SABATO 26 LUGLIO 2014 ANNO 139 - N. 176 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281 Regolamento del concorso su www.uniqagroup.it Il dibattito delle idee La carica delle pretesse Le Chiese si rinnovano Roberta Scorranese a pagina 23 Alberto Melloni, Marco Ventura nel supplemento Netanyahu respinge la bozza di Usa e Onu, poi una prima apertura. Kerry vede i ministri Ue BENI CULTURALI MALVEZZI ITALICI Sì di Israele a 12 ore di tregua di GIAN ANTONIO STELLA Annuncio americano: si lavora per un vero piano di pace il tempo di parlarne insieme. Vedremo… Fatto sta che, dopo essere stato rinviato dal dicembre scorso ad oggi a causa della caduta del governo Letta e della rimozione di Bray quando il suo progetto era quasi pronto, il riordino dei Beni culturali imposto dalla spending review rischia ora, con l’accavallarsi di altre urgenze e altre risse e con l’incombere del Generale Agosto, di slittare all’autunno. Dopo di che, chissà… Guai, se accadesse. Sia gli uni sia gli altri, infatti, su un punto devono essere d’accordo: dopo rimaneggiamenti che non hanno portato a una maggiore efficienza della macchina ma al contrario ne hanno ulteriormente ingrippato i meccanismi, il ministero dei Beni culturali dev’essere assolutamente sistemato. Quello, per noi, è un ministero chiave. Con l’ingresso delle Langhe, abbiamo rafforzato la nostra leadership assoluta tra i Paesi con più siti protetti dall’Unesco. Il Mezzogiorno, col nuovo arrivo delle grandi processioni rituali, ne ha da solo 17. Quanti la Grecia, la nazione madre europea. Il doppio dell’Austria o dell’Argentina. È una fortuna, ma anche una responsabilità: non si tiene così Pompei, non si spreca così la Reggia di Caserta dai visitatori dimezzati, non si lasciano a terra per mesi le macerie del castello di Frinco. Essere i primi ci impone di trovare il modo di tenere insieme la bellezza, la piena e premurosa tutela di queste ricchezze e una corretta gestione anche economica di un’eredità che non può essere un peso ma deve essere anche una risorsa. Servono nuove professionalità? Nuove freschezze? Nuove idee? Avanti! Purché siamo d’accordo su una cosa: non siamo i «padroni» dei nostri tesori. Siamo solo i custodi. E l’obiettivo principale non può essere quello di fare cassa. Neppure con questi chiari di luna… Dopo una giornata di trattative convulse, Israele dice sì alla tregua, ma solo per 12 ore a partire da stamane. Boccia invece l’idea di un cessate il fuoco di sette giorni, proposta avanzata dagli Stati Uniti con l’Onu. La decisione del governo presieduto da Benjamin Netanyahu arriva dopo le aperture di Hamas e un successivo irrigidimento del negoziato legato alla volontà di Israele di restare nella Striscia di Gaza per distruggere i tunnel. Il segretario di Stato americano Kerry: «Si lavora per un vero piano di pace». La moschea distrutta dagli estremisti islamici ALLE PAGINE 2 E 3 Frattini con un intervento di Daniel Barenboim Assicurazioni & Previdenza UNIQA Protezione SpA - Udine Aut. ex art. 65 R.D.L. 29/04/1923 n. 966 Come cambia Sky MOSSA EUROPEA DI MURDOCH SOGNANDO LA TV GLOBALE di MASSIMO GAGGI Roma Rinuncia l’ambasciatore antisemita di PAOLO VALENTINO L a rinuncia è arrivata ancor prima che arrivasse la richiesta di accreditamento come ambasciatore d’Ungheria in Italia. Péter Szentmihályi Szabó ha gettato la spugna di fronte alle accuse di antisemitismo. A PAGINA 3 I l sogno è la Tv globale. Inseguendo quel sogno, Rupert Murdoch ristruttura il suo impero televisivo europeo riunendo in un’unica società, la britannica BSkyB, le sue società dell’Europa continentale che controlla attraverso Fox: il 100% di Sky Italia (valutata circa 3 miliardi di euro) e il 57,4% di Sky Deutschland (valutata 3,6 miliardi anche se ha meno abbonati della società italiana; ha però migliori prospettive in termini di crescita). A PAGINA 32 L’azienda preme sui sindacati, 250 milioni per resistere Alitalia-Etihad a rischio Mediazione del governo ANSA / EPA ovrintendente è una delle parole più brutte di tutto il vocabolario della burocrazia. È una di quelle parole che suonano grigie. Stritola entusiasmo e fantasia fin dalla terza sillaba. Sovrintendente de che? Sovrintendente, sottintendente, mezzintendente…». Bastano queste parole sferzanti, scritte nel suo libro Stil novo, a riassumere l’opinione che Matteo Renzi ha di quella che chiama «casta delle sacerdotesse e dei sacerdoti delle sovrintendenze», visti come «persone in genere molto perbene, molto preparate, molto qualificate» però sorde all’idea che «la cultura dovrebbe essere il baluardo di una sfida identitaria. Ma anche una scommessa economica in grado di creare posti di lavoro, di far crescere la platea di utenti…». Insomma, più un intralcio talebano a ogni iniziativa dal vago odorino di «modernità» che una preziosa fonte di collaborazione sull’obiettivo di custodire con amore i tesori artistici e monumentali e insieme aprire il Paese, con giudizio, al boom del turismo mondiale. E ricavarne quelle risorse utili proprio per conservare, scavare, riparare, restaurare… Quanto abbia pesato questa sua allergia alla sacralità di tanti lacci e lacciuoli sullo stop alla riforma dei Beni culturali portata in Consiglio dei ministri da Dario Franceschini, riforma che non sarebbe sufficientemente netta nel limitare i «poteri di interdizione» dei funzionari delegati a tutelare il nostro patrimonio, non si sa. Né è chiaro se possa aver davvero pesato sul premier, come ammiccano gli antipatizzanti, l’impressione d’una riforma «non renziana» (come ha scritto tessendo qualche elogio Tomaso Montanari) e di un «eccesso d’autonomia» dello stesso Franceschini. Lui, si capisce, minimizza: è normale che quando si porta un progetto all’esame di un organo collegiale ci si prenda La tomba di Giona violata di ROBERTO TOTTOLI un terzo dei versetti del Corano racconta storie di patriarchi e profeti della Q uasi Bibbia, dall’Antico al Nuovo Testamento. Rappresentano gli ideali precursori della missione profetica di Maometto, riprendendo tradizioni ebraiche e cristiane e rileggendole in chiave islamica. Adamo, Abramo, Mosè, Gesù sono evocati in numerosi passi, con altri profeti che il Corano si limita a menzionare. Giona fa parte di questi ultimi, e sebbene siano pochi i versetti a lui dedicati, il suo nome dà il titolo all’intera decima sura. La sua tomba a Mosul, in Iraq, è stata distrutta dagli estremisti islamici. CONTINUA A PAGINA 11 con un articolo di Lorenzo Cremonesi © RIPRODUZIONE RISERVATA A un passo dall’intesa che poi, bruscamente, si allontana. È la cronaca di ieri della trattativa tra Alitalia ed Etihad. L’intera mattina è servita all’assemblea degli azionisti di Alitalia per varare il nuovo aumento di capitale di 250 milioni. Approvato anche il bilancio 2013. La discussione non ha però toccato il tema più atteso, la definizione dell’accordo con Etihad: manca la modalità dell’ingresso di Poste Italiane, già azionista con il 19,5%, e manca l’intesa tra i sindacati. La condizione più importante è garantire al nuovo azionista la pace nelle relazioni industriali. Difficile, considerato che l’esito del referendum sul contratto nazionale di settore, con 31 milioni di risparmi, ha scatenato l’ennesimo scontro. E spunta la mediazione del governo. A PAGINA 5 Ducci, Ferraino, Montefiori Lezioni in lingua decise dai singoli corsi di laurea: aggirato il divieto dei giudici Il Politecnico all’inglese spiazza il Tar Che tempo fa di GIANNA FREGONARA I gesti semplici di Francesco Quest’anno I ci hanno rubato anche l’estate di ANTONIO PASCALE A PAGINA 21 Ribaudo l Politecnico di Milano non può decidere di tenere tutti i corsi in inglese perché viola la Costituzione. Ma se a stabilirlo sono i professori di ogni singolo corso di laurea, invece dell’Ateneo, allora si può fare. Perché il Tar, il Tribunale amministrativo regionale, non potrà fare nulla contro le singole decisioni. A PAGINA 15 OMNIROMA / TWITTER Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano 9 771120 498008 Tempi liberi Domani Tendenze Pronti a ridimensionarsi E la vita si fa sostenibile IL DESTINO DEL DECRETO FRANCESCHINI «S 40 7 2 6> Servizio Clienti - Tel 02 63797510 mail: servizioclienti@corriere.it Fondato nel 1876 Oggi TUA CASA PROTEGGI LA OPPIA E RADD NZE! CA VA E TU LE In Italia EURO 1,90 (con “IO Donna”) www.corriere.it italia: 51575551575557 Il Papa pranza in mensa con i dipendenti del Vaticano di GIAN GUIDO VECCHI A PAGINA 19 Giannelli di Francesco Verderami Settegiorni Quel filo Berlusconi-premier A PAGINA 7 2 Primo Piano Sabato 26 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # ❜❜ Medio Oriente Il conflitto Non c’è una soluzione militare a questo conflitto. Occorre affrontare le radici della crisi Ban Ki-moon segretario generale dell’Onu Piano degli Usa, c’è una prima tregua Kerry ora è fiducioso. Ban Ki-moon: i palestinesi hanno sanguinato abbastanza ✒ DAL NOSTRO INVIATO L’intervento Solo quando capiremo la tragedia degli altri faremo passi avanti ❜❜ di DANIEL BARENBOIM Scrivo queste parole come titolare di due passaporti, israeliano e palestinese. Le scrivo con il cuore affranto, mentre i tragici eventi di Gaza nelle ultime settimane hanno riconfermato il mio profondo convincimento che non può esserci una soluzione militare al conflitto israelo-palestinese. Non è questo un conflitto politico, bensì umano, tra due popoli che nutrono la medesima, e in apparenza irriconciliabile, convinzione di avere diritto esclusivo allo stesso Israelopalestine- minuscolo lembo di terra. Ed è proprio perché si è se Daniel trascurato questo particolare in tutti i negoziati che Barenboim, ogni tentativo per trovare una soluzione al conflitto fino ad oggi è fallito. Anziché riconoscere la vera 73 anni natura del conflitto, e risolverla, le due controparti hanno cercato soluzioni facili e veloci. Sfortunatamente, non esistono scorciatoie se si vuole arrivare a una soluzione. La scorciatoia funziona solo quando conosciamo bene il territorio che attraversiamo — ma in questo caso nessuno possiede quella conoscenza, proprio perché il nocciolo e l’essenza del conflitto rimangono entità sconosciute e inesplorate. Provo profonda partecipazione per il terrore in cui vivono oggi i miei concittadini israeliani: il rombo continuo del lancio dei razzi, il timore di venire colpiti o di veder dilaniati i propri cari. Ma provo altrettanta e profonda compassione per la sorte dei miei concittadini palestinesi di Gaza, che vivono nell’angoscia e piangono le loro perdite spaventose giorno dopo giorno. Dopo decenni di devastazione e morte da una parte e dall’altra, l’odierno conflitto ha toccato un livello di efferatezza e di disperazione fino ad ora inimmaginabile. Mi azzardo quindi ad avanzare una proposta: che non sia proprio questo il momento migliore per cercare una vera soluzione al problema? Certo, il cessate il fuoco è indispensabile, ma non basta. L’unico modo per uscire da questa tragedia, l’unico modo per evitare nuove tragedie e nuovi orrori è proprio quello di sfruttare la disperazione del momento e costringere tutti a parlarsi. Non ha senso che Israele si rifiuti di negoziare con Hamas o di riconoscere il governo di unità nazionale. No, Israele deve ascoltare quei palestinesi che vogliono parlare con un’unica voce. La prima risoluzione da raggiungere è un accordo comune sul fatto che non esiste più l’opzione militare. Solo allora si potrà cominciare a discutere di una soluzione equa per i palestinesi, che aspettano da decenni, e della sicurezza di Israele, anch’essa sacrosanta. Noi palestinesi ci aspettiamo una soluzione giusta, altro non chiediamo che giustizia e gli stessi diritti garantiti a ogni popolo sulla terra: indipendenza, autodeterminazione, libertà e tutto ciò che ne scaturisce. Noi israeliani vogliamo vederci riconoscere il diritto a vivere sullo stesso territorio. La spartizione della terra potrà farsi solo dopo che i due contendenti avranno non solo accettato, ma profondamente compreso, che possono vivere uno accanto all’altro, non volgendosi le spalle. Alla base stessa di un riavvicinamento da tanto tempo auspicato si avverte il desiderio di condividere gli stessi sentimenti di empatia e di compassione. A mio parere, la compassione non è solo il sentimento che nasce dalla comprensione delle esigenze dell’altro, a livello psicologico, bensì incarna un vero obbligo morale. Solo attraverso lo sforzo di capire la tragedia dell’altro potremo muovere i primi passi gli uni verso gli altri. Nelle parole di Schopenhauer: «Nulla ci ricondurrà così celermente sul sentiero della giustizia come l’immagine mentale del dolore, del lutto e delle lacrime del perdente». In questo conflitto, siamo tutti perdenti, e potremo superare questa drammatica situazione solo iniziando ad accettare e a riconoscere la sofferenza e i diritti dell’altro. E sulla base di questa comprensione reciproca potremo sperare di costruire un futuro insieme. Direttore musicale del Teatro alla Scala (Traduzione di Rita Baldassarre) © RIPRODUZIONE RISERVATA GAZA — Il rombo del razzo verso le città israeliane lacera l’aria e sovrasta per qualche secondo il grattare da tosaerba del drone. Le navi al largo della costa cannoneggiano la Striscia di Gaza. La guerra non si è mai fermata, riprende ancora più intensa prima che arrivi l’annuncio ufficiale. Il governo di Benjamin Netanyahu — rivela una fonte israeliana — rifiuta il piano di cessate il fuoco proposto da John Kerry, il segretario di Stato americano. La Il reportage decisione del Consiglio di sicurezza sarebbe stata unanime. Avrebbero votato sì anche i ministri considerati moderati come Tzipi Livni e Yair Lapid. Non che Khaled Meshaal e gli altri leader di Hamas mostrino entusiasmo per l’idea di una tregua lunga una settimana, a partire da domenica. La pausa nei combattimenti sarebbe dovuta servire a negoziare un’intesa definitiva. Kerry spera ancora di poter trovare un compromesso, per ora è riuscito a ottenere da Netanyahu una sospensione di 12 John Kerry Segretario di Stato Usa ore a partire dalle 7 di oggi. Gli israeliani esigono di poter mantenere le truppe nella fascia larga un chilometro all’interno della Striscia, a nord e a est: i genieri e gli artificieri continuerebbero a cercare e a distruggere i tunnel scavati dai miliziani. Il movimento fondamentalista chiede che vengano fissate delle precondizioni, garantite dalla comunità internazionale: dall’inizio della guerra, diciotto giorni fa, i capi dell’organizzazione ripetono di voler ottenere la fine dell’embargo imposto da Israele nel 2007, quando il Fatah del presidente Abu Mazen ha perso il controllo di Gaza. Le due posizioni sembrano inconciliabili. Gli ufficiali dell’esercito si sono presentati ieri a casa di Oron Shaul per comunicare ai genitori che il soldato è considerato morto. Il suo corpo non è stato ritrovato con quelli dei sei commilitoni bruciati nel blindato colpito da una granata anticarro nel quartiere di Shijaiya a Gaza. Ma non è più considerato un «disperso». I militari israeliani caduti sono 35. L’ultimo — dicono i porta- Nell’ultimo venerdì del mese sacro gli abitanti della Striscia si aggrappano a gesti e tradizioni Sudari bianchi e dolci al miele Ramadan sotto le bombe a Gaza Il pasticciere: «La gente viene ad assaggiare la normalità» DAL NOSTRO INVIATO GAZA — Ogni anno per un mese l’androne di casa Arafat viene trasformato in pasticceria. Tra il portone e le scale lo zio cuoce la pastella sulla piastra a gas, davanti Bahjat e il padre pesano e incartano le focaccette da riempire con noci, mandorle, miele. Ogni anno da trent’anni. Non hanno smesso neppure quest’estate, neppure durante i diciotto giorni di guerra. Quello che preparano è il qatayef, il dolce che gli arabi mangiano per rompere il giorno di digiuno. «Senza qatayef non è un vero Ramadan e la tradizione non può fermarsi». Il conflitto porta dolore e nuovi clienti. «Qui siamo vicino all’ospedale Shifa dove arrivano la maggior parte dei feriti e il centro della città si è riempito con gli sfollati dalle aree sotto il bombardamento degli israeliani», dice Bahjat. «Lavoriamo dall’alba al tramonto, qua attorno i negozi sono rimasti aperti, la gente passa per assaggiare un momento di normalità». Abu Mohammed ripete i gesti che ha imparato quarant’anni fa, quando ha deciso di volersi dedicare ai morti. Avvolge il corpo nel kaffan, il lenzuolo di lino bianco, annoda il nastro di garza attorno ai piedi e al collo. La tradizione impone che le vittime della guerra non vengano deterse con l’acqua prima della sepoltura, «devono raggiungere Dio con il loro sangue» spiega. In questo conflitto e in questo ospedale ha già preparato oltre cento cadaveri, nei diciotto giorni di combattimenti del 2008 erano stati 500. Al pronto soccorso stanno arrivando i feriti del bombardamento che ha colpito la scuola gestita dalle Nazioni Unite, dove si erano rifugiati (nei centri hanno cercato riparo la maggior parte dei 140 mila pale- Visto da Israele L’ex capo del Mossad «Hamas deve restare perché c’è di peggio» Intelligence Efraim Halevy, nato nel 1934, è stato il capo del Mossad dal 1998 al 2002 «Non è il momento di negoziare una tregua con Hamas», dice al Corriere Efraim Halevy, ex capo del Mossad. Eppure l’autore di «Man in the Shadows» (L’uomo delle ombre) ha riconosciuto in passato l’esigenza di trattare con il movimento fondamentalista. Anzi, ha detto che Israele negozia da anni con Hamas, anche se ammetterlo è «politicamente sconveniente» per entrambi. Perché non trattare ora? «In linea di principio credo che ci debba essere un dialogo, ma non in questo momento. Le operazioni devono andare avanti finché Hamas non sarà ridotto in una posizione di chiara inferiorità rispetto a Israele». Crede che la sospensione dei voli internazionali su Tel Aviv sia stata una vittoria per Hamas? «La temporanea sospensione dei voli va giudicata sulla base dei risultati finali e, nonostante i razzi di Hamas, Israele ha dimostrato di poter proteggere l’aeroporto. E poi Hamas non ha rivelato le sue vere perdite, il numero di morti tra i miliziani: li sapremo a battaglia conclusa». Lei ha detto che ci sono nemici Corriere della Sera Sabato 26 Luglio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 3 # ❜❜ L’unico modo per risolvere le tensioni è che le parti si parlino e lavorino assieme John Kerry segretario di Stato Usa ❜❜ Israele potrebbe decidere di allargare in maniera significativa l’operazione di terra a Gaza Moshe Yaalon ministro della Difesa israeliano Il caso Salta la nomina del nuovo ambasciatore d’Ungheria in Italia voce dell’esercito — è stato centrato da un colpo sparato da vicino a una scuola gestita dall’Onu. Israele è stata accusata di aver bombardato giovedì uno di questi istituti, uccidendo 17 civili. Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah, promette in un discorso da Beirut «di sostenere i palestinesi nella loro battaglia». Senza elaborare. Il movimento sciita libanese ha già impegnato il suo esercito irregolare al fianco di Bashar Assad, il presidente siriano, ed è difficile che possa aprire un altro fronte con Israele. I palestinesi uccisi nell’offensiva sono oltre 830, per la maggior parte civili. Le immagini di distruzione e morte hanno portato la rabbia in Ci- sgiordania. Nella notte tra giovedì e venerdì in migliaia hanno marciato verso il valico di Qalandia, che separa Ramallah da Gerusalemme. Mohammed al-Araj, 17 anni, è stato ammazzato negli scontri e il suo funerale ieri si è trasformato in un’altra battaglia urbana. Il pa- 7 I palestinesi uccisi in Cisgiordania durante le proteste contro le operazioni militari dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza dre racconta al New York Times che dopo aver visto le foto delle donne e dei bambini ammazzati nella Striscia Mohammed ripeteva «di volersi unire ai combattenti di Gaza». Sette manifestanti sono stati uccisi nei due giorni di rivolta. Due al posto di blocco di Hawara, verso la città di Nablus, dove una donna è scesa dall’auto e ha sparato. «In aria», secondo la polizia israeliana. Tre sono morti — colpiti da proiettili dell’esercito dicono gli attivisti — negli scontri a Beit Ummar, vicino ad Hebron nel Sud della Cisgiordania, e altri due ragazzi hanno perso la vita durante alcuni scontri nella tarda serata di ieri. D. F. © RIPRODUZIONE RISERVATA La mappa Haifa SIRIA Mar Mediterraneo Nablus CISGIORDANIA Tel Aviv Ramallah Gerusalemme Beit Lahya Gaza City Gerusalemme Est Beit Ummar Hebron Mar Morto Khan Yunis EGITTO Saluto militare La vedova di un riservista israeliano saluta il feretro del marito (Reuters) Città teatro di scontri tra palestinesi e forze di sicurezza israeliane GIORDANIA ISRAELE Deserto del Negev Città nel mirino dell’esercito israeliano stinesi fuggiti dai quartieri e dai villaggi rimasti coinvolti negli scontri). Chi non ce la fa viene subito portato da Abu Mohammed, 75 anni, la barba ispida e bianca, la keffiah avvolta sulla testa, la camicia azzurra che non si macchia neppure di sudore. Lavora veloce, immune al caos attorno. Dorme e vive nell’ospedale, aspetta. I bambini corrono nel cortile dietro la chiesa di San Porfirio, quello che ride di più ha nascosto la palla sotto la maglietta, gli altri fingono di non saperlo. I genitori sono fuggiti dal quartiere di Shijaiya, a est della Striscia, dove i soldati israeliani hanno combattuto le battaglie più dure contro i miliziani di Hamas. L’uomo al banchetto aggiunge un nome dopo l’altro all’elenco, conta quanti peggiori di Hamas: come l’Isis, lo «Stato islamico» attivo in Iraq, che ha iniziato a reclutare anche a Gaza. «La questione è se Israele abbia interesse o meno a eliminare Hamas. La loro leadership non mi piace affatto, ma ciò non cambia il fatto che siano al potere. Vogliamo che continuino ad esistere ma con forze ridotte: per via dell’Isis, e perché serve un interlocutore a Gaza. Quando l’attuale scontro finirà, verrà il tempo del dialogo». Viviana Mazza © RIPRODUZIONE RISERVATA pasti preparare per le famiglie, quando il sole tramonta e finisce il giorno di digiuno. I muri costruiti dai crociati non hanno protetto il cimitero cristiano, un missile sparato da un jet israeliano ha bersagliato un campo vicino e le schegge della bomba hanno sfasciato le lapidi. Dalla mo- L’inviato antisemita rinuncia Passo decisivo della Farnesina E lui si difende: «Il problema sono le minoranze» ROMA — Péter Szentmihályi Szabó ha gettato la spugna, prima ancora che la richiesta di accreditamento come ambasciatore d’Ungheria a Roma giungesse alla Farnesina. Di fronte allo sdegno provocato in patria e all’estero dalle voci sulla sua nomina imminente da parte del governo di Viktor Orban, lo scrittore e commentatore politico di estrema destra, bollato come «noto antisemita» dalla Anti-Defamation League, ha rinunciato, dicendosi non più disponibile per l’incarico. A mandare il segnale decisivo alle autorità magiare che non fosse proprio il caso di insistere sul nome di Szabó, è stata una nota del nostro ministero degli Esteri: «La Farnesina auspica per lo sviluppo proficuo del dialogo italo-ungherese, che entrambi i Paesi possano disporre dei migliori e più efficaci canali di comunicazioni e confida dunque che per la guida della rappresentanza diplomatica sia proposta una personalità in grado di contribuire efficacemente al consolidamento delle relazioni tra i due Paesi». Un linguaggio diplomatico, ma molto chiaro. Esprime soddisfazione la comunità ebraica di Roma, attraverso il suo presidente, Riccardo Pacifici: «Mentre nel resto d’Europa si manifesta con slogan contro gli ebrei, l’Italia dimostra ancora una volta di possedere tutti gli anticorpi per combattere l’antisemitismo». Al telefono da Budapest, Szabó, che ha 69 anni, ci ha spiegato di aver deciso di farsi da parte perché non vuole «essere motivo di imbarazzo nei rapporti tra Italia e Ungheria». Ma si è difeso dicendo che gli attacchi contro di lui sono «privi di fondamento, basati su pregiudizi e false premesse. “Non mi considero antisemita. Lungi da me ogni sentimento razzista o xenofobo. Se vuole sapere la mia opinione, la polemica non è contro di me, ma contro il governo ungherese e il primo ministro Orban». Pure, il caso contro Szabó si basa su argomenti molto solidi. Sostenitore delle teorie sulla congiura ebraica, ha più volte accusato gli ebrei di «aver tratto benefici dal business dell’Olocausto». Nel saggio «Gli agenti di Satana» pubblicato nel 2000, lo scrittore affermava: «Vivono qui in Ungheria, ma ci odiano. Non capisco perché rimangono, se è così male qui, in questo Paese accogliente, che è così stupidamente paziente. Non è difficile riconoscerli perché sono vili e im- schea a fianco arrivano materassi e qualche coperta. L’arcivescovo Alexios ha aperto le sue stanze ai musulmani, all’inizio hanno cercato riparo in seicento, adesso sono un migliaio. L’altro giorno una donna ha partorito nella sacrestia. La sabbia è morbida, gli uomini impiegano meno di un’ora per Riti In 18 giorni di guerra, Abu Mohammed ha già avvolto 100 cadaveri nel kaffan, il lenzuolo di lino bianco Mestieri Abu Mohammed con i corpi delle vittime e la pasticceria di casa Arafat (Gabriele Micalizzi/Cesura) Chi è Vicino al regime comunista Péter Szentmihályi Szabó, 69 anni, ai tempi in cui in Ungheria vigeva il regime comunista ha vissuto a lungo all’estero, a Londra e Los Angeles. Dopo il crollo del muro, nei primi anni Novanta, diventa docente alla Università Cattolica Pázmány Péter, dove però al momento non ha alcun incarico. pertinenti. Il denaro è il loro Dio, la loro lingua madre». E ancora: «Cerchi scuri sotto gli occhi, la pelle flaccida, palme sudate, piedi freddi». A chi si riferiva? Di chi parlava? «La storia dell’Ungheria — dice Szabó — è quella di una nazione vittima, di un Paese diviso. Molti popoli di diversa nazionalità sono venuti da noi da rifugiati, si sono stabiliti qui e poi hanno cominciato a chiedere l’autonomia. Forse quello che ho scritto può essere malinteso. Ma io mi riferivo a tutti coloro che sono diventati ungheresi ma non hanno mai voluto condividere i valori, l’identità e i problemi della nazione. Gli ebrei non sono la sola componente di quel problema, potrei citare altre nazionalità, rumene, tedesche, che non hanno mai voluto essere parte della nazione ungherese». Riassumendo, il mancato ambasciatore di un Anticorpi Soddisfazione della comunità ebraica di Roma: «L’Italia dimostra ancora una volta di possedere tutti gli anticorpi contro l’antisemitismo» Antisemita Nel 2000 pubblica su Magyar Fórum «Gli agenti di Satana», un testo nel quale fa ricorso a tutti i peggiori stereotipi a sfondo razziale utilizzati contro gli ebrei, che accusa di aver tratto beneficio dall’Olocausto. Nel 2002 si iscrive al partito antisemita della destra radicale ungherese (Miép). I suoi scritti diventano sempre più violenti e antiglobalizzazione, contrari alla politica americana e di Israele. Persino l’ex presidente George W. Bush vi viene definito «un fantoccio» della plutocrazia Usa. Paese membro dell’Unione Europea da un lato dice che non è antisemita, dall’altro dichiara tranquillamente che gli ebrei sono parte di un problema identitario e di integrazione, che affliggerebbe la nazione ungherese. E per evitare equivoci, parla anche di «mancata accettazione della cultura egemone» da parte delle varie minoranze che vivono oggi in Ungheria. Se poi andate a chiedergli, cosa ne pensa dell’ondata di antisemitismo che si registra in Europa, vedi le manifestazioni in Francia, in Olanda e a Berlino, la sua risposta sembra quasi «voce dal sen fuggita». «Credo che l’allarme sia un po’ esagerato. Leggo che in quasi tutti i Paesi d’Europa ci sarebbe un aumento dell’antisemitismo. Ma penso che bisogna vedere le cose nella giusta dimensione e parlare di episodi isolati. Comunque posso dirle che non è il caso dell’Ungheria. Ci sono pochissime persone interessate a questo problema». Paolo Valentino © RIPRODUZIONE RISERVATA Rifugi L’arcivescovo Alexios ha aperto la porta a un migliaio di musulmani. Una donna ha partorito in sacrestia scavare la fossa. Preparano le tombe per i funerali da celebrare dopo le preghiere del venerdì. Le moschee sono piene, è l’ultimo venerdì di Ramadan, nella notte di Laylat al-Khader, quella del destino, le preghiere vengono esaudite. Il cimitero di Beith Layiha sta in cima a una collina, circondato dalle jacarande e dagli alberi di acacia. I morti non sono di questo villaggio, le famiglie vengono da Beit Hanoun. Là è troppo pericoloso, l’invasione di terra israeliana ha occupato una fascia larga un chilometro a nord e est. I soldati cercano gli ingressi dei tunnel scavati dai miliziani di Hamas per sbucare armati dall’altra parte. La strada verso nord, verso il confine con Israele, è deserta. Il fumo nero si alza poco lontano, il missile ha distrutto un palazzo nella notte. Il padre e il bambino caricano sul carretto quello che trovano tra i rifiuti, vicino alla carcassa di una Renault 5 incendiata Le banche hanno riaperto per poco una decina di giorni fa durante la tregua umanitaria. Ai distributori di contanti in centro la gente sta in coda e litiga per poi scoprire che i soldi sono finiti. L’elettricità c’è per due-tre ore. Hassan — che può permettersi un generatore e il gasolio per farlo funzionare — offre un po’ di luce anche ai vicini di casa. Davide Frattini @dafrattini © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 Primo Piano Sabato 26 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Grandi opere Il decreto Lavori al via 1 3 Ferrovia Napoli Bari 150 4 1.841 Completamento quadrilatero stradale Marche Umbria milioni Autostrada tirrenica 5 270 6 milioni Asse viario Lecco Bergamo 8 Ferrovia Firenze Pistoia Lucca 9 Sistema idrico abruzzese 10 Nuova edizione del piano città di (riqualificazione grandi centri urbani) Passante ferroviario di Torino 25 2 milioni 7 milioni Opere collegate ad Expo 11 Alta velocità Brescia Padova 4 1 4 43 miliardi Il vvalore delle opere sbloccate dall’intervento 5 2 2-3 miliardi 2Dote finanziaria D del decreto (stima) Nuova edizione 6 mila campanili (interventi mirati sui piccoli centri) CORRIERE DELLA SERA «Sblocca Italia» con lo sconto fiscale ai proprietari di case in affitto Per i cantieri 3,7 miliardi in 6 anni. Comuni: unificate le autorizzazioni edilizie imprese Fisco, tregua d’agosto: 770 a settembre La scadenza per l’invio del modello 770 (quello a carico delle imprese con la forza lavoro e relativi contributi) sarà prorogata dal 31 luglio al 19 settembre. Lo ha annunciato l’Ordine dei Consulenti del Lavoro in una nota dove spiega che la decisione «sarà ufficializzata a breve» e arriva dopo i colloqui tra la presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine, Marina Calderone, con i direttori delle Finanze al Tesoro, Fabrizia Lapecorella e dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi. Nei giorni scorsi il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti aveva segnalato l’intenzione del governo di valutare la proroga pur sottolineando difficoltà per il prossimo 730 precompilato. Calderone: «A settembre un tavolo con il governo per razionalizzare il calendario fiscale». © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Sarebbe il segnale di un’inversione di marcia, visto che negli ultimi tre anni casa e Fisco hanno fatto sempre rima, con un aumento del gettito fiscale del 200%. Ma anche un modo per togliere una parte delle abitazioni invendute dal groppone dei costruttori e per mettere a disposizione delle famiglie una casa a prezzo ragionevole. Nel decreto legge sblocca Italia che il governo dovrebbe portare venerdì in Consiglio dei ministri ci potrebbe essere anche una misura che rende fiscalmente vantaggioso l’acquisto di una casa. Funzionerebbe così: chi compra una casa nuova o completamente ristrutturata può detrarre dal proprio reddito imponibile il 20% del prezzo d’acquisto. Ma solo a patto che la casa venga data subito in affitto a canone concordato per un periodo di otto anni. Sembra un azzardo, perché ogni sconto fiscale ha un costo e il governo è pure orientato a sfoltire la lunga lista di deduzioni e detrazioni. Ma non è detto che lo sia. L’incasso che lo Stato perderebbe dalla detrazione de prezzo d’acquisto sarebbe spalmato. E potrebbe essere compensato proprio dal gettito aggiuntivo generato dalle nuove abitazioni, fra imposta di registro, Imu, Tasi e cedolare secca. Lo sconto fiscale sarebbe di fatto un anticipo dell’altro progetto per la riconversione delle case di nuova costruzione anco- ra vuote, quello che prevede la loro trasformazione in alloggi popolari o di housing sociale. In questo caso sarà necessario un intervento pubblico, le procedure sono più complesse e non si farà in tempo ad inserire la misura nel decreto legge. Ma nel testo, ancora in fase di stu- Il meccanismo Chi compra una casa potrebbe detrarre il 20% del prezzo dal proprio imponibile I provvedimenti Ilva, via libera al prestito ponte 1 Il decreto legge dello scorso 11 luglio, con il pacchetto di interventi ambientali per l’Ilva, è stato inserito nel decreto competitività. Per il centro siderurgico jonico viene introdotto il prestito ponte; previsto anche il rafforzamento del ruolo del subcommissario ad hoc per il Piano di risanamento e lo sblocco delle risorse della famiglia Riva poste sotto sequestro. Energia, taglia-bollette alle Pmi 2 Per la riduzione del 10% delle bollette, arriva un nuovo spalma incentivi con la riscrittura dell’articolo 26 (che lascia i saldi invariati, con un risparmio previsto di circa 800 milioni) e l’introduzione di opzioni per gli incentivi e tre scaglioni di riduzione. Introdotta anche una norma anti-contenziosi con accordi tra governo e banche. Opa, arriva la doppia soglia 3 Introdotta con il nuovo decreto la doppia soglia Opa (Offerta pubblica di acquisto) al 25% per le società quotate, escluse le Pmi (l’altra soglia rimane al 30%) che invece potranno scegliere di inserire nello statuto una soglia compresa tra il 20% e il 40%. L’Opa dovrà essere lanciata nel caso in cui, acquisendo il 25% delle azioni della società, si diventi socio di maggioranza. dio, ci sono diverse novità importanti. Il presidente del consiglio Matteo Renzi ha detto più volte che saranno sbloccati investimenti per 43 miliardi, indicando il valore complessivo delle opere coinvolte. Il decreto dovrebbe contenere interventi per i cantieri (quelli in essere e quelli da avviare) per circa 3,7 miliardi in 6 anni, a partire dal 2014. Non ci sono soltanto grandi opere come l’alta velocità ferroviaria tra Brescia e Padova o l’autostrada Tirrenica, o ancora il passante ferroviario di Torino e l’asse viario Lecco-Bergamo. C’è anche la seconda edizione del progetto 6 mila campanili, con 100 milioni di euro per interventi mirati sui piccoli centri. Rifinanziato anche il piano città, che invece si concentra sui capoluoghi, creando un’unità di missione che renda più veloci gli interventi. Ci dovrebbe essere anche una norma che vincola lo Stato ad utilizzare per le opere infrastrutturali, ogni anno, lo 0,3% del Prodotto interno lordo. A spanne sono quasi 5 miliardi di euro. «È una misura fondamentale — dice il vice ministro per le Infrastrutture Riccardo Nencini — anche perché darebbe la certezza dei fondi disponibili e la possibilità di programmare». Nel decreto ci sarà anche un capitolo semplificazione, a partire dall’autorizzazione unica edilizia, documento standard valido in tutti gli 8 mila Comuni italiani. E anche un primo stan- A Palazzo Chigi ziamento per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione relativi agli investimenti, categoria finora rimasta fuori dalla complessa operazione per il saldo degli arretrati. Con il decreto dovrebbe arrivare mezzo miliardo di euro sugli 11 stimati in totale dai costruttori. Per un decreto in arrivo un altro che taglia il primo traguardo: ieri il Senato ha approvato il provvedimento sulla competitività, quello che taglia le bollette alle imprese: 169 sì, un no, opposizione fuori dall’Aula al momento del voto. Adesso il testo passa alla Camera. Nel decreto sulla pubblica amministrazione, invece, viene esteso agli incarichi in essere l’obbligo del collocamento fuori ruolo al posto della semplice aspettativa per i magistrati che hanno un incarico di diretta collaborazione con i vertici dei ministeri, vengono rafforzati i poteri del commissario anti corruzione Raffaele Cantone. Mentre viene spalmato su tre anni il taglio dei contributi versati dalle imprese alle camere di commercio. Lorenzo Salvia @lorenzosalvia Matteo Renzi con Sergio Marchionne, John Elkann e gli operai di Melfi La crisi al Sud? In sei anni bruciati 47,7 miliardi zione, tempi di pagamento della pubblica amministrazione) e «una politica economica chiaramente orientata allo sviluppo». Invece gli investimenti pubblici sono tornati nel 2013 ai valori di 17 anni prima, il 1996. In cifra assoluta si tratta di 28 miliardi di euro in meno di investimenti tra il 2007 e il 2013, un crollo del 34%. Eppure ci sarebbero de- cine di miliardi di fondi europei a disposizione. Che però vengono dispersi in mille rivoli e in parte (5-6 miliardi) rischiano addirittura di essere persi perché non spesi. Se i fondi, dice Confindustria, fossero utilizzati pienamente «si potrebbero mobilitare per il Mezzogiorno oltre 14 miliardi di euro l’anno per i prossimi 9 anni». In questo senso, «l’esclusione dal patto di stabilità europeo delle spese cofinanziate e, di conseguenza, l’allentamento del patto di stabilità interno, rappresentano un nodo decisivo» per il rilancio del Sud. Su questo fronte però serve il via libera di Bruxelles. La partita decisiva, osserva Confindustria, si giocherà ad ottobre con la commissione europea 32 75 mila il numero di imprese che il Mezzogiorno ha perso dal 2007 ad oggi con più di 600 mila posti di lavoro andati perduti. Le condizioni economiche del Sud si sono ulteriormente aggravate con la crisi per cento il livello di disoccupazione giovanile raggiunta nelle regioni del Sud. Tra i segnali positivi il valore dell’export: +2,4% nel 2013 rispetto all’inizio della crisi, sette anni fa Non è che «la Jeep è ancora lo sponsor della Juve?». Ebbene «sì», risponde John Elkann al quasi ultrà fiorentino Matteo Renzi. Cui le italianissime Renegade portate in anteprima a Palazzo Chigi sono piaciute, e i complimenti li ha appena fatti anche ai tre operai che le hanno prodotte a Melfi, ma che ora non resiste al giochino calcistico. Juve? Mai. Il sorriso diventa, veloce, smorfia di recitato orrore. Al quale Sergio Marchionne fa da spalla. «Sponsor», dunque spese? Guarda Renzi, guarda Elkann: «Come, “ancora”?». È solo uno sketch. Ma rende il clima. Il cerimoniale stabiliva che i vertici di Fiat Chrysler mostrassero al premier le Renegade alle undici spaccate. Scendono tutti e tre un’ora più tardi. In fondo, questo è il © RIPRODUZIONE RISERVATA Confindustria Ogni giorno chiudono 573 aziende e gli investimenti pubblici sono tornati al livello del 1996. Il riscatto passa per i fondi europei ROMA — Se la ripresa in Italia non arriva e il Prodotto interno lordo continua ad essere inchiodato intorno allo zero virgola è anche perché le condizioni economiche del Mezzogiorno si sono aggravate con l’ultima crisi. Dal 2007 ad oggi le regioni del Sud hanno bruciato 47,7 miliardi di euro di Pil mentre il numero delle imprese è sceso di 32 mila e si sono persi oltre 600 mila posti di lavoro, con il tasso di disoccupazione giovanile che tocca il 75%. Nel 2013, sottolinea uno studio diffuso ieri dalla Confindustria, è stato toccato «il punto più basso» della lunga crisi e «i primi mesi del 2014 confermano purtroppo questa tendenza negativa». Certo non mancano «timidi segnali di vitalità», ma non bastano, secondo l’associazione guidata da Giorgio Squinzi, senza un forte intervento del governo su due fronti: riforme istituzionali e strutturali (Fisco, energia, semplifica- Renzi battezza la Jeep italiana E prenota la visita a Melfi per ottenere i famosi margini di flessibilità chiesti dal governo Renzi. Tra i segnali «timidamente» positivi, dice il rapporto, c’è l’andamento delle esportazioni: +2,4% nel 2013 rispetto a inizio crisi, 2007. Ma è un trend che tra lo scorso anno ed i primi mesi del 2014 «sembra essersi fermato». Del resto, dall’inizio dell’anno il saldo tra imprese aperte e cessate è negativo per circa 14 mila aziende. Quelle che hanno chiuso sono circa 573 al giorno, con fallimenti in crescita del 5,7% rispetto al 2013. Solo qualche giorno fa la Svimez, Istituto di ricerca sul Mezzogiorno, ha tra l’altro sottolineato che ad aggravare la situazione concorre un maggior carico fiscale locale su famiglie e imprese nelle regioni del Sud rispetto a quelle del resto d’Italia. Enrico Marro © RIPRODUZIONE RISERVATA loro primo incontro diretto. E sono solo loro tre: neppure un assistente ad ascoltare quel che si dicono su politica, economia, azienda. Dopo gli endorsement torinesi e le conferme sulla «presenza sempre più forte di Fiat in Italia, siamo orgogliosi di far vedere quello che stiamo facendo» (Elkann), il feeling appare evidente. E reciproco. Renzi si era già autoinvitato in una fabbrica Usa, e ora c’è la data: 26 settembre. Ma c’è pure un’aggiunta al programma. Non aveva mai accennato a visite in impianti nazionali, il premier. Rimedia adesso. Da abile comunicatore, poi: «A Detroit dirò che siamo orgogliosi di essere italiani in America, a Melfi che noi italiani siamo più bravi». Raffaella Polato © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 26 Luglio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 5 L’alleanza Per il salvataggio Alitalia-Etihad in bilico, aumento salvagente Dagli azionisti 250 milioni per far marciare la compagnia. Scontro tra i sindacati ✒ La vicenda Rocco Sabelli, Andrea Ragnetti e infine nell’aprile di un anno fa l’ex ducatista Gabriele Del Torchio. Tre amministratori delegati in pochi mesi segnano il calvario di Alitalia, che chiude ancora in rosso per il quarto anno consecutivo dal ritiro dell’offerta Air France e dal varo del progetto Fenice. Nell’autunno 2013 la cassa è di nuovo agli sgoccioli e per coprire la defezione dei francesi nell’aumento di capitale il governo fa entrare le Poste con un investimento di 75 milioni. Le banche devono erogare altri 200 milioni di prestiti L’offerta araba Abu Dhabi al 49% ma dopo i tagli e senza i debiti La partnership tra Alitalia ed Ethiad viene annunciata il 25 giugno scorso. La compagnia di Abu Dhabi entrerà al 49% in una newco alleggerita dei debiti e dei dipendenti, con esuberi per oltre 2.200 unità tra personale di volo e di terra. Le banche capitanate da Intesa Sanpaolo, Unicredit e Mps dovranno rinunciare e convertire in capitale 560 milioni di crediti. Inizia una complessa vertenza sindacale con l’intervento dei ministri Lupi e Poletti. Anche il via libera delle banche arriva solo dopo una complicata gestazione e la mediazione di Palazzo Chigi L’assemblea La scelta di Caio di investire solo nella newco Venerdì 25 luglio l’assemblea approva il bilancio con riserve e accantonamenti che mandano i conti in rosso per 569 milioni. Cai-Alitalia vara un aumento di capitale di 250 milioni che servirà a coprire l’eredità del passato. Ma scoppia il caso di Poste italiane perché l’ad Caio non vuole buttare altri 40 milioni nella vecchia compagnia. C’è la disponibilità a sottoscrivere il 5% della newco ripulita, alle stesse condizioni strappate da Etihad. Ma i vecchi soci e i creditori non ci stanno a coprire la somma che verrebbe a mancare tro. La consultazione si è conclusa con il voto di 3.555 lavoratori su 13.190, non raggiungendo il quorum (il 50% più uno degli aventi diritto). A prevalere sono state le 3 mila indicazioni a favore degli accordi, firmati da Cgil, Cisl, Ugl e Usb. Il punto è che la Uil, ossia la sigla che non ha sottoscritto il contratto e ha richiesto il referendum, ritiene il risultato di quest’ultimo non valido. Il motivo è l’assenza del quorum. Tutto da rifare, insom- ma, per la Uil, che, non a caso, ha diffidato Alitalia «dal prelevare soldi dalle retribuzioni dei nostri iscritti». Il fronte degli altri sindacati è compatto nel ribadire la validità del referendum e degli accordi. La partita si gioca sulla base di quanto indicato dal testo unico sulla rappresentanza Sindacati-Confindustria. Le dichiarazioni dei segretari generali di Uil e Cisl restituiscono il clima. Raffaele Bonanni (Cisl) è esplicito: «La Uil sta gio- Il bilancio Dal 2013 si attendono perdite per 569 milioni Concorrenza E Easyjet lancia la campagna acquisti (c.d.c) Se non è un appello, poco ci manca. Perché il senso del messaggio sembra essere: i tempi sono duri in Alitalia e allora, cari piloti italiani, venite a lavorare con noi. «Siamo grandi, continuiamo a crescere e siamo in continua espansione. Volerai verso alcune delle destinazioni più stimolanti d’Europa, collegate da una compagnia aerea paneuropea in continua espansione che sta rivoluzionando il modo di viaggiare». Recita così la nuova campagna marketing di Easyjet, la compagnia low cost inglese. Gli «arancioni», come vengono soprannominati ironicamente dalla concorrenza per la divisa orange, di questo periodo non stanno affatto con le mani in mano e mentre Alitalia vive ore di fuoco per l’accordo con Etihad, riempiono pagine di giornali di annunci per reclutare piloti e personale di volo. Una coincidenza? «Da gennaio abbiamo fatto 90 assunzioni — conferma Frances Ouseley, direttore per l’Italia Easyjet — e ora potenziamo l’organico a Napoli, nostra terza base italiana, dove siamo alla ricerca di altri 100 addetti tra piloti, assistenti di volo e personale di terra. Rispetto ad altre realtà in crisi, noi in questo paese continuiamo a credere e a investire, con contratti italiani». cando con il fuoco nel momento peggiore di Alitalia perché gli arabi possono anche fuggire». Luigi Angeletti non è da meno, «considerato l’esito dell’assemblea, avevamo visto giusto: la data del 25 luglio, sbandierata da Alitalia come ultimativa, serviva contro i sindacati». Va da sé che agli occhi di James Hogan, amministratore delegato di Etihad, tutto ciò non sia la condizione di pace sociale attesa. Da parte di Alitalia a Del Torchio preme tenere la rotta nella fase conclusiva dell’operazione, «abbiamo deliberato un aumento di capitale funzionale all’accordo. Ha contribuito molto il risultato del referendum, grazie al grande senso di responsabilità dei lavoratori che hanno votato a favore». Sul ruolo di Poste il numero uno di Alitalia è più che fiducioso. «Ho letto dichiarazioni importanti, abbiamo incontrato i loro advisor, legali e manager, spero arrivino buone notizie». Il board di due giorni fa di Poste Italiane ha, del resto, acquisito definitivamente che l’operazione in Alitalia-Etihad verrà fatta versando 40 milioni di euro. Resta da definire la tecnicalità: probabilmente una newco (nuova società) che veda la quota di Poste a fianco di Cai. Andrea Ducci © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Protagonisti Soccorso statale Autunno 2013 la cassa è agli sgoccioli ROMA — Esiste una soglia oltre la quale la pazienza cessa di essere una virtù. Sicuro è che le ultime ore della partita Alitalia stanno mettendo alla prova le capacità virtuose di Etihad. La cronaca di ieri riassume la vigilia di un closing che appare a portata di mano e poi, bruscamente, si allontana. L’intera mattina è servita all’assemblea degli azionisti di Alitalia per varare il nuovo aumento di capitale di 250 milioni di euro. La riunione ha inoltre approvato il bilancio 2013, sebbene non siano state rese note le cifre ufficiali. Le perdite attese si aggirano a quota 569 milioni . La discussione dell’assemblea non ha però toccato il tema più atteso, la definizione del contratto con Etihad. Una delusione, alla luce delle dichiarazioni dei giorni scorsi dell’amministratore delegato di Alitalia, Gabriele Del Torchio. All’accordo tra Alitalia e gli emiratini di Etihad mancano tuttora alcune condizioni: la modalità dell’ingresso di Poste Italiane, già azionista con il 19,5%, e l’intesa tra i sindacati. La più importante è garantire al nuovo azionista la pace sul fronte delle relazioni industriali. Un miraggio, considerato che ieri l’esito del referendum sul contratto nazionale di settore, che assicura 31 milioni di risparmi, ha scatenato l’ennesimo scon- Gabriele Del Torchio Amministratore delegato di Alitalia. «Abbiamo fatto un’importante pulizia di bilancio — ha detto — continueremo a lavorare con Etihad» James Hogan Amministratore delegato della compagnia Etihad. Smentite ieri le voci di un ultimatum da parte della compagnia di Abu Dhabi Francesco Caio Numero uno di Poste Italiane, ha ribadito l’interesse su Alitalia. «Puntiamo a una partecipazione con criteri di mercato» Un pizzico di dirigismo alla francese di STEFANO MONTEFIORI M entre continuano le trattative infinite per Alitalia, ciò che è accaduto di recente al di là delle Alpi può essere guardato con una certa invidia. Negli ultimi anni la Francia si è attirata le critiche degli osservatori anglosassoni — ma non solo — per l’interventismo, l’eterna tentazione colbertista e il patriottismo economico un po’ d’altri tempi, con un ministro, Arnaud Montebourg, pronto a indossare la maglietta a righe da marinaio per difendere il «made in France». Ma allo stesso tempo, nei momenti decisivi, il governo è stato in grado di convincere le parti sociali, e ha usato l’energia necessaria per arrivare a una soluzione — in tempi brevi — meno nazionalista di quanto i proclami lasciassero intendere. Nel caso Alstom Parigi prima è intervenuta duramente per bloccare un accordo già fatto tra il gigante dell’energia e gli americani di General Electric; poi ha sollecitato una controofferta dei concorrenti europei, i tedeschi di Siemens; infine ha dato il suo appoggio a chi si era fatto avanti per primo, GE, obbligandolo però a fornire garanzie sull’occupazione che mancavano nella proposta originaria. Anche nella crisi di Peugeot-Citroën lo Stato francese è sembrato efficace nel sostenere l’accordo con i cinesi di Dongfeng, senza opposizione dei sindacati. Non si tratta di auspicare una nuova difesa dell’«italianità» di Alitalia, al contrario: nei prossimi giorni un’azione decisa di Roma potrebbe, come è successo a Parigi, convincere gli scettici e evitare la fuga dell’unico investitore estero (Etihad) che, in questo momento, ha risorse per salvare la società. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il retroscena Ghizzoni (Unicredit) e Castellucci (Autostrade) a Palazzo Chigi dal premier sull’operazione da 1,1 miliardi Governo in campo, ultima mediazione Il no dei soci al doppio binario per Poste Il governo riprende in mano il boccino della vicenda Alitalia-Etihad. E che sia stato lo stesso premier Matteo Renzi ieri a incontrare Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Atlantia, e Federico Ghizzoni, ceo di Unicredit, due azionisti di peso di Alitalia, indica che l’esecutivo è pronto a fare la sua parte per mandare in porto l’operazione. Il salvataggio della compagnia è una delle questioni in cui il premier ha messo la faccia. Ma è anche l’ultima spiaggia per il vettore che l’anno scorso ha perso 569 milioni di euro e continua a bruciare liquidità. Le beghe sindacali passano in secondo piano, il vero nodo in questo momento è il ruolo di Poste . Tutti sanno che senza il gruppo guidato da Francesco Caio il matrimonio tra Alitalia e la compagnia di Abu Dhabi salta. Ma nessuno dei protagonisti crede davvero che possa essere proprio l’azionista pubblico, entrato per evitare il fallimento di Alitalia al momento del precedente aumento di capitale, a mandare a monte un’operazione cruciale per il Paese alla vigilia dell’Expo, ma anche per le importanti ricadute occupazionali. In gioco ci sono mille e cento miliardi di euro già pronti: 560 milioni deri- L’impegno L’impegno di Poste Italiane, secondo indiscrezioni, potrebbe salire da 40 a 60 milioni di euro per la nuova Alitalia vanti dall’investimento di Etihad, 300 milioni di nuova finanza garantiti dalle banche, 250 milioni dell’aumento di capitale varato ieri. La richiesta iniziale di Caio di voler entrare direttamente nella newco, al fianco di Etihad con il 5% in cambio di un impegno di 40 milioni, è già rientrata perché impraticabile. Se Poste avesse preso il 5% della newco, la vecchia Alitalia sarebbe scesa al 46% e automaticamente Etihad sarebbe diventato il primo socio con il 49%, imponendo un patto parasociale tra i due soci italiani per garantire il controllo europeo della compagnia. Ma per conferire slot, società, permessi e quant’altro alla newco, Alitalia avrebbe dovuto chiedere nuovamente tutte le autorizzazioni perché non sarebbe stata più azionista di controllo al 51%. Oltre a far nascere problemi di consolidato fiscale. La nuova proposta di creare una seconda newco, una terra di mezzo in cui la vecchia Alitalia conferirebbe la sua partecipazione e dove Poste entrerebbe con il 10% attraverso un aumento di ca- Il confronto Federico Ghizzoni, a sinistra, amministratore delegato di Unicredit, e a destra, Giovanni Castellucci, ceo di Autostrade per l’Italia e di Atlantia, sono stati ieri a Palazzo Chigi pitale dedicato invece viene definita fantasmagorica e una complicazione non necessaria, che nessuno vuole. Caio fa sapere di essere disponibile ad aumentare il suo impegno da 40 fino a 60 milioni. Ma le banche, che hanno rinunciato a una parte sostanziosa dei loro debiti, sono furiose e ritengono inaccettabile la posizione delle Poste. Sarebbe un trattamento ingiusto degli azionisti: tutti hanno fatto sacrifici, perché Poste dovrebbe essere considerato un azionista di serie A? Qualche socio della compagnia dice che quella di Poste è un’impuntatura, una posizione negoziale per spuntare qualche condizione migliore, ma alla fine Caio farà un passo indietro. In fondo le Poste hanno approvato l’aumento di capitale e i conti all’assemblea di ieri, un bel passo avanti. Giuliana Ferraino © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Primo Piano Sabato 26 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Il Parlamento Le scelte Senato, Grillo alza il tiro. Duello con il Pd E Grasso: ora cercare una mediazione Numero legale per un soffio sulla competitività. «Segnale per Renzi» La Nota di Massimo Franco Manovre sull’Italicum ma è presto per dire se c’è un compromesso N on si può dire che il Senato sia stato pacificato. Ma ieri, e probabilmente fino a lunedì, i toni sono stati e potrebbero diventare meno puntuti e ultimativi. È prematuro dire che questo preluda al compromesso cercato inutilmente nei giorni scorsi. Lo scontro tra governo e opposizioni, nel quale sono stati coinvolti lo stesso presidente del Senato, Pietro Grasso, fino a lambire il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha vissuto un giorno di tregua. Il contingentamento della discussione in Aula per disinnescare gli ottomila emendamenti, le accuse reciproche, i toni stentorei si sono attenuati. Non significa automaticamente che sia in atto un ripensamento: i margini per riavvicinare le posizioni sembrano tuttora inesistenti, soprattutto sull’elezione dei senatori. In realtà, c’è chi pensa alla nuova legge elettorale, che potrebbe diventare la vera materia di scambio parlamentare: abbassando la percentuale della soglia di ingresso in Parlamento ai piccoli partiti, preoccupati della propria sopravvivenza; e rilanciando l’ipotesi di inserire nel cosiddetto Italicum le preferenze. Eppure, non è chiaro come possano diventare possibili modifiche rifiutate finora con durezza. Sia Renzi sia il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, hanno sempre rigettato qualunque stravolgimento del testo iniziale del governo. E anche ieri il premier ha replicato in tono irridente alle grevi punzecchiature del capo del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo: una coda del conflitto dei giorni scorsi e forse un presagio di quanto accadrà nella prossima settimana. Il tentativo dei vertici istituzionali, tuttavia, è di riacciuffare una situazione avviata in apparenza allo scontro totale; e di ottenere, attraverso garanzie sulle modifiche all’Italicum, un atteggiamento meno ostile dei gruppi parlamentari. Non è casuale che il capofila di questa strategia della distensione sia lo stesso Grasso. La seconda carica dello Stato si è trovata esposta ad attacchi non tanto dell’opposizione ma del «suo» Pd per avere consentito il voto segreto su circa 900 La difficile emendamenti. «Quello che bimediazione sogna evitare è il muro contro su soglia muro», ha dichiarato ieri. «Speriamo che il fine settimae introduzione porti consiglio». Grasso si è delle preferenze na dichiarato «addolorato e indignato» dallo scontro nell’aula di Palazzo Madama, del quale è stato testimone e, in parte, bersaglio. Ma ha rivendicato il proprio ruolo di «garante sia della maggioranza sia delle opposizioni. So bene che il ruolo del giudice imparziale è tra i più esposti». Ha, insomma, ribadito il comportamento tenuto al Senato, spiegando ai suoi critici nel Pd che il regolamento «non lascia margini di interpretazione»: il voto segreto doveva essere ammesso. Grasso ha anche spiegato che il suo colloquio di giovedì scorso con Napolitano, al termine del quale era stato diramato un comunicato ufficioso del Colle sui rischi di una paralisi parlamentare, gli era stato chiesto dal capo dello Stato; e che lui aveva soprattutto ascoltato i consigli del presidente della Repubblica. Ma il contingentamento dei tempi deciso il giorno dopo ha scatenato le ire di M5S, Sel e Lega contro Renzi e il Quirinale. Anche adesso, l’accusa degli avversari contro il presidente del Consiglio rimane quella di volere forzare i tempi delle riforme o per affermare brutalmente il primato del governo, o per provocare un incidente e portare l’Italia a elezioni anticipate. La replica è l’imputazione al movimento di Grillo di sostenere strumentalmente lo status quo; e di frenare un cambiamento che, secondo il segretario del Pd e premier, è stato legittimato dal voto europeo del 25 maggio. Di certo, l’atteggiamento del M5S verso Napolitano, invocato come garante e poi attaccato quasi come regista di un golpe, risulta a dir poco oscillante. Rimane il problema: col muro contro muro sarà comunque difficile approvare la riforma del Senato l’8 agosto. Se è vero che le riforme istituzionali servono anche ad aiutare un’economia in panne, una via d’uscita andrà trovata. ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Grillo contro Napolitano, Renzi contro Grillo, tutti contro tutti. Il decreto Competitività, sul quale il governo mette la fiducia, con il numero legale che a palazzo Madama passa per un soffio. E, in mezzo, il presidente del Senato Pietro Grasso, che invita i partiti a cessare il «muro contro muro» per tornare «alla politica», e che si sente sempre più tirato da una parte all’altra: «Le mie giacche hanno perso la forma originaria...». Tra il premier e il leader dei Cinque Stelle la polemica viaggia via Internet. Parte Grillo, sul suo blog, attaccando Napolitano: «Si chiama colpo di Stato. Mussolini ebbe più pudore, non lo chiamò “riforme”. Il regista di questo scempio è Napolitano che dovrebbe almeno per pudore istituzionale dimettersi subito e con il quale le forze democratiche non dovrebbero avere più alcun rapporto», scrive l’ex comico. Un affondo che arriva il giorno dopo il corteo verso il Quirinale, al quale hanno partecipato anche diversi parlamentari pentastellati. Grillo insiste: «L’unica soluzione è il voto. Il M5S non ha paura, la minaccia di Renzie di nuove elezioni è una pistola scarica e lui lo sa». Il premier replica su twitter: «Dice Grillo che il nostro è un colpo di Stato. Caro Beppe: si dice sole. Il tuo è un colpo di so- le! #noalibi #sidicesole». E ancora: «Dopo 4 voti in Parlamento, faremo un referendum. Perché le opposizioni urlano? Di cosa hanno paura? Del voto degli italiani?». Il portavoce e blogger, Filippo Sensi, noto sui social come Nomfup, lo blocca scherzando: «Ok, ok, ora levategli twitter». Inevitabile, arriva la controrisposta di Grillo: Botta e risposta Lo scambio in Rete Botta e risposta via web. Con un post sul blog intitolato «Aridatece er puzzone», Beppe Grillo ha attaccato il pacchetto riforme: «Questo si chiama colpo di Stato. Mussolini ebbe più pudore. Non lo chiamò “riforme”». Immediata la risposta del premier Renzi: «Caro Beppe, il tuo è un colpo di sole» «#Sidicesole? No, #sidiceP2». Con la foto di Renzi e Berlusconi, ribattezzati «The P2 Brothers» e ritratti come John Belushi e Dan Aykroyd. E Grasso? L’ex magistrato diventato «arbitro» dello scontro, sempre più rovente, tra governo e opposizioni, prova ancora a richiamare tutti all’opportunità di una mediazione: «Queste riforme — dice — sono attese da decenni, largamente condivise nelle loro linee essenziali». Secondo Grasso «il muro contro muro deve lasciare il posto al confronto e alla ricerca di soluzioni condivise». Il presidente del Senato cita Don Milani: «Sortirne tutti insieme è politica. Lo spettacolo di questi giorni mi ha molto addolorato e, in alcuni momenti, indignato». Difficile, per ora, invertire la rotta. Anche il ruolo di Grasso, in questi giorni, è finito al centro delle polemiche: il Pd, da lui, vorrebbe una maggiore «durezza» verso le opposizioni e non ha gradito la decisione sul voto segreto. Anche su questo, Grasso ribatte: «Il criterio che mi ha ispirato? Molto semplice, il regolamento». E aggiunge: «Ho ben chiaro il mio ruolo di garante. E so bene, per esperienza, che il ruolo del giudice imparziale è tra i più esposti a critiche ma questo non ha mai intaccato in nessun modo la mia terzietà prima e non lo farà neanche ora. Sono arbitro, non giocatore». L’invito è sempre lo stesso, già avanzato da Grasso durante le diverse conferenze dei capigruppo: «Aprire un tavolo di mediazione, soprattutto su quei punti che potrebbero essere oggetto di una riscrittura da parte dei relatori». Per arrivare, in questo modo, «ad un confronto approfondito, ma sui contenuti: non vorrei che si continuassero a sprecare ore e giorni, soprattutto ora che nella capigruppo si è deciso un contingentamento dei tempi». Non chiamatela «tagliola», però. Tantomeno «ghigliottina». Grasso chiarisce: «Nella ripartizione dei tempi, come accaduto nel 2004, è stato tenuto conto della possibilità effettiva di votare tutti gli emendamenti e non utilizzare quindi la cosiddetta tagliola, a torto richiamata anche nel nostro caso avendo previsto ben 80 ore esclusivamente per le votazioni sulle 115 disponibili». Ieri, pausa dei lavori per lasciare spazio al decreto Competitività. Il governo mette la fiducia, che passa con 159 sì, alcune assenze, 11 membri del governo «costretti» a votare, numero legale fissato a 147. I Cinque Stelle scrivono: «Fiducia in bilico, governo traballante. Il numero legale è stato raggiunto per un solo voto. Il premier non sia così sicuro di avere una strada spianata». Replica Claudio Martini (Pd): «Abbiamo ottenuto la fiducia col doppio dei voti richiesti, che erano 81 su 161 presenti». Ernesto Menicucci © RIPRODUZIONE RISERVATA Il retroscena Il senatore 5 Stelle Sergio Puglia: perché tutti questi emendamenti dai vendoliani? L’inedito asse Sel-Lega-M5S, dalle «contaminazioni» ai sospetti ROMA — Era difficile immaginare che uno stesso fronte potesse schierare contemporaneamente Sinistra e Libertà, Movimento 5 Stelle e Lega Nord. Ma uno degli effetti di questo braccio di ferro sulla riforma costituzionale è la strana opposizione che si è creata, un miscuglio eterogeneo che combatte all’unisono (o quasi) in Aula. Che giovedì ha marciato unito verso il Colle. E che ieri mattina si è riunito per decidere le strategie dei prossimi giorni, a cominciare dal tentativo di far mancare il numero legale ieri in Aula: non sono escluse azioni eclatanti, ma è ancora presto per gli annunci. La battaglia parlamentare li costringe a fare fronte comune. Nei giorni scorsi si sono sentiti spesso tra loro, per coordinarsi sugli emendamenti e per decidere l’atteggiamento nei confronti del ministro Maria Elena Boschi e del rappresentante del Partito democratico Luigi Zanda. Sergio Puglia, senatore dei 5 Stelle, spiega che in questi casi, «quando c’è da fare una riforma costituzionale, non si guarda in faccia nessuno e non ci sono colori politici». Il che non elimina del tutto le diffidenze. Non tanto con la Lega, con la quale qualche punto di contatto c’è, quanto con Sel. Come dice lo stesso Puglia: «Io sono napoletano e per sopravvivere sono costretto a essere sospettoso. E così non posso fare a meno di avere un retropensiero: come mai tutti questi emendamenti da Sinistra e Libertà? Noi ne abbiamo presentati 200, loro quasi 6 mila. Non è che volevano questo? La ghigliottina, la tagliola? Non è che volevano dare il pretesto per far approvare la legge in fretta? Magari mi sbaglio eh». Insomma, il dubbio è che quelli di Sel si stiano mettendo d’accordo con il Partito democratico, magari sulla legge elettorale. Loredana De Petris, la combattiva capogruppo di Sel, smentisce fermamente: «Assolutamente no. Dicono che stiamo facendo questo casino per metterci d’accordo con il Pd sulla soglia di sbarramento della legge elettorale, ma non è affatto questo. Non c’è alcuna trattativa in corso. Nulla di nulla. Tantome- no con il Pd. Anche perché ho l’impressione che l’unica che conti, con la quale bisognerebbe parlare, è il ministro Boschi». La De Petris, però, non ha grandi rapporti con lei: «L’unica volta che ho avuto a che fare con il ministro, è stato quando lei si è avvicinata e mi ha chiesto se quando parlavo di elezione diretta mi riferissi alla democrazia diretta. Le ho risposto che erano due cose un po’ diverse. Per il resto in commissione una volta le ho detto: “So di non esserle simpatica, vorrà dire che farò un corso di simpatia per poterle parlare”». Il dibattito Le modifiche e l’appello del Quirinale Sono 7.850 gli emendamenti presentati dai partiti al testo di riforma del Senato. Il capo dello Stato ha fatto un appello «a tutte le parti» contro il rischio di una paralisi: «Sarebbe un danno» Tempi tagliati e voto finale entro l’8 agosto La maggioranza, per accelerare il dibattito, ha deciso di tagliare i tempi: non più di 135 ore in totale, con voto finale l’8 agosto, a prescindere dal fatto che la discussione si sia conclusa Il corteo di protesta delle minoranze La decisione di contingentare i tempi ha scatenato la protesta di un centinaio di senatori di M5S, Lega e Sel che giovedì sono andati in corteo al Quirinale Detto questo, al momento il dialogo tra maggioranza e opposizione è interrotto. Per questo, si serrano i ranghi. Lunedì Beppe Grillo ha convocato una riunione straordinaria dei parlamentari del M5S di Camera e Senato. Intanto, il capogruppo a 5 Stelle di Palazzo Madama Vito Petrocelli non vede niente di anomalo nella strana alleanza: «Nulla di diverso da quel che accade già nelle commissioni. Sono convergenze trasversali su singoli obiettivi». Le differenze non mancano: «Noi non condividiamo alcuni emendamenti della Lega, perché spingono il federalismo, tema che non ci fa impazzire. E a loro non piacciono i nostri emendamenti sull’immunità». Quanto a Sel, spiega Petrocelli: «Li abbiamo criticati duramente in passato. Per esempio sul Def: hanno dato una grande mano a Renzi». La diffidenza, insomma c’è, ma nonostante questo si collabora. Quanto a Roberto Calderoli, Petrocelli è freddo: «Mi pare che tenga due piedi in una scarpa. Fa un po’ il Bertinotti del 2014, fa quello di lotta e di governo. Come relatore di maggioranza ha avuto anche una certa complicità con la Finocchiaro. Insieme hanno pilotato tante cose». A proposito della relatrice democratica, il suo nome sarebbe stato fatto ai piani alti come possibile autrice di una iniziativa parlamentare. Petrocelli non ci crede: «Ho sentito ma è lei ad accreditarsi come mediatrice. Credo che sia un tentativo superato. Al momento non c’è alcuna trattativa, siamo allo scontro». Avete immaginato azioni di protesta — occupazioni, Aventini o altro — con le altre forze di opposizione? «No comment». Alessandro Trocino © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 26 Luglio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 7 # Il retroscena L’ipotesi di introdurre l’elezione dei senatori con i listini Ventaglio Il presidente del Senato Pietro Grasso alla cerimonia del Ventaglio con l’autrice del disegno Eleonora Trapani (Ansa) La linea di Palazzo Chigi, mostrarsi intransigenti e trattare dopo alla Camera Berlusconi evoca il voto ma ribadisce l’accordo 80 214 le ore che la conferenza dei capigruppo del Senato ha deciso di dedicare alle votazioni degli emendamenti sulla riforma costituzionale di Palazzo Madama. Il presidente del Senato Pietro Grasso ha spiegato che, riservando ai voti ottanta ore sulle 115 disponibili, «è stato tenuto conto della possibilità effettiva di votare tutti gli emendamenti» presentati dai vari gruppi parlamentari i voti necessari in Senato (su 320) affinché una riforma costituzionale possa essere approvata, con i due terzi dell’Assemblea, evitando così il referendum confermativo. Sia il presidente del Consiglio Renzi sia il ministro per le Riforme Boschi hanno sostenuto che per quanto riguarda il nuovo Senato il governo farebbe comunque un referendum consultivo per conoscere l’opinione dei cittadini Renzi vuole prima vincere e poi trattare, è convinto che solo mostrandosi intransigente oggi al Senato avrà la forza di gestire domani una mediazione alla Camera, «dove potremmo persino pensare di introdurre l’elezione dei senatori con i listini», tema che è diventato il simbolo della sfida sulle riforme istituzionali tra il premier e i suoi rivali. Invertire i canoni politici è rischioso quanto lo saranno i numerosi voti a scrutinio segreto, che rappresentano un’insidia per il governo e insieme un test sulla bontà di un’intesa in cui è coinvolto Berlusconi. C’è un motivo se l’ex Cavaliere ha voluto personalmente ribadire a Renzi la fedeltà all’accordo, l’ha fatto giovedì con una telefonata che gli è servita per scusarsi dopo «l’incidente» — così lo ha definito — avvenuto la sera prima a palazzo Madama, dove il suo partito aveva votato contro il calendario dei lavori d’Aula sulle riforme, senza peraltro aver successo. Il premier ha accettato le scuse come si fa con chi ti tende una mano per sostenerti e con l’altra mira a rovesciarti. Perché Renzi sa cosa dice il leader di Forza Italia, che teorizza la caduta dell’esecutivo in autunno sull’economia, che confida in un ritorno immediato alle urne con il Consultellum, e che punta a sostituirsi a Ncd nel gioco delle larghe intese. Ma le elucubrazioni di Berlusconi sul futuro non lo preoccupano, il capo del Pd chiede invece garanzie sul presente e non accetta di piegarsi ai «ricatti» di quanti «dentro e fuori il Senato non stanno combattendo a tutela della democrazia ma a difesa dello status quo»: «Perciò non indietreggio di un millimetro». Nonostante dirigenti del suo partito e della sua maggioranza lo invitino a cambiare schema, è questo il suo modo di trattare, ed è questo l’ordine impartito ai suoi legati. Quando il presidente del Senato — appena sceso dal Quirinale — ha incontrato a palazzo Madama il ministro Boschi, ha provato a spiegare che «sarebbe opportuna un’iniziativa politica di Matteo per sbloccare la situazione», e rendere così più facile il percorso della riforma in Aula: «Si potrebbe intervenire sulla modalità di elezione del capo dello Stato, sul meccanismo di elezione dei senatori, sul titolo V della Costituzione. Certo, non toccherebbe a me dire queste cose...». E in- Settegiorni fatti la Boschi non ha raccolto: «Si è già cambiato tanto. Eppoi — ha sorriso — questo non è mica più il testo del governo. È il testo votato dalla Commissione». Renzi vuole prima vincere e poi trattare. È vero, dopo il contingentamento dei tempi al Senato per l’esame della riforma che ha portato alla marcia verso il Colle, proprio la Boschi si è incaricata di lanciare un segnale distensivo, annunciando che «comunque si farà un referendum popolare». Ma la premessa ad ogni mediazione è che unilateralmente le opposizioni riducano la mole di emendamenti presentati. Il resto si vedrà. E nel resto c’è anche la trattativa sulla legge elettora- le, che il Pd vuole mediaticamente tener sganciata da quella sulla modifica del bicameralismo, e che però è il vero nodo del contendere: un negoziato parallelo che riprenderà la prossima settimana e che si preannuncia lungo e difficile, perché il merito porta con sé un problema di metodo. Il principio è che dal tavolo non si alzino vincitori e vinti. L’Italicum sarà lo specchio riflesso della futura geografia politica ed è chiaro che gli interessi siano divergenti. Sulla questione delle preferenze resta valido il compromesso avanzato dalla Boschi, che garantisce a Berlusconi di non vedere «scalata» la sua Forza Italia. Sullo sbarramento per accedere in Parlamento, invece, il leader del Pd vorrebbe portare il Cavaliere ad accettare la soglia unica del 4%: «Questo — come conferma il leghista Calderoli — non è solo l’obiettivo delle forze medie e piccole, è anche l’aspirazione di Renzi, perché così si riprodurrebbe lo stesso schema delle Europee». Riuscirà un simile incastro al premier? Una cosa è certa: solo dopo aver vinto vorrà mediare. E se il Senato non riuscirà ad approvare la riforma costituzionale entro l’8 agosto, chiederà che si vada avanti, convinto che «la gente è dalla nostra parte». «Sarà il valoroso popolo del cocomero — ironizza acidamente Gasparri — quello che ha la villetta abusiva al mare, una falsa pensione di invalidità, il figlio assunto con una raccomandazione in un ente inutile, e che sotto l’ombrellone con il cocomero sgocciolante in mano, dirà: “Finalmente lavorano sti ladri”». Francesco Verderami © RIPRODUZIONE RISERVATA La storia In Italia il picco oratorio appartiene a Boato, ma negli ultimi anni si è passati a tattiche meno estenuanti come le raffiche di emendamenti Maratone e manette, l’ostruzionismo tra fiction e realtà I record: il senatore Thurmond parlò 24 ore come il Mr Smith di Frank Capra al cinema MILANO — Nei Paesi anglofoni lo chiamano filibustering: un termine che evoca velieri e scorribande piratesche. In Italia quest’«arte» antica è definita ostruzionismo ma la sostanza è la stessa: fiumi di emendamenti e orazioni infinite pur di ritardare o affossare una legge. Il fenomeno non è un’esclusiva nostrana. Anzi. Negli Usa la specialità raggiunse punte di virtuosismo nel 1957 quando il senatore democratico Strom Thurmond stabilì il record mondiale parlando per 24 ore e 18 minuti nel tentativo di stroncare il Civil Rights Act. Performance memorabile con ricca aneddotica correlata. Thurmond si preparò alla maratona sottoponendosi per giorni a bagni di vapore per disidratarsi ed evitare i richiami della natura. E citò pure la ricetta dei biscotti di sua nonna. Recentemente, ha fatto rumore l’impresa della senatrice texana Wendy Davis, che ha parlato per quasi 11 ore di fila, indossando un paio di strategiche scarpe da ginnastica. Il suo obiettivo? Boicottare la legge repubblicana che intendeva proibire l’aborto dopo la ventesima settimana. In nuova Zelan- da, nel 2000, l’opposizione arrivò a presentare emendamenti scritti in maori, con inevitabili richieste di traduzione, pur di rallentare i lavori. Il cinema Usa cita il filibustering in almeno un paio di episodi. Nel film di Frank Capra, Mister Smith va a Washington (1939), James Stewart è un senatore che si oppone alla costruzione di una diga e sconfigge gli speculatori con un discorso di 24 ore, al termine del quale, cade a terra svenuto. Nella seconda stagione di House of Cards — la serie cult sugli intrighi della politica americana — il senatore Hector Mendoza viene condotto in aula ammanettato, pur di raggiungere il quorum indispensabile. In Italia, restando alle orazioni, il record è dell’ex deputato radicale Marco Boato che nel 1981 si esibì per 18 ore e 5 minuti contro la proroga del fermo di polizia, voluta da Cossiga. «Senza leggere, senza sedermi, senza interrompere — è la sua testimonianza —. Cominciai alle otto di sera e finii alle 14.20 del giorno successivo, e avevo ancora un paio d’ore d’autonomia». Nel Parlamento italiano il primo episodio di ostruzionismo, mutuato dall’Inghilterra, risale al 1899 quando la sinistra le provò tutte pur di bloccare i provvedimenti sulla pubblica sicurezza del ministero Pelloux. I primi a ricorrere in dosi massicce al filibustering furono però i comunisti. Nel 1949 il senatore Carlo Cerruti intervenne per 8 ore e mezzo contro l’adesione alla Nato. Da lì in avanti, i sermoni monstre sarebbero stati il marchio distintivo della prima Repubblica con campioni indiscussi come Almirante e Pannella. Negli anni l’ostruzionismo nostrano si è rifugiato in pratiche fisicamente meno estenuanti. A partire dalle raffiche di emendamenti. Stratagemma utilizzato già nel 1953, quando l’opposizione ne presentò 1.600 per bloccare la legge elettorale definita «truffa». Tutto inutile: il testo passò in Senato dopo una seduta di 77 ore e 50 minuti. Il dibattito degenerò in rissa e il presidente Meuccio Ruini fu colpito da una tavoletta di legno. Prima Repubblica Nella prima Repubblica i campioni degli interventi fiume in Aula erano Pannella e Almirante «Filibustering» In alto, un momento della seconda stagione di House of Cards: il senatore Mendoza è portato in aula in manette. A destra la senatrice Wendy Davis durante l’orazione del 2013; la scena clou del film Mr Smith va a Washington (‘39); Marco Boato nel 1981 E se a qualcuno i 7.850 emendamenti presentati ora in Senato sul ddl riforme sembrano tanti, c’è ancora chi ricorda con terrore le 130 mila modifiche alla legge di stabilità firmate dalla deputata indipendente Mara Malavenda. Un esempio che fece scuola: in Francia, nel 2006, il centrosinistra ne presentò 137.449 contro la privatizzazione di Gaz de France. Con una certa originalità, tra il ‘96 e il 2001 il leghista Luigi Peruzzotti abusò invece delle richieste di numero legale inoltrandone 4 mila. Lo chiamavano Ostruzionix, per le sue presunte «radici celtiche». Pierpaolo Velonà © RIPRODUZIONE RISERVATA 8 Primo Piano Sabato 26 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Il Parlamento Le scelte Sondaggio Contrario il 57% Ncd e centristi non credono al ritorno con l’ex Cavaliere A Cesano Silvio Berlusconi si ferma a salutare alcuni sostenitori uscendo dall’istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone dopo aver svolto l’attività di volontariato prescritta dai giudici nell’ambito dell’affidamento ai servizi sociali per la condanna al processo Mediaset (Fotogramma) La scorsa settimana Berlusconi è stato assolto nel processo Ruby. Dopo questa sentenza … Berlusconi potrà tornare ad essere il leader del centrodestra Non sa Berlusconi è comunque un leader superato, che deve essere sostituito Totale 6% 63% FI 1% Berlusconi: il premier corre troppo E lancia l’appello ai moderati «Sono 17 dissidenti, capito? Per non parlare delle spaccature che ci sono nella Lega», ragionava ieri a voce alta l’ex presidente del Consiglio tra una telefonata e l’altra. Già, perché di telefonate, nelle ultime quarantott’ore, Berlusconi ne ha ricevute parecchie. Soprattutto da parte di quei senatori che gli hanno descritto il clima di Palazzo Madama come «quello di una guerra di cui non si riesce a intravedere l’esito». Tra questi, più d’uno ha chiesto all’ex Cavaliere di prendere l’iniziativa e di riaprire il dibattito sul «Patto del Nazareno». Richieste respinte al mittente, almeno per ora. Perché, nell’ottica berlusconiana, gli accordi quelli sono e quelli restano. Ma ai tanti che invece gli stanno chiedendo di intercedere presso Palazzo Chigi per provare a sanare la frattura tra le resistenze dei senatori e il governo, Berlusco- ni non ha risposto picche. Al contrario. Fosse per lui, il dibattito dovrebbe essere sospeso adesso e ripreso a settembre. «Le riforme hanno i loro tempi. Figuriamoci una riforma come questa», s’è lasciato scappare l’ex Cavaliere nelle conversazioni di ieri. «Vediamo se è possibile rasserenare gli animi». Segno che Berlusconi potrebbe presto riparlare con Renzi? Molto probabile. E le possibilità che Renzi, nel caso, apra a una moratoria sul Senato, congelando il voto estivo? Poche, pochissime. D’altronde, come spiega Giovanni Toti, «non I 17 dissidenti Secondo il leader sono 17 i dissidenti di Forza Italia che voteranno contro la riforma c’è nulla di più lontano dallo “stile Renzi” dello “stile Berlusconi”. Quest’ultimo», aggiunge il suo consigliere politico, «non si muoverebbe mai come sta facendo il primo. Da buon venditore sa che la merce ai clienti non puoi mica imporla. Devi convincerli, persuaderli, fargli capire che la convenienza è la loro, non la tua... Per cui, è evidente che rispetto alla riforma del Senato Berlusconi si sarebbe mosso in maniera molto diversa da Renzi». L’inquietudine berlusconiana rispetto al percorso di riforme è un dato acclarato. Basti pensare a quello che è capitato a Pier Ferdinando Casini, che martedì scorso è stato a Palazzo Grazioli a far visita all’ex premier dopo la sentenza. «Silvio, sulle riforme dobbiamo tenere la barra dritta. Il futuro del Paese si gioca anche su questo», è stato il pensiero che l’ex presidente ROMA — «In politica serve più matematica». In che senso senatore? «La composizione della Camera, secondo la riforma, è antiscientifica». Quando si aggira per Palazzo Madama, non passa inosservato Carlo Martelli, senatore a 5 Stelle di Novara: cranio lucido, sguardo spiritato, sandali francescani ai piedi, un po’ incongrui insieme alla cravatta d’ordinanza. Martelli sarà anche un eccentrico ma ha un curriculum di tutto rispetto. Laureato in geometria algebrica alla Statale di Milano, ha fatto un dottorato in topologia ed è docente alla Bicocca. Ammira Tullio Levi Civita, grande matematico d’inizio secolo ed Enrico Bompieri, unico italiano a vincere la Medaglia Fields, una sorta di Nobel della Matematica per under 40. Che ci fa un matematico in politica? «Era un periodo che mi sentivo inutile. Avevo una voglia di partecipare frustrata. Spedivo lettere ai politici e nessuno mi rispondeva. Un giorno spulciavo il sito di Grillo e mi sono imbattuto nel meet up di Novara. C’era una conferenza sul ritorno energetico dei biocombustibili. Ho detto: fantastico, è quello che fa per me». Perché «riforma antiscientifica»? «La riforma costituzionale deve essere fatta con amore, perché è un lascito ai nostri figli. Ma per farla non si possono liquidare i numeri in quel modo. Lo stesso vale per la legge elettorale. Da matematico, vi dico che ha un unico scopo: ❜❜ La Corea del Nord Anche in Corea del Nord hanno il Parlamento e la magistratura: ma è democrazia? In Aula Carlo Martelli, 48 anni, è stato eletto al Senato a febbraio traslare la volontà degli elettori su un campione più piccolo. Più piccolo è il campione, meno è significativo. Non puoi basarti sul consumo medio di ortaggi chiedendo a una sola persona». La teoria del pollo. «Esatto. Uno mangia un pollo, l’altro no, gli italiani mangiano mezzo pollo a testa. Un Senato da 100 persone non va bene. Non si gioca con i numeri, non siamo al mercato. Non si può fare una legge per cui un partito con il 30 per cento prende il 55. Così è peggio della legge fascista Acerbo del 1923. Anche sui collegi: bisogna studiare, vedere le simulazioni, fare i conti». Tornando al ddl del Senato, si riducono i senatori perché si riducono le competenze. È un risultato voluto, è la fine del bicameralismo perfetto. «Infatti, si vuole mantenere solo lo scheletro del Senato. La democrazia è quando ci sono elezioni, Parlamento e magistratura, giusto? Sicuri? In Corea del 77% 18% 85% 3% 82% Altre liste/indecisi 28% 8% 69% 31% 61% Sondaggio realizzato da Ipsos PA per Corriere della Sera presso un campione casuale nazionale rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne secondo genere, età, livello di scolarità, area geografica di residenza, dimensione del comune di residenza. Sono state realizzate 998 interviste (su 9.912 contatti), mediante sistema CATI, il 22 e il 23 luglio 2014. Il documento informativo completo riguardante il sondaggio sarà inviato ai sensi di legge, per la sua pubblicazione, al sito www.sondaggipoliticoelettorali.it. D’ARCO Alessandro Trocino Fino a un paio di anni fa le vicende giudiziarie di Berlusconi radicalizzavano gli elettori: i berlusconiani si indignavano per ciò che veniva considerato un complotto della magistratura politicizzata ai danni del loro leader e gli antiberlusconiani per i reati di cui il Cavaliere veniva accusato. Questo copione, durato quasi vent’anni, ha subito una battuta d’arresto un anno fa, in occasione della sentenza definitiva di condanna per i diritti Mediaset, a conferma del cambiamento del clima sociale e politico dopo il voto del 2013: con l’affermazione dell’M5S si è creato uno scenario tripolare che ha sostituito quello bipolare della Seconda repubblica; il Pdl ha subito un tracollo perdendo 6,3 milioni di elettori rispetto al 2008 e il perdurare della crisi economica ha modificato le priorità dei cittadini. Tutto ciò spiegava la mancata mobilitazione degli elettori del Pdl e la loro volontà di continuare a sostenere il governo di larghe intese guidato da Enrico Letta nonostante la condanna di Berlusconi e le conseguenti minacce di uscita dalla maggioranza. All’indomani della sentenza d’appello del processo Ruby, che ha assolto Berlusconi ribaltando il verdetto di primo grado, si ha la conferma di questo cambiamento del clima. Con poche eccezioni, non ci sono state reazioni di indignazione o di trionfalismo da parte degli elettori: la maggior parte degli italiani (34%) ritiene che la sentenza sia una libera decisione dei magistrati e come tale non vada discussa ma accettata; il di Nando Pagnoncelli 31% pensa che sia una sentenza sbagliata e il 25%, al contrario, la considera giusta. Tra gli elettori del Pd il 46% ritiene che le sentenze non vadano discusse, il 41% giudica la sentenza sbagliata e quasi un elettore su dieci è d’accordo con l’assoluzione. Tra gli elettori di Forza Italia quattro su cinque plaudono alla sentenza e, al contrario, il 7% la giudica sbagliata. Si è quindi fortemente attenuato il giustizialismo tra gli elettori pd (la cui composizione è molto cambiata in occasione delle Europee) e tra quelli di FI fa capolino qualche dubbio sui comportamenti del loro leader. Solo un elettore su tre ritiene che con la sentenza di assoluzione Berlusconi possa tornare ad essere il leader del centrodestra mentre prevale largamente (63%) l’idea che sia ormai superato. Tra gli elettori di FI una minoranza non trascurabile (22%) è dello stesso parere. Lo scetticismo si spiega non tanto in termini di limitata agibilità politica di un leader che sta scontando una condanna (che finora non gli ha impedito di svolgere il proprio ruolo, come dimostra il patto del Nazareno) quanto in termini di ricambio generazionale. Berlusconi rimane difficilmente sostituibile, ma appartiene ad una stagione politica che secondo molti si è chiusa. Ne è una conferma anche la perplessità che accompagna l’ipotesi di definizione di una nuova alleanza tra Forza Italia e le altre formazioni del centrodestra: solo il 33% ritiene che dopo l’assoluzione di Berlusconi questa possibilità sia realistica mentre il 59% pensa che sia difficile alleare partiti tanto diversi. L’elettorato di FI è molto diviso in proposito: gli ottimisti rappresentano il 50% e i pessimisti il 46%. Tra gli elettori del Ncd e i centristi il 57% non sembra credere a un’alleanza sulla cui composizione, peraltro, le opinioni sono tutt’altro che univoche: il 49% ritiene che per il centrodestra sarebbe più opportuno unire le formazioni più moderate, escludendo quelle che hanno posizioni più estremistiche, mentre per il 41% sarebbe più utile aggregare tutte le forze: FI, Ncd, Fratelli d’Italia e Lega Nord. Nell’elettorato berlusconiano quest’ultima è l’opinione prevalente (55%), alla quale si contrappone una consistente minoranza (38%) che auspica un accordo limitato alle sole forze moderate. La fase di difficoltà del centrodestra è testimoniata dai risultati elettorali, prima ancora che dai sondaggi: alle Europee i quattro partiti principali che lo compongono hanno ottenuto 8,5 milioni di voti (contro i circa 14 del 2009) e rappresentano il 17% degli elettori. Per risalire la china il tema dell’alleanza e quello della leadership appaiono inderogabili. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA della Camera ha opposto all’ex alleato alla presenza di Gianni Letta. Sul tema i due, che hanno discusso del futuro del centrodestra, erano d’accordo. Ma resta il fatto che Casini, rivelando agli amici più intimi l’incontro con l’ex Cavaliere, si sia abbandonato a due considerazioni. La prima è che «m’ha fatto impressione andare a Palazzo Grazioli dopo tanto tempo. La prima volta che c’ero stato avevo due figli, ora ne ho quattro». La seconda è che «Berlusconi, secondo me, non farà saltare le riforme. Ma se queste saltano da sole, sarà il primo a voler tornare alle urne. Anche col Consultellum vigente...». In fondo, trattasi dell’unico meccanismo elettorale proporzionale che potrebbe portare Forza Italia al governo (col Pd) anche in caso di pesante sconfitta. Tommaso Labate © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista Il senatore Carlo Martelli: vogliono traslare la volontà degli elettori su un campione più piccolo Il matematico prestato ai 5 Stelle: riforma antiscientifica, lo dicono i numeri Ncd-Centro 8% M5s 22% Lettera aperta per la riunificazione. L’incontro con Casini ROMA — «L’Italia è un Paese di moderati e i moderati devono tornare a stare sotto lo stesso tetto». L’«appello» per la riunificazione del centrodestra è pronto. Silvio Berlusconi ci ha lavorato per tutta la giornata di ieri e oggi sarà pubblicato sul Giornale. In privato però l’ex premier coltiva altre riflessione. «Io ce la sto mettendo tutta pur di mantenere la parola data. Ma il governo non può procedere così. Sono 17 i nostri che non voteranno la riforma, se si va avanti così...». A questo punto della storia, con Palazzo Madama è diventato un teatro di guerra e lui rinchiuso nel recinto dorato della villa di Arcore, lo danno tutti per «preoccupato». Timoroso che il sostegno dei forzisti al «Patto del Nazareno» possa, come ha spiegato l’ex Cavaliere ad alcuni fedelissimi, «spingerci in un baratro in cui non ci meritiamo di precipitare». Pd 31% 7% Nord c’è un Parlamento, si vota e c’è la magistratura. C’è democrazia? No, non basta la forma, serve la sostanza». Andiamo verso la Corea del Nord? «C’è un pericolo di autoritarismo. Il Parlamento deve essere rappresentativo». Ma la Camera resta. E poi: va bene la rappresentanza ma serve anche la governabilità. «Anche qui entra in gioco la scienza. Bisogna distinguere tra governabilità e stabilità. Governabilità è comandare. Stabilità è governare con il consenso. Vengo in Aula e chiedo: vi va bene? Se ho i numeri, ok. Per ottenere questo, bisogna rimuovere lo scoglio iniziale della fiducia. La cosa più bella, nella prima Repubblica tanto vituperata, è che gli esecutivi non duravano, ma i Parlamenti sì». Bella? «Churchill diceva: la democrazia è la peggior forma di governo, escluse le altre. Non è così negativo che un esecutivo sia ostaggio della maggioranza. È questa la democrazia». A proposito di scienza, alcuni suoi colleghi paiono poco inclini alla materia. Accreditano complotti e tesi non esattamente comprovate. Lei crede alle scie chimiche? «Non ci sono evidenze scientifiche. Per ora. Un mio prof mi spiegava che la scienza più che dare certezze deve coltivare dubbi». Scenari Corriere della Sera Sabato 26 Luglio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 9 Il Parlamento Le scelte Camera, Renzi attacca: dipendenti privilegiati E il Colle taglia ancora Polemiche sui tetti agli stipendi ROMA — Il premier Matteo Renzi ha commentato nel suo modo diretto, con un immancabile tweet, le polemiche per i tagli agli stipendi dei lavoratori del Parlamento: «Non mi stupiscono i privilegiati che contestano la norma sul tetto di 240 mila euro, mi stupiscono le opposizioni che si schierano con loro. Ma dove vivono?». C’è stata una protesta vivace giovedì scorso all’annuncio di un tetto agli stipendi dei consiglieri parlamentari che si sarebbe poi riverberato sugli stipendi di tutti i lavoratori di Camera e Senato. E dire che questo era soltanto l’inizio della trattativa. Una trattativa che appare davvero difficile. Ieri i sindacati dei lavoratori di Montecitorio e di Palazzo Madama si sono riuniti in «seduta comune» al Senato per cominciare il negoziato sugli stipendi. Inutilmente: non sono riusciti a trovare accordo nemmeno sul calendario degli incontri con la controparte. Ci riproveranno lunedì. Intanto in tempi di spending review arrivano dal Colle nuove notizie: il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano proprio ieri ha firmato un decreto che riduce di altri quattro mi- Il libro lioni di euro le spese del Quirinale. E così si arriva a 16 milioni di risparmio previsionale per il quadriennio 2014-2017 . Anche Pietro Grasso, presidente del Senato, ha voluto contribuire in tema di tagli alle spese, dopo che l’ufficio di presidenza di Palazzo Madama aveva approvato un bilancio che ha confermato i risparmi annunciati. In particolare: nel 2013 e nel 2014 è stato ridotto di oltre 75,5 milioni l’onere del Senato sul bilancio dello Stato. Ma il presidente Grasso ha voluto fare di più. Con una proposta: «Cessare qualsiasi erogazione di vitalizi e di pensioni nei confronti degli ex senatori condannati in via definitiva per fatti di mafia, di corruzione e per altri reati gravi». La corsa alla spending review nei palazzi della politica sembra proseguire senza sosta. Anche se le parole di Matteo Renzi hanno provocato alcune polemiche e l’immediata reazione di Arturo Scotto, presidente dei deputati di Sel: «Mi stupisco come il premier chiami privilegiati i dipendenti della Camera, sminuendone la loro alta professionalità». Scotto è anche molto più polemico con il premier: «Farebbe bene a leggersi i resoconti dei dibattiti alla Camera e non affidarsi a qualche informazione acquisita qui e là da Twitter». Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera di M5S, ha voluto invece respingere al mittente Stop ai vitalizi Grasso: cessiamo l’erogazione di vitalizi e pensioni agli ex senatori condannati per reati gravi «qualsiasi strumentalizzazione che mi vedrebbe contro l’approvazione del tetto. In ufficio di presidenza M5S ha votato per il tetto, peccato che sempre ieri in Aula la maggioranza (Pd etc) non abbia votato per il dimezzamento dello stipendio dei deputati». Intanto all’interno della Camera si sta discutendo la sorte dei dipendenti più precari di tutti: i cosidetti «allegati A e B», ovvero i dipendenti dei gruppi parlamentari, poco meno di trecento persone fra portavoce, segretari, addetti agli uffici legislativi. C’è chi ha anche venti o trent’anni di anzianità fra loro, ma sono tutti rigorosamente a termine ad ogni legislatura e senza mai la certezza della riconferma, pur essendo la colonna portante dei gruppi. Alessandra Arachi © RIPRODUZIONE RISERVATA La visita Napolitano da Ciampi: è migliorato Nel suo primo giorno di vacanza sulle Dolomiti, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha visitato il suo predecessore Carlo Azeglio Ciampi, ricoverato da oltre due settimane nell’Ospedale San Maurizio di Bolzano. Napolitano (nella foto Ansa accolto dall’albergatore Erwin Lanzinger, mentre la moglie Clio saluta l’ex senatore Emanuele Macaluso) ha detto alla fine: «Ho trovato Ciampi nettamente migliorato rispetto al quadro che mi era stato descritto nei giorni più critici. Abbiamo scambiato un saluto, era molto vigile». © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso Il nodo dei ruoli e dei poteri che il premier vorrebbe ridimensionare. Il ministro: stiamo lavorando in piena sintonia La battaglia delle sovrintendenze dietro il piano (bloccato) di Franceschini La riforma dei Beni culturali proposta dal ministro Franceschini appare cannoneggiata da due fronti opposti e nascosti. Da un lato quello del premier Renzi, che non avrebbe gradito il troppo potere di veto lasciato alle sovrintendenze, in particolare quelle ai Beni architettonici; dall’altro quello dei sovrintendenti, secondo i quali la riforma ridimensiona il loro ruolo mettendo a rischio l’obbligo costituzionale della difesa dei beni. In mezzo il ministro, che ridimensiona il caso: «Non so da dove nasca la notizia, non c’è nessun contrasto con Matteo con cui sto lavorando in piena sintonia». La riforma, tuttavia, resta in un limbo. L’ex sindaco di Firenze da sempre mal sopporta le sovrintendenze, giudicate «un potere monocratico che passa sopra chi è eletto». E i confronti con la sovrintendente di Firenze, Cristina Acidini («prematuro commentare la riforma») hanno toccato dalla pavimentazione di via Tornabuoni alla pulitura dei muri degli Uffizi. «Se il motivo addotto da Renzi per frenare la riforma è il troppo potere alle sovrintendenze è delirante. Quali suoi progetti sono stati fermati? Certo, se voleva scavare sotto Piazza della Signoria, trasformare la Fortezza da Basso o rifare la facciata di San Lo- renzo è ovvio che le sovrintendenze lo vietino» afferma il responsabile Beni culturali della Uil, Enzo Feliciani. «Questa riforma a noi non piace per il motivo opposto: vuole separare chi fa tutela e chi valorizzazione e va a favore del turismo. Il ministro ha previsto l’eliminazione di sedi e di posti dirigenziali sopprimendo 38 sovrintendenze (50%) nei settori delle arti e quelle del settore archivistico (19, pari al 47% delle sedi), misure che costituiscono un passo decisivo verso lo smantellamento dell’apparato della tutela». Molti sovrintendenti sono infelici per la riforma, ma ciascuno è infelice a modo proprio. A seconda della posizione. I direttori regionali (un ruolo non istituito nella legge base 1039 del ‘39, ma con la riforma del Titolo V) sono inferociti perché «retrocessi» a segretari regionali: non saranno dirigenti di prima fascia, dovranno svolgere gli stessi compiti e, in più, incombenze nel turismo. Non parliamo dei sovrintendenti ai Beni storico-artistici, cancellati e fusi con quelli ai Beni architettonici nella sovrintendenza unificata ai Beni cultu- Precedenti fiorentini Strada Renzi da sindaco si scontrò con la sovrintendenza per la pavimentazione di via Tornabuoni Museo Nel 2010 firmò un’ordinanza per la pulizia dei muri degli Uffizi, coperti dai graffiti rali e paesaggistici. Hanno scritto a Franceschini lamentando che la fusione porta a un «inevitabile abbassamento del livello di tutela e alla perdita di una specificità rilevante nel nostro Paese». «Abbiamo troppo potere? — esclamano —. Noi abbiamo il mandato alla tutela e ci stanno cancellando: è ovvio che i Comuni, che sono gestori del territorio, sono più inclini a rilasciare autorizzazioni». E fanno notare che Franceschini introduce anche un secondo livello di giudizio per cui chi si vuole appellare contro un vincolo posto dal sovrintendente può farlo presso una commissione, senza rivolgersi al tribunale. Persino i sovrintendente ai Beni architettonici sollevano perplessità: se si deve spostare un Guido Reni o un Tintoretto da una chiesa a chi spetta decidere: al sovrintendente o al direttore del Polo museale? Perché i primi non lo muoverebbero mentre i secondi sì per avere un ritorno con altri prestiti. Infatti è proprio un direttore di museo, come Antonio Natali (Uffizi) che alla fine crede nella riforma: «Ho visto tante riforme tramontare, ma questa credo che andrà avanti». I punti più controversi sono questi. Uno: nei 36 articoli della riforma per le decisioni sui prestiti delle opere si fa sempre cenno a un organo decisore «sentito il parere» di un altro: questo genererà conflitti. Due: si istituiscono troppi organi collegiali, ovvero si va verso un assemblearismo per molte pratiche. Tre: una volta che ai poli museali si è tolto il museo più importante (20 di questi diventano autonomi) si troveranno con difficoltà di introiti. Quattro: il direttore del Museo autonomo punterà sulla valorizzazione, visto che il controllo dei prestiti sarà effettuato «sentita la Direzione generale», un organo più politico. Cinque: non convince la creazione di 12 direzioni generali, di cui una all’educazione. Per finire, alcuni aspetti curiosi e perfidi. Il silenzio di alcuni critici militanti su questa riforma fa presagire, secondo alcuni sovrintendenti, che sono state loro assicurate importanti poltro- I sindacati La Uil: «Se Renzi se l’è presa perché voleva cambiare la Fortezza da Basso, è normale che gliel’abbiano vietato» ne. Infine, nel decreto è introdotta la parità di genere. Travolti dal conformismo, forse chi l’ha scritto non sa che questa è una buona notizia per gli uomini: è da anni che le sovrintendenze (e le cattedre di storia dell’arte) vanno quasi esclusivamente alle donne. Pierluigi Panza © RIPRODUZIONE RISERVATA La ricetta di Vassallo per «liberare» la politica MILANO — Ora più che mai, mentre si affilano le armi, tra ostruzionismo e tagliole, per la battaglia parlamentare sulle riforme questo libro può essere letto come «un argomentato sostegno a chi sta provando a cambiare verso». È così che Salvatore Vassallo definisce il suo ultimo lavoro, Liberiamo la politica (il Mulino, 192 pp.). L’ex deputato pd, professore di Scienza politica che ha presieduto la commissione per lo statuto del partito, espone una ricetta che incrocia in più punti l’agenda Renzi. L’orizzonte è quello di una «normale democrazia dell’alternanza» e della competizione tra due forti partiti a vocazione maggioritaria. Per raggiungerlo servono partiti caratterizzati da una leadership forte e contendibile, a differenza del modello Pci, dove i «dirigenti autorevoli» lo erano a vita, o Dc, con «l’oligarchia dei capicorrente». Sono necessarie una legge elettorale e un’architettura istituzionale che permettano ai cittadini la scelta di deputati e premier (l’ottimo sarebbero i collegi uninominali; ma dato che l’ottimo è nemico del bene «l’Italicum è un compromesso ragionevole»); la riforma del bicameralismo e un Parlamento che lavori più in commissione che in Aula; un governo più forte, con premier scelti dai cittadini e con più poteri. Ricco di approfondimenti comparativi, con le altre democrazie, e storici, dalla Prima alla Seconda Repubblica, il lavoro di Vassallo lascia affiorare la passione del militante. Riflettendo, ad esempio, sulle occasioni mancate della scorsa legislatura, quando era deputato. Oppure riguardo la decisione della Consulta sul Porcellum: «Se il veleno proporzionale iniettato dai giudici della Corte costituzionale entrasse in circolo, allora sì che, di fronte alla moltiplicazione dei partiti e a un Parlamento incapace di decidere, molti comincerebbero a dire che è meglio liberarsi della politica democratica, invece di liberarla». Renato Benedetto © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 Sabato 26 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Esteri Business russo GERMANIA Sanzioni Dopo l’abbattimento del Boeing malese I vertici dell’ex Kgb nel mirino della Ue La lista degli oligarchi Bloccato il sottomarino di Fincantieri Petrolio e gas Principali importazioni Principali esportazioni OLANDA Manifatturiero e chimico 65 Petrolio e gas 55 Manifatturiero, moda 31 La Russia fornisce il 28% del petrolio e il 17% del gas olandese Il 30% del petrolio che passa dal porto di Rotterdam è russo La Russia fornisce il 25% del petrolio e il 38% del gas italiano L’Italia è il quarto partner commerciale della Russia BRUXELLES — Trentatré nuovi nomi sulla lista delle sanzioni mirate, pressing sugli oligarchi e accelerazione verso la fase 3 «alleggerita» delle misure più dannose per gli interessi strategici europei e la tenuta dei mercati. La Ue procede nella ricerca di una strategia condivisa per colpire Mosca ma non chiudere definitivamente tutti i canali — diplomatici ed economici — dopo l’abbattimento del volo MH17 con 298 persone a bordo. Sono 15 gli individui, 18 le società e i gruppi che si aggiungono alle oltre 70 entità già sanzionate con il congelamento di beni e visti «per violazione dell’integrità territoriale dell’Ucraina»: colpiti dall’ultimo giro di vite anche i vertici dell’Fsb (il servizio di sicurezza russo erede del Kgb), compagnie con sede in Crimea e i gruppi separatisti ucraini delle autoproclamate Repubbliche di Luhansk e Donetsk. All’inizio della prossima settimana si conosceranno i nomi degli oligarchi vicini al Cremlino In Russia Oppositore inizia sciopero della fame MOSCA — Condannato a 4 anni e mezzo di prigione per aver organizzato, secondo l’accusa, proteste e disordini di piazza nel maggio 2012, Sergei Udaltsov, uno dei leader dell’opposizione russa, ha dichiarato di aver iniziato uno sciopero della fame. Udaltsov è recluso nella prigione Numero Uno di Mosca, tra le cui mura, nel 2009, morì l’avvocato Sergei Magnitsky. Nel febbraio 2013 era stato messo agli arresti domiciliari e l’altro ieri è stato trasferito in cella. sanzionati per aver «sostenuto attivamente o beneficiato» della crisi. E prosegue il lavoro per definire i dettagli anche procedurali sul pacchetto diretto ai settori chiave dell’economia russa (accesso ai mercati finanziari, difesa, tecnologie sensibili e beni a uso militare-civile): entro martedì si deciderà se convocare per l’approvazione all’unanimità un nuovo Consiglio dei capi di Stato e di governo a Bruxelles o procedere con un documento congiunto dopo una serie di consultazioni tra le capitali. Oltre all’impatto mediatico, una riunione dei leader avrebbe un maggiore significato simbolico, soprattutto in caso di via libera alle misure più controverse. Dai colloqui ancora in corso tra gli ambasciatori Ue emerge un «consenso» di massima su sanzioni che dovranno essere sostenibili per tutti, graduali e non retroattive. Si profila una soluzione di compromesso al ribasso tra i settori coinvolti e gli interessi di nazioni che da anni seguono politiche economiche e strategiche in convergenza con Mosca. Un’ipo- Petrolio e gas Macchine 20 La Russia fornisce il 12% del petrolio inglese e il 15% del gas nel 2014. Il 9% delle case londinesi del valore di più di 1,2 miliardi di euro sono state acquistate da russi nel 2014 Nave d’assalto Mistral del tipo ordinato dalla Russia FRANCIA DALLA NOSTRA INVIATA Valore totale del commercio in miliardi di euro REGNO UNITO ITALIA Agricoltura e tecnologia Petrolio e gas La Russia fornisce un terzo del gas e del petrolio tedesco La Germania è il sesto acquirente di prodotti e servizi dalla Russia Gasdotti Petrolio e gas RUSSIA Difesa e aerospaziale La Russia fornisce il 16% del gas francese La Francia è il maggiore fornitore di armi della Russia Un terzo del gas europeo proviene dalla Russia OLANDA 18 GERMANIA GRAN BRETAGNA GRECIA Petrolio e gas Energia, trasporti, agricoltura 11,5 FRANCIA Gazprom fornisce il 90% del gas greco ITALIA SPAGNA SPAGNA Petrolio e gas Macchine, motori, frutta GRECIA 9 CORRIERE DELLA SERA tesi accreditata per il settore energetico — che vede più esposte Italia, Germania, Bulgaria, Ungheria — è escludere dalle restrizioni il comparto del gas, per non compromettere progetti come South Stream, il gasdotto tra Russia ed Europa al quale partecipa Eni. Uno scenario che incrocia gli appelli a inasprire la manovra gui- dati da Londra, Stoccolma, Varsavia e (a intermittenza) Berlino con gli interessi francesi nella difesa e di Regno Unito, Austria, Cipro, Lussemburgo e Olanda nella finanza. Tra intimidazioni più o meno dirette e l’escalation militare denunciata da Kiev e Washington che segnalano attacchi e sposta- menti di truppe russe alla frontiera, il confronto si irrigidisce. Mentre fonti diplomatiche russe dichiarano alla stampa britannica che Mosca studia ritorsioni contro Bp e Shell, l’agenzia Itar-Tass annuncia la sospensione di un decennale progetto russo-italiano per la realizzazione di sottomarini di ultima generazione S-1000 che ha in Fincantieri il costruttore di riferimento. Dall’Italia minimizzano precisando che l’operazione era ancora in fase preliminare, ma l’avvertimento obliquo di Mosca sulle possibili conseguenze delle sanzioni è lanciato. Maria Serena Natale msnatale@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 26 Luglio 2014 Esteri 11 italia: 51575551575557 ✒ Iraq I miliziani dell’Isis sulle orme dei talebani che distrussero i Buddha di Bamiyan L'analisi Rovine Iracheni sulle macerie della tomba del profeta Giona QUEI SAPIENTI EBREI OGGETTO DI CULTO NEL MONDO ARABO SEGUE DALLA PRIMA Sulla base di tali citazioni, in tutto il mondo islamico sono presenti numerose tombe di profeti biblici. Spesso vi sono più tombe in luoghi diversi per la stessa figura, il cui ricordo e le cui spoglie sono contese tra località a volte lontanissime, dal Marocco all’Asia Centrale. Ospitarne una era del resto motivo di orgoglio per una città, un villaggio, e rappresentava occasione di buon auspicio per tutta la comunità che vi abitava. Si tratta spesso di tombe semplici, raramente sono stati costruiti per i profeti mausolei monumentali. Tali tombe sono diventate nei secoli meta di pellegrinaggi, luoghi dove i devoti musulmani si sono recati, per voto, seguendo pratiche popolari diverse da regione a regione. Queste tradizioni sono sopravvissute e sono state tollerate per secoli, con qualche rara contestazione. Solo gli ulema ne hanno sporadicamente denunciato il carattere superstizioso, La furia iconoclasta del Califfato Distrutta la tomba del profeta Giona Mazze e dinamite: e il mausoleo millenario finisce in polvere Ricordate i Buddha di Bamiyan fatti esplodere dai Talebani nel marzo 2001? Opere d’arte, condensati di storia e vestigia di culture millenarie andati in fumo in nome del nuovo radicalismo iconoclasta musulmano. Qualche cosa di molto simile si è ripetuto giovedì a Mosul, nell’Iraq controllato dagli zeloti del nuovo Califfato, i quali, imponendo la loro interpretazione monopolistica e intollerante del sunnismo contro tutte le altre fedi (inclusi i sunniti moderati), da oltre un mese stanno cercando di espugnare Bagdad. Ma in questo momento a Mosul la loro battaglia è combattuta specialmente contro l’ormai moribonda (se non del tutto estinta) minoranza cristiana. I testimoni sul posto raccontano con dovizia di particolari corredati da video sulla rete l’impegno con cui hanno posto l’esplosivo e quindi fatto detonare l’antico luogo di culto dedicato al Profeta Giona. Sembra dunque che i miliziani armati dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (noti all’estero come Isis e in Iraq dall’acronimo arabo Dash) la mattina di due giorni fa abbiano bloccato i fedeli musulmani alle pendici della collinetta dove è posto una mo- schea-mausoleo costruita attorno a quella che è considerata l’antica tomba di Giona, risalente all’ottavo secolo avanti Cristo. Qui si trovava anche un monastero cristiano vecchio circa 1.500 anni e sono tutt’ora situate diverse sepolture di vescovi assiri, caldei, oltre a personalità della tradizione sufi. 250 il valore in dollari della tassa che l’Isis voleva imporre ai cristiani Non a caso la collina di Giona è considerata una delle testimonianze più antiche, diversificate e ricche della tradizione spirituale irachena: dall’antico Testamento ebraico, al primo cenobitismo cristiano sino alle varie letture dell’Islam. «Dopo aver chiuso l’intera area, gli attivisti hanno impiegato oltre un’ora a preparare le cariche di dinamite. Già nelle ultime settimane vi erano stati vandalismi a colpi di mazze ferrate. Ma l’esplo- Interpretazione radicale All’origine dell’azione vandalica sta l’interpretazione radicale del Corano sione ha definitivamente ridotto il luogo in macerie», confermano i media locali. Sui social network è stato diffuso un video in cui è visibile un’alta nube di polvere e detriti sollevarsi verso il cielo. Quindi, gruppi di giovani che si aggirano tra le macerie. Solo l’arco della porta di accesso al sito e i muri perimetrali paiono aver retto. All’origine dell’azione vandalica sta l’interpretazione radicale del Corano, per cui sarebbe vietato erigere moschee e luoghi di culto presso tombe e cimiteri. I cadaveri sono infatti considerati impuri. «In verità i radicali islamici attaccano ormai chiunque non condivida la loro fede. Noi cristiani speravamo di poter trovare un modo di coesistenza. Ma è impossibile», ci ha detto ieri sera per telefono dalla zona protetta dai militari curdi nel villaggio di Karakosh (una decina di chilometri a nord di Mosul) padre Paolo Mekko, che tra i prelati locali si è fatto promotore dell’opera di assistenza ai profughi. «Ormai sono tante le chiese e organizzazioni cristiane devastate. Mi dicono una trentina. Tra l’altro hanno bruciato la casa episcopale assirocattolica, distrutto la basilica caldea dello Spirito Santo. Pare abbiano tolto la croce dal tetto della chiesa di Efrem dei siro-ortodossi per trasformarla in moschea. Ma Il precedente I Buddha, due enormi statue di 53 e 38 metri, furono scolpiti nelle pareti di roccia della valle di Bamyan, un’area montuosa dell’Afghanistan, fra il V e il IX secolo. Nel 2001 i Talebani ne ordinarono la distruzione Il dipinto «Giona e la balena» di Pieter Lastman (1603-1633) problema ancora più grave sono le aggressioni contro le famiglie cristiane. Prima ci hanno minacciato. Poi hanno obbligato ogni famiglia a pagare una tassa salatissima (si parla di 250 dollari a testa, ndr.), infine hanno detto che chiunque non avesse pagato o non si fosse convertito all’Islam sarebbe stato ucciso», aggiunge. Nelle ultime due settimane dunque l’esodo cristiano da Mosul si è trasformato in fuga precipitosa. Agli inizi di giugno i cristiani rimasti in città erano ancora 30.000. Ora praticamente nessuno. «Che io sappia, restano forse una decina di famiglie, penso che abbiano scelto di farsi musulmani», dice ancora Mekko. I giornalisti occidentali che lavorano dalla zona curda di Erbil, dove trova rifugio la maggioranza dei cristiani, hanno raccolto decine di testimonianze per cui le famiglie in fuga vengono metodicamente depredate di tutto. Soldi, vestiti, bagagli, gioielli, talvolta persino la vettura su cui viaggiano sono sequestrate dai miliziani vestiti di nero. «A noi hanno lasciato la macchina, ma si sono presi ogni altra cosa di valore, comprese le fedi di matrimonio mia e di mia moglie», ci ha detto per telefono una famiglia che da tre giorni si trova nel patriarcato cattolico. Lorenzo Cremonesi © RIPRODUZIONE RISERVATA non senza una certa gelosia per la fortuna di cui questi luoghi godevano, pari a quella di alcuni luoghi di sepoltura di eminenti musulmani. In tempi più recenti l’opposizione e gli attacchi alle tombe dei profeti si sono fatti più aspri. Radicali e salafiti, e più ancora i jihadisti, ne contestano persino la legittimità. Lo affermano in base al principio tradizionale, già esplicito nel Corano, che culto e devozione spettano solo a Dio e non agli uomini, nemmeno al profeta. Le forme di devozione presso tali tombe sono quindi considerate atti eretici, addirittura da miscredenti. Questo stesso principio fu abbracciato dai Wahhabiti quando fecero la loro comparsa nelle penisola araba nel diciottesimo secolo. Uno dei loro primi atti fu distruggere le costruzioni monumentali che sorgevano sulla tomba di Maometto a Medina. La medesima intransigenza iconoclastica ispira oggi le frange più estremiste. La distruzione della tomba di Giona a Mosul è simile a quella dei Buddha di Bamiyan in Afghanistan di qualche anno fa. Le ragioni religiose alla base di tali atti sono le stesse, e nulla hanno a che vedere con la figura del profeta a cui tale tomba era dedicata. Il fine è quello di attaccare e possibilmente cancellare tradizioni locali e pratiche di un culto popolare che allontanerebbe i fedeli da un ideale tradizionale, che per i jihadisti deve essere uguale per tutti i musulmani. In questa vicenda l’Isis ricorda modalità proprie del regime talebano. E lo ricorda anche per la spasmodica ricerca di atti eclatanti da mostrare a tutto il mondo. Roberto Tottoli © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 italia: 51575551575557 Sabato 26 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Sabato 26 Luglio 2014 La storia Esteri 13 italia: 51575551575557 Questo club esclusivo oggi comprende lo 0,05% della popolazione e controlla un sesto delle ricchezze del Paese La lista/1 La lista/2 21 miliardi $ 13,8 miliardi $ Mukesh Ambani, 57 anni, fondatore della Reliance (petrolio, petrolchimico e gas). Nel 2008 il suo patrimonio era di 43 miliardi di dollari. Nonostante il netto calo resta il più ricco dell’India Azim Premji, 69 anni, fondatore della Wipro, è il più ricco tycoon nel settore hi-tech del subcontinente e vive a Bangalore, il polo tecnologico indiano. Controlla anche un fondo di private equity Preziosi I gioielli sono parte della cultura indiana e restano ancora oggi uno degli investimenti preferiti, insieme all’immobiliare (Afp) 16 miliardi $ Lakshmi Mittal, 64 anni, re dell’acciaio, vive a Londra in una casa in stile Taj Mahal. La sua Arcelor Mittal è tra i leader mondiali del settore, nonostante le forti perdite degli ultimi anni 13,9 miliardi $ Dilip Shanghvi, 58 anni, fondatore e presidente della Sun, la più importante società farmaceutica dell’India specializzata in farmaci generici, le cui azioni hanno visto recenti e consistenti rialzi I Paperoni d’India scalano il mondo Fortune quadruplicate Fra cinque anni 343 mila multimilionari La casa più cara del mondo — 1 miliardo di dollari, 27 piani, 600 persone di servitù — del magnate del petrolio Mukesh Ambani a Mumbai. Il matrimonio della nipote del re dell’acciaio Lakshmi Mittal, costato 80 milioni di dollari con tanto di charter per gli ospiti a Barcellona. Le nove casse di whisky giapponese (750 dollari a bottiglia) per il party di un altro tycoon a New Delhi. Gli immensi patrimoni dei multimilionari dell’India non sono una novità, da anni nelle classifiche di Forbes sui più ricchi del mondo i loro nomi sono numerosi. In patria giornali e televisioni ne seguono successi ed eccessi come per le star di Bollywood. Ma di nuovo c’è che questo club esclusivo, che oggi comprende lo 0,05% della popolazione e controlla un sesto delle ricchezze del subcontinente, è destinato ad allargarsi enormemente in soli cinque anni. Secondo un rapporto della Kotak Wealth Management con Ersnt & Young, gli indiani classificati «Uhnwi» (Ultra high net worth individuals, ovvero con patrimonio netto di almeno 4,17 milioni di dollari) a fine 2014 saranno 117 mila, ma nel 2019 arriveranno a 343 mila. Il patrimonio netto complessivo di questi «indi- vidui dal valore netto altissimo» quadruplicherà, da mille a 4 mila miliardi di dollari. Per la «casta» più alta (in termini economici) gli ultimi anni in realtà non sono stati negativi, nonostante il relativo ristagno del Paese, con una crescita modesta, un’inflazione in aumento, l’indebolimento della valuta e un clima generale di scarso entusiasmo. Ma la vittoria alle elezioni di quest’anno del partito nazionalista indù Bjp sta già ridando vigore e ancor più ne darà all’economia indiana e, secondo lo studio, soprattutto al grande business. Controverso per lo stile autoritario e accentratore, per l’insofferenza verso le tortuosità del processo democratico, per le posizioni religiose che certo non aiutano le relazioni con l’ampia minoranza musulmana, il nuovo premier Narendra Patrimonio netto Il patrimonio netto complessivo di questi «individui dal valore netto altissimo» quadruplicherà, da mille a 4 mila miliardi di dollari Modi è riconosciuto però, perfino dai nemici, come un efficiente amministratore ed economista. E proprio promettendo sviluppo e crescita, lavoro e benessere, ha ottenuto un vero trionfo al voto. La forte priorità da lui data agli affari lascia alcuni perplessi: tra loro il Nobel Amartya Sen che al Corriere ha recentemente confidato i suoi timori su un Paese «dominato dal business». Dove le questioni sociali come istruzione e salute nonché gli aspetti etici della politica rischiano di passare in secondo piano mentre gli affaristi hanno ancora più potere. Ma gli autori del rapporto Kotak non è su questo che hanno concentrato i loro sforzi. Piuttosto hanno cercato di capire la destinazione della nuova ricchezza, ovvero di prevedere dove i futuri «Unhwi» spenderanno i loro milioni. Divisi in tre categorie — imprenditori, ereditieri e professionisti — secondo lo studio sono soprattutto i secondi ad amare il lusso e a concederselo a caro prezzo, con una predilezione per lo shopping di marche straniere, dalle Lamborghini alle borse di Louis Vuitton, e per i viaggi esotici, già in forte aumento. Ma nei prossimi anni si prevede che per tutti e tre i gruppi la percentuale di patrimonio investito o risparmiato scenderà rispetto a quello speso: già dal 2013 al 2014 le spese in beni più o meno superflui sono salite dal 30 al 44% del totale, sostenute dall’ottimismo per la vittoria di Modi e dalla prevista ripresa economica dell’India. Tradizionalmente diffidenti verso gli investimenti finanziari e i mercati, gli indiani continueranno poi ad acquistare case anche all’estero, il boom immobiliare di Londra ha avuto alle spalle anche loro. E a comprare oro e gioielli: secondo il rapporto è una scelta che certo deriva dalla cultura, ma che con l’alta inflazione si è rivelata saggia permettendo inoltre di investire denaro «non dichiarato». 