere in grado di 1) riconoscere il tipo di non (software CABRI e strumenti isometria che essa determina per il disegno manuale). 2) risalire, dalle caratteristiche geometriche della macchina, Sapere ricostruire il discorso ai parametri che inverso: dopo aver riconosciuto caratterizzano l’isometria una figura e la sua trasformata, stessa determinare gli elementi che 3) studiare il campo d’azione caratterizzano l’isometria stessa. della macchina 4) Ipotizzare come potrebbe Distinguere nella realtà esempi di variare il campo d’azione isometrie: nell’arte, in natura, nel della macchina, al variare dei mondo della tecnica, nelle suoi parametri applicazioni in settori diversi 4 Strumenti – Metodologia – Tempi - Verifiche Il materiale usato per la preparazione e per l’attuazione del progetto è il seguente: Software Cabri2 nel laboratorio informatico con una postazione di lavoro ogni 2-3 studenti. Sistemi articolati e biellismi: modelli fisici in numero sufficiente per organizzare contemporaneamente lavori di gruppo di 4 persone. Le macchine sono state fornite, a titolo di prestito gratuito, dal Laboratorio di matematica del Museo Universitario dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Esse sono degli esemplari ad uso didattico e sono concettualmente equivalenti a quelli presenti al Museo e visibili sul sito http://www.museo.unimore.it/theatrum/ Unità O (trasformazioni) in “Progetto Set – Dimostrazioni e Modelli” presso il seguente sito: http://didmat.dima.unige.it. Il lavoro ha preso spunto da questa unità per l’uso delle quattro macchine: Traslatore del Kempe – Pantografo per la simmetria centrale – Biellismo per la simmetria assiale - Pantografo del Sylvester per la rotazione. La metodologia adottata è stata quella del lavoro di gruppo, ristretto o allargato, intervallato anche da momenti di impegno individuale. Questo tipo di didattica richiede la preparazione di schede-guida per gli studenti in modo che essi siano indirizzati nelle attività di classe. Le schede sono preparate sia per il laboratorio di Cabri che per il laboratorio di macchine matematiche tranne che per alcune schede che sono state costruite “in itinere” dai ragazzi; ovviamente non erano più schede-guida, ma testi descrittivi di un’attività svolta al computer. Per quanto riguarda i tempi, l’esperimento è stato ubicato al giovedì, giorno un cui la classe ha due unità orario consecutive di 50’ ciascuna. Tempi: 2-3 u.o. per l’introduzione all’esperimento (è importante un certo collegamento con il modulo della geometria, già iniziato) 2 u.o. al personal computer per ogni isometria, con relativa discussione (circa 10 u.o.) 2 u.o. per il disegno in classe 8 u.o. per il laboratorio di macchine matematiche (2 per ogni macchina) 1-2 u.o. per la sistemazione del lavoro e discussione finale La verifica del raggiungimento degli obiettivi è concatenata con l’attività stessa: poiché i ragazzi procedono con un lavoro attivo, l’insegnante può verificare passo a passo i progressi che gli studenti compiono. Inoltre le schede guida contengono anche tabelle da compilare: la correzione e la discussione finale di tale compilazione si può ritenere strumento di controllo sull’apprendimento. 5 FASI DELLA REALIZZAZIONE I fase : lettura e riflessioni sul testo di matematica In questo primo momento ho voluto proporre una lettura critica del libro di matematica. Esattamente ho scelto il punto in cui si espone il concetto di congruenza di figure piane. Ad una lettura superficiale, il discorso, fra l’altro abbastanza intuitivo, può essere ben recepito da studenti di prima superiore, che non hanno l’abitudine a soffermarsi tanto su quello che leggono; in modo particolare poi con un libro di matematica che usualmente viene considerato come una “bibbia” di regole da imparare, per poi applicare negli esercizi. L’ esperienza mi ha insegnato che espressioni come “movimento rigido” , “corrispondenza punto a punto”, “sovrapponibilità”, “uguaglianza”, vengono usate dagli autori con prospettive