n°12, dicembre 2014

Direttore
Massimo Tomasi
Direzione e Redazione
Michele Zacchi
Trento - Via Maccani, 199
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In Redazione:
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Francesca Eccher, Stefano Gasperi,
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Francesca Tonetti, Gianluca Turrina,
Nadia Paronetto, Martina Tarasco
Iscrizione n. 150 del Tribunale di Trento
30 ottobre 1970
A cura di
AGRIVERDE CIA SRL - Trento - Via Maccani 199
5HDOL]]D]LRQHJUDÀFDHVWDPSD
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SOMMARIO
5
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Tutti per uno: la parola al presidente CIA
Uno stimolo utile
Assistenza libera
I numeri della Lombardia
Uccisi dai superstipendi e pensioni d’oro
Le nuove zone montane in parlamento
Notizie dal Caa
Notizie dal Caf
Nuova tariffazione contabilitá esterne
Relazione andamento infortunistico 2013 trentino
40 righe di storia
I laboratori delle Donne in Campo
La castanicoltura
,WLQHUDULRHWQRJUDÀFRGHO7UHQWLQR
Notizie dalla Fondazione Edmund Mach
Vendo&Compro
BUON NATALE E FELICE 2015!
La Confederazione
Italiana
Agricoltori del
Trentino,
i suoi collaboratori
e dipendenti
augurano ai
propri soci
e ai propri lettori
un sereno Natale
e un felice anno
nuovo!
Le nostre sedi
VAL D’ADIGE
TRENTO - UFFICIO PROVINCIALE
Via Maccani 199
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AVVISO CHIUSURA PERMANENZA
SEDE PERIFERICA DI MALÈ
Abbiamo deciso, dopo attento monitoraggio e valutazione delle presenze, che dal
01 luglio 2014 la permanenza settimanale
di Malè, presso il Municipio, verrà chiusa.
Per mantenere un livello qualitativo elevato
così come è nostro obiettivo, concentreUHPR O·DWWLYLWj QHOO·XIÀFLR GL &OHV DSHUWR
durante tutta la settimana:
dal lunedì al giovedì 8:00/12:15 14:00/18:00 e venerdì 8:00/12:15.
SANT’ORSOLA TERME
Il 1° e il 3° martedì del mese dalle 8.00 alle
10.00 presso il Municipio
FIEROZZO
Dalle 10.30 alle 12.30
presso il Municipio
VALLAGARINA
ROVERETO
martedì: 8.30-13.30,
giovedì: 8.30-13.00 e 14.00-16.30,
venerdì: 8.30-12.30
piazza Achille Leoni, 33 (Follone)
c/o Confesercenti (3° piano).
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Convegno CIA
TUTTI PER UNO:
LA PAROLA AL
PRESIDENTE CIA
Pubblichiamo l’intervento del presidente Cia
del Trentino Paolo Calovi con il quale ha aperto il
convegno del 24 novembre
Paolo Calovi,
presidente della CIA del Trentino
di Paolo Calovi
T
La Cia del Trentino
è arrivata, con questo incontro, alla sua
quarta iniziativa pubblica, un’occasione di confronto e
di proposte sul futuro del nostro
territorio.
Anche quest’anno siamo un po’
costretti a ricordare che il nostro
paese, e la nostra provincia, anche se in forme molto diverse, conoscono il 7° anno di crisi consecutivo. Anzi, possiamo ormai dire
che la parola crisi è impropria queste sono le nuove condizioni che
dobbiamo governare e che hanno
PRGLÀFDWR LQ PDQLHUD SURIRQGD
stili di vita e l’economia reale.
I segnali ci arrivano da tutti i comportamenti personali e sociali. Si
acquista, ad esempio in maniera diversa, e l’entrata di forza del
web nella commercializzazione ha
ridisegnato la mappa della distribuzione, piccola o grande che sia.
Pure i consumi che più ci riguardano, quelli alimentari, sono molto
diversi rispetto al passato anche
se in parte presentano caratteri
contraddittori. Accanto alla minor
spesa per i prodotti alimentari, abbiamo il costante segno più per i
prodotti biologici e di qualità. Vuol
dire, a nostro avviso, che cambia
il consumatore tipo, che non cerca più la quantità ma non rinuncia
alla qualità e ai prodotti di eccellenza. Da questo punto di vista
la nostra provincia è stata lungimirante, perché ha scelto – e la
Cia ha sostenuto in modo forte e
fermo questa direzione – di caratterizzarsi sul prodotto di qualità,
PD XQD TXDOLWj ÀJOLD DQFKH GHOOD
salubrità del territorio. La qualità
del territorio è un valore tangibile e
concreto nella commercializzazione dei nostri prodotti. È per questo
che, in passato, abbiamo invitato
alle nostre iniziative i rappresentanti del turismo, del commercio,
dell’artigianato e dell’industria: era
un segnale che arrivava dal mondo
agricolo per far capire in maniera
forte e chiara che per tutto il mondo imprenditoriale trentino la salvaguardia del territorio è imprescindibile: noi siamo tutti, a vario titolo,
ÀJOLGLTXHVWDWHUUDHODVXDTXDOLWj
FL SHUPHWWH GL HVVHUH LGHQWLÀFDWL
come prodotto di eccellenza.
Ancora di più in questo momento
una collaborazione attiva è determinante per il futuro economico
del Trentino: noi non dobbiamo
mai dimenticare che siamo una
piccola realtà alpina che deve
confrontarsi, per i suoi prodotti
agricoli di maggior notorietà, con
concorrenti agguerriti e presenti
in tutto il pianeta. Se anche in Alto
Adige/Sudtirolo si confrontano
con le esperienze dei produttori della Nuova Zelanda, Olanda,
Francia, Polonia ed altre realtà
molto competitive, vuole dire che
anche noi dobbiamo aumentare
questa attenzione per evitare di
dover poi rincorrere gli altri.
La qualità, le eccellenze e la salubrità dei nostri prodotti sono la
carta di identità dell’agricoltura
trentina. Ma non solo per il nostro
settore lo stesso vale anche per
tutta la produzione della nostra
Provincia.
Non ci basta dire che il mondo è
cambiato e globale, ora dobbiamo
capire come inserirci con autorevolezza in questo commercio planetario. Lo stiamo facendo però
ognuno per conto proprio.
Abbiamo già detto che possiamo
guardare con orgoglio al lavoro
che sta alle nostre spalle. Questo
SHUz QRQ VLJQLÀFD FKH YDGD WXWWR
bene, non ci siano problemi e che
non ci resta altro da fare. Non possiamo continuare impassibili nella
solita direzione.
Riteniamo che questa non sia la
strada giusta, anzi è diventata
pressoché impraticabile perché è
venuto meno un elemento essenziale: non possiamo più attenderci quelle risorse che in passato arrivavano con pochi problemi. Oggi
viviamo nella fase delle vacche
magre e quindi dobbiamo valutare
le nostre attuali forze e potenzialità.
Siamo anche costretti a vivere in
una strana contraddizione: proprio
ora che le forze sociali dimostrano
Convegno CIA
di essere su strade nuove e propositive, sembra venir meno il pilastro della politica.
L’abbiamo già scritto sul nostro
mensile, la vicenda dei vitalizi ha
provocato danni incalcolabili per
la credibilità della nostra classe
dirigente, ma al contempo non
possiamo fare a meno di una amministrazione di qualità per offrire
all’imprenditoria indicazioni straWHJLFKH HIÀFLHQ]D DPPLQLVWUDWLYD
ÁHVVLELOLWjGLJHVWLRQH
Queste indicazioni sono vitali per
le imprese e anche per i cittadini,
SHUFKpXQDEXURFUD]LDDVÀVVLDQWH
non aiuta, anzi è un danno e allontana persone e aziende.
In poche parole ci rende più poveri
in senso materiale e culturale.
E’ stato quindi davvero lungimirante lo spirito con il quale il presidente della cooperazione Diego
6FKHOÀ KD SDUODWR GL QHFHVVDULR
rilancio della autonomia del Trentino.
(· XQD VWUDGD VWUHWWD GLIÀFLOH PD
che dobbiamo percorre per ritrovare le energie che hanno reso
questa provincia un modello della
qualità della vita.
La cooperazione ha aperto questo fronte culturale prima ancora
che politico, perché l’autonomia è
anche autogoverno responsabile,
innovativo e capace di attivare le
risorse, ivi comprese quelle del
volontariato, (che è fortunatamente molto diffuso fra la nostra gente), ma ci sembra di aver registrato
una generale sordità al tema. Invece noi dobbiamo recuperare in
pieno lo spirito che ci ha consentito, di raggiungere una posizione
che in tanti ci invidiano, dando
valore e sostegno alle particolarità
che abbiamo, nel momento in cui
non le governiamo al meglio i nostri vicini si chiederanno per quali
misteriosi motivi noi ne disponiamo e questo potrebbe essere un
punto di non ritorno devastante.
La nostra agricoltura, per tornare
ai nostri problemi, aveva già superato la dimensione di nicchia
per conquistare, soprattutto nel
settore frutticolo e vitivinicolo, un
ruolo importante anche nei mercati internazionali. Proprio quando
ci si poteva aspettare un ulteriore
salto di qualità, produttiva e commerciale, siamo stati frenati da
situazioni che possiamo tranquilODPHQWHGHÀQLUHUHJUHVVLYHFKHFL
riportavano, cioè a quella dimensione del piccolo campanile che
pensavamo di aver superato.
Eppure avevamo alle spalle la
straordinaria esperienza del movimento cooperativo(non a caso noi
dedichiamo sul nostro giornale
tanta attenzione a questo tema).
L’unitas sigla della cooperazione
VLJQLÀFDDQFRUDRJJLVXSHUDUHO·H-
6
goistico livello individuale per arrivare ad un risultato che, nell’unità,
garantisce: reddito, qualità del lavoro, qualità del territorio. Mi piace
ricordare una frase di don Ciotti
che considero di grande attualità e valore “non bisogna pensare
all’io, ma al noi). Questi valori sono
il fondamento della cooperazione
trentina senza dimenticare il profondo senso civico, etico solidale
che allora era parte spontanea del
vivere quotidiano. Purtroppo oggi
evidenziamo che anche una profonda svalutazione di questi valori.
Il territorio, e può sembrare fuori
tema, ma le immagini che la televisione ci ha proposto delle recenti alluvioni in Liguria, Piemonte
ed Emilia, ci mandano un segnale
preciso: al di là dei mutamenti climatici (che ci sono) esiste anche
una pervicace volontà umana di
badare solo al proprio minuscolo
interesse. Così nascono gli abusi
edilizi, così si genera uno sguarGR GLVWUDWWR VXOOH FHPHQWLÀFD]LRQL
selvagge perché puntiamo a valutare solo il risultato immediato e
SHUVRQDOH VDFULÀFDQGR O·LQWHUHVVH
collettivo (il bene comune). Non ci
possiamo permettere distrazioni, i
nostri errori possono ormai assuPHUHGLPHQVLRQLFDWDVWURÀFKH
Quindi quel che la Cia del Trentino
dice da anni, e cioè che l’agricoltore è una fondamentale sentinella
del territorio, è assolutamente corretto. Chi ha ironizzato su questo
tema oggi è costretto a ricredersi e se in questo momento, nella
nostra provincia, non conosciamo
situazioni così gravi come quelle
appena citate è perché una politica lungimirante, (il piano urbanistico voluto da Water Micheli) e la
difesa ostinata della presenza lavorativa anche nei piccoli appezzamenti marginali ci hanno difeso
dagli eventi straordinari.
