Foglio informativo della Provincia “S. Domenico” delle Suore Domenicane della Beata Imelda - N. 71 – Gennaio 2014 - anno 8 (7 fogli) - Casa Provinciale, Via di Barbiano, 14 - 40136 Bologna - e-mail: condividere@domenicaneimeldine.it GIUBILEO DOMENICANO Il Laicato Domenicano e la Predicazione DUE DONNE LAICHE SANTE PROTETTRICI DELL’ORDINE DOMENICANO Il Giubileo Domenicano (2006-2016) dedica l’anno 2014 ai Laici. Quindi le riflessioni mensili della prima pagina di Condividere quest’anno saranno dedicate al Laicato Domenicano. Possiamo iniziare notando che le “protettrici” dell’Ordine sono due Sante che possiamo definire “donne laiche”: S. Maria Maddalena e S. Caterina d’Alessandria. S. Maria Maddalena, in uno scritto di S. Ippolito (170 ca.235) è detta “l’apostola degli apostoli”. La festa dedicata a Maria Maddalena ha avuto origine nei primi secoli della Chiesa presso i greci e i bizantini. Dall’VIII secolo cominciò ad essere celebrata anche in occidente. L’Ordine Domenicano, sorto per la predicazione, fin dalle origini ebbe una particolare attenzione a questa Santa che fu la prima ad annunciare la risurrezione di Cristo. Lo testimoniano alcuni Capitoli Generali avvenuti nel primo secolo della storia domenicana, dove si sollecitarono i frati a onorare S. Maria Maddalena con “festa doppia”. Anche successivamente ci furono altre indicazioni relative a tale festa e infine, nel 1908, fu lo stesso Papa Pio X a dichiarare ufficialmente Maria Maddalena con “protettrice dell’Ordine”. Per S. Caterina d’Alessandria le notizie storiche della sua vita sembra dipendano molto da tradizioni popolari. La Le due Protettrici dell’Ordine Domenicano in giovane Caterina, di origine regale, aveva appreso le scienze e un dipinto di Simone Martini (1284 ca.- 1344) le arti, conosceva poeti e filosofi. Prima di subire il martirio (anno 305) vengono attribuite e a lei numerose conversioni e fatti straordinari. Nel secolo XIII nella Chiesa latina si iniziò a celebrare la festa liturgica di Santa Caterina D’Alessandria e, nella diffusione del culto ebbero una grande parte i crociati che, ai piedi del monte Sinai avevano visto, a lei dedicato, uno dei più antichi monasteri del mondo, tuttora esistente. La devozione alla Santa si era sviluppata dal XII secolo nell’Università di Parigi, dove continuò ad essere venerata come patrona dei filosofi e dei teologi. Anche di S. Caterina d’Alessandria l’Ordine Domenicano ha lasciato memoria nei documenti dei primi Capitoli generali (sec. XIII) e in seguito fu chiamata “con-protettrice”. Infine anche lei – assieme a S. Maria Maddalena – fu dichiarata protettrice dell’Ordine da S. Pio X. Condividere News ~ n. 71 ~ pag. 1 Ci sono anche varie pitture che testimoniano questa antica tradizione domenicana, diversi quadri tra i quali forse il più conosciuto e venerato è quello di S. Domenico in Soriano (VV – convento fondato nel 1510). Il grande Santuario della Calabria, dedicato al Santo Fondatore dei Domenicani, ha origine dalla misteriosa presenza di un dipinto di S. Domenico che sarebbe stato portato a un frate del convento dalla Vergine Maria, accompagnata da S. Maria Maddalena e S. Caterina d’Alessandria. La redazione Presentazione di S. Domenico in Soriano di Pedro Boccanegra (1660) a San Pietroburgo Da Parma “Scuole” LA METAFORA DEL RICAMO Sequela, comunione e condivisione: sono queste le tre dimensioni esperienziali su cui la comunità educante dell’Istituto scolastico della Congregazione delle Suore Domenicane della Beata Imelda si è ritrovata a riflettere, insieme