TN 1401LR - AAM Terranuova

DOSSIER
SALVIAMO
L’OMEOPATIA
di Claud ia Benat ti
È
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Aumenti nelle tariffe, migliaia di dossier da compilare
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DOSSIER
voro, indotto compreso. E se anche dovesse rientrare, modo molto chiaro, la direttiva prevede in merito alla
almeno parzialmente, l’allarme sulle tariffe, resterebbero procedura specifica semplificata che trova la sua giusul tappeto tutti gli altri problemi: «La scadenza del 2015 stificazione nella peculiarità del farmaco omeopatico riè stata fissata dal Parlamento 8 anni fa, come ulteriore spetto a quello allopatico» aggiunge Panni. C’è tanto
proroga per la definitiva regolarizzazione dei medici- dunque in gioco, ed «è lo stesso diritto alla libertà di scelnali in commercio dal 1995. Aifa (Agenzia italiana del ta terapeutica ad essere messo in discussione» afferma
farmaco) solo nel settemAntonella Ronchi, presibre 2013 ha fornito indidente di Fiamo3. Senza farcazioni, non ancora commaci,
niente cura, «è come
Questa è una medicina
plete, sulle procedure da
se ci tagliassero le mani»
individualizzata: se viene a mancare aggiunge la dottoressa Siseguire e, dopo aver perso
tempo prezioso, vorrebmonetta Bernardini, fonanche un solo farmaco, di fatto
be comunque concludere
datrice e presidente di Siol’iter entro il 2015; il rischio
si impedisce a un paziente di curarsi mi4. «L’omeopatia è una
è che ci si arrivi con una simedicina individualizzacon l’omeopatia, perché non c’è
tuazione del mercato comta, se viene a mancare anpletamente rivista e con
che un solo farmaco speun’alternativa a quello specifico
minore disponibilità di mecifico perché le aziende
dicinali» spiega Fausto medicinale per quella specifica persona. non sono più in grado di
Panni, presidente di Omesostenerne i costi di prooimprese1, l’associazione
duzione, di fatto si impeche raggruppa gran parte delle aziende del settore e che disce a un paziente di curarsi con l’omeopatia, perché
ha presentato ricorso al Tar contro le tabelle di tariffa- non c’è un’alternativa a quello specifico medicinale per
zione (a metà gennaio è prevista la prima udienza) e con- quella specifica persona» aggiunge Bernardini.
tro le disposizioni Aifa in merito al calendario di preLe trattative
sentazione dei dossier.
«Tutto questo accade per un’arbitraria interpretazione «Spiragli se ne sono aperti e voglio essere ottimista» spieed applicazione della direttiva europea2 alla quale l’Ita- ga il dottor Giovanni Gorga, consigliere del direttivo di
lia si è uniformata nel 2006 senza accogliere ciò che, in Omeoimprese, direttore per gli affari istituzionali del-
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l’azienda Guna e autore del libro Tutto sull’omeopatia, in uscita a febbraio (vedi box a lato). «Ho seguito la vicenda fin dall’inizio e il confronto ha
consentito alcuni passi avanti; Aifa ha
accettato di applicare tariffe di rinnovo anziché di registrazione, dal
momento che si tratta di medicinali
sul mercato ormai da decenni, con un
esborso minore per le aziende (mentre la rivista andava in stampa era in
corso di riscrittura il decreto sulle tariffe, nda). Si parla di un migliaio di
euro per dosaggio e forma farmaceutica, cifra ricavata da una media
europea, contro i tremila di partenza. Certo, non sono i 40-50 euro che
si sono spesi sino ad oggi, ma non si
può più pensare di mantenere cifre
così basse».
Inizialmente era previsto il pagamento della tariffa di registrazione
per ogni forma farmaceutica del
medicinale e per gruppi di diluizioni, calcolo che aveva gettato nel panico le aziende. Secondo Gorga comunque «si dovranno fare delle
scelte, su questo non c’è dubbio, e il
mercato ne uscirà modificato. Di certi farmaci è probabile che si sospenderà la produzione, a meno di
riuscire a fare come in Germania,
dove per i prodotti che vendono
meno di mille pezzi l’anno è stato
previsto l’esonero dalle tariffe, classificando tali produzioni come artigianali e non come industriali». «Per
andare in questa direzione» aggiunge Panni «era stato presentato in Senato, dai senatori di diverse forze politiche che da tempo sostengono
l’omeopatia, un emendamento alla
legge di stabilità mirato a introdurre una deroga analoga a quella tedesca». Se l’emendamento fosse stato approvato - ma è stato respinto,
oltre ad aver incontrato l’ostilità di
Aifa - avrebbe consentito ai prodotti
meno richiesti di restare sul mercato senza pagare alcun tipo di tariffa
e in virtù di un’autorizzazione del
Ministero della salute.
