VENERDÌ 14 NOVEMBRE 2014 www.corriere.it Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Via Campania 59/C - Tel. 06 688281 FONDATO NEL 1876 Libri Amazon fa pace con Hachette: sconti controllati Tempi liberi di Cristina Taglietti a pagina 49 In Italia EURO 1,90* (CON “SETTE”) Servizio Clienti - Tel. 02 63797510 mail: servizioclienti@corriere.it Oggi Domani Claudio Baglioni: i vecchi autografi meglio dei selfie Una domanda per le donne: «Dov’è la felicità?» di Stefano Bucci di Luisa Pronzato Riforme e partite personali ROMA TENSIONE A TOR SAPIENZA RETROSCRITTO DI UN’INTESA Migranti trasferiti dopo gli scontri «Minori a rischio» di Michele Ainis C’ Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano Alla fine i residenti hanno vinto. I 36 rifugiati stranieri minorenni, più 9 italiani, sono stati trasferiti da Tor Sapienza su ordine del Comune di Roma dopo tre notti di tensione e scontri. Oggi toccherà ai maggiorenni, una quarantina. alle pagine 18 e 19 Frignani ● IL COMMENTO AP / ALESSANDRA TARANTINO di Goffredo Buccini I l Comune a Tor Sapienza ha scelto lo sgombero. Per ragioni comprensibili: evitare altri giorni terribili a Roma. Ma la decisione è pericolosa e non è un caso che il Viminale abbia convocato questore e prefetto. a pagina 27 L’INTERVISTA Il segretario Stoltenberg: operazioni quintuplicate dal Baltico al Mar Nero IL REPORTAGE «Difenderemo l’Ucraina» La Nato risponde alla Russia ● GIANNELLI «La Nato sostiene e sosterrà la piena integrità e sovranità dell’Ucraina». A dirlo, mostrando le prove dell’invasione russa, è il neosegretario generale dell’Alleanza atlantica Jens Stoltenberg. «In un anno Mosca ha triplicato le sue azioni militari. E noi abbiamo quintuplicato le nostre operazioni e attività di controllo» spiega l’ex premier norvegese. «Il gruppo di azione rapida è al livello più alto dai tempi della Guerra fredda». a pagina 3 Offeddu Bombe e milizie Tra i 100 italiani che resistono nel caos libico di Francesco Battistini Patto nel Pd sul Jobs act L Ma Ncd: serve un vertice IL RETROSCENA I 4 fronti dem: un gruppo può staccarsi di Maria Teresa Meli a pagina 6 © RIPRODUZIONE RISERVATA Intesa da una parte, quasi rottura dall’altra. Se nel Pd rientrano le tensioni sul Jobs act per il sì di Renzi al reintegro nei licenziamenti disciplinari, Ncd chiede un vertice immediato. da pagina 5 a pagina 9 M. Franco, Labate, Martirano Rebotti, Roncone L. Salvia, Trocino, Verderami Se controlli l’automobile, pagherai meno Sconti per gli assicurati virtuosi e per chi installa la scatola nera. Pronta la riforma di Antonella Baccaro LA CONSIGLIERA DI PAVIA I l governo potrebbe varare nel prossimo Consiglio dei ministri la nuova disciplina sulle polizze Rc Auto. Tra le misure allo studio c’è la possibilità per le compagnie assicuratrici di proporre sconti per chi sottoponga il suo veicolo a ispezioni preventive o installi — su auto o moto — le «scatole nere». La riforma potrebbe vedere la luce come decreto o, più probabilmente, come parte del disegno di legge sulla concorrenza. a pagina 13 Travolta dai ladri A ventisei anni lotta per la vita di Elvira Serra ANSA/FACEBOOK 9 771120 498008 LA SCELTA DI ARRENDERSI GABRIELE MICALIZZI è sempre un non detto, un sottinteso. Renzi: eleggo un giudice costituzionale insieme ai 5 Stelle per dimostrare a Berlusconi che ho un’altra maggioranza pronta a cresimare le riforme. Berlusconi: accetto il nuovo Italicum perché così potrò concorrere alla scelta del nuovo presidente. Napolitano: anticipo le dimissioni per accelerare l’iter della legge elettorale, che infatti è uscita dal letargo. Sicché le due partite rimbalzano l’una addosso all’altra. Ma per vie oblique, e con accordi opachi. D’altronde anche il patto del Nazareno viene oscurato ormai da un sottopatto, quello fra Renzi e i suoi nanetti. Il primo alza l’asticella all’8% per guadagnare seggi: 4 milioni d’elettori. Il secondo l’abbassa al 3% e voilà! 2 milioni e mezzo di italiani svaniscono nell’aria come fumo. Assieme a loro svanisce pure la promessa d’eliminare i partitini, che trasformano i loro voti in veti. E il premio di maggioranza? 327 seggi, no, 340. Alla coalizione, no, alla lista. Ma sempre con un retropensiero, giacché la lista sarà una coalizione mascherata. Nel 2008 il Pd di Veltroni imbarcò 9 radicali, che ovviamente dopo le elezioni fecero a cazzotti col Pd. Se il matrimonio è falso, la baruffa poi è sincera. E quanto è sincero il coro delle vedove che implora Napolitano di restare? Chi vuole le elezioni in primavera non può che desiderare le sue dimissioni, perché lui non scioglierà mai questo Parlamento. Però è un desiderio inconfessabile, e infatti non viene confessato. Si professa viceversa l’urgenza della legge elettorale, anche se magari ai professori urge conquistare il Quirinale. E il varo dell’Italicum è un buon cavallo di Troia: convincerebbe il presidente a lasciare con animo sereno, avendo salutato almeno una riforma. Nel frattempo si consuma un paradosso. Con l’avvento di Renzi, Napolitano era finito in un cono d’ombra; ora è sotto i riflettori. I poteri presidenziali affievoliscono quando s’avvicina il giorno dell’addio; i suoi poteri invece si rafforzano. Dal semestre bianco al bimestre nero. E il nuovo presidente? Magari ringrazierà il Parlamento che l’ha eletto licenziandolo su due piedi. Ma a sua volta il Parlamento può spedirlo in cassa integrazione, se approverà per tempo anche la riforma della Carta. Perché quella riforma gonfia il premier, e perciò fa dimagrire il presidente. Curiosa, questa tenzone sotterranea per occupare una poltrona, proprio mentre la politica sega le gambe alla poltrona. Curioso, quest’affaccendarsi attorno alla legge elettorale con la mente rivolta a ben altre faccende. Ma la mente dei politici mente, non è una novità. 41 1 1 4> ANNO 139 - N. 270 È stata investita, trascinata per 700 metri e abbandonata sull’asfalto, a Pavia, da due vigliacchi su un’auto rubata: Elena Madama (foto) si trova tra la vita e la morte. a pagina 23 e autobomba che hanno fatto tremare Tripoli ieri mattina sono esplose a poca distanza dalla nostra ambasciata. Se nella Libia pre Gheddafi gli italiani erano 40 mila, ora ne sono rimasti un centinaio, costretti a vivere — spiegano — «guardandoci le spalle». Per le violenze, il caos istituzionale, i rapimenti. E se uno dei nostri connazionali, Marco Vallisa, è stato liberato nella notte di mercoledì, un altro — Gianluca Salviato — è ancora prigioniero. a pagina 2 Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera 2 # Primo piano Il fronte mediterraneo Il Califfo ricompare in audio: «Conquisteremo Roma» Il leader dell’Isis, al Baghdadi, minaccia di estendere la guerra santa a tutta l’Africa settentrionale Abu Bakr al Baghdadi, leader dello Stato islamico e voce più oltranzista del nuovo estremismo sunnita, torna a farsi sentire. «Grazie ad Allah ebrei e crociati saranno sconfitti. I musulmani vinceranno. I nostri nemici sono pietrificati dalla paura. Ci stiamo espandendo. E la marcia trionfante dei mujaheddin arriverà sino a Roma». Dice proprio così nel documento di tre pagine e mezzo diffuso anche via audio ieri sui social media vicini allo Stato islamico: «Procederemo combattendo la guerra santa sino a Roma». Naturalmente, sempre «Allah permettendo». Sembrano farneticazioni lontane. Non lo sono. E vanno prese sul serio. Senza panico. Ma consapevoli che nelle regioni dell’autoproclamato Califfato sono in tanti i fanatici armati pronti a morire per la loro causa contro gli «infedeli». Non sono fantasie del passato. È la realtà violenta e intollerante cresciuta negli ultimi anni a cavallo tra Iraq e Siria, adesso in procinto di allargarsi alle aree fragili del Medio Oriente, Obiettivi Le nuove «terre di conquista»: Arabia Saudita, Yemen, Egitto, Libia e Algeria dove lo Stato centrale è più debole. Parola di al Baghdadi. Di lui sapevamo poco o nulla sino all’espansione repentina dello Stato islamico dalla Siria alla regione irachena di Mosul a metà giugno. Ai primi di luglio compare con il turbante nero e la barba lunga nella moschea centrale di Mosul presentandosi come il nuovo Califfo. In breve diventa una delle figure più note del globo; l’ispiratore inquietante delle decapitazioni degli ostaggi; il leader che ordina la morte immediata dei prigionieri di guerra e la messa in schiavitù delle loro donne; lo sterminatore degli yazidi, dei curdi; il terrore delle comunità cristiane. Sino a ve- Condottiero Il Califfo Abu Bakr al Baghdadi, leader dell’Isis. Di recente si erano rincorse voci e smentite sulla sua morte in un raid aereo della coalizione internazionale in Iraq nerdì scorso, quando notizie incontrollate lo danno per ferito o morto in un raid aereo Usa. Il nuovo audio sembra però dimostrare che lui è ancora vivo e in grado di comunicare. Gli esperti sostengono che la voce parrebbe sua. Baghdadi inoltre fa riferimento alla scelta del presidente Obama di inviare ulteriori 1.500 militari americani in Iraq, un annuncio arrivato alla fine della settimana scorsa, poco dopo il supposto bombardamento che lo avrebbe visto coinvolto. La parte più preoccupante del documento riguarda tuttavia l’espansione di Isis nella regione. Dopo aver ridicolizzato i raid della coalizione a guida Usa, vi si menzio- nano Arabia Saudita, Yemen, Egitto, Libia ed Algeria. Baghdadi esalta le azioni dei jihadisti in Sinai, la resistenza sunnita contro le tribù sciite degli Houthi a Sanaa. E le sue parole paiono confermare la recente comparsa dello Stato islamico in Libia. A Derna, nel cuore della Cirenaica, ha già installato il quartier generale. Le decapitazioni di tre oppositori quattro giorni fa e quella di un miliziano del generale «laico» Khalifa Haftar, diffusa ieri, ne rappresentano il tragico inveramento proprio di fronte alle coste italiane. Lorenzo Cremonesi © RIPRODUZIONE RISERVATA IL REPORTAGE DALLA CRISI DAL NOSTRO INVIATO Lo spinterogeno dell’autobomba è un carbone accartocciato sull’aiuola dell’ambasciata. Alle 7 del mattino, ha fatto una parabola di quaranta metri ed è finito sotto le finestre del console. Vetri rotti, crepe nel muro sopra una targa che commemora la visita del 2012 del ministro Terzi. «Se qualcuno a quell’ora passava di lì — dice uno della sicurezza — moriva di sicuro». Cinque ore prima ci è passato Marco Vallisa, il piacentino liberato nelle lande berbere mercoledì sera: andava in aeroporto, dopo quattro mesi di negoziato e (dicono i libici) un milione di riscatto. A casa per tornare a sentirsi vivo, dimenticare questa Libia ostaggio d’autobombe e milizie. I banditi l’hanno consegnato ai nuovi padroni della capitale, la fratellanza islamica d’Alba libica, che da tre mesi s’impegna a mostrare ordine e sicurezza. «Grazie di tutto», ha appena fatto in tempo a dire Vallisa: trasferimento in elicottero e via veloci, giusto per evitare nuovi incubi, il brutto TRIPOLI La vicenda ● Il sequestro Il tecnico piacentino Marco Vallisa, 53 anni, è stato rapito il 5 luglio scorso nella città libica di Zuwara mentre lavorava in un cantiere della «Piacentini Costruzioni». Con lui erano stati presi due colleghi, un bosniaco e un macedone, liberati due giorni dopo ● Il rilascio Dopo 4 mesi, il rilascio annunciato mercoledì notte dal ministro Gentiloni In Libia gli italiani sotto assedio «Qui ormai ci fingiamo inglesi» tecnici dell’Eni che fronteggiano gli attacchi ai pozzi e fanno ancora lavorare tremila libici. C’è un altro rapito che non è uscito dalla grotta, il veneto Gianluca Salviato, e ci sono ancora due suoi colleghi della Ravanelli di Venzone che vivono sbarrati a Tobruk, piena Cirenaica, a un centinaio di chilometri dai tagliatori di teste di Derna: hanno abbandonato l’enorme cantiere — «mille ettari di una vecchia base militare, indifendibili» —, si proteggono in una casa con tre metri di muro, qualche guardia in borghese, mai un’uscita, la detto che queste cose servano: le facevano anche i sequestrati». L’ambasciata manda warning via sms quasi ogni settimana, il suo personale ha l’ordine di non uscire mai. Una volta, un secolo fa, a Tripoli esisteva un Circolo degli italiani molto ben frequentato. C’era pure un liceo scientifico, il Dante, ambito dai libici. E dopo il quarantennio delle campagne antitaliane di Gheddafi, a un popolo che parla con termini nostrani come «marciapiede» e «semaforo», i signori della rivoluzione promettevano d’inserire l’inse- «Governo di salvezza nazionale» (islamista) Zuwara Zintan Governo riconosciuto dalla comunità internazionale Tripoli Misurata Derna Le milizie Sirte Isis Forze del generale Khalifa Haftar Alba libica (islamista) Ansar al Sharia (vicini all’Isis) Brigata Martiri 17 Febbraio (islamista) L’ostaggio Dopo 4 mesi liberato il piacentino Marco Vallisa. I libici: «Riscatto da un milione» Tobruk Bengasi LIBIA Corriere della Sera risveglio d’una Tripoli che si credeva un po’ meno allo sbando. Fortezza Italia. Le autobombe dell’alba non erano per noi: casomai per le ambasciate vicine, emiratini ed egiziani, finanziatori delle milizie antislamiche. Sono comunque affare nostro: con Malta e l’Ungheria, l’unico Paese europeo che ha deciso di restare qui con uno scortatissimo ambasciatore, Giuseppe Buccino, già consigliere diplomatico di Napolitano; col nostro passato in chiaroscuro, l’unica garanzia presente. Ai tempi d’oro, nella Libia pre-Gheddafi c’erano 40 mila italiani, una piccola città. In questi tempi cupi del dopo-rivoluzione, ne sono rimasti un centinaio e una settantina d’aziende: le ultime famigliole sfollate ad agosto, con un ponte aereo mentre l’aeroporto veniva bombardato dalle milizie; gli ultimissimi a resistere, qualche ingegnere edile o i A Tripoli Un’esercitazione di militari dei corpi scelti libici (foto Gabriele Micalizzi) mancia sotto forma d’affitto pagata a un potente clan locale, la possibilità di tornare in Italia ogni quattro mesi con un complicato volo via Egitto... Aggrappati coi denti al pane che la Libia ci dà. «In questo ultimo anno abbiamo imparato tutti a vivere guardandoci le spalle», racconta un tecnico rimasto a Tripoli, «la prego niente nomi perché sarebbe come esporre la merce col prezzo» e perché, tutti lo ripetono, il bosniaco e il macedone rapiti con Vallisa sono stati rilasciati subito perché si pensa che gl’italiani paghino: «Io sono stato in Nigeria, ma questo per noi è diventato il posto più complicato. Ci siamo dati regole di buonsenso: mai al ristorante, uscire con macchina anonima e a ore imprevedibili, quando s’è in pubblico parlare sempre in inglese, evitare le città il venerdì e il sabato che sono giorni di manifestazioni... Poi non è gnamento scolastico dell’italiano come terza lingua. Tutto finito. Ora ci sono i barconi di disperati che salpano dalle spiagge di Zuwara, dov’è stato preso Vallisa. O lo strano boom dei negozi italiani aperti sotto l’occhio tollerante delle milizie: molti non vendono niente, spiega una fonte d’intelligence, appartengono a clan di mafia perché il caos libico è ideale per lavare denaro sporco. «In Libia ci vivo da sempre — dice l’ingegner Zakaria Franka — fino a un anno fa ho sperato che si migliorasse. Ora invece me ne andrei. Nella mia famiglia c’è chi ci sta pensando, a chiedere asilo politico». In Italia? «Ma no, in Inghilterra. Dall’Italia, mi scrive solo gente che vuole venire in quest’inferno. A lavorare qui! Pensano che una guerra civile sia sempre meglio della nostra crisi». Francesco Battistini © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 14 Novembre 2014 3 Primo piano Il fronte orientale L’intervista di Luigi Offeddu 845.000 Le forze in campo 334 Soldati Artiglieria pesante Carri armati Aerei Flotte russe 5.750 ESTONIA* LETTONIA* * Nuove basi Nato In ognuna di queste basi dovrebbero stazionare fino a 600/800 militari LITUANIA* Flotta del Mare del Nord Navi 38 Sottomarini 45 76 5.310 48 11.800 5.436 2.550 POLONIA* «Sono tanti. Anche adesso, li stiamo osservando dal cielo: carri armati, mezzi blindati, cannoni, batterie contraeree, autocarri. Senza insegne. Colonne che vanno e vengono, avanti e indietro, dalla Russia all’Ucraina Orientale e lungo il confine. Ce lo confermano da terra anche gli osservatori dell’Ocse e i reporter locali: questo è un notevole concentramento militare». Jens Stoltenberg, già primo ministro norvegese, è da poche settimane il nuovo segretario generale della Nato. Ma l’Ucraina, in queste ore quasi assediata dall’armata di Putin, non è membro della Nato. Che cosa potrebbe fare quest’ultima se scoppiasse una guerra-invasione su vasta scala? «Vero, l’Ucraina non è membro della nostra Alleanza. E noi siamo convinti che questo conflitto non possa avere una soluzione militare. Chiediamo alla Russia di rispettare il confine ucraino, di ritirarsi dall’Ucraina Orientale e di non appoggiare i separatisti, perché questo minaccia il cessate il fuoco e mina ogni soluzione politica: sembra un bis dell’operazione Crimea. Detto questo...». Detto questo? «Detto questo, la Nato sostiene e sosterrà la piena integrità e sovranità dell’Ucraina, confermate anche dall’accordo di Minsk». Come? «Per esempio, abbiamo già messo a disposizione di Kiev cinque fondi-trust (canali di finanziamento, ndr)». State anche rafforzando i vostri dispositivi militari? «Certo. La nostra attività è stata incrementata. La Russia ha triplicato le sue azioni militari rispetto a un anno fa. E noi abbiamo quintuplicato le nostre operazioni e attività di controllo, sempre rispetto al 2013». Come, dove? «Nella regione baltica è stato accresciuto il dispositivo di aerei e truppe imperniato sulla base di Lask, in Polonia. E ab- BRUXELLES 1.389 893 DAL NOSTRO CORRISPONDENTE UNGHERIA 783 SLOVACCHIA 68 30 14 26.500 68 30 20 99.300 106 15.850 Flotta del Baltico Navi 52 Sottomarini 2 UCRAINA RUSSIA Flotta del Mar Nero Navi 41 Sottomarini 3 7.822 510.600 2.504 311 899 437 ROMANIA* 80 71.400 BULGARIA 69 31.300 TURCHIA 352 42 Corriere della Sera La Nato avverte Putin: «Pronti a sostenere una Ucraina sovrana» Stoltenberg mostra le prove dell’invasione militare russa Operazioni occidentali dal Baltico al Mar Nero quintuplicate ❞ biamo dispiegato più navi nel Mar Nero, più truppe nell’Est Europa. Abbiamo poi rafforzato il nostro gruppo di azione rapida, che oggi è al livello più alto dai tempi della Guerra fredda, in grado di intervenire ovunque con breve preavviso». Questione di ore? «Questione di giorni. Che comunque, in termini militari, non è poco». Oggi Mosca ha annunciato di voler presidiare con i suoi bombardieri strategici i Caraibi, il Pacifico Orientale, insomma tutte le acque intorno agli Usa... «Proprio come fa già ora intorno ai confini della Nato». Continuano le vostre intercettazioni dei loro caccia e bombardieri? Abbiamo rafforzato il nostro gruppo di azione rapida, che oggi è al livello più alto dai tempi della Guerra fredda, in grado di intervenire con breve preavviso «Non sono ancora entrati nel Mediterraneo, ma avvistiamo aerei russi verso Gibilterra o verso il Portogallo o la Svezia, e almeno cento volte li abbiamo intercettati con i nostri aerei inglesi, norvegesi, spagnoli, portoghesi. Questa è la solidarietà della Nato, le nostre forze si proteggono l’una con l’altra». Ma qual è il vero scopo di queste «intrusioni» russe fra le nuvole? «Difficile rispondere, possono esservi vari fattori in gioco. In sé non è illegale il volo di un aviogetto militare in uno spazio aereo internazionale. Ma è il modo in cui questo volo viene compiuto, a rappresentare un rischio. Perché questi piloti spesso non rispondono alle chiamate di altri aerei o P ERCHÉ ACCONTENTARSI DI ESSERE PRECISI QUANDO SI PUÒ ESSERE I PIÙ PRECISI? MASTER TOURBILLON DUALTIME. Calibro Jaeger-LeCoultre 978B con data a scatto brevettata. Vincitore del primo Concorso Internazionale di Cronometria del ventunesimo secolo, tenutosi sotto la supervisione dell’Osservatorio di Ginevra, il Calibro Jaeger-LeCoultre 978 vanta una precisione impareggiabile in una nuova cassa in oro rosa dal diametro di 41,5 mm. 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Ma ancora una volta, proprio come con l’Ucraina che non è membro della Nato, potreste ritrovarvi con le mani legate se Mosca tramutasse queste dimostrazioni di forza in un vero attacco... «Noi dobbiamo fare quello che dobbiamo fare: cioè essere vigilanti e pronti. Sempre». Qual è il suo giudizio sulle elezioni appena svolte in Ucraina? «Erano previste dall’accordo di Minsk. Ma quelle organizzate dai separatisti di Donetsk e dintorni dovremmo chiamarle “cosiddette elezioni”. L’accordo di Minsk prevedeva anche il rispetto del confine ucraino: non è stato rispettato. Quanto al cessate il fuoco, viene minato con i movimenti di truppe in queste ore. C’è qualcosa che dovremmo comprendere tutti, a cominciare dai russi». Che cosa? «È profondamente sbagliato pensare: se tu perdi, io vinco. O il contrario. Se invece troviamo una soluzione politica, nel rispetto di ogni nazione e dei confini aperti, allora vinciamo tutti». loffeddu@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 14 Novembre 2014 5 Primo piano Le riforme Jobs act, Renzi convince quasi tutto il Pd Sì al reintegro per i licenziamenti disciplinari. «Grande passo avanti, dal 2015 oltre l’articolo 18» Ma la minoranza si divide. Insorge Ncd che chiede un vertice di maggioranza: la partita è aperta La vicenda ● A settembre la direzione del Pd approva la linea di Renzi sul Jobs act, con l’80% dei sì. Include l’abolizione dell’articolo 18: in caso di licenziamenti senza giusta causa, non è previsto il reintegro, ma un indennizzo economico. La minoranza è contraria. Il premier apre all’idea di tenere la tutela per licenziamenti disciplinari infondati ● A ottobre il disegno di legge delega sul lavoro incassa il sì al Senato. Il Pd, tranne tre senatori, vota la fiducia posta sul governo al Jobs act: il testo non contiene le correzioni su cui si era discusso in direzione ● La sinistra del partito promette battaglia: il testo va corretto alla Camera. Dove oggi inizia l’esame in commissione Lavoro: il ddl arriverà in Aula venerdì prossimo ● Tra governo e minoranza dem si trova l’accordo sulle correzioni, tra cui articolo 18 per i licenziamenti disciplinari ingiusti. Ncd, però, insorge contro i ritocchi al testo ROMA Dopo il patto con Forza Italia, Matteo Renzi si occupa di trovare la quadra nel suo partito, che minacciava di mettersi di traverso sul Jobs act. E la trova, con un incontro risolutivo in commissione Lavoro: il governo rinuncia a mettere la fiducia sul testo passato in Senato e accetta alcune modifiche. Con due conseguenze: la rottura della minoranza, con Roberto Speranza, Cesare Damiano e molti bersaniani che convergono e gli irriducibili (Gianni Cuperlo e Pippo Civati, tra gli altri) che restano fermi nel dissenso. L’altra conseguenza è la levata di scudi del Nuovo centrodestra. Che insorge per le modifiche e chiede un vertice di maggioranza. Nonostante gli ostacoli, Renzi si dichiara entusiasta: «Il primo gennaio entreranno in vigore le nuove regole sul lavoro: è un grandissimo passo in avanti. E la legge elettorale ormai è in dirittura d’arrivo: l’accordo c’è, non c’è più nessuna trattativa». Considerando il rischio di uno scontro frontale con la minoranza del suo partito, il premier ha preso in mano la situazione, dopo l’incontro con Silvio Berlusconi, e si è confrontato a lungo con Roberto Speranza, capogruppo a Montecitorio, e leader di una nuova generazione di postbersaniani. Il lavoro tecnico è stato poi fatto in commissione, protagonisti Filippo Taddei, responsabile renziano dell’economia del Pd, e Cesare Damiano, minoranza dem, ex Cgil (in piazza il 25 ottobre) che si dichiara «molto soddisfatto». Alla fine si decide di intervenire su alcune materie: l’articolo 18, che comprenderà il reintegro anche per licenziamenti discriminatori e disciplinari ingiusti L’accelerazione Il capo del governo: il primo gennaio entreranno in vigore le nuove regole (come deciso in direzione pd), controlli a distanza, cure parentali, monitoraggio degli effetti della delega e impegno ad aumentare i fondi per gli ammortizzatori sociali (nella legge di Stabilità). Strappato il sì a una parte della minoranza, restano le critiche di Civati e Cuperlo. Che spiega: «Non c’è una parola sui licenziamenti, così ci sarebbe un eccesso di delega. Resto dell’idea che non si possono escludere dal reintegro i licenziamenti manifestamente infondati». Ma Area riformista (Speranza) sembra aver assorbito gran parte del dissenso. Stefano Fassina: «Vediamo, ma il governo fa un passo indietro, molto apprezzato». Dopo gli emendamenti non è esclusa la fiducia sul nuovo testo, come precisa Renzi. Che da Bucarest promette: «Dal 2015 l’articolo 18 sarà superato». Risolto un problema nel Pd, ne sorge un altro. Renato Brunetta (FI) protesta: «Anteporre il Jobs act alla legge di Stabilità e fissarlo al 26 novembre è un sopruso». Maurizio Sacconi (Ncd) chiede un nuovo vertice di maggioranza: «La riforma sia vera o non la votiamo». La prima risposta del ministro Maria Elena Boschi sembra un no: «Basta il lavoro parlamentare». Parole che provocano l’irritazione di Nunzia De Girolamo: «Non è la portavoce di Renzi». Ma l’interpretazione autentica della Boschi è questa: nessun «no» secco, solo che non serve un «vertice partecipato come quello di lunedì», ci saranno «incontri di maggioranza». De Girolamo e Sacconi vanno a parlarne a Palazzo Chigi. Interlocutorio il commento: «La partita è aperta. Non partecipiamo al patto del gambero». Anche Scelta civica, con Pietro Ichino, è in allarme: «Qualunque modifica va concordata in maggioranza». Duri i 5 Stelle: «Tutti in ginocchio di fronte ai capricci del premier». Alessandro Trocino 165 i voti favorevoli al Jobs act l’8 ottobre in Senato, 111 i no, 2 astenuti 550 emendamenti al Jobs act sono all’esame per l’ammissibilità alla Camera © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA i giorni che da calendario mancano al sì della Camera al ddl sul lavoro previsto il 26 © RIPRODUZIONE RISERVATA (Ansa) Parla Taddei. L’economista è finito sotto tutela per alcune minacce Filippo Taddei, responsabile economia del Pd, è nella sua stanza al Nazareno. Sulla scrivania un grappolo d’uva, due banane, una montagna di carte alta così. Avete spaccato la minoranza del Pd. Era questo il vero obiettivo politico del governo? «No, l’obiettivo è fare subito una riforma che incentivi il lavoro stabile. E dopo questo accordo siamo più vicini». Però la divisione della minoranza pd le farà piacere. «Figuriamoci. Mi piace che nel partito ci sia dibattito ma ogni divisione è un problema. Certo, i problemi principali sono quelli del lavoro». Il «Corriere di Bologna» scrive che le è stata data una tutela. Ha subìto minacce? «Confermo, ma preferisco parlare del lavoro che stiamo facendo per tutti». Cosa cambia per i licenziamenti? ❞ Nelle norme attuative chiariremo i casi. Regole valide solo per i nuovi assunti «Prima facciamo chiarezza su un punto. Le nuove regole riguarderanno solo le nuove assunzioni, quelle fatte con il contratto a tutele crescenti». Quindi per chi adesso ha un contratto a tempo indeterminato, a meno che non cambi lavoro, sui licenziamenti rimane tutto come oggi? «Esatto». E per le nuove assunzioni? «Col contratto a tutele crescenti si riconosce al lavoratore una indennità in caso di licenziamento. Si elimina definitivamente il reintegro per i licenziamenti economici, lo si lascia per quelli discriminatori, mentre per quelli disciplinari illegittimi lo si limita ad alcuni casi specifici» Quali casi specifici? «Faccio un esempio, tra i vari. Se l’azienda ti accusa di aver rubato e in tribunale dimostri che non hai rubato, allora devi avere la possibilità di tornare al lavoro. Ma nella stragrande maggioranza dei casi l’illegittimità è molto meno grave e, al posto del reintegro, ci sarà solo l’indennizzo economico». Quindi sarà possibile il reintegro solo se il fatto che l’azienda porta a sostegno del licenziamento è falso? «Nelle norme attuative ci sarà la tipizzazione dei casi di illegittimo licenziamento disciplinare che porta al reintegro». Sempre nelle norme attuative ci sarà l’opzione aziendale? Cioè la possibilità che, in caso di reintegro, l’azienda può dire no pagando un indennizzo più alto? «È una delle opzioni che ci è stata sottoposta». Il meccanismo piace molto a Ncd, che al Senato ha i numeri decisivi per far passare la riforma. Basterà a placare la loro protesta contro l’accordo con la minoranza Pd? «Sono certo che alla fine sa- C ranno d’accordo. L’impianto della riforma non è stato modificato da questo accordo». Il capogruppo del Pd, Speranza, dice che non ci sarà la fiducia. Ne è sicuro anche lei? «Tutto dipende da cosa succederà in Aula. Se arrivano mille emendamenti la fiducia sarebbe quasi un atto dovuto. Bisognerebbe ricordare che il lavoratore potrà contare su un assegno di disoccupazione molto più esteso dell’attuale». Fatta questa riforma manca solo la legge elettorale. Poi si può andare a votare, no? «Andrebbe a votare subito un governo che non vuol far scoprire il suo bluff, che non crede di poter fare le cose. Noi non abbiamo bluff da nascondere, siamo sicuri di poter fare le riforme che servono a questo Paese. E quindi preferiamo continuare a governare». Lorenzo Salvia 12 «Scegliere tra reintegro e indennizzo Per le aziende si valuta l’opzione» ROMA Una strada comune per superare l’euro aro Direttore, in merito all’editoriale di Antonio Polito vorrei chiarire il passaggio decisivo sull’euro. Primo punto: l’euro-zona è su una rotta insostenibile. Dopo quasi 7 anni, è ancora 3 punti percentuali di Pil al di sotto del 2007, il debito pubblico medio nell’area è aumentato di 30 punti percentuali e siamo in uno scenario di deflazione. Secondo punto: oggi, non vi sono le condizioni politiche per correggere la rotta del Titanic Europa. I protagonisti economici e politici dell’euro-zona, soprattutto le opinioni pubbliche, sono sempre più divergenti e indisponibili all’integrazione politica necessaria. Di fronte a tale quadro, dopo aver elencato le correzioni da perseguire, è populista scrivere che l’unica strada possibile per evitare il naufragio è il superamento cooperativo dell’euro? Superamento cooperativo non è una litote, come sostiene Polito, per indicare «l’uscita dall’euro». Quest’ultima è un’espressione che non ho mai usato perché la nostra uscita unilaterale equivarrebbe al collasso dell’unione monetaria. Inoltre, non mitizzo l’Italia della lira e delle svalutazioni competitive. Superamento cooperativo è un altro paradigma culturale e politico. È il riconoscimento di una discussione in corso, anche in Germania. È il tentativo di salvare, attraverso il negoziato multilaterale, l’Europa possibile e evitare che le destre nazionaliste e xenofobe cavalchino le sofferenze economiche e sociali e le paure delle classi medie impoverite e catturino la domanda di partecipazione democratica effettiva. L’europeismo della sinistra rimane solido, ma esce dall’imbambolamento retorico. Abbiamo puntato a ricostruire la sovranità democratica in una dimensione di integrazione sovranazionale. Purtroppo, la strada è bloccata. Consapevoli dell’arretramento storico di un sogno, dobbiamo provare a ricostruire la sovranità democratica nella subottimale dimensione nazionale. Nello status quo, l’alternativa non è un doloroso e lento miglioramento, ma il naufragio. Stefano Fassina Deputato pd La visita Matteo Renzi ieri a Bucarest insieme al primo ministro romeno Victor Ponta, in corsa come candidato alle presidenziali di domenica, e alle rispettive mogli L’intervista La Lettera Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera 6 Primo piano Le riforme Il retroscena di Maria Teresa Meli Gli «irriducibili» nell’angolo ma un pezzo potrebbe staccarsi ● Il caso I democratici spaccati tra maggioranza e tre fronti d’opposizione ROMA Da ieri, ufficialmente, non c’è più un Pd, ma ce ne sono almeno quattro. Di cui un pezzo, forse, si staccherà, per navigare nelle acque della sinistra insieme a Sel e ad altri compagni di traversata. C’è il Pd di Renzi, quello che conta almeno un 40 per cento di consensi, quando non sono di più in taluni sondaggi che spingono certi sostenitori del premier a sognare le elezioni anticipate. Poi ci sono tre minoranze. Che ogni tanto dialogano tra di loro ma che da mercoledì, e ancor di più dal giorno appresso, stanno allontanandosi. La minoranza più corposa fa capo a Roberto Speranza. Per abitudine si dice che il leader sia Bersani, ma in realtà in quell’area si è compiuto una sorta di Midas di craxiana memoria e le nuove generazioni hanno preso le redini della situazione: con Speranza ci sono il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, Nico Stumpo ed Enzo Amendola. Raccontano che anche il governatore del Lazio Zingaretti non abbia più voglia di incrociare la spada con il segretario. Alcuni di questi esponenti della cosiddetta «area riformista» si vedranno domani a Milano. Dove invece non ci sarà l’ultras dalemiano Gianni Cuperlo, che confessa candidamente: «Non mi hanno invitato». Lì lanceranno la loro corrente. Il cui motto è stato forgiato da Bersani in puro bersanese, per l’appunto: «O si va a messa La corrente Domani l’incontro di Area riformista. Cuperlo non ci sarà: non mi hanno invitato o si sta a casa». Potrebbe essere tradotto così: non si possono vagheggiare scissioni e nuovi partiti, o si lascia la politica o si lavora per la ditta...e anche un po’ per logorare e condizionare il segretario. I «riformisti» non vogliono rompere, né tanto meno traslocare altrove. Il loro sogno è riprendersi il partito. Magari non ci riusciranno, però restano dentro. E sono disposti a siglare compromessi con il premier. Come sul Jobs act. La mediazione è stata decisa mercoledì notte, dopo la riu- I numeri del governo Margini più stretti a Palazzo Madama Il rischio di alleanze (e rivolte) trasversali Il ritratto «Il post-it premier», così il Financial Times ha titolato ieri un lungo articolo dedicato a Renzi. Per il quotidiano il premier «intende ristrutturale lo sclerotico diritto del lavoro nazionale, il goffo sistema della giustizia civile», ma a bloccarne gli sforzi potrebbe essere «Lo stallo economico» ge elettorale e Jobs act ma anche responsabilità civile dei magistrati e divorzio breve. L’elenco dei voti a rischio per il governo si allunga. Con o senza fiducia, l’arena del Senato si conferma un campo sempre molto insidioso perché la maggioranza che sostiene Matteo Renzi lì conta su un vantaggio molto risicato. Basta analizzare il «borsino» dei voti di fiducia: il 20 ottobre (Jobs act) i sì al governo erano 165 ma sedici giorni dopo (il 6 novembre con lo Sblocca Italia) i voti favorevoli per l’esecutivo sono scesi a quota 157: sotto il livello di guardia (maggioranza assoluta) fissato a 161 voti. Sulla carta, i voti sicuri per il governo ora sarebbero 166 o 167 (se si conta l’ex M5S Orellana): tre in meno rispetto al 20 ottobre scorso quando la fiducia (165 sì, al netto degli assenti) contava su virtuali 170 voti. Da quella cifra tonda vanno infatti sottratti tre centristi dei Popolari per l’Italia (Mario Mauro, Tito Di Maggio e la sottosegretaria Angela D’Onghia) che dopo un eterno tira e molla si sarebbero decisi a migrare nel gruppo di Gal: un contenitore nel quale convivono convinti sostenitori del governo (Naccarato, Davico e Langella) e fieri oppositori (D’Anna e Compagna). Poi c’è l’ex grillino Luis Orellana (votò la fiducia sul Jobs act) che è accreditato, non si capisce se a torto o a ragione, come componente effettivo della maggioranza. Ma quel che preoccupa di più la ministra per i rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi — che schiera in aula e nelle commissioni ben tre sottosegretari: Ivan Scalfarotto, Luciano Pizzetti e Sesa Amici — sono le maggioranze variabili e gli umori imprevedibili dei partiti. Un esempio è rappresentato dallo spinoso ddl Buemi-governo sulla responsabilità civile dei magistrati, che arriva in aula la prossima settimana: i guai per la maggioranza potrebbero scoppiare in casa del Ncd (31 senatori perché il 32°, D’Alì, è tornato in FI) fortemente spiazzato rispetto al testo licenziato dalla commissione. Se i senatori di Alfano non verranno accontentati c’è, dunque, il rischio concreto che su alcuni articoli del ddl Buemi il governo vada sotto. E così facendo su questa materia il centrodestra storico (Ncd, FI, Lega) ritroverebbe la sua compattezza anti toghe. C’è poi un’altra variabile che preoccupa lo stesso Ncd, forte dei suoi 31 voti determinanti al Senato. Succede infatti, e non è la prima volta, che nelle recondite aule delle commissioni si creino le premesse per un © RIPRODUZIONE RISERVATA I numeri in Aula La maggioranza di Renzi 161 Soglia Per l’Italia 7+3 Gal 3 Gal 9 Ncd 31 Forza Italia 60 Scelta civica 7 Lega 15 Autonomie 11 167 M5S 39 Sel 7 320 i senatori Pd 109* ROMA Non solo finanziaria, leg- non esulta per l’accordo e dice che c’è «ancora un eccesso di delega al governo». Ma ribadisce di voler restare dentro il Pd. Anche se è proprio su D’Alema che si appuntano i sospetti di chi, nel partito, paventa una scissione. La terza minoranza è quella di Civati che ieri sera, insieme a Stefano Fassina, ha partecipato con Vendola a una manifestazione di Sel. Lui è sempre dato in uscita. Dentro Sinistra ecologia e libertà qualcuno ci spera: «Basterebbe che venisse lui con noi per dare un segnale che siamo capaci di attrarre i voti in uscita dal Pd. Per Sel sarebbe molto importante», spiegava ieri Nicola Fratoiannni a un compagno di partito. Infine ci sono i cosiddetti «cani sciolti». Fassina, che ancora non ha deciso come voterà sul Jobs act riveduto e corretto: «Leggo gli emendamenti e decido». E Rosy Bindi, che pronuncia le stesse parole. Non si muovono insieme, ma spesso fanno e dicono le stesse cose perché li unisce una grande antipatia per Renzi e una smodata passione per Susanna Camusso. nione della direzione Pd dallo stesso Renzi, in un incontro al quale hanno partecipato tra gli altri il presidente del Pd Orfini, i capigruppo parlamentari, la ministra Boschi, il vice segretario Guerini e il responsabile economico Filippo Taddei: «Se mi garantite che i tempi non si dilatano ma restano gli stessi si può cambiare qualcosina», ha annunciato il premier. Mossa abile, che ha contribuito a spaccare ulteriormente le minoranze. L’«area riformista», alla quale, oltre agli esponenti già nominati, si aggiungono il presidente della Commissione lavoro Cesare Damiano, gran tessitore di accordi, l’ex segretario Guglielmo Epifani e Vasco Errani, brinda all’accordo. Glissando sul fatto che tanto la fiducia verrà messa ugualmente per sbrigarsi. Gli altri masticano amaro. Alcuni aspettano la linea da D’Alema che con Renzi è sempre più feroce: «Lui è uno che dice una cosa e poi ne fa un’altra, e infatti Berlusconi lo ha scelto come suo erede, Renzi è un episodio nella cronaca politica italiana e con la sua riforma elettorale andrà a finire che porterà Salvini al governo». Perciò Cuperlo Con Forza Italia Per l’Italia 7 Scelta civica 7 Gal 3 Autonomie 11 Forza Italia 60 Pd 109* 227 Altri 5 Senza i malpancisti 161 Soglia Ncd 31 ex M5S 14 320 Ncd 31 161 Soglia Per l’Italia 7 Gal 2 Scelta civica 7 Forza Italia 40 Autonomie 11 Dissidenti Pd 30 Pd 79* 177 i senatori Dissidenti FI 20 320 i senatori *Il presidente del Senato, Pietro Grasso del Pd, per prassi non vota Corriere della Sera 29 i voti di fiducia chiesti finora dal governo Renzi alle due Camere 157 i favorevoli all’ultima fiducia il 5 novembre sullo sblocca Italia exploit in aula dell’asse PdM5S. Stavolta la materia del contendere è quella del divorzio breve (testo già approvato dalla Camera) e qui una mano l’ha data il sottosegretario Cosimo Ferri esprimendo parere favorevole a un emendamento di Peppe Lumia (Pd) capace di inescare il divorzio brevissimo senza separazione. Su questa novità, puntualizza l’altro sottosegretario alla Giustizia, Enrico Costa (Ncd), «spero che la posizione del governo venga meglio dettagliata». Lo stesso schema — con il Ncd che sfrutta tutto il valore dei suoi 31 voti marginali — è ovviamente applicabile al voto di fiducia sul Jobs act che ci sarà al Senato prima di Natale. Resta da capire infine cosa succede nelle retrovie del Pd e di FI. Il principale campo di battaglia in questo caso è la legge elettorale (in aula entro il 10 dicembre) e prevedibilissime sono le scorribande delle minoranze interne: nel Pd sono una trentina i senatori (guidati da Vannino Chiti) che potrebbero alzare la voce chiedendo più spazio per le preferenze e altri nodi irrisolti dell’Italicum. Mentre in Forza Italia (lo ha già fatto Augusto Minzolini sulla riforma del Senato) si potrebbe coagulare un’area di 20 senatori che non è disposta a subire l’abbraccio del Nazareno tra Renzi e Berlusconi. Dino Martirano © RIPRODUZIONE RISERVATA 155 il minimo di voti ottenuti a una fiducia: ad agosto sul dl Competitività 169 il massimo dei voti presi per una fiducia in Senato: la 1ª, a febbraio Le migrazioni di Mauro e le stagioni della politica di Fabrizio Roncone C ome in un documentario del National Geographic, quando l’Airone bianco annusa l’aria, torce il collo e sbatte le ali perché è arrivato il momento di migrare, i cronisti politici osservano i comportamenti del senatore Mario Mauro e scrivono sicuri che sì, anche stavolta, puntuale, va. Parte. Cambia partito. Un imbarazzante spettacolo non proprio naturale. Nel genere, però, Mauro è davvero un esemplare magnifico. Da molti parlamentari — quelli che temono d’essere una specie in via d’estinzione — ormai considerato un mito, una leggenda vivente. Lui lascia, cambia, atterra sempre in piedi. Stavolta lascia i Popolari per l’Italia (in compagnia, sembra, di Tito Di Maggio e di Angela D’Onghia, sottosegretario all’Istruzione) un partitino da lui stesso fondato dopo aver mollato al suo destino Scelta Civica. Dov’era approdato proveniente dal Pdl. Perché Mario Mauro, politicamente, nasce berlusconiano. Per poi però entrare subito nella guardia d’onore di Roberto Formigoni, indossando senza indugi la divisa di Comunione e Liberazione. Un pezzo di vita politica devota e pia, fino al grande dubbio: quando gli appare Mario Monti nei panni di presidente del Consiglio. Lo osserva un po’. Quindi segue l’istinto, e va. Monti vede arrivare Mauro, e si fida, gli crede. Al punto che quando è costretto a lasciare l’incarico di premier, spedisce proprio lui, Mauro, a trattare con Enrico Letta un po’ di incarichi da incassare per tutti nel nuovo governo. «Invece è tornato — racconta basito Monti — e mi ha detto che era diventato il nuovo ministro della Difesa». Ci vuole talento puro, stomaco d’acciaio. Per capirci: raccontano che da ministro di Letta s’attovagliò poi con Silvio Berlusconi promettendogli chissà cosa. Lui s’indignò: «Io non tramo!». La migrazione gli viene spontanea. Adesso, seguendo venti forzisti, vola verso Gal. Una bella gabbia. Dentro sono già in 12: sei votano contro l’esecutivo, tre sono sempre incerti, altri tre votano a favore di Renzi. A questo punto, in genere, nei documentari del National partono i titoli © RIPRODUZIONE RISERVATA di coda. Corriere della Sera Venerdì 14 Novembre 2014 7 Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera 8 Primo piano Le riforme Il retroscena di Francesco Verderami La realtà e le richieste (inascoltate) nel nuovo patto premier-Berlusconi Le minoranze sospettano un «copione» scritto prima del vertice ROMA E se fosse stata solo una messinscena? Se il copione del vertice tra Renzi e Berlusconi fosse stato scritto prima che i due si incontrassero? Se le tensioni sulla trattativa fossero state propalate ad arte per coprire l’intesa preventiva? Dentro il Pd e Forza Italia, autorevoli esponenti delle opposizioni interne hanno iniziato ieri a istruire una sorta di processo sull’ultimo colloquio tra i protagonisti del patto del Nazareno. Certo, servirebbero prove per imbastire l’atto d’accusa verso quello che Bersani e D’Alema da un lato e Fitto dall’altro, immaginano sia stata solo «una finta», un’edizione aggiornata dell’«inciucio». Invece si devono arrangiare con gli indizi. Il primo lo offre proprio il documento finale in cui si spiega che «il patto è più solido che mai»: un’incongruenza rispetto al fatto che — poche righe dopo — si evidenzia come sulla legge elettorale non c’è accordo né sulle soglie d’ingresso in Parlamento né so- Le battute sulla lista «Silvio, con il premio alla lista potrai fare l’accordo con la Lega» La replica: la fai facile In Aula Il capo del governo: FI darà un po’ di battaglia sulla lista, ma non ci saranno problemi prattutto sul premio di maggioranza, che — se approvato nella nuova versione — darebbe corso a un radicale cambio di sistema. Il secondo indizio è una frase sfuggita a Renzi, al termine della direzione del Pd: «È tutto a posto. In Parlamento non ci saranno problemi. Berlusconi darà un po’ di battaglia sul premio di maggioranza alla lista e poi basta». Il terzo indizio, che per Agatha Christie porterebbe a una prova, è stato il clima del vertice, ben diverso da quello del precedente incontro. Allora Renzi si infuriò con il Cavaliere, «perché mica mi faccio tenere appeso da voi», gli disse. Stavolta i toni sono stati distesi. «Mio figlio dice che devo approfittarne, per sapere quali giocatori comprerà il Milan nel mercato di gennaio», ha chiesto il premier. «Digli che la mia famiglia quest’anno ha già speso tanto per il club», ha risposto il Cavaliere. «Ma così andranno delusi i tifosi», ha chiosato Renzi: «E io qui sono circondato da milanisti. Lotti, Guerini, la Boschi...». Insomma, se questo è stato davvero l’andazzo, la tavola doveva essere stata anzitempo apparecchiata. E Fitto, che a Verdini si rivolge chiamandolo «compagno» o «tessera numero due del Pd», ha in mente chi possa averla imbandita. Stando così le cose, l’ipotesi dell’accusa è che Berlusconi — conscio di non avere forza contrattuale con Renzi — avrebbe trattato per sé, su tv e giustizia, con an- 300 i giorni trascorsi dal primo incontro tra Berlusconi e Renzi, il 18 gennaio, nella sede del Pd, dove fu siglato il patto del Nazareno nesso tema della presidenza della Repubblica. In effetti il Cavaliere non perde mai occasione per rimarcare il proprio desiderio di riscatto, la «riabilitazione» rispetto all’onta subita con la cacciata dal Senato, e la speranza che ci sia un giudice a Strasburgo. Quanto al futuro di Mediaset, ripete il giudizio espresso da Confalonieri sul sottosegretario alle Comunicazioni, Giacomelli: «Persona perbene e pragmatica, lontano da remore ideologiche». Ma le tesi accusatorie — per quanto argomentate — finiscono per impantanarsi tra i desideri dei protagonisti del patto e la realtà delle cose. Berlusconi, per quanto desideroso di un accordo, non vede tracce di apertura su alcuni dossier della giustizia e sulla riforma della legge Severino. E a sua volta Renzi, per quanto desideroso di varare l’Italicum senza incidenti di percorso, scambia la promessa del Cavaliere per un’intesa già fatta, mentre il leader di Forza Italia — così raccontano i suoi — attende di saggiare la tenuta della maggioranza prima di capire se dovrà arrendersi o provare ad affondare il colpo. Anche perché, con il premio di maggioranza alla lista, il leader che per vent’anni è stato il dominus del centrodestra perderebbe il proprio ruolo. «Po- trai sempre fare il listone con la Lega», gli ha detto Renzi. «La fai facile», ha sospirato Berlusconi. Certo, se le riforme andassero in porto, si prospetterebbe per lui il piedistallo di padre della (nuova) Patria. Ed è così che — nel Palazzo dei sospetti — tra desideri e realtà si consuma un paradosso: mai era accaduto nella storia politica che un partito di opposizione tifasse per l’altrui governo, al punto da sottoscrivere — in un documento — la necessità di arrivare alla scadenza naturale della legislatura. Il lieto fine è ancora da scrivere: si vedrà se vissero tutti felici e costituenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA 8 gli incontri tra il premier e il leader di Forza Italia dal patto del Nazareno a quello di mercoledì scorso a Palazzo Chigi Dietro le quinte L’Unità e lo scontro tra il Pd e i liquidatori Piccolo giallo ieri sulla vendita dell’Unità. Sul sito online del giornale che ha chiuso i battenti a fine luglio, i liquidatori hanno scritto di aver prorogato il bando di acquisto avendo ricevuto tre proposte non congrue, anche quella della Veneziani editori che ha presentato un’offerta con la Fondazione Eyu (che fa capo al Pd). Ma proprio dal Pd è arrivata la smentita: «Sul sito i liquidatori hanno scritto cose non corrispondenti alla lettera che il 12 novembre loro stessi hanno mandato alla Veneziani editori. Lì infatti si dice che l’offerta non è bocciata, ma vengono chieste ulteriori garanzie». Garanzie che, fanno sapere dal Pd, arriveranno presto. (Alessandra Arachi) © RIPRODUZIONE RISERVATA E la Sicilia si fa ancora più autonoma Tanti vorrebbero cancellare l’Autonomia siciliana. Ma ieri una sentenza della Corte costituzionale l’ha ampliata. Eliminando il controllo preventivo delle leggi da parte del commissario dello Stato, terrore di forestali e precari, il guardiano del Bilancio. Non potrà bloccare leggi ritenute in contrasto con la Costituzione. Possibili i ricorsi, ma solo a cose fatte. Così ha scritto il relatore, Sergio Mattarella (foto), fratello del presidente della Regione ucciso dalla mafia nell’80 perché voleva una Sicilia «con le carte in regola». Obiettivo lontano. (Felice Cavallaro) © RIPRODUZIONE RISERVATA Quei dossier costosi (e fuori tempo) sulle riforme Il governo spenderà 75 mila euro («più l’Iva, se dovuta») per una «ricerca comparata in materia di ordinamento di alcuni Paesi europei ed extraeuropei, di sistema elettorale, forma di governo e di Stato». A parte i densi dossier già prodotti sul tema dagli uffici studi di Camera e Senato, colpisce la data di consegna stabilita dal dipartimento per le Riforme controllato dal ministro Maria Elena Boschi: 31 ottobre 2015, ben oltre l’approvazione dell’Italicum (prevista dal premier Renzi per febbraio 2015). Giuseppe Lauricella (Pd) ha sollevato il caso chiedendo se il Parlamento, ora, può continuare l’esame delle riforme o se deve attendere il 31 ottobre 2015. (Dino Martirano) © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 14 Novembre 2014 9 # Primo piano Le riforme ● La Nota di Massimo Franco IL DOPO VERTICE SOTTOLINEA IL PRIMATO DEL GOVERNO G li alleati cercano di frenare, di ritagliarsi spazi di trattativa, di smentire la realtà di un Pd padrone politico del governo e dei provvedimenti. La vicenda della riforma del mercato del lavoro, il Jobs Act, conferma invece quanto Matteo Renzi sia in grado di imporre la sua agenda, con i suoi tempi. Il Nuovo centrodestra può protestare e magari ottenere una riunione informale a palazzo Chigi per tentare di correggere le modifiche del premier, come è accaduto ieri. La strada, tuttavia, è segnata. «Il 1° gennaio entreranno in vigore le nuove regole sul lavoro. È un grandissimo passo in avanti», ha annunciato ieri Renzi da Bucarest proprio mentre era in corso l’incontro con l’Ncd. Quanto sta emergendo nella mediazione sul jobs act «è quello che è stato deciso nella direzione del Pd», ha aggiunto il presidente del Consiglio. «Bene così, andiamo avanti». E pensare che nelle stesse ore l’alleato Maurizio Sacconi sosteneva che per l’approvazione non bastava il «sì» del partito maggiore. «Serve un vertice di maggioranza, altrimenti rompiamo», ha minacciato Nunzia De Girolamo. «Non serve», è stata la replica serafica del ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi. Si tratta di una dinamica che crea continue tensioni, eppure sembra inevitabile. Il rapporto di forza tra Pd e Ncd è troppo sbilanciato a favore del primo per consentire grandi spazi di manovra e di ricatto alle formazioni minori. Il compromesso trovato sulla legge elettorale, abbassando al 3 per cento la soglia di ingresso in Parlamento, è stato una vittoria per il partitino di Angelino Alfano; e forse ha offerto anche una via d’uscita a quanti stanno meditando se lasciare in prospettiva Forza Italia. Di certo non facilita la ricomposizione del centrodestra: per questo Rapporti di forza L’Ncd cerca di difendere le proprie posizioni e FI rivendica il Patto del Nazareno: anche perché Berlusconi e Renzi hanno parlato del Quirinale Berlusconi lo ha criticato e parla di «pericolo di frammentazione». Ma conviene in primo luogo a Renzi. E l’accelerazione sul mercato del lavoro ristabilisce in qualche modo le vere priorità di palazzo Chigi. Per questo viene scavalcata la Legge di stabilità, tra le proteste di chi vede una forzatura. E sullo sfondo si profila l’ennesimo voto di fiducia per bruciare i tempi ed evitare una discussione che riaprirebbe polemiche e dissenso nel Pd. La minoranza anti-Renzi fa sapere che non voterà «una delega in bianco». La Cgil, che dice di non partecipare ai giochi nel Pd ma rappresenta l’opposizione principale al premier, con Susanna Camusso definisce «non utile» il ricorso alla fiducia. Eppure, l’impressione è che il governo stia riuscendo a farle apparire comunque battaglie di retroguardia; e che si muova a tutto campo. Anche sul Quirinale, visto che l’altra sera, con Berlusconi, Renzi ha potuto discutere del «metodo» per arrivare al successore di Giorgio Napolitano. Sempre che il capo dello Stato confermi l’intenzione di dimettersi a gennaio. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’Italicum risveglia la rabbia della base di FI Sul web lo sfogo dei militanti contrari a «fare comunella con Renzi o con il traditore Alfano» Nel partito crescono i mal di pancia non solo tra i fittiani. Molti eletti pronti al Vietnam parlamentare La vicenda ● Renzi ha proposto modifiche, a ottobre, all’Italicum, frutto del patto del Nazareno. Crescono le tensioni all’interno di Forza Italia ● Berlusconi, all’ufficio di presidenza azzurro, ha accolto alcune delle osservazioni della minoranza interna guidata da Raffaele Fitto ● L’incontro di mercoledì tra Berlusconi e il premier ha sancito il rilancio del patto, anche se su alcuni aspetti della legge elettorale l’accordo non c’è ancora ROMA «Avete presente una stanza dove nessuno pulisce da anni? Ecco, Renzi e Berlusconi hanno raccolto tutta la polvere e l’hanno nascosta sotto il tappeto», sussurra Raffaele Fitto dopo aver scritto un comunicato in cui annota che «le distanze sulla legge elettorale rimangono». Mentre Renato Brunetta, che apre il suo Mattinale col titolone «Renzi in un mare di guai», ostenta un sorriso beffardo: «L’accordo? Balle, balle mediatiche». Il tutto mentre il senatore Maurizio Bianconi, già tesoriere del Pdl, schiuma di rabbia: «Berlusconi si sta comportando come uno della maggioranza. Lei mi chiede se voterò l’Italicum che vuole Renzi? Io non voto un c… di niente. E non sarò prono al premier come fa qualcun altro nel mio partito». Dall’incontro Renzi-Berlusconi non sono passate che poche ore. Il risveglio dei forzisti è all’insegna della rabbia. Vale per la maggioranza dei parlamentari che, apertamente o di nascosto, giura che affosserà la versione della riforma elettorale coi capilista bloccati e il premio al miglior partito. E vale anche per quel poco di base rimasta, che si ribella sul Web. Basta prendere la pagina Facebook dell’ex Cavaliere e leggere i commenti al comunicato seguito all’incontro di Palazzo Chigi. Un travaso di bile collettivo. «Dopo vent’anni di voto al Cavaliere, non vi voterò più. Il documentario Non voglio fare comunella con Renzi o riunirmi col traditore Alfano. Forza Salvini», scrive Alessandro M. «Questo pasticcio è un imbroglio (…) e Renzi è un premier illegale. (…) Caro Berlusconi, o rinsavisci o perdi», aggiunge Paolo P. Molti altri, a differenza dei due di cui sopra, scelgono la via dell’insulto e del turpiloquio. La voce di Berlusconi, ieri, la sentono solo al telefono i forzisti di Gioia Tauro, a cui l’ex premier parla di tasse da tagliare e di un Renzi «non eletto dal popolo». Mentre nei corridoi di Camera e Senato, tra i capan- Il regalo di Gozi a Timmermans (Ue) Il no al Nazareno L’iniziativa dell’ex ministro il 27 a Roma può diventare il «no patto del Nazareno day» nelli dei suoi, ci si prepara al Vietnam parlamentare. C’è chi fa notare che la pattuglia fittiana, una quarantina tra Camera e Senato, ha già pronti tutti i tranelli. Basti pensare, a mo’ di esempio, che gli eletti della Puglia sono tutti maschi e che la nuova legge elettorale, con una quota bloccata di donne tra i «nominati», li taglierebbe fuori in massa. Come reagiranno? «Pronti a dare battaglia», sottolinea Renata Polverini. Che aggiunge: «E siamo anche molto forti perché, grazie a Na- Maglia di Totti al vicepresidente di Bruxelles Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Sandro Gozi regala al vicepresidente della Commissione Ue Frans Timmermans una maglia di Francesco Totti autografata dal campione. Il politico olandese è un convinto tifoso romanista, l’unico straniero insignito del titolo di «Cavaliere della A. S. Roma». (foto di Massimo Santorelli) politano, la pistola fumante del voto anticipato agitata da Renzi s’è trasformata in una pistola ad acqua». Bianconi arriva a dire «che non siamo più una fronda, la fronda sono gli altri. Io – aggiunge orgoglioso – lo so che sono all’ultimo giro. Ma non lascio a chi verrà un centrodestra distrutto e un Parlamento delegittimato. Combatto, combattiamo…». La guerra non sarà lunghissima ma dolorosa. «Faccio un’iniziativa politica a settimana», rincara la dose Fitto. Ieri ha invitato tutti i parlamentari, «e anche Berlusconi», a un seminario sull’Europa con accademici di rango che si terrà mercoledì. E sarà un crescendo in vista di una manifestazione – 27 novembre, Tempio di Adriano, Roma – che potrebbe trasformarsi in un «No patto del Nazareno day». Perché arriverà quattro giorni dopo la mini tornata di regionali di Emilia e Calabria, in cui FI rischia un bagno di sangue e il sorpasso da parte della Lega. «Gli elettori hanno sempre ragione. Chi perderà è solo perché ha sbagliato. Vedremo», avverte Brunetta. Un malinconico Gasparri si aggira intanto per Palazzo Madama. «Ci stiamo muovendo tutti in un contesto democristiano. È tutto così democristiano….», dice. Poi va a presiedere l’Aula. Tommaso Labate © RIPRODUZIONE RISERVATA La Seconda Repubblica, storia di un eterno ritorno Dal voto del ’92 alla rielezione di Napolitano: 20 anni di politica in un filmato MILANO Vent’anni di politica italiana in un’ora. Ascese e cadute, colpi di scena e momenti cruciali. «Storia della Seconda repubblica», documentario a cura di Paolo Franchi, editorialista del Corriere, ed Enzo Carra, già deputato e capo ufficio stampa della Dc, inizia nel 1992, con un tg che racconta dell’esito incerto di quelle elezioni, le ultime con le preferenze («Cala la Dc, tiene il Psi, delude il Pds») e si chiude nel 2013 con Giorgio Napolitano, appena rieletto al Quirinale, che sferza i partiti «sordi e ste- rili» e i deputati di quegli stessi partiti che applaudono vigorosamente. Pochi mesi prima, la Corte costituzionale, bocciando il Porcellum, aveva di fatto ripristinato proprio le preferenze sparite vent’anni prima. Ma non è questa l’unica cosa che ritorna nel romanzo della politica raccontato da Franchi e Carra. Parlando dell’economia, per esempio, Giuliano Amato nel 1992 e Mario Monti nel 2011 usano parole simili: precipizio e baratro. Tornano anche alcuni dei protagonisti. Silvio Berlusconi prima da imprendito- In Tv ● «Storia della Seconda Repubblica» di Paolo Franchi ed Enzo Carra sarà in onda domani alle 23 su Rai2. È stato presentato ieri a Roma agli studenti di Scienze della comunicazione della Sapienza re, quando solidarizza con Bettino Craxi all’inizio di Mani pulite, poi da politico nelle varie prove di governo e infine da imputato con la condanna della Cassazione. Torna, due volte, Romano Prodi per vincere le elezioni e poi cadere. Altri escono di scena: Craxi, la cui parabola — dal match in tribunale con Di Pietro ai funerali in Tunisia — domina la prima parte del documentario; il segretario della Dc Forlani che si eclissa più sommessamente e Mario Segni, dal trionfo nel referendum per il maggioritario (1993) all’anonimato. Ritmo incalzante, molta musica e scene madri: il pool di Milano che annuncia le dimissioni dopo il decreto «colpo di spugna», Bossi che urla «mai con i fascisti», Fassino che piange quando chiude i Ds, Fini che dice al In onda Il lavoro di Paolo Franchi ed Enzo Carra andrà in onda domani sera su Rai2 Cavaliere «che fai, mi cacci?». Momenti impressi nella memoria, ma rivederli insieme fa un certo effetto, avvincente. Il filo conduttore scelto dagli autori è l’andamento del debito pubblico in Italia. A inizio film (1992) appare un contatore che segna 849 miliardi. Al termine (2013) è a quota 2022 miliardi. «La seconda repubblica — concludono — è stata anche questo». Il documentario andrà in onda domani sera alle 23 su Rai2. Massimo Rebotti © RIPRODUZIONE RISERVATA Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera 10 Primo piano Il caso Marino sotto assedio. Il Pd: paghi le multe se vuole continuare In Campidoglio polemiche sull’auto. Lui è a Londra, rinviata la mozione di sfiducia delle opposizioni La vicenda ● Il 6 novembre il senatore Ncd, Andrea Augello, deposita un’interrogazione parlamentare al ministro Alfano sulle multe non pagate alla Panda rossa di Marino. Si tratta di 8 verbali per l’accesso alla Ztl con un pass scaduto da fine giugno a metà agosto ● Il sindaco denuncia una manomissione nel sistema informatico a opera di ignoti che avrebbero fatto sparire i dati del pass della Panda. Ma lunedì Augello dimostra che nessuno aveva fatto sparire il pass ● L’auto del sindaco viene anche sorpresa in questi giorni posteggiata in divieto di sosta e nel parcheggio gratuito del Senato ROMA A dimettersi non ci pensa provo. E nemmeno a pagare le multe o a chiedere scusa. Ignazio Marino, al termine dell’ennesima giornata confusionaria, tira dritto. La mattina, all’indomani degli scontri di Tor Sapienza, va a Londra per una conferenza sulle infrastrutture e la vivibilità nelle metropoli. E, dall’Inghilterra, evita tutte le domande: «Siamo qui per parlare di altro». Poi, come se niente fosse, sale in cattedra: «A Roma dobbiamo veramente cambiare l’uso delle macchine private». E non è un velato (e autoironico) riferimento alla sua Panda, beccata senza pass e in divieto di sosta. Marino, al telefono col Campidoglio, detta poi la sua linea: nessun comunicato di spiegazione, niente mea culpa, come pure gli hanno chiesto in molti, a cominciare dagli esponenti del Pd. Bensì, all’ora di cena, dal Campidoglio, è arrivata la nota dell’Avvocatura che «gioca», naturalmente, in difesa del Chi è Ignazio Marino, 59 anni, esponente del Pd, ex senatore, è sindaco di Roma dal 2013 sindaco. Il parere fornito dal capo dell’ufficio legale del Comune, Rodolfo Murra, rappresenta la quinta (o sesta) versione sull’accaduto. In quelle tre pagine si legge «che il pass rilasciato al sindaco è sulla targa dell’auto e non sulla persona». Che Marino avrebbe a disposizione «tre permessi» e che, essendo il sindaco, in teoria «non è neppure necessario che lo richieda». Infine che il pass dovrebbe durare «per l’intero mandato». Vicenda chiusa, secondo l’amministrazione. E la lettera a cui si stava lavorando, per «stemperare» le polemiche, finisce nel cassetto, con annesso scontro verbale tra l’assessore alla Mobilità Guido Improta (che propendeva per quest’ipotesi) e il capo di gabinetto, e «fedelissimo» del sindaco, Luigi Fucito. La soluzione, però, non piace al Pd. Il segretario romano Lionello Cosentino invita Marino «a pagare le multe e concentrarsi su cose utili se Il destino in bilico di una Panda rossa (e di un sindaco) 8 i verbali a Marino per l’accesso alla Ztl con un pass scaduto 18 i mesi in cui l’auto di Marino è rimasta nei posti gratuiti del Senato 1,5 euro: il costo per ogni ora di sosta in centro a Roma: la giunta ha alzato le tariffe si, nei posti riservati (in orario d’ufficio) ai senatori, dove la Panda è rimasta per un anno e mezzo, notte e giorno. Un parking privato, e gratuito, a cielo aperto, in pieno centro, mentre per tutti i romani parcheggiare dentro la Ztl è diventato un salasso: tariffe alle stelle per il pass, e parcometri aumentati ad 1,5 euro l’ora, senza più «facilitazioni» o prezzi forfettari. Fino a quel giorno, non si sapeva neppure che Marino avesse un’auto. Neppure, forse, che avesse la patente. E nessuno, anche ora, lo ha mai immortalato al volante. Eppure la Panda era lì, con una «strisciata» sulla fiancata periziata dai Cinque Stelle (graffio da 18 centimetri, fatto probabilmente con una chiave), coperta da un’autorizzazione rilasciata dal Senato su «invito» della Prefettura, a causa «degli atti vandalici e delle minacce ai familiari» denunciati dallo stesso Marino in un esposto. Scoppiato il caso, trenta senatori (tutti i partiti, tranne il Pd) scrissero a Pietro Grasso, e la Panda per qualche giorno sparì dalla circolazione. Salvo, però, ricomparire poco dopo, nell’ormai noto multa-gate. E, allora, sono cominciare a fioc- © RIPRODUZIONE RISERVATA care le domande. La prima, forse la più importante: ma chi usa la macchina del sindaco? Lui, visti gli impegni che ha e le abitudini di vita (c’è una «scorta» di vigili che lo va a prendere sotto casa, oppure va in bici), pochissimo. La moglie, la signora Rossana, magari un po’ di più. Tanto che le otto contravvenzioni prese ai varchi Ztl, a causa del permesso scaduto, sono tutte in orari difficilmente compatibili con quelli del sindaco che, quasi sempre, era impegnato altrove. Lei, la signora Marino, neppure smentisce: «Tanto sapete già tutto, non c’è bisogno che vi aiuti...». E anche dallo staff del primo cittadino arrivano mezze verità: «Ma anche se guidava la moglie, qual è il problema?». Le infrazioni e gli «indizi» sulla moglie al volante ROMA In principio fu una b i c i c l e t t a . U n a ve c c h i a Schwinn rossa, con la quale — il 12 giugno 2013, data della proclamazione dopo la vittoria al ballottaggio di due giorni prima — il neosindaco di Roma Ignazio Marino «scalò», nel senso letterale del termine, il Campidoglio, uno dei sette colli capitolini, quello che domina i Fori e che è dominato da Palazzo Senatorio. Foto, applausi, curiosità. Era il sindaco «ciclista», quello che incontravi per strada ai semafori, con caschetto e vigili pedalatori al seguito. Quello che, una volta, finì per terra a villa Borghese, per aver dato il «cinque» ad una famiglia a bordo di un risciò. Ora, però, dopo una settimana di pasticci, errori, confusione, il simbolo del multa-gate (e in qualche modo l’immagine che resterà attaccata a lungo al chirurgo dem) è un altro, sempre rosso, ma a quattro ruote: la famosa, o famigerata, Panda del sindaco, che si è trasformata nel più fiero oppositore politico di Ignazio Marino. Da quando è comparsa sulla scena, qualche mese dopo il successo elettorale, gli ha creato solo grattacapi. Prima la sosta davanti a San Luigi dei France- vuole finire il mandato». I consiglieri comunali democrat, al termine di una riunione piuttosto tesa, pretendono che il sindaco vada in aula a riferire. Marino, dall’Inghilterra, fa sapere: «Sono disponibile, ma arrivo a mezzanotte». Una provocazione, ovvio. Il suo intervento, così, è rinviato a martedì. Quando, forse, verrà anche discussa la mozione di sfiducia delle opposizioni. E. Men. L’acquisto È l’unica vettura in famiglia acquistata a inizio 2013, poco prima dell’exploit a Roma L’infrazione L’auto del sindaco Ignazio Marino posteggiata in sosta vietata nel centro di Roma (in alto e sotto) e nel mezzo del flash mob di Ncd per il posteggio «abusivo» al Senato (al centro) Una popolarità inaudita, per una comunissima Panda rossa, 875 di cilindrata, alimentazione a benzina, 14 cavalli fiscali. Marino l’ha acquistata quando era ancora senatore (l’immatricolazione è del 18 gennaio 2013), pagandola circa 14 mila euro. È l’unica auto di famiglia, e ormai spopola sulla Rete: le foto (anche le ultime, quando è stata avvistata in divieto di sosta) sono ovunque, le trasmissioni tivù ci scherzano sopra («Panda della Magliana», uno dei refrain lanciati). Però, dall’ultimo filmato delle Iene, l’auto è sparita. Che diventi lei, alla fine, il capro espiatorio di questa storia? Ernesto Menicucci © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 14 Novembre 2014 11 Primo piano Gli scenari L’INTERVISTA CARLO DE BENEDETTI «Renzi energico e spregiudicato Mi ricorda il Fanfani degli anni ‘50» L’ingegnere: il nuovo presidente? Il premier non lascerà che sia uno che distragga l’attenzione da lui di Aldo Cazzullo «C ompio ottant’anni, sono un uomo fortunato e sono vissuto in un’epoca straordinaria: dalla fabbrica — nel 1958 mio padre fermò il lavoro alla Gilardini per festeggiare Tunìn, il primo operaio arrivato con l’auto anziché in bici — all’economia digitale. Mi sono ammazzato di lavoro, poi a sessant’anni mi è successa una cosa che non credevo possibile: mi sono innamorato, e mi sono risposato. Grazie a mia moglie Silvia ho scoperto un’altra vita. Abbiamo girato il mondo in barca, ho coltivato interessi in campi che già prediligevo: arte, collezioni, musei...». Ingegner De Benedetti, è sicuro di non avere nulla da rimproverarsi? Sull’Olivetti, ad esempio. «Assolutamente no. Nessuna azienda europea dell’informatica è sopravvissuta. Olivetti fu l’unica a entrare nella telefonia mobile, realizzando la più grande creazione di valore in Italia in cinque anni. Certo, io avevo una bulimia di lavoro, e anche di conquista. Tentai di scalare la Sgb, comprai la Buitoni, la Perugina, le figurine Panini, Yves Saint Laurent, Valeo… Così distolsi non quattrini ma mie personali energie dall’Olivetti. Però la diversificazione nella telefonia fu un successo: Omnitel fu venduta a Mannesmann per 14.500 miliardi di lire». Non si rimprovera neppure di aver pagato tangenti? «Sono stato l’unico ad andare da Di Pietro a dire: “Mi assumo tutte le responsabilità, per quel che so e per quel che non so, ma voglio che nessun dirigente dell’Olivetti sia coinvolto”. Altri prestigiosi miei colleghi non si regolarono allo stesso modo». Come fu la giornata passata a Regina Coeli? «Del carcere ricordo la consegna dei documenti. L’ispezione anale. Ma le esperienze dure fanno bene. A 10 anni ero in un campo di concentramento svizzero. Nulla di paragonabile a Mauthausen, dove morirono i miei cugini. Però la doccia fredda all’alba d’inverno, senza asciugamani, con soltanto la paglia dove dormivi per asciugarti, l’ho provata. Una lezione di vita utilissima». Cos’altro ricorda della guerra? «Mio padre faceva tenere a mio fratello Franco e a me un album di ritagli con le notizie della persecuzione degli ebrei e le foto dei campi di concentramento. Chiedemmo perché dovessimo farlo. Lui rispose: “Perché un giorno qualcuno dirà che tutto questo non è successo”». Come tessera numero 1 del Pd, riconosce... «Questa è una favola: non ho mai avuto tessere». ...Riconosce di aver cambiato giudizio su Renzi? Nel 2011 lei disse al Corriere: “Di Berlusconi ne abbiamo già avuto uno, e ci è bastato”. «Sì: per quanto i due personaggi abbiano qualche punto di contatto, mi sono ricreduto. Renzi è un fuoriclasse. Per quattro motivi. Innanzitutto, è molto intelligente». Berlusconi non è intelligente? «Berlusconi è furbo». E gli altri motivi? «L’energia: non ne ho mai vista tanta in un politico. Forse si può fare un paragone con il Fanfani degli Anni ’50. L’empatia. Dicono che Renzi ricordi Craxi, per decisionismo e abilità politica; Craxi però era antipatico. E poi Renzi è una spugna. Di economia non sa molto; ma in un attimo assorbe tutto. È veloce e spregiudicato». Eppure non ha portato il Paese fuori dalla recessione. «Questa manovra non è risolutiva. Il vincolo del 3% è incompatibile con riforme vere. E le riforme senza soldi non si fanno. Il premier dovrebbe fare come Schröder, quando ottenne di sforare i parametri per tre anni. Oggi Renzi non se la sente; ma sono certo che, quando avrà avviato le riforme, lo farà. Fino ad allora, l’Italia non uscirà da recessione e deflazione». È così pessimista sulla nostra economia? «Sono pessimista sulla tenuta europea. E condivido quanto sostiene Larry Summers: ci attende una stagnazione secolare. La distruzione del ceto medio creerà una società con pochi ricchi, ❞ Nelle Langhe Carlo De Benedetti con la moglie Silvia Monti a Dogliani (Cuneo) Il compleanno Compio ottant’anni, sono un uomo fortunato e sono vissuto in un’epoca straordinaria, dalla fabbrica all’economia digitale Su Berlusconi Penso venderà tutto a uno straniero e per farlo non può avere il governo contro. In Italia non c’è nessuno disposto a comprare le sue aziende Su Scalfari Scalfari, lo dico scherzando, vorrebbe vedere Reichlin primo ministro. Ogni domenica mattina mi confronto con lui, Ottone e Gabetti (Olycom) molti poveri e molti eroi che cercheranno di costruire una famiglia con 1500 euro al mese». Facciamo 1580. «Gli 80 euro sono stati un brillante spot elettorale. Ma è difficile pensare che rimettano in moto l’economia. Detto questo, Renzi è l’unico che possa riportare l’Italia al suo standard». Non salva neanche Prodi? «Buone intenzioni. Ma non si governa mettendo insieme Ciampi e Bertinotti, PadoaSchioppa e Ferrero». D’Alema? «Non ha lasciato segno». Renzi però governa con Berlusconi. «Non è detto che lo farà ancora a lungo». Cosa pensa del patto del Nazareno? «Il premier ha fatto benissimo a stringerlo. E Berlusconi per sopravvivere non poteva fare altro. È innamorato di Renzi e disgustato dal suo partito». Cosa farà Berlusconi? «Penso che venderà tutto a uno straniero, e per farlo non può avere il governo contro. In Italia non c’è nessuno disposto a comprare le sue aziende. La tv generalista è messa molto peggio dei giornali». Quindi su Renzi, tra Scalfari e Mauro, ha ragione Mauro? «Scalfari è un mio grandissimo amico oltre che geniale imprenditore e innovatore nel campo del giornalismo. Ma — lo dico scherzando — lui vorrebbe vedere Reichlin primo ministro. Ogni domenica mattina mi confronto con tre novantenni. Piero Ottone. Gianluigi Gabetti: un uomo che ha meriti colossali. E Scalfari, cui mi lega un’affinità: entrambi siamo dentro e fuori il sistema; lo critichiamo, ma ne facciamo parte». Chi sarà il prossimo direttore di Repubblica? «Finché Ezio ne ha voglia, il direttore sarà Ezio. Si è preso Repubblica non solo “a collo”, come diciamo noi piemontesi, ma addosso. Oggi Repubblica è lui». L’editoria però è in crisi. Come uscirne? «Dobbiamo far crescere i nostri brand. Re- pubblica ha un milione e mezzo di follower su Twitter, molti di più su Facebook». Come monetizzare tutto questo? «Siete la concorrenza, non lo dico. Ma se i giovani pensano che il nostro brand sia importante, significa che sentono l’esigenza di una gerarchia tra le troppe notizie da cui sono bombardati. Noi forniremo questa gerarchia. Non si tratta più di raccontare quel che è accaduto, ma perché è accaduto». Anche sulla Fiat deve ricredersi: lei ne prevedeva il fallimento. «Marchionne si è rivelato un genio della finanza. Ha avuto un successo straordinario. Ma non è un uomo di automobili. In materia finanziaria vorrei essere bravo come Marchionne. So che qualcuno mi ritiene un finanziere...». Sta dicendo che lei non è un finanziere? «Io sono sempre stato un imprenditore che ha capito la leva della finanza. E nei 100 giorni in cui rimasi in Fiat, con Giorgetto Giugiaro inventammo la Panda». Cos’ha rappresentato per lei l’Avvocato? «È stato l’unico uomo che mi ha affascinato. Ho stimato La Malfa, Berlinguer, Ciampi e Visentini: sono state tutte persone importanti per me. L’Avvocato mi affascinò: gli invidiavo l’impalpabile. Mi sedusse pur con i suoi limiti, che riconosceva lui per primo; perché era cinico anche con se stesso». È vero che Steve Jobs da giovane le propose di investire in Apple, e lei rifiutò? «Ero a Cupertino con Elserino Piol. Erano le 7 di sera. Ero esausto per le riunioni e per il fuso. Piol mi dice di passare in un garage dove ci sono due capelloni con i jeans stracciati che lavorano a un mini-computer: erano Wozniak e Jobs. Steve mi propose di rilevare il 20% della sua società per 30 milioni di dollari. Me ne andai. Oggi quella quota varrebbe 100 miliardi. Ma quella partita non la persi solo io, l’ha persa l’industria europea che sulle nuove tecnologie ha rinunciato a un pezzo di futuro». Non ha nulla da rimproverarsi nemmeno su Sorgenia? «Non sono mai stato neppure in consiglio. Da presidente Cir approvai l’investimento. La facilità di accesso al credito, tipica di quegli anni, ha indotto la società a indebitarsi troppo; il resto l’ha fatto il crollo dei prezzi e del consumo di energia. Penso che la società, una volta portato l’indebitamento a livelli più sostenibili, abbia buone prospettive». E sull’indagine per omicidio colposo per l’amianto all’Olivetti? «Ribadisco la mia estraneità. Non tutti hanno idea di cosa significhi governare un gruppo di 70 mila dipendenti. Secondo l’indagine l’amianto era anche negli uffici dove ho lavorato per 18 anni. Se lo avessi saputo e ne avessi conosciuto la pericolosità, non crede che l’avrei fatto togliere?». Quando si vota, secondo lei? «Nella primavera 2015. Dopo che il 31 dicembre Napolitano si sarà dimesso». Chi sarà il presidente della Repubblica? «Posso dirle quali connotati dovrà avere, coniugando realismo e aspirazione. Renzi non lascerà che sia eletto qualcuno che distragga l’attenzione da lui. Ma il presidente dovrà essere un politico dal grande profilo istituzionale, che conosca a fondo il funzionamento delle Camere». Renzi dura? «Dipende dall’economia. Se avrà il coraggio di sfondare gli assurdi parametri di Maastricht e capirà che i corpi intermedi costituiscono parte della struttura di una società democratica, ce la farà». E l’Europa durerà? «Bob Dylan 50 anni fa cantava “è tempo di cambiare il mondo”; forse aveva capito molto più di tanti economisti. Davanti a noi abbiamo due problemi: la deflazione e la recessione; non stiamo combattendo né l’una né l’altra. L’Europa è dominata da spinte nazionaliste, e in Germania c’è la Merkel, non Kohl. Se alle prossime elezioni greche vince Tsipras, per l’euro saranno giorni durissimi, e a quel punto si dovrà cambiare per forza. Ma non so se nella direzione giusta». © RIPRODUZIONE RISERVATA La carriera ● Carlo De Benedetti, presidente del gruppo l’Espresso e già ai vertici di Cir, è nato a Torino il 14 novembre 1934: oggi compie 80 anni. Festeggerà nella sua tenuta di Dogliani (Cn), nelle Langhe ● Si laurea nel 1958 al Politecnico di Torino in Ingegneria elettronica (da qui il soprannome «Ingegnere»). Nel 1959 inizia la carriera imprenditoriale nell’azienda di famiglia, la Compagnia italiana tubi metallici flessibili, che diventerà la Gilardini ● Fonda nel 1976 Cir (Compagnie industriali riunite): ne è vice presidente e ad fino al 1995. Poi presidente fino al 2009. Cir ora controlla l’Espresso (media), Sogefi (componenti auto), Kos (sanità) e Sorgenia (energia) ● Dal 1978 al 1996, De Benedetti è ai vertici del gruppo Olivetti, dove è presidente e ad (poi presidente onorario fino al 1999) Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera 12 Primo piano Banche centrali Bce taglia la crescita di Eurolandia Bankitalia: «Mutui in ripresa» Il monito di Francoforte: senza riforme disoccupati sotto il 10% solo dal 2019 L’economia è debole, in Europa e ancora di più in Italia. Ieri lo hanno ribadito nell’ordine la Bce, che nel suo bollettino mensile ha rivisto al ribasso le stime di crescita dei paesi dell’Eurozona; la Banca d’Italia che nel suo rapporto sulla stabilità finanziaria ha misurato i rischi sul credito e sull’impiego del risparmio; Standard & Poor’s che ha detto di vedere rischi crescenti per l’Europa di cadere in una terza recessione (triple dip). Unica notizia in controtendenza, l’inflazione che a ottobre torna col segno più: l’indice dei prezzi al consumo è salito dello 0,1% sia rispetto a settembre sia rispetto a ottobre 2013. A Francoforte gli analisti della Banca centrale europea hanno tagliato le stime di crescita per l’Eurozona dall’1% allo 0,8% per quest’anno, dall’1,5% all’1,2% per il 2015 e dall’1,7% all’1,5% per il 2016. In ribasso anche le previsioni per l’inflazione che dovrebbe aumentare solo dello 0,5% quest’anno e dell’1% il prossimo mentre a restare alte sono solo stime per la disoccupazione che si manterrà sopra l’11% nel 2014 e nel 2015 e tornerà a scendere sotto il 10% solo nel 2019. Gli economisti ROMA 0,8 per cento la crescita del Pil europeo stimata dalla Bce per il 2014 0,4 per cento Il tasso di inflazione della zona euro a ottobre 23,3 per cento la disoccupazione giovanile nell’area euro a settembre (11,5% totale) della Banca d’Italia si soffermano sugli effetti finanziari di tale debolezza economica, in Italia più accentuata, su famiglie e imprese. Le prime devono far fronte ad un reddito che non aumenta, ma hanno ripreso seppure di poco a consumare riducendo il risparmio e soprattutto, grazie ai bassi tassi di interesse, hanno ricominciato a chiedere i mutui. Quanto ai prestiti per l’acquisto di una casa, le previsioni parlano di un’inversione di tendenza, con un aumento già nei primi mesi del prossimo anno. Diversamente, proseguirà anche nel 2015 il calo dei finanziamenti bancari alle imprese, «seppure con intensità progressivamente decrescente», e con un doppio binario che penalizza soprattutto le piccole, «in media meno patrimonializzate e più esposte ai rischi della congiuntura». E non si tratta di mancanza di liquidità. Le banche ne hanno in abbondanza anche grazie ai prestiti della Bce. E ne hanno pure le imprese, perlomeno quelle di media e grande dimensione: le loro disponibilità liquide hanno raggiunto il 7,6% sul totale del passivo, oltre un punto in più della media del periodo 2004-2008. Mancano però i progetti, gli investimenti. È, insomma, un problema di domanda. Quanto alle piccole imprese, la questione è invece anche di offerta perché le banche con esse sono molto prudenti, visto che temono, a causa delle Pubblica amministrazione Codice personale unico (Pin) per 10 milioni di cittadini ROMA Per facilitare e velocizzare la vita dei cittadini nei rapporti con la pubblica amministrazione e ridurre i costi della burocrazia ecco «Spid» (acronimo di «Sistema pubblico di identità digitale»), il pin unico per accedere a diversi servizi online (Inps, Agenzia delle Entrate, Comuni, scuole e asl). La prima fase del progetto, che fa parte del piano per la digitalizzazione della Pa, scatterà ad aprile 2015: l’obiettivo è collegare per dicembre 2017 circa 10 milioni di utenti. Lo prevede l’intesa raggiunta ieri dal governo Renzi con Regioni e Comuni. Una sola chiave quindi per accedere da casa, senza fare file, ai diversi servizi web. Tra le novità la dichiarazione di successione e la marca da bollo entrambe online e i pagamenti telematici all’anagrafe unica per ottenere i certificati via web, come l’accesso ai referti medici. Ridotti per i disabili i tempi per il riconoscimento dell’invalidità. Porte aperte anche in Comuni, scuole e asl: basterà un click, promette il ministro per la Semplificazione, Marianna Madia, che in un tweet, sotto l’hashtag #Repubblicasemplice, annuncia: «Tempi certi su digitale, Fisco, welfare, edilizia, impresa». Il provvedimento dovrà andare in Consiglio dei ministri entro l’anno. Francesco Di Frischia © RIPRODUZIONE RISERVATA Il rapporto ● La Banca d’Italia ha presentato ieri il rapporto sulla stabilità finanziaria (nella foto il governatore Ignazio Visco). Il rapporto spiega che anche nel 2015 proseguirà il calo dei finanziamenti bancari alle imprese deboli prospettive di ripresa, di non vedersi rimborsare i finanziamenti. Il debito pubblico, infine, che ha beneficiato del calo dello spread e dei tassi di interesse. L’investimento in titoli di Stato italiani, dice la Banca d’Italia, «è elevato». Anche da parte degli investitori esteri, che alla fine di giugno detenevano una quota del 29,4%, 2,4 punti percentuali in più rispetto alla fine dello scorso anno; nello stesso periodo la quota detenuta dalle banche italiane è passata dal 21,7 al 20,1%. In estate però gli investitori esteri hanno disinvestito, soprattutto a seguito del rinnovo solo parziale da parte del Tesoro dei titoli in scadenza. Nel 2015 i titoli a medio e lunga scadenza saranno pari a 205 miliardi, 15 in più di quest’ano, ma il Tesoro Il debito italiano La quota di debito italiano in mano agli investitori esteri ora è al 29,4% potrebbe continuare a non rinnovarli completamente, vista l’attesa diminuzione del fabbisogno da finanziarie. In generale, dice Bankitalia, nell’area dell’euro «aumentano i rischi per la stabilità finanziaria derivanti dalla perdita di vigore della crescita e dai persistenti bassi livelli di inflazione». Stefania Tamburello © RIPRODUZIONE RISERVATA NATURA ITALIANA Corriere della Sera Venerdì 14 Novembre 2014 13 Primo piano Assicurazioni Rc Auto Sconti per gli assicurati virtuosi che sottopongano a ispezione preventiva il veicolo o installino le «scatole nere» su autovetture ma anche «due ruote».Torna la riforma della Rc Auto che era stata stralciata dal decreto Destinazione Italia dal governo Letta. L’esecutivo Renzi potrebbe varare nel prossimo Consiglio dei ministri la nuova disciplina che è stata curata dal sottosegretario allo Sviluppo economico, Simona Vicari (Ncd), come decreto o più probabilmente come parte del disegno di legge sulla Concorrenza. «Va abbandonata la logica degli sconti predeterminati e dell’imposizione di fatto di alcuni strumenti su tutto il territorio nazionale che avrebbe fatto lievitare i costi del sistema» dice Vicari, che aveva messo a punto anche la precedente riforma. Così, ad esempio, le compagnie potranno (e non dovranno) proporre agli assicurati l’ispezione preventiva del veicolo, ma se le due volontà s’incroceranno, sarà obbligatorio fare uno sconto a chi aderisce. Allo stesso modo le imprese potranno offrire l’installazione delle «scatole nere» a carico proprio, e avranno l’obbligo di ROMA La vicenda ● Il governo potrebbe varare nel prossimo Consiglio dei ministri la nuova disciplina sulle polizze Rc Auto, come decreto o più probabilmente come parte del disegno di legge sulla concorrenza. Le misure allo studio prevedono sconti per gli assicurati virtuosi che sottopongano a ispezione preventiva il veicolo o installino le «scatole nere» su autovetture ma anche «due ruote». Premi ridotti per chi accetta la verifica preventiva Il sistema della scatola nera Rc Auto e confronti Premio netto 397 Media Italia 491 + Tasse In dettaglio le maggiori componenti del costo 94 329 Costo sinistri Commissioni e marketing Costi amministrativi Perdita assicurazioni -5 278 Media altri Paesi 55 18 357 324 234 199 UK Francia Germania Spagna Corriere della Sera Fonte: ANIA, analisi Boston Consulting Group - media 2008-2012 ridurre il premio in misura minima prefissata e di accettare i risultati delle registrazioni come prova in giudizio. Le «black box» verranno proposte anche per le moto. Sarà data facoltà all’impresa assicurativa di avvalersi del risarcimento in «forma specifica» per i danni ai veicoli: la riparazione al posto del risarcimento pecuniario. La stessa compagnia potrà proporre al cliente, alla stipula del contratto, il divieto di cessione del diritto di risarcimento con conseguente riduzione del premio. Nei contratti dovrà essere chiaro come cambierà il premio in caso di bonus e di malus. Salta del tutto l’obbligo, previsto nel testo del governo Letta, di proporre clausole contrattuali per l’assicurato che prevedano prestazioni di servizi medico-sanitari e che comportino riduzione del premio. Così come non è più all’esame la decadenza del diritto di risarcimento in caso di richiesta presentata oltre 90 giorni dal fatto dannoso. Si sta lavorando infine all’aumento dei massimali minimi obbligatori per gli autobus che Il sinistro Le compagnie accetteranno i risultati delle registrazioni come prova in giudizio però, avverte Vicari, non si tradurranno in un aumento dei premi. Secondo il sottosegretario, «è giunto il momento di dare tempi certi per l’adozione da parte del governo della tabella unica nazionale per le macrolesioni», che le compagnie attendono da anni, e la cui applicazione, secondo l’Ania, porterebbe una riduzione del prezzo delle polizze di almeno il 3% in media. Ma mentre il governo lavora alla sua riforma Rc Auto, avanza una proposta di legge d’iniziativa popolare, promossa da alcuni deputati del Pd campano, Leonardo Impegno e Valeria Valente, che punta all’applicazione di una tariffa unica su 3 per cento, il calo del prezzo delle polizze che per l’Ania si otterrebbe con l’adozione della tabella unica nazionale per le macrolesioni tutto il territorio nazionale. Le imprese assicurative dovrebbero far pagare il premio più basso previsto a tutti i contraenti e assicurati che non abbiano denunciato sinistri negli ultimi cinque anni, a prescindere da dove risiedano. L’iniziativa mira a combattere l’elevato prezzo delle polizze nei territori in cui si registra il più elevato tasso di incidentalità e di frodi assicurative. La proposta di legge, bocciata dall’Ania, viene considerata contraria ai principi comunitari dal sottosegretario Vicari. L’idea viene promossa da Gilberto Muraro, professore emerito di Scienza delle finanze, all’Università di Padova nel sito lavoce.info. «Oltre che più giusto — scrive Muraro —, il bonus-malus uniforme sarebbe socialmente più conveniente, sotto due profili: eliminerebbe i numerosi casi di residenze di comodo e diminuirebbe il numero degli incidenti, sostituendo un più forte incentivo individuale a quello misto dell’attuale sistema» che si basa sul bonus-malus (incentivo individuale) e le differenze territoriali (incentivo collettivo). Antonella Baccaro © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso Delrio: grandi opere, i nuovi cantieri? Durano 3 anni in più Il rapporto ● In media, secondo i dati presentati dal sottosegretario alla presidenza, Graziano Delrio (foto), i tempi della fase di progettazione, sommati a quelli per l’affidamento, sono pari o addirittura superiori a quelli della costruzione materiale. Il governo — ha annunciato Delrio — sta lavorando ad un nuovo codice degli appalti più vicino alle norme europee ASUS consiglia Windows. ROMA Da oltre quattordici anni per le grandi ope- re, ai tre anni per i «piccoli» lavori pubblici da meno di 100 mila euro. I tempi di realizzazione delle infrastrutture in Italia, nonostante gli sforzi di tutti i governi per accelerare e semplificare, continuano a crescere. Rispetto al 2011 i tempi medi di costruzione di ponti, strade e viadotti sono passati da 4,4 a 4,5 anni, ma per le opere più importanti i tempi tra la posa della prima e dell’ultima pietra, rispetto al 2009, si sono allungati addirittura del 30%, da 11 a 14,6 anni. In media, secondo i dati presentati ieri dal sottosegretario alla presidenza, Graziano Delrio, i tempi della fase di progettazione, che vanno dai 2 ai 6 anni, sommati a quelli per l’affidamento, che oscillano tra i 5 e i 16 mesi, sono pari o addirittura superiori a quelli della costruzione materiale, che variano da 5 mesi a 7 anni. «La chiave è la semplificazione» commenta Delrio, annunciando che il governo sta lavorando ad un nuovo codice degli appalti, «più vicino alle norme europee». «In Italia pensiamo di combattere la corruzione sovrapponendo norme, ma più queste sono complicate, più le verifiche sono complesse» ha detto Delrio. Alla Camera, intanto, la conferenza dei capigruppo ha deciso di calendarizzare la discussione in Aula della legge di Stabilità solo il 27 novembre, dopo il passaggio del Jobs act. Non era mai arrivata così tardi all’esame dell’assembla nel suo primo passaggio parlamentare, neanche quando ancora si chiamava Finanziaria. Anzi, finora, il passaggio del Bilancio all’esame della seconda Camera è sempre avvenuto prima del 27 novembre. I tempi di esame saranno dunque strettissimi, e rischiano di concludersi a ridosso della fine dell’anno, sul filo dell’esercizio provvisorio. Dopo il via libera della Camera e l’esame del Senato, dove ad esempio il governo progetta di introdurre l’emendamento con la nuova «local tax», potrebbe essere necessario un terzo passaggio a Montecitorio. Mario Sensini © RIPRODUZIONE RISERVATA con Intel Inside® Lavora e divertiti Cattura ogni istante Il compagno ideale Esplora nuovi modi di apprendere e restare in contatto con Intel Inside®. Fotocamera posteriore da 5 MP per scattare immagini sorprendenti. Rivedile sul fantastico display Full HD. Sottile e leggero: con soli 595g, 9.5 ore di autonomia e connessione LTE. Ti accompagnerà ovunque. TF303CL SCARICA ASUS PLUS* SUBITO PER TE CORRIERE DELLA SERA incluso per 2 mesi *Offerta valida fino a Natale 2014. 