Carta dei servizi

Carta dei servizi
CARTA DEI SERVIZI
Rev 03 DEL 06/02/2014
SOMMARIO
Premessa
4
SEZIONE I- Presentazione dell’azienda e principi fondamentali
5
Presentazione dell’azienda e missione
5
I principi fondamentali
8
Tutela dell’utente
8
Diritti e doveri dell’utente
9
Le nostre risorse
10
Il team
11
SEZIONE II- Informazioni sulle strutture e i servizi forniti
12
La struttura-sede principale
12
I servizi erogati dal centro GATJC
15
Attività di I e II livello
16
Centro ecografico
16
Poliambulatorio specialistico
16
Orario di apertura
17
Modalità di prenotazione
18
Dati necessari per la prenotazione
18
Come raggiungerci
19
SEZIONE III- Standard di qualità, impegni e programmi
20
Informazione e privacy
20
Sicurezza
20
Igiene
20
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Sorveglianza
20
Antincendio
20
Elettricità e rischi connessi
21
Impianti tecnologici
21
Standard di qualità
22
SEZIONE IV- Meccanismi di tutela e verifica
23
Reclami
23
Customer satisfaction
23
SEZIONE V- il percorso della PMA
24
L’infertilità di coppia
25
Quali sono le cause dell’infertilità
26
Infertilità idiopatica
26
Fertilità e genetica
27
Infertilità femminile e cause
28
Iter diagnostico femminile
29
Infertilità maschile e cause
31
Iter diagnostico maschile
33
Lo spermiogramma
33
Spermiocoltura e antibiogramma
35
Test di separazione nemaspermica su gradiente (TRIAL WASH)
35
Immunobead test
35
Test di frammentazione del dna spermatico
36
La fecondazione in natura
37
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Rev 03 DEL 06/02/2014
La FIVET passo dopo passo
38
Procedura di recupero degli ovociti (PICK-UP)
41
Tecniche di PMA di I livello
42
Tecniche di PMA di II livello
44
La tecnica ICSI
45
La tecnica PICSI
46
Diagnosi genetica preimpianto (PGD)
47
L’embriotransfer
49
Trasferimento della blastocisti
50
Perché la blastocisti
52
Modalità di accesso
53
Rilascio della documentazione clinica
53
Esami necessari per le tecniche di PMA
53
Complicanze legate alle tecniche di PMA
56
Rischi concernenti la terapia di stimolazione
56
Sindrome da iperstimolazione ovarica
56
Cancro
57
Rischi relativi all’anestesia
57
Complicazioni durante il prelievo degli ovociti
57
Gravidanza extrauterina
57
I risultati
58
Farmaci utilizzati per l’induzione dell’ovulazione
60
Follow up
61
PMA e relax
62
Perché in Calabria
64
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CARTA DEI SERVIZI
Rev 03 del 06/02/2014
PREMESSA
Gentile Utente,
abbiamo, qui, il piacere di presentarle la nostra “Carta dei Servizi Sanitari”, uno strumento che ci
consente di condividere e migliorare la qualità dei servizi offerti.
La Carta dei Servizi è uno strumento per la regolamentazione del rapporto tra l’utente ed il centro
GATJC, con il quale intendiamo instaurare un dialogo con i nostri utenti, promuovendone
l'informazione, la tutela e la partecipazione ed impegnandoci, secondo le direttive del D.P.C.M.
19/5/1995, al rispetto e alla verifica degli standard di qualità adottati.
Spesso, vita frenetica, lavoro, impegni sociali vari… sono fattori che influenzano e, a volte,
condizionano negativamente la vita delle persone.
A causa di ciò, tendiamo a trascurare, a volte, i nostri interessi ed a rimandare il raggiungimento
di quelli che potrebbero essere i veri obiettivi di vita.
Uno di questi è senza dubbio la cura della nostra salute, un bene di cui non possiamo fare a meno,
per questo occorre documentarsi in modo esauriente.
Numerose sono, oggi, le informazioni che ci pervengono per via mediatica, anche, a volte, errate
quando si presenta un problema riguardante la salute. Ed è proprio per evitare di incombere in
informazioni errate o non idonee al nostro problema, che consigliamo alle persone di rivolgersi a
centri specializzati.
Il centro privato di procreazione medico – assistita opera nel campo della sterilità e permette alle
coppie di seguire un completo iter diagnostico, con accesso alla terapia medica o chirurgica per
rimuoverne le cause.
La Carta dei Servizi vi porta a conoscenza di tutti i servizi del nostro Centro. Essa, non è solo un
libretto esplicativo, ma vuole instaurare un colloquio costruttivo, sempre rivolto al miglioramento
continuo.
Il nostro è, infatti, un “Centro a dimensione di medico al servizio del paziente”…
Leona Cremonese
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CARTA DEI SERVIZI
Rev 03 del 06/02/2014
SEZIONE I – Presentazione dell’azienda e principi fondamentali
Presentazione dell’azienda e missione
La G.A.T.J.C. s.a.s è un centro privato di procreazione medico-assistita che opera nel campo della
sterilità, fornendo alle coppie la possibilità di seguire un completo iter diagnostico, con accesso alla
terapia medica o chirurgica per rimuoverne le cause.
L’impiego di numerose energie e risorse, il forte impegno e la passione profusa nel processo
lavorativo si traducono nella piena volontà di raggiungere il nostro obiettivo.
Il settore della sterilità è molto delicato e si allaccia a numerosi processi di natura sociale, culturale
e psicologica e richiede accurate e delicate analisi che scaturiscono dalle relazioni tra medico e
paziente.
A tal proposito, il personale del centro segue la coppia con cordialità, offrendo loro totale
gentilezza, grande disponibilità e piena comprensione.
Il nostro Centro di Procreazione Medicalmente Assistita, primo sorto in Calabria, vanta tra i suoi
successi la nascita del primo bambino “in provetta” nella nostra regione.
La nostra struttura che occupa una superficie di circa 2.500 metri quadrati, dispone
di una moderna sala operatoria, un “reparto” di degenza diurna confortevole, laboratori
all’avanguardia di embriologia e di andrologia, stanze riservate alla raccolta del liquido seminale e
sale per il transfer embrionario.
Inoltre, la struttura dispone di un ampio centro polispecialistico.
Un lussuoso B&B ed un Medical SPA, sempre all’interno della struttura, rendono confortevole il
soggiorno dei pazienti.
Il centro GATJC è attivo 7 giorni su 7, che consente il raggiungimento di ottimi livelli di attività
degli operatori che vi collaborano.
La stimolazione viene adattata alle caratteristiche della paziente e non programmata in base alle
esigenze di laboratorio.
Gli interventi di pick –up e transfer vengono effettuati nel periodo ottimale, anche nei giorni festivi.
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Rev 03 del 06/02/2014
Presso la G.A.T.J.C., infatti, prestano servizio specialisti in ginecologia, endocrinologia, urologia,
embriologia, psicologia, chirurgia, cardiologia, gastroenterologia, neurochirurgia, ortopedia,
neuropsichiatria infantile, dermatologia, allergologia e immunologia, pneumologia, diabetologia,
dietologia, pediatria, otorinolaringoiatria, fisiatria.
I processi svolti nella nostra struttura richiedono l’impiego di numerose risorse ed energie, tali da
essere in grado di rispondere, in modo esauriente, alle diverse esigenze degli utenti.
Il GATJC ha da tempo acquisito una certa notorietà a livello nazionale.
Grazie alla lunga collaborazione con centri di PMA, noti a livello internazionale quali la
clinica Sanatorium Helios ( con sede a Brno, Repubblica Ceca) e GENEA (Sydney, Australia),
utilizza le stesse strumentazioni e procedure in uso presso i suddetti centri raggiungendo risultati
eccellenti.
La grande professionalità degli operatori, la passione con cui si opera in ogni fase del processo
lavorativo, l’impiego delle più moderne e sofisticate strumentazioni e l’applicazione di tecniche
innovative consentono al centro GATJC di raggiungere elevati livelli di qualità ed ottenere
migliori risultati rispetto gli standard nazionali, e per tutto questo è considerato come Centro di
eccellenza nella PMA.
La nascita e l’evoluzione del centro GATJC sono il risultato di un efficace percorso di crescita
professionale e soprattutto di continua formazione dei nostri embriologi secondo gli standard
internazionali.
 PROFESSIONALITÀ
staff tecnico qualificato, formato all’estero
 ESPERIENZA
oltre 20 anni
 AGGIORNAMENTO CONTINUO
effettuato, in maggior parte, all’ estero
 INNOVAZIONE
impiego delle più recenti acquisizioni scientifiche e tecnologiche
 QUALITÀ
costante controllo degli standard di qualità e risultato
 ECCELLENZA
tutto viene fatto per raggiungere livelli di eccellenza
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Rev 03 del 06/02/2014
Comprendere le esigenze e soddisfare al meglio le aspettative di chi si rivolge a noi, è la filosofia
che caratterizza la nostra struttura.
Il team GATJC si prefissa a rispettare le seguenti regole e valori:
 in tutto quello che facciamo cerchiamo l’eccellenza
 il risultato si ottiene soltanto sulla base della collaborazione di persone qualificate, il cui
unico obiettivo lavorativo è quello di crescere sempre di più
 l’innovazione continua è la chiave per arrivare a qualsiasi cosa ed in qualsiasi momento
 i nostri pazienti sono per noi la cosa più importante
 il XX secolo è stato il secolo della tecnologia e della produttività, ma il XXI sarà il secolo
della qualità
L’attività di Procreazione Medicalmente Assistita della GATJC è svolta dal 1992 .
Il centro è iscritto nel Registro dell’Istituto Superiore della Sanità ed è autorizzato dalla Regione
Calabria (autorizzazione n° 18479 del 19/12/06) per le seguenti attività: trattamento della
Procreazione Medicalmente Assistita, con tecniche di I e II livello; prestazioni ambulatoriali di
Ostetricia e Ginecologia; prestazioni di Chirurgia ambulatoriale.
Nel maggio 2011 la GATJC è stata tra i primi centri in Italia, unico in Calabria, ad ottenere il
rilascio della certificazione di conformità dal Centro Nazionale Trapianti (Organismo
Ministeriale di Controllo) per le seguenti attività: trattamento della Procreazione Medicalmente
Assistita con tecniche di I e II livello; prestazioni ambulatoriali di Ostetricia e Ginecologia;
Prestazioni di Chirurgia ambulatoriale.
Il lavoro e l’impegno del personale ha consentito di ottenere, nell’aprile del 2008, la certificazione
del Sistema di Gestione per la Qualità, conforme alla UNI EN ISO 9001:2000, con il seguente
oggetto: “Erogazione di servizi di procreazione medica assistita e relativo poliambulatorio
specialistico”.
La professionalità e la dedizione al lavoro, nonché l’elevata qualità dei servizi, ha permesso al
Centro di conseguire, nel giugno 2013, la certificazione di CENTRO DI ECCELLENZA PER IL
PERCORSO PMA (ente certificatore CERMET), di cui GATJC è il primo centro in Italia.
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Rev 03 del 06/02/2014
I principi fondamentali
La Carta dei Servizi è uno strumento con cui il Centro GATJC intende instaurare un dialogo con i
propri utenti, promuovendone l’informazione, la tutela, la partecipazione, ed impegnandosi,
secondo le direttive del D.P.C.M. 19/5/95, al rispetto e alla verifica degli standard di qualità
adottati.
Il Centro GATJC eroga i propri servizi nel rispetto dei principi fondamentali sanciti dallo schema
generale di riferimento della "Carta dei servizi pubblici sanitari" (D.P.C.M. 19/5/1995) e di quelli
che, da sempre, fa propri e si impegna a rispettare.
TUTELA DELL’UTENTE
Appropriatezza delle cure
Le prestazioni sono erogate secondo lo stato di salute della persona, rispettando: le indicazioni
cliniche per le quali è stata dimostrata l’efficacia; il momento più giusto di erogazione; le più
opportune modalità di erogazione rispetto alle condizioni di salute e sociali della persona assistita.
Eguaglianza ed imparzialità
Ogni utente ha il diritto di ricevere l'assistenza e le cure mediche più appropriate, senza
discriminazione di età, sesso, razza, lingua, religione ed opinioni politiche. I comportamenti degli
operatori verso gli utenti devono essere ispirati a criteri di obiettività, giustizia ed imparzialità.
Continuità
Il Centro GATJC assicura la continuità e la regolarità delle cure. In caso di funzionamento
irregolare o di interruzione del servizio, adotta misure volte ad apportare agli utenti il minor disagio
possibile.
Diritto di scelta
Gli utenti sono liberi di scegliere, sul territorio nazionale, la struttura sanitaria a cui preferiscono
accedere.
Partecipazione
Il Centro GATJC deve garantire al paziente la partecipazione alla prestazione del servizio
attraverso: una informazione corretta, chiara e completa; la possibilità di esprimere la propria
valutazione sulla qualità delle prestazioni erogate; l’opportunità di inoltrare reclami, o suggerimenti,
per il miglioramento del servizio.
Efficienza, efficacia e qualità dei servizi
Ogni operatore lavora per il raggiungimento dell'obiettivo primario, che è la salute del paziente, in
modo da produrre, con le proprie conoscenze tecnico-scientifiche più aggiornate, esiti validi per la
cura della sterilità dello stesso. Il raggiungimento di tale obiettivo non è separato dalla salvaguardia
delle risorse, le quali devono essere utilizzate nel miglior modo possibile, senza sprechi o costi
inutili.
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DIRITTI E DOVERI DELL’UTENTE
Diritto alla riservatezza
I servizi e il trattamento dei dati relativi allo stato e ai fatti riguardanti la persona assistita
(acquisizione, conservazione, trasmissione, distruzione), sono effettuati nel rispetto più assoluto
della riservatezza. Le informazioni riguardanti la persona, sono comunicate solamente al diretto
interessato o al suo delegato. Il personale sanitario e amministrativo, improntano le proprie azioni
nel rispetto del segreto professionale e della riservatezza delle informazioni di cui sono venuti a
conoscenza.
Diritto all’informazione
Nessuna persona può essere sottoposta a trattamenti sanitari senza il proprio consenso informato. Le
informazioni su diagnosi, terapia, eventuali rischi o disagi ad essi legati, nonché le possibili
alternative, devono essere complete, aggiornate e comprensibili per il paziente. La “dimissione” è
preceduta da adeguata informazione al paziente e/o alla coppia.
Doveri dell’utente

Il paziente deve fornire informazioni complete e precise sul proprio stato di salute.

