MENSILE DELLA CIA DEL TRENTINO Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, DCB Trento Confederazione italiana agricoltori agricoltura trentina Verso la VI Assemblea CIA A tutto campo con Dallapiccola La tutela del prodotto agricolo Anno XXXIII - Numero 2/2014 Lotte Contadine - Sped. in A.P. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Trento - Direttore Responsabile: Michele Zacchi IL CENTRO ALL’AVANGUARDIA PER ANIMALI DOMESTICI STUDIO BI QUATTRO DI TUTTO IL TRENTINO Il CDVet, Centro Diagnostico Veterinario, unico in Trentino, nasce a Trento per offrire a tutti i medici veterinari, la possibilità di avvalersi di preziosi strumenti diagnostici ultraspecialistici, mediante un servizio efficiente e di alta qualità garantito da una strumentazione CBTC, dalla radiologia diretta, dai servizi di ecografia, ecocardiografia e di endoscopia. Vi è inoltre la possibilità di effettuare visite di tipo neurologico, oculistico, ortopedico, e di utilizzare servizi professionali come la chiropratica. Il Centro Diagnostico Veterinario dispone delle più moderne attrezzature, di protocolli diagnostici accurati e di uno staff composto unicamente da medici veterinari qualificati. L’unico nel Trentino. www.cdvet.tn.it C.D. VET S.r.l. - Piazza del Tridente, 5 - 38121 Trento Tel. 0461.1919250 - Fax 0461.1919251 - info@cdvet.tn.it Direttore Massimo Tomasi Direzione e Redazione Michele Zacchi Trento - Via Maccani, 199 Tel. 0461 420969 - Fax 0461 422259 e-mail: redazione@cia.tn.it In Redazione: Ivonne Chistè, Gabriele Dalprà, Francesca Eccher, Stefano Gasperi, Sabrina Grillo, Nicola Guella, Francesca Tonetti, Gianluca Turrina, Michel Mattivi, Nadia Paronetto Iscrizione n. 150 del Tribunale di Trento 30 ottobre 1970 A cura della T.C.S. srl - Trento - Via Maccani 199 Realizzazione grafica e stampa: Studio Bi Quattro - Trento Concessionaria esclusiva per la pubblicità Publimedia snc - Tel. 0461 238913 SOMMARIO 5 Flavio Pezzi ci parla dei progetti della Cia 8 L’assessore a tutto campo 11 Più soldi dalla PAC 12 Parliamo di cibo e alimentazione 15 Rapporto Agricoltura 2010 2012 (terza parte) 20 Notizie dal CAF LA CAM TESSERAMENTO 21 Notizie dal CAA 23 Corsi di formazione anno 2014 25 Convocazione assemblee parziali anno 2014 26 Agrigelateria La Ca’ sul Lago I N I Z IPAATGNAA CIA 2014 27 Assemblea elettiva Donne in Campo Trentino e Agia del Trentino 28 Terre coltivate: Il meleto 30 Vendo&Compro SI AVVISA CHE DA GENNAIO LA SEDE DI TRENTO DISPONE PERMANENTEMENTE DI DUE NUMERAZIONI DI FAX: 0461.422259 E 0461.173.88.60 Le nostre sedi VAL D’ADIGE VAL DI NON TRENTO - UFFICIO PROVINCIALE Via Maccani 199 Tel. 0461.420969 - 0461.421230 0461.1730440 - Fax 0461.422259 0461.1738860 Da lunedì a giovedì dalle 8.00 alle 12.45 e dalle 14.00 alle 17.30, il venerdì dalle 8.00 alle 13.00 E-mail: segreteria@cia.tn.it CLES - UFFICIO DI ZONA Via Dallafior 40 Tel. 0463.422140 - Fax 0463.423205 Da lunedì a giovedì dalle 8.00 alle 12.15 e dalle 14.00 alle 18.00, il venerdì dalle 8.00 alle 12.15 E-mail: cles@cia.tn.it ALDENO Mercoledì dalle 8.15 alle 10.00 c/o Studio Maistri - via Giacometti 9/2 Tel. 0461.842636 MEZZOLOMBARDO Via Degasperi 41/b c/o Studio Degasperi Martinelli giovedì dalle 8.30 alle 10.30 Tel. 0461.211451 VERLA DI GIOVO Venerdì dalle 8.30 alle10.00 c/o Cassa Rurale di Giovo VAL DI SOLE MALÈ Giovedì dalle ore 8.30 alle 9.30 presso il Municipio SANT’ORSOLA TERME Il 1° e il 3° martedì del mese dalle 8.00 alle 10.00 presso il Municipio FIEROZZO Dalle 10.30 alle 12.30 presso il Municipio VALLAGARINA ROVERETO martedì: 8.30-13.30, giovedì: 8.30-13.00 e 14.00-16.30, venerdì: 8.30-12.30 piazza Achille Leoni, 33 (Follone) c/o Confesercenti (3° piano). Tel. 0464.424931 - Fax 0464.400457 E-mail: caa.rovereto@cia.tn.it VALSUGANA ALTO GARDA E GIUDICARIE BORGO VALSUGANA Lunedì dalle 8.00 alle 12.45 e il pomeriggio su appuntamento Mercoledì dalle 8.00 alle 12.45 e il pomeriggio dalle 14.00 alle 17.30 Venerdì dalle 8.00 alle 13.00 via Gozzer, 6 Tel. 0461.757417 E-mail: caa.borgo@cia.tn.it ARCO martedì dalle 14.30 alle 16.00, via Galas, 13 TIONE lunedì dalle 9.00 alle 12.00 su appuntamento mercoledì dalle 9.00 alle 12.00, via Roma, 53 Tel. 0465.765003 E-mail: tione@cia.tn.it Tieniti aggiornato sugli adempimenti e le scadenze consultando il nostro sito internet www.cia.tn.it Assemblea CIA “ABBIAMO IDEE E PROPOSTE, SIAMO INNOVATIVI, SAPPIAMO COSTRUIRE IL CONFRONTO” Flavio Pezzi, presidente della Cia del Trentino, ci parla dei progetti della Cia in vista della VI Assemblea nazionale. di Michele Zacchi Flavio Pezzi, Presidente della CIA del Trentino I n vista della VI assemblea di Cia è opportuno fare il punto con il presidente in carica Flavio Pezzi. Dietro questo incontro c’è il costante e paziente lavoro di tutto il gruppo dirigente, che in questi anni ha saputo dare equilibrio all’organizzazione e allo stesso tempo ha garantito la crescita degli imprenditori più giovani. Prima della Cia c’era un’altra organizzazione, legata al mondo della sinistra, che aveva tentato di dare spazio e voce a chi era fuori dal perimetro della Dc; ma era mancata la visione organizzativa ed era troppo marcato il cordone ombelicale con i partiti di riferimento (Pci e Psi). “Con la nascita della Cia abbiamo voltato davvero pagina. Non è stato semplice, perché gli ostacoli erano tanti, ma con costanza, con pazienza, con la coerenza del nostro lavoro abbiamo fatto crescere questa piccola esperienza; siamo diventati più grandi insieme ai nostri soci che riconoscevano la bontà delle nostre proposte politiche e sapevano di affidarsi ad una struttura che garantiva servizi efficienti e competitivi. Fin dai primi passi della Cia del Trentino abbiamo deciso che il presidente dell’organizzazione doveva essere un agricoltore (la Cia nazionale soltanto ora fa questa scelta) e questa decisione ha garantito alla nostra organizzazione il costante contatto con il mondo contadino.” Oggi la Cia è una importante organizzazione imprenditoriale. E si muove alla pari di altre per dare un proprio contributo alle scelte da compiere. Dove sta il segreto? “In parte ho già risposto. Abbiamo fornito servizi efficienti e competitivi, e siamo rimasti coerenti rispetto ad alcuni principi. Prima di tutto il tema dell’unità del mondo agricolo e poi la convinzione profonda e sincera del valore insostituibile della coopera zione. Questi sono i mattoni sui i quali abbiamo costruito una casa che oggi da lavoro a 39 persone (presto saranno di più), che ha un giro d’affari che 5 ha superato abbondantemente i due milioni di Euro e che ci permette, con orgoglio, di avere una struttura con i conti a posto.” Facciamo un salto di venti anni e arriviamo ai giorni nostri: che ruolo assegnare all’agricoltura del Trentino? “E’ un settore vitale per la nostra economia. La qualità dei nostri prodotti trascinano anche il buon nome del territorio che, a sua volta, va protetto da ogni forma di assalto selvaggio. Oggi dobbiamo preservare con cura ed amore la nostra terra perché un numero consistente di trentini trae vantaggio economico da un’area salubre che può garantire prodotti apprezzati ovunque. Questa considerazione generale ha un effetto preciso sulle priorità degli interventi.” E allora cominciamo con.. “Io partirei da San Michele. Abbiamo la fortuna di avere in casa un prestigioso istituto di ricerca: utilizziamolo nel modo migliore, per esempio ritornando ad un rapporto stretto fra i ricercatori e il mondo della produzione agricola. Non si deve più ripetere un problema come quello Assemblea CIA della ticchiolatura dello scorso anno.” Parliamo di ricerca, si arriva al biologico. “Dobbiamo capire che il mondo dei consumatori va in quella direzione. È inutile cercare scappatoie, quello è uno degli obiettivi. E ora che San Michele ci dice che ci sono già le varietà resistenti dobbiamo capire come accelerare la fase di sperimentazione. Sono gli agricoltori ad avere nelle loro mani il destino agricolo di questa provincia, oggi in un mercato dannatamente competitivo dobbiamo, insieme, riflettere e costruire la migliore strategia per rimanere, in vari ambiti, dei numero uno.” Quando parliamo di futuro, il pensiero corre immediatamente alla nuova PAC, della quale si sta molto parlando in queste settimane. Qual è l’elemento sul quale è doveroso soffermarci? “La PAC è uno strumento complesso, in questo momento è partito il confronto sui modelli che l’Italia deciderà di scegliere per concretizzare nel nostro paese le indicazioni eu- ropee. Ma un punto va subito chiarito. C’è chi chiede che i contributi europei siano assegnati soltanto a coloro che hanno come unica fonte di reddito l’azienda agricola cioè il “coltivatore attivo”. La Coldiretti si fa paladina di questa scelta, ma il risultato sarebbe negativo per l’agricoltura, l’ambiente, la cooperazione, particolarmente nelle aree montane. Una scelta di questo tipo comprometterebbe la sussistenza di molte piccole aziende.” Quale è stato, dal punto di vista politico, l’evento più significativo per il mondo agricolo in questi ultimi anni? “Non ho dubbi: la nascita di Agrinsieme. Vedere che le grandi centrali cooperative (che hanno già dato vita all’Alleanza delle Cooperative Italiane) hanno iniziato un percorso unitario anche nel comparto agricolo è davvero un elemento di svolta. Si tratta del primo vero segnale che dimostra che il nostro settore ha imboccato la strada giusta. È davvero triste vedere che anche in questa occasione la Coldiretti ha preferito un percorso solitario; per contro il presidente dell’Alleanza delle Cooperative ha scritto, su questo giornale, che Agrinsieme cresce più in fretta del previsto…” E in Trentino a che punto siamo ? “Agli inizi dell’anno scorso, noi abbiamo scritto una lettera alla Cooperazione trentina. Abbiamo detto di essere immediatamente disponibili a sederci intorno ad un tavolo per organizzare la nascita di Agrinsieme. La risposta della Cooperazione è stata molto cauta, ha continuamente rinviato il problema ed ora, un anno dopo, dobbiamo constatare che nonostante le nostre costanti insistenze ad oggi nulla è successo.. Anche la Cooperazione si deve interrogare sulle scelte politiche di fondo e sulla qualità dell’essere cooperatori. Gli unanimismi opachi possono sembrare una soluzione, sono invece il modo migliore per rendere più grave la situazione e fossilizzare le posizioni politiche e culturali. Noi rilanciamo la proposta di costruire, anche a Trento, Agrinsime. Dopo tanto tempo auspichiamo una risposta.” Assistenza notarile !"