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ISSN 1830-6349
Comitato economico e sociale europeo
CESE info
Comitato economico e sociale europeo
un ponte tra l’ Europa e la società civile organizzata
Luglio 2014 | IT
EDITORIALE
Risultati delle elezioni
europee, colpo
di avvertimento
o campanello di allarme?
“
Un campanello di
allarme è meno pericoloso di
un colpo di avvertimento ma
nessuno dei due dovrebbe
essere ignorato. Quelli che
si sono spostati all’estrema
destra o all’estrema sinistra,
o perfino coloro che sono
rimasti a casa, stanno
dicendo qualcosa e vanno
ascoltati. Ciò che dicono è:
vogliamo che i nostri bisogni
siano la cosa più importante
per la classe dirigente.
”
Non vi è alcun dubbio che i risultati di
queste elezioni europee abbiano gettato
lo scompiglio nella classe dirigente dell’Unione europea. Mentre gli schieramenti
politici di tutti i colori cercano di capire in
quale misura i risultati abbiano modificato
la loro situazione, molti analisti appaiono
sorpresi, anche se questo è il risultato che
era stato previsto da più parti.
«Ve l’avevo detto che stavo male», recita
l’iscrizione sulla tomba del famoso comico
Spike Milligan. L’UE non è affatto morta ma
i suoi leader sapevano da anni che la crisi
era qualcosa di più serio di un malessere
passeggero. Sapevano che stava provocando tensioni sociali e potenzialmente
sconvolgimenti politici ma sono sembrati
incapaci di passare dal contenimento della
crisi all’attenuazione dei suoi effetti peggiori: disoccupazione giovanile di massa,
povertà e disperazione.
Si è così creato un bacino di arruolamento
ideale per tutti quei partiti che pretendono
di avere le risposte giuste. Che sia farla finita con l’austerità, frenare l’immigrazione ovvero
uscire dall’UE, i partiti che il mese scorso hanno conquistato di colpo l’UE hanno offerto ai
disillusi elettori europei un’opportunità di far sentire la propria voce. E in Gran Bretagna,
Francia, Spagna e Grecia queste voci hanno risuonato forti e chiare.
L’«ultimo avvertimento» degli elettori europei
Gli elettori europei sono andati alle urne alla fine di maggio e hanno espresso chiaramente
le loro preoccupazioni per la direzione che sta prendendo l’UE
Mentre i parlamentari europei neoeletti si davano da fare per trovare degli alleati e formare
dei gruppi politici, i risultati provvisori erano i seguenti:
Partito popolare europeo (PPE)
Alleanza progressista di Socialisti e Democratici (S&D )
Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa (ALDE)
Verdi/Alleanza libera europea
Conservatori e riformisti europei (ECR)
Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica (GUE/NGL)
Deputati non iscritti
Europa della libertà e della democrazia (EFD)
Altri
221
190
59
52
46
45
41
38
59
(29,43 %)
(25,3 %)
(7,86 %)
(6,92 %)
(6,13 %)
(5,99 %)
(5,46 %)
(5,06 %)
(7,86 %)
(Fonte: PE, 5 giugno 2014)
Il tasso di affluenza è salito di quasi un punto
percentuale fino al 43,09 %, arrestando il
costante declino osservato dalle prime elezioni
del Parlamento europeo nel 1979. La massima
affluenza (90 %) si è registrata in Lussemburgo
e in Belgio, paesi in cui il voto è obbligatorio,
mentre quella più bassa si è avuta in Slovacchia
(solamente 13 %). I tre principali gruppi politici
del Parlamento europeo hanno perso dei seggi
rispetto alle precedenti elezioni europee, mentre i partiti euroscettici ne hanno ottenuto un
numero significativamente maggiore rispetto
alle elezioni del 2009.
Riconquistare la fiducia
ha dichiarato il Presidente del CESE Henri
Malosse. «Queste elezioni potrebbero essere
le ultime se l’Europa non cambia. Ancora una
volta ci si è lasciati sfuggire l’occasione di
affrontare le principali questioni
che preoccupano i cittadini in
merito all’Europa e non è stato
proposto alcun progetto politico
alternativo. La priorità è riguadagnare la fiducia popolare».
Shada Islam, esponente dell’organizzazione Friends of Europe, ha
dichiarato che questo «appello»
degli elettori richiedeva risposte urgenti
e un riesame radicale delle priorità dell’UE.
«Bisogna spostare l’attenzione dall’austerità alla crescita e all’occupazione. L’UE
L’ala moderata degli schieramenti politici europei che detiene ancora la maggioranza,
a dispetto di questo terremoto elettorale, ha due alternative: ignorare i risultati e continuare
come prima; oppure ascoltare e imparare da quanti hanno compiuto una scelta politica
che non avrebbero forse preso in considerazione ai ‘vecchi tempi’, quando i politici erano
credibili e i banchieri erano più interessati ai bilanci che non ai loro bonus.
«Il messaggio dei cittadini europei non lascia
dubbi: questo voto è l’ultimo avvertimento»,
Un campanello di allarme è meno pericoloso di un colpo di avvertimento ma nessuno dei
due dovrebbe essere ignorato. Quelli che si sono spostati all’estrema destra o all’estrema
sinistra, o perfino coloro che sono rimasti a casa, stanno dicendo qualcosa e vanno ascoltati.
Ciò che dicono è: vogliamo che i nostri bisogni siano la cosa più importante per la classe
dirigente.
Henri Malosse, Presidente del CESE, a proposito delle elezioni europee
E i leader dell’UE hanno cinque anni di tempo per dimostrare di aver capito che i bisogni della
gente contano davvero. Gli elettori hanno fatto esattamente quanto era stato loro richiesto,
ovvero «agire, reagire, decidere». Ora tocca ai politici fare lo stesso e reagire provocando un
impatto positivo e durevole per tutti gli europei.