Il nuovo decreto tariffe di cui si accennava prima, «che a fine novembre non solo non era ancora stato
emanato ma di cui non erano ancora noti i contenuti finali», spiega Panni, dovrebbe prevedere il pagamento di un’unica tariffa per i medicinali
unitari e una unica per i complessi a
prescindere da diluizioni e numero
di componenti, in modo da non
moltiplicare indebitamente gli esborsi a carico delle aziende.
«Si tratta di un miglioramento rispetto alle tariffe iniziali, ma è il ragionamento a non essere corretto né
adeguato a ciò di cui si sta parlando»
spiega Ezio Martini, amministratore delegato del Laboratorio Sodini5,
realtà produttiva toscana che fa
parte di quella schiera di piccole
aziende destinata a risentire in maniera particolarmente pesante delle
nuove norme. «L’omeopatia è una
medicina a misura dell’individuo e,
se la si vuole portare avanti come
tale, non si può accettare che certi
medicinali scompaiano dal mercato
perché i costi non sono sostenibili;
occorre fare in modo che sia conservato l’intero patrimonio farmacologico. Se anche si arrivasse a
praticare tariffe più basse di rinnovo, si tratta sempre di cifre che imporranno scelte e tagli dolorosi e
questo andrà a tutto discapito dei
pazienti». Peraltro, al momento resta «l’obbligo per le aziende di pagare ogni anno la tariffa di mantenimento sul mercato del prodotto,
circa 200 euro, e resta il grosso
problema delle elevate tariffe di registrazione per gli eventuali nuovi
medicinali che approderanno sul
segna liIBro
firma l’appello su omeopatia.terranuovaedizioni.it
Si intitola Tutto sull’omeopatia
(Cairo Editore) ed è il saggio in
uscita a febbraio nelle librerie
italiane, che porta la firma di Giovanni Gorga (nella foto), consigliere del direttivo Omeoimprese e direttore per gli
affari istituzionali di Guna.
Il saggio è indirizzato al grande pubblico e «spiega perché l’omeopatia viene utilizzata da milioni di italiani,
perché la politica non si è mai seriamente interessata a questo settore nonostante i numeri del mercato e la
grande diffusione, perché i mezzi di comunicazione come la televisione non
ne parlano, perché oggi siamo arrivati a una regolazione del mercato, ma
soprattutto come ci si è arrivati» puntualizza l’autore. Introduzione del professor Sergio Angeletti.
Per informazioni: www.cairoeditore.it
mercato» fa notare il dottor Vincenzo Rocco, consigliere di Cemon e membro dell’associazione
Luimo6. «Questo sarà un disastroso deterrente per chiunque voglia
fare ricerca, e ci sono già gruppi che
la fanno anche in Italia, perché poi
le aziende si ritroverebbero a non
poter sostenere i costi per chiedere
L’omeopatia in Italia
11 milioni gli italiani che usano medicinali omeopatici (dati Doxa Pharma).
20.000 i medici che prescrivono medicinali omeopatici (dati Omeoimprese).
25.000 i medicinali omeopatici presenti sul mercato italiano dal 1995 (dati Aifa).
30 milioni le confezioni vendute ogni anno.
4000 le famiglie, tra impiego diretto e indotto, che vivono del mercato degli
omeopatici in Italia (dati Omeoimprese).
di 766 volte l’aumento della tariffa per la registrazione dei medicinali omeopatici (da 31 euro a 23.000 euro) dopo il decreto Balduzzi e prima dei ribassi
annunciati.
165 milioni di euro il fatturato annuale delle aziende omeopatiche italiane
(dati Omeoimprese).
80 milioni di euro il costo stimato (per difetto) per il rinnovo della registrazione dei medicinali omeopatici dopo il decreto Balduzzi e prima dei ribassi
annunciati.
48,4% l’incidenza dei costi di registrazione iniziali sul fatturato annuale delle
aziende omeopatiche.