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Adesso, sotto la pressione di una parte dell’amministrazione e degli alleati locali, Obama deve occuparsi del raìs. L’obiettivo finale dunque torna (in teoria) la rimozione del dittatore, un esito chiesto da Paesi come Arabia Saudita e Turchia. Quasi una condizione in cambio di un’azione più decisa contro l’Isis. E dalla cassaforte tirano fuori le operazioni già pensate e accantonate o rallentate. Al primo posto c’è la creazione di una no-fly zone in Siria. I Parata Il presidente Bashar Assad turchi la vogliono da tempo per impedire che i caccia siriani continuino a bombardare le posizioni dei ribelli. E con loro i civili. Al secondo punto c’è una spinta alla scelta e al successivo addestramento di insorti siriani «fidati», training che verrebbe condotto in basi saudite, turche e forse giordane. Dovrebbero seguire delle iniziative diplomatiche coinvolgendo anche i due protettori della Siria, l’Iran e la Russia, nell’intento di arrivare ad una transizione del potere. Mosca su questo aspetto ha lanciato qualche segnale, però alla fine ha scelto di tutelare Assad. Il guaio per Obama è che la situazione sul terreno è instabile. Alcune delle formazioni ribelli meno radicali sono state sconfitte dai rivali estremisti, come Al Nusra. Quest’ultima fazione avrebbe raggiunto un’intesa con l’Isis mettendo da parte i vecchi contrasti. E sono state segnalate «migrazioni» di insorti nel campo del Califfo. Su Washington incombe una paura legata alla domanda: cosa accade se si riesce a estromettere Assad? Nessuno ha risposte chiare mentre è forte il sospetto di vedere la Siria in frantumi, in mano alle milizie che agiscono nel proprio interesse e di quei Paesi che le finanziano. © RIPRODUZIONE RISERVATA In crisi di popolarità, la premio Nobel criticata per i suoi silenzi sui diritti umani ❞ Aung San Suu Kyi Non ho mai fatto niente solo per la popolarità, a volte i politici debbono fare cose che alla gente non piacciono DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Non ho mai fatto niente solo per la popolarità, a volte i politici debbono fare cose che alla gente non piacciono», dice Aung San Suu Kyi. E ci sono diversi atteggiamenti della premio Nobel per la Pace che hanno attirato critiche in Birmania e fuori, negli ultimi tempi. Tornata libera nel 2010, dopo vent’anni di arresti, dal 2012 è in parlamento come leader dell’opposizione. La Signora, come la chiamano con rispetto per il suo passato eroico, è stata la grande speranza democratica di Myanmar (la Birmania). Nel suo Paese è sbarcaPECHINO Insieme Il presidente americano Barack Obama stringe la mano a rappresentanti della società civile birmana, nella capitale Naypyidaw, osservato dalla leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi (Reuters) to ieri Barack Obama, altro premio Nobel per la Pace, ma ci sono dubbi, sia sulla politica del presidente accusato in patria di aver dato troppo credito alle aperture democratiche del regime, sia sulla Signora. In Birmania è stato instaurato un governo civile «sostenuto» dai militari, «democrazia disciplinata», la definiscono. Nel 2012 Obama fu il primo presidente degli Stati Uniti a metterci piede. Da allora i progressi concessi dai generali sono quasi nulli. «Ci sono stati passi indietro, violazioni dei diritti umani», ha dovuto constatare Obama. L’anno prossimo sono in programma le elezioni, ma Suu Kyi non potrà candidarsi alla presidenza: la costituzione esclude chi abbia figli con passaporto straniero e la Signora ne ha due avuti dal marito britannico, morto mentre lei era una detenuta politica. Una norma evidentemente scritta per tagliarla fuori. La Casa Bianca continua a puntare su di lei, il presidente l’ha incontrata ieri sera e l’avrà di nuovo al suo fianco oggi per una conferenza stampa. Suu Kyi è adorata nel suo collegio elettorale, dove ha fatto molto contro la povertà estrema. Però in Parlamento si è limitata finora a in- I perseguitati La Signora non ha mai preso le difese della minoranza musulmana dei Rohingya vocare il rispetto della legge, senza scontrarsi apertamente con il governo. E non ha difeso la minoranza musulmana Rohingya, perseguitata dalla maggioranza buddista: ci sono stati centinaia di morti, più di centoquarantamila Rohingya sono chiusi in campi profughi e il premio Nobel Suu Kyi non ha speso una parola per loro, perché in Birmania sono disprezzati, considerati stranieri. In questi due anni Suu Kyi ha cercato il compromesso con il potere anche se l’altro giorno finalmente ha ammonito che il processo democratico «è bloccato». L’anno scorso la Signora è stata contestata aspramente per un progetto minerario cinese in Birmania che cancella villaggi di povera gente. Suu Kyi è andata sul posto e ha detto che il governo birmano e la società cinese fanno bene a lavorare per il progresso dell’economia. Centinaia di persone le hanno gridato contro. È stato in quell’occasione che Suu Kyi ha risposto che i politici devono dire anche le cose che non piacciono alla gente. Se gli americani hanno allentato l’embargo, per lo sfruttamento delle risorse naturali in Myanmar si sta muovendo la Cina e l’influenza della seconda economia del pianeta è forte. Un grande gioco con la signora premio Nobel nel mezzo, tanto che sta muovendosi per essere ricevuta a Pechino il mese prossimo. Insomma, Suu Kyi e Obama, due eroi ostaggio delle circostanze. Guido Santevecchi © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 14 Novembre 2014 ESTERI Juncker andrà al G20 sull’evasione fiscale Imbarazzo dell’Europa 17 La sterilizzazione di massa in India Anche la Fondazione del Ppe è registrata in Lussemburgo La vicenda ● Lo scandalo «LuxLeaks» esplode il 7 novembre con un’inchiesta giornalistica internazionale ● Il caso sui favoritismi fiscali concessi dal Lussemburgo a società straniere coinvolge il neopresidente della Commissione Ue, JeanClaude Juncker, ex premier del Lussemburgo ● Mercoledì 12 Juncker nega responsabilità nello scandalo DAL NOSTRO INVIATO BRUXELLES La riunione dei leader del G20 di domani e domenica, a Brisbane in Australia, ha in agenda anche la lotta alla grande evasione ed elusione delle tasse. Si annuncia così imbarazzante la confermata partecipazione del presidente della Commissione europea, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, a causa del suo coinvolgimento nello scandalo LuxLeaks sui favoritismi fiscali a centinaia di multinazionali e società straniere quando era premier del Granducato. Ma, nel silenzio dei capi di governo europei, è arrivato un primo prudente appoggio del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble, che ha sminuito le responsabilità di Juncker, in passato sostenuto dalla cancelliera Angela Merkel nella nomina alla Commissione per conto del loro europartito Ppe. «La pratica è irritante — ha dichiarato Schäuble in relazione alle rivelazioni di LuxLeaks —. Ma da lì a rivolgere accuse personali... Non c’è stata alcuna infrazione delle regole. Le stesse cose sono fatte in altri Paesi». Il governo di Berlino, preso atto della sensibilità dell’elettorato tedesco sull’eva- sione fiscale, punta a far procedere al G20 e a Bruxelles le riforme necessarie a eliminare l’elusione delle tasse delle multinazionali. Continua però il bombardamento dei media contro Juncker. Il quotidiano Wall Street Journal ha accusato l’ex premier del Lussemburgo di essere stato «l’uomo di punta nella vendita del sistema fiscale del suo Paese nel mondo», citando alcune delle tante dichiarazioni in circolazione a Bruxelles in cui in passato aveva rivendicato di aver attirato multinazionali con i favoritismi fiscali. Il quotidiano Washington Post ha segnalato che «una lunga serie di critici ritiene Juncker l’uomo sbagliato» per guidare la Commissione. Nel tam tam di indiscrezioni in Europa si è accesa l’attenzione anche sulla poco nota Fondazione Schuman del Ppe, che opera tra Bruxelles e Strasburgo, ma è stata sorprendente- Direttiva Lui continua a negare e promette una proposta di direttiva sui favoritismi fiscali mente domiciliata in Lussemburgo. Attiva anche nei finanziamenti e nelle donazioni per l’attività politica, questa entità degli europopolari è stata a lungo guidata dal lussemburghese Jacques Santer, che nel 1999 dovette dimettersi da presidente della Commissione europea con tutti i commissari per uno scandalo di frodi, cattiva amministrazione e nepotismo. Vari leader e portavoce del Ppe, contattati dal Corriere, si sono detti non al corrente del perché questa entità sia stata registrata in un paradiso fiscale con rigido segreto bancario. L’eurodeputato Giovanni La Via di Ncd è entrato nel consiglio della Fondazione Schuman «solo da un anno» e conferma che le attività politiche e culturali vengono sviluppate grazie anche ai «finanziamenti previsti dall’Europarlamento». Juncker continua a negare qualsiasi responsabilità e, in linea con la Germania, promette «prima possibile» una proposta di direttiva sullo scambio automatico di informazioni tra i Paesi sui favoritismi fiscali concessi alle imprese straniere dai vari Lussemburgo, Irlanda, Olanda o Regno Unito. La Commissione europea ha annunciato di voler anticipare addi- La strage di donne Medico arrestato «Non è colpa mia, non era mai successo prima». Si è difeso così il medico indiano R. K. Gupta, arrestato per la morte di 13 donne su cui aveva praticato la sterilizzazione. Il medico ha puntato il dito su presunti farmaci contaminati. Il 37% delle indiane si sottopone a interventi di sterilizzazione. ( foto Reuters) rittura l’azione del G20 contro la grande evasione delle tasse su scala internazionale e di voler mettere davanti alle loro responsabilità i governi da sempre impegnati a frenare l’armonizzazione fiscale nell’Ue. Il commissario per gli Affari economici e la Fiscalità, il francese Pierre Moscovici, ha considera- to possibile procedere su questa materia, che da sempre a Bruxelles viene annacquata e rinviata in continuazione, perché ora «c’è la pressione dell’opinione pubblica che non sopporta più l’evasione e la frode fiscale». Ivo Caizzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera 18 Cronache A Tor Sapienza lo sgombero dei minori Dopo le proteste dei residenti contro i migranti, via i primi 36 rifugiati. Oggi tocca ai maggiorenni «Bene, adesso saranno contenti, no? I ragazzi sono stati portati via e le strade saranno più tranquille...». Gabriella Errico ironizza rassegnata. Poco prima la presidente della cooperativa «Un Sorriso» è stata quasi aggredita davanti al centro d’accoglienza di viale Giorgio Morandi. L’ultimo atto di violenza in un quartiere che, per ora, ha vinto la sua battaglia: 36 rifugiati minorenni, più nove minori italiani, sono stati trasferiti ieri pomeriggio da Tor Sapienza su ordine di Comune e Prefettura dopo due notti di scontri e un’altra di forte tensione. Oggi il programma prevede che una quarantina di maggiorenni segua la stessa sorte. La loro destinazione sono alcuni centri d’accoglienza in periferia e in provincia. Uno sarebbe quello di Castelnuovo di Porto, sulla Tiberina. La pressione dei comitati dei residenti, che mercoledì avevano incontrato il sindaco Ignazio Marino, ha dato i suoi frutti: il Campidoglio aveva avuto una settimana di tempo per sgomberare i rifugiati. Sono bastate poche ore. «La struttura è stata gravemente danneggiata e al momento in molti suoi spazi è inagibile. Nei confronti dei minori ROMA Le tappe ● Nel quartiere romano di Tor Sapienza, periferia est della capitale, da lunedì sono in corso tensioni tra alcuni residenti e i rifugiati ospiti del centro di accoglienza «Un sorriso», aperto dal 2009 in viale Giorgio Morandi ● Martedì sera gruppi di persone a volto coperto hanno attaccato il centro, protetto dalla polizia, con bombe carta, sassi e bottiglie: 14 i feriti ● Nuove tensioni mercoledì, quando uno dei rifugiati stranieri è stato ferito al volto e una lite con lanci di bottiglie e sassi contro il centro e di oggetti lanciati in risposta è scoppiata dopo che a un migrante era stato rifiutato l’ingresso in un bar denti un gesto distensivo, per i rifugiati una trappola per l’ennesimo agguato. E per qualche attimo si è temuto di nuovo il peggio con lanci di bottiglie contro i rifugiati. In meno di due ore - su un pullmino bianco con i vetri oscurati e qualche auto privata - i minorenni hanno lasciato viale Morandi nel silenzio generale. Una prima conclusione della vicenda che potrebbe tuttavia accreditare nuove prote- ste in altri quartieri romani dove ci sono situazioni anche peggiori. «Qui hanno già detto che il prossimo palazzo da attaccare sarà quello di via Collatina», confermano i volontari del centro. Un edificio enorme, occupato da anni da rifugiati africani che ci vivono in condizioni disperate. Nel pomeriggio la direttrice Errico ha organizzato un’assemblea con chi è rimasto. Le porte del pianterreno sono ancora protette dalle Il presidio Qui sotto, alcune abitanti di Tor Sapienza circondate da telecamere durante lo sgombero del centro «Un sorriso». In basso, militari all’ingresso della struttura (foto Eidon; Ap) Sotto il colonnato di San Pietro E in Vaticano arrivano le docce per i clochard Tre docce sotto il colonnato di San Pietro, all’interno dei bagni per i pellegrini. Saranno destinate ai senzatetto che stazionano nei dintorni della basilica di San Pietro. I lavori per costruirle inizieranno tra pochi giorni, il 17 novembre. A volerle, il vescovo Konrad Krajewski, elemosiniere di papa Francesco, che ai primi d’ottobre si era sentito dire, da un clochard di origini sarde incontrato in via della Conciliazione, «non posso venire al ristorante con te, padre, perché puzzo». Una decina di parrocchie romane seguiranno l’esempio del Vaticano. Agli indigenti saranno anche destinati 200 mila euro del fondo per le elemosine. © RIPRODUZIONE RISERVATA barricate, i muri sono pieni di buchi, le vetrate rotte. «Ve la sentite di restare ancora?», ha chiesto agli ospiti e agli operatori. Qualcuno ha proposto di allearsi con i Movimenti di lotta per la casa. «È chiaro che se usciamo, chi ci attacca occuperà subito il palazzo. L’hanno sempre detto», assicurano dalla cooperativa. I raid, con tentativi di irruzione e di bruciare tutto, potrebbero coinvolgere ora altri stranieri che vivono a Tor Sapienza. La rabbia non si placa e i toni sono quelli di sempre: «Non siamo razzisti, siamo solo stanchi. Non avremo vinto finché non se ne saranno andati via tutti». Per questo la polizia ha l’ordine di non muoversi. Anche perché oggi è previsto l’arrivo a Tor Sapienza dell’eurodeputato leghista Mario Borghezio e forse nei prossimi giorni anche del leader Matteo Salvini. Ieri sera gli abitanti hanno incontrato la presidente di Fdi-An Giorgia Meloni. E il Comitato di quartiere cerca adesso di smorzare i toni: «Il trasferimento dei ragazzi è una sconfitta dei cittadini, grazie alla politica: chi paga è il più debole, sia i cittadini sia gli immigrati». Rinaldo Frignani © RIPRODUZIONE RISERVATA Il retroscena I timori del Viminale che convoca il prefetto «Decisione condivisa» ROMA Una trattativa troppo bre- ● Ieri è stato disposto il trasferimento dei rifugiati minorenni in altri centri del Comune di Roma Roma Capitale ha degli obblighi di legge nazionali e internazionali di tutela e protezione», spiegano dal Comune. Ma ad accelerare il trasferimento, sotto scorta di polizia e carabinieri, sarebbe stata anche la scaramuccia scoppiata ieri mattina dopo che un ragazzo africano si è visto rifiutare un caffè nel bar del quartiere. Poco dopo gli stessi baristi gli hanno portato la tazzina davanti al centro d’accoglienza. Per i resi- ve, l’impressione di aver ceduto alla piazza. «Una resa ai malumori della gente di Tor Sapienza» che potrebbe provocare una reazione a catena nella complessa realtà dei centri di accoglienza per rifugiati della Capitale e delle occupazioni abusive, ma fino a oggi tollerate, di palazzi dove vivono migliaia di stranieri. Al Viminale il trasferimento dei minorenni dalla struttura di viale Giorgio Morandi è stata vista quasi come un’evacuazione, una fuga. Un precedente da non sottovalutare alla luce della guerriglia Ministro ● Angelino Alfano, 44 anni, presidente del Nuovo centrodestra, è ministro dell’Interno dal febbraio di quest’anno urbana e delle pressioni dei residenti che lo hanno provocato. Perché d’ora in poi - come la vicenda di Corcolle insegna - i romani potrebbero ricorrere allo stesso sistema - proteste e scontri - per spingere le autorità a prendere provvedimenti accantonati per troppo tempo. Anche per questo motivo ieri sera il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha convocato il prefetto Giuseppe Pecoraro e il questore Nicolò D’Angelo. Per fare il punto della situazione, capire cosa ha portato al provvedimento del Comune e quali potranno essere le conse- guenze immediate nel delicato equilibrio nella convivenza fra romani e immigrati che, in alcuni quartieri della Capitale, ha più volte evidenziato crepe pericolose. Anche nelle ultime settimane, come l’omicidio di un pachistano a Tor Pignattara pestato a sangue per strada. Lo spostamento Gli ospiti si trovavano al piano terra dell’edificio, che è la parte considerata inagibile Una giornata convulsa, vissuta fra la perplessità per la soluzione trovata alla crisi di Tor Sapienza e la consapevolezza che realtà come queste non possono comunque essere risolte soltanto facendo ricorso all’ordine pubblico. Tenendo d’occhio quello che potrebbe accadere oggi, sempre a Roma, dove sono previste ben 11 manifestazioni, fra cortei e sit-in, con la partecipazione di Cobas, studenti, precari, centri sociali, no Tav. Quello considerato più a rischio - da piazza della Repubblica a piazza Vittorio - passerà davanti al ministero delle Fi- nanze, percorrerà strade piene di banche e di negozi di catene già colpite in passato. Ci saranno anche iniziative di sostegno proprio ai rifugiati e quanto accaduto a Tor Sapienza, con le accuse di razzismo agli abitanti e il repentino sgombero dei ragazzi stranieri, potrebbe trasformarsi in uno dei temi caldi della giornata. Solo in serata, al termine del vertice, dal Viminale c’è stato un avvicinamento alle posizioni prese dal Campidoglio. Ma soltanto per ragioni tecniche. «La decisione di trasferire i migranti è stata presa dal Comune in condivisione con il prefetto è stato fatto notare -: questo perché i minorenni si trovavano al pianoterra del centro, la parte più inagibile della struttura. L’area rimane comunque vigilata». R.Fr. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 14 Novembre 2014 CRONACHE 19 Sul viale Uno scorcio del palazzo di otto piani, abitato da 500 famiglie, in viale Giorgio Morandi, a Tor Sapienza. Il caseggiato si trova di fronte al centro di accoglienza «Un sorriso» (foto Benvegnù /Guaitoli/Lannutti) L’intervista di Goffredo Buccini «Nelle periferie non luoghi la politica dimentica la gente» Chi è Il sociologo Abis: il tessuto urbano in ritardo sullo sviluppo sociale Renzo Piano li chiama «rammendi». E accidenti se c’è da rammendare, nelle banlieue di Milano e Roma. «Vede, ci siamo occupati troppo a lungo delle città senza preoccuparci della gente, questo è il risultato», sospira Mario Abis, il sociologico del gruppo G124 inventato da Piano per riqualificare le periferie italiane: «La politica non ha mai ragionato sul Paese. Ora noi partiremmo dai... rammendi di un grande architetto per arrivare a una tessitura delle città». Professore, a Milano e Roma gli ultimi si massacrano con i penultimi, nodi e conflitti vengono al pettine... «Sì. È stato tutto a lungo in ebollizione, ora tutto scoppia, in strutture sociali complesse e con diversi tipi di povertà». Cosa sta cambiando? «Viene meno il proletariato urbano. Ci sono forme multietniche, diverse tipologie di abitanti delle periferie». E c’è la crisi, ovviamente. «Con la disoccupazione e una esplosione planetaria delle diseguaglianze. Intanto cambiano anche le città, diventano grandi aree metropolitane. Milano ha un milione e duecentomila residenti ma un’area metropolitana di cinque milioni di persone. Si arriva a territori senza identità, non luoghi: è la periferizzazione delle città che s’accompagna a isolamento, Milano Lanci di uova e cariche di agenti per le case Aler Momenti di grande tensione ieri mattina quando la polizia ha sgomberato due famiglie che occupavano abusivamente alloggi Aler in un palazzo di via Salomone 50, periferia est di Milano. Il traffico è andato in tilt e i mezzi pubblici sono rimasti bloccati per ore. Lancio di uova e legni contro le forze dell’ordine che hanno caricato tre volte per disperdere una cinquantina di inquilini scesi in strada per protestare contro gli sgomberi. Tre poliziotti sono rimasti leggermente feriti. Fino alle 15 il quartiere è rimasto paralizzato. © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 Mila Gli abitanti della zona di Tor Sapienza, alla periferia est di Roma, interessata dagli scontri enclave chiuse, competizione tra le molte etnie». Dopo tre giorni di tafferugli a Tor Sapienza, s’è deciso di trasferire i migranti ospiti dal centro assediato. Un cedimento repentino: non rischia di produrre emulazione? «Sì, c’è il pericolo di una spirale di imitazione. Pensi alle banlieue francesi. È molto possibile che questo meccanismo si riproduca, magari in altri punti della periferia romana, o napoletana o palermitana». A Milano l’impressione che lo Stato abdichi di fronte al racket delle occupazioni è fortissima in queste ore... «La mancanza dello Stato e della pubblica amministrazione è totale, direi. Come la mancanza di piani strategici e cultura della prevenzione». Perché non si riesce a fare un piano regolatore decente? «Perché il territorio è visto come una situazione fisica, asettica. Lei allo Zen di Palermo può portare anche il migliore architetto, ma se non c’è relazione tra tessuto urbano e sviluppo sociale, non ne esce». Pensando alla gente, eh? «Appunto, alla gente». A Tor Sapienza come altrove, è palese che un brutto ambiente produca gente feroce. «Quando dico ambiente so- ● Mario Abis (sopra), sociologo, insegna allo Iulm di Milano ● È consulente scientifico del Gruppo G124 coordinato da Renzo Piano per la progettazione delle nuove periferie stenibile questo intendo. Proprio sull’estetica delle periferie lavoriamo con Piano. Etica e estetica vanno assieme». Come dice monsignor Bregantini, del resto. «Ora l’occasione sono le aree metropolitane. Cosa ci mettiamo dentro? Se ne facciamo una sommatoria di paesi, saranno l’incubatore del conflitto». I francesi questo problema se lo sono posto nel 2003, con un piano nazionale. E Marsiglia è diventata un modello. Perché noi non ci riusciamo? «Perché siamo burocratici, macchinosi e lenti. Le città si sviluppano a un passo che la nostra micidiale burocrazia non regge. Questo si può superare nelle piccole comunità». E non serve un progetto nazionale? «Certo. Ma il senso di questo lavoro di Piano è produrre proprio idee e spunti che portino a una visione nazionale». Ci vorrebbe una politica. «Ci vorrebbe. E le aree metropolitane sono l’occasione per creare un ceto politico aperto. Queste cose non si risolvono a livello centrale. Del resto ci sono esperienze come Udine o Lecce dove le cose funzionano e bene». Già, ma Milano, Roma o Napoli sono diverse. «La chiave è la scomposizione delle aree». Cioè facciamo di Roma tante piccole Udine? Il contagio «È facile che dopo Tor Sapienza i meccanismi si riproducano, magari a Napoli o a Palermo» «Non me la faccia dire così. Però, sì, è un discorso di sottoinsiemi collegati da un filo rosso. Ancora una volta, è una questione di cultura politica». Cosa le fa pensare che infine ce l’avremo? «È una speranza. E anche un calcolo. La grande competizione internazionale si giocherà tra le città, non tra i Paesi. E la politica è tenuta a occuparsene, a guardare alle città con occhi diversi. Altrimenti saremo fuori dalla competizione economica internazionale». All’aeroporto di Catania, da mesi, un cartello affisso dalla Questura sconsiglia ai turisti i quartieri periferici ad alto degrado: il primo della lista è Librino. Proprio a Librino, il gruppo di Renzo Piano ha individuato il «Campo San Teodoro liberato» e la vicina scuola Brancati come punto di ricucitura del tessuto urbano. Rammendi. © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera CRONACHE Il Po sorvegliato speciale. «Ci toglie il sonno» Il fiume 7 metri sopra il suo livello, allarme di Gabrielli. Vicino a Crema un’altra vittima del maltempo 5,8 Milioni Gli italiani esposti a un elevato rischio idrogeologico 100 Milioni di euro I danni causati dal maltempo soltanto in Piemonte C’è un altro morto per il maltempo, un agricoltore annegato mentre manovrava una chiusa in un canale nei pressi di Crema. «E cinque morti in pochi giorni per un evento del genere sono troppi»: le parole di Franco Gabrielli, capo della Protezione civile, sono la sintesi esatta della giornata in cui il maltempo ha concesso una momentanea tregua al Nord Italia ma dove si resta ancora in apprensione perché da domani riprenderà a piovere. Dopo che il lago Maggiore alle 17 di ieri ha raggiunto il suo livello massimo (3,52 metri sopra la sua quota abituale), rimanendo fuori dal suo perimetro in molte località del Piemonte, della Lombardia e della Svizzera, è il Po il nuovo sorvegliato speciale. «Ci sta togliendo il sonno», aggiunge Gabrielli. L’onda di piena sta scendendo a valle, la pioggia e l’acqua portata dagli affluenti hanno fatto salire rapidamente il fiume che attraversa la Pianu- Sott’acqua Così si è risvegliata ieri la città di Locarno, sulla sponda svizzera del lago Maggiore: il livello del bacino d’acqua ha registrato valori oltre i tre metri rispetto alla media (foto di Nicola Demaldi/Eq Images/Ipp) I punti critici sul Po Cremona Piacenza 7 6,83 Po Livello III (massimo) Valore registrato Mantova Casalmaggiore 5,6 5,62 Parma Boretto 6,5 6,62 Fonte: Agenzia interregionale per il fiume Po - Valori delle 21.30 di ieri Po Borgoforte 7 6,78 Sermide 9 8,17 ra Padana. Il Po ha già avvicinato i livelli di criticità massima a Piacenza, Cremona e nel Mantovano. Entro il pomeriggio di oggi farà altrettanto nel Ferrarese e nel Polesine fino al delta. Secondo l’Aipo, l’agenzia che sorveglia i saliscendi del fiume, il livello, già ieri in alcuni punti 7 metri sopra lo zero idrometrico, continuerà a crescere per 48 ore. Che cosa significa in pratica? Che il fiume in molti punti è già uscito dal suo letto abituale (a Piacenza ieri è rimasto a lungo chiusa la tangenziale) e sta progressivamente invadendo le cosiddette aree golenali, vale a dire i terreni che sono il naturale sfogo delle piene. Ma sulle quali sorgono case, aziende, cascinali destinati a finire a mollo. «Ci sono golene abitate: questo è il Paese in cui viviamo», ha commentato amaramente Gabrielli. Il numero uno della Protezione civile ha parlato ieri da Carrara, dove la situazione è ancora critica e dove si scruta il cielo con apprensione in attesa delle nuove piogge. A scanso di pericoli non viene esclusa la possibilità di evacuare parte della popolazione. Gabrielli si è soffermato su quanto accaduto nei giorni scorsi lungo il corso del Carione, il corso d’acqua che attraversa Carrara: «L’argine del Carione non doveva saltare, non è stato costruito nel Medio Evo e questa volta il maltempo non c’entra nulla. L’esasperazione che ha portato i cittadini nei giorni scorsi ad assediare il municipio mi preoccupa». Ma intanto la lista dei morti si allunga, cinque in una settimana. Ieri è toccato ad Armando Vagni, 37 anni, agricoltore di Moscazzano (Cremona): stava alzando la paratia di un canale divenuto troppo gonfio d’acqua quando è caduto rimanendo incastrato sotto le pale di un mulino. Claudio Del Frate @cdelfrate © RIPRODUZIONE RISERVATA Genova Appalti dell’alluvione Escort e cene di lusso usate come tangenti Bufera giudiziaria sull’azienda municipalizzata dei rifiuti genovese, l’Amiu (al 94 per cento del Comune). È finito in carcere per associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta il dirigente responsabile degli acquisti Corrado Grondona (56 anni). Insieme con lui in manette sei imprenditori, Gino, Vincenzo e Luigi Mamone della Ecoge, pezzi da novanta delle ditte di movimento terra in Liguria, Stefano e Daniele Raschellà della Edildue, Claudio Deiana. Sono indagati con richiesta del gip di sospenderli dal lavoro altri due dirigenti della nettezza urbana. Secondo l’accusa Grondona avrebbe favorito in diversi mo- GENOVA Il trucco Gli imprenditori sapevano in anticipo l’offerta dei concorrenti e giocavano al ribasso Le intercettazioni Uno dei dirigenti arrestati viene definito da chi lo corrompeva «un malato di sesso» di, ad esempio affidando loro importanti lavori post-alluvione nel 2010 e nel 2011, le ditte dei Mamone, Raschellà e Deiana, in cambio di «utilità» che si traducevano soprattutto in serate «tutto pagato» con cena elegante più escort. Deiana pagava anche l’affitto (520 euro al mese) di un appartamento dove Grondona teneva — scrive il gip — «attività erotiche». «Un malato di sesso» lo definiscono gli imprenditori nel vantarsi di come lo manovrassero a piacimento. Dopo ogni «prestazione» delle escort in alberghi di Tortona e Novi Ligure, Grondona ringraziava i suoi amici con sms: «Bellissi- ma serata, grazie», alle ragazze invece mandava messaggini di apprezzamento, «sei eccezionale». Il dirigente si sarebbe fatto anche pagare le riparazioni dell’auto, sua e dei familiari, e lavori edili in casa, una catena di «favori» che consentivano, secondo l’accusa, a Mamone e amici di aggiudicarsi con particolari accorgimenti (sapevano cosa offriva la concorrenza) gli appalti di Amiu. Nelle intercettazioni di Gino Mamone che convocava Grondona al bar «per un caffè» e gli dava disposizioni su come giostrare gli appalti è comparso anche il nome di Paolo Momigliano, presidente di Amiu fino al 2008 e attualmente presidente di Fondazione Carige. Gino Mamone parlando con un altro imprenditore si vanta di aver raccomandato Grondona: «È all’ufficio acquisti grazie a me, quando io potevo parlare con Momigliano e company... andavo con lui al bar tutti i sabati». L’affermazione definita «plausibile» dal gip viene categoricamente smentita da Momigliano: «Avrò visto quella persona due o tre volte, è tutto falso e valuterò se procedere per vie legali». Mamone e i suoi amici si sono aggiudicati dal 2010 al 2013, grazie al rapporto con Grondona, non solo lavori post-alluvione per 585 mila euro bypassando le gare con il sistema della «somma urgenza», ma anche appalti relativi alla discarica di Scarpino, attualmente chiusa, al centro di un’altra inchiesta giudiziaria per danni ambientali. Per l’appalto di Scarpino Raschellà vinse la gara offrendo un ribasso abnorme del 58,58 per cento, salvo poi ottenere a parte il pagamento a titolo di «affitto» di scavatori e pale meccaniche. Genova è in emergenza sul fronte dei rifiuti (deve spedirli fuori regione) proprio per la chiusura forzata di Scarpino che non è a norma. Erika Dellacasa © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 14 Novembre 2014 CRONACHE Ruby, condanne ridotte «Fede ignorava l’età» In appello Mora da 7 a 6 anni, 3 anni invece di 5 per Minetti L’ex impresario: ho terrore del carcere, ma non mi pento Il processo ● Il cosidetto «Ruby bis» vedeva imputati Mora, Fede e Minetti. Le accuse, a vario titolo, erano di induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile nelle serate nella villa di Berlusconi MILANO Nel giro delle cene e dei dopocena di Arcore nessuno sapeva che Ruby era minorenne. Non lo sapeva Emilio Fede, non lo sapevano Lele Mora e neppure Nicole Minetti: per questo i giudici della terza sezione d’Appello riducono le pene e condannano i tre imputati del processo Ruby bis solo per la prostituzione delle maggiorenni del bunga bunga, seguendo il solco della sentenza che a luglio, sempre in appello, ha assolto Silvio Berlusconi. Anche la sentenza di ieri (presidente Arturo Soprano, giudici Simone Improta e Maria Rosaria Mandrioli) conferma in parte la ricostruzione dell’accusa, e cioè che tra il 2009 e il 2010 in casa dell’allora presidente del Consiglio c’era un viavai di giovani ragazze che si prostituivano per soddisfare il «piacere sessuale» di Berlusconi, dissero i pm Boccassini e Sangermano in primo grado. Attività favorita dall’ex direttore del Tg4 Emilio Fede, dall’ex agente dello spettacolo Lele Mora e da Nicole Minetti, ex consigliera regionale Pdl in Lombardia. Le ragazze ricevevano dal padrone di casa soldi e regali, Fede anche la conferma alla guida del Tg4 e Mora i finanziamenti per la sua agenzia in crisi. Con l’entrata a Villa San Martino della 17enne Karima El Mahroug, una marocchina semisbandata arrivata dalla Sicilia, il 14 febbraio 2010 lo scenario cambiò perché la Procura da quella data delineò l’accusa di prostituzione minorile In Francia Uccide la viscontessa nel suo castello e si finge un parente Il luogo ● Il castello di Caumont sorge a una quarantina di chilometri da Tolosa, in Francia ● È stato sempre di proprietà della stessa famiglia e la donna uccisa ieri, Michèle de Castelbajac, ci vive dal 1979. Nel 1985 la grande struttura è stata aperta al pubblico per visite guidate ● Il castello è realizzato in pietra e mattoni. Si compone di due parti: il vecchio castello, costruito sul sito di un castello che apparteneva a Gastone di Foix (importante signore feudale di Guascogna e Linguadoca); quella attuale, costruita in epoca rinascimentale tra il 1525 e il 1535 DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il castello di Caumont è un gioiello rinascimentale a 40 chilometri da Tolosa, abitato da secoli dalla stessa famiglia. Nel 1979 vi si trasferirono la viscontessa Michèle de Castelbajac e il marito, cugino dello stilista Jean-Charles de Castelbajac. Nel castello, noto per i concerti di musica classica e per il grande parco aperto ai turisti, la 78enne Michèle de Castelbajac viveva ormai da sola, dopo essere rimasta vedova nel luglio scorso. Mercoledì la donna è stata aggredita e uccisa da uno squilibrato, che poco prima aveva investito con l’auto e tolto la vita anche al 99enne ex sindaco del paesino Cazaux-Savès, 282 abitanti. L’atmosfera tranquilla della campagna nel Sud della Francia e i rituali aristocratici fuori dal tempo del castello di Caumont sono stati travolti da un uomo di 28 anni, già conosciuto per precedenti problemi psichiatrici, che lavora in un’azienda vinicola di Agen, nel dipartimento Lot-et-Garonne. Mercoledì mattina l’uomo era andato nella zona del castello per incontrare una persona conosciuta su Facebook. Vedendolo arrivare senza preavviso, e intuendo che non era lucido, la donna ha chiamato la polizia. Questo ha scatenato la follia del 28enne, che ha rubato un’auto e ha cominciato a percorrere le strade di Cazaux-Savès a grande velocità, finendo per prendere a bersaglio e investire — volontariamente, assicurano i testimoni —, il quasi centenario ex sindaco Hubert Baron, che è morto sull’ambulanza. Poi l’uomo ha rubato una seconda auto, e si è diretto verso il castello di Caumont. È entrato nella proprietà. La viscontessa ha sentito dei rumori sospetti e ha telefonato a degli amici per chiedere aiuto. L’assassino l’ha raggiunta e l’ha colpita più volte alla testa. Quando i conoscenti sono arrivati lo hanno subito visto all’entrata: l’uomo affermava di essere il padrone di casa e di fare parte della famiglia Castelbajac. Poi li ha salutati ed è tornato all’interno, e a quel punto è stata finalmente avvisata la polizia. Gli agenti hanno trovato il corpo della viscontessa in una pozza di sangue, con il cranio fracassato. L’assassino, che si aggirava ancora dentro il castello, è stato arrestato. Tra i due omicidi sono passate circa due ore, dalle 12 alle 14. «Il presunto colpevole ha dichiarato di avere agito volontariamente — ha detto il procuratore di Auch, Pierre Aurignac —, e dà delle spiegazioni deliranti sul suo gesto. Afferma di avere eseguito gli ordini di alcune voci nella sua testa, e di essere a casa sua nel castello». È stato sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio, verrà trasferito in un’ospedale speciale per malati pericolosi. Stefano Montefiori PARIGI © RIPRODUZIONE RISERVATA che, costata in primo grado la condanna di tutti (tranne Minetti), svanisce in appello. A cominciare da Berlusconi, che dopo aver avuto 7 anni, fu assolto da questo reato e da quello di concussione per costrizione contestato per la telefonata in questura che portò all’affidamento di Ruby alla Minetti. Una sentenza con la coda polemica delle dimissioni del presidente del collegio Enrico Tranfa andato in pensione con 15 mesi di anticipo. Anche se Fede conobbe Ruby a settembre 2009 in un concorso di bellezza in Sicilia, dove presentò la bella e formosa marocchina addirittura come una «13enne», per l’appello ciò non dimostra che quando la rivide mesi dopo ad Arcore potesse Lele Mora Ex manager dello spettacolo 7 anni La pena inflitta in primo grado 6 anni e un mese La pena in Appello è però in «continuazione» con quella per bancarotta Emilio Fede Ex direttore del Tg4 7 anni La condanna ricevuta in primo grado 4 anni e 10 mesi In appello è stato assolto da alcune accuse e altre sono state riformulate Nicole Minetti Ex consigliere regionale della Lombardia 5 anni Era stata la pena in primo grado 3 anni La condanna di ieri per via delle attenuanti generiche 21 ricordarsi di lei. Per il giornalista, difeso dagli avvocati Maurizio Paniz e Alessandra Guerini, la condanna scende da 7 a 4 anni e 10 mesi per il solo favoreggiamento della prostituzione delle ragazze maggiorenni, tra le quali viene collocata Ruby, e per aver tentato di indurre alla prostituzione Chiara Danese e Ambra Battilana, le miss piemontesi fuggite inorridite da Arcore, e Imane Fadil, la marocchina con aspirazioni da giornalista. Nessuna prova neanche su Mora (difeso da Gianluca Maris e Nicola Avanzi) che arruolò Ruby nella sua scuderia, condannato però anche per induzione delle maggiorenni: la pena si riduce e, sommata ai 4 anni e tre mesi per la bancarotta della Lm, in parte scontati tra carcere e affidamento, da 7 arriva a 6 anni e un mese in «continuazione». «È una vittoria. L’idea di farmi ancora 7 anni mi terrorizzava. Non mi pento di nulla», dichiara in aula. Nicole Minetti, difesa da Pasquale Pantano e Paolo Righi, accusata della gestione delle case dell’Olgettina, ottiene le attenuanti e con esse lo sconto da 5 a 3 anni per favoreggiamento della prostituzione. Giuseppe Guastella © RIPRODUZIONE RISERVATA 22 Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera CRONACHE La Curia si scusa per la lettera ai prof sui gay Milano, polemiche per la richiesta ai docenti di religione di segnalare le scuole in cui se ne parla La retromarcia della Diocesi: «Volevamo solo valutare le esigenze di formazione di chi insegna» Proteste ● Un gruppo di senatori del pd ha chiesto con un’interrogazione al ministro dell’istruzione Giannini di fare chiarezza sulla lettera della Curia milanese ● Oggi l’Unione degli Studenti manifesterà davanti alla Diocesi MILANO «La comunicazione mandata sabato 8 novembre agli insegnanti di religione della Diocesi di Milano da un collaboratore del Servizio Insegnamento Religione Cattolica è formulata in modo inappropriato e di questo chiediamo scusa». Cosi la Curia di Milano guidata dal cardinale Angelo Scola, alla fine, ha messo una pezza all’autogol segnato proprio in quella porta che doveva essere sorvegliata dal responsabile dei prof di religione ambrosiani, don Gian Battista Rota, dopo che una mail riservata spedita dal suo ufficio agli oltre 6 mila docenti diocesani della materia li invitava a «segnalare» le scuole in cui parlando di gay e identità di genere si punterebbe a «delegittimare la differenza sessuale». In poche ore sulla Curia milanese si era scatenato l’inferno. Di tutte le associazioni gay ma anche di tutta la politica, con interrogazioni al Governo e annunci di manifestazioni davanti al Palazzo arcivescovile. Persino il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, interpellato dai cronisti si era mostrato stupefatto: «Mi sembra estremamente improbabile e strano un censimento di questo tipo nelle scuole». L’iniziativa aveva creato un tale imbarazzo ai vertici della Curia medesima che la lettera stessa, non appena messa in circolo, era sparita dal portale in cui era originariamente apparsa: un sito riservato appunto ai docenti di religione, accessibile solo con password. Salvo che alcuni tra i prof, non appena letta la missiva e fatto un salto sulla sedia, l’avevano subito stampata. E inviata a la Repubblica che per prima l’ha messa ieri in cronaca. «Cari colleghi — iniziava la lettera — come sapete in tempi recenti gli alunni di alcune La lettera La tabella agli insegnanti ❞ (...) gli alunni di alcune scuole italiane sono stati destinatari di una vasta campagna tesa a delegittimare la differenza sessuale affermando un’idea di libertà che abilita a scegliere indifferentemente il proprio orientamento sessuale (...) Per valutare l’effettiva diffusione dell’ideologia del «gender» vorremmo avere una percezione più precisa del numero delle scuole coinvolte (...) Per questo chiederemmo a tutti i docenti di riportarne il nome nella seguente tabella scuole italiane sono stati destinatari di una vasta campagna tesa a delegittimare la differenza sessuale affermando un’idea di libertà che abilita a scegliere indifferentemente il proprio genere e il proprio orientamento sessuale». E proseguiva: «Per valutare in modo più preciso la situazione e l’effettiva diffusione dell’ideologia del “gender” vorremmo avere una percezione più precisa del numero delle scuole coinvolte, sia di quelle in cui sono state effettivamente attuate iniziative in questo senso, sia di quelle in cui sono state solo proposte. Per questo chiederemmo a tutti i docenti nelle cui scuole si è discusso di progetti di questo argomento di riportarne il nome nella seguente tabella, se possibile entro la fine della settimana. Grazie». A prendere l’iniziativa, come scriverà don Rota, era stato un suo collaboratore che egli non nomina ma che si chiama don Fabio Landi: animato da buone intenzioni, dirà poi il poveretto. Alla fine, dopo una giornata intera di schiaffi, la Curia ha deciso che c’era solo una cosa da fare: chiedere scusa, appunto. «L’intento originario — precisa don Rota tentando di difendere il suo collaboratore — era quello di conoscere dagli insegnanti di religione il loro bisogno di adeguata formazione per presentare, dentro la società plurale, la visione cristiana della sessualità in modo corretto e rispettoso di tutti». Una lettera, questa sì, divulgata ufficialmente dal portavoce del cardinale Scola e scritta con un lessico — a partire dall’espressione «società plurale» — in cui l’arcivescovo sa di potersi rispecchiare. Solo a quel punto la polemica si è spenta. Almeno fino a ieri sera. Paolo Foschini © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Il caso Noi e quei 52 indifferenti di fronte a una donna aggredita in ascensore Le immagini Il ragazzo la aggredisce, la insulta, alza le mani contro di lei Succede tutto (per finta) in un ascensore svedese e davanti a testimoni Ma in 53 casi interviene solo una donna che avverte: «Se la tocchi chiamo la polizia» A quel punto i finti fidanzati la ringraziano (Sthml Panda) di Paolo Di Stefano C he cosa fareste se vi capitasse di assistere, in un ascensore, al litigio di una giovane coppia in cui lui le urla furiosamente qualcosa, la prende per il collo, la agita per le spalle, le tira i capelli e minaccia di malmenarla, mentre lei mostra di non sapersi difendere e chiede aiuto? La domanda pronunciata a freddo potrebbe anche ottenere una risposta scontata quanto precipitosa: ma certo, interverrei per difendere la donna... Prima di mostrarvi certi della vostra reazione (a freddo) sentite la notizia. Un «esperimento sociale» in Svezia, condotto dal gruppo di videooperatori STHLM Panda con una telecamera nascosta, ha dato un risultato che troverete alquanto deludente: su 53 persone, solo una è intervenuta minacciando di chiamare la polizia. Era una giovane donna bionda che ha alzato la voce e ha incalzato il violento urlante minacciando di chiamare la polizia se avesse continuato a inveire contro la sua compagna e a insultarla. Gli altri 52 «viaggiatori», diversi dei quali uomini robusti, hanno fatto finta di niente: chi si è concentrato sul suo cellulare, chi ha continuato a sorseggiare la sua birra come nulla fosse, chi non ha smesso di ravvivarsi i capelli allo specchio, chi si è spostato in un angolo per passare il più inosservato possibile (i video sono stati postati su YouTube). E anche quando sull’ascensore le persone che assistevano a quell’agitazione erano in due, hanno preferito ritrarsi e approfittare della prima fermata per darsela a gambe. Ora, sarebbe insensato pontificare (a freddo) sulla viltà della maggioranza: «Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare», scrisse Manzoni a proposito di don Abbondio. Ma se nessuno, appena uscito da quell’ascensore, ha neppure pensato di provvedere a un Sos immediato (tanto da lasciare che la scena si ripetesse 50 volte), non di viltà bisogna parlare ma di indifferenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 14 Novembre 2014 CRONACHE Elena, la promessa del Pd che preparava le nozze travolta dall’auto rubata quando si decideva ad andare a convivere con la fidanzata e lui era appena stato piantato... Insomma, questa è lei, spontanea, pulita, ma al tempo stesso fortissima e ottimista, non si arrende mai». In parrocchia si è spesa come catechista, all’università come rappresentante per gli studente e membro del consiglio di amministrazione, il suo impegno politico è cominciato nell’allora Margherita, poi nel neonato Pd, sia a livello locale che regionale, fino all’ultimo successo elettorale che sarebbe riduttivo derubricare come «generazionale». «Non fai l’assessore comunale per soldi, hai un rimborso lordo annuale di 1.500-1.700 euro. Lei si è candidata perché crede nella politica come strumento di carità e di solidarietà», aggiunge Davide Lazzari, assessore alla Mobilità e Trasporti a Pavia. Elena è una che alza sempre l’asticella, dice un altro amico. Ed è forse anche per questo, per il suo essere semplicemen- Grave dopo essere stata trascinata per 700 metri Tra un’udienza e l’altra aveva mostrato a un collega le foto degli abiti da sposa che aveva provato il giorno prima. Qualche ora più tardi, rientrando a casa dai genitori, è stata investita, trascinata per settecento metri in una strada pedonale del centro di Pavia, e abbandonata sull’asfalto sotto il diluvio da due vigliacchi che viaggiavano a bordo di un’auto rubata. Il giorno delle nozze sarebbe fissato per il 4 luglio, un sabato. E don Franco Tassone non vuole cancellare quella data: «Nel- Gli impegni Laureata in Legge, impegni in politica e nel sociale, aveva appena provato l’abito l’ora della sua prova più ardua e difficile non smetto di credere e spero che la sua testimonianza di amore alla città trionfi sul male». Elena Madama, fino all’incidente di mercoledì sera, era semplicemente una giovane donna di 26 anni laureata in Giurisprudenza che svolgeva il praticantato a Pavia e si preparava all’esame di Stato seguendo un corso alla Cattolica di Milano. Impegnata in politica come consigliere comunale del Pd e vicecapogruppo, era stata eletta lo scorso maggio ottenendo 481 preferenze: il numero più alto. Una leader, suo malgrado, dai modi garbati ed efficaci, pronta a stabilire un dialogo con tutti e a lavorare con umiltà. «Rivendicare il peso dei miei voti? Ho così tanto da imparare!», aveva replicato a un amico che la metteva in guardia dopo la vittoria. È facile parlare bene di una 80 Le vittime della pirateria stradale registrate sino a settembre 2014 secondo i dati dell’Asaps 35% L’incremento dei morti nei primi sei mesi del 2014 rispetto allo stesso periodo del 2013 23 I pedoni deceduti nel 2014 e vittime di pirati della strada. A questi vanno aggiunti 10 ciclisti e due bambini persona quando è in condizioni molto gravi, vittima di un incidente indegno e sconcertante. Ed Elena, che ieri sera è stata trasferita dalla Rianimazione II del Policlinico San Matteo pavese all’ospedale Niguarda di Milano dove subirà un delicato intervento maxillo facciale, è sicuramente quel tipo di ragazza dallo sguardo pulito per la quale viene naturale provare solidarietà e simpatia. Quello che non è facile, è trovare così tante persone pronte a raccontare le sfumature del suo carattere con esempi concreti, prove provate di uno stile di vita coerente con un preciso ideale di trasparenza e generosità. Racconta l’avvocato Alessandro Cignoli, che l’ha accolta come praticante: «Non è un supereroe, ma una ragazza della sua età piena di passione. Qui da me ha sempre manifestato una grandissima disponibilità, le piace frequentare gli uffici giudiziari, non protesta mai, anzi si offre di andare lei a svolgere gli adempimenti in cancelleria. Mi ha parlato di una predilezione per il diritto di famiglia, ma per adesso fa tutto. Ricordo quella volta che non stavo bene e il giudice non volle rinviarmi l’udienza, e fu lei a venirmi a prendere a casa». Per Elena, in- Le riforme ● Con la riforma del codice della strada, in discussione in Parlamento, si vuole introdurre il ritiro a vita della patente (il cosiddetto «ergastolo») per chi verrà accusato di omicidio colposo ● La legge delega prevede la possibilità di introdurre nel codice penale il reato di omicidio stradale in particolare se commesso da ubriachi o da chi è sotto l’effetto di stupefacenti 23 La solidarietà Alla giovane anche la solidarietà del presidente Napolitano: «Colpito e addolorato» sieme con l’Unione giuristi cattolici, ha organizzato la recita del rosario nella chiesa di San Teodoro alle 14.30 di oggi. Roberto Veronesi, sindaco di Torre d’Isola e sodale di Elena nel percorso politico, la descrive come una deliziosa gaffeuse. «È capace di dire a una donna che non vede da un po’: “Sei ingrassata?” e lei è incinta! Oppure a un nostro amico chiese Grave Elena Maria Madama, 26 anni, consigliere comunale del Pd a Pavia, mercoledì è stata travolta e trascinata per centinaia di metri da due balordi su un’auto rubata. I due sono poi scappati: per loro l’accusa è di tentato omicidio (Photomasi) te espressione della meglio gioventù che ogni tanto ci dimentichiamo di avere, che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è detto «colpito e addolorato» per quanto le è successo, e ha voluto manifestare la sua vicinanza «ai familiari e a coloro che le vogliono bene e ne condividono la sofferenza». La ricerca dei due uomini che l’hanno investita prosegue. Gli inquirenti hanno a disposizione la refurtiva trovata nell’auto abbandonata e la Procura ha aperto un fascicolo per tentato omicidio. La madre e il padre di Elena, con Enrico, il suo fidanzato, stanno in silenzio, dirottano le energie mentali sulla loro ragazza. C’è un matrimonio da celebrare, un futuro tutto ancora da scrivere. Elvira Serra @elvira_serra (ha collaborato Enrico Venni) © RIPRODUZIONE RISERVATA La polemica Roma L’Aeronautica difende il ministro: volo autorizzato, querela ai grillini Speronata la macchina del giornalista antimafia «Non si trattava di volo di Stato ma di un volo addestrativo dove è previsto il trasporto di passeggeri autorizzati, come avvenuto per il ministro della Difesa nella serata del 5 settembre». L’Aeronautica militare ha così replicato alla denuncia presentata dal Movimento Cinque Stelle alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica nei confronti del ministro della Difesa Roberta Pinotti che avrebbe utilizzato, secondo la denuncia, un aereo-blu «per farsi accompagnare a casa sua». Dall’Aeronautica fanno sapere che, in merito alle dichiarazioni rilasciate da alcuni parlamentari (riferito ad Alessandro Di Battista pur non citandolo, ndr), «di aver già dato mandato di una denuncia-querela a carico di tutti i responsabili della diffusione di comunicazioni strumentalmente diffamatorie e infondate». A Roma, nella notte tra martedì e mercoledì, l’auto su cui viaggiava con la scorta Lirio Abbate, inviato del settimanale L’Espresso e in prima linea contro le mafie, è stata speronata. Secondo il sito del periodico, dopo l’incidente la Renault Clio avrebbe fatto una veloce retromarcia cercando di scappare. Gli agenti di scorta l’hanno inseguita e, grazie al traffico in tilt, sono riusciti a bloccare il guidatore mentre un altro uomo è riuscito a dileguarsi. Dai primi riscontri della Squadra mobile, la persona bloccata e poi rilasciata è un ragazzo incensurato di 20 anni che non avrebbe legami con i clan. Gli inquirenti però ritengono sospette modalità dell’incidente e reazione di fuga. Nella perquisizione dell’auto è stato trovato un documento di uno straniero sul quale si stanno concentrando le indagini. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 14 Novembre 2014 CRONACHE 25 L’ad di Aruba Il trentaseienne che ha strappato la nuvola ai colossi del web Il salto ● Il lander Philae della missione Rosetta è sull’orlo di un cratere con due «zampe» poggiate sulla roccia e una che punta in alto. Se non cambierà posizione non avrà abbastanza energia per continuare a lavorare eccezionale a cento metri dal punto scelto. Ma poi è rimbalzata volando per due ore, toccando poi di nuovo il suolo e rimbalzando un’altra volta per otto minuti. Contrariamente a quanto era sembrato inizialmente gli arpioni non sono entrati in azione agganciando il robottino alla superficie. E ora si trova in una zona d’ombra e appoggiato male. «Ma non si sa come — sottolinea Accomazzo —. Di sicuro è in una posizione instabile e per questo si è deciso di non azionare alcuna parte in movimento co- me la trivella perché potrebbe peggiorare la situazione, impedendo gli altri esperimenti». Nelle ultime ore si è fotografato il panorama, ripreso il suolo ad alta risoluzione, compiute spettrografie che ne raccontano le caratteristiche. Inoltre si è compiuta una tomografia della cometa, lanciando onde radio che l’hanno attraversata. Il lavoro scientifico di Philae si stima quasi completato al 90%. Ma rimane l’indagine in profondità, che doveva essere compiuta ieri mattina e invece è stata rinviata dando la priori- Quanto ha saltato Philae Al momento dell’atterraggio il lander ha rimbalzato per più di 400 metri di altezza 500 455 metri 400 Empire State Building 381 m. 300 Torre Eiffel 300 m. 200 117,75 120,5 112,25 95,75 106,75 90,25 79,25 101,25 Tempo in minuti Fonte: @AstroPratica 73,75 68,25 62,75 57,25 51,75 46,25 40,75 35,25 29,75 24,25 18,75 0 84,75 Duomo Milano 108 m. 100 7,75 «Philae potrebbe essere finito in fondo ad una scarpata a giudicare dal modo con il quale riceviamo i suoi segnali». Andrea Accomazzo direttore di volo della missione Rosetta dell’Esa alterna preoccupazione e ottimismo raccontando la vita della piccola sonda sbarcata sulla cometa P67/Churyomov-Gerasimenko. Da una parte c’è il bilancio positivo dell’intenso lavoro della decina di strumenti scientifici entrati in azione indagando, per la prima volta direttamente, l’ambiente di un astro con la coda. Dall’altra non si nasconde l’eventualità (molto alta in questo momento) che debba essere cancellata l’operazione più importante e affascinante: la trivellazione del suolo con lo strumento nato al Politecnico di Milano. «Stiamo cercando di capire attraverso delle triangolazioni con la sonda Rosetta in orbita — dice Accomazzo — di capire dove sia esattamente Philae. Lo immaginiamo ma non lo sappiamo. Finora attraverso le fotografie scattate da Rosetta non si è riusciti a distinguere Philae fra le rocce». La piccola sonda aveva posato le tre gambe dove era stato stabilito: nella pianura Agilkia, con una precisione 13,25 ● L’Esa sta pensando di raddrizzare il lander ma se il tentativo dovesse fallire potrebbe scattare il comando per l’ibernazione che farebbe entrare Philae in un sonno dal quale si risveglierà solo quando la cometa si avvicinerà al Sole Le rocce viste da vicino nelle prime immagini della sonda Philae L’imprevisto: si è posata su un terreno instabile, non potrà trivellare metri ● Al momento, per la posizione poco adatta, i tecnici dell’Agenzia spaziale europea Esa hanno deciso di non azionare il trapano, progettato in Italia, per perforare la superficie della cometa Così è fatta una cometa 2,25 ● In questa posizione così «scomoda» Philae è finito durante l’atterraggio quando ha trovato una resistenza maggiore del previsto e ha fatto un balzo superiore ai 400 metri di altezza Davide che ha vinto contro Golia. Così la stampa internazionale ha definito Stefano Cecconi (nella foto), ad di Aruba, che si è portato a casa il dominio — o meglio l’estensione, come si chiama in linguaggio tecnico — .cloud. Un bottino soffiato a Google, Amazon e Symantec. E che ora potrebbe trasformare Davide nel re della nuvola. Trentasei anni, nato e cresciuto a Bibbiena, in provincia di Arezzo dove ha sede la sua società, Stefano è uno degli uomini della Silicon Valley italiana. «Già, in Toscana non produciamo solo Chianti e prosciutti», scherza. La sua Corriere della Sera tà alle osservazioni possibili. «Entro questa sera si deciderà che cosa fare perché non resta più molto tempo per agire». Al massimo domattina le batterie avranno esaurito la loro carica e i pannelli solari non servono granché perché nella posizione in ombra quasi non le ricaricano. «Quindi si sta discutendo che cosa fare: se resterà abbastanza energia si potrebbe tentare di attivare la trivella sperando che inneschi qualche movimento, forse anche un nuovo balzo, sperando che così trovi una posizione più adatta per poi compiere pure lo scavo». Le prospettive, insomma, non sono buone e per ora sembra prevalere l’amarezza. Però se i controllori del centro di Darmstadt dell’Esa riuscissero a capire come si trova, forse potrebbero compiere azioni più mirate e salvifiche. Ma il tempo lascia poche speranze. Rincuora il fatto che le comunicazioni siano perfette. Però ogni collegamento doveva durare 4 ore e invece si interrompe un’ora prima del previsto: qualcosa sembra oscurare la sua antenna. Non rimane che attendere. Giovanni Caprara 510 Milioni La distanza (in chilometri) che c’è tra l’asteroide 67P/C–G (dove si trova Rosetta) e il nostro pianeta 64 Ore L’autonomia delle batterie di Rosetta. La missione potrà continuare se i pannelli solari riusciranno a catturare i raggi solari vittoria ha lasciato tanti a bocca aperta. In pratica, l’impresa ha comportato l’esborso di una cifra — si mormora — per sbaragliare la concorrenza e presentarsi già sicuri di vincere all’asta dell’Icann (l’ente che gestisce i domini). Cecconi inizia a lavorare nell’azienda di famiglia a 18 anni. Al suo fianco, il padre Giorgio da cui lo separano solo 20 anni. Tanto autofinanziamento e pochi debiti con le banche, la creatura di famiglia nasce nel 1994 per fornire materiale tecnologico al settore ferroviario. Aruba vede effettivamente la luce nel 2000 con i servizi di free Internet e web mail. Poi le acquisizioni all’estero e dal 2011 il Cloud. Ma anche qualche incidente come l’incendio della server farm, che però non ha messo a rischio un fatturato da 100 milioni di euro. Ora si apre una nuova fase. Prima la creazione di un registro per gestire gli Ntld (i New TopLevel-Domain, le nuove estensioni) e un contratto da stipulare con le società che vorranno offrire il dominio ai loro utenti. Tanto lavoro per i 500 dipendenti. Ma Cecconi si concede poche distrazioni: «Sono un vero nerd, il mio unico hobby sono i miei bambini». Marta Serafini @martaserafini © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA UNA MARCIA IN PIÙ ALLE TUE DIFESE? SU CON IMMUNO Per preparare il tuo organismo all’arrivo della stagione fredda e quando le tue difese immunitarie sono messe a dura prova dalle molteplici situazioni di stress, SU con Sustenium Immuno Energy. La sua formula a doppia azione, con GLICINA, GLUTAMMINA, VITAMINE e ZINCO, è studiata per ATTIVARE e RINFORZARE le tue difese immunitarie. Disponibile in FARMACIA. 26 Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera ● Privilegi Una legge approvata dal consiglio regionale con voto unanime prevede che dal 1° gennaio nessuno potrà incassare vitalizi se non dopo i 65 anni. È il buco nella diga dei «diritti acquisiti» che si credeva compatta ANALISI & COMMENTI di Danilo Taino Marò, la «quiet diplomacy» alla prova del G20 in Australia L’ipotesi (auspicabile) di un faccia a faccia Renzi-Modi N el vortice degli incontri bilaterali che sempre caratterizzano le riunioni del G20, domani o dopodomani sarà interessante vedere se, al summit di Brisbane, Matteo Renzi e il primo ministro indiano Narendra Modi troveranno il tempo di incontrarsi a quattr’occhi: l’eventualità è allo studio in queste ore. Sarebbe opportuno: in Italia, l’attesa per un confronto aperto con l’India sulla questione marò sta montando ormai da tempo. Il governo dice di seguire la strada della «quiet diplomacy» con New Delhi: il summit in Australia è un’occasione forse unica per dare impeto a questa strategia, ammesso che stia dando frutti. Sia Renzi sia Modi avranno parecchi temi da affrontare durante gli incontri dei 20 Paesi più rilevanti al mondo, molto da raccontare circa le riforme strutturali che entrambi stanno affrontando o dicendo di volere affrontare. La vicenda di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, però, è una delle questioni internazionali più rilevanti, almeno dal punto di vista dell’Italia, e merita di essere trattata. Da qualche settimana, la presidenza del Consiglio l’ha avocata a sé, dopo che per mesi se n’erano occupati i ministeri degli Esteri e della Difesa. I tempi per arrivare a una soluzione diplomatica sono stretti. Non solo perché il caso contro i fucilieri di Marina, accusati di avere ucciso due pescatori indiani il 15 febbraio 2012, dura ormai da mille giorni: soprattutto perché uno dei marò, Latorre, al momento è in Italia in convalescenza ma, se non interverranno fatti nuovi, il 13 gennaio dovrà tornare a Delhi. L’Italia ha avanzato una proposta di soluzione diplomatica, basata su crisi simili, tra Paesi, del passato. Si tratta ora di capire se la risposta indiana sarà una generica pacca sulla spalla — come negli scorsi due anni— oppure l’accettazione di un percorso di compromesso e quindi il passaggio alle discussioni tecniche. @danilotaino © RIPRODUZIONE RISERVATA Su Corriere.it Puoi condividere sui social network le analisi dei nostri editorialisti e commentatori: le trovi su www.corriere.it el consiglio regionale del Lazio qualcuno, alle due del mattino di ieri, ha tirato un respiro di sollievo. Olimpia Tarzia, capogruppo della Lista Storace e dunque di se stessa, che ne è l’unico componente (Francesco Storace è anch’egli capogruppo di se stesso, ma a nome del suo partito La Destra) si è augurata che quella legge approvata nottetempo metta la parola fine alle polemiche sui vitalizi dei consiglieri regionali. Un caso che ha assunto nel Lazio i contorni di un autentico scandalo legalizzato, grazie a norme che hanno consentito finora agli ex politici locali di intascare assegni pari a diversi multipli della pensione media dell’Inps avendo versato 5 anni di contributi, ma addirittura con soltanto qualche settimana di mandato alle spalle. E magari a 50 anni d’età. Ora l’andazzo, garantiscono, finirà. La legge passata con il voto unanime di tutto il consiglio, grillini compresi, prevede che dal primo gennaio nessuno potrà più incassare il vitalizio se non dopo aver compiuto 65 anni. I baby ex consiglieri che già lo riscuotono dovranno pagare un contributo di solidarietà ancora più salato per chi di vitalizi ne incassa due (o magari tre) grazie all’assenza di regole che gli stessi beneficiari non hanno mai voluto fare. La svolta era inevitabile. I 272 vitalizi pagati oggi nel Lazio assorbono un terzo del bilancio del consiglio regionale e da qui al 2032 altri 42 ex consiglieri avrebbero beneficiato dell’assegno a 50 anni. Intollerabile. Diciamo subito che siamo ancora lontani da una vera soluzione. Tanto per cominciare, il cumulo dei vitalizi non dovrebbe essere penalizzato, bensì vietato del tutto. Ma di fronte CONC N ● Il corsivo del giorno VITALIZI, QUEL SEGNALE CHE ARRIVA DAL LAZIO di Sergio Rizzo all’ostinazione con cui lor signori hanno difeso fino allo stremo questo sistema, la legge della Regione Lazio ha del miracoloso. Perché è come un buco in una diga che si credeva compatta e infrangibile. Ovvero, la diga dei diritti acquisiti: eretta sempre dai diretti interessati con lo spauracchio dei ricorsi al Tar o alla Consulta ogni volta che si cercava di mettere mano a privilegi inaccettabili per un Paese in crisi nera da sei anni. Non sappiamo se chi oggi si mostra sollevato dall’incubo di ritrovarsi oggetto dell’indignazione popolare abbia fatto mente locale su questo particolare. Ci aspettiamo però che il dettaglio non sfugga al governo e al parlamento. Con la messa in discussione dei diritti acquisiti niente ora impedisce che si faccia una legge nazionale con la quale i trattamenti previdenziali presenti e futuri di tutte le Regioni siano finalmente equiparati. Stabilendo alcuni principi fondamentali. Come appunto il divieto di cumulo dei vitalizi plurimi, e l’incompatibilità fra l’assegno e i redditi da lavoro. Soprattutto quando il datore è pubblico. Conosciamo situazioni di funzionari pubblici che tuttora percepiscono contemporaneamente il vitalizio regionale e lo stipendio magari dalla stessa soggetto che paga loro la pensione politica. Una follia. Ma fermarla sarebbe semplicissimo. Basterebbe per prima cosa estendere ai politici eletti nelle Regioni le regole già introdotte nel 2008 per gli ex parlamentari. Ai quali viene sospesa l’erogazione del vitalizio nel caso in cui abbiano il diritto a una retribuzione pubblica. I casi non mancano. Si potrebbero citare quelli del presidente del Cnel Antonio Marzano, del presidente della Consob Giuseppe Vegas e del commissario dell’Agcom Antonio Martusciello. Del resto non si capisce perché una signora o un si- D OP O IL SU C CE SSO DI N IEN T E È C O M E SE M BRA OL T RE 50.000 C O P IE S G U A R D I S U L L ’ A L D I L À IL NUOVO FILM DI FRANCO BATTIATO IN ESCLUSIVA DA BOMPIANI IN LIBRERIA gnore che non ha ancora raggiunto l’età pensionabile e ha un posto di lavoro debba percepire anche un assegno previdenziale privilegiato. Per quanto riguarda poi l’entità dei vitalizi rispetto ai contributi versati, che in alcuni casi, come quello dei baby ex consiglieri laziali, può anche raggiungere in base all’aspettativa media di vita il rapporto di venti a uno, va ricordata la proposta del team di esperti di Massimo Bordignon, incaricato dall’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli di indagare sui costi della politica. Secondo costoro si potrebbero ricalcolare gli assegni in essere su base contributiva, con un taglio valutato in 50 milioni l’anno sui circa 180 di costo complessivo di tutti i vitalizi regionali. Un risparmio del 28 per cento. Soprattutto, però, un bel guadagno di credibilità per la politica locale. Che ne ha davvero un gran bisogno. © RIPRODUZIONE RISERVATA LIBRO+FILM con backstage del viaggio a Kathmandu Corriere della Sera Venerdì 14 Novembre 2014 DUE VELOCITÀ LE COLPE (SEMPRE) ALTRUI E LA FIDUCIA CHE MANCA NELL’EUROPA DEGLI ALIBI di Lorenzo Bini Smaghi Dialogo Solo un’azione concertata può risolvere le divergenze tra le economie Ue. Ma ogni Paese tende a vedere una sola parte dei problemi. E così risorgono i populismi S e «una immagine vale più di 1.000 parole», quella nel grafico qui a destra aiuta a capire gran parte dei problemi che attanagliano l’Europa. L’andamento divergente tra le principali economie, in particolare quella italiana e tedesca, spiega la diversità di vedute e la difficoltà di cooperare tra i Paesi membri, mettendo a repentaglio la sostenibilità dell’euro. Da un lato, i dati mostrano come l’economia tedesca si sia ripresa egregiamente dopo la crisi, addirittura meglio di quella americana. Il reddito medio è tornato sopra quello del 2008, la disoccupazione è scesa su minimi storici e il debito pubblico è in calo. Ciò spiega perché, da un punto di vista tedesco, i problemi dell’area dell’euro vengono considerati principalmente come l’effetto della perdita di competitività e dell’eccesso di debito pubblico e privato accumulato dai Paesi meno performanti, che sono cresciuti di meno in questi anni, in particolare l’Italia. In questa prospettiva, l’unica soluzione per ridurre le divergenze è che questi Paesi mettano in atto profonde riforme strutturali e proseguano il risanamento dei conti pubblici. Non servirebbero politiche espansive in Germania, dove c’è già piena occupazione. Dal punto di vista opposto, gli squilibri dell’eurozona nascono, e sono accentuati, da un eccesso di risparmio rispetto agli investimenti da parte della Germania e di altri Paesi in surplus esterno, che produce pressioni deflazionistiche sul resto dell’area e rende più difficile l’aggiustamento. Inoltre, la crisi ha provocato una frammentazione dei mercati dei capitali, che inasprisce le condizioni finanziarie e impone un risanamento troppo veloce delle finanze pubbliche, con effetti recessivi. Ciò spiega perché in Italia, e in altri Paesi periferici, si ritiene che le divergenze europee non possano essere corrette senza una politica di rilancio della domanda interna tedesca, in particolare con maggiori investimenti pubblici e consumi, e una impostazione più espansiva della politica monetaria. Entrambi i punti di vista, pur essendo parziali, sono corretti. Rappresentano le due facce di una stessa medaglia. Solo un’azione concertata, capace di affrontare i due aspetti del problema, può risolvere in modo sostenibile le divergenze ed evitare un’implosione dell’unione monetaria. Ma il concerto non è possibile se non c’è fiducia tra le autorità nazionali, e con quelle europee, fiducia che viene continuamente minata dalle accuse reciproche e dalla mancanza di leadership. Per ricostruire la fiducia ciascuna parte deve sforzarsi di capire le ragioni dell’altra. Da parte italiana, e di altri Stati come la Francia, è necessario capire che non si può chiedere ai Paesi in surplus di effettuare politiche di rilancio della domanda se non si danno prima segnali concreti di attuazione delle tanto annunciate riforme strutturali. Non si possono pretendere misure straordinarie di espansione monetaria se non si danno in cambio forti rassicurazioni sulla disciplina di bilancio e sulla solvibilità del debito. Dal lato tedesco, e dei Paesi creditori, Il confronto Pil pro capite Usa 110 100=01/01/2008 Germania Italia 105 100 95 90 85 2008 2009 Fonte: Datastream 2010 2011 ● C’ TOR SAPIENZA, UNA RITIRATA CHE ASSOMIGLIA A UNA FUGA COMMENTI DAL MONDO La Womenomics sta cambiando i Paesi islamici metà del miliardo e ● ❞ La 600 milioni di musulmani sono donne. Senza speranza? Non proprio. Saadia Zahidi, senior director del World Economic Forum, scrive sul FT che in una sola generazione il gap di genere è stato pressoché annullato nella scuola primaria e secondaria, e in molti Paesi si iscrivono all’università più ragazze che ragazzi (negli Emirati il rapporto è di 3 a 1). Risultato: le donne vanno a lavorare, quasi 40 milioni in più rispetto a 10 anni fa. La Womenomics, l’economia al femminile, sta già cambiando l’Islam. 2012 2013 2014 d’Arco invece, bisogna capire che l’aggiustamento di bilancio e l’attuazione delle riforme strutturali sono molto più difficili, se non impossibili, da realizzare in un contesto di bassa inflazione o di quasi deflazione. Il motivo principale per cui i tassi d’interesse sono bassi non è che la politica monetaria è troppo accomodante, come viene rimproverato dai media e dall’opinione pubblica tedesca, bensì l’eccesso di risparmio accumulato nell’eurozona. E se non ci sarà una ripresa dei consumi e degli investimenti i tassi continueranno a calare, con un danno per tutti i risparmiatori. Il dialogo in Europa non è facile perché in ciascun Paese si tende a vedere solo una parte del problema e si casca facilmente nella tentazione di dare la colpa agli altri. I governi, eletti e responsabili di fronte alle rispettive opinioni pubbliche, non hanno l’incentivo a contraddirle e usano spesso l’Europa come capro espiatorio. Le istituzioni europee, che dovrebbero avere una visione d’insieme e fare proposte costruttive, tendono spesso a riprodurre le divisioni tra Paesi. Chi avrebbe il tempo per riflettere e creare le basi per il dialogo, latita o trova più facile cavalcare posizioni estreme. Non c’è da meravigliarsi se in un tale contesto risorgono i populismi e i nazionalismi. E non c’è nemmeno da meravigliarsi se la colpa di tale deriva viene data all’Europa. © RIPRODUZIONE RISERVATA 27 Il grande merito del falco Bennett: dire la verità ● ❞ Come può Gideon Levy essere «tutto per Bennett»? Come può la prima firma del progressista Haaretz, il giornalista più inviso alla destra israeliana, sostenere il superfalco ministro dell’Economia? Lo fa con un paradosso, ma fino a un certo punto. Levy ricorda l’intervento con cui il 5 novembre Bennett ha riproposto sul New York Times il suo piano: niente Stato palestinese e annessione a Israele dell’«Area C» (il 62% dei territori «autonomi»). Per Levy è «apartheid», ma almeno — sottolinea — Bennett dice ciò che pensa e pensa ciò che dice. La verità. a cura di Gianluca Mercuri è qualcosa di ulteriormente angoscioso nell’epilogo della tre giorni di tafferugli a Tor Sapienza. Dopo gli scontri, le bombe carta, i poliziotti feriti, gli assalti dei residenti mescolati a picchiatori fascisti contro il centro d’accoglienza «Un Sorriso», ieri s’è deciso uno sgombero «di sicurezza». Per primi, via i trentasei ragazzini venuti da Libia, Egitto e Siria e, in quanto minorenni, tecnicamente posti sotto la tutela del sindaco Marino. Oggi andranno via anche gli adulti. Dove? Si vedrà. Per il Comune di Roma, il palazzone di viale Morandi 153 sarebbe «inagibile» proprio per effetto degli attacchi subiti. Si tratterebbe insomma di dare una ripulita alle stanze e alle scale (l’edificio è gigantesco) per poi riaprire. Tutti sappiamo che non è così. E che la precipitosa decisione presa da Ignazio Marino ha, come comprensibile ragione, il desiderio di evitare altre giornate terribili alla strada, al quartiere, a Roma. Per quanto — ripetiamo — comprensibili, queste ragioni a noi sembrano non condivisibili, sbagliate e pericolose. E forse — chissà — anche al ministro dell’Interno Alfano, che ieri ha convocato prefetto e questore. Nessuno pretende che lo Stato si arrocchi nella sede del centro sociale come a Fort Alamo, resistendo a oltranza agli assalti dei facinorosi. Ma, perbacco, questa ritirata repentina assomiglia a una fuga: e lo Stato — o il Comune di Roma che qui lo Stato rappresenta — non può far decidere a quattro teppisti incappucciati e nerovestiti tempi e modi della propria politica di accoglienza. Saggiamente, il vicepresidente del comitato di quartiere, Roberto Torre, coglie poi l’altro punto, non di principio ma pratico: «Il rischio è l’effetto domino». Se tirando quattro bombe carta al grido di «viva il duce!» il risultato è questo, perché mai la scena non dovrebbe replicarsi nella ventina di analoghe situazioni di crisi sparse per la periferia romana? Goffredo Buccini © RIPRODUZIONE RISERVATA OBIETTIVI DELL’AGENDA ONU PORTIAMOLI NELL’EXPO L’ accordo storico tra Obama e Xi Jinping sulla riduzione dell’inquinamento atmosferico rende un po’ meno distante uno dei grandi obiettivi del Millennio sottoscritti nel 2000 dall’Onu e dagli Stati membri per migliorare la vita della popolazione mondiale entro il 2015. Il Rapporto Onu di luglio mostra che si sono compiuti progressi notevoli, ma diseguali, sulla sostenibilità ambientale e sugli altri 7 obiettivi: sradicare povertà estrema e fame, garantire l’istruzione primaria a tutti, realizzare l’eguaglianza di genere, ridurre la mortalità infantile, migliorare la salute delle madri, combattere Aids e malaria, creare una partnership globale per lo sviluppo. Ad esempio, è stato dimezzato il numero di chi vive con meno di 1,25 dollari al giorno, ma 1,2 miliardi di persone, nel 2015, saranno ancora in condizioni di povertà estrema; il numero di bimbi che muoiono al di sotto dei 5 anni si è dimezzato, ma sono ancora oltre 6 milioni. I dati più sconfortanti riguardano le emissioni di anidride carbonica, aumentate di oltre il 50% dal ‘90. Molto resta da fare. Questa realizzazione assai parziale ha prodotto una mobilitazione per dare concretezza alla nuova agenda di obiettivi post-2015, decisa nella Conferenza di Rio del 2012. Alle priorità del 2000 se ne sono aggiunte altre: assicurare l’accesso a energia e acqua per tutti, stimolare l’occupazione, ridurre le diseguaglianze sociali, rendere le città sicure e inclusive, proteggere gli ecosistemi e la biodiversità, promuovere giustizia ed efficienza delle istituzioni. Viste le scarse risorse, allungare la lista degli obiettivi non rende più facile stabilire priorità: ma è giusta la scelta di affrontare problemi in una logica di interdipendenza riassunta nel concetto di sviluppo sostenibile. In Italia la discussione è stata finora limitata, ma è auspicabile che questi nuovi obiettivi siano al centro dell’ormai prossimo Expo: un’occasione unica per contribuire a migliorare sicurezza e benessere mondiali. E proprio per stimolare l’attenzione, l’agenda Onu dello sviluppo sostenibile è il tema della VI Conferenza internazionale di Science for Peace della Fondazione Veronesi, al via oggi all’Università Bocconi di Milano. Alberto Martinelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera 28 Prosecco Zonin Insieme a chi ami. facebook.com/zoninprosecco twitter.com/zoninprosecco Corriere della Sera Venerdì 14 Novembre 2014 29 Viaggi Benessere Food Moda Il 22% degli italiani ha rinunciato alle attività fisiche a causa della crisi. Il 60% delle persone pratica comunque uno sport. Più della metà, però, lo fa senza parere di un medico o i consigli di un allenatore. Sono comunque convinti che lo sport serva a Fonte Censis Tempiliberi Sportivi fai-da-te Migliorare la salute Creare nuovi campioni Rafforzare la coesione sociale Design 42,5% 24% 27% Tecnologia Famiglia Quando era giovane lo chiamavano Agonia per l’abitudine di indossare i «lupetti» neri. Ora, a 63 anni, ha capito che anche se «la vita non è un gioco, giocare mi fa sentire vivo» ● Claudio Baglioni è nato nel 1951 a Roma. La sua carriera inizia nel 1964 quando a 13 anni partecipa ad un concorso di voci nuove. Nel 1969 ottiene il primo contratto discografico: la RCA gli propone un contratto quinquennale, firmato dal padre Riccardo, per via della sua minore età. Nel 1970 esce il primo album, «Claudio Baglioni», ma le vendite vanno male e le copie invendute vengono inviate al macero. Nonostante questo nel 1972 esce l’album «Questo piccolo grande amore» che raggiunge subito 900 mila copie vendute I l successo è meraviglioso, certo. Ma anche inutile. A meno di non sfruttarlo per realizzare i nostri sogni «perduti». Come riprendere quegli studi in architettura abbandonati tanti anni fa (con quindici esami già passati) e laurearsi con una tesi sul restauro e la riqualificazione urbana del Gasometro di Roma. L’architetto Claudio Baglioni, dall’alto dei suoi (oltre) 20 milioni di dischi venduti, si entusiasma ancora ricordando quel suo ritorno sui banchi dell’Università: «Mi avevano invitato a Valle Giulia a tenere una lectio magistralis, un altro dei vantaggi del successo e della celebrità, si è chiamati a parlare anche se magari non si bene cosa dire, facendo un po’ la figura che faceva Marilyn Monroe quando andava tra i soldati in Corea... Alla fine il rettore mi ha chiesto: perché non si laurea? Ci ho provato. Alle prime lezioni avevo una paura incredibile, mi nascondevo con gli occhiali scuri, anche due paia me ne portavo dietro». L’esame più difficile? «Scienza delle costruzioni, un classico. Nella commissione c’era un ingegnere, l’ho un po’ adulato dicendo che senza i calcoli degli ingegneri non potremmo fare nessuna architettura, lui mi ha risposto parlandomi di certi gruppi musicali dell’underground inglese che nemmeno conoscevo». E che quella di Baglioni per l’architettura (i suoi progettisti preferiti? Wright e Le Corbusier) non sia comunque un’infatuazione passeggera lo dimostra un’immediata precisazione: «Ho fatto anche l’esame di Stato, con un progetto per la città multietnica, con gli edifici colorati in modo diverso a seconda della loro destinazione». Fare l’intellettuale Quando aveva diciassette anni, Baglioni amava i racconti di Poe, l’esistenzialismo, i lupetti alla Juliette Greco: «A Centocelle o si diventava delinquenti o intellettuali, io avevo scelto la seconda possibilità, l’avevo fatto così bene che mi chiamavano Agonia mentre i miei coetanei erano il Mastino, il Volpe e un apprendista idraulico soprannominato il Galleggiante». Oggi, a sessantatré anni compiuti, nonostante continui ancora a vestirsi di nero (un nero più minimalista che gotico) ha scoperto il gusto del divertimento e del «cazzeggio», perché «anche se la vita non è un gioco, giocare mi piace, mi fa sentire vivo. Anche se qualche volta mi accorgo che alle sei del pomeriggio sto già pensando alla minestrina della cena e questo è segno che la vecchiaia ormai avanza». Sognando di comporre una messa, Baglioni trascorre il tempo lasciato libero dai concerti nuotando («Mi sento un uomo pesce») e soprattutto guardando in tv i programmi d’informazione: «Mi piace tenermi aggiornato, ma l’approfondimento in tv è una depressione continua, con tutti che si parlano addosso. Meglio, molto meglio guardare i documentari sulla natura come faceva mio padre». Lo stesso padre che lo voleva boxeur e che, mentre sentiva la voce e pensava di farsi prete e già faceva il catechista, lo portava a vedere gli incontri di pugilato «mettendogli però le mani sulle orecchie per non fargli sentire quello che dicevano ai margini del ring». E forse proprio in virtù di questo suo passato da quasi-boxeur Baglioni assicura di non voler finire «la carriera come un pugile suonato, cantando fino all’ultimo». E sogna, magari, FOTO ALESSANDRO DOBICI La carriera Claudio Baglioni «Qualche volta mi accorgo che alle 6 sto già pensando alla minestrina» di Stefano Bucci «di rinchiudermi un giorno in un convento». La televisione? «Oramai celebra la mediocrità e la non-professionalità. È come il videocitofono». Anarco-mammoni Credente ma poco praticante, così si definisce oggi Baglioni: «Mi ero allontanato dalla religione quando un sacerdote sgridò mia madre perché eravamo entrati in chiesa passando dalla sacrestia. E anche i riti della settimana santa, così affascinanti ma anche così tragici, hanno finito per raffreddare il mio impeto. La Chiesa ha bisogno invece di alleggerirsi, di infondere entusiasmo. Proprio come sta facendo papa Francesco con la sua empatia capace di anticipare la sensibilità delle persone». Le capita ancora di pregare? «Da solo, con parole mie, quando ne sento il bisogno o quando un mio caro amico sta male». Le guerre la spaventano? «Mi preoccupano certo, ma penso che la cosa più grave è questa maledizione del presente, come la chiamo io, che fa crescere i nostri giovani con la paura del futuro». Baglioni è stato tra i primi artisti che ha parlato di immigrazione. Qualcosa è cambiato? «Purtroppo sembriamo incapaci di trovare una soluzione. È come se questo dramma sia stato metabolizzato. D’altra parte è uno dei vizi degli italiani: hanno sempre bisogno di qualcuno che risolva i loro problemi. Sono, insomma, degli anarco-mammoni». C’è persino un modello cinematografico che descrive questo modo d’esse- ❞ Pugile suonato Non voglio finire la carriera come un pugile suonato, cantando fino all’ultimo. Magari mi rinchiuderò in un convento Nemico dei selfie Meglio il caro, vecchio autografo. Siamo prede dei cacciatori di selfie che si avvicinano, scattano e scappano senza dire una parola re: «La commedia all’italiana, per quanto fantastica, ha finito per celebrare gli eroi viscidi e mascalzoni interpretati da Sordi. Io preferisco i film di Germi o di Nazzari, dove non c’era mai il compiacimento della furbizia». Informatissimi ignoranti Anche Baglioni frequenta i social network, ma forse più di altri artisti sembra essere molto critico verso i nuovi media: «Sono una grande illusione, ti fanno sentire importantissimo anche se non lo sei. E ci hanno trasformato in una tribù di informatissimi ignoranti. Meglio invece i matti, gli scienziati, i visionari e i taciturni, perché io stesso posso immaginare il loro mondo, così come al ristorante mi piace inventare la storia delle persone del tavolo accanto». Anche Baglioni fanatico del selfie? «No. Meglio il caro vecchio autografo con dedica o la fotografia. Oggi, invece, alla stazione o all’aeroporto siamo prede dei cacciatori di selfie che si avvicinano, scattano e scappano via senza dirti una parola». Perché quello che conta per Baglioni è trovare un contatto «vero» con la gente e con il mondo, nonostante i possibili rischi: «Una volta Elio delle Storie Tese mi ha invitato a una serata per esordienti in un teatro in Toscana. In sala c’era l’applausometro, io ho cantato “in incognito” Strada facendo e ho perso con una coppia di illustri sconosciuti... Sapessi quanto mi sono divertito!». © RIPRODUZIONE RISERVATA 30 Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera TEMPI LIBERI Viaggi La sfida Chenot della sostenibilità Dopo il turismo gastronomico, ora è il momento del detox: i nuovi weekend lunghi adesso fanno rotta sui templi della disintossicazione, seguendo il metodo Chenot, tra medicina cinese e occidentale. A Merano, in attesa delle prime sciate, si può provare il programma Revital dell’Espace Henri Chenot del Palace Merano. Il «detox» di 6 giorni prevede dieta detossinante personalizzata e trattamenti drenanti A Merano o in Franciacorta. Il nuovo turismo «detox» (www.palace.it). Per chi vuole accorciare i tempi, l’Albereta di Erbusco, in Franciacorta, propone il detox in 4 giorni: nell’Espace Vitalité Chenot (foto) i clienti possono rilassarsi nella «Spa antistress», con dieta biolight, phyto-fangoterapia e piano dietologico da portare a casa (www.albereta.it). M. Pro. © RIPRODUZIONE RISERVATA Nel Mondo Mandela e il Parco Fu Nelson Mandela, da fondatore della «Peace Parks», ad eliminare (nel 2001) le barriere fra i parchi di Sudafrica e Mozambico Dove andare C’ in Africa è un parco, nel Sudafrica nordorientale, che è un modello di collaborazione fra tre Stati per la protezione dell’ambiente e l'accoglienza dei visitatori. Il Parco transfrontaliero del Limpopo è il risultato più importante raggiunto dall’organizzazione www.peaceparks. org che ebbe la benedizione di Nelson Mandela e che convinse Mozambico e Zimbabwe ad abbattere le recinzioni per ripristinare il naturale flusso delle migrazioni degli animali selvaggi. Un progetto in progress che al suo completamento arriverà a 100 mila chilometri quadrati, la più grande area protetta del Pianeta. Circa 2.500 chilometri più a nord, il Ruanda è diventato l’outsider Un parco diviso fra tre Paesi che segue il corso del grande fiume Limpopo. Il Ruanda, pioniere dell’ecoturismo, oppure il Madagascar, culla della biodiversità: ecco alcuni dei i nostri «big five», alla scoperta di uno dei continenti più affascinanti In pratica ● Maputo, capitale del Mozambico, è raggiunta da Ethiopian Airlines (da Roma e Milano, circa 1.300 euro a/r) via Addis Abeba; da Tap via Lisbona (da 1.070 euro a/r) e da South African Airways (da 1.100 euro a/r) con scalo a Johannesburg ● Per le isole di Bazaruto, voli da Maputo operati da Lam www.lam.co.mz sulla scena africana dell'ecoturismo: Kigali sta puntando sui parchi di Akagera e Nyugwe dove gli itinerari dei trekking sono sviluppati seguendo temi come l’origine del Rift e della foresta pluviale. Sudafrica, il grande Limpopo Quella che si chiamava Nor- thern Province oggi è il Limpopo, una terra dove dominano le riserve naturali diventate una meta dell’ecoturismo internazionale. Il territorio è al confine fra Botswana, Zimbabwe e Mozambico ed è abitato anche dall’etnica Ndebele, celebre per le pitture murali multicolori. Con un volo da Pretoria o da Johannesburg si Nel Salento GENTLEMAN MINOIA Escursioni, laboratori, degustazioni Duecento cose da fare gratis Il percorso echi caravaggeschi a Lecce. Visite-racconto. Degustazioni in cantina o in masseria. Attività sportive e laboratori alla scoperta delle tradizioni salentine. Oltre 200 le attività gratuite disponibili in 50 comuni della provincia di Lecce da domani al 6 gennaio. L’iniziativa «Discovering Salento», promossa dall’agenzia regionale PugliaPromozione, coinvolge chiese, castelli e musei, siti archeologici e cantine, parchi naturali, borghi, masserie e laboratori artigianali. Domani tour in bus nelle cantine dell’Alto Salento (ore 9.30 dalle Cantine Feudi di Guagnano, info@proago.it). E visita guidata al Parco delle Mura Messapiche che custodisce una necropoli con 1.200 tombe, chiese paleocristiane e la Fonte di Pliniano, millenaria sorgente di acqua (ore 16-18, prenot. info.manduria@viaggiareinpu glia.it). Domenica giornata in masseria con le 4 P: pasta, pucce, patate, pasticciotti (ore 10.30 con bus da Lecce, prenot. info@arianoa.it). E escursioni a piedi, in bici, in canoa, in escursione. Sabato 22 famiglie invitate alla festa dell’albero nelle Riserve naturali del Litorale tarantino orientale. Info: www.viaggiareinpuglia.it Caterina Ruggi d’Aragona © RIPRODUZIONE RISERVATA LIMITED EDITION 100PC raggiunge il capoluogo della provincia Polokwane (www. golimpopo.com). L’enorme parco transfrontaliero comprende otto aree protette e all'estremità settentrionale del Kruger, l’Outpost Lodge (www.theoutpostcamp.com) e il Pafuri camp (www.pafuri.co.za) sono le due strutture nella zona del Limpopo. Fra queste, il Pafuri ha un rapporto qualità-prezzo (31 dollari a persona) imbattibile. Ruanda, outsider dell’ecoturismo Non solo i gorilla. Il Ruanda negli ultimi sei anni è diventato l'outsider del turismo africano con un’abilissima strategia che privilegia un turismo interessato alla tutela della fauna e della flora. Oggi sono circa 50 mila i visitatori che ogni anno scelgono la «terra delle mille colline» visitando i parchi di Akagera, Nyugwe e «Des Volcans», famoso per i primati. Il parco nazionale di Nyungwe (www.nyungwepark.com) è invece la più grande area di foresta pluviale protetta del continente ed è uno dei paradisi del bird watching. Il punto di partenza per la visita è l’Uwinka Visitor Center costruito con la collaborazione di UsAid. Tutti i trekking si effettuano con ranger del parco. Madagascar, parchi e biodiversità NANDO MINOIA PRIMA GUIDA O.M. CON MORANDI NAVIGATORE SU O.M. 665 SUPERBA N. 14 IL CRONO G ENTLEMAN MINOIA É DEDICATO A “N ANDO ” M INOIA , PILOTA LEGGENDARIO DEGLI ANNI RUGGENTI DELL ' AUTOMOBILISMO . P ILOTA D ' ECCELLENZA PER NUMEROSE SCUDERIE , DALLA O.M. ALLA B UGATTI , DALL ' ALFA ROMEO ALLA MERCEDES, NANDO MINOIA VANTA SUCCESSI INDELEBILI: 1907 - FIRST AT COPPA FLORIO IN BRESCIA 1927 - THE FIRST OF 1000MIGLIA 1931 - THE FIRST OF INTERNATIONAL GRAND PRIX IL QUADRANTE CON I GRANDI CONTATORI RICHIAMA LA STRUMENTAZIONE DI BORDO DELLE MACCHINA DA CORSA DELL'EPOCA DALL'IMMEDIATA LEGGIBILITÀ. MOVIMENTO AUTOMATICO INTERAMENTE RIFINITO A MANO. AL CENTRO: ORE , MINUTI E LANCETTA CRONOGRAFO - F UNZIONI CRONO : A ORE 12 CONTATORE MINUTI . A ORE 6 CONTATORE ORE . S CALA TACHIMETRICA . Q UADRANTE NERO CONTATORI BIANCHI ISPIRATO ALLA STRUMENTAZIONE DELLA OM SUPERBA. CORONA A VITE ZIGRINATA E PERSONALIZZATA. VETRO ZAFFIRO SFERICO. IMPERMEABILE 50 METRI. CINTURINO IN COCCODRILLO CUCITO A MANO O BRACCIALE IN METALLO. MILANO - Via Gesù, 7 - 02 76002121 - info@paulpicot.it Se biodiversità è la parola che ricorre più spesso per descrivere il Madagascar, il Parco Nazionale di Masoala (parte integrante delle Foreste pluviali di Atsinanana, patrimonio dell’umanità Unesco) nella parte nordorientale del paese, amplifica queste caratteristiche con centinaia di specie di mammiferi rettili e anfibi visibili solo qui (www.wildmadagascar.org). Gustave Eiffel a Maputo Sono passati vent’anni da quando il Mozambico si è affacciato sulla scena del turismo dopo la guerra civile ( w w w. t u r i s m o m o c a m b i que.co.mz unico sito ufficiale e affidabile, in inglese). Nonostante il tempo passato, l’ex colonia portoghese resta un paese poco visitato, con la dinamica Maputo che guida lo svilup- Corriere della Sera Venerdì 14 Novembre 2014 In Brasile Uruaù, paradiso stile Hawaii del kite surf po del sud. Nella capitale, il Centro Franco-Mozambicano è l’epicentro della vita culturale (www.ccfmoz.com), mentre fra i tanti edifici coloniali, due sono firmati da Gustave Eiffel: l’estrosa Casa do Ferro (residenza del governatore portoghese) e la stazione in stile liberty. A Bazaruto, isola che dà TEMPI LIBERI A Uruaù, in Brasile, è tempo di kite surf. Perché venti costanti offrono agli appassionati, principianti e campioni, condizioni climatiche d’eccezione. Non a caso la Costa do Sol Nascente, nello stato di Cearà, è paragonata alle Hawaii. Un’area paesaggisticamente tra le più belle al mondo dove si il nome all’archipelago, il Pestana Lodge (www.pestana. com) propone bungalow sulla costa occidentale dell’isola protetta dalla barriera corallina dove ci si immerge fino a 30 metri di profondità. Le piramidi di Dahshur Vent’anni dopo Vent’anni dopo la guerra, il Mozambico è una delle nuove mete più interessanti 31 viaggia sul buggy, unico mezzo di trasporto su sabbia, tra falesie color arancio, scogli di pietra nera e interminabili spiagge dorate. La pousada Manzua, a pochi metri dall’acqua, propone dieci camere doppie (€ 40 a notte). A fianco c’è la scuola di kitesurf dove si parla italiano; dall’altro lato un ristorantino dove si gustano aragoste ed altre prelibatezze «da spiaggia». Per chi cercasse un resort du charme l’hotel Tudo bom offre venti stanze e suite a partire da € 70 (www.hotelvillaggiotudobom. com). È l’idea giusta anche per un Capodanno al caldo. Nelle notti brasiliane la caipirinha, la bevanda dei campesinos, un mix di zucchero, lime e cachaca, scorre a fiumi. L’indirizzo cool è il «Pirata bar» di Fortalesa (da Uruaù un’ora in pullman) consacrato dal New York Time locale dell’anno. Alessandria e non il Cairo. A tre ore d'auto dalla capitale, la seconda città egiziana (nonostante i suoi tre milioni di abitanti) gode di un’atmosfera più rilassata rispetto a quella cairota. Da visitare la Bibliotheca Alexandrina firmata dallo studio norvegese Snøhetta (www. bibalex.org) nello stesso luogo in cui sorgeva l’antica Grande biblioteca fondata nel terzo secolo avanti Cristo. Ripartendo invece dal Cairo, sulla riva occidentale del Nilo, si raggiunge la necropoli di Dahshur, meta archelogica meno frequentata di Giza e Saqqara. Pochi i visitatori di un sito che permette di percorre- re (senza code) i corridoi funerari della Piramide rossa (Quarta Dinastia). Per un lungo periodo zona militare, il complesso di Dahshur è visitabile dal 1996 ma il turismo internazionale non l’ha ancora scoperto. Fabrizio Guglielmini Anna Maria Catano © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA 32 Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 14 Novembre 2014 TEMPI LIBERI Viaggi In Francia Le destinazioni Trascorrere una notte in un igloo senza dover andare fino in Lapponia? È possibile grazie a piccoli villaggi sulle Alpi francesi a pochi passi dal confine italiano. Ad Arvieux, località sciistica dell’Alta Provenza, nel parco naturale del Queyras, distante solo 140 km da Torino ha già aperto il villaggio di Rêves d’igloos (www.reves-igloos.com) formato da sei igloo doppi e 2 quadrupli. Si arriva a piedi alle 18, si fa una cena 33 Dormire in igloo senza andare in Lapponia tipica di montagna e poi si passa la notte nella stanza di ghiaccio, anche a Capodanno o a San Valentino, a 79 euro a persona in doppia più 20 per la cena. Oppure si può puntare sul villaggio di Blacksheep (www.blacksheep-igloo.com), a La Plagne, in Savoia, aperto dal 20 dicembre al 5 aprile 2015. Antonio Calitri © RIPRODUZIONE RISERVATA Arrivare in pista sul treno La neve diventa comoda Dalla ferrovia agli impianti con lo Ski Express Val Pusteria: In Alto Adige lo sci adesso è a «chilometro zero» Il luogo ● La Val Pusteria è una valle delle Alpi Orientali lunga circa 100 km, situata tra l’Alto Adige ed il Tirolo Orientale, nella direzione estovest tra Bressanone e Lienz. Il comprensorio include 26 comuni tra cui Brunico, San Candido, Valle Aurina e Monguelfo S cendi dal treno e monti in cabinovia. Un sogno per chi vuole andare a sciare liberandosi dei problemi di strade ghiacciate e parcheggi intasati. Un interscambio diretto tra ferrovia e impianti di risalita. Stazioni costruite ad hoc per questo. Ora anche in Italia. Niente auto, ai piedi metti subito gli scarponi: è lo sci a km O ! Con il treno tornato di moda per gli spostamenti veloci (Alta Velocità) che ora conquista anche gli sciatori. All’estero sono maestri. In Austria a Kitzbühel attraversi i binari e sei sulle mitiche piste dell’ Hahnenkamm, in Svizzera a St. Moritz passa il treno delle Alpi Retiche, a Zermatt, località car-free, se non vai in treno non ci arrivi proprio. Ma da noi? Quest’anno c’è una grande novità. In Alto Adige due stazioni costruite a ridosso degli impianti, consentono che il treno «Ski Express Val Pusteria» permetta di rag- giungere 200 km di piste sulle Dolomiti. Senza dover togliersi gli scarponi, senza dover prendere la macchina, senza nessuna fatica. Ogni 30 minuti il nuovo treno espresso collega i comprensori sciistici Dolomiti di Sesto con Plan de Corones, partendo dalla nuova stazione ferroviaria di Versciaco/Monte Elmo (che entrerà in funzione il 14 dicembre) e raggiungendo quella di Perca-Plan de Corones. Subito accanto partono le cabinovie. Tanto che in linea teorica si può partire con gli scarponi ai piedi per esempio dalle stazioni di Trento, Bolzano... e Verona o Milano, per ritrovarsi sulle piste. Acquistato lo Skipass Combi Dolomiti di Sesto & Plan de Corones, oppure lo Skipass Dolomiti Superski, il biglietto del treno è gratuito e potrà essere ritirato anche presso l’albergo. Un po’ come già avviene in diverse zone della Svizzera, dove certi treni sono considerati alla stregua di normali impianti sciistici (e vale lo skipass). Oltretutto nella stagione invernale 2014/2015, con la SkiMobileDolomites Card si viaggia gratis e senza limiti con tutti gli skibus della Val Pusteria e della Val Badia e con gli autobus pubblici e i treni regionali di tutto l’Alto Adige. Se soggiornate in una struttura consorziata il biglietto è compreso nel prezzo del soggiorno: un intelligente sistema di trasporto integrato finalizzato alla riduzione del traffico. Inoltre quest’anno l’offerta sciistica a cui si può accedere dalla nuova stazione di Versciaco, costruita ad hoc, in Alta Pusteria, si è molto ampliata. Il Monte Elmo, su cui sale l’impianto subito fuori dalla stazione, è stato collegato alla Croda Rossa di Sesto sull’altro lato della valle mediante due modernissime cabinovie e due nuove piste: «L’Orto del Toro» e la pista «Tre Cime»: un comprensorio con oltre 90 km di Stazione La nuovissima stazione di Plan de Corones dello «Ski Express Val Pusteria»: dal treno si arriva direttamente alle cabinovie per le piste spettacolari piste di ogni livello. In Italia per il momento ci sono solo due altre situazioni analoghe a quelle altoatesine per quanto riguarda l’accoppiata treno-cabinovia, come fa notare «Skipass Panorama Turismo» di Modena Fiere: una è in Val di Sole, in Trentino, dove si scende alla fermata di Daolasa per salire in 12 minuti con la ca- binovia nel cuore del carosello sciistico Folgarida - Marilleva Madonna di Campiglio (150 km di piste). L’altra possibilità è in Valle d’Aosta a Pila dove dalla stazione si raggiunge a piedi la partenza della telecabina Aosta-Pila. Massimo Spampani Che montagne. Che orizzonti. Che luce! Eccezionale: hotelskipass a CHF 35.– Chi prenota più di un pernottamento, ha diritto all’hotelskipass a CHF 35.