Jane Morrice
Vicepresidente del CESE responsabile della Comunicazione
DATE DA RICORDARE
8-18 luglio 2014 /
CESE, Bruxelles:
Mostra fotografica One Third
(«Un terzo»)
10 e 11 settembre 2014 /
CESE, Bruxelles:
IN QUESTO NUMERO
2
3
Riunioni e attività del CESE
durante la presidenza
italiana
4
Roman Haken: comunicare
l’Europa assieme ad altre
istituzioni a livello locale
sessione plenaria del CESE
La politica dell’UE in
materia di energia e clima
deve essere rimodulata:
è essenziale stabilire degli
obiettivi vincolanti
deve impegnarsi di più per comunicare con
i cittadini».
Ciononostante, il Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso
rimane ottimista: «I risultati mostrano che
è possibile formare una maggioranza molto
solida e funzionale. Queste forze politiche...
condividono un consenso fondamentale
sull’Europa che ora è necessario rafforzare».
Non tutti condividono questa posizione. «La
tentazione a Bruxelles e nelle capitali degli
Stati membri sarà di considerare queste
elezioni come un picco di antieuropeismo
mentre la crisi dell’eurozona si placherà e la
situazione economica migliorerà», ha messo
in guardia Mats PERSSON, direttore del
gruppo di riflessione Open Europe.
«Si tratterebbe di una scommessa
estremamente rischiosa».
Immediatamente dopo le elezioni,
l’attenzione si è spostata verso la
nomina del prossimo presidente
della Commissione. Il Parlamento
europeo dovrebbe riunirsi dal 14 al
17 luglio per eleggere il presidente
sulla base di una proposta del Consiglio
europeo, consentendo alla nuova Commissione di assumere le proprie funzioni il
1° novembre 2014.
●
Europa, è ora di cambiare!
I risultati delle elezioni europee di maggio,
nelle quali i partiti euroscettici e critici dell’UE
hanno fatto il pieno di voti, dimostrano in
modo inequivocabile che si è venuta a creare una distanza sempre maggiore tra i cittadini e le istituzioni europee. Il dato reale
emerso dalle elezioni è allarmante: ancora
una volta, l’affluenza è stata inferiore
al 50 % degli aventi diritto.
Il messaggio inviato dagli elettori europei
non lascia margini di dubbio: questo voto
è il loro ultimo avvertimento. Se l’Europa
non cambia, c’è il rischio che queste siano
le ultime elezioni europee.
Quali insegnamenti possiamo trarre, allora,
da queste elezioni?
● Oggi la cosa più importante è riconquistare la fiducia dei cittadini
e far sì che tornino a credere nel
progetto europeo. I partiti politici
devono dare veramente ascolto alle
preoccupazioni e alle paure dei cittadini. Non basta salire in cattedra
e rimproverarli perché non sono andati
votare (o hanno votato i partiti
sbagliati).
● L’Europa deve passare alle azioni
concrete. I suoi dirigenti e i rappresentanti dei cittadini non devono
aver paura di affrontare le questioni
più urgenti e di parlare con voce forte
e chiara, senza temere le controversie.
● Occorre riformare la governance
dell’Europa. Un cambiamento radicale sarà possibile solo se si darà maggiore considerazione alle iniziative dei
cittadini e se vi sarà un efficace coordinamento con le organizzazioni della
società civile. Forse si potrebbero anche
nominare dei commissari competenti
per questi aspetti o lanciare un’ampia
consultazione cui partecipino tutti
i cittadini, in modo da poter lavorare
insieme per definire le priorità europee.
● L’Europa deve ripristinare uno
spirito di solidarietà tra Stati
e cittadini, e impegnarsi sulla via
dell’integrazione economica e sociale.
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“
Il messaggio inviato
dagli elettori europei non
lascia margini di dubbio:
questo voto è il loro ultimo
avvertimento. Se l’Europa
non cambia, c’è il rischio
che queste siano le ultime
elezioni europee.
”
Nessuno Stato europeo – neppure tra
quelli più grandi – sarà in grado di
affrontare da solo le grandi sfide del
futuro.
>>> pagina 2
Le priorità della presidenza italiana del Consiglio dell’UE
Continua da pag. 1
Europa, è ora di cambiare!
La presidenza italiana
dell’UE del prossimo
semestre si adopererà per
il rilancio della crescita in
Europa – tema al centro
del suo programma.
Il secondo ambito di attività sarà la promozione
dei diritti fondamentali, con particolare riguardo
all’attuazione degli orientamenti strategici adottati dal Consiglio europeo in materia di giustizia
e affari interni. Sarà data la massima priorità alla
questione dell’immigrazione.
Le nostre attività si concentreranno in tre ambiti.
L’ultimo dei tre ambiti, che vorrei definire come
il nostro impegno globale, riguarderà le regioni
situate oltre i confini dell’Unione europea,
a cominciare dai paesi più vicini: quelli del Partenariato orientale, del Mediterraneo e dei Balcani.
© ruskpp
Il primo sarà l’economia.
Lavoreremo a sostegno sia
della crescita che dell’occupazione. Ciò significa
Stefano Sannino, Rappresentante dare priorità all’economia
permanente dell’Italia presso
reale e, in particolare, alla
l’Unione europea
politica industriale, all’economia digitale e al rafforzamento del mercato unico. Un aspetto centrale
sarà il contributo che intendiamo dare al processo di revisione della strategia Europa 2020.
Nei prossimi mesi vi saranno grandi cambiamenti
nel quadro istituzionale dell’UE – l’inizio delle
attività del nuovo Parlamento europeo, il rinnovo
della Commissione e la nomina del nuovo Presidente del Consiglio e dell’Alto rappresentante
per gli affari esteri e la politica di sicurezza. La
presidenza italiana sarà in una posizione ideale per contribuire efficacemente a ridefinire
l’agenda europea per i prossimi cinque anni,
incentrandola principalmente sulla crescita.
Sono convinto che il Comitato economico
e sociale europeo, particolarmente attento
a questi temi, saprà sostenere le nostre scelte.
Contiamo sulla sua partecipazione in ogni fase di
questo processo, che ovviamente non si esaurirà
in questi sei mesi.
