Rassegna Stampa di

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sab. 30 e dom. 31 agosto e 1° settembre 2014
SNALS / CONFSAL
Il Centro - Ed. Teramo
Il Messaggero - Abruzzo
Corriere delle Alpi
Il Cittadino (Lodi)
il Gazzettino
Il Mattino - Ed. Caserta
Il Messaggero - Abruzzo
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Liberta'
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Messaggero Veneto
Testate on line
La Sicilia - Ed. CL/Gela
Il Piccolo
Il Piccolo
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Mezzogiorno
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30/08/2014
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30/08/2014
30/08/2014
30/08/2014
SCUOLA, LA CARICA DEI 160 NUOVI INSEGNANTI
SCUOLE, E' IN SICUREZZA SOLO POCO PIU' DELLA META'
SCUOLA, I RUOLI NELLE LOCALITA' PIU' LONTANE
A DECINE ALL'ITIS PER UN POSTO DA PRECARIO
ORGANICI SOTTOSTIMATI POSTI IN RUOLO A RISCHIO
"VILLAGGIO", FIRME CONTRO I LEGIONARI
GRAVE CARENZA DI PERSONALE L'ANNO SCOLASTICO A RISCHIO
DIRIGENTI SCOLASTICI IN PENSIONE NOMINATI I REGGENTI DI SETTE
ISTITUTI
SINDACATI: "BASTA SPOT E FALSE PROMESSE, ABBIAMO BISOGNO DI
BRAVI INSEGNANTI"
LO SNALS CON RENZI: BASTA PROFESSORI PRECARI
ARTICOLI PRESI DAL WEB
"PROGETTO PER SALVARE LA CORTE D'APPELLO"
"NON STRUMENTALIZZARE I CONTRATTISTI IN ATTESA"
SCUOLE, PIU' POSTI "IN PALIO" CHE PRECARI IDONEI A COPRIRLI
DON UVA, LA FIALS CHIEDE IL RISPETTO DEGLI ACCORDI
Scuola, Formazione, Università, Ricerca
il Sole 24 Ore
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Corriere della Sera
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Avvenire
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Gente
il Foglio
Il Giornale d'Italia
La Lettura CorSera
Europa
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30/08/2014
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31/08/2014
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31/08/2014
30/08/2014
01/09/2014
31/08/2014
31/08/2014
30/08/2014
ARRIVA SCUOLA 24: UNA FINESTRA SEMPRE APERTA
SULL'ISTRUZIONE
SCUOLA-LAVORO, PIANO IN 10 MOSSE
PIU' GIORNI IN TRIBUNALE E PIU' ORE A SCUOLA?
GIANNINI, PROFILO BASSO DOPO IL RINVIO: "MERITIAMO FIDUCIA"
LO STRANO CASO DEL MINISTRO GIANNINI
MEDICI E MAESTRI ALLEATI NELLA CURA
RENZI ORA STUDIA IL RIMPASTO PER LA SFIDA DEI "1000 GIORNI"
DELRIO IN POLE PER IL VIMINALE
SCUOLA, LA DELUSIONE DI STUDENTI E SINDACATI
SCUOLA E PENSIONI ELSA FORNERO: CERTI DISASTRI NON SONO I
MIEI
NON BASTA UN MILIARDO PER STABILIZZARE I PRECARI
SCUOLA, GIANNINI ASSICURA: MERCOLEDI' DAREMO L'OK AL TESTO,
MERITIAMO FIDUCIA
COSI' IL CALIFFATO ISLAMIZZA LE SCUOLE
L'ALLERTA IN ITALIA: CONTROLLI RADDOPPIATI "A RISCHIO ANCHE LE
SCUOLE STRANIERE"
ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO AL VIA CON 150 APPRENDISTI
Int. a G.Toccafondi: "E UN PRIMO COLPO DI PICCONE AL MASSICCIO
MURO IDEOLOGICO CHE ANCORA DIVIDE BANCHI E AZIENDE"
CHE NOVITA' TORNA LA GEOGRAFIA
L'IPOCRISIA DEL FILM NECESSARIO
SUONA LA CAMPANELLA, SI TORNA SUI BANCHI
L'AMORE INFELICE DEGLI INSEGNATI ITALIANI
UN PAESE FERMO. RENZI REAGISCE CON LE RIFORME
continua Scuola, Formazione, Università, Ricerca
il Manifesto
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il Mattino
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01/09/2014
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QUOTA 96 E PRECARI: PENSIONE NEGATA, ASSUNTI A 60 ANNI O
SENZA LAVORO A 30
Int. a G.Delrio: "IL MEZZOGIORNO NON PERDERA' UN EURO VOGLIAMO
SOLTANTO ACCELERARE LA SPESA"
PRECARI IN PIAZZA: BASTA ANNUNCI
PIU' DI 600 EURO PER IL KIT SCUOLA
ECCO GLI ESAMI DI RIPARAZIONE: MA LE STATISTICHE SONO
INCORAGGIANTI
DIDATTICA E STAGE, IL MIX CHE AIUTA LA CARRIERA IN AZIENDA
OLTRE LA LAUREA I "JOLLY" PER IL LAVORO
ALLO SPORTELLO PRESTITI SU MISURA
FONDAZIONI IN CAMPO PER SOSTENERE LE SPECIALIZZAZIONI
UN VENTAGLIO DI SPONSOR E BONUS
ESPERTI IN CONTROLLO DEI RISCHI
LARGO AI TECNICI ECO-SOSTENIBILI
MEDICI A SCUOLA DI GESTIONE
FARMACI AL CENTRO DELLA RICERCA
POCHE BORSE DI STUDIO E TASSE STELLARI COSI' IL NUMERO DI
LAUREATI CROLLA
I MINISTRI AL RIENTRO DALLE VACANZE
GIANNINI STRONCA I QUIZ A MEDICINA "PRINCIPIO GIUSTO, METODO
SBAGLIATO"
STEFANIA FA OMBRA A MATTEO: DIETRO LA LAVAGNA
RENZI, L'ECONOMIA E LA STORIA DELLA COSTRUZIONE DEI
VOLENTEROSI
Economia, Lavoro, Previdenza
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30/08/2014
31/08/2014
COSI' IL MANAGEMENT INCONTRA MODA E DESIGN
IL LABIRINTO DEI BONUS PER FAVORIRE L'OCCUPAZIONE
WELFARE, DA PRIMATO L'ESEMPIO DI GUINNESS
TURNI FESTIVI CON BONUS LIMITATI
LAVORO E DELEGA PA, LE CAMERE RIPARTONO CON DUE PRIORITA'
SQUINZI: SITUAZIONE DRAMMATICA SERVE UN PROGETTO PER IL
PAESE
ABROGAZIONE O TUTELA CRESCENTE RIPARTE IL CANTIERE
SULL'ARTICOLO 18
PER FAR RIPARTIRE I LAVORO 700 MILIONI IN DUE ANNI TAGLIATI I
FONDI AI COMUNI
E IL SINDACO SCRIVE A DIO "LIBERAMI DALL'ASSENTEISMO DEI
DIPENDENTI COMUNALI"
INAIL, CERTIFICATI RINNOVATI
LAVORO, FISCO E BUROCRAZIA LE PRIORITA' DEI MILLE GIORNI
ADESSO LA "CULTURA" E' PIU' AUTONOMA MA CORPORAZIONI E
SINDACATI RESTANO FORTI
DOPO 55 ANNI SIAMO DI NUOVO IN DEFLAZIONE
PALAZZO CHIGI, ECCO IL CODICE ETICO PER I DIPENDENTI
PERCHE' PIU' STATO E PIU' TASSE FANNO PIU' ILLEGALITA'
Int. a C.Sangalli: SANGALLI: BASTA PRUDENZA, PER SALVARSI
SERVONO TAGLI ALLA SPESA E MENO TASSE
E' ITALIANO IL NUOVO VOLTO DELL'EUROPA "CON ME ARRIVA
UN'ALTRA GENERAZIONE"
NON SI PAGANO PIU' ONERI PER DIVIDERE L'APPARTAMENTO
Int. a G.Recchi: "TELECOM-MEDIASET? ADESSO SE NE PUO' PARLARE"
SI' A GIUSTIZIA E GRANDI OPERE RENZI: ORA PASSO DOPO PASSO
PRIVATIZZAZIONI, NON RIPETERE GLI ERRORI DEGLI ANNI NOVANTA
Quotidiano
LI BE RT ]{ diPIACENZA
Data
Pagina
Foglio
30-08-2014
15
1
Sindacati: «Basta spot e false promesse,
abbiamo bisogno di bravi insegnanti»
Tutte le sigle sono d'accordo: troppe riforme e cambiamenti
• «Basta spot e false promesse. La scuola ha bisogno solo di
insegnanti bravi». E un diktat
chiaro quello che le forze sindacali piacentine lanciano a
gran voce: all'unisono, a margine delle immissioni in ruolo dei
docenti delle scuole medie e
superiori, ma soprattutto a poche ore dall'annuncio dello slittamento della riforma della
scuola alla prossima settimana.
«Ne abbiamo abbastanza»
hanno dichiarato a gran voce
Lucia Galeazzi e Fulvio Vassallo,
segretari rispettivamente della
Cisl Scuola e di Gilda, «la scuola ha solo bisogno dell'insegna mento e di insegnanti bravi che
sappiano svolgere il loro lavoro. Basta con gli spot e le false
promesse: le riforme le lascino
stare perché la scuola non ne
ha bisogno. Da trent'anni cercano di riformarla, ma funzionerebbe bene così senza questi
continui cambiamenti».
Particolarmente agguerrita
anche Manuela Calza, segretaria della Cgil Scuola: «Sarebbe
ora che il governo informasse i
cittadini sullo spazio e sull'impegno che intende garantire alla scuola - ha dichiarato-, non
possiamo stare in una bolla di
sapone: la scuola deve essere in
cima all'agenda politica del governo. Sinceramente siamo
stufi di questi continui e ridicoli balletti che nulla portano: occorre discutere di un piano
scuola definito, stabile, concre-
to». Dello stesso avviso anche
Giovanna De Fusco, referente
per Piacenza del comparto scolastico della Uil: «Sullo slittamento della riforma della scuola alla prossima settimana non
si può essere altro che dubbiosi - ha dichiarato-, io vorrei essere fiduciosa sul fatto che
qualcosa cambi, ma alla fine i
dubbi vengono: gli annunci
sulle riforme ci sono e alla fine
non c'è nulla di concreto». «Siamo arrabbiati - ha tuonato Daniela Fuochi in rappresentanza
dello~-, in ambito scolastico viviamo in una situazione
di assoluta precarietà: la stabilità sarebbe una necessità fondamentale per tutti e invece
non possiamo mai contarci.
Siamo sempre costretti a rallentare i lavori».
Anche sulle immissioni in
ruolo comunque non manca
qualche mal di pancia. C'è chi,
come la Fuochi appunto, si aspettava qualche pensionamento in più che avrebbe dunque liberato un numero più
ampio di posti e chi invece, come Stefano Vantadori e Galeazzi della Cisl, fanno notare «i
problemi causati dalle modifiche alle graduatorie imposte
dai trasferimenti rispetto al
triennio precedente, anche se
alla fine Piacenza è stata tocca ta solo marginalmente e per le
immissioni se ne contano molte sulla classe di concorso di
lettere».
Parab.
Codice abbonamento:
068391
Da sinistra in
alto, Alessia
Testa, Anna
Grieco, Nadia
Gaffuri;a
fianco,
Concetta
Signorile,
Massimo Umili,
Eliana De
Giorgio
(foto Lunini)
Ritaglio
SNALS
stampa
ad
uso esclusivo
del
destinatario,
non
riproducibile.
Pag. 14
Quotidiano
Data
Pagina
Foglio
30-08-2014
19
1
RIFORMA DELLA SCUOLA
Lo~ IRi t! con Renzi:
basta professori precari
l'obiettivo è dare regole stabili,
devono anche essere valide. Se
è facile concordare su principi
generali come la libertà di circolazione sul territorio dei lavoratori o la continuità didattica,
lo è meno quando si tratta di
tradurre i principi in regole». La
mancata continuità didattica è
la diretta conseguenza del precariato. E «determina "costi" didattici e amministrativi importanti - rimarca Zanuttini -, oltre a contrastare con il fatto che
la scuola, intesa come istituzione, richiede una "squadra stabile" capace di produrre un'offer-
Codice abbonamento:
068391
Una foto d'archivio dei supplenti
«Serve un nuovo modello per
giungere a un reclutamento degli insegnanti che garantisca la
continuità didattica». A chiederlo è il segretario regionale
dello Snals-Confsal, Giovanni
Zanuttini che punta apertamente all'organico funzionale,
in continuità con la formula annunciata dal governo Renzi.
«Negli ultimi anni il sistema
della mobilità e dell'accesso alla docenza hanno subito continui cambiamenti con inevitabile disorientamento degli interessati spiega Zanuttini -. Tuttavia, fermo restando che
ta formativa programmata su
scala pluriennale. Se quindi si
vuole perseguire la continuità
didattica, vanno riconsiderate
le regole sulla permanenza nella sede ottenuta dal docente
con la domanda di mobilità,
ponendo regole che inducano
chi intende trasferirsi, a essere
disponibile a prestare nella
nuova sede un servizio effettivo per un certo numero di anni,
dimostrando così una convinta
disponibilità a permanere nel
territ=rescelto».
Lo
rilancia infatti il tema degli albi regionali. «È uno
strumento - insiste Zanuttini per mettere in sintonia i meccanismi di reclutamento con le reali esigenze del territorio per
trovare soluzioni alternative alla "chiamata diretta" che, di
fronte alle inadeguatezze
dell'attuale sistema, molti sostengono come unico rime(m.z.)
dio».
Ritaglio
SNALS
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riproducibile.
Pag. 15
Corriere Del Veneto > Cronaca >In Veneto Assunti 2.500 Professori Ma Una Cattedra Su Tre Resta Vacante
SCUOLA
In Veneto assunti 2.500 professori
Ma una cattedra su tre resta vacante
Matematica e italiano, la carica dei supplenti per coprire i
buchi. Mercoledì partono le immissioni in ruolo. I
sindacati: «Tanti precari e molte classi che cambieranno
insegnante»
VENEZIA - I primi ad essere assunti saranno gli insegnanti di matematica e fisica. Con la convocazione alle 9
nell’ufficio provinciale di Verona, mercoledì inizia la maratona delle assunzioni degli insegnanti per il prossimo
anno scolastico. E già si sa che una cattedra su tre resterà scoperta. Anche quest’anno sono aumentati gli studenti,
circa tremila in più rispetto al 2013 (129.298 solo gli iscritti alle prime classi di materne, elementari, medie e
superiori) e quindi servono almeno 2.071 docenti in più. Ma il ministero dell’Istruzione ha autorizzato
l’assunzione in ruolo, vale a dire in pianta stabile, solo per 1.227. Quindi restano vacanti 884 posti. Troppi, quasi
uno su tre. Le scuole rischiavano di dover formare classi da 40 alunni per mancanza di professori e così dopo
Ferragosto il dicastero ha leggermente corretto il tiro autorizzando altri 170 contratti: 38 a Treviso e Vicenza, 35 a
Verona, 22 a Padova, 20 a Venezia, 10 a Rovigo e 7 a Belluno.
Ma saranno contratti precari, però, che si aggiungeranno a quelli che, a partire dal 1° settembre, gli uffici
provinciali dovranno stipulare per coprire le altre 884 cattedre vacanti con supplenze annuali, più un altro 20% di
posti che salta sempre fuori con l’organico di fatto (cioè il numero di personale che serve davvero per far
funzionare le scuole e che è diverso da quello stabilito dal ministero). «Anche quest’anno, molti gli studenti
avranno come insegnante un precario, un supplente che molto probabilmente non rivedranno più a settembre
2015», osserva il segretario della Flc Cgil regionale Salvatore Mazza. Giusto per fare qualche esempio, la
segretaria regionale dello Snals Elisabetta Capotosto scorre i numeri: in provincia di Padova nelle scuole medie
servirebbero 45 professori di italiano e ne saranno assunti solo 25; a Treviso mancano 46 docenti di matematica e
ne arriveranno 26, a Vicenza ce ne vorrebbero 63 e saranno 36. Poi c’è il capitolo sostegno: stavolta il ministero è
stato molto generoso e permetterà l’assunzione di 1.268 insegnanti di supporto per gli alunni disabili.
«Il problema è che in Veneto non abbiamo un sufficiente numero di docenti in possesso dei titoli di
specializzazione», sospira dalla Direzione scolastica regionale Rita Marcomin, responsabile dell’ufficio personale.
In più, a Venezia c’è stato un pasticcio informatico che ha spostato la stragrande maggioranza delle assegnazioni
(154 su 188) alle superiori. Si è rimediato, con qualche malumore in graduatoria di chi, al 150° posto, si vedeva
già assunto. Altre complicazioni sono annunciate per le cattedre d’inglese. «La graduatoria non è stata pubblicata
in tempo utile lo scorso anno e così si va a pescare da quelle vecchie del 1990 o del 1999», scuote la testa
Capotosto. «Con quasi 2.500 assunzioni tra cattedre e sostegno, il bicchiere è mezzo pieno - osserva Mazza - Ma
se guardiamo al numero dei supplenti è mezzo vuoto. Il problema si risolve coprendo tutti i posti disponibili, non
alcuni che decide il ministero, e chiudendo una volta per tutte le graduatorie ad esaurimento».
25 agosto 2014
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Monica Zicchiero
Dalmine, dlle ~oniin_più··allascuola
Arriva il via_libera, a~te.so da ai:ni; alla tiçhiesta,perFistitutò .~<Aldo'Moro» di Mariano ·
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L'eco DI BERGAMO
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. '':"11/"'\?is~~bjòWla i vai"?~nodiventa?g•stionepi;eNorà Fabio Facchisez10_11e ' C:ònìuriale: . . ·...n emel).te statale - prosenet\i•e qiaudià 1'èrzi
I;1ari'.lll~·iÌ'i~~\'é,avrà. :e"b.';f' tral'altr<J,ampiriSpar,
ip_ roprio_~_ q.ue.stote- ··.·..·. . . .
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Città 21
L’ECO DI BERGAMO
GIOVEDÌ 21 AGOSTO 2014
Microcamera
nascosta
per passare test
della patente
Vandali in aeroporto
Tagliate 50 piante
con la motosega
Hanno agito nella notte tra
martedì e ieri e, armati di motosega,
hanno tagliato una cinquantina di
piante nell’area del cantiere del nuovo parcheggio dell’aeroporto.
Due indiani denunciati per truffa
Con auricolari e telefonini
ricevevano risposte dall’esterno
Il fenomeno dei test della patente di guida affrontati con
un «suggeritore» esterno negli
ultimi tempi ha subìto un drastico ridimensionamento, grazie ai
controlli dei commissari della
Motorizzazione civile. Però,
qualcuno che ancora ci prova c’è
sempre.
È il caso di due indiani smascherati lunedì mattina, dopo
che s’erano presentati all’esame
come nemmeno due spie venute
dal freddo. Erano dotati di auricolare, microcamera e telefonino, tecnologia proibita al test per
la patente e per questo ben mimetizzata. I due - T. S., 29 anni di
Credaro, e B. S., 23, di Grumello
del Monte, entrambi regolari sono stati denunciati dagli agenti
della Volante per tentata truffa
e per aver violato la legge 475 del
1925 (quella relativa anche al divieto di plagio delle tesi di laurea).
Per superare l’esame cercavano di ricorrere a quello che nei
quizzoni televisivi è definito
«l’aiutino da casa». E per poterlo
ricevere s’erano muniti di indebita apparecchiatura: auricolare
posizionato nel cavo delle orecchie, microcamera nascosta in un
ciondolo portato al collo e cellulare con sistema di trasmissione
bluetooth fissato a una caviglia
con del nastro adesivo.
Ma i commissari, che ormai
hanno l’occhio allenato, si sono
insospettiti e hanno chiamato i
poliziotti della Volante. «Sono
stato io ad avvertirli - racconta
Carmine Duraccio, responsabile
dell’ufficio patenti - dopo che ci
siamo accorti che avevano degli
auricolari. Sono dispositivi grandi come un fagiolo. Uno dei due
l’aveva talmente incastrato all’interno dell’orecchio che gli agenti
per recuperarlo volevano portare
l’indiano al pronto soccorso».
Il metodo è sempre lo stesso.
La videocamera inquadra i quesiti che compaiono sullo schermo
del computer fornito dalla Moto-
rizzazione all’esaminando. In
questo modo, attraverso bluetooth, le immagini vengono spedite
al «suggeritore». Per sicurezza c’è
anche il canale audio. Gli stranieri, a richiesta, durante il test vengono dotati di cuffie che traducono le domande nelle rispettive
lingue. In questo caso il quesito
viene captato dall’auricolare
abusivo e rimbalzato, sempre
tramite il telefonino nascosto
sulla caviglia, a chi dall’esterno
dovrà fornire la risposta giusta.
«Non è detto che il complice
all’esterno debba per forza comunicare a voce - spiega Duraccio -. Il nostro sospetto è che,
essendo il quiz una scelta tra vero
o falso, la risposta possa giungere
attraverso le vibrazioni del telefonino. Ad esempio, invio due
sms, che corrispondono a due
vibrazioni quando il cellulare è
muto, se il candidato deve rispondere vero; ne invio uno solo
se la risposta giusta è falso».
Il suggeritore, secondo il fun-
zionario della Motorizzazione,
potrebbe essere anche a chilometri di distanza. «Nel piazzale
del nostro edificio quella mattina
c’erano due tipi sospetti (controllati dalla polizia e risultati estranei alla vicenda, ndr) - ricostruisce Duraccio -. Noi non escludiamo che si utilizzino dei complici
piazzati all’esterno della nostra
struttura, i quali, usando a loro
volta dei telefonini, facciano da
“ponte-radio” con chi deve fornire le risposte».
I due indiani hanno raccontato di aver pagato 500 euro a testa
a uno straniero (ma non loro connazionale, hanno specificato).
«Noi sappiamo che di solito chi
vuole imbrogliare al test si presenta come privatista - rivela il
responsabile dell’ufficio patenti
-. I due denunciati lunedì, invece
arrivavano tramite un’autoscuola, risultata ignara, forse per non
destare sospetti». 1
S. S.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Nomine docenti di ruolo
Ecco le classi di concorso
Tempo di nomine per i docenti di ogni ordine e grado, tempo di
contratti a tempo indeterminato.
Come fanno sapere dalla Segreteria provinciale dello Snals
(Sindacato nazionale autonomo
lavoratori scuola), l’Ufficio scolastico regionale della Lombardia ha reso noto le date delle
convocazioni per le nomine dei
docenti della scuola primaria e
della scuola dell’infanzia, oltre
che i numeri definitivi dei contingenti che verranno nominati.
Per quanto riguarda la scuola
dell’infanzia, la sede della convocazione è Varese, il 23 agosto,
a partire dalle nove. Mentre la
convocazione della scuola primaria, per la quale si assegnano
sia i posti comuni che quelli relativi al sostegno, è stata fatta a
Como Lazzago, presso l’Itis
«Magistri Cumancini» nelle
giornate di venerdì e sabato.
Contemporaneamente il
provveditorato di Bergamo ha
reso noto il dato preciso del contingente che passerà di ruolo a
Bergamo per l’anno 2014/2015,
suddiviso per classi di concorso.
Scorrendo i dati si nota immediatamente che i numeri più alti
Insegnanti in attesa delle nomine
La denuncia arriva direttamente dalla Sacbo, la società di
gestione dello scalo di Orio al
Serio. «Nella notte tra il 19 e il
20 agosto ignoti si sono introdotti e hanno tagliato le piante
poste lungo i canali di irrigazione, che avrebbero dovuto costituire parte dell’arredo arboreo
a lavori ultimati» scrive Sacbo
in un comunicato.
Presumibilmente i vandali,
o il vandalo, hanno agito con il
favore della notte, quando in
aeroporto non c’è il solito via
vai di passeggeri e automobili.
Tra mezzanotte e le 5 del mattino sono riusciti a tagliare cinquanta alberi, per la maggior
parte platani, che erano stati
mantenuti dal Comune lungo
i canali proprio per proteggerne e rafforzarne le sponde.
Il cantiere è vastissimo e non
ci sono telecamere: pertanto
non sarà facile riuscire a risalire agli autori dell’atto vandalico. Perchè di questo si tratta,
visto che gli ignoti armati di
motosega non hanno rubato le
piante, ma le hanno tagliate e
abbandonate sul posto.
A lanciare l’allarme sono stati, ieri mattina, gli operai della
ditta che si sta occupando dei
lavori per il nuovo parcheggio
dell’aeroporto.
«Il progetto depositato al
Comune di Bergamo ha previsto il mantenimento dei filari
riguardano il sostegno: 122 saranno i docenti assunti a tempo
indeterminato per il sostegno
nella scuola secondaria di primo
grado e 6 nelle scuole dell’infanzia, tutti «pescati» dalle graduatorie ad esaurimento.
Per quanto riguarda le altre
classi di concorso invece, le assunzioni verranno fatte al 50%
tra i vincitori di concorso ordinario e le Graduatorie ad esaurimento (GaE). Per il sostegno
nella scuola primaria i posti saranno 81, 41 da concorso e 40
dalla GaE; per il posto normale
della scuola primaria 34 insegnanti saranno assunti dalle liste del concorso e 33 dalle Gae;
per la classe A043, italiano, sto-
Le piante tagliate a Orio
di specie arboree preesistenti
lungo i canali, costituite per la
maggior parte da platani – scrive ancora Sacbo –. Si tratta,
perciò, di un danno rilevante al
patrimonio verde che si è inteso preservare e valorizzare».
Il danno economico non è
ancora stato quantificato.
Sacbo ha provveduto ieri mattina a presentare denuncia in
questura e al più presto, dopo
aver sentito anche il Comune
e gli altri enti interessati, «disporrà il ripristino delle coltri
alberate provvedendo alla
messa a dimora di nuove piante».
Nessuno sembra aver visto
nulla né sentito i rumori della
motosega in azione: ci saranno
volute circa tre ore per tagliare
tutte le piante. 1
K. Man.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
ria e geografia nella secondaria
di primo grado, 20 saranno i
docenti assunti tramite concorso e 19 quelli tramite GaE; nella
A059, scienze matematiche,
chimiche e fisiche nella secondaria di primo grado saranno 14
sia nelle graduatorie del concorso che nelle GaE che passeranno
di ruolo. E così via, per tutte le
altre classi di concorso.
Un caso del tutto particolare
è rappresentato, per esempio,
dalle classi di concorso che riguardano l’insegnamento della
lingua e civiltà spagnola: qui le
graduatorie del concorso sono
esaurite e nessun candidato delle GaE è nominabile. 1
Alice Bassanesi
31 agosto 2014
Scuola, i ruoli nelle località più lontane
Quest’anno i docenti a tempo indeterminato sono finiti tra Auronzo, Cortina e Forno di
Zoldo; e qualcuno ha rinunciato scuola immissioni in ruolo supplenze
di Paola Dall’Anese
BELLUNO. Docenti in ruolo “castigati” in sedi molto lontane. Tanto che qualcuno ha preferito
rinunciare. Sorpresa per moltissimi insegnanti a cui in questi giorni sono state assegnate le
cattedre a tempo indeterminato. Anche ieri mattina, all’ufficio scolastico territoriale, alcune decine
di aspiranti docenti si sono presentati per firmare il loro primo ruolo. Una sensazione bellissima,
«un sogno che si avvera, per cui ho tanto lavorato e per cui ho sudato», commenta raggiante Lara
Piai di Sacile che ha ottenuto un posto all’infanzia a Forno di Zoldo. Certo la distanza è notevole,
ma Piai non si spaventa e annuncia: «Ho due bambini piccoli, sono precaria da 16 anni, e avendo
vinto il concorso mi sono ritrovata con questa sede. Ma per i primi anni chiederò il part time anche
perché voglio studiare per insegnare nelle scuole di grado superiore».
Contenta anche Stefania Pasqualetto, di Conegliano. E di essere contenta ha tutti i motivi visto
che da precaria ha lavorato soltanto tre anni. «Appena mi sono laureata nel 2011 ho trovato dopo
un mese un posto in una scuola paritaria fino ad oggi che ho firmato il mio contratto a tempo
indeterminato», commenta e aggiunge: «A dire la verità mi avevano detto che sarei stata
chiamata domani, e invece questa mattina (ieri per chi legge, ndr) mi hanno telefonato dall’ufficio
scolastico provinciale dicendomi di arrivare perché c’era il posto per me. E così mi sono
precipitata immediatamente e ora mi hanno assegnato la cattedra a Longarone. Va bene, anche
perché il prossimo anno, quando mi sarà data la sede definitiva, potrò chiedere il trasferimento.
Comunque ora opto per il part time».
«Le sedi assegnate ai ruoli quest’anno sono tutte distanti», commenta Milena Zucco della Gilda
degli insegnanti, «Sono rimasti disponibili Cencenighe o Auronzo, Cortina o Santo Stefano. Molti
docenti che si sono iscritti quest’anno a Belluno sono rimasti delusi quando hanno saputo che
erano finiti in questi paesi perché non avevano idea di come fosse articolata la provincia
bellunese. Inoltre, lo stesso Ministero ha imposto che i posti in ruolo fossero assegnati tra quelli di
diritto e con scadenza al 31 agosto. Il problema maggiore riguarda le cattedre per l’infanzia anche
se nemmeno quelle per la primaria sono messe meglio». Zucco fa presente che per questo
motivo «molti di coloro che hanno passato il concorso hanno rinunciato al posto fisso venendo
così depennati dalla graduatoria concorsuale e finendo solo in quella ad esaurimento».