diverse coniugando l’intuizione con la formalizzazione (mediante i postulati) dei concetti primitivi: i risultati che si ottengono, da proporre a studenti che sono nell’età della maturazione del pensiero formale, non sono sempre della massima chiarezza, e si prestano, con una lettura attenta e guidata dall’insegnante, ad alcune considerazioni. Ho invitato i ragazzi a scrivere le loro riflessioni al pc; riflessioni che ho raccolto in un unico file. Ritengo opportuno allegarne una stampa per proporre una panoramica completa di tutta la classe, piuttosto che fare una mia cernita che sarebbe del tutto soggettiva. Dalla lettura di quanto scritto dai ragazzi si evince come i dieci gruppi hanno recepito in modo diverso quanto letto ed hanno verbalizzato in modo del tutto personale il loro pensiero. La partenza dell’esperimento ha avuto questa impostazione perché ho voluto fin dall’inizio non “fare calare tutto dall’alto” ma proporre (o meglio provare) un tipo di insegnamento un po’ più concreto, un po’ più “sentito” da loro, e soprattutto fare capire che ciò che leggiamo può essere anche stimolo per riflettere, per un’indagine più approfondita. Posso osservare che non è stato facile guidare i ragazzi in questo lavoro, esprimersi con considerazioni personali, su definizioni che in genere si chiede loro di imparare e ripetere (anche con parole proprie) senza chiedersi tanti “perché”. Ho spiegato loro che noi non volevamo demolire nulla di quanto esposto sul libro, ma solo chiedersi se quello scritto poteva stimolare in noi qualche interrogativo: infatti può capitare che chi parla o chi scrive non sia in sintonia con il nostro modo di percepire i concetti. Ho provveduto infine anche a distribuire ai ragazzi fotocopie di altri libri sullo stesso argomento per fare vedere loro che le considerazioni emerse dalle loro discussioni non erano arbitrarie o vane: autori diversi infatti propongono l’argomento con prospettive differenti. 6 OSSERVAZIONE L’idea del “movimento rigido” mi ha dato lo spunto per il collegamento con le “isometrie”. Gli studenti avranno modo di “incontrare” il concetto di “movimento” in altri contesti lungo il percorso degli studi liceali, non solo in ambito scientifico (come potrebbe essere il concetto di moto nello studio della fisica). L’applicazione in matematica di tale concetto è nello studio di grandezze geometriche omogenee: è il passo fondamentale per passare al concetto di misura. Si può quindi provare, in matematica, a tradurre con un linguaggio specifico questo concetto primitivo, in modo da superare l’idea fisica del movimento. Ho invitato i ragazzi a “provare” dei movimenti piani sul loro banco per far sovrapporre figure in modo che combaciassero perfettamente: il passaggio da questa fase a quella successiva del computer è avvenuta proprio per studiare questi movimenti allo scopo di darne una interpretazione tipicamente matematica. II fase : attività sul pc: apprendimento di Cabri I ragazzi hanno studiato al computer le quattro trasformazioni: traslazione, simmetria assiale, simmetria centrale, rotazione. La prima trasformazione studiata è la traslazione. I ragazzi avevano a disposizione tre schede guida (vedere allegato) e dovevano concludere lo studio con una definizione della trasformazione stessa. Seguendo questa impostazione (tre schede per ogni trasformazione) i tempi si sarebbero dilazionati più del previsto ed il metodo sarebbe risultato prolisso. Per questo nello studio della rotazione è stata usata una sola scheda (estratta dal progetto set\modOmat\schedarotazione.htm). Infine nessuna scheda-guida è stata utilizzata per le ultime due trasformazioni: le due simmetrie, assiale e centrale. In effetti, vista la rapidità di acquisire competenze nell’uso del Cabri da parte dei ragazzi, ho proposto loro di preparare delle schede descrittive “in itinere” , aprendo contemporaneamente due “finestre”, una di Cabri per lo studio geometrico, l’altra di Word per la descrizione di vari passaggi. Il risultato finale è stato la realizzazione in Word di una scheda personale descrittiva, completa di disegno “copiato” dalla finestra Cabri. Questo tipo di attività è stato per loro molto coinvolgente. Si può mettere in evidenza l’interesse suscitato dal comando ANIMAZIONE e dal comando TRACCIA: con essi, quasi giocando, venivano evidenziate alcune proprietà varianti o invarianti della trasformazione da studiare. 