Centonove 34-2014 in pdf

ANNO XXI Numero 34
12 SETTEMBRE 2014
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO
POSTALE A REGIME
SOVVENZIONATO 45% (ME)
SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA
In bilico
EURO 1,50
REGIONE
FUOCO DI FILA CONTRO
IL GOVERNO CROCETTA.
CHIESTA LA SFIDUCIA
DI DUE ASSESSORI,
MENTRE IL GOVERNATORE
PRECIPITA NEI SONDAGGI.
ECCO COME IL GOVERNO
VIVACCHIA. SENZA
MAGGIORANZA
Il governatore
Rosario Crocetta
in una elaborazione
fotografica
12 Settembre 2014
il punto
EDITORIALE
E ora facciamo
le ammucchiate
NON CI VUOLE molto a capire che
Messina non è Macerata, come
Torino non è Roccacannuccia. Ma i
politici dell’ultima ora, quelli
travestiti da docenti universitari
politically correct, che per anni ci
hanno spiegato quanto era nocivo
il Ponte e ora trovano l’intesa
ideologica con i nipotini dei
Pontisti, forse non lo sanno. Prima
tale Ciucci veniva idolatrato come
Salvatore dei cassonetti: basta
prendere un premio- Ambiente e si
pensa che con la bacchetta magica
si cancellino anni di inciuci tra Pd e
An dentro Messinambiente. A
questo livello terzo di delinquenza
filo-politica, mai seriamente
indagata dalla magistratura, ora si
aggiungono le soluzioniammucchiata proposte dall’attuale
segretario-city manager, Antonio
Le Donne. Vuole fare una grande
partecipata, una maxi-società
chiamata Multiservizi, per metterci
dentro i dipendenti della
munnizza, quelli dell’Atm e, a
mollo, anche quelli dell’acqua,
l’Amam. Questo mentre Renzi le
partecipate, non le
municipalizzate, vuole portarle da
novemila a mille. Ma che volete.
Qui, gli scienziati, trovano anche le
leve del vantaggio fiscale: una
società così strutturata pagherebbe
meno tasse per il managerdirettore generale. Non male come
idea, se il mondo non andasse al
contrario: a pagare meno tasse
dovrebbero essere i cittadini, oggi i
più tartassati d’Italia perché tutto
quello che ruota attorno a
munnizza, trasporti e acqua li ha
prima nauseati, poi arrotati e
infine annegati.
Le tre suore uccise in Africa
Quando la religione mina la pace
L’integralismo islamico è un grave pericolo. Ma quello cattolico non è da meno e coltiva
messaggeri di ingiustizia e risentimento sociale. La morte delle tre suore in Africa serva da lezione
DI
DOMENICO BARRILÀ
LA TRAGICA MORTE in Africa delle tre suore italiane, si è
incagliata in un epilogo assai diverso da quello che i tanti
frettolosi commenti lasciavano intendere, di sicuro meno epico,
piuttosto lontano da semplificazioni avventate e guerre tra
civiltà. L’assassino, di sicuro non sanissimo di mente, dopo
l’arresto ha confessato di avere agito per ritorsione, poiché la
parrocchia in cui operavano le religiose sarebbe stata costruita
su un terreno appartenuto ai suoi genitori. Nei giorni
precedenti la rivelazione si erano moltiplicati i punti di vista e
le riflessioni avevano attinto altezze vertiginose. Nulla era
ancora certo, ma gli argomenti avevano già imboccato la strada
del martirio, nelle sue sottili classificazioni. Quando i giudizi o
le ipotesi temerarie arrivano da così lontano e troppo in
anticipo, diventano pre-giudizi e non sono certo meno letali
delle coltellate, anzi qualche volta, magari involontariamente,
possono ispirarle. Era accaduto, se non abbiamo perso la
memoria, ad un muratore magrebino, accusato e arrestato per
l’uccisione di Yara Gambirasio. L’estraneità è successivamente
apparsa chiara, ma intanto la sua vita era stata macchiata.
Qualche anno fa una ragazzina di origini africane, adottata da
una famiglia italiana, si era ustionata la pelle nel vano tentativo
di schiarirla con dei prodotti chimici. Un comportamento
autolesivo iniziato all’indomani di un’aggressione subita da
parte di bravacci, in una cittadina del Nord. Una persona
anziana gridava dal suo balcone di essere stata rapinata in
casa. La ragazza, che stava chiacchierando per fatti suoi in un
parchetto vicino, con delle amiche italiane come lei, è stata
raggiunta da un gruppo di uomini che pensavano di fare
giustizia sommaria, a casaccio. Il risultato è stato catastrofico,
l’innesco di una grave nevrosi dall’esito difficile da prevedere.
Qualche giorno dopo il sindaco della cittadina aveva scritto ad
un settimanale nazionale esponendo una tesi aberrante, anzi
criminale e razzista, che suonava all’incirca così: “Se qualcuno
grida al ladro e nei paraggi c’è una persona di colore, trovo
Caporedattore: Graziella Lombardo Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segretaria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco
Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via San Camillo, 8 Messina. Tel. 090 9430208
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centonove
SETTIMANALE REGIONALE
DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA
Direttore responsabile
Enzo Basso
Garante del lettore: Attilio Raimondi
centonove pagina 2
naturale prendermela con quella”. L’effetto trascinamento delle
parole, quasi invisibile, è spesso decisivo, vedere ad esempio i
risultati che ottengono quei sindaci che tentano di soddisfare le
comunità islamiche, in cerca di un luogo dove riunirsi per
pregare. I contrari, nelle cui schiere i cattolici praticanti,
consacrati compresi, non sono certo minoranza,
strumentalizzati da meschini esponenti del centrodestra,
utilizzano motivazioni fruste, come la mancanza di reciprocità,
l’impossibilità di aprire chiese cattoliche in regioni islamiche.
Costoro dicono di essere mossi da sentimenti di tutela per la
loro religione. Uno zelo non richiesto. Ma forse, offuscati
dall’ignoranza e dalla fobia del diverso, dimenticano che se per
un lungo periodo il Cristianesimo è stato uno dei fari nel
progresso delle civiltà, lo si deve a un dettato così evoluto
(troppo grande da starci nelle loro teste) da revisionare persino
il concetto di “nemico”. L’integralismo islamico è un grave
pericolo per la pace, ma quello cattolico non è da meno perché
mina alla radice un antidoto fondamentale alle intemperanze
religiose di ogni tipo. Purtroppo nel Cattolicesimo si annidano,
oltre a tanti uomini di buona volontà, innumerevoli individui
dalle idee confuse nonché schiere di opportunisti che sfruttano
a meraviglia l’ombrello di credibilità che offre il marchio di
“bravi ragazzi d’oratorio”, spesso decisivo per diventare sindaci
o amministratori pubblici, magari senza merito alcuno, o avere
un lavoro in banca o altrove. Costoro sono messaggeri di
ingiustizia e di risentimento sociale non meno di quei fanatici
che si annidano nella carne dell’Islam. La disgraziata vicenda
con cui abbiamo aperto questa riflessione, dovrebbe servire da
lezione a tutti. Il mondo è una polveriera, quelle suore erano in
Africa proprio perché sapevano che i popoli sono assetati di
buone notizie e di buone parole. I pensatori professionisti non
si sono distinti per prudenza e nemmeno per acume, e forse
dovrebbero restituire i compensi ricevuti per i loro inutili, in
questo caso, funambolismi.
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Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
riservato
12 Settembre 2014
TOP SECRET
BOLZANO. La Procura dispone l’acquisizione dopo un esposto-denuncia della moglie, Adele Fortino
Centorrino, sequestrata la cartella clinica
BOLZANO. Il sostituto procuratore di
Bolzano Andrea Sacchetti, 31 anni, ha
ordinato il sequestro, presso
l’ospedale di Brunico, della cartella
clinica relativa al decesso del
professore Mario Centorrino,
avvenuto il 18 agosto scorso. Il
Tribunale ha accolto l’espostodenuncia, firmato una settimana
dopo, da Adele Fortino, moglie
dell’economista messinese.
Assistita dall’avvocato Carmelo Scillia,
nell’esposto, inviato per conoscenza
anche alla Procura della Repubblica di
Messina, la giornalista chiede vengano
svolte tutte le indagini utili, “anche
accertamenti tecnici, indifferibili ed
urgenti”, per fare luce sulla morte
improvvisa dell’ex prorettore
dell’Università di Messina. In pratica:
riesumazione della salma ed esame
autoptico. Settantadue anni, Mario
Centorrino, già assessore alla
Formazione del governo Lombardo,
saggista vicino alle posizioni dei Ds, da
ultimo avvicinatosi alle tematiche
“autonomiste”, aveva superato varie
“e più difficili” noie con la salute: non
mancava di fare frequenti controlli
sanitari e il suo quadro clinico da
ultimo - secondo i medici che lo hanno
FIERA DI MESSINA
Collezione Molonia,
sfrattate le carrozze
MESSINA. Le carrozze della collezione
Molonia dovranno abbandonare il
capannone della Fiera di Messina in cui
sono custodite da tempo. È la decisione
presa dall’Autorità Portuale, che sta per
notificare il provvedimento non senza
cercare di trovare una soluzione
tampone. Le vetture storiche furono
collocate all’interno della Campionaria su
richiesta dell’ex sindaco Giuseppe
Buzzanca in cambio di un canone di
locazione che sarebbe stato corrisposto
dal Comune. Dopo le scorse elezioni,
però, Palazzo Zanca, in particolare gli
uffici preposti, non avevano riconosciuto
l’accordo preso dall’ex primo cittadino,
sospendendo i pagamenti. Da qui la
decisione dell’Authority di mettere una
pietra sopra alla questione e di sfrattare
la collezione senza aver incassato più il
becco di un quattrino. La raccolta della
famiglia Molonia comprende carrozze
d'epoca risalenti dal ‘700 ai primi del
‘900: landau, berline, coupé, milorda,
brek vagonette, calessi, dottorini,
baldacchini. Uno dei pezzi più pregiati è
la berlina senatoria.
Mario Centorrino
avuto in cura - non presentava particolari
preoccupazioni.
E’ anche per questo che la moglie,
superati i momenti più convulsi, ha deciso
di ricorrere alle vie legali: “sapere perché
Mario è morto”.
E’ un racconto drammatico quello che la
giornalista fa nell’esposto. Ricevuta
intorno alle 16,45 una telefonata dal
marito dall’hotel Majestic di Riscione che
la informa di stare male, “un dolore-
bruciore al basso ventre che non gli
permette di urinare”, lo invita ad
andare all’ospedale di Brunico, dove
lo raggiunge 45 minuti dopo.
Qui tentano inutilmente di infilargli
un catetere, fino a quando, dopo una
incisione sovrapubblica” viene
svuotata la vescica. Ma un'ora dopo la
febbre non scende: 39,7. Il docente
alla notizia che non può essere
dimesso, si infuria, si agita, fa per
alzarsi e garbatamente protesta: "se
mi succede qualcosa mi direte sono un
cazzone, ma io da qui intendo andare
via…”.
Gli viene somministrata della
tachipirina per bocca, vomita. Ma è
irremovibile a farsi dimettere, ad
andare via: firma e fa chiamare un
taxi, cui, nonostante il malore, riesce
a dare le istruzioni per il tragitto.
Giunto in albergo, si accascia in
ascensore prima di raggiungere la
stanza 104. Accorrono due camerieri,
si chiama il 118: Centorrino piega la
testa, non si muove più. Il massaggio
cardiaco si rivela inutile, come la corsa
verso l’ospedale.Ora l'esame autoptico
dovrà svelare le cause della morte
improvvisa. Negligenza dei medici,
compresa.
SOMMARIO
PRIMO PIANO
6-7. Crocetta in un cul de sac
Fuoco di fila contro il governatore.
Che resta senza maggioranza
POLITICA
8. Care, vecchie Province
Vertice a Palazzo dei Leoni sulla nascita
dei liberi consorzi di Comuni
9. Rizzo scivola sulle tasse
Il sindaco accusato di non avere pagato
25 mila euro di tributi
10. Pagheremo di meno. Ma di più
Votata la Iuc, imposta “unica” che si divide in
tre: spazzatura, prima casa e seconda abitazione
12. Tutti contro Alessio Ciacci
Il liquidatore di Messinambiente sotto
il tiro incrociato dei consiglieri. E non
SICILIA
13. Ateneo, svolta per Statuto
Il rettore vara le modifiche che cambieranno
il volto agli organi di governo accademico
14-15. Parcheggio a singhiozzo
Riparte l’iter per i cinquecento stalli di Faro.
Iniziato nel 2003 e fermo al palo da allora
16. Beni culturali, Palermo “ladrona”
La paralisi del sistema di tutela e valorizzazione,
che non gestisce ciò che guadagna
17. Risparmi in classe
Ecco cosa cambia negli istituti superiori messinesi
20. Bici elettrica, che passione
Da Villafranca a Capo d’Orlando
cresce l’uso delle due ruote
22. Ecco i mattoni della vita
Due fisici messinesi trovano la spiegazione
della mutazione dell’inorganico dopo 30 anni
ECONOMIA
23. Agroalimentare, Sicilia pop
L’isola capofila di undici paesi rivieraschi
24. Tremestieri, porto al Terminal
Resta senza gestione la seconda rada
di Messina dopo la gara andata deserta
POSTER
28. La favola di Maria Messina
Undicesima edizione del premio intitolato
alla scrittrice
RUBRICHE
4-5. Settegiorni
26. Consumatori / Consulenti
30-31. Libri/La Classifica/Lacerti di Letture
32-33. Mostre
34. Musica 35. Teatro
36. Spettacoli
38-39. Lettere & Commenti
38. Qui Scuola / Heritage / Ecologia
39. Eliodoro / 150 Parole da Palermo
39. Antibuddaci
39. Animal House
centonove pagina 3
TEATRO VITTORIO
Puglisi lavora a uno spot
per lanciare la stagione
MESSINA. Il presidente del
Teatro Vittorio EmanueleMaurizio Puglisi sta lavorando per studiare uno
spot pubblicitario che rilanci l’ente e la sua stagione teatrale e musicale.
Unico diktat: nel trailer
vuole la presenza del sindaco Renato Accorinti e e
del direttore artistico Ninni
Bruschetta.
ISPETTORATO DEL LAVORO
Contestazioni al Villaggio
di Capo Calavà di Brolo
BROLO. Blitz di fine stagione al Villaggio di Capo
Calavà a Brolo. "Abuso di
richiesta di 407" è la sintesi
che gli ispettori del lavoro
stanno allegando, alla pesante sanzione che sta per
essere irrogata al titolare
del centro di villeggiatura:
quasi 80 assunzioni "irregolari", che permettevano
da una parte sgravi fiscali
all’impresa e la possibilità
dell’indennità di disoccupazione per gli assunti.
TIRRENOAMBIENTE
Enrico Spicuzza coordinatore
del comitato di sorveglianza
MESSINA. E' Enrico Spicuzza, presidente dell'Ordine dei commercialisti di
Messina, il coordinatore del
comitato di sorveglianza di
Tirrenoambiente,
nominato dalla società mista capeggiata dal Comune di
Mazzarà. Ad affiancarlo
nell’organismo
previsto
dalla legge 231 anche il
consulente Antonio Pulcini
e Domenica Puleo.La società è finita nell’occhio del
ciclone a seguito delle revoche di autorizzazione a
smaltire rifiuti da parte
della Regione, dopo le ispezioni dell’Arpa, del Nos dei
carabinieri, intervenuti aseguito delle denunce del sindaco di Furmari, Mario Foti.
12 Settembre 2014
settegiorni
CHI SALE
Ciccio Curcio
MESSINA. L'ex consigliere comunale ha scoperto di avere il
pollice verde, prima ha ripulito
e poi ha abbellito con piante ed
alberi il vasto spazio sotto la
sua abitazione, che adesso
dopo la cura, non è più un
luogo brullo e pieno di erbacce
ma un giardino degno di quelli
di Versailles.
Patrizia Panarello
MESSINA. L'assessore comunale
partecipa all'estrazione per il
premio-lotteria
dell'Agosto
messinese e miracolosamente il
suo biglietto tra 1660 partecipanti viene estratto per primo e
vince una crociera, tra oceani e
isole sperdute. Ma l'assessore
pasionaria dell'Isola pedonale,
attenta come sempre alla forma
e alla sostanza, sa come ritrovarsi e non perde tempo per
dire: "Regalo questo biglietto
alla famiglia che ha adottato un
bambino immigrato".
Totò Cordaro
PALERMO. «Rosario Crocetta?
Se è presidente della Regione
deve dire grazie a Francantonio Genovese. Il deputato del
Pid si è passato lo sfizio di fare
il confronto tra i voti presi da
Nello Musumeci e quelli presi
dal governatore alle elezioni
del 2012. La sua conclusione?
«Crocetta scelga meglio le persione...».
Don Gianni Russo
MESSINA. Un salesiano “ricco
di umanità oltre che di professionalità” alla guida dell’Istituto
San Domenico Savio di Messina. Il nuovo direttore prende
il posto di Don Olimpio Simonato. Resterà in carica per i
prossimi tre anni, che coincidono con le celebrazioni del bicentenario di Don Bosco.
Giancarlo Garozzo
SIRACUSA. Il sindaco di Siracusa
incassa finalmente il sì del ministero ai Beni culturali sulle nomine del nuovo Consiglio di amministrazione dell’Inda, l’Istituto
nazionale del dramma antico. Il
consiglio si può così insediare e
programmare le attività, a cominciare dalla prossima edizione
delle Rappresentazioni classiche.
Presidente è Giancarlo Garozzo;
consigliere delegato, individuato
dal ministro, è Walter Pagliaro.
Consiglieri Paolo Giansiracusa,
Antonio Presti e Arnaldo Colasanti.
TAR DI CATANIA
SOCIETÀ
Istituzione Isola pedonale,
rigettato il ricorso contrario
Affido familiare, un laboratorio di tre giorni a Forte Petrazza
MESSINA. Comune di Messina 2,
contrari all’isola pedonale 1. Il Tar di
Catania ha infatti rigettato la richiesta
di un provvedimento contrario
all'istituzione temporanea fino al
prossimo 30 settembre dell'isola
pedonale di Piazza Cairoli. Tutto era
iniziato lo scorso agosto, quando il
consiglio comunale aveva ridotto l’area
(1 a zero per gli anti-isola). Subito dopo,
l’amministrazione aveva pareggiato i
conti, deliberandone l’istituzione
temporanea. Il
sorpasso è
avvenuto adesso
con la decisione
dei giudici. Così
l’assessore alla
viabilità, Gaetano
Cacciola: «Giudico
significativo che
nella sostanza sia
stata confermata
Gaetano Cacciola
la correttezza delle
procedure
amministrative della Giunta, che ha
deliberato nell'ambito delle proprie
esclusive competenze. Adesso, come
concordato, lavoreremo per eliminare i
punti critici e, d'intesa con i cittadini, le
associazioni, la quarta circoscrizione ed
il Consiglio comunale, formuleremo una
proposta il più possibile condivisa che
possa andare nella direzione del
miglioramento della vivibilità dell'intera
area, garantendo uno spazio
definitivamente libero dal traffico ed
aperto alle esigenze di tutti i cittadini».
MESSINA. L’associazione “Una famiglia per amico”, in collaborazione con il
Centro Affidi distrettuale del Comune di Messina, promuove un laboratorio
formativo sul tema “L’emozione, la regola, la vita. Affido familiare come scelta
di crescita”. Il laboratorio si svolgerà a Forte Petrazza, a Messina, nei giorni 3,
11 e 18 ottobre 2014. Per la partecipazione è prevista una quota di € 5.00, e
per iscriversi occorre trasmettere alla mail Laboratorio_affido@virgilio.it,
entro e non oltre il 20 settembre 2014, il modulo di adesione allegato al
seguente indirizzo Internet: www.comunitasolidali.org/index.php/news/3770Dal-3-ottobre-il-laboratorio-Affido-familiare-come-crescita-,-le-iscrizioni-entroil-20-settembre.
L’esordio letterario di Corrado Fortuna sbarca da Colapesce
MESSINA. Da “Colapesce, libri, gusti, idee”, Corrado Fortuna presenta il suo
esordio letterario, “Un giorno sarai un posto bellissimo” (Baldini & Castoldi).
L’appuntamento, moderato da Manuela Modica, è per oggi pomeriggio
(venerdì 12, ndr) alle 19. Nato a Palermo nel 1978, Fortuna, attore, ha esordito
come protagonista di “My Name Is Tanino” di Paolo Virzì. Tra i premi ricevuti,
“Guglielmo Biraghi”.
INIZIATIVE
Aree protette, dibattito a Caltagirone
CALTAGIRONE. “La gestione delle aree protette nella Regione
siciliana” è il tema del seminario che, su iniziativa delle associazioni
“Ramarro Sicilia” e “Cea” Messina, si terrà venerdì 12 settembre, a
partire dalle 16, a Palazzo ceramico (Palazzo Reburdone), a
Caltagirone, con interventi di rappresentanti istituzionali ed esperti
del settore. In commissione Ambiente all’Ars è in fase di discussione il
nuovo testo normativo sulla gestione delle riserve e dei parchi e le
associazioni Ramarro Sicilia e Cea Messina Onlus, hanno esposto un
modello di gestione ultraventennale sulla base dell'esperienza
maturata nella conduzione dell'area di contrada Renelle, nel bosco di
Santo Pietro, a Caltagirone, concretatasi nel recupero e nella piena
restituzione alla fruizione pubblica, anche con finalità turistiche, di
un'area prima degradata”.
SENTENZE. Per la Cassazione la frase è una ingiuria. Dovrà pagare 45 euro di multa
Dice alla sua ex “sei una nave scuola”, condannato
Imputato era un marito messinese che contestava alla moglie i trascorsi amorosi
ROMA. Una donna “navigata”,
disponibile a dare lezioni ai marinai,
sintetizzata in una espressione ormai
luogo comune a Messina: «Sei una
nave scuola». E’ costato caro però
questo modo di dire ad un ex marito
di Messina, che apostrofava così l’ex
moglie nei primi tempi della loro
separazione. E’ vietato dunque
paragonare le donne alle navi scuola,
con riferimento alla vastità delle loro
trascorse relazioni amorose. Lo ha
deciso la Cassazione che ha
condannato l’ex marito siciliano di
Messina che spesso, quando vedeva la
donna separata, nei primi tempi della
rottura, aveva il brutto vizio di dirle
"sei una nave scuola", e per essere
ancora più chiaro aggiungeva "hai
sempre avuto amanti". Ad avviso della
Suprema Corte, "i termini rivolti
dall'imputato alla ex moglie si
rivelano chiaramente offensivi
secondo l'apprezzamento della
generalità dei consociati", ossia in
base al comune sentire della maggior
parte delle persone. Per questo, la
Cassazione ha respinto la tesi
dell'imputato - Giuseppe Z. (classe
1960) - che voleva scampare alla
centonove pagina 4
condanna penale sostenendo che
quelle frasi erano solo parole di
"tenue" contenuto offensivo sulle
quali si poteva chiudere un occhio. I
supremi giudici, invece, con la
sentenza 37506 della Quinta sezione
penale depositata oggi e relativa
all'udienza svoltasi il 13 maggio,
hanno confermato il verdetto emesso
dal Tribunale di Messina il 22
settembre 2010 con il quale l'ex
marito era stato condannato a 450
euro di multa. Giuseppe Z. si era
separato da Antonia R. nel 2002 ma
ancora nel settembre di quell'anno
non aveva digerito la chiusura del
rapporto matrimoniale e "in più
occasioni", tra il 22 e il 28 settembre
di quell'anno, aveva apostrofato la ex
moglie paragonandola alla 'nave
scuola' che insegna ai non iniziati il
manuale 'pratico' dell'amore.
settegiorni
12 Settembre 2014
CHI SCENDE
Vincenzo Franza
VILLAFRANCA TIRRENA. Premiati la ragazza e il ragazzo dell’anno. Nel futuro di Giulia c’è già un videoclip e un calendario
Mia cara miss
Soddisfatto il sindaco che ricorda anche
il successo di Chiara Salvo a miss Italia
VILLAFRANCA TIRRENA. Una cerimonia elegante, quella
svoltasi nell'aula consiliare del Comune di Villafranca
Tirrena il 6 settembre per premiare Giulia Cardullo, la
sedicenne fresca vincitrice del concorso "Ragazza
dell’Anno 2014" organizzato dall’Associazione
“Divertiamoci correndo” di San Filippo del Mela. Insieme a
lei il “Ragazzo dell’anno” Simone Mastroieni, entrambi
trionfatori nell’attesa finale della kermesse di bellezza
svoltasi nella notte del 24 agosto scorso presso la struttura
di Villa Mont Valerie di Santa Lucia del Mela. Il sindaco
Matteo De Marco e la sua giunta hanno voluto riconoscere
i meriti alla giovane Miss che ha portato in alto il nome del
comune Tirrenico. “Sono molto emozionato e contento ha dichiarato il sindaco - per la splendida affermazione che
arriva a poco distanza dal successo ottenuto da Chiara
Salvo a Miss Italia, a Villafranca ci sarà un fluido magico,
ma soprattutto ci sono tante belle e brave ragazze”. Non
poteva mancare il presidente della Pro Loco villafranchese,
Antonio Domenico Bonaccorso che, nel suo intervento, ha
dichiarato l’intenzione di far diventare Giulia testimonial
delle manifestazioni organizzate dall’ente Pro Loco.
Durante la cerimonia è intervenuto il maestro orafo Elio
Appierto che ha realizzato la tiara del valore di € 1.000,00
vinta dalla Ragazza dell’Anno, Carmen Villalba che è stata
una delle ospiti durante le selezioni del concorso ideato da
Francesco Anania e Simone Mastroieni, eletto insieme a
Giulia Ragazzo dell’Anno 2014. Giulia e Simone saranno i
SEQUESTRATE 40 TONNELLATE DI ORO ROSSO
Smaltimento del rame rubato,
le due centrali in provincia di Messina
MESSINA. Sgominata la centrale in Sicilia della
“raccolta e smaltimento” di rame rubato. È il bilancio
dell'operazione coordinata dalla Procura di Messina
che ha portato i carabinieri di Caltanissetta a eseguire
4 ordinanze di custodia in carcere e proceduto al
sequestro preventivo di due aziende e di 40
tonnellate di rame, la più grossa quantità di “oro
rosso” sequestrata in una sola occasione sino ad ora
in Italia. L'area di raccolta sarebbe stata concentrata
in Sicilia su due ditte 'La Fratelli Di Blasi Ecofreme' e
la 'Metal Rottami'. La prima, sostiene l'accusa,
fungeva da 'raccoglitore', la seconda provvedeva a
trasferire il metallo in diverse aeree del nord Italia.
Una tesi, questa, accolta dal Gip di Messina che ha
disposto il sequestro preventivo delle società e
emesso provvedimenti di custodia cautelare in
carcere per i fratelli Alberto, Antonio e Luciano Di
Blasi, dell'omonima ditta, e per Lucia Spadaro, a capo
della 'Metal Rottami' di Venico Marina. Era da
quest'ultima sede, secondo la ricostruzione
dell'accusa, che una ditta di trasporti portava il rame
in nord Italia e in particolare alla 'Ecoacciai' di
Pontedera. Società quest'ultima estranea all'inchiesta,
nella cui sede la Procura di Messina ha disposto una
perquisizione per acquisire documenti. Nell'ambito
delle indagini, il 27 agosto, i carabinieri di
Caltanissetta, in collaborazione con quelli di Messina
e Pisa, hanno 'seguito' un Tir che trasportava 30.000
chili di rame, per un valore stimato dagli investigatori
in 200mila euro che è stato consegnato alla ditta
toscana.
MESSINA. Un campione di caduta di stile o di faccia tosta?
Un po' l'uno, un po' l'altro, per
l'amministratore della Tourist.
Nel corso di una conferenza
stampa convocata per smentire
"le corbellerie" pubblicate sul
"quotidiano cittadino" a proposito del costo "esoso" del servizio di traghettamento sullo
Stretto, rispetto alle tariffe europee, ha stoppato il cronistaD'Amico che sosteneva occorressero "almeno settanta euro
per la tratta Messina-Reggio",
con una battuta "assassina":
"Non sei credibile perchè non
paghi, hai la tessera gratuita
della Caronte e Tourist...".
Antonino De Simone
MESSINA. L’impeccabile presidente dell’Autorità Portuale di
Messina ha “tradito” il suo ferreo salutismo. Un paio di giorni
fa, preso dalla fretta e dalla
fame, ha comprato cololette già
impanate dei sani petti di pollo.
De Simone ha provato a giustificarsi: «Qui a Messina vivo solo
e si era fatto tardi».
Carmelo Pino
protagonisti di un videoclip del cantante Hervè
Olivetti dal titolo Diavolo di un angelo. Giulia sarà
anche la protagonista insieme alle altre undici vincitrici del
concorso del calendario 2015 realizzato dall’azienda
Pubblimania.
ROSA E NERO
Giardino della Memoria: un albero per il Beato Pino Puglisi
PALERMO. Un albero dedicato al Beato Pino Puglisi, ucciso dalla
mafia nel 1993. Lunedì 15 settembre, al Giardino della Memoria
di Ciaculli, giornalisti e magistrati si ritroveranno nel sito
confiscato per piantare un altro albero in quello che il sindaco di
Palermo, Leoluca Orlando, ha definito il Pantheon della
Memoria. Appuntamento alle 10,30 per la manifestazione
promossa dal Gruppo siciliano dell'Unci e dai magistrati dell'Anm.
Catania rende omaggio a Mariella la rossa
CATANIA. Con Mariella Lo Giudice se ne andava nel 2011
un’attrice prestigiosa, allevata e cresciuta nell’alveo del Teatro
Stabile di Catania che la ricorda per il terzo anno consecutivo
nella splendida Corte barocca di Palazzo Platamone a lei
intitolata, dove il 12 settembre alle 21 si celebrerà il “Memorial
Day Mariella Lo Giudice”. Il teatro e la città rendono così
omaggio all’artista nel suo giorno onomastico con una spettacolo
a scopo di solidarietà a favore della fondazione Fon.Ca.Ne.Sa.
Protagonisti il compositore Germano Mazzocchetti e la
coreografa Silvana Lo Giudice, sorella di Mariella.
Capo d’Orlando in lutto per Domenico Milone
CAPO D’ORLANDO. Lutto a Capo d’Orlando per la scomparsa
di Domenico Milone, già assessore comunale che alcune
settimane fa era stato colpito da una emorragia cerebrale,
dalla quale non si è più ripreso. Milone era ungrande
appassionato di sport e di basket in particolare. Sulla scia delle
gesta del figlio Lino, uno dei pilastri dell’Orlandina di quel
periodo, fu dirigente ed anche presidente, dal 1983 al 1987,
portando l’Orlandina in serie C.
centonove pagina 5
MESSINA. L’ennesimo segretario
comunale lo abbandona. Dall’inizio della legislatura, sono
otto gli alti funzionari che, poco
dopo la nomina, hanno detto
addio al sindaco di Milazzo. L’ultimo a salutare Pino è stato Santi
Alligo, che per motivi personali
si è dimesso per ritornare nella
sua penultima sede, il Comune
di Lipari.
Mario Pizzino
MESSINA. La risolutezza del dirigente alla Viabilità di palazzo
Zanca costerà al Comune un ricorso che potrebbe azzoppare
la Zona a traffico limitato. In risposta all’invito dell’Autorità
Portuale al sindaco di scorporare dalla Ztl alcune aree di
proprietà dell’ente, il dirigente
ha risposto: non si cambia
niente, fate ricorso. E ricorso al
Tar fu.
Totò Cuffaro
ROMA. Il carcere piega anche
la fede politica? Dopo la nuova
fatica letteraria, "Le carezze
delle nenie", dedicata alla vita
dietro le sbarre, l'ex presidente
della Regione, ha deciso di cambiare partito sposando la causa
dei Radicali di Marco Pannella.
Chi l'avrebbe detto?
12 Settembre 2014
primopiano
Rosario Crocetta in una elaborazione fotografica
REGIONE. Fuoco di fila contro il governatore. Che resta senza maggioranza
Crocetta in un cul de sac
Il flop del click day ha fatto da detonatore con le mozioni di sfiducia agli assessori Scilabra e Agnello.
Ma a pesare è il fronte formazione. Col disagio sociale che cresce. E il gradimento nei sondaggi che scende
MESSINA. Un cul de sac, lo
definirebbero i francesi. Un vicolo
cieco, senza via d’uscita se non il
rimpasto, invece gli oppositori del
governatore Crocetta.
