Centonove 38-2014

ANNO XXI Numero 38
10 OTTOBRE 2014
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO
POSTALE A REGIME
SOVVENZIONATO 45% (ME)
SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA
EURO 1,50
SOCIETA’
le
DONNE
LA PRESENZA FEMMINILE IN POLITICA INGENTILISCE L’AULA CONSILIARE. VIAGGIO-INCHIESTA
TRA MODE E MODI ALLA REGIONE E A PALAZZO ZANCA. DOVE A SOPRESA ECCO CHI DETTA LEGGE
10 Ottobre 2014
il punto
EDITORIALE
Crocetta
all’angolo
ALL’ANGOLO. E’ la posizione
nella quale si trova il
presidente della regione
Rosario Crocetta, dopo che
anche i Prs e Articolo 4 e i
renziani lo hanno mollato sulla
adozione della legge Delrio,
che riscrive ruoli e competenze
delle Province e città
metropolitane.
Un fronte vasto che va dallaq
presidenza dell’Anci alla
presidenza dell’Ars la pensa
diversamente dal presidente
della Regione. Ad aggravare la
situazione c’è
l’incomunicabilità che ormai
attraversa la classe politica:
l’appuntamento per la sfiducia
all’assessore Nelly Scilabra, sarà
a metà ottobre il banco di
prova per capire se il governo
Crocetta magerà il panettone
oppure no. Sulla scorta del
malessere sociale, l’idea dei
Grillini di promuovere la
raccolta delle firme per
“sfiduciare” il presidente
rischia di essere una slavina che
si aggiunge alla
delegittimazione sulla quale
battono il tasto i sindacati, la
delegazione dei sindaci, i
precari senza stipendi, i
forestal, i delusi di tutte le
categorie e i trattoristi dell’Esa
che minacciano di marciare su
Palazzo d’Orleans con le ruspe,
visto che i trattori sono quasi
tutti rotti come le alleanze del
governo.
Domande come bombe sull’Occidente
DI
DOMENICO BARRILÀ
DA QUANDO ERO RAGAZZO vivo in una
cittadina ad Est di Milano, ventimila abitanti,
due fiumi, un naviglio progettato da Leonardo
da Vinci. Coesistono una sessantina di etnie e diverse fedi
religiose, compreso l’Islam. Non si registrano atti di violenza a
causa del miscuglio di razze e di religioni. Ignoro quanti tra i
musulmani presenti simpatizzino per il cosiddetto Stato
Islamico. Pochi, immagino. Credo però di sapere che quando
sono in fila alle poste insieme a loro o quando ci incrociamo al
supermercato con le rispettive famiglie, stiamo affrontando gli
stessi problemi. Con qualche difficoltà in più per loro, stranieri
in terra straniera. Non sono un praticante ma la mia
formazione è cristiana, questo mi rende chiaro che se esiste un
solo Dio siamo tutti fratelli. Una banale conseguenza logica.
Diversi anni fa, ancora frequentavo le funzioni religiose,
insieme a mia moglie portammo un bambino senegalese a
messa. Ce lo avevano affidato i genitori, musulmani,
precisando che non avrebbero avuto nulla in contrario, “tanto è
lo stesso Dio” (parole loro). Ebbene, durante la predica il
celebrante aveva ricordato orgoglioso che noi cristiani siamo
fortunati perché apparteniamo “all’unica vera religione”. Il
bambino mi rivolse uno sguardo furbo, ridemmo insieme,
musulmano e cristiano. Ora lui è diventato un adolescente, i
suoi si sono separati, la madre è tornata in Africa e il padre è
senza lavoro. Una famiglia italiana si è presa cura del
ragazzino, i figli sono suoi compagni di scuola. Una storia
normale, priva di integralismo, che crea legami e non divisioni,
l’unica strada per dare una possibilità al mondo intero. Bisogna
tornare a studiare, invece di porre fascine sul fuoco, gettare uno
sguardo competente sui sussulti del Medioriente, ad esempio,
di cui solitamente ci ricordiamo quando aumenta il prezzo
della benzina oppure il terrorismo islamico ci minaccia. Ma
dovremmo partire dall’inizio, da quando gli inglesi, agli albori
del ventesimo secolo, cominciarono a depredare la Persia,
l’attuale Iran, per alimentare le caldaie della loro marina
militare, passando dal carbone all’olio combustibile. In cambio
Caporedattore: Graziella Lombardo Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segretaria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco
Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via San Camillo, 8 Messina. Tel. 090 9430208
Fax: 090 9430210 P. IVA 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina
n. 11-92 del 4 maggio 1992. Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione
n° 17229. Stampa: Sts - Società tipografica siciliana spa Strada 5 n. 35 Zona
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grafico: Davide Lopopolo per Psychodesign www.psychodesign.it.
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centonove
SETTIMANALE REGIONALE
DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA
Direttore responsabile
Enzo Basso
Garante del lettore: Attilio Raimondi
centonove pagina 2
di nulla si portarono via ricchezze immani, scegliendo governi
fantoccio e corrompendo disinvoltamente, così da lasciare
un’antica civiltà alle soglie del Medio Evo. Poi, negli anni
settanta, irrompe sulla scena l’ayatollah Ruhollāh Khomeyni, e
l’Occidente, dimentico di quanto accaduto mezzo secolo prima,
grida al demonio.
Il passato è un macigno, alimenta odio e ostilità che ci
riportano sempre al punto di partenza. Chissà se crediamo
davvero che i combattenti dell’Isis si possano sconfiggere una
volta per tutte. Di sicuro i raid ne elimineranno parecchi, il
resto lo abbiamo appaltato alle altre parti in causa sul terreno,
a cominciare dai curdi, rifornite da Europa e Stati Uniti. Eppure
i fanatici dell’Isis sono gli stessi che abbiamo armato fino ai
denti e usato in altre circostanze, nel medesimo complicato
scacchiere del mondo, per infastidire il nemico di turno.
Purtroppo gli occidentali continuano a muoversi senza idee
precise a queste latitudini e sono poco disposti a mettersi in
discussione. In fondo, se la storia la scrivono i vincitori, basta
cambiare qualche virgola e i conti tornano. Ma la storia non
ammette vuoti e se non la faremo noi con giustizia,
provvederanno altri a colmare la lacuna, con gli stessi coltelli
che tanto orrore suscitano nelle nostre società distratte e
opulente. Per questo motivo le bombe che stanno cadendo dal
cielo, ancorché necessarie, non risolveranno il problema alla
radice, almeno fino a quando non cominceremo a porci le
domande giuste, evitando di stabilire in anticipo di chi sono le
ragioni. Nel mondo, in questo preciso momento, sono attive 36
aree di conflitto, nessuna in Occidente, che coinvolgono un
numero enorme di individui, con conseguenti emergenze
umanitarie. Numeri da guerra mondiale, però il fatto che tutto
questo non accada all’interno dei nostri confini neutralizza il
loro impatto sulla coscienza occidentale, con l’aiuto dei mezzi
di informazione più popolari, come i Tg di prima serata, che
nel 2012 proprio a quelle crisi umanitarie sono riusciti a
dedicare appena il 4% del loro tempo. Non c’è altro da
aggiungere.
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Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
10 Ottobre 2014
riservato
TOP SECRET
TORTORICI. Continua lo scontro sulla sede distaccata dell’Itcg Lampedusa tra il commissario della Provincia e il sindaco
MESSINA
Affitti scolastici, Romano scrive in procura
Ato3, nuovo commissario:
via Ragusa, arriva Scillufo
TORTORICI. Rischia di approdare alla
procura di Patti il contenzioso tra la
Provincia regionale di Messina e il
comune di Tortorici. Al centro della
contesa che va avanti da mesi a colpi
di lettere e perizie, è la sede
distaccata dell’Istituto tecnico e per
Geometri “Tomasi di Lampedusa”
frequentata da 55 alunni. La
Provincia non avendo i fondi per
pagare l’affitto, per evitare la
chiusura definitiva, ha chiesto al
Comune di ospitare le aule o in un’ala
non utilizzata dell’Istituto
Comprensivo 1 o, in alternativa al
piano terra della sede municipale di
via Livatino. Ad opporsi fermamente
è stato il sindaco Carmelo Rizzo
Nervo il quale ha sostenuto in alcune
missive che il pagamento del canone
pari a 86 mila euro (alla ditta
Paterniti Mastrazzo Antonino il cui
contratto è in essere dal 1990), in
definitiva, doveva ritenersi un
contributo all’economia del piccolo
centro nebroideo. A convincere la
Provincia a lasciare la sede da 300
mq sono state anche le tabelle
MESSINA. Cambio al vertice per l’Ato3 di Messina.
Arriva Ettore Scillufo, già
commissario ad acta per
l’Ato2 e l’Ato 1 di Palermo.
Scillufo prende il posto di
Ettore Ragusa. Confermato
invece Michele Trimboli,
già direttore tecnico, nel
ruolo di commissario liquidatore.
CENTRO STORICO MESSINA
Il 90% dei gazebo è abusivo
secondo la Soprintendenza
Filippo Romano
Carmelo Rizzo Nervo
dell’Osservatorio immobiliare
dell’Agenzia delle entrate dal quale ha
accertato che in realtà i locali avevano
un valore commerciale di 5400 euro
annui. L’ente provinciale, in una nota del
commissario Filippo Romano, ritorna
all’attacco, sottolineando anche la
presenza di una proposta in aula
consiliare favorevole alla concessione
dei locali municipali (tramite la
locazione al prezzo stabilito
dall’Osservatorio). La missiva oltre al
comune, questa volta, è stata inviata
anche al prefetto, alla Procura di Patti
e alla Corte dei conti di Palermo.
Gia.C.
MESSINA. Il 90% dei dehors
nel centro storico a Messina? È abusivo. Il dato
emerge dalle rilevazioni
della Soprintendenza, che
ha visto sorgere i gazebo
senza che fosse stato inoltrato il progetto per il parere. Uno dei problemi
principali, oltre all’estetica,
è legato alla collocazione
delle strutture direttamente
sui prospetti dei palazzi.
SANITA’
MOVIMENTI
Sbarca in città
“Vivi Messina”
MESSINA. Sbarca in città il
movimento “Vivi Messina”,
declinato su altre esperienze
virtuose di comuni della provincia
come Torregrotta, Spadafora e
Rometta. E proporio da Rometta
sono arrivati nello studio legale
della promotrice dell’iniziativa,
Alessandra Russo, già candidata
nella lista “Progressisti democratici”
di sostegno a Felice Calabrò, il
sindaco, Nicola Merlino e il vice,
Giuseppe La Face.
L’obiettivo è quello di creare una
rete associativa, che faccia della
politica virtuosa un modo di essere e
proporsi insieme a soluzioni che
mettano al centro della scena
“l’individuo con tutti i suoi diritti di
cittadinanza”. La settimana
prossima è fissata la data per la
definizione dello statuto di “Vivi
Messina”. Altri circoli sono in
germinazione in provincia secondo
la formula: “Vivi Rometta”.
SOMMARIO
PRIMO PIANO
6/8. La politica? E’ femmina
Mai tante donne protagoniste.
Dal governo regionale al Comune di Messina
POLITICA
10. Consorzi, liberi di non decidere
La legge che dovrebbe riscrivere le regole
del dopo province non è chiara. E a Tusa
scoppia la polemica
12. Il bilancio magico
A giugno il consuntivo del Comune di Messina
2013 segnava un avanzo di 6,5 milioni.
Oggi è in rosso
14. «Spinella ci vediamo alle urne»
La sfida dell’ex assessore Lamonica
SICILIA
15. Piemonte, destino Bonino
Sul futuro dell’ospedale storico di Messina
si allunga l’ombra dell’Irccs Neurolesi sui Colli
16. Mazzarrà, avanti fino a gennaio
Crocetta firma i decreti di proroga per la discarica che serve Messina
18. Note stonate all’Arpa
Nel mirino i dati dell’agenzia ambientale
dopo l’incendio della raffineria
19. Se l’Agenzia Micali prende il volo
Decine di viaggiatori si rivolgono in procura.
Avevano acquistato biglietti ma la società chiude
20. Villa Cianciafara a tutto Gas
Uscire dalla crisi con l’economia solidale
22. Professione geologo forense
A Messina un master universitario
24. Sport, tutto in una notte
Il Centro universitario apre le porte della
Cittadella dell’Annunziata e traccia un bilancio
ECONOMIA
25. Sviluppo Sicilia, allarme liquidazione
Sindacati in Commissione bilancio all’Ars
sul caso della spa in crisi
26. Bonina, crisi nel carrello
Il gruppo avvia oltre 300 procedure di mobilità
27. Tfr in busta paga, anzi no
Il dibattito sul trattamento di fine lavoro
tra polemiche e propaganda
POSTER
30. Archivio di stato, nuova casa
Trattativa con l’Inps per il trasferimento
nel palazzo storico di via Argentieri
34 A spasso con Aravandinòs
Messina vista da un grande viaggiatore greco
RUBRICHE
4-5. Settegiorni
26. Consumatori / Consulenti
32-33. Libri/La Classifica/Lacerti di Letture
38-39. Lettere & Commenti
38. Qui Scuola / Heritage / Ecologia
39. Eliodoro / 150 Parole da Palermo
39. Antibuddaci
39. Animal House
centonove pagina 3
Fondi ai malati di Sla
Ma Messina non paga
MESSINA. Arrivano i soldi
dalla Regione per i malati
di Sla, ma Palazzo Satellite
non li eroga. E’ la segnalazione fatta in prefettura da
un familiare che a nome
dei venti aventi diritto al
contributo ha chiesto una
indagine ispettiva alla Prefettura.
DISTRETTOI TURISTICI
Terre del mito escluse
dai fondi europei
PALERMO. L’assessorato al
Turismo esclude i progetti
del Distretto turistico di
Giardini Naxos “Le terre
del Mito” dal co-finanziamento europeo e il presidente Marco Giacoponello
passa alle vie legali contro
la Regione e fa ricorso al
Tar, per contestare la bocciatura che contesta computi metrici e “capacità
economica-finanziaria”.
10 Ottobre 2014
settegiorni
CHI SALE
Pino Falzea
MESSINA. Architectsparty, è
il tema del ciclo di incontri
che l’ex presidente dell’Ordine degli architetti di Messina promuove per parlare di
qualità della vita, urbanistica
e scelte condivise negli spazi
urbani. Come? Con un bicchiere di vino in mano.
Ciccio Palano Quoro
MESSINA. Renziano sì, ma
con... i piedi per terra. Il presidente della Quarta Circoscrizione, accanito promotore dell’isola pedonale, fa
della professione di agricoltore virtù: domenica mattina, in Piazza del Popolo,
vende i prodotti del campo
di famiglia, testimoniando di
fatto la sua militanza per
una economia equa, a km
zero.
Mario Foti
FURNARI. Un vero furetto
delle leggi, anche sul “digital
divide”: il sindaco di Furnari,
dopo aver scoperto che la
cabina telefonica cittadina
non era stata inserita nei
piani di sviluppo della banda
larga, lo ha segnalato al ministero e, oplà, il Comune è
stato subito ripescato.
Sonia Alfano
MESSINA. Le minacce di Totò
Riina, che voleva mandarle dei
“cioccolatini”, intercettate dai
magistrati nel corso dei colloqui in carcere con il boss pugliese Lorusso, sono state precedute dalla nomina di
consulente, a titolo gratuito,
dell’ex europarlamentare di
Barcellona Pozzo di Gotto nella
commissione nazionale antimafia.
Alessandro Nania
BARCELLONA. Un incarico legale dal comune di Barcellona? No Grazie. Il giovane
avvocato ha rifiutato di difendere l’amministrazione di
centrosinistra, guidata da
Maria Teresa Collica, nonostasse gli fosse stato assegnata una pratica. Il figlio
dell’ex senatore Mimmo Nania, già esponente di spicco
del Pdl, si è limitato ad opporre generici “motivi personali”.
MESSINA. Ammessa la costituzione degli ambientalisti. Ma il Comune di Messina è assente
Processo a Curcio&C., il Wwf parte civile
MESSINA. Il Wwf parte civile. Il Comune
di Messina assente.
E’ andata così l’otto ottobre presso la
seconda sezione del Tribunale Penale di
Messina, dove si è svolta la prima
udienza del procedimento penale a
carico di Francesco e Roberta Curcio,
Aurelio Arcoraci, Luca D’Amico, Luigi
Ristagno, Vincenzo Pinnizzotto, Placido
Accolla, Giuseppe Bonaccorso, Antonino
Scimone e Biagio Restuccia, imputati a
vario titolo per corruzione per atto
contrario ai doveri d’ufficio e falso
ideologico in atti pubblici.
Secondo l’impianto accusatorio della
Procura della Repubblica di Messina
diverse imprese di costruzione
interessate all’acquisizione del parere
positivo della Commissione per la
verifica delle valutazioni di incidenza
del Comune di Messina, conferivano
l’incarico professionale di tecnico di
parte a Roberta Curcio, figlia di uno dei
componenti della Commissione,
Francesco Curcio. Secondo l’accusa,
Aurora Notarianni
nonostante l’obbligo di astensione,
l’exesponente del Pd Curcio - finito
anche agli arresti domiciliari partecipava anche alle sedute della
commissione in cui si discutevano i
pareri della propria figlia e gli altri
componenti attestavano falsamente la
sua assenza.
Il collegio giudicante, composto dai
giudici Curatolo, Calabrò e presieduto
ECCELLENZE SANITARIE
La Cot di Messina sale in cattedra
MESSINA. Cot Messina sale in cattedra nell’aula magna
Maurizio Ascoli del policlinico di Palermo. Il network
Joint commission sceglie la Sicilia per parlare di qualità
e sicurezza dei pazienti attraverso le esperienze delle
uniche tre strutture siciliane accreditate JCI: Ismett
Palermo, Cot Messina e Humanitas Catania. Le
eccellenze siciliane in campo sanitario fanno scuola a
Palermo. In vetrina i modelli Ismett Palermo, Cot
Messina e Humanitas Catania. Al policlinico di Palermo,
domani venerdì 10 ottobre, si parlerà di qualità e di
sicurezza dei pazienti. Ottenere l’accreditamento
d’eccellenza JCI è più che una medaglia: è garanzia di
assoluta sicurezza certificata da un ente terzo, JCI
l’organismo internazionale di accreditamento in sanità
più importante al mondo. Sono 355 gli standard a cui
gli ospedali devono attenersi per ottenere la
certificazione che, per essere mantenuta, ha bisogno di
continui aggiornamenti ed interventi. La Sicilia, dopo la
Lombardia, adesso, è la seconda regione per numero di
strutture accreditate.
da Samperi, dopo aver ammesso la
costituzione di parte civile
dell’associazione ambientalista Wwf
Italia Onlus rappresentata dall’avvocato
Aurora Notarianni, ritenendo la
legittimazione ad agire per il danno
all’immagine, ha rinviato all’udienza
dell’11 novembre 2014 affinchè il
Pubblico ministero depositi le
intercettazioni telefoniche ed
ambientali con i decreti autorizzativi di
cui chiede la trascrizione in sede di
perizia e per il conferimento
dell’incarico al consulente tecnico. Ha
rinviato infine ad altra udienza da
fissare per sentire i testi. Si è notata
l’assenza del Comune di Messina. «Ci
saremmo aspettati che il sindaco - ha
spiegato l’avvocato Notarianni dimostrasse lo stesso anelito del Wwf
per la legalità e la stessa passione in un
processo nato dalla cosiddetta
operazione “Via facile”in cui discuteva
di ordinari fatti di corruzione. Ma così
è... purtroppo».
SOCIETÀ
Salute mentale, incontro con Motta e Ciraolo
VILLAFRANCA TIRRENA. "Dall'altra parte" è il tema dell'incontro
promosso da Antonino Ciraolo e Roberto Motta, del dipartimento salute
mentale dell'Asl, che vedrà l'intervento il 14 ottobre prossimo alle 15,30
al salone dell'aula consiliare di Villafrarnca di Virginia Campanile,
promotrice delle terapie di gruppo "Mutuo Auto Aiuto", che aiutano
l'elaborazione del lutto. I gruppi dell'associazione Ama, sono già presenti
in Calabria, Puglia e si stanno sempre più diffondendo in Sicilia.
Conoscere i Peloritani, convegno a Villafranca
VILLAFRANCA TIRRENA. “Conoscere i Peloritani” è il tema dell'incontro
che si svolgerà lunedì 13 ottobre alle ore 21 nell'Aula Consiliare di
Villafranca Tirrena. Promossa dalla Pro Loco e patrocinata
dall'Amministrazione comunale l’incontro vedrà la partecipazione della
guida Ettore Lombardo, grande conoscitore dei Monti peloritani per i
quali ha coordinato la creazione di aree verdi, sentieri e progetti per le
scuole. "Le risorse naturali - spieg Lombardo - non sono delle realtà a sé
stanti, ma si integrano con una serie di tradizioni che vanno a formare un
vero e proprio patrimonio di tipo culturale". Un approccio consapevole
della popolazione al rispetto e alla percezione del territorio è, inoltre,
anche un fattore importante per la crescita sociale ed economica."
FLORESTA
Ottobrando, quando i Nebrodi prendono per la gola
FLORESTA. Le previsione meteo avverse e gli avvisi di preallarme della Protezione Civile
non hanno scoraggiato la folla per l’appuntamento di apertura dell’Ottobrando 2014,
della prima domenica di ottobre, con numerosi visitatori che hanno affollato le piazze e
i vicoli di Floresta. Ma ce ne sarà con le sagre per tutte le altre domeniche del mese.
Particolare curiosità ed interesse ha suscitato l’esposizione dei prodotti dell’orto De.Co
realizzato dal Comune in terreni di sua proprietà che, con i colori e le fragranze tipiche
dell’autunno, hanno contribuito a vivacizzare lo stand ove la ha fatto bella mostra la
varietà delle tipicità per la vendita. Apprezzate sul campo il gusto delle fragole tardive,
ancora diffusamente presenti. Il buon esito della manifestazione ha fatto esprimere
soddisfazione all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Sebastiano Marzullo
che, che coglie le peculiarità di un territorio, per puntare su iniziative funzionali alla
valorizzazione dei Nebrodi e al rilancio dell’economia locale.
centonove pagina 4
Le provole tipiche di Floresta
settegiorni
GAFFE
VULCANO. La ricetta del docente di geologia ambientale Randazzo per salvare la spiaggia
Un futuro rosa per le sabbie nere
MESSINA. “Le sabbie nere di Vulcano?
Sono comunque in buona salute: il
materiale non è andato perduto, si è
solo spostato sulla duna e in parte
nella baia vicina, un fenomeno
naturale. E' invece innaturale lo
sfruttamento intensivo della spiaggia,
i posti barca ad esempio sono davvero
troppi.”.
Nanni Randazzo, docente di geologia
ambientale, invitato a fare un
sopralluogo a Vulcano, indica la sua
ricetta per la sabbia nera che ha reso
celebre l’Isola nel mondo.
“Quello che occorre è una ordinaria
gestione e il rispetto dei cicli naturali
del mare: non sono contrario
all’affidamento della gestione delle
spiagge ai privati: è dimostrato che
spesso fanno meglio degli enti
pubblici, quando la cura dell’ambiente
è funzionale anche alla gestione dei
siti”.
Dopo anni e anni di allarmismo,
Randazzo, che è stato anche
consulente della presidenza della
Regione, non ritiene compromessa la
situazione delle spiagge in provincia
di Messina: “Se non si considerano gli
interventi sbagliati di Sant’Alessio o di
Giardini Naxos, altri interventi mirati a
Villafranca o a Santo Saba hanno dato i
risultati sperati.” Più che faicili allarmismi,
quel che occorre è il rispetto della natura,
che va sempre assecondata, mai
contrastata…”
La celebre spiaggia di Vulcano
Dalla Francia a Mistretta
Ma il museo è chiuso
MISTRETTA. Arrivano a Mistretta
domenica alle undici, ma sono
costretti a tornare indietro perché il
museo silvo-pastorale Giuseppe
Cucchiara “è chiuso”.
E’ la disavventura occorsa a una
comitiva in visita sui Nebrodi, tra cui
due giornalisti francesi del
“Matine” accompagnati dal
capoufficio stampa della Provincia
di Messina, Gino Mauro, che
avevano chiesto di visitare la mostra
“La vita dipinta” del maestro
Mancuso Fuoco, in corso fino al 31
ottobre
A rimediare la “gaffe”, un giro per
le sculture all’aperto della Fiumara
d’Arte, dove è in visita in questi
giorni il direttore del centro di
restauro dell’Accademia di Brera,
per studiare gli interventi a difesa
delle sculture.
All’origine dell’equivoco, il fatto
che il sito del museo, che risulta "in
aggiornamento” non precisa che
per l’apertura domenicale, occorre
prendere appuntamento e
telefonare all’Anquarium di Halesa
(tel. 0921-334531) e concordare
l’eventuale visita. Le ristrettezze
economiche del Comune, hanno
fatto sì che nei festivi si alternino al
museo, un dipendente regionale e
uno precario.
10 Ottobre 2014
CHI SCENDE
Vincenzo Carditello
MESSINA. Raggiunto il limite
dell'età pensionabile, il funzionario che si occupa del settore
scuola per la Provincia ha deciso di mettere il suo tempo a
disposizione per Palazzo dei
Leoni e, in una lettera, ha avanzato richiesta di essere nominato consulente a titolo gratuito.
Totò Cuffaro
ROMA. Motivazioni cercasi…
La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta di affidamento ai servizi sociali per l’ex
governatore della Sicilia nonostante il pronunciamento favorevole del procuratore generale:
una
diversità
di
trattamento della suprema
corte, rispetto alla libertà riconosciuta all’ex assessore Miceli,
imputato per gli stessi reati.
Calogero Ferlisi
MESSINA. Sarà un generale,
ma sempre umano resta. Il
comandante dei Vigili Urbani
di Messina, dopo aver fatto
spegnere le sigarette a tutti i
“viziosi” che affollano ogni
mattina il Comune, ha confessato candidamente al bar:
«Mi è venuta una voglia:
quasi quasi me ne fumerei
una...».
Renato Accorinti
ROSA E NERO
Lutto in casa Farinella
PALERMO. E’ morta la professoressa Lina Licata,
madre di Maria Pia Farinella, della giornalista Maria
Pia Farinella, caporedattore di Rai Med, consigliere
nazionale dell’Ordine dei giornalisti, consigliere
generale dell’Inpgi e fiduciario per la Sicilia. A Maria
Pia e alla famiglia tutta, l’abbraccio di tutta la
redazione di Centonove.
E’ morto il giornalista Carmelo Duro
Foto di gruppo nella Locride
ARCHEOLOGIA. “Missione” della delegazione Aicc
Alla scoperta della Locride
MESSINA. La delegazione Aicc "P. Sgroj-G. Morabito", presieduta da Daniele
Macris, impegnata nella tutela e nella promozione degli studi classici e
organizzatrice da 27 anni del prestigioso “Certamen Peloritanum” (gara
d’eccellenza nazionale), ha effettuato nei giorni scorsi un interessante
viaggio culturale nella Locride, alla ricerca delle notevoli tracce e
vestigia greche e romane. Robusta è risultata l'adesione dei soci e dei
simpatizzanti, che hanno potuto visitare il sito archeologico di Caulonia
antica (oggi Monasterace) con i suoi impareggiabili mosaici, la "Cattolica" di
Stilo, gioiello di arte bizantina, l'eremo di Monte Stella (Pazzano), suggestivo
e secolare sito di spiritualità , e S. Giovanni il Mietitore (Bivongi), oggi
tenuto da monaci rumeni. Un secondo giorno è stato dedicato alla zona
archeologica di Locri: le magnifiche sculture del tempio di Marasà fanno
bella mostra di sé al Museo di Reggio, insieme con i "pinakes", ma anche il
Museo di Locri affascina i visitatori, mentre l'area archeologica è arricchita
dal Casino Macrì, che testimonia la continuità dell'insediamento abitativo.
Nel pomeriggio, visita a Gerace, tra i borghi più belli d'Italia. F.I.
SANT’ALESSIO SICULO. Saranno ricordati a lungo gli
scritti del combattivo e indagatore giornalista
Carmelo Duro, di cui da anni leggiamo le cronache
sulla “Gazzetta del Sud”. Carmelo Duro, morto il 5
ottobre, lascia una raccolta di cronache, di grande
importanza documentale, sul percorso sociale e
politico delle comunità della Valle d’Agrò, e di
recente la bella pubblicazione sul puntuale
recupero storico dell’assassinio del parroco
Musumeci, trucidato a Sant’Alessio Siculo nel ’43 dai
tedeschi in ritirata. Cultore fecondo della parola
scritta, suoi sono vari libri di storia locale e di varia
cultura, tra cui, scrittore sensibile alle tematiche
esistenziali attuali, i due romanzi d’impianto e
scrittura originali “Lampare spente” e “Equazione a
due incognite”. (F.S.B.)
Si è spenta la madre del pm Barbaro
MESSINA. Si è spenta lunedì 6 Lisa Di Gennaro
Barbaro, madre del procuratore aggiunto di
Messina Vincenzo Barbaro. I funerali sono stati
celebrati il 7 ottobre presso la chiesa di Sant’Elena.
Al magistrato, le condoglianze di Centonove.
centonove pagina 5
MESSINA. Per quanto faccia
il possibile per guadagnare
popolarità, il primo cittadino
di Messina non ha proprio
“sorte” con i gestori dei locali. Dopo aver definito “faccia a faccia” la pratica dell’occupazione suolo con due
“tartassati” perché senza licenza (la domanda veniva
respinta), il successo di Accorinti è stato silurato dai Vigili, che la sera stessa hanno
staccato una multa da 180
euro.
Placido Bramanti
MESSINA. Fa già parte del consiglio nazionale del Consiglio
nazionale della sanità, ma l’ex
direttore generale del Centro
neurolesi ci riprova per riottenere la carica. Peccato che il
bando della Regione escluda i
manager che come lui hanno
già compiuto 65 anni. In pole
position per la carica di direttore generale Irccs, Angelo Aliquò, già alla Seus. Direttrice
amministrativa, Elvira Amata.
10 Ottobre 2014
primopiano
VERACE. Emilia Barrile
L’attesa davanti la stanza di Emilia Barrile al Comune
TENDENZE. Mai tante donne protagoniste, dal governo regionale al Comune di Messina
La politica? E’ femmina
Sempre più numerose nell’aula di Palazzo Zanca dove si brilla spesso più per il trucco
che per le idee. Ecco chi sono e cosa fanno. Dalle sempreverdi Amata e Crifò agli astri nascenti
DI
TIZIANA CARUSO
MESSINA. Da “Lady Fed” alla
“Signora Deutschland”, passando per
Dilma Roussef. L’esecutivo nazionale
più rosa di sempre. Capelli lunghi al
vertice delle controllate statali più
importanti. Una giunta e
un’assemblea regionale in cui non si
erano mai viste così tante gonne e per
di più guidate da un amante degli
uomini dichiarato. Messina non fa
eccezione con un consiglio comunale
che troppo spesso, non “brilla” per
spessore, ma per il trucco. E’ il potere
delle donne, bellezza. Mai come oggi
all’apogeo.
C’è chi dice che siano più brave a
coalizzarsi, ma forse questa è una
dote che si perde con l’arrivo
dell’adolescenza. Poi nasce
quell’irrefrenabile competizione che
porta a contendersi una lode, un
uomo, una poltrona e un buon partito
per la prole. Obiettivi in cui riescono,
spesso, meglio dei maschi.
LA CARICA DELLE 14. Con il
passaggio di testimone ad Ivana
Risitano, sono diventate ben
quattordici le donne che hanno fatto
capolino nell’aula consiliare di
Palazzo Zanca. Tra loro “sempre
verdi” della politica come Elvira
Amata, Giovanna Crifò e Mariella
Perrone. Candidate rielette come
Emilia Barrile e Simona Contestabile,
volti non nuovi agli enti locali come
Carmelina David o Daniela Faranda. E
tante, tante sorprese. Su tutte Lucy
Fenech, Rita La Paglia, Nina Lo Presti,
Antonella Russo, Nora Scuderi e
Donatella Sindoni.
In comune, oltre ai tacchi, hanno
poco altro. Ognuna di loro fino ad
oggi ha dimostrato di mettere in
campo strategie diverse per
sopravvivere e farsi strada nella
giungla politica.
AMBIZIOSE. Se il potere sta nei
numeri e nei ruoli, Emilia Barrile
sbaraglia tutte. Da popolana del rione
Gravitelli, cosciente del suo mancato
feeling con la consecutio e dei non
ottimi rapporti con l’Accademia della
Crusca, è riuscita però a tessere
talmente bene la sua ragnatela di
“relazioni umane” da rappresentare
IN TRASFERTA
Quante speranze in Bernadette
Tra le donne deputate resta incontrastata la regina di Rocca di Caprileone
Valentina Zafarana, Bernadette Grasso e Giusi Furnari
MESSINA. A livello politico ricoprono le cariche più prestigiose. Si tratta delle messinesi “prestate” a Roma
e Palermo: la parlamentare Maria Tindara Gullo, l’assessore regionale alla Cultura Giusy Furnari e le
deputate all’Ars Valentina Zafarana e Bernadette Grasso. Ma chi di loro ha davvero il potere di incidere o
cambiare qualcosa? Se lo chiedono in tanti e, in tanti, convergono sulla Grasso. Probabilmente e sino alla
fine di questa legislatura non si vedrà un dito mosso da Maria Tindara Gullo per la città o la provincia di
Messina. A parte le prime uscite pubbliche e la sua presenza in occasioni particolari è quasi impercettibile
l’operato di Giusy Furnari alla Regione. Lo stesso non si può dire della Zafarana e della Grasso che, con
coraggio, in alcune occasioni hanno dimostrato di non occupare uno scranno dell’Ars per virtù divina o
semplice concessione. Meno battagliera rispetto all’inizio del mandato la pentastellata. Mal che vada alla
Regione, Bernadette Grasso resterà comunque la regina incontrastata di Rocca di Caprileone.
