AAPL INFORMAZIONI N° 104 Agosto-ottobre 2014 - Trimestrale APL Associazione Professori e Cultori di Liturgia POSTE ITALIANE SPA Sped. In A.P. D.L. 353/2003 (Conv. In L. 27-02-2004 n. 46) Art. 1 co 2 NE/PD Liturgia emozione e arte del celebrare XLIII Assemblea generale elettiva dei soci relazione Una pace senza canto e senza gesto APL Informazioni XLII Settimana di studio APL - 2014 Notiziario APL Liturgia, emozione e arte del celebrare 2 Nella bella cornice del Monastero della Santa Croce, a Bocca di Magra, dal 25 al 29 agosto, l’annuale Settimana Liturgica dell’APL ha lavorato su un tema “di confine” come il rapporto tra “Liturgia e Emozione”. Le diverse relazioni hanno progressivamente dischiuso la ricchezza di un rapporto tra rito ed emozioni che la tradizione liturgica ha profondamente coltivato, alimentato, custodito e che oggi può diventare, per la vita pastorale e spirituale delle comunità, una risorsa veramente preziosa. Tanto l’approccio antropologico (Bonaccorso) quanto quello teologicofondamentale (Maiolini), sia pure nella diversità dei linguaggi, hanno messo in rilievo l’esigenza di un rinnovato scandaglio del rapporto tra “ragione teologica” e la sua base “emotiva” e “affettiva”. Fin dall’inizio è apparso decisivo come il “vocabolario delle emozioni” risulti decisivo non solo per la riflessione sulla tradizione cristiana, ma anche nella espressione liturgica e spirituale della tradizione stessa. “Affectus”, “passio”, “sensus”, “sentimento”, “emozione” sono termini che entrano ormai a pieno diritto nel “linguaggio fondativo” della rivelazione e della fede, superando le forme intellettualistiche di approccio. Ciò è confermato non solo dalla storia della riflessione sul “devotionis affectus” negli ultimi trecento anni (Grillo), ma anche dalla presenza, nella tradizione liturgica romana, di una lunga tradizione di utilizzo del “linguaggio degli affetti” (Della Pietra). Anche la tradizione della liturgia e della pietà mariana (Maggiani), come pure una adeguata ermeneutica “affettiva” della Veglia Pasquale (Tomatis) sono in grado di mostrare, apertis verbis, l’urgenza di una considerazione non secondaria e non accessoria del lato “emotivo” della coscienza credente, senza il quale la tradizione liturgica risulta, sostanzialmente, inaccessibile. In altri termini, il “rito” non si lascia ridurre né ad un “Ordo da eseguire”, né a un più autorevoli di “educazione delle emozioni” (Meneghetti). Essa può esserlo, tuttavia, solo se esce da un approccio “annoiato” o “autoreferenziale”, fuori dalle logiche del mero addestramento o addirittura della imposizione. Le emozioni, nella celebrazione, non devono essere “superate”, ma devono essere ascoltate, coltivate, riconosciute, orientate. Il rito è il luogo principale per questa delicata mediazione tra passività e attività. Il dibattito suscitato dai diversi interventi è stato spesso intenso e appassionato. A questo “scavo” nel profondo del tema ha corrisposto la visita alle Cave di Marmo di Carrara, nella cornice suggestiva delle Alpi Apuane. Durante la sessione elettiva della Settimana, che doveva rinnovare le cariche sociali, Don Luigi Girardi è stato confermato Presidente della Associazione per un altro quadriennio. Andrea Grillo XLIII (2014) n. 104 concetto da comprendere, ma ha bisogno di una “iniziazione” e di una “mistagogia” nelle quali il soggetto sia “toccato” e “commosso” (affectus) dal mistero. Il campo del “musicale” si lascia rileggere, alla luce di queste considerazioni. Sul piano teorico si è mostrato (Girardi) come il “canto” sia più di un “fatto musicale”, ma sia “porre un gesto rituale”, la cui logica deve mettere in rapporto la musica con i contesti extra-musicali e con la gestualità-azione. Sul piano pratico, una “liturgia della parola” condotta dal gruppo “Tenda della Parola” (Pasini) ha dato prova di come il Cantico dei Cantici possa essere liturgicamente celebrato con qualità musicale, viva partecipazione e profonda commozione. D’altra parte bisogna riconosce che le “insidie” dell’emotività possono essere evitate soltanto riconoscendo la domanda di “festa” nelle condizioni di vita post-moderne, dove performance estetiche, sociali e liturgiche si intrecciano in luoghi come le palestre, i supermercati e le discoteche (Cravero). Ma questo deve farci comprendere che le emozioni non sono semplicemente “immediate”, ma hanno e debbono avere una storia, uno sviluppo, una cultura (Boella): dell’emozione, in altri termini, fa parte anche la nostra risposta. Per questo non è errato pensare che la liturgia, riscoperta sotto questa angolatura emotiva, possa essere considerata uno dei luoghi 3 Visita alle cave di marmo dii Carrara Quota Associativa 2013 € 35,00 Notiziario APL Mentre ringraziamo di cuore quanti si fanno premura di versare la propria quota associativa, ricordiamo ai “distratti” questo dovere, che consente alla Segreteria un minimo di sicurezza economica. 