Abstracts PETER KRUSCHWITZ (Reading) What future for Latin linguistics in British Academia CLAUDIA TARDELLI TERRY (Cambridge) Learned vernacular and linguistic inventions in Dante’s commentaries: sternulegio A new word for a new language Dante‟s early commentators faced the problem of adapting their prose to the complexity of the Commedia. As a consequence, a new technical language had to be implemented since the large majority of literary criticism produced thus far was in Latin. In this paper, a case-study rapresentative of this new necessity, the neologism „sternulegio‟, which defines one of the fourteen subdivisions of divination in Francesco da Buti‟s gloss on Inferno 20, will be examined. This word, which has not been classified in any historical dictionary of the Italian vernaculars to date, defines the practice of divination through sneezing. In the paper, the aetiology of the word will be retraced and described. Furthermore, the source of Buti‟s taxonomy of practices of divination, previously defined by Robert Hollander as «stranger than most», will be identified. Il problema di rispondere in maniera adeguata all‟originalità e alla complessità del testo dantesco è ben noto ai primi commentatori in volgare della Commedia, i quali non dispongono neppure di un linguaggio tecnico appropriato, dacché l‟ermeneutica prodotta prima di Dante è, per la quasi totalità, in latino. Nell‟intervento, la questione sarà esemplificata attraverso l‟esame della voce „sternulegio‟, che definisce una delle quattordici specie di divinazione elencate da Francesco da Buti nella chiosa a Inferno 20. Il neologismo, che finora non è stato catalogato in nessun dizionario storico dei dialetti italiani, descriverebbe la pratica divinatoria attuata tramite l‟esame degli starnuti. Si cercherà di ricostruire l‟eziologia di questa strana parola e, infine, si identificherà la fonte della tassonomia butiana, già definita da Robert Hollander «stranger than most». EUGENIO REFINI (Villa I Tatti) Reshaping Aristotle: Translators (and readers) in Italy c. 1250-1500 This paper aims to explore the interaction of vernacular translators and their readers in late medieval Italy. By focusing on a broad notion of 'translation', which includes commentaries, compendia, and other kinds of interpretations and rewritings, my paper will address the multifaceted ways in which classical works - and in particular the works of Aristotle - were read, received, and reshaped to make them fit in with new cultural contexts. I will discuss the dynamics that led to the development of vernacular reading publics interested in the classical tradition and, more specifically, in the cultural values embodied by Aristotle's moral philosophy. Questa comunicazione intende discutere il rapporto fra volgarizzatori e lettori nel tardo medioevo italiano. Partendo da una nozione ampia di 'traduzione', che comprende commenti, compendi ed altri tipi di interpretazione e riscrittura, il mio contributo indagherà i vari modi attraverso i quali le opere della classicità - ed in particolare i testi del corpus aristotelico - venivano letti, capiti e rimodellati in modo tale da rispondere alle esigenze dei nuovi contesti culturali a cui le 'traduzioni' si rivolgevano. Nello specifico, discuterò dello sviluppo di un nuovo pubblico di lettori 'volgari' interessati alla tradizione classica e, più in particolare, ai valori culturali incarnati da opere di Aristotele quali l'Etica Nicomachea e la Retorica. LUNA CACCHIOLI – ALESSANDRA TIBURZI (Rome) Epigrafi in volgare fra IX e XVI secolo in Italia centro-settentrionale L'intervento presenterà i risultati di una ricerca volta a costruire un corpus di epigrafi in lingua volgare dell‟Italia centrale e settentrionale, relative al periodo che va dal IX secolo agli inizi del XV secolo, momento cruciale nel passaggio dal tradizionale codice linguistico scritto latino a quello volgare. Attraverso la presentazione di alcune testimonianze raccolte si proveranno ad affrontare alcune delle problematiche linguistiche e formali che l‟epigrafia medievale presenta nella delicata fase dell‟affermazione di una nuova coscienza linguistica, quella volgare che si sovrappone tuttavia ad un rigido e prestigioso modello latino. Una storia dell‟epigrafia medievale in volgare non può prescindere dallo studio linguistico, in quanto luogo specifico di mediazioni grafico-culturali che furono il fondamento della scritturazione del volgare italiano e delle strategie della sua attuazione in un contesto culturale in cui, come è noto, la lingua di scrittura era il latino. Our paper will presents the results of a research aimed at the construction of a corpus of vernacular inscriptions preserved in Northern and Central Italy and datable from the IXth to the XVth centuries during a crucial time when Latin ceased to be the only language elected for writing giving way also to the vernaculars. Through the study of