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primopiano
10 Ottobre 2014
SEMPREVERDI
A SINISTRA
Bottari e Modica,
le veterane
DOPO ANNI DI ESPERIENZA
NELLE SEGRETERIE DI PARTITO
E NEI PALAZZI, DANNO I VOTI
ALLE NUOVE CHE AVANZANO
Sopra Elvira Amata, accanto Giovanna
Crifò e a sinistra Mariella Perrone
una figura femminile che non ha più
bisogno di “padrini” politici. Oltre a
farsi rispettare in qualità di
presidente del Consiglio comunale, è
una delle poche ad avere all’attivo il
suo marchio su proposte di delibera,
ma ancor di più una sfilza di
“seguaci” davanti alla sua porta. C’è
chi su di lei non avrebbe puntato un
euro, invece la Barrile, nonostante
tutto, passa indenne e punta in alto.
La sua ambizione è paragonabile
forse soltanto a quella di Nina Lo
Presti. Vera e propria rivelazione per
l’aula consiliare, se non addirittura
per l’Amministrazione. Occhi da Julia
Roberts e “copioni” da Meryl Streep,
la Lo Presti non ha eguali. Basti
pensare che in Consiglio un vero e
proprio contraltare “mascolino” non
esiste e che per immaginarlo, si può
soltanto pensare a una sorta di Giano
bifronte che accorpi l’ardore di Pippo
Trischitta con l’insidia di Pippo
Santalco.
MISS. Se la Lo Presti, non soltanto
caratterialmente, rappresenta una di
quelle donne capaci di “colpire”
soprattutto gli alti livelli, il Consiglio
può contare su altre due bellezze,
diametralmente opposte. Si tratta di
Daniela Faranda e Lucy Fenech.
Delicatissima, quasi glaciale, la
prima. Sguardo caldissimo, quasi da
Medusa, la seconda. Cattoliche
convinte, sono scambiate, in
superficie, per bigotte, ma infondo
non lo sono. Con loro è sempre odi et
amo. Entrambe, in aula, sono
ricercatissime, ma, allo stesso tempo,
invise a parecchi per la loro
smania di fare. Tra le poche,
infatti, a sfruttare il potere
propositivo, tra le facoltà
del consigliere. La Faranda
sposa spesso battaglie
bipartisan, la Fenech incarna una
sorta di “femminino sacro” che lavora
moltissimo sul proselitismo giovanile
e associazionistico.
Ad insidiarle per bellezza e, con tutta
probabilità, superarle per potere, è
Nora Scuderi. Si imbarazza davanti a
una telecamera, quasi trema. In
consiglio, spesso, viene letteralmente
“tampinata”, e non solo per la sua
avvenenza. Tra le “belle”, anche per
una questione di anagrafe politica, c’è
poi Elvira Amata, una modaiola doc.
La lunghissima esperienza l’ha
portata a ritrovarsi all’interno di un
consiglio comunale in cui,
addirittura, sembra una delle poche
capaci di “procurarsi le carte giuste”.
SOTTOTRACCIA. All’ombra si dà da
fare la solita Giovanna Crifò, anche se
ridimensionata dopo i terremoti nel
mondo delle cooperative e della
formazione. Viste le secche di
Palazzo Zanca ha optato
ormai per la sponda su
Palermo con l’obiettivo di
mettere a segno le sue
MESSINA. Il centro-sinistra è
sicuramente l’area politica dove è
più facile l’emersione di figure
femminili. E non si tratta di storia
recente. Prova ne sia che nel Pd
locale ci sono due vere e proprie
veterane che ancora oggi talvolta
irrompono nei dibattiti politici e
cittadini. Si tratta delle irriducibili
Angela Bottari e Liliana Modica.
Dopo anni di esperienza nelle
segreterie di partito e nei palazzi
istituzionali non stentano ad
ammettere che dalle donne in
politica si sarebbero aspettate di
più. Ad esempio, la Furnari, pur
essendo una brava persona,
sembra come “inghiottita” dalla
macchina burocratica e politica
palermitana. Entrambe plaudono
all’impegno, pur con tutti i limiti
della caotica Ars, di Valentina
Zafarana e Bernadette Grasso. In
Consiglio riconoscono ad
Antonella Russo il giusto
equilibrio tra competenza e
autonomia. La Bottari rivela
persino un certo debole per Emilia
Barrile e Rita La Paglia, anche se
invidia al centro-destra Daniela
Faranda.
Angela Bottari e Liliana Modica
LE SORPRESE. Nina Lo Presti, Lucy Fenech, Antonella Russo e, a destra, dall’alto Donatella Sindoni e Nora Scuderi
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10 Ottobre 2014
primopiano
“silente osservazione”, ha deciso di
prendere la strada della ribalta e ha
iniziato a svelare il suo cipiglio
politico, decorandolo sempre con quel
tocco d’amara ironia che ormai la
contraddistingue.
INVISIBILI. Nonostante ultimamente
abbia cercato di prendere a braccetto
la Russo e tentato di seguire le
“pesanti orme” lasciate da Felice
Calabrò durante la scorsa
consiliatura, Simona Contestabile,
vera e propria “voce” dell’ex
candidato a sindaco all’interno del
civico consesso, fino ad oggi è riuscita
ad incidere poco o nulla nella vita di
Palazzo Zanca. Idem Mariella Perrone
che, da ex assessore provinciale,
certamente non rappresenta il
massimo dell’attivismo. Praticamente
invisibile, se non fosse per l’estroso
abbigliamento, la giunonica
Carmelina David che non è mancata
però di dare qualche “buona” lezione
ai colleghi politici sulle politiche
culturali legate soprattutto al teatro
Vittorio Emanuele.
Patrizia Panarello, unica donna della giunta Accorinti
IN GIUNTA
Patrizia Panarello
quatta quatta...
L’UNICA DONNA DI ACCORINTI
COSTRETTA A TENERE A BADA
GLI AMBULANTI. MA LE DELIBERE...
MESSINA. E’ l’unica donna della
Giunta Accorinti e dopo qualche
clamoroso scivolone
amministrativo, sta cercando di
spingere il piede sull’acceleratore.
Non si direbbe affatto, ma sono
più o meno una quindicina le
delibere presentate e approvate
in Giunta dall’assessore al
Commercio e alle Politiche
scolastiche Patrizia Panarello.
A dirla tutta, in Giunta, di
delibere sul settore commerciale
non ce n’è alcuna, ma in
compenso ce ne sono ben otto
sull’edilizia scolastica e sei sulla
pubblica istruzione.
Quatta, quatta la Panarello tutto
sommato si è riuscita però a
destreggiare tra le proteste degli
ambulanti inferociti che,
addirittura, dopo aver
minacciato un aumento
esponenziale della
microcriminalità a seguito dei
sequestri di merce effettuati
dall’Annona, le hanno fatto pure
i complimenti per il suo fascino.
“missioni”. Come lei, lavora
abbastanza sottotraccia la pediatra
Rita La Paglia, capace di difendere
istanze e portare anche a casa
risultati, ma senza mai esporsi
troppo. “Accorate” è l’aggettivo che
più le rappresenta.
SARANNO FAMOSE. Chi sembra
destinata ad avere un ruolo rilevante
nelle attuali e future dinamiche del
Consiglio comunale è Antonella
Russo. Ha studiato, studia, e scrive,
anche proposte di delibera. L’intento è
soprattutto quello di evitare l’andazzo
“ad muzzum” del Pd, anche se spesso
si trova in disaccordo proprio con
qualche compagno di partito. Ben
cosciente di una professionalità che,
all’interno del civico consesso, non è
dote di molti, prova a “innalzare” lo
spessore dell’opposizione. Fuggita
dalla “scatola” dei Democratici
Riformisti, lista in cui è stata eletta,
ha quasi lasciato il posto alla collega
Donatella Sindoni che, a braccetto
con Daniele Zuccarello, dopo mesi di
Simona contestabile
NEL FIRMAMENTO
Schirò e D’Urso, sindachesse oscurate
Chiara Schirò
Daniela D’Urso
LE STELLE CADENTI
Una vera e propria parabola discendente
dalla luce sempre più fioca. Sembra questo il
destino delle due ex “sindachesse” Daniela
D’Urso e Chiara Schirò, mogli di Giuseppe
Buzzanca e Francantonio Genovese. Due
perfetti, categoricamente agli antipodi,
prototipi di first lady. Ai tempi della
sindacatura Buzzanca praticamente non
c’era giorno in cui la D’Urso non fosse a
Palazzo Zanca, lo stesso non si può dire della
Schirò, anche se alle ultime tornate
elettorali la sua presenza a fianco del marito
si era fatta sempre più costante. Da un lato
una donna, la D’Urso, che tutto sommato
badava poco alle apparenze e al bon ton.
Lontana anni luce dalla “famiglia da
copertina” ritratta in una foto piazzata in
una delle sontuose stanze di via I settembre.
Per loro è andato in scena una sorta di
contrappasso. Con i mariti, diventati col
tempo nemici giurati, eclissati dallo scandalo
della formazione professionale che le ha
coinvolte personalmente.
centonove pagina 8
L’ASTRO NASCENTE
Una faccia pulita,
una “giovane antica”
che un giorno ha
raccontato i suoi
sogni e le sue
aspirazioni di
militante del Pd in
un Palacultura
Alba Marino
gremito per l’arrivo
di Pier Luigi Bersani.
Se non fosse che i democratici messinesi
sono completamente allo sbando, Alba
Marino sarebbe di certo l’astro nascente
locale del più grande partito d’Italia.
Nonostante la giovane età, una militanza di
lungo corso, di quelle militanze portate
avanti con lo spirito di chi ci crede e non di
chi ha bisogno. Instradata dal padre
Patrizio, ha preso la sua strada, forse più
complicata rispetto alla maggior parte delle
giovani democratiche italiane e adesso si
ritrova con un partito in frantumi, costellato
da meteore e buchi neri.
politica
Nelli Scilabra con Rosario Crocetta
SCOSSONI. Due assessori al patibolo e i rapporti col Prs che si incrinano. Ecco come il presidente modello diventa il presidente dello sfascio
Regione, incubo sfiducia
Fra le dichiarazioni di Orlando e quelle dei Grillini sembra già avviata la nuova campagna
elettorale. Le conferme anche da Ndc: «Questo governo non dialoga. Pronti alle urne»
PALERMO. Era partito con il modello
Sicilia, del quale facevano parte anche
i Grillini, ora è diventato il presidente
dello “sfascio Sicilia”.
Non c’è giornata che una nuova
categoria non si accodi alla lunga svela
di contestazioni contro il Governo
Crocetta che approda alla seduta del
15 ottobre quando all’ordine del giorno
c’è la richiesta di sfiducia pronta per
due assessori, Nelly Scilabra, chiamata
sul patibolo dopo il tonfo del “click
day” e Linda Vancheri, assessore alle
Attività Produttive, espressione di
Confindustria, ente dell’associazione
industriali per il quale lavorava.
Ma a fare fronte comune non c’è solo
il Movimento dei Grillini, lo stesso con
il quale Crocetta teorizzava il modello
Sicilia, ma un lungo fronte che mette
d’accordo Ncd, Forza Italia, la Destra di
Musumeci e trova spezzoni di scontenti
anche dentro l’Udc. Ad aggravare la
situazione per Crocetta, il
raffreddamento dei rapporti con i Prs
di Cardinale e Picciolo, per la battuta
infelice su Pippo Gianni “morto un
Gianni se ne fa un altro”, e con
Articolo 4 di Lino leanza: entrambi i
gruppi si sono dichiarati a favore
dell’adozione della legge Delrio,
bocciando di fatto la legge di riforma
delle Province che Crocetta in un anno
e mezzo non è riuscito a licenziare in
aula. Non solo. A votare a favore della
legge Delrio, non c’è solo l’Anci di
Orlando o i Cuperliani del segretario
dei Ds, Raciti, c’è anche il gruppo dei
renziani. Come dire: Crocetta è rimasto
solo.
Ma sembra non accorgersene: a
Orlando che allarmato dichiara che in
Sicilia “la democrazia è sospesa”, con
il commissariamento delle Province,
risponde di pensare a fare ritirare i
rifiuti dalle strade…Non si fa
attendere la risposta del sindaco di
Palermo: “Non abbiamo bisogno di
lezioni da chi ha appaltato la raccolta
dei rifiuti agli industriali delle
discariche che hanno applicato tariffe
da strozzini…140 euro a tonnellate”.
A poco valgono le precisazioni del
vicepresidente di Confindustria
Giuseppe Catanzaro, sul costo dei
rifiuti. Il clima è quello tipico della
campagna elettorale già avviata. Non
lo nasconde il capogruppo etneo di
Ncd: voteremo non solo la sfiducia a
questo governo che mostra di non
volere dialogare, ma pensiamo proprio
che sia l’ora di tornare alle urne”. Lo
scontento attorno al governo è su tutti
i fronti: non c’è giornata senza
protesta da parte dei dipendenti
dell’Esa, dei Forestali, dei lavoratori
della Formazione professionale, ora
anche quella delle partecipate. Il
10 Ottobre 2014
governo non ha pagato i debiti alle
imprese fornitrici e non ha potuto
accedere a un finanziamento di 350
milioni di euro che avrebbe assicurare
la Cassa depositi e Prestiti. Non solo:
sul previsionale manca all’appello un
miliardo e mezzo di euro. Fondi che
l’assessore all’Economia Maurizio
Agnello non sa dove prendere, se non
dal governo centrale con una
autorizzazione allo sforamento del
Patto di Stabilità. Crocetta, però.
mentre nelle piazze della Sicilia si
organizzano i banchetti per la raccolta
delle firme che rischiano di essere più
dei voti che ha preso per essere eletto,
non sembra rendersene conto: abbiano
trovato 130 milioni di euro per la
formazione professionale e i
dipendenti della Forestale saranno
presto pagati, mancano solo dieci
milioni all’appello”.
Una crisi di liquidità senza
precedenti, della quale il presidente
vanta un’azione di risanamento. Un
percorso sul quale gli alleati non lo
seguono. Il solo che ha deciso di
dichiarare una tregua nelle ultime
settimane è il leader dell’Udc D’Alia:
non condividiamo molte delle azioni
del governo Crocetta, ma non
rompiamo il Patto con gli elettori. Il
dato di fatto è c he Crocetta è ormai
un governatore solo, che non mostra
di dare ascolto a nessuno e non teme
neanche la sfiducia già in binario che
i Grillini intendono chiedere per
l’’assessore Bruno, per l’assessore al
Bilancio e anche per il dirigentesegretario, patrizia Monterosso. Una
lotta senza quartiere, che pone
l’agenda del risanamento in secondo
piano: la regione è in ritardo sulla
spesa europea. E dal turismo, ai
trasporti, alla sanità le vertenze
aperte si sposano con le “bacchettate”
che arrivano dalla Corte dei Conti:
ultimo capitolo le partecipate. Sono
34, di cui quattordici in liquidazione,
ma continuano a costare cifre
impressionanti: 26 milioni di euro al
mese. Costi insostenibili, che non
fanno rima con il risanamento che il
presidente annuncia ai quattro venti.
Dove quello più leggero, profuma di
elezioni dietro l’angolo. Con la firma
di desistenza, degli alleati di un
tempo, Prs e Articolo 4.
Che non vogliono finire nel burrone
elettorale.
SIRACUSA
Pasticci nell’urna
Dopo il voto di Rosolini e Pachino torna in aula Gennuso
ed esce Pippo Gianni. Ma la legge resta da interpretare
SIRACUSA. Per la prima volta nella storia della Sicilia, si è
tornati a votare in otto sezioni di Pachino e Rosolini, con un
risultato elettorale che mette ancor più in crisi l’assemblea
regionale. Se il deputato del Pd, Bruno Marziano, seppur
per pochi voti l’ha spuntata, non ce l’ha fatta Pippo Gianni
centonove pagina 9
che era In quota al Prs. A fare il pieno di preferenze, invece,
Gennuso, dell’Mpa, un partito quasi scomparso all’Ars.
Ma quel che è più strano è che il deputato messinese
Coltraro, candidato del Megafono, non era sostenuto dal
presidente della regione Crocetta, che invece mostrava
simpatia per il candidato renziano, sponsorizzato dal
sindaco di Siracusa Garozzo. Risultato: nuovi ricorsi
all’orizzonte da parte degli esclusi, una indagine della
Procura della Repubblica chiesta dal deputato Malafarina e
un quesito giuridico, oggetto di riflessione: gli onorevoli,
anche quelli che non hanno partecipato al voti, debbono
“giurare?”. Più di un costituzionalista, “giura” di sì.
10 Ottobre 2014
politica
Giovanni Ardizzone
Rosario Crocetta
REGIONE. «La legge che dovrebbe riscrivere le regole del dopo Province non è chiara». La polemica riparte da Tusa
Consorzi, liberi di non decidere
Il Consiglio comunale rinvia la scelta trasmettendo la delibera a prefettura, Provincia e assessorato alle Autonomie.
Un caso-limite che rappresenta il malessere di tante amministrazioni,. Mentre la Regione porta in aula due disegni di legge
TUSA. Il paradosso si è raggiunto a
Tusa. Dove il consiglio comunale nella
seduta del 25 settembre scorso “ha
deciso di non decidere”. Con una
motivazione ineccepibile: la legge sui
Liberi consorzi non è chiara. Si rinvia la
decisione del consiglio dopo che la
Regione sulla legge n. 8 che riforma i
consorzi dei Comuni avrà le idee più
chiare”.
La delibera è stata trasmessa poi non
solo alla Prefettura di Messina, ma
Graziano Delrio
anche alla Provincia e all’assessorato alle
Autonomie, diretto da Patrizia Valenti. E’
l’ultimo caso-limite, quello della legge
sui liberi consorzi che accoppiato alla
abolizione e al commissariamento delle
Province regionali, ha di fatto bloccato
gli enti locali in Sicilia. Al punto che la
classe politica ha deciso di fare una
inversione a “U”. Della quale si è fatto
interprete il presidente dell’Ars,
Giovanni Ardizzone: in Sicilia va
recepita la legge Delrio.
Un fatto che ha mandato su tutte le
furie il presidente della Regione che si è
impegnato in tempi record a portare la
sua legge di riforma in aula. Peccato che
all’appuntamento del 15 ottobre, troverà
due disegni di legge sui quali in aula si è
già formata una maggioranza bulgara:
uno presentato da Totò Lentini, di
articolo 4, un altro dal deputato del Pd,
Panepinto. Tutti bocciano nella sostanza
il progetto di legge Crocetta sulle
Province. Ma cosa prevede la legge
Delrio?
Secondo il presidente dell’Ars Ardizzone,
permette di armonizzare l’impianto
nazionale con l’autonomia regionale: da
una parte preserva le aree
Metropolitane, dall’altra assicura gli
ambiti di area vasta assegnati alle ex
province, chiamate poi a coordinare le
funzioni elettive dei liberi consorzi dei
comuni aderenti.Cambia solo il modo di
eleggere, i rappresentanti, un po’ sullo
stesso solco delle nomine nel nuovo
senato “renziano”.
Una soluzione, quella della Delrio, che
accomuna tutti: dai
renziani, ad Articolo 4,
centonove pagina 10
ai Prs di Cardinale e Picciolo, perfino i
Grillini e la destra di Musumeci. Un
fronte compatto, con un unico
oppositore Crocetta. Che dice no, quasi
per partito preso.
Dall’altra parte della barricata si trova
infatti il suo acerrimo nemico, Leoluca
Orlando. Che da presidente dell’Anci ha
lanciato il guanto di sfida al presidente
della Regione, cui consiglia il
commissariamento. Tre i motivi
all’origine della protesta dei sindaci:
l’abolizione del fondo regionale per le
autonomie ha portato la dotazione dei
comuni da 900 milioni di euro a soli 350
milioni di euro, i ricavi attesi dal gettito
Irpef. Di questi, la regione che ormai è in
bancarotta conclamata con un buco nel
bilancio previsionale di un miliardo e
mezzo di euro, ha anticipato due
semestralità- Risultato: il 90% dei
comuni sono in bancarotta e non sanno
più come pagare l’esercito dei 24mila
precari che si ritrovano sul gobbo dei
bilanci regionali, che in tutto costano
ben 270 milioni di euro. In questa
direzione le politiche adottate dal
governo Crocetta, ad avviso dei sindaci
sono tutte fallimentari: dei tremila Pip
cui la Regione ha offerto un bonus di 25
mila euro per uscire dal bacino del
precariato, hanno risposto solo in
ventinove. Tutti gli altri restano attaccati
alla mammella esangue della regione.
Il piano Giovani, poi, è stato un vero
disastro: dopo un anno e mezzo di
attesa, l’unica cosa che è stata rimediata
è stata una inchiesta della procura della
10 Ottobre 2014
politica
Repubblica sui misteri degli affidamenti
diretti della regione a Italia lavoro e al
Formez.
Terzo punto: il commissariamento delle
Province che dovrebbe concludersi il 30
ottobre ha creato, ad avviso dell’Anci,
solo contusione e negazione dei servizi
resi. Risultato? Denuncia Paolo Amenta,
“vie” di Orlando, mancano in Sicilia
perfino i soldi per i servizi essenziali
come l’assistenza e il trasporto per i
bambini disabili. Come reagisce a queste
accuse il presidente della Regione? “Sta
facendo il lavoro sporco. E chi critica lo
fa solo perché vuole fare tornare la
politica degli affari, quella cara a
Cuffaro e a Lombardo…”.
In questo clima i comuni della Sicilia
non sanno come raccapezzarsi. Gela,
insieme a Piazza Armerina, ha avviato il
percorso per unirsi a Catania,
disarticolando completamente la
continuità territoriale. Ma se già le
politiche di “Unioni dei Comuni” e il
“Patto dei sindaci” per l’energia si sono
rivelati un fallimento, l’idea di fare
nascere i Liberi consorzi, ha gettato i
DISSIDI
Il nuovo disegno
di Crocetta
L’PASSESSORE VALENTI PRESENTA
LA NUOVA BOZZA
Leoluca Orlando
comuni in Una grave crisi di identità,
che si è sposata anche con una grande
crisi economica.
Dagli ultimi risultati dell’Ufficio
emigrazione della Regione siciliana è
emerso che per ogni immigrato che
entra nell’Isola, due siciliani “emigrano”
in cerca di fortuna all’estero. Come
quarant’anni fa dalla provincia di
Caltanissetta e Agrigento si emigra verso
il Belgio, la Svizzera e la Germania.
Dalle altre parti della Sicilia si punta più
lontano: è tornata la richiesta di visti per
l’Australia. Alcuni comuni, come
Mirabella Imbaccari, la patria del
tombolo, hanno più cittadini emigrati
che residenti, mentre le zone montane
dell’entroterra si svuotano sempre più.
AREA METROPOLITANA. Aderiscono altri comuni. Mentre i Nebrodi si allontanano
La carica dei 59
MISTRETTA. L’area metropolitana di Messina sul
fotofinish fa cinquantanove. Nelle ultime settimane,
hanno aderito altri comuni: Basicò, Francavilla di Sicilia,
Francavilla di Sicilia, Rodì Milici. E da ultimo Novara di
Sicilia, Oliveri e Montalbano. Ma è sui Nebrodi che il
dibattito ha assunto toni quasi antropologici. Se il
Comune di Tusa alla fine ha deciso di non decidere,
Mistretta sarà il Comune che farà da battistrada
domenica 26 ottobre per decidere se aderire al Libero
Consorzio della città di Enna, capoluogo al quale
guardano ora con interesse San Teodoro, Capizzi, Motta
d’Affermo, Santo Stefano Camastra, Pettineo. La
delibera di adesione al Consorzio di Enna al quale ha
lavorato lungamente il sindaco Paolo Garofalo, è un
lungo atto di accusa di tutti i Comuni dei Nebrodi
occidentali che rimproverano alla Provincia di Messina di
esser stata per 40 anni distratta e di avere lasciato
attorno a sé “un vuoto culturale”.
“La nostra area-scrivono i sindaci nel loro atto di accusaè tra le più sottosviluppate della Sicilia. E contro di noi si
è perpetrato un crimine politico “ingiustificato e
ingiusto”. Il territorio è stato svuotato e depredato di
servizi. Nell’ordine: è stato ridimensionato l’ospedale di
zona, cancellato il Tribunale, chiuso il carcere
mandamentale, chiusa l’agenzia delle Entrate. Tutto
questo, lanciano il grido di allarme consigliere e sindaci,
in nome della economicità anzichè della solidarietà.
Contro questa prepotenza dello Stato centrale e
periferico che ha dimenticato la sussidiarietà, da tutela
verso le fasce dei cittadini più deboli, il territorio ha
reagito: è nata Fiumara d’Arte, è cresciuto il Parco dei
Nebrodi, si è aperta l’autostrada per Palermo. E ora ci
sono tre ipotesi da esaminare: non adottare a nessun
provvedimento e aderire al Libero consorzio della Città
metrolipotana di Messina; scegliere di aderire a un
libero consorzio delle Madonie con Comune capofila
Termini Imerese; costituire un consorzio con i Comuni
della Provincia di Enna. E qui, nella provincia più piccola,
gli otto comuni dei Nebrodi vedono la via d’uscita.
Perché: si tratta di un libero consorzio di venti centri di
piccole dimensioni che non hanno intersse a
“cannibalizzarsi” tra loro, ma che sentono di essere
complementari: dalla sede vescovile di Nicosia ed Enna,
che non hanno mai chiesto la separazione, alla sede del
Tribunale. E poi: Enna, ha indici bassi di criminalità, può
attirare investimenti nazionali come è successo con
l’Outlet e si pone in maniera baricentrica nel centroSicilia, sotto il profilo dei Trasporti: fa da anello tra la
Catania-Palermo e la Catania-Messina. A questo si
aggiunge il fatto che Enna dispone dell’Unica università,
la Kore, che non fa parte delle Aree metropolitane e che
può avere maggiore visibilità, stendendo il suo raggio
d’azione a cavallo di nuovo territori. Tutto questo
permetterebbe di superare, ad avviso degli otto comuni
che in tendono staccarsi da Messina, un “plus” di
sviluppo: l’area di santo Stefano diventerebbe lo sfogo
“a mare” di queste popolazioni e alcuni distretti come
quello della Ceramica, troverebbe nuovi impulsi insieme
alle “vie del Grano” della Valle del Dittaino, le stesse che
avevano resa omogenea questa area già nel IV sec.
Cristo con i Greci, e poi con i Romani: qui fiorì il mito di
Cerere. In questa riflessione che è storica e anche
antropologica, ad avviso dei comuni Nebroidei, si
strapperebbe all’interno dell’Assemblea del Libero
consorzio un terzo della rappresentanza, utile a fare la
nuova programmazione europea, della quale i comuni
“in rivolta con Messina” si sono sempre sentiti esclusi: gli
acronimi che vanno per gal, Gap, Pist, Pit, Distretti
Turistici.
Se ne parla nei bar, dai barbieri: Enna o Messina? Ora
tutti i Comuni sono chiamati al voto, un passaggio di
democrazia partecipativa richiesto dai Grillini, che
secondo il presidente Crocetta rappresenta il vulnus
della legge. Si va a votare per decidere, un destino
amministrativo piuttosto che un altro. Ma finora
all’appello del referendum hanno risposto solo il 12%
dei Comuni siciliani. E in molti casi, è successo quello che
il comune di Tusa ha deciso di mettere per iscritto: fate
leggi più chiare: la continuità territoriale non può essere
decisa per decreto.
centonove pagina 11
PALERMO. Il governo Crocetta
boccia la proposta di recepimento
del ddl Delrio sulle Province e
presenta la bozza del nuovo
disegno di legge che prevedendo
funzioni e competenze completerà
la riforma che ha istituito i Liberi
consorzi e le città metropolitane
di Palermo, Catania e Messina.
"Recepire il testo Delrio significa
non fare nulla - dice Crocetta in
conferenza stampa - poiché non
ha abolito le Province ma solo gli
organi elettivi di primo grado". Il
nuovo ddl è stato presentato in
giunta dall'assessore alle
Autonomie locali Patrizia Valenti,
è stato inoltrato ai parlamentari e
martedi della prossima settimana
dovrebbe essere approvato
dall'esecutivo. L'intenzione del
governo è di portare in aula un
ddl su competenze e funzioni di
Liberi consorzi e città
metropolitane e di rinviare a un
nuovo testo la conformazione
geografica delle aree vaste
aspettando le decisioni dei comuni
che in base alla legge in vigore
devono esprimersi con un
referendum sull'adesione o meno
ai nuovi enti. Crocetta è stato
netto: "Il ddl del governo è
prioritario rispetto agli altri testi
ma siamo disponibili a eventuali
modifiche".
Patrizia Valenti
10 Ottobre 2014
politica
PALAZZO ZANCA. A giugno, il consuntivo 2013 segnava un avanzo di 6,5 milioni. Oggi è in rosso
Il bilancio magico
Due milioni e mezzo di disavanzo, per sopravvalutazione di poste attive: canoni delle case Arcobaleno
e delle coop che gestivano i parcheggi, dovuti al Comune ma ormai inesigibili. E non solo
DI
ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. E’ possibile che un bilancio
che tre mesi fa chiudeva trionfalmente
in attivo di sei milioni e mezzo di euro,
dopo cento giorni faccia segnare un
rosso da due milioni e rotti? Come si
perdono nove milioni in un paio di
settimane? Cosa è successo durante
l’estate per far sì che le parole
trionfalmente pronunciate dell’assessore
al Bilancio Guido Signorino (“Si
presenta a Messina un bilancio
nuovamente in attivo dopo due anni di
deficit ripetuto”, erano le frasi che
accompagnavano l’approvazione del
documento contabile in giunta), oggi
suonino amare e beffarde?
IL BILANCIO MAGICO. E’ successo
che si sono rifatti i calcoli. A segnalare
che non tutto quadrava come avrebbe
dovuto, sono stati i revisori dei conti,
che hanno fatto rilevare tredici punti di
“criticità”, in seguito ai quali, nonostante
le trionfalistiche dichiarazioni di
Signorino, l’ente è tornato ad essere
“strutturalmente deficitario”. Come
mai? Principalmente per i “fitti attivi”.
Poste che il comune di Messina contava
di incassare e che invece, secondo il
collegio dei revisori, sono sovrastimate.
Enormemente.
FITTI...A FETTE. Ne erano stati
conteggiati quattro milioni, frutto di un
accertamento straordinario che risale al
bilancio 2011. E invece, in tre anni, ne
sono stati riscossi solo 312mila euro. E
giù bacchettate: “Il Collegio rileva scrivono i revisori - che l’ulteriore
accertamento per i fitti degli anni
pregressi effettuato nel 2013, pari a un
milione e 917mila euro, sia fortemente
sovrastimato, e ciò anche in relazione ai
flussi di incasso registrati”. Cosa è
andato “storto” nel calcolo?
ARCOBALENO E PARCHEGGI.
Esattamente un milione e nove di fitti
attivi delle case Arcobaleno, conteggiati
e mai riscossi dal 1991 al 2013. E oggi
anche inesigibili anche perchè il comune
non ha mai esibito titoli per poterli
richiedere. Crediti che vengono stralciati
dal bilancio ed inseriti nel patrimonio
fino a prescrizione, e fanno due
milioncini in meno. Poi c’è un altro
milione e mezzo di “riaccertamenti in
conto residui”. Dietro la sigla misteriosa
ai più, si celano crediti che le società che
per anni hanno gestito i parcheggi
avrebbero dovuto pagare a palazzo
Zanca per l’occupazione di suolo
pubblico. Se non fosse che, scrivono i
revisori, “la totalità delle società
cooperative sono in liquidazione da
diversi anni e dagli ultimi bilanci
depositati dalle stesse, che risalgono agli
anni 2000 – 2001, non risultano debiti
corrispondenti ai crediti indicati fra i
residui attivi nel bilancio consuntivo del
Comune”. E anche il milione e mezzo
sfuma. E fini qui sarebbe rimasta una
differenza positiva. Ma non basta.
AVANZI CHE NON LO ERANO. Gli
accertamenti che sono stati espunti dal
bilancio hanno fatto sì che l’avanzo di
gestione nella parte “di competenza” si
sia ridotto della quota corrispondente.
Nell’avanzo di amministrazione, però,
vanno definiti anche altri valori. Sei
milioni e 200mila euro, nominalmente
“di avanzo” ma in realtà parte vincolata
al fondo di svalutazione crediti ed a
fondi regionali. Infine, c’è il debito da
ottocentomila euro “costruito” nei tre
mesi di utilizzo della discarica di Motta,
a catania. Il totale delle poste fa nove
milioni. Quelli che mancano.
DIMENTICANZE
Finanziamenti a perdere
REVOCATI DUE MILIONI DI EURO PER LA RIQUALIFICAZIONE DELL’EX SANATORIO
DI CAMP’ITALIA, CE NE SONO ALTRI DIECI “TRABALLANTI”. ECCO QUALI. E PERCHÈ
MESSINA. C’era la possibilità di riqualificare l’ex sanatorio di
Camp’Italia, destinarlo a struttura d’emergenza per soggetti
svantaggiati, c’erano anche due milioni di euro di
finanziamenti pronti. E sono stati revocati, con un
provvedimento arrivato ad inizio ottobre al quale palazzo
Zanca non ha saputo, o potuto, o voluto opporre alcuna
argomentazione. E saltati questi due milioni, ce ne sono altri
dieci “ballerini”. “Questo dipartimento deve procedere alla
redazione urgente dei seguenti progetti esecutivi per
attingere ai relativi finanziamenti comunali ed
extracomunali”. Firmato Antonio Cardia, dirigente alla
Protezione civile che a luglio, sottolineando e scrivendo in
maiuscolo la parola “urgente”, si lanciava nella disperata
ricerca di qualcuno che, al Comune, fosse in grado di eseguire
calcoli strutturali, idraulici, geotecnici, disegni Cad (computer
aided design, ndr) e valutazioni d’impatto ambientali e
paesaggistiche. Il tutto in fretta e furia, in maniera da non
perdere quella decina di milioni di euro di finanziamenti che
incredibilmente, vista la penuria di denari, palazzo Zanca
rischia di perdere. Di che progetti si tratta? Di una strada che
colleghi la statale 113 a Rodia, per esempio, per la quale sono
stanziati un milione e 800mila euro. O dei sostanziosi cinque
milioni e mezzo del progetto per ricostruzione e
consolidamento dei muri d’argine, attraversamenti e
profilatura dell’alveo del torrente san Michele. O, ancora
degli “accettabili” cinquecentomila euro stanziati per la
ricostruzione ed il consolidamento dell’attraversamento del
torrente Guardia in contrada Arancinella, e i due milioni
tondi che servono per il progetto di sistemazione idraulica e
ricostruzione del dissestato alveo del torrente Annunziata.