La crisi della Regione siciliana si
innesta su sé stessa e non c’è giorno
ormai che contro la Giunta Crocetta
non giungano le contumelie, non solo
degli oppositori ma spesso anche
degli alleati.
Se a fare da detonatore contro il
governo è stata la gestione del Piano
giovani, con il flop del click day e lo
scambio di accuse tra la dirigente
Annarosa Corsello, che ha rassegnato
le dimissioni e l’assesssore
ventinovenne alla Formazione, Nelly
Scilabra che non vuole darle, anche
se a reclamarne a gran voce la
cacciata dal governo non c’è solo il
fronte del centrodestra ma anche i
Cuperliani, l’ala che attraverso il
segretario del Pd Fausto Raciti
reclama l’ingresso in giunta di due
nuovi assi, il rettore della Università
Kore di Enna Cataldo Salerno e il
deputato Angelo Villari.
Un rebus. Una scacchiera che va
Gli assessori Nelli Scilabra e Roberto Agnello
centonove pagina 6
avanti da mesi e mesi e che ha messo
in crisi non solo i rapporti tra il Pd
che ha chiamato a mediare il
vicesegretario Lorenzo Guerini, ma
anche le intese con gli alleati.
Se per firmare la mozione di sfuducia
a Nelly Scilabra si è ricompattato
tutto il fronte del centrodestra, come
ha sottolineato l’ex presidente dell’Ars
Francesco Cascio di Ncd, per firmare
la sfiducia all’assessore all’Economia,
Maurizio Agnello, sono scesi in
campo, oltre che i componenti
dell’opposizione, anche alleati
dell’Udc, come l’onorevole Orazio
Ragusa e Margherita La Rocca
Riuvolo e deputati del Pd come
Concetta Raia e Panepinto.
L’accusa: l’assessore non è affidabile
come il suo presidente: mentre in
commissione si decide di non
chiudere le sedi di Riscossione Sicilia
a Vittoria, a Gela e a Caltagirone,
l’azienda procede come se nulla fosse,
creando danni ai cittadini.
Grane, su grane per il presidente che
scende a picco nei sondaggi, appena
il 46% dei consensi già risicati
nell’ultimo report di Monitoregioni di
Datamedia che lo classifica penultimo
in Italia, in tandem con il governatore
del Molise Laura Frattura.
Dove si gira gira Crocetta trova grane.
Come la presentazione di una class
action già preannunciata dallo SnalsConfsal, attraverso il coordinatore
Giuseppe Milazzo: si contesano due
anni di mancata retribuizione a
migliaia di lavoratori della
formazione professionale; politiche di
rigore smentite ora dal consiglio di
giustizia amministrativa che hanno
impedito ai dipendenti anche la cassa
integrazione in deroga.
Uno stato di malessere sociale, che si
concretizza nelle manifestazione
ormai quotidiane davanti alla
Presidenza, della quale vengono
contestate apertamente tutte le scelte.
Ad entrare nel mirino è ora il
segretario generale Patrizia
Monterosso, che insieme alla
dirigente del settore Formazione
Annarosa Corsello, ha disposto il
blocco dell’extrabudget e la
primopiano
restituzione delle somme
“indebitamente” percepite.
Se questo è “il sentiment”, sull’alro
fronte la macchina burocratica è
inceppata. E mentre il fronte degli
oppositori cresce giorno dopo giorno,
il governatore fa spallucce e non
perde occasione per ribattere per le
firme.
A chi chiede il rimpasto risponde che
non si può sacrificare la Scilabra,
quando non si sono chieste le
dimissioni di Francantonio Genovese.
Risponde per le rime, Antonello
Cracolici: a Genovese ha anche dato
un assessore (Nino Bartolota, ndr),
ma se non avesse avuto i voti di
Francantonio Crocetta non sarebbe
stato certo eletto.
A chi denuncia la situazione di
difficoltà dei Comuni, come il
presidente dell’Anci e sindaco di
Palermo Leoluca Orlandom, risponde
che “le cariatidi come Orlando” è
meglio stiano zitte: sono come i gufi
per Renzi, del quale il governatore
dice di ammirare la velocità a
decidere.
La stessa cosa che gli rimproverano
gli alleati: fa conferenze stampa, ma
non governa. Tardano le nomine nella
sanità; la Formazione sempre più allo
sbando e dopo un anno e mezzo non
partono le assunzioni del progetto
Prometeo a Priolo e la spesa dei fondi
Patrizia Monterosso
del Piano Giovani è al palo. Questo si
aggiunge alle decisioni prese in
solitudine, come la transazione con il
Ministero del’Economia, sottoscritta
rinunciando a quasi cinque miliardi di
possibili introiti da parte dello Stato,
per 500 milioni “cash”. La vertenza
aperta delle discariche “bocciate”
dall’ex assessore Marino. Il no
rimediato dal Consiglio di Giustizia
amministrativa sui progetti
dell’Eolico; il pericolo di nuove
richieste di risarcimentom, mentre le
casse piangono.
L’ultimo report dell’assessorato al
Bilancio afferma che per la spesa
corrente i soldi non bastano a pagare
l’ordinario: i dipendenti di molti enti
come l’Esa sono da mesi senza
stipendio, alcuni dipendenti delle
Ipab non prendono emolumenti da 19
mesi, la disoccupazione giovanile in
Sicilia ha sfondato il muro del 51%.
Di più: musei e beni culturali allo
sbando; attività produttive
anchilosate; spesa comunitaria “a
rischio”.
Ma Crocetta non demorde: i soldi ai
diopendenti dell’Esa? Arriveranno.
Alle Ipab, si sta facendo pulizia. La
disoccupazione è legata alla crisi e in
Sicilia si sente di più. Ai partiti:
volete il rimpasto? Rifaccio il
Megafono, cui toccano due assessori,
Michela Stancheris e Nelly Scilabra.
Il calo di popolarità? Forse è un
complimento? Se è vero che sono al
46% sono in crescita. Un
atteggiamento che lascia sbigottiti
anche i partiti più fedeli, Prs di
Cardinale e fa spaccare anche gli
alleati più leali, come l’Articolo 4 di
Lino Leanza, che ha raffreddato le
dichiarazioni di sostegno del
governatore. “La crisi, è ufficialmente
aperta-mastica amaro un deputato
davanti alla bouvette di palazzo
d’Orleans- ma l’unica forza certa di
Crocetta è quella che nessuno di noi
vuole andare a votare…”. La
rivoluzione, in un cul de sac, si fa
anche così.
R.C.
TAVOLI APERTI. Incontro romano tra presidente della Regione e leader dell’Udc. A far da commensale Faraone
D’Alia-Governatore, “posate” le armi
A PRANZO «PERCHÈ CI TENEVO A RASSICURARE
CHE NON C’È NULLA DI PERSONALE. MA LUI
DEVE RISOLVERE I PROBLEMI DENTRO IL PD»
ROMA. Un pranzo a tre in un ristorante di Roma per
decidere il futuro del governo. Lo hanno fatto il
presidente della Regione Rosario Crocetta e il
presidente dell’Udc, Giampiero D’Alia.
A fare da commensale, il rappresentante di Renzi in
Sicilia Davide Faraone.
Che cosa si sono detti Crocetta e D’Alia, dopo mesi e
mesi di bordate da parte dell’ex ministro della
Pubblica amministrazione?
“Ho accettato di buon cuore l’incontro-spiega al
telefono da Chianchiano Gianpiero D’Alia-perché ci
tenevo a rassicurare Crocetta sul fatto che non c’è
nulla di personale e i nostri rapporti da questo punto
di vista non ne risentono affatto.”
D’Alia ha evitato del tutto di toccare i temi della crisi
interna ai partiti che hanno portato Crocetta a Roma
per raccordarsi ancora una volta con Lorenzo Guarini,
il vice di Renzi nel partito, che è stato investito di
petto della crisi, anche di dialogo interna al Pd in
Sicilia.
“Sono problemi quelli che lui si deve risolvere dentro
il Pd”, continua D’Alia.
“Quello che all’Udc che io rappresento preme - è il
passo di governo. E qui non ci siamo proprio: mi
riferisco al Patto di stabilità cui bisogna cominciare a
lavorare già da adesso; alla spesa comunitaria che
Gianpiero D’Alia con Rosario Crocetta
risente di grandissimi ritardi; alla definizione di tempi
e modi sulla riforma delle Province, che è anchilosata
e non può restare nell’aria come adesso. Sono
problemi urgenti, che richiedono un nuovo passo nel
governare che finora non si vede. Quindi,
per esser chiari, le critiche che finora sono
state mosse al governo, se non c’è un cambiamento
radicale nell’azione politica rischiano di essere via via
ancora più intensificate… Nulla di personale,
comunque”.
centonove pagina 7
12 Settembre 2014
NUOVI FRONTI
Ok alle trivelle
Cresce l’allarme
AUTORIZZATI STUDI
NELL’AREA DI RAGUSA
E SIRACUSA
RAGUSA. Il movimento “No
Triv…” è quello che è nato
ora tra Siracusa e Ragusa
dopo il movimento “No
Muos…” contro le
installazioni di radar al
largo di Niscemi.
Già previsto nel decreto
“sblocca-Italia”, l’intesa
sottoscritta dalla regione
con Assomineraria,
l’associazione che
raggruppa i maggior
operatori petroliferi del
mondo prevede
investimenti per 2,4
miliardi, con una possibile
ricaduta occupazione di
settemila posti.
L’ultimo progetto sul quale
è in corso la richiesta di
Via-Vas è il Viesta al largo
di Ragusa, procedimento
contro il quale il gruppo 5
Stelle alla Camera ha
dichiarato guerra aperta.
Ma in Sicilia progetti di
prospezioni petrolifere
sono previste anche al
largo di Scicli, nei Pozzi del
“Vega B” e sulla foce del
fiume Irminio. I giacimenti
dell’Isola, già conosciuti da
Enrico Mattei, non sono
mai stati dichiarati di
pregio, perché “profondi”
e non di eccelsa qualità.
Ma oggi la corsa all’oro
nero è ricominciata e i
sostenitori di Renzi tra
l’incredulità generale hano
pure detto alla Camera che
“Sicilia e Basilicata sono il
Texas del Sud”.
12 Settembre 2014
politica
Liborio Porracciolo
Il commissario della Provincia di Messina, Filippo Romano
CHECK UP. Vertice a Palazzo dei Leoni sulla nascita dei liberi consorzi di Comuni
Care, vecchie Provincie
Sono dieci le municipalità dei Nebrodi che si avvicinano a Enna, Tusa pensa addirittura alle Madonie.
Ma mentre si riscrive la geografia, arriva un disegno di legge all’Ars per una proroga di sei mesi
MESSINA. Il primo a guidare lo
strappo con Messina per aderire al
“Libero consorzio di Enna” è stato il
Comune di Mistretta. All’auditorium
San Tommaso della città dei dodici
Giganti, nel corso di una dibattito
protrattosi per tutta la notte si è
consumata quella che è stata definita
una azione di “discontinuità” con la
Provincia di Messina.
Il secondo strappo rischia ora di darlo
il Comune di Tusa: il sindaco Liborio
Porracciolo ha una sola certezza “non
resterà con Messina”. E sta valutando
insieme a giunta e consiglio se aderire
al Consorzio del Ternitano, promosso
nell’area delle Madonie.
Così si sta riscrivendo la geografia
delle vecchi Provincie, con comuni
che in nome della “continuità
territoriale” strappano i confini a
destra e manca, ridefinendo la
storia, antichi rancori e nuove
aspirazioni.
Di questo e altro si è parlato lunedì
scorso a Palazzo dei Leoni a Messina.
Dove il commissario Filippo Romano
per spiegare le potenzialità della
nascente Area Metropolitana dello
Stretto, in raccordo con i consorzi di
liberi comuni, ha spiegato l’iter di
legge e i passaggi conclusivi, di fronte
alla vicepresidente della Regione,
Patrizia Valenti, che è anche assessore
alle Autonomie.
Presenti una ventina di sindaci, da
Villafranca Tirrena ad altri dell’area
jonica, e alcuni esponenti della
deputazione regionale, dal presidente
Giovanni Ardizzone all’onorevole
Filippo Panarello, il quadro emerso è
di una enorme confusione: operativa e
legislativa. Sono già una decina i
comuni, da Santo Stefano camastra a
Pettineo, che minacciano di staccarsi
da Messina e che hanno firmato le
deliberazioni da sottoporre entro il 28
settembre a referendum confermativo.
Ma l’incertezza operativa regna
sovrana sulla validità stessa delle
consultazioni. Tanto che il
vicepresidente dell’Ars Antonio
Venturino si è fatto promotore di un
disegno di legge per chiedere una
proroga di sei mesi all’applicazione
della legge che abroga le Province e
lasciare decantare così le decisioni con
maggiore calma, evitando impulsi
campanilisti.
Intanto la radiografia delle vecchie,
care Province svolta dall’Unione
Province Italiane, secondo il report
fornito dal presidente Alessandro
Pastacci, è grave: 63 enti dichiarano
di non essere in grado di rispettare il
Patto di stabilità e 33 di questi
versano in stato di pre-dissesto, a
causa dei tagli imposti dal governo e
dalle politiche di “spending review”.
MANOVRE AL CENTRO
«No, grazie»... il rifiuto di D’Alia alla Costituente
NEL COORDINAMENTO ENTRANO I SAGGI, DA DE MITA A SCHIFANI. LE MANOVRE
Gianpiero D’Alia
CHIANCIANO. La sua specialità è… scampare alle trappole. Così il presidente dell’Udc Gianpiero D’Alia,
dopo avere rinunciato ala presidenza della Regione e spianato la strada alla corsa di Cropcetta, ora ha
detto un garbato no a chi lo voleva a capo del “Movimento per la Costituente popolare”, l’assise che ha
riunito nella città delle terme le anime deell’Ncd di Alfano, dell’Udc di Cesa e dei Popolari-Lista Civica di
Mario Mauro. D’Alia ha detto un garbato no e come si usa in epoca renziano, atraversa un twitter ha
spiegato perché: “preferisco stare dentro il partitio del quale sono presidente…”. Tradotto: preferisco
fiutare l’aria. Perché la strada per la Costituente Popolare si presenta ancora irta di ostacoli: non è deciso
ancora quale atteggiamento avere con Forza Italia.
Il Movimento ha comunque nominato il coordinamento, del quale fanno parte: Andrea Causin, Lorenzo
Cesa, Fabrizio Cicchitto, Antonio De Poli, Giuseppe De Mita, Mario Mauro, Dore Misuraca, Gateano
Quagliarello e Renato Schifani. Resta “spaccato” intanto l’Udc in Sicilia. Se il trapanese Mimmo Turano, è
stato eletto capogruppo, al posto dell’agrigentino Lillo Firetto, deciso ora a candidarsi a sindaco della città
dei Templi, le posizioni di Nino Dina e di Margherita La Rocca Ruvolo, restano molto critiche nei confronti
di D’Alia e del segretario regionale Giovanni Pistorio: più volte i dissidenti dell’ala occidentale si sono
recati dal segretario Lorenzo Cesa e la scissione del gruppo non è per nulla scongiurata.
centonove pagina 8
12 Settembre 2014
politica
MAZZARRA’ SANT’ANDREA
VENETICO. Il sindaco accusato di non avere pagato 25 mila euro di tributi
Rizzo scivola sulle tasse
Secondo l’imprenditore si tratta di somme contestate o già
rateizzate. L’opposizione però incalza. E invoca l’incompatibilità
Francesco Rizzo
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
Venetico. L’evasore principe di Venetico?
Il sindaco Ciccio Rizzo. Almeno secondo
la minoranza consiliare che da mesi
attacca il primo cittadino sulla sua
posizione contributiva e, addirittura, ha
scritto al prefetto di Messina Stefano
Trotta, per avviare la procedura di
incompatibilità e portare Venetico a
nuove elezioni. Ici, oneri di
urbanizzazione, bollette dell’acqua, e
Tia. Complessivamente 25 mila euro le
somme dovute secondo gli atti forniti
dall’opposizione. Dall’altro lato c’è il
coriaceo Rizzo, il sindaco imprenditore
(ha ricoperto la carica dal 1997 al 2007
e dal 2012 ad oggi), che preannuncia
querele contro tutti poiché parte delle
somme sarebbero state pagate, altre
rateizzate o oggetto di un contenzioso in
quanto non le ritiene dovute. «Sono
debiti iscritti a ruolo, ma al centro di
contestazioni – attacca Rizzo – loro
hanno diffuso dati incompleti e ora mi
dovranno risarcire i danni».
L’opposizione composta dai consiglieri
Pietro Anastasi, Maria Rosaria Bottaro,
Salvatore Giordano e Domenico
Squadrito, non intendono fare un passo
indietro. «Noi – ironizzano i consiglieri avevamo rivolto una precisa istanza ai
Funzionari, chiedendo di sapere e di
documentare se Rizzo avesse deviti nei
confronti del comune di Venetico.
Evidentemente non abbiamo saputo
leggere i documenti che i funzionari del
comune di Venetico ci hanno dato e che
in copia rimettiamo all’attenzione di
tutti i cittadini, ma ci pareva che queste
“carte” dicessero inequivocabilmente
che Rizzo è debitore nei confronti del
Comune e non il contrario». La vicenda
è stata segnalata non solo alla prefettura
ma anche al Servizio ispettivo degli Enti
Locali e alla procura della Repubblica. I
presunti mancati pagamenti risalgono al
periodo 2007 – 2011. Non è la prima
volta che Rizzo incappa in una
situazione simile. Quando ha ultimato il
secondo mandato è stato eletto
consigliere ed era sorta una situazione
simile che è stata rimossa con il
pagamento dei tributi dovuti. «E’
assurdo che un sindaco si renda
volontariamente moroso nei confronti
dell’ente che amministra - scrivono i
consiglieri - ma anche perché lo stesso
Rizzo ha più volte sottolineato la
necessità di rendere più efficiente la
riscossione dei tributi locali per
sistemare finanziariamente il Comune».
Sulla presunta condizione di
incompatibilità ha preso carta e penna
anche il segretario comunale Giuseppe
Torre il quale ha scritto una relazione pe
rla prefettura. «le relazioni degli uffici
(forniti ai consiglieri, ndr) contenevano
solo dati parziali cje, presi
singolarmente, potevano condurre ad
esiti fuorvianti o a possibili errori di
valutazione».
Il sindaco Salvatore Bucolo con l’ex commissario straordinario Enrico Gullotti
La maledizione dei commissari
IL CONSIGLIO SI DIMETTE E L’ATTIVITA’ DEL COMUNE RIMANE PARALIZZATA.
I FUNZIONARI REGIONALI ABBANDONANO DOPO L’INSEDIAMENTO
Mazzarrà Sant’Andrea. L’ultima
nomina è giunta poche ore fa. Si
tratta di Silvana Merenda, vice
prefetto di Messina. Quella dei
commissari regionali con il compito di
sostituire il consiglio comunale
dimissionario del comune di
Mazzarrà Sant’Andrea sembra una
maledizione: vengono nominati ma
dopo qualche mese lasciano
l’incarico. E l’attività amministrativa
rimane ancora bloccata. La nomina di
Merenda arriva dopo sei mesi di
vacatio. Senza commissario l’ente
non ha l’organo deputato ad
adottare i provvedimenti di
competenza. L’ultima nomina
dell’estate scorsa è fallita perché si è
scoperto che il funzionario
incaricato, essendo in pensione, non
poteva più svolgere tale incarico. Il
sindaco Salvatore Bucolo già nel
mese di giugno aveva sollecitato la
nomina esprimendo le proprie
preoccupazioni. L’attività
amministrativa risultava in pratica
bloccata per l’impossibilità di
programmare delle spese non avendo
neanche un bilancio approvato. «Così
non possiamo andare avanti denuncia il sindaco- e sono propenso
a scrivere nuovamente al
direttamente al Presidente della
Repubblica se non vi sarà la nomina
imminente». L’ultimo commissario di
Mazzarrà Sant’Andrea, Enrico
Gullotti, nominato a marzo, aveva
inaspettatamente presentato le sue
dimissioni imitando il suo
predecessore Vincenzo Lauro che un
mese prima aveva rinunciato all’
incarico. Decisioni che hanno colto di
sorpresa lo stesso sindaco il quale,
però, sostiene di non conoscere i
motivi delle rinunce.
Pamela Arena
MONFORTE
Cannistrà perde la maggioranza
FRATTURA IN AULA NELLA COALIZIONE CHE HA PORTATO ALLA VITTORIA
L’AMMINISTRAZIONE. VISALLI, NASTASI E CASELLA SI DISSOCIANO SULLA IUC
MONFORTE. Frattura nella maggioranza consiliare del sindaco Giuseppe Cannistrà. Ad
Il sindaco Giuseppe Cannistrà
appena un anno dalle amministrative è emersa una divergenza insanabile che muta
l’assetto dell’aula. L’’ormai ex capogruppo di maggioranza Rocco Visalli, il vice
presidente del consiglio Rosalia Nastasi e la consigliere Cettina Casella si sono
dissociati dalla maggioranza e da alcune posizioni prese da Cannistrà. I tre ex
componenti di “Insieme si può” hanno ritenuto di non poter “avallare la “politica
del fare sempre e comunque”, anche andando contro – sostengono - quei principi di
correttezza e trasparenza che ci hanno unito politicamente”. Nella seduta consiliare
del 9 settembre, dinanzi all’approvazione della Iuc, i tre consiglieri avevano
presentato un emendamento per l’eliminazione di un articolo, chiedendo sullo stesso
la messa a votazione. Registrata l’astensione dell’opposizione, la maggioranza ha
bocciato l’emendamento con il risultato di 5 a 3. Di conseguenza, dopo l’esame del
regolamento Visalli, Nastasi e Casella hanno votato contro, sommando i loro “no” a
quelli della minoranza consiliare e quindi il regolamento non è stato approvato.
centonove pagina 9
12 Settembre 2014
politica
PALAZZO ZANCA. Votata la Iuc, imposta “unica” che si divide in tre: tasse su spazzatura, prima casa e seconda abitazione
Pagheremo di meno. Ma di più
Diminuisce il tributo sui rifiuti, aumenta quello della prima casa, piano servizi di Messinambiente meno costoso ma aliquote al massimo.
Ma il consiglio comunale stravolge le intenzioni della Giunta sui servizi indivisibili da garantire con la Tasi. E “cancella” i servizi sociali.
DI
ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Si chiama “imposta unica” ,
ma è divisa in tre parti, e sembra il
verso di Superpippo. Avrebbe dovuto
sostituire l’Imu, e invece l’Imu torna,
ma solo per le seconde case, mentre
per le prime diventa Tasi. Confusione?
tantissima, mentre per i rifiuti arriva la
Tari, che sostituisce la Tares che aveva
sostituito la Tarsu. La Iuc, imposta
unica comunale, tassa una e trina
introdotta dal governo per il 2014, più
che semplificare le cose, sembra
proprio che le stia complicando. E
Messina non è da meno. Perchè si
pagherà di meno (Tari), ma si pagherà
di più (Tasi). Forse.
TASI QUANTO MI COSTI. Rispetto
alla Tares del 2013, la Tari del 2014
sarà meno salata, con un risparmio
medio, per un appartamento di un
centinaio di metri quadrati, di cento
euro. Una “boccatina” d’aria fresca,
subito controbilanciata dalla
reintroduzione dell’imposta sulla
prima casa, cancellata fino allo scorso
anno. Il comune di Messina, così come
sua facoltà, ha piazzato l’aliquota Tasi
(dalla quale conta di racimolare otto
milioni e 800mila euro) al 3,3 per
mille per la prima casa: il massimo,
dato dalla somma del 2,5 (tetto
massimo fissato dal Governo) più lo
0,8 per mille (tetto massimo concesso
ai comuni come possibilità di
incremento). Fatte salve quindi le
Destinazione prevista dalla Giunta per la Tasi (8,8 milioni di euro). La tabella è stata pesantemente modificata dal consiglio comunale
possibili detrazioni, in linea di
principio la Tasi, rispetto alla vecchia
Imu sulla prima casa (quella del 2012,
nel 2013 l’Imu era stata cancellata) è
più cara per gli immobili modesti
mentre diventa più conveniente con
l’aumentare della rendita catastale.
L’AULA MODIFICA. La Giunta aveva
immaginato tutt’altra destinazione per
i quasi nove milioni della Tasi (vedi
tabella in alto. Il Consiglio comunale,
invece, ha deciso altrimenti: 850 mila
euro per manutenzione strade,
marciapiedi, piazze e illuminazione
delegata alle circoscrizioni, in
proporzione all'estensione territoriale;
1,9 milioni per manutenzione strade,
marciapiedi, ville, ponti di competenza
dell'ente; 1,1 milioni per interventi
sulla stabilità degli alberi e sulle radici
che deformano il manto stradale con
IL COMMENTO di Giovanni Frazzica
Accorinti abbracia Fo,
Signorino si allea con D’Alia
"DEMOCRAZIA CERCASI" è il titolo del libro di Stefano
Azzarà presentato alla Feltrinelli da Gino Sturniolo che,
essendosi reso promotore, insieme alla collega
consigliera comunale Nina Lo Presti, di uno strappo dal
gruppo storico accorintiano “Cambiamo Messina dal
basso”, ha fatto si che si accendessero i riflettori sulla
politica cittadina. Possiamo ancora parlare di
democrazia in Italia? Era uno degli interrogativi che si
poneva l’autore del volume, messinese che insegna ad
Urbino e che torna nella sua città, dove quei
“Mutamenti imponenti hanno svuotato gli strumenti
della partecipazione popolare” si sono, anche a livello
locale, contaminati con elementi di trasformismo che
hanno ridotto una grande speranza di cambiamento ad
una semplice occupazione di poltrone per fare
ordinaria amministrazione contornata da inutili effetti
speciali. Il gesto, clamoroso ma non inatteso, di Lo Presti
e Sturniolo, al di la del loro peso numerico in seno al
Consiglio comunale, ha determinato
un momento della verità per tutti.
Nell’immediatezza qualcuno ha voluto
semplificare dicendo che Accorinti
senza gli accorintiniani è un uomo di
D’Alia. In realtà all’interno del
Movimento accorintiano, dove si era già creata una
prima distinzione, segno evidente di una frattura che
stava per consumarsi, con la creazione di una seconda
associazione denominata “Indietro non si torna”, si è
aperta ormai una grande discussione e nulla potrà
essere più come prima. Lucio D’Amico descrive senza
mezzi termini il vicesindaco Guido Signorino come il
vero punto di riferimento politico del consiglio
comunale, avendo registrato questo dato nel momento
in cui con l’approvazione del piano decennale si è
materializzata la necessità di raccogliere una
maggioranza che Accorinti, chiaramente, non aveva. Ed
a fine articolo il direttore della cronaca del quotidiano
cittadino pubblica una piccola foto, della dimensione di
una colonna di piombo, in cui accanto al prof.
Signorino c’è l’ex-ministro Gianpiero D’Alia. I pinellini e
i no tav che si illudevano di aver conquistato palazzo
centonove pagina 10
Zanca possono aspettare, Accorinti può stare a
Taormina con Fo o altri personaggi con la stessa
serenità e con lo stesso sovrano distacco con cui
Elisabetta soggiorna al castello di Balmoral, Messina è
ben presidiata e lui, che tanti tentativi ha fatto per
mostrare il suo corpo ai concittadini, esibendo
prevalentemente piedi e braccia, ora improvvisamente
è nudo, è un re nudo, che certamente non regna e
forse neanche governa, perché questa incombenza
grava sulle spalle del duo Signorino-D’Alia e
quest’ultimo, in maniera più o meno palese, anche se
non sempre in prima persona, è stato ininterrottamente
nei meccanismi di governo della città dal 94 ad oggi. Ed
ormai se un domani, anche prossimo per via degli
incombenti ricorsi pro-Calabrò, dovesse essere invitato
ad assumersi la responsabilità di fare il sindaco, non
potrebbe più dire “non ho l’età”. Qualcosa tuttavia
dovrebbe dirla anche il Pd, che continua a muoversi
barcollando come un grosso pugile ubriaco, la cui
ancora notevole forza appare incapace di produrre quel
ruolo guida che dovrebbe derivare fisiologicamente dal
grande consenso tributato degli elettori. Se non si da
una mossa rischia di fare la stessa fine dei dinosauri.
12 Settembre 2014
politica
GLOSSARIO
Come orientarsi tra le sigle
TASI sta per “Tassa sui Servizi Indivisibili” e serve a finanziare i servizi
comunali come ad esempio la manutenzione stradale o l’illuminazione
comunale.
La tassa è esplicitamente definita non come un’imposta sul patrimonio
immobiliare, ma sui servizi ricevuti. Serve insomma a finanziare i cosiddetti
“servizi indivisibili” dei Comuni (quelli che riguardano la collettività e non
sono offerti a domanda individuale; polizia locale, illuminazione, anagrafe, e
così via)
La TASI è una delle tre parti in cui è divisa la cosiddetta IUC, l’Imposta Unica
Comunale: le altre due sono la TARI (la tassa sui rifiuti) e l’eventuale IMU su
immobili diversi dalla prima casa di proprietà che resta in vigore (uffici,
negozi, capannoni e così via). La TASI la devono quindi pagare i proprietari di
prima casa. I proprietari di seconda casa aggiungono alla TASI anche l’IMU.
Come l’IMU, la TASI si calcola sulla base imponibile della rendita catastale
della prima casa di proprietà: il prodotto fra l’ampiezza della casa e una
tariffa calcolata dall’Agenzia del Territorio che varia da comune a comune, il
tutto moltiplicato per un fattore relativo alla categoria catastale della propria
casa. Di conseguenza non viene considerato il valore di mercato degli
immobili al momento del pagamento: contano solo l’estensione della casa, il
territorio dove è costruita e la sua “categoria catastale”.
particolare riferimento alla
circonvallazione; 100 mila euro per la
valorizzazione beni culturali, 450mila
per protezione randagismo; 1 milione
per illuminazione pubblica (
realizzazione nuovi impianti nei
villaggi e potenziamento degli stessi);
550 mila euro per manutenzione
griglie di scolo acque piovane; 1,8 per
protezione civile, difesa del suolo e
salvaguardia ambientale torrenti; 600
mila per i mercati; 300 mila al verde
pubblico, potatura alberi e messa in
sicurezza delle palme; 150 mila euro
per sicurezza pubblica e vigilanza
urbana ( es. installazione di
telecamere). Clamoroso il taglio dei
due milioni previsti per i servizi
sociali: circostanza che i consiglieri
hanno tentato di spiegare con il
conforto del parere dirigenziale,
argomentando che i servizi sociali non
sono indivisibili e quindi non vanno
coperti dalla Tasi.
TARI...GGHIA. Parecchio più salata
sarà la Tari (il cui “gettito” sarà di
oltre 42 milioni), tassa sui rifiuti che
prende il posto della Tares, malissimo
Guido Signorino
digerita dai messinesi lo scorso
gennaio, all’atto dell’introduzione,
dato che avrebbe dovuto coprire
interamente i quasi 45 milioni di euro
del costo del servizio di raccolta e
spazzamento rifiuti che invece la
Tarsu, di cui la Tares ha preso il posto,
copriva per il 66%. Nonostante questo,
in città la Tares è stata pagata per il
70%. Risultato ottimo, dato i disastrosi
precedenti della tarsu. Per il 2014, la
Tari prevede la stessa copertura
integrale dei costi del servizio, che
però sono di qualche centinaio di
migliaia di euro inferiori rispetto alla
Tares. Il piano finanziario dei servizi di
igiene ambientale per il 2014
ammonta a qualche spicciolo in meno
di 42 milioni di euro, per via del fatto
che alcuni servizi che erano pagati
all’Ato3, sono passati a
Messinambiente, che li svolge senza
“doppioni” e surplus di risorse. E il
risparmio? “La somma degli effetti del
contenimento del costo tariffato del
servizio e l’aumento delle utenze e
superficie tassabile dovuto al contrasto
all’evasione” ha consentito
l’abbassamento delle tariffe, ha
spiegato l’assessore al Bilancio Guido
Signorino. In che misura? Facendo
riferimento ad un’abitazione da 100
metri quadrati, l’importo in bolletta
dovrebbe ridursi per percentuali
comprese tra il 2% per una famiglia di
tre componenti ed il 6% (per sei o più
componenti). Non solo. Ci sono quei
30 metri quadrati di competenza dello
stato, che quindi non gravano in
bolletta, che ridurranno ulteriormente
il costo. le percentuali, così.
salirebbero dal 9% (famiglia di tre
persone) al 13% (un solo
componente). Parola di assessore.
