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www.gazzetta.it mercoledì 15 ottobre 2014 1,40 €
REDAZIONE DI MILANO VIA SOLFERINO 28 - TEL. 0262821 - REDAZIONE DI ROMA VIA CAMPANIA 59/C - TEL. 06688281
POSTE ITALIANE SPED. IN A.P. - D.L. 353/2003 CONV. L. 46/2004 ART. 1, C1, DCB MILANO
ITALIA
anno 118 - Numero
numero 243
Anno
L’INCHIESTA DA PC E TABLET DEGLI INDAGATI DALLA PROCURA DI CREMONA UN NUOVO FRONTE
CICLISMO L’INDAGINE DI RIMINI
NELLO SCANDALO SCOMMESSE
C’E’ ANCHE IL TENNIS NEL MIRINO
Caso Pantani
il mistero
del lavandino
spostato
Nelle chat su Skype e negli sms le conversazioni di Bracciali. E’ Goretti,
attuale ds del Perugia, uno dei registi. Si parla di Starace, Volandri e Seppi
3 Il procuratore di Cremona Roberto De Martino
CENITI, ROMANI A PAGINA 18
3 Marco Pantani morì nel 2004 a 34 anni
A PAGINA 23
POLEMICA INFINITA
EUROPEI
Il numero 1 Uefa, grande ex bianconero,
torna sui veleni dopo la sfida al vertice in A
«Va sempre così con chi vince. Moviola
in campo? Penso tutto il male possibile»
Sul 2-1 per noi negato un rigore alla
Slovacchia. Longo poi realizza il 3-1
Di Biagio: «Mai più una ripresa così».
Siamo alle finali in Repubblica Ceca
IL CASO PELLÈ
Platini in difesa
Dominio e paura
«Juve e favori, STRANIERO D’ITALIA con l’aiutino
la solita storia»
l’Under è nel G8
SERATA DI GALA A MALTA
3 Michel Platini, 59 anni, presidente Uefa dal 2007 AFP
Graziano Pellè, 29 anni, di
Monteroni (Lecce). Gioca nel
Southampton. Qui è vestito in
smoking. Nel tondo in maglia
azzurra a Malta, dove ha
brillato e segnato IPP
3 A Reggio piove. Ma l’acqua per Gigi Di Biagio è speciale IPP
GRAZIANI, MANCINI, TACCHI A PAGINA 8
BIANCHIN, D’ANGELO, PIERELLI ALLE PAGINE 6-7
NERAZZURRI IN VISTA DELLA SFIDA COL NAPOLI
STOP PER DISORDINI INAUDITO A BELGRADO
E’ un’Inter ad handicap
Primi tempi horror
Rissa in campo, incidenti
Serbia-Albania sospesa
Rispunta Ivan il Terribile
Mazzarri ha già subito 7 gol (su 8) entro il 45’
E Higuain si «scalda»: doppietta con l’Argentina
BREGA, MALFITANO, TAIDELLI A PAGINA 11
IL RETROSCENA UN CONSIGLIERE SPECIALE
Il timbro di Ancelotti
sugli acquisti Milan
Il tecnico Real conferma: «Mi hanno chiesto
informazioni su Diego Lopez, Alex e Menez»
PASOTTO, GOZZINI, FONTANA A PAGINA 10
PERCHÉ
QUEST’UOMO
DA NOI
NON GIOCAVA?
Dimenticato
i
i
d
dall nostro calcio
l i
ha segnato a valanga
in Olanda e in Inghilterra
A 29 anni l’esordio (con gol)
in Nazionale. Anche Balotelli
gli ha fatto i complimenti
9 771120 506000
41 0 1 5>
CALVI, DI FEO, ELEFANTE, VERNAZZA PAG 2-3 COMMENTO DI LICARI PAG 19
IL PROTAGONISTA DOPO 6 MEDAGLIE AI GIOCHI SI RITIRA A 40 ANNI
Mister Olimpiade ha detto stop
Zoeggeler: «Scendo dalla slitta»
3 Armin Zoeggler, 40 anni, di Merano (Bolzano). Un saluto dopo tanti trionfi
BATTAGGIA A PAGINA 27, COMMENTO DI NARDUCCI A PAGINA 19
Drone cala nello stadio con una
bandiera pro Kosovo che viene
strappata. E, in mezzo, al caos
si rivede pure l’ultrà di Marassi
3 Ivan Bogdanov discute con i serbi
LONGHI, LUCHETTA A PAGINA 14
IL ROMPIPALLONE
DI GENE GNOCCHI
w
Dopo l’arrivo di Vettel c’è preoccupazione
per Alonso. Per lui si prospetta
lo stesso iter di Enrico Letta.
2
LA GAZZETTA DELLO SPORT
MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
NAZIONALE
h
GLI ALTRI
OLD-GOL
S
Solo altri 3
giocatori più
«anziani» di Pellè
sono andati in gol
al loro esordio in
maglia azzurra
IL BELLO
DELL’ITALIA
Dimenticato dal nostro calcio, star
prima in Olanda e poi in Premier,
ora gioca e segna anche in Nazionale:
dai chili persi con Zeman ai maestri
olandesi, viaggio nel mondo
del nuovo bomber azzurro
S
Pellissier
6 giugno 2009,
Italia-Irlanda del
Nord 3-0
(amichevole):
in gol a 30 anni,
1 mese e
24 giorni
ANSA
Pellè, quei gol
che ci siamo persi
E pure Balo fa
«Bravissimo»
S
Pernigo
2 agosto 1948,
Italia-Usa 9-0
(Olimpiadi):
in gol
a 30 anni,
1 mese
e 22 giorni (4
reti all’esordio)
S
Lucarelli
8 giugno 2005,
Serbia e
MontenegroItalia 1-1
(amichevole):
in gol a 29 anni,
8 mesi e 4 giorni
ANSA
S
Graziano Pellè
29 anni, quest’anno
5 gol in 9 partite
con il Southampton
IPP
a casa Pellè
DAL NOSTRO INVIATO
GIUSEPPE CALVI
MONTERONI (Lecce)
L’azzurro è in una stanza,
il sogno si realizza anche sui
muri della cameretta rimasta
come Graziano l’ha lasciata,
nella villetta della famiglia Pellè, in via San Francesco, a Monteroni. Papà Roberto colora ancora le pareti con gli articoli di
giornali e con le maglie incorniciate delle varie squadre del
figlio. Ogni volta che mamma
Doriana entra in quella stanza,
«vede» ancora il suo gigante.
«Che tristezza, quando se ne è
partito per l’Olanda, cominciando la sua avventura all’estero: ho capito che il suo futuro sarebbe stato lontano dall’Italia», dice la madre dell’attaccante che ha salvato la
nazionale nella sfida con Malta. «Impazzivo per Ciccio Gra-
GIULIO DI FEO
@fantedipicche
Graziano Pellè, in fondo, è come quell’amico che hanno un po’ tutti. Quello che va a studiare all’estero, a Natale torna e ti racconta un altro
mondo, poi magari un giorno scopri che ce l’ha
fatta. Ci pensi, sorridi, fai il gioco delle sliding doors con la tua vita e forse immagini come sarebbe
tornare indietro e provarci. Avvertenza: non è facile. Lui che ha spalle caratteriali anche più larghe di quelle fisiche (è un armadio di 194 cm)
può, tanti magari si perderebbero. A Malta gli azzurri cincischiano e deludono, ma se ridono è
grazie a lui, esordiente di 29 anni e due mesi, che
segna il gol partita e si batte da leone. E alla Serie
A, magari, resta il rimpianto per un talento che
non ha mai capito fino in fondo. Tirato su e lanciato nel Lecce di Corvino, poi spedito qui e là in
prestito, mai lusingato oltre il mero interesse da
quelle dei quartieri alti di casa nostra. Era anche
tornato per un anno, Pellè: a Parma anonimo con
la palla che non entrava, poi da gennaio alla
Samp, panchina in B. Il bello di questa Italia, insomma, è un talento incompreso e che emigra
per emergere. Ma non lo vive come un peso perché in fondo esporta il bello di noi.
Passerella e corsa Pellè bello lo è pure quando
non gioca, è fidanzato con una modella da capogiro e modello poteva diventarlo anche lui. Da
ragazzo un’agenzia di moda gli mise gli occhi addosso e la tentazione ci fu. Solo quella, però:
«Non si possono fare entrambe le cose - disse quindi ho fatto decidere il cuore. Questo sport mi
piace troppo. E poi credo che se con il calcio ci sai
fare guadagni molto più che nel mondo della moda». Il fisico gliel’avevano forgiato gli allenamenti di Zeman a Lecce: dopo la premessa che questo
non è uno sport ma una guerra, dieci chilometri
di corsa e per cena minestrone. Qualche mese così e andarono via 8 chili. E poi, visto che un pizzico di vanità c’è, qualche comparsata modaiola
l’ha fatta. Al Feyenoord per invogliare le donne
ad andare allo stadio gli facevano fare degli spot
in smoking, e appena ha iniziato a buttarla dentro con continuità è diventato l’idolo dei ragazzini d’Olanda. Il taglio alla Graziano, una roba alla
Clark Gable un filo demodé, era un must dal parrucchiere. «E quando ci vado io magari mi ritrovo
davanti altri 4-5 pettinati come me», se la rideva.
Fuori e ritorno All’estero doveva andarci già
prima: nel 2005 a Lecce si presentò il Real Madrid con 4 milioni. In Salento dissero di no, due
anni dopo lo vendettero all’AZ Alkmaar per 6,5.
Van Gaal lo aveva preteso a tutti i costi dopo aver
visto quanto, al netto di altri aspetti del gioco comunque sgrezzabili, era bravo a tenere palla e
aprire spazi per gli altri. Le nostre big no. E poi il
richiamo dell’estero comunque era forte per lui.
Italia e Olanda hanno sempre inventato calcio,
solo che l’hanno fatto in modo diverso: mescolare lentamente, ed ecco il Pellé di oggi. Innanzitutto, la cultura sportiva: Graziano scoprì il bello degli stadi sempre pieni e dell’assenza dei ritiri anche prima dei big match e il brutto di dover da
solo apparecchiare, sparecchiare e riempirsi la
borraccia. E poi Van Gaal, quello che lo aveva voluto, quello «capace di urlarti “oggi non sembri
nemmeno un calciatore”» ma che l’ha sempre stimato, quello dalla disciplina militare ma capace
di piangere perché non arrivano i risultati. E
Advocaat, e quel Koeman che poi se l’è portato al
Southampton con cui viaggia in alta Premier:
maestri di un certo livello. Non segnava moltissi-
Papà Roberto: «Se non fosse stato per Van Gaal
mio figlio ora guiderebbe il furgoncino con me»
ziani, per questo ho scelto il nome Graziano – afferma il padre
-. Anche adesso che può concedersi lo sfizio di un “Ferrarino”, invito mio figlio a pensare
al futuro, tant’è che l’ho convinto a comprare una casa nel
centro storico di Lecce». Nella
camera, le maglie delle nazionali giovanili, anche quella celebrativa del match a Wembley, sino alla carrellata che
porta dal giallorosso del Lecce,
numero 90, all’ultima, del Southampton. Sui muri, tante fotografie, anche quella del sedicenne Pellè, con un taglio di capelli alla Ronaldo: e accanto c’è
anche un’immagine del brasiliano, uno dei suoi campioni
preferiti, vista la fedeltà di Graziano all’Inter, per la passione
trasmessagli dal padre.
Voti alti Roberto, 60 anni, al
figlio parla ancora da ex cen-
travanti, con una militanza nel
Lecce in C (nelle giovanili compagno di Sergio Brio, che all’epoca giocava punta). «Ha coronato il suo grande sogno, dopo la delusione per non essere
stato considerato per il Mondiale in Brasile – fa notare papà, rappresentante di un’azienda di torrefazione del caffè -.
Ma all’esordio, nonostante il
gol, Graziano avrebbe potuto
fare molto di più: è troppo alto
il 7 in pagella. Pellè, però, non
è esploso tardi! Piuttosto, qualcuno finalmente si è accorto di
un italiano che in Olanda aveva già segnato 64 reti. Con
Conte, si divertirà: Graziano
mi ha confidato che vede nel
c.t. un altro Van Gaal… Se non
avesse incontrato il guru olandese oltre a Koeman, magari
ora mio figlio farebbe il carpentiere o il rappresentante di
caffè, con me nel furgoncino».
QUI MONTERONI DAL BALLO A BATMAN
1
2
3
1 Papà Roberto in maglia Southampton e mamma Doriana con quella azzurra
2 Il piccolo Graziano vestito da Batman 3 Da ragazzo a una gara di ballo LEZZI
Tutti in ballo Il Pellè d’Italia si
era ritrovato ballerino promettente. «Io e mio marito cominciammo a ballare, nel centro
“Colelli” di Porto Cesareo – racconta mamma Doriana -. Delle
nostre figlie Fabiana, più di Ilaria, più grandi di Graziano, decisero di provare. Dopo pochi
mesi anche lui si avvicinò al
ballo: si spogliava e si cambiava in auto, dopo gli allenamenti con il Copertino, prima di essere portato nel vivaio del Lecce dal dirigente Antonio Lillo.
A 11 anni, a Montecatini Graziano vinse in coppia con la sorella Fabiana il titolo italiano di
latino, liscio e standard. Ora
non mi sembra vero di vederlo
realizzato. Abbiamo sofferto il
distacco: “Mamma, quando la
sera chiudo le finestre, qui ad
Alkmaar, ho nostalgia, mi
mancate”, diceva al telefono».
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MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
S
Da Mario a Viktoria
In alto i complimenti su Instagram a
Pellè di Mario Balotelli dopo la
vittoria azzurra a Malta.
In basso il bomber azzurro
con la fidanzata Viktoria Varga,
modella ungherese
mo, Pellè ad Alkmaar, ma imparava: dopo la parentesi italiana tra Parma e Samp, è arrivato il
boom vero, 50 gol in due anni di Eredivisie al
Feyenoord. In Italia tutti a chiedersi se fosse sempre lui o a chiosare «Sì, ma in Olanda segno anch’io» e robe così. Vale la pena riportare le sue
risposte sull’argomento in vari tempi alla Gazzetta: «Ci sta anche che uno mi abbia visto giocare
male in Italia e possa dire così. Cosa rispondo?
Guardate i miei gol. Destro, sinistro, testa, tacco,
rovesciata, in contropiede, a difesa schierata, in
tutti i modi. E certe cose o le sai fare o non le sai
fare, a prescindere da dove giochi. Poi pensiamo
ad altri attaccanti esplosi qui, da Ibra a Suarez, o
a giocatori come Strootman che fanno i fenomeni
anche in Italia, dove la qualità non è certo la stessa di una volta». Sì, ma perché lì segna e da noi
no? «Semplice: Continuità. Qui per togliermi dal
campo devono spararmi». E in A cosa non va? «Si
cerca sempre gente matura e il giovane va in prestito. Se Giovinco fosse cresciuto all’Ajax, magari
a 15 anni era in prima squadra e poi a 19 lo vendevano al Barça».
Dipinto d’azzurro Ora i gol arrivano pure in Premier, dove oggettivamente buttarla dentro è un
pelo più dura: lo sa pure Balotelli, che ieri ha instagrammato un «Brava Italia, bravissimo Pellé».
E per Graziano l’azzurro è stato a lungo un sogno
e un cruccio: diventò una stellina al Mondiale
U20 del 2005, segnò col cucchiaio un rigore al
Portogallo nello spareggio-Olimpiadi dell’Europeo U21 2007, un po’ ci pensava a quella senior
quando i gol olandesi iniziarono a piovere ma
Prandelli proprio non lo vedeva. La tomba delle
speranze pareva febbraio 2013: Olanda-Italia ad
Amsterdam, la Pellé-mania era già scoppiata da
un po’, ma nemmeno quella volta arrivò la cartolina da Coverciano. «Se non mi chiamano ora che
sono uno degli italiani più conosciuti d’Olanda,
non mi chiameranno più», pensava. Con Conte
invece il feeling pare scattato: entrambi salentini,
entrambi di carattere, Graziano gli segnò contro
nel 2006 in un Cesena-Arezzo e ora gli ha restituito una bella gioia. Perché quella di Pellè non è
una convocazione premio, quanto l’imbracciare
un fucile che nell’armeria Italia fin qui mancava:
un pivot di quasi due metri mediamente più grosso dei difensori, che sa dialogare con
gli altri, difende il pallone, dà le
stesse botte che riceve e fa gol. E
che, nonostante il boom oltreconfine, all’Italia ci tiene e la porta con sé
in giro. A volte la bacchetta pure: disse che l’omicidio di Raciti lo fece riflettere quando fu il momento di lasciare il
Paese, ha sempre sostenuto che la chiave
del nostro declino (ed eventualmente della nostra rinascita) sono gli stadi vecchi, sostiene che i soldi migliori sono quelli spesi per
viaggiare e conoscere culture nuove ma sa che
un giorno tornerà a vivere nel suo appartamento
al centro di Lecce. Se è vero che la lontananza
rinforza l’amore, sarà un motivo in più per avere
ancora una Nazionale con Pellé lì in mezzo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
identiKit
& CARRIERA
v
ComplimentiSpeciali
GRAZIANO
PELLÈ
Nato il
15/7/1985
a S.Cesario (LE)
Conte contro le critiche
«Prima era tiqui-taca,
ora si chiama melina?»
«Noi abbiamo riacceso la fiammella dell’entusiasmo, non
capisco perché spegnerla subito: vincere non è mai facile»
ANDREA ELEFANTE
@andrelefante
MILANO
Ruolo
Attaccante
Altezza
193 cm
Peso
84 Kg
Le sue
squadre
Lecce
2003-2005
2005-2006
Presenze 12
Gol 0
Catania
2005
Presenze 15
Gol 0
Crotone
2006
Presenze 17
Gol 6
Cesena
2006-2007
Presenze 37
Gol 10
Az Alkmaar
2007-2011
Presenze 78
Gol 14
Parma
2011-2012
Presenze 12
Gol 1
Sampdoria
2012
Presenze 16
Gol 4
Feyenoord
2012-2014
Presenze 57
Gol 50
Southampton
2014
Presenze 7
Gol 4
Giù le mani da questa Italia. Il giorno dopo la contraddittoria vittoria di Ta’ Qali, il
fastidio neanche troppo sottile
di Antonio Conte emerge da
una frase che il c.t. butta lì,
non si sa bene quanto fra le righe: «Si è detto che a Malta abbiamo fatto melina, ma una
volta si definiva tiqui-taca».
Conte dice «una volta», senza
specificare quando: ieri è venuto spontaneo pensare anche
al passato più recente, visto
per quanto tempo è stato spontaneamente - e da più parti accoppiato il calcio di Prandelli al tiqui-taca spagnolo. Ma
Conte in realtà non ha nulla
contro il controllo del gioco in
sé, tanto che ieri, fra i meriti
della sua squadra nelle ultime
partite, ha annotato anche
l’«aver avuto il 76% di possesso
palla». Il suo mirino è puntato
altrove: se dopo Italia-Azerbaigian il c.t. aveva abbozzato di
più, stavolta le critiche sul gioco della sua Nazionale a Malta
non gli sono andate giù.
Sbalzi umorali E allora quella
dichiarazione, fra l’indispettito e l’orgoglioso, è una foto: un
moto probabilmente istintivo
che sintetizza bene il suo stato
d’animo di oggi. Quello di un
allenatore che per quanto può
si estranea: «So che vincere
1-0 o 3-0 cambia i giudizi e che
si va da un eccesso all’altro, ma
io come c.t. non posso seguire
certi sbalzi umorali». Ma anche un allenatore che può «tirarsi fuori da tutto» solo fino
ad un certo punto, perché significherebbe fregarsene. E allora rivendica e protegge, sottolinea e si chiede perché (così
tante critiche, appunto).
Bicchiere mezzo pieno Due
Antonio Conte, 45 anni, è c.t. della Nazionale dal 19 agosto ANSA
«
Sarei matto
se pensassi che
non c’è da
lavorare, ma certi
sbalzi umorali no
ANTONIO CONTE
C.T. NAZIONALE
cose sono sicure, si erano capite anche prima di lunedì sera.
La prima: Conte crede di aver
già fatto abbastanza, se non
tanto, per il tempo avuto a disposizione e le difficoltà che
deve dribblare. «Abbiamo costruito in tempi rapidi una
squadra che ha voglia e orgoglio, per questo la gente ha risposto con entusiasmo». La seconda: Conte crede che sia il
momento di difendere la squadra a prescindere, senza se e
senza ma. «Se abbiamo riacceso questa fiammella - e non dovrebbe dare fastidio a nessuno,
visto che la Nazionale è un bene comune - perché ora la vogliamo spegnere subito, la vogliamo rovinare? Vincere non
è mai facile: guardiamo al bic-
Il gioco non c’è, l’audience sì
Con Malta 8 milioni di spettatori
Giorni dall’ultimo gol in
azzurro
Era il 24 giugno 2005 quando Pellé
andò in gol per l’ultima volta in una
gara ufficiale (amichevoli escluse)
con la maglia della Nazionale: erano
i quarti di finale del Mondiale
Under-20 giocato nei Paesi Bassi:
Italia-Marocco 2-2 (con gli azzurri
poi sconfitti ai calci di rigore)
3
DOPO LA VITTORIA
TELEVISIONE OTTIMI ASCOLTI PER GLI AZZURRI
3398
LA GAZZETTA DELLO SPORT
S
Pellè mania
L’azzurro (71 gol
in 160 gare con
Psv e Az Alkmaar)
in Olanda ha
lasciato il segno
anche fuori dal
campo, dove tanti
piccoli tifosi
impazzivano per il
taglio di capelli
«alla Pellè»
Criticata, ma molto ben
vista. A Malta la Nazionale ha
vinto di misura e ha fatto il pieno
di critiche, tra giornali, tv e social
network. L’audience della partita,
però, è stato notevole,
nonostante la modestia e lo
scarso fascino dell’avversario:
8.069.000 di spettatori e uno
share del 28,43%, come dati
medi. Nel 1° tempo 8.438.000
spettatori (29,02%), nella ripresa
7.720.000 spettatori (27,84%).
Così, grazie a Malta-Italia, Rai 1 ha
strapazzato la concorrenza nella
prima serata di lunedì. Su Canale
5 il film «La papessa» ha avuto
2.570.000 telespettatori (11,43% di
share). Che giochi bene o male,
che vinca o perda, nelle sere in
cui è di scena l’Italia tiene incollata
alla tv un bel pezzo di Paese..
Tendenza Twitter Ormai è un
classico: si segue la partita sul
televisore e si smanetta sullo
smartphone per dire la propria su
Twitter. Così tra lunedì sera e
martedì mattina #MaltaItalia ha
scalato la classifica degli
«hashtag», degli argomenti più
discussi sul social network
dell’uccellino. Nonostante la
vittoria, moltissime critiche e
punzecchiate ironiche. Qualche
tweet: «Raramente ho visto una
nazionale piu noiosa,
sembravamo noi in inferiorità
numerica, così la Croazia ci
devasta»; «Una volta c’erano i
campioni...»; «La partita più brutta
della storia». C’è chi si è spinto a
rimpiangere Mario Balotelli: «Con
un altro spirito, e un’altra testa,
uno come Balo serve sempre!
Non abbiamo altri campioni come
lui in attacco». Sia quel che sia,
l’importante è suscitare interesse
e in questo senso non si può dire
che l’Italia lascia indifferenti. Gli 8
milioni di lunedì sera sono lì a
dimostrarlo.
Sebastiano Vernazza
© RIPRODUZIONE RISERVATA
chiere mezzo pieno, non solo a
quello mezzo vuoto».
Urgenze e alternative Anche
a quello che serve per riempirlo del tutto, ovvio. Perché Conte ammette che «saremmo
matti se non pensassimo che
c’è ancora da lavorare, molto».
Ma non sarebbe meno folle,
aveva sottolineato lunedì sera,
pensare che improvvisamente
questa Nazionale possa essersi
ritrovata nel serbatoio tutta la
benzina (energie fisiche, ma
anche qualità) che al Mondiale
non aveva avuto, scoprendosi
quasi subito in riserva. Serve
tempo, mentre l’urgenza, dice
il c.t., «è formare un gruppo di
calciatori che crescano sotto
questo progetto, consolidare le
certezze, allargare o restringere il gruppo: poi potremo lavorare su modifiche e alternative». Poi, ovvero a qualificazione ottenuta. Sarà allora che
Conte considererà una priorità, e non solo un’opportunità,
anche quella di studiare delle
varianti tattiche al progetto attuale.
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GRUPPO H
Partite giocate
Azerbaigian-Bulgaria
Croazia-Malta
Norvegia-ITALIA
Bulgaria-Croazia
ITALIA-Azerbaigian
Malta-Norvegia
Croazia-Azerbaigian
Malta-ITALIA
Norvegia-Bulgaria
Classifica
Croazia
1-2
2-0
0-2
0-1
2-1
0-3
6-0
0-1
2-1
Pt G V N P Gf Gs
9 3 3 0 0 9 0
ITALIA
9
3 3 0 0 5
Norvegia
6
3 2 0
1
1 5 3
Bulgaria
3
3
Malta
0
3 0 0 3 0 6
1 0 2
3 4
Azerbaigian
0
3 0 0 3
2 10
LE PROSSIME PARTITE:
Azerbaigian-Norvegia
16/11/14
Bulgaria-Malta
16/11/14
ITALIA-Croazia
16/11/14
Azerbaigian-Malta
28/03/15
Croazia-Norvegia
28/03/15
Bulgaria-ITALIA
28/03/15
Croazia-ITALIA
12/06/15
Malta-Bulgaria
12/06/15
Norvegia-Azerbaigian
12/06/15
Azerbaigian-Croazia
03/09/15
Bulgaria-Norvegia
03/09/15
ITALIA-Malta
03/09/15
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NAZIONALE
Allo Juventus Stadium o all’Olimpico?
La coreografia dello Juventus Stadium per la partita contro l’Inter della stagione 2011-2012 LAPRESSE
Un’immagine dello stadio Olimpico pieno di tifosi: è l’impianto che ospita le partite casalinghe del Torino
L’azzurro per scrivere la pace Juve-Figc
Italia-Inghilterra in marzo a Torino: occasione per le diplomazie delle parti per smussare gli attriti
MAURIZIO GALDI
Olimpico o Juventus Stadium? Lo decide il Comune di
Torino. Italia-Inghilterra del 31
marzo del 2015 si giocherà comunque a Torino, ma la sede la
sceglie chi paga. In questo caso
l’amichevole di lusso si giocherà
sicuramente dove anche il precedente presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, aveva promesso. L’occasione è importante: Torino è capitale europea
dello sport del 2015 e merita di
avere un grande evento calcistico. «Siamo felici di tornare con
la Nazionale a Torino, l’invito
dell’Amministrazione, con la
quale stiamo lavorando, risale
alla passata presidenza e ha
l’obiettivo di legare la maglia azzurra all’importante vetrina europea di capitale dello sport
2015», ha detto alla Gazzetta
dello Sport il presidente Carlo
Tavecchio.
Polemiche a parte L’attuale
inquilino del quinto piano di via
Allegri, il presidente federale Tavecchio, è convinto che si giocherà a Torino. Poi sarà il Comune a dover assicurare alcuni
«standard» necessari all’organizzazione di un evento del genere. Gli spifferi parlano di animi accesi: da un lato l’imbarazzo
di andare in uno stadio dove gli
scudetti segnati sono diversi da
quelli «ufficiali» (la Figc), dal-
L’INCHIESTA DELLA GAZZETTA
Su sport e pedofilia
la Procura del Coni
scrive a 3 federazioni
«Prendendo spunto
dall’inchiesta della Gazzetta
di questa mattina (ieri per
chi legge, ndr) Vi trasmetto
per quanto di Vostra competenza», probabilmente saranno state queste le parole
che il Procuratore generale
del Coni, Enrico Cataldi ha
scritto a tre federazioni (tra
le più importanti) per segnalare alcuni casi «conclamati»
di molestie sui ragazzi dei vivai. Sulla vicenda la Superprocura è al lavoro da tempo.
Il generale Cataldi (ex dell’arma dei carabinieri) ha
raccolto le notizie che riguardavano tutte le persone arrestate e condannate per pedofilia. Un lungo elenco che vede una delle tre federazioni
fare la parte del gigante, un
elenco trasmesso alle Procure federali perché prendano
«i provvedimenti del caso».
Cosa può accadere L’inchiesta della Gazzetta ha sollevato il velo su un problema grave. Lo aveva fatto con il doping, lo ha fatto con le combine nel calcio. Come è
accaduto in passato dopo le
nostre inchieste sono arrivate le sanzioni. In questo caso
specifico il Coni, la Procura
generale nata da pochi mesi,
si era già attivata e Gazzetta
ha dato il via. Ora tocca alle
federazioni: i responsabili
non possono essere a contatto con i ragazzi e su questo
anche la legge dello Stato è
chiara.
Donne Nel calcio donne
hanno destato rumore queste
dichiarazioni rilasciate ieri
dal presidente federale Carlo
Tavecchio alla Gazzetta: «Da
presidente della Lega dilettanti ho chiuso delle società
di calcio femminile per adescamento di ragazze dai 15
anni in su». Componenti del
settore potrebbero chiedere
chiarimenti e approfondimenti a Tavecchio sul tema.
m.gal.
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IERI
SUL NOSTRO GIORNALE
GLI ULTIMI EPISODI
A PADOVA E A ROMA
Ieri la Gazzetta ha dedicato due
pagine all’inquietante fenomeno
della pedofilia nel calcio giovanile.
I casi più recenti di cronaca si
sono verificati a Verona e a Roma.
Abbiamo raccontato anche la
storia di un ragazzo che subì abusi
nel vivaio di un grande club
dell’Italia del Nord.
l’altro una società (la Juve) che è
sempre stata contro Tavecchio e
aspetta un’altra eventuale occasione per replicare. Ma la Federcalcio, se si dovesse giocare allo
Juventus Stadium, ritiene che
possa essere l’occasione per iniziare a sedersi intorno a quel tavolo per risolvere ogni contenzioso esistente tra Figc e Juventus. Insomma un modo per far ripartire un dialogo troppo spesso
tentato ma quasi sempre interrotto sul nascere. Un contenzioso ancora aperto anche nelle aule giudiziarie dove i bianconeri
chiedono un risarcimento di circa 450 milioni.
Un scelta scontata? L’assessore allo sport Gallo ha ammesso
La scelta spetta
al Comune,
ma influiscono
i rapporti
non idilliaci
C’è un contenzioso
coi bianconeri
che chiedono 450
milioni alla Figc
come risarcimento
con i giornalisti di aver parlato
con la Federcalcio e di aver avuto
la certezza di portare la partita a
Torino. Ora aspetta solo la lettera ufficiale, e per questa mancano solo delle ore. Poi dovrà fare
la scelta, anche se sembra che il
Comune possa scegliere lo Juventus Stadium come location
da offrire alla Figc. Sarebbe un
«ritorno a casa» per l'attuale
commissario tecnico Antonio
Conte. Insomma giocare a casa
della Juventus non sarebbe un
problema, anzi una grande opportunità per seppellire i vecchi
rancori e ripartire per le riforme
del calcio che il presidente Andrea Agnelli ha tanto a cuore e
che Tavecchio vuol realizzare.
L’amichevole a Genova Intanto più vicina c’è un’altra amichevole: Italia-Albania del 18 novembre. La Federcalcio sta provando a giocarla a Genova, a Marassi, ma le difficoltà sono tante.
C’è un impegno della Nazionale
di rugby (test-match con l’Argentina il 15), ci sono un po’ di
proteste da parte dei cittadini.
Comunque non sarebbe l’incasso a finanziare la solidarietà per
l’alluvione. L’ingresso potrebbe
essere addirittura gratuito, ma
alla città andrebbero tutti i proventi che arrivano alla Figc
(sponsor, diritti televisivi e altro). Se non fosse possibile giocare a Genova si tornerebbe a
Parma.
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6
LA GAZZETTA DELLO SPORT
MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
UNDER 21 RITORNO PLAYOFF EURO 2015
ITALIA
SLOVACCHIA
3
1
(4-2-3-1)
(4-2-3-1)
Bardi; Zappacosta, Bianchetti, Rugani, Biraghi; Viviani (dal 9’ s.t. Benassi), Crisetig;
Berardi (dal 41’ s.t. Baselli), Bernardeschi,
Battocchio; Belotti (dal 32’ s.t. Longo).
PANCHINA Leali, Goldaniga, Sabelli, Trotta.
ALLENATORE Di Biagio.
CAMBI SISTEMA dal 41’ s.t. 4-3-3.
ESPULSI nessuno.
AMMONITI Viviani, Crisetig, Berardi e Bernardeschi per gioco scorretto, Biraghi per
comportamento non regolamentare.
Rusov; Pauschek, Ninaj (dal 21’ p.t. Skriniar), Teixeira, Mazan; Lasik, Paur (dal 1’ s.t.
Lobotka); Schranz (dal 38’ s.t. Malec), Duda, Hrosovsky; Zrelak. PANCHINA Le Giang,
Hudak, Skvarka, Meszaros. ALL. Galad.
CAMBI DI SISTEMA dal 35’ p.t. 4-2-3; dal 33’
s.t. 2-3-3.
ESPULSI Duda per doppia ammonizione
(proteste e g.s.) al 35’ p.t.; Zrelak per doppia ammonizione (entrambe per g.s.) al 33’
s.t.; Rusov per doppia ammonizione (entrambe per proteste) a fine partita; il tecnico Galad per proteste al 35’ s.t.
AMM. Teixeira per g.s., Lasik per proteste.
MARCATORI Bernardeschi (I) al 5’, Belotti (I) su rigore al 15’ p.t.; Lobotka (S) al 18’, Longo (I) al 45’ s.t.
ARBITRO Steven McLean (Sco).
NOTE spettatori 5.000 circa. Angoli 6-5. In fuorigioco 1-2. Recuperi: p.t. 2’; s.t. 5’.
POSSESSO PALLA
PASSAGGI EFFETTUATI
ITALIA 56%
SLOVACCHIA 44%
TIRI IN PORTA
ITALIA 433
SLOVACCHIA 339
TIRI FUORI
IIIII
IIII IIIIIIII
ITALIA 5
SLOVACCHIA 4
MOMENTI CHIAVE
PRIMO TEMPO 2-0
GOL! 5’ Tiro di Berardi respinto, palla a
Bernardeschi che aggira Mazan e inventa il pallonetto. Ci vuole classe.
10’ L’Italia si fa sorprendere: sul contropiede il tiro di Zrelak finisce a una spanna
dal palo.
GOL! 15’ Bernardeschi invenzioni atto
secondo. Palla per Berardi, su cui cade
Paur: rigore, battuto bene da Belotti.
27’ Secondo giallo a Duda. Italia undici
contro dieci.
3
6
4
1
5
7
11 9
8
2
10
BARICENTRO BASSO 50,5 metri
II
ITALIA 8
SLOVACCHIA 2
SECONDO TEMPO 1-1
GOL! 18’ Lobotka, entrato da poco, ci fa
male: Bardi sorpreso, è 2-1.
28’ Buco di Rugani, Bianchetti scivola su
Schranz. McLean dà rigore, poi cambia
idea: angolo.
33’ Doppio giallo anche per Zrelak: Italia
undici contro nove.
GOL! 45’ Berardi trova Longo, che salta
il portiere e fa 3-1. Segue assedio all’arbitro con rosso a Rusov.
3
11
18
22
16
10
15
2
12
4
14
BARICENTRO MOLTO BASSO 47,7 metri
Italia, G8
con aiutino
Dominio e paura,
l’arbitro ci grazia:
siamo all’Europeo
Sul 2-1 per noi, negato un rigore alla Slovacchia
che chiude in 9. Il c.t. Galad: «Mai viste cose simili»
DAL NOSTRO INVIATO
LUCA BIANCHIN
@lucabianchin7
REGGIO EMILIA
L’Italia Under 21 ha questa innata capacità di trasformare una passeggiata al parco
in un’Odissea. Dopo 18 minuti
del secondo tempo eravamo
sopra 2-0 e undici contro dieci:
si traduce qualificazione all’Europeo in ghiaccio dopo
l’1-1 dell’andata. Il poema epico però con questa squadra è
sempre dietro l’angolo: Lobotka ha accorciato al 18’ e
dieci minuti dopo Bianchetti è
scivolato su Schranz in area.
Niente palla, molte gambe.
L’arbitro McLean, scozzese, ha
dato (correttamente) rigore,
poi ci ha pensato, ha parlato
con il guardalinee Harris, ci ha
pensato ancora e ha cambiato
idea: angolo, cioè l’unica soluzione al 100% scorretta perché... la palla non era nemmeno uscita. La qualificazione si è
decisa anche lì perché la Slovacchia e l’arbitro hanno perso
il controllo. Il conto degli errori è impressionante. Dopo 35
minuti McLean ha espulso Duda per un secondo giallo eccessivo. A inizio secondo tempo
non ha fischiato un fallo di
Skriniar su Belotti da chiara
occasione da gol: Di Biagio ha
parlato di espulsione risparmiata e probabilmente ha ragione. Nell’episodio chiave ha
dato una grossa mano all’Italia, poi ha risparmiato due rossi a Hrosovsky, che lo ha applaudito face to face, e a Teixeira, che ha colpito Bernardeschi con una mossa da MMA,
le arti marziali miste in cui i
calci fanno parte del gioco.
Quando la partita è finita, Lasik piangeva. Venti metri più in
là, alcuni poliziotti si attivavano per portare fuori McLean
sano e salvo. Non tutti gli slovacchi hanno l’animo tenero.
Vujadin Tavecchio a fine partita, alla domanda sull’arbitro,
ha stappato un Boskov d’annata: «Rigore è quando arbitro fischia. La moviola per questo
episodio? Riguarderebbe solo
Bernardeschi apre
con una magia,
poi Belotti dal
dischetto prima
del 3-1 di Longo
le linee di porta e l’area grande, non episodi come un rigore». Poco dopo, Bianchetti ha
dato la sua interpretazione:
«Non ho sfiorato Schranz, ma
non ho neanche toccato la palla. E’ lui che si è buttato: fosse
rimasto in piedi, sarebbe andato in porta». Rugani, il più
vicino, ha confermato ma gli
slovacchi la pensano diversamente. «Non pensavo che a
MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
1
7
2
LA GRIGLIA PER IL TITOLO
la guida
Svezia, che impresa
Una grande Serbia
elimina la Spagna
Germania
Inghilterra
Italia
Portogallo
Serbia
Svezia
Danimarca
Rep. Ceca*
Il sorteggio della fase finale si svolgerà
il 6 novembre a Praga.
