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Chanoux, 48 HONE (Ao) Tel. 349 43.27.285 Ristorante Le Bourg “Chez Dedè” Natale Assiette di salumi Battuta di fassone piemontese al tartufo nero Flan di melanzane ripieno di taleggio con coulis di pomodoro fresco Salmone marinato al cumino Seppioline ripiene alla ligure Risotto Carnaroli agli agrumi e petto d’anatra affumicato Ravioli ripieni di carbonara di camoscio su letto di polenta concia ed il suo sugo di cottura 3 la Foire 2015 la Foire 2015 Capodanno Tagliere del Bourg Insalata di cappone ai pistacchi di Bronte Battuta di tonno alla soia con semi di sesamo tostati Parmigiana al pesce spada Flan di basilico e patate con crema di gamberetti al cognac Tortello ripieno di mare su letto di bisque e crema di cavolfiori Gnocchi di patate viola con crema di Castelmagno Punta di petto di fassone affumicata con pomme duchesse Gamberoni con crema di lime e pane nero croccante Cappone alla Petite Arvine “Les Cretes” con prugne secche Guanciotta di vitella brasata cipollotti all’aceto balsamico Bignè al Mojito Tronchetto Natalizio euro 40,00 bevande escluse Cotillons e bottiglia di spumante per il brindisi euro 50,00 bevande escluse è gradita la prenotazione Tel. 0166 79452 www.lebourgchezdedè.it Frazione Le Bourg, 71 Montjovet (AO) donnas: 16-17-18 gennaio rivive l’antico borgo Il ritorno della Foire Ritorna a metà gennaio l’atteso appuntamento a Donnas con l’artigianato tipico, la Foire della Bassa Valle, autentico fiore all’occhiello della tradizione legata al territorio. Le manifestazioni collaterali della Fiera iniziano il venerdì, con la Veillà e Cantine aperte un vero tour gastronomico nel borgo con decine di proposte culinarie che spaziano dai salumi e formaggi, alla polenta, sino ai dolci. Il giorno dopo sabato apertura ufficiale con le vie del borgo percorse dalla suggestiva fiaccolata, quindi la Messa per gli artigiani mentre l‘esposizione degli oggetti realizzati dai circa 500 artigiani si effettua nella giornata di domenica. Un tempo fiera per la vendita degli attrezzi agricoli costruiti durante l‘inverno, col tempo si è trasformata in vetrina dell‘artigianato tipico e di tradizione della Valle d‘Aosta. Vi si possono ancora trovare i rastrelli, le ceste, i cucchiai e i mestoli, le botti, i sabot e gli oggetti per la casa, ma oggi vi si ammira soprattutto la perizia di veri e propri artisti in sculture, bassorilievi, intagli su legno. Tra gli oggetti più ricercati ultimamente le sculture in pietra ollare tra cui spiccano alcuni artigiani della bassa Valle nonché oggetti in rame e ferro battuto, pizzi, tessuti in canapa o lana, pantofole. Una parentesi a parte meritano le scuole di scultura che presentano sui loro banchi le opere realizzate nel corso dell’anno tra le quali si possono notare alcune figure emergenti di giovani avviati verso lavorazioni di altro prestigio tecnico A gestire la manifestazione il Comitato Foire, un gruppo di volontari rodato nel tempo, condotto dal Presidente Graziano Comola, che sa gestire al meglio con esperienza e concretezza i mille problemi legati all’evento non ultimo quelli possibili legati alle condizioni atmosferiche. Bar Pasticceria Ristorante Pistono Menù a prezzo fisso e non • Vendita di prodotti a km 0 • Formaggi, salami, vino, perto • prodotti in Canavese a 7 su 7 LESSOLO Via Arduino Casale, 65 (zona industriale) tel. 0125 639494 - 328 4677644 - 338 4679216 Azienda Agricola in Fiorano Vendita miele, biscotti e suoi derivati venerdì 16 gennaio ORE 20.00 Tradizionale “Veillà” Alla ricerca delle cantine nel vecchio borgo, alla scoperta di antichi mestieri e di sapori tipici e genuini, antichi