4 Comunque si avverte che a partire da questo numero saranno depennati tutti coloro che non hanno rinnovato la quota negli ultimi cinque anni. LXIII ASSEMBLEA GENERALE ELETTIVA DEI SOCI Mercoledì 27 agosto 2014 Dai colori della Sardegna in Alghero e dal calore degli amici sardi, espresso in maniera unica e veramente evangelica di Sua Ecc. za Mons. Mauro MORFINO, eccoci in questo angolo meraviglioso e accogliente della Liguria, il Monastero di Santa Croce dei PP. Carmelitani di Bocca di Magra, in cui è vivo il ricordo del Venerato Card. Anastasio BALLESTRERO, A rcive s c ovo di B a ri p rim a, successivamente a Torino e infine Presidente della CEI. In questa sede ha trascorso gli ultimi anni della sua 1. Situazione anagrafica Presidente Luigi GIRARDI Vice Presidente Giorgio BONACCORSO Segretario Filippo RESTA O.S.B. Consiglieri Sr. Cristina CRUCIANI PDDM Pierangelo CHIARAMELLO Paolo TOMATIS Giovanni DI NAPOLI Il numero dei soci a tutt’oggi è di circa 250. Come suggerito dal Consiglio di Presidenza e da questa XLIII (2014) n. 104 Durante i lavori della XLII Settimana di Studio svoltasi a Bocca di Magra presso il Monastero di Santa Croce dei PP. Carmelitani sul tema Liturgia e Emozioni, si è svolta l’Assemblea Generale Elettiva dei Soci in cui il Segretario P. Filippo Resta O.S.B. ha tenuta la sua Relazione quadriennale che qui riportiamo: vita terrena. Ringraziamo il Padre Paolo con i suoi confratelli per l’accoglienza e porgo un caro saluto al Presidente Don Luigi Girardi e a tutti voi che pazientemente mi ascoltate. La relazione di quest’anno, essendo la nostra assemblea elettiva, intende abbracciare l’arco di quattro anni, di cui ovviamente, per amore di brevità, riassumerò gli eventi più importanti. E come di consueto, parto dalla situazione anagrafica dell’Associazione: 5 Notiziario APL medesima Assemblea sono stati depennati tutti coloro che da cinque anni non hanno più rinnovato la quota di associazione. Ci sono rappresentanti di quasi tutte le regioni; alcuni esteri, provenienti da ex alunni di S. Giustina, di S. Anselmo e di altri Istituti romani, desiderosi di un aggiornamento costante per qualificare il proprio studio e l’insegnamento della Liturgia. Quest’anno ha lasciato desiderare la Redazione del Notiziario APL a causa delle pratiche interminabili per la registrazione in Tribunale. Pratiche che ora sono concluse. Concluse anche le pratiche per la Posta Target Creative che ci consente 6 di spedire i nostri quantitativi di posta con meno spesa. Fatta questa necessaria digressione, tornerei a sollecitare il contributo di tutti nel segnalare iniziative, ricorrenze, appuntamenti di studio, indicazioni di carattere bibliografico per rendere il servizio del Notiziario veramente utile a tutti. 2. Attività del Consiglio C o m e b e n s a p e t e l’a t t i v it à del Consiglio di Presidenza si svolge prevalentemente nella individuazione delle tematiche da met tere a studio e nella preparazione delle nostre Settimane con un metodo ormai collaudato: dopo aver scelto il tema tra quelli Il Consiglio inoltre di volta in volta è chiamato anche a interrogarsi e ad esprimersi circa i rapporti e le collaborazioni con i vari Organismi ecclesiali, in particolare con la Consulta CEI per la Liturgia, con l’Ufficio Liturgico Nazionale e con i vari Centri di Studio. Lavoro che in genere, si svolge in un clima di serena collaborazione, mettendo in comune le rispettive competenze e, a volte, anche le preoccupazioni e le ansie per la ricerca che rischia di inaridirsi per la mancanza di nuove leve che intraprendano con rinnovata passione lo studio di questo settore vitale della teologia. Mi risparmio il lungo elenco di iniziative in cui siamo stati coinvolti come singoli soci e come APL a livello nazionale e regionale in collaborazione con gli enti suddetti. Mi limito soltanto a ricordarvi le quattro giornate di Studio, diventate ormai una istituzione, previste a S. Anselmo nei primi giorni di