Il magazine per la Piccola e Media Impresa Magazine PROTAGONISTI Galassi: “Rilanciare la competitività assicurando sostegno alle imprese” FOCUS CONFAPI INDUSTRIA ed EXPO, spazio alle pmi Poste Italiane s.p.a.- Spedizione in Abbonamento Postale– 70% - LO/MI CONFAPI INDUSTRIA Magazine • Anno IX • Numero 1 • Giugno 2014 EDUCATIONAL Il coaching, strumenti per aumentare la performance in azienda Garavaglia: “Economia, crescita e semplificazione” CONFAPI INDUSTRIA Magazine Anno IX - Numero 1 Giugno 2014 Periodico a cura di CONFAPI INDUSTRIA in Copertina «Penso che la strada che ci porterà alla vera ripresa sia ancora lunga, è fondamentale che la Regione Lombardia e il Governo nazionale si concentrino sul sostegno all’economia reale e si continui, in maniera ancor più incisiva, a scommettere sulla piccola e media industria manifatturiera. Il lavoro di ognuno è fondamentale per garantire la stabilità del sistema economico». Parole del presidente di CONFAPI INDUSTRIA, Paolo Galassi, che ha tracciato una sintesi della situazione attuale, ribadendo che per uscire vincenti dalla crisi sono necessarie azioni drastiche e immediate. Per questo Galassi auspica una Regione Lombardia autonoma, che possa incidere ancora più concretamente sulla scelte per il rilancio dell’economia. «Il quadro normativo deve necessariamente adeguarsi col mutare dei processi produttivi e del contesto di riferimento, bisogna aiutare l’impresa a non vivere quotidianamente il disagio e le difficoltà nei confronti del mondo del credito, della burocrazia, della pubblica amministrazione, di quell’insieme di strumenti normativi e non che troppo spesso ostacolano il dispiegarsi delle potenzialità del suo sviluppo. Ritengo fondamentale che venga riconosciuta la voglia di fare impresa, di continuare ad essere caparbiamente impegnati a “intraprendere” per costruire un domani solido, fatto di fiducia nel mercato interno, nel suo ampliamento, nella creazione di reddito e per garantirne lo sviluppo. Lavorare per riattivare un circolo virtuoso nel mercato interno è la base per il rilancio del sistema: la ricchezza generata dalle imprese deve restare in Italia». 29 Inaugurato il generatore eolico verticale realizzato da un’azienda brianzola Puntare sull’innovazione per rispondere alla crisi 2 44 n. 1 • giugno 2014 Pmi network 6 LDP ITALIA Srl Gruppi pneumoidraulici per “spingere” la ripresa 6 A.U.ESSE Srl Ambienti urbani, nuovi progetti e provata esperienza 7 MOBILTRE ARREDAMENTI Srl Attenzione e servizio nei confronti del cliente, da oltre quarant’anni 7 SOITRA Spa Consulenza, servizi, impianti. Da oltre cinquant’anni 8 TRAFAG ITALIA Srl Sensori e dispositivi di monitoraggio di qualità svizzera 8 INDUSTRIE PAGODA Srl L’esperienza applicata ai prodotti professionali tricologici e cosmetici Protagonisti 10 Lavoro, Garavaglia “priorità della nostra azione di governo” 13 Galassi: “Rilanciare la competitività assicurando sostegno alle imprese” Focus Imprese dal vivo 29 Innovazione, la risposta delle pmi alla crisi CICERI DE MONDEL Srl Stampa 3D, il fi lo che dà rilievo ai progetti KEZAL Srl Trent’anni alla ricerca della “perfezione del prodotto” RI.FRA Mobili Srl L’eccellenza del made in Brianza esposta a New York Comesterogroup Srl I sistemi di gestione dei micropagamenti che danno una marcia in più al business Global local 40 Arabia e made in Italy, nuove opportunità Manager italiani all’estero, una grande opportunità 42 per le imprese Territori 44 Agrate Brianza, inaugurato il generatore eolico verticale 45 Abbiategrasso, tra crisi economica e voglia di ripresa, le pmi “giocano in difesa” Educational Il Coaching, strumenti per aumentare 16 CONFAPI INDUSTRIA ed EXPO, spazio alle pmi 46 “Uscire dalla crisi: qual è il percorso delle imprese la performance in azienda 20 di famiglia italiane” 48 Confapi – LUM, 26 Fiscalità locale, ancora più tasse! un patto vincente tra Università e Impresa Partner & Co. 24 Proteggere il cash flow dai mancati pagamenti, la proposta di Atradius alle aziende italiane 38 Malware, anche le pmi sono sotto tiro Mondo Api 52 RELAZIONI INDUSTRIALI 57ESTERO 58FINANZA 61LEGALE 62CATEGORIE 64ENERGIA 60 La spesa per il risk management nelle pmi è in aumento 3 giugno 2014 – numero 1 – anno IX Magazine Direttore responsabile: Silvia Villani s.villani@confapi-industria.it Redazione: stampa@confapi-industria.it Tel 02.67140267 Fax 02.93650980 Ufficio Studi: Alessandra Pilia studi@confapi-industria.it Tel 02.67140290 Fax 02.93650980 Gli inserzionisti Atradius Cascina Caremma CONFAPI INDUSTRIA SERVIZI Fapi Metaenergia Olycom Pmi Energy Tiq Industry Collaboratori: Miriam Berra Alessia Casale Alberto Conte Carmine Pallino Manola Perucconi Gabriele Rossi Raffaella Salvetti Anna Suss Luisa Tacchini Stefano Valvason Photogallery: Walter Capelli Davide Cirrincione Stefano De Grandis Olycom Srl Progetto grafico e realizzazione: Industrie Grafiche RGM srl Via Trebbia 21 - 20089 Rozzano (Mi) Ufficio Diffusione: Servizio Comunicazione CONFAPI INDUSTRIA Tel. 02.67140307 stampa@confapi-industria.it CONFAPI INDUSTRIA Proprietario ed editore Via Brenta 27, 20139 Milano Tel. 02.671401 – info@confapi-industria.it CONFAPI INDUSTRIA Magazine Periodico di informazione per la piccola e media indu- Presidente Paolo Galassi stria sui temi di carattere economico, politico, istituzio- Direttore generale Stefano Valvason INDUSTRIA. Propone interventi e riflessioni volti a promuo- Stampa: Industrie Grafiche RGM srl Via Trebbia 21 - 20089 Rozzano (Mi) nale e culturale; è organo di stampa ufficiale di CONFAPI vere e tutelare gli interessi delle imprese associate; servizi sul panorama imprenditoriale milanese e lombardo con esempi di eccellenza; indagini, studi di settore e analisi congiunturali in collaborazione con università e istituti di ricerca; approfondimenti di taglio pratico-applicativo per la gestione e lo sviluppo dell’impresa, la formazione e l’aggiornamento dell’imprenditore, la valorizzazione del capitale umano. Registrazione Tribunale di Milano n. 14 del 16/01/2006 Responsabile del trattamento dei dati personali (D.lgs 196/2003): Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana Copyright: CONFAPI INDUSTRIA. La riproduzione anche parziale di quanto pubblicato nella rivista è consentita solo dietro autorizzazione dell’Editore. L’Editore non assume alcuna responsabilità per gli articoli firmati Profilo dei lettori CONFAPI INDUSTRIA Magazine, si rivolge a imprese, professionisti, istituzioni di governo e del territorio, rappresentanze politiche e sindacali, operatori economici e finanziari, sistema accademico e della ricerca scientificotecnologica, mondo dell’informazione. PMI NETWORK LDP ITALIA Srl La società LDP ITALIA produce teste di pressa pneumatiche e idropneumatiche con forze da 4 a 500 kN: sono macchine particolarmente indicate per tutte quelle lavorazioni che richiedono una grande forza con uno spostamento relativamente piccolo (clinciatura, tranciatura, assemblaggio, etc.). Utilizzando gruppi pneumoidraulici si concentrano in una sola macchina la velocità e la silenziosità dell’aria compressa con la forza dell’idraulica. La dinamicità e flessibilità dell’azienda, nonché l’elevato know-how e l’esperienza quarantennale in questo settore, permettono la fornitura di presse e macchine ad alta tecnologia e personalizzate. È possibile una collaborazione con il cliente, fornendo dalla singola testa di pressa alla macchina completa di Certificazione CE. Gruppi pneumoidraulici per “spingere” la ripresa LDP ITALIA Srl è un’azienda che affonda le proprie radici nel 1976, anno del primo brevetto nel settore dell’aria-olio concesso dagli Stati Uniti d’America. Inizialmente le unità e le presse sono state costruite per utilizzo interno: da questa esperienza nasce la grande attenzione che l’impresa pone nei confronti dell’utilizzatore. Dalla passione per il proprio lavoro, unita ad un costante aggiornamento delle conoscenze tecniche e una continua sperimentazione delle nuove tecnologie, scaturiscono diversi brevetti internazionali a protezione di un know-how in continua ascesa. La fiducia nel futuro spinge LDP ITALIA Srl a massicci investimenti nella ricerca per migliorare le prestazioni dei loro prodotti. Lo studio di progettazione interno, in sinergia con il reparto macchine utensili e il reparto di montaggio, fanno della LDP un’azienda completa per soddisfare al meglio le esigenze di automazione dei clienti. LDP ITALIA Srl Via Puccini 13 - 20085 Locate Triulzi (MI) - Tel. 0363 95096 - Fax 0363 959210 www.ldpitalia.com - info@ldpitalia.com A.U.ESSE Srl A.U.ESSE Srl, che compie quest’anno i suoi primi dieci anni, è un’azienda giovane che produce e commercializza arredi destinati alla pulizia ed al decoro degli ambienti urbani. Titolari della società sono i signori Scotti che, in continuità alla precedente esperienza imprenditoriale Carrozzeria Moderna SpA, durata per ben 45 anni, hanno dato vita a questa nuova e dinamica realtà rinnovando la propria passione nel produrre manufatti che si contraddistinguono per il loro design. Le attuali produzioni propongono una gamma completa di cestini getta carte stradali, posaceneri stradali, contenitori per le raccolte differenziate, per le pile esauste, per i farmaci scaduti, per i rifiuti t/f, per i toner usati, per i micro-raee abbandonati, contenitori con distributori di sacchetti per la raccolta delle deiezioni canine, oltre ad elementi di arredo urbano quali panche, dissuasori, fioriere, portabiciclette, totem espositori. L’azienda si avvale di uno sviluppo progettuale interno integrato da collaborazioni esterne d’eccellenza, il know-how acquisito permette di spaziare nell’utilizzo delle più recenti tecnologie costruttive che, dopo un lungo processo di valutazione dei fornitori, vengono gestite in outsourcing permettendo una flessibilità produttiva mirata alla sod- Ambienti urbani, nuovi progetti e provata esperienza disfazione del cliente. Il mercato di riferimento propone un confronto serrato con molti competitor italiani ed esteri di diverse dimensioni e fatturato, in questo scenario i titolari hanno deciso di centrare la propria strategia operativa sul rinnovamento continuo partendo dalla classica concezione di design di prodotto fino a spaziare al design di comunicazione e al design strategico. Questo approccio, pur in presenza di una difficile situazione economica, ha permesso all’azienda di allargare i propri orizzonti di mercato e, conseguentemente, di mantenere la propria reddittività. A.U.ESSE srl opera, con una rete distributiva consolidata, prevalentemente sul mercato domestico sia con enti pubblici che privati, esporta in diversi paesi CEE (Germania, Lussemburgo, Spagna, Grecia) e in altri paesi extra CEE quali Svizzera, Emirati Arabi. L’azienda è pronta a raccogliere le sfide che verranno con la certezza che il proprio sostentamento passerà dalla capacità di investire nella propria crescita culturale, operando in rete con altre imprese ed associazioni capaci di darle valore aggiunto. A.U.ESSE Srl Strada per Castelletto, 23 - 20080 Albairate (MI) - Tel +39 0294920378 - Fax +39 0294923148 auesse@auesse.it - www.auesse.it 6 n. 1 • giugno 2014 MOBILTRE ARREDAMENTI Srl Attenzione e servizio nei confronti del cliente, da oltre quarant’anni MobilTre di Lentate sul Seveso, in Brianza, è un’azienda associata AFC Group e rappresenta una realtà aziendale italiana operativa nella produzione e fornitura di componenti d’arredo a base di materiale postforming, quali barre e piani lavorati destinati alla fabbricazione di piani di lavoro, tavoli, barre per ante e mensole. Grazie a competenze tecniche-operative accumulate negli anni nella lavorazione del postforming, l’azienda è in grado di venire incontro alle esigenze di ogni committente, realizzando barre postformate o squadrate per diversi tipi di supporto, spessori e fornite di giunzioni poliuretaniche che prevengono l’assorbimento di liquidi evitando il seguente rigonfiamento del supporto stesso. Le barre sono realizzate secondo le specifiche del singolo progetto e possono essere fornite, su richiesta, di specifiche sezioni e bordature in alluminio. A garanzia di qualità e del valore aggiunto fornito ai clienti, grazie ad una struttura tecnologicamente avanzata e completamente autonoma, MobilTre è presente in ogni fase della produzione aziendale che si sviluppa interamente all’interno dell’azienda, dalla scelta delle materie prime di qualità assoluta e italiana al 100%, alle lavorazioni su misura dei materiali, con consegne del prodotto ultimato al cliente, anche in tutto il mondo. Un’azienda che ha fatto del servizio verso il cliente il suo punto di forza, in grado di fornire un servizio di consulenza personalizzato anche in ambito contract grazie a degli esperti che seguono il cliente, con consegne realizzabili anche in tempi brevi e secondo le singole necessità progettuali. MOBILTRE ARREDAMENTI Srl Via Padova, 14/16 20823 Camnago di Lentate sul Seveso (MB) Tel. +39 0362 542454 - Fax +39 0362 564465 info@mobiltre.it - www.mobiltre.it SOITRA Spa Consulenza, servizi, impianti. Da oltre cinquant’anni Dal 1956 Soitra rappresenta in Italia alcuni prestigiosi marchi di aziende europee, che producono impianti di processo e di confezionamento per l’industria farmaceutica, chimica, alimentare e cosmetica. Il target di Soitra è la soddisfazione totale del cliente. Per il raggiungimento di questo obiettivo, Soitra ha accumulato esperienza e creato competenze sui processi per i quali è richiesto il suo apporto. Soitra ritiene che ogni fornitura non può essere limitata alla consegna della macchina presso il Cliente: qualsiasi impianto deve produrre con la massima efficacia ed efficienza, deve integrarsi con l’organizzazione produttiva all’interno della quale viene inserito e deve poter essere sfruttato a pieno regime dagli operatori addetti alle diverse fasi di produzione. Per questo, Soitra punta: • sull’analisi in fase di valutazione e pianificazione; • sull’assistenza in fase di installazione e di gestione dell’impianto; • sulla formazione agli operatori per sfruttare a pieno le potenzialità dell’impianto. Più di cinquant’anni di presenza sul mercato rappresentano per Soitra una base di esperienza sulla quale costruire con i propri clienti una solida partnership, per poter rispondere e risolvere tutte le problematiche legate alle diverse necessità produttive. La continua ricerca di nuove tecnologie e di nuovi prodotti, hanno permesso una costante crescita della azienda, rafforzandone la sua posizione in un mercato sempre più esigente e competitivo, rendendola un chiaro punto di riferimento. SOITRA Spa Via C. Torre 22, I - 20143 Milano Tel. +39 02 8978571 info@soitra.it - www.soitra.it 7 PMI NETWORK TRAFAG ITALIA Srl Sensori e dispositivi di monitoraggio di qualità svizzera Trafag AG è leader nella produzione di sensori di alta qualità e dispositivi di monitoraggio per la pressione, la temperatura e la densità dei gas. Fondata nel 1942, Trafag ha sede in Svizzera con una vasta rete di distribuzione in oltre 40 paesi in tutto il mondo. Questo permette di fornire un servizio clienti personale e professionale. Una forte ricerca ed efficienti reparti di produzione garantiscono ai prodotti Trafag la migliore qualità. Grazie alla collaborazione con IMB e ELETTA FLOW, Trafag Italia fornisce inoltre soluzioni per la misura e il controllo del livello e della portata. Trafag presenta il nuovo trasmettitore di pressione compatto NAT 8252. Il cuore del dispositivo risiede nell’elemento sensibile a film sottile su acciaio sviluppato da Trafag. Grazie alla struttura completamente saldata, resiste a pressioni tre volte superiori a quella di esercizio. Lo smorzatore incorporato protegge il sensore dai picchi di pressione, rendendo il dispositivo preciso e affidabile anche nelle condizioni di lavoro più difficili. L’elettronica si basa sul nuovo ASIC sviluppato internamente a Trafag, che realizza la compensazione di temperatura e la linearizzazione della misura su tutto il range, da -40÷125°C. Disponibile con uscita 4÷20mA, 0÷10V e raziometrica, con connessione elettrica standard DIN e M12x1, su un range che va da 0÷2.5Bar fino a 600Bar. Queste caratteristiche rendono il nuovo NAT 8252 adatto all’utilizzo nelle applicazioni più esigenti. TRAFAG ITALIA Srl c/o Tecnocity Altomilanese Via Cremona, 1 - 20025 Legnano (MI) - Tel. +39 0331 592397 - Fax +39 0331 599815 info@trafagitalia.com - www.trafagitalia.com INDUSTRIE PAGODA Srl L’esperienza applicata ai prodotti professionali tricologici e cosmetici Industrie Pagoda Srl da oltre 35 anni si avvale della propria esperienza e professionalità per fornire una vasta gamma di prodotti professionali tricologici e cosmetici per il private label sia standard che su richiesta. Core business sono le polveri decoloranti ed emulsioni ossidanti in crema, a seguire shampoo, maschere e docciaschiuma, prodotti per il finishing, creme viso e corpo idratanti, nutrienti e antirughe, talchi profumati e sali da bagno, fanghi e gommage e poi ancora acetone, colluttori e profumi per ambienti. L’azienda offre un servizio completo a partire dalla ricerca delle migliori materie prime per la formulazione dei prodotti, alla scelta del packaging più appropriato, qualora il cliente non ne disponga, al confezionamento e alla spe- dizione. Il laboratorio di ricerca&sviluppo e controllo qualità è sempre all’opera per innovare e garantire la produzione, eseguendo tutte le certificazioni e le analisi necessarie. Oltre alla grande esperienza tecnica mette a disposizione tutta la creatività e la conoscenza in ambito di grafica e comunicazione per realizzare il packaging o l’immagine più adatta a conquistare il mercato. Industrie Pagoda Srl oggi collabora stabilmente con aziende in diversi paesi del mondo proponendo novità e soluzioni per tutte le richieste con l’obiettivo di esportare il meglio del made in Italy con il miglior rapporto qualità/prezzo. What is your idea? Industrie Pagoda Srl si impegna a realizzarla al meglio. INDUSTRIE PAGODA Srl Via Spallanzani 24/26 - 24061 Albano Sant’Alessandro (BG) Tel. +39 035 501116 - Fax +39 035 500894 info@industriepagoda.it - www.industriepagoda.it 8 Silvia Villani Lavoro, Garavaglia “Priorità della nostra azione di governo” Per l’assessore regionale è «prioritario favorire la cooperazione tra università e aziende e valorizzare il lavoro che le piccole imprese fanno quotidianamente per essere competitive» Lo slogan sul suo sito è “Tra il dire e il fare ghe al metas a dre!” e Massimo Garavaglia, assessore all’Economia, Crescita e Semplificazione della Regione Lombardia lo ha veramente fatto proprio. Basti pensare alla sua azione nei diversi provvedimenti volti a consentire alle aziende l’accesso al credito, un incremento degli investimenti in ricerca e innovazione, la valorizzazione delle grandi potenzialità e capacità delle imprese. Con lui abbiamo parlato delle note dolenti per i piccoli e medi imprenditori come gli adempimenti fiscali e gli irrigidimenti del mercato del lavoro ma anche come le istituzioni possano andare incontro alle richieste delle imprese per metterle in condizione di competere ad armi pari con le altre aziende europee. 10 Molti parlano di crescita, spesso a sproposito. Regione Lombardia come ha concretizzato i principi dell’importanza dell’ottimizzazione della spesa e dell’uso razionale delle risorse pubbliche? «Mentre gli altri chiacchierano, noi “facciamo”. Quest’anno contiamo di dedicare almeno un miliardo e duecento mila euro agli investimenti, tutti in autofinanziamento. Lo sforzo è enorme tenendo conto anche di un dato non a conoscenza di tutti. Dal 2010 a oggi il bilancio della Regione è passato da 28 a 19 miliardi di euro; c’è stata una notevole diminuzione di cui non è possibile non tenere conto. E nonostante i tagli abbiamo girato, ad esempio, ai comuni lombardi 250 milioni di euro, risorse che la Regione ha rinunciato a utilizzare n. 1 • giugno 2014 girando la capacità di spesa alle amministrazioni comunali che sono state dedicate a piccole opere quindi a vantaggio dei cittadini e delle aziende lombarde. Altro aspetto. La Regione Lombardia pesa sui cittadini lombardi come costo del personale per 19 euro procapite; la media delle regioni a statuto ordinario è 44. Noi abbiamo meno di 3 mila dipendenti; il comune di Napoli ne ha 9 mila. È banale ma vanno applicati i costi standard. Funziona. E noi ne abbiamo una dimostrazione. Abbiamo iniziato ad applicarli a fine anno scorso in ambito sanitario; in un mese e mezzo questo ha comportato per la Regione Lombardia il recupero di 65 milioni che sono stati utilizzati per ridurre il ticket. Sono 65 milioni di tasse in meno. Dall’applicazione quest’anno ci aspettiamo una cifra di risorse considerevole, dai 300 milioni di euro in su, che verranno utilizzati per dare vita a ulteriori riduzioni del ticket da un lato, dall’altro per migliorare i servizi come, ad esempio, l’apertura serale per le visite specialistiche in modo da poter ridurre considerevolmente le liste di attesa o per gli investimenti in tecnologia». In campagna elettorale si è parlato spesso di semplificazione amministrativa e di snellimento dei rapporti tra P.A e impresa; in che modo Regione Lombardia ha perseguito tali obiettivi? «Insieme al collega Melazzini abbiamo dato vita a una legge sugli accordi di competitività proprio per snellire le procedure, agevolare gli investimenti e l’attrazione degli investimenti esteri. In merito al tema della semplificazione c’è, per esempio, una cosa molto importante: la comunicazione unica. Peccato che il Governo ce l’abbia impugnata. Permettetemi di raccontare un aneddoto simpatico. Recentemente ho partecipato a una riunione con il ministro Madia dove ci viene preannunciata la riforma che hanno in animo di fare sulla pubblica amministrazione; tra le altre cose si affrontava anche la questione della comunicazione unica delle imprese. Io sono intervenuto facendo presente la decisione del Consiglio dei ministri. Peccato che il ministro non ne fosse a conoscenza. In pratica il Consiglio dei ministri ci ha impugnato la norma ma chi si occupa di semplificazione era all’oscuro della cosa. Questo cosa significa; noi ce la mettiamo tutta però purtroppo non dipende solo da noi. Dipende anche da come lo stato centrale riesce a recepire le innovazioni che gli pervengono». La misura Credito in cassa sarà allargata al business to business Come giudica ora il rapporto tra piccole e medie imprese e istituti di credito? Si sta facendo qualcosa in tal senso? «Siamo consapevoli che Basilea 3 sarà una catastrofe. L’anno scorso abbiamo già avuto una restrizione del credito del 5%, dobbiamo purtroppo aspettarci nel futuro un ulteriore contrazione del credito alle aziende. Per contrastare questo fenomeno Regione Lombardia ha messo in piedi un insieme di azioni. La prima è più semplice ma comunque non è banale. Noi paghiamo subito. La nostra è l’unica regione d’Italia che non ha preso un euro del famoso decreto 35 sui ritardi dei pagamenti della Pa. Già l’anno scorso abbiamo rispettato i 60 giorni come tempi di pagamento, quest’anno abbiamo l’obiettivo di arrivare a 45 giorni. Per la parte non sanitaria addirittura paghiamo in 17 giorni. Però alle aziende questo non basta. Consapevoli del corto circuito del credito abbiamo messo in campo una serie di azioni. Pensiamo, ad esempio, alla misura Credito in cassa – un miliardo di euro – pensata per scontare le fatture delle aziende che hanno i crediti verso la Pa. Adesso sarà allargata al business to business quindi non solo a chi ha crediti verso le Pa ma anche verso altre aziende. Questa è una piccola grande rivoluzione che secondo noi porterà i suoi frutti. Le altre due cose importanti sono relative al sistema dei Confidi. Insieme al collega Melazzini abbiamo fatto un’azione radicale razionalizzando tutto il sistema. Andremo ad incentivare le aggregazioni finanziando i confidi più sul pezzo e per tutto il secondo livello useremo Finlombarda come ombrello comune dando così una solidità al sistema che nessuna regione di Italia ha. Mettiamo cioè a disposizione i 250 milioni di capitale di Finlombarda come controgararanzia facendo una vera azione di sistema che secondo noi vale più di tante chiacchiere. In generale cerchiamo di Tanti parlano a nome e per conto della pmi, sfruttando questa sigla come una sorta di slogan. Artigiani, esercenti, partite iva però possiedano caratteristiche ben diverse dalla piccola e media industria manifatturiera. Sulla questione della tutela della piccole e media impresa Regione Lombardia come si sta muovendo? «Noi abbiamo ben presente la differenza. Da un lato stiamo facendo misure ad hoc in particolare per le micro piccole imprese, dall’altro siamo consapevoli che la forza della Regione Lombardia è data dalle vere piccole e medie imprese, quelle che sono l’asse portante dell’innovazione, e sulla questione dell’accesso al credito ci siamo concentrati in modo particolare». 