L’INTERVENTO
Riequilibrio? Paghino i “furbi”
DI SANTINO
MORABITO*
MESSINA. Gli atti
politici fondamentali
per la vita del Comune
sono adottati dalla
Giunta Accorinti sul filo del rasoio, un
attimo prima della scadenza dei
tempi regolamentari. Tradizione
mantenuta anche in occasione della
approvazione del piano di riequilibrio
dei conti. Una condotta inaccettabile,
che fa a pugni con la ragione sociale
del movimento del Sindaco:
“Cambiamo Messina dal Basso”.
Buona politica e buon senso civico
avrebbero dovuto suggerire
un’apertura di campo per
coinvolgere gli “stati generali” della
città in un dibattito sulla storia delle
nefandezze finanziarie compiute.
Una storia scellerata iniziata molti
anni fa, su cui la Procura ha acceso i
fari per il periodo dal 2009 a 2012,
portando in giudizio la Giunta
dell'ex Sindaco Buzzanca, insieme ad
altri 73 indagati, tra amministratori,
consiglieri, funzionari e revisori dei
conti che avrebbero falsificato i
bilanci con previsioni di entrate
gonfiate, previsioni di spesa smagrite
e debiti fuori bilancio. L’operazione
riequilibrio appare alquanto
singolare, nella sua filosofia di
impostazione, poiché essa è scollata
dal bilancio consuntivo e da quello
previsionale 2014. Permangono i
dubbi sulla capacità dell’Ente di
riscuotere le proprie entrate e sulla
vera entità dei debiti fuori bilancio.
L’indebitamento complessivo del
Comune assomma a 60,5 milioni di
euro di debiti certi, 49 derivanti da
ATM e Messinambiente e 420 milioni
di debiti latenti (contenzioso passivo).
Dati i diversi gradi di rischiosità del
debito latente (elevata, media, bassa,
secondo le valutazioni compiute da
Avvocatura, Segreteria e Ragioneria)
il valore complessivo del debito
coperto dal Piano di riequilibrio è di
circa 336 milioni. Ciò vuol dire che in
dieci anni il risanamento costerà ai
contribuenti circa il 30% in più sulle
tariffe e sui servizi comunali.
I debiti pregressi devono essere
pagati con tagli, risparmi e con flussi
di cassa correnti, ossia le entrate
tributarie, che devono essere certe
liquide ed esigibili. Il Bilancio del
centonove pagina 11
Comune è da tempo immemore afflitto
da crediti (residui attivi) di fatto
largamente inesigibili, frutto di prassi
contabili molto elastiche, finalizzate a
dilatare i rendiconti per consentire
maggiori spese agli amministratori. I
revisori dei conti hanno rilevato nel
bilancio 2012 residui attivi di dubbia
esigibilità per € 25.114.832,39. Il dato
fa capire che le entrate tributarie del
Comune possono contare solo su meno
del 50% della platea dei contribuenti.
Com’è possibile che un assessorato
come quello delle finanze non abbia
mai messo mano alla produttività degli
addetti che vi lavorano? Come abbiano,
le funzioni politiche responsabili,
potuto assistere inermi di fronte al
degrado delle cartelle dei tributi a
grida manzoniane. Chi non paga i
tributi danneggia la comunità, sottrae
risorse, ma soprattutto diritti, alle
persone, alle famiglie e alle imprese. Ai
comuni è riconosciuto il 50 per cento
(100 per cento per il triennio 20122014) delle maggiori somme accertate e
riscosse, a seguito di segnalazioni
qualificate di elementi evasivi ed elusivi.
Prima di mettere le mani in tasca dei
contribuenti onesti è indispensabile far
pagare chi non ha mai pagato ed ha
vissuto alle spalle della comunità.
La Regione siciliana, l’Agenzia delle
entrate ed Anci Sicilia si sono impegnati
a promuovere presso i comuni siciliani
soluzioni finalizzate al raggiungimento
dell’obiettivo di lotta all’evasione.
L’Amministrazione cosa ha in mente di
fare? C’è, infine , il capitolo della
sicurezza e della lotta al degrado che
può recare sollievo alle disastrate
finanze dell’Ente. Costa pochissimo
l’installazione, nei luoghi reputati
sensibili, di impianti di video
sorveglianza comunale, da collegare 24
ore su 24 con la centrale operativa di
un istituto di vigilanza, per svolgere
un’efficace prevenzione volta a colpire
la micro criminalità, vandali, venditori
abusivi e smaltitori illegali di rifiuti. Si
risparmierebbero i soldi del recupero
degli arredi urbani e si multerebbero i
responsabili delle attività illegali. Meno
spese, più incassi e sollievo per i
contribuenti. Sacrifici, dunque, per
salvare il Comune. Purchè si stringano i
nodi sui soliti furbi. Incrociamo le dita e
speriamo che ce la caviamo. Ma non ne
sono tanto sicuro.
* presidente del V quartiere
12 Settembre 2014
politica
Il commissario liquidatore di Messinambiente Alessio Ciacci
MESSINAMBIENTE. Il liquidatore di Messinambiente sotto il tiro incrociato dei consiglieri. E non
Tutti contro Alessio Ciacci
Interrogazioni su costi, discariche e incarichi, e una relazione dell’Ato3 che punta l’indice contro
il servizio, che “non ha raggiunto nemmeno il minimo indispensabile”. Una lotta fratricida che...
DI
ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Col dente avvelenato per gli
ormai due stipendi non ricevuti per via
del decreto ingiuntivo di
Messinambiente che ne ha bloccato i
conti, all’Ato3 non sarà sembrato vero di
poter “impallinare” gli odiati cugini con
una relazione di fuoco firmata dal
direttore tecnico Benedetto Alberti in
cui, sostanzialmente, si invitava il
comune di Messina a non pagare i tre
milioni e rotti che ogni mese palazzo
Zanca gira a Messinambiente per
svolgere i servizi di raccolta e
spazzamento. Perchè, scrive Alberti,
negli ultimi due mesi, “il servizio non ha
raggiunto nemmeno il minimo
indispensabile”. E improvvisamente, il
liquidatore di Messinambiente Alessio
Ciacci è salito di forza sul banco degli
imputati.
INDICE PUNTATO SU CIACCI. Ad
annunciare un’indagine sui “reali” costi
di Ciacci è stato Daniele Zuccarello,
ad inviare un’interrogazione dello stesso
tenore ci ha pensato Angelo
Burrascano, a farsi domande a voce
alta, e lasciarle a verbale d’aula, è stata
Antonella Russo. In un attimo, tre
quarti del consiglio comunale
pretendono la testa di Alessio Ciacci. Il
cui contratto, è stato specificato sin
dall’inizio, prevede, oltre ai sessantamila
euro all’anno “tabellari” per la posizione
che ricopre, anche le spese di vitto,
alloggio e viaggio da Messina a
Capannori, comune nel quale risiede.
SENZA...PACE. A soffiare sul fuoco
delle polemiche, oltre ai terrificanti mesi
estivi in cui in città s’è sfiorata
l’emergenza sanitaria dovuta alla
spazzatura accumulata in strada
(circostanza ammessa dallo stesso
Ciacci), arriva anche il decreto di
chiusura della minidiscarica temporanea
di Pace, che si accompagna a quello
annunciato dalla regione di Mazzarrà
sant’Andrea e Motta sant’Anastasia: i siti
in cui Messina deposita i suoi rifiuti. Un
disastro di proporzioni immani, il cui
rimedio non è stato ancora trovato.
Perchè i costi di conferimento, in
assenza di discariche entro i cento km,
salirebbe alle stelle: bel oltre quel
milione di euro di debito fuori bilancio
provocato dai mesi in cui
TirrenoAmbiente aveva chiuso le porte
di Mazzarrà costringendo
Messinambiente a scaricare a Motta con
conseguente aggravio di costi. Debito
fuori bilancio di cui è stato “accusato”
l’assessore all’Ambiente Daniele
Ialacqua, e che essendo maturato nel
2013 non è stato inserito nel piano
decennale di riequilibrio e dovrà essere
coperto con risorse da trovare nel
previsionale 2014. La madre di tutti i
problemi, però, si chiama Ato3.
IL PECCATO ORIGINALE. Fino al
2004, un anno prima che una
devastante inchiesta giudiziaria ne
decapitasse i vertici e allontanasse il
partner privato L’Altecoen di Enna,
Messinambiente operava sulla base di
un piano industriale derivante dal
progetto di gara sulla base del quale era
stato scelto il socio privato, e dalle
perizie di finanziamento del progetto,
che ogni anno venivano approvate dal
dipartimento di igiene cittadina. Tutto
questo era previsto dalla convenzione
tra Comune, all’epoca socio al 51%, e la
stessa Messinambiente. Il “piano
industriale, quindi, era dato dalla
perizia di finanziamento che
“computava” quanto previsto dal
progetto di gara. Poi arrivò l’Ato3. E
tutta la faccenda divenne
maledettamente complicata.
ARRIVA L’ATO. Quella famosa perizia
del 2004, definì, una volta per tutte, le
risorse umane necessarie a svolgere il
servizio rispetto a quanto previsto da
convenzione e piano industriale. Non
uno di più, non uno di meno. Nel 2005,
però, l’Ato produce una perizia, redatta
unilateralmente, che riduceva le somme
a disposizione di Messinambiente
confermandone però i servizi. Da lì
nascono le radici del debito che ancora
oggi grava sulle spalle della partecipata
di via Dogali. Il “vulnus” che
Messinambiente, Ato e palazzo Zanca si
portano dietro da allora è: “può una
perizia non condivisa tra le parti
costituire titolo contrattuale?”.
Domanda ancora oggi irrisolta e fonte di
tutti i contenziosi in corso.
FUTURO PROSSIMO
La partecipata senza futuro
A SETTEMBRE LA “VERIFICA” DEGLI OBIETTIVI, MA A FINE ANNO ARRIVERÀ
LA MULTISERVIZI. CHE POTREBBE SIGNIFICARE L’ADDIO DEL COMMISSARIO
Daniele Ialacqua
MESSINA. Resta sempre sulle sue
posizioni, ma alla fine anche Daniele
Ialacqua, il più riottoso nei confronti
della creazione di una Multiservizi,
maxipartecipata che accorperebbe
acqua, trasporti e rifiuti, si è convinto. A
giorni arriverà in consiglio comunale la
delibera di costituzione della
commissione tecnica, entro la fine
dell’anno quella di costituzione della
Mu.Me., acronimo di Multiservizi
Messina che cancellerà Amam, Atm e
Messinambiente e le accorperà sotto un
unico soggetto, con unica governance e
centonove pagina 12
management diversi per i tre rami
d’azienda. Se i programmi del direttore
generale Antonio Le Donne non
dovessero subire ritardi o scossoni
cataclismatici, per Alessio Ciacci a
dicembre si profilerebbe l’addio. Un
primo confronto con l’amministrazione
si avrà a fine settembre, data della
scadenza dei sei mesi che le parti hanno
reciprocamente concordato per vedere
se i risultati sono stati raggiunti o meno.
Un “gentlemen’s agreement”, visto che
il contratto di Ciacci è previsto termini
con la liquidazione della società. (A.C.)
12 Settembre 2014
sicilia
MESSINA. Il rettore vara le modifiche che cambieranno il volto agli organi di governo accademico
Ateneo, svolta per Statuto
A comporre il nuovo Senato saranno tutti i direttori di dipartimento e i rappresentanti
dei docenti appartenenti ad aree differenti. Anche il Consiglio di amministrazione sarà elettivo
MESSINA. Dodici dipartimenti,
riduzione dei rappresentanti eletti in
Senato tra il corpo docente nelle tre
macro-aree, un meccasismo elettorale
semplificato per dare uguale
rappresentanza a tutte le 14 aree
disciplinari senza preponderanza di
alcuna e una diversa modalità di
“reclutamento” per i componenti del
Consiglio di Amministrazione. In più,
una riduzione del mandato per tutti da
quattro a tre anni. Pietro Navarra,
rettore dell’Università di Messina, rende
pubblico il primo passo per la rivoluzione
interna dell’Ateneo, che vedrà come
passaggi successivi la definizione dei
nuovi dipartimenti (attualmente 21) e
quindi la convocazione delle elezioni. A
curare le modifiche allo Statuto è stato
da un gruppo di lavoro composto da
Antonio Saitta, Pro-rettore con delega
alla Legalità, alla Trasparenza e ai
Procedimenti Amministrativi, e da
Giovanni Moschella, componente del
Senato Accademico e Direttore del
Dipartimento di Scienze Giuridiche, con
l'ausilio dell'Area Organi Collegiali,
Servizi Amministrativi e Documentali
presso la Direzione Generale.
IL NUOVO SENATO. La riduzione a 12
dipartimenti è un elemento cardine per
ridisegnare il Senato Accademico, il cui
numero di componenti resta comunque
tale e quale al passato, ovvero 32. A
presidiarlo, altra novità, secondo la
nuova bozza di Statuto potrà essere
anche il prorettore (in caso di assenza del
rettore), la cui presenza sarà comunque
prevista con voto consultivo.
Attualmente, a il Senato Accademico è
composto dal Rettore (che lo presiede),
da nove Direttori di Dipartimento eletti a
maggioranza dal Collegio dei Direttori di
Dipartimento (così da assicurare la pari
Antonio Saitta
rappresentanza delle tre macro-aree
Scienze e tecnologie formali e
sperimentali, Scienze della vita e Scienze
umane, politiche e sociali), da quattro
professori ordinari, quattro professori
associati e quattro ricercatori a tempo
indeterminato in rappresentanza delle 14
aree scientifico-disciplinari, da cinque
studenti, da tre rappresentanti del
personale tecnicoamministrativo e dei
lettori e collaboratori esperti linguistici,
da un rappresentante dei ricercatori a
tempo determinato, da un
rappresentante dei dottorandi e degli
assegnisti e da un rappresentante degli
specializzandi. La riduzione dei
dipartimenti è determinante nella
modifica facendo sì che, a comporre il
Senato, siano i dodici direttori (e non più
una rappresentanza di nove direttori di
dipartimento) e tre rappresentanti a testa
(e non più quattro) per ordinari associati
e ricercatori. A mutare, anche il sistema
di elezione di questi ultimi: se la modifica
dovesse passare, ognuna ne eleggerà tre
per categoria (al proprio interno), che
dovranno tassativamente appartenere
aree differenti (nessuna, infatti, potrà
avere più di un eletto). Il Senato che
verrà, nel caso in cui le modifiche allo
Statuto dovessero essere approvate,
resterà in carica tre anni.
E IL RINNOVATO CDA. Svolta anche
per la composizione del Consiglio di
amministrazione, che prima era
sostanzialmente “emanazione” del
Senato (cinque componenti venivano
designati tra ordinari, associati,
ricercatori, personale tecnico
amministrativo e lettori) e adesso torna a
essere scelto con una unità in meno dal
corpo elettorale. Quattro membri infatti
(un ordinario, un associato, un
ricercatore e un rappresentante del
personale tecnico amministrativo e dei
lettori), che dovranno appartenere a
macro-aree differenti, saranno eletti
all’interno di ciascuna. Per quanto
riguarda i due esterni, designati dal
rettore, dovranno essere votati, previa
presentazione dei curricula, dal Senato,
mentre prima veniva individuata una
rosa di nomi dai direttori di dipartimento
(esclusi i senatori) da cui poteva
attingere il Magnifico, sentiti i senatori
accademici. La durata in carica per tutti è
ridotta a tre anni. Per quanto riguarda i
rappresentanti degli studenti, il numero
rimane inalterato: due. Come per il
Senato, anche nel caso del Cda il
prorettore parteciperà alle sedute con
voto consultivo, che diventerà
deliberativo in caso di assenza del
rettore, ovvero quando sarà chiamato a
presiederle.
STUDENTI CONTRO. A far “scattare”
gli studenti, la proposta di la
riformulazione dell’elettorato attivo per
l’elezione del Rettore, introducendo il
voto pesato nella misura del 15% per i
rappresentanti di dottorandi, assegnisti,
specializzandi e studenti nel Senato
Accademico e nel Consiglio di
Amministrazione e per i rappresentanti
degli studenti nei Consigli di
Dipartimento. A insorgere, i senatori
Guglielmo Sidoti, Domenico Perri
e Saverio Currello, Pierluigi Russo
(Figli d’Ippocrate) e Marco Giorgianni
di Gea Universitas, che hanno protestato
per la riduzione del numero degli
studenti ammessi al voto, pari prima al
25%. Il rettore, in assemblea, ha
provocatoriamente rilanciato: voto
aperto a tutti gli iscritti, ma sempre in
ragione del 15%.
ALTRE MODIFICHE. Per quanto
riguarda il Collegio di disciplina,
rimangono identiche le modalità di
designazione (tre ordinari, tre associati e
altrettanti ricercatori, più due supplenti
per categoria, designati dal Senato
sentito il Consiglio di Amministrazione)
mentre è cassato il passaggio che ne
prevedeva il rinnovo del mandato
triennale.
LA MATASSA
Rebus accorpamenti
LE EMANAZIONI DELLE EX FACOLTÀ DOVRANNO
PASSARE DA 21 A 12 CON MINIMO 55 COMPONENTI
La riduzione dei dipartimenti da 21 a 12? Dovranno
deciderla i dipartimenti stessi. Nella modifica dello
Statuto, infatti, oltre a stabilirne il numero massimo,
viene fissata solo la quantità minima di professori e
ricercatori che dovranno farne parte: cinquantacinque.
Una cifra al di sotto della quale, il dipartimento verrà
“disattivato”. La combinazione tra numero minimo di
docenti e numero massimo di dipartimenti è la chiave
della rivoluzione di Navarra, che costringerà a dolorosi
accorpamenti. Allo stato attuale, i dipartimenti sono
questi, anche in riferimento alle ex facoltà (alcuni
dipartimenti, però, sono anche a cavallo e non
perfettamente discendenti): Civiltà Antiche e Moderne
(1, ex Lettere), Fisica e Scienze della Terra, Matematica
e Informatica, Scienze Biologiche e Ambientali, Scienze
Chimiche, Scienze dell'Ambiente, della Sicurezza del
Territorio, degli Alimenti della Salute (5, ex Scienze);
Giurisprudenza, Scienze Giuridiche e Storia delle
Istituzioni (2, ex Giurisprundenza); Ingegneria Civile,
Informatica, Edile, Ambientale e Matematica
Applicata, Ingegneria Elettronica, Chimica e Ingegneria
Industriale (2, ex Ingegneria); Medicina Clinica e
Sperimentale, Neuroscienze, Patologia Umana, Scienze
Biomediche e delle Immagini Morfologiche e
Funzionali, Scienze Pediatriche, Ginecologiche,
Microbiologiche e Biomediche, Scienze Sperimentali
Medico-Chirurgiche Specialistiche ed
centonove pagina 13
dontostomatologiche (6, ex Medicina); Scienze
Cognitive della Formazione e degli Studi Culturali (1, ex
Scienze della Formazione); Scienze del Farmaco e
Prodotti per la Salute (1, ex Farmacia); Scienze
Economiche, Aziendali, Ambientali e Metodologie
Quantitative (1 ex Economia); Scienze Umane e Sociali
(1, ex Scienze Policiche); Scienze Veterinarie (1, ex
Veterinaria), Scienze del Farmaco e prodotti per la
Salute (1, ex Farmacia). Dove si deciderà di procedere
con gli accorpamenti, considerato che Medicina e
Scienze, insieme, assommanno 11 dipartimenti?
Tecnicamente, dalla sua, la ex facoltà di Medicina può
sostenere che la suddivisione è inevitabile perché
dettata dai campi di azione. Lo stesso discorso
potrebbe valere per Scienze. Tra quelli destinati
all’accorpamento, infine, c’è quello della ex Scienze
della Formazione. (D.D.J.)
12 Settembre 2014
sicilia
Il villaggio di Faro
MESSINA. Riparte l’iter per i cinquecento stalli di Faro. Iniziato nel 2003 e fermo al palo da allora
Parcheggio a singhiozzo
Quattro milioni e 200mila euro, lavori consegnati in 294 giorni, riporta il progetto esecutivo.
Storia, costi e perplessità di un’opera prevista nel Pit, che fino ad oggi ha prodotto solo due parcelle
DI
ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Quattro milioni e
duecentomila euro, e 294 giorni, e
Faro avrà un parcheggio. Cinquecento
posti che risolveranno parecchi dei
problemi che una viabilità caotica crea
al borgo marinaro. Un progetto che
nasce nel 2003, e undici anni più
tardi, e tre amministrazioni (e due
commissariamenti) dopo, è ancora
sulla carta, ed ha prodotto solo due
parcelle, oggi saldate ma attese da
dieci anni e nel frattempo diventate
debiti fuori bilancio. Oggi,
l’amministrazione guidata da Renato
Accorinti prova a farlo ripartire.
PARCHEGGIO AL PALO. Nel 2003,
davanti all’allora segretario generale
del Comune Filippo Ribaudo, i
progettisti Sergio De Cola (oggi
assessore all’Urbanistica del Comune
di Messina), il fratello Bruno, Pier
Paolo Balbo di Vinadio e
Giampiero Buffi, firmavano il
disciplinare d’incarico per la redazione
del piano particolareggiato di Capo
Peloro, e per la progettazione,
direzione lavori e coordinamento per
la sicurezza. Totale delle spettanze
240mila euro, che sarebbero stati
assicurati del Pit Eolo, Scilla e Cariddi,
all’epoca gravido di quasi trenta
milioni di euro da spendere. Per Torre
Faro, oltre ai novecentomila euro per
la sventurata “modellazione del suolo
e ricostruzione della vegetazione
dunale”, erano previsti (e già
finanziati) 120mila euro per i
parcheggi a raso. Qualche giorno
dopo, in una scrittura privata, il
gruppo di progettazione viene
incaricato di svolgere anche il progetto
per la nuova viabilità di collegamento
tra la strada comunale di Granatari e
la via Marina di fuori del villaggio di
torre Faro: un milione e mezzo di
somme da impegnare per l’opera, e
poco meno di centomila euro di
competenze tecniche. A maggio, il
comune di Messina, con delibera di
giunta, salda due parcelle, da 128mila
e 172mila euro (la seconda oggetto di
transazione nel 2012), che dieci anni
dopo erano diventate debiti “certi ed
esigibili”. Sergio De Cola,
correttamente esce dall’aula.
I COSTI. Come si arriva ai quattro
milioni e rotti dell’importo dei lavori?
Poco meno di due milioni saranno
l’importo a base d’asta, praticamente
tutto da spendere per i lavori veri e
propri. A disposizione ci sono due
CAMBI DI GESTIONE
Le Dune passa di mano
SUBAFFITTATO IL RAMO D’AZIENDA ALLA CONTEXT SRL
NONOSTANTE LE ISTANZE DI DEMOLIZIONE ED IL TAR
MESSINA. In ballo c’è un ricorso al Tar, una sospensiva su un provvedimento di
Il villaggio turistico Le Dune
demolizione, un’opposizione da parte del comune di Messina al Cga,
sessanta istanze di demolizione di manufatti abusivi, ed una storia che si
trascina da dieci anni. Nonostante questo, al villaggio turistico Le Dune di
Mortelle, le attività fervono. E non solo quelle d’intrattenimento, ma anche
e soprattutto quelle imprenditoriali.
L’impresa Context H.R. srl del messinese Andrea Caristi, infatti, è
subentrata alla romana Futura Vacanze spa, subaffittando il ramo d’impresa
che gli conferisce la gestione del villaggio turistico. Nel 2011, la Futura
Vacanza, tramite la Nyce club2 srl di Roma, di proprietà di Luigi Marcucci,
aveva rilevato la gestione della struttura dalla In.Tur srl, società detenuta al
36,33% dalla Finloca Sas di Angela Buda, e per il restante 63,67% dalla
Fincom Holding srl, finanziaria che appartiene ad Antonino Marchese. Le
centonove pagina 14
sicilia
12 Settembre 2014
CASI LIMITE
Sergio De Cola
milioni e 300mila euro: 232mila se ne
andranno in spese generali, mentre la
parte più consistente, un milione e
700mila euro, servirà per le
espropriazioni dei terreni che
serviranno per i parcheggi veri e
propri, e soprattutto per la strada di
collegamento con la via Marina di
fuori. Quattrocentomila euro, infine,
serviranno per il personale.
V.I.A...LIBERA. La notizia del riavvio
delle procedure per il parcheggio ha
fatto balzare sulla sedia gli
ambientalisti, dato che capo peloro è
sia riserva naturale che crocevia di
migrazione degli uccelli. Il nervo
scoperto, però, non dovrebbe essere
toccato. Anche perchè, spiega il
responsabile unico del progetto,
Pasquale Tripodo nel verbale di
validazione del progetto esecutivo, “il
progetto non prevede la realizzazione
di alcuna volumetria, e il parcheggio
viene realizzato senza
impermeabilizzazione di suolo”. E per
la valutazione? Non c’è problema,
spiegano i progettisti. “Per il Piano
particolareggiato di Capo Peloro è
stata redatta una Valutazione di
Incidenza Ambientale che affronta nel
dettaglio le valutazioni circa i
parcheggi a raso e della viabilità
fornendo indicazioni circa le misure di
mitigazione e compensazione per la
successiva progettazione delle opere.
Pertanto la Valutazione di incidenza
ambientale del PPE, già agli atti
dell’Amministrazione, è stata assunta
quale Valutazione di incidenza anche
per l’opera in questione”, recita la
relazione descrittiva firmata dai
progettisti,, anche se, qualche pagina
dopo la stessa relazione spiega che la
valutazione è “in corso di definitiva
approvazione”.
UN INTERVENTO, MOLTI PADRI.
Il progetto ha avuto, nei dieci anni di
“gestazione”, una lunga serie di
paternità. A cominciare dalle varie
amministrazioni che si sono susseguite
(i sindaci Giuseppe Buzzanca e
Francantonio Genovese, i
commissari Bruno Sbordone,
Gaspare Sinatra e Luigi Croce),
per finire con i canali di
finanziamento. Perchè il piano
particolareggiato di faro, parcheggio in
testa, è inserito nel Piano Integrato di
Sviluppo Urbano (il Pisu) Messina
2020, voluto dall’ex assessore allo
Sviluppo Gianfranco Scoglio, nelle
“reti per la soplidarietà, ecologia ed
innovazione, nel “Piano integrato di
sviluppo territoriale (Pist) “peloritani,
terre dei miti e delle bellezze
(entrambi presentati a valere sui fondi
strutturali 1007/2013 e nel piano
urbano dei parcheggi del Comune.
Dovrebbe bastare perchè si finanzi
senza interventi da parte di palazzo
Zanca.
stesse famiglie che siedono anche nel consiglio d’amministrazione:
Presidente è Antonino Buda, amministratore delegato di nuovo Antonino
Marchese, mentre il Cda è composto dall’ex consigliere comunale Enrico
Buda e da Gaetano Marchese.
La Context di Caristi è subentrata ad inizio luglio, e fino alla fine di
novembre del 2014. Il villaggio conta novanta camere, per 250 posti letto,
divisi in 61 unità abitative: i famosi “bungalow” che il comune di Messina ha
dato ordine di abbattere perchè abusivi. Secondo palazzo Zanca, il villaggio
turistico Le Dune ha visto la luce all’inizio del 2000, subito in difformità
rispetto ai progetti approvati che prevedevano, invece dei miniappartamenti
costruiti, delle “capanne da spiaggia”, strutture amovibili per fruizione
marina. In seguito ad una denuncia, inizia il procedimento della Procura per
la demolizione, con tanto di sentenza passata in giudicato e trasmessa al
Comune. L’impresa costruttrice, nel frattempo, aveva tentato di
“condonare”, ma le domande di sanatoria, anche sulla scorta della sentenza,
erano state rigettate. Da lì i provvedimenti di demolizione. Secondo
l’avvocato della Intur, Mario Caldarera, invece, le opere sarebbero
conformi, con tanto di parere da parte della Soprintendenza, e invece
sarebbe l’iter di bocciatura da parte del Comune ad essere viziato da
illegittimità.
(A.C.)
la Rotatoria di ponte Zaera in viale Europa
MESSINA. I danni di una canna fumaria “al contrario”...
Zaera a rischio...fumo
Una polleria getta vapori e grasso dentro l’impalcato nel quale
scorre il torrente. E viale Europa è “in pericolo”. La storia
MESSINA. Potrebbe essere una
barzelletta, invece è tutto vero. Perchè, a
Messina, a creare una “situazione di
pericolo per le strutture del ponte
Zaera”, l’impalcato che costituisce il
viale Europa, sotto il quale scorre il
torrente Zaera e che ogni giorno è
attraversato da parecchie centinaia di
tir, è una...polleria alla brace. Se ne sono
accorti al dipartimento Ambiente e
sanità durante i controlli che da qualche
tempo vengono effettuati per capire lo
stato degli impalcati fabbricati numerosi
decenni fa per “intubare” i torrenti che
tagliano perpendicolarmente la città e
farci sopra strade. Il più delle volte a
sostenuto tasso di traffico, leggero e
pesante. “Durante l’esecuzione dei lavori
di risanamento strutturale - scrive il
direttore del dipartimento, il dirigente
Domenico Signorelli - è stata
riscontrata una rilevante quantità di
fumi che, in condizioni di vento
direzione monte/mare, rendevano
impossibile l’esecuzione dei lavori”. Il
“tunnel” al cui interno scorre il torrente
e che sopra è asfaltato e costituisce il
viale Europa, è invaso dai fumi, ed il
muro è ricoperto da uno ”spesso strato
di grasso”. Da dove provengono e cosa
sono? Lo spiega lo stesso Signorelli, in
una relazione che diverrà un’ordinanza
firmata dal sindaco Renato Accorinti.
I fumi provengono da una condotta di
smaltimento delle acqua che “viene di
fatto impiegata, impropriamente, come
canna fumaria” da una polleria di viale
Europa. Il cui proprietario, Paolo
Longo, ha pensato bene di usare una
delle tubazioni di vetro-cemento che
centonove pagina 15
servono per convogliare le acque
piovane nel torrente che scorre sotto la
strada, per convogliarci invece i fumi
provenienti dalla cucina e dal girarrosto.
Con quali conseguenze? “Un degrado
delle strutture limitrofe in conseguenza
dell’azione aggressiva dei grassi che su
essi si depositano e dei fumi caldi che le
investono”, scrive Signorelli, non prima
di aver paventato “danni
all’amministrazione comunale” dovuti al
prolungarsi dei lavori. Il fumo rovente,
infatti, non consente agli operai della
ditta incaricata di indagare ed
intervenire sulle strutture, di lavorare, a
seconda delle direzioni in cui spira il
vento. E il proprietario della polleria?
“L’immissione di fumi, così come
riscontrata, costituisce violazione
dell’articolo 99 del regolamento
edilizio”, scrive Signorelli. Perchè?
Perchè il regolamento prescrive che le
canne fumarie siano “prolungate al di
sopra del tetto” e non interrate. Non
solo. Quella tubazione destinata
all’acqua e invece usata come canna
fumaria, sarebbe, scrive ancora
Signorelli, “priva di opportuni
accorgimenti atti ad evitare danni a
persone o cose”. Risultato? “La
situazione in cui si trovano le strutture
dell’impalcato del ponte zaera
rappresenta una condizione di pericolo
per la pubblica incolumità, ed il
perdurare dell’emissione di fumi sotto
l’impalcato del ponte aggrava
costantemente tale situazione”, scrive
Signorelli. Per questo, Accorinti ha
firmato ordinanza di ripristino dello
stato dei luoghi. (A.C.)
12 Settembre 2014
sicilia
SOTTO LA LENTE. La paralisi del sistema di tutela e valorizzazione, che non gestisce ciò che guadagna
Beni culturali, Palermo “ladrona”
Siano virtuosi o meno, pieni di folla o vacanti, siti e musei devono corrispondere tutto ciò che entra
alla presidenza della Regione. Viaggio in un mondo dominato da stipendi, custodi e poca premialità
MESSINA. Che sia la nuova polemica di
Vittorio Sgarbi perché i custodi del
Museo di Lipari non lavorano nei festivi o
l’immagine di funzionari e impiegati che
si improvvisano pulitori di servizi igienici,
il problema dei Beni Culturali siciliani ha
una sola radice: l’assenza di soldi che
colpisce tutti, i virtuosi e gli adagiati, i siti
al top dei visitatori e quelli dove la
maggiore attività è utilizzare il giornale
per cacciare le mosche. Soldi che, in
entrata, vanno direttamente alla
presidenza della Regione (e non
direttamente all’assessorato Beni
culturali) mentre in uscita conoscono una
destinazione privilegiata, gli stipendi,
lasciando poco o nulla a investimenti,
scavi, manutenzioni, restauri.
