ISSN 1830-6349 Comitato economico e sociale europeo CESE info Comitato economico e sociale europeo un ponte tra l’ Europa e la società civile organizzata Ottobre 2014 | IT EDITORIALE Cari lettori, “ Con il suo Premio per la società civile, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) intende richiamare l’attenzione sulle buone pratiche delle ONG europee, in modo che in tutta l’UE altre organizzazioni possano emularle. con il suo Premio per la società civile, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) intende richiamare l’attenzione sulle buone pratiche delle ONG europee, in modo che in tutta l’UE altre organizzazioni possano emularle. Questa edizione del Premio è dedicata all’integrazione dei Rom: una scelta dettata dalla volontà di mettere in luce il prezioso lavoro svolto da persone e organizzazioni per integrare e fare accettare i Rom nella società europea. Sono stata particolarmente lieta di constatare che, benché quest’anno il tema del Premio fosse più specifico che in passato, le candidature non sono mai state così numerose – ne abbiamo ricevute più di 80! – e che la qualità delle attività segnalate è estremamente alta. I progetti di integrazione presentati riguardano soprattutto l’offerta di alloggio, istruzione e formazione, e hanno riscosso particolare interesse quelli in cui gli stessi Rom sono coinvolti in quanto parti attive. ” Desidero ringraziare tutte le persone e le organizzazioni che si sono candidate, i membri del CESE che ne hanno proposto la candidatura e ne sostengono le attività, la sezione Occupazione, affari sociali e cittadinanza (SOC), il cui sostegno è stato essenziale, e i quattro valutatori, che hanno dato un contributo prezioso al processo di selezione. Vorrei concludere rivolgendo un messaggio speciale ai tre vincitori: un proverbio Rom dice che «qualche volta sei tu a catturare l’orso e qualche volta è l’orso ad afferrare te», e questa volta voi avete catturato l’orso. Congratulazioni! Jane Morrice vicepresidente del CESE DATE DA RICORDARE IN QUESTO NUMERO 12 novembre 2014 / CESE, Bruxelles: 2 3 4 27 e 28 novembre 2014 / Milano: Seminario sulla società civile 10 e 11 dicembre 2014 / CESE, Bruxelles: sessione plenaria del CESE Nel corso della sessione plenaria del 10 settembre, il CESE ha adottato un parere sul tema «Le politiche europee d’immigrazione», elaborato su richiesta della presidenza italiana dell’Unione europea. «L’immigrazione è un tema complesso, che include la sicurezza alle frontiere e la politica di asilo. Il parere contiene pertanto tutta una serie di proposte ad ampio raggio», ha affermato Giuseppe Iuliano (Italia, gruppo Lavoratori), relatore del parere. Il dialogo sociale al centro della governance dell’Europa L’impresa sociale: un modello diverso di attività? La società civile deve guidare gli sforzi volti a produrre un’energia più verde in Europa comune di asilo (CEAS), ma esorta la Commissione a essere più ambiziosa nell’eliminare finalmente l’ampio margine di discrezionalità lasciato attualmente agli Stati membri. «È necessario lavorare bene ed elaborare un sistema di asilo inclusivo che garantisca una ripartizione equilibrata delle responsabilità tra gli Stati membri e sostituisca la Convenzione di Dublino» ha dichiarato Iuliano. Il CESE è del parere che bisognerebbe potenziare il ruolo dell’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (UESA) nella valutazione, nell’analisi e a livello consultivo, e metterlo in condizione di fornire agli Stati membri un’assistenza tecnica e operativa permanente. La necessità di partenariati per la mobilità Giuseppe Iuliano, relatore del parere sul tema «Le politiche europee di immigrazione» La mobilità va gestita a livello europeo I candidati che hanno vinto questa edizione del Premio meritano senz’altro una menzione particolare: si tratta delle organizzazioni ETP Slovakia e IQ Roma Servis e dell’archimandrita Rev. Athinagoras Loukataris, i cui rispettivi progetti di integrazione saranno presentati in un video durante la cerimonia di consegna del Premio, nel quadro della sessione plenaria di ottobre. Una nuova politica industriale per l’Europa L’immigrazione richiede soluzioni europee coraggiose e inclusive Il flusso di richiedenti asilo e di immigrati potenziali non può essere gestito soltanto da alcuni Stati membri che agiscono a titolo individuale, soprattutto se si considera che i paesi del Mediterraneo stanno per raggiungere il limite delle loro capacità. Il CESE giudica favorevolmente il Sistema europeo Il CESE incoraggia ad adottare un approccio globale in materia di migrazione e mobilità (GAMM) e a concludere partenariati per la mobilità che siano equilibrati e giuridicamente vincolanti. Dato che il mercato del lavoro sta invecchiando, è molto probabile che l’Europa abbia ben presto bisogno di immigrati. Risulta pertanto opportuno rivedere l’attuale quadro giuridico, frammentato e dispersivo, nonché eliminare gli ostacoli e le discriminazioni che esistono sul mercato del lavoro. Il CESE chiede di adottare un Codice comune europeo in materia di immigrazione e di elaborare un Manuale di orientamenti europei comuni. Caldeggia altresì l’istituzione di una Piattaforma europea permanente sulle migrazioni per motivi di lavoro, e si offre di studiare le soluzioni migliori per la creazione di tale organismo. Una frontiera comune, una responsabilità congiunta Attualmente solo pochi Stati membri hanno la responsabilità di tutelare le frontiere dell’UE. Nella fase di rivolgimenti che attraversa il Mediterraneo, l’onere che grava