Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali www.artecultura.org e-mail: info@artecultura.org Anno XLVII - N. 3 Marzo 2014 - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n.46) Art. 1, Comma 1, dcb Milano In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa 1 ARTECULTURA ARTECULTURA Michele Zappino ARTE E POETICA CORPOREA NELLA PASSIONE CREATIVA Milano, Sala Olimpia Artecultura 27 febbraio - 14 marzo 2014. Inaugurazione 01-03 -h. 18,00 Del fatto che il talento scultoreo sia un dato innato vi sono infinite conferme, sia in riferimento alla storia passata che al presente. Per fare una buona pittura può essere, forse, sufficiente l’idea giusta anche se non pienamente sostenuta dalla pura abilità pittorica, ma per la scultura no. Talento e inventiva sono indispensabili per pervenire al vero risultato scultoreo. Considerazioni queste che divengono perfino ovvie allorché si ha la possibilità di entrare in sintonia familiare con le vigorose eppur delicate sculture di Michele Zappino. 2 ARTECULTURA Originario della Calabria (Zungri) dopo il diploma conseguito all’Istituto d’arte di Vibo Valentia, istituto fra l’altro dal quale non pochi artisti sono venuti poi ad alimentare la vena creativa in altre parti d’Italia, si trasferisce a Milano, dove segue i corsi di Francesco Messina, in un crescendo che poi lo vedrà titolare di cattedra nella prestigiosa Accademia di Belle Arti di Brera. In un ambiente culturale e stimolante, come quello milanese, Zappino ha tutte le possibilità per esprimere il suo naturale talento scultoreo e disegnativo, di estrinsecare la sua vena creativa. Il suo percorso artistico si sviluppa all’interno di un orientamento espressivo figurale, senza “se” e senza “ma”, verrebbe da dire, vista la stessa raffinata, duttile psicologia e articolazione formale con cui l’artista entra in sintonia nell’intimo della materia, sia essa il bronzo, il marmo o il gesso. La sua mano aderisce con suggestiva sollecitudine agli stimoli della materia e da questi scaturisce il dinamismo e la versatilità della forma, elegante, asciutta, quasi sempre sul punto di staccarsi dal suo ideale piano o piedistallo. Zappino ha compreso molto bene il vero nodo peculiare della scultura moderna, che non consiste tanto in concetto astratto di idea o di programmata sperimentazione installativa, quanto nel dare alla scultura la sua giusta dimensione nello spazio, far sì cioè che la massa plastica si integri nello spazio, lo occupi senza violentarlo. E come questo si può concretamente realizzare e definire ? rendendo la scultura stessa particolarmente reagente alla luce, alle sue infinite rifrazioni, ai suoi magici riverberi che riscattano la potenziale inerzia della materia. Si osservino solo le sue raffigurazioni di danzatrici per rendersi pienamente consapevoli di quale congenialità espressiva sia dotato Zappino. Eleganza e forza si congiungono in forme che sembrano quasi disegnate più che modellate, questo perché Zappino intuisce con prontezza il rapporto tra forme e volumi e da questo punto di vista in alcuni suoi interventi il ritmo della materia si fa sempre più incalzante ma senza nel contempo allentare l’innato portamento delle sue raffigurazioni. L’artista è assai sensibile al fondamentale principio creativo per il quale nel blocco di marmo è già insita la forma, si tratta “solo” di farla uscire dal suo involucro e di restituirla alla luce, alla vita. Un principio questo, che oggi, forse, la scultura contemporanea ha dimenticato, ignorato e ciò può aver contribuito al proliferare di tanti insulsi monumenti che purtroppo danno il peggio di sé nelle belle piazze italiane. E allora non può stupire come Zappino abbia incontrato il plauso di tanti Pagina 2- da sinistra all’esterno in senso orario: ”COPPIA CAVALLI” bronzo “NUDO ACCOVACCIATO 1” marmo ”NUDO AL MARE” bronzo “NUDO ACCOVACCIATO N. 2” marmo Pagina 3- dal basso di sinistra in senso orario: “NUDO DORMIENTE” bronzo “PASSO DI DANZA” bronzo “ATTESA” bronzo prestigiosi committenti, visto che sue significative opere si trovano in importanti ambienti pubblici. Si pensi, ad esempio, al bellissimo cavallo bronzeo realizzato per la piazza G.M. Ferrari di Soriano in Calabria. Quanti scultori, oggi, avrebbero il coraggio di confrontarsi con una scultura così complessa e difficile come la rappresentazione di un cavallo, destinato ad una vera riqualificazione ambientale 3 ARTECULTURA e monumentale ? Per non dire poi della suggestiva statua di San Francesco del peso di due tonnellate e collocata in un magnifico scenario, come le acque del Tirreno di fronte a Paola (CS), a 33 metri di profondità. Zappino ha riflettuto in profondità sulle radici classiche della scultura, del resto per lui, nato nella Calabria, terra d’elezione della Magna Grecia, un fatto quasi naturale, senza dimenticare quanto poi è stato fatto dalle successive tradizioni lungo un percorso che da Michelangelo si snoda sino a Medardo Rosso e Rodin. Tutti elementi che poi l’artista ha rielaborato in una sintesi del tutto personale e dai tratti espressivi inconfondibili. Quella linea culturale, attenta ad una visione umanistica e 4 ARTECULTURA spirituale della scultura, al gusto per la forma raffinata che da Arturo Martini a Messina, a Greco svolge un ruolo essenziale nel panorama della scultura, italiana e non, del XX secolo. A questo orientamento morale ancor prima che stilistico, con la sua personalità Zappino sente fedele e congeniale il suo spirito che lo spinge ad esprimersi senza allusioni o metafore, ma nel pieno e salutare stigma della forma pura, figurativa. Per Zappino essa non è un dogma da brandire, ma un modo per porsi con limpidezza in quell’infinito confronto poetico a cui l’artista corrisponde con tutta la sua carica emozionale nei vari temi trattati, dalla figura femminile al mondo animale, dalla scultura sacra, alle rappresentazioni di ambiti professionali. Sempre Zappino pone il suo virtuosismo in aperto e profondo dialogo con l’uomo contemporaneo senza del quale la scultura devierebbe nel formalismo puro del passato o nell’aspra incomunicabilità di molta arte del nostro tempo. Ed è sulla base di queste solide riflessioni che Zappino ha potuto elaborare il suo significativo percorso, che il suo naturale istinto scultoreo ha poi suggellato in un vasto ambito di richiamo per le sue opere. Zappino ha il pregio di creare un tipo di scultura che non può non coinvolgere ogni attento cultore dell’arte. La vitalità delle sue creazioni, l’estrema facilità nel configurare la forma, aprirla alla Pag.4- dall’interno di sinistra in senso orario: “STUDIO TESTA” bronzo “TORSO ADOLESCENTE bronzo “PASSO DI DANZA N 1” bronzo Pag. 5 - dal basso di destra in senso orario: “CAVALLINO AL TROTTO” bronzo “PASSO DI DANZA N. 2” bronzo “MATERNITA’” bronzo sensibilità, modellarla con energia ed al tempo stesso con dolcezza convalidano tutto questo. Zappino si rivela nella sua lucida personalità estraneo a quello che può essere il richiamo delle mode, delle neo-avanguardie, convinto com’è che il vero aggiornamento non è tanto un fatto stilistico, quanto una tensione interiore che va ben al di là di ogni acquisizione culturale, approfondita od orecchiata che sia. Per questo nelle sue sculture non v’è traccia di anacronismi, citazioni, allettamenti, ma tutto viene rapportato alle esigenze primarie della vita, degli effetti, dei pensieri. Solo così il confronto con il passato diventa una finestra sul futuro, che anche in tempi non facili, si apre sulla nostra disponibilità e sensibilità. Zappino non è un metafisico, ma il vero scultore che elabora un suo duttile realismo, che possiamo definire psicologico, vale a dire, attento al sentimento, alle sensazioni, alla vita reale dell’uomo, senza schemi ideologici o di pura descrizione. Alla realtà non si assiste passivi, si partecipa, ed è proprio questo che per diversi aspetti l’aulico pragmatismo di Zappino trasmette e vivifica. Diversi i critici che si sono occupati della sua significativa ricerca, tra cui Mario De Micheli e, per venire ai giorni nostri, lo stesso Vittorio Sgarbi ha espresso un vivo compiacimento per il suo lavoro. Nel corso del tempo l’artista naturalmente ha allargato il richiamo della sua scultura, approfondito vari temi e soggetti, con notevoli esposizioni sia in Italia che all’estero sempre riscuotendo un vivo consenso per la sua scultura che da un certo punto di vista si pone in una legittima e confortante alternativa a molte deviazioni e fraintendimenti della plastica contemporanea. Così l’artista prosegue nella sua creativa tensione ascoltando soltanto l’ interiore disposizione. Zappino annoda ancora il filo dell’armonia espressiva, convinto, e a nostro avviso con piena ragione, che da lì, inevitabilmente, scorre il vero e coerente percorso dell’arte e della vita. Teodosio Martucci 5 ARTECULTURA Corrispondenza Culturale: Enti e Circoli segnalano Brera, città aperta! dialoghi, progetti e visioni del contemporaneo. 20.01.2014 > 20.05.2015 Pinacoteca di Brera / Sala della Passione ore 18,00 a cura di Sandrina Bandera e Luca Molinari La Pinacoteca di Brera guarda al suo futuro e accogliendo alcuni dei migliori architetti e autori italiani, che negli ultimi anni hanno fatto del progetto museale uno dei campi di riflessione e sperimentazione privilegiati della propria ricerca, offrendo loro l’occasione di confrontarsi con intellettuali, scrittori, artisti, protagonisti dello spettacolo, in un dialogo inedito sul ruolo civile del museo oggi. Con cadenza regolare, presso una delle Pinacoteche più importanti d’Europa, coppie di progettisti e protagonisti della cultura italiana discuteranno i cambiamenti e le profonde trasformazioni simboliche e visive che stanno modificando il mondo del museo e degli spazi collettivi per la conoscenza e la creatività, all’interno della metropoli contemporanea. Ogni coppia di autori sarà chiamata a esaminare un tema, una parola chiave che qualifichi in modo originale un argomento vasto e complesso, aprendo scenari e visioni inaspettate e offrendo motivi di riflessione sui cambiamenti dei luoghi per la cultura nel mondo. Ci si propone di filmare, registrare e diffondere in rete gli eventi, moltiplicando la comunicazione e la condivisione degli interventi al di fuori dello spazio materiale della Pinacoteca di Brera e della città di Milano. Seguono incontri: 20 marzo 2014: Mario Bellini e Vincenzo Trione, Classico e anticlassico- 2 aprile: Cino Zucchi e Gabriella Belli, Progetto, programma, committenza - 14 maggio: Italo Rota e Marco Belpoliti, Universale - 18 giugno: Kuehn Malvezzi e Francesco Jodice, Il progetto e il pubblico - 17 settembre: Italo Lupi e Francesco Carluccio, Labirinto-Guida - 15 ottobre: Michele De Lucchi e Anna Detheridge, Pop - 19 novembre: Margherita Guccione e A12, Temporaneo - 10 dicembre: Mario Nanni e Ermanno Olmi, Luce - 21 gennaio 2015:Cherubino Gambardella e Serena Danna, Materiale, immateriale - 11 febbraio 2015: Rosa Barovier e Gisella Capponi, Il museo laboratorio per la conservazione - 18 marzo 2015: Beppe Finessi e Giulio Iachetti, La vita degli oggetti - 15 aprile 2015: Arnaldo Pomodoro e Pierluigi Cerri, L’artista e il museo per gli artisti - 20 maggio 2015: Caterina Bon Valsassina, Sandrina Bandera, Alberto Artioli e Luca Molinari, Brera-Citterio-Grande Brera: presentepassato-futuro. Info: 0272263259 PALAZZO MARINO.IL MUSEO DI ARTE CONTEMPORANEA DI FONDAZIONE PRADA NASCERA’ DA RIQUALIFICAZIONE AREA INDUSTRIALE DISMESSA. De Cesaris e Del Corno: “Nella primavera 2015 aprirà il centro dedicato alla cultura e all’arte contemporanea che offrirà nuovi servizi e opportunità al quartiere Ripamonti-Lodi e a tutta la città. “Siamo molto soddisfatti - ha dichiarato la vicesindaco con delega all’Urbanistica Ada Lucia De Cesaris - che una grande area abbandonata della periferia milanese sia riqualificata e recuperata per ospitare un importante luogo di cultura e arte, che offrirà nuovi servizi e opportunità alla città e 6 ARTECULTURA a questo quartiere, che sta vivendo grandi trasformazioni urbanistiche e sociali. Milano ha bisogno di interventi di qualità come questo, realizzabili grazie ad operatori privati lungimiranti che scelgono di riqualificare aree dismesse facendosi carico anche dell’interesse generale della città.” Info: Comunicazione.UfficioStampa@comune.milano.it CULTURA. DALLA’PRIMAVERA DI MILANO’ ALLA MOSTRA DI VAN GOGH: GLI EVENTI DI CUI DIVENTARE SOSTENITORI RI Si è da poco aperto l’avviso pubblico con cui il Comune di Milano invita società ed Enti interessati a collaborare per la realizzazione di iniziative, eventi, mostre e manifestazioni che animeranno Milano, a partire da questa primavera per arrivare fino ad Expo 2015. Tantissime le iniziative che l’Amministrazione mette in campo e per le quali chiama a raccolta tutte le energie della città che lavorano sul territorio o che sono interessate a valorizzarlo, diventando parte attiva dei palinsesti culturali milanesi. Info: Comunicazione. UfficioStampa@comune.milano.it GIOVANI.NUOVI SPAZI E NUOVE OPPORTUNITA’: MILANO E’ PIU’ VIVA dalla creatività nella Fabbrica del Vapore alla Student card Nuovi spazi, nuove opportunità e nuovi servizi. Per una città che, sempre più, si apre ai giovani. Ad esempio, con la conferma di Piazza Duomo quale sede di grandi concerti gratuiti. O, ancora, alla creazione a breve di uno “Sportello per lo spettacolo”, così da facilitare enormemente l’organizzazione di eventi in città. Oppure grazie ai 6mila metri quadrati degli spazi dell’ex Ansaldo in via Tortona destinati alla creatività culturale e imprenditoriale. Sono alcune delle azioni messe in campo a favore dei giovani. Info: tel. +39 02 88450150 PRESENTATO IL NUOVO ALLESTIMENTO DEL FORO ROMANO di MILANO Milano si riappropria di un pezzo importante della sua storia. Alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana apre, infatti al pubblico il nuovo allestimento del Foro romano dell’antica Mediolanum, col patrocinio del MiBACT, il patrocinio e il contributo della Regione Lombardia, il contributo della Fondazione Cariplo. Il Foro sorge proprio alle fondamenta della Pinacoteca milanese, nell’area urbana attualmente compresa tra piazza Pio XI, piazza San Sepolcro e via della Zecca, che ospitava la platea forensis, la sede dei principali edifici pubblici: la Curia (luogo di riunione del Senato locale), la Basilica (in cui era amministrata la giustizia), il Capitolium ( il tempio dedicato alla “Triade Capitolina”: Giove, Giunone e Minerva), le tabernae (negozi, botteghe artigiane, luoghi di ristorazione). Il sito archeologico del Foro costituisce un importante tassello del percorso di visita della Milano Romana, valorizzato nell’ambito del progetto ‘Milano Archeologia per Expo 2015, promosso dalla Regione Lombardia. Info: 02-806921 ARTE CONTEMPORANEA. SI E’ INSEDIATO IL COMITATO SCIENTIFICO PER DEFINIRE LA PROGRAMMAZIONE DEL PAC Del Corno: “Obiettivo è garantire una programma- zione di ampio respiro, di grande qualità e di taglio internazionale”.Il Comitato scientifico è coordinato da Massimo Torrigiani ed è composto da Defne Ayas, Ilaria Bonacossa e Davide Quadrio, i quali, insieme al nuovo conservatore del PAC Diego Sileo e sotto la direzione di Domenico Piraina, Direttore del Polo Mostre e Musei Scientifici, pianificheranno un programma espositivo per i prossimi anni, teso a mettere lo spazio espositivo milanese al centro del discorso sul contemporaneo anche in vista di Expo 2015. Info: 02-88450150 CASA MERINI. FINO AL 7 MARZO LE PROPOSTE PER LO SPAZIO DI VIA MAGOLFA Bando aperto per le associazioni che desiderano fare richiesta. Il bando (online sul sito del Comune all’indirizzo: http://www.comune.milano.it/ dseserver/webcity/garecontratti.nsf/WEBAII/ BE8070E7C9AE794BC1257C5F004D3D7D?opendocument). - tel. +39 02 88450150 ROTONDA DELLA BESANA. APRE MUBA, IL MUSEO DEI BAMBINI Il 23 gennaio scorso presso la Rotonda di via Besana, gli assessori Filippo Del Corno (Cultura) e Francesco Cappelli (Educazione e Istruzione) hanno presentato MUBA, il nuovo Museo dei Bambini. Sono intervenuti Elena Dondina, presidente Fondazione MUBA ed il Sindaco Giuliano Pisapia. Info: +39 02 88450150 DAL 24 GENNAIO 2014 LA COLLEZIONE ANTONIO SOZZANI ARRICCHISCE IL PERCORSO ESPOSITIVO DEL MUSEO DIOCESANO DI MILANO La raccolta presenta 104 disegni di importanti artisti dal XV al XX secolo quali Matteo Rosselli, Jacopo da Empoli, Luca Cambiaso, Bartolomeo Passarotti, Ludovico Carracci, Guercino, Elisabetta Sirani, Gian Lorenzo Bernini, Carlo Francesco Nuvolone e altri ancora. Info: 02-89420019 FÉLICIEN DAVID DA PARIGI AL CAIRO 5 aprile - 17 maggio 2014 Venezia , varie sedi Al Palazzetto Bru Zane - Centre de musique romantique française rende omaggio al compositore Fèlicien David con un festival di approfondimento del suo repertorio. Info: 041-5211995 Museo Nazionale dell’Alto Medioevo La Sami, Società degli Archeologi Medievisti Italiani, esprime profonda preoccupazione per le notizie circolate in questi giorni sulla possibile chiusura del Museo Nazionale dell’Alto Medioevo di Roma presso il Palazzo delle Scienze al quartiere dell’EUR. Il museo, aperto nel 1967, espone una straordinaria collezione di reperti e contesti di grandissimo interesse: basti pensare ai meravigliosi rivestimento marmorei di una ricca domus di Ostia, ai corredi delle necropoli longobarde di Nocera Umbra e Castel Trosino (VIVII secolo), ai rilievi marmorei di alcune chiese di età carolingia (IX-X secolo), o alla preziosa collezione di tessuti copti (III-X secolo). Per cui si spera ad un pronto cambiamento di strategia per cui ci domandiamo quanti altri musei, a ricaduta, subiranno lo stesso destino di fronte a politiche del genere? Info: http://archeologiamedievale.unisi.it/sami Corrispondenza Culturale: Enti e Circoli segnalano ASPETTANDO PAOLO VERONESE L’arte di Paolo Caliari detto il Veronese (15281588) torna nella sua città natale con una mostra dedicata alla sua figura e alla sua opera, promossa e organizzata dal Comune di Verona, Direzione Musei d’Arte Monumenti, insieme con l’Università degli Studi di Verona e la Soprintendenza per i beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Verona, Rovigo e Vicenza in associazione con National Gallery di Londra. L’esposizione, allestita nel monumentale Palazzo della Gran Guardia di Verona, si colloca a distanza di ventisei anni dalla rassegna Veronese e Verona tenutasi nel 1988 al Museo di Castelvecchio ed è curata da Paola Marini, direttrice del Museo di Castelvecchio e Bernard Aikema, dell’università degli Studi di Verona. In mostra circa 100 opere, fra dipinti e disegni 5 luglio - 5 ottobre 2014. Info 0458062611 CITÈ -Rassegna internazionale di Circo e Teatro ideata, organizzata e diretta da FLIC Scuola di Circo di Torino in collaborazione con il Teatro della Concordia di Venaria Reale (TO). 8 marzo e 5 aprile 2014 ore 20:30. Teatro della Concordia, Corso Giacomo Puccini, Venaria Reale (TO) www.flic10.it - www.teatrodella concordia.it CINEMA VERTICALE XVI Edizione 14 febbraio -5 aprile 2014 ad Almese, Bussoleno, Caprie, Condove, Giaveno, Orbassano e Villar Dora (TO). www.valsusafilmfest.it Ingresso gratuito. Rassegna sul cinema e la cultura di montagna che viene organizzata dall’associazione Gruppo 33 di Condove come anteprima del ValsusaFilfest. FUSIONART PER LE SCUOLE Dopo Arte Vita Futuro, la Fusionart ha realizzato una nuova serie di opere multiformi “Arte Propositiva”, tema ispirato da un articolo scientifico futuribile del fisico Antonino Zichichi, Trasformazione della materia e dell’antimateria in energia. Le due tematiche “A.V.F. A.P.” sono state esposte in molte località italiane e proposte in varie sedi scolastiche mantovane e non solo. Ora la Fusionart ha preparato un nuovo progetto “Esodo - Amore - Integrazione”. E’ un tema che affronta i vari problemi delle migrazioni di tutti i tempi, visti dal lato positivo, dove viene messo in evidenza “La cultura dell’amore” ciò che manca per rendere più facili i grandi ESODI. Il Gruppo Fusionart LE ATTIVITA’ DIDATTICHE DEL CAMUSAC Il CAMUSAC, il nuovo museo di Cassino dedicato all’arte contemporanea, ideato e realizzato grazie all’impegno della Famiglia Longo, con l’assistenza e l’esperienza di Bruno Corà quale direttore artistico, accoglie la collezione Longo aperta al pubblico per la prima volta il 12 ottobre 2013. Il Camusac presenta oggi la sua offerta educativa con un programma di laboratori specifici declinati per ogni fascia di età al fine di educare all’arte e far comprendere i linguaggi del contemporaneo. Il Camusac: Per le scuole info@camusac.com PARLAMENTO Sig. Direttore Ho letto con grande curiosità la riflessione proposta da Artecultura a pagina 10 del n.1 del mese di gennaio 2014, Parlamento:…….. Credo che già altre volte la rivista aveva sostenuto idee simili e confesso di averne condiviso, quanto meno, lo spirito. Il voto proporzionale puro a me appare l’unico sistema democratico che garantisca tutti i cittadini. Non capisco infatti perché il 3% degli elettori italiani, cioè all’incirca 1,3 milioni di italiani dovrebbero essere esclusi dal Parlamento, ma anche il 2% cioè circa 800 mila italiani. Il problema è ideologico: - i maggiori sostenitori del maggioritario sono stati gli ex comunisti e gli ex fascisti, entrambi eredi di culture centralistiche, i primi di cosiddetto centralismo democratico, i secondi di sicura marca autoritaria, entrambi fautori di monopartitismo che, considerato i tempi, fanno un grande sforzo per giungere al bipartitismo, figuriamoci il pluralismo! Sono incavolati perché i piccoli partiti vogliono dire la loro e li sostengono (lo chiamano ricatto) se sono prese in considerazione le loro idee. Facciamo l’esempio: Berlusconi e Renzi si sono accordati per una riforma elettorale “mini porcellum”, i piccoli partiti hanno sostenuto, come la maggioranza degli italiani, almeno secondo alcuni sondaggi, il proporzionale e la preferenza ma Berlusconi, padrone di Forza Italia e Renzi, declamato con i voti del centro destra leader del PD, come Veltroni, preferisce nominare i suoi parlamentari, evocando lo stupido procedimento delle fantomatiche primarie, da imporre per legge. Una scelta più pericolosa e stupida della preferenza, considerato che le primarie procederebbero attraverso il voto di preferenza, senza regole ed autogestite. Quindi d’accordo: PROPORZIONALE E PREFERENZA. Mi lascia molto perplesso un parlamento di pensionati, i quali per potere partecipare alla necessaria attività e sostenere i costi ovvi dovrebbero essere dei pensionati d’oro. Certamente ai tempi di Mattei e Di Vittorio i costi della politica erano molto inferiori. I sindaci non avevano gli stipendi, anche se svolgono altre attività, i consigli comunali, quelli provinciali non costavano tanto. Le Regioni non esistevano, tranne quelle a Statuto Speciale, che pure erano tenute a vista dallo Stato centrale e, spesso, mutilate delle loro prerogative. Ma il problema, a mio avviso, non è l’Italia, anche se alcune questioni sono proprie italiane, (Bicameralismo, burocratismo, evasione fiscale, corruzione) ma l’Europa, il pianeta. Non si può globalizzare la finanza o il commercio e non i diritti dei lavoratori. Non si può consentire la delocalizzazione delle imprese da un paese all’altro della stessa Unione Europea senza eguali diritti, causando, infine, disoccupazione nel paese abbandonato e sfruttamento nel paese ospitante. Il Parlamento nazionale, non solo quello Italiano, può essere ridimensionato per realizzare un vero Parlamento Europeo che definisca regole certe e univoche per tutta l’Europa. Questi personaggi, Berlusconi, Grillo, Renzi, lo stesso Capo dello Stato non si sono accorti che è finita l’era degli orticelli, ( italiano, francese, tedesco, etc.). E’ l’era dei “proletari di tutto il mondo, unitevi”. Domenico Sabatino Si ringrazia il pittore Domenico Sabatino per le Sue considerazioni in sintonia con l’originale pensiero della Rivista. Certamente non devono esistere pensioni d’oro, per esentarci dal peso economico parlamentare. Può essere sufficiente anche una contenuta pensione, oppure un deputato mantenuto dai suoi stessi elettori. E solo da loro. Ed i soldi, si pensa, avanzerebbero per altre urgenze... L’auspicio che il discorso si allarghi. (Artecultura) genere. Poeti, scrittori, docenti e personalità che fanno onore alla cultura contemporanea. Il Manifesto Letterario è a disposizione di chiunque lo richiede: digiuseppe.calogero@libero.it www.ilmisterodellapoesia.blogspot.com I Concerti del FILOLOGICO 2014 MOVIMENTO LETTERARIO LOMBARDO E DELLE BELLE ARTI. Il 23 gennaio 2014 è nato il Movimento Letterario Lombardo costituito da un Comitato di 31 membri. Gli aderenti rappresentano artisti di ogni arte e Via Clerici 10, Milano tel. 0286462689 1 marzo: JORGE MONTILLA, clarinetto, LUIGI PALOMBI, pianoforte - 15 marzo: DUO CHITARRISTICO DI SIRACUSA - 29 marzo: TRIO PIANISTICO ITALIANO - 26 aprile ENSEMBLE HOMMAGE - 11 maggio: CORO SAN BIAGIO DI MONZA VALERIO PREMUROSO, pianoforte OVIDIO MAINETTI Scultore e pittore ci ha lasciato. Artista versatile e dinamico, opera da quasi 50 anni nell’ambito della scultura e della pittura. Dal 1968 è socio del Centro Artistico Culturale Milanese dove insegna scultura. E’ stato allievo del Prof. A. Mantica della Scuola del Castello e dello Scultore Franco Zazzeri. Le sue opere in numerose collezioni pubbliche e private. Nato a Milano il 09-03-1939 si è spento il 04-01-2014. 