scoop@cadiai.it - www.cadiai.it Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB BO numero 44 giugno 2014 Verso il quarantesimo: stiamo lavorando per noi! Immaginiamo il welfare di domani, un percorso formativo La nuova organizzazione interna della Cooperativa Eletto il nuovo Consiglio di Amministrazione numero 44 giugno 2014 sommario sommario sommario 1Editoriale 2 In copertina Periodico trimestrale di CADIAI Registrazione Tribunale di Bologna: n. 7703 del 18/10/2006 Direttore Responsabile: Gianluca Montante Comitato di redazione: Germana Grandi, Laura Zarlenga Proprietario ed Editore: CADIAI Cooperativa Sociale via Boldrini 8 - 40121 Bologna Direzione e Redazione: via Boldrini 8 - 40121 Bologna Tel 051 74 19 001 Fax 051 74 57 288 Verso il quarantesimo: stiamo lavorando per noi! 4 Pari opportunità Uomini e donne, due diverse formae mentis 5 1974-2014 quarantanni di cooperativa Soci perchè... 6Cooperazione Quando un’Assemblea di Bilancio diventa un’opportunità di confronto e conoscenza 7 Progetti internazionali Coordinatrice di redazione: Giulia Casarini Collaboratori: Anna Chiara Achilli, Cristina Anteghini, Anna Soccorsa Antonelli, Jessica Bosi, Domenico Capizzi, Lucia Cardone, Veronica Ndy Edeh, Raffaele Montanarella, Maria Letizia Neri, Caterina Olivito, Saverio Parracino, Laura Piana, Maria Rizzo, Mihaiela Adina Romeghea, Antonia Tedone, Deborah Venturoli. 8Monografia Due nuove tappe internazionali per il progetto For.C.A. Come è cambiato il modello dei nidi negli ultimi 10 anni 10 Verso il 40esimo Immaginiamo il welfare di domani 11 Il welfare di domani visto da un operatore 12 Gruppo di lavoro sul welfare aziendale 13 Attività sociale CADIAI si racconta con un vestito nuovo 13 Percorsi di benessere in Cooperativa 14 Eletto il nuovo Consiglio di Amministrazione 16 CADIAI e Impronta Etica per Stop Hunger Now 17Servizi Impara l’arte e mettila da parte... ma anche no! 19 Mostra Mercato del Gruppo Tempo Libero di ASC Insieme 20 La nuova organizzazione interna della Cooperativa 21 L’omino della pioggia 22 Una laguna senza barriere 23 Che serata al Corniolo... e che pomeriggio! 24 Un regalo per il Centro Diurno “Villa Arcobaleno” 25 Con i nostri occhi Impaginazione: N.S. - Progetti di comunicazione Bologna 26 I ritratti di Lele Stampa: Casmatipolito via Provaglia 3/b, 3/c, 3/d 40138 Bologna 27 Liber Libero Questa rivista è stata stampata su carta riciclata 100% ecologica che ha ottenuto il marchio Greenlabel dell’Unione Europea riservato ai prodotti a minor impatto ambientale. 28Rubriche Verso il quarantesimo: stiamo lavorando per noi! II Un motivo, che fa così Non posso stare altrove Per una vita intera editoriale editoriale editoriale L’editoriale della Presidente che compare in questo numero di Scoop è differente dagli altri, non si tratta infatti di un articolo scritto ai soci e lettori ma di un documento che, in occasione della consultazione aperta dal Governo sulle “Linee Guida per una riforma del Terzo Settore”, abbiamo ritenuto opportuno inviare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri alcune note di commento, come contributo di CADIAI alla discussione in atto. Lo riportiamo di seguito nella sua interezza. Gentilissima Presidenza del Consiglio dei Ministri, cogliamo con molto piacere ed interesse l’opportunità che ci viene offerta con questa consultazione aperta sul documento inerente le “Linee Guida per una Riforma del Terzo Settore”. Si tratta infatti di un’occasione importante per poter esprimere il proprio punto di vista e quindi di far pesare le proprie esperienze e conoscenze nell’ambito di un dibattito generale da cui poi dovranno scaturire scelte molto importanti per noi. Come cooperativa sociale di Bologna, aderente a Legacoop, abbiamo partecipato al confronto interno che ha portato all’elaborazione dei contributi prodotti a livello regionale e provinciale e a quelli ci richiamiamo per la valutazione complessiva sui diversi temi e aspetti trattati dalle Linee Guida. Ci è sembrato però importante portate anche il nostro singolare contributo, come soggetto presente e attivo sul territorio, come realtà che direttamente ogni giorno si impegna nello sviluppo dei servizi, nella cura dell’utenza, nella promozione del benessere della comunità. CADIAI è una cooperativa sociale di tipo A attiva sul territorio della provincia di Bologna daquarant’anni; siamo in 1.319 dipendenti più 60 liberi professionisti, i soci sono 892, il fatturato supera di poco i 40 milioni; i nostri servizi sono rivolti a bambini, ragazzi, disabili e anziani. Solo due righe per dare l’idea della complessità e solidità della nostra cooperativa ed è appunto da queste caratteristiche che vogliamo prendere spunto per portare le nostre osservazioni, i nostri suggerimenti. Siamo una cooperativa che come prima voce della propria mission ha scelto di mettere la tutela e la valorizzazione del lavoro sociale: lavoro regolare, tutelato dall’applicazione integrale di un CCNL, arricchito da un contratto territoriale di secondo livello. L’applicazione di tutti gli istituti previsti è costantemente monitorata dagli organi preposti e dai nostri committenti nonché quotidianamente confrontata con le Organizzazioni Sindacali con le quali abbiamo un dialogo aperto e costruttivo, pur nel rispetto dei reciproci ruoli. Ai lavoratori assicuriamo la formazione continua, la qualificazione professionale, i momenti interni di programmazione e verifica delle attività, la tutela della salute e della sicurezza. Come cooperativa abbiamo certificato il nostro Sistema Qualità, adottato il modello organizzativo 231, elaborato il Codice Etico, messo a punto le linee guida per la Tutela della Privacy, applicato le procedure HACCP in tutti i nostri servizi. Redigiamo regolare bilancio civilistico controllato, oltre che dal collegio sindacale, dalla società di revisione; redigiamo da molti anni il Bilancio Sociale, compreso il Bilancio Sociale Preventivo. Tutto questo non per dire che siamo bravi ma solo per sottolineare quanto impegnativo sia dotarsi e mantenere attive tutte queste prerogative per poter agire in modo corretto, consapevole, positivo sul territorio, per poter essere un interlocutore affidabile e autorevole sia per la Pubblica Amministrazione, nostro principale “cliente” ma anche nostro principale interlocu- editoriale numero 44 giugno 2014 tore politico, che per gli utenti e le loro famiglie. Se, come si dice nelle linee guida, uno degli obiettivi di questa Riforma vuole essere “… valorizzare lo straordinario potenziale di crescita occupazionale insito nell’economia sociale e nelle attività svolte dal terzo settore” allora è importante supportare, rinforzare queste forme di lavoro regolare e tutelarle rispetto al proliferare proprio in questo settore di forme di lavoro irregolare. In questo lungo periodo di crisi e riduzione drastica delle disponibilità economiche delle Pubbliche Amministrazioni, assistiamo sempre più spesso al ridursi di importati ambiti di attività per il ricorso a forme di collaborazione con il volontariato e l’associazionismo che poi in alcuni casi la stessa Direzione Territoriale del Lavoro rileva come forme di lavoro subordinato nascosto; proliferano le cooperativa sociali spurie, ovvero quelle realtà aziendali strumentalmente costituite in forma cooperativa e che di cooperativo non hanno nulla, che proprio in virtù di un uso strumentale e distorto del rapporto socio/cooperativa adottano forme di lavoro precarie e sottopagate, acquisendo però in tal modo la possibilità di proporsi sul “mercato” con tariffe al limite della legalità. Per questo condividiamo appieno la prima delle Linee Guida esposte nel documento: Ricostruire le fondamenta giuridiche, definire i confini e separare il grano dal loglio. Vogliamo sottolineare la priorità di questo obiettivo, da cui poi discende la possibilità effettiva di raggiungere anche molti degli altri obiettivi indicati nel documento. Perché è certo positivo introdurre incentivi e misure di sostegno economico, pubbliche e private, rivolte ai soggetti impegnati nel Terzo Settore ma è altrettanto necessario arrivare a definire bene la qualità dei diversi soggetti in campo, in modo tale da distinguere gli autentici dagli 1 numero 44 giugno 2014 in copertina in copertina in copertina Verso il quarantesimo: stiamo lavorando per noi! Di Raffaele Montanarella, operatore socio sanitario Ci siamo quasi. Fra pochissimo la tua e la mia cooperativa festeggerà il suo compleanno. Non parliamo di un anniversario qualunque, ma la celebrazione del suo quarantesimo anniversario. Inutile sottolineare l’importanza della ricorrenza, tanta importante quanto unica, proprio per la sua età anagrafica, essendo la Nostra, la più antica cooperativa sociale del Paese. Essere attivi sul proprio territorio, per scelta, per una durata così estesa, implica valutazioni profonde che vanno aldilà della conta numerica temporale. CADIAI è cresciuta, ha conquistato di fatto negli anni, rispetto e fiducia proponendo lavoro e servizi, ingrandendosi ed espandendosi, si è radicata nel tessuto sociale e al territorio del bolognese, dalla giovane pioniera della metà degli anni settanta, alla matura quarantenne pronta per affrontare i cambiamenti sociali e il welfare del futuro. Ma la ricorrenza di cui parliamo, non é né una ricorrenza autocelebrativa, né tantomeno, nel periodo difficoltoso in cui viviamo e operiamo, un evento inappropriatamente pomposo. Questa è la festa di CADIAI. La festa di una cooperativa. La festa di una cooperativa sociale. Perciò è la festa delle persone che la compongono. Sì la mia e la tua. Se CADIAI fosse una ruota, noi saremmo i suoi raggi. Semplice. L’essenza stessa della cooperazione è il senso stesso della democrazia. Partecipazione. La partecipazione all’interno della cooperativa è la linfa che nutre il suo movimento, che la fa arricchire e progredire e la rende sempre attiva. Se già partecipi sai a cosa mi riferisco. Se collabori con altri soci ad un gruppo, se hai partecipato ad un evento o ad un incontro, se hai anche solo consigliato di partecipare, sai a cosa mi riferisco. Alla possibilità di rendere la tua visione condivisa, la possibilità di capire come i lavori si intreccino, la possibilità di renderti utile e infine di riconoscerti in essa. Hai la possibilità di specchiarti nel tuo lavoro e negli altri raggi della ruota. Se ci pensi bene, non è così usuale. Io ho la possibilità di scriverti adesso, socio e collega. Ho la possibilità di dirti che se non partecipi ti privi di qualcosa. No, non prenderla male. Lo so che non è un momento facile. Corriamo sempre. Se hai tempo per fermarti e pensare, forse è bene che tu ti renda conto che quisiti sostanziali che devono avere gli enti no profit, bene definire requisiti in merito a modelli organizzativi, gestione economica e forme di governance. Soprattutto però occorre definire ed esercitare con costanza opportune forme di controllo e di sanzionamento. Anche la regola più chiara e corretta è del tutto inefficacie se non vi sono conseguenze per chi la trasgredisce. Noi ci sentiamo appieno parte di quell’Italia “…generosa e laboriosa, che tutti i giorni opera silenziosamente per migliorare la qualità della vita delle per- sone”, di cui parlano le Linee Guida nel testo di apertura. Vogliamo continuare a farlo, con impegno e competenza, avendo fatto di questo obiettivo il centro del nostro lavoro. Auspichiamo che i provvedimenti legislativi che deriveranno da questa iniziativa siano in grado di tutelare e valorizzare questo nostro apporto, come parte integrante del prezioso contributo di tutti gli enti del Terzo Settore. ... segue da pagina 1 strumentali; ed è altrettanto necessario avere piena consapevolezza dei diversi oneri e adempimenti che ciascuna