dicembre, nell’anniversario della Promulgazione di Sacrosanctum Concilium. Le giornate sono organizzate in collaborazione con il Pontificio Istituto Liturgico, con l’APL, il CAL, e il supporto del CLV e delle PDDM. Il 5 dicembre 2011 sul tema: “Nella liturgia terrena partecipiamo, pregustandola, a quella celeste”, con interventi dei Proff. RICARDO PÉREZ M ÀRQUEZ OSM, “Quale liturgia celebrata nella Gerusalemme celeste”; STEFANO PARENTI, “Il cielo sulla terra: la liturgia come concelebrazione nella tradizione bizantina; CRISPINO VALENZIANO, “La cupola nella “domus Ecclesiae”: in qua terrenis coelestia, humanis divina junguntur”. Il 6 dicembre 2012 sul tema: «Riformare e promuovere la liturgia» (SC, 1), con interventi dei Proff. LUIGI GIRARDI, “Gli ambiti della promozione della liturgia”; G OT TA R D O PA S Q U A L E T T I , “Riformare la liturgia per riformare la Chiesa”. Il 5 dicembre 2013, 50° di SC, sul tema: “Ut sana traditio XLIII (2014) n. 104 suggeriti dall’assemblea, viene chiesto a uno dei Consiglieri la stesura di una prima Ratio che nei successivi incontri di lavoro viene discussa fino a diventare, con il contributo di tutti, l’impianto della Settimana. Partendo dalla XXXVIII Settimana svoltasi a Paestum sull’Omelia, è stato fatto un bel percorso che ci ha portati l’anno successivo a Brescia presso il Centro di Spiritualità “Mater Divinae Gratiae” con il tema La Liturgia alla Prova del Sacro (29 ag. – 02 sett. 2011; a Rocca di Papa presso il Centro di Spiritualità “Mondo Migliore” nel 50° del Vaticano II, con il tema Il Concilio Vaticano II e la Liturgia: memoria e futuro (27 – 31 ag 2012; ad Alghero presso il Centro Diocesano di Pastorale “P. G. Frassati” con il tema La Mistagogia. Attualità di una antica risorsa; e in questi giorni a Bocca di Magra presso il Monastero di Santa Croce dei PP. Carmelitani con il tema che mi pare ci porti al cuore della partecipazione, attiva, devota e consapevole, Liturgia e Emozione (25 – 29 agosto 2014.) 7 Notiziario APL 8 retineatur et tamen via legitimae progressioni aperiatur” (SC, 23), con interventi dei Proff.: PIETRO AN GELO MU RONI, Ecclesia Orans, 30 anni al servizio della Scientia Liturgica; MARCO DI BENEDETTO, “Et impleatur visio et prophetes (Dan 9,24). Il Giubileo di SC: testimonianza e prospettiva di ricerca”; ENRICO MAZZA, La Costituzione SC e la Mediator Dei et hominum; ILDEBRANDO SCICOLONE, Paolo VI interprete della Sacrosanctum Concilium. Il 4 dicembre 2014, 51° anniversario di SC, sul tema: «Perché i fedeli imparino a offrire se stessi» (SC 48). Sono previsti sempre tre interventi dei Proff: F. MAGNANI, “La forma rituale dell’Eucaristia alla luce del Capitolo II di SC”. S.E.Rev.ma Mons. JOSÉ MANUEL GARCIA CORDEIRO, “Per ritus et preces. Sacramentalità della celebrazione eucaristica”. DON MATTEO RUS, “La messa normativa alla presenza del Papa nel gennaio 1968. L’esperienza di un testimone”. Non ha avuto un seguito e non sappiamo se lo avrà, ma mi pare importante ricordare in questa sede anche l’incontro, voluto dall’allora S e gret ario d e lla CEI M ons. Crociata nell’anno della Fede, per la prima volta in assoluto, di tutte le Associazioni teologiche attorno al tema: Educare alla fede alla luce del Concilio Vaticano II; l’incontro si tenne a Roma il 6 marzo 2013. Stando al parere di chi ha partecipato, l’incontro non aveva nulla di particolare e neanche si proponeva un obiettivo. Comunque è stato un momento importante per essere la prima volta che la CEI convocava i rappresentanti della teologia in Italia. 3 . C . A .T. I C o o r d i n a m e n t o Associazioni Teologiche Italiane Per i nuovi soci ricordo che il CATI, nato per varie cause convergenti, ma soprattutto per il forte impulso dell’APL, ha una duplice finalità: a) promuovere il dialogo, il confronto, l’informazione e la comunicazione tra le Associazioni teologiche; b) favorire le relazioni interdisciplinari nel campo della ricerca, della didattica e del servizio pastorale. Attualmente al C.A.T.I. aderiscono Associazione Teologica Italiana (ATI) Associazione Biblica Italiana (ABI) Associazione Professori di Liturgia (APL) Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale (ATISM) Associazione Mariologica Italiana (AMI) Società Italiana per la Ricerca Teologica (SIRT) Gruppo Italiano Docenti Diritto Canonico (GIDDC) Associazione Italiana dei Catecheti (AICa) Coordinamento delle Teologhe Italiane (CTI) Associazione Italiana per lo