*Già qualificata come Paese ospitante
GDS
questo livello potessero succedere cose così», ha detto il c.t.
Galad. Il gol di Longo al 90’ ha
scritto l’ultimo capitolo dell’Odissea, perché il 3-1 ci porta
all’Europeo in Repubblica Ceca, che non sarà Itaca ma ha il
suo fascino. Tutto è bene quel
che finisce bene, però...
Conte applaude Però l’Italia
ha indossato due maschere. I
primi 45 minuti erano stati ottimi: un gol subito, il raddoppio arrivato presto, Bernardeschi pronto ad accendere la luce. «All’intervallo non sono
stato bravo a trasmettere che
la partita non era finita», ha
detto Di Biagio. Ecco, il concetto è quello. L’Italia non ha
chiuso i conti – mai avuto killer
instinct – e non ha saputo gestire la partita. La superiorità numerica non si è sentita, Benassi ha fatto rimpiangere Viviani
e nell’azione del rigore negato
Rugani e Bianchetti sono piaciuti pochissimo. Antonio
Conte ha fatto comunque i
complimenti: «Un successo
meritato che premia il lavoro
della federazione a livello giovanile». E il d.g. Michele Uva
ha rilanciato: «Andremo in Repubblica Ceca per giocarci il titolo, penso che questa squadra
possa andare molto lontano».
Niente Spagna L’aspetto positivo del pomeriggio di Reggio
è questo, anche se per vederlo
bisogna allargare un po’ l’orizzonte: anche l’Odissea non si
legge in 90 minuti. Un anno fa
questa squadra era una barca
in mezzo al mare, si è salvata
un paio di volte con approdi di
fortuna ma è rimasta in piedi.
Negli ultimi otto mesi molti titolari hanno trovato spazio in
A e i margini di miglioramento
sono ampi. Oggi forse non vinceremmo contro Germania e
Inghilterra, ma l’inverno è lungo e l’Europeo arriva a campionati finiti. I marinai sono
scaramantici e leggono i segni
del destino: ieri sono uscite la
Francia e la Spagna, prima e
seconda nell’elenco delle favorite. Vuoi vedere che...
Con le partite di ritorno di ieri, sono
state definite le 7 nazionali partecipanti, oltre alla Repubblica Ceca (Paese ospitante), agli Europei Under 21, in
programma dal 17 al 30 giugno 2015.
I RISULTATI DI IERI
ITALIA-Slovacchia 3-1 (andata 1-1)
Bernardeschi al 5’, Belotti su rig. al 15’
p.t.; Lobotka (S) al 18’, Longo al 45’ s.t.
Croazia-INGHILTERRA 1-2 (1-2)
Moore (I) al 9’, Livaja (C) al 38’ p.t.; Hughes (I) al 28’ s.t.
GERMANIA-Ucraina 2-0 (3-0)
Volland al 44’, Bittencourt al 46’ s.t.
PORTOGALLO-Olanda 5-4 (2-0)
R. Vezo (P) al 13’, Weghorst (O) al 15’, R.
Neves (P) al 20’, Kongolo (O) 47’ p.t.;
Ricardo (P) al 5’ e al 21’, Aké (O) al 19’ e
su rig. al 44’, B. Silva (P) al 42’ s.t.
Spagna-SERBIA 1-2 (0-0)
Autogol di Gaya (SP) al 31’ p.t.; S. Roberto (SP) al 47’, Kostic (S) al 48’ s.t.
Islanda-DANIMARCA 1-1 (0-0)
Thomsen (D) al 45’, Fridjonsson (I) su
rig. al 48’ s.t.
SVEZIA-Francia 4-1 (0-2)
Thelin (S) al 3’ e al 35’ p.t.; Lewicki (S)
al 26’ e al 43’, Kurzawa (F) al 42’ s.t.
DAI NOSTRI INVIATI
LUCA BIANCHIN
VINCENZO D’ANGELO
REGGIO EMILIA
Cesare Prandelli ci aveva
visto giusto: «E’ il talento italiano più in espansione dell’ultimo anno», disse sei mesi fa
dopo aver convocato Federico
Bernardeschi per uno stage
azzurro in vista Mondiale. Era
l’unico giocatore di B, ma aveva già convinto la Fiorentina a
riportarlo in fretta a casa e Gigi Di Biagio a cercare un posto
per lui nell’Under. Il mondo di
Bernardeschi si è completamente rovesciato in pochi mesi. Da primo cambio contro la
Serbia per dare la scossa a migliore in campo nelle successive tre contro Cipro e nel doppio confronto slovacco nei
playoff. Forse non è il giocatore più forte del gruppo, ma è
quello più in crescita. E la dimensione europea comincia a
essere interessante...
gliore con una spanna sul secondo. Centrale dietro Belotti,
posizione che Di Biagio gli ha
trovato nelle ultime partite,
ha creato le azioni più pericolose. Le foto dei due gol sono
emblematiche. Rivediamole.
Uno a zero: raccoglie palla in
area, gira intorno a Mazan, alza la testa e usa la posata giusta, cucchiaio sul palo lontano. Due a zero: palla perfetta
per Berardi che prende il fallo
da rigore. Il 10 lo porta Domenico, che nel breve fa più impressione: esce dai raddoppi
con facilità e vede di più la
porta. Federico in Nazionale
usa l’11, però sta crescendo
forte e ha le idee chiare: «La
qualificazione all’Europeo? Se
siamo lì vuol dire che lo meritiamo. Andiamo in Repubblica Ceca per vincere e qualificarci per le Olimpiadi di Rio
de Janeiro». Il pubblico di
Reggio Emilia ieri ha diviso i
complimenti: applausi abbon-
1 La festa degli azzurri a fine gara col c.t. Di Biagio 2 L’arbitro scozzese
McLean, 33 anni, accerchiato dagli slovacchi 3 Il fallo da rigore non fischiato
a Bianchetti, 21 4 L’esultanza di Longo, 22, dopo il gol del 3-1 IPP/LIVERANI/GETTY
le Pagelle
DI MATTEO PIERELLI
DI V. D’A.
McLean, fischi e disastri
Peggio di così non poteva
arbitrare lo scozzese Steven
McLean. Naturalmente sul
giudizio pesa l’incredibile errore
al 29’ s.t., sul 2-1 per l’Italia.
Bianchetti atterra in area
Schranz, McLean in un primo
momento assegna il rigore, ma
su segnalazione dell’assistente
Harris annulla la decisione e ci
grazia, assegnando un calcio
d’angolo assurdo (Bianchetti fa
tutto tranne che toccare la
palla...). Nel primo tempo (35’)
esagerato il secondo giallo a
Duda. Al 24’ s.t. Skriniak fa fallo
su Belotti al limite: anziché il
rosso per chiara occasione da
gol, l’arbitro lascia correre,
mentre al 46’ s.t. c’è un fallaccio
di Teixeira su Bernardeschi: era
rosso, arriva solo il giallo. Poco
prima ha risparmiato Hrosovsky,
che lo ha applaudito in faccia.
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LA FRUSTATA DEL C.T.
Di Biagio: «Mai più
un 2° tempo così»
E Belotti fa il gallo
Tra Brunelleschi
e il Padre Nostro
Talento d’artista
e mancino divino
Un 11 da 10 Ieri è stato il mi-
La maglia col gallo di Belotti, 20
Il delizioso pallonetto dell’1-0 di Federico Bernardeschi, 20 anni ACTIVA
4
Gol in questa stagione
Bernardeschi ha segnato 2 gol
con l’Under 21 e 2 con la
Fiorentina in Europa League
danti per Berardi, che con il
Sassuolo è di casa, buona dose
anche per Bernardeschi. Piuttosto, mini riflessione: sui rinvii del portiere slovacco si sentiva il solito coro di insulto dei
bambini delle scuole calcio.
Non se ne può proprio fare a
meno?
Brunelleschi «Ci siamo complicati la vita da soli, credo ci
serva da lezione — ha detto
Bernardeschi alla fine parlando della partita sofferta — Sono felice per il quarto gol in
cinque partite europee. Per un
giovane come me non è male».
Non sono male neanche i due
4
la Moviola
il personaggio
FEDERICO BERNARDESCHI
In 5 eurogare 4 gol: per il web è come
il grande architetto, sul fianco ha tatuata
una preghiera. Montella, e tu ora che fai?
3
gol in Europa League contro
Guingamp e Dinamo Minsk,
che sono bastati per fare innamorare Firenze: il sinistro sul
secondo palo in Bielorussia,
colpetto da rivedere con un
paio di replay, in particolare, è
da giocatore a cinque stelle.
Probabilmente convinceranno Vincenzo Montella a dargli
per la prima volta una maglia
da titolare in Serie A. L’Italia
quel giorno lo conoscerà un
po’ meglio, magari scoprirà
che qualcuno sui forum lo paragona a Brunelleschi (c’è la
rima...) oppure che ha un cane corso chiamato Birillo, come quello dello scandalo-doping di Ivan Basso. I tatuaggi
piacciono e il più interessante
è il Padre Nostro scritto per intero su un fianco, perché Federico è molto religioso. Di
più, se l’è fatto scrivere in latino, da «Pater noster» ad
«Amen». I mancini sono creativi.
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REGGIO EMILIA (v.d’a.)
Chissà cosa avrà pensato Gigi
Di Biagio quando ha visto
Bianchetti entrare su Schranz
e McLean fischiare il rigore. In
quel momento, l’Italia è a un
passo dal baratro. Poi la
retromarcia dell’arbitro sembra
quasi accompagnare l’Italia
sull’aereo per Euro 2015.
«Abbiamo raggiunto un
obiettivo incredibile – dice il c.t.
-, venivamo da un girone
difficilissimo. Ma se vogliamo
diventare una squadra al top,
non è possibile un secondo
tempo così». In effetti il primo
tempo azzurro è stato
perfetto. «Da squadra vera»
sottolinea Di Biagio, che
aggiunge: «Poi abbiamo
pensato che fosse tutto
semplice». Di qui la delusione:
«Deve servire da lezione, ma
tutto questo non cancella
l’impresa». C’è enorme
l’autografo di Belotti sul pass
per la Repubblica Ceca. Il
«Gallo» ha cantato ancora – 5°
gol nelle ultime 4 gare – e si è
presentato alla stampa con
una maglia col gallo! «E’ la
vittoria di tutti – chiosa
l’attaccante – ma non si può
riaprire una partita così».
ZAPPACOSTA OK
BERARDI GIOCA
A NASCONDINO
BENASSI MALE
ITALIA 5,5
BARDI 5,5 Con la squadra
in apnea perde sicurezza anche lui
nelle uscite.
ZAPPACOSTA 6 In fase di spinta
è sempre puntuale, dietro è l’unico a
restare lucido.
BIANCHETTI 5 Primo tempo
autoritario, poi crolla. La scivolata su
Schranz poteva costare due anni di
lavoro.
RUGANI 5,5 Schranz lo salta
con facilità e prende l’autostrada
verso Bardi. Fortuna che McLean
cambia decisione.
BIRAGHI 5,5 Barcolla vistosamente
nel momento
di massima spinta slovacca.
VIVIANI 6 Esce e l’Italia smette di far
girare la palla.
BENASSI 5 Due errori in appoggio
vanificano altrettante ripartenze.
Dovrebbe assicurare corsa
in mezzo, ma il piano salta subito.
CRISETIG 6 Pericoloso da fuori. Uno
dei pochi a salvarsi.
BERARDI 5,5 Gioca nel suo stadio e
vuole lasciare il segno. Si procura il
rigore, ma quando serve il suo talento
gioca a nascondino, divorandosi pure
il 3-0 (Baselli s.v.)
h
IL MIGLIORE
7 BERNARDESCHI
Sblocca la gara con un lob geniale.
Regala ai 2.000 bambini una perla così
dolce da far sembrare il cucchiaio il
colpo più facile del calcio. Quattro gol
europei nelle ultime cinque partite, e
l’assist per Longo.
BATTOCCHIO 5,5 Motorino costante
ma impreciso.
BELOTTI 6 Il suo rigore sembra
archiviare la pratica. È costretto agli
straordinari di generosità,
ma in area di rigore si nota poco.
LONGO 6,5 Poco più di 15’ per
arginare l’orgoglio slovacco,
che colpisce e affonda al 90’.
C.T. DI BIAGIO 5,5 Il crollo dei suoi è
soprattutto mentale. Sopra di due gol
e con l’uomo in più abbiamo ridato
speranza alla Slovacchia. Da qui
all’Europeo urge un corso di
psicologia.
SLOVACCHIA 5,5
Rusov 5,5; Pauschek 5,5, Ninaj 5,5
(Skriniar 5,5), Teixeira 5, Mazan
5,5; Lasik 6, Paur 5 (Lobotka 6,5);
Schranz 6 (Malec s.v.), Duda 4,5,
Hrosovsky 5; Zrelak 5,5. C.T.
Galad 6.
GLI ARBITRI MCLEAN 4
Il rigore slovacco è talmente
clamoroso che lo vede. Poi,
per mistero, si fa convincere
da Harris e concede l’angolo.
Ma la palla non era nemmeno
uscita! Harris 4-Ross 5,5
8
LA GAZZETTA DELLO SPORT
MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
SERIE A
L’accusa di Platini
«Juve favorita con la Roma?
Solita storia contro chi vince»
Il numero uno dell’Uefa: «Non ho visto la partita ma ho sentito molte cose
sull’arbitro. La moviola? Ne penso tutto il male possibile, sarebbe disastrosa»
e a volte emergono errori e
controversie. Siamo due grandi squadre e ci avviamo verso
una rivalità che durerà a lungo: questo non può che essere
un bene per il calcio italiano...».
MIRKO GRAZIANO
MILANO
Michel Platini mostra un
pizzico di fastidio per la bufera
esplosa dalle nostre parti in seguito all’arbitraggio di Rocchi
in Juve-Roma. «Sono sempre
le solite storie – ha detto il numero uno dell’Uefa –, che la
Juventus è favorita, che chi
vince ha gli arbitri dalla propria parte. È sempre così». Le
Roi non ha mai amato parlare
di arbitri, a maggior ragione
da quando è a capo del calcio
europeo. Soprattutto, ha sempre considerato molto italiane
un certo tipo di polemiche.
«Questa partita non l’ho proprio vista – continua –, non ho
visto nemmeno le immagini
dei vari gol. Dopo ho invece
sentito molte cose, sempre le
solite...». Juve-Roma «pesava»
parecchio già ai suoi tempi,
«ma non ero in Italia quando
fu annullato il gol di Turone, di
cui si parla ancora oggi. Ricordo invece le mie sfide coi giallorossi: grandi partite, giocate
alla pari fra due squadre davvero belle e spettacolari. E non
avevamo bisogno dell’arbitro
per vincere. Scherzo...».
Roma, silenzio rumoroso In-
somma, indirettamente Platini
cataloga come ingiustificata o
perlomeno esagerata l’ira del
popolo giallorosso, Francesco
Totti in testa, durissimo con arbitro e Juve stessa. La Roma
non risponde ufficialmente,
ma dai vertici del club trapela
parecchio fastidio per il commento di Platini. Posizione,
quella del francese, che arriva
giusto 24 ore dopo le frasi di
Marcello Nicchi, presidente
dell’Aia: «Ad oggi, le immagini
dicono che Rocchi non ha sbagliato niente a Torino». Il tut-
/
Uno dei tanti momenti di tensione di Juventus-Roma. Sotto, Michel Platini LAPRESSE/IPP
«
La moviola
romperebbe la
fluidità del gioco,
spero che non
ci si arrivi mai
MICHEL PLATINI
PRESIDENTE UEFA
opinione della
to, sommato all’opinione
Fifa, che in base alle nuove ina considerato
terpretazioni ha
ullare il gol di
giusto non annullare
rigioco di ViBonucci per fuorigioco
omunque, che
dal. Va detto, comunque,
nell’immediato e turbolenrrivata
to post gara era arrivata
ne di
una gran lezione
stile da parte dell preosso
sidente giallorosso
James Pallotta, che
attraverso il sito ufveficiale del club aveva invitato tutti «a
o.
un lungo respiro.
Stiamo calmi». E
o
ancora: «Il calcio
va a mille all’ora,,
«Moviola, no grazie» Platini
ha parlato pure di moviola in
campo. I tempi sembrano maturi anche per la Fifa, ma «io ne
penso tutto il male possibile,
sarebbe un disastro», dice il
presidente Uefa. «Non credo
sia un qualcosa di utile fermare
il gioco ogni minuto per vedere
se c’è fuorigioco o fallo, rigore
o calcio d’angolo, per verificare insomma se la decisione dell’arbitro sia giusta o meno. Tutto questo romperebbe la fluidità del gioco, non sarebbe
una bella cosa per il calcio di
domani. In ogni modo, si tratta di decisioni dell’International Board, non dipendono né
da Tavecchio, né dal sottoscritto. Ma per il bene del calcio
spero davvero che non ci si arrivi mai». Cosa aveva detto Tavecchio? «Figc disponibile a
sperimentare la moviola in
p Abbiamo arbitri super,
campo.
questo è certo
certo, ma dirò a Blatter di accelerare...».
acceler
BlatterPatini, visioni diverse praticamente su tut
tutto. Intanto, ieri
Michel era a Bruxelles dove
l’Uefa e la Commissione
Com
europea hanno
hann siglato un accordo di cooperaziop la lotta contro
ne per
p
le partite
truccate,
c
la corruzione,
il dopin la violenza, il
ping,
ra
razzismo
e la tratta di esseri umani
n calcio. Un’innel
tesa che avrà
una durata di
tre anni.
PRIMA USCITA A NEW DELHI BRILLA IL PORTIERE BELARDI, COMPAGNO DI SQUADRA DEL FRANCESE AL PUNE CITY
India, niente gol e poco show
nel derby Del Piero-Trezeguet
Il debutto degli ex
Juve è tiepidino:
per Ale, entrato
al 37’, applausi
e qualche dribbling
GIANNI TACCHI
Tutti si aspettavano una
magia di Del Piero o un graffio
di Trezeguet. E invece l’incrocio indiano tra le due stelle del
recente passato bianconero ha
tradito le attese: Ale è partito
dalla panchina, entrando al 37’
e illuminando il gioco con
qualche spunto, mentre il francese non ha inciso. Così in copertina è finito Belardi, portiere del Pune City e compagno
Alessandro Del Piero, 39 anni, con la maglia dei Delhi Dynamos AFP
proprio dei due attaccanti nella Juventus post Calciopoli
(campionato vinto in B e una
stagione in A), che ha fermato i
Delhi Dynamos sullo 0-0.
Portieri protagonisti Si sono
ritrovati contro al debutto nell’Indian Super League: Del Pie-
ro con il Delhi, Trezegol con il
Pune di Franco Colomba. Circa
2,60 euro per vederli dalle curve, prezzo accessibile per il popolo indiano, anche se lì gli stipendi sono più bassi rispetto
all’Europa (un impiegato di
banca prende sui 400 euro).
Ale, non al top per un virus, ha
lasciato spazio al tandem danese formato da Junker e
Skoubo, uscito prima del riposo per un lieve infortunio. Dentro quindi Del Piero tra gli applausi: qualche dribbling, una
punizione sulla barriera e una
conclusione a lato il bilancio,
sufficiente per il titolo di «man
of the match». Pericoloso solo
in avvio invece Trezeguet, isolato davanti e capitano di una
squadra spenta (in difesa la
coppia azzurra Cirillo-Magliocchetti). Il Delhi ha dominato senza entusiasmare, ma
ha trovato sulla sua strada Belardi: attento nel primo tempo,
super in apertura di ripresa su
Junker e salvato dal palo nel
recupero sul tiro di Dos Santos.
Occhi anche sull’altro numero
uno, il belga Van Hout. Ma non
per qualche miracolo, bensì
per la statura: è il portiere più
alto del mondo con i suoi 208
centimetri, uno in meno della
punta cinese Changpeng, che
guarda tutti gli altri giocatori
dall’alto. Anche questa è l’Indian Super League.
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A
HANNO
DETTO
3
domande a...
LAURA
BARRIALES
NUOVO VOLTO
DI JUVENTUS CHANNEL
S
Francesco
Totti
«È sempre così,
la Juventus
dovrebbe fare
un campionato
a parte. Finché
ci sono loro,
noi arriveremo
sempre
secondi...»
«Da sabato
gioco anch’io
E ad Allegri
chiederei...»
Laura Barriales,
=
modella e showgirl spagnola,
è il nuovo volto di Juventus
Channel dopo Cristina
Chiabotto. Adesso sta anche
girando la fiction «Squadra
speciale» per Canale 5.
S 1 Perché alla Juve?
Carlo
Tavecchio
«La scelta di
Rocchi per
Juve-Roma
era perfetta.
Parliamo di un
internazionale,
è il numero 2
fra gli arbitri
italiani»
S
Marcello
Nicchi
«Ad oggi
le immagini
televisive
dicono che
Rocchi non ha
sbagliato nulla
in JuventusRoma...»
«Sono spagnola, ma juventina
fin da piccola. In Spagna tifavo
Real, come tutta la mia famiglia: sono cresciuta con mio fratello che mi diceva “Barça m...,
viva Real”, ma all’estero la Juve
è sempre stata la mia favorita e
Del Piero il mio campione. Mi
sono arrivati un po’ di insulti sui
social, perché in passato ho fatto interviste per il Napoli, ma io
sono sempre stata juventina. Ci
sta, non voglio fare polemiche.
Il calcio mi è sempre piaciuto
perché studiavo in una scuola
di preti e in classe ero l’unica
femmina, quindi ogni domenica messa e partita...»
2 Quando comincerà?
«Sabato, contro il Sassuolo. Farò le interviste a bordo campo e
una volta alla settimana andrò
a Vinovo per interventi dallo
studio. Sono molto felice, il team è fantastico, voglio parlare
di calcio con il sorriso e attirare
anche le donne. Una domanda
per Allegri? Gli vorrei chiedere
se si sente orgoglioso della
squadra, visto che l’ha ereditata
da Conte...»
3 Fidanzata?
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«No, troppo lavoro. La mia storia con Simone Inzaghi? Si, c’è
stata, ma quando ha smesso di
giocare. Anche con Gibernau,
ma quando ha lasciato le corse.
Li ho presi quando erano in
pensione - ride - così si sono dedicati di più a me!».
Gabriella Mancini
RISERVATA
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IL ROMENO È DEL PUNE, MA IN INDIA NON PUO’ GIOCARE
Idea Fiorentina: Mutu di ritorno
E Gomez salta anche Lazio e Paok
A Firenze passando per
Pune, capoluogo di distretto
indiano. O anche no, Firenze
subito, senza far tappa in Asia:
la Fiorentina ci pensa, a gennaio
Mutu può tornare davvero. La
storia: il Pune è la Fiorentina
d’Oriente, un’estate fa il club
viola ha stretto con gli indiani
una collaborazione sportiva e
commerciale. E dopo Trezeguet,
ex bomber juventino che in India
giocherà con il viola addosso, la
Fiorentina aveva ingaggiato il
suo ex numero 10. Una serie di
freni burocratici ha fatto slittare
la chiusura dell’affare: per il
Pune/Fiorentina è la nuova
federazione indiana ad aver
fatto confusione. Quando Adrian
(35 anni, ultima esperienza al
Petrolul, Romania) ha ottenuto il
visto, erano scaduti i termini per
il tesseramento. In mezzo anche
un altro intoppo (rinnegato):
secondo la stampa romena,
Mutu si sarebbe presentato
ubriaco all’ambasciata indiana di
Bucarest: e visto che certe
formalità andavano per le
lunghe, avrebbe aggiunto anche
un alterco con il personale
diplomatico. Versione che
l’attaccante seccato ha
immediatamente smentito via
twitter, social utilizzato anche
per ribadire il grande amore per
Firenze. Resta il fatto che il
contratto sottoscritto
obbligherà il Pune a pagargli le
mensilità previste: la Fiorentina
avrebbe più volentieri ritrovato
un giocatore allenato dal breve
campionato indiano, ma in ogni
caso...perché non pensarci
comunque. In coppia con
Gomez? È solo un’idea,
l’aggancio serve per ricordare
l’ultimo report: il centravanti ha
bisogno di altro tempo, salterà
Lazio e Paok, si rivedrà (forse)
con il Milan.
Alessandra Gozzini
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MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
9
SERIE A
Roma, è crisi al centro
Fuori anche De Rossi
L’azzurro lavora per il Bayern e Keita si ferma per venti giorni
Garcia col Chievo si affida a Nainggolan e lancia Paredes titolare
MASSIMO CECCHINI
ROMA
Gli dei del calcio, a volte,
decidono di giocare con le parole degli uomini. Prima della
partita contro la Juve era stato
lo stesso Rudi Garcia a dire
che, dopo la sosta, l’emergenza
infortuni sarebbe terminata,
ma il destino si diverte a beffare i progetti dei mortali.
Emergenza E così sabato contro il Chievo l’allenatore francese non riavrà De Rossi, ma –
dopo gli esami svolti al rientro
a Roma – ha avuto anche l’ufficialità che l’infortunio al polpaccio sinistro di Keita (rimediato col Mali) lo terrà fuori
per 15-20 giorni. Non basta. Se
i contorni dei problemi fisici di
Castan sono sempre seri (ieri
ha fatto dei controlli al Gemelli, ma tutti sperano che possa
tornare presto), anche Iturbe
salterà la partita di campionato
e si allena per il rientro martedì
contro il Bayern («Niente di
preoccupante, lavoro per diventare più forte che mai», ha
twittato). Insomma, tenendo
conto che persino De Sanctis,
dopo il problema alla coscia,
potrebbe essere tenuto precauzionalmente a riposo in vista
della Champions – proprio co-
A
SCELTE E
PROBLEMI
S
Nainggolan
Col Chievo
potrebbe
giocare da
centrale davanti
alla difesa come
ha fatto
in nazionale
S
Ancora out
Stop con il Mali
La faccia nuova
Daniele De Rossi sarà in tribuna
contro il Chievo sabato ANSA
Per Keita fatale la nazionale
maliana: stop di 20 giorni ANSA
Leandro Paredes, 20 anni, è in
pole per debuttare dal 1’ GETTY
me De Rossi – l’unica buona
notizia, perciò, viene solo da
Astori, che è di sicuro recuperato.
descrivono anche tignoso in fase di recupero palla e non impressionabile, abituato com’era a giocare da giovanissimo in un ambiente caldo come
quello del Boca Juniors. A supportare la mediana, comunque, occorreranno i ripiegamenti di Florenzi, che potrebbe essere schierato nel tridente
insieme a Destro e Gervinho.
lan, che due giorni fa contro la
Bosnia di Pjanic è stato impiegato proprio in quella posizione, togliendosi la soddisfazione di segnare un gol ed essere
estremamente preciso nei passaggi (91,9% di riuscita).
Tocca a Paredes E allora, benedetto il fatto che l’avversario
di giornata sulla carta non
sembra insuperabile, si scalda
Leandro Paredes. Il ventenne
centrocampista argentino finora ha gia accumulato due presenze in campionato, ma sabato potrebbe fare il suo esordio
da titolare nella Roma. Al netto
dei piedi buoni, a Trigoria lo
Guida Nainggolan A giocare
davanti alla difesa, però, toccherà ad un fresco esperto del
ruolo, ovvero Radja Nainggo-
Partita doppia Insomma, per
ora il turnover è limitato dall’emergenza, anche se da Trigoria filtri come Garcia lavori
nell’ambito di coppie di partite
e non di singoli match. Sorte
permettendo, naturalmente.
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Strootman
L’olandese è
fermo dal 9
marzo: Rudi
Garcia spera
di recuperarlo
per il prossimo
mese
S
Uçan
Il baby talento
turco non ha
ancora esordito.
A gennaio
potrebbe
essere dato in
prestito
TRATTATIVA OK GUADAGNERÀ 1,5 MILIONI
Felicità Florenzi
Pronto il rinnovo:
ingaggio doppio
ROMA
Il futuro è sempre d’attualità nelle stanze
di Trigoria. In attesa che il mercato delinei già le
prossime trame – prima fra tutte l’arrivo di Rabiot dal Psg dopo pagamento di indennizzo al
club francese con cui si vuole mantenere ottimi
rapporti – è d’attualità il tema dei rinnovi. Il primo è quello di Alessandro Florenzi, che guadagna 600 mila euro e ha il contratto in scadenza
nel 2016. I primi giorni della prossima settimana
il suo manager Lucci è atteso dalla dirigenza per
definire una trattativa che si snoda verso
il lieto fine. Cioè:
rinnovo quadriennale e stipendio più
che raddoppiato, si
parla di 1,5 milioni
più premi. Tutto ciò
perché Florenzi ha
23 anni ed è da tempo nel giro della Nazionale. Non è un
caso, infatti, che sia Alessandro Florenzi FORTE
nel mirino di Juve,
Inter, Milan, Napoli e Fiorentina, anche se il jolly
ha scelto di restare a Roma. E forse anche Keita,
a cui, com’è noto, è stato offerto un rinnovo e un
ruolo a fine carriera
Strootman & Uçan Detto che Uçan a gennaio
sarà dato in prestito per essere valorizzato, ieri è
girata voce di un rinnovo di Strootman all’orizzonte, ma dal suo entourage rispondono che
non è questo il momento anche perché – qualora
decidesse di ascoltare le sirene inglesi – non sarebbe un ritocco d’ingaggio a frenare un giocatore del suo livello, in grado di guadagnare il doppio (ora è a circa 2,5 milioni) ovunque andasse.
ma. cec.
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10
LA GAZZETTA DELLO SPORT
MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
SERIE A
4
i tre consigli per gli acquisti
CARLETTO
AL MILAN
S
Carlo Ancelotti
ha giocato
nel Milan dal
1987 al 1992
e poi lo ha
allenato da
novembre 2001
a maggio 2009.
Questo il suo
palmarès in
rossonero
Diego Lopez
Alex
Jeremy Menez
32 anni, è arrivato questa estate a parametro 32 anni, anche lui è arrivato in estate a
zero dal Real Madrid. In precedenza aveva
parametro zero, con provenienza Paris St.
vestito le maglie di Villarreal e Siviglia AFP
Germain. Prima Santos, Chelsea e Psv FORTE
27 anni, ha fatto lo stesso percorso di Alex: è
sbarcato al Milan in estate a parametro zero
dal Psg. Prima giocava nella Roma LAPRESSE
Milan e Ancelotti:
il vecchio amico
dà le dritte migliori
Il tecnico del Real: «Mi hanno chiesto informazioni
sulla professionalità di Diego Lopez, Alex e Menez»
MARCO PASOTTO
MILANO
In tempi di austerità e bilanci in dieta, poter contare su
un consulente esperto e gratuito è una botta di fortuna non indifferente. Fortuna relativa: è
anche questione di rapporti,
che occorre saper coltivare
quando le strade si separano. Il
Milan non potrà riavere in panchina Carlo Ancelotti – non con
questo budget –, ma se non altro
può contare su di lui come «consigliere» di mercato. Consigliere fra virgolette, certo, perché
Carlo allena felicemente il Real
Madrid e la cessione delle opere
d’ingegno non è contemplata:
ma qualche dritta in via confidenziale non scandalizza nessuno, tantomeno Florentino Perez, che oltre a essere il numero
uno del Real è un grande amico
di Galliani.
Otto più otto Ancelotti è rimasto nel cuore di tutto il mondo
rossonero, perché è l’icona dell’ultimo ciclo vincente milanista. Una tematica a cui Berlusconi non riesce a restare indifferente, sebbene la storia con
Carlo non sia stata tutto questo
folle amore e non si sia chiusa
nel migliore dei modi. Ma otto
anni e altrettanti titoli alla fine
sono un legame forte. Che evidentemente prosegue nel tempo, tanto da far dire a Berlusconi: «Carletto è stato uno dei nostri consulenti di mercato, vicino a me e a Galliani, perché ci
ha dato la sua consulenza per
Lopez, Alex e Menez». Consulenza facile, peraltro, visto che
li ha allenati tutti e tre. Uno a
Madrid e due a Parigi. Il tecnico
ieri ha confermato a Radio Cope: «Il Milan mi ha chiesto informazioni sulla professionalità di
Menez, Diego Lopez e Alex, del
resto io ho un ottimo rapporto
con il presidente e con Galliani». E così il Milan si è rivolto a
lui: che cosa ne pensi? Come li
vedi? Da vecchi amici, in confidenza, meglio lasciar perdere o
la storia
«
Carletto è stato
uno dei nostri
consulenti di
mercato, perché
ci ha dato la
sua consulenza
per Lopez,
Alex e Menez
SILVIO BERLUSCONI
PRESIDENTE ONORARIO MILAN
Adorazione Prendiamo Me-
nez ad esempio, e cioè l’acquisto più azzeccato di tutto il mercato rossonero. Inzaghi ha chiarito molto bene che d’ora in
avanti conteranno prima gli uomini dei calciatori, e che su Menez aveva preso qualche informazione prima di incontrarlo. Il
nome dell’informatore è scontato. E siccome di Carletto il tandem Adriano&Pippo si fida a
occhi chiusi, l’affare è andato in
porto. Tra l’altro Jeremy lo adora. «Una persona fantastica, per
me è stato come un padre. Il miglior tecnico mai avuto», racconta il francese, che con Ancelotti non solo giocava, ma lo faceva dove gli piaceva di più («al
centro dell’attacco»). Per Inzaghi invece Carlo, pur essendo a
tutti gli effetti un collega, resta
«un emblema» e Pippo – parole
sue – vorrebbe far giocare il
Milan come Ancelotti fa giocare il Real. Intanto lui consiglia
qualche nome da portare a
Milanello. Nel caso di Diego
Lopez si parla addirittura di
un giocatore che faceva parte della sua rosa. Ma è abbastanza evidente che il portiere si è trasferito perché si era
aperta una finestra di mercato idonea e non certo perché
Ancelotti si è messo a occuparsi
della trattativa. Comunque,
non sempre i suggerimenti sono
andati in porto. Tre anni fa, ad
esempio, caldeggiava Anelka e
Drogba. Alla base, un unico filo
conduttore: «Il mio cuore è rossonero». Un anno fa disse anche: «Con Galliani siamo rimasti fidanzati». A risentirsi alla
prossima consulenza.
Essien-Muntari
Inzaghi tira su
il muro ghanese
Domenica a Verona la prima
in coppia della nuova stagione:
al Mondiale l’ultima gara insieme
GIOCATORE
3 scudetti;
una Supercoppa
di Lega;
2 Coppe dei
Campioni;
2 Supercoppe
Uefa;
2 Coppe
Intercontinentali
TECNICO
Uno scudetto;
una Supercoppa
di Lega;
una Coppa
Italia;
2 Champions
League;
2 Supercoppe
Uefa;
un Mondiale
per club
Michael Essien, 31 anni, e Sulley Muntari, 30 FORTE/LAPRESSE
ALESSANDRA GOZZINI
MILANO
Ghana fa rima con mediana, e domenica
a Verona il Milan proverà a far valere l’assonanza: due dei tre di mezzo saranno Essien e
Muntari, connazionali alla prima uscita di
coppia.
Dal Brasile al Bentegodi La mediana africana
è un inedito, almeno nel cuore del Milan: l’ultima volta che i due hanno corso insieme era a
Natal, Brasile, esordio mondiale contro gli
Stati Uniti. Muntari titolare (prima di essere
cacciato dal ritiro con Boateng, ex milanista),
Essien dentro a 20 minuti dalla fine: ora che la
nazionale li ha tagliati (nell’ultima lista sono
entrati Badu e Acquah, altri ghanesi d’Italia) si
riuniranno in rossonero. Qui, quest’anno, si
sono incrociati solo per il cambio: in due (su
tre) subentri Essien ha rilevato Muntari, una
volta Poli. A Verona la prima insieme del nuovo campionato, con competenze specifiche:
Essien sarà il cardine davanti alla difesa, sostituto scelto dello squalificato De Jong; Muntari
farà incursioni da sinistra (con Poli o Bonaventura dall’altra parte).
Scelta tecnica Per tirare su la muraglia ghanese è stato necessario aspettare metà ottobre: per Inzaghi quelli di Essien sono stati muscoli utili finora per i finali di partita (contro
Lazio, Cesena e Chievo). Se si esclude l’infortunio al piede sinistro che lo escluse dalla
notturna con la Juve, Essien è sempre rimasto fuori dall’undici per scelta tecnica. Le gerarchie del centrocampo hanno invece premiato Muntari, 90’ a sedere solo nella trasferta di Cesena. Parlassero la stessa lingua anche
in campo, i due potrebbero in futuro essere riproposti, anche se l’agguerrita concorrenza
aumenterà: in attesa di Montolivo, ieri ha lavorato con il gruppo Saponara; Van Ginkel è
sulla via del recupero (ieri si è limitato a un
lavoro personalizzato con Albertazzi); già arruolabile invece Bonaventura, nell’ultima seduta isolato dal gruppo per un lavoro atletico
specifico.
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Riecco Verona, dove Pippo diventò «Super»
Tra il monolocale, la Uno Rap e quelle due birre
avevano chiesto di prendersi cura di quel ragazzo che veniva a giocare a Verona». Tutte le sere
da Carmine. E, per cena, bresaola e un piatto di
pasta al pomodoro. Menù standard da ripetere
nei ritrovi da Loris, il titolare della trattoria sotto casa: «Era di naja. Al giovedì, quando tornava
in città, scendevamo a mangiare al ristorante»,
dice Cefis. Tasso alcolico zero: «Festa di compleanno a San Zeno di Montagna. Abbondanti gin
tonic a girare, ma Pippo niente: più rispettoso
delle regole di un monaco», ride Carmine.
MATTEO FONTANA
VERONA
SuperPippo è nato qui. Ci arrivò guidando
una Uno Rap, nell’estate del 1993. Bortolo Mutti l’aveva allenato al Leffe. Ingaggiato dal Verona, aveva chiesto che glielo prendessero, in prestito dal Piacenza, «perché era un predestinato». Dalla Val Seriana, con loro, si trasferirono
in gialloblù anche il difensore Alessandro Furlanetto e il centrocampista Gianni Cefis. Pippo Inzaghi, SuperPippo lo divenne vivendo in un monolocale in corso Sant’Anastasia, nel cuore del
centro storico di Verona. Quel microappartamento gliel’aveva procurato Carmine Rossi, oggi avvocato, al tempo fresco di laurea, amico fraterno di quell’Inzaghi poco più che pupo: «Mia
mamma – ricorda Rossi – al mare aveva conosciuto i suoi genitori, Marina e Giancarlo. E le
ci andiamo sopra con decisione? Sono arrivati tutti e quindi
la risposta è evidente.