È responsabilità del paziente, il rispetto delle prescrizioni raccomandate dal medico curante.

Ogni paziente deve tenere un comportamento rispettoso delle esigenze degli altri utenti e degli
operatori del centro, deve aver cura nell'utilizzo dei beni del centro e non deve fumare al suo
interno.

Gli appuntamenti fissati devono essere rispettati o disdetti in tempo, per poterli utilizzare per altri
utenti.
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Rev 03 del 06/02/2014
LE NOSTRE RISORSE UMANE
Il livello professionale delle risorse umane assume una valenza strategica rispetto alla qualità del
servizio, alle esigenze del cliente e alle sue aspettative.
Tutte le attività aziendali vengono svolte da personale con adeguato livello di preparazione tecnicaculturale e con un’esperienza tale da garantire lo svolgimento del proprio incarico, nel rispetto degli
standard qualitativi fissati dall’azienda.
L’assegnazione delle responsabilità e dei controlli per ciascuna figura professionale viene effettuata,
non solo in base alle prescrizioni della normativa vigente, ma anche mediante l’analisi delle
competenze specialistiche delle risorse, rispetto alle attività di riferimento.
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IL TEAM
SPECIALISTI IN GINECOLOGIA
Dott. U. Giacomo Tripodi
Dott. Pavel Texl
Dott.Davide Laganà
SPECIALISTI IN ANESTESIA
Dott. Gaetano Murdaca
Dott. Eugenio Sorbo
GENETISTA
Dott.ssa Italia Loddo
PSICOLOGO
Dott.ssa Elena Bagalà
BIOLOGI
Dott. ssa F.M. Rita Pileio
Dott. ssa Rosamaria Tedesco
Dott.ssa M. Rosaria Ferraro
Dott. ssa M. Giovanna Vaticano
OSTETRICA
Maria Grazia Lao
Manuela D’Agostino
RESPONSABILE AMMINISTRATIVO
Dr. Leona Cremonese
COORDINATRICE
Catena Modafferi
SEGRETERIA
Angela Pileio
RESPONSABILE MANUTENZIONE
Lubos Franciak
RESPONSABILE AUSILIARIO SOCIO-SANITARIO
Anna Mozolova
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CARTA DEI SERVIZI
Rev 03 del 06/02/2014
SEZIONE II – Informazioni sulle strutture e i servizi forniti
La struttura – Sede principale
Il centro si articola su tre livelli svolgendo la propria attività in specifiche aree:
PIANO TERRA. Reparto operatorio. In quest’area sono situati la sala operatoria, dove vengono
effettuati i prelievi ovocitari, e le camere per la degenza diurna dei pazienti che si sottopongono a
trattamenti di PMA. Vi si trovano, inoltre, la zona di sterilizzazione e un laboratorio per la ricerca
degli ovociti, che non sono aperti al pubblico.
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Rev 03 del 06/02/2014
PIANO PRIMO: vi sono ubicati i laboratori di PMA. Qui si svolgono tutte le attività relative alla
Procreazione Medicalmente Assistita, perciò parte di quest’area non è aperta al pubblico. I clienti
possono accedere solo alle stanze dedicate all’embriotransfer, alla raccolta del liquido seminale (tali
stanze sono situate in una zona riservata offrendo il massimo della privacy) e allo studio di
consultazione. L’area è, quindi, dotata di un accogliente sala d’attesa e di una segreteria.
PIANO SECONDO: vi si trovano l’accettazione, lo studio ecografico e gli ambulatori. In questa
area il cliente ha il primo approccio con il Centro e con il personale: qui, vengono fornite tutte le
informazioni relative alle prestazioni del Centro e viene svolta l’attività di consultazione, visita e
relazioni con il pubblico.
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Rev 03 del 06/02/2014
Il Centro offre agli utenti, qualora ne fosse fatta richiesta, la possibilità di soggiornare nelle
confortevoli camere del Bed and Breakfast Caterina e di usufruire, inoltre, dei servizi del
Poseidon Medical-Spa, annessi alla struttura.
PIANO TERZO: a questo livello è posizionato il confortevole Bed and Breakfast Caterina, che
dispone di ampie camere ben attrezzate in modo da offrire i migliori comforts.
PIANO SEMINTERRATO: a questo livello si trova l’ accogliente Poseidon Medical spa
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I servizi erogati dal centro GATJC
Centro Procreazione Medico Assistita
ATTIVITÀ DIAGNOSTICA
 Anamnesi personale (femminile e maschile) – ginecologica – sessuale – psicologica
 Visita ginecologica, tampone vaginale, pap-test
 Indagini ecografiche in 3-4D con flussimetria
 Isteroscopia, isterosonografia,
 Valutazione dell’assetto ormonale femminile con riserva ovarica e maschile
 Monitoraggio follicolare
 Inquadramento diagnostico in caso di poliabortività
 Ecografia seno
 Spermiogramma con spermiocoltura, test di vitalità, test di capacitazione e morfologia (secondo
WHO 2010)
 Immunobeads Test ( test per la ricerca di anticorpi antispermatozoo)
 Test di frammentazione del DNA.
 Eventuale visita andrologica, ecocolordoppler apparato riproduttivo
 Post Coital Test
 Indagini ematologiche
 Indagini immunologiche
 Indagini genetiche
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ATTIVITÀ PMA DI I E II LIVELLO
 IUI: Inseminazione Intrauterina
 FIVET: fecondazione in vitro ed embrio-transfer; nel nostro centro gli embrioni vengono
trasferiti allo stadio di Blastocisti, al 5°-6° giorno di sviluppo
 ICSI: Iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo
 TESE: prelievo degli spermatozoi dal testicolo
 DIAGNOSI GENETICA PREIMPIANTO (PGD): diagnosi effettuata su embrioni allo stadio
di blastocisti
 CRIOCONSERVAZIONE dei gameti maschili, femminili e degli embrioni
CENTRO ECOGRAFICO






Ecografia ostetrica – ginecologica
Ecografia internistica
Ecografia mammaria
Ecografia tiroidea
Ecografia vascolare con ecocolordoppler
Ecocardiografia fetale ed adulto
POLIAMBULATORIO SPECIALISTICO
OSTETRICIA E GINECOLOGIA
Dott. U. Giacomo Tripodi
MEDICINA DELLA RIPRODUZIONE
Dott. U. Giacomo Tripodi
Dott. Pavel Texl
Dott. Davide Laganà
UROLOGIA E ANDROLOGIA
Prof. Antonio Mottola
CHIRURGIA
Prof. Riccardo Mazzitelli
ENDOCRINOLOGIA
Prof. Giuseppe Sobbrio
GENETICA
Dott.ssa Italia Loddo
PSICOLOGIA
Dott.ssa. Elena Bagalà
CHIRURGIA VASCOLARE
Dott. Antonio Barone
ECOCARDIOGRAFIA FETALE
Dott. Gianni Gesmundo
CARDIOLOGIA (ECG; Ecocardiogramma)
Dott. Domenico Tulino
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GASTROENTEROLOGIA con Endoscopia Digestiva
Dott.ssa Graziella Papalia
NEUROLOGIA
Prof.ssa Maria Rosa Musolino
NEUROCHIRURGIA
Dott. Saverio Cipri
NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
Dott.ssa Emanuela Tripodi
ORTOPEDIA
Dott. Daniele Santaiti
ALLERGOLOGIA E IMMUNOLOGIA
Dott. Marcello Cilia
CHIRURGIA PLASTICA E MEDICINA ESTETICA
Dott. Matteo Lamantea
PNEUMOLOGIA
Dott.ssa Maria Teresa Busceti
DIABETOLOGIA
Dott. Domenico Mannino
DIETOLOGIA
Dott.ssa Francesca Macrì
PEDIATRIA
Dott. Maurizio Tripodi
OTORINOLARINGOIATRIA
Dott. Antonio Pellegrino
FISIATRIA
Dott.ssa Valentina Nucera
NUTRIZIONE
con test intolleranze alimentari e diete personalizzate
ORARIO DI APERTURA
Il centro osserva i seguenti orari di apertura:

Lunedì
8:30-18:00

Martedì
8:30-18:00

Mercoledì 8:30-18:00

Giovedì
8:30-18:00

Venerdì
8:30-18:00

Sabato
8:30-12:00

Domenica solo per l’attività di PMA
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CARTA DEI SERVIZI
Rev 03 del 06/02/2014
Modalità di prenotazione
La prenotazione può essere effettuata di persona presso l’accettazione del Centro (situata a piano
terra) o contattando le coordinatrici ai numeri:
0966/56123
0966/ 55653
0966/ 501121
Telefonando al seguente numero di telefono mobile 368.3967631 qualcuno sarà disponibile anche
oltre l’orario di apertura del centro.
Le nostre coordinatrici informano sempre il cliente sui servizi forniti presso il centro, sia se questo
si reca di persona sia se fa richiesta telefonica. Le informazioni fornite possono essere di carattere
generale, sulle prenotazioni e sui servizi erogati dalla struttura. Inoltre, il cliente verrà informato in
merito alla documentazione necessaria per accedere alla struttura, alla eventuale preparazione del
cliente prima della visita e sui tempi di attesa.
Al momento della prenotazione dell’ appuntamento saranno fornite queste informazioni:
1. data ed ora dell'appuntamento;
2. nome del medico;
3. indicazione dell'ambulatorio;
4. documentazione da portare il giorno dell'appuntamento;
5. numero di telefono da chiamare se fosse necessario rinviare l'appuntamento.
L'appuntamento non potrà essere cancellato nella settimana precedente la data stabilita, salvo motivi
eccezionali. Qualora questo si verifichi, la struttura provvederà a riprogrammare l'appuntamento
entro il più breve tempo possibile.
Le visite saranno effettuate entro 30 minuti dall'orario dell'appuntamento. Per ritardi superiori, ai
pazienti saranno presentate adeguate spiegazioni e scuse.
Se il medico consiglia ulteriori esami, fornirà al paziente specifiche informazioni su tutte le indagini
consigliate.
Il personale della clinica risponderà a tutte le vostre domande.
Dati necessari per la prenotazione




Cognome e nome del paziente e del partner
Data e luogo di nascita del paziente e del partner
Residenza del paziente e del partner
Recapito telefonico del paziente e del partner
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CARTA DEI SERVIZI
Come raggiungerci…
La sede è ubicata in Via Ugo Foscolo 53, Gioia Tauro (RC).
In aereo: aereoporto di Reggio Calabria oppure di Lamezia Terme
In treno: stazione di Gioia Tauro
In auto: autostrada SA-RC , uscita di Gioia Tauro
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CARTA DEI SERVIZI
Rev 03 del 06/02/2014
SEZIONE III – Standard di qualità, impegni e programmi
Il centro GATJC ha come obiettivo quello di fornire assistenza, assicurando qualità, efficienza ed
efficacia delle cure prestate.
Informazione e privacy

Riconoscibilità di tutto il personale attraverso apposito badge identificativo;
 accurata comunicazione dell’iter diagnostico e terapeutico da parte del medico referente;
 partecipazione informata dell’utente alle cure fornite;
 diritto alla privacy, garantito dalle modalità di trattamento e comunicazione dei dati personali per
i quali i cittadini rilasciano il loro consenso informato.
Sicurezza
Il centro GATJC presta particolare attenzione alla sicurezza fisica degli utenti e dei visitatori,
attraverso la predisposizione di adeguate dotazioni, nonché mediante l’attuazione di corrette misure
preventive.
Igiene
Rispetto scrupoloso delle norme d’igiene più attuali, con vasto uso di materiali monouso.
 Sanificazione degli ambienti secondo protocolli validati internazionalmente.
 Sanificazione della biancheria da letto delle camere,attraverso procedure e metodologie idonee
alla tutela dell’igiene ai massimi livelli.
 Smaltimento dei rifiuti secondo le normative vigenti.