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DOSSIER
l’autorizzazione in commercio dei tranno mai essere valutati da Aifa?
nuovi preparati».
Secondo lo schema medicinale
omeopatico o secondo lo schema
I dossier
medicinale convenzionale? Di qui
Se i costi rappresentano un muro che alla fine del 2015 avremo mesi e mesi
forse non tutte le realtà produttive di passione, una via crucis dalla
riusciranno a scalare, è vero che i pro- quale l’omeopatia in Italia uscirà trablemi non si esauriscono qui. «Aifa sformata e non credo in meglio, se
ha imposto una precisa tempistica per non si vira di rotta».
la presentazione dei dossier sui singoli medicinali che dovrà poi valu- Integratori: il paradosso
tare. La cosa sconcertante è che ci Uno dei rischi, o meglio, uno dei pasono ancora molti punti oscuri e non radossi cui si potrà andare incontro?
chiariti tra le aziende e le autorità ri- «Quello che alcuni medicinali omeoguardo la compilazione di tali dos- patici possano venire registrati come
sier» afferma Rocco. «Uno dei pun- integratori per aggirare questa farti oscuri è rappresentato dall’ambi- raginosa normativa, svilendo di fatgua trasposizione italiana della di- to la dignità del medicinale e forrettiva europea, che crea caos e ri- nendo minori garanzie di qualità»
schio di arbitrarietà. Per la legge ammonisce Rocco. Come può avitaliana7 la domanda di registrazione venire? «È un fatto, ad esempio, che
semplificata, oltre a corrispondere al Chamomilla sia una sostanza che
dettato della direttiva europea, do- può essere venduta sotto forma di
vrebbe anche avere un contenuto tintura vegetale, medicinale, medianalogo alla richiesta di autorizza- cinale omeopatico, integratore e alizione in commercio per i farmaci al- mento semplice. Chi o cosa polopatici.
trebbe mai impedire a qualcuno di
A parte l’irrazionalità di prevedere mettere sul mercato un medicinale
una duplicazione dei dossier, queste omeopatico sotto forma di alimendisposizioni ci fanno comprendere to? Nessuno. In più, curiosamente,
quanto poco si conosca l’omeopa- se vendo Chamomilla in estratto altia e il principio di azione dei me- colico e senza etichettarla come medicinali omeopatici. E qui scatta, di dicinale omeopatico, posso dosarla
conseguenza, l’ulteriore preoccu- come mi pare, dare consigli di aspazione: in che modo i dossier, che sunzione, utilizzare concentrazioni
ci costeranno fatica e denaro, po- diverse, venderla come erba, fare
Boiron: «Non andrebbe penalizzato
un comparto sano»
Claudia Gurschler (nella foto) è amministratore delegato di
Boiron Italia, azienda leader nel comparto che, sebbene non
abbia stabilimenti di produzione in Italia, nel nostro paese
commercializza i prodotti a proprio marchio. Anche in Boiron, gruppo che ha dimensioni di multinazionale, è forte la
preoccupazione per quanto sta accadendo.
Dottoressa Gurschler, quali conseguenze potranno avere gli
alti costi e i tempi di registrazione imposti dalle autorità italiane sulla disponibilità dei farmaci?
È difficile fare previsioni. Prima di fare delle scelte bisognerà
capire bene cosa succederà e quali potranno essere gli sviluppi. Di sicuro tariffe elevate potrebbero provocare una contrazione del mercato. È una conseguenza che non sarebbe
accolta con favore dagli italiani, in particolar modo dalle donne, che nel nostro paese sono le principali acquirenti di medicinali. A confermarcelo sono i risultati di un’indagine dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (O.N.Da):
ne emerge che oltre il 70% ha avuto un’esperienza positiva con questi medicinali. A conti fatti, stiamo parlando di circa 9 milioni di concittadine e non mi sembrano poche, so-
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pubblicità. Come medicinale omeopatico potrei venderla solo senza
spiegare i dosaggi, senza fare pubblicità e dovendo ricorrere a diluizioni estreme perché, nonostante
essa sia un alimento, quando diventa omeopatico viene, piuttosto arbitrariamente, stabilito che la dose
“sicura”, quella che non fa male, è di
una parte per dieci milioni…».