FATTA LA MEDIANA
Pippo Inzaghi in azione ai tempi
del Verona. Aveva 20 anni OMEGA
Birre I locali? Poco meno che sconosciuti, per
il giovine Inzaghi: «Andava di moda il Gorky –
aggiunge Rossi –, e capitava di farci un giro, con
la mia Vespa 50. Io davanti, lui al posto del passeggero». Eccessi, macché. A parte quella volta,
ritrovo con la Curva Sud. Legame viscerale, con
l’ala forte dei tifosi del Verona, per Inzaghi. SuperPippo, appunto, l’avevano ribattezzato loro,
4
IL NUMERO
13
I gol
di Inzaghi
in Serie B con
la maglia
del Verona,
indossata nella
stagione ‘93-94.
Le presenze
furono 36
dopo un gol da iradiddio con il Padova. Sugli
spalti, così, era comparsa una bandiera a due
aste con la raffigurazione del bizzarro personaggio disneyano, ovviamente vestito di gialloblù. In birreria, a Parona, dai e dai, un paio di
pinte con i butei Inzaghi si decide a buttarle giù.
In un fisico come il suo, e con un’attenzione alla
dieta maniacale – la pizza? La evitava per non
sbilanciare i carboidrati –, il luppolo fece l’effetto di un detonatore. Nessun danno a cose o persone, assicura chi c’era, ma un Inzaghi così scatenato lo avevano visto solo in campo: «Era un
trascinatore – spiega Mutti –, fece 13 gol. In quel
Verona c’era anche Pessotto, ed esordì Tommasi. Chiudemmo a metà classifica. A Pippo era
impossibile non voler bene. Se lo bacchettavo?
Mah, l’unica cosa che gli dicevo era di stare attento a certe cose: con tutte quelle ragazzotte
che gli giravano attorno...».
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11
SERIE A
Pronti, partenza, flop
L’Inter dei primi tempi
è un mezzo disastro
I nerazzurri hanno subito 7 gol su 8 entro il 45’: Mazzarri
lavora sull’aspetto mentale per evitare le partenze in salita
TRE INIZI DA DIMENTICARE
1
2
li dei due tempi erano divenuti
terreno di conquista degli avversari: il 46% dei gol subiti
(in tutto 39, terza miglior difesa insieme con il Napoli dietro
solo a Juventus e Roma) sono
arrivati nei quarti d’ora finali.
Ora il contrario. Mazzarri ha
lavorato sul mantenimento e
sulla costanza d’attenzione fino alla fine. Forse il pulsante
dovrebbe però scattare sull’accensione prima di prendere lo
schiaffo. Perché quest’anno va
così. Squadra giovane, di conseguenza in pochi hanno vinto
negli anni e in pochi sono abituati a gestire ogni situazione.
Tutti punti da scrivere in neretto sul foglio. Però è anche
vero che l’esperienza, poco alla volta, deve formare il calciatore.
Niente ribaltoni Dalla maturazione arriva anche la capacità di reazione. Nel campionato in corso tre volte l’Inter è
andata in svantaggio in campionato e mai è riuscita a ribaltare l’andamento delle cose. Solo a Palermo è riuscita a
portare via almeno un punto,
altrimenti con Cagliari e Fiorentina lo svantaggio è rimasto tale anche al novantesimo.
Di contro è anche vero che una
volta in vantaggio l’Inter non
si è fatta ancora rimontare:
contro Sassuolo e Atalanta ha
portato via sei punti. Il problema di recuperare il terreno
perduto si era manifestato anche l’anno passato. Costretti
15 volte (su 38 partite) a rimontare, il gruppo di Mazzarri per il 53% delle volte ha finito per perdere. Insomma, una
condizione che pare congenita ma che per un top club deve
per forza essere corretta.
WM quando va
in vantaggio vince
sempre, ma non
ha ribaltato
nessuna gara
Walter Mazzarri, 53 anni, alla seconda stagione sulla panchina interista AP
MATTEO BREGA
I numeri illuminano, evidenziano, sottolineano. E lo
fanno per espletare la loro
funzione: quella di accendere
una spia. Ciò che i numeri non
fanno, soprattutto nel calcio
dove la statistica è difficilmente una scienza esatta, è trovare
la soluzione. Spetta alle risorse umane, e all’Inter in primis
a Walter Mazzarri e al suo
staff. Perché la difesa che tanto aveva accecato per la sua affidabilità, ora preoccupa per i
suoi rumori incontrovertibili.
Primi tempi negativi I dati basilari (arricchiti da quelli della
Opta) sono il punto di parten-
za, la loro natura il nocciolo
della questione che il tecnico
nerazzurro sta analizzando.
L’Inter (in campionato) ha
preso 7 gol su 8 nel primo tempo (88%) concentrati per il
38% nel primo quarto d’ora di
gioco. Il risvolto mentale qual
è? L’approccio alla partita certamente non ha seguito l’iter
adeguato. La coperta di Linus,
definita dallo stesso personaggio dei fumetti «coperta di sicurezza», era l’armatura morbida per difendersi dal Mondo. La coperta di Mazzarri invece appare decisamente
corta. Perché da un anno con
l’altro i problemi si sono spostati soltanto sulla linea temporale. Nella scorsa stagione
(sempre in campionato) i fina-
4
I NUMERI
8
le reti
subite dall’Inter
nelle ultime
cinque gare
ufficiali: 1 dal
Palermo, 4 dal
Cagliari e 3
dalla Fiorentina.
Nelle precedenti
cinque partite la
porta
nerazzurra era
invece rimasta
inviolata
6
i punti
di ritardo
dell’Inter
rispetto allo
scorso
campionato,
quando dopo
sei turni aveva
messo insieme
4 vittorie e 2
pareggi, per poi
perdere in casa
con la Roma
alla settima
giornata. Ma 6
sono anche i
punti di ritardo
sul terzo posto,
attualmente
occupato dalla
Sampdoria
Mateo
Kovacic,
20 anni
FOTOPRESS
3
1 Franco Vazquez approfitta dell’incertezza di
Nemanja Vidic e segna il gol del Palermo al 3’
p.t.; 2 Albin Ekdal travolge l’Inter al Meazza: per
lo svedese del Cagliari 3 gol in 15’ nel primo
tempo. I sardi ne fanno 4 nella prima frazione;
3 La sassata di Babacar a Firenze: l’Inter ha
subito 2 gol nel primo tempo LAPRESSE/RAMELLA
Nemici in casa Un ultimo dato dei gol subiti che va tenuto
in considerazione suggerirebbe una valutazione più ampia
infine. Quest’anno degli 8 gol
subiti, 6 sono nati dall’interno
dell’area e solo due (i capolavori fiorentini) da lontano.
Siamo al 75% del totale, percentuale vicina a quella complessiva dello scorso anno
quando si finì con il 72%. Un
dato che va letto nel suo complesso perché la fase difensiva
non si limita ai tre centrali, ma
si allarga al centrocampo. Forse l’Inter si fa schiacciare troppo, forse si porta in casa gli avversari, forse il filtro funziona
a intermittenza. Forse sono
solo numeri...
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QUI APPIANO
Kovacic ok
per domenica
Ma si ferma
D’Ambrosio
DAL NOSTRO INVIATO
LUCA TAIDELLI
@LucaTaidelli
APPIANO GENTILE (Como)
Il tempo di un sospiro di
sollievo per Kovacic e Walter
Mazzarri è andato in apprensione per D’Ambrosio. L’esterno napoletano durante la partitella che
ha chiuso l’allenamento di ieri infatti si è procurato una sospetta
distorsione al ginocchio destro.
Dalle prime indiscrezioni sembrerebbe un problema al legamento collaterale, che però non
interesserebbe il crociato. Oggi
se ne saprà di più, visto che D’Ambrosio farà una risonanza, ma la
sua presenza contro il Napoli è a
forte rischio. Problema acuito dal
fatto che nemmeno Jonathan sta
bene (infiammazione del gemello) e che gli unici esterni abili e
arruolabili (Nagatomo e Dodò)
rientreranno a Milano soltanto
oggi, reduci dall’amichevole di
Singapore in cui il Brasile ha battuto 4-0 il Giappone. La buona
notizia è che nè i due esterni nè
Juan Jesus sono scesi in campo.
Nazionali ok Ma la vera lieta
novella riguarda appunto Kovacic. Il 20enne ex dinamo Zagabria lunedì sera aveva lasciato il
campo zoppicante al 24’ di Croazia-Azerbaigian per un problema
all’adduttore sinistro. Ma ieri lo
staff medico interista ha diagnosticato un semplice affaticamento, poi confermato dall’ecografia
sv
svolta
nel pomeriggio. Kovacic
og potrebbe saltare per precauoggi
zio la doppia seduta e fare tezione
ra (al pari dello stirato Osvalrapie
do, che farà un nuovo esame a
fine settimana, sperando che
possa accorciare i tempi di recupero), ma domenica sarà
regolarmente al suo posto.
Stesso discorso per Andrea
R
Ranocchia,
attorno al quale si
er creato un mini caso rientrato
era
gi nella notte di lunedì, quando
già
il c.t. Conte aveva spiegato di
n
non averlo schierato contro
M
Malta per scelta tecnica. Il capita - che ieri si è allenato regotano
lar
larmente
con i compagni - contro
il Napoli riprenderà il suo posto
in difesa con Vidic e Juan Jesus.
Es
Esterni
come detto obbligati, poi
sp
spazio
a Medel (in campo ieri
no in Cile-Bolivia), Kovacic e
notte
un tra Hernanes, M’Vila e Guauno
rin Davanti ci sono solo Icardi e
rin.
Pa
Palacio.
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GLI AVVERSARI ANCORA A SECCO IN CAMPIONATO, PER LA RIMONTA IN CLASSIFICA SERVONO I SUOI GOL
L’ALTRA PUNTA
Sorridi Napoli: è un Higuain dell’altro mondo
Callejon ottimista:
«Crediamo ancora
allo scudetto»
Doppietta dell’attaccante
nell’amichevole dell’Argentina
a Hong Kong: Benitez gongola
NAPOLI (g.m.) Tre gol e
un assist nelle ultime tre
partite di campionato,
capocannoniere azzurro in
stagione con quattro gol
all’attivo: Josè Callejon è il
pericolo numero uno dal quale
dovrà guardarsi l’Inter. Si
presenterà al Meazza al top
della forma e deciso a bissare
la rete realizzata lo scorso
anno a Napoli nel primo faccia
a faccia tra Benitez e Mazzarri:
«Le cose stanno andando per il
verso giusto - ha detto a “Onda
Cero” -. Possiamo ancora
credere nella rincorsa al primo
posto. Juve e Roma hanno
un’ottima rosa, ma c’è tanto
tempo a nostra disposizione».
MIMMO MALFITANO
NAPOLI
È arrivato fin laggiù per mettere in chiaro
le cose. Semmai ci fossero stati dubbi sulle sue
capacità sottorete, Gonzalo Higuain s’è riabilitato rifilando una doppietta alla rappresentativa di Hong Kong nell’amichevole disputata dall’Argentina contro l’ex colonia britannica. S’è
trattato di un allenamento, in pratica, considerato il modesto valore dei giocatori avversari,
ma che è servito al cittì, Martino, per ritrovare
il sorriso dopo la sconfitta rimediata col Brasile, quattro giorni prima a Pechino. Lontano da
Napoli, dunque, è il solito Pipita, pronto a capientalizzare tutte le opportunità che gli si preseniotano. Finora, ha già realizzato 5 reti in stagione: alle due di ieri, vanno aggiunte anche lee 3
nasegnate in Europa a Athletic Bilbao (preliminalari Champions), Sparta Praga e Slovan Bratislagni
va (Europa League). E’ in campionato, in ogni
va.
modo, che l’attaccante argentino non si ritrova.
aa
Dopo sei giornate di campionato è ancora
mequota zero, roba che non era accaduta nemmeno lo scorso anno, nella sua prima stagione naa3
poletana: nello stesso periodo era già a quota
nti
marcature e il Napoli aveva sommato 16 punti
oi
in classifica (5 vittorie e un pareggio), contro
10 attuali.
Gol pesanti Se li aspetta, Rafa Benitez, domemenica sera, a San Siro, per battere l’Inter. Il moomento è particolare e c’è bisogno di un risultaato positivo per continuare la risalita. Le notiizie che arrivano da Milano sono confortantii
Gaitan
e Higuain
GETTY
per il Napoli: agli infortuni di Osvaldo e Ranocchia, s’è
s aggiunto pure quello di D’Ambrosio.
Insomma, l’opportunità potrebbe essere inteInsomm
ressante per tentare il colpo grosso lontano dal
ressan
San Paolo...
Pa
A Hong Kong, Higuain è apparso in
ripresa
ripresa, s’è mosso in scioltezza e ha trovato due
reti. Un carico mentale molto prezioso, che l’attaccan
taccante si porterà indietro nel suo viaggio di
ritorno
ritorno, e che proverà a incrementare nella sfida con i nerazzurri. Napoli dipende molto dalle sue prodezze, gli schemi e il gioco di Benitez
non possono
po
prescindere dalla sua presenza.
Non è casuale, infatti, se l’inizio di stagione sia
poco convincente. Finora, l’attaccante arstato p
gentino del Napoli s’è distinto maggiormente
gentin
in fase di appoggio, liberando i compagni al gol
o alla conclusione. Ma le sue reti sono imprescindibili, servono come l’aria per ridare respiscindib
ro a u
un progetto che per buona parte s’è già
svuotato.
s
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12
LA GAZZETTA DELLO SPORT
MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
SERIE A L’INTERVISTA
La rivoluzione di Giulini
Cagliari luna park: «Zeman+stadio»
Il presidente più giovane in A: «Saremo la nazionale della Sardegna, con il fortino Sant’Elia»
Gli attaccanti rossoblù non paiono implacabili
sotto rete.
«Se vogliamo trovare una pecca è proprio questa. Ma ho fiducia, il lavoro di Zeman darà presto
i suoi frutti anche sotto questo aspetto. In primavera ci divertiremo. L’Ibarbo di San Siro era incontenibile, se gli riesce più spesso...».
Adesso a Cagliari arriva la Samp, la sorpresa
del campionato.
«Do atto a Mihajlovic del suo eccellente lavoro.
La Samp non ha valori superiori ai nostri, ma il
serbo è un grandissimo motivatore ed è sempre di
parola: un aspetto che i calciatori apprezzano
molto».
Lo ha conosciuto ai tempi dell’Inter.
«Certo. E lo stimavo
già da allora. Non a caso per il dopo-Mourinho mi permisi di consigliare lui o Simeone a
Massimo Moratti. Poi
arrivò Benitez. Attenzione, però, io Zeman
non lo cambierei con
nessuno».
bre, per la gara con il Milan. Dal giorno dopo ci
occuperemo del prossimo passo».
Qual è il futuro dello stadio?
«Intanto abbiamo raggiunto l’intesa per restare
al Sant’Elia per altri tre anni. E non era un risultato scontato… Il nuovo stadio? E’ uno dei cardini
del nostro progetto. Prima voglio vedere se ci saranno imprenditori interessati a questa nuova sfida».
Intanto si gode Ibarbo.
«Il colombiano è un talento da grande club. In
estate abbiamo rifiutato 12 milioni, anche perché
avevamo appena dovuto rinunciare ad Astori.
Ora con Zeman può fare ancora meglio. Peccato
abbia perso Nainggolan. Ce lo stiamo godendo
ancora con la maglia
della Roma. E comunque abbiamo ancora la
comproprietà del suo
cartellino».
Sta trattando con la
Roma?
«Magari Radja farà
gol anche in Champions League: vediamo. Parleremo con la
Roma. Magari spunta
qualcun altro».
A proposito: come va
con il boemo?
Tommaso Giulini, 37 anni, presidente del Cagliari, nella sede della Gazzetta dello
Sport, sotto la celebre foto di Riva e Rivera al Mondiale messicano del 1970 BOZZANI
DI CARLO LAUDISA E FRANCESCO VELLUZZI
MILANO
Quattro mesi sono passati in fretta. Dalla
maratona di giugno con Massimo Cellino, al colpo Zeman: ora Tommaso Giulini si gode il suo Cagliari con l’entusiasmo del giovane manager con
mille progetti. A soli 37 anni è il presidente più
verde della Serie A, una sfida che lo elettrizza.
Come la scommessa di dare un futuro alla Sardegna: non solo nel calcio. Il suo debutto in Gazzetta arriva dopo sei giornate di campionato. Il bilancio è fatalmente in chiaroscuro dopo quattro
trasferte condite dalla clamorosa vittoria a San
Siro con l’Inter e due sconfitte casalinghe contro il
Torino e l’Atalanta. «In sincerità non mi aspettavo
questi stop, come a Verona. Abbiamo affrontato
squadre al nostro livello. Ci mancano dei punti,
ma sono soddisfatto. Non a caso Arrigo Sacchi ha
giudicato il primo tempo di Verona-Cagliari come
il più bello visto sinora in questo torneo».
NEL SEGNO DI CANNAVÒ
Il club rossoblù
finanzierà
una scuola del tifo
Il Cagliari Calcio
aderisce al progetto «Io tifo
Positivo-Nel segno di
Candido». Seguendo la strada
della Fondazione Cannavò il
club sardo collabora con la
Comunità Nuova Onlus e la
neonata Fondazione Carlo
Enrico Giulini. Previsto lo
sviluppo di una piccola scuola
del tifo. Il Cagliari così
sensibilizza i giovani tifosi,
affinché la giornata allo
stadio Sant’Elia rappresenti
un momento di festa,
divertimento e aggregazione.
«Il rapporto con un
allenatore è sempre teso a far conciliare le sue
esigenze con quelle del
club. Lui non è di molte
parole, lo sapete. Un po’
pesa anche la differenza d’età, ma abbiano cominciato a giocare a
golf insieme e ciò ci sta
aiutando molto a dialogare».
«
Mihajlovic è un grande
motivatore. Lo avevo
consigliato a Moratti per il
dopo Mou. Ma noi siamo
al livello della Sampdoria
Il suo progetto è
«verde».
«Il nostro vivaio è
già ricco di talenti. Mi
fa piacere, ad esempio,
che Piredda a Terni sia
già diventato imporSto imparando a conoscere
tante. Ma occhio anche
Zeman giocando a golf.
a Barella, un talento di
Presto vedremo i frutti del
cui sentirete parlare.
suo lavoro: più gol da Ibarbo Per lui garantisce Gianfranco Matteoli, una
Com’è il bilancio?
per il salto di qualità
bandiera per tutti i sar«La squadra ha già
TOMMASO GIULINI
di, che in questi anni ha
fatto delle buone gare.
PRESIDENTE DEL CAGLIARI
plasmato lui e tanti alL’unico dispiacere viene
tri. E in attacco puntiadalle sconfitte al Sant’Elia che, in prospettiva, deve diventare un forti- mo molto su Caio Rangel».
no: come per il Bastia o per l’Athletic Bilbao».
«
Perché ha scelto di entrare nel calcio?
«Da bambino frequentavo la Sardegna in vacanza, poi per lavoro. È il mio modo per essere
vicino a una terra che vive un momento difficile.
Anche la mia azienda, la Fluorsid, è in una fase di
consolidamento dopo anni di investimenti. Serve
una scossa in tutto, anche nel calcio. La mia ambizione è che il Cagliari diventi la nazionale di una
regione che deve farsi conoscere nel mondo non
solo per le sue bellezze naturali».
Avete raccolto solo quattromila abbonamenti.
«Non so spiegarmi il perché. Preferisco rinviare
il giudizio di un anno. Intanto ci stiamo dando da
fare per portare la capienza a 16.000 spettatori.
L’obiettivo è di completare i lavori entro il 29 otto-
Nel suo staff di manager ci sono tanti ex calciatori come lei.
4
NUMERO 1
DEI SARDI
DA GIUGNO
S
Laureato
alla Bocconi
Tommaso
Giulini, 37 anni,
milanese, è
presidente del
Cagliari dal
giugno scorso,
dopo 22 anni di
gestione Cellino.
Dal 2005 il
patron rossoblù
è in prima linea
nella Fluorsid
Group, l’azienda
fondata nel
1969 dal
padre, il
conte Carlo
Enrico Giulini.
che punta
sulla fluorite,
divenuta
essenziale per
la produzione
dell’alluminio
Ex cda
dell’Inter
Laureato in
economia alla
Bocconi,
dal 2006
al 2013 è stato
membro del cda
dell’Inter, dopo
che da ragazzo
aveva fatto la
trafila nel vivaio
del Milan (fino ai
Giovanissimi)
giocando come
portiere
«Io e i miei collaboratori abbiamo un passato
calcistico, ma il mio apporto vale solo per motivare il gruppo. Il nostro approccio è umile, abbiamo
solo da imparare dai professionisti».
Che rapporto ha con Moratti?
«Ci ha accomunato la passione per l’Inter. Spero
solo che con il tempo si affezioni anche lui al Cagliari: del resto anche lui è legato a questa terra».
Cosa ha appreso negli anni all’Inter?
«Massimo Moratti ha passione e un rapporto
speciale con l’ambiente. Io spero di essere più razionale».
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CALCIO E POLITICA
Renzi taglia l’Irap? Per i club un risparmio da 40 milioni
Se passasse
la manovra del
governo calerebbe
la pressione fiscale
sulle società
MARCO IARIA
@marcoiaria1
Dai timori di una stangata alle avvisaglie di uno sconto. Pare che il premier Matteo
Renzi si diverta a giocare con
gli umori delle società di calcio. Prima le minaccia chiedendo loro di pagare gli stra-
ordinari delle forze dell’ordine (25 milioni) e incassando,
alla fine, un prelievo soft da 6
milioni circa; poi le manda in
solluchero con una misura
che, in realtà, investe tutti i
settori: il taglio da 6,5 miliardi
dell’Irap, a partire dal 2015,
per rilanciare l’economia. Come? Eliminando il costo del lavoro dalla base imponibile. Finora gli stipendi non potevano
essere dedotti, in futuro sì e
questo cambia tantissimo per i
club calcistici. Negli ultimi anni le società di Serie A, B e Lega Pro hanno versato in media
per l’Irap 40 milioni di euro a
stagione. Se la promessa di
Renzi si materializzerà, il ri-
sparmio potrebbe essere attorno all’80%, quindi di circa
30 milioni. L’Irap poggia su tre
voci: l’utile di bilancio, il costo
del lavoro e gli oneri finanziari. La loro somma algebrica dà
la base imponibile su cui applicare l’aliquota del 3,9%.
Effetti Se considerassimo
Serie A, B e Lega Pro come
un’unica azienda, avremmo la
seguente situazione: altro che
profitti ma perdite aggregate
di circa mezzo miliardo, che
compenserebbero in parte gli
1,4 miliardi di costo del lavoro
e i 100 milioni di oneri finanziari, per una base imponibile
di un miliardo e un’Irap, ap-
punto, di circa 40 milioni.
Questo è lo scenario, ma ai fini
del calcolo bisogna valutare
caso per caso. Nel calcio le società che producono utili sono
in netta minoranza ma ci sono. E quelle continueranno a
pagare l’Irap, anche se molto
meno che in passato. La grande maggioranza dei club è destinata a non pagarlo. Prendiamo il caso della Juve, il cui
presidente Andrea Agnelli si è
lamentato proprio per l’iniquità dell’Irap: ha chiuso il bilancio 2013-14 in perdita di 6,7
milioni per effetto dei 7,2 di
Irap, calcolata sui 184 milioni
di costo del lavoro e i 12 di
oneri finanziari, al netto del
deficit. Con il nuovo regime i
bianconeri avrebbero dovuto
versare solo 200mila euro.
Spiega Ezio Maria Simonelli,
presidente del collegio dei revisori della Lega: «Il taglio dell’Irap consentirà di rendere
più competitive le imprese ad
alta intensità di lavoro, come
quelle calcistiche. A fronte di
una piccola rinuncia, anche lo
Stato ne beneficerà perché potrà crescere il valore produttivo su cui si calcolano le tasse.
E il calcio già dà tanto all’Erario: un miliardo tra imposte
dirette e contributi, addirittura 2,7 miliardi considerando
tutto l’indotto».
Matteo Renzi, 39 anni ANSA
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MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
13
LA STORIA
4 Albertini in bici
LA
CARRIERA
Demetrio
Albertini è nato
il 23-8-71 a
Besana in
Brianza.
S
Calciatore
Nel Milan ha
vinto tutto tra
cui 5 scudetti e
2 Champions.
Pure una Liga
col Barcellona.
S
Dirigente
Vicepresidente
Figc per 7 anni,
in estate ha
perso le
elezioni.
fino a Santiago
«Mi disintossico
da questo calcio»
Dall’estate calda Figc al pellegrinaggio:
«È il momento giusto: via il superfluo,
più comodità hai più peso devi portare»
MARCO IARIA
@marcoiaria1
Ci pensava da un po’ di
anni ma farlo ora, dopo un’estate caldissima e per certi versi irripetibile, diventa speciale. Demetrio Albertini è pronto al pellegrinaggio verso Santiago de
Compostela: ieri ha raggiunto
a Forte dei Marmi il suo compagno di viaggio, l’amico Roberto, oggi lo spostamento
in Francia e domani la partenza vera e propria, da
Saint Jean Pied de Port.
La prima tappa di 26 chilometri a piedi, fino a
Roncisvalle, poi tutto il
resto in bicicletta per un
totale di 800 km in 11 giorni.
Una fatica pazzesca. Perché in
bici? Battuta pronta: «Così un
giorno diranno che sono un ciclista e non un calciatore». E
l’ex campione del Milan potrà
togliersi, forse, quella fastidiosa etichetta che nei giorni infuocati della campagna elettorale gli hanno appicciato addosso in nome dello slogan «mai un
sindacalista alla guida della Federcalcio».
L’estate calda La mente corre
subito lì, ai giorni a cavallo tra
giugno e agosto, alle dimissioni da vicepresidente federale
in polemica con l’immobilismo
di un sistema prigioniero dei
veti, al fallimento della spedizione azzurra in Brasile che ha
aperto la crisi di governo e portato alle elezioni, alla vittoria
annunciata di Tavecchio, alla
discesa in campo tra dubbi e
ostilità di Albertini, alla frase
su Optì Poba che ha indignato
tutti ma non la maggioranza,
sovrana, del football tricolore.
Albertini, si sa, è un uomo reli-
dopo le elezioni di fare il pellegrinaggio, lo progettavo da anni con mio fratello Alessio (responsabile dell’ufficio sport
della Diocesi di Milano, ndr).
Non vedo l’ora di poter staccare dalla quotidianità. Certo,
questo mi servirà anche per disintossicarmi dalle polemiche
calcistiche».
FARÀ IL CAMMINO “FRANCESE”
4
IL NUMERO
800
i chilometri
del percorso
che Albertini,
assieme a un
amico,
effettuerà da
Saint Jean Pied
de Port a
Santiago de
Compostela:
26 km a piedi e
774 in bicicletta
per un totale
di 11 giorni.
Santiago
de Compostela
Saint Jean Pied
de Port
La Croce di ferro
Luogo simbolo
del pellegrinaggio,
nel punto più alto
(1.500 metri)
del percorso
Roncisvalle
774 km
in bicicletta
26 km
a piedi
SPAGNA
PARTENZA
Saint Jean Pied
de Port
Roncisvalle
ARRIVO
Santiago
de Compostela
Burgos
Pamplona
Leon
GDS
gioso, non è la prima volta che
visita i luoghi di culto, l’ultima
un paio di anni fa a Fatima con
la famiglia. Ma questo pellegrinaggio mischia tante cose. Religione, spiritualità, voglia di
misurare i propri limiti fisici,
voglia di estraniarsi dalla routine, voglia di abbracciare nuove, vecchie culture. «Le motivazioni – spiega il testimonial
di Expo 2015 – sono personali.
Dal legame che ho con la Spagna, avendo giocato nell’Atletico Madrid e nel Barcellona, alla possibilità di fare un percorso interiore. Sono cose che vorresti fare almeno una volta
nella tua vita ma tra un impegno e l’altro non ci riesci mai.
Questo era il momento giusto,
con il tempo e la tranquillità
sufficienti». I fatti degli ultimi
mesi non possono essere riposti comodamente in un cassetto. «Non mi è venuto in mente
clic
USANZA DAL MEDIOEVO
A PIEDI ALLA TOMBA
DI SAN GIACOMO
Il cammino di Santiago
de Compostela, nato nel
Medioevo, è il pellegrinaggio
dei cattolici – attraverso la
Francia e la Spagna – per
andare al santuario della città
galiziana, dove c’è la tomba
dell’apostolo San Giacomo
il Maggiore. La lunghezza
dipende dal punto di partenza
e dal percorso scelto.
I numeri (215.880 pellegrini lo
scorso anno) indicano che
Santiago è, con Lourdes e
Fatima, una delle principali
mete del turismo religioso.
Logistica Lo spirito di Santiago si è respirato sin dai preparativi. Albertini ha avuto il
suo daffare a preparare lo zaino. Cosa metto? Cosa non metto? «È bello perché devi impegnarti ad accantonare le cose
superflue per quelle essenziali. Per tutti questi anni ero abituato a mettere in valigia giacche, cravatte, camicie. Stavolta sono tornato atleta: mi sono
portato giusto l’equipaggiamento tecnico perché più comodità ti porti più peso hai
sulle spalle. A cosa non rinuncio? Alla macchina fotografica
e a un collegamento per sapere
i risultati del campionato. E
poi tengo con me un sassolino
dei desideri…».
Mente e corpo Le notti che
trascorrerà negli ostelli, la varia
umanità che incontrerà sul suo
cammino, i paesaggi che ammirerà tra i Pirenei, gli altipiani da
Burgos a Leon, la Croce di ferro
a quota 1500 metri. Albertini è
entusiasta ma qualche timore
ce l’ha. «Mi sono allenato tanto
ma fare 70 chilometri al giorno
in bicicletta è una follia, non solo per lo sforzo fisico ma anche
e soprattutto per il tanto tempo
trascorso sul sellino». Undici
giorni di ascetismo, poi il ritorno alla vita di sempre. Adesso
Albertini è fuori dai quadri calcistici. Studia inglese 4 ore al
giorno e si aggiorna per rientrare presto nel giro. In un club o
nelle istituzioni, chissà.
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LA GAZZETTA DELLO SPORT
14
MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
MONDO QUALIFICAZIONI EURO 2016
IL CAOS
ARRIVA
DAL CIELO
S
La bandiera portata dal drone
rappresenta la Grande Albania e
le figure di Qemali e Belini, padri
dell’indipendenza albanese AP
ilPrecedente
I RISULTATI
«Ivan il Terribile»
e quella notte folle
al Ferraris di Genova
GRUPPO D
Germania-Irlanda 1-1
Kroos (G) al 26’, O’Shea (I) al
49’ s.t.
Gibilterra-Georgia 0-3
Gelashvili al 9’, Okriashvili al
19’ p.t.; Kanava al 24’ s.t.
Polonia-Scozia 2-2
Maczynski (P) al 12’, Maloney
(S) al 18’ p.t.; Naismith (S) al
12’, Milik (P) al 31’ s.t.
GRUPPO E
San Marino-Svizzera 0-4
Seferovic al 10’ e 24’,
Dzemaili al 30’ p.t.; Shaqiri al
34’ s.t.
GRUPPO F
Far Oer-Ungheria 0-1
Szalai al 22’ p.t.
Finlandia-Romania 0-2
Stancu al 9’ e al 39’ s.t.
Grecia-I. del Nord 0-2
Ward al 28’ p.t.; Lafferty al 6’
s.t.
GRUPPO I
Danimarca-Portogallo 0-1
Ronaldo al 50’ s.t.
Germania, che pari
Ronaldo gol al 95’
Ivan «il Terribile»
Bogdanov è una vecchia
conoscenza del nostro calcio.
Nell’ottobre 2010, in ItaliaSerbia (qualificazioni europee),
fu protagonista dei disordini
(lanci di fumogeni e oggetti di
ogni tipo) che portarono alla
sospensione della partita.
Fuori dallo stadio ancora
Bogdanov guidò gli scontri tra
ultrà serbi e polizia AP
C’è un drone pro Kosovo:
mega rissa, stop alla gara
Serbia-Albania è un inferno: Mitrovic abbatte il mezzo, forse pilotato
dal fratello del premier ospite. E tra le botte si rivede pure Bogdanov
GUGLIELMO LONGHI
ANDREA LUCHETTA
Finisce nel modo più stupido e surreale. Al 41’ un drone sorvola lo stadio del Partizan, e lascia
svolazzare una bandiera della
Grande Albania, quella che comprende anche il Kosovo. Stupore
collettivo, finché il difensore serbo Mitrovic riesce ad afferrare il
vessillo. Tempo di rigirarlo per le
mani senza troppe cerimonie, e
gli albanesi Xhaka e Lila gli si lanciano addosso. A sera inoltrata alcuni media serbi diffondono la
notizia dell’arresto di Orfi Rama,
fratello del premier albanese: sarebbe accusato di aver pilotato
personalmente il drone da una
chiesa vicino allo stadio. Fosse vero, la partita si trasformerebbe in
un grosso caso diplomatico.
Ivan il terribile Ai primi spintoni le panchine scattano in campo.
Il dispositivo di sicurezza tiene, e
almeno questa è una buona: possiamo solo immaginare cosa sa-
rebbe successo se gli hooligan
avessero guadagnato il campo in
massa. Sul terreno irrompe Ivan
Bogdanov, il capo ultrà che nel
2010 portò alla sospensione di Italia-Serbia: ed è qui che la vicenda
si trasforma in un atto d’accusa
senza precedenti sullo stato del
calcio serbo. Com’è possibile che
gli sia stato consentito di accedere
alla tribune per un match del genere? Nel caos generale, un esaltato raggiunge il centravanti albanese, Bekim Balaj, e gli scaglia
una sedia di plastica sulla schiena,
prima di venire placcato da Lorik
Cana, mentre dalle tribune piovono fumogeni. L’arbitro inglese
Atkinson sospende l’incontro. Per
quasi un’ora si attende la scelta
definitiva, fino alla comunicazione del rinvio. Più volte i giocatori
serbi si affacciano sul campo, circostanza che alimenta le voci su
un rifiuto degli albanesi di riprendere a giocare in presenza del
pubblico.
FOLLIA A BELGRADO
1
2
3
1 La rissa tra giocatori di Serbia e Albania 2 Mitrovic ha appena
strappato la bandiera, in campo scoppia il caos 3 Ivan Bogdanov
discute con i giocatori della Serbia
De Biasi sconvolto Difficile
dirsi sorpresi. Serbia-Albania è un
tuffo nelle ferite più profonde dei
Balcani. Non è storia, è cronaca: la
guerra del Kosovo - abitato in
maggioranza da una popolazione
di etnia albanese - è cosa del 1999;
l’indipendenza di Pristina risale al
2008, e Belgrado la avversa ancora. L’ultima vittima solo 47 giorni
fa: un doganiere serbo assassinato sul confine. La partita era fumo
negli occhi per gli ultrà di Belgrado, legati a doppio filo all’estrema
destra revanscista. Stupisce allora
che l’Uefa non abbia tenuto i due
Paesi in urne separate al momento del sorteggio, com’è costume
per le sfide più delicate. Il divieto
d’ingresso ai tifosi ospiti, stabilito
dopo un lungo e incomprensibile
tira e molla fra le due Federcalcio,
ha contribuito a limitare i danni. A
fine partita De Biasi, c.t. dell’Albania, è distrutto: «Mai vista una cosa del genere, non c’erano le condizioni di sicurezza. Inutile avere
4 mila poliziotti, se mancano le
barriere di protezione. Abbiamo
davvero rischiato il peggio. Prima
dell’inizio ci hanno tirato addosso
di tutto, anche i sassi, abbiamo segnalato la cosa al quarto uomo e
al delegato Uefa per quello che
poteva servire. Ho avuto davvero
paura, sono entrati in campo un
centinaio di tifosi e tre dei miei
giocatori sono stati aggrediti. Le
autorità hanno fatto bene a sospendere la partita, ma non avevano alternative. Ripeto, mai vissuto una situazione del genere».
Tocca solo aggiungere che il bilancio è gioco forza provvisorio. L’incidente ha infiammato gli animi
tanto in Serbia quanto in Kosovo e
in Albania. Sarà una lunga notte.
IL C.T. NEL MIRINO
Russia: Capello
è convocato
dal ministro
MOSCA Fabio Capello è
nel mirino del ministro dello
sport russo Vitaly Mutko che,
dopo l’1-1 con la Moldavia nelle
qualificazioni a Euro 2016, ha
chiesto un incontro al c.t. per
capire i motivi del deludente
pareggio. «Alla fine questa
squadra si qualificherà - ha
detto Mutko - ma non sono
soddisfatto del gioco. I tifosi
non sono contenti e io,
domenica, ho anche perso il
Gran Premio di Sochi di
Formula 1 per seguire la
nazionale: lì c’erano 55mila
persone in festa per il nostro
pilota Kvyat. Ecco, vorrei che
questo tipo di amore tornasse
anche per il calcio». Capello,
già contestato dopo
l‘eliminazione dal Mondiale, è
visto con sempre maggior
diffidenza dai tifosi russi,
soprattutto per il suo stipendio,
stimato da Forbes in 11 milioni
di dollari all’anno. Contro il c.t.
si è schierato anche il leader
dei nazionalisti Vladimir
Zhirinovsky, che lo ha definito
«ladro e fallito». Nonostante le
richieste pubbliche di
licenziamento, Mutko ha
confermato che il contratto di
Capello, in scadenza dopo il
Mondiale russo del 2018, sarà
rispettato.