e contemporanei, allietati da gruppi corali e musicali sabato 17 gennaio ORE 19.30 - Fiaccolata lungo le vie del borgo ORE 20.00 Santa Messa nella cappella di Sant‘Orso ORE 21.30 Serata presso il salone “Bec Renon” domenica 18 gennaio ORE 08.30 - Apertura ufficiale della Fiera Visita dei banchi da parte della giuria per l‘assegnazione dei premi speciali ORE 09.30 - Ricevimento delle autorità ed esibizione banda musicale di Donnas ORE 17.00 - Premiazione degli espositori artigiani e chiusura della Fiera PANE - FOCACCIA PIZZA PANINI FARCITI ... e tanto altro v uo i m an gi a re b e n e e s a n o? l a r isp o s t a è Dam iano panetteria “NON SOLO PANE” consegna a domicilio senza costi di trasporto aperto: da Lunedì a Sabato dalle 6.30 alle 20.30 La Domenica dalle 6.30 alle 13.00 Tutte le festività dalle 6.30 alle 13.00 Via Roma, 4/a BANCHETTE Tel. 0125 61.01.67 4 VENDITA NUOVO e USATO VEICOLI COMMERCIALI LAVANDERIA, STIRERIA, PULITURA PELLI, BORSE, TAPPETI, COPERTE OFFICINA MECCANICA RIPARAZIONI Via Aosta, 70 BORGOFRANCO d’Ivrea Cell. 347 4440991 CASALINGHISilvana Articoli per la casa SOCCORSO STRADALE 24h su 24 Via Roma, 112 - DonnaS (AO) Cell. 347 4182796 e-mail: mediacar.dandres@libero.it HOTEL - BAR PIZZERIA RISTORANTE da Idee Gommapiuma regalo Via Duca d’Aosta, 21 VERRES (Ao) Tel. 0125 929465 o z n e Vinc Fraz. Berriaz, 80 MONTJOVET (AO) Tel. 0166 79641 • Cel. 339 8466831 www.davincenzo.eu • info@davincenzo.eu L’appuntamento di fine gennaio con la foire delle alpi La millenaria di Aosta mediacar SERVIZI PERSONALIZZATI ersivi t e d a t i d Ven alla spina CARROZZERIA TEL/FAX 0125.960420 tadiello.agostino@tiscali.it Via G. Freydoz, 13 CHAMPDEPRAZ (AO) VENERDì 30 sabato - 31 gennaio 2015 ORE 08.00-18.00 Sotto i portici di piazza Chanoux Esposizione dei lavori degli allievi dei corsi di scultura, intaglio, tornitura, ecc. Piazza Chanoux (Atrio Hôtel des Etats) Esposizione e vendita della medaglia commemorativa. Lungo il percorso della fiera: Esposizione di 1.000 artigiani. Punti Rossoneri somministrazione di piatti della cucina regionale presso appositi padiglioni, gestiti dalle Pro-Loco valdostane. Spettacoli d’intrattenimento, musica tradizionale e folkloristica. venerdì 30 gennaio ore 18:00, Chiesa di Sant’Orso Messa dedicata agli artigiani ORE 19.00 circa Piazza Sant’Orso Premiazione ufficiale premi speciali - Nel centro storico della città Tradizionale “Veillà” grande festa popolare con la partecipazione di gruppi folkloristici e con distribuzione gratuita di brodo e “vin brûlé” (vino caldo) Ogni anno, il 30 e 31 gennaio, artisti e artigiani valdostani espongono con orgoglio i frutti del proprio lavoro lungo le vie del centro di Aosta. Nel Medio Evo la fiera si svolgeva nel Borgo di Aosta, in quell‘area circostante la Collegiata che porta il nome di Sant‘Orso. Racconti leggendari narrano che tutto ha avuto inizio proprio di fronte la chiesa dove il Santo, vissuto anteriormente al IX secolo, sarebbe stato solito distribuire ai poveri indumenti e “sabot“, tipiche calzature in legno ancor‘oggi presentate alla fiera. Adesso è tutto il centro citta- L A LE i r g dino ad essere coinvolto nella manifestazione, all‘interno e a fianco della cinta muraria romana. In fiera sono presenti tutte le attività tradizionali: scultura e intaglio su legno, lavorazione della pietra ollare, del ferro battuto e del cuoio, tessitura del “drap” (stoffa in lana lavorata su antichi telai in legno), merletti, vimini, oggetti per la casa, scale in legno, botti… La fiera di Sant‘Orso è dunque un celebrazione della creatività e dell‘industriosità delle genti di montagna, ma è anche un grande evento po- hanno