Quattro progetti per i quali, non avendo in organico
personale sufficiente, o sufficientemente qualificato,
l’assessore alla Protezione civile Filippo Cucinotta aveva
lanciato un atto d’interpello. Urgente, a lettere maiuscole.
Come tutto, a palazzo Zanca. (A.C.)
centonove pagina 12
FIlippo Cucinotta
10 Ottobre 2014
politica
IL COMMENTO di Santino Morabito*
Ripartiamo dalla macchina comunale
L’OPINIONE. A proposito dei parcheggi a pagamento
Nessuno tartassi Caino
Il Comune parte civile in un procedimento contro un pensionato che avrebbe
picchiato due vigili riaccende l’attenzione su strisce blu regole del Comune
DI
GIOVANNI FRAZZICA
MESSINA. Chi parcheggia la macchina
in doppia e talvolta anche in tripla fila o
la mette così male da creare intralcio
alla circolazione, merita senz’altro di
essere considerato un Caino. Anche se,
in questa città malata, ormai
lungodegente, i difetti non vengono tutti
dal basso. Una semplice semplice ricerca
alla voce: “Parcheggi a pagamento” e si
legge: “assenza di zone di parcheggio
gratuito, illegittimità” e a seguire: TAR
Lazio-Roma, sez. II, sentenza
28.05.2008 n° 5218, Circolazione
stradale - parcheggi - strisce blu –
sanzione – illegittimità – parcheggi
gratuiti – necessità [art. 7, commi 7, 8, 9
Codice della Strada]. Vanno annullati i
provvedimenti in forza dei quali sono
stati istituiti i parcheggi a pagamento,
laddove non abbiano tenuto conto
dell’obbligo di istituire zone di
parcheggio gratuito e libero in
prossimità di aree in cui è vietata la
sosta o previsto il parcheggio solo a
pagamento. Strisce blu: multe nulle se
comune non prova esistenza di
parcheggi gratis vicini. Cassazione civile,
sez. VI, ordinanza 03.09.2014 n° 18575.
In una recente pronuncia la Suprema
Corte ha affermato che l'onere di
provare la presenza delle condizioni
ostative all'operatività dell'obbligo di
predisporre spazi liberi di parcheggio
non grava sull'opponente trasgressore,
bensì sull'Amministrazione. Cè da
chiedersi come stanno le cose a Messina,
guardate col codice alla mano, e non
solo, le multe seriali rilevate con
apparecchiature elettroniche (eye–
scout), recentemente riesumate dalla
Giunta Accorinti, sono considerate da
tutti un modo semplice di "far cassa".
Tuttavia sembra che per il Ministero dei
Trasporti questa pratica non è rispettosa
della norma. Infatti, con il parere n°
2291 del 3.5.2012, il Ministero ha
chiarito che non bastano le sole riprese
televisive per accertare i divieti di sosta
e l’infrazione. "Il codice stradale
ammette la notifica postale anche del
semplice verbale per divieto di sosta, ma
solo in assenza del trasgressore e del
proprietario del veicolo. Questa
condizione non è verificabile da una
semplice registrazione video, solo la
presenza degli agenti sul posto permette
di accertare se effettivamente il veicolo
sia senza conducente, o senza
intestatario della carta di circolazione.
Non bastano le telecamere, per accertare
Le multe sulle strisce blu sono nulle se il Comune
non prova l’esistenza di parcheggi gratis vicini
le violazioni, gli operatori sono tenuti a
verificare, veicolo per veicolo, l’assenza
del trasgressore". In questo quadro di
opinabile legittimità comportamentale
dell’amministrazione nei confronti dei
cittadini, esasperato negli ultimi tempi
da una sorta di accanimento ideologico
contro gli automobilisti, si è verificato
un episodio che secondo una prima
versione dei fatti descrive un medico in
pensione di 63 anni che avrebbe
picchiato due vigili urbani intenti a
rilevare infrazioni ai mezzi in sosta
vietata. Ciò ha provocato l’intenzione
del Comune di costituirsi parte civile nei
confronti del pensionato. Ma c’è una
lettera “firmata”, pubblicata dalla
Gazzetta del Sud dal titolo: ”Ho visto
tutto e i fatti non sono andati proprio
così....” che nega qualsiasi intento
aggressivo del medico nei confronti
dell’agente che lo ha avvicinato per
sequestrargli il telefonino con cui aveva
filmato la pattuglia al lavoro, ma si
sarebbe limitato a resistere al sequestro
dell’oggetto (circostanza che il
comandante dei Vigili Urbani Calogero
Ferlisi ha smentito pubblicamente, ndr).
Una brutta storia, che può servire per
fare chiarezza su tante cose.
TUTTE LE POLITICHE
amministrative passano
attraverso le maglie della
macchina comunale. A
Messina, l’organizzazione
dei servizi municipali
sembra essere stata concepita per
condurre gli affari del Comune nel modo
peggiore. Occorre cominciare a mettere
mano alla riforma della struttura
organizzativa dell’Ente dando l’esempio
dall’alto con l’avvio di una politica
trasparente. Sul sito del Comune
dovrebbero essere pubblicati i dati
riguardanti presenze, svolgimento dei
lavori delle giunte, dei consigli comunali,
delle commissioni e i loro risultati,
stipendi, emolumenti di tutti gli
amministratori. La maggior parte dei
servizi offerti ai cittadini si effettua
attraverso il lavoro dei dipendenti
comunali; ogni addetto riassume in sé
pregi e i difetti dell’organizzazione nel
suo insieme. Per una pubblica
Amministrazione il “front line” deve
rappresentare il momento della verità. I
dipendenti a contatto diretto con i
cittadini devono essere seguiti e
incoraggiati perché da loro dipende la
buona percezione da parte del pubblico
dei servizi erogati. Costruire, cioè, un Ente
che ascolta il cittadino allo sportello e al
numero verde, attivo 24 ore su 24. Basta
imboscati! La macchina amministrativa
comunale dovrebbe essere sottoposta a
un’immediata e radicale riorganizzazione
in nome dell’efficienza e del merito. Il
cittadino dovrebbe essere punto di
riferimento del Comune e non il
contrario, com’è stato fino ad oggi. Va
pensata e realizzata una sorta di “carta
dei servizi del cittadino” con la quale si
può accedere ai servizi
dell’Amministrazione con tempi certi
delle risposte e sanzioni per chi non le
rispetta. Nell’era dell’informatica non può
non esservi un sito organizzato come un
social network. I servizi del Comune
devono seguire la vita delle persone: “se
la domenica mi serve un certificato devo
poterlo avere on-line”.
Allo stesso modo e pur non essendoci un
obbligo normativo, occorre realizzare dei
servizi online e un profilo dell’Ente da
attivare nei principali social network
(Facebook, Twitter, Google Plus, LinkedIn),
TRIBUNALI
Crac Demoter, niente domiciliari per Carlo Borella
MESSINA. Carlo Borella resta in carcere. Ha deciso così il gip Maria Luisa
Materia, motivando la scelta con la possibilità di reiterazione del reato. Borella
è in carcere da una settimana nell’ambito dell’operazione sulla bancarotta della
Demoter. Dall’inchiesta, denominata “Buco Nero”, escono invece tre dei sei
commercialisti, ai quali il gip aveva inflitto la sospensione per due mesi
dall’attività: Gaetana Patrizia De Luca, Maria Antonietta Chillè e Giuseppe
Scandurra (componenti del collegio sindacale Demoter), potranno tornare a
svolgere la professione.
centonove pagina 13
permettendo ai cittadini non solo di
richiedere informazioni o segnalare
disservizi ed emergenze, ma anche di
utilizzarli quali porte d’accesso ai servizi,
attraverso Tab e applicazioni utilizzabili,
ad esempio, direttamente dalla pagina
Facebook e dal proprio smarthphone o
tablet. Con i servizi on-line si razionalizza
la spesa perché si recuperano risorse
economiche e umane.
Una macchina comunale riorganizzata
può dare molti risultati sul fronte delle
imprese che restano interessate ad avere
gare rapide e senza trucchi. In occasione
delle gare con aste per la fornitura di
servizi/materiali al Comune, si può fare
ricorso a gare on-line, rapide ed al riparo
da qualsiasi distorsione esterna, attraverso
la metodologia già sperimentata in molti
comuni dell’e-procurement. Le imprese
devono produrre profitti utili.
L’Amministrazione in quanto
committente deve facilitare la vita delle
imprese iniziando ad abolire tutte le
norme inutili. Un intervento rapido e a
costo zero potrebbe essere quello
dell’azzeramento dell’iter infinito per
aprire un’attività in città. E’ ora di finirla
con un Comune azzeccagarbugli.
Attraverso una semplice segnalazione
certificata di inizio attività (scia) si
potrebbe dare vita immediatamente a
un’idea imprenditoriale. Sarà a carico del
comune controllare in seguito che
l’impresa rispetti tutte le norme vigenti.
I messinesi sono stati costretti dalla brutta
politica ad aspettare, a fare anticamera
all’infinito. Non dovrà essere più così
perché la libertà di intraprendere è un
diritto ed è una delle condizioni per
creare sviluppo e occupazione.
L'associazionismo resta la risorsa più
grande; in alcuni casi è l'unica presenza
che fa fronte all'assenza continua delle
istituzioni. Ma il sistema della delega in
bianco non può più funzionare: le
associazioni devono riappropriarsi della
loro vera natura non più sostituirsi ai
servizi pubblici mancanti ma progettare
innovazione e servizi aggiuntivi.
L’altra faccia della politica della
riorganizzazione della macchina
comunale è quella che si misura sui fronti
del decoro urbano, della lotta
all'abusivismo commerciale,
dell’'educazione civica nelle scuole, della
lotta contro il vandalismo. In tutte le città
la strategia di contrasto viene esplicata col
monitoraggio del territorio da attuarsi
con la polizia municipale nelle strade e
con gli impianti di telecamere nei posti
sensibili. Queste sono alcune delle cose
che si possono fare per fare diventare
tutti i dipendenti protagonisti del
Progetto per Cambiare veramente
Messina dal basso, senza aggravare i costi,
ma al contrario migliorando produttività
ed efficienza organizzativa. Una sfida che
chiede a tutti di mettersi in gioco,
nessuno escluso: sindaco, assessori,
dirigenti e tutti i dipendenti.
* Presidente 5° Circoscrizione Messina
10 ottobre 2014
politica
MESSINA
GIOIOSA MAREA. La sfida dell’ex assessore Lamonica
«Spinella ci vediamo alle urne»
Lo scontro col sindaco si è consumato in nome del rapporto
di fiducia. All’origine divergenze su appalti e prospettive di sviluppo
Gli uffici amministrativi del Cas in contrada Scoppo
Autostrade, trasferimenti al via
PRIMI DUE DIPENDENTI DA PALAZZO DEI LEONI A CONTRADA SCOPPO
Teodoro Lamonica
GIOIOSA MAREA. “Da oggi questa
amministrazione è finita: per me
comincia la campagna elettorale”. Non
utilizza mezzi termini il vicesindaco
Teodoro Lamonica “defenestrato” dal
sindaco Edoardo Spinella, per fare
posto a Basilio Lembo Luscari.
Motivazione da parte del sindaco: “E’
venuto meno il rapporto di fiducia”.
Ma cosa c’è dietro questo improvviso
cambio di guardia nella gestione
amministrativa di Gioiosa Marea? Ci
sono le deleghe assegnate a Lamonica,
sindacalista della Cgil, vicino alle
posizioni dell’ex segretario del Pd
regionale Giuseppe Lupo: ecologia,
ambiente cultura. “Ma soprattutto c’è
una distanza siderale nell’approccio
politico: io sono per i sistemi aperti,
per la trasparenza, per la concorrenza,
il sindaco in carica Spinella pensa di
gestire il Comune come un
condominio…”
All’origine dello scontro che si è via via
acuito negli ultimi tempi, la lotta
intrapresa da Lamonica per fare
entrare Gioiosa tra i Comuni aderenti
al Parco dei Nebrodi, fatto visto con
una certa freddezza da Spinella: se
Gioiosa è a mare, che ci facciamo noi
con i Monti Nebrodi?
Ma le divergenze si sono manifestate
soprattutto sull’adesione”bloccata” al
consorzio delle Madonie, che-ad avviso
di Lamonica- avrebbe creato un unico
polo turistico, da Gioiosa a Cefalù.
Altri motivi di scontro? L’affidamento
dell’appalto per i servizi sociali:
Lamonica avrebbe preferito il sistema
“completivo” tra le imprese, il sindaco
la lettera ad invito, che ha finito con il
privilegiare una società di Villafranca.
“Due modi di vedere la politica e la
gestione della cosa pubblica, che in un
primo momento Spinella non lasciava
intravdere e che secondo Lamonica si
racchiudiudono in un solo termine:
“autoritarismo”.
MESSINA. Via ai primi trasferimenti
dalla Provincia al Consorzio
autostrade. Due dipendenti,
Caterina Lombardo e Roberto
Mangraviti, sono i primi
“comandati” che da Palazzo dei
Leoni si trasferiranno in contrada
Scoppo per “rafforzare” l’area
amministrativa, che insieme a
quella legale e tecnica
rappresentano i punti deboli
dell’ente guidato dal
commercialista gelese, Rosario
Faraci.
Nell’atto di interpello avanzato dal
Cas alle pubbliche amministrazioni
sono una ventina le figure richieste.
E, a fare gola, nell’incertezza del
contratto da applicare ai dipendenti
delle Provincie che saranno
trasferiti nei nascenti Liberi
Consorzi, l’applicazione del
contratto Regione che vige al Cas,
assicura, rispetto al trattamento
contrattule della Provincia,
maggiori indennità.
Ma se i dipendenti delle soppresse
Province, guardano con interesse al
contratto regionale, chi lo contesta
sono proprio i trecentoquaranta
dipedenti del Cas.
Che ancora una volta hanno visto
una fumata nera alla Quinta
commissione chiamata a sciogliere
la “querelle” sul contratto da
applicare, nazionale, che è quello in
vigore, o regionale.
L’onorevole Beppe Picciolo, che si è
fatto portabandiera della vertenza,
ha protestano contro la Regione
che invia i burocrati anziché gli
assessori competenti ai tavoli
tecnici chiamati a decidere e chiede
che sul punto si esprima una volta
per tutte il consiglio di giustizia
amministrativa.
VILLAFRANCA
Ex Italcementi, riprendono i lavori di demolizione
L’INCHIESTA DELLA PROCURA SULL’AREA INDUSTRIALE E LE PREOCCUPAZIONI DEL SINDACO. CHE ASPETTA RISPOSTE DALLA PROVINCIA
VILLAFRANCA TIRRENA. Sono ripresi a pieno ritmo a
Villafranca Tirrena i lavori di demolizione dell’ex opificio
della Italcementi. Sull’area industriale, destinata ad essere
bonificata per un piano di riconversione urbanistica
pubblico-privato, è stata aperta una indagine della
Procura della Repubblica.
Gli agenti della polizia provinciale, dopo avere fatto una
serie di prelievi a campione, hanno chiesto all’Università di
Messina di verificare la tossicità del materiale. Le indagini
hanno accertato non solo la tossicità delle polveri sottili,
fuori dalla norma che costituiscono rischio lento ma
inesorabile per le popolazioni esposte all'inalazione.
Il “caso” sollevato anche dalle opposizioni è finito al
centonove pagina 14
consiglio comunale. Il sindaco De Marco, nella sua qualità
di tutote della salubrità dei cittadini ha inviato una lettera
alla Provincia per avere lumi sull'entità dei rischi, ma non
ha avuto riscontro da parte di Palazzo dei Leoni.”Vige il
segreto istruttorio”, si è sentito garbatamente rispondere.
L’arrivo di piogge e venti che hanno investito la zona,
dove campeggiano spesso cataste di eternit spezzato,
hanno di nuovo creato allarme tra la popolazione, che
chiede l’istituzione di centraline per l’analisi
dell’inquinamento e il pronto intervento dei tecnici
dell’Arpa, l’agenzia regionale per l’Ambiente, perché si
accerti da subito la presenza di polveri sottili da amianto
nella zona.
10 Ottobre 2014
sicilia
MESSINA. Sul futuro dell’ospedale storico si allunga l’ombra dell’Irccs Neurolesi sui Colli
Piemonte, destino Bonino
L’allargamento permetterebbe all’Istituto di usufruire dei 60 posti letto assegnati e non utilizzati per assenza
di spazi, ma anche ad affrontare il rinnovo del riconoscimento ministeriale grazie al nuovo accordo con l’Ateneo
DI
DANIELE DE JOANNON
MESSINA. Si scrive Ospedale Piemonte,
si legge Irccs Neurolesi. Il destino
dell’Ospedale di Messina, declassato a
presidio di emergenza, si lega all’Istituto
del Colli San Rizzo soprattutto nell’ottica
delle attività che dovrebbero andare a
svolgersi nei padiglioni (ristrutturati e
non). Al di là del possibile trasferimento
del Centro Trasfusionale dal Papardo e
l’incognita della localizzazione del Punto
Nascite (originariamente previsto per il
Piemonte e poi indirizzato sul Papardo, in
zona Nord), la parola d’ordine è
“riabilitazione”. A dirlo, proprio a
Centonove, nello scorso numero, era stato
il direttore generale dell’Azienda
Papardo-Piemonte, Michele Vullo:
«Non escludo che possa ospitare altro,
come la riabilitazione, la rete delle
attività ambulatoriali e il centro
trasfusionale, attualmente al Papardo».
Un concetto ribadito anche l’8 ottobre,
data dell’incontro organizzato dal
manager con i direttori generali di Asp e
Policlinico, il Commissiario e il direttore
dell’Irccs, il presidente dell’Ordine dei
medici, il responsabile del 118, il
responsabile della protezione civile e
Marcello Minasi, presidente del
Comitato “Salviamo l’Ospedale
Piemonte), e il presidente del Comitato
Consultivo Aziendale del PapardoPiemonte, Vincenzo Terzi. Un incontro
che ha fatto andare su tutte le furie i
sindacati, tagliati fuori, che hanno
sparato a “palle incatenate” contro Vullo,
reo di fare terrorismo e di diffondere dati
sulle prestazioni, e non solo, non
rispondenti al vero, secondo le sigle.
OPERAZIONE IRCCS. Secondo quanto
emerso dalla riunione di giorno 8,
L’Ospedale Pimonte
l’Istituto “Bonino Pulejo” sarebbe la
quadratura del cerchio, visto che i posti
letto sarebbero destinati solo per
lungodegenze e riabilitazione con
ambulatori e servizi, posti letto che
potrebbero essere quelli dell’Irccs (come
da proposta presentata), utilizzando i
propri fondi per la ristrutturazione, e le
tecnologie. Tutte da definire, però, sono
le modalità, che potrebbero essere legate
a un contratto di locazione tra il Centro e
l’Azienda Papardo-Piemonte. «L’Irccs spiega Vullo - ha comunicato di avere la
disponibilità di ulteriori 60 posti letto che
non riescono ad allestire per mancanza di
spazi. Qui al Piemonte potrebbero trovare
spazio. Le modalità? O locazione o altre
tipologie; di certo si tratta di accordi che
vanno fatti alla luce del sole».
BONINO & SCADENZE. Il 2014 è un
anno particolare per l’Irccs. A dispetto
delle risultanze lusinghiere del verbale
ministeriale che lo ha riconosciuto come
pubblico (2010, con decreto datato
2011), la convenzione con l’Ateneo di
Messina (uno dei punti di forza
rappresentati) non è più in essere dal
2012, quando terminò quella stipulata
nel 2007. Parallelamente, proprio
quest’anno cessa (e va rinnovato) anche
“il riconoscimento del carattere
scientifico dell'Istituto di ricovero e cura
a carattere scientifico di diritto
pubblico ‘Centro Neurolesi BoninoPulejo’ per la disciplina delle
‘Neuroscienze nell'ambito della
prevenzione, del recupero e trattamento
delle gravi cerebrolesioni acquisite’”,
così come si legge nel decreto del 2011
firmato dagli allora ministro Fazio e
presidente della Regione, Raffaele
Lombardo. Un accordo con l’Azienda
Papardo Piemonte rafforzerebbe il
potenziale di fuoco dell’Irccs, che, a
marzo 2014, ha pure provveduto a
proporre una nuova convenzione
quadro con l’Ateneo di Messina, che
però è stata ratificata dal Senato
Accademico solo nella seduta dello
scorso 7 ottobre. Che cosa prevede?
Oltre a riconoscere “la valenza e
l’importanza formativa delle tematiche
oggetto della convenzione quadro”, a
ravvisare “l’opportunità di avvalersi
delle strutture dell’Irccs al fine di gestire
e ampliuare gli standard formativi
richiesti dall’Unione Europea”, stabilisce
che Ateneo e Istituto istaureranno
rapporti di collaborazione
“promuovendo iniziative e progetti
comuni in materia di formazione,
didattica, ricerca e innovazione e
trasferimento tecnologico e attività
assistenziale”. Le modalità? Nell’accordo
non ci sono, visto che tutto viene
demandato a una commissione
paritetica che stipulerà i protocollo
attuativi per ogni singolo punto.
LE REAZIONI. Mentre i sindacati sono
sempre più sul piede di guerra contro
Vullo, snocciolando dati che dimostrano
l’efficacia del presidio del Piemonte in
provincia e rispetto allo stesso Papardo
(a fronte di cifre simili negli stessi
campi, il vecchio ospedale ha un tasso di
degenza media inferiore e quindi un
tasso di occupazione letti per i diversi
pazienti superiore), il presidente del
Comitato, Marcello Minasi,
commenta così l’incontro di giorno 8: “E’
meramente di natura politica la
decisione di chiudere l’Ospedale. È stato
un continuo dibattere tra me e buona
parte dei presenti, ma il dato tratto è
stata la conferma di voler trasformare
un efficiente Pronto Soccorso in Punto
territoriale di emergenza e sede del
118”.
LE PROSSIME TAPPE. Racconta
Vullo: La discussione di giorno 8 è stata
serena e fattiva. Accanto all’ipotesi Ircss,
c’è anche l’ipotesi di mantenere il
sistema ambulatoriale, la diagnostica, i
laboratori specialistici e le attività legate
alla cronicità». Ma quando si avrà un
responso dalla Regione? «Lunedì 13, ci
sarà un incontro di tutti noi direttori con
l’assessore. Io voglio sapere cosa sarà
deciso, perché, da manager, non posso
elaborare un piano industriale senza
sapere cosa avrò a disposizione».
L’INIZIATIVA
Un’Area per l’autismo
IN PARTE DELL’ISTITUTO MARINO DI MORTELLE,
UN PROGETTO PER I BAMBINI E LE LORO FAMIGLIE
MESSINA. Si chiama “Area”, è rivolto ai bambini
autistici e ridarà vita all’Istituto Marino di Mortelle, il
progetto che è stato presentato giovedì 9 dal
sindaco di Messina Renato Accorinti, dall'assessore
alle Politiche sociali e salute, Nino Mantineo, dal
responsabile dell'Area ricerca del Cnr di Pisa, Ottavio
Zirilli, dal delegato del presidente del Cnr Italia
“Luigi Nicolais”, Daniele Malfitana, dal direttore
generale Stella Maris di Pisa, Roberto Cutajar, dal
dirigente del servizio Tutele delle fragilità, Maurizio
D'Arpa, da Giovanni Pioggia del Cnr di Messina,
dalla neuropsichiatra infantile del Cnr Messina,
Liliana Ruta e da Luca Donato, presidente
dell'Associazione Linea Curva. Il progetto sarà
attuato in una parte dei locali dell'ex Istituto Marino
di Mortelle, “Adriana Bosurgi Caneva”, concessi
ufficialmente nel corso dell'odierno incontro. Area
(Abilitazione, Ricerca e tecnologie di E-health per
l'Autismo) è un progetto di ricerca rivolto ai bambini
con disturbi dello spettro autistico ed alle loro
famiglie. L'autismo rappresenta una complessa
disabilità neuro-evolutiva che compromette lo
sviluppo precoce delle competenze sociali e
comunicative del bambino. Esso tende a perdurare
per tutto l'arco della vita e riguarda un bambino
ogni 100 nuovi nati. L'obiettivo del progetto AREA è
limitare gli effetti dei deficit comunicativi, sociali e
centonove pagina 15
cognitivi dei bambini con disturbi dello spettro
autistico attraverso un nuovo modello di presa in
carico, diagnosi e trattamento socio-assistenziale
precoce nel territorio di Messina. Il modello quindi
sarà sviluppato in una prospettiva ecologica
(evitando le esperienze ansiogene ed emotivamente
frustranti che sono tipiche degli ambienti
ospedalieri) ed ecorelazionale (in grado cioè di
riprodurre il più fedelmente possibile le relazioni
interne all'ecosistema familiare) attraverso la
creazione di Home-Lab e la costituzione di un
innovativo Laboratorio di Analisi del Neurosviluppo.
L'Home-Lab è costituito da strutture che simulano
l'ambiente domestico in grado di accogliere la
famiglia per il tempo necessario all'individuazione
ecologica precoce dei segni comportamentali e
fisiologici dell'autismo.
10 Ottobre 2014
sicilia
La discarica di Mazzarrà sant’Andrea
SPAZZATURA. Il governatore Rosario Crocetta firma i decreti di proroga per le discariche isolane
Mazzarrà, avanti fino a gennaio
Fallimento delle Ato, problemi con le Srr, raccolta differenziata insufficiente, termovalorizzatori in naftalina. Ed ecco che tornano in auge
i “siti di stoccaggio”. Che dall’essere solo una parte del ciclo, oggi sono diventate l’unico anello della catena di smaltimento rifiuti
DI
ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. L’assessore all’Ambiente
Daniele Ialacqua allarga le braccia
sconsolato. “E’ la Regione ad aver creato
il problema, tocca alla Regione
risolverlo”. Il problema è la chiusura
della discarica di Mazzarrà sant’Andrea
entro la fine del mese, disposta
dall’assessorato regionale all’Ambiente
dopo una lunghissima serie di
irregolarità riscontrate nell’impianto, ma
ancora più inquietante è la domanda
che sorge spontanea. Dove andrà
Messina a scaricare i suoi rifiuti?
PROBLEMI E SOLUZIONI. Alla fine,
come sempre, l’”inganno” si trova una
volta fatta la legge. E la soluzione,
perlomeno temporanea, Arriva da
Palermo stesso. Perchè il presidente
della Regione Rosario Crocetta, il 26
settembre, ha firmato un decreto di
proroga fino al 15 gennaio 2015 dei
permessi per il conferimento in discarica
per praticamente tutti gli impianti
dell’isola. Per Mazzarrà, che nel
frattempo ha evidenziato problemi
strutturali e che è vicina alla
saturazione, vuol dire altri tre mesi e
mezzo di vai e vieni di camion che
portano in contrada Zuppà l’immondizia
di ottanta comuni del comprensorio.
Messina compresa. Fanno seicentomila
abitanti, che produrranno una media di
150 kg a testa di rifiuti da ospitare
nell’invaso di Mazzarrà. Che il
dipartimento regionale dei rifiuti ha già
certificato essere saturo. Alternative?
ALTERNATIVE ZERO. Poche, al
momento. Perchè il provvedimento di
proroga ha ovviamente interessato
anche il sito catanese di Motta
sant’Anastasia (che condivide con
Mazzarrà la mannaia della chiusura e
nella quale Messinambiente per qualche
mese ha depositato la spazzatura
messinese), nonostante la Oikos, la
società che gestisce l’impianto in
provincia di Catania sia oggetto di
commissariamento prefettizia in seguito
ad una pesante inchiesta che ne
coinvolge i vertici. Perchè arrivano le
proroghe? A causa del flop delle Srr.
FLOP SRR. Le Srr (società di
razionalizzazione del ciclo dei rifiuti)
sono i nuovi organismi che dovrebbero
occuparsi del ciclo dei rifiuti al posto
delle fallimentari Ato (Aziende d’ambito
territoriale). Però, si legge nel decreto di
Crocetta, “ad oggi non risultano ancora
individuati i soggetti affidatari del
servizio di gestione integrata dei rifiuti e
quindi le Srr non risultano pienamente
operative”. E quindi, nel caos, per
evitare un’emergenza rifiuti su scala
regionale, si va di proroga in proroga. la
legge ne consente fino ad un cumulo
massimo di diciotto mesi. E visto che,
come scrive Crocetta “considerato che
allo stato non si può altrimenti
provvedere”, sono arrivate le proroghe.
Per quanto tempo? Intanto fino al 15
gennaio, ma poi? Poi si fa durissima,
perchè quella che è iniziata il primo
ottobre è la terza proroga. Da gennaio in
poi, quindi, resteranno due mesi e
mezzo ulteriormente disponibili. E poi?
Il disastro, probabilmente. Una patata
bollente che Marco Lupo, dirigente
generale del dipartimento ai Rifiuti fino
a due settimane fa, ha lasciato nelle
mani del suo successore Domenico
Armenio.
DISCARICA...BARILE. Perchè nè
Messina nè alcuna delle altre province
siciliane sono pronte a fare a meno dei
siti di abbancamento dei rifiuti.
Innanzitutto perchè i termovalorizzatori
previsti dall’ex presidente della Regione
Salvatore Cuffaro sono stati bloccati
dal suo successore Raffaele
FIDUCIA A TEMPO
Alessio Ciacci sulla graticola
PRIMA I MUGUGNI DELL’ASSESSORE SIGNORINO, POI UN’ORDINANZA DEL SINDACO
ACCORINTI. SI STRINGE IL CERCHIO INTORNO AL COMMISSARIO LIQUIDATORE
Alessio Ciacci
MESSINA. La formula è quella di rito, “in
caso di inottemperanza il destinatario
sarà deferito all’autorità giudiziaria”,
ma quando i destinatari sono il
liquidatore di Messinambiente Alessio
Ciacci ed il suo direttore generale
Natale Cucè, ed il mittente è il sindaco
Renato Accorinti, le cose non sono
così semplici. Perchè l’ordinanza
sindacale che intima a Messinambiente
di sgomberare il letto del torrente san
Michele dai rifiuti, e che discende da
una nota della forestale che risale
addirittura a inizio maggio, sarà
centonove pagina 16
standard nella forma, ma non nella
sostanza. E sul banco degli imputati sale
di nuovo Alessio Ciacci, già oggetto dei
mugugni da parte dell’assessore al
Bilancio Guido Signorino in occasione
del decreto ingiuntivo fatto recapitare
all’Ato3 per sei milioni e mezzo di euro.
Mugugni che Signorino ha poi
minimizzato a mezzo stampa, ma che
denotano un clima non esattamente
idilliaco dentro la partecipata. Con
Ciacci, che la prossima settimana
consegnerà la sua relazione semestrale,
sempre più sulla graticola. (A.C.)
10 Ottobre 2014
sicilia
MESSINAMBIENTE
Lombardo, e se per una combinazione
di eventi al limite dell’impossibile
l’attuale governatore Crocetta dovesse
autorizzarne la costruzione,
passerebbero comunque degli anni in
attesa che diventino operativi. In
secondo luogo c’è la scarsissima
percentuale di raccolta differenziata, che
se in alcuni piccoli centri raggiunge
proporzioni d’eccellenza, nella
stragrande maggioranza dei comuni, e
nei nove capoluoghi, non si schioda da
percentuali intorno al 10%. In Sicilia,
quindi, non si può fare a meno delle
discariche, che di fatto non sono una
parte del ciclo, ma praticamente l’unico
anello della catena dello smaltimento.
Quali sono? E dove?
TROPPE. O TROPPO POCHE. Solo a
Messina, il sito dell’assessorato regionale
ai Rifiuti riporta ottantuno discariche
inattive: Considerato che la provincia
conta di centootto comuni, in pratica
quelli che non hanno avuto a che fare
con l’immondizia sono pochissimi. In
città, la Regione riporta come inattivi i
siti di Portella Arena e Vallone Guidari,
più l’inceneritore di san raineri, nella
zona falcata, costruito, usato un mese e
poi messo in naftalina per sempre. le
prime due, però, sono da sempre
considerate due bombe ecologiche. Per
Portella Arena, che sorge in linea d’aria
esattamente sopra l’impianto di
biostabilizzazione con annessa discarica
di medie dimensioni di Pace che il
comune di Messina vorrebbe costruire, è
stato deliberato un finanziamento
regionale da poco meno di due milioni
per la messa in sicurezza (il progetto è
del 2004, la discarica è “chiusa” dal
1998), per Vallone Guidari si è ancora in
alto mare. Nonostante questo, il piano
regionale dei rifiuti, per la provincia di
Messina prevede l’apertura di altre
discariche: a Venetico, a Pagliara, a
santa Teresa di Riva, a Cesarò.
Avvisi per quattro
I VERTICI DI MARIA, LISI, MILORO E MARGUCCIO INDAGATI PER TRUFFA
E PECULATO. ECCO COSA CERCANO GLI INQUIRENTI NELLE “CARTE”
MESSINA. A Messinambiente, gli ispettori della Procura
di Messina hanno bussato in grande stile il 9 aprile,
quando in una settimana tutta la contabilità della
partecipata degli ultimi cinque anni è stata passata al
setaccio con uno spiegamento di forze in campo
difficilmente visto prima. Oggi sono arrivati i primi avvisi
di garanzia, fatti recapitare all’ex amministratore (e poi
commissario liquidatore) Armando Di maria, all’ex
direttore generale (oggi in pensione) Antonino Miloro,
al il responsabile del settore acquisti Roberto Lisi, ed a
quello dell'autoparco Filippo Marguccio. Le
informazioni di garanzia sono state chieste dal sostituto
procuratore Roberta La Speme, che ha chiesto una
proroga delle indagini preliminari: le ipotesi di reato alle
quali il magistrato sta lavorando sono di peculato, truffa
e falso.