some of the documents collected we shall try and discuss issues relating to language and formal presentation of writing which concern Medieval epigraphy in this delicate passage to a new linguistic awareness. A history of vernacular inscriptions must take into account the study of the language(s) which constitute an important synthesis of the cultural mediations which sit at the core of the writing of the vernaculars in Italy and of the strategies which made it possible. ILARIA IACONA – MICHELA CECCONI (Rome) Lettere di donne da un archivio romano del primo Cinquecento: lingua e scritture Le lettere indirizzate a Francesco Orsini d'Aragona, abate di Farfa, dalle donne della sua famiglia offrono uno spaccato 'parlante' su lingua, società e scrittura del primo Cinquecento in area romana. Analizzare la norma d'uso che emerge da questi testi permetterà di riflettere sull'evoluzione dell'italiano in un periodo fondamentale per la definizione dello standard scritto. Nelle lettere delle donne Orsini, redatte nel decennio 1530-40, la tensione tra norma scritta e spinta del parlato riflette la dinamicità di una fase linguisticamente importante per l'area romana, dove è in atto la progressiva toscanizzazione del romanesco. L'analisi paleografica delle lettere mostrerà se vi è rapporto tra status sociale e alfabetizzazione femminile e fra norma grafica e norma linguistica. La ricerca si basa sulle lettere che contengono un post scriptum autografo, cosa che permette di stabilire se si tratta di lettere autografe o scritte da un delegato. The letters addressed to Francesco Orsini d'Aragona, the abbot of Farfa by the women of his family offer a 'talking' insight on language, society and writing in the Rome area. The analysis of the use of language in these texts will allow us to acquire new elements regarding the evolution of the Italian language at a key stage for the definition of the written standard. In these letters, written between 1530 and 1540, the strain between written rule and spoken language reflects the dynamism of a linguistic situation in the Roman area, where the toscanization of the Roman dialect was taking place. The handwritings of the Orsini women will show if there are any relationships between social status, writing skills and language: The research focuses on letters which contain an autograph postscript and can therefore be classified either as autographs or as the work of a delegate. PAOLA CORI (Birmingham) Reflections on orality and literacy in Leopardi My paper explores Leopardi‟s reflection on orality and literacy not only as a multifaceted theme shaping his analysis of language, culture and society, but also as a structuring force for his writing. His conviction that „the history of every language is the history of those who spoke or speak it, and the history of languages is the history of the human mind‟ (Zib. 2591) translates into an active attempt to address the problem of the origin of language and its etymological roots as a means to pinpoint the stages of the evolution of human thought. Here, the oral and the written world become two polarities of tension between vitality and uniformity, growth and decadence, in which the history of language appears intertwined with the history of mankind. But his constant reflections on voice, pronunciation and singing, rather than manifesting themselves as tools for a solid archaeological reconstruction of the origins and mutations of language, reveal instead the uncanny role of chance and unpredictability, and Leopardi‟s reconstruction of the history of civilization is therefore deeply permeated by a sense of irreversibility and loss. In his writing, any attempts to recreate an ancient system of values and an oral poetic form can only occur as a „momentary leap‟ outside the constrictions of the written word, and the interplay between gain and loss at the root of his reflection shapes his linguistics through forms of thought which mirror the scientific and religious anxieties of modernity. Il mio intervento esplora la riflessione di Leopardi su oralità e scrittura non solo come un tema poliedrico che informa la sua analisi su lingua, cultura e società, ma anche come una forza strutturante le sue manifestazioni creative. La convinzione che „la storia di ciascuna lingua è la storia di quelli che la parlarono o la parlano, e la storia delle lingue è la storia della mente umana‟ (Zib. 2591) si traduce in un attivo tentativo di affrontate il problema sull‟origine del linguaggio e le sue radici etimologiche come un veicolo per scandagliare le tappe evolutive del pensiero umano. Qui, la dimensione orale e quella scritturale divengono polarità di tensione tra vitalità e uniformità, crescita e decadenza, in cui la storia della lingua si mostra intrecciata alla storia dell‟Uomo. Ma le costanti riflessioni su voce, pronuncia e canto, invece di proporsi come strumenti di solida ricostruzione