ANNO XXI Numero 34 12 SETTEMBRE 2014 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA In bilico EURO 1,50 REGIONE FUOCO DI FILA CONTRO IL GOVERNO CROCETTA. CHIESTA LA SFIDUCIA DI DUE ASSESSORI, MENTRE IL GOVERNATORE PRECIPITA NEI SONDAGGI. ECCO COME IL GOVERNO VIVACCHIA. SENZA MAGGIORANZA Il governatore Rosario Crocetta in una elaborazione fotografica 12 Settembre 2014 il punto EDITORIALE E ora facciamo le ammucchiate NON CI VUOLE molto a capire che Messina non è Macerata, come Torino non è Roccacannuccia. Ma i politici dell’ultima ora, quelli travestiti da docenti universitari politically correct, che per anni ci hanno spiegato quanto era nocivo il Ponte e ora trovano l’intesa ideologica con i nipotini dei Pontisti, forse non lo sanno. Prima tale Ciucci veniva idolatrato come Salvatore dei cassonetti: basta prendere un premio- Ambiente e si pensa che con la bacchetta magica si cancellino anni di inciuci tra Pd e An dentro Messinambiente. A questo livello terzo di delinquenza filo-politica, mai seriamente indagata dalla magistratura, ora si aggiungono le soluzioniammucchiata proposte dall’attuale segretario-city manager, Antonio Le Donne. Vuole fare una grande partecipata, una maxi-società chiamata Multiservizi, per metterci dentro i dipendenti della munnizza, quelli dell’Atm e, a mollo, anche quelli dell’acqua, l’Amam. Questo mentre Renzi le partecipate, non le municipalizzate, vuole portarle da novemila a mille. Ma che volete. Qui, gli scienziati, trovano anche le leve del vantaggio fiscale: una società così strutturata pagherebbe meno tasse per il managerdirettore generale. Non male come idea, se il mondo non andasse al contrario: a pagare meno tasse dovrebbero essere i cittadini, oggi i più tartassati d’Italia perché tutto quello che ruota attorno a munnizza, trasporti e acqua li ha prima nauseati, poi arrotati e infine annegati. Le tre suore uccise in Africa Quando la religione mina la pace L’integralismo islamico è un grave pericolo. Ma quello cattolico non è da meno e coltiva messaggeri di ingiustizia e risentimento sociale. La morte delle tre suore in Africa serva da lezione DI DOMENICO BARRILÀ LA TRAGICA MORTE in Africa delle tre suore italiane, si è incagliata in un epilogo assai diverso da quello che i tanti frettolosi commenti lasciavano intendere, di sicuro meno epico, piuttosto lontano da semplificazioni avventate e guerre tra civiltà. L’assassino, di sicuro non sanissimo di mente, dopo l’arresto ha confessato di avere agito per ritorsione, poiché la parrocchia in cui operavano le religiose sarebbe stata costruita su un terreno appartenuto ai suoi genitori. Nei giorni precedenti la rivelazione si erano moltiplicati i punti di vista e le riflessioni avevano attinto altezze vertiginose. Nulla era ancora certo, ma gli argomenti avevano già imboccato la strada del martirio, nelle sue sottili classificazioni. Quando i giudizi o le ipotesi temerarie arrivano da così lontano e troppo in anticipo, diventano pre-giudizi e non sono certo meno letali delle coltellate, anzi qualche volta, magari involontariamente, possono ispirarle. Era accaduto, se non abbiamo perso la memoria, ad un muratore magrebino, accusato e arrestato per l’uccisione di Yara Gambirasio. L’estraneità è successivamente apparsa chiara, ma intanto la sua vita era stata macchiata. Qualche anno fa una ragazzina di origini africane, adottata da una famiglia italiana, si era ustionata la pelle nel vano tentativo di schiarirla con dei prodotti chimici. Un comportamento autolesivo iniziato all’indomani di un’aggressione subita da parte di bravacci, in una cittadina del Nord. Una persona anziana gridava dal suo balcone di essere stata rapinata in casa. La ragazza, che stava chiacchierando per fatti suoi in un parchetto vicino, con delle amiche italiane come lei, è stata raggiunta da un gruppo di uomini che pensavano di fare giustizia sommaria, a casaccio. Il risultato è stato catastrofico, l’innesco di una grave nevrosi dall’esito difficile da prevedere. Qualche giorno dopo il sindaco della cittadina aveva scritto ad un settimanale nazionale esponendo una tesi aberrante, anzi criminale e razzista, che suonava all’incirca così: “Se qualcuno grida al ladro e nei paraggi c’è una persona di colore, trovo Caporedattore: Graziella Lombardo Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segretaria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via San Camillo, 8 Messina. Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430210 P. IVA 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11-92 del 4 maggio 1992. Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229. Stampa: Sts - Società tipografica siciliana spa Strada 5 n. 35 Zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti: via San Camillo, 8 - 98122 (ME), CCP n. 90443839 Copie arretrate: euro 3,00. Progetto grafico: Davide Lopopolo per Psychodesign www.psychodesign.it. Internet: http://www.centonove.it email: centonove@centonove.it centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile Enzo Basso Garante del lettore: Attilio Raimondi centonove pagina 2 naturale prendermela con quella”. L’effetto trascinamento delle parole, quasi invisibile, è spesso decisivo, vedere ad esempio i risultati che ottengono quei sindaci che tentano di soddisfare le comunità islamiche, in cerca di un luogo dove riunirsi per pregare. I contrari, nelle cui schiere i cattolici praticanti, consacrati compresi, non sono certo minoranza, strumentalizzati da meschini esponenti del centrodestra, utilizzano motivazioni fruste, come la mancanza di reciprocità, l’impossibilità di aprire chiese cattoliche in regioni islamiche. Costoro dicono di essere mossi da sentimenti di tutela per la loro religione. Uno zelo non richiesto. Ma forse, offuscati dall’ignoranza e dalla fobia del diverso, dimenticano che se per un lungo periodo il Cristianesimo è stato uno dei fari nel progresso delle civiltà, lo si deve a un dettato così evoluto (troppo grande da starci nelle loro teste) da revisionare persino il concetto di “nemico”. L’integralismo islamico è un grave pericolo per la pace, ma quello cattolico non è da meno perché mina alla radice un antidoto fondamentale alle intemperanze religiose di ogni tipo. Purtroppo nel Cattolicesimo si annidano, oltre a tanti uomini di buona volontà, innumerevoli individui dalle idee confuse nonché schiere di opportunisti che sfruttano a meraviglia l’ombrello di credibilità che offre il marchio di “bravi ragazzi d’oratorio”, spesso decisivo per diventare sindaci o amministratori pubblici, magari senza merito alcuno, o avere un lavoro in banca o altrove. Costoro sono messaggeri di ingiustizia e di risentimento sociale non meno di quei fanatici che si annidano nella carne dell’Islam. La disgraziata vicenda con cui abbiamo aperto questa riflessione, dovrebbe servire da lezione a tutti. Il mondo è una polveriera, quelle suore erano in Africa proprio perché sapevano che i popoli sono assetati di buone notizie e di buone parole. I pensatori professionisti non si sono distinti per prudenza e nemmeno per acume, e forse dovrebbero restituire i compensi ricevuti per i loro inutili, in questo caso, funambolismi. Distribuzione: Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso 9/11 - 98124 Messina telefono 090 692508. Distributore regionale: Eagleservices via M. Rapisardi, 62 - 95021 Acicastello (CT). Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430211. 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Il Tribunale ha accolto l’espostodenuncia, firmato una settimana dopo, da Adele Fortino, moglie dell’economista messinese. Assistita dall’avvocato Carmelo Scillia, nell’esposto, inviato per conoscenza anche alla Procura della Repubblica di Messina, la giornalista chiede vengano svolte tutte le indagini utili, “anche accertamenti tecnici, indifferibili ed urgenti”, per fare luce sulla morte improvvisa dell’ex prorettore dell’Università di Messina. In pratica: riesumazione della salma ed esame autoptico. Settantadue anni, Mario Centorrino, già assessore alla Formazione del governo Lombardo, saggista vicino alle posizioni dei Ds, da ultimo avvicinatosi alle tematiche “autonomiste”, aveva superato varie “e più difficili” noie con la salute: non mancava di fare frequenti controlli sanitari e il suo quadro clinico da ultimo - secondo i medici che lo hanno FIERA DI MESSINA Collezione Molonia, sfrattate le carrozze MESSINA. Le carrozze della collezione Molonia dovranno abbandonare il capannone della Fiera di Messina in cui sono custodite da tempo. È la decisione presa dall’Autorità Portuale, che sta per notificare il provvedimento non senza cercare di trovare una soluzione tampone. Le vetture storiche furono collocate all’interno della Campionaria su richiesta dell’ex sindaco Giuseppe Buzzanca in cambio di un canone di locazione che sarebbe stato corrisposto dal Comune. Dopo le scorse elezioni, però, Palazzo Zanca, in particolare gli uffici preposti, non avevano riconosciuto l’accordo preso dall’ex primo cittadino, sospendendo i pagamenti. Da qui la decisione dell’Authority di mettere una pietra sopra alla questione e di sfrattare la collezione senza aver incassato più il becco di un quattrino. La raccolta della famiglia Molonia comprende carrozze d'epoca risalenti dal ‘700 ai primi del ‘900: landau, berline, coupé, milorda, brek vagonette, calessi, dottorini, baldacchini. Uno dei pezzi più pregiati è la berlina senatoria. Mario Centorrino avuto in cura - non presentava particolari preoccupazioni. E’ anche per questo che la moglie, superati i momenti più convulsi, ha deciso di ricorrere alle vie legali: “sapere perché Mario è morto”. E’ un racconto drammatico quello che la giornalista fa nell’esposto. Ricevuta intorno alle 16,45 una telefonata dal marito dall’hotel Majestic di Riscione che la informa di stare male, “un dolore- bruciore al basso ventre che non gli permette di urinare”, lo invita ad andare all’ospedale di Brunico, dove lo raggiunge 45 minuti dopo. Qui tentano inutilmente di infilargli un catetere, fino a quando, dopo una incisione sovrapubblica” viene svuotata la vescica. Ma un'ora dopo la febbre non scende: 39,7. Il docente alla notizia che non può essere dimesso, si infuria, si agita, fa per alzarsi e garbatamente protesta: "se mi succede qualcosa mi direte sono un cazzone, ma io da qui intendo andare via…”. Gli viene somministrata della tachipirina per bocca, vomita. Ma è irremovibile a farsi dimettere, ad andare via: firma e fa chiamare un taxi, cui, nonostante il malore, riesce a dare le istruzioni per il tragitto. Giunto in albergo, si accascia in ascensore prima di raggiungere la stanza 104. Accorrono due camerieri, si chiama il 118: Centorrino piega la testa, non si muove più. Il massaggio cardiaco si rivela inutile, come la corsa verso l’ospedale.Ora l'esame autoptico dovrà svelare le cause della morte improvvisa. Negligenza dei medici, compresa. SOMMARIO PRIMO PIANO 6-7. Crocetta in un cul de sac Fuoco di fila contro il governatore. Che resta senza maggioranza POLITICA 8. Care, vecchie Province Vertice a Palazzo dei Leoni sulla nascita dei liberi consorzi di Comuni 9. Rizzo scivola sulle tasse Il sindaco accusato di non avere pagato 25 mila euro di tributi 10. Pagheremo di meno. Ma di più Votata la Iuc, imposta “unica” che si divide in tre: spazzatura, prima casa e seconda abitazione 12. Tutti contro Alessio Ciacci Il liquidatore di Messinambiente sotto il tiro incrociato dei consiglieri. E non SICILIA 13. Ateneo, svolta per Statuto Il rettore vara le modifiche che cambieranno il volto agli organi di governo accademico 14-15. Parcheggio a singhiozzo Riparte l’iter per i cinquecento stalli di Faro. Iniziato nel 2003 e fermo al palo da allora 16. Beni culturali, Palermo “ladrona” La paralisi del sistema di tutela e valorizzazione, che non gestisce ciò che guadagna 17. Risparmi in classe Ecco cosa cambia negli istituti superiori messinesi 20. Bici elettrica, che passione Da Villafranca a Capo d’Orlando cresce l’uso delle due ruote 22. Ecco i mattoni della vita Due fisici messinesi trovano la spiegazione della mutazione dell’inorganico dopo 30 anni ECONOMIA 23. Agroalimentare, Sicilia pop L’isola capofila di undici paesi rivieraschi 24. Tremestieri, porto al Terminal Resta senza gestione la seconda rada di Messina dopo la gara andata deserta POSTER 28. La favola di Maria Messina Undicesima edizione del premio intitolato alla scrittrice RUBRICHE 4-5. Settegiorni 26. Consumatori / Consulenti 30-31. Libri/La Classifica/Lacerti di Letture 32-33. Mostre 34. Musica 35. Teatro 36. Spettacoli 38-39. Lettere & Commenti 38. Qui Scuola / Heritage / Ecologia 39. Eliodoro / 150 Parole da Palermo 39. Antibuddaci 39. Animal House centonove pagina 3 TEATRO VITTORIO Puglisi lavora a uno spot per lanciare la stagione MESSINA. Il presidente del Teatro Vittorio EmanueleMaurizio Puglisi sta lavorando per studiare uno spot pubblicitario che rilanci l’ente e la sua stagione teatrale e musicale. Unico diktat: nel trailer vuole la presenza del sindaco Renato Accorinti e e del direttore artistico Ninni Bruschetta. ISPETTORATO DEL LAVORO Contestazioni al Villaggio di Capo Calavà di Brolo BROLO. Blitz di fine stagione al Villaggio di Capo Calavà a Brolo. "Abuso di richiesta di 407" è la sintesi che gli ispettori del lavoro stanno allegando, alla pesante sanzione che sta per essere irrogata al titolare del centro di villeggiatura: quasi 80 assunzioni "irregolari", che permettevano da una parte sgravi fiscali all’impresa e la possibilità dell’indennità di disoccupazione per gli assunti. TIRRENOAMBIENTE Enrico Spicuzza coordinatore del comitato di sorveglianza MESSINA. E' Enrico Spicuzza, presidente dell'Ordine dei commercialisti di Messina, il coordinatore del comitato di sorveglianza di Tirrenoambiente, nominato dalla società mista capeggiata dal Comune di Mazzarà. Ad affiancarlo nell’organismo previsto dalla legge 231 anche il consulente Antonio Pulcini e Domenica Puleo.La società è finita nell’occhio del ciclone a seguito delle revoche di autorizzazione a smaltire rifiuti da parte della Regione, dopo le ispezioni dell’Arpa, del Nos dei carabinieri, intervenuti aseguito delle denunce del sindaco di Furmari, Mario Foti. 12 Settembre 2014 settegiorni CHI SALE Ciccio Curcio MESSINA. L'ex consigliere comunale ha scoperto di avere il pollice verde, prima ha ripulito e poi ha abbellito con piante ed alberi il vasto spazio sotto la sua abitazione, che adesso dopo la cura, non è più un luogo brullo e pieno di erbacce ma un giardino degno di quelli di Versailles. Patrizia Panarello MESSINA. L'assessore comunale partecipa all'estrazione per il premio-lotteria dell'Agosto messinese e miracolosamente il suo biglietto tra 1660 partecipanti viene estratto per primo e vince una crociera, tra oceani e isole sperdute. Ma l'assessore pasionaria dell'Isola pedonale, attenta come sempre alla forma e alla sostanza, sa come ritrovarsi e non perde tempo per dire: "Regalo questo biglietto alla famiglia che ha adottato un bambino immigrato". Totò Cordaro PALERMO. «Rosario Crocetta? Se è presidente della Regione deve dire grazie a Francantonio Genovese. Il deputato del Pid si è passato lo sfizio di fare il confronto tra i voti presi da Nello Musumeci e quelli presi dal governatore alle elezioni del 2012. La sua conclusione? «Crocetta scelga meglio le persione...». Don Gianni Russo MESSINA. Un salesiano “ricco di umanità oltre che di professionalità” alla guida dell’Istituto San Domenico Savio di Messina. Il nuovo direttore prende il posto di Don Olimpio Simonato. Resterà in carica per i prossimi tre anni, che coincidono con le celebrazioni del bicentenario di Don Bosco. Giancarlo Garozzo SIRACUSA. Il sindaco di Siracusa incassa finalmente il sì del ministero ai Beni culturali sulle nomine del nuovo Consiglio di amministrazione dell’Inda, l’Istituto nazionale del dramma antico. Il consiglio si può così insediare e programmare le attività, a cominciare dalla prossima edizione delle Rappresentazioni classiche. Presidente è Giancarlo Garozzo; consigliere delegato, individuato dal ministro, è Walter Pagliaro. Consiglieri Paolo Giansiracusa, Antonio Presti e Arnaldo Colasanti. TAR DI CATANIA SOCIETÀ Istituzione Isola pedonale, rigettato il ricorso contrario Affido familiare, un laboratorio di tre giorni a Forte Petrazza MESSINA. Comune di Messina 2, contrari all’isola pedonale 1. Il Tar di Catania ha infatti rigettato la richiesta di un provvedimento contrario all'istituzione temporanea fino al prossimo 30 settembre dell'isola pedonale di Piazza Cairoli. Tutto era iniziato lo scorso agosto, quando il consiglio comunale aveva ridotto l’area (1 a zero per gli anti-isola). Subito dopo, l’amministrazione aveva pareggiato i conti, deliberandone l’istituzione temporanea. Il sorpasso è avvenuto adesso con la decisione dei giudici. Così l’assessore alla viabilità, Gaetano Cacciola: «Giudico significativo che nella sostanza sia stata confermata Gaetano Cacciola la correttezza delle procedure amministrative della Giunta, che ha deliberato nell'ambito delle proprie esclusive competenze. Adesso, come concordato, lavoreremo per eliminare i punti critici e, d'intesa con i cittadini, le associazioni, la quarta circoscrizione ed il Consiglio comunale, formuleremo una proposta il più possibile condivisa che possa andare nella direzione del miglioramento della vivibilità dell'intera area, garantendo uno spazio definitivamente libero dal traffico ed aperto alle esigenze di tutti i cittadini». MESSINA. L’associazione “Una famiglia per amico”, in collaborazione con il Centro Affidi distrettuale del Comune di Messina, promuove un laboratorio formativo sul tema “L’emozione, la regola, la vita. Affido familiare come scelta di crescita”. Il laboratorio si svolgerà a Forte Petrazza, a Messina, nei giorni 3, 11 e 18 ottobre 2014. Per la partecipazione è prevista una quota di € 5.00, e per iscriversi occorre trasmettere alla mail Laboratorio_affido@virgilio.it, entro e non oltre il 20 settembre 2014, il modulo di adesione allegato al seguente indirizzo Internet: www.comunitasolidali.org/index.php/news/3770Dal-3-ottobre-il-laboratorio-Affido-familiare-come-crescita-,-le-iscrizioni-entroil-20-settembre. L’esordio letterario di Corrado Fortuna sbarca da Colapesce MESSINA. Da “Colapesce, libri, gusti, idee”, Corrado Fortuna presenta il suo esordio letterario, “Un giorno sarai un posto bellissimo” (Baldini & Castoldi). L’appuntamento, moderato da Manuela Modica, è per oggi pomeriggio (venerdì 12, ndr) alle 19. Nato a Palermo nel 1978, Fortuna, attore, ha esordito come protagonista di “My Name Is Tanino” di Paolo Virzì. Tra i premi ricevuti, “Guglielmo Biraghi”. INIZIATIVE Aree protette, dibattito a Caltagirone CALTAGIRONE. “La gestione delle aree protette nella Regione siciliana” è il tema del seminario che, su iniziativa delle associazioni “Ramarro Sicilia” e “Cea” Messina, si terrà venerdì 12 settembre, a partire dalle 16, a Palazzo ceramico (Palazzo Reburdone), a Caltagirone, con interventi di rappresentanti istituzionali ed esperti del settore. In commissione Ambiente all’Ars è in fase di discussione il nuovo testo normativo sulla gestione delle riserve e dei parchi e le associazioni Ramarro Sicilia e Cea Messina Onlus, hanno esposto un modello di gestione ultraventennale sulla base dell'esperienza maturata nella conduzione dell'area di contrada Renelle, nel bosco di Santo Pietro, a Caltagirone, concretatasi nel recupero e nella piena restituzione alla fruizione pubblica, anche con finalità turistiche, di un'area prima degradata”. SENTENZE. Per la Cassazione la frase è una ingiuria. Dovrà pagare 45 euro di multa Dice alla sua ex “sei una nave scuola”, condannato Imputato era un marito messinese che contestava alla moglie i trascorsi amorosi ROMA. Una donna “navigata”, disponibile a dare lezioni ai marinai, sintetizzata in una espressione ormai luogo comune a Messina: «Sei una nave scuola». E’ costato caro però questo modo di dire ad un ex marito di Messina, che apostrofava così l’ex moglie nei primi tempi della loro separazione. E’ vietato dunque paragonare le donne alle navi scuola, con riferimento alla vastità delle loro trascorse relazioni amorose. Lo ha deciso la Cassazione che ha condannato l’ex marito siciliano di Messina che spesso, quando vedeva la donna separata, nei primi tempi della rottura, aveva il brutto vizio di dirle "sei una nave scuola", e per essere ancora più chiaro aggiungeva "hai sempre avuto amanti". Ad avviso della Suprema Corte, "i termini rivolti dall'imputato alla ex moglie si rivelano chiaramente offensivi secondo l'apprezzamento della generalità dei consociati", ossia in base al comune sentire della maggior parte delle persone. Per questo, la Cassazione ha respinto la tesi dell'imputato - Giuseppe Z. (classe 1960) - che voleva scampare alla centonove pagina 4 condanna penale sostenendo che quelle frasi erano solo parole di "tenue" contenuto offensivo sulle quali si poteva chiudere un occhio. I supremi giudici, invece, con la sentenza 37506 della Quinta sezione penale depositata oggi e relativa all'udienza svoltasi il 13 maggio, hanno confermato il verdetto emesso dal Tribunale di Messina il 22 settembre 2010 con il quale l'ex marito era stato condannato a 450 euro di multa. Giuseppe Z. si era separato da Antonia R. nel 2002 ma ancora nel settembre di quell'anno non aveva digerito la chiusura del rapporto matrimoniale e "in più occasioni", tra il 22 e il 28 settembre di quell'anno, aveva apostrofato la ex moglie paragonandola alla 'nave scuola' che insegna ai non iniziati il manuale 'pratico' dell'amore. settegiorni 12 Settembre 2014 CHI SCENDE Vincenzo Franza VILLAFRANCA TIRRENA. Premiati la ragazza e il ragazzo dell’anno. Nel futuro di Giulia c’è già un videoclip e un calendario Mia cara miss Soddisfatto il sindaco che ricorda anche il successo di Chiara Salvo a miss Italia VILLAFRANCA TIRRENA. Una cerimonia elegante, quella svoltasi nell'aula consiliare del Comune di Villafranca Tirrena il 6 settembre per premiare Giulia Cardullo, la sedicenne fresca vincitrice del concorso "Ragazza dell’Anno 2014" organizzato dall’Associazione “Divertiamoci correndo” di San Filippo del Mela. Insieme a lei il “Ragazzo dell’anno” Simone Mastroieni, entrambi trionfatori nell’attesa finale della kermesse di bellezza svoltasi nella notte del 24 agosto scorso presso la struttura di Villa Mont Valerie di Santa Lucia del Mela. Il sindaco Matteo De Marco e la sua giunta hanno voluto riconoscere i meriti alla giovane Miss che ha portato in alto il nome del comune Tirrenico. “Sono molto emozionato e contento ha dichiarato il sindaco - per la splendida affermazione che arriva a poco distanza dal successo ottenuto da Chiara Salvo a Miss Italia, a Villafranca ci sarà un fluido magico, ma soprattutto ci sono tante belle e brave ragazze”. Non poteva mancare il presidente della Pro Loco villafranchese, Antonio Domenico Bonaccorso che, nel suo intervento, ha dichiarato l’intenzione di far diventare Giulia testimonial delle manifestazioni organizzate dall’ente Pro Loco. Durante la cerimonia è intervenuto il maestro orafo Elio Appierto che ha realizzato la tiara del valore di € 1.000,00 vinta dalla Ragazza dell’Anno, Carmen Villalba che è stata una delle ospiti durante le selezioni del concorso ideato da Francesco Anania e Simone Mastroieni, eletto insieme a Giulia Ragazzo dell’Anno 2014. Giulia e Simone saranno i SEQUESTRATE 40 TONNELLATE DI ORO ROSSO Smaltimento del rame rubato, le due centrali in provincia di Messina MESSINA. Sgominata la centrale in Sicilia della “raccolta e smaltimento” di rame rubato. È il bilancio dell'operazione coordinata dalla Procura di Messina che ha portato i carabinieri di Caltanissetta a eseguire 4 ordinanze di custodia in carcere e proceduto al sequestro preventivo di due aziende e di 40 tonnellate di rame, la più grossa quantità di “oro rosso” sequestrata in una sola occasione sino ad ora in Italia. L'area di raccolta sarebbe stata concentrata in Sicilia su due ditte 'La Fratelli Di Blasi Ecofreme' e la 'Metal Rottami'. La prima, sostiene l'accusa, fungeva da 'raccoglitore', la seconda provvedeva a trasferire il metallo in diverse aeree del nord Italia. Una tesi, questa, accolta dal Gip di Messina che ha disposto il sequestro preventivo delle società e emesso provvedimenti di custodia cautelare in carcere per i fratelli Alberto, Antonio e Luciano Di Blasi, dell'omonima ditta, e per Lucia Spadaro, a capo della 'Metal Rottami' di Venico Marina. Era da quest'ultima sede, secondo la ricostruzione dell'accusa, che una ditta di trasporti portava il rame in nord Italia e in particolare alla 'Ecoacciai' di Pontedera. Società quest'ultima estranea all'inchiesta, nella cui sede la Procura di Messina ha disposto una perquisizione per acquisire documenti. Nell'ambito delle indagini, il 27 agosto, i carabinieri di Caltanissetta, in collaborazione con quelli di Messina e Pisa, hanno 'seguito' un Tir che trasportava 30.000 chili di rame, per un valore stimato dagli investigatori in 200mila euro che è stato consegnato alla ditta toscana. MESSINA. Un campione di caduta di stile o di faccia tosta? Un po' l'uno, un po' l'altro, per l'amministratore della Tourist. Nel corso di una conferenza stampa convocata per smentire "le corbellerie" pubblicate sul "quotidiano cittadino" a proposito del costo "esoso" del servizio di traghettamento sullo Stretto, rispetto alle tariffe europee, ha stoppato il cronistaD'Amico che sosteneva occorressero "almeno settanta euro per la tratta Messina-Reggio", con una battuta "assassina": "Non sei credibile perchè non paghi, hai la tessera gratuita della Caronte e Tourist...". Antonino De Simone MESSINA. L’impeccabile presidente dell’Autorità Portuale di Messina ha “tradito” il suo ferreo salutismo. Un paio di giorni fa, preso dalla fretta e dalla fame, ha comprato cololette già impanate dei sani petti di pollo. De Simone ha provato a giustificarsi: «Qui a Messina vivo solo e si era fatto tardi». Carmelo Pino protagonisti di un videoclip del cantante Hervè Olivetti dal titolo Diavolo di un angelo. Giulia sarà anche la protagonista insieme alle altre undici vincitrici del concorso del calendario 2015 realizzato dall’azienda Pubblimania. ROSA E NERO Giardino della Memoria: un albero per il Beato Pino Puglisi PALERMO. Un albero dedicato al Beato Pino Puglisi, ucciso dalla mafia nel 1993. Lunedì 15 settembre, al Giardino della Memoria di Ciaculli, giornalisti e magistrati si ritroveranno nel sito confiscato per piantare un altro albero in quello che il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha definito il Pantheon della Memoria. Appuntamento alle 10,30 per la manifestazione promossa dal Gruppo siciliano dell'Unci e dai magistrati dell'Anm. Catania rende omaggio a Mariella la rossa CATANIA. Con Mariella Lo Giudice se ne andava nel 2011 un’attrice prestigiosa, allevata e cresciuta nell’alveo del Teatro Stabile di Catania che la ricorda per il terzo anno consecutivo nella splendida Corte barocca di Palazzo Platamone a lei intitolata, dove il 12 settembre alle 21 si celebrerà il “Memorial Day Mariella Lo Giudice”. Il teatro e la città rendono così omaggio all’artista nel suo giorno onomastico con una spettacolo a scopo di solidarietà a favore della fondazione Fon.Ca.Ne.Sa. Protagonisti il compositore Germano Mazzocchetti e la coreografa Silvana Lo Giudice, sorella di Mariella. Capo d’Orlando in lutto per Domenico Milone CAPO D’ORLANDO. Lutto a Capo d’Orlando per la scomparsa di Domenico Milone, già assessore comunale che alcune settimane fa era stato colpito da una emorragia cerebrale, dalla quale non si è più ripreso. Milone era ungrande appassionato di sport e di basket in particolare. Sulla scia delle gesta del figlio Lino, uno dei pilastri dell’Orlandina di quel periodo, fu dirigente ed anche presidente, dal 1983 al 1987, portando l’Orlandina in serie C. centonove pagina 5 MESSINA. L’ennesimo segretario comunale lo abbandona. Dall’inizio della legislatura, sono otto gli alti funzionari che, poco dopo la nomina, hanno detto addio al sindaco di Milazzo. L’ultimo a salutare Pino è stato Santi Alligo, che per motivi personali si è dimesso per ritornare nella sua penultima sede, il Comune di Lipari. Mario Pizzino MESSINA. La risolutezza del dirigente alla Viabilità di palazzo Zanca costerà al Comune un ricorso che potrebbe azzoppare la Zona a traffico limitato. In risposta all’invito dell’Autorità Portuale al sindaco di scorporare dalla Ztl alcune aree di proprietà dell’ente, il dirigente ha risposto: non si cambia niente, fate ricorso. E ricorso al Tar fu. Totò Cuffaro ROMA. Il carcere piega anche la fede politica? Dopo la nuova fatica letteraria, "Le carezze delle nenie", dedicata alla vita dietro le sbarre, l'ex presidente della Regione, ha deciso di cambiare partito sposando la causa dei Radicali di Marco Pannella. Chi l'avrebbe detto? 