Sorveglianza

Portierato diurno.
Antincendio






Adeguata dotazione di mezzi antincendio.
Impianto automatico di rilevazione fumo in tutto il centro.
Pannelli identificativi nei corridoi.
Percorsi di evacuazione protetti con impianto automatico di illuminazione d’emergenza.
Addestramento del personale.
Presenza di squadra d’emergenza addestrata.
Elettricità e rischi connessi



Impiantistica elettrica a norma di legge.
Impianto di alimentazione ausiliaria d’emergenza (gruppi di continuità e gruppi elettrogeni).
Controllo periodico di sicurezza elettrica delle apparecchiature biomedicali e degli impianti
elettrici.
 Servizio di manutenzione sempre presente 5 giorni a settimana, con reperibilità 365 giorni
all’anno.
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CARTA DEI SERVIZI
Impianti tecnologici

Impianti tecnologici a norma di legge.
 Controlli periodici della sicurezza meccanica.
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CARTA DEI SERVIZI
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Standard di Qualità
FATTORI DI QUALITÀ
INDICATORI DI QUALITÀ
STANDARD DI QUALITÀ
Tempo di attesa medio tra
richiesta e l’effettuazione della 10 giorni
TEMPESTIVITÀ
E prima visita
PUNTUALITÀ
Per il 100% dei reclami presentati
tempo di attesa per la risoluzione
sono rispettati i tempi previsti per
dei reclami
la risoluzione
Recapito telefonico negli orari di
Disponibilità di numeri telefonici apertura del centro 096656123—
dedicati
0966556530966501121
–
368.3967631
SEMPLICITÀ
DELLE
Esistenza di moduli per reclami I moduli sono disponibili nel
PROCEDURE
e soddisfazione Pazienti
100% dei casi
La Segreteria accettazione è
Presenza di personale addetto a
disponibile nel 100% dei casi per
ricevere i reclami dei Pazienti
tali esigenze
La Segreteria accettazione è
ORIENTAMENTO
E Presenza di personale addetto
disponibile nel 100% dei casi a
ACCOGLIENZA
all'accettazione
tale scopo
Presenza di personale medico
preposto
all'erogazione
di Nel 100% dei casi è presente
informazioni, per una corretta personale medico in grado di
COMPLETEZZA
E
interpretazione
della svolgere tali attività
CHIAREZZA
documentazione sanitaria
SULL’INFORMAZIONE
Esistenza
di
modalità
di
SANITARIA
Nel 100% dei casi il personale
comunicazione del personale
osserva
le
modalità
di
(medico e biologo) per illustrare
comunicazione previste
gli scopi terapeutici
Posti a sedere in numero
adeguato, Televisore, Servizi
CONFORT,
PULIZIA
E Esistenza di una sala di attesa con
igienici adiacenti e dotati dei
CONDIZIONI DI ATTESA
servizi
comfort e del grado di pulizia
necessari
Esistenza di zone predisposte per La Struttura dispone di aree ed
il rispetto della privacy
ambulatori specifici
Esistenza di un’area tranquilla e Il 100% delle aree adibite a tali
gradevole per l’erogazione delle attività
sono
tranquille
e
prestazioni
gradevoli
Esistenza di risorse disponibili
per l'assistenza alle persone ed ai 100% della presenza delle risorse
parenti
Modalità atte ad assicurare la
Riservatezza dei dati sensibili
riservatezza delle informazioni
sanitarie
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CARTA DEI SERVIZI
Rev 03 del 06/02/2014
SEZIONE IV – Meccanismi di tutela e verifica
Reclami
Il Responsabile Gestione Qualità ha il compito di tenere sotto controllo il livello di soddisfazione
delle aspettative del cliente.
La Direzione ed il Responsabile Gestione Qualità provvedono alla gestione dei reclami trasmessi
dal cliente, secondo le seguenti modalità:




segnalazione verbale;
lettera in carta semplice;
segnalazione telefonica, via fax o posta elettronica;
compilazione dell’apposito modulo reperibile presso l’accettazione;
Qualora l’utente invii un reclamo o un’insoddisfazione, la Direzione, con la collaborazione del
Responsabile Gestione Qualità effettuerà un’analisi ed una valutazione delle cause che hanno
determinato la non conformità e/o l’insoddisfazione del cliente, definendo le azioni correttive da
intraprendere, nonché le azioni preventive al fine di evitare che si ripresentino tali criticità. Tali
azioni saranno compiute entro 10 giorni dalla presentazione del reclamo. Qualora tale scadenza non
dovesse essere rispettata, la Direzione avrà cura di informare l’utente che ha sollevato il reclamo,
sulle motivazioni che hanno portato alla non risoluzione del problema nei tempi indicati.
La struttura conserva adeguata registrazione dei reclami pervenuti e delle relative attività intraprese.
L’attenzione al cliente è il risultato di una politica volta a considerare il rapporto stesso con il
cliente, come un elemento fondamentale per il miglioramento continuativo della qualità dei nostri
sevizi.
Per eventuali reclami rivolgersi al Responsabile Gestione Qualità
Dr.ssa Leona Cremonese- tel. - 3683967631 - e.mail:gatjc@libero.it
Customer Satisfaction
Il centro GATJC provvede a valutare la soddisfazione del cliente, attraverso la compilazione di
appositi questionari di gradimento/soddisfazione.
In questo modo, il centro indirizza la propria attività tenendo conto della soddisfazione delle
persone assistite, garantendo, così, il continuo miglioramento dei servizi offerti.
Gli obiettivi che la struttura si prefigge di raggiungere sono:
 valutare la qualità percepita dai clienti;
 migliorare i servizi offerti dal nostro centro
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CARTA DEI SERVIZI
Rev 03 del 06/02/2014
SEZIONE V
IL PERCORSO DELLA PMA
Due cellule
la blastocisti
E dopo…
la nascita di un figlio che segna l'alba di una nuova vita.
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CARTA DEI SERVIZI
Rev 03 del 06/02/2014
L’INFERTILITÀ DI COPPIA
È stato calcolato che esistono attualmente circa 60-80 milioni di coppie infertili al mondo e si stima
che il problema nel nostro paese riguarda circa il 10-15% delle coppie ogni anno: di queste circa il
40% richiede una prestazione specialistica.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ritiene che la percentuale di coppie con problemi
di sterilità è purtroppo destinata ad aumentare per varie ragioni ma soprattutto per il problema
ambientale, per la sofisticazione degli alimenti e lo stile di vita.
Per infertilità di coppia si intende comunemente la condizione in cui una coppia non è in grado di
concepire dopo uno/due anni di rapporti mirati non protetti.
Mentre per sterilità di coppia si intende quella situazione in cui uno od entrambi i coniugi sono
affetti da una condizione fisica anatomo-funzionale permanente e irreversibile che impedisce loro di
procreare.
Nell’ambito della coppia fertile, in generale, per ciclo ovulatorio la probabilità di ottenere una
gravidanza spontanea è stimata intorno al 25-30 %. La specie umana è in assoluto poco fertile
rispetto a quasi tutti gli altri mammiferi.
La fertilità di una coppia dipende strettamente dall’età dei partner, in particolare della donna.
Oltre i 35 anni la possibilità di concepire si riduce a circa il 20%, diminuendo fino al 10% oltre i
40 anni. Infatti età materna ed infertilità sono strettamente correlate tra loro.
Per questioni sociali e culturali esiste nei nostri paesi un numero sempre più alto di donne che
ricerca la prima gravidanza dopo i 35 anni (circa il 20%), quindi la frequenza delle coppie definite
sterili va sempre più aumentando.
Inoltre, il potenziale di fertilità maschile delle popolazioni occidentali ha subito negli ultimi 15 anni
un calo allarmante, che viene attribuito a fattori ambientali, condizioni di lavoro, stili di vita. Oggi
l’infertilità maschile rappresenta una percentuale ragguardevole dei casi di infertilità di coppia.
L’infertilità può essere completa o incompleta:
 l’infertilità è completa (chiamata sterilità) quando una coppia può concepire solo con le tecniche
di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita);
 l’infertilità è incompleta (chiamata sub-fertilità) quando la probabilità di ottenere una
gravidanza è ridotta e richiede tempi più lunghi.
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CARTA DEI SERVIZI
Rev 03 del 06/02/2014
Quali sono le cause dell’infertilità?
Le cause dell’infertilità, sia femminile che maschile, sono numerose e di diversa natura. La
letteratura medica sottolinea il ruolo significativo di fattori sociali dovuti a fenomeni complessi
come lo stile di vita, la ricerca del primo figlio in età tardiva (molto importante l’età della donna),
l’uso di droghe, l’abuso di alcool, il fumo, le condizioni lavorative (aumento del numero di donne in
carriera), l’inquinamento ambientale. In molti casi, come per esempio nell’obesità o nelle infezioni,
l’informazione e la prevenzione possono fare molto. In altri casi, come nell’endometriosi, sono
essenziali la diagnosi precoce e cure adeguate e tempestive. Se l’infertilità rimane anche dopo un
iter diagnostico e terapeutico esauriente, è possibile rivolgersi alle tecniche di procreazione
medicalmente assistita. E’ opportuno iniziare un iter diagnostico che miri ad individuare le cause di
una difficoltà riproduttiva dopo 12 mesi di tentativi e non ritardare la ricerca delle condizioni che
impediscono la fertilità spontanea. Nelle coppie in cui la partner femminile ha un’età superiore a 35
anni o in cui ci sia una condizione anamnestica di aumentato rischio, è giustificato non attendere
oltre 6 mesi.
Distribuzione dell’infertilità all’interno della coppia
Valutare quale sia l’impatto dei diversi fattori di infertilità è molto difficile. Le cause dell’infertilità
possono essere distribuite come segue:





infertilità maschile: 35,4%
infertilità femminile: 35,5%
infertilità maschile e femminile: 15%
infertilità idiopatica: 13,2%
altro: 1%
Infertilità idiopatica
A volte la causa d’infertilità non è sempre chiara. L’infertilità idiopatica, o non spiegata, si verifica
quando non è possibile identificare una causa organica, responsabile di tale situazione, nonostante
tutte le indagini diagnostiche eseguite abbiano dato esito negativo, mentre sembra essere rilevante la
componente psicologica.
Essa rappresenta il 18% dei casi di infertilità. Per considerare una sterilità come idiopatica esistono
criteri ben specifici che si riferiscono a:
♦ almeno due anni di rapporti non protetti e regolari senza gravidanze
♦ anamnesi e obiettività negative
♦ ovulatorietà dimostrata da dosaggi ormonali
♦ muco cervicale e normale Post Coital test
♦ laparoscopia ed isteroscopia negative
Quando, invece, è chiara la patologia di uno dei due partner è facile identificare e curare la causa
dell’infertilità, ma in presenza di piccoli disturbi diventa più difficile.
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CARTA DEI SERVIZI
Rev 03 del 06/02/2014
Fertilità e genetica
L’informazione genetica, contenuta in un prezioso scrigno - il nucleo - nell’interno di ogni cellula,
ha un compito fondamentale nello sviluppo morfologico e nei processi biologici di ogni organismo
vivente. Da quella dipende il regolare modellamento di ogni parte del nostro organismo e il regolare
svolgersi di tutte le sue funzioni. Questa informazione genetica può subire delle alterazioni, a causa
di errori che sopravvengono sia nei cromosomi che nei geni; alterazioni che portano come
conseguenza alla comparsa di anomalie dello sviluppo e serie patologie tra le quali la sterilità o
infertilità.
Di fatti, alcune delle disfunzioni riproduttive hanno un’origine genetica, mentre altre sono il
risultato di fattori diversi. Nonostante il breve periodo di sviluppo della genomica, si è già potuto
constatare il non piccolo peso dei fattori genetici quale causa di tante situazioni di infertilità.
Tutti i geni attivi nella spermatogenesi, nell'ovogenesi, nella steroidogenesi, nel controllo delle
funzioni testicolari e ovariche, influenzano direttamente la fertilità in entrambi i sessi. Sono stati
identificati un numero elevato di loci di geni associati ad infertilità quando mutati o modificati nella
loro espressione.
Un significativo numero di problemi di fertilità da causa maschile, classificati come da causa
sconosciuta (cioè “idiopatici”), sono in realtà la conseguenza di alterazioni genetiche. Questi uomini
hanno un maggior rischio di provocare nella partner un aborto spontaneo, di avere bambini con
difetti genetici o problemi di apprendimento, oppure a loro volta infertili.
Le tre maggiori cause genetiche dell’infertilità maschile provocata da oligospermia grave o
azoospermia sono: le anomalie cromosomiche, le microdelezioni del cromosoma Y, le
mutazioni presenti nel gene della fibrosi cistica. Nei soggetti infertili, il cui spermiogramma sia
severamente patologico, possono essere riscontrate anche atre anomalie genetiche quali le
traslocazioni o le delezioni cromosomiche. Queste anomalie possono essere causa di ripetuti aborti
o di malformazioni fetali. Per esempio, le delezioni del cromosoma Y sono riscontrabili nella
mappa genetica di circa il 5% degli uomini con severa OAT o azoospermia.
Tutti gli uomini con grave oligospermia e azoospermia che vogliono sottoporsi a una tecnica di
riproduzione assistita dovrebbero essere sottoposti di routine all’analisi cromosomica, al test per le
microdelezioni del cromosoma Y e al test genetico per la fibrosi cistica. L’importanza di
riconoscere in anticipo un difetto genetico alla base dell’ infertilità è enormemente aumentata negli
ultimi anni, in quanto la possibilità di fecondazione medicalmente assistita con tecnica ICSI
(iniezione intracito-plasmatica dello spermatozoo) può comportare il rischio di trasferire questa
anomalia al prodotto del concepimento. Ad esempio, nel caso di delezioni del cromosoma Y, questo
tratto genetico passerebbe, in caso di ICSI andata a buon fine, al nascituro che risulterebbe quindi, a
sua volta, infertile. Le linee guida internazionali raccomandano di effettuare lo studio del cariotipo
in tutti quei soggetti che presentino una concentrazione di spermatozoi inferiore al Milione per ml.,
e la cui partner sia candidata ad una ICSI. Tutto ciò nell’ottica di offrire alla coppia la possibilità di
una più corretta informazione (“counselling”) in previsione della fecondazione assistita.
Un’altra forma di alterazione genetica è rappresentata dalle mutazione del gene che causano la
Fibrosi Cistica (CF) nella donna. Oltre ad essere responsabili di questa patologia, le mutazioni di
questo gene sono associate all’assenza bilaterale congenita dei vasi deferenti (CBAVD) nel maschio
(85% dei casi). Perciò, in caso di riscontro di questa anomalia nel paziente, prima di eseguire il
recupero chirurgico di spermatozoi dai testicoli per procedere ad una ICSI, è consigliabile effettuare
lo studio del cariotipo in entrambi i partners (infatti, nel caso la donna sia portatrice di mutazioni in
questo gene, esiste il 25% di possibilità che il nascituro sia affetto da CF o da CBAVD).
La Patologia della Riproduzione e la Genetica sono sempre state fortemente collegate: oggi, ancora
di più rispetto al passato, questo legame risulta rafforzato in quanto i progressi scientifici degli
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CARTA DEI SERVIZI
Rev 03 del 06/02/2014
ultimi anni hanno permesso di identificare ulteriori cause di origine genetica correlate ai problemi
dell’infertilità.
INFERTILITÀ FEMMINILE E CAUSE
L’infertilità femminile incide nel 30-40% dei casi di infertilità di coppia.
Le cause per cui una donna ha ridotta possibilità di concepire possono essere raggruppate come
segue:
1. Cause cervico-vaginali
Anticorpi antisperma, infezioni (Chlamydia, Gonococco), stenosi, sinechie, alterazioni funzionali
della cervice, alterazioni del pH vaginale, vaginismo, dispareunia, setti vaginali.
2. Cause uterine
Malformazioni dell'utero, polipi uterini, fibromi, sinechie, processi infiammatori, atrofia
endometriale.
3. Cause tubariche
Obliterazione totale o parziale del lume, infiammazioni (salpingite), endometriosi tubarica, pregressa
sterilizzazione.
4. Cause ovariche ed ormonali