Il dottor Rocco prende poi una
posizione netta: «La legge europea
sul medicinale omeopatico è stata
concepita per garantire i pazienti
omeopatici e noi vogliamo corrispondervi; ma esigiamo anche che la
trasposizione italiana della legge europea e le norme applicative siano
chiare, adeguate al medicinale omeopatico e non inutilmente vessatorie.
Sono convinto che i problemi si
possano risolvere e superare se tutti, nessuno escluso, manterremo
un’apertura costruttiva al dialogo e
al confronto».
Le preoccupazioni dei medici
«La situazione che si è venuta a creare è senza dubbio grave e preoccupante, anche perché le aziende già da
un anno a questa parte hanno iniziato a sospendere la produzione di
alcuni rimedi meno venduti» puntualizza la dottoressa Bernardini.
«Il fatto è che anche il medicinale
omeopatico meno prescritto è assoprattutto se consideriamo che
una donna acquista i farmaci non solo per se stessa, ma
anche per i suoi cari. Queste
pazienti non hanno forse tutto il diritto di poter continuare
a curarsi con l’omeopatia?
Siete azienda leader anche
nel mercato italiano; pensate
che la vostra realtà possa risentire delle procedure imposte in Italia?
Rispetto alla situazione attuale, mi sento di dire che «per
natura» Boiron ha un atteggiamento ottimista ed è un’azienda che crede nel valore del dialogo. Siamo quindi fiduciosi che si riuscirà a trovare una soluzione.
Pensate che questo settore produttivo italiano possa uscire
stravolto e il mercato fortemente penalizzato da quanto sta
accadendo?
Quando parliamo di mercato, parliamo soprattutto di pazienti
che, scegliendo i medicinali omeopatici, decidono di prendersi cura della propria salute in maniera consapevole, sicura ed efficace. Stiamo parlando di farmaci con un eleva-
firma l’appello su omeopatia.terranuovaedizioni.it
lutamente indispensabile, perché se
al paziente serve quello, non esistono farmaci analoghi o generici come
nella medicina allopatica. Per noi
ogni farmaco, nella sua unicità, è il
sale del lavoro e della terapia. Per
esempio, se non ho il polline di cipresso, per curare l’allergia a quel
preciso polline non potrò mai usare il polline di olivo. Abbiamo inviato il nostro appello alle istituzioni perché qui il rischio vero è che ci
taglino le mani negandoci la possibilità di prescrivere, si rischia che la
gente non possa più scegliere di curarsi con l’omeopatia in Italia.
Nel contempo abbiamo inoltrato
un appello anche alle aziende, perché
noi rivogliamo anche i farmaci che già
sono scomparsi e che comprendono
magistrali, unitari e complessi a marchio aziendale; vogliamo che si faccia di tutto per mantenere tutti i medicinali disponibili e in produzione,
nessuno escluso. E siamo allarmati
dal fatto di aver già perso medicinali ancor prima del 2015. Come si può
accettare una situazione in cui i medici prescrivono farmaci che poi i pazienti non trovano in farmacia?
Quindi avremo chi sarà costretto
a smettere di curarsi con l’omeopatia e chi invece si cercherà i farmaci
via internet e li acquisterà dall’estero. Se ciò avverrà, tra l’altro, i farmacisti italiani perderanno autore-
volezza e professionalità, verranno
scavalcati dai colleghi d’oltralpe e vedranno ridursi le vendite.
Un’altra assurdità peculiare dell’Italia è il divieto, che oggi sussiste,
di inserire in etichetta indicazioni terapeutiche e posologia per le specialità aziendali (per gli unitari sarebbe impossibile elencare tutte le indicazioni poiché l’utilizzo è personalizzato). In altri paesi queste in-
dicazioni ci sono, come in Francia,
dove peraltro il servizio sanitario nazionale rimborsa una parte del costo
consentendo prezzi calmierati.
In Germania le aziende possono
anche preparare i magistrali omeopatici, poco usati ma straordinari.