Non è solo storia passata, è anche storia presente, anche se ora
va intrecciata con situazioni di crisi pesanti in alcuni aziende, del
comparto vitivinicolo e caseario.
Le crisi sono arrivate per una serie
di errori anche dei gruppi dirigenti
Convegno CIA
delle società, ma erano sopportate in virtù dell’idea che a fronte
del momento nero fosse possibile
ricorrere a risorse esterne per mettere a posto i conti.
Oggi questa equazione non è più
possibile: le risorse non ci sono e
scopriamo che le singole realtà
aziendali sono arrivate a questo
GLIÀFLOHDSSXQWDPHQWRLPSUHSDUDte e tendono a reagire in maniera
scomposta.
Se, come abbiamo già detto, autonomia vuol dire autogoverno, allora tocca a noi, alle organizzazioni
agricole, alla cooperazione individuare le strade per uscire vincenti
GD VLWXD]LRQL GLIÀFLOL WUDVIRUPDUH
cioè le criticità in opportunità di
nuovo sviluppo. Politica e cooperazione devono andare di pari
passo con i loro ruoli precisi e ben
GHÀQLWL PD QRQ GHYRQR PDL PHscolarsi fra loro; dove è purtroppo
capitato abbiamo assistito ad imSDWWDQWLGHÁDJUD]LRQL
Prendiamo ad esempio il caso della cantina di Lavis.
Sono coinvolti qualche centinaia
di soci che, attraverso il conferimento, valorizzavano la loro attività e garantivano un reddito alle
loro famiglie. Sia chiaro che Cia
e tutti noi dobbiamo continuare a
garantire dignità e reddito al lavoro
degli agricoltori, perché questo è il
nostro ruolo.
Oggi quell’impresa può avere una
nuova vita se, tutti insieme, individuiamo la miglior strada per uscire
GDOOH GLIÀFROWj DWWXDOL &RPH" 1RL
una proposta la presentiamo in
questa sede e vogliamo condividerla con tutti voi perché il tempo
GHOOHDWWHVHqSURSULRÀQLWR
Riteniamo indispensabile che venga istituito un tavolo di confronto,
carico di concretezza, con i maggiori attori del mondo vitivinicolo.
A quel punto vanno individuate le
strategie per riportare la cantina in
sicurezza dal punto di vista economico (garantendo quindi i soci)
e rilanciare il suo ruolo di azienda
legata al territorio e alla produzione di alta qualità.
Questa occasione potrebbe con-
tribuire all’avvio di sinergie positive fra i due grandi gruppi vitienologici trentini. Lavis, ritornando
cantina cooperativa di territorio,
vocata all’eccellenza, può poi diventare un anello di congiunzione
con il mondo dei vignaioli. Gran
parte di questi produttori provengono dall’esperienza cooperatiYDHODVÀGDFRQODFRRSHUD]LRQH
deve essere propositiva e non una
contrapposizione reciproca che
lascia sul campo solo feriti, spesso anche gravi.
(Trasformiamo l’attuale situazione
della cantina di Lavis in un’opportunità per costruire il tavolo di concertazione della vitienologia trentina) e ci sono esempi interessanti
in territori vicini ai nostri.
Quindi anche qui emerge secondo noi la necessità di agire uniti di
fare squadra assieme, ancora una
volta emerge che il tutti per uno è
fondamentale.
Una volta presa, anzi ripresa, la
consapevolezza che l’essere uniti è il primo passo, (il cosa fare),
dobbiamo
anche
individuare
come si arriva a questo risultato.
In quest’ottica Cia sta portando
a conclusione, proprio in questi giorni, un progetto di ricongiungimento con la Federazione
Contadini Trentini (FCT), un’associazione presente soprattutto in
Vallagarina. Questo speriamo sia
solo il primo passo per ulteriori au-
spicate evoluzioni.
Le rappresentanze agricole sono
nate nel primo dopo guerra con
FRPSLWL H ÀQL OHJDWL DG XQ FRQWHsto storico, politico,economico e
sociale completamente diverso
dall’attuale, oggi certi attriti del
passato non hanno più ragion’ d’
essere e se vogliamo mantenere
una rappresentanza incisiva a livello nazionale ed europeo a tutela del territorio, degli agricoltori
e del loro reddito non possiamo
sottrarci ad un confronto proposiWLYRFRQLOÀQHGLSURSRUUHLVWDQ]H
comuni e condivise.
A questo proposito a livello nazionale è nata da qualche tempo
Agrinsieme, coordinamento di
agricoltori e delle loro sigle di rappresentanza Cia, Confagricoltura
e Alleanza delle cooperative agroalimentari.
(Di questo evento epocale vi darà
lumi il nostro vicepresidente nazionale Antonio Dosi che come
alcuni di noi era presente anche
all’assemblea di Agrinsieme della
settimana appena scorsa.)
In Trentino al momento c’è un
panorama diverso da quello nazionale e non crediamo che sia
possibile, sempre, riproporre uno
stesso modello.
Questo non ci esime dall’essere concreti e lanciare da qui una
proposta: a nostro parere il luogo
privilegiato per far crescere e indi-
Convegno CIA
viduare proposte e iniziative, frutto del confronto di tutto il mondo
agricolo, compresa l’agroindustria
è la nuova Camera di Commercio. Siamo arrivati a questa conclusione perché quello è il luogo
istituzionale in cui tutti, per usare
un’espressione calcistica, giocano in casa.
Noi, tutti insieme, dobbiamo giocare una partita per il Trentino e
pur nell’ovvio rispetto del principio
della concorrenza fra le aziende,
dobbiamo cercare di evitare che
la competizione diventi distruttiva
per molti degli attori di questo settore.(concorrenza al ribasso).
La concorrenza non deve essere
fra le nostre aziende, la regione
del Trentino Alto Adige/Sudtirolo
è in concorrenza con l’Europa e
il resto del pianeta. Ecco perché
non possiamo più permetterci di
agire soli.
In mano abbiamo carte vincenti nella relazione ne ho già citate
alcune, autonomia, un grande
movimento cooperativo, un territorio invidiabile pensiamo solo alle
dolomiti patrimonio dell’umanità,
un turismo e un agricoltura d’ eccellenza, il volontariato che non
conosce uguali e non per ultimi i
trentini, ma, per vincere la partita
dobbiamo iniziare subito a lavorare assieme, con umiltà e senso comune, fare di nuovo nostro quello
spirito che nel passato ci ha permesso di godere di una prosperità
innegabile.
Vi ringrazio della vostra presenza
che per noi sono un segno tangibile
di sensibilità, vostra personale e delle organizzazioni che rappresentate.
HERBERT DORFMANN
Pubblichiamo i messaggi arrivati dall’Alto Adige in occasione
del convegno di CIA del Trentino del 24 novembre 2014
Il tema dell’incontro di oggi è molto interessante e attuale, “Tutti per uno, ecco il
bene comune”.
In un territorio come il nostro, caratterizzato soprattutto dalla piccola azienda agricola, la cooperazione tra operatori è fondamentale per imporsi su un mercato
sempre più globale e concorrenziale. È questa la strategia giusta per essere più
produttivi e meno vulnerabili. Sono ottimista e convinto che gli agricoltori della
Provincia Autonoma di Trento e di Bolzano, grazie ai loro prodotti di qualità e di
eccellenza, riusciranno a superare l’attuale crisi economica.
/HVÀGHDOLYHOORHXURSHRFRQWLQXDQRFROJRO·RFFDVLRQHSHUFRPXQLFDUHOD
mia disbonibilità per ogni collaborazione.
HILTRAUD NEUHAUSER ERSCHBAMER
Vi auguro un buon lavoro e porgo i miei più cordiali saluti,
Herbert Dorfmann
La prima cosa che noi come donne coltivatrici del Sudtirolo vogliamo sottolinare
è che il mondo agricolo funziona esclusivamente con la collaborazione, nella
famiglia agricola, come nel campo agricolo e nella politica agricola.
1RLFRPHVDSHWHYRJOLDPRFROODERUDUHFRQODVSHFLÀFLWjVLDGHOOHQRVWUHDVVRFLDte dell’Alto Adige Sudtirolo sia con le associate del mondo agricolo oltre i nostri
FRQÀQL4XHVWDFROODERUD]LRQHQRQSXzFKHSRUWDUHDWXWWLQRLGHLYDQWDJJLDOOH
organizzazioni con le quali collaboriamo, alle nostre associate e alle nostre faPLJOLHGLDJULFROWRUL$EELDPRDYYLDWRQXPHURVHHGHIÀFDFLFROODERUD]LRQLFRPH
alcuni di voi sapranno, sia nei paesi di madelingua tedesca sia con quelli di
madrelingua italiana. Apprezziamo la collaborazione con le Donne in campo del
Trentino e siamo molto contente il prossimo anno, insieme alla Cia, di poter dare
il bevenuto alle tre presidentesse delle organizzazione italiane del mondo agricolo, CIA, Coldiretti e Confagricoltura. Perché anche sul nostro territorio nazionale
dobbiamo lavorare insieme per riuscire a portare avanti le nostre esigenze.
Cari saluti dall’Alto Adige, buon proseguimento dei vostri lavori
Hiltraud Neuhauser Erschbamer
Presidente della Südtiroler Bäuerinnenorganisation
8
Convegno CIA
Presidente Federazione
DIEGO SCH ELFI
zione
trentina della coopera
WALTER NICOLETTI
Acli trentine
LUCA RIGOTTI
CCIAA di Trento
Associa zione Giovani
SAR A FERRARI
Assessore provinciale all’un
SILVANO DOM INICI
Imprenditori Agricoli
I
FRA NCESCO CAT TAN
tino
Consigliere CIA del Tren
MAR A BAL DO
po Trentino
Presidente Donne in Cam
PAOLO SAIA NI
Mori
Presidente Cantina di
TIS
ROBERTO DE LAUREN
e artigiani
Presidente Associa zion
10
giovanili, pari
iversità e ricerca, politiche
one allo sviluppo
opportunità, cooperazi
MAURO FEZZI
h
Fondazione Edmund Mac
ANTONIO DOSI
le CIA
Vicepresidente naziona
Convegno CIA
UNO STIMOLO UTILE
Va aperta una nuova stagione di collaborazione.
Alcune domande al presidente della Camera
di Commercio, Giovanni Bort
C
VENDITA DIRETTA
ome valuta la relazione del presidente della CIA Paolo
Calovi?
“Vi sono molti punti, nella relazione del presidente Calovi, che
possono essere sottoscritti. Soprattutto laddove si fa riferimento
alla libertà d’impresa e si richiama
l’uso del senso civico.
Anche il settore dell’agricoltuUD YLYH PRPHQWL GLIÀFLOL WHVR GD
una parte dalla crisi e dall’altra da
un’evoluzione che deve avere la
qualità del prodotto come faro illuminante. Le imprese, sia quelle
agricole che tutte le altre, devono
poter lavorare in un clima che sia
loro favorevole, che garantisca il
rispetto delle regole senza tuttavia
penalizzarle nella loro attività.
*UDYDPL EXURFUDWLFL SUHVVLRQH Àscale e costo del lavoro sono argomenti comuni che vanno affrontati
con coesione e con la medesima
forza da tutte le rappresentanze
imprenditoriali.