Sindrome dell'ovaio policistico (PCOS), endometriosi ovarica, problemi genetici (sindrome di
Turner, disgenesia gonadica);

mancata ovulazione da cause ipotalamiche, stress, anoressia, amenorrea psicogena,
iperprolattinemia;

insufficienza del corpo luteo (cause ovariche primitive, cause ipotalamiche-ipofisarie,
metaboliche etc.)
Fertilità femminile ed età
La capacità di riprodursi nella donna è dipendente dall’età biologica delle sue ovaie.
Negli ultimi anni, sia per questioni sociali che culturali, si assiste ad un aumento della percentuale
di donne che ricerca la prima gravidanza dopo i 35 anni (circa il 20%).
E’ stabilito che il periodo più fertile per una donna è tra i 20 e i 25 anni, resta
sufficientemente alto fino ai 35, subisce un considerevole calo dai 35 ai 40, è bassissimo oltre i
40.
Le donne nascono con un numero definito di ovociti, diversamente dall’uomo che produce
spermatozoi per tutta la vita.
Con il trascorrere del tempo a causa della continua perdita dei follicoli, il pool follicolare inizia ad
impoverirsi e ciò determina una diminuzione del numero di ovociti da una parte, ed un aumento
del numero delle anomalie cromosomiche degli ovociti dall’altra, questo porta sia all’incapacità di
dare luogo ad un embrione normale che ad aborti spontanei.
Di fatto, gli ovociti di donne non più giovani hanno più spesso anomalie genetiche e, se fecondati,
possono dare luogo ad embrioni malformati, spesso abortiti. La selezione naturale, infatti, elimina
gran parte degli embrioni con malformazioni e questo spiega l’alto tasso di abortività spontanea
nelle donne non più giovanissime: l’abortività è del 18% per le donne tra i 30 e i 39 anni,
del 34% per quelle intorno ai 40 anni, contro il 10% delle donne con meno di 30 anni.
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CARTA DEI SERVIZI
Rev 03 del 06/02/2014
Con l’età, infatti, invecchiano i gameti femminili e aumenta il rischio di malattie connesse
all'infertilità-sterilità. Si tratta spesso di malattie comuni, tra cui le malattie infiammatorie pelviche,
le patologie tubariche, lo sviluppo di fibromi uterini, l’endometriosi.
L’invecchiamento e la riduzione del numero degli ovociti è un fattore di sterilità particolarmente
rilevante.
Per una donna, la percentuale di avere una gravidanza inizia a diminuire già all’età di 34 anni, si
riduce ancora di più a 40 anni e superati i 43 anni, diventa poco probabile anche con l’utilizzo della
tecnica di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita).
Iter diagnostico femminile
Una corretta diagnosi di sterilità femminile prevede una anamnesi ben strutturata e orientata a
comprendere le condizioni di rischio o di eventi pregressi con valenza specifica in campo
riproduttivo.
A questa, segue un esame obiettivo supportato da indagine ecografica che consente di avere un
quadro endometriale e ovarico che consente di evidenziare malformazioni uterine, miomi uterini,
polipi endometriali, ovaie micropolicistiche, endometriosi, cisti ovariche di varia natura.
L’indagine viene perfezionata da un accurato studio dell’ovulazione, il quale è essenziale nella
valutazione di una paziente presumibilmente infertile, accompagnato dall’esecuzione dei dosaggi
ormonali quali:
 FSH che promuove la crescita dei follicoli;
 LH che coopera con l'FSH nella stimolazione della crescita follicolare e che in un secondo
momento innesca l'ovulazione;
 Estradiolo che contribuisce alla regolazione dell'attività di FSH e LH;
 progesterone, prolattina, testosterone, ormoni tiroidei che possono influire sul meccanismo
dell'ovulazione e determinare condizioni di infertilità e sterilità femminile.
Lo scopo di tale procedura nella donna è valutare l’età biologica dell’ovaio, capire se l’ovulazione
avviene regolarmente e se esistono anomalie dell’equilibrio endocrino.
Lo studio viene perfezionato da una valutazione della riserva funzionale ovarica che viene
effettuata tramite:
♦ dosaggi ormonali di: FSH-LH- Inibina B al 2° 3° giorno del ciclo mestruale, Ormone anti
mulleriano (AMH)
♦ conta follicolare antrale (AFC) e calcolo del volume ovarico mediante ecografia in fase
follicolare precoce del ciclo
Il passo successivo è valutare la presenza di eventuali infezioni che possono bloccare la fertilità
della donna, effettuando degli screening infettivologici come il tampone vaginale,che consente di
rilevare la presenza di alcuni germi. Particolare attenzione viene data alla presenza della Chlamydia
Trachomatis e del Mycoplasmaspecies. Questi patogeni sembrano essere positivamente correlati
con l’infertilità.
Diverse sono le metodiche strumentali proposte per la valutazione dell’apparato genitale femminile
che consentono di formulare una diagnosi e conseguentemente approntare un adeguato approccio
terapeutico.
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CARTA DEI SERVIZI
Rev 03 del 06/02/2014
Il successivo aspetto da valutare in caso di infertilità è escludere anomalie tubariche o uterine.
Il primo esame da eseguire è l’ ecografia transvaginale che permette di evidenziare la presenza di
cisti tubariche e l’ eventuale posizione alterata delle ovaie (vicine alla parete laterale del viscere
uterino) che può far pensare alla presenza di fenomeni aderenziali e quindi ad una impervietà
tubarica.
Ecografia ginecologica. L’ecografia ginecologica consente la valutazione dell’utero e delle
ovaie,studiandone
la
morfologia
(forma
e
dimensioni).
La metodica ecografica proposta nel campo della infertilità prevede un approccio transvaginale: si
utilizza una sonda che inserita in vagina consente una visualizzazione migliore dell’apparato
genitale interno in particolare le caratteristiche dell’endometrio, la mucosa che riveste all’interno
l’utero, e le ovaie intese nella loro attività funzionale, quale numero e dimensione dei follicoli.
L’ecografia pelvica transvaginale (pelvica in quanto studia gli organi contenuti nella pelvi, utero e
ovaie) consente di escludere la presenza di anomalie quali fibromi uterini e tumefazioni annessiali
(cisti ovariche o raccolte tubariche).
Esistono però esami più specifici per valutare la forma e la pervietà’ delle tube.
Isterosalpingografia. Esame radiologico mediante il quale è possibile osservare il profilo interno
dell’utero e delle tube. Si inietta nel canale cervicale un liquido speciale che dalla cavità uterina
arriva alle tube, le percorre e fuoriesce nella cavità addominale. Il viaggio che il liquido compie è
visto attraverso un apparecchio radiologico che, nei momenti più importanti, consente di scattare
delle foto. L’affidabilità è buona, i rischi molto scarsi.
Ecoisterosonografia. È più semplice e meno invasiva della precedente perché non si usano i raggi
X, ma soltanto gli ultrasuoni dell’ecografo. Per offrire risultati affidabili, deve essere eseguita però
solo da chi ha grande esperienza in questa tecnica.
Isteroscopia. Attraverso un sottile strumento con le fibre ottiche si vede bene la cavità uterina. E’
semplice, ambulatoriale, generalmente indolore.
Ulteriore esame da effettuare è uno screening citogenetico.
È l’esame che permette, tramite un prelievo di sangue su entrambi i partners, di studiare la mappa
cromosomica degli aspiranti genitori; è utile nelle indagini per la poliabortività e si prescrive di
prassi alle coppie che accedono ai programmi di procreazione medicalmente assistita.
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CARTA DEI SERVIZI
Rev 03 del 06/02/2014
INFERTILITÀ MASCHILE E CAUSE
Fino a non molto tempo fa, nella cura della sterilità di coppia ci si accaniva nell’ individuazione e
trattamento delle cause femminili, moltiplicando i programmi di prevenzione per la donna
tralasciando spesso l’altra metà della coppia.
Circa il 35% dei casi di infertilità di coppia ha una causa maschile, la quale riconosce sicuramente
una grossa componente sociale. Su di essa, infatti, oltre alle condizioni soggettive, chiaramente
patologiche, sembrano influire anche le condizioni ambientali e lo stile di vita (incluso lo stress).
Giungere a conclusioni certe è però più difficile di quanto sembri. I fattori da valutare sono molti ed
eterogenei ed esiste una grande variabilità nella conta degli spermatozoi (non solo da individuo ad
individuo ma anche da eiaculato ad eiaculato), nella loro morfologia e nella loro capacità di
movimento (motilità). Tra l’altro, la stessa conta spermatica non è un indice dimostrato di fertilità,
in quanto non esiste una correlazione certa tra numero di spermatozoi e fertilità, tranne nei casi di
grave oligozoospermia (riduzione del numero di spermatozoi nel liquido seminale) o azoospermia
(assenza di spermatozoi nel liquido seminale). Alcune condizioni lavorative che esponogono a
radiazioni, a sostanze tossiche o a microtraumi, aumentano il rischio di infertilità. Anche
l’esposizione agli inquinanti prodotti dal traffico urbano agisce negativamente. Il fumo di sigaretta
nuoce agli spermatozoi: i fumatori spesso hanno più spermatozoi con morfologia anormale.
Lo stesso stile di vita, se eccessivamente stressante, riduce la fertilità.
Il fattore maschile sembra meno complesso di quello femminile, infatti, nell’uomo si verificano
minori processi in merito al concepimento.
CAUSE
Le cause principali di infertilità maschile si possono dividere in ormonali, testicolari, e posttesticolari.
Cause ormonali: una ridotta produzione di ormoni sessuali a livello testicolare può essere
dovuta ad una alterazione ipotalamica o ipofisaria con riduzione di FSH e LH (Ipogonadismo
ipogonadotropo), o a un deficit testicolare.
Cause testicolari: possono essere sia congenite che acquisite. Fra quelle congenite ricordiamo il
criptochiridismo. Fra le cause acquisite le principali sono il varicocele, le infezioni e le
infiammazioni uro-genitali. Le cause testicolari sono la causa più frequente e riguardano circa il
60% dei maschi.
Cause post-testicolari: rientrano in questa categoria i casi di infertilità dovuti a un problema
nel passaggio degli spermatozoi dal testicolo, dove vengono prodotti, all’esterno. Questa causa di
infertilità maschile riguarda il 30% degli uomini.
Nel caso dell’uomo l’età non gioca un ruolo fondamentale come per le donne. Tuttavia gli uomini
in età avanzata possono avere maggiori problemi di erezione e di eiaculazione con un eiaculato
peggiore sia in termini qualitativi che quantitativi. Gli spermatozoi sono di meno, sono meno
mobili, sono più frequenti le anomalie cromosomiche. Un ovocita fecondato da uno spermatozoo
non normale, va incontro spesso ad un aborto spontaneo o sarà portatore di malattie genetiche.
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CARTA DEI SERVIZI
Rev 03 del 06/02/2014
È allarmante sapere che negli ultimi cinquant’anni la qualità dello sperma si sia ridotta in maniera
drastica anche in soggetti giovani. Attualmente il 70% degli uomini, in coppie sterili, ha
un’alterazione dei parametri valutati nello spermiogramma.
Negli uomini, uno stile di vita non corretto può causare una riduzione nel numero degli
spermatozoi, della loro motilità o un’alterazione della forma danneggiando, così, le loro proprietà
funzionali. Questi spermatozoi possono, quindi, perdere la capacita di attraversare la cervice e di
fecondare l’ovocita.
Il fumo, ad esempio, nell’uomo tende a danneggiare gli spermatozoi riducendone la loro
motilità. Inoltre per l’uomo non è tanto importante il sottopeso quanto l’obesità, la quale abbassa il
livello di testosterone fino ad arrivare alla perdita della libido. Considerando che la spermatogenesi
ha un ciclo di 3 mesi, ogni uomo che volesse concepire un figlio con la propria partner, in modo
naturale o in PMA, dovrebbe smettere di fumare, avvicinarsi il più possibile al peso ideale, ridurre
lo stress e aumentare l’attività fisica.
Una delle patologie causa di infertilità è il varicocele, ovvero, la dilatazione varicosa delle vene
testicolari. Le vene dilatate determinano un aumento di pochi gradi della temperatura del testicolo
che, se si mantiene per lungo tempo, può determinare l’alterazione dei parametri del liquido
seminale come la diminuzione del numero di spermatozoi e/o alterazioni della loro motilità e
morfologia. Anche le malattie infiammatorie (Clamidia, Trichomonas, Ureoplasma, Micoplasma,
ecc.), possono compromettere la qualità dello sperma.
Tutti questi fattori si riflettono su diversi parametri del liquido seminale quali numero, motilità e
forme fisiologiche degli spermatozoi, con la loro compromissione parziale o completa (oligoasteno-terato-spermia) fino all’azoospermia (assenza di spermatozoi).
In molti casi,però, la causa di infertilità non è identificabile (fattore idiopatico).
Cause che hanno una rilevanza strettamente medica, sono invece tutte le patologie in grado di
alterare la struttura e la funzione del testicolo o del pene (come, ad esempio, criptorchidismo,
ipospadia, varicocele, patologie purtroppo in aumento). Il tumore al testicolo, in particolare, è sia un
fattore di rischio in se stesso che in conseguenza del trattamento chemioterapico o radioterapico
utilizzato (solo il 40% recupera la funzione riproduttiva). Per ovviare alle difficoltà riproduttive cui
vanno incontro gli uomini che devono sottoporsi ad una cura per il tumore al testicolo, è possibile
raccogliere e crioconservare gli spermatozoi prima di interventi o terapie a rischio.
Anche i fattori genetici possono essere causa di infertilità. Ad esempio, si è ipotizzato che
un'alterazione sul braccio lungo del cromosoma Y porti ad un aumentato rischio di
oligozoospermia.
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CARTA DEI SERVIZI
Rev 03 del 06/02/2014
Iter diagnostico maschile
L’approccio iniziale al paziente infertile prevede un’adeguata anamnesi generale sul tipo di attività
lavorativa svolta e su eventuali terapie farmacologiche, a questa si aggiunge un accurato esame
obiettivo. Terminata questa fase, la diagnostica dell’infertilità maschile andrà completata da
accertamenti strumentali e di laboratorio.
La diagnostica seminologica e una corretta e critica interpretazione dei parametri dell’esame del
liquido seminale (spermiogramma) integrati fra loro e con i dati clinici, rappresenta ad oggi il
principale ed essenziale strumento dell’ iter diagnostico.
Esame del liquido seminale (Spermiogramma)
Tutt’oggi considerato il cardine dell’iter diagnostico per la valutazione della fertilità maschile, lo
spermiogramma è il primo esame che una coppia con problemi di infertilità deve effettuare.
L’esame del liquido seminale fornisce informazioni sulla quantità e qualità degli spermatozoi
analizzando, il numero, la motilità e la morfologia degli spermatozoi questo consente di valutare la
loro capacità fecondante. Dalla valutazione dello spermiogramma è possibile stabilire se il partner
maschile sia effettivamente infertile, se il livello di infertilità sia tale da prendere in considerazione
una procedura di riproduzione assistita ed eventualmente verso quale tecnica indirizzarsi. Inoltre
l’esame del liquido seminale costituisce la guida principale per il monitoraggio dell’efficacia della
terapia a cui il maschio infertile viene eventualmente sottoposto.
Il laboratorio di andrologia della G.A.T.J.C. di Gioia Tauro rivolge un’attenzione particolare alle
problematiche maschili eseguendo un’ accurato esame del liquido seminale facendo riferimento ai
parametri standard stabiliti dal WHO (2010). Inoltre il centro effettua anche esami aggiuntivi con
test specifici che valutano la capacità fecondante degli spermatozoi:
♦ Spermiogramma con spermiocoltura
♦ Spermiogramma con test di vitalità
♦ Spermiogramma con test di capacitazione
♦ Immunobead test
♦ Test di frammentazione DNA spermatico
Indicazioni per una corretta raccolta
1. Si consigliano 2-3 giorni di astinenza sessuale prima di fare l’esame.
2. La raccolta del liquido seminale può essere effettuata in clinica.
3. Per la raccolta è necessario utilizzare un contenitore sterile, messo a disposizione dal centro.
4. Nel caso in cui la raccolta del liquido seminale viene effettuata a casa o in un posto diverso dal
centro, è necessario consegnare il contenitore al centro, entro un’ora dalla raccolta. La temperatura
del campione non deve scendere sotto i 20° durante il trasporto.
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CARTA DEI SERVIZI
Rev 03 del 06/02/2014
Un normale liquido seminale dovrebbe rispettare i seguenti valori di riferimento (WHO 2010):
♦ Volume: 2-6 ml
♦ PH: 7.2-8.4
♦ Concentrazione spermatica: ≥15milioni di spermatozoi/ml
♦ Motilità spermatica totale: almeno il 50%
♦ Numero di spermatozoi progressivamente mobili (WHO classe A): almeno il 25%
♦ Numero di spermatozoi morfologicamente normali: almeno il 3% *
* i criteri così rigidi nel valutare la morfologia, sono stati sviluppati sulla base della lunga
esperienza nel trattamento dei disturbi riproduttivi presso i laboratori della Sydney IVF Australia.
Quindi, con lo spermiogramma, possono essere effettuate le seguenti diagnosi:
♦ Normospermia: tutti i parametri valutati sono normali