archeologica delle origini e mutazioni della lingua, rivelano l‟inquietante ruolo del caso e dell‟imprevedibilità, e la ricostruzione leopardiana della storia della civiltà si permea di un senso di irreversibilità e perdita. Nella scrittura, ogni tentativo di ricreare un antico sistema di valori e una forma poetica orale può solo accadere come „salto momentaneo‟ che fuoriesce dalle costrizioni della parola scritta, e l‟interazione tra acquisizione e perdita alle radici della sua riflessione plasma la linguistica stessa su forme di pensiero che riflettono le ansietà scientifiche e religiose della modernità. VALENTINA CALISTA (Reading) Turoldo traduttore dei Salmi: linguaggio poetico e discorso biblico Questo intervento si concentrerà sul Salmo 29 (28) nella traduzione poetica di Davide Maria Turoldo (Turoldo D. M, Ravasi G., «Lungo i fiumi …». I salmi. Traduzione poetica e commento, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo, 1987). Evidenzierò le principali caratteristiche stilistiche della traduzione turoldiana attraverso la comparazione con le edizioni italiane della Bibbia CEI (editio princeps, 1971) e di Gianfranco Ravasi estratta da Il libro dei Salmi. Commento e attualizzazione, vol. I (1-50), EDB, Bologna (1981) e con quella latina del Liber Psalmorum (1969) della Nova Vulgata Bibliorum Sacrorum Editio (1979). Attraverso la comparazione di questi testi analizzerò anche come questa traduzione sia connessa ad alcuni dei più importanti temi biblici di Turoldo, sviluppati nella sua poesia religiosa. This paper will focus on Salmo 29 (28) in the poetic translation of David Maria Turoldo (Turoldo D. M, Ravasi G., «Lungo i fiumi …». I salmi. Traduzione poetica e commento, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo, 1987). I will highlight the main stylistic features of Turoldo‟s translation through a comparison between the Italian version of Bibbia CEI (editio princeps, 1971) and that of Gianfranco Ravasi from Il libro dei Salmi. Commento e attualizzazione, vol. I (1-50), EDB, Bologna (1981) and the Latin version of Liber Psalmorum (1969) of Nova Vulgata Editio Bibliorum Sacrorum (1979). Through the comparison of these texts, I will also discuss how this translation is connected to some of Turoldo‟s most significant biblical themes, which are developed in his religious poetry. MILA MILANI (Reading) The Role of Poetry Translation in the Italian Publishing Field (1950s-1970s) This paper investigates the publishing strategies of poetry translation in Italy, from the Fifties to the Seventies, when the interest of Italian publishers in contemporary foreign poetry increased significantly. In order to offer an innovative perspective on the relationship between publishing, poetry and translation, and to reconstruct the meta-discourses related to the publication of translations of foreign poetry, the paper adopts a sociological approach. Drawing on Pierre Bourdieu‟s theoretical framework, it analyses the still unpublished correspondence held in the archives of three key Italian publishing houses: Scheiwiller, Einaudi and Mondadori, as representatives, respectively, of small, medium and large scale publishers. In this context, translation proves to be a way to modify power relations within the publishing field of poetry and to reshape, transnationally, publishers‟ identity as intellectuals, by fostering cultural projects of political engagement. Il contributo indaga le strategie e le pratiche della pubblicazione di poesia straniera contemporanea dagli anni Cinquanta agli anni Settanta, periodo in cui in Italia si assiste ad un aumento significativo dell‟interesse editoriale per la traduzione poetica. Allo scopo di offrire una visione innovativa delle relazioni esistenti tra editoria, poesia e traduzione, si adotta una metodologia composita per ricostruire i discorsi meta-editoriali sottesi alla pubblicazione di poesia straniera. Nello specifico, muovendo dal quadro teorico suggerito da Pierre Bourdieu, viene analizzata l‟inedita corrispondenza editoriale conservata negli archivi di tre editori italiani: Scheiwiller, Einaudi e Mondadori, rappresentanti, rispettivamente, della piccola, media e grande editoria impegnata in ambito poetico. In un momento di ridefinizione sia del settore editoriale sia della poesia italiana, il ricorso alla traduzione si rivela per gli editori una strategia per accumulare capitale simbolico, in grado di modificare le relazioni di forza in seno al campo editoriale e ridefinire la loro stessa identità intellettuale. JACOB BLAKESLEY (Durham) Reading ‘distantly’ modern European poet-translators Despite the flourishing of translation studies as a discipline, there has been little work in comparative assessments of modern European poet-translators. I propose that what has been missing in the critical conversation about poetic translation has been the quantitative aspect. Thanks to an approach based on Franco