Via Segantini Elezioni Federcoop Su Dalpalù si sta cercando la compattezza TRENTO Incontro fiume del consiglio di amministrazione di Federcoop, ieri pomeriggio, senza una soluzione però del nodo presidenza. Nelle scorse settimane era stata individuato l'appuntamento di ieri come momento adatto in cui fare il nome del candidato unico espresso da via Segantini per la successione al presidente, Diego Schelfi, n nome a cui si sta lavorando è quello di Renato Dalpalù, presidente del Sait, ma ieri è stato chiesto del tempo ulteriore. Si vuole presentare la sua candidatura con un consiglio quanto più possibile «blindato» sul suo nome, altrimenti è alto il rischio di «bruciare» la candidatura. In corso, dunque, gli incontri per compattare la squadra: c'è ancora abbastanza tempo, il termine per presentare il candidato ufficiale è il 31 marzo. Gli altri «papabili» sono Luca Rigotti (vicepresidente agricolo), Michele Odorizzi (delegato ai rapporti sindacali), Ermanno Villotri (presidente Cr Lavis). © RIPRODUZiONE RISERVATA Pag. 6 Mstrutturare oggi, a Mori una serata per informarsi I MORI Stasera, alle 20.15 alla sala conferenze della Cassa rurale di Mori Brentonico e Val di Cresta, in via Marconi 4, l'associazione Giovani soci della Rurale presenta una serata informativa sul tema "Perché ristrutturare oggi e non aspettare domani". L'obiettivo è illustrare le opportunità economiche riservate a chi oggi intenda ristrutturare o riqualificare sotto il profilo energetico un immobile. La serata è stata organizzata in collaborazione di Dream House Group, un team di professionisti locali specializzati nel settore delle ristrutturazioni. Il programma della sereta prevede diversi argomenti: ristrutturare, le opportunità nell'attuale momento economico; sgravi fiscali e strumenti finanziari, come raggiungere l'obiettivo casa; ma è nuovo o ristrutturati? Tecnologia e materiali per il comfort del futuro; l'iter tecnico corretto per una ristrutturazione consapevole. A seguire, verrà aperto lo sportello informazioni, dove Dream House Group e i suoi partner tecnici offrono una consulenza sul tema della ristrutturazione. Pag. 7 CONSUMI LAVORO RISPARMIO INNOVAZIONE LA RIVOLUZIONE DIGITALE TAGLIA POSTI DI LAVORO. CHE FARE? TRASFORMARE GLI IMPIEGATI IN CONSULENTI SALE L'HOME BANKING: AI BANCARI SERVE UN ALTRO MESTIERE di Riccardo Stagliano R OMA C'erano una volta i bancari. La professione borghese, solida e immutabile per antonomasia ha già riportato più di una contusione dall'impatto frontale con la tecnologia. «Negli ultimi anni tra un quarto e un terzo delle operazioni di sportello sono scomparse» stima il segretario generale della Fabi, la Federazione autonoma bancari italiani, Landò Sileoni «a causa dell'home banking», ovvero i vari canali elettronici, dal telefono al web, per fare operazioni. Ed è solo l'antipasto. «Da noi l'home banking non è davvero partito» dice il capo del sindacato che da solo rappresenta un terzo dei 312 mila bancari italiani (da 344 mila che erano ancora sette anni fa), «se e quando le banche dovessero crederci sul serio si rischia un bagno di sangue». A occhio è solo una questione di tempo. Gli istituti di credito hanno già delocalizzato, per esempio nell'Europa dell'Est, molte funzioni tecniche. Ridurre ulteriormente i costi del personale spingendo i clienti al self servite con l'eventuale assistenza di un cali center esercita una seduzione irresistibile. I bancari, evidentemente consapevoli, hanno indetto due scioperi negli ultimi mesi dopo una pax bancaria che reggeva dal 2000. La domanda «qual è l'ultima volCICLONE ta che sei entrato in banca?» è ormai SUI VERTICI una formula alternativa e più educata Non si placa di chiedere l'età a quella persona. Tra la stretta . i giovani quelli che hanno visto in facdella Banca d'Italia cia un cassiere sono un rarità. Ancora sui piccoli istituti bancari. Sileoni: «Questo è vero per le grandi A oggi quelli città, molto meno per i piccoli centri, commissariati dove la relazione personale con il bansono venti cario resta più salda ed è un motivo di tranquillità per il cliente». Intanto anche un'altra attività per cui si andava fisicamente allo sportello, ovvero la compravendita di azioni od obbligazioni (il cosiddetto «borsino»), è stata largamente rimpiazzata dal trading online. E persino l'istruttoria dei mutui in molti casi si può fare via web. A forza di togliere pezzi cosa resterà? «Bisogna cambiare il modello» propone da tempo Sileoni «puntando a servizi nuovi, come le consulenze di tipo fiscale o previdenziale»..Lafilialediventerebbe cos'i una specie di emporio dove spicrEBBRMCdOlE Negli ultimi anni sono state assorbite dall'home banking tra un quarto e un terzo delle operazioni per cui ci si rivolgeva agli sportelli bancari ciare le più varie faccende economiche. Trasformare un simpatico cassiere in un consulente esperto però non è un'operazione istantanea. Servirà investire in formazione, e qualcuno dovrà pagare il conto. Che, per quanto salato, non potrà mai esserlo come arrendersi a registrare la cronaca di una morta annunciata. • LUCI DI POSIZIONE T acurad^swe Tra Grecia e Uè ,. . ,, prevediamo un compromesso Dopo la vittoria di Syriza in Grecia, che accadrà in Europa? Si troverà un compromesso tra Uè e governo greco Ci sarà lo stop delle politiche di austerity ^ • • • • • B 19°/° Il governo greco dovrà rispettare tutti gli impegni presi con la Uè • M H 0 13% Non sa La Grecia, dopo la vittoria dì Syriza guidata da Alexis Tsipras, secondo la maggioranza degli italiani, riuscirà a trovare un compromesso con l'Europa e negoziare condizioni più favorevoli. Un quinto degli intervistati spera Invece che il successo della sinistra greca possa mettere un freno generale all'austerity europea, con effetti positivi anche in Italia. Fonte: sondaggio online CAM su un compione dil.QOOsoggeW maggiorenni (su 3.200 contatti complessivi}. 24-26 gennaio 2015, sondaggio sa wwwagcom. 47 Pag. 8 Andrea Segrè «San Michele, realtà unica Punterei a mantenere alto il livello dell'innovazione» TRENTO «La Fondazione Mach è una realtà unica a livello nazionale, con ricerca e innovazione da una parte, ricaduta sul campo, nel vero senso della parola, dall'altra. Un caso unico nel suo genere di altissimo livello. La mia sfida, se sarò scelto per la presidenza di Fem, sarà proprio questo: mantenere l'alto livello». In più, Andrea Segrè, agronomo e ricercatore, direttore del dipartimento di Scienze e tecnologie agroalimentari dell'Università di Bologna, 54 anni, triestino, sottolinea la sua collaborazione con il Ministero dell'Ambiente. «Oltre all'esperienza di ricercatore e professore ordinario da 15 anni, posso portare competenze di tipo manageriale e rapporti istituzionali», spiega il docente sulla cui nomina sarebbe più orientata la scelta dell'assessore Sara Ferrari. Professore, il suo nome risulta tra i favoriti nella rosa dei dieci candidati alla presidenza di Fem: cosa l'ha spinta a candidarsi? «Mi pare sia una potenzialità entusiasmante: Fem è una realtà unica, riesce a mettere assieme istruzione e formazione didattica (il mio background), con ricerca e innovazione, in più con la ricaduta sul campo. ordinarie da valorizzare, la sfida quindi è quella di mantenere la doppia eccellenza locale e internazionale in termini di ricerca. Mi metto a disposizione della giunta, credo che il progetto vada condiviso». Come vede il lavoro svolto dal professor Salamini e cosa cambierebbe, oppure su quali attività portate avanti da Fem investirebbe? Università di Bologna Andrea Segrè «Il professor Salamini è un ricercatore eccellente, all'istiÈ unica nel suo genere, di livel- tuto di San Michele ha fatto un lo molto alto. La sfida è proprio lavoro molto buono. Lo conoquella di mantenere il livello sco per la sua fama in campo così alto e, sfida nella sfida, è il disciplinare — la mia facoltà sistema agricolo alimentare tra l'altro gli ha dato una laurea trentino con una produttività — ma non ci siamo mai inconbassa ma di qualità molto alta: trati, né abbiamo collaborato, una qualità da sviluppare oltre lavorando in settori diversi. che attraverso il marketing ter- Dalla mia, oltre alla parte scienritoriale anche dal punto di vi- tifica in agraria, porterei anche competenze di tipo manageriasta tecnico scientifico». Dopo l'impulso di France- le avendo rapporti istituzionali sco Salamini agli studi di ge- e un'esperienza nella politica nomica (dalla decodificazio- agraria e di sviluppo rurale in ne del genoma del melo, della quanto presidente del comitavite, a quello della fragola e to tecnico scientifico sugli del moscerino), se sarà eletto sprechi per il Ministero. Non mi sono ricandidato alla direquale sarà il suo progetto? «Metto a disposizione le mie zione del Dipartimento di competenze, ma penso che il Scienze e tecnologie agroaliprogetto vada condiviso con mentari, serve un ricambio. Fichi mi nominerà, non mi per- nisco a fine aprile, poi chissà». Marzia Zamattio metto di avanzare idee, questo istituto ha caratteristiche stra© RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 9 Pilotina dell'Arma, 1 a stona continua con il Circolo vela M_ I ALTO GARDA Alcuni anni fa, tra il disappunto generale, era cessato il servizio nautico sul Garda della compagnia dei carabinieri di Riva del Garda con la pilotina dai colori inconfondibili dell' Arma che nel corso dei decenni aveva svolto una intensa attività di vigilanza e soccorso e nello svolgimento dei molteplici compiti istituzionali aveva salvato innumerevoli persone, tra velisti, diportisti e bagnanti, e recuperato natanti di ogni genere. Un'opera che ha ottenuto il • meritato riconoscimento di autorità, enti e cittadini ed il ricordo dell'apporto dei carabinieri sul lago di Garda è ancora molto vivo e rimarrà per lungo tempo per la significativa iniziativa del Circolo Vela Torbole. «Avevamo appreso che era all'asta la pilotina - commenta il presidente Gianfranco Tonelli - e per il glorioso passato al servizio della comunità non ritenevamo consono che l'imbarcazione finisse a qualche privato e chissà dove (sul Garda trentino è vietata la navigazione a motore). Ci siamo aggiudicati il natante che dall' aspetto nautico è ideale per la J_# manovrabilità, la tenuta in acqua, la razionalità degli spazi a bordo. Questo mezzo, oltre a soddisfare tutte le esigenze del Circolo, sarà impiegato anche nell'esecuzione di soccorsi che ci troveremo ad affrontare nel corso delle numerose e partecipate regate che organizziamo annualmente e nella quotidianità, mantenendo vivi i compiti precedentemente assolti dall'Arma». Nei giorni scorsi nella sede del club torbolano é avvenuta la cerimonia di consegna della pilotina da parte del Capitano Francesco Garzya comanden- te la compagnia dei carabinieri di Riva del Garda che era accompagnato dal suo collaboratore il Maresciallo Nicola Esecuzione, dal Luogotenente Salvatore Foresta, comandante la stazione dell'Arma rivana e dall'ex comandante della pilotina, l'appuntato scelto Raffaele Esposito. «A quest'ultimo abbiamo intitolato la pilotina "civile" con il nome di "Raf" ha concluso il presidente Tonelli - quale riconoscimento del suo pluriennale servizio nautico svolto con la consueta discrezionalità degli appartenenti della Benemerita». (a.cad.) Pag. 10 Mele e scopazzi, tutte le novità Cles, lunedì prossimo Giornata frutticoltura: diretta streaming in sala Borghesi » CLES Lunedì prossimo 16 febbraio, alle 8.45, all'auditorium del polo scolastico di Cles, è in programma la 18esima edizione della giornata tecnica "La frutticoltura delle Valli del Noce" organizzata dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige. Un appuntamento attesissimo e ormai consolidato che fornisce ai frutticoitori l'occasione per informarsi e aggiornarsi sulle principali problematiche del settore. Dopo il boom di presenze del 2014, quest'anno, per permettere a tutti i partecipanti di seguire gli interventi dei relatori, sarà predisposta la diretta streaming in sala Borghesi Bertolla, al piano terra della biblioteca. Inoltre l'evento potrà essere seguito anche da casa collegandosi al sito live. fmach.it. La giornata è promossa dal Centro Trasferimento Tecnologico in collaborazione con il Consorzio Melinda e propone argomenti di grande at- 'Sii'." >x $ .\* •••••"-"ÌH .<> • • • ! * • -• - •f-Jf Un'immagine dell'edizione dello scorso anno tualità per il mondo frutticolo: si parlerà dei costi di produzione, delle operazioni di diradamento del melo e di alcune sue patologie, il marciume del frutto e gli scopazzi. Gli esperti della Fondazione Mach forniranno i dati aggiornati e spiegheranno come, in particolare per gli scopazzi, sia fondamentale mantenere alta la guardia per evitare recrudescenze. Di seguito il programma della giornata: alle 8.45 la registrazione dei partecipanti, alle 9 apertura della giornata, alle 9.15 "I costi di produzione nella frutticoltura delle valli del Noce", con relatori Flavio Pinamonti, Giorgio De Ros, Pier- giorgio Ianes, Luigi Tolotti e Mario Springfield (Fondazione Edmund Mach), alle 9.45 "Diradamento del melo: nuove opportunità", tema che sarà affrontato da Massimo Prandi, Alberto Dorigoni, Fabrizio Balzani, Ferruccio Pellegrini e Lodovico Delaiti (Fondazione Edm u n d Mach). Dopo una breve pausa, alle 10.30 si parlerà di "Il marciume del cuore delle mele", a cura di Matteo de Concini, Livio Fadanelli, Andrea Branz e Valeria Gualandri della Fondazione Edmund Mach, alle 10.50 "Scopazzi del melo nelle valli del Noce: analisi della situazione" con Gianluca Giuliani, Maurizio Chini e Stefano Bott (Fondazione Edmund Mach), alle 11.10 "Scopazzi del melo: le iniziative volontarie ed obbligatorie per il contenimento della malattia" con Alessandro Dalpiaz (Apot), alle 11.30 discussione e alle 12 chiusura. Il tutto moderato da Tommaso Pantezzi della Fondazione Edmund Mach. H M !?"