11 Focus Protagonisti Lavoro, Garavaglia “Priorità della nostra azione di governo” «È banale ma vanno applicati i costi standard. Funziona. E noi ne abbiamo una dimostrazione. Abbiamo iniziato ad applicarli a fine anno scorso in ambito sanitario; in un mese e mezzo questo ha comportato per la Regione Lombardia il recupero di 65 milioni» mettere in giro più liquidità possibile. Faccio altri due esempi: anticipiamo la Pac alle aziende agricole in più, a vario titolo, abbiamo ottenuto una detassazione per i cittadini lombardi per oltre cento milioni di euro dal ticket al bollo per chi cambia l’auto». In tema di ammortizzatori e di crisi aziendali, sembra evidente che gli strumenti ordinari oggi a disposizione delle imprese e dei lavoratori non sono sufficienti. Per lei quali possono essere le misure idonee più incisive per rispondere alle difficoltà economiche? «Ne abbiamo parlato in conferenza Stato Regione. Lo stato finirà di pagare il 2013 usando tutti i fondi 2014. Tradotto: sul 2014 ad oggi non abbiamo alcuna disponibilità. Questa cosa non ci fa dormire la notte. Siamo consapevoli che le MASSIMO GARAVAGLIA Assessore all’Economia, Crescita e Semplificazione, Massimo Garavaglia è nato a Cuggiono (Mi) l’8 aprile 1968 e risiede a Marcallo con Casone, comune di cui è stato sindaco per due mandati, nel 1999 e nel 2004. È laureato in Economia e Commercio all’Università Commerciale “Luigi Bocconi”, dove ha anche seguito diversi master, e in Scienze Politiche all’Università Statale di Milano. Consulente aziendale e controller, è stato deputato nella XV legislatura, durante la quale è stato capogruppo nella Commissione Bilancio e senatore nelle XVI legislatura; ha ricoperto l’incarico di vice presidente della Commissione Bilancio. Rieletto senatore nella XVII legislatura, si è dimesso quando è stato nominato assessore all’Economia, Crescita e Semplificazione di Regione Lombardia. È membro del CDA di Cassa depositi e prestiti. sarà operativo un fondo per la ricerca in collaborazione con Finlombarda simile a quello del Credito in cassa 12 aziende – se non c’è un garanzia dei fondi della cassa in deroga – non firmano gli accordi e quindi rischiamo un’impennata di disoccupazione. Pensiamo che la posizione del governo sia assolutamente irresponsabile perché si fa finta di non vedere il problema rimandando il tutto. In particolare, in Lombardia e in Emilia la mancanza dei fondi può comportare dei problemi drammatici. Noi siamo sempre pronti ad anticipare le risorse ma se le risorse non ci sono… Regione Lombardia ha bisogno di misure strutturali. Non scherziamo quando parliamo di zona a tassazione ridotta ai confini perché il problema della concorrenza svizzera e austriaca è reale. Secondo me la formula più logica del mondo è la detassazione totale delle nuove assunzioni soprattutto visti i recenti dati sulla disoccupazione divulgati. Altra misura di sistema potrebbe essere quella di pensare a una fascia agevolata nelle zone di confine. Altri temi caldi sono quelli dell’Irap e della tassazione locale perché è stato sottovalutato l’impatto che avrà la Tasi sulle attività produttive in quanto abbiamo in mano dei dati che confermano purtroppo che i comuni, in larga parte, andranno a scaricare sulle attività produttive i problemi di bilancio. E questo è un altro disastro annunciato. Abbiamo inoltre attivato un tavolo serio con Anci Lombardia per arrivare ad una armonizzazione della tassazione locale». Innovazione e sviluppo. Questo il binomio che molte piccole e medie imprese hanno fatto proprio per sconfiggere la crisi. Ma gli imprenditori da tempo chiedono che Enti locali e imprese facciano rete per creare un contesto utile per sviluppare progetti innovativi e vincenti. In tal senso Regione Lombardia come si sta muovendo? «Il presidente Maroni punta tantissimo sull’innovazione. Il nostro obiettivo è quello di raddoppiare la quota di fondi investiti in ricerca e sviluppo in Lombardia. Spesso pensiamo che ad investire siano le grandi aziende invece dai dati notiamo che in particolare sono le aziende medio piccole. Il presidente mi ha chiesto di istituire un fondo per la ricerca in collaborazione con Finlombarda simile a quello del Credito in cassa. Entro settembre sarà operativo». n. 1 • giugno 2014 Alessandra Pilia “Rilanciare la competitività assicurando sostegno alle imprese” Consegnato in Regione il libro bianco di CONFAPI INDUSTRIA dal titolo “La semplificazione: una priorità per le pmi manifatturiere”, che racchiude la concretezza delle istanze e delle proposte della piccola e media industria lombarda «Le aziende vanno avanti perché è la voglia di non mollare dei piccoli e medi imprenditori a farla da padrone. La voglia di fare impresa, di continuare ad essere caparbiamente impegnati a “intraprendere”». Parole del presidente di CONFAPI INDUSTRIA, Paolo Galassi, che ha tracciato una sintesi della situazione attuale, ribadendo che per uscire vincenti dalla crisi sono necessarie azioni drastiche e immediate. Per questo Galassi auspica una Regione Lombardia autonoma, che possa incidere ancora più concretamente sulla scelte per il rilancio dell’economia. Presidente, ritiene che il nostro Paese stia realmente uscendo dalla crisi come annunciato dai giornali nell’ultimo periodo? «Penso che la strada che ci porterà alla vera ripresa sia ancora lunga, è fondamentale che la Regione Lombardia e il Governo nazionale si concentrino sul sostegno all’economia reale e si continui, in maniera ancor più incisiva, a scommettere sulla piccola e media industria manifatturiera. Il lavoro di ognuno è fondamentale per garantire la stabilità del sistema economico. I dati parlano chiaro: le pmi garantiscono la tenuta dell’occupazione e generano reddito, se messe nelle condizioni di lavorare. Dico, spesso, che se dovessi stimare in termini numerici l’importanza e l’impatto sull’economia di ogni lavoratore potrei semplificarlo nel rapporto di 1/3.5, cioè con un solo stipendio mediamente si mantengono oltre 3 persone. Un dato importante! 13 Focus Protagonisti “Rilanciare la competitività assicurando sostegno alle imprese” se le piccole e medie imprese chiudono, se i campioni del made in Italy sono costretti per burocrazia, tasse, costo del lavoro a emigrare, ci sarà sempre meno lavoro creazione di reddito e per garantirne lo sviluppo. Lavorare per riattivare un circolo virtuoso nel mercato interno è la base per il rilancio del sistema: la ricchezza generata dalle imprese deve restare in Italia». Può darci un’idea della situazione in Lombardia? «Negli ultimi anni la capacità di spesa regionale si è ridotta di circa il 35% a causa dell’irrigidimento dei vincoli imposti dal Patto di Stabilità. Nel bilancio regionale 2013-2015 è prevista una ulteriore riduzione di partenza del 14,3%. I risparmi ‘forzosi’ statuiti dal Governo e dall’UE rischiano, però, di compromettere la salvaguardia di servizi essenziali come la sanità e i trasporti, anziché colpire diseconomie e sgravi. Assistiamo ad una inversione di tendenza che centralizza alcune importanti decisioni di spesa per contrastare un conclamato spreco di risorse a livello regionale che è divenuto oggetto di cronaca, prima ancora che di confronto sulle politiche macro-economiche. Continuo a ribadire la necessita di lavorare per ottenere risultati concreti – creazione di posti di lavoro, riduzione della pressione fiscale, strategie chiare per le aziende – e per mettere in campo politiche precise e condivisibili tese a sostenere le imprese, soprattutto quelle piccole e medie, vero motore di una crescita vitale per l’intero Paese». L’industria manifatturiera ha una rilevanza fondamentale sotto diversi punti di vista, non solo quello economico, ma anche geografico – in relazione agli aspetti spaziali e ambientali - e sociale, poiché opera nel sistema non isolata, ma attraverso la creazione di una indispensabile rete di relazioni personali e funzionali. Le pmi sono quindi certamente le imprese più radicate al territorio nel quale nascono, crescono e si sviluppano. Secondo le stime del nostro ufficio Studi, le pmi associate generano un giro d’affari annuo pari a circa 12 miliardi di euro, prima della crisi era di 15 miliardi, che ha ricadute in varie forme dirette e indirette sulla stessa impresa, sui lavoratori, sui fornitori, su tutti gli operatori dei servizi alla produzione, nonché sulle istituzioni locali e nazionali. Questo mette nero su bianco quanto l’industria manifatturiera sia un patrimonio prezioso di storia, lavoro, ingegno e capacità di sviluppare innovazione e ricerca, che dobbiamo difendere a tutti i costi. Per questo bisogna aiutare le pmi a superare le attuali difficoltà attraverso la pianificazione di una politica economica finalizzata e soprattutto con il coraggio di mettere in campo azioni forti ma necessarie». Ritiene che il nostro Paese sia attivo sul fronte del sostegno alle pmi? «Il quadro normativo deve necessariamente adeguarsi col mutare dei processi produttivi e del contesto di riferimento, bisogna aiutare l’impresa a non vivere quotidianamente il disagio e le difficoltà nei confronti del mondo del credito, della burocrazia, della pubblica amministrazione, di quell’insieme di strumenti normativi, che troppo spesso ostacolano il dispiegarsi delle potenzialità del suo sviluppo. Ritengo fondamentale che venga riconosciuta la voglia di fare impresa, di continuare ad essere caparbiamente impegnati a “intraprendere” per costruire un domani solido, fatto di fiducia nel mercato interno, nel suo ampliamento, nella 14 Ha partecipato lo scorso 6 maggio all’audizione presso il Comitato per la Semplificazione della Regione Lombardia coordinato dal professor Giulio Sapelli. Quale è stato il messaggio di CONFAPI INDUSTRIA? «Regione Lombardia si è attivata per la tutela delle pmi e gli obiettivi della Legge regionale del 19 febbraio 2014 n. 11 sono condivisibili: libertà di impresa, rilancio della competitività, promozione dell’attrattività, favorire il credito alle imprese, ridurre il carico fiscale, riorganizzare gli sportelli unici per le attività produttive, semplificazione dell’azione amministrativa, razionalizzazione del sistema dei controlli. È stato consegnato al professor Giulio Sapelli il libro bianco di CONFAPI INDUSTRIA dal titolo “La semplificazione: una priorità per le pmi manifatturiere”, che racchiude la concretezza delle istanze e delle proposte della piccola e media industria lombarda. Per gli imprenditori semplificare significa ridurre gli adempimenti. Ma se questi non riguardano le competenze della Regione, semplificare significa almeno permettere all’impresa di adempiere ai suoi obblighi con facilità di comprensione attraverso un’interfaccia digitale n. 1 • giugno 2014 unica tramite la quale fornire e acquisire informazioni. Non va dimenticato che è fondamentale anche il fattore umano, la possibilità di interagire con funzionari dedicati che possano aiutare e affiancare le imprese rendendo la burocrazia snella e chiara. Non dobbiamo dimenticare che ogni piccolo e medio imprenditore deve fronteggiare anche le difficoltà di accesso al credito e l’elevato costo del lavoro, problemi vitali per l’impresa da risolvere senza indugio. È quindi evidente il motivo del perdurante saldo negativo della natalità delle imprese e la scelta per il 57% delle aziende di non inserire nuovo personale in azienda». A cosa bisogna tendere in particolare dal punto di vista del Governo regionale? «La Regione Lombardia ha la possibilità politica e la capacità sociale ed economica di invertire questa tendenza recessiva che sta attanagliando il Paese, così da continuare a essere un sistema territoriale di riferimento internazionale, non solo per alcuni settori produttivi (moda, design, lusso) ma anche per il ben più vasto e rilevante, anche dal punto di vista occupazionale, mondo dell’industria manifatturiera avanzata. Lo sforzo maggiore deve essere dunque rivolto ad assicurare un adeguato sostegno alle imprese. Al fine di rilanciare la competitività del sistema economico lombardo. È necessario lavorare per ottenere risultati concreti – creazione di posti di lavoro, riduzione della pressione fiscale, strategie chiare per le aziende – e per mettere in campo politiche precise e condivisibili tese a sostenere le imprese, soprattutto quelle piccole e medie, vero motore di una crescita per l’intero Paese. Gli imprenditori auspicano una Regione Lombardia autonoma, che possa incidere ancora più concretamente e in tempi brevi sulla scelte per il rilancio dell’economia». Ha toccato il tema del lavoro, cosa può dirci al riguardo? «A causa della difficile situazione economica che tutti stiamo vivendo è opportuno soffermarci sull’importanza del lavoro, non per semplice demagogia, ma guardando con occhio propositivo al futuro. I dati recentemente divulgati sono tutt’altro che positivi: una famiglia milanese su due non riesce più a risparmiare nemmeno un euro, in Lombardia nei primi mesi dell’anno i licenziamenti con iscrizione alle liste di mobilità sono cresciuti di oltre il 45% rispetto allo stesso periodo del 2013, abbiamo assistito a un incremento considerevole degli indigenti e dei giovani senza lavoro, non si fermano i suicidi dei piccoli e medi imprenditori. Si tratta di statistiche agghiaccianti se pensiamo che dietro a ogni singolo numero si cela il dramma quotidiano di un uomo, di una donna o di una intera famiglia. Un dramma che balza agli onori della cronaca in tempo per riportare la posizione del politico che dice che è necessario fare presto. Siamo però drammaticamente già in ritardo. La capacità di resistenza delle imprese lombarde, provata da anni di andamenti negativi, è ai limiti. I piccoli e medi imprenditori da troppo tempo attendono un segnale forte, convinti che la disoccupazione si possa combattere solo finanziando lo sviluppo delle imprese. Abbiamo urlato tante volte che sono le pmi che garantiscono la tenuta dell’occupazione e generano reddito, si aspettano quindi una disciplina del lavoro semplice, chiara ed applicabile, senza oneri amministrativi aggiuntivi che ostacolino l’operatività. Per noi imprenditori è necessario dare uno stimolo deciso all’apprendistato e alla formazione in azienda di tipo professionalizzante, al fine di preservare, valorizzare e rinnovare le conoscenze specifiche e il know how. In assenza di interventi significativi e di misure strutturali di politica economica, aumenteranno sempre più mobilità e fallimenti, andando a depauperare un territorio che si prepara la capacità di resistenza delle imprese lombarde, provata da anni di andamenti negativi, è ai limiti ad accogliere un evento internazionale dove l’eccellenza dovrebbe essere la protagonista. Parlo, ovviamente di Expo 2015. La vetrina italiana sul mondo. Eppure a volte per preservare il know how di un’azienda basta poco». Presidente può farci un esempio. Certo, vi racconto la vicenda di una nostra azienda associata, nata negli anni Cinquanta e affermata in uno specifico settore nel mercato dell’edilizia. La crisi internazionale e ancor più quella che ha colpito il settore, purtroppo non l’ha risparmiata. Davanti a un calo del 50% della produzione, la società si è trovata costretta a individuare strumenti adeguati alla gestione dell’eccedenza di personale e alla necessità di ridefinire il ciclo produttivo. Invece che lasciare a casa il personale, imprenditore e organizzazioni sindacali insieme hanno deciso di avvalersi del contratto di solidarietà che ha permesso, ancora oggi, di mantenere in forza l’intero organico aziendale, preservando competenze e professionalità, pur dimezzando i costi aziendali. L’impresa si trova ora davanti a un grosso scoglio: chiede e non trova un buon accordo bancario di ristrutturazione del debito e ancor di più la fiducia che le banche stesse dovrebbero porre nei riguardi di un’azienda che si è reinventata e ha utilizzato le risorse disponibili in formazione e sviluppo. CONFAPI INDUSTRIA è in prima linea per supportare le aziende in questi difficili momenti». Presidente un’ultima considerazione per concludere. «Sinceramente delle piccole e grandi battaglie che ogni giorno vivono le pmi, come imprenditore e presidente, potrei scrivere pagine intere. Ma voglio ricordare che gli imprenditori, ogni giorno, continuano caparbiamente a sostenere e a sviluppare il proprio business, ma è sempre più difficile farlo perché si sentono soli ad affrontare le sfide quotidiane. Invito i colleghi imprenditori a rivolgersi alla nostra Associazione nella quale possono trovare un alleato anche e soprattutto in questo momento difficile. Nonostante ciò ci rimbocchiamo le maniche, diciamo che la crisi c’è e va affrontata senza indugio e con coraggio. Sempre più spesso è la voglia di non mollare a farla da padrone. Ma se le piccole e medie imprese chiudono, se i campioni del made in Italy sono costretti per burocrazia, tasse, costo del lavoro a emigrare, ci sarà sempre meno lavoro. Lavoro che ricordiamo nasce dalle imprese, vanno create le condizioni perché possano prosperare insieme». necessario lavorare per ottenere risultati concreti – creazione di posti di lavoro, riduzione della pressione fiscale, strategie chiare per le aziende – e per mettere in campo politiche precise e condivisibili tese a sostenere le imprese lavorare per riattivare un circolo virtuoso nel mercato interno è la base per il rilancio del sistema: la ricchezza generata dalle imprese deve restare in Italia 15 Giovanni Anselmi, consigliere di CONFAPI INDUSTRIA e presidente Unimatica CONFAPI INDUSTRIA ed EXPO, spazio alle pmi Il modello a cui l’associazione sta lavorando prevede la realizzazione di un servizio di supporto completo alle aziende che potranno realizzare il loro evento FUORI EXPO CONFAPI INDUSTRIA ha presidiato l’iniziativa voluta dall’allora sindaco di Milano, Letizia Moratti, fin dalla sua nascita. All’inizio dell’avventura in pochi sapevano, e forse ancora pochi sanno, come Milano sia arrivata a vincere l’EXPO. Dico solo che ci fu una caccia al voto, base mondo, veramente degna di plauso in quanto ogni stato vale 1 indipendentemente dalla grandezza, quindi potete immaginarvi la difficoltà che gli organizzatori di EXPO hanno avuto nel raccogliere i consensi, ma di tutti quelli piccoli e 16 meno noti. In ogni caso è andata bene, Milano ha vinto su Smirne. Dalla vittoria in poi si è messa in moto la macchina di EXPO che, indipendentemente dalle note vicende di cronaca, è una complessa e riuscita macchina organizzativa, tanto è vero che Expo 2020 di Dubai ha già chiesto assistenza e consulenza agli organizzatori di Expo 2015. A differenza degli altri EXPO, Milano fin dall’inizio ha adottato una pianificazione innovativa dell’evento dove Internet è, e sarà, utilizzato per molte attività. n. 1 • giugno 2014 EXPO 2015, REALIZZATO IL CATALOGO PER I PARTECIPANTI Uno strumento per supportare i Paesi che parteciperanno all’Esposizione Universale nella progettazione, costruzione e allestimento del proprio padiglione. Nasce con questo scopo il Catalogo per i Partecipanti a Expo Milano 2015, ideato dalla società Expo 2015 in collaborazione con la Camera di commercio di Milano e le principali associazioni di Categoria a livello nazionale e territoriale. Il Catalogo sarà un market place virtuale, costruito tramite piattaforma telematica, che punta a mettere in contatto i partecipanti con le imprese per la potenziale fornitura di beni e servizi. Sarà Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano, a coordinare la promozione del Catalogo, coinvolgendo le Camere di commercio lombarde e di altre regioni italiane, le associazioni di categoria, gli ordini professionali e il global partner di Expo Milano 2015 Intesa Sanpaolo. Al momento risultano già iscritte oltre 500 aziende, che coprono in modo omogeneo tutte le merceologie presenti a sistema. Circa il 70% delle imprese registrate risultano essere pmi. Per registrarsi è necessario accedere online al Catalogo http://fornitori.expo2015.org/ tramite CNS (Carta Nazionale dei Servizi) o una qualsiasi Smart Card che permetta di apporre una firma digitale con valore legale; il sistema riconosce e riporta quindi (tramite verifica di Telemaco sul Registro delle Imprese) i dati societari che occorre confermare. In seguito bisogna accettare il Regolamento di iscrizione e il pagamento della somma simbolica. Prima di avviare la registrazione, è richiesto all’impresa/ professionista di verificare la presenza del proprio settore di attività implementato sul Catalogo. Fra queste, due attività on line che ci riguardano più da vicino, sono il catalogo partecipanti, al quale anche noi abbiamo contribuito, già on line all’indirizzo http://fornitori.expo2015.org/ ed il portale degli eventi catalogo. Attraverso il portale fornitori ogni stato partecipante che necessiterà di un fornitore di beni o servizi correlati alla sua presenza potrà trovare direttamente nel catalogo l’azienda a cui richiedere un preventivo, e questo non è poco. Ovviamente le grandi commesse sono passate da apposite gare che sono state puntualmente pubblicate sul sito EXPO. Lasciamo stare le solite polemiche sui tempi che sono sicuro verranno rispettati ed, in ogni caso, se alcune attività sono partite più tardi la ragione la possiamo trovare anche nei finanziamenti che sono arrivati più tardi del previsto, e neanche tutti. Quello che mi interessa sottolineare, avendo partecipato come rappresentante di CONFAPI INDUSTRIA ai tavoli EXPO, è l’approccio professionale ed organizzativo che ho trovato. Ho sempre incontrato persone molto preparate che sapevano esattamente cosa volevano e come lo volevano. L’attenzione al risparmio e all’efficienza ha sempre accompagnato gli incontri e le idee proposte sono sempre state innovative ed efficaci. Come CONFAPI INDUSTRIA, quindi, quello che potevamo fare è stato presidiare, ove possibile, i vari Tavoli ed informare puntualmente gli imprenditori delle il mercato della logistica e dei trasporti lombardo vale circa 12 miliardi di euro, quasi un terzo del mercato italiano 17 varie opportunità fra cui appunto il Catalogo fornitori, unico mezzo per partecipare in qualità di fornitore oltre alle gare. Anche presso il Padiglione Italia è ancora possibile acquistare spazi espositivi, ma su quello non siamo noi gli interlocutori ed in ogni caso visto i prezzi abbiamo deciso di concentrarci su altre iniziative fuori dai padiglioni istituzionali; il FUORI EXPO. CONFAPI INDUSTRIA E IL FUORI EXPO Possiamo definire il FUORI EXPO ogni iniziativa organizzata al di fuori del sito EXPO. EXPO considera l’intera nostra penisola territorio di eventi FUORI EXPO, ma va da sé che gli eventi su Milano saranno i più visitati e quindi come CONFAPI INDUSTRIA ci siamo concentrati proprio su questi eventi. Il modello a cui stiamo lavorando prevede la realizzazione di un servizio di supporto completo alle aziende che potranno realizzare il loro evento FUORI EXPO. L’evento potrà comprendere dalla semplice conferenza fino alla convention aziendale con esposizione dei propri prodotti. Ogni singolo evento sarà supportato da un gruppo di lavoro appositamente costituito per fornire consulenza ed assistenza alla realizzazione dello stesso, quindi allestimento della location, contatti con la stampa, pubblicazione dell’evento sui canali ufficiali EXPO sono solo alcune delle attività che stiamo organizzando. Chi fosse interessato ad avere informazioni in merito può fin d’ora mettersi in contatto con l’Associazione. Tutte le aziende potranno aderire all’iniziativa; stiamo strutturando una serie di offerte modulabili per soddisfare le vostre esigenze che siano compatibili con i vari budget di investimento. Il nostro obiettivo è che tutti gli associati abbiano la possibilità di “esserci”. Gli eventi saranno inseriti nel portale ufficiale di EXPO che avrà una parte dedicata agli eventi in generale, inoltre costruiremo a breve un nostro sito per dare visibilità alla promozione dei nostri eventi. Abbiamo anche previsto di realizzare un’apposita APP attraverso la quale tutti potranno consultare facilmente gli eventi in programma anche da smartphone. LOGISTICA, LOMBARDIA PORTA D’ITALIA Nove mila i posti di lavoro che saranno attivati, 6 mila solo in Lombardia e 1,8 miliardi di produzione aggiuntiva, di cui 1,2 miliardi in Lombardia. Questa la ricaduta di Expo Milano 2015 sulla logistica; in Lombardia, infatti, il mercato della logistica e dei trasporti lombardo vale circa 12 miliardi di euro, quasi un terzo del mercato italiano. La provincia di Milano genera da sola un fatturato stimabile nella metà del totale lombardo, circa 5 miliardi di euro. Sono quasi 2mila le imprese di logistica e trasporto con fatturato superiore ai 500mila euro in Lombardia e nelle province di Novara, Piacenza e Verona (che costituiscono la RLM, la Regione Logistica Milanese). Circa il 36% del totale si trova nella provincia di Milano (725 imprese), seguita da Bergamo (8%, 165 imprese), Verona (8%, 155 imprese) e Brescia (7%, 136 imprese). Il 15% (296 imprese) ha sede extra regione pur operando nell’area logistica milanese. Emerge dalle indagini della Camera di commercio di Milano presentate ad un convegno sulla logistica promosso dalla Camera di commercio di Milano, da The International Propeller Club- Port of Milan e dall’Autorità Portuale di Genova. Dalla ricerca promossa dalla Camera di commercio di Milano e dalla Società Expo 2015 e affidata a un team