LA PROPOSTA DI GIANNI. L’ultima
proposta per “svoltare” viene da un
deputato dello stesso partito, il Pdr, che
ha messo in sella l’attuale assessore
Giusi Furnari, ovvero Pippo Gianni:
«Ho manifestato all’assessore l’idea di
incontrare l’Abi, Associazione Bancaria
Italiana, per proporre loro l’affidamento
ad ogni banca siciliana di un bene
culturale. Alla stregua di tanti Paesi
europei ‘l’adozione’ di un sito
monumentale dalle banche rappresenta
la tutela per il sito stesso e un modello di
una certa fruizione da parte dei visitatori.
Ricordo che abbiamo 64 banche in
Sicilia, metà delle quali purtroppo non
hanno la sede in questa regione. Sono
convinto - conclude - che questo progetto
verrà condiviso ad ampio raggio e senza
riserve per consentire a questi due
mondi, apparentemente lontani, di
trovare la giusta sintesi per il bene
comune». Un anno fa, però era stato un
altro deputato del Pdr, all’epoca Drs,
Marcello Greco, ad affrontare il nodo
Giusi Furnari
vero della questione: dare ai Beni
culturali ciò che i beni culturali fruttano.
Una proposta che, ancora, non ha avuto
alcun accoglimento da parte del governo
regionale.
GUADAGNATI E NON SPESI. Il caso
più clamoroso potrebbe rivelarsi quello
dei dipinti antonelliani inamovibili
prestati per la mostra del Mart di
Rovereto. In cambio dei 580 mila euro
dovuti, la struttura aveva proposto
l’organizzazione di una esposizione su
Antonello in Sicilia, ma tutto è rimasto
nel limbo. Il dramma vero, però, è uno
solo: nel caso in cui il Mart dovesse
corrispondere la cifra, questa non
andrebbe ai musei prestatori, che
farebbero festa, e neanche all’assessorato,
ma alla Presidenza. Da qui, l’impossibilità
di una gestione autonoma di siti e musei,
visto che tutto è deciso a Palermo e che,
ad esempio, per le sole spese di
funzionamento il Museo Accascina di
Messina riceve 5000 euro.
GESTIONI ESTERNE. È un’altra piaga
dolorosa. La prima esperienza si è
conclusa con un contenzioso legale con
la società Novamusa, mentre il nuovo
bando per la gestione dei servizi connessi
ai beni culturali ha visto la
partecipazione di concorrenti solo per i
siti appetibili e visitati. Come dire, piove
sul bagnato. Se invece ogni luogo potesse
avere un budget e delle entrate da gestire
in piena autonomia, probabilmente la
suonata potrebbe mutare, riuscendo a
rendersi appetibili anche ai privati.
QUI MESSINA. Un emblema di come,
o lavori bene o non lavori, nulla cambi
visto il flusso di denaro verso Palermo, lo
può dare il Museo Accascina di Messina.
Spiega la direttrice, Caterina Di
Giacomo: «In questi mesi, fino ad
agosto, abbiamo avuto quasi novemila
visitatori, nonostante la sofferenza della
fruizione ridotta e i due cantieri in
corso». Il Museo, infatti, è oggetto di
interventi, uno legato alla sede storica (il
progetto Melingoff) e il secondo relativo
alla nuova struttura (i cui lavori, iniziati a
marzo, dovrebbero concludersi a
settembre 2015; ospiterà 256 opere). A
differenza dell’archeologico di Lipari e di
altri siciliani, l’Accascina fa orario
continuato fino alle 19 e chiude solo la
domenica pomeriggio, «anche se fra un
po’ dovremo affrontare ristrettezze di
budget», racconta la direttrice. Che
aggiunge: «Abbiamo fatto sforzi
sovraumani per tenere aperti, nonostante
le chiusure forzate e non potendo fare
alcuna pubblicità. Gli incassi sono
aumentati perché, da maggio, siamo
riusciti ad adeguare le tariffe, che prima
erano dimezzate per tutti e ridotte a un
solo euro per i residenti». Nonostante
corsi di formazione per le guide
(quest’anno sulla metodologia di
allestimento, prossimamente sui rapporti
Museo-Cattedrale), il coinvolgimento
delle scuole e un appalto per l’apparato
didattico, il trend positivo dell’Accascina
si rivela inutile ai fini delle somme a
disposizione, perché tutto finisce a
Palermo. L’unica speranza, quindi, sono i
fondi europei: in pista, attualmente, c’è
un Por che servirà per sistemare le opere
esterne, con, ad esempio, il rimontaggio
del chiostro di San domenico e di tanti
altri brani della città distrutta dal
terremoto del 1908.
EMERGENZA WC. Con l’approvazione
del Bilancio regionale, invece, è
terminato l’incubo delle pulizie che aveva
colpito gli uffici di tutela siciliani.
Racconta il soprintendente di Messina,
Rocco Scimone: «Finalmente abbiamo
potuto fare un affidamento di tre mesi».
Tra le pratiche in corso degli uffici di
viale Boccetta, lo spostamento dei reperti
archeologici in custodia all’interno di
locali messi in sicurezza (andranno poi a
Villa De Pasquale, ultimato il restauro) e
la perizia per salvare la Villa Romana di
Terme Vigliatore dalle infiltrazioni di
acqua, in attesa di approvazione da parte
dell’assessorato. (D.D.J.)
IL CASO
Lipari, che Sgarbi!
IL CRITICO RIMASTO FUORI DALL’ARCHEOLOGICO
VA SU TUTTE LE FURIE. MANCANO I CUSTODI
Un caso di specie dello “scontro” tra gestione
ordinaria ed eventi “esterni”, anche se frutto di
finanziamenti europei, è legato alle critiche
ferocissime di Vittorio Sgarbi, che al suo arrivo
all’Archeologico di Lipari per visitare una mostra
nelle ex carceri restaurate si è trovato di fronte i
cancelli chiusi. A finire nel mirino, la direttrice
Mastelloni, priva del personale di custodia (visto il
festivo) e “rea” di non aver trovato una soluzione
tampone. L’iniziativa che ha scatenato tutto si lega
a “Festival Segni e sogni del Mediterraneo” ed è
l’’anteprima della mostra “Eolie 1950/2015. Mare
Motus”, con Matteo Basilé, Tahar Ben Jelloun,
Ettore de Conciliis con Alex Caminiti, Teresa
Emanuele, Ernesto Lamagna, Igor Mitoraj, Piero
Pizzi Cannella, Fabrizio Plessi e Maurizio Savini.
Iniziata il 5 con chiusura il 7, nel Teatro del Castello,
critici, giornalisti di settore e artisti - moderati da
Tahar Ben Jelloun e con un intervento conclusivo
proprio di Vittorio Sgarbi - hanno dialogato sui
significati dell’arte e sul rapporto tra arte e
mercato. La bomba è esplosa l’ultimo giorno, in
occasione dell’inaugurazione dell’area del Castello
dedicata all’arte contemporanea, quella dell’excarcere (restaurato con fondi europei), con
l’anteprima della mostra che avrà luogo nella
primavera 2015.
centonove pagina 16
Il restauro è stato frutto di un binomio tra Arte
contemporanea e archeologia: grazie all’impegno
dell’associazione tra imprese alla quale è stata
aggiudicata la gara - Syremont, capofila,
responsabile degli interventi architettonici e
impiantistici, il Cigno, che progetta e coordina le
mostre e gli eventi, e arte’m, responsabile
dell’identità, della comunicazione e dell’editoria nella stessa area adesso coesistono le collezioni del
Museo Archeologico Luigi Bernabò Brea e il nuovo
centro per l’arte contemporanea che occupa le celle
dell’ex carcere. Con l’anteprima della mostra Eolie
1950/2015. Mare Motus, curata da Lea Mattarella e
Lorenzo Zichichi, le celle dell’ex carcere sono
diventate “contenitori” di opere d’arte - fotografia,
scultura, video arte, pittura - di protagonisti della
scena artistica contemporanea.
12 Settembre 2014
sicilia
MESSINA. Accorpamenti, inaugurazioni, contratti rescissi. Ecco cosa cambia negli istituti superiori
Risparmi di classe
Con il suono della campanella tante le novità per studenti ed insegnanti. Nuovi laboratori
a Sant’Agata Militello, il liceo di Mistretta ritorna nella storica sede. La mappa delle novità
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
Messina. La rivoluzione scolastica è
cominciata: accorpamenti, tagli di
affitti, condivisione di laboratori e
palestre, costruzione di nuovi edifici.
Negli istituti superiori della provincia di
Messina le cose non saranno più come
prima. Dal suono della campanella di
quest’anno scolastico se ne avranno i
primi sentori, tutto andrà a regime il
prossimo anno (2015/2016). A
Milazzo, Barcellona Patti, Capo
d’Orlando, Tortorici, Sant’Agata
Militello, Mistretta, Santa Teresa di Riva
le novità più importanti. Sotto la
supervisione del commissario della
provincia regionale di Messina, Filippo
Romano, il settore “Edilizia Scolastica”
al quarto piano di Palazzo dei Leoni, è
in fermento. Vincenzo Carditello,
dirigente storico di Palazzo dei Leoni, a
dicembre andrà in pensione, ma sta
lasciando una programmazione già
avviata: ormai non si può tornare
indietro. Ma quali sono le novità più
importanti?
MESSINA. Il problema principale a
Messina riguarda l’istituto nautico Caio
Duilio. Si è passati dalle 34 classi
dell’anno scolastico 2010/2011 alle 45
di oggi. Rimane in locali inidonei e, in
parte, ospite del tecnico Verona Trento.
Il progetto in fase di studio prevede
che il Professionale Majorana, in
sofferenza di iscritti, lasci i locali del
Viale Giostra, ben 10 mila metri
quadrati, e faccia scambio con il
Nautico. Il tutto dovrebbe essere
facilitato dal fatto che il Majorana e il
Verona Trento hanno un’unica
dirigenza. La Provincia, inoltre, ha già
chiesto al Comune di Messina di potere
trasferire la sede distaccata del Liceo
Seguenza nei locali del Liceo
Maurolico e recuperare 180 mila euro
di affitto.
MILAZZO. A Milazzo già da
quest’anno il tecnico Leonardo Da Vinci
non avrà più la sede distaccata di
Piazza XXV Aprile. Una volta ospitava la
sezione geometra, da anni all’interno
c’erano solo i laboratori che, tra l’altro,
visto la lontananza dalla sede centrale,
venivano utilizzato sporadicamente. Il
risparmio per l’ente sarà di 80 mila euro
l’anno. La rivoluzione più importante a
Milazzo riguarda il trasferimento dello
storico Liceo Classico Impallomeni da
via Risorgimento (in forte calo di
iscritti) per fare posto all’Istituto d’arte
Guttuso (sempre più gettonato), da
decenni diviso in più plessi. L’ipotesi ha
messo sul piede di guerra alunni ed
insegnanti. Eppure l’idea era semplice:
Il dirigente Vincenzo Carditello
trasferire le classi in via Valverde nel
nuovo edificio che ospita la sezione
“Scientifico”, anche questo sotto la
dirigenza della professoressa Caterina
Nicosia, e lasciare l’immobile al
Guttuso. A dire il vero, i problemi del
Guttuso potrebbero risolversi anche in
altro modo: un privato, rispondendo ad
una manifestazione d’interesse bandita
da Palazzo dei leoni, ha messo a
disposizione un immobile con ampio
parcheggio (5000 mq complessivi) in
via Acqueviole. A fine mese, se non
arriveranno altre offerte, si verificherà
se l’ipotesi di affitto si potrà
concretizzare. Ma rimane fuori la
sezione enogastronomica (ex
Antonello) a cui servirebbero proprio i
2500 mq dell’Impallomeni.
BARCELLONA. A Barcellona sono in
corso i lavori per trasformare il
palacultura in una scuola. Si trasferirà il
Liceo scientifico Medi attualmente
ospitato in parte nei locali dell’Ipsia
Ferrari e in parte in appartamenti in
affitto. La struttura è costata 13 miliardi
di vecchie lire. «I lavori sono reversibili assicura Carditello - le pareti saranno
mobili e insonorizzate. Stiamo
progettando le scale interne. Nel
seminterrato verrà allestita una
palestra. Avranno autonomia
l’auditorium e un piccolo ufficio. I lavori
saranno ripagati risparmiando 240 mila
euro l’anno di affitti».
PATTI. Il liceo Amari di Patti, invece,
avrà nuovi locali nella zona della
stazione. L’importo contrattuale
dell’affitto (con diritto di riscatto) sarà
di 185 mila euro annui. L’immobile sarà
adeguato e pronto per l’utilizzo tra nove
mesi.
CAPO D’ORLANDO. Eliminato a
Capo d’Orlando l’affitto da 406 mila
euro per la succursale del Tecnico
Commerciale e Geometri “Merendino”
in attività dal 1990. Gli studenti
faranno lezione nei locali inutilizzati del
Liceo Piccolo, in particolare nelle sedi
aggregate dell’Ipa e dell’Istituto d’Arte.
SANT’AGATA MILITELLO. A
Sant’Agata Militello saranno inaugurati
entro fine settembre i laboratori e
l’auditorium dell’Iti Torricelli. Da otto
anni esisteva un finanziamento
regionale che si stava perdendo, pari a
un milione 800 mila euro. Sempre a
Sant’Agata Militello si sta lavorando per
la costruzione di un nuovo edificio
scolastico per l’Itc Tomasi di
Lampedusa. Tre le manifestazioni di
interesse al bando della Provincia che
cerca immobili da affittare con diritto di
riscatto. In questo caso gli immobili
dovranno essere realizzati
appositamente a spese dei proprietari
dei terreni.
MISTRETTA. A Mistretta sono stati
consegnati i locali al liceo Manzoni che
potrà ricominciare a svolgere le lezioni
(erano ospitati da una scuola
elementare). Mezzo milione di euro
sono stati utilizzati per restaurare il
primo piano dello storico immobile.
Rimane da finanziare la riqualificazione
del primo piano.
SANTA TERESA DI RIVA. Nella zona
jonica il Liceo Caminiti rimane ospite
nei locali del Liceo Trimarchi. Il numero
degli alunni è talmente alto che la
dirigenza sarà costretta a prevedere il
turno pomeridiano. All’assessorato
regionale alla Pubblica Istruzione c’è un
progetto esecutivo da 6 milioni e mezzo
di euro (la regione ne dovrebbe
finanziare 4 milioni). Si sta muovendo
anche il sindaco Cateno De Luca, già
deputato regionale.
IL CASO
Affitti d’oro a Tortorici
DISDETTO UN CONONE DA 86 MILA EURO. SECONDO
L’AGENZIA DEL ENTRATE NE VALEVA 5 MILA
Tortorici. Per oltre un decennio sono stati pagati 86 mila euro
di affitto quando il valore di mercato dell’immobile era di 5
mila. Si arricchisce sempre di nuovi particolari il braccio di
ferro sulla sede distaccata dell’Itc Tomasi di Lampedusa a
Tortorici continua il braccio di ferro tra la Provincia regionale
e il comune nebroideo. Filippo Romano, commissario
straordinario di palazzo dei Leoni, ha dato disposizione di
eliminare il canone della palazzina che dovrebbe ospitare
appena 23 alunni secondo la Provincia, 61 secondo il sindaco
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Carmelo Rizzo Nervo. La decisione ha fatto andare su tutte le
furie l’amministrazione dando vita ad una corrispondenza e
colloqui infuocati. Addirittura ora il comune si dice
disponibile ad accolllarsi l’affitto pur di non chiudere la
succursale. Il consiglio dell’Istituto comprensivo era disposto
ad ospitare gli alunni, ma l’amministrazione, proprietaria
dell’immobile, si è opposta. «A quel punto abbiamo
recuperato i dati dell’Agenzia delle Entrate e verificato che
l’affitto di un locale di 300 mq (come quello utilizzato) a
Tortorici ha un valore medio annuo di 5 mila euro - dice
Romano - dunque ci siamo detti disponibile a continuare ad
utilizzare l’immobile a quella cifra più equa». Diversa la
versione di Rizzo Nervo: «Al comprensivo c’era a disposizione
solo un’aula. Non capisco perchè l’equo canone si debba
applicare solo a Tortorici. Cercano scuse per chiudere»
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sicilia
BIKE SHARING. Da Villafranca a Capo d’Orlando cresce l’uso delle due ruore
Bici elettrica, che passione
La tendenza a lasciare l’automobile prende ora piede in tutta la Sicilia, dopo il fenomeno Nibali.
Viaggio nelle città che si sono già attrezzate di pensilina per la ricarica. E di card “a sconto”
CAPO d’ORLANDO. Stefania Petix, ha
scomodato il suo bassotto per arrivare
con le telecamere di Canale 5 fino a
Capo d’Orlando, per fare i complimenti
al sindaco Enzo Sindoni, lo stesso che
ha dedicato il lungomare al cantante
Ligabue e litiga con la storia per
sostituire il nome di Garibaldi, l’eroe
dei due mondi, che può avere
cittadinanza nell’isola di Caprera, ma
non sul lungomare che dall’hotel “La
Tartaruga” ha ispirato “Sapore di Sale”
a Gino Paoli.
Capo d’Orlando ha infatti strappato
con il record delle sue trecento bici
elettriche “affittate”, il primato di città
più ecologica di Sicilia. E’ il fenomeno
del “bike sharing”, letteralmente
“condivisione della bicicletta”.
Basta un card ricaribaile, con affitto di
trenta euro l’anno e una spesa
chilometrica a tassametro e il gioco è
fratto: la bici elettrica è salutare, ti
porta a fare la spesa, ti accompagna a
respirare l’aria di monti e mari, ti
ritempra con la vita e con l’aria aperta.
Non ti affatica, perché in salita si può
azionare “l’aiuto elettrico”, assicurato
dalla batteria. Quasi mille euro di
costo da listino, che possono crescere
per chi chiede servizi accessoriati,
quello dell’affitto della bici è il trend
che sfida “le salite ardite”
“E’ un fenomeno in continua crescitaspiega orgoglioso Tindaro Terranova,
50 anni, titolare della Tmr srl,
l’azienda di contrada Cuccubello a
Sant’Agata Militello, dieci dipendenti,
che si è aggiudicata il bando-pilota del
Ministero dell’Ambiente – e che ha
esportato l’esperienza in vari comuni
del Messinese: a Villafranca Tirrena, a
Castel di Tusa e anche fino a Santa
Marina Salina, nelle Eolie. Il bando
ministeriale ora si è esaurito, ma molte
iniziative come i Gal che mirano allo
sviluppo locale hanno previsto delle
linee specifiche sulla mobilità
sostenibile che “lasciano ben sperare”.
Complice il fenomeno Nibali, una
recente inchiesta della Campus
University ha documentato in Italia
quasi l’83% dei possessori di una due
Matteo De Marco ed Enzo Sindoni
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sicilia
ruote, ne associ l’uso al binomio salutenatura. Tradotto, un antistress.
E così si giustifica il fatto che
l’esperienza dalle città a vocazione
turistica anche in Sicilia si sta
spostando anche nelle grandi città. Ora
sono città come Barcellona Pozzo di
Gotto e lo stesso capoluogo, Palermo,
dove il car-sharing prende piede, anzi è
il caso di dire “pedale”.
Una serie di pensiline elettriche per le
ricariche, disposte a scacchiera
secondo gli snodi più affollati, o anche
le coincidenze con i bus, con
rastrelliere a incastro, oggi l’uso delle
bici elettrica non conosce limite dì età.
“A farne uso- conferma la titolare del
servizio a Villafranca, Elena Marinosono anziani, giovani e anche
giovanissimi: un vero boom ad
esempio si è registrato nella frazione di
Serro…”.
Nella città amministrata da Matteo De
Marco, sono quasi duecento utenti
abbonati, tra i principali “testimonial”
della frazione Serro, la piccola
comunità collinare in guerra contro i
tralicci aerei a rischio elettromagnetico
dell’Elettrodotto Terna, c’è l’ecologista
Gianni Mento, responsabile provinciale
del Cai, il centro alpino che organizza
escursioni “didattiche” nei luoghi
pregiati dal punto di vista ambientale.
“ E’ l’unico mezzo che so per
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12 Settembre 2014
muovermi” dichiara convinto.
Ma se le bici hanno scalato Enna, non
sono ancora apparse a Messina, la città
del sindaco a due ruote Renato
Accorinti.
Proprio Messina, insieme a Catania, è
una delle città privilegiate, inserite nel
progetto-pilota delle centraline
“ricarica-batterie elettriche” finanziate
di recente da una nuova misura di
incentivi del Ministero dell’Ambiente.
Un progetto al quale ha dichiarato di
credere molto l’assessore alle
Infrastrutture, Mico Torrisi, che
intende potenziare l’uso non solo delle
bici, ma anche quello delle auto
elettriche, “l’unico modo vero per
decongestionare il traffico…” E anche i
polmoni, si può aggiungere. A sposare
la politica del car-sharing arriva per
prima in Sicilia la città di Palermo. Ha
inaugurato di recente il servizio di
“taxi condiviso”. Chi segue alcuni
tragitti-standard può esseer caricato in
corsa e pagare pedaggi super scontati:
si allegeriscono le strade e si allungano
gli oprario di percorrenza fino a tardi.
Un fenomeno in continua crescita, che
per il bike scaring ora sta portando
l’impresa siciliana Tmr a sondare nuovi
mercati anche in Sardegna. Pacchetto
due ruote, “isole comprese”.
R.C.
12 Settembre 2014
sicilia
SCIENZA. Due fisici messinesi trovano la spiegazione della mutazione dell’inorganico dopo 30 anni
Ecco i mattoni della vita
Saija del Cnr e Saitta de La Sorbona hanno riprodotto al computer l’esperimento di Miller del 1953,
svelando il processo di formazione delle molecole organiche fondamentali dal “brodo primordiale”
MESSINA. Come è avvenuto il
passaggio dall’inorganico all’organico?
Come, in sostanza, ha avuto origine la
vita? Un importante passo in avanti
arriva da due studiosi di Messina che
hanno utilizzato un metodo di
simulazione numerica al computer
basato su quello proposto 30 anni fa da
un altro figlio dello Stretto, il professor
Michele Parrinello, scienziato di fama
mondiale per i suoi studi in questo .
ASSE MESSINA-PARIGI. A dare una
scossa alla ricerca sono stati Franz
Saija (ricercatore dell’Istituto per i
Processi Chimico-Fisici di Messina del
Consiglio Nazionale delle Ricerche) e
Antonino Marco Saitta (professore
di Fisica all’Università Pierre e Marie
Curie - Sorbona di Parigi), entrambi
laureati in Fisica a Messina sotto
supervisione del professor Paolo
Giaquinta. I due fisici messinesi hanno
riprodotto al computer il celebre
esperimento di Stanley Miller, con il
quale nel 1953 si dimostrò in
laboratorio la possibilità di formare
spontaneamente gli aminoacidi, le
molecole base della vita, sottoponendo a
intense scariche elettriche le semplici
molecole inorganiche presenti nel brodo
primordiale così come ipotizzato già nel
1871 da Charles Darwin.
UN PO’ DI STORIA. Nel 1953, come
si accennava, facendo scoccare alcune
scintille in una miscela di metano,
ammoniaca, vapore acqueo e idrogeno,
Miller fornì il primo sostegno
sperimentale alla teoria - formulata nel
1924 dal biochimico russo Aleksandr
Oparin - secondo cui le molecole
organiche fondamentali avrebbero
potuto formarsi spontaneamente dal
“brodo primordiale” presente sulla terra.
Tuttavia, gli esatti processi di sintesi che
portano da molecole semplici (acqua,
ammoniaca, metano, ossidi di carbonio)
a molecole organiche semplici
(formaldeide, cianuro di idrogeno, acido
formico) e infine a molecole complesse
come amminoacidi, purine e pirimidine,
non sono mai stati chiariti. Per
spiegarli, sono stati chiamati in causa
l'irradiazione UV, l'energia termica delle
fonti idrotermali marine, le reazioni di
ossidoriduzione in un “mondo a ferro e
zolfo”, la radioattività di fondo del
pianeta e perfino le onde d'urto
generate dagli impatti dei meteoriti.
AMICIZIA E RICERCA. Racconta
Saija: «Io e Marco ci conosciamo da
prima che la nostra passione comune, la
fisica, ci portasse a collaborare insieme.
L'idea ci è balenata in mente, classica
lampadina, guardando un documentario
televisivo: si parlava dell'esperimento di
Miller-Urey e venivano intervistati
Franz Saija
Marco Saitta
Foto dell’esperimento riprodotto al computer
scienziati che lavoravano nel campo
della chimica prebiotica. Nel giro di un
paio di pomeriggi - continua - con
Marco avevamo già pianificato la nostra
ricerca e organizzato le simulazioni
numeriche da dover effettuare sui
computer di grossi centri di calcolo, in
questo caso quello francese. Infatti,
quando si parla di simulazioni al
computer così sofisticate non si
intendono i semplici personal computer
che ognuno di noi ha sulla propria
scrivania, ma centri di calcolo dove i
nostri conti girano per settimane se non
per mesi».
COSA SI È FATTO. Utilizzando un
approccio che tratta le interazioni dei
singoli atomi a livello quantistico, Saija
e Saitta sono riusciti ad identificare su
scala atomica i meccanismi coinvolti in
queste reazioni chimiche e a
determinare le condizioni necessarie per
la formazione di aminoacidi. «Abbiamo
simulato al computer il comportamento
di una miscela di molecole semplici, la
stessa usata da Miller nel suo apparato
in laboratorio (acqua, ammoniaca,
metano, monossido di carbonio, azoto),
sottoponendola ad intensi campi
elettrici. L’effetto di tali campi - spiega
Saija - dell’ordine di 50 MV/cm, ha
determinato la trasformazione delle
molecole del sistema iniziale in
molecole via via più complesse fino alla
comparsa della glicina, l’aminoacido più
semplice in natura, e il “mattone
fondamentale” per costruire peptidi e
proteine». Aggiunge Saitta:
«Particolarmente significativa è
l’individuazione della formazione di
formammide, in quanto è stato
recentemente dimostrato che questa
molecola, sottoposta a irradiazione UV,
permette la formazione di guanina. La
guanina era l'unica delle quattro basi
nucleotidiche che non si era riusciti a
produrre solo fornendo calore al "brodo
primordiale", tanto che gli studiosi
dell'origine della vita avevano
soprannominato la guanina “la G
mancante”». I due autori del lavoro,
pubblicato nella prestigiosa rivista
dell’accademia delle scienze americana
PNAS pochi giorni fa, hanno infatti
dimostrato che queste reazioni
avvengono attraverso stadi di reazione
più complessi di quanto supposto in
precedenza, individuando gli acidi
formico e cianidrico e soprattutto la
formammide come dei composti
intermedi “chiave” della chimica
prebiotica.
EFFETTO FORMAMMIDE. L'interesse
della scoperta è rafforzato dalla recente
identificazione della formammide
nell'ambiente di una protostella di tipo
solare. La formammide potrebbe quindi
essere considerata “l'impronta digitale”
della presenza di amminoacidi di origine
abiotica in un ambiente extraterrestre. La
portata di questo studio si spinge al di là
degli esperimenti di Miller; grazie alle
stimolanti interazioni con geochimici di
fama mondiale del laboratorio di ricerca
al quale appartiene Saitta, l’Institut de
Minéralogie, de Physique des Matériaux
et de Cosmochimie dell’Université Pierre
et Marie Curie, i due scienziati messinesi
prevedono di sviluppare i loro studi futuri
nell’ambito della geochimica prebiotica.
Infatti, è noto in questo campo che dei
campi elettrici estremamente intensi, ma
molto localizzati, sono presenti in natura
sulla superficie dei minerali che si
trovano nelle profondità della Terra.
«Questo risultato - spiegano - suggerisce
la necessità di esplorare a fondo il ruolo
di tali campi sia per comprendere i
meccanismi chimici che hanno portato
allo sviluppo di molecole biologiche
sempre più complesse, sia per sfruttare le
enormi opportunità che questo tipo di
simulazioni numeriche quantistiche
possono aprire in molti ambiti scientifici
che vanno dall’elettrochimica alla
neurobiochimica». (D.D.J.)
SANT’AGATA MILITELLO
Ricerche, premiata a Napoli Alice Cicirello
SANT’AGATA MILITELLO. La giovane ricercatrice di Sant’Agata Militello, Alice
Cicirello, 30 anni, ingegnere, ha ricevuto il premio "Young Researcher Best
Paper Competition". Il lavoro di Alice, incentrato nel campo delle vibrazioni e
delle sollecitazioni legate ad esse (come i terremoti), è stato considerato quale
miglior contributo scientifico nella categoria ricercatori di età inferiore ai 35
anni. Il premio dimille euro è stato consegnato dal professore Barry Topping
della Heriot Watt University (Edimburgo), in occasione della conferenza
internazionale, "CST2014: The Twelfth International Conference on
Computational Structures Technology", organizzata da Civil-Comp press a
Napoli. Durante la conferenza, sono stati presentati più di 250 lavori di
ricercatori di circa 40 nazionalità diverse. Alice è ricercatrice in Dinamica
Strutturale presso il Dipartimento di Ingegneria dell'Università diCambridge e
Bye-fellow del Murray Edwards College dell'Università di Cambridge.
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12 Settembre 2014
economia
CATANIA
Braccio di ferro sul Maas
EXPO. L’isola capofila di undici paesi rivieraschi sotto lo slogan “Nutrire il pianeta-Energia per la vita”
Agroalimentare, Sicilia pop
Pane, olio pasta i tre cardini della dieta mediterranea su sui si firma il contratto di adesione
alla vetrina di Milano. Obiettivo della Regione: portare a un miliardo e mezzo il fatturato del settore
PALERMO. “Pane, olio e pasta”. Su
questi tre cardini-portanti della
dieta mediterranea sarà firmato il
15 settembre il contratto di
adesione della Regione Sicilia
all’Expo di Milano. L’Isola avrà una
vetrina d’accezione all’esposizione
mondiale che si inaugurerà il
primo maggio del 2015:
rappresenterà infatti il “Cluster biomediterraneo”. Sarà in pratica
capofila di undici Paesi rivieraschi
dell’area mediterranea,
portabandiera dell’agroalimentare
che si riconoscono tutti nello
slogan della manifestazione:
“Nutrire il Pianeta-Energia per la
vita”.
Duemila metri quadrati, suddivisi
in nove padiglioni, quello della
Sicilia sarà un biglietto da visita
per “i buoni prodotti della terra”,
verso il quale ancora molte
aziende, complice l’enorme ritardo
accumulato dalla regione
nell’aderire all’iniziativa, guardano
con qualche scetticismo.
Tre milioni di euro di costo per la
Regione, l’impegno verso la
manifestazione è che il 12% degli
incassi sarà girato agli
organizzatori, una parte sarà
restituita alla Regione e il resto alle
aziende che decidono di
promuovere i loro prodotti nel
Padiglione Sicilia.
Secondo le stime di Expo, per i sei
mesi dell’evento si dovrebbe avere
una media di trentamila visitatori
al giorno.
E l’obiettivo che si propone la
Regione-ha dichiarato il
responsabile dell’organizzazione,
l’ex assessore regionale Dario
Cartabellotta- è quello di portare
da ottocento milioni di euro a un
miliardo e mezzo il volume di
affari sviluppato
dall’agroalimentare”.
Se la direzione dell’Expo litiga con
la Regione Calabria per avere i
Bronzi di Riace, a rappresentare la
Sicilia alla manifestazione
memeghina, saranno come
testimonial dell’Isola “gli acroliti di
Morgantina”, le due teste arcaiche
trafugate a Morgantina e
recuperate dai carabinieri del nucleo
di tutela artistico, sulla Quinta
Strada di New York, a casa di
Maurice Templesman, il finanziere
ultimo marito di Jacqeline Kennedy.
Faranno da “pendant” con il noto
quadro “A Vucciria” di Renato
Guttuso. Due calamite, nelle
intenzioni dell’assessore
all’Agricoltura Ezechia Reale-utili ad
alimentare l’interesse dei visitatori
per il patrimonio Unesco della
Sicilia, i siti come le Eolie o Noto che
esercitano tutto il fascino utile a
portare visitari nell’Isola. Ma la parte
sulla quale si punta di più-fa sapere
l’assessore alle Attività produttive
Linda Vancheri, che lavora in tandem
con il turismo diretto da Michela
Stancheris- saranno le occasioni di
sviluppo: un corner per
internazionalizzare di fatto le
imprese siciliane nel mondo e aprirle
verso i mercati emergenti. Ma se i
propositi sono tutti i alto profili, lo
scetticismo delle aziende siciliane
verso tutto quello che organizzato
dalla regione continua a persistere.