Le indagini intorno a Messinambiente sono iniziate a
febbraio 2014, giusto qualche giorno prima
dell’esplosiva conferenza stampa durante la quale
l’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua ed il sindaco
Renato Accorinti, dopo aver bocciato i bilanci 2011 e
2012 della partecipata (poi approvati il mese scorso),
hanno annunciato l’invio di un nutrito dossier sui
Armando Di Maria
malfunzionamenti dell’azienda in Procura.
Parallelamente, al tribunale si sono accesi i fari sulla
partecipata, con ben due indagini: Due procedimenti
penali diversi, indagini da parte di Procura da un lato
(quelle il cui oggetto sono gli avvisi di garanzia) ma
anche Antimafia dall’altro, venticinque richieste di
documentazione, e a vagliarle Giuseppe Barreca e
Dario Megna, gli stessi periti che il Pm Sebastiano
Ardita ha impiegato per spulciare le “carte” relative
all’inchiesta Corsi d’oro che vede coinvolto il deputato
del Pd Francantonio Genovese. Su cosa stanno
lavorando gl’inquirenti? Su parecchio, ed a
trecentosessanta gradi: ad aprile, polizia e carabinieri
hanno acquisito trenta faldoni di documenti, dai quasi
ovvi bilanci, registri iva e cespiti e libri mastri (dal 2009
ad oggi) ai meno scontati estratti conto bancari. E poi
fatture, di tutti i tipi, con tanto di date e modalità di
pagamento: dal servizio di trasporto in discarica al
lavaggio e manutenzione dei mezzi e dei cassonetti,
dall’acquisto e noleggio di automezzi a tutti gli altri
acquisti di beni strumentali, per terminare con fatture
dei costi per le consulenze e incarichi fino addirittura
alle quietanze per le polizze assicurative.
Ad attirare particolarmente l‘attenzione della Procura
sono data e modalità di pagamento delle fatture. Per
cosa? Praticamente per tutto: servizio di trasporto in
discarica, lavaggio e manutenzione degli automezzi,
manutenzione e sanificazione dei cassonetti, acquisto e
noleggio degli automezzi (in questo caso gli ispettori
hanno acquisito anche copia dei contratti e modalità di
imputazione dei canoni a bilancio), poi acquisto o
noleggio di cassonetti e di altri beni strumentali, e infine
i costi di consulenze e compensi professionali in genere,
coi relativi contratti d’incarico.
Le indagini stanno spulciando anche il profilo fiscale e
societario della partecipata. A passare sotto il vaglio dei
due consulenti tecnici Megna e Barreca, ci sono anche i
verbali delle assemblee dei soci, il libro del collegio
sindacale, i libri inventari, i registri iva dal 2009. Poi tutti
i bilanci dal 2009 con tanto di verbale e nota di deposito
alla Camera di Commercio, i “bilancini” di verifica
(sempre dal 2009), il registro dei cespiti, modelli
dichiarativi e note deposito di redditi, Irap, Iva, tutti i
modelli 770 ( documento fiscale che i sostituti d'imposta
presentano per la dichiarazione dei redditi) dal 2009, ed
il dettaglio delle variazioni fiscali in aumento o
diminuzione esposti nelle dichiarazioni.Una caccia che
durerà almeno altri sei mesi. (A.C.)
PATATRAC
Quel decreto un po’ così
IL TRIBUNALE GIUDICA ILLEGITTIMI I 6,6 MILIONI CHIESTI DA MESSINAMBIENTE
E FERMA IL PIGNORAMENTO. L’ATO3 PRONTO A CHIEDERE I DANNI. MA IL COMUNE...
MESSINA. C’è mancato tanto così perchè la vicenda del decreto
ingiuntivo che Messinambiente ha fatto recapitare all’Ato3,
due mesi fa, si trasformasse in un boomerang per la
partecipata di via Dogali, in una vittoria per la “cugina” di via
cavalieri della Stella ed in un ennesimo patatrac per le casse
del comune di Messina. A fine luglio, Messinambiente, in
forza di un atto di precetto seguente al decreto ingiuntivo,
riesce a bloccare sei milioni e mezzo dai conti dell’Ato3, per
l’infinita querelle tra le due partecipate su servizi che la prima
per tribunali civili ed amministrativi, e si oppone al decreto
ingiuntivo, al provvedimento di precetto (che ha bloccato gli
stipendi di luglio ed agosto) e per due volte ai pignoramenti
presso terzi effettuati da Messinambiente. Perchè? Sulla base
di una norma del 1996, è specificato che prima
dell’esecuzione di un provvedimento è necessaria la notifica
del titolo esecutivo, e che per le pubbliche amministrazioni è
necessario che trascorrano sei mesi: tempo del quale
Messinambiente non ha tenuto conto, sostenendo che l’Ato3,
in quanto società per azioni (seppure al 100% dal Comune)
non sarebbe configurabile come pubblica amministrazione e
viceversa sottostare al diritto privato. A sciogliere il quesito è
intervenuto il presidente della II sezione civile del tribunale di
Messina, Adolfo Fiorentino, che ha dichiarato illegittimo il
precetto, specificando che, seppure società di capitali, anche
l’Ato3 fosse “pubblica amministrazione”, citando a sostegno
la sentenza con la quale, anni fa, si era evitato il fallimento
dell’Ato4, richiesto dai creditori, proprio per il suo status di
società di pubblica amministrazione. Perchè gli Ato sono nati
con legge regionale e non con atto costitutivo. Forte della
sentenza, e motivato dal “desiderio di vendetta”, l’Ato3
avrebbe voluto chiedere nove milioni di danni a
Messinambiente. A ricomporre la lite è arrivata la transazione
(ancora da approvare) tra palazzo Zanca e le tre partecipate.
E l’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua ha tirato un
sospiro di sollievo. (A.C.)
centonove pagina 17
Daniele Ialacqua
10 Ottobre 2014
sicilia
LA SCHEDA
MESSINA. Decine di viaggiatori si rivolgono in procura. Avevano acquistato biglietti ma la società chiude
Se l’Agenzia Micali prende il volo
C’è chi doveva festeggiare le nozze, chi volare a Londra per il compleanno. A pochi giorni
dalla partenza scoprono che le prenotazioni non esistono. Rimane un buco di 35 mila euro
MESSINA. C’è chi aveva acquistato il
viaggio di nozze in località esotiche,
altri un viaggio studio a Londra per
quattro persone, o semplici viaggi di
lavoro. Avevano pagato
anticipatamente i costi cash e
ottenuto la certezza della
prenotazione. Peccato che siano
rimasti tutti a piedi. Alla
prenotazione dell’Agenzia di viaggio,
una delle più conosciute di Messina,
non solo non corrispondeva alcun
titolo, ma addirittura nella sede
dell’Agenzia Micali Pietro le
saracinesche hanno cominciato a non
alzarsi più e i telefoni a rimanere
muti. Una situazione che ha portato
alla presentazione di denunce in
procura, con relative richieste di
risarcimenti danni. «Un vero dramma
- spiega Domenico, uno degli
sfortunati viaggiatori che aveva
organizzato un viaggio a Londra per
la famiglia - avevamo pianificato
tutto al dettaglio: dagli alberghi ai
luoghi da visitare. Conoscevo
l’agenzia in quanto in passato si era
guadagnata fiducia, avevo già pagato
anche altri 4 viaggi di lavoro, ma
anche in questo caso, sul sito di
Alitalia non è risultato nulla». I
pagamenti, circa 3.500 euro
complessivi, erano avvenuti in
contanti con il rilascio di regolare
ricevuta. «Sostenevano che stavano
cambiando banca e non potevano
ricevere pagamenti tramite assegni o
carta di credito - continua Domenico ma la consegna dei biglietti veniva
rinviata continuamente. Tre giorni
prima della partenza prevista il 7
settembre ci hanno contatto per dirci
che c’erano stati disguidi per motivi
non dipendenti dalla loro volontà e
che, eventualmente, si sarebbe
dovuto pagare di nuovo il pacchetto.
Ripensando a questa storia non posso
nascondere amarezza infinita che ora
qualcun dovrà risarcirmi: il viaggio
all’estero doveva essere il regalo di
compleanno di mio figlio che ha
Le fregature corrono
anche sul web
SEMPRE più gente evita le agenzia di
viaggio e prenota viaggi sul web. Ma
anche li le “fregature” sono dietro
l’angolo. Come si può fare per evitarle?
Ecco alcuni consigli: 1) Diffidare di
strutture ricettive ed alloggi a prezzi
stracciati a fronte di immagini e foto
bellissime. E' vero, la crisi c'è, ma il
rapporto qualità prezzo deve sempre
essere tenuto in considerazione. 2) Non
fidarsi solo delle foto pubblicate sul sito
3) Verificare che queste strutture siano
inserite nei principali circuiti di
prenotazione online 4) Verificare
l'identità del titolare dell’annuncio o
dell'offerta 5) Se viene richiesto un
pagamento con bonifico, verifica che
l'Iban sia dello stesso paese del titolare
o dell'agenzia 6) Preferire sempre il
pagamento tramite carta di credito o
bonifico, metodi che garantiscono una
migliore tracciabilità.
compiuto 18 anni. Doveva partire con
gli zii». Dopo un momento di
“sbandamento” la stessa Agenzia si è
rivolta ad un legale il quale ha inviato
una ventina di lettere di scuse nelle
quali promette di risarcire il danno
che ammonterebbe, solo per i biglietti
già pagati, a circa 35 mila euro. Per il
momento l’attività rimane ferma.
«L’attività è cessata temporaneamente
- ammette l’avvocato Gianfranco
Saccà, legale dell’Agenzia Micali - c’è
in corso una riorganizzazione per
consentire principalmente il ristoro
dei clienti che hanno acquistato i
biglietti senza poterne usufruire, ed
estinguere l’obbligazione». Secondo
Saccà, non c’è stato dolo. «L’Agenzia
si è ritrovata senza liquidità, dunque
con i soldi a disposizione acquista
titoli di viaggio più imminenti,
rinviando quelli già pagati ma con la
scadenza più lunga. Le partenze sono
state assicurate fino alla seconda
metà di agosto, poi il meccanismo si è
inceppato», conclude.
Gia.C.
BARCELLONA
Erasmus con sedici euro
IL COMUNE ASSEGNA LA GESTIONE DI DUE
MEETING. SENZA GARA. PER POCHI SPICCIOLI
Barcellona. Sedici euro. Per pochi spiccioli il comune di
Barcellona ha evitato la soglia che imponeva il bando
di una manifestazione di interesse pubblica e assegnato
un affidamento diretto ad un’agenzia di viaggi
cittadina per gestire il progetto europeo “Erasmus”. A
sollevare la questione politica diciotto consiglieri
comunali (Pd, Dr, Udc, gruppo misto, Insieme per
Barcellona e Fdi) i quali hanno chiesto chiarimenti al
sindaco Maria Teresa Collica sul perchè non si è
proceduto a bandire una regolare manifestazione
d’interesse; sulla base di quale criterio e selezione è
stato affidato l’incarico; perché è stata accettata l’unica
offerta che, tra l’altro, non presentava alcuna ribassa.
Collica è accusata di continuare ad affidare “incarichi di
dubbia legittimità e trasparenza”, nonostante i recenti
rilievi della Corte dei Conti. Tra le altre cose a stupire i
politici è la velocità: lo stesso giorno, il 2 ottobre,
l’agenzia di viaggi presenta l’offerta e al Comune viene
firmato l’affidamento. I consiglieri chiedono come mai
non si siano preferite modalità più prudenti, “visto che
l’offerta proposta ed accettata di 39.983,54 euro + Iva è
risultata di soli 16 euro al di sotto della soglia consentita
per legge, e che la stessa, come si evince dal preventivo,
centonove pagina 18
potrebbe subire variazioni che andrebbero a violare il
limite di 40 mila euro euro. «Con questi fondi
dell’Agenzia nazionale giovani ospiteremo due
meeting con rappresentanti di otto realtà europee spiega l’assessore David Bongiovanni - dovremo
garantire il costo del viaggio, vitto, alloggio e
trasferimenti. Su suggerimento dell’agenzia, visto i
tempi risicati (la pec con cui si comunica il
finanziamento è del 26 settembre e il primo meeting
dal 26 al 31 ottobre) ci siamo rivolti ad un tour
operator di fiducia e affidato tutte le incombenze. Fare
una gara avrebbe allungato i tempi e si rischiava con le
ribasse di fornire una ospitalità di scarsa qualità. I fondi
risparmiati, infatti, sarebbero ritornati all’Agenzia».
10 Ottobre 2014
sicilia
LA POLEMICA
MILAZZO. Nel mirino i dati dell’Agenzia regionale ambientale dopo l’incendio alla Raffineria
Note stonate all’Arpa
La parrocchia di Archi affitta una centralina per monitorare le polveri diffuse dalle industrie.
Il direttore Marchese: «La qualità dell’aria risulta nella norma. Non abbiamo nessun timore»
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
Milazzo. La Parrocchia di Archi affitta
una centralina per misurare le polveri
sottili, il comune di Pace del Mela ha
dato incarico ad un “super esperto” per
una consulenza ambientale, e chi sui
social network non usa gira di parole e
mette in dubbio l’attendibilità dei dati
ambientali visto che le centraline si
troverebbero nel posto “sbagliato”. Se
all’interno del serbatoio 513 della
Raffineria di Milazzo le fiamme sono
spente, dopo l’incidente del 27
settembre che ha gettato nel panico
l’intera valle del Mela, continuano ad
ardere quelle delle polemiche che
vedono al centro l’Arpa di Messina.
Tutte le perplessità sono legate ai
risultati delle analisi effettuate
dall’Agenzia per l’ambiente. Nonostante
nell’incendio siano stati bruciati 30 mila
metri cubi di virgin nafta, i dati sulla
qualità dell’aria del comprensorio di
Milazzo non risultano fuori dalla norma.
Il direttore Antonio Marchese, si dice
tranquillo (a breve arriverranno tre
super laboratori mobili con un
investimento di un milione e mezzo di
euro), anche se non nasconde amarezza.
«E’ stato portato a compimento tutto
quello che si doveva fare in questi casi dice Marchese - sono state fatte sia le
analisi della qualità dell’aria che la
caratterizzazione dei terreni - oltre una
cinquantina in più comuni, e altrettanti
verrano fatti nei prossimi giorni, rivela le istituzioni preposte sono informate
passo passo e conoscono i fatti reali e
non le supposizioni di chi non è un
tecnico». L’unico dato certo, però, è la
carenza di personale della sede
Antonio Marchese, direttore Arpa Messina
peloritana dell’Agenzia regionale per
l’ambiente. «Secondo la pianta organica
dovremmo essere 120 siamo solo 35.
Tenga presente che la sede ha
competenze su 108 comuni per quanto
riguarda depurazione, siti contaminati,
rifiuti, campi elettromagnetici, rumore.
Bisogna aggiungere le richieste che
giungono dall’autorità giudiziaria, le
emissioni in atmosfera da parte delle
industrie, la partecipazioni a conferenze
di servizi, tavoli tecnici. Sotto la nostra
competenze anche l’attività di quattro
aziende a rischio di incidente rilevante».
Dal giorno dopo l’incidente alla Ram
l’Arpa ha diffuso bollettini quotidiani
sulla qualità dell’aria. «La legge ci
impone di diffondere i dati sul nostro
sito - dice Marchese - ma proprio perchè
abbiamo ritenuto che fosse necessaria la
massima trasparenza abbiamo fatto
queste comunicazioni ai comuni. Non
risultavano valori al di sopra dei limiti di
legge, tranne per un caso a Pace del
Mela relativo al benzene che va avanti
da tempo poichè non legato all’incendio
ma per cause da accertare. La
popolazione si aspettava alla luce di
questo evento di avere parametri diversi
rispetto a quelli nella norma, come
quelli sugli idrocarburi non metanici o
composti odorigini, che esulano dalla
qualità dell’aria». Un altra accusa che
viene fatta all’Arpa è quella di non fare
un’azione forte per porre fine alle
cosiddette “emissioni fuggitive”, una
Black list
tra le ciminiere
Milazzo. La black list dei negozi da non
frequentare si poteva leggere su
facebook in un gruppo chiuso chiamato
“W la Ram”. L’elenco era lungo: circa 50
tra supermercati, focaccerie, addirittura
una società che investe nel fotovoltaico.
In realtà a vederla sono stati in pochi. A
redigerla, tra mezze conferme e
smentite, alcuni dipendenti della
Raffineria di Milazzo con l’obiettivo di
mettere in difficoltà i titolari delle
attività che hanno avuto parole dure
contro la Ram dopo l’incidente del 27
settembre. Nel mirino anche chi
avrebbe partecipato alla manifestazione
di sabato scorso, dove 5 mila persone
hanno invocato ad un comprensorio
senza industrie. I vertici aziendali hanno
preso le distanze dall’iniziativa e
invitato i sindacati a “calmare gli
animi”.
forte puzza di gas proveniente dagli
impianti industriali che periodicamente
affliggono i residenti di Archi, San
Filippo e Milazzo. «Interveniamo
sistematicamente - smentisce Marchese il problema è che la diffusione di
idrocarburi non metanici è una criticità
non normata dalla legge. La Regione
Siciliana e il Ministero dell’Ambiente
(con il nostro contributo) stanno
cercando di trovare soluzione. Bisogna
adottare prescrizioni tali da portare, in
questo caso Ram, ad intervenire
nell’immediatezza». Polemiche anche
sulle centraline. Sui social network
l’accusa era rivolta principalmente per
quella mobile piazzata di fronte al
municipio di Milazzo, in direzione
opposta ai venti. «Solitamente la
maggiore ricaduta si registra in quella
zona -conclude Marchese - in ogni caso
stiamo ultimando la gara per l’acquisto
di tre laboratori mobili di ultima
generazione, di cui uno verrà distaccato
nella valle del Mela. Fornirà dati in
tempo reale, fornirà informazioni su
tutte le forme di inquinamento presenti
in atmosfera: dagli odori alle polveri».
PACE DEL MELA
Allegrini, il super esperto
GIRA IL MONDO RISOLVENDO PROBLEMI AMBIENTALI:
DA PECHINO ALL’ILVA. A CHIAMARLO IL SINDACO SCIOTTO
Ivo Allegrini
Pace del Mela. Ad occuparsi dell’incendio alla Raffineria di
Milazzo e della questione ambientale della Valle del Mela
sarà un super esperto: Ivo Allegrini. Per ventidue anni ha
diretto l’Istituto per l’Inquinamento Atmosferico del Cnr,
(Centro Nazionale Ricerche), da quindici è consulente della
municipalizzata di Pechino per l’inquinamento urbano e li
ha seguiti anche per l’organizzazione delle Olimpiadi. Tra i
tanti casi seguiti dal chimico anche l’Ilva di Taranto. A
centonove pagina 19
nominarlo è stato Pippo Sciotto il sindaco di Pace del Mela.
«L’ho nominato prima dell’incidente alla Ram per essere
seguito sulla questione ambientale e avere un consulente il
cui curriculum non può essere messo in discussione - dice
Sciotto - dopo l’incendio l’amministrazione ha coinvolto per
capire che passi compiere e come leggere i vari dati diffusi
dagli organi tecnici». Allegrini li chiama suggerimenti,
“pillole di saggezza”. «I livelli di inquinamento e i risultati
di eventuali indagini epidemiologiche sono le ripercussioni
di un inquinamento vecchio di decenni - spiega Allegrini da lungo tempo le emissioni sono diminuite e normate
rigidamente dalla legge. Senza volere minimizzare, però, la
situazione delle industrie non mi sembra particolarmente
drammatica». (Gia.C.)
10 Ottobre 2014
sicilia
MESSINA. Uscire dalla crisi con l’economia solidale. Ecco l’esperimento del Distretto Antichi Casali
Villa Cianciafara a tutto Gas
Tavola rotonda con gli assessori Perna e Panarello con le prospettive di un marchio comunale
che punti al rilancio e alla commercializzazione di prodotti e servizi equi e solidali. Le prospettive
DI
VALERIA SCOPELLITI
MESSINA. L’economia solidale più
essere una delle vie per uscire dalla
crisi, è questo il risultato della
manifestazione organizzata da Des
Acames (Distretto Economia Solidale
Antichi CAsali MEssinesi Sud) il 4 e il 5
ottobre a Villa Cianciafara, che nasce
con lo scopo di incentivare la creazione
di Gas (Gruppi Acquisto Solidale), Des
(Distretti Economia Solidale) e Res
(Reti Economia Solidale). Questi
elementi sono i vari livelli di un tipo di
economia che si allontana da quella
capitalista e si basa su un’etica che
prevede una valorizzazione del lavoro,
dei prodotti e del territorio. La tavola
rotonda “Esperienze di economia
solidale nella Sicilia orientale” ha
raccolto gli interventi più significativi,
tra questi quello dell’assessore Tonino
Perna che ha descritto l’esempio della
Grecia, che per necessità si è convertita
a un economia solidale, e ha
dimostrato che sia possibile
sopravvivere attraverso la produzione e
la commercializzazione di prodotti e
servizi equo-solidale assicurando la
sopravvivenza a tutta la popolazione.
L’assessora Patrizia Panarello invece ha
puntato l’attenzione sulle grandi
potenzialità che lo sviluppo di un DES,
unito alla creazione di un marchio
comunale e al rilancio del marketing
territoriale, potrebbe portare
all’economia di una città come
Messina. Le problematicità sono state
individuate dall’architetto Giuseppe
Aveni che, nel suo ruolo di dirigente
centonove pagina 20
Alcune immagini della mostra-mercato di prodotti equi e
sicilia
10 Ottobre 2014
GRANDANGOLO
A spasso nella dimora nobiliare della famiglia Mallandrino
e solidali a VIlla Cianciafara
provinciale dell’azienda foreste
demaniali di Messina, ha spiegato
come l’economia potrebbe essere
rilanciata se la cronica mancanza di
risorse e la burocrazia non bloccassero
tutti i progetti di recupero del
territorio. Se si svolgesse infatti un
lavoro serio in quelle fasce collinari,
spesso abbandonate dai proprietari che
non hanno la possibilità di mantenerli,
si eviterebbe non solo una perdita
produttiva, ma anche il rischio
boschivo e idrogeologico. Ad arricchire
la manifestazione vi è stata una
mercatino realizzato da vari artigiani,
la mostra “Carretti, carrettieri e
bordonari” e varie dimostrazioni
culinarie con la preparazione di pasta
fresca, ma anche di formaggi e dolci a
cura di aziende locali. Il commercio
MESSINA. Pochi conoscono la
bellezza di Villa Cianciafara che
racchiude al suo interno la
poesia di una dimora nobiliare
ottocentesca in ottimo stato di
conservazione. Di proprietà della
famiglia Mallandrino il casale è
stato pensato e costruito nel
XVIII secolo come residenza di
campagna che unisce
all’abitazione vera e propria un
ampio parco e varie strutture
che erano adibite alle attività
produttive dell’azienda come la
Un momento della tavola rotonda con Tonino Perna e Patrizia Panarello
produzione dell’olio e del vino.
La maggior parte degli edifici è
stata ristrutturata per permettere una nuova vita
liturgici in argento, di cui colpisce molto il
alla villa che nelle vecchie sale del frantoio ha
grande arazzo rappresentante la Pentecoste e
ospitato la tavola rotonda e la mostra di alcuni
vari quadri, oltre ad una statua lignea della
dei molti reperti che la famiglia possiede. In
Madonna risalente al XIX secolo. L’elemento che
particolare gli ospiti hanno potuto notare delle
più di tutti stimola l’immaginazione dei
splendide incisioni come la collezione di strumenti
visitatori è il parco intorno alla struttura
per il disegno tecnico o i vari apparecchi
costituito da un’infinità di piccoli padiglioni
fotografici realizzati nei primissimi anni del XX
nascosti dalla rigogliosa vegetazione. Molte
secolo. La passione per i motori è evidente nelle
zone sono coltivate ad agrumi, immersa nel
vecchie scuderie che, oltre a delle automobili
verde è anche la grande piscina con fontana, di
uniche come una Jaguar degli anni ’50, ospitano
costruzione abbastanza moderna, mentre molto
la mostra dei carretti. Risulta davvero eccezionale
antichi risultano essere le decorazioni scultoree
tutta l’organizzazione esterna della villa divisa tra
che ornano i vari viali alternate a fontane e
varie strutture e con uno splendido giardino. Tra
giochi d’acqua.
gli edifici vi è la cappella, ornata con oggetti
V.S.
equo solidale ,come sottolineato da
Domenico Siracusano del Cts (Centro
Turistico Studentesco)di Messina, può
benissimo aiutare un contadino
peruviano a mantenere il proprio
lavoro e la propria terra vivendo
dignitosamente ma allo stesso tempo
può sostenere un agricoltore di
Giampilieri che non riesce più a
sostenersi con la loro attività. Il
messaggio finale della manifestazione
è certamente l’idea che se tutte le
entità del territorio, e in particolar
modo i cittadini, si impegnassero per la
riuscita del progetto sarebbe possibile
ottenere un’economia che porterebbe
ad un nuovo sviluppo per la città,
creando lavoro, mantenendo le
tradizioni e favorendo il recupero della
terra.
centonove pagina 21
10 Ottobre 2014
sicilia
NOVITA’. A Messina un Master universitario unico nel panorama dell’Unione Europea e con iscritti da tutta Italia
Professione geologo forense
Un lavoro noto agli appassionati di CSI, ma non altrettanto ad avvocati, magistrati, medici legali. Ecco tutti i segreti di un mestiere dal fascino intrigante
DI
ROBERTA SOMMA*
MESSINA. È possibile
collocare sulla scena del
crimine un sospettato di omicidio, se le
tracce di terreno rinvenute nella sua
autovettura sono compatibili con il
terreno dove è stata ritrovata la
vittima?
Esistono strumenti che aiutino nella
ricerca di fusti, contenenti sostanze
tossiche e occultati dalla criminalità
organizzata?
È possibile sapere se i prodotti agroalimentari ed i relativi terreni di
produzione contengano metalli tossici,
in concentrazioni tali da superare i
limiti previsti dalle normative nazionali
ed europee?
Esistono tecniche per sapere se una
gemma, un fossile, un lingotto in oro
siano stati falsificati?
La risposta è sempre sì e in tutti questi
casi la parola d’ordine è: Geologia
Forense.
IMPARARE AD INDAGARE Alle tante
discipline delle geoscienze applicate
alle indagini giudiziarie, appartiene la
pedologia forense, la geoarcheologia, la
geofisica forense, la geochimica, la
mineralogia e la paleontologia. Grazie
a lezioni specialistiche su queste ed
altre materie, alle esercitazioni e alle
attività di laboratorio, gli iscritti al
master universitario in Geologia
Forense, impareranno qui a Messina i
segreti di un mestiere permeato da un
fascino intrigante. Stiamo parlando
della professione del Geologo Forense.
“La pedologia forense - spiega Rosa
Maria Di Maggio, geologo forense di
Roma (appartenente alla Commissione
Direttiva della IUGS - Initiative on
Forensic Geology, con incarico di
funzionario per l’Europa) - ricerca,
analizza e confronta le tracce di terreno
collegate ad un crimine. Il terreno
fornisce importanti informazioni per
collegare un soggetto ad un luogo e per
chiarire la dinamica di un crimine,
perché le sue particelle possono essere
trasferite da un luogo all’altro per
semplice deposizione su superfici
mobili (calzature, pneumatici, tappetini
di veicoli, etc.); inoltre, le sue
caratteristiche variano sensibilmente
già a pochi metri di distanza, e per tale
motivo l’impiego delle analisi
pedologiche è eccellente come
supporto alle indagini giudiziarie. Il
terriccio è un materiale che è quasi
sempre presente nella dinamica di un
reato: sugli indumenti, le calzature o
l’autovettura di un colpevole possono
deporsi particelle di sabbia provenienti
dalla scena del delitto; su attrezzi da
lavoro si possono trovare particelle di
terriccio che possono ricondurre al
Nella foto
accanto, in senso
orario: Suola della
calzatura di una
vittima di
omicidio con
tracce di terreno.
Il geoarcheologo
Pier Matteo
Barone mentre
utilizza il
georadar in uno
scavo
stratigrafico.
Arma ritrovata
grazie all'uso del
georadar. Resti
umani ritrovati
tramite l'uso del
georadar.
Microscopio
stereomicroscopic
o per studio
terreni forensi.
Microscopio
petrografico per
studio terreni
forensi. Paolo
Lunardi (Sost.
Comm. della
Polizia di Stato)
mentre effettua
ricerca di resti
umani con la
squadra cinofila.
Diffrattometro a
raggi x per studio
terreni forensi.
luogo ove sono state sotterrate armi
e/o esplosivi”.
IL MOSTRO DEL CIRCEO. Continua
Rosa Maria Di Maggio, dicendo che nel
caso del duplice omicidio commesso da
Angelo Izzo, più noto alle cronache
come il mostro del Circeo, lo studio dei
terreni da lei condotto ha permesso di
individuare i complici dell'assassino.
Izzo, approfittando nel 2005 dello stato
di semilibertà, aveva ucciso a Mirabello
Sannitico (CB) due donne, moglie e
figlia di un pregiudicato e, con l'aiuto
di complici, aveva occultato i loro corpi
sotterrandoli nel terreno di una villetta
ricoprendoli con terra e calce. “Nelle
autovetture dei sospettati di concorso
in occultamento di cadavere - conclude
Rosa Maria Di Maggio - furono trovate
tracce di terriccio e calce che furono
comparate con la terra e la calce
repertate presso la fossa dove erano
state sepolte le vittime. La
comparazione diede una compatibilità
tale da poter affermare che i campioni
avevano la stessa origine, e quindi da
poter collegare i sospettati alla scena
del crimine”.
GEOARCHEOLOGO PER I
DESAPARECIDOS.
Tra i reati più gravi contro le persone
rientrano i sequestri di persona e gli
omicidi. In molti casi di persone
scomparse, i loro corpi vanno ricercati
utilizzando le tecniche della geofisica e
della geoarcheologia. Essa infatti si
occupa della ricerca nel sottosuolo di
corpi sepolti occultati illegalmente
(resti umani, fusti contenenti sostanze
tossiche, armi, bunker). “È ormai noto
alle cronache nazionali ed
internazionali come il georadar sia un
valido supporto in ambito forense per
la ricerca di corpi od oggetti sepolti – lo
afferma Pier Matteo Barone
(geoarcheologo di Roma) con
esperienza decennale nell’uso del
georadar. “Recentemente tale
strumento è stato impiegato durante le
ricerche di svariate persone scomparse
come Cristina Golinucci, Sandra
Sandri, Roberta Ragusa, Emanuela
Orlandi e Madeleine McCann. La
tematica riguardante le persone
scomparse riscuote maggior interesse e
risulta di scottante attualità in Italia ed,
centonove pagina 22
in particolare, in Sicilia, dove, l’anno
scorso, madri, padri, figli, fratelli e
sorelle di persone svanite nel nulla
(quasi 2400 dal 1974 ad oggi) hanno
chiesto, durante un sit-in di protesta,
una legge regionale che predisponesse
maggiori strumenti investigativi
finalizzati al ritrovamento dei loro cari,
tra cui, in primis, l’indispensabile
georadar (Centonove del 20/09/2013).
Due esempi, uno inglese e l’altro
italiano, possono far capire bene come
il georadar sia un essenziale supporto
in ogni indagine criminale. Nel giardino
di una casa nel Kent inglese, una lunga
indagine è giunta al termine nel 2007.
Fondamentale per la ricerca è stato il
sistema georadar che ha scoperto i
corpi sepolti di due adolescenti, Vicky
Hamilton e Dinah McNicol, scomparse
nel 1991. Tale strumento è stato di
supporto fondamentale, per la loro
individuazione, ai geoarcheologi
presenti sulla scena del crimine,
restringendo notevolmente e
focalizzando il campo di ricerca. Nel
2013 la Polizia di Stato ha utilizzato il
georadar, in collaborazione con l’unità
sicilia
cinofila ricerca resti umani, per
l’individuazione del corpo di Samanta
Fava, scomparsa a Sora (Frosinone).
L’uso del georadar ha permesso di
confutare i depistaggi ed indicare come
il cadavere fosse stato occultato dal
compagno della donna all'interno di
una nicchia dello scantinato della casa
dove viveva il quarantenne muratore,
in seguito arrestato.”
TUTELA PER L’AMBIENTE. Pier
Matteo Barone sottolinea anche come il
georadar sia anche utilizzato per
l’individuazione di bunker sepolti
(come nel recente caso Ablyazov,
imprenditore e politico kazaco) ed
oggetti di varia natura occultati, come
il cosiddetto tesoro di Fanella o i fusti
di inquinanti responsabili di molti
disastri ambientali.