«La nota ministeriale e quella dell’Ufficio regionale hanno imposto che si distribuissero ai posti
fissi solo le cattedre al 31 agosto, lasciando le sedi più vicine ai supplenti, agevolandoli»,
commenta anche Milena De Carlo segretaria dello Snals che poi aggiunge: «Malgrado non ci sia il
direttore regionale il nostro Ust ha portato a termine in modo corretto e preciso tutte le operazioni
che si stanno svolgendo senza particolari problemi».
A parte queste difficoltà, le operazioni di assegnazione dei ruoli si è svolta ad oggi «nella
massima serenità», commenta anche Walter Guastella della Flc Cgil. «La graduatoria ad
esaurimento si sta svuotando e anche quella del concorso soprattutto in alcune materie, tanto che
non è più sufficiente per colmare i posti vacanti per cui, per non “buttare” queste cattedre le
recuperiamo in altre materie, tanto comunque il prossimo anno ci saranno altre immissioni in
ruolo. Dobbiamo cioè rispettare il contingente dei posti fissi che ci è stato assegnato per
quest’anno pari a 116 docenti». Ma Guastella evidenzia che in questo modo «posti per le
supplenze diminuiranno sensibilmente. Quest’anno le cattedre in palio per i precari saranno
davvero molto poche, qualche decina soltanto».
Intanto, domani ci saranno le ultime chiamate per l’assegnazione dei ruoli. Tra questi ci sarà
anche Lucia De Crescentis, quarta in graduatoria ad esaurimento nella scuola primaria e
insegnante precaria dal 1999. «Dovrei riuscire a passare di ruolo quest’anno e spero mi arrivi una
scuola abbastanza vicina visto che abito a Sedico, altrimenti comunque ci si organizzerà in
qualche modo. Una soluzione si trova, l’importante è avere il posto, finalmente», commenta De
Crescentis.
Giovedì e venerdì, invece, toccherà ai precari, a cui saranno assegnate le supplenze.
31 agosto 2014
Precari della scuola. La presidente Marini convoca incontro con
sindacati e parlamentari umbri
La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha convocato per lunedì 1 settembre a
Palazzo Donini una riunione con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali regionali della
scuola e del Coordinamento dei precari storici di Perugia per un confronto sulle problematiche
derivanti dall’aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento provinciali dei docenti. All’incontro
sono stati invitati a partecipare i parlamentari eletti in Umbria.
La presidente Marini ha così accolto la richiesta avanzata oggi alla Regione, con una lettera
all’assessore regionale all’Istruzione Carla Casciari, da Flc Scuola, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals,
Gilda Unams che, rilevando la complessa situazione venutasi a creare per i docenti precari storici
umbri “scivolati” in graduatoria a causa dell’ingresso di numerosi docenti da altre province, hanno
chiesto di avviare un confronto sia sulle tematiche di immediata rilevanza sia su eventuali
iniziative di carattere legislativo da attivare in sede istituzionale.
sabato 30 agosto 2014, 10:15
Insegnanti, le nuove nomine a tempo indeterminato in Provincia di
Savona. Critiche alla riforma della scuola di Renzi: “Creerà nuovo
precariato”
Debora Geido
Il conferimento degli incarichi per le nomine di ruolo nella graduatoria per l’anno scolastico
2014-2015 è avvenuto ieri presso il Provveditorato degli Studi di Savona nell’ufficio
territoriale in Corso Italia
Sono stati nominati 7 nuovi insegnanti a tempo indeterminato per la scuola secondaria di I grado
e II grado: il conferimento degli incarichi è avvenuto ieri presso il Provveditorato degli Studi di
Savona. Tra gli insegnanti convocati ieri pomeriggio presso l’ufficio territoriale in Corso Italia per le
nomine di ruolo nella graduatoria per l’anno scolastico 2014-2015, cinque hanno assunto incarichi
all’interno delle scuole secondarie di I grado mentre due in istituti di II grado.
“Ieri, nella seconda convocazione delle nomine dei ruoli in graduatoria sono stati scelti cinque
insegnanti per istituti delle scuole medie nella Provincia – afferma Enzo Sabatini, segretario
provinciale SNALS Scuola – di cui un docente di tecnica indirizzato a Pietra Ligure, uno di inglese
ad Albenga e tre rimanenti di matematica. Altri due insegnanti sono stati nominati uno al Liceo
Calasanzio di Carcare, l’altro all’istituto Giancardi di Alassio”. Nominati anche 24 docenti di
sostegno, dodici nelle scuole medie e altrettanti nelle superiori nelle diverse aree (umanistica,
scientifica, tecnica e psicomotoria). Nella prima settimana di settembre sarà invece la volta della
nomina dei supplenti.
Tra le polemiche, durante l’attesa per le nomine, le disposizioni relative alla Riforma Scolastica del
Governo Renzi. Proprio ieri il dossier sulla scuola sarebbe dovuto passare all’ordine del giorno del
Consiglio dei Ministri, ma è stato rimandato per dar precedenza al decreto Sblocca Italia e alla
riforma della Giustizia.
Nella riforma della scuola si parla di un piano per stabilizzare i precari, allargare l’organico per
assumere i supplenti stabili e cambiare il sistema degli stipendi dei professori. Ma soprattutto è
prevista l’eliminazione delle supplenze, che è l’aspetto che fa più discutere. Non solo cambierà il
metodo di reclutamento degli insegnanti, ma sarà data più autonomia ai presidi e alle scuole, sia
per l’offerta formativa che per la gestione dei fondi. Queste le linee guida che dovevano essere
presentate al Consiglio dei Ministri.
Sulla riforma scolastica di Renzi, non ci vedono chiaro gli insegnanti: “La vedo proprio male, la
riforma al posto di diminuire, creerà nuovo precariato - ha affermato Eleonora Pezzica,
insegnante di sostegno finalese, in coda ieri alle nomine – Troppi concorsi, troppe graduatorie, è
un supplizio e una tortura ogni anno! Ci mancava solo il nuovo concorsone per il 2015”.
“Tra innumerevoli concorsi e graduatorie ad esaurimento è sempre più difficile accedere alla
professione – ha affermato Carmen Palmeri, insegnante di sostegno proveniente dalla Puglia –
creano più confusione e la riforma Renzi temo non risolverà i problemi del precariato. Assurda
inoltre l’eliminazione dei supplenti”.
GENOVA
29 agosto 2014
Scuola, i prof alla lotteria delle cattedre
Elisabetta Pagani - Video di Beatrice D’Oria
Genova - Per un giorno sono loro ad aspettare ansiosi ed emozionati la lettura dell’appello.
Dall’atrio affollato dell’Ufficio scolastico di via Assarotti, in questo giovedì bollente passano
centinaia di insegnanti di ogni grado. Per quasi 400 è il grande giorno dell’assegnazione della
cattedra di ruolo, quella attesa per anni e conquistata risalendo graduatorie o superando concorsi.
L’assunzione ha la forma di un foglio bianco compilato a mano con nome, cognome e scuola di
destinazione, e il sorriso quasi incredulo di chi lo impugna. Con qualche eccezione. «Perché c’è
anche chi rifiuta - spiegano i sindacati - ma così si viene depennati dalla graduatoria. Una vera
follia!».
Fra le novità positive del 2014 c’è che il ministero, con gli insegnanti di sostegno, è stato “di
manica larga”. Se infatti le cattedre scoperte - cioè senza insegnante di ruolo - per il sostegno a
Genova sono 265, le immissioni in ruolo previste 216, circa l’80%. E il paradosso è che molte
rimarranno libere per mancanza di candidati: «I posti disponibili per la primaria erano 93 - calcola
Maria Luisa Frontera, segretario dello Snals - i candidati 52».
«Sicuramente è più facile essere stabilizzati - confermano Daniela Cohen e Daniela Castellano,
36 anni, amiche e colleghe - ma la nostra scelta non si è basata su questo, amiamo il nostro
lavoro». Diversa la situazione per gli altri insegnanti: «Qui la domanda c’è eccome - spiega Paolo
Quattrida, Cgil - ma le cattedre disponibili coprono solo poco più del 50%». Il che significa che
non è automatico “vincere” la scuola preferita. «Sono così felice. Sono quindicesima in
graduatoria - racconta Roberta Testi, 46 anni, di Chiavari - e spero di andare a Lavagna». Mentre
attende di essere chiamata, sonda la “concorrenza”: «Ho parlato con le colleghe e la maggioranza
vuole il ponente. Ho buone chance».
Le assegnazioni avvengono per gruppi. Prima la scuola d’infanzia, poi la primaria. Al piano
superiore le secondarie di primo e secondo grado. I professori entrano in gruppo nella sala, poi a
turno vengono chiamati a scegliere. E chi attende depenna le cattedre “andate”, sperando di non
dover eliminare anche la “propria”. La maggioranza, però, sembra soddisfatta. «Siamo riuscite ad
ottenere il posto che volevamo» sorridono emozionate Giovanna Sansalone e Alessandra
Piccardo.
Situazione più complicata per i prof delle medie e delle superiori. «Oggi ci hanno fatto solo
scegliere la provincia - sorride Simona Viscuso sorvegliando la vivacissima figlia - io ho scelto
Genova, qui vive mio marito. Per anni ho insegnato a Bergamo e ci vedevamo nel weekend...».
«Nelle secondarie a creare il caos è stato il ministero - accusa lo Snals - a causa di una serie di
ritardi con la pubblicazione dei trasferimenti non sono state pubblicate con le necessarie 24 ore di
anticipo le sedi disponibili per le assunzioni. Così cosa succede? Che chi si presenta per
l’immissione in ruolo non sa nemmeno quali sono le scuole in cui può andare, né dove si trovano.
Questa è mancanza di trasparenza. E crea enormi problemi a chi viene da fuori città, costretto a
chiamare su due piedi la famiglia e decidere».
E non è l’unica incognita. Se infatti le scuole iniziano il 15 settembre, in realtà aprono il primo.
Eppure, sottolinea Frontera, «gli istituti ancora non hanno pubblicato le graduatorie delle
supplenze, con il rischio che il 15 non si sia pronti. Anni fa il ministero si ritrovò ad autorizzare le
graduatorie precedenti, con il risultato che, quando furono aggiornate ad anno iniziato,
cambiarono gli insegnanti. Ci auguriamo non risucceda».
Incertezza anche per i presidi. A Genova proprio ieri sono stati nominati 4 dirigenti, «ma le sedi
vacanti sono 10 - spiega - e il rischio per le altre 6 è che debbano accontentarsi di una reggenza.
Per la scuola non è un bene».
Scuola che per oggi attendeva le novità della riforma che il ministro Renzi avrebbe dovuto
illustrare in Consiglio dei ministri (ma all’ultimo la presentazione delle linee guida è slittata).
«Siamo scettici - commenta Corrado Artale della Uil - il superamento del precariato e gli incarichi
pluriennali non possono che trovarci d’accordo. Ma non è il solito proclama? E poi c’è il nodo
supplenze. Quelle brevi dovrebbero essere cancellate. E cosa diciamo a chi da anni è in questo
percorso? Grazie e arrivederci, non servite più?».
di Padova 28 agosto 2014
Scuola, cattedre a 183 insegnanti
Sono state assegnate ieri ad altrettanti docenti diventati di ruolo: 50 i padovani con posto
fisso
Felice Paduano
Sono 170 i precari immessi in ruolo nella scuola primaria; 35 i supplenti che non si sono
presentati, ai quali, per il momento è stato assegnato il posto d’ufficio. Altri 13 docenti hanno
optato per il sostegno. Moltissimi i posti per il sostegno agli alunni disabili rimasti vuoti perché gli
aspiranti non ne avevano titolo: saranno a disposizione dei precari inseriti nelle graduatorie
provinciali ad esaurimento.
Questo il bilancio registrato, ieri mattina, dalle 9 alle 15, all’auditorium dell’istituto Pietro Scalcerle,
in via Cave, dove i funzionari dell’Istituto Scolastico Regionale, in collaborazione con i colleghi
dell’Istituto Provinciale, guidato da Paolo Jacolino, hanno assegnato, su base regionale, le prime
183 cattedre in ruolo, attinte dalla graduatoria del concorso per la primaria, svoltosi nel 2012. I
supplenti padovani che hanno ottenuto il tanto agognato posto fisso sono 50. Gli altri lo hanno
chiesto ed ottenuto nelle altre sei province della regione. «Finalmente ho raggiunto un traguardo
importante nella mia vita», sottolinea Silvia Biasiolo di Albignasego, «Prima di ottenere la nomina
ho dovuto fare una valanga di supplenze anche nelle materne parrocchiali». Giorgia Ruzzante è
superfelice: «Dopo cinque anni di precariato nella scuola dell’infanzia, ho raggiunto la nomina in
ruolo nell’elementare. Ho 29 anni e, quindi, mi posso ritenere soddisfatta visto che tanti supplenti
raggiungono il posto fisso anche dopo i 40 anni di età».
Anna Marcon, residente a Castelfranco, che, naturalmente, ha scelto un posto in provincia di
Treviso, si è dovuta presentare allo Scalcerle con la figlia Eleonora, di appena due mesi, in
braccio e l’ha anche allattata nel corridoio dell’istituto: «Prima di essere immessa in ruolo ho fatto
supplenze per undici anni in tante scuole», osserva la docente-mamma, «Ma oggi sono
contentissima perché avere, finalmente, la sicurezza del posto fisso non è di poco conto».
Accanto ai docenti, quasi tutte donne, c’erano anche numerosi sindacalisti del settore, tra i quali
Ernesto De Sieno e Lucia Michieletto, dello Snals, Manolo Baio, della Cgil, Renata Mosca, della
Gilda e Manuela Mazzuccato e Tiziano Sandonà, della Cisl: «I precari che oggi hanno ottenuto il
ruolo, sono tutti ben preparate ed hanno le carte in regola per andare a formare le generazioni del
futuro», sottolinea la sindacalista Michieletto, «La maggioranza, nel punteggio complessivo
accumulato, non solo hanno in tasca la laurea, ma, spesso, anche un master ed un diploma di
specializzazione nei settori specifici che l’insegnamento nella scuola primaria richiede».
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In Italia studia e fa pratica in
azienda meno del 4°10 degli under 29. Contro il 12,9% della media Ue e il 22,1% della Germania.
Come se non bastasse, in un Paese come il nostro con il 42,9°10 di
disoccupazione giovanile, le imprese fanno fatica a trovare i profili che cercano. Ma il governo
Renzi vuole correre ai ripari e
nelle linee guida sulla scuola che
dovrebbero arrivare dopodomani sul tavolo del Consiglio dei ministri sono previste dieci misure
per ridurre la distanza tra istruzione e lavoro. A cominciare dal
potenziamento dei laboratori e
dal raddoppio delle ore di alternanza in azienda fino ad arrivare
al lancio di «school bonus» e di
«school guarantee».
Bruno e lucci • pagimi 7
Scuola-lavoro, piano in 10 mosse
Nelle linee guida del Governo raddoppio delle ore in azienda e laboratori rafforzati
PAGINA ACURA DI
forzamento sui territori dei poli
tecnico-professionali e degli lts
(le super-scuole di tecnologia
post diploma di durata biennale). Si punterà anche sull'estensione dell'impresa didattica,
aprendo alla possibilità, che oggi vale solo per gli istituti agrari,
di poter commercializzare i prodotti della didattica.
Il piano disegnato dai vertici
del Miur e da Matteo Renzi è
piuttosto ambizioso. Ma anche
oneroso. Il raddoppio delle ore
di alternanza ha un costo stimato di circa 70 milioni; e anche gli
incentivi fiscali agli investimenti privati hanno un fabbisogno di
almeno 200 milioni. La strada,
però, sembra quella giusta.
Intanto anche le aziende si
stanno muovendo. La prima
grande impresa a sperimentare
l'apprendistato a scuola sarà
Enel. Si partirà a giorni in alcuni
istituti tecnici vicini alle aziende
(Torino "Avogadro", Mestre
"Pacinotti'', Piacenza "Marconi'', Firenze "Meucci", Civitavecchia "Marconi", Napoli "GaddaFermi", Brindisi "Giorgi"). I ragazzi «verranno da subito assunti in azienda con un contratto di
apprendistato di alta formazione che viene attivato in concomitanza con l'inizio del quarto an-
no dell'istituto tecnico industriale - spiega Francesca di Carlo, responsabile risorse umane e organizzazione di Enel -. Al termine
del quinto anno, con la conclusione del percorso scolastico e il
conseguimento del diploma tecnico e tenuto conto della valutazione di merito del percorso effettuato in azienda, è prevista
unasecondafase di apprendistato professionalizzante della durata di un anno». L'impegno lavorativo durante l'anno scolastico sarà concentrato in un giorno
alla settimana, e sarà invece a
tempo pieno durante le vacanze
estive. Verranno svolte in azienda 800 ore per ciascun anno.
L'idea di un potenziamento
dell'alternanza scuola-lavoro
nei tecnici piace a Federmecca··
nica: «È la strada giusta - afferma il vicepresidente, Federico
Visentin -, visto che oggi più che
mai le nostre imprese per uscire
dalla crisi hanno bisogno di puntare su innovazione e produzioni complesse e quindi hanno bisogf!_o di elevata professionalità». Enecessario intervenire sulla preparazione degli studenti:
«Per questo - conclude Visentin
- un numero di ore congruo da
utilizzare per apprendere in fabbrica è fondamentale».
r,;,rm'RJlJUlluNl R'.SLRVf,"."A
In arrivo «school bonus» e «school guarantee»
per attraiTe gli investimenti dei privati
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Anche le imprese cominciano a muoversi:
la prima grande società ad attuarlo sarà Enel
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Eugenio Bruno
Claudio lucci
Passano gli anni, ma la separazione tra scuola e lavoro resta.
In Italia studia e fa pratica in
azienda meno del 4°10 degli under 29. In Germania si sale al
22,1%, e la media europea è del
u,9 per cento. Dopo gli ennesimi richiami di Bruxelles e la doccia fredda dell'Istat che ha certificato a luglio un tasso di disoccupazione giovanile record al
42,9%, il governo ha deciso di accelerare e nelle linee guida sulla
scuola - che erano attese nel
Consiglio dei ministri di venerdì
scorso e che dovrebbero arrivare dopodomani - è prevista una
decina di misure per ridurre la
distanza tra istruzione e mondo
delle imprese. Una necessità dimostrata anche dagli ultimi dati
di Unioncamere: le aziende faticano a trovare ben 61mila profili, specialmente tecnici). Per
quale motivo? Perché le competenze possedute non sono in linea con ciò che serve ai datori
di lavoro.
Il modello di riferimento è il
sistema duale tedesco di alternanza. Già Elsa Fornero aveva
firmato i primi accordi con la
Germania, mentre Maria Chiara
Carrozza aveva lanciato lo scorso anno un programma sperimentale di apprendistato per
studenti di quarta e quinta superiore (la cui completa attuazione è stata curata dal sottosegretario Gabriele Toccafondi). L'attuale esecutivo partirà da qui,
rafforzando questa sperimentazione con protocolli ad hoc per
coinvolgere le imprese. Anche
quelle piccole e medie.
Si punta a rendere obbligatoria l'alternanza scuola-lavoro
(oggi è realizzata da circa 228mila studenti, meno del 9°10 del totale dei ragazzi delle superiori).
L'esperienza in azienda dovrà essere fatta senza più scorciatoie
negli ultimi tre anni dei tecnici,
prevedendo un monte ore dei
percorsi di almeno 200 ore l'anno (raddoppiando così le 100 attuali). Nel piano del Miur c'è anche il potenziamento dei laboratori di tutte le scuole superiori,
coinvolgendo i privati. Si apre,
poi, a uno "school bonus", agevolazione fiscale per incoraggiare
gli investimenti nella scuola, e a
una serie di incentivi aggiuntivi
per chi crea occupazione giovanile. Al Sud si cercherà di disseminare esperienze di scuola-bottega (per rilanciare artigianato e
mestieri d'arte) e ci sarà un raf-
Quotidiano
Il Sole?]{! mmrn
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01-09-2014
7
2/2
I giovani che studiano e lavorano
lii Neet
Solo occupato
Il
Il
Italia
Fracla
-
In istruzione/formazione e occupato
Germania
•
Solo in istruzione/formazione
Regno Unito
Spagna
•
Ue
I,
Le mosse del governo
Potenziamento dei
laboratori: interessate tutte
le scuole seconda rie
Alternanza obbligatoria:
nel triennio degli istituti tecnici
raddoppio ore da 100 a 200
Impresa didattica:
' commercializzazione
di beni e servizi prodotti
· Bottega scuola: inserimento
di studenti nelle imprese
Apprendistato sperimentale:
diffusione negli ultimi
due anni delle superiori
, Rete scuola-lavoro: rafforzare
i poli tecnico-professionali
' Mappatura delle competenze:
monitorare la domanda
di «skìlls» sul mercato
«School bonus»: agevolazione
fiscale a chi investe nelle scuole
«School guarantee»: incentivi
a chi investe su laboratori o
alternanza scuola-lavoro
Crowdfu nding: sostegno
al microfinanziamento diffuso
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30-08-2014
18
1
Più giorni in tribunale
e più ore a scuola?
AGU
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uante volte abbiamo sentito dire e magari abbiamo
detto che «c'è un problema di produttività»? Ecco, il
_ discorso in Italia è spesso affrontato per il settore
privato, ma vale, e vale sempre di più, anche per il pubblico.
L'efficienza dei servizi che lo Stato fornisce ai cittadini è un
elemento ormai fondamentale per la crescita economica di
un paese sviluppato come il nostro ed è inoltre un efficace
incentivo, un persuasore per nulla occulto, ad accogliere di
miglior grado anche il rapporto a volte complicato con il
nostro fisco: pago più volentieri le tasse se i servizi che lo
Stato mi fornisce sono efficienti e rapidi.
Prendiamo la giustizia, tema molto caldo in queste ore. E'
cosa buona e giusta dimezzare il tempo di vacatio estiva dei
tribunali, sia in termini di produttività del lavoro dei magistrati e del personale dei tribunali sia in vista dell'auspicata
riduzione dei tempi dei procedimenti, e sappiamo quanto i
tempi imprevedibilmente lunghi della giustizia italiana siano anche un freno all'arrivo degli investimenti e degli investitori stranieri. Ma possiamo prendere anche la scuola, tema rinviato a un prossimo consiglio dei ministri. Anche nella scuola, soprattutto per un esecutivo che dice di voler abolire le supplenze, si potrebbe pensare a orari differenti. Se
n'era parlato ai tempi del governo Monti: perché non aumentare le ore di cattedra degli insegnanti? Una delle linee
guida preannunciate dal ministro Giannini prevede peraltro l'intenzione di premiare merito e produttività dei docenti, ecco, magari questo potrebbe essere uno dei fattori di crescita anche professionale da incentivare (e remunerare).
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Quotidiano
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COBBIEBE DELLA SEBA
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01-09-2014
9
1
A Bologna Il ministro dell'Istruzione: «Mercolecf1 il via libera alla riforma». Squinzi deluso dallo sblocca Italia: «Non è sufficiente a far ripartire il Paese»
Giannini, profilo basso dopo il rinvio: <<Meritiamo fiducia>>
Pochi applausi alla Festa dell'Unità a sei giorni dalla standing ovation
incassata al meeting di Cl a Rimini
DAL NOSTRO INVIATO
BOLOGNA - Sono passati
solo 6 giorni, ma è tutto diverso. ARimini, al Meeting di Comunione e liberazione, una
standing ovation, o quasi, accolse le anticipazioni del pacchetto scuola (stabilizzazione
dei precari, via i supplenti, mentocrazia, più autonomia), annunciate dal titolare dell1stru zione, Stefania Giannini, in
quell'occasione più che mai
battagliera e prodiga di analisi.
Ieri invece a Bologna, sotto il
tendone centrale della Festa nazionale dell'Unità, gli applausi
si sono contati sulle dita di una
mano, qualcuno tra il pubblico
ha rinfacciato al ministro di
non aver trattato a sufficienza il
tema della stabilizzazione dei
precari, mentre altri hanno sollevato lo scabroso capitolo dei
«quota 96» (gli esodati della
scuola). Alla fine la stessa Giannini si è trovata costretta ad invitare tutti «alla pazienza>>, «ad
avere fiducia nel governo Renzi», confidando nel Consiglio
dei ministri di mercoledì nel
quale, dopo il rinvio della scorsa settimana che ha in parte gelato le aspettative, sarà esaminata la complessa riforma.
Nessun dietrofront, l'impressione però è che la lunga
marcia verso quella «buona
scuola>> che Renzi e il suo governo hanno messo al centro
della loro azione sia, non solo
molto lunga, ma anche piuttosto accidentata. Nel giorno in
cui il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha smorzato gli entusiasmi dell' esecutivo sull'efficacia del decreto
sblocca Italia (<<Non è sufficiente a far ripartire il Paese» ha affermato in un dibattito con il
sottosegretario Graziano
Delrio), la Giannini ha negato
con forza che la decisione di
escludere il tema scuola dal
Cdm della settimana scorsa sia
dovuta a divergenze con il premier: «Non è stato un rinvio,
semplicemente una scelta, credo saggia, di non mettere troppa carne al fuoco». Eha aggiunc
to: «Si è trattato di un lavoro
comune di mesi, serio e rigoroso». Chiara l'intenzione di
mantenere un profilo basso.
Anche dal palco, poco dopo, la
Giannini ha evitato qualsiasi
accelerazione (ha sempre parlato di «visione e di linee guida>>, mai di riforma), rispondendo poi indirettamente a chi
l'ha accusata in questi giorni di
aver corso troppo: «Da parte
mia e del governo non c'è stata
alcuna pomposità, piuttosto ho
visto commenti ex ante anziché, come avrebbe dovuto essere, ex post». Eintanto, a detta
del Codacons, stangata in arrivo per le famiglie in vista della
riapertura delle scuole: «Tra libri, zaini e quaderni, la spesa
media si aggirerà sugli 840 euro».
Sui contenuti, intervistata da
Maria Latella, il ministro Giannini ha confermato la linea della meritocrazia per gli insegnanti (<<Premi, ma anche penalizzazioni») senza chiarire a
chi spetterebbe il compito della
valutazione. Quindi un cenno
all'intenzione di «aumentare il
numero delle maestre» alla luce
di «Un organico sottodimen sionato». El'annuncio che dei 7
miliardi destinati alle università, 1 miliardo e 300 milioni andrà agli atenei con i migliori risultati nel campo della didatti-
ca, della ricerca e dell'internazionalizzazione. Nessuna
esitazione sui test d'ingresso:
«Vanno superati, non sono lo
strumento più idoneo per medicina>> ha affermato, sottoponendo poi la platea ad un improvvisato sondaggio: <<Alzi la
mano chi di voi conosce Noam
Chomsky (filosofo e anarchico
statunitense, ndr): è una delle
domande del test>>. Dal pubblico (formato in gran parte di docenti) si sono levate molte
braccia. E la Giannini, un po'
sorpresa: «D'accordo, ma ditemi voi quanto sia utile saperlo
per entrare a medicina... ». In
suo soccorso è intervenuto Davide Faraone, responsabile
scuola pd, anche lui sul palco:
<<Al di là dei test, il problema è
la selezione della classe dirigente e il corporativismo di
troppi Ordini». Chiusura sull'ipotesi di un rimpasto di governo dopo la nomina europea
della Mogherini. Giannini gelida: «Nell'agenda di governo
non c'è alcuna volontà di occu parei di poltrone e nomi>>.
Francesco Alberti
©RIPRODUZIONE RISERVATA
La selezione
«I test d'ingresso vanno
superati, non sono
lo strumento più idoneo
per Medicina»
L'arrivo Il ministro Stefania Giannini con il rettore dell'Università di Bologna Ivano Dionigi (Ansa)
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Gli impegni
Stabilizzazione dei
precari, via i supplenti,
meritocrazia, più spazio
all'autonomia scolastica
Quotidiano
COBBIEBE DELLA SEBA
Data
Pagina
Foglio
31-08-2014
1
1/ 2
LO STRANO
CASO
DEL ML~ISTRO
GIANNINI
di GIOVANNI
BELARDELLI
i fronte al non
D
esaltante spettacolo
di una ambiziosa
riforma della scuola
enfaticamente
annunciata e poi
rinviata, molti si saranno
chiesti cosa pensi al
riguardo il ministro
Stefania Giannini. Ciò
che tutti hanno potuto
vedere, infatti, è che la
titolare di viale
Trastevere - dopo avere
annunciato anche lei
misure rivoluzionarie
al Meeting di Rimini al momento sembra
uscita di scena.
CONTINUA A PAGINA 39
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La riforma sospesa della scuola
e lo strano caso del ministro Giannini
di GIOVANNI BELARDELLI
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Una uscita di scena forse indotta
dall'intenzione dello stesso presidente del
Consiglio Renzi di occuparsi più o meno
direttamente della materia. Fatto sta che il
ministro Giannini è intervenuta
pubblicamente per confermare
l'abolizione del test di Medicina, una
misura molto popolare tra studenti e
famiglie anche se rischia di gettare nel
caos le università per le ragioni di
sovraffollamento fatte presenti da tutti i
rettori; ma sulle misure per la scuola che
dovevano essere discusse nel Consiglio dei
ministri di venerdì non si sono registrate
negli ultimi giorni dichiarazioni sue che
potessero far capire cosa pensa al
riguardo.