su paesi quali Italia, Grecia e Malta sta diventando quasi insopportabile. Il sottosegretario italiano Domenico Manzione, che ha preso parte alla 501a sessione plenaria su invito del Presidente del CESE Henri Malosse, ha valutato positivamente l’«approccio globale» del parere. «Su questa base», ha affermato, «è possibile elaborare soluzioni migliori e intelligenti, nell’interesse non solo dei paesi mediterranei ma di tutta l’UE e, soprattutto, per dare una mano agli immigrati che si trovano in una condizione di estrema indigenza». Con il suo programma «Mare nostrum», l’Italia ha già salvato più di 120 000 rifugiati mentre attraversavano il Mediterraneo. Purtroppo, però, altre 1 900 persone hanno perso la vita in mare. Il CESE invita a rafforzare il ruolo dell’Agenzia per il controllo delle frontiere esterne (FRONTEX) sia in termini di poteri che di capacità. FRONTEX deve diventare un vero e proprio organismo di controllo delle frontiere a sostegno degli Stati membri dell’UE. Il parere è stato adottato con 161 voti favorevoli, 6 voti contrari e 6 astensioni. (sma) ● L’istruzione è la chiave dell’integrazione Intervista a Helena Dalli, ministro maltese per il Dialogo sociale, i consumatori e le libertà civili “ CESE info: Qual è il motivo della Sua visita al CESE? Helena Dalli: Sono qui per esprimere il mio apprezzamento per il Comitato e discutere delle sfide che interessano la regione mediterranea. L’idea che è alla base del CESE è straordinaria. Qui si incontrano persone che effettuano ricerche sul campo, conoscono i «veri» problemi e mettono in atto il necessario dialogo sociale in quest’istituzione che comprende tutti i gruppi della nostra società. È per questo i loro pareri sono così preziosi: anche io, che mi occupo di politica a Malta, sto studiando diversi pareri del CESE per trovare ispirazione per le mie riflessioni sulle politiche e sulla loro attuazione. Mi aspetto che l’UE agisca nello spirito dell’Unione: aiutarsi l’un l’altro senza lasciare che l’onere ricada soltanto su alcuni Stati. L’UE deve trovare una strategia che coinvolga tutti i paesi: è necessario condividere le responsabilità e trovare insieme le soluzioni migliori. Helena Dalli, ministro maltese per il Dialogo sociale, i consumatori e le libertà civili Che cosa si aspetta dall’UE per quanto riguarda la politica dell’immigrazione? l’onere ricada soltanto su alcuni Stati. L’UE deve trovare una strategia che coinvolga tutti i paesi: è necessario condividere le responsabilità e trovare insieme le soluzioni migliori. Mi aspetto che l’UE agisca nello spirito dell’Unione: aiutarsi l’un l’altro senza lasciare che Che cosa sta facendo Malta per l’integrazione dei migranti? ww www.eesc.europa.eu ” L’occupazione e l’istruzione sono la strada maestra per un’integrazione riuscita. Malta offre anche un’assistenza concreta in relazione al quadro giuridico del nostro paese, poiché è fondamentale che le persone conoscano i propri diritti e i propri doveri. Ripeto: l’istruzione è la chiave dell’integrazione. (sma/hb) ● Il futuro della produzione biologica in Europa Il dialogo sociale al centro della governance dell’Europa In un parere adottato in sessione plenaria, Georgios Dassis getta le basi di quella che potrebbe essere una vera e propria ripresa economica dell’Europa fondata sulla partecipazione delle parti sociali. A suo avviso, questa svolta potrebbe prendere il via nei prossimi cinque anni: è una questione di volontà politica. prima. A quel tempo, i greci lavoravano molto di più delle 48 ore ufficiali la settimana», sottolinea. «Quel periodo per fortuna è passato e l’Europa sociale ha fatto enormi progressi, ad esempio gli accordi quadro sulle questioni del lavoro part-time o i contratti a tempo determinato.» Europeista convinto, il presidente del gruppo Lavoratori è stato testimone diretto dei primi grandi progressi sociali e politici del progetto comunitario e ha assistito alla loro evoluzione fino al periodo buio della crisi del 2008. La sua esperienza figura, insieme alle riflessioni e al lavoro condotto dai membri della sezione specializzata Occupazione, affari sociali, cittadinanza, in un parere dal titolo Struttura e organizzazione del dialogo sociale nel quadro di un’autentica Unione economica e monetaria (UEM). Il messaggio del parere è chiaro: per uscire dalla crisi è opportuna una più profonda integrazione economica e politica che deve assolutamente poggiare su una nuova governance dell’Europa basata tra l’altro sul dialogo sociale. Ma il meccanismo si è inceppato. «Gli accordi autonomi, che dipendono dalla buona volontà delle autorità nazionali, hanno preso il posto degli accordi quadro e ora gli Stati membri segnano il passo. L’ultimo accordo in ordine di tempo, quello sul telelavoro, è stato siglato quasi 15 anni fa e in numerosi paesi non è ancora in vigore. E c’è di peggio: invece di un miglioramento si assiste ad una riduzione generale del numero di convenzioni collettive, come si afferma nel parere. Chiediamo quindi alla Commissione europea di proporre l’attuazione di uno strumento vincolante per l’applicazione degli accordi a livello nazionale», dichiara il leader del Gruppo Lavoratori. «I giovani della mia generazione hanno cominciato a lavorare a 12 anni, dopo le scuole elementari, se non Nel parere, anch’esso frutto di un «vero e proprio dialogo sociale» europeo, il CESE invoca un Georgios Dassis, presidente del gruppo Lavoratori rilancio economico fondato su una maggiore partecipazione e autonomia delle parti sociali, insiste sull’importanza della