12 Settembre 2014 primopiano Rosario Crocetta in una elaborazione fotografica REGIONE. Fuoco di fila contro il governatore. Che resta senza maggioranza Crocetta in un cul de sac Il flop del click day ha fatto da detonatore con le mozioni di sfiducia agli assessori Scilabra e Agnello. Ma a pesare è il fronte formazione. Col disagio sociale che cresce. E il gradimento nei sondaggi che scende MESSINA. Un cul de sac, lo definirebbero i francesi. Un vicolo cieco, senza via d’uscita se non il rimpasto, invece gli oppositori del governatore Crocetta. La crisi della Regione siciliana si innesta su sé stessa e non c’è giorno ormai che contro la Giunta Crocetta non giungano le contumelie, non solo degli oppositori ma spesso anche degli alleati. Se a fare da detonatore contro il governo è stata la gestione del Piano giovani, con il flop del click day e lo scambio di accuse tra la dirigente Annarosa Corsello, che ha rassegnato le dimissioni e l’assesssore ventinovenne alla Formazione, Nelly Scilabra che non vuole darle, anche se a reclamarne a gran voce la cacciata dal governo non c’è solo il fronte del centrodestra ma anche i Cuperliani, l’ala che attraverso il segretario del Pd Fausto Raciti reclama l’ingresso in giunta di due nuovi assi, il rettore della Università Kore di Enna Cataldo Salerno e il deputato Angelo Villari. Un rebus. Una scacchiera che va Gli assessori Nelli Scilabra e Roberto Agnello centonove pagina 6 avanti da mesi e mesi e che ha messo in crisi non solo i rapporti tra il Pd che ha chiamato a mediare il vicesegretario Lorenzo Guerini, ma anche le intese con gli alleati. Se per firmare la mozione di sfuducia a Nelly Scilabra si è ricompattato tutto il fronte del centrodestra, come ha sottolineato l’ex presidente dell’Ars Francesco Cascio di Ncd, per firmare la sfiducia all’assessore all’Economia, Maurizio Agnello, sono scesi in campo, oltre che i componenti dell’opposizione, anche alleati dell’Udc, come l’onorevole Orazio Ragusa e Margherita La Rocca Riuvolo e deputati del Pd come Concetta Raia e Panepinto. L’accusa: l’assessore non è affidabile come il suo presidente: mentre in commissione si decide di non chiudere le sedi di Riscossione Sicilia a Vittoria, a Gela e a Caltagirone, l’azienda procede come se nulla fosse, creando danni ai cittadini. Grane, su grane per il presidente che scende a picco nei sondaggi, appena il 46% dei consensi già risicati nell’ultimo report di Monitoregioni di Datamedia che lo classifica penultimo in Italia, in tandem con il governatore del Molise Laura Frattura. Dove si gira gira Crocetta trova grane. Come la presentazione di una class action già preannunciata dallo SnalsConfsal, attraverso il coordinatore Giuseppe Milazzo: si contesano due anni di mancata retribuizione a migliaia di lavoratori della formazione professionale; politiche di rigore smentite ora dal consiglio di giustizia amministrativa che hanno impedito ai dipendenti anche la cassa integrazione in deroga. Uno stato di malessere sociale, che si concretizza nelle manifestazione ormai quotidiane davanti alla Presidenza, della quale vengono contestate apertamente tutte le scelte. Ad entrare nel mirino è ora il segretario generale Patrizia Monterosso, che insieme alla dirigente del settore Formazione Annarosa Corsello, ha disposto il blocco dell’extrabudget e la primopiano restituzione delle somme “indebitamente” percepite. Se questo è “il sentiment”, sull’alro fronte la macchina burocratica è inceppata. E mentre il fronte degli oppositori cresce giorno dopo giorno, il governatore fa spallucce e non perde occasione per ribattere per le firme. A chi chiede il rimpasto risponde che non si può sacrificare la Scilabra, quando non si sono chieste le dimissioni di Francantonio Genovese. Risponde per le rime, Antonello Cracolici: a Genovese ha anche dato un assessore (Nino Bartolota, ndr), ma se non avesse avuto i voti di Francantonio Crocetta non sarebbe stato certo eletto. A chi denuncia la situazione di difficoltà dei Comuni, come il presidente dell’Anci e sindaco di Palermo Leoluca Orlandom, risponde che “le cariatidi come Orlando” è meglio stiano zitte: sono come i gufi per Renzi, del quale il governatore dice di ammirare la velocità a decidere. La stessa cosa che gli rimproverano gli alleati: fa conferenze stampa, ma non governa. Tardano le nomine nella sanità; la Formazione sempre più allo sbando e dopo un anno e mezzo non partono le assunzioni del progetto Prometeo a Priolo e la spesa dei fondi Patrizia Monterosso del Piano Giovani è al palo. Questo si aggiunge alle decisioni prese in solitudine, come la transazione con il Ministero del’Economia, sottoscritta rinunciando a quasi cinque miliardi di possibili introiti da parte dello Stato, per 500 milioni “cash”. La vertenza aperta delle discariche “bocciate” dall’ex assessore Marino. Il no rimediato dal Consiglio di Giustizia amministrativa sui progetti dell’Eolico; il pericolo di nuove richieste di risarcimentom, mentre le casse piangono. L’ultimo report dell’assessorato al Bilancio afferma che per la spesa corrente i soldi non bastano a pagare l’ordinario: i dipendenti di molti enti come l’Esa sono da mesi senza stipendio, alcuni dipendenti delle Ipab non prendono emolumenti da 19 mesi, la disoccupazione giovanile in Sicilia ha sfondato il muro del 51%. Di più: musei e beni culturali allo sbando; attività produttive anchilosate; spesa comunitaria “a rischio”. Ma Crocetta non demorde: i soldi ai diopendenti dell’Esa? Arriveranno. Alle Ipab, si sta facendo pulizia. La disoccupazione è legata alla crisi e in Sicilia si sente di più. Ai partiti: volete il rimpasto? Rifaccio il Megafono, cui toccano due assessori, Michela Stancheris e Nelly Scilabra. Il calo di popolarità? Forse è un complimento? Se è vero che sono al 46% sono in crescita. Un atteggiamento che lascia sbigottiti anche i partiti più fedeli, Prs di Cardinale e fa spaccare anche gli alleati più leali, come l’Articolo 4 di Lino Leanza, che ha raffreddato le dichiarazioni di sostegno del governatore. “La crisi, è ufficialmente aperta-mastica amaro un deputato davanti alla bouvette di palazzo d’Orleans- ma l’unica forza certa di Crocetta è quella che nessuno di noi vuole andare a votare…”. La rivoluzione, in un cul de sac, si fa anche così. R.C. TAVOLI APERTI. Incontro romano tra presidente della Regione e leader dell’Udc. A far da commensale Faraone D’Alia-Governatore, “posate” le armi A PRANZO «PERCHÈ CI TENEVO A RASSICURARE CHE NON C’È NULLA DI PERSONALE. MA LUI DEVE RISOLVERE I PROBLEMI DENTRO IL PD» ROMA. Un pranzo a tre in un ristorante di Roma per decidere il futuro del governo. Lo hanno fatto il presidente della Regione Rosario Crocetta e il presidente dell’Udc, Giampiero D’Alia. A fare da commensale, il rappresentante di Renzi in Sicilia Davide Faraone. Che cosa si sono detti Crocetta e D’Alia, dopo mesi e mesi di bordate da parte dell’ex ministro della Pubblica amministrazione? “Ho accettato di buon cuore l’incontro-spiega al telefono da Chianchiano Gianpiero D’Alia-perché ci tenevo a rassicurare Crocetta sul fatto che non c’è nulla di personale e i nostri rapporti da questo punto di vista non ne risentono affatto.” D’Alia ha evitato del tutto di toccare i temi della crisi interna ai partiti che hanno portato Crocetta a Roma per raccordarsi ancora una volta con Lorenzo Guarini, il vice di Renzi nel partito, che è stato investito di petto della crisi, anche di dialogo interna al Pd in Sicilia. “Sono problemi quelli che lui si deve risolvere dentro il Pd”, continua D’Alia. “Quello che all’Udc che io rappresento preme - è il passo di governo. E qui non ci siamo proprio: mi riferisco al Patto di stabilità cui bisogna cominciare a lavorare già da adesso; alla spesa comunitaria che Gianpiero D’Alia con Rosario Crocetta risente di grandissimi ritardi; alla definizione di tempi e modi sulla riforma delle Province, che è anchilosata e non può restare nell’aria come adesso. Sono problemi urgenti, che richiedono un nuovo passo nel governare che finora non si vede. Quindi, per esser chiari, le critiche che finora sono state mosse al governo, se non c’è un cambiamento radicale nell’azione politica rischiano di essere via via ancora più intensificate… Nulla di personale, comunque”. centonove pagina 7 12 Settembre 2014 NUOVI FRONTI Ok alle trivelle Cresce l’allarme AUTORIZZATI STUDI NELL’AREA DI RAGUSA E SIRACUSA RAGUSA. Il movimento “No Triv…” è quello che è nato ora tra Siracusa e Ragusa dopo il movimento “No Muos…” contro le installazioni di radar al largo di Niscemi. Già previsto nel decreto “sblocca-Italia”, l’intesa sottoscritta dalla regione con Assomineraria, l’associazione che raggruppa i maggior operatori petroliferi del mondo prevede investimenti per 2,4 miliardi, con una possibile ricaduta occupazione di settemila posti. L’ultimo progetto sul quale è in corso la richiesta di Via-Vas è il Viesta al largo di Ragusa, procedimento contro il quale il gruppo 5 Stelle alla Camera ha dichiarato guerra aperta. Ma in Sicilia progetti di prospezioni petrolifere sono previste anche al largo di Scicli, nei Pozzi del “Vega B” e sulla foce del fiume Irminio. I giacimenti dell’Isola, già conosciuti da Enrico Mattei, non sono mai stati dichiarati di pregio, perché “profondi” e non di eccelsa qualità. Ma oggi la corsa all’oro nero è ricominciata e i sostenitori di Renzi tra l’incredulità generale hano pure detto alla Camera che “Sicilia e Basilicata sono il Texas del Sud”. 12 Settembre 2014 politica Liborio Porracciolo Il commissario della Provincia di Messina, Filippo Romano CHECK UP. Vertice a Palazzo dei Leoni sulla nascita dei liberi consorzi di Comuni Care, vecchie Provincie Sono dieci le municipalità dei Nebrodi che si avvicinano a Enna, Tusa pensa addirittura alle Madonie. Ma mentre si riscrive la geografia, arriva un disegno di legge all’Ars per una proroga di sei mesi MESSINA. Il primo a guidare lo strappo con Messina per aderire al “Libero consorzio di Enna” è stato il Comune di Mistretta. All’auditorium San Tommaso della città dei dodici Giganti, nel corso di una dibattito protrattosi per tutta la notte si è consumata quella che è stata definita una azione di “discontinuità” con la Provincia di Messina. Il secondo strappo rischia ora di darlo il Comune di Tusa: il sindaco Liborio Porracciolo ha una sola certezza “non resterà con Messina”. E sta valutando insieme a giunta e consiglio se aderire al Consorzio del Ternitano, promosso nell’area delle Madonie. Così si sta riscrivendo la geografia delle vecchi Provincie, con comuni che in nome della “continuità territoriale” strappano i confini a destra e manca, ridefinendo la storia, antichi rancori e nuove aspirazioni. Di questo e altro si è parlato lunedì scorso a Palazzo dei Leoni a Messina. Dove il commissario Filippo Romano per spiegare le potenzialità della nascente Area Metropolitana dello Stretto, in raccordo con i consorzi di liberi comuni, ha spiegato l’iter di legge e i passaggi conclusivi, di fronte alla vicepresidente della Regione, Patrizia Valenti, che è anche assessore alle Autonomie. Presenti una ventina di sindaci, da Villafranca Tirrena ad altri dell’area jonica, e alcuni esponenti della deputazione regionale, dal presidente Giovanni Ardizzone all’onorevole Filippo Panarello, il quadro emerso è di una enorme confusione: operativa e legislativa. Sono già una decina i comuni, da Santo Stefano camastra a Pettineo, che minacciano di staccarsi da Messina e che hanno firmato le deliberazioni da sottoporre entro il 28 settembre a referendum confermativo. Ma l’incertezza operativa regna sovrana sulla validità stessa delle consultazioni. Tanto che il vicepresidente dell’Ars Antonio Venturino si è fatto promotore di un disegno di legge per chiedere una proroga di sei mesi all’applicazione della legge che abroga le Province e lasciare decantare così le decisioni con maggiore calma, evitando impulsi campanilisti. Intanto la radiografia delle vecchie, care Province svolta dall’Unione Province Italiane, secondo il report fornito dal presidente Alessandro Pastacci, è grave: 63 enti dichiarano di non essere in grado di rispettare il Patto di stabilità e 33 di questi versano in stato di pre-dissesto, a causa dei tagli imposti dal governo e dalle politiche di “spending review”. MANOVRE AL CENTRO «No, grazie»... il rifiuto di D’Alia alla Costituente NEL COORDINAMENTO ENTRANO I SAGGI, DA DE MITA A SCHIFANI. LE MANOVRE Gianpiero D’Alia CHIANCIANO. La sua specialità è… scampare alle trappole. Così il presidente dell’Udc Gianpiero D’Alia, dopo avere rinunciato ala presidenza della Regione e spianato la strada alla corsa di Cropcetta, ora ha detto un garbato no a chi lo voleva a capo del “Movimento per la Costituente popolare”, l’assise che ha riunito nella città delle terme le anime deell’Ncd di Alfano, dell’Udc di Cesa e dei Popolari-Lista Civica di Mario Mauro. D’Alia ha detto un garbato no e come si usa in epoca renziano, atraversa un twitter ha spiegato perché: “preferisco stare dentro il partitio del quale sono presidente…”. Tradotto: preferisco fiutare l’aria. Perché la strada per la Costituente Popolare si presenta ancora irta di ostacoli: non è deciso ancora quale atteggiamento avere con Forza Italia. Il Movimento ha comunque nominato il coordinamento, del quale fanno parte: Andrea Causin, Lorenzo Cesa, Fabrizio Cicchitto, Antonio De Poli, Giuseppe De Mita, Mario Mauro, Dore Misuraca, Gateano Quagliarello e Renato Schifani. Resta “spaccato” intanto l’Udc in Sicilia. Se il trapanese Mimmo Turano, è stato eletto capogruppo, al posto dell’agrigentino Lillo Firetto, deciso ora a candidarsi a sindaco della città dei Templi, le posizioni di Nino Dina e di Margherita La Rocca Ruvolo, restano molto critiche nei confronti di D’Alia e del segretario regionale Giovanni Pistorio: più volte i dissidenti dell’ala occidentale si sono recati dal segretario Lorenzo Cesa e la scissione del gruppo non è per nulla scongiurata. centonove pagina 8 12 Settembre 2014 politica MAZZARRA’ SANT’ANDREA VENETICO. Il sindaco accusato di non avere pagato 25 mila euro di tributi Rizzo scivola sulle tasse Secondo l’imprenditore si tratta di somme contestate o già rateizzate. L’opposizione però incalza. E invoca l’incompatibilità Francesco Rizzo DI GIANFRANCO CUSUMANO Venetico. L’evasore principe di Venetico? Il sindaco Ciccio Rizzo. Almeno secondo la minoranza consiliare che da mesi attacca il primo cittadino sulla sua posizione contributiva e, addirittura, ha scritto al prefetto di Messina Stefano Trotta, per avviare la procedura di incompatibilità e portare Venetico a nuove elezioni. Ici, oneri di urbanizzazione, bollette dell’acqua, e Tia. Complessivamente 25 mila euro le somme dovute secondo gli atti forniti dall’opposizione. Dall’altro lato c’è il coriaceo Rizzo, il sindaco imprenditore (ha ricoperto la carica dal 1997 al 2007 e dal 2012 ad oggi), che preannuncia querele contro tutti poiché parte delle somme sarebbero state pagate, altre rateizzate o oggetto di un contenzioso in quanto non le ritiene dovute. «Sono debiti iscritti a ruolo, ma al centro di contestazioni – attacca Rizzo – loro hanno diffuso dati incompleti e ora mi dovranno risarcire i danni». L’opposizione composta dai consiglieri Pietro Anastasi, Maria Rosaria Bottaro, Salvatore Giordano e Domenico Squadrito, non intendono fare un passo indietro. «Noi – ironizzano i consiglieri avevamo rivolto una precisa istanza ai Funzionari, chiedendo di sapere e di documentare se Rizzo avesse deviti nei confronti del comune di Venetico. Evidentemente non abbiamo saputo leggere i documenti che i funzionari del comune di Venetico ci hanno dato e che in copia rimettiamo all’attenzione di tutti i cittadini, ma ci pareva che queste “carte” dicessero inequivocabilmente che Rizzo è debitore nei confronti del Comune e non il contrario». La vicenda è stata segnalata non solo alla prefettura ma anche al Servizio ispettivo degli Enti Locali e alla procura della Repubblica. I presunti mancati pagamenti risalgono al periodo 2007 – 2011. Non è la prima volta che Rizzo incappa in una situazione simile. Quando ha ultimato il secondo mandato è stato eletto consigliere ed era sorta una situazione simile che è stata rimossa con il pagamento dei tributi dovuti. «E’ assurdo che un sindaco si renda volontariamente moroso nei confronti dell’ente che amministra - scrivono i consiglieri - ma anche perché lo stesso Rizzo ha più volte sottolineato la necessità di rendere più efficiente la riscossione dei tributi locali per sistemare finanziariamente il Comune». Sulla presunta condizione di incompatibilità ha preso carta e penna anche il segretario comunale Giuseppe Torre il quale ha scritto una relazione pe rla prefettura. «le relazioni degli uffici (forniti ai consiglieri, ndr) contenevano solo dati parziali cje, presi singolarmente, potevano condurre ad esiti fuorvianti o a possibili errori di valutazione». Il sindaco Salvatore Bucolo con l’ex commissario straordinario Enrico Gullotti La maledizione dei commissari IL CONSIGLIO SI DIMETTE E L’ATTIVITA’ DEL COMUNE RIMANE PARALIZZATA. I FUNZIONARI REGIONALI ABBANDONANO DOPO L’INSEDIAMENTO Mazzarrà Sant’Andrea. L’ultima nomina è giunta poche ore fa. Si tratta di Silvana Merenda, vice prefetto di Messina. Quella dei commissari regionali con il compito di sostituire il consiglio comunale dimissionario del comune di Mazzarrà Sant’Andrea sembra una maledizione: vengono nominati ma dopo qualche mese lasciano l’incarico. E l’attività amministrativa rimane ancora bloccata. La nomina di Merenda arriva dopo sei mesi di vacatio. Senza commissario l’ente non ha l’organo deputato ad adottare i provvedimenti di competenza. L’ultima nomina dell’estate scorsa è fallita perché si è scoperto che il funzionario incaricato, essendo in pensione, non poteva più svolgere tale incarico. Il sindaco Salvatore Bucolo già nel mese di giugno aveva sollecitato la nomina esprimendo le proprie preoccupazioni. L’attività amministrativa risultava in pratica bloccata per l’impossibilità di programmare delle spese non avendo neanche un bilancio approvato. «Così non possiamo andare avanti denuncia il sindaco- e sono propenso a scrivere nuovamente al direttamente al Presidente della Repubblica se non vi sarà la nomina imminente». L’ultimo commissario di Mazzarrà Sant’Andrea, Enrico Gullotti, nominato a marzo, aveva inaspettatamente presentato le sue dimissioni imitando il suo predecessore Vincenzo Lauro che un mese prima aveva rinunciato all’ incarico. Decisioni che hanno colto di sorpresa lo stesso sindaco il quale, però, sostiene di non conoscere i motivi delle rinunce. Pamela Arena MONFORTE Cannistrà perde la maggioranza FRATTURA IN AULA NELLA COALIZIONE CHE HA PORTATO ALLA VITTORIA L’AMMINISTRAZIONE. VISALLI, NASTASI E CASELLA SI DISSOCIANO SULLA IUC MONFORTE. Frattura nella maggioranza consiliare del sindaco Giuseppe Cannistrà. Ad Il sindaco Giuseppe Cannistrà appena un anno dalle amministrative è emersa una divergenza insanabile che muta l’assetto dell’aula. L’’ormai ex capogruppo di maggioranza Rocco Visalli, il vice presidente del consiglio Rosalia Nastasi e la consigliere Cettina Casella si sono dissociati dalla maggioranza e da alcune posizioni prese da Cannistrà. I tre ex componenti di “Insieme si può” hanno ritenuto di non poter “avallare la “politica del fare sempre e comunque”, anche andando contro – sostengono - quei principi di correttezza e trasparenza che ci hanno unito politicamente”. Nella seduta consiliare del 9 settembre, dinanzi all’approvazione della Iuc, i tre consiglieri avevano presentato un emendamento per l’eliminazione di un articolo, chiedendo sullo stesso la messa a votazione. Registrata l’astensione dell’opposizione, la maggioranza ha bocciato l’emendamento con il risultato di 5 a 3. Di conseguenza, dopo l’esame del regolamento Visalli, Nastasi e Casella hanno votato contro, sommando i loro “no” a quelli della minoranza consiliare e quindi il regolamento non è stato approvato. centonove pagina 9 12 Settembre 2014 politica PALAZZO ZANCA. Votata la Iuc, imposta “unica” che si divide in tre: tasse su spazzatura, prima casa e seconda abitazione Pagheremo di meno. Ma di più Diminuisce il tributo sui rifiuti, aumenta quello della prima casa, piano servizi di Messinambiente meno costoso ma aliquote al massimo. Ma il consiglio comunale stravolge le intenzioni della Giunta sui servizi indivisibili da garantire con la Tasi. E “cancella” i servizi sociali. DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Si chiama “imposta unica” , ma è divisa in tre parti, e sembra il verso di Superpippo. Avrebbe dovuto sostituire l’Imu, e invece l’Imu torna, ma solo per le seconde case, mentre per le prime diventa Tasi. Confusione? tantissima, mentre per i rifiuti arriva la Tari, che sostituisce la Tares che aveva sostituito la Tarsu. La Iuc, imposta unica comunale, tassa una e trina introdotta dal governo per il 2014, più che semplificare le cose, sembra proprio che le stia complicando. E Messina non è da meno. Perchè si pagherà di meno (Tari), ma si pagherà di più (Tasi). Forse. TASI QUANTO MI COSTI. Rispetto alla Tares del 2013, la Tari del 2014 sarà meno salata, con un risparmio medio, per un appartamento di un centinaio di metri quadrati, di cento euro. Una “boccatina” d’aria fresca, subito controbilanciata dalla reintroduzione dell’imposta sulla prima casa, cancellata fino allo scorso anno. Il comune di Messina, così come sua facoltà, ha piazzato l’aliquota Tasi (dalla quale conta di racimolare otto milioni e 800mila euro) al 3,3 per mille per la prima casa: il massimo, dato dalla somma del 2,5 (tetto massimo fissato dal Governo) più lo 0,8 per mille (tetto massimo concesso ai comuni come possibilità di incremento). Fatte salve quindi le Destinazione prevista dalla Giunta per la Tasi (8,8 milioni di euro). La tabella è stata pesantemente modificata dal consiglio comunale possibili detrazioni, in linea di principio la Tasi, rispetto alla vecchia Imu sulla prima casa (quella del 2012, nel 2013 l’Imu era stata cancellata) è più cara per gli immobili modesti mentre diventa più conveniente con l’aumentare della rendita catastale. L’AULA MODIFICA. La Giunta aveva immaginato tutt’altra destinazione per i quasi nove milioni della Tasi (vedi tabella in alto. Il Consiglio comunale, invece, ha deciso altrimenti: 850 mila euro per manutenzione strade, marciapiedi, piazze e illuminazione delegata alle circoscrizioni, in proporzione all'estensione territoriale; 1,9 milioni per manutenzione strade, marciapiedi, ville, ponti di competenza dell'ente; 1,1 milioni per interventi sulla stabilità degli alberi e sulle radici che deformano il manto stradale con IL COMMENTO di Giovanni Frazzica Accorinti abbracia Fo, Signorino si allea con D’Alia "DEMOCRAZIA CERCASI" è il titolo del libro di Stefano Azzarà presentato alla Feltrinelli da Gino Sturniolo che, essendosi reso promotore, insieme alla collega consigliera comunale Nina Lo Presti, di uno strappo dal gruppo storico accorintiano “Cambiamo Messina dal basso”, ha fatto si che si accendessero i riflettori sulla politica cittadina. Possiamo ancora parlare di democrazia in Italia? Era uno degli interrogativi che si poneva l’autore del volume, messinese che insegna ad Urbino e che torna nella sua città, dove quei “Mutamenti imponenti hanno svuotato gli strumenti della partecipazione popolare” si sono, anche a livello locale, contaminati con elementi di trasformismo che hanno ridotto una grande speranza di cambiamento ad una semplice occupazione di poltrone per fare ordinaria amministrazione contornata da inutili effetti speciali. Il gesto, clamoroso ma non inatteso, di Lo Presti e Sturniolo, al di la del loro peso numerico in seno al Consiglio comunale, ha determinato un momento della verità per tutti. Nell’immediatezza qualcuno ha voluto semplificare dicendo che Accorinti senza gli accorintiniani è un uomo di D’Alia. In realtà all’interno del Movimento accorintiano, dove si era già creata una prima distinzione, segno evidente di una frattura che stava per consumarsi, con la creazione di una seconda associazione denominata “Indietro non si torna”, si è aperta ormai una grande discussione e nulla potrà essere più come prima. Lucio D’Amico descrive senza mezzi termini il vicesindaco Guido Signorino come il vero punto di riferimento politico del consiglio comunale, avendo registrato questo dato nel momento in cui con l’approvazione del piano decennale si è materializzata la necessità di raccogliere una maggioranza che Accorinti, chiaramente, non aveva. Ed a fine articolo il direttore della cronaca del quotidiano cittadino pubblica una piccola foto, della dimensione di una colonna di piombo, in cui accanto al prof. Signorino c’è l’ex-ministro Gianpiero D’Alia. I pinellini e i no tav che si illudevano di aver conquistato palazzo centonove pagina 10 Zanca possono aspettare, Accorinti può stare a Taormina con Fo o altri personaggi con la stessa serenità e con lo stesso sovrano distacco con cui Elisabetta soggiorna al castello di Balmoral, Messina è ben presidiata e lui, che tanti tentativi ha fatto per mostrare il suo corpo ai concittadini, esibendo prevalentemente piedi e braccia, ora improvvisamente è nudo, è un re nudo, che certamente non regna e forse neanche governa, perché questa incombenza grava sulle spalle del duo Signorino-D’Alia e quest’ultimo, in maniera più o meno palese, anche se non sempre in prima persona, è stato ininterrottamente nei meccanismi di governo della città dal 94 ad oggi. Ed ormai se un domani, anche prossimo per via degli incombenti ricorsi pro-Calabrò, dovesse essere invitato ad assumersi la responsabilità di fare il sindaco, non potrebbe più dire “non ho l’età”. Qualcosa tuttavia dovrebbe dirla anche il Pd, che continua a muoversi barcollando come un grosso pugile ubriaco, la cui ancora notevole forza appare incapace di produrre quel ruolo guida che dovrebbe derivare fisiologicamente dal grande consenso tributato degli elettori. Se non si da una mossa rischia di fare la stessa fine dei dinosauri. 12 Settembre 2014 politica GLOSSARIO Come orientarsi tra le sigle TASI sta per “Tassa sui Servizi Indivisibili” e serve a finanziare i servizi comunali come ad esempio la manutenzione stradale o l’illuminazione comunale. La tassa è esplicitamente definita non come un’imposta sul patrimonio immobiliare, ma sui servizi ricevuti. Serve insomma a finanziare i cosiddetti “servizi indivisibili” dei Comuni (quelli che riguardano la collettività e non sono offerti a domanda individuale; polizia locale, illuminazione, anagrafe, e così via) La TASI è una delle tre parti in cui è divisa la cosiddetta IUC, l’Imposta Unica Comunale: le altre due sono la TARI (la tassa sui rifiuti) e l’eventuale IMU su immobili diversi dalla prima casa di proprietà che resta in vigore (uffici, negozi, capannoni e così via). La TASI la devono quindi pagare i proprietari di prima casa. I proprietari di seconda casa aggiungono alla TASI anche l’IMU. Come l’IMU, la TASI si calcola sulla base imponibile della rendita catastale della prima casa di proprietà: il prodotto fra l’ampiezza della casa e una tariffa calcolata dall’Agenzia del Territorio che varia da comune a comune, il tutto moltiplicato per un fattore relativo alla categoria catastale della propria casa. Di conseguenza non viene considerato il valore di mercato degli immobili al momento del pagamento: contano solo l’estensione della casa, il territorio dove è costruita e la sua “categoria catastale”. particolare riferimento alla circonvallazione; 100 mila euro per la valorizzazione beni culturali, 450mila per protezione randagismo; 1 milione per illuminazione pubblica ( realizzazione nuovi impianti nei villaggi e potenziamento degli stessi); 550 mila euro per manutenzione griglie di scolo acque piovane; 1,8 per protezione civile, difesa del suolo e salvaguardia ambientale torrenti; 600 mila per i mercati; 300 mila al verde pubblico, potatura alberi e messa in sicurezza delle palme; 150 mila euro per sicurezza pubblica e vigilanza urbana ( es. installazione di telecamere). Clamoroso il taglio dei due milioni previsti per i servizi sociali: circostanza che i consiglieri hanno tentato di spiegare con il conforto del parere dirigenziale, argomentando che i servizi sociali non sono indivisibili e quindi non vanno coperti dalla Tasi. TARI...GGHIA. Parecchio più salata sarà la Tari (il cui “gettito” sarà di oltre 42 milioni), tassa sui rifiuti che prende il posto della Tares, malissimo Guido Signorino digerita dai messinesi lo scorso gennaio, all’atto dell’introduzione, dato che avrebbe dovuto coprire interamente i quasi 45 milioni di euro del costo del servizio di raccolta e spazzamento rifiuti che invece la Tarsu, di cui la Tares ha preso il posto, copriva per il 66%. Nonostante questo, in città la Tares è stata pagata per il 70%. Risultato ottimo, dato i disastrosi precedenti della tarsu. Per il 2014, la Tari prevede la stessa copertura integrale dei costi del servizio, che però sono di qualche centinaio di migliaia di euro inferiori rispetto alla Tares. Il piano finanziario dei servizi di igiene ambientale per il 2014 ammonta a qualche spicciolo in meno di 42 milioni di euro, per via del fatto che alcuni servizi che erano pagati all’Ato3, sono passati a Messinambiente, che li svolge senza “doppioni” e surplus di risorse. E il risparmio? “La somma degli effetti del contenimento del costo tariffato del servizio e l’aumento delle utenze e superficie tassabile dovuto al contrasto all’evasione” ha consentito l’abbassamento delle tariffe, ha spiegato l’assessore al Bilancio Guido Signorino. In che misura? Facendo riferimento ad un’abitazione da 100 metri quadrati, l’importo in bolletta dovrebbe ridursi per percentuali comprese tra il 2% per una famiglia di tre componenti ed il 6% (per sei o più componenti). Non solo. Ci sono quei 30 metri quadrati di competenza dello stato, che quindi non gravano in bolletta, che ridurranno ulteriormente il costo. le percentuali, così. salirebbero dal 9% (famiglia di tre persone) al 13% (un solo componente). Parola di assessore. L’INTERVENTO Riequilibrio? Paghino i “furbi” DI SANTINO MORABITO* MESSINA. Gli atti politici fondamentali per la vita del Comune sono adottati dalla Giunta Accorinti sul filo del rasoio, un attimo prima della scadenza dei tempi regolamentari. Tradizione mantenuta anche in occasione della approvazione del piano di riequilibrio dei conti. Una condotta inaccettabile, che fa a pugni con la ragione sociale del movimento del Sindaco: “Cambiamo Messina dal Basso”. Buona politica e buon