TORINO Promossi e bocciati il rebus degli ospedali

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la Repubblica
MARTEDÌ 11 NOVEMBRE 2014
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TORINO.REPUBBLICA.IT
L’ARTE
GLI SPETTACOLI
LO SPORT
Tutti i premi delle fiere
l’Illy va a Rachel Rose
La Nona di Beethoven
per Canino e Ballista
Toro, la difesa tiene
ma l’attacco piange
MARINA PAGLIERI A PAGINA IX
SUSANNA FRANCHI A PAGINA XIX
FABRIZIO TURCO A PAGINA XX
Stangata Irpef, ecco le cifre
> Aumenti fino al 30 per cento per i ricchi, non cambia nulla fino ai 28mila euro
> Chiamparino: “Per salvare il Piemonte non resta altra scelta, paghi chi ha di più”
L’INCHIESTA
Gtt e la truffa
delle 13mila
tessere
“fantasma”
N
EL 2015 aumenterà ancora
l’Irpef per i piemontesi. Non
saranno toccate le fasce di
reddito più basse, fino a 28mila euro, ma saliranno progressivamente dal terzo scaglione, quello fra i
28mila e i 55mila. Fino a toccare il
picco più alto per i più ricchi, con l’aliquota al 3,33 per cento. Un aumento che oscilla fra il 10 e il 30 per
cento rispetto a quest’anno.
Chiamparino spiega che non c’era
altra scelta: «Siamo intervenuti riducendo tutte le spese possibili.
Chi ha di più dia di più». Il presidente andrà a Roma non appena sarà
approvata anche la seconda parte
del piano: sanità e semplificazione.
SERVIZI ALLE PAGINE II E III
IL SONDAGGIO
IL RETROSCENA
Promossi e bocciati
il rebus degli ospedali
Banca d’Italia:
piccoli segnali
di ripresa
sul fronte
dei mutui
SARA STRIPPOLI
S
CENDE il San Luigi di Orbassano
che dovrà cedere l’emodinamica e altre specialità, cresce
invece il Mauriziano. La Città della
Salute e il Giovanni Bosco di Torino, il Santa Croce e Carle di Cuneo,
il Maggiore di Novara, i Santissimi
Antonio e Biagio di Alessandria saranno, nel piano di riforma, gli
ospedali “hub” ad alta complessità.
STEFANO PAROLA
A PAGINA XIII
SEGUE A PAGINA III
TESTO
CHE MISURA LOTRA
SPAZIO
CHE EQUIVALE
001 RIGHE
CARTELLA.
LA STORIA/VIAGGIO
CHI COMPRA
E CHI A
VENDE
NEL SUPERMERCATO
SEMPRE APERTO
Quel market
di San Salvario
dove i neon
non si spengono
Passeggeri del metrò
JACOPO RICCA
SAVANO le tessere che permettono di viaggiare gratuitamente sui mezzi pubblici di persone ormai decedute.
Sono oltre 12mila gli abbonamenti dei defunti denunciati dalla Gtt
perchè continuavano a essere utilizzati da 'portoghesi' che così evitavano di pagare il biglietto sulla
metro o sul tram. La procura di Torino, che ha aperto un'inchiesta
sul caso dopo due esposti presentati dalla Gtt, ha indagato undici
persone. Gruppo torinese trasporti ha segnalato alla polizia giudiziaria anomalie riguardo a 13mila
e 14 tessere rilasciate, rispetto a
122.521 verificate. la regione ora
vuole azzerare tutto per revisionare gli elenchi degli aventi diritto.
U
E BIANCHE luci fluorescenti
qui non si spengono mai.
Giorno, notte e ancora giorno. I neon restano sempre accesi.
In via Madama Cristina, quasi all’angolo con corso Raffaello, il
primo supermercato h24 di Torino festeggia i primi dieci giorni
di apertura illimitata. E proprio
nella notte in cui si celebrano i 25
anni dalla caduta del Muro di
Berlino, anche sotto la Mole cede
una delle ultime barriere: adesso
pure a Torino si può acquistare e
consumare sempre, come d’altronde avviene da tempo in gran
parte delle metropoli europee,
senza più alternanza tra giorni di
lavoro e giorni riposo. E senza più
distinzioni tra il giorno e la notte.
