impresa - Confcommercio Catania

POLITICA SICILIANA
SVEGLIA!
fiscale
primo piano
lavoro
Volti siciliani,
Giuseppe Lumia
uno strano
personaggio
Videosorveglianza Al via le agevolazioni
per le startup
in azienda,
occorre conciliare innovative
sicurezza e privacy
associazioni
Fipe
Alcolici,
licenza fiscale
per la vendita
CATANIA
supplemento a
“Confcommercio Notizie”
impresa
informa
Periodico di informazione
e cultura d’impresa supplemento
a Confcommercio Notizie
Anno XI - Numero 7
2
impresa
informa
4 APRILE 2014
editoriale
Politica siciliana
in questo numero
4 aprile 2014
Pag.
Pag.
3
4
affari regionali
Scandalo, vogliono
“eliminare” Nicola Marino
primo piano
Giuseppe Lumia,
uno strano personaggio
crowdfunding
Pag.
5
Pag.
6
Pag.
7
area fiscale
Pag.
9
area legale
Pag.
13
Così il web aiuta
le idee imprenditoriali
l’opinione
Siamo tutti
sulla stessa barca
Al via le agevolazioni
per le start-up innovative
Bando Mise, finanziamenti
per l’efficienza energetica
associazioni
Fai, ecobonus 2010
caso finalmente chiuso
GERENZA
IMPRESA INFORMA
supplemento a
“Confcommercio Notizie”
periodico della
Confcommercio Catania
Reg. Trib. di Catania n. 28/96
edizione 4 aprile 2014
DIRETTORE RESPONSABILE
Pietro Agen
DIREZIONE E REDAZIONE
c/o Ass. Commercianti
Via Mandrà, 8 - Catania
tel. 095.7310711
fax 095.351253
CORDINAMENTO REDAZIONE
Carla Previtera: ufficio.stampa@confcommercio.ct.it
REALIZZAZIONE EDITORIALE
Blu Media
V.le Andrea Doria, 69
Catania - tel. 095.447250
www.blumedia.info
PROGETTAZIONE TESTATA
Signorelli&Partners
IL NULLA ELEVATO A SISTEMA
MENTRE TUTTO CROLLA
“
Invece di discutere solo di candidature e incarichi,
la classe politica siciliana dovrebbe cominciare
ad occuparsi dei reali problemi economici e sociali
che attanagliano la nostra regione
gni giorno da
settimane dobbiamo assistere,
senza possibilità
di reazione alcuna, a quello che non abbiamo
difficoltà a definire il folle
gioco della politica siciliana!
Il toto assessori si alterna
con la guerra per la nomina
dei dirigenti sanitari, il toto
candidati alle Elezioni Europee fa da cornice ai commissariamenti di enti e società
che si succedono con ormai
sistematica continuità, il tutto senza che venga spesa una
parola sullo sviluppo della
Sicilia. Siamo anche disposti,
non dico ad accettare, ma
certamente a comprendere
gli errori dei politici, ma ci è
veramente intollerabile il
disinteresse verso tutto e
tutti che ogni giorno mestieranti della politica mostrano
senza pudore né vergogna alcuna.
I bandi regionali sono fermi,
non vi è una seria politica
per lo sviluppo e per il lavoro, non vi è ombra di investimenti sugli strategici settori
della mobilità e del turismo,
non vi è traccia di una politica della formazione che vada
oltre la lotta al malaffare,
certamente apprezzabile ma
altrettanto certamente non
risolutiva se non accompa-
O
gnata da un piano strategico.
Soltanto parole, parole, accompagnate da un susseguirsi di conferenze stampa
fatte di annunci spesso basati sul nulla! Intento cresce la
disoccupazione mentre purtroppo non cresce il PIL, crescono le imposte locali mentre il lavoro, soprattutto per i
giovani, resta più un sogno
che una prospettiva, crescono le sofferenze bancarie
mentre è sempre più difficile
accedere al credito, crescono
le chiusure di aziende senza
che per altro vi sia una reale prospettiva di ripartenza.
In questa situazione che è riduttivo definire drammatica,
la domanda che non possiamo non porre è: ma come
fanno i politici a non accorgersi di quanto succede intorno a loro, come fanno a
discutere del nulla, di posti
di governo e di sottogoverno,
di candidature e di incarichi?
Sono cittadini, sono siciliani
o sono extraterrestri di passaggio? La risposta sta a voi
e fra poco potrete cominciare
a darla, con l’arma del voto,
ricordando che non andando
a votare, per pigrizia o per
rabbia, si finisce comunque
per favorire i soliti, più o meno noti, invece di mandarli a
casa come meritano!
M.d.M.
impresa
informa
3
4 APRILE 2014
affari regionali
Scandalo, vogliono “eliminare”
l’assessore Nicola Marino!
“
Un assessore che si era distinto per chiarezza e concretezza, un personaggio scomodo che ha
toccato interessi consolidati. Se Crocetta tornasse sui suoi passi, darebbe prova di intelligenza
di Woodstock
C
he fra Marino e Crocetta
non vi fossero proprio attimi di amore lo avevano capito tutti; che un certo Catanzaro,
Vice presidente di Confindustria
Sicilia, con la passione per le discariche, si innervosisse al solo
sentire il termine Marino, anche se casualmente riferito al sale,
era evidente, anche ai meno attenti ai fatti politici di questa nostra terra di Sicilia!
Eppure, credetemi, non pensavo
che il partito nascosto, che tutti
ben conoscono ma di cui pochi
parlano apertamente, osasse creare le condizioni per eliminare un assessore che si
era distinto per chiarezza e concretezza, per fermare una volta per tutte chi aveva osato mettere in discussione la scandalosa gestione dei rifiuti da cui aveva preso
il via un sistema basato sulle discariche,
magari private. Pensavo, ma ammetto di
aver sbagliato, che il riformatore Rosario, il
rivoluzionario Crocetta non osasse tanto o
meglio, non ritenevo fosse tanto debole da
piegarsi ai cosiddetti poteri forti, da accettare di gettare a mare quel poco di veramente buono che si è visto nel suo disastrato governo! A questo punto viene da
chiedersi se Crocetta comandi o sia comandato, e se fosse vera questa seconda
ipotesi... da chi?
È incredibile che davanti ad un coro unanime che giunge da parlamentari di destra,
di sinistra e grillini, che si leva tanto da associazioni, quanto da semplici cittadini,
che chiede con forza di non “toccare”
l'assessore Marino, il presidente Crocetta
non colga la follia che sta nella sua volontà di difendere invece il posto della sua segretaria, quella Michela Stancheris di cui
ho grande difficoltà a ricordare un’azione
degna di rilievo, a parte la comica vicenda
del pigiamino da Superman!
”
Non so se il presidente avrà
il coraggio di tornare sui
suoi passi, sarebbe comunque prova di intelligenza.