consultazione tripartita e stabilisce un legame tra il rafforzamento del dialogo sociale e l’unione economica e monetaria. Quanto basta per ispirare i lavori della Commissione nei prossimi cinque anni. «Abbiamo già ricevuto segnali positivi dalla Commissione. Ho molta fiducia nel Presidente Juncker e sono pronto a credergli quando promette che si occuperà in prima persona del dialogo sociale», sottolinea ancora Dassis. «Quello che ora m’interessa è l’applicazione pratica. Noi sosterremo qualsiasi iniziativa in grado di rendere l’Europa più giusta, più rispettosa dei diritti dei lavoratori, più orientata al sociale e capace di ridare ai cittadini la speranza nel processo d’integrazione europea». ● Gli Stati membri dell’UE devono unire le forze per combattere il lavoro non dichiarato, che mette a rischio lavoratori e imprese Nel suo nuovo parere il CESE sottolinea la necessità di realizzare una piattaforma ambiziosa che abbia il potere di raccomandare l’adozione di norme europee e nazionali nuove o semplificate. Il parere è stato adottato nella sessione plenaria di settembre con 172 voti favorevoli, 88 voti contrari e 22 astensioni. La crisi in Europa ha fatto crescere il lavoro sommerso, che, secondo alcune stime, varrebbe 2 100 mila miliardi di euro (fonte: The Shadow Economy in Europe 2013). Teresa Bellanova, sottosegretario di Stato italiano al Lavoro e alle Politiche sociali, con Henry Malosse, Presidente del CESE, durante la sessione plenaria Intervenendo alla sessione plenaria in cui il parere è stato adottato, il sottosegretario italiano al Lavoro e alle politiche sociali, Teresa Bellanova, ha posto l’accento sui molteplici effetti che il lavoro sommerso potrebbe avere sull’economia di un paese, ostacolando la creazione di posti di lavoro, impedendo la crescita e colpendo i lavoratori più vulnerabili e le piccole «Dobbiamo creare un contesto positivo per i lavoratori e per le imprese, in modo da ridurre la tentazione di ricorrere al lavoro nero», ha spiegato il relatore del CESE, Stefano Palmieri. «Il lavoro sommerso è in netto contrasto con gli ideali europei di giustizia e solidarietà e distorce la libera concorrenza dei mercati: dobbiamo quindi impegnarci per porre fine a tale fenomeno. La creazione della piattaforma europea giunge al momento opportuno, ma bisogna che questo nuovo strumento sia dotato dei mezzi necessari per agire». Per combattere il lavoro non dichiarato nell’UE, infatti, si potrebbe mettere in atto tutta una serie di strumenti: ad esempio, incentivi fiscali, ispezioni e multe contro le pratiche commerciali sleali, nonché regolamentazioni intelligenti che creino un quadro giuridico stabile. Al fine di prevenire e scoraggiare il lavoro sommerso, inoltre, può essere molto utile condividere informazioni: proprio la nuova piattaforma potrebbe “ Il lavoro sommerso è in netto contrasto con gli ideali europei di giustizia e solidarietà e distorce la libera concorrenza dei mercati: dobbiamo quindi impegnarci per porre fine a tale fenomeno. La creazione della piattaforma europea giunge al momento opportuno, ma bisogna che questo nuovo strumento sia dotato dei mezzi necessari per agire. ” fungere da intermediario per agevolare lo scambio informativo. «Se vogliamo che i lavori della piattaforma vadano nella giusta direzione, sarà necessario un dialogo costante tra tutti i soggetti coinvolti: dalle parti sociali a livello UE ai settori con alti livelli di lavoro sommerso, dalle organizzazioni delle PMI all’economia sociale», ha sottolineato Ana Bontea (Romania, gruppo Datori di lavoro), correlatrice del parere. Il CESE ha invitato la nuova Commissione ad associare alla piattaforma le parti sociali e le organizzazioni della società civile che vantano un’esperienza in questo campo: oltre al necessario valore aggiunto in termini di know how, esse vi apporterebbero anche un prezioso contributo di trasparenza. (sg) ● L’agricoltura biologica è un toccasana per l’ambiente... ● L’agricoltura biologica è un sistema produttivo basato sulle risorse naturali che limita rigorosamente l’impiego di fattori produttivi chimici e sintetici e vieta l’utilizzo di organismi geneticamente modificati (OGM). Numerosi studi dimostrano che: ● la biodiversità è molto superiore nelle aziende agricole biologiche (30 % di specie in più rispetto alle aziende non biologiche); ● il terreno è molto più ricco grazie a un’aerazione e a un drenaggio migliori; ● la qualità delle acque nelle zone circostanti è superiore (niente uso, infatti, di pesticidi o fertilizzanti minerali sintetici); ● la lisciviazione dei nitrati per ettaro è inferiore del 57 % e, fattore tutt’altro che trascurabile, ● l’agricoltura biologica favorisce la creazione di posti di lavoro «verdi». ... ma la transizione richiede tempo e sostegno L’Europa è ricca di diversità, e gli Stati membri dell’UE presentano una grande varietà in termini di clima, terreni, tradizioni, storia e via dicendo. Questo aspetto va considerato prima di introdurre un nuovo regolamento, ed è una delle preoccupazioni che hanno tenuto a sottolineare soprattutto gli esperti provenienti dai paesi dell’Europa orientale. Il CESE accoglie con favore la proposta legislativa della Commissione di promuovere l’agricoltura biologica e appoggia il suo obiettivo di riconvertire le aziende miste in aziende interamente biologiche, ma chiede di adottare a tal fine il necessario pragmatismo e di mantenere il senso della misura. I piccoli agricoltori, particolarmente incoraggiati a passare all’agricoltura biologica, potrebbero essere del tutto