di analisti economici per il periodo 2012-2020 emerge inoltre che la maggior parte delle opportunità sarà dopo la manifestazione (1,1 miliardi di produzione aggiuntiva e 5.300 unità di lavoro). Nel 2015 saranno 523 milioni di produzione aggiuntiva e 2.500 unità di lavoro. Prima di Expo 213 milioni di produzione aggiuntiva e mille unità di lavoro. la capacità di resistenza delle imprese lombarde, provata da anni di andamenti negativi, è ai limiti 18 Non lamentarti della tua azienda. Cambiala. In meglio. Le persone che lavorano nella tua impresa sono la risorsa più importante. Investire su di loro è la scelta migliore per veder crescere la tua impresa. Fapi ti dà le risorse economiche per farlo, gratuitamente. Scegli Fapi per finanziare la formazione dei tuoi dipendenti. ADERISCI AL FAPI: IL FONDO DI FORMAZIONE ITALIANO CHE CREDE NEL VALORE DELLE PERSONE. Aderire al fondo per la formazione FAPI è facile e non costa nulla: scopri come fare su www.fondopmi.it, chiamando lo 06-6977081 o inviando una mail a marketing@fondopmi.it Claudio Devecchi “Uscire dalla crisi: qual è il percorso delle imprese di famiglia italiane” Le parole chiave anti crisi sono: qualità, sostegno al cliente, trasparenza e dialogo con banche e fornitori, riunioni continue con i dipendenti, ricerca di nuove opportunità di business, veloce differenziazione del prodotto/servizio, immissione di equity nella società Come stanno affrontando (e superando) la crisi le imprese di famiglia italiane? Sono ancora sbalordite da una crisi che nessuno in Italia ha voluto, generato o causato. Questa è una crisi importata, è una crisi di paura. Non è una crisi reale ma puramente finanziaria. Con una classe politica che sinora ha dato risposte inconsistenti. È chiaro che se il mio fatturato dipende per il 60% dall’America sono in croce ma questo 20 lo capisce anche un ragazzino. Ma se il mio fatturato è per il 60% distribuito nel BRIC (Brasile, Russia, Cina) e in India allora il discorso cambia sostanzialmente e pochi diranno di essere in crisi nera. Ancora, se il mio fatturato (della specie B2B) è per il 60% fatto nei Paesi Africani che si affacciano sul Mediterraneo, o nell’Indocina non posso essere in crisi. Quindi tornando n. 1 • giugno 2014 la pelle in quanto non hanalla domanda iniziale: no riserve (patrimoniali), come stanno affrontando mancano di flussi di cassa la crisi le imprese famipositivi prodotti dalla geliari italiane? Possiamo stione caratteristica, hanno rispondere che le migliori una redditività marginale o stanno usando le ricette nulla o negativa. Infine ci eccellenti: un po’ di taglio sono i “champions”, quelli ai costi, occhio sempre vaccinati per tempo o con rivolto ai ricavi e ai proalimentazione equilibraspect, uso oculato degli ta e fisico robusto perché ammortizzatori sociali, adottano regole di vita clima aziendale ispirato sana e attenta alle tentaalla fiducia, ricorso all’azioni; questi passano inmor proprio ripetendo denni dall’epidemia. Sono – come i rugbysti australe aziende di famiglia che liani – “siamo dotati di hanno il credo dell’innoattributi imprenditoriali vazione, risultano creatirobusti”, dialogando costantemente con gli stakeholder e in particolare con le ban- ve, sono ricche perché il padrone invece che comprare la che; queste ultime devono ricevere costantemente business Chaienne investe in ICT e in ricerca e sviluppo, hanno capito plan aggiornati e consuntivi recenti, e così via. Quali sono che il loro capitale intellettuale o i loro intangibili rappresenallora i punti di debolezza delle imprese di famiglia italiane tano la vera ricchezza aziendale e allevano le risorse umane, rispetto a quelle degli altri paesi europei o degli Usa? Parafra- dedicano loro tempo ed energia, danno fiducia ai loro disando, il nostro sistema economico è come una popolazione pendenti. E non importa che siano in Italia, in Europa o negli umana quando scoppia un’epidemia di influenza: c’è chi si Usa, basta che seguano queste “golden rules”. Quanto durerà ammala subito e muore in quanto parte già molto debilitato ancora la crisi per le imprese tipicamente familiari italiane e o gravemente malato. È il caso, ad esempio, di quelle azien- quali settori andrà maggiormente a toccare? Non possiamo de familiari che sono cronicamente sotto capitalizzate, che dare una data certa e quindi non siamo in grado di dire quanlavorano in grandissima parte con i soldi altrui (usando una to durerà; ciò dipende da molti fattori economici, sociali, psileva suicida, pari a 4,5,6 volte l’equity e talvolta ben di più), cologici, internazionali. Forse per tutto il 2015 e per il primo che guadagnano solo evadendo, che hanno prodotti/servizi trimestre 2016 saremo come nelle attuali condizioni: mercati nervosi, consumatori prufacilmente imitabili ovvero ridenti, banche molto selettive producibili all’estero al 20% nell’erogazione del credito. I di quanto costano in Italia. Il prof. Devecchi è docente di Transizione generazionale presso settori che producono comImpossibile salvarle. Ci sono l’Executive Master PMI e Competitività, il corso dell’Università Cattolica ALTIS creato su misura per gli imprenditori (e figli modities o che sono fortepoi i vecchi e i bambini che degli imprenditori) delle piccole e medie imprese. mente maturi risultano anche sono fisiologicamente più i più deboli. Ma attenzione: portati a prendere l’influenza Caratteristiche del Master: 1. Compatibilità con l’attività lavorativa; dentro a un settore abbiamo e le connesse complicazioni, 2. Opportunità di crescita dell’azienda, anche in ottica visto che ci sono molte eccese non anticipatamente vacinternazionale; 3. Passaggio generazionale. zioni, soprattutto di aziende cinati. È il caso, ad esempio, che non risentono così tanto di aziende familiari che hanEventi di presentazione del Master della crisi, perché? Il settore, no fatto da poco lo star up e 3 luglio 2014, ore 18.00 – Università Cattolica, L.go Gemelli 1, Milano non va mai dimenticato, è che non hanno dimensioni 17 ottobre 2014, ore 18.00 – Università Cattolica ALTIS, fatto di tanti comparti, ogni e know how a sufficienza via S. Vittore 18, Milano comparto di numerosi merper rimanere a galla; ovvero Lezione di Operations Management cati ed è lì e non altrove che quelle imprese familiari che Partecipa gratuitamente a una lezione dell’edizione in corso si gioca la vera e importante sfibrate da una competizio7 novembre 2014, ore 8:30 – Università Cattolica ALTIS, via S. Vittore 18, Milano partita contro la crisi. Esiste ne ultra trentennale stanno una ricetta (Best Practices vivacchiando in condizioni Per maggiori informazioni contattare Silvia Persi: Aziendali) per superare la normali; per loro è quasi masilvia.persi@unicatt.it - 02 7234.8371 www.unicatt.it/pmi crisi? Certo che esiste, noi la tematico che in un ambiente chiamiamo “Kit anti-recesche diventa ostile, ci lascino 21 Focus “Uscire dalla crisi: qual è il percorso delle imprese di famiglia italiane” sione” e come CERIF stiamo incontrando molti imprenditori e spieghiamo cosa fare; ascoltiamo le loro particolari necessità ed elaboriamo, come dei dress maker, delle soluzioni ad hoc. Devo poi dire che le PMI si sono dimostrate molto reattive, in particolare le family business hanno una marcia in più. Tale marcia è data dalla presenza del nucleo familiare che, stringendosi intorno ai loro valori alle loro passioni ai loro sogni, genera una tale forza di cambiamento-adattamento senza eguali e realmente molte di esse riescono ad essere addirittura proattive. Le sette parole chiave anti crisi per loro sono: qualità, sostegno al cliente, trasparenza e dialogo con banche e fornitori, riunioni continue con i dipendenti, ricerca di nuove opportunità di business, veloce differenziazione del prodotto/servizio, immissione di equity nella società. Siamo stati gli unici in Italia a monitorare dal 2009 al 2014 le criticità di circa 190 aziende familiari. Le abbiamo seguite, incontrate, intervistate; con loro abbiamo discusso il modello di business adottato e da adottare, analizzato il rapporto impresa-famiglia e i cambiamenti da fare, aiutato a decidere l’assetto economico-patrimoniale e la ristrutturazione del conto economico e dello stato patrimoniale, esaminato e mappato il livello dei rischi per avere una “eccellente Basilea2”; il tutto è rappresentato nella Tabella 1 “Matrice delle Criticità per le Imprese di Famiglia nel Periodo di crisi 2009-2014”. La lettura “orizzontale” e “verticale” fornisce numerosi elementi di originalità. Ma dato il limitato spazio limitiamoci in estrema sintesi ad indicare quali inse- gnamenti ne abbiamo tratto e quali percorsi gli imprenditori hanno intrapreso. Primo: la pressione tributaria è molto (troppo) pesante in quanto il prelievo fiscale non consente un sufficiente autofinanziamento per lo sviluppo aziendale; i consulenti non sempre forniscono soluzioni adeguate; va scartata l’ipotesi di evasione che pur consentendo “risparmi” d’imposta configura un rischio (non solo economico-finanziario) che potrebbe pregiudicare la situazione attuale e prospettica. Secondo: il rischio sistemico valutato attraverso l’analisi sistematica e continua dei fattori esterni influenzanti il business aziendale è per loro molto elevato e crea un sovraccarico di informazioni difficili da gestire; non riescono con gli strumenti conosciuti e con i mezzi finanziari a disposizione a valutare l’attrattività del settore in cui operano soprattutto in termini di futura redditività potenziale; è però fondamentale avere la mappa dei rischi per predisporre adeguati strumenti assicurativi di tutela dall’evento. Terzo: la riduzione della redditività del settore nel tempo è sinonimo anche di futuro incerto e porta a depauperare l’impresa al motto “impresa povera-famiglia ricca”; ciò genera il problema-dilemma se vendere (e a quanto) l’impresa di famiglia ovvero riduce lo spazio per i nuovi ingressi in famiglia di giovani eredi. Infine, il quarto elemento è dato dalla seguente criticità: la gestione della successione e della continuazione. Qui la successione genera un aumento della complessità relativa alla ripartizione dei diritti e delle responsabilità che va gestita e non subita; e quando non si è consapevoli delle modalità (per capirci gli strumenti idonei) le pmi si sono dimostrate molto reattive, in particolare le family business hanno una marcia in più 22 n. 1 • giugno 2014 Matrice delle criticità per le imprese di famiglia nel periodo di crisi 2009-2014 CRITICITÀ 2009/2010 2010/2011 2011/2012 2012/2013 2013/2014 LE MACRO ARTEE DI CRITICITA’ 60%-82% Pressione fiscale Pressione fiscale Pressione fiscale Pressione fiscale Pressione fiscale AEP Fonti di finanziamento Chiusura capitali esterni Chiusura capitali esterni Chiusura capitali esterni Fonti di finanziamento AEP Chiusura capitali esterni Fonti di finanziamento Fonti di finanziamento Fonti di finanziamento Chiusura capitali esterni AEP Rischio sistemico Rischio sistemico Rischio sistemico Rischio sistemico Rischio sistemico RISK L Rischio perdita persone chiave Rischio perdita persone chiave Rischio operativo+ Rischio tecnologico Rischio perdita persone chiave Rischio perdita persone chiave RISK L Rischio perdita del fondatore Rischio perdita del fondatore +Rischio operativo Rischio finanziario +Rischio perdita persone chiave Rischio perdita del fondatore Rischio perdita del fondatore RISK L Riduzione redditività del settore nel tempo Riduzione redditività del settore nel tempo Riduzione redditività del settore nel tempo Riduzione redditività del settore nel tempo Riduzione redditività del settore nel tempo BUMO Capacità di attrarre persone chiave Continuità del nome della famiglia Continuità del nome della famiglia Continuità del nome della famiglia Formazione del personale BUMO Formazione del personale Servizio al cliente+ Organizz.ne confusa Organizzazione confusa +Accesso ai mercati esteri Accesso ai mercati esteri Capacità di attrarre persone chiave BUMO Gestione della successione e continuazione Gestione della successione e continuazione Trasferimento della cultura familiare Gestione della successione e continuazione Gestione della successione e continuazione RIF Trasferimento della cultura familiare Assetti organizzativi Gestione della successione e continuazione Trasferimento della cultura familiare Assetti organizzativi RIF Assetti organizzativi Trasferimento della cultura familiare Organi (societari e non) di governo Organi societari e non) di governo Trasferimento della cultura familiare RIF 57%-71% 51%-57 43%-55% per affrontare concretamente questo processo i fattori condizionanti di tale processo successorio diventano troppo numerosi per essere gestiti ordinatamente; ne deriva – poi – che il fenomeno successorio è destabilizzante perché non viene la pressione tributaria è molto (troppo) pesante in quanto il prelievo fiscale non consente un sufficiente autofinanziamento per lo sviluppo aziendale considerato in anticipo e quindi affrontato senza alcuna pianificazione. Avremo occasione nel prossimo futuro di ritornare operativamente e concretamente su queste decisioni. Claudio Devecchi, Professore Ordinario di Strategia e Politica Aziendale nell’Università Cattolica di Milano. Nella stessa Università: Presidente e Direttore Scientifico dell’Associazione per gli Studi Aziendali e Manageriali (ASAM); Amministratore Unico del Centro di Ricerca sulle Imprese di Famiglia (CERIF). Socio in alcune PMI e Start Up. Vice Presidente Vicario dell’Associazione Italiana Private Banking (AIPB). Consigliere indipendente in Società quotate. Recentemente ha pubblicato Problemi, criticità e prospettive dell’impresa di famiglia”, Vol. I, Vita & Pensiero, Cattolica University Press, 2007-2013, pp. 383. 23 artner & Co. a cura di Atradius Italia - www.atradius.it Proteggere il cash flow dai mancati pagamenti, la proposta di Atradius alle aziende italiane Massimo Mancini, Country manager di Atradius Italia L’espansione dell’economia globale comporta, anche per le aziende italiane, la necessità di affrontare un certo numero di sfide, per restare competitive e crescere sui mercati internazionali. Ciò è particolarmente vero se si considera il tessuto economico del nostro Paese, costituito per oltre il 90% da PMI, gran parte delle quali ha dimostrato di avere un forte vocazione all’internazionalizzazione. In particolare, oggi sono i mercati emergenti ad offrire le più interessanti opportunità commerciali, che la debolezza della nostra domanda e la contrazione dei consumi interni non sono al momento in grado di garantire. Attenzione però: operare sui mercati internazionali può rivelarsi una carta vincente, ma qui non ci sono garanzie. Qui il percorso di crescita delle aziende nostrane può voler dire affrontare rischi politici e commerciali piuttosto complessi. Tra questi, uno dei più attuali è rappresentato dai ritardi di pagamento o dall’insolvenza degli acquirenti, siano essi sul mercato interno o all’export. Si tratta di rischi che possono compromettere seriamente la crescita di un’azienda o, nella peggiore delle ipotesi la sua sopravvivenza. E ciò risulta del tutto evidente se si considera che i crediti commerciali costituiscono in media tra il 20% ed il 40% dell’attivo. Ecco perché si riscontra da parte delle aziende italiane un sempre maggiore interesse verso strumenti intesi a mitigare gli impatti delle criticità riferite ai tempi d’incasso delle fatture. In particolare per ciò che riguarda le operazioni sull’estero. Si va dalla preliminare verifica di solvibilità dei clienti, all’attività di monitoraggio del rischio cliente, lungo tutta la catena dei rapporti commerciali dell’azienda. Tuttavia, è l’assicurazione del credito lo strumento strategico che offre la protezione del portafoglio clienti maggiormente integrata con una serie di servizi accessori alla copertura assicurativa. Questo per contenere il pregiudizio derivante dall’inadempienza dei debitori, e riuscire a gestire il portafoglio crediti nella maniera più redditizia possibile. In particolare, assicurare i crediti commerciali contro il rischio di insolvenza o mancato pagamento dei clienti significa proteggere la propria attività dal rischio che sorge nel momento in cui il cliente dell’impresa fornitrice non riesce a far fronte ai propri impegni di pagamento alle scadenze pattuite. La tipologia di rischio, dunque, è la mancata soddisfazione del credito che l’impresa fornitrice vanta nei confronti del cliente. Le motivazioni di base sono riconducibili a difficoltà finanziarie sopravvenute del cliente oppure, nel caso di copertura per rischio politico a decisioni di carattere governativo o istituzionale, prese da un Paese, che di fatto impediscono il buon esito dello scambio commerciale tra fornitore e cliente. Ciò che determina le difficoltà finanziarie a carico di un’azienda, o più in generale, all’interno di un settore specifico possono essere diverse, come la scarsa liquidità dovuta ad una cattiva gestione dei crediti interna, o il rallentamento dell’economia, per citarne alcune. Assicurando i crediti, di fatto si trasferisce il rischio d’insolvenza dei clienti su una compagnia specializzata nella gestione dei crediti commerciali, in modo tale che le aziende possano concentrarsi sulla loro responsabilità principale: garantire la crescita del business e dell’utile. Nonostante questo importante aspetto, occorre dire che, ad oggi, l’indice di penetrazione dell’assicurazione dei crediti presso le aziende italiane è uno dei più contenuti d’Europa. Complice forse, ma non solo, un aspetto culturale nostrano di approccio da parte dell’utenza al prodotto assicurativo credito, inteso più come esigenza di copertura dell’evento e meno come prevenzione del verificarsi del fenomeno, aspetto questo più diffuso all’estero. Oltre a ciò, è nel trait d’union assicurazione dei crediti e attività di erogazione del credito bancario la vera propulsione all’uso dello strumento assicurativo. In questo contesto si colloca la proposta di Atradius alle aziende italiane: affiancarle in ogni fase del ciclo di gestione dei loro crediti commerciali, grazie alla particolarità di una copertura assicurativa specifica, a misura delle esigenze di ogni tipologia di azienda. Si tratta della polizza Modula di Atradius, a tutela dal rischio di insolvenza e da una serie di rischi aggiuntivi, che vanno dalla co- assicurando i crediti, di fatto si trasferisce il rischio d’insolvenza dei clienti su una compagnia specializzata nella gestione dei crediti commerciali, in modo tale che le aziende possano concentrarsi sulla loro responsabilità principale: garantire la crescita del business e dell’utile 24 n. 1 • giugno 2014 pertura di contratti, alla copertura degli ordini confermati, ai rischi di natura politica per i crediti all’esportazione. Modula si integra con una serie di servizi a valore aggiunto, primo fra tutti il sistema on line Serv@net per la gestione dei limiti di credito, collegato a una Banca Dati con oltre 100 milioni di imprese a livello mondiale. Attraverso tale sistema, l’azienda assicurata può gestire la propria polizza direttamente sul web, ed inviare in autonomia le richieste di affidamento, verificando da sistema le decisioni degli analisti. Ma non è tutto. La polizza include anche un servizio di recupero crediti giudiziale e stragiudiziale attraverso Collect@net, un sistema on line di aggiornamento su tutte le fasi di recupero del credito insoluto in Italia ed all’estero: l’opportuna strategia di recupero è personalizzata sul cliente, sempre nel rispetto dei suoi rapporti commerciali in essere. Ed i costi di recupero sono normalmente in carico ad Atradius. In aggiunta, il servizio accessorio Atradius Buyer Rating, che fotografa un’istantanea dell’affidabilità del portafoglio crediti dell’assicurato, sulla base dei rating attribuiti dai nostri analisti dei rischi. “In questi anni, la nostra attività di assicuratori del credito, specializzati anche nel recupero crediti e nelle fideiussioni è stata quella di essere al fianco dei nostri clienti, che da sempre seguiamo in ogni fase del ciclo di gestione del portafoglio crediti con un approccio in linea con l’evoluzione del contesto economico” afferma Massimo Mancini, country manager di Atradius per l’Italia. «La sfavorevole congiuntura economica, e la maggior prudenza degli istituti deputati a erogare credito, si sono rivelati concreti temi di riflessione sulla necessità di tutelare i bilanci dal rischio d’insolvenza e nel ricercare strumenti di credit enhancement capaci di riqualificare l’attivo circolante delle imprese. In questo contesto, è il nostro compito di assicuratori del credito quello d’individuare le politiche più adatte per offrire un sostegno efficace alle aziende italiane. Sappiamo bene che un’azienda non può crescere con successo senza contemplare il comune rischio di impresa correre rischi. Per questo – continua Mancini - vogliamo sostenere i nostri clienti riducendo il loro rischio di impresa facendoci carico del rischio commerciale delle vendite. I rischi si possono gestire, e noi possiamo aiutare le aziende a proteggere il cash flow dai clienti inadempienti. Rischiare può portare ad ottenere risultati straordinari. E con Atradius si è liberi di rischiare». i ritardi di pagamento o l’insolvenza degli acquirenti sono i rischi che possono compromettere seriamente la crescita di un’azienda o, nella peggiore delle ipotesi, la sua sopravvivenza La sede centrale di Atradius ad Amsterdam, Olanda 25 Carmine Pallino, responsabile Servizio fiscale, gestionale, societario Fiscalità locale, ancora più tasse! Oltre alle nuove imposte si è registrata una tendenza ad aumentare le aliquote di quelle già esistenti I dati estratti dal conto economico consolidato delle amministrazioni pubbliche (fonte ISTAT), e di seguito riepilogati, dimostrano come negli ultimi 25 anni si sia verificato un costante aumento di imposte, a scapito di cittadini privati e imprese. Le imposte dirette e indirette sono valorizzate, sommando le imposte prelevate dalle amministrazioni centrali e quelle prelevate dalle amministrazioni locali. Nello specifico, per amministrazioni centrali si intendono la presidenza del Consiglio dei Ministri e ministeri e tutti gli organi costituzionali e di rilievo costituzionale, mentre per amministrazioni locali sono intesi Regioni e province autonome, Province, Comuni, comunità montane e unioni di Comuni. Come ben visibile dallo schema sopra riportato, l’incremento maggiore si registra dal 2007 ad oggi in relazione alle imposte dirette delle amministrazioni locali, che da un prelievo di CONTO ECONOMICO AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE 300.000 250.000 EURO 200.000 150.000 100.000 Imposte Indirette Imposte Dirette 50.000 Fonte: Istat 26 2013 2012 2011 2010 2009 2008 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 0 ANNI n. 1 • giugno 2014 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Amm. Pubbliche Indirette 227.098 215.842 206.403 217.883 221.651 234.373 225.847 Dirette 233.170 239.644 222.185 226.050 226.366 237.132 238.452 Amm. Centrali Indirette 151.935 145.594 143.409 153.129 154.626 162.975 156.228 Dirette 203.697 206.700 192.511 194.790 194.196 201.923 203.450 Indirette 75.163 70.248 62.994 64.754 67.025 71.398 69.619 Dirette 29.473 32.944 29.674 31.260 32.170 35.209 35.002 Amm. Locali Fonte: Istat - Ufficio fiscale, gestionale, societario 29 milioni di euro circa, è passato a 35 milioni di euro. Lo strumento attraverso il quale si è perpetrata la crescita delle imposte è la fiscalità locale (diretta, quella che si computa nel cuneo fiscale), che è aumentata malgrado i tagli dei trasferimenti da Roma alle municipalità, anche nel 2013. Fiscalità che peraltro è lo strumento di finanziamento di servizi essenziali per i cittadini: asili nido, scuole materne, assistenza domiciliare, sostegno alla non autosufficienza, politiche abitative, tutela ambientale, trasporto pubblico locale, politiche educative e culturali. Quanto sopra, dimostra che sin dal 2007, il mancato versamento nelle casse degli enti locali è ampiamente compensato dall’aumento di imposte locali, tra cui: • Addizionale comunale • Addizionale regionale • Iuc - Imposta unica comunale (Imu-Tari-Tasi)/ICI • Imu - Imposta municipale propria • Addizionale provinciale all’accisa sull’energia elettrica • Trasmissione dei dati Ici - Iscop • Aliquote IRAP • Ipt - Imposta provinciale di Trascrizione • Imposta Rc Auto • Tares - Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi • Tasse automobilistiche Come tutti ben sappiamo, nel corso degli ultimi anni, abbiamo assistito ad un vero e proprio boom di nuove imposte. Basti pensare all’IMU, che nell’ultimo anno si è trasformato in IUC, accorpando le altre imposte, anch’esse evolutesi nel tempo, TASI e TARI. Senza contare che oltre alle nuove imposte vi è una tendenza ad aumentare le aliquote di quelle già esistenti. Nel 2014, infatti i sindaci potranno alzare l’aliquota dell’attuale TASI di un altro 0,8 per mille sulla prima casa, passando dal 2,5 al 3,3 per mille, oppure sulle seconde case, salendo dal 10,6 all’11,4 per mille. Per le imprese del comparto produttivo questo incremento