●
Riunioni e attività del CESE durante la presidenza italiana
Calendario provvisorio degli eventi
1° luglio – 31 dicembre 2014
Audizione sul tema La strategia UE per la regione adriatico-ionica (EUSAIR): sfide e opportunità di crescita, occupazione e coesione
territoriale. Interventi di Rosario Crocetta, Presidente della regione Sicilia, e di Domenico Tucci, commissario della provincia di
Palermo
Discussione tematica alla riunione della sezione ECO: Il ruolo della politica tributaria in un’UEM che funzioni correttamente
Conferenza-seminario: Completare l’UEM: una tabella di marcia per la prossima legislatura europea
Digital Venice (Presidenza Italiana + Commissione)
Presentazione delle priorità alla plenaria del CESE (da confermare)
Riunione straordinaria del II gruppo sul tema Il ruolo dei consigli nazionali e del CESE nella governance democratica
Audizione pubblica nel quadro di un gruppo di studio con la partecipazione di un produttore leader di mobili
Conferenza Smart Cities – con l’Associazione Amerigo (D. Rondinelli) + il Gruppo Digital Agenda
Seminario nel quadro degli Open Days 2014 – Città specializzate: una chiave di successo, con la partecipazione del sindaco di
Torino, Piero Fassino, in qualità di oratore
Conferenza Potenziare le infrastrutture digitali: banda larga, uso e mestieri
Serata italiana
Osservatorio del mercato interno
Riunione del III gruppo sul tema Nuovo Welfare con la Fondazione Cariplo, la Compagnia di San Paolo e il Forum Ania-Consumatori
Audizione organizzata dal gruppo di studio ECO/362. Mappatura delle strategie macroregionali in Europa
Riunione straordinaria dell’ufficio di presidenza della CCM. Visita a un istituto di ricerca e a un’acciaieria
Seminario della società civile sui media – Mezzi di comunicazione europei e informazione dei cittadini
Revisione intermedia della strategia Europa 2020
Riunione straordinaria dell’ufficio di presidenza del I gruppo (da confermare) – aperta anche ai membri italiani degli altri gruppi
Mostra su Expo Milano 2015 (da confermare)
Palermo, 27 maggio
Circa 2 580 persone hanno visitato il CESE durante
la giornata Porte aperte
2
Facendo riferimento alle questioni più importanti per i cittadini – l’ambiente, l’occupazione
e l’economia – sono stati scelti tre temi centrali
per presentare al pubblico l’attività del CESE:
l’Europa della crescita, l’Europa sociale e l’Europa
sostenibile. L’organizzazione in tre ambiti tematici
ha consentito al personale e ai membri delle sei
sezioni del Comitato di rispondere alle domande
dei visitatori. I tre gruppi e la Presidenza avevano
un loro stand.
Inoltre, ormai nell’imminenza delle elezioni
europee, i visitatori hanno avuto la possibilità
di registrare un videomessaggio nel quale hanno
comunicato al nuovo Parlamento europeo i loro
desideri, le loro aspettative e le loro richieste
in merito ai tre temi centrali: Europa sociale,
Europa della crescita ed Europa sostenibile.
Questi videomessaggi sono ora online sul sito
web della Commissione e saranno trasmessi al
nuovo Parlamento europeo, che sarà chiamato
a reagire e a decidere. Per l’occasione sono stati
organizzati numerosi giochi, attività e quiz per
tutta la famiglia.
Il progetto europeo ha portato pace e prosperità al nostro continente.
È compito di tutti i rappresentanti eletti proseguire il lavoro iniziato
e fare di noi degli europeisti convinti, proponendo azioni significative
che diano forma alla nostra identità europea.
●
La presidenza italiana
alla ricerca di risposte
pratiche ai bisogni
dei cittadini
In luglio, l’Italia assumerà la presidenza semestrale dell’UE in un
momento di transizione cruciale. Sarà suo compito sovrintendere al
delicato passaggio di poteri dalla vecchia alla nuova Commissione
europea, all’insediamento del nuovo Parlamento europeo e alla
nomina del nuovo Presidente della Commissione e del nuovo Alto
rappresentante per gli Affari esteri.
CESE, 17 giugno
Roma, CNEL, 20 giugno
Venezia, 8 luglio
CESE, 9 e 10 luglio
Roma, CNEL, 26 settembre
Mestre, settembre
CESE, 2 ottobre (da confermare)
CESE, 7 ottobre
Palermo, 9 e 10 ottobre (da confermare)
CESE, 15 ottobre
Palermo, 20 ottobre
Milano, 23 e 24 ottobre
CESE, 29 ottobre
Roma /Terni, ottobre (da confermare)
Milano, 27 e 28 novembre (da confermare)
Roma, CNEL, dicembre 2014
Bergamo (da confermare)
Bruxelles, autunno
Rilanciare l’economia, trovare un lavoro,
salvaguardare l’ambiente: questi sono i grandi temi che oggi
stanno a cuore ai cittadini europei
Sabato 17 maggio 2014 dalle 10.00 alle 18.00,
il Comitato economico e sociale europeo (CESE),
insieme alle altre istituzioni europee, ha aperto
al pubblico le porte della sua sede, dando ai visitatori la possibilità di approfondire questi temi
con membri del CESE provenienti da vari Stati
membri e da diversi settori, e di scoprire in che
modo il Comitato può influire sulle decisioni
adottate dall’UE. All’invito hanno risposto circa
2 580 persone.
● La politica dell’UE deve essere reimpostata. Occorre concentrare
l’attenzione sui settori in cui vi è un reale valore aggiunto,
affrontando i problemi che sono di primaria importanza
per gli europei e lasciando agli Stati membri i problemi che possono essere risolti meglio al loro livello.