7 ARTECULTURA Il Presidente Cattaneo e i consiglieri regionali Forno e Berté Giorno della Memoria, in Consiglio la commemorazione della Shoah Lunedì 27 gennaio il Consiglio regionale ha celebrato il Giorno della Memoria, la giornata con la quale si ricordano le vittime dell’Olocausto e la Shoah. Nel corso della cerimonia, che si è svolta alle ore 12 al Piano della Memoria del Palazzo Pirelli (26° piano) il Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo e l’Ufficio di Presidenza hanno ricordato la figura e l’opera di due lombardi che si sono contraddistinti per avere rifiutato di collaborare con i nazisti e avere salvato la vita di molti ebrei. Si tratta di Enrico Bertè e di don Eugenio Bussa, al quale è oggi dedicata l’omonima Associazione presieduta da Armando Forno. A Enrico Bertè e ad Armando Forno (in memoria di Eugenio Bussa) sono stati consegnati due riconoscimenti per sottolineare il valore dei loro gesti. Tavolo riduzione costi della politica: elaborate 4 proposte La riduzione dei vitalizi è il tema a cui sta lavorando il gruppo di lavoro sui costi della politica che si è riunito mercoledì 22 gennaio. Gli uffici, su mandato del Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo, hanno elaborato quattro ipotesi di riduzione che verranno affrontate nel corso della riunione, cui partecipano consiglieri di tutte le forze politiche, con l’obiettivo di arrivare ad un proposta condivisa. La prima ipotesi consiste in una riduzione fissa dei vitalizi, attualmente corrisposti, nell’ordine del 10%.Le altre tre ipotesi si basano invece su una valutazione del rapporto tra vitalizio erogato e contributo, così da penalizzare di più chi ha versato meno contributi. A)metodo lineare: riduzione calcolata sulla base di un coefficiente costante. Maggiore è il rapporto vitalizio/contributo, maggiore sarà la riduzione massima del vitalizio;B) metodo logaritmico: applicato per quelle posizioni per le quali il vitalizio mensile è superiore al contributo mensile rivalutato; C) applicazione di un coefficiente proporzionale che interviene sul rapporto vitalizio/ contributo. “La Regione sta lavorando concretamente per ridurre i vitalizi e contenere le spese – ha detto il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Raffaele Cattaneo –. Mentre nelle altre Regioni si sta ancora discutendo su come intervenire in tema di 8 ARTECULTURA vitalizi e spesa per il personale dirigenziale, in Lombardia abbiamo già elaborato ipotesi che porteranno a risparmi consistenti, tra i 50 e i 70 mila euro ogni mese solo per i vitalizi”. Quanto alle spese per i dirigenti, a seguito dell’ultimo tavolo e con il voto in Aula a dicembre del collegato della legge di bilancio, e’ stata già approvata la riduzione da 225 a 200 componenti a partire dal 2015, del 10% di quelli degli enti dipendenti e il taglio del 5% del costo del personale dirigenziale delle società partecipate. “Capisco che alcuni gruppi devono rincorrersi a vicenda, ma francamente non vedo alcun ritardo. Concentriamoci piuttosto sulle proposte”, ha concluso Cattaneo. Il Progetto di legge “Libertà di impresa e competitività” presentato in Commissione Attività produttive Sostegno alle imprese nell’accesso al credito, promozione degli accordi di competitività, forte semplificazione e snellimento burocratico, progressiva riduzione del carico fiscale, introduzione della comunicazione unica regionale, attivazione del fascicolo elettronico d’impresa: sono solo alcuni degli obiettivi del progetto di legge “Libertà di impresa e competitività”, che introduce modifiche alla legge regionale n°1 del 2007. “E’ un provvedimento concreto, immediatamente efficace, la cui applicazione porterà subito benefici certi nei rapporti tra imprese e pubblica amministrazione – ha detto questa mattina in Commissione Attività produttive il relatore Carlo Malvezzi (NCD)- . Dal mondo imprenditoriale lombardo e dal mondo produttivo e imprenditoriale ci sono giunte numerose sollecitazioni e contributi utili. Larga parte di queste sollecitazioni hanno trovato attenzione e accoglienza all’interno del gruppo di lavoro che ha predisposto il testo definitivo, che abbiamo presentato questa mattina all’attenzione della Commissione Attività produttive.” Riforma riordino delle autonomie: mercoledì 12 febbraio atto di indirizzo sottoposto al voto del Consiglio regionale Consiglio regionale al lavoro sul tema della riforma del riordino delle autonomie. Nel pomeriggio di lunedì 10 febbraio le Commissioni Affari Istituzionali e Riordino delle Autonomie si sono riunite in seduta congiunta per elaborare un atto di indirizzo, da approvare nella seduta di Consiglio regionale appositamente programmata per mercoledì 12 febbraio. “In questo documento, che mi auguro possa essere approvato all’unanimità dal Consiglio regionale, dobbiamo fissare pochi principi, ma forti e chiari, ribadendo che non può essere messa in discussione l’autonomia e l’esistenza di un livello intermedio come le Regioni –ha detto il Presidente della Commissione Affari Istituzionali Stefano Carugo (NCD)-. Questo testo costituirà la base per il successivo lavoro di approfondimento che ci dovrà portare a elaborare una proposta di legge al Parlamento da approvare nella seduta di Consiglio regionale già calendarizzata per martedì 25 febbraio”.Nella seduta odierna il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato una mozione presentata dal consigliere Alessandro Alfieri (PD) e sottoscritta dai gruppi NCD, Forza Italia, Lega Nord, Pensionati, Patto civico, Maroni Presidente e dai consiglieri del territorio. Impegno del Governo sugli aeroporti lombardi, al Consiglio mozione unitaria Il documento impegna il Presidente della Giunta a “promuovere urgentemente, insieme al sindaco di Milano e ai massimi rappresentanti istituzionali lombardi, un incontro urgente con il Governo in merito all’avanzamento della trattativa tra Etihad e Alitalia e, in generale, sulle questioni che rischiano di incidere negativamente sul futuro degli scali aeroportuali lombardi”. Accolta una integrazione del consigliere Iolanda Nanni (M5S) che chiedeva attenzione particolare alla salvaguardia dei livelli occupazionali. Rincari dei pedaggi, seduta del Consiglio “Regione Lombardia non è disposta a stare a guardare. Faremo tutti i passi necessari. Ho già scritto al Ministro dei Trasporti chiedendo che il Governo modifichi la normativa sugli aumenti tariffari”.Così l’Assessore alle Infrastrutture di Regione Lombardia, Maurizio del Tenno, ha risposto oggi in Aula alle due interrogazioni sugli aumenti autostradali presentate rispettivamente dalla Lega Nord (primo firmatario il capogruppo Massimiliano Romeo) e dal gruppo Fratelli d’Italia, firmatari il capogruppo Riccardo De Corato e il consigliere Francesco Dotti, ma sottoscritto anche da Forza Italia (il capogruppo Claudio Pedrazzini e il consigliere Alessandro Fermi) e dalla lista Maroni Presidente (Marco Tizzoni). Del Tenno ha detto di “condividere preoccupazioni e valutazioni”, sottolineando come in un periodo di crisi come l’attuale “gli aumenti, che sono superiori in Lombardia al 3,9% della media nazionale, avranno ripercussioni pesanti per gli imprenditori e i pendolari” e che Regione Lombardia “metterà tutto il suo impegno per una soluzione”. Ci auguriamo da parte di Regione Lombardia – ha concluso De Corato - una spinta forte, azioni incisive. E’ importante è urgente che la questione sia posta sul tavolo della conferenza Stato-Regioni. PIERO MANZONI 1933 - 1963 Dal 26 marzo al 2 giugno 2014 Palazzo Reale ospita una grande mostra dedicata a Piero Manzoni, uno degli artisti più geniali, innovatori e controversi del XX secolo, nato a Soncino nel cremonese e morto a Milano nemmeno trentenne, nel 1963. Promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale e Skira editore, la mostra è curata da Flaminio Gualdoni e Rosalia Pasqualino di Marineo in collaborazione con la Fondazione Piero Manzoni ed è realizzata nell’ambito del progetto “Primavera di Milano”. Milano è stata la sua città, dove ha operato da protagonista della stagione di maggior fervore del secondo dopoguerra, ponendosi a fianco di un maestro come Lucio Fontana e agendo da referente primario della neoavanguardia europea, tra la Francia di Yves Klein e la Germania del gruppo Zero, l’Olanda del gruppo Nul e la dimensione cosmopolita di Nouvelle Tendance. Mezzo secolo è trascorso dalla sua scomparsa precoce, e il riconoscimento internazionale di Manzoni è un fatto compiuto. Per questo Milano ha deciso di dedicargli una mostra, la più importante mai realizzata in città dalla sua morte, che ne documenti il percorso in tutta la sua ampiezza e ricchezza problematica attraverso la presentazione di circa 100 opere che rendono conto della sua intera parabola artistica. Genialmente radicale, Manzoni viene raccontato dagli esordi in area postinformale alla concezione degli Achromes, dalle Linee alle Impronte, dal Fiato alla Merda d’artista, dal coinvolgimento del corpo fisico vivente nell’opera alla dimensione totalizzante dell’esperienza estetica di progetti come il Placentarium.”Un ampio apparato di materiali documentari originali, manifesti, fotografie, cataloghi, lettere integrerà il percorso espositivo, restituendo il clima fervido della In alto: Uovo scultura, 1960 - in basso: Corpo d’aria, 1959-60 Milano a cavallo tra anni ’50 e ’60, quando la città è già una delle autentiche capitali culturali europee. “Questa mostra è uno dei capisaldi della ‘Primavera di Milano’, il palinsesto di eventi culturali che abbiamo voluto dedicare a tutti gli artisti che hanno fatto grande la nostra città e la sua storia, con mostre, concerti, spet- tacoli e approfondimenti, che si snodano in giro per Milano lungo la primavera del 2014” – ha dichiarato l’Assessore alla Cultura Filippo Del Corno. Catalogo Skira editore con testi di Flaminio Gualdoni, Giorgio Zanchetti, Francesca Pola, Gaspare Luigi Marcone. Info: 02-0202 9 ARTECULTURA - RISORGIMENTO POETICO Museo del Disarmo a Cantalupo Ligure Grazie alla sensibilità del Sindaco Gian Piero Daglio e dei Consiglieri Claudio Bergonzi e Fulvia Meinero L’eccezionale iniziativa vedrà prossimamente allestita in uno spazio comunale una rassegna culturale sul Disarmo partecipata da 200 artisti visivi che vuol essere l’inizio di ulteriori avvenimenti. Una serena finalità democratica L’iniziativa, che pur tanto entusiasma Artecultura, non vuol’essere l’occasionale esposizione dove la curiosità vive la superficialità del tempo che trova, ma conoscere quei contenuti di rinnovamento culturale che riguardano uno stretto rapporto tra arte e territorio: una migliore vicinanza delle persone che, stimolate dallo spirito creativo dell’arte, si sensibilizzino a quell’atmosfera di fiducia che, tramite una partecipazione libera ed al tempo stesso coinvolgente la spontaneità delle emozioni, non spinga la persona alla trasgressione. Ma la stimoli a compenetrarsi nella vita di un costume in cui il buon occhio segni l’orientamento che dispone la persona all’autosicurezza equivalente a quella di tutti. Una rassegna, pertanto quella che si programma prossimamente a Cantalupo Ligure in provincia di Alessandria che vuole interessare tutta la Valle Borbera con particolare riguardo alle scuole, affinché si possa opportunamente approfondire il linguaggio dell’arte nella vita dell’uomo. Iniziando a conoscere un dipinto, come effettivamente lo si legga, quale desiderio abbia ispirato l’artista, perché un dipinto ci attiri e ci coinvolga e quando no, allorché la bellezza cambia volto dandoci una brutta impressione. Ma di sapersi ricredere, specie nell’arte moderna, che la bellezza non è solo nell’attraente della forma estetica, ma in parallelo di considerazione è presente anche nella poetica celata della rudezza. Come leggere un dipinto non riguarda tanto la quotazione di mercato quanto un’infinità di argomenti, poiché interessa la medesima storia dell’uomo ed i suoi collegamenti con il costume, l’epoca, l’ambiente di convivenza, di lavoro e di svaghi. Aspetti che ancora oggi vengono vissuti con leggerezza nella superficialità dell’abi- 10 ARTECULTURA tudine. Mentre per sapersi domandare sul messaggio di un’opera d’arte più che all’informazione storiografica bisogna saper raggiungere quella cultura della mente vissuta nei suoi periodi storici. Ecco perché i giovani ed in particolare le scuole che essi frequentano ad ogni livello, dovrebbero ritenere e divulgare il messaggio dell’arte come un cervello rigeneratore che continuamente si evolve per essere sempre meglio quella mente attiva che tramite le emozioni sensibilizza ed appaga l’armoniosa convivenza. Cosicché le scuole che vorranno visitare la rassegna sul Disarmo, come ci auspichiamo, saranno certamente mosse da non pochi interrogativi che stimolano a domandarsi ed esprimere, a confrontarsi con linguaggi che spronano a sentirsi soprattutto più liberi e socievoli. Il cervello lo dovremmo considerare come il granaio della conoscenza sul quale non deve domandarsi solo il medico psichiatra o lo specialista psicologo, in quanto sia pure ai nostri avanzati giorni della neuroscienza, il cervello custodisce tuttora infinite novità che direttamente interessano ogni singola persona. Ed a spiegarsi con schiettezza a riguardo è da ritenere che come si manifestano dissimili i visi delle persone non diversamente sono anche i nostri cervelli. Dove ognuno possiede qualcosa di personale che gli altri non conoscono e la finalità dell’arte dev’essere quella nobile considerazione di avvicinare disinteressatamente sempre più le persone ed i popoli affinché l’avvento di un’etica di pace possa riguardare più la realtà e non solo la profezia che pure svolge un ruolo positivo nella grande familiarità del divenire umano. Tanto che saper leggere un dipinto equivale anche a scoprire in ognuno di noi quella innata spinta poetica che motiva il respiro dei nostri giorni di lavoro e di studio che sensibilizzano l’affettività. Quel valore oggi dimenticato non solo come privato aspetto personale, ma persino come costume. Un linguaggio l’arte, di un dipinto, che non può essere imposto ma solo raggiunto tramite la diretta sensibilità che poi segna la necessaria conoscenza in cui l’arte desta la comunicazione dell’uomo. Così che l’importanza di questa rassegna di arti visive sul Disarmo possa segnare l’inizio di una nutrita raccolta non solo di opere, ma anche di materiale informativo dei rispettivi artisti. Un modo di attivizzare il Museo del Disarmo di avanzata frequenza sul territorio d’informazione artistico-culturale utile soprattutto quando uno studente della Valle Borbera necessita di consultarsi per una tesi di laurea o chiunque abbia necessità per fini di ricerca, di conferenze ed altro. Tra l’immagine dell’arte ed il costume dovrà consolidarsi una profonda compenetrazione di sentimento che man mano riscatti quello sperato quotidiano di giorni migliori, di fraternità e non di violenze e guerre che non avranno più motivo di esistere. ARTECULTURA a questo riguardo vuol essere riconoscente al Sindaco di Cantalupo Ligure ed ai Consiglieri collaboratori come a tutta la Cittadinanza per aver dato volto a questa iniziativa artistico-culturale. Ad uno spirito di collaborazione desideroso di perseverare un’evoluzione sociale che abbia come orizzonte di finalità di un Costume poetico che la natura dell’arte ci fa conoscere. Quel vivere di spirito sereno che incarna la vita non-violenta dell’uomo, quella conoscenza che dobbiamo sempre più scavare nel mondo appagante del nostro cervello. Artecultura In questo numero MARZO 2014IN 6 CORRISPONDENZA CULTURALE 8 REGIONE LOMBARDIA 9 PIERO MANZONI 10 RISORGIMENTO POETICO 11 SOMMARIO - IRWIN MICHELE ZAPPINO - LAURA TOSCA - MATTEO CANNATA - LUCIANO FOLLONI - GIANCARLO NUCCI- DANIELA ROCCO MINERBI - GIANCARLO CERRI di Teodosio Martucci; - MICHELE GIANNATTASIO - GREGORIO MANCINO LEONILDE PERSEU - MARCO FAGGI - MARCO PESSA - di Marpanoza; INSERZIONI: GALLERIA D’ARTE CORTINA - GALLERIA PONTE ROSSO 12 INTERLUDI 16 INTERLUDI CONTINUANO 24 BARBIERI DI SIVIGLIA 25 CAMPIGLI - ETRUSCHI 26 LA RAI - CULTURA A FIRENZE 27 FOTOGIORNALISMO-STORIA 28 MICHELANGELO 29 LA CAMICIA DI FERRE’ 30 MONDRIAN E IL CUBISMO 31 ELOGIO DELLA LEVITA’ ARTECULTURA Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali Registrazione Tribunale di Milano n. 253 del 6/9/1967 - Registro Nazionale della Stampa n. 5359 - Direttore responsabile: Giuseppe Martucci - ARTECULTURA Edizioni - Codice Fiscale MRT GPP 26M24 G616U -Partita IVA: 03093710154 - Direzione: via Ciovasso 19 - 20121 Milano - Tel. 02/864.64.093 Fax 02/860.833 - 02/896.573.02 www.artecultura.org e-mail:info@artecultura.org Distribuzione gratuita senza impegno fisso di recapito. Chi lo desidera è pregato di abbonarsi. 32 LIBRI 33 IMMAGINI E LUOGHI 34 POESIA E PSICANALISI 36 UMANITA’ POETICA 39 AUTODIDATTA NELLA STORIA 40 TURISMO - LUSTRASCARPE 41 COSTUME POETICO-DISARMO 42 CONCORSI Inserto redazionale: -MOSTREA MILANO -POSTACATALOGO - ARTECULTURA è inviata: abbonati di tutta Italia, gallerie d'arte, critici, musei, scuole, alberghi, di Milano e categorie specializzate di professionisti. - Composizione e impaginazione: redazionali. Scritti e foto inviati e non richiesti non vengono restituiti. Fotolito e stampa Press Point Via L. Cagnola, 35 Abbiategrasso ARTECULTURA - Anno XLVI I N. 03 Marzo 2014 - Spedizione in Abbonamento. Postale -D.L. 353/2003 (cov. in L. 27/2/2004 n.46) Art. 1, Comma 1, dcb Milano - caso di mancato recapito restituire al mittente impegnato a pagare la tassa. L'abbonamento (10 numeri annui) per i lettori che desiderano ricevere al proprio domicilio ARTECULTURA in modo continuativo. 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Photo: Igor Andjelic, courtesy Galerija gregor Podnar IRWIN Dreams and Conflicts La Galleria civica di Modena inaugura sabato 15 marzo nella sede della Palazzina dei Giardini Dreams and Conflicts, una mostra dedicata al gruppo sloveno IRWIN. Curata da Julia Draganovic e Claudia Löffelholz di LaRete Art Projects, promossa e organizzata dalla Galleria civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la mostra si articola come prima tappa di un progetto espositivo in collaborazione con la Kunsthalle Osnabrück (Germania) e il Laznia Centre for Contemporary Art di Danzica (Polonia) dove, nel 2015, avranno luogo altre due mostre dedicate agli IRWIN.La storia del collettivo artistico sloveno nasce nel 1983 dal sodalizio di giovani artisti provenienti dai movimenti del punk e del graffitismo di Lubiana: Dušan Mandic, Miran Mohar, Andrej Savski, Roman Uranjek e Borut Vogelnik che si uniscono e fondano il gruppo Rrose Irwin Sélavy, in onore dello pseudonimo femminile di Marcel Duchamp. Nel 1984 fondano, in collaborazione con il gruppo musicale Laibach e la compagnia teatrale Gledališce sester Scipion Nasice, un ampio collettivo di artisti noto come Neue Slowenische Kunst (NSK), Nuova Arte Slovena, che coinvolgerà in seguito altri collettivi artistici attivi nella grafica, nella video arte e nella filosofia. Collaborazione e condivisione sono a un tempo la base e l’inevitabile conseguenza sia di IRWIN sia della Neue Slowenische Kunst, che si posiziona nella realtà politica e culturale della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Con il collasso del socialismo, all’inizio degli anni Novanta, cambiano radicalmente i presupposti della loro operazione artistica e nel 1992 avviene la trasformazione della Neue Slowenische Kunst in NSK State in Time. In seguito all’emergere di una moltitudine di nuovi stati, il collettivo NSK decide quindi di oggettivare la propria natura nella forma di uno stato. Non uno stato territoriale, ma uno stato di pensiero, che si esprime, di fatto, attraverso pubbliche apparizioni in progetti culturali, grazie ai quali si delineano la sua immagine e i suoi contenuti. Sino al 2 giugno. Info 059 2032 911 11 ARTECULTURA INTERLUDI D'ARTE Alberto Gianfreda, COSTELLAZIONI ALBERTO GIANFREDA “EARTHQUAKES” Scultura 29 gennaio - 26 marzo 2014 Lo scultore Alberto Gianfreda è il prossimo artista ospite del progetto no-profit Banca SISTEMA ARTE, dedicato alla valorizzazione del patrimonio creativo dei giovani artisti italiani (www.bancasistemarte.it). Nell’ambito delle attività no-profit, infatti, Banca Sistema ha deciso di affiancare e promuovere il talento emergente in campo artistico e culturale, offrendo occasioni e canali privilegiati di visibilità - anche attraverso mostre periodiche presso le sedi di Roma e Milano - ai giovani che hanno scelto di intraprendere questo percorso. La prima mostra del 2014, inaugurata il 29 gennaio , è una personale di Alberto Gianfreda e presenta una raccolta di sette grandi sculture e disegni inediti concepiti esclusivamente per gli spazi di Banca Sistema a Milano. Banca Sistema, con l’occasione, pubblica anche un catalogo bilingue (italiano e inglese) dell’esposizione a cura di Andrea Del Guercio, Direttore Artistico di OffBrera Milano, e con un contributo di Nicola Carrino. Il catalogo è stampato e distribuito da Vanilla edizioni. Il progetto espositivo si fonda sul contrasto tra l’età geologica del nostro pianeta, considerato giovane, e il nostro sistema sociale, inversamente vecchio e obsoleto, che però si trovano uniti da un destino comune: continue scosse, oscillazioni, crolli, rovesciamento dei piani. Da qui il titolo della mostra: “earthquakes”, ovvero terremoti. Di un terremoto non è possibile stabilire, se non alla fine, il momento di inizio, prevederne il termine o l’entità, e soprattutto l’esito. La mostra racconta quindi, attraverso un gruppo di opere inedite, i risultati di una “scossa” che ha generato sculture distanti dall’essere icone assolute ma la sola destinazione di un processo di trasformazione, manipolazione, alterazione di oggetti e materie. Marmo, terracotta, metallo, legno e tessuto sono alcuni dei materiali che caratterizzano le opere di grandi dimensioni esposte insieme ai relativi progetti. Info: tel. 02-80280356 12 ARTECULTURA INTERLUDI D'ARTE IZIS, Il poeta della fotografia AILANTO, Colleciòn Verano 2001. Foto Xevi Muntané CACCIATORI DI TENDENZE ? IZIS Il POETA DELLA FOTOGRAFIA Patrocinato da Institut Français Milano, Spazio Oberdan 12 febbraio - 6 aprile 2014 La Provincia di Milano e la Fondazione Alinari, in collaborazione con la Ville de Paris, presentano allo Spazio Oberdan l’opera di Izis Bidermanas (1911-1980), uno dei più grandi fotografi umanisti del secolo scorso, poeta dell’immagine, ritrattista e reporter. La mostra propone una selezione di circa 120 fotografie curata dal figlio Manuel Bidermanas con Armelle Canitrot e la proiezione a ciclo continuo all’interno dello spazio espositivo del film “Aperçus d’une vie (Scorci di vita)”. E’ l’occasione di una vera e propria scoperta, l’opportunità di conoscere l’intensa attività di questo autore che, esiliato da giovane, ha cercato di trovare riposo nel sogno. A distanza di tempo le sue fotografie, con il loro taglio affilato della luce e la loro particolare sensibilità all’atmosfera, sono sempre testimonianze di una grande poesia. Citato in tutte le storie della fotografia, selezionato nel 1951 per la mostra al MoMa “Five French Photographers” con Brassai, Cartier-Bresson, Doisneau e Ronis, autore di molti libri considerati modelli intramontabili di riferimento, Izis resta ancora oggi un artista poco conosciuto al grande pubblico. Presente nelle maggiori collezioni pubbliche e private internazionali, Izis ha saputo conciliare la professione di reporter con una ricerca personale, riflettere sul dialogo tra l’immagine e la parola e ricercare la coerenza tra soggetto, emozione e forma. Nei dieci libri attraverso i quali ha orchestrato il suo lavoro, si disegna in filigrana il ritratto di un artista affascinante, segnato dalla difficoltà dell’esilio e dalla guerra. Di natura poetica la sua fotografia intuitiva e, tra i fotografi umanisti, è colui che più si è allontanato dalla realtà per entrare nel sogno. La mostra ha il catalogo “IZIS Bidermanas. Paris des Rêves”. Info: tel. 02-774063.02/6381 Istituto Cervantes di Milano 20 febbraio - 31 marzo 2014 L’Istituto Cervantes e il Centro culturale del Comune di Madrid CentroCentro Cibeles iniziano un progetto di collaborazione con l’inaugurazione della mostra Cacciatori di tendenze? I nomi essenziali della moda spagnola, un’esposizione che propone un percorso fotografico e audiovisivo attraverso i creatori più rilevanti della moda spagnola delle ultime quattro decadi. La mostra, presentata nella cornice del Festival della Moda e del Design più importante di Praga, il Designblok 13, realizza un percorso alfabetico - dalla A alla V, da Adolfo Domìnguez a Vittorio&Lucchino attraverso più di sessanta nomi della moda spagnola. In totale, 67 fotografie di grande formato, con i disegni più emblematici e il commento dei propri creatori, conformano una mostra che, nelle parole del suo creatore, Pedro Mansilla, offre “uno sguardo intimo su un secolo di moda spagnola”. Oltre alle fotografie, verrà proiettato il documentario “Moda con firma”, un’opera prodotta dal Canal Decasa e diretta da Pedro Mansilla, sul panorama attuale della moda in Spagna. Partecipano alla mostra: Adolfo Domìnguez, Ághata Ruiz de la Prada, Ailanto, Alma Aguilar, Alvarno, Amaya Arzuaga, Andrés Sardà, Ángel Schelesser, Antonio Alvarado, Antonio Mirò, Antonio Pernas, Armand Basi, Ana Locking, Beba’s Closet, Balenciaga, Carlos Dìez Dìez, Custo Barcelona, Devota&Lomba, Dolores Cortés, Davidelfìn, Duyos, El Colmillo de Morsa, El Delgado Buil, Elisa Palomino, Elio Berhanyer, . Etxeberria, Francis Montesinos, Guillermina Baeza, Hannibal Laguna, Ion Fiz, Jesùs del Pozo, José Castro, José Mirò, José Abril, Josep Font, Juana Martin, Juanjo Oliva, Kina Fernandéz, La Casita de Wendy, Lemoniez, Loewe, Manuel Piña, Marìa Barros, Marìa Escoté, Marìa Lafuente, Maya Hansen, Miguel Adrover, Miguel Palacio, Miriam Ocàriz ed altri. Info: tel. 02-72023450 INTERLUDI D'ARTE Bologna, LA SCIENZA IN PIAZZA INTERLUDI D'ARTE Luciano Fabro, COMPUTER PAESAGGIO PER COSIMO 1994-2006 Lucio Fontana, SIX CONTES DE LA FONTAINE LA SCIENZA IN PIAZZA Food Immersion: scienza e cultura a Bologna 28 marzo - 13 aprile 2014 Oltre 100 eventi tra mostre, spettacoli, incontri e laboratori interattivi, una vera e propria Food Immersione il cui filo conduttore sarà l’alimentazione. Si parlerà di nutrizione e lotta allo spreco; esplorazione del gusto e cibo come opportunità di scambio culturale; consumo consapevole e sostenibilità. Sempre con un linguaggio semplice e accessibile a tutti con l’obiettivo di stimolare e migliorare il rapporto con la scienza, la tecnologia, l’innovazione e la ricerca. Il tema della nona edizione raccoglie idealmente il testimone del messaggio lanciato dalla grande mostra “Gola, Arte e Scienza del gusto” organizzata dalla Fondazione Golinelli in partnership con la Triennale di Milano, in programma a Milano fino al 12 marzo, che indaga le molteplici implicazioni del rapporto tra cibo e piacere. Per 17 giornate il centro storico di Bologna (Palazzo d’Accursio, Biblioteca Sala Borsa, START-Laboratorio di Culture Creative, Manifatture delle Arti, Piazza Nettuno e Piazza Galvani) e i Quartieri Borgo Panigale, Porto, Santo