Noi all’ospedale di Pitigliano8 utilizziamo proprio i magistrali e, grazie ad essi, una terapia in ambito
ospedaliero non costa più di 7 euro
Weleda: «a rimetterci saranno produttori,
medici e pazienti»
A esprimere particolare preoccupazione è anche la
nota azienda Weleda, che in Italia garantisce gran
parte dei medicinali antroposofici. «Stiamo affrontando due problemi, uno riguardante la richiesta di documentazione che dovrebbe attestare
una sicurezza dei medicinali che sono utilizzati e
prescritti da oltre 60 anni sul mercato e l’altro riguardante le tariffe esorbitanti» spiega il dottor
Stefano Riva (nella foto), amministratore delegato
di Weleda Italia. «Manca un quadro normativo per
permetterne il mantenimento in commercio a costi accettabili e proporzionali ai volumi di vendita
che, riflettendo scelte individuali e non di massa,
si esauriscono in poche centinaia di unità annue, con un dato confermato dalla
frequenza di reazioni avverse che negli ultimi anni di monitoraggio è inferiore allo
0,0001%. Alle aziende è richiesta la produzione di dossier simili ai medicinali allopatici: è un grave errore che deriva dalla mancanza di una vera conoscenza delle
nostre medicine e medicinali da parte delle autorità statali. Le tariffe, poi, sono
impossibili, assolutamente insostenibili. Tutto ciò provocherà disoccupazione e
problemi drammatici per medici e pazienti».
Il Gruppo Weleda è presente in tutti i continenti con i suoi prodotti e i suoi servizi. La sede centrale è in Svizzera, ma conta 21 filiali e 28 agenzie di rappresentanza in oltre 36 paesi, tra cui l’Italia.
to profilo di tollerabilità e innocuità. Questi stessi farmaci,
negli anni, hanno visto anche in Italia una maggiore integrazione nella pratica quotidiana di un numero crescente di
medici. Ne è un esempio l’utilizzo sempre più diffuso in ambito oncologico per mitigare gli effetti collaterali delle cure
antitumorali.
Tornando, invece, all’impatto che tariffe di registrazione troppo elevate potrebbero avere per le aziende, penso che non
andrebbe penalizzato un comparto che nel nostro paese è
sano, in crescita e conta un alto numero di occupati. Sono
davvero tanti, insomma, i fattori e gli attori in gioco. Mi auguro, quindi, che verranno tutti presi in seria considerazione dagli organi preposti.
Voi siete azienda leader anche in Francia, dove avete la sede
principale. Come si sono mosse lì le autorità regolatorie per
recepire la direttiva europea?
Se confrontiamo la Francia all’Italia, mi preme innanzitutto
sottolineare un aspetto: non solo le aziende hanno iniziato le pratiche di registrazione già 15 anni fa, ma soprattutto le tariffe che Boiron Francia ha pagato sono tre volte inferiori a quelle previste oggi per l’Italia. Finora nel nostro Paese c’è stata una situazione di stallo e i nostri medicinali erano solo notificati. Ora dovremo sì procedere con la regola-
rizzazione dei nostri farmaci, ma dovremo farlo pagando molto di più rispetto agli altri paesi e, oltretutto, in tempi più
stretti.
Per capire poi come la Francia abbia gestito i dossier di registrazione dei medicinali omeopatici, bisogna fare una premessa proprio rispetto alla direttiva comunitaria 2001/83/CE.
Questa direttiva definisce per tutti i paesi dell’Unione europea
i criteri da seguire. In particolare, l’articolo 14 prevede la registrazione senza indicazioni terapeutiche, mentre l’articolo 16 prevede la registrazione con indicazioni terapeutiche.
Cosa è successo, quindi, in Francia? Per alcuni medicinali,
come per esempio Arnica montana, è stata seguita una registrazione semplificata, cioè senza indicazioni terapeutiche.
Invece per altri medicinali omeopatici, come ad esempio
l’Oscillococcinum, sono state definite regole specifiche che
ne hanno reso possibile la registrazione con indicazioni terapeutiche sulla base dell’uso consolidato. Questo è stato
possibile visto che proprio l’articolo 16 della direttiva comunitaria prevede che ciascuno Stato membro abbia la possibilità di introdurre sul suo territorio regole particolari relative a studi clinici e pre-clinici e basate sulla tradizione
omeopatica del paese. La stessa modalità è stata seguita
anche in Germania, Belgio, Austria e Inghilterra, solo per citare qualche esempio.
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DOSSIER
la settimana. Li prepara la nostra farmacia interna, che ha un settore
omeopatico ma certo non potrà mai
avere la scelta tra migliaia di prodotti
come può averla un’azienda. Le
aziende italiane hanno smesso di
produrre i preparati magistrali
omeopatici perché Aifa ha imposto
le stesse regole che valgono per la
produzione industriale, cioè medesimi vincoli e costi sia per produrre
e vendere un singolo pezzo come
500 pezzi».