Teatro di un disastro ambientale
diagnosticato da numerose analisi sono i
terreni inquinati a nord di Napoli, una
volta molto fertili. “La dicitura Terra dei
fuochi non mi è mai piaciuta, evoca
qualcosa di spettrale, quasi fossimo al
lago di Averno, ingresso virgiliano agli
inferi eppure…eppure questa terra, la
terra felix, come mi piace sempre
ricordare, dista davvero pochi chilometri
dal lago vulcanico” – lo afferma con una
certa venatura poetica Giovanni Balestri
(geologo e consulente ambientale di
Pisa). L’agro aversano, quadrilatero tra
Castel Volturno, Casal di Principe,
Giugliano ed Aversa, sino agli anni
settanta, era una terra incontaminata,
ricca di pesche, fragole, mele, peperoni
e tanto altro, ha continuato Giovanni
Balestri. Poi il boom economico (in
ritardo al Sud), l’asse mediano, l’asse di
supporto, le tangenziali, gli svincoli, il
bisogno di pozzolana per i cementifici,
ed ecco che i campi si sono trasformati
in enormi cave, poi riempite con rifiuti
come sappiamo. Le cave scavate sino a
raggiungere la falda acquifera, ed ecco
che i rifiuti galleggiavano sul fondo di
queste fosse e allora via ai camion che
scaricavano dall’alto, dal bordo, senza
nemmeno preoccuparsi di scendere con
le rampe, proprio per non entrare in
acqua. Le discariche tra Napoli e Caserta
nascono da uno scempio del territorio e
solo un geologo poteva correre in aiuto
di queste terre. La Direzione Distrettuale
Antimafia aveva bisogno di ripercorrere
tutti questi passaggi di violenza,
perpetratisi per quarant’anni e chi
meglio di un geologo poteva farlo. E
questo avveniva già nel 1997. Perché
Giacomo Dugo
Giovanni Balestri
questa premessa? Perché quasi 17 anni?
Ormai la tecnologia ha raggiunto un’alta
specializzazione, sono le persone che
vanno curate, addestrate, soprattutto ad
affrontare situazioni complesse dove la
geologia, la chimica, l’idrologia, la
modellistica si intrecciano in un unico
grande Quesito. Il Quesito che il
Magistrato inquirente formula in fase di
conferimento dell’incarico. E la risposta
deve essere veloce, semplice, ma
soprattutto certa. Eccoci ai 17
anni…perché così tanti? Perché i
processi durano tanto e tutto farà sì che
la tesi sostenuta dai Tecnici dell’accusa si
scontri con la tesi dei Tecnici della
difesa, ma non con la legge del più forte
o del più convincente, bensì con la legge
della serietà, della preparazione e
dell'esperienza, ma soprattutto con la
passione per questa nostra Professione e
nostra Terra” - ha concluso Giovanni
Balestri.
Sulla nostra Terra è sempre più difficile
trovare terreni incontaminati. Sempre
più spesso si ritrovano invece terreni
agricoli e prodotti della orticoltura
contaminati. La geochimica dei terreni
contaminati e la chimica degli alimenti
sono utili alla ricerca di contaminanti
nei terreni, nelle falde acquifere
utilizzate a fini irrigui, o nei prodotti
agroalimentari presenti sulle nostre
tavole. Queste discipline stabiliscono se
tali sostanze chimiche siano in
concentrazioni inferiori o superiori
rispetto ai limiti di legge. Le ricerche
condotte sulla piana di Gela da Giacomo
Dugo, ordinario di chimica degli
alimenti (Direttore del Dipartimento di
Scienze dell'Ambiente, della Sicurezza,
del Territorio, degli Alimenti e della
Salute dell’Università di Messina) hanno
prodotto dati allarmanti. “Fin dal 1990,
la piana di Gela è stata dichiarata Area
di elevato rischio ambientale ed ai sensi
della Legge n. 426/98 e del D.M.
10/01/2000 è stata inclusa nel
Programma Nazionale delle Bonifiche
Pier Matteo Barone
Rosa Maria Di Maggio
dei siti inquinati” – continua Giacomo
Dugo. “La Regione Sicilia (con DDG n.
357/2007) ha individuato anche la
falda acquifera come zona a rischio di
inquinamento da fitofarmaci. La piana
di Gela è caratterizzata da una fiorente
attività agricola legata all’orticoltura da
campo e in serra, specializzata nella
produzione di carciofi e di pomodori,
connivente con uno dei più grandi Poli
Petrolchimici d’Europa con
un’estensione complessiva di 500 ettari,
costituito in prevalenza da raffinerie e
da stabilimenti petrolchimici per la
produzione di benzine, gasolio, GPL e
pet coke. Le acque impiegate per
l’irrigazione provengono da una falda
sotterranea superficiale, che garantisce
il necessario approvvigionamento idrico
delle colture agricole. Dalle analisi
effettuate sui pomodori per stabilire i
livelli di eventuali contaminanti di
origine antropica quali cadmio, piombo
e rame, in base ai limiti stabiliti dal
Regolamento (CE) N. 1881/2006,
allarmano i tenori medi di Pb (0,187
mg/kg) che in tutti i campioni risultano
due volte oltre i limiti previsti dalla
normativa. Per i campioni di carciofi, per
il Cd ed il Pb (Cd = 0,075 mg/kg, Pb =
0,111 mg/kg), si hanno valori medi
superiori ai limiti di Legge (Cd = 0,050
e Pb = 0,1 mg/kg). Per il rame la
normativa attuale non fissa alcun limite
di sicurezza, ma la sua presenza è
indicativa dell’utilizzo di tale elemento
nelle pratiche agronomiche; a riprova di
ciò i dati ottenuti sono stati confrontati
con le analisi effettuate su campioni
provenienti da aree non contaminate da
attività antropiche di tipo industriale i
cui valori, infatti, sono pari a Cd =
0,020 mg/kg, Pb = 0,024 mg/kg e Cu
= 3,560 mg/kg. In definitiva, le
indagini condotte da me e dalla mia
equipe - ha proseguito e concluso
Giacomo Dugo - permettono di
affermare che i prodotti agricoli coltivati
nella Piana di Gela contengono un
10 Ottobre 2014
eccesso in metalli tossici che superano i
limiti di Legge (Granata T. et al., 2011)”.
L’illegalità non riguarda solo i reati
contro le persone o contro l’ambiente,
ma anche il fiorente mondo della
contraffazione di oggetti geologici
(pietre preziose, fossili, ambra, lingotti,
etc.). Per stabilire se una gemma sia
autentica o meno o se un lingotto in
oro o un fossile sia stato falsificato, si
utilizzano varie tecniche analitiche che
riguardano la mineralogia o la
paleontologia. Le indagini da effettuare
nel caso delle gemme e metalli,
riguardano osservazioni delle
caratteristiche ottiche e valutazione di
certi parametri fisico-chimici. Nel caso
di fossili vanno ricercate le
caratteristiche della specie o si osserva
se siano stati alterati.
Le principali tecniche analitiche
investigative su esposte e in generale le
discipline delle geoscienze forensi
verranno trattate durante il corso del
Master in Geologia Forense,
recentemente istituito a Messina. Si
tratta di un percorso didattico di
eccellenza, offerto dall’Ateneo
Peloritano e unico nel panorama
dell’Unione Europea. È frutto di una
grande sinergia creata con Rosa Maria
Di Maggio, allieva di Gianni Lombardi
(consulente per il caso Moro) e tra i
massimi esperti in Italia nel campo del
forense. Il piano di studi prevede che gli
iscritti, oltre a seguire le lezioni di
eminenti docenti (tra cui anche il RIS
Messina e la Polizia di Stato), usino
strumentazioni ad alta tecnologia (dal
georadar al SEM, dal diffrattometro a
raggi x allo spettrometro di massa, etc.)
ed eseguano le indagini relative ad un
caso di omicidio plurimo commesso da
un ipotetico serial killer che si nasconde
nelle campagne di Alì. Alla fine del
corso e della simulazione, i geologi
forensi che avranno intrapreso questo
percorso professionalizzante che colma
un inspiegabile vuoto culturale,
potranno immettersi nel mondo
lavorativo conoscendo i segreti di un
mestiere permeato da un fascino
intrigante. Le domande di ammissione
al master sono pervenute dal Nord al
Sud Italia. Per tutti coloro che lavorano
a questo progetto culturale, è motivo di
grande soddisfazione assistere, per una
volta, a questo eccezionale “fenomeno
migratorio” all’inverso.
direttore del Master in Geologia
Forense - Messina
RIS
Cacciatori di tracce al microscopio
MESSINA. “Sulla scena del crimine, il Cacciatore di Tracce sa dove guardare,
cosa cercare e come interpretare gli indizi che troverà” - lo affermano
Sergio Schiavone (Tenente Colonnello, Comandante del RIS di Messina) e
Antonio Nicaso (giornalista) nel loro libro Cacciatori di tracce. “Ricordo le
mie esperienze nelle rare indagini scientifiche in cui ci è stato richiesto di
comparare tracce di terreni” - dice Sergio Schiavone. “Il nostro punto di
riferimento – allora lavoravo presso il RIS di Roma – era il professor Gianni
Lombardi della Sapienza. Ho visto, in quelle occasioni, come si preparavano
le sezioni sottili e si svolgevano analisi di diffrattometria a raggi X. Ho
Sergio Schiavone
scoperto un mondo microscopico, in cui le variabili da prendere in
considerazione in due campioni di terreno – prima di giungere ad una
valutazione di probabile provenienza geografica comune – erano davvero
tante (minerali, rocce, vegetali, microfossili, e frazione antropica). L’indagine
che più mi ha appassionato, tra quelle condotte da questa mia figura di
riferimento, è stata senz’altro quella sul rinvenimento di tracce di terreno
nei risvolti dei pantaloni di Aldo Moro (Journal Forensic Sciences, 1999). Da
quelle tracce fu possibile stabilire un rapporto con le sabbie del litorale
laziale, alle quali faceva pensare anche l’individuazione di componenti
vegetali e di frammenti di origine antropica. Questi ultimi erano costituiti
da materiale plastico derivante, con ogni probabilità, dalle reti impiegate
dai pescatori” – ha concluso Sergio Schiavone.
centonove pagina 23
10 Ottobre 2014
sicilia
MESSINA. Il Centro universitario apre le porte della Cittadella dell’Annunziata e traccia un bilancio
Sport, tutto in una notte
Educazione allo Sport
in Marina Garibaldi
Una giornata all’insegna dei tornei e della disabilità, che sarà la nuova mission dell’Associazione Cus Unime
che gestisce gli impianti di Ateneo. Le prossime mosse? Un centro riabilitativo da aprire a gennaio
MESSINA. Una “Notte Bianca” per
illuminare la Cittadella sportiva
dell’Annunziata e per aprire
definitivamente i cancelli della
struttura alla disabilità. È quella
organizzata dalle 19 in poi di oggi (10
ottobre, ndr) dal Cus Unime Asd, che
sta per festeggiare il suo primo
compleanno.
ANTICIPAZIONI. «La Notte Bianca
proporrà attività sportive con
normodotati e disabili. Non si tratta di
un evento fine a se stesso - spiega il
presidente dell’Associazione sportiva
dilettantistica, Nino Micali - ma
dell’avvio della nostra nuova mission,
che prevede anche l’apertura di una
sezione disabili per nuoto e tennis da
tavolo». In ballo, però, non c’è solo
questo, come anticipa Daniele
Bruschetta, delegato allo Sport
dell’Ateneo di Messina: «Da gennaio
aprirà un Centro di Riabilitazione per
traumatologie legato allo sport». Si
tratta di un’idea risalente al
precedente rettorato che non era stata
messa in pratica ma che aveva
comportato l’acquisto di attrezzature
mai utilizzate.
BILANCI. «In questi otto mesi continua Bruschetta - abbiamo
lavorato per cambiare l’immagine
dello sport universitario a Messina, e
tutto ha avuto come sprone il rettore.
Parte tutto dalla politica dell’Ateneo,
per cui lo sport va visto come
momento formativo, educativo e
anche di forte prevenzione per la
salute e dei disagi sociali». Unime,
che con i suoi 60 operatori gestisce le
attività con gli incassi, presto avrà
una nuova struttura in carico: la
nuova palestra all’interno dell’ex
Palazzo delle Poste.
Il delegato allo Sport Daniele Bruschetta e il presidente del Cus Nino Micali
TUTTO IN UNA NOTTE. La
manifestazione sarà anticipata nella
mattinata da un convegno, promosso
dall’Università di Messina, che si
svolgerà alle ore 10.30 presso l’Aula
Magna dell’Ateneo, sul tema “La
Disabilità e lo Sport negli Atenei” i cui
lavori saranno aperti dal rettore, Pietro
Navarra, e Eugenio Guglielmino,
Prorettore per i Servizi per gli studenti,
ed al quale parteciperanno illustri
personalità del mondo universitario e
del mondo sportivo. Il programma della
Notte Bianca dello Sport Universitario
MILAZZO
partirà già dalle 15.30 con tornei di
diverse discipline “integrate” (tra
soggetti con e senza disabilità) e
l’esibizione di basket in carrozzina, per
giungere poi, nel tardo pomeriggio, a
competizioni alle quali parteciperanno
anche alcuni dei migliori atleti
regionali. Le iscrizioni ai tornei sono già
aperte presso la segreteria della
Cittadella Sportiva e all’indirizzo email
info@cusunime.it e si chiuderanno
mezz’ora prima dell’evento. «L’Ateneo
intende promuovere una cultura dello
sport come momento di benessere -
MILAZZO. Anche Milazzo organizza
una giornata all’insegna dello sport
all’aperto, con la possibilità di poter
praticare oltre 20 discipline, seguiti
da esperti di ogni singola attività.
“Educazione allo Sport” è
organizzato dal “Movimento
Sportivi Milazzesi”, col patrocinio
del Comune di Milazzo, Coni, Fidal,
Csi, Cns Libertas, in programma
domenica 12 ottobre dalle 9 alle ore
19 in Marina Garibaldi. Lungo
l’elenco delle pratiche sportive che si
poranno provare: Equitazione, Ping
Pong, Badminton, Triathlon, Fitness,
Ciclismo, Rugby, Apnea, Difesa
personale, Vela, Volley, Canoa, Arti
Marziali, Nuoto, Atletica, Bmx,
Calcio, Tiro con l’arco, Tennis, Basket,
Fitwalking, Diving, Mountain bike,
Power yoga. L’iniziativa è stata
presentata nel corso di una
conferenza stampa nella Sala Giunta
del palazzo municipale di Milazzo,
alla presenza del presidente del
Msm, Gianluca Venuti, del delegato
del Coni di Messina, Aldo Violato,
del delegato provinciale della
Libertas e della plurimedagliata
Maria Ruggeri e dei vari
rappresentanti dello sport
milazzese.
commenta Alice Baradello, Delegato
ai Servizi per i Diversamente Abili - non
solo fisco ma anche psico-affettivo.
Questa è la prima iniziativa di un
percorso nuovo che l’Università
intraprende nella promozione della
pratica sportiva per i portatori di
disabilità e rappresenta una occasione
di integrazione fortemente voluta
dall’Ateneo». «Il nuovo percorso del Cus
Unime parte con questo primo evento
che mette al centro lo sport, ma
sopratutto lo studente universitario»,
conclude Micali. (R.C.)
IL PROGRAMMA
Al via con un Convegno
UN INCONTRO AL RETTORATO APRE LA LUNGA
MARATONA. CHE CULMINERÀ CON UN PARTY FINALE
ECCO IL PROGRAMMA del 10 ottobre per la
Notte Bianca dello Sport Universitario.
G Convegno sulla disabilità e sport
nell'Ateneo di Messina nell’ aula magna
rettorato:
ore 10.00: saluti inaugurali del rettore
dell'università di messina Pietro Navarra; ore 10.00
Giorgio Scarso; ore 10.20 Roberta Cascio; ore 10.30
Alice Baradello (“Uuniversità, disabilità e sport:
una sfida per le pari opportunità”); ore 10.45
Daniele Bruschetta (“Il nuovo corso delle attività
sportive all'Università di Messina”; ore 11.00
Antonino Micali (“Il nuovo corso del Cus Università
Messina Asd”); ore 11.15 Ludovico Magaudda
(“L'impegno dei corsi di laurea in scienze motorie
a favore dello sport disabili: la storia”); ore 11.30
Fabio Trimarchi (“Realtà attuale e prospettive
future”); ore 11.45 Alessandro Arcigli (“Ssport e
disabilità”); ore 12.00 il testimonial Niky Clemente.
Modera i lavori, Eugenio Guglielmino.
G Le attività pomeridiane alla Cittadella:
ore 15,30 inizio attività sportive integrate; ore
15,30 torneo di tiro con l'arco integrato; ore 15,30
torneo di calcio a 5 integrato; ore 16,00 torneo
tennistavolo integrato; ore 17,00 gara di nuoto
individuale per atleti con disabilità; ore 17,00
staffetta di nuoto integrata; ore 17,00 gara di
centonove pagina 24
atletica leggera e boccia
ore 18,30 premiazione tornei; ore 19,00 partita di
basket in carrozzina.
G Nella serata, dalle 19,30 attività libere di
fitness e tornei:
torneo di calcio a 5; torneo di basket torneo di
beach volley; torneo di tennis/beach tennis
torneo di mini -pallanuoto; ore 23,00 premiazione
dei primi classificati ai tornei ore 00,00 party
finale: grigliata e musica dal vivo.
G Avviso ai nagiganti:
Per gli studenti universitari, la partecipazione ai
tornei sarà totalmente gratuita. Per quanto
riguarda la cena, sarà offerta in cambio del
contributo di 1 euro che sarà interamente
destinato all'associazione italiana sclerosi
multipla.
10 Ottobre 2014
economia
REGIONE. Sindacati in Commissione bilancio all’Ars sul caso della spa in crisi
Sviluppo Sicilia, allarme liquidazione
Nata per favorire le politiche di promozione dell’imprenditoria giovanile e percorsi d’internazionalizzazione
si ritrova a dover giustificare i suoi costi con la Corte dei Conti. Abbandonata dalla Regione
PALERMO. Rischia di andare in
liquidazione Sviluppo Sicilia spa.
L’allarme è stato lanciato da Anna
Cutrera e Pietro Cucuzza della Cisl che
hanno affrontato il tema relativo alla
crisi della società alla commissione
Bilancio dell’Ars.
Non sono bastate ai sindacati, le
rassicurazioni dell’assessore
all’economia Maurizio Agnello, che ha
promesso un giro presso i direttori
generali degli assessorati per sondare
la possibilità di trovare incarichi di
assistenza tecnica che facciano uscire
Sviluppo Italia Sicilia dalla grave crisi
di liquidità in cui è piombata. In
ritardo, come per i dipendenti dell’Esa
e della Forestale, sono anche gli
stipendi dei 78 dipendenti e non è
stata pagata la 14esima: i debiti verso i
fornitori superano già il milione di
euro.
Ma da cosa nasce la crisi che investe la
società-veicolo che dovrebbe favorire le
politiche di promozione
dell’imprenditorialità giovani e
facilitare i percorsi di
internazionalizzazione delle imprese e
che più volte Crocetta ha dichiarato di
ritenere “strategica”?
A dispetto delle sue dichiarazioni,
Rosario Crocetta non incontra, se non
per pura circostanza, il direttore
generale della società, Vincenzo
Paradiso. Il manager nelle scorse
settimane ha rassegnato le dimissioni
nella mani della presidente, Carmelina
Volpe, moglie del generale Tucci,
nominato da Crocetta commissario alla
Provincia di Palermo.
Dal consiglio della società è uscita pure
la funzionaria Grazia Terranova, che è
andata a coordinare il settore
partecipate, un sistema calabrodo che
Vincenzo Paradiso
costa alla Regione 312 milioni di euro
l’anno, sul quale la Corte dei Conti, per
conto del procuratore Maurizio
Graffeo, ha già puntato gli occhi,
chiedendo un nuovo rendiconto. Dai
primi dati, solo le società poste in
liquidazione dal governo Crocetta
costano ancora alle casse della
Regione, 7,5 milioni di euro.
Della crisi societaria, Paradiso il cui
stipendio si aggira sui 190mila euro
l’anno, ha parlato nelle settimane
scorse con i vertici di Invitalia, la
società madre che ha ceduto le quote a
Sviluppo Italia Sicilia. L’amministratore
Domenico Arcuri si è mostrato
informato della grave crisi di dissesto
che interessa Sviluppo Italia, i cui
locali si trovano sopra la sede dell’Irfis,
in via Bonanno a Palermo.
La crisi è dimostrata dal fatto che
l’incubatore di Messina, 7600 metri
quadrati in contrada Papardo, non
ospita nessuna sturt-up e tutte le
politiche di promozione del lavoro
avanzate sulla carta dal governo
Crocetta, hanno sempre tagliato fuori
Sviluppo Italia: in ultimo la sciagurata
gestione del piano-giovani, l’assessore
alla Formazione professionale ha
affidato un incarico di assistenza
tecnica in house a Italia-Lavoro Sicilia
ZOOM
Lavoro Spa verso
il fallimento
PALERMO. Lavoro Sicilia Spa, al
100% in mano alla Regione e in
liquidazione da un anno e mezzo,
va verso il fallimento. Lo scrive il
dirigente dell'ufficio speciale della
Regione per le liquidazioni nella
relazione consegnata alla Corte dei
Conti. Nel documento si legge di
"disastrosa situazione finanziaria"
rappresentata dal liquidatore della
società, a causa "di una rilevante
perdita d'esercizio nel 2013" e della
"completa erosione del capitale
sociale". "Lavoro Sicilia - si legge
nella relazione - è stata interessata
da un pignoramento mobiliare
richiesto dalla società proprietaria
dell'immobile dove era situata la
sede legale della società in
dipendenza della esposizione di
questa a titolo di canoni d'affitto
non corrisposti. E' altresì presente
un contenzioso dipendente dalle
commesse ottenute dalla società".
e un altro incarico diretto per
l’inusitato importo di 5 milioni di euro
al Formez di Catania, ente già posto in
liquidazione dal governo Renzi. Chiari
segnali di mancato gradimento del
managment?
Secondo il governo la società non può
vivere con gli affidamenti di assistenza
tecnica della Regione: l’Unione
Europea ha contestato l’affidamento
“in house” sul Piano di Sviluppo rurale.
Al tempo stesso, la società, che è
partecipata al 100% dalla regione, non
può competere sul mercato.
Un corto circuito di competenze e
responsabilità, che-ad avviso dei
sindacati-va risolto subito chiarendo il
“focus” della società, che ha chiuso gli
ultimi tre bilanci in perdita: mezzo
milione nel 2011, due milioni e mezzo
nel 2012, 1868,00 nel 2013. La perdita
preventivata per il 2014 si attesta su
1,5 milioni.
STRATEGIE
Patrimonio immobiliare, si studia una società di transito
Antonio Fiumefreddo
MESSINA. La valorizzazione dei beni proprietà della Regione
siciliana, svolta al semplice valore catastale, si attesta sul
miliardo di euro. Ma ora la nomina, come responsabile del
comitato di sorveglianza dell’avvocato catanese Antonio
Fiumefreddo, in quota Prs, vicino al deputato Marco Forzese,
riaccende i riflettori sulla Spi, la società di patrimonio
immobiliare della Regione Siciliana. Guidata per anni dal
professore Carlo Sorci, Opus Dei, la società che con un
investimento di ottanta milioni di euro avrebbe dovuto censire
tutto il patrimonio della Regione vanta un maxi-contenzioso
con un manager, Ezio Bigotti, ex socio, sul quale la Corte dei
Conti ha aperto un voluminoso fascicolo. Ma perchè nella
galassia delle società partecipate dalla Regione, la “Patrimonio
centonove pagina 25
Immobiliare spa” torna al centro dell’attenzione? L’entità dei
debiti della Regione, costretta a chiede sempre nuovi mutui
per riuscire a pagare le spese correnti, ha fatto balenare l’idea
all’assessorato al Bilancio di creare una società veicolo dove
fare confluire questi beni da porre poi sul mercato. Un fatto
che fa scattare l’acquolina in bocca a tanti, se si considera che,
in ipotesi si “svendita” assistita, i beni su cui tanti puntano gli
occhi non sono il Teatro Greco di Taormina, che attirerebbe
l’attenzione di tanti, ma tanti beni frazionati, proprietà rurali a
Leni o a Santa Marina Salina, o beni di più immediata
fruizione: l’ex Albergo di Colle San Rizzo, il Castello di Bauso, la
colonia di Sant’Agata Militello, la Casa del Portuale a Messina,
la Colonia di Lipari.
10 Ottobre 2014
economia
ZOOM
BARCELLONA. Il gruppo avvia oltre 300 procedure di mobilità. Gestisce i marchi Sigma e Mercato Alimentare
Bonina, crisi nel carrello
La società non solo vuole vendere il ramo di azienda della Csrs che gestisce quattro piattaforme
logistiche, ma anche fare tagli nei punti vendita gestiti da Sbm, Sicilbon, Bondial. Ecco dove
La sede del Gruppo Bonina nella zona industriale di Barcellona
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
Barcellona. Non solo logistica ma
anche supermercati a marchio Sigma
e Mercati Alimentari. Si continua a
respirare una brutta aria in via Milite
Ignoto, la sede principale del Gruppo
Bonina che dopo la Sicilia aveva
puntato il mercato calabrese ma si è
ritrovata nel bel mezzo di una crisi di
fatturato e forse d’identità. Non solo
il patron Immacolato Bonina ha
dovuto dare avvio alle procedure di
licenziamento collettivo per 89 dei
132 dipendenti impegnati nelle
quattro piattaforme logistiche della
distribuzione delle merci nei 43 punti
vendita di Sicilia e Calabria, ma a
rischiare il lavoro altre 250 unità
impegnati nei supermercati.
Immacolato Bonina
Venerdì 10 ottobre, alle 17, è stato
fissato il primo esame congiunto con i
sindacati per discutere della "Csrs
Spa-Centro supermercati Regione
Sicilia", la società del gruppo creata
per assicurare la fornitura di prodotti
tramite le piattaforme della sede
centrale dell' area artigianale di
Barcellona, dell'area Asi di San
Filippo del Mela, dell'ortofrutta di
Giammoro e Villafranca Tirrena. Ma
nei prossimi giorni di esami congiunti
se ne dovranno fissare altri. Secondo
le comunicazioni giunte ai sindacati
la società di Bonina, ha avviato
procedure anche per le società
satelliti (tutte con sede in via Milite
ignoto di Barcellona): Sbm, Sicilbon e
Bondial. La procedura di Sbm
prevede 44 dipendenti in mobilità su
89 complessivi. I punti vendita
interessati saranno quelli di
Barcellona, Tremestieri Messina,
Sant’Agata Militello, Fiumefreddo,
Reggio Calabria. Quella di Sicilbon,
società con 122 dipendenti, prevede
la mobilità di 66 unità. I punti
vendita che vedranno tagli si trovano
a Catania (via Rotolo e Corso
indipendenza); Misterbianco, Milazzo
(via Rizzo e Piazza San Papino),
Floridia (via Turati), Enna (Via
Sciffitello) e Ragusa (via Scoglietto).
Futuro incerto anche per Bondial srl,
50 dipendenti in mobilità su 102
complessivi. I punti vendita
interessati si trovano a Barcellona
(via Milite Ignoto e via Onorevole
Martino); Messina (via CarrubbaZafferia e Tremestieri e Villa Dante);
Villafranca Tirrena (via Principe
Castelnuovo); Rosarno. Per le società
con personale diviso in più regioni si
attuerà una procedura ministeriale.
Di certo per il Gruppo Bonina, c’è la
chiusura delle piattaforme e
l’affidamento a terzi del movimento
merci tramite la cessione del ramo
d'azienda e l' affitto a terzi del
magazzino centrale di Barcellona.
Il calo del fatturato si aggirerebbe
intorno al 30 per cento dettata «da
molteplici fattori quali una pressante
concorrenza attuata da altre aziende
del settore, la forte crisi di mercato, la
persistente contrazione dei consumi
ed il conseguente, insufficiente
fatturato gravato per di più dalla
repentina crescita dei costi fissi
aziendali». La crisi parte da lontano.
L’azienda del Longano aveva già
attivato nei mesi scorsi una prima
procedura di mobilità gestita
attraverso il ricorso agli
ammortizzatori sociali e più in
particolare con la stipula di un
contratto di solidarietà». In estate i
bilanci del Gruppo sarebbero stati
oggetto di una approfondito controllo
da parte della Polizia tributaria di
Messina, andato avanti per lunghe
settimane. Non si conoscono le
risultanze. Ma dalle parti di via Milite
Ignoto i volti sono scuri.
centonove pagina 26
Dall’addio al basket
allo scivolone Gdm
LE PRIME AVVISAGLIE CON
L’ABBANDONO DEL TEAM. MA
PRIMA ERA SFUMATO CARREFOUR
Barcellona. Che le cose non andavano
per il verso giusto lo si è capito in
estate quando Immacolato Bonina,
47 anni, ha abbandonato la squadra
di Basket cittadina. Le voci sulle sue
difficoltà economiche ormai erano di
dominio pubblico. E dire che fino a
poco prima Bonina era pronto a fare
investimenti milionari a Milazzo per
realizzare una nuova piattaforma
logistica a Grazia, bloccata da una
burocrazia asfissiante, e a rilevare
buona parte dei supermercati della
calabrese Gdm, tra cui l’ex Carrefour
di contrada Faraone (oggi Ipersimply
della Fratelli Cambria). Bonina ha
cominciato a muovere i primi passi,
maturando una esperienza empirica,
nella piccola bottega del padre, tra
una lezione e l’altra all’Universita di
Messina, dove si laurea presso la
facoltà di Economia e Commercio.
Nel 1991 fa nascere nella sua città il
primo punto vendita Sigma. Negli
anni successivi si espande prima
nella provincia, e in seguito in tutta
la Sicilia, fino ad oltrepassare lo
stretto e insediarsi in un territorio
difficile come la Calabria. Nel 2004
Immacolato Bonina si struttura in
una forma societaria moderna e
funzionale dando vita ad un
Gruppo economico polivalente
basato su una Holding, la Bondial
Srl, alla quale fanno capo tutte le
società controllate. Tra queste spicca
per i suoi notevoli volumi e per gli
apprezzabili indici finanziari, il
Centro Supermercati Regione Sicilia
Spa (CSRS) Srl , affiliata al Gruppo
Nazionale Sigma - Società Italiana
Gruppi Mercantili Associati, con sede
a Bologna, e nel cui consiglio di
amministrazione siede come vice
Presidente l’intraprendente
imprenditore barcellonese. I dati
del 2012 del consolidato del
Gruppo da un lato confermavano
vitalità: 189milioni di euro
realizzati con un incremento del
17,5% rispetto all’anno precedente,
utili di esercizio circa 277mila euro
in aumento dell’1,15% rispetto al
2011. (Gia.C.)
economia
STRATEGIE ECONOMICHE. Il dibattito sul trattamento di fine lavoro tra polemiche e propaganda
Tfr in busta paga, anzi no
Cambiare prospettiva alla “retribuzione differita” significa dover attuare un radicale intervento
di legge che ne modifichi la natura. Ma non serve nè all’impresa nè al lavoratore. Ecco perchè
DI
MAURIZIO BALLISTRERI
COSÌ COME PER la vicenda
dell’art. 18 dello Statuto
dei lavoratori, anche per il
tema del trattamento di fine rapporto,
il dibattito rischia di scivolare nella
propaganda e nella
strumentalizzazione politiche. Nel
primo caso una norma di tutela della
parte debole del rapporto di
subordinazione, viene contrabbandata
come regola (rigida!) del mercato del
lavoro; nel secondo, il TFR viene ad
essere ritenuto sic et simpliciter parte
della retribuzione; un’ipotesi che in
campo sindacale è condivisa dal
segretario della Fiom Landini e, prima
di lui, da Bruno Trentin e Sergio
Cofferati, già segretari generali della
Cgil.
Forse compulsando le elaborazioni
migliori della dottrina e la
giurisprudenza giuslavoristiche, si
eviterebbero affermazioni scarsamente
fondate.
Come è noto il TFR è l’erogazione di
una somma all’atto della cessazione del
rapporto lavorativo: l’attuale istituto
disciplinato dall’art. 2120 c.c. è
conseguenza storico-giuridica di quelli
preesistenti, come l’indennità di
licenziamento prima e quella di
anzianità poi.
Il codice civile del 1942 modificò la
disciplina dell’indennità di
licenziamento, che assunse la
denominazione di indennità di
anzianità e nel 1966, con la legge
n.604, la primigenia sulla tutela contro i
licenziamenti illegittimi, anch’essa
voluta con determinazione dai socialisti
nel primo centro-sinistra, venne ad
essere erogata in tutti i casi di
cessazione del rapporto lavorativo,
quella che nel lessico comune di
definisce “buonuscita”.
Nel 1982, si passa al TFR, che, sotto il
profilo comparato, non ha riscontro in
Sergio Cofferati
altri ordinamenti, sostituendo tutte le
altre indennità di fine rapporto
comunque denominate e da
“qualunque fonte disciplinate”, come
statuì la Cassazione nel 2003, ad
eccezione di quelle aventi natura e
funzione diverse.
La dottrina prevalente ha individuato il
TFR come credito che matura durante lo
svolgimento del rapporto e che diviene
esigibile alla sua cessazione:
“retribuzione differita”, secondo la
qualificazione di Gino Giugni, anche se
il differimento non riguarda il momento
costitutivo della obbligazione bensì il
momento dell’adempimento di una
obbligazione in essere. Pertanto, il TFR,
sin dalla sua origine, si è configurato
come una retribuzione differita
finalizzata a realizzare un “risparmio
forzoso” per il lavoratore e, quindi, non
in funzione di sostegno al reddito nei
casi di disoccupazione, anche se c’è chi
attribuisce ad esso anche natura
previdenziale. La natura di “risparmio
forzoso” trova riscontro nella previsione
che i lavoratori dipendenti con almeno
8 anni di servizio possono chiedere al
datore di lavoro un anticipazione del
TFR sino al 70% per spese sanitarie per
terapie e interventi straordinari,
acquisto della prima casa, anche per i
figli, astensione facoltativa per
maternità e congedi per la formazione.
La natura previdenziale in senso stretto
è attribuibile al TFR nell’ipotesi in cui il
lavoratore, volontariamente, destina gli
accantonamenti ai fondi pensionistici
integrativi, poiché gli stessi non
rimangono più nella disponibilità del
datore di lavoro, garantendo gli
interessi indicati dalla contrattazione
collettiva, come ribadito dalla Corte
costituzionale e dalla giurisprudenza
della Cassazione, che, dopo aver
inizialmente attribuito a detti
accantonamenti “natura di
retribuzione differita con funzione
10 Ottobre 2014
previdenziale”, ha recepito quanto
elaborato dalla Consulta.