*•,'il :< LM i, tutte le n Pag. 11 IN BREVE 1 R 0 P P A PIOGGIA, ALLEVATORI «SALVI» • Si va dai 773 millimetri di pioggia rilevati da Meteotrentino a Castel Tesino ai 524 mm diTrento Laste (45 giorni piovosi), fino ai 377 mm di Male, la località meno bagnata. Sono le precipitazioni, cumulate, dell'estate-autunno 2014, periodo caratterizzato da piogge prolungate con effetti negativi in particolare sulla provvista di foraggio per le aziende zootecniche che non hanno rispettato i disciplinari relativi alla produzione, raccolta e impiego del foraggio per l'alimentazione del bestiame. L'attestazione della «eccezionale piovosità», certificata attraverso una delibera della Provincia, li mette al riparo da eventuali contestazioni. Pag. 12 Consorzio «La Trentina» Operazione trasparenza in favore dei soci TRENTO II consorzio La Trentina va incontro ai propri soci che vogliono sapere fin da subito la qualità del proprio prodotto. Accedendo all'area riservata presente sul sito www.latrentina.it ciascun associato potrà seguire in tempo reale i processi di calibrazione e sapere la classificazione del proprio prodotto una volta entrato all'interno della macchina precalibratrice. «Primo consorzio a fornire un simile servizio, la Trentina diventa sinonimo di trasparenza, di dialogo diretto con i propri soci, che potranno in questo modo scoprire i risultati della campionatura senza dover aspettare il momento della liquidazione di fine anno». In questi giorni inoltre stanno per essere liquidati 550.000 euro per cambiare le coltivazioni per sfruttare il microclima delle diverse valli. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 13 Paolo Ajmone Marsan i «Fem, un vero gioiellino Equilibrio tra ricerca e applicazione pratica» e ite >:o ia ìla n im 5io tà ;a 1a, i. 1le 1li :a n Ìli li li ii- «TRENTO «Approfondimento scientifico e trasferimento delle scoperte nell'applicazione pratica. Sono questi i due aspetti che porterei avanti se fossi scelto quale nuovo presidente di Fem». Paolo Ajmone Marsan, 64 anni, direttore dell'istituto di Zootecnica della facolta di agraria dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (sede distaccata di Piacenza) ha già collaborato con la Fondazione Mach che definisce «un gioiellino in Italia, una realtà unica» aggiunge il professore che ha già collaborato con l'ex presidente Salamini «tra i più grandi scienziati italiani nel settore agronomico e vegetale degli ultimi cento anni». Ajmone, nomina sulla quale sarebbero orientati il governatoreUgoRossiel'assessore Michele Dallapiccola, è un frequentatore del Trentino. «Ho una casa a Carisolo», dice, Professore, il suo nome risulta tra i favoriti neUa rosa dei dieci candidati alla presidenza di Fem: cosa l'ha spinta a candidarsi? «È un'occasione per dare un contributo e cercar di sostenere uno dei centri ricerca più interessanti della ricerca agricola. Altri centri d'Italia sono più dispersivi e meno integrati. Università di Milano Paolo Ajmone Quello in Trentino è un posto che mi interessava dal punto di ci vista scientifico e che conosco in parte, ho lavorato sulle piante e sugli animali, per dieci anni nel settore vegetale, ed ho collaborato con l'istituto. In Italia è ai massimi livelli sia per la qualità dei ricercatori, di ruolo, sia per le strutture messe in piedi: una cosa unica in Italia, un campus. Ho messo a disposizione la mia competenza, poi in caso le cose vadano a buon fine dovrò conoscere in modo più approfondito tutti i settori dell'Istituto». Dopo l'impulso di Francesco Salamini agli studi di genomica (dalla decodificazione del genoma del melo, della vite, a quello della fragola e del moscerino), se sarà eletto quale sarà il suo progetto? «Vedo due campi da portare avanti a livello di ricerca: continuare l'approfondimento scientifico, con lo sforzo di portare in campo quelle che sono tutte le conoscenze acquisite in questi anni senza buttare via nulla da una parte, trasferirle in applicazione pratica, dall'altra. Nel campo della ricerca, solitamente soltanto una piccola parte delle conoscenze acquisite trova applicazione pratica. Cercherei di farlo dove possibile, portando avanti la ricerca». Come vede il lavoro svolto dal professor Salamini e cosa cambierebbe, oppure su quali attività portate avanti dalla Fondazione Mach investirebbe? «Conosco il lavoro del professor Salamini, di altissimo livello: lui è tra i più grandi scienziati mai avuti in Italia nel settore agronomico e vegetale, uno dei massimi negli ultimi cento anni. Basta guardare gli incarichi sostenuti il suo curriculum, sono i numeri che indicano la qualità delle persone e lui di numeri ne ha molti. Da parte mia, offro la mia esperienza: il Trentino poi è splendido, mi troverei bene». M.Z. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 14 CONSORZIO «LA TRENTINA» Sistema di tracciabilità per le mele S soci potranno seguire in tempo reale i processi di calibrazione I TRENTO r J i „' > Ar Più trasparenza per i soci Il Consorzio la Trentina, da sempre impegnato nell'attuazione di un sistema ed etica del lavoro chiara e trasparente, ha inaugurato un innovativo progetto dedicato ai suoi soci per migliorare il loro coinvolgimento all'interno dei processi produttivi. Un sistema tecnologico e informatico a favore dei soci che rende possibile la tracciabilità dei lotti conferiti: accedendo all'area riservata presente sul sito wwiAr.latrentina.it ciascun associato potrà seguire in tempo reale i processi di calibrazione e sapere la classificazione del proprio prodotto una volta entrato all'interno della macchina pre- calibratrice. Primo Conosorzio afonireun simile servizio, la Trentina diventa sinonimo di trasparenza, di dialogo diretto con i propri soci, che potranno in questo modo scoprire i risultati della campionatura senza dover aspettare il momento della liquidazione di fine anno. Ma non è tutto. Coerentemente con il processo di ricerca intrapreso da la Trentina con l'obiettivo di modificare il proprio assetto varietale, il Consorzio, attraverso le cooperative associate, sta liquidando in questi giorni i fondi, 550 mila euro, individuati nel corso del 2014 per sostenere gli interventi sul campo realizzati dai soci produttori. Pag. 15 Mercuri/Terzo Settore «Il modello cooperazione pone la persona al centro» vo. Lavoriamo tutti ercasi ricetta stesso mercato per nutrire il li presidente di Fedagri- nello ma le differenze sono pianeta: cosa strutturali. Noi, ad erisponde il Terzo Set- Confcooperative: Cascina sempio, non possiamo tore? Triulza un cantiere muoverci con la stesLa nostrarispostasarà permanente di idee sa libertà nella ricerca nel padiglione di Cadi personale e di forniscina Triulza, che riiftori: una coop non può nisce le organizzaziodelocalizzare, tanto ni nazionali e internaper dirne una. zionali della Società Civile e resterà dopo l'Expo, come un cantiere permanente di Questo significa che siete condannati ad idee, di proposte e di attività - risponde essere meno competitivi? Giorgio Mercuri, presidente di FedagriNo, che dobbiamo difendere la nostra Confcooperatìve, uno dei fondatori del pacompetitività con l'innovazione: la coodiglione del Terzo Settore -. Noi portereperazione moderna può competere ad armo in dote la tradizione della cooperaziomi pari conle imprese "capitalistiche" senne, un modello economico che non diza per questo perdere le proprie carattementica la solidarietà perché discoide da ristiche, prova ne sia che oggi rappresenuna cultura che pone al centro la persona tano un quarto dell'impresa agroalimenumana, la stessa cultura che ci accomuna tare mondiale e la metà se si considerano agli altri fondatori, alle 62 realtà che già atutti i settori produttivi. Peccato che pochi deriscono a fondazione Triulza e a tutti cosappiano che metà del sistema produttiloro che aderiranno. vo planetario è strutturato su basi cooperative. In questa manifestazione ci sono anche le multinazionali del capitalismo "che L'Expo farà chiarezza? uccide", come dice papa Francesco. ECascina Triulza avrà proprio questo comsattamente, in che cosa le imprese coopito: trasmettere un messaggio forte sui perative sono diverse? valori del Terzo Settore e rendere consaLa cooperazione mette in rete idee e propevoli dellarisorsache rappresentano ma gettualità che creano economie e produanche delle potenzialità che hanno di icono dellericaduteno^j capitalistiche, che spirare uno sviluppo diverso e più umano, vanno a beneficio delle imprese ma ancome ha ammonito anche oggjtì Papa. che del territorio e soprattutto delle per'* <RV.) sone che operano nel sistema cooperati- C © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 16 La cooperativa di Moena punta su soci e sconti La fedeltà dei consumatori locali ha limitato le perdite di un 2014 difficile La pessima estate ha frenato la vendita di alimentari condizionando il bilancio di Gilberto Bonani I MOENA Chiude in rosso il bilancio della Famiglia cooperativa, un saldo negativo di limila 893 euro, valore contenuto grazie ai minor acquisti e contenimento del costo del personale. Difficoltosa è stata soprattutto la stagione estiva che ha fatto segnare un netto calo delle vendite alimentari. In controtendenza il settore abbigliamento che nei mesi freddi e piovosi di luglio e agosto ha venduto maglioni e guanti in quantità. «La nostra cooperativa è sensibilmente legata all'andamento delle stagioni turistiche estive ed invernali» ha detto nella sua relazione il presidente Luca Pitolini. «Analizzando nello specifico i dati relativi alle vendite scopriamo che nei mesi di febbraio e marzo il calo di fatturato è stato di circa 9 Ornila euro mentre nei mesi di giugno, luglio e agosto di oltre 170mila euro. Il numero degli scontrini dei clienti non soci, è diminuito di 1 Ornila unità con un importo medio pari a 16,46 euro». Fortunatamente il calo degli acquisti dei soci e con carta in cooperazione ammonta a soli 17mila 500 euro pari allo 0,70%. Il numero degli scontrini dei clienti soci è aumentato di oltre due mila unità questo sta a significare che gli acquisti sono ponderati e ormai si compra solo quello di cui si ha veramente necessità. Non per nulla a livello nazionale l'osservatorio del mercato ha segnalato che negli ultimi anni è in atto una stagnazione dei consumi interni. Il 54% della clientela compra solo lo stretto necessario e taglia il superfluo; il 52% acquista so- lo prodotti scontati o in promozione; addirittura il 30% compra meno in assoluto. «La fiducia dei soci costituisce un baluardo fondamentale per l'esistenza delle società cooperative - ha sottolineato Pitolini - ed è per questo motivo che in momenti difficili come quello che stiamo attraversando, è essenziale fidelizzare il consumatore». La base cooperativistica a Moena tiene. Il numero dei soci è passato da 945 a 972 con una crescita di 27 unità. Nel 2014 sono stati distribuiti ai soci 121mila euro di sconti tramite offerte e buoni, con un aumento di oltre il 10% rispetto al 2013. Inoltre, solo per acquisti effettuati nei reparti extralimentari, sono stati erogati ai soci, tramite lo sconto fisso annuale del 10% e lo sconto del 20% nel mese di giugno, oltre 35mila euro. Ora Coop Italia con Sait e le famiglie cooperative lanceranno una campagna promozionale aggressiva con numerose offerte a prezzo scontato con l'ottica di tutelare il consumatore in questo momento ancora difficile. Pag. 17 V a r a » 1 Per chi non può raggiungere Careno «Farmaco pronto», servizio tra Cooperativa e farmacia VARENA- Nel corso dell'ultima assemblea dei soci della Famiglia Cooperativa di Varena, venerdì scorso, è stata presentata una nuova interessante iniziativa che va a beneficio di tutta la comunità locale. Si tratta di «Farmaco pronto», un servizio attivato in collaborazione con la Farmacia di Carano e rivolto a soci e clienti, in particolare a coloro che hanno difficoltà a raggiungere la Farmacia del paese vicino per acquistare i farmaci di cui hanno bisogno. II socio o il cliente li può ritirare direttamente nel punto vendita della Cooperativa. Al servizio si accede sia con la ricetta elettronica che con quella cartacea. Il socio/cliente ritira quindi i farmaci in pacchetto sigillato che assicura la totale privacy sui farmaci in esso contenuti e che contiene lo scontrino fiscale. I farmaci si pagano direttamente presso il negozio. La stessa Cooperativa provvedere poi a versare alla Farmacia di Carano quanto dovuto. Da evidenziare che il servizio è completamente gratuito. M.F. Pag. 18 Famiglie coop turistiche, in rosso 8 su 16 Etano 3 su 16 l'anno scorso In due casi perdita motivata da investimenti Cda Fèdercoop, sulla presidenza rinvio di una settimana TRENTO - Il «sostanziale pareggio» dei conti delle 16 Famiglie cooperative delle zone turistiche (l'Adige del 5 febbraio) riassume un quadro in cui 8 coop fatto utili e 8 sono in perdita. L'anno precedente le Famiglie in rósso erano 3 su 16. Intanto slitta la proposta del nuovo presidente della Cooperazione Trentina: ieri in consiglio di amministrazione Diego Schelfi (a destra nella foto) ha chiesto un'altra settimana di consultazioni sul nome. Smentita ormai, sembra definitivamente, la possibilità di uno «Schelfi cinque», che tecnicamente sarebbe ancora possibile sia pur con una procedura rafforzata, il candidato in pole position per la successione è sempre l'attuale presidente del Sait Renato Dalpalù (a sinistra nella foto). Ma non tutto va liscio su questo nome e non è del tutto escluso che se ne valutino altri. Ieri il cda di Fèdercoop si è occupato soprattutto di questio- ni organizzative interne e ha solo sfiorato i problemi aperti nei diversi settori. Tra essi, le difficoltà della cooperazione di consumo, dove anche le Famiglie cooperative delle zone turistiche, tradizionalmente le più dinamiche, segnano il passo. Il bilancio complessivo delle 16 Famiglie che hanno chiuso i conti il 30 settembre e il 31 ottobre 2014 vede un fatturato di 126 milioni di euro, in calo del 2,2% sull'anno precedente, e un risultato d'esercizio in pareggio, mentre era di 1,3 milioni l'anno prima. Entrando nel dettaglio, il pareggio è frutto della combinazione di otto Famiglie con un risultato positivo e otto Famiglie in rosso. Due di esse, tuttavia, sono in perdita soprattutto a seguito di importanti investimenti fatti ancora da ammortizzare. Metà delle cooperative di consumo in rosso è, in ogni caso, molto più del 20% scarso - 3 su 16 -del 2012-2013. F.Ter. Pag. 19 Lezioni musicali per neonati Si chiama «Musica in culla, ovvero la musica con i neonati da 0 a 36 mesi» il progetto che la Cooperativa Tagesmutter «Il Sorriso», con il patrocinio della Circoscrizione, awierà a Mattarello venerdì 27 febbraio. Il ciclo è di sette incontri (il primo gratuito) che si terranno dalle 16.30 alle 17.30 presso la residenza San Vigilio in Via Don Dario Trentini. La domanda sorge spontanea: ma non sono bimbi troppo piccoli per essere accostati ad un corso di questo tipo? «No», è la risposta schiètta e ponderata Valentina