Non so, come ho già detto,
se in questa vicenda sia pupo o puparo, quello che so
invece, con certezza, è che
l’eliminazione di Marino, se
dovesse essere confermata,
costituirà un ulteriore
strappo fra la politica siciliana e la società civile.
Forse Renzi, come afferma
qualcuno, è troppo attento
ai sondaggi ed al sentiment
delle persone, ma certamente fra chi ascolta troppo e chi ha scelto,volutamente, la via della sordità assoluta, scelgo il primo.
Il tempo, poi, come sempre, farà giustizia,
basterà avere pazienza, gli inganni cadranno, ma in attesa che gli eventi si compiano
permettetemi due domandine semplici
semplici: 1) Che fine hanno fatto in questa
vicenda i paladini dell’antimafia? È grave
che non colgano il contenuto simbolico legato all’azione dell’assessore Marino;
2) Perché Squinzi, presidente nazionale di
Confindustria, tace sulle vicende della sua
rappresentanza siciliana? È disinformato,
disattento o... ?
I MIGLIORI TASSI, LA MIGLIORE
GARANZIA, SEMPRE!
VUOI ACQUISTARE L'IMMOBILE PER
LA TUA ATTIVITÀ COMMERCIALE?
CONFIDI COFIAC
È AL TUO FIANCO!
4
impresa
informa
4 APRILE 2014
primo piano
Volti siciliani: Giuseppe Lumia
uno strano personaggio
“
I cento volti di un politico di cui si parla tanto, ma sottovoce! L’uomo della “legalità
innanzi tutto” è stato tirato in ballo in una serie di episodi non proprio qualificanti
di Pietro Agen
C
erto se oggi ci fosse
fra gli autori siciliani
un altro Pirandello
non vi è dubbio che vorrebbe il senatore siciliano
fra i personaggi di un proprio romanzo.
Scegliete voi il titolo, certamente gli spunti
non mancano. Si perché, diciamolo chiaramente, il Senatore Lumia non è uno qualunque, lui è lui e tutto il resto è come se
non ci fosse!
Mi è capitato spesso di parlarne con altri
politici ed ho sempre avuto la sensazione
che fossero come intimiditi, che cercassero di dire senza dire, di alludere senza
sbilanciarsi, come se vi fosse un timore reverenziale nei suoi confronti e sempre nei
discorsi tornava il suo vecchio ruolo di presidente della commissione antimafia.
Certo la personalità è forte, con l’aggiunta di quegli occhi un poco cattivi, con la naturale capacità di ricordare sempre e comunque la necessità di lottare il fenomeno
mafioso, fatto certamente positivo, anche se
in alcuni casi ho avuto la sensazione che
fosse più una tecnica che un sentimento
profondamente vissuto.
Eppure qualcosa di strano, o forse sarebbe
meglio di incoerente, nell’uomo della “lega-
lità innanzi tutto” c’è. Come può l’on. Lumia
pensare che le regole sul limite alle candidature debba valere per gli altri e non
per sé, come può pensare di rimbalzare
elezione dopo elezione dal Pd al Megafono
per tornare poi al Pd senza che a qualcuno
sorga il dubbio di trovarsi davanti ad un politico certamente molto abile ma altrettanto
assetato di potere?
Ma c’è di più, chi ha buona memoria ricorderà, e mi limito a parlare di questi ultimi
anni, come il nome del Senatore sia stato tirato in ballo in una serie di episodi non
proprio qualificanti: ricordate le presunte
interferenze relative alla nomina del procuratore della Repubblica di Catania, ricorda-
”
te la vicenda di un tal Agnello ed al suo
ruolo nella vicenda Coop, ricordate ancora
le dichiarazioni di un imprenditore nisseno
e più di recente la vicende della formazione?
Nulla di specifico, sia chiaro, nulla di rilevante ma ci chiediamo, se gli episodi avessero riguardato un qualsiasi avversario politico, il senatore gli avrebbe riservato lo
stesso metro di giudizio che ha, giustamente, dico io, preteso per se stesso?
So di non essere amato dal sen. Lumia, ne
ho avuto più volte la sensazione, ma poiché il sentimento è reciproco non ho mai
avuto difficoltà a farmene una ragione, ma
questo non mi impedirà di ricordare che
dopo essere stato spalla primaria di Lombardo ed averne appoggiato, per anni, le
politiche, si decise a “scaricarlo” solo dopo l’esplodere della vicenda giudiziaria! Certamente ineccepibile il comportamento, ma... possibile che una persona
esperta e cristallina come lui non avesse
avuto quantomeno dei dubbi?
Possibile dico io, anche se devo affermare
a questo punto che non è così scaltro e informato come sembra... o no forse qualche
volta è soltanto disattento, come si suol dire, anche i perfetti a volte si distraggono!
Amen.
HAI BISOGNO
DI FINANZIAMENTI
PER L’ACQUISTO SCORTE?
CONFIDI COFIAC
PUÒ AIUTARTI!
impresa
informa
5
4 APRILE 2014
crowdfunding
“From many to many”, così il web
aiuta la tua idea imprenditoriale
“
Per start-up o progetti di aziende avviate esiste l’opportunità di raccogliere fondi in modo
diffuso su Internet. Un modello che sta prendendo sempre più piede. Ecco una breve guida
di Marco Granata
T
utti hanno dei sogni nel cassetto,
soprattutto i giovani. Molti vorrebbero diventare imprenditori al
termine dell’università o del percorso di
studi scelto. Creare una propria azienda,
una start-up dove riversare le conoscenze acquisite, ma quando si deve passare
dall’idea alla pratica molti rinunciano e il
problema, per molti, è la mancanza di
soldi! Non solo giovani, ma anche imprenditori con esperienza o aziende già
avviate desistono dal lancio di nuove sfide imprenditoriali per lo stesso problema. Come si può fare? Un modo per riuscire è quello di finanziare l’azienda o la
start-up con il crowdfunding.
Il termine crowdfunding indica il processo con cui più persone (“folla” o crowd)
conferiscono somme di denaro (funding), anche di modesta entità, per finanziare un progetto imprenditoriale o
iniziative di diverso genere. Quindi, il finanziamento dalla folla, ovvero di tutti,
nasce come processo collaborativo che
vede un gruppo di persone utilizzare il
proprio denaro a sostegno di altre, siano
esse singoli individui o organizzazioni.
Un aiuto che può arrivare in seguito a
una tragedia umanitaria, per progetti legati all’arte, ma anche a favore dell’innovazione imprenditoriale e della ricerca
scientifica. La piattaforma sulla quale dialogare, ovviamente, è il web. Così da far
leva sull’attitudine “social” che porta
sempre più a condividere, collaborare e
comunicare in un continuo scambio di
informazioni non mediato “from many to
many”.