12,5 miliardi $ Pallonji Mistry, 85 anni, patriarca del gigante dell’edilizia che porta il suo nome. Appartenente alla comunità dei parsi, cittadino irlandese dal 2003, residente a Mumbai, è un grande azionista del gruppo Tata 9 miliardi $ Fratelli Hinduja, i tre figli maggiori del fondatore del colosso diversificato Hinduja si sono trasferiti a Londra e Ginevra, mentre il minore gestisce gli interessi del gruppo a Mumbai Cecilia Zecchinelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Basket I genitori del ragazzo gestiscono una pompa di benzina in Canada. La speranza è che lui apra il mercato asiatico agli Usa Il sogno americano di Simran, dal Punjab alla Nba DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO — Il ragazzo ha 21 anni, è alto 2 metri e 26 per 163 chili e 300 grammi di peso forma. Nome Simran «Sim» Bhullar, giocatore di pallacanestro. Sim è nato in Canada, da genitori venuti dall’India e ha appena firmato un contratto con i Sacramento Kings, squadra californiana. Tutti sperano che il gigante diventi il primo campione indiano della Nba. E le aspettative non sono solo del coach dei Kings, ma di tutta la potente macchina che muove la National Basket Association americana. Il basket, nella formula della Nba, è un business miliardario. E come tutte le industrie ha bisogno di mercati. Servono degli esempi, dei campioni in cui identificarsi a livello nazionale: i cinesi si appas- sionarono al campionato Usa grazie a Yao Ming, la loro prima star che trovò un ingaggio da prima scelta (come si dice in gergo) nel 2002 con gli Houston Rockets. Yao si è ritirato nel 2011 e da allora l’Asia non ha avuto un uomo guida nei quintetti americani sotto canestro. Ed ecco svettare Simran Bhullar. I suoi genitori, Avtar e Varinder, arrivarono in Canada dal Punjab, lavorando duro ora gestiscono una pompa di benzina a Toronto. Quando hanno visto che il loro figliolo cresceva bene, benissimo, hanno pensato di farlo giocare a basket: un ottimo espediente per trovare posto in un college. Quest’anno Sim ha colpito gli osservatori Nba: non sembra ancora formidabile, ma si può fare, hanno detto. Testimonial Simran Bhullar, 21 anni Oltretutto, i Sacramento Kings dalla scorsa stagione hanno un nuovo proprietario, Vivek Ranadive, guarda caso il primo indiano a controllare un club Nba nella storia. Ranadive sa bene che il pubblico del suo Paese d’origine rappresenta un bacino di audience televisiva enorme. In India le pay-tv hanno circa 600 milioni di spettatori, appassionati di sport di livello internazionale: cricket, calcio, Formula 1, golf, tennis. La pallacanestro deve lavorare molto per essere competitiva e trovare spazio sui canali a pagamento. Simran potrebbe fare il miracolo. Ranadive lo spera e dice: «Quello che Yao Ming ha fatto per la Cina, il nostro nuovo ragazzo può farlo ora per l’India». Per il momento Simran non è nella rosa dei primi quindici giocatori di Sa- cramento, ma il coach lo ha schierato nella Summer League e i risultati sono stati confortanti. Insomma: «Si può fare». Intanto i Sacramento Kings si sono portati avanti nella loro campagna per conquistare cuori e menti degli indiani: hanno lanciato una versione in hindi del loro sito web con l’obiettivo dichiarato di diventare «la squadra di casa di tutta l’India». C’è un altro fattore che gioca a favore di Simran Bhullar e del suo sogno americano. La nazionale indiana ha appena conquistato grossi titoli sui giornali di New Delhi con un’impresa storica: ha battuto i rivali della Cina 65-58 nella Asia Cup. Una sorpresa, perché gli indiani sono undicesimi nel ranking asiatico e i cinesi primi. Ma l’ascesa della superpotenza indiana nel basket ha trovato un ostacolo imprevisto: gli arbitri della Federazione internazionale (Fiba) hanno vietato a due giocatori sikh della nazionale di scendere sul parquet con i turbanti che avvolgevano i loro capelli, «perché possono essere pericolosi». I due, Amritpal Singh e Amjyot Singh, nella decisiva partita con il Giappone sono rimasti tristi in panchina per il primo quarto, poi si sono dovuti piegare sfilandosi il turbante e raccogliendosi i capelli in una fascia, perché l’India stava perdendo. Però ora dicono che non giocheranno più all’estero per non umiliarsi. Anche il Congresso di Washington si è mosso, scrivendo una lettera alla Fiba perché riveda la norma assurda. Guido Santevecchi © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 Sabato 26 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Cronache Lo scandalo Mose «Sottratti fondi della mia campagna elettorale» Il documento di Galan: ricchi usando il mio nome Accuse alla segretaria, a Baita e a Mazzacurati Un mese fa l’aveva fatto intendere, poi l’ha sussurrato, ora l’ha scritto: si sono arricchiti usando il mio nome. Sono 35 pagine di rabbia quelle scritte da Giancarlo Galan e consegnate al gip di Milano Cristina Di Censo che ieri avrebbe voluto interrogarlo per conto del suo collega veneziano nell’ambito dell’inchiesta sul Mose, ottenendo però solo il deposito di una memoria e uno scuotimento di capo: «Mi avvalgo della facoltà di non rispondere». L’ex governatore del Veneto si è difeso così dalle pesanti accuse della procura di Venezia, scaricando cioè ogni responsabilità di tangenti e pagamenti milionari su coloro che l’hanno indicato come il grande corrotto delle opere lagunari: Claudia Minutillo, Piergiorgio Baita e Giovanni Mazzacurati, cioè la sua ex segretaria, il superdirigente del gruppo Mantovani e il presidente storico del Consorzio Venezia Nuova (Cvn), concessionario unico ministeriale per gli interventi di salvaguardia di Venezia. I quali, in sostanza, dicono che Galan ha ricevuto mazzette per almeno un lustro: avrebbe incassato dal Cvn uno Imprenditore Giovanni Mazzacurati è stato per anni a capo del Consorzio Venezia Nuova Manager L’ex presidente della Mantovani Piergiorgio Baita stipendio in nero di circa un milione di euro l’anno, avrebbe avuto 1,8 milioni per garantire i pareri favorevoli al Mose delle Commissioni Salvaguardia e Via regionali e si sarebbe fatto ristrutturare la villa sui Colli euganei a spese della Mantovani. «Dopo poco più di quattro anni di collaborazione con la Minutillo, che assunsi perché era molto efficiente(nell’aprile del 2000, ndr) decisi però di licenziarla e le ragioni furono gravi e molteplici...», aveva scritto in precedenza Galan precisando ora che il primo motivo del siluramento fu la scoperta di un’attività parallela di raccolta fondi «della quale io non sapevo nulla». E cita «contatti esclusivi», una campagna elettorale, quella del 2005, 200 mila euro e poi altri ancora e il conto di San Marino «nel quale non operai mai alcuna movimentazione. Lo fece invece lei che si appropriò more solito dei denari... Nel corso degli anni gestiva in prima persona molti rapporti con interlocutori, pubblici e privati, senza riferirmi alcunché». Per Claudia Minutillo si tratta di infamie. L’ex segretaria parla per bocca del suo avvocato, Carlo Augenti: Ex amici Giancarlo Galan con l’ex segretaria Claudia Minutillo, (a sinistra) ora sua accusatrice «Screditare la persona è l’unica difesa rimasta ma fino ad ora i fatti sono stati riscontrati dall’autorità giudiziaria. Le assurde accuse non possono che essere smentite come false». Quanto a Baita «non ho mai ricevuto denari da lui nel corso dei 15 anni di presidenza della Regione Veneto e ciò vale anche per il periodo successivo... E non esiste che la Mantovani abbia pagato i lavori di ristrutturazione di casa mia», insorge Galan. Anche Baita affida la reazione al suo legale, Alessandro Rampinelli: «Il mio cliente ha reso dichiarazioni riscontrate e riscontrabili e i giudici del Riesame di Venezia hanno confermato tutte le accuse in almeno una decina di ordinanze». Infine Mazzacurati, il quale sostiene di avergli versato un milione di euro l’anno anche se mai brevi manu. «A questo punto non si comprende chi gli abbia dato i soldi», osserva il legale dell’ex governatore, Antonio Franchini. Galan è meno diplomatico: «Da diverse fonti processuali emerge che molti denari consegnati a Mazzacurati servivano per scopi personali dello stesso, per milioni di euro, il che fa pensare che abbia usato la fantasiosa storia del milione di euro come copertura di proprie ingenti appropriazioni». Qui Mazzacurati non interviene, avendo scelto una linea difensiva soft. «Pur non volendo fare Il processo Casa a Cortona, Bassolino assolto L’ex presidente della Campania Antonio Bassolino è stato assolto dall’accusa di falso al termine del processo per il possesso di un casale nel comune di Cortona (Arezzo). Secondo l’accusa proprietario formale era il medico Giuseppe Petrella, comproprietario di fatto Bassolino. «Mai posseduto immobili a Cortona» ha sempre detto l’ex governatore. commenti ribadisco che il mio cliente ha sempre reso una collaborazione veritiera», si è limitato a dire l’avvocato Giovanni Battista Muscari Tomaioli, suo difensore. Insomma, Galan dice di non aver intascato un solo euro illecito. L’unica concessione: «L’acquisto del 7% delle quote di Adria infrastrutture, un’operazione che mi propose Baita quando ero governatore e che io accettai perché ero preoccupato per il mio futuro». In questa difesa totale sorprende almeno una cosa: che siano addirittura in tre a mentire e che tutti e tre siano stati ritenuti collaboratori attendibili dalla procura e da almeno due giudici. Andrea Pasqualetto apasqualetto@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Torino A parti invertite, nuovo caso giudiziario sulle Regionali «Firme false per Chiamparino» Accuse dalla Lega, si indaga TORINO — Firme false, anomalie nella presentazione delle liste elettorali. Così era caduta la giunta regionale guidata dal leghista Roberto Cota. Una sentenza della giustizia amministrativa aveva obbligato il Piemonte a nuove elezioni e lo scorso 25 maggio le urne avevano premiato l’ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino, eletto in maniera plebiscitaria. Sulla nuova maggioranza, però, sembrano addensarsi nubi sinistre, le stesse che hanno costretto ad annullare le precedenti elezioni: «Anomalie nella raccolta delle firme di alcune liste a sostegno di Chiamparino». Presunte irregolarità che l’europarlamentare del Carroccio Mario Borghezio avrebbe riscontrato e segnalato nell’esposto presentato alcuni giorni fa alle procure di Torino e Cuneo: ci sarebbero anomalie nelle liste del Pd, in quelle della civica «Monviso» (pro Chiamparino) e persino nel listino bloccato collegato al candidato presidente. A seguito della denuncia la magistratura torinese ha aperto un’inchiesta. Il fascicolo, un cosiddetto modello «K» senza indagati né ipotesi di reato, è stato assegnato dal procuratore aggiunto Andrea Beconi al sostituto Patrizia Caputo. Patrizia Borgarello, collega di partito di Mario Borghezio, ha presentato un esposto analogo al Tar del Piemonte: «Chiediamo di verificare — dice —, da un punto di vista strettamente amministrativo, la vittoria del governatore Chiamparino». Le anomalie che Borghezio ha segnalato nel documento, consegnato direttamente al procuratore capo Armando Spataro, sono numerose e differenti tra loro. «C’è — spiega l’europarlamentare — chi ha firmato indicando il proprio nome e poi il luogo di nascita al posto del cognome. Ci sono firmatari che si susseguono in ordine alfabetico, come se i loro nomi fossero copiati dall’elenco del telefono. Ci sono calligrafie identiche per tutti i componenti di una stessa famiglia, ma anche per semplici cittadini che tra loro non sono neppure lontani parenti. E c’è, infine, anche il caso dello stesso pubblico ufficiale che certifica un nu- Passato e presente Roberto Cota (a sinistra) e il suo successore alla guida del Piemonte Sergio Chiamparino, entrambi costretti a fare i conti con inchieste su firme irregolari mero incredibilmente alto di firme, ma in comuni diversi e nella stessa giornata». Il Pd respinge le insinuazioni: «Avevo chiesto il massimo rigore nelle procedure, quindi fino a quando non viene accertato il contrario non dubito del lavoro fatto», sottolinea il segretario regionale Davide Gariglio e ricorda come né Chiamparino né i democratici avessero l’obbligo di raccogliere le firme, in quanto per legge potevano essere esentati dai gruppi regionali uscenti o persino da quelli parlamentari. Ma Chiamparino in persona aveva chiesto cher venissero raccolte le firme per una questione di trasparenza e di legittimazione. Ora la Procura dovrà valutare se sussistono profili penali come il falso ideologico o il falso in atto pubblico a carico di chi ha certificato le firme. Il magistrato titolare del fascicolo è lo stesso sostituto procuratore che aveva condotto l’inchiesta sulla lista «Pensionati per Cota» di Mic h e l e G i ov i n e : un’inchiesta che è poi costata all’ex consigliere regionale una condanna definitiva a due anni e otto mesi di reclusione e a Roberto Cota la poltrona di governatore del Piemonte. Marco Bardesono © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 26 Luglio 2014 Cronache 15 italia: 51575551575557 Milano La sentenza aggirata dai singoli corsi di laurea. «Non sono i giudici a decidere come si forma un ingegnere» Val di Susa La «resistenza» dei corsi in inglese Scontri con i no Tav Trovato un arsenale Il Politecnico disobbedisce al Tar che imponeva la lingua italiana di GIANNA FREGONARA Università e lingue straniere L I corsi attivati per l’anno accademico 2014/2015 Il rettore Azzone «Noi non vogliamo fare nessuna crociata contro la nostra lingua» centi stranieri» e che le lauree magistrali e i dottorati di ricerca a partire dall’anno scolastico 2014-2015 si tenessero «esclusivamente» in inglese, è stata invece cancellata dai giudici amministrativi un anno fa e il Consiglio di Stato ha rinviato la sua decisione a novembre quando i corsi saranno già iniziati e dunque anche se cambierà il verdetto del Tribunale amministrativo di primo grado sarà comunque troppo tardi per impostare la didattica e i corsi per il prossimo anno scolastico. Ma dal prossimo autunno, come da tabella di marcia stabilita due anni fa, al Politecnico di Milano si potrà frequentare il corso di laurea magistrale esclusivamente in inglese. Solo sei corsi su 34 saranno in italiano, 21 saranno esclusivamente in inglese e 8 a scelta o in italiano o in inglese. Abbastanza per parlare di internazionalizzazione. «Noi speriamo ancora che il Consiglio di Stato ci dia ragione — spiega il rettore Per regione Corsi Atenei 86 142 373 I co c rsi interamente in lingu nguaa straniera per il pross s imo anno acca cademico co I corsi che prevedono lezioni in lingua inglese nell’anno 2014/2015 Pari all’8% sul totale 69 9 58 45 CORRIERE DELLA SERA Le università – pubbliche, private e telematiche – che ospitano lezioni in lingua straniera 36 63,7% 29 9 25 10 4 6 3 5 22 2 2 La quota degli atenei italiani che hanno attivato corsi in lingua straniera 19 2 8 8 6 6 2 1 1 3 4 3 2 1 1 1 1 0 1 1 2 1 1 1 1 1 0 1 Pi m ba r dia La zio em E. onte Ro m ag na Ve ne to To sc an a F. V. Tr Giul en ia tin oA .A . M ar ch e Lig ur ia Pu gli a Sic ilia Ab ru z Ca zo m pa n Ba ia sil ica ta M oli se Ca lab r Sa ia rd eg na Um br ia V. d’A os t U te ni a lem ve at rsit ich à e 10 Lo a battaglia è persa ma la guerra è (quasi) vinta: il Politecnico di Milano non può decidere di tenere tutti i corsi in inglese perché viola la Costituzione, il regio decreto del 1933, la libertà di insegnamento, il primato della lingua italiana e contravviene alle indicazioni della Crusca. Ma se a decidere di insegnare in inglese sono i professori di ogni singolo corso di laurea, invece dell’ateneo, allora si può fare: l’inglese, o forse meglio il «globish» (quell’inglese ormai semplificato che sta diventando la lingua franca dell’insegnamento scientifico), può diventare la lingua madre anche in una università italiana. Perché il Tar non potrà nulla contro le singole decisioni. La delibera del Senato accademico del 2011, quella in cui si stabiliva che «almeno 100 insegnamenti fossero tenuti da do- Fonte: ministero dell’Istruzione, Il Sole 24 Ore Le tappe La decisione dell’ateneo milanese Nel 2011 il Politecnico di Milano decide di attivare per il 2014/15 lauree magistrali e dottorati solo in lingua inglese La sentenza del Tar Ma 150 docenti fanno ricorso al Tar: nel maggio 2013 i giudici bocciano il provvedimento dell’ateneo La «violazione» del regio decreto La decisione dell’ateneo violerebbe anche il regio decreto del 1933 e il primato della lingua italiana L’escamotage e le lezioni Ma i corsi partiranno lo stesso: se a decidere di insegnare in inglese sono i professori di ogni corso allora si può fare Giovanni Azzone — ma intanto quattro studenti su 5 potranno vivere in un ambiente internazionale, studiare in inglese e confrontarsi anche con ragazzi che vengono da altri Paesi e altre realtà». Così come del resto sta avvenendo nelle università francesi e tedesche che ormai organizzano molti corsi di laurea magistrale e/o master esclusivamente in inglese. La decisione del Senato accademico del Politecnico, certo molto netta, aveva provocato la rivolta di una parte (minoritaria) dei docenti che avevano fatto ricorso. La Crusca aveva pubblicato un appello — firmato anche dal ministro Giannini allora «soltanto» glottologa, con due figli al Politecnico di Milano — contro l’abbandono della lingua italiana. Il Tar ha giudicato «irragionevole» voler pensare di spingere verso l’internazionalizzazione usando l’inglese, perché «non si tiene conto dell’ampio respiro sotteso all’esigenza di internazionalizzazione che comporta un’apertura verso il pluralismo culturale... e non un’apertura selettiva, limitata ad una particolare lingua», l’inglese appunto. «Ma noi non vogliamo fare una crociata contro l’italiano — insiste Azzone —. Avevamo proposto uno sforzo dei nostri professori per dare più opportunità agli studenti: molti docenti italiani hanno accettato di insegnare in inglese, non è scontato. Siamo la terza università per la qualità dei laureati secondo le classifiche dei cacciatori di teste, sapremo ben come si forma un ingegnere per il ventunesimo secolo? I laureati che possono Da Nord a Sud Lezioni «globish» sono presenti in tutte le facoltà da Milano a Lecce lavorare in lingua inglese hanno cinque volte le offerte di lavoro di chi non sa l’inglese. Invece come si forma un ingegnere oggi lo decide il Tar e diventa una questione di protezione o meno della lingua italiana: non è questo il punto». Del resto i corsi in inglese ormai sono presenti in tutte le facoltà scientifiche da Milano a Lecce, che addirittura da quest’anno nella facoltà di ingegneria ha le quote per i cinesi: cinque posti riservati a cittadini dell’estremo Oriente per l’anno prossimo nei corsi di laurea magistrale. Lo sforzo di creare un ambiente di studio internazionale e di aprire alle iscrizioni degli studenti stranieri continua in tutte le università italiane, anche se i dati di afflusso dall’estero — complice anche la lingua — non sono competitivi. Al Politecnico di Milano, mentre per la laurea triennale gli studenti sono esclusivamente italiani, solo il 6 per cento viene dall’estero, nelle lauree magistrali uno studente su 5 (il 18 per cento, circa) è ormai in arrivo da altri Paesi, nel 2010 era uno su sei. La politica dell’internazionalizzazione, degli scambi, da ormai dieci anni è infatti tutta puntata sulla seconda parte del corso di studi, sulla laurea magistrale. Tar permettendo. Un blitz improvviso, nella notte tra giovedì e venerdì, seguito da una fuga nei boschi. I no Tav tornano a far parlare di sé con un attacco al cantiere di Chiomonte. Gruppi di antagonisti hanno lanciato bombe carta e petardi cui le forze dell’ordine poste a protezione dell’area hanno risposto con un fitto lancio di lacrimogeni. Un poliziotto, sfiorato da una bomba carta è rimasto leggermente ustionato a una caviglia. Ieri mattina, durante un sopralluogo della Digos intorno al cantiere teatro degli scontri, sono stati trovati razzi capaci di arrivare fino a 150 metri dopo l’esplosione, fuochi d’artificio montati su mortai artigianali, uno scudo. La protesta ha interessato anche l’autostrada TorinoBardonecchia che per alcune ore è rimasta chiusa al traffico nel tratto tra Oulx e Susa in entrambe le direzioni di marcia. La procura di Torino ha aperto un’indagine per il momento contro ignoti. Dura la presa di posizione del ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi: «I criminali che attaccano lo Stato non avranno alcun spazio». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA www.hamiltonwatch.com Università Sparisce il commissario Ocse, saranno tutti italiani Meno pubblicazioni e più sessioni Abilitazione semplice per i prof La terza sessione si farà. Ma con le nuove regole. La valutazione, per esempio, sarà sottoposta al parere di più organismi. Le pubblicazioni minime dei candidati scenderanno da dodici a dieci. Sparirà il commissario straniero dell’Ocse: doveva dare un contributo importante ai lavori, ma in qualche occasione ha finito per complicarli. L’abilitazione, poi, sarà valida per sei anni (non più quattro). E chi non è stato giudicato idoneo nelle tornate precedenti (2012 e 2013) potrà ripresentarsi dal 1° marzo 2015. Dopo le polemiche e le denunce, le sentenze del Tar e le lettere anche degli esperti mondiali, un emendamento approvato nella commissione Affari costituzionali — e riscritto con l’accordo del governo e del ministero dell’Istruzione — cambia il «volto» dell’Abilitazione scientifica nazionale, la tappa obbligatoria per gli aspiranti docenti. «Il nuovo sistema rende più snella la selezione e responsabilizza gli atenei: la qualità delle loro assunzioni peserà sulla quota premiale del Fondo di finanziamento annuale», commenta il ministro del- Il ministro «Il nuovo sistema responsabilizza gli atenei: la qualità delle assunzioni peserà sui fondi erogati» l’Istruzione Stefania Giannini. La terza sessione dovrà essere indetta «entro il 28 febbraio 2015» e si baserà, appunto, sulle nuove regole. Tra queste c’è anche quella che prevede un ruolo maggiore per l’Anvur (l’agenzia di valutazione della ricerca) e il Consiglio universitario nazionale. E ancora: il candidato potrà presentare la domanda in ogni momento e chi non risulterà abilitato potrà ripresentarsi «trascorsi 12 mesi dalla precedente candidatura». Resta però qualche nodo da sciogliere. Uno su tutti: la capacità delle «mediane» di giudicare davvero la produzione scientifica. Leonard Berberi @leonard_berberi © RIPRODUZIONE RISERVATA INTO THE DREAM KHAKI X-WIND AUTOMATIC SWISS MADE Limited Edition 16 italia: 51575551575557 Sabato 26 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Sabato 26 Luglio 2014 Cronache 17 italia: 51575551575557 A I rimorchiatori principali verranno sganciati e sostituiti da imbarcazioni messe a disposizione dal porto di Genova L’arrivo È previsto per domenica all'alba a Genova Voltri. L'ultimo viaggio della Costa Concordia di 180 miglia è iniziato mercoledì scorso B Si inizierà a trainare la Concordia in retromarcia, fino all’ormeggio definitivo Retromarcia GENOVA Porto di Voltri B 1 Gli arredi La Concordia verrà alleggerita dagli arredi e dall’allestimento dei ponti per ridurne il peso 2 I ponti Il relitto sarà trasferito al «molo ex superbacino» dove verrà eseguito lo smantellamento e demolizione dei ponti superiori 3 La pulizia La terza fase consisterà in operazioni di smantellamento e pulizia da effettuare a secco per arrivare alla completa demolizione A10 Ormeggio definitivo Porto di Voltri 1 GENOVA 4 Lo smaltimento Saranno rimossi i materiali pericolosi, verrà portata a termine la pulizia degli impianti e dei magazzini. I rifiuti a bordo verranno trasferiti sul molo 20% Aeroporto Cristoforo Colombo Sostituzione dei rimorchiatori Diminuzione della velocità della Concordia verrà recuperato Porto 4 antico Lanterna A 80% del relitto andrà perso 2 LE 4 FASI 0 m 400 22 mesi la durata dell’operazione 0 Km 1 3 Fiera di Genova Il relitto Cresce l’attesa per l’arrivo all’alba di domani. Una zona rossa per evitare ingorghi. Al porto ci sarà anche Renzi In fila per le camere con vista Concordia A Genova la Lanterna aperta di domenica, strade e belvedere saranno affollati DAL NOSTRO INVIATO GENOVA — La città che si vede solo dal mare sa dove guardare. La Costa Concordia arriverà da Sud Est, e quando attraverserà la linea luccicante delle lampare, solo allora sarà davvero tornata a casa. Saranno in tanti, perché Genova è un enorme anfiteatro affacciato su quell’acqua che nella sua storia ha significato lavoro, identità, dolore. «Consigliamo la curva di via Martiri del Turchino nel quartiere di Ca’ Nova altrimenti detto Cep, o la rotonda di via Vittorini, via Caldesi a Pegli». I consigli della Fondazione PRimAvera, che da anni cerca di preservare l’identità di Pra’, sembrano quasi superflui. Ci vorrà molto impegno per non notare qualcosa di così ingombrante da ogni anfratto di questo antico quartiere che fu comune autonomo fino al 1926, quando divenne un sestiere per volontà di Benito Mussolini, inerpicato su quella fetta di porto dove avverrà il primo attracco. Ognuna delle colline coltivate a serra dove cresce il pesto che è orgoglio dei praini sarà come un palco riservato. C’è stato un tempo in cui anche questa zona industriale respirava l’odore del mare, aveva la sua spiaggia e la via del passeggio sul mare. Il porto si mangiò il borgo marinaro, con la sua necessità di allargarsi e di sfruttare quei fondali profondi che oggi costituiscono la ragione principale dell’arrivo dell’ospite illustre, oltre venti metri all’estremità della diga foranea. Gli stabilimenti e le reti da pesca lasciarono spazio alle banchine del molo industriale e alla promessa di un impiego, non sempre mantenuta. Anche per questo la gente di Pra’ mantiene la giusta dose di diffidenza verso l’euforia generale che dall’alba di domenica si trasformerà in assalto. «Cerchiamo di collegare la nave al territorio, di far conoscere i nostri problemi, che sono quelli tipici di una zona industriale» dice Guido Barbazza, presidente di PRimaAvera. «E magari di risolverne qualcuno: sarebbe una giusta ricompensa per una convivenza con la nave destinata a durare almeno quattro mesi». La concorrenza è spietata, in una città con queste caratteristiche. Domenica resterà aperta dall’alba al tramonto nientemeno che la Lanterna, l’associazione del Giovani Urbanisti che hanno in cura il simbolo di Genova hanno deciso di offrire alla cittadinanza, gruppi di trenta persone, venti minuti l’uno, prezzi modici, 5 euro cadauno, la visuale migliore e più suggestiva sulla Costa Concordia, simbolo in divenire di una catastrofe causata dall’uomo. Ogni belvedere, ogni punto di osservazione in altura farà gli straordinari cercando di capitalizzare su una curiosità che, inutile negarlo, c’è. Tutte le dichiarazioni ufficiali sono scandite dalla premessa sul rispetto dovuto a una tragedia, ai 32 morti. Ma l’evento mediatico, inutile negarlo, c’è, previsto l’arrivo in città anche di Matteo Renzi, alle 17, quando la mano- L’appello firmato da Rodotà I giuristi: subito l’eterologa «Non servono le linee guida per praticare subito la fecondazione eterologa, perché la sentenza della Consulta non crea vuoto normativo; perché, nonostante la sentenza, permangano le tutele dei donatori, delle coppie riceventi e dei nati; perché il divieto all’eterologa della legge 40 era anticostituzionale». Un manifestoappello, primo firmatario Stefano Rodotà, trova d’accordo numerosi giuristi per l’immediata applicazione dell’eterologa nei centri italiani come sentenziato dalla Consulta. Promotrice del documento giuridico, l’«Associazione per la libertà di ricerca scientifica Luca Coscioni» tramite l’avvocato Filomena Gallo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Ora sono la metà Consiglio di Sanità, più donne Quattordici donne su trenta. È record di presenze femminili nel nuovo Consiglio superiore di sanità. Ieri il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha ufficializzato le nomine. Nel precedente Consiglio le donne erano 3 su 40 membri, vale a dire il 7,5%, adesso sfiorano il 50%. Rispetto al passato, il 60% dei componenti è al primo incarico. «Il Consiglio — sottolinea il ministro — è un organo scientifico consultivo fondamentale per il ministro della Salute e sono sicura che nella nuova composizione più snella sarà in grado di garantire pareri in tempi rapidi, necessari per le decisioni dell’organo di governo». © RIPRODUZIONE RISERVATA vra in porto sarà conclusa. Non manca neppure una zona rossa a terra, che forse per rispetto a storie genovesi ancora recenti non andrebbe battezzata come tale. L’obiettivo è quello di evitare ingorghi di curiosi e auto incolonnate sull’Aurelia, ma le previsioni del traffico non but- tano comunque al bello. La verità è che l’assegnazione di questo relitto costituisce una delle poche vittorie recenti nella storia di una città spesso tendente alla depressione. La Costa Concordia è l’unica nave che torna a casa per morire. Come ha scritto Alessandro Cassinis in un bellissimo articolo sul Secolo XIX, la memoria di Genova è scandita dalle navi. Un avvenimento a pensarci bene contronatura come il ritorno al porto d’origine di una nave naufragata è destinato d diventare leggenda, «punto d’orientamento mentale, ri- tornello di una ballata popolare». Il Rex, l’Andrea Doria, il 9 aprile 1970, quando la London Valour si schiantò sulla diga foranea e tanti cinquantenni di oggi ricordano dov’erano, cosa facevano, in quel momento. Sta per nascere un cantiere che occuperà 470 metri di diga fo- ranea e un’area lunga sessanta metri e larga trenta a terra. Dal mare che negli ultimi anni è stato così avaro di lavoro arriverà una piccola boccata d’ossigeno, una commessa da poco meno di cento milioni di euro per la quale si sono già messi in fila migliaia di manovali e saldatori. Ma non è questo che interessa alle persone che domani saliranno sulla Lanterna o in terrazza. Giusto o sbagliato che sia, a loro interessa la nascita di una leggenda. Marco Imarisio © RIPRODUZIONE RISERVATA 18 italia: 51575551575557 Sabato 26 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Sabato 26 Luglio 2014 Cronache 19 italia: 51575551575557 Santa Sede La cassiera non ha avuto il coraggio di presentare il conto finale. Dopo il pasto la benedizione Merluzzo e selfie, il Papa in mensa A sorpresa con il vassoio tra gli operai che lavorano per il Vaticano CITTÀ DEL VATICANO — Venerdì, si mangia di magro. «Ha preso fusilli in bianco, una porzione di merluzzo, verdure gratinate e un po’ di patatine fritte. Non ho avuto il coraggio di presentargli il conto». Claudia Di Giacomo ieri stava alla cassa e racconta emozionata la scena all’Osservatore Romano. Ore 12,10, sala mensa del Vaticano, quartiere industriale, la zona della centrale elettrica e termica, del laboratorio idraulico e della falegnameria, dei fabbri. Operai ed impiegati sono arrivati per la pausa pranzo, alcuni stanno già seduti ai tavoli e altri attendono in coda quando il Papa arriva, prende vassoio e posate e si mette tranquillo in fondo alla fila, in attesa che tocchi a lui. Un attimo di stupore, e poi i lavoratori gli si fanno incontro, si presentano, gli stringono la mano. Francesco ha pranzato al tavolo con sei magazzinieri, la veste bianca tra le polo blu con lo stemma vaticano, conversando serenamente. «Gli abbiamo descritto il nostro lavoro, quanti siamo a farlo e come si svolge. E lui ci ha parlato delle sue origini italiane», racconta uno di loro. Si è discusso pure di calcio — Bergoglio è tifoso del San Lorenzo de Almagro, a Buenos Aires aveva la tessera e ora si mostra al corrente Con il vassoio A tavola Il pranzo, a sorpresa, di papa Francesco ieri alla mensa del Vaticano con i dipendenti della Santa Sede (foto L’Osservatore Romano/Ansa) La valigia Quando lo fotografarono con la valigia sull’aereo disse: è normale Calcio Si è discusso di calcio, è tifoso del San Lorenzo a Buenos Aires degli ultimi risultati — ma anche di economia e della crisi. Ogni tanto si avvicinava qualcuno per scattare col telefonino una foto assieme al pontefice, il classico “selfie”. Lo chef della mensa, Franco Paini, non avrebbe mai pensato di preparare un giorno un pranzo al Papa: «E chi se lo aspettava, qui, col vassoietto, come il più umile degli operai! Siamo stati tutti presi in contropiede, però Il disastro Trovati i rottami dell’aereo algerino Nessun superstite, 118 le vittime «Non c’è alcun sopravvissuto». A dirlo è il presidente francese, François Hollande, mentre annuncia il bilancio dell’incidente aereo dell’MD83 di Air Algérie precipitato nella notte fra mercoledì e giovedì nei cieli africani e in cui sono morte 118 persone, di cui 54 francesi. Tra i passeggeri del volo AH5017 (nelle foto LaPresse e Reuters i rottami del velivolo), precipitato nel deserto del Mali, a cento chilometri da Gao, c’erano operatori umanitari, espatriati o turisti che rientravano da una vacanza dal Burkina Faso. Quanto alle cause l’ipotesi prevalente è quella del maltempo, ma non vengono scartate altre piste. © RIPRODUZIONE RISERVATA è stata una delle più grandi soddisfazioni che ti possano capitare...». Francesco è rimasto in mensa una quarantina di minuti, alla fine ha salutato tutti e dato la benedizione prima di tornare a Santa Marta, accompagnato in auto del suo aiutante di camera, Sandro Mariotti. Già l’anno scorso, il 9 agosto, aveva visitato a sorpresa il centro industriale incontrando falegnami, fabbri, idraulici, elettricisti e dipendenti dell’Osservatore, che ha la redazione poco distante. Del resto Bergoglio non è nuovo a queste improvvisate. A Santa Marta fa colazione e mangia nella sala comune dell’albergo vaticano, dove trova libero. Tempo fa raccontava durante un’udienza: «Prima sono andato in cucina a prendere un caffè e ho chiesto al cuoco: ma tu quanto ci impieghi, a venire al lavoro?». Menù Fusilli in bianco, una porzione di merluzzo, verdure gratinate e un po’ di patatine fritte. Ecco il pranzo di papa Francesco che ieri alle 12,10 è arrivato a sorpresa nella sala mensa del Vaticano Conversazione Poi, con il vassoio si è accomodato al tavolo dove stavano pranzando sei magazzinieri della Farmacia vaticana, in polo blu, che gli hanno raccontato la loro giornata. Mentre il Pontefice ha condiviso con loro i suoi ricordi di famiglia, la sua passione per il calcio Chef Lo chef della mensa, Franco Paini, non avrebbe mai pensato di preparare un giorno un pranzo per il Santo Padre in persona: «E chi se lo aspettava qui con il vassoietto» Lo stile di un Papa per il quale la «missione permanente della Chiesa» è trasmettere il Vangelo e funziona «come il testimone di una staffetta: per trasmettere l’eredità bisogna consegnarla personalmente, toccare colui al quale si vuole donare...». Francesco si avvicina alla gente e per questo non ama le auto con i vetri blindati, «non posso salutare le persone e dire loro che le amo da una scatola di sardine». Le foto di Bergoglio che regge il vassoio del self service e pranza al tavolo con la bottiglietta d’acqua sono state diffuse dalla Rete ai quattro angoli del pianeta. Al mattino A Santa Marta fa colazione nella sala comune, dove trova un posto libero Ma quando in aereo dal Brasile i giornalisti gli chiedevano che cosa ci fosse nel suo bagaglio a mano, stupiti perché non si era mai visto un pontefice che si portava la borsa da solo, Francesco sorrideva: «La porto perché ho sempre fatto cosi. Dentro c’è il rasoio, il breviario, l’agenda, un libro da leggere... Io sono andato sempre con la borsa quando viaggio: è normale. Per me è un po’ strano quello che mi dite, che quella foto ha fatto il giro del mondo. Dobbiamo abituarci ad essere normali. La normalità della vita». Gian Guido Vecchi © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 Cronache Sabato 26 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Tecnologie Progetto con le Università di Stanford e Duke per disegnare un organismo sano e scoprire le origini dei disturbi Google fa la mappa dell’uomo perfetto DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — «Dall’auto che si guida da sola ai programmi di traduzione automatica in 64 lingue, a noi di Google piacciono i progetti ambiziosi» aveva detto l’anno scorso, in un’intervista, il fondatore e amministratore delegato Larry Page. E in effetti Baseline Study, il progetto di Google X, il laboratorio di ricerca del gruppo californiano, di analizzare il corpo umano con un livello di accuratezza mai raggiunto prima grazie all’utilizzo delle tecnologie di big data, non è certo un piano che pecca di modestia: l’obiettivo, spiega al Wall Street Journal Andrew Conrad, il biologo molecolare che lo dirige, è quello di comprendere i meccanismi che innescano le malattie, soprattutto cancro e patologie cardiovascolari, individuando dei biomarker che possano funzionare da sentinella, consentendo di realizzare un’efficace prevenzione. Non è la prima volta che vengono fatti tentativi di questo tipo, così come sentiamo dire da molto tempo che sarebbe meglio prevenire le malattie anziché curarle dopo che sono insorte. Ma gli esperimenti del passato si sono arenati a causa dei costi enormi e della loro estrema complessità. Anche stavolta, a fronte degli obiettivi ambiziosi che si sono dati — una vera e propria conquista del corpo umano, individuando lo stato di salute ottimale dell’uomo e i fattori nel patrimonio genetico di ognuno che possono sca- Il progetto Gli obiettivi La sfida di Google è quella di raccogliere informazioni genetiche su 175 persone per creare l’immagine più completa di ciò che un corpo umano sano dovrebbe essere e per prevenire le malattie di ogni tipo. L’idea è quella di identificare i cosiddetti «biomarcatori», sostanze che si manifestano nel nostro corpo come sentinella di un possibile problema Gli studi A guidare l’operazione «Baseline Study» sarà Andrew Conrad, specializzato in biologia molecolare ed entrato a far parte dello staff di «Google X Life Sciences» lo scorso anno. Alla ricerca partecipano un centinaio di studiosi tenate o aiutare a prevenire un ictus o un tumore polmonare — gli scienziati ammettono che la loro è una sfida temeraria. E mettono le mani avanti: «Non aspettatevi risultati tra uno o due anni, ci eravamo illusi di poter sconfiggere il cancro in pochi anni e avete visto com’è andata a finire», dice il capo del dipartimento di Radiologia della Stanford University, Sam Gambhir, che collabora strettamente con Conrad al progetto di Google. Lo stesso Gambhir lanciò un programma simile dieci anni fa, ma fu costretto a gettare la spugna a causa dei costi proibitivi. Da allora, però, il costo di una mappatura del genoma umano è sceso da 100 milioni a mille dollari, mentre gli stessi laboratori di Google continuano a sfornare nuove «tecnologie da indossare» anche per il controllo dello stato di salute come le lenti a contatto dotate di un microprocessore capace di rilevare i livelli della glicemia e di sostituire altre analisi del sangue. Tecnologie che consentono un controllo continuo, accurato e a basso costo che verranno sicuramente utilizzate per monitorare nel tempo il campione scelto per questa indagine: 175 uomini e donne selezionati dai partner di Google nel progetto, l’Università di Stanford e la Duke University, che potrebbero diventare migliaia nel corso della ricerca. L’azienda di Mountain View, che per portare avanti il progetto ha messo in piedi un team di un centinaio di fisici, biochimici, biologi molecolari ILLUSTRAZIONE DI MIRCO TANGHERLINI Nuova sfida per la prevenzione delle malattie 175 I volontari su cui saranno raccolte informazioni genetiche e molecolari. I «pazienti» del progetto «Baseline Study» saranno sottoposti a una serie di esami clinici. Il numero delle «cavie» è destinato a espandersi nei prossimi mesi e, ovviamente, medici, ha garantito il più assoluto anonimato a chi ha accettato che il proprio corpo venga scandagliato, e per un lungo periodo di tempo, con le più sofisticate tecniche digitali. Ma ovviamente, vista la rilevanza del programma, l’enormità degli interessi in gioco e i molti incidenti che si sono verificati in passato nel campo della tutela della privacy digitale, qualche dubbio è lecito. Basti pensare all’enorme interesse delle compagnie assicurative, dei potenziali datori di lavoro e di tanti altri opera- tori economici per questo tipo di informazioni. E Google, come altri giganti di Internet, a partire da Facebook, ricava il suo reddito anche dalla cessione dei dati che raccoglie in Rete. La società sembra rendersene conto e ha deciso di sottoporre il Baseline Study a un meccanismo di controllo esterno . L’attività di Conrad e del suo team verrà sorvegliata dagli Institutional Review Boards delle Università di Stanford e di Duke. Meglio di niente, ma si tratta pur sempre dei partner della società californiana nell’impresa, non di un’authority di controllo indipendente. Da anni Google esibisce una grande attenzione per i problemi della salute: da quando, una decina d’anni fa, istituì un suo ramo d’attività filantropico, poi parzialmente smantellato. E il cofondatore Sergey Brin, che finanzia personalmente molte ricerche mediche anche perché gli è stata diagnosticata una mutazione genetica che lo espone in modo particolare al morbo L’obiettivo Con le mappe genetiche dei volontari e l’informatica si vuole arrivare a biomarcatori per ogni patologia di Parkinson, che ha già colpito altri membri della sua famiglia, ha una passione sincera per l’esplorazione delle nuove frontiere della scienza. Ma in questo caso la tentazione di fare un uso commerciale dell’enorme volume di dati che verranno accumulati negli anni rischia di essere davvero molto forte. E non è detto che le sensibilità etiche di Page e Brin verranno condivise dai manager che, prima o poi, li rimpiazzeranno. Massimo Gaggi © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 26 Luglio 2014 Cronache 21 italia: 51575551575557 Sott’acqua Un gruppo di turisti si ripara alla meno peggio da un acquazzone durante una visita al centro storico di Firenze. Quest’anno i giorni di pioggia a luglio sono stati in tutta Italia 18, contro una media stagionale di 6. I meteorologi prevedono che il tempo, soprattutto al Nord si manterrà instabile per buona parte del mese di Agosto (foto Ansa) Fuori stagione Ci sarà o no il sole? Così le nostre certezze sono scomparse La pioggia ci ha rubato l’estate (e anche le ferie programmate) Intimoriti dalle previsioni siamo rimasti tutto luglio a casa di ANTONIO PASCALE H o un problema — e anche la presunzione di credere che il suddetto sia condiviso da molti italiani. In breve: non riesco a partire, non dico per le vacanze ma per un breve weekend. Non c’entra la crisi (o almeno non così tanto). Il problema è l’estate: c’è e non c’è, è tutto instabile, non si riesce a programmare niente. Partiamo? Sì, dai. Prenotiamo. Il tempo è bello: guarda che cielo azzurro. Due ore dopo, con le valige già pronte, tutti in famiglia stiamo a guardare il cielo, lo stesso che, appunto, osservavamo, soddisfatti e speranzosi, due ore prima: ma ora è plumbeo. Poi arriva una raffica fortissima, si spalancano tutte le finestre, poi il finimondo. Bussano alla porta, è tuo figlio, era sceso a prendere un gelato, ora è zuppo di pioggia, infreddolito, lamenta i piedi gelati, chiede una coperta termica. Ma come, si dice in giro, per tutta la vita abbiamo lottato per non partire ad agosto, per paura che in quel mese l’estate volgesse al termine, e ci ritroviamo a luglio, a casa, per colpa del tempo capriccioso? Il fatto è che soffro di meteoropatia, dunque sono sensibile alle variazioni climatiche. Per questo ho cercato di trasformare la sofferenza in una possibilità, quindi so- no informatissimo sulle previsioni del tempo. In questo modo se, per esempio, vengo a conoscenza dell’arrivo di aria perturbata, mi preparo con il dovuto anticipo e faccio il conto delle cose belle e utili che la pioggia può portare. All’agricoltura, per esempio, o alle strade sporche della città: che tutto lo schifo possa venire lavato da un acquazzone. Se è prevista una leggera velatura mattutina, invece di cadere nella cupa depressione dovuta alla mancanza di luce, io penso (perché lo so) a quando il sole sconfiggerà le sottili nubi, e cerco di prevedere l’angolo di cielo, o meglio, la porta dalla quale spunterà il primo raggio di sole. Sono soddisfazioni, in parte dovute a quelle strutture difensive che uno elabora per far fronte a un problema. Naturalmente, per prepararmi con il dovuto allenamento, cerco di seguire i meteorologi. Ognuno ha il suo preferito, il mio è Paolo Sottocorona. Ha vari spazi la mattina su La7, inizia con un’anticipa- Discussioni in famiglia Proviamo a pensare alle cose positive che il maltempo porta con sé, ma è una magra consolazione Il confronto zione alle 7.20, dopo la rassegna stampa. Poi uno spazio più ampio alle 7.50, dopo il Tg. Lo seguo con morboso interesse. Tanto per dire, se un giornalista che legge la rassegna passa la parola a Sottocorona con ritardo, io soffro. Ora Sottocorona non è catastrofista, spiega con maniacale attenzione cosa succede, impiega molte parole e schemi, e cartine bellissime per farci capire che il mondo della meteorologia (e non solo quello) è complesso, ed è giusto, utile, sano affrontare le sfumature che la complessità porta con sé. Anzi, a parte il meteo, dovrebbe essere un’abitudine, altrimenti come facciamo con la modernità? Tuttavia LEGENDA Luglio 2014 Luglio 2013 LE TEMPERATURE 30 20 27,5° 30,7° 27,1° 29,6° 27,8° 31,4° 28,6° 31° 27,3° 28,1° 10 0 Milano LE PRECIPITAZIONI 12 10 giorni 8 7 giorni Venezia Roma Napoli 11 giorni 7 giorni 6 giorni 8 giorni 9 giorni Palermo 7 giorni 4 2 giorni 0 0 Milano Venezia Roma Napoli Fonte: ilmeteo.it Palermo questa estate è capricciosa già di suo e noto come la mia famiglia non riesce ad apprezzare le suddette sottili spiegazioni, tantomeno il condizionale. Faccio per dire, se vede il simbolo delle nuvole e si dispera, non possiamo partire. Allora io cerco di farli riflettere. È un simbolo, andiamo oltre, ragioniamo sui dati. Gli mostro la cartina che registra sì la pioggia, ma di piccole quantità, o un’altra che mette in evidenza solo la possibilità statistica di pioggia in una certa area, la possibilità non la certezza. Niente da fare, la risposta è: piove o non piove, partiamo o non partiamo. Lotto strenuamente per difendere la complessità, faccio presente che un po’ di pioggia, nell’ordine di 0,8 mm non ci rovinerà il viaggio, anzi sarà bello quando il sole uscirà di nuovo, ma niente: io del resto sono abituato alle sfumature, i miei familiari no. E discutiamo: quella volta, dicono, ci aveva detto che c’era il sole e invece è caduto il mondo. E io: ma no, aveva detto che sarebbe piovuto solo di pomeriggio e tanto anche, perché c’è differenza tra le piogge pomeridiane e quelle dovute al passaggio della perturbazione. Per meglio ragionare, faccio vedere le bellissime cartine colorate, pure quelle in quota 5500 metri. E stiamo a discutere ore e ore, e metto su metafore per spiegare come siamo sensibili all’emotività e poco propensi all’analisi e perciò l’Italia arranca e mi accorgo che mentre parlo, passano i giorni e anche luglio se ne va. Per agosto è tutto occupato. Ecco cosa mi dicono i miei familiari: quest’anno non partiamo, questa è la pura e semplice verità, altro che le tue sfumature. D’ARCO Le previsioni «Ad agosto bel tempo garantito solo al Sud» MILANO — A luglio gran parte degli italiani hanno dovuto aprire l’ombrello. Sinora è piovuto a tratti 18 giorni su 25. Per gli esperti, la media storica è invece di sei giorni piovosi su 31. Al Nord la quantità di pioggia è salita del 40 per cento. «I dati sono incontestabili ma non bisogna allarmarsi — dice Antonio Sanò, meteorologo e direttore del portale Ilmeteo.it — perché non abbiamo avuto eventi straordinari per il mese di luglio». Eppure in molti si chiedono qual è la causa. «Ogni anno può essere diverso dal precedente — prosegue Sanò — e si passa dal caldo eccezionale a situazioni di piovosità come quest’anno. Di fatto, da giugno l’estate è cominciata con le incursioni di maltempo a tratti nell’Europa centrale mentre quella Meridionale non ha avuto eccessive ripercussioni. La maggioranza dei meteorologi ritiene che il responsabile sia “El Niño” ovvero quel fenomeno meteorologico ciclico che si manifesta nell’Oceano Pacifico». La scienza si divide sugli effetti globali che sprigiona. «Alcuni pensano che “El Niño” abbia rilevanza solo per il clima locale ma in realtà — continua l’esperto — ha un’enorme importanza per quello globale perché mitiga la corrente del Golfo del Messico in modo eccezionale e questo comporta poi fenomeni sulle coste dell’Oceano Atlantico come in questi giorni». Gli italiani, però, non sanno più se mettere in valigia il costume per le vacanze. «È impossibile fare previsioni precise per più di una settimana — conclude Sanò — ma, a grandi linee, chi soggiornerà al Centro, Sud e Isole troverà un clima caldo ma senza eccessi. Senza essere menagrami chi rimarrà al Nord invece deve attendersi delle perturbazioni che potranno interessare anche aree di Toscana, Umbria e Marche». Nessuna tregua? «È probabile una pausa dal 10 al 17 agosto». La tradizionale gita fuori porta di ferragosto potrebbe essere salva. Alessio Ribaudo @AlessioRib © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Ricerca Un ritrovamento nella zona del lago Baikal, in Russia, ha convinto gli esperti che gli animali preistorici avevano il corpo coperto di piume La scoperta che ridisegna i dinosauri: più simili a polli che a lucertole MOSCA – Se fosse ancora vivo, lo scrittore Michael Crichton avrebbe dovuto rivedere parecchie delle idee che furono alla base del successo di Jurassic Park, il bestseller dal quale nel 1993 Steven Spielberg trasse l’omonimo film. Questo sulla base della scoperta effettuata in Siberia e resa nota ieri in un articolo sulla rivista scientifica Science Magazine: nel triassico e poi nel giurassico, gran parte dei dinosauri avevano le piume. Non come quelle che poi consentirono agli uccelli di volare, ma comunque piume. Probabilmente per stare più caldi e per inviare segnali ad altri elementi della stessa specie. Il