«Le aziende devono essere messe
in grado di produrre senza perdite,
quindi, soprattutto per il mercato dei
rimedi unitari, che è ristretto, occorrono criteri adeguati» afferma la
dottoressa Ronchi.
«Per quanto possano essere stati
ottenuti aggiustamenti, non si può
non rilevare come Aifa abbia agito
senza sapere nulla dell’omeopatia:
non è un mondo con il quale è abituata a rapportarsi. E questo pone
anche un problema su quella che sarà
la valutazione dei dossier».
«È ovvio che a pagare le conseguenze di questa situazione saranno i pazienti, che rischiano di non
poter più scegliere come curarsi» ribadisce la dottoressa Raffaella Pomposelli, presidente dell’associazione
Belladonna9. «Peraltro la situazione
è preoccupante già da qualche tempo. Ho avuto il caso di una pazien-
I medicinali antroposofici
te che, per un problema specifico,
non è riuscita a trovare né in farmacia né presso i distributori il
medicinale prescrittole ed è dovuta
ricorrere all’intervento chirurgico,
con una convalescenza che si è protratta per mesi. Noi medici siamo
lesi nella libertà e nell’indipendenza dell’esercizio della nostra professione».
Anche la dottoressa Pomposelli
accenna agli esami dei dossier da parte di Aifa: «Il rischio più serio è che
Aifa analizzi i dossier senza avere la
competenza adeguata; utilizzare parametri validi per l’allopatia e applicarli all’omeopatia è come voler
misurare l’altezza di una finestra in
litri invece che in centimetri».
Per i medicinali antroposofici la
situazione è probabilmente anche
più preoccupante. «Se non si modificherà nulla, in Italia questa opportunità terapeutica risulterà fortemente penalizzata a causa della
perdita dei principali medicinali
che la contraddistinguono» spiega
la dottoressa Laura Borghi, presidente della Società italiana di medicina antroposofica10. «I pazienti
potranno trovarsi costretti a reperire i medicinali all’estero in condizioni di sicurezza nettamente peggiorative rispetto allo status quo: la
stima è di oltre 500.000 unità per
anno di medicinali antroposofici
venduti attualmente in Italia. Secondo le regole in vigore, solo circa il 60% dei farmaci antroposofici, proprio quelli che sono prodotti secondo le regole della farmacopea omeopatica e quelli che ricadono sotto la dicitura “prodotti
medicinali vegetali tradizionali”,
con somministrazione orale o esterna e senza indicazioni, possono
godere di registrazione semplificata. Germania e Svizzera sono gli
unici paesi in Europa in cui è disponibile l’intero assortimento dei
farmaci antroposofici e ora, con le
nuove norme introdotte da ministero e Aifa, la situazione in Italia
potrebbe peggiorare».
Pitigliano: il primo ospedale
pubblico che include medicine
non convenzionali
Dal febbraio 2011 opera, all’interno dell’ospedale pubblico
di Pitigliano, il Centro di medicina integrata «Petruccioli»,
che effettua visite anche ambulatoriali a pazienti da tutta Italia. È il primo centro pubblico a livello nazionale nel quale
la medicina tradizionale è affiancata da omeopatia, fitoterapia e agopuntura. Il Centro dispone di spazi dedicati ed
è al secondo piano dell’ospedale. Vengono garantiti trattamenti integrati per molte malattie croniche quali malattie
reumatiche, esiti di traumi e di ictus, riabilitazione ortopedica e neurologica, dolore cronico, patologie respiratorie, gastrointestinali e dermatologiche, allergie, asma e per contenere gli effetti collaterali della chemioterapia in oncologia
e nelle cure palliative. Le prestazioni possono essere fornite
sia ai pazienti ricoverati nell’ospedale (consulenze in regime
di ricovero), sia ai cittadini in regime ambulatoriale.
I degenti ricoverati a Pitigliano potranno scegliere, in accordo con l’équipe medica, se eseguire solo la terapia convenzionale oppure integrarla con omeopatia, fitoterapia e
agopuntura. Gli stessi utenti, una volta dimessi, potranno
58
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essere seguiti dagli specialisti anche nella forma ambulatoriale. La disponibilità di cure ambulatoriali pubbliche di
medicina integrata è comunque rivolta a tutti i cittadini. La
prenotazione può essere effettuata:
• per telefono al numero 0564 483500, dal lunedì al venerdì
dalle 8 alle 16; sabato dalle 8 alle 12;
• di persona recandosi allo sportello Cup presso i presidi
ospedalieri e territoriali dell’Azienda USL 9.