categoria di soggetti deve sostenere, onde evitare che se mai un provvedimento intenzionalmente egualitario, declinato in una realtà così variegata, finisca per amplificare le differenze o favorire/sfavorire in modo iniquo alcune categorie di soggetti. In particolare ci preme sottolineare la necessità di definire strumenti utili a scoraggiare la proliferazione delle cooperative spurie: bene definire i re- 2 Bologna, 13 Giugno 2014 in copertina in copertina in copertina te la meriti una festa. Ti meriti di parteciparci. Di dare il tuo aiuto a renderla tua. Anche tua. Magari sai suonare o cantare, magari balli o fai video, magari ti piace avere le forbici e la puntatrice in mano per fare dei festoni, oppure ti piace occuparti delle attività dei bimbi o addirittura organizzare memorabili macchinate e gite. O meglio ancora non sai fare nulla di tutto ciò, ma conosci un collega che potrebbe dare una mano. Perché anche un consiglio è partecipazione. Quel che puoi fare è più semplice di quanto credi. La festa sarà il 28/09/2014 a Villa Edvige Garagnani di Zola Predosa. I gruppi di organizzazione si sono formati e stanno reperendo tutti e tutto ciò che servirà per festeggiare. Di seguito troverai gli indirizzi e-mail dei coordinatori dei gruppi. Se ci pensi non manca molto alla nostra festa. Ti si chiede di fare quello che ti piace fare, per festeggiare la cooperativa in cui lavori. Se ci pensi bene, non è così usuale. Ci sono moltissimi modi per organizzare, suonare, ballare ed eccetera. Qui si parla del tuo modo. Anche del tuo. Quanto più è plurale l’identità di un gruppo di persone, tanto più sarà unica. Per definizione. E l’unicità è essere se stessi. CADIAI per essere se stessa, ha bisogno di te. Per definizione. Per identità. Che poi è la tua e la mia. E dopo un articolo di copertina piuttosto diverso dall’usuale, un articolo di copertina che prova a far percepire il clima sotteso a questa festa, a questo lavorare volontariamente ma in allegria alla sua organizzazione, alcune informazioni pratiche. Elenchiamo i gruppi di lavoro che si sono formati per la festa e a cui è possibile aderire contattando i responsabili o Giulia Casarini in sede (051 7419001). • Gruppo di lavoro sulla musica: Referente Raffaele Montanarella (chairwarmer@gmail.com) • Gruppo di lavoro sul ballo: Referente Mara Ceccarelli (m.ceccarelli@cadiai.it) • Gruppo di lavoro laboratori per bambini: Referente Laura Piana (laurapiana63@gmail.com) numero 44 giugno 2014 • Gruppo di lavoro montaggio video: Referente Mariangela Piccinelli (mariangela.picci@libero.it) • Gruppo di lavoro per allestimento e creazione festoni: Referente Imma Massesio (imma.massesio@libero.it) • Gruppo di lavoro trasporto e car sharing: Referente Antonia Piazzi (a.piazzi@cadiai.it) 3 numero 44 giugno 2014 Uomini e donne, due diverse formae mentis Una analisi dei punti di forza e di debolezza nel ricoprire i ruoli di potere. Di Lara Furieri, Responsabile della Politiche di Pari Opportunità Nello scorso articolo abbiamo riflettuto su come le differenze tra i diversi stili di leadership, maschile e femminile, se attentamente integrati, possano diventare un valore aggiunto all’interno di un’azienda. Nell’ottica di un’integrazione positiva di questi due modelli, storicamente e culturalmente contrapposti, è utile analizzare quali siano nel dettaglio queste due diverse modalità di approccio nell’ambiente lavorativo. Partendo dal presupposto che ciascun individuo racchiude in sé una modalità di pensiero maschile ed una femminile, i testi di psicologia ci dimostrano come ci sia davvero una diversa forma mentis che sottende alla modalità di agire: quella maschile, concreta, diretta, che ha sempre una maggiore propensione al rischio ed ha l’obiettivo, in un gruppo di pari, di poter emergere come “il migliore” mantenendo la sfida molto aperta sul risultato; viceversa la modalità femminile vede una maggior propensione alla valutazione del rischio, un’attenzione a dimostrare di essere competente sull’argomento, ed una sfida sul significato, più che sul risultato. Riporto qui di seguito, perché ritengo interessante da valutare, le due diverse modalità di pensiero femminile e maschile e le loro più spiccate propensioni: Pensiero maschile 4 pari opportunità pari opportunità pari opportunità MAGGIORE PROPENSIONE A • Concentrarsi su di un solo obiettivo alla volta • Ragionare in modo sequenziale (risolvendo il problema partendo dalle considerazioni che sembrano più ovvie) • Prendere decisioni il più possibile rapide • Agire la gerarchia formale e far valere i rapporti di potere • Lavorare da soli (è più importante l’auto motivazione che lo sforzo di gruppo) • Evitare di chiedere aiuto e di offrirne • Ottenere una ricompensa per i risultati raggiunti (piuttosto che ottenere un riconoscimento per il proprio impegno) • Tenersi per sé le informazioni, fino a quando non si ritiene che siano utili • Nella negoziazione puntare di più alla soluzione win-loose (competitiva) piuttosto che win-win (integrativa) • Andare subito al sodo, pensando meno alla forma • Utilizzare modalità comunicative più dirette • Isolare gli aspetti personali da quelli lavorativi. Pensiero femminile MAGGIORE PROPENSIONE A • Gestire più obiettivi alla volta • Ragionare in modo non sequenziale, cercando di individuare aspetti o connessioni tra le diverse questioni • Fare domande per esplorare la situazione e le possibili conseguenze delle scelte • Strutturare relazioni maggiormente inclusive ed orizzontali • Lavorare in gruppo o collaborare (più importante l’impegno profuso ed i sacrifici fatti con il gruppo che l’auto motivazione) • Offrire aiuto anche se non richiesto, come segno di interesse. Aspettarsi di essere aiutata • Ottenere una riconoscimento per • • • • l’impegno profuso nel raggiungere un obiettivo (piuttosto che ottenere un ricompensa per il risultato) Diffondere le informazioni, in quanto potenzialmente utili al gruppo Nella negoziazione puntare di più alla soluzione win-win, evitando le situazioni troppo competitive usare forme indirette, anche di potere, piuttosto che dirette. Evitare di dire «IO» cadere nella trappola della pretesa e della lettura del pensiero Integrare contenuto e relazione, maggiore difficoltà a scindere le questioni dalle relazioni. Oltre a queste caratteristiche che sembrano ormai assodate, vari studi dimostrano come le donne abbiano una maggior attenzione allo sviluppo delle persone, siano maggiormente in grado di determinare aspettative e ricompense e definiscano chiaramente dei modelli di ruolo con processi decisionali partecipativi; gli uomini sono invece più orientati ad un processo decisionale individuale e ad un uso del controllo e delle azioni correttive. La figura di leader femminile definisce la propria leadership in base alla forza ed al potere delle sue reti di relazioni, consapevole delle specifiche necessità del gruppo e dei singoli individui e di come questi fattori possano incidere sull’organizzazione; sempre femminile è la capacità di decentrare la pianificazione e condividere l’attività decisionale, riesce ad identificarsi, ad incoraggiare e a lodare apertamente gli altri cercando di risolvere i conflitti emotivi attraverso la comunicazione. L’uomo definisce la propria leadership in base ai suoi personali successi ed è più attento al livello macro dell’azienda (necessità finanziarie ed organizzative) e non altrettanto al livello individuale, ha bisogno di un’attività decisionale gerarchica e promuove soluzioni autonome 1974>quarant’anni 2014 di cooperativa numero 44 giugno 2014 Proseguiamo la rubrica, che ci accompagnerà fino al 40esimo anniversario della CADIAI, in cui raccoglieremo testimonianze di soci della Cooperativa, del loro percorso e del senso che ognuno dà all’essere soci. A cura di Alba Piolanti, insegnante in pensione, con una profonda passione e curiosità per la storia bolognese intrecciata a quella delle donne. Soci perché… di Alba Piolanti ore frontali settimanali. Mi occupo in particolare di bimbi con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), bimbi cioè con lievi problematiche relative al linguaggio o al metodo di studio. È un lavoro molto entusiasmante stare così con i ragazzi. Ci puoi illustrare brevemente l’incarico che ricopri all’interno di CADIAI Sono in CADIAI dal 2004 quando ho cominciato il servizio civile al Nido “Maria Trebbi” di San Lazzaro. Nel 2007 ho chiesto di essere trasferita al Servizio Territoriale e sono stata assunta a tempo indeterminato nei Servizi Educativi Territoriali di Neuropsichiatria infantile. Così mi occupo di ragazzi dai sei ai diciotto anni che sono organizzati in piccoli gruppi, in orario pomeridiano e serale. Siamo in coppia educativa, cioè educatore ed educatrice. I gruppi hanno diverse tipologie che tendenzialmente si formano in base all’età e alla diagnosi. Questo incarico mi occupa per circa 15 ore settimanali e poi ho un incarico ad Anzola, la mattina, in una struttura scolastica, nella scuola elementare, per 18 2) Soffermiamoci ora un po’ sul tuo rapporto con la cooperativa. All’inizio, appena sono entrata in CADIAI, non avevo ben capito cosa fosse una cooperativa, ma in seguito mi sono resa conto del ruolo fondamentale di CADIAI nella rete di servizi. Ad esempio la sede principale di via Boldrini, soprattutto per noi che siamo sul territorio, mi sembrava lontana ma poi partecipando all’Assemblea dei soci, ho potuto constatare lo spirito cooperativo di CADIAI. Qui si studiano strategie, si elaborano teorie per noi che siamo fuori, si conoscono altri colleghi, si capisce di non essere soli, ma che CADIAI è una garanzia di affidabilità, che c’è dietro un’organizzazione interna che regge il peso delle gare d’appalto e di tutto il resto. Noi, oltre al rapporto con i ragazzi, siamo chia- Intervista a Daniela Massabeti, educatrice mati a confrontarci con l’Asl, con i genitori e in quelle occasioni dobbiamo rispondere del nostro lavoro. Per questo io dico che noi siamo educatori di frontiera. 3) Quali consigli e suggerimenti daresti ad un/a giovane che desideri lavorare nel sociale? Prima di tutto direi che sono necessari interesse e passione per questo genere di lavoro, in cui è la pratica che dà l’immagine di te. Chi si vuole avvicinare ad un lavoro di questo genere, deve sapere che si tratta di un percorso ad ostacoli, che l’esperienza è quella che forma a livello professionale la persona e che la meritocrazia ce la danno i ragazzi. n ... segue da pagina 4 ai problemi, avendo sempre un buon controllo sull’emotività. È chiaro che in ciascuno dei due modelli ci sono elementi positivi e altri meno, che cosa ostacola quindi una corretta integrazione per una modalità più funzionale nella gestione della leadership? La risposta sta nel rapporto con il potere: • il potere in azienda è, generalmente, detenuto da uomini, e si esprime con codici, finalità e modalità d’azione maschili • assume facilmente caratteri di dominio, di controllo, di autoreferenzialità, di arbitrio. Le donne spesso sono restie a ruoli di potere perché lì si scontrano con questa concezione del potere, con questo stile dominante a cui si sentono estranee. Entrare nei luoghi del potere aziendale sembra dunque richiedere l’adattamento a modalità e a meccanismi in cui non si ritrovano, con un elemento pesante di forzatura di sé. Per questo le donne sono presenti tra i ruoli, anche molto alti, dove comunque conta la competenza professionale, ma senza esercitare un ruolo di esercizio del potere. È possibile che le donne imparino a gestire e non temere il potere? Un percorso di pari opportunità deve tener conto anche di questo. n 5 numero 44 giugno 2014 cooperazione cooperazione cooperazione Quando un’Assemblea di Bilancio diventa un’opportunità di confronto e conoscenza