vale almeno 700 milioni di euro ovvero circa il 70% dell’incremento della suddetta imposta per le imprese. Inoltre, da quest’anno il decreto attuativo del federalismi fiscale 2013 prevede per le Regioni a Statuto ordinario, quale la Lombardia, la facoltà di ulteriori aumenti dello 0,6% che si aggiungono a quelli già possibili (0,5%) sull’aliquota base, fissata ormai all’1,23% sull’addizionale IRPEF. Nei mesi tra giugno e luglio furono inizialmente previste ben 29 tra tasse e tributi vari da liquidare. Per le suddette scadenze il Governo ha previsto nel documento economico oltre 75 miliardi di euro, 40 dalle famiglie e 35 dalle aziende, che «al netto del gettito riconducibile ai contributi previdenziali» dovrebbero entrare nelle casse dello Stato. Tuttavia tali incrementi, in termini di aliquote e in termini di nuove imposte, non sembra essere sufficiente, in quanto ancor maggiore è il taglio del gettito fiscale che dalle amministrazioni centrali dovrebbe passare alle amministrazioni locali. Tuttavia, l’analisi delle imposte locali è solo uno degli elementi per la corretta valutazione della pressione fiscale, che come noto, è determinato dall’ISTAT come rapporto tra imposte più contributi sociali e PIL (Prodotto Interno Lordo). Tra le imposte, infatti, bisogna considerare quelle dirette che confluiscono alle amministrazioni locali e centrali (sul reddito e sul patrimonio, come IRPEF e IRES), quelle indirette, anch’esse da distinguere tra locali e centrali (su produzione e importazioni, come IVA, dazi doganali, bolli) e quelle in conto capitale, per cui vale lo stesso discorso (prelievi eccezionali effettuati a intervalli irregolari, come le imposte di successione). I contributi sociali sono invece quei trasferimenti versati dai contribuenti ad enti pubblici o privati al fine di erogare prestazioni sociali (INPS, INAIL ecc.). L’aumento di questi indicatori, non sempre determina un aumento della pressione fiscale, e ciò avviene qualora il PIL (valore complessivo di beni e servizi prodotto all’interno di un Paese in un certo lasso di tempo) aumenta contestualmente all’incremento delle imposizione fiscale. Tuttavia in questa fase di recessione con un PIL basso o negativo, la pressione fiscale risulta fortissima poiché l’aumento delle imposte, come sopra analizzato, si rapporta ad un PIL decrescente, determinando così livelli di pressione fiscale insostenibili. L’ISTAT mostra un aumento pesante della pressione fiscale nel secondo trimestre del 2013. I dati rivelano come il livello impositivo in Italia sia del 43,8% nel trimestre aprile-giugno, pari ad un +1,3% rispetto allo stesso periodo del 2012 e di e + 4,7% rispetto al trimestre precedente. favorire la ripresa e sostenere i consumi richiede importanti cambiamenti nel modo di concepire la fiscalità e quindi il rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione 27 Focus CONTO ECONOMICO AMMINISTRAZIONI LOCALI 80.000 70.000 60.000 50.000 EURO 40.000 30.000 20.000 Imposte Indirette Imposte Dirette 10.000 2013 2012 2011 2010 2009 2008 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 0 ANNI Fonte: Istat Tutte le suddette variabili, determinano una contrazione dei risparmi, che portano ad un effetto deflattivo sui consumi. La situazione sta divenendo insostenibile. Inoltre oltre all’imposizione diretta, siamo invasi da imposte indirette che condizionano pesantemente il sistema produttivo, già in calo. Come ben visibile dal grafico che analizza il flusso impositivo che dai contribuenti si sposta agli enti locali, le imposte dirette e indirette aumentano considerevolmente negli anni, ma in maniera diversa, dando ampio spazio a quelle indirette. Favorire la ripresa e sorreggere i consumi richiede importanti cambiamenti nel modo di concepire la fiscalità e quindi il rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione. tra le imposte bisogna considerare quelle dirette che confluiscono alle amministrazioni locali e centrali, quelle indirette, anch’esse da distinguere tra locali e centrali e quelle in conto capitale l’ISTAT mostra un aumento pesante della pressione fiscale 28 Questo articolo è curato dal Servizio fiscale, gestionale, societario di CONFAPI INDUSTRIA. Per informazioni o approfondimenti contattare il servizio ai seguenti recapiti: Tel. 02.67140221 indirizzo mail: fiscale@confapi-industria.it n. 1 • giugno 2014 Innovare, imperativo per la piccola impresa In Europa il capoluogo lombardo è al settimo posto per brevetti dopo Monaco, Parigi e altre due aree francesi Nonostante la crisi, le imprese continuano a puntare sull’innovazione. Secondo una stima della Camera di commercio di Milano su dati del Monitor Imprese del Servizio studi dell’ente camerale, nel milanese, nonostante il periodo di difficoltà, un’impresa su cinque investe. Nel 2014 si riprende, infatti, a investire soprattutto in software (49% di chi investe contro circa il 40% del 2013) e in ricerca e innovazione di prodotto (34% rispetto al 33%). Secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati 2013 UIBM (Ufficio Italiano Brevetti e Marchi), EPO (EuropeanPatent Office), registro delle imprese inoltre sono 16mila le imprese milanesi nell’innovazione, prima in Italia, su un totale nazionale di 146mila. Oltre 2mila i brevetti in un anno a Milano. In Europa Milano è al settimo posto per i brevetti dopo Monaco, Parigi e altre due aree francesi (Isère e Hauts de Seine), Berlino e l’olandese Brabant. Nella classifica europea per i brevetti tecnologici ICT. Innovare però per le piccole e medie imprese associate a CONFAPI INDUSTRIA non significa soltanto per contrastare alla crisi, ma anche aprirsi a nuove opportunità individuando nicchie promettenti. Ma per diversificare e innovare bisogna investire sulla formazione e sul confronto, anche con realtà internazionali. E andare oltre e trovare nuove soluzioni è stato il leit motive che ha contraddistinto molte aziende. Abbiamo incontrato alcuni imprenditori per farci raccontare come non hanno accettato il lento peggioramento dei risultati dato dalla situazione congiunturale senza porsi la domanda: quali azioni nuove o diverse posso mettere in campo per valorizzare il mio patrimonio di risorse esistenti? per diversificare e innovare bisogna investire sulla formazione e sul confronto 29 Imprese dal vivo Innovazione, la risposta delle pmi alla crisi CICERI DE MONDEL Srl Stampa 3D, il filo che dà rilievo ai progetti Da una sperimentazione nata da un’esigenza di autoconsumo l’azienda è passata ad una produzione industriale della produzione in serie con la produzione personalizzata e ad avere invece che pochi centri produttivi tante “micro fabbriche”. L’Economist, che ha dedicato al movimento dei makers una copertina, ha parlato di possibile “terza rivoluzione industriale”». A poche settimane dal “Robots & Makers Milano Show”, la prima fiera dedicata alla robotica ed ai makers tenutasi a Milano il 29 e 30 marzo, incontriamo Luciana Ciceri e Antonio Berera, titolari della Ciceri de Mondel Srl. Fondata nel 1917 la Ciceri de Mondel si presenta sul mercato delle materie plastiche come produttrice di lastre estruse in PST , ABS e SAN da oltre due decenni. La produzione, inizialmente di medaglie, si è diversificata nel corso degli anni nel settore delle minuterie metalliche fino a comprendere la realizzazioni di cornici. Negli anni Cinquanta viene avviata l’attività di argentatura per la produzione in proprio di specchi. Negli anni Sessanta la produzione degli specchi viene privilegiata ed ulteriormente potenziata negli anni Settanta quando vengono installati i macchinari necessari per la realizzazione di cornici in plastica termoformate. Abbiamo chiesto ai due titolari di spiegarci la loro nuova avventura imprenditoriale. Antonio Berera, ci può chiarire cosa si intende esattamente per “makers”?” «In parole povere il “maker” è l’evoluzione del tradizionale appassionato di “fai da te”, è cioè l’hobbista che utilizza la tecnologia per la realizzazione dei propri progetti. Quello dei makers viene oggi riconosciuto come un vero e proprio movimento culturale contemporaneo. Il campo di interesse dei cosidetti makers spazia dalla realizzazione fai da te di apparecchiature tecnologiche, alla lavorazione di legno e metallo e, più recentemente, all’utilizzo delle stampanti 3D. La “cultura maker” si basa su alcuni pilastri fondamentali: l’open source, la condivisione dei risultati e la produzione personalizzata. L’idea è cioè che grazie alla libera circolazione delle idee e alla sperimentazione di nuove tecnologie e materiali si possa ottenere un nuovo tipo di produzione, su bassa scala e talmente personalizzata da potersi considerare addirittura esclusiva per un unico utente. La produzione di “ciò che serve dove serve” potrebbe portare, dicono i teorici, alla sostituzione 30 Luciana Ciceri cosa ci faceva un’azienda di estrusione di lastre termoplastiche come la vostra al “Robots & Makers Milano Show”? «La Ciceri de Mondel Srl, fondata nel 1917, in quasi 100 anni di attività ha visto vari cambiamenti a livello produttivo, per dedicarsi dagli anni Settanta in poi esclusivamente all’estrusione di materie plastiche, principalmente HIPS, ABS e metacrilato. Un paio di anni fa mio marito Antonio ha acquistato una piccola stampante 3D da utilizzare per la prototipazione. Esaurite le bobine di filo acquistate e non soddisfatto della qualità dei prodotti trovati sul mercato ha effettuato una modifica all’estrusore di laboratorio utilizzato per la campionatura dei colori per auto-prodursi qualche rotolo di filo. Da una sperimentazione nata da un’esigenza di autoconsumo siamo passati velocemente ad una produzione industriale. In poche parole abbiamo ampliato la nostra produzione aggiungendo alle lastre filo per stampanti 3D con tecnologia FDM in polistirolo ed ABS con il nostro nuovo marchio: FILO ALFA». Continua Antonio «Il mercato è in rapidissima evoluzione ed allo stesso tempo è tutto da scoprire. Le possibili applicazioni del- con queste nuove tecnologie è possibile replicare in casa dei processi industriali che fino a pochi anni fa era impensabile far uscire dalle fabbriche n. 1 • giugno 2014 Robots and Makers Show è stata fondamentale. Gestendo un’attività industriale i cui clienti sono esclusivamente a loro volta aziende, infatti, non avevamo esperienza nella gestione del rapporto “business to client”. Con queste nuove tecnologie è possibile replicare in casa dei processi industriali che fino a pochi anni fa era impensabile far uscire dalle fabbriche, è quindi corretto fornire tutte le informazione disponibili in merito a prodotti e processi in modo da evitare inutili allarmismi ma anche da consigliare un adeguato utilizzo del prodotto. Ecco perché abbiamo voluto inserire nel nostro sito una sezione “salute e sicurezza” che rispecchia l’approccio che abbiamo in azienda. Tale sezione è stata infatti realizzata a partire da analisi chimiche degli “inquinanti aerodispersi in ambiente di lavoro” dove come ambiente si è presa una stanza ed il lavoro è quello di una stampante 3D che utilizza i nostri materiali. Siamo molto orgogliosi di questa contenuto, sviluppato con il supporto dei tecnici di CONFAPI INDUSTRIA SERVIZI, sia perché siamo convinti dell’utilità pratica che ha per i nostri clienti, sia perché ci differenzia da qualsiasi altro rivenditore del settore». la stampa 3D sono tantissime e sicuramente molte sono ancora da immaginare. Al di là delle sperimentazioni più scenografiche come la stampa di case in argilla o di pizze per gli astronauti, la stampa 3D viene già usata per produrre, ad esempio, componenti hi-tech di jet e apparecchi acustici. Il nostro progetto è di entrare nel mercato come produttori di filo per stampanti FDM. Il punto di partenza, e il nostro punto di forza, è un’esperienza più che trentennale nel campo dell’estrusione delle materie plastiche, esperienza che ci dà la certezza di proporci nel settore del filo assolutamente preparati sia per quanto riguarda il processo produttivo, sia per quanto riguarda la conoscenza dei materiali plastici e delle loro caratteristiche. Siamo convinti quindi di poter garantire un’ottima qualità del prodotto. Inoltre intendiamo anche offrire al cliente la possibilità di ordinate colori a richiesta dato che ci avvaliamo di un laboratorio di colori interno alla nostra azienda». Antonio, come intendete inserirvi nel mercato? «Al momento i produttori di filo sono quasi esclusivamente cinesi e americani che si appoggiano ad alcuni grossi rivenditori europei per coprire quasi completamente le esigenze del mercato con la vendita on-line. Anche i nostri prodotti sono disponibili on line. Per il momento siamo sul mercato con filo del diametro di 1.75 e 3 mm in HIPS e ABS, ma stiamo sperimentando l’uso di diversi polimeri per cui a chi è interessato ai nostri prodotti suggeriamo di seguirci sul sito dedicato al settore filo www.filoalfa3D.com. Il messaggio che noi però intendiamo comunicare ai nostri clienti, e che cerchiamo di trasmettere attraverso il sito, è che come produttori abbiamo le migliori conoscenze del prodotto, delle sue caratteristiche e del suo modo di impiego». Continua Luciana: «A questo proposito l’esperienza del Milano Antonio, i vostri clienti sono quindi solo utilizzatori finali? «Oltre all’utente finale ci proponiamo come fornitori dei Fab Lab, quei luoghi dove sono messe a disposizione delle stampanti 3D per chi vuole stampare il proprio progetto e non ha la stampante a casa, un po’come le copisterie di una volta. Ovviamente, ma dipenderà anche dall’evoluzione che avrà il mercato, puntiamo ad inserirci nei settori produttivi: pensiamo, oltre che alla prototipazione, all’industria e al design». Conclude Luciana «Un’altra possibilità che vorremo esplorare, più per convinzione personale che per business, è quello della collaborazione con le scuole. Alcuni licei ed istituti tecnici si sono infatti già dotati di stampanti 3D da utilizzare in affiancamento ai tradizionali corsi di disegno tecnico. Se la Barilla sta facendo sperimentazione per produrre pasta con le stampanti 3D noi lasciamo loro acqua e farina e continuiamo la ricerca nel campo delle materie plastiche per proporre dei fili che ci auguriamo possano essere di spunto per la nascita di nuove idee». le possibili applicazioni della stampa 3D sono tantissime e sicuramente molte sono ancora da immaginare 31 Imprese dal vivo Innovazione, la risposta delle pmi alla crisi KEZAL Srl Trent’anni alla ricerca della “perfezione del prodotto” Il costante orientamento alla qualità, sia nei prodotti che nei servizi, ha permesso all’azienda di Pieve Emanuele di essere riconosciuta a livello globale in un mercato altamente competitivo che. La funzione di R&S è orientata all’ecosostenibilità dei nuovi prodotti e la punta di diamante del vasto portafoglio prodotti è il distaccante a base acqua che viene personalizzato in base alle esigenze del cliente e che garantisce effetti più performanti rispetto a quelli del classico distaccante a base solvente ed è ad impatto ambientale zero. Tra le innovazioni tecnico-scientifiche degne di nota e che hanno permesso l’affermazione dell’azienda all’estero si possono annoverare i prodotti a basso impatto ambientale realizzati a “base acqua” e la “verniciatura nello stampo”, processo che permette di ridurre i tempi e i costi di produzione delle suole in poliuretano». Lavorate con l’estero? Quali differenze e difficoltà riscontate? «Il 90% del fatturato proviene dall’estero. La differenza principale è che nei nuovi mercati emergenti le aziende sono aperte a conoscere ed adottare prodotti innovativi mentre in Italia vi è una forte resistenza dovuta a timori nel convertire la produzione con prodotti a base acqua. Nonostante siano stati adottati già da anni da aziende estere con fatturato anche di 600.000.000 euro annuo». Fondata nel 1984, Kezal Srl è una impresa italiana con 30 anni di esperienza nella produzione di prodotti chimici utilizzati nell’industria delle materie plastiche, della rifinitura delle pelli e degli accessori. “Essere sempre al passo con i tempi e innovare i prodotti…” è la chiave del successo di Luigi Mariani, titolare e fondatore di Kezal e, infatti, i chimici altamente qualificati che lavorano in azienda creano costantemente nuove soluzioni inseguendo la “perfezione di prodotto”. Con base a Pieve Emanuele, in provincia di Milano, e una consociata a Civitanova Marche, oggi la piccola e media impresa è presente in tutti i continenti. Abbiamo parlato con la Dott.ssa Beatrice Mariani dei successi che contraddistinguono da trent’anni la Kezal e delle sfide del futuro. 32 Prodotti unici? «Vernici a base acqua per EVA, PVC, TR e PU». Partecipate a fiere ed eventi? È utile per il vostro lavoro? «Partecipiamo a fiere di settore nei Paesi d’interesse, collocando uno stand aziendale, in media cinque volte l’anno. Nelle principali fiere la Kezal ha una presenza costante da oltre un decennio. Ciò risulta molto utile per farsi conoscere ma soprattutto per poter mostrare direttamente ai potenziali clienti i risultati ottenibili con l’utilizzo dei nostri prodotti ed instaurare di persona le future collaborazioni. Relazioni personali con i clienti si sono sempre dimostrate importanti nei rapporti commerciali dell’azienda. La Kezal “ci mette la faccia” e costruisce così rapporti basati sulla fiducia e la stima personale». Qual è il core business dell’azienda e come state affrontando il periodo di difficoltà che contraddistingue l’industria manifatturiera? «La gamma dei nostri prodotti comprende: vernici per materie plastiche, distaccanti, paste coloranti, prodotti vari per il finissaggio pelli e materiali naturali. Kezal serve i settori footwear, automotive e furniture. Questo orientamento all’innovazione e l’ingresso in nuovi mercati ha permesso alla pmi non solo di non risentire della crisi ma di attraversare una fase di forte crescita». Oltre alla particolarità dei vostri prodotti, cosa date “in più” alla vostra clientela? «Il costante orientamento alla qualità, sia nei prodotti che nei servizi, ha permesso alla Kezal di essere riconosciuta a livello globale in un mercato altamente competitivo. Il personale tecnico e commerciale è sempre a disposizione della clientela per capire e studiare le diverse problematiche legate alle singole esigenze e per rispondere con proposte personalizzate e affidabili». L’innovazione è stata una degli ingredienti della vostra ricetta “anticrisi”? « Da oltre 10 anni la Kezal si è specializzata nella produzione di prodotti eco sostenibili per il poliuretano ed altre materie plasti- Cosa potrebbero fare le istituzioni per sostenere maggiormente l’industria manifatturiera? «I problemi sono quelli noti diffusamente: mancanza di sovvenzioni e finanziamenti, eccesso di burocrazia, tasse così elevate da n. 1 • giugno 2014 «in Italia vi è una forte resistenza dovuta a timori nel convertire la produzione con prodotti a base acqua» portare le imprese sane a richiedere prestiti per poter adempiere ai propri obblighi fiscali. Per ricollegarci all’aspetto delle fiere di settore estere, lo Stato tedesco copre interamente i costi dell’acquisto dello stand delle proprie imprese, pagando per metà il biglietto aereo ai rappresentanti aziendali; l’Italia prevede invece una copertura parziale minima di tutte le spese di rappresentanza». Quali possono essere secondo voi le sfide future per le aziende italiane? «Noi riteniamo che parte del declino del settore industriale italiano sia da imputare alla staticità delle nostre imprese. La resistenza riscontrata verso i prodotti a base acqua non si può spiegare diversamente; nonostante mediamente i prezzi unitari siano maggiori rispetto a quelli di prodotti a base solvente, la quantità di impiego è di 1:3 o 1:2, permettendo così alla fine un buon risparmio, migliori risultati ed impatto ambientale 0 con conseguente riduzione dei costi di smaltimento e rischi di incendi e danni sulla salute dei lavoratori. Le nostre aziende dovrebbero dunque porsi in gioco, riformularne le regole e scommettere sull’innovazione anziché cercare una cieca guerra di prezzi ( che conduce inevitabilmente ad una riduzione o della qualità o dei margini con conseguente diminuzione delle risorse per effettuare nuovi investimenti). Escludendo la strada dell’innovazione, l’Italia porterà sul mercato globale un’offerta obsoleta e dagli scarsi guadagni allontanandoci da quella di successo della Germania che, al contrario, aumenta i prezzi, aumenta la tecnologia e la qualità e aumenta così il proprio successo nello scenario internazionale». l’orientamento all’innovazione e l’ingresso in nuovi mercati ha permesso alla Kezal non solo di non risentire della crisi ma di attraversare una fase di forte crescita 33 Imprese dal vivo Innovazione, la risposta delle pmi alla crisi RI.FRA Mobili Srl L’eccellenza del made in Brianza esposta a New York All’interno dell’azienda è presente un centro di ricerca e sviluppo interno che si dedica allo sviluppo di nuovi ed innovativi prodotti da Giovanni Rivolta che, negli anni Trenta avvia nell’industriosa provincia milanese, una piccola bottega di falegnameria. Nel 1970, con la volontà di caratterizzare la denominazione aziendale, nasce RIFRA; nel 1983 Rifra si evolve da produttore conto terzi in industria autonoma che progetta, realizza e commercializza arredo bagno di qualità. Quest’anno un ulteriore svolta 2014 viene introdotto il catalogo cucine. Quasi una trentina di dipendenti, duemila e cinquecento metri quadro di stabilimento caratterizzato dalla presenza di produzione interna (falegnameria, verniciatura ed imballaggio) e uffici (commerciale, marketing, centro Stile, amministrazione ed acquisti) fanno della RI.FRA uno dei fiori all’occhiello della Brianza. Dei successi e delle nuove sfide che attendono la RI.FRA ne abbiamo parlato con Matteo Rivolta. Matteo Rivolta, amministratore di RI.FRA Mobili Srl RI.FRA Mobili Srl è da sempre riconosciuta come un’azienda che fornisce al mercato prodotti di qualità. Qualità che nasce e si sviluppa trasformando la materia prima in prodotto finito. Materie prime di qualità e dedicate al mondo bagno, risorse umane esperte e motivate, unite all’ultima tecnologia disponibile sul mercato pongono il prodotto RI.FRA ai vertici della produzione “made in Italy” di mobili. in particolare la falegnameria è in grado di produrre sia “su misura” che prodotti specifici, soddisfacendo le esigenze della clientela; mentre il reparto di verniciatura pone il livello di finitura all’apice della qualità del mercato dei mobili da bagno. RI.FRA Mobili Srl, da sempre attenta agli input di mercato, interpretati con intuito e sensibilità, ha raggiunto al compimento dei suoi quarant’anni, il traguardo di “una qualità globale personalizzata”. Design caratterizzato da linearità di forme e colori, versatilità delle proposte e attenzione scrupolosa a materiali e finiture posizionano i prodotti RI.FRA ad un livello qualitativo elevato, aderente ai gusti e alle richieste di una clientela esperta ed esigente. La storia Rifra è, infatti, riconducibile a una serie di tappe significative, percorse nell’arco di oltre settant’anni di attività. L’ideale punto di partenza è rappresentato 34 Per far fronte alla crisi si dice che per pmi debba fare in modo che la qualità sia la differenza. Voi come attuate questa massima? «Il nostro obiettivo è la soddisfazione del cliente. A tal proposito offriamo al mercato sia prodotti che servizi di qualità. Per i primi ci avvaliamo delle più moderne tecnologie per la produzione del mobile, offendo la massima personalizzazione del prodotto, mentre per i secondi, offriamo ai nostri clienti progetti personalizzati anche in 3d, consulenza artistica sui più importanti progetti ed un servizio clienti operativo, con diverse persone che parlano, oltre l’italiano, l’inglese, il francese ed il tedesco». Come riuscite a mantenere una posizione leader sul mercato? «Attraverso ingenti investimenti in marketing, come la presenza nelle più importante fiere del settore, quali il salone del n. 1 • giugno 2014 Lo stabilimento della RI.FRA Mobili Srl mobile di Milano (con 3 stand), ISH a Francoforte, Batibouw a Bruxelles ed ICFF a New York . Inoltre offriamo un catalogo aggiornato ogni anno, e abbiamo attivato una strategia di direct marketing sul web». Lavorate con l’estero? Se sì quali sono le principali difficoltà che incontrate? «Il nostro fatturato è sviluppato all’80% all’estero, e non incontriamo nessuna difficoltà, anzi il cliente estero è molto attento alla qualità ed al design dei nostri prodotti, oltre che essere sensibile al fascino del “made in Italy”». Mi racconta della vostra esperienza a New York? «Il nostro debutto a New York è datato 2003, in qualità di soci di un consorzio italiano che raggruppava 7 marchi leader dell’arre- Lo staff dell’azienda di Gerno di Lesmo damento del made in Italy. Con i nostri soci abbiamo aperto uno showroom nella zona di SoHo. A seguire abbiamo partecipato alla fiera ICFF sempre a New York, ed iniziato con i primi lavori conquistando la fiduci dei primi clienti. Oggi abbiamo 2 showroom che espongono i nostri prodotti, e lavoriamo anche con architetti leader, che inseriscono le nostre cucine ed i nostri bagni in prestigiosi progetti». Qual è la vostra ricetta anticrisi? «Investimenti in marketing per rafforzare il marchio e un forte team commerciale dedicato alla vendita. Ricerca e Sviluppo di prodotto. Investimenti in produzione per mantenere alta l’asticella della qualità. Rispetto delle persone che lavorano in e per l’azienda, con l’obbiettivo strategico di una crescita formativa». 