● L’Unione europea deve fare maggiore affidamento sulle
organizzazioni della società civile. Una cooperazione e un
coordinamento più stretti con il Comitato economico e sociale
contribuiranno a riconquistare la fiducia degli europei. L’Europa
deve parlare con una sola voce, perché solo così sarà in grado
di realizzare il suo potenziale e di avere un ruolo fondamentale
e incisivo sulla scena mondiale.
fonte: www.italia2014.eu
© Ministero degli Affari esteri italiano
Di Stefano Sannino, rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unione europea
Il nuovo logo della presidenza italiana
«Ma sarà anche un periodo pieno di opportunità», sottolinea
l’ambasciatore italiano presso l’UE Stefano Sannino, «che ci consentirà di contribuire a definire il programma dell’Unione europea
per i prossimi cinque anni, e dovremo farlo di concerto con tutti
i nostri partner».
Insieme al Comitato economico e sociale europeo, l’Italia sta organizzando una serie di eventi che coinvolgono la società civile su temi
quali l’unione monetaria, l’infrastruttura digitale, il mercato interno,
le strategie regionali dell’UE e altri ancora.
La presidenza italiana dovrà affrontare lo scontento espresso
dagli elettori europei nel voto dello scorso maggio e soddisfare la
richiesta di cambiamento all’interno dell’Unione, che non è possibile ignorare: «Il meglio che possiamo fare è fornire soluzioni
pratiche che rispondano ai bisogni dei cittadini», afferma Sannino,
«quanto più ci avviciniamo alla gente, tanto più potremo ridurre
l’euroscetticismo».
Per far questo, l’Italia pone al centro del suo ambizioso programma il
tema della crescita, promuovendo un’Europa delle opportunità, dei
diritti e dell’impegno globale.
Un’Europa delle opportunità e dei diritti
I visitatori hanno avuto l’opportunità di registrare un
videomessaggio nel quale hanno comunicato al nuovo
Parlamento europeo i loro desideri e le loro richieste
Oltre a dibattiti con i membri del CESE e interessanti sessioni informative per i visitatori di tutte le
età, il programma della giornata ha offerto anche
un concerto, vari giochi e la slackline, con la quale
i visitatori più coraggiosi hanno potuto mettere
alla prova le loro capacità di equilibrismo. Il quiz ha
riscosso grande successo, confermando l’interesse
registrato in questi ultimi anni.
Fedele al suo motto «Parliamo d’Europa!», la
giornata Porte aperte ha saputo rispondere alle
aspettative dei visitatori sull’evento. (fgr) ●
La presidenza italiana assegnerà un posto prioritario all’occupazione,
stilando un bilancio del sistema europeo di garanzia per i giovani
e lavorando a iniziative di finanziamento della crescita. Porterà avanti
i piani per una «rinascita industriale» europea e promuoverà l’economia digitale, che potrebbe creare oltre un milione di posti di lavoro.
Un’altra componente molto importante del suo programma saranno
le politiche energetiche e climatiche, specialmente alla luce degli
eventi in Ucraina.
In maggio Frontex, l’agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne dell’Unione, ha segnalato
un forte aumento dell’immigrazione illegale, specialmente dall’Africa, il che è fonte di preoccupazione non soltanto in Italia, ma
in tutta l’Unione, osserva Sannino. La presidenza italiana spera di
superare le divergenze tra Nord e Sud per arrivare a un approccio
europeo unitario all’immigrazione accompagnato da un sostegno
allo sviluppo della regione mediterranea, che dovrebbe contribuire
a ridurre i flussi migratori.
●
«Dare alla futura Europa un nuovo volto»
Difficile immaginare, allora, come sarebbe diventata
l’Unione europea oggi, a più di cinquantacinque anni
di distanza: 28 Stati membri su una superficie che si
estende dall’Oceano Atlantico al Mar Nero, un mercato unico in cui persone, merci e servizi circolano
liberamente, un ruolo guida mondiale su questioni
come i cambiamenti climatici e quasi 70 anni di vita
condivisa in pace.
La ricostruzione
Cinquantasei anni fa, per l’esattezza il 19 maggio 1958,
aveva luogo, presso la sede del senato belga a Bruxelles, la sessione costitutiva del CESE. In quell’occasione
Walter Hallstein, primo Presidente della Commissione
europea, aveva sottolineato «l’importanza dei compiti
che il Comitato economico e sociale deve affrontare
La creazione del Comitato economico e sociale è stata
proposta per la prima volta nel 1948 al Congresso
dell’Aia, nel quadro del processo di ricostruzione
avviato all’indomani della Seconda guerra mondiale.
Il Trattato di Lisbona, in vigore dal 1° dicembre 2009, ha
rafforzato il ruolo dei CESE, confermando che la democrazia rappresentativa deve essere affiancata dalla
democrazia partecipativa e dal dialogo con i cittadini.
La politica dell’UE in materia di energia e clima deve essere
rimodulata: è essenziale stabilire degli obiettivi vincolanti
La politica dell’UE in materia di energia e clima
è stata tra le priorità della 499a sessione plenaria del
Comitato economico e sociale europeo (CESE). Alla
presenza di Günther Oettinger, commissario UE per
l’Energia, i membri del Comitato hanno adottato cinque pareri a larghissima maggioranza.
Quadro per l’energia e il clima per il 2030
Il commissario Oettinger si è soffermato sull’elevata
dipendenza energetica dell’UE e sulla scarsa diversificazione delle fonti di approvvigionamento, per
cui alcuni Stati membri si trovano a dipendere da
un’unica fonte. Pur approvando in linea generale le
proposte formulate dalla Commissione, il CESE vuole
andare oltre.
Il Comitato condivide appieno l’obiettivo di ridurre
le emissioni di gas a effetto serra del 40 % e quello
di portare la quota delle energie rinnovabili al 27 %,
ma chiede anche che vengano fissati degli obiettivi
nazionali specifici in materia di energie rinnovabili,
per orientare gli interventi degli Stati membri.
Occorre coinvolgere la società civile
Ulla Sirkeinen,
membro del CESE
«La società civile rappresenta
tanto i consumatori quanto
i produttori, e le loro esperienze
e conoscenze, nonché il loro
buon senso vanno integrati nei
piani energetici nazionali», ha
affermato Ulla Sirkeinen (Finlandia, gruppo Datori di lavoro).