senso civico avrebbero dovuto suggerire un’apertura di campo per coinvolgere gli “stati generali” della città in un dibattito sulla storia delle nefandezze finanziarie compiute. Una storia scellerata iniziata molti anni fa, su cui la Procura ha acceso i fari per il periodo dal 2009 a 2012, portando in giudizio la Giunta dell'ex Sindaco Buzzanca, insieme ad altri 73 indagati, tra amministratori, consiglieri, funzionari e revisori dei conti che avrebbero falsificato i bilanci con previsioni di entrate gonfiate, previsioni di spesa smagrite e debiti fuori bilancio. L’operazione riequilibrio appare alquanto singolare, nella sua filosofia di impostazione, poiché essa è scollata dal bilancio consuntivo e da quello previsionale 2014. Permangono i dubbi sulla capacità dell’Ente di riscuotere le proprie entrate e sulla vera entità dei debiti fuori bilancio. L’indebitamento complessivo del Comune assomma a 60,5 milioni di euro di debiti certi, 49 derivanti da ATM e Messinambiente e 420 milioni di debiti latenti (contenzioso passivo). Dati i diversi gradi di rischiosità del debito latente (elevata, media, bassa, secondo le valutazioni compiute da Avvocatura, Segreteria e Ragioneria) il valore complessivo del debito coperto dal Piano di riequilibrio è di circa 336 milioni. Ciò vuol dire che in dieci anni il risanamento costerà ai contribuenti circa il 30% in più sulle tariffe e sui servizi comunali. I debiti pregressi devono essere pagati con tagli, risparmi e con flussi di cassa correnti, ossia le entrate tributarie, che devono essere certe liquide ed esigibili. Il Bilancio del centonove pagina 11 Comune è da tempo immemore afflitto da crediti (residui attivi) di fatto largamente inesigibili, frutto di prassi contabili molto elastiche, finalizzate a dilatare i rendiconti per consentire maggiori spese agli amministratori. I revisori dei conti hanno rilevato nel bilancio 2012 residui attivi di dubbia esigibilità per € 25.114.832,39. Il dato fa capire che le entrate tributarie del Comune possono contare solo su meno del 50% della platea dei contribuenti. Com’è possibile che un assessorato come quello delle finanze non abbia mai messo mano alla produttività degli addetti che vi lavorano? Come abbiano, le funzioni politiche responsabili, potuto assistere inermi di fronte al degrado delle cartelle dei tributi a grida manzoniane. Chi non paga i tributi danneggia la comunità, sottrae risorse, ma soprattutto diritti, alle persone, alle famiglie e alle imprese. Ai comuni è riconosciuto il 50 per cento (100 per cento per il triennio 20122014) delle maggiori somme accertate e riscosse, a seguito di segnalazioni qualificate di elementi evasivi ed elusivi. Prima di mettere le mani in tasca dei contribuenti onesti è indispensabile far pagare chi non ha mai pagato ed ha vissuto alle spalle della comunità. La Regione siciliana, l’Agenzia delle entrate ed Anci Sicilia si sono impegnati a promuovere presso i comuni siciliani soluzioni finalizzate al raggiungimento dell’obiettivo di lotta all’evasione. L’Amministrazione cosa ha in mente di fare? C’è, infine , il capitolo della sicurezza e della lotta al degrado che può recare sollievo alle disastrate finanze dell’Ente. Costa pochissimo l’installazione, nei luoghi reputati sensibili, di impianti di video sorveglianza comunale, da collegare 24 ore su 24 con la centrale operativa di un istituto di vigilanza, per svolgere un’efficace prevenzione volta a colpire la micro criminalità, vandali, venditori abusivi e smaltitori illegali di rifiuti. Si risparmierebbero i soldi del recupero degli arredi urbani e si multerebbero i responsabili delle attività illegali. Meno spese, più incassi e sollievo per i contribuenti. Sacrifici, dunque, per salvare il Comune. Purchè si stringano i nodi sui soliti furbi. Incrociamo le dita e speriamo che ce la caviamo. Ma non ne sono tanto sicuro. * presidente del V quartiere 12 Settembre 2014 politica Il commissario liquidatore di Messinambiente Alessio Ciacci MESSINAMBIENTE. Il liquidatore di Messinambiente sotto il tiro incrociato dei consiglieri. E non Tutti contro Alessio Ciacci Interrogazioni su costi, discariche e incarichi, e una relazione dell’Ato3 che punta l’indice contro il servizio, che “non ha raggiunto nemmeno il minimo indispensabile”. Una lotta fratricida che... DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Col dente avvelenato per gli ormai due stipendi non ricevuti per via del decreto ingiuntivo di Messinambiente che ne ha bloccato i conti, all’Ato3 non sarà sembrato vero di poter “impallinare” gli odiati cugini con una relazione di fuoco firmata dal direttore tecnico Benedetto Alberti in cui, sostanzialmente, si invitava il comune di Messina a non pagare i tre milioni e rotti che ogni mese palazzo Zanca gira a Messinambiente per svolgere i servizi di raccolta e spazzamento. Perchè, scrive Alberti, negli ultimi due mesi, “il servizio non ha raggiunto nemmeno il minimo indispensabile”. E improvvisamente, il liquidatore di Messinambiente Alessio Ciacci è salito di forza sul banco degli imputati. INDICE PUNTATO SU CIACCI. Ad annunciare un’indagine sui “reali” costi di Ciacci è stato Daniele Zuccarello, ad inviare un’interrogazione dello stesso tenore ci ha pensato Angelo Burrascano, a farsi domande a voce alta, e lasciarle a verbale d’aula, è stata Antonella Russo. In un attimo, tre quarti del consiglio comunale pretendono la testa di Alessio Ciacci. Il cui contratto, è stato specificato sin dall’inizio, prevede, oltre ai sessantamila euro all’anno “tabellari” per la posizione che ricopre, anche le spese di vitto, alloggio e viaggio da Messina a Capannori, comune nel quale risiede. SENZA...PACE. A soffiare sul fuoco delle polemiche, oltre ai terrificanti mesi estivi in cui in città s’è sfiorata l’emergenza sanitaria dovuta alla spazzatura accumulata in strada (circostanza ammessa dallo stesso Ciacci), arriva anche il decreto di chiusura della minidiscarica temporanea di Pace, che si accompagna a quello annunciato dalla regione di Mazzarrà sant’Andrea e Motta sant’Anastasia: i siti in cui Messina deposita i suoi rifiuti. Un disastro di proporzioni immani, il cui rimedio non è stato ancora trovato. Perchè i costi di conferimento, in assenza di discariche entro i cento km, salirebbe alle stelle: bel oltre quel milione di euro di debito fuori bilancio provocato dai mesi in cui TirrenoAmbiente aveva chiuso le porte di Mazzarrà costringendo Messinambiente a scaricare a Motta con conseguente aggravio di costi. Debito fuori bilancio di cui è stato “accusato” l’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua, e che essendo maturato nel 2013 non è stato inserito nel piano decennale di riequilibrio e dovrà essere coperto con risorse da trovare nel previsionale 2014. La madre di tutti i problemi, però, si chiama Ato3. IL PECCATO ORIGINALE. Fino al 2004, un anno prima che una devastante inchiesta giudiziaria ne decapitasse i vertici e allontanasse il partner privato L’Altecoen di Enna, Messinambiente operava sulla base di un piano industriale derivante dal progetto di gara sulla base del quale era stato scelto il socio privato, e dalle perizie di finanziamento del progetto, che ogni anno venivano approvate dal dipartimento di igiene cittadina. Tutto questo era previsto dalla convenzione tra Comune, all’epoca socio al 51%, e la stessa Messinambiente. Il “piano industriale, quindi, era dato dalla perizia di finanziamento che “computava” quanto previsto dal progetto di gara. Poi arrivò l’Ato3. E tutta la faccenda divenne maledettamente complicata. ARRIVA L’ATO. Quella famosa perizia del 2004, definì, una volta per tutte, le risorse umane necessarie a svolgere il servizio rispetto a quanto previsto da convenzione e piano industriale. Non uno di più, non uno di meno. Nel 2005, però, l’Ato produce una perizia, redatta unilateralmente, che riduceva le somme a disposizione di Messinambiente confermandone però i servizi. Da lì nascono le radici del debito che ancora oggi grava sulle spalle della partecipata di via Dogali. Il “vulnus” che Messinambiente, Ato e palazzo Zanca si portano dietro da allora è: “può una perizia non condivisa tra le parti costituire titolo contrattuale?”. Domanda ancora oggi irrisolta e fonte di tutti i contenziosi in corso. FUTURO PROSSIMO La partecipata senza futuro A SETTEMBRE LA “VERIFICA” DEGLI OBIETTIVI, MA A FINE ANNO ARRIVERÀ LA MULTISERVIZI. CHE POTREBBE SIGNIFICARE L’ADDIO DEL COMMISSARIO Daniele Ialacqua MESSINA. Resta sempre sulle sue posizioni, ma alla fine anche Daniele Ialacqua, il più riottoso nei confronti della creazione di una Multiservizi, maxipartecipata che accorperebbe acqua, trasporti e rifiuti, si è convinto. A giorni arriverà in consiglio comunale la delibera di costituzione della commissione tecnica, entro la fine dell’anno quella di costituzione della Mu.Me., acronimo di Multiservizi Messina che cancellerà Amam, Atm e Messinambiente e le accorperà sotto un unico soggetto, con unica governance e centonove pagina 12 management diversi per i tre rami d’azienda. Se i programmi del direttore generale Antonio Le Donne non dovessero subire ritardi o scossoni cataclismatici, per Alessio Ciacci a dicembre si profilerebbe l’addio. Un primo confronto con l’amministrazione si avrà a fine settembre, data della scadenza dei sei mesi che le parti hanno reciprocamente concordato per vedere se i risultati sono stati raggiunti o meno. Un “gentlemen’s agreement”, visto che il contratto di Ciacci è previsto termini con la liquidazione della società. (A.C.) 12 Settembre 2014 sicilia MESSINA. Il rettore vara le modifiche che cambieranno il volto agli organi di governo accademico Ateneo, svolta per Statuto A comporre il nuovo Senato saranno tutti i direttori di dipartimento e i rappresentanti dei docenti appartenenti ad aree differenti. Anche il Consiglio di amministrazione sarà elettivo MESSINA. Dodici dipartimenti, riduzione dei rappresentanti eletti in Senato tra il corpo docente nelle tre macro-aree, un meccasismo elettorale semplificato per dare uguale rappresentanza a tutte le 14 aree disciplinari senza preponderanza di alcuna e una diversa modalità di “reclutamento” per i componenti del Consiglio di Amministrazione. In più, una riduzione del mandato per tutti da quattro a tre anni. Pietro Navarra, rettore dell’Università di Messina, rende pubblico il primo passo per la rivoluzione interna dell’Ateneo, che vedrà come passaggi successivi la definizione dei nuovi dipartimenti (attualmente 21) e quindi la convocazione delle elezioni. A curare le modifiche allo Statuto è stato da un gruppo di lavoro composto da Antonio Saitta, Pro-rettore con delega alla Legalità, alla Trasparenza e ai Procedimenti Amministrativi, e da Giovanni Moschella, componente del Senato Accademico e Direttore del Dipartimento di Scienze Giuridiche, con l'ausilio dell'Area Organi Collegiali, Servizi Amministrativi e Documentali presso la Direzione Generale. IL NUOVO SENATO. La riduzione a 12 dipartimenti è un elemento cardine per ridisegnare il Senato Accademico, il cui numero di componenti resta comunque tale e quale al passato, ovvero 32. A presidiarlo, altra novità, secondo la nuova bozza di Statuto potrà essere anche il prorettore (in caso di assenza del rettore), la cui presenza sarà comunque prevista con voto consultivo. Attualmente, a il Senato Accademico è composto dal Rettore (che lo presiede), da nove Direttori di Dipartimento eletti a maggioranza dal Collegio dei Direttori di Dipartimento (così da assicurare la pari Antonio Saitta rappresentanza delle tre macro-aree Scienze e tecnologie formali e sperimentali, Scienze della vita e Scienze umane, politiche e sociali), da quattro professori ordinari, quattro professori associati e quattro ricercatori a tempo indeterminato in rappresentanza delle 14 aree scientifico-disciplinari, da cinque studenti, da tre rappresentanti del personale tecnicoamministrativo e dei lettori e collaboratori esperti linguistici, da un rappresentante dei ricercatori a tempo determinato, da un rappresentante dei dottorandi e degli assegnisti e da un rappresentante degli specializzandi. La riduzione dei dipartimenti è determinante nella modifica facendo sì che, a comporre il Senato, siano i dodici direttori (e non più una rappresentanza di nove direttori di dipartimento) e tre rappresentanti a testa (e non più quattro) per ordinari associati e ricercatori. A mutare, anche il sistema di elezione di questi ultimi: se la modifica dovesse passare, ognuna ne eleggerà tre per categoria (al proprio interno), che dovranno tassativamente appartenere aree differenti (nessuna, infatti, potrà avere più di un eletto). Il Senato che verrà, nel caso in cui le modifiche allo Statuto dovessero essere approvate, resterà in carica tre anni. E IL RINNOVATO CDA. Svolta anche per la composizione del Consiglio di amministrazione, che prima era sostanzialmente “emanazione” del Senato (cinque componenti venivano designati tra ordinari, associati, ricercatori, personale tecnico amministrativo e lettori) e adesso torna a essere scelto con una unità in meno dal corpo elettorale. Quattro membri infatti (un ordinario, un associato, un ricercatore e un rappresentante del personale tecnico amministrativo e dei lettori), che dovranno appartenere a macro-aree differenti, saranno eletti all’interno di ciascuna. Per quanto riguarda i due esterni, designati dal rettore, dovranno essere votati, previa presentazione dei curricula, dal Senato, mentre prima veniva individuata una rosa di nomi dai direttori di dipartimento (esclusi i senatori) da cui poteva attingere il Magnifico, sentiti i senatori accademici. La durata in carica per tutti è ridotta a tre anni. Per quanto riguarda i rappresentanti degli studenti, il numero rimane inalterato: due. Come per il Senato, anche nel caso del Cda il prorettore parteciperà alle sedute con voto consultivo, che diventerà deliberativo in caso di assenza del rettore, ovvero quando sarà chiamato a presiederle. STUDENTI CONTRO. A far “scattare” gli studenti, la proposta di la riformulazione dell’elettorato attivo per l’elezione del Rettore, introducendo il voto pesato nella misura del 15% per i rappresentanti di dottorandi, assegnisti, specializzandi e studenti nel Senato Accademico e nel Consiglio di Amministrazione e per i rappresentanti degli studenti nei Consigli di Dipartimento. A insorgere, i senatori Guglielmo Sidoti, Domenico Perri e Saverio Currello, Pierluigi Russo (Figli d’Ippocrate) e Marco Giorgianni di Gea Universitas, che hanno protestato per la riduzione del numero degli studenti ammessi al voto, pari prima al 25%. Il rettore, in assemblea, ha provocatoriamente rilanciato: voto aperto a tutti gli iscritti, ma sempre in ragione del 15%. ALTRE MODIFICHE. Per quanto riguarda il Collegio di disciplina, rimangono identiche le modalità di designazione (tre ordinari, tre associati e altrettanti ricercatori, più due supplenti per categoria, designati dal Senato sentito il Consiglio di Amministrazione) mentre è cassato il passaggio che ne prevedeva il rinnovo del mandato triennale. LA MATASSA Rebus accorpamenti LE EMANAZIONI DELLE EX FACOLTÀ DOVRANNO PASSARE DA 21 A 12 CON MINIMO 55 COMPONENTI La riduzione dei dipartimenti da 21 a 12? Dovranno deciderla i dipartimenti stessi. Nella modifica dello Statuto, infatti, oltre a stabilirne il numero massimo, viene fissata solo la quantità minima di professori e ricercatori che dovranno farne parte: cinquantacinque. Una cifra al di sotto della quale, il dipartimento verrà “disattivato”. La combinazione tra numero minimo di docenti e numero massimo di dipartimenti è la chiave della rivoluzione di Navarra, che costringerà a dolorosi accorpamenti. Allo stato attuale, i dipartimenti sono questi, anche in riferimento alle ex facoltà (alcuni dipartimenti, però, sono anche a cavallo e non perfettamente discendenti): Civiltà Antiche e Moderne (1, ex Lettere), Fisica e Scienze della Terra, Matematica e Informatica, Scienze Biologiche e Ambientali, Scienze Chimiche, Scienze dell'Ambiente, della Sicurezza del Territorio, degli Alimenti della Salute (5, ex Scienze); Giurisprudenza, Scienze Giuridiche e Storia delle Istituzioni (2, ex Giurisprundenza); Ingegneria Civile, Informatica, Edile, Ambientale e Matematica Applicata, Ingegneria Elettronica, Chimica e Ingegneria Industriale (2, ex Ingegneria); Medicina Clinica e Sperimentale, Neuroscienze, Patologia Umana, Scienze Biomediche e delle Immagini Morfologiche e Funzionali, Scienze Pediatriche, Ginecologiche, Microbiologiche e Biomediche, Scienze Sperimentali Medico-Chirurgiche Specialistiche ed centonove pagina 13 dontostomatologiche (6, ex Medicina); Scienze Cognitive della Formazione e degli Studi Culturali (1, ex Scienze della Formazione); Scienze del Farmaco e Prodotti per la Salute (1, ex Farmacia); Scienze Economiche, Aziendali, Ambientali e Metodologie Quantitative (1 ex Economia); Scienze Umane e Sociali (1, ex Scienze Policiche); Scienze Veterinarie (1, ex Veterinaria), Scienze del Farmaco e prodotti per la Salute (1, ex Farmacia). Dove si deciderà di procedere con gli accorpamenti, considerato che Medicina e Scienze, insieme, assommanno 11 dipartimenti? Tecnicamente, dalla sua, la ex facoltà di Medicina può sostenere che la suddivisione è inevitabile perché dettata dai campi di azione. Lo stesso discorso potrebbe valere per Scienze. Tra quelli destinati all’accorpamento, infine, c’è quello della ex Scienze della Formazione. (D.D.J.) 12 Settembre 2014 sicilia Il villaggio di Faro MESSINA. Riparte l’iter per i cinquecento stalli di Faro. Iniziato nel 2003 e fermo al palo da allora Parcheggio a singhiozzo Quattro milioni e 200mila euro, lavori consegnati in 294 giorni, riporta il progetto esecutivo. Storia, costi e perplessità di un’opera prevista nel Pit, che fino ad oggi ha prodotto solo due parcelle DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Quattro milioni e duecentomila euro, e 294 giorni, e Faro avrà un parcheggio. Cinquecento posti che risolveranno parecchi dei problemi che una viabilità caotica crea al borgo marinaro. Un progetto che nasce nel 2003, e undici anni più tardi, e tre amministrazioni (e due commissariamenti) dopo, è ancora sulla carta, ed ha prodotto solo due parcelle, oggi saldate ma attese da dieci anni e nel frattempo diventate debiti fuori bilancio. Oggi, l’amministrazione guidata da Renato Accorinti prova a farlo ripartire. PARCHEGGIO AL PALO. Nel 2003, davanti all’allora segretario generale del Comune Filippo Ribaudo, i progettisti Sergio De Cola (oggi assessore all’Urbanistica del Comune di Messina), il fratello Bruno, Pier Paolo Balbo di Vinadio e Giampiero Buffi, firmavano il disciplinare d’incarico per la redazione del piano particolareggiato di Capo Peloro, e per la progettazione, direzione lavori e coordinamento per la sicurezza. Totale delle spettanze 240mila euro, che sarebbero stati assicurati del Pit Eolo, Scilla e Cariddi, all’epoca gravido di quasi trenta milioni di euro da spendere. Per Torre Faro, oltre ai novecentomila euro per la sventurata “modellazione del suolo e ricostruzione della vegetazione dunale”, erano previsti (e già finanziati) 120mila euro per i parcheggi a raso. Qualche giorno dopo, in una scrittura privata, il gruppo di progettazione viene incaricato di svolgere anche il progetto per la nuova viabilità di collegamento tra la strada comunale di Granatari e la via Marina di fuori del villaggio di torre Faro: un milione e mezzo di somme da impegnare per l’opera, e poco meno di centomila euro di competenze tecniche. A maggio, il comune di Messina, con delibera di giunta, salda due parcelle, da 128mila e 172mila euro (la seconda oggetto di transazione nel 2012), che dieci anni dopo erano diventate debiti “certi ed esigibili”. Sergio De Cola, correttamente esce dall’aula. I COSTI. Come si arriva ai quattro milioni e rotti dell’importo dei lavori? Poco meno di due milioni saranno l’importo a base d’asta, praticamente tutto da spendere per i lavori veri e propri. A disposizione ci sono due CAMBI DI GESTIONE Le Dune passa di mano SUBAFFITTATO IL RAMO D’AZIENDA ALLA CONTEXT SRL NONOSTANTE LE ISTANZE DI DEMOLIZIONE ED IL TAR MESSINA. In ballo c’è un ricorso al Tar, una sospensiva su un provvedimento di Il villaggio turistico Le Dune demolizione, un’opposizione da parte del comune di Messina al Cga, sessanta istanze di demolizione di manufatti abusivi, ed una storia che si trascina da dieci anni. Nonostante questo, al villaggio turistico Le Dune di Mortelle, le attività fervono. E non solo quelle d’intrattenimento, ma anche e soprattutto quelle imprenditoriali. L’impresa Context H.R. srl del messinese Andrea Caristi, infatti, è subentrata alla romana Futura Vacanze spa, subaffittando il ramo d’impresa che gli conferisce la gestione del villaggio turistico. Nel 2011, la Futura Vacanza, tramite la Nyce club2 srl di Roma, di proprietà di Luigi Marcucci, aveva rilevato la gestione della struttura dalla In.Tur srl, società detenuta al 36,33% dalla Finloca Sas di Angela Buda, e per il restante 63,67% dalla Fincom Holding srl, finanziaria che appartiene ad Antonino Marchese. Le centonove pagina 14 sicilia 12 Settembre 2014 CASI LIMITE Sergio De Cola milioni e 300mila euro: 232mila se ne andranno in spese generali, mentre la parte più consistente, un milione e 700mila euro, servirà per le espropriazioni dei terreni che serviranno per i parcheggi veri e propri, e soprattutto per la strada di collegamento con la via Marina di fuori. Quattrocentomila euro, infine, serviranno per il personale. V.I.A...LIBERA. La notizia del riavvio delle procedure per il parcheggio ha fatto balzare sulla sedia gli ambientalisti, dato che capo peloro è sia riserva naturale che crocevia di migrazione degli uccelli. Il nervo scoperto, però, non dovrebbe essere toccato. Anche perchè, spiega il responsabile unico del progetto, Pasquale Tripodo nel verbale di validazione del progetto esecutivo, “il progetto non prevede la realizzazione di alcuna volumetria, e il parcheggio viene realizzato senza impermeabilizzazione di suolo”. E per la valutazione? Non c’è problema, spiegano i progettisti. “Per il Piano particolareggiato di Capo Peloro è stata redatta una Valutazione di Incidenza Ambientale che affronta nel dettaglio le valutazioni circa i parcheggi a raso e della viabilità fornendo indicazioni circa le misure di mitigazione e compensazione per la successiva progettazione delle opere. Pertanto la Valutazione di incidenza ambientale del PPE, già agli atti dell’Amministrazione, è stata assunta quale Valutazione di incidenza anche per l’opera in questione”, recita la relazione descrittiva firmata dai progettisti,, anche se, qualche pagina dopo la stessa relazione spiega che la valutazione è “in corso di definitiva approvazione”. UN INTERVENTO, MOLTI PADRI. Il progetto ha avuto, nei dieci anni di “gestazione”, una lunga serie di paternità. A cominciare dalle varie amministrazioni che si sono susseguite (i sindaci Giuseppe Buzzanca e Francantonio Genovese, i commissari Bruno Sbordone, Gaspare Sinatra e Luigi Croce), per finire con i canali di finanziamento. Perchè il piano particolareggiato di faro, parcheggio in testa, è inserito nel Piano Integrato di Sviluppo Urbano (il Pisu) Messina 2020, voluto dall’ex assessore allo Sviluppo Gianfranco Scoglio, nelle “reti per la soplidarietà, ecologia ed innovazione, nel “Piano integrato di sviluppo territoriale (Pist) “peloritani, terre dei miti e delle bellezze (entrambi presentati a valere sui fondi strutturali 1007/2013 e nel piano urbano dei parcheggi del Comune. Dovrebbe bastare perchè si finanzi senza interventi da parte di palazzo Zanca. stesse famiglie che siedono anche nel consiglio d’amministrazione: Presidente è Antonino Buda, amministratore delegato di nuovo Antonino Marchese, mentre il Cda è composto dall’ex consigliere comunale Enrico Buda e da Gaetano Marchese. La Context di Caristi è subentrata ad inizio luglio, e fino alla fine di novembre del 2014. Il villaggio conta novanta camere, per 250 posti letto, divisi in 61 unità abitative: i famosi “bungalow” che il comune di Messina ha dato ordine di abbattere perchè abusivi. Secondo palazzo Zanca, il villaggio turistico Le Dune ha visto la luce all’inizio del 2000, subito in difformità rispetto ai progetti approvati che prevedevano, invece dei miniappartamenti costruiti, delle “capanne da spiaggia”, strutture amovibili per fruizione marina. In seguito ad una denuncia, inizia il procedimento della Procura per la demolizione, con tanto di sentenza passata in giudicato e trasmessa al Comune. L’impresa costruttrice, nel frattempo, aveva tentato di “condonare”, ma le domande di sanatoria, anche sulla scorta della sentenza, erano state rigettate. Da lì i provvedimenti di demolizione. Secondo l’avvocato della Intur, Mario Caldarera, invece, le opere sarebbero conformi, con tanto di parere da parte della Soprintendenza, e invece sarebbe l’iter di bocciatura da parte del Comune ad essere viziato da illegittimità. (A.C.) la Rotatoria di ponte Zaera in viale Europa MESSINA. I danni di una canna fumaria “al contrario”... Zaera a rischio...fumo Una polleria getta vapori e grasso dentro l’impalcato nel quale scorre il torrente. E viale Europa è “in pericolo”. La storia MESSINA. Potrebbe essere una barzelletta, invece è tutto vero. Perchè, a Messina, a creare una “situazione di pericolo per le strutture del ponte Zaera”, l’impalcato che costituisce il viale Europa, sotto il quale scorre il torrente Zaera e che ogni giorno è attraversato da parecchie centinaia di tir, è una...polleria alla brace. Se ne sono accorti al dipartimento Ambiente e sanità durante i controlli che da qualche tempo vengono effettuati per capire lo stato degli impalcati fabbricati numerosi decenni fa per “intubare” i torrenti che tagliano perpendicolarmente la città e farci sopra strade. Il più delle volte a sostenuto tasso di traffico, leggero e pesante. “Durante l’esecuzione dei lavori di risanamento strutturale - scrive il direttore del dipartimento, il dirigente Domenico Signorelli - è stata riscontrata una rilevante quantità di fumi che, in condizioni di vento direzione monte/mare, rendevano impossibile l’esecuzione dei lavori”. Il “tunnel” al cui interno scorre il torrente e che sopra è asfaltato e costituisce il viale Europa, è invaso dai fumi, ed il muro è ricoperto da uno ”spesso strato di grasso”. Da dove provengono e cosa sono? Lo spiega lo stesso Signorelli, in una relazione che diverrà un’ordinanza firmata dal sindaco Renato Accorinti. I fumi provengono da una condotta di smaltimento delle acqua che “viene di fatto impiegata, impropriamente, come canna fumaria” da una polleria di viale Europa. Il cui proprietario, Paolo Longo, ha pensato bene di usare una delle tubazioni di vetro-cemento che centonove pagina 15 servono per convogliare le acque piovane nel torrente che scorre sotto la strada, per convogliarci invece i fumi provenienti dalla cucina e dal girarrosto. Con quali conseguenze? “Un degrado delle strutture limitrofe in conseguenza dell’azione aggressiva dei grassi che su essi si depositano e dei fumi caldi che le investono”, scrive Signorelli, non prima di aver paventato “danni all’amministrazione comunale” dovuti al prolungarsi dei lavori. Il fumo rovente, infatti, non consente agli operai della ditta incaricata di indagare ed intervenire sulle strutture, di lavorare, a seconda delle direzioni in cui spira il vento. E il proprietario della polleria? “L’immissione di fumi, così come riscontrata, costituisce violazione dell’articolo 99 del regolamento edilizio”, scrive Signorelli. Perchè? Perchè il regolamento prescrive che le canne fumarie siano “prolungate al di sopra del tetto” e non interrate. Non solo. Quella tubazione destinata all’acqua e invece usata come canna fumaria, sarebbe, scrive ancora Signorelli, “priva di opportuni accorgimenti atti ad evitare danni a persone o cose”. Risultato? “La situazione in cui si trovano le strutture dell’impalcato del ponte zaera rappresenta una condizione di pericolo per la pubblica incolumità, ed il perdurare dell’emissione di fumi sotto l’impalcato del ponte aggrava costantemente tale situazione”, scrive Signorelli. Per questo, Accorinti ha firmato ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi. (A.C.) 12 Settembre 2014 sicilia SOTTO LA LENTE. La paralisi del sistema di tutela e valorizzazione, che non gestisce ciò che guadagna Beni culturali, Palermo “ladrona” Siano virtuosi o meno, pieni di folla o vacanti, siti e musei devono corrispondere tutto ciò che entra alla presidenza della Regione. Viaggio in un mondo dominato da stipendi, custodi e poca premialità MESSINA. Che sia la nuova polemica di Vittorio Sgarbi perché i custodi del Museo di Lipari non lavorano nei festivi o l’immagine di funzionari e impiegati che si improvvisano pulitori di servizi igienici, il problema dei Beni Culturali siciliani ha una sola radice: l’assenza di soldi che colpisce tutti, i virtuosi e gli adagiati, i siti al top dei visitatori e quelli dove la maggiore attività è utilizzare il giornale per cacciare le mosche. Soldi che, in entrata, vanno direttamente alla presidenza della Regione (e non direttamente all’assessorato Beni culturali) mentre in uscita conoscono una destinazione privilegiata, gli stipendi, lasciando poco o nulla a investimenti, scavi, manutenzioni, restauri. LA PROPOSTA DI GIANNI. L’ultima proposta per “svoltare” viene da un deputato dello stesso partito, il Pdr, che ha messo in sella l’attuale assessore Giusi Furnari, ovvero Pippo Gianni: «Ho manifestato all’assessore l’idea di incontrare l’Abi, Associazione Bancaria Italiana, per proporre loro l’affidamento ad ogni banca siciliana di un bene culturale. Alla stregua di tanti Paesi