tagliati fuori per il semplice fatto di non poter sostenere i costi di una transizione così rapida. La principale preoccupazione è che il settore potrebbe trovarsi sotto pressione, afflitto da gravi problemi agronomici e privo, alla fine, di soluzioni propriamente «biologiche». Occorre fissare obiettivi realistici I partecipanti all’audizione hanno espresso preoccupazione anche di fronte all’obiettivo di utilizzare unicamente sementi biologiche entro la scadenza del 2021, che potrebbe ridurre la varietà dei prodotti in quanto non per tutte le piante, e in particolare le verdure, queste sementi sono disponibili. Il conseguimento dell’obiettivo fissato per il 2017 di riconvertire le aziende miste in aziende biologiche risulta ostacolato da Il CESE riunito in plenaria condivide le preoccupazioni dell’agricoltura europea La lunga attesa è quasi terminata, dopo un’attenta valutazione, la giuria ha selezionato i tre vincitori del concorso Premio della società civile 2014 Il 10 settembre 2014, nella sessione plenaria del CESE, il consigliere Frank van Oorschot (Paesi Bassi, gruppo Datori di lavoro) ha richiamato l’attenzione sulla situazione critica in cui versa attualmente il settore agricolo europeo, in conseguenza della crisi finanziaria e delle sanzioni imposte dalla Russia. A risentirne di più sono i lavoratori, gli agricoltori e il settore logistico, ha sottolineato van Oorschot, presentando al Presidente del CESE Henri Malosse un assortimento di prodotti freschi dell’agricoltura europea. I vincitori, provenienti da Slovacchia, Repubblica ceca e Grecia, si recheranno a Bruxelles il 16 ottobre, quando, nel gran finale del concorso, verrà resa nota la classifica e il Presidente del CESE, Henri Malosse, consegnerà i premi. Per il Presidente del CESE, «il futuro dell’Europa passa anche per il rilancio della produzione – rilancio in cui avranno un ruolo cruciale anche gli agricoltori europei. Sostenere il settore agricolo europeo significa non limitarsi ad esprimere solidarietà a parole e a formulare proposte di aiuto, ma capire realmente 2 imprese. Bellanova ha dichiarato che eliminare l’economia sommersa è una condizione indispensabile per fare uscire l’Europa dalla crisi, dunque una priorità assoluta della presidenza italiana dell’UE. Nel corso del dibattito in sessione plenaria, i membri del CESE hanno sottolineato l’importanza di contrastare in tutta l’UE il lavoro non dichiarato e il lavoro autonomo fittizio. Il 15 settembre scorso il CESE ha organizzato a Bruxelles, presso la sua sede, un’audizione sul futuro della produzione biologica in Europa, cui hanno partecipato esperti della Commissione europea, delle associazioni di agricoltori, degli organismi di certificazione, delle ONG e delle organizzazioni nazionali d’Europa per comprendere più a fondo questo tema importante sul piano sia economico sia ecologico. Franck van Oorschot, membro del CESE, con Henry Malosse, Presidente del CESE i problemi che si trova a dover affrontare e prendere provvedimenti concreti per aiutarlo a risolverli». (mm) ● La giuria del Premio della società civile, composta dal Presidente del CESE, dai due vicepresidenti, dai presidenti dei tre gruppi e dal Segretario generale, aveva il difficile compito di scegliere i tre vincitori tra i numerosi ottimi progetti presentati. Il Centro per lo sviluppo sostenibile (Slovacchia), il reverendo archimandrita Athinagoras Loukataris (Grecia) e IQ Roma servis (Repubblica ceca) condivideranno il premio totale di 30 000 euro. La classifica dei vincitori sarà resa nota nel corso della sessione plenaria del CESE che si terrà il 16 ottobre a Bruxelles. Il CESE ha ricevuto 81 candidature provenienti da tutta l’Unione europea, e quattro esperti esterni ne hanno selezionate otto. Oltre alle tre vincenti, la selezione includeva la Fundación Secretariado Gitano (FSG, Spagna), il Comitato bulgaro di Helsinki, il Movimento antirazzista European Grassroots (Francia), il Centro autonomo (ACT, Croazia) e il Drop-In Centre Hirundo del Deaconess Institute di Helsinki (Finlandia). (clj) ● >>> pagina 3 L’impresa sociale: un modello diverso di attività? «L’impresa sociale è un modello aziendale e uno strumento per creare crescita aumentando il numero di imprenditori e introducendo un diverso tipo di attività nell’economia», ha dichiarato Jonathan Bland, amministratore delegato di Social Business International Ltd, uno dei partecipanti intervenuti. Ariane Rodert, membro del CESE Nel quadro del suo progetto per l’imprenditoria sociale, il 3 settembre 2014 il CESE ha organizzato un’audizione pubblica sul tema L’agenda politica dell’UE per le imprese sociali: quale futuro?. Durante l’audizione soggetti interessati provenienti dalle istituzioni europee e dalla società civile hanno preso parte ai dibattiti sull’argomento, al fine di concordare raccomandazioni politiche da presentare alla Commissione e al Parlamento da poco entrati in carica. A otto mesi dall’evento di Strasburgo, il CESE sta facendo il punto della situazione per quanto riguarda la crescita e lo sviluppo dell’imprenditoria sociale in Europa, in termini di quadro giuridico, condizioni economiche, programmi di sostegno pubblici e privati e consapevolezza, al fine di individuare nuove priorità per la prossima agenda politica dell’UE. L’imprenditoria sociale è un elemento chiave del modello sociale europeo ed è fondamentale per il successo della strategia Europa 2020. Sostenendo e promuovendo l’impresa sociale, l’Europa stimola la crescita, incrementa il potenziale competitivo e rafforza la