È possibile distinguere vari modelli di
crowdfunding a seconda del tipo di rapporto che si instaura tra il finanziatore ed
il finanziato: equity, royalty, donation e
rewardbasedcrowdfunding. Si parla di
“equity-based” quando tramite l’investimento compartecipi all’attività aziendale.
Con il “royalty based” si finanzia riceven-
do in cambio una parte dei profitti. Si parla di “donationbased” quando il finanziatore effettua una semplice donazione senza ricevere nulla in cambio. In ultimo, si
parla di “rewardbased”, quando si partecipa al finanziamento di un progetto ricevendo in cambio un premio o una ricompensa non in denaro. Quest’ultimo è il
modello ad oggi più diffuso nel mondo.
Nella maggior parte dei Paesi in cui operano portali di crowdfunding il fenomeno
non è soggetto a regolamentazione ed è
fatto pertanto rientrare nell’ambito di applicazione di discipline già esistenti (appello al pubblico risparmio, servizi di pagamento, etc.). L’Italia è invece il primo
Paese in Europa ad essersi dotato di una
normativa specifica e organica, con il
“Decreto crescita bis” relativamente al solo equitycrowdfunding ed alle start-up
innovative. Nel complessivo disegno del
legislatore, l’equitycrowdfunding è visto
come uno strumento che può favorire lo
sviluppo delle start-up innovative attraverso regole e modalità di finanziamento
in grado di sfruttare le potenzialità di internet. Il Decreto ha delegato alla Consob
il compito di disciplinare alcuni specifici
aspetti del fenomeno con l’obiettivo di
creare un “ambiente” affidabile in grado,
cioè, di creare fiducia negli investitori.
Purtuttavia l’Italia, normandone esclusivamente un solo aspetto e non normando le agevolazioni fiscali per gli investitori, ha perso l’ennesima occasione di
aprire un’autostrada per lo sviluppo. L’idea del crowdfunding è proprio quella di
ripartire dal basso, contribuire a rimette-
”
re in moto un’economia che appare inceppata. Ognuno deve, con un piccolo
gesto, determinare un cambiamento nella propria comunità. Attraverso tale innovativa forma di finanziamento le
persone possono decidere quali idee
promuovere, quali imprese sostenere e
dove, quali iniziative benefiche supportare. Il crowdfunding sviluppa responsabilità civile, rendendoci tutti partecipi anche attraverso i nuovi media e gli strumenti offerti oggi dalla tecnologia. Il
crowdfunding trasforma ogni risorsa in
un nuovo modo di costruire e influenzare una comunità, di guidarla verso un’impresa, magari attraverso un’analisi di
marketing o la creazione di un mercato
finora inedito.
In Romagna, la “Banca interprovinciale”
ha fatto sua l’idea innovativa, adattandone
i contenuti alla realtà italiana in un portale web nel rigoroso rispetto delle normative, con un comitato etico garante. Inoltre, ha messo a disposizione un gruppo di
Business Coach, esperti di economia e gestione aziendale, che dal momento in cui
il progetto è approvato e inserito sul portale aiuteranno nel portarlo avanti creando con il proponente un business plan così da rendere l’idea un successo.
E la Sicilia? Potrebbe essere pronta per
un’attività del genere che non sia solo finanziamento ma compartecipazione?
Certamente molti penseranno che sia
sempre l’ultima a recepire, ma è anche
vero che se nessuno si attiva per promuovere tali virtuose iniziative nessuno
lo potrà dire. D’altronde le cose non nascono da sole. Ci vogliono strutture e
persone che lo diffondano. Per questo, le
associazioni di categoria, come la Confcommercio dovrebbero attivarsi e cercare
una banca, possibilmente costituita da
imprenditori locali, che sposino tale progetto e lo sostengano. Non dobbiamo per
forza essere sempre fanalino di coda per
poi lamentarci se i giovani emigrano e
non hanno fiducia nella nostra terra.
6
4 APRILE 2014
l’opinione
impresa
informa
Siamo tutti sulla stessa barca
“
Oggi il Sud vuole uno sviluppo serio, basato su progetti concreti, facilmente finanziabili
e realizzabili, non può più essere preso in giro da politicanti “sepolcri imbiancati”
di Giovanni Saguto*
L’
ultimo congresso
della CGIL ha visto il cambio della
guardia alla guida della
segreteria provinciale tra
Angelo Villari e Giacomo
Rota, benedetto dal segretario generale Susanna Camusso e in continuità con quanto
fatto fino a questo momento.
Ovviamente le relazioni ascoltate erano improntate, come è ovvio, sull’identità del
sindacato tutto rivolto a curare gli interessi
dei lavoratori e dei pensionati, ma non ho
sentito le solite parole di fuoco contro i datori di lavoro bersaglio privilegiato soprattutto in altre stagioni, bensì espressioni e
proposte che non possono che essere condivise, soprattutto nel settore del commercio e dei servizi in quanto terminali della
filiera produttiva e a diretto contatto con il
mondo dei consumatori e degli utenti finali.
Condividiamo appieno il piano per il lavoro, approvato di recente, con il quale si
prevede una riduzione del carico tributario
con la restituzione di circa 80 euro mensili
per ogni busta paga allo scopo di incrementare i consumi. Ovviamente noi commercianti, e per lo stesso motivo, attendiamo analoghi provvedimenti anche per i pensionati e
per i cosiddetti incapienti, cioè coloro che non
pagando tasse perché il loro reddito è sotto la
soglia del minimo, non hanno alcun beneficio.
Tornare a porre al centro dell’attenzione delle
politiche economiche il lavoro è condivisibile,
specialmente quando si tratta di favorire l’occupazione giovanile, vero motore di sviluppo in un paese civile che vuole crescere. Ridurre il ricorso al precariato ad una mera eccezione e favorire il lavoro stabile, anche se
con immancabili casi di flessibilità, diventa
una missione imprescindibile della nostra organizzazione.
Il governo parla di ridurre l’Irap, la più odiosa delle tasse, anche se la misura proposta è
solo del 10% non ci mette ancora in condizione di attrarre investimenti esteri, ma è un piccolo passo. Sostegno alle imprese, quindi,
che con provvedimenti anticiclici di questo genere non possono che generare nuovo lavoro,
ma anche un forte impulso agli investimenti
pubblici nel piano per l’edilizia scolastica ed in
quello per la manutenzione idrogeologica del
territorio possono allargare la platea degli occupati specie se in questi piani vengono adoperati lavoratori in cassa integrazione. Questa
ipotesi mi ricorda tanto il “new deal”, quando
il Presidente Roosvelt scatenò una grossa battaglia per portare l’America fuori dalla grande depressione del ’29, battaglia fortemente ostacolata dagli industriali dell’epoca perché perdevano
la possibilità di ingaggiare manodopera a basso costo.
“Confindustria sembra un po’ freddina sulla riduzione della tassazione sul lavoro e l’innalzamento di quella sulle rendite”, ha detto la Camusso, la quale sostiene che uno degli elementi scatenanti la crisi è stato quello che molti industriali non hanno investito più nella ricerca e nell’innovazione, ma hanno preferito
distrarre gli utili nelle rendite.