Moretti‟s „distant reading,‟ we can chart the influence of specific literatures and poetries on other national literatures and poetries. In short, a statistical analysis of modern European poet-translators enriches our understanding of the literary currents and translation trends within and among national European literatures. My contribution points to some of the contrasts in the practice of translation among European poets: most specifically, 20th century Italian, French, Spanish, and UK poets. In particular, I provide the results from statistical research on about 150 poets from each of these four traditions. Nonostante l‟aumento degli studi letterari dedicati alla traduttologia, pochi studiosi hanno esaminato i poeti-traduttori europei da una prospettiva comparativa. A mio giudizio, alla discussione critica sulla traduzione poetica manca spesso una considerazione mirata dell‟aspetto quantitativo. Grazie all'approccio di Franco Moretti, basato sulla letteratura „vista da lontano,‟ possiamo descrivere l‟influenza di determinate tradizioni letterarie e poetiche su altre tradizioni letterarie e poetiche nazionali. Insomma, un‟analisi statistica di poeti-traduttori europei moderni arricchisce la nostra comprensione delle correnti letterarie e delle tendenze traduttive all'interno delle e fra le letterature nazionali europee. Il mio contributo indica alcuni dei contrasti nell‟esercizio della traduzione fra i poeti europei: più specificamente, fra quelli britannici, francesi, italiani, e spagnoli. In particolare, offro i risultati dalla mia ricerca statistica su 150 poeti da ognuna di queste quattro tradizioni. CARLA MEREU KEATING (Reading) Re-voicing the Other: Translating Foreign Language Films in Western Europe The paper aims at shedding light on the economic, political and cultural reasons for the decision to dub or subtitle foreign language films in Western European nations during the 1930s. I will highlight the linguistic relevance and the cultural impact of several state regulations concerning cinema activities and language use in films by taking into account film trade agreements between European governments and the United States, language protectionism as well as literacy rates. Specific reference will be made to the Italian case through the analysis of archival findings (from the Ministero degli Affari Esteri, and the Ministero per i Beni e le Attività Culturali) and press cuttings which document a nationalistic discourse on the “spirit” of the Italian language. A few tentative lines of comparison with the German and the French cases will be considered, moving from studies which have dealt with the distribution and the reception of US sound films in Europe. Il mio intervento vuole mettere in luce le ragioni di ordine economico, politico e culturale che durante gli anni '30 del secolo scorso hanno portato in Europa alla scelta tra il doppiaggio e il sottotitolaggio dei film parlati in lingua straniera. La rilevanza linguistica e l‟impatto culturale delle decisioni governative prese in ambito cinematografico durante questi anni sarà discussa in relazione agli accordi commerciali di distribuzione cinematografica esistenti tra alcuni stati europei e gli Stati Uniti, alle politiche di protezionismo linguistico e allo stato di alfabetizzazione della popolazione. Si farà riferimento specifico al caso dell‟Italia attraverso l‟analisi di materiale d‟archivio (Ministero degli Affari Esteri, Ministero per i Beni e le Attività Culturali) e di articoli sulla stampa specializzata che evidenziano un discorso di stampo nazionalista a difesa dello “spirito” della lingua italiana. Un primo approccio comparativo con altre nazioni europee quali Germania e Francia si baserà in larga parte su studi di storia del cinema che si sono occupati della distribuzione e della ricezione del cinema sonoro statunitense in Europa. NAOMI WELLS (Warwick) Patterns of Linguistic and Cultural Translation in Migrant Communities The complex histories of migration both into and out of Italy offer unique insight into the strategies of linguistic and cultural translation adopted by migrant communities. Within the project Transnationalizing Modern Languages: Mobility, Identity and Translation in Modern Italian Culture, my own research will develop a comparative understanding of patterns of mobility and translation in relation to Italy and Spain, focusing specifically on the language use of contemporary migrant communities. The primary focus will be on the various forms of textual representation produced within the cultural associations formed by migrant communities. I aim to consider if and how such materials may demonstrate strategies of linguistic and cultural translation which resist, challenge or enter into dialogue with dominant representations or ideologies of language. This paper will offer some initial thoughts on potential methodological approaches and how such strategies