propria capacità di creare valore sociale. «Questa audizione è l’ultimo passo prima della nostra relazione finale», ha dichiarato Ariane Rodert (Svezia, gruppo Attività diverse), che coordina il progetto dell’impresa sociale. «Per otto mesi il CESE ha raccolto i contributi degli attori dell’imprenditoria sociale a livello locale, regionale, nazionale ed europeo. Questi contributi sono fondamentali per garantire che la politica europea consenta al potenziale delle imprese dell’economia sociale di esprimersi pienamente in tutta l’UE». Il CESE apprezza il fatto che la Commissione abbia lanciato un quadro politico e un piano d’azione per promuovere l’impresa sociale in Europa. Il CESE ha elaborato diversi pareri sulla politica per l’imprenditoria sociale, sottolineando l’importanza del pieno appoggio alla creazione di imprese sociali a livello sia dell’UE che degli Stati membri. L’eurodeputato Heinz Becker ha spiegato l’importanza della comunicazione a livello locale: «Il nostro obiettivo principale non è il livello nazionale ma il livello regionale e locale, perché l’economia sociale vive nelle regioni. Allo stesso tempo però abbiamo bisogno della collaborazione attiva degli Stati membri dell’UE». Il Comitato ha istituito un gruppo di lavoro Progetto impresa sociale, composto di nove membri interessati all’Agenda per l’imprenditoria sociale. La loro attività si basa sulla «Dichiarazione di Strasburgo», documento conclusivo dell’evento tenutosi a Strasburgo in gennaio, e ha l’obiettivo di individuare misure specifiche e concrete per la prossima agenda istituzionale dell’UE per l’imprenditoria sociale in Europa. (hb) ● PRESTO AL CESE Seminario della società civile sui media 2014 Una nuova politica industriale per l’Europa Per l’ottava volta consecutiva, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) organizzerà un seminario della società civile sui media, che sarà ospitato dalla città di Milano e si terrà il 27 e 28 novembre presso la Sala congressi della provincia di Milano. Il seminario è organizzato in collaborazione con l’Unione europea di radiodiffusione, ed è destinato ai membri del CESE, alla stampa e ai responsabili della comunicazione delle organizzazioni della società civile degli Stati membri e delle istituzioni dell’UE. Convegno organizzato congiuntamente dal Centro di politica europea e dal Comitato economico e sociale europeo © nanD_Phanuwat Il seminario di quest’anno avrà per tema I media europei e la cittadinanza informata – UE e ME(dia): quanto sono informati gli europei?, ossia, in termini più concreti, sarà dedicato a promuovere il dibattito sulla copertura mediatica dell’Unione europea e a trarre insegnamenti per il futuro. Il seminario servirà ad esplorare le possibilità di migliorare la cooperazione dell’UE con i media, contribuendo a dare alle notizie una più ampia prospettiva europea, tenendo conto degli aspetti connessi alla propaganda e coinvolgendo maggiormente i cittadini nel dibattito europeo. Il seminario valuterà inoltre se i media sociali siano un mezzo appropriato per avvicinare l’UE ai cittadini, e l’ultima sessione esaminerà le elezioni europee del 2014 per individuare possibili miglioramenti in prospettiva futura. (sma) ● Una nuova Commissione europea sta per assumere le sue funzioni con un programma politico ambizioso per i prossimi cinque anni. È giunto il momento che l’UE realizzi concretamente quella rinascita industriale di cui parla, attraverso una strategia coerente e coraggiosa in grado di ristabilire la competitività dell’Europa e di rilanciare la sua economia. Al convegno, che si terrà il 12 novembre 2014 presso la sede del CESE, prenderanno parte rappresentanti ad alto livello dell’UE, ministri di diversi Stati membri ed esponenti dell’industria e della politica. È prevista una serie di tavole rotonde incentrate sulle principali sfide e opportunità per le industrie europee e sulle opzioni strategiche che l’UE dovrebbe prendere in considerazione. Interverranno oratori di diversi organi fra cui il CESE, l’OCSE, l’Iniziativa Vanguard e il Centre National de la Recherche Scientifique di Francia. Per ulteriori informazioni consultare: http://www.eesc.europa.eu/?i=portal.en.events-and-activities-new-indpolicy (at) ● LA SESSIONE PLENARIA IN SINTESI Libro verde sulle applicazioni sanitarie mobili Il CESE valuta favorevolmente il Libro verde considerando il contributo che la sanità mobile può apportare ai sistemi sanitari europei, i quali devono affrontare un numero maggiore di sfide a causa dell’evoluzione demografica e della necessità di gestire il trattamento di malattie croniche. In questo parere (TEN/551) il Comitato sostiene che la priorità vada attribuita al miglioramento dell’assistenza sanitaria e non alla riduzione dei costi. Il successo della sanità mobile richiederà la partecipazione degli operatori professionali sanitari, il dialogo con le organizzazioni dei pazienti, la promozione della fiducia reciproca fra pazienti e operatori professionali, nonché la creazione di incentivi e l’elaborazione di programmi di formazione a favore di questi ultimi. Occorre infine avviare un dialogo con l’industria del settore. ● Voti: 180 favorevoli, 1 contrario e 1 astensione. Strategia di sicurezza marittima dell’UE In questo parere (REX/402) il CESE esprime apprezzamento per la volontà politica di cui l’UE ha dato dimostrazione nel porre la sicurezza marittima in cima alla propria agenda politica. Il Comitato condivide appieno l’approccio globale, intersettoriale e integrato alla sicurezza marittima che