Le Assemblee del Consorzio InRete e Immobiliare Navile si sono tenute a Goro, presso il Consorzio cooperativo dei Pescatori. Di Fatma Pizzirani, Direttore Generale Lo scorso 16 Maggio, presso il Consorzio dei Pescatori di Goro, si sono tenute le Assemblee, per l’approvazione del Bilancio 2013, del Consorzio InRete e delle società collegate: Consorzio Casa Serena e Immobiliare Navile. Ci ha invitato a tenerle presso questa sede inusuale il loro Direttore, Massimo Buriani, che vi lavora a tempo parziale avendo contestualmente l’incarico di Amministratore Delegato del Consorzio InRete. Franca Guglielmetti, nella sua qualità di Presidente uscente del Consorzio, ed io, in qualità di consigliere, insieme ai consiglieri e rappresentanti delle altre Cooperative, CoopFond, Coopselios, Cidas, Gulliver e Proges ed ad alcuni membri dei collegi sindacali, vi abbiamo aderito con piacere. Massimo Buriani ha colto l’occasione per condividere con noi un’altra espe- 6 rienza cooperativa sicuramente diversa dalla nostra attività: la pesca anziché i servizi. Pur nella differenza, viene condiviso lo stesso scopo ossia garantire le migliori condizioni di lavoro ai soci e la massima attenzione alla qualità della loro produzione: cozze e vongole anziché servizi socio sanitari. Abbiamo visitato, adeguatamente “vestiti” per non alterare le condizioni igieniche degli ambienti, il loro rinnovato capannone in cui si trovano due distinte zone; una per la lavorazione della cozze e una per quella delle vongole e, al centro, gli spazi di servizio per i lavoratori e l’importante laboratorio di analisi. L’organizzazione dell’attività, che segue controlli rigorosi per una qualità certifica, è gestita con l’ausilio di un software specifico, che assicura la tracciabilità integrale del prodotto sino al consumatore, ma anche la gestione degli ordini e delle spedizioni, effettuando quindi la raccolta esclusivamente sulla base delle richieste della clientela, anche estera, senza creare invenduto ed evitando di depauperare gli allevamenti. Tutta la filiera del prodotto, a partire dalla qualità delle acque di pesca, effettuata esclusivamente nella sacca di Goro, del trattamento del prodotto nello stabilimento, con acqua di mare microfiltrata e recuperata, nel minor tempo necessario a garantire le migliori condizioni organolettiche del prodotto, è costantemente controllato da un biologo e da dei tecnici del laboratorio di analisi presenti nello stabilimento. Dopo la visita dello stabilimento (sembrava di essere in un collegamento di Linea Verde!) si sono tenute le Assemblee e abbiamo approvato con soddisfazione i Bilanci 2013 delle società InRete, Casa Serena e Immobiliare Navile, che hanno tutte chiuso con un utile d’esercizio. Abbiamo anche rinnovato il Consiglio d’Amministrazione di InRete e nominato il nuovo Presidente e il nuovo vicepresidente nelle persone rispettivamente nelle persone di Guido Coscia della Cooperativa Proges e Massimo Ascari della Cooperativa Gulliver, nello spirito di rotazione delle cariche tra le Cooperative Sociali In qualità di Amministratore Delegato è stato confermato Massimo Buriani. A completamento della piacevole giornata, non è mancata una buona degustazione del pescato della zona, in particolare cozze e vongole veraci, ed infine una gita naturalistica in barca nella laguna salmastra di Goro! Una bella giornata, possiamo dire alternativa, che è stata utile anche per un confronto tra realtà diverse ma che condividono comunque l’agire cooperativo. n progetti internazionali progetti internazionali progetti internazionali Due nuove tappe internazionali per il progetto For.C.A. I ragazzi coinvolti nel progetto sono volati in Portogallo e in Spagna per costruire percorsi di cittadinanza attiva. Di Lara Furieri, Responsabile Progetti Internazionali Il progetto europeo “For.C.A.”, in conformità con le priorità dell’Unione Europea di quest’anno - l’anno europeo della cittadinanza - si propone di studiare e verificare l’attuazione della Convenzione ONU (Convenzione sui diritti delle persone con disabilità Nazioni Unite), ponendo particolare attenzione all’articolo 29 – concentrato sull’aspetto della partecipazione attiva delle persone nei diversi contesti dei rispettivi luoghi di vita. Per questo, fino ad oggi, insieme ad una ventina di ragazzi disabili di CADIAI si sono individuate e discusse buone pratiche intorno a due temi: dimostrazione dei diritti di cittadinanza delle persone disabili nei loro contesti di vita e in quelli di lavoro, attraverso un approccio partecipativo ed inclusivo. L’assunto principale del progetto è che l’inclusione delle persone con disabilità abbia un impatto positivo sulla qualità della vita dei disabili, e di conseguenza possa migliorare la qualità della vita di tutta la società. Dopo il primo meeting che si è svolto a Bologna il 10 e 11 Dicembre 2013, durante il quale i nostri ragazzi hanno accolto gli ospiti europei, che ora sono diventati “gli amici europei”, ci sono stati altri due incontri: uno in Portogallo e l’altro in Spagna. Il 24 e 25 Marzo 2014 in Portogallo si è lavorato su dinamiche di gruppo re- lative al tema “Noi e la cittadinanza”; sono emerse una serie di tematiche (votazione, gestione del denaro, alloggio, relazione affettiva...), e ciascuno ha identificato un tema prioritario per se stesso e da qui, supportati da diverse modalità interattive, si è discusso rispetto ai dubbi, alle curiosità e alle domande dei singoli, davvero un’esperienza molto interessante ed istruttiva per tutti! I ragazzi, tra le varie cose interessanti che hanno fatto, hanno incontrato un Assessore Comunale di Sintra che ha presentato il lavoro di collaborazione tra il Municipio e il CECD (Associazione che si occupa di ragazzi disabili in Portogallo), portando diverse testimonianze sull’impatto che questo percorso ha avuto nella società. Frutto di questo incontro e del successivo che si è svolto in Spagna Il 21 e 22 Maggio, è stato un documento di lavoro che lega ogni tema prioritario (individuato dai ragazzi) con una sezione della convenzione internazionale sui diritti umani delle persone con disabilità, e insieme ci si è confrontati, evidenziando gli ostacoli alla realizzazione degli stessi diritti. Gli articoli su cui si è focalizzata l’attenzione sono stati: • art. 16: diritto di non essere sottoposto a sfruttamento, violenze e abusi • art. 29: partecipazione alla vita politica e alla vita pubblica • art. 12: uguale riconoscimento dinanzi alla legge • art. 19: vita indipendente e inclusione nella società • art. 21: libertà di espressione e di opinione. Gli obiettivi, ridefiniti dopo i primi sei mesi di lavoro, che ci accompagneranno nelle prossime visite europee saranno i seguenti: • aumentare la presenza al processo di partecipazione nella governance locale e attuare i diritti stabiliti per le numero 44 giugno 2014 persone con disabilità; • identificare le pratiche innovative che promuovano la partecipazione e l’inclusione nella società e nella vita pubblica, in termini di spazi di dialogo tra le autorità locali e i rappresentanti delle persone con disabilità; • rafforzare le capacità delle persone con disabilità attraverso la sperimentazione di strumenti tecnologici, che consentano loro di avere accesso alle informazione e di comunicare in modo più semplificato; • coinvolgere attivamente le persone con disabilità nello sviluppo delle raccomandazioni da proporre alla pubblica amministrazione locale, in modo che i principi individuati possano tradursi in pratiche innovative e concrete; • favorire pratiche più innovative per il confronto e lo scambio di buone pratiche anche a livello locale. Sono sicuramente obiettivi ambiziosi, ma il gruppo di ragazzi ed educatori coinvolti sono davvero competenti e motivati, due ingredienti fondamentali per una buona riuscita! n 7 numero 44 giugno 2014 Come è cambiato il modello dei Nidi negli ultimi 10 anni Di Daria Quaglia, pedagogista Certo dieci anni nella vita delle persone sono tanti, ma anche nella vita di una cooperativa non sono pochi considerando la durata media delle aziende nel nostro Paese e di questo, della nostra tenuta e della capacità di tutti noi di progredire, dobbiamo certamente andare fieri. Nel 2004 gestivamo un piccolo gruppo di Nidi, cresciuti in fretta negli anni successivi fino al numero cospicuo di servizi che gestiamo oggi. Eravamo un gruppo di educatrici, di coordinatrici gestionali ed un’unica pedagogista che implementavano un modello che risultava all’avanguardia nel paesaggio dei Nidi d’Infanzia della provincia di Bologna. Eravamo convinte 8 monografia monografia monografia che la partecipazione delle famiglie e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, in particolare delle donne, dovesse essere uno dei temi centrali dei nostri progetti pedagogici per questo abbiamo inventato la flessibilità. Oggi appare scontata, ma allora suscitò non poche perplessità nei colleghi dei Nidi pubblici. La flessibilità, molto apprezzata dalle famiglie, permise ai genitori che avevano orari di lavoro differenziati di restare con i loro figli un tempo più lungo, di potersi riappropriare di ritmi distesi e a misura di bambino. Nei nostri Nidi i genitori venivano accolti nei loro bisogni non standardizzati, cercavamo di dare risposte personalizzate. Abbiamo aperto lo sportello di ascolto per i genitori, un luogo nel quale potevano e possono trovare uno scambio, non solo un esperto di educazione, ma una persona che dialoga alla pari e che rinforza gli aspetti positivi del progetto educativo della famiglia che c’è sempre per quanto possa essere inconsapevole. Poi il tempo passava, arrivarono i Nidi più ambiti, quelli in project financing, che ci permisero una vera sperimentazione, anche lontana dal modello emiliano, ma non bastava più un’unica pe- monografia monografia monografia numero 44 giugno 2014 adeguava gli spazi pensando all’ambiente come luogo di scoperta del sé del bambino dove è il bambino ad agire a scegliere e soprattutto a sviluppare la sua azione. Così i Nidi si sono riempiti di materiali poco strutturati, hanno smesso di fare i lavoretti da consegnare ai genitori, gli spazi ampi e vuoti del salone per l’attività motoria si sono trasformati in un luogo pieno di esperienze. I bambini sono circondati da spazi ordinati, belli e anche i giocattoli sono cambiati, sono scelti spesso di legno e studiati pensando all’età dei bambini che li dovranno utilizzare. Tutto questo non è facile: il percorso è appena iniziato e gli ostacoli sono tanti, i bambini non sono abituati all’ordine, e i genitori tendono a non costruire confini, spesso vivono in un tutto indistinto, ma quando presentiamo il nostro progetto e spieghiamo loro l’importanza delle cose che stiamo facendo sono spesso entusiasti. Tutto continua ancora a cambiare, il lavoro con le scatole azzurre, l’utilizzo dei giardini in ogni momento dell’anno e con ogni stagione e anche continuare a riflettere, ad osservare i bambini per capirli meglio. La qualità non è acquisita per sempre; è un lungo inesauribile lavoro. n dagogista e arrivarono piano piano i colleghi. Si formò il coordinamento pedagogico CADIAI che portò ad uno scambio di pensieri e saperi che aprirono un nuovo sentiero non facile né per noi né per i servizi, ma ci avvicinammo ad un approccio talmente interessante che oggi alcuni Distretti stanno adottando la stessa formazione. I servizi lentamente iniziarono a cambiare con l’aiuto di docenti che continuano ad essere importanti per noi come Mariapia Fini e Manuela Cocever, l’ottica fu centrata più sulle cure e l’importanza di risposte che partissero dall’osservazione del bambino e dei suoi bisogni, l’educatrice non era più colei che dirigeva le esperienze dei bambini, ma colei che metteva i bambini