a Don Umberto Cocconi, il 27 Novembre 2013, durante il primo incontro di formazione e spiritualità. Ad arricchire questa esperienza formativa e spirituale, ha contribuito la visione del film “Le Ricamatrici” di Éléonore Faucher. Il film stupisce per la consistenza dell’impianto narrativo, ma anche per la sua delicatezza fatta di mezzi toni che trasmettono dolcezza e nello stesso tempo una forte carica poetica. Un’opera tutta al femminile per la tematica, per la regia, per la recitazione. Ripresa dopo ripresa, sguardo dopo sguardo, la regista tesse questo racconto di sorprendente naturalezza. Il valore del film sta proprio nel far percepire allo spettatore il delicato ciclo della vita che nasce nell’animo umano, parallelo a quello racchiuso e palpitante nel grembo di una madre. Un motivo, questo, ripreso anche dalla lavorazione dei ricami, che si formano sotto le mani pazienti delle due ricamatrici: arricchire di bellezza la drammatica tela della vita. L’atto paziente del cucire, ricamare, fatto di gesti minuziosi, unisce le due donne in un rapporto unitario di sottintesa complicità, di stima e di comprensione reciproca. La giovane allieva, Claire, sola e fragile di fronte ad una gravidanza indesiderata e alla scelta di tenere o meno il bambino dopo la nascita, e la saggia maestra, Madame Melikian, affranta dal dolore per la perdita prematura del figlio, intraprendono un cammino di intesa riuscendo a colmare la loro solitudine. Claire proietta se stessa nella signora Melikian, alla quale, con la sua presenza, porterà in dono una nuova voglia di vivere. Il vestito che le due ricamatrici stavano componendo è ormai completato, un’imprevista meraviglia per lo spettatore che ricorda le prime bozze di quel lavoro senza forma: una metafora della crisalide che si trasforma in farfalla e spiega le ali per intraprendere il volo della vita. Il lavoro paziente delle due ricamatrici può essere considerato una metafora della relazione educativa che si instaura tra insegnanti e studenti. L’insegnamento è un’attività di straordinario spessore morale, una delle più alte e creative dell’uomo: l’insegnante, infatti, non scrive su materia inerte ma nell’anima dei propri alunni. Assume, perciò, un valore di estrema importanza la relazione personale tra insegnante ed alunno, che non si limiti ad un semplice “dare” e “ricevere”. Sapere comunicare con un alunno non significa esclusivamente essere in grado di fare bei discorsi sui temi fondamentali, ma piuttosto essere in grado di innescare nell’alunno una riflessione sistematica, che lo aiuti a prendere consapevolezza di quanto sta accadendo dentro di sé ed attorno a sé. Di conseguenza, ogni attività didattica dovrebbe tendere sempre alla valorizzazione delle caratteristiche personali di ogni alunno. Inoltre, nell’instaurare una relazione educativa autentica, l’insegnante realizza anche un’occasione di crescita personale. Tutti gli educatori Condividere News ~ n. 71 ~ pag. 2 dovrebbero agire in sintonia tra di loro nel momento che l’educazione non è mai un’opera isolata, ma il risultato degli sforzi comuni che, sotto profili diversi, hanno compiti educativi. L’incontro di formazione e spiritualità si è concluso con un missione educativa. momento di convivialità durante il quale tutti i partecipanti hanno Mattia Caro potuto scambiarsi idee ed Un insegnante che ha opinioni sulle tematiche partecipato all’incontro affrontate con la consapevolezza di avere arricchito la loro TEMPO D’AVVENTO, TEMPO PER ESSERE SOLIDALI! Siamo giunti alla terza