si fonda sulle risorse esistenti, combinando il duplice uso (militare/civile) delle infrastrutture. L’approccio proposto, oltre a essere efficiente in termini di costi, consentirà di creare nuovi posti di lavoro, in linea con la strategia Europa 2020 per la crescita, e nuove sinergie tra le istituzioni dell’UE e altri soggetti interessati (guardie costiere e marine militari), rendendo al contempo la professione marittima più attraente per i lavoratori del settore. ● Voti: 142 favorevoli, 1 contrario e 3 astensioni. Strategia dell’UE per la regione adriatica e ionica La strategia dell’Unione europea per la regione adriatica e ionica (EUSAIR) contribuirà a promuovere e a sostenere la competitività economica e la coesione sociale della regione. Il CESE ritiene che un forte supporto politico all’EUSAIR sia fondamentale per favorire un’efficace integrazione tra la strategia Europa 2020, la politica europea volta all’allargamento e le strategie di sviluppo regionale. Secondo il Comitato, l’integrazione e il rafforzamento della dimensione sociale nell’EUSAIR deve realizzarsi attraverso la promozione degli investimenti sociali e la opportuna modernizzazione dei sistemi di protezione sociale. ● Voti: 163 favorevoli, 5 contrari e 4 astensioni. Continua da pag. 2 Il futuro della produzione biologica in Europa problemi come la mancanza di bestiame biologico (e di una banca di dati ad esso collegata) e di mangimi proteici biologici, nonché i costi e gli oneri amministrativi. I prodotti importati devono sottostare alle medesime norme applicate ai prodotti nazionali Società a responsabilità limitata con un unico socio GOING LOCAL La vicepresidente del CESE discute l’importanza dell’Artico e della popolazione Sami nel corso della sua visita in Svezia e Finlandia e l’esigenza di rispettare lo stile di vita tradizionale della popolazione Sami. Per contribuire alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica, il CESE organizzerà a Bruxelles, nel febbraio 2015, un’esposizione dedicata alle tradizioni culturali dei Sami. Norme di qualità elevate giustificano i prezzi più alti Dal 21 al 25 settembre scorsi la vicepresidente del CESE Jane Morrice ha visitato la Svezia e la Finlandia nel quadro della nuova iniziativa Going local del CESE. La prima tappa della visita è stata la città svedese di Umeå, capitale europea della cultura 2014. Accompagnata dai membri svedesi del CESE Paul Lidehäll, Inger Persson e Staffan Nilsson, la vicepresidente ha incontrato il sindaco di Umeå, Marie-Louise Rönnmark. In seguito la delegazione ha visitato la locale università, partecipando a una discussione con gli studenti sull’importanza di rafforzare gli sforzi dell’UE nell’Artico e sul ruolo della società civile in tale processo. Tutti i partecipanti hanno riconosciuto l’importanza dell’Artico in quanto patria dei Sami, la sola popolazione indigena presente nel territorio dell’UE. L’introduzione di norme di qualità più elevate per la produzione biologica e di regole più severe per la produzione agricola basata sul lavoro manuale contribuirà ad accrescere la fiducia dei consumatori, ma anche a giustificare la differenza di prezzo tra i prodotti biologici e quelli tradizionali. Per sostenere la domanda, la Commissione dovrà adottare una strategia di commercializzazione intelligente che metta in evidenza le elevate norme di qualità dell’agricoltura biologica europea. (sma) ● La seconda tappa della visita è stata la Finlandia, dove Morrice è stata accompagnata dai membri del CESE Filip Hamro-Drotz, Pirkko Raunemaa e Thomas Palmgren. Tra gli enti visitati, il Centro artico e l’Università della Lapponia a Rovaniemi, nonché il Museo Sami, il Centro naturale Siida, l’Istituto di istruzione Sami e il Parlamento Sami a Inari. Negli incontri la delegazione ha sottolineato l’importanza di informare meglio l’opinione pubblica sulle questioni riguardanti l’Artico, Nella capitale finlandese, Morrice, accompagnata dai membri finlandesi del CESE Timo Vuori e Ulla Sirkeinen, ha incontrato vari membri della Camera di commercio finlandese e della confederazione dell’industria della Finlandia. Jane Morrice ha ricordato l’impegno del CESE per la promozione della partecipazione femminile all’attività d’impresa e per la riduzione dell’eccesso di regolamentazione a livello europeo. (sg) ● In linea con la posizione espressa dal CESE, alcuni esperti e rappresentanti di associazioni agricole hanno chiesto controlli più rigorosi sui prodotti provenienti da paesi extra-UE, in modo da garantirne la conformità con i requisiti dell’UE. I controlli sui prodotti importati possono essere rafforzati abbandonando il criterio dell’equivalenza a favore di quello della conformità per quanto riguarda il riconoscimento degli organismi di controllo nei paesi extra-UE. «L’obiettivo della visita era ascoltare gli interessati, prendere nota delle questioni che riguardano l’Artico e la popolazione Sami, e fare sapere a queste comunità quello che l’UE può fare per loro», ha detto Jane Morrice. «Per troppe persone Bruxelles è qualcosa di estraneo, anonimo e distante, e noi vogliamo cambiare questa percezione. L’UE è vicina ai suoi cittadini, e noi del CESE vogliamo contribuire a renderla utile ai cittadini, nell’interesse di tutti». Il CESE, pur dando atto alla Commissione degli sforzi da essa profusi per modellare un diritto societario più favorevole alle PMI, ravvisa la necessità di apportare una serie di modifiche al documento prima di poter approvare la proposta. Il CESE raccomanda ad esempio: ● di imporre per le SUP