europei ‘l’adozione’ di un sito monumentale dalle banche rappresenta la tutela per il sito stesso e un modello di una certa fruizione da parte dei visitatori. Ricordo che abbiamo 64 banche in Sicilia, metà delle quali purtroppo non hanno la sede in questa regione. Sono convinto - conclude - che questo progetto verrà condiviso ad ampio raggio e senza riserve per consentire a questi due mondi, apparentemente lontani, di trovare la giusta sintesi per il bene comune». Un anno fa, però era stato un altro deputato del Pdr, all’epoca Drs, Marcello Greco, ad affrontare il nodo Giusi Furnari vero della questione: dare ai Beni culturali ciò che i beni culturali fruttano. Una proposta che, ancora, non ha avuto alcun accoglimento da parte del governo regionale. GUADAGNATI E NON SPESI. Il caso più clamoroso potrebbe rivelarsi quello dei dipinti antonelliani inamovibili prestati per la mostra del Mart di Rovereto. In cambio dei 580 mila euro dovuti, la struttura aveva proposto l’organizzazione di una esposizione su Antonello in Sicilia, ma tutto è rimasto nel limbo. Il dramma vero, però, è uno solo: nel caso in cui il Mart dovesse corrispondere la cifra, questa non andrebbe ai musei prestatori, che farebbero festa, e neanche all’assessorato, ma alla Presidenza. Da qui, l’impossibilità di una gestione autonoma di siti e musei, visto che tutto è deciso a Palermo e che, ad esempio, per le sole spese di funzionamento il Museo Accascina di Messina riceve 5000 euro. GESTIONI ESTERNE. È un’altra piaga dolorosa. La prima esperienza si è conclusa con un contenzioso legale con la società Novamusa, mentre il nuovo bando per la gestione dei servizi connessi ai beni culturali ha visto la partecipazione di concorrenti solo per i siti appetibili e visitati. Come dire, piove sul bagnato. Se invece ogni luogo potesse avere un budget e delle entrate da gestire in piena autonomia, probabilmente la suonata potrebbe mutare, riuscendo a rendersi appetibili anche ai privati. QUI MESSINA. Un emblema di come, o lavori bene o non lavori, nulla cambi visto il flusso di denaro verso Palermo, lo può dare il Museo Accascina di Messina. Spiega la direttrice, Caterina Di Giacomo: «In questi mesi, fino ad agosto, abbiamo avuto quasi novemila visitatori, nonostante la sofferenza della fruizione ridotta e i due cantieri in corso». Il Museo, infatti, è oggetto di interventi, uno legato alla sede storica (il progetto Melingoff) e il secondo relativo alla nuova struttura (i cui lavori, iniziati a marzo, dovrebbero concludersi a settembre 2015; ospiterà 256 opere). A differenza dell’archeologico di Lipari e di altri siciliani, l’Accascina fa orario continuato fino alle 19 e chiude solo la domenica pomeriggio, «anche se fra un po’ dovremo affrontare ristrettezze di budget», racconta la direttrice. Che aggiunge: «Abbiamo fatto sforzi sovraumani per tenere aperti, nonostante le chiusure forzate e non potendo fare alcuna pubblicità. Gli incassi sono aumentati perché, da maggio, siamo riusciti ad adeguare le tariffe, che prima erano dimezzate per tutti e ridotte a un solo euro per i residenti». Nonostante corsi di formazione per le guide (quest’anno sulla metodologia di allestimento, prossimamente sui rapporti Museo-Cattedrale), il coinvolgimento delle scuole e un appalto per l’apparato didattico, il trend positivo dell’Accascina si rivela inutile ai fini delle somme a disposizione, perché tutto finisce a Palermo. L’unica speranza, quindi, sono i fondi europei: in pista, attualmente, c’è un Por che servirà per sistemare le opere esterne, con, ad esempio, il rimontaggio del chiostro di San domenico e di tanti altri brani della città distrutta dal terremoto del 1908. EMERGENZA WC. Con l’approvazione del Bilancio regionale, invece, è terminato l’incubo delle pulizie che aveva colpito gli uffici di tutela siciliani. Racconta il soprintendente di Messina, Rocco Scimone: «Finalmente abbiamo potuto fare un affidamento di tre mesi». Tra le pratiche in corso degli uffici di viale Boccetta, lo spostamento dei reperti archeologici in custodia all’interno di locali messi in sicurezza (andranno poi a Villa De Pasquale, ultimato il restauro) e la perizia per salvare la Villa Romana di Terme Vigliatore dalle infiltrazioni di acqua, in attesa di approvazione da parte dell’assessorato. (D.D.J.) IL CASO Lipari, che Sgarbi! IL CRITICO RIMASTO FUORI DALL’ARCHEOLOGICO VA SU TUTTE LE FURIE. MANCANO I CUSTODI Un caso di specie dello “scontro” tra gestione ordinaria ed eventi “esterni”, anche se frutto di finanziamenti europei, è legato alle critiche ferocissime di Vittorio Sgarbi, che al suo arrivo all’Archeologico di Lipari per visitare una mostra nelle ex carceri restaurate si è trovato di fronte i cancelli chiusi. A finire nel mirino, la direttrice Mastelloni, priva del personale di custodia (visto il festivo) e “rea” di non aver trovato una soluzione tampone. L’iniziativa che ha scatenato tutto si lega a “Festival Segni e sogni del Mediterraneo” ed è l’’anteprima della mostra “Eolie 1950/2015. Mare Motus”, con Matteo Basilé, Tahar Ben Jelloun, Ettore de Conciliis con Alex Caminiti, Teresa Emanuele, Ernesto Lamagna, Igor Mitoraj, Piero Pizzi Cannella, Fabrizio Plessi e Maurizio Savini. Iniziata il 5 con chiusura il 7, nel Teatro del Castello, critici, giornalisti di settore e artisti - moderati da Tahar Ben Jelloun e con un intervento conclusivo proprio di Vittorio Sgarbi - hanno dialogato sui significati dell’arte e sul rapporto tra arte e mercato. La bomba è esplosa l’ultimo giorno, in occasione dell’inaugurazione dell’area del Castello dedicata all’arte contemporanea, quella dell’excarcere (restaurato con fondi europei), con l’anteprima della mostra che avrà luogo nella primavera 2015. centonove pagina 16 Il restauro è stato frutto di un binomio tra Arte contemporanea e archeologia: grazie all’impegno dell’associazione tra imprese alla quale è stata aggiudicata la gara - Syremont, capofila, responsabile degli interventi architettonici e impiantistici, il Cigno, che progetta e coordina le mostre e gli eventi, e arte’m, responsabile dell’identità, della comunicazione e dell’editoria nella stessa area adesso coesistono le collezioni del Museo Archeologico Luigi Bernabò Brea e il nuovo centro per l’arte contemporanea che occupa le celle dell’ex carcere. Con l’anteprima della mostra Eolie 1950/2015. Mare Motus, curata da Lea Mattarella e Lorenzo Zichichi, le celle dell’ex carcere sono diventate “contenitori” di opere d’arte - fotografia, scultura, video arte, pittura - di protagonisti della scena artistica contemporanea. 12 Settembre 2014 sicilia MESSINA. Accorpamenti, inaugurazioni, contratti rescissi. Ecco cosa cambia negli istituti superiori Risparmi di classe Con il suono della campanella tante le novità per studenti ed insegnanti. Nuovi laboratori a Sant’Agata Militello, il liceo di Mistretta ritorna nella storica sede. La mappa delle novità DI GIANFRANCO CUSUMANO Messina. La rivoluzione scolastica è cominciata: accorpamenti, tagli di affitti, condivisione di laboratori e palestre, costruzione di nuovi edifici. Negli istituti superiori della provincia di Messina le cose non saranno più come prima. Dal suono della campanella di quest’anno scolastico se ne avranno i primi sentori, tutto andrà a regime il prossimo anno (2015/2016). A Milazzo, Barcellona Patti, Capo d’Orlando, Tortorici, Sant’Agata Militello, Mistretta, Santa Teresa di Riva le novità più importanti. Sotto la supervisione del commissario della provincia regionale di Messina, Filippo Romano, il settore “Edilizia Scolastica” al quarto piano di Palazzo dei Leoni, è in fermento. Vincenzo Carditello, dirigente storico di Palazzo dei Leoni, a dicembre andrà in pensione, ma sta lasciando una programmazione già avviata: ormai non si può tornare indietro. Ma quali sono le novità più importanti? MESSINA. Il problema principale a Messina riguarda l’istituto nautico Caio Duilio. Si è passati dalle 34 classi dell’anno scolastico 2010/2011 alle 45 di oggi. Rimane in locali inidonei e, in parte, ospite del tecnico Verona Trento. Il progetto in fase di studio prevede che il Professionale Majorana, in sofferenza di iscritti, lasci i locali del Viale Giostra, ben 10 mila metri quadrati, e faccia scambio con il Nautico. Il tutto dovrebbe essere facilitato dal fatto che il Majorana e il Verona Trento hanno un’unica dirigenza. La Provincia, inoltre, ha già chiesto al Comune di Messina di potere trasferire la sede distaccata del Liceo Seguenza nei locali del Liceo Maurolico e recuperare 180 mila euro di affitto. MILAZZO. A Milazzo già da quest’anno il tecnico Leonardo Da Vinci non avrà più la sede distaccata di Piazza XXV Aprile. Una volta ospitava la sezione geometra, da anni all’interno c’erano solo i laboratori che, tra l’altro, visto la lontananza dalla sede centrale, venivano utilizzato sporadicamente. Il risparmio per l’ente sarà di 80 mila euro l’anno. La rivoluzione più importante a Milazzo riguarda il trasferimento dello storico Liceo Classico Impallomeni da via Risorgimento (in forte calo di iscritti) per fare posto all’Istituto d’arte Guttuso (sempre più gettonato), da decenni diviso in più plessi. L’ipotesi ha messo sul piede di guerra alunni ed insegnanti. Eppure l’idea era semplice: Il dirigente Vincenzo Carditello trasferire le classi in via Valverde nel nuovo edificio che ospita la sezione “Scientifico”, anche questo sotto la dirigenza della professoressa Caterina Nicosia, e lasciare l’immobile al Guttuso. A dire il vero, i problemi del Guttuso potrebbero risolversi anche in altro modo: un privato, rispondendo ad una manifestazione d’interesse bandita da Palazzo dei leoni, ha messo a disposizione un immobile con ampio parcheggio (5000 mq complessivi) in via Acqueviole. A fine mese, se non arriveranno altre offerte, si verificherà se l’ipotesi di affitto si potrà concretizzare. Ma rimane fuori la sezione enogastronomica (ex Antonello) a cui servirebbero proprio i 2500 mq dell’Impallomeni. BARCELLONA. A Barcellona sono in corso i lavori per trasformare il palacultura in una scuola. Si trasferirà il Liceo scientifico Medi attualmente ospitato in parte nei locali dell’Ipsia Ferrari e in parte in appartamenti in affitto. La struttura è costata 13 miliardi di vecchie lire. «I lavori sono reversibili assicura Carditello - le pareti saranno mobili e insonorizzate. Stiamo progettando le scale interne. Nel seminterrato verrà allestita una palestra. Avranno autonomia l’auditorium e un piccolo ufficio. I lavori saranno ripagati risparmiando 240 mila euro l’anno di affitti». PATTI. Il liceo Amari di Patti, invece, avrà nuovi locali nella zona della stazione. L’importo contrattuale dell’affitto (con diritto di riscatto) sarà di 185 mila euro annui. L’immobile sarà adeguato e pronto per l’utilizzo tra nove mesi. CAPO D’ORLANDO. Eliminato a Capo d’Orlando l’affitto da 406 mila euro per la succursale del Tecnico Commerciale e Geometri “Merendino” in attività dal 1990. Gli studenti faranno lezione nei locali inutilizzati del Liceo Piccolo, in particolare nelle sedi aggregate dell’Ipa e dell’Istituto d’Arte. SANT’AGATA MILITELLO. A Sant’Agata Militello saranno inaugurati entro fine settembre i laboratori e l’auditorium dell’Iti Torricelli. Da otto anni esisteva un finanziamento regionale che si stava perdendo, pari a un milione 800 mila euro. Sempre a Sant’Agata Militello si sta lavorando per la costruzione di un nuovo edificio scolastico per l’Itc Tomasi di Lampedusa. Tre le manifestazioni di interesse al bando della Provincia che cerca immobili da affittare con diritto di riscatto. In questo caso gli immobili dovranno essere realizzati appositamente a spese dei proprietari dei terreni. MISTRETTA. A Mistretta sono stati consegnati i locali al liceo Manzoni che potrà ricominciare a svolgere le lezioni (erano ospitati da una scuola elementare). Mezzo milione di euro sono stati utilizzati per restaurare il primo piano dello storico immobile. Rimane da finanziare la riqualificazione del primo piano. SANTA TERESA DI RIVA. Nella zona jonica il Liceo Caminiti rimane ospite nei locali del Liceo Trimarchi. Il numero degli alunni è talmente alto che la dirigenza sarà costretta a prevedere il turno pomeridiano. All’assessorato regionale alla Pubblica Istruzione c’è un progetto esecutivo da 6 milioni e mezzo di euro (la regione ne dovrebbe finanziare 4 milioni). Si sta muovendo anche il sindaco Cateno De Luca, già deputato regionale. IL CASO Affitti d’oro a Tortorici DISDETTO UN CONONE DA 86 MILA EURO. SECONDO L’AGENZIA DEL ENTRATE NE VALEVA 5 MILA Tortorici. Per oltre un decennio sono stati pagati 86 mila euro di affitto quando il valore di mercato dell’immobile era di 5 mila. Si arricchisce sempre di nuovi particolari il braccio di ferro sulla sede distaccata dell’Itc Tomasi di Lampedusa a Tortorici continua il braccio di ferro tra la Provincia regionale e il comune nebroideo. Filippo Romano, commissario straordinario di palazzo dei Leoni, ha dato disposizione di eliminare il canone della palazzina che dovrebbe ospitare appena 23 alunni secondo la Provincia, 61 secondo il sindaco centonove pagina 17 Carmelo Rizzo Nervo. La decisione ha fatto andare su tutte le furie l’amministrazione dando vita ad una corrispondenza e colloqui infuocati. Addirittura ora il comune si dice disponibile ad accolllarsi l’affitto pur di non chiudere la succursale. Il consiglio dell’Istituto comprensivo era disposto ad ospitare gli alunni, ma l’amministrazione, proprietaria dell’immobile, si è opposta. «A quel punto abbiamo recuperato i dati dell’Agenzia delle Entrate e verificato che l’affitto di un locale di 300 mq (come quello utilizzato) a Tortorici ha un valore medio annuo di 5 mila euro - dice Romano - dunque ci siamo detti disponibile a continuare ad utilizzare l’immobile a quella cifra più equa». Diversa la versione di Rizzo Nervo: «Al comprensivo c’era a disposizione solo un’aula. Non capisco perchè l’equo canone si debba applicare solo a Tortorici. Cercano scuse per chiudere» 12 Settembre 2014 centonove pagina 18 12 Settembre 2014 centonove pagina 19 12 Settembre 2014 sicilia BIKE SHARING. Da Villafranca a Capo d’Orlando cresce l’uso delle due ruore Bici elettrica, che passione La tendenza a lasciare l’automobile prende ora piede in tutta la Sicilia, dopo il fenomeno Nibali. Viaggio nelle città che si sono già attrezzate di pensilina per la ricarica. E di card “a sconto” CAPO d’ORLANDO. Stefania Petix, ha scomodato il suo bassotto per arrivare con le telecamere di Canale 5 fino a Capo d’Orlando, per fare i complimenti al sindaco Enzo Sindoni, lo stesso che ha dedicato il lungomare al cantante Ligabue e litiga con la storia per sostituire il nome di Garibaldi, l’eroe dei due mondi, che può avere cittadinanza nell’isola di Caprera, ma non sul lungomare che dall’hotel “La Tartaruga” ha ispirato “Sapore di Sale” a Gino Paoli. Capo d’Orlando ha infatti strappato con il record delle sue trecento bici elettriche “affittate”, il primato di città più ecologica di Sicilia. E’ il fenomeno del “bike sharing”, letteralmente “condivisione della bicicletta”. Basta un card ricaribaile, con affitto di trenta euro l’anno e una spesa chilometrica a tassametro e il gioco è fratto: la bici elettrica è salutare, ti porta a fare la spesa, ti accompagna a respirare l’aria di monti e mari, ti ritempra con la vita e con l’aria aperta. Non ti affatica, perché in salita si può azionare “l’aiuto elettrico”, assicurato dalla batteria. Quasi mille euro di costo da listino, che possono crescere per chi chiede servizi accessoriati, quello dell’affitto della bici è il trend che sfida “le salite ardite” “E’ un fenomeno in continua crescitaspiega orgoglioso Tindaro Terranova, 50 anni, titolare della Tmr srl, l’azienda di contrada Cuccubello a Sant’Agata Militello, dieci dipendenti, che si è aggiudicata il bando-pilota del Ministero dell’Ambiente – e che ha esportato l’esperienza in vari comuni del Messinese: a Villafranca Tirrena, a Castel di Tusa e anche fino a Santa Marina Salina, nelle Eolie. Il bando ministeriale ora si è esaurito, ma molte iniziative come i Gal che mirano allo sviluppo locale hanno previsto delle linee specifiche sulla mobilità sostenibile che “lasciano ben sperare”. Complice il fenomeno Nibali, una recente inchiesta della Campus University ha documentato in Italia quasi l’83% dei possessori di una due Matteo De Marco ed Enzo Sindoni centonove pagina 20 sicilia ruote, ne associ l’uso al binomio salutenatura. Tradotto, un antistress. E così si giustifica il fatto che l’esperienza dalle città a vocazione turistica anche in Sicilia si sta spostando anche nelle grandi città. Ora sono città come Barcellona Pozzo di Gotto e lo stesso capoluogo, Palermo, dove il car-sharing prende piede, anzi è il caso di dire “pedale”. Una serie di pensiline elettriche per le ricariche, disposte a scacchiera secondo gli snodi più affollati, o anche le coincidenze con i bus, con rastrelliere a incastro, oggi l’uso delle bici elettrica non conosce limite dì età. “A farne uso- conferma la titolare del servizio a Villafranca, Elena Marinosono anziani, giovani e anche giovanissimi: un vero boom ad esempio si è registrato nella frazione di Serro…”. Nella città amministrata da Matteo De Marco, sono quasi duecento utenti abbonati, tra i principali “testimonial” della frazione Serro, la piccola comunità collinare in guerra contro i tralicci aerei a rischio elettromagnetico dell’Elettrodotto Terna, c’è l’ecologista Gianni Mento, responsabile provinciale del Cai, il centro alpino che organizza escursioni “didattiche” nei luoghi pregiati dal punto di vista ambientale. “ E’ l’unico mezzo che so per centonove pagina 21 12 Settembre 2014 muovermi” dichiara convinto. Ma se le bici hanno scalato Enna, non sono ancora apparse a Messina, la città del sindaco a due ruote Renato Accorinti. Proprio Messina, insieme a Catania, è una delle città privilegiate, inserite nel progetto-pilota delle centraline “ricarica-batterie elettriche” finanziate di recente da una nuova misura di incentivi del Ministero dell’Ambiente. Un progetto al quale ha dichiarato di credere molto l’assessore alle Infrastrutture, Mico Torrisi, che intende potenziare l’uso non solo delle bici, ma anche quello delle auto elettriche, “l’unico modo vero per decongestionare il traffico…” E anche i polmoni, si può aggiungere. A sposare la politica del car-sharing arriva per prima in Sicilia la città di Palermo. Ha inaugurato di recente il servizio di “taxi condiviso”. Chi segue alcuni tragitti-standard può esseer caricato in corsa e pagare pedaggi super scontati: si allegeriscono le strade e si allungano gli oprario di percorrenza fino a tardi. Un fenomeno in continua crescita, che per il bike scaring ora sta portando l’impresa siciliana Tmr a sondare nuovi mercati anche in Sardegna. Pacchetto due ruote, “isole comprese”. R.C. 12 Settembre 2014 sicilia SCIENZA. Due fisici messinesi trovano la spiegazione della mutazione dell’inorganico dopo 30 anni Ecco i mattoni della vita Saija del Cnr e Saitta de La Sorbona hanno riprodotto al computer l’esperimento di Miller del 1953, svelando il processo di formazione delle molecole organiche fondamentali dal “brodo primordiale” MESSINA. Come è avvenuto il passaggio dall’inorganico all’organico? Come, in sostanza, ha avuto origine la vita? Un importante passo in avanti arriva da due studiosi di Messina che hanno utilizzato un metodo di simulazione numerica al computer basato su quello proposto 30 anni fa da un altro figlio dello Stretto, il professor Michele Parrinello, scienziato di fama mondiale per i suoi studi in questo . ASSE MESSINA-PARIGI. A dare una scossa alla ricerca sono stati Franz Saija (ricercatore dell’Istituto per i Processi Chimico-Fisici di Messina del Consiglio Nazionale delle Ricerche) e Antonino Marco Saitta (professore di Fisica all’Università Pierre e Marie Curie - Sorbona di Parigi), entrambi laureati in Fisica a Messina sotto supervisione del professor Paolo Giaquinta. I due fisici messinesi hanno riprodotto al computer il celebre esperimento di Stanley Miller, con il quale nel 1953 si dimostrò in laboratorio la possibilità di formare spontaneamente gli aminoacidi, le molecole base della vita, sottoponendo a intense scariche elettriche le semplici molecole inorganiche presenti nel brodo primordiale così come ipotizzato già nel 1871 da Charles Darwin. UN PO’ DI STORIA. Nel 1953, come si accennava, facendo scoccare alcune scintille in una miscela di metano, ammoniaca, vapore acqueo e idrogeno, Miller fornì il primo sostegno sperimentale alla teoria - formulata nel 1924 dal biochimico russo Aleksandr Oparin - secondo cui le molecole organiche fondamentali avrebbero potuto formarsi spontaneamente dal “brodo primordiale” presente sulla terra. Tuttavia, gli esatti processi di sintesi che portano da molecole semplici (acqua, ammoniaca, metano, ossidi di carbonio) a molecole organiche semplici (formaldeide, cianuro di idrogeno, acido formico) e infine a molecole complesse come amminoacidi, purine e pirimidine, non sono mai stati chiariti. Per spiegarli, sono stati chiamati in causa l'irradiazione UV, l'energia termica delle fonti idrotermali marine, le reazioni di ossidoriduzione in un “mondo a ferro e zolfo”, la radioattività di fondo del pianeta e perfino le onde d'urto generate dagli impatti dei meteoriti. AMICIZIA E RICERCA. Racconta Saija: «Io e Marco ci conosciamo da prima che la nostra passione comune, la fisica, ci portasse a collaborare insieme. L'idea ci è balenata in mente, classica lampadina, guardando un documentario televisivo: si parlava dell'esperimento di Miller-Urey e venivano intervistati Franz Saija Marco Saitta Foto dell’esperimento riprodotto al computer scienziati che lavoravano nel campo della chimica prebiotica. Nel giro di un paio di pomeriggi - continua - con Marco avevamo già pianificato la nostra ricerca e organizzato le simulazioni numeriche da dover effettuare sui computer di grossi centri di calcolo, in questo caso quello francese. Infatti, quando si parla di simulazioni al computer così sofisticate non si intendono i semplici personal computer che ognuno di noi ha sulla propria scrivania, ma centri di calcolo dove i nostri conti girano per settimane se non per mesi». COSA SI È FATTO. Utilizzando un approccio che tratta le interazioni dei singoli atomi a livello quantistico, Saija e Saitta sono riusciti ad identificare su scala atomica i meccanismi coinvolti in queste reazioni chimiche e a determinare le condizioni necessarie per la formazione di aminoacidi. «Abbiamo simulato al computer il comportamento di una miscela di molecole semplici, la stessa usata da Miller nel suo apparato in laboratorio (acqua, ammoniaca, metano, monossido di carbonio, azoto), sottoponendola ad intensi campi elettrici. L’effetto di tali campi - spiega Saija - dell’ordine di 50 MV/cm, ha determinato la trasformazione delle molecole del sistema iniziale in molecole via via più complesse fino alla comparsa della glicina, l’aminoacido più semplice in natura, e il “mattone fondamentale” per costruire peptidi e proteine». Aggiunge Saitta: «Particolarmente significativa è l’individuazione della formazione di formammide, in quanto è stato recentemente dimostrato che questa molecola, sottoposta a irradiazione UV, permette la formazione di guanina. La guanina era l'unica delle quattro basi nucleotidiche che non si era riusciti a produrre solo fornendo calore al "brodo primordiale", tanto che gli studiosi dell'origine della vita avevano soprannominato la guanina “la G mancante”». I due autori del lavoro, pubblicato nella prestigiosa rivista dell’accademia delle scienze americana PNAS pochi giorni fa, hanno infatti dimostrato che queste reazioni avvengono attraverso stadi di reazione più complessi di quanto supposto in precedenza, individuando gli acidi formico e cianidrico e soprattutto la formammide come dei composti intermedi “chiave” della chimica prebiotica. EFFETTO FORMAMMIDE. L'interesse della scoperta è rafforzato dalla recente identificazione della formammide nell'ambiente di una protostella di tipo solare. La formammide potrebbe quindi essere considerata “l'impronta digitale” della presenza di amminoacidi di origine abiotica in un ambiente extraterrestre. La portata di questo studio si spinge al di là degli esperimenti di Miller; grazie alle stimolanti interazioni con geochimici di fama mondiale del laboratorio di ricerca al quale appartiene Saitta, l’Institut de Minéralogie, de Physique des Matériaux et de Cosmochimie dell’Université Pierre et Marie Curie, i due scienziati messinesi prevedono di sviluppare i loro studi futuri nell’ambito della geochimica prebiotica. Infatti, è noto in questo campo che dei campi elettrici estremamente intensi, ma molto localizzati, sono presenti in natura sulla superficie dei minerali che si trovano nelle profondità della Terra. «Questo risultato - spiegano - suggerisce la necessità di esplorare a fondo il ruolo di tali campi sia per comprendere i meccanismi chimici che hanno portato allo sviluppo di molecole biologiche sempre più complesse, sia per sfruttare le enormi opportunità che questo tipo di simulazioni numeriche quantistiche possono aprire in molti ambiti scientifici che vanno dall’elettrochimica alla neurobiochimica». (D.D.J.) SANT’AGATA MILITELLO Ricerche, premiata a Napoli Alice Cicirello SANT’AGATA MILITELLO. La giovane ricercatrice di Sant’Agata Militello, Alice Cicirello, 30 anni, ingegnere, ha ricevuto il premio "Young Researcher Best Paper Competition". Il lavoro di Alice, incentrato nel campo delle vibrazioni e delle sollecitazioni legate ad esse (come i terremoti), è stato considerato quale miglior contributo scientifico nella categoria ricercatori di età inferiore ai 35 anni. Il premio dimille euro è stato consegnato dal professore Barry Topping della Heriot Watt University (Edimburgo), in occasione della conferenza internazionale, "CST2014: The Twelfth International Conference on Computational Structures Technology", organizzata da Civil-Comp press a Napoli. Durante la conferenza, sono stati presentati più di 250 lavori di ricercatori di circa 40 nazionalità diverse. Alice è ricercatrice in Dinamica Strutturale presso il Dipartimento di Ingegneria dell'Università diCambridge e Bye-fellow del Murray Edwards College dell'Università di Cambridge. centonove pagina 22 12 Settembre 2014 economia CATANIA Braccio di ferro sul Maas EXPO. L’isola capofila di undici paesi rivieraschi sotto lo slogan “Nutrire il pianeta-Energia per la vita” Agroalimentare, Sicilia pop Pane, olio pasta i tre cardini della dieta mediterranea su sui si firma il contratto di adesione alla vetrina di Milano. Obiettivo della Regione: portare a un miliardo e mezzo il fatturato del settore PALERMO. “Pane, olio e pasta”. Su questi tre cardini-portanti della dieta mediterranea sarà firmato il 15 settembre il contratto di adesione della Regione Sicilia all’Expo di Milano. L’Isola avrà una vetrina d’accezione all’esposizione mondiale che si inaugurerà il primo maggio del 2015: rappresenterà infatti il “Cluster biomediterraneo”. Sarà in pratica capofila di undici Paesi rivieraschi dell’area mediterranea, portabandiera dell’agroalimentare che si riconoscono tutti nello slogan della manifestazione: “Nutrire il Pianeta-Energia per la vita”. Duemila metri quadrati, suddivisi in nove padiglioni, quello della Sicilia sarà un biglietto da visita per “i buoni prodotti della terra”, verso il quale ancora molte aziende, complice l’enorme ritardo accumulato dalla regione nell’aderire all’iniziativa, guardano con qualche scetticismo. Tre milioni di euro di costo per la Regione, l’impegno verso la manifestazione è che il 12% degli incassi sarà girato agli organizzatori, una parte sarà restituita alla Regione e il resto alle aziende che decidono di promuovere i loro prodotti nel Padiglione Sicilia. Secondo le stime di Expo, per i sei mesi dell’evento si dovrebbe avere una media di trentamila visitatori al giorno. E l’obiettivo che si propone la Regione-ha dichiarato il responsabile dell’organizzazione, l’ex assessore regionale Dario Cartabellotta- è quello di portare da ottocento milioni di euro a un miliardo e mezzo il volume di affari sviluppato dall’agroalimentare”. Se la direzione dell’Expo litiga con la Regione Calabria per avere i Bronzi di Riace, a rappresentare la Sicilia alla manifestazione memeghina, saranno come testimonial dell’Isola “gli acroliti di Morgantina”, le due teste arcaiche trafugate a Morgantina e recuperate dai carabinieri del nucleo di tutela artistico, sulla Quinta Strada di New York, a casa di Maurice Templesman, il finanziere ultimo marito di Jacqeline Kennedy. Faranno da “pendant” con il noto quadro “A Vucciria” di Renato Guttuso. Due calamite, nelle intenzioni dell’assessore all’Agricoltura Ezechia Reale-utili ad alimentare l’interesse dei visitatori per il patrimonio Unesco della Sicilia, i siti come le Eolie o Noto che esercitano tutto il fascino utile a portare visitari nell’Isola. Ma la parte sulla quale si punta di più-fa sapere l’assessore alle Attività produttive Linda Vancheri, che lavora in tandem con il turismo diretto da Michela Stancheris- saranno le occasioni di sviluppo: un corner per internazionalizzare di fatto le imprese siciliane nel mondo e aprirle verso i mercati emergenti. Ma se i propositi sono tutti i alto profili, lo scetticismo delle aziende siciliane verso tutto quello che organizzato dalla regione continua a persistere. Hanno risposto pochissime aziende, infatti, al primo avviso di adesione, pubblicato lo scorso giugno da Unioncamere, la struttura delle Camere di Commercio prescelta per seguire la presenza coordinata ai padiglioni. Un fatto che purtroppo fa riflettere sempre sugli enormi ritardi