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le Classifiche
GRUPPO A
GRUPPO B
Partite giocate
Classifica
Islanda
Rep. Ceca
Olanda
Lettonia
Kazakistan
Turchia
Pt
9
9
3
2
1
1
G
3
3
3
3
3
3
V
3
3
1
0
0
0
Le prossime partite:
Olanda-Lettonia
Rep. Ceca-Islanda
Turchia-Kazakistan
Kazakistan-Islanda
Rep.Ceca-Lettonia
Olanda-Turchia
Kazakistan-Turchia
Islanda-Rep. Ceca
Lettonia-Olanda
Rep. Ceca-Kazakistan
Olanda-Islanda
Turchia-Lettonia
0-0
2-1
3-0
0-3
3-1
1-2
2-4
2-0
1-1
N
0
0
0
2
1
1
P
0
0
2
1
2
2
Gf
8
8
4
1
3
2
Gs
0
4
5
4
7
6
16/11/14
16/11/14
16/11/14
28/3/15
28/3/15
28/3/15
12/6/15
12/6/15
12/6/15
3/9/15
3/9/15
3/9/15
Andorra-Galles
Bosnia-Cipro
Israele-Belgio
Belgio-Andorra
Cipro-Israele
Galles-Bosnia
Andorra-Israele
Bosnia-Belgio
Galles-Cipro
Classifica
Galles
Israele
Belgio
Cipro
Bosnia
Andorra
Pt
7
6
4
3
2
0
V
2
2
1
1
0
0
Le prossime partite:
Belgio-Galles
Cipro-Andorra
Israele-Bosnia
Andorra-Bosnia
Belgio-Cipro
Israele-Galles
Andorra-Cipro
Bosnia-Israele
Galles-Belgio
Belgio-Bosnia
Cipro-Galles
Israele-Andorra
N
1
0
1
0
2
0
P
0
0
0
2
1
3
Gf
4
6
7
4
2
2
Gs
2
2
1
5
3
12
16/11/14
16/11/14
16/11/14
28/3/15
28/3/15
28/3/15
12/6/15
12/6/15
12/6/15
3/9/15
3/9/15
3/9/15
Lussemburgo-Bielorussia
Spagna-Macedonia
Ucraina-Slovacchia
Bielorussia-Ucraina
Macedonia-Lussemburgo
Slovacchia-Spagna
Ucraina-Macedonia
Bielorussia-Slovacchia
Lussemburgo-Spagna
Classifica
Slovacchia
Spagna
Ucraina
Macedonia
Lussemburgo
Bielorussia
Pt
9
6
6
3
1
1
G
3
3
3
3
3
3
GRUPPO E
Partite giocate
Partite giocate
1-2
1-2
(rinv. 31/3/15)
6-0
1-2
0-0
1-4
1-1
2-1
G
3
2
2
3
3
3
GRUPPO D
GRUPPO C
Partite giocate
Kazakistan-Lettonia
Rep. Ceca-Olanda
Islanda-Turchia
Lettonia-Islanda
Olanda-Kazakistan
Turchia-Rep. Ceca
Kazakistan-Rep. Ceca
Islanda-Olanda
Lettonia-Turchia
V
3
2
2
1
0
0
N
0
0
0
0
1
1
Le prossime partite:
Lussemburgo-Ucraina
Macedonia-Slovacchia
Spagna-Bielorussia
Macedonia-Bielorussia
Slovacchia-Lussemburgo
Spagna-Ucraina
Ucraina-Lussemburgo
Bielorussia-Spagna
Slovacchia-Macedonia
Lussemburgo-Macedonia
Ucraina-Bielorussia
Spagna-Slovacchia
1-1
5-1
0-1
0-2
3-2
2-1
1-0
1-3
0-4
P
0
1
1
2
2
2
Gf
6
10
3
4
3
2
Gs
2
3
1
8
8
6
15/11/14
15/11/14
15/11/14
27/3/15
27/3/15
27/3/15
14/6/15
14/6/15
14/6/15
5/9/15
5/9/15
5/9/15
Partite giocate
Georgia-Irlanda
Germania-Scozia
Gibilterra-Polonia
Irlanda-Gibilterra
Scozia-Georgia
Polonia-Germania
Gibilterra-Georgia
Polonia-Scozia
Germania-Irlanda
Classifica
Polonia
Irlanda
Scozia
Germania
Georgia
Gibilterra
Pt
7
7
4
4
3
0
G
3
3
3
3
3
3
1-2
2-1
0-7
7-0
1-0
2-0
0-3
2-2
1-1
V
2
2
1
1
1
0
Le prossime partite:
Georgia-Polonia
Germania-Gibilterra
Scozia-Irlanda
Georgia-Germania
Scozia-Gibilterra
Irlanda-Polonia
Polonia-Georgia
Irlanda-Scozia
Gibilterra-Germania
Georgia-Scozia
Germania-Polonia
Gibilterra-Irlanda
N
1
1
1
1
0
0
P
0
0
1
1
2
3
Gf
11
10
4
3
4
0
Gs
2
2
4
4
3
17
14/11/14
14/11/14
14/11/14
29/3/15
29/3/15
29/3/15
13/6/15
13/6/15
13/6/15
4/9/15
4/9/15
4/9/15
Estonia-Slovenia
San Marino-Lituania
Svizzera-Inghilterra
Inghilterra-San Marino
Lituania-Estonia
Slovenia-Svizzera
Estonia-Inghilterra
Lituania-Slovenia
San Marino-Svizzera
Classifica
Inghilterra
Slovenia
Lituania
Svizzera
Estonia
San Marino
Pt
9
6
6
3
3
0
G
3
3
3
3
3
3
V
3
2
2
1
1
0
Le prossime partite:
Svizzera-Lituania
Inghilterra-Slovenia
San Marino-Estonia
Inghilterra-Lituania
Slovenia-San Marino
Svizzera-Estonia
Estonia-San Marino
Slovenia-Inghilterra
Lituania-Svizzera
Estonia-Lituania
San Marino-Inghilterra
Svizzera-Slovenia
1-0
0-2
0-2
5-0
1-0
1-0
0-1
0-2
0-4
N
0
0
0
0
0
0
P
0
1
1
2
2
3
Gf
8
3
3
4
1
0
Gs
0
1
2
3
2
11
14/11/14
15/11/14
15/11/14
27/3/15
27/3/15
27/3/15
14/6/15
14/6/15
14/6/15
5/9/15
5/9/15
5/9/15
GRUPPO F
GRUPPO G
Partite giocate
Partite giocate
Ungheria-Irlanda del Nord
1-2
Isole Far Oer-Finlandia
1-3
Grecia-Romania
0-1
Romania-Ungheria
1-1
Finalndia-Grecia
1-1
Irlanda del Nord-Isole Far Oer 2-0
Isole Far Oer-Ungheria
0-1
Finlandia-Romania
0-2
Grecia-Irlanda del Nord
0-2
Russia-Liechtenstein
Austria-Svezia
Montenegro-Moldavia
Liechtenstein-Montenegro
Moldavia-Austria
Svezia-Russia
Austria-Montenegro
Russia-Moldavia
Svezia-Liechtenstein
Classifica
Irlanda del Nord
Romania
Finlandia
Ungheria
Grecia
Far Oer
Classifica
Austria
Russia
Svezia
Montenegro
Moldavia
Liechtenstein
Pt
9
7
4
4
1
0
G
3
3
3
3
3
3
V
3
2
1
1
0
0
N
0
1
1
1
1
0
P
0
0
1
1
2
3
Gf
6
4
4
3
1
1
Gs
1
1
4
3
4
6
Le prossime partite:
Grecia-Far Oer
14/11/14
Ungheria-Finlandia
14/11/14
Romania-Irlanda del Nord 14/11/14
Irlanda del Nord-Finlandia 29/3/15
Romania-Far Oer
29/3/15
Ungheria-Grecia
29/3/15
Finlandia-Ungheria
13/6/15
Far Oer-Grecia
13/6/15
Irlanda del Nord-Romania 13/6/15
Far Oer-Irlanda del Nord 4/9/15
Grecia-Finlandia
4/9/15
Ungheria-Romania
4/9/15
Pt
7
5
5
4
1
1
G
3
3
3
3
3
3
GRUPPO I
Partite giocate
V
1
1
1
1
0
0
N
2
2
2
1
1
1
P
0
0
0
1
2
2
4-0
1-1
2-0
0-0
1-2
1-1
1-0
1-1
2-0
Gf
4
6
4
2
2
0
Gs
2
2
2
1
5
6
Le prossime partite:
Austria-Russia
15/11/14
Moldavia- Liechtenstein 15/11/14
Montenegro-Svezia
15/11/14
Liechtenstein-Austria
27/3/15
Moldavia-Svezia
27/3/15
Montenegro-Russia
27/3/15
Liechtenstein-Moldavia
14/6/15
Russiua-Austria
14/6/15
Svezia-Montenegro
14/6/15
Russia-Svezia
5/9/15
Austria-Moldavia
5/9/15
Montenegro-Liechtenstein 5/9/15
Danimarca-Armenia
Portogallo-Albania
Armenia-Serbia
Albania-Danimarca
Danimarca-Portogallo
Serbia-Albania
riposa Armenia
Classifica
Albania
Danimarca
Portogallo
Serbia
Armenia
Pt
4
4
3
1
1
G
2
3
2
1
2
V
1
1
1
0
0
Le prossime partite:
Portogallo-Armenia
Serbia-Danimarca
Riposa Albania
Albania-Armenia
Portogallo-Serbia
Riposa Danimarca
Armenia-Portogallo
Danimarca-Serbia
Riposa Albania
Danimarca-Albania
Serbia-Armenia
Riposa Portogallo
2-1
0-1
1-1
1-1
0-1
sospesa
N
1
1
0
1
1
P
0
1
1
0
1
Gf
2
3
1
1
2
Gs
1
3
1
1
3
14/11/14
14/11/14
29/3/15
29/3/15
13/6/15
13/6/15
4/9/15
4/9/15
MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
15
MONDO
Neymar fa poker
È già a 40 reti
Ora assalto a Pelé
L’asso del Brasile segna 4 gol al Giappone
«Penso ad aiutare la Seleçao, non ai record»
MAURICIO CANNONE
RIO DE JANEIRO
«Neymar, Neymar, Neymar, Neymar», dice una canzone in omaggio al fuoriclasse.
Quattro volte Neymar, o meglio, 40. Con il poker rifilato
dal gioiello del Barcellona nel
4-0 del Brasile sul Giappone
nell’amichevole di Singapore,
l’attaccante raggiunge quota
40 reti nelle sue 58 presenze
alla Seleção, fin dal debutto
nel 2010. Nella storia della
squadra verdeoro, ha appena
scavalcato Bebeto (39) e davanti a lui ci sono solo Pelé
(77), Ronaldo (62), Romário
(55) e Zico (52), tutti ex giocatori. Neymar è tra i top cinque
cannonieri di sempre del Brasile. E soltanto Evaristo de Macedo segnò più gol in una sola
partita della nazionale A: cinque nel 9-0 contro la Colombia
il 23 marzo 1957 nel Sudamericano in Perù.
Caccia a Pelé Il cannoniere
del Brasile attuale viaggia a
una media da capogiro: 0,689
L’esultanza di Neymar, 22 anni, dopo il suo quarto gol REUTERS
gol per partita. A soli 22 anni,
non sarebbe impossibile che
Neymar superasse le 77 reti di
Pelé come miglior marcatore
assoluto della Seleção. «Non
penso proprio di battere il record di Pelé, il mio obiettivo è
aiutare la nazionale brasiliana,
con gol o assist ai miei compa-
197
Gol in carriera
I gol realizzati da Neymar
con Santos e Barcellona (157)
e Nazionale brasiliana (40)
gni. Non so quale sia il mio limite. È una felicità immensa.
Mi è venuta la pelle d’oca.
Nemmeno nei miei migliori sogni mi immaginavo una cosa
del genere. Ho sempre detto
che scendo in campo come se
stessi giocando con i miei amici. I gol? L’importante è giocare
bene». Il fuoriclasse non nasconde l’ammirazione particolare per un altro dei top cannonieri del Brasile: «Romário. A
causa sua giocavo con la numero 11 al Santos e indosso questo numero al Barcellona», dice il goleador che in nazionale
usa la maglia 10 come Pelé.
Raffreddore E pensare che
Neymar è sceso in campo contro il Giappone in condizioni fisiche non troppo ideali. Lo
spiega il commissario tecnico
del Brasile, Dunga: zDopo la
partita di sabato in Cina contro
l’Argentina, Neymar ha preso
un raffredore, quindi l’abbiamo lasciato più libero nella
partita col Giappone. Prima
aveva l’incarico di marcare in
mezzo oltre ad attaccare.
Quando ho assunto la guida
della nazionale avevo detto
che avrei contribuito alla sua
crescita».
La partita Nel poker rifilato
al Giappone, tutti i gol di Neymar sono su azione. Sblocca il
risultato su magnifico lancio di
Diego Tardelli (17’ p.t.), il 2-0
arriva al 2’ della ripresa, su assist dell’ex interista Coutinho,
ora al Liverpool. Il 3-0 sulla respinta del portiere Kawashima
dopo tiro di Coutinho e il l 4-0:
su cross dell’ex milanista Kaká,
attualmente al San Paolo, con
un colpo di testa. Nel Giappone
il milanista Honda entra all’intervallo ma non riesce a combinare molto mentre l’interista
Nagatomo rimane in panchina.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
4
GLI ALTRI
GOLEADOR
Edson Arantes
do Nascimento,
per tutti Pelé,
77 gol con
il Brasile
INGHILTERRA
Balotelli: ogni settimana
darà 1.200 euro per la figlia
LONDRA Mario Balotelli ha accettato di
contribuire alle spese per la figlia Pia con un
versamento settimanale di mille sterline, poco più
di 1.200 euro. Secondo il tabloid Mirror
l’attaccante del Liverpool ha finalmente accettato
di farsi carico, economicamente, della figlia avuta
dalla showgirl Raffaella Fico. Settimana scorsa
Balotelli aveva pubblicato sul suo profilo Istagram
una foto in compagnia della figlia, commentando:
«Non c’è niente di meglio». Lunedì pomeriggio
Balotelli e la Fico sono stati avvistati insieme in un
locale di Aversa: la conferma arriva dalle foto
pubblicate sulla pagina ufficiale Facebook del
locale e a questo punto il mistero s’infittisce e i
fans della coppia parlano già di ritorno di fiamma.
Taccuino
Ronaldo Luís
Nazário de Lima
ha segnato
62 gol
con il Brasile
AMICHEVOLI
La Francia vince in Armenia
Ultime amichevoli prima della ripresa dei campionati: Armenia-Francia 0-3 (gol di Remy, Gignac e
Griezmann), Macau-Singapore 2-2, Corea del SudCosta Rica 1-3, Cina-Paraguay 2-1, Qatar-Australia
1-0. Nella notte: Cile-Bolivia-Salvador-Ecuador, Stati
Uniti-Honduras, Perù-Guatemala, Canada-Colombia.
A SINGAPORE
Romário de
Souza Faria,
ha segnato
55 gol
con il Brasile
Messi, autografo all’invasore
Lionel Messi oltre a segnare due gol nel 7-0 dell’Argentina contro Hong Kong giocata a Singapore, si è
reso protagonista di un simpatico episodio firmando la
maglia di un invasore solitario, evidentemente suo fan.
Arthur Antunes
Coimbra, per
tutti Zico, ha
segnato 52 gol
col Brasile
STAR WARS REBELS, UNA NUOVA
AVVENTURA NELLO SPAZIO
Scopri le storie e i
personaggi animati della
nuovissima serie Tv
Arriva in Italia l’attesissima serie TV Star Wars Rebels.
L’appuntamento è fissato per il 2 novembre alle 9.15 su Disney XD.
C
ome in ogni missione ai confini dell’universo,
tutto ha inizio con il classico conto alla
rovescia. Accade anche per l’atteso Star Wars
Rebels, la nuovissima serie Tv di animazione
firmata Disney/LucasFilm che debutterà il 2
novembre alle 9.15 su Disney XD. Tante storie
appassionanti ispirate alle gesta, le atmosfere e i
personaggi della mitica epopea di Star Wars, che
hanno incantato generazioni di spettatori, grandi
e piccoli.
La serie si colloca fra il III ed il IV episodio della
saga Star Wars, in un arco temporale di vent’anni
ancora mai esplorato dal grande schermo. È un
periodo oscuro nella galassia: il malvagio Impero
Galattico sta cercando di affermare il suo potere
sui vari mondi, mettendo a dura prova la vita delle
popolazioni, e nello stesso tempo è impegnato
a dare la caccia
all’ultimo
cavaliere Jedi.
Ma una ribellione
sta nascendo
contro il potere
del Male.
L’equipaggio
della nave
spaziale Ghost
è composto da
individui scelti,
pronti a battersi
coraggiosamente
contro l’Impero.
Questo gruppo
stranamente
assortito dovrà
affrontare
esseri malvagi,
La locandina ufficiale
avversari formidabili e lanciarsi in
avventure mozzafiato: azioni eroiche
che accenderanno la miccia della
ribellione. La serie Tv Star Wars
Rebels, che sarà tradotta in 133 lingue
e distribuita in 163 Paesi di tutto il mondo,
è stata creata dalla squadra della LucasFilm
Animation. Del team fanno parte Dave
Filoni, animatore, sceneggiatore e regista;
Simon Kinberg, laureato alla Columbia Film
School; e Greg Weisman, produttore esecutivo
noto soprattutto per aver creato numerose
serie animate, fra cui W.I.T.C.H., The Spectacular
Spider-Man e Young Justice.
STAR WARS REBELS
DAL 2 NOVEMBRE
Le premesse per un
ALLE 9.15
nuovo irresistibile
SU DISNEY XD
successo ci sono
tutte. Il pubblico
WWW.DISNEYXD.IT
e la critica hanno
apprezzato con grande
entusiasmo la proiezione
in anteprima avvenuta al
Comi-Con di San Diego lo scorso luglio,
tanto che Gary Marsh, Presidente e Capo Creativo
di Disney Channels Worldwide, ha già annunciato
la produzione di una seconda stagione della serie
d’animazione.
L’avventura continua.
I PERSONAGGI PRINCIPALI
KANAN, il cowboy Jedi
EZRA, il ladro
Non tutti i guardiani della
pace e della giustizia
sono andati persi nella
tragedia dell’Ordine 66.
Ecco a voi Kanan, uno dei
personaggi principali di
Star Wars Rebels. Kanan è
un manipolatore della Forza
meno tradizionale di quello che
i fan sono abituati a vedere. Ha
infatti abbandonato il suo costume
e
Jedi ormai da tempo, sostituendolo con un’armatura
ed una fondina, anche se il codino da samurai rivela le
sue vere origini. Kanan è stato clandestino per anni,
per sfuggire all’Impero, che se venisse a sapere della
sua esistenza, lo ucciderebbe. Conserva sempre la sua
spada laser, ma non la usa più per timore di tradire
la sua identità e ha persino abbandonato gli usi e
costumi dell’ordine Jedi.
In Star Wars Rebels i fan vedranno
nascere la Ribellione attraverso
Ezra: un briccone di 14 anni che
impara a combattere per uno
scopo più grande. Cresciuto da
solo nell’epoca dell’Impero, Ezra
ha dovuto affidarsi al suo ingegno
e alla sua intelligenza per andare
avanti. Ma la sua vita difficile ha
anche reso il suo mondo più piccolo,
o,
rendendolo diffidente verso tutti.
All’inizio Ezra non è interessato alla libertà della galassia, ma cambierà atteggiamento quando incontrerà la
sua nuova famiglia: l’equipaggio del Ghost. Conoscere
persone altruiste che combattono per il bene, gli aprirà
gli occhi. E non è tutto. C’è dell’altro in lui, molto più di
quanto lui stesso non sappia. Ezra infatti è sensibile alla
Forza e possiede misteriosi poteri di cui scoprirà la vera
natura con l’aiuto di Kanan.
16
LA GAZZETTA DELLO SPORT
MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
SERIE B IL CLUB PIU’ TITOLATO APRE UNA NUOVA ERA
Bologna, Usa e studia
Gazzoni regala consigli
La tentazione è Mancini
Tacopina incontra l’ex presidente, Saputo vede l’allenatore
Tante idee dopo le firme, ma oggi vanno versati sette milioni
ANDREA TOSI
BOLOGNA
Sono le 00.20 di martedì
14 ottobre. In una sala riunioni
di un albergo del centro di Bologna all’improvviso scoppia
un applauso. Joe Tacopina al
telefono ha appena ricevuto
l’ok della firma di Albano Guaraldi che gli cede il club rossoblù. L’accordo arriva in differita, una procedura insolita, ma
dovuta alle problematiche di
una giornata infinita che sembrava non volesse definire il
closing a favore del gruppo di
investitori nordamericani guidato dall’avvocato di New
York. La firma di Tacopina viene apposta quando i legali di
Guaraldi, gli avvocati Grassani
e Serafini, lo raggiungono col
contratto in albergo. Così l’ex
vice presidente della Roma può
celebrare il suo successo, un
capolavoro di tenacia per avere
raggiunto l’obiettivo che inseguiva da sei anni dopo che nel
2008 fallì la scalata al Bologna
di Cazzola, allora in serie A.
Da sinistra Giuseppe Gazzoni Frascara, ex presidente del Bologna,
con JoeTacopina. A destra Joey Saputo e Roberto Mancini REUTERS-EPA
Scadenza Smaltita la stanchezza con una breve dormita,
Tacopina è già sul pezzo. In testa ha tante idee, ma prima deve completare l’operazione, ovvero assicurare il versamento
di sei milioni di euro più uno di
bonus per i soci uscenti come
prima tranche dell’aumento di
capitale a suo tempo deliberato
per 13 milioni. La scadenza è
oggi, questo passaggio è decisivo: ci fossero degli intoppi, il
contratto sarebbe nullo. Ma
non si temono altri colpi di scena: con Tacopina, non dietro,
agisce Joey Saputo, il magnate
italo canadese dal portafoglio
smisurato. Saputo sarà a Bologna domani per la presentazione alla stampa e alla città del
nuovo management che annovera anche altri ricchi investitori come Anthony Rizza, ex
calciatore, ora uomo d’affari di
successo con grandi aperture
bancarie. Tra gli italiani c’è
Piergiorgio Bottai, uscito da
Virtus basket per un ruolo operativo. Sempre domani Tacopina intende insediarsi a Casteldebole per essere immediatamente operativo, mentre oggi
Guaraldi, convocando l’assemblea dei soci uscenti, sancirà la
fine della vecchia gestione.
Gazzoni e Mancini Le prossi-
me saranno ancora 48 ore intense, intanto Tacopina si dedica a qualche incontro amicale
per approfondire i suoi contatti
in città. Il primo della lista è
l’ex presidente Gazzoni. «Ha
portato il Bologna dalla C all’Europa facendo ottime stagioni in A con grandi campioni.
Da lui ho solo da imparare» dice l’avvocato. Intanto salgono i
decibel dei tifosi che inneggiano alla svolta americana insieme ai sogni di una nuova grandeur. Tempo fa Saputo ha incontrato Roberto Mancini in
un albergo di Firenze. Entrambi hanno sminuito il contenuto
del meeting, ma le voci corrono e dicono che Saputo avrebbe offerto al Mancio la panchina con un contratto quinquennale. Mancini è legato a Bologna, qui ha esordito 16enne in
A, qui ha casa e tanti amici. Il
resto è tutto un programma di
investimenti: Tacopina, Saputo e soci sono pronti a spendere
100 milioni per riqualificare il
Dall’Ara e rinforzare la squadra
in funzione Serie A. Prima però
bisogna conquistare la promozione. E’ questa la prioritaria
missione di Joe&Joey dopo il
closing favorevole.
STIPENDI NON PAGATI
Penalizzazione
«congelata»
per un errore
BOLOGNA (a.to) Il primo
effetto dell’avvento di Joe
Tacopina è il congelamento
della penalizzazione nei
confronti del Bologna che
rimane a quota 14 punti in
classifica. Infatti, la Sezione
Disciplinare del Tribunale
Federale ha rimandato la
decisione sul -1 richiesto dalla
Procura Federale contro il club
rossoblù «per non avere
documentato agli organi
federali competenti l’avvenuto
pagamento delle ritenute Irpef
relative agli emolumenti dovuti
ai propri tesserati per le
mensilità di gennaio, febbraio e
marzo 2014, nei termini stabiliti
dalla normativa federale». Con
questa motivazione erano stati
deferiti il presidente Guaraldi e
la società per responsabilità
diretta. La Disciplinare ha
dichiarato «improcedibile» il
deferimento e rimesso gli atti
alla Procura federale. La causa
è una violazione del diritto di
difesa. La Procura dovrà perciò
rinnovare la richiesta per
procedere contro il Bologna e il
suo presidente uscente, in tal
caso, una volta eliminato il
vizio, la sentenza che avrebbe
dovuto essere operativa ieri
esprimerà la sua piena
sanzione all’inizio del 2015.
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SITUAZIONE SABATO
DAL BASKET AL BASEBALL TANTI CAMPIONI SOTTO LE DUE TORRI
Prima in casa
con il Varese
senza Zecchin
Da sinistra Gary Schull, il primo cestista americano a Bologna, nel
1968, morto nel 2005 a 60 anni; Dominique Willkins, ora 54 anni,
alla Fortitudo nel 1997; Michael Richardson, oggi 59 anni, alla Virtus
dall’88 al 91; Alberto Rinaldi, 68 anni, ex campione di baseball
la storia
BOLOGNA
C’è un cordone ombelicale che lega Bologna e gli Stati Uniti. Lo sport è il fattore
principale di una simbiosi che
dura dal Dopoguerra. Bologna città comunista e comunque di sinistra è da sempre filoamericana quando c’è da tifare una squadra della città.
Tanti giocatori Usa sono venuti qui raccogliendo consensi.
Ma c’è anche qualche bolognese che è andato in America
per scoprire un altro mondo.
E’ il caso di Alberto Toro Rinaldi, il primo atleta italiano a
sperimentare il sistema professionistico Usa. Rinaldi, oggi 68 anni, è stato in Italia un
asso del baseball (4 scudetti e
Il filo diretto con gli States
Tutto iniziò grazie a Rinaldi
una coppa Campioni nella
Fortitudo Bologna) nel ruolo
di interbase e poi terza base
iniziando la sua carriera a
Tampa, in Florida, nel campionato doppio A per la franchigia dei Cincinnati Reds. «Era il
1965, non avevo ancora 19 anni, quando uno scout dei Reds
mi vide all’opera sul diamante
- ricorda - e subito mi fece firmare il contratto, 600 dollari
al mese (36mila lire dell’epoca, ndr), e volai di là senza
pensarci un minuto. Venivo
dal quartiere più rosso di Bologna, fuori Porta Lame, vicino a casa mia c’era la sezione
del vecchio Pci ma nessuno, in
tempi di guerra fredda, mi fece delle storie perchè andavo
in America. Fu un’esperienza
che durò sei mesi, giocavo tut-
ti i giorni, oltre 200 partite in
tutto. Poi sono tornato in Italia
per sviluppare la mia carriera
tra Parma e Bologna».
Cultura «Ho assorbito moltissimo dalla cultura americana anche per motivi familiari continua Rinaldi - mia moglie
è di Cleveland, mia figlia ha
passaporto Usa. Per anni mi
sono diviso tra l’Italia e gli States. Dagli americani ho imparato la professionalità, non sono fanfaroni come si dice per
luogo comune. Ho giocato in
amichevole contro fenomeni
come Mickey Mantle e Roger
Maris, assi degli Yankees. Loro
erano perfetti anche quando
affrontavano dei ragazzini alle prime armi e non se la tiravano mai».
Bulgarelli Rinaldi è stato
molto amico di Bulgarelli.
«Giacomò andò a fine carriera
per una vacanza, fece un paio
di partite nel Connecticut e
tornò a casa. Stava bene solo a
Bologna, oggi sarebbe contento di vedere il club in mani
Usa. E anch’io sono felice per
questo epilogo. Gli americani
non si muovono per niente,
hanno visto il business e grandi margini di crescita. Faranno
bene, non sono colonizzatori,
rispetteranno la nostra tradizione. L’esempio della crescita
della Roma è lampante. Perciò
diamogli tempo e fiducia. Non
parliamo di scudetto ma una
bella Serie A». Gli anni d’oro
però sono passati: «Il periodo
più bello nel legame che unisce Bologna agli Stati Uniti è
quello degli anni 70-80. Ricordo Minetto e Randle nel baseball, Schull, Fultz e Tom McMillen nel basket. Allora gli
stranieri erano due per squadra ed erano quasi tutti americani, perciò era fisiologico
avere una passione a stelle e
strisce. Inoltre quei giocatori
incarnavano il concetto di ball
game, il gioco della palla, che
unisce Bologna agli Usa». Il
basket, oggi in declino dopo il
dominio di un decennio di Virtus e Fortitudo, ha conosciuto
fenomeni come Richardson,
McMillian, Wilkins e Gilmore.
Tacopina e Baggio Ora c’è
Joe Tacopina. «Mi aspetto che
il nuovo gruppo porti una ventata di entusiasmo e un forte
marketing in una città dormiente - chiude Rinaldi - i tifosi sentivano il bisogno di qualcosa di nuovo. Il campione in
questi casi aiuta sempre. Ci
vorrebbe un nuovo Baggio al
Dall’Ara. Gli americani conoscono bene lo star system»
a.to.
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Il nuovo Bologna di
Tacopina e Saputo esordirà
sabato alle 15, in casa contro
il Varese, che non avrà
Zecchin, squalificato dal
giudice sportivo per 3
giornate per aver colpito al
volto un avversario a palla
lontana. Due turni a Sbaffo
(Latina) e Grillo (Pescara), uno
a Gentili (Vicenza), Lo Bue
(Trapani), Marzorati
(Modena), De Giorgio e Ferrari
(Crotone), Peruzzi (Catania),
Verre (Perugia) e Zanon
(Frosinone). Stop di una
giornata anche al tecnico
dello Spezia, Bjelica, e al suo
vice Poms, per aver rivolto
un’espressione ingiuriosa
all’arbitro. Ammende: 3.000
euro al Catania; 1.000 a
Frosinone, Latina, Livorno,
Modena e Perugia.
Questa la classifica dopo 8
giornate: Frosinone e Avellino
p. 15; Livorno, Perugia e
Bologna 14; Pro Vercelli e
Lanciano 13; Bari, Carpi e
Trapani 12; Modena 11;
Ternana e Spezia 10; Pescara
9; Cittadella e Varese (-1) 8;
Latina, Brescia e Vicenza 7;
Catania e Crotone 6; Entella 5.
Così venerdì (ore 20.30):
Vicenza-Pescara.
Così sabato (ore 15): BolognaVarese; Brescia-Pro Vercelli;
Carpi-Latina; FrosinoneModena; Lanciano-Perugia;
Spezia-Catania; TernanaLivorno; Trapani-Crotone.
Così domenica (ore 18): BariAvellino.
Così lunedì (ore 20.30):
Cittadella-Entella.
MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
SERIE B I NUOVI LEADER
I tecnici di Avellino e Frosinone, ex bomber compagni a Napoli
Li ha allenati De Canio: «Sono primi, hanno copiato bene...»
GAETANO IMPARATO
tò il Brindisi in D, a torneo iniziato, e fu... routine nella pancia della classifica. A Portogruaro salvezza comoda e da
applausi (B) poi l’Avellino, perché l’Irpinia è nel suo destino:
da giocatore debutto in D a Solofra, prima di rilevare a Catanzaro l’eredità da brividi di
Palanca. In Irpinia, due tornei
fa, ha vinto campionato e Supercoppa mentre nessuno se
l’aspettava. E’ l’unico tecnico
(dopo Giammarinaro, prima
promozione in B ‘72-73) durato tre tornei sulla panca del
Partenio. Stima Montella tantissimo, divisero la camera al
Supercorso di Coverciano e si
sentono spesso. Scaramantico,
da chiedere la prima domanda
sempre allo stesso giornalista
nei pregara, notti insonni in vigilia di match, trasformismo
tattico da paura quest’anno.
Come a Bari in Coppa: ci tornerà sabato, cambiò 3 moduli in
90’ e si qualificò in trasferta.
Stellone casual Rapido Stel-
Rastelli
Stellone
Massimo Rastelli, 45 anni, è
ad Avellino dal 2012: è stato
promosso nel 2013 LIVERANI
Roberto Stellone, 37 anni,
guida il Frosinone dal 2012:
promosso nel 2014 D’ANNIBALE
Aeroplanino irpino Il globe
trotter Rastelli finì la sua carriera alla Juve Stabia. Crac ai
legamenti del ginocchio, annata di C1, recupero in 4 mesi e
retrocessione sul campo.
Quanto bastò ad Amodio, d.s.
gialloblù, di consigliare al club
di puntare su di lui per la panchina. Da coach debuttante
vinse subito, tornando in C1,
ma non rinnovando il contratto. Lasciò a Braglia perdendosi
il probabile salto in B. Rimase
fermo, sognava un club importante che non arrivò: si presen-
lone come il collega. Stirpe colpito dalla sua onestà - gli affidò la Berretti (2011-12) e fu
ripagato con lo scudetto (Paganini, Gori e Altobelli, oggi in
prima squadra, tra gli artefici).
Stellone, pur avendo un anno
di contratto da giocatore (arrivò in B, gestione Moriero), nell’estate 2011 si arrese ad acciacchi e ginocchio cigolante
dicendo al presidente: «Non
rubo lo stipendio, non mi va di
allenarmi senza assicurare gol
e forze. Caro presidente, rescindiamo il contratto?». Gli
scappò di dire che «da grande»
avrebbe fatto l’allenatore, Stirpe gli affibiò subito la panchina. Berretti, poi prima squadra
(7° in Lega Pro) e dopo il salto
in B. Anche Stellone è scaramantico: barba lunga e coppie
in camera intoccabili nei ritiri.
Finché si vince tutto fa brodo.
4
Giudice: gli squalificati sono 32
Il Pordenone perde 3 giocatori
UNDER 20 La Reggina apre la 9a giornata
VINCENTE
S
La partita
L’ Under 20 di
Lega Pro supera
l’esame di Praga
vincendo 1-0
con la
Repubblica
Ceca e
conquistando la
qualificazione
alle semifinali
dell’International
Challenge
Trophy. La rete
decisiva è stata
segnata da
Ganz (Como) al
35’ della ripresa
S
Mercato
Due rinforzi per
squadre del
girone C:
l’Aversa
Normanna ha
tesserato
Catinali, mentre
il Barletta
è vicino al sì
di Danti
S
Società
Cambio al
vertice del Forli:
il presidente
Conficconi
lascia la carica
e diventa
consigliere, al
suo posto va
Stefano Fabbri,
già nel direttivo
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FIRENZE Il giudice della Lega Pro ha squalificato 32 giocatori.
Espulsi: tre giornate a Docente (Forlì) per aver colpito un avversario con una gomitata, assumeva atteggiamento minaccioso verso un altro giocatore e provocatorio verso i sostenitori ospiti, e Spadafora (Savona) per ripetuto comportamento offensivo verso l’arbitro; due a Baclet (Pro Patria),
Maccan (Pordenone) e Benvenga (una per recidività, Messina); una a Teso (Carrarese), Maiorano (Catanzaro), Tortori
(Melfi), Sabato (Pavia), Possenti (Pordenone) e Muchetti (Renate). Non espulsi: una giornata a Marconi (Savona), Mori
(Ascoli), Branzani (Barletta), Zanella (Bassano), Favalli (Cremonese), Branca (Sudtirol), Tomi (Martina), Coletti e Mucciante (Matera), Pinna (Melfi), Hetemaj (Monza), Morrone e
Paci (Pisa), Mattielig (Pordenone), Pasa (Prato), Silva (Pro
Piacenza), Migliaccio (Torres), Bianchi (Salernitana), Di Nunzio (Savoia), Colombini (Tuttocuoio), Legati (Venezia). Allenatori: una giornata a Remondina (Carrarese).
Questa la situazione nei tre gironi della Lega Pro dopo 8 giornate e il programma degli incontri del prossimo turno.
COSI’ VENERDI 17
ORE 19 Reggina-Lupa Roma (C).
ORE 20.45 Monza-Como (A): diretta su Rai Sport.
COSI’ SABATO 18
ORE 14.30 Renate-AlbinoLeffe (A); Lucchese-Ascoli (B); Matera-Cosenza (C).
ORE 15 Bassano-Lumezzane (A); Prato-Spal (B); Messina-Vigor Lamezia (C).
ORE 16 Alessandria-Pordenone (A); Teramo-Carrarese (B);
Foggia-Savoia (C).
ORE 17 Pavia-Arezzo (A); San Marino-Pro Piacenza (B); Paganese-Melfi (C).
ORE 19.30 Gubbio-Pontedera (B); Martina-Aversa N. (C).
COSI’ DOMENICA 19
ORE 11 Ancona-Pistoiese (B).
ORE 12.30 Pro Patria-Giana (A); Catanzaro-Ischia (C).
ORE 14.30 Torres-Mantova e Venezia-Novara (A); SavonaSantarcangelo (B); Benevento-Salernitana (C).
ORE 16 Real Vicenza-Sudtirol (A); Pisa-Grosseto (B); Juve
Stabia-Lecce (C).
ORE 18 Feralpi Salò-Cremonese (A); Reggiana-L’Aquila (B);
Casertana-Barletta (C)
COSI’ LUNEDI 20
ORE 20.45 Tuttocuoio-Forlì (B).
LE CLASSIFICHE
GIRONE A Como, Bassano e Real Vicenza p. 17; Arezzo 15;
Pavia 14; Monza e Torres 13; Giana, Sudtirol e Alessandria 11;
Novara, Venezia, F. Salò e Renate 10; Cremonese 9; Mantova, Lumezzane e AlbinoLeffe 6; Pro Patria e Pordenone 5.
GIRONE B Reggiana p. 15; Spal 14; Tuttocuoio, Ascoli, Pisa e
Teramo 13; L’Aquila, Pistoiese, Pontedera e Grosseto 11; Carrarese e Prato 10; Ancona, Forlì e Gubbio 9; Lucchese 8; Savona 6; San Marino 5; Santarcangelo 4; Pro Piacenza (-8) 2.
GIRONE C Salernitana e Benevento p. 18; Matera, Juve Stabia, Vigor Lamezia e Lupa Roma 15; Catanzaro, Lecce e Casertana 14; Foggia (-1) 10; Reggina, Messina e Barletta 8; Savoia e Ischia 7; Melfi 6; Paganese 5; Aversa Normanna e Cosenza 4; Martina 3.
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17
LEGA PRO
Rastelli e Stellone
facevano gol insieme
e ora attaccano la A
A Napoli se li ricordano
bene. Tracimarono i sogni del
San Paolo ad un passo dal salto
in A mentre la città veniva tappezzata di manifesti che «urlavano» a Corbelli e Ferlaino di
andarsene a casa. Rastelli e
Stellone, la coppia del gol nel
torneo 2001-02 di B, annata
d’un azzurro con forti tonalità
di grigio visto come furono
promosse Como, Modena,
Reggina ed Empoli (di Totò Di
Natale) col Napoli di De Canio
solo quinto, primo non eletto.
