Scarica il fascicolo PDF della Rassegna Stampa di Martedì 10

Via Segantini
Elezioni Federcoop
Su Dalpalù
si sta cercando
la compattezza
TRENTO Incontro fiume del
consiglio di
amministrazione di
Federcoop, ieri pomeriggio,
senza una soluzione però
del nodo presidenza. Nelle
scorse settimane era stata
individuato
l'appuntamento di ieri
come momento adatto in
cui fare il nome del
candidato unico espresso
da via Segantini per la
successione al presidente,
Diego Schelfi, n nome a cui
si sta lavorando è quello di
Renato Dalpalù, presidente
del Sait, ma ieri è stato
chiesto del tempo ulteriore.
Si vuole presentare la sua
candidatura con un
consiglio quanto più
possibile «blindato» sul
suo nome, altrimenti è alto
il rischio di «bruciare» la
candidatura. In corso,
dunque, gli incontri per
compattare la squadra: c'è
ancora abbastanza tempo,
il termine per presentare il
candidato ufficiale è il 31
marzo. Gli altri «papabili»
sono Luca Rigotti
(vicepresidente agricolo),
Michele Odorizzi (delegato
ai rapporti sindacali),
Ermanno Villotri
(presidente Cr Lavis).
© RIPRODUZiONE RISERVATA
Pag. 6
Mstrutturare oggi, a Mori
una serata per informarsi
I MORI
Stasera, alle 20.15 alla sala
conferenze della Cassa rurale di Mori Brentonico e Val di
Cresta, in via Marconi 4, l'associazione Giovani soci della
Rurale presenta una serata
informativa
sul
tema
"Perché ristrutturare oggi e
non aspettare domani".
L'obiettivo è illustrare le opportunità economiche riservate a chi oggi intenda ristrutturare o riqualificare sotto il profilo energetico un immobile. La serata è stata organizzata in collaborazione di
Dream House Group, un team di professionisti locali
specializzati nel settore delle
ristrutturazioni.
Il programma della sereta
prevede diversi argomenti: ristrutturare, le opportunità
nell'attuale momento economico; sgravi fiscali e strumenti finanziari, come raggiungere l'obiettivo casa; ma
è nuovo o ristrutturati? Tecnologia e materiali per il
comfort del futuro; l'iter tecnico corretto per una ristrutturazione consapevole.
A seguire, verrà aperto lo
sportello informazioni, dove
Dream House Group e i suoi
partner tecnici offrono una
consulenza sul tema della ristrutturazione.
Pag. 7
CONSUMI
LAVORO
RISPARMIO
INNOVAZIONE
LA RIVOLUZIONE DIGITALE TAGLIA POSTI DI LAVORO.
CHE FARE? TRASFORMARE GLI IMPIEGATI IN CONSULENTI
SALE L'HOME BANKING:
AI BANCARI SERVE
UN ALTRO MESTIERE
di Riccardo Stagliano
R
OMA C'erano una volta i bancari. La professione borghese, solida e immutabile per antonomasia ha già riportato più di una contusione dall'impatto frontale con
la tecnologia. «Negli ultimi anni tra un quarto e un terzo delle
operazioni di sportello sono scomparse» stima il segretario generale della Fabi, la Federazione autonoma bancari italiani, Landò Sileoni «a causa dell'home banking», ovvero i vari canali
elettronici, dal telefono al web, per fare operazioni. Ed è solo
l'antipasto. «Da noi l'home banking non è davvero partito» dice
il capo del sindacato che da solo rappresenta un terzo dei 312
mila bancari italiani (da 344 mila che erano ancora sette anni fa),
«se e quando le banche dovessero crederci sul serio si rischia un
bagno di sangue». A occhio è solo una questione di tempo.
Gli istituti di credito hanno già delocalizzato, per esempio
nell'Europa dell'Est, molte funzioni tecniche. Ridurre ulteriormente i costi del personale spingendo i clienti al self servite con
l'eventuale assistenza di un cali center esercita una seduzione
irresistibile. I bancari, evidentemente consapevoli, hanno indetto due scioperi negli ultimi mesi dopo
una pax bancaria che reggeva dal
2000. La domanda «qual è l'ultima volCICLONE
ta che sei entrato in banca?» è ormai
SUI VERTICI
una formula alternativa e più educata
Non si placa
di chiedere l'età a quella persona. Tra
la stretta
. i giovani quelli che hanno visto in facdella Banca d'Italia
cia un cassiere sono un rarità. Ancora
sui piccoli
istituti bancari.
Sileoni: «Questo è vero per le grandi
A oggi quelli
città, molto meno per i piccoli centri,
commissariati
dove la relazione personale con il bansono venti
cario resta più salda ed è un motivo di
tranquillità per il cliente».
Intanto anche un'altra attività per cui si andava fisicamente
allo sportello, ovvero la compravendita di azioni od obbligazioni
(il cosiddetto «borsino»), è stata largamente rimpiazzata dal
trading online. E persino l'istruttoria dei mutui in molti casi si
può fare via web. A forza di togliere pezzi cosa resterà? «Bisogna cambiare il modello» propone da tempo Sileoni «puntando
a servizi nuovi, come le consulenze di tipo fiscale o previdenziale»..Lafilialediventerebbe cos'i una specie di emporio dove spicrEBBRMCdOlE
Negli ultimi anni sono state assorbite dall'home banking tra un quarto
e un terzo delle operazioni per cui ci si rivolgeva agli sportelli bancari
ciare le più varie faccende economiche.
Trasformare un simpatico cassiere in un consulente esperto
però non è un'operazione istantanea. Servirà investire in formazione, e qualcuno dovrà pagare il conto. Che, per quanto salato,
non potrà mai esserlo come arrendersi a registrare la cronaca
di una morta annunciata.
•
LUCI DI
POSIZIONE
T
acurad^swe
Tra Grecia e Uè
,.
.
,,
prevediamo
un compromesso
Dopo la vittoria di Syriza in Grecia, che accadrà in Europa?
Si troverà un compromesso tra Uè e governo greco
Ci sarà lo stop delle politiche di austerity
^ • • • • • B 19°/°
Il governo greco dovrà rispettare tutti gli impegni presi con la Uè
• M H 0 13%
Non sa
La Grecia, dopo la vittoria dì Syriza guidata da Alexis Tsipras,
secondo la maggioranza degli italiani, riuscirà a trovare
un compromesso con l'Europa e negoziare condizioni più
favorevoli. Un quinto degli intervistati spera Invece
che il successo della sinistra greca possa mettere un freno
generale all'austerity europea, con effetti positivi anche in Italia.
Fonte: sondaggio online CAM su un compione dil.QOOsoggeW maggiorenni
(su 3.200 contatti complessivi}. 24-26 gennaio 2015, sondaggio sa wwwagcom.
47
Pag. 8
Andrea Segrè
«San Michele, realtà unica
Punterei a mantenere alto
il livello dell'innovazione»
TRENTO «La Fondazione Mach è
una realtà unica a livello nazionale, con ricerca e innovazione
da una parte, ricaduta sul campo, nel vero senso della parola,
dall'altra. Un caso unico nel suo
genere di altissimo livello. La
mia sfida, se sarò scelto per la
presidenza di Fem, sarà proprio questo: mantenere l'alto livello». In più, Andrea Segrè,
agronomo e ricercatore, direttore del dipartimento di Scienze e tecnologie agroalimentari
dell'Università di Bologna, 54
anni, triestino, sottolinea la sua
collaborazione con il Ministero
dell'Ambiente. «Oltre all'esperienza di ricercatore e professore ordinario da 15 anni, posso portare competenze di tipo
manageriale e rapporti istituzionali», spiega il docente sulla
cui nomina sarebbe più orientata la scelta dell'assessore Sara
Ferrari.
Professore, il suo nome risulta tra i favoriti nella rosa
dei dieci candidati alla presidenza di Fem: cosa l'ha spinta
a candidarsi?
«Mi pare sia una potenzialità
entusiasmante: Fem è una realtà unica, riesce a mettere assieme istruzione e formazione didattica (il mio background),
con ricerca e innovazione, in
più con la ricaduta sul campo.
ordinarie da valorizzare, la sfida quindi è quella di mantenere la doppia eccellenza locale e
internazionale in termini di ricerca. Mi metto a disposizione
della giunta, credo che il progetto vada condiviso».
Come vede il lavoro svolto
dal professor Salamini e cosa
cambierebbe, oppure su quali attività portate avanti da
Fem investirebbe?
Università di Bologna Andrea Segrè
«Il professor Salamini è un
ricercatore eccellente, all'istiÈ unica nel suo genere, di livel- tuto di San Michele ha fatto un
lo molto alto. La sfida è proprio lavoro molto buono. Lo conoquella di mantenere il livello sco per la sua fama in campo
così alto e, sfida nella sfida, è il disciplinare — la mia facoltà
sistema agricolo alimentare tra l'altro gli ha dato una laurea
trentino con una produttività — ma non ci siamo mai inconbassa ma di qualità molto alta: trati, né abbiamo collaborato,
una qualità da sviluppare oltre lavorando in settori diversi.
che attraverso il marketing ter- Dalla mia, oltre alla parte scienritoriale anche dal punto di vi- tifica in agraria, porterei anche
competenze di tipo manageriasta tecnico scientifico».
Dopo l'impulso di France- le avendo rapporti istituzionali
sco Salamini agli studi di ge- e un'esperienza nella politica
nomica (dalla decodificazio- agraria e di sviluppo rurale in
ne del genoma del melo, della quanto presidente del comitavite, a quello della fragola e to tecnico scientifico sugli
del moscerino), se sarà eletto sprechi per il Ministero. Non
mi sono ricandidato alla direquale sarà il suo progetto?
«Metto a disposizione le mie zione del Dipartimento di
competenze, ma penso che il Scienze e tecnologie agroaliprogetto vada condiviso con mentari, serve un ricambio. Fichi mi nominerà, non mi per- nisco a fine aprile, poi chissà».
Marzia Zamattio
metto di avanzare idee, questo
istituto ha caratteristiche stra© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pag. 9
Pilotina dell'Arma,
1 a stona continua
con il Circolo vela
M_
I ALTO GARDA
Alcuni anni fa, tra il disappunto generale, era cessato il servizio nautico sul Garda della
compagnia dei carabinieri di
Riva del Garda con la pilotina
dai colori inconfondibili dell'
Arma che nel corso dei decenni aveva svolto una intensa attività di vigilanza e soccorso e
nello svolgimento dei molteplici compiti istituzionali aveva salvato innumerevoli persone, tra velisti, diportisti e bagnanti, e recuperato natanti di
ogni genere.
Un'opera che ha ottenuto il
•
meritato riconoscimento di
autorità, enti e cittadini ed il ricordo dell'apporto dei carabinieri sul lago di Garda è ancora
molto vivo e rimarrà per lungo
tempo per la significativa iniziativa del Circolo Vela Torbole. «Avevamo appreso che era
all'asta la pilotina - commenta
il presidente Gianfranco Tonelli - e per il glorioso passato
al servizio della comunità non
ritenevamo consono che l'imbarcazione finisse a qualche
privato e chissà dove (sul Garda trentino è vietata la navigazione a motore). Ci siamo aggiudicati il natante che dall'
aspetto nautico è ideale per la
J_#
manovrabilità, la tenuta in acqua, la razionalità degli spazi a
bordo. Questo mezzo, oltre a
soddisfare tutte le esigenze del
Circolo, sarà impiegato anche
nell'esecuzione di soccorsi
che ci troveremo ad affrontare
nel corso delle numerose e
partecipate regate che organizziamo annualmente e nella
quotidianità, mantenendo vivi i compiti precedentemente
assolti dall'Arma».
Nei giorni scorsi nella sede
del club torbolano é avvenuta
la cerimonia di consegna della
pilotina da parte del Capitano
Francesco Garzya comanden-
te la compagnia dei carabinieri di Riva del Garda che era accompagnato dal suo collaboratore il Maresciallo Nicola Esecuzione, dal Luogotenente Salvatore Foresta, comandante la
stazione dell'Arma rivana e
dall'ex comandante della pilotina, l'appuntato scelto Raffaele Esposito. «A quest'ultimo
abbiamo intitolato la pilotina
"civile" con il nome di "Raf" ha concluso il presidente Tonelli - quale riconoscimento
del suo pluriennale servizio
nautico svolto con la consueta
discrezionalità degli appartenenti della Benemerita».
(a.cad.)
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Mele e scopazzi, tutte le novità
Cles, lunedì prossimo Giornata frutticoltura: diretta streaming in sala Borghesi
» CLES
Lunedì prossimo 16 febbraio,
alle 8.45, all'auditorium del polo scolastico di Cles, è in programma la 18esima edizione
della giornata tecnica "La frutticoltura delle Valli del Noce" organizzata dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele
all'Adige. Un appuntamento attesissimo e ormai consolidato
che fornisce ai frutticoitori l'occasione per informarsi e aggiornarsi sulle principali problematiche del settore. Dopo il boom
di presenze del 2014, quest'anno, per permettere a tutti i partecipanti di seguire gli interventi dei relatori, sarà predisposta
la diretta streaming in sala Borghesi Bertolla, al piano terra
della biblioteca. Inoltre l'evento potrà essere seguito anche
da casa collegandosi al sito live.
fmach.it. La giornata è promossa dal Centro Trasferimento
Tecnologico in collaborazione
con il Consorzio Melinda e propone argomenti di grande at-
'Sii'."
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Un'immagine dell'edizione dello scorso anno
tualità per il mondo frutticolo:
si parlerà dei costi di produzione, delle operazioni di diradamento del melo e di alcune sue
patologie, il marciume del frutto e gli scopazzi. Gli esperti della Fondazione Mach forniranno i dati aggiornati e spiegheranno come, in particolare per
gli scopazzi, sia fondamentale
mantenere alta la guardia per
evitare recrudescenze.
Di seguito il programma della giornata: alle 8.45 la registrazione dei partecipanti, alle 9
apertura della giornata, alle
9.15 "I costi di produzione nella frutticoltura delle valli del
Noce", con relatori Flavio Pinamonti, Giorgio De Ros, Pier-
giorgio Ianes, Luigi Tolotti e
Mario Springfield (Fondazione
Edmund Mach), alle 9.45 "Diradamento del melo: nuove opportunità", tema che sarà affrontato da Massimo Prandi,
Alberto Dorigoni, Fabrizio Balzani, Ferruccio Pellegrini e Lodovico Delaiti (Fondazione Edm u n d Mach). Dopo una breve
pausa, alle 10.30 si parlerà di "Il
marciume del cuore delle mele", a cura di Matteo de Concini, Livio Fadanelli, Andrea
Branz e Valeria Gualandri della
Fondazione Edmund Mach, alle 10.50 "Scopazzi del melo nelle valli del Noce: analisi della situazione" con Gianluca Giuliani, Maurizio Chini e Stefano
Bott (Fondazione Edmund Mach), alle 11.10 "Scopazzi del
melo: le iniziative volontarie ed
obbligatorie per il contenimento
della
malattia"
con
Alessandro Dalpiaz (Apot), alle
11.30 discussione e alle 12 chiusura. Il tutto moderato da
Tommaso Pantezzi della Fondazione Edmund Mach.