·
Sul metodo utilizzato dal premier Renzi
avrebbe forse potuto far presente anche lei
quel che ormai tutti - dai commentatori
ai comuni cittadini - pensano: e cioè che
annunciare grandi rivolgimenti,
suscitando troppe aspettative, rischia di
alimentare due cose che nel Paese
circolano già fin troppo: disillusione e
sfiducia. Come sanno bene, credo, i 100
mila precari di cui è stata annunciata (e
ora rimandata) l'assunzione: una misura
che ha molte ragioni sociali, pér le
aspettative create nel tempo in tanti
aspiranti docenti di ruolo; ma in cui è
difficile vedere qualcosa di rivoluzionario,
assomigliando essa troppo a certe
infornate di assunzioni da Prima
Repubblica. O forse non è del tutto così:
ma il ministro che ha la responsabilità del
nostro sistema scolastico avrebbe avuto il
compito, ci permettiamo di osservare, di
Codice abbonamento:
SEGUE DALLA PRIMA
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Pag. 25
Quotidiano
COBBIEBE DELLA SEBA
spiegare meglio una misura del genere e
in che senso l'assunzione in massa di
precari (a scapito, evidentemen~e, di altri,
più giovani, aspiranti insegnanti)
31-08-2014
1
Foglio
2/2
Data
vista mediatico faccia assai meno colpo (e
infatti nessuno ne parla), sarebbe già un
ottimo risultato se si potessero allontanare
dall'insegnamento i non molti forse (ma
neppure pochissimi) docenti che - per la
demotivazione legata ad anni di faticoso
insegnamento precario oppure per la
insufficiente preparazione - lavorano con
scarso merito.
Questo o altro avrebbe forse potuto
osservare e chiarire il ministro Giannini,
anche correndo eventualmente il rischio di
qualche frizione con il pres~d~nte del
Consiglio. Quando da un rmrustro
dipendono un milione di lavoratori della
scuola (tra docenti e non), quando a quel
ministro guardano milioni di studenti e di
genitori italiani, il silenzio non è
un'opzione possibile.
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068391
corrisponderebbe a quel principio del
merito che si vorrebbe fosse un caposaldo
della grande riforma.
Anche riguardo a questo, cioè
all'introduzione di carriere e retribuzioni
degli insegnanti legate a una valutazione
del merito, si tratta di cosa non
nuovissima, visto che vi si cimentò già,
senza successo, nel 2000, il ministro Luigi
Berlinguer. Una cosa, per giunta, di non
facile attuazione anche al di là delle
consuete resistenze sindacali: una volta
che in una scuola vi siano insegnanti con
qualifiche di merito diverse, non si cap~sc.e
chi accetterà mai di avere gli insegnanti d1
qualifica inferiore. Benché dal punto di
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Quotidiano
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COBBIEBE DELLA SEBA
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Foglio
31-08-2014
51
1
MEDICI EMAESTRI
ALLEKrI l\1EUA CuRA
di MOMCILO JANKOVIC*
a festa di fine anno scolastico è stata
bellissima! Sono stata promossa, la mia
malattia non c'è più. Sono felice! Grazie. Le
maestre sono state stupende compagne di
viaggio» dice Beatrice, 8 anni, affetta da
leucemia e in cura presso il Centro di Ematologia pediatrica
dell'Azienda ospedaliera San Gerardo di Monza, Fondazione
MBBM, diretto dal professor Andrea Biondi. Le sue insegnanti
della scuola in ospedale, fiore ali' occhiello dei Centri
dell'AIEOP (Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia
Pediatrica) sono «stupende compagne di viaggio». Il viaggio è
il tunnel imposto dalle cure per la leucemia, e le maestre con la
loro competenza, discrezione, professionalità e dedizione
hanno saputo mantenere la scuola e l'insegnamento come la
seconda casa dei bambini. Ese parliamo di qualità di vita di un
bambino durante le cure non possiamo non contemplare la
scuola Scuola in ospedale come scuola di «passaggio» per
ritornare e rientrare a pieno titolo nella scuola di origine.
Questo, grazie all'abilità degli
insegnanti, è l'obiettivo
da perseguire e da tenere
presente. Ovviamente
in questo c'è tutta la capacità
organizzativa della scuola
Le lezioni
stessa: contatto costante
anche in ospedale
con i docenti della scuola
di origine, videoconferenze
aiutano a tornare
con
la classe d'appartenenza,
prima possibile
preparazione di insegnanti
alla normalità
e alunni al rientro in classe
del bambino malato, lezioni
individuali e di gruppo,
scuola a domicilio. Comunque, la scuola «sotto casa>>, spesso
poco desiderata da chi sta bene, è amata da chi non sta bene.
Alessandro, 10 anni, affetto da leucemia in fase di
progressione di malattia, nonostante chemioterapia e
trapianto di midollo osseo scrive ai suoi compagni di classe:
«... qui in ospedale ... ho una camera tutta per me, con il
televisore, la Wii, il computer, il ping pong, il canestro di
basket e tante persone che mi vengono a trovare: Francesca,
l'animatrice, la maestra Angela, i clown-dottori, le infermiere,
zii, nonni, parenti, amici ... però io VORREI TANTO STARE
ASCUOLA CON VOI ! Vi saluto tutti e anche i maestri e le
maestre». Chi meglio di Alessandro può testimoniarci
dell'importanza della scuola per un bambino? Ecosa meglio
della scuola in ospedale può compensare sul piano culturale
e umano questo desiderio? Riflettiamoci bene e con sempre
maggiore convinzione.
068391
Corriere~,,;l':.1:1;·
Codice abbonamento:
* responsabile U.O.S Day Hospital Ematologia Pediatrica
Fondazione MBBM - Ospedale San Gerardo Monza
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Quotidiano
la Repubblica
Data
Pagina
I
.
Foglio
01-09-2014
617
1/ 3
Renzi ora studia il rimpasto
per la sfida dei "I 000 giorni"
Delrio in pole perii Viminale
~fan~ l~er~b~e l'Interno ~rgli F.stèri liberati da Mogherini
G1ann1n1 nsch1a Il posto. Oggi la nuova agenda di governo
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non
incentrata sulla scuola. C'erano
i vertici del Partito democratico,
i capigruppo e i parlamentari
esperti. Il premier ha detto a tutti che per il Pd la battaglia della
formazione era fondamentale,
che doveva diventare una ban-
All'Istruzione il premier
vorrebbe una donna
delPd. "Lascuolaèun
nostro tema costitutivo"
----·---------diera del partito. Chi è uscito da
lì ha pensato: «Perché sia davvero una bandiera ci vuole un ministro del Pd». Naturalmente, la
Giannini sconta anche il fatto di
appartenere a un partito praticamente scomparso alle elezioni, Scelta civica, e che in alcune
sue componenti appare ormai
una corrente del Nazareno. È un
discorso che vale per le percentuali ridotte del Nuovo centrodestra. Ma su questo Alfano
pensa di avere le spalle coperte.
Per ridUITe la delegazione dell'Ncd ( 3 ministri) sarebbe inevitabile un passaggio parlamentare. Con tutti i rischi delcaso
perRenzi.
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068391
«La scuola deve diventare un tema costitutivo del Pd». Secondo
lui Largo del Nazareno dovrebbe concentrare tutti i suoi sforzi
sull'istruzione, farne il suo elemento identitaria.
Agli Esteri il favorito rimane
Lapo Pistelli. Ma se Alfano fa
un'apertura, quel posto è suo. Il
titolare del Viminale oggi potrebbe aver cambiatojdea. Dopo aver portato a casa l'operazione Frontex Plus per la questione degli sbarchi, aver coinvolto maggiormente l'Europa
dopomilleappellieallarmi,ilministro dell'Interno potrebbe essere tentato di lasciare una poltrona che scotta e che sarà chiamata ad affrontare ancora l'emergenza immigrazione. In alternativa ci sono altre donne.
PerRobertaPinottisarebbesolo
un cambio dentro lastessasquadra e per la Difesa si fa ancora il
nome di Alfano. Diverso il discorso per Marina Sereni, vicepresidente della Camera, e per
Elisabetta Belloni, oggi direttoredelpersonaledellaFarnesina.
È solo un'illusione invece il coinvolgimento di Andrea Guerra.
L'ex ad di Luxottica era stato
chiamato a febbraio e disse no
per rimanere in azienda. Oggi è
libero,manonsçirànelgoverno.
Al di là delle formule politiche, e Renzi preferisce sicuramente l'inglese "reshuffle"
sarà un vero e proprio rimpast~
sesiaprirannocaselleslegateall'inevitabile sostituzione di Mogherini. Come quella dell'Istruzione. L'idea di un cambio della
Giannini è apparsa evidentemente a tutti i partecipanti. a
una recente riunione con Renzi
Codice abbonamento:
dellaMogherini. Maquestotem·- po serve anche ad aprire un tavolo con gli altri partiti della
ROMA. «Vorrei rimescolare il maggioranza per cercare di far
puzzle».MatteoRenzinonusale girare la ruota anche in altri diparole della vecchia politica, ma casteri.
lasostanzanoncambia.APalazSi parte dalla Farnesina e si
zo Chigi, dopo il successo della partedaAngelinoAlfano.Ilprenomina di Federica Mogherini mier vuole convincerlo a lasciain Europa, si pensa un rimpasto re la poltrona del Viminale. Avee non a una semplice sostituzio- va già provato a farlo al momennedelministro degli Esteri. Cioè todellaformazionedell'esecutia un movimento di pedine più vo, a febbraio. Non riuscì nelcorposoin previsionedi unman- l'impresa evitando sola la condato lungo "mille giorni", il pro- ferma della carica di vicepregramma che proprio oggi il pre- mier. Adesso tornerà alla carica
mier presenterà alla stampa. Si garantendoalleaderdiNcdilmicapiràdalì che Renzi ha cambia- nistero degli Esteri, cioè un poto la velocità di marcia della sua sto di pari peso. «Proveremo afaazione di governo. Non più re breccia», ha detto Renzi ai
SpeedyGonzalesconilrischiodi suc;>icollaboratori.
qualche pericoloso scivolone,
Eundossier,quellodelrimpama un ritmo più lento, che dia sto, non ancora sul tavolo. Alfaanche agli interlocutori europei no per esempio non ha ancorariil respiro di un cammino davve- cevuto nessun segnale diretto
ro realizzabile, di un'agenda da Renzi. Ma a Palazzo Chigi
concreta di riforme.
qualcuno~ già iniziato delle riNell'illustrazione infatti si flessioni. E vero che il Quirinale
partirà dalle cose già fatte. Per preferireI?beunasemplicesostispiegare come saranno davvero tuzione. E la strada maestra,
attuate la riforma del lavoro (la non si aprirebbe nemmeno la diprirna parte presentata da Po- scussione sull'eventuale nuovo
letti), le leggi sulla giustizia, il voto di fiducia a un governo rimprovvedimento sulla pubblica pastato.LospostamentodiAlfaamministrazione. A questo, si no ~a FarJ?-esina e_ la sua sostiaggiungerannoiprogettidelfu- tuzmne agli Interra con Graziaturo. E un nuovo sito, da affian- no ~elrio sarebbe. un normale
care a quello ufficiale del gover- avvicendamento mterno alla
no, consentiràunapartecipazio- stessa squadra di governo. Più
nedeicittadinieunaverificadel- delicata l'ipotesi di toccare altre
le promesse mantenute o non caselle. Come l'Istruzione, dove
mantenute. In questo program- Stefania Giannini appare in bilima non c'è il rimpasto, natural- co. Dove Renzi vorrebbe mettemente. Renziripete a tutti i suoi re una donna del Partito demointerlocutqri che c'è tempo per crat~co perché ai suoi colleghi di
decidere chi prenderà il posto partito ha detto chiaramente:
GOFFREDO DE MARCHIS
riproducibile.
Pag. 28
Quotidiano
la Repubblica
Data
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Foglio
30-08-2014
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Scuola, la delusione di studenti e sindacati
ROMA. Dai sindacati, un coro di proteste per il rinvio del capitolo scuola al consiglio
dei ministri di mercoledì prossimo. «È sconcertante-affermaDomenico
Pantaleo, Cgil-questo rinvio dopo gli annunci ad effetto dei giorni scorsi». «Se
vogliamo una scuola di qualità-incalza per l'Ugl-Scuola Giuseppe Mascolodobbiamo cercare di attuare soluzioni reali e definitive». Delusi anche gli
studenti. «Ci chiediamo se la scuola sia una priorità del governo o solo iin richiamo
giornalistico», commenta Alberto Irone, portavoce bRete studenti medi". E
aggiunge: «Che figuraccia: rinviare di nuovo le linee guida sulla scuola a poco più
di due settimane dall'iniziodelle lezioni è chiaramente smentire quello che è stato
detto da mesi a questa parte». Sulla stessa linea Danilo Lampis, coordinatore
Unione degli Studenti: «Non aspetteremo nuovi annunci, presenteremo le vere
priorità del Paese in materia di istruzione nelle piazze a partire dal 1Oottobre:
istruzione gratuita, welfare, cittadinanza e stop alla precarietà».
(a. cus.)
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SCUOLA E PENSIONI
ELSA FORNERO:
CERTI DISASTRI
NON SONO I MIEI
ELSA FORNERO*
*Docente universitario
ed ex ministro del Lavoro
Codice abbonamento:
068391
aro Direttore,
La Stampa di venerdì ha pubblicato
la lettera di un professore che lamentava (giustamente, dal suo punto
di vista) l'impossibilità di accedere al pensionamento a causa
della riforma del 2011, che
avrebbe «dimenticato» che l'anno scolastico non coincide con
l'anno solare.
Ho già sostenuto in altre occasioni che più che di errore tecnico si è trattato di un'interpretazione restrittiva della Ragioneria Generale dello Stato, la quale
ha incluso nei risparmi di bilancio anche il posticipo del pensionamento per quegli insegnanti
che avrebbero maturato la «quota 96» entro l'anno scolastico,
anche se dopo il 31 dicembre
2011, lasciando poi al ministro
del Lavoro l'onere di trovare la
copertura per un'eventuale correzione, in senso meno restrittivo, della norma. Nelle difficili
condizioni di allora la copertura
semplicemente non c'era.
Il vero problema però non è
questo (al quale il governo at-
tuale potrà porre rimedio, vista
la condizione un po' meno tesa
del bilancio dello Stato), bensì
la titolazione, profondamente
ingiusta, della lettera («Scuola,
i disastri della riforma Fornero») sintomatica, ma anche alimentatrice, di un diffuso stato
d'animo acrimonioso, purtroppo molto diffuso.
Il «disastro» non è infatti nella riforma, che pure ha indubbiamente avuto conseguenze
negative per molte persone, ma
in politiche decennali che hanno condotto all'insostenibilità
del sistema. Il disastro è quello
di un sistema politico che per
decenni ha usato le pensioni per
ottenere consenso elettorale,
incoraggiando pensionamenti a
età troppo giovani, alle quali
una parte soltanto delle pensioni corrisposte era effettivamente coperta dai contributi versati. Il resto è stato posto a carico
delle generazioni giovani, che
ne stanno sopportando il peso, e
di quelle future, alle quali rischiamo di lasciare soltanto debito. E' per questi giovani che la
riforma è stata fatta e per loro
non è certo un disastro.
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Non basta un miliardo
per stabilizzare i precari
Palazzo Chigi dovrebbe trovarne tre. Per 27mila insegnanti adesso lo Stato
risparmia ogni anno due mensilità e per altri 42mila non paga l'anzianità
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Lo stesso docente che prima
prestava servizio per 20mila
euro l'annò, dunque, da assunto potrebbe gravare sulle casse pubbliche per 24mila o
26mila euro. E in questa casistica. rientrerebbero in tanti,
considerato l'alto numero di
precari «storici» che da anni
attendono un posto fisso in
graduatoria, lavorando intanto da supplenti. Da tali variabi-
li, moltiplicate per migliaia e
migliaia di situazioni, nasce il
costo della stabilizzazione.
Questo per quanto riguarda
gli annuali, circa 42mila. Poi si
sato il primo anno di «prova», entra nella salva delle supplenun insegnante matura un'an- ze brevi, che il Ministero vorzianità che diventa fondamen- rebbe coprire con gli organici
tale ai fini retributivi: la «sca- funzionali. E qui il discorso si
la» prevede sei «gradoni» in complica ulteriormente: pertotale, con una differenza an- ché si deve ragionare su spezzoche di 12mila euro l'anno fra il
primo e l'ultimo. Nelle pieghe ni di cattedre e periodi framdi questo sistema risiede la ve; mentati. Lo Stato ci spende già
ra discriminazione fra docenti 600 milioni l'anno. Altra cosa
di ruolo e precari: il supplente sarebbe assumere un docente
di ruolo (che va pagato tutti i
viene retribuito sempre col mesi, ferie, festività e scatti
minimo contrattuale. La situa- compresi). Né sarebbe possibizione però cambia nel momen- le reinvestire su questi continto in cui viene stabilizzato: a genti tutte le risorse delle supquel punto ha diritto alla rico- plenze brevi, perché - come sotstruzione della carriera pre- tolineano gli stessi dirigenti del
gressa, e quindi ad essere as- Ministero - queste non potransunto non all'interno del pri- no scomparire completamente.
mo scalino, ma nel secondo, o
C'è anche un precedente
magari addirittura nel terzo. che svela le difficoltà dell'ope-
ASSUNZIONI
l.A.CISl
Il piano, se portato
a termine, riguarderà
quasi lOOmila docenti
«Serve maggiore chiarezza
Se non si fa tutto subito
la riforma perderà valore»
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razione. Un paio d'anni fa l'ex:
ministro Carrozza aveva provato a stabilizzare i 14mila posti vacanti (quelli accumulatisi
per mancato turnover). Il Tesoro aveva dato l'ok, a patto
che le assunzioni avvenissero
a costo zero. E come soluzione
si era pensato ad una modifica
del contratto, innalzando il
primo scatto a 11 anni di anzianità, proprio per farvi rientrare la maggior parte degli interessati dal provvedimento. Ma
l'ipotesi sarebbe stata irricevibile per i docenti (i cui stipendi
sono già bloccati dal 2009), e
non se ne fece nulla.
Adesso il governo ci riprova,
ed è pronto a mettere risorse
importanti sul tavolo. Quante di
preciso lo si capirà nei prossimi
mesi. Ci sono tante variabili di
cui tenere conto: al Ministero
nelle ultime settimane hanno
lavorato soprattutto su questo.
Ma il quadro resta complesso,
come testimonia anche il rinvio
deciso all'ultimo momento.
«Aspettavamo dei numeri per
ieri, aspetteremo ancora»,
commenta Rita Frigerio, della
Cisl Scuola. «Su una questione
di tale importanza ci vuole chiarezza. Di certo un miliardo non
basta. Almeno se si vuole fare
tutto subito. Se invece l'intenzione è di spezzettare il piano il
discorso cambia. Ma cambia
anche il valore della riforma».
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1 rinvio della riforma ha generato nel mondo della scuola delusione. E diffidenza Il
timore è che dietro lo slittamento si nascondano difficoltà economiche. A riguardo Matteo
Renzi è stato categorico : «Nessun problema di coperture», ha
smentito ieri in conferenza
stampa. Non è un mistero, però,
che il nodo principale sia quello
del costo del «pacchetto», in
particolare del piano assunzioru
da lOOmila posti. Sul tema non
c'è ancora stato un confronto
col Ministero dell'Economia. Il
premier si è impegnato per un
miliardo di euro, secondo i sindacati ce ne vogliono molti di
più. Ma quanto costerebbe stabilizzare un precario, anzi
lOOmila precari? Alla fine la domanda che attanaglia il governo
è soprattutto questa.
Trovare una risposta precisa è molto difficile. Un docente di ruolo di scuola secondaria superiore, al primo contratto a cattedra piena, guadagna circa 1.300 euro netti al
mese (che diventano 1.900
lordi, tra lrpef e ritenute pensionistiche). Un supplente di
pari grado anche: sul piano
salariale non ci sono differen-
ze (né possono esserci, come
stabilisce la normativa europea). Eppure la stabilizzazione avrebbe un costo, anche
abbastanza alto. Innanzitutto
perché tutti i precari che vengono chiamati in servizio per
completare l'organico di fatto
(senza fare parte di quello di
diritto) firmano un contratto
fino al 30 giugno, e non al 31
agosto. Nel 2014/2015 saranno
circa 27mila in tutta Italia, e
su di loro lo Stato risparmia
già due mensilità.
Poi c'è il problema della ricostruzione di carriera. Pas-
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Scuola, Giannini assicura: mercoledì
daremo l'ok al testo, meritiamo fiducia
La riforma rinviata? «No,
abbiamo fatto una scelta saggia
di non accumulare un tema
importante con altri temi
importanti». Problemi con il
premier? «Con Renzi c'è stato
un lavoro comune di mesi». E
no, i test di ingresso non sono
«il miglior strumento possibile
per scegliere i migliori studenti
per la facoltà di medicina».
Senza mai scoprire troppo le
carte su una riforma di cui si
saprà tutto solo dopodomani, il
ministro dell'Istruzione,
Stefania Giannini, dalla Festa
nazionale dell'Unità ha
ricapitolato quelli che sono i
temi sul tavolo del governo
dove per ora, ha chiarito, non
c'è alcuna ipotesi di rimpasto.
Intanto nelle scuole, per il
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Il decreto "Sblocca Italia"
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I
ministro, gli insegnanti non
sono abbastanza. «L'organico è
sottodimensionato», ha
spiegato dal palco, perchè «se
c'è una cosa veramente
dannosa, è quando a inizio
anno non sai se la classe di tuo
figlio avrà un'insegnante o se a
metà anno l'insegnante cambia
perché non rientra
nell'organico di diritto». E, su
questo, sugli insegnanti non
ancora stabilizzati, ha chiesto
di avere fiducia: «Aspettiamo di
arrivare a mercoledì: credo che
la fiducia nel governo Renzi sia
meritata anche su questo
punto». Sui test di medicina il
ministro ha invece espresso le
sue idee chiare: «Ritengo che
non siano il miglior strumento
possibile».
ANSA ,!W!.ntime.tri '
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Così il Califfato islamizza le sellale
l.A DENUNCIA
Che i militanti dell'Isis siano dei
brutali tagliagole è un fatto, ma
che in queste settimane siano circolate notizie e interviste non verificate sullo Stato Islamico di
Iraq e del Levante riguardanti i
più svariati argomenti come vendita di donne, infibulazione, stupri, uso di droghe è un altro dato
di fatto. Ultima, ieri, la fotografia
di una gabbia su un carro, piena
di donne completamente velate,
spacciata per una deportazione
di "schiave" a Mosul; scatto che
invece era stato realizzato ad
Alessandria d'Egitto nel 2013 durante un corteo dì solidarietà per
alcune studentesse universitarie
condannate per aver manifestato
contro il golpe militare. Su una
cosa però gli uomini del neo-costituito Califfato non scherzano:
la moralità e l'istruzione. Da Raqqa, la capitale dello Stato Islamico, arriverebbe infatti la notizia
di una "rivoluzione" dei programmi didattici nelle scuole: niente
più filosofia, chimica, musica, arte, educazione civica, sociologia,
storia, psicologia.
La denuncia arriva dall'Osservatorio nazionale per i diritti
umani in Siria (Ondus), secondo
il quale diversi insegnanti sarebbero stati obbligati a partecipare
a seminari di una settimana organizzati da Daesh per rimodulare i
piani di studi degli studenti in
senso islamièo. La mancata partecipazione prevederebbe l'esclusione da tutte le scuole della città
siriana. L'Isis avrebbe quindi promesso anche salari adeguati agli
insegnanti che da mesi, causa la
guerra, non percepiscono uno stipendio. Gli "esperti islamici" provenienti dalle file dell'organizzazione fondamentalista avrebbero
deciso di togliere chimica e filosofia perché «non in linea con le leggi di Dio».
PAROLE BANDITE
Non è la prima volta che viene
toccato il sistema scolastico nelle
aree sotto il controllo del califfo
Abu Bakr al Baghdadi. In precedenza infatti era stata imposta
l'obbligo per tutte le studentesse
delle elementari di indossare
l'hijab, oltre a una rigida divisio-
ne tra i sessi. Il risultato è stato
anche la chiusura di numerose
scuole nella provincia di Raqqa,
non considerate allineate con il
nuovo pensiero dominante. In un
documento, postato su internet,
del direttorato dei· programmi riguardanti le istituzioni scolastiche, (del quale però non siamo in
grado di verificarne l'autenticità),
si legge in una serie di punti che
sarebbero state abolite anche
educazione fisiça, religione e tutte le scienze che sono in qualche
modo connesse alla teoria di
Darwin, alla selezione naturale e
che non attribuiscono tutto il creato a Dio o che non lo esaltano.
Sarebbe stata prevista, inoltre,
la rimozione dagli istituti di tutte
quelle immagini contrarie alla
Sharia (legge islamica) assieme
all'abolizione dei termini "patria"
o "Siria" sostituiti, invece, da "Stato Islamico", "terra dei musulmani'', "provincia di ash-Sham".
Scontato il fatto che la denominazione "Repubblica Araba Siriana" è stata ufficialmente bandita
da tutte le scuole del Califfato.
Cristiano Tinazzi
©RIPRODUZIONE RISERVATA
PROIBITE CHIMICA
MUSICA ED ARTE
ARAQQA, IN SIRIA,
tNSEGNANTI OBBLIGATI
ASEMINARI
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DI "RIEDUCAZIONE"
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L'all~rta.in Italia: controlli raddoppiati
«A nschio anche le scuole straniere»
L'ALLARME
ROMA Circolari di allertamento e
direttive, cinque negli ultimi dieci giorni, partite dal Viminale e
inviate a prefetti, questori e alle
forze di polizia di tutt'Italia. La
prima è stata mandata dopo la
diffusione del video in cui James
Foley veniva decapitato. Il 20
agosto. Nel documento si fa riferimento alle immagini e poi si richiede «con effetto immediato»
il rafforzamento dei dispositivi
di vigilanza. Ma a seguire, di documenti, dal ministero dell'Interno, ne sono partiti altri, legati alla decisione del governo italiano
di i~viare armi ai peshmerga
curdi e alle indicaziòni degli 007
sul crescente antisemitismo, legato all'evoluzione del conflitto
israelo palestinese. Il livello di allerta non è altissimo ma il Viminale chiede anche l'intensificazione dell'attività infoinvestigativa. I possibili obiettivi non solo le
sedi istituzionali italiane, le ambasciate e i consolati. Anche i
centri di cultura e le scuole straniere sono a rischio, come gli uffici turistici.
E a dimostrare che l'attenzione è alta sono anche controlli negli aeroporti, raddoppiati nelle
ultime settimane. La minaccia
jihadista potrebbe arrivare con
un passaporto inglese o, addirit-
tura, dall'area Schengen.
I RETURNISTI
I DOCUMENTI
In Italia l'attenzione è concentrata. sui cosiddetti returnisti: jihadist1 che, nei campi di addestra~ento in Medio Oriente, hanno
imparato a combattere e, in Iraq
o in Afghanistan, hanno dawero
preso parte alla grande battaglia
dell'Islam. Vivono tra Brescia,
Torino, Padova, Bologna, Ravenna e in Veneto e in questi centri
esercitano la propria attività di
propaganda. Portano, oltre insieme alla gloria, il Know how e la
capacità attrattiva. Conoscono
l'uso delle armi e dell'esplosivo.
Ma attualmente non risultano
organizzati in cellule. Il quadro è
invariato rispetto alla relazione
consegnata lo scorso mmarzo alle camere dai nostri servizi di sicurezza. Gli 007 ricordavano la
morte in Siria, il 12 giugno 2013,
del genovese Giuliano Delnevo
«unitosi nel dicembre 2012 all'insorgenza islamista anti-Assad al
termine di un percorso di radicalizzazione culminato nella disponibilità al sacrificio personale».
E aggiungevano: «La presenza di
potenziali mujahidin pronti a
fornire il proprio contributo alla
causa si evidenzia soprattutto
tra le fila degli "islamonauti" che
si indottrinano sul web e animano gruppi di discussione e social
forum».
Valentina Errante
Nella prima direttiva partita dal
Viminale si fa esplicito riferimento alla decapitazione di Foley- Poi si chiede «Con effetto immediato si dovrà dare massimo
impulso, ognuno per le rispettive c~mpetenze, ai servizi di prevenzione a carattere generale
che rafforzino maggiormente dispositivi di vigilanza e controllo
del territorio, attuando un'ulteriore sensibilizzazione delle misure di vigilanza e sicurezza a tutela degli obiettivi ritenuti sensibili». E i luoghi a rischio «sono
quelli che per le circostanze»
possono essere oggetto di attentati: «Sedi diplomatiche e consolari e di interesse socioculturale,
~c?no!11ico e ~eligioso, compresi
1st1tuti scolastici e turistici». Il Viminale raccomanda anche una
maggiore attenzione alle personalità legate a Usa, Israele, Gran
Bretagna, Iran e Iraq e alle loro
residenze, «al fine di prevenire
eventuali azioni delittuose». In
un'altra circolare di allertamento si precisa: «Si vorrà altresì avere cura di mantenere al livello di
piena efficienza l'attività infoinvestigativa, al fine di cogliere notizie e segnali sulla possibile attuazione anche di imprecisate
azioni delittuose».