nelle condizioni di fare esperienze in autonomia, colei che sceglieva i materiali e 9 1974 2014 numero 44 giugno 2014 verso il 40esimo verso il 40esimo verso il 40esimo Come già descritto in altre occasioni, CADIAI, in occasione dei suoi 40 anni, ha voluto coinvolgere i soci e dipendenti in un percorso formativo che andasse a delineare come viene immaginato e percepito il welfare nel futuro. Riportiamo quindi un primo esito di questo corso attraverso due voci, quella del docente che lo ha condotto, e di un collega che vi ha partecipato. Immaginiamo il welfare di domani Per i 40 anni di CADIAI è stata ideata una formazione per riflettere sul futuro della Cooperativa. di Tito Menzani, professore a contratto, Scuola di Economia, Management e Statistica, Università degli Studi di Bologna Nel 1974, quando è nata CADIAI, il welfare era molto differente da ciò che sarebbe stato nel 1994. Così come il welfare del 1994 appare differente da quello di oggi. Pur se ci sono state importanti trasformazioni, non solo CADIAI è ancora viva e vegeta, ma nel frattempo è diventata un punto di riferimento territoriale per i servizi di welfare, in termini di qualità e di capacità innovativa. Ciò significa che CADIAI ha ben interpretato la propria missione, e non si è saputa solo adeguare ai cambiamenti in atto, ma in tanti casi è stata evidentemente capace di prevederli e di anticiparli. Tutto ciò non è merito di una persona, di due persone, di dieci persone. È merito di tutti coloro che hanno dato il proprio personale contributo in quarant’anni di storia; e questo contributo non è stato solo “fare il proprio dovere, in ossequio agli obblighi che competono al lavoratore”. È stato qualcosa di più, che possiamo chiamare “partecipazione”. CADIAI è una cooperativa. E i soci ne sono i proprietari: una sorta di imprenditore collettivo che si dà una gerarchia, dei ruoli, delle regole, che si 10 impone di essere efficiente ed efficace. E la partecipazione di ognuno – in termini di proposte, di idee, di orgoglio identitario, di sentimento di appartenenza, di profilo etico – è una sorta di valore aggiunto. Il progetto formativo “Immaginiamo il welfare di domani” ha messo al centro proprio tutto ciò. Chi lavora in CADIAI come pensa che sarà il welfare del 2024? Un campione rappresentativo di soci e non soci ha lavorato proprio su questo, perché chi capisce cosa occorre fare oggi per prepararsi al domani ha maggiori probabilità di battere la concorrenza. Proprio per questo i circa sessanta partecipanti hanno dovuto fare uno sforzo per essere realisti, e quindi evitare di raccontare il futuro che avrebbero voluto, per ritrarre, invece, quello che verosimilmente si potrà materializzare. Il progetto è stato articolato lungo una serie di momenti differenti - lezioni frontali, dibattiti, world café, esercizi individuali e di gruppo - nel dichiarato scopo di trasmettere ai soci delle informazioni sul welfare e sulla sua storia, sulla distintività del movimento cooperativo, sulle dinamiche dell’innovazione sociale, per poi riavere indietro il punto di vista dei partecipanti. In estrema sintesi, e fatte salve varie eccezioni, chi lavora in CADIAI prevede che il welfare continuerà ad evolvere, con lo Stato e la società civile a presidiare alcune aree più importanti, nel tentativo di evitare un ridimensionamento complessivo, che in parte potrebbe purtroppo esserci. I servizi erogati in maniera diretta attraverso il personale pubblico potrebbero diminuire ulteriormente, lasciando maggiore spazio per l’azione di imprese private o cooperative. Il ruolo della donna è immaginato in ascesa, con maggiori responsabilità, e una più concreta presenza in ruoli dirigenziali e intermedi. Il rischio principale che si percepisce, infine, è quello di uno svuotamento della funzione sociale dei servizi, all’insegna di un welfare con bassi costi e bassa qualità, senza attenzione specifica agli utenti. E per scongiurare questa e altre derive – ci dicono i partecipanti – è necessario formare e informare tutti i cittadini del valore sociale e civile di un sistema pensato per migliorare la qualità della vita delle persone e per dare tutela alla fasce deboli; e allo stesso tempo incaricare la classe politica di prestare attenzione al contenuto dei servizi, alla professionalità di chi ci lavora, al ruolo che il welfare ha nell’evitare altri e più gravi costi sociali. Desidero ringraziare tutti i corsisti per avere “partecipato”: non nel senso di essere stati presenti, ma di avere interagito e, dunque, consentito a mettere in atto il processo generativo. Se Tizio ha una mela e Caio ha una mela, e se la scambiano, ognuno continua ad avere una mela. Se Tizio ha un’idea e Caio ha un’idea, e se la scambiano, ognuno ha due idee. Ma soprattutto – e qui sta il processo generativo –, in entrambi, la sinergia tra l’idea iniziale e quella nuova produce una maturazione e quindi un ulteriore aumento di conoscenza. Ecco perché credo fermamente che generativo e cooperativo siano due facce della stessa medaglia. n verso il 40esimo verso il 40esimo verso il 40esimo Il welfare di domani visto da un operatore Impressioni e suggestioni di chi ha partecipato al corso di formazione. Di Giuseppe Lombardi, operatore sociosanitario della Casa Residenza “La Torre” Per festeggiare i 40 anni la CADIAI ha organizzato una serie di eventi tra i quali un corso di formazione. A Marzo, infatti, è stato avviato un progetto relativo a come noi soci immaginiamo il welfare di domani. Come cooperativa che eroga prestazioni sociosanitarie e altri servizi in aree vicine, la CADIAI è interessata ai cambiamenti della società e a comunicare i medesimi ai propri stakeholder. Il progetto è nato quindi con l’obiettivo primario di elaborare un report da sottoporre all’attenzione, prima di tutto, di noi soci in un’iniziativa seminariale pubblica nel mese di Settembre. L’obiettivo secondario era trasmettere informazioni importanti per la nostra crescita professionale, rafforzare la cultura cooperativistica, favorire la partecipazione e cementare la coesione identitaria aziendale. Attraverso quattro incontri abbiamo avuto modo di riflettere sul welfare, sul suo valore e sull’osservazione dello stesso dalle varie angolazioni. Partendo da un momento di conoscenza iniziale, soffermandoci su quello che ritenevamo importante nella vita, si è giunti alla conclusione che non sempre l’interesse egoistico è automaticamente vantaggioso e che in tanti casi e più proficuo cooperare. Obiettivo della nostra società è coniugare sviluppo economico e valori etici e che il welfare è proprio il risultato di questo incontro. Nell’incontro con Matteo Troilo, docente di Storia Economica all’Università di Bologna e studioso di welfare, sono stati analizzati tre principali modelli di welfare (scandinavo, tedesco, statunitense) del Novecento: partire dal welfare del passato per costruire il welfare del futuro. L’esperienza ha permesso a noi partecipanti, tutti molto propositivi, di metterci in gioco e giungere alla conclusione, provando a suggerire interventi migliorativi calati nel contesto dell’attuale società, dopo un’attenta analisi dei punti di forza e punti deboli, che grazie al welfare tutti i cittadini potrebbero godere di diritti e servizi sociali, assistenza sanitaria, pubblica istruzione, indennità di disoccupazione, previdenza sociale miranti ad un miglioramento della qualità della propria vita e di quella degli altri. Non perdendo mai di vista gli obiettivi, il progetto è servito anche per socializzare fra di noi. Non sono poi mancati momenti di allegria. Potrei raccontare ad esempio quando ci è stato chiesto quale personaggio storico vissuto nel passato avremmo voluto essere. Lì ci siamo scatenati, da Maria Montessori a Mussolini, accompagnata da un’espressione di stupore da parte di tutti. Grazie al nostro docente, Tito, le ore passate in aula e le lezioni erano sempre molto coinvolgenti e non ci sono mai stati momenti in cui ci si annoiava. Un altro momento molto interessante è stato quando a turno i partecipanti hanno pescato da una piccola urna dei bigliettini, in ognuno dei quali era riportato un articolo della costituzione italiana correlato al welfare. Partecipare al progetto di come sarà il welfare di domani è stata un’esperienza molto interessante e positiva sotto tutti i punti di vista. Come sarà il welfare di domani? Immaginiamo di essere in una favo- numero 44 giugno 2014 la: grazie al welfare non ci saranno più guerre, non ci saranno più discriminazioni, non ci sarà più la povertà, ci sarà lavoro per tutti, tutti potranno godere di una meritata tranquillità. Torniamo alla realtà: io non lo so come sarà il welfare di domani, posso solo sperare che sia migliore (per quanto possibile) di quello di oggi. Un ringraziamento particolare al nostro docente Tito ed un augurio alla CADIAI per i suoi quarant’ anni. n 11 1974 2014 numero 44 giugno 2014 Gruppo di lavoro sul welfare aziendale CADIAI e Impronta Etica affrontano un tema che sempre più sta acquisendo importanza nel panorama nazionale ed europeo. Il 29 Aprile scorso ha preso avvio un Gruppo di lavoro sul welfare aziendale promosso da Impronta Etica in collaborazione con CADIAI. Si tratta di un percorso di tre incontri durante i quali soci di Impronta Etica avranno l’opportunità di confrontarsi sul tema del welfare aziendale. Impronta Etica è un’associazione senza scopo di lucro per la promozione e lo sviluppo della sostenibilità e della responsabilità sociale d’impresa (RSI), di cui anche CADIAI è socia. Tra le varie attività, l’associazione promuove gruppi di lavoro rivolti ai propri associati per riflettere e sperimentare progetti condivisi su temi quali innovazione, responsabilità sociale d’impresa e competitività sostenibile. In occasione del suo quarantesimo anniversario, dedicato al tema del futuro sistema di welfare, CADIAI ha proposto a Impronta Etica di organizzare in stretta collaborazione il presente gruppo di lavoro; l’associazione ha accolto con piacere l’invito, partendo dalla volontà di offrire ai propri soci la possibilità di un confronto aperto e costruttivo sul tema. Sono 12 i soci di Impronta Etica che 12 verso il 40esimo verso il 40esimo verso il 40esimo hanno risposto a questa iniziativa di confronto sul tema partecipando al primo incontro (ANCD, Camst, CMB, Coop Adriatica, Coop Ansaloni, Emilbanca, Granarolo, Gruppo Hera, IGD, Manutencoop, Nordiconad, SCS Consulting). Le motivazioni di fondo che spingono oggi a trattare il tema del welfare investono l’intero quadro europeo: sin dalla fine degli anni Novanta la Commissione europea ha esortato gli stati membri a progettare nuove politiche di welfare. Le profonde trasformazioni sociali, economiche e demografiche hanno portato ad una progressiva riduzione della spesa pubblica in Europa in termini di welfare pubblico. In questo contesto di crisi, nuovi attori, tra cui le imprese, possono contribuire ed assumere un ruolo importante affiancandosi al sistema pubblico. In quali ambiti, secondo quali logiche e attraverso quali azioni le imprese possono contribuire? Impronta Etica e CADIAI durante gli incontri offrono l’opportunità ai partecipanti di interrogarsi a riguardo, condividendo le conoscenze apprese in materia e gli strumenti sperimentati, in modo da favorire uno scambio di buone pratiche e di spunti di riflessione innovativi sul futuro del welfare. In particolare, Impronta Etica, facendo leva sui legami di network che già in essere con imprese e organizzazioni, attive in pratiche di responsabilità sociale sia a livello nazionale sia internazionale, permette di facilitare un confronto con testimonianze europee. CADIAI, più specificatamente nella persona di Franca Guglielmetti, in qualità di esperto sul tema, svolge un