famoso e cattivissimo Tirannosaurus Rex, clonato nel Jurassic Park creato su un’isola al largo del Costa Rica, avrebbe dovuto essere quindi realizzato come una sorta di gigantesco condor? Non proprio, perché «certamente i dinosauri non volavano», ha spiegato il paleontologo Pascal Godefroit, uno degli autori della nuova scoperta. E poi è assai probabile che i dinosauri più grossi fossero quelli con meno piume, «proprio come gli elefanti in Africa che non hanno bisogno di pelliccia», ha aggiunto Godefroit. Non è nemmeno da cancellare del tutto l’immagine dei carnivori e degli erbivori coperti di scaglie che ritenevamo acquisita. I dinosauri, a quanto pare, avevano sia scaglie che penne e corto piu- maggio simile a quello dei pulcini. Un po’ come alcuni uccelli i quali sulle zampe conservano ancora le scaglie che, secondo alcune interpretazioni, sarebbero all’origine delle piume. Da diversi anni un gruppo internazionale di ricercatori lavora in un sito siberiano al di là del lago Baikal, la più grande riserva d’acqua dolce del pianeta, ricchissimo di specie animali uniche. Nel 2010 hanno trovato fossili estremamente ben conservati di piccoli dinosauri, lunghi circa un metro e mezzo. Si trattava, probabilmente, di sei animali giovani morti e poi caduti in un lago. I loro corpi furono successivamente coperti dalla polvere sottile di una eruzione vulcanica che li ha preservati in maniera quasi eccezionale. Il Kulindadromeus, come è stato chiamato Nuovo volto Così un’illustrazione della rivista Science Magazine ha rivisto l’immagine di alcune specie di dinosauri questo vertebrato (Kulinda è il nome del fiume vicino al quale sono stati ritrovati i resti), aveva piume, penne e scaglie. Qualcosa di non molto diverso da un altro animale i cui resti furono ritrovati anni fa in Cina. Ma si tratta di dinosauri di tipo diverso. E questo ha convinto gli esperti che il piumaggio fosse assai più diffuso fra tutti i tipi di dinosauri. «Sapevamo che alcuni dei dinosauri erbivori ornitischi avevano delle semplici setole, ma non potevamo essere certi che queste avessero la stessa struttura che si trova negli uccelli. La nostra nuova scoperta lo accerta definitivamente: tutti i dinosauri avevano piume», ha detto ancora Godefroit, che lavora all’Istituto re- ale di scienze naturali del Belgio. Il Kulindadromeus camminava eretto, aveva scaglie da rettile sulla coda e sulla parte bassa delle zampe. Poi setole sulla testa e sulla schiena, oltre a ciuffi di penne sulle zampe anteriori e posteriori. Non bellissimo, ma nemmeno terrificante. Danielle Dhouailly, dell’Università Joseph Fourier di Grenoble in Francia, una esperta di piumaggi, ha parlato di una vaga rassomiglianza con i polli dei giorni nostri. E questo non sarebbe certamente piaciuto né a Crichton né a Spielberg per la loro storia fantastica e piena di horror. Fabrizio Dragosei @Drag6 © RIPRODUZIONE RISERVATA 22 italia: 51575551575557 Sabato 26 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Sabato 26 Luglio 2014 23 italia: 51575551575557 Tempiliberi Viaggi Benessere Food Moda Volontariato Fonte: Istat Sono 6,63 milioni gli italiani attivi nel volontariato. Per lo più occupati e studenti, soprattutto uomini, tra i 55 e i 64 anni, impiegano in media 19 ore al mese in attività benefiche. Le principali attività organizzate gruppi religiosi attività ricreative e culturali settore sanitario assistenza sociale e protezione civile Design Tecnologia 16% 17,4% 16,4% 14,2% Famiglia Poco ma giusto La parola chiave della nuova frontiera «eco» è condividere. Viaggio nel mondo dei «neoresponsabili», dove il culto del desiderio infinito è stato sostituito dal possesso collettivo di ROBERTA SCORRANESE ILLUSTRAZIONE DI DAVIDE FORLEO I nuovi confini della vita sostenibile si rintracciano nelle parole di Carlo Bonaccorsi, ex professionista romano che ha deciso (potendo contare su una piccola rendita e una casa di proprietà) di vivere con circa 500 euro al mese, come racconta sul sito 500euroalmese.com: «Uso il car pooling — dice — perché spendo meno e perché conosco sempre gente nuova». Ovvero: si condivide l’auto, si risparmia e ci si incrocia con storie, parole, vite degli altri. Sì, perché forse oggi le traiettorie dei consumi responsabili vanno oltre la mera convenienza. Sei anni di crisi hanno ridisegnato la geografia dei valori e, stando a ricerche e previsioni, la necessità di ridimensionare lo stile di vita ci sta portando a una sorta di umanesimo postmoderno, che supera il «sogno della merce» teorizzato dal sociologo Jean Baudrillard negli Anni 80 — vale a dire un impero del consumo alimentato da una pubblicità pervasiva e seducente. «Certamente è un auspicio — osserva Massimo Bustreo, psicologo dei consumi, ricercatore alla Iulm di Milano — ma nei giovanissimi le abitudini sono diverse: non più un consumo selvaggio ma un’attenzione più o meno consapevole a quel che si compra». Lo conferma un rapporto sui Millennials, quelli di età compresa tra i 18 e i 34, presentato da Boston Consulting Group all’inizio di quest’anno: i figli dei figli del «boom economico» ribaltano i dettami dei genitori e non riempiono gli armadi (anche perché non se lo possono permettere), ma scelgono con attenzione in base alla fiducia in un marchio, alla popolarità sui social network, all’aderenza di un prodotto ai propri valori. Non cinque paia di scarpe, dunque, ma un solo paio che mi somigli. I criteri della scelta nascono da una condivisione di foto, pareri, giudizi espressi sui social. Un atteggiamento che potremmo definire neoresponsabile, estetico più che etico, nutrito anche da un diverso approccio verso gli oggetti: cambia la fisionomia del possesso, quel feticismo dell’avere tante cose che ha segnato gli anni Ottanta e l’epoca del desiderio infinito, inesauribile. «Libri, musica e film virtuali, di cui si fruisce sul tablet ma che non si possiedono realmente — osserva Bustreo — sono una realtà consolidata. Ma c’è altro: si condividono le sensazioni che da questi nascono». La musica, per esempio: si è passati da un consumo privato, chiuso, a una «sharing economy della bellezza», con Spotify e le altre piattaforme che ci fanno sapere che cosa sta ascoltando quella persona che conosco/stimo/amo. L’immateriale come nuova forma di possesso collettivo nel consumo culturale, tanto è vero che Christie’s in questi giorni sta lanciando l’asta low cost, come a dire: continuate a comprare l’arte, ve la diamo a poco. La vita sostenibile passa anche attraverso una ridefinizione del tempo: chi non ricorda i nonluoghi di Marc Augé, ossia stazioni, aeroporti e centri commerciali dove ci si incrocia solo per consumare, correre, volare. Ebbene, allo scalo parigino «Charles De Gaulle» hanno installato un pianoforte: l’invito a suonare e a impiegare il proprio tempo in modo diverso. E fa riflettere che il miliardario Carlos Slim, magnate messicano delle telecomunicazioni, abbia sintetizzato Quando la vita è sostenibile I libri Tre suggerimenti Fare tutto (o quasi) senza denaro? Il libro Gratis di Massimo Acanfora (Ponte alle Grazie, pp. 160, € 10) suggerisce l’autoproduzione e la condivisione. Il sogno della merce di Jean Baudrillard (Lupetti, pp. 136, € 9) analizza il sistema degli oggetti lanciando una sfida alla pubblicità. Nel saggio L’antropologo e il mondo globale (Cortina Raffaello ed., pp. 126, € 15) Marc Augé si interroga sui rapporti tra senso sociale e libertà individuale nel mondo contemporaneo Scegliere meglio ed essere pronti a ridimensionarsi: così si reinventano il tempo e lo spazio Single di ANTONELLA BACCARO Che cosa si impara a rispondere a un bambino «M a il vento può scendere le scale?». Giovannino mi guarda sorridendo con le sue fossette rubabaci mentre salta sull’autobus. «Bella domanda» penso. E poi: «Anche bel titolo per un libro». E pure: «Anche per una canzone». Me lo figuro il vento come un giovane uomo che infila le scale di corsa e scompare. Tutto questo in mezzo secondo, quello che basta per voltarmi verso Giovannino e con aria da adulto rispondergli: «Ma certo!». «E come fa?». «Come fa?» chiede, e io non me l’aspettavo. Per prima cosa, per istinto, metto mano al cellulare: «Google» penso. E poi: «Sì, ma cosa cerco? Le leggi della dinamica del vento?». Troppo complicato, troppo poco tempo. Giovannino continua a guardarmi la sua ricetta economica così: «Lavorare tre giorni alla settimana ma andare in pensione più tardi, dopo i 70 anni». Godersi la vita. Riprendersi le giornate stravolte da un concetto di lavoro deteriorato, peggior frutto del capitalismo avanzato, sospeso tra precarietà e stress. Si risana la produttività anche negli spazi: il coworking, aree dove si può lavorare insieme risparmiando sulle spese, sta decollando pure in Italia. A Milano sono stati 175 i cittadini che, da luglio 2013 a oggi, hanno utilizzato l’incentivo del Comune (buoni fino a 1.500 euro). C’è anche una diversa prospettiva sulla casa: le abitazioni più piccole (mediamente ridotte di 10 metri quadri in soli sei anni, secondo un’indagine di Immobiliare.it) sono sempre più spesso protagoniste di una reinvenzione del tempo libero, con gli orti sul balcone. Se su Twitter si cerca l’hashtag #ortosulbalcone, si scopre che gli appassionati di zucchine e pomodori autocoltivati sono tanti. Non è solo una moda: il desiderio è condividere un’idea, un valore, una melanzana, una ricetta. Lo conferma il giornalista di Altreconomia Massimo Acanfora che per Ponte alle Grazie ha appena pubblicato Gratis, guida al consumo responsabile. Si parla di pane fatto in casa. «Ma dove lo cuocio? Il forno di casa non sempre è adatto. Torna allora il forno di quartiere o comunitario. A Roma, al centro sociale Casetta Rossa della Garbatella, è a disposizione di tutti un forno a legna popolare. Richiama famiglie, anziani e giovani». Torna in mente la lezione di Le Corbusier: dopo una vita trascorsa a creare gli edifici più belli, il grande architetto si costruì un buen retiro in Costa Azzurra di appena 15 metri quadrati. Le cabanon, «la capannina» è sempre lì a ricordarci che, in fondo, abbiamo bisogno di poche cose. Quelle giuste. rscorranese@corriere.it implacabile: «Allora, come fa? Lo sai?». «Dipende da quello che vuoi sapere» penso. Cioè: «Ti interessa l’aspetto fisico del problema o vuoi che ti racconti una bella balla e la chiudiamo qua?». Io questo non lo so. Penso che non sia educativo raccontare balle a un bambino e che, se lo faccio, lo dirà a sua madre, che è così precisa, e lei me ne chiederà conto. Una balla no. Ma neanche la scienza, mi dico. Dovrei trovare una risposta di quelle che si danno nelle trasmissioni tv per bambini, ma io non le guardo da tempo, tranne i cartoni e i Teletubbies che mi ipnotizzano per qualche minuto: «C’è una borsa nel prato. Una borsa viola. C’è una borsa viola nel prato verde...» «Non lo sai» sentenzia Giovannino facendomi sussultare. «Vedi — attacco, frugando disperatamente nel mio cervello — il vento...». «Il vento passa anche sotto le porte: è aria, come quella che respiri, e s’infila nei buchi del tuo naso e nella tua bocca. Il vento va dove vuole, capito?». La signora sui 70 seduta sul sedile dell’autobus dietro il mio mette fine al mio tormento. «Ecco, appunto» accenno con le gote in fiamme. «Figo» fa Giovannino, placato. E io penso che noi fanciulle attempate senza prole dovremmo frequentarli più spesso i bambini. Forse ritroveremmo certe domande. E soprattutto certe risposte. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 Tempi liberi Sabato 26 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Moda I protagonisti Lezioni di stile di Matteo Persivale Lo humour garbato di JK Rowling in giacca e cravatta Nuove vetrine Brooks Brothers apre allo Yacht Club di Monaco JK Rowling ha appena scritto due romanzi gialli sotto pseudonimo, usando il nome «Robert Galbraith» per separare nettamente il corpus della sua opera «harrypotteriana» (e del romanzo realistico Il seggio vacante) da quelle escursioni letterarie. Quando, qualche giorno fa, si è trovata a presentare in una rara apparizione pubblica il secondo libro di «Galbraith», l’ha fatto con lo humour garbato che la caratterizza: indossando giacca maschile e cravatta in omaggio all’«autore» assente che lei «sostituiva». In realtà Rowling, che giovedì prossimo compie 49 anni, al netto di escursioni «en travesti» come nel film Victor Victoria, è sempre attenta al look, quando si veste da donna. Tanto che il primo dei due romanzi firmati Galbraith è ambientato nel mondo della moda, che non sarà incantato come quello di Harry Potter, ma che lei descrive con grande attenzione e occhio per i particolari. Divertimento JK Rowling vestita da uomo (nelle foto a sinistra e qui sopra Instagrammata dalla fan @missshannonperry). Nelle due foto a destra, in abiti «normali»: Rowling è molto attenta alla moda e ama vestirsi Griffe La nuova proprietaria della maison e il piano di rilancio: voglio creare una squadra italiana Come una fenice dalle ceneri La Krizia della signora Zhu Ceo Sopra Claudio Del Vecchio. In alto il nuovo negozio Brooks Brothers, il marchio di abbigliamento più antico d’America, ha aperto un nuovo store allo Yacht Club di Monaco, arrivando a quota 53 con i negozi presenti in Europa. Il nuovo store unisce due concetti del mondo Brooks Brothers: tradizione ed eleganza. All’interno del negozio si possono trovare le collezioni uomo, donna e bambino insieme a capi classici del noto brand americano come il Navy Blazer, le camicie «non iron», le cravatte in seta, le polo e i famosi pantaloni chinos in cotone. L’arredamento è stato realizzato in legno di ciliegio chiaro e teak; il pavimento invece è un mosaico che crea un ambiente elegante e raffinato. «Siamo orgogliosi di questa apertura», ha detto Claudio Del Vecchio, Presidente e CEO di Brooks Brothers Group. «Il cliente nel Principato di Monaco è molto sofisticato e probabilmente già conosce il marchio e la sua storia. Il nuovo edificio presso il YCM sarà la meta di shopping non solo per i membri del club, ma anche per i residenti e i turisti». Per il marchio americano si tratta di una prosecuzione di un progetto iniziato anni addietro: Brooks Brothers collabora da sempre con alcuni dei più importanti yacht club al mondo. Tra gli archivi di quasi 200 anni ci sono inoltre numerose voci relative alla nautica. «Brooks Brothers è un marchio conosciuto in tutto il mondo», ha detto Konstantinos Tsouvelekakis, Managing Director di Brooks Brothers Monaco. «Siamo orgogliosi di presentarlo nel Principato». © RIPRODUZIONE RISERVATA U na fenice, l’uccello mitologico che risorse dalle sue stesse ceneri dopo la morte. Sarà il tema delle ve t r i n e d e l negozio Krizia in via della Spiga a Milano (l’unico rimasto) durante la settimana settembrina della Moda (da mercoledì 17 a lunedì 22). E non è certo un caso. Quanto, piuttosto, la raffigurazione plastica del rilancio affidato a Zhu ChongYun, la signora della moda cinese che ha acquistato il marchio italiano a febbraio scorso. Viso di porcellana, una pelle invidiabile, la signora Zhu ha cinquant’anni (e due figlie, di 17 e 12 anni) ma ne dimostra poco più della metà. Un sorriso dolcissimo, gli occhiali neri da studentessa e il camicione bianco in stile zen indossato durante il suo primo incontro con la stampa italiana, pochi giorni fa a Milano, non hanno tradito l’impressione di una donna che sa bene ciò che vuole. La sua volontà, ora, è far rivivere un marchio dormiente su cui ha investito (cifra non ufficiale) circa 35 milioni di euro. Primo passo: trovare il Ceo. «Meglio se un italiano, di sicuro che provenga dalla moda», dice. È in Italia per questo, ora, la signora che Forbes nel 2012 ha inserito nella classifica dei 25 nomi cinesi che contano nel fashion globalizzato e in quella delle 23 donne della Repubblica popolare con patrimoni ultra-milionari. Ingegnere meccanico, dopo la laurea ha lavorato qualche anno per il Zhejiang Metallurgical Research Institute. La moda è diventata la sua vita nel 1993 quando, a 29 anni, partendo da un prestito, ha fondato la Shenzen Marisfrolg Fashion. Azienda che oggi vale 510 milioni di dollari (2,6 miliardi di renminbi), con circa 400 negozi tra Cina, Singapore, Macao e Corea del Sud, e dà lavoro a quattromila persone. Non esclude la quotazione in Borsa, né la differenziazione del business (magari con un grande albergo) per il colosso del pret-a-porter di cui è rimasta, oltre che proprietaria, anche chief designer. Cinque i marchi di Marisfrolg: dal giovanile (sia La storia La fondatrice Mariuccia Mandelli, nata a Bergamo nel 1925, prese dall’ultimo Dialogo incompiuto di Platone il nome Krizia per la maison da lei fondata dopo aver lasciato la cattedra di maestra elementare. Nel 1964, con una collezione giocata sui toni del bianco e del nero presentata a Palazzo Pitti a Firenze, fu la prima donna a ricevere il premio «Critica della moda». A fine Anni 60 lanciò Kriziamaglia (un capo nella foto). Soprannominata Crazy Krizia per i materiali e gli accostamenti dei suoi capi, nel 1984 acquistò il palazzetto Melzi d’Eril (via Manin 19 a Milano) e vi trasferì sede, atelier e showroom. Mentre al civico 21 fondò lo Spazio Krizia, teatro che ha a lungo ospitato sfilate e eventi culturali femminile che maschile) allo stile zen (Aum, l’ultimo brand acquistato). Mentre porta il suo nome il brand di alta gamma. Qualcosa in comune con Krizia? «L’eleganza, la grandiosità, la femminilità, la costante ricerca di novità», nota la stilista-imprenditrice. Quando vide per la prima volta i vestiti firmati da Mariuccia Mandelli, nel 2002 durante un viaggio in Italia, pensò «che caro!». Poi tutto è evoluto «casualmente». La società di consulenza incaricata dalla griffe di trovare un compratore ha scommesso sulle potenzialità del mercato cinese e ha scelto la Marisfrolg di Zhu ChongYun. Che non tarda a rassicurare: «Tutto (di Krizia) resterà in Italia». Sarà lei a trascorrere, a partire da settembre prossimo, molto tempo nel Belpaese. Dove alloggerà? «In azienda». Lì però lady Zhu pagherà l’affitto. Mentre sono passati nel suo portafogli il marchio e l’archivio, restano infatti proprietà della famiglia Mandelli la storica sede di via Manin a Milano e il negozio del Quadrilatero. Che, a febbraio 2015, rinascerà dalle ceneri con un restyling. Fino ad allora non ci sarà collezione. A settembre prossimo un evento ponte, con il coinvolgimento di quattro testate di settore che reinterpreteranno l’universo Krizia, mentre una serata a Palazzo Litta patrocinata dal Comune di Milano e dalla Camera nazionale della moda celebrerà il passaggio di testimone. Non si farà vedere, con ogni probabilità, Mariuccia Mandelli, che ha finora incontrato due volte Zhu e — dice lei — l’ha trattata come una figlia. Nonostante qualche problema di comunicazione. Mrs Zhu confessa infatti il suo tallone di Achille: non parla inglese. Problema che non le ha impedito di creare un impero e che non la scoraggia neppure ora. «La signora Mandelli mi ha detto che, magari,la prossima volta che ci incontreremo avrà imparato lei il cinese», riferisce con il suo sorriso dolcissimamente deciso. E chi la ferma? Oltre al Ceo, Zhu ChongYun sta cercando il team stile (lei stessa sarà direttore creativo e stilista), svuotato dalla crisi della griffe. Immagina poi una trentina di assunzioni in Italia. Verterà invece in Cina lo sviluppo commerciale della nuova era di Krizia. Cinque le aperture previste per il 2015, mentre nei 5 I negozi Krizia che verranno aperti in Cina nel 2015. Il rilancio della griffe prevede poi tra 30 e 50 boutique cinesi inaugurate nell’arco dei prossimi cinque anni prossimi cinque anni Krizia conterà tra 30 e 50 negozi in Cina. Quindi si penserà a riportare il marchio nelle capitali europee e a New York. Tradizioni? Prima le assunzioni, l’integrazione del personale e la rinascita concreta del business. Poi, perché no, il recupero delle vecchie e care istituzioni di Krizia, come il concerto di Natale e gli incontri culturali nell’atelier milanese. È appena arrivata, ma Zhu ha già capito che quelle consuetudini erano molto amate. Intuizione di una donna che ha già dettato i suoi tempi. «Penso che ci vorranno dieci anni — dice — per rilanciare Krizia. Poi penserò solo alle mie figlie». Nessun acquisto ulteriore nei suoi progetti. «Credo sia meglio ritirarsi nel momento del massimo successo, che dura poco. Molto più lungo e importante — sottolinea — il processo che ci porta alla conquista del successo». Sfilerà in via Manin, a Milano, la nuova Krizia firmata Zhu. Caterina Ruggi d’Aragona © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 26 Luglio 2014 Tempi liberi 25 italia: 51575551575557 Moda Cabina armadio La tendenza E’ un segnale di intelligenza, indipendenza, e disponibilità economica. Ma essere così eleganti è faticoso: Lord Brummell impiegava ogni giorno cinque ore per vestirsi Diciassetterubini L’orologio che non ha mai paura dell’acqua di AUGUSTO VERONI L’impermeabilità di un orologio, d’estate, non è mai troppa. Mai. E’ vero che le 30 atmosfere garantite dal Longines Heritage Diver sono la pressione che troveremmo a circa 300 metri sott’acqua, dove non andremo mai, ma è anche vero che un margine di prudenza è sempre da considerare. Perché quando ce ne stiamo al sole il nostro orologio arrostisce con noi (le temperature, all’interno, sono le stesse di un’automobile lasciata al sole), ma quando ci tuffiamo in acqua lo shock termico è terribile, con quel che comporta per la dilatazione e la contrazione del metallo. Che non fa certo bene all’impermeabilità. Piccoli urti, tuffi e mille altre evenienze mettono a rischio la tenuta stagna del nostro orologio in una quantità di occasioni ampiamente superiore rispetto a quanto si crede, senza contare, oltretutto, che la tenuta stagna dipende anche da quanto tempo stiamo in acqua. Insomma: hanno fatto bene, alla Longines, a sigillare come si deve la cassa di questo cronografo che si distingue anche per il look d’antan (l’estetica è quella di un Longines degli anni Settanta, ripreso anche nelle dimensioni: 43 millimetri di diametro), per la presenza di una lunetta girevole interna (non si trita il tessuto all’imbocco della tasca, come di solito avviene con il profilo seghettato delle lunette esterne) e per l’ottima leggibilità del quadrante, in ogni condizione di luce. Il movimento meccanico a carica automatica è di ottima qualità come del resto tutte le caratteristiche di quest’orologio. 2.440 euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA Gli accostamenti Senza colore Quasi classico I riferimenti Hamish Bowles, inglese, giornalista di Vogue: una tipologia di dandy che non teme gli accostamenti apparentemente azzardati tra righe, quadri, e stampe Nick Wooster, americano, superconsulente e ora stilista (qui sopra, la sua capsule per Lardini): anche l’assenza di colore viene personalizzata dal dandy con il taglio della giacca Beppe Modenese, patron delle sfilate milanesi e indiscusso «ministro dell’Eleganza»: abiti sempre classici, tocchi eccentrici, e una passione per i calzini rosso cardinalizio Jack Guinness, modello, gioca con la tradizione inglese: principe di Galles tre pezzi ma dal «fit» strettissimo, pochette equestre, cappotto alla Sherlock Holmes, codino Il dandy è tornato Le nuove regole per essere eccentrici Q uando, l’altro giorno, i calciatori e l’allenatore del Milan sono apparsi nella boutique Dolce & Gabbana sulla 5th Avenue, a New York, con la nuova divisa della squadra firmata dai due stilisti — abito tre pezzi in lino bianco con cravatta in seta rossa, stemma ricamato sul taschino della giacca a due bottoni, scarpe stringate in vitello nero — è stata scritta una piccola ma significativa pagina del dandysmo dei nostri giorni. Perché il calciatore è stato visto in questi anni più recenti come una delle figure di riferimento dello stile — vedi copertine di riviste maschili e campagne pubblicitarie — grazie a David Beckham, l’uomo che ha di fatto sdoganato l’attenzione maniacale allo stile e alle tendenze della moda dal mondo degli uomini gay a quello etero. Ma era uno stile fatto di abiti scuri slim fit, cravatte sottili, tatuaggi (ormai Beckham ne ha anche sulla nuca avendo finito lo spazio nel resto Evoluzione di un simbolo Con il tre pezzi in lino bianco e cravatta in seta rossa disegnati da Dolce & Gabbana i calciatori sono ufficialmente entrati nel dandysmo del corpo), biancheria intima aderente tipo «boxer brief», eccetera. Creste a parte, nulla di particolarmente rivoluzionario: ma ora, con quell’abito bianco e il gilet ai quali mancherebbe solo il Panama e il bastone da passeggio come quelli dei gentlemen cubani fotografati da Walker Evans negli Anni ‘30, il calciatore è diventato, ufficialmente, dandy. Con ottima tempistica visto che uno studio commissionato da eBay, il sito di aste on line che ha lanciato una grande sezione di moda, illustra come un campione di mille persone abbia concluso, analizzando diversi look maschili (uno era sempre molto normale, l’altro da dandy) che il dandy viene visto come uomo intelligente, sicuro di sé, di disponibilità economiche superiori alla media, indipendente, che ispira fiducia nelle proprie capacità. Tra le caratteristiche negative emerse c’è invece una certa inaffidabilità sentimentale: secondo lo studio, l’uomo dal look normale viene considerato un potenziale partner più adatto per una relazione stabile (l’evi- Sondaggio eBay: l’uomo particolarmente attento al look ispira più fiducia dente vanità del dandy, una delle sue caratteristiche fondanti, gioca in questo caso a suo sfavore). Mai come in questo periodo, nella moda, l’eccentricità dello stile viene premiata. Un po’ perché in tempi di crisi, dal 2009 in poi, le proposte delle passerelle sono state indubbiamente più attente all’aspetto commerciale del menswear e dunque a una certa «portabilità» (traduzione: stile meno estremo di quello delle ere geologiche precedenti della moda): un dato che ha fatto emergere, simultaneamente, il fenomeno delle fotografie di «street style» scattate più che altro davanti alle location delle sfilate ma anche nelle strade delle città della moda (e fotografi come Scott Schuman di «The Sartorialist», Tommy Ton di «Jak & Jil» hanno rapidamente assunto sempre maggior importanza). I blog dedicati allo street style sono stati la cinghia di trasmissione su Internet e social media, in tempo reale, di look maschili spesso eccentrici, diffondendo Il «fit» lungo il corpo Beau Brummell, teorico del dandysmo, indossava solo abiti che calzassero alla perfezione Beau Brummell ‘‘ L’importanza degli accessori Cappello, bastone da passeggio: Brummell sapeva che lo stile si vede dagli accessori Non bisogna mai indossare profumi. Bisogna dormire tra lenzuola finissime, e lavarsi con vigore. Personalmente, non mangio verdure. Una volta, ricordo di aver mangiato un pisello. Se il mondo è davvero così sciocco da seguire con ammirazione tutte le mie assurdità, io che cosa potrei mai fare per dissuaderlo? George Bryan Brummell detto «Beau» (7 giugno 1778 – 30 marzo 1840) è il primo elegantone dell’era moderna: svecchiò il guardaroba dei gentiluomini, insistendo sulla massima cura negli accostamenti, ma anche del corpo. Impiegava circa cinque ore per prepararsi prima di uscire di casa un certo dandysmo inglese e italiano nel mondo. Trasformando, sorprendentemente, in celebrità di Internet personalità influentissime nel mondo della moda ma poco conosciute all’esterno. Ecco così la variopinta tribù di fashion editor, make-up artist, buyer di ogni parte del mondo che seguono le sfilate. Ecco così l’ascesa mediatica di uomini di eleganza indubbia ma dai differenti gradi di dandysmo come il tatuatissimo superconsulente (e ora stilista) Nick Wooster, il direttore di GQ nipponico Masafumi Suzuki abbonato agli abiti con pantalone bermuda, gli italiani Beppe Modenese (al cui stile è stato addirittura dedicato un bel libro illustrato, «b.m. Beppe Modenese. Minister of Elegance», edito da Skira) e Lapo Elkann e lo stilista Luca Rubinacci e il consulente Il valore della diversità I modelli di riferimento sono molto diversi, partendo dal presupposto che lo stile del dandy è, per definizione, personalissimo I comandamenti Se la gente, in strada, si volta a guardarti, non sei ben vestito: sei troppo rigido o formale, oppure schiavo delle mode del momento. Il padre nobile La cura delle scarpe Brummell si raccomandava sempre di lucidare scarpe o stivali con attenzione (lui usava lo champagne) Alessandro Squarzi, il buyer americano Josh Peskowitz e il buyer nipponico Motofumi «Poggy» Kogi, il modello inglese Jack Guinness, il giornalista di Vogue Hamish Bowles... Uomini molto diversi, accomunati da una serie di regole non scritte, diverse per ciascuno di loro(o quasi) ma tutte lontanissime da quello che Bryan Ferry, che insieme con David Bowie è il più grande dandy della musica leggera, definì «lo sbraco imperante» degli uomini in jeans e maglietta e scarpe possibilmente sfondate. Lo stile del dandy è personalissimo ma mai clownesco: Beau Brummell, il loro padre nobile inglese a cavallo tra 1700 e 1800, fu in realtà un razionalizzatore dell’abito maschile, togliendo orpelli del secolo precedente, enfatizzando la cura dei dettagli e l’attenzione maniacale al corpo, lucidando quasi feticisticamente le scarpe. I dandy sono tutti diversissimi, vero, ma nessuno di loro uscirebbe di casa con le scarpe in disordine. Matteo Persivale © RIPRODUZIONE RISERVATA 26 italia: 51575551575557 Sabato 26 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Sabato 26 Luglio 2014 Tempi liberi 27 italia: 51575551575557 Moda I protagonisti L’intervista La stilista anglo-brasiliana: «L’obiettivo è essere sempre dive» Tacchi alti e tanto rosso Le donne reinventate da Charlotte Olympia Autunno Le decolleté Fonteyn Bleu Gli indirizzi Piega anni ‘40 e mezzelune Questa è la sua Londra Vestiti e accessori «Vivo e lavoro all’inizio di Ladbroke Grove, vicinissima a Portobello e Golborne Road, tra i mercatini del fine settimana. All’Alfie’s Market in Church Street si trovano arredi antichi, oggettistica, gioielli e accessori». Capelli e beauty «Mi affido a Jon Hilliard, da Daniel Hersheson. Vado dal parrucchiere una volta a settimana per l’acconciatura ad onde in stile anni ’40 che si mantiene per diversi giorni grazie a lozioni, forcine, e un’asciugatura sotto il casco avvolta nella retina rosa, come una vecchia signora. Marcela’s in Holland Street fa una manicure in stile sudamericano: adoro la mezzaluna, che loro fanno perfettamente». Pilates «Il mio centro si chiama Ten Pilates, mi piace la lezione di cardiolates che inizia con 20 minuti di spinning seguito da 30 di Pilates. Ho appena frequentato il corso di Barry’s Boot, esercizi di corpo libero seguiti da centrifugati (www.yourtherapists.co.uk)». Ristoranti e drink «Dock Kitchen in Kensal Road è il mio ristorante preferito. Ikeda in Brook Street, di fronte al Claridges, è il miglior ristorante giapponese di Londra, Pescheria Mattiucci in Blenheim Crescent è un pittoresco ristorante di pesce a conduzione familiare. Il meglio del kitsch napoletano!» Casa «Mi faccio consegnare i fiori a casa da The Flowered Corner in Ladbroke Grove ogni settimana. Vessel in Kensington Park Road è meraviglioso per cercare ceramiche e vasi da regalare. L’arredamento vintage più bello si trova da Circus Antiques in Chamberlaine Road». M. Pro. © RIPRODUZIONE RISERVATA N on c’è nulla di «gotico» dietro alla ragnatela, il simbolo di Charlotte Olympia Dellal. Piuttosto qualcosa di romantico: da piccola il libro che amava di più e r a « C h a r l o t te web» di E.B. White, la tela di Charlotte, appunto, che racconta l’amicizia fra Wilbur, un maiale, e Charlotte, un ragno. Il libricino oggi è incorniciato e appeso negli uffici di North Kensington, dove Charlotte dirige il marchio lanciato nel 2008 dopo gli studi alla Cordwainers di Londra, il college di moda specializzato in calzature e accessori. Del suo showroom, l’intero primo piano della Phoenix Brewery, Charlotte occupa una stanza in fondo con il cane Marlon. Ci si aspetterebbe di vederla su un tacco 14, invece ha l’aria confort di chi indossa ballerine colorate. «Sono un tipo attivo, se so di avere davanti una giornata su e giù per le scale, rinuncio ai tacchi senza farne un dramma», spiega Charlotte. Del resto le ballerine l’hanno resa amata almeno quanto i suoi tacchi: la foto di Alexa Chung con le Kitty ai piedi ha fatto il giro del mondo. Ma non c’è da farsi illusioni. «Il 35 per cento di vendite riguarda il flat: tutto il resto è tacco». Dressing up La regola è «dressing up»: vestirsi sempre come se ci fosse un’occasione speciale, come quelle dive degli anni Cinquanta. Il significato della parola glamour, la più ricorrente del suo vocabolario, l’ha imparato in famiglia. Sua madre Andrea è stata una famosa top model brasiliana; suo papà Guy è un fascinoso billionaire del Regno Unito: prima di quattro figli, Charlotte ha imparato a dividere la scena con la sorella Alice, top model prediletta da Lagerfeld («A sette anni mi sono vista allo specchio e ho pensato: “Wow! Sono di una bellezza incredibile!”» ha dichiarato Alice), il fratello gallerista Alex (sposato con la modella Elisa Sednaoui ed ex di Charlotte Casiraghi) e il più piccolo Max. Forse per questo, quando ha iniziato a fare sul serio con la moda, ha scelto di presentarsi a tutti semplicemente come Charlotte L’album A Oriente A sinistra Charlotte Olympia Dellal, 33 anni. Sopra la borsa Lantern Bag (una delle sue preferite) della nuova collezione fallwinter 2014-15, ispirata alla Cina stribuita nei negozi. «Ne sto disegnando molte rosse, un colore richiestissimo per le nozze». Ma anche celesti, per ingraziarsi la fortuna. «Come dice il detto, sposati con qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, qualcosa di prestato, qualcosa di blu». L’Italia le piace: prima di tutto l’ha scelta per produrre le sue scarpe, nel distretto calzaturiero fiorentino. Poi ci sono i maestri: Giambattista Valli, Salvatore Ferragamo. «Una donna che calza le mie scarpe può indossare ciò che vuole. Ma lo stile di Vivetta è perfetto con il mio». Capitolo luoghi: «amo Capri, ogni estate ci trascorro un weekend». Capitolo italiane: «hanno una vera passione per gli accessori, sono adorabili». Una donna ha tante ragioni per volersi sentire sexy. «Piacere a se stessa, gratificarsi, giocare. L’uomo vede solo un aspetto della questione». Come si dovrebbe sentire una donna? Sopra Charlotte con la madre Andrea, ex modella brasiliana, e la sorella Alice (Olycom): Charlotte ha altri due fratelli, Alex e Max. Sposata con Maxim Crewe, ha tre figli. In alto ai piedi di Charlotte le «Kitty», uno dei suoi modelli più celebri, amato da socialite come Alexa Chung: tra le scarpe che l’hanno resa famosa c’è la Dolly, la decolleté con plateau dorato. In mezzo la scarpiera di casa, dove tiene oltre 200 paia: la stilista, nata in Cape Town, vive a Londra La famiglia Figlia (e sorella) «d’arte»: la madre Andrea Dellal è stata una famosa top model, Alice è la musa di Lagerfeld Olympia: prima come collaboratrice di Hilary Alexander, fashion editor del Daily Telegraph, poi, come assistente di Giambattista Valli. «A otto anni già volevo fare la stilista anche se non sapevo precisamente cosa significasse». Oggi la mamma e la sorella sono le sostenitrici più sincere. «Il primo modello disegnato per Alice è diventato un’icona (una parigina con tacco, ndr). Ma quello che mi rende davvero orgogliosa è vedere mia nonna, una vera dama, con qualcosa di mio». Le italiane La missione è trasformare ogni ragazza in una diva. «Adoro Rita Hayworth, so tutto di lei, amo le rosse, io stessa mi sono tinta in passato», spiega Charlotte, in abito a ruota color carne, rossetto fuoco e turbante Dolce & Gabbana leopardato. «Ho sempre qualcosa di animalier indosso, mi sono sposata con un paio di scarpe maculate». Da quella trasgressione personale è nata una linea wedding anticonformista, prima per le amiche, oggi di- «Sempre a proprio agio. Io non sono a mio agio con i jeans e non li indosso». Anche se nella prossima collezione estiva il denim rivestirà più di una scarpa. «La scarpa perfetta per me è femminile, colorata, nostalgica. Amo i pezzi importanti, la fast fashion è da ragazzine: da grandi non c’è più voglia di riempire l’armadio di cose inutili, vuoi il pezzo unico, anche uno solo, purché sia indimenticabile». Michela Proietti © RIPRODUZIONE RISERVATA La storia Lello Caldarelli, 34 anni, proprietario del brand: ho cercato l’equilibro tra qualità e prezzo Il segreto di Antony Morato: ho trovato il giusto mezzo C’ era da trovare un nome internazionale, come aveva fatto Sofia Scicolone all’epoca dell’arrembante conquista di Hollywood. Quando il napoletano Lello Caldarelli, 34 anni a ottobre, sette anni fa ha deciso di cercare un nome «globalizzato» per il suo marchio di moda, ha preso un elenco telefonico e ha cominciato a sfogliare. «Mi rendevo conto che il mio nome non era “digeribile”. Quando ho incrociato Antony Morato ho pensato che era perfetto». Italo-americano, vagamente spagnoleggiante, facile da ricordare: quella intuizione ha trasportato il marchio in 61 paesi del mondo, dove Antony Morato è diventato sinonimo di un modo nuovo di intendere la moda maschile. «Ho pensato a un punto di incontro tra qualità e prezzo. Per le donne c’erano tanti marchi che assecondavano questa richiesta: cose carine, prezzi accessibili. Ho cominciato a realizzare capi raggiungibili dal livello medio e i risultati ci hanno dato ragione». L’azienda oggi impiega 200 persone, ha 80 monomarca e 300 multimarca sparsi nel mondo, con espansioni forti nel mercato russo e cinese: il fatturato del 2013 è stato di 82 milioni di euro, un traguardo importante per Lello Caldarelli, presidente e direttore creativo del marchio, che ha portato a compimento il salto di qualità dell’azienda paterna. «Da quando ho 19 anni mi sono misurato con la professione im- Barcellona Sopra la campagna «Places», scattata a Barcellona, Napoli e Londra e firmata da Toni Thorimbert e Brando De Sica. A sinistra la nuova collezione prenditoriale, lavorando insieme a mio padre, che a sua volta ha sviluppato l’attività tessile di mio nonno». Una tradizione di famiglia, che oggi ha intercettato il mercato ideale, quello che va dai 25 ai 60 anni e che mira a un guardaroba impeccabile senza aspettare i saldi di fine stagione. Le collezioni, due all’anno, propongono tre diverse etichette: la «black», che comprende gli abiti più formali, la «gold» dedicata ai capi denim e più casual e la «sporty», con abbigliamento sportivo ma non tecnico. Della tradizione napoletana Antony Morato ha ereditato qualche pallino fisso. «La rigorosità della camicia, nella gamma black con i colli amidati, e la costruzione dell’abito se- mi-sartoriale», spiega Caldarelli, che per la nuova campagna «Places» ha scelto tre città del cuore, Napoli, Barcellona e Londra. Firmata da Toni Thorimbert e Brando De Sica, che ne ha curato il cortometraggio, la campagna presentata a Pitti, dipinge non solo tre ritratti di tre città ma anche tre uomini tipo del marchio. «Volevamo proseguire il percorso di internazionalizzazione del marchio con un omaggio alle città che più ci rappresentano. Dopo queste tre, ce ne saranno altre: vogliamo raccontare le città che influenzano l’immaginario di tutti attraverso gli occhi di uomini come noi». Ma qual è la compagna ideale di un uomo Antony Morato? «Purtroppo non esiste e infatti in molti ci chiedono di “crearla”. Magari in futuro ci dedicheremo anche a questo». M. Pro. © RIPRODUZIONE RISERVATA 28 Tempi liberi Sabato 26 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Abitare La storia Si salpa Alcuni momenti della navigazione su Nave Italia dei ragazzi in affido grazie al progetto «Siamo tutti sulla stessa barca». Fotoservizio Arcieri Dietro il giardino di Carlo Contesso Il cespuglio «eremitico» mi ha salvato l’allestimento A bordo Il vascello come momento di distacco. Imparando a cavarsela in spazi ridotti Tempo fa mi sono trovato a corto di argento per un giardino espositivo, dove dovevo realizzare una bordura stretta e lunga tutta di quel colore, con solo qualche pennellata nerastra per contrasto. Le piante laterali più alte sono state trovate, ma ci son stati problemi con la massa bassa al centro: i Convolvulus cneorum erano già sfioriti e avevano ancora su i calici secchi marroncini, elicrisi e santonine dovevano esser stati razziati proprio in quei giorni perché la mia pusher di piante non era riuscita a trovarne a sufficienza, ed ecco scender tetro il panico all’ultimo momento. Ma, come tutti i pusher che si rispettino, Nadia mi suggerisce una carico di Eremophila nivea (nella foto) che sarebbe passato proprio per Roma in tempo utile per l’allestimento. Data una certa intolleranza al freddo umido invernale, non avevo mai usato quest’australiana: piccoli cespugli (suffruttici sarebbe più corretto) arrotondati con foglioline vellutate, aromatiche e bianche come pure i giovani rami e, qua e là, piccoli fiori vagamente imbutiformi viola, uno spettacolo fortunatamente di dimensioni perfette per la mia bordura. Il colore e che provenga da luoghi poco ospitali ce lo dice il nome (dal greco eremos, luogo desolato, e philia amore), nel suo caso zone desertiche calde con terreni sassosi e secchi, quindi da noi perfetta in giardini a bassissima manutenzione costieri e al sud, dove fiori o non fiori letteralmente brilla. Curiosità — vi sono altre «eremophilae» ma non tutte son piante: l’Eremophila alpestris è un uccellino canoro, l’Allodola Gola Gialla, che nidifica in alta montagna oltre la zona alberata. carlocontesso@yahoo.com © RIPRODUZIONE RISERVATA Alla prova delle vele e della cabina La barca che insegna la convivenza Su Nave Italia, tra i ragazzi con disagi fisici, psichici o sociali I l vascello spicca solitario, attraccato alla banchina del porto di Gallipoli. Vele avvolte, a poppa la bandiera della Marina militare italiana. L’equipaggio è pronto per salpare, ma c’è aria di attesa. Ed ecco arrivare, scesi da un pullman, un gruppo di ragazzi, zaini, borsoni, adulti che li coordinano. Alcuni scherzano, altri si direbbero intimoriti da quel veliero — 61 metri di lunghezza, l’albero maestro alto più di 40 — che sembra uscito da un quadro dell’Ottocento: sono gli ospiti (speciali) del brigantino-onlus di proprietà della fondazione Tender ToNave Italia, che ogni anno tra aprile e ottobre gira per le coste italiane alternando a bordo gruppi di ragazzi con disagi fisici, psichici o sociali. Quattro giorni interi a stretto contatto tra di loro e con il mare, nello spazio circoscritto di un veliero. Una convivenza come in una casa, in cui i legami si creano e si rinsaldano. Età tra gli 8 e i 17 anni, in affido a famiglie catanesi, fanno parte del progetto «Siamo tutti sulla stessa barca» promosso dal Comune, dal consorzio Elios Etneo e dalla cooperativa Marinella Garcia di Catania: questa settimana sulla rotta Gallipoli-Bari ci sono loro ma potrebbero essere altri, epilettici, down, bambini diabetici, ex carcerati. «Per tutti l’esperienza è il viaggio come momento di distacco, e la condivisione della La nave Il brigantino Nave Italia, della fondazione Tender To-Nave Italia (onlus della Marina militare e dello Yacht club di Genova), dal 2007 è a disposizione di associazioni no profit per progetti di aiuto a persone disabili e disagiate. Costruito nel 1993 come un veliero d’epoca. Info: www.naveitalia.org giornata e delle attività», spiega Paolo Cornaglia Ferraris, direttore scientifico della fondazione, che assieme a una commissione seleziona i progetti da portare «a bordo». Ecco quindi i ragazzi, messi i bagagli in cabina e ancora un po’ in soggezione, radunati a centro barca per ascoltare le prime istruzioni sulla vita in mare. Unica eccezione Pedro (portoghese, 8 anni, parla italiano con accento siciliano), eccitatissimo, in giro a esplorare la barca ma richiamato dal comandante Andrea Barbalonga: «Una nave è un ambiente particolare, non si può correre e bisogna sapere sempre come comportarsi», spiega, introducendo l’equipaggio e spiegando la scansione delle giornate («Simile alla nostra», precisa). Si salpa, è arrivato il momento di issare le vele, i ragazzi uno accanto all’altro, la cima in mano, attenti alle istruzioni del nostromo: «Tre fischi diversi per dire “prepararsi”, “tirare”, “fermarsi”», spiega. Silenzio perfetto, attenti a non calpestarsi, il gran fiocco — la prima vela di prora — sale lentamente. Sarà così ogni giorno: si naviga, ci si ferma a fare il bagno, alla sera si attracca «alla fonda» — ovvero gettando l’ancora in mare aperto — senza mai sbarcare. In mezzo, tra colazione, pranzo e cena («Apparecchiano e aiutano a pulire il salone e gli ottoni, oltre alla propria cabina; partecipare alla vita di bordo vuol dire anche questo», spiega il comandante), ci sono le attività di aggregazione: tutti assieme a fare i «braccialetti dell’amicizia» con materiali di recupero o a dipingere le magliette, l’ultimo giorno c’è la scelta delle foto per comporre un video-ricordo. «Laboratori manuali che aiutano ad approfondire i legami tra figli naturali e in affido — spiega lo psicologo Giuseppe Biagi, del consorzio promotore del progetto —. Nelle cabine invece i ragazzi sono mischiati: così si favoriscono le amicizie». Occasioni per rivedersi: come è successo a Francesca, Roberto e Rosalba, tre fratelli affidati a famiglie diverse, e a Fabio, 15 anni, e Vito, 16, già amici («Ci siamo conosciuti a un corso di vela», raccontano) e ritrovati qui: «Vogliamo divertirci ma anche imparare», dicono, mentre in plancia il comandante spiega le strumentazioni e mostra la cartografia. Ma il momento clou è la «salita a riva», ovvero la scalata dell’albero, agganciati in sicurezza, arrampicandosi su pioli di corda: «Incredibile vedere la barca dall’alto, sembra piccolissima!», esclama appena sceso Giuseppe, 11 anni, ancora emozionato. Saper vincere la paura, una prova che tutti superano: «I più bravi sono i ragazzi down o gli ipovedenti: nei gruppi misti fanno da esempio agli altri», sottolinea il comandante. Il ba- L’equipaggio Da Gallipoli a Bari con un gruppo tra gli 8 e i 17 anni in affido a famiglie catanesi. Il comandante: «I più bravi sono i ragazzi down e ipovedenti: fanno da esempio agli altri» gno in mare aperto, per molti la prima volta: «Il capitano si tuffa per primo. L’acqua è un po’ fredda ma ci si abitua subito: meglio che stare dentro dove fa un bel caldo...», dice Miriam, 8 anni e Sabrina, undicenne annuisce, raccontando che, in cabina assieme, sono diventate amiche e hanno già in programma di rivedersi. Oggi alle 11 lo sbarco a Bari, dopo la proiezione con i momenti salienti di questi quattro giorni e la consegna dell’attestato di marinaio da parte del comandante: «Molti si emozionano, qualcuno non vuole più scendere — dice —. Guardandoli, sono diversi rispetto a quando sono arrivati. E un po’ lo siamo anche noi». Silvia Nani © RIPRODUZIONE RISERVATA Made.com Al debutto Made Unboxed, community di appassionati di design per scambiare impressioni sui prodotti inseriti in ambienti reali «Condividere» il divano: se il sito di arredamento diventa social C omodo l’ecommerce. Te ne stai seduto in poltrona mentre sullo schermo del tuo computer sfilano divani di ogni misura, poltrone in varie fogge, lampade indicate per le situazioni più diverse. Scorri, ti soffermi, scegli e acquisti. Tutto senza neppure bisogno di mettere il naso fuori di casa. Comodo, ma... quel sofà dal design così accattivante, che effetto farà ambientato in una casa vera? E quelle luci saranno adatte anche alla lettura? Insomma, tutti quegli arredi che sul monitor del pc appaiono così invitanti, reggeranno il passaggio dal mondo virtuale a quello reale? Oggi, anche la risposta a queste domande arriva, paradossalmente, con un semplice click. L’idea è di Made.com, sito di ecommerce di arredamento. Ap- prodato in Italia lo scorso autunno dopo i successi in Gran Bretagna e Francia — un catalogo di oltre mille prodotti, presentazione di nuove collezioni ogni due settimane, un milione di visite al mese —, oggi lancia Made Unboxed (www.made.com/unboxed), una community di appassionati di design. «Unboxed funziona come qualsiasi altro social network, mette in contatto le persone, permette loro di comunicare e scambiare opinioni. E, grazie alle immagini che vengono postate, consente di vedere i nostri prodotti contestualizzati, inseriti in ambienti veri, dove la Art director Chloe Macintosh. A sinistra, una pagina del sito di condivisione gente vive. In questo modo per chi guarda sarà molto più facile farsi un’idea dell’effetto che faranno a casa propria», racconta Chloe Macintosh, cofondatrice e direttore creativo di Made.com. In inglese questo «spiare» nelle belle case altrui ha un nome audace, che non lascia ambiguità: property porn. Al momento del lancio la piattaforma può contare su un centinaio di testimonial, ognuno con la propria pagina su cui ha postato le immagini della propria abitazione. Fra loro c’è Kate Watson-Smyth, una delle più seguite blogger inglesi. Ma tutti i clienti Made sono invitati a partecipare caricando le loro foto. «Abbiamo testato l’idea lo scorso aprile al Salone del Mobile, utilizzando quattro appartamenti di nostri clienti come spazi espositivi per presentare le nostre nuove collezioni. Il successo è stato così travolgente che ci siamo chiesti come avremmo potuto riproporre l’esperienza in forma più allargata e continuativa. Perché il bello di Unboxed è che non si limita a connettere virtualmente le persone, ma consente loro, se lo desiderano, di incontrarsi faccia a faccia. I visitatori, infatti, possono selezionare i clienti Made.com con cui entrare in contatto utilizzando il codice dell’articolo cui sono interessati e incrociandolo con il codice postale, così da individuare chi abbia acquistato quel determinato arredo nella stessa zona di residenza», conclude l’art director. Ivana Zambianchi © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 26 Luglio 2014 Tempi liberi 29 italia: 51575551575557 Abitare Questa è la mia casa Luca Gnecchi Ruscone In Maremma il casale del giovane imprenditore e della moglie che hanno scelto di non vivere in città Ulivi, orto e un pizzico di Oriente per dare spazio alla vita semplice Antiquamente (per mercatini) di Wladimir Calvisi In Provenza bancarelle al top (anche sull’acqua) I canali e le gigantesche ruote idrauliche in legno. I vecchi edifici recuperati, i vicoli stretti e i viali verdeggianti e colorati dai fiori. Non è un’isola ma si chiama così, ed è camminando lungo i canali che ne ridisegnano l’architettura che si capisce il perché Isle sur la Sorgue è una cittadina unica. Chi la chiama la Venezia provenzale sbaglia, perché non c’è bisogno di scomodare la città lagunare per dare a questo villaggio di 20 mila abitanti la forza di un luogo speciale. Soprattutto gli amanti di mercatini e antiquariato. Sono oltre 300 i negozi specializzati, presi d’assalto da compratori di tutto il mondo. Concorrenza spietata e venditori che difficilmente scendono a patti sui prezzi. Ma quello che si trova qui, raramente lo si vede altrove. Del resto quasi cinquant’anni di esperienza hanno un peso, e quella che nel 1966, l’anno del primo mercato con soli 14 espositori, sembrava la scommessa impossibile di un antiquario, René Legier, e del suo amico, Albert Gassier, oggi è una realtà imperdibile. Fabbriche e vecchi edifici sono stati riconvertiti. Decine di piccoli negozietti, rigattieri, espositori, gallerie d’arte, e una divisione in aree (brocante, antiquariato, contemporaneo e design). Se c’è una capitale europea dell’antiquariato forse è qui. I mercatini si tengono ogni domenica, lungo il canale principale che taglia la città (che la prima domenica di agosto ospita anche un mercato sull’acqua e le bancarelle, di fiori e prodotti tipici, sono dei barconi a fondo piatto) e i negozi sono fissi. Ma per rendere il viaggio un’esperienza da non dimenticare, bisogna andare alla fiera annuale (dal 14 al 17 agosto: l’altra è a Pasqua). Qui le bancarelle coprono ogni angolo, compreso il parco ed è impossibile non trovare qualcosa da comprare. Ma è bene organizzarsi, visto che questo appuntamento attira oltre 150 mila persone. wcalvisi@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA L e spiagge, la campagna, il verde chiaro degli uliveti e quello brillante delle vigne. Colori e suoni. Di giorno la cantilena infinita delle cicale, la notte il concerto grosso dei grilli. Per Luca e Diana Gnecchi Ruscone, la scelta di vivere alla tenuta La Polverosa, oltre duemila ettari di macchia e coltivazioni di grano, girasoli e erbe rare nella Maremma settecentesca dei Lorena, tra Talamone e Capalbio, è stata una dichiarazione d’intenti. «Volevamo una vita semplice, tutto qui. Una dimensione di vita dove i nostri figli (Eugenio, due anni, Ludovico, 7 mesi, ndr) possano crescere liberi, in rapporto armonioso con la natura. Protetti ma non isolati, la gente di Maremma è ospitale, e Albinia e Orbetello, a una manciata di chilometri da qui, sono due cittadine confortevoli», racconta Luca mentre sistema sul grande tavolo in ferro (design minimalista di Alessandro Fava, artigiano alla Polverosa), fulcro della zona pranzo, la cesta delle verdure appena arrivate dall’orto. Pomodori, peperoni, fagiolini e cicoria amara che andranno stasera in tavola. Diana li ha raccolti con Ludovico dopo il pomeriggio trascorso in piscina — un rettangolo di pietra ritagliato a filo dall’antica mangiatoia —, nella parte più calda e selvatica della Polverosa, quasi al limite della riserva di caccia, dove pascolano libere le vacche bianche dalle lunghe corna. Luca è appena rientrato da Roma, felice di rimettere piede nel suo piccolo paradiso. «Faccio il pendolare, quattro giorni in città, il fine settimana con la famiglia. Il lavoro e gli affetti. Diana (che di cognome fa Novellis di Coarazze, ndr) si è trovata il paradiso bello e pronto, perché e praticamente cresciuta alla Polverosa, con i genitori, le nonne e le sue sorelle. Siamo due stanziali con un’unica trasgressione: viaggiare. Ci unisce la passione per il Sud Est asiatico, la Thailandia è il posto dove vivremmo se sprofondasse La Polverosa. Ogni viaggio facciamo una puntata al Nord, nei bazaar del Triangolo d’oro troviamo sempre qualche pezzo esotico da portare a casa». Imprenditore prestato alla vita bucolica, il giovane Gnecchi Ruscone, 32 anni, è titolare di L.G.R, un’avviata azienda di occhiali di produzione artigianale, ispirati ai modelli coloniali che il nonno materno, Raffaello Bini (scomparso nel 2013 a 100 anni), vendeva negli Anni 40 nel suo negozio dell’Asmara, in Eritrea. Clientela esclusiva, dalle principesse di Monaco alle star del cinema, Kirsten Dunst, l’attrice danese, indossa un paio di L.G.R. «Alexandre» color miele nel film «The two Faces of January» di Hossein Amini (in uscita in Italia il prossimo autunno). La casa c’era già. È uno dei nove casali incastonati nella vegetazione della tenuta dei Novellis, i genitori di Diana. Questo e quello di fronte, una casetta fasciata di rampicanti che è stata per anni il buen retiro del grande regista Mario Monicelli, fanno parte del gruppo detto «La Torrettina». Sono costruzioni tipicamente contadine, quella dei Gnecchi Ruscone ha l’esterno rivestito di pietra, forma squadrata, aspetto rustico, tenuta robusta, è una casa rassicurante. Spaziosa: ha un salotto-cucina affacciato sul patio, costruito come una vetrina sull’aia, e quattro luminose camere da letto al primo piano, quella padronale ha pareti bianche e due finestre spalancate sulla campagna, dietro la testata del letto, in ferro battuto, la sorella di Diana, Donata Novellis, ha dipinto uno sfondo a losanghe ocra e bianco. La zona notte è raggiungibile con una scala che inizia Famiglia Diana Novellis e Luca Gnecchi Ruscone con i figli Eugenio e Ludovico e i loro cani alla Polverosa. Foto C. Folgoso /Sestini Stile agreste Pochi mobili Nelle foto in alto, il grande living della Polverosa (tenuta con piscina tra Albinia e Capalbio) che comprende cucina, zona pranzo e soggiorno, e un particolare della camera (una delle quattro, al primo piano) con i letti in ferro battuto. «Volevamo una casa ariosa», dice Diana, «con pochi mobili. Ho conservato due pezzi antichi di mia nonna e degli acquerelli di Franco Angeli». L’oggetto preferito Qui sopra, un antico raccoglitore di offerte del rituale buddista, di origini birmane: di legno, laccato color cinabro, è composto da tanti piccoli vassoi a scomparsa. Diana e Luca lo considerano un portafortuna. La coppia l’ha acquistato in un bazar di Chiang Mai, in Thailandia, Paese che amano in modo particolare, meta di tanti viaggi per passione e per lavoro. dal living piegandosi ad angolo acuto divide lo spazio in tre zone: soggiorno, cucina e pranzo. «Fino all’anno scorso ci abitava la nonna, di suo sono rimasti i colori delle pareti, le rifiniture in legno e i pavimenti in cotto», spiega Diana. «Volevamo una casa ariosa, con pochi mobili, abbiamo salvato qualche pezzo antico, i bellissimi acquerelli blu di Franco Angeli, i due divani Bellora della zia, che stanno bene con i cuscini ricamati dell’Oasi di Siwa (Egitto) della Col- lezione Emma Bini e quelli dipinti a mano di Zazie-Lab. Ma buona parte