#$% &! ' $ "" ' "" $ "" ' "" $ ' $ $ ! " ! "#$ # $$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$ % $$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$ & $$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$ #' $$$$$$$$$$$$$ # $$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$ " $$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$ () $$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$ ! %%" & ! Informiamo i gentili lettori che la Confederazione Italiana Agricoltori mette gratuitamente a disposizione dei propri associati (in regola con il pagamento della tessera associativa) un consulente notarile per atti immobiliari, successioni, testamenti, ecc. TRENTO - Via Maccani 199 su appuntamento Dott. Arcadio Vangelisti “ A SEGUITO DELLA FUSIONE SOCIETARIA CHE HA COINVOLTO LE SOCIETÀ POSSEDUTE DA C.I.A. DEL TRENTINO LA FATTURAZIONE DEI NOSTRI SERVIZI HA AVUTO SUBITO DELLE MODIFICAZIONE SOPRATTUTTO NELLA FORMA. SI INVITA A PRENDERE VISIONE DELLE NOVITÀ NELLA SEZIONE NEWS DEL NOSTRO SITO WWW.CIA.TN.IT ” 6 7 L’intervista L’ASSESSORE A TUTTO CAMPO Michele Dallapiccola si confronta con noi sui grandi temi del comparto agricolo. di Michele Zacchi I l Trentino in questi ultimi anni ha raggiunto livelli di sviluppo notevoli, che però hanno lasciato ai margini qualche parte del territorio. Non Le sembra che il tema della diffusione uniforme dello sviluppo debba entrare nell’agenda politica dei prossimi anni e che, sotto questo profilo, le attività agricole e zootecniche come certe forme di turismo e di artigianato possono rappresentare leve di sviluppo importanti? “In un territorio orograficamente difficile come il nostro e che non offre ampie superfici coltivabili, il tema dell’abbandono di aree che potrebbero essere altrimenti sfruttate dall’agricoltura assume grande importanza. Anche per l’agricoltura vale l’imperativo ad impiegare al meglio le risorse disponibili e dunque il recupero e la messa a coltura di aree marginali e/o abbandonate, destinandole a quelle produzioni ed impieghi che più di altri sono in grado di interpretarne la vocazionalità, è un obiettivo non solo condiviso ma che intendiamo perseguire. Credo che ciò sia possibile attraverso tre azioni: l’allentamento dei vincoli burocratici, la previsione di più incentivi ed una maggiore diversificazione delle coltivazioni agro-zootecniche per abbracciare fasce sempre più ampie di territorio.” Per queste aree marginali ma in generale per tutta la provincia vale il discorso che noi possiamo raccogliere la sfida della competizione globale puntando sulla qualità o, meglio, sull’ ec- cellenza dei nostri prodotti e dei nostri servizi. Come possiamo strutturare in maniera ottimale le strategie di marchio per valorizzare la qualità e organizzare i connessi servizi di certificazione? Non bisogna andare ben oltre la nota farfalla? “Per stare sul mercato, oggi, non basta avere produzioni eccellenti, occorre anche che l’intero sistema agroalimentare sappia mettere a fattor comune servizi, propensione all’internazionalizzazione, e-commerce, senza dimenticare il mercato interno locale, sul quale molto si può fare. In una fase difficile quale quella che stiamo vivendo, la capacità di resistere, puntando da un lato sulla collaborazione e sulle sinergie tra i settori, dall’altro sulla valorizzazione delle produzioni tipiche anche attraverso marchi di qualità attinenti a specifiche aree del Trentino piuttosto che a tutto il territorio provinciale, vale quanto la conquista di nuovi mercati. In questo senso vedo l’opportunità di “andare oltre” la farfalla.” La Provincia in questi anni ha puntato molto, anche con investimenti notevoli, sulla formazione e sulla ricerca. All’Università e alle Fondazioni Kessler e Mach sono state erogate cifre significative del bilancio provinciale. Senza mettere in discussione questo asse strategico, noi come altri ci interroghiamo però sull’impatto di questi investimenti sul territorio. Come agricoltori siamo interessati in particolare alle attività della Fondazione 8 Michele Dallapiccola Mach e cioè dell’Istituto Agrario di S.Michele. Abbiamo assistito in queste settimane ad una coincidenza che ha del paradossale. Mentre venivano diffuse le valutazioni dell’apposita agenzia nazionale che collocava S.Michele ai vertici della ricerca agronomica, abbiamo visto esplodere un malcontento pesante nei confronti dell’istituto, i cui servizi di consulenza tecnica si sono rivelati inadeguati di fronte al fenomeno della ticchiolatura che ha causato danni gravi alla frutticoltura trentina. Cosa si può immaginare per rendere più proficuo il rapporto tra centri di ricerca e territorio? Il caso della ticchiolatura di quest’anno ed altri segnali che provengono dal mondo agricolo, non suggeriscono che è tempo di ripensare il modello S. Michele, rivedendone anche la legge istitutiva? “Nei suoi 140 anni di vita San Michele ha compiuto un percorso virtuoso che lo ha portato ad essere un centro di riferimento di assoluta eccellenza in campo internazionale. Dobbiamo continuare su questa strada, migliorando ciò che può essere migliorato ma stando però attenti a non gettare il bambino con l’acqua sporca. Per la Fondazione Mach, ma ciò vale anche per gli altri nodi del sistema della ricerca trentino, occorre avviare un processo di valutazione approfondita delle ricadute pratiche sul territorio delle acquisizioni scientifiche e dei brevetti, nonché del rapporto tra gli investimenti e il Prodotto interno lordo.” L’intervista Agricoltura trentina e cooperazione sono legate da un vincolo secolare, che ha consentito di raggiungere traguardi importanti, essenziali per sorreggere la salvaguardia e lo sviluppo del settore agricolo. Le ultime vicende che riguardano il settore cooperativo testimoniano però gravissime criticità, che mettono in discussione metodi e strutture operative consolidate. Noi riteniamo che per allontanare lo spettro di altre crisi sia necessario a) recuperare la centralità del socio, trascurata dentro la crescita quantitativa di questi anni; b) fare attenzione alla qualità del management, non solo sotto il profilo della competenza professionale, ma anche di quella relazionale; c) rafforzare la progettualità della federazione e quindi le sue capacità di indirizzo e controllo, anche attraverso la crescita professionale degli operatori. Qual è il suo pensiero a riguardo di questi problemi? “Penso che il Trentino debba correre comunque a 2 velocità: mele, vino e latte sono settori chiamati a misurarsi con i competitors internazionali, ma per farlo hanno bisogno di un management strutturato che, per tradizione imprenditoriale trentina, è stato ed è rappresentato dal comparto cooperativo. Le considerazioni contenute della domanda sono condicio sine qua non a procedere su questa strada, e se errori o incidenti di percorso sono occorsi è perché queste regole non sono state rispettate. La seconda gamba sulla quale si regge il Trentino è invece quella rappresentata dai prodotti di nicchia e dalle tipicità, per gestire le quali l’imprenditorialità, l’intelligenza e la serietà dei produttori trentini stanno già dando ampia dimostrazione di saper raggiungere ottimi risultati. Su questo doppio binario intende correre, al loro fianco, anche la Provincia autonoma di Trento.” IL 12 E 13 APRILE LA FONDAZIONE MACH FESTEGGIA 140 ANNI Era il 12 gennaio 1874 quando la Dieta Tirolese di Innsbruck deliberò di attivare a San Michele all’Adige una scuola agraria con annessa stazione sperimentale per far rinascere l’agricoltura del Tirolo, affidandone la direzione qualche mese più tardi a Edmund Mach brillante ricercatore che proveniva del centro sperimentale di Klosterneuburg. La ricorrenza del 140esimo sarà celebrata per tutto l’anno, in particolare, sabato 12 aprile è prevista la cerimonia d’apertura e la conferenza “Da 140 anni nel futuro”, alla presenza di istituzioni e autorità. Alle 20, spettacolo mapping 3D sulle pareti millenarie dell’ex monastero agostiniano di San Michele, aperto a tutti. Domenica 13 aprile, dalle 10 alle 17 porte aperte con visite guidate alle strutture del campus e vari momenti di intrattenimento per grandi e piccini. www.fmach.it/140 La direzione e tutti i dipendenti e collaboratori della Confederazione Italiana Agricoltori del Trentino sono vicini ai famigliari per la perdita di SILVANO ZANDONAI, socio della nostra organizzazione. La direzione e tutti i dipendenti e collaboratori della Confederazione Italiana Agricoltori del Trentino sono vicini ai famigliari per la perdita di GILBERTO GADOTTI, socio della nostra organizzazione. 