un capitale sociale minimo sostanzioso e adeguato alle finalità societarie sotto forma di «soglia di credibilità», per tener conto anche degli interessi di creditori, consumatori e lavoratori, nonché della società nel suo insieme, ed evitare pregiudizi alle attività commerciali; ● di far sì che una SUP (Societas Unius Personæ – società con un unico socio) non possa essere registrata in un luogo in cui essa non esercita di fatto alcuna attività economica (non si presti, cioè, ad essere una «società di comodo»); ● di lasciare agli Stati membri la libertà di decidere se prevedere la possibilità di registrarsi online, nel qual caso, però, la registrazione online dovrebbe essere vincolata a un controllo preliminare dell’identità del fondatore. Il parere è stato adottato a seguito di discussioni intense e, in alcuni casi, controverse. ● Voti: 127 favorevoli, 50 contrari e 15 astensioni. 3 Energie rinnovabili – creare posti di lavoro e nuove fonti di reddito Lutz Ribbe (Germania, gruppo Attività diverse) ha raccontato la storia di un piccolo paese tedesco nel quale è stata costituita una cooperativa per finanziare la nuova copertura dello stadio locale. La cooperativa ha deciso di realizzare l’opera con pannelli solari e di pagarne il costo grazie all’energia da essi prodotta.’’Le energie rinnovabili richiedono sì creatività, ma anche la loro accettazione da parte dell’opinione pubblica. È quindi necessario dare il giusto risalto a buone pratiche come quella appena citata, così da incoraggiare altre comunità, famiglie e agricoltori a realizzare dei progetti analoghi. Prima, a condizioni favorevoli, oppure mettendo a loro disposizione le infrastrutture necessarie e agevolando l’accesso alle reti. ● Condizioni diverse richiedono soluzioni diverse © Kajano Il CESE sta elaborando uno studio sul tema «Cambiare il futuro dell’energia: la società civile come protagonista nella produzione di energia», che è già stato oggetto di un articolo nella newsletter del Comitato. Il 17 settembre scorso il CESE ha organizzato un convegno a Bruxelles in cui i risultati dello studio sono stati esaminati dalle organizzazioni della società civile dell’UE e dai rappresentanti dei sei Stati membri (Bulgaria, Francia, Germania, Lituania, Polonia e Regno Unito) in cui lo studio stesso è stato condotto. La relazione finale, che riprenderà i risultati del dibattito, sarà presentata all’Assemblea plenaria entro la fine dell’anno. però, è indispensabile creare alcuni presupposti essenziali: ● gli Stati membri devono creare le giuste condizioni per le energie rinnovabili Con la diversificazione e la diffusione delle fonti energetiche rinnovabili, la produzione non avviene più nelle grandi centrali elettriche bensì in piccole unità decentrate. Le unità più piccole, tuttavia, hanno maggiori difficoltà a effettuare investimenti, per cui gli Stati membri devono fornire il quadro politico necessario ad incoraggiare tali impianti, permettendo ad esempio ai piccoli imprenditori di accedere a modelli di finanziamento Se i partecipanti al seminario hanno senz’altro convenuto sul fatto che la Germania o i paesi scandinavi rappresentano dei modelli da cui trarre utili insegnamenti nel campo delle energie rinnovabili, Stephane Buffetaut (Francia, gruppo Datori di lavoro), presidente della sezione TEN, ha però sottolineato che non è possibile riprodurre integralmente la loro esperienza, dato che «condizioni geografiche diverse richiedono anche approcci differenti, fermo restando che è importante offrire un quadro legislativo stabile su cui gli investitori possano fare affidamento». ● Le sfide politiche e climatiche richiedono un cambiamento di mentalità I conflitti in corso in Medio Oriente e in Ucraina, come anche i cambiamenti climatici che, in Europa e nel resto del mondo, provocano alluvioni e siccità, finiranno per costringerci a lavorare insieme a livello globale per promuovere lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili, anche e soprattutto per salvare il pianeta che lasciamo in eredità ai nostri figli e ai nostri nipoti. (sma) ● R EU Ready? QE-AA-14-008-IT-N La società civile deve guidare gli sforzi volti a produrre un’energia più verde in Europa IN BREVE La politica commerciale dell’UE – La prospettiva di Cipro e le sfide future Il 4 settembre 2014, il membro del gruppo Datori di lavoro Manthos Mavrommatis (Cipro, gruppo Datori di lavoro) ha partecipato a un dibattito sulla politica commerciale dell’UE con il commissario europeo per il Commercio Karel De Gucht e il ministro cipriota responsabile di Energia, commercio, industria e turismo Yiorgos Lakkotrypis. La riunione era dedicata alla politica commerciale dell’UE in generale, alla prospettiva di Cipro e alle sfide future. L’Unione europea è riuscita ad aumentare il commercio fra i suoi Stati membri e svolge un ruolo attivo nel promuovere l’espansione del commercio mondiale in seno all’OMC. L’approccio più recente in materia di libero scambio non si concentra più soltanto sulla riduzione dei dazi doganali: gli accordi in materia di commercio vanno ormai molto oltre, e riguardano la concorrenza, le politiche di investimento, la protezione dei consumatori e molti altri temi. Come osserva Manthos Mavrommatis, «Cipro ha tutto da guadagnare dagli sforzi compiuti dall’UE per aprire, negoziare e concludere accordi di libero scambio di vasta portata, e questi ultimi si possono considerare la sfida più importante per la politica commerciale dell’UE nel prossimo futuro. Il nostro è un piccolo paese che dipende dagli scambi, la