Stefano, San Donato e Reno si trasformeranno in un grande Science Centre che coinvolgerà come sempre il pubblico di ogni età (da 18 mesi a 99 anni) e avrà una diffusione delle attività più estesa anche al territorio metropolitano. I dialoghi, le tavole rotonde, i workshop, gli incontri con gli autori e gli spettacoli permetteranno di approfondire gli aspetti simbolici e culturali legati al consumo e alla produzione del cibo e di mettere in evidenza le sfide etiche e sociali che la società contemporanea si trova ad affrontare per garantire l’accesso al cibo alla popolazione mondiale in modo sostenibile. I laboratori handson, le mostre e le esposizioni, le attività interattive e gli eventi animati approfondiranno maggiormente il punto di vista scientifico e tecnologico, valorizzando la ricerca dei laboratori internazionali e le applicazioni possibili in ambito agronomico, botanico, medico, sanitario, sociale e culturale parlando di scienze e tecnologie. Info: tel. 051-0251007 Luciano Fabro Disegno In-Opera a cura di Giacinto Di Pietrantonio, Italo Tomassoni e Bruno Corà in collaborazione con Silvia Fabro e l’Archivio Fabro Foligno, 15 febbraio - 13 aprile 2014 Il percorso espositivo accoglie oltre 100 disegni che come suggerisce il titolo della mostra, presentano tipologie e funzioni differenti: essi infatti, non sono strettamente “progettuali, ovvero preliminari alla realizzazione di opere, bensì disegni intesi come pratica alla base del processo creativo che conduce alla genesi di un’idea o come mezzo per trasmettere messaggi; disegni in cui è esplicito il riferimento alla scultura e disegni come campo di indagine e di sperimentazione. E ancora disegni come forme - aperture, buchi e fori - grazie alle quali Fabro indaga e attraversa lo spazio aperto da Lucio Fontana, che in quegli anni era punto di riferimento per gran parte dei giovani artisti. Lavori realizzati in più di quarant’anni che presentano segni autonomi, esercizi di segni che Fabro realizzava e regalava ad amici e parenti. E infatti è proprio la generosità di Fabro a fornire una delle chiavi di lettura dei disegni in mostra, che in alcuni casi appartengono a privati che li hanno ricevuti in dono dall’artista - come Cantare cantando (1994) e Concetto Spaziale (Descrizione) 1967, che riporta sul retro “buon ‘68. Luciano”: un dono augurale per l’anno nuovo. Sono opere che parlano di rapporti umani, di amicizia, di etica, di noi e dell’altro, perché - come afferma Giacinto Di Pietrantonio nel catalogo della mostra - ‘in Fabro anche il privato appartiene alla sfera pubblica’. Disegnare è, per Fabro, un termine che spazia dalla parola all’immagine, al pensiero; è l’iconografia e il percorso che egli traccia sempre nel suo operare. Molti disegni in mostra. Info: tel. 0742 621022 L’INFORMALE IN ITALIA Galleria Civica di Modena Palazzo Santa Margherita 22 febbraio - 13 aprile 2014 La Galleria Civica di Modena con “L’Informale in Italia. Opere su carta dalla collezione della Galleria civica di Modena”, una mostra realizzata interamente con materiale proveniente dalle proprie raccolte e dalla collezione Don Casimiro Bettelli, ceduta in comodato alla Galleria dalla curia modenese. Curata dal direttore del museo Marco Pierini, promossa e organizzata dalla Galleria Civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la mostra propone al pubblico più di cento disegni e incisioni dei massimi esponenti dell’Informale italiano in un arco cronologico compreso fra la metà degli anni Quaranta e la fine degli anni Sessanta. La libertà di espressione, il rifiuto delle norme - tanto quelle dettate dalla tradizione, quanto quelle ormai ridotte a formalismo stabilite dalle avanguardie storiche - e la forte componente esistenziale, condussero gli artisti di questa corrente a sperimentare tecniche, materiali e modalità espressive molto diverse tra loro. I risultati di questa incessante sperimentazione sono perfettamente leggibili anche nelle opere su carta, esiti spesso perfettamente compiuti e autonomi, piuttosto che abbozzi e appunti di carattere progettuale. I principali orientamenti linguistici dell’informale italiano sono ben rappresentati all’interno della collezione della Galleria civica, i cui fogli testimoniano il prevalere, di volta in volta, del segno, del gesto, della materia, dell’articolazione spaziale. Allestito nelle sale superiori di Palazzo Santa Margherita, il percorso espositivo presenta una sala dedicata alla grafica di Alberto Burri e una a Lucio Fontana ed altri interessanti artisti. Info: tel. 059-2032911 13 ARTECULTURA INTERLUDI D'ARTE Giulio Paolini, L’ALTRA FIGURA, 1984 INTERLUDI D'ARTE Giorgio De Chirico, CANTO D’AMORE TEFAF PONE L’ACCENTO SULL’ECCELLENZA OLANDA 13 - 24 marzo 2014 GIULIO PAOLINI Napoli, Galleria Alfonso Artiaco sino al 29 marzo 2014 Il percorso espositivo si apre con Red Carpet, annunciato con uno studio sull’invito alla mostra. Se il titolo richiama l’uniforme superficie rossa del simbolico tappeto predisposto per gli ospiti d’onore e le passerelle illustri, l’opera allestita al suolo propone, al contrario, una frastagliata chiazza color sangue che evoca un incidente fatale (l’immagine virata in rosso riprende la macchia d’inchiostro della Sainte Vierge II di Francis Picabia). Al centro, i calchi in gesso di due piedi, collocati in posizione sopralevata su una piccola teca di plexiglas, evocano, nella loro bianca e candida levigatezza, una presenza appena accennata, una figura ipotetica, in netto contrasto con la dimensione tragica della macchia al suolo. Tra i due livelli -dichiara l’artista - lo sguardo misura “la distanza tra una concezione dell’esserci e la sua impossibilità”. La seconda stanza ospita gli enigmi di una “Villa dei Misteri”, titolo mutuato dalla nota dimora romana nell’area archeologica di Pompei. Nell’opera principale, Villa dei Misteri, le immagini degli ambienti vuoti della galleria medesima si scompongono e si ricompongono in un labirinto circolare, mentre l’elemento centrale dell’assieme propone un disegno di stanze in prospettiva, in fuga verso un riquadro cieco. Gli Studi per “Villa dei Misteri” propongono atmosfere surreali, basate sull’accostamento incongruo di elementi iconografici di origine diversa (motivi distintivi del repertorio dell’artista - pianeti, figure mitologiche,soggetti scultorei - ambientati in seducenti spazi interni). Nella terza stanza, Senza più titolo mette in scena , sopra una base nera, un insieme di disegni (studi, progetti), trattenuti da una lastra di plexiglas scuro e sormontati al centro da una teca, anch’essa in plexiglas brunito, che racchiude un piccolo calco in bronzo della figura di un carabiniere, in posa su un foglio bianco. La presenza emblematica della figura istituzionale vigila su qualcosa di invisibile e ignoto, che si annuncia però in codice tra le righe dei tracciati in libera sovrapposizione riuniti alla base (...). Info: 0814976072 14 ARTECULTURA TEFAF 2013, Sezione Arte Moderna DOPPIO SOGNO RASSEGNA Torino, Palazzo Chiablese 31 gennaio -30 aprile 2014 La mostra Doppio Sogno è stata inaugurata con una conferenza stampa a Palazzo Chiablese alla presenza del direttore generale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte Mario Turetta e dei curatori Luca Beatrice e Arnaldo Colasanti. La sezione di pittura a cura di Luca Beatrice e Arnaldo Colasanti inaugura i nuovi spazi espositivi del Polo Reale di Torino a Palazzo Chiablese, con accesso da piazzetta Reale: 1.000 mq che un tempo ospitavano la collezione e la biblioteca dell’ex Museo del Cinema e che da oggi sono parte integrante del complesso del Polo Reale e sono interamente dedicati a servizi, mostre ed eventi, che avranno una continuità al termine di Doppio Sogno. Questa esposizione porta una novità nel campo dell’arte e della cultura in Piemonte, con ampi spazi di comunicazione attraverso i social network: con un sito dedicato www.polorealedoppiosogno.it, una pagina Facebook con l’opportunità di scaricare un coupon di ingresso ridotto, aggiornamenti Twitter e immagini su Flicker, il tutto collegato a informazioni sui musei del complesso del Polo Reale di Torino. “Una rassegna tra Novecento e contemporanea attraverso una cinquantina di opere, in una modalità dialogica e non cronologica, con accostamenti talora impliciti altrove azzardati, naturali eppure bizzarri - anticipa Luca Beatrice, co-curatore con Arnaldo Colasanti di ‘Doppio Sogno’ - Da De Chirico a Andy Warhol, da Felice Casorati ad Alighiero Boetti, da Alberto Savinio a Damien Hirst, tanto per citare alcuni dei protagonisti. Oppure per meglio dire, dalla Metafisica alla Pop Art, ad esempio di Mario Schifano, Enrico Baj e Mimmo Rotella per rimanere in Italia, ma anche Warhol e Claes Oldenburg. etc. Info: 0115220411 La Mostra dei disegni rari in prestito dalla Collezione Nazionale dì Arti Grafiche di Monaco - Il Rapporto sul mercato dell’arte prende in esame il permanere del dominio del mercato statunitense - Il Convegno sull’arte indaga le tendenze del collezionismo del Design del XX secolo - Il Presidente ad interim si impegna a rafforzare la esposizione e reputazione della Fiera - Annunciate le Gallerie di TEFAF Showcase 2014. La Mostra a TEFAF. Nel 2014 TEFAF ospiterà un’eccezionale esposizione grazie al prestito di circa 35 disegni provenienti dalla Collezione Nazionale di Arti Grafiche di Monaco (Staatliche Graphische Sammlung, Munchen), una delle più importanti collezioni di disegni e stampe al mondo. La mostra intitolata “Timeless beauty”, è allestita all’interno della sezione “Paper” della Fiera. La selezione delle opere, focalizzata sulla figura femminile, va dal XV al XX secolo ed include opere di diversi paesi come Olanda, Italia, Spagna e Francia. La mostra non proporrà solo una rassegna di raffigurazioni femminili che attraversa oltre sei secoli d’arte ma offrirà al visitatore anche la possibilità di ammirare una scelta di opere raramente esposte e realizzate da maestri europei come Andrea Mantegna (14311506), Marin Schongauer (1445-1491), Matthias Grunewald ( 1470-1528), Federico Barocci (1535-1612), Henrick Goltzius (1558-1617) e Rembrandt van Rijn (16061669). Inoltre saranno presenti disegni realizzati da alcuni dei più importanti artisti del XIX e XX secolo, tra questi: Auguste Rodin (1840-1917), Gustav Klim (1862-1918), Pablo Picasso (1881-1973), Max Beckman (18841950) e Egon Schiele (1890-1918). Il rapporto annuale sul mercato dell’arte commissionato da TEFAF è apprezzato per la sua ricerca ritenuta indipendente e per il contributo alla comprensione delle dinamiche del settore. Quello commissionato da TEFAF per il 2014, e redatto dall’economista Claire McAndrew, avrà un approfondimento speciale sugli Stati Uniti d’America. Info: 049-663499 INTERLUDI D'ARTE CEUTA, Porta d’Ingresso per la Spagna e l’Europa Alberto Giacometti, DONNA DI VENEZIA VIII, bronzo RHOME Sguardi e memorie migranti Roma, Palazzo Braschi 12 febbraio - 30 marzo 2014 Trentaquattro migranti. Dodici fotografi. Sessantotto foto. Una città. Storie diverse di donne e uomini che raccontano cosa porterebbero con sé di Roma. Questa è “Rhome - Sguardi e memorie migranti”, la mostra promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura , Creatività e Promozione Artistica e dalla Soprintendenza Capitolina, ospitata al Museo di Roma Palazzo Braschi con l’organizzazione e i servizi museali di Zètema Progetto Cultura. Un’ iniziativa di rilievo nell’ambito delle attività di prevenzione e contrasto delle discriminazioni razziali, che ha ottenuto anche il riconoscimento UNAR, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali. Quello dei migranti è un vero popolo, basti pensare che a Roma sono oltre 352mila, con un’età media di circa 37 anni, single in oltre il 50% dei casi.Trentaquattro di loro raccontano la propria storia raccontando la città. Lo scatto del fotografo ha fissato nell’obiettivo i loro tanti modi di diventare parte di Roma. Tutto questo grazie alla collaborazione nata tra l’Associazione “éarrivatoGodot”, il CNR e Officine Fotografiche Roma con il Museo di Roma in Palazzo Braschi. Il progetto Rhome - che ha poi portato alla presentazione di questa originale e coinvolgente esposizione - dà voce ai nuovi cittadini di Roma Capitale: i migranti provenienti da tutte le parti del mondo, che oggi fanno parte del tessuto strutturale della città. “Questo progetto è una piccola scossa per la società - ha commentato uno degli intervistati . Ce ne vogliono tanti, ma sono queste le cose che faranno la storia degli immigranti.”. I 34 partecipanti appartengono sia alle 14 comunità straniere più numerose sia ad altri Paesi e rappresentano 27 nazionalità: africani, americani, asiatici, europei. “Qual’é un luogo di Roma che non dimenticherai mai e che porterai con te anche se dovessi andare a vivere altrove?” E’ intorno a questa domanda che ruota la mostra fotografica. Info tel. 0682077304 INTERLUDI D'ARTE Mario Sironi, CHIARO DI LUNA, 1915, cm. 51x57 SIRONI E LA GRANDE GUERRA GIACOMETTI - La Scultura Roma, Galleria Borghese 5 febbraio - 25 maggio 2014 Dal 5 febbraio fino al 25 maggio 2014 la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Roma, diretta da Daniela Porro, presenta all’interno delle sale della Galleria Borghese, diretta da Anna Coliva, la mostra Giacometti. La Scultura. Sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, la mostra è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, curata da Anna Coliva e da Christian Klemm, illustre studioso dell’opera di Giacometti e realizzatore delle monografie più importanti dell’artista, e organizzata e prodotta da Arthemisia Group. L’esposizione porterà a Roma l’arte indiscussa e drammatica di uno dei più grandi artisti del ‘900. La Villa Pinciana, nobile scenario di capolavori è, per definizione, soprattutto il luogo della scultura, grazie alla presenza nella collezione di sommi esempi dell’epoca greca e romana, del Rinascimento, del Barocco e del Neoclassicismo. La meta di questo viaggio attraverso i secoli è l’interpretazione statuaria della figura umana nel XX secolo, che si concretizza nell’arte di uno dei più grandi del ‘900: Alberto Giacometti. Il desiderio di raccontare la tragicità della scultura moderna a confronto con la classicità del passato è stata dettata da una riflessione sulla poetica di Giacometti, fortemente emblematica di un secolo che vede grandi sconvolgimenti politici, storici e culturali. I curatori della mostra hanno voluto raccontare attraverso il percorso come muti la visione degli artisti nel confrontarsi con la raffigurazione dell’essere umano. La mostra dunque è occasione per raccontare l’artista -visionario, onirico e surrealista, fautore di un segno indelebile nell’arte - e soprattutto far vedere la sua opera in dialogo con i capolavori della Galleria. Tra le 40 opere esposte, bronzi, gessi, disegni. Info: tel.068413979 L’arte e la prima guerra mondiale dai futuristi a Grosz e Dix a cura di Elena Pontiggia Chieti, 22 febbraio - 25 maggio 2014 Dopo i successi delle mostre dedicate a Francis Bacon, Aligi Sassu, Emilio Greco e alla grande esposizione sui codici miniati “Illuminare l’Abruzzo”, la Fondazione Carichieti propone al pubblico ancora una volta una programmazione attenta e di alto livello scientifico. Mentre si avvicina il centenario della prima guerra mondiale (19141918), la Fondazione promuove la nuova esposizione dal titolo “Sironi e la Grande Guerra. L’arte e la prima guerra mondiale dai futuristi a Grosz e Dix”. Curata da Elena Pontiggia, la mostra, che apre in Italia le riflessioni sul centenario della prima guerra mondiale (1914-1918), comprende oltre cinquanta opere e documenta come gli artisti, da Balla a Carrà, da Léger a Grosz e Dix, da Previati a Nomellini, hanno rappresentato la drammatica esperienza del conflitto. Cuore della mostra è la figura di Sironi, di cui per la prima volta vengono analizzate organicamente la stagione degli anni 1915-1918 e la tematica della guerra, che ricorre nella sua pittura ben oltre quegli anni. Il percorso espositivo muove da maestri europei come Léger con i Giocatori di carte, 1915; Otto Dix, con la poco nota Schützengraben in der Champagnu, 1916; Grosz con il tragico 1917. Prosegue poi con gli altri artisti da Previati, Gli orrori della guerra, 1917 e Nomellini, Allegoria della vittoria sull’esercito in marcia, 1919; ai futuristi Balla, Carrà, Depero, Prampolini, Dottori, fino a Bonzagni, Campigli e molti altri tra cui Viviani e Marussig che rappresentano entrambi un Soldato austriaco, emblema della sconfitta. Le sale sironiane iniziano con le vignette satiriche contro gli austro-tedeschi realizzate dall’artista nel 1915-1918, tra cui quelle per la rivista “Il Montebello”, diretta da Bontempelli. Di particolare interesse è l’ultimo numero della rivista uscito nel novembre 1918. Info: tel. 0871-347606 15 ARTECULTURA INTERLUDI continuano INTERLUDI continuano L’IMPERO DELLA LUCE Venezia, Peggy Guggenheim Sino al 14 aprile 2014 Inaugurata lo scorso 1 febbraio la mostra Temi & Variazioni. L’impero della luce, attraverso un serrato quanto affascinante susseguirsi di inediti dialoghi mette in relazione opere note e meno note del museo veneziano con lavori contemporanei al fine di suscitare nello spettatore “assonanze, sorprese e rimandi inaspettati, quasi spiazzanti”. Perno ideale del percorso espositivo il capolavoro di Magritte, da cui prende titolo la rassegna. Info 041 2405 411 realizzati in un arco di tempo che va dal 1998 al 2013. La produzione dei francobolli d’artista è sterminata e comprende opere di importanti artisti che hanno da tempo dedicato forze e attenzione a tale forma di espressione, artisti di grande interesse come Michael V. Hitrovo e Karl Schwesig, Donald Evans deceduto nel 1967, Yves Klein, Lamberto Pignotti, Guglielmo Achille Cavellini, e tanti altri artisti come David Hockney, Ralph Steadman, Allen Jones, Paolo Scirpa e Marcello Diotallevi. Dal 1998 a oggi, Molinari ha già realizzato una sessantina di francobolli tutti di grande qualità e bellezza. Info 089 5648159 BONFILIO MALTONI Apertis Verbis Benevento, Numen Art Gallery Sino al 19 aprile 2014 Quella raccontata da Barbara Bonfilio è una femminilità che si offre in modo diretto allo sguardo indagatore di chi osserva, che grida consapevolezza e coscienza sociale attraverso ‘apertis verbis’, quelle ‘parole esplicite’ scritte a grandi caratteri sulle tele, che sono ora un monito, ora un’esortazione, e che rivelano la forte attenzione dell’artista verso i grandi temi sociali, la sua volontà di scuotere gli animi, di far riflettere chi spesso è distratto o ‘orwellianamente’ escluso dalla verità. Info 3387503300 MERLIN JAMES In penombra Napoli, Galleria Raucci Sntamaria Sino al 7 marzo 2014 Quando si parla di pura pittura nell’ambito del contemporaneo si tende sempre a sottovalutarne l’importanza. Di solito questo medium è reso contemporaneo puntando l’attenzione su un processo intellettualizzante che ne giustifica la presenza in una mostra. Parlare di pittura, nel caso di Merlin James, è invece come parlare di rare persone che si incontrano dopo tempo e in un momento inaspettato. Le opere di Merlin James potrebbero essere interpretate sulla base di questo incontro ed offrirci varie e curiose interpretazioni che ci indirizzano nel tempo e nello spazio attraverso la lettura dei dettagli della materia dei suoi dipinti. Infatti gli stessi materiali, nella realizzazione di un quadro, rappresentano gli elementi che ci fanno riflettere sulla natura dei suoi lavori. Telai e tele non sono solo la base su cui stende il colore ma parte integrante del lavoro. Info 0817443645 MAURO MOLINARI Salerno, Ophen Virtual Art Gallery Sino al 29 marzo 2014 “I Messaggeri di Mauro Molinari” é il titolo della mostra personale che lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery di Salerno dedica a Mauro Molinari. Verranno presentate 60 artistamps 16 ARTECULTURA Angeli e Meduse Bologna, Fantomars Arte Accessibile Sino al 19 aprile 2014 L'autrice Angela Maltoni, giovane ma già dotata di un prestigioso curriculum espositivo, arricchito da importanti premi e riconoscimenti a livello nazionale, esporrà nuove opere, per la maggior parte disegni eseguiti con la sua raffinata e particolare tecnica, immagini sospese tra iperrealismo e surrealtà, misteri non rivelati, di grande impatto emotivo. Il titolo allude a creature fantastiche, ibridi inesistenti, solo favoleggiati, ma il sottilissimo tratteggio che delinea le figure rappresentate ci mostra invece un tentativo, insieme disperato e romantico, di fusione tra il sembiante umano, sensibile e dolente dell'artista stessa, che si autoritrae in forme travisate ma riconoscibili, e l'inorganica pacificazione di manichini e fantocci, che tuttavia vengono quasi contaminati nell'accorato abbraccio della carne viva, al punto di apparire resuscitati dalla loro inanimazione. Info 3356910063 PATRIZIO CIANCI AntiPop Bologna, Galleria B4 Sino al 19 aprile 2014 Il titolo della mostra AntiPop riassume perfettamente la poetica dell’artista che con il termine “Anti” indica i messaggi visivi delle opere che pongono una riflessione e una critica sul nostro vivere in una “società dello spettacolo”. Il termine “Pop” indica una critica a questa cultura che nasce negli anni 60 e oggi è divenuta il “pensiero unico” della nostra continua postcontemporaneità. Certamente esso fa anche riferimento alla “Pop Art” che non poneva una critica al sistema consumistico che stava prendendo vigore diventando il sistema conformista che oggi troviamo in ogni ambito della nostra vita sociale. Info 3285936214 GORAN TRBULJAK Bologna, P420 Arte contemporanea Sino al 29 marzo 2014 Il suo lavoro è anche una profonda riflessione sul sistema dell’arte e sulle dinamiche che contribuiscono a dare ad un oggetto lo status di opera d’arte.Le domande intorno alle quali ruotano oltre quarant’anni di ricerca indagano quali siano i fattori che fanno si che una certa attività e una certa attitudine siano classificate come artistiche. E chi è l’artista? In una performance del 1972 Trbuljak distribuisce ai passanti un foglio contenente una domanda: “Un artista è tale quando gli viene data la possibilità di esserlo. Goran Trbuljak è un artista o no?”L’anno dopo, ottenuta la possibilità di allestire una sua mostra nel Museo di Zagabria, Trbuljak dichiara “il fatto che a qualcuno sia data la possibilità di esporre è più importante di cosa espone”. Ironico e profondo al tempo stesso, Trbuljak mette in crisi i principi del Modernismo, il culto dell’autore, la nozione di originalità, gli strumenti del Sistema dell’arte come le gallerie, le mostre, le monografie. info@p420.it PAOLO BINI Altri viaggi Ferrara, Casa dell’Ariosto Sino al 6 aprile 2014 Una carica passionale e ipersensibile che non si ferma alla superficie del quadro. Bini, infatti, mostra a Ferrara anche lavori a dimensione più ambientale, espandendo il colore lungo la superficie delle pareti, che avvolge calorosamente chi osserva. Organizzata dall'associazione Yoruba diffusione arte contemporanea, l’esposizione che gode del patrocinio del Comune di Ferrara, Musei Civici di Arte Antica, Ufficio Giovani Artisti, Assessorato alla Cultura del Comune di Ferrara, s’inscrive in una proposta di più ampia attenzione all’arte contemporanea, promossa a Ferrara dall’attività della cattedra di Storia dell’Arte contemporanea dell'Università degli Studi di Ferrara, nella persona della prof. ssa Ada Patrizia Fiorillo. Info 0532 244 949 SIMON HANTAI Retrospettiva Roma, Villa Medici Sino all’11 maggio 2014 Quaranta saranno le opere, di diversi formati e realizzate tra il 1958 e il 2004, che verranno esposte nelle Grandes Galeries di Villa Medici. Avvicinare oggi il lavoro di Hantaï esige il confronto con la tensione che lo spingerà a quell’idea d’isolamento che fece propria, all’indomani della partecipazione alla Biennale di Venezia del 1982 in rappresentanza della Francia, con un’attitudine in contrasto con l’universo delle apparenze e della “visibilità” oggi così diffuso. La vocazione di Hantaï è quella di riappropriarsi della ricerca assoluta come finalità e missione dell’artista, fino a divenire il carattere distintivo dell’ultimo periodo della sua vita e del suo lavoro. Periodo INTERLUDI continuano INTERLUDI continuano che vede opere, spesso ancora inedite, nascere dal dialogo dell'artista con alcuni dei più grandi filosofi e scrittori del suo tempo, come Jacques Derrida, Jean-Luc Nancy, Hélène Cixous e Dominique Fourcade. Info 066761291 ALMA-TADEMA e l’800 inglese Roma, Dart Chiostro del Bramante Sino al 5 giugno 2014 Il visitatore potrà riapprezzare o conoscere il mondo creato dai padri dell’Aesthetic Movement, accomunati da tendenze simili, ma ognuno con la sua personalità, i suoi temi prediletti, il suo personalissimo stile: da Millais e Rossetti, i padri “preraffaelliti”, insieme al poco più giovane Burnes Jones, fino al genio di sir Alma Tadema e le sue tele dedicate al mondo della Grecia e della Roma Imperiale, che hanno ispirato i film mitologici fino agli anni Settanta; ma anche i lavori di sir Frederic Leighton, accademia pura nel miglior senso del termine. Info 066 88 09035 OHLBAUM foto 1975-2014 Roma, Casa Goethe 20 marzo - 18 maggio 2014 Da alcuni decenni la “studiosa dei volti d’autore” Isolde Ohlbaum accompagna la vita letteraria internazionale. Le fotografie dell’artista, residente a Monaco sono presenti in mostre internazionali. Davanti al suo obiettivo riunisce volti noti di scrittori come Peter Handke e Roberto Saviano, ma anche personalità come David Bowie, Andy Warhol, Werner Fassbinder o Klaus Kinski. In mostra anche numerosi ritratti di scrittori tedeschi e italiani. Un’altra parte dell’esposizione è dedicata invece al “Premio Internazionale Petrarca per la Poesia” fondato dall’editore tedesco Hubert Burda. Info 0632650412 LIBERO DE LIBERO e la Cometa Roma, Galleria d’Arte Moderna Sino all’11 maggio 2014 Ancora poco noto al pubblico, De Libero fu un grande innovatore del gusto artistico italiano, grazie a una curiosità e a una intuizione d’impronta cosmopolita che traevano linfa dai suoi numerosi campi di attività: poeta, scrittore, cronista d’arte, sceneggiatore, organizzatore culturale. La mostra, in particolare, ripercorre la straordinaria esperienza di De Libero alla guida della galleria “La