importante ruolo di supporto mettendo a disposizione del gruppo di lavoro la propria conoscenza ed esperienza in materia. Ci si propone di indagare i nuovi bisogni emergenti nello scenario europeo tra cui l’invecchiamento della popolazione, l’incertezza del posto di lavoro, l’instabilità dei nuclei famigliari, l’aumento dei neet (popolazione di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non è né occupata né inserita in un percorso di istruzione o di formazione). Da qui condurre un’analisi di buone pratiche implementate da parte di imprese europee e dei soci partecipanti in riferimento al welfare aziendale evidenziando l’importanza di perseguire un piano di welfare aziendale in coerenza con la strategia di CSR. Infine riflettere e condividere insieme come il ruolo delle imprese possa essere decisivo in questo preciso momento storico, facendo emergere eventuali spunti per percorsi di miglioramento per le imprese socie coinvolte nel gruppo di lavoro. Lo scambio di idee tra le realtà imprenditoriali e di cooperazione presenti al gruppo di lavoro rappresenta sicuramente il valore aggiunto dell’iniziativa. I partecipanti concordano sull’importanza che oggi assume il creare rete tra attori operanti su uno stesso territorio per: sperimentare strumenti innovativi che sappiano rispondere ai nuovi bisogni dei dipendenti; promuovere una collaborazione efficace nella gestione e nell’offerta di prodotti e/o servizi; dare voce ad idee condivise verso le istituzioni in modo propositivo, in particolare rispetto ai bisogni emergenti dei propri dipendenti. I risultati, gli spunti di riflessione e i possibili percorsi di miglioramento e di innovazione che emergeranno dal gruppo di lavoro saranno presentati durante l’evento di celebrazione del 40esimo anniversario di CADIAI e raccolti in un documento di sintesi del percorso svolto. n attività sociale attività sociale attività sociale CADIAI si racconta con un vestito nuovo Un nuovo strumento per rendicontare in maniera più diretta le attività della Cooperativa. Di Giulia Casarini, Servizio Attività Sociale, Comunicazione e Ricerca La comunicazione di ciò che CADIAI fa, anno dopo anno, come ormai saprete avviene attraverso vari strumenti che la Cooperativa ha messo in campo: questo stesso giornale, il sito web e, oltre al Bilancio di Esercizio, anche con una rendicontazione sociale puntuale e approfondita che viene fatta dal 1999 attraverso il Bilancio Sociale Consuntivo. Questo approccio ha poi portato alla realizzazione del Bilancio Sociale Preventivo attraverso il quale vengono fissati gli obiettivi per l’anno successivo. Questi strumenti sono ormai consolidati, hanno una coerenza e un valore che viene con- fermato anche dei vari premi che hanno vinto, come il Premio Quadrofedele e il posto tra i finalisti all’Oscar di Bilancio. Sono strumenti che non sono rimasti sempre uguali, nel corso del tempo, ma che hanno subito cambiamenti a seconda delle necessità di approfondimento e con l’ottica di un miglioramento continuo, nello studio dei dati e delle informazione, ma allo stesso tempo del come comunicare questi dati che spesso sono complessi e decisamente articolati. In questo senso, CADIAI ha partecipato anche a gruppi di lavoro sul tema della comunicazione, in particolare uno pro- Percorsi di benessere in Cooperativa ta a questa nuova esperienza di gruppo. Le lezioni sono tenute presso la nostra Residenza Assistita “Parco del Navile” al cui interno c’è una bella palestra con il pavimento in legno e belle vetrate che si affacciamo sul giardino. Ci accoglie Annalita, la nostra insegnante, per trascorrere insieme due ore di piacevole relax. Siamo un gruppo di undici ragazze over 50 e, grazie a questo corso, ho avuto modo di conoscere altre colleghe che lavorano al di fuori della sede di CADIAI. Le lezioni, che hanno come sottofondo una musica rilassante, si articolano in esercizi volti al benessere sia fisico che mentale. La voce dolce, delicata di Annalita ci guida nei movimenti, insegnandoci ad occhi chiusi ad ascoltare questo corpo che anche alla nostra età, come Sono iniziati gli incontri che CADIAI rivolge ai lavoratori senior per contribuire a migliorare la qualità della vita. Di Donatella Masina, impiegata Settore Prevenzione e Sicurezza In occasione dei quarant’anni dalla nascita della Cooperativa, CADIAI ha voluto offrire a tutte le socie dai 50 anni in su, un corso, intitolato “Alla ricerca del proprio benessere - Incontri dedicati alle donne over 50”. Ciò mi ha incuriosito e così mi sono iscrit- numero 44 giugno 2014 mosso da Impronta Etica dal titolo “Comunicazione della sostenibilità: nuovi approcci e strumenti per comunicare internamente ed esternamente all’azienda”. Questo percorso ha portato, quest’anno, in occasione del quarantesimo anno della Cooperativa, a realizzare uno strumento nuovo che ha lo scopo di rendere più fruibili e immediati i dati del Bilancio Sociale Consuntivo in un’ottica, appunto, di miglioramento della comunicazione in termini di semplicità ed efficacia. Allo stesso tempo, in coerenza con una particolare attenzione che CADIAI ha sempre rivolto ai temi della sostenibilità ambientale, si è deciso di stampare solo questo folder pieghevole che illustra i dati più significativi e non il Bilancio Sociale Consuntivo per esteso che, comunque, sarà disponibile online per chi volesse avere una informazione dettagliata e completa. Siamo sempre noi, guardando al futuro. n per un’adolescente, subisce continui cambiamenti. Poi piano piano apriamo gli occhi, ci mettiamo in cerchio sedute sul pavimento e, insieme, condividiamo quelle che sono state le nostre sensazioni, emozioni percepite durante gli esercizi e, spesso, queste percezioni si traducono anche in piacevoli risate. Sono due ore tutte nostre, al di fuori dal caos, dalla fretta quotidiana. Il tempo sembra andare più lento ed è tutto più tranquillo, più rilassante, più sereno. A fine corso siamo tutte più distese, sorridenti, piacevolmente più belle anche se con i capelli un po’ “sgaruppati”. E poi via, verso casa, in sella al motorino insieme alla mia collega Livia e strada facendo tra me e me penso: “Ma over 50 chi?!”. n 13 numero 44 giugno 2014 Eletto il nuovo Consiglio di Amministrazione Franca Guglielmetti confermata Presidente di CADIAI. A cura della redazione Le votazioni per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione hanno concluso un iter, iniziato mesi or sono, che vogliamo ripercorrere di seguito. L’Assemblea dei Soci del 27 Marzo: i criteri di composizione del Consiglio e la Commissione Elettorale Vi hanno partecipato 122 soci e 37 soci rappresentati con delega. Sono stati deliberati i criteri di composizione del nuovo Consiglio di Amministrazione: • durata in carica: 3 anni; • criteri di composizione: attività sociale attività sociale attività sociale • 13 componenti; • rappresentatività delle Aree produttive della Cooperativa, in misura proporzionale rispetto al numero di soci, espressa attraverso la presenza di: -- 7 Consiglieri dell’Area Non Autosufficienza; -- 4 Consiglieri dell’Area Educativa; -- 1 Consigliere del Settore Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro; -- 1 Consigliere della Tecnostruttura; • non sovrapposizione di incarico tra Consiglieri e componenti della Direzione Operativa, con l’esclusione della figura del Presidente. A questi si aggiunge nuovamente l’accoglimento della sollecitazione di Legacoop ad adoperarsi affinché il Consiglio di Amministrazione abbia il 30% di componenti di ogni genere (ovvero maschi e femmine) e almeno il 10% di componenti al di sotto dei 35 anni. Da precisare che questi non erano criteri vincolanti. È stata nominata la Commissione Elettorale, col compito di effettuare delle riunioni nei servizi per diffondere i suddetti criteri e per raccogliere candidature. Ne hanno fatto parte: Ornella Monta- nari (indicata come coordinatrice della Commissione), Giuseppina Capizzi (consigliere uscente), Germana Grandi (consigliere uscente), Arnaldo Forcella (consigliere uscente) e i soci Jessica Bosi, Laura Gatti, Nadica Milenkovic, Gloria Verricelli e Maria Zamorani. Il lavoro della Commissione Elettorale La Commissione si è occupata di informare i soci a proposito del Regolamento Elettorale e dei criteri e degli orientamenti di composizione del Consiglio deliberati dall’Assemblea di Marzo, nonché di raccogliere proposte e candidature. Tra il 11 aprile ed il 7 maggio ha effettuato 15 incontri nei servizi di Bologna e Provincia, ai quali hanno partecipato in totale 124 soci e 2 dipendenti Le candidature raccolte sono state 31, di cui 23 nuove. Alcuni giorni prima del voto, sono state fatte circolare nei servizi le schede, corredate da foto, relative ai candidati, perché i soci potessero conoscerli in maniera più dettagliata. L’Assemblea dei Soci del 29 Maggio: le votazioni I soci presenti sono stati 181 e 152 i soci rappresentati tramite delega.. Il totale dei soci CADIAI con diritto di voto erano 894. Il totale delle schede votate sono state 333; le valide 309, le nulle 22 mentre quelle bianche sono state 2. Di seguito i voti per ogni candidato. In evidenza gli eletti. Voti ottenuti Franca Guglielmetti Tecnostruttura Franca Guglielmetti (Presidente uscente) 307 Rossella Maccagnani 1 Monica Bonora 1 Area Non Autosufficienza Youseff Amchiaa 253 Tania Longobardo (Consigliere uscente) 208 Tania Longobardo 14 Youseff Amchiaa attività sociale attività sociale attività sociale numero 44 giugno 2014 Voti ottenuti Tommaso Vito Marmo (Consigliere uscente) 208 Pia Accardi (Consigliere uscente) 185 Carlotta Borgia (Consigliere uscente) 185 Sabina Ravaglia (Consigliere uscente) 176 Jessica Bosi 130 Raffaele Montanarella 119 Barbara Cuoghi 116 Caterina Olivito 115 Lucia Cardone 97 Graziano Santoro 97 Riccardo Alberghini 73 Raffaele Uccello 73 Annalisa Loizzi 67 Salvatore Lantillo 61 Settore Educativo Germana Grandi (Vicepresidente uscente) 224 Laura Zarlenga (Consigliere uscente) 190 Pietro Morotti 157 Laura Gatti 140 Cinzia Capecchi 124 Lura Santi 111 Monica Gagliardi 71 Isabella Tivoli 54 Anna Dimattia 42 Enrichetta Rotolo 38 Stefania Pascolin 29 Patrizia Cardellini 28 Caterina Mastrosimone 28 Carlotta Borgia Sabina Ravaglia Pia Accardi Jessica Bosi Tommaso Vito Marmo Germana Grandi Settore Prevenzione e Sicurezza sul lavoro Raffaele Diotallevi 302 Marina Atti 6 Lorella Zacchi 1 Pietro Morotti Laura Gatti Laura Zarlenga Raffaele Diotallevi Il Consiglio neoeletto, riunitosi immediatamente, ha confermato Franca Guglielmetti Presidente del Consiglio di Amministrazione e Germana Grandi è stata nominata nuovamente vicepresidente. 