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DOSSIER
La mobilitazione dei pazienti
Sono milioni i cittadini che, avendo scelto l’omeopatia
come approccio terapeutico, sono direttamente interessati a quanto sta accadendo e in poche settimane un
comitato spontaneo, costituitosi a livello nazionale, ha
raccolto decine di migliaia di firme e prosegue nel suo
obiettivo11. È il Comitato difesa omeopatia, il cui presidente, Marino Tomà, sta anche organizzando la successiva consegna delle sottoscrizioni ai politici e al Ministero.
«Non potevamo stare fermi di fronte al rischio concreto di essere privati della libertà di scegliere come curarci» spiega Tomà. «La normativa europea deve essere recepita, ma questo in Italia è stato fatto in maniera
approssimativa e vessatoria, con costi altissimi imposti
alle aziende, tempi brevi e mille ostacoli. Perché tanta
resistenza e tante difficoltà? In un momento come quello attuale in cui si parla tanto di green economy, occorre
rendersi conto che l’omeopatia è la green medicine, la
via per una salute sostenibile».
«Per tutti noi pazienti il danno è doppio» aggiunge
Vega Palombi Martorano, presidente di Apo Italia, l’associazione di pazienti omeopatici nata nel 199112. «Già
oggi una parte di medicinali omeopatici non viene più
garantita sul mercato e la necessità di richiederli all’estero
comporta oneri e difficoltà. Nel momento in cui alla
maggior parte dei cittadini viene di fatto impedito l’accesso a medicinali non tossici, viene fatto un torto gravissimo ai pazienti e li si priva del loro diritto a una libera scelta terapeutica».
«La situazione che si prospetta comporterà una riduzione del numero dei prodotti di cui ora disponiamo,
molti dei quali fondamentali per le nostre terapie» spiega Claudia Chiodi, presidente di Aipma, l’associazione dei pazienti della medicina antroposofica13, «e questo limiterà di fatto la libertà di cura che a nostro parere è sinonimo di civiltà di uno Stato».
Sì, dunque, all’introduzione di norme a garanzia della qualità dei medicinali omeopatici e quindi a tutela del
consumatore-paziente, ma un no unanime a una serie
di balzelli e ostacoli che rendono impraticabile un diritto costituzionale.
!
Note
1. Omeoimprese è l’associazione di categoria che raggruppa
gran parte delle aziende italiane che producono medicinali
omeopatici e antroposofici: www.omeoimprese.it
2. La direttiva europea 2001/83/CE si trova al seguente indirizzo: goo.gl/Th6DdG
3. La Fiamo è la federazione che raggruppa associazioni e medici che operano nel campo dell’omeopatia: www.fiamo.it
4. Siomi è la Società italiana di omeopatia e medicina integrata: www.siomi.it
5. Il Laboratorio Sodini di Greve in Chianti (www.laboratoriosodini.it) è sul mercato da oltre dieci anni e si fonda sull’esperienza di preparatore omeopatico del professor Marcello Lo Cicero; oggi l’azienda è condotta dalla figlia
Beatrice.
6. L’azienda Cemon (www.cemon.eu), con sede a Napoli, è attiva dal 1971. Luimo è l’acronimo che corrisponde all’associazione per la Libera università internazionale di medicina
omeopatica (www.luimo.org).
60
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7. Il decreto legislativo n° 158 del 13 settembre 2012, cono-
sciuto come decreto Balduzzi, si trova all’indirizzo
goo.gl/a4Shvc. È stato convertito nella legge numero 189
dell’8 novembre 2012 che si trova all’indirizzo goo.gl/pn6yu3
8. All’ospedale di Pitigliano (Grosseto) è attivo dal febbraio
2011 il Centro di medicina integrata, di cui la dottoressa Simonetta Bernardini è responsabile scientifica. Per informazioni: www.usl9.grosseto.it/default.asp?idcontenuto=939
9. Per informazioni sull’attività dell’associazione e contatti:
www.omeopatiabelladonna.it
10. Per informazioni sull’associazione: www.medicinaantroposofica.it
11. Il Comitato difesa omeopatia sta raccogliendo le firme per
chiedere garanzie affinché i problemi vengano risolti. Si può
sottoscrivere l’appello su www.omeocom.it. Terra Nuova, con
la raccolta di firme avviata, sostiene la battaglia delle associazioni di medici e pazienti per la libertà di scelta terapeutica e metterà le adesioni raccolte a disposizione del Comitato.