accumulati dalla Regione, e sulla scarsa propensione a pianificare azioni mirate di informazione utli non solo ai cittadini “responsabili” ma anche alle imprese. R.C. LA REGIONE STUDIA UNA AZIONE DI RESPONSABILITÀ CONTRO GLI AMMNISTRATORI DELLA PARTECIPATA CHE CHIUDE IN PERDITA DA TRE ANNI CATANIA. E’ braccio di ferro ora tra la Regione, azionista di maggioranza con il 94% delle quote, e il Maas, il mercato agroalimentare di Catania, una delle partecipate finite nel mirino della commissione regionale che ha chiuso gli ultimi tre bilanci con una perdita di 4,6 milioni di euro. La Regione, dopo una rapida indagine si appresta, a muovere una azione di responsabilità contro gli ammnistratori: si contesta il fatto che per invitare gli operatori commerciali a insediarsi nella struttura per 4 anni è stato loro abbuonato il pagamento del canone, 250 euro a metro quadro. Progettato nel 1989, quando sfumò il finanziamento prima al mercato agroalimentare di Messina e poi a quello di Palermo, la struttura di Catania, che sorge in piena area industriale, è stata inaugurata solo nel 2011, quando era presidente Raffaele Lombardo: Il Maas dovrebbe aiutare le vendite nel settore dell’ortofrutta, del floroviavaismo e in quello ittico, saldandosi ai grandi mercati agroalimentari del Nord. Per favorire la costruzione prima e poi la fase di sturt-up è stato sottoscritto un mutuo da 25 milioni, con un pool di banche: Monte Paschi, Credito Siciliano, Banca Intesa, capofila Unicredit. Ma ora i problemi di cassa, molti stand sono ancora tristemente vuoti, e il “niet” della Regione a ripianare le perdite pregresse, cui si assommano 2,5 milioni annui per il mutuo, rendono arduo il prosieguo delle attività. Ma il presidente Emanuele Zappia, non si dà per vinto: sta valutando l’eventualità di “rivalersi” sulla Cmc, l’impresa costruttrice della struttura che presenta decreti ingiuntivi e blocchi di pagamenti presso terzi per crediti pregressi da undici milioni di euro. Il managment del Maas ha però chiesto di fare indagini di carotaggio sui materiali utilizzati e “i risultati sarebbero non in linea con le previsioni dei lavori”. A pesare nei rapporti con la Regione, quattordici assunzioni, svolte superando il bklocco imposto dalla legge, quando presidente era l’avvocato lombardiano, Brancato. LEGALMENTE AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE PALERMO AVVISO DI GARA Questa Azienda ha indetto procedura aperta per fornitura, suddivisa in 2 lotti, di “Materiale di consumo per stampanti, fororiproduttori etc. e generi cancelleria” per un periodo pari a tre anni. L’importo complessivo presunto dell’appalto per l’intera durata dello stesso ammonta ad Euro 1.800.000,00, oltre I.V.A. Gli atti di gara possono essere ritirati, nei giorni feriali, presso l’U.O.C. Provveditorato – Via Pindemonte,88, 90129 Palermo, o scaricati dal sito internet:www.asppalermo.org. Il termine di presentazione delle offerte è fissato per le ore 09,00 del 30/10/2014. Il bando è stato inviato alla G.U.E. il 28/08/2014. IL DIRETTORE GENERALE Dr.Antonino Candela centonove pagina 23 12 Settembre 2014 economia Il porto di Tremestieri visto dall’alto MESSINA. Resta senza gestione la seconda rada della città dopo la gara andata deserta Tremestieri, porto al Terminal Il Consorzio composto da Caronte, Meridiano e Bluferries sta svolgendo solo le funzioni di terminalista, inoltrando le domande di approdo degli armatori. Oggetto del contendere? La manutenzione dei fondali DI DANIELE DE JOANNON MESSINA. Una gara andata deserta da 2 milioni 760 mila euro (su base Istat) che si traduce in un canone annuale (su quattro anni) di 690 mila. Una cifra, quella per il porto di Tremestieri di Messina, che al Consorzio che ne porta il nome, e che fino allo scorso 8 settembre ha gestito le invasature (tornate due da poco tempo), non va proprio giù. Il perché? Non sono solo i soldi da investire, ma una serie di obblighi a carico del concessionario uscente se dovesse rinnovare il proprio mandato. A formare il Consorzio Terminal Tremestieri sono Caronte & Tourist, Meridiano e Bluferries, ovvero due società armatrici private e quella pubblica che navigano da e per la Calabria. IL BANDO. La nuova gara, andata deserta lo scorso luglio, cosa aveva di diverso rispetto alla precendente? Non la cifra, imposta comunque dai prezzi europei, ma una serie di oneri che prima non erano previsti per poter accedere alla “gestione commerciale del servizio di cabotaggio marittimo nello Stretto, nonché la manutenzione, l’esercizio, la sicurezza e custodia di essi per mantenere ed esercitare in conto terzi i servizi funzionali all’attività di traghettamento nell’approdo con l’obbligo del concessionario di assicurare e garantire l’approdo ed i servizi a più operatori/vettori marittimi”. Il nodo del contendere è all’articolo 7 dello schema di convenzione, che prevede che il concessionario si impegni a provvedere, a propria cura e spese, alla perfetta manutenzione ordinaria e straordinaria di tutte le aree, compresi i fondali del porto e quelli esterni antistanti la testata del molo di sopraflutto. Il bando era stato oggetto di numerose richieste di chiarimenti, fra cui una fondamentale: proprio “gli interventi di manutenzione straordinaria a carico del concessionario e quali siano quelli esclusi o, in alternativa, stabilire i criteri che consentano, all’occorrenza, di stabilire se competa al concessionario realizzarli”. Al quesito, gli uffici dell’Autorità Portuale di Messina avevano risposto una prima volta e una seconda, rettificando. Questo il succo: “Gli interventi di manutenzione straordinaria a carico del concessionario sono tutti gli interventi straordinari esclusi quelli determinati da eventi eccezionali o difetti occulti. Nel primo caso, si chiarisce che gli interventi manetuntivi non sottoposti alle cure del concessionario sono quelli scaturenti da eventi meteo o altre cause per i quali venga dichiarato lo stato di emergenza... Nel secondo caso, il vizio occulto deve essere tempestivamente segnalato all’Autorità”. EFFETTO SABBIA. Tanto è bastato per far andare deserta la gara del 31 luglio scorso. E il nodo principale è l’insabbiamento dei fondali che ha caratterizzato la storia del porto dalla sua nascita, prima oggetto di interventi dell’Autorità portuale. Dovendosene fare carico, gli armatori-terminalisti si sono “allarmati”. Per loro, oltre a una cifra che è più cara, sostengono, di quella prevista per il porto di Gioia Tauro, pensare di dover effettuare dragaggio e altro è impensabile. SCARAMUCCE. In attesa del nuovo bando, Tremestieri è diventato porto libero, e le domande di approdo sono pervenute alla Capitaneria attraverso la Terminal Tremestieri, che però il 20 MILAZZO Pino guida la rivolta IL SINDACO CONVOCA GLI OPERATORI PORTUALI PER DECIDERE IL DA FARSI RIGUARDO ALLA RIFORMA LUPI Carmelo Pino MILAZZO: Un summit per dire la propria sul destino del porto di Milazzo e gli accorpamenti prospettati, e poi stoppati, all’interno della riforma delle Autorità Portuali. È quello convocato per oggi (venerdì 12, ndr) al Comune di Milazzo dal sindaco Carmelo Pino, sin dal primo momento contro l’ipotesi di un matrimonio tra le Authority di Messina (che comprende anche il porto mamertino) e Gioia Tauro. «Ho deciso di convocare l’assemblea perché, essendo avvenuto tutto durante periodo estivo, c’era stata molta distrazione da parte degli centonove pagina 24 addetti ai lavori. Per questo motivo - spiega il primo cittadino - ho convocato tutti coloro che sono coinvolti nelle questioni portuali per conoscere la loro opinione in merito a quanto è stato prospettato». Il sindaco assicura che, dopo aver illustrato la propria posizione, sarà disposto anche a cambiarla se le altre dovessero essere di segno contrario, «perché si parla di decisioni che riguardano tutto il territorio». Che ciò possa accadere, però, è difficile, visto che Milazzo ha sempre mal digerito l’accorpamemnto con Messina, come dimostrò il consiglio comunale organizzato nel 1996 all’interno del porto. Ma cosa potrà mai fare il Comune, rispetto a decisioni prese dall’alto, per evitare di seguire il destino di Messina? «Chiederemo ai nostri legali. Sono comunque fiducioso. La grande intelligenza di far discutere la riforma in parlamento potrebbe evitare accorpamenti scellerati che neanche rispondono a criteri di spending review». 12 Settembre 2014 economia cesserà l’attività di terminalista. Al di là della diserzione del bando dovuta alle maggiori spese per la gestione, sembra che la paralisi sia determinata anche da un braccio di ferro sotterraneo con il Comune che si è sviluppato questa estate con l’ordinanza anti-tir relativa ad alcuni orari di partenza e approdo delle navi veloci della Cartour (Caronte & Tourist) dal porto storico e dall’indagine sollecitata all’antitrust dall’amministrazione su un presunto monopolio di fatto che domina la navigazione sullo Stretto. Per cui, la risposta degli armatori-terminalisti sembra essere: “Avete voluto il porto libero? Avete invocato l’Antitrust? Ora tenetevi il porto libero!”. E se è vero che Tremestieri sopravviverà perché i tir non possono accedere in città per traghettare verso Villa, lo è altrettanto che, in presenza di un porto libero, l’Autorità portuale incasserà poco e dovrà farsi carico delle manutenzioni. Riguardo al porto libero, anche la rada San Francesco lo sarebbe, ma nessuno fa richiesta di approdo perché gli armatori tendono a dividersi il territorio senza ostacolarsi. Altro discorso riguarda Bluferries, ovvero le Ferrovie dello Stato, che mentre minaccia di abbandonare il porto storico per gli incassi minimi, si allinea ai privati su Tremestieri. QUI AUTORITA’ PORTUALE. «Tra il vecchio bando di concessione e il nuovo, le differenze sono due: si sono ridotti i requisiti di partecipazione ed è stata inserita anche la manutenzione dei fondali», spiega Francesco Di Sarcina, segretario generale dell’Authority: «Nella precedente gara, avevamo tolto dalle manutenzioni il capitolo fondali a causa di un difetto “congenito” della struttura. Adesso che i problemi del porto sono stati risolti, non c’era più ragione di farlo, perché si tratterà solo di monitorare i fondali di una struttura perfettamente funzionante. Ad ogni modo - spiega nel nuovo bando specificheremo meglio tutti gli aspetti che destano incertezze». Ma quanto costa il dragaggio dei fondali? Continua ancora Di Sarcina: «In un anno, abbiamo speso una cifra inferiore a centomila euro. La stessa del rialzo d’asta presentato nella gara precedente dai concessionari. Quindi, alla fine, un punto di incontro si potrebbe trovare proprio discutendo sul rialzo. E comunque, lo ripeto, adesso il porto non è più suscettibile di insabbiamento come prima, quindi i dragaggi sono nella norma». PUNTI DI VISTA. La riqualificazione della zona falcata passa da un cambio di passo RIVELAZIONI Protocollo con Augusta per rientrare nel Ten-T LE MOSSE DEL PRESIDENTE DE SIMONE PER L’AUTHORITY MESSINA. Prima che andasse in onda lo psicodramma (ancora non concluso) sull’accorpamento dell’Autorità Portuale di Messina nell’ambito della riforma della portualità italiana in discussione, il presidente Antonino De Simone si stava già muovendo per allineare la città a quanto si stata preparando, trovando anche qualche ostacolo in Comitato portuale. A rivelarlo, in occasione di un incontro con la stampa per i suoi 2 anni, 2 mesi e 22 giorni di mandato, è stato proprio il capo dell’Authority: «Nella mia attività, Ricostruire il retroterra AREA METROPOLITANA E AREA INTEGRATA POSSONO SERVIRE PER RILANCIARE LA QUALITÀ DI GIANFRANCO FERRARO LA GUIDA DEL TOURING CLUB del 1902 propone Messina come una città globalizzata: l'"agenzia di vapori" Bonanno offre ad esempio collegamenti diretti per Liverpool, Amburgo, Londra, San Pietroburgo. La United Steam Ship Company porta gli emigrati siciliani da Messina a New York, ed è una compagnia belga a garantire i collegamenti del tram tra Giampilieri, Torre Faro e Barcellona. Messina è una falce. Su questa struttura naturale, l'architettonica ottocentesca di Minutoli aveva sostituito da tempo, nel 1902, quella barocca di Gullì nel disegno del "teatro marittimo". L'economia che ancora garantiva una centralità dei porti stava tramontando, e il terremoto, ovviamente, finirà col distruggere anche quei pochi germi di futuro che in un tramonto si possono sempre scorgere. Eppure, i messinesi nati nei primi anni '80 possiedono ancora una memoria comune con i loro nonni, che ancora si tuffavano dalla batteria Masotto per raggiungere la Madonnina: quella di poter passeggiare lungo la Cortina, sbirciando i secchielli dei pescatori e mangiando la focaccia accanto alle navi, o ai treni merci in sosta, prendendosi il fresco. Perché il porto, a Messina, a differenza che altrove, era ancora il centro della città. E non bisogna nascondersi che la spasmodica incapacità della Messina odierna di ritrovare un proprio baricentro urbano, rivelata dalle polemiche sull'isola pedonale, avviene contemporaneamente al sigillo crocieristico dell'area portuale. Primo porto italiano per numero di passeggeri, Messina ha perso ormai quasi completamente il suo rapporto con il mare. Al posto delle navi che trasportavano fino a pochi anni fa le barre di acciaio o la frutta esotica abbiamo traghetti e naviparcogiochi il cui unico scopo è di spostare quantità di merce, umana e non, da un posto a un altro. Passando, solo passando, per una città che non ha più neanche la forza di chiedere la corresponsione della più antica delle garanzie, quella tassa sul passaggio incarnata oggi dall'Ecopass. Cosa collega oggi, veramente, Messina? Il suo porto ha vissuto nel giro di qualche mese due passaggi: l'estinzione dell'Ente e il prevedibile, se solo se ne fosse discusso, accorpamento della sua Autorità portuale con quella del porto commerciale di La Palazzata sul porto di Messina prima del 1908 Gioia Tauro. Il tutto mentre rimaneva aperto il conflitto provinciale con lo hub di Catania, che punta a strappare a Messina il terminal crocieristico. A fronte di un impoverimento progressivo del territorio, e dopo la fine della mitologia del Ponte, chi sta oggi riflettendo sullo sviluppo del distretto marittimo messinese dei prossimi venti-trent'anni? Con il loro manifesto, gli economisti Limosani e Gambino si limitavano lo scorso dicembre ad indicare in fondo le due direttrici di sempre: la città metropolitana e l'area integrata dello Stretto. Ora, se la prima sarà a breve una imposizione, la seconda potrà essere solo l'effetto di una costruzione di assetti. Ed è qui che la memoria può farci intravedere il possibile. Unica vera antitesi alla devastazione edilizia della costa e allo spopolamento dei Nebrodi e dei Peloritani è la presenza di un retroterra produttivo fondato sul turismo di qualità, e su produzioni legate al territorio. L'Ente comunale, rimasto unico presidio democratico della città, può farsi carico già da ora, anche interagendo con municipalità europee e mediterranee geograficamente compatibili - le città degli Stretti -, di avviare una riflessione su programmi a lungo termine che riportino nello Stretto progetti e vettori marittimi internazionali slegati dalle dinamiche locali. Il progetto di una società multiservizi interamente pubblica che assorba tutte le partecipate, come già previsto dal piano di riequilibrio firmato Signorino, può prevedere, e col tempo imporre, d'altra parte, una presenza comunale su settori finora inesplorati, compreso quello navale, reinventando le stesse competenze municipali. Ma come sempre, il rischio di scambiare programmi complessi con la Fata Morgana di turno è su questa riva sempre prossimo. E invece Messina è solo una falce sul mare. centonove pagina 25 Antonino De Simone ho privilegiato i progetti internazionali e i rapporti con più soggetti. Per questo, un anno fai siglai un protocollo con le Autorità Portuale di Augusta e di Augusta e la società interporti, subendo critiche in Comitato Portuale. L’obiettivo era ed è potenziare il lavoro sulle reti Ten-T (alla base del riordino della portualità in ossequio ai corridoio europei, ndr). Anche per questo - continua - sono riuscito a ottenere l’inserimento della piattaforma logistica di Tremestieri e l’intera Via del Mare all’interno della programmazione che il Ministero presenterà in Europa per i finanziamenti fino al 2020». Sul perché, poi, il Comune e la politica abbiano puntato a un rapporto con Augusta, in caso di accorpamento, De Simone dice: «Non mi faccia rispondere». In due anni, ha annunciato il presidente, L’Autorità portuale di Messina ha già speso 60 milioni di euro in 12 Settembre 2014 economia UOMINI&BUSINESS CAMERA DI COMMERCIO RAGUSA QUI EUROPA Giannone nuovo presidente Attacchi con armi da fuoco, Ue corre ai ripari DI SALVATORE CIFALÀ NEGLI ULTIMI ANNI, si sono verificati tragici attacchi con armi da fuoco in diversi Paesi europei, tra cui l'Italia. Ogni anno, all'interno dell'Ue, oltre mille persone vengono uccise e mezzo milione di armi da fuoco smarrite o rubate non vengono più ritrovate. A tal proposito, in questi giorni la Commissione europea ha presentato proposte e suggerimenti per ridurre i reati commessi con armi da fuoco, individuando azioni a livello Ue attraverso la legislazione, le attività operative, la formazione e i molteplici finanziamenti per affrontare le minacce poste dall'uso illegale di armamenti. Essa ha inoltre avanzato idee utili a colmare le lacune a livello europeo per quanto riguarda l'intero ciclo di vita delle armi, tra cui la produzione, la vendita, la detenzione e il commercio focalizzando l'attenzione anche su attività quali il tiro sportivo e la caccia. CONSUMATORI Vacanze garantite Le norme che regolamentano i viaggi e le vacanze tutto compreso costituiscono un insieme a sé stante all’intermo del codice del turismo. Le norme forniscono e in modo chiaro le indicazioni sulle tutele predisposte a favore dei viaggiatori. Nello specifico l’ambito di applicazione comprende i pacchetti turistici venduti o in vendita. Prima di acquistare un pacchetto vacanze, il cliente ha diritto di ricevere una copia scritta del contratto con le generalità del tour operator, le caratteristiche del viaggio, il prezzo con tasse ed oneri, le quote di acconto, la scadenza del saldo, le eventuali assicurazioni comprese, la tipologia dei trasporti, gli orari di partenza e arrivo. Eventuali aumenti del prezzo pattuito sono possibili sempre che la loro modifica sia prevista dal contratto e purchè risultino connessi a casi specifici. Il viaggio può essere annullato dall’organizzatore se manca il numero minimo di partecipanti. Nel caso di disservizio o disagi, la prima cosa da fare è reclamare subito, sul posto, anche tramite i recapiti messi a disposizione del tour operator. Se il problema non si risolve, il consumatore dovrà denunciarlo tramite raccomandata a/r entro 10 giorni lavorativi dalla data del rientro allegando prove documentali (anche foto). Franco Sabatino, Adoc Le norme comuni più severe in materia di disattivazione delle armi da fuoco potrebbero assicurare che, una volta dismesse, queste rimangano inutilizzate e la Commissione si concentrerà su un approccio comune per contrassegnarle con un numero di serie al momento della produzione, onde poter rintracciare più facilmente quelle utilizzate dai criminali. È necessario, perciò, prendere in considerazione anche una legislazione UE che preveda norme minime comuni sulle sanzioni penali per garantire che le attività dissuasive siano efficaci in tutti gli Stati Membri e che non vi siano lacune giuridiche a favore dei trafficanti. Tali norme potrebbero stabilire quali violazioni commesse con armi da fuoco debbano essere oggetto di sanzioni penali (fabbricazione illecita, traffico, manomissione dei marchi, detenzione illegale e intenzione di fornire armi da fuoco), nonché specificare il livello delle sanzioni che devono essere imposte dagli Stati membri. La violenza da arma da fuoco potrebbe essere ridotta anche grazie EDITORIA Nasce la casa Mohicani libri come riserve da tutelare PALERMO. Nasce a Palermo una nuova casa editrice. Si chiama "Mohicani edizioni" e già nella scelta del nome c'è un richiamo alla tribù indiana che è riuscita a sopravvivere. L'esordio dell'iniziativa è coinciso con la pubblicazione di tre volumi: una "Guida turistico-culturale di Palermo e provincia", il testo poetico "Lumi d'agosto" (scritto da Francesco Paolo Ferrotti con prefazione di Vittoria Alliata) e la nuova edizione aggiornata del romanzo "Palermo nel cuore" con cui Pietro Scaglione, che della "Mohicani" è il direttore editoriale, si è aggiudicato nel 2013 il premio letterario "Gabriele Sandri". L'accostamento tra i Mohicani e l'editoria è, spiega Scaglione, molto simbolico. "I libri cartacei, al pari dei Mohicani, sono dati da anni in fase di estinzione, ma resistono nonostante la crisi economica (adeguandosi e aprendosi a nuovi mercati). Insomma, l'editoria è come una riserva indiana da tutelare". all'implementazione della direttiva concernente il mercato interno dell'Ue per quanto riguarda il possesso negli Stati Membri, ad esempio limitando l'accesso ai modelli di armi particolarmente pericolosi per l'utilizzo civile. Saranno esaminate inoltre procedure per la concessione del porto d'armi per individuare soluzioni concrete e verranno effettuati adeguati controlli sulla vendita e la produzione per raccogliere maggiori informazioni sulle nuove sfide tecnologiche, quali la vendita online di armi o la stampa tridimensionale delle loro componenti, ma anche su come ridurre il rischio di consegna illegale da parte dei servizi postali. Infine la Commissione esaminerà soluzioni, attraverso l'assistenza tecnica, il rafforzamento dei propri sistemi di controllo dell'esportazione delle armi, la chiusura delle rotte dei contrabbandieri e una migliore gestione delle riserve di armi militari affinché queste ultime, provenienti da Paesi terzi, non siano utilizzate in modo improprio. RAGUSA. Giuseppe Giannone, 71 anni, ex presidente Sac Catania e direttore generale della Conad Sicilia, è il nuovo presidente della Camera di Commercio di Ragusa. Giannone, è stato eletto alla quarta votazione, quella di ballottaggio, dopo che il suo antagonista Giovanni Brancati, segretario provinciale della Cna Ragusa, ha ritirato la sua candidatura. CAPITANERIE DI PORTO Vitale comandante a Savona MILAZZO. Il milazzese Vincenzo Vitale, capitano di vascello è stato assegnato dal comando generale delle Capitanerie di porto, comandante della Capitaneria, e del Porto di Savona. L'alto ufficiale milazzese ha preso il posto del comandante Enrico Moretti destinatoad altro incarico. CONFCOMMERCIO SIRACUSA Edilizia, Di Pace commissario SIRACUSA. È stato affidato a Luigi Di Pace l'incarico di commissario per la categoria sindacati vari che rappresenta i settori dell'edilizia e dei servizi alle imprese ed alle persone della Confcommercio. L'incarico è stato conferito dal presidente provinciale di Confcommercio, Sandro Romano. Di Pace ha 38 anni ed è socio in due imprese. Al commissario il compito di formare il nuovo organigramma del sindacato. NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO Cartelle di pagamento, cosa fare In questo momento di crisi economica, aggravato da una diffusa carenza di liquidità, sempre più spesso cittadini ed imprese si trovano a fronteggiare richieste di pagamento inviate da enti ed uffici tramite cartelle di pagamento. Cosa fare al ricevimento di una cartella? Innanzitutto rivolgersi ad un professionista abilitato, come il Consulente del Lavoro, per verificare insieme le strategie più opportune da adottare, sia nel caso in cui si abbia ragione, sia nel caso le somme siano dovute. Bisogna tenere presente alcuni punti fermi che sono fondamentali: l’esecutività della cartella e la possibilità di ricorre contro la stessa solo per pizi propri. La cartella che viene notificata infatti è già un atto esecutivo che, decorso il termine per pagare (di norma 60 giorni ma non sempre), dà la possibilità ad Equitalia di iniziare le azioni esecutive partendo dagli atti cautelari, come il fermo amministrativo dei veicoli, l’iscrizione di ipoteca e il pignoramento dei conti correnti. Un eventuale ricorso non sospende le procedure esecutive fino a diverso ordine del giudice, rimane però la possibilità di avvalersi della c.d. sospensione immediata, prevista dalla legge di stabilità 2013, limitatamente ai soli casi in cui il contribuente sia in possesso di un atto che dimostri senza alcun dubbio le proprie ragioni. Ad esempio è possibile richiedere la sospensione immediata nel caso in cui si sia regolarmente pagato quanto richiesto, o se vi sia un provvedimento dell’ente impositore (quello per conto del quale Equitalia richiede le somme) o del Giudice che sospende o annulla la pretesa. La richiesta di sospensione immediata, da presentarsi direttamente ad Equitalia entro 90 giorni dal ricevimento della cartella, blocca immediatamente tutte le attività di riscossione per il tempo necessario al riesame della pratica da parte dell’ente impositore, valendo la regola del silenzio-assenso entro 220 giorni dalla presentazione della suddetta istanza. Se l’ente non risponde, la richiesta si intende accolta con sospensione o annullamento della cartella. Rimane sempre ferma la possibilità di richiedere la rateizzazione del debito, tale procedura è possibile anche se si decide di fare ricorso ed ha il vantaggio di bloccare le procedure esecutive, ma non rimuove i provvedimenti cautelari. In altre parole l’ipoteca o il fermo amministrativo rimangono iscritti (con tutti i problemi del caso), ma Equitalia non può procedere alla vendita forzata degli immobili o dei veicoli. centonove pagina 26 poster 12 Settembre 2014 MURALES DI UMANITÀ VARIA LAMPEDUSA S...militarizziano Show Sesta edizione del festival sulle migrazioni. Tra musica, teatro, mostre e dibattiti LAMPEDUSA. Dal 25 al 30 settembre, l'isola piu a sud d'Europa sarà il palcoscenico del LampedusaInFestival, concorso cinematografico su migrazione, piccole comunità, lotte sociali e storie di mare. L'evento, alla sua sesta edizione, ha negli anni cercato di affrontare i vari aspetti della migrazione. Questa edizione sarà dedicata al tema della militarizzazione e al suo impatto. Come sottolineano i membri del gruppo Askavusa, la principale associazione che organizza il Festival, “la migrazione è un fenomeno che parte da cause ben precise e con diverse conseguenze. Noi cerchiamo di tenere bene a mente e analizzare entrambe. Negli anni abbiamo cercato di prendere in considerazione le molteplici cause e gli effetti in tutte le loro sfumature. Per questa edizione abbiamo deciso di parlare di militarizzazione, perché ciò che sta succedendo negli stati che si affacciano sul Mediterraneo e oltre – vedi Iraq ed Europa dell'Est – sono eventi che non possono essere ignorati e al contempo sono parte di un processo di ridefinizione dei poteri all'interno del quadro geopolitico internazionale.” Il festival nato nel 2009 dalla collaborazione tra l'Associazione Culturale Askavusa e la Rete Dei Comuni Solidali, e patrocinato dal Comune di Lampedusa e Linosa, propone sei giorni di cinema, cultura e musica, affrontando temi importanti non soltanto attraverso l'arte, ma anche grazie all'intervento di numerosi ospiti provenienti da diversi paesi, che porteranno il loro prezioso ed interessante contributo al LampedusaInFestival. Questa edizione vede una programmazione ricca di ospiti internazionali che parleranno di esperienze di vita e lotta in Europa. Ci saranno Sadou Bah dell'Autonom Schule Zurich (Scuola Autonoma di Zurigo), progetto gestito da migranti e cittadini Svizzeri per i newcomers, Asuquoe Okou Udo e Hannimary Jokinen del gruppo Lampedusa in Hamburg, associazione formata da migranti passati per Lampedusa negli ultimi anni, e il collettivo Cucula, laboratorio artistico e artigianale creato da rifugiati a Berlino. Ampia partecipazione di Compagnie teatrali internazionali che metteranno in scena opere sulla migrazione. Si comincerà con il Théatrè Senza di Parigi con la sua opera Miraculi, che ha debuttato di recente sul palco Londinese del Camden Fringe. Il gruppo di Bruxelles Memento Mari porterà la sua installazione audio-visuale “Welcome to Europe / Rewind”, un vero e proprio auspicio a ‘riavvolgere il nastro’ e rivedere in meglio le politiche migratorie, l'installazione utilizza il vento come elemento cardine e 'motore' di suoni e immagini. Natalie Yalon, attrice e produttrice teatrale già nota sull'isola, ritornerà per organizzare un workshop di teatro, aperto a chiunque volesse partecipare. L'operà verrà messa in scena la sera del 29 settembre. Per tutto il periodo della manifestazione, saranno allestite le mostre itineranti “Sulla Stessa Barca” di Mauro Biani e “Coelum Nostrum” di Marco Pinna. La novità è che entrambe le esposizioni saranno allestite nelle diverse spiagge dell'isola, per rendere il loro messaggio più forte e raggiungere un pubblico più ampio. Pat Lugo dell'associazione IN/audible e membro di Memento Mari presenterà una installazione audiovisuale permanente intitolata “Welcome to Europe / Rewind”. Altra installazione audio-visuale presente al festival e' “Viaggio Invisibile - Odissea Visionaria” a cura di C.A.P.R.A. Centro Aperto Produzione Ricerca Artistica e Teatro Zemrude, mentre Rossella Sferlazzo col collettivo Lampedusano Colors Revolution e le Città Vicine si dedicheranno alla creazione di “Porta Della Vita”, opera d'arte prosecuzione di un percorso relazionale di scambi d’arte e pensieri, iniziato l’anno scorso con la realizzazione della Mostra itinerante “Lampedusa Porta della Vita”. Le proposte musicali di questa edizione vedranno salire sul palcoscenico del LampedusaInFestival voci conosciute come quella di Alessio Greco e Giacomo Sferlazzo, assieme a Nicola Alesini, che apriranno l'evento alla Porta d'Europa, e voci nuove. Saranno presenti all'evento gruppi come i Super Griot, con Claudia Cancellotti, Macisse Vieira e Mamadou Mbuop dal Senegal, e il Trio Achref con Achref Chargui, Icopo Andreini e Pierangelo Spitilli. Da Marsiglia ci sarà il duo Antoine e Dimitri Porcu che accompagneranno testi letti e recitati da Mimmo Autolitano. Il cartellone propone anche presentazioni di libri e incontri con gli autori. Si comincia con “La Strada Di Ilaria” di Francesco Cavalli sul caso Alpi- Hrovatin. Si prosegue con “Castel Volturno: Reportage Sulla Mafia Africana” di Sergio Nazzaro e “Xenophobie Business” di Claire Rodier di Migreurope. Non mancheranno le proiezioni di documentari fuori concorso sempre su tema migrazione e militarizzazione. Lampedusa è un isola che per la sua posizione geografica e la sua storia rappresenta un luogo unico e centrale nel Mediterraneo; perciò il tema della migrazione è al centro della vita di questo luogo e dei ragazzi di Askavusa che da sei anni organizzano il festival con scarsi contributi pubblici ma con il supporto volontaristico di numerosi professionisti, associazioni ed organizzazioni culturali. ACCADDE OGGI A MESSINA 1197, Enrico VI di Svevia al Duomo Il 12 settembre 1197, per assistere alla consacrazione del Duomo da parte del vescovo Bertia, giunge a Messina Enrico VI di Svevia, conquistatore dell’isola nel 1194: perderà la vita alcuni giorni dopo, il 28 settembre, nei boschi di Fiumedinisi nel corso di una battuta di caccia, forse ucciso da un dardo avvelenato per mano di un sicario inviato dalla moglie Costanza (che non vedeva di buon occhio la politica del marito nei confronti dei feudatari normanni, a favore dei seguaci tedeschi), oppure a causa della malaria o di un’incauta ingestione di acqua gelida. 