35 Imprese dal vivo Innovazione, la risposta delle pmi alla crisi Comesterogroup Srl I sistemi di gestione dei micropagamenti che danno una marcia in più al business L’offerta di Comesterogroup si evolve: i tradizionali sistemi di accettazione di contante e cashless si arricchiscono di nuove funzioni per la promozione delle vendite, la fidelizzazione della clientela, il controllo a distanza e l’m-payment. Oggi il self-service si sta imponendo sempre di più come canale distributivo strategico. Crescono le occasioni di consumo fuori-casa e si consolidano nuovi modelli di business legati alla fruizione di servizi pubblici e privati in modalità unattended (non presidiata): autolavaggi, lavanderie self service, fontane dell’acqua, chioschi internet, distributori automatici di snack, bevande e prodotti tecnologici, family entertainment center (FEC)… La sicurezza nelle transazioni e la continuità del servizio possono essere resi possibili solo da sistemi di gestione dei pagamenti affidabili e certificati, che oggi si evolvono per rendere ancora più competitivi questi business. Lo scenario che si sta delineando è quello di un’integrazione vincente tra tutti i sistemi di pagamento, in contante o contactless (chiavette, carte fedeltà, carte di debito e credito…), così da mettere sempre i consumatori nelle condizioni di poter effettuare un acquisto. Non solo. I sistemi cashless, in particolare, grazie alla memoria disponibile e ai software collegati di programmazione permettono di registrare tutti i dati di contabilità e di essere utilizzati come sistemi evoluti di gestione delle vendite. Infine, grazie alle ampie possibilità di interfacciamento possono essere collegati a dispositivi esterni di rilevazione dei dati e a moduli di telemetria e controllo a distanza. Il settore della distribuzione automatica è un esempio emblematico. Secondo i dati diffusi dall’Associazione di settore, il settore 36 occupa oggi in Italia più di 30 mila addetti suddivisi nella filiera tra chi produce le macchine, i sistemi di pagamento, prodotti e accessori e le imprese che installano e gestiscono le apparecchiature presso l’utenza. Ed è proprio in questo settore che Comesterogroup ha ricevuto di recente nuovi e importanti risultati. The Vending Industry Award è un concorso organizzato da Vending International e dall’Automatic Vending Association (AVA) ossia l’associazione britannica della distribuzione automatica, per premiare quelle aziende che nell’ultimo anno si sono contraddistinte per prestazioni, tecnologia e innovazione nel mercato della distribuzione automatica. Comesterogroup è una delle 3 aziende finaliste nella categoria “Best Components Company”, unica azienda produttrice di sistemi di pagamento. Ne abbiamo parlato con la Direzione Comesterogroup. Chi è Comesterogroup? Quali sono le vostre carte vincenti? «Comesterogroup è un gruppo internazionale, leader nella fornitura di sistemi di pagamento elettronico e apparecchiature per gestioni self-service. Investimenti continui nella ricerca e sviluppo, risolutezza nel promuovere innovazione tecnologica, grande attenzione alla qualità dei prodotti e al servizio offerto: sono queste, in sintesi, le carte vincenti che hanno permesso al nostro n. 1 • giugno 2014 gruppo di ritagliarsi un ruolo di primo piano nei settori del vending, del carwash, delle case dell’acqua e dell’intrattenimento, e di conquistare nuovi mercati emergenti. Il valore aggiunto che ci riconosce il mercato è il fatto di essere un gruppo molto unito di professionisti della vendita, della consulenza e dell’assistenza, capace di dare risposte reali e tempestive. Crediamo che la condivisione di esperienze e competenze sia la chiave del nostro successo. I nostri clienti non si accontentano più di una chiavetta di pagamento, ma ci chiedono un sistema di gestione evoluto, che dia valore alla vendita e che apra nuove opportunità di business. Per questa ragione abbiamo messo in campo quest’anno nuovi progetti di sviluppo, sempre più orientati al servizio e puntiamo a sviluppare con i nostri clienti più fedeli delle vere e proprie partnership tecnologiche». Com’è strutturata la vostra rete distributiva? «Comesterogroup è presente in 50 paesi attraverso 4 filiali europee e una rete capillare di centri di Distribuzione e Assistenza. Ogni filiale opera direttamente sul territorio in stretta sinergia con la sede centrale. Questo tipo di organizzazione mette a disposizione dei clienti la flessibilità di un partner locale e la capacità produttiva di un gruppo internazionale. Quale sono le caratteristiche distintive della vostra offerta? L’offerta Comesterogroup è unica e universale. Unica sul mercato, include oltre 100 sistemi di pagamento, cambiamonete e apparecchiature per gestioni self-service, in grado di adattarsi a ogni esigenza. Comesterogroup sviluppa inoltre progetti custombased e offre servizi di consulenza e supporto per l’adozione di nuove soluzioni integrate, che portano benefici e opportunità di business a tutte le gestioni self-service. In particolare la gamma cashless WorldKey è nata per offrire al mercato un cashless evoluto, in grado di entrare con facilità nelle abitudini di tutti i consumatori e di semplificare la gestione. WorldKey è già predisposta per soddisfare tutte le possibili evoluzioni che sta vivendo il mondo dei micro-pagamenti e per gestire le transazioni con un telefono cellulare NFC-enabled. Le novità di COMESTEROGROUP WorldKey FPos: Kit Cashless – carte di credito e debito Grazie alla partnership stretta con FlagPay, Comesterogroup è in grado di offrire oggi una soluzione integrata per gestire i micro-pagamenti elettronici in modo semplice, sicuro ed economico. Comesterogroup e FlagPay hanno strettamente collaborato per completare le rispettive offerte attraverso la creazione di un nuovo Kit Cashless, denominato WorldKey FPos, che si compone di un’unità CPU WorldKey e di una testa di lettura 3 in 1 (MS Chip e Contact-less) omologata EMV per l’accettazione delle carte di credito e delle carte di debito internazionali. Il Kit WorldKey FPos, grazie all’infrastruttura di pagamenti FlagPay, si interfaccia con i principali Acquirers attraverso il collegamento GPRS o Ethernet e con tutte le vending machine tramite il protocollo MDB o Executive. Il rispetto degli standard SEPA garantisce l’accredito delle transazioni in T+1,vale a dire il giorno successivo al pagamento, sul conto del beneficiario. Il sistema nel suo complesso consente anche una gestione multibanca. Partecipano al progetto la società RFTech S.r.l. già partner di Comesterogroup e la società PayTipper S.p.A., un Istituto di Pagamento autorizzato da Banca d’Italia, anch’essa già partner di FlagPay. In questo modo Comesterogroup può fornire ai propri clienti una soluzione tecnologica completa di servizi di gestione delle transazioni elettroniche provenienti da POS e di servizi di Acquiring tramite PayTipper. Cashless WorldKey: La gestione è WiFi La nuova interfaccia WiFi di WorldKey permette di gestire in modo semplice e intuitivo la rilevazione dei dati di Audit su tutti i distributori automatici di snack e bevande installati nella stessa locazione. È sufficiente installare la nuova unità Wifi sul distributore automatico. Sarà così possibile interfacciare al sistema cashless Worldkey: il palmare utilizzato per lo scarico dei dati di audit o qualsiasi altro dispositivo dotato discheda di connessione WiFi. L’unità WiFi è compatibile con tutti i sistemi cashless WorldKey (WorldKey, WorldKey Move, WorldKey UltraLite, WorldKey Lite e EuroKey Next). L’unità è inoltre già predisposta, sempre sfruttando connessione WiFi, per l’aggiornamento della configurazione e del firmware di bordo dei dispositivi cashless interfacciati. Reika: Servizio di Telemetria per la D.a. Dopo il successo ottenuto negli ultimi mesi, raggiungendo quasi le 14.000 installazioni all’attivo su macchine OCS, Reika si prepara a entrare nel mondo della Distribuzione Automatica e a introdurre nuovi vantaggi nella gestione, nel controllo e nella programmazione delle Macchine Vending, grazie all’integrazione vincente con WorldKey Lite. Tra le funzioni principali: possibilità di rilevare in tempo reale i dati contabili, individuare eventuali sottoscorte o termine del prodotto e gestire l’anagrafica clienti tramite un qualsiasi dispositivo (PC, tablet e smartphone). Gettoniere Rendiresto: Sicurezza Certificata BCE Sul fronte del contante grande protagonista sarà infine la nuova gettoniera rendiresto a 6 tubi RR6 HD PRO, un’evoluzione di prodotto a PROva di gestione, a PROva di sicurezza, a PROva di guadagni, che ha già ottenuto la certificazione della Banca Centrale Europea. 37 artner & Co. Malware, anche le pmi sono sotto tiro È una partnership all’insegna della sicurezza informatica dedicata alle PMI quella siglata tra Check Point Software Italia e CONFAPI INDUSTRIA: piccoli e medi imprenditori avranno a disposizione soluzioni ad hoc per essere protetti da cyber crime, spyware e furti d’identità Spesso si tende a considerare la sicurezza informatica un aspetto che riguarda solamente le organizzazioni di dimensioni più grandi. Perché sono quelle che gestiscono gli asset più significativi, in termini sia di denaro che di quantità di dati, ma anche perché sono quelle più visibili. Non sempre però questa percezione risponde alla realtà, e le piccole aziende non sono per forza più sicure rispetto alle grandi. Un recente studio della National Cyber-Security Alliance ha mostrato come il 67% degli attacchi registrati nel corso del 2012 abbia in realtà riguardato realtà sotto i 100 dipendenti. Piccole aziende nel centro del mirino Sono molti i motivi che possono spingere un hacker a dirottare le proprie attenzioni su realtà di dimensioni più contenute. Livelli di difesa più bassi, innanzitutto. Che possono dipendere da una disponibilità di budget minore o da una carenza di skill specifici. La stessa ricerca ha evidenziato come il 90% delle PMI non disponga di un IT manager a tempo pieno, e come il 70% non offra ai propri dipendenti un training specifico per la sicurezza su Internet. Si tratta di dati statunitensi, che però trovano una conferma puntuale anche a casa nostra. IDC ad esempio mette in luce come il 44% delle PMI italiane non abbia un referente interno od esterno in materia di security, e come il 73% delle stesse aziende dedichi al tema della sicurezza IT meno di un decimo del budget disponibile. E non è detto che la semplice adozione delle contromisure di base 38 sia sufficiente, se non viene affiancata da una comprensione più approfondita dei temi di base. Un’altra ricerca, questa volta di Assintel e condotta sulle PMI lombarde, ha mostrato quanto sia spesso superficiale l’approccio adottato da queste realtà. Anche se il 99% delle aziende ha messo in campo le misure minime di sicurezza, solo il 58% le ha estese a tutte le macchine (server e client) presenti in azienda. Senza contare che solo il 39% delle aziende dichiara di aggiornare regolarmente sistemi operativi e programmi, e che in totale risulta protetto solo il 21% degli accessi wi-fi. Tutti motivi oggettivi che rendono particolarmente appetibili le PMI agli hacker, che possono superare con una relativa facilità barriere spesso fragili e non per forza efficaci. Gli asset custoditi da una piccola azienda non avranno lo stesso valore rispetto a quelli delle grandi corporation, ma restano sicuramente di grande interesse per gli hacker, lanciati come sempre alla ricerca di dati personali ed informazioni sensibili, da usare nelle loro successive attività criminali (di phishing e non solo), quando non direttamente di valori economici. In questo scenario, l’unico modo in cui le PMI si possono difendere in modo efficace è quello di alzare il proprio livello di consapevolezza, da un lato rispetto ai dati sensibili da difendere (quali sono, dove si trovano, quali sono le modalità d’accesso), dall’altro rispetto alla cultura della sicurezza in azienda, che in troppi casi deve essere elevata tramite un percorso di formazione, che deve riguardare sia i responsabili della security che i singoli utenti, n. 1 • giugno 2014 chiamati a riconsiderare i propri comportamenti in un’ottica più ampia. Parallelamente, devono dotarsi di tecnologie adeguate, possibilmente gestite e di facile utilizzo, che però devono essere fatte rientrare in un piano di sicurezza più ampio. Oggi più che mai, la sicurezza aziendale non può più essere limitata a un insieme di tecnologie, avanzate quanto si voglia, ma deve discendere da un quadro d’insieme, nel quale la visione dei responsabili aziendali e la consapevolezza degli utenti giocano un ruolo almeno altrettanto importante. Indipendentemente da quanto grande sia la propria azienda e da quanto strategiche siano le informazioni che conserva. Check Point, da sempre attenta alle esigenze delle PMI, collabora con CONFAPI INDUSTRIA che, oltre alla consulenza completamente gratuita, offre alle imprese aderenti consigli e strumenti concreti per risolvere specifiche problematiche aziendali. In particolare, Check Point offre ai suoi clienti protezione senza compromessi contro tutti i tipi di minacce, diminuisce la complessità e riduce i costi totali di possesso. A seguito del successo riscontrato lo scorso anno, Check Point e CONFAPI INDUSTRIA hanno rinnovato la partnership per tutto il 2014, volta a promuovere la sicurezza delle PMI che, specialmente oggi, sono tra i principali bersagli presi di mira dai criminali informatici che perpetrano attacchi alla sicurezza di vario tipo, furti di identità e di informazioni aziendali sensibili. una linea di dispositivi, chiamati appliance 600. Si tratta di dispositivi all-in-one progettati esplicitamente per le aziende di piccole e medie dimensioni, in grado di offrire protezione dalle più recenti ed avanzate minacce informatiche. Facili da installare e gestire, le appliance 600 racchiudono in un dispositivo compatto e dall’ingombro limitato tutte le funzionalità di sicurezza che sono necessarie alle piccole imprese per affrontare con tranquillità l’impatto quotidiano con il cyber crime, garantendo continuità operativa e proteggendo in modo efficace il business. Le appliance 600 di Check Point offrono sicurezza completa per garantire che i dipendenti ed i dati delle piccole aziende siano costantemente protetti. Le Appliance 600 sono già dotate di funzionalità di livello enterprise, tra cui firewall, VPN, intrusion prevention (IPS), anti-virus, anti-spam, application control e URL filtering. Ma soprattutto, hanno le stesse avanzate funzionalità di next-generation firewall e threat prevention che si trovano sui prodotti Check Point utilizzati dalle aziende più grandi, come tutte le Fortune 100. Le appliance 600 sono facili da installare e gestire anche per i non-professionisti dell’IT. Opzioni flessibili di gestione via web vengono offerte attraverso un’interfaccia utente semplice ed intuitiva. E con una serie di policy di sicurezza predefinite, le piccole aziende possono avere la loro sicurezza a disposizione nel giro di pochi minuti. Appliance dedicate alle piccole e medie imprese In particolare, per risolvere queste necessità di sicurezza quanto mai concrete delle PMI, l’azienda ha reso disponibile Le caratteristiche principali delle appliance Check Point 600: • Sicurezza di livello enterprise, a costi contenuti – a partire da 399 dollari • Un unico dispositivo per accesso Internet, connettività di rete e sicurezza • Avanzate funzionalità di firewall, IPS, next-generation firewall e threat prevention • Gestione web-based, semplice ed intuitiva, perfetta per le piccole imprese • Più reti wireless di accesso, con la possibilità di accedere ad Internet in modalità “guest”, limitando l’accesso alla rete corporate Ulteriori informazioni sull’offerta Check Point dedicata alle piccole e medie imprese sono disponibili su: www.checkpoint.com/smb. 39 Arabia e made in Italy, nuove opportunità Con un PIL la cui crescita media annua si attesta intorno al 5%, l’Arabia Saudita è la 20esima potenza economica al mondo L’Arabia Saudita è un attore geopolitico di assoluto rilievo nello scacchiere mediorientale. Negli anni ha rivestito un ruolo fondamentale nella stabilità regionale, in particolare, per la soluzione del conflitto israelo-palestinese ed il contenimento della minaccia nucleare iraniana. Forte è anche la sua ambizione a svolgere un ruolo sempre più importante in seno al Consiglio di Cooperazione del Golfo (con sede a Riyadh e costituito da Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar) ed alla Conferenza della Cooperazione Islamica (con sede a Gedda e che conta 56 Stati membri). Il paese è guidato da una monarchia ereditaria fondata sui principi dell’Islam che si contraddistingue per un sistema politico molto statico caratterizzato da incertezze legate alla successione al trono. Negli ultimi anni sono ARABIA Capitale: Riyadh Forma di governo: monarchia Membro di: G-20, IMF, IMO, OPEC, UN, UNCTAD, UNESCO, UNIDO, UNRWA, UNWTO, WHO, WIPO, WTO Superficie: 2,149,690 km2 (fonte: CIA the world factbook 2014) Popolazione: 27,345,986 (previsione luglio 2014) Valuta: 1 rial saudita = 0,20 e (aggiornato a 06/06/2014) 40 state sempre più insistenti le richieste di riforme democratiche, di azioni a tutela delle minoranze e per la riduzione della disoccupazione giovanile. Il quadro economico Primo produttore al mondo di greggio con circa 260 miliardi di barili pari alla quarta riserva mondiale e detentore di circa il 4% delle riserve mondiali di gas naturale (pari a 7,3 mila miliardi di metri cubi), l’Arabia Saudita deve alla produzione di idrocarburi le immense ricchezze del Paese. L’economia nazionale, tradizionalmente legata alle esportazioni di petrolio e dei suoi derivati ha iniziato ad orientarsi sin dagli anni settanta verso settori “non-oil” attraverso la realizzazione di piani quinquennali di sviluppo che hanno permesso al PIL di quadruplicare. Negli ultimi anni l’elevato consumo interno di petrolio, la scoperta di nuovi giacimenti in altre nazioni ed il crescente impiego di energie rinnovabili nel pianeta hanno fatto registrare, pur in percentuali ridotta, un iniziale flessione delle esportazioni portando ad una spinta considerevole verso la differenziazione della produzione nazionale. La popolazione saudita è in aumento e si stima un conseguente incremento della forza lavoro del 3,5% nel prossimo quinquennio. Con un PIL la cui crescita media annua si attesta intorno al 5%, oggi l’Arabia Saudita è la 20esima potenza economica al mondo. Secondo le stime più recenti, il reddito pro-capite crescerà n. 1 • giugno 2014 il principale motore della crescita saudita è stata ed è tuttora la spesa pubblica, sia corrente (sussidi e salari) che per gli investimenti, finanziata attraverso i ricavi derivanti dalla vendita di petrolio dai 18.400 euro registrati nel 2011 ai 26.200 euro previsti per il 2020. Il principale motore della crescita saudita è stata ed è tuttora la spesa pubblica, sia corrente (sussidi e salari) che per gli investimenti, finanziata attraverso i ricavi derivanti dalla vendita di petrolio. I piani di sviluppo nazionale hanno previsto la costruzione di sei nuove città (economic cities). di cui due già avviati (King Abdullah City, a nord di Gedda e la Prince Abdulaziz Bin Mesaed Economical City). La Riyadh Development Authority (RDA) ha approvato anche un investimento che include la realizzazione di oltre 3000 progetti nell’ambito dell’edilizia residenziale, dei trasporti pubblici e delle infrastrutture per la viabilità per un valore totale di oltre 75 miliardi di USD. Tali investimenti porteranno a una crescita non solo nel campo immobiliare dove è registrata una carenza di unità abitative che ha spinto il governo a preventivare la realizzazione di almeno 500.000 nuove unità, ma contribuiranno all’incremento del PIL, entro il 2020, di 150 miliardi di USD. uno sponsor, cioè un partner saudita, con un rapporto di collaborazione disciplinato contrattualmente e debitamente registrato. Si segnalano l’assenza di tassazione sul reddito personale e l’obbligo per le società investitrici di pagare il 20% sul profitto netto (Corporate Tax). Il paese, che ospita i luoghi di culto principali dell’Islam ed è meta di pellegrinaggi, ha visto crescere negli ultimi anni gli investimenti nel settore turistico e si attende conseguentemente un aumento delle entrate legate al settore. Il governo mantiene il monopolio del settore petrolifero attraverso l’impresa di stato Aramco. Gli investimenti stranieri nel settore sono ammessi solo per gli investimenti di base, mentre per la commercializzazione è esclusa un’eventuale apertura a capitali esteri. Gli investimenti L’Arabia Saudita rappresenta il mercato finanziario maggiormente capitalizzato della regione. Il settore è caratterizzato da una regolamentazione non ancora adeguata ed una corporate governance tendenzialmente poco propensa agli investimenti stranieri. In linea generale l’operatore economico straniero può operare nel territorio del Regno dell’Arabia Saudita soltanto tramite % 25 Rapporti con Italia La posizione geografica in cui si colloca l’Arabia Saudita, le ha permesso di divenire sempre più un crocevia privilegiato tra Africa, Asia ed Europa. Recenti studi effettuati dall’ufficio ICE di Riyadh totale beni media 2014-2017 esportazioni Italiane di beni in Medio oriente (var. %) Fig. 42 20 15 Medio Oriente 9,0 Qatar 8,3 Arabia Saudita 9,2 Eau 9,0 10 QUAtAR ARABIA SAUDITA eAU 5 0 2011-2013 2014 2015 2016-2017 MeDIo oRIeNte Fonte: SACE SRV Contributo degli investimenti lordi al Pil (%) Fig. 41 % 50 45 hanno individuato nei macchinari ed apparecchiature, computer, prodotti di elettronica ed ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione ed orologi i prodotti stranieri maggiormente richiesti. Il “Made in Italy” per il cliente saudita generalmente con elevato potere d’acquisto resta sempre identificato con gli articoli a forte componente di lusso, esclusività ed elevata sofisticazione. I macchinari italiani costituiscono un riferimento per svariati settori dell’industria saudita e la loro esportazione sta tendendo ad espandersi accompagnando la crescita dell’economia saudita. 