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VIGILANZA RAFFORZATA
DOPO LA DECISIONE
DI ARMARE I PESHMERGA
SI f APIU ATTENZIONE
Al PASSAPORTI
DELL'AREA SCHENGEN
FIUMICINO Negli aeroporti sono
raddoppiati i controlli
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Alternanza scuola-lavoro
al via con 150 apprendisti
Intesa fra Miur ed Enel. Coinvolti 7 istituti
PAOLO
f ERRARIO
MILANO
1 ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini,
l'ha definita la «via italiana al sistema duale tedesco», quella combinazione di teoria e pratica, di studio a scuola e formazione in azienda, che
da trent'anni rappresenta il percorso principale seguito dai giovani per entrare nel mercato del lavoro. Da noi, invece, l'ha ricordato lo stesso ministro
lunedì intervenendo al Meeting di Rimini, l'alternanza scuola-lavoro riguarda, al momento, appena il 9% degli studenti e l'l % delle aziende, mentre siamo tristemente ai vertici delle classifiche della disoccupazione giovanile, con il 42,9% di senza
lavoro nella fascia d'età tra i 15 e i 24 anni, certificato giusto ieri dall'Istat.
Un primo tentativo, dunque, di scalfire questi numeri e incamminarsi lungo la strada che porta ver so il Nord Europa, partiràl'8 settembre con l'avvio
del programma sperimentale di apprendistato di
alta formazione e ricerca, che coinvolgerà 150 studenti del quarto e quinto anno di sette istituti tecnici superiori: It "Fermi Gadda" di Napoli, Is "Guglielmo Marconi" di Piacenza, It "Guglielmo Marconi" di Civitavecchia, Iis ''Avogadro" di Torino, Iti
"Giorgi" di Brindisi, It ''Antonio Meucci" di Firen-
1
ze e Is ''Antonio Pacinotti" di Venezia.
A seguito di un protocollo d'intesa, di durata biennale, firmato dal Miur e dal Ministero
del Lavoro con il Gruppo Enel, questi ra gazzi saranno assunti da aziende del
colosso dell'elettricità con contratto di
apprendistato di alta formazione. Per
un giorno alla settimana e per tutto il
periodo delle vacanze estive, lavoreranno come apprendisti, seguiti da tutor aziendali. Complessivamente, le ore di formazione in azienda saranno 800
per ciascun anno e saranno considerate ore "di scuola" a tutti gli effetti.
Obiettivi principali del programma, oltre al conseguimento del diploma di istruzione tecnica con
la contestuale esperienza di apprendistato da parte degli studenti, sono, si legge nel Protocollo d'intesa sottoscritto a luglio, «lo sviluppo in azienda di
contenuti peculiari dell'indirizzo di studio relativi
alle specificità del contesto operativo, con metodologie didattiche attive» e «la possibilità di definire, negli Istituti tecnici coinvolti, un modello di
placement rivolto a tutti di studenti, anche attraverso la collaborazione con altre iniziative a supporto dell' occupabilità dei giovani».
Perché, alla fine, il successo o meno di questo esperimento, si misurerà anche dal numero di ragazzi che avranno trovato lavoro.
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L'avvio è previsto 1'8 settembre. Per
un giorno la settimana e durante
le vacanze estive, gli studenti
lavoreranno in azienda seguiti da
tutor. In tutto, 800 ore all'anno
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«E un primo colpo di piccone
al massiccio muro ideologico
che ancora divide banchi e aziende»
MIIANO
e abbiamo il 43% di disoccupazione
giovanile, significa anche che la scuola non ha saputo preparare i ragazzi
al lavoro. Se in certi territori abbiamo il 30% di
abbandoni scolastici, vuol dire che gli studenti si
aspettavano qualcosa e hanno trovato altro e,
molto probabilmente, non era interessante».
Gabriele Toccafondi
Parte dai numeri, il sottosegretario all'Istruzione,
Gabriele Toccafondi, per spiegare «l'importanza
e la portata innovativa» del programma avviato con Enel.
Qual è il portato culturale del progetto?
È un primo colpo di piccone al muro ideologico che, per troppo tempo, ha separato scuola e lavoro. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
La presenza di Enel significa che è alla portata soltanto delle grandi ùnprese?
Partiamo con Enel perché è stata l'unica a farsi trovare pronta. Il vero banco di
prova di questo esperimento sarà, però, l'anno prossimo: quante altre aziende
aderiranno?
Quali caratteristiche dovranno avere?
La partecipazione è aperta non soltanto alle grandi aziende, ma anche alle associazioni di categoria e alle piccole e medie imprese riunite nei distretti industriali.
Quali sono stati i criteri di selezione degli studenti?
La scelta dei candidati è stata fatta durante il terzo anno di scuola superiore, su
base volontaria e non considerando i voti ma le motivazioni dei ragazzi. La for mazione è un tema che riguarda tutti e non soltanto chi ha 8 in pagella. E noi
vogliamo dare a tutti un'opportunità in più. (P. Fer.)
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RIVOLUZllONIE
I BANCHI:
RIENTRO PER LO
STUDIO DEll MO
INFOR
ELEMEN'T:AR,ll IE ALLA
MATUR UNA
ATERIA. :1·N
IN··.. ·G<lJ!IC!("'
!...E':.
L:.. ·., .....
.. :....
MAl
E LO SlHOP1P11HG::
LIBRI EZA~INEnl
SENZA SYlENAIRSI
J;;;;,~
di Camilla Tagliabue
tà e merito,,. Ma che cosa cambia in pratica per i milioni di studenti che tra
qualche giorno torneranno sui banchi?
Vediamo le novità
importanti.
Clllrta
Da quest'anno anche le scuole dovranno sottoporsi al famigerato test Invalsi, autovalutandosi
insieme con le famiglie. Ogni istituto
dovrà compilare un'apposita scheda di
valutazione, dichiarando i propri punti
forti, le proprie debolezze e lacune e gli
obiettivi su cui intende migliorarsi in futuro, ad esempio. dicono dal Miur, «incrementando la preparazione deì docenti o ricalibrando l'offerta formativa,,,
li documento sarà una specie di "carta
d'identità" di ciascuna scuola, «un patto
con le famiglie vero e proprio,,, all'insegna della trasparenza e della collabora-
ra dieci anni l'Italia sarà come
!a fanno oggi gli insegnanti»:
con questo tweet il premier
Matteo Renzi ha annunciato la
riforma della scuola. cui sta lavorando dì concerto con il ministro
dell'Istruzione Stefania Giannini. Intanto, sono già stati presi importanti provvedimenti che entrano in vigore in questo anno scolastico 2014/2015: le novità interessano diversi ambiti, dai piani
di studio ai concorsi per docenti, dalla
maturità agli insegnanti di sostegno e al
tempo pieno. Tra tradizione e innovazione, le linee guida del Miur, il ministero
dell'Istruzione, Università e Ricerca, si
ispirano ai principi cli «autonomia, equi-
((
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zione tra docenti, studenti e genitori.
Nelle scuole primarie
parte il "coding", un progetto che introduce l'insegnamento dei rudimenti di
programmazione informatica già alle
elementari. Stop, invece, all'acquisto di
tablet e lavagne multimediali interattive
(Lim), strumenti che diventano obsoleti
in pochi anni. Gli investimenti tecnologici riguarderanno la formazione dei
docenti e il potenziamento della connessione Internet. Altra novità sono gli
incentivi alle scuole per produrre in
proprio i libri dì testo, soprattutto in formato digitale e su supporti multimediali. In particolare, l'adozione dei manuali
diventa facoltativa: i docentì potranno
fornire autonomamente materiali di studio, seguendo le indicazioni del Miur.
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Scuola-lavorn, Al via la sperimentazione dell'apprendistato per gli studenti del quarto e quinto anno delle
scuole superiori: un periodo di formazione in azienda che varrà anche come
credito per la Maturità e che dovrebbe
dì fatto avviare i giovani al mondo del
lavoro prima ancora di aver concluso
gli studi. «1.;alternanza tra scuola e lavoro», fanno sapere dal Miur, «è un'innovazione assoluta, e offre una risposta
concreta aì dati allarmanti diffusi dall'lstat sulla disoccupazione giovanile».
J..:Italìa è il primo Paese europeo a introdurre il Clil, ovvero l'insegnamento di una materia in una lingua
straniera, in modo sistematico e continuativo. Da quest'anno, nelle quinte
superiori di tutti i licei e istituti tecnici,
almeno una materia non linguistica (ad
esempio, Scienze o Geografia) verrà insegnata in inglese: così, alla Maturità,
parte della prova sarà sostenuta in lingua inglese.
Nuove materie, Torna l'insegnamento della Geografia, purtroppo considerata la Cenerentola delle materie. li
ministero, poi, sta lavorando per reintrodurre e potenziare la Storia dell'Arte
e la Musica, «perché un Paese come il nostro, con la sua cultura millenaria, non
può permettersi ragazzi che ignorano
queste discipline fondamentali».
A ottobre, il Miur organizza un forum per discutere e valutare le esperienze virtuose delle scuole a
tempo pieno in Italia, come l'istituto "Di
Donato" di Roma, che resta aperto dalle
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7 alle 22 anche sabato e domenica. Si
valuta di potenziare poi l'insegnamento
di sostegno, ma resta ancora da capire
con quali fondi finanziare i due progetti.
Precari, Dopo il concorso voluto
dall'ex ministro Francesco Profumo, la
Giannini intende emanare un nuovo
bando nel 2015 per svecchiare il corpo
docenti. Intanto, a settembre entrano in
ruolo 28.781 insegnanti (di cui 13 mila
di sostegno) e 4.599 collaboratori tecnico-amministrativi. );obiettivo resta,
dunque, la creazione di un unico organico funzionale, ovvero un corpo di insegnanti (tutti con contratto a tempo
indeterminato) a disposizione di una rete dì più scuole. Si eviterebbe così il ricorso massiccio ai supplenti, pescati tra
i 150 mila precari.
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Se per aver i soldi dallo Stato bisogna parlare di scuola, eutanasia, Leopardi o Boccaccio
l1ipocrisia del film necessario
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era un film sul caso Englaro, né sull'eutanasia, ma «Una metafora sull'Italia di
oggi». A Venezia non vinse e ci restò un
po' male: «Un membro della giuria ha
detto che il cinema italiano sarebbe
troppo provinciale, autoreferenziale,
non si occuperebbe di temi universali.
Di queste imbeci.llità ne ho piene le
scatole. L'eutanasia, il dramma del fine
vita sono forse un tema provinciale?».
Se me lo racconti con le immagini di
repertorio del Tgl un po' sì. Se fai Million Dollar Baby, no.
Spesso il Film Mibac è «memore della lezione del neorealismo», e allora
racconta l'è mutazioni del paesaggio, le
specificità del territorio. In aperta
campagna, senza plot, puro cinema e
apicoltura nel casale delle sorelle
Rohrwacher. E siccome poi dicono che
siamo provinciali, allora portiamo Jasmine Trinca in Amazzonia. Decrescita
felice, sviluppo sostenibile, ricerca spirituale: «Ora voglio essere terra, devo
dimenticarmi di Dio», dice in Un giorno devi andare mentre fugge verso la favela di palafitte di Manaus, lungo il Rio
Negro. Lì dove fuggiranno anche gli azzurri di Prandelli. Lì dove Concita De
Gregorio da Repubblica scriverà
«Hiandra, Adriel, i bambini di Manuas
e Balotelli». Nel film di Giorgio Diritti
c'erano tutti i nostri Mondiali. come in
una visione sciamanica. Manèava solo
il morso di Suarez.
Il Film Mibac ripudia il profitto.
D'altronde, nessuno glielo chiede. Il
codice a barre incombe minaccioso
sulle teste dei personaggi del Capitale
umano di Virzì. Ma al profitto si oppone l'arte. E quando Valeria Bruni Tedeschi ripudia la finanza coniugale,
riemerge dal passato una perduta vocazione teatrale. Si abbandona alle lusinghe intellettuali di Lo Cascio mentre cala, sulla proverbiale scopata
d'interesse culturale, la benedicente
ombra di Carmelo Bene proiettato alle pareti. L'unico capitale «Umano»
possibile è quello ministeriale. Settecentocinquantamila euro, sei David di
Donatello, sei Nastri D'Argento.
Perché il Film Mibac si fa coi soldi
pubblici ma è trasparente. Prima c'era
il finanziamento a pioggia. Oggi c'è il
reference system. Punteggio automatico
as$egnato in base a vari parametri «Oggettivi», ovvero David di Donatello e
Nastri D'Argento nel curriculum. Più
premi, più soldi. L'ecosistema premia,
approva e produce in un'instancabile
catena di incentivi. Meryl Streep non
raggiungerebbe i David e i Nastri di
non
riproducibile.
Pag. 42
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Il, settembre nella sua accezione più distintiva, ricattatoria, sofferente. Che preferibilmente va nei cinema del centro, ama
l'etnico, diffida dei multiplex, non
mangia i popcorn e al tempo libero
chiede contenuti, spessore, qualità, impegno.
Il Film Mibac abbraccia la grande
stagione del cinema d'autore e
l'impulso pedagogico della Rai,
l'anticapitalismò e il product placement del «decreto Urbani», la Puglia
di Vendola, la Roma di Sorrentino, il
Pigneto di Pasolini, il maestro Manzi,
Fellini, gli immigrati, la commedia all'italiana, lo smaltimento dei rifiuti, il
neorealismo contro tutte le mafie che
uccidono solo d'estate in un piano-sequenza della Rohrwacher. E alla fine
vengono fuori i temi della maturità.
L'estetica del Film Mibac persegue
la «formazione di un identità culturale nazionale attraverso l'industria dell'audiovisivo». Quest'anno escono i temi su Leopardi (Mario Martone, un milione e duecentocinquantamila euro) e
Boccaccio (F.lli Taviani, novecentomila
euro), che se la vedranno con Lu cunto
dei li cunti di Giambattista Basile nella versione di Matteo Garrone (un milione di euro); «la più artistica tra le
raccolte di fiabe della nostra tradizione», come diceva Benedetto Croce,
presagendo la richiesta di finanziamento pubblico. È la via italiana al
blockbuster, con le grandi opere pedagogiche che arrivano puntuali come
un'enciclopedia a rate.
Il film di Martone si intitola Il giovane favoloso. Meraviglioso Boccaccio gli fa
eco quello dei Taviani. Leopardi e Boccaccio sono i supereroi Mibac. Non salvano la terra, non sconfiggono il Male,
però ci riportano tra i banchi di scuola.
Come i tanti Film Mibac sulla scuola,
na:r;rati spesso, e non a caso, dal punto
di vista di profess.ori e professoresse a
forma di Silvio Orlando in maniche
corte e Margherita Buy col golfino. In
alternativa, c'è la lezione di educazione civica. Eutanasia e laicità con Bellocchio e Bella addormentata. Eutanasia e materialismo storico con Miele di
Valeria Golino. Il testamento biologico
è già epica Mibac. Checco Zalone l'ha
capito prima di tutti e in Sole a catinelle ha messo un regista italiano col turbante in testa che sta girando Eutanasia Man Amour ma interrompe le riprese perché «Sente puzza di borghesia».
Film italiani tratti da dibattiti italiani
che creano dibattiti italiani. Bellocchio spiegò che Bella addormentata non
rianna è una scrittrice che vive in
un esilio volontario a Santa Marinella, sul litorale
laziale, dopo che
il marito, uomo
politico più importante di lei, l'ha lasciata. Ma un
giornalista bussa alla sua porta, .. ».
Due dita di plot di Nessuno mi pettina
bene come il vento e siamo già lì,
sprofondati nell'universo del Film Mibac. Lo chiameremo così.
Il Film Mibac è il film «d'interesse
culturale» prodotto, sostenuto, finanziato e detassato dallo Stato (Ministero
dei Beni Culturali, Direzione Generale per il Cinema), in accordo con RaiCinema e varie Film Commission regionali a seguire, a seconda dei casi. Che
vuol dire quasi tutto il cinema italiano,
tolto Checco Zalone e poco altro. Sul
destino dei film di Zalone decide il
pubblico. Ma Nessuno mi pettina bene
come il vento è un'«opera riconosciuta
di interesse culturale», liberata dalla
schiavitù del mercato e dai gusti orrendi del botteghino. Letteratura, abbandono, esilio, politica, giornalismo, litorale laziale. C'è tutto quello che serve
per fare un Film Mibac. Così sentenzia
una commissione statale che gli assegna in automatico un finanziamento.
Scarso, secondo il regista del film Peter Del Monte: «I miei soggetti nascono
molto cupi. Posso pensare di trovare
un finanziamento solo dallo Stato, ma
questa volta mi hanno dato solo duecentomila euro». Perché a volte lo Stato è insensibile alla cupezza di Santa
Marinella. Perché non è mica facile capire quando un film è un'opera
«d'interesse culturale». Provateci voi.
Di sicuro, non è che coi soldi pubblici possiamo produrre Uuomo ragno,
The Wolf of WaU Street, manco a parlarne. E se Ermanno Olmi vuole fare un
film con gli zombie, la commissione deve rintracciare nel progetto almeno
una metafora trasparente della cassa
integrazione, oppure non se ne fa nulla. Come capita in ogni ecosistema, alla fine si trova un equilibrio. C'è «interesse culturale» se c'è disinteresse popolare. Perché il Film Mibac è una visione del mondo. Ha il suo catalogo di
temi, figure, motivi. Più elastico di un
universo veltronico, è chiamato a tenere assieme i pezzi dell'immaginario di
un ceto medio di sinistra che delega allo Stato la definizione della cultura
068391
Fenomenologia dell'opera Mibac «d'interesse culturale». Bella o brutta, purché incassi poco
Quotidiano
IL FOGLIO
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Foglio
tatore sta per lasciare la stanza che
racconta l'Italia degli anni Settanta, un
cartello lo avverte: «Presto anche le
fiammate giovanili si esauriranno e la
neotelevisione imporrà i suoi linguaggi totalitari:».
Il Film Mibac si fa coi soldi della televisione di Stato per combattere un'estenuante guerra di trincea contro la tv
totalitaria. Una guerra iniziata nel lontano 1985, anno primo dell'era del FUS
(Fondo Unico per lo Spettacolo). Ce lo
spiega Valerio Jalongo, regista Mibac
del documentario-inchiesta sul cinema
italiano, Di me cosa ne sai? All'arrivo
delle tv di Berlusconi, il Grande Cinema ha reagito con la creazione del
FUS. Però non è bastato. Il documentario poi non trova il tempo di dire che
dal 1996 ail 2004, durante la gestione
veltroniana del FUS, abbiamo speso
quasi otto<;ento milioni di euro, cioè
esaurito le casse, e portato nelle sale
dei capolavori memorabili che ora non
ricordo.
Il Film Mibac fa le denunce. Sabina
Guzzanti chiede il finanziamento statale per un film sulla «trattativa» StatoMafia e ci :regala, oltre che una limpida apologia del conflitto di interessi,
un formidabile esempio dell'uso ricattatorio del «Contenuto». Perché ammettiamo anche che non sia un bel
film. Resta il fatto che è un film «necessario». E su «necessario» crollano tutti.
Se lo Stato non mi dà i soldi ha paura
della «verità». Vi monto una campagna
sul Fatto, faccio firmare gli appelli,
chiamo Rodotà. La logica del "controil-sisterha" in Italia è un business e un
ricatto psicologico di dimensioni rilevanti.
Poi c'è la donna Mibac. La donna Mibac è sempre in crisi. Se scrive, ha
smesso di scrivere. Se non scrive, porta i figli a scuola. Se non ha figli, non
riesce a rimanete incinta. Piange. Raramente lavora, ma se lavora è stronza, magra e nervosa, e allora chiamiamo Isabella Ferrari. Come nel Venditore di medici.ne, dove recita anche Marco Travaglio, e lei è più spettrale di
Matthew McConaughey in Dallas
Buyers Club, ma invece di cercare le
medicine cerca medici da corrompere.
È un Film Mibac di nicchia. Mi portano a vederlo in un'arena all'aperto del
Pigneto dove fanno il dibattito col microfono e le sedie di plastica. Siccome
è del genere «film italiani che potevano essere puntate di Report», girano i
nomi di Elio Petri, Francesco Rosi, la
grande stagione del cinema politico,
l'inchiesta. «Deve essere stato difficile
fare un film del genere nell'Italia di oggi ... », domandano al regista. Il regista
fa la faccia di uno che vorrebbe dire
«... ma guarda, veràmente l'Italia di oggi mi ha dato comunque centocinquantamila euro perfarlo», però giustamente sta al gioco. Dice che una clinica non
ha rilasciato il permesso per le riprese. Ci autorizza tutti a pensare al complotto delle case farmaceutiche, al degrado morale della sanità, al traffico
d'organi. Siamo indignati ma non abbiamo paura. Perché il Film Mibac è
l'arma più forte. E torniamo tutti a casa tranquilli.
Andrea Minuz
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Margherita Buy neanche con le nomination ai prossimi dieci premi Oscar.
Rispetto al fondo perduto di qualche
anno fa però va molto meglio. Ora facciamo le curve d'incidenza. È il socialismo scientifico applicato alle «terrazze
romane».
Il Film Mibac sente la nostalgia del
passato. «Se la sceneggiatura è brutta,
ambientato negli anni Settanta», dice
un antico proverbio ministeriale. Ha
cominciato Fazio con i Cugini di campagna, poi a ruota il cinema e la fiction
e pare non smettano più. Gli anni Settanta presentano indubbi vantaggi per
un Film Mibac. La politica seria, la
piazza piena, un noi collettivo, la moto
senza casc;o. Il cinema non ancora vampirizzato dalla tv. Un'«Italia vera», in
canottiera con L'Unità sotto il braccio.
Erano Anni felici, come li chiama Daniele Luchetti nel suo film. Avendoli
vissuti da bambino chiede un contributo di novecentomila euro per raccontarci la storia della sua famiglia metà
artistica, metà popolare. Ci regala almeno una scena memorabile. Kim Rossi Stewart, nudo, in trance dentro un
happening alla Triennale di Milano
che prende a pennellate le modelle, lo
sguardo performativo perso tra pubi ricolmi di pelo, mentre irrompe nell'opera sua moglie, Micaela Ramazzati
mamma di Luchetti, che non capisce
ma si adegua. Cose che se il Film Mibac non lo ambienti nei favolosi anni
Settanta non te le puoi permettere. Lo
spiegano b~ne anche alla recente mostra dell'Istituto Luce nel complesso
del Vittoriano a Roma. Quando il visi-
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Quotidiano
IL GIORNALE D'ITALIA
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31-08-2014
3
1
SI È MESSO IN MOTO li<'ASSETTO SCOEASTIQO IN {f!lmtrA mu11
e
torna sui banc
L'awio delle lezioni regione per regione: i primi a rientrare saranno gli alunni di Bolzano
e vacanze sono ufficialmente
finite. Un nuovo anno scolastico è ormai alle porte e lunedì prossimo tutti i docenti italiani
saranno chiamati a partecipare alla
prima riunione 2014/2015, dove
verranno programmate per grandi
linee le attività da svolgere nei mesi
a venire.
Poi, inizieranno gli esami di riparazione che si concluderanno entro
l'inizio delle lezioni, fissato dalle singole Regioni nei mesi scorsi. I primi
a rimettere piede a scuola, l' 8 settembre, saranno gli alunni della provincia autonoma di Bolzano. Mercoledì 1Osettembre, toccherà agli alunni della provincia autonoma trentina
e di quelli molisani. L' 11 settembre
sarà la volta degli alunni di Abruzzo
e Val d'Aosta.
Mentre in 14 regioni - Basilicata,
Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia-Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto - le lezioni riprenderanno lunedì 15 settembre. Gli ultimi ad
entrare in classe saranno gli alunni
siciliani e pugliesi, il 17 settembre.
Niente da fare per la proposta avanzata da alcuni assessori al Turismo
delle regioni settentrionali che avevano ipotizzato uno spostamento
dell'inizio delle lezioni ad inizio ottobre per favorire il recupero di
qualche giorno in spiaggia dopo
una stagione balneare disastrosa:
il ministro Giannini ha bocciato
l'idea.
Per quanto riguarda gli esami di
maturità, nel 2015, la prima prova
scritta degli esami di stato sarà
mercoledì 17 giugno e le commissioni si riuniranno due giorni prima.
Entro quella data tutti gli scrutini
devono essere stati fatti. I primi a
concludere le lezioni nel 2015 saranno, il 6 giugno, gli alunni di
Emilia Romagna e Molise, seguiti a
due giorni di distanza dai compagni
di Lombardia e Lazio. Il 9 giugno
termineranno le lezioni in Puglia e
nella provincia autonoma di Trento.
E il giorno dopo, mercoledì 10 giugno, sarà la volta di scolari e studenti
di Campania, Liguria, Marche, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto.
L' 11 giugno le altre sei regioni:
Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli
Venezia-Giulia, Piemonte e Valle
d'Aosta. Ultima lezione sabato 13
giugno in Sicilia e martedì 16 in
provincia di Bolzano. Le vacanze di
Natale più lunghe - dal 22 dicembre
al 6 gennaio - saranno in Calabria,
Campania, Sicilia e Lombardia. Un
giorno in meno di vacanze - dal 23
dicembre al 6 gennaio - per gli
alunni di Abruzzo, Lazio, Liguria,
Puglia, Sardegna e Umbria. Pausa
natalizia di 14 giorni, in tutte le
altre regioni e province: Basilicata,
Emilia Romagna, Friuli Venezia-Giulia, Marche, Molise, Piemonte, To-
scana, Veneto e nelle due province
autonome di Trento e Bolzano.
Per quasi tutti gli otto milioni di
alunni delle statali e paritarie italiane le vacanze di Pasqua inizieranno il 2 e si concluderanno il 7
aprile 2015. Solo in Liguria termineranno un giorno prima: il 6 aprile.
Mentre in Abruzzo si concluderanno
un giorno dopo: 1'8 aprile. Le scuole
dell'infanzia viaggiano con termini
di apertura e chiusura diversificati:
in genere si chiude a fine giugno,
mentre in provincia di Trento si
inizia il primo settembre e 1'8 settembre in Lombardia. Poi, ci sono i
ponti ufficializzati dalle stesse regioni, come quello del 2 maggio
(in Abruzzo, Basilicata, Calabria,
Friuli, Marche, Piemonte, Puglia,
Umbria, Veneto e in Provincia di
Trento), a cavallo tra la Festa dei
lavoratori e la domenica successiva.
E (nelle stesse regioni, tranne che
in Veneto) quello del primo giugno,
tra la domenica precedente e il 2
giugno.
In alcune regioni- Campania, Friuli,
Lombardia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Veneto, Trento e Bolzano quest'anno ci saranno anche le "vacanze di Carnevale ", da uno a
quattro giorni.
Per il resto il calendario non cambia:
si resterà a casa il primo novembre,
1'8 dicembre, 25 aprile, primo maggio e due giugno. Oltre alla festa
del santo patrono per quei Comuni
in cui ricade durante le lezioni. lii
Economia criminale: um. giro d'affim da 170 m.ilianti.
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In cinque anniaumentatvde/212% il valoreanfHIOdi tmnsBZioni illecite
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Settimanale
31-08-2014
9
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Data
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Foglio
Scuola
L'indagine Talis-Ocse fotografa il grado di soddisfazione
Paesi. In due su
i professori
docenti in
cambierebbero lavoro se tornassero indietro.
non in Italia
'mnore infelice de( li insegnanti italiani
di GIANNA FREGONARA
e
ome si riconosce un insegnante italiano d~ un suo
collega europeo? E l'unico
che usa ancora le interrogazioni (lo fanno 8 su 10) come
metodo principale per controllare la
preparazione dei suoi studenti. Negli
altri Paesi (non solo europei in verità,
succede anche negli Usa e in Brasile)
meno della metà dei prof si affida alle
temutissime domande one-to-one ai
propri allievi per dare i voti: si fanne_>
test, prove di gruppo, valutazioni. E
z10ne.
prendere un'altra professione. Eppure
Ne è uscita una foto molto variegata
della professione nei diversi Paesi che
Gli autori
hanno partecipato all'indagine. I prof
italiani non si sentono apprezzati (lo La visualizzazione di questa settimana
è a cura di The Visual Agency, agenzia
sanno g su 10 che il loro prestigio sodi information design diretta da Paolo
ciale è in ribasso), vorrebbero più riscontri del proprio lavoro, e anche
maggiore formazione, e credono di fare un gran lavoro con gli studenti non
solo nelle loro discipline, ma anche
nel capirli e aiutarli a diventare «buoni
cittadini» (lo mostra la «stella» qui sopra). Ma nonostante stipendi poco appetibili, difficoltà varie nella vita scolastica di ogni giorno, il precariato lungo, la mancanza cronica di risorse, gli
insegnanti italiani dichiarano una
grandissima motivazione, quasi una
vocazione: soltanto uno su dieci, se
tornasse indietro, cambierebbe strada.
uno dei dettagli segnalati dall'indagine Talis-Ocse 2013, pubblicata nei mesi scorsi: è stato chiesto agli insegnanti
di raccontarsi, se amano il proprio lavoro, se si sentono apprezzati, che cosa
pensano dei loro studenti, che cosa
Nel resto dei Paesi dell'indagine Tavorrebbero di più per migliorare la
lis, almeno due su dieci considerano
scuola, insomma una mega consulta- di aver sbagliato carriera e tornerebbezione mondiale sul mondo dell'istruro volentieri sui propri passi per intra-
Guadagni. Èfirmata da Francesco
Roveta e Benedetta Signaroldi.