Per cambiare tale prospettiva legale del
TFR è necessario un radicale intervento
di legge che ne modifichi la natura,
facendolo rientrare nella retribuzione
strictu sensu, ma così si
pregiudicherebbe in via definitiva, la
già stentata vita della previdenza
complementare, per non parlare del
danno economico alle imprese, le quali
accantonano solo virtualmente il TFR, e
che quindi, sul piano sostanziale,
costituisce una forma di finanziamento
alle attività aziendali sino alla sua
liquidazione ai lavoratori, che,
storicamente, utilizzano tale istituto
per migliorare il loro tenore di vita una
volta collocati in pensione o lo
investono in favore di un’attività
economica propria o dei figli. Senza
contare, che il TFR convertito in salari e
stipendi farebbe crescere le retribuzioni
in larga parte solo nominalmente,
poiché aumenterebbero anche aliquote
fiscali e pressione tributaria, con la
perdita per molti lavoratori degli ormai
“mitici” 80 euro, vanificando in
definitiva l’operazione, finalizzata
nell’immediato ad aumentare il potere
d’acquisto e quindi i consumi.
Forse lavoratori e imprese (si veda
Confindustria) preferiscono che il TFR
rimanga tale e attendono dal governo
interventi di ben altra natura per
aumentare retribuzioni e profitti, a
partire dalla diminuzione del
cosiddetto “cuneo fiscale”.
*Docente di diritto del lavoro,
Università di Messina
LEGALMENTE
AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE
DI PALERMO
AVVISO DI GARA
Si avvisa che con delibere n.352 del 17.10.2013 e 422 del 22.04.2014 è stata
aggiudicata la procedura aperta, per la fornitura di attrezzature sanitarie
destinare a Presidi diversi dall’Asp di Palermo, suddivisa in lotti.
Importo complessivo di aggiudicazione Euro 485.509,00, IVA inclusa.
Gli atti di gara sono disponibili sul sito www.asppalermo.org.
Per Il Direttore Generale Dr.Antonino Candela
Il Direttore
U.O.C. Provveditorato
Avv.to Fabio Damiani
SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA
PUBBLICA GLI AVVISI ED ESITI DI GARA D’APPALTO SU CENTONOVE
PER CONTATTARE LA REDAZIONE CHIAMA I SEGUENTI NUMERI:
090.9430208 - 9430206 fax 090.9430210 - 090.9430211
RICHIEDI PREVENTIVI ANCHE VIA E-MAIL A: centonove@centonove.it
centonove pagina 27
10 Ottobre 2014
economia
IN BREVE
PUBBLICHE ASSISTENZE
QUI EUROPA
Unione europea e Cina sempre più vicine
DI SALVATORE
CIFALÀ
CONSOLIDARE la
collaborazione economica
e industriale con la Cina e
aprire opportunità
commerciali con particolare riguardo
alle tecnologie verdi in cui l’Europa è
una dei leader a livello mondiale.
Questo è stato uno degli obiettivi della
missione che il Vicepresidente della
Commissione europea Antonio Tajani,
accompagnato dal Commissario per
l’Ambiente Janez Potocnik e una
delegazione di sessanta imprese e
associazioni di imprese nazionali ed
europee effettuano a Pechino, in Cina.
Tajani ha espresso la piena volontà
dell’Unione europea di risolvere i tanti
problemi esistenti tra i due colossi
economici, ma soprattutto di rafforzare
il lavoro comune in settori strategici
quali l'innovazione industriale, il
supporto alle PMI e, in vista di Expo
2015, il turismo.
Il Vicepresidente Tajani ha anche
rilevato l'importanza di garantire
l’accessibilità effettiva ai rispettivi
CONSUMATORI
Comprare un’auto
In questo periodo sono tante le famiglie
che si stanno ponendo il problema di
cambiare l’auto. E in tanti cercano di
capire se sia meglio puntare su un
maggiore sconto concesso dai
costruttori, oppure scegliere di avere una
vettura immatricolata dopo il 1° gennaio. Bisogna
stare attenti agli allettanti inviti perché, si può
verificare che la somma pagata per acquistare
un’auto è ben diversa di quella pubblicizzata. Per
questo è necessario seguire alcuni consigli: cercare
l’auto che vi interessa sul sito internet della casa
costruttrice sui modelli, versione, accessori e prezzi,
una volta documentati si consiglia di recarsi da più
di un concessionario per valutare le offerte migliori.
Verificare che nel contratto il prezzo è bloccato fino
alla consegna. Ricontrollare con attenzione che il
venditore abbia scritto tutto ed in modo esatto. Non
versare una caparra superiore all’8% del prezzo di
fattura. Pagare con un assegno non trasferibile
intestato all’azienda venditrice – se la vettura è già
disponibile, chiedere che il vostro veicolo venga
chiuso a chiave e non utilizzato, soprattutto come
prove per altri clienti - prima di firmare l’acquisto
ricordarsi che non si ha diritto di recesso (esiste solo
per quei contratti stipulati fuori dai locali
commerciali del venditore ed entro 10 giorni ) – si
può recedere dal contratto qualora il veicolo non
viene messo a disposizione entro 15 giorni dalla
data stabilita per la consegna o entro trenta giorni
da quella prevista – alla consegna verificare che il
veicolo corrisponda a quello ordinato.
Francesco Sabatino - Adoc Uil Messina
mercati a parità di condizioni, anche
ricordando che la stessa Commissione
europea sta lavorando in maniera attiva
in questo senso verso una revisione del
codice dei visti Schengen per la libera
circolazione delle persone.
I rapporti bilaterali UE-Cina, anche alla
luce delle recenti questioni commerciali
aperte, sono stati al centro dei colloqui
con il vice Primo ministro Ma Kai, il
Ministro dell’Industria Miao Wei e il
Ministro della Scienza e tecnologia Wan
Gang.
Sempre durante la missione il
Vicepresidente Tajani ha incontrato il
Ministro del Turismo cinese, Wang
Zhifa, con cui ha firmato una
dichiarazione congiunta per la
promozione dei flussi turistici tra UE e
Cina, anche attraverso la
semplificazione dei visti, garantendo
così un aumento delle rotte indirizzati ai
grandi eventi, come appunto Expo
2015.
Tajani ha poi incontrato il Ministro per il
controllo della qualità, le ispezioni e la
sicurezza alimentare, Zhi Shuping con il
quale ha discusso sul controllo del
METANIZZAZIONE
mercato e la lotta alla contraffazione.
Il vicepresidente ha anche posto
l'accento sull'importanza di promuovere
qualità e sicurezza per migliorare la
competitività tra le due realtà, anche
illustrando la nuova proposta di
regolamento UE volta a migliorare il
controllo del mercato e la tracciabilità.
Al termine dell'incontro Tajani e Zhi
Shuping hanno firmato un documento
congiunto per rafforzare il sistema di
scambio di informazioni sulla sicurezza
dei prodotti, in un'ottica di importexport trasparente.
Durante la visita, il Vicepresidente, ha
avuto un lungo incontro con i
rappresentanti delle business
community cinesi ed europee per
individuare le opportunità economiche e
rimuovere gli ostacoli agli investimenti e
al commercio che tuttora ostacolano i
rapporti economici.
In questo contesto Tajani ha anche
aperto una serie di incontri e scambi tra
imprese cinesi ed europee, promossi dal
centro per le piccole e medie imprese
dell'Unione europea a Pechino e
dall'Enterprise Europe Network.
L’ennese Colaneo guida
l’Associazione nazionale
ENNA. Sarà ancora l'ennese Lorenzo Colaleo a guidare in Sicilia per i prossimi 4 anni
l'Anpas, l'Associazione nazionale delle
pubbliche assistenze a cui aderiscono in
tutta l' isola numerose associazioni di volontariato. La riconferma di Colaleo, 54
anni, funzionario della Prefettura, al termine del settimo congresso regionale svoltosi domenica scorsa alla sala Cerere di
palazzo Chiaramonte a Enna. Sarà anche il
candidato siciliano al prossimo Congresso
Nazionale Anpas. Confermato anche il vice
presidente uscente Vincenzo Angileri.
Mentre Salvatore Pappalardo è il nuovo
consigliere nazionale di diritto.
CONSIGLIO PRESIDENZA ARS
Nominati i nuovi direttori
Pecoraro vice segretario generale
PALERMO. Valzer di nomine a Palazzo dei
Normanni. Il Consiglio di presidenza dell'Ars ha deliberato alcuni incarichi dirigenziali. Salvatore Pecoraro è il nuovo vice
segretario a interim; direttore del servizio
ragioneria è Riccardo Anselmo; Fabio Scalia al personale, Antonio Tomasello per il
servizio Questura e provveditorato, Filippo Palmeri per il servizio commissioni
con un interim all’ufficio della commissione bilancio, Umberto Garofalo al servizio informatica.
NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO
Ripartono i lavori
sui Nebrodi
730 precompilato dal 2015 per 30 milioni di contribuenti
MISTRETTA. Dopo quindici anni di
attesa partono i lavori di
metanizzazione nel comprensorio
nebroideo. Già da qualche settimana
Italgas, attraverso l'impresa calabrese
Guerrisi, ha avviato gli scavi della rete
metanifera a Mistretta. I lavori sono
anche partiti a Santo Stefano
Camastra e a Reitano.
Per anni i lavori sono stati fermi, a
causa di alcune interpretazioni
controverse sul contrattop di gestione
trentennale: può essere affidato un
appalto da svariate decine di milioni
di euro, provienete dai fondi ex
Agenda 21, direttamente da Italgas,
società subentrata Sicilianagas, società
pubblica che ha progettato i lavori?
L'interpretazione di legge è stata
superata dalla volontà dei consigli
comunali di non perdere i fondi a
disposizione, mentre si discute delle
aree montane "spesso" dimenticate
da tanti servizi, proprio perchè le
attivitgà rischiano di essere
antieconomiche.
STANNO PER ESSERE INTRODOTTE importanti modifiche
nel sistema delle dichiarazioni dei redditi, generando un
vero e proprio mutamento nei rapporti tra fisco e cittadino.
Se fino ad oggi era il cittadino, tramite intermediari
abilitati come ad esempio gli iscritti all’Ordine dei Consulenti del Lavoro, a
trasmettere la dichiarazione e spettava al fisco controllare l’esattezza della
stessa, dal 2015 il rapporto si inverte. Sarà, infatti, l’amministrazione finanziaria
che fornirà ai contribuenti una dichiarazione precompilata e sarà il cittadino
stesso a verificare l’esattezza e la completezza dei dati, effettuare i controlli ed
apportare le eventuali modifiche. Ben oltre 30 milioni di contribuenti infatti
saranno assoggettati al nuovo 730 precompilato che interesserà i lavoratori
dipendenti, i pensionati e tutti quei soggetti che posseggono redditi assimilati
al lavoro dipendente e che possono essere acquisiti da parte dell’agenzia delle
entrate. I dati per l’inserimento nei dichiarativi saranno prelevati dall’anagrafe
tributaria come ad esempio la dichiarazione dell’anno precedente e i versamenti
effettuati, o acquisiti da soggetti terzi, come banche e compagnie di
assicurazione per gli oneri detraibili e deducibili. I dati invece relativi ai redditi
saranno prelevati dalle certificazioni dei sostituti d’imposta. Altri dati, invece,
saranno inseriti dai contribuenti come ad esempio le spese mediche, le quali
solo dal 2016 saranno prelevate direttamente dall’amministrazione finanziaria
tramite la tessera sanitaria. Per quanto concerne le scadenze, la disposizione
prevede che entro il 15 aprile di ciascun anno l’Agenzia delle Entrate metta a
disposizione online la dichiarazione precompilata, che potrà essere accettata
così com’è oppure modificata, rettificando i dati comunicati dall’Agenzia e/o
inserendo ulteriori informazioni. La presentazione deve essere in ogni caso
effettuata entro il 7 luglio. Per il controllo, l’integrazione e l’invio della
dichiarazione, il contribuente potrà sempre avvalersi di professionisti ed
intermediari abilitati alla trasmissione delle dichiarazione dei redditi. Un’ultima
disposizione prevede che, se il contribuente si avvale dell’assistenza fiscale, i
controlli formali saranno effettuati, senza più rivolgersi ai cittadini,
direttamente su Caf o professionisti.
centonove pagina 28
poster
10 Ottobre 2014
MURALES DI UMANITÀ VARIA
CALENDARIO
Gli artisti
a dx, nicolò cappello sul set del suo corto - foto z ep studio
MESSINA. Il prefetto inaugura la mostra il 7 ottobre in collaborazione con l’associazione Modellisti
Fumetto, la nona arte
Coinvolto l’ufficio scolastico provinciale, sei gli autori che partecipano con il contributo
di Vincenzo Crisafulli. Dalle favole al west, ecco le storie di oggi a braccetto coi classici
MESSINA. «Il fumetto è ancora vittima
di qualche pregiudizio che mette in
discussione la dignità estetica e la
credibilità culturale di una forma d'arte
che ha perseguito il successo di massa
più che l'attenzione e il consenso della
critica accademica. In questi cento anni
ha saputo invece elaborare un
linguaggio estremamente complesso e
vario dal punto di vista stilistico, in cui si
confrontano e si fondono parola e
immagine». Scrive così Pietro Favari nel
suo libro“ Un secolo di fumetti tra arte e
mass media”. Ma il fumetto è davvero
diventata la nona arte? Sembra di sì per
i tanti appassionati, per gli illustratori. E
non solo. Sarà infatti il prefetto di
Messina, Stefano Trotta ad inaugurare il
7 ottobre nei saloni di rappresentanza
della Prefettura di Messina la mostra di
fumetti “Il fimetto la nona arte.” La
mostra è organizzata in collaborazione
con L’Associazione Storico Modellisti
Messinesi e l’Ufficio Scolastico
Provinciale di Messina, L’Agenzia
Nazionale per i Giovani, con la
partecipazione degli autori: Lelio
Bonaccorso, Gianluca Gugliotta, Manuel
Preitano, Giancarlo Rizzo, Val Romeo,
Michela De Domenico e con il
contributo di Vincenzo Crisafulli; sarà
fruibile alle scolaresche ed al pubblico
sino al 23 ottobre prossimo.
Una manifestazione diversa dove sono
presentati fumetti classici e fumetti
moderni, personaggi che hanno
accompagnato i giovani di ieri e sono
amici di quelli di oggi, mettendo due
mondi a confronto, e saranno abbinati
in tridimensionale con personaggi,
mezzi e modelli dell’Associazione
Storico Modellisti Messinesi.
Una mostra realizzata in un modo
nuovo che consente sia a chi ama il
fumetto e a chi vuole curiosare di
scoprire tante notizie e curiosità riunite
in un unico complesso in una sede
veramente particolare: un Palazzo tra i
più belli di Messina. Saranno presentati
personaggi dei fumetti classici del West,
che sono esposti con fumetti di oggi dei
migliori fumettisti Messinesi che hanno
realizzato fumetti su argomenti di
spessore come l’Olocausto, o Problemi
della donna in Culture Diverse dalla
nostra. Ed ancora sulla Seconda Guerra
mondiale, o l’attentato dell’ 11
settembre, o della Storia di Roma.
Ancora libri di favole a fumetti, storie
antiche e moderne tutti tradotti in Nona
Arte. Sono presentati i numeri uno di
molti fumetti, gli albi a strisce, o pezzi
originali stranieri, uniti alle
realizzazioni di oggi di ottimi
disegnatori che lavorano per le migliori
Primo incontro
Martedì 7 ottobre
Lelio Bonaccorso - fumetto sociale
Modera: Arc. Giuseppe Miccichè
Secondo incontro
Giovedì 9 ottobre
Gianluca Gugliotta - fumetto
americano
Modera: dott. Enzo Crisafulli
Terzo incontro
Martedì 14 ottobre
Giancarlo Rizzo - illustrazione
Modera: Lelio Bonaccorso
Quarto incontro
Giovedì 16 ottobre
Val Romeo - fumetto italiano
Modera: dott. Enzo Crisafulli
Quinto incontro
Martedi 21 ottobre
Manuel Preitano - fumetto
americano
Modera: Bar del fumetto
Sesto incontro
Giovedì 23 ottobre
Michela De Domenico - fumetto
d'autore
Modera: Bar del fumetto
case italiane e straniere che producono
fumetti nel mondo, e possiamo
affermare un fumetto un personaggio
per ogni lettore una storia di oggi che va
a braccetto con un classico di ieri, ma
che è sempre attualissimo. La mostra è
visitabile il martedì ed il giovedì dalle 10
alle 12 e vi saranno le scolaresche e le
conferenze dei fumettisti che espongono
le loro opere, ancora sarà aperta al
pubblico i mercoledì e venerdì dalle
15,30 alle 17,30 ed anche la domenica
dalle 10,30 alle 12,30, l’ingresso è
libero.
ACCADDE OGGI A MESSINA a cura di Felice Irrera
541, approda con la sua flotta il pirata Mamuca
Il 10 ottobre dell’anno 541 il pirata Mamuca, che, approdato sui lidi di
Messina con la sua flotta, aveva fatto scempio di Placido e dei suoi Compagni
e messo a ferro e a fuoco i dintorni della città, decide di togliere le ancore,
ma quando le sue navi si trovano in mezzo allo stretto incappa in un’orribile
tempesta: “Vengono inghiottite cento navi, con sedicimila ottocento soldati
barbari per punizione divina” (P. Samperi, Messana illustrata, 1742).
1878, straripano i torrenti
La notte tra il 9 e il 10 ottobre 1878, un violento nubifragio colpisce
Messina. I torrenti straripano e il Boccetta, in particolare, minaccia di creare
danni alle imbarcazioni ormeggiate in porto, tanto da rendere indispensabile
l’intervento della Capitaneria di Porto. Anche molte abitazioni subiscono
danni e il Municipio stanzia una somma di 1500 lire a favore dei danneggiati
(cfr. G. Rizzo, Annali della Città di Messina (1862-1885), Intilla Editore 2007).
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10 Ottobre 2014
posterstoria
NEL LIMBO
Galleria, quel restauro
rimasto nel cassetto
I prospetti Nord ed Est del Palazzo Ina-Inps
MESSINA. Trattativa con l’Inps per il trasferimento nel palazzo storico di via Argentieri
Archivio di Stato, nuova casa
Gli spazi della sede dell’istituto previdenziale offrono mille metri quadri in più rispetto a quella attuale di via
La Farina, che è decentrata, e sono di maggior prestigio. L’edificio fu progettato nel 1927 dal friulano Peressutti
DI
DANIELE DE JOANNON
MESSINA. L’Archivio di Stato di
Messina? Potrebbe ritornare in centro,
ma anche in una sede degna di questo
nome sotto il profilo architettonico, e
con mille metri quadri in più a
disposizione. A discutere da tempo del
trasferimento da via La Farina,
all’altezza di Maregrosso, a via
Argentieri sono la direttrice dell’Istituto,
Eleonora Della Valle, e la direttrice
provinciale dell’Inps, Giuseppina
Malaspina, che recentemente ha
“incassato” la fusione (per
incorporazione) degli uffici dell’Istituto
di previdenza con quelli dell’ex Inpdap e
dell’Enpals proprio nei locali dell’Istituto
nazionale previdenza dipendenti
amministrazione pubblica di via Capra,
alle spalle di Palazzo Satellite.
OBIETTIVO VIA ARGENTIERI. E la
spending review dell’Inps si sposa con le
esigenze dell’Archivio di Stato, trasferito
dal via XXIV Maggio alcuni anni fa negli
spazi più grandi e adatti, ma più lontani,
di via La Farina. Infatti, con una leggera
maggiorazione del canone, l’Archivio
potrà trovare una nuova casa nella sede
storica dell’Istituto di previdenza di via
Argentieri, nato all’indomani del
terremoto col nome di Palazzo Ina-Inps.
Un edificio che offrirà circa mille metri
quadri in più, si trova a un passo dal
Municipio e dispone anche di piani
cantinati (il cui utilizzo va però
verificato, stante la presenza di falde
acquifere sotterranee in tutta l’area). Il
trasferimento, infine, potrebbe essere il
MESSINA. ll “pezzo” più pregiato del
Palazzo che dovrebbe ospitare la
nuova sede dell’Archivio di Stato è
la Galleria. Nel 1999, dopo anni di
abbandono, sembrava arrivata la
svolta. Era stato infatti elaborato un
progetto di restauro, il costo
dell’intervento, un miliardo e
mezzo, e si stava lavorando per una
convenzione con l’Inps, titolare di
metà dell’immobile di cui fa parte la
Galleria. Tutto, però, si è arenato nel
2004, in quanto l’Istituto di
previdenza non riteneva convenienti
i termini della convenzione firmata.
In cambio della spesa per il
recupero, infatti, il Comune di
Messiva aveva proposto di averlo in
concessione (a pagamento) per nove
anni, un arco di tempo considrato
eccessivamente corto dall’Inps per
ammortizzare la spesa sostenuta. A
quel punto, Palazzo Zanca ha fatto
marcia indietro, e tutto e caduto nel
limbo. A occuparsi della pratica, era
stato l’oggi defunto dirigente
Giovannino Corrente, che peraltro
abitava nella parte privata
dell’edificio, quella i cui tetti sono
“lievitati” alcuni anni fa.
primo passo per la riappropriazione, per
la città, di uno spazio “negato”.
LA GALLERIA. A caratterizzare
l’edificio, infatti, è una Galleria coperta a
vetri di cinquanta metri che collega il
Duomo e il Municipio. Cinquanta metri
che riassumono la gioia e l’ottimismo
della ricostruzione successiva al
terremoto del 1908 al sistematico
annichilimento della identità creata dal
piano regolatore di Luigi Borzì. La
galleria Ina-Inps è definita
impropriamente così, perché in realtà si
tratta di un corridoio lungo l’asse
longitudinale che separa i due corpi di
fabbrica che ospitavano gli enti (adesso,
la metà a ovest è abitata da privati). La
LA SCHEDA
Dalle origini a oggi
LA PRIMA ISTITUZIONE FU NEL 1943, MA LE RACCOLTE
DI DOCUMENTI INIZIARONO IN CITTÀ GIÀ DAL ‘600
MESSINA. L'Archivio di Stato di Messina, istituito
come Archivio provinciale in esecuzione della legge
organica sugli archivi del Regno del 1° agosto 1843 n.
8309, cominciò di fatto a funzionare il 31 luglio 1854.
Divenne Archivio provinciale di Stato in forza del
Regio Decreto del 22 settembre 1932 numero 1391.
Assunse poi la denominazione col Decreto del
Presidente della Repubblica del 30 settembre 1963
numero 1409. Fin dalla prima metà del secolo XVII
erano conservate in diverse stanze del palazzo del
Senato di Messina, che sorgeva nella piazza del
Duomo, “le pubbliche e le private scritture, strumenti
e memorie antiche e moderne; gli archivi della corte
stratigotiale e della città”. L'Archivio municipale si
conservava, invece, in una stanza a piano terra ai piedi
della torre del campanile del Duomo. Nel 1679, per
ordine del Viceré Francesco Benavides, conte di
Santisteban, l'archivio fu trasportato in Spagna perché
in esso si conservavano i privilegi con cui erano state
concesse a Messina le prerogative e le franchigie di cui
aveva fino ad allora goduto e di cui ora veniva privata
per la sua rivolta contro il governo spagnolo. Inoltre, a
partire dal 1673, aveva cominciato a funzionare a
Messina uno speciale archivio per la conservazione
degli atti notarili: in tale anno, infatti, il Senato di
Messina aveva adottato ad archivio due stanze del
palazzo senatorio e rivolto istanza al Viceré, Claudio
centonove pagina 30
Lamoral, principe di Ligne, perché ordinasse che in
esso fossero depositati da coloro che ne erano in
possesso gli atti dei notai defunti. Il Viceré emanò un
bando in proposito il 20 aprile del 1673, dando
quindici giorni di tempo per la consegna degli atti. Da
questo archivio notarile, che fu uno dei primi del
genere istituito in Italia, tra il 1895 e il 1896 furono
versati 35.096 volumi notarili degli anni 1400-1840
all'Archivio provinciale di Stato, che già, dal 1854 in
poi, aveva ricevuto gli archivi di uffici e magistrature
soppressi e numerosi versamenti di documenti da
parte di uffici e magistrature allora in funzione
Distrutta la città dal terremoto del 1908, il recupero
dei fondi archivistici fu quasi totale. La loro distruzione
si verificò, invece, il 25 maggio 1943, quando il
deposito più grande dell'Archivio fu colpito da
spezzoni incendiari durante una incursione aerea.
posterstoria
10 Ottobre 2014
DIAMO I NUMERI
Più di 800 visitatori in appena otto mesi
MESSINA. 883 visitatori, 149 persone coinvolte nelle
visite didattiche e 4567, tra volumi, libri e documenti,
consultati. Questi i numeri del 2014 (fino allo scorso
agosto) riguardanti l’attività dell’Archivio di Stato, che
è aperto tutte le mattine dalle 8 alle 14 e anche dalle
14,30 alle 17,30 il martedì e il giovedì. Tanti i fondi che
possono essere consultati dagli utenti. Econe alcuni:
Agenzie delle imposte (Castroreale, Lipari, Messina,
Mistretta), anni 1870-1897; Archivi gentilizi, anni 13081900; Archivio notarile mandamentale di Barcellona,
anni 1862-1942; Archivio notarile mandamentale di
Milazzo, anni 1856-1891; Atti dei notai del distretto di
Messina, anni 1400-1873; Atti dei notati del distretto
di Mistretta, anni 1508-1873; Atti dei notai del
distretto unico di Messina, anni 1815-1884; Avvocatura
distrettuale dello Stato, anni 1936-1980; Camera
agrumaria, anni 1908-1950; Casa di pena per donne,
anni 1901-1908; Comitati comunali di liberazione
nazionale, anni 1944-1946.
La Galleria Ina-Inps
sua trasformazione in spazio coperto è
infatti successiva alla costruzione.
L’edificio, o meglio i due edifici, sono per
stati un tempo erroneamente attribuiti a
Luigi Coppedè, l’architetto fiorentino
che fu maestro della tanto ingiustamente
bistrattata stagione dell’eclettismo
italiano, ma, sebbene a Messina non
manchino edifici da lui firmati o
attribuiti alla sua opera, i palazzi InaInps non sono riferibili all'architetto sia
stilisticamente, sia perché, negli studi per
un restauro “abortito”, è venuto fuori il
nome del vero progettista: e cioè il
friulano Gino Peressutti (Gemona del
Friuli, 21 giugno 1883 - Padova, 4
ottobre 1940), firmatario del progetto di
“Cinecittà” (insieme all'ingegnere Carlo
Roncoroni) e autore, sempre su
committenza Inps, della sede di Padova
(1936). Il progetto esecutivo del
complesso Ina-Inps, redatto nel 1927, (si
legge nella studio per il restauro)
prevedeva solo la chiusura al passaggio
pedonale dell’area senza includere la
copertura. E certamente all’architetto si
possono ascrivere i raffinati cancelli a
nord e a sud, che sono illustrati
minuziosamente nelle tavole. Assenti
completamente, invece, sono la
copertura a vetri e i prospetti interni. Se
ne deduce, quindi, anche per un certo
scarto stilistico tra la modulazione delle
facciate esterne e il partito decorativo
interno, che quest’ultimo sia stato
realizzato in una fase successiva e da
un’altra mano. I prospetti interni, infatti,
sono interamente dipinti con pitture
policrome e decorati con applicazioni in
calcestruzzo a basso rilievo di repertorio
neoclassico: capitelli, lesene e cornici. In
telai metallici con decorazioni molto
semplici è invece l’armatura della
copertura a vetri. Le pitture murali sono
quasi del tutto caratterizzate da un
repertorio che saccheggia a piene mani
dal primo Rinascimento, quando il
recupero della classicità raggiunse la sua
massima espressione. E così, mascheroni,
cornucopie e candelabri animano le
superfici accanto a elementi più semplici.
Per il resto, fanno capolino elementi del
repertorio liberty ed eclettico. Proprio
nella decorazione interna, si può trovare
una minima giustificazione che la
galleria sia stata attribuita a Coppedè,
fatto altrimenti incongruo. L’esterno,
invece, è caratterizzato da ordini
sovrapposti con finestre e bugnati che
riprendono motivi rinascimentali e del
Una parte dei fondi dell’Archivio
Manierismo, seppur semplificati secondo
il verbo razionalista dell’epoca, che
Peressutti adotto pienamente per la sede
Inps di Padona. Per anni, lo spazio della
Galleria è rimasto in uno stato di
conservazione che ha alternato alti a
bassi. La copertura ha i vetri non a
norma di legge. In pessimo stato, inoltre,
le decorazioni pittoriche e le applicazioni
in calcestruzzo, danneggiate dalle acque
piovane che via via si sono infiltrate dal
tetto. Ciò ha provocato il cancellamento
di parte delle pitture, il rigonfiamento
degli intonaci, la formazione di muffe e
l’annerimento dei decori. A tutto questo,
però, va aggiunto anche un intervento di
“restauro” del prospetto ovest,
riintonacato e dipinto totalmente un
paio di anni fa. A marcare a sud e a nord
gli ingressi, sono due campate
caratterizzate da una coppia di archi
ciascuna. La prima, verso il duomo che
propone due serliane. La seconda, verso
il municipio, due archi a estradosso
trapezioidale, che riprendono i motivi
delle aperture sui prospetti esterni. A
caratterizzare l’intero complesso, infine,
quattro fontane angolari con conchiglie
in travertino, pienamente coerenti col
sapore già razionalista delle facciate.
IN PARALLELO
La Biblioteca fenice
DEVASTATA DAI BOMBARDAMENTI DEL 1943,
RINACQUE INTORNO AL NUCLEO “PUZZOLO SIGILLO”
MESSINA. La biblioteca nasce
contemporaneamente all'istituzione dell'Archivio
di Stato di Messina, il 31 luglio 1954.
Il 25 maggio 1943, durante la seconda guerra
mondiale, quando la sede dell'Archivio fu
danneggiata durante un incursione aerea, anche il
materiale librario, che si trovava negli stessi locali
colpiti dalle bombe, fu distrutto o disperso,
lasciando la raccolta priva del suo nucleo
originale.
Quella dell’Archivio di Stato di Messina è una
biblioteca specializzata costituita soprattutto da
una sezione di supporto allo studio archivistico e
da opere relative alla storia di Messina e della sua
provincia. Un nucleo di 1230 volumi proviene da
una biblioteca privata, “Puzzolo Sigillo”,
acquistata per l'Archivio, intorno al 1962, dal
Ministero dell'Interno.
Il fondo librario è a carattere prevalentemente
giuridico ma contiene anche opere pregevoli,
antiche e rare, a partire dal 1500, riguardanti la
storia della Sicilia.
Sono presenti, inoltre, tre sezioni pertinenti la
storiografia e altre sezioni di opere a carattere
generale, di scienze economiche-politiche-sociali,
di letteratura e di dizionari ed enciclopedie.
La sezione periodici è ubicata nella sede
centonove pagina 31
distaccata dell'Archivio, contiene alcune delle
principali riviste di storia siciliana e messinese. Il
patrimonio librario si arricchisce di opere inviate
dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con
omaggi di enti e autori e con l'acquisto diretto da
parte dell'Istituto che verte, soprattutto, su opere
riguardanti la storia locale.
La biblioteca è aperta al pubblico tutto l'anno
tranne due settimane nel periodo di agosto. La
consultazione avviene nella Sala di Studio ed è, di
regola, riservata solo agli studiosi che effettuano
ricerche di archivio. Tuttavia, anche in
considerazione della difficile situazione delle
biblioteche della città, la sua consultazione è
consentita a tutti coloro che ne fanno richiesta.
Essendo essa una biblioteca annessa alla Sala di
studio, non è consentito il prestito.
10 Ottobre 2014
posterlibri
PALERMO. Un gruppo di studiosi approfondisce il significato etico e teologico del martirio di Padre Puglisi
Il vangelo secondo don Pino
A 21 anni dall’omicidio di Brancaccio, il saggio a cura di Massimo Naro, una rilettura
per Sciascia Editore delle vicende del prete fra i boss, “servo sofferente” enigmatico e profetico
DI
AUGUSTO CAVADI
MESSINA. Ancora una volta, il 15
settembre, la chiesa cattolica siciliana
ha fatto memoria del martirio di don
Giuseppe Puglisi, assassinato
esattamente ventun anni fa. Un
gruppo di studiosi, coordinato
dall’infaticabile don Massimo Naro,
ha voluto approfondire il significato
etico e teologico di questa vicenda
con un bel testo: Pino Puglisi per il
vangelo. La testimonianza cristiana
di un martire siciliano
(Sciascia,
Caltanissetta – Roma
2014, pp. 107).
Don Giuseppe Bellia
ha ripreso, cercando
nel Primo Testamento
e in particolare nel
libro di Isaia, la
tematica del martirio
alla luce della figura
profetica e enigmatica
del “servo sofferente”:
che, in una lettura
comprensiva, si
riferisce sì a Gesù di
Massimo Naro
Nazareth ma anche a
quanti si impegnano
per la verità e la giustizia. Giuseppe
Anzalone invita, sulla scia di papa
Francesco, ad adottare “la
grammatica della tenerezza per
leggere il caso serio di don Pino
Puglisi”. Di indubbia originalità il
contributo di Angelo Romano che,
LACERTI DI LETTURE
partendo dal progetto architettonico
ideato dal parroco di Brancaccio per
la costruzione della nuova parrocchia,
risale alla sua idea di comunità
cristiana come presenza forte e chiara
nel territorio, in alternativa ad altre
presenze, non meno forti ma non
altrettanto limpide.