Dalsass, referente dell'iniziativa. Valentina, giovane e preparata maestra del Corpo bandistico Junior e appassionata di musica, ci illustra la teoria elaborata dallo statunitense Edwin E. Gordon: «Ricerche condotte nell'ambito dell'ap- prendimento musicale hanno evidenziato l'importanza di iniziare il processo di educazione alla musica fin dai primi mesi di vita, con modalità che rispecchiano il processo di apprendimento del linguaggio verbale. Esposto sin dai primi giorni di vita a sollecitazioni verbali, immerso in ambienti densi di linguaggio verbale/il bambino comincia a costruire il proprio vocabolario personale. Proprio sulla naturalezza del processo di apprendimento del linguaggio verbale si fonda la teoria. Durante il percorso di crescita il bimbo elabora tutti gli stimoli linguistici intorno a lui per costruire il linguaggio verbale e imparare a comunicare passando attraverso varie fasi: da un lungo periodo di assorbimento alla lallazione spontanea, dalla' scelta di semplici parole che focalizzano un'intera frase alla costruzione di espressioni vere e proprie, fino alla capacità di esprimere concetti, idee, bisogni, forte dell'ampiezza del vocabolario che ha costruito dentro di sé semplicemente 'sentendo' le persone parlare intorno a lui. Così avviene anche per l'apprendimento del linguaggio musicale: varietà, ripetizione e complessità degli stimoli musicali daranno l'opportunità al piccolo individuo di costruire ed ampliare il proprio vocabolario musicale». In questa dinamica, qual è il compito delle educatrici musicali? «È quello di immergere il bambino in un ambiente sonoro ricco per fornirgli una grande varietà di stimoli in modo che sia lui attraverso l'esperienza diretta ad essere artefice del proprio apprendimento», aggiunge la referente. Su questi presupposti teorici, dopo aver frequentato i corsi di specializzazione a Roma ed aver ottenuto la qualifica di educatrice musicale, assieme a Luana Cestari e Lorena Pedrazzoli, è nata la collaborazione di Valentina Dalsass con la cooperativa sociale «Tagesmutter del Trentino - Il Sorriso», che fa proprio della domesticità e dell'apprendimento a partire dall'esperienza la propria linea pedagogica. «Musica in culla» attualmente è praticata presso la Scuola dell'infanzia G.B. Zanella di Trento e a Molveno e dal 27 p.v. anche a Mattarello. Per ulteriori informazioni: contatto e- mail: musica@tagesmutter41sorriso.it oppure telefono: 320/0775961. Ma.Bri. Pag. 20 W'T^WIIWÈ* Ventiquattro persone coinvolte da aprile a ottobre con «Intervento 19» Lavori socialmente utili al via le assunzioni - La giunta boccia il campo sintetico a Madrano PERGINE - Gli interventi a sostegno dell'occupazione e dei lavoratori socialmente deboli, i nuovi orari del centro natatorio comunale, ed il bilancio di previsione 2015 e pluriennale 2015-2017. Queste le decisioni assunte ieri dalla giunta comunale di Pergine che, su proposta del sindaco Roberto Oss Emer, ha espresso un parere positivo sul progetto di «recupero paesaggistico-ambientale» in alcuni luoghi del territorio comunale. 11 progetto, avviato dalla Comunità Alta Valsugana e Bersntol, prevede l'intervento nel comune di Pergine di quattro squadre (di cinque soggetti ciascuno) per interventi a sentieri, staccionate, panchine e aree di particolare interesse naturalistico o turistico, nell'arco di un mese per ogni comune della Comunità di Valle. Saranno invece sei le squadre, per complessivi 24 soggetti, che saranno attive quest'anno nel programma comunale legato al «Intervento 19» di accompagnamento all'oc- (Imis) che sostituisce Imu e Tasi». Da ricordare che il bilancio cupabilità con i lavori socialmente utili. Come spiegato dalla vicesindaco Daniela Casagrande le varie squadre saranno impiegate per poco più di sei mesi (aprile-ottobre) in interventi di cura del verde pubblico e piccoli interventi di manutenzione a viabilità, sentieri ed arredi urbani. Il progetto sarà finanziato con circa 110 mila euro dal comune di Pergine (pari al 40% del totale) e per il restante 60% dalla provincia (attraverso l'Agenzia del Lavoro). La giunta ha dato il via libera al nuovo orario del centro natatorio comunale di via Marconi gestito da Sport Management Sri, con l'apertura sin dalle 7 del mattino nelle giornate di lunedì, mercoledì e venerdì (e un intervallo di chiusura tra le 14.30 alle 15.30), mentre martedì e giovedì è previsto l'orario continuato dalle 8.30 alle 21.30, il sabato dalle 8 alle 18 e l'apertura domenicale dalle 8 alle 13 e dalle 15 alle 18. Parere negativo invece alla rea- 2014 evidenziava entrate correnti pari a 17 milioni e 223 mi- lizzazione del campo sportivo in erba sintetica presso il centro sportivo di Madrano, un intervento da oltre 343 mila euro che avrebbe previsto un esborso a carico dell'amministrazione comunale di oltre 132 mila euro (pari al 35% del totale). E' stato comunicato che sul capitolato per la concessione del centro nautico di San Cristoforo (da aprile 2015 e maggio 2020 per cinque anni) è pervenuta una sola offerta presentata dai precedenti gestori, l'Asd Ekon formata da 5 realtà «Dragon Club Pergine», «Dragon Team Pergine», «Gsa Penne Sprint», e le cooperative sociali «Arche» e «A.m.ic.a». L'affidamento ad «Ekon» della struttura dalla valenza non solo sportiva, ma anche formativa e turistica (aperta a soggetti disabili), sarà formalizzato dalla commissione presieduta dalla dirigente Lucia Masè. Pareggia infine poco sotto i 17 milioni di euro il bilancio 2015 di Pergine approvato ieri in via definitiva dall'esecutivo, che da oggi sarà sottola euro, mentre le spese correnti ammontino a 16 milioni 725 mila euro, e 10 milioni e 834 mi- Contro il problema della disoccupazione soprattutto delle fasce più deboli in aprile scatterà l'operazione di Intervento 19 che prevede sei mesi di lavoro per ventiquattro persone che opereranno sul territorio comunale con una serie serie di lavori utili posto all'esame dei consiglieri comunali. «Si tratta di un bilancio in gran parte tecnico - si limita a dire il sindaco Oss Emer - è stimato un calo sia nei trasferimenti provinciali (ancora da definire), sia in minori introiti tributari, legati alle aliquote della nuova tassa comunale la euro erano destinati alle opere pubbliche. D.F. Pag. 21 PROGETTO AMA Azzardo* i punti del Poi per informare i giovani I Ama punta sui giovani contro il gioco I TRENTO Il progetto dell'associazione Ama che ha come obiettivo prevenire e contrastare il gioco d'azzardo, è stato selezionato tra i 20 sostenuti dai supermercati Poli. Fino ali 11 aprile ogni 200 punti Duplicard è possibile donare una preferenza al progetto che punta sui giovani, che diventano protagonisti nel promuovere una cultura alternativa all'azzardo e scelte consapevoli nella gestione di tempo e denaro. Il progetto ha l'obiettivo di informare e formare sul gioco d'azzardo i giovani, che a loro volta sensibilizzeranno altri giovani. Le azioni principali consistono nel creare e formare un gruppo dai 18 ai 29 anni sensibili alla tematica (i peer leader], i quali promuoveranno, con la supervisione di esperti, un messaggio culturale ad altri giovani, offrendo opportunità di incontro che possano aumentare la capacità di consumo critico e di scelta etica. Un ulteriore fase del progetto consiste nell'organizzare eventi e momenti di confronto per i giovani, alternativi al gioco d'azzardo, come aperitivino slot, cineforum, eventi musicali e sportivi, a supporto della diffusione di scelte consapevoli. Info: Ama, tei. 0461 239640 ama.azzardo@gmail.com. Marzola, ^i interventi per valorizzarla i 'liti Pag. 22 li «Apsp, lavoratori sereni ma ora rimarremo vigili» I CASTELLO TESI NO «L'assemblea è andata bene: il personale è infatti tranquillo, anche se ha piena coscienza della vicenda: molti lavoratori sono di qui e in paese se ne parla. Ma per il momento, sia dal punto di vista amministrativo sia per quanto riguarda il servizio reso agli ospiti, non vi sono state ricadute». Così Pierachille Dalledonne, segretario della Funzione pubblica della Cisl, commenta l'esito dell'incontro sindacale di ieri pomeriggio alla casa di riposo "Suor Agnese": un'assemblea promossa proprio dalla Cisl, forte di un'ampia rappresentanza tra i circa 70 dipendenti, in seguito alle notizie sulla gestione patrimoniale del lascito Pasqualini da parte del cda dell'Apsp. La_. vicenda jè armai, amnia- mente nota: si tratta della vendita di Btp a tasso a fisso (per un valore di investimento iniziale di circa 11,4 milioni di euro) prima della loro scadenza, in un'operazione in due fasi perfezionatasi tra l'autunno del 2013 (poco dopo l'insediamento del nuovo cda) e probabilmente la prima metà del 2014, con il conseguente deposito dell'intera somma (comprensiva della plusvalenza ricavata dalla vendita sul mercato secondario dei titoli di Stato) su un conto corrente della Cassa Rurale Valsugana e Tesino, istituto che cura il servizio di tesoreria per la "Suor Agnese". Una scelta che solleva dubbi vista l'esiguità degli interessi che può generare un deposito su conto corrente rispetto all'ammontare delle cedole se- mestrali dei Btp se questi fossero stati mantenuti in portafoglio: i titoli infatti consentivano di portare a casa circa 420 mila euro all'anno, con la garanzia di veder restituito l'intero importo iniziale dell'investimento alla scadenza egli stessi Btp. Dubbi rafforzati anche da una circostanza che non sembra conciliarsi con un'effettiva convenienza nell'operazione: il fatto cioè che proprio negli ultimi due anni le rette giornaliere della "Suor Agnese" sono aumentate di quasi 3 euro. Sull'intera vicenda il Trentino, ormai quasi due settimane fa, ha posto alla presidente dell'Apsp Fulvia Nervo una serie di domande precise che, nonostante due diverse prese di posizione ufficiali da parte del cda, sono tuttora sostanzialmente inevase. Sulla questione, oltre a un'interrogazione in Consiglio provinciale del leghista Maurizio Fugatti, si sono già registrati anche due esposti alla Procura della Repubblica e a quella regionale della Corte dei conti da parte del consigliere provinciale della Civica trentina Claudio Civettini. Ciò che ora più conta, comunque, è che nella casa di riposo lavoratori e ospiti non segnalino problemi di alcun tipo nella propria quotidianità, come conferma Dalledonne: «Ci auguriamo che tutto si risolva per il meglio conclude il sindacalista - è comunque evidente che in questi giorni manterremo alta l'asticella dell'attenzione», (p.mor.) Pag. 23 L'EVENTO Domani al Palazzo dei Congressi tante esperienze personali Presente anche Syusy Blady, conduttrice di «Turisti per caso» Quando il turismo si veste di rosa Si parlerà di turismo e di differenze di genere nel convegno organizzato da GardaScuola al Palazzo dei Congressi di Riva PAOLA MALCOTT1 «Turismo, femminile plurale». È questo il titolo del convegno organizzato da Gardascuola in collaborazione con il Comune di Riva, lngarda, Unione commercio e turismo ed Enaip Alberghiero che si terrà domani presso il Palazzo dei Congressi. Prima di una serie di azioni territoriali sostenute dalla Provincia autonoma di Trento, la mattinata - che si aprirà alle 8.45 e si concluderà verso le 13 - si pone come strumento didattico, professionale e politico per mettere a fuoco un tema ancora poco sentito e solo parzialmente esplorato: quello dell'intreccio tra turismo e differenze di genere. Studiosi del calibro di Elisabetta Ruspini ed Ezio Marra del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell'Università di Milano-Bicocca, Duccio Canestrini dell'Università di Pisa, Mariangela Franch del Dipartimento di Economia e Sabrina Francesconi del Dipartimento di Lettere dell'Università di Trento, saranno i protagonisti - unitamente alle dirette protagoniste che lavorano e vivono quotidianamente in questo settore - cui toccherà proporre testimonianze ed interventi allo scopo di sondare, da diversi punti di vista, questo ambito ancora poco approfondito. A moderare ed animare la matti- nata di lavóri sarà Maurizia Giusti (Syusy Blady, autrice e protagonista della celebre trasmissione televisiva "Turisti per caso"), in un dialogo tra più attrici ed attori del mondo del turismo nazionale, trentino e altogardesano, che racconteranno le loro personali esperienze, confrontandole con le prospettive del mercato globale, in una visione ampia che tenga presente i mutamenti individuali, familiari e sociali che stanno attraversando la nostra epoca, con un occhio di riguardo alle dinamiche di genere. Il progetto, portato avanti da Gardascuola, non si limiterà però al solo appuntamento di febbraio: l'obiettivo è soprattutto quello di sensibilizzare e di stimolare proposte sia in campo didattico sia in campo politico e professionale. Ecco perché ad ottobre sarà avviato un corso di formazione per gli istituti turistici del territorio e messa in scena una conferenza spettacolo rivolta all'intera comunità. Pag. 24 Sul supermercato del Poli tre partiti in ordine sparso LORENA STABLUM MALE - Arriva in assemblea della Comunità della Valle di Sole l'approvazione in prima adozione del piano stralcio in materia di programmazione urbanistica del settore commerciale. Venerdì prossimo ^3 febbraio in prima convocazione, o tutt'al più lunedì 16 febbraio(alle ore 20.30) in seconda battuta, i consiglieri della Comunità di valle saranno chiamati, oltre che a votare la pianificazione stessa, anche a decidere sulla questione del nuovo punto vendita del Poli. In pratica, si dovrà scegliere se consentire o meno la realizzazione della grande struttura di vendita proposta nella zona commerciale del Comune di Male. Ma quali sono le posizioni all'interno della coalizione di maggioranza? L'Upt, che esprime il presidente della Comunità di valle Alessio Migazzi, si mostra compatta nella compagine dei sindaci anche se, ci dice il segretario locale Alessio Rauzi, una linea ufficiale non c'è. «Abbiamo tutti i sindaci dell'Upt per il no - commenta Rauzi - mentre la giunta di Comunità si sta barcamenando... Credo che per quanto riguarda il partito lasceremo libertà di coscienza. Personalmente, e l'ho già ribadito in consiglio comunale a Male, ritengo che nel caso della concessione saremo di fronte a una distorsione del mercato pazzesca. Non siamo contro un'azienda, ma stiamo parlando di concedere una deroga puntua- le contro le linee di indirizzo contenute nel piano territoriale e che non potrà più essere concessa ad altri