♦ Oligospermia: bassa concentrazione di spermatozoi
♦ Astenospermia: ridotto numero di spermatozoi mobili
♦ Teratospermia: basso numero di spermatozoi con forma normale
♦ Azoospermia: assenza di spermatozoi nel liquido seminale
Forma normale
Forme anormali
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CARTA DEI SERVIZI
Rev 03 del 06/02/2014
Nei casi di azoospermia, gli spermatozoi possono essere recuperati utilizzando la tecnica TESE
(estrazione degli spermatozoi dal testicolo) in cui, attraverso un’incisione, viene prelevato un
piccolo frammento di tessuto testicolare. Il tessuto asportato, viene poi trattato in laboratorio e gli
spermatozoi recuperati verranno utilizzati per la tecnica ICSI.
Spermiocoltura e antibiogramma
La spermiocoltura è un esame colturale che viene effettuato sul liquido seminale.
Grazie alla spermiocoltura è possibile rilevare l'eventuale presenza di batteri o di altri tipi di
microrganismi patogeni nello sperma; lo scopo principale della spermiocoltura è quello di
riconoscere la tipologia dei processi infettivi che hanno colpito gli organi che producono il liquido
seminale oppure gli organi attraverso i quali esso passa prima di fuoriuscire all'esterno; è quindi
possibile indagare la presenza di eventuali infezioni a carico di prostata, vescichette seminali ed
epididimo.
Generalmente si ricercano microrganismi comuni e micoplasmi urogenitali; attraverso metodiche
diagnostiche più sofisticate è però possibile riuscire a individuare alcune specie patogene di una
certa importanza come il papilloma virus umano (HPV), la Chlamidya trachomatis e il Gonococco.
L'antibiogramma è un esame molto utile per permettere la scelta dell'antibiotico più adatto per
curare l'infezione.
Test di separazione nemaspermica su gradiente (TRIAL WASH)
Al fine di valutare al meglio la funzionalità spermatica, gli spermatozoi devono essere separati dal
plasma seminale. Infatti, l’ esposizione prolungata al plasma seminale, provoca una diminuzione
della loro motilità e vitalità. Quando si effettuano procedure di inseminazione intrauterina (IUI) o di
fecondazione in vitro (IVF) è fondamentale separare rapidamente ed efficacemente gli spermatozoi
dal plasma seminale. Il lavaggio degli spermatozoi avviene con le stesse modalità di quando viene
effettuato in IVF.
Sulla base del numero e della motilità degli spermatozoi, ottenuto dopo separazione, è possibile
scegliere una tecnica di riproduzione assistita.
Immunobead test
Si tratta di un test fondamentale per individuare la presenza di autoanticorpi anti-spermatozoo,
causa di infertilità immunologica.
Gli anticorpi possono essere circolanti nel siero e passare nel plasma seminale per ultrafiltrazione,
oppure essere prodotti localmente nelle ghiandole sessuali accessorie maschili. Questi anticorpi si
legano alla superficie dello spermatozoo a livello della testa, del segmento intermedio o della coda,
causando infertilità attraverso numerosi meccanismi:
♦ aumento del numero degli spermatozoi non vitali;
♦ decremento della motilità;
♦ compromissione della penetrazione degli spermatozoi attraverso il muco cervicale.
In caso di positività al test è necessario ricorrere alle tecniche di Procreazione Medicalmente
Assistita.
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Test di frammentazione DNA spermatico
Si tratta di un esame che permette di valutare la percentuale degli spermatozoi con DNA integro e
con DNA frammentato. Infatti, elevati livelli di frammentazione del DNA spermatico sono associati
a condizioni di infertilità maschile e ad una maggiore incidenza di aborti precoci, anche dopo
tecniche di fecondazione in vitro (IVF).
In caso di positività al test, è opportuno eseguire cicli di IVF ricorrendo alla tecnica PICSI che
consente la selezione degli spermatozoi con DNA integro.
Il test è consigliato nei seguenti casi:
♦ quando i parametri dello spermiogramma sono normali e non si riesce ad ottenere una gravidanza;
♦ fallimento dei cicli IVF;
♦ aborti ripetuti;
♦ per le donne oltre i 40 anni, perché gli ovociti hanno una ridotta capacità di riparazione degli
errori del DNA spermatico.
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CARTA DEI SERVIZI
La fecondazione……. in natura
Dopo aver
raggiunto l’utero,
gli spermatozoi
risalgono
all’interno della
tuba di Falloppio;
se incontrano
l’ovocita
rilasciato
dall’ovaio, uno di
essi può
penetrarvi
all’interno.
L’unione
dell’ovocita con
lo spermatozoo
forma lo zigote.
IMPIANTO
Solo dopo cinque
giorni dalla
fecondazione,
l’embrione arriva
nell'utero e si
impianta nella
mucosa uterina
(endometrio). Nei
successivi nove
mesi l'embrione si
sviluppa in feto.
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La FIVET passo dopo passo
Quando non si riesce ad ottenere una gravidanza in modo naturale o quando si individua un
problema che è causa di infertilità il Medico può suggerire alla coppia un percorso terapeutico che
culminerà in un programma di fecondazione assistita vero e proprio.
La riproduzione assistita (fecondazione artificiale) potrebbe essere definita in senso lato come
qualsiasi manipolazione con gameti per aumentare la probabilità di concepimento delle coppie
infertili.
1. Colloquio preliminare
Nell’ intraprendere il percorso della PMA, il primo passo per la coppia è un colloquio preliminare,
durante cui il ginecologo e il biologo insieme, valutano la storia clinica di entrambi i partner
attraverso un’ attenta anamnesi valutando eventuali esami diagnostici e/o trattamenti di PMA
pregressi.
Potranno essere richiesti esami ulteriori a quelli già effettuati o esami preliminari nel caso in cui la
coppia non ne abbia effettuato in precedenza.
A questo segue una ecografia pelvica basale per avere una visione dell’utero e annessi e valutare la
riserva ovarica della paziente, e viene richiesto un esame del liquido seminale se effettuato
precedentemente.
A questo punto, verrà formulata una diagnosi sulla base della quale viene proposto l’iter terapeutico
più adatto al caso.
Viene quindi illustrata la procedura, gli eventuali rischi legati al trattamento, le percentuali di
successo, i costi e viene consegnato il consenso informato firmato dal medico e dalla coppia, la
quale ne riceverà una copia.
Viene consegnato e spiegato il protocollo terapeutico personalizzato e adeguato al trattamento,
insieme alla lista degli esami previsti per l’accertamento di idoneità al trattamento anestesiologico e
degli esami preconcezionali, necessari per evidenziare eventuali patologie che potrebbero
rappresentare un rischio per il decorso della gravidanza e per il nascituro.
Tutto questo viene registrato nella cartella clinica della coppia.
2.Stimolazione ovarica
Normalmente, ogni mese, nelle ovaie si forma un certo numero di follicoli all’interno dei quali
crescono gli ovociti. Di questi soltanto uno raggiungerà la maturazione, facendo così avvenire
l’ovulazione. Nelle tecniche di fecondazione in vitro, le ovaie vengono indotte, attraverso una
terapia ormonale, a produrre più follicoli. In questo modo si otterrà un maggior numero di ovociti.
Quindi, le donne sono sottoposte a induzione multipla controllata dell’ovulazione, mediante
somministrazione giornaliera di gonadotropine. Questa terapia ormonale non danneggia la riserva
ovarica, ma blocca semplicemente la degenerazione e la conseguente selezione del follicolo
predominante.
Numerosi sono i protocolli di stimolazione che con diversi meccanismi d’azione hanno tutti lo
scopo di portare a maturazione un aumentato numero di follicoli. Ciascun protocollo viene scelto in
base all’età, peso della donna, alla sua riserva ovarica e al tipo di risposta ovarica ad eventuali
precedenti stimolazioni ormonali.. Gli studi indicano che non vi sono effetti collaterali per la
paziente.
La somministrazione del farmaco inizia a partire dal primo o dal secondo giorno del ciclo, con una
durata media di 12-14 giorni. Oltre alle gonadotropine, è possibile impiegare farmaci agonisti o
antagonisti del GnRH (gonadotropin realising hormon – ormone di rilascio delle gonadotropine) i
quali impediscono il prematuro rilascio degli ovociti, favoriscono la loro maturazione e permettono
di scegliere il momento più idoneo in cui effettuare il prelievo ovocitario (pick-up).
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3. Monitoraggio della stimolazione
Nel corso del trattamento vengono effettuati controlli ecografici e ormonali che permettono di
valutare sia la crescita dei follicoli sia la dose giornaliera di gonadotropine la quale può subire
variazioni per prevenire effetti collaterali.
4. Pick-up ovocitario
Quando i follicoli hanno raggiunto la dimensione idonea, la maturazione degli ovociti (ovulazione)
viene indotta con una iniezione di gonadotropina corionica umana (hCG). Entro 36 ore da tale
somministrazione viene eseguito il prelievo ovocitario ecoguidato (pick-up), procedura di rapida
esecuzione, effettuata in anestesia locale o generale. Sotto il controllo ecografico, un particolare
ago, posizionato su una sonda, viene introdotto nel canale vaginale. Esso raggiungerà l’ovaio e vi
aspirerà il liquido follicolare contenente gli ovociti. Il numero e la qualità degli ovociti verranno
valutati nel laboratorio di embriologia subito dopo il pickup. Dopo il prelievo, la paziente deve
rimanere in osservazione per circa 2 ore.
5. Raccolta del liquido seminale
Nella stessa giornata in cui viene eseguito il prelievo degli ovociti, al partner maschile, con 2-3
giorni di astinenza sessuale, viene chiesto un campione di liquido seminale. La raccolta può essere
effettuata nel centro ed è necessario utilizzare un contenitore sterile. Nel caso in cui la raccolta del
liquido seminale viene effettuata presso una diversa sede è necessario consegnare il campione entro
30 minuti dalla raccolta mantenendolo ad una temperatura simile a quella corporea.
Nei casi di azoospermia o in presenza di particolari infezione dell’apparato genitale, gli spermatozoi
possono essere recuperati chirurgicamente mediante le tecniche di MESA o TESE. Se, invece,
vengono utilizzati spermatozoi crioconservati (dopo una precedente TESE o prima di una terapia
aggressiva, quale la radio o chemioterapia), essi verranno scongelati lo stesso giorno del pick-up
ovocitario.
6. Inseminazione e fertilizzazione degli ovociti
In laboratorio la Fecondazione in Vitro può essere effettuata utilizzando due diverse tecniche:
FIVET classica o ICSI. La scelta dipende anche dalle caratteristiche del liquido seminale.
La FIVET classica viene effettuata quando i parametri dello spermiogramma risultano normali.
Con questa metodica, gli spermatozoi vengono concentrati e messi ad incubare con gli ovociti, nello
stesso terreno di coltura. In questo modo, avverrà la cosiddetta auto-fecondazione in vitro.
La ICSI, invece, viene effettuata quando i parametri dello spermiogramma risultano alterati, cioè
quando vi è un basso numero di spermatozoi, una bassa motilità e/o una morfologia non adeguata.
La ICSI è una metodica di micromanipolazione durante la quale l’embriologo, per mezzo di una
micropipetta, inietta lo spermatozoo direttamente nell’ovocita. L’intero processo viene effettuato
utilizzando un micromanipolatore collegato ad un microscopio. Questo è uno strumento in grado di
convertire i movimenti grossolani delle mani, in movimenti delicati e precisi in quanto è provvisto
di un holding, in grado di mantenere fisso l’ovocita, e di una micropipetta che aspira lo spermatozoo
e lo inietta nell’ovocita.
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7. Coltivazione degli embrioni
Presso il nostro centro, gli embrioni vengono coltivati fino al 5°/6° giorno. La valutazione dello
sviluppo embrionale viene effettuata il 1°, 3°, 5°e 6° giorno dall’inseminazione e si basa sul numero
delle cellule e sulla frammentazione citoplasmatica dell’embrione.
Giorno 0
Coincide con il giorno in cui viene eseguito il pick- up ovocitario, la raccolta del liquido seminale e
l’inseminazione degli ovociti.
Giorno 1
Il primo giorno, precisamente dopo 16-18 ore dall’inseminazione, viene effettuato il controllo della
fertilizzazione. Sono fertilizzati gli zigoti che presentano i due pronuclei, uno di origine materna e
uno di origine paterna.
Giorno 3
Controllo dopo circa 72 ore dall’inseminazione. Generalmente gli embrioni in questo stadio sono
costituiti da un numero di cellule ≥ 7.
Giorno 5
Controllo dopo circa 120 ore dall’inseminazione. Generalmente gli embrioni in questa fase si
presentano allo stadio di Blastocisti, condizione caratterizzata dalla presenza di due diversi tipi di
cellule differenziate: le cellule del trofoblasto, che daranno origine alla placenta, e le cellule dell’
embrioblasto, che daranno origine al feto. In genere a questo stadio viene effettuato l’embriotransfer.
Giorno 6
Controllo dopo circa 144 ore dall’inseminazione. In questa fase di sviluppo, tutti gli embrioni
dovrebbero trovarsi allo stadio di Blastocisti. In questo giorno può essere effettuato l'embriotrasfer
e/o la crioconservazione, se non sono stati eseguiti il giorno precedente.
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Procedura di recupero degli ovociti (PICK-UP)
Il pick-up è ecoguidato mediante sonda ecografia TV, sulla quale è montata una guida per un
apposito ago. I follicoli maturi vengono punti e svuotati dal liquido al cui interno sono presenti gli
ovociti.
Gli ovociti vengono prelevati dall’ovaio femminile e fecondati in laboratorio con spermatozoi,
adeguatamente preparati e selezionati. Gli embrioni ottenuti vengono, successivamente, trasferiti
mediante un apposito catetere all’interno della cavità uterina.
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Tecniche di PMA di I livello
INSEMINAZIONE INTRAUTERINA (IUI)
La durata della ricerca del concepimento superiore ad un anno e l’assenza di altre condizioni
concomitanti potenzialmente interferenti con la fertilità spontanea, consentono di proporre uno o
più cicli di IUI come primo approccio di trattamento della sterilità di coppia.
L’inseminazione intrauterina (IUI) è una delle metodiche più semplici di fecondazione assistita
nella quale vi è l'introduzione del liquido seminale all' interno della cavità uterina. In questo tipo di
procedura è necessaria una idonea preparazione del liquido seminale.
Il razionale della tecnica è quello di incrementare la possibilità di incontro dei gameti nella tuba
mediante il trasferimento in utero degli spermatozoi mobili opportunatamente preparati.
Almeno una tuba deve essere pervia e funzionante e la qualità del liquido seminale deve rientrare
entro i limiti stabiliti dai parametri di riferimento.
Le indicazioni alla IUI
Questa tecnica è indicata nel trattamento dei casi di:
♦ infertilità inspiegata
♦ sterilità cervicale (ambiente cervicale ostile agli spermatozoi per cause di natura ormonale,
infiammatoria, meccanica o immunitaria)
♦ oligo-astenozoospermia lieve-moderata
♦ casi in cui vi siano difficoltà al normale svolgimento del rapporto sessuale (vaginismo, impotenza
coeundi)
Uno dei presupposti per una inseminazione intrauterina (IUI) è una normale o lievemente ridotta
capacità degli spermatozoi di fecondare l’ovocita all’interno dell’apparato riproduttivo femminile; è
importante che i test per la valutazione della fertilità maschile, mostrino un’accettabile qualità degli
spermatozoi (numero, movimento e morfologia).
La IUI è una tecnica efficace anche nei casi in cui la partner femminile presenti una reazione
immune verso gli spermatozoi del partner.
Questa alterazione, caratterizzata dalla presenza di anticorpi diretti contro gli spermatozoi,
impedisce che, questi ultimi, possano penetrare nel muco cervicale della donna e, successivamente,
raggiungere l’ovocita. La IUI permette agli spermatozoi, adeguatamente preparati, di by-passare la
cervice e iniziare il loro percorso dall’utero.
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CARTA DEI SERVIZI
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La procedura
Sul fronte femminile si procede con controlli ecografici e ormonali, effettuati nel corso del ciclo
naturale o stimolato con gonadotropine, per ottimizzare la risposta ovarica, personalizzando il
trattamento.
Quando uno o più follicoli hanno raggiunto le dimensioni di 18-20 mm la paziente si trova nella
fase ovulatoria, in corrispondenza della quale viene indotto lo scoppio dei follicoli mediante
somministrazione di una gonadotropina, l'HCG.
Due ore prima del momento scelto per l'inseminazione, si richiede al partner un campione di liquido
seminale (ottenuto dopo 2-4 giorni di astinenza), il quale verrà trattato in laboratorio, tramite un
trattamento definito "capacitazione" allo scopo di selezionare e concentrare gli spermatozoi mobili
in un piccolo volume di terreno di coltura specifico. Il seme così preparato, verrà depositato dal
ginecologo nell’utero, utilizzando un particolare catetere.
Questa procedura è eseguita in ambulatorio e non è invasiva. A questo punto, bisogna attendere un
eventuale ritardo della mestruazione e in tal caso la paziente può effettuare un test di gravidanza per