–. Prenotate su www.engadin.stmoritz.ch L’offerta è intesa a persona e al giorno, per tutta la durata del soggiorno in un hotel partner. © RIPRODUZIONE RISERVATA 34 Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera TEMPI LIBERI Sapori Il romanzo d’esordio & amori Le acciughe sono quelle sotto sale sistemate in una vetrina del bar Pavone di La Spezia. Un simbolo della città di Dario Vergassola. Ma anche un dettaglio importante nella storia raccontata dal comico ligure: alle acciughe nel vassoio Gigi il barista racconta delle storie, «e dice che ogni tanto le acciughe ridono e si commuovono. Quella è stata la prima volta che lo hanno portato a fare una Tac all’ospedale Dario Vergassola e la sua «ballata delle acciughe» Sant’Andrea». La ballata delle acciughe (Mondadori Electa, 16,90 euro) è questo e molto altro. Un romanzo divertente e malinconico ambientato nella provincia ligure. E tutto gira intorno al microcosmo del bar Pavone: buffi personaggi che non hanno «nulla da invidiare al bar di Guerre Stellari». I. Fan. © RIPRODUZIONE RISERVATA Brutto anatroccolo del mondo vegetale, sta scalando le vette del paradiso dei gourmet. Grazie ai vegetariani, ma anche per merito della sua straordinaria «flessibilità» È il momento del cavolfiore U Il libro «Naturalmente goloso» (Nomos edizioni) è il libro della food writer vegetariana Erin Gleeson na ascesa, a tratti, sorprendente. Ma la consacrazione, dopo mesi di rumors, è arrivata dal New York Times, attraverso la penna dello chef David Tanis: «Il cavolfiore? Va di gran moda». Stiamo parlando di una scalata così rapida al vertice della piramide dei super-food da aver sorpreso anche gli addetti ai lavori. Senza parole di fronte al brutto anatroccolo delle verdure, triste e anche (confessiamolo) un po’ nauseabondo, che sembra aver archiviato il suo passato da mensa aziendale. E si è lanciato, invece, in una nuova vita gourmet. Può essere difficile da credere, ad esempio, che il cavolfiore grigliato sia servito ora come primo piatto in ristoranti stellati. O che fruttivendoliboutique espongano miniature di cavolfiore adagiate in carte dai colori fashion. È il mercato, bellezza. E il cavolfiore si adegua felice. Da verdura slavata e sporca, a protagonista assoluto. Certo, una grande mano arriva anche dai vegetariani, che guardano al cavolo come al «new black» della stagione. Ed è per questo che nel libro-bestseller della blogger veggie Erin Gleeson (theforestfeast.com), The forest feast, compaiono ben 5 ricette dedicate a questo vegetale. Tra l’altro il volume è stato appena pubblicato anche in Italia con il titolo Naturalmente goloso (Nomos Edizioni). Le immagini sono splendide, non per niente lei è una fotografa newyorkese di grande successo. Ed è forse per questo che in queste pagine il cavolo appare in tutto il suo — appetitoso — splendore. Piace, piace così tanto da aver indotto il sito americano Food 52 a lanciare un contest in cui non solo indica le 10 ricette col cavolo più belle, e buone, della blogosfera. Ma invita anche i lettori a mandare quella che preferiscono. Un successone di suggerimenti, tra cavolo arrostito col formaggio di capra o alla portoghese. Con il cous cous speziato o al chimichurri, purèe o frittelle. A zuppa o a insalata. D’altronde, quale altra verdura ti consente di fare tutto quello che vuoi? Quale altra verdura diventa, seguendo il tuo desiderio, croccante, liquida o caramellizzata? Quale altra verdura ti riscalda così tanto il cuore in inverno? Poche, sostengono i suoi sponsor. Alcuni davvero autorevoli, come chef stellati del calibro di Wylie Dufresne e April Bloomfield, oramai pazzi del cavolfiore in tutte le sue forme, e per una volta distratti dal loro mood carnivoro. Ma lo ritroviamo anche nei menu di cuochi come Pino Cuttaia o Niko Romito, tanto per rimanere in Italia... Poche, pochissime le regole per cucinarlo al meglio. Intanto mixarlo con spezie, perfette quelle asiatiche. Che nel cavolfiore si sposano ad aglio, cipolla e i soliti noti. Oppure Coriandolo, scalogno e menta. O cumino e mostarda con semi di papavero. Un’altra verità «cavolfioresca» è che questa verdura richiede fuoco alto in una padella di acciaio inossidabile. E assolutamente niente acqua. Con Dieci modi Il sito Usa Food 52 ha lanciato un contest in cui indica le 10 migliori ricette Consacrazione La consacrazione è arrivata dalle pagine del New York Times: è di gran moda Il video Il pane? Si fa senza impasto Acqua, farina, lievito. Il pane si prepara così, senza impasto: basta mescolare, far riposare e cuocere in forno. La ricetta per il pane «home made» è firmata da Jim Lahey, 48 anni, panettiere americano innamorato dell’Italia. Il suo Pane senza impasto è diventato un libro (Guido Tommasi editore): guardate la dimostrazione video su «Corriere.it» ( foto Matarazzo). (a.d.m.) l’olio extravergine che sceglierete, arrostite sottili fettine di cavolo facendole scurire e magari caramellizzare. Noterete subito come sprigionerà immediatamente un profumo diverso dal solito. Ma dà il suo meglio all’italiana: con peperoncino e capperi. Ma anche, secondo tradizione, nell’insalata di cavolo o in quella, ancora più tipica delle feste partenopee, «di rinforzo». Se poi si ha voglia di qualcosa di veramente unico, la pasta col cavolo offre il lato migliore. Importantissimo, per prepararlo, conoscere le numerose varietà, che vengono distinte in base all’epoca di maturazione. Per cui ci sono qualità precocissime (raccolte ad ottobre), precoci (raccolte a novembre-dicembre), invernali (raccolte a gennaio-febbraio) e tardive (raccolte da marzo a maggio). E, di conseguenza, cambiano anche i colori. Dal bianco al paglierino, dal verde al violetto. Con la stagione invernale vive il suo momento di protagonismo anche il cavolo cappuccio rosso. Spesso amo prepararlo in un modo semplice ma gustoso, ispirandomi a una ricetta che è originaria dell’Austria. Procuratevi una mela, qualche chiodo di garofano, burro, aceto di mele, cipolla di Tropea e dello zucchero di canna e avrete le basi per questa salsa che trovo perfetta da accompagnare, ad esempio, con un secondo piatto a base di carne di maiale. Un arrosto... Un consiglio: quando acquistate un cavolo, fate attenzione che sia ben compatto e che abbia foglie fresche, luminose, sode e di un bel colore intenso. Conservarlo in frigo, per qualche giorno, in sacchetti di plastica. Infine, si sa che durante la cottura i composti di zolfo, di cui il cavolo è ricco, vengono liberati, causando il cattivo odore. Insieme però vengono liberate anche altre sostanze molto utili. Per evitarne la dispersione e ridurre la puzza un trucco può essere quello di cuocerlo in pentola a pressione, in modo da ridurre (anche) i tempi di cottura. Angela Frenda @angelafrenda © RIPRODUZIONE RISERVATA Racconti di cucina di Angela Frenda IL RISOTTO DI ZUCCA CON LA SALVIA E IL BURRO I l risotto? Per molti anni è stato un piatto al quale guardavo con sospetto. Non tanto per la tipologia, ma perché a casa mia non si faceva quasi mai. Poi, da quando sono arrivata a Milano, è entrato (prepotentemente) nella mia vita. Imparare a farlo è stato un passaggio quasi doveroso. Ma resta per me qualcosa che mi mette ansia, e rispetto al quale non ho mai garanzie sulla riuscita. Quello con la zucca, però, devo ammettere che è il mio preferito. La sua cremosità lo rende perfetto per tutti, grandi e piccini. E poi è un modo per far mangiare, anche a quelli più riottosi, una verdura. Ve lo propongo nella mia nuova puntata delle videoricette di Racconti di cucina. Ed è, davvero, a prova di neofiti. Ingredienti: 400 g di polpa di zucca, 80 g di burro, 300 g di risotto In padella Risotto con la zucca, cremoso e perfetto per grandi e piccini. Per la preparazione servono alcuni rametti di salvia per profumare il piatto Carnaroli, 1 scalogno, 1 litro di brodo vegetale, 1 bicchiere di vino bianco secco, salvia, parmigiano reggiano grattugiato, sale e pepe quanto basta Preparazione: taglio l’aglio e la zucca a dadini. Verso in una pentola da risotto una noce di burro. Aggiungo l’aglio e lo scalogno tritato e faccio imbiondire. A quel punto inserisco i pezzetti di zucca. La giro per bene e la lascio ammorbidire a fiamma dolce, coprendo con un coperchio. Prendo poi la salvia e ne spezzo alcune foglioline nella zucca, in modo che la profumi. Copro di nuovo e la lascio andare sempre a fiamma dolce per circa 5, 6 minuti. Quando la zucca si è ammorbidita è venuto il momento di tostare il riso. Lo verso nella pentola. Dopo 2 minuti sfumo con il bicchiere di vino bianco. Porto a cottura il riso aggiungendo il bro- do poco alla volta e mescolando spesso, sempre dolcemente. Metto un pizzico di sale. Quando è pronto spengo e manteco con un’altra noce di burro. Come ultimo passaggio verso una dose abbondante di parmigiano grattugiato e con un cucchiaio lo amalgamo al composto. A questo punto il risotto è pronto e lo impiatto. Un’ultima spolverata di parmigiano e decorare con qualche fogliolina di salvia e una bella grattugiata di pepe (da evitare se il risotto è destinato anche a dei bambini). Servire prima possibile ancora caldo. @angelafrenda © RIPRODUZIONE RISERVATA Racconti di cucina La rubrica di videoricette del venerdì su raccontidicucina.corriere.it Corriere della Sera Venerdì 14 Novembre 2014 «Nonne d’Italia» 20 ricette popolari Al via la web serie di Donpasta TEMPI LIBERI Venti storie per venti ricette regionali. Si comincia con lo gnocco fritto di Marinetta da Reggio Emilia. Per proseguire con le orecchiette baresi di Carmela o la coda alla vaccinara delle romane Marisa e Mirella. Eccole le «Nonne d’Italia (in cucina)». Sono loro le protagoniste della nuova web serie online su Corriere.it, realizzata dal quarantenne barese Daniele De Michele, in arte Donpasta, e prodotta da Treccani (montaggio e fotografia di Antonello Carbone). Un modo per ripercorrere, attraverso le Online Le ricette della serie su cucina.corriere.it. Si comincia con il gnocco fritto di Marinetta storie e le parole di venti donne italiane — vere e proprie custodi di un sapere spesso in via di estinzione — gran parte della nostra tradizione gastronomica nazionale. Un progetto, del resto, che prosegue il viaggio già cominciato da Don Pasta con la sua ultima opera, «Artusi remix» (Mondadori Electa), appena uscito in libreria. Un viaggio di oltre un anno in giro per l’Italia per censire 250 ricette popolari. E dall’11 novembre trasformato in una web serie a puntate. Per 35 preparare lo gnocco fritto come Marinetta Manghi servono farina (da setacciare, per farle prendere aria), lievito, margarina, latte, due cucchiai di olio extravergine (così l’impasto si amalgama meglio) e poi, ovviamente, lo strutto per friggere. Come stendere l’impasto? Chi vuole a macchina. Marinetta, come vuole la tradizione, fa tutto a mano. Isabella Fantigrossi © RIPRODUZIONE RISERVATA ●Barfly La ricetta Insalata di cavolo e arancia INGREDIENTI (per 4-5 persone) di Marco Cremonesi Tutte le distillerie di Scozia a Milano Il ritorno del whisky festival siamo a nove. Il Milano whisky festival, come tutte le cose buone, cresce e mette radici. Cresce perché quest’anno, per la prima volta, non ci sarà solo malto, ma anche uno spazio dedicato ai rum («da meditazione, non da miscelazione» spiega uno dei cofondatori, Andrea Giannone). Al contrario, la miscelazione del whisky fa il suo ingresso ufficiale al festival. Se ne occuperanno, in tre spazi diversi Talisker, Ardbeg e Wild Turkey, che dallo scorso aprile ormai è «italiano: il bourbon è stato acquisito da Campari. Primo fatto: al festival milanese sono presenti tutte le distillerie scozzesi. O quasi: secondo Giannone «non ne mancano più di tre o quattro». Ma non di sola Scozia vive il whisky: ci sarà uno spazio dei giapponesi Nikka, i taiwanesi del Kavalan, gli indiani di Amrut. Ma quello che ha fatto la fortuna del festival milanese sono le chicche che riesce sempre a proporre all’assaggio. Whisky che uno potrebbe non si dice assaggiare, ma neanche vedere mai in tutta la vita. Diageo, per esempio, porterà bottiglie che fanno impazzire i collezionisti, quelle delle distillerie ormai chiuse Brora e Port Ellen. Il festival sarà domani e domenica, tutte le informazioni le trovate su whiskyfestival.it E © RIPRODUZIONE RISERVATA Sul blog Altri aneddoti e notizie online su barfly.corriere.it Foto tratte dal libro «Naturalmente goloso» (Nomos edizioni), di Erin Gleeson E a Berkeley arriva la «tassa sullo zucchero» Da un referendum sì al sovraprezzo sulle bevande dolci: «Fanno male. È la nuova guerra al tabacco» U na «tassa sullo zucchero» che impone costi aggiuntivi sul prezzo delle bevande dolci: bibite gassate, ma anche alcuni succhi di frutta e bevande confezionate, come quelle al caffè o ad altri gusti. Il fronte «salutista» della cittadina americana di Berkeley, in California, ha appena vinto: gli elettori si sono espressi votando «Sì» a un aumento di un centesimo di dollaro su ogni 0,02 litri di bevande dolci. A San Francisco, invece, il referendum ha detto no. A Berkeley, dunque, una Coca Cola costerà ora circa 2,50 dollari rispetto ai 2,11 dollari di prima. E il denaro accumulato grazie all’aumento di prezzo andrà a costituire un fondo per una campagna di promozione destinata ai bambini e ai più giovani, «per un’alimentazione corretta e la pratica di attività fisica a prezzi contenuti». Così è scritto nel testo della legge. Il passo successivo, dicono gli attivisti, sarà equiparare lo zucchero al tabacco. Joshua Daniels ha lavorato per tre anni come volontario alla campagna per il «Sì» con l’associazione «Berkeley vs Big Soda». Ora Daniels spiega alla Cucina del Corriere: «Le persone sanno quello che comprano La campagna In California le bevande dolci verranno tassate: con il ricavato lo Stato pagherà una campagna sull’alimentazione corretta (Foto Stockfood) e si pongono delle domande». Il consumo di bibite caloriche, in America, è associato alle fasce sociali dal reddito basso. Lo zucchero è diventato il male nella dieta degli americani. Le campagne per la salute lo paragonano addirittura a sostanze nocive come tabacco, nicotina e alcol. La «sugar tax», insomma, è diventata in poco tempo una guerra di denaro e di classi sociali. L’ex sindaco di New York Michael Bloomberg aveva tentato una battaglia simile nella Grande Mela, ma senza riuscirci. La maggior critica alla «soda tax», a San Francisco, è arriva- ta, invece, da chi difende le comunità cittadine a più basso reddito: «Quale sarà il prossimo passo? Tassare la pizza e le ciambelle? A San Francisco, per fortuna, ha vinto il buon senso. Questa è una tassa che piace soprattutto ai più ricchi». Intanto, in un accordo con la fondazione Clinton, le grandi Un centesimo La decisione: aumentare il prezzo di un centesimo ogni 0,02 litri industrie Pepsi, Coca Cola e Dr Pepper si impegneranno a ridurre di un poco le calorie nel contenuto delle loro bibite gassate. Una scritta sulle etichette come «Nuoce gravemente alla salute» sarà il prossimo passo. Scott Wiener, supervisore democratico di quartiere (che è stato tra i maggiori sostenitori della campagna anti-soda) ha detto: «Il referendum che c’è stato a Berkeley è solo l’inizio. Venite a vedere: questa appena cominciata è la nuova guerra al tabacco». Viviana Devoto @vivianadevoto © RIPRODUZIONE RISERVATA 36 Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera TEMPI LIBERI Sapori Il libro & amori Un libro di cucina, ma non solo. Oltre ai piatti, alle ricette, agli appunti dello chef, in questo volume c’è anche la Sicilia. I suoi prodotti, i suoi mestieri. Dai pescatori ai contadini, ritratti in bianco e nero nei gesti immutati della tradizione. Lo chef in questione, Pino A lle prese con un trasloco mi è capitato tra le mani un gustoso volumetto: «L’arte del bollito nel vicentino» con testi di Francesco Soletti, fotografie di Cristiano Bulegato e l’introduzione di Dino Secco e Vladimiro Riva. Girando le pagine mi è tornata alla mente l’esperienza del bollito dei fratelli Damini di Arzignano che non trovate negli indirizzi semplicemente perché li abbiamo citati tante volte: rimangono uno dei posti del cuore di Scorribande e ora sono pure stellati. Sostiene Riva che i vicentini preferisco lesso (alesso, perfino) a bollito ma sul termine locale ha prevalso quello nazionale. Il lesso era il piatto forte Cuttaia, due stelle Michelin con il ristorante La Madia a Licata, ha voluto raccontare lo spirito della sua terra. «Per le scale della Sicilia» (Giunti editore, 288 pagine, 35 euro) è un mosaico di ricordi, sapori, suggestioni. Con i racconti di Francesco Lauricella, le foto di Davide Dutto e la prefazione di Marco Bolasco, che con questo libro inaugura il nuovo incarico di direttore scientifico per l’area enogastronomia dell’editore Giunti. Alessandra Dal Monte © RIPRODUZIONE RISERVATA La mezzaluna del bollito L’importante è che ci sia anche la gallina della domenica, preceduto solo da una minestra in brodo con tagliatelle o con i tortellini. Quello che avanzava non veniva sprecato. La carne, in pezzetti, finiva con l’insalata e le cipolle, o fritta a fettine sottili o trovava sublimazione, tritata, con uovo, mortadella a cubetti, pane grattugiato e prezzemolo in indimenticabili polpette. Bartolomeo Scappi, comasco di nascita, veneziano d’adozione e romano di successo, fu cuoco alla mensa dei Dogi e poi chef «segreto» di papa Pio V, quello della Lega Santa e della battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571). Nella sua «Opera» del 1570 testimonia l’introduzione di un nuovo tipo di carne, diversa dalla selvaggina ossessio- ne del Medioevo. Si parla di carni bollite tra cui il «petto di vitella ripieno alessato, servito con petrosemolo sopra» che ricorda l’odierna punta ripiena e le «teste di vitella alessate, servite con melangole in bocca». Abbondante è il pollame che entra a far parte di questa ricetta e ancora ne costituisce l’essenza in Veneto. Nella «mezzaluna del bollito», come viene definita la macroregione che abbraccia Piemonte, Lombardia, Veneto con l’Emilia-Romagna a disegnarne la punta esterna, il bollito misto diventa consuetudine per il forte allevamento bovino. All’interno della mezzaluna ciascuno ha le sue convinzioni che vanno dalla regola pie- ILLUSTRAZIONE DI MICHELE TRANQUILLINI di Roberto Perrone Ricette, sapori e mestieri: la Sicilia di Pino Cuttaia montese del sette (sette tagli, sette ammennicoli, sette bagnetti e sette contorni: così voleva Vittorio Emanuele II), alla predilezione lombarda per lo scamone, alla presenza in Emilia-Romagna di zampone e cappello del prete. Ma qui siamo in Veneto e nel bollito misto sale l’importanza dei volatili a partire dalla gallina, quella padovana dal gran ciuffo la cui presenza sulle tavole viene documentata fin dal Cinquecento dall’Aldovrandi, per passare a oca, faraona, anatra. E naturalmente cambiano anche le salse, a cominciare dalla mostarda che, nella Repubblica di San Marco, si ricava dalla mela cotogna importata dai mercanti della Serenissima La nostra scelta ● 1) Ristorante alla Corte Contrà Corte, 54 Bassano del Grappa (Vi) Tel. 0424-502114 ● 2) Ristorante al Ponte Via Giovanni Volpato, 60 Bassano del Grappa (Vi) Tel. 0424-219274 ● 3) Antica Osteria al Castello Via Castello, 23 Sorio di Gambellara (Vi) Tel. 0444-444085 ● 4) Ristorante da Beppino (nella foto lo chef Claudio Ballardin) Località Ceresara, 1 Schio (Vi) Tel. 0445-670139 ● 5) Trattoria De Gobbi dal 1850 Via Olmo, 52 Creazzo (Vi) Tel. 0444-520509 ● 6) La Locanda di Piero Via Roma, 34 Montecchio Precalcino (Vi) Tel. 0445-864827 ● 7) La Rosina Contrà Marchetti, 4 Marostica (Vi) Tel. 0424-470360 ● 8 ) Ristorante l’Altro Penacio Via Tavernelle, 3 Altavilla Vicentina (Vi) Tel. 0444-371391 ● 9) Trattoria Leoncino Via Tavernelle, 72 Altavilla Vicentina Tel. 0444-572032 dal Medio Oriente. E poi il cren, nato dalla piccante relazione tra aceto e radice grattugiata del rafano. In provincia di Verona c’è la pearà, antica ma sempre amata salsa a basa di pangrattato, midollo, formaggio grattugiato e pepe. Storia, tradizione, aneddoti, come quello che riguarda lo stilista Pierre Cardin, al secolo Pietro Cardin da Sant’Andrea di Barbarana (Treviso) che, di passaggio ad Arzignano, di fronte alla tavola imbandita per lui dove dalle zuppiere salivano i profumi dei tortellini di Valeggio e del bollito misto con cren e radicchi, esclamò, commosso: «Questo la facevano anche a casa mia quand’ero piccolo». E allora eccoci alle ricette interpretate in modo creativo o classico: minestra di marroni in brodo di capponi (Al Castello); bigoli al sugo d’anatra (La Rosina); terrina di manzo al Porto con zenzerata di zucca e scalogno all’agro (La Locanda di Piero); il bollito misto alla vicentina (Trattoria Leoncino); il bollito «povero» con mostarda (L’Altro Penacio); il magro di testina con sublime d’asparagi (Al Ponte); il cappon in canevéra (Molin Vecio); il bollito misto «De Gobbi» (De Gobbi); il cotechino in crosta di pane al finocchio con purè di patate (Alla Corte). C’è chi osa anche un bianco secco (da uve Chardonnay o Sauvignon come suggeriva Veronelli), ma sul bollito vicentino si va sul sicuro con un Tai Rosso dei colli Berici o un Pinot Nero di Breganze. Alleluia. ● 10) Trattoria Molin Vecio Via Giaroni, 116 Caldogno (Vi) Tel. 0444-585168 © RIPRODUZIONE RISERVATA La ricetta Bondiola con crauti Il bollito affettato INGREDIENTI PER 4 PERSONE: 1 bondiola con la lingua (insaccato con la lingua al centro); 300 g di crauti precotti; 1 cipolla; poco brodo vegetale; qualche fettina di mela; 3 chiodi di garofano; olio extravergine d’oliva; sale. PREPARAZIONE: ponete la bondiola in una pentola con abbondante acqua fredda e lasciatela cuocere a fuoco basso senza coperchio, sobbollendo per circa 3 ore. Per verificarne la cottura vi consigliamo di non forarla, bensì di esercitare una certa pressione con le dita sulla sua superficie: sarà cotta quando risulterà morbida. Affettate la cipolla e fatela appassire in un tegame con l’olio, unitevi i crauti, bagnateli con brodo vegetale e aggiungetevi qualche fettina di mela sbucciata e i chiodi di garofano. Lasciate cuocere per circa 20 minuti. Quando la bondiola sarà cotta, scolatela e lasciatela intiepidire, quindi affettatela e servitela con i crauti. di Claudio Ballardin Ristorante da Beppino, Schio Corriere della Sera Venerdì 14 Novembre 2014 «Cioccoshow» Sapori Tavolette e praline in centro a Bologna Ospite Ernst Knam & amori A Brescia Hamburger, il «mago» svela i suoi trucchi TEMPI LIBERI Per cinque giorni il cuore di Bologna è goloso come il ripieno di certe praline al cioccolato. Sotto le Due Torri è tornato il Cioccoshow, manifestazione dedicata al cioccolato artigianale (in corso ora fino al 16 novembre). L’edizione di quest’anno è «xl». A farla lievitare gli spazi sempre più numerosi dedicati all’amato cioccolato. Oltre a punti vendita e degustazione, sono organizzati anche corsi e mostre. Per l’occasione Ernst Knam, maestro pasticcere tedesco e volto televisivo di «Il re del 37 cioccolato» e «Bake Off Italy», condurrà showcooking in piazza Re Enzo. Oggi Knam insegnerà a creare cioccolatini con infusione a freddo e otto differenti crostate al cioccolato. Sabato si occuperà del rapporto tra cioccolato e spezie rare. Sempre sabato Bologna vivrà la sua «Ciocconight», dalle 20 alle 24, con musica e balli tradizionali dei paesi produttori di cioccolato. Francesca Blesio © RIPRODUZIONE RISERVATA Matera, riaprono le grotte del vino Nuove cantine nella città dei Sassi che sarà capitale europea della cultura nel 2019 Il libro di Luciano Ferraro di Chiara Maffioletti en cotto. Sono le due parole da evitare con ogni forza quando si ordina un hamburger a chi se ne intende. Michele Bontempi, per esempio. Questo chef di nemmeno 30 anni (ne ha 29) è il protagonista di una vicenda curiosa. Da qualche tempo c’è chi organizza gite fuori porta solo per provare il suo hamburger, già definito il migliore d’Italia. Dove si trova? A San Felice del Benaco, grazioso ma molto piccolo comune sul lago di Garda, in provincia di Brescia, diventato meta di questo turismo gourmet per via del ristorante di Bontempi, La Dispensa. Si mangia bene e di tutto, ma è all’hamburger che ha studiato con metodo per almeno tre anni che deve il successo. Lui sorride: «Per fortuna non ho dato retta a chi mi diceva di non farlo. Oggi mi capita anche di non poter accontentare tutte le richieste perché finisco la carne. Quando succede mi sento male». Per fare questo piatto ci sono regole semplici ma ferree. La più importante per lo chef è, appunto, la cottura: «L’hamburger deve essere tenero, scuro fuori e rosso dentro. Spesso chi lo chiede molto cotto è perché non sopporta il sangue nel piatto, ma la giusta cottura prevede che la carne dentro sia “rosa” senza che perda nemmeno una goccia di sangue». Fondamentale è poi la scelta della materia prima: «Il fatto che si tratti di una polpetta non deve indurre a usare carni meno pregiate. La scelgo frollata minimo 28 giorni e ci aggiungo del guanciale». Anche il peso della polpetta è scientifico: «205 grammi. Deve sbordare dal pane, che facciamo in casa e su cui mettiamo semi di girasole o di chia». Anche il decoro delle salse è calibrato, poi pentola rovente e due minuti di cottura per lato. Il formaggio è il Cheddar westcombe che però va sciolto in una salsa con un ingrediente segreto: «Ci ho messo troppo per trovarlo per svelarlo». E poi pomodoro, lattuga romana, e cipolle di tropea. Suggerimento finale: «Una volta fatto il panino è meglio metterlo un minuto nel forno già caldo». B © RIPRODUZIONE RISERVATA S ui Sassi di Matera si spargono le note di Miles Davis. Vengono dalla Casa Cava, un ventre sotterraneo color ocra, ex cantina, ex discarica, ora centro culturale. È domenica, nella grotta-teatro, si ascolta la tromba di «Kind of blue», rivoluzionario album del 1959. In quegli anni Matera stava liberandosi dalla «condizione preumana» come la chiamò Carlo Levi in «Cristo si è fermato a Eboli». Nelle grotte vivevano assieme persone e animali. Le cantine erano cavità nella terra, l’uva veniva portata dai muli tra l’«incanto animalesco». Erano cento, una resiste, nel Sasso Caveoso: è di Rosa, un tempo camionista, ora viticultrice. Il vino ha accompagnato la storia di Matera: quello nei fiaschi che ancora adorna la Casa Grotta di vico Solitario (aperta al pubblico) e quello che viaggiava su furgoncini per rifornire i bar dei Sassi negli anni 50, come si vede nella mostra «Radici e Percorsi» all’ex ospedale San Rocco, grazie al fotografo Gianni Berengo Gardin. Italo Calvino raccontò quei vini mielati che arrivano da Matera allo studio romano di Carlo Levi, «tesori di lontani regni», «come una vertigine d’un mondo diverso che ruota nel suo tempo diverso». Ora questo senso di estraneità è svanito. Accanto alle 150 chiese rupestri con culti e affreschi sovrapposti, ci sono 130 nuovi ristoranti. Ed altri apriranno da oggi al 2019, quando Matera salirà sul trono appena conquistato di capitale della cultura europea. I vicoli un tempo fangosi risplendono, le grotte ospitano enoteche, trattorie con ottime bottiglie (come quella «Del Caveoso»), B&B sapientemente restaurati («Alle Malve»), hotel lussuosi («Casa di Lucio»). Su tutte le facciate di calcarenite delle case sventola la bandiera con il nuovo logo della città. Una scritta riassume la metamorfosi: «Matera da vergogna nazionale a capitale della cultura». Il vino è parte del cambiamento. Matera ha dal 2005 una propria doc. Nuove aziende crescono, come Parco dei Monaci, di Rosa Padula e Matteo Trabocca. Si trova all’ombra della gravina materana, nei terreni dei monaci che coltivano la vite nel ‘700: il suo Primitivo Monacello compete con i migliori della Puglia. Pasquale Lunati ha rinnovato l’azienda Taverna, a Nova Siri, pochi anni fa. E i risultati si notano nel bicchiere, ad esempio nel Moro I Sassi, Primitivo con Cabernet Sauvignon e Merlot. Ai nuovi vini si affianca il recu- Al centro Un’immagine di Matera: la città della Basilicata da quest’anno al 2019 sarà capitale della cultura europea pero di vitigni con anche 140 anni di storia, come quelli salvati dal Consorzio Terre dall’Alta Val d’Agri: Giosana, Aglianico bianco, Uva antica, Vujanese, Arvino ed altri. I test di microvinificazione sono stati presentati la settimana scorsa: «Entusiasmanti — racconta il presidente Francesco Pisa- ni —. Abbiamo piantato un vigneto sperimentale e abbiamo dimostrato che qui non esiste solo l’Aglianico». Quella rivoluzione contadina invocata da Levi (con il popolo raffigurato nel suo dipinto «Lucania ‘61», di 18 metri, esposto a Palazzo Lanfranchi), si è avverata in un modo che lo scrittore non riuscì a profetizzare: i contadini «immobili nella Preistoria» fino a mezzo secolo fa, ora hanno trovato riscatto con turismo, cibo e vino, senza perdere le loro radici, nel Sud ancora «stregonesco e magico» come il jazz di Miles Davis. © RIPRODUZIONE RISERVATA La guida «Vignaioli e Vini d’Italia 2015» è in edicola con il «Corriere della Sera» a 12,90 euro (nella versione ebook a 7,99 euro nei principali store online). Contiene le storie, le immagini e i vini di 200 produttori, l’eccellenza italiana. I piccoli artigiani del vino naturale e i grandi produttori delle famiglie storiche del vino italiano 38 Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 14 Novembre 2014 TEMPI LIBERI Il progetto Tecnologie Torna la macchina per scrivere In versione hi-tech raccontate 48% 2015 2008 2014 +32% L’incremento di giocatrici con più di 50 anni tra 2012 e il 2013 2012 2010 1996 2006 Donne > 18 anni Uomini < 18 anni 36% 18% SESSO DEI GIOCATORI 50% 50% Donne Uomini 2007 1998 1996 52% Uomini Donne 2012 Scrivere senza distrazioni. All’inizio il Web era la manna per scrittori, giornalisti e grafomani vari grazie all’accesso immediato a qualunque tipo di informazione. Ora il nuovo sogno di chi cerca di mettere una parola dietro l’altra è di poterlo fare senza distrazioni continue: email, Facebook, Twitter e messaggi «push» vari. Il desiderio di fare un passo tecnologico indietro è alla base di Hemingwrite, quella che si potrebbe definire una macchina per CHI ACQUISTA I GIOCHI 1998 1996 1994 1991 1986 Samus Aran Metroid Cammy Street Fighter Lara Croft Jill Valentine Tomb Raider Resident Evil EVOLUZIONE DI ALCUNI PERSONAGGI FEMMINILI DEI VIDEOGIOCHI 39 scrivere hi-tech. Oppure un «Kindle per la scrittura». Così come gli ebook reader non fanno altro che proiettare il libro nel digitale, la macchina in arrivo nei prossimi mesi ha la sola funzione di scrivere su un display e-ink. Senza proporre altre distrazioni, ma senza dover rinunciare alle comodità della tecnologia. Come una memoria interna da un milione di pagine e la possibilità di salvare il proprio lavoro sul cloud. Per informazioni: hemingwrite.com. I GIOCHI PIÙ UTILIZZATI DALLE DONNE Max Payne Madden NFl Assassin’s Creed Halo Call of Duty World of Warcraft Grand Theft Auto League of Legends Lego Zelda Pokemon Sim City Super Mario Bros. Dance Central Wii Sports The Sims Candy Crush Just Dance 20% 40% 60% 80% 100% Donne Uomini 1988 Meryl Princess Zelda Silverburgh The Legend Metal Gear of Zelda Solid Acquista un videogioco in base 48% alla qualità della grafica e della narrazione Acquista un videogioco in base al prezzo 21% Corriere della Sera / Mirco Tangherlini Videogame, piccole giocatrici crescono S aranno almeno in duecento. Tutti tra i 12 e i 16 anni, rigorosamente in fila, esagitati, eccitati. Lo sfondo è quello della Games Week di Milano per l’anteprima dell’ultimo Call of Duty, titolo in testa alla classifiche dei videogame più venduti. In mezzo all’orda ci sono Chiara e Fabiola. Sono le uniche ragazze. Mosche bianche in un mondo fatto di nerd maschi. «Anche a noi piace giocare», mormorano timide. Donne e videogiochi, per anni il binomio non ha funzionato. Quelle che possedevano il Game Boy o il pc erano davvero poche. «Ma le cose stanno cambiando», avvertono gli addetti ai lavori. Davanti e dietro lo schermo. Si inizia dai dati, pubblicati quest’estate dall’Entertainment Software Association. Se in Italia la rivoluzione è appena iniziata, negli Usa le Aumenta il numero e sale l’età delle donne che amano le sfide alla console Da casa nostra si torna Oltreoceano dove, da mesi, sta tenendo banco un dibattito che ricade sotto il nome di Gamer Gate. Da un lato, uno scandalo che vede alcune produttrici accusate di avere avuto rapporti sessuali con i giornalisti in cambio di recensioni positive. Ma dall’altro anche episodi di vero e proprio sessismo. Prima Zoe Quinn, autrice indie di videogiochi, poi Anita Sarkeesian, studiosa del settore, hanno subito attacchi pesantissimi. Anita è stata bombardata Game in Italy Su Corriere.it la video inchiesta e interviste alle protagoniste con 35.188 tweet aggressivi e stessa sorte è toccata alla sviluppatrice Brianna Wu che ha dovuto addirittura trasferirsi in una località segreta. «P...e femministe», le hanno chiamate. Difficile infatti togliere al mondo dei videogame quella patina tipica della cultura nerd che vuole le donne fuori dalla stanza dei bottoni e semplici oggetto di arredamento. Non è un caso nemmeno che le protagoniste dei titoli più commerciali, da Lara Croft in poi, siano tutte bambole dai seni enormi poco funzionali alla trama. Questa rappresentazione, come spiega Jesse Fox dell’Ohio State University, influenza negativamente la percezione delle donne, sia online che offline. Attenzione, però «non tutti i titoli sono uguali», avverte Claudia Molinari di We are Muesli, realtà italiana di videogame indie. «Si può lavorare a giochi Rivoluzione / 1 In base agli ultimi dati in America il 48% dei video giocatori è di sesso femminile Rivoluzione / 2 In crescita anche il numero delle donne che sceglie di diventare produttrice donne rappresentano già il 48 per cento delle giocatrici. Ed è cresciuta anche l’età media delle signore over 50 che decidono di mettersi alla console. Oltre i numeri c’è dell’altro. Trattasi di chi i videogame li progetta, li disegna e li programma. Qui le donne sono ancora solo l’11 per cento. «Ed è un peccato, perché chi sceglie questa carriera non rimane sicuramente disoccupato e guadagna bene (negli Usa lo stipendio medio è di 72 mila dollari, ndr)», sottolinea Laura Ripamonti, docente di informatica all’Università di Milano. A tenere lontane le ragazze sono sempre i soliti stereotipi di genere, dall’influenza dei giochi fino al preconcetto che i videogame sono «roba da maschi». Racconta Elisa Di Lorenzo, 30 anni, di Foofa Studios: «Mio padre ha comprato il Commodore 64 quando ero molto piccola. Ed è forse grazie a lui che ho scelto di diventare programmatrice». meno basati sull’abilità e più sul ragionamento», spiega. Se infatti il Pew Reaserch Center conferma che il 44 per cento delle giocatrici ha ricevuto molestie e minacce in rete (una delle parole più comuni nella chat rivolte alle donne è «rape», stupro), a volte, basta fare attenzione alla trama dei giochi, per placare il maschilismo dei nerd. «Anche in titoli considerati tradizionalmente più adatti a un pubblico di uomini, come Assassin’s Creed, stanno comparendo donne con ruoli importanti», racconta Cristina Nava, produttore associato di Ubisoft. Perché l’obiettivo è chiaro a tutti: per vendere i produttori non possono più permettersi di parlare solo a un pubblico di adolescenti maschi. E devono smetterla di pensare che le ragazze giochino solo a Candy Crush su Facebook. Marta Serafini @martaserafini © RIPRODUZIONE RISERVATA Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera 40 FIDEURAM ASSET MANAGEMENT (IRELAND) LIMITED (la “Società”) George’s Court 54-62, Townsend Street DUBLINO 2, IRLANDA SOCIETA DI GESTIONE del Fondo Comune d’Investimento di diritto lussemburghese a comparti multipli FONDITALIA AVVISO AGLI INVESTITORI Si informano gli investitori che FONDITALIA non emette più certificati al portatore. Eventuali detentori di certificati al portatore di FONDITALIA GLOBAL sono invitati pertanto a consegnare i certificati in loro possesso per l’annullamento degli stessi e l’iscrizione nel registro dei partecipanti al Fondo, presso gli uffici dell’Agente per i trasferimenti, in 9-11 rue Goethe, L-1637 Lussemburgo o presso la sede di Banca Fideuram S.p.A. in Piazzale Giulio Douhet 31 Roma dal 17 novembre 2014 al 18 febbraio 2015. I possessori di certificati al portatore che non avranno presentato i titoli entro il termine stabilito manterranno i propri diritti, in qualità di detentori di quote del comparto, per un periodo di tempo limitato, come di seguito indicato. Il 6 novembre 2014 infatti, la Società, per conto di FONDITALIA, ha nominato Fideuram Bank (Luxembourg) S.A., con sede legale 9-11 rue Goethe, L-1637 Lussemburgo, depositaria dei certificati al portatore (la “Depositaria”) ai sensi della Legge lussemburghese del 28 luglio 2014 (la “Nuova Legge”) sull’immobilizzazione di azioni e quote al portatore e la tenuta di un registro di azioni nominative e di un registro di azioni al portatore, che modifica 1) la Legge del 1915 e 2) la Legge del 5 agosto 2005 sui contratti di garanzia finanziaria, quale pubblicata nel “Mémorial A” il 14 agosto 2014 con decorrenza 18 agosto 2014 (la “Data di Decorrenza”). Pertanto, si informano i possessori che non provvedessero alla conversione dei certificati al portatore in quote nominative nei termini sopra indicati, che ai sensi della Nuova Legge: • devono depositare i certificati presso la Depositaria entro diciotto mesi dalla Data di Decorrenza, quindi entro il 18 febbraio 2016; • i diritti di voto delle quote corrispondenti ai certificati al portatore che non fossero stati depositati entro un periodo di sei mesi dalla Data di Decorrenza (entro il 18 febbraio 2015) saranno sospesi fino all’avvenuta immobilizzazione; • le quote corrispondenti ai certificati al portatore non depositati entro il 18 febbraio 2016 saranno automaticamente annullate. Il relativo controvalore sarà depositato presso la “Caisse de Consignation” e gli aventi diritto dovranno rivalersi presso di essa esibendo valide prove di proprietà nei tempi e secondo le modalità previste dalla normativa lussemburghese. Lussemburgo, 14 novembre 2014 La Società di Gestione La Banca Depositaria Tribunale di Milano decreto 79/2014 del 03.10.2014 dichiara aperta procedura di concordato preventivo Società Area Edile Srl in liquidazione - Milano C.so Buenos Aires 43, nomina G.D. dott.ssa Savignano e Commissario Giudiziale Dott. Rosario Gennaro - Milano - via Besana 7Adunanza Creditori fissata il 02 febbraio 2015 ore 12.30 - Ulteriori informazioni Cancelleria Fallimenti Tribunale di Milano - sul sito internet www.tribunale.milano.it e presso il Commissario Giudiziale tel. 02.63471958 - si indica la pec della procedura cr79.2014milano@pecfallimenti.it. AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE PALERMO AVVISO ESITO DI GARA Si comunica che, con deliberazione n. 239 del 09.10.2014, questa Azienda ha aggiudicato definitivamente la procedura per la fornitura di presidi specialistici per odontoiatria suddivisa in 25 lotti per un periodo pari a tre anni. L’importo complessivo di aggiudicazione ammonta ad € 169.926,96 oltre I.V.A. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito internet: www.asppalermo.org. Il Direttore Generale Dr. Antonino Candela Il Direttore del Dipartimento Provveditorato e Tecnico Avv.to Fabio Damiani C.P. 104/2014 ARTI GRAFICHE AMILCARE PIZZI SPA in liquidazione vende lotto di 1.470 tonnellate di carta in bobina e fogli. 1) Prezzo base 0,34 Euro/Kg 2) Pagamento per il 25% all’aggiudicazione e per il 75% a 60 gg f.m. data fattura 3) Costi di trasporto a carico dell’acquirente. L’asta si svolgerà il giorno lunedì 01/12/2014 alle ore 10,00 presso lo stabilimento della Società in Cinisello Balsamo (Mi), Via Amilcare Pizzi 14. E’ a disposizione degli interessati una perizia asseverata dei beni oggetto dell’offerta. Per informazioni rivolgersi a franco.savarola@amilcarepizzi.it o studiobianchiezio@virgilio.it CITTA’ DI SAN GIORGIO A CREMANO (NA) Settore Avvocatura - Servizio Gare e Contratti BANDO DI GARA Fornitura attrezzature per la raccolta differenziata CIG 59512116AC Ente Appaltante: Città di San Giorgio a Cremano (NA) - Piazza Vittorio Emanuele II, 10 - tel. 081/5654571 fax 081/5654579; RUP Dott. Elisabetta Diafano tel. 081/5654337 fax 081/5654374. Procedura di gara:aperta con aggiudicazione al prezzo più basso, art. 82 co. 2 lett. a) D. Lvo 163/2006. Importo a base d’asta: € 388.260,66 oltre IVA. POR Campania 2007/2013. Durata appalto: gg. 60 (sessanta). Termine ricezione offerte: ore 12,00 del 30/12/2014. Gara ore 10,00 del 7/1/2015. Bando integrale e atti di gara disponibili in www.e-cremano.it. Il Dirigente Settore Ambiente e Patrimonio Firm. Dott. Giovanni Vitale Il Dirigente Settore Avvocatura Avv. Lucia Cicatiello INVITO ALLA PRESENTAZIONE DI OFFERTE MIGLIORATIVE PER L’ACQUISTO DEL SUB-COMPLESSO “LIONI GROTTAMINARDA” (RAMO INFRAV E RAMO INFRASUD) di IMPRESA S.p.A. IN AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA E SAF S.r.l. IN AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA EX D.L. 347/03 La sottoscritta Prof.ssa Daniela Saitta, in qualità di Commissario Straordinario di Impresa S.p.A. in A.S. (“Impresa”) e SAF S.r.l. in A.S. (“SAF”), entrambe aventi sede legale in Roma, Via Catania 9 premesso di avere ricevuto in data 9 settembre 2014, nel corso della gara bandita per la cessione del complesso industriale facente capo ad Impresa e SAF, offerta irrevocabile di acquisto del sub-complesso “Lioni Grottaminarda” (Ramo INFRAV e Ramo INFRASUD), che prevede: - corrispettivo di € 15.000.000 (di cui € 7.300.000 per il Ramo INFRAV ed € 7.700.000 per il Ramo INFRASUD), garantito da fidejussione bancaria a prima richiesta “ogni eccezione rimossa”, rilasciata da primario istituto bancario in favore di Impresa e SAF con validità di 180 giorni dalla presentazione dell’offerta; - impegno a proseguire l’attività produttiva ed a mantenere per almeno un biennio i livelli occupazionali, assorbendo personale diretto e indiretto in numero non inferiore a complessive 45 unità (almeno n. 18 per il Ramo INFRAV e n. 20 per il Ramo INFRASUD), di cui almeno n. 20 contestualmente alla cessione ed i rimanenti nei successivi dodici mesi; - impegno, qualora sussistano le necessarie condizioni e successivamente all’avvio della commessa INFRASUD, a prelevare dal bacino di utenza di Impresa S.p.A. non meno di n. 120 unità. Tanto premesso, in forza di autorizzazione rilasciata dal Ministero dello Sviluppo Economico in data 6 novembre 2014 invita tutti i soggetti interessati, in possesso dei requisiti di legge prescritti ai fini dell’esecuzione dei lavori afferenti al sub-complesso, a presentare offerta migliorativa (“Offerta Migliorativa”) per l’acquisto dei Rami INFRAV e INFRASUD del sub-complesso “Lioni Grottaminarda”. L’Offerta Migliorativa, a pena di inammissibilità, dovrà pervenire presso il Notaio Roberta Mori con studio in Roma, Viale Liegi, 52 (00198), entro le ore 13,00 (ora italiana) del 5 dicembre 2014, in un plico chiuso (da inviarsi a mezzo raccomandata A.R. e/o corriere) recante il riferimento “Offerta Migliorativa per l’acquisto del sub-complesso Lioni Grottaminarda (Ramo INFRAV e Ramo INFRASUD) di Impresa S.p.A. in amministrazione straordinaria e SAF S.r.l. in amministrazione straordinaria”. Tutti i soggetti interessati dovranno richiedere al Commissario Straordinario il Disciplinare di gara, il testo della fideiussione bancaria, nonché tutta la documentazione necessaria ai fini della valida formulazione dell’Offerta Migliorativa. Il presente annuncio non costituisce invito ad offrire né un’offerta al pubblico ex art. 1336 c.c. né una sollecitazione del pubblico risparmio ex artt. 94 e ss. del D.Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58. Tutte le comunicazioni relative al presente invito, escluso l’invio dell’offerta irrevocabile, dovranno essere indirizzate come segue: Prof.ssa Daniela Saitta - Commissario Straordinario di Impresa S.p.A. in A.S. e SAF S.r.l. in A.S. Via Ugo de Carolis 100 - 00136 - Roma, mail: d.saitta@pec.it Il Commissario Straordinario di Impresa S.p.A. in A.S. e SAF S.r.l. in A.S. Prof.ssa Daniela Saitta Istituto Universitario Europeo Servizio Patrimonio e Logistica Via Bolognese 156, 50133 Firenze Tel. 055/4685384 - Fax 055/4685344 AVVISO DI GARA Oggetto: gara d’appalto per l’affidamento dei servizi assicurativi per l’Istituto Universitario Europeo. Criterio di aggiudicazione: prezzo più basso. Durata appalto: 36 mesi con decorrenza dal 01/01/2015 al 31/12/2017. Invio domande: entro e non oltre le ore 12.00 del 25/11/2014 all’indirizzo inforefs@eui.eu. Copia integrale della lettera di invito, del capitolato d’appalto e di tutti i relativi allegati è reperibile sul sito internet dell’Istituto Universitario Europeo: http://www.eui.eu/About/Tenders/Index.aspx. FONDAZIONE IDIS CITTA’ DELLA SCIENZA Napoli - via Coroglio, 57 AVVISO CONCORSO DI PROGETTAZIONE La Fondazione Idis-Città della Scienza ha indetto, con il supporto e il sostegno della Fondazione Architetti e Ingegneri liberi professionisti iscritti INARCASSA, una procedura aperta per un concorso di progettazione in due fasi con preselezione per la ricostruzione del SCIENCE CENTRE DI CITTA’ DELLA SCIENZA Importo complessivo spettante al vincitore per le progettazioni preliminare e definitiva: € 991.720,00. Presentazione degli elaborati relativi alla prima fase: entro le ore 13.00 del giorno 20.01.2015. Apertura dei plichi alle ore 10.00 del giorno 21.01.2015 presso la sede di Fondazione Idis - CITTA’ DELLA SCIENZA La procedura di concorso avverrà nel rispetto dell’art. 109, comma 1, del D.Lgs. 163/2006 e smi. Il bando di gara è stato pubblicato in data 12/11/2014 sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea e sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. Il Disciplinare integrale del Concorso e gli allegati tecnici e amministrativi potranno essere visionati, gratuitamente, sul sito della Fondazione Architetti e Ingegneri iscritti INARCASSA: www.fondazionearching.it Napoli, lì 14/11/2014 IL PRESIDENTE Prof. G. Vittorio Silvestrini SAVE S.P.A. INTERFUND SICAV Società d’Investimento a Capitale Variabile Multicomparto SEDE LEGALE: 9-11 rue Goethe, L-1637 Lussemburgo Numero di iscrizione al Registro delle Imprese di Lussemburgo: B 8074 (la “Società”) ESTRATTO AVVISO DI AGGIUDICAZIONE (D.Lgs. n. 163/2006) La società SAVE S.p.A. con sede in Viale Galileo Galilei, 30/1, Tessera Venezia, rende noto l’esito della seguente gara: Appalto di lavori di riorganizzazione lato nord ovest dei piazzali di sosta aeromobili presso l’Aeroporto Marco Polo di Tessera Venezia. CIG 530268279C. C.d.P. 4.06. Importo di aggiudicazione € 7.142.994,50 IVA esclusa. Criteri di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa. Numero di offerte ricevute: 5. Appalto aggiudicato in data 07.03.2014 all’A.T.I. E.MA.PRI.CE S.p.A., con sede legale in via Strade Nuove, 3 31054 Possagno (TV), nella sua qualità di capogruppo e Impresa Bacchi S.r.l., P.I. 2000 S.r.l. e Optech S.r.l. mandanti. L’Amministratore Delegato Paolo Simioni AVVISO APPALTO AGGIUDICATO La società SAVE S.p.A., Viale Galileo Galilei, 30/1, Tessera Venezia, in nome e per conto proprio e delle proprie società partecipate Aer Tre S.p.A., Aeroporto Civile di Padova S.p.A. in liquidazione, Nicelli S.p.A., SAVE Engineering S.r.l., Triveneto Sicurezza S.r.l., Marco Polo Park S.r.l., N-AITEC S.r.l. rende noto l’esito della seguente gara: Servizi di copertura assicurativa ripartiti in n. 5 lotti. Criterio di aggiudicazione: Offerta economicamente più vantaggiosa. Appalto aggiudicato in data 28.10.2014. Aggiudicatario per il lotto 1) Polizza Assicurativa di Responsabilità Civile del Gestore Aeroportuale - CIG 5814837B48 società Allianz Global Corporate & Specialty SE con sede a Milano Corso Italia 33; Aggiudicatario per i lotti 2) Polizza Assicurativa di Responsabilità Civile verso prestatori d’opera - CIG 5814861F15, 3) Polizza Assicurativa di Responsabilità Civile Inquinamento - CIG 5814875AA4, 4) Polizza Assicurativa All Risks Property - CIG 58148863BA e 5) Polizza Assicurativa Terrorismo - CIG 5814897CCB società Generali Italia S.p.A. Via Marocchesa, 14 Treviso. L’Amministratore Delegato Dr.ssa Monica Scarpa I.S.I.S. “Giovanni Falcone” COMUNE DI PALERMO Pozzuoli (NA) BANDO DI GARA - CIG 6001273724 E’ indetta procedura di gara per lavori di adeguamento e riqualificazione della struttura scolastica dell’istituto agrario con sede in Licola di Pozzuoli (NA) alla Via Domitiana, 150 - afferente all’I.S.I.S. “Giovanni Falcone” connessi al P.O.N. FESR 2007-2013 Asse II - Obiettivo C Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa - procedura aperta ai sensi del D.Lgs 163/2006 e del DPR 207/2010 e s.m.i.. Importo totale € 551.043,00 - Cat. OG1. Termine recezione offerte: 12/12/2014 ore 12.00 Apertura: 18/12/2014 ore 9.30 - Bando, disciplinare ed allegati sono disponibili su www.istitutofalcone.gov.it. Il R.U.P. - D.S. dott. Antonio Curzio UFFICIO CONTRATTI ED APPROVVIGIONAMENTI AVVISO DI GARA Il 12.12.2014 si celebrerà la gara relativa al servizio di copertura biennale RCA e ARD automezzi di proprietà del Comune di Palermo in forza all’Autoparco comunale ed all’autoparco della Polizia Municipale per il periodo 31/12/2014-31/12/2016 - C.I.G. 5980083899 - Importo a b.a. € 990.000,00# IVA ESENTE. Informazioni: www.comune.palermo.it e albo pretorio. Invio alla G.U.C.E. 27.10.2014. IL DIRIGENTE DELL’UFFICIO (Dott. Salvatore Incrapera) SAVE S.p.A. Ministero dell’Interno Dipartimento della Pubblica Sicurezza Direzione Centrale dei Servizi Tecnico Logistici e della Gestione Patrimoniale Ufficio Attività Contrattuale per l’Informatica, gli Impianti Tecnici e le Telecomunicazioni AVVISO DI GARA Si informa che il Ministero dell’Interno - Dipartimento della Pubblica Sicurezza - Direzione Centrale dei Servizi Tecnico Logistici e della Gestione Patrimoniale - Ufficio Attività Contrattuale per l’Informatica, gli Impianti Tecnici e le Telecomunicazioni - ha indetto una gara d’appalto, ai sensi del D.Lgs. 163/06, con procedura ristretta (art. 54 e 55 punto 6) e accelerata (art. 70, punto 11, lettere a-b), per la fornitura di un applicativo informatico per la gestione degli Uffici Sanitari della Polizia di Stato con connesse apparecchiature “hardware” e relativi servizi professionali denominato “GUS-N”. Le Ditte in possesso dei requisiti previsti dal bando di gara dovranno far pervenire, all’Ufficio sopraindicato, le domande di partecipazione, complete dei documenti richiesti, entro le ore 13.00 del giorno 19/11/2014. Il bando di gara è stato inviato per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee in data 10/11/2014 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Italiana V Serie Speciale - Contratti Pubblici n, 130 del 12/11/2014. Ulteriori informazioni potranno essere richieste all’Ufficio Impianti Tecnici, Telecomunicazioni e Informatica - e-mail: giammarco.masotta@interno.it. CIG 5835594482. Determina a contrarre n. 600/C/TLC/4700.PR.426.Bis del 10/11/2014. IL RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO - Tommaso Tafuri AVVISO AGLI AZIONISTI Si informano gli azionisti che la Società non emette più azioni al portatore. Eventuali detentori di azioni al portatore di INTERFUND EQUITY USA ADVANTAGE (fino al 13 gennaio 2013 denominato INTERFUND GLOBAL) e di INTERFUND INTERNATIONAL SECURITIES NEW ECONOMY (fino al 21 agosto 2005 INTERNATIONAL SECURITIES FUND NEW ECONOMY) sono invitati pertanto a consegnare i certificati in loro possesso per l’annullamento degli stessi e l’iscrizione nel registro degli azionisti, presso la sede legale della Società, in 9-11 rue Goethe, L-1637 Lussemburgo o presso la sede di Banca Fideuram S.p.A. in Piazzale Giulio Douhet 31 Roma dal 17 novembre 2014 al 18 febbraio 2015. I possessori di azioni al portatore che non avranno presentato i titoli entro il termine stabilito manterranno i propri diritti, in qualità di azionisti del comparto, per un periodo di tempo limitato, come di seguito indicato. Il 4 novembre 2014, infatti, la Società ha nominato Fideuram Bank (Luxembourg) S.A., con sede legale 9-11 rue Goethe, L-1637 Lussemburgo, depositaria dei certificati al portatore (la “Depositaria”) ai sensi della Legge lussemburghese del 28 luglio 2014 (la “Nuova Legge”) sull’immobilizzazione di azioni e quote al portatore e la tenuta di un registro di azioni nominative e di un registro di azioni al portatore, che modifica 1) la Legge del 1915 e 2) la Legge del 5 agosto 2005 sui contratti di garanzia finanziaria, quale pubblicata nel “Mémorial A” il 14 agosto 2014 con decorrenza 18 agosto 2014 (la “Data di Decorrenza”). Pertanto, si informano i possessori che non provvedessero alla conversione dei certificati al portatore in azioni nominative nei termini sopra indicati, che ai sensi della Nuova Legge: • devono depositare i certificati presso la Depositaria entro diciotto mesi dalla Data di Decorrenza, quindi entro il 18 febbraio 2016; • i diritti di voto delle azioni corrispondenti ai certificati al portatore che non fossero stati depositati entro un periodo di sei mesi dalla Data di Decorrenza (entro il 18 febbraio 2015) saranno sospesi fino all’avvenuta immobilizzazione; • le azioni corrispondenti ai certificati al portatore non depositati entro il 18 febbraio 2016 saranno automaticamente annullate. Il relativo controvalore sarà depositato presso la “Caisse de Consignation” e gli aventi diritto dovranno rivalersi presso di essa esibendo valide prove di proprietà nei tempi e secondo le modalità previste dalla normativa lussemburghese. Lussemburgo, 14 novembre 2014 La Società AdF - AEROPORTO DI FIRENZE S.p.A. Sede sociale in Firenze, via del Termine n. 11 Capitale sociale Euro 9.034.753 interamente versato Registro delle Imprese Ufficio di Firenze Partita I.V.A. n. 03507510489 Resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2014 Si rende noto che il Resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2014 è depositato presso la sede sociale nonché presso Borsa Italiana S.p.A. e sul meccanismo di stoccaggio autorizzato 1Info (www.1info.it) ed è consultabile nella sezione del sito internet della società dedicata ai “Bilanci” raggiungibile al seguente indirizzo: http://www.aeroporto.firenze.it/it/adf/investorrelations/bilanci.html. Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Via Rizzoli, 8 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 Fax 02 2588 6114 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 Fax 081 49 777 12 Via Campania, 59 C 00187 Roma Tel. 06 6882 8650 Fax 06 6882 8682 C.so Vittorio Emanuele II, 60 70122 Bari Tel. 080 5760 111 Fax 080 5760 126 Corriere della Sera Venerdì 14 Novembre 2014 41 Economia Maxi-assegno Ferrari per Fca Da Maranello 2,2 miliardi di euro bXk bkk ÂÅk @Î b "kÞ ; @~~Â@Î @k Âk Õæ±ææ 1/ ! ¤p±ÉpÕ`zz Þ kÅ ¤É±Êæ|`Õ¤ "@Åb@¶ |±Êp¤`¤æ /G, zææ Õ±æÐz`ÊÐ bÂ@ ʱÊÐz`|z Â@XxÂÎk ±Õ|p`z¤ ,@Â~ ® @X|æ¯ |±¤pÉ`z !