dell’arredo, dalle poltrone in rattan ai divani in tek intrecciati a mano alle sdraio a forma di foglia ai bordi della piscina, arrivano dalla Thailandia. Già, perché Diana non è certo una turista per caso. Da qualche hanno viaggia soprattutto per conto della sua ditta Dirai, che realizza in Indonesia e importa, su commissione, alla Polverosa. Melisa Garzonio © RIPRODUZIONE RISERVATA 30 Tempi liberi Sabato 26 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Bellezza Le regole La novità di Giancarla Ghisi La fragranza orientale amata da Kate Moss Una fragranza firmata Liu Jo, brand tutto made in Italy creato nel 1995 dai fratelli Marco e Vannis Marchi che ha conquistato anche Kate Moss. «Ha una scrittura olfattiva particolare — racconta Brigitte Wormser, vicepresidente sviluppo e marketing fragranze — per una donna contemporanea ma femminile e glamour. Delicata, luminosa, è stata costruita con un bouquet floreale prezioso. Abbiamo scelto la forma più persistente, un eau de parfum, per avere un’essenza che durasse di più e un’impronta decisa. Si adatta anche in estate perché i muschi bianchi nelle note di base regalano sensualità, morbidezza, una sensazione di luminosità. Nella realizzazione c’è stata grande attenzione ai dettagli, come nello stile del marchio, con la scelta di materie prime preziose, lavorate con tecniche innovative». Definito orientalefiorito, è stato creato da Veronique Nyberg, maestro profumiere, che spiega: «Le note importanti come gelsomino egiziano, ylangylang e patchouli, sono state impiegate in maniera particolare: una distillazione dei fiori per acqua per l’assoluto di gelsomino, procedimento a vapore invece per l’olio dell’ylang-ylang. Mentre per isolare il cuore del patchouli, la distillazione è stata fatta con acqua delle foglie e dei ramoscelli, seguita da estrazione molecolare. Così, abbiamo reso il tutto vivace ed estremamente moderno. Ai fiori abbiamo aggiunto la freschezza di note fruttate come litchi, lampone, mandarino, bergamotto ma anche il calore di vaniglia, sandalo e muschi. Ne è uscito un ritratto inedito e chic». Il tutto racchiuso in flacone dai toni delicati dell’ametista con tappo dorato lavorato a catena. Proprio come un accessorio. cor.ghisi@gmail.com © RIPRODUZIONE RISERVATA Numeri Lo sport più efficace? La corsa: 1 ora vale 500. Ma se camminate in acqua avrete lo stesso risultato L’estate che brucia calorie Una palestra a cielo aperto I l vantaggio dell’estate? Tenersi in forma senza sforzarsi troppo. In vacanza si ha tempo per rilassarsi, ma soprattutto per dedicarsi a nuovi svaghi all’aria aperta sfruttando le caratteristiche del luogo. Secondo il sito health.com abbiamo sempre più voglia di ferie «attive» e «salutiste». Così, tra una pedalata in mountain bike e un lancio di frisbee sulla spiaggia si fa movimento e si bruciano calorie. Palestra a cielo aperto Mare e arenile sono una palestra a cielo aperto. Lo sport più amato: il beach volley. «Giocare per un’ora consente di consumare circa 440 calorie — assicura il personal trainer, Enzo Petrillo —. Tonifica quasi tutti i muscoli. La postura e i movimenti richiedono il coinvolgimento anche della parte inferiore del corpo, perciò, cosce, glutei e gambe si rassodano notevolmente. Anche collo, spalle e addominali sono allenati e coinvolti nell’attività fisica. Uno passatempo che diverte e fa sudare molto, favorendo l’eliminazione delle tossine e un dispendio energetico considerevole (aiuta a dimagrire). Evitate di giocare nelle ore più calde e sotto il sole e reintegrare i liquidi e i sali minerali bevendo a fine partita». Galleggiando in acqua (facendo la bicicletta, appoggiandosi a un tubo o ad una tavoletta) le calorie perse vanno dalle 200 alle 500: «Dipende dall’intensità. In ogni caso si migliora la circolazione locale. Muniti di maschera e boccaglio, invece, si osservano i fondali marini e contemporaneamente si fa esercizio. Nuotare è un toccasana e mezz’ora di snorkeling vale 200 calorie». Per mangiare qualche gelato in più senza farsi scrupoli eccessivi basta correre per un’oretta sulla battigia (permette di bruciarne fino a 500). «A trarre beneficio — spiega l’esperto — sono i muscoli delle gambe e dei glutei, ma anche il sistema cardiovascolare. Si può iniziare con un allenamento di dieci minuti per i primi sette giorni, per poi aumentare gradualmente l’impegno. Ma attenzione: fare stretching subito dopo e un po’ di riscaldamento prima di iniziare». Una tipica giornata in spiaggia si svolge pure tra sfide con i racchettoni («per intensificare lo sforzo ci si posiziona lontano dal compagno, così, si è obbligati a colpire più forte») o con il frisbee («le braccia si allungano nel prendere al volo il disco colorato. Bastano trenta minuti per consumare un centinaio di calorie. Se poi si vuole esagerare bisogna farsi tirare l’oggetto lontano e corrergli dietro»). Buone notizie anche per i più pigri: con una camminata (ma di buon passo) le calorie perse sono 350. Salgono a 500 se si fa in acqua: «Ne trarranno sollievo le caviglie gonfie e le gambe pesanti per colpa del caldo — continua l’allenatore —. Un’ottima soluzione anche per riattivare la circolazio- ne. Per iniziare, passeggiare con i polpacci immersi a metà, quel tanto che basta per prendere confidenza. Dopo cinque minuti arrivare fino all’inguine. Fa bene a tutti, non soltanto alle signore». Un tapis roulant in salita Il piacere di fare sport in montagna è il contatto con la natura: profumi, colori e sensazioni si accentuano durante l’estate. In più, sfruttando la pendenza, diventa un tapis roulant in salita. «Percorrere i sentieri, partecipare a una gita tra i boschi — afferma Petrillo — fa bene al corpo e all’anima. Ma i più allenati sceglieranno la bicicletta: ideale per il cuore, rafforza i muscoli, brucia i grassi e combatte lo stress. Non soltanto, il peso del corpo viene ripartito su sella, sul manubrio e sui pedali: quindi, grava meno sulle articolazioni, proteggendole dall’usura. Un’ora in mountain bike e mille calorie vanno in fumo». In strada e al parco (senza folla) Anche chi resta in città può allenarsi divertendosi. Si può approfittare delle strade meno affollate e puntare su mezzi di trasporto alternativi per percorrere le distan- Passeggiare in spiaggia, giocare, nuotare o anche solo camminare: i consigli per sfruttare al meglio il tempo libero. Con una avvertenza: mai tentare di diventare atleti in sette giorni ze. Un suggerimento? «Monopattino o rollerblade. In entrambi i casi si attivano i muscoli degli arti inferiori e si bruciano calorie senza accorgersene (dalle 450 alle 700). I meno «temerari» possono godersi la tranquillità dei parchi. L’offerta è ampia: dallo shiatsu allo yoga, dal training autogeno alle arti marziali (Tai chi, kick boxing, karate, corsi di autodifesa) fino al Pilates: «Il vantaggio di questa tecnica di fitness è che può essere praticata a qualsiasi età e anche in presenza di artrosi, mal di schiena o malattie cardiovascolari — dice il personal trainer —. Controindicazioni? Poche. In più, non sudi, non fai troppa fatica, non rischi infortuni e nel giro di due mesi rimodelli il tuo corpo, specie nei punti critici come pancia e glutei. Calorie: dalle 300 alle 500 a seconda dell’intensità». Le giuste precauzioni «Se durante l’inverno non si è fatta molta attività fisica — consiglia Petrillo — non si deve eccedere con lo sport vacanziero per cercare di recuperare il tempo perduto. C’è, infatti, il rischio di infiammazioni, infortuni e slogature. Quindi, è meglio andare per piccoli passi e iniziare con una breve corsa al mattino, per poi lentamente aumentare l’intensità dell’allenamento. Mai cominciare senza aver fatto qualche esercizio di riscaldamento e subito dopo chiudere con lo stretching e una profonda respirazione». Per ottenere dei buoni risultati, lo sport estivo deve essere accompagnato da un’alimentazione adeguata. «Prediligere una dieta ricca di sali minerali e di vitamine per reintegrare al più presto i liquidi perduti. E non dimenticare di riposare: la vacanza è fatta anche per recuperare energie!». Rossella Burattino rburattino@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 26 Luglio 2014 Tempi liberi 31 italia: 51575551575557 Controvetrina Famiglie Il questionario di Proust per bambini Nome Il tuo difetto Che cosa ti rende triste Età Il difetto dei tuoi genitori Che cosa non ti piace fare L’ultima volta che hai pianto Che cosa ti fa paura I nomi che ti piacciono di più Bevanda preferita Dove abiti Piatto preferito Che cosa ti piace della tua città Scaricare il questionario e la liberatoria (da far firmare ai genitori) dal blog 27esima ora di Corriere.it Spedirle con una foto alla mail proustperbambini @corriere.it Gioco preferito Che cosa vorresti fare da grande Vacanze preferite E cosa non ti piace Il tuo eroe o eroina Colore preferito Libro o film preferito Il peluche con cui dormi Il tuo migliore amico o amica Animale preferito Società La regola numero uno: sono il figlio (o la figlia) a imporre i paletti alla propria madre. Così non si litiga Perché restare 99 giorni lontani da Facebook di Costanza Rizzacasa d’Orsogna Trentanovemilasettecentocinquan tasette. Sono gli anni che trascorrono su Facebook, in un giorno, i suoi 1,23 miliardi di utenti. «Risucchiati», scriveva il New York Times, «da una cacofonia di foto, video e link dementi branditi davanti ai nostri occhi come una carota digitale» – e indovinate l’asino chi è. E poi Instagram, Twitter: condizionano l’umore, lobotomizzano il linguaggio. Abbiamo l’app per dire solo «Yo!», ma anche la sua scopiazzatura, «Ahoy», e quell’altra che oltre a «Hey» permette di inviare «Hey Hey» e perfino «Heyyyyy». Cerchiamo di prelevare al Bancomat con la password di Tumblr, fare il biglietto della metro strisciando il dito come fossimo su Tinder. Ovvio che ogni giorno ci trovino una sindrome. Se fino a ieri era la FoMO, lo stare sui social compulsivo per il terrore di perderci qualcosa, la nuova paranoia è MoMO, l’invidia che scatta quando gli altri non postano più. Perché non aggiorna? Davvero si sta divertendo tanto? E con chi? Dove? La vita non è mai stata così vuota.E spopolano i software per disintossicarsi. Se i temerari installano SelfControl e Cold Turkey per bloccare Instagram & C., altri scelgono l’app della vergogna RescueTime, che ogni giorno ti sbatte in faccia i siti su cui hai traccheggiato e quanto. L’ultima sfida è 99 Days of Freedom: l’impegno ad astenersi da Facebook per tre mesi. Cambi foto profilo col logo dell’iniziativa e zac: niente più gattini, niente #LOL, niente selfie, belfie o telfie. E ogni 33 giorni ricevi questa mail: «Come ti senti quando non usi Fb?» Incredibilmente funziona. I 29 mila iscritti riferiscono che il giorno x all’ora y hanno guardato il cielo, che il gattino invece di fotografarlo l’hanno accarezzato. Ancora: sbattono meno contro i pali della luce, camminano diritti, uno ha perfino detto «ciao» al collega. Solo che l’ha fatto su Snapchat. di CATERINA RUGGI D’ARAGONA La legge del passo indietro In vacanza con la suocera M agari proprio su una barca no. Meglio ritagliarsi spazi vitali: p e r res p i r a re lentamente, sfogarsi, litigare con lui/lei (ma è necessario?), farsi una carezza. Poche regole, tanti racconti di vita vissuta, nella guida semiseria di sopravvivenza per quando a valigie, passeggini, secchiello, paletta e solari si aggiunge lei, la più bersagliata dalle barzellette (e dai luoghi comuni): la suocera. Un «intruso» quasi inevitabile (e, bisogna dirlo, spesso molto utile) quando arriva un bebè. Ma è spesso proprio quell’esserino, destinatario di attenzioni, suggerimenti (soprattutto quando non richiesti) e gelosie, a rendere pericolosamente scivoloso il ménage, col rischio di trasformare la vacanza in un incubo. Fino all’estenuazione, al litigio (tra tutti e contro tutti). Fino al punto dall’anticipare (proprio così) il Pregiudizi Nella buona pratica delle relazioni familiari c’è anche la capacità di evitare i pregiudizi e usare la complicità di coppia come antidoto alle tensioni rientro, ritrovandosi poi a sfogarsi con uno sconosciuto incontrato per caso sul treno. È successo. E per Paolo è stato liberatorio. «Tirato fuori il dissapore (esploso quando, al terzo giorno di convivenza, la nonna/suocera pretendeva di dare Coca Cola e spaghetti alle vongole al bambino dopo un attacco di appendicite), mi sono reso conto che marito e moglie camminano in tandem: se uno inciampa, l’altro deve rallentare». Lui ha scelto il perdono. Sua moglie ha capito che non c’è mamma che tenga: deve stare dalla sua parte. E così, dopo una breve lontananza tra i due, pace fatta. «Meglio prevenire, chiarendo i rapporti quando nasce la famiglia», suggerisce lo psicologo e psicoterapeuta Fulvio Scaparro. Regola numero uno: nessun pregiudizio. Suocera non è sinonimo di strega. Certo, quando la di lui madre dice che tuo figlio piange e ha le coliche perché il tuo latte non è abbastanza nutritivo, oppure insiste a dargli il biberon prima della nanna perché ai suoi tempi si usava così, tutti i buoni propositi vanno all’aria. Suggerimenti insistenti, critiche velate o bocche storte ILLUSTRAZIONE ALBERTO RUGGIERI Tendenze mal celate, richieste petulanti o morbosità verso figlio/a e nipoti (mentre l’altro, nuora o genero che sia, viene messo da parte) sono una bomba a orologeria. Come evitare di trasformare la vacanza in un incubo? Patti chiari subito. «Bisogna rispettare le gerarchie. I figli rispondono ai genitori — sottolinea lo psicologo —. I consigli dei nonni vanno bene, quando i bambini non sono presenti. Mai discutere davanti a loro». Guai se a litigare sono le persone sbagliate: marito e moglie. «Bisogna allearsi. È il figlio/a a dover mettere i paletti», suggerisce. Complicità. Laura, alla quale un pezzo di vacanza in Sicilia dai suoceri «tocca» un paio di volte all’anno, sa di avere sempre il marito dalla sua parte. «Io? Motivo con fermezza i miei «no», senza lasciare spazi alle intromissioni. Anche se una volta mi sono ricreduta: quando Santina (mamma di Santo, suo marito) è stata una settimana con noi a Milano ho capito che aveva ragione: meglio addormentare Valerio sul passeggino». Per chi, come loro, lavora lontano dalle famiglie di origine c’è poco da scegliere le vacanza. «Vuoi togliere ai nonni la gioia di spupazzarsi i nipoti? Non possiamo neanche andare tutti i giorni al mare — dice — e poi, quando siamo dai suoi, mio marito ritorna figlio». Piccole abitudini apparentemente insignificanti, come le ciabatte «da nonno» che gli ha regalato sua madre, e pochi spazi di privacy possono destabilizzare la coppia. Non tutti i rapporti sono conflittuali (in quel caso a ciascuno la sua vacanza). Però, se possibile, meglio evitare di dormire tutti sotto lo stesso tetto», suggerisce Scaparro. E se vince la convenienza? Dopo un anno di pausa, Giorgia sta ripetendo l’esperienza a casa dei suoi, dove la «vittima» è il marito. «Ho chiarito con mamma e papà che ora ho un nucleo separato. Hanno imparato a rispettare, e coccolare, mio marito. E noi, ogni tanto, ci concediamo una fuga, anche solo una cena a lume di candela». Serata di libertà anche per i nonni. Daranno al piccolo un biberon e qualche biscotto in più? © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Sul blog La27ora Continua l’inchiesta Donne e Potere. Presidenti, amministratrici delegate raccontano strade e percorsi che le hanno condotte ad avere influenza. Tra le altre Maria Josè Falcicchia, dirigente delle Volanti di Milano, intervistata da Giusi Fasano è convinta che «la capacità di incidere non ha sesso», anche se non nega che il rispetto alle donne in divisa è una conquista. Anche Valeria Fedeli, «la» vicepresidente del Senato, intervistata da Silvia Sacchi, veniva spinta 27esimaora.corriere.it «a cambiare parti di me». L’esperienza femminista l’ha aiutata. Autoironica Costanza Rizzacasa d’Orsogna che in un post illustra i risultati di uno studio secondo il quale gli uomini sui 40 sono invisibili per le donne tra i 18 e i 29. Tempiliberi 32 Sabato 26 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Economia `V `ii ÀÃi /- > ÃiÌÌ>> >L ->«i > ÃiÌÌ>> /Ì ` -Ì>Ì >Ì ` iÜ 9À >}}À>Ì >i Ài Óä°ää /Ì /- Ì« ä{ä£ÉäÓÉ£x {]Óxä¯ £äÓ]ä£ Ì« Èä£É££ÉÓÈ Ç]Óxä¯ £{Î]{ä Ó]Ón Ì« £ä£xÉä{É£x Î]äää¯ £ä£]Ó Ì« £££xÉäÉÓÈ Î]£ää¯ ££x]ÎÇ £]Èx Ì« £££xÉä{É£È Î]Çxä¯ £äx]ÈÇ Ì« äÎä£ÉänÉÎ{ x]äää¯ ££]nÇ Î]äÈ Ì« äÈ£xÉäÉ£Ç Ó]£ää¯ £äx]Èä Ì« £Î£xÉäÉ£n £]Çää¯ £äx]{n Ì« ää£ÉäÎÉÓä {]Óxä¯ ££{]nÈ ä]{Î ä]n Ì« äxä£ÉäÓÉÎÇ {]äää¯ £äx]n Ì« äÇä£ÉänÉÎ x]äää¯ ££]Îä VÌ äÇä£É£ÓÉ£{ ä]{Óä¯ £ää]£ Î]£x Î]ÓÇ ä]£{ Ì« ££ä£ÉäÉÓ£ {]Çxä¯ ££n]{ Ì« ££ä£ÉäÎÉÓÓ x]äää¯ ££]Ç Ì« £Îä£ÉäÎÉÓ{ {]xää¯ ££È]£x £]{£ £]xÇ Ó]än VÌ änä£ÉäÉ£x ä]Înä¯ £ää]Óä VÌ ää£ÉäÇÉ£È ä]Îää¯ £ää]£ VÌ £££xÉä{É£n ä]ÇÓȯ £ä£]ÈÓ ä]ÎÓ ä]ÎÇ ä]Çä Ó£°äÈÎ]Σ ä]ä¯ `À> È°Ç£]xx ä]{{¯ /- Ì° - >Ài ÓÓ°ÎÎÈ]ÎÇ ä]n{¯ À>VvÀÌi °È{{]ä£ £]xί /- Ì°-Ì>À £n°£nx]Ç£ ä]Σ¯ *>À} >V{ä® Ü ià £È°Îä]{ ä]ä¯ } } Ó{°Ó£È]ä£ ä]Σ¯ e {°ÎÎä]xx £]nÓ¯ >Ã`>µ {°{{È]äÈ ä]xn¯ / i® £x°{xÇ]nÇ £]£Î¯ e -E* xää £°ÇÈ]n ä]xȯ >`À` £ä°nnn]£ä ä]Óx¯ e £ iÕÀ £]Î{{ä `>À ä]Óί £ iÕÀ £ÎÈ]Çää Þi Û° r £ iÕÀ ä]Ç££ ÃÌiÀi ä]£Ó¯ £ iÕÀ £]Ó£xÓ vÀ° ÃÛ° £ iÕÀ ]£ÈÈ£ VÀ°ÃÛi° ä]{ǯ £ iÕÀ £]{{ÇÓ `°V>° ä]£x¯ e Û° r i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° ÓxäÇ iÌÌ ¯ /Ì i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° ÓxäÇ iÌÌ ¯ L’operazione Accordo con Fox per il polo della tv a pagamento. Lo «squalo» riparte alla conquista di Time Warner La lente MULTINAZIONALI, SFIDA DI OBAMA AI « DISERTORI» FISCALI B arack Obama va all’assalto delle grandi aziende che spostano il loro quartier generale all’estero per pagare meno tasse. Il presidente americano le definisce senza mezzi termini «disertori corporate». E afferma: «Non mi importa se è legale: è sbagliato. Non tocca a noi scegliere quante tasse pagare». In un discorso a Los Angeles Obama ha chiesto al Congresso di fermare le operazioni di fusione che in questo modo permettono alle società di spostare la residenza in quei Paesi che hanno tasse più basse, come Irlanda e Regno Unito. In un mondo che cresce meno, mentre aumentano gli squilibri dei conti pubblici, anche l’America sceglie dunque di chiudere le maglie fiscali che permettono alle aziende di risparmiare sul fisco, garantendo meno entrate. E’ la risposta Usa alla crociata dell’Unione europea contro i paradisi fiscali, di cui beneficiano tra l’altro proprio molti big americani, come Google, Amazon e Starbucks. Quest’anno gli Stati Uniti hanno registrato un crescente numero di acquisizioni all’estero seguite dallo spostamento della residenza fiscale del compratore Usa. Gli ultimi casi? Medtronic ha acquisito la dublinese Covidien per da 42,9 miliardi di dollari, AbbVie ha rilevato la britannica Shire per 54 miliardi. Giuliana Ferraino 16febbraio © RIPRODUZIONE RISERVATA Autorità Portuale di Salerno (Legge 1n. 84/94; D.P.R. 23/06/00 in G.U. n. 175 del 28/06/00) L’AUTORITA’ PORTUALE DI SALERNO indice Procedura Aperta nel Settore speciale ex 213 D.Lgs 163/06 per l’affidamento del “Servizio di esecuzione della caratterizzazione fisica, chimica, microbiologica ed ecotossicologica dei fondali del porto commerciale di Salerno e del canale d’ingresso”, importo di € 871.673,40 oltre € 4.966,01 per oneri della sicurezza ed IVA non imponibile ai sensi dell’art. 9 del D.P.R. n. 633/1972 da aggiudicarsi con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Scadenza: ore 13,00 del 15/09/2014. Informazioni ai numeri: tel. 089/2588111. Atti tecnici ed amministrativi di gara su www.porto.salerno.it. IL PRESIDENTE Avv. Andrea Annunziata Nasce la pay tv europea, sotto il cielo di Murdoch La britannica BSkyB compra Sky Italia e Deutschland per 6,2 miliardi DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — Rupert Murdoch ristruttura il suo impero televisivo europeo riunendo in un’unica società, la britannica BSkyB, le sue società dell’Europa continentale che controlla attraverso Fox: il 100% di Sky Italia (valutata circa 3 miliardi di euro) e il 57,4% di Sky Deutschland (valutata 3,6 miliardi anche se ha meno abbonati della società italiana; ha però migliori prospettive di crescita). Si discuterà molto di questa operazione che, tolta a Sky Italia l’immagine (solo formale) di società indipendente, crea la prima vera «corazzata» europea delle pay-tv con 20 milioni di abbonati e la possibilità di raggiungere un’utenza teorica di 97 milioni di abitazioni. Una società molto forte in almeno cinque mercati europei: Gran Bretagna, Irlanda, Italia, Germania e Austria. Attivissimo da mesi sulle due sponde dell’Atlantico, a 83 anni il magnate di cinema, tv e giornali ha superato le difficoltà nate dallo scandalo inglese delle intercettazioni telefoniche che dal 2010 ha messo in difficoltà tutto il gruppo e che, a un certo punto, sembrava addirittura porre in discussione la stessa leadership della famiglia del “tycoon” australiano. Ora Murdoch riconquista a pieno titolo il suo vecchio nomignolo, «lo Squalo», ma agli analisti l’operazione europea, così come le mosse tentate nelle settimane scorse negli Stati Uniti, sembrano più manovre difensive di consolidamento che veri e propri progetti di conquista. Raggruppando le sue partecipazioni europee in un’unica «fortezza», Murdoch realizza risparmi e sinergie produttive Richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale e di valutazione di incidenza L.R. n. 11/01 e ss.mm. ed ii. La ditta “Elledue s.r.l.”, con sede in Andria (BT) alla Via La Corte 22 II P., in qualità di proponente, ha presentato presso gli Uffici del Settore Ambiente ed Aree Protette della Provincia di Barletta - Andria - Trani, lo studio di impatto ambientale e di incidenza ambientale inerente il progetto per la proroga della coltivazione di una cava di pietra calcarea da taglio, sita in agro di Minervino Murge, Ctr “Iambrenghi”, sui terreni catastalmente identificati nella p.lla n. 120 del F. 153. La ditta ha provveduto a depositare copia del S.I.A./V.I e del progetto di coltivazione del giacimento residuo e di ripristino dei luoghi ad indirizzo naturalistico della cava anche presso gli Uffici del Comune di Minervino Murge. Elledue s.r.l. Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Via Rizzoli, 8 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 02 2584 6256 Fax 02 2588 6114 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 Fax 081 49 777 12 Via Valentino Mazzola, 66/D 00142 Roma Tel. 06 6882 8650 Fax 06 6882 8682 Via Villari, 50 70122 Bari Tel. 080 5760 111 Fax 080 5760 126 Dinastia Il presidente di News Corp, Rupert Murdoch, 83 anni con i figli Sarah e da destra Lachlan e James. Quest’ultimo è co-amministratore delegato del gruppo americano a fianco di Joel Klein di qualche centinaio di milioni di euro, ma soprattutto si rafforza al tavolo del negoziato per l’acquisto dei diritti del calcio e delle altre trasmissioni sportive e non. Secondo diversi analisti, comunque, la chiave della riorganizzazione decisa in Europa va cercata soprattutto negli Usa dove la capogruppo televisiva dell’impero Murdoch, la 21st Century Fox, sta cercando di conquistare un gruppo concorrente, Time Warner: la sua offerta di 73 miliardi di dollari è stata già respinta dalla società guidata da Jeff Bewkes, ma questo è solo l’inizio della battaglia. Murdoch di certo non mollerà, ma per alzare l’offerta oltre gli 80 miliardi di dol- L’impero tv di Murdoch in Europa 97 14,15 milioni 20 miliardi milioni i clienti il fatturato complessivo gli abbonati potenziali 33 mila il totale dei dipendenti Famiglia Murdoch 39% 39,4% 100% Sky Italia Come sarà La nuova Sky unica europea avrà 20 milioni di clienti e un bacino potenziale di «penetrazione» di 97 milioni di case BSkyB 57,4% 39,1% Sky Deutschland D’ARCO lari ha bisogno di nuove risorse che potrebbero venire proprio dalla vendita a BSkyB delle sue partecipazioni televisive europee. Il tentativo di Murdoch di conquistare Time Warner (cedendo a terzi la Cnn per non rischiare veti antitrust visto che con la Fox già possiede la più diffusa tv via cavo d’informazione) è stato criticato da molti commentatori (ultimo, ieri, John Gapper sul “Financial Times”) che considerano questa concentrazione un colpo alla sana concorrenza che sta facendo prosperare il mercato televisivo americano. Ma probabilmente il vecchio imprenditore ha messo nel mirino Time Warner più per esigenze difensive che per ambizioni imperiali (il suo primo tentativo di conquistare la casa cinematografica Warner risale al 1984). Con l’operatore “cable” Comcast - un avversario mortale agli occhi dello “Squalo” che ha a sua volta tentato di comprare Time Warner e, all’orizzonte, la minaccia di invasione televisiva da parte dei grandi operatori di Internet – Netflix, Google attraverso YouTube e anche Amazon e Facebook – Murdoch si è convinto che la leadership della Fox può essere difesa solo rafforzando il dominio sul mercato della produzione dei contenuti informativi, ma soprattutto quelli nel campo dell’entertainment: in primo luogo la realizzazione dei grandi e lucrosi serial televisivi, visto che l’industria cinematografica di Hollywood stati vivendo l’estate peggiore da molti anni a questa parte. Quello delle tv è il mercato di gran lunga più ricco (di certo molto più di quello dell’editoria), nel quale, però, si muovo- no attori sempre nuovi nelle due aree chiave: distribuzione e produzione di programmi. Contano meno i giganti delle telecomunicazioni (anche se AT&T sta acquistando l’operatore satellitare DirectTV) , mentre aumenta il peso delle società di distribuzione cable come Comcast. Quanto alla produzione, Fox è sempre leader (sue le serie come «Game of Thrones», «Glee», «Masterchef», suo lo sfruttamento di brand come Harry Potter e X-Men), ma cresce la minaccia di Netflix e Amazon che stanno investendo miliardi di dollari in produzioni come «House of Cards». Se riuscirà a mettere le mani su Time Warner, Murdoch non solo si rafforzerà nella distri- Internet L’operazione contrasta anche la minaccia di invasione da parte dei giganti di Internet buzione cable, ma aggiungerà nuovi serial e personaggi di grido alla corona dei suoi prodotti. Più concentrazione significa meno concorrenza e questa non è una buona notizia per i consumatori: qui Gapper ha ragione. Ma è la logica dei riassetti nell’era magmatica delle rivoluzioni tecnologiche. Del resto gli americani qualcosa del genere l’hanno già vista anche altrove. Nel trasporto aereo, ad esempio: dopo i fallimenti a raffica, le compagnie aeree si sono ristrutturate e concentrare. Oggi festeggiano il ritorno alla redditività. Ma volare costa molto di più. Massimo Gaggi © RIPRODUZIONE RISERVATA Bloomberg Mr. Facebook è il più ricco del web. Supera Brin e Page Zuckerberg: grazie Wall Street Chissà se quando era ancora uno sgobbone di Harvard, pensava di poter diventare l’uomo più ricco del mondo. È quello che sostengono alcuni osservatori dopo la pubblicazione del Bloomberg Billionaires Index. L’elenco dei miliardari ha confermato al primo posto Bill Gates con una fortuna di 84,7 miliardi ma ha anche posizionato Mark Zuckerberg al 16° posto. Mr. Facebook, che ha persino superato i cofondatori di Google Sergey Brin e Larry Page (17esimi), ha fatto il balzo nei giorni scorsi quando, dopo la pubblicazione della trimestrale del social network, il titolo in Borsa ha fatto arrivare la sua ricchezza a 33,3 miliardi di dollari. C.D.C. © RIPRODUZIONE RISERVATA Fondo europeo di sviluppo regionale Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ministero dello Sviluppo Economico UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BARI ALDO MORO ESITO DI GARA Ente aggiudicante: Università degli Studi di Bari Aldo Moro - D.A.G.E.S. - Area Appalti Pubblici di Servizi e Forniture - P.zza Umberto I, 1 - Bari, Tel. 080.5714306. Tipologia e oggetto di gara: PON “Ricerca e Competitività” 2007-2013, avviso n. 254/ric del 18/05/2011 del MIUR, Progetto, “Laboratorio per lo Sviluppo Integrato delle Scienze e delle Tecnologie dei Materiali Avanzati e per dispositivi innovativi”, Procedura aperta secondo D.Lgs. 163/2006 s.m.i. per fornitura di uno “Spettrometro XPS”; criterio del prezzo più basso determinato mediante ribasso percentuale sull’importo a base d’asta. Data di aggiudicazione: 11/02/2014 - CIG 542412518D. Esito gara: Aggiudicata - 2M Strumenti srl Risultati integrali disponibili sul sito internet: www.uniba.it - sezione bandi e gare. Inviato alla GUUE in data 10/07/2014. Bari, 04/07/2014 F.to Il Direttore Generale - avv.to Gaetano PRUDENTE Mark Zuckerberg Il rialzo di Facebook dopo la trimestrale ha portato a 33,3 miliardi la ricchezza di Zuckerberg, salito al numero 16 della Bloomberg Billionaires Index Brin e Page I co-fondatori di Google sono stati superati da Mark Zuckerberg. Sergey Brin e Larry Page sono 17esimi nella classifica dei paperoni Jeff Bezos Al ventesimo posto della graduatoria Mr. Amazon, Jeff Bezos. L’azienda sta soffrendo in Borsa: tanti investimenti ma pochi ritorni Corriere della Sera Sabato 26 Luglio 2014 Economia 33 italia: 51575551575557 ✒ Il cinesi di Fosun salgono al 10% Club Med, il consiglio prende tempo. Bonomi stringe sull’Opa DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — La battaglia per il Club Med continua. Il consiglio si è riunito ieri per scegliere tra la proposta di Andrea Bonomi e la cordata franco-cinese Ardian-Fosun, ma il comunicato finale indica più che altro la volontà di prendere tempo. Bonomi offre 21 euro ad azione contro i 17,5 degli avversari, La storia valorizzando Club Med 790 milioni di euro contro 558: per questo il board ha raccomandato la proposta italiana agli azionisti «che cercano una liquidità immediata», ma ha aggiunto di «non poterla considerare, senza riserve, conforme agli interessi della società». «Siamo impazienti di poter lanciare l’operazione — ha commentato Bonomi — per dare ai soci la possibilità di approfittare della nostra offerta». Il lungo comunicato del consiglio prende atto del fatto che la Global Resorts di Bonomi promette al momento condizioni finanziarie più vantaggiose, ma allo stesso tempo tira il freno perché il progetto industriale è giudicato rischioso. Due filosofie si affrontano: quella perseguita negli ultimi dieci anni dal presidente Henri Giscard d’Estaing, che sembra avere ancora l’appoggio del consiglio, focalizzata sulla clientela di lusso e sull’apertura ai mercati emergenti, in particolare la Cina. Bonomi invece sembra volere tornare all’Europa e ai villaggi per un target medio. Secondo il board privarsi di un partner come Fosun in Cina potrebbe pregiudicare lo sviluppo nel primo mercato turistico del mondo. Per questo 8 membri del board su 9 si riservano «la Ferrero, bonus (e sindacati) alla tedesca possibilità, in funzione delle circostanze del mercato e della evoluzione delle offerte, di sostenere l’una o l’altra». Le prossime settimane saranno quindi molto importanti, con rilanci che potrebbero venire da entrambe le parti e potrebbero far proseguire le trattative per tutto agosto. I cinesi di Fosun sono pronti a migliorare la loro offerta e proprio ieri, con una mossa significativa, sono saliti a oltre il 10% del capitale del Club Med, lo stesso livello di Bonomi. di RAFFAELLA POLATO T rattative estenuanti. Liti, a volte tra gli stessi sindacati. E poi rotture. Riprese. Altre rotture e altre riprese. Non succede solo in tempi di crisi: è la ritualità delle trattative per i rinnovi contrattuali. Che siano di categoria o riguardino gli integrativi aziendali. A volte le rigidità delle parti sono fin troppo reali, altre il gioco delle rappresentanze si avvicina ai confini del gioco di ruolo. Non sta scritto però da nessuna parte che debba andare per forza così. Contratti senza stress si possono firmare anche da noi. In poche settimane. E persino con gratifiche alla tedesca. L’hanno appena fatto, per dire, alla Ferrero. Meno di un mese e il nuovo accordo ha le sue firme in calce. Ferrero e FaiCisl, Flai-Cgil, Uila-Uil hanno trattato a 360 gradi, ovviamente. Su tutto c’è però quel premio che ricorda — appunto — certi bonus teutonici. Ai seimila dipendenti italiani del gruppo andranno 6.075 euro. Saranno spalmati in tre blocchi annuali, ma su ipotetica base mensile fanno pur sempre (a regime) quasi 170 euro a busta paga. Il 13% in più sul precedente integrativo. Un record indipendentemente dalla crisi. Certo, ci vuole un’azienda ricca e ben disposta: e non sono così tante, in Italia. Serve però anche il corrispettivo sindacale: e pure qui la «merce» è rara. Molto più dei giocatori di ruolo. Stefano Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA Al nuovo presidente Virgilio il compito di mettere ordine nei conti. Gli incroci con Pier Carlo Scajola e gli appalti a Imperia Aipa, il big della riscossione gira pagina e apre a nuovi soci Riassetto dopo l’arresto di Santucci. Il nodo dell’alleanza con Poste Tra le questioni da sistemare ci sarà anche la partnership con le Poste che potrebbero porre il problema del socio «scomodo». Ma, per adesso, non è il tema più urgente sul tavolo di Luigi Virgilio, nuovo amministratore delegato di Aipa (Agenzia Italiana Pubbliche Amministrazioni), una delle più importanti aziende private italiane di riscossione tributi (120 milioni di fatturato). Il gruppo, che già soffriva la fase di crisi del mercato, è stato scosso dall’arresto a marzo di Daniele Santucci, 65 anni, milanese residente a Varese, proprietario e presidente-plenipotenziario di Aipa. Ora la società è a un punto di svolta e le banche creditrici non stanno a guardare, tant’è che Virgilio, 65 anni, una carriera di manager bancario (Comit, Intesa, Capitalia) e in grandi sgr immobiliari, sarebbe stato scelto tre mesi fa con il gradimento degli istituti di credito e l’obiettivo di 120 Milioni di euro il fatturato dell’Agenzia Italiana Pubbliche Amministrazioni (Aipa) , la principale azienda italiana di riscossione dei tributi per gli enti locali enti pubblici». L’inchiesta farà il suo corso. Santucci era un uomo dalle mille relazioni e tra l’altro è socio in affari con il figlio, Pier Carlo, dell’ex ministro Claudio Scajola. La Dia di Reggio Calabria lo ha intercettato in compagnia di Amedeo Matacena quand’era latitante alle Seychelles. Inoltre a Imperia, cuore del potere «scajoliano», l’Aipa ha vinto, in associazione con un’altra impresa, l’appalto per il parcheggio dell’ospedale cittadino. Ma la rete di conoscenze di Santucci era ben più vasta, e anche «sana», come del resto è necessario per il business del gruppo Aipa. Tra le partecipazioni, infatti, vi è anche una quota del 10% in Postetributi, una società consortile al 90% del gruppo Poste Italiane che ha lo scopo di coordinare le attività dei consorziati nella riscossione e servizi accessori. Ma in prospettiva (appalti, contratti) questa partnership – come ha rilevato il quotidiano online Lamescolanza.com – potrebbe creare qualche imbarazzo in Poste Italiane. Il manager Luigi Virgilio, 65 anni, è il presidente dell’Aipa, l’Agenzia Italiana per Pubbliche Amministrazioni Virgilio ha alle spalle una carriera di manager bancario (Banca Commerciale Italiana, Intesa, Capitalia) e in grandi società di gestione immobiliare ristrutturare il gruppo. Aipa, però, ha bisogno anche di consolidare il patrimonio e dunque non è escluso che il capitale si apra a nuovi soci. L’ex presidente Santucci, secondo l’accusa, negli ultimi sei anni avrebbe sottratto circa 7 milioni di euro destinati a 800 comuni in tutta Italia. Con quei soldi, intascati senza versarli nelle casse degli enti locali, Santucci avrebbe ristrutturato la sua casa di Varese, comprato due ranch per allevare cavalli da rodeo, acquistato auto di lusso, monete d’oro e lingotti d’argento. «Alla società — replicò Aipa subito dopo l’arresto — non risultano episodi di appropriazione indebita ai danni di © RIPRODUZIONE RISERVATA Mario Gerevini © RIPRODUZIONE RISERVATA Agricoltura I consorzi di bonifica: italiani disposti ad auto tassarsi UNIQA LIFE S.p.A. «Cento euro in più in bolletta per mettere in sicurezza il territorio» Potremmo chiamarla un’operazione da Big Society: laddove lo Stato è carente ci pensano i cittadini, disposti ad auto tassarsi per quasi 100 euro all’anno in bolletta per vedere scongiurati alluvioni e progressivo impoverimento del territorio. Un sondaggio dell’Inea, l’istituto nazionale di economia agraria, condotto su un campione di oltre duemila famiglie, rileva che qualche volta la sussidiarietà potrebbe funzionare anche in condizioni di consumi ridotti e minore capacità di accumulo. L’indagine — presentata durante la recente assemblea annuale dell’Anbi (l’associazione dei consorzi di bonifica) — teorizza un possibile maggiore gettito per le casse statali di circa 191 milioni di euro calcolando in 24 milioni le famiglie depositarie di un contratto di fornitura di acqua . Risorse che potrebbe essere utilizzate per innalzare la percentuale di terreni irrigui dall’attuale 19% (rispetto alla superficie agricola complessiva) fino all’obiettivo del 30%. Rileva Massimo Gargano, pre- Made in Italy Gargano (Anbi): da un intervento straordinario grandi vantaggi per l’occupazione sidente Anbi, che l’ipotesi suffragata dal sondaggio permetterebbe di sostenere al meglio la filiera agro-alimentare, «di accrescere le potenzialità del made in Italy con benefici occupazionali e di riuscire in un’opera di manutenzione straordinaria dei territori». D’altronde il locomotore della nuova Pac è appena partito ripartendo contributi da qui al 2020 secondo il sistema degli «aiuti accoppiati», basati sul combinato disposti dei volumi prodotti dagli agricoltori e di quote regionali. Potrebbe essere il momento giusto per ripensare anche il nostro sistema di distribuzione idrica. Sede Legale e Direzione Generale: 20132 Milano, Via Carnia 26 Tel. 02 28189.1 - Fax 02 28189.200 Autorizz. Provv. ISVAP n. 2760 del 22/12/2009 Albo delle Imprese di Ass.ne n. 1.000173. Società soggetta all'attività di direzione e coordinamento di UNIQA Assicurazioni SpA UNIQA Previdenza S.p.A. Sede Legale e Direzione Generale: 20132 Milano, Via Carnia 26 Tel. 02 28189.1 - Fax 02 28189.200 Autorizz. D.M. 17656 del 23/04/1988 (G.U. 117 del20/05/1988). Albo delle Imprese di Ass.ne n. 1.00070. Società soggetta all’attività di direzione e coordinamento di UNIQA Assicurazioni SpA PROSPETTO SEMESTRALE DELLA COMPOSIZIONE DELLA GESTIONE SEPARATA IN EURO PREFIN LIFE PROSPETTO SEMESTRALE DELLA COMPOSIZIONE DELLE GESTIONI SEPARATE IN EURO Semestre di riferimento: dal 01/01/2014 al 30/06/2014 Semestre di riferimento: dal 01/01/2014 al 30/06/2014 PREFIN LIFE valori in euro CODICE GESTIONE: 001 CODICE IMPRESA: 489 valori in euro CODICE GESTIONE: 005 CODICE IMPRESA: 314 Alla chiusura del semestre Alla chiusura del periodo di riferimento di riferimento prec. (30/06/2014) (31/12/2013) Categoria di attività Importi da libro mastro1 200 Titoli di capitale 300 Altre attività patrimoniali Categoria di attività 100 Obbligazioni e altri titoli a reddito fisso 554.258.699 - - 91.480.240 96.863.761 Alla chiusura del semestre Alla chiusura del periodo di riferimento di riferimento prec. (30/06/2014) (31/12/2013) Importi da libro mastro1 Importi da libro mastro1 100 Obbligazioni e altri titoli a reddito fisso 712.953.165 Fabio Savelli PREFIN 243.370.278 200 Titoli di capitale - Importi da libro mastro1 256.701.560 - 300 Altre attività patrimoniali - - 400 Passività patrimoniali - - 243.370.278 256.701.560 © RIPRODUZIONE RISERVATA 400 Passività patrimoniali Il nuovo contratto Trimestrale Abi, Profumo riapre il tavolo con i bancari Vodafone, ricavi a 10,2 miliardi Migliora l’Italia Primo atto alla guida del comitato sindacale dell’Abi per Alessandro Profumo. I sindacati dei bancari sono stati convocati a Palazzo Altieri, sede dell’associazione bancaria, per lunedì pomeriggio per il primo incontro con il nuovo comitato. Riparte quindi la trattativa per il rinnovo del contratto degli oltre 300 mila bancari. Le organizzazioni sindacali si presenteranno all’incontro con le delegazioni al gran completo, quindi non ci saranno solo i segretari generali. L’intenzione è di affrontare subito i temi centrali della trattativa sul rinnovo del contratto, che vede attualmente le parti su posizioni piuttosto distanti. Vodafone chiude il primo trimestre 2014/2015 con fatturato in calo del 4,4% a 10,2 miliardi di sterline. In Italia si arresta l’emorragia dei ricavi, che restano stabili trimestre su trimestre a circa 1,3 miliardi di euro, riducendo al 16% il calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (dal -18%). «La performance sta iniziando stabilizzarsi trimestre su trimestre in molti dei nostri mercati europei — ha commentato il numero uno del gruppo, Vittorio Colao — , con l’appetito dei clienti per servizi 4G chiaramente in crescita». Colao ha confermato infine le previsioni per il 2015. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA - - 1000 Saldo attività della gestione separata 804.433.405 651.122.460 1 al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell'articolo 8 comma 4 del Regolamento Isvap n.38/2011 nell'apposita sezione del libro mastro. Ai sensi delle disposizioni IVASS vigenti 1000 Saldo attività della gestione separata PREFIN PLUS valori in euro CODICE GESTIONE: 008 CODICE IMPRESA: 314 Categoria di attività www.uniqagroup.it Alla chiusura del semestre Alla chiusura del periodo di riferimento di riferimento prec. (30/06/2014) (31/12/2013) Importi da libro mastro1 100 Obbligazioni e altri titoli a reddito fisso 971.116.968 200 Titoli di capitale - 139.234.135 147.472.891 - - 1000 Saldo attività della gestione separata 1.110.351.103 993.950.834 300 Altre attività patrimoniali 400 Passività patrimoniali PREFIN FUTURO AVVISO RELATIVO AGLI APPALTI AGGIUDICATI Sul foglio inserzioni della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 84 del 25/07/2014, è pubblicato l’avviso relativo all’appalto aggiudicato, inerente la sotto indicata procedura aperta, con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi degli artt. 81 e 83 del D. Lgs. 163/2006 e s.m.i. e dell’art. 283, commi 1, 2, 3 e 5 del D.P.R. 207/2010. Oggetto: DGACQ 19-13 Servizio di assistenza sanitaria integrativa dei dipendenti di ANAS S.p.A. e delle Società partecipate del gruppo ANAS S.p.A.. Offerte ricevute: n. 3. Aggiudicatario: HARMONIE MUTUELLE, con un premio annuo offerto di € 487,00= (Euro quattrocentottantasette/00) per le prestazioni sanitarie del singolo dipendente e premi aggiuntivi di € 150,00= (Euro centocinquanta/00) per un numero di familiari pari ad uno ed di € 290,00= (Euro duecentonovanta/00) per un numero di familiari maggiore o uguale a due. L’avviso integrale è stato inviato alla GUUE il 17 luglio 2014, pubblicato sul sito internet www.stradeanas.it e sul sito www.infrastrutturetrasporti.it. Roma, lì 26/07/2014 IL RESPONSABILE DELL’UNITÀ ACQUISTI Mauro FRATTINI VIA MONZAMBANO, 10 - 00185 ROMA Tel. 06/44461 - Fax 06/44461 - 06/4456224 • sito internet www.stradeanas.it 846.477.943 - ANAS S.p.A. DIREZIONE GENERALE Importi da libro mastro1 valori in euro CODICE GESTIONE: 009 CODICE IMPRESA: 314 Categoria di attività Alla chiusura del semestre Alla chiusura del periodo di riferimento di riferimento prec. (30/06/2014) (31/12/2013) Importi da libro mastro1 100 200 300 400 Importi da libro mastro1 Obbligazioni e altri titoli a reddito fisso Titoli di capitale Altre attività patrimoniali Passività patrimoniali 36.374.738 1.016.696 - 35.413.345 1.016.696 - 1000 Saldo attività della gestione separata 37.391.434 36.430.041 1 al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell'articolo 8 comma 4 del Regolamento Isvap n.38/2011 nell'apposita sezione del libro mastro. Ai sensi delle disposizioni IVASS vigenti www.uniqagroup.it 34 Sabato 26 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). ABILE impiegata ufficio commerciale inglese francese Windows, Mac offerte ordini follow-up, offresi. 331.12.23.422 ABILE impiegato tecnico- commerciale customer service pluriesperienza ordini offerte bolle inglese francese office. 339.48.09.594 ADDETTA paghe e contributi con esperienza, consulenza lavoro, tedesco fluente, valuta serie offerte di lavoro. 366.32.55.972 AMMINISTRATIVO esperto aziende medio piccole, gestione completa fino al bilancio, trentennale esperienza, esamina proposte anche tenuta contabilità presso clienti zona Milano nord. 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Active Selection ACC AZ F. Active Selection DIS AZ F. Active Strategy AZ F. Alpha Man. Credit AZ F. Alpha Man. Equity AZ F. Alpha Man. Them. AZ F. American Trend AZ F. Asia Absolute AZ F. Asset Plus AZ F. Asset Power AZ F. Asset Timing AZ F. Best Bond 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 5,333 5,332 5,049 5,495 5,074 3,811 3,362 5,012 5,606 5,506 5,035 5,396 SARDEGNA Porto San Paolo, in residence con piscina, trilocale con terrazza e giardino. Classe G. 0789.66.575. euroinvest-immobiliare.com CATTOLICA Hotel London tre stelle. Tel. 0541.96.15.93. Sul lungomare con piscine, mini club, camere tutti i confort, beach village, parcheggio e garage. Offertissime luglio in all-inclusive. www.hotellondoncattolica.it CESENATICO Zadina Hotel Clipper tre stelle. Tel. 0547.67.29.00 347.67.19.218. Climatizzato, 70 metri mare, giardino, parcheggio, menù scelta, buffets. 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Bond TargetSettem.2016 DIS AZ F. Cash 12 Mesi AZ F. Cash Overnight AZ F. Carry Strategy ACC AZ F. Carry Strategy DIS AZ F. Cat Bond ACC AZ F. Cat Bond DIS AZ F. CGM Opport Corp Bd AZ F. CGM Opport European AZ F. CGM Opport Global AZ F. CGM Opport Gov Bd AZ F. Commodity Trading AZ F. Conservative AZ F. Core Brands ACC AZ F. Core Brands DIS AZ F. Corporate Premium ACC AZ F. Corporate Premium DIS AZ F. Dividend Premium ACC AZ F. Dividend Premium DIS AZ F. Emer. Mkt Asia AZ F. Emer. Mkt Europe AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. AZ F. European Dynamic ACC AZ F. European Dynamic DIS AZ F. European Trend AZ F. Formula 1 Absolute ACC AZ F. Formula 1 Absolute DIS AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS AZ F. Formula Target 2014 AZ F. Formula Target 2015 ACC AZ F. Formula Target 2015 DIS AZ F. Formula 1 Conserv. AZ F. Global Curr&Rates ACC AZ F. Global Curr&Rates DIS AZ F. Global Sukuk ACC AZ F. Global Sukuk DIS AZ F. Hybrid Bonds ACC AZ F. Hybrid Bonds DIS AZ F. Income ACC AZ F. Income DIS AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS AZ F. Institutional Target ACC AZ F. Institutional Target DIS AZ F. Italian Trend ACC AZ F. Italian Trend DIS AZ F. Lira Plus ACC AZ F. Lira Plus DIS AZ F. Macro Dynamic AZ F. Opportunities AZ F. Pacific Trend AZ F. Patriot ACC AZ F. Patriot DIS AZ F. Qbond AZ F. Qinternational AZ F. QProtection AZ F. Qtrend AZ F. Renminbi Opport AZ F. Reserve Short Term AZ F. Short Term Gl High Yield ACC AZ F. Short Term Gl High Yield DIS AZ F. Solidity ACC AZ F. Solidity DIS AZ F. Strategic Trend AZ F. Top Rating ACC AZ F. Top Rating DIS AZ F. Trend AZ F. US Income 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 30/06 30/06 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 30/06 30/06 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR MASSAGGI e depilazioni maschili con resina naturale. Piazza 5 Giornate. 02.45.48.93.27 www.piccoliannunci.rcs.it agenzia.solferino@rcs.it www.piccoliannunci.rcs.it agenzia.solferino@rcs.it www.piccoliannunci.rcs.it agenzia.solferino@rcs.it Quota/od. Quota/pre. 5,708 5,111 5,207 6,023 5,475 5,490 5,181 5,204 5,119 5,671 5,197 5,894 5,502 5,365 5,267 4,996 4,996 5,298 5,262 6,108 6,744 6,464 5,613 4,235 6,544 5,655 5,654 5,637 5,303 5,775 5,058 6,241 3,367 5,316 5,206 5,206 3,378 5,343 5,336 5,592 5,532 4,822 6,132 5,579 4,975 4,501 4,203 5,116 4,977 5,356 5,194 6,348 5,822 4,743 4,408 5,561 5,522 3,536 3,536 5,037 4,851 6,104 5,146 4,319 6,811 6,258 5,349 5,294 5,361 5,116 5,292 6,309 5,125 4,996 6,116 5,668 5,974 5,139 5,139 6,458 5,525 5,703 5,107 5,191 6,020 5,473 5,483 5,175 5,199 5,114 5,668 5,194 5,891 5,499 5,365 5,267 4,993 4,993 5,302 5,266 6,102 6,708 6,436 5,610 4,222 6,540 5,647 5,647 5,639 5,304 5,775 5,057 6,214 3,347 5,324 5,201 5,200 3,375 5,344 5,338 5,588 5,528 4,818 6,129 5,576 4,972 4,491 4,195 5,113 4,974 5,353 5,190 6,345 5,818 4,733 4,398 5,556 5,517 3,552 3,553 5,008 4,823 6,096 5,115 4,316 6,798 6,245 5,345 5,285 5,355 5,112 5,284 6,309 5,121 4,992 6,110 5,663 5,972 5,135 5,135 6,457 5,524 Nome Data Valuta Active European Equity A Active European Equity B Active Liquid Bond A Active Liquid Bond B Multiman. Bal. A Multiman. Bal. M Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M Multiman.Target Alpha A SB Bond B SB Equity B SB Flexible B DB Platinum Agriculture Euro R1C A Comm Euro R1C A Currency Returns Plus R1C DB Platinum IV Croci Euro R1C B Croci Japan R1C B Croci US R1C B Dyn. Cash R1C A Paulson Global R1C E Sovereign Plus R1C A Systematic Alpha R1C A Fondi Unit Linked Quota/od. Quota/pre. Nome EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 1422,333 1345,235 1241,453 1199,283 118,531 118,212 77,773 80,947 104,588 1085,905 1174,949 1033,949 1417,842 1341,003 1241,498 1199,339 118,354 118,033 77,579 80,735 104,537 1085,257 1170,748 1033,532 23/07 EUR 24/07 EUR 24/07 EUR 58,630 108,320 938,060 57,960 108,630 939,400 122,510 8739,550 173,880 101,480 6017,830 106,940 10549,910 121,740 8741,760 174,570 101,490 6069,510 107,200 10475,660 Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M Em. Mkt Corp Bd A Euro Corp. Bond A Euro Corp. Bond A-Dis M Euro Short Term Bond A European Bond A-Dis Glob. Bond A-Dis Glob. Equity Income A Glob. Equity Income A-Dis Glob. Inv. Grade.Corp. Bd A-Dis M Glob. Structured Equity A-Dis Glob. Targeted Ret. A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis Greater China Eq. A India Equity E Japanese Eq. Advantage A Pan European Eq. A Pan European Eq. A-Dis Pan European Eq. Inc. A-Dis Pan European High Inc A Pan European High Inc A-Dis Pan European Struct. Eq. A Pan European Struct. Eq. A-Dis Renminbi Fix. Inc. A Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis US Equity A EH US High Yield Bond A US High Yield Bond A-Dis M US Value Equity A US Value Equity A-Dis 24/07 24/07 24/07 24/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 24/07 24/07 24/07 24/07 16/07 24/07 23/07 Flex Equity 100 Global Equity Maximum Progress Quality 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 ABS- I ABSOLUTE RETURN EUROPA BOND-A BOND-B EQUITY- I PRINCIPAL FINANCE 1 30/06 18/07 30/06 30/06 30/06 31/03 EUR JPY USD EUR EUR EUR EUR 10,960 5,698 5,311 6,565 7,205 EUR EUR EUR EUR EUR Kairos Multi-Str. A Kairos Multi-Str. B Kairos Multi-Str. I Kairos Multi-Str. P Kairos Income Kairos Selection Data Valuta 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 EUR EUR EUR EUR EUR EUR Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it 24/07 EUR Dividendo Arancio 24/07 EUR Convertibile Arancio 24/07 EUR Cedola Arancio 23/07 EUR Borsa Protetta Agosto 23/07 EUR Borsa Protetta Febbraio 23/07 EUR Borsa Protetta Maggio 23/07 EUR Borsa Protetta Novembre 24/07 EUR Inflazione Più Arancio 24/07 EUR Mattone Arancio 24/07 EUR Profilo Dinamico Arancio 24/07 EUR Profilo Equilibrato Arancio 24/07 EUR Profilo Moderato Arancio 24/07 EUR Top Italia Arancio 51,190 61,840 58,980 62,260 61,210 63,520 61,360 57,580 46,540 66,650 64,040 59,630 50,020 51,150 61,840 59,000 62,220 61,190 63,490 61,470 57,630 46,680 66,610 64,000 59,620 49,030 Quota/od. Quota/pre. 9,805 12,697 16,873 12,781 11,000 5,768 5,810 62,440 15,730 11,536 42,960 10,522 13,086 11,918 48,450 32,860 3129,000 18,010 16,250 12,060 19,060 13,770 14,790 14,060 10,731 9,662 14,320 11,917 10,714 33,110 31,660 9,821 12,688 16,871 12,780 10,999 5,768 5,810 62,260 15,680 11,539 42,860 10,523 13,083 11,915 48,300 32,790 3127,000 17,880 16,140 11,990 19,020 13,740 14,750 14,020 10,724 9,656 14,340 11,904 10,703 33,050 31,600 Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com 31/05 EUR 875792,556 867085,663 31/05 EUR 572375,300 566930,929 31/05 EUR 590472,785 584407,453 31/05 EUR 537936,773 532831,715 24/07 EUR 6,816 6,817 24/07 EUR 10,408 10,407 KAIROS INTERNATIONAL SICAV 16714,943 16535,470 4958,674 5149,252 771435,023 762273,652 771435,023 762273,652 621201,142 622586,663 60323,743 61951,842 USD USD EUR EUR EUR EUR USD USD USD USD USD EUR EUR EUR USD EUR JPY EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR USD USD USD USD KIS - America A-USD KIS - America P KIS - America X KIS - Bond A-USD KIS - Bond D KIS - Bond P KIS - Bond Plus A Dist KIS - Bond Plus D KIS - Bond Plus P KIS - Dynamic A-USD KIS - Dynamic D KIS - Dynamic P KIS - Emerging Mkts A KIS - Emerging Mkts D KIS - Europa D KIS - Europa P KIS - Europa X KIS - Global Bond P KIS - Income D KIS - Income P KIS - Italia P KIS - Italia X KIS - Key KIS - Key X KIS - Multi-Str. UCITS A USD KIS - Multi-Str. UCITS D KIS - Multi-Str. UCITS P KIS - Multi-Str. UCITS X KIS - Selection D KIS - Selection P KIS - Selection X KIS - Sm. Cap D KIS - Sm. Cap P KIS - Target 2014 X 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 24/07 24/07 23/07 USD EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 283,600 199,470 200,840 173,260 123,840 128,140 126,840 131,820 134,010 175,540 122,220 124,550 131,760 129,940 123,830 126,180 126,840 104,220 103,900 107,470 133,520 132,670 141,220 144,200 154,270 113,320 116,250 117,170 124,000 126,130 125,840 100,520 105,460 100,290 283,010 199,040 200,410 173,150 123,760 128,070 126,700 131,670 133,860 175,410 122,130 124,460 131,340 129,520 123,460 125,810 126,460 104,140 103,910 107,480 133,320 132,500 140,390 143,350 154,070 113,170 116,090 117,020 123,850 125,970 125,710 99,800 104,700 100,300 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it Invesco Funds Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - info@compamfund.com 24/07 USD 1532,576 1532,103 Active Dollar Bond A 24/07 EUR 1673,105 1672,534 Active Emerging Credit A 24/07 EUR 1609,271 1608,744 Active Emerging Credit B 24/07 EUR 1459,363 1459,052 Active European Credit A 24/07 EUR 1396,653 1396,374 Active European Credit B Asia Balanced A Asia Balanced A-Dis Asia Consumer Demand A Asia Consumer Demand A-Dis Asia Infrastructure A Asian Bond A-Dis M Balanced-Risk Allocation A Em. Loc. Cur. Debt A 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 USD USD USD USD USD USD EUR USD 26,050 16,990 14,780 14,410 14,800 10,426 15,390 15,515 26,020 16,970 14,730 14,360 14,920 10,419 15,380 15,541 ASIAN OPP CAP RET EUR ADWISE L/S CAP RET EUR FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR HIGH GROWTH CAP RET EUR ITALY CAP RET A EUR SELECTED BOND DIS RET EUR SELECTED BOND CAP RET EUR VALUE OPP CAP RET EUR 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 12,753 111,426 113,502 118,532 25,254 5,802 121,467 9222,826 12,823 112,060 113,484 116,648 25,056 5,801 121,452 9219,120 Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. www.multistarssicav.com multistars@pharus.ch T. +41 (0)91 640 37 80 24/07 EUR 102,640 102,530 24/07 EUR 105,090 104,720 24/07 EUR 151,710 153,320 24/07 EUR 1547,720 1564,170 Orazio Conservative A Sparta Agressive A WM Biotech A WM Biotech I www.newmillenniumsicav.com Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 24/07 EUR 192,520 192,510 NM Augustum Corp Bd A 24/07 EUR 147,040 147,020 NM Augustum High Qual Bd A 24/07 EUR 136,960 136,940 NM Balanced World Cons A 24/07 EUR 139,060 139,050 NM Euro Bonds Short Term A 24/07 EUR 48,630 48,290 NM Euro Equities A 24/07 EUR 74,520 74,460 NM Global Equities EUR hdg A 106,420 106,510 NM Inflation Linked Bond Europe A 24/07 EUR 24/07 EUR 112,890 112,900 NM Italian Diversified Bond A 24/07 EUR 115,450 115,450 NM Italian Diversified Bond I 24/07 EUR 136,650 136,690 NM Large Europe Corp A 24/07 EUR 106,580 106,560 NM Market Timing A 24/07 EUR 107,590 107,560 NM Market Timing I 24/07 EUR 63,590 63,490 NM Q7 Active Eq. Int. A 18/07 EUR 105,590 105,630 NM Q7 Globalflex A 18/07 EUR 121,820 121,790 NM Total Return Flexible A 24/07 EUR 101,610 101,750 NM VolActive A 24/07 EUR 102,200 102,340 NM VolActive I Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport con le edizioni stampa e digital offrono quotidianamente agli inserzionisti una audience di oltre 8 milioni di lettori, con una penetrazione sul territorio che nessun altro media è in grado di ottenere. La nostra Agenzia di Milano è a disposizione per proporvi offerte dedicate a soddisfare le vostre esigenze e rendere efficace la vostra comunicazione. TARIFFE PER PAROLA IVA ESCLUSA Rubriche in abbinata obbligatoria: Corriere della Sera - Gazzetta dello Sport: n. 0: € 4,00; n. 1: € 2,08; n. 2, 3, 14: € 7,92; n. 5, 6, 7, 8, 9, 12, 20: € 4,67; n. 10: € 2,92; n. 1: € 3,25; n. 13: € 9,17; n. 15: € 4,17; n. 17: € 4,58; n. 18, 19: € 3,33; n. 21: € 5,00; n. 24: € 5,42. Rubriche in abbinata facoltativa: n. 4: Corriere della Sera € 4,42; Gazzetta dello Sport € 1,67; abbinata € 5,00. n. 16: Corriere della Sera € 1,67; Gazzetta dello Sport € 0,83; abbinata € 2,08. n. 22: Corriere della Sera € 4,08; Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 4,67. n. 23: Corriere della Sera € 4,08; Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 5,00. RICHIESTE SPECIALI Data Fissa: +50% Data successiva fissa: +20% Per tutte le rubriche tranne la 21, 22 e 24: Neretto: +20% Capolettera: +20% Neretto riquadrato: +40% Neretto riquadrato negativo: +40% Colore evidenziato giallo: +75% In evidenza: +75% Prima fila: +100% Tablet: + € 100 Rubrica 4 “Avvisi Legali”: 1 modulo: € 400 2 moduli: € 800 compriamo contanti, supervalutazione gioielli antichi, moderni, orologi, oro, diamanti. Sabotino 14 Milano. 