1856, torna la Drammatica compagnia dei Fiorentini Il 12 settembre 1856, dopo il grande successo conseguito in aprile, al Teatro S. Elisabetta di Messina ritorna, a grande richiesta da parte del pubblico, la “Drammatica Compagnia dei Fiorentini”, diretta da Adamo Alberti, che dà dodici applaudite e affollate rappresentazioni (Cfr. G. Uccello, Lo spettacolo nei secoli a Messina, Publisicula Editrice, 1986). centonove pagina 27 12 Settembre 2014 posterpersonaggi MISTRETTA. Undicesima edizione del Premio intitolato alla scrittrice, che quest’anno svela i suoi scritti per l’infanzia La lunga favola di Maria Messina Il riconoscimento a Giusi La Grotteria che ha completato i suoi studi all’Università di Milano con un lavoro di pubblicazioni dedicato alla grande e sfortunata “scolara del Verga”. Che a lui si ispira per raccontare con originalità l’età della fanciullezza DI MASSIMILIANO CANNATA MISTRETTA. L'XI edizione del "Premio Maria Messina" che come ogni anno, organizzato dall'Associazione Progetto Mistretta", si terrà nella cittadina nebroidea il prossimo 13 settembre, svelerà un aspetto particolare e poco conosciuto dell'opera della siciliana: gli scritti per l'infanzia. Il riconoscimento speciale della Giuria, presiduta dal linguista Giovanni Ruffino verrà, infatti conferito a Giusi La Grotteria che ha completato i suoi studi all'Università di Milano con un lavoro di pubblicazioni a questa grande e per molti versi sfortunata "scolara del Verga". In occasione della premiazione, ospitata dal Circolo Unione, Francesco Taormina professore di composizione architettonica e urbana presso l'Università di Roma Tor Vergata e Carmela Bonanno, Archeologa, responsabile del Museo delle Tradizioni Silvo pastorali di Mistretta dialogheranno con la giovane studiosa cercando di approfondire, in un'ottica interdisciplinare, cosa significa "descrivere i luoghi e le cose", non tanto per arrestarsi a una semplice gusto estetico, quanto per progettare una città a misura d'uomo e gettare le basi per un riscatto economico e culturale del nostro Mezzogiorno. Nell'intervista che segue, La Grotteria oltre a spiegare le dinamiche che l'hanno spinta ad approfondire un tema molto peculiare, si sofferma sulle ragioni di un interesse non solo accademico, ma anche di un pubblico sempre più vasto per l'opera di una scrittrice che oggi viene giustamente annoverata tra le grandi voci della Maria Messina letteratura mondiale del 900. Dottoressa La Grotteria, lei ha scelto di indagare la narrativa per l'infanzia. Ritiene che ci siano in questi scritti degli aspetti inediti che possono consentirci di conoscere meglio la figura e l'opera di Maria Messina? Ho tentato di descrivere nel mio studio la grande sensibilità con cui la scrittrice si rivolge al pubblico dei piccoli e l’attenzione da lei data alle esigenze e alle capacità cognitive e narratologiche del lettore bambino. Occorre precisare che nel tentativo di rivalutare la Messina, la critica ha spesso tentato di allontanare la sua opera dall’influenza del Verga. Vorrei invece sottolineare come nella scrittura per l’infanzia il modello verista non solo sia fortemente presente e caratterizzante, ma rappresenti anche un punto di forza e un elemento di originalità. Maria Messina riesce ad offrire infatti, un’immagine credibile e realistica dell’età della fanciullezza, un’idea di infanzia quindi poco convenzionale rispetto alla produzione dell'epoca, che pone il fanciullo di fronte alla rappresentazione di una realtà aspra e spesso difficile. La biografia della scrittrice è caratterizzata dalla cifra della sofferenza e da molteplici difficoltà esistenziali prima che economiche. In questi ultimi anni l'interesse è costantemente cresciuto in molte Università in tutto il mondo per questa figura fragile, ma nello stesso tempo straordinariamente capace di parlare agli uomini di ogni tempo. Da che cosa è dettato questo "tardivo" e inaspettato successo? Credo che l’interesse per l’opera di Maria Messina sia dettato dalla tendenza, nata già a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, alla riscoperta delle autrici donne dimenticate dalla storia letteraria. Il mondo accademico è partecipe di queste riscoperte ed è propenso ad approfondire l’opera di personaggi letterari poco studiati dal mondo della critica. Credo che si tratti di un fatto nuovo e positivo che va incoraggiato e rafforzato. Un capitolo interessante del suo studio riguarda i rapporti dell'autrice siciliana con Verga e Pirandello, due "colossi" della letteratura universale. Come va correttamente inquadrata dal Giusi La Grotteria punto di vista storico-critico nell'ambito della poetica novecentesca. l'intera produzione estetico"La descrizione dei luoghi e letteraria della Messina? delle cose" è il tema su cui Il percorso letterario della scrittrice ruoterà la edizione del Premio risulta esemplare del difficile passaggio di quest'anno. Quali sono le dai moduli ottocenteschi tradizionali a categorie narratologiche su cui quelli che si stavano facendo strada nel si fondano i racconti della primo Novecento. Come Pirandello nella novella L’esclusa, Maria Messina racconta in Casa Paterna, l’ipocrisia del mondo piccolo-borghese attraverso lo studio dei ritratti femminili e dell’universo soffocante che li circonda. È nelle storie del mancato riscatto femminile che la scrittrice dimostra un mutamento di prospettiva, quel passaggio cioè dai Vinti alle Vinte che la introdurrà in maniera Giovanni Verga e Luigi Pirandello netta e incontrovertibile centonove pagina 28 12 Settembre 2014 posterpersonaggi Messina? Fondamentale nei racconti per l’infanzia di Maria Messina risulta la dimensione spaziale, che si sostanzia dei luoghi che sono quelli relativi alla sua concreta esperienza di vita. La Sicilia rappresenta la sacralità del luogo natio, la vita semplice di paese, lo spazio ideale e simbolico del microcosmo familiare, il ricordo della semplicità di tradizioni e costumi. Attraverso questo spazio la scrittrice esalta una realtà arcaica e idilliaca capace di contrastare il senso di spaesamento e l’idea di artificiosità della modernità. Una Mistretta rosa ieri come oggi dal fenomeno dell'emigrazione appare come il "luogo dell'anima". La cittadina, presente nelle raccolte "Pettini fini" e in "Piccoli gorghi", che cosa trasmette alla scrittrice che parla di queste novelle definendole "rapide" e "secche"? Mistretta è il primo luogo di ispirazione della scrittrice, la quale visse in quel contesto nebroideo, un periodo di isolamento culturale e sociale, di solitudine e sofferenza personale, che risulteranno cruciali per l’esordio della sua produzione letteraria. Nelle prime novelle, "rapide e secche" perché “concise e senza aggettivi come la parola di chi vive profondamente una sua vita interiore”, Maria Messina racconta degli uomini e delle donne di Mistretta perché vede riflessi i propri dolori in quelli dei poveri abitanti del centro nebroideo, costretti ad una vita di stenti e privati dei più cari affetti a causa di quella forzata ondata migratoria verso il Nuovo Continente, destinata a lasciare il segno su intere generazioni. Inoltre è Vicoli del centro storico di Mistretta, primo luogo di ispirazione di Maria Messina a Mistretta che la scrittrice scopre le immagini più autentiche che rispecchiano quel mondo arcaico così caro alla poetica del vero, teorizzata e praticata da Giovanni Verga. Scrivere per i piccoli. Una sfida ardua in una fase storica in cui l'infanzia si presentava come una scoperta recente. Con quali strumenti viene affrontata dalla scrittrice palermitana? La Messina sceglie di porsi dalla parte del fanciullo raccontando la vicenda dal punto di vista dei bambini protagonisti con l’obiettivo di difendere una fase della vita caratterizzata, LA SCHEDA Autrice poco conosciuta. Fino a quando Sciascia... Maria Messina (Palermo, 14 marzo 1887 – Pistoia, 19 gennaio 1944) è stata una scrittrice italiana. Il padre, Gaetano era un ispettore scolastico. La madre, Gaetana Valenza Traina, discendente di una famiglia baronale di Prizzi. Cresciuta a Messina, trascorse un'infanzia isolata, con genitori e fratelli, il maggiore dei quali la incoraggiò a iniziare una carriera come scrittrice. A 22 anni, iniziò una fitta corrispondenza con Giovanni Verga, e tra il 1909 e il 1921, pubblicò una serie di racconti. Produsse diversi volumi di racconti brevi, cinque romanzi e una selezione di letture per bambini. Nel 1928, uscì il suo ultimo romanzo, L'amore negato, mentre la sclerosi multipla, che le era stata diagnosticata a vent'anni, si stava complicando. Maria Messina morì, a Pistoia, nel 1944, a causa di questo male. Visse molti anni a Mistretta, nel cuore dei monti Nebrodi, dove ambientò molti suoi racconti. Le sue spoglie mortali, assieme a quelle della madre, sono state traslate, il 24 aprile 2009, proprio a Mistretta, considerata come una sua seconda patria. Maria Messina è divenuta "cittadina onoraria" dell'antica "capitale" dei Nebrodi. Inizialmente non era molto conosciuta come autrice, soltanto successivamente venne riscoperta da Leonardo Sciascia che ripubblicò numerose opere di Maria Messina in case editrici di prestigio. nell’immaginario comune, dalla spensieratezza e dall’innocenza, e insieme di coinvolgere in modo più incisivo il lettore-bambino nell’avventura del bambino protagonista. Manca nei suoi racconti il soffocante indottrinamento del mondo piccolo-borghese e la lezione che il testo offre al bambino-lettore nasce dalla sola rappresentazione del vero. Un aspetto importante è rappresentato dal recupero della fiaba, come modulo narrativo, che trae ispirazione dalla figura di un "Pinocchio" rovesciato. Cosa significa questa scelta ? Il personaggio del piccolo Cismè, richiamando il romanzo più importante, per la sua permanenza nell’immaginario culturale collettivo, della letteratura per l’infanzia in Italia, giustifica l’esordio della scrittrice in questo tipo di produzione. Poiché il modello collodiano stava vivendo già all’inizio del Novecento uno stato di usura, dovuto alle molteplici rivisitazioni, Maria Messina sceglie di rovesciare questo burattino, da burattino-bambino a bambinoburattino. Si tratta di un capovolgimento di prospettiva decisivo, che svela una grande capacità di andare a fondo, interpretando i fenomeni culturali di una società in movimento. A proposito del contesto sociale. Quali erano i modelli culturali prevalenti con cui la Messina dovette misurarsi in centonove pagina 29 un'epoca in cui l'infanzia "senza cieli stellati" era prigioniera di molteplici stereotipi: "nazionalpatriottica" negli anni della guerra, "didatticomoraleggiante" con il trionfo del paradigma piccolo borghese perbenista e sostanzialmente conservatore nel periodo difficile e tormentato che seguì l'epoca tragica del secondo conflitto mondiale ? I testi destinati ai fanciulli nascono con una sola ed unica funzione, quella educativa, la quale assume nel tempo diverse sfumature, legate alle esigenze politico e sociali del momento storico. Maria Messina si dedica alla letteratura per l’infanzia in un periodo di svolta rispetto al modello didascalico, precettistico ed edificante che aveva dominato l’Ottocento, e riesce ad affrontare le tematiche del suo tempo attraverso il racconto serio e realistico dell’età infantile, inaugurato dallo Scurpiddu di Luigi Capuana. In questa letteratura l’universo dei fanciulli si priva dell’elemento favoloso e dell’idea, alla Giamburrasca, di un’infanzia eterna, che avevano contraddistinto la parte prevalente degli scritti per l'infanzia. La triste conseguenza è quella che si finisce col non risparmiare neanche al lettorebambino i "cieli senza stelle". 12 Settembre 2014 posterlibri RECENSIONI. I libro da Nobel della scrittrice Alice Munro, maestra del racconto breve Nemico, amico, amante Musica del quotidiano, legata agli affetti familiari, le nove storie catturano per lo stile semplice ma efficace ed accurato. Tra personaggi senza tempo e senza confini DI MARIA D’ASARO 315 PAGINE, NOVE racconti: il più lungo, che dà il titolo al libro, di pagine ne ha 51, il più breve, l’intenso e inquietante Quello che si ricorda, solo 24; ogni storia è ricca ed emozionante, con una trama avvincente degna di un romanzo. Nemico, amico, amante … (Einaudi, Torino, 2003, € 17,50, trad. di Susanna Basso) di Alice Munro, la scrittrice canadese che ha ricevuto nel 2013 il massimo riconoscimento per la Letteratura, è davvero un libro da Nobel. Le storie della Munro ti catturano per lo stile in apparenza semplice, ma efficace ed accurato; per l’apparente “nonchalance” con cui l’autrice attraversa con sapiente leggerezza i grandi temi della vita: le relazioni familiari, le storie d’amore, la malattia, la morte; per la modalità quasi distratta ed obliqua con cui mette a fuoco i sentimenti, le emozioni recondite, l’anima più vera dei personaggi: ricordiamo l’indimenticabile Johanna, protagonista di Nemico, amico, amante …, che “nemmeno da giovane si sarebbe concessa certe stravaganze, e non solo per una questione di soldi, ma per la presunzione che avrebbero significato, per la speranza immodesta di meritare una simile trasformazione, e la felicità.”; l’incontro disinvolto e delicato tra Jinny e il giovane Ricky ne Il ponte galleggiante; in Conforto, il prof. Lewis, ateo ostinato, e sua moglie Nina, che bacia l’impresario delle pompe funebri; la fuggitiva Queenie, nel racconto omonimo, e la zia Alfrida in Mobili di famiglia. In Ortiche, la scrittrice ci offre con poche, essenziali pennellate il delicato sentimento di attrazione tra LACERTI DI LETTURE due bambini: “Nel sentimento per Mike il demone localizzato si trasformava in un’eccitazione diffusa e in una tenerezza sotto pelle, un piacere degli occhi e delle orecchie e una gioia cristallina in presenza dell’altro”. Sebbene il lettore avverta – con piacere, se donna – il tocco femminile di queste storie, Alice Munro contempla e tratteggia con acuta sapienza espressiva alcune differenze di fondo tra l’animo degli uomini e quello delle donne, magari in una casa di riposo, di fronte alla vecchiaia: “I parenti arrivavano a grappoli. Di solito capeggiati da madri allegre e insistenti che guidavano il gregge di uomini e figli. Gli unici a non mostrare apprensione erano i piccolissimi. (…) Certi insistevano con giochi nonostante i rimproveri, e dovevano essere riportati di peso alla macchina. E con quale gioia, con quanta sollecitudine, fratelli maggiori e padri si offrivano di occuparsi dell’allontanamento, approfittandone per mettere fine alla visita.” Tutti i racconti sono calati in un topos specifico, nel paese dell’autrice, il Canada, spesso in piccole cittadine vicino al lago Ontario; ma i tipi umani rappresentati, così bene analizzati nelle loro pulsioni interiori, non risultano affatto appesantiti dalla collocazione in uno spazio e in un tempo definiti. E poi la Munro possiede un’eccellente dote narrativa: quella di contrarre e dilatare a piacimento la dimensione temporale: in quasi tutti i racconti la scrittrice si dimostra capace di farci viaggiare avanti e indietro nella vita dei personaggi con disinvolta maestria. Nella sua penna esperta, il tempo non è altro che la “distensio animae” di agostiniana memoria: “ciò che viene misurato dall' anima non sono le cose nel loro trascorrere, ma l' affezione che esse lasciano e che permane nella nostra anima anche quando esse sono trascorse.” (Sant’Agostino, “Confessioni”). Nei nove racconti, la scrittrice alterna due registri narrativi: sei storie sono scritte in terza persona, le altre, Mobili di famiglia, Ortiche e Queenie, in prima persona. In queste tre storie, si avverte qualcosa di autobiografico: ad esempio, quando l’autrice accenna al doloroso vissuto di una separazione coniugale: “C’erano tristezze che riuscivo a sopportare, quelle legate agli uomini. Poi ce n’erano altre - legate ai figli – che non potevo reggere”. E infine, come non pensare che la chiusa di Mobili di famiglia sia proprio il manifesto della vocazione della Munro, col suo inevitabile bagaglio di brillante solitudine: “Che gioia, essere sola. Vedere la luce calda del tardo pomeriggio sul marciapiede, i rami di un albero, rinverditi da poco, proiettare le loro ombre scarne (…) Il lavoro a cui volevo dedicarmi era più simile a una mano che acciuffi qualcosa nell’aria che alla LA CLASSIFICA Alice Munro costruzione di storie. Le grida della folla mi arrivavano come un violento battito cardiaco, pieno di sofferenza. Solenni, splendide onde sonore, con il loro remoto consenso e il loro lamento quasi sovrumano. Era questo che volevo, questo su cui pensavo di dovermi concentrare; così volevo la vita”. Così, la scrittrice ci trascina nelle sue storie e ci prende per mano. E noi, come Jinny ne Il ponte galleggiante, proviamo“Una specie di leggerezza indulgente (…). Un fremito di affettuosa ilarità, che per il momento ha la meglio su tutto il dolore e il senso di vuoto”. DI FELICE IRRERA È la vicenda, ambientata a Palermo alla fine del Settecento, durante la dominazione borbonica, della bellissima, ambiziosa e cinica duchessa Flora di Canavilla, ma è presente anche un vero stuolo di personaggi e soprattutto un “uomo mascherato”, che difende i diritti degli oppressi. Sentimenti forti e vicende aggrovigliate si succedono, come al solito in questo scrittore, senza respiro, sino ad un finale imprevedibile. Luigi Natoli, La principessa ladra, Dario Flaccovio 2014, pp. 526, € 20,00 Casati Modigliani Dan Brown 1Sveva La moglie magica - Sperling & Kupfer 4 Inferno - Mondadori Markus Zusak Stefano Benni 2Storia di una ladra di libri - Frassinelli 5 Pantera - Feltrinelli Tiziano Tersani Massimo Gramellini - La magia di Un' idea di destino. Diari di una vita un buongiorno - Longanesi 3straordinaria 6 Longaneri www.wuz.it FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA) Senza pudore SENZA LA bellezza erotica del corpo femminile fare l’amore sarebbe solo il soddisfacimento di un bisogno che spesso, come altri bisogni fisiologici, risulta esteticamente sgradevole. “Molto ho guardato la bellezza, e ne è piena la vista. Linee del corpo. Rosse labbra. Corpo vellutato, capelli sempre belli, anche spettinati.” Il nostro corpo è uno strumento che evoca le passioni vissute, le emozioni provate, i dolori patiti. Quando questi non ci consentirà più di ricordare ecco che, pur vivendo, saremo già morti. “Ricorda, mio corpo, non solo quanto fosti amato, non solo i letti dove giacesti, ma anche quei desideri che per te scintillavano negli occhi e tremavano nella voce. Ora che tutto ormai affonda nel passato, ricorda mio corpo, ricorda.” Quel desiderio irresistibile, totale, assoluto che assale gli amanti e li fa diventate audaci prestigiatori, capaci di godere amplessi intensi e profondi consumati davanti a terzi senza che nessuno si accorga di nulla. “L’una di notte. In un angolo della bettola. Il locale completamente vuoto, salvo noi due. Appena lo illuminava una lampada a petrolio. Dormiva, vicino alla porta, l’insonnolito cameriere. Nessuno ci avrebbe visti. Eravamo tanto accesi che ci era impossibile avere precauzioni. I vestiti si aprirono a metà. Godimento di carni tra vestiti semi aperti.” Gli amori separati dal destino nel pieno della loro passione, mantengono intatto il desiderio dell’altro qualunque sia stata la causa del distacco, continuando a vivere, comunque, di intensità emotiva, mentre quelli consumati dal tempo e dalla quotidianità si trascinano, morti, nell’indifferenza e nel tedio. “Fu causa di grande dolore per loro separarsi. A volerlo non furono loro ma le circostanze. Non era più lo stesso il loro amore. centonove pagina 30 Gradualmente era scemata l’attrazione. Il destino si era mostrato artista separandoli adesso prima che l’amore morisse, prima che il tempo li sciupasse. Saranno l’uno per l’altra come fosse sempre.” Il pudore è ridicolo: è’ un categoria di pensiero che cerca a tutti costi, in modo grottesco, di nascondere l’evidenza. “I libri sono tutta la sua vita. Oggi pomeriggio è passato l’amore sulle sue labbra, sulla sua carne che è tutta bellezza è passato l’avvampo della voluttà senza pudore.” La perdita della reputazione in determinati contesti non può che essere motivo di vanto: a Corleone Giovanni Falcone ha una pessima reputazione. “Si degradò totalmente. Una inclinazione erotica tanto vietata e così esacrata (e tuttavia innata) fu la sua causa: viveva in una società troppo puritana. A poco a poco perse la reputazione.” Lacerti tratti da: “Poesie d’amore ” - 2004 Kostandìnos Kavafis posterlibri 12 Settembre 2014 INIZIATIVE POESIA. Nona silloge poetica per la poetessa calabrese Tavolozza a fior di... Pelle 75 brevi liriche che sono una meditazione sull’esistenza e sui suoi “lacci oscuri” e sul tempo che “brucia la legna degli anni” DI FELICE IRRERA MESSINA. “Ut pictura poesis”: questo il sottotitolo, mutuato da Orazio, della nona silloge poetica di Marisa Pelle, “Tavolozza”, che raccoglie 75 brevi liriche che la poetessa calabrese, per molti anni docente di discipline classiche in un liceo di Messina, dove risiede, pubblica adesso con l’editrice Besa. La poesia è, dunque per il sommo poeta latino come un quadro, ed egli aggiunge, nella stessa “Ars poetica”, che c’è quella che piace di più vista da vicino e un’altra che attrae solo se guardata da lontano oppure riosservata di nuovo o analizzata con occhio critico: insomma, in poesia come in arte, ci sono opere subito comprensibili ed altre assai meno. Marisa Pelle continua sostanzialmente in tutte queste sue nuove poesie la sua meditazione sull’esistenza e sui suoi “lacci oscuri”, e sul tempo che “brucia la legna degli anni”, mentre la vita dura “il tempo di un falò” e si sfilaccia il presente con i ricordi, soli atomi di luce. Per lei, gli anni si annotano su labili fogli, la tela del giorno si tesse a fatica, si avanza incerti nella nebbia tra dolori e morte e l’esistenza è rosa da un tarlo in gallerie invisibili, mentre il domani è imponderabile e profonde ferite ci sono inferte durante il cammino della vita, che pencola tra nascita e morte. Trova ancora spazio, come in precedenti raccolte, la storia, vista nelle sue tragedie: il ricordo di Tienanmen, l’insensata violenza sulle donne, l’assurdo di tanti bimbi uccisi, i morti in inutili guerre, gli immigrati scomparsi in mare; ed è sempre vivo il ricordo dei familiari che non ci sono più: oltre alla figura paterna, è presente soprattutto ancora quella della madre. È assurdo, ma la vita continua e il tempo scorre dopo ogni naufragio, gli anni sono “Telamoni riversi”, e resta solo il silenzio e il ricordo, come una veste “cucita sulla pelle”. In-definita appare all’autrice la vita, come la Pietà Rondanini di Michelangelo. Ma è proprio l’arte che è capace di attraversare il tempo e di resistere, qual fiaccola sotto il moggio, a tutte le intemperie, così come le splendide Cattedrali europee, capaci di sfidare i secoli, a dare la propria impronta alla silloge : si fa chiara l’equivalenza, in questo senso, tra poesia e arte e molte delle liriche trovano il loro punto di partenza in un quadro o in una scultura. Ponendoci dinanzi agli occhi le opere da cui l’ispirazione nasce comprendiamo e gustiamo al meglio i versi che nascono quasi naturalmente dalla loro visione: i colori o i soggetti evocano, sempre in un registro reso elevato da un lessico classicamente scelto, personaggi ed opere dell’antichità, stimolano la memoria, suggeriscono la labilità della vita, permettono di cogliere “l’attimo graffito d’eterno”, rivelano spiragli di luce, scoprono impensabili rivelatrici somiglianze. Ma l’arte suggerisce pure, in certi paesaggi, il ritorno al “nostro sommesso epos quotidiano”; in diversi casi, consente di sottolineare che la memoria è “ferita aperta sanguinante”, che “la vita si volge e non ha fine/senza cesure né punti fermi” e che il suo dare ed avere è una “moneta antica incisa su due facce”. Talvolta, come nel caso dell’abbrivio poetico dal “Mazzo di fiori” di Bruegel il Vecchio, è la vita stessa ad apparire “sempre lì negletta/dietro l’impannata/col suo mirabile mazzo di fiori/- più di cento varietà diverse - … / luminoso su di una scura parete - / che chiedono di entrare tra le righe”. Si crea, insomma, una misteriosa corrispondenza tra l’immagine artistica e l’ispirazione poetica, come, per esempio, accade a proposito del “Tramonto a Baia” di Gabriele Smargiassi, dove la luce del tramonto evoca alla sensibilità dell’autrice il canto delle Muse; mentre una scultura di Naum Gabo le fa dire per analogia che è “Diamante grezzo la parola/che si scava in miniere a cielo aperto”; e una terracotta invetriata di Luca Della Robbia le appare capace di superare il tempo con la sua “scure affilata”. In sostanza, si coglie come l’ispirazione che ha prodotto le opere di tanti artisti può trovare piena corrispondenza nella sensibilità poetica, che crea un vero e proprio “affresco di parole”. Allora, “Come la rosa di Magritte/la parola fiorisce” e, come la colomba dello stesso artista, la parola s’innalza audace anche se il cielo è buio. Luce, luce, luce chiede il poeta e la trova nell’intreccio della sua tavolozza di parole, che non mistificano la realtà, che rimane oscura, con la morte sempre in agguato, ma che con la loro musica consentono di vivere. "Musica, sopra ogni cosa” - scriveva Paul Verlaine - ed essa è presente in questa elegante silloge in ogni fraseggio, anche direttamente citata, ma non solo: splendida è, per esempio, l’ultima lirica, ispirata a “La notte stellata” di Van Gogh, dove la varietà del verso produce una musicalità difforme, ma singolarmente composta, capace di rendere il contrasto tra il paesaggio terrestre e il cielo: “Sotto il profilo ondulato dei colli/a valle dorme il paese reale/a tratti brevi lineari/le case le finestre il campanile/Inquieto di contro il cielo/urto drammatico di forze/in movimento/a pennellate curve ondose”. Felice Cavallaro con Silvana Grasso La strada degli scrittori si ferma a Racalmuto Ayala ricorda l’evento con Falcone e Borsellino AGRIGENTO. Sempre più vicina la meta del Grand Tour dei Saperi e dei Sapori lungo la Strada degli Scrittori. Fervono i preparativi per la serata conclusiva del 12 settembre a Racalmuto con un programma ricco di appuntamenti: il concerto della Fanfara dei carabinieri, per i 200 anni dell'Arma; Giuseppe Ayala ricorderà un evento a Racalmuto con i giudici Falcone e Borsellino; l'intervento artistico sarà affidato ai travolgenti Pino Caruso e Gilberto Idonea; testimonial della Strada degli Scrittori sarà la scrittrice Silvana Grasso; la celebrazione dei 60 anni della Rai in Sicilia condurrà indietro nella memoria a quella partenza da Racalmuto dei due pionieri amici di Sciascia, Aldo Scimè e Emanuele Cavallaro, per fondarne il primo embrione del telegiornale; la presentazione ufficiale dei cortometraggi sulla Strada degli Scrittori si svolgerà al teatro Regina Margherita, ad opera del Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo con l’egida di Sicilia FilmCommission; seguiranno il concerto di Joe Castellano, la presentazione del Treno degli Scrittori e molto altro ancora; saranno presenti le massime autorità siciliane e nazionali. Nei giorni scorsi, ad Agrigento, la tappa nella Valle dei Templi dedicata a Enzo Lauretta, scrittore, saggista, uno dei massimi esperti di Luigi Pirandello, scomparso il mese scorso. Alcuni brani dalle sue opere sono state lette da Giusy Carreca del Centro culturale Pier Paolo Pasolini e sono stati proiettati spezzoni di film tratti da romanzi di Enzo Lauretta e documentari sul backstage. ESORDI Giallo di paese firmato Quattrocchi MESSINA. “Gli ingredienti ci sono tutti: un’ambientazione tipica della Sicilia dell’entroterra, le sue usanze, i suoi ritmi. E poi l’omicidio e una borsa che scompare con il suo prezioso contenuto. Ad