GUCCIONE A PAGINA V
SEGUE A PAGINA XVII
IL CASO
Il buono scuola
cambia di nuovo
si alza il reddito
di chi ha diritto
C
AMBIANO di nuovo le regole
per ottenere il buono scuola. Ieri infatti la commissione di Palazzo Lascaris ha di
nuovo modificato i criteri necessari per ottenere il contributo e
accettando la proposta del Movimento 5Stelle la maggioranza di centrosinistra e l’assessore
all’istruzione Gianna Pentenero hanno alzato al fascia di reddito Isee che avrà diritto alle sovvenzioni, da 20 mila a 26 mila
euro.
Aumenta il numero delle richieste, quindi, ma rimane invariata la cifra destinata a finanziare l’operazione per cui, di
conseguenza, il contributo sarà
identico per i redditi fino a 20 mila euro ma sarà un po’ più ridotto per quelli più alti. E le nuove
regole penalizzeranno in modo
più significativo chi si iscrive alle scuole paritarie rispetto a chi
frequenta gli istituti pubblici.
GIACOSA A PAGINA VII
LE IDEE
Mauro, lezione
sulla macchina
della conoscenza
L
VERA SCHIAVAZZI
U
N GRANDE quotidiano, e il
suo funzionamento, raccontati come se si trattasse di una “Macchina della
Conoscenza”. Che è anche il
modo in cui si intitola la lezione
di Ezio Mauro, il direttore di Repubblica, in programma oggi
alle 18,30 alla scuola Holden di
piazza Borgo Dora 49 e aperta
al pubblico.«SE devo dire da dove comincia tutto, è qui. Un cartoncino bianco, nuovo, intatto.
Ne ho due mucchi dietro di me,
sullo scaffale, pronti all’uso».
I banchi dello store di via Madama Cristina che non chiude mai
SEGUE A PAGINA XI
IL PRESIDENTE E I PIANI DI ESPANSIONE DELLA MULTIUTILITY
Iren, Profumo gioca a Risiko
L’EVENTO
LA CURIOSITÀ
STEFANO PAROLA
“Chiave a stella”
Il premio alle Pmi
finisce a Venaria
e a Brandizzo
Incoronate la Ellena
e la “Rp rivestimenti”
EMILIO VETTORI
A PAGINA XIV
I
REN ha fame. L’ex municipalizzata dell’energia intende espandersi ancora.
Non ne fa segreto il presidente Francesco Profumo durante la premiazione di “Chiave
a stella”: «Oggi Iren è attiva
in cinque “cinte daziarie”, in
cui vivono 2,5 milioni di cittadini. Con la Città metropolitana possiamo avviare un
processo dal basso che ci porti a offrire servizi in un’area
con 2,5 milioni di residenti».
SEGUE A PAGINA XIV
Smat, ultima sfida
dei ricercatori:
inventare l’acqua
“autopulente”
Investiti tre milioni
Assunti 5 giovani
GABRIELE GUCCIONE
A PAGINA XVI
REDAZIONE DI TORINO VIA BRUNO BUOZZI, 10 ■ 10123 ■ TEL. 011/5169611 ■ FAX 011/533327 ■ CAPO DELLA REDAZIONE PIER PAOLO LUCIANO ■ VICARIO ROBERTO ORLANDO ■ INTERNET TORINO.REPUBBLICA.IT ■ E-MAIL: TORINO@REPUBBLICA.IT ■ SEGRETERIA DI REDAZIONE TEL. 011/5169611 ■ FAX 011/533327 DALLE ORE
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Sanità Socio-Assistenziale
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la Repubblica MARTEDÌ 11 NOVEMBRE 2014
III
PER SAPERNE DI PIÙ
www.regione.piemonte.it
torino.repubblica.it
“Paghi chi ha di più
Per salvare il Piemonte
non c’era altra scelta”
GOVERNATORE
Sergio
Chiamparino
presidente
della Regione
Piemonte
L’INTERVISTA
SARA STRIPPOLI
P
ta complessità. Poi ci sono gli ospedali di
base, che nella proposta di Saitta sono 9:
strutture che prevedono l’esistenza di
un pronto soccorso, adatto però soltanto alla stabilizzazione clinica, a procedure diagnostiche o a trattamenti terapeutici per casi non gravi.