Nel nostro campo si è fatta molta innovazione
dei sistemi distributivi, applicando le metodiche della grande distribuzione, ciò ha causato
disastri incredibili nel tessuto commerciale periferico e dei piccoli centri nonché in quello
marginale, producendo già prima della grande
crisi la chiusura di tantissime aziende e la per-
”
dita di innumerevoli posti di lavoro.
Male necessario sull’altare del progresso? Non ne sono convinto anche perché
la mission della nostra associazione
è quella di tutelare le aziende del comparto del commercio, e non solo, e
mettere a loro disposizione strutture e
strumenti. Liberalizzazioni sì certamente, ma dove, quando e solo se queste
producono sviluppo, stabilità e reddito.
Terreno comune di lotta è certamente
quello contro l’abusivismo, ma non
solo. Nel nostro territorio la lotta alle
infiltrazioni mafiose comincia a dare
i suoi frutti ed è proprio per questo che
non bisogna abbassare la guardia, oggi
che sembra sia stata tolta dall’agenda
politica la questione del mezzogiorno.
Dobbiamo ricordare tutti insieme, visto
che abbiamo le stesse idee in materia,
che lottare l’abusivismo significa togliere potere e risorse alle organizzazioni
mafiose, e nello stesso tempo restituire
credibilità alle imprese oneste.
Pertanto facciamo insieme alle parti sociali e ai Presidenti delle Regioni meridionali, in assenza di segnali dal governo centrale, proposte fatte di lavoro e
di infrastrutture esenti da assistenzialismo e clientelismo, perché noi imprenditori del Sud abbiamo già vissuto periodi di
folgorante sviluppo ai tempi dei cavalieri, ma
è durato poco e tutto è svanito nel nulla sotto
i colpi delle magistratura. Di illusioni ne abbiamo avute fin troppe.
Oggi il Sud vuole uno sviluppo serio, basato su
progetti concreti, facilmente finanziabili e realizzabili, non può più essere preso in giro da
politicanti, “sepolcri imbiancati” come li ha definiti Papa Francesco, che costruiscono il proprio elettorato sul precariato e sulle clientele e,
tantomeno, da malavitosi che irretiscono i nostri giovani con false immagini di ricchezza e di
potere.
Tutto questo costa tantissimo e con un debito
pubblico così alto non ci è consentito far volare i nostri sogni neanche rasoterra e allora voglio usare le stesse parole del Segretario Generale Susanna Camusso: vedere se è più facile pensare che l’assorbimento del debito pubblico sarà più lungo o, invece, cancellare il debito pubblico e non dare risposte al tema della povertà.
* Presidente As.Com. Catania
impresa
informa
7
4 APRILE 2014
area fiscale
Al via le agevolazioni fiscali
per le start-up innovative
“
Per favorire la crescita sostenibile, lo sviluppo tecnologico e l’occupazione, il dl 179/2012
ha previsto un regime speciale, derogando ad alcune regole del diritto societario
di Caterina Cannata
S
ono già operative le
agevolazioni per l’investimento in start up
innovative. Sulla Gazzetta
Ufficiale n. 66 del 20 marzo
2014, infatti, è stato pubblicato il Decreto del Ministero dell’Economia
e delle Finanze del 30 gennaio 2014, contenente le norme attuative dell’art. 29 del D.L.
n. 179 del 2012, relativamente agli incentivi
per gli investimenti in start-up innovative.
Il D.L. 179/2012 (convertito dalla legge
221/2012), allo scopo di favorirne la costituzione e lo sviluppo, ha introdotto incentivi di natura fiscale a favore delle imprese
start-up innovative e delle imprese denominate “incubatori certificati”.
Si tratta di agevolazioni di carattere congiunturale, la cui applicazione è limitata ai
periodi d’imposta 2013, 2014 , 2015 e 2016
per favorire gli investimenti da parte di persone fisiche e soggetti Ires .
Soggetti Irpef
Per i soggetti Irpef l’agevolazione consiste
in una detrazione d’imposta pari al 19% degli investimenti nel capitale sociale di una
o più start-up innovative direttamente, ovvero attraverso organismi di investimento
collettivo del risparmio (cosiddetti Oicr”) o
altre società di capitali.
Nel caso di investimenti nelle start-up a vocazione sociale, nonchè per gli investimenti in start-up innovative che sviluppano e
commercializzano esclusivamente prodotti
o servizi innovativi ad alto valore tecnologico in ambito energetico, secondo i codici
Ateco 2007 (di cui alla tabella in allegato al
decreto) la precedente percentuale passa al
25%.
Il massimale viene fissato, in caso di contribuenti soggetti passivi dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, a 500 mila euro.
Qualora la detrazione risulti essere superiore all’imposta lorda di periodo può essere
riportata a nuovo entro il terzo periodo
d'imposta successivo.
Soggetti Ires
Per i soggetti Ires l’agevolazione consiste in
una deduzione dal reddito complessivo pari al 20% degli investimenti rilevanti effettuati fino ad un massimo di 1,8 milioni di
euro. L’investimento può essere diretto oppure per il tramite di organismi di investimento collettivo del risparmio (“Oicr”) od
altre società che investano prevalentemente
in start-up innovative. Anche in questo caso, la misura del 20% viene elevata al 27%
in caso di investimenti nelle start-up a vocazione sociale e nelle start-up che sviluppano e commercializzano esclusivamente
prodotti o servizi innovativi ad alto valore
tecnologico in ambito energetico.
La deduzione può essere effettuata entro i
limiti del reddito imponibile netto di periodo e l’eventuale eccedenza non utilizzata
potrà essere riportata a nuovo entro il terzo
periodo d'imposta successivo.
Per non perdere il bonus è necessario mantenere il sostegno alle start-up per almeno due anni. In questo arco di tempo non
sono quindi consentite:
• le cessioni, neanche parziali, delle partecipazioni ricevute in cambio degli investimenti agevolati;
• il recesso o l’esclusione degli investitori;
• la perdita dei requisiti necessari per esse-
”
re start-up (articolo 6,
comma 1).
In caso di esclusione
dal beneficio sarà necessario restituire la
tassazione dell’importo
dedotto o detratto,
comprensivo degli interessi. La start up innovativa deve essere
costituita e avere iniziato la propria attività
da non più di 48 mela maggioranza
si;
delle quote o azioni
rappresentative del capitale sociale e dei diritti di voto nell’Assemblea ordinaria dei soci deve essere detenuta da persone fisiche;
deve avere sede principale dei propri affari
e interessi in Italia; dal secondo anno di attività il totale del valore della produzione
annua non deve essere superiore a 5 milioni di euro; non deve distribuire utili; deve
avere come oggetto sociale lo sviluppo, la
produzione, la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico. Inoltre la società non deve derivare da fusione, scissione, cessione di
azienda o di ramo d'azienda.