9 La direzione, tutti i dipendenti e collaboratori di CIA del Trentino sono vicini ai famigliari, nostri associati, per la perdita di FRANCESCA PEDROTTI. La direzione, tutti i dipendenti e collaboratori di CIA del Trentino sono vicini ai famigliari, nostri associati, per la perdita di LINA FACCENDA VED. DALVIT. La Sicra Trattori si rinnova! Per continuare a servire al meglio gli agricoltori trentini, forti della loro storia ed esperienza nel settore, i titolari Renato e Andrea Tarter – padre e figlio – hanno deciso di trasferire la loro sede nella zona industriale di Spini di Gardolo, in Via Linz 197. L’inaugurazione, svoltasi lo scorso 1 luglio, ha confermato l’immagine positiva che la società ha costruito in più di 40 anni di esperienza e servizio verso i propri clienti. I protagonisti di questa nuova sfida, coraggiosa in tempi non certo favorevoli, sono le due generazioni Tarter, che mettono a disposizione dei propri clienti la loro competenza, serietà, professionalità e cortesia. Sempre alla ricerca di nuovi partner, hanno confermato le prestigiose rappresentanze dei marchi Same e Deutz-Fahr, leader mondiale nella costruzione di trattrici agricole specialistiche o da campo aperto; Stoll, caricatori frontali; Kuhn, costruttore di grande qualità di macchine per la fienagione e lavorazione del terreno; Genesini, costruttore di atomizzatori stimato e apprezzato da molti agricoltori; Lotti, macchine per la lavorazione interfilare; Krpan, verricelli forestali e spaccalegna; Seppi e Zanon, trincia sarmenti; Macfruit, con i carri raccolta; Bernardi, rimorchi e verricelli forestali; Argnani e Monti, caricatori frontali; Corma elevatori; Dado Tank, con i suoi serbatoi per lo stoccaggio dei carburanti. Sono solo alcuni dei partner che Sicra Trattori offre alla propria clientela, certi di dare prodotti di qualità e affidabilità. Recentemente si è aggiunta la rappresentanza Weidemann, azienda tedesca conosciuta per la grande affidabilità che costruisce macchinari per la movimentazione di carichi, dentro e fuori l’azienda, utilizzabili sia su piazzali che in stalle, per impieghi edili o di servizi comunali. La Sicra Trattori garantisce una capillare assistenza tramite officine autorizzate che offrono un tempestivo intervento sul territorio provinciale, oltre alla propria officina per l’approntamento delle macchine. Al fine di riuscire a dare un’informazione commerciale su tutta la regione, la Sicra Trattori si avvale di una rete di propri agenti costantemente aggiornati, garantendo così risposte certe alle nuove e vecchie esigenze degli agricoltori. L’informazione di Sicra Trattori viaggia anche sul suo sito internet (www.sicratrattori.it), ed è presente anche su siti di importanza internazionale quali www.agriaffaires.com e www.farmerservice.net. La nuova sede ha stimolato nuovi investimenti e, sempre con il desiderio di fornire un miglior servizio, si è arricchita di nuovi mezzi e nuove risorse che verranno adibite ad un servizio ricambi a domicilio, con l’impegno di evadere l’ordine entro le 24 ore lavorative. Sicra Trattori vuole essere sempre di più al fianco degli agricoltori trentini e ha ancora voglia di arricchirsi di nuovo personale commerciale qualificato. L’azienda nei prossimi mesi sarà presente alla Lazzera di Lavis, alla fiera del 1° maggio a Cles, e all’Agriacma di Mezzocorona, a novembre. Domenica 16 marzo 2014 l’appuntamento è invece presso la nuova sede, per presentare a clienti e visitatori le novità del 2014. Dietro al successo di ogni azienda c’è un team affiatato. È per questo che la proprietà di Sicra Trattori vuole ringraziare i propri collaboratori e amici per l’impegno e la dedizione con cui hanno lavorato al trasferimento nella nuova sede e all’evento inaugurale, che ha registrato un clamoroso successo di pubblico. Ma un ringraziamento speciale va a tutti i nostri clienti, a tutti coloro che in questi anni hanno percorso un tratto di strada insieme a noi. Con l’augurio che il cammino che abbiamo davanti sia ancora lungo e ricco di soddisfazioni. L’intervista PIÙ SOLDI DALLA PAC Ma sulla questione degli agricoltori di montagna non ci sono ancora decisioni precise. Una breve chiacchierata con il sen. Franco Panizza, membro della Commissione agricoltura. di Michele Zacchi S ulle nostre pagine abbiamo dato grande spazio alle novità previste dalla nuova Pac. Oggi volgiamo lo sguardo al sud, verso Roma, per capire cosa sta facendo il governo per il comparto agricolo. Abbiamo incontrato il senatore Franco Panizza che è membro della Commissione agricoltura che ci ha sintetizzato l’esito (in qualche caso ancora parziale) dei lavori. “Questo governo è perfettamente consapevole del ruolo strategico dell’agricoltura italiana. È un settore che è in crescita e l’Italia ha una forte tradizione di eccellenza nel settore agroalimentare. Ma non è solo per questo che oggi c’è maggior attenzione ai contadini: tutti ormai capiscono che sono le sentinelle dell’ambiente e che la loro presenza garantisce la tenuta di un territorio già fin troppo sfregiato da ogni forma di speculazione. L’agricoltura italiana è un elemento determinante del successo del made in Italy, perché vendiamo ed esportiamo non solo prodotti ma anche l’immagine di un paese.” Ora però la concorrenza con i nuovi paese è durissima. “È vero, ma la nostra eccellenza giustifica i costi maggiori del comparto agricolo.” Cosa sta bollendo nella pentola parlamentare per questo settore? “Sappiamo che la nuova Pac porterà risorse aggiuntive ed un a boccata di ossigeno necessario per tutto il comparto. Si procederà anche a revisioni dell’esistente ma nella sostanza ci sono più soldi per tutte le regioni. Poi stiamo lavorando agli incentivi per le nuove imprese agricole giovanili. Dobbiamo sfruttare questa nuova passione per la campagna e siamo consapevoli che i giovani portano entusiasmo, capacità professionali e attenzione all’agricoltura biologica che è destinata ad avere un ruolo crescente. Le attività sono costanti per dare risposte concrete alle aziende che si incardineranno nell’allegato alla legge di stabilità che la ministra ci ha appena consegnato in via informale. Ciò che non è compreso nella Pac o nella legge di stabilità verrà affrontato dai disegni di legge già depositati in Parlamento.” E che ne sarà dell’agricoltore di montagna, quello che in moltissimi casi ricava dal campo un reddito aggiuntivo? “È vero che si parla dell’agricoltore attivo come unico destinatario delle risorse comunitarie, ma io ho sollevato la questione del- 11 Franco Panizza, Senatore membro della Commissione agricoltura l’agricoltore nelle aree montane sottolineando che proprio nei nostri territori questa figura mista, questo contadino un po speciale è indispensabile per garantire redditi, qualità di prodotto e difesa del territorio. In montagna, almeno in Trentino, è praticamente impossibile ampliare la dimensioni dei fondi agricoli a causa di prezzi altissimi dei terreni e se poi aumentiamo le tasse a chi svolge questo lavoro non facciamo un favore a nessuno. Possiamo solo disincentivare la voglia di lavoro agricolo. Io ed altri avevamo già fatto presenti queste osservazioni alla ministra, ci aveva promesso attenzione (che non abbiamo trovato nei testi che ci ha consegnato per l’approvazione) e proprio in questi giorni metterò nero su bianco le mie osservazioni alla ministra sul tema dell’agricoltura di montagna. Aggiungo, infine, che la tendenza legislativa è quella di favorire le esperienze agricole che puntano sulla qualità e salubrità dei loro prodotti.” Che tempi per tutto questo? “La Pac sta procedendo abbastanza spedita e ritengo che, se non ci sono intoppi “politici”, si possa arrivare in fondo al percorso entro l’estate. Ribadisco, in ogni caso, che l’attenzione alla montagna è marcata e che alle spalle abbiamo l’ottimo lavoro dell’on. De Castro.” Consumatori PARLIAMO DI CIBO E ALIMENTAZIONE “I prodotti italiani vanno tutelati, sempre.” Ne discutiamo con l’europarlamentare Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Dario Guidi, direttore del mensile Consumatori di Dario Guidi M i fa piacere condividere con voi alcune considerazioni sul mondo dell’agricoltura italiana, frutto di una intervista con Paolo De Castro, presidente della commissione agricoltura del Parlamento europeo. Considerato che, come gli spot Tv già da settimane ci stanno segnalando, l’Expo 2015 di Milano avrà proprio il cibo e l’alimentazione del pianeta come tema portante, è evidente che, come l’Italia intenda collocarsi in questo scenario mondiale, con che strategie e con che obiettivi è questione più che mai rilevante, per una economia che ha urgente bisogno di rilanciarsi. Il primo tema affrontato con De Castro è quello della preoccupazione per tutelare l’italianità dei prodotti che è molto sentita dai consumatori. Ma in un mondo sempre più globalizzato in cui le paure sembrano spingere qualcuno verso chiusure autarchiche, quale è la corretta impostazione rispetto a questo tema? “La tutela dei prodotti agroalimentari italiani di qualità è da garantire in ogni forma e con ogni strumento possibile. La preoccupazione dei consumatori nasce da una consapevolezza ormai acquisita del valore dei prodotti di eccellenza riconosciuto anche all’estero e per questo emulato. Il famoso “italian sounding” (prodotti che per nome e simboli grafici sulla confezione richiamano prodotti italiani) è certamente il fenomeno più dibattuto di questi tempi, fenomeno che all’interno dell’Unione europea è possibile debellare grazie a disposizioni mirate, mentre fuori dai confini europei il quadro è più complesso. Ciò non vuol dire che dobbiamo subire questo genere di usurpazioni in maniera passiva. Dobbiamo invece puntare di più sull’organizzazione e sulla presenza in quei mercati internazionali che chiedono a gran voce le eccellenze del made in Italy agroalimentare. Penso al Canada, con il quale l’Ue ha stretto proprio di recente un accordo di libero scambio che permetterà l’ingresso di numerosissimi prodotti a indicazione geografica italiani e garantirà la loro tutela dalle contraffazioni. Un accordo di grande portata che mi auguro possa fare da esempio ai negoziati tra Unione europea e Stati Uniti attualmente in corso”. E veniamo a un secondo tema: l’Italia non è autosufficiente sul piano delle produzioni agroalimentari e la superficie 12 destinata all’agricoltura è calata considerevolmente nel corso degli anni. Se e come si può invertire questa tendenza? “La non autosufficienza dell’Italia per quanto riguarda le produzioni agroalimentari ha un’origine geografica, legata alla prevalenza di zone collinari