Inoltre, la consultazione dei
paesi vicini da parte degli Stati
«Affinché i giovani di oggi siano in grado di dar forma
all’Europa di domani, è necessario che abbiano la
possibilità di condurre una vita autonoma, e quindi di
avere un lavoro adeguato alle loro qualifiche professionali», afferma la relatrice Christa Schweng, membro
austriaco del gruppo Datori di lavoro.
I tassi di disoccupazione tra i 15 e i 24 anni sono sempre
stati superiori a quelli della fascia 24-65 anni, ma la crisi
finanziaria ed economica ha colpito in modo particolare proprio i giovani in cerca di prima occupazione.
I dati di Eurostat indicano che, mentre fino alla fine del
2008 il tasso di disoccupazione dei giovani era pari al
doppio di quello della popolazione complessiva, alla
fine del 2012 il rapporto era passato a 2,6:1.
Ciò è dovuto a una riduzione nel numero di posti di
lavoro a seguito di una crescita fiacca o addirittura
500
th plenary session
9-10 | 07 | 2014
Uno speciale francobollo commemorativo
Nel corso degli anni il CESE, grazie all’impegno dei suoi
membri, ha svolto fedelmente il compito di rappresentare la società civile organizzata, formulando validi
consigli rivolti direttamente ai decisori europei. Alle
sue sessioni plenarie hanno partecipato commissari
europei, leader politici ed economici di tutto il mondo,
attivisti per la libertà ed esponenti del mondo artistico.
che si tenga conto degli aspetti legati alla competitività
e all’economia, comprese le misure intese a evitare il
rischio di delocalizzazione delle emissioni di carbonio.
Mobilità urbana competitiva ed efficace
sul piano delle risorse
Costi e prezzi dell’energia
La Commissione ha già affrontato in diversi documenti
i problemi legati alla congestione del traffico, all’aumento delle emissioni di CO2 e alla crescente «immobilità» urbana. Il CESE invita la Commissione a riunire tutte
queste iniziative in uno strumento unico, allo scopo di
aumentarne l’efficacia. Una mobilità urbana efficace
sul piano delle risorse presenta un aspetto economico
importante: essa potrebbe creare un nuovo mercato
europeo dei trasporti, generando innovazione e concorrenza nel rispetto dei più elevati standard ambientali
e sociali.
La politica in materia di energia e clima deve diventare
pienamente europea. Una vera e propria Comunità
europea dell’energia contribuirebbe ad accrescere
l’indipendenza e a ridurre i costi di produzione. La
particolare attenzione rivolta all’efficienza energetica
(soprattutto nel settore dell’edilizia) permetterebbe
di stimolare gli investimenti, mentre le sovvenzioni
dannose andrebbero soppresse per ridurre i costi
dell’energia.
Fratturazione idraulica
«L’Europa non può permettersi di rinunciare a nessuna
delle fonti energetiche interne disponibili», hanno
affermato Josef Zbořil (Repubblica ceca, gruppo Datori
di lavoro) e Sorin Ioniță (Romania, gruppo Attività
diverse), relatori del parere sul tema dell’esplorazione
di idrocarburi mediante la fratturazione, in cui si sottolineano gli aspetti economici e sociali degli investimenti nelle fonti energetiche interne. La fratturazione
idraulica permette di estrarre combustibili fossili e gas
da fonti altrimenti inaccessibili. Il CESE raccomanda
di condividere i proventi con le comunità locali, assicurando la piena trasparenza e i massimi standard di
sicurezza, e coinvolgendo la popolazione interessata.
Sistema UE per lo scambio di quote
di emissione (ETS)
Il CESE è favorevole a una revisione globale del sistema
UE per lo scambio di quote di emissione, a condizione
negativa, alla contrazione della domanda interna, ai
tagli di bilancio e al conseguente blocco delle assunzioni nel settore pubblico.
«Al momento di scegliere una professione i giovani
devono essere sostenuti da consulenti qualificati.
Un’analisi del fabbisogno di forza lavoro a medio
termine, soprattutto a livello locale, può influenzare
positivamente la scelta della professione», afferma
Schweng.
Il Comitato ha individuato una serie di provvedimenti
che possono contribuire a combattere la disoccupazione giovanile e ha fornito alcuni esempi su raccomandazione dei suoi membri.
Solo una strategia basata sulla crescita e orientata
al rafforzamento della competitività e al ripristino
della fiducia di investitori e famiglie, accompagnata da investimenti sostenibili e da un piano di
ripresa economica può stimolare la domanda di
forza lavoro.
Esito della votazione: 124 voti favorevoli, 1 voto contrario e 4 astensioni. (hb)
●
Pacchetto «Energia e cambiamenti climatici»
La politica dell’UE in materia di energia deve essere
orientata alla sicurezza e alla disponibilità energetica
a prezzi contenuti, e deve tener conto della competitività
economica e degli obiettivi riguardanti i cambiamenti
climatici. Il CESE appoggia un accordo internazionale
ambizioso sulla protezione del clima e la sua effettiva
attuazione. Questo deve alla fine portare alla definizione della futura politica dell’UE in materia energetica
e ambientale.
Dopo il dibattito su temi legati all’energia e ai cambiamenti climatici, il CESE ha adottato quattro pareri su
argomenti connessi.
Alla sessione plenaria di luglio è prevista una breve presentazione che rievocherà le prime riunioni e ripercorrerà
lo sviluppo del Comitato. È inoltre prevista l’emissione di
uno speciale francobollo commemorativo.
●
membri prima di adottare decisioni lungimiranti
dovrebbe essere obbligatoria.
Contrastare la disoccupazione giovanile
La lotta alla disoccupazione giovanile è una delle
maggiori sfide del nostro tempo. Alla luce del ruolo
svolto dal CESE e del suo attento monitoraggio della
situazione, la presidenza greca ha chiesto al Comitato
di formulare raccomandazioni fondate sulle pratiche
in vigore negli Stati membri.