have the potential to shape and transform linguistic and cultural representations of Italy itself. La storia complessa dell‟emigrazione e dell‟immigrazione italiana presenta un‟opportunità unica per capire le strategie di traduzione linguistica e culturale adottate dalle comunità migranti. All‟interno del progetto Transnationalizing Modern Languages: Mobility, Identity and Translation in Modern Italian Culture, la mia ricerca intende sviluppare una conoscenza comparata di forme di mobilità e traduzione con particolare riguardo all‟Italia e alla Spagna, concentrandosi sull‟uso della lingua da parte delle comunità migranti contemporanee. La ricerca si concentra sulle varie forme di rappresentazioni testuali prodotte da parte delle associazioni culturali di vari gruppi migranti. Si prenderà in considerazione se e come tali materiali mostrino strategie di traduzione linguistica e culturale che mostrano di opporre resistenza o mettono in discussione le rappresentazioni o le ideologie delle lingue dominanti. Il mio intervento si propone di fornire alcune idee preliminari sui possibili approcci metodologici e su come queste strategie di traduzione possano formare e trasformare le rappresentazioni linguistiche e culturali legate all‟Italia. KOMBOLA RAMADHANI MUSSA (Reading) Orality and Written Culture in Migrant Literature Taking from a theoretical viewpoint the idea of a continuum between orality and literature as its starting point, this paper discusses the nature and significance of „orality‟ in the writings of Italian migrant writers. Specifically it investigates the different forms that orality takes, and explores the relationship between orality and literature, by analysing the work of the storyteller of Iraqi origin Yousif Jaralla who among migrant writers occupies a very unusual position. In his work one can find connections with the art of storytelling and with the so-called “teatro di narrazione”, which have not been sufficiently explored. In particular this paper focuses on Jaralla‟s self-conception as a storyteller who delivers oral narratives and on the style which he employs in order to give a musical rhythm to his tales. By revealing the literary sophistication of Jaralla‟s work, the analysis offered in this paper also aims to challenge the perception of orality as an inferior and unsophisticated form of storytelling. Il presente intervento mira a indagare l‟importanza dell‟oralità e il rapporto tra oralità e scrittura nelle opere riconducibili alla letteratura italiana della migrazione, attraverso un modello di analisi basato sulla nozione di continuum. L‟analisi sarà focalizzata principalmente su alcuni racconti del narratore di origine irachena Yousif Jaralla, che tra gli scrittori migranti italiani sembra occupare una posizione alquanto inusuale. Il suo lavoro presenta, infatti, numerosi e inesplorati punti di contatto con l‟arte della narrazione e specificamente con il cosiddetto “teatro di narrazione”. In particolare ci si concentrerà sul profilo di Jaralla narratore e autore di performance orali, sugli elementi stilistici e l„attenzione al ritmo che caratterizzano i suoi testi. Rilevando la ricercatezza della narrativa dell‟autore iracheno si punterà, inoltre, a dimostrare come l‟oralità non sia da ritenersi una forma inferiore e meno elaborata di narrazione. ANGELA FRATI (Accademia della Crusca) I corpora di italiano trasmesso della Crusca e una voce d'autore L‟intervento si aprirà con una breve presentazione dei due corpora di italiano trasmesso che l‟Accademia della Crusca ha allestito negli ultimi anni: il Lessico dell’italiano radiofonico (LIR) e il Lessico dell’italiano televisivo (LIT). In particolare si soffermerà sulle funzioni di ricerca delle banche dati, sulla attuale implementazione dei corpora, e sulla recente integrazione di LIR e LIT in un metamotore consultabile sul sito del progetto VIVIT – VIVI ITALIANO, un archivio digitale integrato di materiali didattici, testi e documentazioni iconografiche e multimediali per la conoscenza del patrimonio linguistico e storico‐ culturale italiano all‟estero, con particolare riguardo e destinazione a italiani all‟estero di seconda e terza generazione. All‟interno di questo quadro, saranno presentati anche alcuni esempi tratti da una ricerca personale sulle interviste radiotelevisive di Aldo Palazzeschi. The paper will discuss and present the two corpora of spoken (or, rather broadcast) Italian collected by the Accademia della Crusca in the past years: the Lessico dell’italiano radiofonico (LIR) and the Lessico dell’italiano televisivo (LIT). In particular, I shall concentrate on the database, the current implementation of the corpora and on the recent integration between LIR and LIT in a meta-engine which can be consulted on the website of the project VIVIT – VIVI ITALIANO. It consitutes a digital archive integrated with teaching materials, texts, images as well as multimedia