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Pag. 11
IN BREVE
1 R 0 P P A PIOGGIA,
ALLEVATORI «SALVI»
• Si va dai 773 millimetri
di pioggia rilevati da
Meteotrentino a Castel
Tesino ai 524 mm diTrento
Laste (45 giorni piovosi),
fino ai 377 mm di Male, la
località meno bagnata. Sono
le precipitazioni, cumulate,
dell'estate-autunno 2014,
periodo caratterizzato da
piogge prolungate con
effetti negativi in particolare
sulla provvista di foraggio
per le aziende zootecniche
che non hanno rispettato i
disciplinari relativi alla
produzione, raccolta e
impiego del foraggio per
l'alimentazione del
bestiame. L'attestazione
della «eccezionale
piovosità», certificata
attraverso una delibera della
Provincia, li mette al riparo
da eventuali contestazioni.
Pag. 12
Consorzio «La Trentina»
Operazione trasparenza
in favore dei soci
TRENTO II consorzio La Trentina va incontro ai
propri soci che vogliono sapere fin da subito la
qualità del proprio prodotto. Accedendo all'area
riservata presente sul sito www.latrentina.it
ciascun associato potrà seguire in tempo reale i
processi di calibrazione e sapere la
classificazione del proprio prodotto una volta
entrato all'interno della macchina
precalibratrice. «Primo consorzio a fornire un
simile servizio, la Trentina diventa sinonimo di
trasparenza, di dialogo diretto con i propri soci,
che potranno in questo modo scoprire i risultati
della campionatura senza dover aspettare il
momento della liquidazione di fine anno». In
questi giorni inoltre stanno per essere liquidati
550.000 euro per cambiare le coltivazioni per
sfruttare il microclima delle diverse valli.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pag. 13
Paolo Ajmone Marsan
i «Fem, un vero gioiellino
Equilibrio tra ricerca
e applicazione pratica»
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«TRENTO «Approfondimento
scientifico e trasferimento delle scoperte nell'applicazione
pratica. Sono questi i due
aspetti che porterei avanti se
fossi scelto quale nuovo presidente di Fem». Paolo Ajmone
Marsan, 64 anni, direttore dell'istituto di Zootecnica della facolta di agraria dell'Università
Cattolica del Sacro Cuore di Milano (sede distaccata di Piacenza) ha già collaborato con la
Fondazione Mach che definisce «un gioiellino in Italia, una
realtà unica» aggiunge il professore che ha già collaborato
con l'ex presidente Salamini
«tra i più grandi scienziati italiani nel settore agronomico e
vegetale degli ultimi cento anni». Ajmone, nomina sulla
quale sarebbero orientati il governatoreUgoRossiel'assessore Michele Dallapiccola, è un
frequentatore del Trentino.
«Ho una casa a Carisolo», dice,
Professore, il suo nome risulta tra i favoriti neUa rosa
dei dieci candidati alla presidenza di Fem: cosa l'ha spinta
a candidarsi?
«È un'occasione per dare un
contributo e cercar di sostenere uno dei centri ricerca più interessanti della ricerca agricola. Altri centri d'Italia sono più
dispersivi e meno integrati.
Università di Milano Paolo Ajmone
Quello in Trentino è un posto
che mi interessava dal punto di
ci vista scientifico e che conosco in parte, ho lavorato sulle
piante e sugli animali, per dieci
anni nel settore vegetale, ed ho
collaborato con l'istituto. In Italia è ai massimi livelli sia per la
qualità dei ricercatori, di ruolo,
sia per le strutture messe in
piedi: una cosa unica in Italia,
un campus. Ho messo a disposizione la mia competenza, poi
in caso le cose vadano a buon
fine dovrò conoscere in modo
più approfondito tutti i settori
dell'Istituto».
Dopo l'impulso di Francesco Salamini agli studi di genomica (dalla decodificazione del genoma del melo, della
vite, a quello della fragola e
del moscerino), se sarà eletto
quale sarà il suo progetto?
«Vedo due campi da portare
avanti a livello di ricerca: continuare l'approfondimento
scientifico, con lo sforzo di
portare in campo quelle che
sono tutte le conoscenze acquisite in questi anni senza buttare via nulla da una parte, trasferirle in applicazione pratica,
dall'altra. Nel campo della ricerca, solitamente soltanto una
piccola parte delle conoscenze
acquisite trova applicazione
pratica. Cercherei di farlo dove
possibile, portando avanti la ricerca».
Come vede il lavoro svolto
dal professor Salamini e cosa
cambierebbe, oppure su quali attività portate avanti dalla
Fondazione Mach investirebbe?
«Conosco il lavoro del professor Salamini, di altissimo livello: lui è tra i più grandi
scienziati mai avuti in Italia nel
settore agronomico e vegetale,
uno dei massimi negli ultimi
cento anni. Basta guardare gli
incarichi sostenuti il suo curriculum, sono i numeri che indicano la qualità delle persone e
lui di numeri ne ha molti. Da
parte mia, offro la mia esperienza: il Trentino poi è splendido, mi troverei bene».
M.Z.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pag. 14
CONSORZIO «LA TRENTINA»
Sistema di tracciabilità per le mele
S soci potranno seguire in tempo reale i processi di calibrazione
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Più trasparenza per i soci
Il Consorzio la Trentina, da sempre impegnato nell'attuazione
di un sistema ed etica del lavoro
chiara e trasparente, ha inaugurato un innovativo progetto dedicato ai suoi soci per migliorare il loro coinvolgimento all'interno dei processi produttivi.
Un sistema tecnologico e informatico a favore dei soci che
rende possibile la tracciabilità
dei lotti conferiti: accedendo
all'area riservata presente sul sito wwiAr.latrentina.it ciascun associato potrà seguire in tempo
reale i processi di calibrazione e
sapere la classificazione del proprio prodotto una volta entrato
all'interno della macchina pre-
calibratrice.
Primo Conosorzio afonireun
simile servizio, la Trentina diventa sinonimo di trasparenza,
di dialogo diretto con i propri
soci, che potranno in questo
modo scoprire i risultati della
campionatura senza dover
aspettare il momento della liquidazione di fine anno.
Ma non è tutto. Coerentemente con il processo di ricerca
intrapreso da la Trentina con
l'obiettivo di modificare il proprio assetto varietale, il Consorzio, attraverso le cooperative associate, sta liquidando in questi
giorni i fondi, 550 mila euro, individuati nel corso del 2014 per
sostenere gli interventi sul campo realizzati dai soci produttori.
Pag. 15
Mercuri/Terzo Settore
«Il modello cooperazione
pone la persona al centro»
vo. Lavoriamo tutti
ercasi ricetta
stesso mercato
per nutrire il
li presidente di Fedagri- nello
ma le differenze sono
pianeta: cosa
strutturali. Noi, ad erisponde il Terzo Set- Confcooperative: Cascina
sempio, non possiamo
tore?
Triulza un cantiere
muoverci con la stesLa nostrarispostasarà
permanente di idee
sa libertà nella ricerca
nel padiglione di Cadi personale e di forniscina Triulza, che riiftori: una coop non può
nisce le organizzaziodelocalizzare, tanto
ni nazionali e internaper dirne una.
zionali della Società Civile e resterà dopo
l'Expo, come un cantiere permanente di
Questo significa che siete condannati ad
idee, di proposte e di attività - risponde
essere meno competitivi?
Giorgio Mercuri, presidente di FedagriNo, che dobbiamo difendere la nostra
Confcooperatìve, uno dei fondatori del pacompetitività con l'innovazione: la coodiglione del Terzo Settore -. Noi portereperazione moderna può competere ad armo in dote la tradizione della cooperaziomi pari conle imprese "capitalistiche" senne, un modello economico che non diza per questo perdere le proprie carattementica la solidarietà perché discoide da
ristiche, prova ne sia che oggi rappresenuna cultura che pone al centro la persona
tano un quarto dell'impresa agroalimenumana, la stessa cultura che ci accomuna
tare mondiale e la metà se si considerano
agli altri fondatori, alle 62 realtà che già atutti i settori produttivi. Peccato che pochi
deriscono a fondazione Triulza e a tutti cosappiano che metà del sistema produttiloro che aderiranno.
vo planetario è strutturato su basi cooperative.
In questa manifestazione ci sono anche
le multinazionali del capitalismo "che
L'Expo farà chiarezza?
uccide", come dice papa Francesco. ECascina Triulza avrà proprio questo comsattamente, in che cosa le imprese coopito: trasmettere un messaggio forte sui
perative sono diverse?
valori del Terzo Settore e rendere consaLa cooperazione mette in rete idee e propevoli dellarisorsache rappresentano ma
gettualità che creano economie e produanche delle potenzialità che hanno di icono dellericaduteno^j capitalistiche, che spirare uno sviluppo diverso e più umano,
vanno a beneficio delle imprese ma ancome ha ammonito anche oggjtì Papa.
che del territorio e soprattutto delle per'* <RV.)
sone che operano nel sistema cooperati-
C
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pag. 16
La cooperativa di Moena
punta su soci e sconti
La fedeltà dei consumatori locali ha limitato le perdite di un 2014 difficile
La pessima estate ha frenato la vendita di alimentari condizionando il bilancio
di Gilberto Bonani
I MOENA
Chiude in rosso il bilancio della Famiglia cooperativa, un saldo negativo di limila 893 euro, valore contenuto grazie ai
minor acquisti e contenimento del costo del personale. Difficoltosa è stata soprattutto la
stagione estiva che ha fatto segnare un netto calo delle vendite alimentari. In controtendenza il settore abbigliamento
che nei mesi freddi e piovosi di
luglio e agosto ha venduto maglioni e guanti in quantità.
«La nostra cooperativa è
sensibilmente legata all'andamento delle stagioni turistiche
estive ed invernali» ha detto
nella sua relazione il presidente Luca Pitolini. «Analizzando
nello specifico i dati relativi alle vendite scopriamo che nei
mesi di febbraio e marzo il calo di fatturato è stato di circa
9 Ornila euro mentre nei mesi
di giugno, luglio e agosto di oltre 170mila euro. Il numero degli scontrini dei clienti non soci, è diminuito di 1 Ornila unità
con un importo medio pari a
16,46 euro». Fortunatamente
il calo degli acquisti dei soci e
con carta in cooperazione ammonta a soli 17mila 500 euro
pari allo 0,70%. Il numero degli scontrini dei clienti soci è
aumentato di oltre due mila
unità questo sta a significare
che gli acquisti sono ponderati
e ormai si compra solo quello
di cui si ha veramente necessità. Non per nulla a livello nazionale l'osservatorio del mercato ha segnalato che negli ultimi anni è in atto una stagnazione dei consumi interni. Il
54% della clientela compra solo lo stretto necessario e taglia
il superfluo; il 52% acquista so-
lo prodotti scontati o in promozione; addirittura il 30%
compra meno in assoluto. «La
fiducia dei soci costituisce un
baluardo fondamentale per
l'esistenza delle società cooperative - ha sottolineato Pitolini
- ed è per questo motivo che in
momenti difficili come quello
che stiamo attraversando, è essenziale fidelizzare il consumatore».
La base cooperativistica a
Moena tiene. Il numero dei soci è passato da 945 a 972 con
una crescita di 27 unità. Nel
2014 sono stati distribuiti ai soci 121mila euro di sconti tramite offerte e buoni, con un aumento di oltre il 10% rispetto
al 2013. Inoltre, solo per acquisti effettuati nei reparti extralimentari, sono stati erogati ai
soci, tramite lo sconto fisso annuale del 10% e lo sconto del
20% nel mese di giugno, oltre
35mila euro. Ora Coop Italia
con Sait e le famiglie cooperative lanceranno una campagna
promozionale aggressiva con
numerose offerte a prezzo
scontato con l'ottica di tutelare il consumatore in questo
momento ancora difficile.
Pag. 17
V a r a » 1 Per chi non può raggiungere Careno
«Farmaco pronto», servizio
tra Cooperativa e farmacia
VARENA- Nel corso dell'ultima
assemblea dei soci della Famiglia
Cooperativa di Varena, venerdì
scorso, è stata presentata una
nuova interessante iniziativa che
va a beneficio di tutta la comunità
locale.
Si tratta di «Farmaco pronto», un
servizio attivato in collaborazione
con la Farmacia di Carano e rivolto
a soci e clienti, in particolare a
coloro che hanno difficoltà a
raggiungere la Farmacia del paese
vicino per acquistare i farmaci di cui hanno bisogno. II
socio o il cliente li può ritirare direttamente nel punto
vendita della Cooperativa.
Al servizio si accede sia con la ricetta elettronica che
con quella cartacea. Il socio/cliente ritira quindi i
farmaci in pacchetto sigillato che assicura la totale
privacy sui farmaci in esso contenuti e che contiene lo
scontrino fiscale. I farmaci si pagano direttamente
presso il negozio. La stessa Cooperativa provvedere poi
a versare alla Farmacia di Carano quanto dovuto.
Da evidenziare che il servizio è completamente
gratuito.
M.F.
Pag. 18
Famiglie coop turistiche, in rosso 8 su 16
Etano 3 su 16
l'anno scorso
In due casi
perdita
motivata da
investimenti
Cda Fèdercoop,
sulla presidenza
rinvio di una
settimana
TRENTO - Il «sostanziale pareggio» dei conti delle 16 Famiglie
cooperative delle zone turistiche (l'Adige del 5 febbraio) riassume un quadro in cui 8 coop
fatto utili e 8 sono in perdita.
L'anno precedente le Famiglie
in rósso erano 3 su 16. Intanto
slitta la proposta del nuovo presidente della Cooperazione
Trentina: ieri in consiglio di amministrazione Diego Schelfi (a
destra nella foto) ha chiesto
un'altra settimana di consultazioni sul nome.
Smentita ormai, sembra definitivamente, la possibilità di uno
«Schelfi cinque», che tecnicamente sarebbe ancora possibile sia pur con una procedura
rafforzata, il candidato in pole
position per la successione è
sempre l'attuale presidente del
Sait Renato Dalpalù (a sinistra
nella foto). Ma non tutto va liscio su questo nome e non è
del tutto escluso che se ne valutino altri.
Ieri il cda di Fèdercoop si è occupato soprattutto di questio-
ni organizzative interne e ha solo sfiorato i problemi aperti nei
diversi settori. Tra essi, le difficoltà della cooperazione di
consumo, dove anche le Famiglie cooperative delle zone turistiche, tradizionalmente le
più dinamiche, segnano il passo.
Il bilancio complessivo delle 16
Famiglie che hanno chiuso i
conti il 30 settembre e il 31 ottobre 2014 vede un fatturato di
126 milioni di euro, in calo del
2,2% sull'anno precedente, e un
risultato d'esercizio in pareggio, mentre era di 1,3 milioni
l'anno prima. Entrando nel dettaglio, il pareggio è frutto della combinazione di otto Famiglie con un risultato positivo e
otto Famiglie in rosso.
Due di esse, tuttavia, sono in
perdita soprattutto a seguito
di importanti investimenti fatti ancora da ammortizzare. Metà delle cooperative di consumo in rosso è, in ogni caso, molto più del 20% scarso - 3 su 16
-del 2012-2013.
F.Ter.
Pag. 19
Lezioni musicali per neonati
Si chiama «Musica in culla, ovvero la musica con i neonati da
0 a 36 mesi» il progetto che la
Cooperativa Tagesmutter «Il
Sorriso», con il patrocinio della Circoscrizione, awierà a Mattarello venerdì 27 febbraio. Il ciclo è di sette incontri (il primo
gratuito) che si terranno dalle
16.30 alle 17.30 presso la residenza San Vigilio in Via Don Dario Trentini.