Per quanto riguarda le strutture torinesi è ancora incerto il destino dell’ospedale Martini, che probabilmente resta ospedale “spoke” con Dea di primo livello, ma per il quale in futuro potrebbe
essere immaginato un accorpamento
funzionale con il Mauriziano. Dovrebbe
invece essere segnato il destino dell’Oftlamico, che perderà subito il pronto
soccorso e dovrebbe confluire nella
Città della Salute. Stessa sorte per l’Amedeo di Savoia, con l’infettivologia che
passerà alla Città della Salute, e del Maria Adelaide, già declassato dalla precedente giunta. Perché rimodulare la rete
ospedaliera? «Per una maggiore sicurezza dei pazienti, un sistema più efficiente e sostenibile e imprescindibili esigenze normative», si legge nel documento. Norme alle quali il Piemonte, Regione peraltro in piano di rientro, non si
può sottrarre.
(s .str.)
250 dipendenti che non saranno licenziati ma accompagnati
progressivamente alla pensione. Con la previsione di intervenire anche sul personale amministrativo della sanità, su partecipate ed enti collegati, sedi decentrate, affitti. E quando parliamo di riduzioni come quella
prevista per l’Arpa, non voglio
dire che lì ci siano stati sprechi.
Parliamo di razionalizzazioni.
Spero che tutte le forze politiche
dimostrino senso di responsabilità: il piano dovrebbe essere approvato entro fine anno»
Dopo aver pensato di ridurre
le aliquote delle prime due
fasce di reddito, alla fine
avete scelto la strada delle
detrazioni per nuclei familiari. Le riduzioni non erano sostenibili?
«Alla fine le riduzioni
avrebbero portato pochi
spiccioli nelle tasche dei cittadini. Peraltro, considerato
che nelle prime due fasce di
reddito ci sono due milioni di
persone, per noi la penalizzazione sarebbe stata pesante. Le detrazioni sulla base del quoziente familiare
consentiranno di andare incontro alle esigenze di tutti
i cittadini che devono sostenere le tante spese per i figli, indipendentemente dal reddito. Se
qualcuno ha delle proposte concrete da fare in alternativa,
mantenendo inalterati gli
obiettivi, saremo felici di prenderle in considerazione».
Pensate a famiglie con due o
tre figli?
«Sì, dovrebbe essere così.
Quando parliamo di nuclei familiari numerosi non penso ai
nove figli di Delrio, per intenderci».
Quando andrete a Roma a
chiedere al ministero dell’economia di accogliere il piano
del Piemonte?
«Non appena avremo approvato tutti i quattro punti della
manovra. La prossima settimana in giunta passeranno il piano
di riorganizzazione della sanità
e la legge di semplificazione. Il
piano di riduzione dei costi della
politica lo considero già approvato».
Si sente di escludere che il ministero possa pretendere un
piano ancora più severo?
«Quando una Regione è in
una situazione di così grave criticità nessuno può escludere
che ci chiedano di portare al
massimo l’aliquota dell’Irpef
per tutte le fasce di reddito e aumentare l’Irap. Io però sono ottimista: confido che il nostro piano possa essere accolto. Aggiungo due considerazioni: la prima
è che non ho mai attribuito responsabilità a questo o a quello.
In secondo luogo, di fronte a dati come questi potremmo anche
dire che ci limitiamo a spendere
i 70 milioni che ci restano. Francamente, però, non vedo cosa
possa servire fare il presidente
di una Regione che non ha alcun
margine per sviluppo e crescita:
per questo sarebbe sufficiente
qualche dirigente che gestisca i
fondi in arrivo da Roma».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Chiamparino,
non c’era davvero alternativa all’aumento delle tasRESIDENTE
Polemiche
da M5S e Sel
“Questa
Chiampa-tax
va fermata”
tornare indietro rispetto alle scelte inique di
Cota». Positivo i commenti del segretario Pd
Davide Gariglio: «Una manovra ispirata a
principi di equità», e dei Moderati: «Una manovra difficile ma inevitabile. La accettiamo
perché sappiamo che la situazione delle casse piemontesi è grave e necessita di un rinnovamento immediato».