radici secolari. Allo polare in cui si manifestano le stesso modo, chi visita la fiera caratteristiche peculiari dell‘i- non lo fa solo alla ricerca di un dentità valdostana. La visita buon acquisto, magari utile alla fiera di Sant‘Orso è perciò nella pratica quotidiana, o di un‘esperienza straordinaria e un oggetto di qualità per abindimenticabile, da vivere con bellire la casa, ma anche per intensa partecipazione emoti- “respirare” un‘atmosfera unica. va. Infatti, non è tanto l‘aspet- La fiera è anche musica e folkto commerciale che spinge gli lore, e l‘occasione per degustaespositori a partecipare alla re vini e prodotti tipici della fiera, quanto il desiderio di Valle d‘Aosta. La festa popouscire dal proprio laboratorio lare culmina nella “Veillà“, la per cercare il contatto con un veglia nella notte fra il 30 e pubblico che sa apprezzare il 31 gennaio, che vede le vie del lavoro di qualità e la creati- centro cittadino illuminate e vità, frutto di tradizioni che piene di gente fino all‘alba. ana a t s o d l va errane a n i c u c e medit RA A MULTIMARCHE 5 la Foire 2015 la Foire 2015 o i l g a t t e d l a a Vendit tti agricoli o d o r a p n i i d m e s a d e n i t e pian Orari: 07:00 - 12:30 / 14:30 - 19:00 PIZZERIA forno a legna da o c meren ostana d uristi l t a v ù meneuro18,00 tutti i fine settimana SERATE MUSICA dal VIVO PIANO BAR Hône domenica chiuso Via Roma 104 DONNAS Tel. 0125 804398 RISTORANTE BAR GIORNO DI CHIUSURA MARTEDì trovaci su facebook ex cooperativa antichi sapori hône via Colliard, 103 Tel. 377 1803686 0125 1892535 6 una vita arcaica in pace con dio e con la natura Il Santo Irlandese e la Foire Sul santo più popolare della i poveri, consolando gli afflitti Val d’Aosta, protettore contro e aiutando oppressi, vedove e le calamità naturali e molte orfani; dedito al lavoro del suo malattie, tra cui i reumatismi e campicello per procurarsi il cibo il mal di schiena, si posa nell’i- necessario, Orso, di quanto riuconografia, un uccellino, a ricor- sciva a raccogliere dalla coltivadare che destinava una parte zione, ne faceva tra parti, per del raccolto del suo campo ai sé, per i poveri, per gli uccellini, i quali dice la leggenda, ricopasseri. Le notizie pervenutaci sulla noscenti si posavano affettuovita di sant’Orso, sono desunte samente sulla sua testa, sulle oltre che dalle tradizioni orali, spalle, sulle mani; inoltre curaanche da una “Vita Beati Ursi” va una piccola vigna, il cui vino di autore sconosciuto, della aveva la virtù di guarire i maquale esistono due redazioni, lati. Non si conosce l’anno della una più antica e breve, della sua morte, ma alcuni studiosi la fine dell’VIII secolo o inizio del pongono nell’anno 529, mentre IX e la seconda più ampia ed è sicuro il giorno della morte, il elaborata, della seconda metà 1° febbraio, divenuto poi il giordel XIII secolo. Così sappiamo no della sua festa liturgica. che quasi certamente era un Orso è un santo, che molti vorpresbitero aostano, vissuto rebbero imitare, la sua vita rifra il V e l’VIII secolo; aveva il chiama alla mente, un’esistencompito di custodire e celebrare, za arcaica, pastorale, agreste, nella chiesa cimiteriale di San in pace con Dio, con la natura, Pietro. Questa figura di custode con sé stesso e di riflesso con gli e celebrante di una determina- altri, senza nemici da combatteta cappella o chiesa cimiteriale, re, ma aiutando il prossimo nei era molto diffusa nei secoli pas- bisogni sia materiali, sia fisici, sati e a volte, quando questi edi- sia spirituali. Sant’Orso non fici si trovavano in zone più iso- si distinse per azioni eclatanti, late, questi custodi-celebranti perché la sua santità