Hanno risposto pochissime aziende,
infatti, al primo avviso di adesione,
pubblicato lo scorso giugno da
Unioncamere, la struttura delle
Camere di Commercio prescelta per
seguire la presenza coordinata ai
padiglioni. Un fatto che purtroppo
fa riflettere sempre sugli enormi
ritardi accumulati dalla Regione, e
sulla scarsa propensione a
pianificare azioni mirate di
informazione utli non solo ai
cittadini “responsabili” ma anche
alle imprese.
R.C.
LA REGIONE STUDIA UNA AZIONE DI RESPONSABILITÀ
CONTRO GLI AMMNISTRATORI DELLA PARTECIPATA
CHE CHIUDE IN PERDITA DA TRE ANNI
CATANIA. E’ braccio di ferro ora tra la
Regione, azionista di maggioranza con il
94% delle quote, e il Maas, il mercato
agroalimentare di Catania, una delle
partecipate finite nel mirino della
commissione regionale che ha chiuso gli
ultimi tre bilanci con una perdita di 4,6
milioni di euro. La Regione, dopo una rapida
indagine si appresta, a muovere una azione
di responsabilità contro gli ammnistratori: si
contesta il fatto che per invitare gli operatori
commerciali a insediarsi nella struttura per 4
anni è stato loro abbuonato il pagamento
del canone, 250 euro a metro quadro.
Progettato nel 1989, quando sfumò il
finanziamento prima al mercato
agroalimentare di Messina e poi a quello di
Palermo, la struttura di Catania, che sorge in
piena area industriale, è stata inaugurata
solo nel 2011, quando era presidente
Raffaele Lombardo: Il Maas dovrebbe aiutare
le vendite nel settore dell’ortofrutta, del
floroviavaismo e in quello ittico, saldandosi
ai grandi mercati agroalimentari del Nord.
Per favorire la costruzione prima e poi la fase
di sturt-up è stato sottoscritto un mutuo da
25 milioni, con un pool di banche: Monte
Paschi, Credito Siciliano, Banca Intesa,
capofila Unicredit. Ma ora i problemi di
cassa, molti stand sono ancora tristemente
vuoti, e il “niet” della Regione a ripianare le
perdite pregresse, cui si assommano 2,5
milioni annui per il mutuo, rendono arduo il
prosieguo delle attività. Ma il presidente
Emanuele Zappia, non si dà per vinto: sta
valutando l’eventualità di “rivalersi” sulla
Cmc, l’impresa costruttrice della struttura che
presenta decreti ingiuntivi e blocchi di
pagamenti presso terzi per crediti pregressi
da undici milioni di euro. Il managment del
Maas ha però chiesto di fare indagini di
carotaggio sui materiali utilizzati e “i risultati
sarebbero non in linea con le previsioni dei
lavori”. A pesare nei rapporti con la
Regione, quattordici assunzioni, svolte
superando il bklocco imposto dalla legge,
quando presidente era l’avvocato
lombardiano, Brancato.
LEGALMENTE
AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE PALERMO
AVVISO DI GARA
Questa Azienda ha indetto procedura aperta per fornitura, suddivisa in 2 lotti, di
“Materiale di consumo per stampanti, fororiproduttori etc. e generi cancelleria” per
un periodo pari a tre anni. L’importo complessivo presunto dell’appalto per l’intera
durata dello stesso ammonta ad Euro 1.800.000,00, oltre I.V.A.
Gli atti di gara possono essere ritirati, nei giorni feriali, presso l’U.O.C.
Provveditorato – Via Pindemonte,88, 90129 Palermo, o scaricati dal sito
internet:www.asppalermo.org. Il termine di presentazione delle offerte è fissato per
le ore 09,00 del 30/10/2014.
Il bando è stato inviato alla G.U.E. il 28/08/2014.
IL DIRETTORE GENERALE
Dr.Antonino Candela
centonove pagina 23
12 Settembre 2014
economia
Il porto di Tremestieri visto dall’alto
MESSINA. Resta senza gestione la seconda rada della città dopo la gara andata deserta
Tremestieri, porto al Terminal
Il Consorzio composto da Caronte, Meridiano e Bluferries sta svolgendo solo le funzioni di terminalista,
inoltrando le domande di approdo degli armatori. Oggetto del contendere? La manutenzione dei fondali
DI
DANIELE DE JOANNON
MESSINA. Una gara andata deserta da
2 milioni 760 mila euro (su base Istat)
che si traduce in un canone annuale
(su quattro anni) di 690 mila. Una
cifra, quella per il porto di Tremestieri
di Messina, che al Consorzio che ne
porta il nome, e che fino allo scorso 8
settembre ha gestito le invasature
(tornate due da poco tempo), non va
proprio giù. Il perché? Non sono solo i
soldi da investire, ma una serie di
obblighi a carico del concessionario
uscente se dovesse rinnovare il proprio
mandato. A formare il Consorzio
Terminal Tremestieri sono Caronte &
Tourist, Meridiano e Bluferries, ovvero
due società armatrici private e quella
pubblica che navigano da e per la
Calabria.
IL BANDO. La nuova gara, andata
deserta lo scorso luglio, cosa aveva di
diverso rispetto alla precendente? Non
la cifra, imposta comunque dai prezzi
europei, ma una serie di oneri che
prima non erano previsti per poter
accedere alla “gestione commerciale
del servizio di cabotaggio marittimo
nello Stretto, nonché la manutenzione,
l’esercizio, la sicurezza e custodia di
essi per mantenere ed esercitare in
conto terzi i servizi funzionali
all’attività di traghettamento
nell’approdo con l’obbligo del
concessionario di assicurare e garantire
l’approdo ed i servizi a più
operatori/vettori marittimi”. Il nodo
del contendere è all’articolo 7 dello
schema di convenzione, che prevede
che il concessionario si impegni a
provvedere, a propria cura e spese, alla
perfetta manutenzione ordinaria e
straordinaria di tutte le aree, compresi
i fondali del porto e quelli esterni
antistanti la testata del molo di
sopraflutto. Il bando era stato oggetto
di numerose richieste di chiarimenti,
fra cui una fondamentale: proprio “gli
interventi di manutenzione
straordinaria a carico del
concessionario e quali siano quelli
esclusi o, in alternativa, stabilire i
criteri che consentano, all’occorrenza,
di stabilire se competa al
concessionario realizzarli”. Al quesito,
gli uffici dell’Autorità Portuale di
Messina avevano risposto una prima
volta e una seconda, rettificando.
Questo il succo: “Gli interventi di
manutenzione straordinaria a carico
del concessionario sono tutti gli
interventi straordinari esclusi quelli
determinati da eventi eccezionali o
difetti occulti. Nel primo caso, si
chiarisce che gli interventi manetuntivi
non sottoposti alle cure del
concessionario sono quelli scaturenti
da eventi meteo o altre cause per i
quali venga dichiarato lo stato di
emergenza... Nel secondo caso, il vizio
occulto deve essere tempestivamente
segnalato all’Autorità”.
EFFETTO SABBIA. Tanto è bastato
per far andare deserta la gara del 31
luglio scorso. E il nodo principale è
l’insabbiamento dei fondali che ha
caratterizzato la storia del porto dalla
sua nascita, prima oggetto di interventi
dell’Autorità portuale. Dovendosene
fare carico, gli armatori-terminalisti si
sono “allarmati”. Per loro, oltre a una
cifra che è più cara, sostengono, di
quella prevista per il porto di Gioia
Tauro, pensare di dover effettuare
dragaggio e altro è impensabile.
SCARAMUCCE. In attesa del nuovo
bando, Tremestieri è diventato porto
libero, e le domande di approdo sono
pervenute alla Capitaneria attraverso
la Terminal Tremestieri, che però il 20
MILAZZO
Pino guida la rivolta
IL SINDACO CONVOCA GLI OPERATORI PORTUALI
PER DECIDERE IL DA FARSI RIGUARDO ALLA RIFORMA LUPI
Carmelo Pino
MILAZZO: Un summit per dire la propria sul destino del
porto di Milazzo e gli accorpamenti prospettati, e poi
stoppati, all’interno della riforma delle Autorità Portuali. È
quello convocato per oggi (venerdì 12, ndr) al Comune di
Milazzo dal sindaco Carmelo Pino, sin dal primo
momento contro l’ipotesi di un matrimonio tra le
Authority di Messina (che comprende anche il porto
mamertino) e Gioia Tauro. «Ho deciso di convocare
l’assemblea perché, essendo avvenuto tutto durante
periodo estivo, c’era stata molta distrazione da parte degli
centonove pagina 24
addetti ai lavori. Per questo motivo - spiega il primo
cittadino - ho convocato tutti coloro che sono coinvolti
nelle questioni portuali per conoscere la loro opinione in
merito a quanto è stato prospettato». Il sindaco assicura
che, dopo aver illustrato la propria posizione, sarà
disposto anche a cambiarla se le altre dovessero essere di
segno contrario, «perché si parla di decisioni che
riguardano tutto il territorio». Che ciò possa accadere,
però, è difficile, visto che Milazzo ha sempre mal digerito
l’accorpamemnto con Messina, come dimostrò il consiglio
comunale organizzato nel 1996 all’interno del porto. Ma
cosa potrà mai fare il Comune, rispetto a decisioni prese
dall’alto, per evitare di seguire il destino di Messina?
«Chiederemo ai nostri legali. Sono comunque fiducioso. La
grande intelligenza di far discutere la riforma in
parlamento potrebbe evitare accorpamenti scellerati che
neanche rispondono a criteri di spending review».
12 Settembre 2014
economia
cesserà l’attività di terminalista. Al di
là della diserzione del bando dovuta
alle maggiori spese per la gestione,
sembra che la paralisi sia determinata
anche da un braccio di ferro
sotterraneo con il Comune che si è
sviluppato questa estate con
l’ordinanza anti-tir relativa ad alcuni
orari di partenza e approdo delle navi
veloci della Cartour (Caronte &
Tourist) dal porto storico e
dall’indagine sollecitata all’antitrust
dall’amministrazione su un presunto
monopolio di fatto che domina la
navigazione sullo Stretto. Per cui, la
risposta degli armatori-terminalisti
sembra essere: “Avete voluto il porto
libero? Avete invocato l’Antitrust? Ora
tenetevi il porto libero!”. E se è vero
che Tremestieri sopravviverà perché i
tir non possono accedere in città per
traghettare verso Villa, lo è altrettanto
che, in presenza di un porto libero,
l’Autorità portuale incasserà poco e
dovrà farsi carico delle manutenzioni.
Riguardo al porto libero, anche la rada
San Francesco lo sarebbe, ma nessuno
fa richiesta di approdo perché gli
armatori tendono a dividersi il
territorio senza ostacolarsi. Altro
discorso riguarda Bluferries, ovvero le
Ferrovie dello Stato, che mentre
minaccia di abbandonare il porto
storico per gli incassi minimi, si allinea
ai privati su Tremestieri.
QUI AUTORITA’ PORTUALE. «Tra il
vecchio bando di concessione e il
nuovo, le differenze sono due: si sono
ridotti i requisiti di partecipazione ed è
stata inserita anche la manutenzione
dei fondali», spiega Francesco Di
Sarcina, segretario generale
dell’Authority: «Nella precedente gara,
avevamo tolto dalle manutenzioni il
capitolo fondali a causa di un difetto
“congenito” della struttura. Adesso che
i problemi del porto sono stati risolti,
non c’era più ragione di farlo, perché si
tratterà solo di monitorare i fondali di
una struttura perfettamente
funzionante. Ad ogni modo - spiega nel nuovo bando specificheremo
meglio tutti gli aspetti che destano
incertezze». Ma quanto costa il
dragaggio dei fondali? Continua
ancora Di Sarcina: «In un anno,
abbiamo speso una cifra inferiore a
centomila euro. La stessa del rialzo
d’asta presentato nella gara precedente
dai concessionari. Quindi, alla fine, un
punto di incontro si potrebbe trovare
proprio discutendo sul rialzo. E
comunque, lo ripeto, adesso il porto
non è più suscettibile di insabbiamento
come prima, quindi i dragaggi sono
nella norma».
PUNTI DI VISTA. La riqualificazione della zona falcata passa da un cambio di passo
RIVELAZIONI
Protocollo con Augusta
per rientrare nel Ten-T
LE MOSSE DEL PRESIDENTE
DE SIMONE PER L’AUTHORITY
MESSINA. Prima che andasse in
onda lo psicodramma (ancora non
concluso) sull’accorpamento
dell’Autorità Portuale di Messina
nell’ambito della riforma della
portualità italiana in discussione, il
presidente Antonino De Simone
si stava già muovendo per allineare
la città a quanto si stata
preparando, trovando anche
qualche ostacolo in Comitato
portuale. A rivelarlo, in occasione
di un incontro con la stampa per i
suoi 2 anni, 2 mesi e 22 giorni di
mandato, è stato proprio il capo
dell’Authority: «Nella mia attività,
Ricostruire il retroterra
AREA METROPOLITANA E AREA INTEGRATA
POSSONO SERVIRE PER RILANCIARE LA QUALITÀ
DI
GIANFRANCO FERRARO
LA GUIDA DEL TOURING CLUB del 1902 propone Messina
come una città globalizzata: l'"agenzia di vapori" Bonanno
offre ad esempio collegamenti diretti per Liverpool, Amburgo,
Londra, San Pietroburgo. La United Steam Ship Company
porta gli emigrati siciliani da Messina a New York, ed è una
compagnia belga a garantire i collegamenti del tram tra
Giampilieri, Torre Faro e Barcellona.
Messina è una falce. Su questa struttura naturale,
l'architettonica ottocentesca di Minutoli aveva sostituito da
tempo, nel 1902, quella barocca di Gullì nel disegno del
"teatro marittimo". L'economia che ancora garantiva una
centralità dei porti stava tramontando, e il terremoto,
ovviamente, finirà col distruggere anche quei pochi germi di
futuro che in un tramonto si possono sempre scorgere. Eppure,
i messinesi nati nei primi anni '80 possiedono ancora una
memoria comune con i loro nonni, che ancora si tuffavano
dalla batteria Masotto per raggiungere la Madonnina: quella
di poter passeggiare lungo la Cortina, sbirciando i secchielli dei
pescatori e mangiando la focaccia accanto alle navi, o ai treni
merci in sosta, prendendosi il fresco. Perché il porto, a
Messina, a differenza che altrove, era ancora il centro della
città. E non bisogna nascondersi che la spasmodica incapacità
della Messina odierna di ritrovare un proprio baricentro
urbano, rivelata dalle polemiche sull'isola pedonale, avviene
contemporaneamente al sigillo crocieristico dell'area portuale.
Primo porto italiano per numero di passeggeri, Messina ha
perso ormai quasi completamente il suo rapporto con il mare.
Al posto delle navi che trasportavano fino a pochi anni fa le
barre di acciaio o la frutta esotica abbiamo traghetti e naviparcogiochi il cui unico scopo è di spostare quantità di merce,
umana e non, da un posto a un altro. Passando, solo passando,
per una città che non ha più neanche la forza di chiedere la
corresponsione della più antica delle garanzie, quella tassa sul
passaggio incarnata oggi dall'Ecopass. Cosa collega oggi,
veramente, Messina? Il suo porto ha vissuto nel giro di
qualche mese due passaggi: l'estinzione dell'Ente e il
prevedibile, se solo se ne fosse discusso, accorpamento della
sua Autorità portuale con quella del porto commerciale di
La Palazzata sul porto di Messina prima del 1908
Gioia Tauro. Il tutto mentre rimaneva aperto il conflitto
provinciale con lo hub di Catania, che punta a strappare a
Messina il terminal crocieristico.
A fronte di un impoverimento progressivo del territorio, e
dopo la fine della mitologia del Ponte, chi sta oggi riflettendo
sullo sviluppo del distretto marittimo messinese dei prossimi
venti-trent'anni? Con il loro manifesto, gli economisti Limosani
e Gambino si limitavano lo scorso dicembre ad indicare in
fondo le due direttrici di sempre: la città metropolitana e l'area
integrata dello Stretto. Ora, se la prima sarà a breve una
imposizione, la seconda potrà essere solo l'effetto di una
costruzione di assetti. Ed è qui che la memoria può farci
intravedere il possibile. Unica vera antitesi alla devastazione
edilizia della costa e allo spopolamento dei Nebrodi e dei
Peloritani è la presenza di un retroterra produttivo fondato sul
turismo di qualità, e su produzioni legate al territorio. L'Ente
comunale, rimasto unico presidio democratico della città, può
farsi carico già da ora, anche interagendo con municipalità
europee e mediterranee geograficamente compatibili - le città
degli Stretti -, di avviare una riflessione su programmi a lungo
termine che riportino nello Stretto progetti e vettori marittimi
internazionali slegati dalle dinamiche locali. Il progetto di una
società multiservizi interamente pubblica che assorba tutte le
partecipate, come già previsto dal piano di riequilibrio firmato
Signorino, può prevedere, e col tempo imporre, d'altra parte,
una presenza comunale su settori finora inesplorati, compreso
quello navale, reinventando le stesse competenze municipali.
Ma come sempre, il rischio di scambiare programmi complessi
con la Fata Morgana di turno è su questa riva sempre
prossimo. E invece Messina è solo una falce sul mare.
centonove pagina 25
Antonino De Simone
ho privilegiato i progetti
internazionali e i rapporti con più
soggetti. Per questo, un anno fai
siglai un protocollo con le Autorità
Portuale di Augusta e di Augusta e
la società interporti, subendo
critiche in Comitato Portuale.
L’obiettivo era ed è potenziare il
lavoro sulle reti Ten-T (alla base del
riordino della portualità in
ossequio ai corridoio europei, ndr).
Anche per questo - continua - sono
riuscito a ottenere l’inserimento
della piattaforma logistica di
Tremestieri e l’intera Via del Mare
all’interno della programmazione
che il Ministero presenterà in
Europa per i finanziamenti fino al
2020». Sul perché, poi, il Comune e
la politica abbiano puntato a un
rapporto con Augusta, in caso di
accorpamento, De Simone dice:
«Non mi faccia rispondere». In due
anni, ha annunciato il presidente,
L’Autorità portuale di Messina ha
già speso 60 milioni di euro in
12 Settembre 2014
economia
UOMINI&BUSINESS
CAMERA DI COMMERCIO RAGUSA
QUI EUROPA
Giannone nuovo presidente
Attacchi con armi da fuoco, Ue corre ai ripari
DI
SALVATORE CIFALÀ
NEGLI ULTIMI ANNI, si
sono verificati tragici
attacchi con armi da
fuoco in diversi Paesi
europei, tra cui l'Italia.
Ogni anno, all'interno dell'Ue, oltre
mille persone vengono uccise e mezzo
milione di armi da fuoco smarrite o
rubate non vengono più ritrovate.
A tal proposito, in questi giorni la
Commissione europea ha presentato
proposte e suggerimenti per ridurre i
reati commessi con armi da fuoco,
individuando azioni a livello Ue
attraverso la legislazione, le attività
operative, la formazione e i molteplici
finanziamenti per affrontare le
minacce poste dall'uso illegale di
armamenti.
Essa ha inoltre avanzato idee utili a
colmare le lacune a livello europeo per
quanto riguarda l'intero ciclo di vita
delle armi, tra cui la produzione, la
vendita, la detenzione e il commercio
focalizzando l'attenzione anche su
attività quali il tiro sportivo e la
caccia.
CONSUMATORI
Vacanze garantite
Le norme che regolamentano i
viaggi e le vacanze tutto
compreso costituiscono un
insieme a sé stante all’intermo del
codice del turismo. Le norme
forniscono e in modo chiaro le
indicazioni sulle tutele predisposte a favore
dei viaggiatori. Nello specifico l’ambito di
applicazione comprende i pacchetti turistici
venduti o in vendita. Prima di acquistare un
pacchetto vacanze, il cliente ha diritto di
ricevere una copia scritta del contratto con le
generalità del tour operator, le caratteristiche
del viaggio, il prezzo con tasse ed oneri, le
quote di acconto, la scadenza del saldo, le
eventuali assicurazioni comprese, la tipologia
dei trasporti, gli orari di partenza e arrivo.
Eventuali aumenti del prezzo pattuito sono
possibili sempre che la loro modifica sia
prevista dal contratto e purchè risultino
connessi a casi specifici. Il viaggio può essere
annullato dall’organizzatore se manca il
numero minimo di partecipanti. Nel caso di
disservizio o disagi, la prima cosa da fare è
reclamare subito, sul posto, anche tramite i
recapiti messi a disposizione del tour
operator. Se il problema non si risolve, il
consumatore dovrà denunciarlo tramite
raccomandata a/r entro 10 giorni lavorativi
dalla data del rientro allegando prove
documentali (anche foto).
Franco Sabatino, Adoc
Le norme comuni più severe in
materia di disattivazione delle armi da
fuoco potrebbero assicurare che, una
volta dismesse, queste rimangano
inutilizzate e la Commissione si
concentrerà su un approccio comune
per contrassegnarle con un numero di
serie al momento della produzione,
onde poter rintracciare più facilmente
quelle utilizzate dai criminali.
È necessario, perciò, prendere in
considerazione anche una legislazione
UE che preveda norme minime comuni
sulle sanzioni penali per garantire che
le attività dissuasive siano efficaci in
tutti gli Stati Membri e che non vi
siano lacune giuridiche a favore dei
trafficanti. Tali norme potrebbero
stabilire quali violazioni commesse
con armi da fuoco debbano essere
oggetto di sanzioni penali
(fabbricazione illecita, traffico,
manomissione dei marchi, detenzione
illegale e intenzione di fornire armi da
fuoco), nonché specificare il livello
delle sanzioni che devono essere
imposte dagli Stati membri.
La violenza da arma da fuoco potrebbe
essere ridotta anche grazie
EDITORIA
Nasce la casa Mohicani
libri come riserve da tutelare
PALERMO. Nasce a Palermo una nuova
casa editrice. Si chiama "Mohicani
edizioni" e già nella scelta del nome c'è
un richiamo alla tribù indiana che è
riuscita a sopravvivere. L'esordio
dell'iniziativa è coinciso con la
pubblicazione di tre volumi: una
"Guida turistico-culturale di Palermo e
provincia", il testo poetico "Lumi
d'agosto" (scritto da Francesco Paolo
Ferrotti con prefazione di Vittoria
Alliata) e la nuova edizione aggiornata
del romanzo "Palermo nel cuore" con
cui Pietro Scaglione, che della
"Mohicani" è il direttore editoriale, si è
aggiudicato nel 2013 il premio
letterario "Gabriele Sandri".
L'accostamento tra i Mohicani e
l'editoria è, spiega Scaglione, molto
simbolico. "I libri cartacei, al pari dei
Mohicani, sono dati da anni in fase di
estinzione, ma resistono nonostante la
crisi economica (adeguandosi e
aprendosi a nuovi mercati). Insomma,
l'editoria è come una riserva indiana da
tutelare".
all'implementazione della direttiva
concernente il mercato interno dell'Ue
per quanto riguarda il possesso negli
Stati Membri, ad esempio limitando
l'accesso ai modelli di armi
particolarmente pericolosi per
l'utilizzo civile.
Saranno esaminate inoltre procedure
per la concessione del porto d'armi per
individuare soluzioni concrete e
verranno effettuati adeguati controlli
sulla vendita e la produzione per
raccogliere maggiori informazioni
sulle nuove sfide tecnologiche, quali la
vendita online di armi o la stampa
tridimensionale delle loro componenti,
ma anche su come ridurre il rischio di
consegna illegale da parte dei servizi
postali.
Infine la Commissione esaminerà
soluzioni, attraverso l'assistenza
tecnica, il rafforzamento dei propri
sistemi di controllo dell'esportazione
delle armi, la chiusura delle rotte dei
contrabbandieri e una migliore
gestione delle riserve di armi militari
affinché queste ultime, provenienti da
Paesi terzi, non siano utilizzate in
modo improprio.
RAGUSA. Giuseppe Giannone, 71 anni,
ex presidente Sac Catania e direttore generale della Conad Sicilia, è il nuovo presidente della Camera di Commercio di Ragusa. Giannone, è stato eletto alla quarta
votazione, quella di ballottaggio, dopo
che il suo antagonista Giovanni Brancati,
segretario provinciale della Cna Ragusa,
ha ritirato la sua candidatura.
CAPITANERIE DI PORTO
Vitale comandante a Savona
MILAZZO. Il milazzese Vincenzo Vitale, capitano di vascello è stato assegnato dal comando generale delle Capitanerie di porto,
comandante della Capitaneria, e del Porto
di Savona. L'alto ufficiale milazzese ha
preso il posto del comandante Enrico Moretti destinatoad altro incarico.
CONFCOMMERCIO SIRACUSA
Edilizia, Di Pace commissario
SIRACUSA. È stato affidato a Luigi Di Pace
l'incarico di commissario per la categoria
sindacati vari che rappresenta i settori
dell'edilizia e dei servizi alle imprese ed
alle persone della Confcommercio. L'incarico è stato conferito dal presidente
provinciale di Confcommercio, Sandro
Romano. Di Pace ha 38 anni ed è socio in
due imprese. Al commissario il compito di
formare il nuovo organigramma del sindacato.
NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO
Cartelle di pagamento, cosa fare
In questo momento di crisi economica, aggravato da una
diffusa carenza di liquidità, sempre più spesso cittadini ed
imprese si trovano a fronteggiare richieste di pagamento
inviate da enti ed uffici tramite cartelle di pagamento.
Cosa fare al ricevimento di una cartella? Innanzitutto rivolgersi
ad un professionista abilitato, come il Consulente del Lavoro, per verificare insieme le
strategie più opportune da adottare, sia nel caso in cui si abbia ragione, sia nel caso
le somme siano dovute. Bisogna tenere presente alcuni punti fermi che sono
fondamentali: l’esecutività della cartella e la possibilità di ricorre contro la stessa solo
per pizi propri. La cartella che viene notificata infatti è già un atto esecutivo che,
decorso il termine per pagare (di norma 60 giorni ma non sempre), dà la possibilità
ad Equitalia di iniziare le azioni esecutive partendo dagli atti cautelari, come il fermo
amministrativo dei veicoli, l’iscrizione di ipoteca e il pignoramento dei conti correnti.
Un eventuale ricorso non sospende le procedure esecutive fino a diverso ordine del
giudice, rimane però la possibilità di avvalersi della c.d. sospensione immediata,
prevista dalla legge di stabilità 2013, limitatamente ai soli casi in cui il contribuente
sia in possesso di un atto che dimostri senza alcun dubbio le proprie ragioni. Ad
esempio è possibile richiedere la sospensione immediata nel caso in cui si sia
regolarmente pagato quanto richiesto, o se vi sia un provvedimento dell’ente
impositore (quello per conto del quale Equitalia richiede le somme) o del Giudice che
sospende o annulla la pretesa. La richiesta di sospensione immediata, da presentarsi
direttamente ad Equitalia entro 90 giorni dal ricevimento della cartella, blocca
immediatamente tutte le attività di riscossione per il tempo necessario al riesame
della pratica da parte dell’ente impositore, valendo la regola del silenzio-assenso
entro 220 giorni dalla presentazione della suddetta istanza. Se l’ente non risponde, la
richiesta si intende accolta con sospensione o annullamento della cartella.
Rimane sempre ferma la possibilità di richiedere la rateizzazione del debito, tale
procedura è possibile anche se si decide di fare ricorso ed ha il vantaggio di bloccare
le procedure esecutive, ma non rimuove i provvedimenti cautelari. In altre parole
l’ipoteca o il fermo amministrativo rimangono iscritti (con tutti i problemi del caso),
ma Equitalia non può procedere alla vendita forzata degli immobili o dei veicoli.
centonove pagina 26
poster
12 Settembre 2014
MURALES DI UMANITÀ VARIA
LAMPEDUSA
S...militarizziano Show
Sesta edizione
del festival sulle migrazioni.
Tra musica, teatro,
mostre e dibattiti
LAMPEDUSA. Dal 25 al 30 settembre,
l'isola piu a sud d'Europa sarà il
palcoscenico del LampedusaInFestival,
concorso cinematografico su migrazione,
piccole comunità, lotte sociali e storie di
mare. L'evento, alla sua sesta edizione,
ha negli anni cercato di affrontare i vari
aspetti della migrazione.
Questa edizione sarà dedicata al tema
della militarizzazione e al suo impatto.
Come sottolineano i membri del gruppo
Askavusa, la principale associazione che
organizza il Festival, “la migrazione è un
fenomeno che parte da cause ben precise
e con diverse conseguenze. Noi
cerchiamo di tenere bene a mente e
analizzare entrambe. Negli anni abbiamo
cercato di prendere in considerazione le
molteplici cause e gli effetti in tutte le
loro sfumature. Per questa edizione
abbiamo deciso di parlare di
militarizzazione, perché ciò che sta
succedendo negli stati che si affacciano
sul Mediterraneo e oltre – vedi Iraq ed
Europa dell'Est – sono eventi che non
possono essere ignorati e al contempo
sono parte di un processo di
ridefinizione dei poteri all'interno del
quadro geopolitico internazionale.”
Il festival nato nel 2009 dalla
collaborazione tra l'Associazione
Culturale Askavusa e la Rete Dei Comuni
Solidali, e patrocinato dal Comune di
Lampedusa e Linosa, propone sei giorni
di cinema, cultura e musica, affrontando
temi importanti non soltanto attraverso
l'arte, ma anche grazie all'intervento di
numerosi ospiti provenienti da diversi
paesi, che porteranno il loro prezioso ed
interessante contributo al
LampedusaInFestival. Questa edizione
vede una programmazione ricca di ospiti
internazionali che parleranno di
esperienze di vita e lotta in Europa. Ci
saranno Sadou Bah dell'Autonom Schule
Zurich (Scuola Autonoma di Zurigo),
progetto gestito da migranti e cittadini
Svizzeri per i newcomers, Asuquoe Okou
Udo e Hannimary Jokinen del gruppo
Lampedusa in Hamburg, associazione
formata da migranti passati per
Lampedusa negli ultimi anni, e il
collettivo Cucula, laboratorio artistico e
artigianale creato da rifugiati a Berlino.
Ampia partecipazione di Compagnie
teatrali internazionali che metteranno in
scena opere sulla migrazione. Si
comincerà con il Théatrè Senza di Parigi
con la sua opera Miraculi, che ha
debuttato di recente sul palco Londinese
del Camden Fringe. Il gruppo di
Bruxelles Memento Mari porterà la sua
installazione audio-visuale “Welcome to
Europe / Rewind”, un vero e proprio
auspicio a ‘riavvolgere il nastro’ e
rivedere in meglio le politiche
migratorie, l'installazione utilizza il
vento come elemento cardine e 'motore'
di suoni e immagini. Natalie Yalon,
attrice e produttrice teatrale già nota
sull'isola, ritornerà per organizzare un
workshop di teatro, aperto a chiunque
volesse partecipare. L'operà verrà messa
in scena la sera del 29 settembre.
Per tutto il periodo della manifestazione,
saranno allestite le mostre itineranti
“Sulla Stessa Barca” di Mauro Biani e
“Coelum Nostrum” di Marco Pinna. La
novità è che entrambe le esposizioni
saranno allestite nelle diverse spiagge
dell'isola, per rendere il loro messaggio
più forte e raggiungere un pubblico più
ampio. Pat Lugo dell'associazione
IN/audible e membro di Memento Mari
presenterà una installazione audiovisuale permanente intitolata “Welcome
to Europe / Rewind”. Altra installazione
audio-visuale presente al festival e'
“Viaggio Invisibile - Odissea Visionaria” a
cura di C.A.P.R.A. Centro Aperto
Produzione Ricerca Artistica e Teatro
Zemrude, mentre Rossella Sferlazzo col
collettivo Lampedusano Colors
Revolution e le Città Vicine si
dedicheranno alla creazione di “Porta
Della Vita”, opera d'arte prosecuzione di
un percorso relazionale di scambi d’arte
e pensieri, iniziato l’anno scorso con la
realizzazione della Mostra itinerante
“Lampedusa Porta della Vita”.