Già, Rastelli e Stellone, i due
allenatori-giovani in vetta alla
classifica di B con Avellino e
Frosinone. «Evidentemente
hanno avuto buoni maestri sorride De Canio - non mi stupiscono: di attaccanti ne ho
avuti tanti, ma loro mi colpirono perché sempre attenti a tattica, movimenti, schemi offensivi... Hanno copiato bene».
Rastelli l’anno scorso, Stellone
nel torneo in corso: debuttanti,
leader, carismatici, trascinatori. Vincenti? Si vedrà, ma accomunati anche da un inizio di
carriera condizionato dal bisturi e suoi tagli dopo infortuni
in campo.
LA GAZZETTA DELLO SPORT
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18
LA GAZZETTA DELLO SPORT
MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
INCHIESTA SCOMMESSE
Tennis shock
Soldi e match truccati
Coinvolti gli azzurri?
Dall’indagine di Cremona emergono combine a partire dal 2007
orchestrate da Goretti, d.s. del Perugia: ci sono Bracciali e Starace
FRANCESCO CENITI
«Tranquillo, tanto Skype
è sicura». Mica tanto. Sono
proprio le conversazioni in
chat, considerate al riparo da
ogni controllo, a scoperchiare
un vaso di Pandora pieno di
combine, truffe e scommesse.
Gli atti sono quelli ufficiali dell’incidente probatorio che si è
tenuto a Cremona a inizio ottobre nell’ambito dell’inchiesta
sul calcioscommesse (primi arresti nel giugno 2011). Da allora gli indagati sono diventati
oltre 100 e il materiale sequestato (pc, tablet, smartphone)
una enormità. Alla fine il pm
Roberto di Martino ha chiesto
e ottenuto dal Gip Guido Salvini di effettuare un incidente
probatorio (ha valore di prova
e non è ripetibile) proprio sugli
apparecchi prelevati nelle perquisizioni. I periti hanno lavorato per diversi mesi e adesso
siamo arrivati al dunque. E il
dunque è un pozzo senza fine.
Le trascrizioni di conversazioni, telefonate e messaggi sono
racchiuse in migliaia di pagine:
combine e truffe emergono
praticamente in ogni angolo.
La Gazzetta ha visionato solo
una parte del materiale, ma già
da una prima lettura la situazione si presenta grave. Soprattutto per il clan del bolognesi (così conosciuto nell’inchiesta) composto da Francesco Giannone e Manlio Bruni,
commercialisti di Giuseppe Signori. Tutti e tre arrestati nel
giugno 2011. Poi ci sono Francesco Bazzani (detto il Civ),
uno degli ultimi a essere fermato (dicembre 2013). E arriviamo alle new entry, persone
che non erano indagate a Cremona, ma finite nella rete per
le conversazioni con Bruni. Ci
sono Roberto Goretti, attuale
d.s. del Perugia ed ex giocatore
di Napoli, Bologna, Bari, Como, Arezzo e naturalmente Perugia; Daniele Bracciali, tennista di buon livello (anche numero 49 Atp nel 2006) e più
volte convocato in Coppa Davis. Calcio e tennis sono pesantemente chiamati in causa. Ci
sono conversazioni tra i protagonisti, mentre altri giocatori
sono chiamati in causa da racconti indiretti.
Bufera A e B Cremona cercava conferme sulle combine del
calcio, non pensava di certo al
tennis o ad altri sport (ci sono
riferimenti pure al basket). E il
materiale sul calcio non manca: Goretti sforna partite di A,
B e C sulle quali scommettere a
colpo sicuro, ci sono uno stuolo
di partite dove il clan del bolognesi riversa molti soldi sui
mercati asiatici di Singapore
(loro li chiamano «i cinesi»).
Goretti cerca e trova garanti, li
gira a Bruni che poi si muove
con i suoi soci. Adesso il pm Di
Martino dovrà gestire tutto
questo nuovo materiale e la posizione di Goretti si fa ovviamente delicata: gli eventi sono
collocati tra il 2007 e il 2009 in
una prima fase. Poi si va avanti
con altri protagonisti fino al
2011 e coinvolge volti ben noti
dell’inchiesta, a partite dagli
zingari, da Paoloni, da Bellavista. Come scritto il materiale è
imponente: le partite molte.
Ne daremo conto nelle prossime puntate. Perché c’è il capitolo tennis ad avere la precedenza.
Come si trucca un match E’
sempre Goretti a gestire le
combine: nella sua carriera di
calciatore fa tappa ad Arezzo,
dove si allenano anche diversi
i dialoghi
DAVIDE ROMANI
Nel luglio 2007, in una conversazione su
Skype, Manlio Bruni e Roberto Goretti provano a
convincere Daniele Bracciali a combinare una partita a Newport.
BRUNI: Come stai?
BRACCIO78: Benone; poco allenato ma l’altro è
negato.
BR.: Meglio, possiamo parlarne di questa partita?
Per me dipende da come si sviluppa, è importantissimo vincere il primo set e se possibile andare un break avanti nel secondo... E’ possibile? In questo caso
posso dare molto di più; garantisce goret per tutti.
BR.78: Lo so... però con questo non posso farlo
perché tira una brutta aria; punti su betfair?
BR.: Facciamo dei numeri? Per non rischiare mi
basta il primo set.
BR.78: Se lo conoscevo avrei potuto farlo; cosi’
non posso.
...
BR.: Parlami di cifre tu se puoi.
BR.78: Di solito ci offrono 50 poi dipende cmq domani preferisco giocarla; magari per una prossima
volta se ne può parlare.
BR.: guarda, 50 potrei farcela per prova per do-
Daniele Bracciali, 36
anni, più volte
nazionale di Davis e
numero 49 Atp nel
2006. Sotto, Roberto
Goretti, attuale d.s.
del Perugia
tennisti (ad esempio Bracciali e
Starace, pure compagni di team). E nelle vicinanze, tra Firenze e Bologna, si muovono
gli altri. Goretti parla con Bruni e lo inserisce in un mercato
definito milionario: «Il calcio è
rischioso, il tennis regala soldi
a tutti». Insieme si mettono a
reclutare atleti per alterare i
match. In pratica offrono soldi
per ottenere un risultato preciso, anche nei game. Offrono da
20 a 60 mila euro a botta, tutto
dipende dall’accordo raggiunto: «Se vinci il primo, poi nel
secondo devi giocare almeno
tre game», spiega Bruni a
Braccio78, il nickname scelto
(senza molta fantasia) da Bracciali. Proprio Bracciali finisce
dentro le carte di Cremona in
svariate conversazioni. Ascolta
le proposte, a volte rifiuta, a
volte accetta. E nomina spessissimo, insieme con Goretti e
Bruni, altri compagni, praticamente tutti: da Starace a Seppi; da Volandri a Bolelli. Quest’ultimo sarebbe stato incontrato da Bruni («L’ho sentito: è
gasatissimo») che concorda
con i soci la proposta da fare
(«50 mila gli bastano»). Le chat
di Bracciali spiegano come si
trucca un match: basta perdere, cercando di portare a casa
un numero di game; oppure in
compagnia e allora la cosa si fa
più sofisticata e bisogna parlare con il proprio avversario. I
soldi offerti sono tanti perché
spesso si parla di primi turni,
mentre chi paga poi scommette cifre alte su Singapore, apre
conti correnti all’estero o in paradisi fiscali come San Marino
e guadagna cifre a sei zeri.
Garanzie Le chat di Bruni,
Goretti, Bracciali e soci sono
inquietanti: chiamati in causa
tennisti stranieri di vertice (anche in questa stagione) che
s’incontrano nei sottopassaggi
e decidono se fare o meno la
combine. Bisogna maneggiare
con cura il materiale, lo faremo. Il quadro al momento è
sconsolante. Il lavoro che attende la Procura di Cremona,
immane (e magari sarebbe opportuno che il Ministero mandasse dei rinforzi altrimenti il
rischio è quello di tempi lunghissimi). La Gazzetta vaglierà
con attenzione il materiale e
cercherà come sempre d’informare i propri lettori: senza
sconti, ma anche con tutte le
garanzie richieste in una fase
istruttoria. Che continua: il 29
ottobre è previsto a Cremona il
«secondo tempo» dell’incidente probatorio sulle «chat sicure» di Skype.
SU SKYPE
Le squalifiche
la rabbia
e l’assegno
a garanzia
di Potito
Il binomio scommesse e
tennis non è proprio una
novità. Una inchiesta del 2007
aveva messo sotto accusa
alcuni giocatori italiani per
delle puntate vietate (anche
poche centinaia di euro). Nei
giorni della bufera, Bracciali se
la prende con il giornalista
Ubaldo Scanagatta che aveva
denunciato sul suo blog questi
affari vietati. E poi si sfoga con
Bruni, mostrandosi
preoccupato perché è uscita la
notizia della squalifica a 9 mesi
di sospensione con una multa
di 40mila euro del siciliano
Alessio Di Mauro, il primo
italiano a subire il
provvedimento per aver
scommesso. Dice Bracciali:
«Ora tocca a noi, mi rompono
le p... per 370 euro... è 2 anni e
9 mesi che non gioco più
mezzo euro». «Ti hanno
interrogato?», chiede Bruni.
«Ancora no». Bruni: «Ormai
una cavia l’hanno presa».
Bracciali: «Mi hanno già
chiamato. La mia situazione è
40 volte meno quella di Di
Mauro che ha giocato 7.000
fino a un mese fa». E Bruni: «I
veri ladroni non li prendono».
Bracciali sarà squalificato tre
mesi e multato 20mila
dollari. Bruni in un’altra
conversazione, dopo diverse
combine andate a segno,
commenta divertito: «Ma
possibile che quelli dell’Atp non
fanno nulla?». Un socio gli
risponde: «Ci vogliono prove».
Starace e la finale persa
Altra chat di Skype incriminata:
10 aprile 2011, a poche ore
dall’inizio della finale del torneo
di Casablanca che Starace
gioca (e perde in 2 set: 6-1 6-2)
contro Andujar. Con lo
spagnolo fino a quel momento
aveva un bilancio di 5 successi
e 0 sconfitte. Erodiani,
l’allibratore di Pescara, parla
con tale Corradino (nickname:
soldatomercenario11):
«Starace ha fatto un assegno
in garanzia?????». «Sì». E
Corradino spiega che la
puntata sulla sconfitta
dell’italiano è certa.
Ecco come si compravano le partite
Braccio 78: «Di solito ci offrono 50...»
GORETTI: il 7 ottobre Braccio fa il campionato itamani ma è indispensabile vincere il primo se no anche un altra volta se lo so per tempo possiamo dare liano e cerchiamo di acquistare Bolelli. Il suo nick su
skype è simobole o bolesimo.
di più.
...
...
BR.78: Molto importante è che quello che ci gioco
G.: quando torna Braccio da Rennes vorrei prenlo conosca così ci parlo prima perché anche dirti che derli insieme.
BRUNI: sì, bravo, fargli capire che,paradossalvinco il primo non è facile magari lo perdo.
BR.: Lo so ma tu prova a vincerlo se poi lo perdi e mente, adesso sarebbe il momento migliore.
perdi in due non se fa niente e tutNell’ottobre dello stesso anno
ti pari.
Bruni e Goretti si confrontano sulBR.78: Oggi Volandri e Luzzi
Goretti a Bruni:
la
possibilità che Bracciali possa
hanno fatto di sicuro così.
«Quando Bracciali
convincere Bolelli e Seppi ad «agBR.: Se lo vinci siamo a posto e
torna
da
Rennes
giustare» match.
50 per te; 50 per un set mi sembra
vorrei prenderlo
buono.
BRUNI: Ci hai parlato? (si riferiBR.78: non male, però a sto giinsieme a Bolelli» sce a Bracciali, ndr).
ro gioco normale poi magari perGORETTI: È partito oggi per
do lo stesso com’è successo in pasParma; domani gioca lì per il camsato; quando torno a casa magari ci troviamo.
pionato italiano.
BR.: Ok. Facciamo un’altra volta? Quando hai biB.: E lunedì va in Francia? Gioca con Bolelli?
sogno parla con goret e lo facciamo........non lo spara
G.: Lunedì va a Rennes... non sa ancora chi sono i
nessuno e sei tranquillo...
suoi compagni oggi ma inizia il lavoro.
(a Newport Bracciali perde al 1° turno con lo staB.: Con bole (Bolelli, ndr)?
tunitense Jenkins 6-2 6-1, ndr).
G.: Vuole provare lui e Seppi.
B.: Importante e vedersi prima di fine anno con
A settembre del 2007 Bruni e Goretti pianificano poto (Starace, ndr) per tranquillizzarlo che se lo facl’avvicinamento a Bolelli tramite Bracciali.
ciamo non se ne accorgerebbe nessuno.
G.: Vorrei farlo la prossima settimana.
A dicembre sempre Bracciali informa Bruni sul
fatto che ha trovato un accordo con Starace.
BRACCIO78: Ci sei? Parlato con poto, tutto ok.
BRUNI: Grandeeeeeeeeeeeee.
BR.78: Anche lui squalifica dal 1 gennaio, quindi
abbiamo tempo.
BR.: mi raccomando stasera lavora bene cioè dal
1 gennaio fino a quando.
BR.78: 6 settimane.
BR.: Lui e tu?
BR.78: Pronto per Sud America.
BR.: Beneeeeeeeee.
BR.78: 3 mesi.
BR.: E tu?
BR.78: Dal 1 gennaio.
BR.: Quindi ti operi subito?
BR.78: Primi di gennaio
BR.: Ho preso 3 schede e tre telefoni...quindi parla con Mara che poi ci incontriamo.
BR.78: Sì, la vedo domani sera.
BR.: Bene.....ci sentiamo venerdì che mi dici.
BR.: Buon lavoro.
BR.78: Ok.
BR.: Braccialone n.1...
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MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
AddioSlittino
ZOEGGELER, DIRGLI GRAZIE E’ POCO
NESSUNO AI GIOCHI LONGEVO COME LUI
Quando si dice «il più grande» raramente ci
sono i numeri pronti lì a provarlo. Perfino il
«più grande» per antonomasia — il povero
Muhammad Ali che ormai non parla più — non
ha dalla sua parte statistiche incontrovertibili a
sorreggerne la fama: la grandezza, nello sport
come nell’arte o nella musica, spesso è un concetto impalpabile, a volte soggettivo, altre volte
condiviso dai più. Nel caso di Armin Zoeggeler,
che ieri ha dato l’addio ufficiale alle gare a 40
anni con lo stile asciutto che lo contraddistingue, ci sono invece fior di statistiche a stabilire
che si sta ritirando, dal punto di vista delle medaglie, il più grande non solo dello slittino ma
dell’intera storia olimpica, invernale ed estiva.
Con il bronzo di Sochi, l’Uomo dei ghiacci (e
dei silenzi) è diventato il primo atleta di sempre a raggiungere il traguardo di sei medaglie
olimpiche in sei edizione diverse (o consecutive, che fa lo stesso). Nel dettaglio, alle Olimpiadi invernali stacca altri sei atleti (tra cui la nostra Gabriella Paruzzi) che si sono fermati a 5
medaglie mentre in quelle estive bisogna considerare anche le gare a squadre per trovarne
quattro che eguagliano le sei medaglie in sei
edizioni diverse del nostro Armin. Dopo aver
coronato in Russia anche il sogno di portare la
bandiera tricolore, Zoeggeler aveva già chiari-
laPuntura
ECCO PERCHE’ CONTE NON RIESCE
A FARE DELL’ITALIA LA SUA JUVE
arebbe sbagliato dire che a quest’Italia
S
manca soltanto Pirlo per essere come la
Juve. Intanto contro l’Azerbaigian il play ha
giocato ed è stato decisivo. E poi Antonio Conte (nella foto), per non dire Allegri, ha già compensato la sua assenza spostando Marchisio
senza contraccolpi eccessivi. Insomma, se
l’Italia non somiglia ancora a quel meccanismo
a orologeria che è la Juve, se la giornataccia
non viene riabilitata dalla manovra a memoria, le ragioni sono altre e si riassumono in una
parola: gli interpreti. Conte non può inventarseli.
Il c.t. s’è già inventato un 3-5-2 sovversivo e
reale, non semplice formula retorica per «nascondere» un 5-3-2 effettivo. È impressionante
come sia anteriore la trazione del suo gioco e
come gli esterni siano vere e proprie ali. Però,
cominciando da questo ruolo cruciale, non si
possono negare due cose: 1) Lichtsteiner e
Asamoah sono perfetti per quello che chiedeva
Conte e cioè spinta, intelligenza tattica, tempi
di recupero e polmoni sovrumani; 2) i due
hanno studiato il 3-5-2 ogni giorno e oggi lo
interpretano più fluidamente del 2011, non
limitandosi ad affondo e cross, ma incrociando verso l’area, scambiandosi con le
mezzali, cercando diagonali offensive
(tanto che il ghanese fatica a tornare
mezzala e Lichtsteiner, s’è visto al Mondiale, a tornare a 4). Chiedere di assimilare questi meccanismi a Darmian e
De Sciglio in una decina di giorni sarebbe troppo, ma il loro immobilismo si trasforma in prevedibilità.
Pasqual è più attaccante ma copre
meno, Candreva potrebbe fare
l’Asamoah se facesse più pratica nella Lazio.
Seconda questione: le mezzali. In azzurro
non abbiamo Pogba e Vidal, però Marchisio
può reggere il confronto (ma non quello sfiatato di Malta). Il problema è l’altro interno: Florenzi è in crisi d’identità tattica, Aquilani non
ha preso per mano l’Italia, Giovinco è un esperimento futuribile che avremmo voluto vedere
contro una piccola, Candreva un’opzione non
trascurabile. E poi c’è Verratti che a Malta è
sembrato il gemello impacciato di quello del
Psg: tanto movimento sprecato, tocchetti orizzontali mai diventati triangoli offensivi oppure verticalizzazioni basse preda della difesa. In
Francia però Verratti fa la mezzala e chissà non
sia il caso di rivedere la preclusione di Conte:
detto che Pirlo, per qualità e impulso al gioco,
è ancora insostituibile, forse il parigino meriterebbe una chance accanto a Marchisio.
Infine, in attacco, manca quel Tevez che al
terzo anno di Conte alla Juve ha profondamente cambiato il gioco d’attacco creando superiorità col dribbling e togliendo punti di riferimento. Un po’ gli si avvicina Giovinco ma il paragone, oggi, non è proponibile. Però qui c’è
abbondanza di soluzioni, abbiamo il Toni (Pellè), il Graziani (Immobile), l’atipico (Zaza)
e tanto altro: Conte non ha certo bisogno di
suggerimenti Conte per impostarne la
convivenza a ogni partita. Piuttosto
– ma il passato tranquillizza, perché
la grandezza della Juve discende
dalla capacità del c.t. di cambiare –
è importante che il 3-5-2 non sia un
dogma. E che se un giorno ci si ritrovi
Malta non si escluda a priori un Giovinco accanto a due punte con un difensore in meno. Si può fare. Ah, poi
ci sarebbe anche la condizione fisica: ma dal campionato non arrivano «decatleti», al momento, e non è
che Conte possa farci niente.
f
Dopo l’incontro BerlusconiLuxuria, crescono le
possibilità che prima o poi
un allenatore del Milan
faccia la formazione.
TwitTwit
IL CINGUETTIO DEL GIORNO
GARY LINEKER
Ex campione di calcio inglese
Neymar 4 gol col Brasile in
Giappone. Media pazzesca:
per uno così giovane 40 in 58
@GaryLineker
JUVE-ROMA, TUTTI HANNO SBAGLIATO
NICCHI FA AUTOGOL A TEMPO SCADUTO
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Lettere alla Gazzetta
A CURA DI FRANCO ARTURI
email: gol@rcs.it - twitter: @arturifra
Lanciare i giovani
tenendosi i vecchi
Lo Bianco, 34 anni con Chirichella e Diouf, 41 anni in due
Centrocampista della Roma
da di ritorno tra Roma e Juve non sarà diretta da
Rocchi. Nel nostro calcio avvelenato dai sospetti
in cui si dimenticano successi e fallimenti nel
giro di pochi giorni, i peccati degli arbitri sono
gli unici che resistono, e anzi si moltiplicano,
nella memoria di ogni tifoso. E se a distanza di
più di trent’anni Turone è ricordato non per la
sua brillante carriera nel Genoa, nel Milan e nella Roma ma per quel gol che gli fu annullato a
Torino contro la Juve, figuriamoci se prima della sfida di ritorno non si riparlerà della contestatissima direzione di Rocchi e, come se non bastasse, della goffa e tardiva difesa del presidente
dell’Aia, Nicchi.
Invece di intervenire subito, il capo degli arbitri ha aspettato una settimana per esprimere il
suo pensiero nella trasmissione radiofonica
«Radio anch’io lo sport» su Radiouno, curata da
Riccardo Cucchi e Filippo Corsini, dicendo tra
l’altro che «visto in televisione Rocchi non ha
sbagliato nulla». In realtà Rocchi ha sbagliato
molto, come hanno documentato proprio le immagini della tv, ma prima di lui ha sbagliato il
nuovo designatore Messina che avrebbe dovuto
scegliere per la gara più importante l’arbitro migliore, Rizzoli, o in alternativa Orsato, colpevolmente «bruciato» la settimana precedente quan-
PortoFranco
DI STEFANO FROSINI
ilCommento
essuno può sapere con anticipata certezza,
N
malgrado le insinuazioni di Totti, chi vincerà lo scudetto. Tutti sanno già, invece, che la sfi-
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laVignetta
© RIPRODUZIONE RISERVATA
do fu mandato a Bergamo per Atalanta-Juve. Invece, forse per dargli un contentino, è stato designato Rocchi, ancora deluso per la mancata
partecipazione al Mondiale, ma soprattutto fuori forma come si era visto in Lazio-Udinese e Arsenal-Galatasaray. Guarda caso il fischietto fiorentino ha confermato subito di non essere sereno e quindi sicuro, perché sull’episodio padre di
tutte le proteste, cioè il fallo di mano di Maicon
in barriera, aveva preso la decisione giusta, facendosi però influenzare dalle proteste degli juventini e da un errato suggerimento dell’assistente. Da lì in poi Rocchi ha perso il controllo
della partita, anche per sfortuna a causa di una
disgraziata serie di episodi al limite. Poi bisogna
sottolineare anche le colpe dei giocatori che non
lo hanno mai aiutato, perché certe risse si vedono soltanto in Italia e infatti i nuovi stranieri Manolas e Morata si sono adeguati subito al clima
da far west, facendosi espellere. E alla fine, anzi
una settimana dopo la fine, non lo ha aiutato
nemmeno Nicchi, negando l’evidenza e riaccendendo una polemica che invece andava sopita.
Con l’aggiunta di una demagogica retromarcia
sulla moviola, da lui sempre combattuta, che
non ha convinto nessuno perché il primo a non
essere convinto sull’impiego della tecnologia è
proprio lui. Un’altra occasione persa, insomma,
con l’aggravante che mentre Rocchi ha sbagliato
in campo, come capita anche a chi fallisce un
rigore decisivo, Nicchi ha sbagliato fuori senza
nemmeno l’alibi della pressione.
to che non avrebbe inseguito la settima Olimpiade nel 2018 a 44 anni, rinunciando al traguardo della settima medaglia fallita nella (inguardabile) prova a squadre. Però aveva lasciato
una porta per i Mondiali 2015 a Sigulda in Lettonia su una pista che ama particolarmente dove aveva ottenuto lo scorso inverno la 57a e ultima vittoria in coppa del Mondo. Una volta tanto il ragioniere dei ghiacci, forse non così impassibile come lo si dipinge, ha voluto seguire
la strada del cuore, quella dell’istinto e ha detto
basta. Cosa si può dire ora a un campione così?
Grazie sembra quasi un affronto.
di ROBERTO PELUCCHI
RADJA NAINGGOLAN
di ALBERTO CERRUTI
19
di FAUSTO NARDUCCI
l’Analisi
di FABIO LICARI
LA GAZZETTA DELLO SPORT
E’ stato impossibile, anche per
un calciofilo «duro e puro» come me, non seguire con entusiasmo la cavalcata delle azzurre della pallavolo: che rabbia contro la Cina! E che clima
dentro quei palazzi strapieni.
Per uno come il sottoscritto
che tenta di andare ancora allo stadio nonostante facciano
di tutto per farmi passare la
passione, è come quella volta
che ho visto dal vero una partita del Fulham a Londra. Nel
senso che anche stavolta, ma
davanti alla tv, mi sembrava di
essere in un altro Paese, dove
urla, insulti, posti sottratti,
gente dall’aspetto e dai toni
inquietanti non hanno posto.
Ma non era questa la mia prima osservazione: ho visto che
il ct Bonitta ha avuto il coraggio di lanciare al massimo livello ragazze giovanissime,
che lo hanno ripagato in pieno. Conte invece si aggrappa
ai Pirlo, Buffon e a tanti altri
trentenni: bravi, bravissimi,
per carità. Ma il futuro?
Aldo Costi
Finalmente casa
«relax»
@OfficialRadja
ROGER FEDERER
Fuoriclasse del tennis
Felice di essere
di nuovo a casa
in Svizzera!
@rogerfederer
GRAZIANO PELLÈ
Attaccante azzurro
Un grande ringraziamento
ai tifosi del @Southampton
e @vivo_Azzurro che hanno
votato per me come miglior
in campo #MALTA
@GPelle19
Mi permetterei di correggere la sua prospettiva, condividendo in pieno l’entusiasmo
per la nostra nazionale di volley, uno dei successi dell’anno
per il nostro sport. Perchè un
quarto posto mondiale, in questa cornice di pubblico e di partecipazione popolare e mediatica, esattamente questo è. Mi
pare che la lezione che il ct Bonitta ci ha dato sia un’altra, e
cioè la fusione perfetta di vere
califfe della classe di Pirlo con
ventenni allo stato nascente.
Seguo la pallavolo da una vita,
anche se mi guardo bene dall’entrare in discorsi tecnici: ma
ogni primo piano di Lo Bianco e
Del Core mi trasmettevano certezze totali. Avevano sguardi
da leonesse in caccia, da iene in
difesa del proprio territorio. E
cito apposta mondi animali in
cui è la femmina a condurre le
danze della vita e della morte.
Erano scosse emotive che ritrovavi puntualmente nelle
schiacciate di Diouf o nei muri
di Chirichella, ragazze che, al
contrario di loro, devono ancora cominciare a vivere. Ma l’intesa corre proprio su quel tipo
di magnetismo agonistico. Lo
sport è un linguaggio universale basato soprattutto sulla passione, cioè sui sentimenti.
Penso che lo sport d’alto livello
sia esattamente questo e che le
campagne di ringiovanimento
selvaggio e forzato siano insensate e autolesionistiche. Dando
per scontato il livello tecnico, è
la motivazione che devi andare
a cercare. E se è ancora intatta
a 35 anni ed oltre, guai a farsela
scappare. Come è sbagliatissimo aspettare che i giovani «maturino» per «non farli bruciare»,
espressioni che nascondono
piuttosto paura e conformismo.
Ho implicitamente cominciato a
risponderle sul versante calcistico. Tralascio l’aspetto del festoso clima negli impianti della
pallavolo in rapporto ai lugubri
riti di inciviltà che si consumano
purtroppo spesso negli stadi di
calcio: lo abbiamo già fatto notare, è sotto gli occhi di tutti, ci
torneremo. Io di un Pirlo non mi
priverei mai. E se Pellè ha avuto
una chance a 29 anni, dentro ha
una voglia esplosiva di rivincita
e di affermazione. Non mi pare
che Conte sia poco propenso a
lanciare giovani. Florenzi, Verratti, Zaza, Immobile, De Sciglio
sono lì a dimostrarlo. Al contrario, anche questa nuova Italia
mi sembra stia nascendo all’insegna di sinergie generazionali
rassicuranti, più o meno le
stesse di cui parlavo nel volley
rosa.
Il problema di base è un altro: se
il campionato italiano è in larga
maggioranza giocato da stranieri, buona parte dei quali di
seconda o terza fascia, e se i
nostri tecnici e dirigenti sono gli
ultimi in Europa per la valorizzazione dei giovani e dei vivai, è
chiaro che a lungo andare l’ambiente scava sotto i piedi del ct
di turno. Penso che anche i tifosi possano far sentire la propria
pressione in proposito, senza
inseguire le fole del risultato ad
ogni costo e del «nome» da ingaggiare sul mercato. Spero
che Conte resista a lungo con
questo obbiettivo, al di là della
brutta figura di Malta: restituirci una nazionale che sappia
ruggire come una Lo Bianco o
una Diouf. Purtroppo l’avevamo
persa da tempo.
20
LA GAZZETTA DELLO SPORT
MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
SPECIALETricoloreGranTurismo
IN COLLABORAZIONE CON ACI
Ferrari-Audi, a Monza sarà battaglia
Dopo Imola in GT3 la 458 di Casè-Giammaria e la R8 di Mapelli-Schoeffler son pari: gran finale per il titolo
Casè-Giammaria precedono
di 13 lunghezze l’altra Ferrari
458 di Benucci. Sotto l’Audi R8
di Mapelli-Schoeffler PHOTO4
GAUDENZIO TAVONI
Sarà ancora una volta un
arrivo in volata quello che si
profila a Monza per la classe
GT3 in occasione del gran finale di fine ottobre del Campionato Italiano Gran Turismo.
Dopo le due gare di Imola dello
scorso weekend, infatti, al vertice della classifica generale
sono saliti a pari punti gli equipaggi Casè-Giammaria (Ferrari 458 Italia) e Mapelli-Schoeffler (Audi R8 LMS) e, dunque,
la tradizione che vuole l’assegnazione dell’alloro solo all’ultimo appuntamento è rispettata anche in questa 12a edizione.
Costruttori Per il momento
l’unico titolo già vinto è quello
Costruttori, andato alla Ferrari
con due gare di anticipo, ma
interessante è il duello per la
seconda piazza con Porsche in
vantaggio di soli 7 punti su Audi. Le due gare imolesi hanno
riservato spettacolo e grande
agonismo, con le Ferrari sul
gradino più alto del podio in
entrambe le occasioni con Magli-Ferrara (Easy Race) e CasèGiammaria (Scuderia Baldini
27). Mapelli-Schoeffler, invece, secondi e terzi al traguardo,
hanno portato a termine un
weekend molto redditizio ed
ora i portacolori di Audi Sport
Italia guardano con grande ottimismo al rush finale. Grandi
4
TUTTI I
RISULTATI
S
protagoniste all’Enzo e Dino
Ferrari anche le altre 458 Italia, a cominciare da quella di
Benucci-Balzan, 2a in gara-1.
Anzi, la matematica non taglia
ancora fuori Nicola Benucci
dalla lotta per il titolo, e i suoi
13 punti di distacco dal vertice
potrebbero essere neutralizzati a Monza. In evidenza anche
la Rossa della Bms Scuderia
Italia, 3a nella gara domenicale, ma anche le altre 458 Italia
si sono ben distinte con Frassineti-Lancieri e Galassi-Trentin.
Porsche ok Anche le Porsche
si sono ben comportate in pista, soprattutto quella di Pezzucchi-Bianco, a ridosso del
podio in gara-2. A punti anche
la GT3R di Donativi-Gagliardini in gara-1, e quelle di Carboni-Beretta e Sala-Romani,
mentre Cerati-Garelli hanno
concluso un weekend decisamente sfortunato. Altrettanta
sfortuna è arrivata per Capello-Zonzini (Audi R8 Lms-Audi
Sport Italia), settimi in gara-1
ma fuori in gara-2 per un contatto subìto nella bagarre delle
prime battute, e per Barri-Bortolotti (Lamborghini GallardoImperiale Racing), ancora a
secco di punti nonostante la
pole di Bortolotti. Presenti a
Imola anche le Mercedes Sls
del team portoghese Sports &
You con il 18enne Francisco
Mora, 4° in gara-1 ma escluso
dalla classifica di gara-2 per
eccessiva esuberanza, e Coimbra-Silva al debutto nella serie.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Gara-1
1. Magli-Ferrara
51’24.865; 2.
Benucci-Balzan
a 2”419; 3.
MapelliSchoeffler a
2”862
Gara-2
1.CasèGiammaria
49’55.011; 2.
MapelliSchoeffler a
30”832; 3.
Lucchini-Pier
Guidi a 35”101
GT3
1. Giammaria,
Casè, Mapelli e
Schoeffler 111;
5. Benucci 98;
6. Lucchini 84
GT Cup
1. Galbiati 142;
2. Iacone e
Tempesta 138;
4. Passuti 118
L’ALTRA PARTITA
Porsche contro Lamborghini
Galbiati e Tempesta-Iacone
per un duello di lusso in GT Cup
Saranno Omar Galbiati (Porsche 997) e
Sasha Tempesta con Simone Iacone (Lamborghini
Gallardo) a contendersi il titolo della classe GT Cup
nelle ultime 2 gare di Monza. Il pilota dell’Antonelli
Motorsport ha 4 lunghezze di vantaggio sugli
inseguitori, ma la situazione degli scarti è a favore
dei portacolori del Bonaldi Motorsport. La
matematica non taglia ancora fuori MancinelliGoldstein, anche se l’equipaggio dell’Eurotech
Engineering è ora staccato di 32 punti dal leader.
I PROTAGONISTI
Tanti volti nuovi e vincenti
Da Maino-Valori a Fornaroli
entrambi in pista con la 997
Tanti volti nuovi hanno caratterizzato ad
Imola le due gare della classe GT Cup. A
cominciare dai vincitori delle due gare,
entrambi su Porsche 997, Maino-Valori della
Ebimotors (nella foto) e Valentino Fornaroli
(Antonelli Motorsport), a cui si sono aggiunti
Durante-Piancastelli (Lamborghini GallardoImperiale Racing), ottimi terzi nella gara del
sabato. Grandi protagonisti, ma sfortunati,
anche Delli Guanti-Perel (Lamborghini GallardoEurotech Engineering) e i fratelli Luca e Nicola
Pastorelli (Porsche 997-Krypton Motorsport),
saldamente al comando in gara-2 ma poi
fuori per un problema meccanico.
MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
21
FORMULA 1
4 Appunti
LE CIFRE
408
Qui sopra due momenti della festa Mercedes a Brackley, con Hamilton e Rosberg che si fanno un selfie davanti ai dipendenti, e la scritta che
campeggia fuori dallo stabilimento. Sotto la foto di gruppo di domenica scorsa a Sochi, subito dopo la conquista del Mondiale Costruttori AFP
Milioni
di euro
È la cifra
investita nel
complesso
dalla Mercedes
per la
realizzazione
delle nuove
power unit
e la gestione
del team di F.1
240
Caro Mondiale
Il dominio Mercedes:
un piano da 408 milioni
Investiti 168 milioni di euro per le nuove power unit ibride
e 240 serviranno al team che ha vinto sinora 13 gare su 16
LUIGI PERNA
Mettiamola così: per la
Mercedes forse non è il caso di
consigliare agli altri la calcolatrice per tenere a mente i costi.
Almeno a giudicare dalle cifre
pubblicate dalla Camera di
commercio inglese, secondo
cui alla Casa di Stoccarda questa stagione culminata nel primo titolo mondiale Costruttori
di F.1 è costata ben 408 milioni
di euro. Solo per realizzare i
formidabili motori turbo ad alimentazione ibrida, che sono
stati il segreto delle 13 vittorie
su 16 gare ottenute da Lewis
Hamilton e Nico Rosberg, ai tedeschi nel 2013 è servito un investimento di 168 milioni, in
parte compensato dal pagamento della fornitura da parte
dei team satellite. A questi bisogna sommare i 240 milioni
per l’attività in pista della squa-
dra, pagata al 75% dagli sponsor e dalla Fom: somma che risulterà simile quest’anno.
Corazzata Né la Red Bull né
la Ferrari finora erano mai arrivate a tanto. Secondo «Forbes», la Red Bull per affrontare
il 2013 aveva speso 230 milioni, seguita da Ferrari (220) e
Mercedes (185). D’altra parte
basta considerare i numeri. Alla Mercedes F.1 lavorano oggi
oltre 1.100 dipendenti, divisi
fra gli stabilimenti di Brackley
(telaio e aerodinamica) e
Brixworth (power unit). Una
potenza di fuoco che nessuna
altra squadra può permettersi.
Il budget destinato alle unità
motrici è stato il triplo rispetto
a tre anni fa. E il doppio del costo di un intero team di fondo
classifica come la Caterham. È
vero che questo regolamento
sarà in vigore fino al 2020, ammortizzando in parte l’investi-
Il 75% delle spese
di Brackley
coperte da Fom e
sponsor. La sfida
sulle regole
mento iniziale, ma non c’è da
illudersi sul risparmio, visto
che i motori nel 2015 saranno
riprogettati per il 48%.
Tecnologia La Mercedes
aspettava questa stagione fin
dal suo ritorno ufficiale in F.1
nel 2010. L’avvento dei motori
V6 1600 cmc turbo e dell’ibrido
è stata l’occasione per mettere
in campo tutte le conoscenze
specifiche e la forza economica
di Stoccarda. Mentre l’ex team
principal Ross Brawn era stato
lungimirante nel tenere in piedi il settore elettronico, che i
concorrenti avevano smantel-
lato. Perciò ieri si festeggiava
con ostentato orgoglio a Brackley, dove Hamilton e Rosberg
hanno salutato i dipendenti
dopo la doppietta nel GP di
Russia. Grazie alla regola che
congela i motori durante la stagione, la Mercedes ha potuto
conservare lo stesso vantaggio
sui rivali dall’inizio alla fine.
Tanto che Ferrari, Renault e la
rientrante Honda ora fanno
blocco perché nel 2015 venga
concessa la possibilità di mantenere gli stessi interventi di
sviluppo «spalmandoli» durante la stagione (anziché bloccarli a febbraio), favorendo così
una competizione più libera.
La Mercedes, unica ad avere tre
team satellite, si oppone, forse
preoccupata dal fatto che le ultime evoluzioni dovranno essere fornite a tutti, come viene
chiesto. E si capisce, pensando
a quanto hanno speso finora.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Milioni
Iil costo
di gestione della
scuderia. Il 75%
delle spese è
stato coperto
dai diritti
commerciali e tv
e dagli sponsor
75
Milioni
Il premio
per il titolo
costruttori
12,5
Mila euro
Il bonus medio
che riceverà
ciascun
dipendente
per la conquista
del titolo
costruttori
13
Gare vinte
finora
Nove da
Hamilton
e 4 da Rosberg
sulle 16 sin qui
disputate
Sesto motore ad Austin: Seb partirà dai box
Marko: «Maranello è debole
E Vettel detta le condizioni»
Helmut Marko, capo del Motorsport Red Bull,
è sicuro: «Vettel non poteva scegliere momento
migliore per andare alla Ferrari. Maranello in questo
momento è debole e così Sebastian può dettare le
sue condizioni». Che magari, fa intendere, la Red Bull
non avrebbe accettato. «Ma bisogna anche dire che
la Ferrari è sempre un mito e ogni pilota sogna di
andarci nella propria carriera». Sull’annuncio
anticipato del divorzio il manager invece garantisce
che non c’è stata alcuna volontà di interferire nei
piani della Ferrari. «Non era nostra intenzione,
abbiamo semplicemente reso noti i piani per il nostro
futuro. Intanto Vettel, usando la sesta power unit,
sarà costretto a partire dalla pit line ad Austin:
«Forse non farò le qualifiche, non ha senso quando
sai che scatterai dai box. È una regola stupida».