15 numero 44 giugno 2014 attività sociale attività sociale attività sociale CADIAI e Impronta Etica per Stop Hunger Now La Cooperativa ha aderito ad un evento che si colloca all’interno di un programma di aiuto umanitari. Di Giulia Taddei, tirocinante Martedì 13 Maggio alcuni soci della Cooperativa hanno aderito ad un evento di beneficenza organizzato da Impronta Etica in collaborazione con Stop Hunger Now: una staffetta di confezionamento di razioni di cibo che si è tenuta presso il Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’Università di Bologna. Stop Hunger Now è un’organizzazione internazionale non governativa il cui principale obiettivo è di offrire alle popolazioni più vulnerabili cibo ed aiuti creando un movimento globale per l’attivazione delle risorse necessarie. Nel 2005 comincia un’iniziativa per dare la possibilità alle persone coinvolte di contribuire in modo attivo al programma di aiuti umanitari, il cosiddetto Programma di Confezionamento Pasti. Impronta Etica invece è un’associazione senza scopo di lucro costituitasi nel 2001 per la promozione e lo sviluppo della sostenibilità e della responsabilità sociale d’impresa (RSI). CADIAI, socia ordinaria di Impronta, ha accettato volentieri l’invito a prendere parte a questa attività coinvolgendo anche il gruppo soci che si occupa di partecipazione. Inizialmente i referenti di Stop Hunger Now hanno presentato la propria mission e mostrato dove arrivano i pasti confezionati in Italia e come vengono distribuiti attraverso un programma che permette ai bambini di frequenta- 16 re le scuole e attraverso cibo, salute ed istruzione. In seguito hanno spiegato come viene suddivisa l’attività: da un punto di vista temporale vengono programmati due turni di un’ora ciascuno, mentre dal punto di vista organizzativo vengono create delle postazioni di lavoro in cui ognuno ha il proprio ruolo (dall’insacchettamento dei vari ingredienti, al controllo peso, fino all’impacchettamento vero e proprio). Man mano che il tempo passava ci siamo resi conto di come l’idea e la sua messa in pratica sia congeniale alla mission, di come sia ben organizzato il tutto e, infine, di come sia quasi impossibile sbagliare. Questo, a mio parere, aumenta il divertimento e rende l’attività adeguata ad ogni fascia d’età. L’iniziativa è particolarmente interessante proprio perché permette di capire come può essere facile e immediato “fare” qualcosa per gli altri, basti pensare come in sole due ore siano stati realizzati circa 5000 pasti. Consiglio, perciò, vivamente di provare almeno una volta un’attività che può sembrare molto semplice, ma non per questo priva di significato. Sto effettuando un tirocinio presso CA- DIAI ed è stato molto stimolante partecipare a questo evento anche se collaterale rispetto alla vita lavorativa della Cooperativa, in questo caso mi ha consentito di conoscere una realtà di volontariato di cui non ero al corrente. A mio parere, comunque, esperienze del genere andrebbero vissute a prescindere dalla proposta che può fare il datore di lavoro, come arricchimento personale. n servizi servizi servizi servizi numero 44 giugno 2014 Impara l’arte e mettila da parte… ma anche no! Laboratorio di pittura condotto dai ragazzi del Maggiociondolo presso le scuole Elementari “Cesana” a Bologna. A cura dei ragazzi e del gruppo di lavoro del Maggiociondolo Contattati dalla maestra Graziella, come al solito ci si è buttati con un bel po’ di incoscienza in una esperienza veramente unica e interessante. Sì perché il batik ormai lo sappiamo fare (e c’è chi dice anche benino…) ma insegnarlo, insegnarlo poi a dei bambini, per la precisione a duecento bambini di prima, seconda, terza e quarta elementare? Calma e gesso! Quindi organizziamoci, strutturiamoci, facciamo un bel progetto e poi vediamo. Il tempo, come solitamente ci accade, è poco e il lavoro tanto. Prima cosa: organizzare il gruppo di artisti che sarebbe andato nella scuola nelle giornate del martedì e del giovedì mattina. Più nel dettaglio abbiamo pensato a due incontri per ogni classe. Nel primo incontro abbiamo creato un momento di presentazione e spiegazione pratica del lavoro da svolgere: una borsina bianca sulla quale ogni bambino poteva disegnare ciò che preferiva con l’unico divieto di fare particolari o cose piccole… e non è stato facile! I maestri di batik avrebbero poi dispensato idee e consigli e, per ogni bambino, indicato sulla borsina nome e classe perché ciascun lavoro fosse riconoscibile nel percorso. Nel secondo incontro le borse, già cerate, venivano riconsegnate ad ogni bambino, ad ognuno la sua, e con colori, pennelli e gran fantasia tutti a colorare… maestre comprese. Inutile raccontare quanto colore sparso sul tavolo e sul pavimento (scusate dade!!! E scusate mamme perché nonostante avessimo tappezzato i banchi e i bambini con sacchi impermeabili il colore è finito un po’ ovunque…). Esperienza veramente molto faticosa, ma altrettanto gratificante. 17 numero 44 giugno 2014 I ragazzi del Maggiociondolo, dopo un primo momento di emozione e insicurezza, si sono buttati a capofitto sul lavoro inserendosi a meraviglia nel ruolo di docenti e i bimbi, dopo una iniziale sorpresa, hanno cercato la loro attenzione e i loro consigli, anche tirandoli per la manica, “Maestra cosa devo fare? Mi aiuti?” e tutto questo è diventato fonte di grande orgoglio. I bimbi, curiosissimi ed entusiasti, hanno subito cominciato ad ascoltare con grande attenzione svolgendo davvero un buon lavoro. Qualcuno si è dichiarato contento della 18 servizi servizi servizi servizi nostra presenza perché “così saltiamo l’interrogazione sui verbi, anche se un po’ li sappiamo”. Il personale scolastico, inizialmente un po’ preoccupato per la confusione che abbiamo portato, si è poi incuriosito e reso superdisponibile: le insegnanti erano quasi più entusiaste dei bambini. Se l’obiettivo era quello dell’integrazione possiamo dire che è stato pienamente raggiunto! A questa esperienza non hanno partecipato solo i ragazzi che sono andati nella scuola, ma tutti gli utenti del Maggiociondolo: usciti dalla scuola, infatti, solo una piccola parte del lavoro era stata fatta. Le 200 borse disegnate dai bimbi erano 200 borse sulle quali ripassare con la cera il disegno; e le 200 borse colorate erano 200 borse da stirare ed etichettare e tutto questo avveniva in un secondo momento, al di fuori della scuola. Grande lavoro anche per Corrado e la sua mamma della Lavanderia Miele che in tempi record e gratis ci ha lavato tutte le borsine. Veramente grazie per l’aiuto e la pazienza! n servizi servizi servizi servizi Mostra Mercato del Gruppo Tempo Libero di ASC Insieme un servizio promosso da ASC Insieme gestito dalla cooperativa CADIAI in convenzione dal 2011, anche se il Servizio gestito da educatori esiste, come detto, da più di dieci anni. Un progetto che ci vede protagonisti da più di 10 anni sul territorio di Casalecchio di Reno. Di Mariarosa Di Marco e Rosario Boccadifuoco, educatori Il 17 Aprile 2014, a quasi un mese di distanza dall’inizio della primavera, siamo finalmente riusciti a “mostrare” per la seconda volta alla cittadinanza di Casalecchio di Reno ‘Chi siamo’, ‘Da dove veniamo’ e soprattutto ‘Cosa facciamo’! Si tratta di un Servizio di Tempo Libero per Handicap Adulto lieve, frequentato da persone sulla soglia dei 50/55 anni, attivo da più di un decennio. Quest’anno si è formato un nuovo gruppo, in aggiunta a quello storico, che vede la partecipazione di ragazzi tra i 20 e i 25 anni. In generale si tratta di persone con problematiche psichiche e/o fisiche lievi, che però non hanno un facile inserimento nella società civile. Il Servizio si offre come punto di riferimento, come luogo di osservazione ed autosservazione per rilevare le complessità e semplificarle tramite un intervento educativo mirato e progettato da Educatori professionisti. Il Servizio del Gruppo Tempo Libero usa anche le dinamiche spontanee del gruppo per mediare col mondo esterno e per far sì che la relazione, sia fra i membri al loro interno ma anche con il territorio all’esterno, sia maggiormente fruibile e fonte di evoluzione per persone che altrimenti sarebbero chiuse in casa fra quattro mura senza prospettive di so- numero 44 giugno 2014 cialità e benessere. Infatti il benessere è al centro delle attività del gruppo “tempo libero” proprio perché la partecipazione deve essere gioiosa e le attività devono essere scelte con consapevolezza e intenzione. Le attività ad oggi possibili sul territorio di Casalecchio riguardano il cinema, il bowling, una cena al ristorante, i laboratori autogestiti in spazi offerti dai centri sociali anziani e i laboratori offerti da istituzioni del territorio. La promozione dell’agio in persone con le problematiche descritte è una fonte preziosa per il riequilibrio continuo delle proprie energie psicofisiche, ma soprattutto aiuta e contribuisce a conservare il più a lungo possibile le autonomie raggiunte sia nel Gruppo Tempo Libero che in altri ambiti educativi/lavorativi frequentati dai ragazzi (centri diurni, contesti lavorativi protetti, ed altro). In ultimo ma non ultimo, l’obiettivo fra altri è poter dare qualche ora di sollievo alle famiglie. I ragazzi sono tutti casalecchiesi ed il Servizio del Gruppo Tempo Libero è La Mostra Per tutta la giornata del 17 Aprile 2014, il Gruppo Tempo Libero Handicap Adulto ha fatto bella mostra di sé alla Casa della Conoscenza di Casalecchio con una Mostra Mercato. Questa ha avuto inizio la mattina, con accoglienza e presentazione del gruppo da parte dei ragazzi più giovani attraverso cartelloni descrittivi preparati da loro, con tanto di foto e video autoprodotti negli anni di attività, presentati da Luca e Daniela Z. É stato allestito l’angolo del “trucco/ parrucco” con manicure a cura di Sara e Marika, poi è stato allestito l’angolo del “Mercatino dell’usato” con giochi e libri usati per contrastare il consumismo e la crisi a cura di Cristina ed Alessandro e nel pomeriggio Daniela e M.Antonietta. Infine non sono mancati i “laborAttivi”, laboratori di Creta e Disegno con uso terapeutico del colore dalle matite alla tempera passando per l’acquarello, curati sempre dal gruppo. A fine pomeriggio Lorella si è occupata dell’angolo della “Cartomanzia” prevedendo il futuro con le carte da briscola. Ogni proposta era a offereta libera. Il Gruppo ha raccolto una piccola somma che è stata usata per le attività ricreative. L’allestimento della Mostra è stata un’occasione in cui i ragazzi si sono sentiti importanti e riconosciuti, attraverso la quale abbiamo potuto mostrare alla cittadinanza chi siamo e cosa facciamo. n 19 servizi servizi servizi servizi numero 44 giugno 2014 La nuova organizzazione interna della Cooperativa Diamo conto degli importanti cambiamenti, frutto di un percorso di analisi e valutazione per migliorare l’efficacia della nostra organizzazione. Di Franca Guglielmetti, Presidente di CADIAI A partire dal primo di Aprile è diventata operativa in Cooperativa la nuova organizzazione interna che rivede l’as- setto della struttura centrale della Direzione e di alcuni Servizi di Staff. Abbiamo intrapreso questo percorso di riorganizzazione quasi due anni fa, una volta messa a fuoco la necessità di integrare maggiormente le risorse della Cooperativa alla luce delle difficoltà che la crisi economica e i conseguenti tagli dei servizi stavano generando nella nostra area di attività. Si rendeva necessario spingere maggiormente sul versante dell’innovazione, andando alla ricerca di nuove tipologie di servizio o di nuove modalità per erogare servizi tradizionali; si trattava di rendere maggiormente fluida l’organizzazione interna in modo tale da dare maggiori possibilità di mobilità e di integrazione delle risorse, per fronteggiare in modo adeguato la riduzione di servizi in un Settore compensandola con nuovi sviluppi in un altro. La struttura centrale della Cooperativa, di fronte a queste sfide, appariva troppo rigida, prigioniera di logiche settoriali che non avevano più una ragion d’essere. Si è cominciato così un percorso di analisi organizzativa e di valutazione delle possibili innovazioni, che ha impegnato la Direzione Operativa e, in alcune fasi anche le collaboratrici di Settore, in due diversi cicli di formazione e consulenza, il primo condotto dal professor Franceschetti e la sua equipe, il secondo dal dottor Lazzarotto della società di consulenza SINODÈ. Dall’empowerment del gruppo di lavoro coinvolto (Direzione e collaboratrici di Settore) si è progressivamente passati all’analisi organizzativa e quindi alla formulazione di proposte di revisione degli assetti. Infine, a Luglio Direttore Area non autosufficienza 20 Amministrazione Personale Formazione SASCeR Gestione Sistemi Commerciale Gestione Qualità Commerciale Progetti Kedos Prevenzione e Sicurezza Area servizi educativi servizi servizi servizi servizi 2013, si è conclusa la fase