Le proposte musicali di questa edizione
vedranno salire sul palcoscenico del
LampedusaInFestival voci conosciute
come quella di Alessio Greco e Giacomo
Sferlazzo, assieme a Nicola Alesini, che
apriranno l'evento alla Porta d'Europa, e
voci nuove. Saranno presenti all'evento
gruppi come i Super Griot, con Claudia
Cancellotti, Macisse Vieira e Mamadou
Mbuop dal Senegal, e il Trio Achref con
Achref Chargui, Icopo Andreini e
Pierangelo Spitilli. Da Marsiglia ci sarà il
duo Antoine e Dimitri Porcu che
accompagneranno testi letti e recitati da
Mimmo Autolitano. Il cartellone propone
anche presentazioni di libri e incontri
con gli autori. Si comincia con “La
Strada Di Ilaria” di Francesco Cavalli sul
caso Alpi- Hrovatin. Si prosegue con
“Castel Volturno: Reportage Sulla Mafia
Africana” di Sergio Nazzaro e
“Xenophobie Business” di Claire Rodier
di Migreurope. Non mancheranno le
proiezioni di documentari fuori concorso
sempre su tema migrazione e
militarizzazione. Lampedusa è un isola
che per la sua posizione geografica e la
sua storia rappresenta un luogo unico e
centrale nel Mediterraneo; perciò il tema
della migrazione è al centro della vita di
questo luogo e dei ragazzi di Askavusa
che da sei anni organizzano il festival
con scarsi contributi pubblici ma con il
supporto volontaristico di numerosi
professionisti, associazioni ed
organizzazioni culturali.
ACCADDE OGGI A MESSINA
1197, Enrico VI di Svevia al Duomo
Il 12 settembre 1197, per assistere alla consacrazione del Duomo da parte del
vescovo Bertia, giunge a Messina Enrico VI di Svevia, conquistatore dell’isola nel
1194: perderà la vita alcuni giorni dopo, il 28 settembre, nei boschi di Fiumedinisi nel
corso di una battuta di caccia, forse ucciso da un dardo avvelenato per mano di un
sicario inviato dalla moglie Costanza (che non vedeva di buon occhio la politica del
marito nei confronti dei feudatari normanni, a favore dei seguaci tedeschi), oppure
a causa della malaria o di un’incauta ingestione di acqua gelida.
1856, torna la Drammatica compagnia dei Fiorentini
Il 12 settembre 1856, dopo il grande successo conseguito in aprile, al Teatro
S. Elisabetta di Messina ritorna, a grande richiesta da parte del pubblico, la
“Drammatica Compagnia dei Fiorentini”, diretta da Adamo Alberti, che dà
dodici applaudite e affollate rappresentazioni (Cfr. G. Uccello, Lo spettacolo nei
secoli a Messina, Publisicula Editrice, 1986).
centonove pagina 27
12 Settembre 2014
posterpersonaggi
MISTRETTA. Undicesima edizione del Premio intitolato alla scrittrice, che quest’anno svela i suoi scritti per l’infanzia
La lunga favola di Maria Messina
Il riconoscimento a Giusi La Grotteria che ha completato i suoi studi all’Università di Milano con un lavoro di pubblicazioni
dedicato alla grande e sfortunata “scolara del Verga”. Che a lui si ispira per raccontare con originalità l’età della fanciullezza
DI
MASSIMILIANO CANNATA
MISTRETTA. L'XI edizione del "Premio
Maria Messina" che come ogni anno,
organizzato dall'Associazione Progetto
Mistretta", si terrà nella cittadina
nebroidea il prossimo 13 settembre,
svelerà un aspetto particolare e poco
conosciuto dell'opera della siciliana: gli
scritti per l'infanzia. Il riconoscimento
speciale della Giuria, presiduta dal
linguista Giovanni Ruffino verrà, infatti
conferito a Giusi La Grotteria che ha
completato i suoi studi all'Università di
Milano con un lavoro di pubblicazioni
a questa grande e per molti versi
sfortunata "scolara del Verga". In
occasione della premiazione, ospitata
dal Circolo Unione, Francesco
Taormina professore di composizione
architettonica e urbana presso
l'Università di Roma Tor Vergata e
Carmela Bonanno, Archeologa,
responsabile del Museo delle
Tradizioni Silvo pastorali di Mistretta
dialogheranno con la giovane studiosa
cercando di approfondire, in un'ottica
interdisciplinare, cosa significa
"descrivere i luoghi e le cose", non
tanto per arrestarsi a una semplice
gusto estetico, quanto per progettare
una città a misura d'uomo e gettare le
basi per un riscatto economico e
culturale del nostro Mezzogiorno.
Nell'intervista che segue, La Grotteria
oltre a spiegare le dinamiche che
l'hanno spinta ad approfondire un
tema molto peculiare, si sofferma sulle
ragioni di un interesse non solo
accademico, ma anche di un pubblico
sempre più vasto per l'opera di una
scrittrice che oggi viene giustamente
annoverata tra le grandi voci della
Maria Messina
letteratura mondiale del 900.
Dottoressa La Grotteria, lei ha
scelto di indagare la narrativa
per l'infanzia. Ritiene che ci
siano in questi scritti degli
aspetti inediti che possono
consentirci di conoscere meglio
la figura e l'opera di Maria
Messina?
Ho tentato di descrivere nel mio studio
la grande sensibilità con cui la
scrittrice si rivolge al pubblico dei
piccoli e l’attenzione da lei data alle
esigenze e alle capacità cognitive e
narratologiche del lettore bambino.
Occorre precisare che nel tentativo di
rivalutare la Messina, la critica ha
spesso tentato di allontanare la sua
opera dall’influenza del Verga. Vorrei
invece sottolineare come nella scrittura
per l’infanzia il modello verista non
solo sia fortemente presente e
caratterizzante, ma rappresenti anche
un punto di forza e un elemento di
originalità. Maria Messina riesce ad
offrire infatti, un’immagine credibile e
realistica dell’età della fanciullezza,
un’idea di infanzia quindi poco
convenzionale rispetto alla produzione
dell'epoca, che pone il fanciullo di
fronte alla rappresentazione di una
realtà aspra e spesso difficile.
La biografia della scrittrice è
caratterizzata dalla cifra della
sofferenza e da molteplici
difficoltà esistenziali prima che
economiche. In questi ultimi
anni l'interesse è costantemente
cresciuto in molte Università in
tutto il mondo per questa figura
fragile, ma nello stesso tempo
straordinariamente capace di
parlare agli uomini di ogni
tempo. Da che cosa è dettato
questo "tardivo" e inaspettato
successo?
Credo che l’interesse per l’opera di
Maria Messina sia dettato dalla
tendenza, nata già a partire dagli anni
Ottanta del secolo scorso, alla
riscoperta delle autrici donne
dimenticate dalla storia letteraria. Il
mondo accademico è partecipe di
queste riscoperte ed è propenso ad
approfondire l’opera di personaggi
letterari poco studiati dal mondo della
critica. Credo che si tratti di un fatto
nuovo e positivo che va incoraggiato e
rafforzato.
Un capitolo interessante del suo
studio riguarda i rapporti
dell'autrice siciliana con Verga e
Pirandello, due "colossi" della
letteratura universale. Come va
correttamente inquadrata dal
Giusi La Grotteria
punto di vista storico-critico
nell'ambito della poetica novecentesca.
l'intera produzione estetico"La descrizione dei luoghi e
letteraria della Messina?
delle cose" è il tema su cui
Il percorso letterario della scrittrice
ruoterà la edizione del Premio
risulta esemplare del difficile passaggio
di quest'anno. Quali sono le
dai moduli ottocenteschi tradizionali a
categorie narratologiche su cui
quelli che si stavano facendo strada nel
si fondano i racconti della
primo Novecento. Come Pirandello
nella novella L’esclusa,
Maria Messina racconta in
Casa Paterna, l’ipocrisia del
mondo piccolo-borghese
attraverso lo studio dei
ritratti femminili e
dell’universo soffocante che
li circonda. È nelle storie
del mancato riscatto
femminile che la scrittrice
dimostra un mutamento di
prospettiva, quel passaggio
cioè dai Vinti alle Vinte che
la introdurrà in maniera
Giovanni Verga e Luigi Pirandello
netta e incontrovertibile
centonove pagina 28
12 Settembre 2014
posterpersonaggi
Messina?
Fondamentale nei racconti per
l’infanzia di Maria Messina risulta la
dimensione spaziale, che si sostanzia
dei luoghi che sono quelli relativi alla
sua concreta esperienza di vita. La
Sicilia rappresenta la sacralità del
luogo natio, la vita semplice di paese,
lo spazio ideale e simbolico del
microcosmo familiare, il ricordo della
semplicità di tradizioni e costumi.
Attraverso questo spazio la scrittrice
esalta una realtà arcaica e idilliaca
capace di contrastare il senso di
spaesamento e l’idea di artificiosità
della modernità.
Una Mistretta rosa ieri come
oggi dal fenomeno
dell'emigrazione appare come il
"luogo dell'anima". La cittadina,
presente nelle raccolte "Pettini
fini" e in "Piccoli gorghi", che
cosa trasmette alla scrittrice che
parla di queste novelle
definendole "rapide" e "secche"?
Mistretta è il primo luogo di
ispirazione della scrittrice, la quale
visse in quel contesto nebroideo, un
periodo di isolamento culturale e
sociale, di solitudine e sofferenza
personale, che risulteranno cruciali per
l’esordio della sua produzione
letteraria. Nelle prime novelle, "rapide
e secche" perché “concise e senza
aggettivi come la parola di chi vive
profondamente una sua vita interiore”,
Maria Messina racconta degli uomini e
delle donne di Mistretta perché vede
riflessi i propri dolori in quelli dei
poveri abitanti del centro nebroideo,
costretti ad una vita di stenti e privati
dei più cari affetti a causa di quella
forzata ondata migratoria verso il
Nuovo Continente, destinata a lasciare
il segno su intere generazioni. Inoltre è
Vicoli del centro storico di Mistretta, primo luogo di ispirazione di Maria Messina
a Mistretta che la scrittrice scopre le
immagini più autentiche che
rispecchiano quel mondo arcaico così
caro alla poetica del vero, teorizzata e
praticata da Giovanni Verga.
Scrivere per i piccoli. Una sfida
ardua in una fase storica in cui
l'infanzia si presentava come
una scoperta recente. Con quali
strumenti viene affrontata dalla
scrittrice palermitana?
La Messina sceglie di porsi dalla parte
del fanciullo raccontando la vicenda
dal punto di vista dei bambini
protagonisti con l’obiettivo di difendere
una fase della vita caratterizzata,
LA SCHEDA
Autrice poco conosciuta. Fino a quando Sciascia...
Maria Messina (Palermo, 14 marzo 1887 – Pistoia, 19 gennaio 1944) è stata una
scrittrice italiana. Il padre, Gaetano era un ispettore scolastico. La madre, Gaetana
Valenza Traina, discendente di una famiglia baronale di Prizzi. Cresciuta a Messina,
trascorse un'infanzia isolata, con genitori e fratelli, il maggiore dei quali la
incoraggiò a iniziare una carriera come scrittrice. A 22 anni, iniziò una fitta
corrispondenza con Giovanni Verga, e tra il 1909 e il 1921, pubblicò una serie di
racconti. Produsse diversi volumi di racconti brevi, cinque romanzi e una selezione
di letture per bambini. Nel 1928, uscì il suo ultimo romanzo, L'amore negato,
mentre la sclerosi multipla, che le era stata diagnosticata a vent'anni, si stava
complicando. Maria Messina morì, a Pistoia, nel 1944, a causa di questo male. Visse
molti anni a Mistretta, nel cuore dei monti Nebrodi, dove ambientò molti suoi
racconti. Le sue spoglie mortali, assieme a quelle della madre, sono state traslate, il
24 aprile 2009, proprio a Mistretta, considerata come una sua seconda patria.
Maria Messina è divenuta "cittadina onoraria" dell'antica "capitale" dei Nebrodi.
Inizialmente non era molto conosciuta come autrice, soltanto successivamente
venne riscoperta da Leonardo Sciascia che ripubblicò numerose opere di Maria
Messina in case editrici di prestigio.
nell’immaginario comune, dalla
spensieratezza e dall’innocenza, e
insieme di coinvolgere in modo più
incisivo il lettore-bambino
nell’avventura del bambino
protagonista. Manca nei suoi racconti
il soffocante indottrinamento del
mondo piccolo-borghese e la lezione
che il testo offre al bambino-lettore
nasce dalla sola rappresentazione del
vero.
Un aspetto importante è
rappresentato dal recupero
della fiaba, come modulo
narrativo, che trae ispirazione
dalla figura di un "Pinocchio"
rovesciato. Cosa significa questa
scelta ?
Il personaggio del piccolo Cismè,
richiamando il romanzo più
importante, per la sua permanenza
nell’immaginario culturale collettivo,
della letteratura per l’infanzia in Italia,
giustifica l’esordio della scrittrice in
questo tipo di produzione. Poiché il
modello collodiano stava vivendo già
all’inizio del Novecento uno stato di
usura, dovuto alle molteplici
rivisitazioni, Maria Messina sceglie di
rovesciare questo burattino, da
burattino-bambino a bambinoburattino. Si tratta di un
capovolgimento di prospettiva
decisivo, che svela una grande capacità
di andare a fondo, interpretando i
fenomeni culturali di una società in
movimento.
A proposito del contesto
sociale. Quali erano i modelli
culturali prevalenti con cui la
Messina dovette misurarsi in
centonove pagina 29
un'epoca in cui l'infanzia "senza
cieli stellati" era prigioniera di
molteplici stereotipi: "nazionalpatriottica" negli anni della
guerra, "didatticomoraleggiante" con il trionfo del
paradigma piccolo borghese
perbenista e sostanzialmente
conservatore nel periodo
difficile e tormentato che seguì
l'epoca tragica del secondo
conflitto mondiale ?
I testi destinati ai fanciulli nascono con
una sola ed unica funzione, quella
educativa, la quale assume nel tempo
diverse sfumature, legate alle esigenze
politico e sociali del momento storico.
Maria Messina si dedica alla letteratura
per l’infanzia in un periodo di svolta
rispetto al modello didascalico,
precettistico ed edificante che aveva
dominato l’Ottocento, e riesce ad
affrontare le tematiche del suo tempo
attraverso il racconto serio e realistico
dell’età infantile, inaugurato dallo
Scurpiddu di Luigi Capuana. In questa
letteratura l’universo dei fanciulli si
priva dell’elemento favoloso e
dell’idea, alla Giamburrasca, di
un’infanzia eterna, che avevano
contraddistinto la parte prevalente
degli scritti per l'infanzia. La triste
conseguenza è quella che si finisce col
non risparmiare neanche al lettorebambino i "cieli senza stelle".
12 Settembre 2014
posterlibri
RECENSIONI. I libro da Nobel della scrittrice Alice Munro, maestra del racconto breve
Nemico, amico, amante
Musica del quotidiano, legata agli affetti familiari, le nove storie catturano per lo stile
semplice ma efficace ed accurato. Tra personaggi senza tempo e senza confini
DI MARIA D’ASARO
315 PAGINE, NOVE racconti: il più lungo,
che dà il titolo al libro, di pagine ne ha 51,
il più breve, l’intenso e inquietante Quello
che si ricorda, solo 24; ogni storia è ricca
ed emozionante, con una trama avvincente
degna di un romanzo. Nemico, amico,
amante … (Einaudi, Torino, 2003, €
17,50, trad. di Susanna Basso) di Alice
Munro, la scrittrice canadese che ha
ricevuto nel 2013 il massimo
riconoscimento per la Letteratura, è
davvero un libro da Nobel. Le storie della
Munro ti catturano per lo stile in
apparenza semplice, ma efficace ed
accurato; per l’apparente “nonchalance”
con cui l’autrice attraversa con sapiente
leggerezza i grandi temi della vita: le
relazioni familiari, le storie d’amore, la
malattia, la morte; per la modalità quasi
distratta ed obliqua con cui mette a fuoco i
sentimenti, le emozioni recondite, l’anima
più vera dei personaggi: ricordiamo
l’indimenticabile Johanna, protagonista di
Nemico, amico, amante …, che “nemmeno
da giovane si sarebbe concessa certe
stravaganze, e non solo per una questione
di soldi, ma per la presunzione che
avrebbero significato, per la speranza
immodesta di meritare una simile
trasformazione, e la felicità.”; l’incontro
disinvolto e delicato tra Jinny e il giovane
Ricky ne Il ponte galleggiante;
in Conforto, il prof. Lewis, ateo
ostinato, e sua moglie Nina,
che bacia l’impresario delle
pompe funebri; la fuggitiva
Queenie, nel racconto
omonimo, e la zia Alfrida in
Mobili di famiglia. In Ortiche,
la scrittrice ci offre con poche,
essenziali pennellate il delicato
sentimento di attrazione tra
LACERTI DI LETTURE
due bambini: “Nel sentimento per Mike il
demone localizzato si trasformava in
un’eccitazione diffusa e in una tenerezza
sotto pelle, un piacere degli occhi e delle
orecchie e una gioia cristallina in presenza
dell’altro”.
Sebbene il lettore avverta – con piacere, se
donna – il tocco femminile di queste storie,
Alice Munro contempla e tratteggia con
acuta sapienza espressiva alcune differenze
di fondo tra l’animo degli uomini e quello
delle donne, magari in una casa di riposo,
di fronte alla vecchiaia: “I parenti
arrivavano a grappoli. Di solito capeggiati
da madri allegre e insistenti che guidavano
il gregge di uomini e figli. Gli unici a non
mostrare apprensione erano i piccolissimi.
(…) Certi insistevano con giochi
nonostante i rimproveri, e dovevano essere
riportati di peso alla macchina. E con quale
gioia, con quanta sollecitudine, fratelli
maggiori e padri si offrivano di occuparsi
dell’allontanamento, approfittandone per
mettere fine alla visita.”
Tutti i racconti sono calati in un topos
specifico, nel paese dell’autrice, il Canada,
spesso in piccole cittadine vicino al lago
Ontario; ma i tipi umani rappresentati, così
bene analizzati nelle loro pulsioni interiori,
non risultano affatto appesantiti dalla
collocazione in uno spazio e in un tempo
definiti. E poi la Munro possiede
un’eccellente dote narrativa: quella di
contrarre e dilatare a piacimento
la dimensione temporale: in
quasi tutti i racconti la scrittrice
si dimostra capace di farci
viaggiare avanti e indietro nella
vita dei personaggi con
disinvolta maestria. Nella sua
penna esperta, il tempo non è
altro che la “distensio animae” di
agostiniana memoria: “ciò che
viene misurato dall' anima non
sono le cose nel loro trascorrere, ma l'
affezione che esse lasciano e che permane
nella nostra anima anche quando esse
sono trascorse.” (Sant’Agostino,
“Confessioni”).
Nei nove racconti, la scrittrice alterna due
registri narrativi: sei storie sono scritte in
terza persona, le altre, Mobili di famiglia,
Ortiche e Queenie, in prima persona. In
queste tre storie, si avverte qualcosa di
autobiografico: ad esempio, quando
l’autrice accenna al doloroso vissuto di una
separazione coniugale: “C’erano tristezze
che riuscivo a sopportare, quelle legate agli
uomini. Poi ce n’erano altre - legate ai figli
– che non potevo reggere”. E infine, come
non pensare che la chiusa di Mobili di
famiglia sia proprio il manifesto della
vocazione della Munro, col suo inevitabile
bagaglio di brillante solitudine: “Che gioia,
essere sola. Vedere la luce calda del tardo
pomeriggio sul marciapiede, i rami di un
albero, rinverditi da poco, proiettare le loro
ombre scarne (…) Il lavoro a cui volevo
dedicarmi era più simile a una mano che
acciuffi qualcosa nell’aria che alla
LA CLASSIFICA
Alice Munro
costruzione di storie. Le grida della folla mi
arrivavano come un violento battito
cardiaco, pieno di sofferenza. Solenni,
splendide onde sonore, con il loro remoto
consenso e il loro lamento quasi
sovrumano. Era questo che volevo, questo
su cui pensavo di dovermi concentrare;
così volevo la vita”. Così, la scrittrice ci
trascina nelle sue storie e ci prende per
mano. E noi, come Jinny ne Il ponte
galleggiante, proviamo“Una specie di
leggerezza indulgente (…). Un fremito di
affettuosa ilarità, che per il momento ha la
meglio su tutto il dolore e il senso di
vuoto”.
DI FELICE IRRERA
È la vicenda, ambientata a Palermo alla fine del Settecento, durante la dominazione
borbonica, della bellissima, ambiziosa e cinica duchessa Flora di Canavilla, ma è presente
anche un vero stuolo di personaggi e soprattutto un “uomo mascherato”, che difende
i diritti degli oppressi. Sentimenti forti e vicende aggrovigliate si succedono, come al
solito in questo scrittore, senza respiro, sino ad un finale imprevedibile.
Luigi Natoli, La principessa ladra, Dario Flaccovio 2014, pp. 526, € 20,00
Casati Modigliani
Dan Brown
1Sveva
La moglie magica - Sperling & Kupfer
4
Inferno - Mondadori
Markus Zusak
Stefano Benni
2Storia
di una ladra di libri - Frassinelli
5
Pantera - Feltrinelli
Tiziano Tersani
Massimo Gramellini - La magia di
Un' idea di destino. Diari di una vita
un buongiorno - Longanesi
3straordinaria
6
Longaneri
www.wuz.it
FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA)
Senza pudore
SENZA LA bellezza erotica del corpo femminile
fare l’amore sarebbe solo il soddisfacimento di
un bisogno che spesso, come altri bisogni
fisiologici, risulta esteticamente sgradevole.
“Molto ho guardato la bellezza, e ne è piena la
vista. Linee del corpo. Rosse labbra. Corpo vellutato, capelli
sempre belli, anche spettinati.”
Il nostro corpo è uno strumento che evoca le passioni vissute,
le emozioni provate, i dolori patiti. Quando questi non ci
consentirà più di ricordare ecco che, pur vivendo, saremo già
morti. “Ricorda, mio corpo, non solo quanto fosti amato, non
solo i letti dove giacesti, ma anche quei desideri che per te
scintillavano negli occhi e tremavano nella voce. Ora che tutto
ormai affonda nel passato, ricorda mio corpo, ricorda.”
Quel desiderio irresistibile, totale, assoluto che assale gli
amanti e li fa diventate audaci prestigiatori, capaci di godere
amplessi intensi e profondi consumati davanti a terzi senza
che nessuno si accorga di nulla. “L’una di notte. In un angolo
della bettola. Il locale completamente vuoto, salvo noi due.
Appena lo illuminava una lampada a petrolio. Dormiva,
vicino alla porta, l’insonnolito cameriere. Nessuno ci avrebbe
visti. Eravamo tanto accesi che ci era impossibile avere
precauzioni. I vestiti si aprirono a metà. Godimento di carni
tra vestiti semi aperti.” Gli amori separati dal destino nel
pieno della loro passione, mantengono intatto il desiderio
dell’altro qualunque sia stata la causa del distacco,
continuando a vivere, comunque, di intensità emotiva,
mentre quelli consumati dal tempo e dalla quotidianità si
trascinano, morti, nell’indifferenza e nel tedio. “Fu causa di
grande dolore per loro separarsi. A volerlo non furono loro
ma le circostanze. Non era più lo stesso il loro amore.
centonove pagina 30
Gradualmente era scemata l’attrazione. Il destino si era
mostrato artista separandoli adesso prima che l’amore
morisse, prima che il tempo li sciupasse. Saranno l’uno per
l’altra come fosse sempre.” Il pudore è ridicolo: è’ un
categoria di pensiero che cerca a tutti costi, in modo
grottesco, di nascondere l’evidenza. “I libri sono tutta la sua
vita. Oggi pomeriggio è passato l’amore sulle sue labbra,
sulla sua carne che è tutta bellezza è passato l’avvampo della
voluttà senza pudore.” La perdita della reputazione in
determinati contesti non può che essere motivo di vanto: a
Corleone Giovanni Falcone ha una pessima reputazione.
“Si degradò totalmente. Una inclinazione erotica tanto
vietata e così esacrata (e tuttavia innata) fu la sua causa:
viveva in una società troppo puritana. A poco a poco perse la
reputazione.”
Lacerti tratti da: “Poesie d’amore ” - 2004
Kostandìnos Kavafis
posterlibri
12 Settembre 2014
INIZIATIVE
POESIA. Nona silloge poetica per la poetessa calabrese
Tavolozza a fior di... Pelle
75 brevi liriche che sono una meditazione sull’esistenza e sui suoi
“lacci oscuri” e sul tempo che “brucia la legna degli anni”
DI FELICE IRRERA
MESSINA. “Ut pictura poesis”: questo il
sottotitolo, mutuato da Orazio, della nona
silloge poetica di Marisa Pelle, “Tavolozza”,
che raccoglie 75 brevi liriche che la poetessa
calabrese, per molti anni docente di discipline
classiche in un liceo di Messina, dove risiede,
pubblica adesso con l’editrice Besa. La poesia
è, dunque per il sommo poeta latino come un
quadro, ed egli aggiunge, nella stessa “Ars
poetica”, che c’è quella che piace di più vista
da vicino e un’altra che attrae solo se
guardata da lontano oppure riosservata di
nuovo o analizzata con occhio critico:
insomma, in poesia come in arte, ci sono
opere subito comprensibili ed altre assai
meno. Marisa Pelle continua sostanzialmente
in tutte queste sue nuove poesie la sua
meditazione sull’esistenza e sui
suoi “lacci oscuri”, e sul tempo
che “brucia la legna degli anni”,
mentre la vita dura “il tempo di
un falò” e si sfilaccia il presente
con i ricordi, soli atomi di luce.
Per lei, gli anni si annotano su
labili fogli, la tela del giorno si
tesse a fatica, si avanza incerti
nella nebbia tra dolori e morte e
l’esistenza è rosa da un tarlo in
gallerie invisibili, mentre il
domani è imponderabile e
profonde ferite ci sono inferte
durante il cammino della vita, che pencola tra
nascita e morte.
Trova ancora spazio, come in precedenti
raccolte, la storia, vista nelle sue tragedie: il
ricordo di Tienanmen, l’insensata violenza
sulle donne, l’assurdo di tanti bimbi uccisi, i
morti in inutili guerre, gli immigrati
scomparsi in mare; ed è sempre vivo il ricordo
dei familiari che non ci sono più: oltre alla
figura paterna, è presente soprattutto ancora
quella della madre. È assurdo, ma la vita
continua e il tempo scorre dopo ogni
naufragio, gli anni sono “Telamoni riversi”, e
resta solo il silenzio e il ricordo, come una
veste “cucita sulla pelle”. In-definita appare
all’autrice la vita, come la Pietà Rondanini di
Michelangelo.
Ma è proprio l’arte che è capace di
attraversare il tempo e di resistere, qual
fiaccola sotto il moggio, a tutte le intemperie,
così come le splendide Cattedrali europee,
capaci di sfidare i secoli, a dare la propria
impronta alla silloge : si fa chiara
l’equivalenza, in questo senso, tra poesia e
arte e molte delle liriche trovano il loro punto
di partenza in un quadro o in una scultura.
Ponendoci dinanzi agli occhi le opere da cui
l’ispirazione nasce comprendiamo e gustiamo
al meglio i versi che nascono quasi
naturalmente dalla loro visione: i colori o i
soggetti evocano, sempre in un registro reso
elevato da un lessico classicamente scelto,
personaggi ed opere dell’antichità, stimolano
la memoria, suggeriscono la labilità della vita,
permettono di cogliere “l’attimo graffito
d’eterno”, rivelano spiragli di luce, scoprono
impensabili rivelatrici somiglianze.
Ma l’arte suggerisce pure, in certi paesaggi, il
ritorno al “nostro sommesso epos
quotidiano”; in diversi casi, consente di
sottolineare che la memoria è “ferita aperta
sanguinante”, che “la vita si volge e non ha
fine/senza cesure né punti fermi” e che il suo
dare ed avere è una “moneta antica incisa su
due facce”. Talvolta, come nel caso
dell’abbrivio poetico dal “Mazzo di fiori” di
Bruegel il Vecchio, è la vita stessa ad apparire
“sempre lì negletta/dietro l’impannata/col
suo mirabile mazzo di fiori/- più di cento
varietà diverse - … / luminoso su di una
scura parete - / che chiedono di
entrare tra le righe”.
Si crea, insomma, una misteriosa
corrispondenza tra l’immagine
artistica e l’ispirazione poetica,
come, per esempio, accade a
proposito del “Tramonto a Baia” di
Gabriele Smargiassi, dove la luce
del tramonto evoca alla sensibilità
dell’autrice il canto delle Muse;
mentre una scultura di Naum Gabo
le fa dire per analogia che è
“Diamante grezzo la parola/che si
scava in miniere a cielo aperto”; e
una terracotta invetriata di Luca Della
Robbia le appare capace di superare il tempo
con la sua “scure affilata”. In sostanza, si
coglie come l’ispirazione che ha prodotto le
opere di tanti artisti può trovare piena
corrispondenza nella sensibilità poetica, che
crea un vero e proprio “affresco di parole”.
Allora, “Come la rosa di Magritte/la parola
fiorisce” e, come la colomba dello stesso
artista, la parola s’innalza audace anche se il
cielo è buio. Luce, luce, luce chiede il poeta e
la trova nell’intreccio della sua tavolozza di
parole, che non mistificano la realtà, che
rimane oscura, con la morte sempre in
agguato, ma che con la loro musica
consentono di vivere.
"Musica, sopra ogni cosa” - scriveva Paul
Verlaine - ed essa è presente in questa
elegante silloge in ogni fraseggio, anche
direttamente citata, ma non solo: splendida è,
per esempio, l’ultima lirica, ispirata a “La
notte stellata” di Van Gogh, dove la varietà
del verso produce una musicalità difforme,
ma singolarmente composta, capace di
rendere il contrasto tra il paesaggio terrestre e
il cielo: “Sotto il profilo ondulato dei colli/a
valle dorme il paese reale/a tratti brevi
lineari/le case le finestre il
campanile/Inquieto di contro il cielo/urto
drammatico di forze/in movimento/a
pennellate curve ondose”.
Felice Cavallaro con Silvana Grasso
La strada degli scrittori si ferma a Racalmuto
Ayala ricorda l’evento con Falcone e Borsellino
AGRIGENTO. Sempre più vicina
la meta del Grand Tour dei
Saperi e dei Sapori lungo la
Strada degli Scrittori. Fervono i
preparativi per la serata
conclusiva del 12 settembre a
Racalmuto con un programma
ricco di appuntamenti: il
concerto della Fanfara dei
carabinieri, per i 200 anni
dell'Arma; Giuseppe Ayala
ricorderà un evento a Racalmuto
con i giudici Falcone e Borsellino;
l'intervento artistico sarà
affidato ai travolgenti Pino
Caruso e Gilberto Idonea;
testimonial della Strada degli
Scrittori sarà la scrittrice Silvana
Grasso; la celebrazione dei 60
anni della Rai in Sicilia condurrà
indietro nella memoria a quella
partenza da Racalmuto dei due
pionieri amici di Sciascia, Aldo
Scimè e Emanuele Cavallaro, per
fondarne il primo embrione del
telegiornale; la presentazione
ufficiale dei cortometraggi sulla
Strada degli Scrittori si svolgerà
al teatro Regina Margherita, ad
opera del Centro Sperimentale di
Cinematografia di Palermo con
l’egida di Sicilia FilmCommission;
seguiranno il concerto di Joe
Castellano, la presentazione del
Treno degli Scrittori e molto altro
ancora; saranno presenti le
massime autorità siciliane e
nazionali. Nei giorni scorsi, ad
Agrigento, la tappa nella Valle
dei Templi dedicata a Enzo
Lauretta, scrittore, saggista, uno
dei massimi esperti di Luigi
Pirandello, scomparso il mese
scorso. Alcuni brani dalle sue
opere sono state lette da Giusy
Carreca del Centro culturale Pier
Paolo Pasolini e sono stati
proiettati spezzoni di film tratti
da romanzi di Enzo Lauretta e
documentari sul backstage.
ESORDI
Giallo di paese firmato Quattrocchi
MESSINA. “Gli ingredienti ci sono tutti:
un’ambientazione tipica della Sicilia dell’entroterra,
le sue usanze, i suoi ritmi. E poi l’omicidio e una
borsa che scompare con il suo prezioso contenuto.
Ad andarci di mezzo è il piccolo Enzo, che diviene
l’emblema di una comunità che punisce chi non
segue le regole. Sono queste le premesse di La
borsa dell’avvocato, giallo di paese che verrà risolto
grazie al prezioso contributo di un maresciallo dei
carabinieri alla sua ultima indagine”. Così il retro di
copertina del romanzo, edito da Kimerik e
distribuito da Feltrinelli, “La borsa dell’avvocato”, il primo romanzo del
messinese Giuseppe Quattrocchi, da sempre impegnato nel settore della
comunicazione, e della televisione in particolare. Quattrocchi, che “si
dimostra in questo romanzo abile pittore di personaggi, situazioni,
intrecci e fortunati, non per tutti, epiloghi”, ha incontrato i suoi lettori
nel Salone delle Bandiere al Comune di Messina, mercoledì 10 settembre.