European Economic and Social Committee
Comité économique et social européen
Europees Economisch en Sociaal Comité
L’Europa deve svolgere un ruolo guida
per giungere a un ambizioso accordo
globale sul clima
I cambiamenti climatici determinano fenomeni come le
inondazioni, la siccità, la carenza di prodotti alimentari,
i conflitti per ottenere risorse scarse e le migrazioni di
massa. Pertanto è fondamentale giungere a un ambizioso accordo globale sul clima. «L’Europa deve svolgere
un ruolo più importante nella modifica – assolutamente
indispensabile – della politica climatica sul piano mondiale. È quindi essenziale che l’UE si esprima con una
sola voce alla Conferenza delle Parti (COP) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti
climatici (UNFCCC) che si terrà l’anno prossimo in Francia.
Solo così l’influenza e la leadership dell’Europa saranno
abbastanza forti da essere all’altezza della sua posizione
di primo piano nell’ambito della lotta contro i cambiamenti climatici», ha affermato il Presidente del CESE Henri
Malosse in un invito ad intensificare la cooperazione e la
solidarietà tra gli Stati membri. (sma)
●
© vladimir salman
e la portata del ruolo che esso è chiamato a svolgere
nell’organizzazione di un mercato comune europeo
e nel dare alla futura Europa un nuovo volto».
Esito della votazione:
NAT/636 (Quadro per le politiche dell’energia e del clima
per il periodo 2020-2030) – 198 voti favorevoli, 23 voti
contrari e 13 astensioni.
NAT/629 (Esplorazione di idrocarburi mediante la
fratturazione) – 163 voti favorevoli, 18 voti contrari
e 10 astensioni.
NAT/637 (Sistema di scambio di quote di emissione dell’UE) – 167 voti favorevoli, 2 voti contrari
e 10 astensioni.
TEN/547 (Costi e prezzi dell’energia) – 140 voti favorevoli, 10 voti contrari e 13 astensioni.
Negoziati commerciali transatlantici
In un nuovo parere (REX/390) il CESE appoggia un partenariato transatlantico su commercio e investimenti
(TTIP) di successo, che il Comitato ritiene possa essere un
fattore significativo per generare una crescita reale e alimentare l’ottimismo. È tuttavia importante che i benefici
del TTIP siano ripartiti equamente fra gli imprenditori,
i lavoratori, i consumatori e la comunità.
Esito della votazione: 185 voti favorevoli, 7 voti contrari
e 10 astensioni.
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© Gts
Nel luglio 2014 il Comitato economico e sociale
europeo si riunirà a Bruxelles per una delle sue periodiche sessioni plenarie, ma questa non sarà assolutamente un’occasione come tante: si tratta infatti della
500a sessione plenaria dall’istituzione del Comitato,
avvenuta nel 1957 in virtù del Trattato di Roma.
LA SESSIONE PLENARIA IN SINTESI
IN BREVE
La società civile chiede una politica europea
integrata per il settore dell’aviazione
L’aviazione europea è posta di fronte a sfide inaudite:
i suoi modelli imprenditoriali tradizionali sono sotto pressione
e molti soggetti del settore stanno operando in perdita, mettendo a rischio la crescita e l’occupazione nell’UE.
Il 19 maggio 2014 un convegno ad alto livello del CESE sul tema
La società civile chiede una politica europea integrata per
il settore dell’aviazione – Chi c’è a rispondere? ha appunto
esaminato fino a che punto questa situazione sia imputabile
all’assenza di una politica dell’aviazione veramente europea.
rappresentano una minaccia per molte compagnie aeree, in
particolare nel segmento regionale e in quello tradizionale,
e ha sottolineato che sono necessarie fusioni nel mercato,
perché 150 compagnie aeree europee che si fanno concorrenza a livello mondiale sono semplicemente troppe.
Temel Kotil, amministratore delegato (CEO) di Turkish Airlines
e presidente dell’Associazione delle compagnie aeree europee (AEA) ha affermato che bisogna spostare il centro degli
interessi dall’Europa: «Dobbiamo seguire il flusso degli scambi
e guardare a Est, aumentare il traffico con l’Africa e l’Estremo
Oriente».
Il convegno è stato aperto dal presidente della sezione TEN
Stéphane Buffetaut (Francia, gruppo Datori di lavoro), che
ha sottolineato il ruolo attivo del CESE nel modernizzare la
mobilità all’interno dell’UE, aggiungendo che il coinvolgimento della società civile è stato essenziale per raggiungere
un accordo che stabilisse le misure per ridurre del 60 % le
emissioni di CO2 prodotte dal settore dei trasporti entro il 2050.
Dal dibattito è emerso cosa potrebbe effettivamente significare una maggiore integrazione nell’aviazione europea e con
quali strumenti dovrebbe essere attrezzata una «cassetta di
pronto soccorso» per il settore. Margus Rahuoja, capo di gabinetto del vicepresidente Kallas, è giunto a questa conclusione:
«Deduco che, di fronte alle tante sfide, si è favorevoli a che la
Commissione assuma un atteggiamento più combattivo in
materia di regolamentazione».
Il vicepresidente della Commissione europea Siim Kallas
ha riconosciuto che le sfide sul piano della concorrenza
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GOING LOCAL
Roman Haken: comunicare l’Europa assieme ad altre istituzioni a livello locale
Roman Haken, membro del CESE
Béatrice Ouin, membro francese del
gruppo Lavoratori del CESE e rappresentante dei consiglieri in seno al comitato di
redazione di CESE Info, sta conducendo
una serie di interviste con i suoi colleghi del
Comitato per conoscere meglio i loro interessi. Di recente ha incontrato Roman Haken,
membro ceco del gruppo Attività diverse
e membro del Centro per l’organizzazione
comunitaria della Moravia centrale.
CESE Info: Nella Repubblica
ceca la comunicazione
sull’Europa è organizzata
congiuntamente da
parlamentari europei
e da membri del Comitato
economico e sociale europeo
e del Comitato delle regioni.
Potrebbe dirci chi ha preso
l’iniziativa e quali azioni
avete intrapreso insieme?