scaturiva prendevano il nome di eremiti, dalla carità per il prossimo, la ai quali si rivolgevano i fedeli semplicità e l’umiltà, l’adempimento fedele del suo compito di per le loro necessità spirituali. Lo sconosciuto autore della custode, la testimonianza del ‘Vita’, lo descrive come uomo suo ministero sacerdotale. semplice, dolce, umile, pacifico Anche gli stessi prodigi, che gli ed altruista; un “uomo di Dio” sono stati attribuiti, sia dalla che coniugava la preghiera “Vitae Beati Ursi”, sia dalla tracontinua alle opere di carità, dizione, sono atti semplici, ma visitando i malati, sfamando sufficienti a capire la grandezza Panificio Pasticceria Panificio e grissinificio artigianali produzione propria colombe e panettoni Via Aosta, 49 BORGOFRANCO Tel. 0125 751287 acconciature Sanelle ? su p renotazione 0125/652019 Dal Martedì al Sabato orario continuato 9 - 18 Corso Marconi, 52 - MONTALTO DORA (To) della sua intercessione, a favore dei singoli e delle popolazioni, segnatamente della Val d’Aosta, dove visse ed operò. Ne riportiamo qualcuno dei tanti che la tradizione gli attribuisce; per mesi e mesi non aveva piovuto, la siccità devastava i campi, ma cominciava anche a scarseggiare l’acqua necessaria per i bisogni dei suoi fedeli; allora il santo preoccupato per loro, fece scaturire colpendo una roccia col suo bastone, una sorgente a Busséyaz; la sorgente, chiamata “Fontana di Sant’Orso”, continua ancora oggi ad offrire la sua acqua, una volta considerata miracolosa, sotto la cappella costruita nel 1649 e restaurata nell’Ottocento. Un’altra volta, mentre dava da mangiare ai suoi uccellini, passò davanti alla chiesa di s. Pietro, un giova- impianti termici sanitari pannelli solari val.co. di Vella Rosario s.a.s. climatizzazione i n st a l l a zio n e dai e e m a n u t e n zi o n e c a l CENTRO ASSISTENZA TECNICA AUTORIZZATO ACCORRONI Via Rovarey, 20 DONNAS (AO) Cell. 340 33 86 966 E-mail: sarove@alice.it Il Girasole di Dunuc Yuri yuri.dun@tiscali.it • agraria • fiori • ferramenta • materiale elettrico • casalinghi • giocattoli • Tv Lcd-sat • art. regalo Via E. Chanoux, 43 HONE (Ao) 0125 803050 - 3495127411 7 la Foire 2015 la Foire 2015 ne cavaliere in atteggiamento disperato, si trattava di un palafreniere, che gli disse di aver smarrito il miglior cavallo del suo nobile padrone; preso dalla compassione, il santo sacerdote lo fece entrare in chiesa a pregare, poi gli disse di guardare meglio il cavallo che montava, sorprendentemente era quello che cercava, senza più riuscire a riconoscerlo. La città di Aosta poté vedere la potenza della preghiera di s. Orso, quando fu minacciata da una terribile inondazione per lo straripamento del torrente Buthier; già le acque si erano innalzate lungo le mura, dopo aver alluvionata tutta la zona circostante, quando Orso dopo aver pregato, tracciò sulle acque un segno di croce e queste si fermarono risparmiando la città. Ma non solo prodigi operò, ebbe anche il dono della profezia e seppe anche infuriarsi a difesa degli oppressi; un servo del vescovo-signore del tempo, Plocéan, si era comportato male nei suoi confronti; temendo un terribile castigo dal suo signore, che era un uomo crudele, sebbene fosse uomo di chiesa, il servo pentito si rivolse al santo chiedendogli di intercedere per lui. Recatosi s. Orso dal vescovo Plocéan (Ploziano), ottenne da questi il perdono per il servo; in realtà era una finta, e quando il poveraccio uscì dalla chiesa, dove si era rifugiato, lo fece prendere dai suoi sgherri, poi flagellare, rasare a zero, infine gli fece versare sulla testa della pece bollente. Più morto che vivo, il servo barcollando si recò dal