02.58.30.40.26 Ogni giorno oltre 8 MILIONI DI LETTORI con l’abbinata Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport nelle edizioni stampa e digital A MILANO nuovo grossmarket elettricità, seleziona urgentemente 6 ambosessi per diverse mansioni. Per colloquio 02.81.37.794 www.azimut.it - info@azimut.it 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 30/06 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 23/07 CATTOLICA Hotel Columbia tre stelle superiore. Piscina. Tel. 0541.96.14.93. Signorile, sulla spiaggia. www.hotelcolumbia.net OLBIA vendesi loft centro storico vicino porto turistico 139.000 euro. 333.61.38.928 - 339.75.39.598 CASA AZIMUT CAPITAL MANAGEMENT SGR - tel.02.88981 Azimut Dinamico Azimut Formula 1 Absolute Azimut Formula 1 Conserv Azimut Formula Target 2013 Azimut Formula Target 2014 Azimut Garanzia Azimut Prev. Com. Crescita Azimut Prev. Com. Crescita Cl. C Azimut Prev. Com. Equilibrato Azimut Prev. Com. Equilibrato Cl. C Azimut Prev. Com. Garantito Azimut Prev. Com. Protetto Azimut Prev. Com. Protetto Cl. C Azimut Prev. Com. Obbli. Azimut Prev. Com. Obbli. Cl. C Azimut Reddito Euro Azimut Reddito Usa Azimut Scudo Azimut Solidity Azimut Strategic Trend Azimut Trend America Azimut Trend Europa Azimut Trend Italia Azimut Trend Pacifico Azimut Trend Tassi Azimut Trend LIGURIA affacciata mare porticciolo 5Terre tipica dimora del pescatore 6 letti terrazza vista mare, cantina 50 metri mare euro 269.900,00 (CE: G - IPE: 303,5 kWh/mqa) immobiliare5terre.com 0187.92.09.70 CONTABILE neopensionato, autonomo fino bilancio, adempimenti/dichiarazioni, offresi contabilità piccola azienda. 328.68.59.679 AUTISTA esperienza ventennale referenziato cerca lavoro anche part-time. NCC iscritto ruolo. 333.95.76.523 Nome DOLOMITI zona Carezza. Vere occasioni! Vendesi appartamenti casa Clima A, riscaldamento Geotermia, garage, giardino, zona protetta Unesco, soleggiata panoramica, campo golf, piste sci. 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Equity Quant B PS - Liquidity A PS - Opportunistic Growth A PS - Opportunistic Growth B PS - Prestige A PS - Quintessenza A PS - Quintessenza B PS - Target A PS - Target B PS - Titan Aggressive A PS - Total Return A PS - Total Return B PS - Valeur Income A PS - Value A PS - Value B 22/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 24/07 22/07 22/07 03/06 22/07 22/07 22/07 24/07 24/07 24/07 22/07 22/07 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR Quota/od. Quota/pre. 125,570 99,260 99,800 100,740 101,190 114,550 117,010 125,050 98,590 104,230 96,640 104,430 107,170 108,820 108,910 107,320 102,890 96,610 112,000 104,950 107,230 126,070 99,450 99,680 100,660 101,100 114,330 116,790 125,030 98,410 104,030 97,030 104,440 106,870 108,930 109,020 107,350 102,750 96,480 111,870 104,950 107,220 www.pegasocapitalsicav.com 24/07 24/07 24/07 24/07 23/07 23/07 Strategic Bond Inst. C Strategic Bond Inst. C hdg Strategic Bond Retail C Strategic Bond Retail C hdg Strategic Trend Inst. C Strategic Trend Retail C EUR USD EUR USD EUR EUR 107,350 107,520 105,840 105,960 102,960 100,740 107,310 107,470 105,800 105,920 103,150 100,930 www.sorgentegroup.com AUGUSTUM EQUITY EUROPE I AUGUSTUM G.A.M.E.S. A AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 24/07 EUR 24/07 EUR 24/07 EUR 110,250 116,350 154,810 109,570 116,320 154,760 Numero verde 800 124811 www.nextampartners.com-info@nextampartners.com 24/07 EUR 7,098 Nextam Bilanciato 24/07 EUR 7,580 Nextam Obblig. Misto 24/07 EUR 6,438 BInver International A 24/07 EUR 5,771 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D 24/07 EUR 5,595 CITIC Securities China Fd A 24/07 EUR 5,444 Fidela A 24/07 EUR 5,782 Income A 24/07 EUR 7,369 International Equity A 24/07 EUR 6,809 Italian Selection A 24/07 EUR 5,341 Liquidity A 24/07 EUR 5,035 Multimanager American Eq.A 24/07 EUR 4,781 Multimanager Asia Pacific Eq.A 24/07 EUR 4,547 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A 24/07 EUR 4,603 Multimanager European Eq.A 24/07 EUR 5,359 Strategic A 24/07 EUR 6,165 Usa Value Fund A 24/07 EUR 5,600 Ver Capital Credit Fd A Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com info@pharusfunds.com 24/07 EUR 114,500 PS - Absolute Return A 24/07 EUR 120,850 PS - Absolute Return B 24/07 EUR 111,420 PS - Algo Flex A 24/07 EUR 106,490 PS - Algo Flex B 24/07 EUR 86,780 PS - BeFlexible A 24/07 USD 85,400 PS - BeFlexible C 22/07 EUR 102,660 PS - Best Global Managers A 22/07 EUR 106,610 PS - Best Global Managers B 24/07 EUR 111,320 PS - Best Gl Managers Flex Eq A 24/07 EUR 164,270 PS - Bond Opportunities A 24/07 EUR 122,570 PS - Bond Opportunities B 7,063 7,575 6,433 5,767 5,598 5,426 5,780 7,347 6,748 5,340 5,026 4,780 4,549 4,598 5,340 6,168 5,598 114,440 120,790 111,340 106,400 86,630 85,250 102,700 106,640 110,770 164,130 122,460 Fondo Donatello-Michelangelo Due Fondo Donatello-Tulipano Fondo Donatello-Margherita Fondo Donatello-David Fondo Tiziano Comparto Venere Caravaggio di Sorgente SGR 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 EUR 51470,165 52927,939 EUR 46691,916 47475,755 EUR 27926,454 27116,197 EUR 58259,864 57863,932 EUR 468728,464 477314,036 2451,889 2506,583 EUR www.vitruviussicav.com 24/07 EUR Asian Equity B 24/07 USD Asian Equity B 24/07 USD Emerg Mkts Equity 24/07 EUR Emerg Mkts Equity Hdg 24/07 EUR European Equity 24/07 USD European Equity B 24/07 EUR Greater China Equity B 24/07 USD Greater China Equity B 24/07 USD Growth Opportunities 24/07 EUR Growth Opportunities Hdg 24/07 JPY Japanese Equity 24/07 USD Japanese Equity B 24/07 EUR Japanese Equity Hdg 24/07 CHF Swiss Equity 24/07 EUR Swiss Equity Hdg 24/07 USD US Equity 24/07 EUR US Equity Hdg 8a+ Eiger 8a+ Gran Paradiso 8a+ Latemar 8a+ Matterhorn 99,780 140,050 467,810 457,110 283,650 350,340 113,690 161,830 77,150 84,520 134,100 133,050 174,390 134,940 102,510 177,870 195,940 99,890 140,210 466,250 455,580 282,600 349,050 113,290 161,250 77,000 84,360 134,210 133,160 174,530 134,070 101,850 178,650 196,790 Tel 0332 251411 www.ottoapiu.it 24/07 EUR 6,193 6,112 24/07 EUR 5,223 5,216 24/07 EUR 5,912 5,889 18/07 EUR 816790,368 814615,543 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 13352B5B Corriere della Sera Sabato 26 Luglio 2014 Sussurri & Grida Piazza Affari BPM E BPER ARRETRANO BRILLA BIALETTI INDUSTRIE AnsaldoBreda abbatte le perdite, offerte a fine mese di GIACOMO FERRARI In mattinata l’indice Ifo tedesco sulla fiducia delle imprese è peggiorato, in controtendenza rispetto al Pmi comunicato giovedì, mentre poco prima della chiusura la richiesta di nuove sanzioni europee contro la Russia ha contribuito a incrementare il clima di pessimismo. Gli indici hanno così restituito in parte i guadagni della vigilia. Il Ftse-Mib di Piazza Affari ha ceduto lo 0,9%, in linea con gli altri listini. Milano si è mossa senza particolari scosse. Contrastato, per esempio, il comparto bancario, con i cali consistenti della Popolare dell’Emilia Romagna (-3,03%), del Banco Popolare (-2,08%) e di Bpm (-0,84%), ma anche con qualche titolo in rialzo, come Mediobanca (+0,71%). Per il resto, gli acquisti si sono concentrati soprattutto su Luxottica (+1,59%) grazie ai giudizi positivi degli analisti dopo i conti del trimestre. Bene anche A2a (+1,32%), Telecom Italia (+1,13%) e Prysmian (+0,76%). Nuovo balzo, invece, fra i titoli minori, per Bialetti Industrie (+15,3%). Le prese di profitto dopo l’exploit della vigilia hanno invece penalizzato Mediaset (-2,92%). Significativi, infine, i ribassi di Atlantia (-2,73%) e Ferragamo (-2,32%). © RIPRODUZIONE RISERVATA ÀÃ> Ì>>> i /Ì /i° Economia/Mercati Finanziari 35 italia: 51575551575557 (f.ta.) Sorpresa. La semestrale di AnsaldoBreda segna una svolta rispetto all’andamento disastroso che ha penalizzato i bilanci 2012 e in particolare 2013 della controllante Finmeccanica. Anzi, più che una sorpresa è un colpo di scena perché, proiettando su base annuale i risultati del primo semestre, la perdita finale è prevista intorno a 40-50 milioni, di gran lunga inferiori ai 500 milioni di profondo rosso dell’anno scorso (che peraltro comprendevano oneri straordinari). Proprio le prime anticipazioni spiegano la battuta pronunciata da Mauro Moretti, il nuovo amministratore delegato di Finmeccanica. «Per noi AnsaldoBreda è una cosa piccola», ha detto. «Forse questo problema è stato gonfiato un po’ troppo». In più, nei prossimi mesi, cominceranno a farsi sentire gli effetti positivi della maxi commessa per i Freccia Rossa 1000, i treni superveloci commissionati da Trenitalia, e si sono riaperti i giochi per una commessa importante, la gara per i nuovi treni della metropolitana di Chicago. Come si spiegano questi dati? Sono un tocco di bacchetta magica della gestione Moretti oppure prima di lui la situazione è stata drammatizzata? Di sicuro sta dando risultati significativi il lavoro di una vecchia gloria del gruppo: l’ottantenne Amedeo Caporaletti, in passato artefice dei successi di AgustaWestland e, poi, del rilancio di AleniaAermacchi. A Caporaletti è stato affidato dal predecessore di Moretti, Alessandro Pansa, il compito di affiancare il management di AnsaldoBreda per migliorare i conti in vista della cessione. Una decisione di vendita che ora Moretti dovrà confermare o rivedere. A fi- Centrale finanziaria, vertici in manovra per ricucire con Amenduni ne luglio, o pochi giorni dopo, scadrà il termine per la presentazione delle offerte. Tra gli interessati, i canadesi di Bombardier e la francese Thales. In arrivo anche un’offerta dai cinesi China Cnr Corporation e Insigma. Proprio la loro iniziativa avrebbe spinto Hitachi a rivedere la scelta di defilarsi. (c.tur.) Via libera al salvataggio dell’Immobiliare Novoli da Mps e di Intesa Sanpaolo, creditrici per 85 milioni ed entrambe socie (Ca’ de Sass attraverso la Cassa di Firenze) del progetto di sviluppo residenziale e terziario del quartiere a nordovest di Firenze, la città di Matteo Renzi. Sui terreni dell’ex stabilimento Fiat di Novoli sorgono già il Palazzo di Giustizia, gli uffici della Regione e il polo universitario di scienze sociali . L’Immobiliare Novoli, impegnata a costruire 57 mila metri quadrati di case e terziario, ha accumulato 44 milioni di perdite e chiesto il soccorso straordinario a CariFirenze (ha il 25%) e Mps (8%) vista l’indisponibilità a ricapitalizzare dei soci privati (50%) e della Sansedoni che fa capo alla Fondazione Mps ( (17%). Le due banche hanno accettato di rilevare l’intero capitale, trasformare in equity un prestito convertendo di 30 milioni concesso solo pochi mesi fa e infine di varare un aumento di capitale per ulteriori 15 milioni. Senza il soccorso, la strada obbligata sarebbe stata la messa in liquidazione. (c.tur.) Ci vorrà qualche giorno per rimettere mano ai conti, sotto la guida del presidente Giancarlo Elia Valori e del consigliere Fabio Aparo. Dopo l’imprevista bocciatura del progetto di bilancio 2013 della Centrale finanziaria generale, esaminato ma non approvato dall’assemblea dell’altro ieri, l’impegno di tutti è quello di smussare i contrasti e recuperare il consenso di Nicola Amenduni, l’imprenditore delle Acciaierie Valbruna che con il suo 18% ha capitanato il fronte d’opposizione. Uno schieramento che era maggioranza in assemblea vista l’assenza del primo socio Generali (18,7%) e di Allianz (9,9%). Assente anche il vicepresidente Tarak Ben Ammar indicato dal socio di Trieste. Il progetto di bilancio civilistico, che a questo punto sarà presumibilmente ritoccato, presenta una perdita di 9,5 milioni mentre il rosso consolidato è 5,5 milioni. Unica partecipata in lieve utile è la Serenissima sgr attiva nei fondi immobiliari. Amenduni ha appuntato le sue critiche sui costi di gestione compensi per consulenze, scarsa trasparenza per la mancanza di documentazione in merito a un credito di 4 milioni verso il gruppo Khashoggi. In assemblea è emerso anche il rafforzamento del costruttore Pierluigi Toti che ha incrementato la propria quota all’8,8% comprando da altri azionisti in uscita. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Immobiliare Novoli, il progetto fiorentino e il soccorso di Mps e Intesa +ÕÌ>â `ÀiÌÌ> ÃÕ Ìiiv\ Û> +1"/ Ã}> ÌÌ] >` iÃi«\ +1"/ > ÕiÀ {nÓÓ{Ó° ÃÌ ä]x ÕÀ «iÀ -- ÀViÛÕÌ° v ÃÕ ÜÜÜ°VÀÀiÀi°ÌÉiV> *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® °-° ,> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-,® ä]xÓÓ ³n]Ón ÓÎ]ÎÎ Ó °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°Ó® ä]nnÈ ³£]ÎÓ ³x]Ó Vi>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® £ä]nxä ³£]äÓ ³Îä]nn i /Ì /i° *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® i /Ì /i° *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® ä]{È ä]Ç{x È]{ `ÕÃÌÀ>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® È]nÓx ³ä]£x £È]ÈÇ È]n£x n]nää À>` 6>}} °°°°°°°°°°°°°°°°°6® ä]È{{ x]ÓÎ ³È]Ó£ ä]Înä ä]nÈä ä]Çnä £]äÓ ÓÇx]{ LÀ> I 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testi di Gramsci all’Istituto per il restauro»). Ieri, infatti, la Fondazione Istituto Gramsci ha proceduto al trasferimento dei Quaderni di Gramsci presso l’Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario del ministero dei Beni culturali. In tal modo potranno aver luogo, ad opera dei migliori specialisti di cui il nostro Paese disponga, gli interventi necessari per il restauro e la conservazione del prezioso lascito gramsciano. La questione era da tempo sul tappeto, almeno da quando il presidente dell’Istituto intestato ad Antonio Gramsci (nella foto), il professore Giuseppe Vacca, decise autorevolmente di nominare una commissione di studio Cultura per occuparsi del problema dei Quaderni. È confortevole osservare che tutti i soggetti interessati alla vicenda hanno dimostrato, in questa occasione, la necessaria sensibilità, e hanno convenuto — in tempi rapidi ed efficaci — che, per la migliore conservazione di questi autografi, ulteriori indugi sarebbero stati immotivati e soprattutto nocivi. ilClassico La Storia della astronomia dalla sua origine fino all’anno MDCCCXIII del giovane Giacomo Leopardi ritorna in libreria grazie all’editore La Vita Felice (nella collana «La coda di paglia», pp. 464, 19,50). Opera eruditissima, in essa si incontrano scienza e rimandi ai classici greci e latini. Analisi Un intervento che uscirà su «Nuova Storia Contemporanea» era capitato, in Italia, di pensare che a una minoranza, sia pure decisa, fosse possibile influire in misura così rilevante sulle decisioni del governo; e che il governo avrebbe addirittura in qualche modo cercato e promosso tale influenza. In tal modo la crescente centralità dello Stato nella vita economica e sociale venne a mischiarsi con l’immagine della sua debolezza sul piano dell’autorevolezza e del consenso. Ha cominciato probabilmente a risultarne, proprio da allora, quel sottile discredito per il comando politico, e dunque quella potenziale delegittimazione dei suoi rappresentanti, che non avrebbero mancato di lasciare una traccia profonda nella successiva storia. Ma, detto tutto questo, noi sentia- L’eredità «divisiva» della Grande Guerra Contrapposizioni politiche, ideologiche e morali di ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA S e è vero che il primo conflitto mondiale segnò la fine del regime notabilare postrisorgimentale e quindi l’ingresso delle masse italiane sulla scena nazionale, cioè il principio di una moderna vita politica, ebbene, allora è impossibile non osservare come, proprio a partire da quel punto, nel nostro Paese tale moderna vita politica abbia subìto una rottura. All’Italia, infatti, non riuscì il passaggio cruciale tra liberalismo e democrazia che il conflitto aveva messo all’ordine del giorno. Nella guerra e nel dopoguerra l’Italia scoprì da un lato quanto fragile fosse l’involucro liberale dei suoi ordinamenti e di tanta parte delle sue classi dirigenti, e dall’altro, insieme, quale concezione primitiva della democrazia avessero tanti che premevano per nuovi equilibri. Il 1919-22 fu una sorta di ultimo atto di quanto era iniziato nell’inverno-primavera del 1915. Comparvero allora quelli che nel cinquantennio successivo, e forse oltre, sarebbero stati alcuni tra i fattori determinanti della scena italiana: una cultura e una pratica di governo dominate di volta in volta dall’indecisione o dal disprezzo per gli istituti parlamentari, il radicalismo intellettuale di parte significativa del ceto dei colti, la variegata vocazione attivistica di gruppi consistenti di piccola e media borghesia, il massimalismo largamente diffuso negli strati popolari. Proprio intorno alla Grande Guerra, insomma, si precisò e approfondì la propensione alla «divisività» che ha caratterizzato in modo patologico, e per certi aspetti ancora caratterizza, la storia del nostro Paese. Una «divisività» che, oltre che riferirsi a una dimensione ideologico-politica, tende a presentarsi addirittura in una dimensione antropologico-culturale e perfino morale. Come uno spartiacque tra due nazioni, tra due Italie, una buona e degna, l’altra cattiva e indegna, destinate a farsi in eterno la guerra. La nostra identità novecentesca sembra fatta anche di questa incomponibile volontà contrappositiva. Ma dal primo conflitto mondiale data anche l’inizio di un fenomeno destinato in certo senso a fungere da paradossale contrappeso rispetto alla «divisività». Mi riferisco alla fre- La rivista Il numero di maggio-giugno di «Nuova Storia Contemporanea», bimestrale diretto da Francesco Perfetti, esce martedì 29 luglio (casa editrice Le Lettere). Pubblichiamo ampi stralci dell’intervento di apertura di Ernesto Galli della Loggia, su «La Grande Guerra e l’identità nazionale». Tra gli altri contributi: «A proposito di storia ipotetica», di Alberto Indelicato; Dino Cofrancesco, invece, affronta la «Responsabilità degli intellettuali. Considerazioni sulla political culture italiana negli anni di Silvio Berlusconi». Infine, due saggi sui rapporti tra Gramsci e Togliatti con Antonio Ciarrapico, che analizza «Il tradimento. Togliatti e l’eredità gramsciana», e Mauro Canali, che racconta «La verità negata sui rapporti tra Gramsci e Togliatti». © RIPRODUZIONE RISERVATA quente migrazione di personalità e di idee da un’Italia all’altra, da uno schieramento all’altro, dalla destra alla sinistra e viceversa. È qualcosa di sostanzialmente diverso dal vecchio «trasformismo» ottocentesco, in qualche modo rimesso a nuovo da Giolitti. Il carattere variegato del fronte interventista nel 1915 va visto piuttosto come il preannuncio della «grande contaminazione di forze, di ideali, di gruppi» che la guerra produsse già al suo inizio, e poi subito dopo, e che in seguito si sarebbe molte altre volte ripetuto in Italia: per esempio nel 1943, e poi nel 1948, e ancora nel 1968, e da ultimo nel 1993-94. Un segno di un che di profondamente instabile, incerto e quindi potenzialmente e imprevedibilmente fusionale, che caratterizza la moderna scena pubblica italiana e i suoi gruppi dirigenti, costretti dalla storia, si direbbe, a muoversi senza avere il punto di riferimento di alcuna stabile tradizione nazionale. Tutto ciò sottolinea un ultimo aspetto che fa della Prima guerra mondiale un luogo di nascita dell’identità italiana novecentesca. Mi riferisco all’azione e all’immagine dello Stato, al modo in cui vengono percepite, nonché al rapporto che questa percezione crea tra lo Stato stesso e il cittadino. Al pari di tutte le guerre, la Prima guerra mondiale assistette a un enorme ampliamento del ruolo dello Stato. A cominciare dalla produzione industriale, lo Stato cominciò a occuparsi di tutto. Ciò non mancò di avere il suo effetto: prima d’ogni altro quello di sottolineare le capacità della macchina pubblica nel raggiungimento di qualunque fine. Lo statalismo, presente dall’inizio della vicenda unitaria italiana, ne ricevet- Domanda aperta Il conflitto ci ha lasciato anche un «noi» storico che però potrebbe perdersi con le nuove generazioni «Guerra + Rancio», 1916 (particolare), di Ottone Rosai (Firenze 1895 - Ivrea 1957) te un impulso fortissimo: lo Stato poteva tutto; e, com’era accaduto durante la guerra, tutto poteva essere fatto dallo Stato. Lo statalismo, che sino ad allora aveva corrisposto agli interessi di gruppi circoscritti, divenne così l’orientamento di intere culture politiche, destinate, con il fascismo e dopo, ad assumere la guida del Paese. Lo sviluppo economico e la modernizzazione hanno certo dovuto molto a questo statalismo. Ancora una volta tocchiamo con mano quanto il nostro presente sia riconducibile alla svolta del primo conflit- to mondiale. Ma è pure lecito chiedersi se nel suo complesso questo statalismo abbia rappresentato il migliore dei viatici per il difficile cammino della democrazia italiana. Tanto più che l’investimento sullo Stato si accompagnò ambiguamente alla percezione della debolezza e della fragilità di questo stesso Stato. Il modo in cui l’Italia entrò in guerra — e cioè attraverso un conflitto di piazza che vide il ministero Salandra fare da interlocutore più o meno occulto di una parte della piazza stessa — rappresentò un precedente che non sarebbe stato dimenticato. Mai mo che resta qualcosa da dire a proposito di quell’evento. Qualcosa a cui non è facile dare una forma limpida e ragionata, perché troppo intimamente si lega a emozioni profonde. Che cos’è? È la consapevolezza che fu possibile agli italiani durare per quaranta durissimi mesi di guerra, superare la disperazione di Caporetto, organizzare la resistenza sul Grappa e sul Piave fino alla vittoria, perché fu raggiunto un acquisto prezioso: l’unità intorno alla patria italiana, il sentimento condiviso che il destino di quella patria riguardava tutti. È vero: quell’acquisto andò rapidamente perduto, per le ragioni che in parte ho detto. Tuttavia esso era destinato in qualche modo a sopravvivere: attraverso il verso di una canzone o la motivazione della medaglia di un congiunto, nella scritta ingenua di una delle migliaia di lapidi nelle piazze di tante città e paesi. A sopravvivere e a giungere fino a noi che riusciamo ancora a sentirne l’eco lontana. Questo noi, però, non nascondiamocelo, è il noi della generazione che volge al declino. La domanda che chi scrive non riesce a non porsi è se domani, trascorso il tempo della sua generazione e arrivatane sulla scena una nuova, sarà ancora così. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 26 Luglio 2014 Mostre A Pisa fino a gennaio un centinaio di lavori fra sculture, dipinti e disegni del maestro italo-polacco Elzeviro L’esordio narrativo di Simone Regazzoni IL PROF DI FILOSOFIA SFIDA IL QUARTO REICH di RANIERI POLESE U n testo perduto di Platone; i misteri degli antichi sacerdoti egizi; i deliri apocalittici del nazismo magico; un piano per distruggere il mondo e dare il via alla rigenerazione: Simone Regazzoni, alla prima prova con il romanzo (Abyss, Longanesi, pagine 391, 14,90), mostra di conoscere bene la formula dei moderni thriller che mescolano azione ed esoterismo, avventura e bizzarre incursioni nei territori oscuri della storia del pensiero. Sfruttando le sue conoscenze filosofiche, Regazzoni mette in campo le teorie di Martin Bernal, che in Atena nera faceva risalire le origini del pensiero greco, e di Platone in particolare, all’Egitto; cita le ricerche sui geroglifici sacri del gesuita Athanasius Kircher vissuto a Roma nel ’600; aggiunge dettagli storici che dovrebbero rendere plausibile la sua ❜❜ Un testo di Platone, i deliri del nazismo magico, gli antichi misteri egizi costruzione (le spedizioni naziste in Tibet e in Antartide; la nascita di Rudolf Hess ad Alessandria d’Egitto, da cui avrebbe portato in Germania un papiro rivelatore; la società Thule precorritrice del nazismo). Poi confeziona il tutto con la vicenda di un giovane professore di filosofia americano, autore di un controverso saggio su Platone, chiamato dalla National security agency a decrittare misteriose scritture greche dove si parla di un mondo sotterraneo, parallelo al nostro, ai cui abitanti gli extraterrestri avrebbero regalato le loro conoscenze. Ma Michael Price — questo è il nome del filosofo — scopre subito il pericolo della missione, trovandosi intrappolato in un complicato intrigo di servizi segreti. Con l’aiuto di un amico hacker, Eddie, e soprattutto di Trix, una ex agente dei corpi speciali, fugge e si mette in caccia dei nemici, il gruppo QR, Terza Pagina 37 italia: 51575551575557 Gli angeli feriti di Igor Mitoraj Una rilettura del classico: dominano bellezza e impatto emotivo di SEBASTIANO GRASSO Quarto Reich, che hanno ormai cominciato il conto alla rovescia per la deflagrazione finale. Docente a Pavia, autore di studi su celebri serie tv americane (i saggi su Lost e Dr House sono usciti da Ponte alle Grazie), Simone Regazzoni ha di recente pubblicato un saggio sulla tipologia dell’eroe postmoderno (Sfortunato il Paese che non ha eroi, sempre Ponte alle Grazie), i bastardi senza gloria né ideali che si incontrano in film come Il mucchio selvaggio, la saga dell’ispettore CallaghanClint Eastwood, il Batman versione Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan e, naturalmente, tutta l’opera di Quentin Tarantino. Qui, nel romanzo, cerca di mettere da parte il lavoro di interpretazione delle nuove figure della fiction per buttarsi a capofitto in un racconto di inseguimenti, agguati, complotti. Missione compiuta con ottimi risultati, grazie soprattutto al ritmo impresso alla storia, l’uso di montaggi incrociati (gli inseguitori e l’eroe braccato), audaci flash-back, l’azione che si sposta su diversi scenari e subisce accelerazioni e rallentamenti a corrente alternata. Lo spazio dedicato alle teorie parafilosofiche (Platone erede della sapienza egizia eccetera: ma in fondo al romanzo, per chi ne volesse sapere di più, troviamo un apparato di note e una bibliografia) non inceppa il procedere dell’intreccio, come invece accade a volte con le «lezioni» del professor Richard Langdon nei libri di Dan Brown. Qui, semmai, siamo più vicini alla narrazione di scrittori come Steve Berry o Allan Folsom. Regazzoni non rinuncia a trovate sensazionali: un padre scomparso che riappare improvvisamente per raccontare i crimini della Guerra fredda; gerarchi nazisti ufficialmente morti e invece trasferiti nel mondo degli abissi. Il quadro complessivo è quello di un immane complotto, dove le distinzioni buoni-cattivi sono saltate. E dove combattere per una buona causa rischia di essere solo un altro servizio reso a un potere occulto e malvagio. © RIPRODUZIONE RISERVATA Al Museo di Reggio Calabria Architetti e designer di oggi interpretano i Bronzi di Riace Fino al 31 luglio, al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, è esposta una mostra di opere pittoriche di maestri contemporanei che omaggiano il ritorno delle statue bronzee secondo la propria personale interpretazione. Si intitola: «I bronzi di Riace, Nostos, il ritorno» (catalogo Città del Sole Edizioni Laruffa Editore, pp.174, 50) e presenta opere di Bruno Barla, Andrea Branzi, Giuliana Cunéaz, Riccardo Dalisi, Marco Dezzi Bardeschi, Josè Ignacio González, Ugo La Pietra, Alessandro Mendini, Franco Purini, Denis Santachiara, Marcello Sèstito, Nik Spatari, Liu Tiefei e Wang Jianzhong. «Abbiamo chiamato maestri del design e dell’architettura invitandoli ha mettere su carta le emozioni che le due statue hanno loro impresso», ha dichiarato la sovrintendente Simonetta Bonomi. A nche gli angeli perdono pezzi. Come Eros alato, Ikaria, Ikaro alato, Osiride ferito, Grande toscano. Sparpagliati per la Piazza dei Miracoli di Pisa (accanto alla Torre pendente), assieme a déi, eroi, guerrieri ed efebi, gli angeli giganti — in marmo bianco, bronzo, resina e gesso — di Igor Mitoraj diventano gli attori di un grande spettacolo teatrale. Cercano di volare, ma non riescono a staccarsi da terra, quasi imprigionati, magari con i bambini che vi si appoggiano a ridosso nella parte dove in quel momento c’è ombra. L’occasione della mostra all’aperto e anche all’interno della palazzina dell’Opera del Duomo, che ospita il Museo delle Sinopie, è data dal 950° anniversario della posa della prima pietra (e ultima?) della cattedrale di Pisa: un centinaio di lavori fra sculture, dipinti e disegni dell’artista italo-polacco (catalogo con testi di Luca Beatrice, Francesco Buranelli e Antonio Paolucci). Anche stavolta, Mitoraj — nato a Oederan nel 1944 — si affida al frammento evocativo «classico». La qual cosa deriva, sicuramente, dalla sua educazione all’Accademia d’arte di Cracovia, dove egli si aggirava fra riproduzioni di statue greche e romane, proprio in un tempo in cui fra gli studenti c’era una sorta di «rivolta contro dèi ed eroi» di marmo e di gesso, buona parte dei quali «mutilata». Da qui, la rivisitazione di Mitoraj dell’antico; naturalmente, in chiave moderna. D’altronde dopo Rinascimento e Neoclassico, durante i quali s’erano registrati lunghi momenti di noia, agli inizi del secolo XX, i Futuristi sostenevano che, per i nuovi tempi, il massimo dell’estetica non era certo la Venere di Milo o la Nike di Samotracia, ma l’auto da corsa. Dopo di loro, solo Salvador Dalí aveva ricreato il mondo classico senza cadere in una stanca ripetitività. Basta per tutti l’esempio della sua Venere di Milo, nel busto della quale aveva inserito dei cassetti, creando così una specie di donna-oggetto. Ripresa, prima dal Man Ray che nuotava in un mare dadaista (Venere restaurata, 1936), gesso acefalo avvolto con lo spago (quasi ad indicarne l’assurdità) e poi dal concettuale Michelangelo Pistoletto che aveva posto un calco della Venere del neoclassico Thorvaldsen davanti a una montagna di abiti usati (Vene- «Icaro caduto», scultura di Igor Mitoraj collocata in Piazza dei Miracoli, sotto alla torre di Pisa re degli stracci, 1967). Mitoraj, invece, parte sì dalla fusione del mondo greco con quello romano, ma vi applica elementi moderni. Come le bende, per esempio. I suoi eroi sono feriti, hanno gli arti monchi? E Igor li trascina in ospedale, perché — quando possibile — venga- È indiscutibile che, a prescindere delle mode — le quali, appunto perché mode, hanno la vita breve —, il classico anche se per qualche tempo viene respinto, negato, addirittura irriso, resta una costante della cultura occidentale, tanto da riemergere continuamente, anche se, talvolta, passa molto tempo da una «risurrezione» all’altra. Mitoraj, adesso; ugualmen«Igor Mitoraj. Angeli», te Anne e Patrik Poirier, Pisa, Piazza del Duomo Novello Finotti, Antonio e Museo delle Sinopie, Trotta e, per un certo sino al 15 gennaio 2015. verso — quando l’arcaiTel. 050 835011. Cataco diventa classico — logo in corso di stampa. anche Mimmo Paladino. A sinistra: Igor Mitoraj Esisteva il pericolo di un classicismo imitativo? no medicati e cambino loro le bende. Se c’era, questi artisti ne sono rimaDopo di che, li adagia per terra. Senza sti lontani: persino dal suo profumo. testa, o senza braccia o gambe, se glie- Mitoraj ha scelto la strada del framl’hanno mozzate. mento. Corpi sfregiati, torsi crepati o, Le suggestioni restano, però, così talvolta, assemblati con altri elementi come le chiavi di lettura. Su tutto, co- anatomici, personaggi mitologici fatti munque, domina la bellezza. Non im- a pezzi e ricomposti secondo un’altra porta se il corpo è fatto a pezzi. È la logica. Bellezza, ma anche malinconia suggestione, l’impatto emotivo, il tra- e struggimento. scinamento del visitatore che contaTalvolta Mitoraj fonde il mondo rono. Che, in Mitoraj, non mancano mai. mano con quello etrusco, mentre quello greco lo confronta con la Storia. Mondi frammentari (ma, qui, volutamente), come frammentari sono le liriche di Saffo. Che nascono dall’emozione e all’emozione si consegnano senza condizioni. Da qui, quella che Giovanni Testori, nel caso di Igor, chiamava «la resurrezione della bellezza». Oltre alle sculture (marmo, bronzo, ghisa e resina), l’artista espone anche dodici quadri (tecniche miste, encausto) e diciassette disegni (carboncino su carta), forse preparatori alle sculture. Mitoraj è un grandissimo scultore e un ottimo disegnatore. Quando però si cimenta con i dipinti, sembra che sia stato abbandonato dagli amici. Ma è possibile che fra quanti gli stanno attorno — e sono molti — non ce ne sia uno che si armi di coraggio e gli dica sinceramente, inequivocabilmente, crudelmente magari, che è meglio lasciar perdere? A meno che si dimostri che egli è costretto a dipingere per ordine del medico di fiducia e che ciò sia da considerarsi strettamente terapeutico. sgrasso@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Progetto Una rete che unisce il Centro Italia in una serie di esposizioni da Ascoli a Teramo Le terre antiche di Marche e Abruzzo alla prova dell’arte contemporanea di ROBERTA SCORRANESE C’ è un’Italia antica che ama vestirsi a nuovo, dove le rocche medievali accolgono i neon dell’arte contemporanea e le fortezze abbarbicate su alti borghi ospitano installazioni che evocano l’infinito. È l’Italia del centro, racchiusa tra Abruzzo, Marche e una porzione di Lazio, radici divise tra potere papale e di antiche signorie, natura mozzafiato (e semisconosciuta), chiese tratturali, quelle che servivano alla preghiera e al laico riposo dei pastori. È una terra sciamanica, selvaggia, e, paradossalmente, propensa ad assorbire lo spirito visionario del contemporaneo. Di qui il progetto «Arte in Centro – Cultura contemporanea nei borghi e nelle città», una rete di mostre e eventi che idealmente legano l’Italia centrale dai Monti Sibillini al Gran Sasso alle spiagge dell’Adriatico. Tra Marche e Abruzzo, fino al 28 settembre, cattedrali e castelli si apriranno agli archetipi di Enzo Cucchi, ai paesaggi iperrealisti di Franco Fontana, ai manichini metafisici di Mark Kostabi, alle bellissime foto notturne di Irene Kung. Il progetto nasce grazie a Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture, Fondazione Fortezza Abruzzo, Asso- ciazione Culturale Naca Arte, Fondazione Aria, Fondazione dei Musei Civici di Loreto Aprutino e Associazione Arte Contemporanea Picena e si snoda attraverso le terre di Raffaello (nell’urbinate), D’Annunzio, Flaiano, raccogliendone un’eredità sfumata di eleganza e energia tellurica. Al centro L’Arca di Te- Viterbo, l’omaggio di Colin alle suggestioni di Goethe Quando gli artisti espongono gli artisti: al progetto Chambre Guest 2014, Gianluigi Colin presenta una mostra a Casa Fornovecchino, la casa-atelier di Thomas Lange a Torre Alfina, vicino a Viterbo. Oltre alle opere dedicate ai media (foto), Colin realizzerà un’installazione ispirata a Goethe. Apertura stasera (fino al 29/7). ramo c’è la personale di Enzo Cucchi, maestro della Transavanguardia, poeta di un rosso infuocato, mentre le Visioni di Gianluigi Colin, artista e art director del «Corriere della Sera», a cura di Umberto Palestini, animano Civitella del Tronto con la personale Interferences. poetica che radicalizza il caos moderno. Civitella, regina della Vibrata (vallata punteggiata dalle basse case in terra cruda), è una delle fortezze più imponenti del centro Italia e, nel progetto curato da Giacinto Di Pietrantonio, accoglie anche Visioni – Visione territoriale, dove numerosi artisti si esprimono attraverso la ceramica. Cuore dell’arte abruzzese, materiale che per secoli ha nutrito un artigianato sospeso tra creatività e economia, la ceramica di Castelli (la cittadina dove questa lavorazione ha trovato il culmine della raffinatezza) sarà interpretata da Mark Kostabi, Vedovamazzei, Gabriele Di Matteo e molti altri. Pochi chilometri e si arriva ad Ascoli Piceno, sconfinando nelle Marche. Una visita al Duomo e al Battistero di san Giovanni e poi Arte in Centro propone Amalassunta Collaudi – Dieci artisti e Licini: a cura di Christian Caliandro per la Galleria d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini: fa dialogare artisti nazionali e internazionali (tre statuniten- si, un austriaco e sei italiani) con la figura del pittore marchigiano. Ancora Marche: a Loreto c’è LoretoView, festival sulla fotografia di paesaggio. Tornando in Abruzzo, di nuovo Vibrata: Castelbasso, centro piccolo ma da anni molto attivo nella promozione culturale, offre due esposizioni. La Roma artistica degli anni Sessanta in un progetto curato da Laura Cherubini e Eugenio Viola a Palazzo De Sanctis e Paesaggi della mente, un’antologica dell’avezzanese Alberto Di Fabio (classe 1966), a Palazzo Clemente. Verso sud. Al Museo Capitolare di Atri (del 1912, uno dei più antichi musei ecclesiastici d’Italia), c’è la mostra Stills Of Peace and Everyday Life, che propone opere di artisti contemporanei italiani e pakistani: attraverso i linguaggi della fotografia, della video arte e dell’installazione, ci si confronta su temi sociali e culturali. Infine Pescara. A Palazzetto Albanese, la mostra Vita Activa. Figure del lavoro nell’arte contemporanea (a cura di Simone Ciglia) affronta il delicato tema dell’occupazione, in un’area come quella del centro Italia che fa i conti con la crisi nelle piccole e medie imprese. Simbolicamente, l’esposizione ha luogo in un negozio dismesso. Arte in Centro, dunque, come aggregatore di risorse in un territorio in cui i singoli centri faticano ad affermarsi. Che sia una strategia intelligente nel valorizzare il contemporaneo? rscorranese@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA 38 Sabato 26 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Eventi UNA MOSTRA A LONDRA L’appuntamento Alla Somerset House un’esposizione che promuove (trasformandole) le tecniche cutanee L’arte addosso I re del tatuaggio entrano al museo Dalla pelle alla tela e alla scultura un mondo che accende le quotazioni E d Hardy, Horiyoshi III, Mr Cartoon: nel mondo dei tatuaggi è come dire Michelangelo, Rubens e Caravaggio e non è un caso che sia la Somerset House, museo londinese più frequentemente associato a Picasso e Canaletto, a esporne le opere. Può sembrare una scelta sorprendente, ma non lo è, se è vero che l’arte del tatuatore non è più un argomento di nicchia, con connotazioni poco salubri, bensì un fenomeno che muove le masse: il congresso annuale di Londra accoglie circa 25.000 visitatori, mentre per farsi tatuare da uno degli artisti esposti alla Somerset House ci sono clienti disposti non solo a viaggiare, ma anche a pagare cifre esorbitanti. Lo stereotipo del tatuato non rispecchia più la realtà. Oggi a rincorrere inchiostro e ago è un gruppo che non conosce limiti d’età, professione o estrazione sociale, come racconta Miki Vialetto, co-curatore della mostra londinese assieme alla tatuatrice Claudia De Sabe. «Negli Usa ci sono 12 reality sui tatuaggi ogni anno. Da noi qualche mese fa è venuta una signora di 79 anni. Stava per sottoporsi a un intervento per Fenomeno di massa La capitale inglese ospita ogni anno il congresso mondiale con 25 mila visitatori sostituire la rotula e cercava un simbolo da tatuare sulla caviglia, per augurarsi buona fortuna. Era il suo primo tatuaggio. Non si è fermata a un simbolo. È uscita con 15 centimetri di disegno». I simboli, tanto, sono superati: stando alla mostra londi- Vie en rose nese il tatuatore di oggi preferisce opere più ricercate, come una parodia della Venere di Botticelli, la vita di strada di Los Angeles, l’horror. Come ogni artista che si rispetti, i 70 maestri selezionati per la Somerset House hanno un loro stile e un loro seguito. Mr Cartoon, ad esempio, ha ammiratori (e clienti) come Beyoncé, Eminem, Justin Timberlake, il rapper 50 Cent. Horiyoshi III ha reinventato il tatuaggio classico giapponese – basandosi sulle tradizioni e le conoscenze di due generazioni della sua famiglia – lo svizzero Filip Leu sposa la tradizione orientale a quella occidentale. A sorpresa alla Somerset House manca completamente ogni riferimento alla pelle. Non una fotografia, non un disegno. «È stata una nostra scelta, abbiamo lasciato all’artista la possibilità di esprimersi come preferiva, chiedendo però di evitare la pelle». È l’arte pura del tatuatore, in pratica, a essere in mostra, non la sua traduzione cutanea. C’è di tutto: tele, sete, olii, acquerelli. «Sono artisti seri, gente che ha studiato, che prende l’arte molto sul serio» racconta Vialetto sottolineando A sinistra, «Rouge» della neozelandese Rose Hardy: il ciclo della vita è rappresentato dalle rose, alcune in fase di crescita, altre in via di sfioritura Cicli Il tempo torna anche in «Cycles» di Claudia De Sabe, italiana ma londinese d’adozione, divisa tra estetica giapponese e vittoriana Classicità «Indigo Dragons», guazzo su gesso di Chris Garver s’ispira alle Veneri capitolina e di Botticelli che anche sulla pelle ormai non ci sono limiti. «Ho visto le cose più sorprendenti, dalla fotografia realistica a una bottiglia di champagne appena stappata con il liquido che sembrava muoversi nei bicchieri». Ma perché separare completamente il tatuaggio dalla pelle? Perché per il tatuatore il contatto con l’epidermide spesso è l’aspetto meno soddisfacente, spiega Vialetto. «Piacciono i risultati, ma sul momento sei come un medico. Senti la persona che suda, che emana odori non buoni, che espurga». Fa male? «Dipende dai metodi e dalla mano del tatuatore. Ci sono artisti che lavorano molto velocemente. In un’ora ti fanno un capolavoro ma in quell’ora soffri, perché per ottenere la velocità devono spingere gli aghi ben dentro. Dipende dalle tecniche insomma, ma un po’ male fa sempre». Per la Somerset House, che ha creduto nella mostra tanto da far fronte a tutte le spese di allestimento, la scelta del tatuaggio ha un senso: «È l’arte vivente che ha collezionisti appassionati e una sua quotazione di mercato» precisa l’ufficio stampa. Le opere sono in vendita e stanno andando a ruba. Mr Cartoon, che ha proposto una tela sul blu raffigurante un volto femminile in stile pop art, chiede un prezzo di 7.000 sterline, ma ci sono opere che raggiungono le 30.000. Il 30% degli introiti va al museo. Sarà la Somerset House, inoltre, a ospitare a fine settembre il vernissage del decimo convegno internazionale sui tatuaggi, che vedrà all’opera 380 tatuatori di 48 Paesi diversi. Se serviva un’ulteriore conferma che per l’avanguardia il tatuaggio è arte come il disegno, la pittura o la scultura, i fratelli Chapman, i due bad boys dell’arte contemporanea inglese, hanno deciso di includere i loro tattoos nella mostra che la città di Hastings dedica loro. Provocatori, certo, ma anche pronti ad accogliere e rilanciare ogni nuova tendenza. Paola De Carolis © RIPRODUZIONE RISERVATA Il personaggio Leu, uno dei migliori tatuatori al mondo. Un talento trasmessogli dai genitori hippy La vita nomade di Filip che fa del corpo un capolavoro Il maestro della «mano libera» «Lascerei un segno su Benigni» U sa il corpo umano come una tela, rendendolo ogni volta un pezzo d’arte contemporanea. Filip Leu ha 46 anni e la fama maturata sulla pelle (altrui) di essere uno dei migliori tatuatori al mondo. Tre nazionalità (parigino di nascita, svizzero di adozione, più un passaporto americano per origini materne), una moglie pittrice (Titine), un nonno acquisito artista (lo scultore Jean Tinguely). Gente di tutto il mondo si mette in lista d’attesa per almeno tre anni per farsi tatuare da lui. Da qualche anno Filip si è rifugiato a Bullet, tra i pascoli sulle montagne svizzere. Un immenso atelier protetto da squadroni di mucche. Mamma Loretta vive al piano sotto. La vetrata in alto si affaccia su tutta la vallata. «Ho trasformato l’ultimo piano in un grande loft con lo spazio per suonare basso, chitarra e dipingere con mia L’evoluzione Sin da ragazzo ha girato il mondo per imparare stili e tecniche. Oggi ha una lista di attesa di tre anni moglie e gli amici. Qui ci sono le tre cose di cui non posso fare a meno durante la mia giornata: musica, compagnia, aria fresca» racconta. A pochi chilometri da casa, nel borgo di SteCroix, c’è lo studio. Fuori dalla porta, solo un campanello e la scritta: «Leu Studio». Un personaggio fuori dal tempo: un indirizzo mail unico per comunicare con tutta la famiglia. Ovviamente nessun social network. Fino a qualche anno fa in casa non c’era nemmeno il telefono: il padre gli diceva che dalla cornetta è come se ti sputassero nell’orecchio e così l’unico modo per comunicare con loro erano le lettere per posta. Mamma Loretta e papà Felix si erano conosciuti nel ’65 a Purosangue Filip Leu, 46 anni, è nipote dello scultore Jean Tinguely New York. Per entrambi fu il trampolino verso una vita hippy in giro per il mondo. Nord Africa, India, Nepal: i quattro figli sono cresciuti a pane e arte, on the road. «In qualsiasi luogo vivessimo, fosse anche una casetta di campo senza elettricità e acqua corrente, su un’isoletta della Spagna, cercavamo di procurarci carta, matite, pennelli e colori» ricorda mamma Loretta, che ha cresciuto i figli a casa evitandogli la trafila dei sistemi scolastici ufficiali. «Ricordo quando facevo i compiti nella nostra casa in Nepal, con le scimmie che mi guardavano dalla finestra» racconta Filip. Il padre, scomparso 12 anni fa, insegnò a tutti i figli l’arte del tatuaggio. Filip fu l’unico a farne una ragione di vita. Il fratello Corriere della Sera Sabato 26 Luglio 2014 Eventi 39 italia: 51575551575557 A tutto colore La guida Fino al prossimo 5 ottobre A Parigi Gli appassionati di tatuaggio A sinistra, uno degli «abstract self portrait» del pittore e tatuatore americano Shawn Barber è aperta presso la Somerset House di Londra Time: Tattoo Art Today, mostra che presenta al pubblico il volto artistico del tatuaggio e gli stili dei suoi maggiori interpreti contemporanei. Info: ingresso gratuito www.somersethouse.org.uk possono visitare anche Tatoueurs tatoués, aperta al Musée du Quai Branly fino al 18 ottobre 2015. Esposte 300 opere tra fotografie, oggetti d’epoca, stampe, bozzetti sulla storia dei tatuaggi nel mondo. Info: www.quaibranly.fr Scarica l’«app» Eventi Informazione, approfondimenti, gallery fotografiche e la mappa degli appuntamenti più importanti in Italia. È disponibile sull’App Store di Apple la nuova applicazione culturale del «Corriere della Sera Eventi». È gratis per 7 giorni. L’aspetto antropologico Il legame Così i tatuatori riprendono l’iconografia dei grandi maestri Dai modelli classici ai manga l’estetica da post-produzione Come dj dell’arte visiva: nessuna immagine è sacra di FRANCESCA BONAZZOLI classica occidentale di cui la Vanitas o grafia orientale i riferimenti sono i granMemento mori è la più saccheggiata. Te- di maestri come Hokusai, la cui serie di n epigrafe ai sei scritti sull’arte rac- schi, orologi, clessidre, meridiane, rose uccelli ispira per esempio il tatuatore colti nel 1950 sotto il titolo Holzwege, sfiorite attingono, anche nell’allestimen- Seth Wood, ma anche qui i modelli sono Martin Heiddeger spiegava: «Holz è to compositivo, ai più celebri esempi del sempre «scontornati» e riportati in un un antico nome che designa la fore- genere risalenti per lo più al Seicento, contesto che include l’iconografia poposta. Nello Holz vi sono dei Wege, dei sen- con una particolare predilezione per la lare. È difficile che un tatuatore si senta tieri, che, il più delle volte, finiscono im- tradizione spagnola e fiamminga che ha vincolato a una sola tradizione: il tatuagprovvisamente, coperti di erbe, in cam- avuto maestri sublimi in Antonio de Pe- gio contemporaneo ha fatto più che mai mini non battuti. Sono gli Holzwege. reda e Pieter Claesz. Ma i tatuatori esplo- sua l’estetica della post produzione per Ognuno procede per proprio conto, ma rano il tema della morte anche attraverso cui oggetti culturali già esistenti vengono nella medesima foresta. Spesso l’uno il recupero di iconografie più antiche, co- presi e inclusi in nuovi contesti. Nicolas Bourriaud ha paragonato quesembra uguale all’altro. Ma è solo un’ap- me quella medievale dello scheletro (il Tempo) che arriva coperto di un saio ne- sto processo artistico a quello del deparenza». Può fare una certa impressione acco- ro brandendo una falce; o come il reper- ejaying: «L’interstizio che separa produstare i tatuaggi ad Heiddeger, ma la sua torio di diavoli, metà uomini metà bestie zione e consumo si restringe ogni giorno: riflessione preliminare sull’origine del- immaginifiche, evocato per esempio dal possiamo produrre un’opera musicale senza comporre una sola nota, servendol’opera d’arte ci è parsa consona a spiegaci di dischi già esistenti». Esattamente lo re come mai i lavori di molti tatuatori e le stesso concetto spiegato dal musicista pubblicazioni sul tema siano ormai ap- Tra sacro e profano giapponese Ken Ishii: «Ora chiunque può prodati in diversi musei del mondo e recomporre musica all’infinito, musiche lativi bookshop, dalla Somerset House di Si mescolano le citazioni, così la che si frantumano in generi diversi seLondra al MoMa di New York al museo Venere tizianesca si intreccia a Quai Brainly di Parigi. L’arte del tatuag- allegorie animalesche medievali condo le varie personalità. Il mondo intero verrà riempito di musiche diverse, gio, infatti, sebbene il suo supporto ne- e ai simboli della Passione personali, che sempre di più ispirano alghi l’eternità cui aspira ogni capolavoro, può considerarsi un Holzweg perché, come tutta l’arte, nasce anch’essa dall’arte. Ne è una prosecuzione, una variazione, un cammino laterale, magari anche minore, ma pur sempre una filiazione e dunque una sua espressione. Così se Caravaggio riprende Michelangelo che a sua volta cita l’antico, anche nei lavori dei tatuatori possiamo tracciare riferimenti Modelli «Flora’s Clock», il dipinto di Morg Armeni per la mostra. A destra, la «Venere di Urbino» di Tiziano a scuole, periodizzaziotre musiche». ni, stili; con la grande arte — sia occidenPer i tatuatori nessuna immagine è satale che orientale — che fa da punto di ri- Le immagini preferite cra e intoccabile; tutto è scaricabile da inferimento visivo e culturale. La meditazione sul tempo con ternet e mixabile: il grande modello o il Anche per i tatuatori i modelli sono scheletri, teschi e falci è manga. Le loro pratiche configurano una soprattutto i grandi maestri: per esempio nella sequenza delle Veneri sdraiate che coerente con un’arte che nel suo maniera di utilizzare l’estetica globale sida Tiziano passa per la Maja di Goya e supporto, la pelle, nega l’eternità mile a quella di molti artisti visivi contemporanei, dj e programmatori: tutto l’Olympia di Manet, si inserisce anche ciò che è già visivamente disponibile, pre Morg Armeni, che abbina alla sua Venere altre citazioni dell’arte classica come la tatuatore Theo Mindell attraverso una esistente, non viene più semplicemente vecchia che brandisce un teschio dietro la creatura ibrida che, con un triplo salto citato, come nel postmodernismo, ma giovane, cartigli medievali, animali alle- mortale, mette insieme i diavoli nordici riusato, manipolato e rimesso in scena. gorici e addirittura simboli della Passio- di Dürer e Schongauer con l’immaginario Dunque il loro è a tutti gli effetti un altro ne come il sole e la luna. L’accrochage e il fiabesco del castello di Biancaneve e le di- degli Holzwege individuati da Heidegger tutto pieno è infatti la cifra che spesso oc- vinità indu. nella foresta dell’arte. culta sotto nuove spoglie l’iconografia © RIPRODUZIONE RISERVATA Allo stesso modo, anche per l’icono- I 200 30 80 48 le ore in media per un body suit (un tatuaggio che ricopre l’intero corpo). Per un braccio si va da 10 a 100 ore mila, i tatuaggi realizzati in media ogni giorno in Italia, dove sono presenti 9.000 tatuatori professionisti euro il prezzo minimo di un tatuaggio di piccole dimensioni. Per un body suit si parte dai 10 mila euro i Paesi presenti alla convention mondiale di Londra (26/28 settembre). Nel 2013 i visitatori furono 25.400 Ajja è diventato un top dj, la sorella Ama una modella, Aia invece se n’è andata in Irlanda a fare la pittrice. «Il mio maestro è stato papà: se i miei genitori non avessero incominciato a tatuare, magari non ci avrei nemmeno provato e sarei finito a fare il venditore di materassi, l’assaggiatore di gelati o il critico cinematografico». Nel 1981, quando la famiglia Leu approda nel porto definitivo della Svizzera e nasce lo studio «The Leu Family’s Family Iron», Filip ha 14 anni e comincia a tatuare per davvero. Ma la sua vita è prima di tutto un viaggio, nel colore del mondo. Il fuoco della creatività lo aveva acceso piccolissimo, quando i primi clienti sceglievano un disegno e Filip lavorava per ingrandirlo o ridurlo, a occhio nudo, usando una griglia. Sulla spiaggia di Goa le fotocopiatrici non le avevano ancora inventate. A 17 anni, partì per il giro del mondo per L’album di una famiglia speciale Filip Leu agli esordi e una sua «opera». A destra, con i genitori Felix e Loretta, le sorelle Aia e Ama e il fratellino Ajja. Siamo a Bombay, nel 1981 incontrare i maestri del tatuaggio. Con lui la sorella Ama, che si occupò di fotografare tutto il viaggio. Bombay, Bangkok, Taiwan, Hong Kong. Poi (soprattutto) il Giappone, dove rimassero tre mesi e Filip si innamorò del concetto di tatuaggio integrale. Schiena, gambe, braccia intere. Poi San Francisco, i Realistic Studio e l’incontro catartico con Ed Hardy. Poi in Florida da Paul Rogers, il migliore costruttore di macchine di tatuaggio di quei tempi. Così Filip è diventato il maestro del «free hand»: nessun disegno predefinito, ma pittura a mano libera che interpreta le caratteristiche di ogni singolo corpo. Un viaggio di inchiostro tra muscoli, vene e imperfezioni della cute. «La difficoltà ogni volta è riportare un disegno piatto su qualcosa di rotondo». Qualcuno gli chiede di replicare lo stesso stile che usa quando ll rito Il tatuaggio sacro sak yant, diffuso nel Sudest asiatico. Sotto, capo Maori in una foto del 1860 La pratica scandalosa simbolo della differenza nella modernità liquida di ADRIANO FAVOLE A dipinge su tela. Un mix di psichedelia e surrealismo. «I miei disegni li ispira il desiderio del cliente: poi si inizia e si vede dove si arriva» spiega Filip. C’era un ragazzo, oggi un uomo con tante certezze e poca voglia di rimettersi sulla strada. «Se devo immaginarmi fra 30 anni non vorrei essere altrove». Per nulla scosso dalla deriva modaiola del tatuaggio e dalla leggerezza con cui molti ragazzini si fanno coprire il corpo, si gode ogni giorno i complimenti per lui meno scontati, quelli di mamma Loretta. Si è mai rifiutato di tatuare qualcuno? «Sì, io non sono uno schiavo» e mentre lo dice una ventata di aria fresca travolge la stanza. Provi a chiedergli se c’è un personaggio su cui gli piacerebbe lasciare un segno. Filip non ha dubbi. «Roberto Benigni, qui in famiglia siamo tutti suoi grandi fan». rjun Appadurai, antropologo noto in Italia soprattutto per il suo «Modernità in polvere» (Cortina, 2010), sostiene che la globalizzazione contemporanea è caratterizzata dalla diffusione di format più che di contenuti. Le soap opera, i romanzi, i social media come Facebook, YouTube, Instagram forniscono supporti globalizzati a contenuti culturali e personali specifici. In questa prospettiva si potrebbe osservare che il tatuaggio è tra i format di più grande successo e diffusione. Una vera e propria epidemia di pelli incise percorre il mondo globalizzato. Se l’Occidente ha conosciuto da tempo immemorabile forme di scrittura «a fior di pelle», la vera rivoluzione arrivò con i marinai di James Cook i quali, a fine Settecento, accettarono di farsi tatuare dai polinesiani, un gesto di straordinaria intimità culturale. La nuova parola tatoo, coniata a partire dalla lingua polinesiana (in cui il termine tatau significa «incidere»), segnalava l’avvento di una innovativa tecnica di appropriazione e valorizzazione del corpo che fu a lungo avversata dalle élite detentrici del potere. I missionari proibirono con forza (ma, non sempre con successo) alle popolazioni native del Pacifico di praticare il tatuaggio, ritenendo che l’essere umano non avesse il di intervenire su un L’atteggiamento diritto corpo creato a immagine di Dio. In Europa, il tatuaggio fu Quello dei come il «marchio marinai di Cook considerato di Caino», segno di devianza che si fecero fatto proprio da galeotti, pazzi, prostitute. Come è tatuare dai Cesare Lombroso polinesiani fu un noto, collezionava pelli umane tatuate e considerava il tatoo gran gesto di marchio criminale. Negli intimità culturale un ultimi 40 anni, sulla scia della riscoperta del tatuaggio da parte delle culture giovanili americane, un vasto movimento mondiale, alimentato da frequenti convention e dai nuovi strumenti di comunicazione, ha provveduto a valorizzare le pratiche di incisione e scrittura della pelle. Il successo di questo format ha diverse ragioni. Da un lato nasce dalla rivendicazione del proprio corpo, di corpi che le religioni, la biomedicina, le biopolitiche hanno cercato di controllare e normalizzare in modo sempre più pervasivo. Dall’altro vi è il fascino della differenza, dell’esotismo, dell’alterità. L’ampia diffusione dei motivi geometrici polinesiani, degli irezumi giapponesi e degli ideogrammi cinesi si spiega con una diffusa esigenza di pluralità e differenza, in