Ben venga, quindi, l’invito del
presidente Calovi, per una nuova
stagione di collaborazione e condivisione, sorpassando schemi
del passato che purtroppo non ci
porteranno molto lontano.”
Come valuta la proposta
operativa?
“Credo che sia sensato, prima ancora di discutere di collaborazioni
intersettoriali, avviare un dialogo
FKH QRQ VLD VROWDQWR VXSHUÀFLDOH
GHOOH YDULH ÀJXUH FKH DUULFFKLVFRQR
il panorama dell’agricoltura trentina.
Dobbiamo per altro essere consci
che l’agricoltura, in un territorio come
il nostro, non va soltanto inquadrata
in un’ottica che potremmo chiamare
‘alimentare’: grazie al collegamento
con il turismo, infatti, l’agricoltura è
portatrice di un’identità molto forte e
caratterizzata, capace di trasmettere
esperienze e valori ben al di fuori dei
QRVWUL FRQÀQL 3HU TXHVWR FRHVLRQH
e sinergie, qui più che mai, sono gli
strumenti essenziali di un provincia
che ha con il proprio territorio un legame talmente profondo e radicato.”
È disponibile la Camera di commercio a dare il la a questo primo
incontro del mondo agricolo?
“Indubbiamente la Camera di Commercio riveste un ruolo di sintesi e di
promozione delle varie manifestazioni del fare impresa in Trentino. Credo
che il suo ruolo possa essere ancor
più valorizzato in un clima di collaborazione tra le sigle della rappresen-
SEI UN ASSOCIATO CIA E VUOI ESSERE SEMPRE
INFORMATO SULLA POSSIBILITÀ DI PARTECIPARE
A MERCATI E FIERE?
6HPSUHSLVSHVVR&,$qLQYLWDWDDSDUWHFLSDUHDPHUFDWLÀHUHHDOWUHLQL]LDWLYH
$OÀQHGLGLIIRQGHUHJOLLQYLWLHOHFRPXQLFD]LRQLLQPRGRHIÀFDFHVWLDPRUDFcogliendo gli indirizzi e-mail degli interessati alle iniziative di vendita diretta,
con l’obiettivo di creare una mailing list dedicata.
,QYLWLDPRTXLQGLWXWWLJOLDVVRFLDWLFKHGHVLGHUDQRHVVHUHFRLQYROWLHLQIRUPDWL
VXTXHVWRWLSRGLHYHQWLDFRQWDWWDUHLQRVWULXIILFLPDQGDQGRXQDPDLOD
WFVIRUPD]LRQH#FLDWQLWRFKLDPDQGRLOQXPHURGLWHOHIRQR
11
Giovanni Bort,
presidente della
Camera di Commercio
tanza del mondo agricolo, che consenta di contestualizzare i prodotti
del territorio nel più ampio mondo
dell’imprenditoria e della promozione trentina, dal turismo alla commercializzazione.
Che la competitività non sia più intra-territoriale ma inter-territoriale è
ormai assodato: abbiamo il bisogno,
ora, di mettere a regime le buone
pratiche di dialogo e concertazione
che non elidano gli sforzi e i pesi di
ciascuno ma li integrino in un sistePDYLUWXRVRHGHIÀFDFH
Per certi aspetti, il Trentino presenta
casi in cui questo sistema è già operativo e dà i suoi frutti; in altri ambiti
basta poco per invertire la rotta e
ridare vitalità e slancio ad un’economia che non può permettersi di stagnare troppo a lungo nelle secche
di questa crisi.
In questo senso, lo stimolo del presidente Calovi non può che essere di
giovamento e utile ad una discussione che non dev’essere né riservata a
pochi addetti ai lavori né, caso peggiore, del tutto sterile.”
Assistenza
ASSISTENZA LIBERA
,Q/RPEDUGLDJOLDJULFROWRULVFHOJRQRLOORURWHFQLFRGLULIHULPHQWR
di Massimo Tomasi
N
ei numeri scorsi del nostro giornale, abbiamo
deciso di approfondire
il tema della assistenza
tecnica, e in particolare abbiamo voluto aprire un canale di
confronto con la provincia di Bolzano.
Abbiamo poi deciso di uscire dalla
nostra regione e di ampliare la nostra
inchiesta, guardando alle regioni a
noi vicine. E siamo partiti dalla Lombardia, con un’intervista a Marco Corbetta, responsabile regionale del Caa
della Lombardia. Al nostro interlocutore abbiamo brevemente riassunto
la situazione dei nostri territori, per poi
arrivare all’ovvia domanda.
E voi come lavorate?
“Se nell’assistenza comprendiamo
anche il fascicolo aziendale, il vero
cuore del nostro intervento, posso
dire che la sua gestione, è in mano
a Opr (organismo pagatore regionale) che si convenziona, annualmente, con i vari Caa. Si distingue
da quel che succede con altri sistemi perché abbiamo una convenzione che viene stipulata pre-campagna e di fatto la gestione del
fascicolo aziendale rimane capo
ai Caa in modo esclusivo. Questo
lavoro viene svolto sotto forma di
assistenza gratuita, vengono fatte
pagare solo alcune competenze.”
E che si può dire dell’assistenza
tecnica
“Tutto quel che gravita intorno al fascicolo viene gestita normalmente
GDL&DDPDSHUDVSHWWLVSHFLÀFLQRQ
i maniera esclusiva e qui entrano in
ballo i professionisti che hanno una
loro tariffa.
Le parti più squisitamente tecniche possono quindi essere deleJDWHDGDOWUHÀJXUH
In Lombardia sono ben presenti le
tre organizzazioni storiche, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, a cui si è
DJJLXQWD &RRSDJUL ÀJOLD GHOO·HVSHrienza Cobas e quote latte) e adesso
sta emergendo un’altra associazione, Unicaa, nella quale sono coiYROWHGLYHUVHÀJXUHGLSURIHVVLRQLVWL
Quest’ultima, in particolare, è in grado di offrire quei servizi che le storiche associazioni non sono in gradi
di garantire (un esempio per tutti
riguarda il settore vitivinicolo).
Noi ci occupiamo direttamente di
quelle pratiche che vengono istruite
dalla Provincia.”
Quindi, ogni organizzazione cerca di fare del proprio meglio e arULYDÀQGRYHSXz
“Diciamo che funziona più o meno
FRVu 2JQL RUJDQL]]D]LRQH GHÀQLVFH
un proprio percorso e dove non arriva
ricorre a tecnici esterni. Teniamo poi
presente che se l’azienda è ben strutturata, normalmente ha l’agronomo
all’interno dello staff.”
Rimaniamo in questo ambito: che
differenze ci sono, in Lombardia,
l’area padana e la montagna?
“Differenze sostanziali. La montagna, che rappresenta per noi una
parte consistente di lavoro, si presenta come un territorio coperto da
aziende piccole e frammentate. Lì
noi dobbiamo seguire molto aziende, e l’agricoltura si presenta come
un’attività di tipo sussidiario. Qui
tutto l’iter di assistenza viene fatto
dall’organizzazione.”
Parliamo di costi, su chi gravano?
“La parte che chiamo extra-Caa
ha un suo prezzario, non c’è un
intervento del pubblico, mentre le
domande presentate attraverso il
Caa per i contributi non hanno costi per l’agricoltore.
I Caa sono soggetti di diritto privato,
12
ai quali gli Organismi Pagatori possono delegare, con apposita convenzione, alcune attività inerenti alla
gestione degli aiuti previsti dalla PAC.
Data la presenza capillare sul territoULRGHLORURXIÀFLRSHUDWLYLL&$$VRQR
il tramite tra le aziende agricole e gli
Organismi Pagatori.”
Per il futuro prevedete qualche
novità?
“Vedo che il mutamento che si sta
YHULÀFDQGRqGLWLSRTXDOLWDWLYR6LFcome i soldi sono sempre meno
nelle aziende si è avviata una sorta
di selezione naturale. Rimangono
le medio-grandi, che determinano il
mercato perchè adesso le richieste
VDUDQQR VHPSUH SL VSHFLÀFKH H
molto spesso all’interno della organizzazione dobbiamo evolverci verVRLQWHUYHQWLGLDOWDTXDOLÀFD]LRQH
Rimane sempre il fatto che la consulenza tecnica è tendenzialmente gestita da strutture esterne e i costi sono
a carico degli agricoltori.”
Scheda
I NUMERI DELLA LOMBARDIA
PROROGA BANDO FIPIT 2014
Questi i principali risultati che sono
emersi dal censimento Istat sull’agricoltura in Lombardia.
- Le aziende agricole attive in
Lombardia sono 54.333 e rappresentano il 3,3% del totale
QD]LRQDOH OD 6XSHUÀFLH $JULcola Utilizzata (SAU), pari a
986.853 ettari, rappresenta il
7,7 % di quella nazionale.
- La dimensione media aziendale
cresce nell’ultimo decennio del
24%, passando da 14,8 ettari di
SAU a 18,2 ettari nel 2010, valore
più che doppio rispetto alla media nazionale.
- A fronte del calo complessivo del
numero di aziende (-23,5 % rispetto al Censimento del 2000),
si osservano variazioni positive
SHUVXSHUÀFLHD]LHQGHULHQWUDQti nelle classi di SAU maggiori
di 50 ettari. La SAU della classe
50 ettari e oltre copre il 55,6%
del totale.
- La struttura giuridica prevalente in
termini di SAU è l’azienda individuale (53,5%); tuttavia, le forme
-
-
-
-
societarie hanno un peso relativo
(39,4%) maggiore di quello nazionale (15,4%).
Aumenta il ricorso a terreni in afÀWWR SHU L TXDOL OD TXRWD
di SAU sul totale è più elevata
di quella osservata nel 2000 ed
è superiore al valore nazionale
(29,9%).
In Lombardia le aziende sono più
informatizzate che nel resto d’Italia (15% in Lombardia, 4% in
Italia) con un utilizzo delle tecnologie informatiche rivolto prevalentemente alla gestione dei
servizi amministrativi (70,1%).
Rispetto al resto d’Italia, in Lombardia risulta superiore alla media il ricorso alla vendita diretta
dei prodotti ad altre aziende agricole (33,5%) e ad imprese industriali (41,0%).
Si riducono le aziende con allevamento (-21,8% rispetto al Censimento 2000) ma aumenta la
loro dimensione e l’importanza
relativa del settore nel contesto
nazionale.
- La forza lavoro è prevalentemente familiare ma la corrispondente quota sul totale del
lavoro impiegato è inferiore a
quella che caratterizza il contesto nazionale (71,4% contro
75,8%).
- L’intensità di lavoro pro-capite è
più elevata in Lombardia rispetto a quella nazionale: 153 giornate di lavoro contro 69 per la
manodopera familiare, 107 contro 53 per quella non familiare.
- Tra la manodopera non familiare circa quattro lavoratori su 10
sono stranieri.
- Si diffonde il contoterzismo,
sia attivo che passivo. Il primo è praticato dal 2,4% delle
aziende regionali (1,1% a livello nazionale). Al contoterzismo
passivo fa ricorso il 48% delle
aziende (il 33% nell’intero territorio nazionale), con un più
elevato numero di giornate per
azienda (9 giornate per azienda in Lombardia a fronte di 7,4
a livello nazionale).