La domanda sorge spontanea:
ma non sono bimbi troppo piccoli per essere accostati ad un
corso di questo tipo? «No», è la
risposta schiètta e ponderata
Valentina Dalsass, referente dell'iniziativa. Valentina, giovane
e preparata maestra del Corpo
bandistico Junior e appassionata di musica, ci illustra la teoria elaborata dallo statunitense Edwin E. Gordon: «Ricerche
condotte nell'ambito dell'ap-
prendimento musicale hanno
evidenziato l'importanza di iniziare il processo di educazione
alla musica fin dai primi mesi di
vita, con modalità che rispecchiano il processo di apprendimento del linguaggio verbale.
Esposto sin dai primi giorni di
vita a sollecitazioni verbali, immerso in ambienti densi di linguaggio verbale/il bambino comincia a costruire il proprio vocabolario personale. Proprio
sulla naturalezza del processo
di apprendimento del linguaggio verbale si fonda la teoria.
Durante il percorso di crescita
il bimbo elabora tutti gli stimoli linguistici intorno a lui per costruire il linguaggio verbale e
imparare a comunicare passando attraverso varie fasi: da un
lungo periodo di assorbimento
alla lallazione spontanea, dalla'
scelta di semplici parole che focalizzano un'intera frase alla costruzione di espressioni vere e
proprie, fino alla capacità di
esprimere concetti, idee, bisogni, forte dell'ampiezza del vocabolario che ha costruito dentro di sé semplicemente 'sentendo' le persone parlare intorno a lui. Così avviene anche per
l'apprendimento del linguaggio
musicale: varietà, ripetizione e
complessità degli stimoli musicali daranno l'opportunità al
piccolo individuo di costruire
ed ampliare il proprio vocabolario musicale».
In questa dinamica, qual è il
compito delle educatrici musicali? «È quello di immergere il
bambino in un ambiente sonoro ricco per fornirgli una grande varietà di stimoli in modo
che sia lui attraverso l'esperienza diretta ad essere artefice del
proprio apprendimento», aggiunge la referente.
Su questi presupposti teorici,
dopo aver frequentato i corsi
di specializzazione a Roma ed
aver ottenuto la qualifica di educatrice musicale, assieme a Luana Cestari e Lorena Pedrazzoli,
è nata la collaborazione di Valentina Dalsass con la cooperativa sociale «Tagesmutter del
Trentino - Il Sorriso», che fa proprio della domesticità e dell'apprendimento a partire dall'esperienza la propria linea pedagogica.
«Musica in culla» attualmente è
praticata presso la Scuola dell'infanzia G.B. Zanella di Trento e a Molveno e dal 27 p.v. anche a Mattarello. Per ulteriori
informazioni: contatto e- mail:
musica@tagesmutter41sorriso.it
oppure telefono: 320/0775961.
Ma.Bri.
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W'T^WIIWÈ*
Ventiquattro persone coinvolte da aprile a ottobre con «Intervento 19»
Lavori socialmente utili
al via le assunzioni
- La giunta boccia il campo sintetico a Madrano
PERGINE - Gli interventi a sostegno dell'occupazione e dei
lavoratori socialmente deboli,
i nuovi orari del centro natatorio comunale, ed il bilancio di
previsione 2015 e pluriennale
2015-2017.
Queste le decisioni assunte ieri dalla giunta comunale di Pergine che, su proposta del sindaco Roberto Oss Emer, ha
espresso un parere positivo sul
progetto di «recupero paesaggistico-ambientale» in alcuni
luoghi del territorio comunale.
11 progetto, avviato dalla Comunità Alta Valsugana e Bersntol,
prevede l'intervento nel comune di Pergine di quattro squadre (di cinque soggetti ciascuno) per interventi a sentieri,
staccionate, panchine e aree di
particolare interesse naturalistico o turistico, nell'arco di un
mese per ogni comune della Comunità di Valle. Saranno invece sei le squadre, per complessivi 24 soggetti, che saranno attive quest'anno nel programma
comunale legato al «Intervento
19» di accompagnamento all'oc-
(Imis) che sostituisce Imu e Tasi». Da ricordare che il bilancio
cupabilità con i lavori socialmente utili.
Come spiegato dalla vicesindaco Daniela Casagrande le varie
squadre saranno impiegate per
poco più di sei mesi (aprile-ottobre) in interventi di cura del
verde pubblico e piccoli interventi di manutenzione a viabilità, sentieri ed arredi urbani. Il
progetto sarà finanziato con circa 110 mila euro dal comune di
Pergine (pari al 40% del totale)
e per il restante 60% dalla provincia (attraverso l'Agenzia del
Lavoro). La giunta ha dato il via
libera al nuovo orario del centro natatorio comunale di via
Marconi gestito da Sport Management Sri, con l'apertura sin
dalle 7 del mattino nelle giornate di lunedì, mercoledì e venerdì (e un intervallo di chiusura tra le 14.30 alle 15.30),
mentre martedì e giovedì è previsto l'orario continuato dalle
8.30 alle 21.30, il sabato dalle 8
alle 18 e l'apertura domenicale dalle 8 alle 13 e dalle 15 alle
18.
Parere negativo invece alla rea-
2014 evidenziava entrate correnti pari a 17 milioni e 223 mi-
lizzazione del campo sportivo
in erba sintetica presso il centro sportivo di Madrano, un intervento da oltre 343 mila euro
che avrebbe previsto un esborso a carico dell'amministrazione comunale di oltre 132 mila
euro (pari al 35% del totale).
E' stato comunicato che sul capitolato per la concessione del
centro nautico di San Cristoforo (da aprile 2015 e maggio 2020
per cinque anni) è pervenuta
una sola offerta presentata dai
precedenti gestori, l'Asd Ekon
formata da 5 realtà «Dragon
Club Pergine», «Dragon Team
Pergine», «Gsa Penne Sprint», e
le cooperative sociali «Arche»
e «A.m.ic.a». L'affidamento ad
«Ekon» della struttura dalla valenza non solo sportiva, ma anche formativa e turistica (aperta a soggetti disabili), sarà formalizzato dalla commissione
presieduta dalla dirigente Lucia Masè. Pareggia infine poco
sotto i 17 milioni di euro il bilancio 2015 di Pergine approvato ieri in via definitiva dall'esecutivo, che da oggi sarà sottola euro, mentre le spese correnti ammontino a 16 milioni 725
mila euro, e 10 milioni e 834 mi-
Contro il problema
della disoccupazione
soprattutto delle fasce
più deboli in aprile
scatterà l'operazione di
Intervento 19 che
prevede sei mesi di
lavoro per ventiquattro
persone che opereranno
sul territorio comunale
con una serie serie di
lavori utili
posto all'esame dei consiglieri
comunali. «Si tratta di un bilancio in gran parte tecnico - si limita a dire il sindaco Oss Emer
- è stimato un calo sia nei trasferimenti provinciali (ancora
da definire), sia in minori introiti tributari, legati alle aliquote
della nuova tassa comunale
la euro erano destinati alle opere pubbliche.
D.F.
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PROGETTO AMA
Azzardo*
i punti del Poi
per informare
i giovani
I
Ama punta sui giovani contro il gioco
I TRENTO
Il progetto dell'associazione
Ama che ha come obiettivo prevenire e contrastare il gioco
d'azzardo, è stato selezionato
tra i 20 sostenuti dai supermercati Poli. Fino ali 11 aprile ogni
200 punti Duplicard è possibile
donare una preferenza al progetto che punta sui giovani,
che diventano protagonisti nel
promuovere una cultura alternativa all'azzardo e scelte consapevoli nella gestione di tempo e denaro.
Il progetto ha l'obiettivo di
informare e formare sul gioco
d'azzardo i giovani, che a loro
volta sensibilizzeranno altri
giovani. Le azioni principali
consistono nel creare e formare un gruppo dai 18 ai 29 anni
sensibili alla tematica (i peer
leader], i quali promuoveranno, con la supervisione di
esperti, un messaggio culturale
ad altri giovani, offrendo opportunità di incontro che possano aumentare la capacità di
consumo critico e di scelta etica. Un ulteriore fase del progetto consiste nell'organizzare
eventi e momenti di confronto
per i giovani, alternativi al gioco d'azzardo, come aperitivino
slot, cineforum, eventi musicali e sportivi, a supporto della
diffusione di scelte consapevoli. Info: Ama, tei. 0461 239640
ama.azzardo@gmail.com.
Marzola, ^i interventi per valorizzarla
i
'liti
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li
«Apsp, lavoratori sereni
ma ora rimarremo vigili»
I CASTELLO TESI NO
«L'assemblea è andata bene: il
personale è infatti tranquillo, anche se ha piena coscienza della
vicenda: molti lavoratori sono di
qui e in paese se ne parla. Ma per
il momento, sia dal punto di vista amministrativo sia per quanto riguarda il servizio reso agli
ospiti, non vi sono state ricadute». Così Pierachille Dalledonne,
segretario della Funzione pubblica della Cisl, commenta l'esito dell'incontro sindacale di ieri
pomeriggio alla casa di riposo
"Suor Agnese": un'assemblea
promossa proprio dalla Cisl, forte di un'ampia rappresentanza
tra i circa 70 dipendenti, in seguito alle notizie sulla gestione
patrimoniale del lascito Pasqualini da parte del cda dell'Apsp.
La_. vicenda jè armai, amnia-
mente nota: si tratta della vendita di Btp a tasso a fisso (per un
valore di investimento iniziale
di circa 11,4 milioni di euro) prima della loro scadenza, in
un'operazione in due fasi perfezionatasi tra l'autunno del 2013
(poco dopo l'insediamento del
nuovo cda) e probabilmente la
prima metà del 2014, con il conseguente deposito dell'intera
somma (comprensiva della plusvalenza ricavata dalla vendita
sul mercato secondario dei titoli
di Stato) su un conto corrente
della Cassa Rurale Valsugana e
Tesino, istituto che cura il servizio di tesoreria per la "Suor
Agnese". Una scelta che solleva
dubbi vista l'esiguità degli interessi che può generare un deposito su conto corrente rispetto
all'ammontare delle cedole se-
mestrali dei Btp se questi fossero stati mantenuti in portafoglio: i titoli infatti consentivano
di portare a casa circa 420 mila
euro all'anno, con la garanzia di
veder restituito l'intero importo
iniziale dell'investimento alla
scadenza egli stessi Btp. Dubbi
rafforzati anche da una circostanza che non sembra conciliarsi con un'effettiva convenienza nell'operazione: il fatto cioè
che proprio negli ultimi due anni le rette giornaliere della "Suor
Agnese" sono aumentate di quasi 3 euro. Sull'intera vicenda il
Trentino, ormai quasi due settimane fa, ha posto alla presidente dell'Apsp Fulvia Nervo una serie di domande precise che, nonostante due diverse prese di posizione ufficiali da parte del cda,
sono tuttora sostanzialmente
inevase. Sulla questione, oltre a
un'interrogazione in Consiglio
provinciale del leghista Maurizio Fugatti, si sono già registrati
anche due esposti alla Procura
della Repubblica e a quella regionale della Corte dei conti da parte del consigliere provinciale della Civica trentina Claudio Civettini.
Ciò che ora più conta, comunque, è che nella casa di riposo lavoratori e ospiti non segnalino
problemi di alcun tipo nella propria quotidianità, come conferma Dalledonne: «Ci auguriamo
che tutto si risolva per il meglio conclude il sindacalista - è comunque evidente che in questi
giorni manterremo alta l'asticella dell'attenzione»,
(p.mor.)
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L'EVENTO
Domani al Palazzo dei Congressi tante esperienze personali
Presente anche Syusy Blady, conduttrice di «Turisti per caso»
Quando il turismo si veste di rosa
Si parlerà
di turismo
e di differenze
di genere
nel convegno
organizzato da
GardaScuola
al Palazzo
dei Congressi
di Riva
PAOLA MALCOTT1
«Turismo, femminile plurale».
È questo il titolo del convegno
organizzato da Gardascuola in
collaborazione con il Comune
di Riva, lngarda, Unione commercio e turismo ed Enaip Alberghiero che si terrà domani
presso il Palazzo dei Congressi. Prima di una serie di azioni
territoriali sostenute dalla Provincia autonoma di Trento, la
mattinata - che si aprirà alle
8.45 e si concluderà verso le 13
- si pone come strumento didattico, professionale e politico per mettere a fuoco un tema ancora poco sentito e solo
parzialmente esplorato: quello dell'intreccio tra turismo e
differenze di genere. Studiosi
del calibro di Elisabetta Ruspini ed Ezio Marra del Dipartimento di Sociologia e Ricerca
sociale dell'Università di Milano-Bicocca, Duccio Canestrini
dell'Università di Pisa, Mariangela Franch del Dipartimento
di Economia e Sabrina Francesconi del Dipartimento di Lettere dell'Università di Trento,
saranno i protagonisti - unitamente alle dirette protagoniste
che lavorano e vivono quotidianamente in questo settore
- cui toccherà proporre testimonianze ed interventi allo
scopo di sondare, da diversi
punti di vista, questo ambito
ancora poco approfondito. A
moderare ed animare la matti-
nata di lavóri sarà Maurizia Giusti (Syusy Blady, autrice e protagonista della celebre trasmissione televisiva "Turisti per caso"), in un dialogo tra più attrici ed attori del mondo del turismo nazionale, trentino e altogardesano, che racconteranno le loro personali esperienze, confrontandole con le prospettive del mercato globale,
in una visione ampia che tenga presente i mutamenti individuali, familiari e sociali che
stanno attraversando la nostra
epoca, con un occhio di riguardo alle dinamiche di genere.
Il progetto, portato avanti da
Gardascuola, non si limiterà
però al solo appuntamento di
febbraio: l'obiettivo è soprattutto quello di sensibilizzare e
di stimolare proposte sia in
campo didattico sia in campo
politico e professionale. Ecco
perché ad ottobre sarà avviato un corso di formazione per
gli istituti turistici del territorio e messa in scena una conferenza spettacolo rivolta all'intera comunità.
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Sul supermercato del Poli
tre partiti in ordine sparso
LORENA STABLUM
MALE - Arriva in assemblea della
Comunità della Valle di Sole l'approvazione in prima adozione del
piano stralcio in materia di programmazione urbanistica del settore commerciale.
Venerdì prossimo ^3 febbraio in
prima convocazione, o tutt'al più
lunedì 16 febbraio(alle ore 20.30)
in seconda battuta, i consiglieri
della Comunità di valle saranno
chiamati, oltre che a votare la pianificazione stessa, anche a decidere sulla questione del nuovo
punto vendita del Poli. In pratica,
si dovrà scegliere se consentire o
meno la realizzazione della grande struttura di vendita proposta
nella zona commerciale del Comune di Male. Ma quali sono le posizioni all'interno della coalizione di
maggioranza?
L'Upt, che esprime il presidente
della Comunità di valle Alessio Migazzi, si mostra compatta nella
compagine dei sindaci anche se,
ci dice il segretario locale Alessio
Rauzi, una linea ufficiale non c'è.
«Abbiamo tutti i sindaci dell'Upt
per il no - commenta Rauzi - mentre la giunta di Comunità si sta barcamenando... Credo che per quanto riguarda il partito lasceremo libertà di coscienza. Personalmente, e l'ho già ribadito in consiglio
comunale a Male, ritengo che nel
caso della concessione saremo di
fronte a una distorsione del mercato pazzesca. Non siamo contro
un'azienda, ma stiamo parlando
di concedere una deroga puntua-
le contro le linee di indirizzo contenute nel piano territoriale e che
non potrà più essere concessa ad
altri soggetti. Chiediamo che sia
ammesso quanto concesso dalla
legge. Non vogliamo impedire all'imprenditore di costruire gli 800
metri quadrati. Certo, è un momento di imbarazzo. Con le parole si
dice di no, e poi con i fatti si va in
un'altra direzione. Credo - profetizza Rauzi - che ci sarà chi, in assemblea chiederà il voto segreto
per non assumersi le proprie responsabilità».