7 III fase : disegno manuale: uso di riga e compasso. In questa fase i ragazzi hanno rappresentato su fogli da disegno i concetti appresi al computer. Questo è stato il momento applicativo delle conoscenze acquisite, un modo per ognuno di mettere alla prova le proprie competenze con una produzione individuale. E’ stata l’occasione per misurarsi con il “proprio senso dello spazio”: il foglio da disegno è limitato quindi bisogna fare attenzione nel disegnare in una posizione opportuna la figura da trasformare ed anche di scegliere i parametri della trasformazione stessa: il rischio è quello di dover disegnare la figura trasformata sul banco! La durata di questa fase è stata di un’unità oraria in classe. Poi i ragazzi hanno completato a casa i disegni ed hanno anche reperito immagini, fotografie, documenti significativi di isometrie visti nel mondo della realtà. Il tutto è stato raccolto e incollato in un’apposita cartellina. 8 IV fase : laboratorio, uso delle macchine I scheda (si veda la pag.1 per ogni macchina) E’ la scheda di primo approccio alla macchina, la scheda che serve anche da collegamento con quanto già esplorato nell’ambiente CABRI. E’ stata preparata con la seguente struttura: 1. eseguire uno schizzo (anche a mano libera) della macchina. 2. usare la macchina tracciando qualche disegno (il trasformato di un punto, di un segmento, di una semplice figura piana…) e riportare un disegno significativo nell’apposita casella 3. misurare, controllare le proprietà geometriche (ad esempio il parallelismo) e di conseguenza compilare la scheda nelle varie richieste (completamento di tabelle e/o testi, risposte a domande aperte o già strutturate). 4. infine riconoscere l’ isometria già studiata col software CABRI e proporre una definizione. Questa prima parte del lavoro con le macchine è forse la più interessante per i ragazzi: 1) è la prima scheda (quella di partenza) ed essi hanno l’attenzione pronta, 2) è il momento della scoperta della macchina (e questo crea un clima di indagine coinvolgente), 3) le richieste per la compilazione della scheda non presentano particolare difficoltà (scrivere la definizione è anche ricordare ciò che è stato formulato al laboratorio CABRI). Personalmente sono convinta che ritornare sugli stessi concetti in contesti diversi non sia una inutile ripetizione ma un modo per richiamare alla mente ciò che è già stato appreso (o scoperto) ed eventualmente “risistemarlo” alla luce di nuove esperienze. 9 IV fase : laboratorio di matematica – uso delle macchine II scheda (si veda la pag.2 per ogni macchina) In questa scheda si vuole guidare il ragazzo ad esprimere il concetto di trasformazione geometrica mediante il linguaggio degli insiemi, o meglio delle relazioni fra insiemi, come corrispondenza biunivoca. E’ una scheda formata da quattro parti: 1. premessa: si richiama il concetto di relazione e di corrispondenza biunivoca fra insiemi, già studiato in un altro modulo. (La lettura, fatta dall’insegnante, ad alta voce della scheda serve per attivare un dialogo con gli studenti e renderli più consapevoli dei concetti che si vorranno usare). 2. due immagini della trasformazione (riportate su un foglio WORD da una costruzione con CABRI) affiancate da una tabella da compilare, allo scopo di fare ben recepire i punti che sono in corrispondenza (quindi le coppie di punti) 3. richiesta di una definizione come corrispondenza biunivoca fra punti del piano: in base a quali caratteristiche due punti del piano si corrispondono? 