consulenziale per passare ad una più operativa, condotta attraverso gruppi di lavoro interni alla Direzione, che hanno disegnato il nuovo assetto organizzativo. Oggi la struttura centrale della Cooperativa è strutturata come potete vedere dal grafico. Le novità più significative sono: • nell’ambito produttivo, l’accorpamento dei Settori Residenze Anziani – Socio Assistenziale – Servizi ai disabili in un’unica area denominata Area Non Autosufficienza e la creazione di un nuovo Settore denominato “Progetti KEDOS” che raggruppa le strutture gestite dal consorzio KEDOS: Parco del Navile, Parco della Graziosa e mini alloggi; • tra i Servizi di Staff, le novità più significative riguardano la maggior specializzazione che si è voluta dare al servizio Gare e progetti, trasformato in “Servizio Commerciale” e al servizio Marketing, trasformato in Servizio Attività Sociali, Comunicazione e Ricerca (SASCeR); • l’individuazione del Responsabile Gestione Sistemi con il compito di supportare il processo di informatizzazione e integrazione dei sistemi informativi interni; • sul versante tecnico, l’individuazione dei responsabili dei coordinamenti scientifici di Area e la costituzione del Coordinamento Scientifico Centrale con compiti di raccordo tra le attività sviluppate nelle diverse Aree. numero 44 giugno 2014 per tutte le persone coinvolte si tratta oggi di affrontare importanti cambiamenti nel proprio approccio al lavoro. Si tratta di fasi difficili che, per altri motivi (accreditamento, riduzione dei servizi, cambiamenti normativi), hanno interessato e stanno interessando anche molti nostri servizi. Riteniamo però di essere sulla strada giusta e che lo sforzo oggi profuso sia necessario per far sì che la nostra organizzazione sia sempre più capace di corrispondere alle aspettative dei nostri interlocutori. n A due mesi dall’avvio operativo di questi cambiamenti, i problemi legati alla fase di passaggio sono ancora tanti e L’omino della pioggia Esperienze Sonore al Nido “Le Nuvole” di Cento. Di Lisa Lambertini, collaboratrice di Nido Le educatrici della sezione piccoli parttime, quest’anno hanno seguito alcuni incontri di formazione con Arianna Sedioli, ricercatrice nel campo dell’educazione al sonoro e ideatrice di spazi e allestimenti per l’esplorazione e la creatività musicale. Nel mese di Maggio hanno poi organizzato due appuntamenti al Nido con la docente e proposto ai bambini il progetto “Esperienze Sonore” . Nel primo incontro e con curiosità, i bambini hanno ascoltato i suoni ed osservato le azioni quotidiane di Teo, un coniglietto di Peluche, che ripercorre la giornata di un qualsiasi bambino. Durante il secondo incontro, Arianna Sedioli ha raccontato le avventure sonore dell’omino della pioggia, che saltella da una nuvola all’altra senza sfondare il pavimento vaporoso, utilizzando strumenti ed oggetti. n 21 numero 44 giugno 2014 Una laguna senza barriere Gita fuori porta per i ragazzi della residenza socio riabilitativa “Casa Rodari”. Di Gennaro Pazienza, operatore socio sanitario È strano immaginare la città di Venezia attraversata in lungo e in largo da una comitiva la cui storia è raccontata negli oltre venti anni di “Casa Rodari”. Dove andiamo in gita? A Venezia... Ma no, Venezia ha tutti quei canali, l’acqua, gli spostamenti con il vaporetto, tutta quella gente, le maschere, tutti quei piccioni in Piazza San Marco. Ma al rientro a Bologna verso le otto di sera la grande sfida è stata vinta. Hanno vinto i ragazzi (ormai adulti) che sono saliti in treno, hanno affrontato serenamente il viaggio, hanno pranzato in un ristorante come una brava scolaresca di liceo, sono saliti su un vaporetto messo a disposizione dal Comune di Venezia e hanno attraversato le acque della laguna ammirando e fotografando tutte le bellezze. La gente divertita li salutava da un vaporetto all’altro come se fossero i conquistatori di quelle acque. Una giornata in cui è nata la consapevolezza che a volte le barriere sono solo nostre, sono solo mentali. In ogni sorriso, in ogni sguardo, in ogni singola tenerezza di questa bella comitiva, “Casa Rodari” ha vinto la grande sfida, conquistare Venezia e regalare a tutti, con qualche sforzo, un piccolo sorriso. Grazie di cuore a tutti coloro che hanno preso parte a questa gita fuori porta. n 22 servizi servizi servizi servizi servizi servizi servizi servizi numero 44 giugno 2014 Che serata al Corniolo… e che pomeriggio! La rassegna “Capelli d’Argento” torna, come di consueto, presso la Residenza Assistita di Baricella. Di Monica Bondioli, animatrice Nel mese di Giugno diversi sono stati gli appuntamenti al Corniolo, che hanno visto come sempre protagonisti i nostri ospiti. Il primo appuntamento della rassegna musicale “Capelli d’Argento”, che si svolge da anni in collaborazione con il Comune di Baricella, si è tenuto il 6 Giugno 2014 con il concerto della Anderlao Band. Nove artisti ci hanno accompagnato nei ricordi del rhythm and blues, passando da Otis Redding a Etta James, con brani di Tina Turner, Aretha Franklin, James Brown, Marvin Gaye e tanti altri. Il concerto è iniziato alle 20. 30 nel parco della struttura, arredato per l’occasione con tavolini e sedie per permettere ai partecipanti di poter godere appieno della bella e calda serata quasi estiva. I volontari del Centro Sociale “La Villa” si sono offerti e hanno collaborato con noi per la riuscita dell’iniziativa, friggendo per i presenti quasi 300 crescentine! I nostri ospiti, i tanti parenti ed amici hanno detto che erano proprio buone! Gli ospiti poi, in prima fila, hanno ballato seguendo ritmi di musiche diverse da quelle dei loro tempi divertendosi nel vedere il parcheggio adibito a pista da ballo dove si sono scatenati in tanti fino a mezzanotte. “A’ parèva la fèste c’as feva una volta intl’era in ested quand à s’andèva à mèdar!”. Che bello che è stato vedere gli ospiti in carrozzina dimenare a ritmo di musica le braccia… perché non si balla solo con le gambe e quando il ritmo è trascinante, si va! Che bello è stato vederli ballare il blues! Che bello che è stato incontrare tante persone… Arnaldo, Pia, Marco, Ornella, Monica, Fabiana, Tina, Lella, Fabio, Elisa, Roland, la piccola Gaia, alcuni ospiti della struttura di Granarolo accompagnati da Grazia e Simone e tanti parenti e amici degli ospiti. Che bello che è stato vederli vivere la musica, leggeri anche dopo una giornata faticosa di lavoro… Si, è stato proprio bello! Ma una settimana dopo eccoci ad un altro appuntamento importante, l’inaugurazione del parcheggio interno a servizio della struttura. Abbiamo invitato le autorità: il Sindaco, il Parroco, la Presidente della CADIAI, il Maresciallo… Speriamo non sia troppo caldo, perché l’appuntamento è per le 15! Tavolo in giardino pronto per il rinfresco, pasticcini, salatini, tramezzini e spumante con i flûte per il brindisi. Il nastro lo porta il Sindaco. 23 numero 44 giugno 2014 Gli ospiti sono all’ombra in attesa… Arrivano tutti puntuali e dopo i saluti e due chiacchiere si inizia la cerimonia. Sergio e Nena, due nostri ospiti, tengono il nastro; Nicola è vicino al Parroco; alcuni operatori e altri anziani ai lati e davanti Maria, pronta con la macchina fotografica, per immortalare il momento storico! Franca, la nostra Presidente, e Andrea, il nostro Sindaco, sono pronti per il taglio… E le forbici? Porca miseria, ho dimenticato le forbici!!! Franca mi suggerisce anche il cuscino e tempo un attimo ecco le forbici sul cuscino pronte per il taglio del nastro… Inaugurazione e benedizione fatte! Ma non è finita… alle 15,30 abbiamo il secondo concerto della rassegna musicale. Ospiti pronti per tornare in soggiorno e assistere all’esibizione di Massimo Tagliata con la sua fisarmonica e Antonio Raffaele con il violino in un concerto che ci farà rivivere le colonne sonore più fa- Un regalo per il Centro Diurno “Villa Arcobaleno” Mercoledì 25 Giugno ha suonato alla porta del centro diurno Villa Arcobaleno un fioraio di cui non si vedeva il volto perché una bellissima ed enorme pianta di Spathiphyllum lo nascondeva e… SORPRESA! Gli utenti hanno regalato questa pianta al personale del servizio come ringraziamento del lavoro svolto durante l’anno. A nome di tutto il personale ringraziamo di cuore chi ha partecipato a questa gradita iniziativa. 24 servizi servizi servizi servizi mose del cinema italiano e straniero. Il discorso iniziale del Sindaco e di Nicola e siamo nuovamente pronti… si può ricominciare! Le dita volano sulla fisarmonica e il suono pulito del violino le segue… Ora è arrivato il momento di lasciarsi andare alla musica. Ma prima… grazie a tutti voi che avete reso speciali queste iniziative. n con i nostri occhi con i nostri occhi con i nostri occhi numero 44 luglio 2014 Inauguriamo in questo numero una nuova sezione di Scoop a carattere culturale ma non solo: la recensione di film. Questa sezione è stata pensata dalla Redazione in una maniera un po’ diversa, rispetto alle recensioni dei libri: vuole essere infatti un angolo in cui condividere film che hanno a che fare col nostro lavoro di tutti i giorni, con il nostro essere operatori di servizi socio-assistenziali. Film visti, appunto, “con i nostri occhi”, come abbiamo intitolato la rubrica. Chiunque voglia mandare un proprio contributo può scrivere a scoop@cadiai.it “Amour” Michael Haneke di Catia Sabattini L’impatto e l’immediatezza del cinema non hanno eguali e forse è per questo che, in una civiltà dell’immagine come la nostra, che propone l’omologazione di una società di giovani- belli- ricchi e sani , molte pellicole che affrontano temi centrali della vita dell’uomo in forma diretta, o anche solo come drammatico epilogo di una vicenda umana, sono diventate un indicatore affidabile di quanto questi argomenti suscitino emozione e condivisione, imponendo riflessioni, consapevolezza e prese di coscienza. L’arte cinematografica offre, a tal proposito, un ampio venta- glio di possibilità e, per il “debutto” di questa rubrica, si è scelto “Amour” (Palma d’Oro Cannes 2012) del settantenne austriaco Michael Haneke che, con la sua consueta “precisione chirurgica”, senza ridondanze retoriche o pietistiche, riesce, con questo film, a scardinare gli equilibri delle nostre certezze e delle nostre coscienze con una franchezza quasi insostenibile; il regista si mette da parte, ed il suo tratto diventa quello di uno che osserva, un “entomologo” dell’umanità che, solo a tratti si intromette per interrompere, con piccole dosi di tenerezza e solidarietà, una sequenza lacerante di eventi, lasciando infine un dubbio volutamente aperto, bruciante ed enigmatico sui confini dei sentimenti e sulla natura stessa di un atto definitivo, affidando allo spettatore il compito d’interpretare il gesto del protagonista che, nell’ultima scena, chiude la porta dietro di sé, scomparendo. L’interpretazione è affidata a due grandi icone del Cinema francese come Emmanuelle Riva (Anne), splendida protagonista di “Hiroshima Mon Amour” e Jean-Louis Trintignant (Georges), artista versatile e ricco di sfumature, straordinario nel faticoso ruolo affidatogli da Haneke. Separati negli anni Novanta da “due colori kieslowskiani”, Emmanuelle Riva (“Film Blu”, 1993) e Jean-Luis Trintignant (“Film Rosso”, 1994) sono, in “Amour”, una coppia di insegnanti di musica in pensione, membri dell’austera e colta borghesia parigina che, sobriamente, si avviano al tramonto della loro esistenza, attraverso il con- fronto quotidiano con l’ineluttabilità del destino umano, vivendo e sopportando il dramma intimo e universale della malattia, della vecchiaia e della morte. Anne e Georges, dopo aver dedicato una vita all’insegnamento della musica, si godono la pensione continuando ad amarsi e a scoprirsi giorno dopo giorno come se fossero ancora giovani. Fin dalle prime battute, lui è premuroso e attento “… Lo farò io domattina, non voglio che questo ti guasti la serata… dammi il cappotto… ti ho già detto che ti trovavo molto carina stasera?”