Polemica con la Pirelli
Massa: «Sbagliato portare
in Brasile le gomme più dure»
Dopo Fernando Alonso anche Felipe Massa
solleva dei dubbi sulla scelta della Pirelli che ha
deciso di portare gomme medie e dure a Interlagos:
«Non ho idea del perché abbiamo optato per queste
mescole, ma è assolutamente inaccettabile. È molto
pericoloso». Paul Hembery (Pirelli) replica così: «È
uno dei circuiti più esigenti e può creare problemi di
blistering. Ma su basi tecniche e se c’è l’accordo
unanime, possiamo riconsiderare la decisione».
Neo campione europeo F.3
Ocon debutta il 22 a Valencia
sulla Lotus 2012 ex Raikkonen
Il 22 e 23 ottobre, a Valencia,
il neo campione europeo F.3
Esteban Ocon girerà sulla Lotus
E20 con cui Raikkonen vinse ad
Abu Dhabi nel 2012. Il 18enne
francese da tempo è entrato a far
parte del programma giovani della
Lotus e potrebbe sbarcare in F.1 nei prossimi anni
raggiungendo Max Verstappen, già battuto in F.3.
MONTAGNA Giorgio Venica (Lola B99/50) ha vinto la
37a Cividale–Castelmonte, valida tra l’altro per il Trofeo
italiano velocità montagna.
MotoGP
Stoner torna tester Honda
Marquez: «Incubo Australia»
Dopo oltre un anno, Casey Stoner tornerà in
sella a una MotoGP. L’occasione: due giorni (29 e 30
ottobre) di test Honda a Motegi per provare la
versione 2015 della RC213V. Stoner avrà un
compito importante, perché effettuerà una prova
comparativa tra le gomme Bridgestone e le Michelin
(al rientro in MotoGP nel 2016) con la moto che
Pedrosa e Marquez hanno già avuto modo di provare
a Brno. Intanto proprio Marquez è tornato a parlare
del bis iridato: «Gli errori nelle ultime gare mi hanno
fatto apprezzare di più la vittoria del Mondiale,
perché la prima parte della stagione è stata molto
buona, ma poi sembrava che il titolo non volesse
arrivare mai». Marc ha parlato anche di Phillip Island,
dove si corre domenica e dove l’anno scorso fu
squalificato: «Un incubo, ho un conto in sospeso».
IL DRAMMA DI SUZUKA LE CONDIZIONI DEL FRANCESE RESTANO GRAVISSIME MA SI STA TENTANDO DI TUTTO
Fia&Ferrari: altri medici per salvare Bianchi
Due Marussia in
gara ad Austin. Il
papà: «Correre è
il modo migliore
per stargli vicino»
DAL NOSTRO INVIATO
PAOLO IANIERI
YOKKAICHI (Giappone)
Un’ora dopo l’altra, ogni
giorno che passa un’altra
montagna scalata. È con questo approccio che l’équipe medica segue Jules Bianchi, sempre ricoverato in terapia intensiva al Mie General Hospital.
Le condizioni del 25enne francese restano gravissime, lo ha
ribadito ieri un comunicato
della Marussia. Ma si fa il possibile per salvarlo.
Medico italiano Ieri mattina
dall’Italia è arrivato il professor Marco Cimatti, neurochirurgo del S. Andrea di Roma,
che ha dato il cambio ad Andrea Frati, lo specialista inviato la scorsa settimana dalla
Ferrari: entrambi riferiscono
al professor Antonino Raco,
primario del reparto di neurochirurgia dell’ospedale romano, consulente di MedEx (Medical Expertise), partner medico del Cavallino. E sempre
ieri la Fia ha inviato qui Alain
Chantegret, delegato medico
federale per Fia Gt, Wtcc e
Wec, anestesista rianimatore.
Forse questo basterà a far tacere chi in questi giorni ha
parlato di medici pronti a staccare la spina. Voci che hanno
fatto arrabbiare la famiglia
Bianchi.
Provarci Sono tre i consulti
che i genitori di Jules hanno
quotidianamente con i dottori
giapponesi, durante i quali si
valuta la condizione di Jules e
quelli che potrebbero essere i
passi successivi. «Quando ho
parlato con Saillant e Frati —
rivela Philippe Bianchi —, ho
detto loro di pensare a Jules
come se fosse loro figlio. Ho
messo la sua vita nelle loro
mani».
Sostegno Tom, il fratello più
Jules Bianchi, 25 anni LAPRESSE
piccolo di Jules, questa sera
tornerà a casa, i prossimi giorni anche la sorella Mélanie.
Ma la prossima settimana potrebbero tornare il dottor Riccardo Ceccarelli e Andrea Ferrari, da diversi anni preparatore di Jules. «Andrea deve
tornare, voglio che parli a Jules, che gli faccia sentire che
lui è qui e lo aspetta», dice papà Philippe. Non se n’è mai andato, invece, Alessandro Alunni Bravi, l’assistente di Nicolas
Todt, manager di Jules. Cura i
rapporti con l’ospedale, gestisce tutte le situazioni. In una
settimana ha perso 5 chili, eppure quando serve qualcosa,
lui è là.
Due auto La Marussia, intanto, garantisce che sarà ad Austin e lo farà con due macchine per difendere il 9o posto nel
Costruttori grazie ai 2 punti
conquistati da Bianchi a Montecarlo. «Correre per Jules è il
modo migliore per stargli vicino — conclude Philippe —.
Jules ha un cuore enorme che
batte per la Ferrari, il suo sogno sin da bambino, ma in
Marussia ha trovato un’altra
grande famiglia. E non dimenticheremo mai ciò che hanno
fatto in questi giorni».
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LA GAZZETTA DELLO SPORT
MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
23
CICLISMO L’INCHIESTA DI RIMINI
v
LE TAPPE
1
Perché è
stata riaperta
l’inchiesta
sulla morte
di Pantani?
De Rensis,
avvocato dei
Pantani,
ha presentato
un esposto alla
Procura di Rimini:
110 pagine e 69
allegati. Oltre alla
perizia medicolegale, nuove
indagini difensive.
2
La nuova
ipotesi di
reato?
Il procuratore
capo di Rimini,
Giovagnoli, ha
riaperto il caso
con l’ipotesi
di omicidio
volontario.
3
Punti-chiave?
Il «disordineordinato» della
stanza nella quale
morì Pantani;
le ferite sul corpo
del Pirata,
e neppure un
graffio sulle mani;
la cocaina che gli
sarebbe stata
fatta bere a forza
sciogliendola
in acqua.
4
Altre
inconguenze?
Le impronte
digitali mai prese
sulla scena del
delitto, il video
della Polizia
Scientifica
tagliato da 3 ore
a 51’.
5
I tempi?
Secondo il pm
Giovagnoli, entro
Natale ci saranno
i primi risultati
FRANCESCO CENITI
«La scena non potrò mai
dimenticarla: appena entrato
nell’appartamento occupato
da Pantani c’era il lavandino al
centro della stanza... Una cosa
incredibile, poi ho visto tutto il
resto e il povero Marco...».
Tenete bene a mente questo
verbale: rischia seriamente di
portare ai primi indagati della
nuova inchiesta sulla morte
del Pirata. La scena raccontata
non lascia molti margini di manovra. La testimonianza chiave
è stata resa a inizio settimana
da una persona informata sui
fatti. Una delle prime a entrare
nell’appartamento D5 del residence Le Rose a Rimini. Siamo
intorno alle 20.30, molti minuti prima dell’arrivo di medici e
polizia. La presenza del lavandino smontato dal bagno e posizionato in mezzo alla stanza
si configurerebbe come un’alterazione dei luoghi. Perché il
lavandino in tutti gli atti ufficiali è al suo posto, come nel video girato dalla polizia scientifica dalle 23 in poi del 14 febbraio. Insomma, chi ha spostato il lavandino e soprattutto
perché?
Le ipotesi Certo, qualcuno
potrebbe sostenere che il testimone racconti il falso o ricordi
male. La prima ipotesi è alquanto poco credibile: quale
motivo avrebbe avuto una persona che aveva un alibi di ferro
e non è mai stato indagato a
esporsi in questo modo? Quanto alla memoria, c’è da raccontare un particolare: nel 2004
questo stesso testimone era
stato ascoltato, ma non aveva
fatto menzione al lavandino.
Come mai? E’ la stessa domanda posta nell’interrogatorio di
lunedì (durato 30 minuti) dalla polizia giudiziaria delegata
dal procuratore Giovagnoli. La
risposta è stata disarmante:
«Nessuno me lo aveva chiesto».
A chiederlo per primo è stato l’avvocato Antonio De Rensis, legale della famiglia Pantani, nel corso delle indagini difensive svolte nei mesi scorsi.
Lì il lavandino è uscito per la
prima volta. Uno dei punti forti
dell’esposto era proprio questa
testimonianza. La Procura ha
fatto il resto: chiedendo conferma. E la conferma è arrivata, senza esitazioni: «Il lavandino era al centro della stanza, come si fa a dimenticarlo». Già, come si fa?
Il mistero del lavandino
Chi lo rimontò in bagno?
Caso Pantani Testimone chiave al p.m.: «Era in mezzo alla stanza».
Nel video della Polizia, 3 ore dopo, torna a posto. Adesso i primi indagati
LA RICOSTRUZIONE DAI VERBALI CHE COSA SUCCESSE NEL BILOCALE D5 DEL RESIDENCE LE ROSE
In questa fascia temporale,
Pantani muore. Secondo
la perizia del prof. Avato,
il corpo è spostato e portato
sul soppalco vicino al letto,
dove viene rinvenuto.
La stanza è completamente
a soqquadro
Ore 23.30
Ore 20.30
Un testimone, interrogato
dal p.m., dichiara che,
al momento di entrare
nel bilocale, il lavandino
del bagno era per terra,
al centro della stanza
GDS
Marco Pantani
vinse Giro e Tour
nel 1998. E’ morto
a 34 anni BETTINI
Rimesso a posto La stanza di Pantani è stata trovata a soqquadro, con molte
cose messe fuori posto.
«Un disordine ordinato» lo ha definito il professor Avato nella perizia contenuta nell’esposto. Come a dire: una messinscena per
coprire quello che era realmente accaduto nella stanza.
Per l’inchiesta del 2004 le cose
andarono diversamente: quel
caos era stato provocato da
Pantani nel delirio da overdose
di cocaina che lo avrebbe condotto alla morte. E quindi in
preda a questo delirio se la
sarebbe presa con qualunque cosa, fino a smontare
un lavandino a mani nude
senza farsi neppure un
graffio! Perché per la versione ufficiale nessuno entra nella stanza del Pirata. E
quindi alle 20.30, quando il
testimone vede il lavandino, può essere stato solo
Pantani a metterlo lì. Poi
torna al suo posto, misteriosamente. Come mai?
Forse chi è arrivato dopo si
è reso conto che non poteva
A VENEZIA LA PRESENTAZIONE DELLE GIORNATE ROSA CON ZAIA E VEGNI
Giro in Veneto, 4 tappe di cuore
«E nel 2016 l’omaggio al Piave»
VENEZIA
Quattro tappe e tanta
passione, tanto cuore. Splende
il sole su Venezia: Canal Grande, Palazzo Balbi, sede della
giunta del Veneto. Il governatore Luca Zaia e Mauro Vegni, direttore del Giro, lanciano alcuni dei momenti caldi del Giro
2015. Il Veneto ospita quattro
tappe, in sala anche i due Battaglin, nemmeno parenti: il grande Giovanni, re di Giro e Vuelta
nel 1981, e la promessa Enrico,
uno dei migliori talenti. «Questa è una giornata da vestito
buono — attacca così il presi-
Fortuni spiega
ma su quel fax
i dubbi restano
Ore 10.45 - 11.45
La Polizia Scientifica inizia
a registrare il video
della stanza di Pantani.
Le immagini mostrano che
il lavandino è regolarmente
montato nel bagno, che si trova
alle spalle della cucina
Da sinistra il governatore Luca Zaia,
Mauro Vegni e Enrico Battaglin
dente Zaia —. E’ andata bene».
Eccole: giovedì 21/5, Imola-Vicenza, 190 km, arrivo in salita;
venerdì 22, Montecchio Maggiore-Jesolo, km 153, per velocisti; sabato 23, la maxi crono
Treviso-Valdobbiadene, km
59,2, e domenica 24, 100 anni
dell'ingresso dell'Italia nella
Grande Guerra, Marostica-Madonna di Campiglio, km 165.
«Sono toccate 5 province su 7
— prosegue Zaia —, e poi il Veneto sarà nella carovana pubblicitaria dalla prima all'ultima
tappa, per intercettare quei 12
milioni di tifosi a bordo strada.
Da qui al 2018, ogni anno un
omaggio alla Grande Guerra.
Per il 2016 stiamo lavorando a
una tappa tra Jesolo e Sappada,
in modo da risalire al contrario
tutto il Piave (fiume sacro alla
Patria, ndr), e a una presenza
forte dell'Altopiano di Asiago».
Perché il Giro non dimentica.
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PARLA GAROFANO (RIS)
«Compromessa
la scena del crimine»
«In una scena del crimine
intervengono sia i tecnici sia gli
investigatori tradizionali: le
immagini dimostrano che gli
investigatori non hanno preso le
giuste precauzioni, compromettendo la scena del crimine». Lo
dice il generale dei Carabinieri
in congedo Luciano Garofano,
ex comandante del Ris di
Parma, commentando il video
della stanza di Pantani, in onda
su Italia 1: «Queste immagini
dimostrano che c’è stata poca
attenzione da parte degli
operatori. Probabile la
contaminazione».
IL PERITO
(cen) Il professor Giuseppe
Fortuni, il patologo che fece nel
2004 la perizia su Pantani, ha
precisato all’Ansa di non essere
stato il medico legale giunto sul
posto il 14 febbraio e ha ribadito
di aver collocato la morte del
Pirata tra le 11.30 e le 12.30, e non
alle 17 come ritenuto
convenzionalmente a un primo
esame del cadavere. Restano
due fatti: è stato Fortuni a
mandare il 16 febbraio un fax
urgente alla Procura, indicando le
17 come ora della morte a seguito
dell’autopsia eseguita (da lui).
Il medico legale (dottor Toni),
intervenuto il 14 sera, era stato
molto più preciso anche in
assenza degli strumenti a
disposizione di Fortuni. Negli atti
ufficiali si legge questa
conversazione tra l’ufficiale della
polizia giudiziaria e il dottor Toni:
«E’ già rigido il corpo?» domanda
il poliziotto. Risposta del medico:
«Sì, è rigido. Qui c’è l’ipostasi.
Dalla morte sono passate molte
ore. Almeno 12». Siamo dopo la
mezzanotte del 14 febbraio e la
morte di Pantani è collocata
verso le 13. Il fax di Fortuni (che
vedete sotto) la sposta alle 17.
reggere la tesi di un lavandino smontato a mani nude? E allora si rimette in
fretta al suo posto prima
d’iniziare il sopralluogo
ufficiale?
La Procura dovrà interrogare varie persone e
capire cosa è accaduto. E
magari toccherà anche
al nuovo perito, il professor Tagliaro, visionare foto e video per verificare il lavandino. Non
solo, il testimone afferma un altro fatto: «E’
stata la polizia a tranciare i materassi». Anche questo negli atti
ufficiali del 2004 non
risulta. Il registro degli indagati forse è
stato già aperto...
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A
laFotonotizia
CINA, FESTA
MODOLO
S
Sacha
Modolo
(Lampre-Merida)
ha vinto la 5a e
ultima tappa del
Giro di Pechino
con arrivo allo
stadio Olimpico:
battuti
Henderson e
Boasson Hagen.
La corsa,
all’ultima edizione,
a Philippe
Gilbert (Bmc)
Gli Europei su pista? Ai... Caraibi: Guadalupa
Lo spettacolare tramonto sulla pista in cemento (333 metri) del velodromo
Amédée Detraux di Baie-Mahault, Guadalupa. E’ lo scenario che ospita i Campionati
Europei su pista, da oggi a domenica in questa terra francese d’Oltremare nei
Caraibi. In palio i primi punti per la qualificazione olimpica 2016. Dodici azzurri
in gara, oggi il quartetto: Viviani, Coledan, Bertazzo e Buttazzoni FOTO ROBERTO BETTINI
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LA GAZZETTA DELLO SPORT
MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
BASKET PARTITA LA SECONDA COPPA CONTINENTALE
EUROCUP FOXTOWN SCONFITTA A GRAN CANARIA, STASERA TOCCA A ROMA E REGGIANA CHE PERDE LA SUA STELLA A CAUSA DI UN GUAIO MUSCOLARE
Cantù va k.o., Diener anche: fuori cinquanta giorni
È Cantù, con una sconfitta, ad aprire la nuova stagione di Eurocup. Nell’anticipo di ieri sera, i brianzoli sono stati sconfitti nettamente
da Gran Canaria: 101-81 il finale (Kuric 19, Bellas 14; Feldeine 25, Johnson-Odom 14,
Williams 12). Bruttissime
notizie per Reggio Emilia,
che perde Drake Diener per
50 giorni per un serio guaio
muscolare.
Levallois (Fra), Bonn (Ger), Strasburgo (Fra).
Top player: Brad Wanamaker (Bamberg); Marcus Landry (Saragozza);
Mike Green (Levallois); Antoine Diot
(Strasburgo); Ryan Brooks (Bonn);
Drake Diener (Reggio Emilia).
Calendario Reggio Emilia: vs.
Bamberg (stasera, 20.30); a Levallios
(21/10); vs Strasburgo (28/10); a Saragozza (4/11); vs Bonn (12/11); a Bamberg (19/11); vs. Levallois (25/11); a
Strasburgo (3/12); vs Saragozza
(9/12); a Bonn (16 o 17 /12).
Le favorite: Reggio Emilia e Bamberg.
(Ger), Ostenda (Bel), Digione (Fra), Villeurbanne (Fra).
Top player: Darius Johnson Odom
(Cantù); DaJuan Summers (Gran Canaria); David Holston (Artland); John
Prince (Ostenda); Ervin Walker (Digione), David Andersen (Villeurbanne).
Calendario Cantù: a Gran Canaria
(ieri); vs Artland (22/10); a Villeurbanne (29/10); a Digione (5/12); vs Ostenda (12/11); vs Gran Canaria (19/11); a
Quackenbruck (25/11); vs Villeurbanne
(3/12); vs Digione (10/12); a Ostenda
(16 o 17/12).
Le favorite: Cantù e Villeurbanne.
GIRONE A
GIRONE B
GIRONE C
Le squadre: Reggio Emilia, Bamberg (Ger), Saragozza (Spa), Parigi
Le squadre: Cantù, Gran Canaria
Le squadre: Roma, Charleroi (Bel),
Nancy (Fra), Oldenburg (Ger), Nymbu-
(Spa), Artland Dragons Quackenrbuck
rk (R.Ceca), Siviglia (Spa).
Top player: Kyle Gibson (Roma),
Andre Collins (Charleroi); Florent
Pietrus (Nancy); Rickey Paulding (Oldenburg); Darius Washington (Nymburk); Jacob Pullen (Siviglia).
Calendario Roma: stasera (20.30,
diretta SportItalia) a Charleroi; vs
Nancy (22/10); vs Siviglia (29/10); a
Nymburk (5/11); vs Oldenburg (12/11);
vs Charleroi (18/11); a Nancy (26/11);
a Siviglia (3/12); vs Nymburk (10/12);
a Oldenburg (16 o 17/12).
Pino Sacripanti, 44 anni: è tornato a Cantù l’anno scorso CIAMILLO
Lo spread di Trinchieri
«La Germania corre
L’Italia sa solo litigare»
Il tecnico milanese sfida Reggio col Bamberg: «Loro
non sono più un’outsider. In Serie A sono da prime 4»
ANDREA TOSI
BOLOGNA
L’ambiziosa Reggio Emilia inizia la sua avventura in Eurocup sul campo amico del PalaDozza di Bologna (scelta anche scaramantica perché qui la
Grissin Bon ha vinto sei mesi fa
l’Eurochallenge) contro i tedeschi del Brose Bamberg, un
club pieno di ex italiani come
Bagaric, Katelynas, Wanamaker e Mbakwe. E’ la prima
giornata di un girone di ferro
che contempla anche Strasburgo, Parigi, Saragozza e Bonn.
La squadra bavarese è guidata
in panchina da Andrea Trinchieri, alla sua prima stagione
in Germania dopo i passaggi in
Grecia come c.t. della nazionale ellenica e in Russia al Kazan.
Milanese, classe 68, radici
croate per parte di madre, Trinchieri è stato per 2 volte migliore allenatore della serie A nel
biennio 2010-12 quando guidava Cantù vincendo la Supercoppa italiana e spezzando
l’egemonia di Siena. Il Bamberg oggi è quarto nel suo campionato (record 3-1) dietro al
terzetto Alba, Artland e Bayern.
Trinchieri, perché ha scelto
di andare in Germania?
«Ho fatto una riflessione
ssione
onesta e ho trovato che questo
per me è un passo avanti.
nti. Ho
scelto di lavorare in un Paese
o bene
avanzato e in club molto
et defistrutturato con un budget
nito e sicuro che mi fa sentire
edesca
allenatore vero. La lega tedesca
ono paè in grande sviluppo, ci sono
empialasport da 15mila, noi riempiamila in
mo sempre il nostro da 7mila
bitanti.
una città di 70mila abitanti.
na traBamberg poi ha una buona
dizione di Eurolega. Qui il mio
uadra a
lavoro è preparare la squadra
ello»
competere peer l’alto livello»
ornare
Sentiva il bisogno di tornare
in provincia?
«Non cercavo quello, volevo
pagasuna soluzione che mi appagas-
«Lasciare
Kazan per il
campionato
tedesco è un
passo avanti»
FORMULA
Si qualificano alle Last 32 le prime 4
di ogni gruppo, alle quali si aggiungono 8 eliminate dall’Eurolega. Le prime
2 degli 8 gruppi vanno poi agli ottavi.
pagando un buyout, anzi lo ha
pagato il Bamberg per me»
Qual è il vostro obiettivo in
questa coppa?
«Ho una squadra di 9 giocatori nuovi, età media 25 anni.
Siamo ancora pollaccioni ma
puntiamo a crescere. In coppa
vogliamo passare il turno in un
girone molto selettivo».
Come giudica
Reggio Emilia dopo
il mercato che ha
fatto?
«Reggio non è più
un’outsider, ma ha la potenzialità per arrivare nelle prime 4 in
Italia e un patròn che combatte
le battaglie che deve combattere come quella sacrosanta del
palasport. Menetti allena un
mix di giovani e vecchi molto
intrigante»
Qual è il suo ranking della serie A?
se dopo la stagione
bella ma sofferta col
Kazan. E’ vero che
nelle metropoli possono sopravvivere solo i grandissimi club
altrimenti vengono
soffocati dal calcio. La
provincia rimane ancora l’ambiente ideale del
basket».
In Russia ha fatto bene,
perché non è rimasto?
«Al Kazan ho vinto la
coppa russa, facendo la finale di Eurocup e un bilancio di 50 vittorie su 60 partite. Siamo andati a tavoletta con una squadra di veterani ma il club non mi
dava garanzie di proteggere
il nostro lavoro nel futuro.
Così ho deciso di lasciare
«Milano è la più forte in tutto
ma deve ancora vincere. Dietro
Reggio, Sassari e Cantù. Poi dal
quinto al 12 posto può succedere di tutto».
Da fuori com’è il basket italiano?
«Ci sarebbe un discorso lungo da fare. In sintesi bisogna
smettere le liti da condominio
per conquistare il nulla. Occorre dare un taglio al passato.
Serve un personaggio forte, che
abbia competenza, capacità e
potere di guidare il movimento.
Ci vorrebbe uno Stern, per capirci».
4
NOVITÀ
NBA
Taccuino
EUROLEGA AL VIA
Oggi tocca a Crespi
S Venerdì le italiane
Esperimento
Partita di
44’
La Nba
sperimenta le
partite «small».
La sfida di
preseason tra
Brooklyn Nets e
Boston Celtics,
di domenica al
Barclays Center,
durerà 44 minuti
e non i canonici
48, con 4
periodi da 11
minuti, uno in
meno rispetto al
normale
formato. Si
tratta di un
esperimento per
accorciare i
tempi di gioco,
ritenuti troppo
lunghi.
Oggi Marco Crespi apre la
nuova stagione di Eurolega. Il suo
Laboral Vitoria infatti ospita i lituani del Neptunas Klaipeda all’esordio nella massima competizione
continentale per club. Milano e
Sassari in campo venerdì. Ecco il
programma della prima giornata.
Oggi: Vitoria-Neptunas Klaipeda.
Domani: Stella Rossa-Galatasaray (ore 20.45, diretta su Fox Sports 2), Valencia-Olympiacos (ore 23,
differita Fox Sports 2), Efes Istanbul-Kazan, Cedevita Zagabria-Malaga, Maccabi-Limoges.
Venerdì: Nizhny Novgorod-Sassari (ore 18, diretta su Fox Sports
2), Real Madrid-Zalgiris Kaunas,
Alba Berlino-Cska-Mosca, Fenerbahçe Istanbul-Milano (ore 21, diretta Fox Sports 2), Panathinaikos
Atene-Turow, Barcellona-Bayern
Monaco.
Mago e
Gallo
Preseason: sei
punti in 15’ per
Gallinari nella
sconfitta 110-90
di Denver con
Chicago, ancora
fermo invece
Bargnani, coi
Knicks battuti
da Toronto 81-76
In edicola la guida
al campionato
DA DOMANI A 2,50 EURO
Da emigrante cosa le manca
dell’Italia?
«Rispondo con una frase non
mia: i trofei trattengono la polvere, i ricordi vivono per sempre. Mi mancano molto i rapporti umani».
In edicola da domani a
2,50 euro la guida al
campionato di serie A Beko,
volume di 128 pagine.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SERIE A L’ALA-PIVOT AZZURRA DI TRENTO GIÀ PROTAGONISTA CONTRO REGGIO EMILIA: «ESORDIO EMOZIONANTE, MA APPENA SBAGLI TI CASTIGANO»
sfogata giocando. Dobbiamo crescere tanto e
integrarci con i nuovi. Mitchell, per esempio,
non ha mai giocato in Europa, ma ha un talento
incredibile». Davide è figlio degli Anni 90: «Sono cresciuto con Michael Jordan e Carlton
Myers in Italia. Ora guardo Nowitzki, Paul e Ginobili. E sfidare uno come Kleiza, lunedì prossimo, mi riempie d’orgoglio». Già, Milano: «Andiamo là senza nulla da perdere. Chissà... Il futuro? Trento salva e sogno l’Europeo».
Pascolo: «Ho due obiettivi
Trento salva e l’Europeo»
Davide: «Amo la Scozia,
sono cresciuto con Jordan e
Myers. Ammiro mio fratello»
VINCENZO DI SCHIAVI
Aiutato da un carattere sobrio e misurato,
Davide Pascolo è un tipo che non si spaventa
facilmente. Specie di fronte agli esordi. Alla prima in Nazionale, questa estate, è partito con un
7/7 in 20’ contro la Germania. Domenica, nel
battesimo in Serie A della sua Trento contro
Reggio Emilia, ha chiuso con 15 punti e 7 rimbalzi in 28’ «anche se la Serie A l’avevo già annusata a Udine: 2 minuti in tutto, quindi sì, il mio
vero esordio l’ho vissuto contro Reggio». Non
male per questo 23enne che guida il drappello
degli italiani di terza generazione (Mussini,
Fontecchio, Ruzzier, Della Valle «ci metto — dice — anche i miei compagni Spanghero e Baldi
Rossi»), giunto ai vertici seguendo la strada già
battuta da Gentile, Melli o Aradori: «Esempi per
tutti noi, anche se Ale e Nick sono più giovani di
me». Pascolo è un’ala-pivot molto undersized. E
una delle sue specialità è smentire le etichette:
«È dalla B1 che mi sento dire che non ho il fisico
per la categoria. Sì, è vero, non ho il fisico e per
questo devo cercare di sfruttare altre armi. La
Serie A? Spazi ridotti in area, gioco più veloce e
tante palle sporcate. Ma, soprattutto, appena
cali, ti castigano». Quello che è successo a Trento: «Chiaro che mi brucia aver perso, ma è stata
anche una grande emozione. La tensione l’ho
Curiosità Pascolo anticonformista. E non solo
in campo. Riflessioni e interessi sono ben lontani dai soliti clichè. Tipo la passionaccia per la
Scozia, scenario di un viaggio on the road: «Fatto con gli amici, girando anche in bicicletta.
Amo quei paesaggi e la musica celtica». In famiglia spicca la coraggiosa storia di suo fratello
Marco, volato al North Platte Community College (Nebraska): «Dopo aver lasciato la Virtus Siena — racconta Davide —, attraverso l’aiuto di
Bizzozi che l’aveva allenato, ha trovato un contatto per volare negli Usa. Voleva continuare a
giocare e studiare e l’Italia non dava prospettive. Così si è messo in gioco, lo ammiro molto».
Davide Pascolo, 23 anni, ala di Trento CIAMILLO
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MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
25
PALLAVOLO PRIMO TROFEO DELLA STAGIONE A BRINDISI
Comincia
Macerata
Podrascanin
chiude le porte
al Piacenza
I tricolori vanno avanti 2-0, si fanno recuperare
E poi al tiebreak si prendono la Supercoppa
MACERATA
PIACENZA
3
2
(25-15 26-24 20-25 18-25 15-12)
LUBE BANCA MARCHE MACERATA:
Parodi 12, Podrascanin 20, Baranowicz 1,
Kurek 15, Stankovic 12, Sabbi 12; Henno
(L). Fei 8, Monopoli, Kovar. N.e.: Paparoni
(L), Vitelli. All. Giuliani.
COPRA ARDELIA PIACENZA: Papi 3,
Ostapenko 5, Le Roux 23, Zlatanov 16, Alletti 7, Vermiglio 1; Da Silva (L). Ter Horst,
Kohut 1, Massari, 8 Tencati, Rodrigues.
N.e. Marra. All. Radici.
ARBITRI: Saltalippi e Puecher.
NOTE – Spettatori 3350. Incasso: 24.000
euro. Durata set: 30’, 32’, 29’, 31’, 22’; tot.
144’. Lube: battute sbagliate 20, vincenti
5, muri 14, 2ª linea 12, errori 21. Copra:
battute sbagliate 12, vincenti 6, muri 5, 2ª
linea 14, errori 9.
ANTONIO GALIZIA
BRINDISI
La Lube riapre la stagione nello stesso modo in cui
l’aveva conclusa: porta a casa
la Del Monte Supercoppa Italiana, superando al Pala Pentassuglia di Brindisi il Copra
Piacenza. Aggressività al servizio, attenzione maniacale fra
muro e difesa e una grande
prova corale le armi che hanno
permesso ai ragazzi di Alberto
Giuliani di conquistare la quar-
ta Supercoppa della storia del
club; il miglior biglietto da visita possibile per presentarsi sabato all’avvio del campionato.
E’ sempre Fei Gli sprint che
hanno permesso di chiudere la
contesa in cinque set sono stati
ispirati dalla illuminata regia
di Baranowicz, dalla potenza
del braccio di Podrascanin (20
punti, 6 muri e il 62% in attacco) e dal convincentissimo Fei,
ex di turno tornato al suo vecchio ruolo di opposto e alla sua
quinta Supercoppa in carriera.
La differenza l’hanno però fatta anche Henno (straordinario
in difesa col 58% in ricezione)
e a muro l’inossidabile coppia
serba Stankovic-Podrascanin,
ancora una volta decisivi con i
loro muri arrivati sempre nel
momento giusto. Ancora in rodaggio il Piacenza di Radici, alla sua prima partita ufficiale
sulla panchina emiliana, che
pur contando sull’organico
completo (ha schierato nella
sua formazione titolare Vermiglio, al ritorno in Italia dopo
tre stagioni in Russia, in regia,
Le Roux opposto, i nuovi
Ostapenko e Kohut al centro, la
vecchia guardia Zlatanov e Papi – alla sua 24^ stagione - in
posto 4 e il libero brasiliano vice campione del mondo Mario
E’ festa Lube Macerata, per il club marchigiano, campione d’Italia, è la quarta Supercoppa TARANTINI
Junior) è apparso in affanno in
ricezione e prevedibile in attacco nei primi due set, poi ha
riaperto il match pescando
energie dalla panchina (Massari, ex Città di Castello, con 2
ace e 8 punti, è stato l’uomo decisivo per la rimonta).
Giuliani felice Per coach Giuliani, alla sua terza Supercoppa dopo quelle vinte con Cuneo nel 2010 e Macerata nel
2012, la soddisfazione di aver
preparato bene la partita e
messo in campo una squadra
già con una chiara identità di
gioco: «Potevamo vincere questa partita solo giocando al
massimo delle nostre possibilità e così è stato. Piacenza è una
grande squadra con pochissimi
punti deboli, per metterli in
evidenza dovevamo stare attaccati al match in ogni situazione, anche nella più difficile
e in avvio di partita ce ne sono
capitate parecchie. In questo
momento della stagione è difficile giocare già bene ma direi
che siamo stati bravi a gestire
cambio palla e contrattacco,
senza smettere mai di giocare
nemmeno quando Piacenza ci
ha recuperato i due set di vantaggio. Possiamo crescere ancora, la partita ci ha dato tanti
spunti, ma credo che questa
PALAZZO DEL CONI
Domani a Roma
si presenta
la SuperLega
Imperioso attacco di Marko Podrascanin, 27 anni, 7ª stagione alla Lube TARANTINI
Il tecnico Giuliani
soddisfatto:
«Bravi a giocare
già così bene,
non era facile»
vittoria ci aiuterà a credere ancor più nei nostri mezzi. E’ una
coppa che vale molto». Deluso
ma fiducioso Radici: «Onore e
merito ai vincitori, sono stati
molto bravi a fare una grande
gara. Con maggiore attenzione
il tie break avrebbe potuto dare
altro esito. Dopo aver rimontato i due set abbiamo cominciato a crederci. Ma a me basta
aver visto la grande reazione di
una squadra che non si arrende mai e prima di cadere vende
cara la sua pelle».
Domani alle 17 al palazzo
del Coni, a Roma si presenta la
SuperLega UnipolSai, l’edizione
numero 70 del massimo
campionato (fino all’anno
scorso Serie A-1), che scatterà
sabato 18 con l’anticipo a
Macerata tra la Lube e la
Calzedonia Verona (diretta
RaiSport2). Le altre della
1ª giornata: PiacenzaRavenna; Milano-Molfetta;
Trento-Padova; ModenaPerugia; Latina-Monza. Riposa
Sansepolcro.
Domenica scatta anche la
serie A-2. Anticipata: VeronaTrento della 4ª giornata sarà
anticipata sabato 1 novembre.
AMICI (an.me. - niba) Oggi alle
17 al PalaEvangelisti di Perugia
derby amichevole benefico tra
Sir Safety e Altotevere
(domenica a Sansepolcro era
finita 3-0 per i perugini).
Sempre oggi alle 20.30 al
PalaTrento amichevole
Trentino-Verona.
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ITALDONNE GUIDA PRATICA SU DOVE E QUANDO ANDARE A RIVEDERE IN CAMPO LE RAGAZZE DI BONITTA
Febbre azzurra: tra una settimana c’è già la Diouf
Per non farsi prendere
troppo dalla nostalgia e non esser costretti a smaltire del tutto
l’ubriacatura, è il momento di
fare il punto della situazione. Si
ha un bel dire di non disperdere
il patrimonio di affetto accumulato dalle azzurre e dal loro
Mondiale senza lieto fine, ma
allora si deve dire dov’è che
uno può andarle a vedere. Con
l’avvertenza che sette su quattordici purtroppo non giocheranno nel nostro campionato.
Prime azzurre La prima che
andrà in campo è Valentina
Diouf, in estate passata da Bergamo a Busto Arsizio. Con cui
mercoledì 22 a Montichiari gioca contro il suo ex club lo spareggio della SuperCoppa. La
vincente poi sabato 25 a Monza
sfida Piacenza per l’assegnazione del medesimo trofeo. Dopodiché il via alla serie A-1 è il 2
novembre. Il Modena di Francesca Piccinini e Rapha Folie (arrivata da Bergamo), sarà in casa
con Ornavasso. Al Novara ci sono Cristina Chirichella e Noemi
Signorile, entrambe arrivate da
DOVE SONO LE GIOCATRICI CHE HANNO ENTUSIASMATO L’ITALIA
ITALIA
AZERBAIGIAN
RUSSIA
Valentina Diouf
BUSTO ARSIZIO
Valentina Arrighetti
LOKOMOTIV BAKU
Antonella Del Core
DINAMO KAZAN
1
3
1
Monica De Gennaro
2
CONEGLIANO
2
4
SENZA SQUADRA
Paola Cardullo
Francesca Ferretti
RABITA BAKU
Cristina Chirichella
3
NOVARA
Noemi Signorile
NOVARA
TURCHIA
3
Francesca Piccinini
4
MODENA
Eleonora Lo Bianco
FENERBAHCE ISTANBUL
Nadia Centoni
GALATASARAY ISTANBUL
Raphaela Folie
MODENA
Caterina Bosetti
GALATASARAY ISTANBUL
Carolina Costagrande
VAKIFBANK ISTANBUL
4
GDS
Ornavasso, alla prima a Viadana (Mn), casa del Casalmaggiore. Infine il miglior libero del
mondo, Moki De Gennaro con
Conegliano è al via da Firenze.