In più perché la start-up venga qualificata
come innovativa sono, infine, previsti alcuni requisiti alternativi:
• almeno il 15% delle spese siano destinate a Ricerca & Sviluppo;
• o che almeno un terzo della forza lavoro
sia composto da dottorati o dottori di ricerca o da personale che ha svolto attività di
ricerca per almeno tre anni;
• o che almeno due terzi della forza lavoro
sia composto da persone in possesso di
laurea magistrale;
• o che l’impresa sia proprietaria ovvero
depositaria ovvero licenzataria di un brevetto;
• o che l’impresa sia titolare di un programma per elaboratore originario registrato.
8
4 APRILE 2014
area lavoro
impresa
informa
Videosorveglianza in azienda
conciliare sicurezza e privacy
“
Per contemperare entrambe le esigenze occorre rispettare le norme di legge contenute
nello Statuto dei lavoratori e nel Testo unico sulla Privacy. Ecco come fare
di Silvia Carrara
I
l crescente bisogno di sicurezza, dovuto a quello
che accade nell’odierna
società, è diventato nelle
aziende sempre più forte e
sentito. Per questo motivo
l’utilizzo dei sistemi di videosorveglianza è in
continua espansione e diffusione, sia in direzione di un’efficace tutela del patrimonio
aziendale, sia nell’ottica di una accresciuta attenzione alla sicurezza dei lavoratori.
Tuttavia conciliare il bisogno di sicurezza e
controllo delle aziende con la privacy dei dipendenti non è tecnicamente possibile e giuridicamente legittimo se non vengono rispettate le norme che disciplinano l’utilizzo delle
telecamere in azienda. Bisogna tener presente che in molte aziende i dipendenti possono
essere ripresi dalle telecamere durante lo svolgimento del loro lavoro, pertanto, a monte di
ogni progetto di videosorveglianza, è necessario per l’azienda valutare in termini rigorosi
se il controllo attuato possa aver ad oggetto
anche la prestazione lavorativa.
L’errore che è facile riscontrare è quello che le
aziende prima installano le videocamere e solo dopo pensano all’aspetto normativo, cioè
“l’installazione è in regola con la privacy?”,
“occorrevano autorizzazioni?”.
Quali sono le norme che disciplinano l’utilizzo delle telecamere in azienda? Cosa deve fare l’azienda che vuole installare un sistema di
videosorveglianza in regola?
Gli aspetti giuridici coinvolti nella materia in
oggetto, sono molteplici; in particolare devono essere analizzati due profili: il primo è
quello connesso alla disciplina ex art. 4 legge
300/70 – Statuto dei lavoratori, il secondo è
quello correlato alla tutela della riservatezza di
cui al “Testo unico sulla privacy” - Dlgs. n.
196/2003.
Quanto al dettato dello Statuto dei lavoratori,
la facoltà di installare telecamere sul luogo di
lavoro, è prevista, come eccezione ad un generale divieto di controllo a distanza dei lavoratori. La norma non prevede la possibilità di
“sorvegliare a distanza” i lavoratori (nel qual
caso il divieto rimane assoluto), quanto piuttosto, e la differenza non è di poco conto, ammette il ricorso ad impianti audiovisivi tali da
produrre un controllo incidentale dei lavoratori, sempre però, in presenza di esigenze organizzative, produttive e di sicurezza del lavoro e di previo accordo con le rappresentanze sindacali aziendali relativo all’installazione ed alle modalità di utilizzo delle apparecchiature nonché alle specifiche motivazioni.
In primis dovranno essere specificati i motivi
organizzativi e di sicurezza che impongono
l’utilizzo degli strumenti di videosorveglianza,
quindi dovranno essere indicati gli strumenti e
le modalità di utilizzazione. Il coinvolgimento
delle Rappresentanze sindacali, non si esaurisce nella condivisione del contenuto dell’accordo, ma si estende anche al controllo, successivo, della verifica della corretta osservanza delle regole pattuite.
Solamente in caso di mancato accordo o di assenza della RSA è possibile chiedere l’autorizzazione alla Direzione Territoriale del Lavoro
(che dovrebbe essere preventiva all'installazione).
La Direzione Territoriale del Lavoro, al fine
del rilascio della propria autorizzazione, dovrà
provvedere a svolgere un sopralluogo per verificare, in particolare, se l'angolo di ripresa
delle telecamere sia o meno compatibile con
il divieto sancito dall'art. 4 della legge n.
300/1970 ed eventualmente indicherà le prescrizioni da osservare.
Per quanto riguarda l’aspetto relativo alla normativa sulla tutela dei dati personali di cui al
”
Codice della Privacy (D.Lgs. 196/03), i 4 principi da osservare, affinché la videosorveglianza sia legittima, sono: liceità, necessità, proporzionalità, finalità.
L’installazione delle telecamere è lecita solo se
è proporzionata agli scopi che si intendono
perseguire; gli impianti di videosorveglianza
devono essere attivati solo quando altre misure siano insufficienti o inattuabili; l’eventuale
conservazione delle immagini deve essere limitata nel tempo; i cittadini devono sapere
sempre e comunque se un’area è sottoposta a
videosorveglianza.
Dunque, essenzialmente, deve essere realizzato un sistema di videosorveglianza idoneo a
controllare e riprendere solo quanto strettamente necessario, gestito in modo tale da garantire il controllo e prevenire l’abuso delle informazioni raccolte.
Un esempio pratico può aiutare a comprendere meglio.
Se l’azienda ALFA intende installare per motivi di sicurezza delle videocamere esterne che
inquadrano solo aree di transito e aree adibite al carico/scarico delle merci e delle telecamere interne nell’area vendita di un negozio,
deve tener presente che in queste aree possono essere presenti o sono anche dei lavoratori.
Si tratterà di verificare se l'installazione delle
telecamere sia compatibile con i principi di liceità, di necessità, di proporzionalità e di finalità sanciti dal Codice della Privacy e, per
ciò che riguarda, in particolare, la liceità del
trattamento se esso sia compatibile con il divieto sancito dallo Statuto dei lavoratori.
L’azienda ALFA per essere in regola dovrà:
- indicare con apposita segnaletica la presenza delle videocamere;
- redigere un documento interno sulle motivazioni e la scelta della videosorveglianza nell’area aziendale che deve essere sottoscritto
dalla rappresentanza sindacale aziendale;
- informare il personale dipendente dell’accordo con la RSA aziendale o, in sua mancanza, chiedere l'autorizzazione alla competente Direzione Territoriale del Lavoro
Nel caso l’azienda ALFA avesse già installato
l’impianto di videosorveglianza dovrà al più
presto svolgere tutti gli adempimenti sopra indicati e sospendere il funzionamento delle videocamere in via cautelativa.
impresa
informa
9
4 APRILE 2014
area legale
Bando Mise, 100 mln di euro
per l’efficienza energetica
“
Dal 15 aprile le imprese delle regioni “convergenza” potranno avviare la compilazione
delle domande. L’invio vero e proprio avverrà dalle 10 del 23 aprile su www.mise.it
di Chiara Corsaro
”
A
partire dal prossimo 15 aprile per
le imprese ubicate nelle Regioni Convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) sarà possibile iniziare la compilazione delle domande per
partecipare al bando che finanzia i piani
di investimento volti alla riduzione e razionalizzazione del consumo energetico
delle imprese nello svolgimento delle rispettive attività di produzione o erogazione di servizi.