valutare l’esito del trattamento. Nei cicli stimolati con gonadotropine, la terapia ormonale deve
essere sempre adeguatamente controllata per ridurre il rischio di OHSS (Sindrome da
iperstimolazione ovarica).
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Tecniche di PMA di II livello
FECONDAZIONE IN VITRO ED EMBRYO TRANSFER (FIVET)
Le tecniche di PMA di II livello consistono nell'ottenere la fecondazione dell'ovocita al di fuori del
corpo della donna con conseguente formazione dell'embrione e successivo trasferimento in utero
dello stesso. La prima gravidanza a termine mediante fecondazione in vitro e trasferimento
embrionario risale al 1978 e ha portato alla nascita della prima bimba in provetta, Louise Brown.
Ciò ha segnato un passo fondamentale nella medicina della riproduzione aprendo una nuova
frontiera nel trattamento dell’infertilità di coppia.
La FIVET a FIVET (Fecondazione In Vitro ed Embryo Transfer) o anche definita “tecnica classica”
è un metodo di fecondazione assistita in cui i gameti maschili e femminili vengono incubati nello
stesso terreno di coltura e lo spermatozoo entra nell’ovocita spontaneamente, e pertanto
autoselezionandosi. Dopo un adeguato periodo di tempo si accerta l’esito dell’avvenuta
fertilizzazione con la tecnica classica di fecondazione assistita in cui i gameti maschili e femminili
vengono incubati nello stesso terreno di coltura per un adeguato periodo di tempo al termine del
quale si accerta l’avvenuta inseminazione.
.
La metodica prevede:
1. Stimolazione della funzione ovarica
La prima fase prevede l’induzione farmacologica della crescita follicolare e maturazione di più
ovociti. La crescita follicolare multipla consente di ottenere per una singola ovulazione un alto
numero di ovociti, aumentando quindi le probabilità di ottenere la gravidanza.
Durante questa fase si effettua il controllo della risposta ovarica mediante dosaggio ormonale e
controllo ecografico per la misurazione del diametro follicolare e del numero di follicoli in crescita.
Tale controllo è utile per personalizzare la posologia quotidiana delle gonadotropine. Quando un
certo numero di follicoli raggiunge il giusto stadio di crescita, viene indotta la fase finale di
maturazione follicolare tramite la somministrazione dell'ormone HCG (gonadotropina corionica
umana), la cui azione simula quella dell'LH.
2. Prelievo degli ovociti (pick up)
Entro 36 ore dalla somministrazione dell’hCG viene eseguito il prelievo degli ovociti (pick-up) per
via transvaginale sotto controllo ecografico,procedura di rapida esecuzione, effettuata in anestesia
locale o generale. Sotto il controllo ecografico, un particolare ago, posizionato su una sonda, viene
introdotto nel canale vaginale. Esso raggiungerà l’ovaio e vi aspirerà il liquido follicolare
contenente gli ovociti. Il numero e la qualità degli ovociti verranno valutati nel laboratorio di
embriologia subito dopo il pickup. Dopo il prelievo, la paziente deve rimanere in osservazione per
circa 2 ore.
3. Raccolta del liquido seminale
Nella stessa giornata in cui viene eseguito il prelievo degli ovociti, al partner maschile, con 2-3
giorni di astinenza sessuale, viene chiesto un campione di liquido seminale. Questo viene trattato in
laboratorio mediante un procedimento definito ‟capacitazione” .
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4. L'inseminazione in vitro
Ovociti e spermatozoi vengono quindi posti a contatto per un periodo di tempo, al termine del quale
si accerta l'esito dell'inseminazione mediante la visualizzazione dei due pronuclei.
5. Coltivazione degli embrioni
La coltura embrionaria viene effettuata fino al 5° giorno di sviluppo.
6. Trasferimento degli embrioni
Al 5° giorno l’embrione allo stadio di blastocisti viene trasferito nella cavità uterina della paziente
tramite un particolare catetere. Il trasferimento risulta veloce e indolore. Trascorse circa due
settimane dal trasferimento, si effettua il dosaggio del ß-HCG per conoscere l’esito del trattamento.
Indicazioni alla FIVET
♦ Fallimento delle tecniche di I livello
♦ Fattore tubarico
♦ Oligoastenospermia
♦ Infertilità inspiegata
La tecnica ICSI (Iniezione Intracitoplasmatica dello spermatozoo)
Si procede come nella FIVET classica fino al Pick-up.
Gli ovociti prelevati,vengono denudati dal cumulo ooforo e un singolo spermatozoo viene iniettato
direttamente nell’ovocita, mediante uno strumento chiamato micromanipolatore. Dopo 16-18 ore
dall’iniezione, l’ovocita è controllato per verificare che la fecondazione sia avvenuta. Gli embrioni
così formati, saranno trasferiti in utero dopo 5-6 giorni dal pick-up ovocitario.Negli ultimi anni, la
tecnica di fecondazione microassistita (o di micromanipolazione) è stata accolta come una
rivoluzione, offrendo una soluzione valida perfino nei casi più complessi di sterilità maschile:
oligospermia severa, ostruzione delle vie escretrici o altre patologie del testicolo.
ICSI
(Iniezione Intracitoplasmatica)
Un unico spermatozoo viene
iniettato nell’ovocita.
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Rev 03 del 06/02/2014
La tecnica PICSI
La PICSI è una tecnica che consente la selezione su base funzionale degli spermatozoi da utilizzare
per l’inseminazione degli ovociti nella ICSI.
Il principio di questa tecnica è basato sull’interazione tra spermatozoi e acido ialuronico, infatti il
liquido seminale viene posto in una Piastra Petri il cui fondo è ricoperto da acido ialuronico.
L’embriologo per l’inseminazione degli ovociti utilizza solo gli spermatozoi adesi all’acido
ialuronico. Quest’ultimo è naturalmente presente nella matrice extracellulare che circonda il cumulo
degli ovociti. Gli spermatozoi capaci di legarsi all’acido ialuronico sono idonei per la fecondazione
degli ovociti.
Studi scientifici hanno confermato che gli spermatozoi in grado di legarsi all’acido ialuronico hanno
una migliore morfologia e una percentuale inferiore di anomalie cromosomiche.
La PICSI viene consigliata nei casi in cui si riscontra un’ elevata percentuale di spermatozoi con
DNA frammentato, alle donne con età superiore ai 38 anni, in precedenti cicli di fecondazione falliti
mediante ICSI e nei casi di poliabortività.
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La Diagnosi Genetica Preimpianto (PGD)
La Diagnosi Genetica Preimpianto (PGD, pre-implantation genetic diagnosis) è la forma più
precoce di diagnosi prenatale e consente di identificare anomalie del patrimonio genetico negli
embrioni prodotti in vitro, prima del loro prima del loro trasferimento in utero. La Diagnosi
genetica Preimpianto (PGD), quindi, permette di realizzare un importante traguardo, che è quello di
evitare il ricorso all’aborto terapeutico, spesso devastante dal punto di vista psicologico e non
sempre accettato dal punto di vista etico/morale.
Tale diagnosi fornisce quindi un ulteriore criterio di scelta degli embrioni idonei all’ottenimento di
una gravidanza. Inoltre, l’individuazione e il trasferimento di embrioni con normale assetto
cromosomico permettono di aumentare il tasso d’impianto per transfer e di ridurre
significativamente la probabilità di aborto clinico.
Le sue applicazioni
Le tecniche di diagnosi genetica pre-impianto vengono applicate per:
1. Identificare malattie monogeniche (per es. Fibrosi Cistica, Beta Talassemia, SMA etc.), che
possono essere trasmesse alla prole;
2. Identificare lo sbilanciamento nell’embrione di patologie cromosomiche note (per es. le
traslocazioni) presenti nel cariotipo parentale, in coppie con problemi di fertilità;
3. Analizzare l’intero assetto cromosomico dell’embrione, allo scopo di identificare anomalie di
tipo numerico (aneuploidie per es. la Sindrome di Down) o microriarrangiamenti cromosomici.
La PGD può essere effettuata nei seguenti casi:
 età materna avanzata (>35 anni)
 poliabortività
 ripetuti fallimenti dell’impianto in almeno 2 cicli di fecondazione in vitro
 richiesta della coppia cha ha il diritto, sancito dalla normativa vigente, di conoscere lo stato di
salute dell’embrione
Grazie alla tecnica di diagnosi genetica preimpianto verranno favorite le possibilità di portare a
termine la gravidanza e di avere un figlio sano.
A chi è rivolta?
La Diagnosi Genetica Preimpianto (PGD) per malattia genetica nota è rivolta alle coppie che sono
portatrici sane di uno specifico difetto genico o cromosomico, ovvero in cui uno dei partner è
affetto da una specifica malattia genetica o è portatore di anomalia cromosomica, in genere una
traslocazione bilanciata. E’ possibile fare diagnosi sull’embrione per tutte le malattie genetiche di
cui è noto il gene e la mutazione specifica, oppure l’aplotipo a rischio (porzione di cromosoma
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Rev 03 del 06/02/2014
coinvolta nella patologia), mentre è molto difficile effettuare la diagnosi se si tratta di una malattia
de novo, ovvero il partner affetto è il primo ed unico della famiglia ad avere la malattia.
Per quel che riguarda le anomalie geniche, le indicazioni più frequenti sono: Fibrosi Cistica, Beta
Talassemia, Atrofia Muscolare Spinale, Distrofia Miotonica, Neurofibromatosi, Charcot Marie
Tooth, Distrofia Muscolare di Duchenne-Becker, Emofilia A o B, Sindrome dell’X-Fragile.
Per quel che riguarda le anomalie cromosomiche, le indicazioni più frequenti sono rappresentate
dalle traslocazioni bilanciate, reciproche e Robertsoniane.
La Diagnosi Genetica Preimpianto viene applicata in quei pazienti infertili o subfertili che si
sottopongono a programmi di fecondazione assistita (FIVET o ICSI) con scarse possibilità di
successo, perché la loro storia riproduttiva ha già dimostrato una difficoltà al concepimento, sia
naturale che assistito. In questi pazienti la PGD ha lo scopo di selezionare e trasferire in utero gli
embrioni che all’analisi genetica risulteranno essere privi di anomalie cromosomiche, responsabili
delle basse percentuali di successo delle tecniche di PMA.
Risulta utile anche nei pazienti, appartenenti alla categoria cosiddetta di “abortività ricorrente”,
nella cui storia riproduttiva si annoverano due o più aborti spontanei, non dovuti a cause
“meccaniche” quali patologie dell’utero (fibromi, malformazioni congenite etc.).
Grazie alla Diagnosi Genetica Preimpianto (PGD) è possibile verificare la normalità del cariotipo
(assetto cromosomico) degli embrioni e di trasferire solo quelli con cromosomi normali, al fine di
ottenere una gravidanza a termine nel più breve tempo possibile.
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Rev 03 del 06/02/2014
L’Embriotransfer
Nelle tecniche di fecondazione in vitro, il trasferimento degli embrioni nella cavità uterina,
rappresenta una delle tappe determinanti ai fini dell’ottenimento della gravidanza. Un corretto e
razionale approccio a questa delicata fase è, tuttavia, estremamente difficile a causa delle molteplici
variabili di cui è necessario tener conto.
Le metodiche tradizionali di FIVET prevedono il trasferimento degli embrioni in utero allo stadio di 4-8
cellule, in genere 44-48 ore dopo l’inseminazione degli ovociti. In realtà, in una donna fertile con tube
pervie, l’embrione, che è stato generato a livello dell’ampolla tubarica, va incontro alle prime fasi di
adattamento e sviluppo all’interno della tuba stessa, giungendo in cavità uterina soltanto 4-5 giorni (100-130
ore) dopo l’avvenuta fecondazione, quando si trova allo stadio di blastocisti iniziale. Nell’utero la blastocisti
va incontro alla cavitazione ed all’espansione, cui seguono lo sgusciamento dalla zona pellucida (involucro
nel quale è chiusa la blastocisti), detto hatching, e l’impianto. E’ chiaro, dunque, che il trasferimento in utero
di un embrione a 4-8 cellule, non riproduce ciò che si verifica fisiologicamente, essendo l’embrione
sottoposto alle influenze di un ambiente a lui non congeniale, per un periodo di 2-3 giorni. Tale asincronia
tra stadio embrionale ed ambiente uterino, potrebbe essere una delle cause della bassa resa delle tecniche
tradizionali di FIVET.
Un’alternativa a tale metodo può essere il trasferimento, direttamente nella cavità uterina, di
embrioni allo stadio di blastocisti.
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Trasferimento delle blastocisti
Nel transfer blastocitario vengono prelevati dalla coltura gli embrioni al quinto giorno del loro
sviluppo e, successivamente, inseriti nella cavità dell’utero. La possibilità di prolungare la crescita
embrionale fino allo stadio di blastocisti permette di trasferire uno o più embrioni dotati di maggior
capacità di sviluppo e d‘impianto. Per poter apprezzare meglio i vantaggi che si possono ottenere
durante i due giorni di coltura prolungata, è necessario apprendere alcuni elementi sullo sviluppo
embrionale.
Prima fase
Dopo che lo spermatozoo penetra all’interno dell'ovocita la dimensione della sua testa, contenente
materiale genetico, aumenta notevolmente e crea la base del pronucleo paterno. Circa diciotto ore
dopo, nel citoplasma ovulare, è possibile osservare due piccole formazioni sferiche, chiamate
pronuclei, contenenti materiale genetico del padre e della madre. Dopo la fusione dei due pronuclei,
i rispettivi DNA si uniscono e la fase di concepimento è così terminata.Durante la sua crescita,
l’embrione va incontro ad un processo di “segmentazione”, cioè dalla cellula fecondata se ne
formano due per divisione, da queste quattro e così via. A due giorni di vita, l’embrione è formato
da quattro cellule o blastomeri. In questo stadio non è possibile stabilire quali embrioni hanno
maggior potenziale per continuare lo sviluppo. Tra il terzo e il quarto giorno, l’embrione è costituito
da un numero elevato di blastomeri formando così, la cosiddetta morula. In questo momento,
durante il concepimento naturale, l’embrione entra nell’utero e vi si annida il giorno successivo.
In questi due giorni si possono osservare grandi cambiamenti nell’aspetto dell‘embrione. Al centro
della morula si crea una cavità e l’embrione entra nella fase di blastocisti, quindi, le cellule si
differenziano in due gruppi: l’embrioblasto (bottone embrionale) che formerà il feto e il trofoblasto
che darà origine alla placenta.A quattro o cinque giorni di vita, l’embrione,per annidarsi nella cavità
uterina, deve fuoriuscire dalla “zona pellucida”, ossia da quella specie di guscio in cui esso è
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racchiuso durante le primissime fasi di sviluppo, processo detto hatching. Il sesto giorno il processo
d'impianto dell‘embrione nella cavità uterina è completato.
Osservando lo sviluppo embrionale, in vitro, fino alla fase di blastocisti, i biologi possono valutare
le prospettive di un ulteriore sviluppo nella cavità uterina.
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Perché la blastocisti?
L’impiego delle blastocisti si dimostra vantaggioso per vari motivi.
Il trasferimento di blastocisti, può garantire una migliore sincronizzazione tra lo stadio di sviluppo
embrionario e l’endometrio. Inoltre, gli embrioni trasferiti allo stadio di blastocisti, sono di qualità
superiore e con maggiori probabilità di impianto, in quanto sono embrioni con buone potenzialità
evolutive.
Il trasferimento ritardato degli embrioni riduce il rischio di una loro espulsione, subito dopo il
transfer,grazie ai più elevati livelli di progesterone presenti in questo periodo della fase postovulatoria, con un’adeguata preparazione dell’endometrio all’impianto.
Avendo un maggiore numero di cellule, le blastocisti mostrano una più elevata resistenza al
congelamento e possono, quindi, trovare indicazione nella crioconservazione di embrioni
soprannumerari.
Con lo scopo di ridurre la perdita di vitalità degli embrioni in vitro, sono state adottate una serie di
metodiche colturali che permettono di ottenere blastocisti ad un tasso elevato; tali condizioni
riguardano: - bassi livelli di ossigeno, - poca luminosità, - impiego di sostanze antiossidanti e
nutritive, adeguate temperature e pH, …. che permettono di ricreare un ambiente il più possibile
simile a quello di cui fisiologicamente hanno bisogno.
Il nostro laboratorio di embriologia è referente della Sydney IVF, che produce terreni di coltura,
mini-incubatori,… e può beneficiare di tali strumenti per aumentare le probabilità di ottenere una
gravidanza.
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Modalità di accesso
L’accesso alle prestazioni ambulatoriali, alle analisi laboratoristiche di andrologia, alle attività di
PMA avviene in solvenza.
Rilascio della documentazione clinica
Lettera di dimissione
La lettera di dimissione viene consegnata al paziente e/o alla coppia, al momento del
completamento delle cure.
Scheda clinica
La copia della scheda clinica può essere richiesta, compilando apposita modulistica, presso
l’accettazione situata al secondo piano. La cartella può essere, successivamente, ritirata a mano
dall'interessato o da persona da lui delegata (delega con firma autenticata), oppure può essere
spedita per posta.
E' necessario specificare