sacerdote, rimproverandolo di averlo consegnato al vescovo. Orso indignato, rimandò il servo dal suo padrone, per riferire che sarebbe presto morto, prima dell’infelice servo. La leggenda narra, che quella notte stessa, Plocéan fu strangolato nel suo letto da due diavoli; la scena è rappresentata scolpita su un capitello del chiostro della Collegiata, dov’è narrata la vita di sant’Orso. Per tutti questi leggendari prodigi, sant’Orso è considerato protettore contro la siccità, le malattie del bestiame, le intemperie, le alluvioni, i soprusi dei potenti, i parti difficili, i reumatismi e il mal di schiena, per queste due malattie, i fedeli che ne erano afflitti o volevano essere preservati, si recavano nella cripta della Collegiata e camminando carponi attraversavano il “musset”, un breve cunicolo aperto nel basamento dell’altare, dove una volta vi erano deposte le reliquie di s. Orso e passavano da un lato all’altro. Generalmente viene raffigurato con il bastone dei priori in mano, perché secondo la tradizione (non confermata), egli sarebbe stato il fondatore della Collegiata che porta il suo nome; infatti su un capitello è scolpito s. Orso che presenta a s. Agostino, il primo priore della nuova comunità, Arnolfo. La Fiera di S. Orso, presenta i prodotti artigianali della regione Valle d’Aosta, soprattutto quelli in legno, come le grolle, le coppe da vino valdostano, le culle, le posate, i mobili, gli attrezzi agricoli, ecc. Il culto di sant’Orso, assai diffuso nella Vallée già attorno all’anno Mille, dal XII secolo raggiunse anche le vicine diocesi di Torino, Vercelli, Novara, Ivrea (dove sorse poi l’ospizio che porta il suo nome); il culto si diffuse poi anche in Savoia, ad Annecy e nel Vallese. Officina Meccanica Carrozzeria Fabrizio K I N menziona il defunto con l’espressione Anselmus Episcopus Augustiensis qui nostram construxit ecclesiam. Per sua iniziativa l’intera chiesa venne ristrutturata nelle forme tipiche dell’architettura romanica, come edificio basilicale, diviso in tre navate con copertura a capriate lignee chiuse ad oriente da altrettante absidi semicircolari. Il coro, sopraelevato rispetto al piano delle navate, sovrastava (come avviene ancor oggi) una cripta formata da due vani: quella occidentale conteneva alcune importanti sepolture, quella orientale - destinata a cerimonie di culto- era divisa in cinque navatelle con tre absidiole semicircolari disposte a raggiera. Del “periodo anselmiano” rimangono oltre alle mura e ai pilastri, la cripta (non più separata in due vani) e gli affreschi, esempi importanti di arte ottoniana, posti nella parte superiore della navata, tra il tetto e la copertura con volte a crociera realizzata a fine Quattrocento. L’imponente campanile romanico, alto 44 metri, che sorge sul sagrato della chiesa in posizione da essa isolata, fu eretto nel XII secolo come parte di un sistema difensivo costituito da una cinta muraria e da una seconda torre di grandi dimensioni. La parte inferiore è quella originaria, formata da enormi massi squadrati, tolti forse ai vicini monumenti romani; la parte superiore è probabilmente del XIII secolo, mentre l’orologio esisteva già nel 1642. La costruzione del chiostro romanico, istoriato dai suggestivi capitelli per i quali la colle- LA Chiesa COLLEGIATA DI SAINT PIERRE E SAINT OURS Il priorato di Sant’Orso Bar Ristorante di Straccini Ezio DONNAS (AO) é M TUTORI ORTOPEDICI BUSTI - PLANTARI E CALZATURE PREDIPOSTE E SU MISURA AUSILI - ELETTROMEDICALI Via Aosta, 10 IVREA (To) Tel. 0125 627724 - info@kinema.biz Aperitivo della casa Pesce spada marinato agli agrumi Sfogliatine di spinaci e ricotta con fonduta Mocetta con cavolo