Cometa”, esponendo 40 opere di artisti da lui sostenuti e lanciati, che oggi appartengono alla collezione della Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale. Info 060 60 8 I BAMBINI di TEREZIN Roma, Casa della Memoria e della Storia Sino al 28 marzo 2014 Simile a tutti gli altri inferni concentrazionari in quanto luogo di fame-malattia-morte-orrore, Terezín ebbe tuttavia una propria “unicità”, terribile e straordinaria al tempo stesso. Da un lato, fu uno strumento della “campagna pubblicitaria” dei nazisti che, nel processo della soluzione finale della questione ebraica, lo utilizzarono cinicamente come Propagandlager, un palcoscenico da esibire alle delegazioni straniere in visita, un campo modello dedito alla musica, al teatro, all’arte. Dall’altro lato, fu protagonista di un rigoglio creativo che fiorì spontaneo, ben oltre le messinscene pianificate dagli aguzzini: la cultura divenne un “necessario” nutrimento spirituale per i prigionieri, una sorta di baluardo opposto con la forza della disperazione alla minaccia incombente della Vernichtung, la riduzione al nulla. Info 066876543 di impatto, che apre a letture e suggestioni che catturano il visitatore per la bellezza intrinseca del materiale e la perfezione delle forme. Info 030383034 SAN PATRIZIO Festival Milano Milano, Piazzale Carlo Magno 14 - 16 marzo 2014 Un calendario fitto di eventi: 17 concerti, 14 gruppi musicali, artisti di fama internazionale 11 conferenze per un viaggio tra storia e miti, 2 mostre per conoscere le leggende e le tradizioni irlandesi, 17 stage di danza partendo dall’ Irish Stretching, passando ai corsi base Irish Dancing , arrivando ai corsi per professionisti, 2 grandi feste a ballo, spettacoli, un’intera area dedicata al rugby ed una rivolta ai bambini con animazione fatata e…tanti altri eventi… Info 02 49971 PINO PASCALI Booom ! Genova, Museo Villa Croce Sino al 30 marzo 2014 Villa Croce presenta Boooom! Pino Pascali e il gioco delle armi, una selezione di opere volte a mettere a fuoco un aspetto specifico della produzione di Pino Pascali (1935-1968): il suo “mondo eroico infantile” popolato da personaggi di ogni sorta – guerrieri e crociati, moschettieri e gangster, uomini primitivi e soldati – accomunati dal possesso di un’arma. Pascali rappresenta un’umanità variopinta e combattente, apparentemente sull’orlo dello scontro armato, eppure mai davvero ostile o minacciosa. Info 010580069 BE MY VALENTINE Genova, Violabox Art Gallery Sino al 30 marzo 2014 Il suggestivo tema dell’amore è reinterpretato dagli artisti internazionali di MF Gallery e Violabox. L’ ”Amore” fra queste due gallerie è iniziato nel 2009 con la loro prima mostra in collaborazione e continua con lo scambio di artisti da un continente all’altro. MF Gallery dal 2003 con sede principale a New York, per cinque anni ha avuto uno spazio nel centro storico di Genova, sono stati fra i primi in Italia a portare l’arte lowbrow/pop surrealism. Violabox dal 2007 organizza mostre nella sua sede in via Trebisonda a Genova e crea installazioni site specific in molti spazi “alternativi”. Info 0105957773 ISAACS Architecture of Empathy Brescia, Galleria Massimo Minini Sino al 15 marzo 2014 Per la sua prima mostra in Italia John Isaacs presenta nella sala principale della galleria un solo nuovo lavoro, una grande scultura in marmo di Carrara, realizzata con una tecnica tradizionale che riporta alla mente una celebre opera del passato. Una presenza molto fisica, SCHIFANO Paesaggi TV Milano, Galleria Photology Sino al 4 aprile 2014 All’inizio degli anni 70 Mario Schifano ha una crisi nei confronti della pittura, crisi che coincide con un generale ripensamento sulla tradizione pittorica, innescato dal successo delle neoavanguardie concettuali. L’artista allora elabora un immaginario completamente nuovo, basato sulle immagini mediali che scorrono ininterrotte sugli schermi televisivi sempre accesi. Info 026595285 ULIANO LUCAS Le vere ragioni Milano, Galleria Ca’ di Fra’ Sino al 4 aprile 2014 Secondo appuntamento di Uliano Lucas con Ca’ di Fra’. Continua, così, il suo “narrare fotografico”, all’interno di un orizzonte più ampio della cerchia personale e umana degli amici e degli artisti con i quali ha condiviso tante storie. Con questa mostra, il cono di luce si concentra sugli anni della “contestazione” (fine anni’60-metà’70), sia studentesca che operaia e, più in genere su uno spaccato di Italia lavoratrice, carica di speranze e di sogni difficili da realizzare. Info 0229002108 DESIGN ITALIANO Pesaro, Musei Civici Sino al 30 maggio 2014 I Musei Civici di Pesaro si sono arricchiti di una donazione di circa 180 pezzi, raccolti durante tutta una vita dal Prof. Adalberto Vinciguerra e dalla moglie Anna Maria Miele, appassionati collezionisti, soprattutto di vetri rari. Alla donazione, i musei pesaresi - che proprio l'estate scorsa si sono presentati al pubblico nel nuovo assetto espositivo risultato di una complessa ristrutturazione - dedicano una mostra, a cura di Stefano Cecchetto. Info.: 0721387474 17 ARTECULTURA Leonilde Perseu Michele Giannattasio Gregorio Mancino MARINA SOLARE DESIDERIO UNIVOCO ELEFANTE INTELLETTUALE Ci si trova nello splendore di un’assoluta solarità mediterranea, quel misterioso mondo nel quale cielo, terra e mare fermentano quella spiccata liricità di sole, che incanta e spiritualmente appaga di creatività pittorica la pittrice Leonilde Perseu. Infatti, il dipinto riprodotto “CASA AL MARE” manifesta quello spirito di libera poetica che efficacemente si addice alla solarità mediterranea. Quel mondo nel quale la pittrice più che dipingere un generico desiderio, invece si fa portatrice creativa di un paesaggio che stimola a sognare la realtà non come una venale conquista, ma a penetrare l’essenza della materia e delle acque del mare in grazia disinteressata. Un luogo dove la natura non ha un prezzo di mercato ma solo quella meraviglia di purezza riserbata che la pittrice Perseu riesce a raggiungere con l’acume della sua sensibilità per farne un prodotto della mente che dimentica l’egoismo per ammirevole coinvolgimento di reciproca gratitudine. Tanto che dal dipinto l’azzurro delle acque marine, la scala della casa e l’allusivo giardinaggio del primo piano del dipinto, illuminano quella condizione di sincerità naturale e di salutare condizione d’insieme che oggi il nostro vivere si domanda e non incontra e forse, nemmeno più sogna. Ma che la pittrice ci fa conoscere come stimolo positivo di ripensamento. Marpanoza Perseverando sul filo rigoroso del sentimento emotivo in questo numero primaverile di marzo 2014 il pittore Michele Giannattasio ci fa conoscere “SCONOSCIUTI”, un dipinto del 1993 che, a nostro avviso, potrebbe essere mosso da un profondo desiderio di conoscenza. L’argomento che, nell’insieme pittorico dell’artista, più fa voce con il suo divenire esistenziale. Infatti, il titolo del dipinto già lo annuncia sul filo diretto della ricerca che caratterizza lo spirito dell’iniziativa. Senza tuttavia poi mancare di precisarne ulteriormente la finalità del dipinto con l’incisività formale nella quale si fronteggiano due figure umane abbozzate da spinto tocco espressionista in tonalità azzurrecenerino che posano su un fondo rosso-marrone. E dal cui rispecchio traspare con tutta evidenza la necessità dell’incontro, la spinta innata del linguaggio che dà significato pittorico al dipinto. Lo status del messaggio. La pittura di Giannattasio è ideata tutta da un vissuto travaglio interiore, quel riposto mondo che alimenta e realizza visivamente tutto lo spirito di ricerca che dispone l’artista ad operare in una sua precisa atmosfera umana, quel mondo spirituale che alimenta ed orienta il libero progetto ideativo che caratterizza la forza messaggistica del pittore. (Marpanoza) La metafora è da pensare che sia il mezzo che fa pittore davvero moderno Gregorio Mancino. Lui, l’artista, che modernizza l’antico e l’oggetto usato, il pittore che rende piacevole la stranezza, appunto, mediante la metafora appropriata da non confondere con un comune adattamento che non porta da nessuna parte, al contrario di Mancino che intellettualizza l’elefante tra l’azzurro e il Tricolore con due occhi che sembrano parlare ad un mondo che vive oltre la coscienza umana. Forse o vero, il desiderio di un linguaggio intergeneris alimenta la ricerca conoscitiva del pittore che fa della meraviglia lo scopo del suo percorso creativo. L’artista dota di una spiccata intelligenza che, oltre a farlo viaggiare in continuazione, sensibilizza il pittore anche alle attrattive negli angoli più remoti del mondo che Mancino raggiunge per rapporti d’arte e donazioni varie dovute al solidale della sua magnanimità. (Marpanoza) Leonilde Perseu “CASA AL MARE” olio su tela. 18 ARTECULTURA Michele Giannattasio “SCONOSCIUTI” 1993 Olio su tela Gregorio Mancino “ELEFANTE A ZANZIBAR” 2011 , tecnica mista cm. 50x70 Marco Faggi ASSENZA DI COMUNICAZIONE Una simbologia mitica con interposti interrogativi a confronto. Così dal nostro punto di vista il dipinto che si riproduce per Marco Faggi: “AGGLOMERATO”, realizzato in terra cotta e resina di tonalità monocromatica marrone, a diversificate tensioni, come la spinta creativa suggerisce al pittore di realizzare a rispecchio spirituale l’opera in armonia di collegamenti tra radici d’alberi ed immagine umana in riflessione per arrivare ad un contorto corno, oblungo, sulla destra, tra rispecchio di bianco e di marrone. Ma il particolare del dipinto rimane un ristretto rettangolo di piccola finestra che come un lago di coscienza s’illumina nell’alto del marrone. Un immaginario collegamento tra il desiderio del pittore e la riflessiva testa dell’uomo che nel basso dell’opera simboleggia di profonda meditazione. Un desiderio di accentuata ribellione creativa nella quale variano le scritture simboliche di concreto e di astratto, alludendo al vissuto desiderio di armonia: l’universale operare dell’arte in ricerca conoscitiva dall’ignoto. Marpanoza Marco Faggi“AGGLOMERATO” Terra cotta e resine CORTINA ARTE Via MAC MAHON, 14 (Cortile int.7) 20155 MILANO -ITALIA Tel 02/33607236 www.cortinaarte.it E-mail: artecortina@artecortina.it PERMANENZE DINO BUZZATI GIANCARLO CAZZANIGA GIANCARLO CERRI GIOVANNI CERRI ROBERTO CRIPPA DADAMAINO FORTUNATO DEPERO LUCIANO MINGUZZI Inaugurazione della mostra ore 18,30 4 - 22 marzo 2014 *** GIUSI SANTORO Il linguaggio del silenzio a cura di Giovanni Cerri “La mostra personale di Giusi Santoro, presenta una selezione di dipinti realizzati tra il 2000 e il 2005. La sua pittura, che potremmo collocare in un’area espressiva informale, è modulata su ampi spazi di materia cromatica luminosa, fatta di sottili trasparenze di bianchi, grigi, terre e sfumature ocracee, delimitate da tenui accenni di segni e graffiature che tracciano un appunto compositivo. Molti dei suoi lavori hanno come titolo “Appunti”, quasi un sottinteso al tipo di ricerca dell’artista, che lavora su tracce di evocazioni, oltre il fatto descrittivo, attraverso il dialogare di raffinate campiture di materia-colore. L’artista ha poi sviluppato, nel corso della sua lunga carriera, anche la pratica dell’antica tecnica giapponese della lavorazione raku della ceramica.” GALLERIA GALLERIA PONTE ROSSO PONTE ROSSO 20121 - Milano via Brera 2 Tel/Fax 02/86461053 Corrisp. via Monte di Pietà1/A E-mail:ponterosso@ponterosso.com www.ponterosso.com GALLERIA PONTE ROSSO 1973 / 2013 Nell’ambito delle iniziative per i 40 anni di attività della galleria la Ponte Rosso è lieta di invitarla alla rassegna “la miglior proposta” In mostra 40 dipinti di artisti italiani del Novecento selezionati dalla galleria e proposti ad un prezzo veramente speciale, solo per il periodo della mostra. inaugurazione giovedì 20 febbraio ore 18 Giuseppe Novello La moglie in vacanza, 1967 dal 20 febbraio al 23 marzo 2014 ASSOCIAZIONE CULTURALE R. CORTINA Via Mac Mahon, 14 (Cortile interno n. 7) 20155 MILANO - ITALIA Tel/Fax 02/33607236 - Cod.Fisc. 97181820156 Orario di apertura: 10-12,30 / 15,30 -19 Chiusura: domenica e lunedì domenica 23 marzo aperto dalle 15,30 alle 19,00 19 ARTECULTURA G. Nucci, CONCERTO SULL’ETNA, 1992, olio, pigmenti, zeoliti su legno,123 x 100 L. Folloni, R65 - Rivivenza della natura, 2007, olio su tela, cm. 120 x 100 Luciano Folloni - Giancarlo Nucci NEL TRANSFERT DELLA NATURA Milano, Museo della Permanente 21 gennaio - 8 febbraio 2014 È un dato di fatto difficilmente contestabile che quell'insieme di espressioni pittoriche che si inscrive all'interno dell'esperienza informale eserciti sugli artisti il non comune fascino per il fatto di consentire alla profondità dell'animo di esprimersi in una maniera totale, coinvolgente, senza quasi l’intervento di mediazioni linguistiche, intellettuali. La nonforma, allora, si proietta sul supporto nella sua realtà sorgiva, come visione sofferta oppure come meditata introspezione. Pertanto la natura, la realtà percettiva del paesaggio, superato il tradizionale percorso descrittivo, diventa espressione pura della condizione esistenziale, una sorta di visiva autobiografia emotiva che si rispecchia nell'esercizio e nell'effetto pittorico. Così, osservando i raffinati dipinti di Luciano Folloni si ha modo di comprendere la realtà magica di uno spazio interiore che viene trasfigurato dall'energia del colore, dalla dissonante vibrazione della materia su cui la luce interviene con i suoi baluginanti bagliori. Pittura quindi di introspettiva ricerca che converte la potenza della visione all'essenzialità di una spazialità assoluta, libera da inquadramenti o prospettive, nelle quali la 20 ARTECULTURA natura si riversa come lontana allusione, come un affiorare fantasmatico, privo di consistenza plastica, ma dotato di energica rilevazione tonale e luminosa. Per Folloni la pittura è tutta all'interno della potenzialità evocativa del colore, senza riferimenti narrativi o simbolici, ma solo esprimendo, ignorando schemi o finzioni, un mondo interiore ricco di sensazioni, umori, stati d'animo, riflessioni che poi la pittura ha il pregio di interpretare. Nelle opere dell'artista la ricerca si dispiega con singolare efficacia, in un affascinante confronto con la realtà del colore, accolta nella sua primigenia energia, che poi per la acuta sensibilità dell' artista si trasforma in stile, senza manierismi o affettazioni. Da cui si ricava l'intensità della pittura di Folloni, la sua sorprendente capacità di captare in un linguaggio personale la natura, osservata non come rappresentazione o metafora, ma quale energia spirituale che viene sintetizzata dal colore, dalla luce. Una pittura quindi, di limpida coerenza lirica ed espressiva. In un intenso percorso artistico Giancarlo Nucci ha approfondito il confronto con la realtà della natura, esplorando l'apparire del paesaggio al di fuori di un realismo descrittivo, ma con un intendimento di sostenuta e partecipata riflessione. Ecco allora che i suoi dipinti quasi dissolvono ogni riferimento strettamente figurale e si lasciano raffinatamente travolgere dal magma delle sensazioni, delle emozioni che il colore e la luce trasfigurano in un insieme organicamente vivo e palpitante. La materia cromatica si trasforma, diventa una sorta di sincronia di immagini che si fondono nel metamorfico cangiarsi del colore. Il dipinto, quindi, accentua la sua atmosferica fisionomia cromatica e materica, come una sorta di transfert psicologico di uno stato d'animo che osserva il paesaggio sensitivamente riflesso dal e nel proprio animo. Sul piano più strettamente storiografico si possono ravvisare affinità con l' informale, sviluppato sul filo non tanto di una gestualità esasperata o violenta, quanto come poesia evocativa, quasi in sottile sintonia con il linguaggio di Afro, Birolli, Chighine. In riferimento al modellato la sua pittura si libra in una spazialità effùsiva, senza delimitazioni prospettiche, al di là di effetti tattili, quanto piuttosto arricchita da una risonante espressione materica. Si sprigiona così dai dipinti di Nucci un coinvolgente richiamo a quei valori spirituali che nel profondo della coscienza sperimentano la loro più invidiabile ed indistruttibile libertà. Aoristias Risulta di singolare e suggestiva efficacia la ricerca pittorica di Matteo Cannata, artista che nella sua sensibile indagine visiva unisce alla sicurezza della tecnica professionale una non comune volontà di approfondimento e riflessione. Pittura, pertanto, lontana dalle molteplici sirene della pura decorazione, come di un certo intellettualismo fine a se stesso, ma incline ad una sua particolare caratterizzazione espressiva nella quale uno stimolo di natura surreale si dispiega in raffinati effetti prospettici, plastici, condotti con logica divertente e rigorosa al tempo stesso. Ecco allora come la numerica e spaziale metafisica di Cannata riveste anche i panni di limpide suggestioni optical, memori di un grande passato dell’arte internazionale degli anni sessanta e settanta con cui acutamente si interroga e si confronta Cannata. Chi del resto non ricorda Julio Le Parc forse l’ultimo vero pittore premiato ad una edizione della Biennale (1966) prima della triste involuzione della prestigiosa rassegna lagunare. Il discorso potrebbe poi allargarsi a Vasarely, Albers, artisti per i quali l’immagine sempre deve dispiegarsi in una coerente e fantastica razionalità. Tuttavia per Cannata, questo non è sufficiente, il metodo nella pittura non è esclusivamente un mezzo ma deve anche avere un senso, ossia aprire la mente non solo ad una superficiale fase percettiva, ma comunicare un pensiero, una realtà spirituale che si incarna nella bellezza, a volte labirintica, dell’immagine. E’ l’uomo che deve quindi ritrovare il suo orientamento, affinché la scienza, la tecnica rivelino il loro volto umanistico e non la perenne inquietudine. Queste verità Cannata comunica con un linguaggio pittorico raffinato, ricco di allusioni, di vibrazioni cromatiche e luminose, di sapienti scenografie compositive. Da rilevare la dinamica compenetrazione tra luce e spazio che dilata all’infinito la composizione, imprimendole una radicale e vigorosa energia. Nel dipinto di Cannata sogno e geometria si integrano in schemi percettivi limpidi e strutturalmente definiti. L’ordine per Cannata è indice di bellezza, di armonia, un ordine che, paradossalmente non si lascia incatenare ma nel suo rutilante ritmo allarga e fortifica il coraggio e l’avventura della visione. Aoristias Matteo Cannata OPTICAL METAFISICA In basso: FECONDAZIONE olio su tela, cm. 50 x 70 In alto a destra:MELA VERDE, olio su tela, cm. 20 x 20 In alto a sinistra: ULTIMO SPIRAGLIO DI LUCE olio su tela, cm. 50 x 70 21 ARTECULTURA Laura Tosca NELLA DISSERTAZIONE VISIVA DEL NUDO A FERMENTO POETICO DELLA DONNA Milano, Sala Olimpia Artecultura 16 - 29 marzo 2014 Inaugurazione 16-03-ore 18,00 Nella sua espressiva ed intensa interpretazione pittorica del nudo Laura Tosca rivela la sua particolare sensibilità nel plasmare e definire l’insieme delle figure, disposte su fondi di metafisica immaginazione. Quello che veramente preme nei suoi dipinti è che la raffigurazione della donna alimenta un suggestivo dialogo interiore, ricco dal punto di vista emotivo, quanto in riferimento all’espressione plastica e cromatica. Ed è proprio il confronto con il genere classico del nudo, sottolineato nella sua realtà emblematica, nonché dal punto di vista tecnico e strettamente culturale, che stimola nell’artista la sua personale sfida estetica e riflessiva, vale a dire il desiderio di esprimersi da una parte con la compiutezza del mezzo tecnico, dall’altra con l’opportuno e insostituibile approfondimento psi- 22 ARTECULTURA cologico. Ed in entrambi i casi Laura Tosca evidenzia la sua versatilità. Sotto questa angolatura è utile osservare la trama del disegno che non delimita la figura, ma la espande nello spazio in un ritmo di raffinata e silenziosa eleganza, sollecitato poi dall’incisiva incidenza del colore. Colore puro, essenziale, che aderisce come univoca pellicola alle superfici, ai piani rappresentati, fondendo in un certo senso colore e forma. Ecco che allora il nudo così percepito dalla pittrice, solidamente affinato da una accurata preparazione tecnica e professionale, poi si trasforma in energia della mente e sotto l’allusione dei sensi, diventa coerente struttura spirituale, proprio a partire dall’organico rapporto mente-corpo. Naturalmente, e di questo l’artista è ben consapevole, il nudo non può più, oggi, essere riproposto nei termini di una classicità d’antan, e nemmeno può essere il banale stereotipo della pura provocazione. Al contrario, Laura Tosca conferisce ai suoi nudi il suggello della metafora, ma d’una particolare metafora, che stimola nell’osservatore domande e riflessioni più che predisporre fuorvianti conclusioni. La dolcezza delle forme rivela la lucida inquietudine dell’artista che si stilizza in richiamo di bellezza, in suggestiva evocazione del pensiero. Ecco allora che quel limpido equilibrio mente-corpo nel nudo dipinto da Laura Tosca traspare e si dispiega con una ampia sollecitazione espressiva. Da questo punto di vista il nudo diventa una sorta di viaggio all’interno delle personali emozioni, che con spiccata tensione plastica si imprimono nella mente ancor prima che nella tela. Da queste premesse scaturisce la profondità di una pittura nella quale l’arte esplora l’animo umano, le sue fascinose e, a volte, impercettibili, eppur straordinarie emozioni. Teodosio Martucci 23 ARTECULTURA LA SELEZIONE NATURALE DEI TROPPI BARBIERI DI SIVIGLIA La trilogia teatrale di Beaumarchais che tratta le vicende di Figaro e del conte d’Almaviva (“Il barbiere di Siviglia”, “Le nozze di Figaro” e “ La madre colpevole”) non ha tardato ad attirare l’attenzione dei compositori d’opera. Ha iniziato nel 1776 Friederich Ludwig Benda, con una “Oper der barbier von Sevilla” di cui con onestà confessiamo di sapere solo che trae spunto dalla prima delle tre commedie. Su questa stessa è tornato nel 1782 Giovanni Paisiello con il proprio “Barbiere di Siviglia, ovvero la precauzione inutile”, convincente al punto che Mozart, dopo avere assistito a una rappresentazione, ha incaricato Da Ponte di adattare a libretto la seconda delle commedie, “Le nozze di Figaro”, nella quale, spenta la passione per la bella Rosina ormai sua moglie, il conte d’Almaviva insidia con protervia la virtù di Susanna, promessa sposa di Figaro, non più barbiere ma ormai servitore del conte stesso. E’ certo che Gioachino Rossini, in tutto il proprio convulso mettere insieme musica, conoscesse l’opera di Paisiello, ma la cosa non deve averlo intimidito più di tanto, visto che nel 1816 irruppe con la consueta fretta forsennata sulla prima commedia del trittico e, in un tempo dalla durata controversa, ma in ogni caso da record, mise insieme un nuovo “Barbiere”, saccheggiando anche la propria “Aureliano in Palmira” da cui trasse perfino la sinfonia. La improvvida faciloneria degli impresari fece avvenire il debutto a Napoli, cioè in casa di Paisiello, nato sì a Taranto, ma napoletano d’adozione. Finì fra fischi e boati. Con Paisiello ancora in vita (sarebbe morto quello stesso anno) la scelta era parsa ai melomani locali una provocazione, aggravata dal fatto che l’opera di Rossini ripercorreva tal quale le sequenze sceniche di quella del maestro partenopeo, con il di più dell’irritante spostare melodie da un’opera all’altra che sapeva di istrionismo dilettantesco. Ma il “Barbiere” rossiniano, rimesso in sesto da una ponderata rivisitazione, 24 ARTECULTURA seppe prendere altrove le proprie rivincite, mentre un quarto “Barbiere”, quello di Francesco Morlacchi, faceva il proprio sommesso debutto. E qua occorre intendersi: nulla sapendo del “Barbiere” di Benta, e giudicando interessante, ma superabile e nei fatti superato quello di Morlacchi, fra i restanti due è Rossini a stravincere. Paisiello, fra l’altro autore di quella nefandezza che è “L’osteria di Marechiaro”, manca del “colpo di reni” che si traduce in completezza espressiva nella solo apparente leggerezza, di cui invece Rossini è maestro. Con il pesarese siamo ai vertici dell’opera buffa, la musica a travolgere e nello stesso tempo a lasciare spazio,nell’uso e purtroppo nell’abuso, agli estri dei cantanti. Si può non amare il genere, ma bisogna convenire che oltre non si sarebbe potuti andare, e infatti non si è andati. Il problema è un altro. In chiave di rappresentazione la struttura stessa dell’opera buffa deve sottostare alle folgorazioni interpretative di quegli infaticabili demolitori della lirica che sanno essere troppi registi. Il risultato è che dalle scene vengono inflitte al pubblico stravaganze incomprensibili e contaminazioni peggio che circensi, che finiscono per ridurre il palcoscenico a una passerella di guitti, con i poveri “buffi”, di solito bassobaritoni o bassi brillanti, ridotti al ruolo di buffoni da avanspettacolo. Nello specifico caso del “Barbiere”, sono don Bartolo e don Basilio a fare le spese degli uzzoli ritenuti comici, Figaro ma in realtà ridicoli dei signori della scena, con risultati tali che sempre più spesso, per autodifesa, ci siamo ridotti a chiudere gli occhi e fingere di stare ascoltando un disco o un CD anziché una rappresentazione teatrale. Quanto alle due altre commedie di Beaumarchais, la terza non ha conosciuto i fasti della musica, mentre le “Nozze di Figaro” si sono fermate a Mozart, e c’è da capirlo: Mozart, supportato dal libretto di Da Ponte, appartiene a un’altra dimensione, e i propositi lascivi del conte d’Almaviva vengono nobilitati non dal blasone, ma dal solo stare all’interno di una delle massime espressioni della musica lirica. Giovanni Chiara Massimo Campigli IL NOVECENTO ANTICO Venafro, Museo Archeologico Sino al 30 aprile 2014 E’ stata inaugurata lo scorso 15 gennaio la mostra Gli Etruschi del Lago. Da Orvieto a Bolsena un percorso nella storia; resterà aperta al pubblico per tutto il mese di Aprile. La sede prescelta è la grande sala espositiva del Museo Archeologico di Venafro, che ha già ospitato gli splendidi materiali dall’Abbazia di San Vincenzo al Volturno ora esposti nelle sale superiori dello stesso Museo. La mostra, ricostruisce le vicende storiche della città-stato etrusca di Velzna (Orvieto)– l’ultima a cadere in mano romana dopo un lungo assedio – e GLI ETRUSCHI DEL LAGO