intended for the preservation of Italian linguistic and cultural heritage, and addressed in particular to 2 nd and 3rd generation Italians abroad. Within this context I shall discuss some examples of 'broadcast Italian' taken from my research on the interviews of Aldo Palazzeschi. Biographical profiles of the organizers Prof. Nadia Cannata (D.Phil, Oxon) nadia.cannata@uniroma1.it Nadia Cannata has been Post-Doctoral Fellow and Leverhulme Trust Fund Scholar of the British Academy; and a Fellow at the Harvard University Center for Italian Renaissance Studies at Villa I Tatti . She taught at Oxford University and at the Department of Italian Studies at the University of Reading, and is currently at the Dipartimento di Studi Americani, Europei e Interculturali at “La Sapienza”. Her research interests span from the history of the printed book in Italy during the early Renaissance and its bearing on the history of Italian literature and language in the same period, to matters regarding the critical edition and textual analysis of vernacular and neo-latin poetry; textual bibliography; the relationship between literature and fine arts during the early Renaissance; linguistic theory up to the Cinquecento; the relationship between orality and literary language from the Middle Ages to the present day. Prof. Franco D'Intino (Ph.D. Rome) franco.dintino@uniroma1.it Franco D‟Intino has taught at the universities of Amsterdam, Birmingham, and Perugia and is currently at the Dipartimento di Studi Europei, Americani e Interculturali at “La Sapienza”. He has been Fellow of the Italian Academy for Advanced Studies in America (Columbia University, New York) and Visiting Professor at Sana‟a University (Yemen). His main research interests concern autobiography, European culture and literature in the Eighteenth and Nineteenth centuries and Leopardi. He has edited Leopardi‟s autobiographical writings, his translations in verse from Greek and Latin and his prose translations from Greek. He has also published a great number of essays on Leopardi‟s thought and works (most recently the volume L’immagine della voce. Leopardi, Platone e il libro morale, Venice, Marsilio, 2009). He has also written on Pirandello; on journalism in the Nineteenth century; on the reception of Twentieth-century Italian literature abroad. He is a member of the Scientific Committee of the “Centro Nazionale di Studi Leopardiani” and Director of the «Leopardi Centre» at the University of Birmingham; co-Director of the series “Testi e studi leopardiani” of Marsilio Editori; member of the Scientific Committee of the journal “Rivista internazionale di studi leopardiani” has co-directed with Michael Caesar the complete annotated edition of Leopardi‟s Zibaldone in English (New York, Farrar Straus & Giroux). Dr Federico Faloppa (Ph.D., London) f.faloppa@reading.ac.uk Federico Faloppa has obtained his Ph.D. from the University of London, Royal Holloway. He has taught at the University of Granada, University College London and is currently Programme Director for Italian Studies at the Department of Modern Languages and European Studies. His research interests span sociolinguistics, discourse analysis, intercultural communication, migrant writings and Italian contemporary literature. He published extensively on the lexicon of alterity, language and racism. Prof. Maia Wellington Gahtan (Ph.D. Yale) mgahtan@lorenzodemedici.it A native of Berkeley, California, Maia Wellington Gahtan received her B. A. in both History of Art and Linguistics (1987) and her Ph. D. in Renaissance Studies from Yale University (1995). Formerly Assistant Curator of Italian Paintings at the Walters Art Museum, she now directs the MA in Museum Studies at the Istituto Lorenzo de‟ Medici, Florence, Italy. She has edited several volumes in the field of museum studies, including Giorgio Vasari and the Birth of the Museum (2014), and Churches, Temples, Mosques, Places of Worship or Museums? (2012), has served on editorial boards, has contributed to various books of essays, conference proceedings, and scholarly journals including the Lutheran Quarterly, Studies in the History of Gardens and Designed Landscapes, Popolazioni e Storia, Studi di storia dell’arte, and The Journal of Art Historiography, and has been awarded fellowships by the Whiting Foundation, the Fulbright Foundation, the Andrew Mellon Foundation and Villa I Tatti to pursue research in her main area of specialization: the interplay between intellectual history and the representational arts. Prof. Peter Kruschwitz (Ph.D., Berlin) p.kruschwitz@reading.ac.uk Peter Kruschwitz holds a Chair at Reading University, is Deputy Head of Classics and Member of Senate. Previously he was a member of the research staff of the Corpus Inscriptionum Latinarum at the Berlin-Brandenburgische Akademie der Wissenschaften and holder of the prestigious two-year Emmy Noether scholarship of the Deutsche