settimana di Avvento… che per tutti noi è un tempo di gioiosa attesa! Attesa per preparare lo spirito alla venuta del nostro Signore Gesù Cristo, ad accogliere nel migliore dei modi la Sua bontà, la Sua grazia e i doni che questo Natale ha riservato per ognuno di noi. Nell’ambito scolastico, quest’anno, ci siamo soffermati, scuola media e liceo insieme, a riflettere sul tema della SOLIDARIETA’. Per questo motivo i ragazzi della scuola media hanno rappresentato graficamente l’albero della solidarietà . Al posto delle foglie, ci sono le impronte coloratissime delle mani che si elevano al cielo, perché chi è solidale sa uscire da sé stesso ed è proteso verso gli altri per dare vita a segni di gioia e speranza. Essere solidali significa donare agli altri senza chiedere nulla in cambio, nella gratuità… Non c’è bisogno di gesti grandiosi, basta anche un semplice sorriso a chi ne ha bisogno, una mano tesa, pronta a dare aiuto, un aiuto discreto fatto col cuore. La Scuola, come ogni anno, nel periodo natalizio, ha scelto, oltre la preghiera e la riflessione , di aiutare concretamente una realtà missionaria. L’iniziativa di solidarietà “Albero di Natale” è ormai una tradizione alla quale aderiamo con gioia. In questo Avvento vogliamo allietare i bambini della scuola materna di Bertoua, in Cameroun, dove lavorano le Suore Domenicane della Beata Imelda. L’obiettivo è costruire un pozzo per l’acqua potabile, indispensabile per la vita di ogni giorno. Simbolicamente, a scuola, chi dona un’offerta per questo progetto , addobba con una stella rossa l’albero di Natale spoglio collocato in ogni piano dell’area scolastica, come a significare che ognuno ha contribuito con questo gesto d’amore a rendere più bello il Natale. Il nostro Avvento culmina nella solenne Celebrazione natalizia del 21 dicembre che si svolge nella Chiesa di S. Giovanni battista alle ore 10.30. In questa occasione saremo uniti come comunità educante, docenti,alunni, insegnanti genitori collaboratori, dalla scuola dell’infanzia al liceo: invitiamo tutti a partecipare! Con le belle parole di Papa Francesco: auguriamo a tutti voi un sereno Natale! “Questo ci dice il Vangelo: che nella Chiesa, ma anche nella società, una parola chiave di cui non dobbiamo avere paura è ‘solidarietà’, saper mettere a disposizione di Dio quello che abbiamo”. Papa Francesco Veronica Bellini Alunna Liceo P. G. E. Porta - Parma Condividere News ~ n. 71 ~ pag. 3 IL BENE SI DIFFONDE Una gradita sorpresa, tra le varie notizie riguardanti il recente dramma causato dal tifone Haiyan nelle Filippine, è stata la partecipazione della Scuola Pietro Zani di Fidenza (PR). All’interno di un Progetto intitolato “Riflessi dal Mondo”, gli alunni hanno realizzato dei fascicoli che, in occasione della festa patronale, sono stati venduti a scopo di beneficenza. Il ricavato, diviso fra tre Associazioni, per l’interessamento della referente dell’iniziativa prof. Annalisa Dalcò, è stato destinato anche per la missione delle nostre Suore nelle Filippine. La consegna dell’offerta è avvenuta in occasione di uno spettacolo con canti natalizi e canti folcloristici di vari popoli, presentato dagli stessi alunni nel teatro della città, il giorno di S. Lucia, 13 dicembre 2013. Da questo foglio ancora un grazie per tutte le persone, gruppi e comunità, che hanno contribuito a una raccolta di aiuti, che le nostre Suore stanno usando con saggezza e con gioia per il bene di tante persone gravemente colpite nelle isole centrali delle Filippine. Da Bathore (Albania) ARAMERAS: UNA PRESENZA CRISTIANA CHE RINASCE Durante 20 anni di attività missionaria in Albania, il gesuita P. Ernesto Santucci, coinvolgendo la gente del luogo e vari benefattori, è riuscito a far costruire in vari paesi o villaggi la chiesa e altre strutture caritative. Tra questi villaggi c’è Arameras dove la comunità di Bathore, e in particolare Sr. Irene Lorenzon, ha cominciato ad attuare una “missione raggio”. P. Ernesto Santucci, attraverso varie attività, ha cercato di aiutare il popolo albanese a ritrovare la sua dignità. Su internet possiamo trovare vari suoi scritti con numerose notizie di questi 20 anni. Riportiamo una frase: “Gli albanesi vengono da una nazione con una storia sempre molto travagliata, storia che ha avuto il colpo di grazia cadendo, nell’ultimo dopoguerra, sotto una dittatura spietata e crudele, che ha ridotto uomini e donne a vivere come in un gigantesco lager, dove tutto doveva essere funzionale al Partito del Lavoro, una divinità mostruosa cui sono state sacrificate migliaia e migliaia di vittime”. Preghiera nella chiesetta di S. Chiara, risalente al 1300, attigua alla chiesa parrocchiale di Arameras Chiesa di Arameras, Sr. Irene e una bambina del luogo. Foto scattata da Sr. Tarcisia Santarossa durante la sua recente visita. Negli scritti e nell’attività di P. Ernesto Santucci troviamo un particolare interesse per ridare luce alle antiche chiese cristiane distrutte dal regime comunista, un interesse che vuole aiutare gli attuali albanesi a riscoprire le radici cristiane del loro popolo. Tra queste antiche piccole chiese c’è la storica chiesa di S. Chiara che, accanto alla nuova chiesa di Arameras, è stata riscoperta recentemente e testimonia 7 secoli di fede cristiana. La ricostruzione della antica chiesetta che era stata devastata, è stata fatta con pietre lisce di fiume. Sul lato anteriore dell’altare è stata inserita una croce di pietra trovata negli scavi eseguiti per la costruzione della chiesa nuova. Arameras, che appartiene al Comune di Fush Cruja, da alcuni anni è stata costituita parrocchia ma, per l’impossibilità di avere sacerdoti, è rimasta poi quasi abbandonata. Si calcolano circa Condividere News ~ n. 71 ~ pag. 4 3 mila abitanti ma anche qui le famiglie di tradizione cattolica sono una minoranza. Nel censimento che le Suore hanno fatto in questi tre primi mesi di presenza, le famiglie cattoliche sono circa 200. Nel paese c’è la scuola fino alla classe 9ª, c’è una scuola materna con 40 bambini e un centro per disabili, gestito dalla Caritas Diocesana nell’ambiente dove per alcuni anni ha operato una comunità di Suore Camilliane. Per raggiungere Arameras da Bathore le nostre Suore percorrono una distanza di circa 15 Km. Sr. Irene ha cominciato a organizzare la catechesi settimanale, il sabato e la domenica. Per raggiungere la chiesa, bambini e ragazzi percorrono da 1 a 3 Km. di strada a piedi. Sta crescendo la partecipazione e la collaborazione degli adulti, ci sono i lettori per la celebrazione domenicale e un gruppetto di donne che riordinano la chiesa il sabato. Il giorno 7 dicembre l’Arcivescovo di Tirana Mons. Rrok Mirdita, con il suo Segretario, ha fatto una visita al luogo che ha affidato con gioia alla cura delle Suore Domenicane della B. Imelda, e ha preso nota degli interventi che sarà necessario fare per dare maggiore dignità al luogo, anzitutto l’energia elettrica, un po’ di riscaldamento e acqua potabile. E’ interessante il frequente arrivo di persone che vengono a visitare la piccola chiesa antica, dicono e credono che “qui