@bÂb ¤æ±¤|æ`|æ 1 ®"k¯ ¤É±ÐÕ`É æ`|а æ`æz° æ`¤Ð° æ`¤Ð° æ`ÐÉ° æ`|¤° æ`¤° æ`¤É° ¤`¤|° e e e e e e @N ¤ k× ¤ k× ¤ k× ¤ k× ¤`Õ|zÊ ¤|Ð`pÉææ æ`É¤Õ ¤`Õæ¤p Balzo del 4,7% in Borsa. Goldman: c’è ancora valore da estrarre dal nuovo gruppo b@ æ`æp° àk æ`¤Ê° e ÅÎkÂk æ`|æ° e x± Åݱ æ`æ|° 1Î b /Î@Î 1Î kb± -×α .kb± kxx± ¤Ð¤¤ kÎÎ ° ά ¤ÕÕÕˤæË¤Ê ¤`ÕÉz° ¤æÐ`z| æ`zРά ¤|æ¤Ëæpˤ ¤`zææ° ¤æ¤`zÉ æ`É Î¬ pæ¤Ë¤¤ËÕ z`Õzæ° ¤ÕÊ`pæ Õ`|Ê Î¬ ¤Ðæ¤ËæË|| |`Ézæ° ¤¤`zÐ Ð`¤Ê Ieri 9,795 euro (+4,76) Il gruppo FCA in Borsa 8,566 8,112 La Lente 7,659 7,205 6,751 di Fabio Savelli Mister Tod’s: tasse ridotte a chi produce in Italia «C hi produce al 100% in Italia deve avere un trattamento fiscale diverso». Diego Della Valle, numero uno di Tod’s, ieri ha ipotizzato un Fisco a due velocità (premiante per chi resta in Italia, penalizzante per chi delocalizza) come medicina possibile per attenuare il costo (sociale) delle produzioni trasferite all’estero. Il riferimento è alla vicenda Moncler accusata dalla trasmissione «Report» di produrre in Moldova . La rilocalizzazione - dice diventerebbe una tendenza con una defiscalizzazione. Secondo il commercialista Stefano Marchese l’ipotesi è di difficile attuazione perché «confliggerebbe con la normativa comunitaria e con i trattati di libero scambio». Meglio procedere sulla totale deducibilità del costo del lavoro sull’Irap. Basterà per attuare il «back to Italy»? © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 Ottobre 20 Ottobre 26 Ottobre 30 Ottobre 5 Novembre 11 Novembre Fonte: Borsa Italiana La vicenda ● Fiat Chrysler Automobiles (nella foto il ceo Sergio Marchionne) scorporerà la Ferrari e distribuirà gratis i relativi titoli ai propri azionisti, portando in parallelo il 10% a Wall Street ● La casa di Maranello dovrebbe trasferire alle casse della holding un assegno di circa 2,25 miliardi di euro ● Scorporo e quotazione del Cavallino sono in agenda per l’anno prossimo, tra il secondo e il terzo trimestre La pay tv di Murdoch Via al riassetto Sky in Europa Avrà 20 milioni di abbonati 9,020 d’Arco MILANO Punto primo: Fiat Chry- sler Automobiles scorporerà la Ferrari e distribuirà gratis i relativi titoli ai propri soci, portando in parallelo il 10% a Wall Street, ma il «regalo rosso» agli azionisti non sarà quello che i critici dell’operazione (pochi, per la verità) definiscono «un costo secco» per l’azienda Fca. Al contrario. Si era già parlato Diego Della Valle L’imprenditore all’attacco: quotazione per salvare il bidone Fiat di un possibile dividendo straordinario. La forma sarà diversa, la sostanza dell’assegno la stessa: Maranello trasferirà alle casse della holding liquidità per 2,25 miliardi di euro. Numero ancora preliminare, come preliminare è il documento inviato alla Sec con questo e altri dettagli del piano di rafforzamento patrimoniale made in Usa, e tuttavia abbastanza preciso da lasciar immaginare che la «cifra attualmente stimata» non si discosterà poi molto da quella definitiva. Punto secondo. La Ferrari è lo snodo-chiave del pacchetto varato da Sergio Marchionne con il duplice obiettivo di portare a Fca mezzi freschi per almeno 4 miliardi di euro (cash del Cavallino escluso) e insie- me allargare, consolidandolo, il lato americano dell’azionariato. È dall’abbinamento della «rossa» sia ai titoli del gruppo sia al prestito convertendo in preparazione che nascono le scommesse sul successo del piano, confermate dalla continua corsa di Fca tanto a Piazza Affari (+4,76% ieri) quanto a Wall Street (rialzi in linea con Milano). Ma scorporo e quotazione di Maranello sono in agenda per il 2015, tra il secondo e il terzo trimestre. «Prima di Natale», conferma Marchionne, andranno invece in porto le altre due «operazioni a stelle&strisce». E anche su queste - il collocamento negli Sui listini sale del 6,6% Autogrill, boom degli utili: +50% Autogrill ha chiuso i primi nove mesi del 2014 con un utile netto da attività operative continuative in crescita del 50% a 46,9 milioni. I ricavi valgono 2,8 miliardi (-0,9% e +2,5% al netto del ramo «US retail» ceduto). Per l’intero 2014 il gruppo prevede ricavi a 3,91 miliardi con investimenti per 203 milioni. Exploit in Borsa dopo i conti: le quotazioni sono salite del 6,6% © RIPRODUZIONE RISERVATA Usa di cento milioni di titoli Fca e, appunto, il convertendo da 2,5 miliardi di dollari — il filing Sec aggiunge dettagli. Sul bond, soprattutto. Dovrebbe avere scadenza nel 2016. Ma con possibilità di conversione anticipata (magari subito dopo lo spin off del Cavallino). È evidente quanto tutto ruoti intorno all’oggetto del desiderio Ferrari, cui gli analisti attribuiscono un valore fino a 9-10 miliardi (sui poco più di 11 di capitalizzazione attuale Fca). Quella stessa Ferrari è però pure la base del nuovo attacco di Diego Della Valle a Torino. Per Mr. Tod’s Maranello «ha salvato quel bidone che è Fiat», e il suo scorporo «depaupera l’azienda: usava il denaro per finanziare lo sviluppo, ora quotano un pezzetto per ripianare i debiti e il resto se lo prendono gli azionisti. È vergognoso». Non la pensano così i mercati, all’inseguimento di Fca «anche» per garantirsi il Cavallino. E perché, secondo Goldman Sachs che lunedì ha inserito il titolo nella lista «convinction buys» dell’automotive (avvertenza: Goldman gestirà con JP Morgan, Barclays e Ubs l’offerta di azioni e il convertendo Fca), «l’annuncio dell’Ipo Ferrari segna l’inizio, non la fine, di una storia di creazione di valore che proseguirà fino al 2018». L’anno del completamento del piano Marchionne. Raffaella Polato 10 per cento la quota di Ferrari che verrà collocata a Wall Street 9-10 miliardi di euro il valore che gli analisti attribuiscono al Cavallino 4 miliardi di euro l’obiettivo di nuove risorse per Fiat Chrysler Con il completamento dell’acquisizione di Sky Italia e di una partecipazione di maggioranza in Sky Deutschland, Sky ha dato vita al gruppo leader dell’intrattenimento in Europa. Il gruppo avrà 20 milioni di clienti in cinque paesi (Italia, Germania, Austria, Regno Unito e Irlanda) con 31.000 dipendenti in 30 sedi principali. Il budget complessivo per la programmazione sarà di 5,7 miliardi di euro. L’amministratore delegato Jeremy Darroch supervisionerà il nuovo gruppo continuando a guidare le attività nel Regno Unito e in Irlanda e Andrew Griffith resterà chief financial officer. Andrea Zappia continuerà a guidare le attività in Italia in qualità di amministratore delegato di Sky Italia e Brian Sullivan continuerà a ricoprire il ruolo di numero uno di Sky Deutschland. L’azienda cambierà il proprio nome, chiamandosi semplicemente Sky invece che British Sky Broadcasting (BSkyB). Il cambiamento del nome della società è soggetto all’approvazione dell’assemblea degli azionisti Sky che si terrà il 21 novembre prossimo. Per Darroch «le tre Sky insieme saranno ancora migliori. Abbiamo l’opportunità di creare un gruppo che traccerà la strada e plasmerà il nostro settore in futuro». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Alitalia-Etihad, più vicino il via libera Ue Il probabile «sì» al passaggio di mano e il negoziato sui conti pubblici DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES Un mese fa, erano solo un sussurro. Ma adesso, le voci sul prossimo via libera dell’Unione Europea alla fusione fra Alitalia ed Etihad, la compagnia degli Emirati Arabi Uniti, si moltiplicano e si rafforzano. La sentenza — o almeno il suo nucleo principale — dovrebbe arrivare entro il 17 novembre, e le voci dicono: la Commissione Europea è orientata verso il “sì”. Ma trattandosi di indiscrezioni quasi sempre di fonte italiana, anche se provenienti dall’interno dei palazzi Ue, nel valutarle è forse necessario man- tenere ancora un po’ di prudenza. La decisione finale spetta all’Antitrust europeo, cioè alla commissaria Ue alla Concorrenza, la danese Margrethe Vestager, politicamente proveniente dalla sinistra radicale e non certo ideologicamente favorevole ai “cartelli”. Il primo dubbio di Bruxelles è che, insieme, le due compagnie possano occupare una posizione predominante sul mercato, e abusarne: ma sembra che Alitalia ed Etihad abbiano ora offerto di cedere alcuni “slot” (“finestre” di orari e di voli) sulla direttrice Roma-Belgrado, proprio per evitare le ac- cuse di concorrenza sleale. Il secondo dubbio, o secondo dossier aperto sulla vicenda, è che l’Alitalia, alla conclusione dei negoziati, finisca sotto il controllo di una compagnia extra-europea, appunto Etihad, cosa che è espressamente vietata dalle norme comunitarie. E poi c’è da valutare il ruolo Le regole Le valutazioni sul ruolo di Poste Italiane, alla luce delle norme sugli aiuti di Stato nell’operazione di Poste italiane, alla luce delle norme sugli aiuti di Stato. Il presunto atteggiamento “comprensivo” della Commissione Europea avrebbe anche una motivazione politica di fondo: sull’Italia sono già aperti dossier ben più pesanti, a cominciare da quello sul piano di Stabilità, che si porta con sé anche l’ombra di una possibile procedura di infrazione; e nella nuova Commissione ci si chiederebbe se valga la pena aggiungere peso a peso, tensione a tensione. Luigi Offeddu loffeddu@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Sede in Milano - via Angelo Rizzoli 8 Capitale sociale € 475.134.602,10 interamente versato Registro delle Imprese di Milano e Codice Fiscale n. 12086540155 RESOCONTO INTERMEDIO DI GESTIONE AL 30 SETTEMBRE 2014 Si comunica che, entro la data odierna, il Resoconto Intermedio di Gestione al 30 settembre 2014 sarà depositato, a disposizione del pubblico, presso la sede sociale e presso Borsa Italiana S.p.A. nonché pubblicato sul sito internet della Società www.rcsmediagroup.it e sul meccanismo di stoccaggio autorizzato 1Info (www.1info.it). Milano, 14 novembre 2014 Centro di Riferimento Oncologico di Basilicata - Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico - CROB-IRCCS - Rionero in Vulture (Pz) ESTRATTO BANDO DI GARA Il Centro di Riferimento Oncologico di Basilicata Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico CROB-IRCCS con sede in Rionero in Vulture (Pz) alla Via Padre Pio n. 1, in esecuzione della delibera del D.G. n. 625 DEL 05.11.2014, ha indetto una gara a procedura aperta ai sensi dell’art. 55 del D.Lgs 12 aprile 2006, n. 163, e s.m.i., per l’affidamento della fornitura di mammografo digitale con tomosintesi. Importo complessivo posto a base d’asta è di Euro 245.000,00 oltre I.V.A. Termine di presentazione delle offerte ore 13:00 del giorno 22.12.2014. Data apertura delle offerte: ore 10,30 del 08.01.2015. Si rinvia ai documenti di gara disponibili anche sul sito Web: www.crob.it - sezione bandi e gare; responsabile del procedimento Dr.ssa Patrizia Aloè. Il bando è stato inviato alla GUCE in data 06/11/2014. IL DIRETTORE GENERALE - DOTT. PASQUALE AMENDOLA 42 Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 14 Novembre 2014 ECONOMIA 43 La holding di Colaninno Sul bilancio Immsi pesano le partecipazioni Centromarca Il vertice per le griffe Made in Italy Al rialzo anche le attese per fine anno Brembo, ricavi e margini in crescita Pesa nel bilancio trimestrale di Immsi la svalutazione della quota in Alitalia. La holding controllata da Roberto Colaninno ha archiviato i primi nove mesi dell’anno con una perdita netta di 40 milioni, effetto della svalutazione per 40,8 milioni della partecipazione nel vettore aereo (attualmente del 10%). Al netto di tale svalutazione, precisa una nota, il gruppo avrebbe registrato un utile di 0,8 milioni, in linea con lo scorso anno. L’ebidta è cresciuto a 127,6 milioni, con il margine salito al 13,1% dei ricavi dal precedente 11,6%. Luigi Bordoni è stato confermato fino al 2016 alla presidenza di Centromarca, associazione dell’industria di marca. Confermati anche i vicepresidenti Cristina Scocchia (ceo L’Oréal Italia), Valerio Di Natale (Mondelez) e Mario Preve (Riso Gallo). Centromarca, che fa parte di Confindustria, associa circa 200 imprese tra le più importanti nei diversi settori dei beni di consumo immediato e durevole (alimentare, chimico per la casa e per la persona, tessile, elettrico, bricolage, giocattolo, home entertainment). Nei primi nove mesi Brembo ha registrato 94,4 milioni di utili, +48,9% sul 2013. Crescono anche i ricavi a 1,34 miliardi (+18,3%) e il margine operativo lordo del 35% a 203,2 milioni. In calo invece i debiti a 319,8 milioni, -52,2%. L’azienda conferma, in base agli ordinativi in portafoglio, l’attesa della «crescita di ricavi e margini anche per la restante parte dell’anno». Il vicepresidente Matteo Tiraboschi ha detto che la società valuterebbe «molto volentieri» opportunità di acquisizioni ma non ci sono dossier allo studio. Per Mediaset Premium il giorno di Telefonica Porte aperte a nuovi soci Telecom e Canal Plus i candidati. I conti Mondadori La pay tv di Mediaset, Premium, si stacca dalla casa madre, diventa una società per azioni e una piattaforma aperta a nuovi soci industriali, oltre agli spagnoli di Telefonica, partner storici in procinto di acquisire l’11,11%. Mentre, non da oggi, si ipotizza l’ingresso nella nuova struttura di Telecom Italia e della tv francese Canal Plus, due gruppi che hanno in comune l’azionista Vivendi, gruppo che fa capo a Vincent Bollorè. Il passaggio è di rilievo nel gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi che da mesi prepara il riassetto che porta dal prossimo primo dicembre al trasferimento in Mediaset Premium di giornalisti, tecnici, competenze. Lo scorporo è stato annunciato ieri, preceduto da un rialzo in Borsa di poco superiore al 2% dopo una fiammata del 6% Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente di Mediaset. Ieri è stato annunciato lo scorporo della pay tv messa in mostra mercoledì. Entro il prossimo mese, spiega una nota, Telefonica (tramite la controllata Telefonica de Contenidos) acquisirà la quota dell’11,11% come annunciato in luglio. Il restante 88,89% rimarrà al momento in capo a Rti che ribadisce «la disponibilità a esaminare eventuali ingressi di La privatizzazione Rai Way in Borsa Dai fondi anglosassoni metà dell’offerta MILANO Rai way è pronta per debuttare a Piazza Affari mercoledì 19. Ieri il board della Rai si è riunito per fissare il prezzo d’offerta a 2,95 euro per zione. La domanda è stata quindi pari a 2,1 volte gli 83 milioni di titoli in vendita ed equivalenti al 30,5% del capitale. E’ così probabile che sia esercitata nei 30 giorni successivi all’Ipo la greenshoe che vale altri 12 milioni di azioni ordinarie. Per il numero uno della Rai, Luigi Gubitosi, è un successo. Ma è stato importante anche «per il sistema Italia che sia stata proprio una privatizzazione a interrompere la scia negativa di Ipo cancellate», ha commentato Stefano Rangone, direttore centrale di Mediobanca, coordinatore dell’offerta con Banca Imi, Bnp Paribas e Credit Suisse. Rai way avrà una capitalizzazione di 802 milioni e Rai incasserà 245 milioni, prima della greenshoe (con cui l’incasso sale oltre i 300). Il 50% della domanda è arrivato da Usa e Inghilterra. E non per caso. A Wall Street sono quotate le corporation degli impianti per la trasmissione, come Crowncastle e American Towers. In Europa al listino c’è solo la milanese Ei towers. Più timidi gli italiani che peserebbero per 600 persone in 23 sedi formano la struttura di Ray Way. La società è proprietaria della rete di trasmissione del segnale Rai poco più di un terzo.L’80% della domanda è di investitori di lungo termine, abituati a flussi costanti, tipici del settore delle infrastrutture con rendimenti attorno al 6%. Daniela Polizzi © RIPRODUZIONE RISERVATA L’inchiesta di Torino sulla fusione Unipol-Fonsai, indagati gli advisor Si allarga l’indagine dei pm di Torino Marco Gianoglio e Eugenia Chi sulla fusione Unipol-Fonsai. Ieri i pm - titolari dell’inchiesta dopo il passaggio del fascicolo da Milano - hanno disposto la perquisizione degli uffici milanesi di Ernst & Young, di Gualtieri & Associati e di Boston Consulting Group, che come advisor parteciparono alla definizione dei concambi. Dopo Carlo Cimbri, ceo di Unipol, per l’ipotesi di concorso in manipolazione del mercato e falso in bilancio sono stati indagati Enrico Marchi, di E&Y, e Paolo Gualtieri. Bcg non è indagata. partner industriali di rilievo per rafforzare la dimensione tecnologica e internazionale». A Mediaset Premium spa vengono conferiti 267 dipendenti tra dirigenti, impiegati, tecnici e giornalisti già in forza a Mediaset. L’assemblea è convocata il 26 novembre per eleggere il nuovo consiglio. Per il ruolo di di amministratore delegato è stato designato Franco Ricci, già responsabile delle attività nella pay tv. A lui riporteranno il direttore contenuti Yves Confalonieri, il direttore commerciale Marco Rosini, il direttore tecnologie Eugenio Pettazzi e il direttore sistemi informativi Domenico Alessio Mediaset Premium, possiede già i diritti pr la prossima Champions League e quelli della Serie A dei prossimi quattro anni e prevede « un generale innalzamento qualitativo del prodotto Premium che si svilupperà anche sulle nuove piattaforme di distribuzione», con l’offerta di «servizi innovativi a valore aggiunto, compresi abbonamenti integrati di nuova generazione». La giornata di ieri ha portato poi altre novità nel mondo delle controllate Fininvest. Mondadori prevede di chiudere in pareggio l’esercizio 2014, dopo il ritorno all’utile per 3,5 milioni nel terzo trimestre. E la vicenda Mediolanum, la società controllata con la famiglia Doris nella quale Silvio Berlusconi deve cedere il 20% in seguito alla perdita dei requisiti di onorabilità, va verso una definizione. «Siamo pronti a rilevare qualche punto percentuale», il 2-3%, della quota Fininvest che sarà conferita a un trust, ha annunciato Massimo Doris, figlio del fondatore Ennio. Paola Pica © RIPRODUZIONE RISERVATA 13,7 milioni, è il margine operativo lordo pre partite non ricorrenti nei primi nove mesi del 2014, in significativo miglioramento rispetto al dato negativo per 21 milioni al 30 settembre 2013 12% quota dei ricavi da attività digitale sul totale del fatturato del gruppo Rcs nei primi nove mesi del 2014. I ricavi digitali sono cresciuti del 7,3% rispetto allo stesso periodo del 2013 Editoria Rcs, perdite dimezzate «Nel 2014 risultati migliori» Perdite dimezzate per Rcs Mediagroup: il gruppo ha chiuso i primi nove mesi 2014 con un risultato netto negativo pari a 93,1 milioni, contro un rosso di 175,3 nello stesso periodo del 2013. E per l’intero esercizio «si prevede un risultato ancora negativo ma in significativo miglioramento» rispetto all’anno precedente. Stabili i ricavi a 921,5 milioni con una crescita di quelli da attività digitali del 7,3% a 110,8 milioni, pari al 12% del fatturato di gruppo. Aumentano di 3,6 milioni a 341,5 i ricavi pubblicitari. La raccolta ha registrato un incremento del 4,7% nel terzo trimestre indicando per il secondo trimestre consecutivo un’inversione di tendenza. Agli analisti l’amministratore delegato di Rcs Pietro Scott Jovane ha detto che «il digitale pesa per il 20,7% dei ricavi pubblicitari del Corriere della Sera e per il 29,5% della Gazzetta dello Sport». Le azioni di efficienza hanno portato nei nove mesi a benefici per 47 milioni che confermano il rialzo del target per il 2014 da 50-60 a 70 milioni. Il margine operativo lordo pre partite non ricorrenti è positivo per 13,7 milioni rispetto al dato negativo per 21 milioni dei primi nove mesi 2013. I debiti netti passano da 474,3 milioni di fine dicembre a 515,3 milioni. E ieri Diego Della Valle, secondo socio Rcs con il 7,3%, ha detto: «L’investimento in Rcs è stato tutto sbagliato da parte mia. Pensavo di poter portare la voce dell’impresa nel posto dei poteri forti, quasi tutti mummificati e autoreferenziali. Lì non sono riuscito quasi a toccare palla. È un mondo che fortunatamente se ne sta andando». S. Bo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera 44 Gli annunci si ricevono tutti i giorni su: www.piccoliannunci.rcs.it agenzia.solferino@rcs.it oppure nei giorni feriali presso l’agenzia: Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). NUOVA APERTURA OFFERTA SPECIALE Cucina giapponese e italiana. Sconto 40% à la carte presentando questo annuncio solo la sera. Parcheggio. Via Cardano 8, Milano. www.ristoranteharu.it. 02.36.74.07.85 - 333.22.26.858 ABILE impiegata tecnico-commerciale e acquisti offresi part-time in Milano. 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Com. Crescita EUR 31/10 Azimut Prev. Com. Crescita Cl. C EUR 31/10 Azimut Prev. Com. Equilibrato EUR 31/10 Azimut Prev. Com. Equilibrato Cl. C EUR 31/10 Azimut Prev. Com. Garantito EUR 31/10 Azimut Prev. Com. Protetto EUR 31/10 Azimut Prev. Com. Protetto Cl. C EUR 31/10 Azimut Prev. Com. Obbli. EUR 31/10 Azimut Prev. Com. Obbli. Cl. C EUR 11/11 Azimut Reddito Euro EUR 11/11 Azimut Reddito Usa EUR 11/11 Azimut Scudo EUR 11/11 Azimut Solidity EUR 11/11 Azimut Strategic Trend EUR 11/11 Azimut Trend America EUR 11/11 Azimut Trend Europa EUR 11/11 Azimut Trend Italia EUR 11/11 Azimut Trend Pacifico EUR 11/11 Azimut Trend Tassi EUR 11/11 Azimut Trend EUR AZ FUND MANAGEMENT SA - tel.00352 2663811 11/11 AZ F. Active Selection ACC EUR 11/11 AZ F. Active Selection DIS EUR 11/11 AZ F. Active Strategy EUR 11/11 AZ F. Alpha Man. Credit EUR 11/11 AZ F. Alpha Man. Equity EUR 11/11 AZ F. Alpha Man. Them. EUR 11/11 AZ F. American Trend EUR 11/11 AZ F. Asia Absolute EUR 11/11 AZ F. Asset Plus EUR 11/11 AZ F. Asset Power EUR 11/11 AZ F. Asset Timing EUR 11/11 AZ F. Best Bond EUR 11/11 AZ F. Best Cedola ACC EUR 11/11 AZ F. Best Cedola DIS EUR 11/11 AZ F. Best Equity EUR 11/11 AZ F. Bond Target 2015 ACC EUR 11/11 AZ F. Bond Target 2015 DIS EUR 11/11 AZ F. Bond Target 2016 ACC EUR 11/11 AZ F. Bond Target 2016 DIS EUR 11/11 AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC EUR 11/11 AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS EUR 11/11 AZ F. Bond Target 2018 Eq Op ACC EUR AZ F. Bond Target 2018 Eq Op CLD DIS 11/11 EUR 11/11 AZ F. Bond Target 2018 Eq Op DIS EUR 11/11 AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC EUR 11/11 AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS EUR 11/11 AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC EUR 11/11 AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS EUR 11/11 AZ F. Cash 12 Mesi EUR 11/11 AZ F. Cash Overnight EUR 11/11 AZ F. Carry Strategy ACC EUR 11/11 AZ F. Carry Strategy DIS EUR 31/10 AZ F. Cat Bond ACC EUR 31/10 AZ F. Cat Bond DIS EUR 26,633 7,072 6,942 7,075 6,779 12,841 11,074 11,105 12,275 12,297 11,277 12,012 12,030 10,437 10,437 17,551 6,561 8,973 9,116 6,589 14,100 13,370 16,626 7,646 10,169 30,839 26,592 7,022 6,926 7,067 6,775 12,847 11,347 11,373 12,444 12,464 11,312 12,065 12,081 10,506 10,506 17,541 6,555 8,969 9,109 6,579 14,092 13,340 16,659 7,607 10,166 30,748 5,256 5,254 5,064 5,456 5,210 3,717 3,610 4,726 5,565 5,539 4,992 5,421 5,689 5,069 5,280 6,034 5,435 5,525 5,193 5,237 5,126 4,831 5,074 4,829 5,700 5,174 5,935 5,490 5,383 5,280 5,016 5,016 5,330 5,272 5,259 5,257 5,056 5,454 5,190 3,702 3,608 4,724 5,561 5,528 4,992 5,421 5,686 5,066 5,259 6,032 5,433 5,517 5,181 5,227 5,117 4,825 5,068 4,823 5,697 5,171 5,929 5,484 5,383 5,280 5,009 5,009 5,324 5,287 AZ F. CGM Opport Corp Bd AZ F. CGM Opport European AZ F. CGM Opport Global AZ F. CGM Opport Gov Bd AZ F. Commodity Trading AZ F. Conservative AZ F. Core Brands ACC AZ F. Core Brands DIS AZ F. Corporate Premium ACC AZ F. Corporate Premium DIS AZ F. Dividend Premium ACC AZ F. Dividend Premium DIS AZ F. Emer. Mkt Asia AZ F. Emer. Mkt Europe AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. AZ F. European Dynamic ACC AZ F. European Dynamic DIS AZ F. European Trend AZ F. Formula 1 Absolute ACC AZ F. Formula 1 Absolute DIS AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS AZ F. Formula Target 2015 ACC AZ F. Formula Target 2015 DIS AZ F. Formula 1 Conserv. AZ F. Global Curr&Rates ACC AZ F. Global Curr&Rates DIS AZ F. Global Sukuk ACC AZ F. Global Sukuk DIS AZ F. Hybrid Bonds ACC AZ F. Hybrid Bonds DIS AZ F. Income ACC AZ F. Income DIS AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS AZ F. Institutional Target ACC AZ F. Institutional Target DIS AZ F. Italian Trend ACC AZ F. Italian Trend DIS AZ F. Lira Plus ACC AZ F. Lira Plus DIS AZ F. Macro Dynamic AZ F. Opportunities AZ F. Pacific Trend AZ F. Patriot ACC AZ F. Patriot DIS AZ F. Qbond AZ F. Qinternational AZ F. QProtection AZ F. Qtrend AZ F. Renminbi Opport AZ F. Reserve Short Term AZ F. Short Term Gl High Yield ACC AZ F. Short Term Gl High Yield DIS AZ F. Solidity ACC AZ F. Solidity DIS AZ F. Strategic Trend AZ F. Top Rating ACC AZ F. Top Rating DIS AZ F. Trend AZ F. US Income CHEF /cuoco lunga esperienza lavorativa, serio professionista, conoscenza lingua inglese, cerca lavoro presso privati/ambasciate, disposto trasferirsi estero. Tel. 333.48.83.969 DIPLOMATA istituto alberghiero, laurea in biologia, in possesso certificazione HACCP disponibile vari inquadramenti. Tel. 339.70.85.518 ASSISTENZA anziani e brava cuoca italiana offresi presso famiglia. 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Nome 6,158 6,544 6,508 5,663 3,823 6,587 5,661 5,658 5,713 5,320 5,833 5,057 6,594 3,066 5,074 5,218 5,216 3,321 5,260 5,246 5,600 5,526 6,170 5,564 5,017 4,491 4,158 5,480 5,283 5,424 5,209 6,333 5,767 4,729 4,356 5,641 5,559 3,189 3,188 5,004 4,717 6,201 4,976 4,540 7,035 6,369 5,354 5,258 5,329 4,969 5,363 6,299 5,099 4,933 6,193 5,683 6,141 5,155 5,155 6,767 5,893 1519,687 1669,336 1603,712 1455,478 1391,072 1372,214 1295,913 1239,809 1196,413 120,599 120,524 75,140 78,393 105,651 1072,141 1178,901 1026,931 1519,582 1670,414 1604,766 1456,091 1391,675 1384,548 1307,534 1239,743 1196,361 120,499 120,421 75,162 78,404 104,555 1071,750 1173,822 1025,008 10/11 12/11 12/11 EUR EUR EUR 53,960 95,040 939,060 54,070 94,320 938,400 12/11 12/11 12/11 05/11 12/11 05/11 EUR JPY USD EUR EUR EUR 118,550 9452,110 175,040 4373,020 107,110 11025,420 119,920 9436,530 175,110 4450,370 106,930 10922,760 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 EUR EUR EUR EUR EUR EUR MOTEL hotel in Liguria sul mare vendesi, ristrutturato con piscina, parcheggio e a norma. 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Nome 4686,799 4647,064 EUR EUR 775797,091 770258,141 EUR 799809,103 775797,091 EUR 500000,000 EUR 609757,601 598452,457 EUR 62759,815 60323,743 Data Valuta Quota/od. KIS - Emerging Mkts D KIS - Europa D KIS - Europa P KIS - Europa X KIS - Global Bond P KIS - Italia P KIS - Italia X KIS - Key KIS - Key X KIS - Liquidity D KIS - Liquidity P KIS - Multi-Str. UCITS A USD KIS - Multi-Str. UCITS D KIS - Multi-Str. UCITS P KIS - Multi-Str. UCITS X KIS - Selection D KIS - Selection P KIS - Selection X KIS - Sm. Cap D KIS - Sm. Cap P KIS - Target 2014 X 11/11 11/11 11/11 11/11 11/11 11/11 11/11 11/11 11/11 11/11 11/11 11/11 11/11 11/11 11/11 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 11/11 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 124,950 122,040 124,800 125,160 103,120 132,140 131,770 132,400 137,470 103,480 107,120 154,300 113,210 116,320 117,390 119,940 122,290 122,920 93,210 98,060 97,920 124,990 121,810 124,560 124,920 103,110 132,210 131,820 133,420 138,530 103,480 107,120 154,030 113,010 116,110 117,200 120,390 122,740 123,280 93,970 98,850 97,930 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 53,410 63,090 59,980 62,430 61,300 63,080 61,400 57,850 46,320 66,780 64,560 60,390 44,050 53,730 63,380 59,990 62,540 61,360 63,430 62,150 57,920 46,750 66,610 64,440 60,320 45,350 ASIAN OPP CAP RET EUR ADWISE L/S CAP RET EUR FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR HIGH GROWTH CAP RET EUR ITALY CAP RET A EUR SELECTED BOND DIS RET EUR SELECTED BOND CAP RET EUR VALUE OPP CAP RET EUR 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 13,102 108,983 114,916 109,225 24,373 5,755 120,487 91,852 13,119 109,122 114,871 111,201 24,509 5,757 120,509 91,837 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it Invesco Funds Asia Balanced A Asia Balanced A-Dis Asia Consumer Demand A Asia Consumer Demand A-Dis Asia Infrastructure A Asian Bond A-Dis M Balanced-Risk Allocation A Balanced-Risk Select A Em. Loc. Cur. Debt A Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M Em. Mkt Corp Bd A Euro Corp. Bond A Euro Corp. Bond A-Dis M Euro Short Term Bond A European Bond A-Dis Glob. Bond A-Dis Glob. Equity Income A Glob. Equity Income A-Dis Glob. Inv. Grade.Corp. Bd A-Dis M Glob. Structured Equity A-Dis Glob. Targeted Ret. A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis Greater China Eq. A India Bond A India Equity E Japanese Eq. Advantage A Pan European Eq. A Pan European Eq. A-Dis Pan European Eq. Inc. A-Dis Pan European High Inc A Pan European High Inc A-Dis Pan European Struct. Eq. A Pan European Struct. Eq. A-Dis Renminbi Fix. Inc. A Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis US Equity A EH US High Yield Bond A US High Yield Bond A-Dis M US Value Equity A US Value Equity A-Dis 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 12/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 13/11 USD USD USD USD USD USD EUR EUR USD USD USD EUR EUR EUR EUR USD USD USD USD USD EUR EUR EUR USD USD EUR JPY EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR USD USD USD USD 25,040 16,090 14,250 13,860 14,490 10,360 15,130 9,820 14,332 8,892 12,638 17,163 12,912 11,029 5,858 5,680 59,000 14,690 11,641 43,750 10,605 13,152 11,932 47,500 10,278 38,260 3441,000 17,320 15,630 11,680 19,100 13,750 14,770 14,050 10,891 10,602 14,620 11,798 10,419 32,890 31,440 Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com Kairos Multi-Str. A Kairos Multi-Str. B Kairos Multi-Str. I Kairos Multi-Str. 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Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com info@pharusfunds.com 12/11 115,660 EUR 12/11 122,220 EUR 12/11 112,230 EUR 12/11 107,480 EUR 12/11 86,790 EUR 12/11 85,270 USD 11/11 102,410 EUR 11/11 106,630 EUR 12/11 110,930 EUR 12/11 164,870 EUR 12/11 123,120 EUR 12/11 102,770 USD 11/11 121,820 EUR 12/11 87,740 EUR 12/11 98,660 EUR 12/11 100,630 EUR 12/11 101,390 EUR 12/11 118,130 EUR 12/11 120,850 EUR 12/11 125,290 EUR 12/11 100,510 USD 12/11 97,070 EUR 12/11 102,980 EUR 11/11 97,840 EUR 11/11 102,710 EUR 11/11 107,840 EUR 11/11 108,040 EUR 11/11 104,100 USD 11/11 107,810 EUR 12/11 102,000 EUR 12/11 96,040 EUR 12/11 113,000 EUR 11/11 108,390 EUR 11/11 110,820 EUR 11/11 106,260 USD 115,650 122,200 112,060 107,330 86,760 85,240 102,300 106,500 110,830 164,810 123,070 102,730 120,440 87,340 98,680 100,790 101,550 118,070 120,790 125,280 100,500 97,010 102,910 97,210 102,610 107,920 108,110 104,160 107,560 101,950 95,990 112,960 108,170 110,590 106,030 PS - Absolute Return A PS - Absolute Return B PS - Algo Flex A PS - Algo Flex B PS - BeFlexible A PS - BeFlexible C PS - Best Global Managers A PS - Best Global Managers B PS - Best Gl Managers Flex Eq A PS - Bond Opportunities A PS - Bond Opportunities B PS - Bond Opportunities C PS - EOS A PS - Equilibrium A PS - Fixed Inc Absolute Return A PS - Global Dynamic Opp A PS - Global Dynamic Opp B PS - Inter. Equity Quant A PS - Inter. Equity Quant B PS - Liquidity A PS - Liquidity B PS - Opportunistic Growth A PS - Opportunistic Growth B PS - Prestige A PS - Quintessenza A PS - Target A PS - Target B PS - Target C PS - Titan Aggressive A PS - Total Return A PS - Total Return B PS - Valeur Income A PS - Value A PS - Value B PS - Value C www.multistarssicav.com multistars@pharus.ch T. +41 (0)91 640 37 80 Orazio Conservative A Sparta Agressive A WM Biotech A WM Biotech I 12/11 12/11 12/11 12/11 EUR EUR EUR EUR 102,850 102,560 171,810 1756,470 103,040 102,830 171,760 1755,890 www.pegasocapitalsicav.com 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 Strategic Bond Inst. C Strategic Bond Inst. C hdg Strategic Bond Retail C Strategic Bond Retail C hdg Strategic Trend Inst. C Strategic Trend Retail C EUR USD EUR USD EUR EUR 107,090 107,270 105,420 105,640 99,790 97,480 107,100 107,290 105,440 105,660 99,650 97,340 www.newmillenniumsicav.com Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 NM Augustum Corp Bd A NM Augustum High Qual Bd A NM Balanced World Cons A NM Euro Bonds Short Term A NM Euro Equities A NM Global Equities EUR hdg A NM Inflation Linked Bond Europe A NM Italian Diversified Bond A NM Italian Diversified Bond I NM Large Europe Corp A NM Market Timing A NM Market Timing I NM Q7 Active Eq. Int. A NM Q7 Globalflex A NM Total Return Flexible A NM VolActive A NM VolActive I 11/11 11/11 11/11 11/11 11/11 11/11 11/11 11/11 11/11 11/11 11/11 11/11 11/11 07/11 07/11 11/11 11/11 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 193,960 146,790 138,730 139,320 47,040 75,630 106,370 112,520 115,240 138,040 105,420 106,730 54,190 103,900 122,310 104,290 105,400 193,820 146,850 138,600 139,270 46,900 75,530 106,350 112,330 115,050 137,980 105,330 106,640 54,280 104,070 122,220 104,310 105,420 AUGUSTUM EQUITY EUROPE I AUGUSTUM G.A.M.E.S. A AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 12/11 12/11 12/11 EUR EUR EUR 106,800 114,010 152,190 Equity B 107,940 Asian Asian Equity B 114,220 Emerg Mkts Equity 152,470 Emerg Mkts Equity Hdg European Equity Greater China Equity B Greater China Equity B Growth Opportunities Growth Opportunities Hdg Japanese Equity Japanese Equity Hdg Swiss Equity Swiss Equity Hdg US Equity US Equity Hdg www.sorgentegroup.com Fondo Donatello-Michelangelo Due Fondo Donatello-Tulipano Fondo Donatello-Margherita Fondo Donatello-David Fondo Tiziano Comparto Venere Caravaggio di Sorgente SGR 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 EUR 51342,801 51470,165 EUR 47090,100 46691,916 EUR 28147,209 27926,454 EUR 59168,415 58259,864 EUR 426690,595 468728,464 2423,671 2451,889 EUR www.vitruviussicav.com Numero verde 800 124811 874712,613 www.nextampartners.com-info@nextampartners.com 570753,978 590447,998 Nextam Bilanciato 12/11 6,967 EUR 536380,732 Nextam Obblig. Misto 12/11 7,706 EUR 6,806 BInver International A 12/11 5,951 EUR 10,425 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D 12/11 5,928 EUR 12/11 6,253 CITIC Securities China Fd A EUR 287,320 12/11 5,416 A EUR 201,730 Fidela 12/11 5,725 EUR 203,420 Income A 12/11 7,754 International Equity A EUR 174,610 12/11 6,037 Italian Selection A EUR 124,640 12/11 5,330 EUR 129,210 Liquidity A 12/11 5,423 EUR 124,640 Multimanager American Eq.A 12/11 4,890 EUR 132,540 Multimanager Asia Pacific Eq.A 12/11 4,485 EUR 135,060 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A 12/11 4,456 EUR 176,570 Multimanager European Eq.A 12/11 5,166 EUR 122,810 Strategic A 12/11 6,417 EUR 125,240 Usa Value Fund A 127,120 Ver Capital Credit Fd A 12/11 5,544 EUR 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 12/11 EUR USD USD EUR EUR EUR USD USD EUR JPY EUR CHF EUR USD EUR 98,200 137,870 440,860 430,910 274,500 113,230 161,070 78,970 86,510 141,270 183,110 133,990 101,800 171,810 189,200 97,600 137,000 438,350 428,490 277,710 112,990 160,710 78,920 86,450 141,150 182,950 134,610 102,270 171,690 189,070 7,009 7,718 6,015 5,958 6,229 5,414 5,727 7,796 Tel 0332 251411 6,126 www.ottoapiu.it 5,330 5,440 8a+ Eiger 12/11 5,809 5,895 EUR 12/11 5,206 5,194 EUR 4,901 8a+ Gran Paradiso 12/11 5,711 5,736 EUR 4,491 8a+ Latemar 07/11 EUR 709060,349 713738,981 4,474 8a+ Matterhorn 5,192 6,421 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 1335439B www.kneip.com 5,544 Corriere della Sera Venerdì 14 Novembre 2014 ECONOMIA/MERCATI FINANZIARI ● Piazza Affari 45 Sussurri & Grida Giunti allarga la rete e prepara lo sbarco in Spagna di Giacomo Ferrari (giu.fer.) Chi ha detto che i libri di carta sono in crisi e il loro destino è segnato? Giunti non solo prevede di chiudere l’anno con ricavi in crescita del 3%, ma continua ad aprire nuove librerie: 12 quest’anno (2 entro fine mese), 15 l’anno prossimo. Per un numero totale (a fine 2014) di 175 librerie, in tutta Italiane, soprattutto in provincia, e a gestione diretta. L’obiettivo? Lanciare un nuovo modello per integrare lettura tradizionale e digitale, grazie all’accordo ufficializzato ieri con Amazon per distribuire in esclusiva nel canale librerie (con l’eccezione di Hoepli a Milano) l’e-reader Kindle e Kindle Paperwhite. Inoltre le librerie Giunti realizzeranno, con il supporto tecnologico di Amazon, un negozio online dove i lettori avranno accesso ai prodotti venduti su Amazon.it, oltre che a libri e Cd e Ddv. Il vantaggio? Guadagnare punti Giunti da spendere poi nelle librerie fisiche. Ma la strategia di sviluppo passa anche attraverso l’internazionalizzazione: «Da tempo cerchiamo di fare acquisizioni sul mercato inglese e spagnolo, e ora siamo in trattativa con una casa editrice in Spagna», anticipa il ceo di Giunti Martino Montanarini. Rimbalzano le banche In calo Tod’s e Saipem M olta volatilità e, alla fine, poche variazioni per gli indici europei. Il Ftse-Mib di Piazza Affari dopo la frenata della vigilia ha recuperato soltanto lo 0,43%. Regina della seduta si è confermata Autogrill (+6,60%) grazie ai risultati trimestrali, mentre Fca (Fiat-Chrysler) ha guadagnato il 4,76% in attesa della maxicedola che arriverà dalla Ferrari prima dello spin-off. In prevalenza positivi i bancari, con la Popolare Milano rimbalzata del 3,93% e Monte Paschi del 3,70%, anche se nel comparto si registra il calo significativo del Banco Popolare (-1,52%). In ripresa, inoltre, Mediolanum (+3,69%). Giù invece Tod’s (5,17%) dopo i conti e Saipem (-4,27%) su cui Ubs ha tagliato il target-price. © RIPRODUZIONE RISERVATA Carige salta il bond (s. rig.) Si moltiplicano i segnali di difficoltà in casa della Carige, una delle due banche italiane bocciate nei recenti esami della Bce. Carige – presieduta da Cesare Castelbarco (foto) e attesa da un sostanzioso aumento di capitale stimato in circa 500 milioni – ha deciso di non pagare la cedola di interessi di un bond da complessivi 160 milioni, in scadenza il 4 dicembre. La decisione, prevista nel regolamento del prestito e quindi perfettamente legittima, evidenzia una difficoltà della banca genovese non sanata né dalle prospettive dell’arrivo di un Cavaliere Bianco (si è tornato a parlare di Andrea Bonomi e della sua Investindustrial), né dall’accordo con il fondo Apollo per la cessione delle due compagnie assicurative. L’obbligazione (8,338% perpetual subordinated fixed/floating rate, con codice Isin Xs0400411681) è stata emessa nel 2008, ed è diffusa tra i risparmiatori che sono destinati a rimanere a bocca asciutta. (m. ger.) I creditori hanno dato il via libera al salvataggio del Miulli di Acquaviva delle Fonti, uno dei più antichi ospedali italiani che fa capo al Vaticano. La struttura, da sempre gestita senza fini di lucro dalle autorità religiose, ha rischiato il crac per 200 milioni di debiti. Con i debiti «congelati» la gestione ha rimesso in carreggiata l’ospedale, tornato in equilibrio economico. Ora l’accordo con i creditori: il 90% ha dato l’ok al concordato. Saranno rimborsati al 35% del loro credito, aumentabile in base alle future performance economiche dell’ente. L’ultimo passaggio atteso è l’omologa da parte del giudice fallimentare. All’inizio, quando il fallimento era più che un’eventualità, i vertici dell’ospedale chiesero in una lettera indirizzata a Papa Francesco«licenza di presentare al Tribunale di Bari un piano di concordato e proposta di pagamento ai creditori». Le origini del Miulli risalgono al 1158. Oggi è il quarto istituto regionale con 600 posti letto, 21 sale operatorie, 1.250 dipendenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA $./ 1" "k 1Î 1k± ±/± .@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ Õ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®Õ¯ Xk@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ XÎk Â׬ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® $¯ X¶×k ,Î@N ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ,¯ XÅ~@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® /¯ bk¬±Âkäk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kbkÅ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kxxk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ £ .kkÞ@NkÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®."¯ NkÎkÅű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ ¬x ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!,¯ @ b~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"!¯ Å@b /ÎÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1/¯ Âk@ 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±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® /,¯ ÁX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ÁX ¤Ê Þ@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9/¤Ê¯ @b@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ @@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!"¯ @k ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ @k ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®".¯ @Î@~X K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kÁ~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ k@ @¬Î@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kX@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ @Å K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ~Î@ ÂÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ @ Â׬ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ !1 K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ -×Î@ä bÂkÎÎ@ Å× Îkkx_ Ý@ -3$1 Å~@ ÎÎ` @b kÅk¬_ -3$1 @ ×k |pÕÕ|Õ± ÅÎ æ`z × ¬k /!/ ÂXkÝ×α x Å× ÞÞÞ±XÂÂkÂk±ÎËkX@ ,Âkää .x± ®kׯ æ`zzæ æ`Épæ p`ææ ¤Ð`Ðzæ æ`æÊ ¤`¤ææ ¤Ð`Õ|æ ¤`¤¤Ê Õ`¤ææ r Õ`Êzæ æ`Ð |`Épp |`æææ 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kxÂ@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kkÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kß±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯ Â׬¬ bα ÁŬÂkÅű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ÎkX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ kÂ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Â@b 8@~~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8¯ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ /k Õ| $Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/Õ|¯ @ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!/¯ bkÅÎ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ b×ÅÎÂ@ k ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ Îk Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Îk Â׬ ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Îk¬׬ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ ÎkÅ@ /@¬@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,¯ ÎkÅ@ /@¬@ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,.¯ ÝkÅÎ k /Ý׬¬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ÂXk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. ¯ Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Å@~ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ Å@~ ä /Ý׬¬ K±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ 1 9; K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®19¯ Î@Xkkα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ Î@N@Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!¯ Î@N@Âk ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!.¯ 8/ Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯ 8/ Â׬ ¤Ê Þ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®98/¯ ×ÝkÎ×Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®38¯ ±.±kÂ~à±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ kß@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®":¯ @ Â@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ @b .kä K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ @ä ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ ×ßÎÎX@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3:¯ ÝkÎ×Âk Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8"¯ ! !@Âk 1kXÎ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!1¯ !@@~kkÎ k ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®! ¯ !.. K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!..¯ !kb@XÎkX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®! ¯ ,Âkää .x± ®kׯ æ`pÐz æ`¤Ép ÕÕ`¤ææ ¤`zz æ`Êpæ Ð`ÊÉ| ¤`p|æ Ð`pææ Ðp`æææ ¤Ê`¤ææ p`Éz æ`æÊÐ æ`椤 z`pÕz æ`Éæ ¤`|æ Ð|`æÐæ æ`Éææ æ`ÊÐ `Éz ¤`ÉÕæ Õ`ÉpÕ z`pÕz æ`Êp¤ |`¤æ É`ÕÊz æ`zÊp ¤`ÊÉz æ`pÊÊ Ð`zÉp Ð`¤ÕÊ ¤Ê`Õææ Õ`Ð|æ æ`pФ ¤p`¤pæ ¤`p æ`zÕæ æ`Êæp æ`Êææ Õ`ÕÉæ æ`|pÐ ¤æ`Éæ æ`|Ðp æ`ÐÐ æ`zÉæ ¤æ`z¤æ Õ`¤ÉÊ ¤`zÕ æ`|É ¤`pÕæ æ`Õp ¤`|Éæ ¤`¤Éæ ¤`|ÐÕ |`Õ|Ê ¤p`ææ ¤Õ`Õææ p`æææ æ`Ðzæ æ`Õ¤ æ`ÉÉz ¤`¤ÉÉ Ê`Épæ ¤`æ¤| æ`zæ¤ |¤`¤¤æ æ`Êʤ ¤`ÊÐÐ æ`æp ¤Õ`z¤æ æ`p|æ 8@± .x± ® °¯ ´æ`¤p æ`p ´Ð`ÐÉ ´Ð`zæ ´¤`pæ æ`Êz ¤`Õ r r æ`Õz ´Õ` Õ`z ¤`pÐ æ`Êp ´¤`æ| ´æ`|É ´¤`|Ê ´|`|p ´|`Õp ´|`ÉÊ ´æ`ÉÕ ´¤`ʤ æ`ÕÊ ¤`Ф æ`¤| ´æ`É ´æ`ɤ æ`pÐ ´æ`¤Õ æ`Õp ´¤`ÕÐ ´æ`Õz ´|`ææ ¤`¤ ´¤`Êp æ`Õæ Ê`Ф ´æ`pÐ ´æ`p| Õ`|É |`¤ r z`pÐ ´æ`pÐ r ´æ`ÉÉ ´æ`pÐ ´æ`|Ê æ`æ| Õ`¤z ¤`| ´æ`Êp ´Ð`æp r Ð`Õp ´æ`ÕÕ Õ`|æ ´æ`¤Ð r ´æ`Ép Õ`æÕ æ`Êp ´Ð`ÕÉ ´æ`|æ ¤`zÉ ´Õ`æ¤ ´¤`z| ´¤`|Ð æ`|z ¤`zæ æ`z 8@± ! æÕËæ¤ËÕæ¤| ® °¯ ®kׯ ¤|`| æ`pÐ| |Õ`æÊ æ`¤Êæ ´Ðp`ÉÐ ¤z`ɤæ z`zÉ ¤`|Õæ ¤É`Ðp æ`zp ´¤É`ÕÐ Ð`¤Ð| 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K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!/¯ ¤`æzp !!kb ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!!¯ æ`||Õ !Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$" ¯ ¤¤`ÕÕæ !b@b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!"¯ æ`zpÉ !b 1Ý K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!18¯ ¤`zÕp !Âx ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$"¯ æ`Õp !Îk ,@ÅX /±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!,/¯ æ`Êz !Ýk@ß±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!!¯ æ`æÐÊ !×Î×k K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$¯ |`zÉp " "Xk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®" ¯ Õ`ÉÐæ "k@xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"$¯ |`ÉÉæ "k@xk ¤z Þ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±®9"$¤z¯ r "Ý@Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®".¯ r $ $b@Î@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯ æ`ÐÐÕ , ,@@Â@~Â׬ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,"¯ ¤`¤ÊÉ ,@Â@@Î ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,1¯ Õ`|Õp ,@Â@@Î ¤zÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9,1¤z¯ ¤`|¤ ,@~~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ Õ`ÕÐÕ ,kÂÂk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`Êæ ,kÂÂk ¤ÕÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9,.¤Õ¯ r ,x@Â@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,"¯ Õ`Êæ ,¶×@b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,-¯ ¤`zzæ ,Âk G ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®, ¯ ¤æ`z¤æ ,Âk G ± ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®, ,¯ `Õæ ,~± /±@×ÅÎ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,/¯ z`ÉÕz ,~Â@xX bÎÂ@k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,$¯ æ`ÕÕp ,Âkű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,./¯ æ`Õzæ ,Âk×b@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`ÕÐp ,Â@ b×ÅÎÂk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ ¤Ð`ÐÉæ ,ÂàÅ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.;¯ ¤Ð`pæ . .± k !kbX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.!¯ æ`ÕÊp .@ÎÎ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.1¯ Õ`||Õ . / !kb@~Â׬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. /¯ æ`ppæ .kXÂb@Î K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. ¯ ¤Ð`ÉÐæ .k¬à K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.;¯ zz`Ðzæ .kÎkα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ æ`z¤¤ .Å@@kα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®."¯ æ`æpÊ .ÅÅÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.$/¯ ¤`ÕÐæ / /@N@x /±¬±@± K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ¤¤`ÊÕæ /@kÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ Ê`Ðzz /@kÅ ÂX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ z`|æ /@x Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ `¤Êæ /@¬k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!¯ ¤Õ`ÐÕæ /@¬k ÂŬ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!.¯ r /@ ¬Âk~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ Õ`z|æ /@ ¬Âk~ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ `zæ /@Â@Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/./¯ æ`É|æ /@α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ ¤Õ`ææ /@Ýk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/8¯ ¤Õ`ÊÉæ /XÂkk /kÂÝXk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ r /k@Î ,±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ æ`ææ¤ /k@Î , ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`Õæ /kÂÝä Î@@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ Ð`p¤æ /kÂÝä Î@@ ¤z Þ@ K ±±±±±±±±±±±®9/.¤z¯ r /kÅ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ ¤Õ`Õæ //±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ É`Éæz /ÎkÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ æ`æzÕ /@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/"¯ ¤`Õ|p /@ @Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ |`æÐæ /~kx K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ ¤`Ð / ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ Ê`¤|æ / ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/."¯ ¤`ÉÉæ /¬@Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,¯ `Éææ /¬@Xk Þ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9/,¯ r /Îkx@k K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ æ`ÕÉÐ /Îkx@k ÂŬ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1.¯ r /1!XÂkkXα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1!¯ z`|Ðæ 1 1@N× ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1,¯ Õ`Ðp 1@N× ¤ÐÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®91,¤z¯ æ`|pæ 1/±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ æ`||É 1kkX 1 ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®11¯ æ`ppÉ 1kkX 1 !kb@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!¯ æ`pÐ 1kkX 1 !kb@ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!.¯ æ`zÐÕ 1kkX 1 ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®11.¯ æ`Ê| 1k@ÂÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1"¯ ¤|`z|æ 1kÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1."¯ Ð`p¤Õ 1kÂkÂ~@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1.