Da Orvieto a Bolsena. Un percorso nella storia Massimo Campigli, SCALINATA TRINITA’ DEI MONTI In concomitanza con la pubblicazione del Catalogo generale dell’artista (realizzato dagli Archivi Campigli) la bella mostra “Campigli. Il Novecento antico”, a cura di Stefano Roffi, presso la Villa dei Capolavori, sede della Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo (Parma), dal 22 marzo al 29 giugno 2014, richiama così l’attenzione su uno dei pittori più significativi del Novecento italiano, presente nei maggiori musei del mondo ma pressoché assente dalla grande scena espositiva dopo la memorabile mostra che la Germania gli dedicò nel 2003. Cinque le sezioni: la stupenda ritrattistica, con le effigi di personalità del mondo della cultura, ma anche amici, signore belle e famose; la città delle donne, che accosta opere che rivelano l’ossessione per un mondo che pare tutto al femminile; le figure in sé prive di identità ma caratterizzate da scene di gioco, spettacolo, lavoro; i dialoghi muti, coppie vicine spazialmente ma incapaci di comunicare, prigioniere del proprio mistero; gli idoli, presentati nell’evoluzione dalle figure idolatriche tratte da Carrà negli anni venti a quelle di ispirazione primitiva che compaiono a partire dagli anni cinquanta. Di particolare interesse l’accostamento, per la prima volta in un’esposizione, delle quattro enormi tele che Campigli teneva nel proprio atelier. L’esposizione si avvale del sostegno di Fondazione Cariparma e di Cariparma Crédit Agricole. Tedesco di nascita, italiano di formazione, parigino per cultura, egizio, etrusco, romano, mediterraneo per elezione, Campigli (Berlino, 1895 – Saint-Tropez, 1971) fu un personaggio colto ed europeo (parlava cinque lingue), inusuale nel nostro panorama artistico. Uomo solitario, nella sua pittura si intrecciano geometrie e magie, memorie e simboli (lesse Freud e Jung in lingua originale); fu anche scrittore raffinato e riservato. Per conoscere l’artista e la sua ossessione dell’immagine femminile bisogna entrare nella sua vita familiare. Il mistero è infatti protagonista nella vita di Campigli: solo in tempi relativamente recenti si è scoperto che era nato a Berlino e che il suo vero nome era Max Ihlenfeld. La madre, tedesca di appena diciotto anni, non era sposata; per evitare lo scandalo, il bambino viene portato in Italia, nella campagna fiorentina. La madre, che gli aveva dato il cognome, lo raggiunge saltuariamente; nel 1899 sposa un commerciante inglese e può prendere il bambino con sé, fingendo (per salvare le apparenze) di essere sua zia. A quattordici anni, Max scoprirà casualmente la verità. Questa vicenda familiare può spiegare, almeno da un punto di vista psicologico, il mondo espressivo dell’artista: il suo universo di donne quasi inconoscibili, immobili e insieme sfuggenti e distanti, in definitiva una lunga meditazione sull’enigma femminino, sull’icona della DeaMadre. Informazioni e prenot. tel. 0521 848327 della sua erede Volsinii (Bolsena) che ne accolse – sulle alture del lago di Bolsena – gli abitanti superstiti. Una storia che complessivamente ha attraversato ben più di un millennio e che è illustrata con oggetti della vita quotidiana e della religiosità: ceramiche di età arcaica ed ellenistica tra cui i famosi vasi argentati e i vasi di bucchero, splendide oreficerie, vasellame bronzeo, offerte votive di vario genere, antefisse, lastre architettoniche che conservano eccezionalmente l’originale policromia, nelle quali sono rappresentati, tra gli altri, la coppia di demoni infernali Charun e Vanth. A completare l’esposizione, ai materiali etruschi sono affiancati quelli molisani: vasi di bucchero pervenuti dalla Campania etrusca, oggetti di bronzo importati dall’Etruria meridionale, prodotti locali di imitazione. In tutta l’area molisana, infatti, dall’area pentra a quella frentana, le sepolture restituiscono oggetti di chiara origine etrusca: i grandi vasi per portare il vino a tavola (stamnoi bronzei prodotti nell’etrusca Vulci), sono utilizzati a Larino e Guglionesi per deporre le ceneri dei nobili guerrieri; bacili, grandi situle, colini in bronzo che servivano per filtrare il vino durante i banchetti, compaiono nei santuari sannitici come oggetti sacri necessari allo svolgimento dei rituali che implicavano il consumo del vino, o anche come doni di ricchi fedeli. Tutti i materiali esposti mostrano, quindi, come le popolazioni dell’Italia antica abbiamo profondamente e costantemente dialogato non solo attraverso lo scambio di manufatti ma anche condividendo idee e valori. 25 ARTECULTURA 1924-2014 LA RAI RACCONTA L’ITALIA Lascia o raddoppia?, puntata del 28 marzo 1956, Mike Bongiorno con il concorrente Gianluigi Marianini e la valletta Maria Giovannini E’ stata inaugurata lo scorso 31 gennaio negli spazi del Complesso del Vittoriano (per poi fare tappa alla Triennale di Milano) “19242014. La Rai racconta l’Italia”, una mostra pensata per celebrare l’istituzione culturale italiana più vicina alla gente che compie, quest’anno, i sessanta anni della sua televisione e i novanta anni della sua radio. Servizio pubblico, specchio della vita quotidiana, fonte di informazione, cultura e svago, prima con la radio e poi con la magica scatola della Tv, in quasi un secolo di attività la Rai ha cambiato gli italiani ed è cambiata con loro. La mostra si propone di raccontare la storia di questa istituzione, e dell’immaginario collettivo che ha contribuito a formare, attraverso simboli, voci e immagini immediatamente riconoscibili, anzi, ormai, paradigmatiche. Tutto questo viene illustrato attraverso spezzoni di programmi, filmati, telegiornali, annunci, servizi, programmi, quiz, tribune politiche, e anche con documenti d’archivio, fotografie d’epoca, opere d’arte della collezione Rai (Guttuso, De Chirico, Casorati, Nespolo, Cremona, Campigli, Turcato, Vedova e molti altri), copioni e testimonianze manoscritte di chi ha partecipato e vissuto la lunga storia iniziata il 27 agosto 1924, con l’atto costitutivo dell’Unione Radiofonica Italiana U.R.I. e gli anni di attività dall’Uri all’Eiar fino alla Rai: novant’anni che parlano con le voci dei protagonisti. L’esposizione si avvale della collaborazione di Piero Angela, Piero Badaloni, Andrea Camilleri, Bruno Pizzul, Arnaldo Plateroti, Emilio Ravel, Marcello 26 ARTECULTURA Sorgi, Bruno Vespa e Sergio Zavoli, ed è curata da Costanza Esclapon, direttore Comunicazione e Relazioni Esterne della Rai, Alessandro Nicosia, presidente di Comunicare Organizzando e di Barbara Scaramucci, direttore di Rai Teche. Una selezione di costumi di scena introduce lo spettatore al percorso espositivo: una sezione di presentazione dal titolo “la Rai: una bella impresa italiana” testimonia l’origine e la nascita dell’azienda; seguono 8 sezioni tematiche, ciascuna con un testimonial/ curatore: Sergio Zavoli per l’informazione, Emilio Ravel per lo spettacolo; Andrea Camilleri per la cultura e per la scienza Piero Angela. La sezione politica è affidata a Bruno Vespa, la società a Piero Badaloni, l’economia ad Arnaldo Plateroti e lo sport a Bruno Pizzul. I contributi audio-video e programmi integrali di Rai Teche e del Centro Produzione Rai di Roma si possono consultare da postazioni interattive.Una sezione a parte, curata da Marcello Sorgi, è dedicata alla storia della Radio narrata attraverso la voce dei protagonisti e molti materiali inediti. Nove postazioni tematiche interattive offrono al visitatore una selezione di novant’anni di programmi radiofonici, una colonnina interattiva del Radiocorriere, cimeli come l’Uccellino dei programmi radio e documenti, come il libretto contenente le “Norme per la redazione di un testo radiofonico”, scritto da Carlo Emilio Gadda nel 1973. Nello spazio espositivo centrale c’è un set televisivo degli anni Settanta, ricostruito con la collaborazione del Museo della Radio e Televisione di Torino. E poi tante memorabilia e inediti come i bozzetti originali dei costumi per “Giovanna, la Nonna del Corsaro Nero”, tavole illustrate con i personaggi per “I quattro moschettieri” di Nizza e Morbelli, i giochi in scatola dei quiz televisivi, il copione manoscritto originale del film di Ermanno Olmi “L’albero degli zoccoli” (1978) e il Leone d’Oro 2013 vinto a Venezia da Gianfranco Rosi con il film “Sacro Gra”. A chiusura del percorso espositivo una sezione documenta l’attività del CRIT-Centro Ricerche e Innovazione Tecnologica della Rai, dalle origini della progettazione al futuro della tecnologia. Aoristias Info 06 6780 6624 Tre documenti archivistici di Michelangelo; un disegno di Raffaello; il certificato di battesimo di Leonardo da Vinci e un altro testo che reca le sue postille; una lezione scritta di Galileo sull’Inferno di Dante; opere di Andrea Mantegna, Alessandro Allori e Giovanni Stradano; autografi di Girolamo Savonarola, Poliziano, Cosimo I de’ Medici, Joachim Winckelmann, Ugo Foscolo, Giuseppe Pelli Bencivenni, Giovanni Fabbroni, Pietro Vieusseux, Eugenio Barsanti, Vasco Pratolini, Eduardo De Filippo e Dino Campana, del Premio Nobel Eugenio Montale, presente anche con due inediti acquerelli. Tutto questo, e molto altro, è possibile ammirare nella mostra, che apre il programma di “Un anno ad arte 2014” dal titolo Una volta nella vita. Tesori dagli archivi e dalle biblioteche di Firenze in programma dal 28 gennaio al 27 aprile 2014 nella Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze. ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA Cultura dagli Archivi e Biblioteche fiorentini Obiettivo dell’esposizione -che propone all’attenzione dei visitatori ben 133 pezzi tra documenti manoscritti, libri e disegni, provenienti da 33 enti cittadini -è offrire a tutti l’opportunità “unica” di ammirare una selezione di tesori cartacei custoditi in alcuni dei principali “scrigni” culturali della città. Il primo riguarda Michelangelo Buonarroti ed è una paginetta recante alcuni Schizzi di blocchi di marmo con sagoma per una crocifissione, in pratica le istruzioni per “cavare” dalla montagna alcuni blocchi lapidei tra cui uno a forma di croce pronto per essere scolpito. Grazie alla mostra di Palazzo Pitti, per la prima volta si potranno ammirare antichi manoscritti -tra cui un corale del XIII secolo -provenienti dagli archivi della Misericordia di Firenze, del Convento della Santissima Annunziata e dei Buonuomini di San Martino, enti che non avevano mai effettuato prestiti. E ancora: tra i documenti e i libri si segnalano il primo vocabolario della Crusca del 1612, il primo numero di Topolino del 1932, un copialettere di Bianca Cappello, una mezza dozzina di esemplari della Divina Commedia (tra cui una con le illustrazioni di Alessandro Botticelli), l’atto di concessione del re Luigi XI di Francia a Piero de’ Medici per inserire i gigli di Francia nello stemma della dinastia toscana, la legge di Pietro Leopoldo di Lorena che nel 1786 abolì la pena di morte nel Granducato di Toscana, il Libro di Montaperti, il Testamento di Folco Portinari, un papiro del I secolo avanti Cristo. Info 055 238 8713 Roger Pic, Il Che, 1962 © Roger Pic Raccolta della fotografia, Galleria civica di Modena. A Sinistra: John Philips, Teheran, 1943 © John Philips Raccolta della fotografia, Galleria civica di Modena FOTOGIORNALISMO E STORIA L’immagine tra azione e documento Alla Galleria civica di Modena è stata inaugurata il 22 febbraio la mostra "Fotogiornalismo e reportage. Immagini dalla collezione della Galleria civica di Modena". Realizzata interamente con materiale proveniente dalle proprie raccolte, è in programma sino al 13 aprile 2014 Curata da Silvia Ferrari, promossa e organizzata dalla Galleria civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la rassegna propone al pubblico una significativa selezione di opere dalla raccolta di fotografia con un progetto incentrato sul fotogiornalismo e sul reportage. Dopo lunghi anni di lavoro sulla fotografia artistica questo allestimento consente di compiere una ricerca che dà conto della fotografia considerata dal punto di vista del suo potenziale documentario e di testimonianza ed è l'occasione per mostrare la ricchezza del genere nella collezione che comprende alcuni dei nomi che hanno fatto la storia della fotografia di reportage a livello mondiale come Weegee, Henri Cartier-Bresson, Tim N. Gidal, Robert Capa, Werner Bischof, William Klein, oppure, per stare sul territorio italiano, Caio Mario Garrubba, Mario De Biasi, Gianni Berengo Gardin e Ferdinando Scianna. Per la prima volta sono esposte tutte assieme fotografie che illustrano momenti storici diversi di cui sono stati protagonisti fra gli altri Che Guevara, Fidel Castro, Konrad Adenauer, Bill Clinton e Nelson Mandela, oppure che documentano episodi cruciali, conflitti, viaggi, esplorazioni e indagini sociali come le drammatiche vicende del Cile durante la dittatura di Pinochet, la rivoluzione ungherese del '56, la strage dei Watussi in Burundi nel '64, la caduta del muro di Berlino. Fra le immagini che documentano l'indagine sociale vanno ricordate una selezione dalla serie "Native Americans" di Adam Clark Vroman che racconta la vita quotidiana delle popolazioni indigene della zona di confine fra Messico e Stati Uniti d'America alla fine dell'Ottocento, alcuni scatti di Gianni Berengo Gardin dedicati alle comunità di zingari in Italia e alcuni ritratti di donne algerine costrette a farsi fotografare a volto scoperto per i documenti di identificazione durante la colonizzazione francese degli anni Sessanta. La mostra tratta anche di oggetti, o se vogliamo, di strumenti, oggi totalmente caduti in disuso, radicalmente soppiantati dalla velocità d’esecuzione e di trasmissione delle immagini digitali e possono anche essere considerati come documento, o come la testimonianza di un tempo e di una pratica professionale oggi scomparsi. Un'altra categoria di fotografie – tutt’oggi di attualità – nasce per essere esposta, sfugge quindi ai ritmi della comunicazione e si propone come opera a se stante ed è rappresentata ad esempio da autori come Gianfranco Gorgoni, Melina Mulas, Aldo Soligno. Tra gli altri fotografi in mostra si rammentano: Andrea Annessi Mecci, Gianni Berengo Gardin, Werner Bischof, Édouard Boubat, Romano Cagnoni, Robert Capa, Henri CartierBresson, Mario De Biasi, Mauro Galligani, Marc Garanger, Caio Mario Garrubba, Paolo Gasparini, Tim N. Gidal, Gianfranco Gorgoni, Mark Greenberg, William Klein, Josef Koudelka, Alf Kumalo, Mimmo Jodice, Gina Lollobrigida, Giorgio Lotti, Mary Ellen Mark, Ramon Masats, Melina Mulas, Gregers Nielsen, John Phillips, Roger Pic, Sebastiao Salgado, August Sander, Daniel Schwartz, Ferdinando Scianna, Aldo Soligno, Arthur Tress, Adam Clark Vroman, Weegee Info www.galleriacivicadimodena.it 27 ARTECULTURA Il paesaggio italiano è l’indiscusso protagonista delle 134 fotografie della mostra II PAESAGGIO ITALIANO. FOTOGRAFIE 1950 – 2010 a cura di Walter Liva in programma sino al 20 aprile 2014 al Museo di Roma in Trastevere. Nella storia dell’arte il paesaggio appare relativamente tardi, nel Rinascimento, quando Leon Battista Alberti descrive scientificamente la prospettiva nel suo De Pictura e di conseguenza si apre al mondo la rappresentazione della città, delle sue forme e delle sue geometrie. In fotografia invece il paesaggio compare con grande enfasi fin dalle origini del mezzo e l’atto di fotografare i luoghi diventa parte dell’esperienza dell’ottocentesco Grand Tour ma anche delle avventure coloniali. E, più semplicemente, rende possibile far vedere luoghi sconosciuti. II PAESAGGIO ILPAESAGGIO ITALIANO Fotografie 1950-2010 ITALIANO. FOTOGRAFIE 1950 – 2010 spazia nell’arco della seconda metà del 900, ed evidenzia i diversi modi con i quali il paesaggio italiano è stato approcciato sulla base delle diverse “scuole di pensiero” alle quali sono appartenuti gli autori. Ci sono i pittorialisti (come Riccardo Peretti Griva o Enrico Pavonello in giovane età) i fotografi vicini all’estetica Crociana (Giuseppe Cavalli, Piergiorgio Branzi, Alfredo Camisa, Giuseppe Moder, Raffaele Rotondo, Dino Bruzzone), e gli aderenti a La Gondola (tra cui Gianni Berengo Gardin, Elio Ciol, Fulvio Roiter, Gino Bolognini, Giuseppe Bruno); i neorealisti (Luigi Crocenzi, Gianni Borghesan e Nino Migliori all’inizio della sua carriera artistica) e i paesaggisti del Touring Club Italiano (Bruno Stefani, Toni Nicolini, Ezio Quiresi e negli anni successivi Francesco Radino).Pure Carla Cerati negli anni ’60 lavorò sul paesaggio, così come un altro fotogiornalista, Giorgio Lotti, di cui memorabili furono i reportage sull’alluvione di Firenze. Già dagli anni ’60 fu la volta del viaggio come scoperta di un territorio che Paolo Monti aveva iniziato a mappare in modo sistematico.Per i grandi maestri Mario Giacomelli e Ugo Mulas il paesaggio era strettamente legato alla letteratura mentre in Franco Fontana diventava una terra incantata che riassumeva le estetiche del paesaggio rinascimentale. Una parte della mostra presenta la visione contemporanea del paesaggio oramai frammentato per come viene proposta da Massimo Vitali, Moreno Gentili, Cristina Omenetto ed altri. 28 ARTECULTURA RI-CONOSCERE MICHELANGELO LA SCULTURA DEL BUONARROTI NELLA FOTOGRAFIA E NELLA PITTURA DALL’OTTOCENTO AD OGGI Firenze, Galleria dell’Accademia 18 febbraio - 18 maggio 2014 In occasione delle celebrazioni per i quattrocentocinquanta anni dalla morte di Michelangelo Buonarroti, coordinate dall’Accademia delle Arti del Disegno, la Galleria dell’Accademia di Firenze, in collaborazione con la Fratelli Alinari I.D.E.A. S.p.A., presenta un’esposizione che affronta il complesso tema del rinnovato interesse e dell’ammirazione per l’artista dall’Ottocento alla contemporaneità, attraverso l’opera di scultori, pittori e fotografi che hanno guardato alla figura del Buonarroti e alle sue opere come riferimento iconografico per le loro realizzazioni. Partendo dalla produzione fotografica realizzata da alcuni tra i più noti ateliers e professionisti del XIX e del XX secolo, si è cercato di evidenziare il ruolo determinante che la fotografia ha svolto nel consolidare la fortuna critica e iconografica di Michelangelo e, attraverso di essa, la celebrazione del suo mito. Una lettura trasversale, in chiave storico-fotografica, che mette al centro il ruolo svolto dalla fotografia, fin dalle sue origini, nel celebrare uno dei massimi artisti del Rinascimento italiano, e nell’eleggere un ristretto pantheon di immagini di sue sculture a monumenti della memoria collettiva.Il percorso espositivo prende avvio dalle rappresentazioni in chiave storicistica della fisionomia e della personalità di Michelangelo, con opere di Eugène Delacroix e Auguste Rodin, e di altri autori che hanno operato con il nuovo medium fotografico alle origini, tra i primi Eugène Piot, ÉdouardDenis Baldus, gli Alinari, John Brampton Philpot, solo per ricordarne alcuni. La mostra si caratterizza per un continuo rimando tra le diverse modalità di tradurre e riproporre la scultura del Buonarroti: dalla fotografia intesa come oggetto di documentazione, alla specificità interpretativa nel confronto con la scultura, per giungere alla totale autonomia autoriale novecentesca tale da creare nuovi punti di vista e di analisi dell’opera d’arte. Nasce quindi un nuovo legame tra storici dell’arte e fotografi, ai quali è affidato il compito di rintracciare le forme e la materia dell’opera a conforto della ricerca storico artistica. Tra i casi proposti, le fotografie di Michelangelo, Sagrestia Nuova Giuseppe Pagano alla Pietà di Palestrina, il lavoro di David Finn e di Aurelio Amendola, interpreti chiamati a collaborare con autorevoli storici dell’arte che dalle loro interpretazioni hanno potuto trarre importanti conferme alle loro teorie e analisi stilistiche. Via via che il mito si consolida nella percezione collettiva, la presenza di Michelangelo si riconosce anche nell’opera di artisti del Novecento come Medardo Rosso, Henri Matisse, Carlo Mollino, e nella ricerca fotografica di personalità quali Emmanuel Sougez, Herbert List, Horst P. Horst, fino ad avvicinarsi agli anni Settanta, con le ricerche di Tano Festa, Paolo Monti, Antonia Mulas, e raggiungere le espressioni della contemporaneità con Helmut Newton e Gabriele Basilico. Il percorso della mostra si conclude con i riferimenti al tema della copia e del multiplo nell’epoca della riproducibilità e della massificazione affrontati nell’opera di Karen Knorr, Lisa Sarfati, Tim Parchikov, mentre riconosciamo Michelangelo quale modello formale di riferimento della staged photography di Frank Horvat, Youssef Nabil, Kim Ki duk, fino a diventare ‘assenza’ nelle immagini di Thomas Struth e Candida Höfer. Info 055 294 883 LA CAMICIA BIANCA Secondo Me. GIANFRANCO FERRE’ La mostra approfondisce la favola di Apuleio grazie a capolavori archeologici della Magna Grecia e dell’arte romana, per arrivare a Tiepolo, Tintoretto, Auguste Rodin, Salvador Dalì.La tappa monzese permette il confronto con la Rotonda dell’Appiani, edificio realizzato da Giuseppe Piermarini nel complesso della AMORE & PSICHE La Favola dell’Anima Jacopo Palma il Vecchio, Venere, olio su tela, 1528 CLASSIC GLAMOUR, autunno/inverno (F/W) 1990, ph.L.Stoppini E’ aperta al pubblico dal 1 febbraio “La camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferré”, la mostra organizzata dalla Fondazione Museo del Tessuto di Prato e dalla Fondazione Gianfranco Ferré e curata da Daniela Degl’Innocenti, dedicata al talento di una delle figure più significative della moda internazionale. Concepita con l’intento di mettere in luce la poetica sartoriale e creativa dello stilista, la mostra conduce il visitatore, attraverso diverse tipologie di lettura, alla scoperta della camicia bianca, vero e proprio paradigma dello stile Ferré, evidenziandone gli elementi progettuali più innovativi e le infinite, affascinanti interpretazioni. Presenza costante che corre come un fil rouge lungo tutta la sua carriera, la camicia bianca è stata definita dallo stesso stilista “segno del mio stile” oppure “lessico contemporaneo dell’eleganza”. Pensato per dare forza ai diversi linguaggi figurativi con cui l’universo camicia è stato letto, scomposto e rimodellato, il percorso espositivo gioca con la suggestione e la valorizzazione di elementi diversi, a corollario dei capi indossati su manichino: disegni, dettagli tecnici, bozzetti, fotografie, immagini pubblicitarie e redazionali, video e istallazioni. L’incipit della mostra è affidato ad un sistema sospeso di teli su cui scorrono macro immagini dei disegni autografi di Ferré, lampi perfetti che delineano la sua visione creativa e che rappresentano la chiave per accedere all’universo insito a ciascun progetto. Nel primo ambiente emergono i canoni di costruzione e gli elementi strutturali innovativi della camicia attraverso il fascino inedito di macroistallazioni fotografiche (simulazioni x-ray), che offrono una lettura tecnica e poetica allo stesso tempo, di una selezione di capi, restituendo l’impalcatura formale e materica di ciascuna camicia e mettendo in evidenza texture e stratificazioni. La resa aerea e particolarmente suggestiva di questo linguaggio è frutto di una ricerca tecnica sviluppata in collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e realizzata dal fotografo fiorentino Leonardo Salvini. Questo tipo di restituzione fotografica è presentata per la prima volta come chiave di interpretazione dei contenuti di una mostra di moda. Il cuore della mostra vive nel centro della grande sala successiva, dove le ventisette camicie bianche, piccolo esercito di capolavori sartoriali, testimoniano silenziosamente vent’anni di genialità creativa e progettuale.Esposte rispettando la cronologia della loro nascita, le camicie sono sculture bagnate da luce pensata per consentire al bianco di accendersi in diverse tonalità e alle ombre di fare da contrappunto, per ottenere un suggestivo effetto plastico. Taffetas, crêpe de chine, organza, raso, tulle, stoffe di seta o di cotone, merletti e ricami meccanici, impunture eseguite a mano, macro e micro elementi si susseguono in un crescendo di maestria ed equilibrio.Da febbraio a giugno “La camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferré” sarà accompagnata da un vivace calendario di eventi e attività collaterali pensate in relazione ai contenuti della mostra e da una significativa offerta didattica pensata sia per l’alta formazione nel settore della moda sia rivolta a scuole, istituti, corsi e accademie dei settori design, architettura e arti applicate. info@fondazioneferre.com Villa Reale che conserva all’interno gli affreschi di Andrea Appiani del 1791 che rappresentano proprio i vari episodi della favola narrata ne L’asino d’oro di Apuleio. L’iniziativa, curata da Elena Fontanella, presenta reperti archeologici della Magna Grecia e dell’età imperiale romana, provenienti dal Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, dal Museo Archeologico Nazionale di Venezia, dalla Pinacoteca Civica di Teramo e da altri importanti Musei, Istituzioni pubbliche e private. A essi vengono accostate opere d’arte classiche di maestri quali Tiepolo, Tintoretto, Palma il Vecchio, Auguste Rodin, Salvador Dalì, Lucio Fontana, Tamara de Lempicka solo per citare i più importanti.Le opere archeologiche e artistiche collocate negli spazi del Serrone della residenza neoclassica accompagnano il visitatore alla riscoperta dell’antichissimo mito di Amore e Psiche, ripreso da Apuleio nel II secolo d.C., che narra le vicende di Psiche, mortale dalla bellezza eguale a Venere, che diventa sposa di Amore senza mai poterne vedere il viso. Una notte, istigata dalle invidiose sorelle, riesce a scoprirne il volto ma viene immediatamente abbandonata dal dio. Psiche dovrà quindi affrontare una serie di prove, al termine delle quali otterrà l'immortalità e potrà ricongiungersi al suo sposo. Amore e Psiche. La favola dell’anima si basa sull’interpretazione del mito in chiave neoplatonica che venne data dall’Umanesimo, per la quale l’errore di Psiche consiste nel ritenere il divino come una realtà tangibile e verificabile con i sensi, mentre è solo il cuore che può percepirne pienamente la presenza. Info: 039 2312185 29 ARTECULTURA Piet Mondrian (1872-1944) fu un uomo dalle molte ambizioni. Divenne uno dei più grandi maestri