Chiude il volume il corposo saggio di
don Cosimo Scordato che, con la
solita franchezza di toni, va alla
radice degli eventi: “la mafia ha
‘rispettato’ la Chiesa nella misura in
cui essa non ha
messo in
discussione il suo
controllo del
territorio e il prete
si è fatto affiziu ru
parrinu (l’ufficio
del prete) tutto
casa e cheisa,
promotore di
processioni: un
prete che campa e
fa campari. Ma don
Pino è venuto allo
scoperto, ha scelto
di uscire dalla
sagrestia e di vivere
fino in fondo i
problemi, i rischi, le speranze della
sua gente; non sono fisime le sue, egli
desidera, in quanto parroco, la
liberazione e la promozione del suo
popolo, accettando tutti i rischi di
una scelta, che dovrà fare i conti con
coloro che pretendono di avere un
controllo indisturbato del territorio”.
Ma se il succo della storia è questo, la
memoria del piccolo prete non può
che riuscire inquietante per i preti,
anzi per i cristiani, anzi per i cittadini
di oggi: quanti di noi sono disposti,
nell’esercizio quotidiano dei propri
compiti sociali e professionali, a
pestare i piedi dei mafiosi e dei loro
amici infiltrati nei gangli vitali della
società siciliana? Non è piuttosto
vincente, maggioritario,
l’atteggiamento di chi, navigando a
vista, si propone di evitare tanto
l’infrazione del codice penale quanto
la trasgressione di altri codici non
scritti che soli garantiscono quieto
vivere, favoritismi privati e in qualche
caso fortune elettorali?
LA CLASSIFICA
Don Pino Puglisi
DI FELICE IRRERA
Un pisano che vive a Firenze dedica proprio ad essa questi racconti, che sono vere
e proprie passeggiate d’amore e d’amicizia, di ozio e di lavoro in una città
ammirata per le bellezze artistiche, ma anche tanto ricca di scorci nascosti. È una
vera e propria ampia carrellata di luoghi e di ritratti di gente comune
Marco Innocenti, Firenze amara e dolce, Avagliano 2014, € 13,00
Casati Modigliani
Dan Brown
1Sveva
La moglie magica - Sperling & Kupfer
4
Inferno - Mondadori
Markus Zusak
Stefano Benni
2Storia
di una ladra di libri - Frassinelli
5
Pantera - Feltrinelli
Tiziano Tersani
Massimo Gramellini - La magia di
3straordinaria
Un' idea di destino. Diari di una vita
6
un buongiorno - Longanesi
Longaneri
www.wuz.it
FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA)
Voglia lenta
L’amore cieco è quello che ha più
immaginazione. “Peggio sarà quando,
telefonando, le nostre facce potremo vedere, è
meglio adesso che, immaginando, ciascuno si
figura il suo piacere, e la parola, calma calda dice,
mentre la mente, svelta creatrice, gioca la gioia delle sue
invenzioni, vedersi creerebbe confusione. L’amore è cieco ma
sa immaginare.” A volte il desiderio deve essere declinato,
ratificato, con le parole. Ciò lo rende più erotico, più
immaginifico, più esaltante. “Non voglio solo il tuo corpo
gioioso, il grido che tu nutri nella gola, lo sguardo che arde
muto nel riposo, ma la tua voce e la tua parola.”
La bellezza delle donne si sublima nell’estasi dell’orgasmo, non
bisogna perdersi questa visoni distraendosi con il proprio
banale piacere.
“Per quanto bella tu ti sia sentita, mai lo sei stata come
quando gridi, ora, il mio nome, e chiudo gli occhi alzando il
volto, e ridi, le mani aperte in quella posizione, e immobile
godi il tuo piacere: vorrei che tu potessi vedere. ”
Quel rallentare saggio che sa che l’orgasmo è l’apoteosi, ma
anche la fine, del piacere.
“Attenta, attenta: ora non corriamo incontro uno all’altra con
urgenza, come reduci urlanti nel richiamo: lascia che entri con
voglia lenta, molto lenta, e tienimi lo sguardo, attenta,
attenta.”
L’amore ebbro è il più esaltante.
“Del tabacco non so: quanto a Bacco, è noto il suo dolcissimo
favore, la sua alleanza al piacevole attacco a Venere, nel
punto dell’amore, in giusta dose e nel giusto momento,
delicato filtro coadiutorio per fare rossa un’occasione rosa.”
La dolcezza impagabile dell’ultimo abbraccio intimo.
“L’orgasmo è venuto, travolgente, e per di più
contemporaneamente, meravigliata e doppia commozione.
centonove pagina 32
Ora, dentro di te, vado sfiorando, rientro nei miei limiti,
m’arrendo, però senza sospetto di viltà, all’umana
stanchezza, e tu, sentendo, ti stringi attorno alla mia umiltà.”
L’amore che a tarda notte si intrufola sotto le coltri,
assonnato, cieco: improvviso bisogno che interrompe il sogno.
“Mi sveglio: il buio caldo attorno, e la scienza di te che dormi
accanto, a onde invasa da fiato fondo, e non lo vorrei fare,
ma porto la mia mano sul tuo sesso e con le dita frugo e tu,
dormendo, prendi ad ansimare sognando ciò che in sogno ti
è permesso.”
Le gambe delle donne: morbidi leve che nell’orgasmo
cingono e trattengono con tenera pressione l’amante,
garantendo la prosecuzione della specie.
“<Arti atti alla deambulazione> il dizionario chiama le tue
gambe. Definizione stramba fra le strambe. Le cosce: due
piedritti caldi e lisci di un architrave sapido e vermiglio.”
Lacerti tratti da: “Amore morale ” (parteII) - 2001
Roberto Piumini
10 Ottobre 2014
posterlibri
L’INTERVISTA. A tu per tu con Silvia Senestro, autrice di Opera di mammà
«Vi spiego perché è tutto sua madre»
Il saggio di una psicologa piemontese su 10 tipologie di donna: dalla Twister alla Hello Kitty ecco
come l’imprinting influenza la vita dei futuri adulti. Un viaggio di studio ma con il gusto
DI
MARIA TIZIANA SIDOTI
RACCONIGI. Due bambole di matrioska:
una grande, nella tradizione russa, la
"madre", l'altra piccola ossia il "seme", il
neonato in fasce. È questa l'immagine di
copertina del saggio "Opera di mammà"
di Silvia Senestro, psicologa clinica
piemontese. Che, pubblicato dalla Casa
Editrice Kimerik, siciliana di Patti, nella
collana didasko, è un viaggio nel mondo
delle madri e non solo. Un percorso
nell'imprinting materno che conduce a
10 tipologie di mamme: dalla Twister
alla Hello Kitty, dall'Istitutrice alla
Protagonista con una serie di casi e
"segni" in cui il lettore può riconoscersi,
con l'idea che sia la madre che il figlio,
"opera di mammà" per l'appunto, possa
emanciparsi e trovare una sua giusta via
di equilibrio, e la convinzione anche che,
nonostante l'azione materna, il figlio
attraverso altri punti di riferimento come
scuola o amici, attraverso la crisi
adolescenziale ed il proprio spirito
creativo, possa liberarsi dal giogo di certi
errori materni e talvolta
raggiungere risultati
straordinari, anche per un
senso di rivincita, che a
volte non avrebbe ottenuto
in una famiglia più sana. E
questo viaggio la Senestro
lo fa con aneddoti, episodi
esperenziali e citazioni
scientifiche ma anche con
humour, fino al grottesco
ed al tragicomico,
alleggerendo un bagaglio
in sè delicato e doloroso.
Come e quando è nata
l'idea di questo suo lavoro "Opera di
mammà"?
«Lavorando con pazienti adulti, io vedo
gli esiti "sul lungo periodo" del
condizionamento materno. Ho avuto
decine di pazienti di 40 o 50 anni che
denunciavano stati di malessere
psicologico legato ad esperienze di vita
molto remote, dovute, appunto, alla
relazione con le loro madri. Ovviamente
nel mio libro non c'è nessun
accanimento contro le mamme che già
troppo spesso vengono bersagliate da
critiche ma un intento costruttivo».
È stato un lungo lavoro?
«È stato lungo il lavoro di raccolta dei
casi clinici: in pratica 10 anni passati nel
mio studio ad ascoltare storie di vita e a
registrare mentalmente in quali e quanti
modi l'opera delle mamme possa essere
nociva. Oltre alle esperienze lavorative
va naturalmente sommata quella
personale di mamma e di frequentatrice
di luoghi come le scuole e i giardinetti,
un vero e proprio palcoscenico. La
stesura del libro, invece, è stata più
breve: ho iniziato a scrivere quando ho
sentito di avere materiale a sufficienza»
La scelta di un registro ispirato
all'ironia?
«Quel tipo di registro mi appartiene nella
vita professionale e in quella privata.
Non è raro che i miei pazienti si
ritrovino, durante una seduta, a
sorridere o anche a sghignazzare di
aspetti che erano sempre e solo stati
fonte di sofferenza. Poi magari dopo 10
minuti piangono... smuovere emozioni
efa parte del mio lavoro».
Da "La Nichilista o che vita vuota, che
vuota vita" a "La Protagonista", dalla
"Twister o un tornado d'amore" alla
"Hello Kitty", da "La Bodyguard ossia
Ti proteggerò io" a "La Sposa", dalla
"Mamma perfetta" all'"Impegnata e
l'Evanescente" ossia 10 tipologie:
quale reca più danni al bambino
futuro adulto?
«Credo che le mamme potenzialmente
più pericolose siano quelle che, per
amore, fanno troppo. Le mamme
iperattive fanno, disfano,
proteggono, si sostituiscono
ai figli nell'esplorazione,
nella comprensione,
nell'interpretazione del
mondo circostante. Il piccolo,
avvolto in un bozzolo
protettivo ma soffocante,
viene esposto ad una
quantità notevole di rischi
futuri. No, quindi, alla
mamma Bodyguard, che si
pone come una guardia del
corpo del figlio, e alla
Twister, che vive e opera
come un ciclone inarrestabile. Tipologie
come l'Impegnata, l'Evanescente, e
perfino la Nichilista, pur commettendo
degli sbagli e arrecando sofferenza ai
figli, per lo meno lasciano loro uno
spazio per crescere, qualche possibilità di
scelta, un vuoto da riempire. Il figlio,
crescendo, dovrà fare i conti con quel
vuoto, e ne soffrirà ma tendenzialmente
sarà meno danneggiato rispetto ai figli di
mamme-ciclone o iperattive».
"In medio stat virtus" dicevano i filosofi
scolastici, ispirandosi ad Aristotele:
questo sembra essere anche lo spirito del
suo saggio.
«Assolutamente sì. Viva la misura, il
buon senso, il giusto mezzo. La "Madre
Perfetta", come si evince dal libro, è
spesso una donna sull'orlo (o in piena)
crisi di nervi. "The Normal One" è una
donna imperfetta, stanca, con i suoi
pregi e difetti, che permette al figlio di
fare esperienze dirette di vita, gli
trasmette amore per la vita e fiducia nel
futuro, lo protegge con misura, vive con
Silvia Senestro
saggezza la propria età, nonostante i
mille impegni riesce a dedicargli un pò
di tempo autentico, lo rispetta per quel
che è, lo aiuta a diventare
progressivamente autonomo... tutto
qui... facile no? Scherzi a parte, non
esiste una ricetta; credo che amore e
senso della misura siano gli ingredienti
base, poi è il nostro figlio che ci
insegnerà a fare la mamma, giorno per
giorno».
So che molti le hanno chiesto, perchè
non un libro anche sui padri che,
comunque, nel suo testo sono
menzionati e descritti accanto alle
tipologie di madri. Io le chiedo,
invece: ha pensato anche ad
un'appendice sulle nonne, in qualche
caso da lei citate, a volte molto
"presenti" nella vita dei nipoti?
«Grazie di cuore per non avermi fatto la
domanda sui padri! Me l'hanno fatta
talmente tante volte alle presentazioni,
che d'ora in poi mi stamperò la risposta
su una maglietta. Ma veniamo alle
nonne. Oggi molte nonne trascorrono
parecchio tempo con i nipoti, assumendo
al 100% un ruolo educativo
fondamentale. Di nonne Bodyguard e
Twister ne ho viste a decine ai
giardinetti. Non mancano nemmeno le
Nonne Perfette, le Nichiliste, le
Evanescenti e (sob) le Hello Kitty, che si
vestono e si comportano come
adolescenti. Sarebbe interessante
occuparsi delle differenze regionali su
questo argomento; qui in Piemonte
osservo una prevalenza di mamme e
nonne Bodyguard e Nichiliste. Chissà
cosa accade in Sicilia? Quel che è certo è
che oggi non può più valere la vecchia
regola secondo cui ai genitori spetta il
ruolo educativo, mentre i nonni servono
a coccolare e viziare i nipoti: questo può
funzionare nei casi in cui il nonno vede il
nipote 2 ore la domenica pomeriggio ma
non quando il rapporto è quotidiano.
Quindi anche per quanto riguarda le
nonne, sarebbe auspicabile quella sana
via di mezzo condita di buon senso di
cui raccontavo prima»
Lei vive e lavora nel piemontese:
com'è nata la collaborazione con la
Kimerik, casa editrice di Patti?
«Ho conosciuto indirettamente Kimerik
un paio di anni fa, quando una mia
amica ha pubblicato una raccolta di
poesie. Questa Editrice lascia grande
spazio agli scrittori emergenti, anche alla
prima esperienza, e così è nata questa
collaborazione che mi sta dando grande
soddisfazione nonostante la distanza
geografica».
"Opera di mammà" è la sua opera prima:
progetti futuri di scrittura e non?
«Ora mi sto riposando perché con la mia
famiglia siamo reduci da un periodo
faticosissimo. I miei bambini hanno 6 e 4
anni, mio marito viaggia molto per
lavoro, nel giro di pochissimo è uscito il
libro e abbiamo traslocato..ho
accumulato una quantità di fatica
smaltibile in non meno di 1 anno».
ZOOM
Kimerik, una storia "lunga" 15 anni
PATTI. Mentre Silvia Senestro, autrice di "Opera di mammà", è piemontese di Torino, e
nel cuneese, a Racconigi, opera nella Psicologia Clinica per adulti, la Kimerik, casa
editrice che ne ha pubblicato il saggio, è di Patti: con un nome che rimanda al
"kimerico" delle parole, e alla velocità di internet, dove il "ch" ha ceduto all'uso della
"k", per l'appunto, nata nel '99. Reduce dalla Fiera del Libro di Catania di fine settembre,
dall'8 al 12 ottobre è a quella di Francoforte, e a novembre dal 7 al 9 a quella di Chiari,
e dal 14 al 17 all'omologa di Padova, mentre in Sicilia gli appuntamenti sono il 14
ottobre alle 17 a Catania al Castello Leucatia con i finalisti del primo Thrinakrìa, tra cui
Lina Tringali che il 28 alla catanese Biblioteca Comunale Livatino presenta "Odori e
sapori di casa mia". 5 autori della Kimerik sono tra i vincitori del Tulliola Renato
Filippelli: il messinese Antonino Crisafi con "Gocce d'amore", e Giancarlo Piciarelli,
romano, con "Come quando fuori piove", terzi ex aequo, e Giuseppa Mistretta di
Corleone con "Lettera a Corleone", e lo spezzino Lorenzo Tenerani con Geminix", quarti
per la narrativa, ed il nuorese Albino Bernardini, secondo nella saggistica con "Un
secolo di memorie", premiati il 7 ottobre a Formia. (M.T.S.)
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posteriniziative
PROTAGONISTI. Messina vista con gli occhi di un grande viaggiatore greco
stessi abbiamo visto con i nostri occhi
molte loro buone azioni, in meno di
cinque mesi di permanenza lì. Perciò,
spesso, se il prete annunziava che
qualche connazionale era in difficoltà,
loro subito accorrevano ed aiutavano
con affetto e cristiana solidarietà. La
sola cosa finora trascurata da loro,
Tra il 1864 e il 1865 il soggiorno nella città dello Stretto dell’intellettuale originario di Cefalonia.
forse per il loro modesto numero, è
stata di chiamare qualche maestro per
La sua testimonianza che abbraccia una pagina di storia importante per la comunità ellenica
istruire i loro figli che rischiano di
perdere la loro lingua avita. Non si
DI DANIELE MACRIS
in gran parte
pensi che diciamo assurdità, dal
Epiroti,
momento che non solo noi, ma anche
MESSINA. Qualche tempo fa,
soprattutto tra i
molti altri Greci, siamo stati testimoni
sull'importante rivista “Thisavrismata”,
nuovi arrivati. Si
oculari di tale problema! E con le
organo dell'Istituto Ellenico di Studi
stabilì per prima lì
nostre orecchie abbiamo sentito i figli
Bizantini e Postbizantini di Venezia lo
la famiglia del pio
dei Greci di là non poter sillabare
studioso G. Moschopulos ha
e benedetto da
neppure una parola in greco, mentre si
pubblicato, in neogreco, un
Dio Faraone, a cui
esprimevano perfettamente in dialetto
interessante resoconto di viaggio
esprimo
siciliano. Dunque i Greci di Messina
dell'intellettuale Spyridon
gratitudine,
d'ora in poi non trascurino questo
Aravandinòs, originario di Cefalonia,
insieme con quella
fatto, che costituisce il loro più
dove insegnava, autore, tra l'altro, di
di Dhimitrios
importante dovere per due motivi.
una traduzione del "Paradise Lost" di
Petropetsiotis, per
Il primo è che i loro figli sono uomini e
Milton (1898) e appartenente all'élite
le cure e le
ogni uomo, se si vuole distinguere e
intellettuale dell'isola dello Ionio, in
gentilezze che
non essere uguale alle bestie, deve
relazione con i più noti Verghotìs,
vollero riservarmi
istruirsi secondo il possibile, e
Melissinòs, Avlichos.
durante il mio
secondariamente perché si trovano
Anche se non disponiamo di cronologie
breve soggiorno a
come pecore tra lupi che, in mancanza
precise sulla vita dell'autore, sappiamo
Messina. Gli
del pastore, un maestro greco
che egli soggiornò a Messina tra i primi
epiroti iniziarono
ortodosso, che parli bene il greco,
di ottobre 1864 e la metà di marzo del
a convenire a
come dice Plutarco, saranno sbranati.
1865 e ha lasciato memoria di questa
Messina ai primi
Li divoreranno. Dunque preghiamo i
sua permanenza in autografi del 1865
del XIX sec. e poi
cari Greci di Messina di obbedire a
e del 1875. La sua testimonianza
dopo il 1862. Loro
queste esortazioni e a quelle del
appare certamente interessante e
parrocchia era la
Vangelo e degli antenati e di
contribuisce a gettare nuova luce su un
chiesa di S. Nicola
comprendere che non c'è Ermes
oggetto di indagine piuttosto negletto:
dei Greci fino al
mercante senza quello colto,
tra le curiosità, il fatto che l'autore
1842, quando,
soprattutto ai nostri giorni. E se alcuni
conosce bene l'italiano e annota
durante una festa,
loro figli vogliono farsi strada , è
parecchie particolarità del dialetto
una massa
assolutamente necessario, come dice
messinese; l’informazione che nella
fanatica ed
l'ispirato salmista, avere un'istruzione,
chiesa di S. Gregorio, da lui
impazzita,
che è il solo elemento divino ed
erroneamente definita "Palamàs", vi
spalleggiata dalla
immortale. Questo, in breve, ho visto e
sono icone di inestimabile valore; e che
forza pubblica,
ho conosciuto della comunità greca di
il prof. Pietro Macrì, docente presso il
cacciò dalla chiesa
Messina".
liceo "Maurolico", era di origine greca,
sia il sacerdote
Il documento qui tradotto è scritto in
in quanto la sua famiglia proveniva da
che i fedeli
lingua colta e traspare la profonda
L’icona di San Nicola
Cefalonia ed era giunta a Messina
ortodossi. Dopo
cultura classica e religiosa dell'autore.
intorno al 1750, dopo la peste del
molti sforzi e
Ispirato certamente dagli ideali della
spesa di 1200 talleri, ma senza
1743; e veniamo anche a conoscenza
fallimenti, non potendo costringere i
nascente nazione greca, proprio nel
ottenere nulla, com'è logico. Gli
del passaggio a Messina nel 1856 del
Greci a rinnegare la fede,
1864 le Isole Ionie erano state
avvocati italiani, interessati a spremere
poeta Panajotis Panàs, che, ispirato
consegnarono la chiesa ai grecoaggregate al regno di Grecia, egli
il loro portafoglio al completo, dicono
dalla triste condizione
cattolici, che avevano promesso
sottolinea l'importanza dell'elemento
La comunità greca
loro che vinceranno senza dubbio, e
del popolo, aveva
molto, e ancora è occupata da
culturale e della conoscenza della
loro credono! E continuamente si
composto una lirica
lingua come asse principale della
di Messina, che annovera loro. Da allora i numerosi
sente dire che " finora non abbiamo
dai nobili contenuti
Ortodossi si riuniscono in una
coscienza della stirpe. Il suo
appena 70 anime, è
fatto nulla, ma questa volta, lo
civili. Particolarmente
sala di preghiera. Tuttavia la
pessimismo sulle sorti del processo
composta da Greci
vogliano Dio e S. Nicola, vinceremo la
interessante ci
Comunità, non pensando
per la chiesa di Messina sarà
causa riavremo la chiesa".
sembra, poi, la parte
logicamente, nel 1861, con
smentito, però, dai fatti: nel 1879 la
provenienti da varie
Magari
fosse
possibile!
Ma
non
si
è
mai
riguardante la
l'approvazione
del
generale
chiesa di S. Nicola sarà restituita ai
regioni, perlopiù
sentito di processi
comunità greca della
Garibaldi , grato ai Greci per la
Greci ortodossi.
commercianti
E con le nostre orecchie
intentati e vinti senza
città in un momento
loro vicinanza alle lotte degli
Sorprende pure la
documenti né riscontri!
particolare della sua
Italiani, che in quell'anno
mancata menzione del
abbiamo sentito i figli
In verità a quelli che
millenaria storia, mentre dal 1842 la
liberò anche la città dei figli di
consolato greco e delle
dei Greci di là non poter
hanno promosso questo
chiesa di S.Nicola era stata occupata
Aristomene dai tiranni, invece, dico,
famiglie greche più in
sillabare neppure una
processo assurdo proprio
dai greco-cattolici ed era in atto un
quell'anno di unirsi e di marciare verso
vista, che noi
per la chiesa di S.
processo che sarebbe terminato nel
la chiesa, come fecero proprio allora i
conosciamo da altre
parola in greco, mentre
Nicola, si addice il detto
1879 con piena soddisfazione dei Greci
Greci di Barletta, e di cacciare di là
si esprimevano perfettamente fonti del tempo: Vrettòs.
"Senza remi né vele, S.
ortodossi e con la restituzione della
due o tre limati che la occupano, e
Voutsinàs, Varvesis,
in dialetto siciliano
Nicola, aiuta".
chiesa, notevole centro d'arte
prenderne successione e possesso, non
Pallios, Stavidhis (o
Comunque, tralasciando
iconografica e di spiritualità. Ne
lo fece! Ma senza alcun indizio né
Stavridhis), Stathopulos,
tutto ciò, i Greci a
riportiamo la nostra traduzione:
traccia della proprietà della chiesa, dal
Skenderanis, mentre
Messina con divino zelo agiscono,
"La comunità greca di Messina, che
momento che i documenti, conservati
dopo qualche anno il prete grecoritorniamo all'argomento principale ed
annovera appena 70 anime, è
a Palermo fino al 1859, sono andati
ortodosso di Messina sarà Anghelos
essenziale. Tutti questi Greci sono
composta da Greci provenienti da
bruciati, la Comunità due anni e
Aravandinòs, non si sa se omonimo o
uomini pii, religiosi ed umani. Noi
varie regioni, perlopiù commercianti,
mezzo fa ha citato gli Uniati, con una
parente del Nostro.
A spasso con Aravandinòs
“
“
”
”
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posterluoghi
L’INTERVISTA. A tu per tu con l’attrice Marika Pugliatti. Finalmente con una opera tutta SU-A
In principio fu Ofelia
Da studentessa a Messina indecisa tra filosofia e palcoscenico, ad attrice-produttrice indipendente.
«Ma non dimentico i primi passi con Marchetti e una città da cui mi sento dolorosamente estranea»
DI
GIGI GIACOBBE
MESSINA. «A folgorarmi fu una
pubblicità. Parlava di un corso estivo su
Pirandello, Fo e Feydeau, tenuto da un
attore che stimavo, Maurizio Marchetti.
Decisi di iscrivermi anche se studiavo
Filosofia e sognavo di fare la
giornalista... ». Ricorda così i primi passi
di una straordinaria carriera
l’affascinante Marika Pugliatti, classe 71,
indimenticabile interprete di Ofelia
nell’Amleto di Carlo Cecchi, che decretò
il suo debutto come professionista.
Qual è stata la molla che ti ha spinto
a un certo punto a scegliere il teatro?
« La molla scatenante? Vorrai dire le
molle! Il breve corso estivo mi aveva
conquistata. Così, finito quel
laboratorio, Marchetti con Donato
(Pupetto) Castellaneta, un grande
insegnante e attore, fondarono una
scuola; feci il provino e mi presero. Il
punto è che durante il primo anno io
non riuscii a mantenere i due impegni,
Università e Teatro; da brava ragazzina
diligente, continuavo l’Università e
tralasciavo il corso teatrale; fino a
quando non mi arrivò una bella letterina
di ammonizione da parte del corpo
docente della scuola di Teatro. In quel
preciso istante non so cosa sia scattato:
penso rabbia, perché stavo mollando
qualcosa che mi faceva bene! E così
decisi rabbiosamente di continuare e,
appunto, non mollare. Per questo parlo
di due “molle scatenanti”: il piacere e la
rabbia ».
Che cos’è il Teatro per te?
«Vita! Cioè, deve essere Vita, perché
deve essere portatore di Vita e non di
Morte, come ormai spesso accade
perché ci si rifugia in una remota idea di
Bellezza, virtuosismo e bravura fine solo
a se stessa. Per me invece, così come è la
Vita, il Teatro deve essere Cambiamento,
passando anche attraverso la crisi,
Esperienza, mettendo la propria storia
personale al servizio del personaggio,
Comunicazione, cioè in un filo
comunicativo di relazione tra l’attore, i
compagni in scena e il pubblico,
Concretezza perché ogni cosa deve
accadere perché è, esiste e non è il mero
frutto di un pregiudizio, di un’idea
portata da casa; e quindi, da tutto ciò il
Teatro è Azione, Onestà, Emozione e
Credibilità ».
In genere quali sono i ruoli che ami o
preferisci di più?
« Ho la tendenza a ricreare una storia
attorno a ogni ruolo, a ogni
personaggio, un filo biografico e logico
legato alla breve vita che esso ha in
scena, facendolo diventare una persona
e fornendolo di un ricco e, a volte
Marika Pugliatti
troppo, fantasioso bagaglio d’esperienza.
Adoro però i personaggi sanguigni o
quelli gelidi, quelli fortissimi oppure
fragilissimi, comici quasi grotteschi
oppure tragici... Ecco, i personaggi senza
mezze misure...».
Quali sono stati i registi che ti hanno
insegnato davvero qualcosa di Teatro?
«I registi che sono diventati dei veri
maestri per me sono i registi/attori! Per
me il teatro è il mondo dell’attore che
diventa corpo del testo e dell’idea...
Sembrerò una fanatica ma per me senza
gli attori non esiste nulla in
palcoscenico! Il regista/attore che mi
piace è quello che conosce e riconosce in
chi è in scena se stesso e, come tale, lo
protegge, a tutti i costi, facendolo
rischiare, mettendolo in crisi forse,
durante le prove, dando a esse un vero e
proprio, facendo sì che diventino non
ripetizione di qualcosa venuto bene una
volta o d’esecuzione di un’idea portata
da casa, ma momenti di creazione!
Quindi, anche se ogni regista incontrato
nella mia vita è stato fondamentale per
un verso o per l’altro, volendo fare i
nomi di alcuni, dico in ordine
cronologico d’incontro e non
d’importanza: Donato (Pupetto)
Castellaneta, Carlo Cecchi ed Enzo
Vetrano. Ognuno di loro ha segnato la
mia vita artistica e personale».
Perché non vivi più a Messina e hai
deciso di trasferirti a Palermo?
«Mi sono trasferita a Palermo tanti anni
fa e non è, spero, la tappa definitiva
della mia vita. Allora ci andai perché
decisi di frequentare il Teates, di Michele
Perriera, che un mio vecchio fidanzato
attore mi consigliava, conoscendo
abbastanza bene i miei gusti teatrali. Lì
rimasi per un po’, feci tante esperienze,
mi trasferii non felicemente a Roma,
tornai di nuovo a Palermo che divenne il
mio punto di ritorno dalle tournée e poi
scoprii Madrid, un altro incontro
karmico. Poi tornai nel capoluogo
siciliano che sentivo (e sento tuttora)
essere la mia città in Italia. Devo
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ammettere che a Messina non sono mai
riuscita a inserirmi davvero. Avendo
vissuto buona parte della mia vita
professionale e personale fuori, ho la
sensazione di avere lì indubbiamente
una radice anagrafica ma anche di
sentirmi un’estranea... Quando ritorno,
non spessissimo a dire la verità, lo faccio
per la mia famiglia o in tournée o
chiamata per spettacoli di registi non
messinesi. È una realtà, quella teatrale
della mia città, che ho probabilmente
trascurato! E un po’ mi dispiace...».
Quali sono stati gli spettacoli che hai
amato di più?
«In ordine cronologico: Amleto, con la
regia di Carlo Cecchi, dove interpretavo
Ofelia. Dove ho appreso un metodo di
lavoro che a oggi mi sembra essere il
migliore e il più poeticamente concreto.
Poi Mondo di carta, con la regia a
quattro di Enzo Vetrano, Stefano
Randisi, Elena Bucci e Marco Sgrosso.
Un piccolo ma molto bello, secondo me,
spettacolo sulle novelle di Pirandello. Da
quel momento in poi per svariati anni
ho lavorato con questo sodalizio
artistico a quattro. Quindi Tragedia a
mare con la regia di Alfonso Santagata:
una macchina teatrale frenetica sulla
spiaggia, in cui facevamo tutto e tutto
noi attori e dove ho incontrato un altro
grande attore/regista e dei colleghi
bravissimi. Una bellissima esperienza.
Infine SU-A, il mio spettacolo
finalmente».
Perché hai deciso (come questo SU-A)
di fare spettacoli tutta da sola?
« L’attività di attrice /autrice /regista
/produttrice indipendente è nata dalla
necessità dei tempi che stiamo vivendo;
ma da questa necessità è nato anche il
piacere di modulare ogni cosa in base al
cambiamento. Ogni replica per me è una
prova e le prove sono, a mio parere, il
momento più bello di uno spettacolo.
Ora, essendo io il regista, io l’autore, io il
produttore e l’unico coprotagonista è il
pubblico (perché per me lo è!) mi sento
libera di cambiare, tagliare, sentire e
vivere la scena senza preoccuparmi di
altro ».
Ti piacerebbe ritornare a Messina?
« Sì, certo! Mi piacerebbe dimenticarmi
di quel senso di estraneità dolorosa di
cui parlavo prima. Ci sono nomi che
stimo e mi piacerebbe che qualcuno di
loro mi chiamasse a collaborare».
RITRATTI
Quando sognava di diventare giornalista
MARIKA PUGLIATTI è nata a Messina il 5 giugno 1971, gemelli ascendente
scorpione. Ha frequentato il Liceo Classico e poi per soli due anni Filosofia
all’Università di Messina fino a quando non ha incrociato nella sua vita il
Teatro. Il papà, Enzo (Vincenzo) fa il ginecologo e la mamma (Claudia) la
casalinga. Ha un fratello, Carmelo, e una sorella, Alessia, entrambi più piccoli
e occupati nel campo dell’arte: il fratello fa il pittore e la sorella cura un
settore della Biennale di Venezia. Inizia a fare teatro nel 1990, quando si
iscrive a un corso estivo tenuto dall’attrore messinese Maurizio Marchetti.
Ancora frequentava la facoltà di Filosofia ma sognava di frequentare il Dams,
vivere a Bologna, iniziare gli studi per diventare giornalista oppure
agente/manager d’attori, una novella talent scout o una casting director. Le
cose sono andate in maniera diversa...
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posteratavola
GASTRONOMIA E IDENTITÀ
DISTRETTI PRODUTTIVI. Ventidue paesi in mostra in Sicilia dal 9 al 12 ottobre
Blu sea land a Trapani
MAZARA DEL VALLO. I distretti
produttivi e le filiere agro-itticoalimentari di oltre 22 paesi del
Mediterraneo, dell'Africa, e del
Medioriente allargato saranno i
protagonisti della prossima edizione di
Blue Sea Land, in programma tra
Mazara del Vallo, Palermo, Gibellina e
Marsala. Dal 9 al 12 ottobre, in un
percorso itinerante tra le città siciliane,
si potranno conoscere le eccellenze
gastronomiche del gusto e le
peculiarita' culturali tipiche di ogni
area geografica tra dibattiti, incontri ed
esposizioni. L'evento è promosso dal
distretto produttivo della pesca,
insieme alla Regione Siciliana e ha il
patrocinio dei Ministeri degli affari
esteri, dello sviluppo economico e delle
politiche agricole alimentari e forestali
e di Expo 2015. Cuore pulsante della
L’area interessata all’esposizione
RASSEGNE
Il ritorno di Taormina gourmet
TAORMINA. Tre giorni di eventi, quattro alberghi coinvolti (Villa Diodoro, Grand
Hotel San Pietro, Hotel Imperiale, Grand Hotel Timeo), i vini di oltre cento cantine,
degustazioni, chef stellati e tanto altro. Sono solo alcuni dei numeri di “Taormina
Gourmet”, evento di Cronache di Gusto, giornale on line di enogastronomia, giunto
quest’anno alla sua seconda edizione. Da sabato 18 ottobre a lunedì 20 ottobre,
Taormina, si trasformerà nella capitale del gusto. Arriveranno da ogni parte d’Italia
migliaia di appassionati e centinaia di produttori di vino, ristoratori e gestori di
enoteche. Gli eventi si svolgeranno in quattro diverse location:alcuni tra i più
prestigiosi alberghi della perla dello Ionio. Uno sforzo organizzativo imponente.