L’invio vero e proprio delle domande,
che verranno esaminate tramite procedura valutativa a sportello, avverrà a partire dalle ore 10:00 del 23 aprile, attraverso la piattaforma online disponibile sul
sito www.mise.it.
I progetti presentati possono alternativamente riguardare i seguenti settori di intervento: isolamento termico degli stabilimenti in cui si svolge l’attività di impresa(es. infissi, pavimentazione, coibentazione), efficientamento e razionalizzazione degli impianti di riscaldamento, climatizzazione e illuminazione, installazione di impianti finalizzati all’abbassamento dei consumi energetici, installazione
di impianti di produzione da fonti rinnovabili e distribuzione dell’energia per
esclusivo autoconsumo.
Tutti i piani di investimento devono comunque essere finalizzati ad ottenere
una riduzione nominale dei consumi di
energia primaria all’interno dell’azienda.
L’intervento per essere ammissibile deve
essere realizzato su un’unità produttiva
che rientri nella piena disponibilità del
soggetto proponente risultante da atto
regolarmente registrato (es. contratto
d’affitto, atto di proprietà dell’immobile).
Il piano di investimento non può preve-
dere l’acquisto di beni e macchinari usati ed inoltre tra le spese ammissibili non
possono in alcun modo farsi rientrare le
spese del personale.
Ai fini dell’ammissibilità l’investimento
complessivo non può essere inferiore a
€ 30.000,00 né superiore a € 3.000.000,00
(IVA esclusa).
I soggetti beneficiari sono individuati
nelle imprese costituite da almeno due
anni, regolarmente iscritte in Camera di
Commercio e che si trovino in regime di
contabilità ordinaria. Per le imprese operanti nel settore dei servizi è inoltre richiesta la loro costituzione in forma societaria.
L’elenco dei codici ateco ammessi a partecipare a tale procedura è pubblicato
sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico.
L’agevolazione concessa si traduce nell’erogazione di un finanziamento senza
interessi da restituire in 10 anni a copertura del 75% del costo dell’investimento,
il restante 25% rimane a carico del soggetto proponente che deve farvi fronte o
attraverso mezzi propri o tramite indebitamento bancario non coperto da altre
agevolazioni pubbliche.
Ai fini dell’erogazione del finanziamento,
le imprese i cui progetti siano stati ammessi dovranno farne richiesta presentando la seguente documentazione: fatture di acquisto, estratto del conto corrente
dedicato alla realizzazione del programma degli investimenti, quietanze dei pagamenti effettuati sottoscritte dai fornitori, quadro riassuntivo dei costi sostenuti,
e polizza fideiussoria nel caso di richiesta
di anticipazione della prima quota.
10
impresa
informa
4 APRILE 2014
delegazioni
A Misterbianco
l’impresa entra a scuola
“
Siglato un protocollo d’intesa tra la media “Padre
Pio da Pietrelcina” e la locale Confcommercio
S
iglato un importante
protocollo d’intesa tra
la scuola media Padre
Pio da Pietrelcina di Misterbianco e la Confcommercio
di Misterbianco. A firmarlo
sono stati la dirigente scolastica dott.ssa Patrizia Guzzardi e il presidente dell’associazione
dei commercianti Giovanna Giuffrida
”
(nella foto). «Il progetto, finanziato con i fondi Pon – Fse
2007/2013 e ideato dalla scuola
Padre Pio da Pietrelcina - afferma la dott.ssa Guzzardi - nasce
dalla consapevolezza che la
scuola, oltre ad essere istituzione che “produce” cultura, debba guardare con attenzione al mondo del
lavoro e delle imprese. Ai ragazzi e alle ra-
gazze che alla fine dell’obbligo scolastico decidono di provare una prima esperienza lavorativa, grazie al modulo di 20 ore, sarà data la possibilità di conoscere il mondo delle
imprese».
Fondamentale quindi la collaborazione con
la locale Confcommercio, come spiega la presidente Giovanna Giuffrida.
«Per dare agli studenti queste opportunità abbiamo coinvolto le migliori professionalità
imprenditoriali, pasticceri, ceramisti, parrucchieri e torrefattori, che si sono messi a
disposizione dei ragazzi per illustrare le loro
esperienze lavorative e spiegare i segreti del
loro mestiere. Ci auguriamo così che questi
giovani si possano appassionare e che il
loro percorso dai banchi di scuola al posto di
lavoro sia quanto più breve possibile, facilitato dalla conoscenza di cosa vogliono fare da
grandi grazie alla scoperta di tante realtà lavorative che il nostro territorio può ancora offrire».
Caltagirone, associazioni di categoria
e sindacati: «Subito la giunta»
“
S
Ventuno giorni dopo l’azzeramento dell’organo esecutivo, il sindaco Nicola Bonanno
non ha ancora annunciato i nuovi assessori. «Si cambi passo o scenderemo in piazza»
i è tenuto mercoledì 2 aprile, presso la
sede della Confcommercio di Caltagirone, un incontro tra le maggiori associazioni di Categoria e le organizzazioni sindacali della città, che lanciano un messaggio
comune al sindaco Nicola Bonanno: «Visto il
grave momento ed il vuoto amministrativo
creatosi si dia immediatamente alla città
una giunta di altro profilo e si instauri subito un’interlocuzione seria con le organizzazioni di imprese e lavoratori o il sindaco
ne tragga le dovute conclusioni e faccia un
passo indietro».
Presenti all’incontro il presidente della Confcommercio Rosario Bruno, il presidente della Confartigianato Francesco Navanzino, il
rappresentante della Casartigiani Enzo Alberghina, il rappresentante della Cia Gerardo Gugliuzza, il segretario confederale della Cgil Concetta La Rosa, il segretario confederale della Cisl Angela Tasca, il rappresen-
tante della Uil Maria Di Costa, il presidente
dell’Ordine degli Avvocati Giacomo Pompeo e tanti imprenditori e professionisti. Le
organizzazioni lamentano la mancanza di
concertazione con le parti sociali, il fermo
quasi totale della macchina amministrativa,
l’indifferenza totale da parte del sindaco
a fronte delle numerose richieste di incontri
e la mancanza di risposte ai problemi sottoposti all’amministrazione in questi due anni.