Se Rauzi non teme di far conoscere la propria posizione in merito,
non così fanno i segretari di valle
del Partito democratico e del Partito autonomista trentino tirolese.
Michele Bontempelli (Pd), raggiunto al telefono, dice di non voler
commentare fino alla sera dell'assemblea. Stefano Cogoli (Patt), dal
canto suo, promette solo che il partito si troverà prima dell'assemblea per analizzare tutta la questione.
«Certo - conclude Cogoli - il fatto
che sul territorio arrivi un imprenditore pronto a investire 7 milioni
di euro circa, può essere una cosa
positiva. Ma valuteremo con attenzione». La struttura in questione
si configura come l'esito dell'unione, in un unico esercizio, di due
esercizi di vendita rispetto ai quali i proprietari (F.lli Poli spa) hanno richiesto concessione all'amministrazione comunale: una media struttura di vendita di 800 metri quadrati, per la quale il Comu-
ne di Male ha già
g\àconcesso
concessouna
unadede-
roga urbanistica, e un'attività all'ingrosso pari a 970 metri quadrati.
Il tema è delicato e sta suscitando
un animato dibattito a tutti i livelli della società. Qualche tempo fa
l'Associazione dei commercianti,
presieduta da Luca Palmieri, ha invitato l'assemblea a riflettere profondamente su tale scelta, mentre
le amministrazioni comunali, in
pratica, si sono divise a metà tra
quelle favorevoli all'attuazione del
progetto così come presentato e
quelle che, invece, nella concessione di una grande superficie di
vendita vedono un fattore di rischio per il settore commerciale
di Male e della Valle di Sole: la Conferenza dei sindaci infatti ha
espresso un parere favorevole al
piano con 7 voti a favore e 6 contrari.
Le implicazioni sono molteplici e
non riguardano solamente il settore commerciale, ma vanno dall'ulteriore consumo di suolo e all'aumento delle emissione di inquinanti da traffico stradale, in un
contesto già segnato da alte emissioni. Aspetto questo rilevato anche dallo studio, commissionato
al Politecnico e dall'Università di
Torino, che, però, nel complesso
rispetto alla struttura «evidenza
l'indubbio valore potenziale per il
completamento e il rafforzamento dell'intero sistema dell'offerta
commerciale, sia in ambito urbano che territoriale». Ora la palla
passa all'assemblea.
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Serrato confronto
tra il manager
e gli operatori
PREDAZZO - Grande interesse nei giorni scorsi per l'incontro con Sebastiano Zanolli, manager di fama internazionale,
che si è confrontato a Predazzo con una trentina di imprenditori e professionisti flemmesi, prima di incontrare, in serata, anche i giovani di alcune associazioni locali, la Taverna Aragosta, HelloFiemme
e la Nave d'Oro.
«Lo sviluppo del potenziale
personale» è stato il tema della prima riunione, ospitata nella sala del Centro del Salto, occasione che ha consentito al
relatore di parlare anche di
«salto nel futuro», aspetto che
naturalmente ha caratterizzato le valutazioni e le proposte
dell'effervescente scrittore e
formatore veneto, 50 anni, originario di Bassano del Grappa, laureato in Economia all'Università Ca' Foscari di Venezia, dalla lunga esperienza
nel settore marketing presso
diverse aziende italiane ed
estere. L'iniziativa è stata promossa dalla Cassa Rurale di
Fiemme e dall'Apt.
Il direttore dell'Azienda per il
Turismo Bruno Felicetti ha richiamato l'organizzazione valligiana degli imprenditori, legata a «Fiemme Piace», acro-
nimo che sta a significare
«Passione, innovazione, appartenenza, competenza ed
Ecosostenibilità» quali obiettivi di fondo da perseguire, ribadendo la volontà di «aprire
un percorso anche verso
l'esterno».
Poi Zanolli, Oltre tre ore di
confronto con i presenti, dai
quali sono arrivate una nutrita serie di domande e di richieste, specialmente sulle idee e
gli strumenti per produrre ed
operare sempre di più e sempre meglio.
Ad esse il consulente ha puntualmente risposto con straordinaria lucidità di pensiero
e chiarezza di suggerimenti,
sempre accompagnati da indicazioni concrete su come
ciascuno può migliorare le
proprie performance, individuali e di gruppo. «Per risolvere i problemi» ha detto tra
l'altro «bisogna essere più
grandi dei problemi». Ricordando i dati fondamentali del
successo: chiarezza di obiettivi, creatività, flessibilità, capacità di far. fronte in maniera positiva anche ad eventi
traumatici, costruzione delle
reti e delle relazioni, capacità
di vendere. Solo così si riesce
a «fare la differenza».
VMB di Flemme e Faa§a
___„...»
11 Trofeo Bernard rimane a Pozza di Fassa
Canna fumaria in fiamme |
Paura all'albergo Vinella
I
Serrato confronto
tra il manager
e eli operatori
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Ricchezza, banche e immobili al top
Valore aggiunto: 4,5 miliardi, 27% delPil
Commercio e turismo 24%,industria 15%
FRANCESCO TORERI
twitter: ©fterreri
TRENTO - L'industria manifatturiera?
La filiera del turismo? No. Il comparto
più importante della ricchezza del
Trentino è quello che l'Istat chiama «intermediazione monetaria e finanziaria, attività immobiliari, noleggio, attività professionali e imprenditoriali»,
in pratica le banche, la finanza e il mattone. Che nel 2013 registrano un valore aggiunto pari a 4 miliardi 537 milioni di euro, il 27,6% del totale provinciale. Commercio e turismo sono al
24,1%, l'industria al 15,8%. Non solo:
nonostante la crisi dell'immobiliare e
i buchi delle banche, il valore aggiunto del comparto è aumentato del 3,7%
tra il 2012 e il 2013.
È uno dei risultati più sorprendenti della rilevazione Istat sui conti economici regionali, resa nota ieri. Un altro dato significativo è la diminuzione del
reddito medio da lavoro dipendente.
Ma andiamo con ordine. Il valore aggiunto complessivo in Trentino è pari
a 16 miliardi 442 milioni. A prezzi correnti si registra una leggera ripresa
(+1,8%), che scompare se correggiamo il dato con l'inflazione, che nel 2013
c'era ancora.
Il valore aggiunto dell'agricoltura è pari a 679 milioni, il 4,1% del totale, ed è
quello che nel 2013 è cresciuto di più:
ben il 13%. Il dato è coerente con la rilevazione Confindustria-JVfediocredito (l'Adige di domenica) che vedeva
l'agrindustria in testa. L'industria produce un valore aggiunto di 2 miliardi
594 milioni, il 15,8% del totale, con un
totale è pari al 24,1%. Gli altri servizi,
compresa la grossa fetta della pubblica amministrazione provinciale, valgono 3 miliardi 568 milioni, il 21,7% del
totale, in diminuzione negli ultimi anni. Poi c'è la fetta più grande, banche,
assicurazioni, attività immobiliari e
professionali, con il 27,6%. Per il 2013
non è nota la composizione interna
della voce ma nel 2012 le attività immobiliari erano la fetta più grossa con
2 miliardi 366 milioni di valore aggiunNonostante la crisi, finanza to.
Banche e assicurazioni erano a 656
milioni, le attività professionali a 1 mie mattone + 4 % nel 2013 liardo 352 milioni.
A fronte della prevalenza di finanza e
Vola l'agricoltura: + 1 3 %
mattone, i redditi da lavoro dipendente
sono in calo anche a prezzi correnMeno peso del pubblico
ti. Nel 2013 il reddito medio annuo di
un lavoratore dipendente trentino è
Redditi da lavoro - 1 , 3 %
pari a 36.286 euro, lo 0,6% in meno del
2012 e l'I,3% in meno del 2011. Senza
Tiene l'occupazione
contare l'inflazione.
'
Per il resto, come sottolineano commentando i dati i\ presidente della Procalo negli ultimi anni. Le costruzioni, vincia Ugo Rossi e il vice Alessandro Olicon 1 miliardo 106 milioni di valore ag- vi, tienel'occupazione (+1,3%), uno dei
giunto, il 6,7%, sono in netta contra- pochi casi in Italia, il Pil prò capite rizione: -5% in due anni.
sale a 33.566 euro dopo il calo del 2012
Il valore aggiunto di commercio, alber- e resta al top, al quarto posto a livello
ghi, bar, ristoranti, trasporti è pari a 3 nazionale. Analogo il dato dei consumiliardi 956 milioni, in ripresa nel 2013 mi delle famiglie, terza spesa più alta
dopo una caduta nel 2012. La quota sul d'Italia con 20.500 euro.
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BANCHE
Conti raddrizzati rispetto al rosso degli ultimi anni, il risultato di gestione sale del 1 7 %
Btb verso Intesa torna all'utile: 0,5 milioni
TRENTO - La Banca di Trento e Bolzano si presenta con i conti a posto all'appuntamento dell'incorporazione
nella capogruppo Intesa Sanpaolo. Il
cda, presieduto da Mario Marangoni (a
sinistra nella foto), ha approvato ieri
i risultati al 31 dicembre 2014 presentati dal direttore generale Franco Dall'Armellina (a destra nella foto). I risultati economici si presentano in netto
miglioramento e sono sintetizzati dal
ritorno all'utile, pari a 0,5 milioni, contro la perdita di 18,3 milioni del 2013.
1 proventi operativi netti ammontano
a 90,8 milioni, in crescita del 6% rispetto agli 85,7 milioni del 2013. Aumentano sia gli interessi netti (+4,2%), sia
le commissioni nette (+ 7,1 %), sia il risultato dell'attività di negoziazione,
che raddoppia (+127,2%). L'azione di
contenimento dei costi è proseguita
anche nel 2014. Gli oneri operativi ammontano a 55,6 milioni e diminuiscono per il quarto anno consecutivo (0,2%), soprattutto nella componente
spese amministrative.
Il risultato della gestione operativa
raggiunge i 35,2 milioni, con un incremento del 17,5%. Il rapporto cost/income (costi/reddito) è quindi ulteriormente diminuito al 61,2%. Le rettifiche di valore nette su crediti sono pari a 31,4 milioni, in deciso calo (41,6%)
rispetto ai 53,8 milioni del 2013.11 ri-
sultato corrente al lordo imposte è
quindi positivo per 2,9 milioni e il risultato netto finale, dopo imposte per
1,7 milioni e oneri di integrazione netti per 0,7 milioni, è anch'esso positivo per circa mezzo milione di euro.
Sul versante patrimoniale, la raccolta
indiretta da clientela ha raggiunto i 3,2
miliardi (+9,8%), trainata dal risparmio gestito (+26,5%). La raccolta diretta invece scende del 4,2% a 1,1 miliardi. Complessivamente le attività finanziarie della clientela si attestano
a 4,38 miliardi, in progresso del 5,8%.
I crediti invece continuano a calare,
secondo la banca per la diminuzione
della domanda. Il volume dei prestiti
ammonta a 2 miliardi, con una flessione dell'8,9% rispetto a fine 2013. Tuttavia crescono le nuove erogazioni di
prestiti a medio-lungo termine, soprattutto mutui: 154 milioni, in aumento
del 29,4% rispetto ai 119 milioni del
2013. Btb ha migliorato, grazie anche
all'intervento della capogruppo, la
propria solidità patrimoniale, raggiungendo coefficienti patrimoniali di vigilanza largamente superiori ai nuovi
e più stringenti limiti regolamentari di
Basilea 3.
Btb conta 462 dipendenti e 74 filiali
bancarie, di cui 36 in provincia di Trento, 37 in quella di Bolzano e una in Austria.
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BANCARIO
VOLKSBANK-MAROSHCA, VIA UBERA DELL'ANTIIRUST
• BOLZANO - L'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha dato il via
libera all'aggregazione tra la Banca Popolare-Volksbank e la Popolare di
Marostica. L'Antitrust non avvia l'istruttoria su eventuali problemi per la
concorrenza perché l'unica provincia in cui le due banche operano insieme è quella
diTreviso, dove dopo la concentrazione la quota di mercato non supererà il 5%.
SPARKASSE, VALANGA DI RICORSI SUL FONDO DOLOMIT
# BOLZANO -Valanga di ricorsi dei quotisti del fondo immobiliare Dolomit - in
tutto sono 4.300, in maggioranza altoatesini ma molti trentini - nei confronti della
Cassa di Risparmio di Bolzano-Sparkasse. I reclami sono sostenuti dal Centro
tutela consumatori. Il fondo Dolomit è uno dei «buchi» di Sparkasse, che si avvia a
chiudere il bilancio 2014 con 160 milioni di euro di perdita.
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Quasi 4 milioni di working poor
hanno il lavoro, ma non basta più
JMK<f^M'jfm«ur%#
ROBERTOMANIA
ROMA. Martina L. ha 32 anni. Vive a Milano in una stanza in affitto a metà con un amico che non è
il fidanzato. Laureata in Economia. È consulente di marketing
digitale. Guadagna circa 800 euro netti al mese. È una working
pooritaliana.Unalavoratrice povera. La lunga crisi ha falcidiato
posti di lavoro, allargato le diseguaglianze, compresso i redditi
verso il basso, dilatato la categoria di chi ha un'occupazione ma
vive alle soglie della povertà. Era
un ossimoro nel secolo scorso.
Oggi non più. Il lavoro non è più
un'assicurazione contro la povertà.
In Italia ci sono 3 milioni e 750
mila woorking poor, tra lavoratori dipendenti e autonomi, circa
il 16 per cento degli occupati. Solo nel lavoro subordinato sono
cresciuti di oltre 600 mila unità
Il 16 per cento
degli occupati
vive alle soglie
della povertà
tra il 2008, l'anno del fallimento
dellaLehamnBrothers,eil2013:
erano 2 milioni e 287 mila, sono
arrivati a 2 milionie 970 mila. Tra
gli autonomi (come la "partita
Iva" Martina L.) sono arrivati a
780 mila unità coloro che hanno
un reddito netto orario inferiore
ai 2/3 delredditoorario mediano.
Vuol dire che prendono meno di
4,8 euro all'ora, mentre per i dipendenti la "soglia povertà" è di
6,2 euro all'ora. Anche questo
aiuta a spiegare la discesa del nostro reddito prò capite ai livelli
della seconda metà degli anni Ottanta.
E a rischio povertà sono soprattutto i giovani lavoratori under 30 con «effetti disastrosi nel
lungo periodo», come dice il professor Claudio Lucifora, economista alla Cattolica di Milano,
che da anni indaga sul fenomeno
dei working poor. Un basso red-
1
1
'
dito non porta all'autonomia finanziaria rispetto alla famiglia
d'origine e, per le donne, non
conduce alla maternità. Nel
1961 le donne italiane avevano
inmedia 2,41 figli, nel 2013 sono
scesi a 1,39. E Martina non si vede mamma «né ora né in futuro».
Un circolo pernicioso per la società e l'economia italiana. Perche anche l'invecchiamento della popolazione, insieme ai flussi
migratori, sono tra le cause del
fenomeno dei working poor, visto che «esercitano — ha scritto
Lucifora in un rapporto presentato al Cnel—una pressione crescente sulle retribuzioni dei lavoratori meno qualificati». D resto lo hanno fatto la delocalizza-
zione produttiva, la trasformazione tecnologica che spinge fuori dal mercato i lavoratori meno
qualificati, la terziarizzazione
dell'economia, e poi la marcata
flessibilizzazione del mercato
del lavoro che ha progressivamente ridotto la forza-contrattuale delle organizzazioni sindacali.