dell’arte moderna e aprì indiscutibilmente la strada verso l’astrattismo. Nel gennaio del 1912 si trasferì a Parigi per studiare il Cubismo, per poi tornare in Olanda nel 1914 dove tenne una mostra presso la galleria Walrecht a L’Aia. Subito fu evidente quanto Mondrian si fosse allontanato dall’arte olandese del suo tempo in quel breve periodo di due anni. Divenne immediatamente fonte di ispirazione per gli altri artisti suoi connazionali, come dimostrano le opere di Jan Sluijters, Jacoba van Heemskerck e di innumerevoli altri giovani pittori. A 100 anni esatti dalla mostra alla galleria Walrecht, il Gemeentemuseum di L’Aia presenta una mostra in omaggio a Mondrian, la cui apertura è quasi coincisa con il settantesimo anniversario della morte dell’artista. Oltre alle opere di Mondrian e dei suoi contemporanei olandesi, sarà possibile ammirare anche capolavori di Pablo Picasso, Georges Braque, Le Fauconnier e Fernand Léger, tutti dati in prestito da importanti musei come il MoMA di New York e il Beyeler di Basilea. Intorno al 1911, il cubismo prese piede anche in Olanda, ma in variante simbolista o in modo puramente decorativo. Mondrian era alla ricerca di una nuova arte non rappresentativa ma pregna di significato al tempo stesso, desideroso di giungere a qualcosa di totalmente fresco e sconosciuto. Pur avendo le proprie basi nella Scuola dell’Aia, mostrò sempre un vivo interesse negli sviluppi artistici internazionali. Nel 1911, una mostra cubista allo Stedelijk fu per lui una rivelazione: si rese conto di doversi recare a Parigi per compiere la svolta artistica che tanto desiderava. Nel 1914 tornò in patria con sedici composizioni realizzate a Parigi durante i due anni precedenti, esponendoli alla galleria Walrecht di L’Aia. Grazie alla presenza di opere dei MONDRIAN e IL CUBISMO Parigi 1912-1914 più importanti avanguardisti parigini dell’epoca, la mostra del Gemeentemuseum offre l’opportunità unica di confrontare i lavori di Mondrian e di altri artisti olandesi con il Cubismo francese. L’accostamento fa notare quanto l’artista avesse già trovato il proprio stile totalmente individuale. Se per Picasso il Cubismo era un mezzo per giocare sia con il pubblico che con gli altri artisti, per Mondrian si trattava di qualcosa di più serio, di un modo di utilizzare colori e linee per arrivare all’essenza dell’arte e della bellezza. Hans Janssen, curatore presso il Gemeentemuseum Den Haag e famoso conoscitore di Mondrian, ha recentemente fatto una scoperta rilevante. Secondo l’esperto, l’artista poneva alla base delle composizioni astratte realizzate dopo il 1911 il gioco di linee presente nei paesaggi, nei ritratti o nelle nature morte. In altre parole, Mondrian basava le composizioni astratte su delle opere figurative. Questa nuova scoperta è esposta in dettaglio all’interno dell’esposizione. La mostra è realizzata in collaborazione con il MoMA di New York. Per maggiori informazioni Info Tel 00 31 70 – 338 11 21 . Sopra Georges Braque, 1913, NATURA MORTA (Frutta, Piatti, con asso of cuori e fiori), olio, gouache e carboncino su tela, 81 x 60 cm (31.8 x 23.6 in), Musée National d'Art Moderne, Centre Georges Pompidou, Paris A sinistra, Piet Mondrian, COMPOSIZIONE IN ROSSO, GIALLO e BLU. 30 ARTECULTURA Vanni Cuoghi, Narrazione - Rappresentazione - Astrazione, 2013, acrilico e olio su tela, cm.45x45 ELOGIO DELLA LEVITA’ ”Dal 1° al 30 marzo 2014, Villa Filippini di Besana Brianza (MB) ospita la mostra Elogio della levità, curata da Ivan Quaroni. L’esposizione, organizzata da SG arte, col patrocinio del Comune di Besana Brianza, presenta le opere di cinque artisti - Vanni Cuoghi, Enzo Forese, Riccardo Gusmaroli, Mimmo Iacopino, Kazumasa Mizokami - che trovano proprio nella leggerezza, la cifra espressiva più caratteristica del loro lavoro.Infatti, seppur partendo da stili, tecniche e codici linguistici diversi, questi autori sono accomunati da uno stretto controllo formale, da una pratica paziente, quasi miniaturistica, che non lascia spazio a improvvisi cedimenti e in cui l’approccio ironico e giocoso convive con lo slancio lirico e introspettivo. Se nelle opere di Riccardo Gusmaroli (Verona, 1963) e Mimmo Iacopino (Milano, 1962) l’attitudine ironica si salda alla ricerca espressiva sui materiali, dalla carta alla fotografia, fino all’object trouvé, in quelle di Kazumasa Mizokami (Arita, Giappone,1958) prevale un approccio lirico, intimistico, che va di pari passo con la capacità di alleggerire la terracotta con una pittura ispirata ai colori delle forme naturali. Enzo Forese (Milano, 1947) e Vanni Cuoghi (Genova, 1966) sono pittori con una vocazione a sconfinare nel collage e nel paper cutting, in grado di trasferire la levità anche nella dimensione descrittiva e narrativa. Ironia, senso del ritmo, sperimentazione sono tutti elementi che assimilano questi artisti, capaci di attrarre lo sguardo dello spettatore in una fitta trama di visioni. “Cuoghi, Forese, Gusmaroli, Iacopino e Kazumasa - afferma il curatore, Ivan Quaroni - prolungano una stagione all’insegna della levità, inaugurata in Italia negli anni Novanta, prima con le esperienze concettuali di Stefano Arienti, Massimo Kaufmann, Marco Cingolani e Mario Della Vedova, i quali riscoprivano il valore dell’intelligenza e della speculazione nell’arte, e poi con le vicende di Portofranco, capitanate dal gallerista Franco Toselli, le quali riaffermavano il valore dello humor e della poesia, attraverso meccanismi di détournement e straniamento visivo”. Accompagna la mostra, un catalogo Umberto Allemandi Editore. Informazioni Tel. 335 451732 31 ARTECULTURA ...LIBRI....LIBRI...LIBRI... a cura di Aoristias GIANCARLO CERRI Nel segno della Croce, dipinti e disegni Il 29 marzo p.v. si inaugura alla Galleria d’Arte Contemporanea Cascina Roma di San Donato Milanese una significativa antologica dedicata a Giancarlo Cerri. Un artista sicuramente tra le personalità pittoriche più incisive della sua generazione, come del resto dimostra la sua ampia presenza in mostre personali e rassegne in importanti sedi espositive. Nella presente esposizione tema dell’iniziativa sono le diverse opere (disegni, dipinti) che l’artista ha dedicato alla sua costante riflessione sull’arte sacra, sempre sviluppata in parallelo con il suo approfondimento sul paesaggio, sulla natura, sull’astrazione. In occasione del notevole evento un documentato catalogo si rivela strumento di attenta indagine sull’importanza che l’arte sacra rivela per Cerri e come essa sia stata, oltre che motivo di ispirazione spirituale, anche un suggestivo campo di applicazione per quei raggiungimenti di elevato spessore che hanno contraddistinto il suo personale percorso espressivo. Soprattutto in questi lavori di impronta più religiosa, intesa in senso lato, si ha modo di osservare la straordinaria energia di Cerri nel disegno e come esso sinteticamente si coniughi e scorra in tutto lo spettro delle sue possibilità, dalla figurazione più spiccata sino a quella più allusa, ovvero al pieno disvelamento di una trama di pura astrazione. Nero, rosso, giallo, e bianco (più raramente il blu) sono le linee guida del suo linguaggio cromatico, ricondotto all’essenzialità della sua trama materica e segnica. Colore, quindi, apparentemente “piatto”, in realtà ricco di sollecitazioni materiche, di vibrazioni atmosferiche, sviluppate senza romanticismi neo-informali ma con solida percezione e cognizione di struttura. Appunto la cifra che distingue la meditata pittura di Cerri. Completano il catalogo, oltre al materiale fotografico, anche autorevoli testi di Elisabetta Muritti, Giancarlo Cerri e Veronica Riva. 32 ARTECULTURA Inés Fontenla, OLTRE LE MAPPE Orlando Edizioni. A cura di Angela Madesani Oltre le mappe, dedicato agli ultimi anni di lavoro dell’artista, non è costruito con un criterio cronologico, ma attraverso le aree tematiche che costituiscono la sua ricerca: l’utopia, i territori immaginari, le migrazioni, i conflitti sociali, l’ambiente e la natura. Nel volume sono evidenti i rimandi autobiografici, i riferimenti alla sua condizione di “migrante” dall’America Latina, dove la sua famiglia in un lontano passato è giunta dall’Europa. Fontenla si pone alla ricerca del senso delle cose, di quello che la circonda, dei macrofenomeni, ma anche delle microrealtà del quotidiano. Nella sua ricerca si avverte una dicotomia continua, in cui emergono più i dubbi che le certezze. L’incontro al MACRO è dedicato a Pino Casagrande, gallerista recentemente scomparso, con cui Inés Fontenla ha lavorato per molti anni. Casagrande, che ha voluto fortemente questa pubblicazione, ha infatti dedicato più di una mostra personale all’artista argentina e l’ha coinvolta in numerosi progetti. info www.museomacro.org L’AUTOBIOGRAFIA GRAFICA di Italo Lupi L’Autobiografia grafica di Italo Lupi, edita da Corraini Edizioni, è un libro complesso ed esaustivo sul lavoro dell’architetto, che, nel corso della sua carriera, ha collaborato con alcuni dei più grandi nomi fra editoria, moda, design, architettura. Il progetto editoriale, scritto e curato personalmente da Italo Lupi, non ha un assetto tradizionale ma copre il lavoro di 40 anni attraverso immagini, commenti, citazioni o articoli pubblicati su riviste per le quali Lupi ha lavorato. Consulente di immagine de La Rinascente, di IBM Italia, della Triennale di Milano, poi art director di Domus e direttore responsabile e art director di Abitare, Autobiografia grafica è un volume completo che affronta la produzione di Italo Lupi a tutto tondo, dall’editoria, alle piccole architetture, passando per il disegno urbano e soprattutto per gli allestimenti temporanei o museali senza dimenticare i maestri che lo hanno ispirato nel corso della sua carriera. Il punto da cui tutto parte è speciale: sono i progetti dei poster, realizzati negli anni del Ginnasio. Il libro è diviso in sezioni che presentano le creazioni dell’autore divise per aree tematiche, ogni volta attraverso un ricco apparato iconografico e testuale – inedito e storico – che porta la firma di critici, grafici, giornalisti, architetti e amici che nel tempo hanno testimoniato la loro stima verso il lavoro di Lupi. Giuseppe Matarazzo API Ottant’anni di storia Edizioni Electa Il volume celebra un’azienda, API (Anonima Petroli Italiana), nata dalla passione di un uomo che ha fatto di un piccolo deposito di carburanti sulla riviera marchigiana un gruppo energetico globale. È il giovane Ferdinando Peretti che, anticipando i tempi, intuì l’importanza di conoscere e sviluppare temi quali l’energia e le fonti rinnovabili. API da ottant’anni ha vissuto in primo piano le principali stagioni dell’economia italiana e ha saputo rinnovarsi riflettendo sul futuro delle risorse e sul loro corretto utilizzo. Nel volume vengono pubblicate foto inedite dell’Archivio API grazie alle quali viene ripercorsa la storia del ‘900 del nostro paese: dagli anni ’30 al boom economico, dalle prime autostrade, agli accordi internazionali, dall’espansione ai grossi investimenti in comunicazione, dalla crisi globale sino alla differenziazione energetica attuale. ALL’INFERNO CON RITORNO In questa sua ultima opera narrativa (ALL’INFERNO CON RITORNO, ed. Guida, 2013), Cataldo Russo abbandona l’impianto schematico e grottesco del precedente romanzo “Cortigiani, giullari e mammasantissima” per offrirci un ampio, avvincente affresco di vicende umane che si estendono dagli anni del fascismo italiano fino alla cupa stagione della dittatura militare argentina. Protagonista del nuovo romanzo è un giovane figlio di contadini, originario della costa jonica calabrese, il quale vive il suo lungo “inferno” tra i variegati volti della “umanità disumanata”: classismo, pregiudizi, crudeltà, profitto, furberie, sfruttamento, violenza, sopraffazione, delitti. Sospinto dal suo essere nel mondo a fronteggiare e attraversare le grandi negatività della vita, egli trova qualche appiglio nell’amicizia, nell’autostima, nella speranza ed anche nell’amore. E procede nel suo cammino avendo sempre viva, dentro di sé, una concezione morale della vita e dell’uomo fondata sul bene e sui grandi valori umani. Lo stile del romanzo rimanda, per certi aspetti, a “I Malavoglia” di Verga. Lì i proverbi e i detti popolari attraversavano l’intera narrazione, consentendo all’autore di non apparire e realizzando (con una tecnica definita “erlebte Rede” da Leo Spitzer) un’opera quasi “fatta da sé”. Nel romanzo di Russo i proverbi e i detti popolari danno il titolo ai singoli capitoli ed hanno anch’essi una funzione di narrazione corale. Qualche eco dei modi narrativi verghiani si ritrova anche nei nomi dei personaggi. Ne “ I Malavoglia ” Piedipapera e la Longa confermavano, tramite il soprannome, l’espressione latina “nomen est omen”. Nel romanzo di Russo l’onomastica è, invece, rovesciata: i nomi di Genio, Gigante ed Ercole definiscono personaggi le cui caratteristiche sono il contrario del loro significato. Nel suo nuovo romanzo Russo fa uso di una lingua scorrevole, fluida, aderente alle vicende narrate. C’è anche, qua e là nel libro, la presenza di belle immagini che testimoniano la sensibilità lessicale dello scrittore e la sua incessante ricerca della bellezza espressiva. Ne cito alcuni esempi: “… una donna intelligente, che sapeva far ruotare bene la crivella fra le mani per separare le cose vere e quelle probabili dalle bugie grossolane e strumentali”; “Da tempo zi’ Emilio e zi’ Rosa vivevano aggrappati alle corde vocali del postino …”; “Le budella di Curzio gli si erano svuotate in gola. Era incapace di articolare parola”; “Restarono a lungo in silenzio, a esplorare frammenti di pensieri che provenivano da troppo lontano”; “Ai contadini toccarono briciole, briciole che non riempivano nemmeno la pancia di un pettirosso”; “Non era cambiato molto di aspetto, nonostante le fossette e le rughe dicessero che la vanga del tempo aveva scavato forte dentro di lui”; “Puntò Curzio con l’indice, come se fosse stato uno spiedo, pronto a infilzarlo …”; “Aggiunse, con aria da vissuta, che lì bisognava fare attenzione e camminare sul filo del rasoio”; “I due che stavano dietro l’aitante portiere non avevano certo l’aria di servitori di messe”; “La più terribile delle bestie, la depressione, cominciava ad azzannarlo”; “Il tempo scorreva come una colata di bitume”. Nella prosa del libro ho anche trovato modi espressivi che sono tipici della poesia. Ad esempio un chiasmo: “I giorni erano tetri e interminabili si erano fatte le notti”. (Vincenzo Cutolo) IMMAGINI E LUOGHI a cura di Aoristias Milano, Museo Permanente, 21 gennaio, da sinistra: Alfredo Mazzotta (scultore), Kengiro Azuma (scultore), Carla Maria Arienti (Dirigente scolastico Liceo Artistico Brera), Salvatore Zappalà (pittore), Matteo Cannata (pittore) E’ stata una significativa serata di confronto culturale l’inaugurazione della rassegna, a cura di Sara Fontana, programmata allo Spazio Atelier del Museo della Permanente di Milano sino al 9 febbraio u.s. Nell’esposizione erano presenti opere di Achille Guzzardella, Luciano Bocchioli, Luciano Folloni, Giancarlo Nucci, Mauro Fornari, Fujio Nishida, Tiziana Priori e Armanda Verdirame. Opere animate dal dialogo e dalla riflessione del numeroso pubblico intervenuto per l’importante appuntamento visivo. FEDELTA’ / TRADIMENTO Opere dal XVI al XXI secolo Per il terzo anno consecutivo e in occasione dell'arrivo a Bologna de La Ragazza con l'orecchino di perla di Vermeer, la galleria Maurizio Nobile di Bologna propone una mostra tematica per presentare al pubblico di collezionisti, amatori e professionisti le nuove acquisizioni del 2013-2014: dipinti, sculture e disegni dal XVI al XXI secolo. La lettura iconografica delle opere è il filo conduttore di un discorso che, spaziando tra la mitologia e le Sacre Scritture, racconta vizi e passioni, talmente connaturati nell'animo umano da rendere ancora universali ed attuali i significati delle opere. L'ineluttabile forza dell'Amore, che cieco per natura comanda le azioni umane, ci spinge inesorabilmente verso il piacere, impersonato dalla Venere di Gian Giacomo Sementi che nell'abbandono del sonno mostra tutta la sua sensuale carnalita'. Sino al 29 marzo 2014. Info 051 23 83 63 KRAINO, UN AUGURIO AD ARTE UN AUGURIO AD ARTE è un progetto culturale e pedagogico in progress, una modalità di relazione che convoglia idee e riflessioni, un “ponte” che unisce arte e società verso un auspicabile cambiamento. Ogni artista ha concepito un’opera su un supporto circolare di trenta centimetri di diametro. Artisti presenti: Simona Caramia, Lorenzo Madaro Movimentomilc, Massimiliano Amati Amati, Leonardo Cannistrà, Karmil Cardone, Enrica Ciurli, Luca Coclite, Domenico Cordì, Annabella Cuomo, Sebastiano Dammone Sessa, Roberto Dapoto, Danilo De Mitri, Andrea De Simeis, Marco Demis, Simone Oscar Fabietti, Andrea Francolino, Lidia Giusto, elisa maccioni, Luigi Massari, Claudia Matta, Pierpaolo Miccolis, Emilia Ruggiero, Antonio Schipani, Patrizia Emma Scialpi, Maria Teresa Sorbara, Laura Stancanelli. Catanzaro, Centro per l’Arte Contemporanea. Sino al 13 marzo 2014 Info 096161839 GIANNI PIACENTINO Personalità complessa e difficilmente inquadrabile in un singolo gruppo, nel 1968 all’età di ventitre anni - Piacentino decide di abbandonare il gruppo dell’Arte Povera per dedicarsi alla realizzazione di tutta una vasta gamma di curiosi veicoli a due e tre ruote. Sono mezzi di trasporto ideali, senza alcuna funzione, caratterizzati da forme aereodinamiche e da colori e decorazioni raffinate. Gli stessi metalli impiegati hanno una valenza pittorica e decorativa: basti guardare al modo nel quale sono associati in piccoli dettagli l’oro, l’argento, il rame, il cromo e il nichel. I veicoli, nelle loro variazioni formali fanno riferimento a un’estetica che spazia dalle prime auto da competizione del secolo scorso a quelle più moderne, dalle fusoliere dei primi aeroplani ai monopattini, dai serbatoi delle moto degli anni Venti e Trenta fino a quelli più recenti. Roma, Fondazione Giuliani per l’arte contemporanbea. In programma sino al 5 aprile 2014 info@fondazionegiuliani.org TRIENNALE DI ROMA Triennale di Roma 2014: una partenza a “regola d’arte”. L’attesa manifestazione triennale presenta moltissime novità per la nuova edizione. Dal 6 al 12 Giugno è prevista la kermesse artistica che vanta al seguito numerosissimi visitatori e partecipanti da tutta Italia. In questa seconda edizione moltissime saranno le novità a iniziare dalla sede che, da quest’anno, si sposta da Piazza del Popolo, cuore della città eterna, a La Sapienza di Roma, primo ateneo universitario d’Italia centro di studi e cultura.Altro aspetto che conferirà luce alla mostra un’inaugurazione attesa che vedrà la partecipazione del Prof. Achille Bonito Oliva docente di storia dell’arte nello stesso ateneo, presso la facoltà di Architettura, nonché voce ormai storicizzata presente nei più importanti dizionari e enciclopedie di cultura. Info 0644585706 CASATI e I PAESAGGI Del pittore milanese Renato Casati vengono presentate 35 opere recenti in tecnica mista e collage. Una parte di esse, di impostazione figurativa, si propone con elementi essenziali assai caratterizzati e costanti – piccole case bianche, cieli, colline – ordinati in composizioni variate continuamente, al punto da svuotarsi di ogni connotazione naturalistica e definire le proprie qualità estetiche unicamente attraverso valori di organizzazione costruttiva. Milano, Galleria 70. Sino al 4 maggio 2014. Per informazioni 02 6597809 GIANFRANCO PARDI La Fondazione Marconi presenta una mostra incentrata su alcune opere degli anni Settanta dell’artista milanese Gianfranco Pardi, a due anni dalla sua scomparsa. L’intera opera di Pardi, di ambito strutturalista e concettuale, si basa sullo studio dello spazio e sul rapporto tra astrazione e costruzione. La costante, che attraversa tutto il suo percorso artistico, è l’integrazione rigorosa di pittura, disegno e scultura nell’ambito di una ricerca sviluppatasi dagli anni sessanta. Milano, Fondazione Marconi, sino al 10 aprile 2014. Info 0229419232 33 ARTECULTURA ARTE E NON-VIOLENZA / POESIA / PSICOPOESIA / SESSO / SOCIETA’ Poesia e Psicanalisi Quale diversità e affinità di incontri Detto senza alcuna presunzione, l’argomento che ci poniamo vuole solo tentare di avvicinare per lo meno una parte interessante di quei tanti interrogativi che la poesia e la psicanalisi a confronto possono inevitabilmente dar luogo per radice storica, pratica di ruoli e finalità evoluta di conoscenza. Volendosi così domandare con uno specifico riferimento alla poesia, intesa ben al di là dei dialetti, metriche, lingue, stili ed epoche, si presenta spontaneo sostenere che la poesia si antepone alla stessa storia dell’uomo e che è solo dal più remoto paleolitico, quando il desiderio innato di linguaggio dell’uomo con l’evoluzione scoprirà la parola, che man mano poi sostituirà sempre più il linguaggio universale dei gesti. Una considerazione che però induce a riflettere se l’abbandono del linguaggio universale dei gesti, sia stato un bene ovvero no. Un interrogativo che permane, anche se le deduzioni evolutive della nostra vita hanno raggiunto modelli di comunicazioni che sono più universali dei gesti che nella spontaneità avvantaggiavano l’indipendenza della persona. Invece l’organizzazione che n’è seguita, disciplinando il rigore di determinati modelli, ha quanto meno limitato una parte dell’originale indipendenza della persona. E poi non si deve sottovalutare che il linguaggio dei gesti nell’uomo si manifestava nello stimolo diretto della natura, quel fattore dal quale l’evoluzione letteraria si è invece sempre più allontanata dando all’esercizio espressivo sulla natura, orale o scritta, più un riferimento di metafora che il suo diretto orientamento. Un aspetto che, tuttavia, non cancella l’incognita che permane e da cui ognuno di noi può dedurre la risposta che meglio ritenga opportuna. O, forse, questa vaga considerazione può anche interessare l’aspetto che più avvicina la risposta che manca o scontate sottigliezze? 34 ARTECULTURA Interessante è sapere che sia la “Poesia della natura” come “Costume poetico” che ARTECULTURA intuisce e sostiene, possono far radici nell’apparente vaghezza dalle menzionate riflessioni. Senza tuttavia sorvolare propositivamente che come sono differenti le fisionomie visuali delle persone, in parallelo di natura, ognuna poi fermenta e gestisce la sua energia di poesia, motore del cervello. Quella tuttora sconosciuta carica poetica, sia pure differenziata da persona a persona che, se celata ovvero impedita nel moto della sua spontaneità fisiologica che la caratterizza, può dar luogo a scompensi psicologici nel soggetto umano quali ansia, paura, angoscia, tensioni varie etc. che la psicanalisi pratica e sperimenta da oltre un secolo. Problemi soggettivi che l’intervento psicanalitico tenta di guarire tramite il materiale fornito dal paziente allo psicanalista nella sua prestazione. Ed ancora un modo per sostenere come non si possono conoscere in tutta la profondità delle loro origini emozioni, pulsioni, rimozioni, stimoli, spinte creative o tensioni di ogni tipo, senza prevenirle domandosi in profondità su quella “Poesia della natura” sulla quale ARTECULTURA s’interroga da tempo. L’avanzata intuizione di Psicopoesia che l’attuale psicanalisi tuttavia ignora. L’aspetto che ci rende dubbiosi su come mai il pur sempre geniale medico-scienziato Freud, pur intuendo la Psicanalisi, non seppe però prendere in dovuta considerazione lo stimolo innato della sua poesia e di quella classica della quale possedeva un’abbondante nozione tanto indispensabile all’affermazione della sua stessa Psicanalisi. Infatti nella sua grande opera Freud non ha dato l’opportuna importanza alla poesia ma ha preferito dell’altro. Certo che le nostre osservazioni sono pure intuizioni maturate riflettendo nel tempo su decine e decine di migliaia di componimenti poetici pervenuti nei decenni per libera adesione alle rassegne poetiche di ARTECULTURA promosse sempre fuori dal tempio vanitoso delle classifiche. Non sorvoli su questo l’odierna Psicanalisi. Può rivelarsi molto utile rifletterci un po’ sopra. Mentre le neuroscienze a questo riguardo si pensa che si siano avvicinate non di poco all’origine conoscitiva e sul ruolo della poesia nella società. Poi a questo riguardo basterebbe consultare e riflettere con una certa luce mentale sull’interessante volume di uno dei pionieri delle neuroscienze, il premio Nobel Eric R. Kandel autore de L’ETÀ dell’INCONSCIO, ARTE, MENTE E CERVELLO DALLA GRANDE SCUOLA DI VIENNA AI NOSTRI GIORNI Raffaello Cortina Editore, Milano. Si comprende così, in senso anche strettamente personale, nella condizione di principio, di quale energia sia dotata la poesia. La sua infinita carica che origina dal più profondo ventre della natura, dalla sua particolare biologia. Il volume succitato non parla di poesia, menziona il termine una sola volta nelle sue intense 622 pagine. Ma significativo, a questo riguardo, è lo stretto rapporto nella Scuola di Vienna tra Freud, Schnitzler, Klimt, Koko- schka, Schiele ed altri, a riferimento dei collegamenti tra cervello ed immagine pittorica. Sorge allora l’interessante collaborazione psicologica dalla quale è possibile dedurre senza troppi problemi l’importanza di fondo della poesia. L’essenzialità dell’energia preistorica che da sempre dà respiro al mondo e dalla quale viene generata la parola e quella poetica in particolare. Per cui si consiglia a quanti interessati all’argomento di consultare il menzionato volume per afferrare mediante i vari testi specialistici e la personale riflessione, una più chiara idea sull’origine e ruolo della Poesia della natura”. Per cui data la vastità dell’argomento, detto sempre in sintesi, anche se la Psicanalisi può essere ritenuta una moderna biologia della mente, di fatto, a cospetto dell’attività che sintetizza il suo svolgimento psicologico e clinico, permane comunque una disciplina, una branca interessante del sapere odierno, senza tuttavia raggiungere quell’avanzata conoscenza che scaturisce dalla remota forza della Poesia della natura. Un aspetto illimitato che interessa quella specifica poesia che riteniamo sia dentro il nostro DNA (e non solo...) che concettualmente poi fa riferimento e fermento all’insieme