Studio della Storia della Chiesa (AIPSC) Agli incontri di lavoro partecipano i Presidenti e i delegati delle tra ricerca teologica e scienze è stato più immediato, grazie all’abbinamento della relazione dello scienziato nel rispettivo ambito – biologia, fisica e neuroscienza – seguita immediatamente da quella del teologo e il relativo dibattito. La riflessione maturata in questi quattro anni, avrà il suo momento conclusivo nel seminario di studio che si terrà a Roma dal 7 al 9 novembre sul tema: “Per la vita del mondo” (Gv 6, 48). Pensare t e olo gicament e verso l’exp o 2015, e a cui parteciperanno una cinquantina di esperti, designati dalle Associazioni teologiche. Per questo momento conclusivo della ricerca sul “pensare e fare teologia oggi in Italia” si è scelta un’area di “confine”, incentrata su tre ambiti o categorie ispirate al tema dell’Esposizione Universale, che avrà luogo a Milano dal 1° maggio al 31 ottobre 2015: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. L’evento di Milano 2015 si pone di fronte alla “sfida di assicurare a tutta l’umanità un’alimentazione buona, sana e sufficiente e sostenibile”. La prospettiva dell’Expo è quella di restare aperta “a un dialogo e una cooperazione tra le nazioni, organizzazioni e aziende per arrivare a strategie comuni per migliorare la qualità della vita e sostenere l’ambiente”. Il Coordinamento delle Associazioni Teologiche in Italia prende lo spunto da questa prospettiva “laica” del tema dell’Expo 2015, con aperture antropologiche ed etiche, per articolare la sua riflessione in XLIII (2014) n. 104 singole associazioni. Attualmente il Segretario è Piero CIARDELLA; il Coordinatore è Prof. Rinaldo FABRIS, dell’ABI. Nel percorso intrapreso fin dal Seminario di Roma: “Le scienze teologiche in Italia a cinquant’anni dal Concilio Vaticano II, storia, imp ostazioni meto dolo giche, prospettive (Roma 5-7 giugno 2009), il CATI nel quadriennio 2010 -2014 si è impegnato ad approfondire l’aspetto metodologico del “fare teologia un Italia”. Una prima fase del lavoro è sfociata nel Seminario di Roma: “Pensare teologicamente: contesti e modelli” (Roma 01– 02 giugno 2012) e nell’Incontro interdisciplinare di Pisa: “La questione della ‘causalità’ nella ricerca attuale: confronto tra scienze e teologia” (Pisa 14–15 novembre 2013). Nonostante l’apparente astrat tez za della ricerca che è partita dal tema della “complessità” nel sapere scientifico contemporaneo per arrivare ad una questione nodale del “principio di causalità” in teologia e nelle scienze, non si è perso di vista il punto di partenza della “questione metodologica” af frontata nel dialogo ad intra tra le varie discipline teologiche e nel dialogo ad extra con le altre forme del sapere scientifico attuale. Questo dialogo si è attuato a Roma nel Seminario del 2012, con il metodo della relazione-respondens e la presenza di due rappresentanti delle scienze: il prof. Umberto Curi e il prof. Italo De Sandre dell’Università di Pa d ova. N e ll’in c o nt ro interdisciplinare di Pisa il confronto 9 dialogo con le istanze planetarie che superano l’orizzonte puramente economico della produzione e consumo dei beni per assicurare la vita a tutti gli esseri umani. A questo scopo sono stati individuati quattro ambiti che gravitano attorno alle categorie: “energia”, “vita”, “creazione-pianeta”, “nutrire-cibo”, affidati per l’approfondimento alle rispettive Associazioni: – all’ATI il tema dell’energia; – all’ATISM il tema della vita; – all’ABI il tema del Pianeta/ creazione; – all’APL il tema del nutrire/cibo. Notiziario APL P.s. Il seminario di Novembre coincide con la scadenza delle cariche, per cui verrà nominato il nuovo coordinatore, e – a Dio piacendo – il nuovo segretario. Concludendo, avverto da parte del Segretario del CATI Prof. Piero Ciardella, che finalmente è stato attivato il nuovo sito del CATI all’indirizzo: www.teologiacati.it 10 4. Vita dei Soci A l c u n e d e l l e inizia t ive c h e interessano la vita dei nostri Soci, e gli eventi rilevanti del cammino della Riforma liturgica, puntualmente sono segnalati nel Sito dell’APL www.apl-italia.org, e in parte vengono anche riportati nel Notiziario, grazie sempre al contributo di amici che si rendono disponibili. A questo punto dovrei fare un lunghissimo elenco delle varie iniziative in campo liturgico che hanno visto come protagonisti tanti nostri soci, sia nel campo dell’architettura per le nuove Chiese