Già un anno fa il sindaco aveva cambiato la
squadra della giunta, ma la gravità della si-
”
tuazione attuale è sottolineata
dal fatto che, dopo nuovo azzeramento della giunta dichiarato
dal sindaco circa tre settimane fa
e della mozione di censura sull’operato del sindaco approvata
a larga maggioranza dal consiglio comunale, tutt’oggi non si
conoscono i nomi dei nuovi assessori. Provvedimenti importanti che richiederebbero le deliberazioni di giunta come il piano d’ambito non possono seguire l’iter amministrativo corretto e vengono approvati con determina sindacale con il rischio
di essere annullati. Le organizzazioni chiedono che venga nominata la giunta e di essere
convocate per sottoporre all’amministrazione
le problematiche che affliggono il mondo del
lavoro, delle imprese e delle professioni, altrimenti scenderanno in piazza per una manifestazione unitaria.
Michele Scaletta
impresa
informa
4 APRILE 2014
associazioni
Ecobonus 2010, il caso
è finalmente risolto
“
Inviato alla Corte dei conti il provvedimento che garantisce
lo sblocco dei fondi e il rimborso agli autotraportatori
di Giovanni Rinzivillo
ENASCO
Importante per pensionati:
richiesta Cud 2014
”
Il Patronato 50&Più Enasco ricorda
a tutti gli interessati che dallo scorso anno l’Inps non invia più a domicilio il Modello Cud necessario
per la dichiarazione dei redditi (né
invierà il Modello OBisM).
Al fine di favorire quanti, tra clienti e
associati, potrebbero avere difficoltà nel reperirlo, gli esperti 50&Più
Enasco sono a disposizione per la
stampa gratuita del Modello Cud
2014 e del OBisM 2014.
Info: Ufficio provinciale di Catania via Mandrà 8, tel 095 239495
I
l caso del mancato pagamento
dell’Ecobonus
2010 agli autotrasportatori sembra
essere stato risolto. Nel corso dell’incontro avvenuto a Roma fra i
rappresentanti delle associazioni
dell’autotrasporto, il ministro dei
Trasporti Maurizio Lupi e il sottosegretario De Caro, durante il quale
sono stati affrontati tutti i temi più scottanti che riguardano il settore, i rappresentanti del governo hanno infatti annunciato che il
provvedimento è stato
firmato e inviato alla Corte
dei conti per la registrazione, garantendo così lo
sblocco dei fondi e il pagamento di quanto dovuto alle impese di autotrasporto che
hanno utilizzato le “autostrade del mare”.
Una notizia positiva per la categoria, confortata anche dalla volontà, ribadita sia dal
ministro Lupi sia dal sottosegretario, al
quale sono state conferite le deleghe in
materia di autotrasporto individuando così un interlocutore stabile, di voler ricercare le soluzioni più opportune nel rispetto del protocollo d’intesa sottoscritto lo
scorso dicembre.
Durante l’incontro è stata definita una modifica alla ripartizione delle risorse
stanziate a favore del settore dalla Legge di
Stabilità per l’anno 2014, alla luce dei recenti tagli pari a circa 18 milioni di euro.
Pertanto, l’allocazione delle risorse sarà la
seguente:
- Pedaggi 131,9 milioni di euro (prima 135
mln);
- Servizio Sanitario Nazionale 22 milioni di
euro;
- Spese non documentabili 113 milioni di
euro;
- Formazione 10 milioni di euro;
11
- Investimenti 15 milioni di euro (prima 20 mln);
- Fondo di Garanzia 20 milioni di euro (prima 25 mln)
- Piattaforma Uirnet 0 milioni di euro
(prima 5 mln).
Il governo continuerà la verifica in corso
con il ministero dell’Economia per esaminare l’effettivo tiraggio delle risorse destinate alla deduzione forfettaria delle spese
non documentabili, al fine di rendere nullo l’effetto dei tagli e quindi ripristinare la
dotazione iniziale pari a 330 milioni di euro.
Con la crisi in atto e soprattutto con il calo
di imprese attive è probabile che non tutte le risorse assegnate alla categoria siano realmente necessarie.
Il problema, ovviamente, non è tanto quello di tagliare risorse al settore ma sapere
cosa ne viene in cambio. Se al taglio corrisponde un’azione efficace per far rispettare le norme sui costi minimi, per esempio, se ne può discutere, così come se ne
può discutere se nei confronti del cabotaggio irregolare o del conto proprio abusivo
finalmente si decide di assumere provvedimenti risolutivi.
Diversamente i fondi che sono stati stanziati per l’autotrasporto devono rimanere
finalizzati a questo settore e non c’è alcun
valido motivo per decurtarli.
12
4 APRILE 2014
confnotizie
impresa
informa
La licenza fiscale per vendere
e somministrare bevande alcoliche
“
Una volta chiamata Utf, è obbligatoria per legge e va richiesta anche se si subentra
a una vecchia gestione. Per ottenerla, se ne chiede il rilascio all’Agenzia delle Dogane
di Anna Taccia
I
n Italia il consumo di
alcolici è altissimo e
“drammatici” sono i
dati sull’alcolismo. I ragazzi dai 15 ai 19 anni
sono i soggetti più a rischio e la gravità del fenomeno impone
agli organi di polizia addetti al controllo
del territorio di verificare costantemente
la corretta applicazione delle norme che
disciplinano la distribuzione,
la somministrazione e la vendita di bevande alcoliche.
Per bevanda alcolica si intende ogni prodotto contenente alcol alimentare con
gradazione superiore a 1,2
gradi di alcol e per bevanda
superalcolica ogni prodotto con gradazione superiore al 21 per cento di alcol
in volume.
Occorre ricordare che vendita, vendita
per asporto e somministrazione non sono fattispecie identiche: la vendita
comprende la vendita per asporto (in
contenitore chiuso), la vendita al banco e
la somministrazione (nel bicchiere per il
consumo sul posto). In altri termini, la
somministrazione rientra nella vendita,
ma non tutte le vendite costituiscono
somministrazione.
È bene precisare che gli alcolici e i superalcolici sono prodotti alimentari e
come tali possono essere venduti, per
cui, chiunque svolge un’attività commerciale nel settore degli spiriti (mescita,
vendita al dettaglio, commercio all’ingrosso, depositi a scopo di vendita) e di
altri prodotti come liquori, vino, birra,
profumeria, alcool puro, alcool denaturato ed altro, deve chiedere all’Agenzia
delle Dogane il rilascio della licenza fiscale di esercizio.
Le attività interessate sono: rivendite
alimentari, supermercati, bar, pub, pasticcerie, pizzerie, trattorie, enoteche, drogherie, fast food, circoli e associazioni ricreative, profumerie, istituti di bellezza,
parrucchieri, farmacie, erboristerie, depositi e commercio all’ingrosso, spacci
interni, mense aziendali, tabaccherie, alberghi, locande, chioschi, ecc.