e montuose, caratteristica del nostro paese, e un’origine socio-economica che, nel tempo, ha visto passare i processi di urbanizzazione - e il relativo consumo di suolo - da necessità a eccesso. La sottrazione di aree all’agricoltura è oggi un fenomeno da limitare e regolare con attenzione, garantendo il fondamentale ruolo di questo settore nell’economia generale del nostro Paese. Se allarghiamo il ragionamento e usciamo dai confini nazionali, la terra sta infatti diventando una risorsa sempre più scarsa, da tutelare sul fronte ambientale, agricolo e idrogeologico. Oggi l’agricoltura e il cibo sono questioni strategiche sulle quali è necessario aprire un confronto di portata internazionale. Mi auguro che il pre- CONSUMATORI è la rivista rivolta ai soci Coop di 7 diverse cooperative (Coop Adriatica, Coop Estense, Coop Consumatori Nordest, Coop Reno, Coop Liguria, Coop Lombardia e Nova Coop) presenti in 10 diverse regioni italiane, dal Piemonte alla Puglia, passando per Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo e Basilicata). Consumatori ha una tiratura media superiore a 2 milioni e 200 mila copie ed è disponibile anche on line sul sito www.consumatori.e-coop Consumatori PSR AGEVOLAZIONI FISCALI PER L’ACQUISTO DI FONDI RUSTICI stigioso appuntamento di Expo 2015 possa essere il luogo deputato a questa riflessione non ulteriormente procrastinabile.” La nostra agricoltura è caratterizzata da molte produzioni di qualità (Dop e Igp) con una forte vocazione per l’export. Come difendere questa qualità sia sul piano delle politiche di sostegno ma anche come controlli rispetto a truffe e imitazioni? Come anticipavo prima, da oltre vent’anni l’Europa mette in campo politiche rivolte alla tutela e alla valorizzazione dei prodotti agroalimentari di qualità. Oltre ai marchi Dop e Igp, è stato approvato il nuovo regolamento sulle informazioni ai consumatori, estendendo l’obbligo di etichettatura di origine a tutti i prodotti zootecnici freschi. Misure rivolte alla tutela delle produzioni tipiche di qualità, distintive dei diversi territori, che garantiscono protezione a produttori e consumatori, oggi sempre più consapevoli e attenti ai valori materiali e immateriali dei prodotti che portano in tavola. Sul fronte dei controlli, all’interno dei paesi dell’Unione valgono regole ferree di tutela e salvaguardia che prevedono l’immediato ritiro di prodotti contraffatti o usurpazioni di marchi. Fuori dall’Unione bisogna puntare sulla presenza sui mercati e sulla promozione della qualità distintiva delle nostre eccellenze. Dalle quote latte al tema della produzione di zucchero l’Unione europea è stata vista in molti casi come chi ha posto limiti e vincoli pesanti alla nostra agricoltura. È stato davvero così? Non dobbiamo dimenticare da dove derivano le quote produttive di latte e zucchero. Tali strumenti di contenimento della produzione nascono con lo scopo di gestire l’offerta e di regolare un mercato caratterizzato da surplus produttivi. Oggi, in un’epoca di scarsità di risorse in cui torna a riproporsi lo spettro della food security, intesa come sicurezza degli approvvigionamenti alimentari, la politica agricola deve rispondere a nuove esigenze e prefiggersi nuovi obiettivi. In tale ambito, con la riforma che abbiamo approvato, la Pac continuerà a sostenere in maniera importante l’agricoltura di 28 paesi, destinando al settore quasi il 40% del budget pluriennale disponibile dell’Unione. È chiaro che in un quadro così diversificato certe specifiche misure possano trovare più o meno favore, ma è necessario trovare nuove soluzioni e pianificare politiche in grado di rendere più moderna la stessa agricoltura e più competitive le sue imprese. In questo senso il Parlamento europeo ha migliorato sensibilmente una proposta di riforma (della Commissione Ue, ndr) molto lontana dalle reali esigenze degli agricoltori europei”. AGEVOLAZIONI FISCALI PER L’ACQUISTO DI FONDI RUSTICI Bene per Coltivatori diretti e imprnditori agricoli professionali. Continua ad essere operante l’agevolazione fiscale conosciuta come Piccola proprietà contadina (Ppc). I coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali, iscritti nella gestione previdenziale agricola, quando acquistano terreni o fondi agricoli potranno usufruire di agevolazioni fiscali che prevedono il pagamento di un’imposta con aliquota 1% da applicare al valore del bene immobile acquistato, oltre a due tasse fisse di 200 euro ciascuna (aumentate dai E168 precedenti). L’aliquota ordinaria sino al 31 dicembre 2013 era fissata al 18%. La stessa legge ha previsto che i non coltivatori diretti o non imprenditori agricoli professionali assolvano l’imposta nella misura del 12% in luogo del 18%. Male per piccoli imprenditori in terreni montani. Tuttavia è doveroso ricordare che dal primo gennaio 2014 sono scomparse tutte le altre agevolazioni per l’acquisto di terreni agricoli e quindi anche quelle previste dal DPR 601/73 che consentiva nella nostra provincia l’acquisto di terreni da parte di coltivatori part-time con pagamento delle sole imposte ipotecarie e di registro in misura fissa (E168 cadauna). Il Senatore Franco Panizza ci ha inoltrato nel mese di dicembre scorso una informativa in cui afferma di aver ricevuto garanzie in sede governativa circa il fatto che queste agevolazioni saranno ripristinate. A oggi la cosa non è avvenuta. Di seguito il testo del comunicato pubblicato sul sito internet di Panizza. “Un ordine del giorno alla Legge di Stabilità presentato dal senatore del PATT Franco Panizza e dal collega della SVP Hans Berger accolto dal Governo, con il quale l’esecutivo si impegna politicamente a considerare la possibilità di mantenere le agevolazioni tributarie a favore dei contadini di montagna. È accaduto ieri notte in Commissione Bilancio in Senato, durante l’esame degli emendamenti alla Legge di Stabilità.” PSR: AL TRENTINO 301,5 MILIONI NEL PROSSIMO SETTENNIO Il formale riconoscimento nella nuova PAC 2014-2020 da parte della Commissione e del Parlamento europei del valore e delle peculiarità dell’agricoltura di montagna ha trovato conferma a Roma nell’approvazione da parte della Conferenza delle Regioni del riparto dei Fondi europei per lo sviluppo rurale 2014-2020, un nuovo modello di suddivisione delle risorse che premia il Trentino con 31,5 milioni di euro in più per il Piano di sviluppo rurale, al quale si aggiungono altri 3,5 milioni derivanti dalla riduzione della compartecipazione provinciale dai 54,5 milioni del settennio precedente 2007-2013 ai 51 milioni che Trento metterà a disposizione nel periodo della prossima programmazione 2014-2020 della PAC. Soddisfazione da parte del presidente della Provincia Ugo Rossi e dell’assessore all’agricoltura Michele Dallapiccola. (Fonte: Ufficio Stampa PaT). 13 Codipra ag. Cooperazione Rapporto RAPPORTO AGRICOLTURA 2010 2012 (TERZA PARTE) Concludiamo, in questo numero del nostro giornale, la presentazione dei passaggi più significative dell’ultimo Rapporto sull’Agricoltura trentina. Ricordiamo ai nostri lettori che nel nostro sito (www.cia.tn.it) possono trovare il Rapporto completo Ovicaprini L’allevamento ovicaprino in Trentino si è mantenuto e recentemente sviluppato nelle zone dove sono presenti pascoli di montagna e non solo in adiacenza delle aziende. Nel corso degli ultimi anni si è registrato un incremento degli allevamenti di capre da latte, a fronte di una diminuzione degli allevamenti più piccoli. Una parte di questi allevamenti conferisce il latte ai caseifici sociali, mentre l’altra trasforma il latte direttamente in azienda. Le aziende caprine in Trentino sono 284 con 5.526 capi allevati. Il trend di crescita del settore, che attualmente vede una produzione di circa 8.500 quintali di latte (variazione del 46% rispetto al 2000), è stato favorito dall’assenza di quote latte, forte vincolo per il settore bovino (Tabella 27). Permangono alcune difficoltà legate alla vendita dei capretti, la cui valorizzazione economica è fortemente legata al periodo pasquale. Gli allevamenti di pecore da latte sono circa 247, con una produzione di latte costante di 300 quintali all’anno e 27.362 capi allevati; generalmente trasformano il prodotto in proprio e lo commercializzano direttamente. Tabella 27 - Produzione di latte in quintali Caprino 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 5.800 5.800 5.000 5.000 6.600 6.800 7.650 8.000 8.000 8.500 8.500 300 300 300 300 300 Ovino Fonte: ISTAT L’allevamento ovino si distingue in allevamento stanziale, che rappresenta il maggior numero di aziende, e allevamento transumante che rispecchia una realtà storica ampiamente fissata nella nostra tradizione. Proprio in quest’ultimo settore si è assistito, negli ultimi anni, ad un ricambio generazionale che, per il solo 2011, ha visto la richiesta ad iniziare l’attività del pastore di ben tre giovani attraverso il premio insediamento del PSR (Misura 112). La Provincia Autonoma di Trento da quasi un decennio promuove azioni di salvaguardia delle razze ovicaprine autoctone in via di estinzione come la Capra Bionda dell’Adamello (nel PSR dal 2003), la Pecora Tingola e la Capra Mochena (nel PSR dal 2005). L’efficacia di tali azioni è evidente nell’incremento del numero di capi allevati. Basti pensare che prima del 2005 venivano allevati circa 70 capi di Capra Bionda dell’Adamello e Capra Pezzata Mochena e 80 capi per la Pecora Tingola , mentre nel 2012 troviamo la presenza di 160 capi per la Capra Bionda dell’Adamello, 170 capi per la Capra Pezzata Mochena e ben 530 capi per la Pecora Tingola. 