soggetti. Chiediamo che sia ammesso quanto concesso dalla legge. Non vogliamo impedire all'imprenditore di costruire gli 800 metri quadrati. Certo, è un momento di imbarazzo. Con le parole si dice di no, e poi con i fatti si va in un'altra direzione. Credo - profetizza Rauzi - che ci sarà chi, in assemblea chiederà il voto segreto per non assumersi le proprie responsabilità». Se Rauzi non teme di far conoscere la propria posizione in merito, non così fanno i segretari di valle del Partito democratico e del Partito autonomista trentino tirolese. Michele Bontempelli (Pd), raggiunto al telefono, dice di non voler commentare fino alla sera dell'assemblea. Stefano Cogoli (Patt), dal canto suo, promette solo che il partito si troverà prima dell'assemblea per analizzare tutta la questione. «Certo - conclude Cogoli - il fatto che sul territorio arrivi un imprenditore pronto a investire 7 milioni di euro circa, può essere una cosa positiva. Ma valuteremo con attenzione». La struttura in questione si configura come l'esito dell'unione, in un unico esercizio, di due esercizi di vendita rispetto ai quali i proprietari (F.lli Poli spa) hanno richiesto concessione all'amministrazione comunale: una media struttura di vendita di 800 metri quadrati, per la quale il Comu- ne di Male ha già g\àconcesso concessouna unadede- roga urbanistica, e un'attività all'ingrosso pari a 970 metri quadrati. Il tema è delicato e sta suscitando un animato dibattito a tutti i livelli della società. Qualche tempo fa l'Associazione dei commercianti, presieduta da Luca Palmieri, ha invitato l'assemblea a riflettere profondamente su tale scelta, mentre le amministrazioni comunali, in pratica, si sono divise a metà tra quelle favorevoli all'attuazione del progetto così come presentato e quelle che, invece, nella concessione di una grande superficie di vendita vedono un fattore di rischio per il settore commerciale di Male e della Valle di Sole: la Conferenza dei sindaci infatti ha espresso un parere favorevole al piano con 7 voti a favore e 6 contrari. Le implicazioni sono molteplici e non riguardano solamente il settore commerciale, ma vanno dall'ulteriore consumo di suolo e all'aumento delle emissione di inquinanti da traffico stradale, in un contesto già segnato da alte emissioni. Aspetto questo rilevato anche dallo studio, commissionato al Politecnico e dall'Università di Torino, che, però, nel complesso rispetto alla struttura «evidenza l'indubbio valore potenziale per il completamento e il rafforzamento dell'intero sistema dell'offerta commerciale, sia in ambito urbano che territoriale». Ora la palla passa all'assemblea. Pag. 25 Serrato confronto tra il manager e gli operatori PREDAZZO - Grande interesse nei giorni scorsi per l'incontro con Sebastiano Zanolli, manager di fama internazionale, che si è confrontato a Predazzo con una trentina di imprenditori e professionisti flemmesi, prima di incontrare, in serata, anche i giovani di alcune associazioni locali, la Taverna Aragosta, HelloFiemme e la Nave d'Oro. «Lo sviluppo del potenziale personale» è stato il tema della prima riunione, ospitata nella sala del Centro del Salto, occasione che ha consentito al relatore di parlare anche di «salto nel futuro», aspetto che naturalmente ha caratterizzato le valutazioni e le proposte dell'effervescente scrittore e formatore veneto, 50 anni, originario di Bassano del Grappa, laureato in Economia all'Università Ca' Foscari di Venezia, dalla lunga esperienza nel settore marketing presso diverse aziende italiane ed estere. L'iniziativa è stata promossa dalla Cassa Rurale di Fiemme e dall'Apt. Il direttore dell'Azienda per il Turismo Bruno Felicetti ha richiamato l'organizzazione valligiana degli imprenditori, legata a «Fiemme Piace», acro- nimo che sta a significare «Passione, innovazione, appartenenza, competenza ed Ecosostenibilità» quali obiettivi di fondo da perseguire, ribadendo la volontà di «aprire un percorso anche verso l'esterno». Poi Zanolli, Oltre tre ore di confronto con i presenti, dai quali sono arrivate una nutrita serie di domande e di richieste, specialmente sulle idee e gli strumenti per produrre ed operare sempre di più e sempre meglio. Ad esse il consulente ha puntualmente risposto con straordinaria lucidità di pensiero e chiarezza di suggerimenti, sempre accompagnati da indicazioni concrete su come ciascuno può migliorare le proprie performance, individuali e di gruppo. «Per risolvere i problemi» ha detto tra l'altro «bisogna essere più grandi dei problemi». Ricordando i dati fondamentali del successo: chiarezza di obiettivi, creatività, flessibilità, capacità di far. fronte in maniera positiva anche ad eventi traumatici, costruzione delle reti e delle relazioni, capacità di vendere. Solo così si riesce a «fare la differenza». VMB di Flemme e Faa§a ___„...» 11 Trofeo Bernard rimane a Pozza di Fassa Canna fumaria in fiamme | Paura all'albergo Vinella I Serrato confronto tra il manager e eli operatori Pag. 26 Ricchezza, banche e immobili al top Valore aggiunto: 4,5 miliardi, 27% delPil Commercio e turismo 24%,industria 15% FRANCESCO TORERI twitter: ©fterreri TRENTO - L'industria manifatturiera? La filiera del turismo? No. Il comparto più importante della ricchezza del Trentino è quello che l'Istat chiama «intermediazione monetaria e finanziaria, attività immobiliari, noleggio, attività professionali e imprenditoriali», in pratica le banche, la finanza e il mattone. Che nel 2013 registrano un valore aggiunto pari a 4 miliardi 537 milioni di euro, il 27,6% del totale provinciale. Commercio e turismo sono al 24,1%, l'industria al 15,8%. Non solo: nonostante la crisi dell'immobiliare e i buchi delle banche, il valore aggiunto del comparto è aumentato del 3,7% tra il 2012 e il 2013. È uno dei risultati più sorprendenti della rilevazione Istat sui conti economici regionali, resa nota ieri. Un altro dato significativo è la diminuzione del reddito medio da lavoro dipendente. Ma andiamo con ordine. Il valore aggiunto complessivo in Trentino è pari a 16 miliardi 442 milioni. A prezzi correnti si registra una leggera ripresa (+1,8%), che scompare se correggiamo il dato con l'inflazione, che nel 2013 c'era ancora. Il valore aggiunto dell'agricoltura è pari a 679 milioni, il 4,1% del totale, ed è quello che nel 2013 è cresciuto di più: ben il 13%. Il dato è coerente con la rilevazione Confindustria-JVfediocredito (l'Adige di domenica) che vedeva l'agrindustria in testa. L'industria produce un valore aggiunto di 2 miliardi 594 milioni, il 15,8% del totale, con un totale è pari al 24,1%. Gli altri servizi, compresa la grossa fetta della pubblica amministrazione provinciale, valgono 3 miliardi 568 milioni, il 21,7% del totale, in diminuzione negli ultimi anni. Poi c'è la fetta più grande, banche, assicurazioni, attività immobiliari e professionali, con il 27,6%. Per il 2013 non è nota la composizione interna della voce ma nel 2012 le attività immobiliari erano la fetta più grossa con 2 miliardi 366 milioni di valore aggiunNonostante la crisi, finanza to. Banche e assicurazioni erano a 656 milioni, le attività professionali a 1 mie mattone + 4 % nel 2013 liardo 352 milioni. A fronte della prevalenza di finanza e Vola l'agricoltura: + 1 3 % mattone, i redditi da lavoro dipendente sono in calo anche a prezzi correnMeno peso del pubblico ti. Nel 2013 il reddito medio annuo di un lavoratore dipendente trentino è Redditi da lavoro - 1 , 3 % pari a 36.286 euro, lo 0,6% in meno del 2012 e l'I,3% in meno del 2011. Senza Tiene l'occupazione contare l'inflazione. ' Per il resto, come sottolineano commentando i dati i\ presidente della Procalo negli ultimi anni. Le costruzioni, vincia Ugo Rossi e il vice Alessandro Olicon 1 miliardo 106 milioni di valore ag- vi, tienel'occupazione (+1,3%), uno dei giunto, il 6,7%, sono in netta contra- pochi casi in Italia, il Pil prò capite rizione: -5% in due anni. sale a 33.566 euro dopo il calo del 2012 Il valore aggiunto di commercio, alber- e resta al top, al quarto posto a livello ghi, bar, ristoranti, trasporti è pari a 3 nazionale. Analogo il dato dei consumiliardi 956 milioni, in ripresa nel 2013 mi delle famiglie, terza spesa più alta dopo una caduta nel 2012. La quota sul d'Italia con 20.500 euro. Pag. 27 BANCHE Conti raddrizzati rispetto al rosso degli ultimi anni, il risultato di gestione sale del 1 7 % Btb verso Intesa torna all'utile: 0,5 milioni TRENTO - La Banca di Trento e Bolzano si presenta con i conti a posto all'appuntamento dell'incorporazione nella capogruppo Intesa Sanpaolo. Il cda, presieduto da Mario Marangoni (a sinistra nella foto), ha approvato ieri i risultati al 31 dicembre 2014 presentati dal direttore generale Franco Dall'Armellina (a destra nella foto). I risultati economici si presentano in netto miglioramento e sono sintetizzati dal ritorno all'utile, pari a 0,5 milioni, contro la perdita di 18,3 milioni del 2013. 1 proventi operativi netti ammontano a 90,8 milioni, in crescita del 6% rispetto agli 85,7 milioni del 2013. Aumentano sia gli interessi netti (+4,2%), sia le commissioni nette (+ 7,1 %), sia il risultato dell'attività di negoziazione, che raddoppia (+127,2%). L'azione di contenimento dei costi è proseguita anche nel 2014. Gli oneri operativi ammontano a 55,6 milioni e diminuiscono per il quarto anno consecutivo (0,2%), soprattutto nella componente spese amministrative. Il risultato della gestione operativa raggiunge i 35,2 milioni, con un incremento del 17,5%. Il rapporto cost/income (costi/reddito) è quindi ulteriormente diminuito al 61,2%. Le rettifiche di valore nette su crediti sono pari a 31,4 milioni, in deciso calo (41,6%) rispetto ai 53,8 milioni del 2013.11 ri- sultato corrente al lordo imposte è quindi positivo per 2,9 milioni e il risultato netto finale, dopo imposte per 1,7 milioni e oneri di integrazione netti per 0,7 milioni, è anch'esso positivo per circa mezzo milione di euro. Sul versante patrimoniale, la raccolta indiretta da clientela ha raggiunto i 3,2 miliardi (+9,8%), trainata dal risparmio gestito (+26,5%). La raccolta diretta invece scende del 4,2% a 1,1 miliardi. Complessivamente le attività finanziarie della clientela si attestano a 4,38 miliardi, in progresso del 5,8%. I crediti invece continuano a calare, secondo la banca per la diminuzione della domanda. Il volume dei prestiti ammonta a 2 miliardi, con una flessione dell'8,9% rispetto a fine 2013. Tuttavia crescono le nuove erogazioni di prestiti a medio-lungo termine, soprattutto mutui: 154 milioni, in aumento del 29,4% rispetto ai 119 milioni del 2013. Btb ha migliorato, grazie anche all'intervento della capogruppo, la propria solidità patrimoniale, raggiungendo coefficienti patrimoniali di vigilanza largamente superiori ai nuovi e più stringenti limiti regolamentari di Basilea 3. Btb conta 462 dipendenti e 74 filiali bancarie, di cui 36 in provincia di Trento, 37 in quella di Bolzano e una in Austria. Pag. 28 BANCARIO VOLKSBANK-MAROSHCA, VIA UBERA DELL'ANTIIRUST • BOLZANO - L'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha dato il via libera all'aggregazione tra la Banca Popolare-Volksbank e la Popolare di Marostica. L'Antitrust non avvia l'istruttoria su eventuali problemi per la concorrenza perché l'unica provincia in cui le due banche operano insieme è quella diTreviso, dove dopo la concentrazione la quota di mercato non supererà il 5%. SPARKASSE, VALANGA DI RICORSI SUL FONDO DOLOMIT # BOLZANO -Valanga di ricorsi dei quotisti del fondo immobiliare Dolomit - in tutto sono 4.300, in maggioranza altoatesini ma molti trentini - nei confronti della Cassa di Risparmio di Bolzano-Sparkasse. I reclami sono sostenuti dal Centro tutela consumatori. Il fondo Dolomit è uno dei «buchi» di Sparkasse, che si avvia a chiudere il bilancio 2014 con 160 milioni di euro di perdita. Pag. 29 Quasi 4 milioni di working poor hanno il lavoro, ma non basta più JMK<f^M'jfm«ur%# ROBERTOMANIA ROMA. Martina L. ha 32 anni. Vive a Milano in una stanza in affitto a metà con un amico che non è il fidanzato. Laureata in Economia. È consulente di marketing digitale. Guadagna circa 800 euro netti al mese. È una working pooritaliana.Unalavoratrice povera. La lunga crisi ha falcidiato posti di lavoro, allargato le diseguaglianze, compresso i redditi verso il basso, dilatato la categoria di chi ha un'occupazione ma vive alle soglie della povertà. Era un ossimoro nel secolo scorso. Oggi non più. Il lavoro non è più un'assicurazione contro la povertà. In Italia ci sono 3 milioni e 750 mila woorking poor, tra lavoratori dipendenti e autonomi, circa il 16 per cento degli occupati. Solo nel lavoro subordinato sono cresciuti di oltre 600 mila unità Il 16 per cento degli occupati vive alle soglie della povertà tra il 2008, l'anno del fallimento dellaLehamnBrothers,eil2013: erano 2 milioni e 287 mila, sono arrivati a 2 milionie 970 mila. Tra gli autonomi (come la "partita Iva" Martina L.) sono arrivati a 780 mila unità coloro che hanno un reddito netto orario inferiore ai 2/3 delredditoorario mediano. Vuol dire che prendono meno di 4,8 euro all'ora, mentre per i dipendenti la "soglia povertà" è di 6,2 euro all'ora. Anche questo aiuta a spiegare la discesa del nostro reddito prò capite ai livelli della seconda metà degli anni Ottanta. E a rischio povertà sono soprattutto i giovani lavoratori under 30 con «effetti disastrosi nel lungo periodo», come dice il professor Claudio Lucifora, economista alla Cattolica di Milano, che da anni indaga sul fenomeno dei working poor. Un basso red- 1 1 ' dito non porta all'autonomia finanziaria rispetto alla famiglia d'origine e, per le donne, non conduce alla maternità. Nel 1961 le donne italiane avevano inmedia 2,41 figli, nel 2013 sono scesi a 1,39. E Martina non si vede mamma «né ora né in futuro». Un circolo pernicioso per la società e l'economia italiana. Perche anche l'invecchiamento della popolazione, insieme ai flussi migratori, sono tra le cause del fenomeno dei working poor, visto che «esercitano — ha scritto Lucifora in un rapporto presentato al Cnel—una pressione crescente sulle retribuzioni dei lavoratori meno qualificati». D resto lo hanno fatto la delocalizza- zione produttiva, la trasformazione tecnologica che spinge fuori dal mercato i lavoratori meno qualificati, la terziarizzazione dell'economia, e poi la marcata flessibilizzazione del mercato del lavoro che ha progressivamente ridotto la forza-contrattuale delle organizzazioni sindacali. Ma è la crisi che ha accentuato ed esteso un fenomeno che in Italia è recente e ancora poco visibile perché c'è la famiglia che agisce da ammortizzatore sociale, modulando i suoi interventi, contenendo le disparità, adattandosi alle lacune del welfare state pensato al tempo del solo lavoro standard nella grande fabbrica con capofamiglia uomo. Ancora per quanto? CristopherCariola, 22 anni, vive in famiglia, famiglia operaia. I suoi 530 euro al mese dalla McDonald'sdiRozzano, alleportedi Milano, non gli permettono, appunto, di essere autonomo. Contratto a tempo indeterminato, part time per nulla volontario, perché anche il tempo parziale involontario si è impennato al tempo della crisi e ha contribuito altracollodeglistipendi.Diciotto ore a settimana, turni di notte. Appartìeneallacategoriapiùarischio di essere un working poor, quelladei giovani trai 16ei24anni. Per costoro il rischio è pari al 41,4 per cento (era del 36,8 per centoprimadellacrisi) contro un rischio medio del 14,9 per cento. Il rischio cala man mano che si alza l'età. Cresce se si è cittadino straniero europeo (31,8 per cento) rispetto a uno straniero extraeuropeo ( 2 7 per cento ). Sono le donne più a rischio ( 16,4 per cento) in confronto agli uomini (13,8 per cento). E donne sono AngelaMaiocchi e Maria Luisa Rosolia, entrambe addette alle mense scolastiche. Sono le persone (quasi sempre donne) che cucinano tutti i giorni i pasti degli scolari. L'ultimo Cud di Angela, 54 anni, tre scatti di anzianità, sposata, una figlia disabile, segna 6.350 euro. D'estate per il suo lavoro c'è la sospensione che vuol dire niente stipendio per tre mesi. «Oggi — dice — ho pagato la bolletta del gas e ho fatto un po' di spesa. Se nesonoandatipiùomeno500euro. Bene, il mio stipendio è durato un giorno!». Si vive con la pensione del marito. Così racconta che una sua collega è andata in pensione dopo venti di lavoro in mensa: 370 euro al mese. Il working poor produce pensionati poveri- Gli «effetti disastrosi» di cui parla Lucifora sono anche questi. 