4. tabella VERO-FALSO sugli invarianti di una trasformazione Questa seconda scheda richiede una maggiore concentrazione, in quanto usare il linguaggio degli insiemi e delle relazioni, in ambiente geometrico è un “passaggio” formale significativo per studenti di questa età: la geometria usualmente viene studiata a parte (anzi a volte per comodità di suddivisione oraria vengono fissate – all’interno dell’orario di matematica - le ore di geometria e le ore di algebra) e senza l’uso degli “strumenti” offerti dalla teoria degli insiemi. In questa seconda fase sono in numero maggiore le richieste di chiarimenti e di suggerimenti da parte degli studenti; è anche un momento in cui l’insegnante si può rendere conto della capacità dei suoi studenti di “traslare concetti” da un settore all’altro della matematica. 10 IV fase : laboratorio di matematica – uso delle macchine III scheda (si veda la pag.3 per ogni macchina) Questa scheda ha lo scopo di guidare il ragazzo ad osservare e ad analizzare la macchina, a comprendere il suo funzionamento, a determinare i confini spaziali entro cui essa può operare. Lo studio, partendo da considerazioni concrete, tangibili, guida il ragazzo verso processi di astrazione, quali ad esempio, deduzioni, associazioni, confronti, rielaborazioni. La scheda è suddivisa in quattro parti: 1. tabella che contiene una foto della macchina (tratta dal cd Theatrum Machinarum) associata ad un testo descrittivo da completare da parte dello studente 2. tabella di osservazioni (da compilare) su INVARIANTI e VARIANTI della macchina stessa 3. studio del campo d’azione della macchina stessa, con passaggi guidati (domande aperte, frasi da completare, alternative da scegliere). 4. studio degli elementi componenti della macchina che caratterizzano la trasformazione stessa. In modo esplicito si intende questo: Nel TRASLATORE DI KEMPE qual è il componente della macchina che rappresenta il vettore traslazione? Nel PANTOGRAFO DELLA SIMMETRIA CENTRALE qual è l’elemento fisico che corrisponde al centro di simmetria? Nel BIELLISMO DELLA SIMMETRIA ASSIALE qual è l’elemento fisico che rappresenta l’asse della simmetria? Nel PANTOGRAFO DI SYLVESTER ( ROTAZIONE) quali sono gli elementi che individuano la rotazione (il centro di rotazione e l’angolo di rotazione?) Questa scheda richiede una attenzione particolare da parte dei ragazzi in quanto, dopo aver studiato le componenti della macchina stessa, essi devono esplorare e dimostrare di avere capacità di tipo trasversale: produrre congetture caratterizzare oggetti matematici mediante le proprietà di cui godono giustificare e dimostrare le proprie idee con discussioni matematiche 11 OSSERVAZIONI E ANALISI DI DATI Tabulazione dati TAB.1 Tabulazione dati scheda I: disegno della macchina Esatto Incompleto Con errori traslazione 09/05/02 Gr.3,5 Gr.1,2,4 ----- Simm. Centrale 18/05/02 Gr.5 Gr.2,3,4 Gr.1 Simm. Assiale 23/05/02 Gr.4,5 Gr.1,2,3 -------- Rotazione 25/05/02 Gr.5 Gr.1,2.3.4 --------- TAB.2 Tabulazione dati scheda I: definizione della trasformazione Esatto Incompleto Con errori traslazione 09/05/02 Gr.2,5 Gr.1,3,4 .- - - - - Simm. Centrale 18/05/02 Gr.1,2,3,4, Gr.5 ----- Simm. Assiale 23/05/02 Gr.1,3,4 ---Gr.2,5, Rotazione 25/05/02 Gr.1, Gr.2,3,4,5 --------- TAB.3 Tabulazione dati scheda II: definizione delle trasformazioni come corrispondenze biunivoche: Esatto Incompleto Con errori traslazione 09/05/02 Gr.1,3,5 Gr.4 Gr.2 Simm. Centrale 18/05/02 Gr.1,3,4 Gr.5 Gr.2 Simm. Assiale 23/05/02 Gr.1,3,4,5 ----Gr.2 Rotazione 25/05/02 Gr.1 Gr.3 Gr.2,4,5 TAB.4 Tabulazione dati scheda III: studio del campo d’azione della macchina. Esatto Incompleto Con errori traslazione 09/05/02 ---------Gr.2,4,5 Gr.1,3 Simm. Centrale 18/05/02 Gr.1,2,4 Gr.3,5 -------- Simm. Assiale 23/05/02 Gr.2,3,5 ---------Gr.1,4 Rotazione 25/05/02 Gr.1,2,3,4 Gr.5 --------- 12 Analisi della tabella La prima tabella sintetizza una richiesta molto semplice: quella di eseguire un disegno della macchina, in modo schematico. Un gruppo ha errato il disegno del pantografo della simmetria assiale (vedere allegato). Tutti gli