15 Rapporto ag. Orticoltura e Mais da granella La coltivazione degli ortaggi è da sempre praticata in Trentino a livello familiare per l’autoconsumo, tuttavia in alcune aree ha raggiunto le dimensioni di una vera attività economica, costituendo una fonte integrativa al reddito aziendale diventando, in alcuni casi, l’attività agricola principale. Le aree principalmente interessate sono la Val di Gresta, dove sono presenti varie specie orticole coltivate prevalentemente con metodi di produzione biologica, e le Valli Giudicarie, dove si concentra la coltivazione della patata (130 ha) sia per il consumo fresco che da seme. Per quanto riguarda quest’ultima, le produzioni medie variano tra i 320-330 q/ha nelle Giudicarie e i 150 q/ha nei territori montani della Valle di Gresta. Tali valori portano ad avere per la pataticoltura una PLV media che si attesta tra i 7 mila e i 9 mila `/ha 2. La produzione è conferita per circa l’80% nelle strutture cooperative, mentre la restante parte è commercializzata direttamente dai privati. Nel 2012 sono stati conferiti al consorzio COPAG di Dasindo circa 27.500 quintali di patate di cui 2.000 circa da seme (metodo di produzione integrata) ed al Consorzio Ortofrutticolo Valle di Gresta di Ronzo Chienis circa 6.000 quintali (metodo di produzione biologica). A seguito delle intense piogge che hanno seguito la semina primaverile ed alla siccità estiva, le produzioni 2012 hanno avuto una contrazione del 25% circa rispetto a quelle dell’anno precedente. La coltivazione di ortaggi a foglia è concentrata nella Valle di Gresta, dove tra privati e soci del Consorzio la produzione ammonta a 18-20.000 quintali, ottenuti per l’80% secondo il metodo biologico. Lungo l’asta dell’Adige assume rilevanza soprattutto la coltivazione dell’asparago bianco (20 ha) che trova a Zambana il cuore della produzione. Per un dettaglio sulla produzione orticola in termini di superficie investita e quantità prodotte, si rimanda alla Tabella 9 dell’Allegato statistico. Per quanto riguarda il mais da polenta sono coltivate due varietà locali di grande qualità: il “Nostrano di Storo” e lo “Spin di Caldonazzo” recentemente riscoperto in Valsugana. Assai diffuse fino agli anni ’50, le due varietà sono attualmente coltivate su una superficie complessiva di quasi 300 ettari, concentrati per larga parte nella Valle del Chiese, dando buone soddisfazioni ai produttori3. Parallelamente si coltivano circa 1.500 ettari di mais da trinciato destinato all’allevamento del bestiame, principalmente nella piana del Lomaso. Al fine di incrementare la sostenibilità ambientale della coltivazione del mais sarebbe necessario sviluppare un percorso di collaborazione e sinergia tra le diverse aree per attuare i necessari processi di rotazione nella corretta coltivazione tra le colture orticole, patata e mais. La liquidazione media ai soci nelle ultime annate si attesta tra i 0,25-0,30 `/kg per le patate da produzione integrata e circa 0,50 `/kg per le patate ottenute con il metodo biologico. Il liquidato medio ai soci della Cooperativa Agri90 di Storo per il mais da granella è di 90 `/q. 2 3 16 Rapporto ag. Olivo L’arrivo dell’olivo nel bacino del lago di Garda avviene a seguito della colonizzazione romana nel periodo imperiale4. Nell’ambiente alto gardesano l’olivo si è diffuso nella fascia pedemontana, in terreni poco fertili e siccitosi, in virtù della sua adattabilità e capacità di economizzare acqua. La limitata resistenza al freddo invernale (-7 -8 °C), ha fatto si che la coltivazione si consolidasse nell’area di mitigazione del lago di Garda, in posizioni di bassa collina. La coltivazione è condotta con mezzi e metodi a ridotto impatto ambientale che permettono di produrre olive sane e olio salubre in un ambiente naturale. La gestione del suolo è fatta con sfalci dell’erba e lavorazioni meccaniche del terreno, i fertilizzanti impiegati sono principalmente di origine organica, la potatura è eseguita manualmente e tende alla massima insolazione della chioma, all’equilibrio vegetativo e produttivo e alla semplificazione delle lavorazioni. Da dodici anni è in atto un’azione collettiva di difesa dalla Bactrocera oleae (mosca olearia) mediante la cattura di massa degli adulti di questo insetto, molto dannoso per le olive (trappole attrattive ed esche proteiche). La difesa da insetti e malattie è condotta utilizzando sali di rame, olio di paraffina e Bacillus thuringensis. La raccolta delle olive è l’operazione che richiede il maggiore impiego di manodopera ed è eseguita prevalentemente mediante brucatura direttamente dalla pianta o facendo uso di agevolatori a pettine. La produzione media di olive nell’ultimo quinquennio è di circa 15.000 quintali, dai quali sono ricavati circa 2.500 quintali di olio extra vergine (Tabella 10 dell’Allegato statistico). Circa il 70% dell’olio prodotto è autoconsumato in ambito familiare dagli olivicoltori. L’olivicoltura dell’Alto Garda e della Valle dei Laghi è riconosciuta in ambito comunitario quale zona a Denominazione di Origine Protetta per la produzione dell’olio extra vergine di oliva ‘’Garda Trentino’’. I principali punti di forza della filiera sono rappresentati dalla presenza dell’importante area vocata limitrofa al lago di Garda, l’elevata qualità del prodotto, che si caratterizza per la differenziazione attraverso blend o produzioni monovarietali, il forte legame con il territorio di origine e la conseguente tracciabilità del prodotto, nonché la diffusa presenza di prodotto certificato DOP Garda Trentino e produzioni biologiche, nonchè la presenza di una cooperativa di raccolta e vendita del prodotto. Fra i punti di debolezza, il principale è rappresentato dalla scarsa offerta del prodotto in termini quantitativi e la frammentarietà delle aziende, di piccole e piccolissime dimensioni, che creano difficoltà di coltivazione ed alti costi di produzione. Le opportunità che dovranno essere utilizzate per il rilancio del comparto sono la base varietale, che può permettere un’ulteriore differenziazione del prodotto, la maggior sensibilità del consumatore verso le produzioni di qualità e le sinergie positive che si possono instaurare con la gastronomia e il turismo rurale. Le minacce sono principalmente legate alla crescente competizione con altre produzioni europee e la possibile standardizzazione del prodotto.Nel prossimo futuro sarà fondamentale promuovere l’espansione della produzione attraverso nuovi e razionali impianti e valorizzare il ruolo multifunzionale di tale produzione agroalimentare per i riflessi ambientali e paesaggistici che produce. 4 Documenti scritti che testimoniano di una coltivazione ormai consolidata dell’olivo nella parte settentrionale del Benaco risalgono al IX secolo e per la parte trentina all’inizio del XII secolo. 17 Rapporto ag. Castagno L’andamento delle superfici coltivate a castagno negli ultimi anni è rimasta sostanzialmente costante sui 240 ettari mentre le produzioni, risentendo fortemente delle influenze climatico-ambientali, presentano notevoli oscillazioni, con una produzione minima nel 2012 pari a 600 quintali (Tabella 10 dell’Allegato statistico). Nell’ultimo ventennio, grazie ad un incremento della domanda di castagne locali, favorita da iniziative promozionali attuate da alcune Comunità (Drena, Roncegno, Castione, Centa San Nicolò), si è assistito ad una confortante ripresa di interesse per il settore, con il recupero di superfici castanicole abbandonate. La coltura del “Marone Trentino” è praticata attivamente in Valsugana e Tesino, Valle dell’Adige e Val di Cembra, Vallagarina, Valli Giudicarie, Alto Garda e Ledro. Gli operatori agricoli dichiaranti il possesso di superfici a castagneto (specializzato o abbandonato) sono circa 170 per una superficie complessiva di 640 ettari, 240 dei quali a castagneto specializzato. Il 90% del prodotto è commercializzato fresco, cui si affianca la trasformazione a carattere artigianale e su scala limitata (essiccazione, farina di castagne, conserva, frutta glassata, sciroppata e sotto spirito). Principale punto di forza per il settore è l’elevata presenza di associazionismo e cooperazione che consentono l’aggregazione dell’offerta e la gestione unitaria delle iniziative di marketing e promozione. Inoltre, come per l’ulivo, la coltura può essere agilmente inserita in attività di diversificazione delle attività aziendali. I punti di criticità sono quelli comuni al settore agricolo montano locale: le difficoltà di accesso e lavorabilità, legate alle pendenze accentuate, oltre a incidere sul costo di produzione, ostacolano l’introduzione della meccanizzazione per le operazioni colturali, raccolta in primo luogo. Inoltre, la produttività della coltura risente fortemente dell’andamento climatico, elemento che ostacola la definizione di precise strategie commerciali. Le potenzialità di sviluppo sono notevoli, considerando la vastità di estensione passata della coltura nel nostro territorio. Su questo fronte, sarebbe fondamentale promuovere ulteriori progetti di recupero e mantenimento delle aree castanicole. Altri aspetti fondamentali su cui bisognerà porre particolare attenzione nel futuro sono: supportare la diffusione del Torymus sinensis (utile per il controllo biologico del Dryocosmus kuriphilus o Cinipede galligeno del castagno), ampliare l’offerta formativa e informativa, favorire la realizzazione di eventi, ampliare e sostenere le produzioni attraverso innesti, vivaismo e potature. Apicoltura Il patrimonio apistico trentino è curato in gran parte da hobbisti e semiprofessionisti, in aziende di piccole dimensioni, non specializzate e diffuse sul territorio. Nei primi anni ’90, il numero degli alveari in Trentino ammontava a 22.221. Nel periodo 1994-1998, a seguito della diffusione della Varroa destructur5, il patrimonio apistico si è ridotto notevolmente, passando a 15.795 alveari (-23,5%). A partire dal 2001, grazie anche all’applicazione del Reg. (CE) n. 1234 del 2007, vi è stato un recupero del patrimonio ai livelli antevarroa, arrivando a contare 24.692 alveari censiti nel 2011 (+25%) (Tabella 11 dell’Allegato statistico). La produzione media provinciale per alveare è di circa 10-15 Kg di miele e la produzione lorda vendibile (PLV) è stimata tra 980.000 e 1.000.000 euro (vendita prodotti strettamente apistici). L’origine botanica è la variabile che 5 Acaro parassita esterno, che attacca le api Apis mellifera e Apis cerana. Endemica in tutti gli alveari ove è presente il parassita non consente alcuna cura risolutiva. 