rosso e ricotta salata Mezzelune patate e pecorino con ragù di verdure Risotto zucca e salsiccia Tacchinella farcita alle castagne patate e verdure Meculin salsa all’arancia Menù comprensivo di bevande euro 33,00 Prenotazioni e Info: tel. 345 0159795 A ORTOPE DI A Convenzionato ASL / INAIL giata di Sant’Orso va celebre, più bassa copertura realizzata si colloca negli anni immedia- con volte a crociera di gusto tamente successivi al 1133 tardogotico. Un atelier di pit(1132 secondo il calendario at- tori comprendente il Maestro tuale), come attesta l’iscrizio- Colin (attivo in quegli anni ne di uno dei capitelli: “ANNO anche nel castello di Issogne), AB INCARNATIO (N) E DO- realizzò verso il 1499 la decoMINI MC XXX III IN HOC razione a fresco dei sottarchi, CLAUSTRO REGULAR (I) S conferendo in tal modo alla VITA INCEPTA EST”, che in- chiesa l’aspetto che ha poi sodica l’inizio effettivo della vita stanzialmente mantenuto nel comunitaria. In quell’anno tempo. aveva ottenuto risposta posi- Lo stesso Challant tra il 1494 tiva la richiesta avanzata al ed il 1503 fece realizzare le papa Innocenzo II dal vescovo cinque vetrate dell’abside, aldi Aosta Eriberto (già canoni- logando l’opera ai magistri co regolare di Sant’Agostino verreriarum Jean Baudichon del Capitolo di Abondance e Pietro Vaser. nel Chiablese in Alta Savoia), Tra gli interventi voluti dallo finalizzata ad avere, per la Challant per aumentare il decongregazione di Sant’Orso, la coro ed il prestigio della chiesa possibilità di fondare una co- va ricordata anche la realizzamunità di agostiniani. zione di un nuovo altare magGli archi e le volte attuali del giore, oggi non più presente. chiostro sono frutto di un ri- Per realizzare quest’opera egli maneggiamento posteriore, coinvolse il principale artista avvenuto all’epoca Giorgio di allora attivo presso la corte Challant (1468-1509), salvo sabauda, il borgognone Antoiuno dei lati minori che fu ri- ne de Lonhy. fatto nel secolo XVIII. Sempre a Giorgio di Challant Oltre a quelli eseguiti nel chio- si deve la costruzione, nei stro e nei locali del monastero pressi della chiesa, del Piorato altri interventi promossi alla di Sant’Orso, formato da tre fine del XV secolo da Giorgio corpi di fabbrica in stile rinadi Challant, priore della col- scimentale, riuniti ad angolo legiata di Sant’Orso e grande e sormontati da una torretta artefice del rinnovamento cul- ottagonale; il tutto imprezioturale ed artistico valdostano, sito da decorazioni in cotto comportarono il rifacimento (esempio alquanto raro in Valdella facciata (1492 – 94) e le d’Aosta). la sostituzione della vecchia Il coro Il mosaico pavimencopertura a capriate con una tale un tramezzo barocco in menù di NATALE Les Caves di Donnas Vercesi Via Roma, 122 La chiesa collegiata dei Santi Pietro e Orso (in francese, collégiale des Saints Pierre et Ours), situata ad Aosta, costituisce, assieme alla cattedrale di Aosta, la testimonianza di maggior rilievo della storia dell’arte sacra in Valle d’Aosta. Uno specifico interesse rivestono gli antichi affreschi ottoniani conservati tra il tetto e la copertura della navata centrale, ed il chiostro con i suoi magnifici capitelli medievali. La storia Il campanile in inverno tra i rami del tiglio secolare Gli scavi archeologici hanno messo in evidenza come, nell’area oggi occupata dalla chiesa, fosse presente un’ampia necropoli extraurbana, sulla quale nel V secolo fu edificata un complesso paleocristiano comprendente, oltre alla nostra chiesa, anche quella cruciforme di San Lorenzo (che si trova sotto l’attuale omonima chiesa sconsacrata). La chiesa primitiva era ad aula unica delimitata da