andarci di mezzo è il piccolo Enzo, che diviene l’emblema di una comunità che punisce chi non segue le regole. Sono queste le premesse di La borsa dell’avvocato, giallo di paese che verrà risolto grazie al prezioso contributo di un maresciallo dei carabinieri alla sua ultima indagine”. Così il retro di copertina del romanzo, edito da Kimerik e distribuito da Feltrinelli, “La borsa dell’avvocato”, il primo romanzo del messinese Giuseppe Quattrocchi, da sempre impegnato nel settore della comunicazione, e della televisione in particolare. Quattrocchi, che “si dimostra in questo romanzo abile pittore di personaggi, situazioni, intrecci e fortunati, non per tutti, epiloghi”, ha incontrato i suoi lettori nel Salone delle Bandiere al Comune di Messina, mercoledì 10 settembre. DHanno dialogato con l’autore Egidio Bernava e il vicepresidente del consiglio comunale Nino Interdonato. centonove pagina 31 12 Settembre 2014 postermostre A TU PER TU. Il pittore inglese innamorato del piccolo comune dei Nebrodi si racconta. Mentre in paese lo “celebrano” con due mostre Jokn Picking: «Io, folgorato sulla via Militello» Bloccato da un malanno nella sua casa-studio mentre “piovono panotti per la festa di San Biagio, l’artista svela il suo viaggio dalla Scozia alla Sicilia. «Doveva durare un mese ma non riuscivo più a partire». Ecco perchè DI GERARDO RIZZO MILITELLO ROSMARINO. In piazza Lodato, a Militello Rosmarino, il palco è già pronto, e lo slargo è pieno di giovani pronti a contendersi i “panotti” benedetti di San Biagio, che sono un portento per la protezione della gola. E tutt’attorno la gente se ne sta in attesa, magari qualche panotto lanciato di sbieco arriva pure da quelle parti, e comunque la contesa è uno spettacolo che vale la pena vedere. E quando dalla scalinata della chiesa del Rosario, l’arciprete e quelli del comitato iniziano a lanciare i “cucciddati” benedetti, è tutto un urlo collettivo di tutta la piazza, a invocare panotti e protezione di San Biagio. Per l’occasione sono presenti tutti i militellesi, soprattutto quelli che stanno fuori, e tornano in paese per la festa. Quest’anno, però, per la prima volta dopo oltre quarant’anni, in piazza manca John Picking, pittore inglese ormai militellese d’adozione, bloccato a casa da un malanno passeggero. Il paese però non si è dimenticato di celebrare la sua gloria di importazione. Ci sono state due mostre a Militello: una è il risultato di un’estemporanea organizzata da Mimma Fiore, appassionata escursionista, che ha lanciato “Dipingiamo la natura con John Picking”, in cui pittori dilettanti, sotto la guida del maestro, hanno dipinto quanto hanno potuto osservare durante una camminata al lago Maullazzo. L’altra iniziativa, organizzata dal gruppo folkloristico “Valdemone”, è stata una sorpresa per lo stesso artista, perché si tratta di un omaggio da parte dei collezionisti della prima ora. Sono Vita di Militello. Pannello centrale esposte infatti le opere realizzate nei primi anni di permanenza siciliana del pittore e tirate fuori dalle case militellesi e dalle stanze del comune. “Di molti di questi lavori non ricordavo nemmeno l’esistenza” spiega Picking, che ci accoglie nella sua casa studio. “Allora non avevo l’abitudine di fotografare tutto quello che producevo, erano altri tempi. Prima della tecnologia digitale, fotografare cento acquerelli significava acquistare, sviluppare e stampare tre o quattro rullini, con costi ragguardevoli”. La casa di John è come ci si immagina la casa di un artista: luogo elevato, vista aperta sul Tirreno e sulle isole Eolie, e all’interno scaffali con libri di arte, storia, folklore, e cavalletti, tele, colori, quadri completi e da completare che riempiono di colore l’abitazione e la vita di quest’uomo. Sorride compiaciuto, John Picking, quando ricorda i suoi primi anni siciliani. “Pensare al mio arrivo da queste parti, mi fa venire in mente quel famoso film, Sliding doors, nel senso che una scelta apparentemente da nulla ti cambia tutta la vita”. Aveva fatto la propria formazione tra l’Inghilterra e la Scozia, aveva viaggiato e dipinto in Norvegia, ma poi era stato alla ricerca delle luci e dei colori del Mediterraneo. In Spagna, si divide tra i musei delle grandi città, a studiare la produzione dei grandi fiamminghi, e la ricerca di nuove emozioni, dapprima in una Ibiza non ancora meta del turismo di massa internazionale, e poi sulle montagne di Alicante, al seguito di una famiglia di contadini e pastori. Tornato in Inghilterra per insegnare, progetta il suo Grand Tour in Italia, e attrezza un John Picking nel suo studio furgone destinandolo per metà a studio e per metà ad abitazione. “La data chiave è il 19 gennaio 1969” racconta John Picking. “Sbarcai in Sicilia a bordo del mio furgone, dopo aver studiato a fondo il mio Baedeker, la Bibbia dei viaggiatori. Lessi con attenzione la descrizione dei percorsi verso Catania e verso Palermo, e decisi che il versante tirrenico era quello che maggiormente faceva al caso mio”. Il giovane pittore si mette in marcia, ma giunto a Capo d’Orlando si rende conto di essere a metà strada per Palermo; ma non è la città, che lui cerca: sono le sfumature del verde, i colori della campagna. La cartina gli suggeriva la salita verso San Fratello, che poi lo avrebbe portato fino all’Etna. Giunto a San Fratello, Picking gironzola nei dintorni alla ricerca di un buon posto dove fermarsi, ma non trova niente che lo convinca. Attira però l’attenzione di una coppia: il marito, originario di Alcara Li Fusi, ascolta il suo racconto e non ha dubbi. Il posto che fa per lui è proprio Alcara: i colori, le atmosfere che John cerca, le può trovare nel paese del Muzzuni. Lungo la strada per Alcara, John si imbatte in un paese che neppure appariva sulla cartina in suo possesso. Militello Rosmarino. È quasi buio, alle quattro del pomeriggio in gennaio, così il viaggiatore decide di trascorrere lì la notte e riprendere la strada all’indomani. Il contatto con i paesani è centonove pagina 32 di quelli incoraggianti: tre giovani studenti universitari gli procurano del vino e un buon posto per fermare il furgone-studio-abitazione. I giorni successivi sono tutti escursioni e pittura, fino al 3 febbraio, festa di San Biagio, quando JP espone i suoi acquerelli in piazza. I due pezzi acquistati dal professore Santomarco sono le prime opere siciliane vendute. La permanenza in Sicilia deve durare un mese, perché c’è un Grand Tour da completare, l’insegnamento da riprendere in Inghilterra e una fidanzata che aspetta, ma ne trascorrono sei prima che Picking si decida a partire; e comunque, per quanto non sia possibile conoscere in anticipo come andranno le cose, in cuor suo JP sa di voler tornare, perché lascia a un amico, Giuseppe Giuffrida Nasonte, una scatola da scarpe zeppa di colori, affinché la custodisca fino al suo ritorno. Un modo per garantirsi il ritorno, lasciando qualcosa da venire a riprendere. Ma a volte non basta fare delle scelte, perché le cose vadano come noi vorremmo; c’è bisogno anche del colpo di fortuna. E il colpo della Fortuna, o del Caso, o del Destino – ciascuno lo attribuisca a chi ritiene – arriva un po’ di tempo dopo a Londra. A Hyde Park, le sue opere vengono notate da un produttore cinematografico americano, che però apprezza soprattutto i lavori siciliani. “Mi dice che devo tornare a postermostre dipingere in Sicilia, e mi sponsorizza”. Nel 1971 John Picking è di nuovo a Militello, ma stavolta è per rimanerci. Trova un pezzo di terra dove costruisce la casa, trova Maria che sposerà, diventa militellese a tutti gli effetti, quando nel 1981 riceve la cittadinanza onoraria. Nella sala consiliare del comune si può vedere un murale realizzato da Picking e donato alla cittadina: in quest’opera, inaugurata nel 1989 alla presenza di Vincenzo Consolo, di cui il pittore era amico, è evidente come John sia entrato nella mentalità e nell’animo della gente di Militello. Oggi la vita di JP si divide tra Militello e Corte Franca, dove la moglie lavora e le figlie hanno fatto i loro studi, è passata attraverso New York e altri luoghi importanti, e la pittura non è più la sua unica occupazione: scrive libri, fa traduzioni, tiene corsi di inglese come madrelingua. Ma rimane sostanzialmente un pittore. La sua produzione è impegnata nell’esplorazione della scienza, e del cervello umano in particolare. “Forse perché sto invecchiando” scherza, “e mi rendo conto dell’importanza del cervello, della memoria, delle sinapsi. Ho cominciato a studiare la struttura delle sinapsi, per esempio per come vengono raffigurate graficamente sui testi di medicina, e mi hanno affascinato al punto che le ho prese come simboli d immagini, di frammenti di memoria”. E oggi l’astratto prevale sul figurativo, ma la produzione di John Picking si rifiuta di essere catalogata per periodi. “La pittura è una forma di linguaggio, e così, anche se io parlo e mi scopro anche a pensare in italiano, tuttavia non ho dimenticato l’altro mio registro linguistico, che è l’inglese. La stessa cosa vale per la pittura. Se si guarda la mia produzione, non si trova un periodo in cui ho fatto solo figurativo, escludendo l’astratto, o viceversa”. Poi sorride, sornione: “Prendiamo Picasso: se si studia con cura la cronologia della sua produzione, si capisce che il periodo cubista, quello sintetico o quello neoclassico non sono compartimenti stagni. Magari ai critici e agli storici fa comodo schematizzare, ma la vita, in genere, è un po’ più complicata…” 12 Settembre 2014 Alcune delle opere in mostra CATANIA. Trentasei opere per il progetto “In Series” al Palazzo della Cultura Il “multiplo” diventa arte CATANIA. E’ stato inaugurato mercoledì 10 settembre al Palazzo della Cultura di Catania, l’ultimo step di In Series_artist's multiples for a multiple show, una mostra “multipla” di multipli d’artista realizzati da autori nazionali e internazionali. Promosso dall’Accademia di Belle Arti di Catania e patrocinato dal Comune di Catania, il progetto, ideato e curato da Anna Guillot, deve la sua realizzazione alla collaborazione tra artisti e collezionisti privati con l’archiviolaboratorio KoobookArchive, attivo a Catania nel campo dello studio, della produzione e promozione del libro e del mutiplo d’artista. In Series_artist's multiples for a multiple show prende le mosse dall’idea di far conoscere il “multiplo” come forma d’arte, ma anche come condizione espositiva attraverso cui è possibile realizzare contemporaneamente in sedi diverse il medesimo progetto. La mostra, infatti – eccetto l’edizione catanese – è stata visitabile simultaneamente in due location: una italiana, a Spoleto, presso Palazzo Mauri, e una tedesca, a Berlino, presso lo studio di architettura e design Rare Office – Rethinking Architecture Research Experience. L’idea del multiplo d’arte parte da lontano con l’aspirazione via via evolutasi nel corso del ‘900, di una sempre maggiore penetrazione dell’arte nella società. Tutt’oggi, seppure diversamente rispetto al passato, come pensiero rispondente ad una “possibile utopia” continua ad animare artisti e designers giovani e meno giovani, conducendoli verso una nuova progettualità artistica, orientata ad incidere sulla cultura e sul sociale. Cosa, questa, che il progetto curatoriale In Series vuole essenzialmente dimostrare. Di fatto, la facoltà di rendere il mondo "serializzabile" muove l’uomo contemporaneo. Superflui dunque citazioni o rimandi, si deve piuttosto gratitudine a Walter Benjamin che l’ha prontamente disquisita negli anni ’30 del secolo scorso. La mostra presenta 36 opere eterogenee per tipologia e ricerca, per generazione e provenienza geografica degli autori. Gli artisti presenti: Adalberto Abbate, Francesco Arena, Matthew Barney, Mario Consiglio, Tiziana Contino, Roberto D’Agostino, Jeremy Deller, Olafur Eliasson, Antonio Freiles, Eva Gerd, Alice Grassi, Anna Guillot, Keith Haring, Damien Hirst, Jenny Holzer, Jasper Johns, Filippo La Vaccara, Loredana Longo, Vittorio Messina, Eugenio Miccini, Mariko Mori, Carmelo Nicosia, Yoko Ono, Julian Opie, Paolo Parisi, Michelangelo Pistoletto, Maurizio Ruggiano, Joe Tilson, Franco Troiani, Lawrence Weiner, Peter Wüthrich, Ampelio Zappalorto. Tra i più giovani: Laura Cantale, Irene Catania, Giuseppe Mendolia Calella, Yole Villaggio. CALTAGIRONE La natura dipinge... grazie a Gino taranto Overlapping Frames, 2006 CALTAGIRONE. Si svolge sino a domenica 14 settembre, al Museo delle ville storiche caltagironesi e siciliane di Villa Patti, la mostra fotografica di Gino Taranto “La natura dipinge”, che fa parte delle iniziative della “Biennale della ceramica e delle architetture di paesaggio”. L’esposizione è visitabile (ingresso gratuito) secondo il seguente calendario: lunedì, venerdì e sabato dalle 9,30 alle 13,30 e dalle 15,30 alle 18,30; martedì chiusura settimanale; mercoledì e giovedì dalle 9,30 alle 12,30; domenica dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 18,30. “Gino Taranto – si sottolinea dai Musei civici “Luigi Sturzo”, che l’hanno promossa - fotografo amatoriale di grande sensibilità e attento a registrare gli aspetti più marginali e trascurati della realtà, in “La Natura dipinge” osserva e condivide strutture decisamente lontane da ciò che solitamente viene ricondotto a immagini poetiche: le serre per la coltivazione di primizie della campagna iblea, cogliendo la capacità della Natura di continuare a produrre vita e bellezza”. centonove pagina 33 Una delle immagini in mostra 12 Settembre 2014 postermusica RITRATTI L’INTERVISTA. Parla il maestro violoncellista in Sicilia per passione e per amore «Pincini: Patti nelle mie corde» Al fianco di Morricone e dei grandi della canzone italiana, ha “trasformato” l’ex convento di San Francesco in uno spazio per concerti e registrazioni. «Mi piacciono i luoghi consueti e all’aperto dove si ritrova il senso di libertà» DI BENITO BISAGNI PATTI. «L'amore per la musica? E’ nato quando avevo sette anni, con le prime nozioni ricevute da mio padre, trombettista non professionista. Ho provato a resiste a questa passione, forse per ribellione. Poi l’amore è stato più forte». Racconta così i primi passi di una grande carriera, il Maestro Luca Pincini, celebre violoncellista. Quali maestri ricorda con particolare affetto? «Li ricordo tutti quanti perchè ognuno mi ha lasciato qualcosa. Ma una impronta molto forte me l’ha lasciata Franco Maggio Ormezowsky, il mio insegnante all'Accademia di Santa Cecilia durante il mio perfezionamento, un artista al di fuori dei canoni comuni e poi Mischa Maisky». La sua prima soddisfazione è stata il primo premio al Concorso Perosi... «In realtà la prima soddisfazione è arrivata al premio Città di Vittorio Veneto e, nello stesso anno, il Perosi. Era un concorso per violoncellisti e c'erano tanti illustrissimi colleghi che oggi rappresentano maggiormente questo strumento a livello nazionale. Ci si incontrava in categorie diverse per ragioni di età e, - posso dirlo? - ho avuto anche delle soddisfazioni nei loro confronti». Qual è il genere musicale che preferisce eseguire? «E' quello “fuori genere”. In assoluto, forse, preferisco le composizioni attuali; il repertorio classico l'ho praticato molto ma adesso prediligo eseguire ciò che è contemporaneo». E' questo il motivo per cui esegue spesso colonne sonore? «Le colonne sonore stanno vivendo un momento di enorme crisi, la produzione si è spostata in altri paesi, non per volontà nostra o dei compositori, è un problema di industria. Colonne sonore ne ho fatte tante, in esse scatta il rapporto con l'immagine che è tanto caro al pubblico contemporaneo. Non voglio però ripetere ciò che sì dice sempre, mi sento di poter dire che dopo il duemila c'è stata la decisiva svolta del “genere colonna sonora”; non tutte però possono reggere, alcune hanno bisogno di aggiustamenti ed arrangiamenti adatti all'occasione. Altre invece vivono in maniera autonoma, non hanno bisogno di ritocchi, penso a Piovani e Morricone ed anche ad altri. Mi piace il concetto di “concerto dal vivo” proprio di Piovani». Quant'è importante condividere la passione per la musica con la propria Luca Pincini con Gilda Buttà compagna di vita, cioè con sua moglie, la celebre pianista Gilda Buttà? «Per me vuol dire molto. Ho sempre sentito dire “non sposarti mai con la persona che fa il tuo stesso lavoro” ma credo non sia così. La comunicazione, in tal caso, è migliore, c'è più intesa. Stiamo molto zitti tra di noi ma quasi sempre capita in campo musicale di pensare la stessa cosa nello stesso momento, uno riconosce ciò che l'altro prova in quell'istante». Ci sono esibizioni e concerti a cui è più legato e che l'hanno emozionata particolarmente? «Si, stranamente sono i concerti più “insospettabili”. Io e Gilda abbiamo fatto tanto repertorio e a volte facciamo la scelta di suonare in luoghi più privati e ciò ha un suo contenuto, un suo valore e finalità che noi condividiamo. I concerti meno celebrati e pubblicizzati sono risultati i più intensi. Probabilmente ciò è anche dovuto all'atmosfera più intima che si viene a creare». Lei ha interpretato molte celeberrime composizioni di Ennio Morricone. Ha davvero il quid pluris che gli si riconosce? «Nella sua personalità c’è qualche marcia in più, ciò è innegabile. C'è poi il “contorno artistico” che è dato da un felicissimo inciampo con la storia, ha avuto l'opportunità meritatissima di poter mettere a frutto le attitudini allo sperimentalismo musicale. Lui stesso ha più volte detto quanto gli sia stata utile l'esperienza di arrangiatore, dopo aver fatto un completo percorso di studi accademici. In me ha lasciato pezzi di sapienza e continua a lasciarli, sono insegnamenti su come approcciarsi alla vita del musicista, è un maestro di vita». Lei è tuttora docente presso il Conservatorio de L'Aquila. Ad un aspirante musicista cosa consiglia e cosa richiede? «Una domanda del genere meriterebbe ore di confronto. Cosa consiglio... in partenza nulla. Bisogna cominciare a fare per poter poi consigliare. La docenza è qualcosa che lavora sulla materia umana in modo molto intenso, ci sono rapporti molto forti, si lavora spesso ad personam. I consigli arrivano strada facendo. Se ci fosse un giovane che ha velleità di un certo tipo e sono evidenti, a quel punto si può cominciare con i consigli». Ha anche collaborato con grandi nomi della canzone italiana, tra gli altri Mina, Patty Pravo, Renato Zero. Come ha capito che era il momento di prediligere la “modernità musicale” rispetto al repertorio più classico? «Spesso le cose accadono per caso, ci si ritrova. Non si decide, si “inciampa” nei gradini della propria storia personale. Questi inciampi sono stati felicissimi, spesso penso che quell'intervento, quell'assolo in una canzone è lì, è il tuo e rimarrà lì per sempre». C'è un luogo particolare dove non ha mai suonato e in cui le piacerebbe eseguire qualcosa? centonove pagina 34 Docente all’Aquila tra classico e contemporaneo Il Maestro Luca Pincini, violoncellista, ha rivestito ruoli importanti presso, tra l'altro, l'Orchestra sinfonica della Rai, del Teatro Carlo Felice di Genova e del Teatro La Fenice di Venezia. Vanta prestigiose collaborazioni, in particolare nel genere delle colonne sonore, una su tutte quella con il Premio Oscar alla carriera Ennio Morricone. Svolge una intensa attività concertistica come solista ed in coppia con la grande pianista Gilda Buttà, con la quale è sposato. Ha un vastissimo repertorio che spazia dai classici alle composizioni contemporanee ed è docente presso il Conservatorio de L'Aquila. «Mi piacerebbe suonare nei posti meno consueti, occupare degli spazi non necessariamente di tradizione. Mi piace l'idea di utilizzare spazi imprevedibili, magari spazi aperti, dove la gente si ritrova e vive anche un senso di libertà». Ci troviamo a Patti nell'ex convento di San Francesco, dove sta per registrare di una composizione di Maurizio Bignone. Ci illustri il progetto. «Mentre parliamo si stanno montando i microfoni per registrare! Tale composizione prende il nomedi “Requiem for solo cello” , nasce dal rapporto ormai pluriennale con Maurizio Bignone, il quale è compositore, arrangiatore, produttore, è polivalente. Ha pensato di cimentarsi in una composizione per violoncello solo e l'abbiamo vissuta insieme in fase di costruzione e di confronto. C'è uno scambio forte. Grazie alla città di Patti possiamo occupare questo spazio che mi piace molto». Lei proviene dal Centro Italia. Qual è il suo rapporto con il Sud, con la Sicilia e con Patti, città in cui è nata sua moglie? «Io sono un “sudista estremo”. Mi piace il Sud ma non vorrei dire banalità come il fatto di apprezzare il calore della gente e cose simili. Emotivamente tendo a guardare al Sud piuttosto che al Nord, la Sicilia è la Sicilia, quasi una nazione a sé, ha una fortissima autonomia culturale, chi è che non subisce il suo fascino? Aggiungo che da molti anni vi metto piede da “familiare acquisito”, ormai posso dire di avere qualche goccia di sangue siciliano. Ho trovato anche intimità con la città di Patti. Tempo fa ho visto questo luogo, appunto l'ex convento di San Francesco, rendendomi conto di quanto fosse idoneo alla realizzazione di concerti e mi sono offerto per fare qualcosa, compiendo qui, la prima volta che vi ho suonato, una sorta di collage della Suite di Bach e quindi posso dire di aver dato i natali all'esperienza concertistica dell'ex convento di San Francesco». posterteatro Walter Manfrè con Ugo Ronfani e Ornella Vannetti nel 1993 Walter Manfrè. Accanto quandoi era direttore artistico del Vittorio Emanuele L’INTERVISTA. Parla l’ex direttore artistico del Vittorio a Vizzini per la messa in scena della “Cavelleria rusticana” Manfrè: «Messina malata, non torno più» L’amarezza di un artista che ha dedicato la sua vita allo spettacolo e alla città che gli ha dato i natali 65 anni fa. Un rapporto distrutto da “invidie”che lo ha fatto ricorrere anche allo psichiatra. «Ma anche altri andrebbero curati...» DI GIGI GIACOBBE MESSINA. «Qui non ci torno più» sembra il titolo della pièce di Tadeusz Kantor del 1988 (due anni prima della sua scomparsa) invece è il grido doloroso di Walter Manfrè verso la sua Messina, che gli ha dato i natali 65 anni fa e che ha dedicato al teatro tutta la sua vita. Lo incontro nel pomeriggio del 30 agosto scorso nella sala consiliare del Comune di Vizzini dove fra poco si sarebbe svolto un incontro con il pubblico, diretto da lui e dalla psicoterapeuta catanese Liliana Gandolfo, sullo spettacolo Cavalleria rusticana di Giovanni Verga che sarebbe andato in scena la sera stessa nello spazio antistante la Chiesa di San Michele. Ma perché ce l’hai tanto con Messina? «Non ce l’ho in particolare con nessuno ora che sto lavorando sulla malattia mentale e sono pronto a giustificare qualunque patologia compresa la pedofilia: bisogna solo curare queste persone con l’analisi e con i farmaci adeguati». Cosa vuoi dire? «Ho scoperto uno dei vizi capitali: l’invidia. E l’ho scoperto all’età di 55 anni dopo che m’ha telefonato il commissario Giovanni Angileri dicendomi se m’interessava traghettare sino al maggio del 2005 la stagione teatrale del Vittorio Emanuele in mancanza d’un direttore artistico». Ma mi pare che la stagione teatrale 2004/2005 da te diretta andò benissimo, compreso il tuo spettacolo “Conversazione in Sicilia” di Vittorini e le novità da te innestate come il cosiddetto “Pronto Soccorso Teatro” con testi popolari rivolti ai quartieri, villaggi e strutture d’anziani. « Si è vero quella stagione andò bene, ma io percepivo l’invidia di alcuni personaggi che aspiravano sedersi al mio posto». Puoi/vuoi fare i nomi? «Qualcuno è scomparso, qualche altro come Marchetta campa ancora, ma ce n’erano altri…». Cosa è accaduto poi? «E’ accaduto che presidente del Teatro Vittorio Emanuele nel 2005 è stato nominato Antonio Barresi, la sventura più grave di quel momento, non solo ORIGINALITÀ IN SCENA PER LA NUOVA STAGIONE CHE SI INAUGURA CON ENNA DANTE IL 24 OTTOBRE PALERMO. Da Paolo Rossi a Ottavia Piccolo, da Moni Ovadia a Simone Cristicchi, da Pino Caruso a Marco Paolini, da Stefano Accorsi a Rocco Papaleo, da Laura Marinoni ad Anna Bonaiuto. Sono alcuni dei protagonisti della nuova stagione del Teatro Biondo Stabile di Palermo, diretto da Roberto Alajmo. Si alterneranno con alcuni dei maggiori interpreti e registi del teatro siciliano, a cominciare dall’artista residente Emma Dante, che inaugurerà la stagione il 24 ottobre con la nuova produzione dello Stabile: Io, nessuno e Polifemo, cui farà seguito la sua Operetta burlesca, in scena a maggio. La stagione del Biondo si propone di consolidare il percorso di rinnovamento avviato lo scorso anno, dando spazio ad alcune affermate esperienze artistiche siciliane e a giovani autori, e compagnie che contribuiscono a disegnare i contorni della nuova scena teatrale palermitana. Slogan della stagione è: “Quello che non ti aspetti”, per rimarcare l’originalità delle proposte e la loro distanza dal teatro di prosa convenzionale. Anche nel caso dei pochi spettacoli basati su testi e autori di repertorio, si tratta di originali riletture critiche, che sfruttano soluzioni sceniche d’avanguardia, come nel caso di Non si sa come di Pirandello, riletto da Pino Caruso in chiave psicanalitica; L’onorevole di Sciascia nella messa in scena di Vetrano e Randisi; il Decamerone di Boccaccio “raccontato” da Stefano Accorsi con la regia di Marco Baliani; Natale in casa Cupiello rivisitato da Fausto Russo Alesi. centonove pagina 35 perché mi ha dato il benservito, ma soprattutto perché c’ha messo Massimo Piparo con la scusa che il teatro aveva bisogno d’una direzione artistica più commerciale ». E tu sei entrato in depressione. «Certamente. Mi sono sentito utilizzato, anche perché 20 giorni prima avevo presentato, con accanto Barresi, il cartellone dell’anno successivo 2005/2006. A questo fatto se ne sono aggiunti degli altri personali che hanno amplificato il mio stare male che ho vissuto sulla mia pelle. E se non fossi ricorso all'aiuto di uno psichiatra che mi ha salvato la vita, sarei già stato anch'io nelle pagine di cronaca nera». E cosa mi dici di questa Cavalleria rusticana? «Che il motore di tutto, il senso della tragedia per me viene impresso da Santuzza che sembra la verginella disonorata, ma in realtà è colei che innesca il meccanismo omicida nei confronti del suo Turiddu da quando dice ad Alfio: "Tua moglie ti tradisce". Il codice d'onore non prevedeva altro che l'omicidio e Alfio non può fare a meno di ammazzare il rivale. Io lo annuncio con un piccolo gruppo di "talebani", uomini del paese che lo tallonano fino al fatto compiuto». Senti Walter, a parte le tue molte decine di messinscene, tu hai creato un genere teatrale interattivo che i critici più illuminati hanno definito “Teatro di Persona”, per tutti valga l’esempio de “La confessione” da renderti famoso in Europa e in molti paesi del Sud America. Che fine ha fatto quel libro su questo argomento che stava curando il compianto Ugo Ronfani? «Dopo la morte di Ronfani mi sono sentito con la figlia la quale ha preso in mano il manoscritto e lo ha dato ad una casa editrice pugliese dicendomi di recente che uscirà nei prossimi mesi». PALERMO Quello che non ti aspetti al Biondo 12 Settembre 2014 Emma Dante 12 Settembre 2014 posterspettacoli INIZIATIVE MESSINA. L’opera di Piparo all’Arena in Fiera Com’è rock Jesus Christ La versione italiana compie vent’anni e vanta ormai numerosi record. Applausi a Palermo. L’edizione speciale a Verona PALERMO. Successo al Teatro Verdura rappresentata al tramonto, inserita di Palermo per il Jesus Christ nella programmazione ufficiale Superstar, la più grande opera rock di dell'Arena. tutti i tempi, firmata da Massimo Jesus Christ Superstar, il capolavoro di Orchestra mandolinistica romana Romeo Piparo per il Teatro Sistina. Andrew Lloyd Webber e Tim Rice, è Prodotto dalla Peep Arrow ormai passato alla storia come uno dei Entertainment nella versione originale musical più famosi e amati di tutti i di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice, lo tempi. La versione italiana in lingua spettacolo è in scena per la prima volta originale firmata da Massimo Romeo in Europa con un Jesus d’eccezione, Piparo, compie 20 anni e vanta ormai Ted Neeley, il Gesù "originale" del numerosi record e grandi numeri: tre Si apre ai turisti il giardino di Palazzo Corvaja. Gli appuntamenti celebre film di Norman Jewison, cult diverse edizioni prima di questa, 11 del 1973. anni consecutivi in cartellone nei teatri TAORMINA. Il Festival Internazionale accolto l’invito sono l’Orchestra a "Leggendo i Vangeli sembra Orchestre a plettro giunto alla sua Plettro di Tolosa (11 settembre); quasi scontato che il terza edizione inaugurato mercoledì 10 l’Orchestra Il Plettro di Brescia (12 sottofondo musicale debba settembre nello splendido giardino del settembre); la Tamburika Orchestra di essere rock – dice il regista Palazzo Corvaja, con Alessandro Russo, Baja Luca (13 settembre); l’Orchestra Massimo Romeo Piparo -. mandolino, Alfredo D’Urso, chitarra, Mandolinistica Romana e l’Orchestra a Che l'ambientazione più Solisti dell’Orchestra a Plettro Città di Plettro Città di Taormina (14 adatta sia un deserto con Taormina seguiti dal duo Carmen settembre). Le Ensemble delle alcuni elementi architettonici Zangarà e Carmelo Imbesi, chitarra Orchestre si alterneranno invece nei statici e animati dalla sola classica. I due concerti hanno aperto ai concerti alle ore 21 nella meravigliosa potenza della musica. Che turisti presenti a Taormina un nuovo Chiesa barocca di Santa Caterina. Il l'epoca più giusta per la loro angolo incantevole di Taormina quello programma spazia musicalmente da rappresentazione siano gli del giardino del Palazzo