si manifesta Dio”, accendono candele e si fermano per una preghiera. Anche i musulmani visitano questo luogo dicendo che è un luogo santo dove è avvenuto un miracolo. Sr. Irene con i suoi amici stanno preparando il Presepio. (Notizie raccolte attraverso interviste e ricerche) USMI e USMID Noi Suore conosciamo il significato delle sigle messe in questo titolo. La prima: Unione Superiore Maggiori Italiane, la seconda: Unione Superiore Maggiori Italiane Domenicane. Il questo mese di dicembre siamo state interpellate da queste due Istituzioni che hanno lo scopo di offrire alle Congregazioni religiose femminili in Italia alcune opportunità di incontro e soprattutto una crescita nella comunione fraterna. Recentemente la Priora Provinciale era stata invitata per l’Assemblea dell’USMI Regionale Emilia Romagna. Il giorno stabilito Sr. Tarcisia era in Albania e ha incaricato me di partecipare all’Assemblea come delegata. Le circa 20 Superiore Maggiori presenti, dopo un dialogo informale, la preghiera e varie comunicazioni, hanno potuto eleggere il nuovo Consiglio Regionale: Presidente Sr. Gloria Benvenuti (Reggio Emilia), Vicepresidente Sr. Filomena Adamo (Imola), Segretaria Sr. Licia Poli (Bologna). Tra le informazioni che ho raccolto ci sono alcune che penso sia bene conoscere. Nell’Emilia Romagna sono presenti 34 tra le Superiore Generali e Provinciali. In ciascuna delle 16 Diocesi della Regione, distribuite da Piacenza a Rimini, c’è l’USMI diocesana che di solito è apprezzata dalle numerose Comunità religiose che vi appartengono: organizza il Ritiro mensile, qualche incontro formativo, qualche pellegrinaggio o giornate celebrative. Il Consiglio dell’USMI regionale Emilia Romagna in questi ultimi 5 anni ha avuto qualche difficoltà nel portare a termine il proprio compito, per motivo di altri impegni o per problemi di salute. La Presidente “uscente” Sr. Licia Poli ha potuto però partecipare a quasi tutte le Assemblee per l’elezione delle Delegate Diocesane e ha potuto presentare come realizzazione molto apprezzata la giornata mensile offerta come Scuola di Preghiera a postulanti, novizie e professe giovani della Regione. Vi partecipano 25-30 giovani, che si ritrovano a Bologna presso le Suore di via Montebello, e gli incontri sono guidati da una Suora di Maria Bambina. A questa Assemblea Regionale del 30 novembre 2013 ha partecipato anche una rappresentante dell’USMI Nazionale, la Superiora Generale delle Suore Murialdine che, nel suo colloquio con le presenti ha ricordato alcune parole del Papa nella recente Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium. Dio non ci abbandona, sa trarre il bene dal male, può agire anche in apparenti fallimenti. Nel Vangelo leggiamo che la potatura è per la fecondità, anche se i frutti non sappiamo dove, come, perché e quando matureranno. Non va perduta nessuna fatica, senza pretendere di vedere il risultato, se ci doniamo con amore. Con altre esortazioni emerse in questa Assemblea abbiamo riconosciuto che in questo momento storico è fondamentale tenere vivo il Carisma della Vita Religiosa, più che gli specifici carismi, e questo si realizza soprattutto con piccole iniziative. L’unione è il futuro della Vita Religiosa. Nell’ambito dell’USMID alcune nostre Suore della Casa Generalizia, hanno partecipato al Convegno annuale per le Congregazioni Domenicane programmato a Roma per i giorni 27-30 dicembre 2013. Il tema del Convegno è stato il seguente: “Giubileo dell’Ordine e nuova evangelizzazione”. Sr. Gemma Bini Condividere News ~ n. 71 ~ pag. 5 ANCHE SE SONO STONATA, CANTO A MARIA! Sr. Margherita Randon, nella festa dell’Immacolata a Villa Pace (BO), ha offerto questa sua testimonianza La presenza della Vergine Maria nella mia vita la voglio esprimere con un canto di ringraziamento. Madre mia, anche se sono stonata, a te e per te posso cantare. La prima strofa te la canto con le labbra di mia mamma che così si esprime: AVE MARIA, GRAZIE perché tu hai illuminato ogni giorno il mio cammino di vita, mi hai concesso di essere madre, hai donato il respiro di vita alla mia prima figlia, che è uscita da me soffocata. Era soffocata dal cordone ombelicale che le circondava il collo e stava morendo. Io ho gridato a te: salvala, Madonna di Monteberico vieni, vieni, vieni a salvarla!... e dopo qualche istante la piccola Elisabetta ha mandato un grido e ha iniziato a respirare. Da quel giorno, Vergine Maria, tu lo sai io ho affidato la vita della mia famiglia a Te e in ogni circostanza ho cercato il Tuo aiuto. Tu Madre mia sei stata sempre il nostro rifugio, il nostro sostegno e la nostra incrollabile speranza. La seconda strofa del mio canto a Maria l’ho composta io. Avevo circa 11 anni quando mia mamma si ammalò. Allora non compresi di quale malattia si trattasse, solo udii che il dottore, parlando con mio padre diceva: “ Se non si risolve entro poche ore dobbiamo portarla all’ospedale”. Erano le tre del pomeriggio. Mio padre mi mandò a Trissino (da Lovara) a comperare il pane, anche per non vedermi continuamente piangere e lui rimase a casa con il dottore e la mamma. Io andai in bicicletta, piangendo, a rischio di cadere nel fosso. Piangendo supplicavo: Madonna salva la mia mamma, fa che non vada all’ospedale… come facciamo noi senza di lei? Salvala da questo male, e subito, se no il dottore ce la porta in ospedale. Arrivai a casa sempre piangendo, ma con un raggio di fiducia nel cuore. Corsi in camera… Mamma era seduta sul letto, pallida ma viva! Il dottore mi accarezzò e disse: la Madonna ti ha ascoltato anche questa volta! La terza strofa di questo canto l’ha composta mio papà. Dal 1940 al 1945 lui fu richiamato nell’esercito. Era di stanza a Roma. Ogni sera noi 3: nonna, zia e io pregavamo la Madonna di Monteberico perché lo tenesse lontano dal pericolo e lo facesse ritornare sano e salvo. Lui sapeva che alla sera noi pregavamo per lui. Aveva con sé una immagine della Madonna di Monteberico e pregava unito a noi nello spirito. Poi, quando ci fu l’arrivo degli alleati, tutti fuggirono dal campo. Anche il papà con altri tre militari fuggì: di giorno stavano Condividere News ~ n. 71 ~ pag. 6 nascosti nei cimiteri, di notte viaggiavano al buio approfittando anche di qualche camion. Una sera eravamo tutti a letto, con l’orecchio teso per udire i rumori dell’esercito in movimento. E udimmo una voce sotto le finestre: “Maria, Maria!”. Era il papà arrivato sano e salvo… Da allora la nostra meta di ringraziamento è il Santuario della Madonna di Monteberico. GRAZIE MARIA, cantiamo a te ogni giorno GRAZIE! Ricordiamo nella preghiera di suffragio Sr. Renata Muzzatti Papà di Sr. Cristina Simoni Buon compleanno a…: 2 Sr. Pia Gioconda Trentin 4 5 6 Sr. Germana Ghellere Sr. Angelina Caccin Sr. Redenta Simonato Sr. Isabel Cruz (Roma) Sr. Irene Lorenzon Sr. Ignazia Monini Sr. Maria de Fatima Francisco (Priora Generale) Sr. Emma Carraro Sr. Arlene Quibod Sr. Maria Luisa Gentilini Sr. Cecilia Refosco Sr. Benedetta Bortolin 7 8 13 14 16 21 23 Condividere News ~ n. 71 ~ pag. 7
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