(s. str.)
“
LA MANOVRA
La sede della Regione
in piazza Castello: il
piano tasse-tagli sarà
poi valutato a Roma
se?
«Non credo ci fosse altra strada, perché ci troviamo in una situazione in cui, tolte le spese di
personale, la sanità, il trasporto
pubblico e il co-finanziamento
dei fondi europei, avremmo soltanto 70 milioni per tutto il resto, quando quest’anno ne abbiamo spesi 580. Diciamo che
per mantenere una condizione di coesione sociale mancano circa 500 milioni. E aggiungo che questa è solo la
fotografia dell’eredità del
passato, che non tiene conto di
ulteriori tagli che potrebbero arrivare con la nuova finanziaria».
Per le fasce di reddito più alte
ci sono aumenti che arrivano
e superano il 30 per cento.
Una stangata, non crede?
«Se si vogliono salvaguardare
i redditi più bassi non so che altro si potesse fare, si chiede di
più a chi ha di più. Vorrei sottolineare che chi ha un imponibile
di 50mila euro pagherà 96 euro
in più all’anno rispetto al 2014».
Qualcuno potrebbe obiettare
che gli sprechi degli enti pubblici sono ancora tanti e che
prima di aumentare le tasse
ai cittadini si dovrebbero tagliare quelli. Pensa di aver fatto il possibile per ridurre le
spese?
«Siamo intervenuti su tutto.
Avremo un calo progressivo di
Al netto dei servizi
ci resterebbero 70
milioni: quest’anno
ne abbiamo spesi 580
Ci sono criticità gravi,
Roma potrebbe pure
chiedere un’Irpef
al massimo per tutti
Su il Mauriziano, giù il San Luigi
La sanità concentra le eccellenze
DECLASSATO
Il San Luigi
di Orbassano
da “Dea”
di secondo
livello
dovrebbe
retrocedere
a primo con
la perdita
della
emodinamica
e di altri
servizi
<DALLA PRIMA DI CRONACA
Q
UELLI, per intenderci, che devono
avere un Dea di secondo livello,
attrezzati a trattare i casi più gravi, e discipline complesse come la cardiologia con l’emodinamica, la neurochirurgia, la chirurgia vascolare e toracica, la radiologia interventistica e la rianimazione pediatrica e neonatale, senza citarle tutte. Ai cinque ospedali citati,
il nuovo piano di riorganizzazione della
rete ospedaliera di Antonio Saitta potrebbe aggiungere adesso il Mauriziano
di Torino, che sale di grado. Ad essere declassato, invece, dovrebbe essere il San
Luigi di Orbassano, che da Dea di secondo livello dovrebbe retrocedere al primo. Con le conseguenze inevitabili a partire dalla perdita dell’emodinamica, sulla quale molte barricate si sono alzate
negli anni passati. La parte universitaria dovrebbe confluire nella Città della
Salute, mentre per il resto l’azienda di riferimento potrebbe essere l’Asl To3.
Le indicazioni generali del nuovo piano che l’assessore alla sanità porterà in
giunta la prossima settimana (l’obiettivo è un’applicazione in tre anni, fino al
2017) si trovano in un documento dal titolo “Rimodulazione delle reti assisten-
ziali, delle strutture complesse ospedaliere e rilancio del territorio”, dove sono
indicati i numeri generali partendo dalle severe indicazioni ministeriali: la proposta dice che gli ospedali “hub” sono 6,
mentre gli “spoke” saranno 19 (attualmente sono 24). Con questo schema, ad
essere penalizzati dal declassamento
potrebbero essere alcune strutture fuori dalla provincia di Torino: Tortona o No-
Rassegna del 11 novembre.pdf
vi Ligure ad
esempio, dove da giorni si guarda preoccupati alle scelte della Regione. Gli
spoke sono ospedali privi di discipline ad
alta intensità, il cui pronto soccorso deve prevedere «forme di consultazione,
ed eventuale trasferimento dei pazienti
presso centri di secondo livello». Di fronte ad un ictus, ad esempio, è consigliabile contattare un Dea attrezzato per l’al-
pagina 31
Sanità Socio-Assistenziale
12 45
LA STAMPA
MARTEDÌ 11 NOVEMBRE 2014
.