PROROGA BANDO FIPIT 2014
$VHJXLWRGHOODULFKLHVWDGLSURURJDHIIHWWXDWDGD&,$O·,1$,/FRQGHWHUPLQDQGHO1RYHPEUHKD
DSSRUWDWROHVHJXHQWLPRGLILFKHDOEDQGR),3,7
‡ ,O WHUPLQH GL VFDGHQ]D SHU OD SUHVHQWD]LRQH GHOOH GRPDQGH GL SDUWHFLSD]LRQH DO EDQGR q SURURJDWR DOOH RUH
GHO*HQQDLR
‡ ,OWHUPLQHSHUODSXEEOLFD]LRQHVXOVLWR,1$,/GHOODFRPSRVL]LRQHGHOOH&RPPLVVLRQLWHUULWRULDOLGLYDOXWD]LRQH
GHLSURJHWWLqSURURJDWRDO*HQQDLRLOWHUPLQHLQ]LDOHHUDLOGLFHPEUH
‡ ,OWHUPLQHSHUO·DYYLRGHOO·DWWLYLWjLVWUXWWRULDGHOOH&RPPLVVLRQLqSURURJDWRDO*HQQDLRDQ]LFKpGDO
GLFHPEUHHGRYUjFRQFOXGHUVLHQWURJLRUQLGDTXHVWDGDWD
/·DYYLVRGLSURURJDqSXEEOLFDWRVXOODVXOOD*D]]HWWD8IILFLDOHQGHO'LFHPEUH
6LULFRUGDFKHWDOLILQDQ]LDPHQWLVRQRULYROWLDOOHD]LHQGHGHOVHWWRUHDJULFRORLVFULWWHLQ&&,$$DVVRJJHWWDWHHLQ
UHJRODFRQJOLREEOLJKLDVVLFXUDWLYLHSUHYLGHQ]LDOL,OSURJHWWRGLLQQRYD]LRQHWHFQRORJLFDGHYHHVVHUHULIHULWRDQ
trattore per azienda e deve riguardare il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
,OFRQWULEXWRLQFRQWRFDSLWDOHqHURJDWRILQRDOGHLFRVWLVRVWHQXWLSHUODUHDOL]]D]LRQHGHOSURJHWWRHWDOH
ILQDQ]LDPHQWRVDUjVRWWRSRVWRDOUHJLPH´GHPLQLPLVµFLRpQRQSXzVXSHUDUHSHUOHD]LHQGHDSSDUWHQHQWLDOVHWWRUHDJULFRORO·LPSRUWRGLĄLQWUHHVHUFL]LILQDQ]LDULFRPSUHQVLYRGLWXWWLJOLDLXWLULFHYXWLGDOO·D]LHQGD
Ulteriore requisito, a pena di esclusione, è la dichiarazione rilasciata e redatta, secondo il modulo allegato ai banGLUHJLRQDOHSURYLQFLDOLGDJOL(QWL%LODWHUDOL7HUULWRULDOLRFDVVHH[WUDOHJHPLQDVVHQ]DGLHQWUDPELJOLRUJDQLVPL
VLSRWUjIDUULFRUVRDOO·(QWH%LODWHUDOH1D]LRQDOHFKHDWWHVWLO·HIILFDFLDGHOSURJHWWRLQWHUPLQLGLUHSOLFDELOLWjDL
ILQLGHOPLJOLRUDPHQWRGHLOLYHOOLGLVDOXWHHVLFXUH]]DGHLODYRUDWRUL
3HULQIRUPD]LRQLFRQVXOWDLOVLWRGL&,$ZZZFLDWQLWRVFDULFDLO%DQGR),3,7GLUHWWDPHQWHGDOVLWRGHOO·,1$,/
13
Cooperazione
UCCISI
DAI SUPERSTIPENDI
E PENSIONI D’ORO
,PROD&DUOR%RU]DJDSUHVLGHQWH(XULFVH
RIIUHXQDVXDOHWWXUDGHOODFULVLHFUHGHFKHOD
cooperazione abbia ancora molto da
proporre al paese e ai territori.
Carlo Borzaga,
presidente Euricse
di Michele Zacchi
P
rima di tutto un
TXDGURJHQHUDOH
“La situazione nazionale è molto compliFDWD HG q GLIÀFLOH RIIULUH XQD IRWRJUDÀD FRPSOHVVLYD 6LDPR HQWUDWL
nella crisi con il settore edile e imPRELOLDUH JRQÀDWR H XQ DSSDUDWR
industriale invecchiato, in particolare in regioni come il Veneto che da
tempo non facevano investimenti
perchè privilegiavano la delocalizzazione della produzione.
Questo ha avuto un effetto pesante: la crisi ha distrutto una capacità produttiva più grande di quella
che avrebbe comunque danneggiato in una situazione meno deteriorata. Questa spiega anche la
perdita di Pil potenziale che abbiamo visto nel nostro paese. Inoltre siamo in presenza di un settore dei servizi che non decolla e di
uno Stato (e comprendo in questa
definizione Regioni e Comuni)
che non possono fare politiche
keynesiane a causa dell’eccessivo debito pubblico. La politica
monetaria è in mano alla Bce, ma
non possiamo attenderci più di
tanto dalla banca europea. Serve
la ripresa, e la ripresa c’è se mettiamo soldi in tasca alle persone,
e quindi investimenti. Se non c’è
domande di beni e servizi, se non
c’è un progetto nuovo, gli investimenti non partono. L’unica strada
sarebbe quella degli investimenti pubblici, (i famosi 300 miliardi
di Euro dell’Unione Europea) ma
non si è ancora capito da dove
saltano fuori questi soldi.”
E gli impegni per gli investimenti pubblici del Governo?
“A mio avviso, l’Italia ha una pubblica amministrazione che non ha
le risorse per far partire la macchina degli investimenti; mi pare
che tutti questi soldi che girano
(miliardi per tutto) assomiglino
come le mucche di Mussolini (che
venivano spostate da un posto
all’altro per dare l’impressione del
gran numero). Ho l’impressione
che ci sia un po’ di finanza creativa dietro questi numeri, più che
soldi reali. Il problema è quello
del debito pubblico; e ho una mia
idea, molto personale..”
…Sentiamola
“Non si lavora tagliando servizi (regioni e comuni senza soldi
sono costretti a ridurre quantità e
qualità dei servizi). Cosa possiaPR WDJOLDUH" 6WLSHQGL H SHQVLRQL
Non è possibile continuare a pagare 250.000 Euro per un dirigente ministeriale, quando ne bastano 80.000 mila.
E vivono bene lo stesso. Non
possiamo permetterci di dare
a Giuliano Amato 36.000 Euro
14
al mese di pensione, o pagare
450.000 Euro l’anno un giudice
costituzionale. Non siamo (se mai
è successo) un paese che può
permettersi simili emolumenti.
Lo dico anche pensando a me
stesso. Stiamo assistendo all’egoismo dei privilegiati. Queste
generosi stipendi, queste grandi
pensioni sono figli di un periodo
in cui andava di moda, per lo Stato, fare debito.
Debito senza limiti. Per accontentare tutti. Quel tempo è finito e
allora dobbiamo dire che ci sono
troppi che vivono troppo bene. E
possono fare dei “sacrifici”.
Quando il ministro Poletti, in agosto, ha fatto questa proposta, è
stato subito smentito da Renzi
che ha replicato: le pensioni non
si toccano. E quindi anche questo Matteo Renzi, dipinto come
un leone inferocito verso le rendite, non ha poi la forza di essere
conseguente.”
0DVHTXHVWRqLOSXQWR«
“Rimango in argomento, anche
perché la mia esperienza mette a
nudo le tante incongruenze.
Io con 46 anni di anzianità vado
in pensione con un emolumento
vicino allo stipendio. Se resto fino
al 2018, andrò in pensione con un
assegno più alto dello stipendio.
Anche la Fornero, alla fin fine, ha
Cooperazione
favorito i dipendenti pubblici. La
situazione è questa. Ci vuole il
coraggio di prendere il tori per le
corso oppure si va verso un lento
declino.”
E a Trento?
“Qui abbiamo retto nella prima fase
della crisi, perché hanno tenuto
sia il sistema del credito che quello cooperativo. Poi, comunque, gli
effetti negativi sono arrivati. E’ stata
colpita soprattutto l’edilizia, perche
nel 2008 questo comparto che era,
proporzionalmente, doppio rispetto
a quello nazionale. Da lì si capiva
che non c’era trippa per gatti.Dopo
il boom immobiliare, è arrivata la
tempesta e la nostra economia è
ormai sulla scia di quella nazionale.”
E cosa può succedere
“Rimane un punto fermo la crisi
edile, che ha indebolito anche il
settore creditizio (nelle difficoltà
delle casse rurale c’è molto mattone). Le fusioni delle casse rurali
erano ormai un passo obbligato.”
Perché?
“Perché ormai, come dico da tempo, gli stati non vogliono più spendere un euro per salvare le banche,
grandi o piccole che siano. Questo
aumenta i costi delle banche e non
sono più sopportabili per le piccole.
Ho l’impressione è che alle autorità
monetarie interessi poco che le banche diano soldi per gli investimenti.
La prima e sola preoccupazione è
che non vogliono più dover arrivare
LQVRFFRUVRDFKLqLQGLIÀFROWj
no meglio, vendano di più, investano di più; possono semplicemente aumentare i profitti.
Noi, al contrario, abbiamo bisogno di creare imprese perché i
posti di lavoro sono creati dalle
aziende. Non li può più “inventare” l’amministrazione pubblica. Però mancavano due milioni
di euro per sostenere le imprese
dei giovani….Una breve riflessione sul settore agroalimentare: la
globalizzazione ha aperto mercati ai nostri prodotti, agricoltura è
una delle migliori al mondo e la
Cooperazione trentina aveva gli
strumenti per utilizzare questa
opportunità.”
Il sistema cooperativo è ancora una scelta positiva?
“Certamente le coop svolgono un
funzione anticiclica. E i numeri confermano questa tesi. Euricse ha esaminato i bilanci (dal 2006 al 2012) di
oltre 2.000 con più di 500.000 Euro
di fatturato e li ha messi a confronto
con una ampio numero di spa con
caratteristiche equivalenti stesso. E
possiamo osservare che le coop
hanno aumentato il loro fatturato del
30% le spa del 5%, e che le prime
hanno aumentato il costo del lavoro
del doppio delle spa, e che un terzo
indicatore ci fa capire la differente
mission delle imprese: le coop han-
Questo ha indebolito il nostro
sistema
Non vedo uscita dalla crisi, non
vedo lungimiranza nella proposta
della giunta di importare aziende
o di sostenere le aziende in crisi
(alla fin fine si buttano via risorse
che è meglio usare in altro modo),
non vedo proposte per l’edilizia,
insomma non vedo scelte strategiche selettive (abbassare l’Irap
non è una scelta selettiva). Se si
abbattono i costi per le imprese
non è detto che le imprese vada-
15
no visto un calo forte degli utili mentre le spa li perde solo nel 2009. Vuol
dire, in poche parole, che le coop
hanno messo al primo posto i lavoratori, mentre le altre aziende hanno
VFDULFDWRVXLGLSHQGHQWLOHGLIÀFROWj
Basterebbero queste elementi per
puntare con maggior convinzione
sulla scelta cooperativa.”
E dopo Schelfi, cosa prevedi?
“Mi aspetto un movimento cooperativo che sappia esprime un’idea
di Trentino. E’ la condizione base
per trovare un progetto condiviso.
Chi ha idee le esprima e le metta
sui tavoli.
Servono persone particolari?