Taormina Gourmet allestirà i banchi di assaggio per ospitare i vini di oltre cento
cantine provenienti dall’Italia e dall’estero. Ci saranno poi le degustazioni verticali
specifiche di alcune grandi etichette, un seminario sugli oli d’eccellenza e una
degustazione di cinque stagionature di Parmigiano Reggiano. Addetti ai lavori,
ristoratori e gestori di enoteche, possono accreditarsi eventi@cronachedigusto.it
rassegna sara' il grande expo che sara'
allestito nella casbah di Mazara del
Vallo. In programma anche una serie di
conferenze di tipo tecnico-scientifico,
divulgativo, politico e culturale tra cui
il ''Foro per l'Africa e il Medioriente
allargato'' con l'incontro fra i Ministri e
i rappresentanti delle istituzioni
scientifiche della pesca provenienti dai
Paesi del Mediterraneo e del
Medioriente allargato, la sessione
plenaria dell'Osservatorio
Mediterraneo della pesca, dedicata al
progetto ''Nuove rotte verso la blue
economy'' con le maggiori espressioni
istituzionali e scientifiche dell'Unione
europea e della Fao e la presentazione
del progetto Qualimed e del
cluster del biomediteraneo all'Expo
2015.
APPUNTAMENTI
Jazz e cibo a Baciamolemani
PALERMO. Il jazz e il cibo. Un binomio del piacere che
caratterizzerà il nuovo appuntamento con venerdì 10 ottobre
alle 21 con la rassegna “Suoni e sapori” del ristorante
Baciamolemani di corso Vittorio Emanuele 176.
Protagonista sarà lo Stefano Basile jazz quartet. La band è
composta da Stefano Basile (sax), Andrea Palumbo (piano),
Anna Giannola (contrabbasso) e Gianfranco Ficano (batteria).
Inoltre Saverio Greco questa
settimana ha ideato una
cena chiamata “Lo chef
consiglia”. Il menù prevede
antipasto primo e dessert a
scelta a scelta fra: cocktail di
scampi, verticale di calamari
Stefano Basile jazz quartet
con brunoise di verdure,
flan di funghi con fonduta di formaggi, paccheri al sugo di
maialino nero dei Nebrodi, ravioli di melanzana sugo di cernia
e menta, casarecce salsiccia finocchietto ricotta, tortino al
cioccolato, parfait di mandorle, cannolo scomposto. “Suoni e
sapori” con le sue cene a tema continuerà ogni venerdì fino a
dicembre. I prossimi appuntamenti saranno: 17 ottobre Non
dire no con l’omaggio a Lucio Battisti, 24 ottobre Chiara
Minaldi, 31 ottobre Lizard’s band con l’omaggio a Rino
Gaetano e ai Doors, 7 novembre le Morgane, 14 novembre
Filippo Cannino e Filippo Verna Cuticchio, 21 novembre Nancy
Ferraro Trio, 28 novembre
Alexandre Vella duo, 5
dicembre Eleonora Tomasino e
il 12 dicembre si chiuderà il
cerchio ancora con Alessandra
Salerno e Umberto Porcaro con
le canzoni di Natale in chiave
blues.
centonove pagina 36
DI GIUSEPPE RUGGERI
La Madia, due stelle
più che meritate
CON UN CERTIFICATO d'eccellenza 2014 e
due stelle Michelin guadagnate sul
campo, il locale “La Madia” di Licata è
entrato, a buon merito, tra i dieci migliori
ristoranti siciliani. La connotazione
qualitativa, tuttavia, non può esaurire il
carico simbolico che la gastronomia - e
non solo in Sicilia - porta con sé da
tempo più che immemorabile. C'è infatti
da soggiungere che l'arte culinaria, con il
suo carico di usi e tradizioni, finisce per
costituire un caposaldo indiscusso
d'identità. Dove per identità s'intende
l'insieme delle peculiarità che
caratterizzano un popolo, improntandone
la storia e significandone le ragioni stesse
del suo esistere. Tale doveva essere,
l'intenzione di Pino Cuttaia il quale,
ritornato dalle brume nordiche alla nativa
Licata, decide d'impiantarvi la propria
attività. Il pallino della gastronomia lo fa
spaziare, culturalmente parlando, nella
direzione del recupero di gusti e sapori
dimenticati e che, assemblati in miscela
sapiente, trasformano in opere d'arte
ogni singolo piatto per quell'unicum
irripetibile rappresentato da ciascuno.
Sedere a un tavolo de “La Madia”
equivale a percorrere – anzi a
ripercorrere – itinerari dai quali, più o
meno volutamente, ci siamo allontanati
in favore di una frenetica omologazione,
una sorta di “globalizzazione del gusto”
che raggiunge nel Mac Donald-pensiero
la sua espressione suprema. E invece ciò
che importa, nella conoscenza, è
giungervi per gradi, il primo dei quali
passa per l'archicerebrum e precisamente
nella memoria olfattiva e gustativa che ci
siamo ormai lasciati alle spalle. Abbiamo
voluto provarci, con discreto successo
osiamo dire, fin dall'iniziale promenade di
antipasti – un merluzzo all'affumicatura
di pigna e un polipo immerso in purè di
ceci e pistacchio abbarbicato alla roccia
della sua stessa acqua di cottura
solidificata. Dopo tanta ouverture, un
arancino di riso al gusto di ragù di triglia
e finocchietto selvatico e un cannolicchio
di melanzana avvolto in pasta croccante
ci hanno permesso di giungere alle soglie
del primo dei cieli danteschi. La cui soglia
è stata decisamente varcata grazie
all'effluvio di una brace di carbonella
aromatizzata alla mandorla ad
accompagnare un tenero medaglione di
filetto di manzo di altezza più che giusta.
Per chiudere in bellezza, una cornucopia
ripiena di ricotta e marmellata di arance,
un gelato di marsala, una cassata gelata
e un flan al cioccolato. Assortimento più
che valido a confermare l'eccellenza di
una cucina che, come sottolinea lo stesso
Cuttaia “ha come ingrediente segreto il
ricordo”. A farci da esperto cicerone il
maitre Gaetano Galofaro che, con pacata
e suadente oratoria, ha illustrato le
portate nell'imminenza della
degustazione.
posterrubriche
MUSICA
MESSINA
DI CESARE NATOLI
“La scena dell’oralità”
Riparte la Filarmonica
NUOVE VISIONI
Il tema al centro di una Graduate Conference dell’Università
DI MARCO OLIVIERI
DI
Anime
pasoliniane
Approdano nelle sale nuovi
film, con esiti alterni, ma non
si placano i consensi per “Anime nere”.
Se la visione del “Pasolini” di Abel
Ferrara suscita interrogativi su una figura
che non smette di affascinare e
inquietare, al tempo stesso, c’è chi si
domanda se qualcosa di pasoliniano ci sia
anche nel film di Francesco Munzi. Il tutto
senza scadere nelle definizioni abusate e
nei cliché sul grande poeta, scrittore,
regista e intellettuale. In una storia per
immagini che racconta una Calabria e un
Nord Italia, e con essi un mondo, senza
infingimenti e lenti edulcorate, è lecito
domandarsi se le grandi lezioni dei
maestri del neorealismo, del cinema
politico innovativo (come quello di
Francesco Rosi) e di un artista lucido e
spietato come Pasolini non abbiano
attecchito. Inoltre, da Marco Leonardi a
Peppino Mazzotta e a ogni altro
interprete, in una lingua calabrese aspra
e coinvolgente, gli attori non sbagliano
un colpo. Il risultato è che ci si interroga
con profondità sui sentimenti primordiali,
sull’illegalità e il familismo, sull’amore
senza condizioni e sulle scelte che
imprimono una svolta alle esistenze, tra
moralità e zone d’ombra, tra leggi
arcaiche e processi culturali che spesso
rimangono in superficie. La sceneggiatura
di Fabrizio Ruggirello, Munzi e Maurizio
Braucci suggerisce temi che rimangono
dentro lo spettatore, come emozioni
inespresse. La regia si mantiene intensa e
incisiva per tutta la narrazione.
LA MOSTRA
Il mondo incontaminato
di Ardiri al Sagittario
MESSINA. Venerdì 10 ottobre alle ore
18, presso la Galleria d’Arte “Il
Gabbiano” di Messina avrà luogo
l’inaugurazione della “personale “ di
pittura dell’artista Nunzio Ardiri: “…
un mondo incontaminato – boschi,
laghi, cascate, marine, fiori, animali,
nature morte e miniquadri”.
La mostra, che sarà presentata da
Maria Froncillo Nicosia, potrà essere
visitata tutti i giorni, compreso
sabati e festivi, fino a mercoledì 15
ottobre 2014 dalle ore 10 alle 13 e
dalle 17 alle 20. All’inaugurazione
sara presente anche l’artista,
PAOLO RANDAZZO
Non occorre
esser troppo
esperti di teatro per
sapere che quest’arte
è stata sempre, in
profondità e in ogni
suo segmento,
strutturalmente
politica: politica più
spesso nelle forme
che è andata
assumendo di epoca
in epoca, mentre
soggetti e contenuti
Gaspare Balsamo
li ha condivisi col
mondo e con le
diverse culture. In Italia, ad esempio,
dalla seconda metà del novecento e
fino ad oggi, non ha smesso di
svilupparsi il cosiddetto teatro di
narrazione (di origini antichissime e
legati a momenti orali della cultura)
che, dapprima ha affiancato le
tradizionali regìe e poi, a poco a poco,
s’è portato al centro della scena
teatrale. Una realtà artistica che s’è
sviluppata per molti motivi: ad esempio
per la persistente struttura culturale
agricola e provinciale di molta parte del
paese, ma anche per i costi
relativamente bassi, per la facilità
di messinscena e complice,
indirettamente, l’insipienza di gran
parte dei gruppi dirigenti che non
hanno mai capito quanto sia fecondo
per la vita civile ed economica di un
paese investire in arte e cultura.
Ma tant’è: il teatro di narrazione è uno
dei segmenti più vivi della ricerca
teatrale italiana e non sono pochi gli
studiosi che ne hanno fatto oggetto dei
loro studi. Pochi nomi, i più importanti
e conosciuti, bastano a dare l’idea della
rilevanza di questa fenomeno: Dario Fo,
DE GUSTIBUS
10 Ottobre 2014
Marco Baliani, Marco Paolini, Laura
Curino, Moni Ovadia, Ascanio Celestini,
mentre rilevantissimo è l’esito di questa
vicenda in Sicilia, basti pensare al
nuovo cunto di Mimmo Cuticchio e alle
esperienze di Davide Enia, di Gaspare
Balsamo o al successo di Savì Manna.
Per esplorare questa vicenda artistica
nelle sue radici orali, nella sua sostanza
e, soprattutto, nella sua attuale vitalità
e nei legami con la contemporaneità, si
svolgerà a Messina il 17 e il 18 ottobre
una Graduate Conference, intitolata
“La scena dell’oralità” e organizzata dal
“Dipartimento di scienze cognitive,
della formazione e degli studi culturali”
dell’Ateneo: un convegno accademico
certo, ma aperto alla città e ai tanti che
in Sicilia si occupano di teatro. Il
convegno, che vedrà la partecipazione
di studiosi provenienti da tutta Italia, si
dispiegherà nella sua struttura
essenziale in tre sessioni che si terranno
il 17, dalle ore 15 nell’Aula Magna del
Dipartimento di Scienze Cognitive in
via Concezione; il 18 dalle 9 e, in
seconda sessione, dalle 14 nella Sala
Sinopoli del Teatro Vittorio Emanuele.
Saranno Francesco D’Orazio
(violino) e Giampaolo Nuti
(pianoforte) a inaugurare la
stagione concertistica della
Filarmonica Laudamo di
Messina. Il duo presenterà,
domenica 19 ottobre al Palacultura (ore
18.00), un programma dal titolo
“Immagini dal secolo breve”, con musiche
di Pärt, Schnittke, Adams, Berio e Ravel. Il
cartellone, giunto alla
novantaquattresima edizione, è stato
esaustivamente presentato nella Sala
Sinopoli del Teatro “Vittorio Emanuele”
dal direttore artistico Luciano Troja, alla
presenza del presidente dello storico
sodalizio, Manlio Nicosia, e del vicepresidente Domenico Dominici. Coerente
sul piano culturale, la programmazione di
Troja; fedele, in questo, al preciso indirizzo
dato ad essa dalle pluriennali e illuminate
direzioni artistiche di Alba Crea. Sono
previsti 30 concerti, con quattro percorsi
musicali ideali: classica, antiqva, jazz e
nuovi linguaggi, e la econda edizione di
“Accordiacorde”, serie di concerti in
collaborazione con l’E.A.R. Teatro di
Messina. I concerti si svolgeranno la
domenica presso il Palacultura alle ore
18.00; tranne gli otto appuntamenti della
mini-rassegna “Accordiacorde”, che,
invece, si svolgeranno il giovedì alle ore
19 presso la Sala Sinopoli, al quarto piano
del Teatro Vittorio (6 e 20 novembre, 4
dicembre, 22 gennaio), o presso la Sala
Laudamo (5 e 19 febbraio, 5 e 19 marzo).
Tra i numerosi appuntamenti previsti, ci
permettiamo di segnalare il pianista
Emanuele Arciuli, il jazz di Vijay Iyer, lo
spettacolo JSB – Come Bach della
Compagnia Lavoro Nero Teatro, il Trio
Mazzarino-Fioravanti-Bagnoli, i messinesi
del Pannonica Jazz Workshop, l’orchestra
barocca “Les Elements, il Warhol Piano
Quartet, la Carlo Cattano Orchestra, e
l’Orchestra di Fiati del Corelli. Per ulteriori
informazioni e per gli abbonamenti è
possibile consultare il sito ufficiale
www.filarmonicalaudamo.it.
DI MASSIMO LANZA
In vinoveritas, Lisciandrello raddoppia
GIUSEPPE LISCIANDRELLO, dopo il grande
successo dell’enoteca di Via Sammartino ha
raddoppiato, adesso si è spostato nella parte
nuova della città aprendo un locale a doppia
valenza, enoteca ma anche wine bar- ristorante,
non il posto dove si mangia solo qualche tagliere
di formaggi o salumi, ma un locale dotato di una
cucina interessante e raffinata a cui abbinare il meglio della
produzione vitivinicola italiana e non solo. Intanto
giornalmente vengono offerti al bicchiere almeno una ventina
di vini facendoli girare tra le quasi 2500 etichette in carta.
Oppure dopo aver ordinato, il vino lo si sceglie direttamente
dallo scaffale al semplice prezzo di enoteca con una modesta
maggiorazione per il servizio. Tra le tante cose provate non
perdere il flan di Ragusano Dop, le polpette di baccalà e
centonove pagina 37
patate sformatino di melanzane. Tra i primi, nel periodo
giusto, gli ottimi e profumatissimi vermicelli cacio e pepe,
tagliolini al tartufo bianco di Alba i gustosi maltagliati con
fagioli di Ustica cotti con l’osso del Patanegra. Ottima scelta
anche tra i secondi che variano spesso a seconda della
stagione, tra quelli di carne la gustosa costata di vitello con
salsa di acciughe e limone o il morbido stinco di maiale al
forno nel suo sugo, tra i secondi di pesce le triglie alla griglia
con carciofi stufati o magari il filetto di capone panato agli
agrumi. Di alto livello anche i dessert che come la pasta, il
pane ed i grissini vengono fatti in casa con farine e materie
prime selezionatissime. Da non perdere tra i dolci le tortine al
pistacchio e cioccolato, ma vale la visita anche il semifreddo
speziato, per non parlare della la sfoglia di mele, dei gelati
fatti in casa e del succulento cannolo aperto. Locale aperto
sino a tardi dove in qualsiasi momento è possibile bere un
buon bicchiere e sgranocchiare qualcosa.
VINOVERITAS - Viale Piemonte, 22 – Palermo - Tel. 091 342117
10 Ottobre 2014
posterlettere
QUI SCUOLA
GUI
HERITAGE
DI ANDREA SMITH
DI SERGIO BERTOLAMI
Il Consiglio di Stato su concorso
dirigenti scolastici
E-books e libri di carta
La pronuncia della Corte di
Giustizia dell’Unione Europea C
177/10, sulla perequazione dei
servizi prestati in regime di non di ruolo
con quelli prestati dopo l’assunzione in
ruolo è preminente rispetto alla normativa
nazionale. Così il Consiglio di Stato ha
respinto il ricorso del MIUR avverso la
sentenza del TAR Lazio che aveva accolto
quello presentato da aspiranti avverso la
clausola dell’ultimo bando di concorso per
dirigente scolastico, che prevedeva il
requisito della prestazione di almeno 5
anni di servizio in posizione di ruolo,
escludendo dal computo quelli prestati
prima con contratto a tempo determinato.
La VI Sezione con la sentenza n°
4724/2014, in un’articolata motivazione, ha
stabilito che quella clausola del bando era
illegittima, non accogliendo le motivazioni
del ricorso del MIUR che sosteneva come
“La carriera di dirigente scolastico nelle
istituzioni scolastiche ed educative statali è
una carriera dirigenziale (come si ricava
dalle disposizioni dell’art. 28 del d.lgs. n.
165 del 2001, non per nulla inserite nella
sezione dedicata all’accesso alla dirigenza),
che non può essere considerata una
progressione verticale rispetto alla carriera
del personale scolastico ed educativo,
trattandosi di un ruolo diverso cui si
accede mediante un diverso concorso
pubblico”. E che “Ad accogliere la tesi
sostenuta dal TAR Lazio, finiscono con
l’essere discriminati i lavoratori a tempo
indeterminato, con il riconoscimento –
questo sì, chiaramente ingiustificato – di
una preferenza per i docenti non di ruolo”.
Il Collegio ha anche ritenuto che il
contenuto funzionale delle mansioni svolte
in posizione di ruolo e rispettivamente in
base ai (pregressi) contratti a tempo
determinato, è pacificamente omogeneo e
sovrapponibile. Adesso se ne dovrà tenere
conto nel prossimo concorso annunciato
dal ministro.
ECOLOGIA&AMBIENTE
MESSINADRASTICA di Fabio Amato
Parco giochi? Meglio l’aeroporto
FINALMENTE ANCHE la Zona Nord ha un parco giochi. E' un
idea geniale, architettonicamente avveniristica, anche se non
so di chi è il merito, del Comune, della Provincia, o di chi
altro. Hanno costruito, anzi hanno partorito un Parco Giochi
nella discesa che dalla Circonvallazione arriva nel rettilineo di
Granatari. Si chiamava così anche lo storico Bar-Pizzeria, dove
andavamo a mangiarci la pizza e la granita e che come tutto, in questa Città,
non esiste più. Ma comunque!!! D'estate questa piccola strada è
perennemente costituita da una fila unica di macchine e quindi, finalmente, i
bambini, invece di stare in macchina, possono andare a giocare. Purtroppo
questo è l'unico modo per raggiungere questo meraviglioso e funzionale
Parco giochi, anche perchè è impossibile pensare di andare volontariamente
perchè è impossibile posteggiare perchè ci sono solo 2 posti auto e non come
potete pensare, che è chiaramente impossibile andare in auto, anche perchè
altrimenti si rifarebbe la fila e quindi il cerchio si chiuderebbe e si
ricomincierebbe daccapo. Inoltre ci sono quattro panchine in discesa, in
maniera tale che se ti siedi cadi a terra. La soluzione per sfruttare questa
bellissima area, ci sarebbe. Andare d'inverno, eventualmente quando piove,
così è sicuro che non c'è nessuno e sperare che non ci sia nessun funerale ,
dato che lì vicino c'è il cimitero, e resteresti bloccato. Ma a questo punto
perchè non costruite un bell'aeroporto, il posto sceglietelo voi, cosi evitiamo
di andare a Reggio e Catania ogni volta che dobbiamo partire, in modo da
regalare alla città una cosa utile ?!?!.
C’è chi dice che scrivere è
una terapia per lo spirito
e, mentre nell’Ottocento
ognuno poteva
conservare memoria di
uno stato d’animo in un
diario, oggi il diario si
comunica senza pudore sui networks.
Si attestano i 15 minuti di celebrità di
cui parlava Andy Warhol. Qualcuno
insiste: «Ci sono più scrittori che
lettori». È vero, ma nessuno fra questi
vende una copia, perché da sempre ci
sono autori pronti a pagare, pur di
diffondere il proprio nome tra amici e
parenti. È il risultato della democrazia
e di per se è un grande vantaggio.
L’idea affascina i dilettanti che
concentrano l’attenzione sul proprio
ego, sognando di trovare qualcuno
disposto ad ascoltarli. Mi meraviglia
leggere, perciò, compitissime analisi
ove si afferma che il self publishing
estrometterebbe l’editore, per
facilitare il rapporto autore-lettore.
Questo non ha niente a che vedere
con l’editoria. In realtà il libro è un
prodotto particolare, frutto di un
editing scrupoloso. Può essere
orientato verso gli amanti della
cellulosa oppure verso gli amanti del
digitale. Indifferentemente. Per i
primi la libreria è il centro di
aggregazione e di ritrovo: qui si
leggono risvolti, si sfogliano pagine, si
commenta seduti in poltrona, si
sorseggia un caffè o un drink. Infine si
compra, perché la lettura è un fatto
privato. Ma anche il rapporto con un
tablet è un fatto privato. Se poi la
libreria è raggiungibile on line, si può
acquistare ad ogni ora del giorno. In
fin dei conti è un problema
d’interessi, di temi, di offerta. Allora,
se ci sono tanti scrittori, cosa cambia
quando chi sa leggere sa anche
scegliere un libro di qualità?
centonove.heritage@experiences.it
DI ANNA GIORDANO
Tra cemento e monnezza
CHISSÀ SE CHI vede solo il cemento come
futuro dell’umanità, qui come altrove, si è
mai fermato incantato a vedere un bruco dai
mille colori, o a sentire il profumo della
lavanda, o a domandarsi come si chiami il
fiore bello, sul rosa/viola, che si insedia nei muretti a secco,
sulle rocce, così appetito e frequentato da mille insetti
meravigliosi, dai bombi alle farfalle ai calabroni (la
valeriana). Chissà se si è chiesto che vita facciano le anguille,
che una volta vivevano nelle nostre fiumare, da adulte, per
poi andare nel mar dei sargassi a deporre le uova e tornare,
quasi adulte, da noi. Un viaggio incredibile, pieno di insidie,
ma la natura all’epoca non contemplava l’homo sapiens in
quantità abnormi e indifferenza dilagante. Eppure c’erano
le anguille, trovavo anche le tracce di ciò che veniva usato
per catturarle. Ora abbiamo la monnezza, il cemento, le
strade, i cassonetti, al posto del letto della fiumara e
quando arriva la piena, si porta tutto ma il cattivo non è
l’uomo, no, per l’immaginario quasi collettivo è il fato, la
natura. Mai un’assunzione di responsabilità, mai. Forse chi
manovra la ruspa non sa quanto sia stupenda la natura,
quanto sia magica e perfetta e variegata. Così come forse
non lo sanno coloro che oggi rispolverano decine di
progetti devastanti da sottoporre al via libera della nuova
conduzione del genio civile di Messina. Che strana questa
Sicilia, che parla di rivoluzione e azzera i percorsi virtuosi
dei pochi che hanno veramente fatto la rivoluzione, come
l’ing. Sciacca. Che una città che di cemento non ne può più
tollerare, se lo vede invece propinato di nuovo, sotto ogni
forma, in ogni luogo, anche laddove si era deciso che non
era più il caso, visto che nessuno può fermare la pioggia e
bisognava fare prevenzione, finalmente. Tutti contenti
centonove pagina 38
coloro che nel cemento vedono solo affari e non dolore di
chi verrà distrutto, divorato dalle ruspe, sepolto vivo,
sradicato, ucciso senza che neanche lo vedano. Chissà come
mai i palazzi rimangono vuoti ma si continua a costruire,
chissà. Vedere un tronco morto che ospita su di se infinite
specie di funghi e licheni dà la misura di come la natura sia
perfetta in ogni sua forma. Vedere ciò che sorge al posto di
un pianoro o un pendio pieno di piante, soppiantato da
sterile cemento, è l’esempio perfetto della follia del nostro
agire. Distruggere sempre e comunque, anche laddove non
serve, visto che Messina ha più case di quanti siano gli
abitanti, è un sintomo di un sistema malato,
profondamente malato. Guardo i licheni, e penso a quanto
sia inutile il mio mestiere che in fondo non genera
economia, vorrebbe solo salvare, insieme ai licheni e a tutte
le altre forme di vita animali e vegetali, la vita salubre delle
persone, ma evidentemente non gliene frega niente a
nessuno.
postercommenti
IL COMMENTO
ELIODORO
Sanità danneggiata da una gestione miope
DI
PASQUALE RUSSO
MESSINA. “Il miglior medico di
Messina è l’aereo”. Leggenda
metropolitana, credenza calunniosa o
forse…?
Qualche giorno fa mi trovavo nella
sala d’attesa di un collega. Ascoltavo i
discorsi dei pazienti e si
risvegliavano in me una rabbia sorda
ed una mortificazione profonda.
Alcuni dei pazienti in attesa erano
andati per curarsi nel mitico Nord,
ormai attrezzato anche con foresterie
e convenzioni con alberghi per
ospitare gli emigranti della salute ed
erano entusiasti.
I giudizi sulle nostre strutture
ospedaliere erano tutt’altro che
lusinghieri, ed ovviamente,
coinvolgevano anche i medici. Lavoro
da diversi lustri in questa città e
conosco le criticità nel campo
sanitario.
Ho conosciuto anche il Nord. Posso
dire con cognizione di causa che
medici ed operatori sanitari capaci
esistono al Nord ed al Sud, così come
esistono dovunque gli incapaci, i
150 PAROLE DA PALERMO
Confetti rossi
DI
MARIA D’ASARO
A PALERMO si registra uno dei più
alti tassi di dispersione scolastica
d’Italia. Ma all’Albergheria, zona
del centro storico di Palermo, nella
chiesa di San Francesco Saverio, da
anni alcuni volontari curano
un’iniziativa che promuove il
diritto allo studio di ragazzi del
quartiere, le cui famiglie hanno
scarse risorse economiche. Il
progetto è nato anche per onorare
la memoria di Candida Di Vita,
assistente sociale impegnata nel
riscatto sociale degli ultimi. Con il
sostegno economico del gruppo di
amici di Candida e con l’apporto
del Rotary Club Palermo est, dal
2004 un centinaio di ragazzi delle
scuole medie superiori studia con
successo grazie ai libri acquistati
dall’associazione e all’aiuto
didattico gratuito di un team di
docenti coordinati dalla prof.ssa
Marina Di Giorgi. Così a fine luglio
scorso, i confetti rossi per la laurea
in Architettura di un ragazzo del
gruppo, il primo a laurearsi,
avevano davvero un sapore
speciale …
10 Ottobre 2014
venali, gli scansafatiche, i corrotti.
Perché allora non riusciamo mai a
colmare questo gap ?
L’organizzazione delle strutture
sanitarie al Nord è, generalmente,
migliore.
Noi paghiamo lo scotto di decenni di
clientelismo, immobilismo,
occupazione partitica sfrenata.
La gestione miopicamente
economicistica della sanità
danneggia di più chi già versava in
una situazione difficile.
Paghiamo più tasse per avere servizi
più scadenti. La revisione della rete
ospedaliera è al centro di infuocate
polemiche. A parte i campanilismi e l’
ospedale come pascolo per il potente
politico locale, non si può non tenere
conto delle specificità territoriali e del
livello di mobilità possibile.
Nella nostra città l’ex Ospedale
“Margherita” sta cadendo a pezzi, , il
“Piemonte” caro a tutti i messinesi,
versa in una sorta di limbo, al centro
di manifestazioni e furibondi litigi,
non certo esaltanti certe dichiarazioni
di autorevoli dirigenti. L'impressione
è che presto sarà solo un pronto
soccorso. Questa appare la volontà
del potere.
Quando si sente parlare di una morte
forse evitabile, perché non
funzionano i telefoni
dell’emergenza- urgenza si rimane
basiti. A Messina la paura e lo
sconcerto si diffondono, i malati
scappano, non sempre verso il meglio.
Basta con i direttori che cambiano
con le fasi lunari e mutano decisioni.
Occorre valorizzare l’esperienza ma al
contempo aprire ai giovani o
altrimenti continueranno ad emigrare
verso altri lidi e gli aerei saranno
sempre più pieni non solo di pazienti
ma anche di medici in fuga.
* neuropsichiatra
ANIMAL HOUSE
La Via... d’uscita
CATANIA - Rottura vero o solo strategica? Giovanni La Via, deputato europeo,
firrarelliano da quando era in fasce, lascia il suo padrino politico. L'anticipazione
era stata un'intervista pubblicata circa un mese fa che segnava un distacco dalla
coppia di (s)fatto della politica catanese Firrarello-Castiglione. Ora La Via, forse
per prepararsi ad una più diretta competizione elettorale in ambito locale, ha
organizzato un suo gruppo che presto emetterà i primi vagiti al Consiglio
comunale di Catania: Area centro destra. Cambia solo una parola dalla sua
precedente adesione al Nuovo centro destra, che è partito di governo, lotta e
convenienza, ma resta ancorato al misero 2% nazionale e qualcosa in più in
Sicilia dove è ben rappresentato dal ministro Angelino Alfano. Forse La Via teme
di poter essere considerato "ramo secco" in un partitino a forte vocazione
parentale ed ha deciso di organizzarsi il futuro.
ANTIBUDDACI
DI DINO CALDERONE
L'ora dei laici
“Occorre valorizzare il
laicato contro la
tentazione sempre
presente, nel clero e nei
collaboratori, di uno
strisciante ed imperante
clericalismo...rilanciandone l'impegno
ecclesiale e secolare”. Questa
affermazione, molto forte e chiara, è
contenuta nei recenti Orientamenti
Pastorali 2014-2016 del Vescovo mons.
Calogero La Piana. Se il vescovo
richiama questi concetti fondamentali,
per intendere correttamente l'identità
dei fedeli laici, è perchè in questi anni i
segnali di un clericalismo crescente sono
diventati purtroppo sempre più
numerosi e preoccupanti. Si avverte
inoltre la gravità di una forma di
clericalismo forse anche più subdola e
pericolosa, perchè promossa
direttamente dai laici, dal basso.
Diciamo che ci si può difendere dal
clericalismo del clero, ma da quello dei
laici? Sembra incredibile, ma a quasi 50
anni dalla conclusione del Concilio
Vaticano II, che tanto ha fatto per
incoraggiare l'autonomia dei laici nella
dimensione sociale e politica, anziché
percorrere strade nuove di impegno e
responsabilità, si preferisce spesso
ripiegare nell'alveo più comodo e
rassicurante del proprio ambito
comunitario. Che cosa hanno fatto in
questi anni i fedeli laici messinesi per
contrastare le pratiche del clientelismo e
del malaffare, esempi fra i tanti di
“strutture di peccato”? Hanno avuto il
coraggio di prendere posizione, a costo
di subire l'emarginazione e l'esclusione,
oppure hanno gareggiato per occupare
spazi di potere e accaparrarsi vantaggi e
privilegi personali e di gruppo? Non ci si
può aprire al futuro senza avere
espresso un giudizio sulle responsabilità
di questi anni, come se niente fosse. La
conversione, almeno in ambito sociale,
richiede un sincero atteggiamento
penitenziale pubblico, che non può
ridursi al rapporto con il proprio
confessore. La selezione della classe
dirigente, in questa città, è avvenuta
sulla base delle qualità morali e
professionali dei candidati o, piuttosto,
sulle “abilità” più negative e deteriori
degli esseri umani? Che diciamo noi,
cattolici messinesi, di tutto questo?
dinocalde7@gmail.com
DI ROBERTO SALZANO
Vivisezione, questa sconosciuta
SONO MOLTISSIME LE PERSONE che, da anni,
esprimono il loro dissenso sulla vivisezione.
Nonostante l’Unione Europea e la nuova legge
italiana (Decreto Legislativo n. 26/2014)
attribuiscano massima priorità ai metodi
alternativi alla sperimentazione animale, tardano
ad arrivare concreti progressi. I dati relativi alla
situazione in Italia, resi pubblici dalla Lega Anti Vivisezione,
sono allarmanti: la crisi economica e i tagli alla ricerca sembrano
solo dettagli, visto che sono 169 le autorizzazioni per nuovi
stabulari tra il 2010 ed il 2012, di cui ben 104 con nuove specie,
locali o strutture, per un totale di oltre 700 stabulari dove gli
animali vengono sottoposti alle atrocità della vivisezione e
uccisi. Gli esperimenti “in deroga”, con cui si intendono
l’impiego di cani, gatti e primati non umani, l’impiego a scopo
didattico o il non ricorso ad anestesia, hanno goduto di un
centonove pagina 39
notevole aumento delle autorizzazioni. Procedure che, date le
restrizioni che per legge le regolano, non dovrebbero essere
così frequenti. Quanto è intenso il dolore che le
sperimentazioni senza anestesia provocano agli animali?
Eppure sembrano essere aumentati con estrema facilità gli
stabilimenti autorizzati a condurre ricerche sugli animali, con
una vertiginosa crescita del ricorso a test invasivi e cruenti.
Quella fondata sull’uso degli animali pareva essere considerata
una pratica ormai obsoleta, visti i successi concreti ed utili
garantiti dai metodi alternativi e il conseguente calo del
numero di animali utilizzati nei laboratori durante l’ultimo
decennio. Eppure, malgrado il popolo europeo sia proiettato
verso l’impiego di metodi sostitutivi, il Governo non agisce
attivamente nello stesso senso. E continua, a ritmo troppo
intenso, il ricorso a procedure anacronistiche e barbare, al
sacrificio degli animali, esseri viventi con dei diritti riconosciuti e
tutelati, sebbene più volte sia stato ribadito quanto infruttuoso
sia tale sacrificio per la salute umana.