un mondo che tende all’omologazione. In alcune società polinesiane le pelli tatuate venivano rimosse al momento della morte, come se le figure incise potessero essere preservate dal processo di disfacimento della carne. Oggi, in Occidente, si diffonde l’uso di utilizzare le ceneri dei defunti per realizzare l’inchiostro con cui tatuarsi. Se questa pratica appare estrema e, ad alcuni, aberrante, in realtà traduce bene uno degli aspetti persistenti del tatuaggio: l’incorporazione del legame sociale. Accettando di essere tatuati, i marinai di Cook si legavano intimamente a una nuova cultura che percepivano come pacifica e paradisiaca. Allo stesso modo, le forme e le scritture del tatuaggio richiamano spesso relazioni d’amore e d’affetto verso persone, luoghi, eventi che costellano la parabola dell’esistenza individuale. In un mondo orfano di grandi narrazioni, i tatuaggi personalizzano la vita e il corpo, flebili persistenze di una modernità liquida. Tatuarsi è insieme una moda diffusa a livello globale e allo stesso tempo un grido di riconoscimento, l’affermazione della «presenza» di un corpo che ha una sua traiettoria di vita specifica e una sua rete di relazioni, la rivendicazione di capacità creative in una società che tende all’omologazione dei corpi e delle vite. Stefano Landi © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA ❜❜ 40 Sabato 26 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Corriere della Sera SMS Idee&opinioni Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile IL TETTO AGLI STIPENDI DEI DIPENDENTI ✒ Il padre di Vincenzo Nibali, il fuoriclasse del ciclismo dominatore del Tour de France, ha detto in un’intervista a Corriere.it di aver convinto il figlio a continuare a correre con uno schiaffone. Un «salutare schiaffone», come tante volte si sente dire, avrebbe dunque rimesso in carreggiata il ragazzino nato per la bicicletta in un momento di sconforto, probabilmente stanco di pedalare, forse deluso oppure sfiancato dai sacrifici in sella alla bici. Bisognerebbe indagare la natura profonda della passione di Vincenzo, codificare in chiave simbolica l’origine della sua vocazione per sapere come siano andate davvero le cose. È difficile pensare che uno schiaffone possa far venir voglia di vincere, cha possa avere avuto un così alto potere motivante. Oggi per le nuove generazioni di certo non funziona più così, la qualità della relazione con l’altro conta ma quando è fonte di valorizzazione e rispecchiamento, non di umiliazione, né tanto meno quando cerca di spronare utilizzando metodi paradossali come «alzare le mani». Questo non significa che i figli abbiano smesso di far disperare i genitori, che spesso si trovano di fronte a situazioni in- sostenibili sul piano educativo ma soprattutto emotivo. Fin dalla più tenera età dei figli, i genitori quotidianamente impattano con la frustrazione di non riuscire a far passare un messaggio che porta con sé la preoccupazione e il desiderio di salvaguardia per il presente e per il futuro. I bambini si mettono in pericolo per la necessità di esplorare il mondo e i genitori spazientiti possono perdere le staffe. Gli adolescenti possono disattendere aspettative fino a un attimo prima condivise: tutto questo può risultare troppo frustrante e scatenare una rabbia difficilmente differibile o contrattabile. Può succedere di perdere la pazienza, ma questo non significa essere genitori autorevoli, né tanto meno è detto che così si riesca a riattivare la motivazione personale. L’attesa spasmodica di un ritorno sulla scena educativa della figura del padre può indurci a percorrere scorciatoie, ma la strada da percorrere per superare la crisi dell’autorità paterna non passa attraverso il ritorno alla punizione fisica. Matteo Lancini Psicoterapeuta Istituto Minotauro, Docente di Psicologia a Milano-Bicocca © RIPRODUZIONE RISERVATA BERLINO PROVA A ISPEZIONARE LA RETE IL CONFINE TRA PRIVACY E SICUREZZA ✒ La libertà personale — in una delle sue definizioni più metaforiche — è come una sfera, che può allargarsi finché non arriva a cozzare con altre sfere, vale a dire la libertà (e il rispetto) di altri individui. Fino ad allora, il raggio d’azione della persona può allungarsi a piacere, ma — oltre — deve fermarsi. Su questa delicata e scivolosa linea di confine potrebbe ora trovarsi il più grande Paese dell’Europa occidentale e liberale: la Germania. Ieri, nel giorno in cui da una manifestazione anti Gerusalemme sono echeggiate frasi inquietanti come «Gasare Israele» e il saluto nazista «Sieg Heil», il settimanale Der Spiegel ha raccontato i presunti piani di Berlino per allargare il proprio sguardo sul mondo Internet. L’esercito — secondo la testata tedesca — ha chiesto al prestigioso istituto Fraunhofer di capire quali possano essere le migliori strade per raccogliere e analizzare dati via Internet. Il progetto si chiama «La valorizzazione della conoscenza attraverso fonti aperte». Secondo il governo, non ci sono ostacoli a uno «sguardo dall’alto» su quello che viene messo pubblicamente in Rete dagli utenti di social network. «Non c’è nessun attacco ai diritti della persona», è il commento del ministero dell’Interno a Berlino. Per il dicastero, attraverso l’analisi di dati delle piattaforme dei social network, «si possono identificare tendenze e anomalie, con l’aiuto di procedimenti statistici». Lo sguardo dello Stato, secondo le indiscrezioni, sarà rivolto all’estero e non all’interno dei confini tedeschi. Ma non mancano i punti interrogativi. Prima domanda: sotto la lente di Berlino ci saranno solo i Paesi non amici e le aree del pianeta più a rischio, o anche nazioni alleate, vicine e pacifiche? Seconda domanda, più generale: esistono confini chiari e definiti su Internet? Il traffico di dati online non ha un passaporto e una residenza fissa. Così, per identificare pericolose «anomalie», potrebbero essere raccolti dati su larga scala. Da parte di uno dei Paesi più liberali del mondo. Giovanni Stringa © RIPRODUZIONE RISERVATA LA GAFFE DI TAVECCHIO SUI MIGRANTI AL CALCIO NON SERVE UN TACKLE RAZZISTA ✒ Il nuovo che avanza in Federcalcio è vecchio che più vecchio, anzi Tavecchio, non si può. Che la famiglia del pallone, conservatrice anzichenò, decida di eleggere al suo vertice un presidente che della Figc è vicepresidente dal 2007 — vicario dal 2009 — e che quindi qualche responsabilità nel declino del nostro calcio ce l’avrà pure, è affar suo, ma che il prossimo rappresentante dell’Italia nel mondo presenti il suo programma incorrendo in una gaffe dai risvolti razzisti, quello no, è anche affar nostro. La frase incriminata di Carlo Tavecchio da Ponte Lambro, poi corretta da scuse quasi peggiorative della situazione, è imbarazzante: «Le questioni di accoglienza sono un conto, le questioni del gioco sono un altro. L’Inghilterra individua i soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare. Noi, invece, diciamo che “Optì Pobà” è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio. E va bene così. In Inghilterra deve dimostrare il suo curriculum e il suo pedigree». Uscita infelice, pochi mesi dopo che una banana lanciata dalla tribuna il brasiliano del Barcellona Dani Alves l’ha sbucciata e l’ha mangiata davvero. Uscita incauta, in un calcio che ogni giorno si trova a confrontarsi con il razzismo (mercoledì Patrick Vieira, vecchia conoscenza del nostro pallone, ha ritirato dal campo la Primavera del Manchester City durante una partita in Croazia dopo un’espulsione causata da insulti a un giocatore di colore). Il futuro presidente federale — l’11 agosto verrà eletto non a furor di popolo ma a furor di deleghe — ha confessato poi di non essersi nemmeno accorto di aver pronunciato la parola «banane». Gli è uscita così, candidamente. Il che, forse, è pure peggio. Andrea Agnelli, presidente della Juventus, ha definito il candidato «inadeguato». Tavecchio ha pensato che si riferisse alla sua età, 71 anni, e al fatto che si sia fatto le ossa in 27 stagioni di Lega Dilettanti. La frase di ieri fa pensare che il numero uno bianconero si riferisse ad altro. Il nostro calcio ha già scelto, sarà Tavecchio a rappresentarlo. Ma siamo sicuri che un presidente che incautamente cita frutta e verdura sia davvero il più indicato a condurre il pallone d’Italia fuori dalla crisi? Roberto De Ponti © RIPRODUZIONE RISERVATA Alle Camere privilegi ormai intollerabili Ma a sforbiciare siano anche le Regioni di SERGIO RIZZO U n tetto puro e semplice agli stipendi è la soluzione più facile e diretta. Ma forse non la cura più efficace per eliminare certi compensi astronomicamente ingiusti corsi nelle tasche degli alti burocrati per troppo tempo e insieme far trionfare la meritocrazia nella Pubblica amministrazione. Tanto per fare un esempio il tetto non ha effetti su retribuzioni magari appena più modeste, ma certo altrettanto ingiustificate. C’è quindi da domandarsi se non funzioni meglio, in funzione del merito, un sistema di retribuzioni fortemente variabili sulla base di valutazioni serie, rigorose e soprattutto indipendenti. Fatta questa doverosa premessa, è davvero difficile contraddire Matteo Renzi sul fatto che 240 mila euro l’anno non siano un parametro più che adeguato per le buste paga di Camera e Senato. Dove la cosiddetta «autodichìa», ovvero quel principio secondo il quale gli organi costituzionali gestiscono in piena autonomia e senza controlli esterni le proprie risorse, ha prodotto situazioni di privilegio inenarrabili e anacronistiche. Legate a folli automatismi, come la sopravvivenza di una specie di generosissima scala mobile e un meccanismo di scatti capace di far salire anche del 400 per cento lo stipendio netto dall’assunzione alla pensione, le retribuzioni dei dipendenti avevano raggiunto livelli assolutamente senza senso, mandando letteralmente in orbita le spese di Montecitorio e Palazzo Madama. Per non parlare di regimi pensionistici che non hanno pari nel mondo del lavoro pubblico e privato. Il tutto grazie ad accordi scellerati con un pulviscolo di sindacati interni, costantemente protesi alla difesa degli interessi corporativi. Più dei valori assoluti, dicono tutto certi rapporti. Lo stipendio medio di un dipendente della Camera e del Senato, sulle basi dei rispettivi bilanci, è superiore a 150 mila euro lordi l’anno (la paga dell’amministratore delegato di un’azienda privata), mentre quello del loro collega della Camera dei comuni britannica si aggira intorno ai 40 mila euro. Quattro a uno. Le segretissime tabelle retributive del Senato informavano nel 2008 che la retribuzione di un commesso (il livello inferiore della scala) al massimo livello della carriera poteva raggiungere 159 mila CONC NIBALI E IL CEFFONE DEL PADRE (MA NON È COSÌ CHE NASCE UN CAMPIONE) euro lordi l’anno. Mentre quella di uno stenografo che avesse completato il quarantesimo anno di attività era in grado di toccare 289 mila euro: tremila euro in meno dell’appannaggio annuale del Re di Spagna, o 70 mila in più del compenso del segretario generale dell’Onu, se preferite. Fece scalpore, nel 2006, la rivelazione dell’Espresso secondo cui il segretario generale del Senato Antonio Malaschini percepiva 485 mila euro l’anno: quando è uscito da Palazzo Madama, pochi anni dopo, viaggiava intorno ai 550 mila. Nel 2012, da sottosegretario alla presidenza del governo Monti, ha reso noto l’ammontare della sua pensione parlamentare: 519 mila euro lordi l’anno. Quasi il doppio dell’indennità del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. L’esempio delle Camere ha prodotto a cascata guasti anche in molte Regioni. Dove gli apparati politici, rivendicando la stessa «autodichìa» degli organi costituzionali, hanno dilagato con modalità in qualche caso decisamente peggiori. Stipendi stellari, assunzioni clientelari, strutture ipertrofiche e inefficienti. Come documenta il rapporto sui costi della politica preparato dal gruppo di lavoro coordinato da Massimo Bordignon per il commissario alla spending review Carlo Cottarelli, i venti Consigli regionali italiani spendevano per il personale nel 2012 quasi 360 milioni di euro. Somma paragonabile, considerando il numero degli eletti, a quella delle due Camere. Nella sola Sicilia, con il governatore Rosario Crocetta che ha denunciato scandalizzato che la retribuzione del segretario generale dell’Assemblea regionale sarebbe addirittura più alta di quelle dei suoi colleghi di Montecitorio e Palazzo Madama, il personale consiliare costa la bellezza di 86,6 milioni: contro i 20,8 della Lombardia, Regione che ha una popolazione doppia. Cose che se erano già inaccettabili anni fa, quando l’economia arrancava ma il Paese galleggiava, oggi lo sono ancora di più. Un insulto alla realtà di una disoccupazione a livelli record da quarant’anni, di un Prodotto interno lordo crollato dal 10 per cento dall’inizio della crisi, di una povertà che cresce a livelli vertiginosi, di una speranza per i giovani di trovare lavoro semplicemente inesistente. Quella vecchia impalcatura di privilegi appartiene a un mondo che ormai non esiste più. Va solo smantellata. E chi si ostina ancora a difenderla, sappia che difende ormai l’indifendibile. © RIPRODUZIONE RISERVATA LE DONNE E IL MERCATO DEL LAVORO Quei paletti sociali che ostacolano la parità di ALESSANDRA DEL BOCA* E ESTER FAIA** I l governo ha aperto il semestre europeo con una conferenza sui progressi delle donne nei governing boards: la percentuale femminile nei Consigli italiani è oggi al 22% dal 6% di prima della Legge 120/2011. La direttiva europea 2012 e la Legge Mosca-Golfo hanno avuto un impatto formidabile, ma il successo delle donne istruite al vertice è in contrasto brutale con lo status sociale della popolazione femminile italiana e la lentezza del processo di riforma del mercato del lavoro rispetto alle promesse del governo e alle aspettative dell’Europa. Il tasso di attività al 53,9% è il più basso dell’Unione Europea, simile alla Siria; l’occupazione al 46,5% è 10 punti sotto la media Ue27 e la fertilità è all’1,42. Un quadro scoraggiante, che misura quanta ricchezza venga persa a causa dell’assenza delle donne dal mercato del lavoro. Per capire queste anomalie bisogna andare oltre le leggi dell’economia, al cuore delle norme sociali e culturali che definiscono il ruolo della donna e del lavoro in Italia. Una prima misura è data dall’aumento dei casi di femminicidio: l’Onu ci considera un caso problematico per l’inefficacia della legge sullo stalking. Il centro antiviolenza SVSeD della Clinica Mangiagalli di Milano ha accolto 656 vittime nel 2012, 746 nel 2013 e 433 da inizio anno, nel 36,05% per mano del marito o convivente. Persino il monitoraggio di questa emergenza quotidiana è carente: l’unica rilevazione nazionale è l’indagine Istat 2006, con il 2013-2014 in corso. All’organizzazione non governativa Intervita dobbiamo l’unico studio sui costi della violenza: 16,7 miliardi nel solo 2012, anno in cui 6,3 milioni sono stati spesi in prevenzione e 124 donne hanno perso la vita — il 25% più del 2011. Oltre 30 donne su 100 hanno subito violenza una volta nella vita; solo 18 l’hanno considerata un reato. Per spiegare questi dati occorre capire cosa determini il potere contrattuale delle donne. L’economista Gary Becker vedeva la famiglia come un’unità produttiva dove coniugi complementari dividono il surplus in base a produttività individuali e vantaggi comparati. La rivoluzione femminista ha spostato l’accento sull’eguaglianza anziché sulla specializzazione di genere e la teoria economica si è concentrata sul potere contrattuale: uomo e donna interagiscono fino alla soglia dello scambio di minacce. Perché esso risulti credibile, deve avere come fondamento l’indipendenza economica: la minaccia di divorzio da una donna priva di mezzi, ad esempio, non è credibile. Le politiche della famiglia aumentano l’occupazione femminile, ma le donne s’indirizzano ancora verso settori meno tecnici, con minori prospettive di reddito. Inoltre, il loro potere contrattuale è influenzato da convenzioni sociali. Le donne che non lavorano, quando entrano nel matrimonio o nel rapporto di coppia, finiscono per tornare a ruoli ancestrali. In contesti dove la condizione di donna divorziata o sola è marchiata da uno stigma sociale, il matrimonio o la convivenza diventano irreversibili e rallentano la fuga da unioni segnate da violenza. Politiche sociali più efficaci sono possibili. Nonostante gli alti livelli d’istruzione — è donna il 60% dei laureati — meno del 50% lavora. L’istruzione universitaria in Italia è sussidiata dallo Stato: donne che si laureano ed escono dal mercato per sostenere la famiglia bruciano risorse preziose per se stesse e la collettività. La scarsa presenza femminile sul mercato è però anche una questione di cultura dell’offerta. È necessario incentivare le donne a conservare la propria identità lavorativa, soprattutto in una crisi come questa. Si può pensare a un sistema di incentivi tale per cui i sussidi universitari, in forma di prestiti, debbano essere restituiti solo se chi li riceve decidesse di uscire volontariamente dalla forza lavoro per stare a casa. Un’altra via per aumentare il potere contrattuale femminile è trasformare le convenzioni sociali che regolano la cura della famiglia, rendendole più egualitarie. In Norvegia il congedo parentale è diviso equamente tra donne e uomini ed è obbligatorio per entrambi; in Italia la legge obbliga gli uomini a un solo giorno nei primi 5 mesi di vita del neonato. Una parità di genere radicata nel profondo dei comportamenti significa non solo promuovere donne con istruzione superiore a salire al vertice, ma anche più responsabilità verso l’intera popolazione femminile italiana, ancora priva di una coscienza compiuta della propria indipendenza economica. *Professore di Politica economica, Università di Brescia **Professore di Politica monetaria, Goethe University Frankfurt © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 26 Luglio 2014 41 italia: 51575551575557 Lettere al Corriere IL CASO DEL VOLO MALESE UN PRECEDENTE AMERICANO Risponde Sergio Romano Le sanzioni economiche degli Usa e della Ue nei confronti della Russia per l’abbattimento dell’aereo della Malaysia Airlines lasciano il tempo che trovano. Purtroppo nel capiente armadio degli Usa c’è appeso uno scheletro che è un po’ difficile da nascondere. Mi riferisco al volo dell’Airbus iraniano abbattuto nel 1988 da un missile lanciato dalla nave da guerra «Vincennes» provocando 290 morti. George H.W.Bush, vicepresidente dell’amministrazione Reagan, dichiarò che non avrebbe mai chiesto scusa per quell’abbattimento. Solo 12 annni dopo, sollecitati dalla comunità internazionale, furono dati all’Iran 61 milioni di risarcimento alle vittime, ma gli Usa non ammisero mai Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 le loro colpe. Non mi risulta che l’Europa abbia mai attuato sanzioni economiche nei confronti degli Usa per quella tragedia, come se ne stanno attuando nei confronti della Russia, considerato che ancora non si conosce esattamente chi è il colpevole. Pierangelo Bonazzoli bonazzolipng@yahoo.it Caro Bonazzoli, abbattimento di un aereo di linea iraniano in volo verso Dubai fu un «danno collaterale» della guerra fra l’Iraq e l’Iran. Il conflitto scoppiò nel 1980, quando lo Stato di Saddam Hussein lanciò un’offensiva contro la Repubblica islamica dell’ayatollah Khomeini per conquistare un più ampio accesso al Golfo Persico, e sarebbe du- L’ rato fino al 1988. Fu una guerra d’aggressione e avrebbe dovuto suscitare la stessa indignata reazione che fu provocata da Saddam con la conquista del Kuwait dieci anni dopo. Ma alle democrazie occidentali e all’Urss non spiaceva allora che l’esistenza del regime rivoluzionario di Teheran venisse minacciata da un Paese vicino. L’Iraq poté contare su forniture di armi, soprattutto francesi e sovietiche, assistenza finanziaria, informazioni dei servizi amici e probabilmente immagini satellitari americane sui movimenti delle truppe iraniane. redditi medi delle famiglie, per guadagnare ancora di più su altre reti. Dov’è la coerenza? PARLAMENTO CAMERA DEI DEPUTATI Quante discussioni Le proteste Caro Romano, a riprova della sua superficialità costituzionale, il ministro delle Riforme istituzionali Maria Elena Boschi ha annunciato che il governo chiederà il referendum sulla riforma del Senato. Nonostante le capriole interpretative di troppi giuristi di riferimento (di corte?), l’articolo 138 della Costituzione non contempla la possibilità per il governo e neppure per la maggioranza di chiedere un referendum costituzionale. Possono chiederlo, se lo desiderano, purché la riforma non sia stata approvata dai due terzi dei parlamentari, un quinto dei membri di una Camera, cinquecentomila elettori, cinque Consigli regionali. I referendum chiesti (imposti?) dai governi si chiamano plebisciti. L’Italia ha bisogno di riforme radicali per poter ripartire. Riforme che da anni ci vengono sollecitate da Bruxelles, ma che il Parlamento non sembra in grado di realizzare. Basti osservare quello che sta succedendo al Senato e la sua riforma riguarda solo alcune centinaia di senatori. Che succederà quando si discuterà delle riforme che incideranno sulla vita di milioni di italiani? Gianfranco Pasquino Bologna Sia più indulgente. Pur di avere la fine del bicameralismo perfetto sarei disposto a tollerare qualche svista. Virgilio Avato virgilioavato@virgilio.it COSTA CONCORDIA L’ultimo viaggio L’importante è che la nave Costa Concordia sia rimasta nel nostro Paese. Non so se La tua opinione su sonar.corriere.it Nuovo disastro aereo, questa volta sui cieli del Mali. Pensate di modificare i piani per i vostri prossimi viaggi? Giudico vergognosa, e non sarò sicuramente l’unico, la protesta dei dipendenti della Camera,che non accettano il tetto dei 240.000 euro annui per i loro stipendi. Questo è il Paese dove i sacrifici devono essere fatti sempre dagli altri. E qualche parlamentare li appoggia anche! Genova meritasse più di altri attracchi portuali, ma so che sarebbe stata un’altra sonora batosta per le nostre precarie casse economiche se il relitto fosse stato traghettato in lidi stranieri. Speriamo solo che le speculazioni monetarie non spadroneggino sulla buona causa della disoccupazione. Le conseguenze del tragico «inchino» sono diventate da due anni e mezzo un evento mediatico molto seguito e anche l’ex comandante ne ha tratto notorietà: dapprima solo spregiativa e poi beffardamente proficua... Fabio Todini fabiotdn@gmail.com CONDOTTA DI PERSONAGGI TV Scarsa coerenza Vari personaggi dell tv pontificano su legalità, giustizia sociale eccetera e poi cercano di sottrarsi al Fisco o lasciano la Rai che ha dato loro notorietà e compensi scandalosi se confrontati con i Fabio Sicari, Bergamo SUL WEB Risposte alle 19 di ieri La domanda di oggi Sì La gaffe sui migranti del candidato alla presidenza della Federcalcio Tavecchio deve costargli il posto? 11 No 89 di Piero Ostellino vano la loro bandiera. Quando un cacciatorpediniere americano finì su una mina iraniana, l’incrociatore Vincennes, armato di missili teleguidati, colpì il volo 655. Fu un errore, una vendetta, la decisione avventata di un capitano frettoloso? Sembra comunque che la nave americana, quando s’imbatté nella mina, fosse nelle acque territoriali iraniane. Vi fu poi l’indennizzo ricordato nella sua lettera, caro Bonazzoli, ma gli americani considerarono l’incidente un danno collaterale. Per gli iraniani invece quella tragedia è ancora un lutto nazionale. Il numero 655 è stato assegnato a un altro volo perché la memoria di quell’evento non vada perduta. Il referendum © RIPRODUZIONE RISERVATA Giancarlo Mutta mrmutta@tiscali.it AL TOUR Giallo nel tricolore Trionfando al Tour, Vincenzo Nibali ha dato lustro all’Italia in un momento in cui si sente veramente il bisogno di orgoglio e dignità. Lo «squalo» ha rinverdito i ricordi di Coppi e Bartali, orgoglio nazionale, che — come lui — avevano aggiunto un po’ di «giallo» al nostro tricolore... Francesco Italo Russo Montecatini Terme ( Pt) ANAGRAMMA Da Rossini a Valentino Vi è forse un fil rouge tra i tamburi d’orchestra e quelli del motore? Ciò, infatti, è quanto sembra suggerire l’anagramma onomastico di Valentino Rossi, le cui vocali e consonanti si riposizionano in «Rossini volante». Del resto, sono soltanto 16 i chilometri che separano Pesaro da Tavullia. La previsione, nell’ambito del provvedimento di riforma della P.A. in discussione in Parlamento, del divieto per i componenti gli organi di vertice della Consob ( e di altre Autorità) di assumere incarichi nei soggetti vigilati per la durata di due anni dalla cessazione della carica nell’Authority provoca certamente quei contraccolpi negativi indicati da Salvatore Bragantini nel Corriere del 25 luglio. In effetti, con questa scelta, si farà sì che al collegio di vertice dell’Autorità in questione ( e delle altre coinvolte) accederà solo personale proveniente dal comparto pubblico che potrà beneficiare di distacchi o di aspettative e, al termine del mandato, tornare nel luogo di provenienza. Sarà difficile alimentare i vertici con le professionalità, competenze ed esperienze di formazione anche del mercato, non essendole persone potenzialmente interessate disposte a una «quarantena» biennale post incarico pubblico. Il coinvolgimento, poi, anche della Banca d’Italia, che non è un’Authority, ma esercita, tra le molte altre, pure una funzione del genere, appare del tutto improprio. Del resto, la legge sul conflitto di interesse del 2004 stabilisce, ai fini dell’esercizio di attività in enti e società, una incompatibilità soltanto per un anno dalla cessazione della carica per chi abbia ricoperto incarichi di governo: per un ministro un anno e per i membri delle Authority due? Sarebbe, allora, una scelta saggia portare a un anno anche l’«embargo» fissato per questi ultimi, così come prevede autonomamente il codice etico della Banca d’Italia. Del pari, andrebbe rivista la materia delle cosiddette porte girevoli, cioè il divieto, certamente valido in via di principio, ma esteso eccessivamente, a cinque anni dal termine della carica in una Autorità ai fini dell’assunzione di incarichi in un’altra Autorità: insomma, una limitazione assai drastica per il numero degli anni previsti e che, comunque, non può riguardare Bankitalia per il suo status di autonomia e indipendenza disciplinato, come parte del Sistema europeo di banche centrali, dal Trattato Ue. Angelo De Mattia angelo.demattia@generali.com © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. 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La causa è cambiata e certe abitudini di ieri sembrano diventate, oggi, prassi istituzionale. Lo spettacolo offerto dal mondo politico col cosiddetto dibattito parlamentare sulla riforma del Senato — che è, poi, la sua eliminazione a favore delle autonomie locali, ricettacolo di sprechi e di corruzione — è francamente penoso. L’ostracismo delle opposizioni non è un buon esempio di corretta interpretazione della funzione di controllo da parte della minoranza; la mannaia calata dalla maggioranza sui tempi del dibattito giustifica le reazioni contro l’autoritarismo. Per eliminare le lungaggini del bicameralismo perfetto sarebbe stato sufficiente modificare i regolamenti parlamentari. Il governo Renzi — l’ircocervo costituito da Silvio Berlusconi, il padre-padrone di Forza Italia, concentrato sulla propria vocazione monopolistica di imprenditore e dal furbo e cinico ex democristiano che ha scalato il vertice del Partito democratico con il marketing della rottamazione del vecUn cambio dei chio e logoro apparato già comunista e ha raggiunto la presidenza regolamenti del Consiglio grazie alla regola, basta a eliminare nata col governo Monti, che si governare una democrazia le lungaggini del possa rappresentativa anche senza aver bicameralismo vinto le elezioni — si sta rivelando la continuazione di vecchie e cattive abitudini. Certo è ridicolo parlare di inclinazioni all’autoritarismo da parte di un governo che, invece di fare, galleggia sulle chiacchiere, addormentando un’opinione pubblica già insonnolita dal conformismo. Ma una riflessione sullo stato delle cose, se non da parte della classe politica, almeno del sistema informativo, non sarebbe inutile. «Una grande quantità di sentimentalismo politico si basa sull’illusione che l’aumento della spesa pubblica non pregiudicherebbe la maggior parte della popolazione, perché i ricchi possono essere tassati più pesantemente» (Kenneth Minogue, Breve introduzione alla politica, ed. Ibl libri). Ma il pauperismo della cultura di sinistra e la voracità fiscale del governo considerano «ricchi» anche i pensionati con 3.000 euro mensili (1.500 netti, dopo le tasse)! Questo Stato sociale è un imbroglio, una dispersione di risorse, il fardello del sistema produttivo, di impedimento alla modernizzazione e allo sviluppo, che penalizza soprattutto i poveri, al servizio di una classe politica cialtrona e incapace. Caro Renzi, invece di insistere sull’eliminazione del Senato — un pasticcio al servizio di quanto di peggio ha prodotto la nostra pessima cultura politica — vogliamo parlarne ? postellino@corriere.it ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA Staino FONDATO NEL 1876 CONDIRETTORE Il triste spettacolo di una riforma sbagliata Leone Pantaleoni, Pesaro Interventi & Repliche Authority: quell’embargo di due anni E-mail: lettere@corriere.it oppure: www.corriere.it oppure: sromano@rcs.it Il dubbio Vi fu anche, nel dicembre del 1983, un cordiale viaggio a Bagdad di Donald Rumsfeld, inviato speciale del presidente Reagan per il Medio Oriente. Non sembra che l’uso iracheno di armi chimiche contro gli iraniani abbia giustificato nel corso di quell’incontro una particolare riprovazione. La guerra fra l’Iraq e l’Iran divenne presto una guerra del petrolio. Ciascuno dei due Paesi si servì della propria marina per attaccare le petroliere dell’altro con pesanti conseguenze sull’esportazione di greggio verso l’Europa e il Giappone. Gli accordi negoziati per la libera circolazione delle petroliere furono sistematicamente violati, da una parte e dell’altra; e molti Paesi inviarono le loro flotte per proteggere le navi che batte- SENATO @ PUBBLICITÀ RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Tel. 02-25846543 - www.rcspubblicita.it PREZZI DI VENDITA ALL’ESTERO: Albania € 2,00; Argentina $ 20,50 (recargo envio al interior $ 1,00); Austria € 2,00; Belgio € 2,00; Canada CAD 3,50; CH Fr. 3,00; CH Tic. 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Andrea Monteforte, Biagio Maimone Movimento Uniti si vince EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. 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Viaggio nel tempo” € 8,80; con “English Express” € 12,89; con “Biblioteca della Montagna” € 10,80 42 Sabato 26 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Spettacoli La nuova stagione Il programma di Canale 5 diventa maggiorenne: alla guida, tra gli altri, Hunziker-Papaleo, Brignano-Gerini e Mister Forest-Balti 1 10 9 6 5 2 3 14 4 11 13 15 8 7 18 16 17 19 20 12 21 25 24 22 26 23 27 28 Il cast degli esordi «Q uesta è la fase in cui non vorremmo mai andare in onda: abbiamo finalmente messo assieme tutti i pezzi e ne è uscito un puzzle davvero bello. Adesso non vorremmo che, sollevandolo... La prova l’avremo solo dal pubblico». Succederà il 9 ottobre, quando su Canale 5 (in prima serata), andrà in onda la prima puntata della nuova edizione di «Zelig». Il regalo che si è voluto concedere quest’anno Gino Vignali con gli altri autori, Michele Mozzati e Antonio Bozzo, è piuttosto elaborato. Del resto, anche il compleanno è di quelli importanti: «Il 2014 — racconta Gino — è il 18esimo anno di “Zelig” in video. La prima volta è stata nel 1996, con un trasmissione quasi clandestina che si chiamava “Buon compleanno Zelig”, perché il locale compiva 10 anni». Tutto è nato da lì, da quel progetto fatto «per finanziarci. Avevamo assemblato un cast impressionante: Littizzetto, Paolo Rossi, Albanese, Lella Costa... La sigla era di Ligabue». Succedeva diciotto anni fa. «Come celebrare questa ricorrenza? Con una festa, al Ciak, in cui ci vengono a trovare tutti quelli che hanno avuto a che fare con la trasmissione». La formula classica, che prevede un cast variabile e una conduzione fissa, verrà stravolta. Stavolta il cast di comici resterà lo stesso, ma saranno i conduttori a cambiare ogni sera, formando una coppia «in cui ci sarà un personaggio della storia di “Zelig” e un ospite. Siamo quasi alla fine di questa operazione complicata ma molto divertente», il cui scopo è «aggiungere la curiosità che in una trasmissione che diventa maggiorenne un po’ mancava». La prima coppia sarà quella di Michelle Hunziker e Rocco Papaleo. Toccherà poi a Mister Forest, Gialappa’s e Bianca Balti; Enrico Brignano e Claudia Gerini; Geppi Cucciari e un nome (della storia della tv) da definire; Ale&Franz e Ambra Angiolini; (ancora) Michelle Hunziker con (ancora) Forest; Ficarra&Picone con un nome in attesa di firma così come quello con cui sarà sul palco Teresa Mannino poi Giovanni Vernia con Cristiana Capo- 1 Michele Mozzati 2 Rino Messina (Bananas, società di produzione 3 Francesco Baccini 4 Roberto Bosatra (Bananas) 5 Claudio Bisio 6 Nico Colonna (Smemoranda) 7 Aldo Baglio 8 Marco Santin - Gialappa’s 9 Rocco Tanica Elio e le Storie Tese 10 Romeo Schiavone (ex Bananas) 11 Giancarlo Bozzo (Zelig) 12 Cesareo -Eelst 13 Elio 14 Giovanni Storti 15 Giorgio Gherarducci - Gialappa’s 16 Raul Cremona 17 Lella Costa 18 Gaber (tuttofare) 19 Luciana Littizzetto 20 Feiez Eelst 21 Maurizio Milani 22 Gianni Palladino 23 Paolo Rossi 24 Giacomo Poretti 25 Gino Vignali 26 Antonio Cornacchione 27 Marina Massironi 28 Pongo Zelig Va in onda il valzer delle coppie «Così celebriamo i primi 18 anni» Gino & Michele: alterniamo i conduttori, non i comici tondi e, infine, Raul Cremona con un personaggio ics. «Ogni puntata sarà una sorta di numero zero — riprende Gino —. Vedere in conduzione sempre la riproposizione della stessa coppia — Bisio prima con Michelle poi con Vanessa (Incontrada) poi con Paola (Cortellesi) — lasciava un po’ a desiderare dal punto di vista della novità». Quello della Incontrada è il nome che manca: «Non concepisce la trasmissione senza Claudio. Sarebbe tor- nata ma solo con lui. Non potevamo accettare: tutte le coppie sono una novità. È l’unica a non esserci, ci spiace». Il resto di questa foltissima rosa dovrebbe garantire curiosità per lo show «che ha dalla sua anche un cast di co- mici al massimo». In più, ci saranno super ospiti: Bisio, Aldo Giovanni e Giacomo, Checco Zalone, Fabio De Luigi, Paola Cortellesi. Nel cast fisso, invece, Ale&Franz, Sconsolata, Forest, Mannino, Vernia. «Ogni tanto qualcu- I volti Hunziker e Papaleo Sarà questa la coppia al debutto del 9 ottobre Forest e Balti Seconda puntata sarà con la top, il comico e la Gialappa’s Brignano e Gerini La terza puntata vedrà sul palco i due attori romani Ale&Franz e Angiolini Quinta puntata con il duo comico e l’attrice Vernia e Capotondi Saranno loro alla guida della nona puntata no farà un passo avanti per condurre e poi tornerà nel gruppo. Questo dimostra che il cordone che lega “Zelig” ai comici italiani non si spezza. Con questi signori abbiamo scritto una pagina importante dello spettacolo, non solo televisivo. È un fenomeno che sarebbe un peccato liquidare dicendo: è una trasmissione vecchia, non ha più niente da dire». Inutile negare qualche difficoltà: «C’è stato un appannamento: dal 2003 abbiamo dimezzato gli ascolti. Ma è cambiato il panorama della tv». Ed è cambiata anche la comicità, che spesso trova il web per esprimersi. «La rivoluzione la faremo sulla trasmissione laboratorio, in seconda serata. Può darsi invece che alla fine di questa edizione in prima serata si possa decidere chiudere il ciclo. Oppure no. Tre anni fa era impensabile separarci da Bisio, ed è successo: sommare i nostri 18 anni ai suoi 15 di conduzione faceva diventare la nostra una proposta esteticamente già vista. Rivederlo alla conduzione in futuro mi piacerebbe, comunque. La scorsa stagione è stata di passaggio. Nessuno si assumeva la responsabilità del dopo Bisio: Michele Foresta e Teresa Mannino l’hanno fatto e non li ringrazieremo mai abbastanza». Anche la prossima, in fondo, sarà un’edizione di passaggio: «Non sappiamo in cosa sfocerà: una di queste coppie potrebbe essere quella che prenderà in mano la conduzione l’anno prossimo... Se ci sarà, ovviamente». Chiara Maffioletti © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 26 Luglio 2014 L’intervista Spettacoli 43 italia: 51575551575557 Il baritono respinge l’ipotesi della chiusura: «Spero nel compromesso». Stasera salta la replica della «Bohème» a Caracalla Nucci: sono nato in fabbrica e difendo l’Opera di Roma «I sindacati esagerano, manca l’idea del bene comune» ROMA — «L’Opera di Roma la sentivo casa mia, vi ho debuttato nel 1967. A Roma ho vissuto per sette anni, vi ho cantato di tutto di più, lavorando con Zeffirelli, Guttuso, Menotti. L’ultima volta è stata per il Nabucco diretto da Riccardo Muti. Per questo ho il cuore triste per la minaccia di chiusura. Spero che i sindacati che protestano, che sono il 30 percento sul totale, come ho letto, si ravvedano». Parla Leo Nucci, 510 Rigoletti alle spalle (il prossimo in Cina, è in partenza proprio oggi, più in là l’aspettano Berlino e la Scala). Il padre nobile della lirica in Italia giudica la situazione paradossale che si è venuta a creare al teatro lirico romano, dove una minoranza di lavoratori aderenti a Cgil e Fials non accetta l’accordo (indispensabile per avere i soldi dallo Stato e uscire dal debito enorme di 33 milioni). «Una vicenda vergognosa che rovina l’immagine del Paese nel mondo», dice il segretario Raffaele Bonanni della Cisl, favorevole alla trattativa. Senza accordo, secondo la nuova legge, il teatro chiude. Intanto questa sera il teatro ha deciso di sospendere la replica della Bohème a Caracalla. E martedì all’ordine del giorno del Cda c’è la liquidazione coatta del teatro. L’Opera a Roma non riesce a farsi amare, la musica è rappresentata dall’Accademia di Santa Cecilia. «Non c’è dubbio, hanno un auditorio che è una meraviglia e un’orchestra straordinaria. C’è stato un periodo che all’Opera senza biglietto gratis non andava nessuno. La lirica deve essere un bene sociale: per diventarlo, devi aumentare la produttività. Pereira, il sovrintendente alla Scala, in una città che non arriva a 400 mila abitanti come Zurigo toccò 38 titoli e 268 recite all’anno, 14 nuove produzioni, e i giovani entravano con gli spiccioli. All’epoca di Cresci, negli Anni 90, si spendeva come pazzi, però il teatro era pieno. Nella capitale bisogna creare un pubblico, che non è quello che va alle prime per farsi vedere». Certi sindacati vogliono mantenere il controllo di ogni decisione. «Io nasco operaio, prima di cantare sono stato maniscalco e meccanico. Mio padre era minatore. Sono stato corista. Figuriamo- ci se non ho sensibilità sindacale. Ma questa è una storia diversa. Quando leggo che il primo violino in sei mesi ha lavorato 62 giorni mi arrabbio. La Bindi da ministro della Sanità impose per legge che chi lavora in ospedale non può lavorare fuori. In un teatro mi chiesero se potevo anticipare la prova generale. Bene. Poi vidi che i solisti del teatro Rigoletto per sempre Leo Nucci, 72 anni, è un baritono. In carriera ha interpretato 510 volte Rigoletto nell’omonima opera di Verdi quella sera tenevano un concerto altrove». Colpa dei sindacati? «Diciamolo, sono una lobby, bisogna metterselo in testa, c’è un andazzo da voto di scambio. E poi i teatri hanno bisogno di meno impiegati negli uffici amministrativi». Gli scioperi all’estero? «A Vienna una sola volta: ma era lo sciopero di tutta la città. Intendiamoci, a Parigi negli Anni 70 chiusero il teatro e rinacque. Al Met di New York nel 1984 l’orchestra aveva chiesto un aumento di stipendio, la direzione del teatro disse: i soldi che chiedete non ci sono, tutti a casa. E chiuse il teatro. Condivido ciò che dicono sindaco e sovrintendente di Roma: la chiusura può essere un’opportunità. Anche se io penso che all’ultimo minuto i sindacati scenderanno a patti per un compromesso». Riccardo Muti, che è direttore onorario, ha sempre detto: a Roma resto se si lavora bene. «Ecco, se i lavoratori parlassero con Muti, si potrebbe trovare una mediazione. Un teatro deve avere, come dice Pappano, da una parte l’idea anglosassone del bene comune e del gioco di squadra, dall’altra un direttore musicale, che abbia la fiducia di Muti e faccia il lavoro quotidiano. E’ l’unica strada per costruire un percorso e far crescere l’orchestra». Fu sorpreso quando un direttore come Muti accettò di lavorare in un teatro non di prima fascia? «In fondo lui è un sognatore. Non credo, come sostiene qualcuno, che sia stata una rivalsa con la Scala, non è sciocco da pensare che Roma nella lirica possa prendere il posto di Milano, questo non accadrà mai. Ci vorrebbe più umiltà da parte di tutti e meno interessi privati. All’Opera di Roma è rimasta la mentalità della suddivisione del potere tra i principali partiti. In un piccolo teatro come Piacenza, dove ho cantato, hanno aumentato le presenze di 20 mila spettatori, risparmiando 100 mila euro: e abbiamo fatto il più bel Simon Boccanegra possibile». Cosa dobbiamo importare dall’estero? «Mi spiega perché all’estero il top fee è 13 mila dollari, e ci cantano tutti, e in Italia è 17 mila euro? Al cast di Piacenza ho detto: ragazzi, di questi tempi diamo un segnale, abbassiamoci il cachet. Io l’ho fatto, ho tagliato il venti percento del mio compenso». Valerio Cappelli Sul palco Una scena del «Barbiere di Siviglia», andato in scena alle Terme di Caracalla con la regia di Mariani Collaborazioni McCartney in studio con Depp U n supergruppo guidato da Paul McCartney. L’ex Beatles, 72 anni, ha chiamato in uno studio di registrazione l’attore Johnny Depp (con lui nella foto), Alice Cooper, inventore del horror-rock, e il chitarrista degli Aerosmith Joe Perry. È stato proprio Perry a svelare la notizia in un’intervista al Chicago Sun Times: «Noi tre ci guardavamo e non potevamo crederci. Continuavamo a chiederci: “Ma davvero stiamo suonando con Paul McCartney?”», ha detto. «Quando suoni con lui non ti fa pesare la sua presenza. Tutto questo perché ha un enorme talento», ha aggiunto. La chitarra degli Aerosmith non ha rivelato nulla di più. Quella con Depp non è la prima collaborazione per l’ex Beatles. L’attore è fra i protagonisti di tre videoclip di Paul McCartney: «My Valentine» del 2012, «Queenie Eye» dello scorso anno e da poco è uscito «Early Days» in cui Depp suona la chitarra assieme a un gruppo di bluesman e allo stesso Macca. (a.l.) © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA ✒ La lettera Palinsesti Le novità sulla terza rete Viale Mazzini, i conti e il numero dei dipendenti Sul «Corriere» di mercoledì 23 luglio Milena Gabanelli ha scritto un articolo sugli sprechi della Rai. Ecco la replica dell’azienda e la controreplica della giornalista. Conduttrici Licia Colò, 52 anni e, a destra, Anna La Rosa (59) La Rai che cambia volto taglia Colò e La Rosa Il nuovo corso di Rai3 procede anche a colpi di spugna. Oltre ai nuovi programmi nati sotto la direzione di Andrea Vianello — ultimo dei quali il talk di approfondimento «Millennium» con Mia Ceran, Marianna Aprile, Elisabetta Margonari —, ce ne sono altri che spariscono. O, comunque, che cambiano volto. È il caso di «Alle Falde del Kilimangiaro», confermato in palinsesto anche se, alla conduzione, dopo sedici anni, non ci sarà più la storica padrona di casa Licia Colò. Al suo posto, Camila Raznovich. Il motivo di questo cambio sarebbero i contrasti con la rete, diventati per la conduttrice difficili da sopportare e, evidentemente, anche per il direttore, che ha deciso la sostituzione. Una scelta che, per ora, non sembra essere stata accolta con particolare calore dal pubblico, almeno non quello dei social network, che ha travolto di messaggi Colò su Twitter e Facebook. Tra le altre novità della terza rete Rai, la cancellazione di «Telecamere», per anni considerato — giocandosela con «Porta a porta» — la terza camera del Parlamento. Nonostante il programma non sia stato annunciato alla presentazione dei palinsesti, la conduttrice Anna La Rosa ha parlato di «fulmine a ciel sereno» sul sito del Fatto Addio «Telecamere» «Sono amareggiata, anche perché l’ho saputo nei corridoi» quotidiano: «Non so cosa sia successo, sono amareggiata, non abbiamo mai avuto scontri. Il programma è low cost, credo che costi sui 5.300 euro. È una decisione legittima, ma mi è dispiaciuto che Vianello, che è anche un amico, non me lo abbia detto mesi fa, sono venuta a saperlo nei corridoi». R.S. © RIPRODUZIONE RISERVATA ❜❜ Caro Direttore, in merito all’articolo di Milena Gabanelli sulla Rai, desideriamo fare alcune precisazioni. La Gabanelli scrive «i conti sono così così». Non si tiene conto però che in Italia tutto il settore dell’editoria è in sofferenza e che il mercato pubblicitario è in calo ormai da 5 anni. In questo contesto la Rai ha chiuso il bilancio 2013 con un utile di 5 milioni di euro a fronte di meno 245 milioni nell’anno precedente. Un anno in anticipo rispetto agli obiettivi economici fissati dal Piano Industriale 2013-2015. Questo risultato, che non veniva raggiunto da anni, non è stato ottenuto attraverso tagli lineari, ma attraverso razionalizzazioni strutturali, ottimizzazioni e un migliore utilizzo delle risorse interne. Nell’articolo poi ci si sofferma sull’informazione Rai. A parte la bizzarra coincidenza con cui l’estensore dell’articolo suggerisce di ripensarne l’organizzazione, proprio nel giorno in cui il Direttore Generale ha illustrato al consiglio d’amministrazione le linee guida per una riforma radicale delle news e che sono state anticipate anche dal tuo giornale, è utile correggere alcuni dei dati riportati. TG1, TG2, TG3 sono finalmente digitalizzati ed è appena partito lo stesso processo per la TGR, colmando così un gap tecnologico che la Rai si trascinava da molti anni e che non era accettabile. C’è naturalmente ancora da fare nel campo della tecnologia ed è per questo che il Piano Industriale prevede di continuare ad investire in modo costante. Ci sono però anche delle aree in cui la Rai non è seconda a nessuno: la nuova regia di Rainews24 – in funzione da pochi giorni – è tra le più tecnologicamente avanzate al mondo. Su RaiNews va anche precisato che i giornalisti sono 190 e non, come erroneamente riportato, 1.700 che è invece il numero totale dei giornalisti delle news Rai. Il rilancio del canale è cominciato da poco più di un anno e i giornalisti di RaiNews lavorano per tre testate e realizzano tre diversi prodotti (Rainews24, Televideo e Rainews.it). RaiNews, l’unico canale italiano all news in diretta 24 ore al giorno, è largamente il canale all news più visto in Italia. Alla Gabanelli che scrive che Rainews24 «non si può dire sia seguitissima», si potrebbe rispondere che anche il canale all news della tanto citata Bbc si attesta circa all’1% di share, e quelli di tutti gli altri servizi pubblici europei fanno registrare ascolti più bassi. Non perché non siano ben fatti e pieni di contenuti interessanti, ma semplicemente perché gli ascolti di un canale all news non possono essere giudicati con lo stesso metro di quelli dei Tg dei canali generalisti. La TGR, poi, è una parte fondamentale del Servizio Pubblico, con 8.500 ore di prodotto televisivo e 6.000 ore di programmazione. I giornalisti delle sedi regionali si prodigano per tenere accesi i riflettori su situazioni altrimenti dimenticate. Gli immobili delle sedi regionali,poi, sono in gran parte un’eredità degli anni 60 e costituiscono un patrimonio complesso e non semplice da razionalizzare, per molte ragioni. Alcuni dei palazzi sono sovradimensionati, altri hanno vincoli artistici e di destinazione d’uso, ma sono già previsti una serie di interventi. Per quanto riguarda RaiWay, va precisato che non ha come cliente unico Rai anche se certamente Rai è il principale e più importante. Al 31 dicembre 2013 circa il 17% del fatturato di RaiWay risulta generato da clienti terzi. E il processo di IPO in corso, come rappresentato a CONSOB e a Borsa Italiana si sta svolgendo nel pieno rispetto della normativa vigente. Rai Vaticano,poi, è una struttura che ha permesso di coprire in questi anni gli eventi legati ai grandi cambiamenti della Chiesa sostanzialmente con lo stesso numero di persone di quando fu costituita. Rai Expo sta contribuendo a far conoscere la manifestazione in Italia e all’estero. È un impegno a tempo pieno che non si sarebbe potuto gestire se non in modo organico e attraverso un’apposita unità. La struttura ha sede a Milano e Roma, fornisce contenuti per tutte le piattaforme RAI. Sul sito www.expo.rai.it è possibile capire come opera la struttura, chi ci lavora e come fa servizio pubblico in italiano, inglese, cinese e spagnolo. Rassicuriamo Milena Gabanelli che alla fine della manifestazione la struttura verrà sciolta, il 31 ottobre 2015 in concomitanza con la conclusione dell’Esposizione Universale. La Struttura Rai Quirinale, non ha «35 dipendenti» come erroneamente riportato nell’articolo, ma 7. Infine il personale. Non è chiaro da dove la giornalista abbia colto che l’azienda stia mandando a casa migliaia di persone. E il fatto che scriva «che hanno famiglia!» farebbe pensare ad un allontanamento di giovani con figli piccoli da mantenere. Non è così. Le 700 persone che hanno lasciato la Rai lo scorso anno erano tutte in età pensionabile. La verità è che stiamo assumendo in anticipo, rispetto ai tempi previsti, le persone dai «bacini», un orrore che ha lasciato nel precariato migliaia di persone per anni e che stiamo cercando di sanare. Stiamo assumendo, per la prima volta da molto tempo a questa parte, giovani, anche giornalisti, con concorsi pubblici. Dispiace che la Gabanelli non abbia verificato i dati in suo possesso con i suoi colleghi della Rai, azienda per la quale anche lei lavora. Alla Bbc la chiamerebbero professional courtesy, ma anche questo ci distingue dalla prestigiosa televisione inglese, e «anche per questo il mondo intero considera la BBC la più autorevole tv al mondo». Fabrizio Casinelli Responsabile Relazioni con i Media So benissimo che Gubitosi sta tentando di riorganizzare l’azienda, il mio articolo era un invito al premier a non lasciarlo solo in questa difficile operazione di rilancio, visto che è stata la politica ad ingolfarla. Venendo ai numeri: se i 1.700 giornalisti Rai fornissero il loro contributo a Rainews.it (come avviene dentro la Bbc) sarebbe la testata più cliccata, mentre oggi non lo è. Mi fa piacere sapere che Rai Quirinale non è un elefantino, con l’occasione ci può fornire i numeri esatti su Rai Parlamento? (MG) 44 Sabato 26 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Sport DAL NOSTRO INVIATO TORINO — La Juventus è ancora in vacanza. E non è un modo di dire considerato che mancano ancora i dodici giocatori impegnati al Mondiale brasiliano. Nella prima sgambata stagionale a Vinovo contro i dilettanti cittadini del Lucento i bianconeri perdono 3-2 (con una doppietta di Llorente) colpendo quattro volte i pali. Álvaro Morata zoppica a bordo campo col tutore che protegge il ginocchio infortunato e nel complesso non si può dire che l’avvio del nuovo corso di Massimiliano Allegri sia particolarmente fortunato. Ma i motivi di interesse adesso sono altri, legati all’identità camaleontica della Juve che sta rinascendo dopo l’addio traumatico di Antonio Conte. Dopo tre anni giocati a tutta velocità e ritmo con il 35-2, Allegri sta pensando a una squadra capace di cambiare pelle, senza rinnegare le proprie radici, ma cercando anche di sfruttare al meglio le qualità dei suoi giocatori, vecchi e nuovi. In difesa, a centrocampo e soprattutto nella fase offensiva, con soluzioni diverse e meno prevedibili rispetto al passato e ovviamente interpreti differenti: giocatori duttili come Evra, Morata, Pereyra e probabilmente Romulo si inseriscono proprio in questo Pallanuoto, Settebello sconfitto Eto’o, accuse dall’ex fidanzata Finisce in semifinale il sogno dell’Italia agli Europei di Budapest. Il Settebello perde 8-7 contro l’Ungheria, campione del mondo in carica. Domani si torna in vasca per la finale del 3° posto contro il Montenegro (ore 18.20, su RaiSport1). Dopo la sconfitta ai rigori con l’Olanda, oggi il Setterosa sfida l’Ungheria per il bronzo (ore 16.30, RaiSport1). Non c’è pace per Samuel Eto’o (nella foto). Secondo quanto scrive il «Sun», l’attaccante, svincolato dopo l’addio al Chelsea, deve difendersi dall’accusa di aver pubblicato foto di nudo dell’ex fidanzata sui social network. La donna, Helene Nathalie Koah, ha denunciato Eto’o per «oltraggio al pudore, pubblicazioni oscene, minacce e false dichiarazioni». Juventus Il tecnico pronto a cambiare gioco «consapevole della responsabilità che mi attende» Però perde 3-2 con i dilettanti del Lucento contesto. «Mi interessava vedere le condizioni di che c’è già — spiega il tecnico livornese —, abbiamo sbagliato molti gol, colpito tanti pali, ma quello che dovevo vedere l’ho visto. Da domenica ci ritroviamo tutti e da allora sarà tutto com- pletamente diverso. Un’eventuale partenza di Vidal? Con Arturo ho già parlato, come con tutti i nostri giocatori ancora in giro per il mondo. È un giocatore della Juventus e non sono assolutamente preoccupato. La società sta lavorando bene per rafforzare la squadra e al momento sono contento e anche ben consapevole della responsabilità che mi attende, come ha giustamente sottolineato John Elkann». Nella prima sgambata stagionale Allegri ha presentato una Juve con la difesa a quattro e un 4-3-2-1 iniziale con Gio- Doppietta & delusione Massimiliano Allegri, 46 anni, con Roberto Maxilimiano Pereyra (23) e la panchina della Juventus durante l’amichevole contro i dilettanti del Lucento. A sinistra Llorente, 29 anni, due gol (LaPresse) vinco e Tevez dietro a Llorente, una soluzione che dà l’idea almeno in embrione di quello che potrebbe essere la nuova faccia della Juve, mutevole e rinfrescata rispetto al modulo di riferimento dell’era Conte. «Stravolgere una squadra che funziona sarebbe poco intelli- Allegri ma non troppo MARINA DI PIETRASANTA — Fra ricordi di infanzia e telefonate di mercato, l’umore di Adriano Galliani (a cui ieri è stato consegnato il Premio Focette) non viene guastato dalle notizie provenienti da Oltreoceano. Come sono lontani i tempi del precampionato di Allegri, duramente criticato il 9 agosto di due anni fa quando il Milan, al termine della tournée americana, venne sonoramente sconfitto per 5-1 dal Real Madrid. «Sono incazzato nero, non si possono fare nove cambi», disse all’epoca l’a.d. milanista, infuriato per la mega figuraccia. Ieri notte i rossoneri (con all’attivo due vittorie su Renate e Monza) sono stati sconfitti per 3-0 dall’Olympiacos nella gara d’esordio della Guinness Cup a Toronto. «Non sono preoccupato — dice ora Galliani —, in campo non è andato il vero Milan. Mancavano tanti titolari, i nazionali non hanno giocato e in più Ménez era ancora indisponibile per un fastidio. Inoltre la squadra era reduce da un viaggio travagliato: era arrivata a Toronto alle due del mattino dopo essere rimasta bloccata in aeroporto a New York per due ore». E non è mancata una battuta sulla Juve (non nominata): «Vedo che altri perdono con i dilettanti», alludendo al 2-3 bianconero con il Lucento. Anche Silvio Berlusconi, davanti alla tv in piena notte per il primo tempo Milan Sconfitto per 3-0 dall’Olympiacos Galliani tranquillo: «Mancavano tanti titolari» E punge i bianconeri Balotelli: «Sarà la nostra stagione» della partita, è sembrato comprensivo. Ogni processo è rimandato, insomma, nonostante l’attacco (Niang-Pazzini-El Shaarawy) non sia parso prolifico di occasioni e la difesa con Zaccardo e Albertazzi abbia prodotto danni. «Quando ci saremo tutti, vedremo un’altra squa- dra», è stato il commento di Pippo. «Per tutti i leoni come me, questa sarà la nostra stagione. Nessuna paura! Nessuna via d’uscita! Andiamo», twitta invece Balotelli. Che (in mancanza di offerte concrete) pare destinato a rimanere. «Mario non ha mai chiesto di essere ceduto. Resterà al 99%», annuncia il vicepresidente rossonero. Sullo sfondo resta la vicenda legata all’elezione del prossimo presidente federale. Sull’argomento Adriano Galliani preferisce non soffermarsi convinto com’è che parli da solo il risultato dell’urna (cioè 18 squadre di Sconfitta & goliardia Filippo Inzaghi, 40 anni, davanti alla panchina rossonera durante la partita contro l’Olympiacos. A sinistra El Shaarawy accetta di fare un selfie con l’invasore di campo (Ipp, Epa) serie A a favore di Tavecchio e solo due contrarie). Non intende prendersi meriti e responsabilità per l’ennesima battaglia in Lega vinta dopo quella per l’assegnazione dei diritti tv. Però fra una confessione in bianco e nero e l’altra, chiama il presidente Beretta per fissare una ce- Corriere della Sera Sabato 26 Luglio 2014 Sport 45 italia: 51575551575557 # Basket, vincono gli azzurri Tennis, Schiavone in semifinale Volley, assegnato premio Stracca L’Italia debutta al torneo di Skopje, in