“Non posso fare la squadra. Ho notato che ci sono le forze e che possono
prendere in mano la situazione. Mettere insieme tutte le intelligenze e le
buone volontà per avere una classe
dirigente diffusa perchè sa fare progetti sul territorio. Viviamo una situazione simile a quella degli anni ’70.
Allora la Federazione inventò la cooperazione sociale; è ben vero che ci
mise un po’ a digerirla, ma poi è stata
capace di sistematizzarla.
Nuove forme di cooperazione sono
possibili, con un principio ben chiaro: costruire esperienze che sostituiscono il pubblico con forze espressione della comunità organizzata.”
Parlamento
LE NUOVE ZONE
MONTANE
IN PARLAMENTO
I
ULTIM’ORA
l senatore Franco Panizza
(Patt) ha presentato un’interrogazione per richiamare il Governo a mantenere
gli impegni senza adottare tecnicismi che risulterebbero peraltro
incomprensibili.
L’unico dato certo è che, con la scelta che il senatore evidenzia, vengono
penalizzati gli agricoltori di montagna, proprio quelli che dovrebbero
essere sostenuti per il loro ruolo di
salvaguardia del territorio.
Ovviamente ci auguriamo che queVWDLQL]LDWLYDYDGDDEXRQÀQH
“La decisione assunta nei giorni
scorsi dal Governo, attraverso l’introduzione dei decreti attuativi della Legge sulla Competitività, con
i quali si individua l’altitudine della
sede della Casa Comunale come
FULWHULRDLÀQLGHOUHJLPHGLHVHQ]LRne dall’IMU per i terreni agricoli ricadenti in aree montane o di collina,
costituisce un grave errore e una
forma di penalizzazione per tutti gli
agricoltori di montagna”.
Lo dice in una nota il Senatore e segretario politico del PATT nonché
vicepresidente del Gruppo Interparlamentare per lo Sviluppo della Montagna, Franco Panizza.
“La scorsa settimana avevo presen-
tato un’interrogazione al Governo
dove chiedevo che non fosse questo il criterio. Innanzitutto perché
SHUGLIÀFROWjGLFROOHJDPHQWRQHOOD
maggior parte dei comuni di montagna, la sede della casa comunale è
stata nel tempo spostata o costruita
ab initio a fondovalle; pertanto, la
sua altitudine - assunta dall’ISTAT
D ULIHULPHQWR SHU OD FODVVLÀFD]LRQH
statistica dei comuni - non può ritenersi un indice minimamente idoQHR D GHÀQLUH OD QDWXUD ´PRQWDQDµ
di un comune, a maggior ragione
VHWDOHGHÀQL]LRQHqSRVWDDIRQGDPHQWRGLXQWUDWWDPHQWRÀVFDOHGLIferenziato per i contribuenti.
A questo s’aggiunge il fatto che siamo a ridosso della scadenza di pagaPHQWRWXWWRTXHVWRPHWWHLQGLIÀFROWj
i Comuni, che dovranno ricalcolare la
quota, ma soprattutto i proprietari dei
piccoli appezzamenti terrieri.
Con tale indice come nuovo riferimento per l’individuazione dei comuni montani esonerati dalla riscossione
dell’IMU agricola si sta determinando
un’irragionevole disparità di trattamento tra territori del tutto omogenei,
basata su un dato del tutto accidentale quale la collocazione in quota
della casa comunale.
Nell’interrogazione avevo chiesto al
ULTIM’ORA
$G´RUDµODTXRWDDOWLPHWULFDFRUULVSRQGHDTXHOODGHOO·HGLÀFLRGHOPXQLFLSLR
GHOFRPXQH1HOORVSHFLÀFR
]RQDQRQPRQWDQDPD[DOWH]]DVOPPW
]RQDFROOLQDUHWUDLHLPWVOP
]RQDPRQWDQDROWUHLPWVOP
9LVWR LO YRUWLFRVR H FRQWLQXR PRGLÀFDUVL GHOOH GLYHUVH SRVL]LRQL SHU OD
GHÀQL]LRQH GHOOD QXRYD ,PX SHU DJJLRUQDPHQWL ULPDQGLDPR DO QRVWUR
VLWRZZZFLDWQLW
,QTXHVWRSHULRGRGRYUDQQRHVVHUHULGHÀQLWLLFULWHULGLFDOFRORVLIDUjRJQL
azione possibile per per evitare la sua applicazione nei territori montani come
il nostro.
18
Franco Panizza,
segretario del Partito Autonomista
Trentino Tirolese
Governo se non riteneva opportuno,
LQDOWHUQDWLYDDOODPRGLÀFDGHLFULWHUL
rinviare all’esercizio di imposta 2015
l’applicazione della nuova disciplina in ottemperanza al principio di
QRQ UHWURDWWLYLWj GHOOH QRUPH ÀVFDli, anche in modo da consentire ai
comuni di adottare i provvedimenti
amministrativi necessari a garantire
la riscossione dell’imposta.
Sto già predisponendo una lettera
DO *RYHUQR DIÀQFKp LQWHUYHQJD FRQ
la massima urgenza: una tale decisione rappresenta un grave errore e
una penalizzazione oltre ogni modo
la montagna e la sua agricoltura”
Assistenza legale
Ricordiamo ai gentili lettori che la
&RQIHGHUD]LRQH ,WDOLDQD $JULFROWRUL
mette gratuitamente a disposizione
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CAA
NOTIZIE DAL CAA
a cura di Stefano Gasperi (Responsabile CAA-CIA)
GASOLIO AGEVOLATO
Con delibera del 3 novembre scorso
la Giunta Provinciale ha destinato la
minuscola disponibilità riservata del
bilancio di previsione 2014 di €. 1.310
PLODDÀQDQ]LDUHLQWHUYHQWLVXWUHVHWWRUL
individuati probabilmente sulla base
delle più pressanti richieste sottoposte
all’assessore agricolo Michele Dallapiccola. In periodi di penuria estrema
GLULVRUVHWUDVSDUHQ]DHSULRULWjGHÀQLte, sarebbero d’obbigo. Invece.... Così
700 mila euro saranno riservati a contributi per la produzione di energie rinQRYDELOLELRJDV &RPH" 6L WUDWWD FRQ
estrema probabilità di interventi deliberati su nominativi assegnatari gia’
individuati vista che la mole di documentazione richiesta per accedervi e
i tempi ristrettissimi. Procedure censuUDELOL"&HUWDPHQWHVuPLODHXUROL
racimola ovviamente la cooperazione
FKHSRWUjÀQDQ]LDUHO·DFTXLVWRGLFDVsoni sull’articolo 28 della L.P. 4/2003
che si intitola “potenziamento delle
strutture” ma che prevede “anche” le
attrezzature. Per la verità il senso sembra quello di acquisto di attrezzature
connesse a operazioni di acquisto,
ampliamento e ammodernamento di
magazzini e non per la semplice sostituzione periodica di attrezzature come
i cassoni cui, forse, ben potrebbero
provvedere, almeno in periodo di crisi, più dignitosamente le imprese con
SURSULHULVRUVH,QÀQHHGqO·LQWHUYHQWR
che più condividiamo, sono stati de-
VWLQDWLĄPLODSHUÀQDQ]LDUHIRUVH
O·XQLFDULVSRVWDHIÀFDFHDGXQDHPHUgenza assoluta per i produttori di frutta
piccola e cioè la copertura delle colture con reti anti Drosophila Suzukii.
NEL COMUNE DI PERGINE NON
E’ PIU’ LECITO LASCIARE I TERRENI INCOLTI
Il nuovo Regolamento di Polizia Urbana del Comune di Pergine Valsugana
impone ai proprietari, conduttori e afÀWWXDULGLWHUUHQLO·REEOLJRGLWHQHUHJOL
stessi puliti, liberi da sterpaglie, vegetazione incolta, colture arboree abbandonate. Le operazioni di “pulizia”
andranno eseguite almeno una volta
all’anno e, in caso contrario, sarà il Comune ad eseguirle addebitando poi le
relative spese all’inadempiente. E’ inoltre prevista l’applicazione di una sanzione compresa fra i 50 e i 300 euro.
,OÀQHqTXHOORGHOGHFRURGHOO·LQFROXmità delle persone e di salvaguardare
le coltivazioni limitrofe da malattie, infestazioni di insetti dannosi, e dal rischio
di incendi.
SEMPLIFICAZIONI E LE
PROMESSE DEL MINISTRO
MARTINA
Dopo il modello 730 anche la domanda dei contributi della Politica
DJULFRODHXURSHDDUULYDDOEHQHÀFLDULR
precompilata. La rivoluzione scatta
da marzo: per un milione di domande che valgono circa 4 miliardi di
premi Ue basterà un click. È solo una
delle novità del piano antiburocra-
GASOLIO AGEVOLATO PER RISCALDAMENTO SERRA
,O0LQLVWHURKDLQSUHYLVLRQHDOFXQHPRGLÀFKHVXOVLVWHPDGLDVVHJQD]LRQH
GHOFDUEXUDQWHDJULFRORDJHYRODWRSHUO·DQQR(·PROWRSUREDELOHFKHL
buoni per il prossimo anno, si possano stampare solo successivamente al
JHQQDLRRDGGLULWWXUDROWUH9LFRQVLJOLDPRSHUWDQWRGLXVXIUXLUH
GHOTXDQWLWDWLYRDVVHJQDWRSHULODFTXLVWDQGRHQWURLOXQD
TXDQWLWjGLJDVROLRVXIÀFLHQWHDJDUDQWLUHLOULVFDOGDPHQWRGHOOHVWUXWWXUH
almeno per tutto il mese di gennaio, ma anche oltre.
19
zia annunciato ieri dal ministro delle
Politiche agricole, Maurizio Martina,
alla prima conferenza economica di
Agrinsieme, il coordinamento di Confagricoltura, Cia e Alleanza delle coop
agroalimentari (Fedagri-Confcoop,
Legacoop Agroalimentare e Agci-Agrital). Oltre alla domanda precompilata, ci saranno l’anagrafe unica delle
aziende agricole, la banca dei certiÀFDWL H XQ IDVFLFROR D]LHQGDOH FKH
diventa il «passaporto» dell’azienda
con informazioni a 360 gradi sul piano colturale, assicurativo e integrato
anche con il quaderno di campagna.
Inoltre i soldi arriveranno in anticipo
rispetto alla tabella di marcia: non
più una tranche a dicembre e saldo
a giugno, ma pagamento al 100% entro il 30 giugno. Il ministro ha spiegato
che il «piano Mipaaf 2.0» ha l’obiettivo
(ambizioso) di eliminare la burocrazia
inutile, quel monte di 25 chilogrammi
di carte che l’azienda produce ogni
anno e che assorbe oltre 100 giornate di lavoro. Un salto di qualità, dunque, per la platea di circa 1,5 milioni
di aziende agricole.
ERRATA CORRIGE
1,3 MILIONI SULLA L.P. 4/2003
PER CASSONI, BIOGAS E DROSOPHILA
ERRATA CORRIGE
Segnaliamo che nello scorso
numero del nostro mensile, a
SDJLQD YL HUD ULSRUWDWD XQD
LQHVDWWH]]D QHOOD QRWL]LD ´,/
&202'$72 ', 0(==, $*5,&2/, 9$ $1127$72 68//$
&$57$ ', &,5&2/$=,21(µ
Le nuove procedure in vigore
GDO LQWURGRWWH GDO
comma 4-bis, art. 94 del CdS
H UHJRODPHQWDWH GDOO·DUW bis del Regolamento al CdS, si
applicano alle seguenti cateJRULHGLYHLFROL$8729(,&2/,
02729(,&2/,²5,025&+,
/DQRUPD121VLDSSOLFDLQYHFH D 0$&&+,1( $*5,&2/(
0$&&+,1(23(5$75,&,H&,CLOMOTORI.