VCO .49
“Un Dea deve chiudere
I sindaci decidano quale”
L’annuncio dell’assessore regionale: “Risposta entro pochi giorni”
Intervista
DANILO DONADIO
I consiglieri dimissionari ieri hanno spiegato le motivazioni
A rischio
Uno dei
due Dea
(Verbania
o Domodossola)
è prossimo
alla chiusura
Verrà
declassato
in pronto
soccorso
Sopra
l’assessore
regionale
Antonio
Saitta
LUCA BILARDO
OMEGNA
a specificità montana permette già
al Vco di avere due
ospedali, non può
avere anche due
Dea». Quello che fino a pochi
giorni fa era un timore di sindaci e comitati, ora è diventata una certezza annunciata
dall’assessore regionale alla
Sanità Antonio Saitta, che ieri sera a Omegna ha incontrato gli amministratori del Vco.
L
Assessore, alla fine i tanto
temuti tagli arriveranno?
«In questa fase dobbiamo assolutamente salvare la sanità
pubblica e questo passa da
una riorganizzazione della rete ospedaliera. Negli anni
scorsi si è speso tantissimo e
per la politica sanitaria siamo
in una fase di sostanziale
commissariamento. È nostro
dovere da un lato mettere a
posto i conti e dall’altro salvaguardare le condizioni di sicurezza basandoci sui parametri del Patto per la salute».
Cosa cambia nell’organizzazione dei reparti?
«L’ospedale base ha comunque
un pronto soccorso, non sarebbe una mera lungodegenza. E
poi avrebbe medicina, chirurgia, ortopedia, traumatologia,
anestesia, radiologia, alcuni
posti di osservazione intensiQual è la riorganizzazione va, laboratori ed emoteca, più
alcune discipline, come possoche avete in mente?
«Le linee guide prevedono tre no essere per esempio urolotipi di ospedali: gli hub, che gia, otorino o oncologia. L’ospesono quelli più completi. Poi dale spoke in più avrebbe un
ci sono gli spoDea di primo like che hanno
CAMBIO DI ROTTA vello, cardioloun Dea di prineurologia,
«Era una non scelta gia,
mo livello e gli
rianimazione, tel’ospedale unico rapia intensiva e
ospedali di badiviso in più sedi» psichiatria. Alla
se con solo un
pronto soccorfine per il cittadiso. Secondo i parametri del no cambierebbe ben poco».
Patto per la salute uno spoke
Quello del Vco però è un ospedeve avere un bacino d’utendale unico plurisede.
za tra i 150 e 300 mila abitanti «Ecco, è finito il tempo di quee più di 45 mila accessi al Dea. sto tipo di soluzioni che sono
Stando ai dati che ho, al Dea state solo un modo per aggiradi Domodossola ci sono 22 re la realtà e non prendere demila accessi, 25 mila a Verba- cisioni. E poi con un ospedale
nia e 10 mila a Omegna. Nu- spoke e uno base, ogni reparto
meri alla mano nel Vco c’è avrebbe il suo primario. Una
spazio per un ospedale spoke, scelta ora bisogna farla, non
e quindi un solo Dea, e un solo per i conti ma anche per la
ospedale di base».
salute. Non si può rischiare sul-
il caso
VINCENZO AMATO
VALSTRONA
tornata l’allerta maltempo in
tutto il Vco ed è critica la situazione nel Cusio e in modo
particolare in valle Strona, zona già
colpita da frane e smottamenti anche nelle scorse settimane. La ditta
incaricata di ricostruire il tratto di
strada che ha ceduto in località Sasso Gambello, all’imbocco della valle
e ancora nel comune di Omegna, ha
lavorato ininterrottamente sia sabato che domenica. Ieri pomeriggio però, a causa delle forti piogge che
hanno interessato l’intera zona, ha
dovuto sospendere i lavori.