Corvaja. Lo Calace a Sollima, da Rossini a anni '70”. slogan del festival 2014 “A settembre, Kuwahara e ancora da Vivaldi a Rota e Il musical sarà il 13 e 14 al calar del sole, al Teatro Antico di da Haendel a Morricone. La terza settembre all’Arena in Fiera, Ted Neeley e “Giuda” Feysal Bonciani Taormina, la magia del mandolino e edizioni del Festival Internazionale a Messina. In scena con Ted degli strumenti a plettro” descrive delle Orchestre a Plettro è organizzato Neeley, nomi affermati del musical italiani dal 1995 al 2006, oltre l’atmosfera unica che si respira al dall’Associazione Musicale Taorminese italiano come Gloria Miele (Maria 1.000.000 di spettatori, più di 100 Teatro Antico durante le esecuzioni: in collaborazione con Taormina Arte, Maddalena), Emiliano Geppetti artisti che si sono alternati nel cast,19 solo la luce naturale in un panorama Comune di Taormina, Comune di (Pilato), Paride Acacia (Hannas), regioni e più di 1.000 rappresentazioni unico e ai musicisti il compito di Castelmola, assessorato Turismo e Marco Fumarola (Caifa), Salvador Axel in 84 città italiane. In occasione del donare un bellissimo pomeriggio l’assessorato Beni Culturali della Torrisi (Erode), Riccardo Sinisi Santo Giubileo dell'Anno 2000, infatti, musicale. Da giovedì 11 settembre Regione Sicilia, Ministero dei Beni e (Simone/Pietro) e, nel ruolo di Giuda, fu lo scomparso Carl Anderson - il appunto il Festival è ritornato nella sua attività culturali, Parco Archeologico di Feysal Bonciani. Nato a Firenze, classe Giuda nero del film - a interpretare il location originale la storica cavea Taormina e Giardini-Naxos e 1990, Feysal è stato scelto da Massimo ruolo per due anni di trionfali successi. taorminese. Le orchestre che hanno l’Associazione Albergatori di Taormina. Romeo Piparo e da Ted Neeley, tra oltre cinquecento candidati arrivati da tutta Italia per le audizioni dello spettacolo. Sul palco anche MILAZZO un’orchestra dal vivo di 12 elementi diretta da Emanuele Friello, un continuo dialogo di debolezze e virtù con lo scorrere di un ensemble di 24 artisti tra acrobati, tempo e di un sogno che permettono agli individui di trampolieri, mangiafuoco e ballerini, costruire la propria vita, sviluppando creativamente l’essere che si muovono sulle coreografie di individuale. A intrattenere gli spettatori MILAZZO. Sabato 13 settembre al Castello di Roberto Croce; scenografie di saranno i personaggi creati da Shakespeare, Milazzo, alle ore 21, gli attori della compagnia Giancarlo Muselli elaborate da Teresa adottati da Stefano Impallomeni, che ne ha “Efebo” torneranno a calcare le scene con “Il Caruso e i costumi di Cecilia Betona. selezionato i brani più rilevanti, e interpretati sogno Shakespeariano”, produzione teatrale Il 12 ottobre Jesus Christ Superstar dagli attori Elena Grasso, Salvatore Sacco, diretta dalla regista Patrizia Di Bella, già sarà in scena con questo stesso cast Arianna Rizzo, Stefano Impallomeni, Emanuela rappresentata al teatro Trifiletti e inserita nel all’Arena di Verona per il “Celebration Ravidà, Melissa Carluccio e Rosy Calderone. Lo programma comunale estivo “Life in Milazzo Day” in occasione dei quarant'anni del spettacolo si è inoltre avvalso, per la sua 2014”. Durante la serata, che sembra reggersi film e dei venti dalla rielaborazione realizzazione, del contributo del Maestro Luigi su un eterno infinito, prenderanno vita italiana di Massimo Romeo Piparo, con Cordova per la consulenza musicale, di caratteri che oltrepassano la limitatezza dei un’edizione molto speciale che verrà Orchestre a Pletto, welcome a Taormina Sogno shakesperiano al Castello singoli personaggi e si assolutizzano nell’amore di Giulietta, nella forza di Cleopatra, nella gelosia di Otello e nella follia di Amleto. Si giunge così a un’intima connessione con l’animo umano, colto nel centonove pagina 36 Emanuela Ravidà per la realizzazione degli oggetti di scena e della grafica, di Monica Shwenk per i costumi, di Tindaro Italiano per le luci e le scene e di Giorgio Italiano per la gestione dell’aspetto fonico. posterrubriche NUOVE VISIONI DI MARCO OLIVIERI Segnali di risveglio Buone notizie. La 71esima Mostra del Cinema di Venezia, con la direzione di Alberto Barbera, rivela incoraggianti segnali di risveglio sul piano della qualità, tra film in concorso e varie sezioni. "Il cinema è esattamente in mezzo al guado fra crisi e rilancio. La domanda c'è, bisogna trovare le strade giuste per soddisfarla e sono i grandi player del mercato che devono trovare le soluzioni. Di certo si andrà verso la coesistenza fra le sale tradizionali e il consumo attraverso il web", ha dichiarato proprio Barbera a conclusione della rassegna. Tanti i film interessanti: il Leone d’oro “Un piccione su un ramo che riflette sull'esistenza” (titolo in italiano) del regista svedese Roy Andersson, “The postman's white nights” di Andrej Konchalovskij (Leone d’argento per la migliore regia), “Hungry Hearts” di Saverio Costanzo con le Coppe Volpi agli interpreti Alba Rohrwacher e Adam Driver, il Gran Premio della Giuria “The look of silence” di Joshua Oppenheimer, il Premio migliore sceneggiatura alla regista iraniana Rakhshan Baniet-Emad per “Tales”. E ancora, tra gli altri, il premio speciale della Giuria Orizzonti “Belluscone. Una storia siciliana” di Franco Maresco, “Il giovane favoloso” di Mario Martone, “Anime nere” di Francesco Munzi, "Coeurs" di Benoît Jacquot e “Birdman” di Alejandro Gonzalez Inarritu. Di certo, è l’anno delle Rohrwacher, dopo il Grand Prix a “Le meraviglie”. MISILMERI Notte bianca della legalità MISILMERI. Si svolgerà sabato 13 settembre a Misilmeri “La notte bianca della legalità”, iniziativa giunta alla sua terza edizione, organizzata anche quest’anno dall’associazione culturale Misilmeri è Viva con il patrocinio del Comune di Misilmeri e della Fondazione Rocco Chinnici. L’iniziativa mira a fondere in un unico evento lo spettacolo ai tanti stimoli culturali legati alla tematica della legalità. Un’edizione speciale, quella di quest’anno, che ospiterà al proprio interno il conferimento del Premio Rocco Chinnici, quest’anno assegnato a Pierfrancesco Di Liberto, noto al pubblico come Pif, alle ore 19 nel palco di Piazza Comitato. Sullo stesso palco, a partire dalle 21, si esibiranno numerosi artisti, al pari dell’altro palco allestito nei pressi del Collegio di Maria: oltre alle scuole di danza, ballo e canto misilmeresi si esibiranno la vincitrice della scorsa edizione di “Io Canto” , Miriam di Pisa e il duo comico “I soldi spicci”, proveniente dalla fortunata trasmissione televisiva Colorado Cafè. MUSICA TAORMINA Se la diversità diventa bellezza Un momento dello spettacolo DI PAOLO RANDAZZO PATTI. Un’esplosione di gioia: ecco cos’è “Magnificat”, l’ultimo lavoro di Neon Teatro, visto martedì scorso nel teatro antico di Taormina (il contesto è il Festival Belliniano) per la regia di Monica Felloni. Un’esplosione di gioia per celebrare i 25 anni d’attività di questa compagnia e un’espressione di gratitudine rivolta alla vita che nella diversità, nell’ ine-sauribile risorsa dell’alterità, sembra aver custodito il te-soro più prezioso che a ognuno di noi è dato di ricevere e godere. A ognuno davvero e non importa se maschio o femmina, bianco o nero, normodotato, disabile e via distinguendo. «Lo spettacolo è il succedersi di azioni teatrali intrise di musica, danza, parole in una sequenza appassionata e lieve che attraversa il percorso artistico di Nèon – spiega Piero Ristagno, direttore artistico della compagnia -. In scena è il ge-nere umano, nella sua varietà possibile, che si contamina nel linguaggio, si cerca nella parola, si mostra nel gesto, coesiste all’interno di relazioni fatte di specialità ordinarie ed eccezionali e diventa unico corpo». Ed è vero: il segno di Neon è la sua capacità di cavar poesia semplicemente dal fatto che le persone degli artisti sono lì in scena, coi loro DE GUSTIBUS 12 Settembre 2014 corpi, col carico delle loro vite, con la gioia di chi ha scoperto che la diversità è la prima ricchezza e la solidarietà è l’unica strada di umanità e libertà. Sicché a rendere poetico il tutto non sono soltanto la voce di grandi autori (Roversi, Saramago, Whitman), il talento poetico di alcuni della compagnia (Ristagno, Licciardello, Ferrari), la capacità di Felloni (questa volta anche in scena) di amalgamare il tutto con gioia e amorosa disciplina: no, a rendere poetico il lavoro di questa disciplina è anzitutto la passione per l’umanità, una passione che rende emozionanti dei segni che in altri contesti apparirebbero se non banali, certo scontati. Si ascolti Alfina Fresta mentre canta “Una furtiva lacrima” di Donizzetti, sor-retta da Stefania Licciardello, e si capisce tutto di questa compagnia. In scena: Maria Stella Accolla, Giuseppe Calcagno, Marco Cinque, Irene D’Amico, Luca D’ Angelo, Emanuela Dei Pieri, Stefania Di Prima, Danilo Ferrari, Patrizia Fichera, Alfina Fresta, Elettra Giunta, Stefania Licciardello, Jonathan Loria, Enzo Malerba, Valentina Messina, Manuela Munafò, Francesco Panebianco, Manuela Partanni, Carmelo Privitera, Emily Reitano, Pietro Russo, Valeria Sciuto, Daniela Teriaca, Leonardo Vasta. DI CESARE NATOLI Il talento di Arena Dà ancora prova del suo grande talento, Nicola Arena. Il pianista e compositore messinese, infatti, è stato il protagonista principale di una bella serata musicale tenutasi al Monte di Pietà. Si è trattato di una sorta di concerto-conferenza, dedicato alle più famose colonne sonore di compositori italiani. Ospiti Rizia Ortolani (figlia del defunto Riz), Paolo Buonvino (compositore), Marco Dentici (scenografo) e il critico musicale messinese Matteo Pappalardo. Dopo "La vita è bella", usata come sigla di apertura, sono stati eseguiti brani di Ortolani ("More" e il tema di "Fratello sole, sorella luna"), Buonvino ("La via della semplicità" tratto dal film "I vicerè" e un brano tratto dal fim "Italians" usato come sigla finale della serata), Rota ("Amarcord" e "The Godfather II) e Morricone ("Giù la testa","C'era una volta il West", "La califfa" e, infine, "Friendship and love" da "C'era una volta in America"). L'esecuzione dei brani di ciascun autore è stata preceduta da una discussione su quest'ultimo ed accompagnata dalla proiezione, su schermo 6 x 3, delle immagini relative ai film da cui i brani erano tratti. L'ensemble era composto dallo stesso Nicola Arena (che ha curato gli arrangiamenti) al pianoforte Ilenia, Giorgianni (flauto traverso), Giovanni Alibrandi e Graziano Spinnato (violini), Rosaria Mastrosimone (viola), Barbara Visalli (violoncello), Nino Gambino (contrabbasso), Giorgio Di Bella (batteria e percussioni). Pregevoli, raffinati e di grande impatto gli arrangiamenti di Arena, che è riuscito nel non facile compito di conservare per una formazione cameristica il fascino e l’efficacia espressiva di composizioni partorite per una grande orchestra. DI MASSIMO LANZA Planera, torna Viaggio in Sicilia E’ PARTITA LA sesta edizione di “Viaggio In Sicilia” la performance artistica che annualmente la cantina Planeta organizza per promuovere arte e territorio ma anche l’arte nel territorio. Quest’anno la happening artistico è articolato in due momenti: una residenza collettiva itinerante presso le sei tenute dell’azienda siciliana – a settembre 2014 durante il periodo della vendemmia – e una mostra a Palermo nella primavera 2015. Il progetto di quest’anno “Quando il paesaggio è in ascolto” a cura di Valentina Bruschi, vede la partecipazione di cinque giovani artisti che utilizzano linguaggi diversi – pittura, scultura, fotografia, installazione e video – scelti per la loro particolare sensibilità verso tematiche legate alla natura e al paesaggio: Adrianna Glaviano (New York, 1989), Paula Karoline centonove pagina 37 Kamps (Bergisch Gladbach, Germania, 1990), John Kleckner (Iowa, 1978), Carlo e Fabio Ingrassia (Catania, 1985) e Ignazio Mortellaro (Palermo, 1978). Alla partenza del tour Alessio Planeta ha tenuto a sottolineare: “Facciamo il vino 'in viaggio', da vent'anni. Prima soltanto a Sambuca, oggi in sei diversi luoghi. Il nostro lavoro ci ha portato a esplorare la Sicilia quasi metro per metro, a guardarla con gli occhi del vignaiolo. Ad osservare i paesaggi, a studiare le culture locali, a conoscere perfino le diverse sfumature del clima di ogni diverso territorio, e trasformare tutto ciò in vino. Per questo ci piace portare sullo stesso itinerario occhi e sensibilità artistiche diverse: così è nato Viaggio In Sicilia”. Ad affiancare gli artisti ci sarà una scrittrice, Tiziana Lo Porto (Bolzano, 1972), che annoterà appunti di viaggio e suggestioni sul blog della residenza all’indirizzo: visplaneta.wordpress.com Un gran bel modo per i Planeta sempre sensibili alla promozione culturale dei territori dove operano per festeggiare i vent’anni di attività. 12 Settembre 2014 posterlettere QUI SCUOLA GUI HERITAGE DI ANDREA SMITH DI SERGIO BERTOLAMI Cambia il calendario scolastico, si chiude il 9 giugno Agli innovatori d’Italia Con l’anticipo al 9 giugno 2015 della conclusione delle lezioni è stato messo fine ad un problema che assumeva ogni giorno dimensioni più grandi. Tutte le regioni avevano fissato la fine delle lezioni entro l’11 giugno 2015. Solo la Sicilia, in considerazione delle disposizioni che delegano alle Regioni la determinazione del calendario scolastico, lo aveva fissato al 13 giugno col D. A. del 9/6/2014. La data, però, è entrata in rotta di collisione con la scadenza fissata dal MIUR lo scorso agosto, per le materie di sua competenza, per gli esami di Stato: prima prova scritta il 17 giugno. Grande pasticcio perché gli scrutini delle quinte classi si sarebbero potuti effettuare nel weekend del 13 e 14 giugno, con seri problemi per quelli delle altre classi per l’assenza nei giorni successivi dei docenti e dei dirigenti scolastici impegnati fuori sede negli esami di Stato, stante la consuetudine dell’insediamento delle commissioni nella giornata del lunedì (15 giugno). In un giorno e mezzo non solo può non esserci il tempo materiale per completare tutti gli scrutini, ma c’è il concreto rischio che non sia mantenuta la lucidità e tranquillità necessaria per le complesse operazioni di valutazione finale. Così l’assessore regionale Nella Scilabra, sollecitato dal direttore regionale dell’ufficio scolastico regionale il 1° settembre, ha emanato il decreto n° 39, che annulla il precedente, determinando l’anticipo della fine delle lezioni al 9 giugno e la sospensione delle attività didattiche, oltre alle festività nazionali, nei seguenti periodi: dal 22 dicembre 2014 al 6 gennaio 2015 per le vacanze natalizie; dal 2 al 7 aprile 2015 per le vacanze pasquali; il 15 maggio 2015 per la festa dell’Autonomia siciliana. Scompaiono le vacanze di Carnevale; non si poteva fissare il 10 o 11 giugno come nella maggior parte delle regioni per salvarle? ECOLOGIA&AMBIENTE MESSINADRASTICA DI FABIO AMATO Benvenuti a Suv...landia AGOSTO 2014: Berlino, strade pulite, nessun rumore di traffico automobilistico, poche moto e tante biciclette, tante biciclette e molte persone a piedi. Silenzio, pace e tranquillità! Ma la cosa più evidente NESSUN SUV!!!! Ma come sono nella patria delle case automobilistiche Audi e Bmw e non ci sono Suv! Impossibile. Ad un certo punto sento un odore di focaccia, di arancini, di pitoni, odori nostrani ed inconfondibili, ed un vociare ed un rumore assordante in una piazza vicino. Mi dirigo verso la Piazza ed incontro un sacco di miei concittadini che aspettano pazientemente che un uomo alto 2 metri, vestito da gerarca nazista li chiami. Ogni volta che vengono convocati, ricevono un paio di chiavi e possono ritirare il loro Suv. Pazzesco. Sembra di essere a Messina, il giorno della Vara. Tutti che urlano, mangiano, e contenti di avere ricevuto le chiavi, tornano nella loro Città. Settembre 2014: Messina. La città è invasa dai Tir e dai Suv (arrivati dalla Germania ) e tutti suonano il clacson. Abbiamo più piste ciclabili noi che Amsterdam, ma sono inutilizzate ed allora, facciamo una cosa, trasformiamole oppure facciamo in modo che da lì passino solo i Suv. Bellissimo! Saremmo la prima città ad avere la pista ciclabile dei Suv. Questo, allegerirebbe il traffico e ci sarebbe più sicurezza per i cittadini e per chi cammina o guida tranquillamente. Sarebbe anche un modo per isolarli cosicchè si possa tutti vivere in maniera più rilassata. A proposito avete mai visto una bicicletta, sulla pista ciclabile? L'altra mattina ne ho visto una ed improvvisamente un sacco di gente si è radunata intorno e la guardava come si guarda un alieno. C'erano bambini che non ne avevano mai vista una, ed il papà cercava di spiegare cosa fosse, ma i bambini non capivano e facevano domande strane, tipo : ma si può posteggiare in seconda fila? Ma posso suonare il clacson? Ma posso mettere lo stereo? e la TV? ed il DVD? No .Niente di tutto questo , anzi per camminare devi pedalare e quando piove ti bagni pure!!!! Ed allora che cazzo la compro a fare! Preferisco il Suv. Il DNA non è un opinione!!!! Leggo nei “Saggi” di Mantaigne: «La peste de l’homme, c’est l’opinion de savoir». Credere di sapere è l’idea che la scuola, così com’è, ha inculcato. A tutti i livelli, dalle elementari all’università. La scuola dei saperi minimi, per intenderci. Di recente una ragazza fresca di laurea triennale, rivolgendo una domanda a un’illustre relatore, ha esordito: «Sono una sua collega…». Per tale motivo, scorrendo gli atti sulla riforma del sistema educativo, ho sperato in una svolta realmente innovatrice. L’assunzione dal 2015 di 148 mila precari è l’incombenza più rilevante per il Governo. Ma, com’è scritto, per fare la Buona Scuola (e far crescere il paese) «non basta solo un Governo. Ci vuole un Paese intero». Tuttavia in 136 pagine non c’è il minimo accenno al problema che in questa nostra scuola pubblica la parte giovane del Paese impara poco, come dimostra qualsiasi confronto internazionale. La risposta investe essenzialmente il modo di fare cultura. L’impegno degli educatori è insufficiente? La motivazione degli studenti è scarsa? Si promuove troppo, e spesso con valutazioni al rialzo? Si premia il tentativo ad applicarsi piuttosto che l’apprendimento reale? Si sbaglia qualcosa nel rapporto tra l’istituzione e le famiglie convinte della genialità dei propri figli? A queste e altre domande è necessario dare risposta. Democraticamente il Governo chiede di essere aiutato «a migliorare le proposte, a capire cosa manca, a decidere cosa sia più urgente cambiare e attuare». Bene, proviamo ad immaginare una scuola dove, studiando seriamente, s’impari a far uso di ciò che si sa e lo si usi davvero. centonove.heritage@experiences.it DI ANNA GIORDANO Discariche, Ue pensaci tu IL PRESENTE FALSIFICATO genera un futuro malato. La storia si verifica (Slawomir Mrozek). Ci sono voluti più di dieci mesi per dire la parolina magica, “discarica” (con ogni genere di puntualizazione), in piena zona protetta, a due passi due dalle case, con la gente che muore di puzza già oggi, figuriamoci domani. Ed ecco che la frase che mi ero appuntata in una delle mie letture extra studi (presunti) di impatto ambientale, per i quali non succede mai nulla all’ambiente, a dispetto di ogni logica e scienza, mi è tornata in mente. Da Palermo procedono imperterriti. A procedura di Valutazione Ambientale Strategica non ancora conclusa si da inizio alle danze, ben due riunioni per aggiudicare la gara, le altre a seguire. Imperterriti procedono, forse convinti che l’avere forse artatamente creato l’ennesima emergenza li renderà esenti da qualsivoglia stop e chissenefrega di ZPS, alberi meravigliosi, macchia mediterranea, divieti per legge bypassati con leggiadria. Ricordo i 50 minuti al telefono con il sindaco, il 21 aprile, il mio primo giorno di ferie da dedicare ai miei amati falchi, perso chiedendo di revocare l’ordinanza che stoccava (illegalmente) i rifiuti a Pace. Il pomeriggio passato a mandargli via email i punti critici della vicenda tutta. Tempo perso, parole al vento. Rammento le telefonate (tante) con Raffaella Spadaro, l’unica che si è sgolata sull’ordinanza e sui pericoli a seguire per la salute pubblica e ambientale (connubio indissolubile, ma è meglio specificare). Non perdo la speranza che giustizia trionfi, e che la multa imminente di ben 60 milioni di euro e 158.200 euro al giorno per ogni giorno di violazione, che l’Unione Europea sta comminando all’Italia per le discariche e la mancata tutela centonove pagina 38 ambientale, induca a più miti consigli, in primis i responsabili di un futuro malato, avendo falsificato il presente. Evidentemente l’italiano è un opinione, visto che tutto ciò che abbiamo scritto sulle “anomalie” della vicenda intera rifiuti, è rimasto lettera morta. Mi piacerebbe avere la coscienza di costoro, immaginando sonni sereni, risate e battute su quegli imbecilli di ambientalisti (me compresa) che perdono tempo a fare le pulci alle carte che nulla dicono ma che tutto avvallano. Io, imbecille ambientalista, vado avanti. Voi, intelligenti burocrati, pure. Chi oggi tace (consiglio di quartiere in primis), per favore, taccia anche domani, se e quando verranno fuori le “anomalie” e qualcuno capirà che troppa arroganza è deleteria, per sè e per il prossimo. Già, il silenzio. A volte parla più di mille parole. Lezione amara, ma grazie comunque, mi è servita a capire che faccio bene a lottare per la natura, l’homo “sapiens” pensi per sé, se ne ha la capacità, cosa di cui dubito. postercommenti 12 Settembre 2014 DISCUTIAMONE Per favore, un Nobel per l’Italia DI FRANCO PUSTORINO* IL 1959 È STATO, per l’Italia, l’anno del miracolo economico; un anno che rimane un irripetibile ricordo. E’ stato l’anno del Premio Strega vinto dal “Gattopardo”; è stato l’anno del Leone d’Oro assegnato a Venezia ex aequo a “La grande guerra” di Mario Monicelli e “Il generale della rovere” di Roberto Rossellini ed è stato anche l’anno del benessere economico, il prodotto interno lordo era al 7 %. Alla lira italiana veniva assegnato l’Oscar per la moneta più solida di tutto l’Occidente. Il 1959 era soprattutto l’anno nel quale all’Italia venivano assegnati non una ma ben due premi Nobel- Il poeta Salvatore Quasimodo, messinese doc, vinceva il Nobel per la Letteratura con la seguente motivazione: “Perché la sua poetica lirica, con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi”. Al fisico Gino Segrè veniva attribuito il premio Nobel per la Fisica per avere scoperto l’antiprotone. Da allora qualche altro premio Nobel l’Italia lo ha avuto- tra questi quello conferito all’attore- scritore Dario Fo, ma poi più nulla. Oggi- anche se nessuno sembra averci pensato- è giunto il momento di 150 PAROLE DA PALERMO Usa? No, grazie DI MARIA D’ASARO Una docente, esperta in Pedagogia, è stata invitata da un college di San Francisco, in California, per tenere un ciclo di conferenze. Atterrata in città, il funzionario che controlla i visti le dice che il suo visto di ingresso non è valido perché la richiesta del college non è conforme a quanto richiesto dalla procedura. L’insegnante, precisando che è la seconda volta che si reca negli U.S.A. su invito della scuola, chiede al funzionario di chiamare il college che chiarirà la sua posizione e, se necessario, modificherà i termini della richiesta. Il preposto alla sorveglianza è irremovibile: dopo 11 ore di volo e 7 di logorante e inutile attesa in isolamento, la collega viene rimpatriata col primo volo disponibile. L’insegnante ha giurato che non metterà più piede negli U.S.A., neppure se pagata a peso d’oro. Ma che futuro ha uno Stato incapace di distinguere un’innocua studiosa da un pericoloso terrorista? conferire all’Italia il premio Nobel per la pace, la solidarietà sociale e la umanità dimostrate. Mi riferisco all’operazione “Mare Nostrum” e alle quotidiane azioni di soccorso in mare che hanno salvato e continuano a salvare migliaia di vite umane, di emigranti disperati, di donne e di bambini che fuggono dai Paesi d’origine, lacerati da guerre interminabili. L’Italia, pur essendo stata lasciata sola e pur a corto di risorse, ha investito tutto quanto era possibile per realizzare una missione umanitaria senza precedenti. Gli altri Paesi Europei sono stati a guardare. Solo adesso, a seguito di una dura presa d posizione del Governo Renzi e soprattutto del Ministro Alfano sembra che qualcosa cominci a muoversi. Fin’oggi l’Italia ha incamerato soltanto il plauso di tutti i Paesi Europei che, però, non basta per portare soccorso e salvare da sicura morte migliaia di emigranti disperati. Cosa accadrà ancora non è dato sapere perché l’Unione Europea ha già fatto sapere di essere a corto di risorse economiche. Qualcosa, però, andrà fatta perché a fine Ottobre il Governo Renzi ha annunziato la fine dell’operazione “Mare Nostrum”. Se gli altri Paesi continueranno a non intervenire vorrà dire che l’Unione Europea non è una unione di solidarietà ma soltanto una unione di comodo e di interessi. E’ auspicabile che questo non accada. Ed è altrettanto auspicabile che sia proposta, senza ulteriore ritardo, l’attribuzione del Premio Nobel per la pace all’Italia per la solidarietà, l’impegno e la umanità dimostrate in occasione dei quotidiani sbarchi di emigranti sulle coste del Paese, malgrado la crisi economica che lo stesso sta attraversando. * Avvocato ANIMAL HOUSE ELIODORO Ciminiere come il Piave: non passa lo straniero CATANIA - Doveva essere un blitz della burocrazia ma non è riuscito. Il sindaco metropolitano Enzo Bianco aveva lanciato le sue truppe alla conquista delle Ciminiere, pezzo pregiato dell’ex Provincia di Catania. Nello Musumeci che l’inaugurò nel 1996 è pronto a fare le barricate: "prima una legge dell'Ars, poi il patrimonio provinciale sia assegnato. Altrimenti c’è la Corte dei conti". ANTIBUDDACI DI DINO CALDERONE La comune di Messina L'addio a “Cambiamo Messina dal basso” di Nina Lo Presti e Gino Sturniolo, non è stato un fulmine a ciel sereno. Più volte i due consiglieri comunali hanno espresso critiche severe all'operato del sindaco e della sua giunta. Ma una rottura così radicale non può essere solo conseguenza di diversità di vedute su singoli problemi. La cultura politica di “Cambiamo Messina dal basso” si ispira a uno dei miti fondanti di gran parte della sinistra, non solo marxista: la Comune di Parigi. Sia Marx che Lenin videro nella Comune del 1871 una nuova forma di stato. Secondo Lenin: “la fonte del potere non è la legge preventivamente discussa e votata dal parlamento, ma l'iniziativa diretta, locale, dal basso delle masse popolari...i funzionari, la burocrazia o sono anch'essi sostituiti dal potere diretto dello stesso popolo o, per lo meno, sono posti sotto controllo speciale, e non soltanto sono scelti unicamente per via di elezioni, ma sono revocabili alla prima richiesta del popolo e messi nella condizione di semplici delegati”. Comunque, a parte Marx e Lenin, chi può negare che l'idea di democrazia diretta e non delegata, sia la matrice di “Cambiamo Messina dal basso”? Non solo ne ha parlato spesso il sindaco e alcuni assessori, ma è l'idea centrale a cui l'attuale giunta vuole ispirarsi come, per esempio, sul tema dei “beni comuni”. Vedremo adesso se i due consiglieri comunali rappresentano solo l'ala più radicale di “Cambiamo Messina dal basso”, che ha sempre visto nella democrazia rappresentativa un limite grave da superare, e se l'attività amministrativa, rigorosa e puntuale, riuscirà ad avere finalmente la meglio sugli occhiali ideologici che appannano il governo della città. L'addio di Lo Presti e Sturniolo potrebbe incoraggiare il sindaco ad avere un approccio piu pragmatico alla realtà cittadina. La maggior parte dei messinesi vorrebbe infatti un Comune capace di risolvere problemi concreti, non la costruzione della Comune di Messina. dinocalde7@gmail.com DI ROBERTO SALZANO Licenza di uccidere IN AFGHANISTAN C'è licenza di uccidere i randagi. Spietatamente. Una campagna di eliminazione di massa, che già durante lo scorso anno ha condotto alla soppressione di quasi ventimila esemplari. La causa di tanta furia assassina è la paura che si diffondano rabbia ed altre malattie. E questa paura non lascia spazio ad un briciolo di umanità. I cani vengono intrappolati con reti o ganci metallici: inutili i tentativi di liberarsi. Vengono costretti ad ingerire veleno, che li uccide in pochissimo tempo, tra atroci sofferenze. Lungo le strade vengono lasciati pezzi di carne letali, per non lasciare scampo. Le carcasse sono poi recuperate ed ammassate sui mezzi. Infine scaricate e lasciate a marcire nelle discariche, insieme alla comune immondizia. Poco importa che fossero esseri centonove pagina 39 viventi. Questo prevede la campagna di pulizia di Kabul, la capitale, i cui cittadini vanno tutelati da qualsiasi rischio possa essere rappresentato dai quattrozampe liberi sul territorio. Il benessere animale non è tra le priorità del governo. La compassione è una grande sconosciuta. Così si consuma un massacro quotidiano, proposto come la soluzione ad un problema. Un problema sicuramente ed innegabilmente esistente, ma qualche coscienza inizia a smuoversi. Veramente bisogna rassegnarsi ad assistere ad un'immane tragedia? Progetti di vaccinazione e piani di sterilizzazione non ridurrebbero il numero dei randagi, i morsi, i graffi e la psicosi di contrarre la rabbia dopo un'aggressione? Davvero gli afghani sono disposti a convivere con un'ecatombe continua? Il vero approccio, quello sano, al problema dei randagi è il dialogo con i funzionari, la sensibilizzazione dei cittadini, la diffusione di una cultura fondata sull'amore e sul rispetto di ogni forma di vita al mondo.
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