un’abside semicircolare; essa venne interamente ricostruita ed ingrandita nel IX secolo, in epoca carolingia. Nel 989 si aggiunse alla chiesa esistente un campanile (i cui resti sono ancora visibili incorporati nella facciata attuale della chiesa) Un ulteriore intervento costruttivo fu quello promosso dal vescovo Anselmo che tenne la cattedra vescovile in Aosta tra il 994 e il 1026 (da non confondersi con Anselmo di Aosta, filosofo e santo, nato nel 1033) Tale intervento è testimoniato in un passo del Necrologium della collegiata che Cucina tipica regionale Menù operai Pranzi per cerimonie Menu per celiaci SPECIALITà VALDOSTANE mail: lescaves99@gmail.com menù del 31 dicembre Aperitivo della casa Carciofi gamberi e pecorino Sformatino di zucca al bleu d’Aoste Battuta di piemontese con agrumi Tajarin al ragù di coniglio Orzotto radicchio e Castelmagno Filetto di maiale all’aceto di lamponi Spinaci alla fiorentina Semifreddo al pane nero e noci Via Roma, 99 DONNAS (Ao) tel. 0125 811060 - cell. 345 0159795 Autoriparazioni GELATI - TORTE SEMIFREDDI - CREPES GAUFRES riparazione e vendita Via G. 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Trovano posto nel coro importanti testimonianze artistiche di epoche diverse. Più in basso rispetto al pavimento, sotto un vetro che lo protegge, si osserva un mosaico a tessere bianche e nere con alcuni inserti di tessere di colore marrone chiaro riportato alla luce durante gli scavi del 1999. Il tappeto musivo che risale al XII secolo – verosimilmente agli anni della costruzione del chiostro - ha forma quadrata, di lato pari a 3 metri, con gli spigoli disposti secondo i quattro punti cardinali; nel medaglione posto al centro di sei diverse cornici è raffigurata la scena di Sansone che uccide il leone La cornice più esterna contiene un’iscrizione composta da due versi “Interius Domini Domus hec ornata decenter” “Querit eos qui semper ei psallant reverenter”. Dopo un’ampia fascia con un intreccio a nodi alternati, è posta una seconda iscrizione nella quale si leggono in cerchio le parole “Rotas opera tenet arepo sator” Una lettura in senso inverso ci mostra che si tratta di una frase palindroma; le parole che la formano sono le stesse del cosiddetto Quadrato del Sator che com- pare in iscrizioni antiche ed il cui senso è alquanto controverso. Nei quattro spazi angolari, tra i bordi del quadrato e ed il cerchio della prima cornice trovano posto le raffigurazioni di un leoncino, di un uomo-pesce che sorregge un serpente, di un drago e infine di un’aquila con due corpi congiunti in una sola testa. Gli stalli del coro Meritano particolare attenzione gli stalli lignei posti sui due lati del coro realizzati verso il 1487. Si tratta di un lavoro di notevolissimo livello, sia per l’architettura complessiva nello stile gotico d’Oltralpe detto “flamboyant”, sia per il dettaglio micircolari disposte a raggie- città nel XII secolo subito a dostana di Aymavilles, molto degli intagli lignei; l’autore è ra. Le volte ogivali segnate da ridosso della cinta muraria, a utilizzato in epoca imperiale un ignoto artista di cultura marcati costoloni sono rette contatto dell’antica via Fran- romana per la copertura degli svizzero-renana (che doveva da pilastrini a sezione quadra- cigena, l’arteria principale di imponenti monumenti. Ai caessere, in quegli anni, suben- ta od ottagonale rozzamente passaggio di migliaia di pelle- pitelli, per impermeabilizzarli, trato con la sua bottega in Ao- lavorati, e da colonne prive grini indirizzati verso i grandi venne data una mano di un sta all’atelier di Jean Vion de di capitello, provenienti pro- e prestigiosi centri di culto