40 35 30 25 20 15 10 5 0 2011-2013 Fonte: Eiu 2014 2015 2016-2017 QUAtAR ARABIA SAUDITA eAU la posizione geografica in cui si colloca l’Arabia Saudita, le ha permesso di divenire sempre più un crocevia privilegiato tra Africa, Asia ed Europa 41 Gabriele Ghini, Managing Director Transearch Italia Manager italiani all’estero, una grande opportunità per le aziende È nato un progetto innovativo finalizzato alla creazione di una community internazionale tra i migliori manager italiani stabilmente residenti all’estero Negli ultimi anni abbiamo letto con sempre maggiore frequenza e toni costantemente allarmistici della fuga dei migliori cervelli italiani all’estero. Dal nostro osservatorio privilegiato di “cacciatori di teste” abbiamo potuto constatare la crescita tumultuosa di manager qualificati che si sono trasferiti all’estero in maniera stabile, o con le proprie famiglie “italiane” o costruendosi una famiglia in loco e che non hanno intenzione di rientrare in Italia se non per le vacanze o da pensionati. Fino a pochi anni fa quando cercavamo manager internazionali le nostre ricerche cadevano inevitabilmente su candidati inglesi, americani, olandesi o tedeschi. Una consolidata tradizione di esperienze estere favorite dalla propensione delle loro aziende nell’aggredire nuovi mercati con un approccio ben strutturato, efficienti supporti da parte del paese di origine, facilità e abitudine nel costruire comunità locali hanno facilitato questo trend. In maniera scherzosa attribuivamo le resistenze italiane a un espatrio di lunga durata, al cibo, al clima, alle conoscenze linguistiche, alla “mamma”, guardando con fare un po’ altezzoso gli stranieri che, non potendo vantare questi “benefit”, erano ben disponibili a partire. In tempi più recenti – e finalmente – abbiamo invece cominciato a identificare ed entrare in contatto con manager italiani di grande spessore professionale che hanno deciso di stabilirsi in paesi stranieri anche complessi e che si sono o si stanno integrando nel tessuto sociale ed economico locale con ottimo successo sia di grandi sia di medio-piccole aziende. Manager e professional italiani hanno cominciato a dare la propria disponibilità al trasferimento senza promesse/prospettive di rientro per poter crescere professionalmente e fare quei passi di carriera che sarebbero stati esclusi rimanendo saldamente radicati in patria. Da queste osservazioni è nato un progetto innovativo denominato “manager italiani senza frontiere” finalizzato alla creazione di una community internazionale tra i migliori manager italiani stabilmente 42 residenti all’estero. Gli obiettivi sono vari: fornire rapidamente un panel di manager selezionati e altamente qualificati alle aziende italiane che, resesi conto che l’unica possibilità di sviluppo è all’estero, decidono di impostare in maniera professionale le loro strategie di espansione; permettere ai manager italiani residenti nei vari paesi di fare gruppo tra loro, di conoscersi, di facilitare la vita delle loro famiglie trovando conterranei in loco; favorire la circolazione di informazioni di prima mano sui vari paesi, visto che la crescita dei mercati sta avvenendo anche o soprattutto in aree non facili, quali Indonesia, Africa, Far East; fornire informazioni qualificate su aspetti quali versamenti pensionistici e simili, per i quali non c’è sempre, in azienda, la necessaria competenza. In pochi mesi questa community è cresciuta esponenzialmente con quasi duemila partecipanti con esperienze nelle principali aree che caratterizzano l’economia italiana quali la meccanica di precisione, food & beverage, lusso, fashion e altre, sommate a forte competenza geografica in specifiche aree del mondo. Abbiamo potuto verificare una elevata disponibilità a lavorare per aziende italiane con progetti di espansione internazionale seri e sostenibili, preferibilmente in contatto diretto con l’imprenditore. Quanto sopra, unito al desiderio conscio o inconscio di poter contribuire allo sviluppo dell’Italia nel mondo ne fanno una potenziale risorsa di grande importanza a disposizione del nostro tessuto industriale. manager e professional hanno cominciato a dare la propria disponibilità al trasferimento senza promesse/ prospettive di rientro per poter crescere professionalmente Cascina Caremma Immersa nel verde del Parco del Ticino, Cascina Caremma è un’azienda agricola di trentasei ettari biologica certificata dal 1992. È stata tra le prime in Lombardia a credere nell’attività agrituristica, convinta che biodiversità e gastronomia siano due elementi necessariamente legati. Riso, farine, salumi, birra, vino sono solo alcuni dei frutti della sua terra generosa. Azienda agricola e agrituristica Via Cascina Caremma, 2 – 20080 Besate (Mi) – www.caremma.com – tel. +39 02 9050020 – info@caremma.com Agrate brianza, inaugurato il generatore eolico verticale Il prototipo è stato realizzato da un’azienda brianzola con l’aiuto di progettisti aerodinamici, meccanici ed elettronici e aziende specializzate nel settore del carbonio e di compositi «In un periodo caratterizzato dalla più grave crisi economica mondiale verificatasi dal dopoguerra ad oggi, A.C.e. Srl ha fortemente creduto nel binomio ricerca&innovazione ponendosi un obiettivo che ha il sapore di sfida: quello di creare esclusivamente con le proprie forze un prodotto per la produzione di energia elettrica, ad alto contenuto tecnologico, che si sgancia completamente dal mercato legato ad incentivi statali e che si propone ad un’utenza privata, industriale e agricola consapevole dell’utilizzo di energia elettrica in autoproduzione, grazie all’ausilio di accumulatori». Così Donatella Scarpa, imprenditrice brianzola a capo di A.C.E. Srl – azienda associata a CONFAPI INDUSTRIA – al taglio del nastro del primo prototipo del generatore eolico verticale da 3 kw denominato Ecolibri installato presso la sede dell’azienda di Agrate Brianza e realizzato grazie a progettisti aerodinamici, meccanici ed elettronici e a aziende specializzate nel settore del carbonio e di compositi. «La decisione di uscire sul mercato con un generatore eolico ver- le dimensioni relativamente ridotte e il design pulito e lineare, rendono facile l’installazione e ridotta la manutenzione del generatore grazie ai materiali di pregio utilizzati 44 ticale di basso impatto ambientale, e in accumulo, ci pone come prima azienda brianzola in questo settore – ha spiegato l’imprenditrice -. Le dimensioni relativamente ridotte, 3 metri di diametro e 5 di altezza, e il design pulito e lineare, rendono facile l’installazione e ridotta la manutenzione del generatore grazie ai materiali di pregio utilizzati: carbonio per le vele e acciaio per le parti meccaniche. Esso potrà essere utilizzato in zone montane non raggiunte dalla rete elettrica o nelle zone marittime o lacustri, o in agricoltura per servizio a pompe di irrigazione, a serre o allevamenti. È quindi dedicato a un vasto mercato di piccole aziende in settori diversi e per differenti tipi di servizi». «Il prototipo del generatore eolico verticale – ha spiegato Stefano Valvason, direttore generale di CONFAPI INDUSTRIA – dimostra ancora una volta come siano proprio le piccole e medie imprese a “tenere duro” nonostante burocrazia e balzelli, a continuare a credere nel sistema Paese, cercando nuovi sbocchi e nuovi prodotti che garantiscono una ricaduta economica ed occupazionale del territorio». Ecolibri è dedicato a un vasto mercato di piccole aziende in settori diversi e per differenti tipi di servizi n. 1 • giugno 2014 Abbiategrasso, tra crisi economica e voglia di ripresa, le pmi “giocano in difesa” Davanti all’incertezza evidenziata dall’indagine congiunturale, le aziende rimandano investimenti e nuove assunzioni «Agli imprenditori abbiatensi, i piccoli, piccolissimi segnali di ripresa evidenziati dall’indagine congiunturale, non appaiono sufficientemente forti e diffusi per tornare a investire e ad assumere nuovo personale. Anzi davanti all’incertezza se tali segnali di recupero dei livelli di attività e della domanda di lavoro siano continui, le aziende “giocano in difesa” per non incorrere in ulteriori rischi». Così Carlo Magani, componente di giunta di CONFAPI INDUSTRIA con delega al distretto Sud Ovest, commenta l’indagine effettuata dall’ufficio Studi dell’associazione che ha fotografato la situazione delle piccole e medie imprese manifatturiere e di servizio alla produzione del territorio. «Bisogna però fare una distinzione – prosegue Magani –. Il segno meno è ancora ben evidente nelle aziende che lavorano con il mercato interno. Se di “piccola ripresa” si può parlare, essa riguarda solo quelle imprese che nel passato hanno saputo identificare i mercati internazionali più dinamici e entrarvi nel modo migliore. Sta di fatto che le difficoltà vissute dalle aziende sono innumerevoli. Ad esempio, le condizioni di concessione del credito restano ancora restrittive –conclude Magani –. Il credit crunch colpisce le imprese, soprattutto quelle piccole dimensioni che dipendono dalla disponibilità di credito delle banche tanto che il 30% delle aziende non ha voluto neanche richiedere nuovi fidi». Le prospettive, per il prossimo trimestre, dimostrano che è proprio la prudenza a farla da padrona. Le percentuali legate a produzione e ordini sono infatti divise tra stabilità e diminuzione a conferma che gli imprenditori attendono di vedere se vi sarà una continuità in questi timidissimo miglioramento avvertito dalle imprese. Si, ma non li ha ottenuti No, abbiamo ridotti i fidi già accordati Si e li abbiamo ottenuti con difficoltà Si e li abbiamo ottenuti solo in parte Non abbiamo richiesti nuovi fidi Ha effettuato investimenti materiali nel corso del 1° trim. 2014? SÌ 17% NO 83% Nel corso del 2014 sarà costretto a licenziare se non potrà fare uso degli ammortizzatori sociali? Credito, la Sua impresa nell’ultimo anno ha richiesto nuovi affidamenti bancari? Si e li abbiamo ottenuti facilmente «Gli imprenditori sono stanchi di essere soli – ha detto Stefano Valvason, direttore generale di CONFAPI INDUSTRIA -. Non si sa se ci troviamo davanti a dati positivi proprio perché dovremmo vedere se questa stabilità sia duratura. Ciò che le aziende però sanno è che basterebbe agire concretamente su vari livelli per aumentare il Pil. Basti pensare ai tempi esasperanti della pa, al tempo perso dalle imprese per espletare gli oneri burocratici, all’eccessivo peso degli oneri fiscali e contributivi, alle difficoltà nell’accesso al credito, al costo dell’energia. C’è voglia di stabilità e riforme. Per ripartire». NON SO 20% 7% 10% SÌ 65% 13% 19% NO 15% 20% 30% Ufficio Studi CONFAPI INDUSTRIA Ufficio Studi CONFAPI INDUSTRIA 45 Verusca Saglia Il Coaching, strumenti per aumentare la performance in azienda Il focus è il passaggio da una centratura sui contenuti del lavoro del singolo alla costruzione di una visione d’insieme in termini di processo Da diverso tempo si sente parlare di coaching. Si parla di business coach, life coach, career coach…ma di cosa parliamo esattamente? Ci sono differenti modi di declinare questa pratica sulla base: • della tipologia di destinatari • del focus su cui verterà la consulenza Per quanto riguarda la tipologia di destinatari distinguiamo tra: - Executive Coaching: si tratta del business coach destinato a top manager, executive e imprenditori - Corporate Coaching: è rivolto agli altri livelli di lavoratori - Team Coaching: il destinatario è un gruppo e il coach svolge il ruolo di facilitatore. Il focus è il passaggio da una centratura sui contenuti del proprio lavoro del singolo alla costruzione di una visione d’insieme in termini di processo. Il team coaching sensibilizza i membri del gruppo alla logica dell’interdipendenza e alla costruzione di una vision e mission comuni. Se ci orientiamo al focus di alcune distinzioni sono quelle tra: - Business/Performance Coaching: il focus è l’identità di ruolo del cliente ed è riferito al suo sviluppo professionale e al suo proiettarsi nel futuro. Il cliente è accompagnato a risolvere problemi e a raggiungere obiettivi, con il risultato di migliorare concretamente la performance professionale e l’allineamento tra sé e il ruolo ricoperto. - Career Coaching (o consulenza di carriera): il focus è quello di far chiarezza sulla propria storia professionale o trovare una nuova occupazione. Il cliente viene accompagnato ad individuare un obiettivo professionale attraverso un lavoro sulla 46 sua identità, i suoi valori, sulle sue capacità di comunicazione e sulla sua leadership personale accrescendo le possibilità di trovare il lavoro desiderato. - Life Coaching: il focus è l’autosviluppo e la crescita personale del cliente che porta se stesso nella relazione con gli aspetti della sua vita privata. Utile in fasi importanti di cambiamento o di transizione nelle diverse fasi della vita. Il coaching inteso in questo articolo è il Business/Perfomance Coaching, un professionista che opera con ogni genere di destinatario in un qualsiasi contesto aziendale. Ma che cos’è esattamente il coaching? E’ un metodo di sviluppo e rinforzo di abilità e risorse, orientato all’azione e quindi estremamente pratico. Attraverso una partnership tra coach e cliente (un individuo o un team) si attiva un processo creativo che stimola la riflessione ispirando il cliente a massimizzare il proprio potenziale personale e professionale. Il coaching conduce il cliente al raggiungimento di obiettivi concreti individuandoli attraverso il passaggio da “dove si trova il cliente oggi” a “dove vuole trovarsi domani” condividendo cosa il cliente è disposto a fare per raggiungere la propria meta. Il coaching è quindi un metodo di evoluzione della persona la cui linea del tempo è collocata tra il presente e il futuro ed è caratterizzato da una modalità concreta in cui il cliente è accompagnato a fare esperienza di comportamenti e strategie coerenti e risonanti con sé e il contesto in cui opera. Il coaching non trasmette informazioni, ma n. 1 • giugno 2014 si attiva un processo creativo che stimola la riflessione ispirando il cliente a massimizzare il proprio potenziale personale e professionale permette lo sprigionarsi dell’energia e agevola l’identificazione e il raggiungimento di obiettivi sfidanti attraverso la piena espressione del proprio potenziale. Quando utilizzare un’attività di Coaching È possibile attivare un percorso di coaching: • In coda ad un percorso formativo per “allenarsi” a mettere in pratica ciò che è stato appreso e favorire così un profondo cambiamento del proprio agire. • Come affiancamento al ruolo qualora il cliente (singolo o il piccolo team) intenda migliorare la propria performance lavorativa, migliorare le relazioni, prendere decisioni, attivare un processo di problem solving, gestire al meglio la propria leadership. Vantaggi L’attività di coaching accelera la crescita dell’individuo. Grazie al coach il clienti sono in grado di apprendere ed elaborare tecniche e strategie sperimentando comportamenti volti a migliorare la propria performance professionale (e la qualità della propria vita). Il coaching stimola il cambiamento: permette, infatti, al cliente di acquisire una più consapevole e flessibile modalità di lettura di sé e della situazione in cui opera allenandolo a nuove modalità di essere e di fare. Il cliente sviluppa un senso di empowerment e apprende strategie che entreranno a far parte stabilmente del proprio agire. VeRUSCA SAGLIA Laureata in Scienze Politiche (ind. Sociologico), nata nel 1971, lavora come trainer, consulente per le politiche attive del lavoro, career/business coach, counselor utilizzando metodologie ispirate alla formazione psicosociale e alla PNL (ha conseguito il livello di Master Advanced). L’intervento nei piccoli e grandi gruppi è quello di facilitatore nei processi di comunicazione, di presa di decisione e di integrazione del ruolo nell’organizzazione. Adotta una metodologia “centrata sulla soluzione” che valorizza l’integrazione tra emozioni e facoltà intellettive nel processo di apprendimento degli adulti. Da diversi anni collabora con CONFAPI INDUSTRIA nella progettazione ed erogazione di corsi di formazione sulle soft skills. Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nel vedere con nuovi occhi MARCEL PROUST Il coach parte dal seguente presupposto: il cliente ha in sé gli strumenti per il cambiamento ma non sempre è in grado di vederli o di accettarli Metodo Il coaching è un percorso problem solving oriented. Vengono stabiliti obiettivi chiari, misurabili e osservabili condivisi con il cliente e con l’azienda e fissati in un contratto scritto: questa triangolazione (coach, coachee, committente) da un lato garantisce che gli obiettivi individuati siano coerenti con le aspettative dell’azienda, dall’altro l’azienda come “testimone” del cambiamento stimola l’attivazione e la proattività del coachee. Il coach parte dal seguente presupposto: il cliente ha in sé gli strumenti per il cambiamento ma non sempre è in grado di vederli o di accettarli.Il coach garantisce piena autonomia e responsabilità al cliente. Il coach fa domande di esplorazione e di approfondimento per consentire al cliente di allargare la propria mappa e per osservare la situazione da punti di vista differenti. Le domande aiutano a far emergere contraddizioni e impliciti. Il coach dà feedback. E’ il cliente che prende la direzione che vuole seguire e il coach lo accompagna a fare chiarezza. La centralità del cliente è quindi totale e assoluta. La durata è di 8/10 incontri della durata di 2/3h per un periodo di circa 8 mesi. Risultati di un percorso di Coaching Alcuni indicatori consentono di identificare i benefici (domanda iniziale) del coaching: • aumento della creatività, miglioramento nel processo di problem solving • sviluppo di autonomia operativa e assunzione di responsabilità • miglioramento nella gestione delle persone e nell’esercizio della leadership • incremento della performance • miglioramento della comunicazione interpersonale e a livello di team • aumento della passione e del coinvolgimento emotivo (motivazione) • migliore time management • sviluppo di business e incremento della produttività. 47 Alessandra Pilia Confapi – LUM, un patto vincente tra Università e Impresa L’obiettivo è quello di mettere nelle condizioni i laureati di ricoprire posizioni manageriali in campo giuridico ed economico di impresa coerenti con le professionalità e le specializzazioni richieste dal mondo del lavoro Nel corso dell’anno accademico 2010/2011 la “LUM – Libera Università Mediterranea Jean Monnet” istituì il nuovo e innovativo corso di laurea in “Diritto d’impresa”. L’iniziativa nacque dalla collaborazione fra la Confapi e l’Università che, il 22 ottobre 2009, siglarono una convenzione con lo scopo, fra gli altri, di promuovere opportunità formative di alto livello. La finalità di questa nuova laurea è stata di formare un giurista che possieda, oltre ad una solida preparazione culturale e giuridica di base, anche adeguate conoscenze economico- aziendali, informatiche e linguistiche. Il corso fu istituito con l’obiettivo di mettere nelle condizioni i laureati di ricoprire posizioni manageriali in campo giuridico ed economico di impresa coerenti con le professionalità e le specializzazioni richieste dal mondo del lavoro, con particolare riferimento alle esigenze manifestate in questo senso dalle pmi. Naturalmente il corso di laurea in Diritto dell’impresa assicura la 48 formazione necessaria per poter accedere, in caso di prosecuzione degli studi da parte del laureato, alla laurea magistrale a ciclo unico in giurisprudenza già attivata presso l’Ateneo LUM. In questo contesto sono stati individuati due curricula professionalizzanti: Curriculum in Giurista d’impresa Oltre ad una solida conoscenza del sistema normativo, funzionale anche alla comprensione dell’evoluzione normativa nazionale, europea e internazionale, il percorso formativo si è preposto un percorso formativo in grado di fornire allo studente le basi della macro e micro economia, necessarie alla conoscenza della struttura e dei meccanismi dei mercati, e di offrirgli le competenze necessarie per poter predisporre e interpretare documenti contrattuali, leggere un bilancio di impresa, applicare le conoscenze relative al diritto n. 1 • giugno 2014 La finalità di questa nuova laurea è stata di formare un giurista che possieda anche adeguate conoscenze economicoaziendali, informatiche e linguistiche commerciale e all’economia dei mercati finanziari, saper gestire le relazioni tra imprese anche a livello comunitario e internazionale e saper promuovere la composizione extragiudiziale delle controversie. Tutti questi argomenti sono trattati con l’ottica, concreta e pragmatica, necessaria a chi opera in una PMI. Curriculum in esperto in Pubblica Amministrazione Attraverso lo studio dei principali settori dell’ordinamento giuridico, si è proposto di formare laureati che possano svolgere attività nelle amministrazioni pubbliche, ma che in particolare possano rappresentare un valore aggiunto in tutte le imprese erogatrici di servizi pubblici. L’offerta formativa è stata perciò strutturata in modo da offrire allo studente competenze normative ed economico-aziendali per l’organizzazione e la gestione delle imprese pubbliche, così che la conoscenza delle procedure gli consenta sia di affrontare i problemi relativi agli aspetti giuridico-organizzativi di un procedimento amministrativo finalizzato all’emanazione di un provvedimento o alla conclusione di un contratto, sia di saper gestire, sul versante della pmi, tutte le fasi dell’iter necessario al buon fine delle iniziative in materia di appalti o di commesse pubbliche in genere. Il percorso si è sviluppato attraverso la permanente interazione tra conoscenze e metodologie di taglio giuridico ed economico. Il corso di laurea è stato attivato nel corso degli scorsi anni nelle sedi di Roma, Milano e Brescia. L’anno accademico 2012/2013 ha visto i primi 15 laureati di Diritto dell’impresa. Abbiamo chiesto al alcuni degli studenti di sintetizzare l’importanza che ha avuto questa esperienza. G.A. imprenditore associato, “Sono un imprenditore di Milano che tanti anni fa, con sommo dispiacere della mia famiglia, ha deciso di abbandonare gli studi in giurisprudenza a soli quattro esami dalla laurea affascinato dall’imprenditoria e della possibilità di avere subito l’indipendenza economica. Quando ho saputo della collaborazione Confapi - LUM, approfittando dell’opportunità del Ministero dell’Istruzione che consentiva il riconoscimento degli esami sostenuti negli anni passati, mi sono iscritto nuovamente senza indugio. Finalmente si presentava l’opportunità di concludere un percorso iniziato e al quale non avevo mai avuto intenzione di rinunciare. Francamente mi aspettavo sarebbe stato più semplice “tornare” sui libri e speravo in un percorso di studi meno rigido. Studiare ha richiesto impegno e costanza, conciliare lavoro, attività associativa e impegni familiari è stato faticoso, a volte un vero e proprio sacrificio. Ma, alla fine, devo ammetterlo sono molto soddisfatto. La professionalità dei docenti e la disponibilità ad assisterci della Lum sono state fondamentali. Forse nel mio lavoro la laurea in scienze giuridiche non è essenziale e magari non mi servirà, ma le mie competenze si sono ampliate e la mia autostima sicuramente è aumentata”. Italo Moriggi, general manager presso Skorpion Engineering Srl: “Amo le sfide e quando si è presentata l’ennesima occasione per mettermi in gioco non ho potuto resistere. Sono da sempre un sostenitore della formazione di alto livello e mi è capitato spesso di partecipare come relatore a seminari e workshop presso le università. L’iniziativa nata dalla collaborazione tra Confapi e LUM mi ha dato la possibilità di “tornare” sui libri e iniziare un’avventura che, a posteriori, reputo unica e significativa. Non è stato facile conciliare gli impegni universitari con quelli relativi a lavoro, fami- il percorso formativo si è preposto un percorso formativo in grado di fornire allo studente le basi della macro e micro economia, necessarie alla conoscenza della struttura e dei meccanismi dei mercati 49 Educational LUM, un patto vincente tra Università e Impresa dovrebbero far parte di quel bagaglio culturale che ognuno di noi costruisce negli anni, in quanto divenute ormai fondamentali in un “mondo” così altamente burocratizzato come quello in cui viviamo. Ho concluso questo iter presentando una tesi in Diritto Costituzionale intitolata “Internet e libertà costituzionali” in quanto ritengo quest’ultimo un tema d’attualità che, inevitabilmente, va a tangere l’interesse di ognuno di noi e, pertanto, meritevole di grande attenzione. Consiglierei la partecipazione a questo progetto a chiunque avesse voglia di mettersi in gioco e ringrazio Confapi e LUM per avermi dato la possibilità di prendere parte ad una esperienza così gratificante.” glia, attività sociali che caratterizzano la mia vita quotidiana, ma tutti i sacrifici sono stati debitamente ripagati. Il percorso formativo in “Diritto d’Impresa” mi ha permesso di entrare in contatto con cultori delle materie di mio interesse, di approfondire nella teoria temi con cui ho a che fare tutti i giorni al lavoro, di avere dei riscontri nella realtà rispetto a quanto studiato, di creare momenti di condivisione con i miei collaboratori in azienda data l’attualità e la trasversalità degli argomenti trattati durante il corso. Reputo il conseguimento della laurea un momento importante che ha arricchito la mia vita personale e professionale”. Alessandra Pilia, assistente del presidente presso CONFAPI INDUSTRIA: “Tornare a studiare nel 2010, dopo quasi sei anni dalla laura magistrale in comunicazione, non è stato facile, soprattutto poiché lavorando non potevo dedicare tutte le mie energie a questo importante progetto formativo. I timori e le difficoltà iniziali sono stati superati grazie alla disponibilità della LUM e dei suoi docenti che con grande professionalità ci hanno accompagnato nel percorso di studi. Approfondire le mie conoscenze in materie economico- aziendali, informatiche e linguistiche è stata un’esperienza importante poiché mi ha permesso di migliorare sia professionalmente che personalmente. Ho avuto infatti la possibilità di arricchire le mie competenze e qualificarmi professionalmente attraverso lo studio delle materie, il confronto diretto con i docenti e la vivacità del dibattito in aula sui vari argomenti. Ho scelto di completare il mio percorso di studi con una tesi in Diritto Costituzionale dal titolo “Il Cnel e la rappresentanza degli interessi in tempo di crisi” poiché ritengo sia importante applicare quanto studiato a delle tematiche di interesse attuale nel contesto sociale ed economico in cui viviamo. Consiglierei senza dubbio questa esperienza e la professionalità e qualità didattica della LUM”. Demetrio Schiavone, libero professionista: “Prendere parte a questo progetto mi ha permesso di conseguire un titolo fondamentale per lo svolgimento della mia Professione. Sono stati anni estremamente duri in quanto conciliare studio e lavoro è stato più difficile del previsto. Il percorso di studi è stato pensato ed organizzato in maniera ineccepibile grazie alla disponibilità di coordinatori Confapi e docenti LUM che si sono adoperati affinché fossimo sempre in condizione di poter affrontare al meglio lezioni ed esami. Nell’arco di questo triennio ho studiato materie che, oltre ad aver accresciuto la mia forma mentis, sono sicuro faranno la differenza nella mia vita professionale. Materie che, al giorno d’oggi, 50 Stefano Valvason, direttore generale di CONFAPI INDUSTRIA: “Quando nel 2010 Confapi ci ha proposto questa iniziativa, ne ho colto con favore l’opportunità per i nostri imprenditori associati, perché negli anni mi è capitato più volte di dibattere con loro sulla necessità di acquisire una maggiore consapevolezza in ambito giuridico o di concludere un ciclo di studi interrotto. Durante la fase di promozione e sensibilizzazione sovente mi è stato detto “ma perché non lo fai anche tu?”