Emigrate Con Antonella Del
Core in Russia, al Kazan, con cui
l’anno scorso ha vinto Champions e Mondiale per Club, le altre sono divise tra due sole città,
Baku e Istanbul, Azerbaigian e
Turchia. A Baku Vale Arrighetti
è al Lokomotiv, Francesca Ferretti al Rabita. A Istanbul al Galatasaray di Massimo Barbolini
ci sono Nadia Centoni e Caterina Bosetti; al Vakifbank di Giovanni Guidetti Carolina Costagrande (26 novembre a Piacenza in Champions); al Fenerbahce di Marcello Abbondanza
Leo Lo Bianco, con la grande assente del Mondiale, Lucia Bosetti. «Leo l’ho voluta fortissimamente – dice Abbondanza –
perché anche in una pallavolo
diventata così tanto fisica lei è
l’unica che fa eccezione. Tra lei
e la seconda migliore al mondo
non c’è un abisso, ce ne sono
due. E in generale per l’Italia è
un male che tante nazionali sia-
no fuori, ma per loro essere in
Turchia è un’occasione di crescita, perché è il campionato di livello più alto al mondo».
Americane qui Quel che una
volta si diceva del nostro. Anche se qualche dato in controtendenza c’è. La miglior giocatrice del Mondiale è da noi:
Kimberly Hill, a Novara, insie-
me a un’altra iridata Usa, Rachel Adams. A Conegliano c’è la
miglior regista di Italia 2014,
anche lei campionessa, Alisha
Glass (era proprio al Fenerbahce, sostituita dalla Lo Bianco), senza contare Vale Fiorin,
l’ultima azzurra tagliata da Bonitta prima del Mondiale.
m.sal.
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LA GAZZETTA DELLO SPORT
MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
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SLITTINO SI RITIRA IL MIGLIORE DI SEMPRE
il Film
Sei volte ai Giochi,
sei volte sul podio
Come lui
nessuno mai
1989
Coppa del Mondo
1994
Lillehammer
1998
Nagano
2002
Salt Lake City
2006
Torino
2010
Vancouver
2014
Sochi
ESORDIO AZZURRO A 15 ANNI
BRONZO
ARGENTO
ORO
ORO
BRONZO
BRONZO
Mister Olimpiade dice stop
identiKit
& CARRIERA
v
ARMIN
ZOEGGELER
CARABINIERE
Nato il
04/01/1974
a
Merano (Bz)
Trentino
Alto-Adige
Slittino
singolo
COPPA
DEL MONDO
10 vittorie generali
Esordio: 1989
Primo podio:
2/12/1992,
3° a Sigulda
57 vittorie
26 secondi posti
20 terzi posti
OLIMPIADI
2 ori
1 argento
3 bronzi
MONDIALI
6 ori
3 argenti
1 bronzo
EUROPEI
3 ori
2 argenti
3 bronzi
SIMONE BATTAGGIA
MILANO
Tutto torna. C’è un momento, durante la conferenza
stampa dell’addio, in cui l’emozione rompe i nervi di ghiaccio
e spezza la voce di Armin Zoeggeler. Succede quando ringrazia il papà e la mamma. C’erano
loro, in quel giorno d’estate del
1988, seduti attorno al tavolo
nella cucina del maso, ad ascoltare le parole di un allenatore
juniores, Karl Brunner, e a dire
che sì, forse valeva la pena che il
loro Armin provasse a diventare
un atleta professionista. E non
possono che esserci loro nel
cuore di Armin, 26 anni dopo le
parole di mamma Rosa («Provaci Armin, se non lo fai non potrai mai sapere»), ora che quella
sfida si chiude e bisogna annunciare al mondo che è finita la
carriera del più grande slittinista di sempre. L’unico atleta della storia olimpica - estiva e invernale - ad aver vinto sei medaglie in sei edizioni dei Giochi
nella stessa disciplina individuale. Divisa dei Carabinieri invernale che lo fa sudare ancora
di più, Zoeggeler inizia il discorso come se l’avesse imparato a
memoria. Poi, minuto dopo minuto si distende, trova qualche
battuta («Sarà più difficile in tedesco che in italiano» gigioneggia quando gli viene chiesto di
ripetersi nella lingua madre).
Appare comunque convinto che
sia la decisione giusta. «Dopo
Sochi, il mio corpo e il mio istinto mi avevano detto che era il
momento di mollare. Ho voluto
pensarci qualche mese, perché
la decisione non fosse dettata
dall’emozione».
Ne ha parlato anche a suo
padre?
«No, con papà no. Ne ho parlato con mia moglie, ho preso la
decisione in estate. Certo, un
conto è pensarlo e un conto è
venire a dirlo davanti a sessanta
giornalisti. Sono molto emozionato».
«La slitta mi ha fatto uomo
Ma ora non ci salirò più»
L’addio di Zoeggeler, unico al mondo a medaglia in sei Olimpiadi diverse
«Disciplina, voglia, passione. Ora corpo e istinto hanno deciso per me»
«Vancouver. Sapevamo che
era veloce, avevamo toccato anche i 150 km/h, ma non avrei
mai pensato che lì qualcuno
avrebbe potuto uccidersi».
La tragedia di Nodar Kumaritashvili ai Giochi del 2010 è ancora viva nella sua mente.
«Certo. E’ stato il momento
più doloroso della mia carriera».
Ha mai rivisto quelle immagini?
Armin Zoeggeler, ieri, alla conferenza in cui ha annunciato il ritiro ANSA
«
Sarò responsabile
ricerca e sviluppo
dei materiali. Il
sogno: creare una
squadra vincente
ARMIN ZOEGGELER
ORO OLIMPICO 2002 E 2006
PIÙ GIOCHI A MEDAGLIA
FERMI A 5 AI GIOCHI INVERNALI
Claudia Pechstein (Ger) Pista lunga (1992-2006)
Gabriella Paruzzi (Ita)
Sci di fondo (1992-2006)
Raisa Smetatina (Rus) Sci di fondo (1976-1992)
Rico Gross (Ger)
Biathlon (1992-2006)
Georg Hackl (Ger)
Slittino (1988-2002)
Uschi Disl (Ger)
Biathlon (1992-2006)
EGUAGLIA A 6 (ESTIVI, SQUADRE INCLUSE)
Aladar Gerevich (Ung)
Scherma (1932-1960)
Birgit Fischer (Ger)
Canoa (1980-2004)
Anky Van Grunsven (Ola) Equitazione (1992-2012)
Hans Gunther Winkler (Ger) Equitazione (1956-’76)
Cosa le hanno dato 25 anni di
slittino?
«Molto. E’ stato un bel tempo.
Ho incontrato persone, gente
nuova, ho visto tanti paesi. Sono sono cresciuto come uomo».
Esordì nel 1989 a Calgary.
Aveva 15 anni.
«Quando capii che grazie allo
slittino avrei visto l’America,
non volevo crederci. Per me era
quella cosa che si vede in tv».
Come si fa a gareggiare e a
vincere per 25 anni in una disciplina di cui si parla così poco?
«Servono disciplina, voglia e
passione. Se non hai la passione, fatichi ad allenarti e ad alzarti presto».
S
Armin
Zoeggeler
40 anni, 103 podi
individuali in
coppa del Mondo:
l’ultimo il 26
gennaio scorso a
Sigulda AP
«Da atleta non ci sono mai
riuscito. Ora che non gareggio
più, probabilmente ce la farò».
re nei dettagli. Penso però a creare una squadra che possa vincere Mondiali e Olimpiadi. E
che continui a crescere».
Ha mai riguardato i suoi successi?
«Ho sempre analizzato le immagini per studiare le mie gare,
ma non le ho mai riviste per piacere personale. Con la famiglia
ho riguardato la cerimonia
d’apertura di Sochi da portabandiera. I miei figli l’avevano
seguita in diretta ma volevano
rivederla con me».
Che farà domani?
«Andrò a caccia».
Salirà mai più
su una slitta?
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«No. Non
sarei più
preparato a
farlo, e se
non sei
pronto al
cento per
c e n to l o
slittino diventa pericoloso».
Qual è il suo nuovo ruolo?
«Sarò responsabile della ricerca e dello sviluppo nei materiali, in collaborazione con Coni, Fisi e Ferrari».
E’ ciò che desiderava?
Il successo cui è più legato?
«Torino 2006».
E la pista che l’ha fatta tremare di più?
«Per ora sì. E’ qualcosa in cui
mi posso identificare».
E il sogno a lungo termine?
«Ce l’ho ma non posso entra-
CONVEGNO FISI IERI A MILANO
Anche danza e ginnastica per allenare i «mostri»
Atleti eccezionali:
Rocca con una
sola gamba
spingeva ben
800 chili!
PIERANGELO MOLINARO
MILANO
Non è facile preparare fisicamente atleti di 15 discipline di cui 10 nel programma
olimpico. Quello che serve a
un discesista che deve controllare curve a 140 all’ora non è
uguale a chi deve dirigere con
movimenti infinitesimali uno
slittino lanciato in un budello
di ghiaccio. Se ne è parlato ieri
a «Expo Gate» in piazza Castello nell’ambito di «Fisi in
Tour», un’occasione per conoscere la complessità di strategie raffinate e il più possibile
personalizzate. Con la velocità non si scherza e preparare
bene un atleta significa non
solo metterlo nelle condizioni
di vincere, ma anche prevenire gli infortuni. Così, come ha
spiegato Cesare Pisoni, direttore sportivo di Snowboard e
freestyle, che ai suoi campioni
servono anche lezioni di ginnastica e danza, come nella
preparazione estiva anche il
kitesurf per sviluppare il controllo del corpo nel vuoto.
I test Ma alla base e strada
facendo bisogna conoscere le
caratteristiche di un atleta.
«Studiamo organismi eccezionali – ha spiegato il dottor
Rampini, responsabile del
centro Mapei dove la Fisi esegue i test –. Basta pensare che
un Giorgio Rocca è riuscito a
fondere il motore di una pressa fornendo una resistenza
con una sola gamba di 800
kg». La preparazione atletica
comunque ha per tutti una
strategia complessa e si sviluppa in anni di lavoro. Ecco
quindo l’esigenza di armonizzare il lavoro delle varie squadre azzurre e anche dei comitati regionali. Qui comincia la
prevenzione degli infortuni,
perché, come ha sottolineato
Roberto Manzoni, responsabile della preparazione dello sci
alpino: «Nessuna altra disciplina ha più variabili, dalla
qualità delle neve, all’evoluzione dei materiali, alla velocità sempre crescente delle gare, velocità a cui l’organismo
umano fatica ad adattarsi». In
questa situazione c’è innanzitutto un fattore su cui puntare: la sensibilità dell’atleta che
deve essere il primo a dare indicazioni al preparatore. Insomma, un lavoro di squadra.
© RIPRODUZIONE RISERVATA+++
IL COMMENTO
di FAUSTO NARDUCCI
Gli atleti delle 15 discipline della Fisi radunati a Milano PENTAPHOTO
&
nella pagina opinioni
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LA GAZZETTA DELLO SPORT
MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
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TENNIS VERSO LA GRANDE SFIDA DI VENERDI’ E SABATO
«Ringraziamo
McEnroe e Lendl
se siamo grandi»
Bum Bum ricorda i protagonisti di Genova e Milano
«Che vittorie pure con Chang e Ivanisevic!»
Boris Becker, a 17 anni,
diventa il più giovane re di
Wimbledon, oggi è una
stella @DohaGOALS AFP/EPA
identiKit
& CARRIERA
Becker
e i 4 assi
v
BORIS
BECKER
Nato il
22/11/1967
a
Leimen
(Germania
Ovest)
Germania
Altezza
190 cm
Peso
85 kg
Tornei Slam
6
(2 Australian
Open,
3 Wimbledon,
1 Us Open)
Titoli vinti
VINCENZO MARTUCCI
VinceMartucci
Boris Becker ha vinto 4 volte il torneo di
Milano, perché diserta il ritorno del grande
tennis, venerdì e sabato a Genova e Milano?
«Purtroppo il mio corpo non mi permette di
sostenere il Champions Atp Tour, ho appena
fatto una doppia operazione alle anche».
49
(tre Masters
1988, 1992,
1995)
Coppa Davis
2
Ci sarà tanta gente ad applaudire i campioni
della sua epoca: McEnroe, Lendl, Chang e Ivanisevic. Perché siete ancora così popolari?
«Per una combinazione di motivi: il più importante è che molti di noi non sono stati solo
tennisti forti e vincenti, a livello più alto, ma
abbiamo trasceso il termine, siamo stati qualcosa di più, nella società, nel costume».
E’ stato quello il tennis migliore, come differenze, di stili e personalità?
(1988 e 1989)
Boris Becker con Novak Djokovic, che allena da inizio anno
to la partita più indimenticabile?
«Con John ho giocato la partita più lunga,
nell’87, in coppa Davis, 6 ore e 22 minuti, la ricordo volentieri come tutte quelle che ho vinto.
Contro Ivan ricordo più volentieri la finale degli
Us Open ‘89, del mio unico trionfo a New York.
Chang mi ricorda la finale degli Australian Open
‘96, il mio sesto ed ultimo Slam. Con Goran ricordo tanti Wimbledon, ma soprattutto la semifinale del Masters ‘92 a Francoforte: un grande match».
«E’ stato il tennis che ha cambiato il tennis
anche di oggi, quello della spettacolare rivalità
di campioni come Djokovic e Nadal. Gente come McEnroe, Borg e Lendl ha garantito al nostro sport un fondamentale
salto di qualità portandolo ad
un’altra dimensione, come tutto: dall’attenzione del pubbliIl tennis resta
co, alla tv, ai premi».
il primo amore,
«
Qual è la prima parola che le
viene se pensa a John McEnroe?
«Genio».
Ivan Lendl?
noi ex n. 1 e re
Slam sappiamo di
più, io e Djokovic
abbiamo in
comune...
«Il primo grande professionista del tennis».
Michael Chang?
«Il primo grande tennista asiatico».
«La pazzia».
Contro quale di questi protagonisti ha gioca-
Attualmente
allena
Novak Djokovic
«Tutti e due mostriamo le nostre emozioni,
in campo, vogliamo vincere gli Slam e non siamo interessati ai quarti o alle semifinali, abbiamo una grande passione anche per la nazionale, vogliamo giocare per il nostro paese».
DOMANI A MILANO
Il suo avversario più forte a Wimbledon è
stato Sampras, Edberg o... Becker?
Vuoi vedere da vicino i miti
del tennis? La Gazzetta dello
Sport mette in palio 10 inviti per
la conferenza stampa di domani
della Grande Sfida con McEnroe,
Lendl, Ivanisevic e Chang, in via
Balzan 3, a Milano, ai primi che
chiameranno lo 02-20400335.
Inviti validi per 2 persone.
«Edberg, che mi ha battuto in due finali su
tre consecutive, aveva la motivazione extra di
diventare numero 1 del mondo. E giocava contro il miglior Becker nell’89-’91».
Qual è il più grande risultato da tennista?
«I tre titoli in sette finali a Wimbledon. La
mia storia è lì, vivevo lì, era il mio posto, il mio
giardino. Ci ho vinto a soli 17 anni, e ancora ho
il record di più giovane campione».
Lei ha detto: «Se potessi tornare indietro,
sbaglierei il match point contro Curren nella finale di Wimbledon ‘85»?
«No, io ho detto: “Avrei preferito essere più
maturo, più forte, per sostenere meglio l’impatto di quel trionfo, ero così giovane”... Il tennis è
ancora il mio primo amore, altrimenti non sarei ancora in circolazione».
Qual è il suo rimpianto più grande?
Perché i campioni di oggi
chiedono aiuto a voi, come coach?
«Perché abbiamo giocato finali Slam e siamo stati numeri
1, almeno Ivan, io ed Edberg, e
quindi sappiamo qualcosa di
più di quei momenti unici nei
Majors».
Lei non ha paura che il suo allievo, il n. 1 del
mondo, Novak Djokovic, si blocchi un po’ per
l’imminente arrivo del primogenito?
«No, è un giocatore nel pieno delle forze della maturità. Sono anzi convinto che, come me
ed altri, tornerà anche più forte».
Goran Ivanisevic?
Numero uno
per 12
settimane
nel 1991
Becker e Novak Djokovic?
«Non ho vinto Parigi, Roma, Montecarlo. Ma
in due dei tornei più grandi sulla terra sono arrivato in finale. E ci ho provato. Ma sono soddisfatto: ho vinto tutti gli altri Slam e 2 Davis».
Becker, che cosa deve ancora fare nel tennis e nella vita?
«Sono contento del ruolo di ambasciatore,
grazie “Doha Goals Forum”, posso davvero realizzare l’ideale dello sport, aiutando coi miei
consigli e il mio sostegno i meno fortunati, i
giovani, chi viene dai paesi più difficili e disagiati. Io sono l’esempio di come lo sport può
cambiare la vita. L’ego di un campione di uno
sport individuale è grande, ma grandi campioni come Djokovic sanno anche dare molto indietro al loro paese e ai più poveri e indifesi».
Ma che cos’hanno davvero in comune Boris
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Chiama in Gazzetta
vedi McEnroe e Lendl
taccuino
Del Potro tornerà
sul circuito
l’anno prossimo
Juan Martin Del Potro ha deciso di
tornare sul circuito con i primi tornei
della stagione 2015. L’argentino, vincitore degli Us Open nel 2009, non
scende in campo da febbraio, quando si fermò dopo l’uscita al primo turno a Dubai per farsi operare al polso
sinistro: «Sto bene, il polso non fa più
male, ma la condizione atletica non mi
permetterebbe di affrontare gli ultimi
due tornei di quest’anno». L’argentino
è sceso al numero 29 del mondo.
DERBY IN TV A Mosca (650.000 ,
veloce indoor) subito fuori Lorenzi.
Dodig prossimo avversario di Seppi.
Primo turno: Groth (Aus) b. Rublev
(Rus) 7-6 (4) 7-5; Berankis (Lit) b. Karatsev (Rus) 6-3 6-4; Monaco (Arg) b.
LORENZI 6-3 5-7 6-3; Donskoy (Rus)
b. Sela (Isr) 6-4 6-0; Dodig (Cro) b. Riba (Spa) 6-4 6-2. Nel torneo femminile (570.000 ), GIORGI b. Tsurenko
(Ucr) 6-0 6-3 e oggi alle 18 (diretta
Supertennis) affronta la Pennetta.
TRIATHLON IL 26 OTTOBRE PROTAGONISTA AL FORTE VILLAGE
Fabian e il futuro: «Una medaglia a Rio e poi divento Iron Man»
LORENZO FRANCULLI
Diamo i numeri. I suoi: 20
allenamenti a settimana che,
escludendone 4 di meritatissimo riposo, fanno 960 all’anno. E
poi: 30 km di nuoto a settimana
(1440 all’anno), 400 km di bici
(19.200), 90 km di corsa
(4320). Alessandro Fabian, classe 1988, triatleta padovano dei
Carabinieri, è una duracell da
30 battiti cardiaci al minuto (a
riposo). In Italia è lui il più forte:
9 titoli nazionali assoluti (6 sulla
distanza olimpica e 3 sprint), secondo in Coppa del Mondo ad
Alanya (Turchia), campione europeo a squadre 2014, vicecam-
pione europeo 2013, 10° ai Giochi di Londra 2012. Fabian sarà
uno dei sicuri protagonisti del
Forte Village Triathlon, di cui la
Gazzetta dello Sport è media
partner, in programma il 26 ottobre e che va in scena tra Pula,
Domus de Maria e Teulada, nel
sud della Sardegna (info:
www.fortevillagetriathlon.it).
«Non so ancora se gareggerò
nello sprint, nella half distance o
nella staffetta, quello che è certo
è che indosserò il pettorale».
Tanto basta.
Ma c’è di più, perché triplice
del Forte salirà anche in cattedra…
«Metterò la mia esperienza a
disposizione degli age group e
degli appassionati che s’iscriveranno allo stage organizzato dal
Forte Village. Una full immersion
di una settimana: mi allenerò con
loro, studieremo il percorso insieme, parleremo di dieta e integrazione».
30% per cento tra cuore e fisico».
«Anche dalla location. Il contatto con la natura ti fa amare
ancora di più il triathlon.
Una volta per tutte: il triathlon è roba da superman?
In questo l’evento del Forte
ha pochi rivali, giusto?
«Non esistono uomini d’acciaio: è uno sport per tutti. Sai nuotare? Sai pedalare? Sai correre?
Allora puoi fare triathlon. Servono e cuore e testa e allenamento.
Punto» .
«Beh, quella zona di Sardegna ti lascia senza fiato».
E un non professionista, un
appassionato, come deve
scegliere la gara giusta?
E come giudichi la gara da
un punto di vista tecnico?
In che percentuale?
«Mi sbilancio, 70% testa e
Alessandro Fabian, 26 BARDELLA
«Guai a sottovalutarla. Il percorso è tosto, muscolare. E se soffia il vento diventa ancora più selettivo».
Il triathlon, in Italia, conta
sempre più tesserati (20.000,
dati Fitri) e appassionati. Qual
è il segreto del successo?
«Sono tre discipline base. E, bici a parte, tre sport poveri. Io i primi anni correvo con una bici in alluminio, , altri avevano bici con
materiali più tecnologici. Ma
quello che conta è il motore. E io
vincevo lo stesso».
Che cosa vuole diventare
Alessandro Fabian?
«Il mio fisico mi spinge verso
l’Iron Man. Ma per il momento
punto a una medaglia ai Giochi di
Rio. E non voglio che sia solo un
sogno…».
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30
LA GAZZETTA DELLO SPORT
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31
TUTTENOTIZIE & RISULTATI
IL PROCESSO A PRETORIA
ATLETICA
IPPICA MALEDIZIONE AUSTRALIANA
Pistorius, un’altra teste Fantina cade e muore
«Non è più pericoloso» È la terza in 14 mesi
Il manager di Oscar:
«Resta un modello
per i disabili»
Fratture craniche
per la 26enne
Carly Mae Pye
LORENZO SIMONCELLI
PRETORIA (Sudafrica)
MICHELE FERRANTE
«Difficilmente Oscar Pistorius tornerà a commettere
un crimine e non rappresenta
un rischio per la società». Questo il parere di Annette Vergeer,
operatrice sociale specializzata
nel recupero di persone condannate. Per la seconda volta in
due giorni la difesa ha chiamato a deporre un teste che ha giustificato il motivo per cui «Blade Runner» non dovrebbe finire in carcere. Cenni di incredulità da parte della famiglia di
Reeva mentre ascoltavano le
deposizioni della teste.
Tre anni Ancora una volta è
stata proposta l’ipotesi dei tre
anni di arresti domiciliari con
l’obbligatorietà di servizi comunitari. Nello specifico un lavoro di supporto a dei bambini
disabili in una scuola vicino a
Pretoria. Durante la sua deposizione è emerso anche che
Oscar Pistorius, dal giorno della tragedia ha versato un assegno mensile di 6mila rand (420
euro circa) ai genitori di Reeva
per pagarsi le spese correnti,
dato che era la figlia a mantenere i genitori. Cifra confermata anche dal pm Gerrie Nel. Mistero invece su una somma di
375 mila rand (26mila euro)
DOPING/1
CASO SCHWAZER
IERI 12-7-11-6-4 A Roma (m 1700): 1 White Starlight (M. Belli); 2 Charlie Boy; 3 Taty Sprint; 4 Paola Forever; 5 Super Test;
Tot.: 11,53; 3,27, 5,49, 2,14 (205,23).
Quinté: 12.551,39. Quarté: 5.874,32. Tris:
1.115,00.
A BOSTON (d.m.) L’etiope Lelisa Desisa
ha vinto in 1h01’38” la mezza maratona di
Boston. Uomini: 1. Desisa (Eti) 1h01’38”; 2.
Salel (Ken) 1h01’48”; 3. L. Korir (Ken)
1h01’50”. Donne: Daska (Eti) 1h08’20”.
OGGI QUINTÉ A TORINO A Vinovo (inizio
convegno alle 15.10) scegliamo Nello del
Sile (8), Marcello (14), Mosa Ferm (15),
Olympian Warning (17), Pioneer Gar (16) e
Ilander (4).
COACH NUOVO (si.g.) Nuovo allenatore
per l’australiana olimpionica dei 100 hs
Sally Pearson, seguita ora dal 37enne
Ashley Mahoney, ex ostacolista da 14”31
sui 110 (2000).
SI CORRE ANCHE Trotto: Roma (14.15) e
Taranto (15.20). Galoppo: Grosseto
(15.15).
BASEBALL
La 26enne fantina Carly Mae Pye è morta ieri dopo
poche ore di agonia, in seguito alle fratture craniche riportate dopo una caduta, durante una seduta di allenamento in un centro nei pressi
di Brisbane, nel Queensland.
Oscar Pistorius in tribunale AP
che Oscar avrebbe offerto sempre ai genitori di Reeva come
parziale ricompensa per il danno subito, ma che June Steenkamp, la madre della modella avrebbe rifiutato, definendoli «soldi intrisi di sangue». A
grande sorpresa, infine, in
chiusura di testimonianza, il
manager di Oscar Pistorius, Peet Van Zyl, ha affermato che nonostante la condanna per omicidio colposo, l’atleta sudafricano è ancora richiesto come
modello d’ispirazione per i disabili. Da questa mattina toccherà all’accusa, attraverso i
suoi testimoni, cercare di convincere il giudice che il campione paralimpico non può scampare il carcere.
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DOPING/2
SCANDALO SENZA FINE
Maledizione Per il galoppo
australiano si tratta ormai di
una terribile maledizione,
Carly Mae Pye è infatti la terza jockette ad aver perso la
vita in soli 14 mesi. Il 6 agosto del 2013 la 26enne Simone Montgomery era stata travolta e uccisa dai cavalli che
la seguivano, per un inciampone del suo Riahgrand che
ne aveva provocato la caduta, durante una corsa sulla
pista di Darwin nel nord della Paese. Soltanto tre mesi
più tardi, il 10 novembre,
una tragedia omologa aveva
posto fine alla vita della
45enne Desiree Gill, sulla pista di Sunshine Coast, situata un centinaio di km a nord
di Brisbane. Fu un calcio di
Celtic Ambition, il suo cavallo, a colpirla violentemente
ad una mascella, subito dopo
una caduta. Desiree era sposata con un allenatore di purosangue. Anche Carly Mae
PALLANUOTO
RECUPERO (m.c.) La pioggia ha costretto al rinvio di gara-3 della finale di American League tra Kansas City e Baltimore.
La serie slitta in avanti di un giorno: stasera gara-4. Oggi. American league: Kansas City-St Louis (sit. 2-0), dalle 22 su
Fox Sports 2; National: San Francisco-St
Louis (1-1) dir. dalle 2. A.J. Intanto Hinch,
40 anni, è il nuovo manager degli Houston
Astros; Chip Hale, 49 anni, guiderà invece dalla prossima stagione gli Arizona
Diamondbacks.
BOXE
Carly Mae Pye aveva solo 26 anni
Pye sarebbe diventata fra pochi mesi la consorte di un
trainer. Avrebbe sposato Tim
Cool, che si trovava a bordo
pista mentre la bionda fidanzata effettuava una sessione
di allenamento. Il suo cavallo
ha probabilmente inciampato, fratturandosi irrimediabilmente l’anteriore destro
(è stato poi abbattuto) e catapultandola al suolo. Nella
caduta, Carly ha picchiato il
capo a terra procurandosi le
lesioni rivelatesi purtroppo
fatali. Proprio Tim Cook è
stato il primo a soccorrere
Carly. Inutile il trasporto al
vicino ospedale di Rockhampotn, dove purtroppo Carly
ha cessato di vivere.
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GLI ANTICIPI DELLA 3a GIORNATA
DE LA HOYA JR (r.g.) Prosegue la striscia vincente di Diego De La Hoya (Mes,
7), nipote di Oscar, il pluricampione del
mondo. A Indio (Usa) ha battuto Luis Lizarraga (Usa, 5-3) sui 6 round.
SOLIS (r.g.) Sabato a Dusseldorf (Ger),
l’antico oro di Atene 2004, il massimo cubano Odlanier Solis (20-2), 34 anni, affronta in rivincita Tony Thompson (Usa,
39-5) che lo scorso marzo in Turchia lo
battè ai punti sui 12 round. In palio la cintura Wbc America.
HOPKINS (r.g.) L’8 novembre ad Atlantic
City, nella sfida mediomassimi tra Bernard Hopkins (55-6-2), 50 anni a gennaio, e Sergey Kovalev (25-0-1), 31 anni, saranno in palio tre titoli iridati. Il primo detiene le cinture Wba e Ibf, mentre il russo
quella Wbo. Hopkins è il detentore di tutti
i primati di longevità di un campione del
mondo in carica.
YOUTH (i.m.) Il c.t. Bergamasco ha scelto gli 8 per Nazionale agli Europei Youth
(u. 18) da venerdì a Zagabria (Cro), con
222 atleti di 39 Paesi: 49 Zara, 52 Amoroso, 56 Colella, 60 Maietta, 64 Arecchia,
69 Lizzi, 75 Sarchioto, 81 Calabrò.
RIUNIONE VIADANA (r.g.) Definita a Viadana (Mn) il 28 novembre la sfida per il
vacante tricolore mediomassimi, tra
Christian Marchetti (9) 32 anni e Alex Sinacore (8) 29 anni. Ex campioni dilettanti,
Marchetti (2004-2007) e Sinacore
(2006), si sono affrontati due volte agli
assoluti dilettanti (una vittoria a testa).
GINNASTICA
SERIE A RITMICA Sabato a Prato la prima prova del Campionato italiano di serie
A1 e A2 . L’organizzazione è affidata alla
società Ginnastica Etruria 1897, società
d’orogine della capitana delle farfalle
Marta Pagnini che sarà premiata sabato.
GOLF
WORLD MATCH PLAY
CON FRANCESCO MOLINARI
Tre indagati
chiedono: gli atti
passino a Roma
Ruzavin fermato
Festa Canottieri
Nella marcia russa Batte il Posillipo
sono ormai 17...
dopo 24 anni
Come nei migliori
procedimenti penali, inizia la
battaglia sulla competenza. I legali
di tre degli indagati nella vicenda
Schwazer (i medici federali
Giuseppe Fischetto e Pierluigi
Fiorella, la dirigente Fidal Rita
Bottiglieri), hanno infatti
presentato istanza di
trasferimento a Roma della parte
del fascicolo che riguarda i loro
assistiti. Gli avvocati sostengono
che in base all’atto di chiusura
indagini, il reato si sarebbe
consumato a Roma in quanto
sarebbe stata la Fidal a doversi
attivare per bloccare il ricorso al
doping dei suoi atleti. La risposta
del pm responsabili dell’inchiesta
bolzanina, Giancarlo Bramante, è
secca: il reato si è concluso con il
test (al quale Schwazer è risultato
positivo) effettuato a Racines
(una cittadina in provincia di
Bolzano) e inoltre a Racines sono
state trovate ricevute di
pagamento e residui di medicinali
illegali. Insomma, il reato
maggiore (il doping) assorbe gli
altri (l’omesso controllo o
l’eventuale favoreggiamento). I
legali hanno dieci giorni per
impugnare l’opposizione davanti
alla Cassazione.
Continua l’ecatombe nella
marcia russa, quella che da anni
sta dominando in lungo e in largo
il panorama internazionale. Finiti
con i numeri uno, si prosegue con
i numeri due. Questa volta a
cadere nella rete dell’agenzia
antidoping russa è Andrey
Ruzavin, 28 anni, specialista della
20 chilometri, terzo nel maggio
scorso nella Coppa del Mondo di
marcia in Cina. Non è stato
specificato se si tratta dell’uso di
una sostanza vietata o di una
pratica, ma l’atleta è per il
momento sospeso da ogni attività
e non gli è permessa la
frequentazione delle sedi federali
di allenamento. Ma proprio le sedi
di allenamento sono i centri del
peccato: Saransk e Cheboksary.
E il primo è dove operava Viktor
Chegin, il tecnico attorno a cui
gravano i sospetti di essere il
grande regista dello scandalo. I
suoi atleti hanno vinto tutto, ma i
campioni più celebrati, come
Borchin e la Lashmanova (nella
foto AP) sono stati squalificati. E
sono già 17 quest’anno gli atleti
fermati. Viene da chiedersi se non
sia necessario a questo punto
rivedere gli albi d’oro di tutte le
più grandi manifestazioni degli
ultimi dieci anni.
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Negli anticipi del 3° turno,
Recco travolge la Vis Nova (nella
foto BORSARELLI, Di Fulvio e
Banovac) e la Canottieri Napoli
batte il Posillipo dopo 24 anni.
PRO RECCO-ROMA VIS NOVA 23-3
(5-0, 7-0, 5-2, 6-1)
Pro Recco: Tempesti, F. Lapenna 3,
Prlainovic 3 (1 rig.), Figlioli 1, Giorgetti 3
(1 rig.), A.Fondelli 3, A.Ivovic 4;
M.Giacoppo 1, Felugo 2, F.Di Fulvio,
Figari 2, N.Gitto 1, Dufour. All.
Milanovic. Roma Vis Nova: Bonito,
Pappacena, Banovac, Spinelli, Rigo,
Vitola, Cuccovillo 1; Murro 1, Parisi 1
rig., Manzo, Reynolds, Nicosia. All.
Ciocchetti. Arbitri: Gomez e Romolini.
Note: sup. num. Pro Recco 5 (2 gol),
Roma Vis Nova 6 (1). Usc. 3 f.
Giacoppo 21’16”, Figari 25’32”. (i.v.)
POSILLIPO-CAN. NAPOLI 6-8
(1-2, 1-3, 2-3, 2-0)
Dooa Posillipo: Negri, Dolce 1, Briganti,
Foglio 1, Klikovac, Radovic 1, Renzuto,
Gallo 2, E.Russo, Mandolini 1. N.e.
Mauro, Nina, Caruso. All. Cufino.
Canottieri Napoli: Vassallo, Buonocore
1, Di Costanzo 3, Migliaccio,
Dar.Brguljan 1, Borrelli, Ronga 1,
Campopiano, G.Mattiello, Velotto,
Baraldi 2, Esposito. N.e. Turiello. All.
Zizza. Arbitri: L.Bianco e Ercoli. Note:
sup. num. Posillipo 8 (3), Canottieri 10
(4). Usc. 3 f. Foglio 24’28’’. (f.nap.)
Class.: Pro Recco* 9; Brescia, Sport
Management, Como 6; Posillipo*,
Acquachiara, Savona, Can.Napoli*,
Bogliasco 3; Lazio, Florentia, Roma
Vis Nova* 0. (* una partita in più)
SENATRICE OLIMPIONICA
Idem, ddl contro
la pubblicità
«imboscata»
(t.bot.) La chiamano
«pubblicità imboscata», quella
che si insinua abusivamente,
appare quanto e forse più di
quella ufficiale, a costo zero.
Josefa Idem, nella sua veste di
senatrice, ha presentato un
disegno di legge per tutelare
quei soggetti (atleti, società,
federazioni, lo stesso Coni)
che sottoscrivono un accordo
pubblicitario in esclusiva, che
viene sovrapposto da altre
pubblicità. L’avvocato Desirée
Gaspari, docente di Economia
e gestione delle imprese
sportive all’Università Ludes
di Lugano, che da anni studia il
fenomeno, ha offerto la sua
competenza per la stesura del
testo del Disegno di Legge.
Ieri, alla presentazione al
Senato, l’iniziativa ha trovato
d’accordo dirigenti e operatori
dello sport italiano. Nel
disegno di legge di Josefa
Idem sanzioni fino a un milione
di euro per il responsabile
delle violazioni (contro 100
mila euro per Torino 2006),
che avrà 5 giorni per
dimostrare la propria
innocenza.
IPPICA
CINESI (si.g.) Così nei campionati cinesi
a Suzhou. Uomini. 200 (-0.3): Xie Zhenye
20”44 (r.n.). Lungo: Gao Xinglong 8.21
(+2.3). Donne. Alto: Zheng Xingjuan 1.96.
Martello: Wang Zheng 72.61. Giavellotto:
Li Lingwei 62.56.
Francesco Molinari in campo da oggi al
Volvo World Match Play Championship
(15-19 ottobre), classica dell’European
Tour con formula a eliminazione diretta in
programma al The London GC, ad Ash in
Inghilterra. I concorrenti sono stati divisi
in quattro gironi composti da quattro giocatori che si incontreranno con girone
all’italiana e classifica a punti. Al termine i
primi due di ogni raggruppamento accederanno alla seconda fase con i quarti
sabato e le semifinali e finali, per il primo e
per il terzo posto, domenica 19. Difende il
titolo il nordirlandese Graeme McDowell.
WOODS E MICKELSON
PER SALVARE LA RYDER
Dopo il k.o. di Gleanegles nella 40a Ryder
Cup, con tanto di strascico polemico e
accuse al capitano Tom Watson, la Pga
of America ha organizzato una task force
per prepararsi all’appuntamento tra due
anni in casa:Tiger Woods e Phil Mickelson, 19 major in due, sono stati chiamati,
come annuncia la Pga, “ad esaminare l’intero processo di selezione e qualificazione, compresa la selezione del capitano”.
HOCKEY GHIACCIO
QUI CALDARO (m.l.) Il Caldaro taglia il difensore Steve Tarasuk e l’attaccante
Pontus Moren e ingaggia il 26enne attaccante finlandese Roope Ranta.
HOCKEY PISTA
SERIE A (m.nan) Recupero di 1a giornata,
Follonica-Bassano 3-3. Cl.: Forte dei
Marmi, Trissino, Breganze e Viareggio 6,
Bassano 4, Sarzana, Matera e Correggio
3, Follonica 1*, Valdagno, Giovinazzo, Lodi, Prato e Pieve* 0. (*: una in meno).
HOCKEY PRATO
AZZURRE Ultima amichevole in Cina per
azzurre che pareggiano per 1-1, contro il
Liaoling, da questa settimana raduno a
Roma.
KARATE
D’ONOFRIO VINCE LA PREMIER A Salisburgo, ultima tappa del circuito mondiale della World Karate Federation, Terryana D’Onofrio, 17 anni, vince la Premier
League della riconosciuta dal Cio nella
categoria Kata Femminile Open.
NUOTO
MANAUDOU E LACOURT (al.f.) Florent
Manaudou farà in suo esordio stagionale
a Compiègne nel fine settimana mentre
Camille Lacourt è costretto a rinunciare
a causa dei problemi all’anca. Entrambi
sono attesi al Nico Sapio di Genova (2 novembre).
PERDUE LASCIA (al.f.) L’americana
Lauren Perdue, oro olimpico a Londra
2012 con la 4x200 sl, si ritira a soli 23 anni
a causa di problemi a schiena e gomito. Si
appresta ad annunciare il ritiro anche
l’australiana Alicia Coutts (3 ori olimpici e
8 mondiali).