Dovrebbero riprendere probabilmente, meteo permettendo, già oggi
in modo tale da consentire il ripristino della viabilità a senso unico alternato, domani o al massimo dopodomani. «La prima fase dei lavori con-
È
Rassegna del 11 novembre.pdf
la salute dei cittadini per tenere aperti reparti con poche
prestazioni».
In un territorio in prevalenza
montano però le necessità e i
tempi di percorrenza sono diversi diversi rispetto alla pianura.
luzioni. Certo è che una decisione deve essere presa: altrimenti si assume la Regione
l’onere della scelta. I tempi sono ristretti: giovedì 20 devo
presentare a Roma il piano di
riorganizzazione».
Lo sa che questo solleverà
«Per questa specificità il Vco
giorni di polemiche?
avrà i due ospedali e poi sarà «E cosa devo fare, fermarmi?
potenziato il sistema di tra- Siamo in queste condizioni
sporto e le strutture saranno in perché in passato non si sono
rete. Io stesso però non mi farei prese scelte, anche dolorose,
curare dall’ospedale più vicino ma necessarie e così si è speso
a casa, ma in basoldi che ora non
se alla tipologia TERRITORIO MONTANO ci sono più. Sono
di problema
che gli
«Con la specificità convinto
sceglierei la
amministratori e
il Vco mantiene la gente capiranstruttura più
due poli sanitari» no. La riorganizadeguata».
zazione ci perAppurato
che questa sarà l’organizza- mette di utilizzare meglio le
zione, bisogna decidere se risorse: vogliamo potenziare
l’ospedale spoke, con Dea e il sistema di assistenza domiuna serie di reparti, sarà il Ca- ciliare come alternativa seria
stelli o il San Biagio. Qual è il all’ospedalizzazione».
vostro progetto?
«Non abbiamo una soluzione
dall’alto da calare sulla testa
della gente. Per questo vogliamo sapere dai sindaci cosa ne
pensano e chiediamo a loro,
che conoscono il territorio e lo
amministrano, di proporci so-
I sindaci ossolani hanno rispolverato l’idea di un nuovo
ospedale. Cosa ne pensa?
«Ma non scherziamo. Se non
mettiamo a posto i conti potremmo non avere soldi per pagare il personale, è inimmaginabile un’altra struttura».
Torna il maltempo
e la valle Strona
è di nuovo bloccata
Cantiere
sospeso
All’imbocco
della valle
Strona
ieri sono stati
bloccati
i lavori
Riprenderanno quando
il meteo
lo consentirà
pagina 32
BAVENO. MAGGIORANZA IN CRISI
Dimissioni in massa
Il Comune vicino
al commissariamento
LUCA GEMELLI
BAVENO
Si avvicina l’ipotesi del commissario prefettizio per Baveno, a soli 169 giorni dalle
elezioni di maggio in cui
Franco Ottinetti era uscito
dalle urne sindaco alla guida
della lista Baveno Futura.
La maggioranza, che aveva già mostrato forti crepe
nei giorni scorsi con la rinuncia alle deleghe da parte di
assessori e consiglieri, si è
definitivamente infranta ieri
quando sette consiglieri su
otto eletti della lista Baveno
Futura hanno presentato le
dimissioni. Lo scioglimento
del Consiglio e quindi la decadenza del sindaco potrebbero non essere immediati
solo perché uno dei dimissionari non ha potuto consegnare di persona il documento al
protocollo essendo in viaggio
e prevedendo la legge in questo caso una delega autenticata al depositante.