La raccolta dati è acura di FormicaBlu
S.r.l. e firmata Marco Boscolo
sia nella ricerca Talis che nelle rilevazioni internazionali degli ultimi anni,
gli insegnanti italiani dichiarano spesso di sentirsi «isolati»: hanno pochissime occasioni di lavorare in gruppo,
vorrebbero un riscontro della propria
professionalità.
E non dispongono di nuove tecnologie: soltanto uno su tre le usa regolarmente nel proprio lavoro. Con i libri ce
la caviamo poco meglio: solo un insegnante su due dichiara di avere a disposizione una biblioteca della scuola
da usare con i propri alunni.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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Quotidiano
EUROPA
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Foglio
30-08-2014
1
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Unpaesefenno.Renzi
reagisce con le rifonne
L'Istat fotografa un'Italia in deflazione, con la disoccupazione
in aumento. Lunedì l'agenda dei "mille giorni", mercoledì la scuola
Ili li! FRANCESCO
l'l•LOSARDO
dice che dovremmo ridurre il salario ai lavoratori ed editorialisti
raccontano che se l'Italia lo facesse sarebbe più competitiva.
Ma non è riducendo il salario del
lavoratore che l'Italia uscirà dalla crisi», ha detto il premier. Poco prima della conferenza stam pa, replicando ironicamente alla
copertina dell' Economist, Renzi
si era fatto immortalare con un
cono in mano di fronte ad un carretto dei gelati improvvisato nel
cortile di Palazzo Chigi.
Scherzi a parte, alla vigilia del
vertice di Bruxelles sulle nomine
- tra cui quella di Federica Mogherini ad Alto commissario Renzi ieri ha annunciato la con vocazione di una riunione straordinaria sulla crescita per il 6 ottobre: «L'Italia ha le sue cose da
fare e le sta facendo. Noi rispetteremo il patto: ma il patto si
chiama "di stabilità e crescita" e
molti l'hanno dimenticato». Prima del consiglio, Napolitano aveva ricevuto il ministro Padoan
per parlare del rilancio della crescita in vista delle prossime scadenze europee, in particolare il
vertice Ecofin del 13 settembre.
Uno «scambio di vedute» anche
sulle «importanti indicazioni» di
Mario Draghi a Jackson Hole,
dove il governatore della Bee aveva sottolineato il ruolo della politica di bilancio per promuovere
la crescita.
@francelosardo
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consumi hanno un segno
( ( ) più, minimo, ma più. Il punto drammatico sono gli investi menti, in particolare nel settore
dell'edilizia ... », dice Matteo Renzi mentre illustra le misure appena decise dal consiglio dei mini stri. Già, perché nel giorno della
riunione del governo che ha varato i provvedimenti per il rilancio
e la crescita dello Sblocca-Italia
e la riforma della giustizia, i dati
dell'Istat fanno rabbrividire.
L'Italia torna a conoscere la
deflazione per la prima volta dal
1959 con l'indice di media dei
prezzi al consumo in discesa, trascinati dalla flessione dei beni
energetici, il Pil si contrae dello
0,2 per cento rispetto al trimestre
precedente confermando la condizione di recessione, la disoccu pazione a luglio sale al 12,6 per
cento, in rialzo di 0,3 punti su
giugno. Questo è diventata l'Italia. Perciò, spiega Renzi, dopo
anni di rinvii e di immobilismo
non basta, «non serve una legge
per cambiare, ma servono persone e lavoro sistematico da fare
passo dopo passo. Di qui lo slogan del programma dei «mille
giorni», "passodopopasso", che
il premier illustrerà lunedì a pa-
lazzo Chigi. Ieri, intanto, sono
partiti due vagoni importantissi mi delle riforme del governo Ren zi: quello della giustizia e quello
della "liberazione" dei cantieri e
delle opere imprigionate dalla
burocrazia per 3,8 miliardi cantierabili da subito, 4,6 per investimenti aeroportuali e sblocco
di lavori per il valore di 10 miliardi, commissari straordinari per
la Palermo- Messina-Catania e
l'alta velocità Napoli- Bari, finanziamenti mirati per infrastrutture come il terzo valico
Milano-Genova. Semplificazioni
a costo zero per l'edilizia, ma anche ecobonus, un codice degli
appalti in stile europeo, nuovo
ruolo della Cassa depositi e prestiti. «Tanta roba .. », ha elencato
Renzi prima di sintetizzare i capitoli della «rivoluzione della
giustizia» e di cedere la parola ai
ministri Lupi, Guidi e Padoan per
i dettagli.
«L'Italia dimezzerà i tempi
del civile e dell'arretrato entro i
mille giorni», ha detto il premier
confermando interventi sull'au toriciclaggio, il falso in bilancio,
la prescrizione, la responsabilità
civile dei magistrati e una delega
sulle intercettazioni. Le linee
guida sulla scuola sono rinviate
a mercoledì prossimo.
Renzi ieri è tornato a difen dere la sua scelta degli 80 euro:
«Parte del mondo economico
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il manifesto
Foglio
30-08-2014
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Roma/ IN PIAZZA DUE GENERAZIONI SOLIDALI DI INSEGNANTI
Quota 96 e precari: pensione negata,
assunti a 60 anni o senza lavoro a 30
ltrasessantenni che chiedono inutilmente di
andare in pensione e trentenni che non riescono a trovare un posto da insegnanti a scuola. Il
paradosso è andato in scena ieri a Roma: il personale
scolastico «Quota 96» protestava in piazza SS. Apostoli, mentre alcune maestre in età vicina alla pensione firmavano al provveditorato agli studi di via Pianciani un
contratto di lavoro a tempo indeterminato dopo una
vita di precariato. C'era Angelina da Caserta che di anni ne ha 61. Poi la romana Attilia che tra tre giorni ne
compirà 62 .. E poi la signora Maria Rosa. A 65 anni entrerà in ruolo e subito dopo andrà in pensione. Storie
al limite in un paese allucinato che rivelano tuttavia resistenza e dedizione, mentre cresce una grande rabbia
precaria Quella di chi ha vinto un concorso, oppure è stato ritenuto idoneo,
ma oggi non trova spazio nemmeno
nelle graduatorie. Sono gli apolidi come Marica, 32 anni, romana che sotto
un sole impietoso alza ripetutamente
il cartello simbolico di una generazione studiosa: «Non sono una Black
Bloc, sono solo una precaria plurilaureata incazzata». Il suo problema è lo
stesso di Paola, 38 anni di Acquaviva
delle Fonti o della coetanea Lisa di Bari: hanno vinto il «concorsone» del
2012 nella scuola dell'infanzia, ma restano invisibili.
Paola ha tre figlie, Llsa uno, ma non possono lavorare
nella scuola, pur avendo tutti i diritti del mondo. Paola
lavora come precaria nella formazione. «lo resto a
braccia conserte. Devo crescere mio figlio» dice Llsa
dopo una vita a insegnare inglese nelle private.
«Le graduatorie di merito sono piene di vincitori senza cattedra e di idonei- denuncia Angelo Palumbo, anche lui idoneo - il ministero non deve bandire un nuovo concorso. Prima deve assumere noi e· tutti gli altri
precari,,. La protesta auto-organizzata, a cui hanno
aderito i sindacati Flc-Cgil, Cobas e Gilda, ha dimostrato che tra giovani e anziani non c'è rivalità. generazio-
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U
nale, né competizione. C'è un mutuo riconoscimento,
lopposto della riforma «meritocratica» ritirata dal
Cdm di ieri che il governo intende, ripresentare mercoledì come annunciato ieri da Renzi nella conferenza
stampa dopo il Consiglio dei ministri.
·
Più volte da SSApostoli i docenti «Quota 96», vittime di un «bug» della riforma Fornero delle pensioni
voluta da Pd e Pdl, hanno chiesto ad un fischiatissimo
Matteo Renzi di essere «rottamati» in favore di 4 mila
precari che non riescono ad essere assunti. Precari e
«Quota 96» sono vittime della stagione dei tagli della
scuola (8,4 miliardi e 150 :mila posti in meno) e vivono
in una scuola impoverita e vittima di un caos normativo che la fa assomigliare all'ingorgo a doppia croce uncinata di Fantozzi. L'impegno politico
dei comitati «Quota 96» è esemplare.
Da soli, senza i sindacati, hanno imposto il loro problema ali' attenzione dell'opinione pubblica Non cedono ali' ambiguità del Pd che prima ha spo. sato la loro causa con un emenda. mento alla riforma della P A per poi
vederlo stralciare dal ministro della
funzione pubblica Marianna Madia.
Il destino di «Quota 96» si è nuovamente perso nel caos del governo, ma
i docenti non si rassegnano. «Chiediamo la pensione almeno per dicembre - afferma Chiara
Farigu a nome dei 4 mila «Quota 96» (ma forse sono anche 9 mila) - Il governo deve darsi obiettivi inferiori a
quelli che annuncia, così forse riesce a raggiungerli. Ci
mandi in pensione e assuma i primi 4 mila precari».
Da SS apostoli ieri è partito un appello per una manifestazione «entro settembre». Nel frattempo Rènzi, irritato dal generale scetticismo che lo circonda, assicura
che «le coperture della riforma ci sono» e che «le proposte sulla scuola saranno discusse dalle famiglie, studenti e insegnanti per molti mesi». In attesa di un finale incerto, la Flc-Cgil attiverà mobilitazioni sin dal primo giorno di scuola in tutto il paese. ro. cl.
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Quotidiano
IL~MA.TTINO
I
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I
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30-08-2014
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i
«Il Mezzogiorno non perderà un euro
vogliamo soltanto accelerare la spesa»
Delrio sul taglio dei cofinanziamenti: non lo face iamo per risparmiare
«Se si hanno progetti e capacità di
spesa, i soldi saranno disponibili
subito. Non c'è un rinvio a data da
destinarsi né, ripeto, meno risorse
per le Regioni del Sud. Eviteremo
solo che l'Europa si riprenda il suo
finanziamento».
Si teme che le risorse per i
programmi paralleli
facciano la fine di quelli
~uropei».
dei vecchi fondi Fas,
E vero o no che si riduce il
saccheggiati per qualsiasi
cofinanziamento?
emergenza. Che garanzie
«SÌ è vero. Ma non le risorse. Le
può dare in merito?
risorse di cui si parla restano tutte
«Si governa il presente,
nelle disponibilità degli stessi
non il futuro. Si
soggetti, temi e territori. Il nostro
blinderanno i fondi con
obiettivo è esclusivamente
una legge».
velocizzare la spesa, non solo per il
Ma lesperienza del
Sud ma anche per molti progetti
passato pesa.
nazionali. Cambia solo lo strumento
'.'.Senta, questa misura non è nuova.
per spenderle».
E stata concepita dal ministro
Non è un'azione, come dire,
eccessivamente prematura? Come Fabrizio Barca nel 2011 in accordo
con la Commissione europea e con
si può velocizzare la spesa del
le
Regioni. Proprio per evitare di
2014-2020 se, ovviamente, non c'è
perdere i fondi europei, che hanno
ancora nessun progetto avviato1
tempistiche strette e se non si
«Tre regioni, Campania, Calabria e
Sicilia, sono così indietro nella spesa spende in tempo, si perde tutto. Se
non ci fosse stata la riduzione del
cofinanziamento (scelta fatta anche
e hanno talmente tante risorse da
in Belgio, Spagna e Francia) l'Italia
spendere entro il 2015 che si poteva
oggi non rischierebbe di perdere
creare un ingorgo e rendere ancora
"solo" 5-7 miliardi ma 10-12! E gli
più difficile la spesa. Per la passata
programmazione 2007-2013 ci sono impegni presi con le Regioni sono
stati tutti rispettati».
ancora 26 miliardi solo in
Ora però siamo nel pieno di una
Campania, Sicilia e
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crisi finanziaria e ci sono conteggi
in base ai quali, con la riduzione
del cofinanziamento e il rinvio
degli impegni di spesa nel
Mezzogiorno, i conti pubblici
hannounbeneficiodil,5-2
miliardi di euro annui. Sia schietto,
quanto pesa tale valutazione sulle
vostre scelte?
«Da zero a dieci: zero. Noi vogliamo
accelerare investimenti e spesa
come dimostra la gran parte di
opere al Sud incluse nello sblocca
Italia appena approvato».
Cosa risponde al capogruppo
Bilancio del Pd Francesco Boccia
che laccusa di fare solo demagogia
sul Sud?
«Sono senza parole. Eppure Boccia è
esperto di tali temi. È noto come
l'Italianon riesca a spendere tutti i
fondi europei, buona parte dei quali
sono per il Sud. Con il Piano azione e
coesione spenderemo sia i vecchi sia
i nuovi fondi del 2014-2020».
Non era più semplice partire
regolarmente nel 2014 e far
scattare l'intervento sostitutivo
dell'Agenzia per la Coesione in
caso di inadempienze?
«Abbiamo dato vita all'Agenzia per
la Coesione per aiutare sia le Regioni
che i ministeri, e il governo
eserciterà poteri ispettivi e di
monitoraggio. Tre task force sono
attive in Campania, Calabria e
Sicilia. Se una regione dimostrerà di
saper spendere, avrà comunque
subito le risorse a disposizione nei
vari fondi: europei e nazionali. A
mio parere dovremmo discutere
forse più che dell'ammontare delle
risorse (sono tantissime e tutte
disponibili sia per le Regioni che per
i ministeri) della qualità della spesa
e della capacità amministrativa.
Della capacità di pianificare in
maniera strategica industria,
logistica, ricerca, fiscalità. Questo
governo ha fatto del Sud la sua
scommessa».
Non tutti gli atti dimostrano
attenzione verso il Sud. Per
esempio sui fabbisogni standard
per istruzione e asili nido avete
destinatario,
non
068391
Meno cofinanziamenti nazionali legati ai Fondi europei ma più piani regionali con fondi nazionali, senza va riare l'impatto di risorse dovute sul
Mezzogiorno. Il piano annunciato
da Graziano Delrio è questo, ma provoca allarme al Sud per il rischio che,
spostando le risorse da un capitolo di
spesa vincolato ai Fondi Ue verso
uno tutto nazionale, si finisca col perdere somme per strada come già accaduto per i Fondi Fas. L'importo in
gioco è considerevole: 12 miliardi di
euro per il 2014-2020 tra fondi diretta mente regionali e quota dei programmi nazionali destinati al Sud. Prova a
~ciogliere i dubbi l'autore del piano,
11 sottosegretario alla presidenza del
Consiglio Graziano Delrio.
Sottosegretario, partiamo dal
primo punto: perché ridurre il
cofinanziamento nel
Mezzogiorno?
«Ho letto sui giornali e in rete cose
inesatte. Non è vero che il governo
toglierebbe soldi al Sud riducendo il
cofinanziamento sui progetti
Calabria rimasti da
spendere e rendicontare in
quest'ultimo anno! E se
non ci si riesce sono soldi
persi e basta. Grazie alla
nostra scelta, la parte di
risorse risparmiate per il
cofinanziamento andrà
nel Piano di azione e
coesione che avrà più
tempo per il rendiconto».
Un piano però, cito parole
che lei ha usato, con
-«obiettivi strategici e di più lungo
periodo». Nel lungo periodo
saremo tutti morti, diceva Keynes.
Nonsistasolorinviandogli
impegni finanziari a dopo il 2020,
magari per far quadrare i conti?
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Marco Esposito
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Quotidiano
IL~MA.TTINO
approvato tabelle che offendono il
buonsenso, assegnando ai Comuni
del Sud un fabbisogno pari alla
spesa storica, che nel Mezzogiorno
era pochissima.
«Quello è stato un errore tecnico
grave, come ho già detto, un errore
che
correggeremo. La
spesa storica non
può essere un
«Abbiamo
parametro
commesso
corretto per
un grave
misurare i
fabbisogni. Nel
errore
Consiglio dei
tecnico
ministri si era
che sarà
data un'altra
corretto»
interpretazione:
che i fabbisogni
servissero a dare
più risorse a chi aveva meno servizi
indipendentemente dalla spesa
storica. E così sarà».
Con la spending review di Carlo
Cottarelli si rischia un taglio al Sud.
«Correggeremo in tempo i
fabbisogni standard per asili nido e
istruzione».
Torniamo ai fondi europei e alla
programmazione parallela. Cosa
sarà finanziato con i nuovi Piani di
azione e coesione?
«I fondi europei del 2014-2020
hanno a mio avviso un limite:
consentono pochi interventi in
infrastrutture. Il Mezzogiorno ha
invece ancora bisogno di linee
ferroviarie, arterie stradali e di
grandi progetti come per Bagnoli,
Città della Scienza, Gioia Tauro.
Sfide da far tremare i polsi.
L'elasticità dei Piani di azione e
coesione ci consente proprio di
realizzare tali opere. Discutiamo di
queste cose. Discutiamo di cose
vere».
Francesco Boccia
Sono senza parole
quando mi accusa
di fare demagogia
Eppure lui conosce
la materia di cui si parla
Stefano Caldoro
Se una Regione
dimostrerà di saper
spendere avrà subito
le risorse a disponibili
nei vari fondi previsti
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30-08-2014
5
Foglio
2/2
Data
«Una legge
garantirà
l'arrivo
delle
risorse
ai territori
meridionali»
Carlo Cottarelli
La spending review
terrà conto dei nuovi
fabbisogni standard
ma noi cambieremo
le tabelle sull'istruzione
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Quotidiano
IA GAZZETIA DELMEZZOGIORNO
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4
1
LA MANIFESTAZIONE HANNO ADERITO ANCHE SIGLE SINDACALI, COME COBAS, FLC CGIL EGILDA. IN ARRIVO NUOVE INIZIATIVE EMOBILITAZIONI
Precari in piazza: basta annunci
La protesta per le vie di Roma. Ci sono anche gli insegnanti di «Quota 96»
di concreto. Se si vuole svecchiare la scuo- non abbiamo visto nulla e oggi il piano
e
ROMA. Slitta il provvedimento sulla la, non servono altri concorsi, basta as- scuola non verrà presentato in Consiglio
scuola del Governo Renzi e slittano anche
le speranze di quegli insegnanti che si attendevano decisioni su assunzioni e pensioni. Un malcontento crescente, sfociato
ieri in una manifestazione a Roma. In prima fila i «quota 96», che «rivendicano il loro
diritto di andare in pensione». Al loro fianco l'esercito di prof che chiede stabilità:
precari storici, vinci tori senza cattedra e
idonei dell'ultimo concorso per docenti.
Si è trattato di una protesta «autorganizzata» dai comitati dei docenti, a cui hanno aderito anche sigle sindacali, come Cobas, Flc Cgil e Gilda. Le 100 mila assunzioni
promesse dal Governo, ha detto la coordinatrice del gruppo di precari «Ora Basta!», Rosaria Miranda, «al momento rimangono solo un annuncio. Fermeremo la
protesta solo quando ci daranno qualcosa
sumere i precari. Le graduatorie di merito
sono ancora piene di vincitori senza cattedra e di idonei - ha osservato Angelo
Palumbo, rappresentante degli idonei del
concorsone del 2012- il Ministero non bandisca nuovi concorsi. Siamo stati invisibili
fino a maggio, non vogliamo rimetterci di
nuovo la maschera».
Delusione anche per i «quota 96», promotori dell'iniziativa di piazza. «La nostra
istanza è stata nuovamente rimandata», ha
detto Chiara Farigu in rappresentanza dei
circa 4.000 mila docenti penalizzati dalla
riforma Fornero. «Dopo aver stralciato l'emendamento che ci assicurava la pensione
dal decreto sulla Pubblica amministrazione - ha aggiunto Farigu - ci hanno promesso o un decreto ad hoc o un intervento
nell'ambito del piano scuola. Ma finora
dei ministri. Chiediamo la pensione almeno per dicembre. Il governo deve darsi
obiettivi inferiori a quelli che annuncia,
così forse riesce a raggiungerli. Mandi in
pensione intanto questi 4 mila insegnanti e
assuma i primi 4 mila precari». A sostegno
dei «quota 96» anche il magistrato Ferdinando Imposimato e Vittorio Lodalo
D'Oria, esperto in malattie professionali
degli insegnanti: «Eliminare le supplenze
non ha senso - ha detto Lodalo, commentando le indiscrezioni sul provvedimento significa eliminare le malattie, quando
nell'80% sono patologie connesse alla professione».
Ma ora i delusi non rimarranno con le
mani in mano. Dal palco di piazza Santi
Apostoli hanno promesso nuove iniziative
e mobilitazioni e hanno lanciato «un appello per una manifestazione nazionale da
organizzare entro settembre».
DAVANTI Al
GOVERNO Un
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momento del flash
mob dei precari
della scuola che
si è tenuto ieri
mattina a Roma
all'esterno di
Palauo Chigi
mentre si
svolgeva il
preconsiglio dei
ministri
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Quotidiano
ROMA
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30-08-2014
4
Foglio
1/ 2
Data
IDATI Federconsumatori avverte: aumento del 1,4% per diari, portapenne, quaderni e zaini. L'1,6% su libri e vocabolari
Più di 600 euro per il kit scuola
DI DARIO DE MARTINO
Direction". Elementi che fanno
lievitare e non poco il costo dello zaino. Stesso discorso vale per
astucci e diari. Dai 15 ai 40 euro il costo del primo, mentre si
aggira tra i 1O e 20 euro la spesa per le agende. Elementi indispensabili per un corredo che si
rispetti. Fondamentali per la di<lattica ma anche per le dediche
tra compagni di banco. Si arriva
così ai seicento euro e più da cui
siamo partiti. Ma per alcuni i costi non finiscono qui. Innanzitutto c'è il trasporto. Fortunate
le famiglie che hanno le scuole
vicino casa, ma sono in tanti,
specialmente quando i ragazzi
superano le scuole medie, a doversi spostare lontano. E così costi della benzina, se c'è chi può
accompagnarli, o altrimenti pullman, tram, metro e scuolabus,
che incidono non poco sui conti delle famiglie. Conti che fanno paura a tutte le famiglie, ma
a qualcuna più di altre. Tanti i
genitori che a scuola devono accompagnare più di un figlio.
Raddoppiare o triplicare queste
cifre di questi tempi diventa impossibile per molti.
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NAPOLI. Una spesa di più di
seicento euro. Tanto costerà alle famiglie il rientro a scuola dei
propri figli. Una vera doccia
fredda dopo le vacanze, almeno
per chi se le è potute permettere. La cifra blu viene fuori mettendo insieme i costi di tutti gli
accessori necessari tra i banchi
di scuola. La somma di diari, zaini, astucci, quaderni e soprattutto libri e dizionari. Conti che le
famiglie fanno ogni anno. Sul
nuovo inizio, poi, incideranno
anche altri aumenti. Lo segnalano preoccupati le associazioni a
difesa dei consumatori. Federcosumatori annuncia un più
1,4% sul costo del corredo scolastico, e più 1,6% su libri evocabolari. Saranno questi ultimi,
in particolare, a pesare sul bilancio delle famiglie, oltre che
sulla schiena dei ragazzi. Circa
cinquecento euro di spesa. Tanto costano in media tutti i libri di
testo e due dizionari, quanti di
solito sono richiesti nelle scuole.
In questo calcolo medio, diversa
è la distribuzione per ogni classe. Se per le elementari il costo
dei libri è più contenuto, per le
prime medie e le prime superiori la doccia sarà ancor più gelata. Tanti libri nuovi da comprare, e per chi comincia un percorso liceale i costosissimi vocabolari. Per i redditi più bassi
si potrà attendere il buono libri,
a cui si può accedere a seconda
del reddito Isee. Rispetto ai reali costi della scuola, però, il contributo non basta e spesso arriva
con notevoli ritardi. Ma non solo libri e vocabolari. Anche il resto del corredo scolastico costa
non poco alle tasche delle famiglie. Zaini o cartelle, astucci, diari e quaderni costeranno una cifra che si aggira intorno ai 120
euro. È lo zaino l'elemento più
costoso. Si va da un minimo di
30 euro per arrivare anche a
90/100 euro. A fare la differenza,
ovviamente, le marche e le fantasie delle cartelle. Al primo
giorno di scuola nessun bambino vuole sfigurare. Deve mostrare a tutti gli amici il nuovo
zaino di "Higuain" o dei "One
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I SEC4 ~L0/1ruf/u
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30-08-2014
6
1
Data
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Ecco gli esami di riparazione:
ma le statistiche sono incoraggianti
Redazione
Tanti ragazzi sono alle prese in questi giorni con gli esami di riparazione: vacanze rovinate e ripetizioni
senza sosta per superarli. Ma alla
fine tutti promossi, o quasi. Secondo un calcolo di Skuola.net sui
dati ministeriali 2013, circa uno studente delle Superiori su 4 viene rimandato a settembre, ma di questi
solo uno su 17 viene bocciato. Secondo i dati pubblicati dal Miur, gli
ammessi alla classe successiva,
escluso l'anno dell'esame di maturità, sono circa il 63,8% del totale.
Viene bocciato uno su dieci, e un
buon 26% circa, un alunno su quattro, passa l'estate a studiare per recuperare il debito assegnato, con
esame di riparazione a settembre.
Un incubo che colpisce non pochi
studenti, ma sono davvero pochi
coloro che non riescono a passare
l'esame: il 6% circa. Tuttavia ci sono
alcuni anni di scuola particolarmente ostici per gli studenti, dove ci
vuole più impegno per passare gli
esami di riparazione. Il passaggio
dal primo al secondo anno e dal
terzo al quarto anno, infatti, registrano un aumento dei bocciati a
settembre: il 6,6% contro circa il 5%
degli altri anni. A bocciare di più
sono gli istituti professionali: circa
uno studente su 6 non viene ammesso, e agli esami di riparazione
non passano la prova il 7,7% degli
studenti rimandati, contro il 6% dei
tecnici e il 5,6% degli istituti artistici.
Al liceo pochissimi i non ammessi,
solo circa uno studente su 20. E dei
rimandati a settembre, cioè circa il
21,8% degli studenti (media bassa
rispetto agli altri istituti, che si assestano su una media del 25%), ancora solo 1 su 20 viene bocciato. La
peggiore combinazione, a guardare
le statistiche, è primo anno del ciclo
nel professionale: i bocciati sono il
26,5% del totale, ovvero più di uno
studente su 4. Il primo anno degli
istituti professionali è quello in cui la
percentuale dei bocciati è più alta,
ma anche gli studenti degli anni
successivi rischiano la bocciatura
più degli altri. La percentuale di bocciature cala vertiginosamente per i
licei, dove l'anno in cui si boccia di
più è ancora il primo, ma solo uno
studente su dieci ripete l'anno. Mediamente, più si va avanti più si rischia meno. Nei licei, al quarto
anno sono stati bocciati nel 2013
solo il 3,5% degli alunni. Skuola.net
sottolinea, infine, che la dispersione
scolastica è aumentata: si è passati
dall'1,6% all'1,8% nel 2013. Per i ragazzi, il primo anno di superiori si
conferma come il più difficile.
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"
All'università
con il batticuore:
asettembre iniziano i test d'ingresso
Quotidiano
Il Sole?]{! mmrn
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Foglio
01-09-2014
9
1
L'ANAL 51
Didattica e stage,
il mix che aiuta
la carriera in azienda
dell'indagine, è stato fatto un
confronto con i dati relativi ai
laureati magistrali del 2011
a formazione continua è intervistati a un anno dal
un valore aggiunto per titolo. Il vantaggio risulta a
Paese. Soprattutto
favore dei diplomati di
quando arriva al livello
master. Considerando infatti
post-universitario. E non
solo quanti non lavoravano al
solo per i giovani, ma più in
momento del conseguimento
generale anche per gli
del titolo si osserva che i
adulti, in un Paese
laureati quinquennali
caratterizzato da una bassa
occupati sono il47% contro il
soglia educazionale e da
67% di chi ha frequentato i
ridotti investimenti in
corsi di master.
formazione da parte delle
I fattori positivi a carico dei
imprese.
masterizzati sono quindi
I master rappresentano
molteplici: a cominciare dalla
uno strumento utile sia per
stabilità lavorativa elevata,
trovare lavoro sia per la
72%, e dal grado complessivo
propria crescita
di soddisfazione, 65 per
professionale.
cento.
A dirlo sono i numeri:
Ma il master è stato utile
l'indagine diAlmaLaurea
alla fin fine per trovare
realizzata nel 2013 su 3mìla
lavoro? Per 31 diplomati su
diplomati 2010/11 a un anno
cento è stato determinante.
dal titolo evidenzia che sono
In questo contesto risulta
occupati 85 diplomati su
fondamentale lo svolgimento
cento, senza particolari
dello stage, valutato
differenze tra percorsi di
importante per l'inserimento
primo e di secondo livello.
professionale
per 30
Pur con tutte le cautele del
diplomati occupati su cento:
caso, per apprezzare al
lavorano infatti per lo stesso
meglio i risultati
ente o azienda nel quale lo
di Andrea Cammelli
hanno svolto.