Forschungsgemeinschaft. He is a former Visiting Fellow of All Souls College, Oxford. He is a member of the International Advisory Panel of the Research Programme Language, Script, and Acculturation of Macquarie University, Sydney, Australia and member of the consejo asesor of the Spanish Classical journal Habis (Seville), and serves on the editorial board of Bryn Mawr Classical Review. He has published extensively on Latin linguistics and epigraphy. Prof. Daniela La Penna (Ph.D., Reading) d.lapenna@reading.ac.uk Daniela La Penna is Associate Professor at the Department of Modern Languages and European Studies at the University of Reading. Her main research interest is modern Italian culture, and the interplay between tradition and experimentalism with form and language(s) in post-war Italian fiction and poetry. My interests also include poetic translation in contemporary Italy, the literature of the fantastic, and Italian cinema. She has recently completed a monograph on Amelia Rosselli's sources and is currently engaged in a major AHRC-funded research project entitled 'Mapping Literary Space: Intellectuals, Journals and Publishing Houses in Italy 1940-1960'. She is Director of Research, and Postgraduate Studies, Programme Director of the MA (Res) in Italian Studies, and since 2011 the lead organiser of the Post-Graduate Training Consortium in Italian Studies (comprising the Italian Departments of Reading, UCL, RHUL, Oxford and Cambridge). Since 2008 she has been co-editor of international peer-reviewed journal the Italianist. Prof. Camilla Miglio (Ph.D., Pisa) camilla.miglio@uniroma1.it Professor in German Studies, comparatist and translator, scholar of contemporary and twentiethcentury German literature and of the Age of Goethe, as well as of theory and history, sociology and poetics of translation. She was project manager E.S.T. (Europe as a Space of Translation (20072013), co-funded by the European Union (Culture Programme). She is co-founder of the translation studies platform "Il Porto di Toledo" (www.lerotte.net). She translated German writers of the Romantic and twentieth centuries, including the Grimm brothers, Clemens Brentano, A. Jacob Liebenskind, Franz Kafka, H. M. Enzensberger, Peter Waterhouse, Ulrike Draesner, Ulf Stolterfoht, Navid Kermani, Lutz Seiler, Paul Celan, Rose Auslaender and D. Gruenbein. Her publications include studies on Herder, Novalis, Goethe, Brentano, Rilke, Benn, Bachmann, Kafka, Celan. In 2010 she received the Bundesverdienstkreuz der Bundesrepublik Deutschland, in 2005, the Ladislao Mittner Award in German Studies. She is member of the Jury of the National Translation Prize, of the Deutsch-Italienischer Uebersetzerpreis, of the Premio Napoli. She is a member of the board of the AIG (Associazione italiana di Germanistica) and AILC (International Association for Comparative Studies), of the scientific Commitee of "Studi tedeschi" (2003-2010), and of "Semicerchio". She coordinates the editorial Board of "Sapienza University Press" for the Humanities Prof. Paola Nasti (Ph.D., Reading) p.nasti@reading.ac.uk Paola Nasti is Associate Professor at the Department of Modern Languages and European Studies at the University of Reading and she is a Dantis. Her current research covers Dante's theology of the Church and his representation of sainthood; the Convivio, its models, its genre and its ideology; the similarities between the Convivio and the Dominican Friar Nicholas Trevet's famous commentary on Boethius' Consolation of Philosophy. She is currently working on a monograph on Dante and mendicant intellectual, ecclesial and spiritual culture (provisional title: Discenti and Maestri: Dante amongst the Friars, (2016) which is leading her to further investigate Dante's indebtedness to Franciscan, Dominican and Augustinian masters, as well as mendicant responses to Dante including the unexplored Carmelite cult of the poet. She is Departmental Careers Officer, Coorganiser of the Post-Graduate Training Consortium in Italian Studies and part of the executive committee of the UK Society for Italian Studies (SIS). She is a member of the executive committee of the Digital Humanities project DanteLab (http://dantelab.dartmouth.edu). Prof. Brian Richardson, FBA b.f.richardson@leeds.ac.uk Brian Richardson is Emeritus Professor at the University of Leeds. He held a Leverhulme Major Research Fellowship from 2005 to 2008, working on the circulation of literature in Renaissance society with particular reference to manuscripts and the spoken or sung word. In 2009 he was coinvestigator in a Workshops project, supported by the AHRC, on Scribal Culture in Italy, 14501650. He delivered the Panizzi lectures for 2012 at the British Library on the topic of Women, Books and Communities in Renaissance Italy (podcasts here). In 2011-15 is principal investigator of a project, funded by the European Research Council, entitled Oral