maggior parte dei quali si svolge con gli altri paesi dell’UE o è generata da partner commerciali europei che sfruttano l’esperienza Manthos Mavrommatis, membro del CESE di Cipro in quanto punto di transito per le esportazioni. L’economia dell’isola è dominata da PMI caratterizzate da una taglia e da un’esperienza internazionale che supera di gran lunga quella dei soggetti omologhi insediati in altre economie europee di piccole dimensioni. La posizione geografica di Cipro, il suo clima e il suo ambiente imprenditoriale si prestano alla circolazione non soltanto delle merci, ma anche delle persone, delle transazioni finanziarie e degli investimenti, tutti elementi che possono trarre vantaggio da un contesto privo di ostacoli ed esente dai dazi». (lj) ● Il CESE vi propone un divertente gioco interattivo Come funziona il Comitato economico e sociale europeo (CESE)? Sapete come vengono elaborate le politiche che interessano la vostra vita? E se qualcuna delle complesse procedure dell’UE diventasse un gioco, divertente ma al tempo stesso impegnativo? È proprio ciò che ha fatto il CESE, creando un nuovissimo gioco che consente di calarsi nel ruolo di un membro del Comitato impegnato a Bruxelles. I giocatori possono promuovere le proprie politiche, influenzare altri colleghi, rispondere alle domande e approfondire la loro conoscenza dell’UE in generale e del ruolo del CESE in particolare. La decisione del Comitato di realizzare per la prima volta un gioco didattico risponde a due obiettivi: farsi conoscere dai giovani e aiutarli a comprendere il ruolo della società civile nel processo decisionale dell’UE. Il gioco, basato sul principio di «imparare giocando», consente ai giovani di comprendere l’iter dei pareri del CESE (dalla fase di elaborazione fino all’adozione e alla trasmissione alle altre istituzioni) e, al tempo stesso, di conoscere meglio la struttura e il funzionamento del Comitato. I giocatori devono riuscire a ottenere il sostegno di almeno il 75 % dei membri del Comitato in modo che il tema che hanno scelto possa essere inserito tra le politiche del CESE e poi essere utilizzato per influenzare le altre istituzioni. Per prima cosa si sceglie a quale dei tre gruppi del Comitato si desidera aderire, quindi il tema che si intende promuovere, dopodiché è possibile influenzare altri membri del Comitato rispondendo correttamente a domande riguardanti l’UE e il CESE. Il CESE a fianco dell’OIL per la promozione dell’economia sociale Tra un livello e l’altro si apre una schermata informativa che fornisce informazioni interessanti riguardo al tema prescelto. Un gioco divertente che è possibile scaricare sul proprio smartphone (iOS o Android), laptop o tablet. Buon divertimento! (fgr) ● Miguel Angel Cabra de Luna, membro del CESE L’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) ha organizzato la 4a edizione dell’Accademia di economia sociale e solidale, che si è svolta a Campinas (Brasile) dal 28 luglio al 1° agosto ed ha visto la partecipazione di operatori e responsabili politici provenienti da tutto il mondo. Il CESE è stato uno dei partner dell’iniziativa ed è stato rappresentato da Miguel Ángel Cabra de Luna (Spagna, gruppo Attività diverse), portavoce della categoria Economia sociale. Il convegno era incentrato sulle possibilità delle imprese dell’economia sociale di contribuire a uno sviluppo inclusivo e sostenibile nel contesto dell’agenda post-2015 sugli obiettivi di sviluppo sostenibile. Cabra de Luna ha partecipato alle tavole rotonde delle giornate di apertura e di chiusura, durante le quali ha presentato nei dettagli il lavoro del CESE sull’economia sociale e sullo sviluppo sostenibile, e in particolare i recenti pareri sull’economia sociale in America Latina (REX/325) e sulla partecipazione del settore privato al quadro di sviluppo per il periodo post-2015 (REX/386). (ism) ● Il CESE info è inoltre disponibile in 23 lingue, in formato PDF, sul sito Internet del CESE: ESE: http http://www.eesc.europa.eu/?i=portal.en.eesc-info Béatrice Ouin – rappresentante dei membri CESE nel comitato editoriale (Francia, gruppo Lavoratori) Peter Lindvald-Nielsen (caporedattore) Henry Borzi Henry Borzi (hb) Inmaculada Sandoval Mora (ism) Leszek Jarosz (lj) Milen Minchev (mm) Siana Glouharova (sg) Silvia M. Aumair (sma) Redattrice: Indirizzo: Agata Berdys (ab) Comitato economico e sociale europeo Jacques Delors Building, 99 Rue Belliard, B-1040 Bruxelles, Belgio Tel.: +32 25469476 Fax: +32 25469764 E-mail: eescinfo@eesc.europa.eu Sito web: http://www.eesc.europa.eu/ Comitato editoriale: Hanno collaborato a questo numero: Alice Tétu (at) Caroline Alibert Deprez (cad) Chloé Lahousse-Juarez (clh) Fabiola Giraldo Restrepo (fgr) CESE info viene pubblicato nove volte l’anno in occasione delle sessioni plenarie del CESE. Le versioni a stampa di CESE info in tedesco, inglese e francese possono essere ottenute gratuitamente presso il servizio Stampa del Comitato economico e sociale europeo. CESE info è inoltre disponibile in 23 lingue, in formato PDF, sul sito Internet del CESE: URL: http://www.eesc.europa.eu/?i=portal.en.eesc-info. CESE info non può essere considerato un resoconto ufficiale dei lavori del CESE. A tal fine si rimanda alla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea o ad altre pubblicazioni del CESE. La riproduzione – con citazione della fonte – è autorizzata (a condizione di inviare una copia alla redazione). Tiratura: 12 310 copie Prossimo numero: dicembre 2014 Ottobre 2014/8
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