Roman Haken: La nostra delegazione al
CESE svolge un lavoro di équipe nel quadro delle attività «Going local». A Bruxelles
abbiamo preso parte a diverse riunioni con
degli europarlamentari, riunioni che a volte
erano organizzate dal CESE e a volte dal
Parlamento europeo. A livello nazionale,
nel mese di maggio abbiamo tenuto alcune
riunioni con i membri della commissione
Affari europei del Parlamento ceco, mentre l’anno precedente avevamo incontrato
i loro omologhi del Senato. Abbiamo preso
l’iniziativa di presentare la nostra delegazione come un gruppo di rappresentanti
cechi attivi a livello UE. Inoltre, operiamo in
stretta collaborazione con la rappresentanza
della Commissione europea a Praga e con il
ministero ceco degli Affari esteri. Formiamo
un’équipe e, con l’aiuto del dipartimento
Comunicazione del CESE, ci adoperiamo
tutti per sfruttare al massimo le possibilità
che ci vengono offerte.
Quali sono le azioni specifiche
che i membri cechi del CESE
hanno lanciato per mettere in
luce le iniziative della società
civile?
In qualità di membri del Comitato, informiamo le nostre rispettive organizzazioni
rappresentative delle attività che portiamo
avanti all’interno del CESE e delle posizioni
di quest’ultimo. I nostri membri sono invitati a intervenire in occasione di seminari
e di workshop su tematiche connesse
all’UE. Queste manifestazioni sono organizzate dalle autorità statali ceche, da enti
regionali, università o piattaforme nazionali
della società civile. Alcuni di noi tengono
conferenze nelle università oppure si recano
nelle scuole secondarie per presentare il
CESE e illustrare le sue attività. In futuro
potrebbe risultare utile distaccare un membro del personale del CESE affinché lavori
a livello nazionale, presso la Casa europea
della Repubblica ceca (in cui sono rappresentati la Commissione europea e il Parlamento europeo), nonché disporre di misure
organizzative di sostegno a livello nazionale.
Lei è membro del Centro
per l’organizzazione
comunitaria (CCO) della
Moravia centrale. Potrebbe
descriverci questa
organizzazione e il ruolo che
essa svolge nel suo paese?
Il Centro per l’organizzazione comunitaria è un’organizzazione non governativa
senza fini di lucro che fornisce informazioni e servizi di consulenza a rappresentanti delle amministrazioni pubbliche,
delle organizzazioni civili e delle imprese
in diversi ambiti, tra cui: la partecipazione
dei cittadini e delle ONG allo sviluppo locale
e regionale; lo sviluppo locale sostenibile;
la politica regionale dell’UE e lo sviluppo
regionale nella Repubblica ceca; la formazione, il sostegno e il rafforzamento delle
organizzazioni non governative e senza
fini di lucro; e le valutazioni ambientali
strategiche. Il CCO si occupa anche dell’elaborazione e dell’attuazione di programmi
di partecipazione cittadina nel quadro di
processi di pianificazione e decisione. Si
può trattare, ad esempio, di programmi per
la partecipazione dei cittadini alla pianificazione e alla progettazione di spazi pubblici,
del rilancio di insediamenti urbani, dell’elaborazione di strategie di sviluppo comunitarie e della pianificazione di servizi sociali
o di investimenti. Il CCO offre anche servizi
di consulenza riguardo alla realizzazione di
progetti locali di sviluppo socioeconomico
nel rispetto dei principi della sostenibilità,
e organizza attività intese a promuovere
i principi del partenariato e la trasparenza
del processo decisionale nel quadro della
politica regionale dell’Unione europea.
Inoltre, il CCO si occupa del sostegno e della
formazione dei membri delle organizzazioni civiche senza fini di lucro a tutti i livelli.
Infine, effettua la valutazione ambientale
strategica dei piani, dei programmi e delle
strategie.
●
La mostra fotografica
One Third, organizzata
congiuntamente dalla
sezione specializzata Agricoltura, sviluppo rurale
e ambiente (NAT) e dal
dipartimento Comunicazione, si tiene nel quadro
dell’iniziativa del CESE
sugli sprechi alimentari,
uno dei progetti del programma Wind of Change sostenuto dal Presidente del Comitato Henri Malosse.
Il progetto ha preso spunto dalle conclusioni
del parere NAT/570 sul tema Prevenzione
e riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari (relatore: Somville, Belgio, gruppo
Attività diverse). Per prevenire gli sprechi
A maggio il Comitato economico
e sociale europeo ha celebrato il 10° anniversario dello storico allargamento dell’UE
ai paesi dell’Europa orientale, centrale
e meridionale con azioni a livello locale
(«Going local») e visite in alcuni dei paesi
interessati.
alimentari è necessario il pieno coinvolgimento di tutti i soggetti interessati – consumatori, produttori di alimenti, dettaglianti,
industrie e agricoltori – e il CESE, in quanto
portavoce della società civile organizzata,
può quindi svolgere un ruolo importante in
questo contesto. Il progetto del CESE si concentrerà specificamente su un aspetto che non
è ancora stato approfondito, ossia la possibilità
di ridurre questi sprechi con doni alimentari.
In particolare, il CESE ha commissionato
uno studio intitolato Comparative Study of
Legislation and Practice on Food Donation
in the EU Member States («Studio comparativo delle legislazioni e delle prassi degli Stati
membri in materia di doni alimentari»). Uno
degli obiettivi di questo studio è formulare
una serie di raccomandazioni su come applicare o interpretare la legislazione per facilitare
i doni alimentari nell’UE. I risultati dello studio
sono stati presentati al convegno intitolato
Food donation: fighting food poverty and
addressing food waste (Doni alimentari: combattere la povertà di cibo e far fronte agli sprechi alimentari), che si è svolto il 7 luglio 2014,
ed è stato seguito dall’inaugurazione ufficiale
della mostra nel foyer del 6° piano dell’edificio
JDE.