. I dialoghi, gli sguardi, i sorrisi, la complicità, la condivisione dei ricordi e della passione per la musica fanno percepire la loro vita vissuta all’insegna dell’Amore, un sentimento assoluto che si rivela in immagini in movimento che prendono forma in piccoli gesti, nell’abitudine, nel prendersi cura, ma anche nella sofferenza, nella disperazione e nel dolore spesso soffocati, ma pronti a colpire lo spettatore come “un pugno nello stomaco” quando emergono dall’abisso di uno sguardo. L’Overture del film ha una struttura a flash-back, in cui la scelta delle immagini riassume e fa prevedere l’intera trama poi, il resto della pellicola, diventa una sorta di diario, di pièce teatrale in cui i protagonisti vengono costretti da mattina a sera negli spazi del loro appartamento, così vissuto e vero da sembrare un luogo autentico, carico di memorie di una vita, alle prese con una sorta di prigionia, un day by day lacerante e senza speranza, tutto teso a rie- 25 numero 44 giugno 2014 i ritratti di Lele i ritratti di Lele Quando qualche suono s’intrufola nel tuo orecchio. Quello non schiacciato dal cuscino. Quando la luce scostumata ti tormenta le ciglia. Quando il sogno sembra sfumare. Quando la circolazione torna a scombussolarsi. In quel momento lo cerchi. Più passano gli anni, più cambia. Diventa più complicato, meno diretto. O forse è il contrario. Resta il fatto, che se lo cerchi, vuol dire che lo hai scordato. Magari perché il tempo passa. Hai scordato persino perché lo ricordavi. Come faceva quella musica? Come faceva quel motivo? Ognuno ha il suo. C’è chi ha un orto e lo cura fino a farlo brillare di verde. C’è chi ha dei nipoti da vedere cresce- re, come una seconda possibilità di imprimere un segno nel tempo, come continuazione dell’amore originario. C’è chi ha la moglie o il marito, attardatisi nella strada iniziata insieme, inciampati nel destino, precipitati nell’oblio. C’è chi ha dei figli, che questa vita non ha voluto far crescere, o che ha fatto crescere troppo e hanno bisogno della luce originaria. C’è chi ha dei modellini di legno da incidere, per riconoscersi, chi colleziona delle foto per ricordarsi o delle monete per ordinarsi. C’è chi pulisce la casa, come un antico museo la custodisce, come a voler lustrarsi il cuore. C’è chi parla al bar, del tempo e del pallone, ogni tanto mischiandoli. C’è chi gioca a carte, per continuare a vincere. Per continuare a saper perdere. C’è chi vuole solo camminare e leggere e stare solo. Per dimenticare di non ricordarsi quel motivo. Quando qualche suono s’intrufola nel tuo orecchio. Quello non schiacciato dal cuscino. Quando la luce scostumata ti tormenta le ciglia. Quando il sogno sembra sfumare. Quando la circolazione torna a scombussolarsi. In quel momento lo cerchi. Più passano gli anni, più cambia. Come faceva quella musica? Come faceva quel motivo? Tutti hanno bisogno di un motivo. Un motivo per alzarsi. Il tuo qual è? Com’è che faceva? vocare la musica dei giorni che non sono più perché Anne viene inaspettatamente colpita da una serie di ischemie che la portano, inesorabilmente, a “vivere” un cammino di malattia e disabilità duro e sfiancante, in cui lo strazio del vivere è solamente a tratti addolcito dai momenti in cui il ricordo del passato s’infiltra nel presente attraverso le note di un brano musicale e qualche vecchia foto. Anne e Georges hanno un “prima” con cui confrontarsi, e la malattia sempre più invalidante di lei provoca una “frattura” che rompe, irrevocabilmente, le normali dinamiche, costringendoli a dover rimodellare la loro vita e la loro immagine in funzione di una condizione nuova, sconosciuta e completamente diversa. Lui stesso ammette con la figlia Eva (Isabelle Huppert) “... Ne abbiamo passati tanti di brutti momenti, io e tua madre… questo è un po’ nuovo…”. Anne è come se subisse una sorta di “furto” della propria identità, diventando all’improvviso straniera in un mondo che fino a poco prima le era familiare. Di qui la paura e la consapevolezza di entrambi di essere stati “colpiti ” da un qualcosa di non risolvibile in qualche giorno o con qualche farmaco, una condizione che provoca una vera e propria rottura tra il prima e il dopo e che li fa precipitare in uno scenario tragico e drammatico in cui il dolore, la tristezza e l’umiliazione vengono mitigati solo dall’Amore di Lui che continua ad amarla incondizionatamente con contegno, forza e dignità, convertendo la propria devozione in nuove forme ed in insoliti gesti. “Amour” è rigoroso, didascalico, a tratti “claustrofobico”; è un film che fa i conti con la realtà, quella realtà che gioca a dadi col destino e improvvisamente toglie la stabilità, un film in cui il protagonista, allorché la figlia pretende di sapere come si svolge la giornata della madre morente, replica “Niente di tutto questo merita di essere messo in mostra”. E forse, è proprio per questo che Haneke, senza alcuna ipocrisia, ha il coraggio di esibire tutto ciò… per far riflettere e pensare poiché “Gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria, l’ignoranza, hanno creduto meglio, per essere felici, di non pensarci” (B. Pascal). n Un motivo, che fa così 26 Raffaele Montanarella Operatore del SAD Anziani di San Lazzaro di Savena liber libero liber libero liber libero numero 44 giugno 2014 La rubrica dedicata ai suggerimenti di lettura è uno spazio a disposizione di tutti. Chiunque volesse scrivere un commento o un’impressione su un libro che si è apprezzato e che si vuol condividere con gli altri, può contattare la redazione allo 051 7419001 o scrivendo a scoop@cadiai.it Non posso stare altrove | Per una vita intera Marco Cevolani di Lisa Lambertini “Non posso stare altrove” e “Per una vita intera” sono due splendide e delicate storie d’amore. L’autore, Marco Cevolani, racconta con purezza il sogno di un mondo migliore; partendo dal calcio, ambiente fatto di denaro e protagonismo ed arrivando all’affido di un bimbo ad una coppia omosessuale. Nel primo, “Non posso stare altrove”, Samuel Bertelli è un calciatore di Serie A. All’apice della sua carriera, a 25 anni, lascia il calcio giocato per stare accanto al compagno Riccardo, gravemente malato, rivelando quindi al mondo la sua omosessualità. Riccardo, durante un delicato intervento chirurgico per la rimozione di un tumore al cervello, muore, gettando Samuel nello sconforto. Passano tre anni, tre anni che Samuel vive assolutamente in modo apatico. Un giorno Samuel casualmente assiste ad una partita di calcio di una squadra della frazione di Pieve di Borgopianura, suo paese natale, una squadra sull’orlo del fallimento e decide di rilevarla e di diventarne l’allenatore, riuscendo a portare la formazione ad una insperata salvezza. Il secondo, “Per una vita intera”, inizia dove “Non posso stare altrove” finisce, con i festeggiamenti per l’importante vittoria, salvo un piccolo flash back dove vediamo Riccardo e Samuel, appena diciottenni, progettare il loro futuro. Samuel, dopo aver riorganizzato la squadra, decide di tornare in Sardegna, dove anni prima aveva fatto la prima vacanza assieme a Riccardo. Sul traghetto che lo porta in Sardegna conosce Mattia e i suoi genitori, una coppia di sordomuti. Mattia non soffre di questo handicap e si rivelerà un bambino molto sveglio, accettando l’omosessualità di Samuel che è il suo idolo. A Cagliari Samuel fa la conoscenza di Benedetto Di Gennaro. Samuel subito prova attrazione per questo ragazzo, frenato però sia dal ricordo di Riccardo che dal fatto che Benedetto è etero e fidanzato. Tra i due inizia una particolare amicizia, fatta di confidenze e di primi baci. Ma la felicità di Samuel viene sconvolta da un fatto veramente triste: i genitori di Mattia muoiono in un incidente stradale e lui si offre di diventare il tutore del piccolo Mattia a cui sono rimasti solo i nonni paterni, ormai troppo anziani per accudire un bambino di otto anni. Ho letto entrambe le storie, omettendo da questo mio racconto colpi di scena e conclusioni, per lasciare a voi il piacere di questa lettura, che scorre leggera seppur carica di significati sociali ed affettivi, nella speranza che ci siano davvero dei “Samuel” come il protagonista di questi due racconti di Marco Cevolani. La saga prosegue con “Un passo alla volta” e “Tranquilli, ci pensa Mattia” di prossima stesura. 27 numero 44 giugno 2014 Convenzioni in favore dei soci Assicoop Sicura - Agente UNIPOL UGF assicurazioni - UGF Banca Convenzione assicurativa e bancaria per i soci CADIAI e familiari conviventi. Condizioni di miglior favore e di sconti sulle principali polizze (es: R.C. 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Teatro “Arena del Sole” di Bologna - 20% sui biglietti di ingresso così come previsto per tutti gli associati delle cooperative aderenti a Legacoop. rubriche rubriche rubriche Pillole verdi Piccoli consigli di sostenibilità ambientale Le cassette della frutta possono diventare degli oggetti di arredamento utili e spesso molto eleganti. Assemblate una accanto l’altra, in senso verticale o orizzontale, si possono realizzare delle splendide librerie oppure basta capovolgere le cassette e ricoprirle con un cuscino di cotone per ottenere degli originali posti a sedere per le vostre verande. Dono-Presto-Cerco La rete di CADIAI per mettere in contatto le persone e incrociare i loro bisogni. Il DONO-PRESTO-CERCO è una modalità di donazione e/o prestito, fra i soci e i dipendenti della cooperativa, di quegli oggetti che hanno per i singoli terminato la propria utilità. È prevista anche la possibilità di CHIEDERE (“cerco la tal cosa…, c’è qualcuno che ce l’ha?”), perché il bisogno di qualcuno può far ricordare ad altri di avere degli oggetti inutilizzati e magari sollecitare la disponibilità a prestarli o donarli. “Fiocco azzurro nella (quasi) redazione di Scoop” Non è proprio proprio parte della redazione, ma dopo anni di collaborazione e di numeri di Scoop impaginati è come se lo fosse: auguri alla nostra grafica Natascha per la nascita di Bruno. Come funziona? Chi vuole donare, prestare o cercare, fa la propria segnalazione ad uno dei seguenti referenti, contattandoli direttamente presso i servizi in cui lavorano: • C ristina Anteghini, Monica Bernabiti, (Residenza per disabili “La Corte del Sole” di San Giovanni in Persiceto); • Lara Girotti e Laura Piana (Nido ”Gatto Talete” di Castel Maggiore); • Giulia Casarini (uffici della sede); • Roberta Meotti (Casa protetta “Torre di Galliera”); • Nada Milenkovic (Nido “Abba” di Bologna); • Giuseppina Reto (“Balenido” di Casalecchio). numero 44 giugno 2014 Nati in CADIAI Congratulazioni alle neo mamme Valentina Buvoli Maria Paola Lodi Sara Madrigali Martina Masi Annamaria Pilo Questa lista di persone è naturalmente aperta ad altre che vi si volessero aggregare. Le segnalazioni vengono esposte nelle bacheche dei servizi e riportate in una apposita pagina del sito: www.cadiai.it Il DONO-PRESTO-CERCO è una rete informativa che mette in contatto le persone e le loro disponibilità ed esigenze. Non è prevista alcuna modalità di stoccaggio o deposito degli oggetti: le persone si accordano autonomamente per le consegne. CADIAI augura a tutti buone vacanze! III Newsletter Per ricevere ogni mese la nostra newsletter nella tua casella di posta elettronica, iscriviti inserendo il tuo indirizzo nell’apposito spazio della pagina principale del sito www.cadiai.it Chi volesse scrivere una lettera può farlo via mail all’indirizzo scoop@cadiai.it o per posta a Scoop c/o CADIAI - Via Boldrini, 8 - 40121 Bologna
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