. Inizialmente lo ritenevo proibitivo per il mio carico di lavoro ed i molteplici impegni istituzionali, tuttavia riconoscevo l’utilità di integrare le competenze gestionali “da ingegnere” con una solida preparazione giuridica. Del resto il format era concepito per studenti lavoratori, per cui perché non condividere la sfida e non indirizzare sul vissuto il taglio della proposta? Quale miglior argomento di promozione che poter affermare “lo faccio anch’io?” Si è così formato il gruppo di studio con cui ho condiviso una bella avventura. Impegnativa, stimolante, appagante. L’esperienza di trovarci i sabato mattina c/o la sede di CONFAPI INDUSTRIA a discutere con i docenti universitari di legislazione, di impresa, di organi istituzionali, unita alla condivisione delle fatiche dello studio e della tensione degli esami, ci ha permesso di andare ben oltre la dimensione professionale e di costruire relazioni personali in pieno spirito associativo tali per cui nessuno di coloro che hanno aderito al progetto è rimasto indietro o ha abbandonato nel corso dei tre anni. Con analogo spirito associativo ho voluto affrontare il tema della mia tesi di laurea “Le Camere di Commercio quali enti pubblici di autonomia funzionale. Il caso della CCIAA di Monza e Brianza”. Approfondendone i contenuti sul piano del Diritto costituzionale e portando il contributo della rappresentanza degli interessi delle PMI, la tesi infatti, più che un punto di arrivo, rappresenta un ulteriore spunto per proseguire la nostra azione a favore delle imprese in questo periodo in cui le riforme costituzionali sono al centro del dibattito per il rilancio del sistema Paese. “il corso mi ha permesso di entrare in contatto con cultori delle materie di mio interesse, di approfondire nella teoria temi con cui ho a che fare tutti i giorni a lavoro, di avere dei riscontri nella realtà rispetto a quanto studiato, di creare momenti di condivisione con i miei collaboratori in azienda” n. n. 1 •1giugno • giugno 2014 2014 Relazioni Industriali pag. 52 Jobs Act: le misure per riformare il mercato del lavoro Estero pag. 57 Adempimenti doganali per le operazioni di importazione ed esportazione Finanza pag. 58 Agevolazioni su misura per le pmi Finanza pag. 60 Il risk management secondo le pmi italiane Legale pag. 61 Le nuove tutele della vendita a distanza Categorie pag. 62 La Corte di Giustizia Europea e la pronuncia sulla legittimità dei costi minimi di esercizio nell’autotrasporto Un mondo di servizi 51 Notizie, eventi, iniziative, pro- Energia getti e informazioni utili alla vita pag. 64 Efficienza e risparmio energetico: soluzioni per ridurre i costi aziendali di un’impresa, che passa attraverso fasi di crescita, di consolidamento, di rilancio e di potenziamento. «Mondo Api» è la sezione che illustra l’attività del sistema Confapi Industria, sempre a fianco dell’imprenditore con una gamma di servizi pensati su misura per le esigenze più specifiche. Servizi utili alla gestione e allo sviluppo di un’azienda, proposti e garantiti in modo dinamico ed efficace da un pool qualificato di professionisti dell’assistenza e della consulenza. L’associazione diventa così il partner che accompagna, facilita, supporta e chiarisce. I funzionari sono a disposizione dal lunedì al giovedì, dalle 9 alle 18, e il venerdì dalle 9 alle 16.30. mondo api 51 Relazioni Industriali Jobs Act: le misure per riformare il mercato del lavoro Sono state apportate rilevanti novità che riguardano interventi di semplificazione sul contratto a termine e sul contratto di apprendistato per renderli più coerenti con le esigenze attuali del contesto occupazionale e produttivo 52 Nell’ultimo decennio, dai tempi della Riforma Biagi, stiamo assistendo a incerti, ossia un disegno di legge che conferisce al Governo apposite una legislazione del lavoro sempre più complessa che ha visto una pro- deleghe finalizzate ad introdurre misure per riformare la disciplina degli liferazione di norme, decreti, disegni di legge e orientamenti giuripruden- ammortizzatori sociali, riformare i servizi per il lavoro e le politiche attive, ziali. Il tentativo della Riforma Fornero è stato quello di arginare le forme semplificare le procedure e gli adempimenti in materia di lavoro, riordinare flessibili del lavoro, anche con dei controlli più serrati e tentando invano le forme contrattuali, migliorare la conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di trovare una soluzione e sistematizzazione dell’art. 18 dello Statuto dei di vita. Sono questi, in sintesi, i contenuti delle misure previste dal piano lavoratori. Obiettivo mancato è stato poi quello di introdurre un contratto per il lavoro messo a punto dal Governo per favorire il rilancio dell’occu- unico a tempo indeterminato, un contratto a tutele progressive che si raf- pazione, riformare il mercato del lavoro ed il sistema delle tutele. Vediamo forzano all’aumentare della permanenza nel mercato del lavoro. Lo stes- ora nel dettaglio le misure contenute nella L.7872014 e quelle previste dal so intento è stato portato inizialmente avanti dall’attuale Governo Renzi, disegno di legge. per poi convogliare tutti gli sforzi in un progetto di breve periodo che si è tradotto in un provvedimento urgente, il Decreto Legge n. 34/2014, convertito in Legge n. 78/2014 e in vigore dal 20 Maggio 2014. Con tale Contratto di lavoro a termine Legge sono state apportate rilevanti novità che riguardano soprattutto 52 interventi di semplificazione sul contratto a termine e sul contratto di ap- Per il contratto a termine viene prevista l’elevazione da 12 a 36 mesi prendistato per renderli più coerenti con le esigenze attuali del contesto della durata del primo rapporto di lavoro a tempo determinato per il qua- occupazionale e produttivo. L’intervento ben più ampio e di sistematizza- le non è richiesto il requisito della cosiddetta causalità, fissando il limi- zione e semplificazione complessiva del mercato del lavoro in un’ottica te massimo del 20% per l’utilizzo dell’istituto. Viene inoltre prevista la di tutela universalistica è rinviato a una legge delega dai tempi ancora possibilità di prorogare anche più volte il contratto a tempo determinato n. 1 • giugno 2014 entro il limite dei tre anni, sempre che sussistano ragioni oggettive e si faccia riferimento alla stessa attività lavorativa. Rispetto al primo passaggio parlamentare, l’istituto della proroga è fissato nei limiti di cinque volte, anziché le otto volte originariamente fissate. Viene, inoltre, meglio precisata la modalità di comunicazione del diritto di precedenza dei lavoratori a termine nelle assunzioni a tempo indeterminato che dovrà avvenire nel contratto di assunzione stesso. Contratto di prendistato ap- Per il contratto di apprendistato si prevede il ricorso alla forma scritta per il contratto e patto di prova, mentre in forma sintetica per il piano formativo individuale, definito anche sulla base di moduli e formulari stabiliti dai CCNL o dagli enti bilaterali; inoltre, per quanto riguarda l’eliminazione delle attuali previsioni, secondo cui l’assunzione di nuovi apprendisti è necessariamente condizionata alla conferma in servizio di precedenti apprendisti al termine del percorso formativo, tale stabilizzazione dell’obbligo di assumere in misura non inferiore al 20% degli apprendisti in carico, rimane confermata per le Aziende con oltre 50 dipendenti (prima il limite era fissato in trenta lavoratori). Vengono, quindi, pubblica, si precisa che la Regione dovrà comunicare al datore di lavoro le modalità di svolgimento dell’offerta formativa di base e trasversale, ma decorsi 45 giorni di tempo, il datore di lavoro non sarà tenuto a integrare la formazione tecnica svolta all’interno dell’Azienda. È inoltre previsto che la retribuzione dell’apprendista, per la parte riferita alle ore di formazione, sia pari al 35% della retribuzione del livello contrattuale di inquadramento. Per il datore di lavoro viene eliminato l’obbligo di integrare la formazione di tipo professionalizzante e di mestiere con l’offerta formativa pubblica, che diventa un elemento discrezionale. eliminate le disposizioni previgenti, che prevedevano nei primi tre anni di vigenza la stabilizzazione del 30% degli apprendisti da parte delle Aziende e successivamente almeno il 50%. Per quanto riguarda la formazione Smaterializzazione del DURC Un ulteriore intervento di semplificazione riguarda la smaterializzazione del DURC, superando l’attuale sistema che impone ripetuti adempimenti burocratici a carico delle imprese. Per comprendere la portata incisiva di tale provvedimento, si ricorda che solo nel 2013 i DURC presentati sono stati circa 5 milioni. L’intervento prevede la possibilità da parte di chiunque vi abbia interesse, di verificare con modalità esclusivamente telematica e in tempo reale la regolarità contributiva delle imprese verso gli enti previdenziali e assistenziali, nonché nei confronti delle Casse edili. La validità di tale documento, essenziale per l’operatività delle imprese, dura 53 Jobs Act: le misure per riformare il mercato del lavoro 120 giorni e sarà un successivo Decreto che definirà requisiti, contenuti e Nell’esercizio di tale delega verranno individuati meccanismi volti ad as- modalità di verifica dello stesso. sicurare il coinvolgimento attivo del soggetto beneficiario di prestazioni di Analizziamo ora le seguenti cinque deleghe al Governo contenute nel integrazione salariale, ovvero di misure di sostegno in caso di disoccupa- “Jobs Act”: zione, al fine di favorirne lo svolgimento di attività in favore della comunità locale di appartenenza. Delega in materia di ammortizzatori sociali Delega in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive La delega ha lo scopo di assicurare un sistema di garanzia universale per tutti i lavoratori che preveda, in caso di disoccupazione involontaria, tute- La delega è finalizzata a garantire la fruizione dei servizi essenziali in ma- le uniformi e legate alla storia contributiva dei lavoratori, di razionalizzare teria di politica attiva del lavoro su tutto il territorio nazionale, nonché ad la normativa in materia di integrazione salariale. Un sistema così delineato assicurare l’esercizio unitario delle relative funzioni amministrative. A tal può consentire il coinvolgimento attivo di quanti sono espulsi dal mercato fine vengono individuati i seguenti principi e criteri direttivi: del lavoro o siano beneficiari di ammortizzatori sociali, semplificando le a) razionalizzare gli incentivi all’assunzione già esistenti, da collegare procedure amministrative e riducendo gli oneri non salariali del lavoro. A alle caratteristiche osservabili per le quali l’analisi statistica evidenzi tal fine vengono individuati i seguenti principi e criteri direttivi: a) rivedere i criteri di concessione ed utilizzo delle integrazioni salariali escludendo i casi di cessazione aziendale; b) semplificare le procedure burocratiche anche con la introduzione di meccanismi automatici di concessione; c) prevedere che l’accesso alla cassa integrazione possa avvenire solo una minore probabilità di trovare occupazione; b) razionalizzare gli incentivi per l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità; c) istituire, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, un’Agenzia nazionale per l’impiego per la gestione integrata delle politiche attive e passive del lavoro, partecipata da Stato, Regioni e Province autonome e vigilata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. a seguito di esaurimento di altre possibili- 54 tà di riduzione dell’orario di lavoro; d) rivedere i limiti di durata, da legare ai singoli lavoratori; e) prevedere una maggiore compartecipazione ai costi da parte delle imprese utilizzatrici; f) prevedere una riduzione degli oneri contributivi ordinari e la loro rimodulazione tra i diversi settori in funzione dell’effettivo utilizzo; g) rimodulare l’ASpI omogeneizzando tra loro la disciplina ordinaria e quella breve; h) incrementare la durata massima dell’ASpI per i lavoratori con carriere contributive più significative; i) estendere l’applicazione dell’ASpI ai lavoratori con contratti di co.co.co., prevedendo in fase iniziale un periodo biennale di sperimentazione a risorse definite; l) introdurre massimali in relazione alla contribuzione figurativa; m) valutare la possibilità che, dopo l’ASpI, possa essere riconosciuta un’ulteriore prestazione in favore di soggetti con indicatore ISEE particolarmente ridotto; n) eliminare lo stato di disoccupazione come requisito per l’accesso a prestazioni di carattere assistenziale. 54 per il contratto a termine viene prevista l’elevazione da 12 a 36 mesi della durata del primo rapporto di lavoro a tempo n. 1 • giugno 2014 Delega in materia di semplificazione delle procedure e degli adempimenti La delega punta a conseguire obiettivi di semplificazione e razionalizzazione delle procedure di costituzione e gestione dei rapporti di lavoro, al fine di ridurre gli adempimenti a carico di cittadini e imprese. A tal fine vengono individuati i seguenti principi e criteri direttivi: a) razionalizzare e semplificare le procedure e gli adempimenti connessi con la costituzione e la gestione del rapporto di lavoro, con l’obiettivo di dimezzare il numero di atti di gestione del rapporto di carattere burocratico ed amministrativo; b) eliminare e semplificare, anche mediante norme di carattere interpretativo, le disposizioni interessate da rilevanti contrasti interpretativi, giurisprudenziali e amministrativi; c) unificare le comunicazioni alle pubbliche amministrazioni per i medesimi eventi (es. infortuni sul lavoro) ponendo a carico delle stesse amministrazioni l’obbligo di trasmetterle alle altre amministrazioni competenti; d) promuovere le comunicazioni in via telematica e l’abolizione della tenuta di documenti cartacei; e) rivedere il regime delle sanzioni, valorizzando gli istituti di tipo premiale, che tengano conto della natura sostanziale o formale della All’agenzia sarebbero attribuiti compiti gestionali in materia di servizi violazione e favoriscano l’immediata eliminazione degli effetti della per l’impiego, politiche attive e ASpI e vedrebbe il coinvolgimento delle parti sociali nella definizione delle linee di indirizzo generali. Si prevedono meccanismi di raccordo tra l’Agenzia e l’Inps, sia a livello centrale che a livello territoriale, così come meccanismi di raccordo tra l’Agenzia e gli enti che, a livello centrale e territoriale, esercitano competenze in materia di incentivi all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità; d) razionalizzare gli enti e le strutture, anche all’interno del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che operano in materia di ammortizza- condotta illecita (a parità di costo); f) individuare modalità organizzative e gestionali che consentano di svolgere, anche in via telematica, tutti gli adempimenti di carattere burocratico e amministrativo connesso con la costituzione, la gestione e la cessazione del rapporto di lavoro; g) revisione degli adempimenti in materia di libretto formativo del cittadino. tori sociali, politiche attive e servizi per l’impiego allo scopo di evitare sovrapposizioni e garantire l’invarianza di spesa; e) rafforzare e valorizzare l’integrazione pubblico/privato per migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro; f) mantenere il capo al Ministero del lavoro e delle politiche sociali il ruolo per la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni che debbono essere garantite su tutto il territorio nazionale; g) mantenere in capo alle Regioni e Province autonome le competenze in materia di programmazione delle politiche attive del lavoro; h) favorire il coinvolgimento attivo del soggetto che cerca lavoro; i) valorizzare il sistema informativo per la gestione del mercato del lavoro e il monitoraggio delle prestazioni erogate. un ulteriore intervento di semplificazione riguarda la smaterializzazione del DURC, superando l’attuale sistema che impone ripetuti adempimenti burocratici a carico delle imprese 55 Jobs Act: le misure per riformare il mercato del lavoro Delega in materia di riordino delle forme contrattuali La delega è finalizzata a rafforzare le opportunità di ingresso nel mondo del lavoro da parte di coloro che sono in cerca di occupazione, nonché a riordinare i contratti di lavoro vigenti per renderli maggiormente coerenti con le attuali esigenze del contesto produttivo nazionale e internazionale. A tal fine vengono individuati i seguenti principi e criteri direttivi: a) individuare e analizzare tutte le forme contrattuali esi- 56 stenti ai fini di poterne valu- quale incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici, anche auto- tare l’effettiva coerenza con il contesto occupazionale e produttivo nome, con figli minori e che si trovino al di sotto di una determinata soglia nazionale e internazionale, anche in funzione di eventuali interventi di di reddito familiare; riordino delle medesime tipologie contrattuali; d) incentivare accordi collettivi volti a favorire la flessibilità dell’orario la- b) procedere alla redazione di un testo organico di disciplina delle ti- vorativo e l’impiego di premi di produttività, per favorire la conciliazio- pologie contrattuali dei rapporti di lavoro, riordinate secondo quanto ne dell’attività lavorativa con l’esercizio delle responsabilità genitoriali e indicato alla lettera a), che possa anche prevedere l’introduzione, dell’assistenza alle persone non autosufficienti; eventualmente in via sperimentale, di ulteriori tipologie contrattuali e) favorire l’integrazione dell’offerta di servizi per la prima infanzia forniti espressamente volte a favorire l’inserimento nel mondo del lavoro, dalle aziende nel sistema pubblico – privato dei servizi alla persona, an- con tutele crescenti per i lavoratori coinvolti; che mediante la promozione del loro utilizzo ottimale da parte dei lavora- c) introdurre, eventualmente anche in via sperimentale, il compenso tori e dei cittadini residenti nel territorio in cui sono attivi. orario minimo, applicabile a tutti i rapporti di lavoro subordinato, previa consultazione delle parti sociali; Indubbiamente queste modifiche, soprattutto per quanto riguarda il con- d) procedere all’abrogazione di tutte le disposizioni che disciplinano le tratto a tempo determinato, costituiscono una svolta evidente nella nostro singole forme contrattuali, incompatibili con il testo organico di cui panorama legislativo; ma la vera sfida per essere realmente competitivi, alla lettera b), al fine di assicurare certezza agli operatori, eliminando finalizzata a creare nuovi posti di lavoro, a incentivare le nostre imprese duplicazioni normative e difficoltà interpretative ed applicative. a investire nel nostro Paese e ad attrarre capitali stranieri, si avrà con la concretizzazione del Disegno di Legge delega n. 1428/2014, attualmente Delega in materia di conciliazione dei tempi di lavoro con le esigenze genitoriali in Commissione Lavoro del Senato, che darà finalmente corpo alla tanto attesa riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali. La delega ha la finalità di contemperare i tempi di vita con i tempi di lavoro dei genitori. In particolare, l’obiettivo che si vuole raggiungere è quello di evitare che le donne debbano essere costrette a scegliere fra avere dei per il contratto di apprendistato si prevede il ricorso alla forma scritta per il contratto e patto di prova figli oppure lavorare. A tal fine vengono individuati i seguenti principi e criteri direttivi: a) introdurre a carattere universale l’indennità di maternità, quindi anche per le lavoratrici che versano contributi alla gestione separata; b) garantire, alle lavoratrici madri parasubordinate, il diritto alla prestazione assistenziale anche in caso di mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro; c) abolire la detrazione per il coniuge a carico ed introdurre il tax credit, 56 INFO & DOC Servizio Relazioni Industriali Tel. 02.67140305 sindacale@confapi-industria.it mondo api n. 1 • giugno 2014 Estero Giancarlo Saglimbeni, coammnistratore CAD CARIONI LOMBARDIA SRL Adempimenti doganali per le operazioni di importazione ed esportazione Il documento che viene obbligatoriamente usato per le importazioni o le esportazioni è il DAU Importazioni Le relative dichiarazioni devono indicare tutti i dati necessari per l’esatta determinazione dei diritti da corrispondere e quindi, oltre agli elementi di cui sopra, anche gli ulteriori importi da aggiungere al valore di fattura quali il nolo, l’assicurazione, nonché gli eventuali aggiustamenti del valore derivanti da particolari rapporti tra il fornitore estero e l’importatore. Nella dichiarazione devono essere anche precisati i diritti da riscuotere a titolo di dazio, IVA, Accise e gli altri cespiti da riscuotere in bolletta. Il dazio può essere intero, ridotto, o esente a seconda dell’origine e provenienza della merce e dei certificati preferenziali che la scortano nonché della classificazione doganale della merce in importazione. In certi casi, e per determinati tipi di merci, sono applicabili, in base ad appositi Regolamenti UE, anche dazi antidumnping. Spazio La maggior parte degli scambi commerciali con l’estero riguarda le operazioni doganali di importazione e di esportazione. Questi due regimi (che il Codice doganale comunitario definisce “regimi definitivi”) sono applicabili unicamente agli scambi tra uno dei ventotto Paesi della UE ed un Paese extra UE. Se lo scambio avviene tra due Paesi comunitari, si parla, infatti, di cessioni ed acquisti intracomunitari, operazioni per le quali non occorre emettere alcun documento doganale. Il documento che viene obbligatoriamente usato per le importazioni o le esportazioni è il DAU, Documento Amministrativo Unico, opportunamente adattato a seconda del regime prescelto. Il documento viene presentato in forma scritta o trasmesso telematicamente all’ufficio doganale competente per territorio. Esportazioni L’esportazione è il regime doganale che consente alle merci nazionali o comunitarie di lasciare il territorio doganale della UE in via definitiva. Documenti a corredo: fattura, EUR 1 per gli scambi con Paesi o gruppi di paesi che hanno sottoscritto con la UE un accordo tariffario basato sull’origine preferenziale, ATR 1 per gli scambi con la Turchia, documenti di trasporto. Per le esportazioni in Paesi con i quali non esiste un accordo tariffario può essere richiesto, per l’importazione a destino, il certificato di origine rilasciato dalla Camera di Commercio competente. Nella dichiarazione doganale è obbligatorio indicare una serie di dati ed in particolare: il mittente con relativa partita IVA, il destinatario, l’origine della merce, la quantità dei colli, il peso lordo e netto, la descrizione delle merci, la Voce Doganale, il valore. La Dogana che riceve la dichiarazione provvede ad inviare un messaggio informatico all’ufficio doganale di uscita dal territorio doganale comunitario indicato dal dichiarante. Detto ufficio – ad operazione conclusa – ne informa con apposito messaggio l’ufficio emittente. L’attestazione di uscita (“VISTO”) è consultabile sul sito Internet dell’Agenzia delle Dogane. per le esportazioni in Paesi con i quali non esiste un accordo tariffario può essere richiesto, per l’importazione a destino, il certificato di origine rilasciato dalla Camera di Commercio competente La Dogana, ricevuta la dichiarazione, può disporre la verifica della merce. Qualora essa ritenga che la dichiarazione sia errata in uno o più dei suoi elementi, procede ad un diverso accertamento e lo notifica all’operatore che può accettare l’esito del nuovo accertamento o sollevare controversia con ricorso alla CommissioneTributaria Provinciale competente o all’Autorità Giudiziaria ordinaria. Sia le operazioni di esportazione che quelle di importazione possono essere sottoposte all’istituto della revisione dell’accertamento. La procedura può essere attivata d’ufficio da parte della Dogana (o può essere richiesta dall’esportatore o importatore) entro tre anni dalla data di emissione del documento. A seguito della revisione potranno essere rettificati alcuni elementi dell’operazione quali la qualità, la quantità, l’origine (preferenziale o non) ed il valore. Anche in questo caso è ammesso ricorso alla C.T.P. o all’A.G.O. il dazio può essere intero, ridotto, o esente a seconda dell’origine e provenienza della merce e dei certificati preferenziali che lo accompagnano Il centro doganale Carioni Il centro di assistenza doganale Carioni sito in Milano, via Valtellina n.6, proprio di fronte agli uffici doganali avvalendosi di 10 sedi operative principalmente localizzate nel nord e centro Italia, svolge attività di intermediazione