18 CIA Rapporto ag. influenza maggiormente sia le caratteristiche organolettiche e sensoriali del miele che il prezzo di vendita. Attualmente in Trentino si producono principalmente cinque tipi di miele: acacia, castagno, rododendro, melata e millefiori. Tra i principali punti di forza del settore va sottolineato il forte legame con il territorio e l’eterogeneità ambientale del Trentino che consente un’ampia diversificazione del prodotto miele. Inoltre, l’attività apistica ben si presta ad un’agricoltura multifunzionale (es. agricoltura sociale e attività ambientali ed educative) e rappresenta una buona opportunità per le aree marginali, dove può costituire un’integrazione di reddito grazie a prodotti di pregio ad alta remunerazione. La limitata dimensione aziendale e la presenza di numerosi hobbisti che ha forti conseguenze sulle capacità organizzative del settore, sui costi di produzione e sulla possibilità di adeguamento delle strutture di trasformazione sono tra i principali punti di debolezza. Infine, va segnalato che la mancanza di continuità e scalarità nelle fioriture determinata dalle colture specializzate su vaste aree del territorio trentino crea “vuoti di pascolo” per le api. Nel corso degli anni, in favore del settore sono state attivate numerose azioni previste dal Reg. (CE) n. 1234 del 2007 (OCM unica), fra le quali: corsi di formazione ed aggiornamento, assistenza tecnica, azioni di comunicazione, mappatura delle aree nettarifere, spese per le analisi chimico-fisico, acquisto di attrezzature (Tabella 14 dell’Allegato statistico). Per tentare di dare una risposta al complesso fenomeno delle morie di api verificatesi nel periodo 2006-2007, dal 2009 il Ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali ha finanziato uno specifico progetto di ricerca. La messa a punto di una rete di monitoraggio in tutto il territorio nazionale ha permesso di raccogliere informazioni sulla stato di salute delle famiglie di api e valutare l’esposizione delle api alle sostanze tossiche6 (cfr. progetto APE-NET ora progetto BEE-NET). Anche sul territorio provinciale è presente un modulo della rete, costituito da cinque apiari, composti da 10 arnie ciascuno. L’attività di controllo sanitario già dispiegata dall’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari è stata ulteriormente potenziata e integrata attraverso la predisposizione del “Piano di controllo delle malattie che colpiscono le famiglie di api, in particolare la peste americana, presenti sul territorio provinciale”. Tale iniziativa ha richiesto un ulteriore stanziamento di Euro 63.800,00 (deliberazione della GP n. 1396 del 28/06/2012). Nel corso del 2012, la Giunta ha approvato anche il regolamento di esecuzione della LP n. 2 dell’11 marzo 2008 - Norme per la tutela e la promozione dell’apicoltura. Tra le novità più importanti si segnalano la sostanziale modifica delle norme per la denuncia degli alveari e le norme per promuove l’allevamento dell’Apis mellifera carnica, adatta ai climi freddi, dell’Apis mellifera ligustica più adatta a climi temperati. Le azioni a favore dei singoli apicoltori attuate nell’ambito del programma provinciale di attuazione del Reg. 1234/07 riguardano l’acquisto di attrezzature per l’esercizio del nomadismo, l’acquisto di arnie nonché l’acquisto di macchine, attrezzature e materiali vari per l’esercizio del nomadismo. Nel periodo 2008-2012 è stato finanziato l’acquisto di arnie da nomadismo con un contributo del 60 % su una spesa massima ammissibile per singola arnia di ` 90,00 IVA esclusa. 6 In applicazione alla Direttiva (CE) n. 21 del 12 marzo 2010. 19 CAF-Agriverde NOTIZIE DAL CAF a cura di Nadia Paronetto (responsabile CAF-CIA Agriverde) IUC - IMPOSTA UNICA COMUNALE Dopo essere stata più volte modificata e aver cambiato nome svariate volte, è stata definita l’imposta che si pagherà sugli immobili nel 2014. È la IUC, l’Imposta unica comunale, che è basata su due presupposti impositivi: 1. possesso di immobili, collegato alla relativa natura e valore; 2. erogazione e fruizione dei servizi comunali. La IUC è costituita da tre componenti: 1 IMU - dovuta dal possessore degli immobili; 2 TARI - tassa sui rifiuti (sostituisce la Tares); 3 TASI - tributo per i servizi indivisibili, destinato a finanziare la copertura dei costi relativi ai servizi indivisibili del Comune; Non sappiamo ancora però quanto pagheremo e quando: saranno i Comuni a deliberare un apposito regolamento per disciplinare l’applicazione della IUC: riguardo alle aliquote e ad eventuali riduzioni ed esenzioni di TARI e TASI, ed anche riguardo le date per i versamenti. L’IMU, che non si pagherà più per l’abitazione principale (tranne che per gli “immobili di lusso”), andrà versata nelle solite date: entro il 16 giugno la prima rata, ed entro il 16 dicembre la seconda. Purtroppo non è detto che le date di versamento della TASI e della TARI siano le stesse dell’Imu e nemmeno le stesse tra loro: spetta al Comune individuare il numero delle rate (almeno 2) e le relative scadenze. Non saranno solo i proprietari degli immobili a pagare la IUC, almeno per due delle componenti dell’imposta: • l’IMU è dovuta dal proprietario; • la TARI è dovuta dal detentore dell’immobile. Il presupposto è il possesso di locali suscettibili di produrre rifiuti urbani. La superficie assoggettabile all’imposta è quella calpestabile; • la TASI è dovuta in parte dal proprietario e in parte dal detentore dell’immobile. Il presupposto è il possesso/detenzione a qualsiasi titolo di fabbricati, compresa l’abitazione principale, aree edificabili a qualunque uso adibiti. Nel caso in cui l’unità immobiliare sia occupata da un soggetto diverso dal proprietario, entrambi sono tenuti al pagamento di una quota dell’imposta. La quota dell’occupante è stabilita dal Comune fra il 10% ed il 30% dell’ammontare complessivo; il residuo è dovuto dal titolare del diritto reale. La base imponibile della TASI corrisponde a quella prevista ai fini IMU. L’aliquota di base del20 la TASI è pari all’1‰ e per il 2014 l’aliquota massima non può superare il 2,5‰. Il Comune potrà determinare l’aliquota, ma la somma tra la stessa e l’aliquota IMU non deve essere superiore all’aliquota IMU massima statale al 31 dicembre 2013, il 10,6‰. Considerando che l’aliquota base dell’IMU per l’abitazione principale era del 4‰, con una detrazione fissa di E 200,00, se un comune decidesse di applicare l’aliquota del 2,5‰, la TASI potrebbe rivelarsi, in alcuni casi, più onerosa dell’IMU. IMPORTANTE: SPESOMETRO PER GLI AGRICOLTORI ESONERATI Ricordiamo agli agricoltori in regime di esonero, con un volume d’affari sotto i 7.000 E, che è stato introdotto anche per loro l’obbligo dell’invio all’Agenzia delle Entrate dell’elenco delle operazioni rilevanti ai fini Iva,l’elenco clienti/fornitori. Lo spesometro è obbligatorio, per cui invitiamo tutti gli agricoltori che si trovano in questa categoria a a ricercare tutte le fatture di acquisto e le autofatture di vendita relative al 2013 per portarle presso i nostri uffici, assieme alla carta d’identità, entro la metà di febbraio. Assistenza legale Ricordiamo ai gentili lettori che la Confederazione Italiana Agricoltori mette gratuitamente a disposizione dei propri associati (in regola con il pagamento delle tessera associativa) un consulente legale secondo i seguenti orari e previo appuntamento: TRENTO - Via Maccani, 199 tutti i giovedì dalle 16.30 alle 18.00 Avv. Andrea Callegari CLES - Via Dallafior, 40 il primo lunedì del mese dalle 14.00 alle 15.30 - Avv. Piergiorgio Sandri il secondo giovedì del mese dalle 14.00 alle 15.30 - Avv. Lorenzo Widmann CAA NOTIZIE DAL CAA a cura di Stefano Gasperi (Responsabile CAA-CIA) PREMIO DI INSEDIAMENTO GIOVANI E AGEVOLAZIONI COLLEGATE. A RISCHIO PER CHI COMPIE I 40 ANNI NELL’ANNO IN CORSO Il ritardo con cui verrà sicuramente attivato il Piano di Sviluppo Rurale programmazione 2014-2020 potrebbe avere dei risvolti pesanti per quei giovani che intendono insediarsi professionalmente in agricoltura ma che compiono i 40 anni nel corso del 2014. L’ultimo bando sulla misura 112 (insediamento giovani) attivato nella primavera 2013 prevedeva infatti, l’impossibilità di presentare domande di accesso al premio dopo la chiusura dello stesso bando, segnando in questo senso una discontinuità rispetto agli anni precedenti in cui la presentazione della domanda era possibile anche in assenza di un bando aperto. Pertanto non è più consentito, a chi compirà i 40 anni di età nel 2014, l’accesso al premio e la priorità nell’accesso agli interventi economici a sostegno degli investimenti aziendali. Le domande di premio insediamento presentate da giovani sono quantificabili in una media di 100 per anno. Non sono quantificabili invece i numeri di chi compirà i 40 anni nel 2014 (o nei mesi fino all’autunno giacchè è possibile che un bando si riesca ad aprire verso fine anno). Potremmo sti- mare queste persone in 10 forse 15. Ma saranno persone che perderanno per sempre la possibiltà di acesso al premio e, probabilmente, saranno aziende che non potranno nascere e persone che non potranno occuparsi in agricoltura. Per questo il CAA CIA ha inviato (lo scorso 7 gennaio) una richiesta di informazioni e un’invito a i responsabili del Servizio Agricoltura e dell’APPAG affinchè si attivino in tempi brevi per affrontare il problema. ACCORDO RAGGIUNTO PER RIPARTIRE I FONDI PSR È stata perfezionata l’intesa per la ripartizione della dotazione nazionale del Secondo pilastro della pac, a disposizione per il settennio 2014-2020, il cui massimale sarà più ricco rispetto a quello della passata