12. Per informazioni sull’associazione: www.apoitalia.it
13. Per informazioni sull’associazione: www.aipma.it
SALVIAMO
L’OMEOPATIA
Centinaia di medicinali omeopatici
rischiano di sparire dal mercato
in seguito al recepimento
delle norme europee in Italia.
Aiutaci a difendere il diritto
alla libertà di cura.
ADERISCI ALLA CAMPAGNA DI TERRA NUOVA PER
SALVARE L’OMEOPATIA E GARANTIRE LA LIBERTÀ DI CURA.
FIRMA L’APPELLO SU
omeopatia.terranuovaedizioni.it
Unisciti anche tu
alla campagna di Terra Nuova
per salvare l’omeopatia
• A centro giornale troverai un poster a colori da staccare
e appendere dove vuoi
• Su omeopatia.terranuovaedizioni.it troverai tutti gli aggiornamenti e potrai firmare online la petizione, riportata anche in versione cartacea nella pagina a
fianco (da fotocopiare e spedire).
Petizione:
Salviamo
l’omeopatia
All’attenzione di:
• Ministro della Salute
• Gruppi parlamentari
Terra Nuova, a sostegno dell’iniziativa già avviata da Omeocom (www.omeocom.it) e condividendo l’obiettivo comune,
avanza un appello al Ministero della salute, ad Aifa, ai gruppi
parlamentari italiani e agli eurodeputati italiani, affinché si forniscano garanzie ai cittadini che nel nostro paese hanno
scelto di curarsi con l’omeopatia e ai medici che la praticano.
Infatti, a causa della criticata trasposizione italiana della direttiva europea 2001/83/CE, sono stati creati ostacoli, aumentati i costi per le aziende, definiti tempi e modalità non
sempre adeguati per la schedatura dei medicinali e, di fatto,
i pazienti corrono il serio rischio di non trovare più sul mercato, dal 2016, centinaia di farmaci omeopatici. Alcuni peraltro sono già scomparsi poiché le aziende, a fronte di previsioni di spesa elevatissime, hanno già iniziato ad effettuare
tagli nella produzione.
Nome*
Cognome*
Data
di nascita*
Città*
• Aifa
• Deputati
italiani all’Europarlamento
L’Unione Europea ha giustamente ritenuto necessario censire
medicinali omeopatici e garantirne la qualità e le modalità di
preparazione, ma per raggiungere questo obiettivo ha previsto procedure semplificate e tali procedure non possono non
tenere conto delle peculiarità di questo tipo di medicinale e
di questo approccio terapeutico.
Siamo dunque a chiedere che si intensifichi il confronto tra
le parti in causa e che si arrivi celermente a un superamento
di tutti i problemi che renderebbero impossibile per i cittadini italiani esercitare il loro diritto alla libertà di scelta terapeutica e di cura.
Tutte le firme raccolte saranno messe a disposizione del Comitato Difesa Omeopatia (Omeocom) che sta procedendo
nella sua battaglia per affermare il diritto alla libertà di cura.
CAP
Indirizzo
Num. doc. identità
oppure e-mail
Firma*
*Campi obbligatori
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La informiamo, ai sensi dell’art. 13 del d. lgs. 30 giugno 2003, n. 196 (recante
il «Codice in materia di protezione dei dati personali» nel prosieguo, per brevità, il «Codice Privacy»), che i dati personali comunicati nell’ambito dell’iniziativa promossa da Terra Nuova per la petizione «Salviamo l’Omeopatia» saranno raccolti e registrati da Terra Nuova su supporti cartacei, elettronici e/o
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sicurezza e la riservatezza - nel rispetto delle disposizioni del Codice Privacy.
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per iniziative analoghe promosse da Terra Nuova. A tal fine, nell’ambito dell’iniziativa, i suoi dati, ad eccezione dell’indirizzo email, potranno essere pubblicati on line nell’elenco delle persone che hanno sottoscritto l’appello. Il con-
ferimento dei dati è necessario al fine di poter partecipare all’iniziativa. L’indicazione del proprio indirizzo e-mail le consentirà di ricevere informazioni su
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