altri disegni risultano sostanzialmente corretti. La seconda tabella riguarda la definizione dell’isometria che gli studenti dovevano scrivere al termine della prima scheda. Nel considerare una definizione “corretta”, non ho tenuto conto del linguaggio, che ho sempre sollecitato essere spontaneo. A titolo di esempio trascrivo due definizioni classificate “corrette” riguardanti la simmetria assiale: gr.3) la simmetria assiale è un movimento rigido attraverso il quale due figure risultano speculari ed equidistanti dall’asse di simmetria gr.1) trasferimento di un oggetto tramite l’asse di simmetria, mediante un movimento rigido, ribaltando una figura di 180° attorno l’asse di simmetria Sempre a tale proposito ho classificato incompleta la seguente definizione: gr.2) trasformazione rispetto un asse di simmetria i cui punti sono in corrispondenza a due a due e sono equidistanti dall’asse di simmetria. La terza tabella dimostra che gli studenti hanno trovato difficoltà a interpretare le trasformazioni come corrispondenze biunivoche. Come è stato specificato altrove mancava loro un buon consolidamento dei prerequisiti necessari alla richiesta stessa. L’ultima tabella, che raccoglie i dati relativi allo studio del campo d’azione della macchina, mette in evidenza la difficoltà che gli studenti hanno avuto con la prima macchina, pur essendo il traslatore una macchina non particolarmente impegnativa. E’ evidente che l’inesperienza ha giocato un ruolo preponderante sui risultati di questo primo studio. Ritengo doveroso specificare che le tabulazioni sopra riportate sono state compilate dall’insegnante e non sono state discusse con i ragazzi. Potrebbe essere costruttivo proporre una discussione alla classe; anzi, un’alternativa senz’altro proficua potrebbe essere quella di coinvolgere gli studenti nella tabulazione stessa, dopo aver analizzato insieme le definizioni ed averle valutate con alcuni indicatori di riferimento (es.: chiarezza espositiva, correttezza di contenuti, originalità/creatività nell’esposizione…) 13 Apprendimento dei contenuti. “Atteggiamento” degli studenti In questo lavoro anche la verifica ha avuto connotati diversi dalle verifiche tradizionali: senz’altro ha prevalso “il dialogo” insegnante/studente ma l’aspetto nuovo si è manifestato con la possibilità, da parte del docente, di valutare l’apprendimento degli studenti anche durante i momenti di dialogo fra gli studenti stessi. Da precisare che questi ultimi avvenivano durante l’esecuzione del lavoro (quindi spontanei) ma anche al termine della compilazione delle schede, sollecitati dall’insegnante per stimolare sia un confronto, che una giustificazione di quanto scritto, nonchè una eventuale autocorrezione del proprio operato. Con questo tipo di didattica i momenti di apprendimento e di verifica sono estremamente collegati fra loro, la compilazione stessa delle schede-guida risente di questa caratteristica. Riporto una nota dal mio diario del 20 aprile, giorno in cui sono state prodotte le isometrie con riga e squadra. Un gruppo ha osservato, in modo del tutto autonomo,che la simmetria centrale si può ottenere anche con una rotazione di 180° . Inoltre, sempre in questo giorno, pur essendo il lavoro di tipo individuale, i ragazzi si consultavano spesso a vicenda, per esempio su come posizionare la figura da trasformare in modo che il trasformato avesse una posizione ben inquadrata nel foglio: riportavano in classe un modo di procedere già acquisito nel laboratorio informatico. Come esempio di produzione, in seguito allo studio della macchina “pantografo per la simmetria centrale” si possono riportare le due definizioni riportate da un gruppo: movimento rigido con queste caratteristiche: 1)un punto ed il suo trasformato sono equidistanti dal centro; 2)ogni punto ed il suo trasformato sono allineati con il centro. Insieme di coppie di punti tali che sono allineati con il centro di simmetria ed equidistanti dal centro. In queste due definizioni cambia la prima parte: il linguaggio del movimento rigido, che è rimasto impresso agli studenti come linguaggio “tipicamente geometrico”, viene sostituito nella seconda definizione con un linguaggio algebrico. Il fatto che non sia evidenziata la corrispondenza biunivoca fra i punti nel piano è dovuto ad un prerequisito non ancora ben assimilato da parte loro: per questioni di tempo non è stato sviluppato il modulo delle “funzioni” e quindi delle “corrispondenze biunivoche”. (Sempre in riferimento a questa isometria c’è da rilevare che due gruppi, nella prima definizione, non usano il concetto di “movimento rigido” ma parlano di trasformazione). Un’altra osservazione da evidenziare è la seguente: invece di definire l’ isometria con un linguaggio algebrico alcuni gruppi hanno messo in evidenza le proprietà della isometria vista come relazione. Ad esempio, usando il pantografo di Sylvester per la rotazione c’è chi ha specificato che la rotazione gode della proprietà antiriflessiva e antisimmetrica: si può prendere atto di questo tentativo di utilizzare nozioni già acquisite per applicarle in contesti nuovi. (anche su queste affermazioni si può avviare una interessante discussione). 14 CONCLUSIONI Valutazioni dell’esperimento Questa ricerca didattica è maturata di giorno in giorno nel corso di tutto l’anno scolastico. Il fatto stesso d’aver dilazionato la sua realizzazione nel corso di un quadrimestre, ha permesso di lasciare spazio a riflessioni sulle “modalità di risposta” della classe, di calibrare il lavoro in base ai ritmi della classe stessa (qualche pausa c’è stata, ed è servita per sviluppare altri parti del programma). L’esperienza accumulata è d’incentivo a riproporre il modulo didattico in oggetto, anche per le future classi prime, usando lo stesso materiale, per avere eventualmente una conferma alle seguenti valutazioni relative a questo primo approccio: la seconda scheda per lo studio delle macchine potrebbe essere modificata, soprattutto nella parte centrale, dove viene richiesta la definizione della corrispondenza biunivoca (non mi è parsa di facile interpretazione per i ragazzi). La terza scheda andrebbe meglio organizzata, bisognerebbe evidenziare con chiarezza le finalità che si vogliono raggiungere con questa scheda. Sarebbe opportuno anche fare una “verifica esplicita”, non solo in itinere, per poter puntualizzare meglio i concetti e per non infondere la convinzione che il laboratorio di matematica escluda momenti di verifica a se stanti. Inoltre anche gli altri docenti di matematica hanno espresso il desiderio di predisporre nel futuro piano di lavoro un modulo comune a tutte le classi prime, inerente al laboratorio di matematica. (Si potrebbe dotare l’Istituto di un certo numero di modelli di macchine matematiche). Questo porterebbe ad un confronto delle esperienze dei singoli docenti, con l’opportunità di uno scambio di idee, al fine di rendere sempre più efficace l’insegnamento. Un’altra interessante ipotesi da sviluppare potrebbe essere quella di allargare questa ricerca anche agli altri due istituti di istruzione superiore agglomerati al liceo. Termino queste valutazioni con un interrogativo: perché non proporre anche alle scuole medie, presenti nel territorio, una semplice sperimentazione di laboratorio matematico? Considerazioni finali L’impegno che ha richiesto questa ricerca, è stato sostanzioso. Ritengo tuttavia positiva l’esperienza in quanto mi ha permesso di percorrere itinerari nuovi. La “risposta” degli studenti in termini di attenzione, partecipazione, interesse ed assimilazione dei contenuti è andata oltre le mie aspettative. Continuare anche nella futura classe seconda con un successivo modulo, relativo ad altre trasformazioni (omotetie, similitudini), penso sia proficuo per gli studenti, che, altrimenti vedrebbero il laboratorio di matematica come relegato alla prima classe di accesso alle superiori, non come un’attività “in crescita” insieme a loro. %-%-%-% 15
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