Macedonia, battendo il Montenegro 86-84. Con 34 punti all’attivo è Pietro Aradori il grande protagonista della partita. Da segnalare la centesima presenza in azzurro per Luca Vitali (esordio nel 2006 all’All Star Game di Torino). Oggi si torna in campo contro i padroni di casa della Macedonia (ore 20). Francesca Schiavone si è qualificata alle semifinali della Baku Cup eliminando la francese Kristina Mladenovic (6-3, 4-6, 6-0) e prendendosi così la rivincita dopo l’eliminazione ai quarti di finale nel torneo di Istanbul. Oggi la Schiavone affronterà l’ucraina Elina Svitolina, che ha vinto contro la francese Pauline Parmentier (6-4, 6-4). Albino Massacesi, a.d. della Lube Macerata, è il nuovo presidente della Lega Volley. Presentati i calendari di A1 e A2. È stato consegnato il trofeo alla memoria di Roberto Stracca, giornalista del Corriere della Sera scomparso nel 2010. Premiati i responsabili degli uffici stampa Simone Camardese (Sir Safety Perugia, A1) e Michele Campagnoli (B-Chem Potenza Picena, A2). Elezioni Figc Presentata ufficialmente la candidatura del presidente della Lega Dilettanti gente e la formazione era dettata soprattutto da chi c’era a disposizione — osserva Allegri, riferendosi soprattutto alla linea a quattro di difesa, coi centrali Ogbonna e Sorensen in campo tutta la partita —. Ma ad esempio un giocatore come Pereyra che è arrivato ieri mat- na lunedì sera a Milano, dopo i calendari di serie A, con il candidato principe, Abodi e Macalli. «Crediamo che sia necessario fare delle riforme e pensiamo che sia possibile realizzarle con Tavecchio presidente. È più una questione di programmi che di persone. Ho parlato con Alberti- tina e che ho voluto subito in campo nella ripresa mi dà soluzioni diverse nel centrocampo a tre o in attacco. Io eredito un sistema collaudato, ma con dei correttivi cercheremo soluzioni di gioco diverse». Anche perché le avversarie si stanno attrezzando e potrebbe davvero servire qualcosa di nuovo per battere la concorrenza per il quarto anno consecutivo: «È normale che Roma e Napoli parlino di scudetto — riconosce Allegri —, ma come loro ci sono anche Milan, Inter, Fiorentina. Tutti sono ambiziosi, ma avendo vinto gli ultimi tre titoli i favoriti siamo noi e ci prepariamo per confermarci, sapendo anche che sarà molto più difficile dell’anno scorso. Per questo prima avremo la rosa al completo meglio sarà, anche se tutti sappiamo quali sono i tempi del mercato. Le priorità adesso sono una punta centrale e un difensore centrale». Dopo due giorni di riposo, la Juve si ritrova domenica sera, finalmente al gran completo: mercoledì a Cesena (20.45) i bianconeri saranno in campo per il trofeo Lugaresi, prima di partire per la tournée in Australia, Indonesia e Singapore. Il cantiere aprirà sul serio. E i nuovi mattoni si potranno vedere più distintamente. Paolo Tomaselli © RIPRODUZIONE RISERVATA ni che è un amico. Penso che sia semplicistico parlare di rottamato e rottamatore. Ricordiamoci che Tavecchio ha il consenso delle quattro Leghe che pesano per il 68%. Albertini ha invece l’appoggio di giocatori e allenatori, voti che contano per il 30%». Fra quattro giorni a Casa Milan si soffieranno le candeline per due compleanni speciali. «Io e Barbara facciamo i nostri primi 100 anni, distribuiti purtroppo a mio svantaggio. Mi ricordo quando è nata perché già frequentavo Silvio Berlusconi. La convivenza è buona, del resto anche se occupiamo due aree diverse non è che ci separa il Muro di Berlino». In attesa che si districhi la matassa Robinho («ha ricevuto offerte e altre arriveranno lunedì», ha dichiarato l’a.d.: squadre turche e greche interessate), Cerci chiama il Milan; Campbell è l’alternativa (ma ci si chiede come mai l’Arsenal, titolare del cartellino, lo abbia sempre ceduto in prestito). Zapata, sempre titolare con Allegri, piace alla Juve, Dzemaili è l’idea per il centrocampo. Ma non per l’immediato. Sul palco delle Focette parte «I migliori anni della nostra vita», la canzone che più di ogni altra sintetizza gli ultimi 28 anni di Adriano Galliani (tutti in rossonero). Sipario. Monica Colombo © RIPRODUZIONE RISERVATA Dalle banane a Rivera c.t. pro tempore Tavecchio parte fra gaffe e battute «Non sarò un Re Travicello; il calcio deve svegliare l’Italia che dorme» Demetrio Albertini non si arrende e ha deciso di presentarsi all’assemblea elettiva della Federcalcio a Roma, fissata per l’11 agosto. Glielo hanno chiesto calciatori e allenatori e lui non si è tirato indietro, pur sapendo di partire battuto. Carlo Tavecchio ha ricevuto ieri a Roma dalla Lega Dilettanti (ne è il presidente dal 1999) la pubblica investitura per diventare il successore di Giancarlo Abete davanti a Lotito (il vero deus ex machina dell’operazione), al presidente della serie A, Beretta (che ha portato il documento con le richieste votato all’unanimità in Lega), a Carraro e a Matarrese, che hanno guidato la Figc in passato. Carraro ha definito Tavecchio «un personaggio poco glamour, come si dice adesso, ma solido e affidabile», però l’esordio da candidato, con larga maggioranza annunciata, non è stato entusiasmante, quando il futuro presidente ha parlato degli extracomunitari: «Le questioni di accoglienza sono una cosa, quelle del gioco un’altra. L’Inghilterra individua soggetti che vengono accolti, se hanno professionalità per giocare; noi invece diciamo che Opti Pobà, tanto per inventare un nome, è venuto qua che prima mangiava le banane e adesso gioca titolare nella Lazio. E va bene così». Per la verità non va bene, però Abete era troppo colto, citava Gandhi e Einstein e bisogna sempre cercare di peggiorare, anche se in serata sono arrivate le scuse di Tavecchio: «Le banane? Non mi ricordo neppure se ho usato quel termine, e comunque mi riferivo al curriculum e alla professionalità richiesti dal calcio inglese per i giocatori che vengono dall’Africa o da altri Paesi. Se qualcuno ha interpretato il mio intervento come offensivo, me ne scuso. Tra l’altro la mia vita è improntata all’impegno sociale, al rispetto delle persone, tutte, e al volontariato: in particolare in Africa». A parte le questioni ortofrutticole, in un’ora di intervento Tavecchio ha illustrato le linee guida del suo programma articolato in undici punti, sotto il titolo: «Il gioco del calcio al centro dei nostri pensieri». L’obiettivo è chiaro: «Ridare dignità alla federazione, che deve ritrovare un ❜❜ La gaffe L’Inghilterra individua i soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare. Noi, invece, diciamo che Optì Pobà è venuto qua, che prima mangiava le banane, ora gioca titolare nella Lazio. E va bene così ruolo centrale». Come sempre avviene in campagna elettorale, si è parlato di tutto e si è promesso la rivoluzione: revisione della governance («la madre di tutte le battaglie sono le riforme statutarie e in particolare la riforma del quorum che deve scendere dal 75% al 65%, altrimenti con il diritto di veto occulto si può bloccare sempre tutto») e dell’organizzazione fe- Candidato Carlo Tavecchio, 71 anni, ieri ha svelato il suo programma in vista dell’elezione dell’11 agosto (LaPresse) Stanotte sfida al Real Inter alla Casa Bianca, insieme contro il razzismo In prima linea nella lotta al razzismo. A Washigton D.C. i nerazzurri si sono fatti fotografare davanti alla Casa Bianca con la scritta «together» per lanciare il messaggio con l’hashtag #SayNoToDiscrimination. Stanotte (ore 0.10 su Sky) l’Inter debutterà contro il Real Madrid nella prima giornata della Guinness Cup e dovrà fare a meno di Kovacic. Svelata la seconda maglia: bianca (anche la croce che fa riferimento a Milano) con le scritte rosse (Getty) derale; lotta contro la violenza; riqualificazione del prodotto calcio; rilancio del Settore Tecnico e sviluppo dei Centri di formazione federale; ripensamento del Settore Giovanile e Scolastico; ricerca di nuove risorse economiche; miglioramento della comunicazione; revisione del progetto Club Italia; organizzazione di grandi eventi; maggiori rapporti con Governo («non può esimersi da interventi legislativi su fiscalità e impiantistica») e Coni («prima di rivedere i contributi dovranno riflettere»), per arrivare all’autoconsistenza finanziaria; riforma dei campionati (con visioni differenti fra A e B) e regole. Di sé, citando il precedente di Artemio Franchi, ha detto: «Io sono inadeguato? Sentiamo gli adeguati... Sono vecchio? Ho 71 anni e che cosa devo fare? Ammazzarmi? Questo Paese è addormentato, si sveglia per un fatto biologico. Io esco di casa alle 7.30 con la voglia di vivere, non aspetto che mi chiamino alle 10.30. Se qualcuno pensa che andiamo a creare un Re Travicello, si sbaglia; non faccio compromessi. La situazione imprevista che si è creata dopo il gol di Godin al Mondiale sta cambiando la mia vita». E su Albertini? «Tutti i grandi programmi si riducono a quattro paginette. Conta più un lancio di 40 metri del lavoro di anni». Argomento c.t., il più delicato visti i tempi ristretti (Olanda il 4 settembre in amichevole; Norvegia il 9 per Euro 2016): «Dobbiamo giocare con gli olandesi, ma chi ci mando? Ci mando Rivera!», presidente del Settore Tecnico e coetaneo di Tavecchio. Ma la spiegazione è stata più articolata, dopo aver negato contatti con Conte, Mancini e Guidolin: «Non ho intenzione di fare nessuna dilazione. Se dipenderà da me, il c.t. arriverà nella prima settimana di presidenza. Ma dobbiamo creare il capo di una scuola che va dall’Under 15 alla nazionale. Serve una persona competente, che dia una garanzia di 2-3 anni. Non è un progetto che si può realizzare in sei mesi. Ho in mente tutte persone di prestigio, ma bisogna vedere se vengono con le nostre ristrettezze economiche». Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA Il mercato Per l’attacco bianconero la pista Lukaku. Ritorno di Drogba al Chelsea. Ranieri nuovo c.t. della Grecia Marotta: «Sorpreso se Vidal se ne andasse». Monaco su Icardi «Sarei sorpreso se Vidal chiedesse di essere ceduto». Beppe Marotta blinda il gioiello cileno, che si è detto incerto sulla sua permanenza alla Juve ed è richiesto da mezza Europa. «La situazione è chiara — dice l’ad bianconero —: Arturo ha rinnovato il contratto la scorsa stagione e non ci sono motivi per una sua partenza. Le sue parole sono state fraintese, posso confermare che è contento di stare con noi e quindi non ci sono assolutamente allarmismi particolari». Ora bi- sognerà attendere il confronto che il giocatore avrà lunedì con Allegri. «Non sono preoccupato», assicura il tecnico. Ieri, intanto, è stato presentato Roberto Pereyra (15,5 milioni all’Udinese, che potranno diventare 17 con i bonus), centrocampista multiuso come Romulo, che è a un passo. L’altro tassello sarà un difensore centrale: piacciono Zapata e Mustafi. Capitolo attacco: serve una prima punta, dopo l’infortunio di Morata. «Di Eto’o non abbiamo mai parlato, ma che si tratti di lui o di altri — sostiene Marotta — non mi sbilancio perché, come diceva Trapattoni, non dire gatto se non ce l’hai nel sacco...». Dalla società filtra però una frenata sul camerunese, anche per le richieste elevate di ingaggio (3,5 milioni per due anni). «Confermo, siamo alla ricerca di un profilo chiaramente medio». Più per il costo che per il nome in sé. Resta viva la pista Lukaku, visto che proprio ieri il Chelsea ha ripreso Didier Drogba: l’obiettivo è ottenerlo in prestito con diritto di riscatto. «Con questi innesti la rosa sarà migliorata», dice fiducioso Allegri. Pillole. L’Inter ritiene incedibile Icardi, richiesto dal Monaco. Anche l’agente dell’argentino, Abian Morano, frena: «Mauro vuole vincere solo con i nerazzurri». Il discorso potrebbe riaprirsi in caso di mega offerta da parte dei monegaschi, dai 30 milioni in su. Claudio Ranieri è il nuovo c.t. della Grecia: per lui contratto biennale. Filippo Bonsignore Blindato Arturo Vidal (Epa) © RIPRODUZIONE RISERVATA 46 italia: 51575551575557 Sabato 26 Luglio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Sabato 26 Luglio 2014 Sport 47 italia: 51575551575557 Tour Vincenzo: «Sono solo uno che fa con amore il suo mestiere» Nibali, sponsor in fila e i soliti sospetti «Io leggenda? Ma no» Evitata la nuova caduta, oggi la cronometro DALLA NOSTRA INVIATA Le classifiche La rivelazione Les Crouchaux 121m Colle de Coulounieix Chamiers Font de Meaux 212 m Sargaillou 197 m Beleymas 137 m Villamblard 114 m Lagudal 158 m Le Bost 82 m Les Sarrazies 50 m BERGERAC — Tre richieste di biografia. L’invito in tv a Ballando con le stelle e a Che tempo Ordine d’arrivo che fa, nell’autunno. L’sms di Jo19ª tappa, Maubourguet vanotti che si augura di poter orPays du Val d’Adour-Bergerac, ganizzare presto, magari con 208,5 km l’amico comune Daniele Bennati 1. Navardauskas (Lit) in 4.43’41’’ (gregario di Contador), una (media 44,1 km/h) sgambata in bicicletta. E Matteo 2. Degenkolb (Ger) a 7’’ Renzi in lista d’attesa. «Tra la fi3. Kristoff (Nor) s.t. ne del Tour e gli inviti ai circuiti, 4. Renshaw (Aus) s.t. Nibali non rientrerà a casa pri5. Bennati (Ita) s.t. ma del 7 agosto — racconta Alex 6. Petacchi (Ita) s.t. Carera, il manager che lo segue 18. Pinot (Fra) s.t. da quando era amatore a Ma20. Valverde (Spa) s.t. stromarco —. Poi fisseremo la 24. Nibali (Ita) s.t. presenza a Palazzo Chigi». 30. Van Garderen (Usa) s.t. Dura la vita del re del Tour, ie32. Rolland (Fra) s.t. ri scampato all’ennesima caduta 46. Gallopin (Fra) s.t. sul bagnato nella tappa di Berge47. Peraud (Fra) s.t. rac vinta dal lituano Navardau164. Cheng (Cin) a 12’41’’ skas e bersaglio di un poco ele- LA TAPPA DI OGGI Périgueux gante attacco (ar- Bergerac 41 m 110 m gomenti abborracciati e dati inesatti), LiberationLe Monde, alleati nel gioco dei soliti sospetti sul do7 11 15 19 23 28 39 45 48 ping che il Gatto- 0 54 pardo, con il pelo arruffato dalla tiritera, ha liquiClassifica generale dato così: «È importante che alla 1. Nibali (Ita) in 85.29’33’’ fine risulti un Tour pulito (fin 2. Pinot (Fra) a 7’10’’ qui nessuna positività ndr). Per 3. Peraud (Fra) a 7’23’’ me, per i tifosi e per chi racconta 4. Valverde (Spa) a 7’25’’ le nostre imprese. Io una leg5. Bardet (Fra) a 9’27’’ genda? Ma no, sono solo un cor6. Van Garderen (Usa) a 11’34’’ ridore che fa con amore il suo 7. Mollema (Ola) a 13’56’’ mestiere e fa divertire la gente». 8. Ten Dam(Ola) a 14’15’’ La cattiva coscienza del cicli164. Cheng (Cin) a 5.43’10’’ smo, negli anni, ha modificato il Così oggi mercato. Spiega Carera: «Prima 20ª tappa, crono Bergeracle aziende cercavano belle facce Périgueux, 54 km e basta. Poi, complice la crisi Così in tv economica, si sono messe a cacore 14.15: Eurosport cia di personaggi autentici. La ore 15: Raitre, RaiSport2 bici è uno sport gratis, che i tifo- si possono toccare: gli sponsor ora vogliono testimonial sani, dai solidi valori, a cominciare dalla famiglia. Vincenzo risponde ai requisiti». Leader di una squadra-stato con un budget da 25 milioni di euro a stagione, l’Astana made in Kazakistan, Nibali ha un ingaggio (4 milioni all’anno, contratto rinnovato fino al 2016) che solo Froome e Contador, oggi, possono eguagliare. La speranza è che il Tour faccia fare al siciliano un carpiato con triplo avvitamento: «Vuelta e Giro ti rendono famoso nel tuo mondo. Ma il Tour è un’altra cosa: se vinci esci dal perimetro degli appassionati di ciclismo ed entri nella dimensione dei Tomba, della Pellegrini». Premesso che ogni azienda che si farà avanti (in Italia è pieno di mar- Marco Bonarrigo chi amici delle due ruote: Barilla, Ferrero, Mapei...) dovrà passare il vaglio dei kazaki, l’imperativo categorico per Nibali è imparare l’inglese: «Glielo dico da un anno ma ha pochissimo tempo libero e la sua priorità, con la bici, sono moglie e figlia». Solo così potrà affrancarsi da una sicilianità spiccata, il valore aggiunto («Insieme alla semplicità e all’importanza del sacrificio») da cui spiccare il volo. Certo il lato gossip, quello che interessa a un certo settore di riviste patinate, è pari a zero. «Però non fa mistero delle sue simpatie renziane, dato il suo passato in Toscana. È simpatico e può parlare di tutto. Se il fatto che non dia adito a pettegolezzi toglie interesse a un certo pubblico, per l’altra metà la sua serietà ne aumenta il fascino». Adora i quiz televisivi, cui parteciperebbe volentieri. «Qualsiasi gioco in cui c’è competizione lo appassiona: lo vedrei bene all’Isola dei Famosi», azzarda Carera, senza pensare che le starlette potrebbero essere ben più minacciose delle miss da podio. Se sull’immagine di Nibali i lavori sono in corso, sul suo valore economico ci sono solo certezze. Il cachet per un circuito è schizzato a 40 mila euro (ne farà 7). Intascato il milione di euro di bonus Tour dall’Astana, lascerà il prize money (511.950 euro tra vittoria, piazzamenti e giorni in giallo: 19 a Parigi) a gregari e personale della squadra. Per la conquista del tricolore ha regalato ai suoi uomini un orologio. Ma il Tour vale di più. E il Gattopardo, saziato l’appetito, saprà essere generoso. © RIPRODUZIONE RISERVATA Gaia Piccardi 25 milioni di euro a stagione è il budget dell’Astana, la squadra kazaka di Vincenzo Nibali 4 milioni di euro è l’ingaggio del leader del Tour con l’Astana. ll suo contratto scade nel 2016 Fatica Nibali sotto la pioggia. A fianco la caduta: il leader, indenne, nel tondo (Afp, Ipp) Un sistema Italia da rilanciare Ma in Sicilia il ciclismo è in via d’estinzione BERGERAC — Come il pistacchio di Bronte o la mandorla di Avola, Vincenzo Nibali è il frutto pregiato di un’agricoltura che però è in seria crisi produttiva. Così anche il ciclismo italiano: veste la maglia gialla — massimo simbolo del potere — ma pedala verso l’estinzione. Emblematico il caso dalla Sicilia, la terra di Nibali. Le società ciclistiche isolane sono passate da 274 (2012) a 219 (2013) a 160 (2014). Tracollo dovuto al taglio dei finanziamenti regionali. Inevitabile, improrogabile: avevano una scandalosa media di due atleti tesserati a testa ed erano gestite «a pacchetti familiari» (fino a 10 team legati allo stesso presidente) per accumulare denaro che raramente veniva investito nel ciclismo. Ora nell’isola mancano anche quelle poche manifestazioni che accesero la scintilla della passione in Nibali: una delle più antiche corse italiane (il Trofeo San Pietro di Milazzo, vinto da Vincenzo a vent’anni) si è estinto tre stagioni fa per mancanza assoluta di fondi. Ma il discorso va allargato a tutto il Paese. Nel delicato passaggio dai 16 anni (2.500 ragazzi tesserati in Italia, già pochi in assoluto) ai 20 (meno di 900), un atleta su tre appende la bici al chiodo. Gli under 23 vedono ridursi ogni anno le gare disponibili per mancanza di sponsor e supporto federale: ottenere strade chiuse al traffico sembra già un miracolo. Il 75 % dei tesserati alla Federciclismo è composto da cinquantenni. Le notizie che arrivano dal professionismo non sono migliori. A fine ottobre chiuderà i battenti la Cannondale di Sagan, Basso e Moser. Il marchio di bici americano si abbinerà a un team straniero, i corridori italiani si accaseranno all’estero. Il destino della Lampre Merida (il secondo team azzurro World Tour, qui in Francia purtroppo inconsistente) è legato al processo penale di Mantova (novembre) e a quello sportivo che coinvolge Diego Ulissi, leader incontrastato del gruppo, coinvolto nel «caso salbutamolo» al Giro d’Italia. Per far nascere dei nuovi Nibali servirebbe un reset totale del sistema Italia. La Federazione muove timidissimi passi: corsi di formazione per direttori sportivi, introduzione della figura del preparatore atletico per sostituire quella del praticone. Ma per salvarsi dall’estinzione bisogna cambiare marcia: la maglia gialla può e deve essere un formidabile catalizzatore. © RIPRODUZIONE RISERVATA «Nel 2015 punterò al titolo. In Sebastian si nota un pizzico di frustrazione, ma per me ha sempre rispetto e sensibilità. Suono a parte, la novità del turbo mi piace» Ricciardo: «Sorpreso dai risultati? Un po’ sì Anche Vettel può imparare qualcosa da me» «La Ferrari è un sogno per tutti, ma ora sono felice con la Red Bull» DAL NOSTRO INVIATO BUDAPEST — Giro di boa. Oppure, se preferite, termine del primo quadrimestre della F1 edizione 2014. In una classe vivace sul fronte dei volti nuovi, l’australiano Daniel Ricciardo s’è proposto come «studente modello» per la serietà con la quale si è preparato alla nuova sfida (lottare nello stesso team di un quadricampione del mondo), per l’impegno dimostrato e per i risultati ottenuti, come può certificare proprio il Vettel che spesso ha dovuto mangiare la polvere. La parola allora a lui, al «canguro 2.0» (la versione precedente era quella del connazionale Webber), che piace anche per i modi garbati e per la spensieratezza sottolineata da un sorriso smagliante «per il quale, e non scherzo, sto cercando uno sponsor». Che voto darebbe a Daniel Ricciardo? «Direi nove. O anche nove e mezzo». Meglio lei o Bottas, tra gli emergenti? «Ho molta stima di me stesso. Quindi voto per me. Però Valtteri è un ottimo pilota e lo dico dal 2008: ci trovammo a lottare per un titolo della Formula Renault e la spuntò lui». Vettel deve imparare qualcosa da Ricciardo? «Probabilmente sì, anche se non saprei indicare un aspetto specifico. Vado per linee generali: nell’automobilismo si può sempre imparare da chiunque, perfino se hai più esperienza e se sei un quattro volte campione del mondo». Quanto è sorpreso da se stesso? «Un po’ lo sono. E non avrei mai immaginato di avere già una vittoria e tre podi minori, che sarebbero quattro se in Australia non fossi stato squalificato. Peraltro, arrivando alla Red Bull, ero sicuro che se mi fossi preparato bene avrei potuto fare un buon lavoro». Qual è l’aspetto che l’ha stupita maggiormente? «Ribalto il concetto: non sono stupito io, ma il mondo della F1. Penso che molti si immaginavano un Ricciardo intimidito dal nuovo ruolo; invece non è andata così». Lei arriva dall’era dei motori V8 e sta sperimentando la stagione delle power unit: meglio il passato o il presente? «Suono dei motori a parte, a me la novità del turbo piace. Le macchine sono divertenti, anche se a volte sono Talento Daniel Ricciardo, 25 anni, terzo nella classifica piloti (Epa) Il pronostico «Penso che a parità di condizioni il titolo lo vincerà Hamilton. Si deciderà alla fine, nella gara con i punti doppi» difficili da guidare». Davvero non ha mai visto Vettel imbronciato per essere stato battuto così tante volte? «Nella radio mi capita di sentire commenti un po’ tesi: ad esempio, è successo in Cina. Sì, c’è un pizzico di frustrazione in lui, però tutte le volte Qualifiche alle 14 Il venerdì ungherese ha offerto le scuse di Lauda a Mattiacci, che chiudono la vicenda della battutaccia di Niki sulla F14 T, la pace tra la Brembo e la Mercedes (il cedimento del disco del freno di Hamilton, in Germania, non è dipeso da un difetto del pezzo), la conferma che la F1, che tornerà in Messico nel 2015 , sbarcherà dal 2016 a Baku. Ma la scelta della capitale azera ha riproposto il dibattito sull’opportunità di esplorare nuovi mondi. E già che si era in tema, ci si è chiesti se sia il caso di andare a Sochi (Russia) dopo la vicenda del jet malese abbattuto. «Andiamo dove ci dicono la Fia e la Fom», hanno detto alcuni team principal Così ieri Prove libere, prima sessione Hamilton (Gbr) Mercedes 1’25’’814 Rosberg (Ger) Mercedes 1’25’’997 Raikkonen (Fin) Ferrari 1’26’’421 Alonso (Spa) Ferrari 1’26’’872 Prove libere, seconda sessione Hamilton (Gbr) Mercedes 1’24’’482 Rosberg (Ger) Mercedes 1’24’’720 Vettel (Ger) Red Bull 1’25’’111 Alonso (Spa) Ferrari 1’25’’437 Così oggi ore 14: qualifiche Tv: Raidue, SkySportF1 che ci togliamo i caschi non ci sono mai atteggiamenti sbagliati o parole fuori luogo. Sebastian ha rispetto e sensibilità per me». Vedendo la dominanza della Mercedes, in un certo senso questo è l’anno sbagliato per guidare una Red Bull? (risata) «Vanno forte, eh?... Se si guarda agli ultimi quattro anni, potrebbe essere così. Ma non è un disastro: abbiamo raddrizzato la situazione dopo i problemi nei test invernali e siamo competitivi. Non c’è mai un anno sbagliato per guidare una Red Bull». Le diamo la possibilità di portare via qualcosa alla Mercedes: che cosa prende? «Posso prendermi il motore?». Rosberg o Hamilton per il Mondiale? «Ah, bella questione. Ho sempre detto Lewis, ma ora è leader Nico. Eppure io continuo a pensare che a parità di condizioni, vincerà Hamilton: si deciderà ad Abu Dhabi, alla fine, nella gara con punti doppi». Lo sa che i tifosi della Ferrari sono arrabbiati perché lei ha dichiarato di non pensare di correre per la Rossa? «Davvero ho detto questo?... Io penso che la Ferrari sia un sogno per tutti, ma sono felice dove sono e vedo ancora tanta Red Bull nella mia carriera. Però non chiudo le porte a nessuno». Un anno fa non se la sentiva di pronosticare il momento in cui Ricciardo avrebbe potuto competere per il Mondiale: ora ha le idee più chiare? «Sì. Punterò al titolo già dal 2015». Flavio Vanetti © RIPRODUZIONE RISERVATA 48 Sabato 26 Luglio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Bianca e Carlo con Luigi, Beba, Clelia, Giorgia, Sofia e Vittoria annunciano la morte della loro bellissima mamma Bruna Tossi Guareschi Sarai sempre con noi a Capiago.- Ciao mamma.I funerali si svolgeranno lunedì 28 luglio alle ore 14.45 presso la chiesa di San Francesco di Paola via Manzoni 30 Milano. - Milano, 25 luglio 2014. Partecipano al lutto: Francesca Zanotti. Minnia Boiral. Felice e Anna Riva con affetto. Massimo Pietro Caterina Amati. Monica Picariello. Dopo una inesorabile malattia, abbiamo perso la nostra amata sorella Bruna Lamica Luisa Podda nel ricordo della carissima Ci ha lasciato Ciao Libero Petrosino Titti Ne danno il triste annuncio i figli Vittoria e Rodolfo unitamente ai parenti ed agli amici tutti.- I funerali si terranno sabato 26 luglio ore 14.45 presso la parrocchia SantAngela Merici di Milano. - Milano, 25 luglio 2014. partecipiamo commossi al dolore di Isa e della famiglia.- Vera e Franco. - Procchio, 24 luglio 2014. e lo ricordano a quanti gli hanno voluto bene. - Carrara, 25 luglio 2014. Franco, Viviana, Ludovica, Lorenzo abbracciano Isabella, Cecio, Carlotta per limprovvisa scomparsa di Marjan e Pepi, Davide con Ludovica, Daniela e Charlotte, Giorgio e Silvia si stringono a Loretta e Valentina con commozione e gratitudine per la perdita di Ciao Bruna amica di una vita.- Tutti i Bagliani. - Milano, 25 luglio 2014. Bruna Tossi Guareschi La perdita di una tanto stimata persona ci ha immensamente colpiti.- Ci uniamo con tanto affetto alla famiglia.- I condomini e lAmministratore di corso di Porta Nuova 20 - Milano. - Milano, 25 luglio 2014. Alessandra insieme a Veronica e Federico abbraccia con grande affetto Rudi e tutta la famiglia per la perdita del caro papà Libero Petrosino - Milano, 25 luglio 2014. Giacomo Liberti è vicino al dolore di Rodolfo per la scomparsa del caro papà Libero Petrosino - Milano, 25 luglio 2014. Titti Marco e Gianluca, con Ada, Benedetta e Maretta, sono vicini a Maria Paola in questo momento di grande dolore per la scomparsa di Paolo e Monica con Mariasole, Angelica e Matteo sono affettuosamente vicini a Rudy per la perdita del caro papà Jacopo Nardi Libero Professoressa I funerali si celebreranno sabato 26 luglio alle ore 11, nella chiesa parrocchiale di SantAmbrogio a Merate, via Santa Maria. - Milano, 25 luglio 2014. Ciao Jacopo ragazzo di 58 anni che la vecchiaia non ha voluto.- Francesca. - Milano, 25 luglio 2014. Bruna Tossi Guareschi Adalberto e Flavia, Erminio e Carla, Romola piangono Bruna amica e collega di una vita. - Milano, 25 luglio 2014. Claudio e Maria Luisa Rugarli con Elena e Mirko sono vicini con affetto a Carlo, Bianca Maria e tutti i loro familiari in questo momento doloroso e avranno sempre nel cuore la loro carissima amica Bruna Tossi Guareschi - Milano, 25 luglio 2014. Siretta, Giordano, Francesca, Silvia e famiglie piangono Bruna vera grande amica di una vita. - Milano, 25 luglio 2014. Bruna non ti dimenticheremo, amica carissima.- Luisa Riva e figli. - Arese, 25 luglio 2014. Elio e Pupa danno laddio a Bruna Restano quarantanni di ricordi di unamica memorabile. - Porto Cervo, 24 luglio 2014. Nila e Raimondo con Francesca, Valentina e Roberto profondamente addolorati sono vicini a Bianca e Carlo per la perdita della cara indimenticabile amico per sempre. - Milano, 25 luglio 2014. Jacopo sei stato un compagno di vita, sempre presente quando avevamo bisogno, un amico insostituibile e fraterno.- Rimarrai sempre nei nostri cuori.Laura, Lucia e mamma Franca. - CastellArquato, 26 luglio 2014. Giovanni e Cecilia Fumagalli abbracciano Paola in ricordo dellamico Jacopo - Camogli, 25 luglio 2014. Ciao Jack amico fraterno di una vita, ci mancherai.- Elia e Stefania. - Milano, 25 luglio 2014. Arrivederci Jacopo indimenticabile amico.- Giuseppe e Lianella, Nicola e Bernadette. - Milano, 25 luglio 2014. Carlo ed Isabelle Clavarino con Elena, Luca e Giulia profondamente addolorati si stringono con grande affetto a Maria Paola e famiglia Nardi per la prematura scomparsa del caro Jacopo - Milano, 25 luglio 2014. Silvia e Lazzaro terranno nel cuore le ore belle passate a Capiago nella calda ospitalità della cara Bruna Ricordando Giorgio abbracciano Carlino, Bianca e tutti i familiari. - Milano, 25 luglio 2014. Cara indimenticabile amica Bruna Jack Paolo e Sarah. - Milano, 25 luglio 2014. Ciao Jacopo i tuoi amici di One & Only ti penseranno per sempre con il "tuo giro dritto". - Milano, 25 luglio 2014. La palestra Doria partecipa commossa al grave lutto per la perdita del caro amico e grande sportivo Jacopo Nardi quanti bei ricordi in trenta anni di affettuoso vicinato!- Ernesto Marzia Matteo Maddalena Elena. - Milano, 25 luglio 2014. - Milano, 25 luglio 2014. Anselmo e Giovanna, Luciano e Ketty sono vicini ai famigliari per la scomparsa dellamica Il marito Enrico, le figlie Judy e Helen e i generi annunciano che dopo una vita dedicata alla famiglia si è spenta Bruna Guareschi Patricia Bazzaro OBoyle - Milano, 25 luglio 2014. Alberto e Monica, Alessandra e Massimo con i ragazzi ed i nonni Elda e Roberto abbracciano Rudy, Vittoria e Mia per la perdita dellamatissimo papà Libero Petrosino - Milano, 23 luglio 2014. - Milano, 25 luglio 2014. I compagni del Real Collegio si stringono con affetto a Isabella, Carlotta e Francesco nel ricordo del caro amico e grande "centravanti" Titti Massimo Arosio, Mario Boniello, Antonello Limonta, Fabrizio e Federico Puglioli. - Milano, 26 luglio 2014. - Milano, 25 luglio 2014. - Milano, 25 luglio 2014. Il Presidente Gualtiero Tamburini, lAmministratore Delegato Emanuele Caniggia, gli azionisti, il consiglio damministrazione e i dipendenti tutti di IDeA FIMIT sgr esprimono il più sentito cordoglio a Rodolfo Petrosino per la scomparsa dellamato padre Libero - Roma - Milano, 25 luglio 2014. "Ci vuole un minuto per notare una persona speciale, unora per apprezzarla, un giorno per volerle bene, ma tutta la vita per dimenticarla". (Charlie Chaplin) È venuto a mancare improvvisamente il nostro amato Giorgio Scovazzi Ne danno il tristissimo annuncio il fratello Luciano con famiglia, la sorella Patrizia con famiglia e i parenti tutti.- Il funerale si terrà il 30 luglio 2014 alle ore 11 nella chiesa SS. Apollinare et Anselmo di Baggio.- Non fiori, ma opere di bene. - Morbio Inferiore, 21 luglio 2014. Un pensiero speciale a Gio con laffetto di sempre.- Pacio. - Milano, 25 luglio 2014. Il Notaio Vito Sangiuolo ricorda con eterna gratitudine Sua Eccellenza il Presidente - Benevento, 24 luglio 2014. Ciao Bruna - Milano, 25 luglio 2014. un grande uomo tutto di un pezzo fino alla fine.Sentite condoglianze da Brus e Maria. - Milano, 25 luglio 2014. Guido Capozzi Partecipano al lutto: Monica Giusti. Erika Terzi. Titti mio caro amico mi mancherai.- Pierre. - Roma, 25 luglio 2014. Libero Maria Grazia Fabris con Edoardo e Federica piange lamica di sempre Jacopo Nardi Un abbraccio Con enorme dispiacere apprendiamo la scomparsa di Maria Paola, con Antonella e Giovanni, annuncia con grande dolore che si è spento Vittorio Baroffio Titti amico di una vita. - Milano, 25 luglio 2014. Riccardo, Rubina, Francesco e Alessandra abbracciano con grande affetto Isabella, Cecio e Carlotta nel ricordo dellesuberante allegria e simpatia dellamico punto di riferimento per tutti, aveva una parola di conforto e di incoraggiamento per ciascuno, preoccupata più per gli altri che per sé stessa, brillante nellintelligenza, tenera nei sentimenti ma rocciosa nella volontà di superare tutti gli ostacoli che di volta in volta la vita le metteva di fronte, entusiasta delle gioie che la famiglia e le amicizie le hanno sempre riservato.- Cara Bruna, ci mancherai e non ci consoleremo mai per quello che abbiamo irrimediabilmente perso.- Stringiamo i tuoi figli Bianca e Carlo e le loro famiglie in un affettuoso abbraccio insieme a Maria e a Vilma.- I tuoi fratelli Graziella e Sandro, le cognate, il cognato, i nipoti e i pronipoti. - Iseo - Perugia, 25 luglio 2014. che ha diviso con lei gli anni più importanti della vita. - Milano, 25 luglio 2014. Loretta e Valentina piangono Bruna con tanta nostalgia per le belle giornate passate insieme a Capiago e in Sardegna, abbraccia affettuosamente i figli Bianca e Carlo. - Milano, 25 luglio 2014. Antonio Maria Guffanti Partecipano al lutto: Marco, Annapaola e Stefano Capellini. Aldo Fumagalli Romario e Marco Annoni, insieme agli altri Amministratori e ai Sindaci del gruppo SOL si stringono affettuosamente ad Anna per la perdita del padre Rolando Gervasoni - Monza, 26 luglio 2014. Gli Amministratori, i Direttori Generali, i Dirigenti ed il personale tutto del gruppo SOL partecipano al dolore della Professoressa Anna Gervasoni per la scomparsa del padre Rolando Gervasoni - Monza, 26 luglio 2014. Nicoletta saluta con tutto lamore possibile il suo papà Marcello Carmi un papà speciale.- I funerali si terranno lunedì 28 luglio presso la parrocchia di San Lorenzo.Per lorario contattare il n. 3355262806. - Milano, 25 luglio 2014. Partecipa al lutto: Andreina Garaventa con tanto affetto. È mancato Marcello Carmi un uomo giusto e buono.- Rimarrà nel nostro cuore col profondo affetto di sempre.- I suoi fratelli Eugenio e Lisetta. - Milano, 25 luglio 2014. Caro Marcello che il tuo viaggio sia dolce e sorridente come lo sei tu.- Con amore dai tuoi nipoti Francesca, Maurizio, Antonia, Stefano, Lis, Valentina e da tutti i tuoi pronipoti. - Milano, 25 luglio 2014. Fondazione Bignaschi partecipa con grande affetto al dolore della sua segretaria Nicoletta per la morte del suo adorato papà Marcello Carmi - Milano, 25 luglio 2014. Enzo Mingione si stringe a Nicoletta e partecipa con Patrizia, Marco e tutta la famiglia al grande dolore per la morte dellamatissimo padre Marcello Carmi - Milano, 25 luglio 2014. Il giorno 23 luglio è mancato allaffetto dei suoi cari Franco Boselli Ne danno il doloroso annuncio, a funerali avvenuti, le figlie Silvia e Federica, il genero Massimo, ladorato nipotino Enrico e la compagna Annalena. - Savignano sul Panaro, 26 luglio 2014. Vittorio - Carrara, 25 luglio 2014. Fabrizio Gonni è vicino a Loretta e Valentina ricordando con affetto lamico Vittorio Baroffio - Milano, 25 luglio 2014. Gli amici di Missori Risorgimento 640 Milano sono vicini alla famiglia per la scomparsa del fraterno amico Vittorio Baroffio - Milano, 25 luglio 2014. Il Gran Maestro e tutti i Cavalieri del Gran Priorato dItalia si stringono in catena dunione nel ricordo del Cavaliere Vittorio Baroffio - Milano, 25 luglio 2014. Il Rotary Club Milano Porta Venezia ricorda con affetto lamico e vecchio socio RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: acquisizione.necrologie@rcs.it SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ Vittorio Baroffio mancato dopo una lunga malattia. - Milano, 25 luglio 2014. Il Presidente, lAmministratore Delegato, il Consiglio di Amministrazione ed il Collegio Sindacale di Banca Monte dei Paschi di Siena partecipano la scomparsa del dott. Carlo Zini che, ricoprendo la carica di Provveditore (Direttore Generale), contribuì alla crescita e allo sviluppo del Monte dei Paschi. - Siena, 26 luglio 2014. TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: Corriere della Sera PER PAROLA: Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 540,00 I condomini del condominio Lido, Milano partecipano al dolore della signora Cattaneo e famiglia ricordando con affetto il marito Gazzetta dello Sport Carlo Cattaneo - Milano, 25 luglio 2014. Alberto e Giuseppe Bertani sono vicini a Carlo, Alessandro e Patrizia per la perdita della cara PER PAROLA: Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Lucina Panzeri - Milano, 25 luglio 2014. Un anno fa ci lasciava Giulio Croce Senza di te, la mia vita, è una faticosa strada in salita.- Mi manchi, anche se sei nel mio cuore, nella mia anima e nella mia mente nel ricordo dei tuoi infiniti gesti damore.- Paola. - Milano, 26 luglio 2014. La famiglia di Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Edgardo Ferrari ringrazia sentitamente tutti coloro che hanno partecipato al loro dolore. - Milano, 26 luglio 2014. Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 e-mail: fatturazione.necrologie@rcs.it Servizio sportello da lunedì a venerdì Milano: Via Solferino 36 orario continuato dalle 9 alle 17.45 Informativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs. 196/2003 (“Codice in materia di protezione dei dati personali”). Conformemente all’impegno e alla cura che la nostra società dedica alla tutela dei dati personali, La informiamo sulle modalità, finalità e ambito di comunicazione e diffusione dei Suoi dati personali e sui Suoi diritti, in conformità all’art. 13 del D. Lgs. 196/2003. 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Corriere della Sera Sabato 26 Luglio 2014 49 italia: 51575551575557 Il Tempo Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile + 9>+ 5>8 9>9+ 5>4 9+>8 9 9>9 4 9>8 ) 9> 5> 9>5 4 9> 9> 5 5 9> -&2( -".2 (.2 &:" "$&( (-"&( ($(& &(6 "-&: &(& -5" 1(2%7 2:&&07&% :(0272 ,17:1=%*( 7&(7% # ,*17 1*<2% 7',*1&% %:2% & (71*$*1 1%&%<% 71 ',(% :(% *1 :!&%3 1*<2% 2#%1%7 2:&& 1!%*(% & '%* %11(* 2*& 2:& 127* & 2- *'(% & ,%*!! %(71221((* %( '(%1 ,%; %2 %& *1 27 &*&'(7 %( '%*$22* 1%7%* ,%; 2*& 2:& 127* & 711%7*1%* ,*% %(%=%* 277%'( &71 ,17:1=%*(% *( ,%*!! & *1 *2(- ,+5"$ %*(..( -" (2&: *($" 2&:-( $"-" *27 *1%(* (*< *&*!( *' ',*22* - &1% 7(% %&(* 1(7* (=% 1%27 %1(= 1:!% (*( /.:%& ,*&% 1% *7(= 7( $-%( &1'* &!#1* !&%1% :<*&* *,17* %*!!% *<2% ',*1&% %8 < *17* *17 *&7* *17 &'* (*( *27 1% *&*!( *&=(* 12% !&%1% )' ) 4; ) )0 )/ 4) 40 4 4' 4/ 4' 4/ 3) 1(* %*!!% ) )/ 4) ) 4; 4) 4; 40 3) 3) 44 4 40 4' ',*22* 7(% 1*7*( :(* %1(= (*< ',1% :<*&*2* /.:%& 22%( %&(* ,*&% &% &1'* ',*1& %"& %8 ) 4; 43 ) 4) ) 4) 40 3; 34 4/ 3; 3) 34 *,17* 1' 1:!% 21 %2 *7(= - &1% %'%(% < %"& %8 )0 )' )/ )' ) 43 )' 4/ 40 4' 40 40 34 4/ *<2% *' *1%(* 1(7* 1%27 %( (=% 1*( %"& %8 ) ) )0 4; )' 4; )/ 3; 40 4/ 4/ 40 4/ 4 8 7 Puzzles by Pappocom 9 1 8 5 4 6 6 3 9 Altri giochi su www.corriere.it 2 7 3 2 5 8 9 4 LA SOLUZIONE DI IERI 1 7 6 9 2 4 3 5 8 3 5 4 8 7 6 1 9 2 4 2 1 5 3 7 9 8 6 8 9 3 4 6 2 7 1 5 5 6 7 1 8 9 2 3 4 6 4 8 2 9 3 5 7 1 2 3 5 7 4 1 8 6 9 "&& $-( -"" "$&( &#- 5-.2 -" (% -$$(& ".(& "-& 5&"." $-" 2& 7 1 9 6 5 8 4 2 3 $!" !&!" &#(# a 1 euro più il prezzo del quotidiano &(56- 9&9 !"( &2"( 7 (-# $ "-( & -&".( (. &$. .$& "% "-2 In edicola con il Corriere il primo volume della collana «Diabolik nero su nero» dedicata al popolare eroe dei fumetti. Disponibile «La polizia non indaga». (#9( -. ((2 5$ !"&( In edicola con il Corriere Le avventure di Diabolik Primo volume Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 9 8 2 3 1 5 6 4 7 (&- -.6" - !%77* % Sudoku Diabolico 3 1 5 4 8 2 *22* %8 -$"&( %.2-% "6 5$"&( *& % 2(($% (*&!& %"& $."&#" .$( "%5-( %"& :1 % &% *& ( %1*&=%*( % 1% %(27%& 7&(7% *(7%(: ,*171 (:% 1*<2% %:2% (# 7',*1&% 2:& (71*$*1 :1*, 2:& *1 %711(*( &*& %(27%&%7 ,*'1%%( ,12(7 (# 2:&& 1!%*(% &(%#$(:%( 2: .:&& '1%%*(&% & 1 1* 2,% 2:&& :1#% ,1<& &0&7 ,122%*( *( & 7',* 2:& 127* & *(7%((7- "( &"-( 5&(. "-. (. 5& "22 $ .."( "-(" "22 $ *( Oggi su www.corriere.it I più letti Scienze Dinosauri con piume Gp di Ungheria Ricercatori belgi hanno trovato in Siberia resti di dinosauri piumati. 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Si parte alle 11.30 con «Ferie d’agosto» di Paolo Virzì: a confronto due gruppi di villeggianti (i semplici e gli intellettuali), con Silvio Orlando, Laura Morante, Ennio Fantastichini e Sabrina Ferilli. In prima serata c’è «Dove vai in vacanza?», autentico stracult in tre episodi, con Alberto Sordi (foto), Paolo Villaggio e Ugo Tognazzi. Chiude, a mezzanotte, «Casotto» di Sergio Citti, con Ugo Tognazzi, Gigi Proietti, Mariangela Melato e una giovanissima Jodie Foster. Una serata interamente dedicata al Teatro. La rassegna si apre con Paolo Rossi (foto) in «Come si ruba in teatro»: dal cabaret al Mistero Buffo 2.0, attraverso Molière, Jannacci, Gaber, Shakespeare. Per Rossi rubare in teatro può essere positivo e interessante. Alle 23.15, «Essere Riccardo; e gli altri», l’allestimento di uno spettacolo di Alessandro Gassmann. Poi un omaggio a Toni Servillo e infine il documentario originale «Attori o Corsari»: storie dei giovani attori e ballerini allievi della Milano Teatro Scuola Paolo Grassi. Chiuso per ferie Iris, dalle 11.30 Come si ruba in teatro Sky arte, ore 21.10 ,>Ó ,>Î ,iÌi{ >>ix i`>ÃiÌ°ÌÉV>>ix Ì>>£ >Ç /Û À>°Ì À>°Ì À>°Ì i`>ÃiÌ°ÌÉÀiÌi{ i`>ÃiÌ°ÌÉÌ>>£ >Ç°Ì ÌÛ°Ì °ää / £° °äx ,- ,"° V° °xx / £ °°-° /*" ° £ä°ää 8/ ° ÌÌÕ>ÌD £ä°Îä "*"/1//" " ,1//"° ÌÌÕ>ÌD ££°Óä 6, ",<<" / -// ° ÌÌÕ>ÌD £Ó°Óx "" ,/½-\ *,"1 -*", (° V° £Î°Îä /", ° £{°ää 1° ÌÌÕ>ÌD £x°Óä ° ->« "«iÀ> £È°£ä - 1,"- ° /v £Ç°ää / £° /*" ° £Ç°£x -1 ° ÌÌÕ>ÌD £Ç°{x *--" ", "6-/° ÌÌÕ>ÌD £n°xä ,<" / ° 6>ÀiÌD Óä°ää /", ° Óä°Îä , / -*",/° ,ÕLÀV> ëÀÌÛ> -, Óä°Îx / / / 66 /° 6`ivÀ>iÌ Ó£°Óä *" *, "*"° <" *"/ " ,/"° 6>ÀiÌD° `ÕVi *Õ«] À>>\ /} £ Èä ÃiV` n°xx -1 6 - "° ÌÌÕ>ÌD °Îä 6"9, /",9° ,>}>ââ £ä°ää 6" "<< ",° ££°Óx "-/," " ,9° /iiv £Ó°£ä "-/, ,"° /iiv £Î°ää / Ó ", "° £Î°Îä -, " 6, -//° ÌÌÕ>ÌD £Î°{x , *," 1 , £° \ *Ì >iÆ À> *Ài ` 1} iÀ> ` £] +Õ>vV i £x°Îä -+1, -* "" ° /iiv £È°£x -+1, -* -/" ,° /iiv £Ç°ää -+1, -* *-° /iiv £n°ää / Ó - °°-° £n°äx , / ,° /iiv £°Îx "--," ,8° /iiv n°xx 1,° £ä°Óä , ,* ° £Ó°ää / ΰ /" ΰ £Ó°£x /, -// ° ,ÌV>V £Ó°{x - ", 7-/° /iiv £Î°Îx /1 /1\ 6 6° V° £{°ää / ," ° / ," /"° £{°Óä / ΰ /" ΰ £{°xä /Î °°-° £{°xx , *9,° ÌÌ° £x°ää /"1, , Óä£{\ Óä§ Ì>««>\ iVÞ *iÀ}ÕiÕÝ° Và ÀiÌÌ>®\ /ÕÀ ,i«>Þ £n°£ä -/, 1," ° /iiv £°ää / ΰ/ ,°/ , /" Óä°ää "° ÌÌÕ>ÌD Óä°£x ,"/ *"*,° V i È°Îä / { / 7-° Ç°{ä 6 ° /iiv n°{ä -/,//" *"<° /iiv £ä°{x , // ½/ ° ÌÌÕ>ÌD ££°Îä / { /"°/ £Ó°ää , ° /iiv £{°ää " -*",/" ",1° ÌÌÕ>ÌD £x°Îä /," ½/ ° 6>ÀiÌD £È°£x , " /6 -* ° 6>ÀiÌD £È°xx *","/° /iiv £n°xx / { /"°/ £°Îx , " /6° 6>ÀiÌD £°xx /*-/ ½",° ->« "«iÀ> Óä°Îä -,/"° /iiÛi>° i}> À>V> Ì>iÀ] iÝ >`i>] >À> Õâ>à n°ää / x // ° °£ä -1*,*,/-° ÌÌÕ>ÌD °Îä / -"° /iiv £ä°ää 6,° ÌÌÕ>ÌD ££°ää ",1° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / x° /"°/ £Î°{ä -° /iiv £{°{ä -°°° "-- / 6,- /¶ À>>ÌV] 1Ã>] Óä£ä® £Ç°ää 1 ,<< -* ° i`>] iÀ>>] Óäää® £°ää -,/"° /iiÛi>° i «À}À>>\ /} x ÌV«>âi Óä°ää / x° /"°/ Óä°{ä **,-- -*, /° 6>ÀiÌD Ç°{ä 6/ - " " ° -iÀi n°Óä 9° /iiv °Óä -11,/",9° /iiv £ä°Óä ° /iiv £Ó°£ä " -" " " / 1° ÌÌÕ>ÌD £Ó°Óx -/1" *,/"° /"°/ -*",/ -/ / *<" ° £Î°äx -*",/ -/° £{°ää /° /iiv £È°Îx , *, 1 -" "° À>>ÌV] 1Ã>] Óään® £n°Îä -/1" *,/"° /"°/ £°ää /" E ,,9° >ÀÌ £°Îä ",8 1, " ",-/° °] 1Ã>] Óä£Ó®° Àà ,i>Õ`] Þi >`> Ç°ää " 1- ,-- -/*° ÌÌÕ>ÌD° i «À}À>>\ /} >Ç Ç°xä " 1- /"° ÌÌÕ>ÌD Ç°xx " 1-° ÌÌÕ>ÌD °{x " ,° ÌÌÕ>ÌD ££°ää " "° ÌÌÕ>ÌD ££°{ä " 1-° ÌÌÕ>ÌD £Î°Îä / Ç° £{°ää / Ç ," ° ÌÌÕ>ÌD £{°{ä ] 1 " -,," ° /iiv £È°{ä " 1° 7iÃÌiÀ] 1Ã>] £Èx®° ,i}> ` Ìi i>° >V V Ã] >iÀ ÌV i] i *iÀð £n°£x ½-*//", , 9° /iiv Óä°ää / Ç° £x°xx / 8 / 79 ,/", " -¶ 6>ÀiÌD £È°Óä / " Ó° 6>ÀiÌD £Ç°Óä / " Ó° 6>ÀiÌD £n°£ä £È /° 6>ÀiÌD £°{ä , <" \ " </¶ 6>ÀiÌD Óä°£ä /-\ - //½ -iÀi Ó£°£ä *, ° 6>ÀiÌD Ó£°{ä *, ° 6>ÀiÌD ÓÓ°äx *, ° 6>ÀiÌD ÓÓ°Îä , 1"1- --\ 6, , "/-° 6>ÀiÌD Óΰää , 1"1- --\ 6, , "/-° 6>ÀiÌD Óä°Îä / Ó Óä°Îä° Ó£°äx 1 , /, "° / ÀiÀ] >>`>] Óä£Ó®° ,i}> ` À>`iÞ 7>à ° /iÃà ÌÃ] / >Û>>} ] Àà `i° ÓÓ°{ä 1/,° /iiv Óä°{ä " ,/° /iiv Ó£°äx ,"/,-° À>>ÌV] 1Ã>] Óää®° ,i}> ` - iÀ`>° >i Þi >>] >Ì>i *ÀÌ>] /LiÞ >}ÕÀi° Óΰää / ΰ Ó£°Îä / /-/° /iiv Óΰ{x ½-//° ÌÌÕ>ÌD Óΰxä //,- ," ,° / ÀiÀ] LÉ1Ã>] £n®° ,i}> ` >Û` >Àð *>ÌÀV -Ü>Þâi Ó£°£ä ,"-1 * ,\ +1//," -1/1, ½",° ÃiÀi ÓΰÎä -"//" *,"/<" ° / ÀiÀ] Ì>>] ¼££®° ° >À} iÀÌ° ° >] ° >Ü] ° -ÛiÃÌÀ Ó£°£ä ," /, ,° >âi] 1Ã>] Óä£ä®° ,i}> ` i> iÃ] Àà ->`iÀÃ\ /}VÆ iÌi°Ì Óΰää /, */",° âi] ÕÃÌÀ>>] £Ç® Óä°Îä " ° /> à ܰ `ÕVi ->Û -ÌÌi] iÃÃ>`À> ->À` Ó£°£ä "--," ,/° /iiv Óΰää / Ç° Óΰ£x "--," ,/° /iiv° ÀÕ ÀiiÀ Ó{°ää -- -, // -/,° /iiv° ÃÃi >ÛÃ] >Ì > *>}i] Õ} ÃÌi ÕÀÌ ÓΰÎx , *9,° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi À>ViÃV> >V Óΰ{ä / Ó° Óΰxx /Ó "--,° ÌÌÕ>ÌD Óΰ£x / ," ° ÓΰÓä ", , ° VÕVÌ° `ÕVi >ÀL>À> i ,Ãà ä°Óä / ΰ £°xä / { / 7-° Ó°£ä ," -"*, £nÓ° 6>ÀiÌD {°Óx , "] " 6"6 ,° £°Îä / x "//° £°xä ,-- -/*° /"°/ Ó°ää **,-- -*, /° 6>ÀiÌD ä°xx -*",/ -/° £°Óä -/1" *,/" ", /° £°xä / 6 /° /iiv ΰÓx / 6 /° /iiv £°ää " ° /> à ܰ `ÕVi ->Û -ÌÌi] iÃÃ>`À> ->À` £°{ä "6 -° ÌÌÕ>ÌD ,>{ ,>x ,> -ÌÀ> ii>Þ /6 £Ç°ää 9 /-° ÕÃV>i £n°ää /9° /iiv £n°xx 9 /° £°ää ", *-1 -/ "° ÕÃV>i £°Îä ,"" -/ "° 6>ÀiÌD Óä°ää " /"1, {° ÕÃV>i Ó£°ää ,6 *° 6>ÀiÌD ÓÓ°ää 6 -- Ó -/ "° -iÀi Óΰää -° /iiv Ó{°ää 7, Ó° /iiv ä°Îä , ",,", -/",9 Ó° /iiv 2 -/$/ ?$! $/!2 Film e programmi Gyllenhaal sbandato Hiccup il vichingo e Maguire in guerra amico dei draghi Tobey Maguire (foto) è dato per disperso in Afghanistan. Suo fratello Jake Gyllenhaal è uno sbandato che si prende in carico la famiglia di lui. Si innamorerà della moglie. Brothers Rai 3, ore 21.05 Il giovane vichingo Hiccup (foto) aspira a diventare un cacciatore di draghi. Diventerà invece amico di uno di loro e imparerà su queste creature più di quanto avesse mai immaginato. Dragon Trainer Italia 1, ore 21.10 Pupo canta le melodie di Napoli Tomas Milian e un rapimento Pupo presenta la serata dedicata alla musica napoletana. Ospiti: Serena Autieri, Fausto Leali, Lina Sastri, Peppino di Capri, Nino D’Angelo e altri. Napoli prima e dopo Rai1, ore 21.20 Giulio Sacchi è un piccolo delinquente della periferia milanese. Con due complici mette in piedi il rapimento della figlia di un ricco commendatore. Con Tomas Milian. Milano odia: la polizia non può sparare; RaiMovie, ore 21.15 È°xä n°£x °£ä °xx ££°äx £Ó°£x £Î°xä £Î°xx £È°ää £È°Óx £Ç°£ä £Ç°xx £n°ää £°Îä £°{ä Ó£°£ä ÓÓ°{x À>°Ì À>°Ì - /1,9° -iÀi *,6° -iÀi ,1-° -iÀi " /", 7"° -iÀi " /", 7" -* ° -iÀi " Ó - / ," ° , *9,° ÌÌÕ>ÌD -/, /, 6 ,"// 6,-" ½ "/"° 7" , ° ÌÌÕ>ÌD *-° -iÀi *-° -iÀi , 7- ", "° ,"/,- E --/,-° /iiv , *9,° ÌÌÕ>ÌD ½, 1 6"/° -iÀi "-/ 7-*,,° -iÀi , 7 ° ÀÀÀ®° >À `Ü £Ç°£ä , 7- ", "° £Ç°£x "<< ,"° "«iÀ> Óä°Óx , *9,° ÌÌ° Óä°Îx 1+° VÕiÌ>À Ó£°£x ½ , 6 1,,° /i>ÌÀ ÓÓ°xä -* -/6 -*"/" Óä£{° VÕiÌ>À £Ç°{ä "/<,"° VÕiÌ £Ç°{x // / ° VÕiÌ £n°{x ,7 ° VÕiÌ Óä°{ä ", " -/",° VÕiÌ Ó£°ää /*" -/",° VÕiÌ Ó£°Îx " -/",° VÕiÌ ,> ,> *ÀiÕÀ>°Ì Ûi £Ç°Îä , 7- ", "° £Ç°Îx ," *, -"° ÃiÀi £°Óä , *9,° ÌÌÕ>ÌD £°Îä ," *, -"° ÃiÀi Ó£°£x ½ /" "° ÃiÀi Óΰää ° -iÀi ä°Îä , 7- "//° À>°Ì À>°Ì £Ç°Îx , 7- ", "° £Ç°{ä , *9,° ÌÌÕ>ÌD £Ç°xä *, *1,° £°{x ,° Ó£°£x " "\ *"< " *1' -*,,° Óΰää " 7-° -iÀi ,> Õ« À>°Ì ,i> /i Ài>ÌiÌÛ°Ì >Ãà /Û >Ý >Ç` `>Ý°Ì V>ÃÃ°Ì >Ç°Ì £n°{x * / *, --° /iiv £°£ä * / *, --° /iiv £°Îx <1 6 ° >ÀÌ Ó£°ää 1 1 * ° >ÀÌ Ó£°xä 7 8 1° >ÀÌ Óΰäx 8/ /6° ÌÌÕ>ÌD Óΰ£ä 8/ /6° ÌÌÕ>ÌD £Ç°Óx * / " / ,"° ÌÌÕ>ÌD £°Óä -"- " "6,° ÌÌÕ>ÌD Óä°Óä 1 1" 1-° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä ","--",--" /," " *-9 1-° ÌÌÕ>ÌD Óΰää , 1",° ÌÌÕ>ÌD £Ó°Îä -," ° -iÀi £x°Îä , E ,6° ÌÌÕ>ÌD £n°{x 7E",,° /iiv Óä°{ä " " ° -iÀi ÓÓ°£ä 9 / ° ÌÌÕ>ÌD ÓÓ°Îä , E ,6° ÌÌÕ>ÌD £°Îä - ", , 1° 6>ÀiÌD Óä°Óä " *1 ° VÕiÌ>À Óä°{x " *1 ° VÕiÌ>À Ó£°£ä /"* "",\ , *- ° ÌÌÕ>ÌD ÓÓ°ää -7",-\ *- /" , *iÃV> £n°xx / Ç° £°ää "" ° ÌÌÕ>ÌD £°{ä 1" ° ÌÌÕ>ÌD Ó£°Îä ,] -"**",/ /--° Óΰ£x / -" -"7 -* / "° 6>ÀiÌD ,> 99 Àà i >x /Û Óäää À>°Ì Àði`>ÃiÌ°Ì ViÌÛ°Ì £°Îä - /"*" "° >ÀÌ £°xä ,/" " < "° >ÀÌ Óä°£ä *** *° >ÀÌ Ó£°Óä 1"6 66 /1, */, * ° >ÀÌ ÓÓ°äx - ½",-"° ÓÓ°{x 1" "// " 6" 9" 9"° £x°Óx , -1° £Ç°£ä , ½"-/"° £°£x 6 < , ° Ó£°ää "6 6 6 <¶ ä°£ä -"//"° Ó°{ä * /, ° {°ä{ 7-° £È°£x 1 1"° 6>ÀiÌD £n°ää , 1"° 6>ÀiÌD £°£x , * , /-",° V° Óä°£x , "1- ° V° Ó£°£ä 9 //,9° i`>ÃiÌ°Ì £Ç°£ä " /" -*"-° V° £n°Îä 8/, "6, " /" ° V° Óä°£ä 9 9 / -° 6>ÀiÌD Ó£°£ä * "" , ",°/} Æ iÌi°Ì ÌÛÓäää°Ì £°Îä / Óäää° Óä°ää ,"-," "1, ,/° ,i° Óä°Îä / /° Ó£°ää <" " ,° 6>ÀiÌD ÓΰÎä 1", " ° ÌÌÕ>ÌD Óΰxx ,"-," - /1," *"*° ,i}i Corriere della Sera Sabato 26 Luglio 2014 51 italia: 51575551575557 Pay Tv Film e programmi Così è stato ucciso Osama bin Laden Il film è la ricostruzione dell’azione che ha portato all’individuazione e all’uccisione di Osama bin Laden. Maya (Jessica Chastain, foto) fa parte della squadra che lo ha inseguito per anni. Operazione Zero Dark Thirty Premium Cinema, ore 21.15 Cruise investigatore dà la caccia al cecchino -Þ i> A fil di rete -«ÀÌ £Ç°Óx , 1 1" ", " *, ",, v Ãi}> ÀÌÀ ` V >i] iÀi `ÃÌÀÕÌÌLi] V >LÌD > À>iÀi Ãi«Ài ½ÕÌ Õ ÃÕ V>«° -Þ i> >Ý £Ç°Îx ,9 ½ " 1 Õ iÃ}iÌi i ÃVÌÀà ÀViÛi > ÛÃÌ> ` Õ >}i V i } >ÕV> ` >ÛiÀi «V Ìi« `> ÛÛiÀi°°° -Þ i> >Þ £n°xx / ääÇ 66 - ",, ,° Ài «iÀ > «À> ÛÌ> ÛiÃÌi «> ` >ià `\ `iÛi ÃÛiÌ>Ài Õ ÌÀ>vvV ` `À}>° *iV> `i £Çΰ -Þ i> >ÃÃVà £°äx /,*" " " À>` ° "`>®] Õ >}iÌi vÀ> iÃÌ] `ÛiÌ> ½vÀ>ÌÀi ` Õ «ÌiÌi LÃà >và i ý>À> `i> ÃÕ> `>° -Þ i> >Ý £°£ä , " 66" iÌ>Ì `>½iÌiÀ ÀÛ>i "ÌÌi] >} `iV`i ` ÃÕV`>Àð "ÌÌiÕÌ Õ «iÀiÃÃ] ÌÀ> ÃÕ> ÌiÀÀ> V ÃV« ` `ÃÌÀÕ}}iÀi ÃÕ iV° -Þ i> £ ,//"1 Ì« vÀ>ViÃi ,jÞ] vÕÌÕÀ V iv] >LL>`> > V>«>}> i Û> > ÛÛiÀi ii v}i ÃÌÌÃÌ>Ì Õ v>à ÀÃÌÀ>Ìi «>À}° -Þ i> >Þ £°£x /," " 6",, >Þ i À`] ëÃ>Ì `> Σ >] Û> i >i «iÀ «>ÀÌiV«>Ài > Õ VÀà ` ÌiÀ>«> ` V««> i ÀÌÀÛ>Ài > ÛiVV > ÌiÃ>° -Þ i> *>Ãà £°Óx -1/ -"-*// ,i>i ` º ÃëiÌÌ>L» £ÇÓ® ` Ãi« ° >iÜVâ] µÕiÃÌ> ÛÌ> `ÀiÌÌ `> ° À>>} ] V ° >i i ° >Ü° -Þ i> ÕÌ £°Îä / 6 // Õ > ` `ÃÌ>â> `> v>ÌÌ >ÀÀ>Ì º Û ÌÀÛiÀ¢»] ½iÝ >}iÌi `i> > ÀÞ> à ÌÀ> >âi «iÀ Ã>Û>Ài > ÃÕ> v>}>° -Þ i> Ìà ӣ°ää / ääÇ -* 6 /iÀâ ääÇ ÌiÀ«ÀiÌ>Ì `> ,° Ài] µÕiÃÌ> ÛÌ> >i «ÀiÃi V Õ «iÀVà >À>ÌÀi ÃV>`>Û° Õ ÃÕVViÃà > LÌÌi} ° -Þ i> >ÃÃVà *--" ,-/" Ài}ÃÌ> i Là à VViÌÀ> ÃÕi ÕÌi £Ó Ài ` ÛÌ> ` iÃÙ] `>½>ÀÀiÃÌ v >½>ÌÀVi v>}i>âi° -Þ i> ÕÌ " /*" V>` V > >VV > `i Ìi« `i «>`Ài ÛiÌÀi] à ÀÌÀÛ> V>Ì>«ÕÌ>Ì i ` `i `Ã>ÕÀt -Þ i> >Þ 1 <" -, Þ> i >}>À] VÀiÃVÕÌ ÃiV` i Ài}i `i} ºiÃÌ» VÀ> 1À>] >vvÀÌ> Õ ` ÃVÛÌ `>} ivviÌÌ `i> }L>ââ>âi° -Þ i> >Ý - 1-/" « >ÛiÀ >ÃÃÃÌÌÌ >½V` ` ÃÕ> }i i `i Î v}] >VL à iÀ] V>ÌÀi iLÀi] Û>}> Ãiâ> iÌ> vV m >ÀÀÛ> >L>>° Þ i> *>Ãà ӣ°£ä , , *,"6 -6 1 ViVV ë>À> ÌÀ> > v> ÕVV`i` VµÕi «iÀÃi° ÀiëÃ>Li ÃiLÀ> iÃÃiÀi >ià >ÀÀ > ½Õ à «ÀviÃÃ> ViÌi°°° -Þ i> £ 7, "- ,] }Û>i âLi VÀà iÃÃÌiâ>i] ÛÀÀiLLi Õ> ÛÌ> À>i° ÃVi Õi i V>«ÃVi V i µÕiÃÌ «ÌÀiLLi Ài>ââ>Àà > ÃV>Ìi> Õ> }ÕiÀÀ>° -Þ i> Ìà ÓÓ°Îä -/", 1 /*-/ +1//," <* ÕÀ>Ìi Õ> Ìi«iÃÌ>] Ài``Þ] £Ó >] Ã>Û> V>i -ÌÀ `>i }Àvi ` Õ «>`Ài ÛiÌ° - `« ÃÀ}iÀ> «ÀLi° -Þ i> >Þ ÓÓ°Îx -" ½", Õ /° >î >LÌ> V v} > -i>ÌÌiÆ i ° ,Þ>® > >ÌÀ>° > `iÃÌ m >}}Õ>Ì°°° -Þ i> *>Ãà °Îä ,19\ ,1-,- -,-Õ«iÀ £x° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ Ó ££°ää // \ { ", / `>i ÕÀið vviÀÌ> ÕÀëÀÌ ££°Óx ,19\ 7,/- ,1-Õ«iÀ £x° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ Ó £Î°Îä "\ "9* "- *," ÕiÃà >«Ã Õ« -Þ -«ÀÌ £ £{°ää -"\ " " /"1, ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £{°£x -"\ ,, *,118 /ÕÀ `i À>Vi° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £Ç°ää -" ,\ / -" , /"1,\ - / , -//° Ó *,/ -Þ -«ÀÌ £ £Ç°Îä -"\ " " /"1, ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £Ç°{x -/" " - \ - £Î{ -ÕiÀ À>` *ÀÝ° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ Óä°ää 1/""-"\ * 1, -,- ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ Óä°{ä "\ /, -iÀi Óä£ÎÉ£{ -Þ -«ÀÌ £ Ó£°ää +1/<" \ " *" - /"1, vviÀÌ> ÕÀëÀÌ "//"\ *° " 1 , ÓÎ £ ", / ,>-«ÀÌ £ -iÀi /Û ÌÀ>ÌÌiiÌ ,>}>ââ VÕiÌ>À £{°{ä " - Ý Ài £x°{ä /1//" ,/" ÃiÞ >i ½, 1 6"/ Ý £Ç°ää " >ÀÌ iÌÜÀ 6"// ÃiÞ >i ", 9 Ý £n°Óä 6/ - " " Ý £°{x " 7/ " ÃiÞ >i Ó£°ää 1-/ E 9 ÃiÞ >i - "// 9 Ý Ài / /",9 Ý -/ Ý vi Ó£°äx /1 , Vi`i Ó£°Óx / /",9 Ý Ó£°Îä /- ÃiÞ >i /1 , Vi`i Ó£°Îx /- ÃiÞ >i Ó£°xä / 7" Ý £Ç°£ä £n°äx £°£x £°Îä £n°£x 7 8 1 i`à /" Ó / 1/ / /1,/- Vi`i £°ää ,1// //6 >ÀÌ iÌÜÀ £°Îx <1 6 ,> Õ« Óä°£x " -/,", ," " " 1 >ÀÌ iÌÜÀ Óä°Óä /" Ó Óä°{ä ,1, -"7 >ÀÌ iÌÜÀ Óä°{x /" Ó Ó£°ää 1 1 * ,> Õ« Ó£°äx 7 /" E ,,9 -"7 iÀ>} ,1, -"7 >ÀÌ iÌÜÀ Ó£°£ä 1"6 66 /1, */, * i`à /" Ó £Ç°ää --" ,-/1," ÃÌÀÞ >i £Ç°Îä "-/,1<" \ ,- " /," ÃVÛiÀÞ -ViVi --" ,-/1," ÃÌÀÞ >i £°Îä -" ÃÌÀÞ >i Óä°£x // -/,"- ÃVÛiÀÞ -ViVi Ó£°ää "" - ,- ÃVÛiÀÞ >i ," " 9 ÃÌÀÞ >i Ó£°xä 1/1," /,, >Ì> i}À>« V ÓÓ°ää "" - ,- ÃVÛiÀÞ >i -7* *"* ÃÌÀÞ >i £°äx // -"-*//° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £°ÓÇ , 1° /iiv 9 £°Îä ½1"" -- *,° *ÀiÕ i> £°Î{ ,° "1- 6-" ° /iiv " Óä°£ , 1° /iiv 9 Óä°Ó{ ,° "1- 6-" ° /iiv " Óä°{ä / , --,¶° VÕiÌ>À -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Ó£°ä£ <""° - Ü *ÀiÕ i> Ó£°£x "*,<" <," , /,/9° *ÀiÕ i> Ó£°£x , 1° /iiv 9 Ó£°£x 1-/ *"7,- ",° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓÓ°äÇ / ° /iiv " di Aldo Grasso Columbro, Corrado e le rimembranze in tv L’ effetto nostalgia è un motore importante della televisione contemporanea: sembra un paradosso, ma sono sempre di più i programmi che scavano negli archivi del passato, disseppellendo immagini, volti, suoni che fanno parte dell’immaginario collettivo e restituendoli al consumo affettivo degli spettatori. Il caso di scuola è «Techetechetè», che da anni tiene in piedi le serate estive della Rai. Ma anche la tv commerciale è ormai arrivata a quel punto della sua storia in cui Vincitori e vinti l’archivio diventa una risorsa preziosa. Filippo Su Mediaset Extra sta anBisciglia dando in onda un’antologia Le tentazioni che colleziona il meglio dell’indi Canale 5 trattenimento del gruppo, dabattono la gli anni Ottanta a oggi (giovedì, divulgazione di Raiuno. ore 23.40). A parte gli interPrima serata mezzi comici di Marta Zoboli e dell’ammiraglia Gianluca Deangelis, di cui franMediaset dedicata a camente si capisce poco la ne«Temptation Island», cessità, il programma è un’occon Filippo Bisciglia: casione interessante per osserper 3.263.000 vare un curioso mix di epoche spettatori, 17,7% di e personaggi: si va da giganti share. dell’intrattenimento televisivo a meteore presto tramontate. Piero Come prevedibile, le cose Angela più interessanti sono le chicLa che dimenticate che arrivano divulgazione da un passato ormai remoto, i di Raiuno primi esperimenti fatti della tv superata dalle commerciale per distanziare il tentazioni di Canale 5. proprio stile da quello del serConsueta puntata del vizio pubblico con nuovi pergiovedì estivo con sonaggi e nuovi modelli di co«Superquark»: per municare, più spregiudicati e Piero Angela gli aggressivi di quelli a cui fino a spettatori sono quel momento era stato abi2.692.000, con una tuato lo spettatore italiano. share del 13,9%. Nella sigla di «Autostop», il quiz estivo condotto da Marco Columbro (correva l’anno 1984), c’è già tutto della nuova estetica sfacciata della tv commerciale, comprese le inquadrature insistite sulla minigonna di Paola Perego. E poi ancora «Cabaret per una notte» (1986), la «Corrida» condotta da Corrado Mantoni. A un certo punto compare persino un Fiorello d’antan, in una «Buona domenica» vintage. Che tenerezza! Quanto è cresciuto quel ragazzo! In una città pacifica e tranquilla, un ex soldato viene accusato di essere il cecchino che ha ucciso 5 persone. L’uomo si professa innocente e chiede a Jack Reacher (Tom Cruise, foto) di trovare il colpevole. Jack Reacher - La prova decisiva Sky Cinema 1, ore 21.10 Statham in mezzo a un folle intrigo Dopo aver salvato una dodicenne cinese sequestrata, l’agente Jason (Jason Statham, foto) si ritrova nel mezzo di un intrigo tra mafia russa, polizia e politici corrotti di New York. Safe Cinema Energy, ore 21.15 John Malkovich educa al crimine John Malkovich educa al crimine. In un villaggio della Moldavia orientale vive una comunità singolare che educa i propri figli al crimine. Onesti con i più deboli e feroci con esercito e polizia. Educazione siberiana Sky Cinema Max, ore 21 £°Îx £°{ä Óä°Óä Ó£°ää Ó£°£ä ÓÓ°Óx Óΰäx Óΰ{x Óΰxx -/, 1" -Þ 1 , 1" -Þ 1 11/", -, 1 " "<, " Ý vi 6- 1 * / -Þ 1 1 " "<, " Ý vi "-- - -Þ 1 6-/ -*"- " /," -1" , ,/ ½- "/ / / 6°"°® -Þ 1 /"1, ÃiÞ >i -/, 1" -Þ 1 *," / ,1 79 1- £Ó Ý vi , 1" -Þ 1 © RIPRODUZIONE RISERVATA Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv i`>ÃiÌ *ÀiÕ £{°Ó £{°ÎÈ £x°ÓÓ £x°ÓÓ £x°Óx -* "° ,ÕLÀV> " / ,, ,-° /iiv 9 <""° - Ü *ÀiÕ i> / ,, ,-° /iiv 9 " * ",/"° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £x°Îä +1-/ -" " {ä° *ÀiÕ i> £x°xä ½", - " " ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £È°££ £È°{Î £Ç°ää £Ç°Îä £Ç°Îx -° /iiv 9 *-9 ° /iiv " -° /iiv 9 *-9 ° /iiv " *, " *,° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £Ç°{ /" ",/1 ° *ÀiÕ i> £Ç°{ / ", -° /iiv 9 £n°În / ", -° /iiv 9 ÓÓ°än ÓÓ°ÎÎ ÓÓ°xx Óΰää , 1° /iiv 9 / ° /iiv " "---" ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> / 6*, ,-° /iiv 9 ÓÎ°ä£ / ° /iiv " ÓΰxÓ / 6*, ,-° /iiv 9 ÓΰxÎ /"° *ÀiÕ i> ä°Îx 1 6,- -",\ , ,/" ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ä°{Î *½ /1 ° /iiv 9 £°Îx *½ /1 ° /iiv 9 £°xä , -1° *ÀiÕ i> Ó°£x /," /" ½° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Ó°ÓÇ *½ /1 ° /iiv 9 52 italia: 51575551575557 Sabato 26 Luglio 2014 Corriere della Sera
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