La licenza su alcolici e
superalcolici, che in
precedenza era chiamata UTF o UTIF (Ufficio Tecnico Finanza),
è un obbligo che deve
tuttora essere assolto da tutte le attività che producono, trasformano e vendono prodotti alcolici. Questo obbligo, oltre a cambiare nome, non
è più una tassa, rimane però che tutte le attività suindicate devono richiedere questa licenza
anche se si subentra ad una vecchia gestione.
Anche i pubblici esercizi, oltre all’autorizzazione di somministrazione di alimenti e bevande
rilasciata dal Comune competente, devono
chiedere la licenza fiscale rilasciata dall’Agenzia
delle Dogane.
Si precisa, comunque, che in caso di controlli,
solo la Guardia di Finanza e Personale Ispettivo
delle Agenzie delle Dogane può elevare sanzioni amministrative, altri Corpi quali Carabinieri, Polizia, etc., in caso di ispezioni presso una
attività di somministrazione di alimenti e bevande, possono chiedere solo se in possesso
della licenza fiscale per la vendita di alcolici ma,
devono limitarsi a segnalare all’Ufficio delle Dogane competente il quale provvederà ad irrogare la sanzione amministrativa che va da un minimo di € 258,22 ad un massimo di € 1.549,37.
Oltre all’obbligo del possesso di licenza fiscale,
esistono altri obblighi sia per la vendita che
per la somministrazione.
1) Con la risoluzione n. 18512 del 4 febbraio
2013, il Ministero dello Sviluppo Economico,
con riferimento alla disposizione dell’art. 7 del
D.L. n. 158/2012, ha affermato che il divieto di
vendita di bevande alcoliche ai minori di anni
18, previsto dalla norma suddetta, si applica anche alla somministrazione sul posto, per cui ri-
”
cordiamo che:
• è vietato sia vendere che
somministrare sul posto bevande alcoliche a minori degli anni
18;
• nel caso di vendita di bevande alcoliche a minori degli anni
18, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 250 a
1000 euro;
• nel caso di somministrazione
di bevande alcoliche a minori
degli anni 16, la sanzione è l'arresto fino a un anno;
• nel caso di somministrazione
di bevande alcoliche a minori degli anni 18, ma
maggiori degli anni 16, si applica la sanzione
amministrativa pecuniaria da 250 a 1000 euro.
2) Secondo l’art. 188 del Reg. TULPS impone
che “I minori di anni diciotto non possono essere adibiti alla somministrazione al minuto di
bevande alcoliche negli esercizi pubblici, anche se trattasi di esercizi nei quali la vendita al
minuto o il consumo delle bevande alcoliche
non costituiscono prestazione unica od essenziale dell’esercizio.”
3) I locali che proseguano la propria attività oltre le ore 24, devono avere presso un’uscita un
apparecchio di rilevazione del tasso alcolemico, di tipo precursore chimico o elettronico,
a disposizione dei clienti che desiderino verificare il proprio stato di idoneità alla guida dopo
l’assunzione di alcool ed inoltre esporre, all’entrata, all’interno e all’uscita dei locali apposite
tabelle che riproducano:
• la descrizione dei sintomi correlati ai diversi
livelli di concentrazione alcolemica nell’aria alveolare espirata;
• le quantità, espresse in centimetri cubici, delle bevande alcoliche più comuni che determinano il superamento del tasso alcolemico per
la guida in stato di ebbrezza, pari a 0,5 grammi
per litro, da determinare anche sulla base del
peso corporeo.
L’inosservanza delle disposizioni relative alla
disponibilità dell’apparecchio per la rilevazione
del tasso alcolemico ed all’esposizione delle tabelle comporta la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 300 a euro 1.200.
Gi uffici della Confcommercio Catania rimangono a disposizione per ogni ulteriore chiarimento in merito e/o richiesta di nuova licenza
fiscale o rinnovo, della stessa, presso l’Agenzia
delle Dogane.
impresa
informa
4 APRILE 2014
Via Mandrà n.8 – 95124 Catania
C.F. 93080630879
Telefax 095 361155
E-mail: info@ebtcatania.it
Pec: entebilateralecatania@legalmail.it
Sito web: www.ebtcatania.it
L’EBT Catania è un’associazione NO PROFIT tra Confcommercio Catania e i sindacati dei lavoratori
Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil.
L’attivazione è voluta dal Contratto collettivo nazionale del lavoro, terziario, commercio e servizi e ha lo
scopo di dare servizi alle imprese e ai lavoratori.
L’Ente bilaterale è un istituto contrattuale e quindi il finanziamento dello stesso è un adempimento obbligatorio. Le aziende, per la provincia di Catania, sono tenute al versamento dello 0,45% calcolato sulla
retribuzione mensile per le 14 mensilità (paga base e contingenza) di cui 0,25% a carico dell’impresa e
0,20% a carico del lavoratore.
Il mancato versamento comporta, quindi una NON applicazione del Contratto Collettivo del lavoro con
tutto quello che ne consegue sul piano del potere di controllo e sanzionamento degli organi o enti pubblici deputati alla vigilanza.
All’ EBT Catania fanno riferimento oltre 2000 aziende.
Costituito nel 1987 e operativo dal 2001, l’Ente ha proceduto ad attivare diversi servizi.
CONCILIAZIONI VERTENZE
La commissione, in seno all’ente, è competente ad espletare il tentativo di conciliazione in sede sindacale per le controversie individuali o plurime di lavoro, ai sensi degli artt. 410 e seguenti del c.p.c.
APPRENDISTATO
Viene rilasciato il parere di conformità per l’assunzione degli apprendisti.
CONTRATTO DI INSERIMENTO
Verifica la correttezza dei contratti di inserimento a norma del contratto collettivo nazionale di lavoro per i
dipendenti delle aziende del terziario, della distribuzione e dei servizi.
SOSTEGNO AL REDDITO - AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA
L’Ente ha realizzato un sistema di sostegno al reddito per i lavoratori espulsi da aziende in crisi.
FORMAZIONE
° Promuove e sostiene le iniziative per i processi di formazione continua dei lavoratori previsti dai Fondi
Paritetici interprofessionali (For.Te)
° Informazione e formazione in materia di sicurezza degli ambienti di lavoro.
STUDI E RICERCHE
Incentiva e promuove studi e ricerche per analizzare i fabbisogni formativi e professionali.
CRITERI PER LA FRUIZIONE DEI SERVIZI
Possono usufruire dei servizi tutte le imprese iscritte all’EBT Catania, anche di nuova costituzione, che si
trovano in regola con i versamenti associativi – contrattuali.
Per accedere all’iniziativa del sostegno a reddito/ammortizzatori sociali in deroga, le imprese devono
dimostrare la regolarità dei versamenti degli ultimi 5 (cinque) anni per tutti i lavoratori iscritti sul libro
unico.
CATANIA
Catania
13