programmazione. Per la prima volta sono state istituite misure che saranno attivate a livello nazionale, come ad esempio la gestione del rischio, inoltre è prevista una diversificazione dei tassi comunitari di cofinanziamento che premia le Regioni più virtuose. Nel complesso i fondi europei che saranno girati all’Italia aumenteranno a 10,4 miliardi di euro, ai quali bisognerà aggiungere le quote di finanziamento statale e regionale, grazie alle quali il budget complessivo rad- doppierà. Soddisfatto il ministro De Girolamo: «Si tratta di un risultato di grande rilievo perché permetterà alle Regioni di avviare al più presto la nuova programmazione e al Ministero di concentrare l’attenzione su misure di grande importanza strategica particolarmente attese dal mondo produttivo, come la gestione delle crisi». CARBURANTE AGEVOLATO: TAGLIATE DEL 15% LE ASSEGNAZIONI 2014 Diventa veramente difficile fornire un’informazione corretta agli agricoltori e ai cittadini in questi periodi di irresponsabilità politica nei riguardidegli impegni assunti. Alla fine 2012 era stata imposta al settore primario una decurtazione delle assegnazioni di carburante agricolo agevolato a valere per gli anni successivi. Nell’ambito della legge di stabilità per l’anno 2013 è stata infatti emanata la disposizione, con l’intento di aumentare il gettito fiscale, di ridurre i parametri dell’ettaro coltura del 10% per l’anno 2013 e del 5% per gli anni dal 2014 in poi (comma 517: a decorrere dal 1º gennaio 2014, i consumi medi standardizzati di gasolio da ammettere all’impiego agevolato sono ridotti del 5 per cento. Limitatamente all’anno 2013 i consumi medi standardizzati di cui al periodo precedente sono ridotti del 10 per cento.). Un anno dopo, applicato il taglio previsto del 10% sulle assegnazioni 2013, si è pensato bene di rimangarsi quanto definito per il 2014 e imporre una nuova stretta nelle concessioni che porterà l’assegnazioni ad un taglio del 15% (tre volte quanto delibertao con legge solo un’anno prima). REDDITO SOCIETÀ AGRICOLE CONFERMATO SU BASE CATASTALE Confermato infine per le società agricole anche diverse dalle società semplici la possibilità di determinare il reddito su base catastale. Si rimedia così alla scelta miope della precedente legge di stabilità che prevedeva che questa opzione cessasse col 2015, in altre parole l’anno d’imposta 2014 sarebbe dovuto essere l’ultimo anno il cui le società agricole costituite sotto forma di Snc, Sas, Srl o Cooperative determinavano il reddito su base catastale. 21 TCS CORSI DI FORMAZIONE ANNO 2014 a cura di Francesca Eccher e Francesca Tonetti Elenchiamo le iniziative formative che verranno attivate dal nostro ente nel 2014. È in corso la programmazione dei calendari e delle sedi delle singole iniziative. Per rimanere costantemente aggiornati sui corsi in partenza è possibile consultare il sito www.cia.tn.it, alla Sezione Servizi alle imprese-FORMATIVI. PIANO DI SVILUPPO RURALE 2007-2013 PROGETTO ANNUALE DI FORMAZIONE - 2014 • RECUPERO DEI MURI A SECCO: ANTICA TECNICA CHE HA PLASMATO IL TERRITORIO • AGRICOLTURA BIODINAMICA: FORMAZIONE DI BASE • COLTIVAZIONE E PRIMA TRASFORMAZIONE DELLE PIANTE OFFICINALI CORSI A CATALOGO • RSPP DATORE DI LAVORO - Responsabile Servizio Sicurezza e Protezione dei Rischi - medio rischio • AGGIORNAMENTO RSPP DATORE DI LAVORO - Responsabile Servizio Sicurezza e Protezione dei Rischi - medio rischio • ADDETTI AL PRIMO SOCCORSO • AGGIORNAMENTO PRIMO SOCCORSO • ANTINCENDIO MEDIO RISCHIO • AGGIORNAMENTO ANTINCENDIO MEDIO RISCHIO • AGGIORNAMENTO HACCP • altri corsi a partire da specifiche esigenze !!!NOTIZIA APPENA PERVENUTA IN REDAZIONE!!!: la Fondazione Edmund Mach realizza corsi in materia di sicurezza con risorse pubbliche (PSR). Per informazioni: ref. Carla Samonati 0461/615479 - carla.samonati@fmach.it PIANO DI SVILUPPO RURALE - ASSE 4 LEADER INIZIATIVE COFINANZIATE DA FEASR E DA FONDI STATALI E PROVINCIALI I seguenti corsi vengono realizzati tutti in Val di Sole • CORSO DI INTRODUZIONE ALL’AGRICOLTURA BIODINAMICA • LA CREAZIONE DI UNA FILIERA DI CEREALI BIO IN VAL DI SOLE • seminario ALLEVAMENTO DEL CONIGLIO CON METODO TRENTINO: IL RECUPERO DI TRADIZIONI ANTICHE PER UNA PRODUZIONE LOCALE DI QUALITÀ • PIANTE OFFICINALI SPONTANEE E COLTIVATE: PERCORSO DI AVVICINAMENTO • ESPERIENZE DI VALORIZZAZIONE MULTIFUNZIONALE PER IL SETTORE DELLE MALGHE • L’INFORMATICA PER GLI OPERATORI AGRICOLI. STRUMENTI PER CREARE UN GESTIONALE DATI: POTENZIALITÀ DEL FOGLIO DI CALCOLO. • L’INFORMATICA DI BASE PER GLI OPERATORI AGRICOLI • ORTICOLTURA BIOLOGICA: IL CAMPO, IL MERCATO, LA TAVOLA • L’ALLEVAMENTO DELLA PECORA IN AREA MONTANA • seminario OPPORTUNITA’ PER LO SCAMBIO DI MANODOPERA E DI MACCHINARI IN AGRICOLTURA. UN NUOVO MODO DI OPERARE, IN ESENZIONE FISCALE E NEL PIENO RISPETTO DELLA NORMATIVA • LA VAL DI SOLE IN TAVOLA. CORSO DI CUCINA SULLA VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI LOCALI: PREPARAZIONE, ABBINAMENTO E PRESENTAZIONE. • INGLESE PER IL TURISMO - LIVELLO INTERMEDIO. ESSERE MAGGIORMENTE COMPETITIVI GRAZIE ALLA CONOSCENZA DI UNA LINGUA STRANIERA • KONVERSATION: LA LINGUA TEDESCA NELLA VITA QUOTIDIANA PERSONALE E PROFESSIONALE • TECNICA DI TRASFORMAZIONE DELLA CARNE DI MAIALE Per ricevere ulteriori informazioni e per segnalare il proprio interesse a partecipare ai corsi contattare TCS Agriverde-CIA Srl, con sede in via Maccani, 199 a Trento, tramite mail tcsformazione@cia.tn.it o tramite telefono 0461.1730452. 23 ÛÃÌÀ Ã> > ÃiÀÛâ CODIPRA TCS ................... CONVOCAZIONE ASSEMBLEE PARZIALI ANNO 2014 A norma dell’art.18 dello Statuto Sociale, degli artt.1, 7, 8, 9, 10 del Regolamento Interno, i signori Soci sono convocati alle Assemblee parziali del Consorzio Difesa Produttori Agricoli Co.Di.Pr.A. nelle località e nei giorni indicati nel sottostante calendario analitico, con il seguente ORDINE DEL GIORNO PARTE ORDINARIA • Presentazione delle seguenti materie che saranno oggetto dell’Assemblea Generale: • Relazione del Presidente; • Attività economiche 2013; • Programma attività 2014; • Iniziative di difesa collettiva delle produzioni e delle strutture; • Fondi di mutualità; • Varie ed eventuali • Elezione dei Delegati per lo svolgimento dell’Assemblea Generale. PARTE STRAORDINARIA • Modifica Statuto Sociale. DATA ORA COMUNE RECAPITO 28 gennaio 2014 17,00 COMANO TERME presso CO.PA.G. - Dasindo - Comano Terme 28 gennaio 2014 17,00 RIVA DEL GARDA presso AGRARIA RIVA - Via S. Nazzaro 4 - Riva del Garda 29 gennaio 2014 17,00 MEZZOCORONA presso le Cantine Rotari - “Cittadella del Vino” - Via del Teroldego - Mezzocorona 29 gennaio 2014 17,00 TRENTO 30 gennaio 2014 17,00 PREDAZZO 30 gennaio 2014 17,00 CALDONAZZO 31 gennaio 2014 17,00 ROVERETO 03 febbraio 2014 17,00 TAIO presso la Circoscrizione n. 11 - “Sala Auditorium” Via Perini 2 - Trento Presso Sala A.S.L. - Distretto Sanitario - Corso Degasperi Predazzo presso AGRARIA CALDONAZZO C.A. - Via Brenta, 38 Caldonazzo presso S.A.V. - Loc. S. Ilario - Rovereto presso CO.CE.A. - Magazzino di Taio - Via Roma - Taio 04 febbraio 2014 MALE’ presso il Municipio - Piazza Regina Elena - Male’ 04 febbraio 2014 DENNO presso la Cassa Rurale - Via Battisti, 11 - Denno 05 febbraio 2014 CLES presso la Cassa Rurale di Tuenno - Via Marconi, 58 Centro Direzionale - Cles PRECISIAMO CHE IN PRIMA CONVOCAZIONE LE ASSEMBLEE SONO CONVOCATE NELLA STESSA SEDE, LO STESSO GIORNO PREVISTO PER LA SECONDA CONVOCAZIONE TUTTE ALLE ORE 05.00. Il Presidente del Consiglio di Amministrazione Giorgio Gaiardelli 25 Agrigelateria TRE ANNI DI SUCCESSI PER GLI “APERITIVI FILOSOFICI” PRESSO L’AGRIGELATERIA LA CA’ SUL LAGO di Luisa Dallafior, Assessore alla Cultura del Comune di Baselga di Pinè T ra le proposte estive dell’altopiano di Pinè, stanno riscuotendo un particolare successo gli aperitivi filosofici, organizzati presso l’Agrigelateria La Cà sul lago della Fam. Ioriatti sul lungolago, in collaborazione con la locale biblioteca comunale. Nati quasi come una scommessa, quella di coniugare il tempo libero delle vacanze estive con la riflessione su tematiche filosofiche e sociali, hanno subito incontrato il favore di un pubblico attento e interessato, che ha riscoperto l’attualità della filosofia e la voglia di incontrarsi in un ambiente ospitale ed accogliente. Questi incontri sono stati proposti per il terzo anno consecutivo, e con quest’anno è terminata la trilogia che ha avuto come filo conduttore “La paura e la meraviglia”, un percorso di letture filosofiche che ha esplorato i modi in cui questi due sentimenti hanno condizionato e formato le strutture stesse della filosofia e della scienza occidentali, forgiando nel tempo la nostra visione del mondo e delle cose. Un percorso entusiasmante, dalla paura del mondo (originaria o indotta) alla scoperta della meraviglia della conoscenza e del pensiero filosofico, che si è conclusa con una piacevole dissertazione sul mito della caverna di Platone, mito fondamentale per il pensiero occidentale e ancora oggi capace di far emergere nuove riflessioni e considerazioni . Fra i tanti pregi che si possono riconoscere a questi appuntamenti c’è infatti anche l’efficacia di una proposta che sa coniugare questioni filosofiche classiche, che a prima vista potrebbero sembrare noiose, con un ragionamento che sa tener conto del presente e dell’attualità, proponendo connessioni inedite che invitano a pensare con la propria testa, a vedere con i propri occhi, a considerare con la propria sensibilità, superando i modelli di pensiero e di comportamento imposti dalla società dei consumi. La validità di questi incontri è data anche dal fatto che sono stati strutturati per risultare interessanti sia ad un uditorio di appassionati e addetti ai lavori, sia ad un pubblico di persone che si accostano per la prima volta alla riflessione filosofica, sia agli studenti che approfittano per ripassare qualche lezione. Tutti hanno trovato “pane per i loro denti”, perché i due relatori e autori del progetto, Alessandro Genovese e Nicola Zuin, hanno saputo tenere insieme limpidezza del discorso e approfondimento tematico. 