universale del mondo. E lascia anche intendere come nell’infinito e, con nostra metaforica allusione, la poesia sia la madre generatrice del tutto di ogni tempo e luogo. Tanto da farci premettere e sostenere che se non ci fosse la Poesia non ci sarebbe nemmeno il Sole che noi ammirevolmente amiamo come la stella che illumina tutto l’immaginario della nostra esistenza. La Psicanalisi, come la psichiatria, studia certamente la complessità del nostro cervello, le specifiche parti e ruoli dei componenti della scatola cranica onde penetrarne le funzioni e ruoli sempre più appropriatamente ed analizzare i connessi rapporti tra le parti in modo da poterne intuire i disagi per intervenire sugli effetti devastanti non sempre facili da rilevare, anche quando per la diagnosi del disagio se ne intuiscono le cause. Il raggiungimento dello sperato equilibrio psicologico di un paziente prima dell’incoraggiante parola o del farmaco, riguarda pur sempre la condizione soggettiva del singolo e l’illimitato mondo della poesia. Per cui, esperienza positiva a parte, lo psicanalista dovrà di volta in volta domandarsi sulla particolare situazione del paziente, un fattore ben diverso dallo stimolo primario che interessa il mondo della Poesia della natura che riguarda l’equilibrio della prevenzione nella sua autocura. Fattore, che anche quando l’esperto psicanalista raggiunge l’inconscio del paziente per conoscerne le cause remote del disagio, riguarda pur sempre l’ipotesi probabile e non il contatto permanente della diretta energia della natura con cui la poesia (in teoria...) previene ogni condizione di disagio psicologico. Tanto da farci sostenere che gli stessi neuroni e tutta la presenza della condizione neuronale, mancante lo spirito attivo della poesia, si spegnerebbero nell’insignificanza. La poesia, di fronte alla vita, in tutte le sue manifestazioni, si potrebbe anche definire come la sorgente dell’equilibrio in quanto il suo fine naturale, appunto, rimane essenzialmente una continua ricerca dell’equilibrio, sia quando si tratta di problemi psicologici che impegnano l’attento psicanalista, sia se interessa una frana di un dissesto geologico, eruzioni vulcaniche e terremoti compresi. Infatti riguarda sempre e comunque una ricerca di equilibrio. Allo stesso modo la prestazione di un medico o di un chirurgo, di uno psichiatra o di uno psicanalista, stringi stringi poi inevitabilmente alla fine riguarda sempre una serena ricerca di equilibrio, un radicale fatto di Poesia della natura che ricusa ogni genere di subordinazione. Al contrario della Psicanalisi che invece concerne l’osservanza di precisi interventi che muovono sempre e comunque da un collegamento di dipendenza. Questa per noi la differenza di principio tra Poesia e Psicanalisi. Un confronto che va ancora molto esteso ed approfondito nella sua attuale accennata situazione, anche se non si può dubitare che il nostro iniziale orientamento abbia imboccato la strada maestra onde prevenire in continuità lo stato di salute della persona di cui la nostra disagiata convivenza sociale necessita. Non dice tutto e viene a mancare di molto quando uno psicanalista osserva le regole della sua prestazione professionale senza poi ulteriormente domandarsi fin dove queste regole corrispondano all’autentico valore umano come principio dignitoso della persona che ricerca una sua naturale sicurezza, diversa dal cancrenoso potere delle armi. Quei terribili mezzi di distruzione che annientano l’indispensabile spirito d’indipendenza e di creatività della persona, della sua innata energia di creatività poetica. Un campo al quale, come già accennato in precedenza, la Psicanalisi può oggi contribuire molto, specie dove la scienza medica è carente, perché si preferiscono le stragi di stato alla concordia vitale dell’uomo. Ma la scienza e la cultura a cosa servono, per vivere o morire? La ragione per la quale noi sosteniamo la conoscenza della Poesia della natura che inevitabilmente aiuta a diventare consapevoli psicanalisti di se stessi e della pacifica convivenza. E Freud ci sembra che l’avesse anche intuito, ma non è stato coerente con la poesia. La poesia viene molto prima della storia vissuta dal genere umano e non come teoria delle eludibili possibilità, ma come essenza di certezza che origina dalla profonda conoscenza di se stessi. Un argomento nel quale Socrate non ha mentito, ma ha detto una grande verità che scavalca tutte le censure delle barbarie dei poteri. E detto schiettamente, la Psicanalisi soprattutto deduce mentre la Poesia della natura chiarisce e ti pone direttamente nel collegamento con il mondo. Ti fermenta nei desideri e ti dice come appagare il tuo spirito di libertà solare e di pane quotidiano. Socrate, lo dobbiamo ripetere, è stato l’artefice della grande verità universale, sostenendo la conoscenza di se stessi. Ma non ha indicato come divenire se stessi, che qui invece si ritiene il nocciolo della Poesia della natura. La poesia letteraria pavoneggia il dolore a male necessario per comprendere il bellicoso mondo in cui viviamo, mentre la Poesia della natura lo previene disponendo le nostre emozioni alla ricerca e funzionalità dell’equilibrio che avversano ogni lavaggio del cervello di cui la società è tuttora continuamente succube. Ed a riguardo è la cultura generale delle popolazioni che deve evolversi ed orientarsi sempre più come Costume poetico. Quella libera socialità capace di valorizzare nell’uomo il naturale principio d’indipendenza e di partecipazione propositiva nel libero stimolo della poesia. Il Disarmo, come la pace, non si realizzano sul lettino dello psicologo, ma scoprendo quella rigenerazione di sicurezza di moltitudini verso cui la psicanalisi tuttora non si attiva come impegno di valore umano reale, ponendo di finalità sociale gli occhi sperimentali della propria mente. Giuseppe Martucci 35 ARTECULTURA Umanità poetica - Costume poetico “La poesia comincia dove finiscono le discriminazioni” Umanità poetica è uno spazio aperto alla divulgazione poetica interessata al dibattito sull'identificazione e il ruolo odierno della poesia. La franchezza e l'obiettività degli interventi, costituiscono per la redazione della Rivista la premessa per la pubblicazione. Per facilitare la partecipazione degli Autori interessati si suggerisce negli elaborati brevità e concisione. Per necessità di spazio la redazione si ritiene autorizzata a sintetizzare i testi rispettando il contenuto. La pubblicazione dei testi poetici ha puro carattere divulgativo, di stimolo culturale. La proprietà letteraria dei componimenti pubblicati rimane pertanto a tutti gli effetti di legge dei singoli Autori. . Dei componimenti pubblicati si tiene conto soprattutto dei contenuti culturali. VERBO DIFFERIBILE (della flessibilità autopoietica)* *24 Ottobre 2013Giornata Mondiale del Disarmo- Nei principi universali dell’O.N.U. Io parassita Tu parassiti Egli parassita Noi parassitiamo Voi parassitate Essi Parassitano A causa del potere Vincenzo C. Ingrasscì UN CUORE GIOVANE Il corpo regredisce, ma il cuore sempre giovane rimane. Nascono affetti dentro di noi che nascondono sentimenti profondi, mal celati, ma sempre positivi. La vita offre ancora sprazzi di gioia, nei pensieri vivaci e nelle speranze irraggiungibili, ma l’illusione è un aiuto confortevole, per chi giovane non è più. Stefania Minotto RIDI PAGLIACCIO (come nell’opera di Leoncavallo) Una figura bianca tra costumi azzurri, rossi, verdi, gialli. Una faccia stanca, pallida e smorta, tra i volti rubicondi e sereni della gente assisa in platea. Una figura triste prossima al pianto tra le risa contente e i lazzi. Un pensiero fisso che rode il cuore: un dolore struggente che non sa finire tra lo spensierato fluire del mondo. Una rappresentazione allestita per cancellare un tradimento d’amore. Uno spettacolare dramma di vita che tutti applaudiranno calorosamente tanto è vero e così bene interpretato. Fabiano Braccini 36 ARTECULTURA CODICE ROSSO APRIL 2010 In un attimo la vita di un uomo nelle tue mani arresta tutti i tuoi pensieri stringi al tuo cuore la sua anima in quei pochi secondi sei il filo / che lo lega al domani. Ora senza respirare con tutte le tue forze lo strappi al buio assoluto riportandogli la luce ancora una volta per potergli dire: Papà ti voglio bene!! Dario Carrera Adèss la primavera l’è tornada la sces l’ha casciaa foeura i sò primm foeuj l’aria col primm sô la s’è scaldada ma el bombonin de nid lìè restaa voeui. SUONO STORPIO... è ARRIVATA SORELLA Arida campana storpia... Nella vicinanza del meriggio Porti notizia di sorella morte Per tre volte soffocata parli E il ricordo piomba nella paura Di una quotidiana convivenza Ultima lacerazione Di una voce che annuncia la risurrezione Stonata perché ora è sola Così il mio cuore Nell’attesa dell’incontro Manca di pienezza storpiato dal peccato E nel campo così nella casa Si alzeranno grida di dolore Perché è arrivata nostra sorella Sorella che ci condurrà dal Padre Dove finalmente percorreremo il sentiero Nelle vie limpide e torbide / del dono della vita. Giacomo Belluco ALLA FERMATA DEL TRAM Alte antiche case, insegne luminose alle spalle. Sopra di me un cielo offuscato / da sbiadite nuvole, qua e là macchiato da qualche stella. Un ripetitivo rumoroso suono sui binari. Ecco: è finalmente giunto il tram che mi porta a casa. Luisella Ruzza Mì el scigni cont el coeur pien de speranza perchè mì speri de vedètt rivaà dòpo tan temp passaa in lontananza e con la nostalgia de tornà a cà. Te spètti e vardi l’orizzont là sù... Passen i dì e s’intristiss el coeur la piuma grisa la dondòna pù anlee la par capì tutt el mè doeur. T’è piasuu fòrsi domà cambià paes... ma mi tegnaroo car quèll piccol nid e lassaroo in doe l’è, denter la sces e strengiaroo la piuma tra i mè did. Enrica LO SPETTRO Dentro casa, io lo avverto, quello sguardo, che si aggira, per scrutare, il movimento, tra le stanze, e la cucina; dentro casa, lo respiro, quel silenzio, senza fine, che mi spegne, le parole, sulla porta, alla luce, del confine. Circondata, dal pensiero, che rapisce, all’improvviso, mi sorprende, questo pianto, sovrapposto, al mio sorriso; pugnalata, dal mistero, condannata, all’illusione, io ferisco, la memoria, per lasciare, sotterrata, l’emozione. E lo spettro, che si muove, sussurrando, nell’orecchio, il segreto, ben risposto, nel riflesso, di uno specchio; è lo spettro, che seduce, risoffiando, sul dolore, labirinto, senza uscita, la prigione, dove batte, un altro cuore. Luca Clementi ESTATE Santo Giunta Lento un messaggio per la via e racconto un tempo solo dove nella nullità canta estati grandi e nuove. Tempo diverso e unito nell’insegna che canta un passato silenzioso e alto e stretta nel tempo nuovo conta un canto di passero. Terrò lieto una storia narrata sui banchi di scuola dove la fantasia vola e nel silenzio del giorno un nuovo giardino fiorito spezza il rampo alto sulla collina fiorita. Guarderò il lago di sera nella notte insonne e cupo nel ritorno intavolerò una memoria custodito sotto questi tralci d’una e osserverò un sogno a distanza dove il tempo è solo. Alda Fortini L’arte non è mera opinione personale né tantomeno ricorrenza artificiale che enumera l’attualità in economia degli eventi. Santo Giunta, nato a Milena (CL) il 12 ottobre 1973, vive i quarant’anni in provenienza dell’esperienza quinquennale iniziativa nel luogo d’origine e propagatasi altrove, anche a contatto con artisti del circuito nazionale ed internazionale, legatasi ad esperienze degli anni più giovanili sia dal punto di vista professionale che amatoriale, assurta nel quinquennio 2008-2013 di maturazione (e comprensione) nell’arte come pura espressione personale in strictu sensu palingenesi che fin dall’eterno ritorna. La propensione naturale per la musica, riguardo, nel particolare, la scrittura d’essa che diviene poesia attraverso la tecnica del dripping (abusata dagli altri) come note musicali su un fondo nero emblema del blues, passione musicale dell’autore, che esprime l’eterno default umano, morale e culturale in una sintesi che comprende le due nature, umana e metafisica quasi ad opporsi senza che l’una escluda l’altra, divenendo indice della necessaria catarsi attuale e trovando cittadinanza nell’arte come commistione pittura-scultura, ab initio nel dare forma e senso a idee preesistenti come piccole installazioni (ovvero forme già pronte nelle quali è già visto l’evento artistico) con elementi naturali (particelle della propria natura), per poi, interpretarla appieno, interiormente (e tecnicamente). Dal solipsismo iniziale, rende la materia del proprio pensiero in pitture-sculture in tecnica mista dove ogni pannello equivale ad una esecuzione musicale. Il fenomeno del doppio vissuto. L’esperienza acquisita lo conduce all’arte come servizio sociale interpretando l’attualità (communis opinio) come racconto narrativo della riluttanza dei cittadini verso la politica o sarebbe meglio dire verso i politici. L’urlo del Mississippi! Si riverbera nella solidarietà divenendone protagonista, l’essere livellati dall’agire solidale di necessità, in favore dei bambini del reparto oncoematologico dell’Ospedale Civico di Palermo, l’arte vissuta come servizio Vincenzo C. Ingrascì sociale. vincenzoc.ingra@hotmail.it santo.giuseppegiunta@tiscali.it L’OFFERTA DELLA PRIMAVERA Danza vibrante spuma odorosa visione leggiadra rosata aurora purezza sorgiva clessidra nel tempo giovinezza vigorosa del rinnovamento. Fiore d’arancio di mandorlo soavemente vestita da sposa, che accarezza intenerisce abbellisce infiora; ogni Nazione ogni luogo ogni bimbo ogni piccola cosa. ERO MAREGGIATA D’AGOSTO Mario Ferrario Ero forse una stella mi sono bruciato diventando un buco nero. Nelle stelle non brillo più mi sono spento... io?! Fabio Gibillini Ecco, giungono le onde immense, una serie infinita, che sulla spiaggia si abbatte con forza e fragore. Io, sgomenta, guardo il loro infrangersi sulla dura barriera del molo. Poi, un’esclamazione irrompe all’avvicinarsi di un muro d’acqua. Resto senza respiro, con timore, allo schianto delle sette memorabili onde ed esplode un applauso dai presenti, per tanta potente commovente bellezza. Marialda Ciboldi ORE 10 Nella velleità chiacchierona le parole non hanno un senso ed il costume è coatto solo amarezze di sudditi e non più solari cittadini si sente la mancanza dell’amico suicida causa il fisco... E lui malconcio all’imbocco di via Broletto a Milano dormiva tra vecchie coperte umide d’acqua sotto il porticato bancario UniCredit davanti l’entrata taciturno e rassegnato allungato per terra penava la sua esistenza ore 10: 7 febbraio 2014 l’indifferenza è miope... Giuseppe Martucci 37 ARTECULTURA Daniela Rocco Minerbi DALLE HAWAII ALL’ITALIA Dall’incantevole paesaggio delle Hawaii, dove da anni risiede, la pittrice Daniela Rocco Minerbi non ha tuttavia rinunciato ai suoi molteplici legami culturali, artistici, professionali con l’Italia, che in fondo costituiscono un ulteriore arricchimento per affinare la sua pittura e più in generale il suo confronto con i vari stimoli della società contemporanea, le sue contraddizioni e possibilità. L’artista, fra l’altro, è molto impegnata sui problemi della pace, del disarmo e collabora attivamente con diversi organismi internazionali che spaziano dalle questioni legate all’etica solidale, a quelle di prospettare nuovi rapporti economici, sino alle complesse problematiche ambientali. Da ricordare inoltre come la stessa Minerbi sia stata insostituibile ed attiva collaboratrice dell’importante rassegna sul Disarmo, promossa da Artecultura e svoltasi nel 2010 all’Università di Honolulu Ed è a partire da queste premesse allora che si può comprendere più in profondità la pittura di Rocco Minerbi come del resto è ben documentata dal dipinto La conversazione di tre amici e la luna in cui sono raffigurati Padre Davide Maria Turoldo, personalità straordinaria di sacerdote e di poeta con cui l’artista ebbe un continuo dialogo culturale, il padre dell’artista Giuseppe Rocco e Zaira di Nomadelfia. Dipinto nel quale, quasi in una atmosfera da sacra conversazione, l’atmosfera evocativa del ricordo traspare nel suo suggestivo incanto volto a far rivivere persone, pensieri, situazioni. Un’opera segnata da un orientamento meditativo che fra l’altro è stata donata al centro Studi sulla Pace Sereno Regis di Torino. Tuttavia la creatività della pittrice spazia anche nel genere del paesaggio e da questo punto di vista non poteva mancare il confronto con le infinite bellezze della realtà hawaiana, quali si evincono dall’opera pubblicata. Anche in questo caso si avverte con chiarezza come l’artista sappia intelligentemente evitare la tradizionale rappresentazione puramente descrittiva, spesso 38 ARTECULTURA Il Naviglio a Milano in visione notturna Hawaii, Waikiki Kaimana Beach di notte pervasa dalle consuete intonazioni cartolinesche, per sviluppare, invece, il paesaggio in una chiave surreale, lirica, rivelando quindi il dato emozionale, evocativo dell’immagine. Anche gli altri due dipinti realizzati dalla Minerbi sono stati donati, in quest’ultimo caso alla Lei For Economic Justice, a voler sottolineare ulteriormente l’impegno dell’arte verso le drammatiche condizioni in cui versa ancora una parte assai rilevante dell’umanità. E se l’arte non può direttamente porre soluzioni, tuttavia è nella sua possibilità di creare un clima favorevole di reciproca fiducia e comprensione che consenta poi eventualmente di avviare le attese soluzioni. Una visione dell’arte, quella della Minerbi, che non si lega ad un principio ideologico, ma ad una dimensione essenzialmente neoumanistica di cui fra l’altro si avverte un urgente bisogno. Un impegno al quale la Minerbi, come del resto Artecultura, non negano il proprio consapevole e costruttivo apporto. Marpanoza L'AUTODIDATTA NELLA STORIA Personaggi, avventure, intuizioni Nasce a Blackheath, in un sobborgo di Londra da due professori gallesi, della London University, che per lei sognavano un tranquillo futuro d’insegnante. Mary Quant studia al Goldsmiths College prima di diventare stilista. A sedici anni però, decide di andarsene di casa per vivere la "bohème" a Londra. Qui conosce Alexander Plunket Greene, appartenente ad una nobile famiglia inglese e nipote di Bertrand Russell, anch'egli smanioso di libertà e di stravaganze. I due iniziano un divertente ménage: mangiano quando hanno soldi, viaggiano come possono, si vestono come passa loro per la testa. Mary ha una predilezione per le gonne corte e gli stivaletti, Alexander si adatta. I due fanno amicizia con un ex avvocato diventato fotografo, Archie Mc Nair, e quando Alexander per il suo ventunesimo compleanno eredita dei soldi, decidono, con l'aiuto di Mc Nair, di comperare una casa. Nello scantinato aprono un ristorante ed al primo piano la boutique Bazaar (1955). La boutique è situata sulla Kings Road a Londra, e tra i giovani ha un successo immediato: finalmente hanno trovato qualcuno che la pensa come loro, che vive come loro e che capisce perfettamente quello che può piacere a loro. I giovani del Paese più conformista d'Europa sono i primi a sentire la necessità di cambiamenti che, per spezzare la tradizione ed imporsi all'attenzione, devono essere necessariamente estremi. La frattura con il vecchio mondo è rappresentata dai capelli lunghi per i ragazzi, dalle gonne corte per le ragazze e dalla musica dei Beatles. I londinesi dapprima ridono della boutique di Mary e del folcloristico gruppo di giovani che la frequenta, ma poi la curiosità attira gente del mondo del cinema, del teatro, dell'arte. Arrivano i soldi e Mary, che nel frattempo si è sposata con Alexander, apre un altro negozio nell'aristocratica Brompton Road a Knightsbridge. Icona della Swinging London sarà anche brillante imprenditrice: fonda nel 1963 il "Ginger Group" per esportare i suoi prodotti negli USA, lancerà una linea Mary Quant di cosmetici nel 1966 e una collezione di calzature nel 1967. Nel 1966, riceve dalle mani della regina Elisabetta, l'onorificenza di Cavaliere della Corona Britannica, che l'anno prima era stato dato ai suoi idoli: i Beatles. Lo scrittore Bernard Levin la definirà "High Priestess of Sixties fashion", l'alta sacerdotessa della moda degli anni sessanta. LA MINIGONNA La minigonna, generalmente detta mini, è un tipo di gonna con l'orlo inferiore che arriva molto sopra le ginocchia (lunghezza variabile a seconda dei modelli, nei primi 10/15 cm o più sopra la linea delle ginocchia, successivamente anche più corti), mostrando quindi parte della coscia. Può essere aderente (eventualmente con spacco centrale o laterale) o meno ed è realizzata in vari tessuti (jeans, similpelle, cotone, PVC, ecc.). Il termine mini è stato poi applicato anche ai vestiti che scoprono le gambe come le minigonne, nati nello stesso periodo, definiti mini-abiti. Generalmente la sua ideazione viene indicata come opera della stilista britannica Mary Quant (ma la vera origine è dibattuta e contesa da altri stilisti) e divenne popolare dagli anni sessanta, per cui da molti è stata considerata uno dei simboli della Swinging London. Durante i suoi decenni di esistenza è stata più volte dichiarata morta sia da critici di moda che da diversi stilisti ma, seppur con diverse variazioni nella sua diffusione, il capo è rimasto in uso in molti paesi del mondo ininterrottamente dal momento della sua creazione ad oggi. Swingin London La Swinging London è inevitabilmente legata alla figura storica di Mary Quant. Swinging London è un termine che viene genericamente applicato ad un insieme di tendenze e dinamiche culturali che si svilupparono in Gran Bretagna (e a Londra in particolare) negli anni sessanta. Gran parte di questo fenomeno vide la gioventù orientarsi verso il nuovo e il moderno, e risultò in una rivoluzione culturale nel Regno Unito. Fu un periodo di ottimismo e di edonismo, come furono gli anni sessanta per gran parte del mondo occidentale. Il termine (dall'inglese to swing – "oscillare" o "dondolare") venne coniato in un articolo sul TIME del 15 aprile 1966, ma veniva usato già in precedenza per indicare qualcosa che dondola, oscilla, nella fattispecie, seguendo la moda del momento. Esso riguardò soprattutto la musica pop del periodo, quando allora gli artisti britannici dominavano l'industria discografica mondiale, ma anche la moda, la fotografia, il cinema e le arti (pop art, ecc.). I suoi simboli principali furono i Beatles e i Rolling Stones, seguiti poi dagli Who, nonché la moda delle minigonne. Uno dei catalizzatori di questo fenomeno fu il recupero dell'economia inglese dopo il periodo di austerità e razionamenti del dopoguerra, che durò per gran parte degli anni cinquanta. Blow-Up, il celebre film del 1966 di Michelangelo Antonioni, illustra il gusto dell'epoca. Un altro film, decisamente più leggero, ambientato nella Swinging London è Absolute Beginners (1986), diretto da Julien Temple, ispirato all'omonimo romanzo di Colin MacInnes (intitolato, però, Principianti assoluti nell'edizione italiana). Un altro documentario fortemente rappresentativo del periodo è Tonite Let's All Make Love in London di Peter Whitehead. (Aoristias) 39 ARTECULTURA TURISMO & POESIA: IL LUOGO DEL MESE VAL D’OSSOLA Panorama della Val d’Ossola La Valle Ossola, o anche Val d'Ossola o semplicemente Ossola, è un'estesa valle della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola e corrisponde al bacino idrografico del fiume Toce. Comprende sette valli laterali principali: Valle Anzasca, Valle Antrona, Val Bognanco, Val Divedro, Valle Antigorio, Valle Isorno, e Val Vigezzo. Inoltre fa parte dello stesso bacino orografico la Val Formazza segmento superiore della Valle Antigorio. Il centro di confluenza dell'intera vallata è Domodossola e gli altri principali centri sono Villadossola, Ornavasso e Crevoladossola. Comprende 38 comuni e conta 67.531 abitanti. Il primo accenno alla denominazione Ossola è del geografo Tolomeo vissuto nel II secolo d.C., che nomina una Oskela (o Oskella) Lepontíon, Oscella dei Leponzi, in riferimento alle popolazioni di Leponzi che l'abitavano. In un'opera geografica anonima del VII secolo d.C. (il cosiddetto Geografo Ravennate) il nome appare come "Oxila" o "Oxilia" e Joannes Georgius Graevius, nel Thesaurus antiquitatum et historiarum Italiae: Ligurum et Insubrum, seu Genuensium et Mediolanensium pubblicato nel 1704, identifica la Val d'Ossola come Municipium Ocellum (e Domodossola è detta Ocella). GEOGRAFIA La Valle Ossola è raffigurabile come una grande foglia di acero, le cui nervature sono costituite dai fiumi e torrenti che percorrono le valli e le montagne laterali, i quali confluiscono nella nervatura centrale, rappresentata dal fiume Toce. Gli estremi della foglia rappresentano i confini settentrionali dell'Italia, mentre il picciolo si estende fino a raggiungere il Lago Maggiore. Si è soliti suddividere la vallata in Ossola Inferiore, che aveva capoluogo Vogogna, e Ossola Superiore con capoluogo Domodossola.Nella valle sono stati istituiti il Parco naturale dell'Alpe Veglia e dell'Alpe Devero, Parco naturale dell'Alta Valle Antrona, il Parco Nazionale della Val Grande oltre al Sacro Monte di Domodossola, Riserva Naturale Speciale, patrimonio mondiale dell'Unesco dal 2003. CLIMA L'Ossola è caratterizzata da un clima temperato, 40 ARTECULTURA che è tuttavia pesantemente influenzato dai rilievi alpini. Moltissimi sono i fattori che modificano il clima dei singoli distretti territoriali nella zona. Tra questi vi è l'altitudine, il tempo di insolazione giornaliero, la piovosità e la ventosità. I venti secchi e freddi del nord sono frequenti in inverno, anche se non manca la presenza di venti caldi come il Favonio (Föhn). Da aprile a settembre lungo la valle soffiano invece semplici brezze. Anche la vicinanza ai laghi prealpini, (Lago Maggiore, Lago d'Orta e Lago di Mergozzo) e alla Pianura Padana contribuiscono a modificare il clima della zona. Infatti, le masse d'aria umida che si formano in questi siti, risalendo le pendici dei monti ossolani, provocano violenti temporali: per questo motivo l'Ossola è una delle aree più piovose d'Italia. La neve tutti gli inverni copre le principali vette e contribuisce al sostentamento dei ghiacciai perenni, come quello del Monte Rosa, mentre è meno frequente osservarla nel fondovalle. Negli