Ma è la crisi che ha accentuato
ed esteso un fenomeno che in Italia è recente e ancora poco visibile perché c'è la famiglia che agisce da ammortizzatore sociale,
modulando i suoi interventi, contenendo le disparità, adattandosi alle lacune del welfare state
pensato al tempo del solo lavoro
standard nella grande fabbrica
con capofamiglia uomo. Ancora
per quanto?
CristopherCariola, 22 anni, vive in famiglia, famiglia operaia. I
suoi 530 euro al mese dalla McDonald'sdiRozzano, alleportedi
Milano, non gli permettono, appunto, di essere autonomo. Contratto a tempo indeterminato,
part time per nulla volontario,
perché anche il tempo parziale
involontario si è impennato al
tempo della crisi e ha contribuito
altracollodeglistipendi.Diciotto
ore a settimana, turni di notte.
Appartìeneallacategoriapiùarischio di essere un working poor,
quelladei giovani trai 16ei24anni. Per costoro il rischio è pari al
41,4 per cento (era del 36,8 per
centoprimadellacrisi) contro un
rischio medio del 14,9 per cento.
Il rischio cala man mano che si alza l'età. Cresce se si è cittadino
straniero europeo (31,8 per cento) rispetto a uno straniero extraeuropeo ( 2 7 per cento ). Sono
le donne più a rischio ( 16,4 per
cento) in confronto agli uomini
(13,8 per cento).
E donne sono AngelaMaiocchi
e Maria Luisa Rosolia, entrambe
addette alle mense scolastiche.
Sono le persone (quasi sempre
donne) che cucinano tutti i giorni i pasti degli scolari. L'ultimo
Cud di Angela, 54 anni, tre scatti
di anzianità, sposata, una figlia
disabile, segna 6.350 euro. D'estate per il suo lavoro c'è la sospensione che vuol dire niente
stipendio per tre mesi. «Oggi —
dice — ho pagato la bolletta del
gas e ho fatto un po' di spesa. Se
nesonoandatipiùomeno500euro. Bene, il mio stipendio è durato un giorno!». Si vive con la pensione del marito. Così racconta
che una sua collega è andata in
pensione dopo venti di lavoro in
mensa: 370 euro al mese. Il
working poor produce pensionati poveri- Gli «effetti disastrosi»
di cui parla Lucifora sono anche
questi.
1500 euro di Rosalia, 45 anni,
sono sufficienti per pagare una
rata del mutuo. Un'integrazione
al reddito familiare più che uno
stipendio. Sono professioni poco
qualificate e spesso con un basso
livello di istruzione quelle intrappolate nei salari poveri. D'altra
parte un lavoratore su cinque
con basso titolo di studio rientra
tra i working poor. Ma attenzione, perché la recessione ha cominciatoastravolgereleregolee
incunearsi tra le categorie "protette". Tra i laureati l'incidenza
di lavoratori a bassa remunerazione —si legge nel rapporto curato da Lucifora—«è raddoppiato (dal 3,7 al 7,2 per cento) tra
prima e dopo la crisi. La laurea
protegge, ma meno del passato,
dai rischi». E il rischio è aumentato pure tra gli uomini impiegati italiani occupati nelle grandi
imprese. Per questa fascia di lavoratori si è registrato «un peggioramento marcato» pur rimanendo categorie favorite rispet-
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to alle altre: giovani, donne, stranieri, occupati nelle piccole im.prese, operai.
La famiglia protegge il singolo
working poor ma può trascinare
nella povertà quando il reddito
complessivo, nonostante la pre-
senza di uno o più componenti lavoratori, non sia adeguato, cioè
sia inferiore al 60 per cento del
reddito mediano. I ricercatori le
chiamano "famiglie in-work poverty" e in Italia ( dati del 2011 )
sono circa 2 milioni e 50 mila, pari alT8,1 per cento di tutte le fa-
miglie. Tradotto, significa che
circa6,5milioni di persone (oltre
il 10 per cento della popolazione )
si trova in forte difficoltà economica nonostante il lavoro. Ed è
aumentato in maniera significativailrischiodiritrovarsiin-work
poverty la quota di famiglie con
capofamiglia imprenditore: prima della crisi era a rischio una su
dieci, dopo la crisi l'incidenza si è
impennata al 17,3 percento. Lavoratori poveri in imprese povere di imprenditori poveri. Non è
questa la strada che ci porterà
fuori dalla crisi.
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Popolari, la riforma passa alla Camera
mm «Penso che il percorso ormai
sia definito, diventeremo Spa».
L'amministratore delegato del
Banco Popolare, Pier Francesco
Saviotti, al Forex ha alzato la bandiera bianca per tutti. La riforma
delle Popolari, che ha incassato il
consenso ufficiale anche del governatore diBancad'Italialgnazio
Visco, sembra ormai inevitabile e
in questo clima inizia questa mattina, con la presentazione daparte
dei relatori Marco Causi e Luigi
Taranto alla Commissione Finanze e Attività produttive della Camera, l'esame dei nove articoli del
decreto legge approvato dal Governo in materia di «Misure urgenti per il sistema bancario e gli
investimenti».
Ieri sono intanto arrivati i rilie-
vi dei tecnici della Camera, che
hanno sottolineato in particolar
modo come nel testo della riforma manchi un termine entro cui
Banca d'Italia dovrà intervenire
sulla materia. Termine essenziale, poi, per stabilire l'inizio dei 18
mesi entro i quali gli istituti interessati dovranno adeguarsi alle
nuove regole.
Nelle 52 pagine del dossier dei
tecnici si ricorda che nell'articolo
uno si concedono alle banche popolari 18 mesi per adeguarsi alle
nuove regole, che dovrebbero
scattare dall'entrata in vigore delle disposizioni di attuazione emanate dalla Banca d'Italia. Tuttavia
nel decreto legge, osservano i tecnici,non è stato previsto alcun termine. Andrebbe, quindi, «valutata
l'opportunità di individuare i termini entro cui la Banca d'Italia deve adottare le disposizioni attuative, alfinedi rendere desumibile il
termine iniziale di effettiva applicabilità della nuova disciplina».
Dal fronte di Assopopolari, invece, non è ancóra stato presentato un documento con una proposta alternativa, ma da mercoledì
cominceranno le audizioni ed entreranno nel vivo i lavori sulla riforma. Mercoledì pomeriggio è
prevista l'audizione del presidente della Consob, Giuseppe Vegas,
seguitadalleassociazioniperlatutela dei consumatori, mentre giovedì sarà la volta dì Assopopolari,
dell'Abi e di Rete Imprese Italia.
Venerdì, infine, sono in agenda le
audizioni della Crui (Conferenza
dei rettori delle Università italiane) e di Cassa Depositi e Prestiti.
La strada, comunque, sembra
tracciata. Si tratterà adesso di vedere se ci saranno dei correttivi
per mitigare la trasformazione in
Spae laperdita del voto capitario.
Di certo Assopopolari cercherà
di sottolineare l'importanza del
legame con il territorio e il coinvolgimento dei dipendenti-azionisti nella governance. degli istituti. In sede di audizioni, però, c'è
chi ribadirà la necessità della trasformazione in Spa come aveva
già fatto nel luglio scorso l'Autorità garante della concorrenza e
del mercato e la stessa Banca
d'Italia, a più riprese.
Mo.D.
® RIPRODUZIONE RISERVATA,
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«Ho molto lavoro
fino a dicembre»
La lettera di dimissioni è stata
inviata al Papa una settimana
fa perché - come prevede il diritto canonico - al raggiungimento dei 75 anni di età i vescovi
devono lasciare il loro incarico.
Il traguardo, monsignor Luigi
Bressan, lo ha raggiunto ieri,
giorno del suo 75° compleanno,
ma il tempo di andare «in pensione» e di rinunciare al proprio
ruolo di guida della Chiesa trentina appare ancora lontano
(«potrebbe trascorrere un anno»). Non a caso l'agenda è densa di appuntamenti e di impegni fino a Natale: dal viaggio in
Etiopia al piano pastorale, senza dimenticare gli impegni con
la Caritas Italiana, della quale
Bressan è attualmente presidente.
«Fino a dicembre ho tanto da lavorare», ha detto con il sorriso
l'arcivescovo, durante la messa celebrata nella chiesa del Se-
minario Maggiore, alla presenza dei suoi collaboratori e dei
familiari.
«Una settimana prima di questa
data, secondo la tradizione, ho
scritto al Santo Padre e adesso
sarà presa in esame la lettera ha confermato a margine della
cerimonia - Quindi, con il tempo, verrà presa una decisione».
Ma la rinuncia agli uffici pastorali produce effetti solo nel momento in cui viene accettata da
parte del pontefice. In assenza
di una risposta (che nei casi urgenti arriva in otto giorni) l'incarico prosegue. E visto che
non siamo di fronte ad un caso
di infermità o a gravi problemi
e che in Italia sono una quarantina le lettere di dimissioni di
vescovi da esaminare, la nomina di un nuovo vescovo di Trento non è imminente. Infatti, ad
una sorella che, scherzando, gli
chiedeva se avesse iniziato a fare i bagagli, Bressan ha rispo-
sto: «C'è tempo per quello».
«Spesso trascorre anche un anno», chiarisce. Ma nel caso della diocesi di San Benedetto del
Tronto, gli anni passati prima
della nomina del nuovo vescovo dopo la lettera di dimissioni sono stati addirittura tre. Nel
frattempo, sottolinea, «si rimane vescovo a tempo pieno. Poi
- chiarisce - verranno magari alcuni mesi in cui uno è nominato amministratore apostolico
(di solito è il vescovo in carica).
Quello è il periodo provvisorio,
prima dalla consacrazione e dell'ingresso del nuovo vescovo».
Ma come ha vissuto il traguardo dei 75 anni monsignor Bressan? «Per me non è stato eccezionale. Una giornata come le
altre, di ventiquattr'ore - scherza - con un momento di preghiera e di lode e ringraziamento a
Dio e agli altri. Se non ci fossero state queste celebrazioni
Esterne avrei atteso i miei Sfili-
ti impegni, come farò domani».
La mattina, presso la chiesa del
Seminario maggiore, il personale della Curia ha invece voluto
festeggiare l'arcivescovo con
una messa e il dono di un cero,
raffigurante la figura di San Vigilio, a testimoniare la centralità del vescovo nella Chiesa. Una
celebrazione che è stata anche
occasione per ripercorrere il
lungo cammino pastorale di
monsignor Bressan, che non ha
mancato di ringraziare i collaboratori e ha chiesto ai fedeli:
«Pregate per me». Poi il pranzo
in famiglia (sono ben undici fratelli) e pomeriggio in Curia. Ma
anche se non imminente, il tempo di lasciare l'incarico arriverà anche per Bressan. A chi gli
chiede cosa farà quando non
sarà più vescovo ribadisce che
l'impegno pastorale non si fermerà: «Sono disponibile a servire ancora».
F.P.
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A Milano parte l'Expo delle idee
Il Papa dà la scossa: più giustizia
La «prova generale» di
Expo mette in tavola tutte le
aspirazioni del maxi evento
che si aprirà il primo maggio.
«Le idee di Expo», che si è svolto ieri all'Hangar Bicocca a
Nord di Milano, ha voluto rappresentare e dare forma a quella che sarà «l'eredità immateriale» dell'esposizione. Le idee
di ambizione planetaria che saranno contenute nella futura
«Carta di Milano».
Quella che ieri si è iniziato a
costruire attraverso 42 tavoli
tematici e il contributo di una
galassia di personalità tra loro
diversissime, ma unite dal filo
comune di «Nutrire il pianeta», il tema di Expo. In primo
luogo, il premier Matteo Renzi
e nove rninistri. In ordine di apparizione, Stefania Giannini,
Dario Franceschini, Andrea Orlando, Gian Luca Galletti, Lapo
Pistelli, Maurizio Lupi, Maurizio Martina, Federica Guidi e
Maria Elena Boschi. Ma alla
giornata è arrivato anche il
messaggio del capo dello Stato
Sergio Mattarella, e quello video di Papa Francesco: «C'è cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare, mentre lo
spreco, lo scarto, il consumo
eccessivo sono davanti ai nostri
occhi». E poi, il video intervento dell'ex presidente brasiliano
«Lula» Da Silva: «Possiamo
mettere un punto finale alla fame in Africa e nel mondo. Ne
sono convinto, compagno
Martina e compagno Renzi».
MILANO
Intervento in video anche per
Federica Mogherini, Alto responsabile Uè per la politica
estera.
Con tanti politici, il rischio
di un effetto passerella esisteva. Ma, va detto, la pluralità dei
contenuti, ieri è stata impressionante nella sua varietà.
C'era, per esempio, il superchef
Massimo Bottura, che ad Expo
porterà blasonatissimi colleghi
da tutto il mondo per un progetto sul pane. C'erano i registi.
Un video di Ermanno Olmi, e
Pupi Avati. A regista di Regalo
di Natale incomincerà giusto
domani la lavorazione di
un«mediometraggio», una
quarantina di minuti che unisce la storia del treno in Italia
con 0 tema delle molteplici cucine nazionali.
C'era l'ex procuratore di Palermo e di Torino, Gian Carlo
Caselli, che ha ricordato come'
le agro mafie si infilino «in tutti i comparti dell'agroalimentare. Secondo il terzo Rapporto
sulle agromafie di ColdirettiEurispes il business è di 15 miliardi di euro l'anno». Ma c'era
anche la buona notizia ricordata da Raffaele Cantone, il presidente dell'Autorità anticorruzione: «La più grande soddisfazione è stata quando l'Ocse,
esaminando i nostri controlli,
ha detto che il nostro è un modello che si può esportare.
Quindi non c'è solo l'Italia della
corruzione, ma anche quella
dell'anticorruzione». Insomma: «Possiamo dimostrare che
i Grandi Eventi si possono fare
bene, facendo rispettare le leggi con strumenti di controllo,
senza incidere con il sistema di
vigilanza sui tempi dei lavori».
Carlo Perrìni, il fondatore di
Slow Food, ha lanciato un allerta: «Il nervo scoperto che oggi
sta mettendo in ginocchio milioni di contadini ha un nome
chiaro: si chiama libero mercato, che applicato al cibo sta generando uno sconquasso di
proporzioni bibliche». Di qui,
l'appello «a non costruire sulla
sabbia la manifestazione». E
l'Expo «accolga a braccia aperte i contadini e i più poveri. La
Carta di Milano non sia un mero documento, ma un vero inizio». Gli ha risposto il patron di
Eataly: «Celebreremo la biodiversità italiana, e ci sarà, quindi, un grandissimo spazio per i
piccoli».
n valore di Expo per il sistema turistico dell'intera Italia è
stato ricordato da Dario Franceschini. Perché l'esposizione
«può finalmente farci guardare
a noi stessi con altri occhi. Perché, per esempio, scopriamo
che l'Italia resta prima per desiderio di visita a livello globale».
E lo ha ribadito il presidente di
Federturismo-Confindustria
Renzo Iorio, soddisfatto della
giornata per «il confronto anche con il governo sugli assi
strategici di crescita per l'Italia».
Marco Cremonesi
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Le Darole di l rancesco
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1 •
"TI—1
^ ^ «Il cibo ce ma non tutti mangiano
*? Basta paradossi dell'abbondanza»
di papa Francesco
B
uongiorno a voi tutti, donne e uomini,
che siete radunati oggi per riflettere sul
tema «Nutrire il Pianeta, Energia per la
Vita».