doganale e di rappresentanza fiscale. È soggetto autorizzato a svolgere, in regime di procedura semplificata, le operazioni doganali di esportazione, importazione definitiva, transito ed introduzione in deposito con temporanea giacenza (A3) e/o con introduzione in deposito (A4). Può inoltre svolgere attività di magazzino fiduciario U.T.F. a Milano dove è possibile stoccare e detenere prodotti soggetti ad accise in sospensione di imposta. Per agevolare le operazioni doganali, riducendo i tempi e le possibilità di errori nelle comunicazioni con l’amministrazione finanziaria. Tutte le sedi operative sono autorizzate ad un collegamento diretto con il sistema informatico dell’Agenzia delle Dogane. INFO & DOC Servizio Estero Tel. 02.67140228-226 Tel. 0371.944466 estero@confapi-industria.it mondo api 57 Finanza Agevolazioni su misura per le pmi Finanziamenti, bandi e incentivi alle imprese, come partecipare per accedere ai fondi 58 La crisi continua ad essere elemento di stress per il sistema economico e finanziario lombardo e le prime a pagarne il prezzo sono le imprese. Le banche aumentano i tassi di interesse a causa della maggiore rischiosità a cui sono sottoposte nell’accordare le linee di credito, ma soprattutto rallentano il processo di delibera e spesso riducono gli impieghi. Il contesto di crisi ha contribuito ad esasperare anche gli aspetti ormai noti e perduranti che costituiscono “aspetti di criticità” per le imprese: sottocapitalizzazione e ricorso ad un numero eccessivo di banche. Tutto questo ha portato le aziende a cercare di superare i tradizionali limiti culturali che le ha sin qui caratterizzate, ma la strada che porterà alla vera ripresa è ancora lunga, e fondamentale è il ruolo che le Istituzioni e le associazioni avranno nel dare sostegno all’economia reale, attraverso la progettazione di soluzioni per le pmi. Credito incassa E’ una misura studiata per la gestione, lo smobilizzo e l’incasso dei crediti scaduti vantati dalle imprese lombarde nei confronti di Comuni e Province (Enti Locali). I crediti devono essere scaduti, non prescritti, certi, liquidi ed esigibili al momento della presentazione della domanda di accesso dell’impresa all’iniziativa Credito In Cassa. I crediti potranno riguardare spese correnti e spese in conto capitale. L’agevolazione consiste nell’erogazione del corrispettivo della cessione pro-soluto del credito. Contributo abbattimento oneri erogato in unica soluzione anticipata a favore delle imprese Accanto a questa importante misura, continuano ad essere attive quelle già segnalate per cui CONFAPI INDUSTRIA ha lavorato nei mesi passati, nell’interesse delle proprie imprese associate. Bando per la valorizzazione economica dei brevetti Le imprese devono trovarsi in una delle seguenti condizioni: 58 - Essere titolari di 1 o più brevetti - Aver depositato 1 o più domande di brevetto per le quali: In caso di deposito nazionale all’UIBM, il rapporto di ricerca con esito non negativo In caso di deposito per brevetto europeo, la richiesta di esame sostanziale all’EPO In caso di deposito per brevetto internazionale (PCT), la richiesta di esame sostanziale al WIPO - Essere in possesso di un accordo preliminare per l’acquisto di un brevetto Contributo a fondo perduto fino a massimo l’80% del costi ammissibili e fino ad un massimo di €70.000,00. Credito adesso - sostegno alle necessità di capitale circolante permanente Gli interventi a favore delle PMI sono destinati a sostenere le necessità di capitale circolante permanente. Sono ammissibili l’accettazione di ordini o contratti di fornitura con oggetto la fornitura di beni e/o servizi per un importo minimo di € 30.000. L’ordine (accettazione ordine/contratto) deve essere inevaso, regolare e antecedente massimo 3 mesi rispetto alla presentazione della domanda di finanziamento da parte della pmi. Novità 2014 Per richieste di finanziamento fino a 45.000 € non sono richiesti ordini/ contratti (per aziende con fatturato medio degli ultimi due anni superiore n. 1 • giugno 2014 le imprese lombarde possono usufruire di voucher per il sostegno dei processi di internazionalizzazione a 200.000). Possibilità di concedere più finanziamenti ad una singola impresa, comunque nel limite dell’importo massimo previsto per il singolo finanziamento Fondo frim: finanziamenti al tasso dello 0.5%, anche su beni usati Si tratta di un finanziamento agevolato con le seguenti caratteristiche: – importo da un minimo di € 20.000 ad un massimo di € 1.500.000; – durata compresa tra i 3 ed i 7 anni, di cui massimo 2 anni di preammortamento; – tasso di interesse applicato alle risorse del FRIM: fisso e pari allo 0,5%. Bando per l’innovazione del terziario Contributo a fondo perduto pari al 40% fino ad un massimo di € 25.000 Soggetti beneficiari sono le MPMI in forma singola o in rete con sede legale e/o operativa nelle province di Brescia, Cremona, Lecco, Milano, Monza e Brianza e Varese. Tipologie di progetti ammissibili 1. Extended enterprise a. Soluzioni e sistemi digitali a supporto dei processi logistici e di filiera e a garanzia della tracciabilità ed originalità dei prodotti b. Soluzioni e sistemi digitali innovativi per il punto vendita e la promozione di prodotti e servizi 2. Sistemi di pagamento elettronico e “Mobile” 3. Impatto ambientale ed energetico I progetti ammessi dovranno essere avviati entro e non oltre 60 giorni dalla data di assegnazione del contributo e ultimati entro 12 mesi dalla medesima data. Importo minimo di spesa ammissibile € 20.000 E’prevista una retroattività di spesa a partire dal 18/04/2014 Legge Sabatini Nuova Edizione Beneficiarie le piccole e medie imprese, operanti in tutti i settori produttivi, con sede operativa in Italia che realizzano investimenti in: - MACCHINARI, IMPIANTI, BENI STRUMENTALI di impresa e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo; - HARDWARE, SOFTWARE E TECNOLOGIE DIGITALI. L’agevolazione consiste in un contributo in conto interessi pari al 2,75% ad abbattimento del tasso stabilito sul finanziamento/leasing erogato da banche e intermediari finanziari convenzionati. Il finanziamento può coprire fino al 100% degli investimenti. Contributi In Conto Interessi e a fondo perso CCIAA Milano Verranno concessi contributi in abbattimento tassi sui finanziamenti per investimento – garantiti da un confidi – da 1,5 a 2 punti percentuali. Medesima iniziativa è stata varata per promuovere le operazioni di patrimonializzazione aziendale. L’abbattimento del costo degli interessi di ciascun finanziamento è totale. Inoltre è previsto un contributo a fondo perduto pari al 10% dell’ammontare del finanziamento bancario ritenuto ammissibile per l’agevolazione in conto abbattimento tassi, fino ad un massimo di 10.000,00 euro. Per questa misura è prevista la possibilità di abbattere il costo della garanzia del 50% fino ad un massimo di 3.000 euro. Contributi In Conto Interessi e CCIAA Monza Verranno concessi contributi in abbattimento tassi sui finanziamenti per investimento – garantiti da un confidi – da 1 a 2 punti percentuali. Medesima iniziativa per sostenere la liquidità delle pmi con un abbattimento di 2 punti del costo di ciascun finanziamento - garantito da un confidi. Il bando prevede l’assegnazione di un contributo i conto abbattimento tassi sul finanziamento ottenuto successivamente alla realizzazione di una o più operazioni di patrimonializzazione ammissibili. Voucher internazionalizzazione Le imprese lombarde con sede legale o almeno una sede operativa attiva in Lombardia possono usufruire di voucher per il sostegno dei processi di internazionalizzazione. Ambiti di intervento Voucher A – Servizi di consulenza e supporto all’internazionalizzazione; CONFAPI INDUSTRIA è accreditata quale soggetto attuatore per questa misura Voucher B – Partecipazione a missioni economiche all’estero in forma coordinata (minimo di 5 imprese); Voucher C – Partecipazione a fiere internazionali all’estero: − C1 in forma aggregata (minimo di 8 imprese); − C2 in forma individuale. AMMONTARE DEL CONTRIBUTO (Contributo massimo per impresa: € 12.000) Voucher A – € 2.000 per spesa minima aziendale di € 3.500. Voucher B – da € 1.300 a € 2.300 per spesa minima da € 2.300 a € 3.000 Voucher C - da € 1.700 a € 2.200 per spesa minima € 3.500 Premialità di € 800 in caso di prima partecipazione fondamentale è il ruolo che le Istituzioni e le associazioni avranno nel dare sostegno all’economia reale, attraverso la progettazione di soluzioni per le pmi INFO & DOC Servizio Finanziario Tel. 02.67140302 finanza@confapi-industria.it mondo api 59 Finanza Il risk management secondo le pmi italiane Presentati al Politecnico di Milano i risultati della II edizione dell’Osservatorio Politecnico di Milano-Cineas 60 Presentati i risultati dell’Osservatorio Politecnico di Milano-Cineas in collaborazione con CONFAPI INDUSTRIA sul risk management nelle pmi italiane, realizzato da RiskGovernance del dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, giunto alla sua seconda edizione. L’indagine ha preso in considerazione un campione di 701 aziende distribuite su tutto il territorio nazionale e appartenenti a tutti i settori dell’economia, con particolare concentrazione nei macro-settori servizi (36%) e manifattura (41%). Nonostante i dati macroeconomici parlino di una lenta uscita dalla recessione, per le pmi che rappresentano gran parte del tessuto economico italiano, non è sempre così. Le imprese che percepiscono il mercato in contrazione sono il 46% del campione, in aumento di quasi il 20% sul 2012. È pur vero che il 54% risulta più ottimista. In questo scenario, la leva più ricorrente di intervento per le piccole imprese è quella della sostituzione e del rafforzamento della struttura con nuove competenze manageriali. Dai dati analizzati dall’Osservatorio emerge che il 90% delle imprese che percepiscono il mercato in contrazione decide di operare cambiamenti all’interno della struttura di vertice, mentre il 45% apre a nuovi mercati che abbiano una domanda in crescita e/o disponibilità di materie prime a costi inferiori, in diminuzione rispetto al 2012 dove questa scelta veniva fatta dal 59% delle aziende. È carente invece la disponibilità ad effettuare nuovi investimenti nel Paese. Rispetto al 2012 la percezione del profilo di rischio è pressoché costante e di tipo “medio”, diminuiscono invece coloro che percepiscono il rischio come “altalenante” (il rischio medio è quello attuale e quello altalenate è quello legato agli ultimi 5 anni). Da notare che per l’81% del campione all’apertura di nuovi canali di vendita e all’ampliamento del portafoglio prodotti corrisponde una diminuzione della percezione dell’esposizione al rischio. Il contesto economico è aggravato dall’immaturità con cui le pmi affrontano il rischio, tanto più che la percezione del rischio è piuttosto elevata. Nel 2013 il rapporto con il rischio peggiora. Aumentano, infatti, le aziende che lo percepiscono come eventi da evitare (47% in crescita rispetto al 2012 dove erano solo il 31%). Inoltre coloro che percepiscono il rischio solo come negativo e non anche come un’opportunità sono perlopiù piccole imprese (68% nel 2013, mentre erano il 48% nel 2012). I rischi finanziari sono quelli che vengono maggiormente percepiti come rilevanti, si passa da un 48% a un 58% nel 2013 e sono perciò quelli che assorbono maggiori risorse. Per quanto riguarda i ruoli e le responsabilità per la gestione del rischio, bassissima è l’incidenza delle imprese intervistate che dedica una risorsa a tempo pieno ad attività di risk management. per l’81% del campione all’apertura di nuovi canali di vendita e all’ampliamento del portafoglio prodotti corrisponde una diminuzione della percezione dell’esposizione al rischio INFO & DOC Servizio Finanziario Tel. 02.67140302 finanza@confapi-industria.it 60 mondo api n. 1 • giugno 2014 Legale Avvocato Germano Margiotta Le nuove tutele della vendita a distanza Il legislatore ha inteso incrementare gli obblighi di informazione precontrattuale che le imprese dovranno reciprocamente fornire/ricevere prima di procedere allo scambio Il 23 ottobre 2005 entrava in vigore il Altre innovazioni importanti avranno seguito per quanto riguarda le D.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, me- ipotesi di recesso - ove, ad esempio, è stata prevista una procedura glio conosciuto come “Codice del più celere e standardizzata per i tutti i paesi Comunitari – e le tem- Consumo”. Tale implementazione nor- pistiche ad esso connesse. I consumatori avranno infatti più tempo mativa si rendeva d’obbligo a fronte per “ripensare” alle proprie scelte e i tempi per esercitare tale facoltà di una disorganicità della materia che saliranno da 10 a 14 giorni. fino a quel momento aveva reso tale disciplina molto frammentaria e di Infine, risulta opportuno accennare anche ad un ulteriore profilo: in difficile interpretazione. caso di perdita o danneggiamento dei beni, invero, la responsabilità Così come allora, con il rapido cambiamento degli scenari commer- per tali eventi sarà in capo al venditore che ne dovrà rispondere sino ciali, da qualche anno si è presa contezza della necessità di rivedere il a quando il consumatore non prenderà effettivamente possesso del Codice in oggetto per poter regolamentare anche le nuove pratiche del bene. mercato che, d’altro canto, è prevedibile che nel futuro supereranno È evidente, dunque, come le novità introdotte dal legislatore sposte- del tutto le precedenti, e già note, modalità di scambio. ranno di non poco oneri e diritti dei soggetti coinvolti in tale tipo di Ci si riferisce ovviamente all’e-commerce, pratica sempre più in auge commercio e, pertanto, è altrettanto plausibile che si renderanno ne- anche fra le imprese e che, pertanto, meritava una risposta concreta cessari, soprattutto sul principio, degli aggiornamenti specifici sulla anche sotto il profilo normativo. materia per le imprese che decideranno di avvalersi e/o implementare Dal prossimo 14 giugno, dunque, in attuazione della direttiva 2011/83/ l’uso dell’e-commerce. UE sui diritti dei consumatori ( recante modifica delle direttive 93/13/ CEE e 1999/44/CE e che abroga le direttive 85/577/CEE e 97/7/CE), anche per le imprese italiane saranno rafforzate le garanzie relative alle vendite a distanza. Gli obiettivi perseguiti con tale adeguamento sono quelli di garantire la possibilità, per imprese e consumatori in genere, di vendere e comprare a livello transnazionale “con le stesse modalità di vendita nazionali, in caso di perdita o danneggiamento dei beni, invero, la responsabilità per tali eventi sarà in capo al venditore con le stesse condizioni contrattuali standard e gli stessi materiali informativi”. Proprio quest’ultimo punto è degno di nota, poiché il legislatore ha inteso incrementare gli obblighi di informazione precontrattuale che le imprese dovranno reciprocamente fornire/ricevere prima di procedere allo scambio. Ecco allora che non solo andranno descritti i beni i servizi offerti, ma anche l’identità del professionista, il costo e anche i diritti e le facoltà riconosciute dalla legge (come, ad esempio, i diritti derivanti dalla garanzia legale di conformità). INFO & DOC Servizio Legale Tel. 02.94969793 legale@confapi-industria.it mondo api 61 Categorie Avvocato Germano Margiotta La Corte di Giustizia Europea e la pronuncia sulla legittimità dei costi minimi di esercizio nell’autotrasporto Qualora dovesse essere accolto il ricorso si potrebbero aprire nuovi scenari nel settore con riflessi importanti sulla committenza 62 Lo scorso 7 aprile è iniziata la trattazione, in sede di Corte di Giustizia rispettivo tra le parti, che di fatto si vedono applicare, con norma impe- Europea, del ricorso in merito alla legittimità o meno dell’art.83 bis della rativa cogente, un prezzo minimo imposto. L.133/2008 in tema di costi minimi di esercizio nell’ambito dell’autotra- L’art.83 bis comprensibilmente divide le opinioni ponendo da un lato i sporto nazionale su strada. vettori, che ritengono tale disposizione dovuta e positiva (una sorta di La norma richiamata è quella che ha previsto a favore del vettore antidumping che impedisce che le tariffe risultino sempre più schiac- che è parte di un contratto di trasporto in ambito nazionale, il diritto ciate al ribasso dai committenti) e dall’altro la committenza, la quale al riconoscimento ad una tariffa minima, applicabile a prescindere dal al contrario rinviene la norma gravemente illegittima e lesiva del libero prezzo concordato tra il committente e l’esecutore del trasporto (“Nel mercato. contratto di trasporto, stipulato in forma scritta, ai sensi dell’art.6 del Per tali ragioni, di tale singolare situazione è stata investita la Corte di D.Lgs.286/2005, n.286, l’importo a favore del vettore deve essere tale Giustizia Europea, che si trova in questi giorni a decidere sui seguenti da consentire almeno la copertura dei costi minimi di esercizio, che ga- aspetti: rantiscano, comunque, il rispetto dei parametri di sicurezza normativa- 1. Se la tutela della libertà di concorrenza, della libera circolazione delle mente previsti.”). imprese, della libertà di stabilimento e di prestazione dei servizi (di cui La finalità della norma, quanto meno nel precetto intenzionale del legi- agli articoli 4 (3) TUE, 101 TFUE, 49, 56 e 96 TFUE) sia compatibile, ed slatore, è individuata nel voler consentire al trasportatore, mediante la in che misura, con disposizioni nazionali degli Stati membri dell’Unione garanzia di un riconoscimento tariffario minimo, la facoltà di eseguire le prescrittive di costi minimi di esercizio nel settore dell’autotrasporto, im- proprie prestazioni contrattuali in regime di sicurezza, consentendogli la plicanti fissazione eteronoma di un elemento costitutivo del corrispettivo corretta ed efficiente manutenzione dei mezzi, il rispetto del riposo dei del servizio e, quindi, del prezzo contrattuale; tempi di guida, il puntuale ed integrale pagamento degli oneri assicura- 2. Se, ed a quali condizioni, limitazioni dei principi citati siano giustifica- tivi obbligatori… bili in relazione ad esigenze di salvaguardia dell’interesse pubblico alla La conseguenza prima e diretta, che negli ultimi mesi hanno sperimentato diverse committenze, è la facoltà che la norma concede al vettore di ottenere un decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo con il quale il Tribunale condanna la committente a pagare i corrispettivi dovuti a titolo di differenze sui costi minimi, con conseguenze spesso pregiudizievoli per i destinatari del provvedimento. 62 Ulteriore riflesso direttamente derivante dall’applicazione della norma, tuttavia, è quella di fatto di svilire ed inibire la libera pattuizione del cor- Spedapi, nominata la squadra che affiancherà Luca Castigliego nel prossimo triennio n. 1 • giugno 2014 sicurezza della circolazione stradale e se, in detta prospettiva funziona- è caratterizzata da una forte presenza di soggetti rappresentativi degli le, possa trovare collocazione la fissazione di costi minimi di esercizio operatori economici privati di settore, in assenza di criteri predeterminati secondo quanto previsto dalla disciplina di cui all’art. 83 bis del D.L. n. a livello legislativo.” 112/2008 e successive modificazioni ed integrazioni; L’esito della pronuncia della Corte, qualora dovesse accogliere il ricorso, 3. Se la determinazione dei costi minimi di esercizio, nell’ottica menzio- determinerebbe la riformulazione delle procedure applicative dei costi nata, possa poi essere rimessa ad accordi volontari delle categorie di minimi, aprendo a nuovi scenari nel settore dell’autotrasporto con rifles- operatori interessate e, in subordine, ad organismi la cui composizione si importanti sulla committenza. 63 Svoltasi l’assemblea Spedapi Il 21 maggio si è tenuta l’assemblea di Spedapi, categoria costituita all’interno di CONFAPI INDUSTRIA, quale aggregazione e strumento di rappresentanza degli interessi delle pmi che operano nel comparto dei trasporti, delle spedizioni e della logistica. Un settore, per sua naturale vocazione, vicino ai temi dell’internazionalizzazione delle imprese e fisiologicamente connotato dal sempre più pregnante e attuale carattere di transnazionalità dei processi produttivi. Diversi i temi affrontati nel corso dell’assemblea e le attività progettuali proposte per un rilancio del settore che vive e sperimenta quotidianamente le dinamiche della competitività e della globalizzazione, con una evidente necessità di ridurre i tempi ed i costi della circolazione dei prodotti. E’ stata nominata la squadra che affiancherà Luca Castigliego nel prossimo triennio: Riccardo Fuochi, Paolo Federici, Giorgio Balzaretti, Paolo Maderna, Franco Larizza e Germano Margiotta. la finalità è individuata nel voler consentire al trasportatore, mediante la garanzia di un riconoscimento tariffario minimo, la facoltà di eseguire le proprie prestazioni contrattuali in regime di sicurezza INFO & DOC Servizio Categorie Tel. 02.94969793 categorie@confapi-industria.it mondo api Energia Efficienza e risparmio energetico: soluzioni per ridurre i costi aziendali CONFAPI INDUSTRIA ha selezionato MetaenergiaESCo, con la quale PMI Energy Srl ha stipulato un accordo particolarmente vantaggioso per le imprese 64 Da 14 anni CONFAPI INDUSTRIA, attraverso i gruppi di acquisto delle proprie realtà per l’energia, è impegnata nel migliorare la competitività delle imprese aderenti garantendo costantemente le condizioni di fornitura più vantaggiose e affidabili. Nell’ultimo triennio PMI Energy S.r.l. (società soggetta all’attività di controllo, direzione e coordinamento da parte dell’unico socio CoNfApi iNdustriA) ha consentito alle imprese di conseguire importanti riduzioni di spesa sulla componente energia, rispetto all’anno precedente: • mediamente superiore al 6% nel passaggio dal 2012 al 2013 • mediamente oltre il 12% nel passaggio dal 2013 al 2014, • fino all’ultimo risultato di eccellenza conseguito per il 2015 con un’ulteriore riduzione di spesa mediamente del 15% (rispetto al 2014). La fattura di una piccola e media impresa è però gravata da oneri di sistema, i cui valori in questi ultimi anni sono aumentati in maniera importante ed il cui peso è divenuto oramai prevalente sul totale della bolletta. Infatti, già nel 2014, con i costi ridotti della materia prima conseguiti dai nostri GdA, l’incidenza media delle componenti non trattabili (oneri e tasse) pesa per il 60% circa sulla fattura energetica, proporzione destinata a salire per il 2015 con l’ulteriore riduzione di spesa già determinata, fatti salvi eventuali interventi normativi oggi non prevedibili. Gli unici interventi finora concretizzati per la riduzione degli oneri hanno riguardato le imprese considerate “energivore” ai sensi della normativa vigente, i costi di tali interventi sono però stati ridistribuiti su tutte le altre imprese. Nelle realtà industriali, specialmente in quelle manifatturiere, l’unica soluzione per ridurre ulteriormente la spesa, anche per quelle voci di fattura non trattabili, è consumare meno a pari risultato, grazie all’adozione di soluzioni per efficienza e risparmio energetico. Dall’esperienza pluriennale acquisita attuando diversi progetti in questo ambito, in alcuni casi anche cofinanziati dalle CCIAA di Milano e Monza (si veda il Progetto “Zero Emission PMI” del 2009/2010) è ma- 64 turata la soluzione ideale: la scelta di una Energy Saving Company (E.S.CO.) con innovative capacità tecniche ed in grado di mettere in campo soluzioni tecnologicamente all’avanguardia ma anche di superare ove necessario l’ostacolo finanziario, mettendo a disposizione finanziamenti di parte terza compensati poi dai risparmi generati. CONFAPI INDUSTRIA ha quindi selezionato MetaenergiaESCo, con la quale PMI Energy S.r.l. (socio unico CoNfApi iNdustriA) ha stipulato un accordo particolarmente vantaggioso che offrirà alle imprese interessate soluzioni innovative e particolarmente vantaggiose per ridurre i propri consumi in modo semplice e, ove possibile, non oneroso. costi ridotti della materia prima conseguiti dai nostri GdA, l’incidenza media delle componenti non trattabili (oneri e tasse) pesa per il 60% circa sulla fattura energetica nelle realtà industriali, specialmente in quelle manifatturiere, l’unica soluzione per ridurre ulteriormente la spesa, anche per quelle voci di fattura non trattabili, è consumare meno a pari risultato, grazie all’adozione di soluzioni per efficienza e risparmio energetico INFO & DOC PMI Energy Srl Tel. 02.67140229 pmienergy@pmienergy.it mondo api Il magazine per la Piccola e Media Impresa Magazine PROTAGONISTI Galassi: “Rilanciare la competitività assicurando sostegno alle imprese” FOCUS CONFAPI INDUSTRIA ed EXPO, spazio alle pmi Poste Italiane s.p.a.- Spedizione in Abbonamento Postale– 70% - LO/MI CONFAPI INDUSTRIA Magazine • Anno IX • Numero 1 • Giugno 2014 EDUCATIONAL Il coaching, strumenti per aumentare la performance in azienda Garavaglia: “Economia, crescita e semplificazione” CONFAPI INDUSTRIA Magazine Anno IX - Numero 1 Giugno 2014 Periodico a cura di CONFAPI INDUSTRIA
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