BELMONTE PER DOHA (pe.m.) Mireia
Belmonte disputerà 6 gare ai prossimi
Mondiali in corta di Doha: 200 e 400 sl,
200 fa, 100, 200 e 400 mx.
PALLAMANO
AZZURRI (an.gal.) A Solvalla (Fin) Finlandia-Italia 24-27 (11-13), nel secondo test
(il primo perso 36-30) di preparazione alle qualificazioni agli Europei maschili
2018 (azzurri inseriti nel gruppo C con
Kosovo e Romania).
QUI CARPI (an.gal.) Il Carpi (serie A maschile, girone B) ha ingaggiato Beharevic, il bomber montenegrino ex Fasano.
Un mese fa l’atleta era stato “tagliato”
dalla Junior e sostituito col lituano Raupenas.
RUGBY
VENDITTI (ma.p.) L’ala delle Zebre e della
Nazionale Giovanbattista Venditti è stato
operato per togliere le placche inserite
nel piede lo scorso luglio dopo la frattura
del quinto metatarso subita in allenamento. Venditti potrà così iniziare l’ultima
fase di recupero in vista del ritorno in
campo.
SCACCHI
SI CHIUDE IL TORNEO A BAKU
CARUANA AL PRIMO POSTO
Nel torneo di Baku, circuito Grand Prix,
Caruana conclude al 1° posto ex aequo
con l’israeliano Gelfand. Il successo vale
al 22enne azzurro un premio di 17.500
euro e 155 punti nella particolare classifica a punti del Grand Prix. Adesso pochi
giorni di riposo e poi Caruana giocherà il
secondo torneo del Grand Prix, a
Tashkent in Uzbekistan (20 ottobre-2
novembre).
SCI NAUTICO
CABLE-SKI (m.l.) Alla 1a partecipazione
nella Coppa del Mondo cable-ski disputata a Shanghai (Cina) l’azzurro Luca Spinelli nella finale di salto chiude al 7° posto
con 52.2 m (nuovo record italiano).
TRIATHLON
BRAVA BONIN (al.f.) Charlotte Bonin
chiude 8ala tappa di coppa del Mondo di
Cartagena (Col) dominata dalla campionessa olimpica Spirig (Svi): la valdostana
completa la distanza olimpica in 1h57’16”,
a 1’55” dalla vincitrice.
TUFFI
DALLAPÈ RIENTRATA (al.f.) Francesca
Dallapè è rientrata dal viaggio in Uganda
e Sudan con l’associazione Acav: “Ho
sempre associato questo elemento al
gioco, ma per questa gente l’acqua pulita
è vita”.
VELA
VOLVO RACE, NOTTE DURA
GUIDA ALVIMEDICA
(r.ra.) La 3a notte per i 7 equipaggi della
Volvo Ocean Race è stata dura “Le raffiche a 30 nodi facevano saltare continuamente la barca – questo il messaggio di
Francesco Vignale su Team Mapfre – non
abbiamo dormito per il terzo giorno consecutivo, e non sono riuscito a preparare
la cena quindi i ragazzi hanno mangiato
solo cereali e barrette”. I distacchi tra le
barche restano ridottissimi e sono stati
molti i cambi al comando della flotta, primo, al rilevamento delle 16 di ieri,Team
Alvimedica con a bordo Alberto Bolzan.
Le barche navigano al largo della costa
del Marocco, Città del Capo dista ancora
5.800 miglia.
32
LA GAZZETTA DELLO SPORT
MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
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ALTRI MONDI
@AltriMondiGazza
Il fatto del giorno
_la dinasty veneta
DI GIORGIO DELL'ARTI
gda@gazzetta.it
Ma il crollo
di Luxottica
è causato
dallo scontro
in famiglia?
Il titolo della multinazionale di occhiali
in caduta a Piazza Affari dopo il nuovo
«ribaltone» ai vertici. I mercati sono
spaventati dalla guerra per l’eredità
Leonardo Del Vecchio...
1
Il nome Leonardo Del Vecchio
mi fa venire in mente gli occhiali.
Gli occhiali mi fanno venire in
mente Luxottica. Luxottica mi fa
venire in mente Agordo... a proposito, dove sta Agordo?
Vicino a Belluno. Non facciamo troppo i saputi, e copiamo la
bella voce di Wikipedia: «Agordo è un comune italiano di
4.205 abitanti della provincia di
Belluno in Veneto. Costituisce il
centro principale della Valle del
Cordevole (il cosiddetto Agordino). La legge 482/1999 ha riconosciuto i comuni dell’Agordino
come zone a minoranza linguistica ladina. Agordo è sede di
Luxottica, la maggiore azienda
mondiale di produzione di occhiali da sole e vista. All’interno
delle vecchie stalle (restaurate
da Del Vecchio) di Villa CrottaDe Manzoni si trova Il museo
degli occhiali “Collezione Ottiche e Occhiali-Raccolta Rathschüler-Luxottica”. Il museo
comprende la collezione di Leonardo Del Vecchio, industriale
dell’occhiale, e quella dell’ottico
genovese Fritz Rathschuler: sono esposti più di 1200 esemplari
tra occhiali, cannocchiali e binocoli, microscopi, strumenti di
ottica, la produzione più significativa della Luxottica, tra i quali
anche gli occhiali di Camillo
Benso conte di Cavour». Del
Vecchio impiantò la sua fabbrica ad Agordo perché il Comune,
intelligentemente, offriva terreni a quegli imprenditori che
avessero voluto impiantare lì la
loro attività.
2
Come mai ci stiamo occupan-
La coppia Il fondatore di Luxottica, Leonardo del Vecchio con la moglie Nicoletta Zampillo
SHOCK IN BORSA IN DUE GIORNI -12%
Andamento del titolo a Milano
1 ottobre
-0,56%
9 ottobre
+0,69%
Enrico Cavatorta nominato
Ceo dopo d’addio di Guerra
Nicoletta Zampillo, la moglie di Del Vecchio,
chiede il 25% della holding Delfin
42
do di Del Vecchio?
C’è tutta una storia... Luxottica è una delle poche multinazionali italiane, Del Vecchio è
famoso tra l’altro per aver tenuto lontani dall’azienda i parenti,
niente figli o nipoti al comando
come hanno fatto la maggior
parte dei capitalisti italiani (in
questo modo preparando, di solito, il funerale dell’azienda).
Ma da qualche mese l’ultima
moglie di Del Vecchio è partita
all’attacco e vuole per sé il 25
per cento delle azioni. Ne è nata
una saga famigliare con risvolti
aziendali gravi: Andrea Guerra,
l’amministratore delegato che
era stato capace di raddoppiare
il valore di Borsa dell’impresa, si
è dimesso. Poco dopo si è dimesso anche Enrico Cavatorta
che era stato chiamato a sostituirlo. I manager più bravi sono
quelli che difendono la loro indipendenza e i manager indipendenti detestano in genere
che le famiglie mettano becco
nelle loro strategie. Così Luxottica è al momento senza guida,
ovvero la guida lo stesso Del
Vecchio, che però ha ottant’anni ed è sempre incalzato dalla
moglie. I mercati temono che a
un certo punto l’assalto della famiglia vada a segno e che ai ver-
40
13 ottobre
-9,2%
Cavatorta
si dimette
38
IERI -2,9%
36
GDS
tici, con la scusa della parentela, salgano degli incapaci. Il titolo, a causa di questo, è precipitato.
3
Chi dice che i figli, o la moglie,
siano degli incapaci?
Certo, è tutto da dimostrare.
Però di solito i mercati fanno la
domanda al contrario: chi dice
che i figli siano capaci?
4
Raccontiamo la storia di questi figli.
Sono sei figli, avuti da tre
donne diverse, perché Del Vecchio è stato un grande adoratore di femmine. La prima moglie
si chiama Luciana Nervo, stava
vicino a Del Vecchio proprio all’inizio, primi anni Sessanta,
quando Luxottica era una fabbrichetta e lo stesso Del Vecchio
caricava con le sue mani sul camioncino gli occhiali che dovevano essere distribuiti agli ottici
della città. Da questo primo matrimonio sono nati tre figli,
Claudio, Maria e Paolo. La seconda moglie si chiama Nicoletta Zampillo e ha dato a Del Vecchio un solo figlio, di nome Leonardo Maria. La Zampillo è il
motore delle difficoltà attuali.
Dopo aver divorziato, Del Vecchio l’ha risposata, cioè è Zampillo la sua moglie attuale, vale
a dire è lei che vuole il 25% della
holding che possiede il 61,38%
della Luxottica. Questa holding
si chiama Delfin. C’è poi la terza
donna, Sabina Grossi, che Del
Vecchio non ha sposato, ma che
gli ha dato due figli, Luca e Clemente. La Grossi ha avuto una
parte importante nello sviluppo
di Luxottica, era investor relation del gruppo, poi, durante la
relazione col patron, membro
del cda. Di questi sei figli nessuno finora si è interessato di Luxottica, a parte Claudio che è seduto nel board aziendale, ma ne
uscirà al prossimo rinnovo. Del
Vecchio credeva di aver sistemato le questioni ereditarie assegnando la nuda proprietà della Delfin in parti uguali a questi
sei figli, cioè il 16,38% ciascuno, e tenendo per sé l’usufrutto.
Se adesso cedesse alla moglie il
25%, il figlio avuto con la Zampillo, cioè Leonardo Maria, si
troverebbe ad essere azionista
di maggioranza sui fratelli. Senza contare che magari la Zampillo vorrà metter becco nella
gestione già ora. Lei lo nega, ma
i mercati le credono? Si direbbe
di no.
OGGI SUL TAVOLO DEL CDM
Braccio di ferro
con l’Europa
per la Manovra
Ok di Moody’s
Sale a 30 miliardi il valore della Legge di stabilità
oggi sul tavolo del consiglio
dei ministri. Dovrebbe prevedere, tra l’altro, la stabilizzazione del bonus da 80 euro per i redditi inferiori a
1500 euro, 6,5 miliardi per
eliminare integralmente il
costo del lavoro dalla base
imponibile dell’Irap, 1,5 miliardi per alimentare i nuovi
ammortizzatori sociali collegati al Jobs Act. Possibile
l’anticipo del Tfr in busta paga. Da dove arriveranno i
soldi? Dai tagli alla spesa,
dal ricorso al deficit, da entrate fiscali di vario genere.
Il ministro dell’Economia,
Pier Carlo Padoan conferma: «L’Italia manterrà il
rapporto deficit/Pil al di
sotto del 3%, rispettando le
regole europee», ha detto,
precisando che l’aggiustamento del deficit per quest’anno è limitato allo 0,1% e
che il pareggio di bilancio
slitta al 2017. «Un ritardo
dovuto al fatto che ad aprile,
quando vennero assunti gli
impegni di consolidamento,
la previsione di crescita era
l’1,1% più alta di oggi per il
2015: il contesto si è altamente deteriorato». C’è il rischio- bocciatura da parte
della Ue, che chiedeva un intervento minore per correggere il deficit strutturale: ieri il premier Matteo Renzi ha
parlato con il presidente della Commissione europea,
Claude Juncker. A sostegno
del governo arriva Moody’s,
che conferma il rating Baa2
sull’Italia, in virtù «dell’accelerazione degli sforzi sulle
riforme e della tenuta dei
conti pubblici, che compensano l’impatto della ricaduta
in recessione».
f.riz.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
5
Quanto vale l’azienda?
Luxottica ha sei fabbriche distribuite tra Italia, Cile, Brasile e
Stati Uniti. Fattura sette miliardi di euro l’anno. Ha 70 mila dipendenti. L’ultimo utile è stato
di 617 milioni. Del Vecchio
snocciola numeri come questi
avendo cominciato da povero
orfanello, da povero martinitt.
Sarebbe un peccato se il finale
di una storia così non fosse
trionfale.
Matteo Renzi, 39 anni ANSA
MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
MAXI OPERAZIONE IMMIGRATI
ALTRI MONDI
Frontex, solo 8 Paesi
pronti a contribuire
con mezzi tecnici
«Non basteranno»
La maxi operazione Triton
di Frontex, l’agenzia Ue per il
pattugliamento delle frontiere,
partirà il primo novembre, ma
finora solo 7 paesi su 28 membri
e un paese extra Ue hanno dato la
propria disponibilità a contribuire
con mezzi tecnici. Si tratta di
Finlandia, Spagna, Portogallo,
A
Maltempo senza tregua
Due vittime in Maremma
E Grillo fa flop a Genova
Nel Grossetano esonda l’Elsa: 2 anziane travolte in auto
Il leader del M5S contestato. E Lui: «Renzi si dimetta»
FRANCESCO RIZZO
Non basta la vittima di
Genova, il maltempo uccide
ancora: due sorelle di 65 e 69
anni, Marisa e Graziella Carletti, hanno perso la vita ieri sera
per le conseguenze dell’ondata
di pioggia che ha colpito la Maremma. Mentre viaggiavano in
auto, le due donne sono state
travolte dalla piena di un affluente del torrente Elsa, esondato fra Albinia e Manciano,
nel Grossetano. La gravità del-
Rischio temporali
anche oggi: già
50 milioni di danni
in Piemonte, gravi
disagi a Parma
la situazione si comprende dalla decisione del comune di Orbetello di avvisare, via sms, gli
abitanti della zona, chiedendo
loro di spostarsi ai piani alti
delle abitazioni. Evacuate le famiglie di quattro frazioni, 9
persone colpite da ipotermia. E
così, dopo Genova - dove i disagi non sono finiti e oggi potrebbero tornare i temporali - altre
aree del Paese sono in grave
difficoltà. Un’ampia zona di
Parma (9000 i cittadini interessati, dice il Comune) è invasa dal fango per l’esondazione
del torrente Baganza (13 persone senza casa, 50 pazienti
sfollati da un ospedale, problemi a comunicazioni telefoniche e web, 30 mila prosciutti
persi, dice Coldiretti). Ammontano invece a 50 milioni,
secondo le prime stime, i danni
nel Basso Piemonte (frane, allagamenti, problemi di viabilità: la Regione chiederà un intervento straordinario del go-
Beppe Grillo
mostra l’Iban
cui i cronisti
possono fare
donazioni
per Genova:
«Se volete
una mia
intervista
versate qui
2000 euro»,
ha detto
il leader
dell’M5S
ANSA
verno). «Alle spalle di tutto c’è
anche l’incuria nei confronti
del patrimonio boschivo e forestale», tuona il capo dello Stato
Giorgio Napolitano, additando
poi «lungaggini burocratiche».
Bisagno E dire che in un giorno tragico si erano mossi due
comici, entrambi genovesi.
Quello che va in tv (Maurizio
Crozza) dona 10 mila euro alla
città, quello che è entrato in
politica, Beppe Grillo, scende
nella “sua” Genova alluvionata. Lo accolgono male, però:
«Vieni per fare passerella!»,
grida uno studente che spala
fango. Il fondatore dei Cinque
Stelle reagisce: «Io sono la politica, qui, ma non voglio scontare colpe non mie. Siamo dalla
stessa parte, a spazzare mandateci Renzi». Di cui chiede le
dimissioni perché «c’era già
una lettera al governo delle imprese che avevano l’incarico di
mettere in sicurezza il territo-
rio, datata 5 agosto». La visita
di Grillo suscita la reazione di
Marco Doria («Ci sono persone
che hanno fatto una passata
veloce a dire la propria»), il sindaco di Genova, che fa il punto:
«Il secondo lotto di lavori per il
rifacimento della copertura del
Bisagno non avrebbe evitato
l’alluvione, perché c’è ancora il
terzo lotto da fare». L’obiettivo
è portare la capacità massima
di portata a 900 metri cubi al
secondo: oggi, nel tratto finale
del Bisagno, è 650, durante
l’alluvione ha superato i 1000.
Il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, ha
annunciato che oggi si firma il
decreto che entro gennaio avvierà i lavori del secondo lotto:
«In 4 o 5 anni penso possa essere messo in sicurezza il Bisagno». Intanto la Procura acquisisce video pubblici e privati
per ricostruire tutte le responsabilità di quanto accaduto.
Olanda, Lettonia, Malta, Francia
ed Islanda. Ma il numero di navi e
gli aerei pronti ad essere utilizzati
sono troppo pochi per l’agenzia
che ha lanciato una nuova
richiesta sperando in una
«maggiore partecipazione»,
specificando che «il salvataggio
delle vite è un’assoluta priorità».
LA GAZZETTA DELLO SPORT
33
Disponibilità di personale
specializzato (debriefing e
monitoraggio) è stata data
invece da 10 Stati dell’Unione
Spagna, Francia, Finlandia,
Romania, Germania, Olanda,
Svezia, Portogallo, Austria e
Polonia e dai due Paesi extra Ue
Svizzera e Norvegia.
EMERGENZA IERI VERTICE DELL’ONU E CONTROLLI A LONDRA
EXPO:
NUOVI
ARRESTI
S
Domiciliari
per l’ex
manager
Acerbo
Favorire le
aziende
Maltauro e
Tagliabue nella
gara relativa a
un progetto per
Expo 2015 in
cambio di due
contratti per il
figlio. Uno da 36
mila euro, ma la
vera “tangente”
richiesta
sarebbe stata di
300 mila. Per la
Procura di
Milano era
questo il
«metodo di
lavoro» di un ex
manager di
Expo, Antonio
Acerbo (foto),
che nei giorni
scorsi si era già
dimesso
da subcommissario e
da responsabile
del Padiglione
Italia: con lui,
sono finiti ai
domiciliari un
altro dirigente di
Expo, Andrea
Castellotti
e l’imprenditore
Giandomenico
Maltauro,
cugino di
Enrico, da poco
scarcerato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Allarme Ebola: un cadavere trasportato nelle vie di Monrovia in Liberia
L’Ebola non si ferma:
verso i 9 mila casi
Un morto in Germania
La vittima è un dipendente Onu. In Italia
falso allarme su un aereo diretto a Pisa
C’è il primo morto di
Ebola in Germania e il virus,
secondo l’Oms, ha raggiunto
quasi i 9 mila casi (8.914) con
4.447 decessi: l’epidemia in
questi giorni, però, sarebbe più
lenta. Contraddizioni e allarmi
continui. Per discutere dell’emergenza ieri si è riunito il
Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Ieri, appunto, è deceduto a Lipsia il dipendente delle
Nazioni Unite ricoverato dopo
essersi ammalato. L’ufficiale
medico dell’Onu, 56 anni, di
nazionalità sudanese, aveva
contratto il virus in Liberia ed
era stato trasferito per le cure
nella clinica Saint Georges. La
Gran Bretagna ha intanto deciso di muoversi. Da ieri sono iniziati nell’aeroporto londinese
di Heathrow i controlli sui passeggeri che arrivano dai paesi
dell’Africa occidentale colpiti
dall’epidemia di Ebola.
Falso allarme In una situazione di psicosi diffusa ormai anche in tutta Italia, per la paura
del virus è stato sufficiente che
due passeggeri — una mamma
del Bangladesh e la propria figlioletta di 4 anni — accusassero un malore a bordo di un
aereo diretto da Istanbul a Pisa
per far scattare l’allarme sanitario con la procedura per
l’emergenza all’aeroporto di
Fiumicino: si è trattato di un
falso allarme. Cresce, però, la
preoccupazione tra i medici e
gli infermieri italiani per il modo con cui si sta predisponendo il protocollo di sicurezza
per fronteggiare il pericolo del
virus. «Mancano le linee d’indirizzo in molte regioni e la
maggior parte delle strutture
non ha gli strumenti adeguati», denuncia Giosuè Di Maro,
responsabile emergenza territoriale-118 della Fp Cgil medici. È rientrato, intanto, l’allarme in Belgio. Il paziente messo
in isolamento all’ospedale di
Bruxelles Saint Pierre non ha
più la febbre. In Spagna le condizioni di Teresa Romero, l’infermiera contagiata, continuano ad essere «stazionarie nella
gravità». Per combattere l’epidemia, il fondatore di Facebook di Ebola Mark Zuckerberg e la moglie Priscilla Chan
hanno donato 25 milioni di
dollari al Center for Disease
Control Foundation.
dan. va.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
4.447
I decessi per il virus
Secondo il bollettino dell’Oms
i morti per il virus Ebola sono
4.447. La mortalità è del 70%
notizie
Tascabili
Ieri al Careggi
Via libera dell’Ecofin
Firenze, ospedale
pubblico esegue
la prima eterologa
Lotta all’evasione:
segreto bancario
abolito dalla Ue
Intensi raid aerei Usa: 21 in 48 ore
Ieri per la prima volta nel
reparto maternità dell’ospedale Careggi di Firenze è stata
eseguita la fecondazione
eterologa. Si tratta anche del
primo intervento in assoluto
di questo genere in una
struttura pubblica italiana,
apripista per gli altri ospedali
dopo la sentenza della
Consulta che ha annullato il
divieto all’eterologa. Per la
coppia «numero 1» sono stati
acquisiti gameti maschili da
una banca del seme europea.
La direttrice sanitaria Maria
Teresa Mechi ha annunciato
che nei prossimi giorni verrà
eseguito un nuovo trattamento
su una seconda coppia con
gameti di un diverso donatore.
La bandiera dell’Isis
rimossa a Kobane:
la città non si arrende
La bandiera nera dell’Isis che svettava sulla
collina di Tel Shahir a Kobane è stata rimossa. I
difensori curdi della città siriana al confine con la
Turchia, dunque, segnano una vittoria, ma i
combattimenti continuano furiosi. A testimoniare la
tenace resistenza curda è la foto apparsa ieri sui
social network, anche se la sua autenticità non è
certa. Non bastano, al momento, a far ritenere fuori
pericolo Kobane, i 21 raid aerei che la coalizione anti
islamisti guidata dagli Usa ha compiuto nelle ultime 24
ore. Mentre per la prima volta dal marzo 2013 aerei
turchi hanno bombardato postazioni delle milizie
curdo-turche nel sud del Paese, dopo aver rifiutato
In alto, la collina sopra Kobane, in Siria, senza la bandiera
nera (nella foto in basso) che l’Isis aveva piantato EPA
nei giorni scorsi le proprie basi agli aerei Usa. Proprio
vicino Washington da ieri sono i riuniti i comandanti
militari dei 22 Paesi che partecipano alla coalizione
anti-Isis. Intanto, a Mosul, l’importante città irachena
caduta in mano agli jihadisti sono state giustiziate 46
persone, mentre a Riad, in Arabia Saudita, un
cittadino americano è stato ucciso da colpi esplosi
contro la sua auto in una stazione servizio.
Kim Jong-un visita Pyongyang EPA
Il leader nordoreano
Dopo 40 giorni
ecco Kim Jong-un
Con il bastone
Dopo 40 giorni di assenza,
con annesse polemiche sulla sua
capacità di guidare il Paese e pure
sul suo stato di salute, il leader
nordcoreano Kim Jong-un è
riapparso in pubblico per un’ispezione di un complesso residenziale
a Pyongyang. Ma il bastone a cui
si appoggiava per camminare
è destinato a far discutere.
Dal 2017 niente più
segreto bancario in Europa.
L’Ecofin, inaugurando una
piena trasparenza fiscale, ha
dato il via libera allo scambio
automatico di informazioni tra
Paesi membri per combattere
l’evasione e riuscire a tassare
quei capitali che cercano
di frodare il fisco. Resta per
il momento fuori dall’intesa
l’Austria, che ha deciso di
prendersi un altro anno per
applicare l’accordo. Il ministro
dell’economia Pier Carlo
Padoan, presidente di turno
dell’Ecofin, ha commentato:
«L’Ue ha compiuto un passo
sostanziale nella lotta all’evasione fiscale, un traguardo
politico molto importante».
34
LA GAZZETTA DELLO SPORT
MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
IN ATTESA DELL’ALBUM
ALTRI MONDI
Vasco fa sorprese:
dal 24 nuovo singolo
Vasco Rossi (nella foto)
continua a fare annunci. Ieri,
su Facebook, ha svelato una
«sorpresa», un nuovo singolo che
Re di Denari
La sfida di Downey Jr
«Non sono Iron Man,
riscopro la semplicità»
L’attore più pagato di Hollywood a Roma per il suo The Judge
«Un film sul rapporto genitori-figli. Mio padre? Era uno str...»
ELISABETTA ESPOSITO
ROMA
Senza l’armatura, Iron
Man sembra trovarsi decisamente a suo agio. Robert
Downey Jr, l’attore più pagato
del mondo, è a Roma per presentare The Judge, il film che
sarà nelle sale italiane il 23 ottobre con 300 copie e che ha
scelto come esordio della casa
di produzione creata insieme
alla moglie, la Team Downey.
Niente supereroi dunque, ma
anche stavolta il bel Robert, 49
anni e non sentirli, interpreta
un uomo di successo e senza
scrupoli, in questo caso un avvocato. Il film, diretto da David Dobkin, al classico legal
drama americano affianca, però, una complicata e commo-
«
madre, Elsie. Ieri a Roma non
ne ha voluto parlare, ma quando morì, su Facebook lui confessò che solo grazie a lei è riuscito ad uscire dalla schiavitù
della droga, dieci anni fa. E poi
c’era il padre, Robert Downey
Sr, cineasta della controcultura americana anni 60. Gli chiedono del loro rapporto burrascoso: «Tra padre e figlio è
sempre complesso. Ma vogliamo davvero parlare di quanto
fosse stronzo mio padre?».
Tra Geppetto e Iron Man Il
film racconta anche che cosa
accade quando il senso personale di giustizia si scontra con
la legge. Downey Jr, che è entrato e uscito di prigione diverse volte prima di rinascere come attore e come uomo, crede
nel sistema giudiziario? «Certe storture potrebbero farlo
apparire rotto ma io ci credo».
Altrimenti non avrebbe fatto
un film così. Non solo. Lui e la
moglie hanno in programma
un Perry Mason da grande
schermo e «il prossimo anno
vorremmo produrre un Pinocchio da girare in Italia con ambientazioni americane». Lui
dovrebbe essere un insolito
Geppetto. Basta Iron Man? Pare di no. Downey Jr potrebbe
infatti tornare a indossare l’armatura (per qualcosa come 40
milioni di dollari) in Capitan
America 3. Indistruttibile.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il prossimo anno voglio
produrre un Pinocchio
da girare in Italia
ma con le tipiche
ambientazioni americane
ROBERT DOWNEY JR
ATTORE E PRODUTTORE
vente vicenda familiare da cui
emerge in tutta la sua potenza
il rapporto tra Downey Jr e suo
padre, superbamente interpretato da Robert Duvall. «Com’è stato abbandonare i panni
del supereroe? Liberatorio —
dice ridacchiando — soprattutto perché sono tornato a
sviluppare i personaggi, a dare
valore alle storie fatte di momenti semplici. Questo film mi
ha permesso di riflettere sulla
famiglia». Ecco, la famiglia.
Robert a settembre ha perso la
Paperone Robert
Downey Jr, 49 anni, attore
e produttore newyorkese AFP
IL NUOVO VOCABOLARIO L’EDIZIONE 2015 “CERTIFICA” LA MANIA DEL MOMENTO
anticiperà l’album «Sono
innocente»: il brano si intitola
«Come vorrei» e dal 24 ottobre,
scrive il Basco, sarà «on the air».
Di certo c’è che il nuovo cd verrà
presentato al Medimex di Bari,
dove il rocker riceverà il premio
per il miglior spettacolo dal vivo
grazie al suo «Live Kom ‘014»,
A
IL LIBRO DI SAVIANO
Pure «ZeroZeroZero»
diventa una serie tv
Dopo «Gomorra», anche
il romanzo «ZeroZeroZero» di
Roberto Saviano sull’impero della
cocaina diventerà una serie tv.
IL MUSICAL LA FAMIGLIA «PIÙ GOTICA» DEBUTTA SUL PALCO VENERDÌ
VERSO
SANREMO
S
I primi big
candidati:
«Da Scanu
all’Amoroso»
Mancano quattro
mesi al Festival
di Sanremo di
Carlo Conti, ma
già circolano
le prime
indiscrezioni
sui nomi che
potrebbero
essere tra i 16
campioni in gara.
Secondo «Tv
Sorrisi e
Canzoni», tra i
candidati ci
sarebbero
Valerio Scanu
(acclamato a
Tale e quale
Show dello
stesso Conti),
Dolcenera,
Annalisa, Kekko
dei Moda’,
Alessandra
Amoroso (nella
foto), Marco
Masini, Marco
Carta,
Clementino (da
poco eliminato
da Pechino
Express su Rai2),
Irene Grandi e i
Dear Jack
Geppi Cucciari ed Elio: saranno Morticia e Gomez Addams. Sotto la locandina dello spettacolo
Elio e Geppi “mostruosi”:
«Noi, Addams moderni
sappiamo pure ballare»
DANIELE VAIRA
MILANO
@danvaira
Non è strano vederli cantare davanti a un cimitero, scintillanti nei loro vestiti pieni di
Swarovski, mentre il loro pallore cadaverico fa a pugni con le
luci del palco. Non è strano
nemmeno vederli dimenarsi insieme ai loro avi un po’ zombi e
un po’ scheletri o vederli perfino ballare un twist. Loro sono
Gomez e Morticia Addams,
esponenti della famiglia gotica
per eccellenza, celebrata da fumetti, telefilm e pure dal cinema. Fa un po’ più strano, invece
vedere nei loro panni Elio e
Geppi Cucciari, mentre si cimentano tra canzoni spagnole,
arditi passi di danza e sedute
spiritiche, ma d’altronde questa
è la loro nuova sfida, cimentarsi
in un musical. Lo spettacolo,
che debutterà da venerdì al teatro della Luna di Milano, per poi
proseguire la tournée in altre
otto città (da Trieste a Lecce), si ispira alla versione
approdata a Broadway nel
2009. In Italia la traduzione
e l’adattamento sono dello
scrittore Stefano Benni mentre la regia è di Giorgio Gallione. Gli abiti sono stati disegnati, invece, dallo stilista Antonio Marras. Lo spunto narrativo della vicenda è
l’innamoramento di Mercoledì,
4
DIETRO
LE QUINTE
S
La tournée
Il musical
debutterà
a Milano
da venerdì, poi
sarà a Trieste,
Bologna,
Genova, Torino.
Roma, Ancona,
Firenze, Lecce. I
costi variano
da 23 a 49,90
euro. I 50 abiti
di scena
li ha realizzati
la sartoria del
Piccolo Teatro
di Milano,
usando 150 mila
Swarovsky
aBuenosAires
«Selfie» la parola-simbolo dell’anno
Nello Zingarelli entra pure «svapare»
Secondo una ricerca
condotta da Human Highway,
gli italiani si scattano, complessivamente, un milione di
selfie al giorno. Significativo
che soltanto il 10% della popolazione, principalmente costituito da over 65, non sa di che
cosa si tratti. Naturale, quindi,
che questo neologismo derivato dall’inglese self, «sé» - ovvero il rituale di scattarsi una foto, ormai comunissimo vezzo,
souvenir, strumento di promozione - entri tra i lemmi della
lingua italiana di uno dei vocabolari più popolari, lo Zingarelli 2015. Diventando, in particolare, la parola dell’anno, la
più simbolica tra le 144mila
Il selfie-simbolo dell’Oscar 2014 AP
voci e 380mila significati del
vocabolario. Del resto, ormai, i
selfie accomunano politici (gli
Obama e Matteo Renzi), attori
(Jennifer Lawrence, Meryl
Streep e star assortite agli
f.riz.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
la figlia degli Addams, ormai diciottenne. La giovane ha una relazione con un ragazzo «normale» dell’Ohio, che le ha pure fatto una proposta di matrimonio.
L’incontro tra le rispettive famiglie si preannuncia il momento
più «succoso» ed esilarante.
L’avventura Elio, con relativi
baffi d’ordinanza, è già concentrato sulla parte: «Non ho concetti da esporre, non c’è spazio
nel mio cervello, ho usato tutto
quello che avevo per imparare
le battute. È una sfida difficile,
un’avventura che vinceremo».
Più loquace Geppi. «Non ci crederete, ma per me che sono cresciuta con Saranno Famosi, cantare e ballare su un palco è sempre stato un sogno. E poi farlo
con il leader della mia boy band
preferita è un’emozione indescrivibile». I due balleranno pure un tango insieme. «Ora so
ballare, ma sono dovuto andare
dal medico per prepararmi»,
sscherza il musicista, mentre la
ccomica ha dovuto studiare cantto. «A 41 anni posso dire di
aaver ancora potuto imparare
q
qualcosa. Il direttore musicalle Cinzia Pennesi mi ha seguitto come una badante, se sbagglio sarà solo colpa mia».
U
Umorismo, ritmo con un
ttocco dark: soltanto un asssaggio di quel che sarà lo
sspettacolo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ma
dai
!
IL PAPPAGALLO
CHE PARLA INGLESE
TORNA DOPO 4 ANNI
E SA LO SPAGNOLO
Oscar del 2014) e giovani pop
star (Justin Bieber).
Tasse Ma l’edizione 2015
dello Zingarelli «certifica» altri nuovi termini: «svapare»,
ovvero la nuvola di fumo che si
emette con le E-Cigarette (le
sigarette elettroniche), «redditest» (il software di autovalutazione messo a disposizione
dei contribuenti dall’Agenzia
delle Entrate), «cachistocrazia» (il dominio dei peggiori) e
«nomofobia», il timore ossessivo di non poter disporre del telefono cellulare. E, quindi, di
non potersi scattare un selfie.
Sarà prodotta da Cattleya e
dalla francese Canal+ e la regia
sarà di Stefano Sollima, che ha
già diretto le versioni televisive
di «Romanzo Criminale» e
appunto «Gomorra». Non si sa
ancora dove sarà trasmesso in
italia, ma tutto lascia pensare
che anche questa finisca su Sky.
Ecco la casetta in cui è nato Papa Francesco
Si trova in Varela 268, Flores, a Buenos Aires ed è
la casetta, modestissima, in cui il 17 dicembre del 1936 è nato
Jorge Mario Bergoglio. Finora tutte le biografie del Papa
riportavano via Membrillar 531, come indirizzo alla nascita,
ma lo storico Daniel Vargas ha scoperto la verità. A confermare
la cosa è stato lo stesso Pontefice con due telefonate all’autore
Mr. Chick non si
aspettava che bussassero
alla sua porta a Torrance, in
California, con il suo
pappagallo Nigel. Il volatile
era svanito 4 anni prima. Ma
quando una veterinaria,
Teresa Micco, lo ha trovato
e, grazie al chip, lo ha ridato
a Mr. Chick, la sorpresa è
stata doppia. Il pappagallo,
che prima parlava inglese,
ora imita lo spagnolo. E alla
Micco ha detto: «Vengo da
Panama, cosa è successo?».
MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014
LA GAZZETTA DELLO SPORT
35
ALTRI MONDI
Oroscopo
21/3 - 20/4
Ariete 6-
21/4 - 20/5
21/5 - 21/6
22/6 - 22/7
23/7 - 23/8
24/8 - 22/9
LE PAGELLE
DI ANTONIO CAPITANI
Luna inadatta a
chiedere, varare, fare
gli splendidi. Forse è
meglio aspettare,
senza sfigopessimismi.
Sudombelico rustico,
poco aulico.
L’umore è buono. E voi
potete conseguire
certezze, conferme,
soddisfazioni.
Fornicazione scrausa,
però, e viaggi e sport
ni. Migliorerà.
La vostra economia
sembra lanciare
segnali confortanti,
alla faccia della crisi.
Risultati solidi nel
lavoro, un cicinìn
esanimi gli ormoni.
Qualunque cosa
facciate, il
successo c’è. Le
iniziative partono
col piede giusto, la
serenità giunge.
Fornicazioni
multiple.
Non cadete nel
pessimismo, non
sentitevi i parenti
sfigati della Piccola
Fiammiferaia. Perché
economia e sex
confortano. Tranqui.
Clienti, amici e
sponsor sono utili,
fiuto ed esperienza vi
fanno vincere nello
sport e nel lavoro.
Temperatura
sudombelicale bassina
23/10 - 22/11
23/11 - 21/12
22/12 - 20/1
21/1 - 19/2
20/2 - 20/3
Fare i maestrini non
giova. Né alla vostra
immagine né al
conseguimento dei
buoni risultati.
L’umore è grigio, the
sudombelic is pink.
Luna OK per lavoro,
sport, amore, prove di
studio. C’è qualche
ansia finanziaria, ma
temporanea.
Modestie suine
aleggiano, però.
23/9 - 22/10
Bilancia 6
Toro 7
Scorpione 7-
Il lavoro stanca,
l’umore sfigopenzola.
Ma l’amor e il suino
inside you sono in alta
classifica, la sfiga
retrocede, voi siete
fighi.
Gemelli 7
Sagittario 6-
Siete fra le poche
autoritas attuali dello
zodiaco. Per questo
oggi lavoro, colloqui,
trattative riescono
bene. E avete idee
suine curiose.
Capricorno 6.5
Giungono forse news
non eccelse dal fronte
economico/fiscale.
Lavoro e sport con
poco sprint, ormone
furioso, ma forse
inascoltato.
Leone 6
Cancro 8
Acquario 6-
MARIO GOMEZ
Lavoro e sport vanno
bene, il senso
dell’opportunità si
affina. Ma l’umor è una
fetecchia e
suinamente siete
rozzoni. No buono.
L’attaccante della
nazionale tedesca è
nato a Riedlingen il 10
luglio 1985. La
Fiorentina lo ha
acquistato
dal Bayern Monaco
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CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
DIRETTORE RESPONSABILE
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VICEDIRETTORE VICARIO
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dello Sport s.r.l.” - A. Bonacossa © 2014
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Alessandro Bompieri
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Dopo la sosta per le
nazionali, nel weekend
torna la Serie A con la
settima giornata. E con lei
tornano in campo le
migliaia di Magic-squadre
di tutti i fanta-allenatori.
Nella nostra sezione
«Fantanews», troverete
tutte le ultime notizie, le
probabili formazioni, le
statistiche e gli
approfondimenti.
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Ospite dell’emittente
radiofonica «Cadena
Cope», Carlo Ancelotti ha
ricevuto a sorpresa, in
diretta, la telefonata della
moglie Mariann Barrena,
che scherza (ma non
troppo): «Il vero capo in
casa sono io...». Guarda
sul nostro sito il video
con la telefonata in diretta
della moglie del tecnico
campione d’Europa.
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Tutte le fantanews
per la tua squadra
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la fa sua moglie...
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357
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Testata registrata presso il
tribunale di Milano n. 419
dell’1 settembre 1948
ISSN 1120-5067
CERTIFICATO ADS N. 7693 DEL 18-12-2013
La tiratura di martedì 14 ottobre
è stata di 273.759 copie
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36
LA GAZZETTA DELLO SPORT
MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014