In occasione della mia visita alla Fao
ricordavo come, oltre all'interesse per la produzione, la disponibilità di cibo e l'accesso a esso, il
cambiamento climatico, il commercio agricolo
che sono questioni ispiratrici cruciali, la prima
preoccupazione dev'essere la persona stessa,
quanti mancano del cibo quotidiano e hanno
smesso di pensare alla vita, ai rapporti familiari
e sociali, e lottano solo per la sopravvivenza.
Oggi, infatti, nonostante il moltiplicarsi delle
organizzazioni e i differenti interventi della comunità internazionale sulla nutrizione, viviamo
quello che il santo Papa Giovanni Paolo II indicavatrome «paradosso dell'abbondanza». Infatti,
c'è cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare, mentre lo spreco, lo scarto, il consumo eccessivo e l'uso di alimenti per altri fini sono davanti
ai nostri occhi. ,
Questo è il paradosso!
Purtroppo questo paradosso continua a essere attuale. Ci sono pochi temi sui quali si sfoderano tanti sofismi come su quello della fame; e
pochi argomenti tanto suscettibili di essere manipolati dai dati, dalle statistiche, dalle esigenze
di sicurezza nazionale, dalla corruzione o da un
richiamo doloroso alla crisi economica.
Per superare la tentazione dei sofismi — quel
nominalismo del pensiero che va oltre, oltre, oltre, ma non tocca mai la realtà — per superare
questa tentazione, vi suggerisco tre atteggiamenti concreti.
Andare dalle urgenze alle priorità
Abbiate uno sguardo e un cuore orientati non
ad un pragmatismo emergenziale che si rivela
come proposta sempre provvisoria, ma ad un
orientamento deciso nel risolvere le cause strutturali della povertà.
Ricordiamoci che la radice di tutti i mali è la
inequità.
A voi desidero ripetere quanto ho scritto In
Evangelii gaudium: «No, a un'economia dell'esclusione e della inequità. Questa economia
uccide. Non è possibile che non faccia notizia il
fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a
vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due
punti in borsa».
Questo è il frutto della legge di competitività
^jer cui il più forte ha la meglio sul più debole.
Attenzione: qui non siamo di fronte solo alla logica dello sfruttamento, ma a quella dello scarto;
infatti gli esclusi non sono solo esclusi o sfrutta-
ti, ma rifiuti, sono avanzi.
È dunque necessario, se vogliamo realmente
risolvere i problemi e non perderci nei sofismi,
risolvere la radice di tutti i mali che è l'inequità!
Per fare questo ci sono alcune scelte prioritarie
da compiere: rinunciare all'autonomia assoluta
dei mercati e della speculazione finanziaria e
agire anzitutto sulle cause strutturali della inequità.
Siate testimoni di carità
La politica, tanto denigrata, è una vocazione
altissima, è una delle forme più preziose della
carità perché cerca il bene comune. Dobbiamo
convincerci che la carità è il principio non solo
delle micro-relazioni: rapporti amicali, familiari, di piccolo gruppo, ma anche delle macrorelazioni: rapporti sociali, economici, politici.
Da dove dunque deve partire una sana politica
economica? Su cosa si impegna un politico autentico? Quali i pilastri di chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica?
La risposta è precisa: la dignità della persona
umana e il bene comune. Purtroppo, però, questi due pilastri, che dovrebbero strutturare la politica economica, spesso sembrano appendici
aggiunte dall'esterno per completare un discorso politico senza prospettive né programmi di
vero sviluppo integrale. Per favore, siate coraggiosi e non abbiate timore di farvi interrogare
nei progetti politici ed economici da un significato più ampio della vita perché questo vi aiuta a
servire veramente il bene comune e vi darà forza
nel moltiplicare e rendere più accessibili per tutti i beni di questo mondo.
Custodi e non padroni della terra
Ricordo nuovamente, come già fatto alla Fao,
una frase che ho sentito da un anziano contadino, molti anni fa: «Dio perdona sempre, le offese, gli abusi; Dio sempre perdona. Gli uomini
perdonano a volte. La terra non perdona mai!
Custodire la sorella terra, la madre terra, affinché non risponda con la distruzione».
Dinanzi ai beni della terra siamo chiamati a
«non perdere mai di vista né l'origine, né la finalità di tali beni, in modo da realizzare un mondo
equo e solidale», così dice la dottrina sociale della Chiesa. La terra ci è stata affidata perché possa
essere per noi madre, capace di dare quanto necessario a ciascuno per vivere. Una volta, ho sentito una cosa bella: la Terra non è un'eredità che
noi abbiamo ricevuto dai nostri genitori, ma un
prestito che fanno i nostri figli a noi, perché noi
la custodiamo e la facciamo andare avanti e riportarla a loro.
La terra è generosa e non fa mancare nulla a
chi la custodisce. La terra, che è madre per tutti,
chiede rispetto e non violenza o peggio ancora
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arroganza da padroni. Dobbiamo riportarla ai
nostri figli migliorata, custodita, perché è stato
un prestito che loro hanno fatto a noi. L'atteggiamento della custodia non è un impegno esclusivo dei cristiani, riguarda tutti.
Affido a voi quanto ho detto durante la Messa
d'inizio del mio ministero come Vescovo di Roma: «Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro
che occupano ruoli di responsabilità in ambito
economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e
le donne di buona volontà: siamo custodi della
creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell'altro, dell'ambiente; non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo! Ma
per custodire dobbiamo anche avere cura di noi
stessi! [...] Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi della tenerezza». Custodire la terra non
solo con bontà, ma anche con tenerezza.
Ecco dunque tre atteggiamenti che vi offro per
superare le tentazioni dei sofismi, dei nominalismi, di quelli che cercano di fare qualcosa ma
senza la concretezza della vita. Scegliere a partire dalla priorità: la dignità della persona; essere
uomini e donne testimoni di carità; non aver paura di custodire la terra che è madre di tutti. A
voi tutti chiedo di pregare per me: ne ho bisogno. E su voi invoco la benedizione di Dio.
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Dopo tre anni, Btb torna a fare utili
I TRENTO
Un netto miglioramento rispetto al precedente triennio in tutte
le singole componenti, con un risultato finale di utile netto pari a
0,5 milioni, dopo tre anni di perdite. Il Consiglio di amministrazione della Banca di Trento e
Bolzano (Gruppo Intesa Sanpaolo), riunitosi a Trento sotto la
presidenza di Mario Marangoni,
ha approvato i risultati al 31 dicembre 2014 presentati dal direttore generale Franco Dall'Armellina. I proventi operativi netti ammontano a 90,8 milioni,
con uno sviluppo di 5,1 milioni
(+ 6,0%) rispetto agli 85,7 milioni del 2013 che, in valore assoluto, risulta attribuibile alla crescita delle componenti più rilevanti di tale aggregato: gli interessi
netti aumentati di 2,3 milioni (+
4,2%), le commissioni nette cresciute di 2,1 milioni (+ 7,1%) e il
risultato dell'attività di negoziazione incrementato di 1,1 milioni (+127,2%).
L'azione di contenimento dei
costi è proseguita anche nel
2014, seppur in misura più attenuata dopo le forti riduzioni annuali ottenute dall'anno 2011 in
poi. Gli oneri operativi ammontano a 55,6 milioni e diminuiscono per il quarto anno consecutivo, con una flessione di 0,1 milioni (- 0,2%) rispetto ai 55,7 milioni del 2013, dovuta soprattutto alle "spese amministrative"
calate di 0,6 milioni (-2,6%).
Il risultato della gestione operativa ha raggiunto i 35,2 milioni
di euro con un incremento di 5,2
milioni, pari al + 17,5%, rispetto
ai 30 milioni del 2013. Il cost/income è quindi ulteriormente diminuito al 61,2%, in netto miglioramento rispetto al 65,0%
del2013eal 70,5% del 2012.
Le rettifiche di valore nette su
crediti nel 2014 sono pari a 31,4
milioni in deciso calo (- 41,6%)
rispetto ai 53,8 milioni del 2013.
Il loro ammontare ancora elevato ribadisce la rigorosa politica
di copertura dei rischi creditizi,
a fronte della persistente crisi
economica.
Al 31 dicembre 2014 il risultato corrente al lordo imposte è
positivo per 2,9 milioni di euro
(negativo per 24,7 milioni nel
2013) e il risultato netto finale,
dopo imposte p e r - 1,7 milioni e
oneri di integrazione netti pari a
- 0,7 milioni, è anch'esso positivo per 0,5 milioni di euro mentre
era negativo per 18,3 milioni nel
2013.
La Banca ha ottenuto risultati
positivi anche per quanto concerne gli aggregati patrimoniali.
Alla fine dell'anno 2014 è stata
conseguita un'ottima performance nella raccolta indiretta
da clientela, che ha raggiunto i
3,2 miliardi di euro, con un incremento del + 9,8% rispetto ai
2,9miliardidel31.12.2013.
L'incremento della raccolta
indiretta è dipeso essenzialmente dal buon andamento della
raccolta gestita che, con un ammontare complessivo di 965 milioni di euro, evidenzia un +
26,5% rispetto al 31 dicembre
2013. La raccolta diretta da clien_lela_ammonta.ji._LJ_xniliardi e
presenta una flessione del 4,2%
rispetto al volume di 1,2 miliardi
del 31.12.2013 che va collegata
all'aumento della raccolta indiretta.
Le attività finanziarie della
clientela si attestano sul valore
di 4,38 miliardi di euro, in progresso del 5,8% rispetto ai 4,14
miliardi del31 dicembre2013.
Nel 2014 si è assistito ad una
diminuzione della domanda di
credito rispetto all'anno precedente anche se di entità più moderata rispetto a quella avvenuta nel 2013 rispetto al 2012. Il volume dei crediti alla clientela al
31 dicembre 2014 ammonta infatti a 2,0 miliardi, con una flessione del - 8,9% rispetto a fine
2013. Peraltro nel 2014 il flusso
di prestiti a medio / lungo termine erogato alla clientela è stato
pari a 154 milioni, in aumento rispetto ai 119 milioni del 2013 (+
29,4%).
La Banca inoltre ha ulteriormente migliorato la propria solidità patrimoniale.
Pag. 38
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Lavoro, segnali positivi
Istat: «In Trentino +1,3%»
TRENTO Bene l'occupazione in
Trentino (+ 1,3%) e nel confinante Alto Adige, unici territori assieme alla Lombardia ad
avere registrato una crescita
nel periodo 2011-2013. Bene
anche il Pil prò capite, che vede
il Trentino posizionarsi al
quarto posto in Italia (33,6 mila euro contro una media italiana di 26,7). Qui, però, va evidenziato l'ottimo risultato fatto
registrare da Bolzano che guida la classifica nazionale con
39,8 mila euro.
Tornando al Trentino, bene
infine la spesa per consumi, la
terza più alta dTcalia, appena
dietro la valle d'Aosta e l'Alto
Adige e davanti a Emilia Romagna e Lombardia. I settori che
hanno favorito una crescita occupazionale nel periodo considerato sono soprattutto quelli
dei servizi finanziari, immobiliari, professionali e del commercio e il turismo.
Sono questi alcuni dei dati
forniti ieri dall'Istat (Istituto
nazionale di statistica) relativi
ai conti economici territoriali,
diffusi nel nuovo report riguardante il periodo 2011-2013.1
numeri sono stati analizzati
con attenzione anche dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi e
dal vice presidente e assessore
allo sviluppo economico e lavoro, Alessandro Olivi. «Questo nuovo rapporto — hanno
osservato Rossi e Olivi — conferma ciò che già sapevamo: in
Trentino non esiste un problema occupazione paragonabile
a quello che sta affrontando
gran parte dell'Italia, nonostante la crisi industriale si sia
fatta sentire anche qui e nonostante le difficoltà che incontrano i giovani ad entrare nel
mondo del lavoro». «Sul piano
delle politiche del lavoro — ha
poi aggiunto Olivi — cominciano a dare frutto gli sforzi
profusi in questi anni anche in
termini di soluzioni innovative
che stanno producendo un sostanziale miglioramento delle
performance trentine».
L'economia regionale, dunque, sembra aver imboccato,
anche se la cautela non è mai
troppa in queste situazioni, la
strada della ripresa. L'Alto Adige, soprattutto, sembra il territorio capace di dare i segnali
più forti. Lo si evince anche
dall'analisi fornita dalTlstituto
di ricerca economica della Camera di commercio.
Tale rapporto certifica un
aumento della fiducia dei consumatori altoatesini e conferma la crescita del Pil dello 0,6%
nel 2015. Lire della Camera di
commercio ha rilevato a gennaio il clima di fiducia dei consumatori altoatesini, elaborando le risposte di 506 consumatori.
A conferma della tenuta dell'economia regionale, come
detto, contribuiscono soprattutto i dati dello studio «Conti
economici territoriali anni
2011-2013» diffuso dall'Istat.
Nel 2013, il Pil per abitante è
calato rispetto al 2011 in tutte le
regioni, tranne che in Alto Adige e Campania. Bolzano è in testa con 39.800 euro prò capite
per abitante, tlavanti a Valle
d'Aosta (36.800 euro), Lombardia (36.300 euro) e Trento
(33.600 euro), la media italia a
è 26.700 euro.
Nella spesa per consumi prò
capite, svetta la Valle d'Aosta
(22.000 euro), davanti a Alto
Adige (21.800 euro) e Trentino
(20.500 euro), media italiana
16.300 euro, H valore aggiunto
per settori, indica in Alto Adige il 29,4% del totale legato a
commercio e turismo, il 21,7%
servizi finanziari e professionali, il 20,5% altri servizi, il
16,4% industria, il 6,7% costruzioni, il 5,4% agricoltura. In
Trentino invece l'agricoltura
vale il 4,1% del valore aggiunto,
l'industria il 15,8%, l'edilizia il
6,7%, commercio e turismo il
24,1%, servizi finanziari e professionali il 27,6%, gli altri servizi il 21,7%.
Nella graduatoria del valore
aggiunte prò capite per province, la più ricca è Milano
(46.600 euro), davanti a Bolzano (35.800 euro) e Bologna
(34.400), Trento è ottava
(30.000).
A livello occupazionale, Bolzano guida la classifica con
+2,2%, seguono Trento (+1,3%)
e Lombardia (+0,4%), tutte le
altre regioni sono in rosso. Positive le performance di industria, servizi, commercio-turismo e agricoltura.
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Pag. 39
Sì dì Roma al fondo dì solidarietà locale
6 TRENTO
Il progetto di costituzione di un
Fondo di solidarietà territoriale
e intercategoriale a favore delle
imprese escluse dal campo di
applicazione della cassa integrazione guadagni, prima esperienza di questo genere in Italia, può
ora avanzare senza indugio. Il
Ministero del lavoro ha infatti
accolto larichiestaavanzata dalla Provincia, con il suo vicepresidente Alessandro Olivi, e già
contenuta nel protocollo sottoscritto con le parti sociali nelT
aprile 2014, esprimendo il suo
parere positivo. Un passaggio
indispensabile al fine di attivare
questo nuovo strumento, destinato a coinvolgere tutti i lavoratori del Trentino, non solo quelli
appartenenti ad aree contrattuali interessate da iniziative a livello nazionale.