Cognome e nome del paziente e del partner;

Data di nascita del paziente e del partner;

Indirizzo e cognome scritto sul campanello, in caso di spedizione postale (se diverso da
quello del paziente).
Il tempo di attesa per la consegna delle copie delle schede cliniche è di circa 15 giorni dalla data
della richiesta.
Esami preparatori necessari per le tecniche di PMA
Tutte le coppie dovranno sottoporsi alle indagini richieste dalla normativa nazionale, a tutela della
coppia e del nascituro (Ministero della Sanità circolari n.19 del 27/04/87 e n.17 del 10/04/92) e
delle Linee Guida della legge 40/2004. Oltre a questi esami, potranno essere richieste altre indagini
indicate in base all’esito di questi accertamenti o in relazione all’anamnesi della coppia. Tali esami
saranno espressamente richiesti dallo specialista che segue la coppia.
L’elenco degli esami “standard” necessari è riportato nell’appendice di approfondimento.
Importante: è necessario che la coppia presenti una fotocopia degli accertamenti, la quale
verrà allegata ai consensi. Tutta la documentazione sarà conservata presso l’Archivio Clinico.
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Esami preparatori necessari per la tecnica IUI
ESAMI PARTNER FEMMINILE
1.VDRL-TPHA-HIV-Rubeo IgG,IgM-Toxo IgG e IgM- Emocromo
(esenzione M00 per esami preconcenzionali, D.M.10 settembre 1998)
2.Elettroforesei dell’emoglobina, Gruppo sanguigno,Test di Coombs indiretto;
(esenzione M00 per esami preconcenzionali, D.M.10 settembre 1998)
3.HBsAg- antiHBs- antiHBc -HbeAg; antiHBe- HCV- CYTO IgG e IgM , Herpes II IgG IgM;
4.HerpesII IgG.IgM-TSH- FT3-FT4-Prolattina-glicemia- Colinesterasi
5.Azotemia, Creatinina, PT, PTT, INR, Fibrinogeno, ATIII, , Transaminasi
6.Bilirubina tot. e frazionata, protidogramma
ESAMI PARTNER MASCHILE
1.VDRL-TPHA-HIV-Rubeo IgG,IgM-Toxo IgG e IgM- Emocromo
(esenzione M00 per esami preconcenzionali, D.M.10 settembre 1998)
2.Elettroforesei dell’emoglobina, Gruppo sanguigno
(esenzione M00per esami preconcenzionali, D.M.10 settembre 1998)
3.HBsAg- antiHBs- antiHBc -HbeAg; antiHBe- HCV
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Esami preparatori necessari per la tecnica FIVET
ESAMI PARTNER FEMMINILE
1.VDRL-TPHA-HIV-Rubeo IgG,IgM-Toxo IgG e IgM- Emocromo
(esenzione M00 per esami preconcenzionali, D.M.10 settembre 1998)
2.Elettroforesei dell’emoglobina, Gruppo sanguigno,Test di Coombs indiretto;
(esenzione M00 per esami preconcenzionali, D.M.10 settembre 1998)
3.HBsAg- antiHBs- antiHBc -HbeAg; antiHBe- HCV- CYTO IgG e IgM , Herpes II IgG IgM;
4.HerpesII IgG.IgM-TSH- FT3-FT4-Prolattina-glicemia- Colinesterasi
5.Azotemia, Creatinina, PT, PTT, INR, Fibrinogeno, ATIII, , Transaminasi
6.Bilirubina tot. e frazionata, protidogramma
N°2 prelievi:LH,FSH,17 b estradiolo (2 copie se si utilizza codice esenzione)