&$)
NOTIZIE DAL CAF
a cura di Nadia Paronetto (responsabile CAF-CIA Agriverde)
LA FATTURA ELETTRONICA
SOSTEGNO DELL’ECONOMIA
A partire dal 01 aprile 2015, sarà
obbligatorio per tutti coloro che
hanno rapporti con la Pubblica Amministrazione emettere le
fatture in formato elettronico. La
pubblica amministrazione avrà l’esplicito divieto di accettare fatture
cartacee, che quindi non saranno
più accettate e di conseguenza
non potranno essere pagate.
L’emissione della fattura elettronica deve rispettare dei precisi
parametri e deve garantire 3 requisiti:
- autenticità dell’origine,
- integrità del contenuto,
- leggibilità.
Di conseguenza sarà necessario un programma apposito per
emetterla, ed inoltre è obbligatoria la conservazione elettronica
per almeno 10 anni.
La Camera di Commercio ha deciso di mettere a disposizione
delle piccole e medie imprese
un programma per l’emissione di
questo tipo di fatture. Il programma è on-line e non è necessario
scaricare alcun software.
La procedura guida nella compilazione delle fattura, la invia automaticamente e provvede alla
conservazione sostitutiva.
Il servizio è completamente gratuito ed è riservato alle imprese con
meno di 250 occupati e un fatturato dell’ultimo bilancio inferiore a
50 milioni di euro.
E’ consentito l’utilizzo di questo
servizio per l’emissione di un
massimo di 24 fatture nell’arco
dell’anno, tra il 01 gennaio e il 31
dicembre. Se nel corso dell’anno
si supera questo limite, dalla 25°
fattura in poi bisognerà dotarsi di
una propria procedura.
Al programma si accede dal sito
http://fattura-pa.infocamere.it, e
l’unico requisito necessario è es-
SOSTEGNO DELL’ECONOMIA AGRICOLA –
DELIBERA RIPARTIZIONE DEI FONDI
,OJLRUQR1RYHPEUHOD*LXQWDSURYLQFLDOHKDGHOLEHUDWRODULSDUWL]LRQH
GHLIRQGLGLVSRQLELOLGHOELODQFLR,QSDUWLFRODUHSHUTXDQWRULJXDUGD
&RQWULEXWL SHU OD SURGX]LRQH GL HQHUJLD GD IRQWL ULQQRYDELOL ² ELRJDV /S
DUWWHUFRPPDWHU
&RQWULEXWLSHUFRSHUWXUHGDQQLGURVRSKLOD²GHOLEHUDLQFRUVRGLDSSURYD]LRQH
/SDUWƒF
3RWHQ]LDPHQWRGHOOHVWUXWWXUH²GHOLEHUDLQFRUVRGLDSSURYD]LRQHSHUDFTXLVWRFDVVRQL/SDUW
Testo della delibera disponibile su www.cia.tn.it
´/DGLUH]LRQHHWXWWLLFROODERUDWRUL
GHOOD&RQIHGHUD]LRQH,WDOLDQD
Agricoltori del Trentino
VRQRYLFLQLDLIDPLJOLDUL
per la perdita di
/,9,2'$//$%5,'$µ
20
sere in possesso della Carta Nazionale dei Servizi; che viene rilasciata dalla Camera di Commercio
HKDXQFRVWRFKHYDÀQRDLĄ
La procedura dà anche la possibilità di indicare un delegato, che
può anche essere un intermediario abilitato come la Cia, che da
quel momento avrà la facoltà di
emettere fatture a nome del titolare, senza che siano necessari
ulteriori passaggi.
ARRIVANO I CONTROLLI
SULLE RURALITA’
Nel 2012 in Trentino sono state
presentate più di 7.000 domande
di ruralità, per un totale di 17.000
immobili. Questo ha permesso di
regolarizzare molti immobili, e nel
contempo di usufruire di agevolazioni, come l’esenzione dall’ICI arretrata e dall’IMU.
Dopo due anni, partono i controlli
su quelle domande e se la ruralità
non dovesse essere confermata,
dovranno essere versati tutti gli arretrati di Imu e Ici.
Oltre ai controlli “formali”, rilevabili
già dalla documentazione presentata, verrà effettuato un controllo sul
5% delle domande presentate, cioè
circa 350. Se questi controlli metteranno in evidenza un’alta percentuale di errori, la platea dell’accertamento verrà allargata.
Le pratiche da controllare saranno
scelte in modo casuale da un’appoVLWDFRPPLVVLRQH/DYHULÀFDSUHYHde anche un sopralluogo sul posto.
I controlli partiranno dal 01 gennaio
2015 e il contribuente interessato riceverà una comunicazione scritta,
con la data prevista per il sopralluogo. Se la ruralità non dovesse essere
confermata, dovranno essere versati tutti i pagamenti arretrati di Imu
e Ici. Quando si riceve la lettera è
consigliabile avvisare subito chi ha
presentato la documentazione (associazione o professionista) in modo
che possa ricontrollare tutto un’ultima volta. Infatti se in quel momento
ci si dovesse rendere conto di aver
presentato una domanda errata, ci
sarà ancora il tempo per sistemare
il problema o, in casi estremi, ritirarla.
&$)
NUOVA TARIFFAZIONE
CONTABILITÁ ESTERNE
a cura di a cura di Nicola Guella (Responsabile amministrativo - CIA Agriverde)
L
H FRPSOLFD]LRQL Àscali introdotte negli
ultimi anni, per ultima
il cosiddetto Spesometro, hanno appesantito di molto il
compito dei consulenti nella tenuta
della contabilità. Ad esempio questo nuovo adempimento, implica la
registrazione puntuale di tutti i documenti di acquisto e di vendita di
una ditta, indipendentemente se la
contabilità venga tenuta in proprio
consegnando i registri IVA annualmente o periodicamente al consulente, oppure se essa venga tenuta
con mezzi informatici direttamente
GD FKL YL VHJXH OD ÀVFDOLWj ,QROWUH
le sanzioni per errata compilazione
sono decisamente onerose.
Per questi motivi non è più sostenibile da parte della scrivente la tenuta della contabilità per i soggetti
esterni e quindi questo servizio non
verrà più erogato con tempi e modi
di seguito esplicitati.
Agriverde Cia srl ha previsto il
passaggio di questa tipologia a
quelle eseguite ordinariamente
dal 01-01-2016.
Il 2015 sarà quindi un periodo transitorio ove però all’utente, che è
ancora considerato esterno, verrà applicato un prezzo che dovrà
compensare il nostro maggior onere per la registrazione dei documenti contabili. Qui di seguito sono
elencati i vari momenti del processo sopra descritto:
‡ DSSOLFD]LRQH SHU OD FRQWDELOLWj
SHU O·DQQR GHOOH WDULIIH ÀVse tutt’ora in vigore che saranno
fatturate nel 2015;
‡ DSSOLFD]LRQH SHU OD FRQWDELOLWj
GHOO·DQQR GHOOH WDULIIH ÀVVH
tutt’ora in vigore oltre ad una
tariffa puntuale per ogni documento registrato pari ad Euro
2,00 + IVA cadauno. La fatturazione avverrà nel 2016;
‡DEROL]LRQHGHOVHUYL]LRGLFRQWDbilità per gli utenti esterni dal 0101-2016 ed applicazione della
tariffa ordinaria per la contabilità
che sarà fatturata nel 2017.
Dal 2016, quindi, Agriverde Cia srl
non potrà più seguire nessun tipo
di contabilità esterna; per chi coPXQTXHQRQYRUUjDIÀGDUVLDQRLVL
richiede l’obbligo di disdetta scritta
entro l’anno precedente al quale si
intende recedere dal servizio.
$O ÀQH GL YHULÀFDUH LO FRVWR GHOOD
contabilità ordinaria, essendo la
sua determinazione complessa,
si invitano gli interessati a recarsi
presso le sedi CIA di Trento o Cles
per la formulazione di un preventivo per la tenuta della contabilità
2016, avendo ben presente che
sicuramente esso avrà un minimo
margine di variabilità visto l’orizzonte temporale non breve.
Vogliamo evidenziare che la
contabilità
informatizzata
Vi permetterà di avere a
richiesta e senza costi
aggiuntivi una reportistica dettagliata circa
l’andamento
della
Vostra azienda potendo consultare,
relativamente
ad un lasso
di
tempo
annuale o
infrannuale, il conto
economico
21
dell’azienda agricola, il partitario
dei clienti o dei fornitori piuttosto
FKH TXHOOR VSHFLÀFR GL XQ FRVWR
o di un ricavo. Inoltre in caso in
cui chiedeste consulenze di ogni
genere sarà per noi più facile fornirvele avendo già a disposizione
dati in formato facilmente elaborabile. Ricordiamo inoltre che in
FDVR GL DIÀGDPHQWR DG $JULYHUGH
Cia srl, tutte le irregolarità relative
alla tenuta della contabilità e degli adempimenti annessi saranno
a suo carico. Nella situazione attuale le responsabilità della corretta tenuta della contabilità sono in
capo all’azienda agricola.
La costante crescente difficoltà
che la fiscalità richiede ci ha visti costretti ad assumere questa
decisione che però ci permetterà
di potervi fornire una maggior
serenità nella gestione della Vostra contabilità oltre che a potervi
fornire celermente informazioni e
consulenze, ormai elementi indispensabili per tutte le imprese,
comprese quelle agricole.
,1$,/
RELAZIONE ANDAMENTO
INFORTUNISTICO 2013
TRENTINO
Il Comitato provinciale di Coordinamento in materia di salute e sicurezza
QHLOXRJKLGLODYRURKDHPHVVRODUHOD]LRQHVXOO·DQGDPHQWRLQIRUWXQLVWLFR
UHODWLYRDOLQ7UHQWLQR
R
iportiamo qui in breve
alcuni dati, soprattutto
quelli relativi al settore
agricoltura.
I dati, secondo la normativa europea,
sono da quest’anno presentati secondo il modello “open data”, dati di tipo
statistico descrittivi di fenomeni generali ai quali non viene applicato alcun
ÀOWUR6RQRGDWLDFFHVVLELOLDWXWWLXQLYHUVDOPHQWH GLVSRQLELOL WUDVSDUHQWL H
QRQPDQLSRODELOLHVWUDWWLGDLGDWDEDVH
dell’INAIL senza alcun intervento e resi
SXEEOLFLVXOODUHWH,QWHUQHW
Nel 2013, sono stati denunciati all’INAIL (sedi di Trento e Rovereto) complessivamente 9.542 infortuni: il 9,63%
in meno rispetto al 2012.
Per quanto riguarda la distribuzione
per gestione tariffaria INAIL i casi di
infortunio sono così ripartiti nei diversi
settori:
alla gestione Industria e Servizi. 3
in Agricoltura.