ultimi anni è aumentata la presenza di grandine, di nebbia e di trombe d'aria, che causano numerosi danni alle coltivazioni e agli edifici. Il clima di fondovalle, ove sorgono i principali centri abitati (Domodossola, Villadossola, Ornavasso e Crevoladossola) è caratterizzato da inverni freddi ed estati calde, lunghi periodi di siccità con successive piogge abbondanti. Queste precipitazioni ingrossano i rii e i torrenti, determinando spesso alluvioni, come quella famosa dei giorni 7, 8 e 9 agosto 1978, che provocò la morte di 19 persone, e quella dell'ottobre 2000, che causò invece la morte di 13 persone nella frazione di Gondo. In questa valle durante la seconda guerra mondiale dal 10 settembre al 23 ottobre 1944 vi fu la straordinaria esperienza della Repubblica dell’Ossola. I partigiani del CLN l'8 settembre 1944 attaccarono le truppe fasciste di stanza a Domodossola, sconfiggendole e, dopo averle scacciate, parlarono di "territorio liberato"; solo in seguito, sull'esempio di zone come la Repubblica del Corniolo, la prima repubblica partigiana nell'Italia del nord, si cominciò a usare l'espressione "repubblica" dell'Ossola. Info www.ossola.com Lustrascarpe Nella vecchia Portici, in Piazza S.Ciro, dove un tempo sostavano i tram per Napoli, lavoravano alcuni lustrascarpe strategicamente sistemati per strada, sui tre gradini del vecchio Bar Guida, di fronte ad un chiosco dell’acqua. Gli attrezzi del lustrascarpe consistono in una sedia, una cassetta di legno dalla quale sporgono due sagome, dove il cliente poggia i piedi, vari tipi di spazzole, lucido, anilina nera o marrone, a secondo del colore delle scarpe da lucidare. La pulitura delle scarpe costava poco e l’attività riscuoteva successo perchè la gente non poteva permettersi il lusso di comprare il lucido per le scarpe…, altrimenti non si capisce perché mio padre mi mandava dai lustrascarpe con le sue scarpe, per farsele lucidare. Ma forse c’è un’altra ipotesi: in quei periodi era di moda andare in giro con le scarpe lucide. Di fronte a quella teoria di artigiani, c’erano altre bancarelle, come quelle dove si caricavano di gas gli accendini o si riparavano gli orologi. Ricordo però che i lustrascarpe porticesi erano adulti e, sebbene dopo l’ultimo palazzo della periferia nord di Portici ci sia subito Napoli, non c’erano i sciuscià napoletani (la parola deriva dall’inglese shoeshine lucidascarpe), cioè quei bambini di età compresa a tra i 7 e i 12 anni che, negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale, durante l’occupazione alleata si prestavano a fare i lustrascarpe .Questi famosi "scugnizzi" vivevano arrangiandosi per le strade dei quartieri napoletani più poveri, soprattutto pulendo le scarpe o dedicandosi spesso anche a piccoli traffici illeciti con i soldati. La parola sciuscià fu diffusa dal film omonimo del 1946 di Vittorio De Sica. Fra i personaggi famosi di origine italiana di cui è noto che svolsero questo mestiere in gioventù ci sono, tra l'altro Giuseppe Petrosino e l’attore Al Pacino. In Italia forse esistono ancora i lustrascarpe e mi risulta che nel 2012 a Caltanissetta, ne siano restati in attività solamente due dei trentadue che esercitavano questo mestiere nell'immediato dopoguerra. Credo che questo lavoro sia ancora esercitato in alcuni paesi del terzo mondo, in Asia, come in Thailandia, in Africa o addirittura nel nord del Mediterraneo, in Egitto. In quest’ultimo paese, mi è capitato più volte mentre camminavo di sera per le strade turistiche di Hurgada, sul Mar Rosso, di imbattermi in un lustrascarpe improvvisato, in agguato senza bancariello né sedia per il cliente che, armato di poco, ha tentato di lucidarmi le scarpe, cosa che non ho mai permesso per evitarmi lo stress della contrattazione per il costo. Antonio Fomez Costume Poetico per il Disarmo XLII Edizione Poesia Pace 2014. Scadenza 30 giugno 2014 Al Martirio Ignoto dell’Umanità poetica repressa nello stimolo vitale della sua Poesia di Natura e condannata a vivere di stenti e morire di scempio bellico nella congiura delle varie maschere di potere e l’incoscienza della sua violenza. Per cui il pacifico equilibrio della libera convivenza rispecchia di primigenia libertà l’infinito culturale del Costume poetico per il Disarmo Poesia: l’adesione all’annuale nuova iniziativa per il disarmo può essere effettuata tramite 1 (uno) componimento poetico che non superi i 35 versi per essere accettato e pubblicato con qualche riga di commento da riprodurre a fondo pagina del componimento. Saggistica: l’invio di una sintesi saggistica (corpo 10 che non superi le 20 righe A-4 per essere accettata ed inserita esclusivamente in formato DOC ). In modo che il breve saggio sia di stimolo per successivi incontri promossi dall’Autore per confronti sempre più diretti ed allargati. Artecultura, informata, divulgherà prontamente la notizia per un impegno sempre più decentrato. Del Costume Poetico per il Disarmo in rapporto alle adesioni pervenute sarà definita la tiratura ed il ricavato destinato a totale beneficio di Borse di studio per le Scuole aderenti. 1) L'adesione alla XLII: Edizione Costume Poetico per il Disarmo 2014 è gratuita. L'iniziativa si autogestisce nello spirito di Artecultura orientata a stimolare una serena convivenza di vita tra le persone. 2) Sono invitati quanti si sentono impegnati nella poetica ricerca saggistica della Pace, ideale di ogni libera persona umana. L'iniziativa non assegna premi di classifica e gli Autori delle liriche o dei saggi formalmente prescelti per l'inserimento nel volume antologico "Cultura per la pace"-Costume Poetico per il Disarmo 2014 riceveranno il Diploma di solidarietà, ed una riproduzione artistica della copertina del volume. 3) Alla consultazione dei componimenti è preposta, a solo titolo di verifica formale, una Commissione composta da membri di varie attività sociali. 4) La presentazione del volume verrà effettuata a fine novembre in data e luogo che saranno opportunamente comunicati come per le passate edizioni. 5) Al ricevimento dell'esito dell'adesione l'Autore aderente s'impegna a comunicare il numero delle copie del volume che intende acquistare, al costo economico di Euro 5 al volume. Alla presentazione di Costume Poetico per il Disarmo - "Cultura per la pace" 2014 tutti gli Autori aderenti sono tenuti ad essere presenti, o in caso di forzata impossibilità, ad essere rappresentati da persone di fiducia per il ritiro dei volumi ordinati e il dovuto per regolamento. L'assenza immotivata e il non riscontro all'invito di presenza annullano ogni spettanza a domandarla nel tempo. 6) Poesia, una sola per ogni aderente, va spedita in duplice copia firmate di autografa, alla Segreteria c/o Artecultura - Via Ciovasso 19 - 20121 Milano o servirsi dell'indirizzo - info@artecultura.org Saggi, 1 (solo per ogni aderente) vanno inviati esclusivamente per via e-mail all’indirizzo: info@artecultura.org Per le Scuole si richiede l'invio di componimenti a firma collettiva in modo da favorire la più ampia presenza scolastica nel nuovo volume antologico. Simboliche Borse di studio 7) Le Poesie ed i Saggi debbono essere inediti, di personale ispirazione e composizione ed attinenti al tema Costume Poetico per il Disarmo nella più ampia libertà di pensiero. I minorenni sono accettati solo con la prevista firma di chi esercita su di loro la tutela. Non sono accettati componimenti dedicati a persone viventi. 8) Artecultura si riserva di favorire letture e confronti culturali 9) In caso di nuove esigenze, il presente regolamento potrà subire modifiche che migliorino l'attività di Costume Poetico per il Disarmo - "Cultura per la pace" 2014. L’adesione è limitata ad una sola sezione per Autore. 10) Gli aderenti accettano il presente regolamento in ogni sua parte. Poesie e Saggi fatti pervenire per spirito di solidarietà all'iniziativa non vengono restituiti ed entrano a far parte dell'Archivio "Cultura per la pace" di ARTECULTURA. Sede nella quale permane l’Archivio di cui tutti possono prendere visione consultiva. La proprietà letteraria di tutti gli elaborati è ad ogni effetto pertinente agli Autori dei medesimi. PARTECIPA E FAI PARTECIPARE! Informazioni ulteriori e invio componimenti: Costume Poetico per il Disarmo -“Cultura per la pace” 2014 c/o Artecultura Via Ciovasso 19- 20121 Milano - Tel. 02/864.64.093 http://www.artecultura.org e-mail: info@artecultura.org 41 ARTECULTURA CONCORSI CONCORSI CONCORSI CONCORSI CONCORSI CONCORSI CONCORSI CONCORSI PITTURA - SCULTURA - CINEMATOGRAFIA - FOTOGRAFIA -MUSICA - VIDEO 49° ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE: SEMPRE PRESENTI...... Anche quest’anno si terrà il “48° PREMIO NAZIONALE DI PITTURA E 42° INTERNAZIONALE DI GRAFICA DEL POMERO” e una sezione sarà dedicata a “EXPO 2015”, presente in parte anche sul nostro territorio. Invitiamo gli artisti, scrittori e poeti a lasciare il loro messaggio sul nobile e importante tema dell’EXPO 2015: “NUTRIRE IL PIANETA, ENERGIA PER LA VITA”. Dare a tutta l’umanità una buona alimentazione sana, sufficiente e sostenibile. La Mostra si terrà dal 26 APRILE AL 4 MAGGIO 2014 A VILLA BURBA - RHO. La presentazione dei lavori entro il 13 APRILE 2014. Chiedere regolamento al segretario del Premio: PIERO AIRAGHI “AMICI DEL POMERO”, Via Torino 2 -20017 RHO-MI , tel. e fax 02-9303521 PREMIO GRIFFIN 2014 Premio d’arte a sostegno dei giovani artisti Partecipazione dal 6 gennaio al 15 aprile 2014. Il riconoscimento promuoverà il talento di artisti under 35 che operano in Italia, con mostre in importanti spazi espositivi e residenza all’estero. Bando iscrizione sul sito www.premioartegriffin.it Dal 6 gennaio al 15 aprile 2014 è aperto il bando di partecipazione al Premio Griffin 2014, istituito col fine di promuovere il talento di artisti under 35 che operano in Italia, e studenti delle scuole di alta formazione artistica, la cui ricerca si esprima col tramite della pittura e del disegno. Il Premio Griffin, giunto alla seconda edizione, è ideato da Winsor & Newton, Liquitex e Conté à Paris e promosso da Colart Italiana SpA col patrocinio di GAI - Giovani Artisti Italiani e dell’Università Bocconi di Milano. Le iscrizioni dovranno pervenire alla segreteria organizzativa esclusivamente via internet, collegandosi al seguente sito www.premioartegriffin.it. I lavori dei candidati saranno vagliati da una giuria internazionale, presieduta da Ivan Quaroni, critico d’arte e curatore e composta da Flavio Arensi critico d’arte e curatore, Olivier Dupuy fondatore Les Ateliers du Plessix Madeuc in Francia, Matteo Lorenzelli titolare della galleria Lorenzelli arte Milano, Rebecca Pelly Fry direttrice della Griffin Gallery a Londra, Severino Salvemini professore ordinario di Organizzazione aziendale e presidente del Comitato Arte Università Bocconi di Milano. Il Premio Griffin si suddivide in due distinte categorie: La prima è riservata ad artisti emergenti di ogni nazionalità, residenti in Italia, che si sono laureati, nel 2009 o successivamente, presso un’accademia di belle arti o in un istituto di formazione artistica. La seconda, a studenti di ogni nazionalità che stanno frequentando un regolare corso di studi nelle accademie di belle arti italiane o in un istituto di formazione artistica post liceale. I partecipanti dovranno presentare un’opera a tema libero di pittura, grafica e disegno realizzata con qualunque tecnica e su un qualsiasi supporto. Tra tutti i candidati saranno scelti 10 finalisti che potranno esporre le loro opere nel corso di una collettiva in programma a giugno alla Fabbrica del Vapore di Milano. I vincitori della categoria Artisti emergenti saranno premiati con una residenza d’arte di 3 mesi in Francia presso” Les Atelieres du Plessix Madeuc” e con una mostra collettiva alla Griffin Gallery a Londra e una ricca dotazione di materiale professionale per le belle arti (per il valore di 1500 Euro). Premio Biennale Internazionale « IL FALCO D’ORO » Scadenza 30 marzo 2014 Allo scopo di promuovere l’arte in tutte le sue forme e premiare artisti che nel corso del 2013 si 42 ARTECULTURA sono distinti in campo nazionale ed internazionale nel mondo della cultura contribuendo ai valori della pace e della divulgazione dei valori dell’arte, la Universum Academy e la University of Peace Switzerland sezione della Provincia di Caltanissetta, la F.E.B.A.C. Federazione Europea Beni Artistici e Culturali Provincia di Caltanissetta in collaborazione con la B.D.A. International O.N.L.U.S. Associazione Culturale per lo sviluppo e la promozione dell’arte presiedute dal Dr. Alessandro Costanza, con il Patrocinio del Comune e della Proloco di Serradifalco, aprono le iscrizioni alla prima edizione del Premio Biennale Internazionale « IL FALCO D’ORO ».Possono partecipare al premio: pittori, scultori, disegnatori, fotografi e poeti ovunque residenti di qualsiasi nazionalità, sesso e religione, con opere di qualsiasi tecnica ed in lingua italiana. Il concorso è suddiviso in 5 sezioni: Pittori con tutti i tipi di tecnica (olio acrilico tempera acquerello pastello) ed a tema libero - Scultori con tutti i tipi di tecnica materiali ed a tema libero - Disegnatori (grafici, illustratori, incisori, fumettisti) a tema libero - Fotografi di ogni genere (paesaggisti, di nudo artistico, di ogni tematica) - Poeti che presentino lavori a tema libero preferibilmente inedita- Info Federazione Europea Beni Artistici e Culturali Provincia di Caltanissetta, Dr. Alessandro Costanza Presidente e Direttore artistico dell’evento. Corso Garibaldi n° 50 c.a.p. 93010 Serradifalco (CL) IL MOBILE SIGNIFICANTE 20214: I Luoghi dell’abito Concorso Internazionale “Fondazione Aldo Morelato” sull’arte applicata nel mobile. Scadenza 15 maggio 2014 È sempre più necessario - in seguito ai cambiamenti che hanno interessato negli ultimi anni la dimensione e la distribuzione degli spazi delle nostre abitazioni - riuscire a trovare soluzioni arredative per collocare e conservare i tanti, o pochi, elementi che utilizziamo per il nostro abbigliamento quotidiano e stagionale. Sono da prendere in considerazione anche le necessità legate all’abbigliamento tipologicamente distinto da quello abitudinario: dall’abbigliamento sportivo – specifico per ogni tipo di sport – all’abbigliamento per il lavoro, fino ai capi d’abbigliamento e agli oggetti utilizzati in momenti speciali: vacanze al mare, vacanze sulla neve, cerimonie più o meno ufficiali. La Fondazione invita quindi i partecipanti a sviluppare un progetto che analizzi uno spazio domestico in cui collocare oggetti e strumenti d’arredo per contenere il nostro abbigliamento e sviluppi in particolare il progetto di un oggetto, complemento o strumento d’arredo. Partecipazione: Il concorso, attraverso due premi distinti, è rivolto ai designer professionisti italiani e stranieri che sono impegnati nel design e nelle arti applicate e a studenti delle varie scuole (Accademie, ISIA, Università) ed è riservato a progetti INEDITI. Info Fondazione Aldo Morelato sull’Arte Applicata nel Mobile Palazzo Taidelli Corso Vittorio Emanuele, 61 37058 Sanguinetto (Verona). PROGETTO START UP : Insieme per vincere Scadenza 30 giugno 2014 Obiettivo generale: favorire la condivisione di conoscenze e la capacità di innovazione delle imprese per rafforzarle e renderle più competitive sul mercato internazionale. Stanziamento complessivo: 50 milioni di euro. Obiettivo generale: per Start Up Reti: promuovere progetti imprenditoriali per la costituzione di aggregazioni tra piccole e medie imprese nella forma del “Contratto di rete” per Investimenti in Rete: promuovere progetti imprenditoriali per la realizzazione del ‘Progetto imprenditoriale comune di rete’ da parte di piccole e medie imprese e dei loro investimenti innovativi - per VAL – Valore Aggiunto Lazio: sostenere gli investimenti di aggregazioni tra imprese grandi e medie e piccole su ricerca, innovazione e sviluppo. Possono partecipare: per Start Up Reti: aggregazioni costituite o da costituire sotto forma di contratto di rete. Per Investimenti in Rete: aggregazioni di imprese che al momento della presentazione della domanda di agevolazione siano già formalmente costituite. Per ulteriori informazioni Info Regione Lazio, http://www.regione.lazio.it LA CERAMICA E IL PROGETTO Scadenza 5 maggio 2014 Hai realizzato un progetto architettonico con uso di piastrelle di ceramica italiane? Partecipa al concorso LA CERAMICA E IL PROGETTO, il concorso di architettura dell’industria ceramica italiana. Confindustria Ceramica e la controllata Edi.Cer. Spa sono orgogliose di lanciare la terza edizione italiana di LA CERAMICA E IL PROGETTO, il concorso che mira a premiare la migliore realizzazione di architetti ed interior designers con piastrelle di ceramica italiane nelle categorie edifici residenziali, commerciali, istituzionali. Per piastrelle di ceramica italiane si intendono i prodotti delle aziende che aderiscono al marchio settoriale Ceramics of Italy. Regolamento Il concorso è aperto a tutti gli architetti e interior designers residenti in Italia che hanno realizzato progetti con uso di piastrelle di ceramica italiane completati tra gennaio 2011 e gennaio 2014. Sono ammesse al concorso sia realizzazioni ex-novo, sia ristrutturazioni e recuperi architettonici. Categorie: Residenziale• Commerciale/Hospitality • Istituzionale/ Arredo Urbano. Info Edi.Cer. Spa indirizzo e-mail promozione@confindustriaceramica.it telefono +39 0536 818 111 POESIA - LETTERATURA Concorso letterario FEMMINICIDIO Nuova piaga sociale. Scadenza 8 marzo 2014 Il Partito Socialista, sempre attento alle problematiche sociali e promotore di varie iniziative volte alla tutela dei diritti delle donne, vuole ora sensibilizzare il mondo giovanile sulla questione femminile, invitando i ragazzi a dire la loro. Al concorso possono partecipare gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado di tutto il territorio nazionale, inviando i loro elaborati in formato Word all’indirizzo: concorsofemminicidio@psimolise.it. Lunghezza massima 5 cartelle dattiloscritte (30 righe x 60 battute massimo 9.000 caratteri, spazi inclusi). Ulteriori informazioni: Elena Grande, tel. n° 349 593 6107 Concorso di videoarte a favore dei diritti umani 3 minuti x 30 articoli è un concorso di videoarte, finalizzato alla promozione e alla valorizzazione di videomaker emergenti under 35 anni, con finalità legate alla diffusione della creatività artistica e alla salvaguardia dei diritti umani. I soggetti promotori del concorso sono DeltArte e Voci per la Libertà. Al concorso possono partecipare tutti gli artisti emergenti, italiani e non, di età non superiore a 35 anni, i quali sono invitati a presentare un video della durata massima di 3 minuti che abbia come tematica centrale la Dichiarazione universale dei diritti umani, affrontata in maniera generale oppure prendendo spunto da uno o più articoli che la compongono. Le opere iscritte al concorso vengono quindi caricate nel canale YouTube dedicato affinché il pubblico della rete possa votare il video CONCORSI CONCORSI CONCORSI CONCORSI preferito grazie al metodo delle visualizzazioni (es. 1 visualizzazione = 1 voto). Tutti i videomaker possono accedere al concorso 3 minuti x 30 articoli iscrivendosi sul web tramite compilazione dell’apposito modulo scaricabile a caricando il proprio video con metodo “we transfer” diretto all’indirizzo e-mail segreteria@deltarte.com. I 10 video più votati dal pubblico di internet passano direttamente al vaglio di una giuria specializzata, il cui compito è scegliere i 3 vincitori del concorso. Scadenza 19 aprile 2014 Info: segreteria@deltarte.com. CONCORSI CONCORSI CONCORSI CONCORSI ed emozionanti della Costa d’Amalfi. La Festa del Libro in Mediterraneo, che può contare sull’opera imprescindibile di collaborazione sul territorio delle Amministrazioni Comunali della Costiera Amalfitana, degli operatori economici, delle Associazioni , etc. Info: 339-4590927 www.incostieraamalfitana e www.designartigianale.it - 0574-32853 PREMIO DI POESIA LORENZO MONTANO XXVIII EDIZIONE. - PREMIO “RACCOLTA INEDITA” PATROCINIO: BIBLIOTECA CIVICA DI VERONA. AL PREMIO SI CONCORRE CON UNA RACCOLTA INEDITA DI POESIE. L’opera vincitrice sarà pubblicata in volume da Anterem Edizioni, con ampia introduzione critica, Il libro verrà presentato nell’ambito di una grande manifestazione pubblica e sarà inviato a quotidiani, riviste, critici e università. Il bando integrale del Premio è presente sul sito w w w . a n t e r e m e d i z i o n i . i t / xxxviii_edizione_premio_lorenzo_montano Informazioni: direzione@anteremedizioni.it 52° ANNIVERSARIO della Fondazione Carlo Perini - 6° Edizione Concorso Nazionale Cine Video PREMIO PERINI 2014 Sezioni Adulti e Giovani e Sezione Scuole. La Fondazione Carlo Perini, nell’ambito della sua attività di promozione culturale, indice la 6° Edizione del Concorso Nazionale Cine Video “Premio Perini 2014”. Il concorso è a tema e riguarda la “Educazione alla Legalità, alla Giustizia, alla non violenza, al rispetto della vita umana, al confronto civile, alla dialettica democratica, agli ideali e ai valori della nostra Costituzione Repubblicana”. L’iscrizione è gratuita ed è aperta a tutti. Le opere degli autori concorrenti dovranno pervenire entro il 30 settembre 2014, mediante l’invio della scheda di iscrizione compilata in ogni sua parte, richiedendola alla Segreteria. Info: www.circoloperini.com Tel.0239261019-Cell.333.4552091 8 edizione dell’evento letterario in Costa d’Amalfi. Concorso per designer artigianali. Ritorna... incostieraamalfitana.it la Festa del Libro Mediterraneo compie otto anni. Dal 29 maggio, tappa a Roma per conferenza stampa di presentazione, al 20 luglio, sulle spiagge della costa sud di Salerno, l’8a edizione di... incostieraamalfitana.it, sotto gli auspici del Centro per il libro e la lettura del Ministero per i beni e le attività culturali, si prefigge anche per il 2014 di avvicinare il maggior numero di persone non solo alla conoscenza del libro, ma della persona che lo scrive e, perché no, di colui che decide di pubblicare l’opera, l’editore. Scrittori, editori, giornalisti, personaggi della cultura e dello spettacolo partecipano attivamente, durante le serate estive, nelle location più suggestive XVI Edizione PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE MONDOLIBRO Mondolibro - Organizzazione Culturale e Scuola di Scrittura (www.mondolibro.net) e l’Associazione Culturale Gruppo Laico di Ricerca (www.gruppolaico.it) in collaborazione con Bordeaux edizioni (www.bordeauxedizioni.it) bandiscono la XVI edizione del premio letterario Internazionale Mondolibro. Il premio, riservato a opere in lingua italiana, è articolato nelle seguenti sezioni: A Narrativa inedita (max 160 cartelle da 1800 battute); B Narrativa edita (romanzi o raccolte editi dal 1/1/2008); C Poesia inedita silloge max 50 com- ponimenti); D Poesia edita (sillogi edite dal 1/1/2008); E Racconti/poesie (max 4 cartelle da 1800 caratteri e max 30 versi per componimento); F Autobiografie opere autobiografiche edite ed inedite (racconti, romanzi, articoli); G Sezione speciale opere di saggistica, narrativa e poesia, tesi di laurea, articoli sul tema:1943-44/2013-14: il 70° anniversario della lotta partigiana. Un’occasione per .riflettere sull’importanza e sull’eredità della Resistenza, che è alla base della nascita dell’Italia democratica . Premi previsti per ciascuna sezione. Ulteriori informazioni a riguardo 3394805273 XXV EDIZIONE PREMIO NAZIONALE ITALIA LETTERARIA Premio opere inedite Allo scopo di lanciare nuovi autori è stata bandita, con una nuova formula, la XXV edizione del “Premio Nazionale Italia Letteraria” che si articola in 5 sezioni ed è per opere inedite di narrativa: romanzo, romanzo di fantascienza, racconto, raccolta di racconti, letteratura per l’infanzia: romanzo per ragazzi, racconti per ragazzi, raccolta di favole, fiaba, poesia, teatro e saggistica. I testi computerizzati, su supporto cartaceo, di libera stesura, senza vincoli di tema, dovranno essere spediti, in una sola copia, esclusivamente con posta raccomandata, entro giovedì 28 febbraio 2014 (farà fede il timbro postale) all’indirizzo seguente: Editrice Italia Letteraria - Casella Postale 938 - 20123 MILANO, fornendo il proprio nominativo completo di indirizzo civico/postale. Le opere vincitrici e finaliste saranno pubblicate dalla casa EditriceItaliaLetteraria. www.italialetteraria.com *Alle Direzioni delle segnalazioni effettuate si domanda l’iscrizione dell’abbonamento ad ARTECULTURA che non riceve sovvenzioni da nessuna parte e che per favorire lo spirito culturale della divulgazione nemmeno si avvale di un costo di copertina *Gli abbonati con l’abbonamento scaduto sono invitati a rinnovare l’iscrizione in modo da non vedere sospeso il ricevimento di ARTECULTURA nel 2014. * Intestare ARTECULTURA di Giuseppe Martucci- c.c.postale n. 84356302 Via Ciovasso 19 20121 Milano ARTECULTURA abbonamenti 2014 Un mensile semplice con tanta informazione culturale abbonati e consiglialo ai tuoi amici Chi ha l’abbonamento scaduto è invitato al rinnovo Abbonamento normale Euro 30,00 Abbonamenti accumulativi con sconto del 50% Euro 15,00 iniziative culturali varie nelle specifiche rubriche cadauno da commissionare a partire da un minimo di 10 (dieci) Abbonamento collezionismo Euro 100,00 per: Accademie, Associazioni, Circoli, Ditte, Enti, Gallerie omaggio grafica di maestri contemporanei disponibili. d'Arte, fatti pervenire su carta intestata. Abbonamento sostenitore Euro 500,00 ARTECULTURA: un mensile di attualità artistico-informativa Testo critico, a 2 pagine su Artecultura, 6 opere Abbonati e sostieni il suo sentito impegno culturale riprodotte nei servizi espositivi di EXPO-AZZURRA Intestare Abbonamento sostenitore speciale Euro 1.500.00 ARTECULTURA - c.c. postale n. 843 56 302 Mostra personale culturale di un mese, testo critico, Via Ciovasso 19 - 20121 Milano 3 pagine di redazionale e riproduzione fino a 6 foto o servirsi di assegno bancario o vaglia postale. nel servizio espositivo della Sala Azzurra di Artecultura Informazioni, tel.: 02/864.64.093 - Fax 02/860.833 www.artecultura.org - e-mail: info@artecultura.org 43 ARTECULTURA Marco Pessa: “ON WATERLILIES” smalti a mano libera su tela, cm. 130x150 44 ARTECULTURA
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