Oltre all'ottimo tasso di
occupazione, all'elevata
stabilità lavorativa e ai
guadagni più elevati per i
diplomati di master,
l'indagine ha inoltre
permesso di individuare le
motivazioni che sono alla
base della scelta di
frequentare questo tipo di
formazione post laurea:
ovvero, qualificazione e
promozione professionale
oppure arricchimento
culturale.
Il 62% dei diplomati
occupati prosegue l'attività
cominciata prima
dell'iscrizione al master: una
quota consistente, a
conferma che la scelta di
questo tipo di formazione
post laurea viene effettuata
spesso per motivi di
qualificazione e promozione
professionale oppure di
arricchimento culturale.
Tra quanti proseguono
l'attività lavorativa iniziata
prima del master, il 55%
ritiene infatti che il corso
abbia effettivamente
comportato un
miglioramento sul lavoro
svolto; ciò avviene in
particolare per i diplomati di
secondo livello (65%, contro
51% dei colleghi di primo
livello). Tra gli aspetti del
lavoro che hanno registrato
un miglioramento, troviamo
prima di tutto le competenze
professionali (94%), a
seguire un miglioramento in
termini di mansioni svolte
(38%), posizione lavorativa
(25,5%) e trattamento
economico (16%).
Certo, i numeri non dicono
tutto e si tratta di un'indagine
sperimentale che
acquisterebbe ancora più
forza se estesa a tutte le
università italiane. Tuttavia,
rappresenta un punto di
partenza importante per
orientare i laureati nella
scelta del loro percorso, e per
restituire agli atenei uno
strumento di valutazione
affidabile e tempestivo anche
nel campo della formazione
post-laurea.
Direttore di AlmoLaurea
©RIPRDDUZJONF RJSERVATA
Secondo AlmaLaurea,
l'alta formazione
migliora mansioni,
«skills» professionali
e trattamento economico
li
I
master
-..is :Oltre la laurea: i «jolly>> per il lavoro
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§::.~""-I'"'''"'"' "'"' 1 "" 1 ''"' 1 "'"' 1 "''•"""""''''T"·"'""'~WO'QU.;hccn-nofi..hc
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IL GIORNO
iilèso.i.,1 QJiriilllO
LA NAZIONE
Foglio
01-09-2014
6
2/2
COSTA TROPPO?
l'università è troppo
cara.
la prima rata
l'immatricolazione
armo richiede
di 568 euro
tasse non sono alte,
e ci $ono vari modi
ottenere agevolazioni
alcune facoltà costano
troppo rispetto all'offerta
''
Le tasse
an1d1,ran10 pagate
rata, mentre ora è
dilazionarle: Le
tarrutime sono agevolate
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P4:H~lfl>Ue
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Foglio
01-09-2014
6
1
H•. MmNGS'TRO MERCOLEDÌ LA RIFORMA DELLA SCUOLA
a Medicina
sbagliato>>
1
giusto,
BOLOGNA
che ha lo scopo di «dare alla scuola quella dignità che si è un po' appannata».
llNISEm~U\J"'Hi
«l'organico
sottodimensionato
crea solo danni»
SCHIVATI i remi generali, sui test
tuo figlio avrà un insegnante o se
a metà anno cambierà». E su questo punto, agli insegnanti non ancora stabilizzati, ha chiesto di avere fiducia: «Aspettiamo di arrivare a mercoledì. Credo che la fiducia nel governo sia meritata anche
su que.sto punto». Tra due giorni,
dopo lo slittamento dall'uftimo
Consiglio dei ministri, si avranno
notizie cene di una riforma frutto
di un lavoro «serio e rigoroso» e
d'ingresso alla facoltà di medicina il ministro ha invece affermato
di non ritenerli «il miglior strumento possibile». E ha parlato della necessità di cambiare il metodo
di selezione, senza però mettere
in discussione «il principio sacrosanto di programmare il numero
dei medici». Prima di scendere
dal palco, una battuta sul futuro
assetto del governo dopo la nomina europea di Federica Mogherini: «Nell'agenda politica del governo in questo momento non c'è
volontà di occuparci di poltrone».
Codice abbonamento:
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lA RIFORMA rinviata? «È stata
una scelta saggia quella di non accumulare troppi temi importanti». Problemi con il premier?
«Con Renzi c'è stato un lavoro comune di mesi». Senza mai scoprire troppo le carte su una riforma.
di cui sì saprà tutto solo mercoledì, il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, dalla Festa nazionale dell'Unità ieri pomeriggio
ha ricapitolato quelli che sono i temi sul tavolo dcl governo.
«L'organico degli insegnanti è sot . .
todimcnsionato», ha ammesso
dal palco, perché «se c'è una cosa
veramente dannosa, è quando a
· izio anno non sai se la classe di
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Stefania Giannini
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Quotidiano
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1/ 2
DIETRO lA LAVAGNA
Promesse e invidie,
la Giannini
diventò ministro
"patogeno"
Roselli li pag. 4
Stefania fa ombra a Matteo: dietro la lavagna
empi difficili per Stefania Giannini. Di cui, in
questo lungo mese di agosto, alla fine si ricorderà solo il topless sulle spiagge della V ersilia
(foto pubblicate da Chi). Forse si era montata la
testa.Forse pensava di avere con Matteo Renzi un
rapporto privilegiato. Niente di tutto ciò. Il ministro dell'Istruzione è stata bacchettata come
tutti quelli che hanno osato fare ombra al Re Sole
Matteo. E come Icaro, che voleva volare troppo
vicino al sole, si è bruciata le ali. Il protagonista
vuole essere lui. Renzi. E non sopporta che qualcuno si intesti alcunché. Tanto meno una delle
poche riforme che il governo sta portando a casa
in questi mesi. Quella della scuola. L'improvvida
ministra ha avuto la malaugurata idea di elargire
qualche anticipazione prima al meeting di Cl a
Rimini. E poi di far avere una bozza in anteprima
alla Repubblica. "I supplenti sono agenti patogeni.
Non fanno bene alla scuola. Ma non saranno eliminati fisicamente. Ci sarà una totale riorganizzazione degli organici", ha detto dal palco del
Meeting, offendendo tutti i supplenti d'Italia.
"Nel cdm del 29 agosto si procederà all'assunzione di 100 mila docenti tra precari e vincitori
dei concorsi", l'indiscrezione pubblicata sul quotidiano di Ezio Mauro.
Apriti cielo! Da quel momento da Palazzo Chigi
su di lei è calato il gelo. Renzi non l'ha più cercata
e non l'ha convocata nemmeno a un vertice dove
si parlava, per l'appunto, di scuola. "Con il ministro è tutto a posto", ha detto ieri il premier
durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi.
"Non ha partecipato all'incontro perché si teneva
al Nazareno e, a quanto ne so, la Giannini non ha
ancora preso la tessera del Pd". V abbè.
Il problema è tutto di comunicazione. Voleva essere lui ha illustrare i particolari della riforma. E
invece la Giannini l'ha bruciato. Così il premier
ha iniziato a fare le pulci al decreto. Sulle coperture. Che prima c'erano e poi sono scomparse. E
così, senza saldi a posto, è stato Giorgio Napolitano a consigliare il rinvio. "Troppa carne al
fuoco. Una cosa alla volta. Tutto deve essere a
prova di bomba", il ragguaglio del Colle. Riforma
rimandata.
Per questo l'uscita ieri del numero del settimanale Tempi con l'integrale dell'intervista al presidente del consiglio anticipata nei giorni scorsi
fa sorridere. Di fronte alle prolisse domande del
T
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Stefania Giannini
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direttore Luigi Amicone, il premier sulla scuola si
lasciava andare così: "Stiamo lavorando con il
ministro Giannini... Sarà una grande riforma ...
Ma non mi taccia dire di
più... ". Infatti c'è poco da dire.
POI Cl SONO STATE le uscite
del ministro ed è iniziato il
corto circuito. "La riforma
non si articola nella stabilizzazione dei precari, è l'assunzione di un patto con le
famiglie, con gli insegnanti.
Poi non sempre condivido
quello che dice la Giannini,
ma questo è un fatto diigiene
mentale", ha sottolineato ieri il premier. Ora
però, come per miracolo, le coperture (almeno un miliardo e mezzo) sono tornate.
"Tutto è pronto, i soldi ci sono.Non abbiamo
messo oggi (ieri, ndr) la riforma per evitare un eccesso di troppa carne al fuoco. La presenteremo
mercoledì", ha annunciato l'ex rottamatore. Insomma, continui stop and go. E dire che la Giannini finora aveva bruciato le tappe. Scoperta da
Silvio Berlusconi a una cena a casa di Luisa Todini,
l'ex Cavaliere le propose la candidatura a governatrice dell'Umbria alle Regionali del 2010. Poi
non se ne fece nulla. Ma da lì il seme della politica
ha iniziato a germogliare nella testa di questa professoressa di glottologia, che prima si è avvicinata
a Luca di Montezemolo e poi a Mario Monti. E
quando il Professore decise
di lasciare il timane di Scelta
Civica, ecco
comparire lei,
prendere la
scena e diven tare addirittura ministro.
Da ragazzina,
a Lucca, serviva gelati nel
negozio di famiglia. Meno male che Renzi
non ha chiamato lei ieri pomeriggio a preparagli il cono di
crema e limone.
del
destinatario,
non
068391
Roselli
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di Gianluca
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Quotidiano
IL FOGLIO
Data
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Foglio
30-08-2014
3
1
Renzi, l'economia e la storia della costruzione dei volenterosi
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alle dieci in punto l'Istat apre la
diga per far defluire gli ultimi
: WIE ES GESCHEHEN !SI' - DI MARIO SECHI
non c'è un euro da spendere o quasi. E poi·
ci sono le crisi internazionali e Renzi all'ora dei tg parla con il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, chiacchierata di
modesta entità che spazia "dall'Africa al
Medio Oriente", così informano i bollettini
d'agenzia ai quali ormai manca solo un tqcco poetico, un sobrio "Dall'Alpi alie Pirac
midi/dal Manzanarre al Reno". Martedì 26
agosto alle 10 in punto il cambio della bicicletta governativa s'inceppa nella lingua
di Francesco Paolo Sisto, deputato di Forza Italià che dà una martellata sulla prescrizione: "Il processo deve avere una durata ragionevole. Una paralisi della prescrizione al primo grado comporterebbe in
Italia un processo di secondo grado e di
Cassazione infinito". Non ha tutti i torti, chi
tocca i fili della giustizia resta fulminato. In
fase post-prandiale sul Moleskine resta impresso lo scatto d'orgoglio del militante.
Festa dell'Unità, lettera del segretario
Renzi: "Le priorità sono chiare. Non accettiamo lezioni". Sempre tosto. Ma alle 17 e
26. una velina di Palazzo Chigi fa suonare i
sistemi d'allarme: "Le bozze dello SbloccaItalia che stanno circolando sono scadute".
Ultima pagina del taccuino, nota a margine: "Yogurt legislativo". Sto per chiudere il
pezzo, è venerdì pomeriggio, il Consiglio
dei ministri è riunito, sul telefonino lampeggia un tweet che mi ha inviato il banchiere d'affari Guido Roberto Vitale: ''lirge
sostenere Renzi nella sua lotta per le rifor..
me". Siamo alla coalizione dei volenterosi.
Codice abbonamento:
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dati sull'economia italiana. E' il gong che
segnala l'apertura dell'Armageddon contabil~. Mezz'ora dopo il botto del cannone del
Gianicolo (alle 12 in punto, sparo a salve
dell'obice progettato nel 1914 dalla Skoda
per l'Imperial Regio Esercito Austro-Ungafico) dal Palazzo del Quirinale decolla
un comunicato: "Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto
questa mattina al Quirinale il ministro dell'Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan", Routine? Sì e no. Sì perché è imminente il Consiglio dei ministri; no perché
pdchi minuti dopo (ore 12 e 55) compare un
altro dispaccio che fa lampeggiare le spie
del sub-sonar: "Il Presidente Napolitano
hà avuto con il Ministro dell'Economia uno
scambio di vedute sulle prossime occasioni' di chiarimento e di intesa a livello eur<)peo (ad esempio in occasione della prossima seduta d~) per il rilancio della crescita dovunque in Europa. Nella ricognizione si sono considerate attentamente le importanti indicazioni contenute
nel discorso pronunciato dal Presidente
della Bee, Mario Draghi, a Jackson Hole".
Letto bene? Ecofin. Crescita. Draghi. Politica. Problema. Soluzione_ E' il segno che la
situazione italiana si sta deteriorando? Si,
ma il nocciolo della faccenda è l'ormai religiosa fiducia riposta in Draghi, quello che
nella copertina ice-cream dell'Economist
tira via l'acqua a secchiate dalla barca europea. Basterà? Vedremo. Sul taccuino restano gli scampoli di un pazzo agosto, con
tratti d'imprudenza psichedelica. Renzi
mercoledì 27 agosto ci casca con il tweet
del mattino, ore 6 e 20: "Non male questo fine settimana: gi"Qstizia, sblocca Italia, nomine europee, poi scuola e #millegiorni
#italiariparte #ciaovacanze''. Acme anticipatorio deluso quando la scuola sparisce
da Twitter il venerdì alle ore 6 e 52: "Oggi
giustizia e sblocca Italia. Domani vertice
europeo. Lunedì la presentazione ufficiale
#millegiorni con obiettivi e sito #italiariparte". Missing in action, come il ministro
dell'Istruzione, Stefania Giannini.
Sembra tutto più semplice sabato 23 agosto quando Renzi sventaglia al settimanale Tempi una raffica di ultimatum: "E' l'Italia che aiuta l'Europa, non l'Europa che
aiuta noi. Togliamo il Paese ai soliti che
vanno nei salotti buoni. All'Italia serve lo
spirito del maratoneta". Gajardo. E poi? La
settimana è andata avanti con altro passo
e spasso. Lunedì (25 agosto) Renzi inaugufa
l'hashtag #ciaovacanze con tanto di foto di
Palazzo Chigi all'alba: "Buon lavoro a chi
torna oggi in ufficio #ciaovacanze" e il ministro dell'Economia Padoan si presenta
alle 17 per conferire con il premier. Alle 18
e 26 esce da Piazza Colonna e si capisce che
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Stefania Giannini
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riproducibile.
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Quotidiano
Il Sole?]{! mmrn
Data
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Foglio
L
01-09-2014
12
1
Li L
Così il management
incontra moda e design
molteplici aspetti legati alla
vendita. Il master di primo
livello in socia! network
influence design, invece,
applica le competenze e la
teoria del design alle
community web e alla
gestione della reputazione
online. L'avvio delle lezioni è
a febbraio del 2015.
CONTAm UTILI
Istituto Marangoni
• www.istitutomarangoni.
com/it/corsi-di-moda/postgraduate
Politecnico di Torino
• master.universitari@polito.it
• https://didattica.po/ito.
it/master/
Poli.design
Sede: Milano
• segreteria@polidesign.net
• www.polidesign.net
Istituto europeo di design
Sedi: Milano, Roma, Torino,
Venezia, Firenze e Cagliari
• www.ied.it
Istituto superiore
di design
Sede: Napoli
• info@isdnapoli.it
• www.isdnapoli.it
Università
La Sapienza Roma
• ciao@uniroma.it
• www.uniromal.it
Bologna business school
• www.almaweb.unibo.it/internationalmba
• internationalmba@almaweb.unibo.it
Sempre a Milano, la Scuola
politecnica di design
organizza master in industriai
design, transportation-car
design, interior, mid-interior,
web e visual design. E
l'Istituto Marangoni ha
inaugurato a inizio 2014 la
nuova Design school nel
quadrilatero della moda, con
l'obiettivo di sviluppare la
creatività dei candidati
partendo dal concetto del
Made in Italy e dall'eredità
dell'artigianato italiano,
permeato di riferimenti
estetici forti sia nei confronti
della storia dell'arte che della
moda e del design italiani.
A Torino, il Politecnico
organizza il master di I livello
in interior, exhibit e retail
design; la scadenza per
iscriversi è il 17 settembre e le
lezioni andranno da ottobre a
luglio.
Anche l'università di
Bologna offre un Mba in
design, fashion and luxury
goods, ma chi non si è già
iscritto dovrà attendere un
anno per poter presentare
I'application. La Sapienza di
Roma organizza il master in
fashion studios, che si
propone di formare figure nel
campo della moda, attraverso
un percorso di studi storico,
artistico, sociologico e
semiologico. Scendendo nel
Mezzogiorno, l'Istituto
superiore di design di Napoli
organizza cinque master in
partenza a novembre 2014:
fashion design e styling,
interior design, graphic e
media design.
Codice abbonamento:
068391
Moda e design: due ambiti
in cui la specializzazione
accademica è fondamentale. I
master migliori offrono sia
l'occasione di indirizzare il
proprio percorso verso un
sentiero professionale
specifico, sia l'opportunità di
svolgere stage presso aziende
del settore.
Attivo sul campo è l'Istituto
europeo di design (Ied),
presente in Italia in sei diverse
sedi. I corsi sono numerosi e
ve ne sono sia in italiano sia in
inglese. Quattro i
macro-ambiti disciplinari:
moda, design, visual
communication e
management e
comunicazione. Tra i master
specifici, in partenza tra
novembre 2014 e marzo del
2015, vi sono ad esempio quelli
in fashion design, marketing,
communication e styling;
quelli in design management,
interior design e product
design; e quelli ancora legati al
cinema, alla fotografia e alla
gestione e comunicazione di
eventi e brand.
Tra gli istituti specializzati
vi è anche il Poli.design,
consorzio del Politecnico di
Milano. Tra le varie offerte
c'è il master in interi or retail
design and management,
organizzato a partire da
novembre in collaborazione
con Innova.com, la rete
formativa promossa da
Federmobili. L'obiettivo è
formare professionisti in
grado di gestire lo spazio e il
processo di di11tribuzione di
prodotti di design e di
qualità, governando i
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Lavoro e previdenza
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mmrn
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Il labmn
del. bonus
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l'OCCUpazl•One
DOVE CRESCERÀ L'OCCUPAZIONE
Assunzioni non stagionali previste dalle imprese
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01-09-2014
19
Foglio
1
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068391
cessario attendere le istruzioni dell'istituto.
Sempre legato alla categoria dei "giovani", c'è l'incentivo del Dl 76/2013, riservato
a soggetti "svantaggiati" e
correlato ad assunzioni a
tempo indeterminato o alla
•
stabili~zazione di lavoratori
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assunti con contratto a termine: la misura corr~spon~e
a un terzo dello stipendio
mensile lordo imponibile ai
fini previdenziali, con un tetAlessandro Rota Porta
to di 650 euro al mese, per 18
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previdenziali. Le domande
vanno presentate all'Inps e il
bonus è riconosciuto in base
all'ordine cronologico delle
domande: sul punto è però ne-
Pagina
Se un imprenditore vuole dare nuove opportunità di lavoro
non sempre può contare su bonus immediatamente fruibili
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Il Sole?]{!
Quotidiano
Quotidiano
Il Sole?]{! mmrn
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01-09-2014
21
1
I/INVESTITORE
SAGGIO
di Marco Liera
WELFARE,
DA PRIMATO
L'ESEMPIO
DIGUINNESS
che le aziende sono sempre
meno in condizioni di offrire
questa stabilità.Non mi pare
esistano facili soluzioni a
questo gap di aspettative.
D'altra parte, credo che in uno
scenano come quello attuale
sistemi di welfare aziendale
troppo paternalistici possano
creare una illusoria
percezione di sicurezza. A
m7no che nel welfare
aziendale non sia inclusa
anche una formazione al
cambiamento e al
miglioramento personale,
purtroppo assenti dal nostro
sistema scolastico.
. R:r·« ''" 'z""'' '""rn"'"A
Ritaglio
Lavoro e previdenza
@LieraMarco
& FAMIGLIA
•
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068391
N
nell'ince~tezza. Mala realtà è
Codice abbonamento:
ei giorni scorsi ho
visitato l'antico
birrificio
Guinness a
Dublino, nel quale fra
tecniche di fern1entazione
dell'orzo e piante di luppolo
ho appreso della
straordinaria tradizione di
welfare aziendale che fin dal
i9esimo secolo ha
contraddistinto l'azienda
irlandese (che ora fa parte
della multinazionale Diageo).
In un Paese dal quale
centinaia di migliaia di
disoccupati emigravano in
Nordamerica per cercare
miglior fortuna, i capi della
Guinness si preoccupavano
di dare ai dipendenti
abitazioni in locazione a
canone contenuto, mutui
casa a tassi agevolati,
assistenza sanitaria, piani
pensionistici, bonus per i
funerali, aiuti economici per i
figli sotto i 14 anni, mensa per
colazione-pranzo-cena, e
ovviamente, due pinte di
birra al giorno (solo per gli
uomini sopra i 21 anni), che
per i non interessati potevano
essere sostituite da un buono
acquisto nella cooperativa
interna. Non stupisce che le
dimissioni fossero molto
rare, anche perché i salari
erano superiori del 10-20%
alla media di Dublino. Mi
chiedo se sistemi di welfare
aziendale così generosi come
quello della Guinness
possano avere senso nelle
corporation moderne, dove le
parole d'ordine sono
flessibilità, disponibilità al
cambiamento, variabilità del
salario. Un numero
imprecisato di lavoratori
desidera stabilità nel
rapporto con il proprio
datore, perché ha poca
attitudine a vivere
stampa
ad
uso esc 1 usivo
·
del
destinatario,
non
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Quotidiano
Il Sole?]{! mmrn
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01-09-2014
32
1
La Cassazione consente un solo «extra» per l'attività domenicale
Turni festivi con bonus limitati
L'attività lavorativa prestata
di domenica in regime di turnazione non darebbe diritto alla
maggiorazione ex articolo 24 del
Ccnl 14 settembre 2000 del comparto Enti locali, ma solo a quella
dell'articolo 22, che compensa il
disagio derivante dalla diversa articolazione dell'orario di lavoro
i diurno, notturno o festivo. Con
due sentenze riguardanti i Comuni di Teramo e Chieti (numeri
7790/2014 e 13558/2014), la VI sezione della Corte di cassazione
: fissa il punto sulla questione del, la remunerazione del festivo infrasettimanale del personale in
turno della Polizia municipale.
Il distinguo
settimanale spetterebbe dunque il solo compenso previsto
dall'articolo 22 del contratto,
che stabilisce la misura delle indennità per il disagio derivante
dalla diversa articolazione
dell'orario di lavoro diurno, notturno o festivo. Le fattispecie
previste dai primi tre commi
dell'articolo 24 riguarderebbero
invece prestazioni di attività lavorative in giorni non lavorativi,
ossia eccedenti rispetto al normale orario di lavoro.
Le sentenze in questione si
pongono in contrapposizione rispetto all'orientamento espresso
dalla Corte di appello di Milano
con la sentenza 1102/2013, depositata il i8 gennaio 2014, nella quale,
ribaltando le valutazioni espresse in primo grado, i magistrati accoglievano le tesi della Polizia
municipale e delle organizzazioni sindacali, che rivendicavano la
Questione chiusa
La legge di stabilità 2014, sulla
scia della copiosa giurisprudenza derivante dalle sentenze dei
giudici del lavoro e della Corte di
cassazione, aveva disciplinato la
materia per le sole forze di polizia e forze armate, disponendo
l'applicabilità dell'indennità di
turno e non il compenso per lavoro straordinario maggiorato. Le
conclusioni cui giunge la Cassazione sembrerebbero dunque
chiudere definitivamente la questione sul cumulo delle indennità
per i lavoratori turnisti che effettuino attività l11vorativa in giorno
festivo infrasettimanale o domenicale (se il riposo è previsto in
un'altra giornata settimanale),
con espressa dichiarazione di rigetto del ricorso perché manifestamente infondato e condanna
alle spese di giudizio e accessorie
dilegge.
A.Gu.
Codice abbonamento:
068391
Secondo i giudici della Suprema
corte, la maggiorazione ex articolo 24, primo comma, rivendicata
nei ricorsi presupporrebbe l'esistenza di particolari esigenze del
servizio, ossia esigenze straordinarie che esulano dalla ordinaria
articolazione del lavoro e per le
quali viene richiesta la prestazione lavorativa nel giorno destinato al riposo settimanale. L'ipotesi
del cumulo non sarebbe sostenibile neanche richiamandosi al
quarto comma dello stesso articolo 24 iri quanto, anche in questo
caso, il lavoratore dovrebbe lavorare in ungiorno destinato ariposo settimanale.
D'altro canto, sempre secondo i magistrati, il tenore testuale
dell'articolo 22, comma 5, rende
palese la volontà delle parti collettive di attribuirè al dipendente, che presti attività in giorno festivo ricadente nel turno, una indennità con funzione interamente compensativa del disagio derivante dalla particolare articolazione del lavoro. Al personale in
turno nella giornata festiva infra-
cumulabilità dei compensi indicati negli articoli 22 e 24.
Ritaglio
Lavoro e previdenza
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Pag. 80
Quotidiano
Il Sole?]{! mmrn
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31-08-2014
8
1
Al Senato via il 3 settembre
Lavoro e delega Pa,
Le Camere ripartono
con due priorità
..................'::I ...............
Lavoro e previdenza
~
..............1:-'.....
......~
......
""'"~.._
...........
~
...........
Codice abbonamento:
068391
Marco Rogari
la di marcia occorrerà attendere
ROMA
la conferenza dei capigruppo
Non solo il decreto Sblocca- del 9 settembre.
Italia e quello per riformare la
La partita parlamentare siangiustizia civile varati dall'ultimo nuncia tutt'altro che scontata anConsiglio dei ministri, insieme a che sul convoglio delle riforme
un pacchetto aggiuntivo di Ddl istituzionali, trainato dalla locosul "penale". I riflettori di Came- motiva della riforma del Senato
ra e Senato, con le due Assemble che deve ora affrontare la seconche torneranno a riunirsi il 3 set- da parte del suo lungo viaggio altembre a Palazzo Madama e il4 a la Camera. L'avvio dei lavori doMontecitorio, si riaccenderan- vrebbe essere ufficializzato marno la prossima settimana, dopo tedì 9 settembre quando si riunila pausa estiva, anche su alcuni rà la Conferenza dei capigruppo
provvedimenti considerati cru- della Camera. Ma il cammino
ciali nella strategia di Palazzo più arduo è quello che potrebbe
Chigi per cercare di uscire dalla incontrare la riforma della legge
crisi come le due deleghe sul la- elettorale, al momento ferma in
voro e sulla Pa.
................................................................ I
Provvedimenti sui quali il rischio" alta tensione" è molto elevato. A cominciare dalla delega I temi caldi sono la legge
sullavoro, perno del Jobs act tar- elettorale a Palazzo
gato Renzi all'esame della commissione Lavoro del Senato. Il Madama e il nuovo Senato
ddl, che contiene anche il riordi- alla Camera, dove si riparte
no degli ammortizzatori e agisce da missioni di pace e F35
sul modello contrattuale con il
nodo articolo i8 tutto da sciogliere, nella prima parte dell'estate è commissione Affari costituziofinito di fatto in naftalina a causa nali al Senato.
La prossima settimana, dundel prolungarsi dei lavori
dell'Aula del Senato sul Ddl Bo- que, la macchina parlamentare
schi sulle riforme costituzionali. si rimetterà in moto. Anche se
Ora si riparte con la prima sedu- non è mancato qualche segnale
ta fissata in commissione Lavo- di attività già in agosto con la
ro il 4 settembre. Il ministro Po- convocazione dopo ferragosto
letti ieri ha ricordato che per il delle commissioni Esteri e Difecompletamento dell'iter di que- sa per il punto sulla situazione in
sto provvedimento «i tempi che Iraq e, soprattutto, con l'avvio
ci siamo prefissi sono entro la dell'iter alla Camera del decreto
chiusura della presidenza italia- legge Alfano contro la violenza
na in Europa, questo vuol dire en- negli stadi, che prevede anche il
ricorso al Daspo (divieto di actro la fine dell' ann0>>.
Un altro testo considerato cesso alle manifestazioni sporti"sensibile" è la delega Madia. La ve) di gruppo. Da un altro Dl,
delega è ad ampio raggio e toc- quello sul rifmanziamento delle
cando gli snodi vitali del pubbli- missioni internazionali di pace,
co impiego (dalla dirigenza ai e dalla mozione sugliF35 ripartitempi di lavoro e ai controlli) e rà il 4 settembre l'Aula della Caun suo eventuale insabbiamen- mera mentre il 3 settembre l'Asto equivarrebbe a un fallimento semblea del Senato riaccenderà
di tutta la riforma. Il provvedi- i motori dalle ratifiche di accormentoè all'esame della commis- di internazionali definite dalla
sione Affari costituzionali del Se- commissione Esteri.
nato e per conoscere la sua tabel© RTPROOUZ!ONE RISERVATA J
~el
destinatario,
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Il presidente Confindustria: scelte dolorose che portino alla crescita
Squinzi: situazione drammatica
serve un progetto per il Paese
Pronti a fare sacrifici, ma devono avere una prospettiva
Nicoletta Picchio
za, ha bisogno di una scossa. Salvo qualche miracolo, che mi auguro, anche quest'anno chiuderemo con un Pil negativo a -0,2
o -0,3%». La ricetta è una sola:
«Il governo deve prendere decisioni anche dolorose, che ci portino verso la crescita e il lavoro,
senza il quale non rivedremo il
progresso sociale ed economico». E non dobbiamo illuderci.
di una crescita rapida, dal momento che l'Italia arranca da
vent'anni.