«Il fondo - spiega Olivi - si
qualifica come una sorta di Laborfond di nuova generazione
per imprese sotto i 15 dipendenti. L'obiettivo è di dare copertura finanziaria al reddito di continuità, che vuole diventare di qui
in avanti un ammortizzatore sociale che integra quello statale e
via via ne assume le funzioni, garantendo una copertura più ampia e più efficace ai lavoratori interessati. Siamo molto soddi-
sfatti anche perché il parere del
Ministero non era affatto scontato, ma evidentemente i rapporti che abbiamo costruito negli ultimi mesi stanno dando i
loro frutti: ci sono ora tutte le
condizioni per fare sì che ancora una volta il Trentino si qualifichi come un avamposto avanzato, in Italia, per le politiche del
lavoro più innovative».
«La delega sugli ammortizzatori sociali - sottolinea ancora
Olivi - è stata pensata non semplicemente per ereditare delle
competenze prima in capo allo
Stato, ma per mettere in campo
strumenti e politiche sia attive
che passive in grado di andare
oltre a ciò che già esiste a livello
nazionale. Quello che manca
per completare il quadro è appunto il reddito di continuità,
quell'ammortizzatore sociale
con il quale possiamo dare un
sostegno ai lavoratori che sono
esclusi dall'applicazione degli
altri ammortizzatori. Il reddito
di continuità diventa fondamentale perché va ad assumere
lo stesso fine che oggi riveste il
reddito di attivazione, cioè integrare e implementare il sostegno al reddito dei lavoratori delle imprese più piccole, nella prospettiva, ormai non lontana,
che la cassa in deroga, oggi finanziata dallo Stato, non sia più
sufficiente a coprirne il fabbisogno».
Pag. 40
Metà dello stipendio
in tasse ed imposte
ingle più penalizzati
Report Istat: si allarga la forbice Pil tra Centro-Nord e Sud
Cgil attacca: «Non basta un ministero per il Mezzogiorno»
I ROMA
Un lavoratore dipendente in tasca si ritrova poco più della metà del valore della sua prestazione. Il resto se ne va infatti in tasse, tra imposte e contributi a
suo carico e quelli pagati dal datore. Ecco che se il costo del lavoro è pari a 30mila e 953 euro,
quello che diventa retribuzione netta si ferma al 53,3% del
totale. A prescindere dal prelievo fiscale, in fatto di reddito lordo, uno su quattro in Italia è
sotto i diecimila euro, una percentuale che sfora il 40% se si
guarda solo agli autonomi. I
conti dell'Istituto di statistica risalgono al 2012, ma ormai ci
troviamo di fronte a una sorta
di costanti. Rispetto al passato
a cambiare è solo qualche decimale. E spesso i piccoli aggiustamenti non fanno altro che
inasprire vecchi tratti. Durante
gli anni di crisi il cosiddetto cuneo fiscale, la differenza tra il
costo del lavoro e lo stipendio,
si è allargato ancora un po', per
attestarsi nel 2012 al 46,7%.
Certo, non per tutti è lo stesso.
Anche tra i dipendenti c'è chi
sconta un cuneo più accentuato, come i dirigenti, e uno un
po' più leggero, come gli operai. D'altra parte il cuneo cresce al salire dei guadagni. Le vere differenze si riscontrano però con il lavoro autonomo, qui
non si parla più di cuneo fiscale
(non c'è un datore) ma d'incidenza delle imposte, che è pari
al 19,1% del reddito. L'Istat riconosce che le famiglie che vivono di attività indipendenti
hanno un minor carico fiscale,
ciò anche a causa, spiega, di
contribuenti minimi o altre
agevolazioni. Aiuti che ad
esempio si fanno sentire anche
su chi ha figli, al contrario risulterebbero penalizzati i single
(la tipologia familiare più tartassata).
Se si mette da parte il nodo
tasse e si guarda ai redditi lordi
le diversità non si affievoliscono . Basti pensare che la percentuale di autonomi sotto i 15mi-
la euro annui supera il 55%,
mentre per i subordinati è del
39%. L'Istat non fa che certificare situazioni note e non solo a
livello di mondo del lavoro ma
anche, soprattutto, guardando
alle condizioni economiche del
Paese, che nel 2013 si ritrova
con un Pil pro-capite nel Mezzogiorno (17.200 euro annui)
pari a circa la metà di quello del
Centro Nord (31.700 euro).
Ecco comunque la classifica
delle Regioni italiane, dalla più
ricca alla più povera in termini
di Pil procapite. Una graduatoria che si basa sul Prodotto interno lordo fatturato nel 2013,
secondo
le
rilevazioni
dell'Istat. Si va così dalla provincia autonoma di Bolzano, la
più ricca, alla Calabria, la più
povera: provincia autonoma
Bolzano 39.800 Valle d'Aosta
36.800 Lombardia 36.300 Provincia autonoma
Trento
33.600, Emilia
Romagna
32.500, Lazio 31.700, Liguria
30.200, Veneto 30.000, Toscana
29.000, Friuli Venezia Giulia
Pag. 41
il Pil per abitante
Bolzano
39.880
Val d'Aosta
36.800
Lombardia
36.300
Trento
33.600
Emilia-Romagna
32.500
Lazio
31.700
Liguria
30.200
Veneto
3G.00Q
Toscana
zs.eoo
Friuli-Venezia G.
28.600
Piemonte
28.580
ITALIA
26.700
Marche
24.900
Umbria
24.40(1
Abruzzo
23.003
Molise
18.800
Sardegna
18.800
Dati sul 2013 in euro
CENTRO NORi
31-701
Basilicata
18.30G
Campania
17.00G
MZZ0GI9M0
Sicilia
16.500
Puglia
1P.2K
17.200
!
1
Calabria
Fonte: Istat (calcolo Sec
a)1i')
28.600, Piemonte 28.500, Marche 24.900, Umbria 24.400,
Abruzzo 23.000, Molise 18.800,
Sardegna 18.800, Basilicata
18.300, Campania 17.000, Sicilia 16.500, Puglia 16.200, Calabria 15.500.
«I dati diffusi dall'Istat fotografano gli effetti drammatici
di sei anni di crisi e evidenziano ancora una volta il baratro
esistente tra Nord e Sud del Paese. È necessario intervenire
ANSA -«centimatri
con strumenti e politiche concrete : gli annunci e la nascita di
un ministero per il Mezzogiorno non sono sufficienti». Così il
segretario confederale della
Cgil Gianna Fracassi commentai dati dell'Istituto di statistica
sul Pil prò capite nel 2013, da
cui emerge che il Prodotto interno lordo per abitante nel
Sud Italia è inferiore del 45,8
per cento rispetto a quello del
Centro-Nord.
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Pag. 42
Lavoro, il Trentino (almeno) non piange
i TRENTO
Segnali positivi per l'occupazione arrivano dall'ultimo rapporto dell'Istat dedicato ai "conti
economici territoriali", che vede il Trentino unica realtà in
crescita assieme all'Alto Adige
e alla Lombardia. Il dato si riferisce al periodo 2011-2013 (e
non dà quindi indicazioni sulla
tendenza del 2014) ma ugualmente è stato commentato con
favore dal presidente della
giunta provinciale Ugo Rossi e
dal vice Alessandro Olivi: «E' la
conferma che in Trentino non
esiste un problema occupazione paragonabile a quello di altre realtà italiane».
Un saldo positivo
Secondo l'Istat fra il 2011 e il
2013 - mentre in Italia l'occupazione calava del 2,2 per cento in Trentino si registrava un aumento dell'1,3 per cento, secondo solo a quello della provincia di Bolzano e superiore a
quello della Lombardia (+0,4
per cento). Dato in calo, invece
per tutte le altre regioni italiane. In particolare risulta che in
provincia di Trento a fronte di
un calo marcato del settore edile (il risultato peggiore),
dell'agricoltura e dell'industria, c'è stato un aumento nel
settore dei servizi finanziari,
immobiliari e professionali,
ma anche nel commercio e nel
turismo, con un bilancio finale
positivo, all'interno di un panorama italiano decisamente più
preoccupante. Un dato che in
sindacati - come leggiamo nel
pezzo qui accanto - invitano comunque a leggere con prudenza.
Le reazioni
«Sul piano delle politiche del
lavoro - ha detto l'assessore Olivi - cominciano a dare frutto gli
sforzi profusi in questi anni anche in termini di soluzioni innovative che stanno producendo un sostanziale miglioramento delle performance trentine».
«Ma il rapporto - ha commentato il presidente Rossi - è al tempo stesso uno sprone. Se è vero
che stiamo bene, è altrettanto
Il forte calo dell'occupazione nell'edilizia è stato compensato dalla crescita nei
vero che dobbiamo correre di
più, migliorare sul valore aggiunto (siamo a metà classifica), il che significa aumentare
la produttività».
Laspesa
Anche per quanto riguarda
la spesa arrivano dati confortanti per la provincia di Trento,
che si classifica al terzo posto in
Italia per i consumi finali dei
propri abitanti con un totale di
20 mila 500 euro annui medi
per famiglia nel 2013, in calo
però rispetto al 2011. Consumi
maggiori solo in provincia di
Bolzano (21,8 mila euro) e in
valle d'Aosta (22 mila euro)
mentre la media italiana è di
16,3 mila euro a dimostrazione
di un paese che viaggia a velocità notevolmente diverse tra
nord e sud.
Il prodotto interno lordo
Il Pil prò capite vede il Trentino al quarto posto in Italia con
33,6 mila euro, rispetto a una
media nazionale di 26,7. Fanno
meglio la provincia di Bolzano
che con 39,8 mila euro di Pil
prò capite all'anno (dato 2013)
è al primo posto in classifica, la
Valle d'Aosta (36,8 mila euro) e
la Lombardia (36,3 mila euro).
I l valore aggiunto
Nel 2013 in Trentino il valore
aggiunto a prezzi correnti è pari a 16.442 milioni di euro, in
crescita dell'1,8% rispetto al
2012, diversamente dalla dinamica nazionale che vede lo
stesso dato ancora in diminuzione. I settori che contribuiscono maggiormente al valore
aggiunto sono i servizi relativi
alle attività finanziarie, assicurative, immobiliari, professionali, scientifiche e tecniche
(27,6%) ; a seguire il commercio
all'ingrosso e al dettaglio, trasporti e magazzinaggio, servizi
di alloggio e di ristorazione e
servizi di informazione e comunicazione (24,1%).
Pag. 43
Il segretario delia Cgii, Paolo Burli
BURU (CGIL)
«Segnai positivi, ma è calata
la qualità dell'occupazione»
I TRENTO
«Va bene l'ottimismo, ma con
prudenza, perché dietro i dati
(positivi) sull'occupazione si
nasconde un calo della qualità del lavoro che non può essere compreso con la semplice analisi dei numeri». Questa èia reazione di Paolo Burli
(Cgil) all'ultimo rapporto
dell'Istat che vede il Trentino
in vetta alle classifiche nazionali sull'occupazione e sul Pil
prò capite.
«E' vero che negli ultimi
tempi qualche segnale positivo c'è stato - dice Burli - ma
c'è anche un problema di
qualità dell'occupazione. Perché un lavoratore impiegato
per uria settimana oppure
per 4 o 5 giorni durante le feste non può essere paragonato a un lavoratore a tempo indeterminato. E noi abbiamo
segnali che la qualità dell'occupazione complessivamente è in deterioramento, con
un aumento della precarietà.
E questo dai numeri non
emerge».
Anche sul dato - confortante per il Trentino - del Pil prò
capite, Burli ha qualcosa da
dire: «La crisi ci ha insegnato
che è sempre maggiore la forbice tra chi ha la ricchezza e
chi è in stato di povertà. E anche questo fenomeno non
emerge quando si parla di
medie, mentre bisognerebbe
analizzare in profondità le fasce di reddito».
Il settore che ha perso più
posti di lavoro è quello
dell'edilizia, cioè quello che
ha risentito maggiormente
della crisi. Ma anche il saldo
di industria e agricoltura è negativo in provincia di Trento,
mentre è positivo il bilancio
del settore dei servizi finanziari, immobiliari e professionali (quello che in Trentino
ha registrato la crescita maggiore, seguendo una tendenza comune al resto d'Italia)
ma anche quello del commercio e del turismo.
I dati sull'occupazione di
Trentino e Alto Adige sono assieme a Lombardia - i migliori in Italia.
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Vino comune
spacciato per Dop
Inchiesta per frode
Sequestrati centinaia di litri anche in Trentino
Sono finiti nei guai in 8 tra commercianti e produttori
I TRENTO
Si sono presentati armati di
un'ordinanza del giudice per le
indagini preliminari di Roma
Giovanni Giorgianni in numerosi negozi e rivendite di vini
del Trentino e di tutto il nordest in generale. Gli uomini
dell'Ispettorato centrale del Ministero delle politiche agricole
hanno sequestrato centinaia di
fusti da 25 litri di vino nell'ambito di una maxi inchiesta della
Procura di Roma per frode in
commercio, falso e vendita di
prodotti industriali con segni
mendaci. Coinvolti in otto, tutti veneti, tutti commercianti e
produttori di vino. Si tratta di
Riccardo Fornasier di Molvena,
Simone Galberti di Omelie,
Manuel Galberti di Omelie,
Giovanni Cescon di Vazzola,
Walter Cescon sempre di Vazzola, Giancarlo Bergamo di
Motta di Livenza, Paolo Bergamo, di Motta di Livenza e Antonio Nardin di Ormelle. L'inchiesta è dei carabinieri del Nac, il
nucleo per le politiche agricole
e alimentari di Roma. Nelle indagini è stato scoperto un mercato illecito normali vini comuni che venivano spacciati per vini variateli, cioè con l'indicazione della varietà, e come vini
Dop o Igp. In altre parole, normali vini da tavola venivano
venduti come vini Dop. Questo
senza il controllo da parte degli
enti di certificazione.
Secondo quanto scoperto
dai carabinieri del Nac, a capo
del sistema ci sarebbe Riccardo
Fornasier che, con la complicità di imprese che confezionano
e imbottigliano il vino, vende il
prodotto ai negozi dove viene
commercializzato al dettaglio.
I vini venivano venduti con il
marchio Vignantica in alcuni
punti vendita diretti e presso
dei negozi in franchising, anche in Trentino, specie nelle
Giudicane. Proprio qui n ei
giorni scorsi sono arrivati gli
uomini del Ministero per provvedere al sequestro di grosse
quantità divino.
Da quanto emerso erano numerosi i negozi che si rifornivano da questo sistema. C'erano
negozi a Roma, Livorno, Firenze, ma anche a Bassano, Tombolo, Trebaseleghe, Rescaldina
e, appunto in Trentino.
I titolari dei punti vendita
hanno spiegati agli inquirenti
che il vino arrivava con delle sigle che indicavano varietà come barbera, cabernet sauvignon, cabernet frane, malbek,
prosecco, merlot, rosato di raboso, chardonnay, pinot bianco e bonarda. Questo senza che
vi fosse alcune certificazione
da parte degli enti che verificano, appunto, il possesso dei requisiti per avere un vino varietale.
II gip nella sua ordinanza ricorda che il reato di frode in
commercio è previsto dal legislatore per evitare che il consumatore venga tratto in inganno
e non riceva una cosa diversa
da quella che crede di acquistare.
In altre parole, secondo l'ac-
Vino comune veniva spacciato per vino Dop
cusa, l'organizzazione spacciava vino comune per Dop o Igt
presso molti punti vendita. In
questo modo, il danno subito
dai consumatori era notevole.
Il vino veniva venduto sia in
bottiglie che in fusti dai quali
poi veniva spillato e venduto
sfuso presso negozi che avevano un rapporto di franchising
con Fornasier. I gestori di que-
sti negozi non sono indagati e
non erano informati della frode. Gli inquirenti si sono presentati anche in Trentino. In
un negozio delle Giudicane
hanno una trentina di fusti e di
box da 25 litri di vino con il marchio Vignantica. Adesso le persone coinvolte potranno fornire la loro versione.