¯ ¤`zzæ 1kÅkX K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ æ`Ê|æ 1ÅX@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ æ`æ|æ 1ÅX@ ¤|Þ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®91/¤|¯ r 1bÁű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1$¯ ÊÊ`ææ 1ÂkÝ ±b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ Õ`Êp| 1:1 kÅ×Î K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1:1¯ É`|zæ 3 3 @X@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3¯ z`zÉz 3XÂkbα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3 ¯ z`¤Ðæ 3XÂkbÎ ÂŬ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3 .¯ É`pæz 3¬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3"¯ Ð`ÊÕ| 3¬ ¬Âݱ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3",¯ Ð`Ðpæ 3¬/@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/¯ Õ`æææ 3¬/@ ÂŬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/.¯ Õ¤`æææ 3¬/@ ÂŬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/.¯ ¤`p| 8 8@Å@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯ ¤Ð`ʤæ 8@ b×ÅÎÂ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8"¯ ¤`¤Éæ 8@ @ݱ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8¯ |`Éæ 8ÎÎÂ@ Åű K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯ p`Êææ 9 9Âb ×Îà Âkk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9¯ Ê`|æ ; ;ß K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®;$$:¯ ¤z`Ê|æ > >~@~ 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Lo scrittore ha ricevuto dal sindaco Pisapia le chiavi della città (il Primo sigillo): «Se uno di voi resta chiuso fuori, si può rivolgere a me». Ha poi rievocato con umorismo anche i momenti difficili: a 13 anni, sentito che Nasser voleva buttare gli israeliani a mare, andò «a lezioni di nuoto». L’autore di Applausi a scena vuota (Mondadori) ha affidato al futuro tre parole per descrivere l’oggi: «Alienazione, incertezza e speranza». Ida Bozzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Anticipazione Torna per Interlinea «L’oro del mondo» di Sebastiano Vassalli, con un testo inedito di Sebastiano Vassalli S econdo il progetto iniziale, questo romanzo avrebbe dovuto raccontare il naufragio di una nazione, l’Italia, nella Seconda guerra mondiale. Il Paese che era arrivato all’unità politica con Mazzini e Garibaldi, con Cavour e con i Savoia; che si era messo alla prova nelle trincee della Grande guerra e che poi aveva trovato il suo carattere unitario con il «fascismo» di Mussolini e compagni, io l’avevo intravvisto nei miei primissimi anni di vita in un turbinio di divise grigioverdi, di fanfare, di bollettini di guerra e di proclami letti alla radio da una voce marziale. Tutto, poi, si era dissolto in una data: l’8 settembre 1943, in cui la fantasia dei miei connazionali aveva collocato un evento, anzi una parola, la parola «armistizio», che avrebbe dovuto spiegare il prima e il dopo e invece non spiegava niente. Ciò che era successo a partire da quella data in realtà era una catastrofe di proporzioni mai viste, per quanto si andasse indietro nel tempo: con milioni di uomini allo sbando, abbandonati a sé stessi in due, tre, quattro continenti diversi. Con il nostro Paese invaso da nord e da sud, da uomini di tante nazionalità che non sarebbero bastate le dita di una mano a contarle, ci volevano anche quelle dell’altra. Con gli italiani impegnati a combattersi tra loro in una guerra fratricida. Quella catastrofe doveva essere la materia del mio racconto; ma il progetto era troppo ambizioso e dopo averne verificato l’impossibilità sono stato costretto a metterlo da parte. Ho ripiegato su una storia più limitata, con un protagonista che doveva avere il mio stesso nome e doveva parlare con la mia voce. Volevo che il mio racconto sembrasse autobiografico senza esserlo o, meglio, senza esserlo del tutto. Un personaggio preso dalla realtà ci sarebbe stato e sarebbe stato il padre di Sebastiano. «L’infame», come l’avrei chiamato nel romanzo, era una figura in parte simbolica: era il carattere nazionale che ereditiamo dai no- Il carattere degli italiani una malattia inguaribile La guerra, gli infami e gli eroi: il ricordo di Giulio Einaudi stri genitori al momento di nascere, ma era anche il padre anagrafico del protagonista. Era una persona che conoscevo bene: mio padre. La narrazione, poi, si sarebbe dipanata seguendo il filo della memoria in tre tempi: il passato remoto, il passato prossimo e il presente, a cui dovevano corrispondere tre diverse forme della scrittura. Tre stili, secondo un canone antico ma tuttora valido. Il passato remoto sarebbe stato il tempo della catastrofe e dello stile tragico; il passato prossimo avrebbe rappresentato il tempo della nostalgia e quindi dello stile elegiaco; il presente, infine, mi avrebbe consentito di mettere in scena, in stile comico, l’eterna commedia umana. Al presente sarebbero appartenuti il protagonista e il padre del protagonista con la sua fidanzata, l’editore con la sua casa editrice perennemente sull’orlo della bancarotta, il fantasma di Vittorio Emanuele Il nuovo libro di Roberto d’Incau Come ritrovare l’entusiasmo nella vita e nel lavoro FrancoAngeli Editore Giulio Einaudi (1912–1999). Il 15 novembre 1933 fondò la casa editrice cui diede il suo nome, con sede a Torino nello stesso palazzo che era stato sede del settimanale di Antonio Gramsci ragioni che mi elencarono e che, dopo quasi trent’anni, non ricordo più. Io, tengo a precisarlo, sono sempre stato severo con me stesso e ho sempre accettato le critiche; ma c’era qualcosa di poco convincente in quei discorsi e in quella situazione. Qualcosa che non riguardava ciò che avevo scritto ma me personalmente. Ripresi il mio scartafaccio e me ne andai, pensando che mi sarei rivolto a un altro editore. Per ciò che mi era stato detto, e per come si era svolto il colloquio, il mio rapporto con la casa editrice Einaudi finiva lì. Non sapevo, e forse non lo sapevano nemmeno i miei interlocutori, che il «consulente editoriale» Giulio Einaudi si era procurato una fotocopia del romanzo e se l’era portata a Roma (...). Trascorsero tre o quattro giorni. Una mattina presto, saranno state le otto, suona il telefono. «Sono Natalia Ginzburg», mi dice una voce di donna. incontrato in treno e gli altri personaggi del mio racconto. Correva l’anno 1986. La casa editrice Einaudi, dopo aver rischiato il fallimento e la chiusura come la casa editrice di cui si parla nell’Oro del mondo, era stata data da amministrare a un avvocato torinese nominato dalla politica; ma i responsabili dei vari settori erano rimasti quasi tutti al loro posto. L’editore, estromesso dalla sua creatura, aveva potuto rientrarci come consulente. La realtà stava imitando la finzione o, al contrario, era il romanzo che imitava la realtà in forme grottesche? Mandai il frutto delle mie fatiche alla casa editrice. La risposta tardava e così, nel mese di marzo del 1987, andai a Torino per conoscere le ragioni di quel silenzio. Parlai con il direttore editoriale e con un altro dei capi di allora. Mi dissero che il mio romanzo: L’oro del mondo, non era pubblicabile e che era stato rifiutato per una serie di Il convegno de «la Lettura» oggi in Triennale La visualizzazione dei dati? «Uno strumento: come scrivere» «L a visualizzazione — la presentazione grafica di informazioni — è ormai uno strumento di comunicazione. S ì , co m e l a s c r i t t u r a » . A sottolinearlo è Alberto Cairo, docente alla School of Communication della University of Miami, negli Usa. Oggi alle 15.30 Cairo sarà in Triennale. Con lui Paolo Ciuccarelli, direttore del DensityDesign Lab del Politecnico di Milano, e Daniela Piscitelli, presidente dell’Associazione design della comunicazione visiva (Aiap). L’occasione è il convegno Data journalism: informazione e creatività (ingresso libero) organizzato da «la Lettura» e Fondazione Corriere della Sera. Il convegno condurrà verso l’inaugurazione della mostra Le mappe del sapere — alle 18.30 sempre in Triennale — che fino al 14 dicembre esplorerà i tre anni d i l a vo ro d i d a t a journalism realizzati da «la Lettura». Una esperienza raccolta anche in un libro-catalogo edito da Rizzoli (Le mappe del sapere, pagine 240, 35, ma alla mostra a 29,75). (c. br.) © RIPRODUZIONE RISERVATA «Non ci conosciamo ma Giulio Einaudi ieri sera mi ha dato da leggere il suo libro e l’ho trovato bellissimo». Ed eccoci alla ragione della dedica. Giulio Einaudi non soltanto aveva letto L’oro del mondo, comprese le pagine sull’editore e sulla casa editrice in «amministrazione controllata» e gli era piaciuto, ma l’aveva fatto leggere ai maggiori autori e consulenti della ex sua casa editrice. (...) Giulio Einaudi, mancato nel 1999 all’età di ottantasette anni, è stato il più grande editore italiano dopo Aldo Manuzio e un protagonista della cultura del Novecento. Io però voglio concludere questa carrellata di ricordi con un episodio che non si riferisce a lui, ma al tema centrale del mio racconto, cioè al carattere nazionale degli italiani. Nella primavera del 1988 mi capitò di essere invitato dall’Istituto Storico della Resistenza di una città dell’Italia settentrionale: non dico quale, perché purtroppo l’episodio è autentico e non voglio che il protagonista sia riconoscibile. Ci fu un incontro, in quella città, con alcune classi delle scuole medie superiori e il presidente dell’Istituto che l’aveva organizzato, un ex partigiano, dovette dire qualche parola per presentarmi. Dai riferimenti che fece al mio libro, si capì che ciò che più l’aveva impressionato era la figura del padre di Sebastiano, e che quell’impressione non era stata del tutto negativa. La cosa mi stupì, ma la attribuii a una lettura del testo un po’ troppo frettolosa; e, naturalmente, non dissi nulla. Soltanto dopo che l’incontro fu finito, con tutto il tatto possibile cercai di spiegare al mio interlocutore che l’«infame», oltre a essere un suo coetaneo, era stato anche un suo nemico e un nemico dell’Italia libera. Mi rispose alzando le spalle: «È un mascalzone, lo so, ma è un vero uomo». Disse proprio così e dopo un attimo di silenzio aggiunse: «Ce n’erano anche tra noi dei tipi come lui». Se ancora avevo delle illusioni sul carattere nazionale degli italiani, quel giorno ho smesso di averle. © RIPRODUZIONE RISERVATA Evento L’oro del mondo di Sebastiano Vassalli (foto sopra) esce in nuova edizione con un testo inedito in ricordo di Giulio Einaudi che qui a fianco anticipiamo in parte (Interlinea, pp. 208, 14). Il libro sarà presentato a BookCity domani, alle 15, al Castello Sforzesco in un colloquio con Roberto Cicala su «Le origini delle storie. Sebastiano Vassalli viaggiatore nel tempo dal Seicento al dopoguerra». Rinascita Tra le rovine delle città italiane dopo la fine della Seconda guerra mondiale (foto Archivio Corsera) 48 Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 14 Novembre 2014 TERZA PAGINA Teatro e poesia Aste Ghiannis Ritsos, quarta dimensione Warhol da record Parte domani, al Teatro Due di Parma, il progetto con Elvis e Marlon Ghiannis Ritsos — Quarta dimensione, diretto da Walter Le Moli, ispirato alle opere del grande poeta greco (1909-1990), tradotte da Nicola Crocetti, incentrata su Fedra, Aiace, Oreste, Persefone e Agamennone. Lo spazio del primo ciclo ospita 5 opere dell’artista Luca Pignatelli (repliche fino al 7 dicembre, per poi ripartire a gennaio 2015). Elzeviro / Visar Zhiti L’ALBANIA CERCA INVANO L’EUROPA Segna libro Asta da record da Christie’s a New York per due serigrafie di Andy Warhol (1928-1987), una con Elvis Presley in versione da cowboy, l’altra con Marlon Brando nelle vesti di motociclista: oltre 150 milioni di dollari «in due» per una serata che in totale ha incassato 852,9 milioni di dollari (un altro record) grazie a opere di De Kooning, Koons e Twombly. Triple Elvis (1963, nella foto) è stato battuto per quasi 82 milioni di dollari (60 la stima di partenza) mentre Four Marlons N P ✽ ✽ ✽ Felix decide di venire in Italia. Prima tappa, Bari, dove abbandona la vecchia valigia per passeggiare in città: vuol fare un confronto con Durazzo e Tirana. Poi va a Roma, in casa d’un amico albanese, profugo. Accanto a lui, il fantasma di Ema, con la quale parla, fa l’amore, visita i luoghi visti nella tv italiana. Spesso non ricorda dove si trova: sogna di essere in Francia, in Grecia, nei Paesi nordici, in Kosovo. A Bologna sta per entrare in un bar, ma sbatte violentemente la testa contro la porta a vetri. Dice al cameriere: «Vengo da un Paese sporco, perché avete lavato così bene i vetri? Non si capisce che è una porta». L’Albania cerca l’Europa, ma l’Europa è senza pietà. Da Roma a Vienna. Felix conosce una libraia che assomiglia a Ema, ma la donna non accetta di farle da controfigura e lui la lascia. Il viaggio continua. Felix porta sempre con sé una cartella con testimonianze e prove dei crimini della dittatura, compreso l’assassinio di Ema, destinata al tribunale dell’Aja. La nasconde sotto la giacca, sotto il cuscino dove dorme; ma non riesce a consegnarla. Disperato, pensa anche che è un nonsenso cercare di far condannare tutto il suo Paese. Torna a Vienna, a fine d’anno. La città in festa attende l’arrivo del 2000. Luci, neve, ubriachi. A Felix, stanco e avvilito, spuntano le ali ed egli pensa di essere un semidio. Comincia a correre sulle strade, contromano. Le auto gli sfrecciano ai lati. Sui marciapiedi inciampa contro le vetrine dei negozi, si ferisce, sanguina, ride e continua a correre. Quando incrocia un ponte sul Danubio, decide di incontrare Ema. «Chi vuole le mie ali?», domanda prima di tuffarsi nell’acqua gelida. sgrasso@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA È un pellegrinaggio letterario quello di Fabrizio Pasanisi, in Irlanda sulle orme di due maestri, Joyce che pur essendoci vissuto poco ne è l’emblema; e Yeats, che tanto peso ebbe nel rinascimento celtico del Paese. Inoltre, Beckett, Swift, Wilde, Stoker, O’Brien, Heaney, fino agli ex giovani della rivolta anti joyciana come Joseph O’Connor. I libri sono luoghi da visitare e le citazioni cartoline in L’isola che scompare (Nutrimenti, pp. 240, 18). a cura di Cinzia Fiori © RIPRODUZIONE RISERVATA Amazon e Hachette fanno la pace Sconti controllati, tutele agli autori di Cristina Taglietti Ci si deve abbandonare alla voce di Jan Brokken e alla luce pallida del Nord per cogliere la singolarità delle Anime baltiche (trad. di C. Cozzi e C. Di Palermo, Iperborea, pp. 500, 19,50). L’autore incrocia persone e vite straordinarie, più o meno illustri: Romain Gary, Michail e Sergej Ejzenštejn, Jacques Lipchitz, Mark Rothko, Arvo Pärt... Racconta il presente e ricompone ciò che la Storia ha distrutto, come la Königsberg di Kant e Hannah Arendt. (1966) per 69 milioni (un’altra Marlon come questa è oggi al Louisiana Art Museum di Copenaghen). Il record assoluto per un Warhol resta invece a Silver Car Crash del 1963 venduta lo scorso autunno per 105,4 milioni di dollari. «Abbiamo visto molti collezionisti asiatici — assicurano da Christie’s — ma nella contemporanea gli americani restano gli acquirenti maggiori». Dopo la guerra tra la libreria online e l’editore di Sebastiano Grasso on «si legge d’un fiato» Il visionario alato e la donna proibita di Visar Zhiti (Durazzo, 1952) appena tradotto in Italia da Elio Miracco (Rubettino, pp. 562, € 16). Ci vuole una buona settimana. È un romanzo da centellinare, come il vino buono. Dà da pensare, coinvolge, commuove persino. C’è Kafka e c’è Joyce, c’è il modernismo letterario e il realismo magico, l’invenzione e la realtà. Ma è anche un libro difficile, cupo; per certi versi anche terribile, inusuale, sconvolgente. E straordinario. Ogni capitolo, un racconto a sé, una sorta di preludio di una tragedia ininterrotta nel Paese delle aquile. Iniziata a Vienna, la scrittura viene ultimata a Tirana. Due i personaggi principali: il fotografo dilettante Felix Kondi ed Ema Marku, giovane liceale arrestata perché porta al collo una catenina con la croce e legge la Bibbia e altri libri vietati dal regime albanese di Enver Hoxha. Liberata, la donna viene nuovamente imprigionata perché, sulla stampa di opposizione, denuncia violenze e torture subite in prigione e le «conversioni» alla democrazia di aguzzini politici e burocrati. Felix, che assiste al processo-farsa, resta ammirato dalla dialettica e dalla bellezza della donna e se ne innamora. Ma la polizia segreta decide di assassinarla. Felix va fuori di testa, ruba la bara e se la Visar Zhiti, 62 anni carica sulle spalle. Un delirio. Sullo sfondo, la dittatura. In realtà si tratta di un libro di ricordi. Dietro il personaggio di Felix c’è Visar, i suoi sette anni di prigione e lavori forzati per avere scritto un libro di versi considerati ermetici e «contrari ai canoni del realismo socialista». La descrizione della prigionia di Ema non è un prodotto di fantasia. Visar Zhiti sa di che cosa parla, avendola vissuta, così come suo padre, Hekuran, poeta e commediografo, cui era stato impedito di pubblicare in vita, e che oggi, dopo morto, è riconosciuto come uno dei più importanti scrittori albanesi. 49 ace fatta tra Amazon e Hachette. Finisce così la lunga disputa che dalla primavera scorsa negli Stati Uniti teneva impegnati i due colossi dell’editoria coinvolgendo anche gli autori. Ieri i manager dei due gruppi hanno annunciato di aver firmato un nuovo contratto pluriennale di cui, però, non hanno voluto fornire ulteriori dettagli. Tuttavia, a grandi linee dovrebbe ricalcare quello siglato due settimane fa dalla stessa Amazon con Simon & Schuster secondo cui, dal 1° gennaio 2015, la casa editrice può decidere il prezzo degli ebook lasciando alla biblioteca online americana uno spazio di manovra per gli sconti. L’accordo dovrebbe lasciare al livello attuale i guadagni degli scrittori. Soddisfazione è stata espressa da entrambe le parti. D’altro canto nessuno dei due contendenti sembrava trarre beneficio dal braccio di ferro: mentre sono precipitate le vendite di Hachette sulla libreria online (che, peraltro contano per il 60% sulle vendite totali di Hachette in Rete), lo scorso mese il rapporto sugli utili di Amazon è stato deludente, nonostante non fosse chiaro il peso delle mancate vendite di libri Hachette. Michael Pietsch, amministratore delegato di Hachette — quarto gruppo editoriale americano, costola del francese Lagardère — l’ha definita «una grande notizia per gli scrittori, un accordo di cui gli autori trarranno benefici per anni, che dà ad Hachette enormi possibilità di marketing con uno dei più importanti partner per quanto riguarda la vendita di libri». Canta vittoria anche il colosso di Seattle per bocca di David Naggar, vice presidente di Kindle, secondo cui «il nuo- Il confronto * Fondata nel 1826 Fondata nel 1994 Fatturato (2013) in miliardi di euro 59,66 2,06 Dipendenti (2013) 88.400 6.531 *Lagardère Publishing fa parte del gruppo Lagardère (nato nel 1996) Fatturato gruppo (2013) 7,2 miliardi di euro Dipendenti gruppo (2013) 23.179 vo accordo include specifici termini finanziari che incentivano Hachette ad abbassare i prezzi, cosa che riteniamo una grande vittoria per i lettori e per gli autori». La disputa Hachette-Amazon ha dominato per mesi i di- Jeff Bezos, fondatore di Amazon, e a destra Arnaud Lagardère, leader del gruppo che controlla Hachette Corriere della Sera battiti editoriali, ha varcato l’oceano arrivando anche in Europa e spingendo gli addetti ai lavori a schierarsi in due fazioni contrapposte. Tutto è cominciato con Amazon che avrebbe voluto vendere i titoli elettronici di Hachette (che costano tra 12,99 e 19,99 dollari) a un prezzo unico di 9,99. A questo doveva corrispondere anche una nuova ripartizione dei diritti, a favore del retailer. Per fare pressione sul gruppo editoriale durante la negoziazione, Amazon ha messo in atto tattiche di disturbo (di bullismo, secondo i più critici) sui libri pubblicati da Hachette: consegna ritardata, cancellazione dei titoli dalle liste dei volumi consigliati, prevendite impraticabili. Pratica che a molti è sembrata una violazione del primo comandamento che il gruppo di Seattle ha sempre perseguito: stare dalla parte del consumatore (o lettore, in questo caso). Il risultato è stato un manifesto firmato da oltre 900 scrittori (non tutti pubblicati da Hachette), capeggiati da Douglas Preston — tra cui Paul Auster, Donna Tartt, Jay McInerney, Stephen King, John Grisham, Scott Turow — scesi in campo contro il più potente distributore di libri del mondo. Il 10 agosto la loro lettera contro Amazon è stata pubblicata in una pagina di pubblicità a pagamento del «New York Times», mentre pochi giorni dopo è arrivata la risposta degli scrittori editi da Amazon (tra cui Hugh Howey e J. A. Konrath) che elogiavano la politica degli sconti di Amazon. E non c’è solo il fronte Usa. «Non vogliamo essere tenuti in ostaggio»: era il passaggio chiave anche di una lettera aperta firmata in Germania da Elfriede Jelinek, premio Nobel 2004, e da altri protagonisti del mondo della letteratura, contro Amazon colpevole di praticare lo stesso tipo di pressione sul gruppo svedese Bonnier. La fine delle ostilità con Hachette fa ben sperare anche sugli altri accordi con i grandi gruppi americani, ancora da concludere: HarperCollins, Macmillan e Penguin Random House. Tirano un sospiro di sollievo scrittori e agenti. Ieri Douglas Preston si è augurato che «se mai dovesse sorgere di nuovo un disaccordo tra i retailer online e gli editori, Amazon non cerchi più di prevalere a discapito di libri e autori». Per concludere: «Finalmente posso tornare al mio romanzo». © RIPRODUZIONE RISERVATA Baccomo spoglia il blob di tv e social Con «Peep Show» la società dello spettacolo italiano è messa a nudo di Nino Luca C hi conclude la lettura di Peep Show poco prima di andare a dormire rischia di risvegliarsi avendo sognato l’autore Federico Baccomo in fuga da Rosy Bindi, Jovanotti, Laura Pausini e tutto lo strampalato vippume televisivo che popola il libro. Il loro intento è semplice: acchiapparlo e impartirgli lo stesso trattamento (da scoprire leggendo) che lo scrittore riserva al suo protagonista, Nicola Presci, ex vincitore del Grande Fratello, caduto in disgrazia, dopo aver toccato le vette della felicità effimera e ora alla ricerca della sua seconda occasione. Peep Show è la lunga esplorazione dei pensieri di chi precipita dopo aver vissuto il suo quarto d’ora di celebrità. Nicola Presci, uscito dalla Casa, un po’ alla volta perde tutto: notorietà, donne facili, autografi e capelli: «Siete disposti in assenza di talento a passare anche dalla vergogna, dalla perdita dell’ultima goccia di dignità, pur di arrivare al successo?». Baccomo umanizza e disumanizza personaggi che sono entrati nelle nostre case attraverso i media: immagina una fantomatica Rosy Bindi predatrice sessuale, svela i segreti delle smorfie di Renzi, fa parodia delle rubriche di Gramellini e Serra. Tutto questo ricorda il «molliccio» di Harry Potter»: le nostre paure prendono le sembianze dei personaggi che amiamo oppure odiamo, dai quali ci si libera soltanto rendendoli ridicoli ai nostri occhi. Lo smascheramento è spassoso, feroce, struggente. A volte talmente inopportuno da risultare blasfemo. Ma è tutto un gioco. Un sopra le righe creato ad arte, volutamente stonato e grottesco per il fine di strappare l’amaro sorriso della consapevolezza del nostro tragico apparire. Ecco la tesi dunque: siamo tutti omologati. Non nuova certo, ma mai raccontata in maniera così spavalda. La melma nera della comunicazione, televisiva ma anche dei social, con tutti i suoi personaggi, quella una volta ben immaginata dalla sigla di Blob, è talmente pervasiva che ci ha reso tutti uguali. Tanti Nicola Presci, tutti con le stesse battute ciniche indistintamente sulla bocca dei personaggi di Peep Show. Per Baccomo, scrittore 35enne con alle spalle l’abbandono della pratica forense e il best-seller Studio illegale, il tema dell’ambizione spregiudicata è una costante; era centrale anche nel secondo lavoro: La gente che sta bene (da cui è stato tratto un film, come dal primo libro). Il successo facile ma fatuo sembra trovare l’epilogo in Peep Show e si completa la trilogia, mantenendo i dialoghi folgoranti degli altri libri, ma con una maggiore costruzione dei personaggi, più profonda senza perdere pepe. Leggere Peep Show (Marsilio, pp. 368, 18,50) è come guardare una spogliarellista senza essere visti. Come accade con la tv o con Twitter o Facebook. Il modo migliore per esplorare gli abissi mentali del Nicola Presci che dimora in ognuno di noi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il video dell’intervista a Federico Baccomo è visibile su Corriere.it 50 Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera SPETTACOLI Vaticano e pop Il «ministro» della Cultura del Vaticano «benedice» suor Cristina (foto), la religiosa rivelazione del talent «The Voice» che ha appena pubblicato il suo primo cd, intitolato «Sister Cristina». Il cardinale Gianfranco Ravasi dà una «piena approvazione» a suor Cristina «come fenomeno culturale pastorale. Parliamoci chiaro — spiega il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura — oggi si sente più che mai la necessità di nuovi linguaggi per essere più vicino ai giovani. E la Chiesa non può Il cardinale Ravasi applaude suor Cristina: fenomeno dei tempi trascurarlo. La Chiesa deve essere nella piazza». Aggiunge: «La mia è un’approvazione piena perché la Chiesa deve registrare i gusti dei giovani di oggi». Detto questo, il cardinal Ravasi ricorda che non si può prescindere dal linguaggio della «sacralità. E su questo aspetto bisognerà che la Chiesa si impegni a comporre musica di livello liturgico». Un altro aspetto mette in chiaro Ravasi: «Se c’è solo spettacolo, non ci può essere avvicinamento a Dio». Anteprima «American Sniper» convince la critica Usa LOS ANGELES Anteprima mondiale e standing ovation: l’ultimo film di Clint Eastwood centra il bersaglio, come il cecchino protagonista di American Sniper. La pellicola è stata l’evento a sorpresa dell’American Film Institute Festival in corso sull’Hollywood Boulevard, con una fila che riempiva quattro isolati. Con l’aria dinoccolata e l’asciutto atteggiamento che lo contraddistingue in ogni sua apparizione, l’84enne Eastwood ha spiegato: «Ho voluto fare un film su un veterano, un uomo che era andato in Iraq per una guerra e per l’orgoglio di essere al servizio del suo Paese. Ringrazio tutti i miei attori, sono stati straordinari, a partire da Bradley Cooper, il cecchino Chris Kyle, e lascio al pubblico il giudizio sul nostro lavoro». Ha aggiunto: «Chris era una vera e “unica” persona nella sua complessità, nel suo confronto con la guerra durante quattro mandati in Iraq. Divenne il più leggendario cecchino nella storia dei militari americani. Il film è tratto dal bestseller scritto dallo stesso Chris Kyle in servizio nella Navy Seals». Un’altra pellicola di guerra per Clint, dunque, dopo Lettere da Iwo Jima e Flags of our fathers, che ha subito raccolto i consensi della critica e il pubblico. Standing ovation finale per Eastwood e il suo cast, con un Bradley Cooper trasformista — nel peso, nelle espressioni — e con una Sienna Miller irriconoscibile che interpreta la moglie del militare assistendo al suo disancoramento emotivo dalla famiglia, ai dubbi di quel marito che aveva avuto una educazione e una formazione da fervente cristiano del Texas. Ovviamente il giorno seguente sul web è iniziata la ridda di ipotesi per la corsa agli Oscar del film, di Clint e del suo La diva Festa a Hollywood per Sophia Loren: «Ma non dimentico le mie umili origini» Il cecchino di Clint Bradley Cooper nella vera storia di Chris Kyle Eastwood: la guerra e il destino di un veterano Da Oscar ● Clinton Eastwood (84 anni, foto) ha vinto l’Oscar per Gli Spietati e Million Dollar Baby ● American Sniper è la storia di un Navy Seal (Bradley Cooper), infallibile cecchino in Iraq protagonista, un Bradley Cooper che nella pellicola disegna anche intimamente ogni contraddizione e lacerazione di quell’uomo che i commilitoni avevano soprannominato «Legend» e al quale vengono attribuite 160 uccisioni. Costruito con molti flash back, American Sniper disegna i diversi protagonisti, ma anche il peso indiretto che l’attacco alle due Torri dell’11 settembre ha segnato e significato per tanti americani. Il copione scritto da Jason Hall, Scott McEwen e Jim DeFelice fa proprie in primis le parole dell’autobiografia di Kyle: «Ho visto e vissuto l’inferno tra la vita e la morte». Eastwood ha definito il suo lavoro non un film di guerra, ma sulla guerra. Per Variety «come The Hurt Locker questo è anche un film intimo sui de- stini degli uomini nel conflitto in Iraq. Con una forte continuità d’azione, Eastwood non perde mai di mira l’analisi di uomini nel fuoco di un conflitto». Per il Los Angeles Times «affascina e coinvolge nel film la difficoltà per il protagonista di ritornare a una vita normale, con il riserbo sulla sua terribile esperienza e resta emblematica la frase della moglie di Kaye: Militare Chris Kyle, il cecchino dei Navy Seals che ha ucciso 160 nemici. Nel 2013 è morto freddato in un poligono da un reduce con turbe psichiche In alto, Bradley Cooper nel film “Da quando tu sei ritornato anche quando sei qui, in realtà non lo sei”». Clint non ha mai esternato opinioni politiche al proposito, ma prima di girare il film aveva dichiarato: «Leggendo il libro di Kyle ho pensato che il portarlo sullo schermo avrebbe potuto essere anche una sorta di doloroso riflesso per tutti i veterani di guerra e le loro famiglie. Lascio a voi ogni possibile coinvolgimento, per un uomo e tanti altri uomini che sono stati vicinissimi alla morte». Nei flash back, nel disegno del futuro cecchino numero uno americano non si celebra la guerra, piuttosto la difficoltà dopo queste esperienze di ritornare a un mondo che non si sente più proprio. Giovanna Grassi L’attrice aveva 78 anni. Era stata Concetta nel «Gattopardo», poi si dedicò a teatro e tv ucilla Morlacchi, morta ieri improvvisamente a 78 anni a Milano, dove viveva ed era nata il 29 aprile del ’36, era una bravissima attrice e una donna così ricca di umanità da potersi permettere una doppia verità di attrice, ora gridata come Monaca di Monza testoriana, ora sussurrata come Varia nel Giardino dei ciliegi. L’avevano scelta i più grandi, a partire da Visconti che l’aveva voluta come Concetta, l’innamorata delusa di Tancredi-Delon nel Gattopardo. Ma la sua carriera al cinema dura poco, a parte la Storia milanese di un altro Visconti, Eriprando. È al teatro che si dedica anima e corpo, venendo a contatto con molti diversi talenti, dal citato conte Luchino (Cechov e ancora Testori, nella «scandalosa» Arialda) alla grande stagione dello Stabile di Genova, quando divide con Luigi Squarzina e Alberto Lionello la qualità ben ragionata di alcuni allestimenti storici, dal Diavolo e il buon Dio di Sartre a Uomo e superuomo di Shaw, dal Matrimonio di Figaro a Madre Coraggio di Brecht in cui era la figlia muta di Lina Volonghi. Indimenticabile. Un miracolo ogni sera, per la dolce ma testarda ragazza uscita dall’Accademia dei Filodrammatici e che aveva conquistato le serate Profilo ● Lucilla Morlacchi era nata a Milano il 29 aprile 1936 ● La sua carriere si è divisa tra cinema, teatro e televisione Bacio Il regista Luchino Visconti con Lucilla Morlacchi sul set del film «Il Gattopardo», che uscì nel 1963 ● Per lei fu fondamentale l’incontro con Visconti che la volle per Il Gattopardo lunga carriera di Sophia e le ha strappato bei ricordi di una vita che l’ha vista recitare con Marlon Brando («non ho parole per descrivere l’uomo e l’attore, dovrei restare in silenzio e forse le troverei»), Peter Seller («era segnato da una profonda, speciale malinconia»), Cary Grant («era bello, colto, intelligente»), Marcello Mastroianni («nessuno sarà mai di nuovo come lui»). Sophia ha riso di cuore per la gigantografia proiettata della foto in cui occhieggia alla scollatura sul seno prorompente di Jane Mansfield e si è divertita ricevendo gli omaggi sul palcoscenico di Sofia Vergara che proprio quella fotografia ha reinterpretato in una scena di Modern Family. G. Gs. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Addio a Lucilla Morlacchi, diva discreta di Visconti L LOS ANGELES Il Dolby Theater, il teatro dove si celebrano gli Oscar, ha visto Sophia Loren (foto) applaudita in modo interminabile per l’omaggio a lei dedicato dall’American Film Festival con la proiezione di La voce umana di Edoardo Ponti e della copia restaurata di Matrimonio all’italiana di De Sica (1964). Sul palco, in un sinuoso abito lungo nero, Sophia si è seduta a fianco del regista Robert Marshall ed ha esordito: «Non ho mai tradito o mistificato la ragazza povera e semplice che sono stata. Non ho mai scordato le mie origini, da dove vengo, la Napoli della guerra, della violenza e della fame». Marshall, che l’ha diretta in Nine, ha fatto anche proiettare molti spezzoni della del venerdì della prosa (classici, moderni, originali tv) e sceneggiati tv (Romanzo di un maestro, Ottocento, Vita col padre, La figlia del capitano). Il suo modo quasi paranormale di arrivare al cuore di personaggi severi dalle nevrosi nascoste, la portano a misurarsi con Ronconi (Anitra selvatica di Ibsen) e Castri (Le serve di Genet, premio Duse), Pagliaro. Ma è sempre a Milano che Lucilla trova le occasioni migliori. Prima al giovane Salone Pier Lombardo, in un lungo sodalizio artistico con Franco Parenti e Andrée Shammah che trova storici complici nell’amico Testori (due ruoli nei Promessi sposi alla prova), inseguendo Molière, Eschilo, Alfieri, Claudel. Nel ’90 è a Gibellina la tragica Sposa di Messina di Schiller, con Elio De Capitani con cui vivrà poi all’Elfo due esperienze totali, prima I Turcs tal Friul di Pasolini quindi ancora la manzoniana Monaca (era destino…) in cui l’attrice è una mattatrice discreta, sempre in grado di urlare uno strazio ma anche di ripensare l’urlo nello stesso momento in cui si spegne l’eco. Non fu mai diva divina, ma ci mancherà, la cara Morlacchi, discreta signora di memoria che, ricorda ora con nostalgico rimorso De Capitani, «ha avuto sempre uno scioccante terrore del pubblico che la rendeva a volte la peggior nemica di se stessa». Maurizio Porro © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 14 Novembre 2014 Pereira «Il futuro della Scala? Lo Stato si prenda le sue responsabilità» Le tappe SPETTACOLI Alla Scala si sta lavorando per far rientrare lo sciopero proclamato dalla Cgil per mercoledì 19, che rischia di far saltare l’ultima rappresentazione del Simon Boccanegra. Domani l’incontro con Cgil, Cisl, Uil e Fials. «Aspettiamo, vediamo. Ci sono incontri tutti i giorni» ha spiegato Alexander Pereira (67 anni, foto). Il sovrintendente è anche intervenuto sulla situazione economica del teatro: «Io posso cercare nuovi fondi ma per l’esistenza futura della Scala è molto importante che lo Stato si prenda le proprie responsabilità e le grandi imprese si mettano insieme per supportare il secondo brand italiano più famoso nel mondo dopo la Ferrari». 51 Domani su «Io Donna» Scott Thomas: per la scuola non sapevo recitare «Ho lasciato la scuola di recitazione quando mi hanno detto che ero senza talento». Pare impossibile, ma a raccontarlo nel numero di Io Donna in edicola domani con il Corriere, è Kristin Scott Thomas, pluripremiata interprete di film come Il paziente inglese. Rivela ancora: «Recitare per il cinema non è mai stato quello che volevo fare davvero. Preferisco il teatro, così immediato». Severgnini sul palco «Il mio viaggio tra due generazioni» Debutto il 20 a Genova: mescolo generi e talenti ● Il 20 novembre a Genova, Teatro Politeama ● Il 2 dicembre a Torino, Teatro Colosseo ● Il 10 dicembre a Modena, Teatro Storchi ● Il 12 dicembre a Vicenza, Teatro Comunale ● Il 3 febbraio a Bologna, Arena del Sole ● Il 5 febbraio a Pavia, Teatro Fraschini «G li uomini, passati i 50 anni, fanno sempre qualcosa di strano», racconta Beppe Severgnini. Sarà perché «a quell’età, ci si accorge del rischio ripetizione: un peccato veniale in alcune professioni, ma mortale in quelle attinenti alla comunicazione». Per evitarlo, Severgnini si è messo alla prova con una sfida nuova per un giornalista in attività: interpretare un ruolo a teatro. La tournée di La vita è un viaggio partirà il 20, da Genova, e girerà tutta Italia. «Se i miei lettori mi avessero visto a Ballando con le stelle impegnato in una macarena con Belén avrebbero dovuto preoccuparsi». Quindi, per non ripetersi, che fare? «Volevo raccontare le cose che mi stanno a cuore, ma in modo diverso. Quasi tutti avrebbero pensato a un romanzo: per un gior- nalista che ha scritto 15 saggi, perché no? Ecco, no». I suoi ultimi libri: Italiani di domani del 2012 e La vita è un viaggio del 2014 (Rizzoli) «hanno molto a che vedere con l’importanza di mescolare generazioni e talenti». Mancava un testo teatrale. «L’ho riscritto dieci volte, ho letto molto, ho chiesto consigli. E’ stata anche una lezione di umiltà». La storia è quella di un professionista 50enne («non sono io, ma c’è molto di me»), bloccato all’aeroporto di Lisbona per uno sciopero. Lì incontra «un’attrice 28enne furibonda per cose che spiacciono a tutti: le lentezze, le furbizie, i lavori non pagati, il capo che dice stai zitta, hai solo 28 anni». In scena c’è una terza persona «una 35enne con la chitarra che interviene, cantando» (Elisabetta Spada: «L’ho conosciuta su un ❞ Protagonisti Beppe Severgnini (57 anni) assieme a Marta Isabella Rizi (30) in un momento dello spettacolo Faccio il tifo per i giovani, gli adulti devono capire quando chiudere il sipario aereo: mi ha dato un cd e sono rimasto folgorato»). Però la storia è fra il 50enne e la quasi 30enne Marta, interpreta da Marta Isabella Rizi («Lavora in Inghilterra. L’ho incontrata anni fa e le ho detto: se mai farò teatro ti porterò con me»). «Lui vuole aiutarla ma è pedante, lei non lo sopporta: disillusa, sta lasciando l’Europa per aprire un bar in Brasile». Il personaggio — senza nome — di Severgnini la sconsiglia: i due si scontrano. Ma alla fine della notte lei avrà aiutato lui almeno quanto lui avrà fatto con lei. «Questa generazione è quella con cui l’Italia o la va o la Volevo cimentarmi con un testo teatrale, l’ho riscritto dieci volte È stata una lezione di umiltà spacca», spiega il giornalista, il cui tifo per i giovani sarebbe «egoismo lungimirante. Mescolare età e talenti funziona. Come in quell’aeroporto». L’anteprima dello spettacolo, a Mantova, è stato un successo «oltre ogni aspettativa. È piaciuto molto alle figlie e ai papà». L’obiezione però è arrivata In scena L’incontro-scontro tra un cinquantenne e una ragazza bloccati dallo sciopero in aeroporto da un suo amico: «Mi ha detto: bello spettacolo ma non realistico. Sei stato una notte con una bella ragazza e non ci hai provato». Non è un caso: «In scena le ripeto che è bella. E le dico: hai una possibilità in più e una responsabilità extra». Una convinzione di Severgnini, come quella che si possa imparare dai giovani: «È il tema numero uno. Gli adulti dovrebbero capire quando chiudere il sipario». A proposito: prima che si apra le viene l’ansia? «Macché, mi diverto come un pazzo». Chiara Maffioletti © RIPRODUZIONE RISERVATA Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera 52 $!(+ #,)+ & , ++' '(+ )(+ +,++ ( .() ++ "% ,( $ + ! ( ) (// )+ (+)+ !- ( #, !- ) )+"% + + Corriere della Sera Venerdì 14 Novembre 2014 53 ● Risponde Sergio Romano L’ECO DELLA GUERRA FREDDA NELLA CARRIERA DI ELIA KAZAN Caro Romano,rispondendo a un lettore euroscettico, lei ha elencato le ragioni per le quali è europeista convinto. Un formidabile «assist» a favore degli euroscettici è stata l’elezione di Jean-Claude Juncker alla presidenza della Commissione Europea, organo esecutivo della Ue che rappresenta e tutela gli interessi dell’Europa nel suo insieme. Juncker è stato per circa 20 anni presidente e ministro delle Finanze del Lussemburgo e promotore del regime locale da paradiso fiscale con rigido segreto bancario. Ora, da uomosimbolo della Ue, dovrebbe guidare l’azione contro gli stessi privilegi fiscali concessi da capo del governo. Lo scandalo di questi giorni ha portato alle luce le agevolazioni sulle tasse garantite dal Lussemburgo a oltre 300 aziende. Niente di peggio per minare la credibilità della Ue e dare fiato agli euroscettici! Poiché tutti conoscevano i trascorsi di Juncker, possiamo ritenere che la lobby delle oltre 300 aziende è stata così irresistibile da riuscire a imporlo. A questo punto, non rimangono che le dimissioni. Credo che anche lei convenga su questa soluzione. Attilio Lucchini Le lettere firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579 @ Da sempre gli scioperi, al fine di raggiungere il massimo dei consensi, vengono indetti in contiguità a giorni festivi. Mai si è visto uno sciopero fatto nel bel mezzo di una settimana lavorativa! Certo che dare l’opportunità di godere di 4 giorni per andare in giro per il mondo mi fa Dopo la denuncia di 8 compagni che cosa successe al famoso regista statunitense Elia Kazan? Dante Sarti Firenze Caro Sarti, e rivelazioni di Kazan al Comitato per le attività «non americane» avrebbero destato meno scalpore se il regista teatrale e cinematografico non fosse già allora, nel 1952, una delle personalità più geniali e ammirate nel mondo dello spettacolo americano. Quando nacque a Costantinopoli, nel settembre del 1909 in una famiglia di origine greca, il suo nome era Kazanjoglous. Divenne Kazan nel 1913 quando la famiglia si trasferì a New York e decise di accorciare il cognome per meglio integrarsi nella società americana. Il padre commerciava in tappeti e il figlio si dimostrò subito un brillante studente. Si diplomò in un college del Massachusetts, studiò alla scuola di teatro dell’Università di Yale e divenne membro del «Group Theatre», un atelier teatrale che metteva in scena spettacoli sperimentali e aveva lanciato «il metodo», un sistema di recitazione ispirato dagli insegnamenti di un grande regista russo, Kostantin Stanislasvkij, che aveva fondato il Teatro d’arte di Mosca. Dalla recitazione alla regia, il passo fu relativamente breve. Alternando teatro e cinema, Kazan lavorò con i maggiori drammaturghi americani di quegli anni, da Clifford Odets a Thornton Wilder, da Tennessee Williams ad Arthur Miller, e contribuì alla formazione di attori, come Marlon Brando, che lo avrebbero accompagnato nella sua carriera, da Broadway a Hollywood. I temi a lui più congeniali erano quelli sociali L lettere@corriere.it www.corriere.it sromano@rcs.it La tua opinione su sonar.corriere.it La Cgil propone sciopero generale per il 5 dicembre contro legge di Stabilità e Jobs act. Siete d’accordo? SUL WEB Risposte alle 19 di ieri Sì 25% attiliolucchini@hotmail.it Quando sono intelligenti i peccatori sono le persone meglio attrezzate per scoprire ed eliminare le tentazioni. SUCCESSO SICURO Sciopero del 5 dicembre 75% No La domanda di oggi Papa Francesco chiama la rockstar Patti Smith insieme a suor Cristina per il concerto di Natale. Siete d’accordo? pensare che tanto male gli scioperanti non si trovino. Vedo già autostrade, treni e aerei presi d’assalto: sciopero perfettamente riuscito! Non manchiamo un po’ di serietà? Pierluigi Ziliotto, Verona TFR IN BUSTA PAGA Nessuna agevolazione Il Tfr che verrà erogato su richiesta dei lavoratori dipendenti sarà tassato secondo le normali aliquote Irpef, senza agevolazioni. Chi lo chiederà, probabilmente, è in difficoltà e come benservito pagherà più tasse. Un comportamento quasi da usurai. Daniele Zocca, Bologna La posizione processuale del giudice Florit Mi riferisco all’articolo di Francesco Battistini relativo al Kosovo e ad accuse «di mazzette della missione Ue» (Corriere, 7 novembre). L’accusa di aver preso una tangente di 300.000 euro è una calunnia mossa da due poliziotti deviati, condannati dal collegio da me presieduto in un processo relativo all’attentato a un ristorante, in cui erano morte due persone. I poliziotti, una volta condannati in via definitiva a 63 anni di carcere per complessivi 5 omicidi (oltre alle due vittime già citate, hanno ammazzato anche tre testimoni) hanno denunciato me per vendetta e CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger CONDIRETTORE AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli CONSIGLIERI Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri © RIPRODUZIONE RISERVATA Rai Scuola ci ha fatto vivere uno dei momenti più esaltanti della storia della Terra: l’atterraggio della sonda Philae sulla cometa Churyumov. Che bello vedere commuoversi e piangere, nel momento dell’impatto, scienziati, ingegneri, tecnici italiani che hanno partecipato a questa impresa. Michele Priolo, Chiavari (Ge) SBARCO SU COMETA /2 Evento storico Siamo atterrati su una cometa! Con un robot, d’accordo, ma è uno dei segni sulla mappa della storia per chiedere la revisione del processo (secondo l’equazione: giudice corrotto = processo da rifare)... Ovviamente ho già sporto denuncia per calunnia. Quanto agli «strani contatti da spiegare», la spiegazione sta già nel documento che allego, la denuncia della persona che mi ha contattato e che io ho denunciato non appena ha fatto riferimento ad una indagine in corso. Sulla base di tale denuncia il «contatto» è stato rinviato a giudizio. Nel processo io sono stato indicato come vittima del reato e testimone dei fatti. Allo stesso caso si riferiscono le «intercettazioni finite © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI FONDATO NEL 1876 che maggiormente interessavano l’intellighenzia liberal degli anni Trenta, soprattutto dopo l’avvento di Franklin D. Roosevelt e lo stabilimento dei rapporti diplomatici con l’Unione Sovietica. In quel clima Kazan s’iscrisse al Partito comunista americano e fu per 18 mesi, sino al 1936, membro della cellula che si era costituita nell’ambito del «Group Theater». Quando fu convocato dal Comitato per le attività non americane, lo ammise, ma dopo una prima esitazione fece i nomi dei compagni (8 secondo alcuni, 11 secondo altri) che avevano fatto parte della stessa cellula. La «delazione» non impedì a Kazan di fare negli anni seguenti una brillante carriera nel mondo dello spettacolo e della letteratura (fu anche autore di romanzi). Ma divenne il tema ricorrente e ossessivo della sua vita. Anche quando l’episodio sembrava universalmente dimenticato, Kazan tornava continuamente a quegli anni, ora per giustificare il suo gesto come destinato a contrastare «una congiura organizzata su scala mondiale», ora per interrogarsi sulla correttezza morale di ciò che aveva fatto. Il caso scoppiò ancora una volta nel 1999, quando un regista e un attore di origine italiana (Martin Scorsese e Robert De Niro) lanciarono una campagna perché al novantenne Kazan venisse assegnato un Oscar alla carriera. Scorsese, in particolare, lo considerava un grande esponente americano del neorealismo italiano. Quado il premio fu conferito e la maggior parte del pubblico si alzò in piedi, altri rimasero seduti con le braccia incrociate. La Guerra fredda, nella loro memoria, non era ancora finita. Kazan morì quattro anni dopo. SBARCO SU COMETA / 1 Grande emozione INTERVENTI E REPLICHE Luciano Fontana di Massimo Gaggi La Cina di Xi e il rischio che diventi un modello LETTERE AL CORRIERE EUROPA La nomina di Juncker ● Visti da lontano Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli privacy.corsera@rcs.it - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. DIREZIONE, REDAZIONE E TIPOGRAFIA 20121 Milano - Via Solferino, 28 Tel. 02-62821 DISTRIBUZIONE m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02-2582.1 - Fax 02-2582.5306 PUBBLICITÀ RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Tel. 02-25846543 - www.rcspubblicita.it umana. Un’impresa di 10 anni, un’impresa europea ma anche italiana come il direttore di volo, uno dei nostri chiacchierati cervelli in fuga, di cui forse dovremmo andar fieri invece che lamentarci. Cecilia Romei cecilia.romei@gmail.com EMISSIONI DI GAS Lo smog a Pechino Nell’accordo per diminuire le le emissioni si parla del 2025 per Usa e del 2030 per la Cina. Consiglio a chi trova valide le proposte, di controllare il clima e l’inquinamento di Pechino semplicemente in questo periodo. Franco Razzetti P er strada la gente è indaffarata (chi lavora alacremente) o spensierata (chi, con altrettanta determinazione, si impegna nello shopping da nuovi ricchi). I volti, comunque, non sono quasi mai cupi. Molta polizia in giro, per le strade di Pechino, ma i cinesi sembrano preoccupati più dal rallentamento della crescita e dagli squilibri crescenti tra lavoratori e classe dirigente che dalle libertà negate dal loro regime autoritario. Gli analisti indipendenti ti spiegano che, anche se ha imposto un potere personale molto forte, Xi Jinping, che combatte la corruzione e sta rendendo socialmente inopportuna l’ostentazione del lusso estremo, piace alla gente. Altro clima rispetto alla cappa di paura che percepivi ovunque nei Paesi comunisti dell’Est europeo prima della caduta del muro di Berlino. Lì molti rischiavano di farsi ammazzare pur di andarsi a rifare una vita altrove. Qui la gente non fugge né sembra troppo infastidita dall’obbligo di passaporto per muoversi anche all’interno del Paese. L’impossibilità di usare Google o consultare il New York Times, la censura elettronica che blocca o rallenta i siti occidentali sgraditi (ma non Yahoo!, socio della cinese Alibaba, che ti si apre in una frazione di secondo), sembra preoccupare solo lo straniero e un plotoncino di giovani «smanettoni». L’adagiarsi in una sorta di paternalismo opulento che costruisce città moderne e pulite (anche se ultrainquinate), con grattacieli dappertutto per dare alloggio a un ceto medio di 300 milioni di cittadini — più di un quarto della popolazione — sembrava il «destino manifesto» riservato a un popolo che non ha tradizioni democratiche e che viene da un secolo di privazioni. Può diventare un modello anche fuori dalla Cina? Fin qui è parso di no, nonostante la crisi che ha colpito Usa ed Europa, indebolendo il modello liberaldemocratico occidentale: non basta costruire aeroporti più moderni e treni più veloci di quelli Usa per diventare la nuova America agli occhi dei popoli. Ma è meglio non dare nulla per scontato. La Cina di Xi si fa benvolere distribuendo investimenti nel mondo mentre la (legittima) scelta di Obama, bisognoso della sponda diplomatica di Pechino, di chiudere un occhio sugli aspetti dittatoriali del regime, rischia di trasformare un leader che ostenta disprezzo nei confronti della libera stampa in una sorta di new normal. Anche da noi molti gestori del potere vorrebbero rivolgersi al giornalista che denuncia uno scandalo con le parole di Xi: «Ripara il danno che hai fatto». © RIPRODUZIONE RISERVATA S. Margherita Ligure (Ge) sui giornali»: la persona che io ho denunciato «millantava credito» al telefono con il suo mandante. Anche qui, il mio ruolo è quello di vittima del reato. Sono pertanto estremamente soddisfatto dalla decisione di Ms.Pesc, Federica Mogherini, di disporre un’indagine indipendente. Francesco Florit,francesco.florit@giustizia.it Prendiamo atto della precisazione, ma abbiamo fatto solo il nostro dovere di cronisti. Che le accuse al giudice Florit si sospetta siano false e strumentali, lo abbiamo scritto due volte, il 15 aprile e il 7 novembre. Ciò non toglie che queste accuse ci siano e si trovino nel fascicolo del procuratore inglese Maria Bamieh, che ne ha pubblicamente e più’ volte parlato prima di essere rimossa dall’incarico, per fuga di notizie. (f. bat.) Nuovo catasto: i cambiamenti Mi riferisco alla lettera «Tassazione. riforma del catasto» (Corriere di ieri). Le imposte aumenteranno solo per chi avrà un aggiornamento sfavorevole; e quanto alla Tari, non ci saranno cambiamenti: non è conteggiata sugli estimi, ma sui metri e gli occupanti. Lionello Leoni,lionello.leoni@alice.it EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • RCS Produzioni Padova S.p.A. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) - Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. Centro stampa 09034 Elmas (Ca) - Via Omodeo, 5 - Tel. 070-60.131 • BEA printing sprl 16 rue du Bosquet - 1400 Nivelles - Belgium • Speedimpex USA, Inc. 38-38 9th Street Long Island City - NY 11101 - USA • CTC Coslada Avenida de Alemania, 12 - 28820 Coslada (Madrid) - Spagna • La Nación Bouchard 557 - 1106 Buenos Aires - Argentina • Miller Distributor Limited Miller House, Airport Way, Tarxien Road – Luqa LQA 1814 Malta • Hellenic Distribution Agency (CY) Ltd 208 Ioanni Kranidioti Avenue, Latsia 1300 Nicosia - Cyprus • FPS Fernost Presse Service Co. Ltd 44/10 Soi Sukhumvit, 62 Sukhumvit Road, Bang Chark, Phrakhanong - Bangkok 10260 - Thailandia Corsera + IoDonna + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20. In Campania, Puglia, Matera e prov., non acquistabili separati: lun. Corsera + CorrierEconomia del CorMez. € 0,93 + € 0,47; m/m/g/d Corsera + CorMez. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Veneto, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorVen. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Trentino Alto Adige, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. A Bologna e prov. non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorBo € 0,62 + € 0,78; ven. 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Fr. 3,00; (con Sette Fr. 3,50), (quando pubblicato con Style Magazine Fr. 3,50);Cipro € 2,20; Croazia Hrk 17; CZ Czk. 64; Francia € 2,20; Germania € 2,20; Grecia € 2,50; Irlanda € 2,20; Lux € 2,20; Malta € 2,20; Monaco P. € 2,20; Olanda € 2,20; Portogallo/Isole € ISSN 1120-4982 - Certificato ADS n. 7682 del 18-12-2013 2,50; SK Slov. € 2,20; Slovenia € 2,20; Spagna/Isole € 2,50; Hong Kong HK$ 45; Thailandia THB 190; UK Lg. 1,80; Ungheria Huf. 700; U.S.A. USD 5,00. ABBONAMENTI: Per informazioni sugli abbonamenti nazionali e per l’estero tel. 0039-02-63.79.85.20 fax 02-62.82.81.41 (per gli Stati Uniti tel. 001-718-3610815 fax 001-718-3610815). ARRETRATI: info@servizi360.it. 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Viaggio nel mondo” € 8,80; con “I capolavori dell’arte” € 7,80; con “Ufo Robot” € 11,89; con “James Bond collection” € 11,89; con “Scrivi Vecchioni, scrivi canzoni” € 11,89; con “Scuola del racconto” € 8,80; con “1989” € 9,80 Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera 54 Sport Lo scontento Armero: «Inzaghi mi ha voluto ma non gioco» L’ultimo scontento in casa Milan è Pablo Armero (foto) che, dal ritiro della Colombia, si sfoga: «Ho avuto un confronto con Inzaghi: io non ho chiesto di andare al Milan, è lui che mi ha chiamato per chiedermi di andare. Non sono uno di quelli che parla molto, ma la situazione è abbastanza difficile: Inzaghi mi aveva detto “vieni che ho bisogno di te”, ma non gioco mai». Armero non troverà spazio neanche al derby, nonostante l’assenza di Abate: De Sciglio resta a sinistra, il posto a destra se lo giocano Poli o Zaccardo. L’addio a gennaio pare scontato. Verso il derby Ha solo un punto in più di Mazzarri, ma nessuno contesta Pippo Con Filippo Inzaghi la tentazione è irresistibile: ricordare i suoi gol, parlare di quello che ha vinto, far confronti con il Milan di quei tempi là. Sa bene che il passato di simbolo rossonero ha avuto un peso nel portarlo subito sulla panchina del Milan e altrettanto ce l’ha nel garantirgli una particolare benevolenza, in società, tra i tifosi, sulla stampa (e in fondo è un merito anche farsi volere bene). Il passato però a Inzaghi interessa poco, giusto per ricordare qualche record e qualche gol («Il mio primo derby? Con Terim allenatore, vincemmo 4-2 e io segnai di testa») e se non fosse la massima del suo futuro avversario, Walter Mazzarri, Pippo direbbe che il meglio deve ancora venire. Il ragazzo guarda avanti. E siccome è abituato a pensare in grande, nonostante tutto vede rosa per sé e per il Milan. «State tutti tranquilli: Berlusconi vuol tornare a vincere». Ci perdoni un tuffo nel passato. Quanti gol in più avrebbe fatto il Milan con Shevchenko e Inzaghi come coppia d’attacco? «Bella domanda! Non bisogna pensare a quello che è stato, ma a quello che è e che sarà. Siamo sulla strada giusta. Ci vuole un po’ di pazienza. Finora hanno trovato il gol in tanti, ma hanno segnato poco gli attaccanti, a parte Honda. I gol di Torres e Pazzini arriveranno. Mi auguro che Torres faccia come Crespo con Ancelotti: per mesi non ha segnato, poi si è sbloccato ed è diventato... Crespo. Finora Torres è stato condizionato dall’infortunio alla caviglia, che adesso però è risolto: a Genova l’ho visto molto bene». Ai suoi tempi non succedeva spesso che il portiere del Milan fosse il migliore in campo... La difesa fa acqua. «I miei tempi non guardiamoli più: c’erano in squadra i venti giocatori più forti d’Europa. Ma anche dalla sofferenza, e dai risultati strappati con il coltello fra i denti, si può ricostruire». Allora guardiamo al futuro. Come si vede tra vent’anni? Che cosa sogna di aver vinto? «L’ultima volta che il presidente è stato a Milanello ha detto che mi vorrebbe allenatore per i prossimi vent’anni. Allora dico che sogno di diventare il Ferguson del Milan, perché questa maglia mi ha dato tutto, questa società mi capisce. Mi vogliono tutti bene e so che mi sosterranno anche nei momenti difficili. Ecco perché non dico che sogno di vincere questo o quel trofeo: i successi, col lavoro, arriveranno. Io mi auguro solo di restare qui il più a lungo possibile». Il suo primo derby da allenatore le regalerà emozioni diverse? «Da allenatore è tutto diverso, hai molte più responsabilità. E senza potersi sfogare in Il bomber ● Pippo Inzaghi in carriera ha realizzato 316 gol in 694 partite ufficiali, con una media di 0,46 gol a partita ● È il 4° miglior marcatore nei tornei Uefa ed è l’unico ad aver segnato in tutte le manifestazioni internazionali per club MILANO Una vita alla Ferguson Inzaghi vede rosa: «Sogno di allenare il Milan per vent’anni Ai tifosi dico: state sereni, Berlusconi vuol tornare a vincere» ❞ Il derby di Milano è sempre il massimo Crisi? È solo un ciclo A Genova il nostro miglior gioco. Me l’ha detto pure Sacchi campo, la tensione è molto più difficile da smaltire. Ma è un lavoro bellissimo, io passo 10 ore al giorno a Milanello». Della sua passata esperienza di grande attaccante sono più le cose che ora deve dimenticare o quelle che le tornano utili? «Sarebbe meglio fare prima l’allenatore e poi il calciatore, perché in panchina capisci tante cose. Però del mio passato mi porto dietro tutto, anche l’esperienza alla Primavera». Questo è uno dei derby più sottotono degli ultimi anni. Per Milano è una crisi passeggera? «Milan-Inter è sempre il massimo. Poi ci sono i cicli. Le due squadre torneranno grandi, spero prima il Milan». Mazzarri, è decisamente più sulla graticola di lei. Il Milan ha solo un punto più dell’Inter eppure sembra molto meno depresso: merito suo? «Per quanto mi riguarda spero mi sia dato il tempo per lavorare e che si consideri che alleno da pochi mesi. So che devo dimostrare tutto e che se una partita non dovesse andare bene i giudizi cambierebbero, ma il Milan ha investito su di me per aprire un ciclo. Sono sicuro che torneremo a vincere scudetti. Non so dire quando, ma presto». Il presidente Berlusconi le ha fatto qualche promessa? «Il presidente vuole sempre primeggiare in tutto, io so che vuole tornare a vincere, quindi sono molto sereno. Anche i tifosi stiano tranquilli perché piano piano tornerà tutto: i titoli, i campioni, il Milan di un tempo». Cosa la soddisfa già del suo Milan? «Credo che la partita contro la Samp sia stata la nostra migliore sul piano del gioco. Me l’ha scritto anche Arrigo Sacchi e mi ha riempito d’orgoglio. Siamo stati squadra, abbiamo ancora qualche difettuccio che ci limita, ma abbiamo coman- Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ❞ Se servirà un ritocco a gennaio la società mi darà una mano I giocatori si comportano bene, non ho dato neanche una multa dato sul piano del gioco. La strada è tracciata». Pensava fosse più difficile? «Mi aspettavo più problemi. Mi ha meravigliato lo spirito del gruppo, che non è mai mancato. Non posso rimproverare niente a questi ragazzi. Fondazione Milan è arrabbiata con me perché finora non ho dato neanche una multa! Non c’è stato un ritardo o un comportamento sbagliato. Ho visto serietà, dedizione al lavoro, onore alla maglia». In classifica però avete 17 punti, gli stessi di Seedorf dopo 11 partite. Significa che la qualità della rosa è limitata e più in là non si va? «Davanti abbiamo squadre collaudate, il Milan ha dovuto ripartire. Io ora non guardo la classifica, a fine dicembre faremo un bilancio. E se dovesse esserci bisogno di qualche ritocco della rosa, la società mi darà una mano». Finora avete conquistato più punti in trasferta che in casa. «E non va bene perché San Siro dev’essere il nostro fortino. Non è ancora tornato come me lo ricordavo, ma capisco i tifosi, anche per riconquistarli ci vuole tempo». Può indicare un giocatore che vi farà fare il salto di qualità? «Dev’essere tutta la rosa a migliorare. Però abbiamo due giovani, De Sciglio ed El Shaarawy, che possono crescere ancora». Il Milan avrebbe più chance con lei in campo nel derby? «Ma io in campo ci sarò». Arianna Ravelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 14 Novembre 2014 SPORT 55 Formula 1 Doping Oggi debutta la McLaren con motore Honda Schwazer sogna Rio ma la strada è in salita Tennis Masters: Nishikori ok, Federer a valanga In attesa di annunciare il ritorno di Fernando Alonso e il nome di chi, tra Button e Magnussen l’affiancherà (ndr: la comunicazione è attesa per giovedì prossimo, in avvicinamento al Gp di Abu Dhabi), la McLaren fa debuttare la power unit Honda con la quale gareggerà dal 2015. L’esordio avverrà oggi a Silverstone nel corso di un «filming day» nel quale sarà possibile completare al massimo 100 km. La vettura impiegata sarà una Mp4-29 di quest’anno, ma non potrà montare da gara; al volante ci sarà il collaudatore Oliver Turvey. Kei Nishikori ha superato in tre set il ripescato David Ferrer nella terza giornata del Gruppo B delle Atp Finals, il Masters maschile di Londra. Il giapponese si è imposto con il punteggio di 4-6, 6-4, 6-1. Ferrer era subentrato al canadese Milos Raonic, costretto al ritiro per un infortunio. Intanto per l’aritmetica non ci sono più dubbi: se oggi Nole Djokovic batterà Tomas Berdych avrà la certezza di chiudere la stagione da numero 1 del mondo, frustrando l’entusiasmante rincorsa di Roger Federer (ieri clamoroso 6-0, 6-1 a Murray). «Schwazer vuole tornare a Rio» dice l’avvocato Brandstaetter. L’inchiesta della procura di Bolzano è in chiusura: per evitare una condanna, l’altoatesino sarebbe intenzionato a chiedere la sospensione del procedimento con messa alla prova e affidamento ai servizi sociali. Per partecipare ai Giochi (sempre che si qualifichi), Schwazer vorrebbe chiedere una riduzione della squalifica, che termina a gennaio 2016. Ma la Procura antidoping del Coni lo attende il 20 novembre per rispondere degli addebiti disciplinari. Oriali: «San Siro è ancora casa mia Che tempi, inseguivo i numeri 10» Il ritorno Basket «È uno stadio speciale. Come la nazionale: è la squadra che unisce i tifosi» Guardia MarShon Brooks (LaPresse) Fra 48 ore, Lele Oriali torna a sedersi in panchina a San Siro, da dirigente della Figc, dopo quattro anni e mezzo. Ultima volta: domenica 9 maggio 2010, Inter-Chievo 4-3, penultima di campionato, il mese del triplete nerazzurro, prima che con l’arrivo di Benitez si consumasse il divorzio dall’Inter. Allora stava accanto a José Mourinho, domenica con la Croazia sarà a fianco di Antonio Conte, Oriali, che effetto le fa questo ritorno? «Devo dire la verità. È da un po’ di tempo che ci penso; per me non sarà una serata come le altre ed è inutile che dica il contrario per fare il fenomeno. Non lo sarà perché ho sempre considerato San Siro come la mia casa, almeno calcistica, e perché quando ho smesso di giocare, sognavo di fare il dirigente dell’Inter e mi sarebbe piaciuto fare un’esperienza anche con la Nazionale. Adesso tornare qui da dirigente azzurro è un’emozione vera. Questo nuovo incarico è stata una sorpresa che mi ha fatto il presidente Tavecchio ed è qualcosa che per me è un grande onore e un grande impegno. Un paio di anni fa, mi era stato chiesto di scrivere un libro sulla mia vita; ho rifiutato, perché pensavo di non avere ancora chiuso con il calcio. Ed è arrivata questa occasione, senza che io la cercassi». Si ricorda ancora la prima volta a San Siro? «Era il 1967, torneo Rapizzi; ero agitatissimo, perché non avevo nemmeno 15 anni e perché venivo dalla campagna, come si diceva allora. Ma era andata bene: vittoria dell’Inter e premio come miglior giocatore. Da allora ho sempre amato San Siro. Ho cominciato da terzino destro, proprio come marcatore. Ho fatto anche il terzino sinistro, e lì spingevo di più, sull’esempio di Facchetti. Poi sono stato trasformato in mediano già da Invernizzi. Dovevo Mediano ● Gabriele Oriali è nato a Como il 25 novembre 1952. È team manager della Nazionale con cui è stato campione del mondo nel 1982 ● Cresciuto nell’Inter, ha vestito la maglia nerazzurra dal 1970 al 1983. Passato alla Fiorentina ha chiuso la carriera nel 1987. All’Inter ha vinto 2 scudetti (1971 1980) e 2 Coppe Italia (1977 e 1982) e lavorato con la società per undici anni vincendo, fra l’altro, la Tripletta 2010 marcare quasi sempre quello che era il numero 10 degli avversari. Un impegno faticoso... «Erano tempi duri. Qualche volta mi è andata bene, qualche altra no. Ma ho sempre dato tutto, anche quando nel 1972 mi sono trovato a marcare Jimmy Johnstone del Celtic, un’ala che mi scappava da tutte le parti e che dovevo rincorrere sempre». Prima volta a San Siro in campionato il 3 ottobre 1971, Inter-Atalanta 2-0... «Avevo esordito il 7 febbraio 1971 all’Olimpico contro la Roma, e avevo fatto un’altra partita a Catania, da stopper con Cella libero, nell’anno dello scudetto con sorpasso a Milan e Napoli. E da ottobre 1971 è cominciata l’avventura». Ma è vero che San Siro è uno stadio che mette paura? «Può darsi, ma io non ho mai sentito né il peso di questo stadio, né quello della maglia, anche se non è che ho giocato sempre bene. Io a San Siro mi sentivo sostenuto e protetto; quando giocavo io non c’era ancora il terzo anello, la gente stava in piedi, si sentivano la spinta dei tifosi, la loro passione, la forza di trascinamento. Si sente che il pubblico è esigente, ma anche competente. E che ti sta vicino. Dire che San Siro è uno stadio speciale non è un luogo comune, è la verità. Re- Duello Gabriele Oriali impegnato in uno dei tanti duelli della sua carriera: qui corre con il pallone inseguito dal romanista Falcao gala un’emozione speciale, come il Bernabeu, il Nou Camp, Old Trafford, per fare paragoni stranieri». Lo spettacolo vero San Siro lo offre nei derby. Che cosa è stato per lei Inter-Milan? «La partita che ho sempre amato di più. Il derby non mi ha mai spaventato, anzi mi dava una carica speciale. Mi ricordo che quando Rocco era tornato al Milan nel 1977, incrociandomi mi aveva detto: ciò, ancora tì a rompere. Di derby ne ho vinti e ne ho persi, però mi capitava di giocare male e magari di fare gol. Quello del 24 marzo 1974, invece l’avevo giocato bene: dopo 5’ avevo già segnato. Nel derby dell’ottobre 1981, avevo fatto gol e rimediato anche 36 punti in faccia, per quel famoso intervento di Tassotti. Ho trovato un microchirurgo che mi ha cucito benissimo e con Tassotti tutto è stato chiarito in fretta». Che serata si immagina per Derby «Il derby era la partita che amavo di più. Ricordo i 36 punti in faccia da Tassotti» la partita di domenica con la Croazia? «Ho riscoperto in questi due mesi che la Nazionale è qualcosa di speciale e diverso da tutto, perché è davvero la squadra che unisce tutte le tifoserie e che ti regala un’emozione fortissima, che non può essere paragonato a nient’altro. So che Milano sta rispondendo alla grande, sono già stati venduti 50 mila biglietti, c’è grande entusiasmo. Sono sicuro che San Siro ci darà la spinta giusta per fare bene con la Croazia, abbiamo bisogno tutti di una bella partita». Fabio Monti ● Ha ispirato la canzone di Luciano Ligabue «Una vita da mediano» Milano si scuote con Brooks La rincorsa europea resta possibile MILANO Con il ritorno dell’ex presidente Livio Proli al Forum a scongiurare l’aria di crisi, la EA7 vince di forza (90-71) lo spareggio con il Turow Zgorzelec e si conquista nuova strada verso le Top 16 dell’Eurolega. In una partita dalle mille lune, di miele con Ragland (20 punti) e Ale Gentile (19), e di fiele con l’ormai impresentabile Linas Kleiza (-6 di valutazione). Benedetta dalla mano santa di Joe Ragland, la EA7 parte bene e prosegue meglio, quando entrano Hackett (9 assist!) e Melli, con il reggiano che evidenzia tutta la differenza tra una palla al piede (Kleiza) e una lama da taglio sul lato debole. Milano è fluida, quando chiude il primo periodo avanti 26-16. Anche Luca Banchi, però, cade nella sindrome della gattina pietosa — dentro Brooks e fuori Ragland in serata di grazia — e i micini milanesi diventano orbi, con il Turow che sorpassa (31-33 al 15’, con parziale di 5-17). Servono gerarchie. Qui è bravo il coach a riconoscere le facce giuste della partita: con Ragland, Hackett, Gentile, Melli e Samuels (15 e 8 rimbalzi), Milano fa l’onda e in 4’ sale a +13 (55-42 al 24’). Il quarto fallo di Melli costringe Kleiza nuovamente in campo e il Turow riaggancia (58-57). La luna torna di miele con il primo messaggio di Brooks (8 punti nell’ultimo quarto) e il finale di Gentile: la pratica polacca finisce in gloria. Werther Pedrazzi © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Si ferma anche Ogbonna, difesa al minimo per Conte e la Juve Il centrale si blocca prima del test con l’Under 18, il club bianconero si augura che rientri già oggi a Torino Azzurro ● Angelo Ogbonna ha 26 anni ed è alla seconda stagione con la Juventus ● In azzurro ha collezionato 10 presenze senza segnare gol DAL NOSTRO INVIATO FIRENZE Conte perde Ogbonna per la Croazia e la Juve perde la serenità. Il difensore dilata l’emergenza azzurra alzando bandiera bianca prima del test a porte chiuse contro la Under 18. «Sofferenza al bicipite femorale sinistro», la diagnosi dopo gli accertamenti strumentali, che saranno ripetuti oggi prima di prendere la decisione definitiva. La Juve, che come l’Italia ha la coperta corta in difesa, si augura di riavere il giocatore a casa già oggi. Conte invece, scrollandosi di dosso la iella, ha sperimentato le contromisure nella partitella di allenamento: Darmian arretrato sulla linea a tre della difesa guidata da Ranocchia e completata da Chiellini, De Sciglio dirottato sulla fascia destra del centrocampo a cinque mentre al posto del milanista è entrato Pasqual. Per il c.t. è una settimana storta. Deve già combattere con l’invasione straniera, che ha ridotto in maniera drastica gli eleggibili per la Nazionale, ma a metterlo in difficoltà sono soprattutto gli assenti. Titolari fondamentali e rincalzi preziosi. Una squadra fuori gioco. Ogbonna è il quinto difensore fermo ai box, compreso lo squalificato Bonucci. E in mez- zo al campo, oltre a Pirlo, Conte ha dovuto rinunciare ai dinamici Giaccherini e Florenzi e ha rimandato a casa Verratti. In attacco, senza scomodare Giuseppe Rossi, ora croce più che delizia di Montella, l’allenatore azzurro è orfano di Osvaldo e Insigne. Per sua fortuna Zaza e Immobile sono segnalati in forma. Ieri nel test (finito 9-0) Attaccanti Nel test Immobile e Zaza si muovono bene, per Balotelli solo pochi minuti nel finale hanno segnato un gol a testa, muovendosi bene e respingendo gli assalti di Pellè (entrato nella ripresa insieme a Giovinco) e di Balotelli, sempre quinto attaccante su cinque, in campo solo nell’ultimo squarcio di amichevole senza incantare: bravo (segna un gol), ma solo sin che resta concentrato. Buone notizie da Candreva e Marchisio, interni con licenza di attaccare, accanto a De Rossi, regista pronto per la 100ª azzurra. L’emergenza che mina le fondamenta della Nazionale, tocca fortemente anche la Juve. Se per Conte quella con la Croazia è una partita cruciale, Allegri dopo la pausa si gioca la Qualificazioni Le sfide di oggi Gruppo D ore 18: Georgia-Polonia ore 20.45: GermaniaGibilterra, Scozia-Irlanda Gruppo F ore 20.45: Grecia-Far Oer, UngheriaFinlandia, RomaniaNord Irlanda Gruppo I ore 20.45: PortogalloArmenia, SerbiaDanimarca Champions League. I bianconeri, alla ripresa, sono attesi nello spazio di 4 giorni dall’insidiosa trasferta a Roma contro la Lazio e dalla decisiva sfida contro il Malmoe in Svezia. A Torino, come era facile prevedere, hanno preso male la notizia dell’infortunio di Ogbonna. Il silenzio nasconde il fastidio e fa salire la pressione. Allegri, con la difesa a quattro, può contare su Bonucci e Chiellini. Ma se l’ex granata non dovesse recuperare, Max avrebbe a disposizione per la panchina soltanto Caceres, appena tornato in gruppo dopo oltre un mese. Alessandro Bocci © RIPRODUZIONE RISERVATA Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera 56 I cugini Enrico, Giovanna, Iacopo, Mirco, Vittorio sono vicini a Marina in questo momento di grande dolore per la perdita del marito Sergio Riva e i colleghi dellIstituto di Chimica del Riconoscimento Molecolare del CNR partecipano al dolore dei famigliari per la perdita del caro Prof. Bruno Danieli - Milano, 13 novembre 2014. Enrico e la figlia Michela sono vicini a Marina, Michele e Francesco per la perdita di Carla con Francesca, Federica e le rispettive famiglie si stringe con affetto a Marina, Francesco e Claudia, Michele e Marinella e alle quattro adorate nipotine nel ricordo del dolcissimo nonno Bruno Bruno Danieli Partecipano al lutto: Paola Vita Finzi. Luciano, Paola e Claudio Merlo. Giovanni e Giuliana Vidari. Roberto e Pinuccio annunciano limprovvisa scomparsa di Lucilla Morlacchi - Milano, 13 novembre 2014. Carla e Giovanni Casale sono vicini con affetto a Marina e famiglia nel ricordo del carissimo amico Prof. Bruno Danieli - Milano, 13 novembre 2014. Cesare e Paola abbracciano forte Marina e la sua famiglia ricordando Bruno Danieli che ha dedicato la sua vita al teatro italiano.- Non è prevista alcuna cerimonia civile o religiosa. - Milano, 13 novembre 2014. Partecipano al lutto: Luciano e Mariagrazia Guarnieri. La famiglia Spotti. Stefano piange limprovvisa scomparsa di Lucilla - Milano, 13 novembre 2014. grande artista e amica indimenticabile. - Menaggio, 13 novembre 2014. Mattia e Francesca partecipano con profondo affetto al grande dolore di Michele, Francesco e della signora Marina per la scomparsa del loro amato padre e marito Partecipiamo con profonda commozione al dolore di Roberto e Pinuccio per la perdita della cara Prof. Bruno Danieli - Milano, 13 novembre 2014. Partecipano al lutto: Ornella ed Elisabetta Panzarini. Giordano Lesma, Daniele Passarella e Alessandra Silvani ricordano con sincera gratitudine e profondo affetto il maestro ed amico Prof. Bruno Danieli - Milano, 13 novembre 2014. Partecipano al lutto: Anna Bernardi e Franco Cozzi. Giovanna Speranza. Fulvia Orsini. Luisella Verotta. Donatella Potenza. Laura Belvisi. Roberto Pagliarin. Massimo Sisti. Amedea Manfredi. Sergio Crippa. Anna Daghetti. Teresa Recca. Dario Landini. Paola Del Buttero. Laura Maria Raimondi. Domenico Albanese. Clara Baldoli. Maurizio Benaglia. Gianfranco Tantardini. Carlo Gatti. Elena e Franco Cariati. Alessandro Caselli. Ermelinda Falletta. Cristina Della Pina. Michele Rossi. Lucia Carlucci. Patrizia e Torquato Mussini. Vittorio Ragaini. Antonella Gervasini e Paolo Carniti. Riccardo Destro. Stefano Trasatti. Elena Selli. I colleghi dellex Dipartimento di Chimica Strutturale dellUniversità degli Studi di Milano. Paolo Murtas. Michela Aghilar. Giovanni Ciurlia. Gisella Merlini. Antonino Nucera. Gabriella Roda. Alessandro Sacchetti. Paola DArrigo. Giovanni Vidari. Ezio Bombardelli, Bruno Gabetta, Gabriele Fontana, Paolo Morazzoni, Federico Peterlongo, tutta la Direzione Ricerche e la Direzione Generale di Indena SpA con Benedetto Della Beffa, Dario Bonacorsi, Luca Giorgetti e Daniele Giavini esprimono il proprio dolore per la scomparsa del Prof. Bruno Danieli brillantissimo scienziato e uomo dalle qualità rare, che in modo indimenticabile ha contribuito al progresso della ricerca ed alla formazione dei chimici italiani. - Milano, 13 novembre 2014. Bruno Strocchi Prof. Bruno Danieli per molti anni componente del Consiglio Scientifico dellistituto, maestro e collaboratore in tantissimi progetti di ricerca. - Milano, 13 novembre 2014. Bruno ricordandone la competenza, la rettitudine e la profonda umanità. - Milano, 13 novembre 2014. Cesare e Anna si stringono con affetto a Simone e alla sua famiglia nel momento della perdita del caro padre Lucilla grandissima amica e grandissima artista!- Alain, Pino e Franco. - Milano, 13 novembre 2014. Cara Lucilla la tua sincera amicizia è stata un dono e una luce che porteremo sempre nei nostri cuori.- Luca e Simona con Marta e Matteo. - Milano, 13 novembre 2014. - Milano, 13 novembre 2014. Caterina Giuggioli, Massimo Trabattoni con Federico Riggio e Federico Trabucco si stringono a Simone per limprovvisa scomparsa del papà Bruno Strocchi Andrea Bartolucci, Matteo Colombari, Matteo Delucchi, Alessandro Giovannelli e Fabrizio Scaparro, insieme a tutti gli altri soci e collaboratori dello studio, si stringono con affetto a Simone e ai suoi cari per la perdita delladorato papà Bruno Strocchi Sandro, Sabina e Camilla Giovannelli sono vicini con grande affetto a Simone e alla sua famiglia per la perdita dellamato papà Bruno Strocchi - Milano, 13 novembre 2014. David Reali e tutto lo studio Chiaravalli Reali, si uniscono al tremendo dolore che ha colpito lamico Simone per la perdita del suo caro papà Bruno - Milano, 13 novembre 2014. Lo Studio dUrso Gatti e Bianchi partecipa con affetto al dolore di Simone Strocchi e della sua famiglia per la scomparsa del papà Bruno Strocchi - Milano, 14 novembre 2014. Partecipano al lutto: Stefano Valerio. Rossella Pappagallo. Anton Carlo Frau. Marida Zaffaroni. Roberta Gentile. Franco Barucci. Lucilla Giacomo mi mancherà la tua forza, la tua determinazione, ma soprattutto la tua instancabile voglia di reinventarti...- Ti voglio bene, Vittorio. - Carugo, 13 novembre 2014. Lucilla Morlacchi Giacomo grande attrice e straordinaria amica.- La piangono Vittorio Colombani con Serena Corvi Mora, Giuliano Mariavittoria Banfi. - Milano, 13 novembre 2014. Noi tutti di Arredaesse che abbiamo avuto la fortuna di conoscerti, ti porteremo sempre nel nostro ricordo come grande esempio di vita.- Tutti i collaboratori Arredaesse. - Carugo, 13 novembre 2014. Partecipano al lutto: Guido Letizia SantAmbrogio. Stefania Bariatti partecipa al dolore di Giorgio e dei suoi cari per la scomparsa del padre Lucilla Morlacchi ci ha lasciati.- Caparbia, esigente eppure fragilissima e dolente, indimenticabile compagna darte.Tutto il Teatro dellElfo la ricorda assieme ai compagni di lavoro della sua Sposa di Messina, dei suoi Turcs tal Friul, e della sua Monaca di Monza, spettacoli in cui ha lasciato il segno fortissimo delle sue grandi interpretazioni. - Milano, 13 novembre 2014. E mancato allaffetto dei suoi cari il Dottor Renato Artusi Lo annunciano con infinita tristezza Maria e Cristina Amaducci Artusi.- I funerali saranno celebrati sabato 15 novembre alle ore 10,00 nel Duomo di Cesena in via Vescovado, 7. - Bologna, 14 novembre 2014. Dottor Renato Artusi Ciao, grazie di tutto, mi mancherai immensamente.- Tua Cri. - Bologna, 14 novembre 2014. Con grande tristezza e fortemente addolorati ci stringiamo ai familiari per la scomparsa del Dott. Renato Artusi persona amabile, valente professionista e amico sincero.- I colleghi ed il personale tutto di Narcodont lo ricordano con affetto e riconoscenza. - Milano, 13 novembre 2014. Partecipa al lutto: Il Dottor Augusto Casentini. Michele, Stella e Stefano Giura, profondamente addolorati si uniscono ai familiari tutti nella preghiera per lultimo saluto al caro ed indimenticabile Dott. Gian Giacomo Corno - Milano, 13 novembre 2014. Il Consiglio dAmministrazione di Ambromobiliare è vicino a Giulio per la perdita del caro papà dott. Gian Giacomo Corno - Milano, 13 novembre 2014. Gian Giacomo Corno Partecipano al lutto: Benito, Pinuccia, Barbara e Gloria Marino. È salito alla casa del Padre Luigi (Gino) Olivari di 93 anni, medico veterinario, uomo forte, tenace, fedele, giusto.- Lo annunciano a quanti lo hanno conosciuto, stimato e gli hanno voluto bene i figli Nino, Franca, Luisella e Pietro con i loro coniugi, i nipoti ed i pronipoti.- Il funerale si terrà nella Basilica Minore di San Giovanni Battista in Melegnano sabato 15 novembre alle ore 9.30 partendo dallabitazione di piazza Matteotti, 5.- La sepoltura sarà al cimitero maggiore di Lodi. - Melegnano, 13 novembre 2014. È mancato allaffetto dei suoi cari Ercole Galli Ne danno il triste annuncio la moglie Luisa, i figli Angelo e Massimo, la nuora Maria Pia e la nipote Gloria.- Un sentito ringraziamento al Dottore Pessina per le cure prestate.- I funerali si svolgeranno sabato 15 novembre alle ore 10.30 presso la parrocchia San Pancrazio di Bovisio Masciago. - Bovisio Masciago, 13 novembre 2014. RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 Tommaso - Bari, 13 novembre 2014. - Milano, 13 novembre 2014. il tuo calore e la tua umanità illumineranno per sempre il nostro cammino.- I tuoi amici dello Studio Gionso e Turba. - Milano, 13 novembre 2014. Ci ha lasciato Tommaso Quaranta - Milano, 14 novembre 2014. Caro Cara La famiglia di ne annuncia la scomparsa.- Desidera ringraziare il personale dellIstituto Redaelli per la straordinaria assistenza, professionale ed umana prestata.- I funerali si svolgeranno in Corsico sabato 15 novembre alle ore 11 direttamente nella chiesa parrocchiale SantAntonio.- La cara salma verrà poi accompagnata al tempio crematorio. - Milano, 13 novembre 2014. Marcello Giustiniani, Antonella Negri, Marco Maniscalco, Vittorio Pomarici e tutto il team del Dipartimento di diritto del lavoro di Bonelli Erede Pappalardo si stringono con tanto affetto a Simona e Andrea e piangono con loro il caro Gianluca Provenzi straordinario esempio di amore per la vita, per i deboli e per gli indifesi.- I funerali si svolgeranno sabato 15 novembre alle ore 14.45 presso la parrocchia di Santa Maria del Buon Consiglio in via Ercole Ricotti, 10 a Milano. - Milano, 13 novembre 2014. CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: acquisizione.necrologie@rcs.it SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: Mario Angelico ed i collaboratori della cattedra di Gastroenterologia dellUniversità Tor Vergata ricordano con grande affetto e gratitudine il Prof. Livio Capocaccia Corriere della Sera Maestro della Gastroenterologia italiana, uomo di immensa cultura, onestà intellettuale e lucida concretezza. - Roma, 13 novembre 2014. PER PAROLA: Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 Alessandro Bompieri, Nicola Speroni, Luisa Sacchi e tutti gli amici del Corriere della Sera si stringono con affetto a Giovanna per la perdita della mamma A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 300,00 Mariuccia Lucchini Canton Gazzetta dello Sport - Milano, 14 novembre 2014. Ugo Ricci Colombo Pizzoli con la moglie Maurizia è vicino a Anna, Sergio e Paola per la prematura scomparsa del PER PAROLA: Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 dott. Luigi Carinelli carissimo cugino. - Milano, 13 novembre 2014. Mauro Frediani Alberto Cortesi e famiglia si stringono vicini al dolore di Niccolò e di tutta la famiglia per la scomparsa del loro caro. - Milano, 13 novembre 2014. Silvio Mora, Pina Longo e Silvia Valentino ricordano con affetto il grande amico Valeriano Nalin e sono vicini alla famiglia in questo tristissimo momento. - Arluno, 13 novembre 2014. ADGI Sezione Milano e UPUF sono vicini allAvvocato Simona Orlandi per la perdita del padre Dante Orlandi - Milano, 13 novembre 2014. La famiglia ringrazia quanti si sono uniti nel dolore e nella preghiera per la scomparsa del caro ed amato Giovanni Caproni di Taliedo Una Messa di suffragio sarà celebrata nella Basilica di San Babila mercoledì 26 novembre alle ore 18.30. - Milano, 14 novembre 2014. A quattro anni dalla scomparsa del Dott. Gianluca Belli mamma papà Nicoletta e Rosalba lo ricordano con rimpianto. - Legnano, 14 novembre 2014. Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 e-mail: fatturazione.necrologie@rcs.it Servizio sportello da lunedì a venerdì Milano: Via Solferino 36 orario continuato dalle 9 alle 17.30 Informativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs. 196/2003 (“Codice in materia di protezione dei dati personali”). Conformemente all’impegno e alla cura che la nostra società dedica alla tutela dei dati personali, La informiamo sulle modalità, finalità e ambito di comunicazione e diffusione dei Suoi dati personali e sui Suoi diritti, in conformità all’art. 13 del D. Lgs. 196/2003. Per permetterle di usufruire dei servizi offerti da RCS MediaGroup S.p.A., la stessa deve trattare alcuni Suoi dati. 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Per ogni informazione riguardo ai diritti può rivolgersi, a tal fine, al Responsabile del trattamento dei dati personali di RCS MediaGroup S.p.A. scrivendo allo stesso c/o RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano. Corriere della Sera Venerdì 14 Novembre 2014 SPORT L’Italia in cerca di certezze alla prova dei Pumas 57 Pigozzi, lotta al doping Allarme meteo a Genova, il test con l’Argentina anticipato a oggi alle 17.15 Contrordine, non si gioca sabato (domani), ma oggi. Calcio d’inizio alle 17.15. Sarà rugby per pochi intimi, ma l’alternativa era non giocare per niente visto che domani sera scatterà a Genova una nuovo allerta meteo (anche il destino di ItaliaAlbania di martedì a questo punto diventa incerto, e la Federcalcio non ha un piano B). Genova ferita dai suoi torrenti, dalle costruzioni abusive e dall’incuria di anni non se la sente — giustamente — di correre rischi ulteriori e allora Italia-Argentina sarà una partita d’altri tempi, quando il rugby azzurro faticava a chiamare a raccolta più di 6-7 mila fedeli. Un tuffo nel passato per una rivalità antica e un test importante per Parisse e compagni, perché, dopo aver battuto Samoa sabato scorso, l’Argentina è l’ostacolo giusto per capire a 1 cambio nel 15 azzurro rispetto alla vittoria con Samoa di sabato scorso: Castrogiovanni al posto di Chistolini che punto è la ricostruzione. Bisognerebbe vincere, ovvio, ma i Pumas sono tosti, hanno la miglior mischia chiusa del mondo e affrontando regolarmente le grandi potenze del Sud (un mese e mezzo fa hanno battuto l’Australia) stanno ridisegnando il loro gioco tradizionale. In Italia non perdono dal ‘98, a Piacenza, quando il 10 era ancora sulle spalle di Dominguez e il Sei Nazioni era solo un progetto. Da allora due vittorie azzurre in Argentina, ma in casa solo batoste, più o meno brucianti. Oggi, alle 5 e un quarto della sera, cercheremo di capire se Haimona è il cervello giusto per l’Italia o se il c.t. Brunel (che recupera Castrogiovanni, fuori a Ascoli per squalifica) dovrà, un’altra volta, ricominciare daccapo. Domenico Calcagno © RIPRODUZIONE RISERVATA In tv ● ItaliaArgentina sarà trasmessa in diretta (dalle 17) da DMax, canale 52 del digitale terrestre e 136-137 di Sky «Russia & Qatar Mondiali innocenti» Ma è una farsa Fifa L’inquirente Garcia contesta la tesi di Blatter La votazione L’assegnazione dei Mondiali 2018 alla Russia e 2022 al Qatar avviene il 2 dicembre 2010 nella sede Fifa a Zurigo Spagnoli k.o. Gli elettori sono i 21 membri dell’Esecutivo più Blatter. La Russia con 13 ha battuto Spagna/ Portogallo (7), Olanda /Belgio (2) e Inghilterra (0) Furia Obama Il Qatar con 14 voti ha battuto gli Usa (8), Corea del Sud, Giappone e Australia (0). La sconfitta degli Stati Uniti fu vista anche come la sconfitta di Obama che criticò la Fifa: «Una decisione sbagliata» Tra lo scandalo e la farsa, il caso dei Mondiali di calcio in Russia (2018) e Qatar (2022) resta aperto e mette nuovamente in imbarazzo il governo di Joseph Blatter. Il primo atto della figuraccia è stato ieri l’annuncio della Fifa che l’assegnazione della Coppa — oggetto di un’indagine del Comitato etico federale in seguito ai sospetti di corruzione durante la votazione del 2010 — è stata legittima. «La valutazione del processo di candidatura per le Coppe del mondo 2018-22 è chiuso — ha spiegato Hans-Joachim Eckert, presidente della camera giudicante —. Nessuna violazione di norme e regolamenti: il processo di assegnazione è stato ben pensato, solido e professionale». In un documento di 42 pagine, si osserva altresì che i comportamenti tenuti dagli undici Paesi candidati sono «ben lontani dal richiedere una riapertura del processo di assegnazione» e non sarebbero emerse prove di corruzione, a parte «qualche trasgressione molto limitata». Già quest’ultima frase suona inaccettabile, ma il bello, cioè il brutto, è accaduto appena quattro ore dopo quando Michael Garcia, capo ispettore dell’inchiesta, ha aperto il secondo atto della farsa, preannunciando appello contro la Fifa per questa archiviazione. Secondo Garcia — un ex magistrato americano (e gli Usa so- no stati i grandi sconfitti dal Qatar nel 2022) — nelle conclusioni di Eckert ci sono «diversi passi incompleti e sbagliati riguardo i fatti e le ricostruzioni della mia relazione». Insomma, una verità modificata alterata, con omissis, di quella appurata da un’indagine durata un anno, raccolta in 350 pagine consegnate da Garcia a settembre e mai pubblicata nonostante le continue richieste in proposito. Ma Blatter ha sempre spiegato che la pubblicazione avrebbe potuto compromettere la privacy dei testimoni e per questo le legittime pressioni sul boss della Fifa di Garcia e di molti dirigenti del calcio mondiale, tra i quali Michel Platini, sono rimaste finora lettera morta. In origine i sospetti sul voto del 2010 erano nati dopo un’inchiesta del Sunday Times secondo cui l’emirato del Qatar L’annuncio Zurigo, 2 dicembre 2010: il presidente della Fifa, Joseph Blatter, 78 anni, ufficializza il risultato della votazione che assegna i Mondiali di calcio 2022 al Qatar. Quelli del 2018 sono stati assegnati alla Russia. (Reuters) avrebbe versato mazzette milionarie per vincere la corsa al Mondiale 2022. La Federcalcio inglese, peraltro, non era stata esente da sospetti, accusata di avere esercitato indebite pressioni per guadagnare consensi O Rei in ospedale Pelé operato di calcoli: «Ora sta recuperando» Pelé è stato sottoposto a un intervento chirurgico per rimuovere calcoli ai reni, alla cistifellea e all’uretra. Lo ha fatto sapere José «Pepito» Fornos, assistente personale e amico di O Rei, che ha riferito il contenuto di un bollettino medico emesso dall’ospedale Albert Einstein di San Paolo, presso il quale il mito del calcio brasiliano è ricoverato. Il 74enne Pelé è stato portato in ambulanza in ospedale mercoledì sera, intorno alle 20, in preda a forti dolori allo stomaco. Secondo quanto riferito da Fornos, gli esami a cui Pelé è stato sottoposto hanno evidenziato la presenza di calcoli che hanno causato «l’ostruzione del flusso urinario». Dopo l’operazione, Pelé è clinicamente stabile e sulla via del recupero». © RIPRODUZIONE RISERVATA nella votazione finale. Tutto ciò, a quanto pare, è stato ritenuto regolare. Oggi proprio gli inglesi tuonano («Scandaloso. Una chiara copertura politica») e i tedeschi denunciano: «Troppe zone d’ombra». E mentre Jerome Champagne, futuro avversario di Blatter nella corsa presidenziale del 2015, sfrutta il caso per aprire la campagna elettorale («Dobbiamo assolutamente sapere cosa accadde nel 2010. Il calcio va protetto da influenze esterne politiche e economiche»), a Mosca e a Doha esultano: «Nessuna sorpresa, sapevamo che non sarebbe emerso nulla contro di noi». Non avevano fatto i conti con il sergente Garcia. Il caso non è chiuso. Alessandro Pasini © RIPRODUZIONE RISERVATA Presidente Il professor Fabio Pigozzi «Lavoriamo per proteggere lo sport pulito» È stato inaugurato a Brighton il primo centro specializzato di ricerche antidoping della federazione internazionale di medicina dello sport. «Un importante punto di arrivo e non un traguardo finale» per il professor Fabio Pigozzi, a capo della federazione e che sarà nominato in questo weekend a Parigi membro del Foundation Board, massimo organo della Wada. «Il nostro obiettivo — spiega Pigozzi — è la protezione dell’atleta che punti all’incremento della performance senza ricorrere a sostanze dopanti. Questo è un principio alla base della politica antidoping del Cio, riaffermato anche la settimana scorsa dal presidente Bach». È in atto una collaborazione più attiva che in passato col Cio e la Wada ? «Certamente, come testimoniato dalla presenza alla cerimonia inaugurale del professor Ugur Erdener, membro del comitato esecutivo, e del dottor Olivier Rabin, direttore scientifico della Wada, con cui collaboriamo dal 2008». A che punto è la lotta al doping? «L’antidoping attualmente si basa sulle migliori tecnologie per individuare farmaci ancora difficili da rilevare, come Epo e ormone della crescita. Il centro di Brighton si concentrerà anche sullo studio della “memoria muscolare”, che ci permetterà di individuare un utilizzo pregresso di farmaci come gli anabolizzanti anche anni dopo la conclusione delle pratiche illecite». Si parla di «cambiamenti rivoluzionari», con l’istituzione di un’agenzia indipendente dal Coni. «Usare il termine rivoluzione in ambito scientifico è sempre difficile. In Italia si può cambiare ma senza dimenticare che da noi la lotta al doping non parte da zero». r.s. © RIPRODUZIONE RISERVATA Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera 58 Tv .¤ Teleraccomando .Õ .Ð .1| p±ææ $.± ÎÎ×@ÎF ¤æ±ææ ! !" .1.± ÎÎ×@ÎF ¤¤±ææ /.± ÎÎ×@ÎF ¤¤±¤æ 1 Ð !"31± !1$ б ¤Õ±ææ 1 б ¤Õ±Õz 1Ð 3$. 1± ÎÎ×@ÎF ¤Õ±|z ," -3$1"$± Îα ¤Ð±¤æ 1!,$ /1$.± Îα ¤|±ææ 1 . 1 . !1$± ¤|±Õæ 1 б !1$ б ¤|±zæ 1. $".$± ÎÎ×@ÎF ¤z±ææ 1 Ð ±±/± ¤z±æz 1. ,>> .± ÎÎ×@ÎF ¤z±¤æ . ,;.± ÎÎ×@ÎF ¤z±¤z 1.. "$/1. Õ± 1x ¤Ê±ææ /,11"$ $± X± ¤Ê±|æ $± X×kÎ ¤±ææ 1 б ¤±Ðæ 1 . 1 . !1$± Õæ±ææ $± ÎÎ×@ÎF Õ汤z / $"$/ 31± .k@Îà Õæ±Ðz 3" ,$/1$ /$± /@¬ Õ¤±æz ! " /1"$± ®ÝÝkÎ×Â@` kÂ@@` Õæ¤æ¯± .k~@ b Â@ @ßkàk± @ 9kÅ~k Õб¤æ $1 Ê /1± X×XÎ Õ|±ææ 1 Ð " "$11± 汤æ 1 .$"± ¤±ææ !1$ б ¤±æz . ,.!"1$ ɱ¤æ 3"1.± 1kkx p±æz 3$. .± 1kkÝk@ ±Ðæ .".± 1kkx ¤æ±Ðz / $/ !"· ÎÎ×@ÎF ¤æ±|z . 11 ¿1"± ÎÎ×@ÎF ¤¤±Ðæ 1 | 1$."± "k ¬Â~Â@@_ !kÎk±Î ¤Õ±ææ 1 18 " $./± 1kkx ¤Ð±ææ /"$. 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Alice ora è un vero laboratorio del gusto, dove le eccellenze dell’alta cucina italiana sono il fiore all’occhiello di un progetto al femminile. La chef e la boss Real Time, ore 23.05 Sei ragazzi down nel resort sardo Seconda edizione di quella meravigliosa docu-fiction che ha per protagonisti sei ragazzi con sindrome di Down, questa volta alle prese con un tirocinio formativo in un resort a cinque stelle di Villasimius, in Sardegna. Dopo la prima edizione di Hotel 6 stelle, l’Associazione Italiana Persone Down è stata contattata da oltre 50 aziende e associazioni disposte ad offrire tirocini, assunzioni e lavori stagionali. Questa tv ci riconcilia col mondo! Hotel 6 Stelle Rai3, ore 23.10 ʱÐæ 1 ¤± ,.8/$" /3 81 // 8. 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Perché scrivi, padre mio, che tutti ti odiano e parlano male di te?». Questa accorata domanda (quando l’ho letta e riletta mi è venuto un groppo in gola) è di Caterina, scomparsa troppo giovane quando il padre era ancora in vita. Il padre era Sergio Saviane, scrittore, per molti anni critico televisivo dell’Espresso, «l’irriverenza fatta persona». A Saviane Massimo Del Papa ha dedicato un affettuoso ricordo: «Il rompicoglioni. L’eredità per- WILL SMITH Men in black 3 Raidue superata da Italia 1: per Will Smith gli spettatori sono 1.815.000, pari al 6,9% di share )0 %% 372 3 2=2 2=3 287 32 33 2+ 2+2 2=3 0&)'6 %% +37 +3 +3 +3= +2=+ +3 +3= +3 +3 +38 90 # cui molti hanno tentato di sbarazzarsi troppo in fretta: «E dire che il lascito di Saviane è fatto anzitutto di libertà». Inspiegabile fu soprattutto il suo allontanamento dall’Espresso dopo 23 anni di folgoranti contributi. Molti compravano il settimanale solo per leggere le sue feroci critiche. Fu Indro Montanelli, offrendogli ospitalità, a rendergli meno penoso il pensionamento. «Il rompicoglioni» rende anche il giusto omaggio, nutrendosene, al magistrale ritratto che Stefano Lorenzetto ha dedicato allo scrittore veneto nel libro Hic Sunt Leones. A Saviane il mondo giornalistico deve molto, proprio per questo preferisce dimenticare. © RIPRODUZIONE RISERVATA duta di Sergio Saviane» (CNA, Castelfranco Veneto). Saviane era diventato popolare con la sua fortunata rubrica di critica tv. Erano i personaggi di quello strano mondo, nascente ma già arrogante, che lo incuriosivano e lo facevano imbestialire. È stato il primo osservatore che ha capito quanto la Rai fosse una sorta di appendice della politica e si è dedicato con totale dedizione e inventiva linguistica a tracciare il più ridicolo bestiario della storia patria: uno zoo popolato di urogalli, mezzibusti, velinari, piantoni della forbice, becchini «col risvolto umano». È bello quando qualcuno, come Del Papa, cerca di non far cadere nel dimenticatoio una figura di ILARY BLASI Le Iene Show Vincono le Iene di Italia 1: gli spettatori sono 2.675.000, per il 14 per cento di share 9); 0#&) .906) + ');&0 8( ');&0 #' %6#&) .906) 3 #&0 + #&0 '"*# '(* #(* "# "0 #'"# # #" "#, "#" '"0 '+ #)0'6 )' ,91 % &%6&,) ) # &,#) 1)% #&'6) 19 0' ,06 # 166)0# 1%;) ,#) 1,01 % )0 19%%/160&) 9- #)0 ,0* #' 106 % )0);16 )' %/00#;) # %60 ,#) #'6'1- 0 )&'# ') #'#<#) 166#&' ,0)11#& 6)0' #% &%6&,) ,1'6 19%% 0 #)'# 166'60#)'%# 19% &#)"%6) #00') )' '9#0 # 0#1!#) %;6) # %60# %% &'6#- %#) %60); ,)# , #)0 ;01) #% 9 ,0 &06$- &%+ !$#((# ' 966 %/90), '60)")#'6% )'6#'9 110 #'60116 #'6'1 ,0690<#)'# 6%'6#! 1,#'6 9' 66#; 0 ,011#)'0# ;16 % ') '#6) )%6 '9# )' ,#) 6&,)0%# #' ,06#)%0 60 % ,'#1)% #0# % 0'# # 1# 11# #% ') '#6) 1,11) '! )06#- %60 ,#) 0);1# 19%% 0 #)'# 19)0#'6%# 90), ,#: 1#966) )' ,#: 1)% %60);- $# #*"0 *"0'# ' )16 )0#') #%') '); )%) ' #0'< 09 # ')' /.9#% )& &,)11) ,)%# 0# )6'< 6'<0) 0'6) '<# 0#16 '!# - %0# 6'# %0&) % !0) %#0# %# )% 9;)%) ),06) #) # );1# &,)0%# ; )0< =47 )0< 4 )0< 342 )0< 4( # !" )# !#! #*. ) ##! #4!# )* !. $+ $0 " $ $ $ $/ 05 $+ $ $" $, $ $+ ) %#**# .! )#.#! 1!# )!4 !#2 !" !. $ " $/ $ $5 $ $ 0$ $/ 05 $+ $, $+ $ !" %) $0 $5 $ $ $$ $ $ ('1 **! !# %# !. !" 0$ $ $+ $" $+ $+ 05 ) # *) * #.!4 & ) !. 05 $, $ $, $+ $0 05 !" # #)!# )!.# )*. ! !4 )#! $0 " $ $ $/ $/ $0 $+ $+ $ $+ $ $, $+ !" $ 0') !. !" 89 1 50 16 81 12 25 79 49 73 5 BARI CAGLIARI FIRENZE GENOVA MILANO NAPOLI PALERMO ROMA TORINO VENEZIA NAZIONALE 40 58 8 51 7 87 48 36 69 28 87 12 4 90 17 83 13 42 84 86 75 69 69 48 56 28 35 5 86 40 35 6 40 79 7 89 62 74 32 80 81 60 41 73 !" *.!1 #!) $ $5 &,)0% !. !" $ ) $0 #* ),06) 10eLotto I numeri vincenti 1 49 7 50 8 51 12 58 16 69 25 73 28 79 36 81 40 87 48 89 89 Numero Oro !. 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GIOCHI E PRONOSTICI SUDOKU DIFFICILE Estrazioni di giovedì 13 novembre 2014 '* !. $$ )!# $5 $$ 0 )13* , $$ #) # 9;)%)1) Lotto "# !(*'! ' !. #"' *.) .! + "# 5 , *## ! #$"" ' "# !+'# . )**#! (" ,)) &)11) )%6) &)11) )%6) #66) $" $ $$ $5 $0 " $ ) )1 ( # $5 $5 # "'# ' " # # +"#( '( '# #( +" ** $# 60 Venerdì 14 Novembre 2014 Corriere della Sera
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