RIMINI. Dal nostro inviato
È l'ultima domanda dell'intervistatore: da cosa può torna~
re la fiducia? Giorgio Squinzi lo
sintetizza in poche parole: «Dal
percepire che la politica abbia
una visione di futuro e sappia
dirci l'Italia dove va e dove vuole andare. Serve un progetto
per il Paese». È una necessità
impellente per il presidente di
Confindustria: «L'Italia vive
una situazione economica
drammatica, negli ultimi anni il
Paese sta distruggendo ricchez-
Confindustria. Giorgio Squinzi
rnn
Co11thma • pagina 2
Marco Fortis
presidente di Confindustria
~Siamo tutti pronti afare sacrifici, ma dol;>biamo avere una prospettiva
E dalle imprese che può tornare lo sviluppo, occorre creare un clima positivo»
«Crisi drammatica, serve un progetto»
RIMINI. Dal nostro inviato
~
Co11ti1ma da pagina 1
«Servono sacrifici, dovremo farli per anni. Non aspettiamoci miracoli. Gli italiani credo
siano pronti a farli, sono un popolo paziente, hanno subìto un
carico fiscale forte che non è
servito a molto. Io sono pronto, sono nato in questo Paese,
lavoro in questo Paese e ci credo. Ma i nostri sacrifici devono avere una prospettiva, una
visione di medio-lungo termine». Serve «una politica che ci
governi» ha incalzato Squinzi.
Il dato sulla disoccupazione
di ieri è un'ulteriore conferma
della situazione italiana: «Siamo tornati al punto peggiore,
al 12,7, con il 43% di quella giovanile. È un dato drammatico,
su cui riflettere». L'evoluzione del Pi1 in negativo della Ger-
.
'
marna non puo essere una s~u~
sa: «L?ro veng~no da 15 anm d1
cresc1ta magg~ore della_ nostra, da 0,7 all 1%,_ dobbiamo
gu~rdare al nostro mterno».
E dalle im~rese c~e può to:,nare la ?re~clt_a, hanpetuto pm
volt~ Squ.mz1, nell m~ervista
co~ 11 presidente della Compagma d~ll~ Opere'. Be~n~ar?
S~hol~,1enalMeetmgd1R1~1m. «Bisogn~ creare ~~r le imprese _un cl~ma positivo,. che
non s1 facciano scoraggiare.
Avere. un paese _no~male», ha
sottohneat~ Squ~nzi, c?n~ap~-
vole ~he la s1t1;1a~1one «e d1ffic1le, g~1annu~c1 ~1 scontran~ con
le d1fficolta d1 trovare nsorse». Ma alternative non ci sono e alla don;i~nda sull~ richieste alla politica ha .r~sp?sto:
«Serveprenderedeos10m,anche ?olorose: U? paese co? olt~e il 4:0% di disoccupazione
g10vamle non ha futuro». Confindustria farà la propria par-
Ritaglio
Lavoro e previdenza
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ad
te: «Non arriveranno critiche
corporative a qualsiasi misura
il governo vorrà prendere».
Qµale ruolo per i sindacati e
le associazioni? «Confindustria è il nocciolo produttivo
del paese, isomila aziende associate, circa 6 milioni di lavoratori. Abbiamo già presentato il nostro progetto per l'Italia
che può e deve crescere nel
gennaio 2013, un contributo
forte lo possiamo dare, dipende se il governo lo terrà in considerazione, noi lo auspichiamo». Bisogna fare interventi
per ritrovare la crescita.
«Bankitalia dice che le imprese non investono abbastanza.
Dobbiamo riprendere ad investirc di più, ma dobbiamo avere un contorno che ci spinga a
farlo». Bastano anche «cose
semplici», ha detto Squinzi, citando la nuova Sabatini, che
con 80-90 milioni di dotazione
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del
destinatario,
non
ha generato oltre 6mila domande e oltre 1 miliardo di investimenti. «Bisogna avere una visione non punitiva verso le imprese. C'è in Italia una cultura
anti-impresa che si è cristallizzata negli ultimi decenni», ha
detto Squinzi tra gli applausi.
Ed ha citato le parole del capo
del governo francese Manuel
Vallsagliimprenditori:«Undiscorso di apertura totale, da
noi non lo percepisco ancora».
C'è un «bisogno gigantesco
diriforme,nonsièfattoniente
negli ultimi 20 anni, dobbiamo
recuperare questo grande ritardo». E quindi intervenire
sul fisco: «Il carico fiscale è tra
i più eievati dei Paesi Ocse, scoraggia gli investimenti, anche
delle multinazionali, bisogna
fare una riflessione, non dico
arrivare al flat rate del 190;<, come la Polonia, che com1,mque
ha portato ad un aumento del
riproducibile.
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Squinzi: il governo prenda decisioni anche dolorose, che ci portino verso crescita e lavoro
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E non deve illudere il miglioramento dello spread: «Il merito non è nostro, ma è grazie alla liquidità dei mercati». Investire in innovazione, puntare
alla crescita è un impegno anche per l'Europa, che sta arrancando: «Sono un europeista totale, penso agli Stati Uniti d'Europa, occorre maggiore integrazione. Penso ad una Bee
con compiti da vera banca centrale, anche se Mario Draghi
sta già facendo azioni in questa direzione, e a una politica
europea su welfare, infrastrutture, fisco, energia».
Cuneo fiscale
In cima ai pensieri delle imprese
c'è sempre il taglio dell'Irap. In
occasione del varo del decreto sul
bonus Irpef-che ha iniziato a
ridurre l'lrap-, il Governo si è
impegnato a proseguire su quella
strada. L'occasione potrebbe
essere la prossima legge di
stabilità
Delega fiscale
Il decreto attuativo sulle
semplificazioni è già in
Parlamento ma il grosso delle
norme attuative della delega
fiscale deve ancora arrivare: dalla
codificazione dell' «abuso del
diritto» alla nuova disciplina degli
interpelli, alla revisione delle
sanzioni amministrativ.e e penali
Tempo indeterminato
Per le imprese è fondamentale
semplificare e rendere meno
oneroso il contratto a tempo
indeterminato. La tutela reale
prevista dall'articolo 18
dovrebbe applicarsi peri
licenziamenti nulli o
discriminatori e non applicarsi
ai licenziamenti collettivi
Statuto dèi lavoratori
Ènecessario poi adegua re il
diritto del lavoro alle nuove
realtà produttive nella logica del
modello europeo della
flexicurity. Per questo va
aggiornato il profilo del
mutamento delle mansioni e va
modificata, pure, la norma sui
controlli dei lavoratori
Ricerca e innovazione
Non sono ancora operative due
misure attese fin dal decreto
Destinazione Italia del dicembre
2013: il credito d'imposta per gli
investimenti incrementali in
ricerca e sviluppo e i voucher per la
digitalizzazione delle piccole e
medie imprese
Legge "Sabatini bis"
Concede finanziamenti agevolati
per l'acquisto o il leasing di beni
strumentali. Le richieste di
finanziamenti ammontano per ora
al,9 miliardi. Da verificare sul
campo la più recente norma sul
credito d'imposta per investimenti
incrementali in macchinari
DebitiPa
Il pagamento resta prioritario. È
stata completata la piattaforma
attuativa per la cessione dei crediti
alle banche con possibile
intervento di ultima istanza della
Cdp. Va accelerato l'iterdelle
risposte della Pa alle richieste di
certificazione dei crediti
presentate dalle imprese
Liquidità
Le misure predisposte per il lancio
d!!i mini-bond fin dal governo
Monti iniziano a dare i primi frutti.
Nei prossimi mesi si potrà valutare
l'incidenza del fitto capitolo per lo
sviluppo del credito non bancario
inserito nel.decreto competitività
Made in Italy
Le misure studiate dal Mise
nell'ambito dello "Sblocca Italia"
puntano a incrementare il budget
perla promozione del madein
Italy. L'obiettivo è favorire la
nascita di 22mila nuovi esportatori
in due anni e incrementare l'export
di 50 miliardi di euro
Investimenti esteri
Si punta ad accelerare l'attrazione
di investimenti esteri, dopo
l'attuazione incompleta del piano
Destinazione Italia. Sarà
accorpato il personale che oggi si
occupa dell'argomento in due
strutture diverse, owero l'Agenzia
Ice e Invitalia
le f{Jf1 RUDU7'.0Nt RISFRVATA
Ritaglio
Lavoro e previdenza
I provvedimenti àttesi dalle imprese
E
«Un Paese con il 43%
di disoccupazione giovanile
non ha futuro. Echiuderemo
quest'anno con un Pil
negativo a -0,2-0,3%»
1ru,.ci.;;J1w«v E
«Non ho mai frequentato
i salotti buoni della finanza,
ma gli uffici della mia azienda.
Dietro i successi del quarto
capitalismo c'è la famiglia»
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è soffermato sull'Irap in particolare,
«tassa iniqua, unica al mondo.
Nella mia azienda ho 490 ricercatori, in Italia paghiamo
l'Irap, all'estero per chi fa ricerca ci sono sgravi e incentivi».
Per questo non eravamo tanto
d'accordo, ha esplicitato
Squinzi, sul bonus di So euro,
«pensavamo che un intervento sul costo del lavoro sarebbe
stato meglio». Poi occorre una
riforma del mercato del lavoro, e dice bene il ministro del
Lavoro, Giuliano Po letti, quando parla dell'alternanza scuola-lavoro: «Lo sosterremo».
Inoltre occorre una riforma
della giustizia penale e civile,
per avere «certezza dell'applicazione del diritto». E la semplificazione burocratica. A
questo proposito il presidente
di Confindustria ha raccontato la propria esperienza: sette
anni per ampliare lo stabilimento di Latina.
Per crescere bisogna rimettere al centro l'impresa: «Siamo un Paese manifatturiero,
dobbiamo rendere le imprese
competitive». Squinzi si è soffermato sui commenti di questi giorni sul capitalismo italiano dei salotti buoni: «Non ho
mai frequentato i salotti buoni
della finanza, ma gli uffici della mia azienda. Anche la mia
Confindustria, la squadra che
ho, non ha frequentato i salotti
buoni». E ancora: «Non ho mai
creduto nell'ingegneria finanziaria, se non c'è una visione
chiara, una capacità di produrre in modo competitivo non
c'è stratagemma finanziario
che possa dare risultati».
Squinzi, raccontando la propria storia imprenditoriale, ha
sottolineato anche i valori del
capitalismo familiare: «Dietro
i casi di successo di quello che
viene definito quarto capitalismo e' è la famiglia». Tra gli insegnamenti di suo padre, c'è
quello che: «Non ci sono scorciatoie». Non ha scorciatoie
nemmeno l'Italia: «Dobbiamo
fare anni di austerità vera, tagliando la spesa pubblica per
investire in infrastrutture ericerca. Il Paese sta vivendo al di
sopra delle proprie possibilità
da 20 anni>>.
Rilanciare le infrastrutture
darebbe una spinta all'edilizia:
«Rappresenta il 12% del Pil, ha
perso il 60% della produzione,
va incentivata».
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50% del Pil». Squinzi si
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le riforme Giovedì in commissione al Senato l'esame della legge delega
Abrogazione o tutela crescente
Riparte il cantiere sull'articolo 18
La maggioranza (e i democratici) si presentano divisi
ROMA- Jobs act. Si ricomincia. Riparte giovedì in commissione Lavoro al
Senato l'esame della legge delega, interrottosi per la pausa estiva, ma anche per
l'emergere di divergenze in seno alla
maggioranza sull'articolo 4, il riordino
delle forme contrattuali che ha ricadute
sull'articolo 18. Il ministro del Lavoro,
Giuliano Poletti, ha ribadito che l'approvazione della delega avverrà entro la fine
dell'anno, in modo che i decreti discendenti dalla delega possano essere varati
nella prima parte del 2015.
L'invito di Draghi
Ma intanto intorno al tema delle riforme si va accendendo il dibattito interno
all'Unione Europea, soprattutto dopo le
parole del presidente della Bee, Mario
Draghi, che nel discorso a Jackson Hole
le ha invocate, collegando in qualche
modo a queste la possibilità di derogare
al rigore per il tempo necessario a implementarle. Nel frattempo il premier Matteo Renzi ha già annunciato un consiglio
straordinario a ottobre sulla crescita e
oggi illustrerà il programma dei mille
giorni che ha proprio come obiettivo lo
scambio tra riforme strutturali e flessibilità. La madre di tutte le riforme resta
quella del lavoro, come ha fatto notare lo
stesso Draghi quando ha sottolineato
che le riforme strutturali sul lavoro <<non
sono più rinviabili>>.
<<La prima scadenza - ha detto ieri il
viceministro dell'Economia, Enrico Morando - è la riforma del lavoro che si
trova già nella commissione del Senato,
poi dovrebbe arrivare la giustizia per la
quale sono stati approntati i decreti e i
disegni di legge relativi, quindi contiamo di concludere l'iter della delega fiscale».
dal lavoro. Qui però Renzi dovrà finalmente svelare la propria posizione sul
tema dirimente dell'articolo 18. Finora il
premier si è limitato a dire che non si
parlerà «solo» di articolo 18 ma di una
revisione dello Statuto dei lavoratori,
con ciò non svelando da quale parte stia.
La proposta Alfano
Le posizioni in campo sono sostanzialmente due. La proposta di Ncd, Angelino Alfano in testa, Se, PI e Svp, contenuta in un emendamento presentato a
luglio in commissione, prevede una delega al governo a presentare entro sei
mesi un decreto con un testo unico sem plificato sui rapporti di lavoro. Ferme restando le attuali forme contrattuali a termine, si interverrebbe sul contratto a
tempo indeterminato prevedendo per i
nuovi rapporti di lavoro l'assunzione in
prova per massimo tre anni senza le tutele dell'articolo 18. Quindi, dopo i tre
anni, chi venisse licenziato avrebbe diritto solo a un indennizzo economico, in
base all'anzianità di servizio.
La posizione del Pd
Dall'altra parte c'è la posizione del Pd,
secondo cui nella delega non è prevista
la modifica del contratto a tempo indeterminato. Si propone invece di introdurre un nuovo contratto d'inserimento
a tutela crescente, che prevede al termine
dei tre anni una decisione sull'assumere
o meno il lavoratore. Nel caso lo si assu ma, il contratto diventa a tempo indeterminato, dunque conserva la tutela dell'articolo 18, così come lo ha riformato la
legge Fornero. «Si-dovrà trattare di un
contratto meno costoso degli altri»,
chiarisce Cesare Damiano. Si pensa a un
credito d'imposta o a un taglio dell'Irap
per incentivarlo.
Sul punto il responsabile economico
Le priorità
del
Pd, Filippo Taddei, renziano, ha ri&co dunque il programma, che parte
chiamato due modelli di riferimento
possibili: la proposta Damiano-Madia o
quella Boeri-Garibaldi. Entrambi comunque prevedono che «oltre i tre anni,
il lavoratore accede all'articolo 18».
Come si vede, le posizioni sono distanti. Lo sono ancor di più se si pensa
che per Ncd si dovrebbe andare oltre
l'articolo 18 e abrogare anche le mansioni <<ln modo da consentire una reale flessibilità del lavoro», comé spiega il presidente della commissione del Senato,
Maurizio Sacconi. Anche su questo pun to Damiano si pone in netto contrasto:
«Non ci siamo. Possiamo riformare lo
Statuto dei lavoratori nella parte in cui
sono vietati i controlli a distanza perché
ormai la tecnologia li rende anacronistici, ma non il capitolo delle mansioni>>.
Confindustria e sindacati
La discussione è accesa E che il tema
sia caldo lo testimonia anche il pressing
esterno: ieri il presidente di Confindu stria, Giorgio Squinzi, ha auspicato che
si proceda nella direzione «del contratto
unico, che sia conveniente per le imprese
e i lavoratori», con questo volendosi
spendere a favore della revisione del
contratto a tempo indeterminato.
E i sindacati? <<Non capisco perché bisogna togliere l'articolo 18 - ha detto il
segretario della Cisl, Raffaele Bonanni
-. Solo perché non riguarda tutti i lavoratori? Casomai bisogna estenderlo a chi
non lo ha. Peraltro l'articolo 18 è stato
già riformato e bene. Perché non si ana lizzano gli esiti dalla riforma di due, tre
anni fa?». Un lavoro che in realtà il governo si è impegnato a fare. Intanto Poletti
rivendica come effetto del decreto entrato in vigore a maggio i dati del secondo
trimestre dell'anno che registrano un
aumento del 16,1 % dei contratti di apprendistato e l'incremento dell'l,4% dei
contratti a tempo indeterminato, la prima variazione positiva dopo due anni.
Antonella Saccaro
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•DRIPRODU710NE RISrRVATA
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I due fronti
Nella maggioranza Ncd, Scelta
civica, Popolari e Svp sono
schierati per l'abrogazione
Dall'altra parte il Pd, contrario
I dati
Paletti rivendica l'aumento dei
contratti di apprendistato (16%)
e a tempo indeterminato (1.4%):
effetto del decreto di maggio
I
I
Jobsad
È il provvedimento su!
lavoro del premier
Matteo Renzi. Il nome,
titolo in inglese del piano
per'il lavoro, deriva da una
'
proposta di legge di Barack
Obama: nel 2011 il
presidente americano
l'aveva presentata in un
discorso trasmesso in tv a
reti unificate. Il piano Usa,
che prevedeva una
riduzione della tassazione
sul lavoro, non è mai
diventato legge. Il governo
italiano ha presentato una
legge delega che conta di
far diventare operativa nei
primi mesi del 2015.
Attualmente il Jobs act,
nella parte già definita, si
trova allo studio della
commissione Lavoro del
Senato che si riunirà a
settembre con l'esame
dell'articolo 4 sul riordino
delle forme contrattuali
(oltre ai contratti a tempo
indeterminato e a tutela
crescente, restano
il tempo determinato,
l'apprendistato e quello
di somministrazione).
Altro tema cardine
Ritaglio
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per la commissione, la
discussione sul!'articolo 18
dello Statuto dei lavoratori,
la cui sospensione per i
primi 3 anni di contratto
per chi assume a tempo
indeterminato trova forti
resistenze nello stesso Pd.
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I conti Saranno dirottate le risorse per le opere ritenute non strategiche
Per far ripartire i lavori
700 milioni in due anni
Tagliati i fondi ai Comuni
Lupi: «Almeno 100 mila nuovi posti di lavoro»
poteri sostitutivi del governo in caso
di inerzia delle amministraiioni e delle conferenze di servizio, che a un
<<Piano Marshall» per il sistema Paese.
Aconfermarlo è il viceministro delle Infrastrutture, Riccardo Nencini,
specificando che, seppure ridimensionato rispetto all'idea originale, il
provvedimento «andrà letto in sinergia con la legge di Stabilità, che conterrà anche il Piano città, il progetto
"Seimila campanili" e alcune grandi
opere, come l'autostrada Livorno-Civitavecchia>>. Resta che, in assenza di
coperture, il governo ha giocato la carta delle semplificazioni e di piccole
iniezioni di capitale nel tessuto dei lavori pubblici fermi al palo. Vale ricordare che si tratta di lavori in parte già
finanziati e, quindi, anche modesti interventi possono giocare da innesco.
Facendo così entrare in circolazione
quella decina di miliardi di euro indicati da Renzi, durante la conferenza
stampa sul decreto.
Sbrigarsi è l'imperativo. Tanto da
stabilire che le opere saranno finanziate solo se «cantierabili» entro date
precise. Altrimenti non arriveranno
neanche i pochi soldi a disposizione. I
suddetti 200 milioni di euro serviranno a finanziare il passante ferroviario
di Torino (25 milioni), la terza corsia
Trieste-Venezia, la linea C della metro
a Roma e parte del sistema idrico Basento-Bradano in Basilicata, a patto
che gli operai possano entrare nei
cantieri entro il prossimo 31 dicembre. Il mezzo miliardo a disposizione
per il 2015 sarà, invece, distribuito su
un paio di dozzine di interventi pur-
ché i cantieri siano aperti entro il 31
agosto 2015. Nell'elenco ci sono, per
esempio, un lotto dell'Alta velocità
Verona-Padova, il terzo Valico dei Giovi in Liguria, il quadrilatero autostradale Umbria-Marche, il completamento della Linea 1 metro a Napoli, la
ferrovia Lucca-Pistoia, la tramvia a Firenze, la metro a Torino e il completamento della Salerno-Reggio Calabria.
Non basta. Sempre attingendo ai
500 milioni di euro il decreto stabilisce di finanziare le opere segnalate dai
sindaci alla Presidenza del Consiglio.
Ancora resta da decidere quanti soldi
andranno ai Comuni che li hanno richiesti per completare le opere in cantiere. Nell'ultima versione, su precisa
indicazione del ministero dell'Economia, a presidio dei saldi, i fondi da destinare ai Comuni sono passati da 36o
a 250 milioni di euro. Un'indicazione
che rende la misura di un provvedimento sprovvisto delle risorse necessarie. Più agevole, perciò, confidare
nelle semplificazioni e nei salti di passaggi burocratici per fare partire in
anticipo (nel 2015 anziché nel 2018)
due maxi opere come I'Alta velocità
ferroviaria Napoli-Bari, tra l'altro già
finanziata per 4,4 miliardi di euro, e il
collegamento ferroviario Messina-Catania-Palermo (valore 5,2 miliardi con
900 milioni già pronti). Più facile, ma
pure passibile di uno stop in sede eu ropea, auspicare e incentivare circà 10
miliardi di investimenti privati in infrastrutture autostradali, concedendo
in cambio un allungamento dei periodi di concessioni sulle reti.
Andrea Ducci
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ROMA - Subito 200 milioni e poi
mezzo miliardo nel 2015. Seguire il
flusso dei soldi suggerisce cosa potrebbe ottenere il governo con il decreto sblocca Italia. Secondo il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, «lOO mila posti di lavoro». In concreto il provvedimento metterà a
disposizione 3,89 miliardi, ma le risorse spendibili nell'immediato sono
di meno e contano soprattutto su 840
milioni di euro del Fondo revoche.
Vuol dire che i soldi destinati a opere
valutate non più strategiche verranno
dirottati sui cantieri inseriti nell' elen co dello sblocca Italia. I restanti 3 miliardi arriveranno dal Fondo di coesione europèo, relativo al programma
pluriennale 2014-2020.
Ai cantieri bloccati per assenza di
risorse, insomma, andranno subito
200 milioni, a cui vanno aggiunti i 500
milioni dell'anno prossimo. Ecco perché Paolo Buzzetti, presidente dell'Ance (Associazione costruttori edili),
ha gioco facile nel dire che, a dispetto
di una buona impostazione del decreto, «Se non ci mettiamo i soldi e non
facciamo ripartire le cose perché l'Europa ci blocca, i problemi restano tutti
lì». I 3,8 miliardi, in sostanza, «Sono
pochi» e non rappresentano «Uno
choc per l'economia». Le aspettative
sullo sblocca Italia, del resto, erano
elevate. Il premier, Matteo Renzi, aveva indicato che il pacchetto di misure
su infrastrutture e grandi opere
avrebbe mobilitato 43 miliardi di euro. Nei fatti il decreto somiglia più a
un congegno di innesco per cantieri
impantanati, tanto è vero che prevede
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1
Eil sindaco scrive aDio
"Liberami dall'a&5enteismo
dei dipendenti comunali"
61USEPPE BALDESSARRO
sto, mentre tanti altri stanno a
guardare in attesa che arrivi il
non sudato stipendio». Su 125
dipendenti comunali quelli realmente disponibili e impegnati
«non sono mai più di 2().25». Gli
altri? Esibiscono certificati mediciaraffica.Noncisonovigiliurbani, nessuno che cambi le lampadine dell'illuminazione pubblica, e anche le buche delle strade restano in attesa di qualcuno
di «buona volontà».
Ognivoltacheilsindacoalzail
telefono per chiedere a un dipendente di darsi da fare arriva
puntale la "malattia". Racconta
il primo cittadino: «Da mesi segnalo la rottura di un semaforo
in pieno centro, ma nessuno interviene». I controlli sull'abusi-
vismo edilizio? Non esistono. E
cdl personale addetto alla raccolta dei rifiuti continua a essere
colpitodaimprovvisemalattie».
Così Calabrese nei mesi scorsi si
è messo alla guida del pulmino
che accompagna i ragazzini diversamente abili, ha comprato
30 sacchetti di bitume a freddo
e, con il vice-sindaco e un unico
volenteroso operaio si è messo a
tapparelebuchenell'asfalto.Capitolo a parte quello dei vigili urbani. Sono sette, ma due non
possono stare in piedi più di 3
ore, unopuòlavoraresolodaseduto e gli altri non sono efficienti. Insomma, non c'è medicina
che tenga, per Calabrese serve
solo un miracolo.
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LOCRI. Non sapendo più a che
santi votarsi contro l' assenteismo dei dipendenti comunali ha
preso carta e penna e ha scritto a
Gesù. Lasingolareprovocazione
è del sindaco di Locri, Giovanni
Calabrese. Dopo denunce a carabinieri, finanza, Procura e un
numero impressionante di provvedimenti disciplinari senza esito, si è rivolto "all'Altissimo" per
chiedergli di porre fine alle «continue e ripetute condotte dei dipendenti comunali che immobilizzano l'apparato burocratico e
si comportano in maniera poco
correttasulpostodellavoro, tralasciando il senso del dovere».
Scrive: «Mi rivolgo a te non sapendo a chi altro rivolgermi».
Aggiungendo: «Sono costretto
ad affermare che solo una minima parte dei dipendenti comunali lavora in modo serio e one-
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Sul sito dell'Istituto disponibile il modello da utilizzare dal 1° settembre
Inail, certificati rinnovati
Cambia il modulo per malattie professionali
un mix di dichiarazioni e attestazioni da parte del medico
e dello stesso lavoratore inforvia la nuova certifica- tunato e va presentato all1nail
ione medica Inail per e al datore di lavoro, qualora
e malattie professio- un medico rilevi una malattia,
ali. Da lunedì pros- associata o ineno a uno stato
·simo, 1° settembre, cambia il
modulo 5-88-bis che serve al d'inabilità temporanea al lalavoratore per denunciare a· voro (sul modulo, infatti, va
Inail e datore di lavoro la sus- precisato se il lavoratore è o
sistenza di una malattia di tipo meno ancora al lavoro), per la
professionale, cioè di sospetta quale sospetti un'origine proorigine lavorativa. Lo comuni- fessionale. La compilazione di
ca l'istituto con una nota sul questo certificato medico non
sito internet dove è anche di- esime il medico dall'obbligo di
sponibile il nuovo modello.
inviarela denuncia e di segnaQuando serve. Il modello lare la malattia professionale
va utilizzato per comunicare alle direzioni territoriali del
la sussistenza di una malattia lavoro e alle aziende sanitarie
di sospetta origine professiona- locali (ai sensi dell'art. 139 del
le. In particolare, va adoperato T.u. Inail approvato dal dpr n.
sia come primo certificato, sia 112411965).
come certificato di continuazioIl modulo. Il nuovo modello
ne oppure come certificazione di certificato è predisposto in
definitiva o di riammissione tre copie: la copia A per l'lnail,
in temporanea. Il modulo è la copia B per il lavoratore as"
DI DANIELE CIRIOLI
~
sicurato all'Inail e la copia e
per il datore di lavoro.
La copia A e quella B sono
identiche e composte da tre
pagine contenenti:
•la pagina 1: dati anagrafici dell'assicurato e del medico
certificatore; diagnosi e informazioni sull'attività lavorativa e sull'agente/esposizione/
rischio che presumibilmente
hanno causato la malattia
certificata;
• la pagina 2: dati sensibili
riferiti allo stato di salute del
soggetto per i quali si applicano le disposizioni legislative in
tema di «privacy»;
• la pagina 3: dati identificàtivi del datore di lavoro,
anamnesi lavorativa e richiesta di accesso alle prestazioni
connesse al riconoscimento
della malattia professionale.
La compilazione della pagina
3 è a cura dell'assicurato e
deve essere resa al medico ai
fini della compilazione delle
pagine 1e2.
La copia C per il datore di lavoro è composta da due pagine
contenenti:
• la pagina 1: dati anagrafici dell'assicurato, dati anagrafici del medico certificatore; diagnosi e informazioni
sull'agente/esposizione che
presumibilmente hanno causato la malattia certificata dal
medico;
• la pagina 2: dati identificativi del datore di lavoro,
anamnesi lavorativa e richiesta di accesso alle prestazioni
connesse al riconoscimento
della malattia professionale,
forniti dall'assicurato.
Registro nazionale. L'lnail
precisa, infine, che le informazioni contenute nella prima
pagina alimentano il registro
nazionale delle malattie causate dal lavoro ovvero a esso
correlate (registro istituito ex
art. 10 del dlgs n. 38/2000).
i Cambia il «modulo _5-SS-bis» che
i serve a comunicare la sussistenza
!di una malattia di tipo professionale,
Icioè di sosnetta origine lavorativa. ,
:11n~uovom~cieìlo-enira in sllo<:laf,
.