(u.c.)
Pag. 45
Btb, l'ultimo bilancio è in utile
Rettifiche limitate a 31 milioni
Marangoni elogia il risultato «dopo un triennio di perdite rilevanti»
TRENTO A pochi mesi dall'incorporazione di Banca di Trento e
Bolzano nella casa madre Intesa Sanpaolo, i bilanci dell'istituto regionale tornano in utile
per mezzo milione di euro. Segnale importante, dopo tre bilanci in rosso difila,che dimostra che le aggregazioni non
vengono programmate solo
per inglobare soggetti in difficoltà. Le rettifiche sui crediti,
che nello scorso triennio avevano determinato le perdite, rimangono comunque consistenti (31,4 milioni).
H presidente Mario Marangoni, con il suo eda, ieri ha licenziato l'ultimo bilancio della
storia di Btb. Le sottolineature
vanno al ritorno in terreno positivo, «dopo un triennio di
perdite nette anche rilevanti»,
da ricordare che lo scorso esercizio segnava un -18 milioni,
quello precedente un meno
uno e il 2011 ancora -18 milioni
circa. Bene «la durevole espansione dell'attività finanziaria» e
il «consistente volume di prestiti» nonostante la crisi perdurante.
Nel dettaglio l'utile da 0,5
milioni di euro è frutto di un
miglioramento generale di tutti gli indici. I proventi operativi
netti arrivano a 90,8 milioni
(+6%), grazie soprattutto alla
crescita degli interessi netti
(+4,296) e le commissioni nette
(+7,1%). I costi sono stati ritoccati (oneri operativi a 55,6 milioni, -0,2%). Il risultato della
gestione operativa ha raggiunto i 35,2 milioni (+17,5%).
milioni
L'utile di
esercizio 2014
di Btb
18
milioni
La perdita
accumulata nel
2013
3,2
Banca II presidente della Btb, Mario Marangoni, e il direttore generale Franco Dall'Armellina
miliardi
n tasto dolente è ancora una
volta la necessità di coprire le
sofferenze. Le rettifiche di valore nette su crediti 2014 arrivano
a 31,4 milioni, una somma notevole, che però è in netto calo,
meno 41,6%, rispetto alle vette
raggiunte nello scorso esercizio (53,8 milioni).
Il risultato al lordo delle imposte è stato positivo per 2,9
milioni (mentre valeva -24,7
milioni nel 2013). Il risultato
netto finale è positivo per 0,5
milioni.
Per quanto riguarda gli aggregati patrimoniali, la raccolta indiretta da clientela ha raggiunto i 3,2 miliardi (+.9,8%). In
questo settore la la da padrone
la raccolta gestita, con un am-
La raccolta
indiretta,
aumentata del
9,8%
montare complessivo di 965
milioni e un incremento del
26,5%. La raccolta diretta, invece, cala del 4,2% (si attesta a 1,1
miliardi). Le attività finanziarie
della clientela valgono in tutto
4,38 miliardi (+5,8%).
Rispetto allarichiestadi credito, Banca di Trento e Bolzano
nel 2014 ha registrato un rallentamento dell'8,996, portando il
volume complessivo a 2 miliardi. Nel 2014 ilflussodi prestiti a
medio-lungo termine, però, è
stato di 154 milioni, in crescita
del 29,4%rispettoai 119 milioni
del 2013.
I coefficienti patrimoniali di
vigilanza superano i nuovi limiti imposti da Basilea3. Il
Common equity Tier 1 ratio è
deliri, 5%; il Tier 1 capital ratio è
deU'11,5% e il Tier total capital
ratio è del 13,7%.
Ultimo bilancio Btb anche
per il direttore generale, Franco Dall'Armellina, che ha insistito sul risultato dell'utile netto riagguantato, migliorando
sia le componenti dei ricavi, sia
quelle degli oneri operativi. Da
non dimenticare che, pur attenuati rispetto ai livelli 2013, le
rettifiche «sono state in valore
assoluto ragguardevoli anche
nel 2014». Btb al momento ha
462 dipendenti e 74 filiali. Dopo l'assemblea primaverile inizierà la riorganizzazione sotto
la guida di Intesa Sanpaolo.
Enrico Orfano
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Bressan, festa per i 75 anni
«Quifinchéil Papa vorrà»
diLucayarognoEi
I TRENTO
In dono ha ricevuto un cero con
l'immagine di San Vigilio, «un
magnifico lavoro di miniatura»,
dice. Ma soprattutto le tante testimonianze di affetto, vicinanza e gratitudine della comunità,
dei parenti, di collaboratori e fedeli (alcune anche via e-mail).
È stata una giornata di festa e
incontri ieri per l'arcivescovo di
Trento, monsignor Luigi Bressan, che ha compiuto 75 anni.
Un compleanno che dovrebbe
coincidere anche con la cessazione dall'incarico, per raggiunti limiti di età, ma sappiamo che
ciò non avverrà fino a che non lo
deciderà il Papa. L'arcivescovo
stesso non safare previsioni: «Di
prassi, un paio di settimane pri-
ma della scadenza, il vescovo spiega la procedura Bressan - è
invitato a dare la disponibilità a
lasciare l'incarico, secondo
quanto previsto dal diritto canonico. Di solito prima che giunga
la risposta del Santo Padre passa
mezzo anno - un anno, è successo anche che si arrivasse a tre o
quattro in Austria. Dipende da
diversi fattori, dalle condizioni
di salute e dalla Diocesi».
Monsignor Bressan non si sbilancia, ma è probabile che il timone della Diocesi resti nelle
sue mani ancora a lungo, essendo lui nel pieno delle forze e permanendo tutte le condizioni
perché il suo lavoro continui in
modo proficuo. «Finché non accetta il Santo Padre, si rimane in
carica piena. Da quando il Papa
scrive, si diventa amministrato-
re apostolico per alcuni mesi finché non arriva il nuovo vescovo,
il cui nome solitamente è indicato nella stessa lettera». Nulla
cambia dunque per la comunità
cattolica trentina e per il calendario di scadenze e appuntamenti già concordati.
«Sono stati anni intensi, vari,
ricchi, partendo dall'esperienza
di cappellano in poi», dice monsignor Bressan. Dal 25 marzo
1999 alla guida della Diocesi
trentina, è nato a Sarche, dove fu
battezzato FU febbraio; sacerdote dal 1964, è stato nunzio
apostolico per 10 anni in Oriente, poi alla Segreteria di Stato ad
occuparsi dei rapporti con gli organismi internazionali, prima di
venire inviato a Ginevra, nel
1978, all'Ufficio delle Nazioni
Unite.
Ieri ha celebrato la messa per
tutto il personale della Curia e i
suoi collaboratori. «E stata un'
idea loro: ci siamo trovati in Seminario alle 11. Mi è stato fatto
dono di un cero particolare che
ho molto apprezzato. Poi sono
stato a pranzo al ristorante con
fratelli e sorelle, cognati e cognate. Nel pomeriggio c'è stato un
altro momento di incontro con i
miei collaboratori e i loro parenti. Domani invece (oggi, ndr) ci
ritroveremo tra compagni di
classe di ordinazione, alle 12.30
alla canonica di Lizzana, come
ogni anno». A Bressan anche gli
auguri di Chiara Avanzo, presidente del consiglio regionale,
che ne ha evidenziato le «capacità come guida della Diocesi trentina e le doti umane».
Pag. 47
Pag. 48
«Dignità e bene comune
pilastri per l'economia»
Pubblichiamo il testo del videomessaggio che
il Santo Padre hainviatoieriin occasione dell'evento «Le Idee di Expo 2015 -Verso la Carta di Milano», all'Hangar Bicocca di Milano.
uongiorno a voi tutti, donne e uomini,
che siete radunati oggi perrifletteresul
tema: Nutrire il Pianeta, Energia per la
Vita. In occasione della mia visita alla Fao ricordavo come, oltre all'interesse «per la produzione, la disponibilità di cibo e l'accesso a
esso, il cambiamento climatico, il commercio
agricolo» che sono questioni ispiratrici cruciali, «la prima preoccupazione dev'essere la
persona stessa, quanti mancano del cibo quotidiano e hanno smesso di pensare alla vita, ai
rapporti familiari e sociali, e lottano solo per
la sopravvivenza» (Discorso alla FAO, 24 novembre 2014).
B
ggi, infatti, nonostante il moltiplicarsi
delle organizzazioni e i differenti interventi della comunità internazionale sulla nutrizione, viviamo quello che il santo
Papa Giovanni Paolo II indicava come «paradosso dell'abbondanza». Infatti, «c'è cibo per
tutti, ma non tutti possono mangiare, mentre
lo spreco, lo scarto, il consumo eccessivo e l'uso di alimenti per altri fini sono davanti ai nostri occhi. Questo è il paradosso! Purtroppo
questo paradosso continua a essere attuale. Ci
sono pochi temi sui quali si sfoderano tanti sofismi come su quello della fame; e pochi argomenti tanto suscettibili di essere manipolati
dai dati, dalle statistiche, dalle esigenze di sicurezza nazionale, dalla corruzione o da un richiamo doloroso alla crisi economica» {ibid.).
O
nequità. Questa economia uccide. Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia
assiderato un anziano ridotto a vivere per
strada, mentre lo sia il ribasso di due punti ih borsa» {ibid., 53). Questo è il frutto della legge di competitività per cui il più forte ha la meglio sul più debole. Attenzione:
qui non siamo di fronte solo alla logica dello sfruttamento, ma a quella dello scarto;
infatti «gli esclusi non sono solo esclusi o
sfruttati, ma rifiuti, sono avanzi» {ibid.,53).
dunque necessario, se vogliamo realmenterisolverei problemi e non perI derci nei sofismi, risolvere la radice di
tutti i mali che è lìnequità. Per fare questo ci
sono alcune scelte prioritarie da compiere: rinunciare all'autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria e agire anzitutto sulle cause strutturali della inequità.
E;
2) Siate testimoni di carità
«La politica, tanto denigrata, è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose
della carità perché cerca il bene comune».
Dobbiamo convincerci che la carità «è il principio non solo delle micro-relazioni: rapporti amicali, familiari, di piccolo gruppo, ma
anche delle macrorelazioni: rapporti sociali,
economici, politici» {ibid., 205).
a dove dunque deve partire una sana
politica economica? Su cosa si impegna un politico autentico? Quali i pilastri di chi è chiamato ad amministrare la
cosa pubblica? Larispostaè precisa: la dier superare la tentazione dei sofismi - gnità della persona umana e À bene comuquel nominalismo del pensiero che va ne. Purtroppo, però, questi due pilastri, che
oltre, oltre, oltre, ma non tocca mai la dovrebbero strutturare la politica economirealtà- per superare questa tentazione, vi sug- ca, spesso «sembrano appendici aggiunte
dall'esterno per completare un discorso pogerisco tre atteggiamenti concreti.
litico senza prospettive né programmi di vero sviluppo integrale» {ibid., 203). Per favore,
1) Andare dalle urgenze alle priorità
siate coraggiosi e non abbiate timore di farAbbiate uno sguardo e un cuore orientati non vi
interrogare nei progetti politici ed econoad un pragmatismo emergenziale che si rive- mici
da un significato più ampio della vita
la come proposta sempre provvisoria, ma ad perché questo vi aiuta a «servire veramente
un orientamento deciso nelrisolverele cau- il bene comune" e vi darà forza nel "moltise strutturali della povertà. Ricordiamoci che plicare e rendere più accessibili per tutti i bela radice di tutti i mali è la inequità (cfr E- ni di questo mondo» {ibid.).
vangelii gaudium, 202). A voi desidero ripetere quanto ho scritto in Evangelii gaudium:
«No, a un'economia dell'esclusione e della i- 3) Custodi e non padroni della terra
D
P
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Ricordo nuovamente, come già fatto alla Fao,
una frase che ho sentito da un anziano contadino, molti anni fa: «Dio perdona sempre,
le offese, gli abusi; Dio sempre perdona. Gli
uomini perdonano a volte. La terra non perdona mai! Custodire la sorella terra, la madre
terra, affinché non risponda con la distruzione» (Discorso alla Fao, 24 nov. 2014).
inanzi ai beni della terra siamo chiamati a «non perdere mai divista né l'o. rigine, né la finalità di tali beni, in modo da realizzare un mondo equo e solidale», così dice la dottrina sociale della Chiesa {Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa,
174). La terra ci è stata affidata perché possa
essere per noi madre, capace di dare quanto
necessarioaciascunopervivere.Unavolta,ho
D
sentito una cosa bella: la Terra non è un'eredità che noi abbiamo ricevuto dai nostri genitori, ma un prestito che fanno i nostri figli a
noi, perché noi la custodiamo e la facciamo
andare avanti eriportarlaa loro. La terra è generosa e non fa mancare nulla a chi la custodisce. La terra, che è madre per tutti, chiede rispetto e non violenza o peggio ancora arroganza da padroni. Dobbiamoriportarlaai nostri figli migliorata, custodita, perché è stato
un prestito che loro hanno fatto a noi. L'atteggiamento della custodia non è un impegno esclusivo dei cristiani, riguarda tutti. Affido a
voi quanto ho detto durante la Messa d'inizio
del mio ministero come Vescovo di Roma:
«Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che
occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo custodi della creazione, del disegno di Dio iscritto
nella natura, custodi dell'altro, dell'ambiente;
non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro
mondo! Ma per custodire dobbiamo anche avere cura di noi stessi! [...] Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi della tenerezza».
Custodire la terra non solo con bontà, ma anche con tenerezza.
I eco dunque tre atteggiamenti che vi offro per superare le tentazioni dei sofii smi, dei nominalismi, di quelli che cercano di fare qualcosa ma senza la concretezza della vita. Scegliere a partire dalla priorità:
la dignità della persona; essere uomini e donne testimoni di carità; non aver paura di custodire la terra che è madre di tutti.
A voi tutti chiedo di pregare per me: ne ho bisogno. E su voi invoco la benedizione di Dio.
Grazie.
Francesco
E!
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DOPO IL PASSÀGGIO DI CONSEGUE A PROFUMO
Fbkf il grazie della Provincia a Egicli
I TRENTO
Il professor Massimo Egicli
Un grazie semplice e sincero,
quello rivolto ieri dalla giunta
provinciale di Trento, attraverso
le parole del presidente Ugo Rossi a Massimo Egidi, che ha recentemente passato le consegne
della presidenza della Fbk al suo
successore, Francesco Profumo.
«Il comparto nel quale opera la
Fbk - ha sottolineato Rossi - non
rappresenta solo un fiore all'occhiello del Trentino ma una sfida per il futuro. Credo che il lavoro del professor Egidi in questi anni abbia contribuito a mettere in fila tanti "mattoni" importanti di questa casa comune
che mette insieme alta formazio-
ne, ricerca, sviluppo territoriale.
La stessa vicenda del nuovo Statuto dell'Università e dei rapporti che si sono intessuti in questi
anni fra i diversi enti e soggetti
interessati è lì a dimostrarlo».
«A nome della giunta esprimo
l'orgoglio per i nostri istituti di ricerca - ha aggiunto Rossi - e se
oggi possiamo apprezzarne i risultati lo si deve innanzitutto a
chi ha creduto in loro, come
Massimo Egidi. Lo ringraziamo
per l'impegno che ha profuso in
questi anni, per le sue preziose
indicazioni, per i suggerimenti
sulla direzione da prendere in
futuro, all'insegna dell'eccellenza scientifica e del dialogo fra ricerca e territorio».
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