Elettrocardiogramma (richiesto per l’analgesia/anestesia.)
Eventuali indagini genetiche, immunologiche, ormonali.
ESAMI PARTNER MASCHILE
1.VDRL-TPHA-HIV-Rubeo IgG,IgM-Toxo IgG e IgM- Emocromo
(esenzione M00per esami preconcenzionali, D.M.10 settembre 1998)
2.Elettroforesei dell’emoglobina, Gruppo sanguigno
(esenzione M00per esami preconcenzionali, D.M.10 settembre 1998)
3.HBsAg- antiHBs- antiHBc -HbeAg; antiHBe- HCV
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Complicanze legate alle tecniche di PMA
Come ogni trattamento medico, anche quello dell’infertilità non è esente da controindicazioni.
Fortunatamente, grazie ai progressi fatti negli ultimi 20 anni, soprattutto nel campo dell’infertilità,
le complicanze di questa terapia sono minime.
Rischi concernenti la terapia di stimolazione
Gli effetti indesiderati per il trattamento di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita) sono
determinati dagli ormoni utilizzati per la stimolazione ovarica. Possono essere causa di irritabilità,
cefalea, dolori del seno, stanchezza e dolori addominali, in determinati casi possono indurre alla
Sindrome da iperstimolazione ovarica.
Sindrome da iperstimolazione ovarica (Ovarian Hyperstimulation Syndrome – OHSS)
La terapia di preparazione prevista dalle tecniche maggiori di Riproduzione Assistita consiste per
definizione nella stimolazione dell'ovaio al di là dei suoi limiti fisiologici, per ottenere il massimo
numero possibile di ovociti fertilizzabili.
Nei protocolli di stimolazione follicolare per IVF i meccanismi di acquisizione della dominanza
follicolare sono persi e tutti i follicoli reclutati maturano.
In maniera eccezionale, le ovaie possono avere una risposta esagerata arrivando a determinare
quella che viene chiamata Sindrome un’iperstimolazione ovarica – OHSS. La Sindrome è una
complicanza della stimolazione ovarica che si può verificare durante o successivamente al
trattamento delle pazienti sottoposte a induzione dell’ovulazione o a stimolazione follicolare per
tecniche di Riproduzione Assistita.
Questa sindrome si distingue perché, dopo pochi giorni di trattamento della paziente, si osserva
tramite ecografia una grande quantità di follicoli e che in più producono elevati livelli di estrogeni.
L’OHSS è caratterizzata da un aumento volumetrico delle ovaie con dolore, accumulo di liquido
nella cavità addominale (a volte fino al torace), nausea, vomito.
La sindrome sembrerebbe essere determinata da un aumento della permeabiltà vascolare, che
determina un passaggio di liquidi e proteine dal compartimento intravascolare a quello
extravascolare. Si verifica così uno stato di concentrazione del sangue per aumento della
componente corpus colata che aumenta il rischio di trombosi ed emboli.
L’OHSS, quando si verifica, si presenta sempre nell’ultima settimana del ciclo, prima del prelievo
ovocitario, o dopo l’embriotransfer.
Se ciò si dovesse verificare, alla coppia verrà consigliato di congelare gli embrioni e di trasferirli in
un secondo momento, quando l’iperstimolazione cesserà. Nella nostro centro siamo in grado di far
fronte ad eventuali problemi di iperstimolazione.
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Prevenzione dell’OHSS
Importante nella gestione dell’OHSS è la prevenzione primaria, ossia l’identificazione dei fattori di
rischio per ridurre la probabilità che la sindrome si manifesti. Uno dei fattori più importanti è il
riconoscimento delle pazienti a rischio mediante l’identificazione di caratteristiche predisponenti.
Sono più a rischio:
♦ pazienti di giovane età
♦ pazienti con un basso BMI
♦ pazienti con Sindrome dell’ovaio policistico
♦ pazienti con pregressi OHSS
Trattamento dell’OHSS
Il trattamento è sintomatico. Vanno raccomandati alla paziente: riposo assoluto; controllo
quotidiano del peso corporeo; controllo dell’emocromo; controllo ecografico; abbondante
introduzione di liquidi e soluzioni saline bilanciate.
Possono essere prescritti analgesici e anticoagulanti.La situazione si risolve dopo 8-10 giorni, in
casi eccezionali, se l’ascite è grave, è necessario aspirare il liquido addominale per ridurre la
distensione, migliorando la situazione.
Cancro
La possibilità che si possa generare un cancro, dopo un ciclo IVF è ancora sconosciuta, ma
generalmente tale possibilità è minima. Si pensa che alcuni tessuti sensibili, quali, quelli della
mammella, dell’utero, del collo dell’utero e delle ovaie, possano essere soggetti, a lungo termine, a
formazioni tumorali, in seguito a trattamenti IVF.
Tuttavia, studi su donne che hanno effettuato una terapia ormonale, suggeriscono che non vi sia
alcun legame tra cancro e cura per l’infertilità, soprattutto perché la gravidanza ha un effetto
protettivo nei confronti di alcuni tipi di tumori e in particolare, su quello alle ovaie. Bisogna,
comunque, dire che gli ormoni possono accelerare la crescita delle cellule tumorali presenti in
alcuni tessuti.
Pertanto, prima di sottoporsi ad un trattamento per l’infertilità, è opportuno fare una visita medica e
ginecologica, un Pap-test, nonché un controllo al seno.
Rischi relativi all'anestesia
Sono i comuni rischi legati all'anestesia locale o generale. pertanto le tecniche di Riproduzione
Assistita devono essere precedute da una valutazione anestesiologica clinica e di laboratorio.
Complicazioni durante il prelievo degli ovociti
Le complicanze legate al recupero di ovociti per via transvaginale ecoguidata sono quasi nulle. In
casi eccezionali potrebbero verificarsi emorragia, rischio d’infezione, rischio di lesioni al bacino o
alla cavità addominale.
Gravidanza extrauterina
L’impianto fuori utero dell’embrione determina il quadro della gravidanza extrauterina. Per questo
Per questo motivo, è necessario eseguire un esame ecografico dopo 7-10 giorni dal β-hCG positivo.
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I risultati
Una delle informazioni richieste da una coppia che intraprende il percorso della PMA è la
percentuale di successo. Esporre i nostri risultati, è per noi un dovere verso i nostri pazienti, un
motivo di trasparenza del nostro lavoro e ci fornisce lo stimolo per un continuo miglioramento.
Il nostro centro aderisce al Registro Nazionale Procreazione Medicalmente Assistita istituito dal
Ministero della Salute presso l'Istituto Superiore di Sanità, al quale , ogni anno, vengono inviati i
dati relativi alla propria attività.
E’ opportuno tenere in considerazione che la casistica dei risultati è notevolmente influenzata dalle
caratteristiche del gruppo di pazienti trattati che è, per ovvi motivi, disomogeneo. Pertanto, anche i
risultati non possono essere paragonabili a quelli degli altri Centri.
Percentuali di gravidanza nell’anno 2013
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Percentuale di gravidanza cumulativa anno 2013
80
70
60
I transfer
50
II transfer
40
III transfer
30
20
10
0
≤34 anni
35-37 anni
38-40 anni
≥41 anni
Tasso di gravidanza cumulativo (transfer fresco + transfer di embrioni scongelati)
Il tasso di gravidanza è stato calcolato sommando le gravidanze ottenute con il primo embriotransfer a fresco
e secondo e terzo transfer da embrioni scongelati. Dai risultati si evince come la probabilità di successo
aumenta con il numero di transfer effettuati.
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Farmaci utilizzati
Farmaci utilizzati nell’induzione della multiovulazione
I farmaci necessari vengono scelti in base alle specifiche condizioni della coppia ed alle esigenze del ciclo.
Vengono fornite alcune brevi note sull’impiego di queste sostanze e sulle linee guida che ispirano l’Unità
Operativa nella loro prescrizione. Alcuni protocolli e loro modifiche, fanno parte di conoscenze recenti, in
continua evoluzione, di cui saremmo lieti di condividere ulteriori approfondimenti con i medici curanti
interessati,fornendo riferimenti bibliografici degli studi e delle meta-analisi a cui si è fatto riferimento.
Farmaci utilizzati per la soppressione del picco spontaneo di LH e la sincronizzazione
del ciclo
L’introduzione degli analoghi del GnRH e, più recentemente, degli antagonisti del GnRH hanno
rappresentato un elemento di grande importanza nella possibilità di ridurre l’incidenza dei picchi spontanei
di LH, nelle terapie di induzione dell’ovulazione. Gli analoghi, possono essere impiegati in formulazioni
deposito o giornaliere e vengono, in genere, impiegati nelle pazienti in cui è attesa una normale risposta
ovarica, in somministrazioni che prevedono la soppressione dell’ipofisi prima di iniziare la stimolazione.
Farmaci utilizzati per l’induzione dell’ovulazione
Le gonadotropine (FSH e LH) hanno rappresentato una rivoluzione nelle possibilità terapeutiche, sia per l’
induzione nelle pazienti anaovulatorie, che per la stimolazione durante le procedure di procreazione assistita.
I dosaggi impiegati vengono stabiliti in base all’indice di massa corporea, del volume ovarico, del livello
basale di FSH e della risposta a precedenti induzioni. I dosaggi giornalieri variano da 50 UI in pazienti
giovani, sottopeso e con tratto policistico ad un massimo di 375 UI, che solo in rarissimi casi viene superato,
in pazienti meno giovani e con riserva ovarica compromessa. Il monitoraggio ecografico ed ormonale ha lo
scopo di definire la risposta, modulare il dosaggio giornaliero e ridurre, per quanto possibile, il rischio di
stimolazione ovarica. La recente introduzione della legge 40/2004 non ha ridotto, contrariamente a quanto
affermato, la necessità di un numero adeguato di ovociti, essendo maggiore la necessità di una selezione
degli ovociti che vengono impiegati.
Terapia di supporto della fase luteale
Le terapie di procreazione medicalmente assistita, comportano la necessità di sostenere la fase luteale
successivamente al prelievo degli ovociti, dopo il trasferimento degli embrioni nella fase di impianto della
gravidanza, nonchè nelle prime settimane di gestazione. In questi cicli di terapia, la fase luteale è,
certamente, deficitaria e deve essere sostenuta farmacologicamente, al fine di garantire una condizione
ottimale a favorire l’impianto e lo sviluppo della gravidanza. Deve essere eseguita almeno fino al dosaggio
del βHCG che indica la presenza o l’assenza di un impianto, ed in caso positivo sino ad almeno 8-9
settimane di gestazione. La fase luteale viene supportata dal giorno del prelievo degli ovociti, con
progesterone naturale intravaginale o intramuscolare (50/100 mg IM. 80-600 mg intravaginale).
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FOLLOW UP
Alle pazienti in cui si è ottenuta la gravidanza, si consiglia di eseguire un ecografia a circa 2
settimane dal primo esito positivo delle βHCG, per evidenziare l’impianto e l’evoluzione della
gestazione.
E’ inoltre consigliabile che le pazienti provenienti da altre città prendano contatto con lo
specialista ginecologico che le ha inviate per l’assistenza presso il nostro Centro, al fine di
programmare gli accertamenti ed i controlli in gravidanza.
E’ importante mantenere un contatto costante con la coppia ed il medico curante per conoscere
l’andamento della gravidanza a 12 settimane, dopo le 24 settimane ed alla nascita. Per noi è
molto importante ricevere notizie dei “nostri bambini”.
SCHEDA DI FOLLOW UP
Cognome e nome della madre __________________________________________________
Cognome e nome del padre ____________________________________________________
Data parto
________________________________________________________________
o PARTO SPONTANEO
o TAGLIO CESAREO URGENTE
o VAGINALE OPERATIVO
MOTIVO DEL PARTO OPERATIVO _______________________________________________
Dati del nascituro
Sesso
M
F
Peso _______gr
Note ___________________________________________________________________________
Recapito attuale della coppia:
Telefono _____________________________
Cellulare _____________________________
E-mail _______________________________
Nome del ginecologo curante ____________________________________________________
Indirizzo ______________________________________________________________________
n. di telefono ___________________________ e-mail _________________________________
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PMA in relax
Il centro GATJC, per le coppie che intendono sottoporsi ad un trattamento di PMA, offre la
possibilità di soggiornare nel confortevole B&B Caterina (www.bbcaterina.it) ed utilizzare i
servizi del Poseidon Medical Spa (www.poseidonmedicalspa.it), siti nella stessa struttura, grazie
a dei percorsi benessere pensati per il relax della coppia.
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Perché in Calabria
Dopo numerose ricerche scientifiche, riguardanti i benefici del clima mediterraneo sulla ripresa
post-operatoria, si è riscontrato che il clima mite e soleggiante favorisce il risultato ottimale dei
trattamenti, migliora la qualità della vita, e consente una maggiore produzione di endorfine che
favorisce il benessere psicofisico.
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