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: 1 o settembre 2014
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Lavoro, fisco e burocrazia
le priorità dei mille giorni
..,.Governo pronto ad accelerare sulle riforme ...subito il Jobs act con il contratto a tutele
strutturali chieste da Draghi a Jackson Hole crescenti. Nuovi interventi su tasse ed evasione
LE PRIORITÀ
L'elenco delle priorità del nuovo
«cronoprogramma», Renzi lo ha
già elencato: lavoro, fisco, welfare,
a:;;ricoltura, pa. La sburocratizzazione e il riavvio delle opere pubbliche del decreto «sblocca-Italia»
approvato venerdì dal governo sono considerate il «calcio di inizio»
dei mille giorni. Dovrebbero servire a riattivare gli investimenti, il
vero buco nero che sta risucchiando il Pii. Accanto allo «sblocca Italia», nell'immediato verranno
mandate avanti altre tre riforme
«strutturali» ritenute ormai indifferibili: lavoro, fisco e pubblica
amministrazione. Non solo perché Renzi le ha annunciate come
già fatte a più riprese mentre in re-
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ad
GLI IMPEGNI
Il governo Renzi, insomma, deve
fare la sua parte perché Draghi
possa tenere fede a questa promessa altrimenti, come ha paventato
la banca elvetica Credit Suisse in
un su report, i mercati potrebbero
reagire negativamente con un
«sell off», una vendita massiccia,
dei titoli dei paesi periferici. Scenario da incubo per il governo. Il
jobs act, con l'introduzione del
contratto di inserimento a tutele
crescenti che elimina l'articolo 18
nei primi anni di lavoro, andrà
dunque portato a casa nel più breve tempo possibile. La scadenza di
fine anno, indicata da Renzi, è
troppo lontana. Probabile che si
cerchi di accelerare per licenziare
il testo entro il mese di ottobre per
poi emanare subito i decreti attuativi. Il jobs act non serve solo a dare una sponda a Draghi. Per Renzi
si tratta di uno strumento necessario a riportare il tasso di disoccupazione di nuovo sotto la soglia
del 10%, dopo l'ultimo balzo che lo
ha portato fino al 12,6%. La seconda riforma «strutturale» sulla quale Renzi si prepara a dare un segnale forte è quella del Fisco. Sia
sul fronte delle tasse che dei rapporti di cittadini e imprese con
l'Agenzia delle Entrate. Sul fronte
uso esclusivo
del
delle tasse il bonus di 80 euro sarà
confermato e reso strutturale. Nel
medio periodo le risorse dovranno arrivare non solo dai tagli di
spesa, ma sempre più dalla lotta
all'evasione. L'idea sarebbe di utilizzare ogni anno tutte le somme
recuperate dagli evasor'i per finanziare il «fondo taglia tasse» creato
proprio dal decreto Irpef, magari
inserendo nelle buste paga una voce ad hoc «introiti da lotta all'evasione». Insomma, una sorta di distribuzione annuale di un dividendo dalla caccia agli evasori che servirebbe anche a convincere i cittadini che si tratta di un obiettivo comune. Ma ciò che dovrà c'ambiare
sarà anche il rapporto tta Ftsco ei
cittadini. I primi due lia:S$el'li sDno
già stati messi, la nomina di Rossella Orlandi all'Agenzia delle entrate e il 730 precompilato per dipendenti e pensionati. I prossimi
passi «dell'umanizzazione» del Fisco ci saranno con la delega fiscale, altro provvedimento che da
tempo giace nei cassetti del ministero dell'Economia. Le sanzioni
saranno riviste, punizioni esemplari per chi froda il Fisco, ma mano leggera per chi fa errori formali
e magari è stato sempre un contribuente fedele. Sempre sul fronte
delle tasse qualche ulteriore buona notizia potrebbe arrivare anche per le imprese. Dopo i 2,3 miliardi per la riduzione dell'Irap,
potrebbero arrivare altri interventi sul cuneo fiscale, magari attraverso una fiscalizzazione dei contributi all'Inps. Nei mille giorni saranno messe in cantiereanclle altre riforme, dal welfare all'agricoltura. Ma i mercati, per ora, sono
concentrati su scadenze più brevi.
Perché, come diceva il grande economista John Maynard Keynes, è
inutile guardare troppo lontano,
perché tanto nel lungo periodo saremo tutti morti.
Andrea Bassi
destinatario,
non
068391
ROMA Non più sprinter. Ma nemmeno maratoneta. Il mezzofondo,
forse, potrebbe essere la disciplina giusta. Non correre a perdifiato
per cento metri, ma nemmeno ar.i:ancare per 42 chilometri. Giusta
distanza e passo adeguato. Matteo
Renzi è pronto a rivedere il suo
crono programma,
spostando
l'orizzonte delle riforme ai prossimi mille giorni. Il velo sui nuovi
impegni sarà alzato domani. A Palazzo Chigi i più stretti collaboratori di Renzi da settimane lavorano al piano, soprattutto quello economico, che dovrà convincere
molti osservatori djvenuti nel frattempo scettici sulla reale capacità
del governo di riuscire a riformare
l'economia slegandola dai lacci e
lacciuoli che la frenano. Insomma, in grado di dare quella «scossa» che solo due giorni fa il presidente degli industriali Giorgio
Squinzi ha chiesto al premier dopo gli ennesimi disastrosi dati su
occupazione e deflazione.
altà sono ancora tutte nelle sabbie
mobili di Parlamento e ministeri.
Ma soprattutto perché sono quelle
evocate nel discorso di Jackson
Hole da Mario Draghi. Discorso
nel quale il governatore della Bee
ha lasciato intendere di essere
pronto ad un Quantitative easing,
un'immissione di liquidità nel
mercato attraverso l'acquisto di titoli di Stato. Una misura in grado
di risollevare l'Europa, ma soprattutto l'Italia, dalla deflazione e dalla disoccupazione.
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Quotidiano
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Foglio
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Data
I punti
La sburocratizzazione
il calcio d'avvio del piano
Il primo tassello del
cronoprogramma dei
mille giorni che
partirà ufficialmente
domani, è il decreto
«Sblocca Italia» con le norme
sulla sburocratizzazione. Nei
futuri provvedimenti sulla Pa
verranno inseriti altre
semplificazioni.
Contratto a tutele crescenti
contro la disoccupazione
Iljobs act con il
contratto a tutele
crescenti è
considerato la vera
priorità del governo. Il
provvedimento è fermo in
Senato bloccato proprio sulla
discussione delle garanzie. Il
governo punta ad accelerare la
sua approvazione.
Palazzo Chigi
Bonus di 80 euro e nuovi
sgravi per le imprese
Il bonus da 80 euro
sarà confermato e
reso strutturale con la
legge di Stabilità. Così
come gli sgravi Irap
per le imprese. Per queste
ultime potrebbero arrivare
nuove misure di riduzione del
cuneo fiscale.
Lotta serrata all'evasione
ma il Fisco sarà più amico
Il recupero
dell'evasione e il
rapporto tra Fisco e
contribuenti sarà uno
dei capitoli cruciali.
L'ipotesi è di restituire il gettito
della lotta ali' evasione nelle
buste paga dei lavoratori che
già hanno ottenuto il bonus di
80euro.
T,avoru, fisco e burocrazm
le pnonta dei mille g10rrn
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1
LA RIFORMA DI FRANCESCHINI
Adesso la «Cultura»
.' autonoma
e' p1u
Ma corporazioni
esindacati restano forti
Luca Nannipieri
chitettonici}; le direzioni regionali ventrasformate in segretariati regionali con funzioni puramentecoordinatricie amministrative; 20importantirealtàmuseali avranno autonomia tecnica e contabile; vengono istituiti 17 poli
museali regionali e una nuova Direzione generale dei Musei.
Pur nella buona fede della riforma le
go~o
ulladiepocalepurtroppo. Lariforma del ministero dei Beni
culturali e del turismo, approvata dal Governo e ripresentata ieri dal
ministro Dario Franceschini va nella
direzione opportuna di aggredire l' elefantiaco apparato che gestisce la cultura, ma non ha il coraggio di affondare i
denti nella carne. Alcuni cauti passi in
avanti sono stati fatti, ma la rivoluzione
è lontana. Il testo finale è sostanzialmente lo stesso di quello ufficializzato
?a.Franceschini due mesi fa, segno che
il tira e molla tra Renzi e il ministro non
ha sortito l'effetto di stravolgerelariforma per renderla più bellicosa nei confronti delle corporazioni e dei sindacati
cheincaglianoilsettore.Difatto,lanuovariorganizzazione del Ministero snellisce la sua amministrazione con untaglio di37 figure dirigenziali, unariduzione delle soprintendenze per accorpamento (si do".febbero così sopprimere,
s~~ondolepnmeanalisi,38ufficiperife­
sto c'è scritto che «sono individuati i
rr:usei e i ~uoghi della cultura la cui gesti~nepuo essere affidata a soggetti priv~ti», ma non si elencano quali, e va da
secheuncontoèlasciareaiprivatiilmuseo di Canicattì, un conto è il Colosseo.
Poi viene conferita a 18 noti musei
(Uffizi, GalleriaBorghese, etc ... ) e a2 soprintendenze speciali (Pompei, Roma) la possibilità che i direttori siano
scelti «tramite selezione pubblica anchetrainterni o esterni all'amministrazio:ie», ma non si capisce con quali criten e chi li sceglie. Se il direttore deve
avere, per curriculum, pena l' esclusione, unalaureainStoriadell' arte, dimentichiamoci che i manager si mettano a
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ncmel settore beni storico-artistici e ar-
perplessitàsonotante.Anzitutto,nel~e­
dirigere gli Uffizi o Pompei, perché verrebbero di fatto esclusi.
Inoltre rimaneil Codice dei Beni culturali: il ministro Franceschinidice che
adesso i privati possono investire nella
cultura. Ma quali privati, quali aziende,
qu~li?anche, potranno mai trovare appetibile, per profitto, un patrimonio artisticoseilCodicedeiBeniculturalicontinuaad assegnare poteri esclusivi e arbitrari al soprintendente, il cui giudizio
sulla tutela è insindacabile, se non avviando una cavillosa procedura di una
«commissione regionale di riesame»?
Se due musei si vogliono prestare un
quadro, anche di seconda mano 1 il soprintendente finora decide se sì o no
con quali tempi e in quali modi. Vi im~
maginate possibili investitori e banchieri, abituati alla snellezza della contrattazione privata e del mercato, interagire con queste capziose procedure?
Scapperebbero quasi tutti, come fanno
oggi.
.Finc~éil Codicerimaneintatto, il patnmomoculturalerestasostanzialmente in mano a corporazioni, veti sindacali e apparati.
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Dopo 55 anni siamo di nuovo in deflazione
Idati Istat: prezzi giù dello 0,1%. Si aggrava la crisi occupazionale
Persi in media mille posti di lavoro al giorno. In tutto 3,2 milioni di disoccupati
•Venerdìneroperl'economiaitaliana. I dati Ista t diffusi ieri su disoccupazione, inflazione e crescita
consegnano un quadro poco rassicurante da cui emerge che l'Italia è
in recessione e, per la prima volta
dal 1959, anche in deflazione. Mentre continuano a calare i posti di lavoro.
Secondo i dati dell'Istat la disoccupazione è tornata a salire a luglio
con un balzo al 12,6%, 0,3%in più di
giugno e 0,5% in più rispetto a luglio dell'anno scorso. I disoccupati
italiani sono 3 milioni e 220mila, in
aumento di 69mila unità da giugno
a luglio e l 43mila in più rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Gli
occupati calano al ritmo di oltre mille al giorno: in totale, informa
l'Istat, gliitaliani che hanno un lavoro sono 22 milioni 360mila, 35mila
in meno rispetto a giugno. In lieve
calo invece la disoccupazione giovanile: i disoccupati tra i 15 e i 24
anni, informa l'Istat, sono 705mila
a luglio.
Il dato sull'occupazione non è il
solo ad essere negativo: a luglio frena ulteriormente l'andamento dei
prezzi e si conferma il Pil negativo
nel secondo trimestre. Sul fronte
crescita, così come previsto ai primi di agosto, l'Istat conferma infatti che l'Italia è in recessione: dopo il
-0,l %segnatoneitragennaioemarzo infatti, il Pil del secondo trimestre è negativo dello 0,2%.
Che l'economia sia ferma emerge da tutti gli indicatori: nel secondo trimestre infatti, i consumi finali
hanno registrato una variazione
nulla, sintesi di una crescita dello
O, 1% della spesa delle famiglie e di
un calo dello O, 1% della spesa della
Pubblica Amministrazione e delle
Istituzioni Sociali Private, mentre
gli investimenti fissi lordi sono diminuiti dello 0,9%. Le importazioni
sono aumentate dell' 1%, le esporta-
zioni dello O, 1%.
L'Italia entra infine in deflazione. Ad agosto, secondo le stime preliminari comunicate dall'Istat, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività, al lordo
dei tabacchi, aumenta dello 0,2% rispetto al mese precedente e diminuisce dello O, 1% su base annua (era
+0,1 % a luglio). Si trattadella prima
volta dal settembre del 1959, quando però la crescita del Pil del periodo del boom economico era decisamente più alta di quella attuale e
avanzava a un ritmo medio del 5%
annuo e proprio 55 anni fa arrivò al
7%. «La situazione è drammatica,
serve una scossa - dice il presidente
di Confindustria, Giorgio Squinzi Anche quest'anno il dato del Pil sa rànegativo. Il governo deve prendere misure, anche dolorose, ma che
ci riportino alla crescita. Tutti dobbiamo avere la contezza che si vive
al di sopra delle nostre possibilità e
perciò dobbiamo fare sacrifici».
R.E.
Giorgio Squinzi
Giuliano Poletti
Per il ministro del
Lavoro il dato sulla
deflazione è colpa
degli effetti negativi
della coda della crisi
internazionale
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Il presidente di
Confindustria chiede
al governo di dare una
scossa e di fare
sacrifici per riportare
il Pii a crescere
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IL~MA.TTINO
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1
Il
Palazzo Chigi, ecco il il codice etico per i dipendenti
Vietati i regali ad eccezione
di quelli di modico valore
Cautela per i social network
LucaCifoni
ROMA. Niente regali, o quasi. Vincoli rigidi per gli incarichi esterni pur
se gratuiti. Ma anche molta attenzione nell'uso dei social network e
obbligo di comunicare la propria
adesione ad associazioni, comprese quelle riservate. Quello che un
dipendente della presidenza del
Consiglio dei ministri può o non
può fare è scritto in un codice di
comportamento di una decina di
pagine, che ovviamente non sostituiscono leggi e contratti in vigore
ma danno indicazioni più dettagliate. In alcuni casi, molto dettagliate:
vengono regolamentate ad esempio anche le modalità di permanen za nei corridoi.
Per le violazioni più gravi è prevista la sanzione del licenziamento.
Il testo è appena arrivato sul sito di
Palazzo Chigi, ma formalmente
non è ancora in vigore perché non
c'è il previsto via libera del comitato unico di garanzia: i sindacati del-
la presidenza hanno abbandonato
la riunione che trattava il tema,
mettendo in discussione la terzietà
di questo organismo.
Molte delle norme sono finalizzate, sulla carta, a prevenire i casi di
corruzione. Sono previste una serie di azioni di monitoraggio, con il
coinvolgimento dei dirigenti, ed al
dipendente che denunci un illecito
è garantito il diritto all'anonimato.
Ma ci sono poi prescrizioni specifiche relativamente ai regali. Il dipen dente non potrà in nessun modo
chiederne (anche se di modico valore) e non potrà accettarli né da
soggetti coinvolti nelle attività
dell'amministrazione né dai subordinati, con l'eccezione di quelli
«d'uso di modico valore», nell' ambito «delle normali relazioni di cortesia e delle consuetudini internazionale». La soglia del modico valore non è specificata in questa sede,
mentre è esclusa esplicitamente la
possibilità di accettare qualsiasi importo in denaro. I doni che non
rientrano in queste regole devono
essere messi a disposizione per essere restituiti o devoluti in beneficenza.
Ampio il capitolo sui possibili
conflitti di interesse: c'è l'obbligo di
informare i superiori su tutti i rap-
porti di collaborazione con soggetti privati intrattenuti negli ultimi
tre anni, ma anche quello di dichia rare «la propria adesione o appartenenza ad associazioni o organizza zioni, a prescindere dalloro carattere riservato o meno, i cui ambiti di
interesse possano interferire con lo
svolgimento dell'attività dell'ufficio». Insomma, chi fosse iscritto alla massoneria dovrà farlo sapere;
l'obbligo invece non vale per l'adesione a partiti e sindacati.
È vietato lasciare la sede in cui si
presta servizio, salvo «motivate esigenze e casi regolarmente autorizzati». In ufficio però non si potrà
«sostare negli spazi comuni in assenza di motivi di ordine lavorativo
e usare un tono di voce o un linguaggio impropri». Ed è interdetta
la diffusione, anche su social
network, di informazioni di cui si è
a conoscenza per ragioni d'ufficio».
Fuori dall'ufficio, il dipendente
non potrà «sfruttare né menzionare la posizione che ricopre nell' amministrazione per ottenere vantaggi o utilità». Sono incluse specificamente le «relazioni extralavorative
con pubblici ufficiale nell'esercizio
delle loro funzioni»: si vieta insomma di fare ricorso al classico «lei
non sa chi sono io».
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prescrizioni
Finito il tempo
dell'immancabile
«lei non sa
chi sono io»
Limiti anche sulla
permanenza
nei corridoi
Online Sul sito della Presidenza
del Consiglio il nuovo codice etico
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L'editoriale
PERCHÉ PIÙ STATO
E PIÙ TASSE FANNO
PIÙ ILLEGALITÀ
Alessandro Barbano
U
n distributore all'ingrosso di prodotti alimentari per conto di una
multinazionale fattura ai commercianti
romani poco più della metà della merce
consegnata. La restante parte viene ceduta e pagata in nero e rivenduta poi al
dettaglio ai consumatori senza scontrino, garantendo ai negozianti introiti no
tax. Con le somme non dichiarate, a sua
volta il distributore accantona fondi fuori bilancio, che utilizza per corrispondere, ancora in nero, una parte del salario ai
suoi dipendenti, i quali per il fisco perce-
piscono uno stipendio netto di milleduecento euro al mese, in realtà ne mettono
in tasca milleottocento. Se non accettassi questa prassi illegale, si giustifica il distributore, perderei almeno la metà dei
miei clienti commercianti.
Sempre a Roma, dove il mercato della
piccola impresa edile è in buona parte in
mano agli stranieri, un carpentiere romeno, messosi in proprio, ha trasferito a Bucarest la sua ditta di servizi per l'Europa,
e pur vivendo da anni in Italia e godendo
della sanità e della scuola italiane per sé
e per la sua famiglia, dichiara i redditi in
Romania, dove a suo dire sono tassati al
3 per cento fino a 100 mila euro. Di più,
utilizza muratori romeni, che vivono anch'essi da anni nell'hinterland di Roma,
ma figurano come trasfertisti e costano
al loro datore35 euro al giorno, molto meno della metà di un dipendente italiano.
In un paese vicino a Napoli un'impiegata presso un'agenzia di assicurazioni riceve ogni mese uno stipendio di milleduecento euro con regolare busta paga. Poi
ne preleva con il bancomat seicento,
cioè la metà, e li restituisce al suo datore
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di lavoro. Quando il governo ha integrato il suo salario con il bonus di 80 euro, ha
dovuto litigare con il «padrone», il quale
pretendeva di tenerli per sé, portando a
680 euro la quota di restituzione occulta.
La ragazza non ha mai pensato di denunciare l'estorsione subita: sa che perderebbe il lavoro e soprattutto perderebbe
la possibilità di essere assunta altrove,
poiché non poche sono le sue conoscenti a cui tocca la stessa sorte.
I tre casi qui raccontati, verificati personalmente da chi scrive, dicono meglio
di qualunque report dell'Agenzia delle
Entrate quanto l'evasione sia capillare e
trasversale a ceti e contesti i più diversi.
Tanto da far apparire un'ipotesi verosimile l'iperbole per cui in Italia froda il fisco chiunque può.
La prima conseguenza di ciò è il dilatarsi di un sistema degli scambi in cui la
moneta circola fuori dal sistema del credito. Ciò significa che c'è sempre più gente che non porta i soldi in banca, o ne porta solo una parte. Poi, magari va a Parigi o
a Londra e fa shopping in contanti.
>Segue a pag. 54
E qui il «nero» rivela una delle sue funzioni classiche: occultare la ricchezza
in un momento in cui la macchina dei
controlli fiscali si è fatta più occhiuta,
almeno a parole, graziealle banche che
tracciano la liquidità dei clienti oltre
certe cifre.
Mac'èancheunsecondoeffetto,meno visibile eppure più rilevante. Nello
spalmarsi tra tutti i livelli della filiera
produttiva e commerciale, cioè dal consumatore al dipendente, fino all'impresa, l'evasione svelalasuafunzione surrettizia di ammortizzatore sociale. Di
fronte alla contrazione del lavoro e dei
salari ufficiali, che attanaglia la famiglia
italiana ormai da anni, che cosa accadrebbe se venisse meno questa riserva
occulta di reddito? Il dipendente del distributore romano, che dichiara milleduecento euro guadagnandone milleottocento, mentre sua moglie non lavora più, non potrebbe permettersi di pagare la palestra del figlio o il cinema e la
pizza nel week end. Il suo datore di lavoro dovrebbe rinunciare al motoscafo e
alla settimana bianca. E i commercianti della filiera, stritolati dai crescenti tributi locali, senza esborsi ed incassi in
nero forse dovrebbero chiudere battenti. Lo stesso può dirsi per il padroncino romeno, che rinuncerebbe alla
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combatterla è comprendere a pieno la
sua supplenza finanziaria, cioè la sua
risposta a una domanda di evasione
che giunge dal basso della scala sociale
e che alimenta il sistema. Redditi bassi
e servizi pubblici scadenti sono amici
dell'illegalità.
Il secondo passo attiene ai rimedi
per così dire repressivi: i blitz di Cortina e una stupida caccia ai ricchi demonizzano il lusso e deprimono il made in
Italy, ma non portano nelle casse dello
Stato altro che faldoni di contenziosi.
Allo stesso modo c'è da chiedersi se
regga al rapporto costi-benefici il controllo pervasivo e capillare su aziende
e lavoratori, che fa giungere da qualche anno migliaiadi accertamenti nelle
case degli italiani, anche degli unici dipendenti ad alto reddito che denunciano l'interoammontare dei propri introiti. Così l'impegno della macchina statale si traduce in un gigantesco sforzo burocratico, con dispiegamento di uomini e tecnologie, senza che la quota del
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del
destinatario,
recupero fiscale superi mai la soglia degli 11-12 miliardi di euro all'anno. Briciole se confrontate con la stima
dell'evasione in Italia, che ammonta a
180miliardisecondol'Ocse.Nell'azienda del distributore romano, citato
all'inizio dell'articolo, i finanzieri hanno trascorso quattro settimane, spulciando tra fatture e libri di impresa, senza rilevare alcunché. Perché, se l'intera
catena commerciale collude nell' occultare il reddito, questo scorre sotto traccia come un fiume carsico, di cui si sente al più il rimbombo ma non si individua l'alveo.
È l'ora di risalire alla sorgente. Cioè
comprendere che ad alimentare il nero
ruscello è anzitutto la tassazione usuraria che lo Stato impone ai cittadini. E
che rappresenta un incentivo ad affrontare il rischio dell'evasione, garantendo cioè che il suo «premio» risulti alto.
Tagliare la pressione fiscale vuol dire
ridurrei! vantaggio dell'illegalità rispetto al rischio costante di essere scoperti. Ma la sfida non si vincerà mai se non
si spezza la complicità occulta e condivisa di una larga parte del corpo sociale. Cioè se non si impone un contrasto
di interessi tra chi cede e chi compra,
trasformando il diritto-dovere a pretendere scontrini e fatture in un vantaggio
per il singolo. Se ne parla da anni, guardando alle esperienze di altri Paesi dove il contrasto d'interesse e una bassa
pressione fiscale sono le coordinate di
non
riproducibile.
Pag. 97
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Alessandro Barbano
sua partita Iva per slittare nel vecchio
ruolo di dipendente, e per i suoi operai,
che forse tornerebbero in patria o sarebbero indotti all'illegalità per sopravvivere.
Che vuol dire tutto ciò? Che I' evasione dissimulata di massa è l'altra faccia
di una «declino agrodolce», un welfare
oscuro e ambiguo che redistribuisce il
pranzo dei poveri. Il primo passo per
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Perché più Stato e più tasse fanno più illegalità
Quotidiano
IL~MA.TTINO
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31-08-2014
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unsistemadilegalitàincuil'evasioneè trollisiinaspriscono,convincendoicit- ti le ragioni del contratto sociale, che
l'eccezione e non la regola. Ma poi si fa tadini a proteggersi in trincea contro lo l'Italiahafinito per esprimere in una fori! contrario: la fiscalità cresce e i con- Stato. Con l'effetto di sovvertire nei fat- mula tutta sua: più Stato, più illegalità.
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Sangalli: basta prudenza, per salvarsi
seivono tagli alla spesa e meno tasse
Il presidente di Confcommercio:
le imprese sono senza credito
e al Sud stmmo affogando
Alessandra Chello
Basta con la prudenza e con i toni soft.
Questo è il momento delle scelte coraggiose: o il governo taglia la spesa
improduttiva o coleremo a picco. Questo è l'ultimatum di Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio.
superare la crisi e non sostengono gli
investimenti. Basti pensare che solo
due aziende del terziario su cento a
Sud negli ultimi tre mesi hanno
ottenuto credito dalla hanch C».
Secondo lei, dove ha sbagliato il
governo?
«È ancora in tempo per recuperare
una situazione drammatica e per
rispondere alla emergenze
economiche e sociali dcl Paese. Ma
deve fare presto e bene. Deve
abbandonare la prudenza, avere il
coraggio anche di scelte impopolari
ma deve mettere il Paese sui binari
della crescita. Se non cresciamo i
problemi non solo non si risolvono
ma si acuiscono. E come stiamo
vedendo in queste ultimi giorni la
spirale depressiva della nostra
economia e già partita. La deflazione
era nel!' aria da tempo così come il
calo di fiducia delle famiglie.
Insomma, non ci possiamo più
accontentare di avere un Pii tra meno
e più zero virgola. Anche perché solo
Il governo
Può ancora recuperare
ma deve fare presto
lo sblocco dei cantieri
solo un primo segnale
'
Il fisco
Non è possibile pagare
tributi tre volte, il record
della pressione va perduto
altrimenti non c'è speranza
con la crescita potremmo
scongiurare le ipotesi di una manovra
correttive».
Quali misure dovrebbe adottare?
«La via è obbligata: il taglio della
spesa pubblica improduttiva per
liberare le risorse indispensabili
necessarie ad abbassare le tasse su
imprese e famiglie. L'Italia deve
perdere al più presto il record di
pressione fiscale al mondo: le tasse si
pagano tre volte, come imposta come
burocrazia e come incertezza. I
provvedimenti varati dal cdm
venerdì, soprattutto lo sblocco delle
opere canticrabili per 10 mld e
innegabile che vanno nella giusta
direzione, ma con una incognita,
quella di verificare i reali effetti della
misura, che comunque riteniamo
vada accompagnata con altri
provvedimenti».
Gli imprenditori del commercio
sono quelli maggiormente colpiti
dalla recessione...
«Infatti. O si ricostituisce il reddito
delle famiglia fermo agli anni
novanta, oppure questo Paese è
destinato a rimanere fermo. Se non si
fa respirare la domanda interna che
per consumi e investimenti vale 80%
dcl Pii non c'è speranza di tomere a
crescere. Perché deve essere chiaro a
tutti che il manifatturiero da solo non
basta.Abbiamo bisogno di una
crescita robusta di tutti i territori. Gli
imprenditori soprattutto quelli del
commercio, dcl turismo, dci trasporti
la loro parte la fanno da tempo
tirando la cinghia e sperando di
superare la crisi che continua a
picchiare duro e per non chiudere
chiedono di rateizzare le imposte pur
di tenere in piedi l'attività. Che altro
dovrebbero fare? Il bonus degli 80
euro poteva fare da stimolo ai
consumi, ma purtroppo perii
momento non ha raggiunto
lobiettivo. Come confermato
dall'Istat per le vendite di giugno e
landamento dei saldi diffuso da
Federmoda Italia, la nostra
federazione di settore».
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Si aspettava che l'Italia finisse ne I
guado della deflazione?
«Il quadro generale della nostra
economia sta peggiorando e questa
non è certamente una sorpresa
perché da tempo tutti gli indicatori
lasciavano facilmente immaginare
che avremmo avuto un 2014 senza
ripresa perché purtroppo i
fondamentali della nostra economia
continuano ad essere
strutturalmente deboli. Se continua
così, si compromette anche quel po'
di crescita prevista per il prossimo
anno e si mette a rischio la coesione
sociale. Come si fa a non capire che
famiglie e imprese sono stremate da
una crisi senza precedenti?».
Chi pagherà lo scotto maggiore di
questa debacle?
«La crisi ha colpito duro tutti i settori
produttivi e i territori, ma è
innegabile che il prezzo che il
Mezzogiorno sta pagando è il più alto.
La forbice in questi anni tra Nord e
Sud si è ulteriormente allargata in
termini di Pii pro capite, di consumi e
le prospettive purtroppo non
migliorano. Le banche in questa
situazione non aiutano le imprese a
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