1500 euro di Rosalia, 45 anni, sono sufficienti per pagare una rata del mutuo. Un'integrazione al reddito familiare più che uno stipendio. Sono professioni poco qualificate e spesso con un basso livello di istruzione quelle intrappolate nei salari poveri. D'altra parte un lavoratore su cinque con basso titolo di studio rientra tra i working poor. Ma attenzione, perché la recessione ha cominciatoastravolgereleregolee incunearsi tra le categorie "protette". Tra i laureati l'incidenza di lavoratori a bassa remunerazione —si legge nel rapporto curato da Lucifora—«è raddoppiato (dal 3,7 al 7,2 per cento) tra prima e dopo la crisi. La laurea protegge, ma meno del passato, dai rischi». E il rischio è aumentato pure tra gli uomini impiegati italiani occupati nelle grandi imprese. Per questa fascia di lavoratori si è registrato «un peggioramento marcato» pur rimanendo categorie favorite rispet- Pag. 30 to alle altre: giovani, donne, stranieri, occupati nelle piccole im.prese, operai. La famiglia protegge il singolo working poor ma può trascinare nella povertà quando il reddito complessivo, nonostante la pre- senza di uno o più componenti lavoratori, non sia adeguato, cioè sia inferiore al 60 per cento del reddito mediano. I ricercatori le chiamano "famiglie in-work poverty" e in Italia ( dati del 2011 ) sono circa 2 milioni e 50 mila, pari alT8,1 per cento di tutte le fa- miglie. Tradotto, significa che circa6,5milioni di persone (oltre il 10 per cento della popolazione ) si trova in forte difficoltà economica nonostante il lavoro. Ed è aumentato in maniera significativailrischiodiritrovarsiin-work poverty la quota di famiglie con capofamiglia imprenditore: prima della crisi era a rischio una su dieci, dopo la crisi l'incidenza si è impennata al 17,3 percento. Lavoratori poveri in imprese povere di imprenditori poveri. Non è questa la strada che ci porterà fuori dalla crisi. Pag. 31 Pag. 32 Popolari, la riforma passa alla Camera mm «Penso che il percorso ormai sia definito, diventeremo Spa». L'amministratore delegato del Banco Popolare, Pier Francesco Saviotti, al Forex ha alzato la bandiera bianca per tutti. La riforma delle Popolari, che ha incassato il consenso ufficiale anche del governatore diBancad'Italialgnazio Visco, sembra ormai inevitabile e in questo clima inizia questa mattina, con la presentazione daparte dei relatori Marco Causi e Luigi Taranto alla Commissione Finanze e Attività produttive della Camera, l'esame dei nove articoli del decreto legge approvato dal Governo in materia di «Misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti». Ieri sono intanto arrivati i rilie- vi dei tecnici della Camera, che hanno sottolineato in particolar modo come nel testo della riforma manchi un termine entro cui Banca d'Italia dovrà intervenire sulla materia. Termine essenziale, poi, per stabilire l'inizio dei 18 mesi entro i quali gli istituti interessati dovranno adeguarsi alle nuove regole. Nelle 52 pagine del dossier dei tecnici si ricorda che nell'articolo uno si concedono alle banche popolari 18 mesi per adeguarsi alle nuove regole, che dovrebbero scattare dall'entrata in vigore delle disposizioni di attuazione emanate dalla Banca d'Italia. Tuttavia nel decreto legge, osservano i tecnici,non è stato previsto alcun termine. Andrebbe, quindi, «valutata l'opportunità di individuare i termini entro cui la Banca d'Italia deve adottare le disposizioni attuative, alfinedi rendere desumibile il termine iniziale di effettiva applicabilità della nuova disciplina». Dal fronte di Assopopolari, invece, non è ancóra stato presentato un documento con una proposta alternativa, ma da mercoledì cominceranno le audizioni ed entreranno nel vivo i lavori sulla riforma. Mercoledì pomeriggio è prevista l'audizione del presidente della Consob, Giuseppe Vegas, seguitadalleassociazioniperlatutela dei consumatori, mentre giovedì sarà la volta dì Assopopolari, dell'Abi e di Rete Imprese Italia. Venerdì, infine, sono in agenda le audizioni della Crui (Conferenza dei rettori delle Università italiane) e di Cassa Depositi e Prestiti. La strada, comunque, sembra tracciata. Si tratterà adesso di vedere se ci saranno dei correttivi per mitigare la trasformazione in Spae laperdita del voto capitario. Di certo Assopopolari cercherà di sottolineare l'importanza del legame con il territorio e il coinvolgimento dei dipendenti-azionisti nella governance. degli istituti. In sede di audizioni, però, c'è chi ribadirà la necessità della trasformazione in Spa come aveva già fatto nel luglio scorso l'Autorità garante della concorrenza e del mercato e la stessa Banca d'Italia, a più riprese. Mo.D. ® RIPRODUZIONE RISERVATA, Pag. 33 «Ho molto lavoro fino a dicembre» La lettera di dimissioni è stata inviata al Papa una settimana fa perché - come prevede il diritto canonico - al raggiungimento dei 75 anni di età i vescovi devono lasciare il loro incarico. Il traguardo, monsignor Luigi Bressan, lo ha raggiunto ieri, giorno del suo 75° compleanno, ma il tempo di andare «in pensione» e di rinunciare al proprio ruolo di guida della Chiesa trentina appare ancora lontano («potrebbe trascorrere un anno»). Non a caso l'agenda è densa di appuntamenti e di impegni fino a Natale: dal viaggio in Etiopia al piano pastorale, senza dimenticare gli impegni con la Caritas Italiana, della quale Bressan è attualmente presidente. «Fino a dicembre ho tanto da lavorare», ha detto con il sorriso l'arcivescovo, durante la messa celebrata nella chiesa del Se- minario Maggiore, alla presenza dei suoi collaboratori e dei familiari. «Una settimana prima di questa data, secondo la tradizione, ho scritto al Santo Padre e adesso sarà presa in esame la lettera ha confermato a margine della cerimonia - Quindi, con il tempo, verrà presa una decisione». Ma la rinuncia agli uffici pastorali produce effetti solo nel momento in cui viene accettata da parte del pontefice. In assenza di una risposta (che nei casi urgenti arriva in otto giorni) l'incarico prosegue. E visto che non siamo di fronte ad un caso di infermità o a gravi problemi e che in Italia sono una quarantina le lettere di dimissioni di vescovi da esaminare, la nomina di un nuovo vescovo di Trento non è imminente. Infatti, ad una sorella che, scherzando, gli chiedeva se avesse iniziato a fare i bagagli, Bressan ha rispo- sto: «C'è tempo per quello». «Spesso trascorre anche un anno», chiarisce. Ma nel caso della diocesi di San Benedetto del Tronto, gli anni passati prima della nomina del nuovo vescovo dopo la lettera di dimissioni sono stati addirittura tre. Nel frattempo, sottolinea, «si rimane vescovo a tempo pieno. Poi - chiarisce - verranno magari alcuni mesi in cui uno è nominato amministratore apostolico (di solito è il vescovo in carica). Quello è il periodo provvisorio, prima dalla consacrazione e dell'ingresso del nuovo vescovo». Ma come ha vissuto il traguardo dei 75 anni monsignor Bressan? «Per me non è stato eccezionale. Una giornata come le altre, di ventiquattr'ore - scherza - con un momento di preghiera e di lode e ringraziamento a Dio e agli altri. Se non ci fossero state queste celebrazioni Esterne avrei atteso i miei Sfili- ti impegni, come farò domani». La mattina, presso la chiesa del Seminario maggiore, il personale della Curia ha invece voluto festeggiare l'arcivescovo con una messa e il dono di un cero, raffigurante la figura di San Vigilio, a testimoniare la centralità del vescovo nella Chiesa. Una celebrazione che è stata anche occasione per ripercorrere il lungo cammino pastorale di monsignor Bressan, che non ha mancato di ringraziare i collaboratori e ha chiesto ai fedeli: «Pregate per me». Poi il pranzo in famiglia (sono ben undici fratelli) e pomeriggio in Curia. Ma anche se non imminente, il tempo di lasciare l'incarico arriverà anche per Bressan. A chi gli chiede cosa farà quando non sarà più vescovo ribadisce che l'impegno pastorale non si fermerà: «Sono disponibile a servire ancora». F.P. Pag. 34 A Milano parte l'Expo delle idee Il Papa dà la scossa: più giustizia La «prova generale» di Expo mette in tavola tutte le aspirazioni del maxi evento che si aprirà il primo maggio. «Le idee di Expo», che si è svolto ieri all'Hangar Bicocca a Nord di Milano, ha voluto rappresentare e dare forma a quella che sarà «l'eredità immateriale» dell'esposizione. Le idee di ambizione planetaria che saranno contenute nella futura «Carta di Milano». Quella che ieri si è iniziato a costruire attraverso 42 tavoli tematici e il contributo di una galassia di personalità tra loro diversissime, ma unite dal filo comune di «Nutrire il pianeta», il tema di Expo. In primo luogo, il premier Matteo Renzi e nove rninistri. In ordine di apparizione, Stefania Giannini, Dario Franceschini, Andrea Orlando, Gian Luca Galletti, Lapo Pistelli, Maurizio Lupi, Maurizio Martina, Federica Guidi e Maria Elena Boschi. Ma alla giornata è arrivato anche il messaggio del capo dello Stato Sergio Mattarella, e quello video di Papa Francesco: «C'è cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare, mentre lo spreco, lo scarto, il consumo eccessivo sono davanti ai nostri occhi». E poi, il video intervento dell'ex presidente brasiliano «Lula» Da Silva: «Possiamo mettere un punto finale alla fame in Africa e nel mondo. Ne sono convinto, compagno Martina e compagno Renzi». MILANO Intervento in video anche per Federica Mogherini, Alto responsabile Uè per la politica estera. Con tanti politici, il rischio di un effetto passerella esisteva. Ma, va detto, la pluralità dei contenuti, ieri è stata impressionante nella sua varietà. C'era, per esempio, il superchef Massimo Bottura, che ad Expo porterà blasonatissimi colleghi da tutto il mondo per un progetto sul pane. C'erano i registi. Un video di Ermanno Olmi, e Pupi Avati. A regista di Regalo di Natale incomincerà giusto domani la lavorazione di un«mediometraggio», una quarantina di minuti che unisce la storia del treno in Italia con 0 tema delle molteplici cucine nazionali. C'era l'ex procuratore di Palermo e di Torino, Gian Carlo Caselli, che ha ricordato come' le agro mafie si infilino «in tutti i comparti dell'agroalimentare. Secondo il terzo Rapporto sulle agromafie di ColdirettiEurispes il business è di 15 miliardi di euro l'anno». Ma c'era anche la buona notizia ricordata da Raffaele Cantone, il presidente dell'Autorità anticorruzione: «La più grande soddisfazione è stata quando l'Ocse, esaminando i nostri controlli, ha detto che il nostro è un modello che si può esportare. Quindi non c'è solo l'Italia della corruzione, ma anche quella dell'anticorruzione». Insomma: «Possiamo dimostrare che i Grandi Eventi si possono fare bene, facendo rispettare le leggi con strumenti di controllo, senza incidere con il sistema di vigilanza sui tempi dei lavori». Carlo Perrìni, il fondatore di Slow Food, ha lanciato un allerta: «Il nervo scoperto che oggi sta mettendo in ginocchio milioni di contadini ha un nome chiaro: si chiama libero mercato, che applicato al cibo sta generando uno sconquasso di proporzioni bibliche». Di qui, l'appello «a non costruire sulla sabbia la manifestazione». E l'Expo «accolga a braccia aperte i contadini e i più poveri. La Carta di Milano non sia un mero documento, ma un vero inizio». Gli ha risposto il patron di Eataly: «Celebreremo la biodiversità italiana, e ci sarà, quindi, un grandissimo spazio per i piccoli». n valore di Expo per il sistema turistico dell'intera Italia è stato ricordato da Dario Franceschini. Perché l'esposizione «può finalmente farci guardare a noi stessi con altri occhi. Perché, per esempio, scopriamo che l'Italia resta prima per desiderio di visita a livello globale». E lo ha ribadito il presidente di Federturismo-Confindustria Renzo Iorio, soddisfatto della giornata per «il confronto anche con il governo sugli assi strategici di crescita per l'Italia». Marco Cremonesi © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 35 Le Darole di l rancesco Tj 1 • "TI—1 ^ ^ «Il cibo ce ma non tutti mangiano *? Basta paradossi dell'abbondanza» di papa Francesco B uongiorno a voi tutti, donne e uomini, che siete radunati oggi per riflettere sul tema «Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita». In occasione della mia visita alla Fao ricordavo come, oltre all'interesse per la produzione, la disponibilità di cibo e l'accesso a esso, il cambiamento climatico, il commercio agricolo che sono questioni ispiratrici cruciali, la prima preoccupazione dev'essere la persona stessa, quanti mancano del cibo quotidiano e hanno smesso di pensare alla vita, ai rapporti familiari e sociali, e lottano solo per la sopravvivenza. Oggi, infatti, nonostante il moltiplicarsi delle organizzazioni e i differenti interventi della comunità internazionale sulla nutrizione, viviamo quello che il santo Papa Giovanni Paolo II indicavatrome «paradosso dell'abbondanza». Infatti, c'è cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare, mentre lo spreco, lo scarto, il consumo eccessivo e l'uso di alimenti per altri fini sono davanti ai nostri occhi. , Questo è il paradosso! Purtroppo questo paradosso continua a essere attuale. Ci sono pochi temi sui quali si sfoderano tanti sofismi come su quello della fame; e pochi argomenti tanto suscettibili di essere manipolati dai dati, dalle statistiche, dalle esigenze di sicurezza nazionale, dalla corruzione o da un richiamo doloroso alla crisi economica. Per superare la tentazione dei sofismi — quel nominalismo del pensiero che va oltre, oltre, oltre, ma non tocca mai la realtà — per superare questa tentazione, vi suggerisco tre atteggiamenti concreti. Andare dalle urgenze alle priorità Abbiate uno sguardo e un cuore orientati non ad un pragmatismo emergenziale che si rivela come proposta sempre provvisoria, ma ad un orientamento deciso nel risolvere le cause strutturali della povertà. Ricordiamoci che la radice di tutti i mali è la inequità. A voi desidero ripetere quanto ho scritto In Evangelii gaudium: «No, a un'economia dell'esclusione e della inequità. Questa economia uccide. Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in borsa». Questo è il frutto della legge di competitività ^jer cui il più forte ha la meglio sul più debole. Attenzione: qui non siamo di fronte solo alla logica dello sfruttamento, ma a quella dello scarto; infatti gli esclusi non sono solo esclusi o sfrutta- ti, ma rifiuti, sono avanzi. È dunque necessario, se vogliamo realmente risolvere i problemi e non perderci nei sofismi, risolvere la radice di tutti i mali che è l'inequità! Per fare questo ci sono alcune scelte prioritarie da compiere: rinunciare all'autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria e agire anzitutto sulle cause strutturali della inequità. Siate testimoni di carità La politica, tanto denigrata, è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della carità perché cerca il bene comune. Dobbiamo convincerci che la carità è il principio non solo delle micro-relazioni: rapporti amicali, familiari, di piccolo gruppo, ma anche delle macrorelazioni: rapporti sociali, economici, politici. Da dove dunque deve partire una sana politica economica? Su cosa si impegna un politico autentico? Quali i pilastri di chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica? La risposta è precisa: la dignità della persona umana e il bene comune. Purtroppo, però, questi due pilastri, che dovrebbero strutturare la politica economica, spesso sembrano appendici aggiunte dall'esterno per completare un discorso politico senza prospettive né programmi di vero sviluppo integrale. Per favore, siate coraggiosi e non abbiate timore di farvi interrogare nei progetti politici ed economici da un significato più ampio della vita perché questo vi aiuta a servire veramente il bene comune e vi darà forza nel moltiplicare e rendere più accessibili per tutti i beni di questo mondo. Custodi e non padroni della terra Ricordo nuovamente, come già fatto alla Fao, una frase che ho sentito da un anziano contadino, molti anni fa: «Dio perdona sempre, le offese, gli abusi; Dio sempre perdona. Gli uomini perdonano a volte. La terra non perdona mai! Custodire la sorella terra, la madre terra, affinché non risponda con la distruzione». Dinanzi ai beni della terra siamo chiamati a «non perdere mai di vista né l'origine, né la finalità di tali beni, in modo da realizzare un mondo equo e solidale», così dice la dottrina sociale della Chiesa. La terra ci è stata affidata perché possa essere per noi madre, capace di dare quanto necessario a ciascuno per vivere. Una volta, ho sentito una cosa bella: la Terra non è un'eredità che noi abbiamo ricevuto dai nostri genitori, ma un prestito che fanno i nostri figli a noi, perché noi la custodiamo e la facciamo andare avanti e riportarla a loro. La terra è generosa e non fa mancare nulla a chi la custodisce. La terra, che è madre per tutti, chiede rispetto e non violenza o peggio ancora Pag. 36 arroganza da padroni. Dobbiamo riportarla ai nostri figli migliorata, custodita, perché è stato un prestito che loro hanno fatto a noi. L'atteggiamento della custodia non è un impegno esclusivo dei cristiani, riguarda tutti. Affido a voi quanto ho detto durante la Messa d'inizio del mio ministero come Vescovo di Roma: «Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo custodi della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell'altro, dell'ambiente; non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo! Ma per custodire dobbiamo anche avere cura di noi stessi! [...] Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi della tenerezza». Custodire la terra non solo con bontà, ma anche con tenerezza. Ecco dunque tre atteggiamenti che vi offro per superare le tentazioni dei sofismi, dei nominalismi, di quelli che cercano di fare qualcosa ma senza la concretezza della vita. Scegliere a partire dalla priorità: la dignità della persona; essere uomini e donne testimoni di carità; non aver paura di custodire la terra che è madre di tutti. A voi tutti chiedo di pregare per me: ne ho bisogno. E su voi invoco la benedizione di Dio. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 37 Dopo tre anni, Btb torna a fare utili I TRENTO Un netto miglioramento rispetto al precedente triennio in tutte le singole componenti, con un risultato finale di utile netto pari a 0,5 milioni, dopo tre anni di perdite. Il Consiglio di amministrazione della Banca di Trento e Bolzano (Gruppo Intesa Sanpaolo), riunitosi a Trento sotto la presidenza di Mario Marangoni, ha approvato i risultati al 31 dicembre 2014 presentati dal direttore generale Franco Dall'Armellina. I proventi operativi netti ammontano a 90,8 milioni, con uno sviluppo di 5,1 milioni (+ 6,0%) rispetto agli 85,7 milioni del 2013 che, in valore assoluto, risulta attribuibile alla crescita delle componenti più rilevanti di tale aggregato: gli interessi netti aumentati di 2,3 milioni (+ 4,2%), le commissioni nette cresciute di 2,1 milioni (+ 7,1%) e il risultato dell'attività di negoziazione incrementato di 1,1 milioni (+127,2%). L'azione di contenimento dei costi è proseguita anche nel 2014, seppur in misura più attenuata dopo le forti riduzioni annuali ottenute dall'anno 2011 in poi. Gli oneri operativi ammontano a 55,6 milioni e diminuiscono per il quarto anno consecutivo, con una flessione di 0,1 milioni (- 0,2%) rispetto ai 55,7 milioni del 2013, dovuta soprattutto alle "spese amministrative" calate di 0,6 milioni (-2,6%). Il risultato della gestione operativa ha raggiunto i 35,2 milioni di euro con un incremento di 5,2 milioni, pari al + 17,5%, rispetto ai 30 milioni del 2013. Il cost/income è quindi ulteriormente diminuito al 61,2%, in netto miglioramento rispetto al 65,0% del2013eal 70,5% del 2012. Le rettifiche di valore nette su crediti nel 2014 sono pari a 31,4 milioni in deciso calo (- 41,6%) rispetto ai 53,8 milioni del 2013. Il loro ammontare ancora elevato ribadisce la rigorosa politica di copertura dei rischi creditizi, a fronte della persistente crisi economica. Al 31 dicembre 2014 il risultato corrente al lordo imposte è positivo per 2,9 milioni di euro (negativo per 24,7 milioni nel 2013) e il risultato netto finale, dopo imposte p e r - 1,7 milioni e oneri di integrazione netti pari a - 0,7 milioni, è anch'esso positivo per 0,5 milioni di euro mentre era negativo per 18,3 milioni nel 2013. La Banca ha ottenuto risultati positivi anche per quanto concerne gli aggregati patrimoniali. Alla fine dell'anno 2014 è stata conseguita un'ottima performance nella raccolta indiretta da clientela, che ha raggiunto i 3,2 miliardi di euro, con un incremento del + 9,8% rispetto ai 2,9miliardidel31.12.2013. L'incremento della raccolta indiretta è dipeso essenzialmente dal buon andamento della raccolta gestita che, con un ammontare complessivo di 965 milioni di euro, evidenzia un + 26,5% rispetto al 31 dicembre 2013. La raccolta diretta da clien_lela_ammonta.ji._LJ_xniliardi e presenta una flessione del 4,2% rispetto al volume di 1,2 miliardi del 31.12.2013 che va collegata all'aumento della raccolta indiretta. Le attività finanziarie della clientela si attestano sul valore di 4,38 miliardi di euro, in progresso del 5,8% rispetto ai 4,14 miliardi del31 dicembre2013. Nel 2014 si è assistito ad una diminuzione della domanda di credito rispetto all'anno precedente anche se di entità più moderata rispetto a quella avvenuta nel 2013 rispetto al 2012. Il volume dei crediti alla clientela al 31 dicembre 2014 ammonta infatti a 2,0 miliardi, con una flessione del - 8,9% rispetto a fine 2013. Peraltro nel 2014 il flusso di prestiti a medio / lungo termine erogato alla clientela è stato pari a 154 milioni, in aumento rispetto ai 119 milioni del 2013 (+ 29,4%). La Banca inoltre ha ulteriormente migliorato la propria solidità patrimoniale. Pag. 38 L/AV* w W v-<v_*v^ k^ v-*-«. •«- -»J«- U V / * I V u v v i / V * . x V^V-'AJL. |_r-a.v4~ -*. K^-*^*~ T -»*-Ì». X-*"- • / " / *-*v-"--'-^'*-'-^-*-»-v Lavoro, segnali positivi Istat: «In Trentino +1,3%» TRENTO Bene l'occupazione in Trentino (+ 1,3%) e nel confinante Alto Adige, unici territori assieme alla Lombardia ad avere registrato una crescita nel periodo 2011-2013. Bene anche il Pil prò capite, che vede il Trentino posizionarsi al quarto posto in Italia (33,6 mila euro contro una media italiana di 26,7). Qui, però, va evidenziato l'ottimo risultato fatto registrare da Bolzano che guida la classifica nazionale con 39,8 mila euro. Tornando al Trentino, bene infine la spesa per consumi, la terza più alta dTcalia, appena dietro la valle d'Aosta e l'Alto Adige e davanti a Emilia Romagna e Lombardia. I settori che hanno favorito una crescita occupazionale nel periodo considerato sono soprattutto quelli dei servizi finanziari, immobiliari, professionali e del commercio e il turismo. Sono questi alcuni dei dati forniti ieri dall'Istat (Istituto nazionale di statistica) relativi ai conti economici territoriali, diffusi nel nuovo report riguardante il periodo 2011-2013.1 numeri sono stati analizzati con attenzione anche dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi e dal vice presidente e assessore allo sviluppo economico e lavoro, Alessandro Olivi. «Questo nuovo rapporto — hanno osservato Rossi e Olivi — conferma ciò che già sapevamo: in Trentino non esiste un problema occupazione paragonabile a quello che sta affrontando gran parte dell'Italia, nonostante la crisi industriale si sia fatta sentire anche qui e nonostante le difficoltà che incontrano i giovani ad entrare nel mondo del lavoro». «Sul piano delle politiche del lavoro — ha poi aggiunto Olivi — cominciano a dare frutto gli sforzi profusi in questi anni anche in termini di soluzioni innovative che stanno producendo un sostanziale miglioramento delle performance trentine». L'economia regionale, dunque, sembra aver imboccato, anche se la cautela non è mai troppa in queste situazioni, la strada della ripresa. L'Alto Adige, soprattutto, sembra il territorio capace di dare i segnali più forti. Lo si evince anche dall'analisi fornita dalTlstituto di ricerca economica della Camera di commercio. Tale rapporto certifica un aumento della fiducia dei consumatori altoatesini e conferma la crescita del Pil dello 0,6% nel 2015. Lire della Camera di commercio ha rilevato a gennaio il clima di fiducia dei consumatori altoatesini, elaborando le risposte di 506 consumatori. A conferma della tenuta dell'economia regionale, come detto, contribuiscono soprattutto i dati dello studio «Conti economici territoriali anni 2011-2013» diffuso dall'Istat. Nel 2013, il Pil per abitante è calato rispetto al 2011 in tutte le regioni, tranne che in Alto Adige e Campania. Bolzano è in testa con 39.800 euro prò capite per abitante, tlavanti a Valle d'Aosta (36.800 euro), Lombardia (36.300 euro) e Trento (33.600 euro), la media italia a è 26.700 euro. Nella spesa per consumi prò capite, svetta la Valle d'Aosta (22.000 euro), davanti a Alto Adige (21.800 euro) e Trentino (20.500 euro), media italiana 16.300 euro, H valore aggiunto per settori, indica in Alto Adige il 29,4% del totale legato a commercio e turismo, il 21,7% servizi finanziari e professionali, il 20,5% altri servizi, il 16,4% industria, il 6,7% costruzioni, il 5,4% agricoltura. In Trentino invece l'agricoltura vale il 4,1% del valore aggiunto, l'industria il 15,8%, l'edilizia il 6,7%, commercio e turismo il 24,1%, servizi finanziari e professionali il 27,6%, gli altri servizi il 21,7%. Nella graduatoria del valore aggiunte prò capite per province, la più ricca è Milano (46.600 euro), davanti a Bolzano (35.800 euro) e Bologna (34.400), Trento è ottava (30.000). A livello occupazionale, Bolzano guida la classifica con +2,2%, seguono Trento (+1,3%) e Lombardia (+0,4%), tutte le altre regioni sono in rosso. Positive le performance di industria, servizi, commercio-turismo e agricoltura. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 39 Sì dì Roma al fondo dì solidarietà locale 6 TRENTO Il progetto di costituzione di un Fondo di solidarietà territoriale e intercategoriale a favore delle imprese escluse dal campo di applicazione della cassa integrazione guadagni, prima esperienza di questo genere in Italia, può ora avanzare senza indugio. Il Ministero del lavoro ha infatti accolto larichiestaavanzata dalla Provincia, con il suo vicepresidente Alessandro Olivi, e già contenuta nel protocollo sottoscritto con le parti sociali nelT aprile 2014, esprimendo il suo parere positivo. Un passaggio indispensabile al fine di attivare questo nuovo strumento, destinato a coinvolgere tutti i lavoratori del Trentino, non solo quelli appartenenti ad aree contrattuali interessate da iniziative a livello nazionale. «Il fondo - spiega Olivi - si qualifica come una sorta di Laborfond di nuova generazione per imprese sotto i 15 dipendenti. L'obiettivo è di dare copertura finanziaria al reddito di continuità, che vuole diventare di qui in avanti un ammortizzatore sociale che integra quello statale e via via ne assume le funzioni, garantendo una copertura più ampia e più efficace ai lavoratori interessati. Siamo molto soddi- sfatti anche perché il parere del Ministero non era affatto scontato, ma evidentemente i rapporti che abbiamo costruito negli ultimi mesi stanno dando i loro frutti: ci sono ora tutte le condizioni per fare sì che ancora una volta il Trentino si qualifichi come un avamposto avanzato, in Italia, per le politiche del lavoro più innovative». «La delega sugli ammortizzatori sociali - sottolinea ancora Olivi - è stata pensata non semplicemente per ereditare delle competenze prima in capo allo Stato, ma per mettere in campo strumenti e politiche sia attive che passive in grado di andare oltre a ciò che già esiste a livello nazionale. Quello che manca per completare il quadro è appunto il reddito di continuità, quell'ammortizzatore sociale con il quale possiamo dare un sostegno ai lavoratori che sono esclusi dall'applicazione degli altri ammortizzatori. Il reddito di continuità diventa fondamentale perché va ad assumere lo stesso fine che oggi riveste il reddito di attivazione, cioè integrare e implementare il sostegno al reddito dei lavoratori delle imprese più piccole, nella prospettiva, ormai non lontana, che la cassa in deroga, oggi finanziata dallo Stato, non sia più sufficiente a coprirne il fabbisogno». Pag. 40 Metà dello stipendio in tasse ed imposte ingle più penalizzati Report Istat: si allarga la forbice Pil tra Centro-Nord e Sud Cgil attacca: «Non basta un ministero per il Mezzogiorno» I ROMA Un lavoratore dipendente in tasca si ritrova poco più della metà del valore della sua prestazione. Il resto se ne va infatti in tasse, tra imposte e contributi a suo carico e quelli pagati dal datore. Ecco che se il costo del lavoro è pari a 30mila e 953 euro, quello che diventa retribuzione netta si ferma al 53,3% del totale. A prescindere dal prelievo fiscale, in fatto di reddito lordo, uno su quattro in Italia è sotto i diecimila euro, una percentuale che sfora il 40% se si guarda solo agli autonomi. I conti dell'Istituto di statistica risalgono al 2012, ma ormai ci troviamo di fronte a una sorta di costanti. Rispetto al passato a cambiare è solo qualche decimale. E spesso i piccoli aggiustamenti non fanno altro che inasprire vecchi tratti. Durante gli anni di crisi il cosiddetto cuneo fiscale, la differenza tra il costo del lavoro e lo stipendio, si è allargato ancora un po', per attestarsi nel 2012 al 46,7%. Certo, non per tutti è lo stesso. Anche tra i dipendenti c'è chi sconta un cuneo più accentuato, come i dirigenti, e uno un po' più leggero, come gli operai. D'altra parte il cuneo cresce al salire dei guadagni. Le vere differenze si riscontrano però con il lavoro autonomo, qui non si parla più di cuneo fiscale (non c'è un datore) ma d'incidenza delle imposte, che è pari al 19,1% del reddito. L'Istat riconosce che le famiglie che vivono di attività indipendenti hanno un minor carico fiscale, ciò anche a causa, spiega, di contribuenti minimi o altre agevolazioni. Aiuti che ad esempio si fanno sentire anche su chi ha figli, al contrario risulterebbero penalizzati i single (la tipologia familiare più tartassata). Se si mette da parte il nodo tasse e si guarda ai redditi lordi le diversità non si affievoliscono . Basti pensare che la percentuale di autonomi sotto i 15mi- la euro annui supera il 55%, mentre per i subordinati è del 39%. L'Istat non fa che certificare situazioni note e non solo a livello di mondo del lavoro ma anche, soprattutto, guardando alle condizioni economiche del Paese, che nel 2013 si ritrova con un Pil pro-capite nel Mezzogiorno (17.200 euro annui) pari a circa la metà di quello del Centro Nord (31.700 euro). Ecco comunque la classifica delle Regioni italiane, dalla più ricca alla più povera in termini di Pil procapite. Una graduatoria che si basa sul Prodotto interno lordo fatturato nel 2013, secondo le rilevazioni dell'Istat. Si va così dalla provincia autonoma di Bolzano, la più ricca, alla Calabria, la più povera: provincia autonoma Bolzano 39.800 Valle d'Aosta 36.800 Lombardia 36.300 Provincia autonoma Trento 33.600, Emilia Romagna 32.500, Lazio 31.700, Liguria 30.200, Veneto 30.000, Toscana 29.000, Friuli Venezia Giulia Pag. 41 il Pil per abitante Bolzano 39.880 Val d'Aosta 36.800 Lombardia 36.300 Trento 33.600 Emilia-Romagna 32.500 Lazio 31.700 Liguria 30.200 Veneto 3G.00Q Toscana zs.eoo Friuli-Venezia G. 28.600 Piemonte 28.580 ITALIA 26.700 Marche 24.900 Umbria 24.40(1 Abruzzo 23.003 Molise 18.800 Sardegna 18.800 Dati sul 2013 in euro CENTRO NORi 31-701 Basilicata 18.30G Campania 17.00G MZZ0GI9M0 Sicilia 16.500 Puglia 1P.2K 17.200 ! 1 Calabria Fonte: Istat (calcolo Sec a)1i') 28.600, Piemonte 28.500, Marche 24.900, Umbria 24.400, Abruzzo 23.000, Molise 18.800, Sardegna 18.800, Basilicata 18.300, Campania 17.000, Sicilia 16.500, Puglia 16.200, Calabria 15.500. «I dati diffusi dall'Istat fotografano gli effetti drammatici di sei anni di crisi e evidenziano ancora una volta il baratro esistente tra Nord e Sud del Paese. È necessario intervenire ANSA -«centimatri con strumenti e politiche concrete : gli annunci e la nascita di un ministero per il Mezzogiorno non sono sufficienti». Così il segretario confederale della Cgil Gianna Fracassi commentai dati dell'Istituto di statistica sul Pil prò capite nel 2013, da cui emerge che il Prodotto interno lordo per abitante nel Sud Italia è inferiore del 45,8 per cento rispetto a quello del Centro-Nord. | Pag. 42 Lavoro, il Trentino (almeno) non piange i TRENTO Segnali positivi per l'occupazione arrivano dall'ultimo rapporto dell'Istat dedicato ai "conti economici territoriali", che vede il Trentino unica realtà in crescita assieme all'Alto Adige e alla Lombardia. Il dato si riferisce al periodo 2011-2013 (e non dà quindi indicazioni sulla tendenza del 2014) ma ugualmente è stato commentato con favore dal presidente della giunta provinciale Ugo Rossi e dal vice Alessandro Olivi: «E' la conferma che in Trentino non esiste un problema occupazione paragonabile a quello di altre realtà italiane». Un saldo positivo Secondo l'Istat fra il 2011 e il 2013 - mentre in Italia l'occupazione calava del 2,2 per cento in Trentino si registrava un aumento dell'1,3 per cento, secondo solo a quello della provincia di Bolzano e superiore a quello della Lombardia (+0,4 per cento). Dato in calo, invece per tutte le altre regioni italiane. In particolare risulta che in provincia di Trento a fronte di un calo marcato del settore edile (il risultato peggiore), dell'agricoltura e dell'industria, c'è stato un aumento nel settore dei servizi finanziari, immobiliari e professionali, ma anche nel commercio e nel turismo, con un bilancio finale positivo, all'interno di un panorama italiano decisamente più preoccupante. Un dato che in sindacati - come leggiamo nel pezzo qui accanto - invitano comunque a leggere con prudenza. Le reazioni «Sul piano delle politiche del lavoro - ha detto l'assessore Olivi - cominciano a dare frutto gli sforzi profusi in questi anni anche in termini di soluzioni innovative che stanno producendo un sostanziale miglioramento delle performance trentine». «Ma il rapporto - ha commentato il presidente Rossi - è al tempo stesso uno sprone. Se è vero che stiamo bene, è altrettanto Il forte calo dell'occupazione nell'edilizia è stato compensato dalla crescita nei vero che dobbiamo correre di più, migliorare sul valore aggiunto (siamo a metà classifica), il che significa aumentare la produttività». Laspesa Anche per quanto riguarda la spesa arrivano dati confortanti per la provincia di Trento, che si classifica al terzo posto in Italia per i consumi finali dei propri abitanti con un totale di 20 mila 500 euro annui medi per famiglia nel 2013, in calo però rispetto al 2011. Consumi maggiori solo in provincia di Bolzano (21,8 mila euro) e in valle d'Aosta (22 mila euro) mentre la media italiana è di 16,3 mila euro a dimostrazione di un paese che viaggia a velocità notevolmente diverse tra nord e sud. Il prodotto interno lordo Il Pil prò capite vede il Trentino al quarto posto in Italia con 33,6 mila euro, rispetto a una media nazionale di 26,7. Fanno meglio la provincia di Bolzano che con 39,8 mila euro di Pil prò capite all'anno (dato 2013) è al primo posto in classifica, la Valle d'Aosta (36,8 mila euro) e la Lombardia (36,3 mila euro). I l valore aggiunto Nel 2013 in Trentino il valore aggiunto a prezzi correnti è pari a 16.442 milioni di euro, in crescita dell'1,8% rispetto al 2012, diversamente dalla dinamica nazionale che vede lo stesso dato ancora in diminuzione. I settori che contribuiscono maggiormente al valore aggiunto sono i servizi relativi alle attività finanziarie, assicurative, immobiliari, professionali, scientifiche e tecniche (27,6%) ; a seguire il commercio all'ingrosso e al dettaglio, trasporti e magazzinaggio, servizi di alloggio e di ristorazione e servizi di informazione e comunicazione (24,1%). Pag. 43 Il segretario delia Cgii, Paolo Burli BURU (CGIL) «Segnai positivi, ma è calata la qualità dell'occupazione» I TRENTO «Va bene l'ottimismo, ma con prudenza, perché dietro i dati (positivi) sull'occupazione si nasconde un calo della qualità del lavoro che non può essere compreso con la semplice analisi dei numeri». Questa èia reazione di Paolo Burli (Cgil) all'ultimo rapporto dell'Istat che vede il Trentino in vetta alle classifiche nazionali sull'occupazione e sul Pil prò capite. «E' vero che negli ultimi tempi qualche segnale positivo c'è stato - dice Burli - ma c'è anche un problema di qualità dell'occupazione. Perché un lavoratore impiegato per uria settimana oppure per 4 o 5 giorni durante le feste non può essere paragonato a un lavoratore a tempo indeterminato. E noi abbiamo segnali che la qualità dell'occupazione complessivamente è in deterioramento, con un aumento della precarietà. E questo dai numeri non emerge». Anche sul dato - confortante per il Trentino - del Pil prò capite, Burli ha qualcosa da dire: «La crisi ci ha insegnato che è sempre maggiore la forbice tra chi ha la ricchezza e chi è in stato di povertà. E anche questo fenomeno non emerge quando si parla di medie, mentre bisognerebbe analizzare in profondità le fasce di reddito». Il settore che ha perso più posti di lavoro è quello dell'edilizia, cioè quello che ha risentito maggiormente della crisi. Ma anche il saldo di industria e agricoltura è negativo in provincia di Trento, mentre è positivo il bilancio del settore dei servizi finanziari, immobiliari e professionali (quello che in Trentino ha registrato la crescita maggiore, seguendo una tendenza comune al resto d'Italia) ma anche quello del commercio e del turismo. I dati sull'occupazione di Trentino e Alto Adige sono assieme a Lombardia - i migliori in Italia. Pag. 44 Vino comune spacciato per Dop Inchiesta per frode Sequestrati centinaia di litri anche in Trentino Sono finiti nei guai in 8 tra commercianti e produttori I TRENTO Si sono presentati armati di un'ordinanza del giudice per le indagini preliminari di Roma Giovanni Giorgianni in numerosi negozi e rivendite di vini del Trentino e di tutto il nordest in generale. Gli uomini dell'Ispettorato centrale del Ministero delle politiche agricole hanno sequestrato centinaia di fusti da 25 litri di vino nell'ambito di una maxi inchiesta della Procura di Roma per frode in commercio, falso e vendita di prodotti industriali con segni mendaci. Coinvolti in otto, tutti veneti, tutti commercianti e produttori di vino. Si tratta di Riccardo Fornasier di Molvena, Simone Galberti di Omelie, Manuel Galberti di Omelie, Giovanni Cescon di Vazzola, Walter Cescon sempre di Vazzola, Giancarlo Bergamo di Motta di Livenza, Paolo Bergamo, di Motta di Livenza e Antonio Nardin di Ormelle. L'inchiesta è dei carabinieri del Nac, il nucleo per le politiche agricole e alimentari di Roma. Nelle indagini è stato scoperto un mercato illecito normali vini comuni che venivano spacciati per vini variateli, cioè con l'indicazione della varietà, e come vini Dop o Igp. In altre parole, normali vini da tavola venivano venduti come vini Dop. Questo senza il controllo da parte degli enti di certificazione. Secondo quanto scoperto dai carabinieri del Nac, a capo del sistema ci sarebbe Riccardo Fornasier che, con la complicità di imprese che confezionano e imbottigliano il vino, vende il prodotto ai negozi dove viene commercializzato al dettaglio. I vini venivano venduti con il marchio Vignantica in alcuni punti vendita diretti e presso dei negozi in franchising, anche in Trentino, specie nelle Giudicane. Proprio qui n ei giorni scorsi sono arrivati gli uomini del Ministero per provvedere al sequestro di grosse quantità divino. Da quanto emerso erano numerosi i negozi che si rifornivano da questo sistema. C'erano negozi a Roma, Livorno, Firenze, ma anche a Bassano, Tombolo, Trebaseleghe, Rescaldina e, appunto in Trentino. I titolari dei punti vendita hanno spiegati agli inquirenti che il vino arrivava con delle sigle che indicavano varietà come barbera, cabernet sauvignon, cabernet frane, malbek, prosecco, merlot, rosato di raboso, chardonnay, pinot bianco e bonarda. Questo senza che vi fosse alcune certificazione da parte degli enti che verificano, appunto, il possesso dei requisiti per avere un vino varietale. II gip nella sua ordinanza ricorda che il reato di frode in commercio è previsto dal legislatore per evitare che il consumatore venga tratto in inganno e non riceva una cosa diversa da quella che crede di acquistare. In altre parole, secondo l'ac- Vino comune veniva spacciato per vino Dop cusa, l'organizzazione spacciava vino comune per Dop o Igt presso molti punti vendita. In questo modo, il danno subito dai consumatori era notevole. Il vino veniva venduto sia in bottiglie che in fusti dai quali poi veniva spillato e venduto sfuso presso negozi che avevano un rapporto di franchising con Fornasier. I gestori di que- sti negozi non sono indagati e non erano informati della frode. Gli inquirenti si sono presentati anche in Trentino. In un negozio delle Giudicane hanno una trentina di fusti e di box da 25 litri di vino con il marchio Vignantica. Adesso le persone coinvolte potranno fornire la