MALATTIE PROFESSIONALI
Si conferma il trend in aumento
con evidente progressione dei casi
denunciati in Agricoltura, triplicati negli ultimi cinque anni. Per ciò
che riguarda il settore Agricoltura si
notano, oltre all’aumento generale
delle denunce, gli stessi fenomeni:
la preponderanza delle malattie
legate ai disturbi osteo-articolari
e l’aumento delle malattie non tabellate. Tale aumento è dovuto soSUDWWXWWR DG XQD ´VHPSOLÀFD]LRQHµ
delle procedure per il riconoscimento delle malattie professionali
agricole. Sono quindi aumentate le
persone che chiedono tale riconoscimento rispetto al passato. Pertanto si riscontra un aumento, ma
solo nel numero dei richiedenti e
non in proporzione ai casi.
Anno di manifestazione
Gestione
2009
2010
2011
2012
2013
Industria e servizi
247
281
287
223
226
Agricoltura
45
54
121
117
152
Conto Stato Dipendenti
1
1
2
-
2
TOTALE
293
336
410
340
380
INDUSTRIA E SERVIZI
6718
(-11.36%)
AGRICOLTURA
885
(-6.15%)
Anno si manifestazione
Malattia professionale o sostanza che la causa
2010
2011
2012
2013
Malattie causate da radiazioni solari
281
287
223
226
Ipoacusia da rumore (h83.3)
54
121
117
152
Malattie causate da vibrazioni meccaniche trasmesse al sistema mano braccio
1
2
-
2
Ernia discale lombare (m51.2)
14
19
20
16
Malattie da sovraccarico biomeccanico
degli arti superiori
25
69
58
70
Malattie non tabellate
11
25
35
59
-
2
-
1
336
410
340
380
PER CONTO STATO
1.939
(-4.81%)
CASI MORTALI
Nel corso del 2013 sono stati denunciati all’INAIL 12 casi di infortunio mortale, 10 in occasione di
lavoro e 2 in itinere, 9 ascrivibili
Non determinato
TOTALE
22
La
'RQQHLQ&DPSR
nostra storia
40 righe di Storia
/8,*,&$5%21$5,
L
uigi Carbonari nasce
a Carbonare di Folgaria il 3 ottobre 1880.
Ancora studente si avvicina al movimento cooperativo
fondando la Cassa rurale e la Famiglia cooperativa di carbonare.
Si iscrive all’Università di Vienna,
e nel 1906 subisce l’arresto per
aver fomentato i moti studenteschi
a favore di una università italiana
a Trieste. L’anno seguente subisce
un processo per irredentismo. Entrato nel partito Popolare con Alcide Degasperi, con il quale è promotore delle Leghe dei Contadini.
Dall’Università di Vienna passa a
quella di Pavia, poi a Padova (atenei non riconosciuti dall’Impero), e
FRQVHJXHLQÀQHODODXUHDLQVFLHQze politiche e contabilità dello Stato, a Heidelberg nel 1908.
È consigliere della Federazione
GHL &RQVRU]L &RRSHUDWLYL ÀQR DO
congresso federale del 27 aprile
del 1911, quando non viene rieletto. Sempre nello stesso anno
si candida per il partito popolare
e viene eletto rappresentante del
Trentino alla dieta di Innsbruck.
In questo periodo dà impulso alla
lega dei contadini e nel 1912 le cooperative agricole da lui fondate
sono 40.
Allo scoppio della guerra è arruoODWR FRPH XIÀFLDOH DXVWULDFR PD
per le sue idee nazionaliste è internato, riuscendo però a fuggire
a Firenze, dove mantiene i contatti con i gruppi irredentisti trentini.
Viene eletto deputato per
il Partito Popolare Italiano,
e nel contempo promuove 117 cooperative di lavoro, è nominato presidente della Federazione
trentina delle leghe dei
contadini, restando in
FDULFDÀQRDOSDUtecipando al dibattito
sulla concorrenza fra
Leghe e Famiglie Cooperative , scrive:
“la sottoscrizione delle
scorte vada alle prime e lo smercio alle
seconde”, ma la sua
proposta non viene
accettata.
Durante il fascismo
l’on. Carbonari viene perseguitato per i suoi ideali
di politica sociale e per vivere è
costretto ad esercitare “la professione di ambulante vendendo prodotti artigianali di sua produzione”.
Passata la seconda guerra mondiale, fra il 1945 e il 1950 costituisce, organizza e presiede l’Unione
Contadini, che si dota di un organo
di stampa, il periodico “Il Contadino”. Entra a far parte della Consulta e della Costituente e viene eletto senatore di diritto. È portavoce
del sindacalismo contadino e delle istanze autonomistiche regionali e provinciali, in particolare di
quelle del movimento cooperativo,
che gli vale la nomina a presidente onorario della Federazione dei
24
24
consorzi cooperativi. Nel
1953 non si ricandida perché occupato alla ricostruzione del Consiglio Agrario Provinciale, di cui è
SUHVLGHQWHÀQRDOODVHFRQGDPHWj
degli anni Sessanta. Per contrasti
di metodo con la DC e per una diversa visione dell’autonomia, uscì
da questa, fondando l’Alleanza
dei Contadini Artigiani che rappresentò nel consiglio provinciale di
Trento dal 1964 al 1968.Al suo ritiro dalla scena pubblica può “vantare di aver costituito più di 230 tra
Famiglie Cooperative, consorzi,
Casse rurali, Leghe e Cooperative di lavoro”. Muore a Strigno il 20
settembre 1971.
'RQQHLQ&DPSR
I LABORATORI DELLE
DONNE IN CAMPO
a cura di Francesca Eccher
Trento
Anche quest’anno l’Associazione Donne in Campo è stata invitata dal Comune di Trento a realizzare laboratori per
bambini nel ricco calendario di iniziative di “Trento città del Natale”. Andrea Robol, Assessore con delega per le
materie della cultura, turismo e giovani spiega: “La rinnovata Piazza Dante costituirà la magica cornice del Natale
dedicato ai bambini: illuminata dalle luci di un grande albero di Natale sarà animata da numerose iniziative rivolte ai
più piccoli, con aree attrezzate anche per la loro cura e per il loro benessere”.
L’appuntamento con le Donne in Campo è in Piazza Dante a Trento nelle seguenti date:
Lunedì 22 e Martedì 23 dicembre 2014 – orario 15:00-18:00
PROFUMO DI PANE... DA IMPASTARE, CUOCERE E PORTARE A CASA
a cura dell’associata Elisabetta Monti
Sabato 27 e Domenica 28 dicembre 2014 – orario 15:00-18:00
CREA CON LE FOGLIE DI MAIS IL BAMBINELLO E
GLI ANGIOLETTI DEL NATALE
a cura dell’associata Rinuccia Napoletani
Sabato 3 e Domenica 4 gennaio 2015 – orario 15:00-18:00
ARRIVA LA BEFANA! CREA CON LE FOGLIE DI MAIS
LA BEFANA E LA SCOPINA “SPAZZAGUAI”
a cura dell’associata Rinuccia Napoletani
Info: www.mercatinodinatale.tn.it
Bolzano
SEMINARIO
I laboratori delle Donne in Campo sono stati premiati a Bolzano lo
scorso 25 novembre con un importante riconoscimento. Il progetto “Educare all’agricoltura con i laboratori e i mercati delle Donne
in Campo” è stato nominato al concorso “Il Turismo incontra l’Agricoltura”, bandito nel 2014 per la terza volta a livello di Euregio.
L’obiettivo del concorso è quello di promuovere la cooperazione
tra agricoltura e turismo e di renderla visibile. La Presidente Mara
Baldo ha ritirato dall’Assessore provinciale Michele Dallapiccola
la targa di riconoscimento e il cesto di prodotti locali.
Info: www.tla-euregio.info
SEMINARIO
NOVITÁ ETICHETTE ALIMENTARI
7UHQWRJHQQDLRGDWDHRUDULRGDGHÀQLUVL
'DO'LFHPEUHGLYHQWDOHJJHLO5HJRODPHQWR(XURSHR/·HWLFKHWWDWXUD
GHLSURGRWWLDJURDOLPHQWDULqXQDVSHWWRPROWRGHOLFDWRLQTXDQWRUDSSUHVHQWDO·LQWHUIDFFLDWUDLOSURGXWWRUHHLOFRQVXPDWRUH'XUDQWHLOVHPLQDULRYHQJRQRIRUQLWHOHLQGLFD]LRQL
SHUODUHGD]LRQHGLHWLFKHWWHFRUUHWWH0RGXOLVWLFDSHUO·LVFUL]LRQHVXZZZFLDWQLW
,QIRUPD]LRQLWHOPDLOWFVIRUPD]LRQH#FLDWQLW
25
Terre coltivate
LA CASTANICOLTURA
A cura della Fondazione Museo storico del Trentino
L
All’albero di castagno
(Castanea sativa) è stato
attribuito nell’800 il nome
di “albero del pane”. Esso
ha originato un vero e proprio modello di civilizzazione, soprattutto nelle
aree della media montagna appenninica e prealpina. In Trentino occupa
aree piuttosto periferiche rispetto alle
grandi distese boschive di aghifoglie.
Vi sono tuttavia alcune zone, ubicate prevalentemente in aree a clima
temperato con terreni acidi poveri
di calcio, in cui i castagneti da frutto
formano compatte unità paesaggistiche. Notissimo è il territorio di Castione sull’altipiano di Brentonico, ai piedi
del Baldo trentino. Anche l’altipiano
della Vigolana (Vigolo Vattaro), la Valle del Centa (Centa San Nicolò), la
Valsugana lungo le pendici meridionali del Lagorai (Roncegno), la bassa
Valle del Chiese con i noti m a r r o n i
di Darzo e
l’A l to
Garda (Drena) sono entrate a far parWHGHOODJHRJUDÀDWUHQWLQDGHOODFDVWDnicoltura. Negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso, la diffusione del cancro
della corteccia aveva fatto temere la
perdita di questa importante presenza. Anche l’interesse commerciale sia
nei confronti del frutto che del legno
era andato scemando. Negli ultimi
anni si sta registrando, invece, un
nuovo interesse per questa familiare
latifoglia e per i suoi saporiti frutti, icone e simboli della stagione autunnale.
Esemplari di alto fusto di castagno
domestico, governati secondo la tipologia del prato alberato luminoso,
portano una nota di serenità bucolica
nel panorama di una riscoperta ruralità montana.
Nel corso dell’800 l’impero Asburgico
sostiene nei territori del Trentino ripetute campagne di promozione del castagno. La diffusione di questa pianta
viene favorita per far fronte alle necessità alimentari della popolazione
spesso minacciata
dalla fame e
dalle
FDUHVWLH7DOHSROLWLFDYDDEXRQÀQH
popolando di alberi di castagno numerosi territori del Trentino. Un’indagine condotta nel 1889 da Antonio
de Pizzini (membro del Consiglio
provinciale di agricoltura) sulla produzione delle specie da frutto nelle valli
del Tirolo meridionale riporta queste
cifre: la produzione totale di castagne
risultava all’epoca di 5.600 quintali
su base annua preceduta solo dalla
produzione di mele (16.000 quintali)
e pere (10.998 quintali). Il frutto non
veniva quasi mai trasformato in farina ma consumato e parte della produzione era venduta o barattata con
beni di prima necessità.
/HIRJOLHLQÀQHHUDQRVSHVVRXWLOL]]Dte come lettiera per gli animali.
La decimazione del patrimonio castanicolo del Trentino nel corso del ’900
è favorita da alcuni fattori: la necessità
di legna da ardere per il riscaldamento delle truppe nel corso dei due conÁLWWL PRQGLDOL H O·LPSLHJR LQGXVWULDOH
del legno. Tra gli usi industriali un ruolo chiave giocano l’impiego di legno
di castagno per la palatura dei vigneti
e l’utilizzo per la costruzione delle traversine della ferrovia del Brennero,
inaugurata nel 1867.