DHanno dialogato con l’autore Egidio Bernava e il vicepresidente del
consiglio comunale Nino Interdonato.
centonove pagina 31
12 Settembre 2014
postermostre
A TU PER TU. Il pittore inglese innamorato del piccolo comune dei Nebrodi si racconta. Mentre in paese lo “celebrano” con due mostre
Jokn Picking: «Io, folgorato sulla via Militello»
Bloccato da un malanno nella sua casa-studio mentre “piovono panotti per la festa di San Biagio, l’artista svela
il suo viaggio dalla Scozia alla Sicilia. «Doveva durare un mese ma non riuscivo più a partire». Ecco perchè
DI
GERARDO RIZZO
MILITELLO ROSMARINO. In piazza
Lodato, a Militello Rosmarino, il palco è
già pronto, e lo slargo è pieno di giovani
pronti a contendersi i “panotti”
benedetti di San Biagio, che sono un
portento per la protezione della gola. E
tutt’attorno la gente se ne sta in attesa,
magari qualche panotto lanciato di
sbieco arriva pure da quelle parti, e
comunque la contesa è uno spettacolo
che vale la pena vedere. E quando dalla
scalinata della chiesa del Rosario,
l’arciprete e quelli del comitato iniziano
a lanciare i “cucciddati” benedetti, è
tutto un urlo collettivo di tutta la piazza,
a invocare panotti e protezione di San
Biagio. Per l’occasione sono presenti
tutti i militellesi, soprattutto quelli che
stanno fuori, e tornano in paese per la
festa. Quest’anno, però, per la prima
volta dopo oltre quarant’anni, in piazza
manca John Picking, pittore inglese
ormai militellese d’adozione, bloccato a
casa da un malanno passeggero.
Il paese però non si è dimenticato di
celebrare la sua gloria di importazione.
Ci sono state due mostre a Militello: una
è il risultato di un’estemporanea
organizzata da Mimma Fiore,
appassionata escursionista, che ha
lanciato “Dipingiamo la natura con John
Picking”, in cui pittori dilettanti, sotto la
guida del maestro, hanno dipinto
quanto hanno potuto osservare durante
una camminata al lago Maullazzo.
L’altra iniziativa, organizzata dal gruppo
folkloristico “Valdemone”, è stata una
sorpresa per lo stesso artista, perché si
tratta di un omaggio da parte dei
collezionisti della prima ora. Sono
Vita di Militello. Pannello centrale
esposte infatti le opere realizzate nei
primi anni di permanenza siciliana del
pittore e tirate fuori dalle case militellesi
e dalle stanze del comune. “Di molti di
questi lavori non ricordavo nemmeno
l’esistenza” spiega Picking, che ci
accoglie nella sua casa studio. “Allora
non avevo l’abitudine di fotografare
tutto quello che producevo, erano altri
tempi. Prima della tecnologia digitale,
fotografare cento acquerelli significava
acquistare, sviluppare e stampare tre o
quattro rullini, con costi ragguardevoli”.
La casa di John è come ci si immagina la
casa di un artista: luogo elevato, vista
aperta sul Tirreno e sulle isole Eolie, e
all’interno scaffali con libri di arte,
storia, folklore, e cavalletti, tele, colori,
quadri completi e da completare che
riempiono di colore l’abitazione e la vita
di quest’uomo. Sorride compiaciuto,
John Picking, quando ricorda i suoi
primi anni siciliani. “Pensare al mio
arrivo da queste parti, mi fa venire in
mente quel famoso film, Sliding doors,
nel senso che una scelta
apparentemente da nulla ti cambia tutta
la vita”. Aveva fatto la propria
formazione tra l’Inghilterra e la Scozia,
aveva viaggiato e dipinto in Norvegia,
ma poi era stato alla ricerca delle luci e
dei colori del Mediterraneo. In Spagna,
si divide tra i musei delle grandi città, a
studiare la produzione dei grandi
fiamminghi, e la ricerca di nuove
emozioni, dapprima in una Ibiza non
ancora meta del turismo di massa
internazionale, e poi sulle montagne di
Alicante, al seguito di una famiglia di
contadini e pastori. Tornato in
Inghilterra per insegnare, progetta il suo
Grand Tour in Italia, e attrezza un
John Picking nel suo studio
furgone destinandolo per metà a studio
e per metà ad abitazione. “La data
chiave è il 19 gennaio 1969” racconta
John Picking. “Sbarcai in Sicilia a bordo
del mio furgone, dopo aver studiato a
fondo il mio Baedeker, la Bibbia dei
viaggiatori. Lessi con attenzione la
descrizione dei percorsi verso Catania e
verso Palermo, e decisi che il versante
tirrenico era quello che maggiormente
faceva al caso mio”. Il giovane pittore si
mette in marcia, ma giunto a Capo
d’Orlando si rende conto di essere a
metà strada per Palermo; ma non è la
città, che lui cerca: sono le sfumature
del verde, i colori della campagna. La
cartina gli suggeriva la salita verso San
Fratello, che poi lo avrebbe portato fino
all’Etna. Giunto a San Fratello, Picking
gironzola nei dintorni alla ricerca di un
buon posto dove fermarsi, ma non trova
niente che lo convinca. Attira però
l’attenzione di una coppia: il marito,
originario di Alcara Li Fusi, ascolta il suo
racconto e non ha dubbi. Il posto che fa
per lui è proprio Alcara: i colori, le
atmosfere che John cerca, le può trovare
nel paese del Muzzuni.
Lungo la strada per Alcara, John si
imbatte in un paese che neppure
appariva sulla cartina in suo possesso.
Militello Rosmarino. È quasi buio, alle
quattro del pomeriggio in gennaio, così
il viaggiatore decide di trascorrere lì la
notte e riprendere la strada
all’indomani. Il contatto con i paesani è
centonove pagina 32
di quelli incoraggianti: tre giovani
studenti universitari gli procurano del
vino e un buon posto per fermare il
furgone-studio-abitazione. I giorni
successivi sono tutti escursioni e pittura,
fino al 3 febbraio, festa di San Biagio,
quando JP espone i suoi acquerelli in
piazza. I due pezzi acquistati dal
professore Santomarco sono le prime
opere siciliane vendute.
La permanenza in Sicilia deve durare un
mese, perché c’è un Grand Tour da
completare, l’insegnamento da
riprendere in Inghilterra e una fidanzata
che aspetta, ma ne trascorrono sei prima
che Picking si decida a partire; e
comunque, per quanto non sia possibile
conoscere in anticipo come andranno le
cose, in cuor suo JP sa di voler tornare,
perché lascia a un amico, Giuseppe
Giuffrida Nasonte, una scatola da scarpe
zeppa di colori, affinché la custodisca
fino al suo ritorno. Un modo per
garantirsi il ritorno, lasciando qualcosa
da venire a riprendere.
Ma a volte non basta fare delle scelte,
perché le cose vadano come noi
vorremmo; c’è bisogno anche del colpo
di fortuna. E il colpo della Fortuna, o del
Caso, o del Destino – ciascuno lo
attribuisca a chi ritiene – arriva un po’ di
tempo dopo a Londra. A Hyde Park, le
sue opere vengono notate da un
produttore cinematografico americano,
che però apprezza soprattutto i lavori
siciliani. “Mi dice che devo tornare a
postermostre
dipingere in Sicilia, e mi sponsorizza”.
Nel 1971 John Picking è di nuovo a
Militello, ma stavolta è per rimanerci.
Trova un pezzo di terra dove costruisce
la casa, trova Maria che sposerà, diventa
militellese a tutti gli effetti, quando nel
1981 riceve la cittadinanza onoraria.
Nella sala consiliare del comune si può
vedere un murale realizzato da Picking e
donato alla cittadina: in quest’opera,
inaugurata nel 1989 alla presenza di
Vincenzo Consolo, di cui il pittore era
amico, è evidente come John sia entrato
nella mentalità e nell’animo della gente
di Militello.
Oggi la vita di JP si divide tra Militello e
Corte Franca, dove la moglie lavora e le
figlie hanno fatto i loro studi, è passata
attraverso New York e altri luoghi
importanti, e la pittura non è più la sua
unica occupazione: scrive libri, fa
traduzioni, tiene corsi di inglese come
madrelingua. Ma rimane
sostanzialmente un pittore. La sua
produzione è impegnata
nell’esplorazione della scienza, e del
cervello umano in particolare. “Forse
perché sto invecchiando” scherza, “e mi
rendo conto dell’importanza del
cervello, della memoria, delle sinapsi.
Ho cominciato a studiare la struttura
delle sinapsi, per esempio per come
vengono raffigurate graficamente sui
testi di medicina, e mi hanno affascinato
al punto che le ho prese come simboli d
immagini, di frammenti di memoria”.
E oggi l’astratto prevale sul figurativo,
ma la produzione di John Picking si
rifiuta di essere catalogata per periodi.
“La pittura è una forma di linguaggio, e
così, anche se io parlo e mi scopro anche
a pensare in italiano, tuttavia non ho
dimenticato l’altro mio registro
linguistico, che è l’inglese. La stessa cosa
vale per la pittura. Se si guarda la mia
produzione, non si trova un periodo in
cui ho fatto solo figurativo, escludendo
l’astratto, o viceversa”. Poi sorride,
sornione: “Prendiamo Picasso: se si
studia con cura la cronologia della sua
produzione, si capisce che il periodo
cubista, quello sintetico o quello
neoclassico non sono compartimenti
stagni. Magari ai critici e agli storici fa
comodo schematizzare, ma la vita, in
genere, è un po’ più complicata…”
12 Settembre 2014
Alcune delle opere in mostra
CATANIA. Trentasei opere per il progetto “In Series” al Palazzo della Cultura
Il “multiplo” diventa arte
CATANIA. E’ stato inaugurato mercoledì
10 settembre al Palazzo della Cultura di
Catania, l’ultimo step di In Series_artist's
multiples for a multiple show, una
mostra “multipla” di multipli d’artista
realizzati da autori nazionali e
internazionali.
Promosso dall’Accademia di Belle Arti di
Catania e patrocinato dal Comune di
Catania, il progetto, ideato e curato da
Anna Guillot, deve la sua realizzazione
alla collaborazione tra artisti e
collezionisti privati con l’archiviolaboratorio KoobookArchive, attivo a
Catania nel campo dello studio, della
produzione e promozione del libro e del
mutiplo d’artista.
In Series_artist's multiples for a multiple
show prende le mosse dall’idea di far
conoscere il “multiplo” come forma
d’arte, ma anche come condizione
espositiva attraverso cui è possibile
realizzare contemporaneamente in sedi
diverse il medesimo progetto. La mostra,
infatti – eccetto l’edizione catanese – è
stata visitabile simultaneamente in due
location: una italiana, a Spoleto, presso
Palazzo Mauri, e una tedesca, a Berlino,
presso lo studio di architettura e design
Rare Office – Rethinking Architecture
Research Experience.
L’idea del multiplo d’arte parte da
lontano con l’aspirazione via via
evolutasi nel corso del ‘900, di una
sempre maggiore penetrazione dell’arte
nella società. Tutt’oggi, seppure
diversamente rispetto al passato, come
pensiero rispondente ad una “possibile
utopia” continua ad animare artisti e
designers giovani e meno giovani,
conducendoli verso una nuova
progettualità artistica, orientata ad
incidere sulla cultura e sul sociale. Cosa,
questa, che il progetto curatoriale In
Series vuole essenzialmente dimostrare.
Di fatto, la facoltà di rendere il mondo
"serializzabile" muove l’uomo
contemporaneo. Superflui dunque
citazioni o rimandi, si deve piuttosto
gratitudine a Walter Benjamin che
l’ha prontamente disquisita negli
anni ’30 del secolo scorso.
La mostra presenta 36 opere
eterogenee per
tipologia e ricerca,
per generazione e
provenienza geografica degli
autori. Gli artisti presenti: Adalberto
Abbate, Francesco Arena, Matthew
Barney, Mario Consiglio, Tiziana
Contino, Roberto D’Agostino, Jeremy
Deller, Olafur Eliasson, Antonio Freiles,
Eva Gerd, Alice Grassi, Anna Guillot,
Keith Haring, Damien Hirst, Jenny
Holzer, Jasper Johns, Filippo La Vaccara,
Loredana Longo, Vittorio Messina,
Eugenio Miccini, Mariko Mori, Carmelo
Nicosia, Yoko Ono, Julian Opie, Paolo
Parisi, Michelangelo Pistoletto, Maurizio
Ruggiano, Joe Tilson, Franco Troiani,
Lawrence Weiner, Peter Wüthrich,
Ampelio Zappalorto. Tra i più giovani:
Laura Cantale, Irene Catania, Giuseppe
Mendolia Calella, Yole
Villaggio.
CALTAGIRONE
La natura dipinge... grazie a Gino taranto
Overlapping Frames, 2006
CALTAGIRONE. Si svolge sino a domenica 14 settembre, al Museo delle ville
storiche caltagironesi e siciliane di Villa Patti, la mostra fotografica di Gino Taranto
“La natura dipinge”, che fa parte delle iniziative della “Biennale della ceramica e
delle architetture di paesaggio”. L’esposizione è visitabile (ingresso gratuito)
secondo il seguente calendario: lunedì, venerdì e sabato dalle 9,30 alle 13,30 e
dalle 15,30 alle 18,30; martedì chiusura settimanale; mercoledì e giovedì dalle 9,30
alle 12,30; domenica dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 18,30.
“Gino Taranto – si sottolinea dai Musei civici “Luigi Sturzo”, che l’hanno promossa
- fotografo amatoriale di grande sensibilità e attento a registrare gli aspetti più
marginali e trascurati della realtà, in “La Natura dipinge” osserva e condivide
strutture decisamente lontane da ciò che solitamente viene ricondotto a immagini
poetiche: le serre per la coltivazione di primizie della campagna iblea, cogliendo la
capacità della Natura di continuare a produrre vita e bellezza”.
centonove pagina 33
Una delle immagini in mostra
12 Settembre 2014
postermusica
RITRATTI
L’INTERVISTA. Parla il maestro violoncellista in Sicilia per passione e per amore
«Pincini: Patti nelle mie corde»
Al fianco di Morricone e dei grandi della canzone italiana, ha “trasformato” l’ex convento di San Francesco in uno
spazio per concerti e registrazioni. «Mi piacciono i luoghi consueti e all’aperto dove si ritrova il senso di libertà»
DI
BENITO BISAGNI
PATTI. «L'amore per la musica? E’ nato
quando avevo sette anni, con le prime
nozioni ricevute da mio padre,
trombettista non professionista. Ho
provato a resiste a questa passione, forse
per ribellione. Poi l’amore è stato più
forte». Racconta così i primi passi di una
grande carriera, il Maestro Luca Pincini,
celebre violoncellista.
Quali maestri ricorda con
particolare affetto?
«Li ricordo tutti quanti perchè ognuno mi
ha lasciato qualcosa. Ma una impronta
molto forte me l’ha lasciata Franco
Maggio Ormezowsky, il mio insegnante
all'Accademia di Santa Cecilia durante il
mio perfezionamento, un artista al di
fuori dei canoni comuni e poi Mischa
Maisky».
La sua prima soddisfazione è stata il
primo premio al Concorso Perosi...
«In realtà la prima soddisfazione è
arrivata al premio Città di Vittorio Veneto
e, nello stesso anno, il Perosi. Era un
concorso per violoncellisti e c'erano tanti
illustrissimi colleghi che oggi
rappresentano maggiormente questo
strumento a livello nazionale. Ci si
incontrava in categorie diverse per
ragioni di età e, - posso dirlo? - ho avuto
anche delle soddisfazioni nei loro
confronti».
Qual è il genere musicale che
preferisce eseguire?
«E' quello “fuori genere”. In assoluto,
forse, preferisco le composizioni attuali; il
repertorio classico l'ho praticato molto
ma adesso prediligo eseguire ciò che è
contemporaneo».
E' questo il motivo per cui esegue
spesso colonne sonore?
«Le colonne sonore stanno vivendo un
momento di enorme crisi, la produzione
si è spostata in altri paesi, non per
volontà nostra o dei compositori, è un
problema di industria. Colonne sonore ne
ho fatte tante, in esse scatta il rapporto
con l'immagine che è tanto caro al
pubblico contemporaneo. Non voglio
però ripetere ciò che sì dice sempre, mi
sento di poter dire che dopo il duemila
c'è stata la decisiva svolta del “genere
colonna sonora”; non tutte però possono
reggere, alcune hanno bisogno di
aggiustamenti ed arrangiamenti adatti
all'occasione. Altre invece vivono in
maniera autonoma, non hanno bisogno
di ritocchi, penso a Piovani e Morricone
ed anche ad altri. Mi piace il concetto di
“concerto dal vivo” proprio di Piovani».
Quant'è importante condividere la
passione per la musica con la propria
Luca Pincini con Gilda Buttà
compagna di vita, cioè con sua moglie,
la celebre pianista Gilda Buttà?
«Per me vuol dire molto. Ho sempre
sentito dire “non sposarti mai con la
persona che fa il tuo stesso lavoro” ma
credo non sia così. La comunicazione, in
tal caso, è migliore, c'è più intesa. Stiamo
molto zitti tra di noi ma quasi sempre
capita in campo musicale di pensare la
stessa cosa nello stesso momento, uno
riconosce ciò che l'altro prova in
quell'istante».
Ci sono esibizioni e concerti a cui è più
legato e che l'hanno emozionata
particolarmente?
«Si, stranamente sono i concerti più
“insospettabili”. Io e Gilda abbiamo fatto
tanto repertorio e a volte facciamo la
scelta di suonare in luoghi più privati e
ciò ha un suo contenuto, un suo valore e
finalità che noi condividiamo. I concerti
meno celebrati e pubblicizzati sono
risultati i più intensi. Probabilmente ciò è
anche dovuto all'atmosfera più intima
che si viene a creare».
Lei ha interpretato molte celeberrime
composizioni di Ennio Morricone. Ha
davvero il quid pluris che gli si
riconosce?
«Nella sua personalità c’è qualche marcia
in più, ciò è innegabile. C'è poi il
“contorno artistico” che è dato da un
felicissimo inciampo con la storia, ha
avuto l'opportunità meritatissima di poter
mettere a frutto le attitudini allo
sperimentalismo musicale. Lui stesso ha
più volte detto quanto gli sia stata utile
l'esperienza di arrangiatore, dopo aver
fatto un completo percorso di studi
accademici. In me ha lasciato pezzi di
sapienza e continua a lasciarli, sono
insegnamenti su come approcciarsi alla
vita del musicista, è un maestro di vita».
Lei è tuttora docente presso il
Conservatorio de L'Aquila. Ad un
aspirante musicista cosa consiglia e
cosa richiede?
«Una domanda del genere meriterebbe
ore di confronto. Cosa consiglio... in
partenza nulla. Bisogna cominciare a fare
per poter poi consigliare. La docenza è
qualcosa che lavora sulla materia umana
in modo molto intenso, ci sono rapporti
molto forti, si lavora spesso ad personam.
I consigli arrivano strada facendo. Se ci
fosse un giovane che ha velleità di un
certo tipo e sono evidenti, a quel punto si
può cominciare con i consigli».
Ha anche collaborato con grandi nomi
della canzone italiana, tra gli altri
Mina, Patty Pravo, Renato Zero. Come
ha capito che era il momento di
prediligere la “modernità musicale”
rispetto al repertorio più classico?
«Spesso le cose accadono per caso, ci si
ritrova. Non si decide, si “inciampa” nei
gradini della propria storia personale.
Questi inciampi sono stati felicissimi,
spesso penso che quell'intervento,
quell'assolo in una canzone è lì, è il tuo e
rimarrà lì per sempre».
C'è un luogo particolare dove non ha
mai suonato e in cui le piacerebbe
eseguire qualcosa?
centonove pagina 34
Docente all’Aquila
tra classico e contemporaneo
Il Maestro Luca Pincini,
violoncellista, ha rivestito ruoli
importanti presso, tra l'altro,
l'Orchestra sinfonica della Rai, del
Teatro Carlo Felice di Genova e del
Teatro La Fenice di Venezia. Vanta
prestigiose collaborazioni, in
particolare nel genere delle colonne
sonore, una su tutte quella con il
Premio Oscar alla carriera Ennio
Morricone. Svolge una intensa
attività concertistica come solista ed
in coppia con la grande pianista
Gilda Buttà, con la quale è sposato.
Ha un vastissimo repertorio che
spazia dai classici alle composizioni
contemporanee ed è docente presso
il Conservatorio de L'Aquila.
«Mi piacerebbe suonare nei posti meno
consueti, occupare degli spazi non
necessariamente di tradizione. Mi piace
l'idea di utilizzare spazi imprevedibili,
magari spazi aperti, dove la gente si
ritrova e vive anche un senso di libertà».
Ci troviamo a Patti nell'ex convento di
San Francesco, dove sta per registrare
di una composizione di Maurizio
Bignone. Ci illustri il progetto.
«Mentre parliamo si stanno montando i
microfoni per registrare! Tale
composizione prende il nomedi
“Requiem for solo cello” , nasce dal
rapporto ormai pluriennale con Maurizio
Bignone, il quale è compositore,
arrangiatore, produttore, è polivalente.
Ha pensato di cimentarsi in una
composizione per violoncello solo e
l'abbiamo vissuta insieme in fase di
costruzione e di confronto. C'è uno
scambio forte. Grazie alla città di Patti
possiamo occupare questo spazio che mi
piace molto».
Lei proviene dal Centro Italia. Qual è il
suo rapporto con il Sud, con la Sicilia
e con Patti, città in cui è nata sua
moglie?
«Io sono un “sudista estremo”. Mi piace il
Sud ma non vorrei dire banalità come il
fatto di apprezzare il calore della gente e
cose simili. Emotivamente tendo a
guardare al Sud piuttosto che al Nord, la
Sicilia è la Sicilia, quasi una nazione a sé,
ha una fortissima autonomia culturale,
chi è che non subisce il suo fascino?
Aggiungo che da molti anni vi metto
piede da “familiare acquisito”, ormai
posso dire di avere qualche goccia di
sangue siciliano. Ho trovato anche
intimità con la città di Patti. Tempo fa ho
visto questo luogo, appunto l'ex convento
di San Francesco, rendendomi conto di
quanto fosse idoneo alla realizzazione di
concerti e mi sono offerto per fare
qualcosa, compiendo qui, la prima volta
che vi ho suonato, una sorta di collage
della Suite di Bach e quindi posso dire di
aver dato i natali all'esperienza
concertistica dell'ex convento di San
Francesco».
posterteatro
Walter Manfrè con Ugo Ronfani e Ornella Vannetti nel 1993
Walter Manfrè. Accanto quandoi era direttore artistico del Vittorio Emanuele
L’INTERVISTA. Parla l’ex direttore artistico del Vittorio a Vizzini per la messa in scena della “Cavelleria rusticana”
Manfrè: «Messina malata, non torno più»
L’amarezza di un artista che ha dedicato la sua vita allo spettacolo e alla città che gli ha dato i natali 65 anni fa.
Un rapporto distrutto da “invidie”che lo ha fatto ricorrere anche allo psichiatra. «Ma anche altri andrebbero curati...»
DI
GIGI GIACOBBE
MESSINA. «Qui non ci torno più»
sembra il titolo della pièce di Tadeusz
Kantor del 1988 (due anni prima della
sua scomparsa) invece è il grido
doloroso di Walter Manfrè verso la sua
Messina, che gli ha dato i natali 65
anni fa e che ha dedicato al teatro tutta
la sua vita. Lo incontro nel pomeriggio
del 30 agosto scorso nella sala
consiliare del Comune di Vizzini dove
fra poco si sarebbe svolto un incontro
con il pubblico, diretto da lui e dalla
psicoterapeuta catanese Liliana
Gandolfo, sullo spettacolo Cavalleria
rusticana di Giovanni Verga che
sarebbe andato in scena la sera stessa
nello spazio antistante la Chiesa di San
Michele.
Ma perché ce l’hai tanto con
Messina?
«Non ce l’ho in particolare con nessuno
ora che sto lavorando sulla malattia
mentale e sono pronto a giustificare
qualunque patologia compresa la
pedofilia: bisogna solo curare queste
persone con l’analisi e con i farmaci
adeguati».
Cosa vuoi dire?
«Ho scoperto uno dei vizi capitali:
l’invidia. E l’ho scoperto all’età di 55
anni dopo che m’ha telefonato il
commissario Giovanni Angileri
dicendomi se m’interessava traghettare
sino al maggio del 2005 la stagione
teatrale del Vittorio Emanuele in
mancanza d’un direttore artistico».
Ma mi pare che la stagione teatrale
2004/2005 da te diretta andò
benissimo, compreso il tuo
spettacolo “Conversazione in Sicilia”
di Vittorini e le novità da te
innestate come il cosiddetto “Pronto
Soccorso Teatro” con testi popolari
rivolti ai quartieri, villaggi e
strutture d’anziani.
« Si è vero quella stagione andò bene,
ma io percepivo l’invidia di alcuni
personaggi che aspiravano sedersi al
mio posto».
Puoi/vuoi fare i nomi?
«Qualcuno è scomparso, qualche altro
come Marchetta campa ancora, ma ce
n’erano altri…».
Cosa è accaduto poi?
«E’ accaduto che presidente del Teatro
Vittorio Emanuele nel 2005 è stato
nominato Antonio Barresi, la sventura
più grave di quel momento, non solo
ORIGINALITÀ IN SCENA PER LA NUOVA STAGIONE
CHE SI INAUGURA CON ENNA DANTE IL 24 OTTOBRE
PALERMO. Da Paolo Rossi a Ottavia Piccolo, da Moni Ovadia a
Simone Cristicchi, da Pino Caruso a Marco Paolini, da Stefano
Accorsi a Rocco Papaleo, da Laura Marinoni ad Anna Bonaiuto.
Sono alcuni dei protagonisti della nuova stagione del Teatro
Biondo Stabile di Palermo, diretto da Roberto Alajmo. Si
alterneranno con alcuni dei maggiori interpreti e registi del
teatro siciliano, a cominciare dall’artista residente Emma Dante,
che inaugurerà la stagione il 24 ottobre con la nuova
produzione dello Stabile: Io, nessuno e Polifemo, cui farà
seguito la sua Operetta burlesca, in scena a maggio. La
stagione del Biondo si propone di consolidare il percorso di
rinnovamento avviato lo scorso anno, dando spazio ad alcune
affermate esperienze artistiche siciliane e a giovani autori, e
compagnie che contribuiscono a disegnare i contorni della
nuova scena teatrale palermitana. Slogan della stagione è:
“Quello che non ti aspetti”, per rimarcare l’originalità delle
proposte e la loro distanza dal teatro di prosa convenzionale.
Anche nel caso dei pochi spettacoli basati su testi e autori di
repertorio, si tratta di originali riletture critiche, che sfruttano
soluzioni sceniche d’avanguardia, come nel caso di Non si sa
come di Pirandello, riletto da Pino Caruso in chiave
psicanalitica; L’onorevole di Sciascia nella messa in scena di
Vetrano e Randisi; il Decamerone di Boccaccio “raccontato” da
Stefano Accorsi con la regia di Marco Baliani; Natale in casa
Cupiello rivisitato da Fausto Russo Alesi.
centonove pagina 35
perché mi ha dato il
benservito, ma
soprattutto perché c’ha
messo Massimo Piparo
con la scusa che il teatro
aveva bisogno d’una
direzione artistica più
commerciale ».
E tu sei entrato in
depressione.
«Certamente. Mi sono sentito utilizzato,
anche perché 20 giorni prima avevo
presentato, con accanto Barresi, il
cartellone dell’anno successivo
2005/2006. A questo fatto se ne sono
aggiunti degli altri personali che hanno
amplificato il mio stare male che ho
vissuto sulla mia pelle. E se non fossi
ricorso all'aiuto di uno psichiatra che
mi ha salvato la vita, sarei già stato
anch'io nelle pagine di cronaca nera».
E cosa mi dici di questa Cavalleria
rusticana?
«Che il motore di tutto, il senso della
tragedia per me viene impresso da
Santuzza che sembra la verginella
disonorata, ma in realtà è colei che
innesca il meccanismo omicida nei
confronti del suo Turiddu da quando
dice ad Alfio: "Tua moglie ti tradisce".
Il codice d'onore non prevedeva altro
che l'omicidio e Alfio non può fare a
meno di ammazzare il rivale. Io lo
annuncio con un piccolo gruppo di
"talebani", uomini del paese che lo
tallonano fino al fatto compiuto».
Senti Walter, a parte le tue molte
decine di messinscene, tu hai creato
un genere teatrale interattivo che i
critici più illuminati hanno definito
“Teatro di Persona”, per tutti valga
l’esempio de “La confessione” da
renderti famoso in Europa e in molti
paesi del Sud America. Che fine ha
fatto quel libro su questo
argomento che stava curando il
compianto Ugo Ronfani?
«Dopo la morte di Ronfani mi sono
sentito con la figlia la quale ha preso in
mano il manoscritto e lo ha dato ad
una casa editrice pugliese dicendomi di
recente che uscirà nei prossimi mesi».
PALERMO
Quello che non ti aspetti al Biondo
12 Settembre 2014
Emma Dante
12 Settembre 2014
posterspettacoli
INIZIATIVE
MESSINA. L’opera di Piparo all’Arena in Fiera
Com’è rock Jesus Christ
La versione italiana compie vent’anni e vanta ormai numerosi
record. Applausi a Palermo. L’edizione speciale a Verona
PALERMO. Successo al Teatro Verdura
rappresentata al tramonto, inserita
di Palermo per il Jesus Christ
nella programmazione ufficiale
Superstar, la più grande opera rock di
dell'Arena.
tutti i tempi, firmata da Massimo
Jesus Christ Superstar, il capolavoro di
Orchestra mandolinistica romana
Romeo Piparo per il Teatro Sistina.
Andrew Lloyd Webber e Tim Rice, è
Prodotto dalla Peep Arrow
ormai passato alla storia come uno dei
Entertainment nella versione originale
musical più famosi e amati di tutti i
di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice, lo
tempi. La versione italiana in lingua
spettacolo è in scena per la prima volta
originale firmata da Massimo Romeo
in Europa con un Jesus d’eccezione,
Piparo, compie 20 anni e vanta ormai
Ted Neeley, il Gesù "originale" del
numerosi record e grandi numeri: tre
Si apre ai turisti il giardino di Palazzo Corvaja. Gli appuntamenti
celebre film di Norman Jewison, cult
diverse edizioni prima di questa, 11
del 1973.
anni consecutivi in cartellone nei teatri
TAORMINA. Il Festival Internazionale
accolto l’invito sono l’Orchestra a
"Leggendo i Vangeli sembra
Orchestre a plettro giunto alla sua
Plettro di Tolosa (11 settembre);
quasi scontato che il
terza edizione inaugurato mercoledì 10
l’Orchestra Il Plettro di Brescia (12
sottofondo musicale debba
settembre nello splendido giardino del
settembre); la Tamburika Orchestra di
essere rock – dice il regista
Palazzo Corvaja, con Alessandro Russo,
Baja Luca (13 settembre); l’Orchestra
Massimo Romeo Piparo -.
mandolino, Alfredo D’Urso, chitarra,
Mandolinistica Romana e l’Orchestra a
Che l'ambientazione più
Solisti dell’Orchestra a Plettro Città di
Plettro Città di Taormina (14
adatta sia un deserto con
Taormina seguiti dal duo Carmen
settembre). Le Ensemble delle
alcuni elementi architettonici
Zangarà e Carmelo Imbesi, chitarra
Orchestre si alterneranno invece nei
statici e animati dalla sola
classica. I due concerti hanno aperto ai
concerti alle ore 21 nella meravigliosa
potenza della musica. Che
turisti presenti a Taormina un nuovo
Chiesa barocca di Santa Caterina. Il
l'epoca più giusta per la loro
angolo incantevole di Taormina quello
programma spazia musicalmente da
rappresentazione siano gli
del giardino del Palazzo Corvaja. Lo
Calace a Sollima, da Rossini a
anni '70”.
slogan del festival 2014 “A settembre,
Kuwahara e ancora da Vivaldi a Rota e
Il musical sarà il 13 e 14
al calar del sole, al Teatro Antico di
da Haendel a Morricone. La terza
settembre all’Arena in Fiera,
Ted Neeley e “Giuda” Feysal Bonciani
Taormina, la magia del mandolino e
edizioni del Festival Internazionale
a Messina. In scena con Ted
degli strumenti a plettro” descrive
delle Orchestre a Plettro è organizzato
Neeley, nomi affermati del musical
italiani dal 1995 al 2006, oltre
l’atmosfera unica che si respira al
dall’Associazione Musicale Taorminese
italiano come Gloria Miele (Maria
1.000.000 di spettatori, più di 100
Teatro Antico durante le esecuzioni:
in collaborazione con Taormina Arte,
Maddalena), Emiliano Geppetti
artisti che si sono alternati nel cast,19
solo la luce naturale in un panorama
Comune di Taormina, Comune di
(Pilato), Paride Acacia (Hannas),
regioni e più di 1.000 rappresentazioni
unico e ai musicisti il compito di
Castelmola, assessorato Turismo e
Marco Fumarola (Caifa), Salvador Axel
in 84 città italiane. In occasione del
donare un bellissimo pomeriggio
l’assessorato Beni Culturali della
Torrisi (Erode), Riccardo Sinisi
Santo Giubileo dell'Anno 2000, infatti,
musicale. Da giovedì 11 settembre
Regione Sicilia, Ministero dei Beni e
(Simone/Pietro) e, nel ruolo di Giuda,
fu lo scomparso Carl Anderson - il
appunto il Festival è ritornato nella sua
attività culturali, Parco Archeologico di
Feysal Bonciani. Nato a Firenze, classe
Giuda nero del film - a interpretare il
location originale la storica cavea
Taormina e Giardini-Naxos e
1990, Feysal è stato scelto da Massimo
ruolo per due anni di trionfali successi.
taorminese. Le orchestre che hanno
l’Associazione Albergatori di Taormina.