e per l’adattamento, come della musica, della regia liturgica, della ritualità e della teologia liturgica. Se pensate soltanto alle numerose iniziative messe in campo nel 50° anniversario del Concilio, l’elenco non finirebbe più. Tralascio pertanto questo elenco che rischierebbe comunque di essere incompleto, e ricordo con piacere una nota che a suo tempo ci ha fatto immenso piacere. Essendo stati avvicendati e rinnovati i consultori dell’Ufficio delle Celebrazioni del Sommo Pontefice, sono stati chiamati a farne parte P. Silvano Maggiani, P. Corrado Maggioni, Mons. Angelo Lameri e Don Giuseppe Midili. Vi faccio quindi l’elenco dei nuovi soci che negli ultimi quattro anni sono entrati a far parte dell’APL. SABAINO DANIELE, Diocesano di Pavia, Dottore in Filologia musicale FAZIO P. NINO, Diocesano di Messina, Licenza in Catechetica, UPS. R I B E I RO S A N TA N A LU I Z FERNANDO, Diocesano di Rio de Janeiro, Dottore in Teologia. ZAPPON M ARIA GRA ZIA, di Chiampo (VI), Laurea in Lingue straniere e Licenza in teologia con specializzazione in Liturgia Pastorale presso l’ILP di Padova. P U S A N O G I OAC C H I N O, Diocesano di Caltagirone, Licenza in Teologia con specializzazione in Liturgia Pastorale presso l’ILP di Padova, iscritto al Dottorato. NASINI FRANCESCO, laico di Ascoli Piceno, Dottorato in Teologia con specializzazione in Liturgia Pastorale presso l’ILP di Padova. in Pedagogia, Psicologia e Master in Bioetica. La memoria dei nostri defunti, ne pereat: Don Giuseppe SOBRERO SDB 10.01.2014 Mons. Iginio ROGGER 12.02.2014 M o ns. Au gus t o B ERGA M I N I 19.04.2014 P. Primo Carlo BR AGA C.M. 16.08.2014 Don Adriano Dall’Asta 25.08.2014 R.I.P. 5. Attività editoriale La nostra Collana "Studi di Liturgia" contando anche i primi otto volumi editi dalle EDB (ormai esauriti) e i sette volumi editi dalla Marietti (reperibili solo presso l’Istituto di Liturgia Pastorale), conta ben 62 volumi, di cui 47 editi dalle Edizioni Liturgiche CLV di Roma. Come già sapete nell’ottobre 2012 finalmente ha visto la luce il Terzo Vol. del Manuale di Liturgia, Celebrare il mistero di Cristo. La celebrazione e i suoi linguaggi. Han visto la luce anche la Tesi di Dottorato di PIERANGELO CHIARAMELLO, Il Rinnovamento liturgico cuore del rinnovamento della Chiesa nei discorsi di Paolo VI (1963-1978); la Tesi di Dottorato di ELENA MASSIMI, Teologia classica e modernità in Cipriano Vagaggini. Percorso tra scritti editi XLIII (2014) n. 104 DA N N E K E R K L A U S P E T E R , Diocesano di Stuttgard, Dottore in Teologia a Treviri e Licenza in Liturgia a S. Anselmo, Roma. LAURICELLA NINOTTA LIBORIO, , Diocesano di Agrigento, Licenza in Liturgia a S. Anselmo, Roma. GA L LO M A R CO LO R E N ZO, Diocesano di Saluzzo, Dottore in Teologia a S. Anselmo, Roma. BARONTINI MARCO, Diocesano di Novara, Licenza in Liturgia Pastorale all’ILP di Padova. CRAVERO DOMENICO, Diocesano di Torino, Dottore in Filosofia, in Scienze politiche, Spec. In Psicologia e Sessuologia clinica. MAZZON ELENA, Laica di Padova, Licenzianda all’ILP di Padova. SCIALPI FRANCESCO, O. F. Min. Conv., Licenza in Liturgia Pastorale all’ILP di Padova. ROVERSI MARIA, Dorotea di Monte Cemmo, Brescia, Licenza in Liturgia Pastorale all’ILP di Padova. FERREIR A DE AR AUJO JOAO BENEDITO, O. F. Min. Conv., Licenza all’ILP di Padova. P E R N I G OT T I G I O R G I O, Diocesano di Chiavari, Dottore in Giurisprudenza e Scienze Politiche, Biennio di Spiritualità a Milano SCARABELLO ANDREA, Oblato Vicario di S. Ambrogio di RHO, licenziando all’ILP di Padova. LETO FR ANCESCA, Laica di Vicenza Laurea in Architettura, Dottoranda in Liturgia Pastorale all’ILP di Padova. LU P P O E M I L I O G I ACO M O. Diocesano di Crema, Licenziando in Liturgia Pastorale all’ILP di Padova. GIORGIO ALFONSO, Diocesano di Bari-Bitonto, Dottorato in Teologia e 11 Notiziario APL 12 e inediti (2013); la Tesi di Dottorato di PASQUALE ZECCHINI, «Vivere la liturgia». Il contributo di Mariano Magrassi al rinnovamento liturgico in Italia (2014) e l’ultimo a cura di L. GIRARDI, gli Atti di Alghero, La Mistagogia. Attualità di una antica risorsa (2014). A conclusione della relazione l’Assemblea ha approvato il bilancio del 2013 e quindi ha preso la parola il Presidente Don Luigi Girardi il quale si è soffermato su alcuni aspetti più salienti della suddetta relazione del Segretario e sul tipico lavoro di ricerca interdisciplinare che l’APL da anni persegue, così come