cri- composto colloso trasparente Samoëns e di Jean de Chetro babilmente da edifici antichi. stiano europei. La struttura, misto a cenere, già presente che, una ventina di anni pri- Se la soluzione delle tre absi- con le sue arcate a tutto sesto, agli inizi del XVII secolo, che ma, aveva realizzato gli stalli diole rivolte ad oriente ricorda le sue eleganti colonnine e, so- ossidandosi con il tempo li della Cattedrale). esempi del territorio francese, prattutto, i suoi capitelli isto- ha definitivamente scuriti. La cripta Al termine le la struttura architettonica riati, costituisce uno splendi- Essi costituiscono, con la loro navate laterali, una scala con- che vede le imposte degli ar- do esempio di arte romanica espressività, un raro esempio sente di scendere nella cripta: chi poggiare direttamente sui lombardo-catalana-provenza- di “poema marmoreo” fatto di è questa la parte più antica pilastrini richiama alla mente le. Rimaneggiato nel XV e nel scene diverse tratte dall’Andella cattedrale, testimonian- la cripta della San Michele ad XVIII secolo, conserva 37 (altri tico Testamento, dalla vita di za della “basilica anselmiana” Oleggio 3 sono del XVIII secolo) degli Gesù e da quella degli Apostoche si è quasi integralmente Il chiostro Il chiostro è originali 52 capitelli in marmo li, ma anche episodi della vita conservata, con la sua aula parte integrante di un com- bianco, che poggiano su colon- di sant’Orso uniti a soggetti sotterranea divisa in cinque plesso monastico agostiniano, ne di scuro marmo bardiglio moraleggianti anche di cultunavatelle con tre absidiole se- insediatosi nella piana della proveniente dalla località val- ra pagana (favole di Esopo). ERBORISTERIA di Giuliano Michela in Via Jervis, 47/B IVREA (To) Tel. 0125.642140 confezioni regalo Prodotti per Cani, Gatti, Roditori, Rettili, Pappagalli, Pesci, ecc.. Mangimi naturali ed Oggettistica VERRES Via A. Cretier, 28 info: 340 3777640 prodotti fitoterapici cosmesi naturale integratori e altro Il priorato di Sant’Orso Fa parte del “Complesso di S. Orso” – oltre alla chiesa collegiata, il campanile, ed il chiostro - anche il Priorato di S. Orso. Si tratta di un’ampia costruzione posta a destra della chiesa, formata da tre corpi di fabbrica con cinque arcate; presenta in facciata suggestive decorazioni in cotto che incorniciano le eleganti finestre crociate e sottolineano, con ampi cornicioni, le separazioni tra i diversi piani. L’edificio è sovrastato da una torre a pianta ottagonale culminante in una cuspide aguzza. L’edificio fu fatto erigere intorno al 1468 come sede del priorato da Giorgio di Challant, ispirandosi ai modelli dell’architettura civile francese; le decorazioni in cotto si ispirano invece ad un gusto piemontese e lombardo alquanto in voga nel XV secolo. Preesistevano al priorato, forse sin dall’epoca della prima basilica, edifici di carattere religioso e, tra essi, il vecchio battistero (cosa che spiegherebbe la struttura ottagonale scelta per la torre). In facciata, in apposite nicchie rettangolari, troviamo alcuni stemmi nobiliari: oltre a quelli dei Savoia e degli Challant, si riconosce anche lo stemma del priore Hubert Angley che precedette Giorgio di Challant nel ruolo di priore. All’interno dell’edificio (attualmente non visitabile) una scala a chiocciola, ricavata nella torre, conduce alla sala priorale ed alla cappella affrescata da artisti franco-valdostani della fine del XV secolo. A N S A U V N A H di Laruss a M ar ta Centro Estetico Orari: da Martedì a Venerdì 09/19 Sabato 09/18 Lunedì Chiuso Via Roma, 12 BANCHETTE d’IVREA Telefono 0125 61.32.23
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