loro versione. (u.c.) Pag. 45 Btb, l'ultimo bilancio è in utile Rettifiche limitate a 31 milioni Marangoni elogia il risultato «dopo un triennio di perdite rilevanti» TRENTO A pochi mesi dall'incorporazione di Banca di Trento e Bolzano nella casa madre Intesa Sanpaolo, i bilanci dell'istituto regionale tornano in utile per mezzo milione di euro. Segnale importante, dopo tre bilanci in rosso difila,che dimostra che le aggregazioni non vengono programmate solo per inglobare soggetti in difficoltà. Le rettifiche sui crediti, che nello scorso triennio avevano determinato le perdite, rimangono comunque consistenti (31,4 milioni). H presidente Mario Marangoni, con il suo eda, ieri ha licenziato l'ultimo bilancio della storia di Btb. Le sottolineature vanno al ritorno in terreno positivo, «dopo un triennio di perdite nette anche rilevanti», da ricordare che lo scorso esercizio segnava un -18 milioni, quello precedente un meno uno e il 2011 ancora -18 milioni circa. Bene «la durevole espansione dell'attività finanziaria» e il «consistente volume di prestiti» nonostante la crisi perdurante. Nel dettaglio l'utile da 0,5 milioni di euro è frutto di un miglioramento generale di tutti gli indici. I proventi operativi netti arrivano a 90,8 milioni (+6%), grazie soprattutto alla crescita degli interessi netti (+4,296) e le commissioni nette (+7,1%). I costi sono stati ritoccati (oneri operativi a 55,6 milioni, -0,2%). Il risultato della gestione operativa ha raggiunto i 35,2 milioni (+17,5%). milioni L'utile di esercizio 2014 di Btb 18 milioni La perdita accumulata nel 2013 3,2 Banca II presidente della Btb, Mario Marangoni, e il direttore generale Franco Dall'Armellina miliardi n tasto dolente è ancora una volta la necessità di coprire le sofferenze. Le rettifiche di valore nette su crediti 2014 arrivano a 31,4 milioni, una somma notevole, che però è in netto calo, meno 41,6%, rispetto alle vette raggiunte nello scorso esercizio (53,8 milioni). Il risultato al lordo delle imposte è stato positivo per 2,9 milioni (mentre valeva -24,7 milioni nel 2013). Il risultato netto finale è positivo per 0,5 milioni. Per quanto riguarda gli aggregati patrimoniali, la raccolta indiretta da clientela ha raggiunto i 3,2 miliardi (+.9,8%). In questo settore la la da padrone la raccolta gestita, con un am- La raccolta indiretta, aumentata del 9,8% montare complessivo di 965 milioni e un incremento del 26,5%. La raccolta diretta, invece, cala del 4,2% (si attesta a 1,1 miliardi). Le attività finanziarie della clientela valgono in tutto 4,38 miliardi (+5,8%). Rispetto allarichiestadi credito, Banca di Trento e Bolzano nel 2014 ha registrato un rallentamento dell'8,996, portando il volume complessivo a 2 miliardi. Nel 2014 ilflussodi prestiti a medio-lungo termine, però, è stato di 154 milioni, in crescita del 29,4%rispettoai 119 milioni del 2013. I coefficienti patrimoniali di vigilanza superano i nuovi limiti imposti da Basilea3. Il Common equity Tier 1 ratio è deliri, 5%; il Tier 1 capital ratio è deU'11,5% e il Tier total capital ratio è del 13,7%. Ultimo bilancio Btb anche per il direttore generale, Franco Dall'Armellina, che ha insistito sul risultato dell'utile netto riagguantato, migliorando sia le componenti dei ricavi, sia quelle degli oneri operativi. Da non dimenticare che, pur attenuati rispetto ai livelli 2013, le rettifiche «sono state in valore assoluto ragguardevoli anche nel 2014». Btb al momento ha 462 dipendenti e 74 filiali. Dopo l'assemblea primaverile inizierà la riorganizzazione sotto la guida di Intesa Sanpaolo. Enrico Orfano © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 46 Bressan, festa per i 75 anni «Quifinchéil Papa vorrà» diLucayarognoEi I TRENTO In dono ha ricevuto un cero con l'immagine di San Vigilio, «un magnifico lavoro di miniatura», dice. Ma soprattutto le tante testimonianze di affetto, vicinanza e gratitudine della comunità, dei parenti, di collaboratori e fedeli (alcune anche via e-mail). È stata una giornata di festa e incontri ieri per l'arcivescovo di Trento, monsignor Luigi Bressan, che ha compiuto 75 anni. Un compleanno che dovrebbe coincidere anche con la cessazione dall'incarico, per raggiunti limiti di età, ma sappiamo che ciò non avverrà fino a che non lo deciderà il Papa. L'arcivescovo stesso non safare previsioni: «Di prassi, un paio di settimane pri- ma della scadenza, il vescovo spiega la procedura Bressan - è invitato a dare la disponibilità a lasciare l'incarico, secondo quanto previsto dal diritto canonico. Di solito prima che giunga la risposta del Santo Padre passa mezzo anno - un anno, è successo anche che si arrivasse a tre o quattro in Austria. Dipende da diversi fattori, dalle condizioni di salute e dalla Diocesi». Monsignor Bressan non si sbilancia, ma è probabile che il timone della Diocesi resti nelle sue mani ancora a lungo, essendo lui nel pieno delle forze e permanendo tutte le condizioni perché il suo lavoro continui in modo proficuo. «Finché non accetta il Santo Padre, si rimane in carica piena. Da quando il Papa scrive, si diventa amministrato- re apostolico per alcuni mesi finché non arriva il nuovo vescovo, il cui nome solitamente è indicato nella stessa lettera». Nulla cambia dunque per la comunità cattolica trentina e per il calendario di scadenze e appuntamenti già concordati. «Sono stati anni intensi, vari, ricchi, partendo dall'esperienza di cappellano in poi», dice monsignor Bressan. Dal 25 marzo 1999 alla guida della Diocesi trentina, è nato a Sarche, dove fu battezzato FU febbraio; sacerdote dal 1964, è stato nunzio apostolico per 10 anni in Oriente, poi alla Segreteria di Stato ad occuparsi dei rapporti con gli organismi internazionali, prima di venire inviato a Ginevra, nel 1978, all'Ufficio delle Nazioni Unite. Ieri ha celebrato la messa per tutto il personale della Curia e i suoi collaboratori. «E stata un' idea loro: ci siamo trovati in Seminario alle 11. Mi è stato fatto dono di un cero particolare che ho molto apprezzato. Poi sono stato a pranzo al ristorante con fratelli e sorelle, cognati e cognate. Nel pomeriggio c'è stato un altro momento di incontro con i miei collaboratori e i loro parenti. Domani invece (oggi, ndr) ci ritroveremo tra compagni di classe di ordinazione, alle 12.30 alla canonica di Lizzana, come ogni anno». A Bressan anche gli auguri di Chiara Avanzo, presidente del consiglio regionale, che ne ha evidenziato le «capacità come guida della Diocesi trentina e le doti umane». Pag. 47 Pag. 48 «Dignità e bene comune pilastri per l'economia» Pubblichiamo il testo del videomessaggio che il Santo Padre hainviatoieriin occasione dell'evento «Le Idee di Expo 2015 -Verso la Carta di Milano», all'Hangar Bicocca di Milano. uongiorno a voi tutti, donne e uomini, che siete radunati oggi perrifletteresul tema: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. In occasione della mia visita alla Fao ricordavo come, oltre all'interesse «per la produzione, la disponibilità di cibo e l'accesso a esso, il cambiamento climatico, il commercio agricolo» che sono questioni ispiratrici cruciali, «la prima preoccupazione dev'essere la persona stessa, quanti mancano del cibo quotidiano e hanno smesso di pensare alla vita, ai rapporti familiari e sociali, e lottano solo per la sopravvivenza» (Discorso alla FAO, 24 novembre 2014). B ggi, infatti, nonostante il moltiplicarsi delle organizzazioni e i differenti interventi della comunità internazionale sulla nutrizione, viviamo quello che il santo Papa Giovanni Paolo II indicava come «paradosso dell'abbondanza». Infatti, «c'è cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare, mentre lo spreco, lo scarto, il consumo eccessivo e l'uso di alimenti per altri fini sono davanti ai nostri occhi. Questo è il paradosso! Purtroppo questo paradosso continua a essere attuale. Ci sono pochi temi sui quali si sfoderano tanti sofismi come su quello della fame; e pochi argomenti tanto suscettibili di essere manipolati dai dati, dalle statistiche, dalle esigenze di sicurezza nazionale, dalla corruzione o da un richiamo doloroso alla crisi economica» {ibid.). O nequità. Questa economia uccide. Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti ih borsa» {ibid., 53). Questo è il frutto della legge di competitività per cui il più forte ha la meglio sul più debole. Attenzione: qui non siamo di fronte solo alla logica dello sfruttamento, ma a quella dello scarto; infatti «gli esclusi non sono solo esclusi o sfruttati, ma rifiuti, sono avanzi» {ibid.,53). dunque necessario, se vogliamo realmenterisolverei problemi e non perI derci nei sofismi, risolvere la radice di tutti i mali che è lìnequità. Per fare questo ci sono alcune scelte prioritarie da compiere: rinunciare all'autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria e agire anzitutto sulle cause strutturali della inequità. E; 2) Siate testimoni di carità «La politica, tanto denigrata, è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della carità perché cerca il bene comune». Dobbiamo convincerci che la carità «è il principio non solo delle micro-relazioni: rapporti amicali, familiari, di piccolo gruppo, ma anche delle macrorelazioni: rapporti sociali, economici, politici» {ibid., 205). a dove dunque deve partire una sana politica economica? Su cosa si impegna un politico autentico? Quali i pilastri di chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica? Larispostaè precisa: la dier superare la tentazione dei sofismi - gnità della persona umana e À bene comuquel nominalismo del pensiero che va ne. Purtroppo, però, questi due pilastri, che oltre, oltre, oltre, ma non tocca mai la dovrebbero strutturare la politica economirealtà- per superare questa tentazione, vi sug- ca, spesso «sembrano appendici aggiunte dall'esterno per completare un discorso pogerisco tre atteggiamenti concreti. litico senza prospettive né programmi di vero sviluppo integrale» {ibid., 203). Per favore, 1) Andare dalle urgenze alle priorità siate coraggiosi e non abbiate timore di farAbbiate uno sguardo e un cuore orientati non vi interrogare nei progetti politici ed econoad un pragmatismo emergenziale che si rive- mici da un significato più ampio della vita la come proposta sempre provvisoria, ma ad perché questo vi aiuta a «servire veramente un orientamento deciso nelrisolverele cau- il bene comune" e vi darà forza nel "moltise strutturali della povertà. Ricordiamoci che plicare e rendere più accessibili per tutti i bela radice di tutti i mali è la inequità (cfr E- ni di questo mondo» {ibid.). vangelii gaudium, 202). A voi desidero ripetere quanto ho scritto in Evangelii gaudium: «No, a un'economia dell'esclusione e della i- 3) Custodi e non padroni della terra D P Pag. 49 Ricordo nuovamente, come già fatto alla Fao, una frase che ho sentito da un anziano contadino, molti anni fa: «Dio perdona sempre, le offese, gli abusi; Dio sempre perdona. Gli uomini perdonano a volte. La terra non perdona mai! Custodire la sorella terra, la madre terra, affinché non risponda con la distruzione» (Discorso alla Fao, 24 nov. 2014). inanzi ai beni della terra siamo chiamati a «non perdere mai divista né l'o. rigine, né la finalità di tali beni, in modo da realizzare un mondo equo e solidale», così dice la dottrina sociale della Chiesa {Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 174). La terra ci è stata affidata perché possa essere per noi madre, capace di dare quanto necessarioaciascunopervivere.Unavolta,ho D sentito una cosa bella: la Terra non è un'eredità che noi abbiamo ricevuto dai nostri genitori, ma un prestito che fanno i nostri figli a noi, perché noi la custodiamo e la facciamo andare avanti eriportarlaa loro. La terra è generosa e non fa mancare nulla a chi la custodisce. La terra, che è madre per tutti, chiede rispetto e non violenza o peggio ancora arroganza da padroni. Dobbiamoriportarlaai nostri figli migliorata, custodita, perché è stato un prestito che loro hanno fatto a noi. L'atteggiamento della custodia non è un impegno esclusivo dei cristiani, riguarda tutti. Affido a voi quanto ho detto durante la Messa d'inizio del mio ministero come Vescovo di Roma: «Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo custodi della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell'altro, dell'ambiente; non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo! Ma per custodire dobbiamo anche avere cura di noi stessi! [...] Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi della tenerezza». Custodire la terra non solo con bontà, ma anche con tenerezza. I eco dunque tre atteggiamenti che vi offro per superare le tentazioni dei sofii smi, dei nominalismi, di quelli che cercano di fare qualcosa ma senza la concretezza della vita. Scegliere a partire dalla priorità: la dignità della persona; essere uomini e donne testimoni di carità; non aver paura di custodire la terra che è madre di tutti. A voi tutti chiedo di pregare per me: ne ho bisogno. E su voi invoco la benedizione di Dio. Grazie. Francesco E! Pag. 50 DOPO IL PASSÀGGIO DI CONSEGUE A PROFUMO Fbkf il grazie della Provincia a Egicli I TRENTO Il professor Massimo Egicli Un grazie semplice e sincero, quello rivolto ieri dalla giunta provinciale di Trento, attraverso le parole del presidente Ugo Rossi a Massimo Egidi, che ha recentemente passato le consegne della presidenza della Fbk al suo successore, Francesco Profumo. «Il comparto nel quale opera la Fbk - ha sottolineato Rossi - non rappresenta solo un fiore all'occhiello del Trentino ma una sfida per il futuro. Credo che il lavoro del professor Egidi in questi anni abbia contribuito a mettere in fila tanti "mattoni" importanti di questa casa comune che mette insieme alta formazio- ne, ricerca, sviluppo territoriale. La stessa vicenda del nuovo Statuto dell'Università e dei rapporti che si sono intessuti in questi anni fra i diversi enti e soggetti interessati è lì a dimostrarlo». «A nome della giunta esprimo l'orgoglio per i nostri istituti di ricerca - ha aggiunto Rossi - e se oggi possiamo apprezzarne i risultati lo si deve innanzitutto a chi ha creduto in loro, come Massimo Egidi. Lo ringraziamo per l'impegno che ha profuso in questi anni, per le sue preziose indicazioni, per i suggerimenti sulla direzione da prendere in futuro, all'insegna dell'eccellenza scientifica e del dialogo fra ricerca e territorio». Pag. 51
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