è testimoniato dalla lunga serie di volumi che arricchiscono la Collana Studi di Liturgia. Al termine del suo intervento ha ufficialmente ringraziato il Segretario uscente, P. Filippo Resta O.S.B., dopo il suo trentennale servizio. L’assemblea in piedi ha lungamente applaudito il P. Filippo, il quale ha concluso dichiarando la sua consapevolezza di essersi sì prodigato per l’APL in questi lunghi anni, ma che se ne esce veramente più ricco e quindi con la più viva gratitudine nei confronti dell’APL. Dopo un congruo intervallo c’è stata l’Assemblea elettiva, presieduta dal Consigliere più anziano, Sr. Cristina Cruciani, assistita dal Segretario p. Filippo Resta. Sr. Cristina come primo atto ha presentato come candidato alla segreteria da parte del Consiglio uscente, il P. Matteo Ferrari O.S.B. Cam. che ha accettato ed è stato acclamato dall’Assemblea. Nominati i due scrutatori (Don Matteo Ferrari e Marzio Serbo) si è passati alla elezione di 6 (sei) Consiglieri. Sono risultati eletti: Luigi Girardi, Paolo Tomatis, Sr. Elena Massimi, Andrea Grillo, Giorgio Bonaccorso, Pierangelo Chiaramello. Ultimo atto, l’elezione del Presidente tra questi sei. Risulta eletto, Don Luigi Girardi. Ecco quindi il nuovo Direttivo APL 2014: Presidente Luigi GIRARDI Segretario Matteo Ferrari O.S.B. Cam. Consiglieri Paolo Tomatis Sr. Elena Massimi Andrea Grillo Giorgio BONACCORSO Pierangelo CHIARAMELLO Una pace senza canto e senza gesto? I problemi di una circolare poco opportuna e male argomentata Un recente documento della Congregazione per il Culto Divino e per la Disciplina dei Sacramenti – L’espressione rituale del dono della pace nella messa, “Lettera circolare” datata 8 giugno 2014 – affronta la questione della collocazione, del senso e dell’adeguata celebrazione del “rito della pace”, incluso nei riti di comunione della celebrazione eucaristica. Vorrei presentare il contenuto del breve documento – di soli 8 paragrafi – per sollevare poi alcune questioni, che riguardano l a o p p o r t u ni t à e l a f o r m a argomentativa del documento. 1. Le istanze del Sinodo dei Vescovi e la risposta della Congregazione Dopo aver sommariamente presentato il senso teologico del “rito della pace” all’interno della celebrazione eucaristica (1-2), il documento chiarisce di intervenire su una questione che era sorta dal Sinodo sull’Eucaristia e di cui l’esortazione postsinodale Sacramentum Caritatis parlava a l n . 4 9, d e l e g a n d o a l l a Congregazione competente di af frontare la questione successivamente, sia per quanto riguarda la collocazione del gesto nella sequenza dei riti eucaristici, sia per quanto riguarda le sue modalità, invitando comunque a recuperare una certa sobrietà. E’ da notare che questa indicazione deriva proprio dalla urgenza di una adeguata testimonianza della pace, in un mondo carico di conflitti e di discordie (3-4). Dopo la consultazione delle Conferenze Episcopali la Congregazione stabilisce che il rito della pace rimanga nella collocazione classica per il rito romano, ossia all’interno dei riti di comunione, tra il Padre Nostro e la frazione del pane (5). Dopo aver ribadito l’importanza della testimonianza della pace, il documento offre una serie di “suggerimenti pratici”: a) il rito della pace “possiede già il suo significato di preghiera e di offerta della pace nel contesto dell’Eucaristia”. Quindi può anche essere omesso! b) In base a ciò è possibile prevedere che al posto di “gesti familiari o profani di saluto” si prevedano a l t re m o d a lit à; c) ve n g o n o esplicitamente indicati come “abusi”: l’ introduzione di un ‘canto per la pace’, lo spostamento dei fedeli dai loro posti, l’allontanamento del presbitero dal presbiterio, la sovrapposizione tra scambio della pace e auguri, congratulazioni, condoglianze...d) Si invita a preparare opportune catechesi XLIII (2014) n. 104 13 Notiziario APL sul significato e sulle modalità del rito liturgico (6). Il documento si conclude con un auspicio: che una maggiore chiarezza sul piano liturgico possa contribuire ad una più efficace testimonianza sul piano della testimonianza esistenziale, tra gli operatori di pace (7): la pace del Risorto è annunciata e realizzata nella celebrazione “anche attraverso un gesto umano elevato all’ambito del sacro” (8) 14 2. Il “rito della pace” in quanto tale: una argomentazione confusa e contraddittoria La prima impressione che si ha, leggendo il testo di questo documento, è