Culture, Manuscript and Print in Early Modern Italy, 1450-1700. Professor Richardson was elected as a Fellow of the British Academy in 2003. Prof. Maddalena Signorini (Ph.D., Rome) maddalena.signorini@uniroma2.it Maddalena Signorini has taught at the Scuola dell‟Archivio di Stato di Parma (1998-2003), the Scuola Vaticana di Biblioteconomia (a.a. 2010/2011); she has directed the Mellon Summer Institute in Italian Paleography at Los Angeles (The Getty Research Institute; 2007, 2009) and Chicago (The Newberry Library; 2011). She is a member Associazione Italiana Paleografi e Diplomatisti; of the Società Filologica Romana and the Società romana di storia patria. Her main research interests concern literacy from the Middle Ages, the writing of Romance vernaculars, and – more in general – the production, dissemination and preservation of textx in the vernacular. She has dedicated particular attention to Petrarch, his manuscripts and his script and on Boccaccio's library. Dr Margaret J-M. Sönmez margaret@metu.edu.tr Margaret J-M Sönmez (MA, Oxon, PhD Dunelm) is Assistant Professor at the Middle East Technical University,Turkey. She has published in the fields of both historical sociolinguistics and English literature. Her recent research brings these interests together in the investigation of stylistic uses of sociolinguistic variables. Among her most recent and forthcoming publications are: "The Speech and Silences of Orientals in Conrad‟s Malay Novels" in Acheraiou, A and N. İçöz (eds) Conrad and the Orient (Maria Curie-Skłodowska University Press [Columbia University Press, Eastern and Western Perspectives (Series)], 2012), “Authenticity and Non-Standard Speech in Great Expectations” Journal of Victorian Literature and Culture. 42/2, 2014, “When We Were Orphans: Place Identity and Detection” in Wong, Cynthia and Hülya Yıldız (eds), Contemporary Critical Insights: Kazuo Ishiguro” (Ashgate Publishing, 2014-5), and Daniel Defoe and the Dutch: Places, Things, People.(Cambridge Scholars Publishing, 2015) Avvertenza Il documento che precede contiene (quasi) tutti gli abstract delle vostre comunicazioni e brevi profili biografici degli organizzatori. L'idea è di sollecitare tutti ad immaginare in che modo il vostro contributo potrebbe entrare nel quadro più generale del progetto e del museo che stiamo immaginando e vorremmo progettare. Maggiori informazioni sul progetto europeo si trovano sul nostro sito (ancora in costruzione!) www.digilab2.let.uniroma1.it/eurotales che vi invitiamo a visitare. In apertura di giornata preciseremo meglio questi aspetti, ma al momento vorrei lo stesso ricordare che la natura dell'iniziativa che l'Accademia ci ha finanziato è di raccogliere in un contesto comune le ricerche di giovani studiosi, legate spesso a discipline e approcci diversi, ma riguardanti in un modo o nell'altro il rapporto fra lingue parlate, che potremmo chiamare 'voci' e tradizioni e lingue letterarie proiettate su una mappa ideale dell'Europa, e poste a contrasto con l'Europa delle nazioni allo scopo di mostrare le stratigrafie culturali che la costituiscono. A fine giornata, nella nostra tavola rotonda, discuteremo come le questioni emerse dalla discussione possano essere fisicamente rappresentate per la porzione di progetto sulla quale ci saremo concentrato l'11 aprile, che ha l'Italia al suo centro. Vi invitiamo, pertanto, sin d'ora, ad immaginare come fare. Remarks This document contains (nearly) all the abstracts of your papers and short biographies of the organizers. The purpose of this exercise is for everyone to start thinking about the way(s) in which your contribution falls within the greater picture of the project and the Museum which we are trying to plan. More information about the museum project can be found on our website which is currently under construction www.digilab2.let.uniroma1.it/eurotales which you are very welcome to visit. During the introduction of the day we shall say something more about this, but at this stage I should still like to remind you that the nature of the initiative is to bring together under a common framework research undertaken by young scholars and coming often from very different disciplines and various approaches, but concerning one way or another the relationship between oral languages, which we may like to call 'voices' and literary languages and traditions on an ideal map of Europe, and contrast it with a map of the Europe of the nations, with the aim of revealing the stratigraphies that constitute it. At the end of this day, during our round table, we will want to discuss how the issues that have emerged from our discussions may in fact be 'represented' physically for the portion of the project we have decided to concentrate on on the 11th April, which has Italy at its centre. Therefore we are inviting you, from the start, to imagine how this may be done.
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