Romeo Piparo e da Ted Neeley, tra
oltre cinquecento candidati arrivati da
tutta Italia per le audizioni dello
spettacolo. Sul palco anche
MILAZZO
un’orchestra dal vivo di 12 elementi
diretta da Emanuele Friello, un
continuo dialogo di debolezze e virtù con lo scorrere di un
ensemble di 24 artisti tra acrobati,
tempo e di un sogno che permettono agli individui di
trampolieri, mangiafuoco e ballerini,
costruire la propria vita, sviluppando creativamente l’essere
che si muovono sulle coreografie di
individuale. A intrattenere gli spettatori
MILAZZO. Sabato 13 settembre al Castello di
Roberto Croce; scenografie di
saranno i personaggi creati da Shakespeare,
Milazzo, alle ore 21, gli attori della compagnia
Giancarlo Muselli elaborate da Teresa
adottati da Stefano Impallomeni, che ne ha
“Efebo” torneranno a calcare le scene con “Il
Caruso e i costumi di Cecilia Betona.
selezionato i brani più rilevanti, e interpretati
sogno Shakespeariano”, produzione teatrale
Il 12 ottobre Jesus Christ Superstar
dagli attori Elena Grasso, Salvatore Sacco,
diretta dalla regista Patrizia Di Bella, già
sarà in scena con questo stesso cast
Arianna Rizzo, Stefano Impallomeni, Emanuela
rappresentata al teatro Trifiletti e inserita nel
all’Arena di Verona per il “Celebration
Ravidà, Melissa Carluccio e Rosy Calderone. Lo
programma comunale estivo “Life in Milazzo
Day” in occasione dei quarant'anni del
spettacolo si è inoltre avvalso, per la sua
2014”. Durante la serata, che sembra reggersi
film e dei venti dalla rielaborazione
realizzazione, del contributo del Maestro Luigi
su un eterno infinito, prenderanno vita
italiana di Massimo Romeo Piparo, con
Cordova per la consulenza musicale, di
caratteri che oltrepassano la limitatezza dei
un’edizione molto speciale che verrà
Orchestre a Pletto, welcome a Taormina
Sogno shakesperiano al Castello
singoli personaggi e si assolutizzano
nell’amore di Giulietta, nella forza di
Cleopatra, nella gelosia di Otello e nella follia
di Amleto. Si giunge così a un’intima
connessione con l’animo umano, colto nel
centonove pagina 36
Emanuela Ravidà per la realizzazione degli
oggetti di scena e della grafica, di Monica
Shwenk per i costumi, di Tindaro Italiano per le
luci e le scene e di Giorgio Italiano per la
gestione dell’aspetto fonico.
posterrubriche
NUOVE VISIONI
DI MARCO OLIVIERI
Segnali di risveglio
Buone notizie. La 71esima
Mostra del Cinema di
Venezia, con la direzione di
Alberto Barbera, rivela
incoraggianti segnali di
risveglio sul piano della
qualità, tra film in concorso e varie
sezioni. "Il cinema è esattamente in
mezzo al guado fra crisi e rilancio. La
domanda c'è, bisogna trovare le strade
giuste per soddisfarla e sono i grandi
player del mercato che devono trovare
le soluzioni. Di certo si andrà verso la
coesistenza fra le sale tradizionali e il
consumo attraverso il web", ha
dichiarato proprio Barbera a conclusione
della rassegna. Tanti i film interessanti: il
Leone d’oro “Un piccione su un ramo
che riflette sull'esistenza” (titolo in
italiano) del regista svedese Roy
Andersson, “The postman's white
nights” di Andrej Konchalovskij (Leone
d’argento per la migliore regia), “Hungry
Hearts” di Saverio Costanzo con le
Coppe Volpi agli interpreti Alba
Rohrwacher e Adam Driver, il Gran
Premio della Giuria “The look of silence”
di Joshua Oppenheimer, il Premio
migliore sceneggiatura alla regista
iraniana Rakhshan Baniet-Emad per
“Tales”. E ancora, tra gli altri, il premio
speciale della Giuria Orizzonti
“Belluscone. Una storia siciliana” di
Franco Maresco, “Il giovane favoloso” di
Mario Martone, “Anime nere” di
Francesco Munzi, "Coeurs" di Benoît
Jacquot e “Birdman” di Alejandro
Gonzalez Inarritu. Di certo, è l’anno delle
Rohrwacher, dopo il Grand Prix a “Le
meraviglie”.
MISILMERI
Notte bianca della legalità
MISILMERI. Si svolgerà sabato 13 settembre a
Misilmeri “La notte bianca della legalità”,
iniziativa giunta alla sua terza edizione,
organizzata anche quest’anno
dall’associazione culturale Misilmeri è Viva
con il patrocinio del Comune di Misilmeri e
della Fondazione Rocco Chinnici. L’iniziativa
mira a fondere in un unico evento lo
spettacolo ai tanti stimoli culturali legati alla
tematica della legalità. Un’edizione speciale,
quella di quest’anno, che ospiterà al proprio
interno il conferimento del Premio Rocco
Chinnici, quest’anno assegnato a
Pierfrancesco Di Liberto, noto al pubblico
come Pif, alle ore 19 nel palco di Piazza
Comitato. Sullo stesso palco, a partire dalle
21, si esibiranno numerosi artisti, al pari
dell’altro palco allestito nei pressi del Collegio
di Maria: oltre alle scuole di danza, ballo e
canto misilmeresi si esibiranno la vincitrice
della scorsa edizione di “Io Canto” , Miriam di
Pisa e il duo comico “I soldi spicci”,
proveniente dalla fortunata trasmissione
televisiva Colorado Cafè.
MUSICA
TAORMINA
Se la diversità diventa bellezza
Un momento dello spettacolo
DI PAOLO
RANDAZZO
PATTI. Un’esplosione di gioia: ecco cos’è
“Magnificat”, l’ultimo lavoro di Neon
Teatro, visto martedì scorso nel teatro
antico di Taormina (il contesto è il
Festival Belliniano) per la regia di Monica
Felloni. Un’esplosione di gioia per
celebrare i 25 anni d’attività di questa
compagnia e un’espressione di gratitudine
rivolta alla vita che nella diversità, nell’
ine-sauribile risorsa dell’alterità, sembra
aver custodito il te-soro più prezioso che
a ognuno di noi è dato di ricevere e godere. A ognuno davvero e non importa se
maschio o femmina, bianco o nero,
normodotato, disabile e via distinguendo.
«Lo spettacolo è il succedersi di azioni
teatrali intrise di musica, danza, parole in
una sequenza appassionata e lieve che attraversa il percorso artistico di Nèon –
spiega Piero Ristagno, direttore artistico
della compagnia -. In scena è il ge-nere
umano, nella sua varietà possibile, che si
contamina nel linguaggio, si cerca nella
parola, si mostra nel gesto, coesiste
all’interno di relazioni fatte di specialità
ordinarie ed eccezionali e diventa unico
corpo». Ed è vero: il segno di Neon è la
sua capacità di cavar poesia
semplicemente dal fatto che le persone
degli artisti sono lì in scena, coi loro
DE GUSTIBUS
12 Settembre 2014
corpi, col carico delle loro vite, con la
gioia di chi ha scoperto che la diversità è
la prima ricchezza e la solidarietà è
l’unica strada di umanità e libertà. Sicché
a rendere poetico il tutto non sono
soltanto la voce di grandi autori (Roversi,
Saramago, Whitman), il talento poetico
di alcuni della compagnia (Ristagno,
Licciardello, Ferrari), la capacità di Felloni
(questa volta anche in scena) di
amalgamare il tutto con gioia e amorosa
disciplina: no, a rendere poetico il lavoro
di questa disciplina è anzitutto la
passione per l’umanità, una passione che
rende emozionanti dei segni che in altri
contesti apparirebbero se non banali,
certo scontati. Si ascolti Alfina Fresta
mentre canta “Una furtiva lacrima” di
Donizzetti, sor-retta da Stefania
Licciardello, e si capisce tutto di questa
compagnia. In scena: Maria Stella
Accolla, Giuseppe Calcagno, Marco
Cinque, Irene D’Amico, Luca D’ Angelo,
Emanuela Dei Pieri, Stefania Di Prima,
Danilo Ferrari, Patrizia Fichera, Alfina
Fresta, Elettra Giunta, Stefania
Licciardello, Jonathan Loria, Enzo
Malerba, Valentina Messina, Manuela
Munafò, Francesco Panebianco, Manuela
Partanni, Carmelo Privitera, Emily
Reitano, Pietro Russo, Valeria Sciuto,
Daniela Teriaca, Leonardo Vasta.
DI CESARE NATOLI
Il talento di Arena
Dà ancora prova del suo
grande talento, Nicola
Arena. Il pianista e
compositore messinese,
infatti, è stato il
protagonista principale di
una bella serata musicale tenutasi al
Monte di Pietà. Si è trattato di una
sorta di concerto-conferenza, dedicato
alle più famose colonne sonore di
compositori italiani. Ospiti Rizia
Ortolani (figlia del defunto Riz), Paolo
Buonvino (compositore), Marco Dentici
(scenografo) e il critico musicale
messinese Matteo Pappalardo. Dopo
"La vita è bella", usata come sigla di
apertura, sono stati eseguiti brani di
Ortolani ("More" e il tema di "Fratello
sole, sorella luna"), Buonvino ("La via
della semplicità" tratto dal film "I
vicerè" e un brano tratto dal fim
"Italians" usato come sigla finale della
serata), Rota ("Amarcord" e "The
Godfather II) e Morricone ("Giù la
testa","C'era una volta il West", "La
califfa" e, infine, "Friendship and love"
da "C'era una volta in America").
L'esecuzione dei brani di ciascun
autore è stata preceduta da una
discussione su quest'ultimo ed
accompagnata dalla proiezione, su
schermo 6 x 3, delle immagini relative
ai film da cui i brani erano tratti.
L'ensemble era composto dallo stesso
Nicola Arena (che ha curato gli
arrangiamenti) al pianoforte Ilenia,
Giorgianni (flauto traverso), Giovanni
Alibrandi e Graziano Spinnato (violini),
Rosaria Mastrosimone (viola), Barbara
Visalli (violoncello), Nino Gambino
(contrabbasso), Giorgio Di Bella
(batteria e percussioni). Pregevoli,
raffinati e di grande impatto gli
arrangiamenti di Arena, che è riuscito
nel non facile compito di conservare
per una formazione cameristica il
fascino e l’efficacia espressiva di
composizioni partorite per una grande
orchestra.
DI MASSIMO LANZA
Planera, torna Viaggio in Sicilia
E’ PARTITA LA sesta edizione di “Viaggio In Sicilia” la
performance artistica che annualmente la cantina
Planeta organizza per promuovere arte e territorio
ma anche l’arte nel territorio. Quest’anno la
happening artistico è articolato in due momenti:
una residenza collettiva itinerante presso le sei
tenute dell’azienda siciliana – a settembre 2014 durante il
periodo della vendemmia – e una mostra a Palermo nella
primavera 2015. Il progetto di quest’anno “Quando il paesaggio
è in ascolto” a cura di Valentina Bruschi, vede la partecipazione di
cinque giovani artisti che utilizzano linguaggi diversi – pittura,
scultura, fotografia, installazione e video – scelti per la loro
particolare sensibilità verso tematiche legate alla natura e al
paesaggio: Adrianna Glaviano (New York, 1989), Paula Karoline
centonove pagina 37
Kamps (Bergisch Gladbach, Germania, 1990), John Kleckner
(Iowa, 1978), Carlo e Fabio Ingrassia (Catania, 1985) e Ignazio
Mortellaro (Palermo, 1978). Alla partenza del tour Alessio Planeta
ha tenuto a sottolineare: “Facciamo il vino 'in viaggio', da
vent'anni. Prima soltanto a Sambuca, oggi in sei diversi luoghi. Il
nostro lavoro ci ha portato a esplorare la Sicilia quasi metro per
metro, a guardarla con gli occhi del vignaiolo. Ad osservare i
paesaggi, a studiare le culture locali, a conoscere perfino le
diverse sfumature del clima di ogni diverso territorio, e
trasformare tutto ciò in vino. Per questo ci piace portare sullo
stesso itinerario occhi e sensibilità artistiche diverse: così è nato
Viaggio In Sicilia”. Ad affiancare gli artisti ci sarà una scrittrice,
Tiziana Lo Porto (Bolzano, 1972), che annoterà appunti di viaggio
e suggestioni sul blog della residenza all’indirizzo:
visplaneta.wordpress.com Un gran bel modo per i Planeta sempre
sensibili alla promozione culturale dei territori dove operano per
festeggiare i vent’anni di attività.
12 Settembre 2014
posterlettere
QUI SCUOLA
GUI
HERITAGE
DI ANDREA SMITH
DI SERGIO BERTOLAMI
Cambia il calendario scolastico,
si chiude il 9 giugno
Agli innovatori d’Italia
Con l’anticipo al 9 giugno 2015
della conclusione delle lezioni è
stato messo fine ad un problema
che assumeva ogni giorno dimensioni più
grandi. Tutte le regioni avevano fissato la
fine delle lezioni entro l’11 giugno 2015.
Solo la Sicilia, in considerazione delle
disposizioni che delegano alle Regioni la
determinazione del calendario scolastico,
lo aveva fissato al 13 giugno col D. A. del
9/6/2014. La data, però, è entrata in rotta
di collisione con la scadenza fissata dal
MIUR lo scorso agosto, per le materie di
sua competenza, per gli esami di Stato:
prima prova scritta il 17 giugno. Grande
pasticcio perché gli scrutini delle quinte
classi si sarebbero potuti effettuare nel
weekend del 13 e 14 giugno, con seri
problemi per quelli delle altre classi per
l’assenza nei giorni successivi dei docenti e
dei dirigenti scolastici impegnati fuori sede
negli esami di Stato, stante la
consuetudine dell’insediamento delle
commissioni nella giornata del lunedì (15
giugno). In un giorno e mezzo non solo
può non esserci il tempo materiale per
completare tutti gli scrutini, ma c’è il
concreto rischio che non sia mantenuta la
lucidità e tranquillità necessaria per le
complesse operazioni di valutazione finale.
Così l’assessore regionale Nella Scilabra,
sollecitato dal direttore regionale
dell’ufficio scolastico regionale il 1°
settembre, ha emanato il decreto n° 39,
che annulla il precedente, determinando
l’anticipo della fine delle lezioni al 9
giugno e la sospensione delle attività
didattiche, oltre alle festività nazionali, nei
seguenti periodi: dal 22 dicembre 2014 al 6
gennaio 2015 per le vacanze natalizie; dal
2 al 7 aprile 2015 per le vacanze pasquali; il
15 maggio 2015 per la festa
dell’Autonomia siciliana. Scompaiono le
vacanze di Carnevale; non si poteva fissare
il 10 o 11 giugno come nella maggior parte
delle regioni per salvarle?
ECOLOGIA&AMBIENTE
MESSINADRASTICA
DI FABIO AMATO
Benvenuti a Suv...landia
AGOSTO 2014: Berlino, strade pulite, nessun rumore di traffico
automobilistico, poche moto e tante biciclette, tante biciclette e
molte persone a piedi. Silenzio, pace e tranquillità! Ma la cosa
più evidente NESSUN SUV!!!! Ma come sono nella patria delle case
automobilistiche Audi e Bmw e non ci sono Suv! Impossibile. Ad un certo punto
sento un odore di focaccia, di arancini, di pitoni, odori nostrani ed inconfondibili,
ed un vociare ed un rumore assordante in una piazza vicino. Mi dirigo verso la
Piazza ed incontro un sacco di miei concittadini che aspettano pazientemente che
un uomo alto 2 metri, vestito da gerarca nazista li chiami. Ogni volta che vengono
convocati, ricevono un paio di chiavi e possono ritirare il loro Suv. Pazzesco.
Sembra di essere a Messina, il giorno della Vara. Tutti che urlano, mangiano, e
contenti di avere ricevuto le chiavi, tornano nella loro Città. Settembre 2014:
Messina. La città è invasa dai Tir e dai Suv (arrivati dalla Germania ) e tutti
suonano il clacson. Abbiamo più piste ciclabili noi che Amsterdam, ma sono
inutilizzate ed allora, facciamo una cosa, trasformiamole oppure facciamo in modo
che da lì passino solo i Suv. Bellissimo! Saremmo la prima città ad avere la pista
ciclabile dei Suv. Questo, allegerirebbe il traffico e ci sarebbe più sicurezza per i
cittadini e per chi cammina o guida tranquillamente. Sarebbe anche un modo per
isolarli cosicchè si possa tutti vivere in maniera più rilassata. A proposito avete mai
visto una bicicletta, sulla pista ciclabile? L'altra mattina ne ho visto una ed
improvvisamente un sacco di gente si è radunata intorno e la guardava come si
guarda un alieno. C'erano bambini che non ne avevano mai vista una, ed il papà
cercava di spiegare cosa fosse, ma i bambini non capivano e facevano domande
strane, tipo : ma si può posteggiare in seconda fila? Ma posso suonare il clacson?
Ma posso mettere lo stereo? e la TV? ed il DVD? No .Niente di tutto questo , anzi
per camminare devi pedalare e quando piove ti bagni pure!!!! Ed allora che cazzo la
compro a fare! Preferisco il Suv. Il DNA non è un opinione!!!!
Leggo nei “Saggi” di
Mantaigne: «La peste de
l’homme, c’est l’opinion
de savoir». Credere di
sapere è l’idea che la
scuola, così com’è, ha
inculcato. A tutti i livelli,
dalle elementari all’università. La scuola
dei saperi minimi, per intenderci. Di
recente una ragazza fresca di laurea
triennale, rivolgendo una domanda a
un’illustre relatore, ha esordito: «Sono
una sua collega…». Per tale motivo,
scorrendo gli atti sulla riforma del
sistema educativo, ho sperato in una
svolta realmente innovatrice.
L’assunzione dal 2015 di 148 mila precari
è l’incombenza più rilevante per il
Governo. Ma, com’è scritto, per fare la
Buona Scuola (e far crescere il paese)
«non basta solo un Governo. Ci vuole un
Paese intero». Tuttavia in 136 pagine
non c’è il minimo accenno al problema
che in questa nostra scuola pubblica la
parte giovane del Paese impara poco,
come dimostra qualsiasi confronto
internazionale. La risposta investe
essenzialmente il modo di fare cultura.
L’impegno degli educatori è
insufficiente? La motivazione degli
studenti è scarsa? Si promuove troppo, e
spesso con valutazioni al rialzo? Si
premia il tentativo ad applicarsi
piuttosto che l’apprendimento reale? Si
sbaglia qualcosa nel rapporto tra
l’istituzione e le famiglie convinte della
genialità dei propri figli? A queste e
altre domande è necessario dare
risposta. Democraticamente il Governo
chiede di essere aiutato «a migliorare le
proposte, a capire cosa manca, a
decidere cosa sia più urgente cambiare e
attuare». Bene, proviamo ad
immaginare una scuola dove, studiando
seriamente, s’impari a far uso di ciò che
si sa e lo si usi davvero.
centonove.heritage@experiences.it
DI ANNA GIORDANO
Discariche, Ue pensaci tu
IL PRESENTE FALSIFICATO genera un futuro
malato. La storia si verifica (Slawomir
Mrozek). Ci sono voluti più di dieci mesi per
dire la parolina magica, “discarica” (con
ogni genere di puntualizazione), in piena
zona protetta, a due passi due dalle case, con la gente che
muore di puzza già oggi, figuriamoci domani. Ed ecco che
la frase che mi ero appuntata in una delle mie letture
extra studi (presunti) di impatto ambientale, per i quali
non succede mai nulla all’ambiente, a dispetto di ogni
logica e scienza, mi è tornata in mente. Da Palermo
procedono imperterriti. A procedura di Valutazione
Ambientale Strategica non ancora conclusa si da inizio alle
danze, ben due riunioni per aggiudicare la gara, le altre a
seguire. Imperterriti procedono, forse convinti che l’avere
forse artatamente creato l’ennesima emergenza li renderà
esenti da qualsivoglia stop e chissenefrega di ZPS, alberi
meravigliosi, macchia mediterranea, divieti per legge
bypassati con leggiadria. Ricordo i 50 minuti al telefono
con il sindaco, il 21 aprile, il mio primo giorno di ferie da
dedicare ai miei amati falchi, perso chiedendo di revocare
l’ordinanza che stoccava (illegalmente) i rifiuti a Pace. Il
pomeriggio passato a mandargli via email i punti critici
della vicenda tutta. Tempo perso, parole al vento.
Rammento le telefonate (tante) con Raffaella Spadaro,
l’unica che si è sgolata sull’ordinanza e sui pericoli a
seguire per la salute pubblica e ambientale (connubio
indissolubile, ma è meglio specificare). Non perdo la
speranza che giustizia trionfi, e che la multa imminente di
ben 60 milioni di euro e 158.200 euro al giorno per ogni
giorno di violazione, che l’Unione Europea sta
comminando all’Italia per le discariche e la mancata tutela
centonove pagina 38
ambientale, induca a più miti consigli, in primis i
responsabili di un futuro malato, avendo falsificato il
presente. Evidentemente l’italiano è un opinione, visto che
tutto ciò che abbiamo scritto sulle “anomalie” della
vicenda intera rifiuti, è rimasto lettera morta. Mi
piacerebbe avere la coscienza di costoro, immaginando
sonni sereni, risate e battute su quegli imbecilli di
ambientalisti (me compresa) che perdono tempo a fare le
pulci alle carte che nulla dicono ma che tutto avvallano. Io,
imbecille ambientalista, vado avanti. Voi, intelligenti
burocrati, pure. Chi oggi tace (consiglio di quartiere in
primis), per favore, taccia anche domani, se e quando
verranno fuori le “anomalie” e qualcuno capirà che troppa
arroganza è deleteria, per sè e per il prossimo. Già, il
silenzio. A volte parla più di mille parole. Lezione amara,
ma grazie comunque, mi è servita a capire che faccio bene
a lottare per la natura, l’homo “sapiens” pensi per sé, se
ne ha la capacità, cosa di cui dubito.
postercommenti
12 Settembre 2014
DISCUTIAMONE
Per favore, un Nobel per l’Italia
DI FRANCO
PUSTORINO*
IL 1959 È STATO, per l’Italia,
l’anno del miracolo
economico; un anno che
rimane un irripetibile ricordo.
E’ stato l’anno del Premio Strega vinto
dal “Gattopardo”; è stato l’anno del
Leone d’Oro assegnato a Venezia ex
aequo a “La grande guerra” di Mario
Monicelli e “Il generale della rovere” di
Roberto Rossellini ed è stato anche
l’anno del benessere economico, il
prodotto interno lordo era al 7 %.
Alla lira italiana veniva assegnato
l’Oscar per la moneta più solida di tutto
l’Occidente.
Il 1959 era soprattutto l’anno nel quale
all’Italia venivano assegnati non una ma
ben due premi Nobel- Il poeta Salvatore
Quasimodo, messinese doc, vinceva il
Nobel per la Letteratura con la seguente
motivazione: “Perché la sua poetica
lirica, con ardente classicità esprime le
tragiche esperienze della vita dei nostri
tempi”.
Al fisico Gino Segrè veniva attribuito il
premio Nobel per la Fisica per avere
scoperto l’antiprotone.
Da allora qualche altro premio Nobel
l’Italia lo ha avuto- tra questi quello
conferito all’attore- scritore Dario Fo, ma
poi più nulla.
Oggi- anche se nessuno sembra averci
pensato- è giunto il momento di
150 PAROLE DA PALERMO
Usa? No, grazie
DI
MARIA D’ASARO
Una docente, esperta in Pedagogia,
è stata invitata da un college di San
Francisco, in California, per tenere
un ciclo di conferenze. Atterrata in
città, il funzionario che controlla i
visti le dice che il suo visto di
ingresso non è valido perché la
richiesta del college non è conforme
a quanto richiesto dalla procedura.
L’insegnante, precisando che è la
seconda volta che si reca negli U.S.A.
su invito della scuola, chiede al
funzionario di chiamare il college
che chiarirà la sua posizione e, se
necessario, modificherà i termini
della richiesta. Il preposto alla
sorveglianza è irremovibile: dopo 11
ore di volo e 7 di logorante e inutile
attesa in isolamento, la collega viene
rimpatriata col primo volo
disponibile. L’insegnante ha giurato
che non metterà più piede negli
U.S.A., neppure se pagata a peso
d’oro. Ma che futuro ha uno Stato
incapace di distinguere un’innocua
studiosa da un pericoloso terrorista?
conferire all’Italia il premio Nobel per la
pace, la solidarietà sociale e la umanità
dimostrate.
Mi riferisco all’operazione “Mare
Nostrum” e alle quotidiane azioni di
soccorso in mare che hanno salvato e
continuano a salvare migliaia di vite
umane, di emigranti disperati, di donne
e di bambini che fuggono dai Paesi
d’origine, lacerati da guerre
interminabili.
L’Italia, pur essendo stata lasciata sola e
pur a corto di risorse, ha investito tutto
quanto era possibile per realizzare una
missione umanitaria senza precedenti.
Gli altri Paesi Europei sono stati a
guardare. Solo adesso, a seguito di una
dura presa d posizione del Governo
Renzi e soprattutto del Ministro Alfano
sembra che qualcosa cominci a
muoversi. Fin’oggi l’Italia ha incamerato
soltanto il plauso di tutti i Paesi Europei
che, però, non basta per portare
soccorso e salvare da sicura morte
migliaia di emigranti disperati.
Cosa accadrà ancora non è dato sapere
perché l’Unione Europea ha già fatto
sapere di essere a corto di risorse
economiche.
Qualcosa, però, andrà fatta perché a fine
Ottobre il Governo Renzi ha annunziato
la fine dell’operazione “Mare Nostrum”.
Se gli altri Paesi continueranno a non
intervenire vorrà dire che l’Unione
Europea non è una unione di solidarietà
ma soltanto una unione di comodo e di
interessi.
E’ auspicabile che questo non accada.
Ed è altrettanto auspicabile che sia
proposta, senza ulteriore ritardo,
l’attribuzione del Premio Nobel per la
pace all’Italia per la solidarietà,
l’impegno e la umanità dimostrate in
occasione dei quotidiani sbarchi di
emigranti sulle coste del Paese,
malgrado la crisi economica che lo
stesso sta attraversando.
* Avvocato
ANIMAL HOUSE
ELIODORO
Ciminiere come il Piave: non passa lo straniero
CATANIA - Doveva essere un blitz della burocrazia ma non è riuscito. Il
sindaco metropolitano Enzo Bianco aveva lanciato le sue truppe alla
conquista delle Ciminiere, pezzo pregiato dell’ex Provincia di Catania. Nello
Musumeci che l’inaugurò nel 1996 è pronto a fare le barricate: "prima una
legge dell'Ars, poi il patrimonio provinciale sia assegnato. Altrimenti c’è la
Corte dei conti".
ANTIBUDDACI
DI DINO CALDERONE
La comune di Messina
L'addio a “Cambiamo
Messina dal basso” di
Nina Lo Presti e Gino
Sturniolo, non è stato un
fulmine a ciel sereno. Più volte i due
consiglieri comunali hanno espresso
critiche severe all'operato del sindaco
e della sua giunta. Ma una rottura così
radicale non può essere solo
conseguenza di diversità di vedute su
singoli problemi. La cultura politica di
“Cambiamo Messina dal basso” si
ispira a uno dei miti fondanti di gran
parte della sinistra, non solo marxista:
la Comune di Parigi. Sia Marx che
Lenin videro nella Comune del 1871
una nuova forma di stato. Secondo
Lenin: “la fonte del potere non è la
legge preventivamente discussa e
votata dal parlamento, ma l'iniziativa
diretta, locale, dal basso delle masse
popolari...i funzionari, la burocrazia o
sono anch'essi sostituiti dal potere
diretto dello stesso popolo o, per lo
meno, sono posti sotto controllo
speciale, e non soltanto sono scelti
unicamente per via di elezioni, ma
sono revocabili alla prima richiesta del
popolo e messi nella condizione di
semplici delegati”. Comunque, a parte
Marx e Lenin, chi può negare che
l'idea di democrazia diretta e non
delegata, sia la matrice di “Cambiamo
Messina dal basso”? Non solo ne ha
parlato spesso il sindaco e alcuni
assessori, ma è l'idea centrale a cui
l'attuale giunta vuole ispirarsi come,
per esempio, sul tema dei “beni
comuni”. Vedremo adesso se i due
consiglieri comunali rappresentano
solo l'ala più radicale di “Cambiamo
Messina dal basso”, che ha sempre
visto nella democrazia rappresentativa
un limite grave da superare, e se
l'attività amministrativa, rigorosa e
puntuale, riuscirà ad avere finalmente
la meglio sugli occhiali ideologici che
appannano il governo della città.
L'addio di Lo Presti e Sturniolo
potrebbe incoraggiare il sindaco ad
avere un approccio piu pragmatico
alla realtà cittadina. La maggior parte
dei messinesi vorrebbe infatti un
Comune capace di risolvere problemi
concreti, non la costruzione della
Comune di Messina.
dinocalde7@gmail.com
DI ROBERTO SALZANO
Licenza di uccidere
IN AFGHANISTAN C'è licenza di uccidere i
randagi. Spietatamente. Una campagna di
eliminazione di massa, che già durante lo
scorso anno ha condotto alla soppressione di
quasi ventimila esemplari. La causa di tanta
furia assassina è la paura che si diffondano
rabbia ed altre malattie. E questa paura non lascia spazio
ad un briciolo di umanità. I cani vengono intrappolati con
reti o ganci metallici: inutili i tentativi di liberarsi. Vengono
costretti ad ingerire veleno, che li uccide in pochissimo
tempo, tra atroci sofferenze. Lungo le strade vengono
lasciati pezzi di carne letali, per non lasciare scampo. Le
carcasse sono poi recuperate ed ammassate sui mezzi. Infine
scaricate e lasciate a marcire nelle discariche, insieme alla
comune immondizia. Poco importa che fossero esseri
centonove pagina 39
viventi. Questo prevede la campagna di pulizia di Kabul, la
capitale, i cui cittadini vanno tutelati da qualsiasi rischio
possa essere rappresentato dai quattrozampe liberi sul
territorio. Il benessere animale non è tra le priorità del
governo. La compassione è una grande sconosciuta. Così si
consuma un massacro quotidiano, proposto come la
soluzione ad un problema. Un problema sicuramente ed
innegabilmente esistente, ma qualche coscienza inizia a
smuoversi. Veramente bisogna rassegnarsi ad assistere ad
un'immane tragedia? Progetti di vaccinazione e piani di
sterilizzazione non ridurrebbero il numero dei randagi, i
morsi, i graffi e la psicosi di contrarre la rabbia dopo
un'aggressione? Davvero gli afghani sono disposti a
convivere con un'ecatombe continua? Il vero approccio,
quello sano, al problema dei randagi è il dialogo con i
funzionari, la sensibilizzazione dei cittadini, la diffusione di
una cultura fondata sull'amore e sul rispetto di ogni forma
di vita al mondo.