quella del disagio e della sproporzione. Il rito della pace è, infatti, frutto del recupero di una prassi celebrativa che la grande tradizione medioevale e moderna aveva quasi totalmente emarginato o perduto. Nella tradizione che precedeva il Concilio Vaticano II era presente soltanto nella Messa Solenne e con una limitazione sostanziale ai chierici. Veniamo, dunque, da secoli nei quali il “rito della pace” o non era presente o era ridotto ad un gesto brevissimo, anche se significativo. Da meno di 50 anni lo abbiamo recuperato ed è sorprendente che le resistenze siano, anzitutto, contro la sua “eccessiva visibilità e durata”. E’ vero, accade, talvolta, che il “rito della pace” esca dagli argini, coinvolga la reciprocità dell’intera assemblea, con movimenti e migrazioni e spostamenti e saluti... ma questo è solo negativo? Per chi, mai, il modello del rito eucaristico d eve essere una assembl e a assolutamente immobile? Quale ufficio burocratico può avere questo come un ideale? Dunque, se è ragionevole pensare che ordinariamente il “segno di pace” possa riguardare lo scambio con chi mi sta vicino, non c'è alcun bisogno di definire "abuso” una pratica diversa, più ampia e più articolata. Avrei preferito che si dessero linee interpretative organiche, piuttosto che elenchi di abusi. Questa logica, vecchia e superata, di favorire gli “usi” con elenchi di abusi deve essere segnalata come poco efficace e poco lungimirante. E’ una strategia di retroguardia. Vorrei inoltre segnalare un grave problema di “ordine logico” del documento. Forse la sua stesura è frutto di troppi compromessi, ma è certo che la versione finale doveva tener conto che una lingua ha bisogno di una grammatica e di una sintassi attendibile. Il testo della circolare presenta diversi “refusi” che si concentrano, in particolare, al p a ra gra f o 6. L o rip o r t o integralmente per farne l’analisi: “Va definitivamente chiarito che il rito della pace possiede già il suo profondo significato di preghiera e offerta della pace nel contesto dell’Eucaristia. Uno scambio della pace correttamente compiuto tra i partecipanti alla Messa arricchisce di significato e conferisce significatività al rito stesso. Pertanto, è del tutto legittimo asserire che non si tratta di invitare “meccanicamente” a scambiarsi il Questo testo avrebbe avuto bisogno di una buona risistemazione, prima di essere pubblicato. Così com’è appare di difficile comprensione, se non si vuole cadere in continue contraddizioni. In esso si afferma che: - il rito della pace ha già senso per il contesto in cui è collocato; - il rito della pace prende senso dal modo con cui è compiuto (e non dal contesto) - lo scambio della pace non può essere ridotto ad un atto meccanico - lo scambio della pace deve essere compiuto solo quando può assumere significato, e quindi può o addirittura deve essere omesso perché non è necessario! Appare francamente paradossale che si scriva una intera circolare per ricordare che il rito, che comporta problemi, può essere facilmente celebrato omettendone la parte più delicata, ossia lo scambio della pace. Di fatto, se seguissimo punto per punto questo paragrafo faticoso e contraddittorio, rischieremmo di arrivare ad un esito paradossale: ossia allo svuotamento del “rito della pace”, ritornando al regime preconciliare, ovviamente solo “pro opportunitate”! 3. Pace, rito e canto: una difficoltà a stare nella logica della Riforma Liturgica Una seconda difficoltà, ancora maggiore, si deve rilevare quando il documento presenta l’elenco degli “abusi”, in cima ai quali brilla il divieto di introdurre “un canto per la pace, inesistente nel Rito romano” (6). Qui si deve sostare e meditare. Che cosa significa l’espressione “inesistente nel Rito romano”? La cosa sembra a tutta prima abbastanza chiara. Non esiste tradizione canora riferita al rito della pace. Bene. Questo è certo. Ma domandiamoci: esisteva davvero, nella Chiesa medioevale o nella Chiesa moderna un rito della pace che potesse suscitare una tradizione di canto? Anche in questo caso, purtroppo, dobbiamo rispondere: no. Ed è questo il punto più delicato. Se la storia millenaria della pax Domini, come attestano Jungmann, Raffa e tanti altri studiosi, aveva perso ogni evidenza rituale per l’assemblea, come è possibile invocare la “inesistenza della tradizione” per impedire che oggi, di fronte ad un rito che ha acquisito una sua nuova consistenza e potenza, possa