Si tratta di un’esposizione di fotografie dell’artista austriaco Klaus Pichler, che era stata
allestita originariamente nel quadro della
campagna Save Food della FAO per illustrare
il legame tra spreco individuale di cibo e globalizzazione della produzione alimentare. Le
immagini ritraggono una grande varietà di cibi
disposti come in un mazzo di fiori e fotografati
nel momento in cui iniziano a putrefarsi.
cammino futuro della Slovenia e dell’UE in
generale. In un evento trasmesso in diretta
alla televisione e radio nazionali, Stantič
è salito sul palco assieme al primo ministro
sloveno Alenka Bratušek e al commissario
all’ambiente Janez Potočnik. «Perché l’UE
diventi più democratica è indispensabile
che il processo decisionale non rimanga
ancorato al solo approccio intergovernativo, e che coinvolga in misura molto
maggiore i cittadini e la società civile», ha
affermato Stantič.
Il Presidente del CESE Henry Malosse si
è recato a Bratislava (Slovacchia), dove ha
incontrato il Presidente e il primo ministro
slovacchi congratulandosi con loro per la
crescita economica del paese e per il riuscito ingresso nell’area dell’euro.
«Visto il crescente euroscetticismo, ci sembra importante – in quanto rappresentanti
della società civile europea – ricordare il
contribuito che l’allargamento ha dato
all’UE», ha detto Malosse al pubblico presente a una cerimonia di gala. «Vogliamo
mettere in risalto gli sforzi compiuti, con
vigore e determinazione, da questi nuovi
Stati membri dell’UE, sforzi che hanno
permesso loro di essere oggi pienamente
integrati».
Malosse ha esortato i nuovi Stati membri a proporre idee nuove per il futuro
dell’Europa. Ora i loro cittadini godono
degli «stessi diritti e doveri di quelli degli
altri paesi dell’UE. Noi membri del CESE
siamo qui per mostrare chiaramente
che la società civile europea è unica
e indivisibile».
Trasmissione in diretta
A Lubiana (Slovenia) è stato il membro ceco
del CESE Cveto Stantič (Slovenia, gruppo
Datori di lavoro) a ripercorrere i dieci
anni dall’allargamento e a discutere del
IN BREVE
PRESTO AL CESE
Mostra fotografica One Third («Un terzo»)
Il CESE «on the road»
per celebrare l’allargamento
storico di dieci anni fa
QE-AA-14-006-IT-N
INTERVISTA TRA COLLEGHI
Il Consiglio inaugura la sua
nuova identità grafica
Dal 1° luglio il Consiglio europeo, il
Consiglio dell’UE, il Vertice euro, l’Eurogruppo e il segretariato generale del
Consiglio (SGC) avranno una nuova identità grafica.
Il nuovo logo associa
alla bandiera europea
un secondo elemento
iconografico ispirato
al nuovo palazzo
«Europa», che ospiterà
fonte: Consiglio europeo
il Consiglio e il ConsiUn nuovo logo per glio europeo entro il
●
il Consiglio europeo 2016. (hb)
La mostra sarà aperta al pubblico dall’8 al
18 luglio 2014.
●
Henri Malosse, Presidente del CESE, con
Martin Schultz, Presidente del Parlamento
europeo, e Maroš Šefčovič, vicepresidente
della Commissione europea
A Riga, presso l’Università della Lettonia, il
membro del CESE Andris Gobiņš (Lettonia,
gruppo Attività diverse) ha parlato davanti
a un pubblico di ONG, rappresentanti
ministeriali e docenti universitari, mentre il consigliere tedesco Dirk Leuffen ha
illustrato una ricerca che mostra che gli
interessi dei vecchi e quelli dei nuovi Stati
membri non sono poi così diversi.
Alle iniziative «Going local» hanno partecipato anche membri del Parlamento
europeo, che prima delle elezioni europee si sono recati in visita a Cipro, in
Lettonia, in Slovacchia e in Estonia. E in
occasione della Festa dell’Europa del 9
maggio sono stati organizzati eventi speciali in Lussemburgo, a Parigi, a Helsinki
e a Bruxelles.
●
Continua da pag. 3
La società civile chiede
una politica europea integrata
per il settore dell’aviazione
Matthew Baldwin, direttore nel settore Aviazione
e trasporti internazionali, DG Mobilità e trasporti
della Commissione europea, ha espresso grande
apprezzamento per il ruolo vitale del CESE nella
definizione delle politiche: «Non esiste iniziativa che non sia stata sperimentata sul campo,
discussa, riveduta e corretta qui al Comitato
prima di venir lanciata con successo».
Jacek Krawczyk, presidente del gruppo Datori di
lavoro, ha chiesto a tutti i partecipanti di adottare un approccio della catena del valore totale
nel settore dell’aviazione, invece di occuparsi
dei singoli elementi uno alla volta, e a chiusura
del convegno ha rilevato che il consenso generale manifestato nel dibattito incoraggiava
a mettere l’aviazione in cima alle agende del
Parlamento europeo e della Commissione che
si insedieranno prossimamente. (ms) ●
Il CESE info è inoltre disponibile in 23 lingue, in formato PDF, sul sito Internet dell CESE: h
http://www.eesc.europa.eu/?i=portal.en.eesc-info
Caporedattrice:
Valeria Atzori (va)
Béatrice Ouin – rappresentante dei membri CESE
nel comitato editoriale (FR, gruppo Lavoratori)
Peter Lindvald-Nielsen (pln)
Coordinamento generale:
Hanno collaborato a questo
numero:
Fabiola Giraldo Restrepo (fgr)
Henry Borzi (hb)
Laure Limousin (ll)
Martin Schneider (ms)
Milen Minchev (mm)
Silvia M. Aumair (sma)
Agata Berdys
Indirizzo:
Comitato economico e sociale europeo
Edificio Jacques Delors
Rue Belliard 99 – 1040 Bruxelles BELGIO
Tel. +32 25469476
Fax +32 25469764
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Sito web: http://www.eesc.europa.eu
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Le versioni a stampa di CESE info in tedesco, inglese e francese possono essere ottenute
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alla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea o ad altre pubblicazioni del CESE.
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Prossimo numero: settembre 2014
Luglio 2014/6