26 Di anno in anno il pubblico è diventato sempre più numeroso e più partecipativo, e molto spesso disponibile a continuare il confronto e la discussione anche al termine della conferenza, fermandosi ad assaggiare i prodotti locali negli accoglienti spazi in riva al lago dell’Agrigelateria “La cà sul lago”, realizzando un vero e proprio “aperitivo filosofico”. Un’iniziativa quindi che ha riscosso un notevole successo, un esempio di come si può fare cultura in modo piacevole e interessante, un modo per contrastare i pericoli del “pensiero unico” e continuare a sperare nelle risorse della mente umana anche in quest’epoca di decadenza culturale. Alla sua ottima realizzazione hanno contribuito in tanti: il Servizio Biblioteche della Provincia, la biblioteca comunale di Baselga, l’Agrigelateria “La cà sul lago” di Ioriatti Tarcisio, la pasticceria Serraia, i relatori Nicola Zuin e Alessandro Genovese che hanno saputo raccogliere la sfida di proporre e spiegare concetti complessi in modo semplice ed accattivante, oltre ad un pubblico sempre numeroso, attento e compartecipe. Ai termine degli incontri sono arrivate da più parti richieste di poter continuare anche nei prossimi anni questa iniziativa così ben avviata, proponendo nuovi argomenti e nuove riflessioni, nuovi temi su cui confrontarsi in un clima piacevole e stimolante, accolti e rifocillati con i prodotti locali da Roberta e Tarcisio Ioriatti nella loro Agrigelateria affacciata sulla splendida cornice del lago di Serraia. DIC + AGIA ASSEMBLEA ELETTIVA DONNE IN CAMPO TRENTINO Trento, 16 gennaio 2014 Foto di gruppo R iconfermata la Giunta uscente di Donne in Campo Trentino. L’associazione, componente della Confederazione Italiana Agricoltori, verrà guidata anche per i prossimi quattro anni dalla Presidente Mara Baldo e dalle due Vice Presidenti Chiara March e Nadia Mittestainer. Un gruppo quello di Donne in Campo che continua a crescere: agricoltrici, imprenditrici agricole, donne che vivono in ambito rurale, ma anche soltanto donne che “amano” l’agricoltura e tutto quanto ad essa è collegato. Donne intraprendenti che scelgono di essere attive, di essere in campo, far pesare le proprie idee, i propri progetti, le proprie imprese; che scelgono di informarsi, formarsi, valorizzarsi e confrontarsi con le altre donne che lavorano e che si organizzano nella società. L’associazione ha fra i suoi obiettivi quello di sostenere l’imprenditorialità e il lavoro delle donne in agricoltura, valorizzando produzioni di qualità e tipicità, nel rispetto del territorio e degli equilibri ambientali. Le attività si rivolgono a tutta la comunità, in particolare alle giovani generazioni. Si propongono iniziative creative che puntano sul “fare esperienza”, per entrare in contatto diretto con la natura, con quello che ci circonda, con quello che siamo. Nei mercati viene promossa la “filiera corta”: un’occasione per produttore e consumatore di incontrarsi, avere un rapporto diretto, favorendo una relazione culturale tra città e campagna. Cultura è conoscenza delle tradizioni, ma anche dell’origine dei cibi che mangiamo, dei processi produttivi, del luogo d’origine, dei ritmi stagionali della natura. Per info e adesioni: 0461.1730452 donneincampo@cia.tn.it www.facebook.com/ donneincampotrentino ASSEMBLEA ELETTIVA AGIA DEL TRENTINO Trento, 10 gennaio 2014 È nata, presso la sede della Cia del Trentino, l’Associazione dei Giovani Imprenditori Agricoli (Agia). Si tratta di una iniziativa di grande interesse, perché dimostra che il rinnovamento e il ricambio generazionale all’interno del mondo agricolo comincia a dare dei risultati. Agia del Trentino è infatti un ottimo segnale in quella direzione: è un gruppo con un’età media di 25 anni, che rappresenta tutti i settori dell’attività agricola (dalla viticoltura all’allevamento) e tutti i diversi approcci a questo lavo- ro (si va dall’agricoltore biologico a chi ha aperto una fattoria sociale). Sono quindi giovani imprenditori, e il gruppo comprende anche delle imprenditrici, che intendono portare nel loro agire quotidiano entusiasmo, innovazione e professionalità. L’assemblea ha eletto presidente Andrea Recchia, un imprenditore della Rotaliana/Val di Non. Si tratta di una persona molto ben inserita nel mondo agricolo ed in quello cooperativo ed è un amministratore della Cantina Rotaliana di Mezzolombardo. Per info e adesioni: 0461.1730452 agia@cia.tn.it 27 Andrea Recchia Presidente AGIA Trentino e Flavio Pezzi Presidente CIA Trentino Terre coltivate IL MELETO U n paesaggio costruito: così si presenta oggi la Valle di Non, dove su gran parte della superficie fino ai 1.000 metri di altitudine si estendono i meleti. Il meleto è una delle principali “unità paesaggistiche” che affronta la mostra “Terre coltivate. Storia dei paesaggi agrari del Trentino”, realizzata a Trento alle Gallerie di Pie- dicastello dalla Fondazione Museo storico del Trentino. Alla fine dell’800 l’agricoltura nelle valli del Trentino era praticata quasi esclusivamente per il fabbisogno familiare. Cento anni dopo, negli anni 2000, la produzione annuale di mele in Trentino è compresa tra i 4 e i 4,5 milioni di quintali all’anno che vengono esportati sui maggiori mercati internazionali. In poco più di un secolo sono mutati il paesaggio, i mestieri, la comunità. Il boom della mela si colloca fra gli anni ’50 e gli anni ’70. Tra i territori protagonisti si afferma decisamente la Valle di Non. I primi segnali si registrano alla fine degli anni ’40, quando la produzione delle mele in Trentino inizia a eguagliare quelle delle pere portandosi sui 300.000 quintali annui. Oggi, sono oltre 9.500 sono gli ettari del territorio provinciale coltivati a meleto (dati aggiornati al 2012). Di questi, 6.500 circa sono in Valle di Non, 950 circa in Valle dell’Adige, 760 circa nell’Alta Valsugana e Bersntol, 680 circa nella Piana Rotaliana. Ma un tempo non c’erano i meleti. Nella prima metà dell’800 28 non c’è quasi traccia di alberi di melo in Valle di Non né nel resto del Trentino. I pochi meli presenti si trovano nei broili: giardini nelle abitazioni signorili dove i benestanti si dedicavano per passione o per diletto alla coltivazione delle mele o di altri alberi da frutto. Poi, nella seconda metà dell’800, alcuni contadini cominciano a piantare alberi di melo in valle di Non a causa delle malattie e dei parassiti che colpiscono la coltivazione delle vite e la gelsicoltura. Gli ultimi decenni del secolo rappresentano in tal senso un punto di partenza. “La pomologia ha un bell’avvenire in Valle di Non”, si legge nel 1873 nella “Relazione sull’andamento dell’annata agricola per il Trentino”. Per il solo distretto di Cles la produzione di frutta nel 1882 è di 1.729 quintali. Tre anni dopo il numero di quintali risulta più che raddoppiato: quasi 5.000 nel 1885. Di questi, circa 3.000 sono di mele, 1.500 di pere, 80 di ciliegie, 50 di prugne, 40 di pesche, 40 di cotogni e 10 di albicocche. Alcuni decenni più tardi, negli anni ’30 del ‘900 la produzione frutticola del Trentino proviene per il 40% dalla Valle di Non e sempre dall’Anaunia giunge il 70% della massa esportata. Fino alla metà del secolo scorso la pratica colturale che ancora prevale è l’abbinamento prato-frutteto. Il terreno sottostante agli alberi da frutto è coltivato a foraggio e le piante, ad alto fusto, Terre coltivate sono molto distanti tra di loro. Dopo la Seconda guerra mondiale la frutticoltura si afferma definitivamente. Il boom della mela è da collocarsi tra gli anni ’60 e ’70. Giova allo sviluppo del meleto una serie di fattori. Tra questi la diffusione dei sistemi di irrigazione e la meccaniz za zione. L’irrigazione rappresenta un capitolo a parte, fortemente legato alla costruzione degli acquedotti. Il primo, di memo- ria settecentesca, fu costruito nell’anno 1700 a Rumo sfruttando le acque del torrente Lavazé. Altri 8 acquedotti, tra cui quelli di Fondo e di Revò, vengono costruiti nello stesso secolo. In seguito, tra gli anni ’50 dell’800 e gli anni ’30 del ’900 si registra il periodo di massima attività. Nel 1930 si stima che in Valle di Non i 33 acquedotti in funzione siano in grado di coprire una superficie irrigata pari a 2.930 ettari. Tra i principali si ricordano quelli di Banco-Malgolo-Casez (1787), Revò (1790), Tovel per i Comuni di ClesNanno-Tassullo-Tuenno (1854), Lover-Denno-Campo Denno (1855), Terres-Flavon-Cunevo (1905), TaioDermulo (1922), Romallo-Cloz (1922). La meccanizzazione giunge invece nella seconda metà del ’900. Nel 1936 in Trentino operano all’incirca 15 trattrici e 26 motocarri per uso agricolo. Nel 1996 si contano 12.000 mezzi solo in Valle di Non. Muta, infine, la “fisionomia del meleto”. Agli alberi di melo di un tempo - i cosiddetti patriarchi, disposti nel campo fino a 50-70 metri di distanza con ampio areale, una folta chioma e uno sviluppo in altezza che poteva raggiungere i 4-6 metri - subentrano i moderni impianti della frutticoltura intensiva, dove le piante sono messe a dimora a distanza molto ravvicinata, fino a 3,30 metri tra una fila e l’altra e 50-80 centimetri tra un fusto e l’altro. “ TERRE COLTIVATE. STORIA DEI PAESAGGI AGRARI IN TRENTINO” è visitabile dal 20 ottobre 2013 al 8 giugno 2014 tutti i giorni dalle 9 alle 18 escluso il lunedì. Per informazioni, per prenotazioni, per conoscere le numerose proposte per le scuole e il calendario dei percorsi di degustazioni guidate: 0461.230482 (www.museostorico.it) 29 TEL. 338/6709078 MACCHINE AGRICOLE M.12.1 VENDO MOTOCOLTIVATORE 9 KW A BENZINA PER LA LAVORAZIONE DELLA TERRA. A PREZZO DA DEFINIRE. PER INFORMAZIONI 338-6709078 M.08.1 CERCO ATOMIZZATORE USATO CON TIMONE STERZANTE IN BUONO STATO. 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