Nel 1994 viene effettuato un censimento per rilevare in Trentino la presenza del castagno da frutto. Su 648
ettari di castagneti presenti nel territorio provinciale, 240 sono coltivati
(specializzati) e 400 risultano abbandonati. A seguito dell’inventariazione la Provincia autonoma di Trento
Terre coltivate
ÀQDQ]LD DOFXQL SURJHWWL GL UHFXSHUR
zonale di castagneti basati su modalità differenti: il ripristino di vecchie piante ripulite dai rami disseccati dal cancro e la messa a dimora
di piante da vivaio di alto valore genetico (marroni). Oggi, gli operatori
agricoli che dichiarano il possesso
GLVXSHUÀFLDFDVWDJQHWRVRQR
Nell’ultimo decennio, la produzione
di castagne in Trentino è oscillata i
2.400 e i 600 quintali annui. Il 90%
del prodotto è commercializzato
fresco. Per la parte residuale, la trasformazione a carattere artigianale
su scala limitata riguarda l’essicazione, la produzione di farina di castagne, di conserva, di frutta glassata, sciroppata o sotto spirito.
In Trentino la castanicoltura è diffusa prevalentemente in sei territori:
Bassa Valsugana (Roncegno), Alta
Valsugana (Castagnè, Bosentino,
Centa), Valle dell’Adige (Albiano,
Lases, Sardagna), Valli Giudicarie
(Darzo, Storo), Alto Garda e Ledro
(Pranzo, Tenno, Drena), Vallagarina (Brentonico, Castione) e Tesino.
Tra queste, in Bassa Valsugana si
ULVFRQWUDODPDJJLRUHVXSHUÀFLHFROtivata a castagneto, anche se una
vasta parte risulta abbandonata (su
231 ettari solo 38 sono coltivati).
La zona di Castione nei pressi di
Brentonico è invece la più rilevante
VRWWRLSURÀOLFROWXUDOHHSURGXWWLYR
ettari di cui 29 coltivati con ampie suSHUÀFLDFDUDWWHULVWLFKHRPRJHQHH
“TERRE COLTIVATE”. IL LIBRO E
LA MOSTRA ITINERANTE.
A corredo della mostra sulla storia dei
paesaggi del Trentino è stato da poco
pubblicato il volume “Terre coltivate”,
a cura della Fondazione Museo storico del Trentino. Inoltre, dopo la chiusura del percorso espositivo, rimasto
aperto alle Gallerie di Piedicastello
GD RWWREUH ÀQR D JLXJQR il Museo storico del Trentino ha realizzato una mostra itinerante con venti
grandi pannelli che ripropongono i
temi principali della mostra.
Il libro – 228 pagine, 15 euro – rappresenta un contributo allo studio
del paesaggio agrario del Trentino e
propone una miscellanea di saggi sul
tema del paesaggio.
L’antropologo ed esperto di terriWRUL DOSLQL $QQLEDOH 6DOVD ÀUPD XQ
contributo sulle unità paesaggistiche del Trentino.
Lo studioso di storia economica Andrea Leonardi si occupa della rilevanza dell’agricoltura nell’economia
del nostro territorio. Il paesaggista
Bruno Zanon si sofferma sulla costruzione del paesaggio agrario e
sullo strumento dei piani urbanistici
provinciali. L’economista e studioso
di politiche agrarie Geremia Gios
tratta il tema dei territori di montagna
e delle attività agrosilvopastorali. Il
direttore della Fondazione Edmund
Mach Mauro Fezzi fa il punto sui
140 anni dell’Istituto agrario di San
Michele all’Adige. L’agronomo e
giornalista Sergio Ferrari racconta
27
L FHQWR DQQL GL GLIHVD ÀWRVDQLWDULD LQ
Trentino. Monica Ronchini, studiosa
di paesaggi, si occupa delle testimonianze dei viaggiatori. Alessandro de
Bertolini, Fondazione Museo storico
del Trentino, spiega quali fonti e strumenti della storia sono stati utilizzati
per la ricostruzione dei paesaggi
agrari del Trentino alla mostra delle
Gallerie di Piedicastello.
La prefazione del volume è a cura
di Giuseppe Ferrandi, direttore
della Fondazione Museo storico
del Trentino.
La mostra itinerante raccoglie la descrizione di tutte le unità paesaggistiche presenti in mostra (la gelsicoltura, la tabacchicoltura, la coltivazione
del grano saraceno, la viticoltura, la
melicoltura, la castanicoltura, la nocicoltura, la cerealicoltura, l’alpicoltura,
la selvicoltura, l’olivicoltura, l’orticoltura e le unità paesaggistiche residuali)
insieme al racconto della trasformazione dei paesaggi agrari del Trentino
negli ultimi due secoli. Come è stato
SRVVLELOHLOFDPELDPHQWR"&RPHVLq
passati da un modello di agricoltura
di autoconsumo e di sussistenza ai
moderni comparti agricoli e industriali
GLRJJL",YHQWLSDQQHOOLDXWRSRUWDQWL
delle dimensione di 1 metro di larghezza per 2 metri di altezza) cercano di rispondere a queste domande.
Per conoscere il calendario e le sedi
itineranti della mostra, o se interessati
ad ospitarla, contattare la Fondazione Museo storico del Trentino allo
0461.230482.
'RQQHLQ&DPSR
Itinerari
L
Casa Bonus
%RQGR
a raccolta rappresenta un bell’esempio della cura spontanea e
dell’interesse con cui la cultura materiale dismessa viene ormai riguardata
all’interno della comunità, laddove ogni oggetto, ogni strumento di lavoro,
ogni manufatto, diventa occasione per uno scambio cordiale tra gli anziani
e i meno anziani che gestiscono il percorso e i visitatori: scambi di ricordi,
di nozioni linguistiche, di tecniche, di modi di fare e di dire.
Per informazioni:
DVVRFLD]LRQHFXOWXUDOH)LORÀRU1RUPD%RQHQWL
ITINERARIO
ETNOGRAFICO
DEL TRENTINO
086(2'(*/,86,(&26780,'(//$*(17(75(17,1$
ZZZPXVHRVDQPLFKHOHLW
a cura di Antonella Mott
M
Museo degli attrezzi agricoli e artigianali
della Comunità di Canezza – Portolo
&DQH]]D
useo, allestito da un’associazione culturale locale e spostato di recente
in una nuova sede, raccoglie gli oggetti e gli attrezzi che un tempo erano utilizzati
DOFDVHLÀFLRVRFLDOHQHOOHFDVHHQHLODERUDWRULDUWLJLDQLGHOSDHVH/HVH]LRQLFKH
VSHFLÀFDQRVHPSUHFRQQRPHHFRJQRPHO·DUWLJLDQRGLULIHULPHQWRVRQRFDVHLÀFLRVDOXPLÀFLRIDEEURPXOLQRIDOHJQDPHERWWDLRFDO]RODLRIDEEULFDQWHGLGjOPedre, tessitore, mondo contadino, funaio e sellaio. In mostra vi sono anche l’orologio della chiesa di Canezza, datato 1913, e la vecchia pompa dei Vigili del Fuoco.
Le schede didascaliche di approfondimento riportano la nomenclatura in italiano e
nel dialetto locale degli oggetti esposti.
Per informazioni:
Claudio Morelli
28
(GPXQG0DFK
CONGRESSO SCIENZE
SENSORIALI CON OLTRE 100
RICERCATORI
Si è svolto nei giorni scorsi alla Fondazione Mach il quinto congresso della
Società italiana di scienze sensoriali.
L’evento ha chiamato a raccolta più
di cento ricercatori da tutta Italia e si
è articolato su tre giornate di lavori,
con 4 sessioni, 26 presentazioni e 61
poster. E’ stato fatto il punto sulle moderne tecniche sensoriali per valorizzare ed innovare i prodotti alimentari,
affrontando l’attualissimo tema dei
comportamenti alimentari dei consumatori unitamente alle frontiere della
percezione sensoriale.
del territorio, inclusi quelli della ricerca, più idonei per il mercato”.
Le scienze sensoriali permettono di
collegare la prospettiva sul prodotto
e sulle sue caratteristiche sensoriali
con il punto di vista dei consumatori, considerando quindi motivazioni,
aspettative, preferenze ed emozioni.
FONDAZIONE MACH E LAIMBURG
INSIEME CONTRO GLI SCOPAZZI
DEL MELO
Si è avviata mercoledì 1 ottobre,
con la presentazione dei progetti di
ricerca congiunti della Fondazione
Edmund Mach ed il Centro di Sperimentazione di Laimburg, presso
NOTIZIE
DALLA FONDAZIONE
EDMUND MACH
',6$10,&+(/($//·$',*(
DFXUDGL6LOYLD&HVFKLQL8IÀFLR6WDPSD)RQGD]LRQH(GPXQG0DFK
La Fondazione Machè stata scelta
tra le sedi candidate in virtù del contributo scientifico significativo che il moderno laboratorio di analisi sensoriale
apporta in questo settore. “Questo
campo costituisce un tassello importante in cui la Fondazione Mach ha investito molto e continuerà ad investire
anche in futuro -ha spiegato il direttore generale, Mauro Fezzi-, perché
rappresenta un modo per riuscire a
capire le esigenze del consumatore
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la sede della VOG (Consorzio delle
Cooperative Ortofrutticole dell’Alto
Adige) di Terlano, la ricerca sugli
scopazzi del melo, la malattia insidiosa che sta causando gravi
danni in alcune zone frutticole di
entrambe le province, cioè la Valsugana ed il Burgraviato e la bassa
Val Venosta.
“La ricerca congiunta sugli scopazzi del melo concretizza quanto
condiviso nell’accordo quadro tra i
due istituti. Ovviamente, la collabo-
razione non è nata ieri, lo scambio
di conoscenze tra Laimburg e Fondazione Mach è di tradizione. Con
questo progetto uniamo le nostre
risorse per dare più spessore alla
ricerca su questa malattia che colpisce entrambi i territori causando
gravi danni economici per la frutticoltura”, hanno ribadito il direttore
della Laimburg Michael Oberhuber
e Roberto Viola, dirigente del Centro di Ricerca e Innovazione della
Fondazione Mach.
L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE
BONIFICHE IRRIGAZIONI
VISITA LA FEM
Hanno fatto tappa anche alla Fondazione Edmund Mach il direttore
dell’Associazione nazionale bonifiche irrigazioni, Massimo Gargano, e il presidente del Consorzio
Trentino di Bonifica, Luigi Stefani,
che nei giorni scorsi hanno incontrato la Giunta provinciale presso
l’idrovora di Grumo.
Accolta dal direttore generale,
Mauro Fezzi, la delegazione ha
visitato il campus di San Michele: dall’unità sistema informatico
geografico per conoscere l’attività sperimentale nel settore agrometeorologico, con un’attenzione
particolare ai sistemi per gestire
al meglio l’irrigazione, al laboratorio sensoriale, dalla scuola al
laboratorio per la vitienologia e il
controllo alimentare, per concludere nella cantina storica.
Erano presenti anche il direttore
del Consorzio Trentino di Bonifica, Claudio Geat, il presidente
del Consorzio di Bonifica “Monte
Salorno” di Egna, Paolo Nicolodi,
il direttore Eduard Franzelin, e il
direttore dei consorzi di bonifica
di Bolzano, Florian Penner.
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