sorgere una tradizione di canto? Perché mai dovremmo far dipendere la tradizione futura da una “tradizione non sana”? E se la tradizione non era più sana, nel “legittimo progresso”, dovuto proprio alla sua qualità decaduta, non dovrebbe essere compresa anche la esperienza di un rito della pace non solo agito, ma sentito, cantato e vissuto? Perché mai XLIII (2014) n. 104 segno della pace. Se si prevede che esso non si svolgerà adeguatamente a motivo delle concrete circostanze o si ritiene pedagogicamente sensato non realizzarlo in determinate occasioni, si può omettere e talora deve essere omesso” (6, a) 15 “cantare la pace” dovrebbe essere qualificato, senza mezzi termini, come un “abuso”? Non è forse, proprio questo, il peggior abuso? Non è restare chiusi, in modo autoreferenziale, nelle pratiche già conosciute, senza lasciare allo Spirito di poter soffiare con libertà, attraverso le nuove forme di esperienza e di espressione ecclesiale? Notiziario APL Oltretutto a me pare che una “tradizione di canto della pace” sia ben presente nella grande tradizione dell’Agnus Dei. “Dona nobis pacem” è una espressione che si è arricchita di mille melodie e mille armonie diverse. Perché mai non dovrebbe accadere la stessa cosa anche per la “Pax Domini”? 16 4. Il rapporto tra “rito della pace” e “vita di pace”: una correlazione del tutto estrinseca Una terza difficoltà, iniziale e finale, deriva dal rapporto ambiguo che nel documento si istituisce tra “pace esistenziale” e “pace rituale”. L’insistenza con cui il documento parla della esigenza di una più adeguata “formazione alla pace” della intera compagine ecclesiale appare singolarmente in tensione con questa “minimizzazione” del rito della pace. Sembra quasi che una vera “catechesi di pace” possa essere assicurata solo da una marginalizzazione, da una contrazione, fino ad una parziale omissione, del rito della pace. Questo è forse uno degli aspetti più paradossali di questo strano documento. Che si preoccupa solo di limitare il rito della pace, indicando come abusi tutte le forme di “esplicitazione simbolica” e di “correlazione alla vita” del rito stesso, salvo poi pretendere che proprio questa contrazione e rimozione del rito di pace possa assicurare a tutta la Chiesa una testimonianza luminosa nel costruire la pace nel mondo. Non vi è dubbio che i riti introducano una certa stilizzazione nella esperienza quotidiana. Scambiarsi la pace, nell’assemblea eucaristica, è espressione di un dono ricevuto, di una ulteriorità gratuita, che poi il banchetto eucaristico sigilla. Ma la pretesa che la celebrazione eucaristica si immunizzi dai gesti di pace ordinari, non acceda alle simboliche corporee, canore, spaziali e personali del “vissuto di pace” appare il segno, preoccupante, di una grave incomprensione della tradizione. Tanto di quella umana quanto di quella liturgica. Il che appare sorprendente quando viene proprio da una Congregazione romana. 5. Conclusione Questa lettera circolare si inserisce in una catena di documenti che sollevano da anni troppe perplessità. Si è cominciato, nel 2001, con Liturgiam Authenticam; si è continuato, nel 2004, con Redemptionis Sacramentum e oggi si arriva, quasi in tono minore, a questa infelice circolare. E’ molto difficile sostenere che per “raggiungere un serio impegno dei laici per la pace” occorra ridurre ogni impatto simbolico e rituale del gesto di pace. Una cosa è evitare la confusione, altra cosa è trasformare una messa con il popolo in una messa privata, cosa che talvolta sembra sottesa alla circolare. Si tratta di un intervento sostanzialmente clericale e che rischia di irrigidire la celebrazione a d u n a m o d a lit à f re d d a e autoreferenziale. Se anche ci sono problemi, nell’attuale celebrazione del “rito della pace”, ciò non di meno il rimedio qui suggerito appare, francamente, peggiore del male. XLIII (2014) n. 104 Mathias Augé 17 18 Notiziario APL 19 XLIII (2014) n. 104 Segreteria Monastero di Camaldoli - 52014 Camaldoli AR APL Informazioni - Trimestrale EDITORE: Associazione Professori di Liturgia Via G. Ferrari, 2/A – 35123 PADOVA PD DIRETTORE RESPONSABILE: Bruno Cescon ISCRIZIONE AL TRIBUNALE Civile di Padova N° 761/14 in data 14/03/2014 TIPOGRAFIA: Litocenter s.r.l. – Via Guido Rossa, 17 35016 PIAZZOLA SUL BRENTA PD w w w. a p l - i t a l i a . o r g telefono 0575 556013 fax 0575 556001 mailinfo@apl-italia.org
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