A firmare la lettera di dimissioni sono stati Camilla
Cordero, Riccardo Fedeli,
Marco Sabatella, Cinzia di
Soccio, Anna Montalto, Luigi
Paparella e Stefano Vallelonga. E’ rimasto invece al fianco del sindaco l’assessore al
bilancio Daniele Griggi. «E’
stata una decisione sofferta,
su cui abbiamo riflettuto
molto - ha spiegato la capogruppo di Baveno Futura
Anna Montalto -. Volevamo
portare il cambiamento ma
non siamo stati messi nella
condizione di farlo».
Gli scricchiolii in maggioranza non sarebbero cosa recente. «Già lo scorso 25 luglio,
a soli due mesi dalle elezioni aggiunge Montalto - abbiamo
consegnato al sindaco Ottinetti un documento formale contenente le richieste per un metodo di lavoro mirato e auspicando una maggior collaborazione e cooperazione tra sindaco e gruppo consigliare».
I consiglieri dimissionari
tra le cause dell’insanabile
frattura lamentano poca trasparenza. «Per chiarire la questione del bilancio avevamo
sollecitato una richiesta alla
Corte dei conti - spiega Cordero, fino a 11 giorni fa vicesindaco -. La richiesta è stata inviata
ma la risposta non ci è mai stata comunicata». «In cinque
mesi avrò visto il sindaco tre
volte, ed era sempre di corsa segnala Paparella, consigliere
che aveva la delega all’ambiente. Se si fosse trattato di un
matrimonio, si sarebbe parlato di incompatibilità personale
tra il sindaco e la sua maggioranza. «Forse nella scelta del
candidato c’è stato un’errore»
ammette Montalto.
«Nonostante l’ostruzionismo del sindaco - conclude
Cordero - alcune cose siamo
riusciti a farle, dall’apertura
del centro prelievi a Baveno e
Feriolo, già utilizzato da 70 cittadini, al centro estivo senza
costo per il Comune, all’avvio
della procedura di esternalizzazione della Casa anziani.
Avremmo voluto fare di più,
ma non ci è stato possibile».
siste nel mettere in sicurezza con mi- senso unico alternato al mattino dalle
cropali la parte di carreggiata, quella 6 alle 9 e alla sera dalle 17 alle 20. A
a monte, che non è franata - osserva Omegna è stata attivata la sala operaRino Porini, consigliere comunale a tiva della protezione civile che oltre a
Germagno e in provincia e tecnico del gestire la situazione in valle deve mosettore edilizio - in una seconda fase si nitorare anche il livello delle acque del
ricostruirà l’intero pezzo di strada lago d’Orta salito di oltre un metro. Il
che è franata».
lago è esondato nella zona dei giardini
Resta chiusa la strada tra le frazio- pubblici e, stante la situazione, presuni Canova a Prelo. «Più complesso e mibilmente oggi le acque potrebbero
dispendioso è l’intervento su quel invadere anche piazza Salera e il partratto - dice il presidente della Provin- cheggio dell’ospedale. A causa delle
cia Stefano Costa - in attesa di molte- forti precipitazioni è strada chiusa
plici interventi di
nuovamente la
carattere definitiPRECIPITAZIONI strada provinciale
vo e del loro finan- A Omegna è esondato il lago tra Rovegro e Ciziamento, non recogna; la Provinnella zona dei giardini cia ha emesso altre
sta che vietare
Disagi anche nel Verbano due ordinanze ritemporaneamente
la circolazione
guardanti la proquando viene emesso un bollettino vinciale di Esio che è aperta a senso
con rischio idrogeologico». Il traffico unico alternato regolato da un semada Omegna e verso la valle Strona è foro e comunque limitata ai veicoli con
deviato da Gattugno a Colla e da qui a peso complessivo non superiore alle
Germagno. Una strada stretta con al- due tonnellate e mezzo. Stesso provcuni punti in cui passa un’auto soltan- vedimento anche per la provinciale di
to. Per evitare ulteriori disagi agli au- Caprezzo; è consentito il passaggio
tomobilisti i volontari Aib di Germa- agli scuolabus ed ai mezzi di emergengno fanno i movieri. A turno nelle ore za. In caso di forti piogge però le due
di punta fanno transitare le auto a strade verranno chiuse al traffico.
Sanità Socio-Assistenziale
12 45 67 18
LA STAMPA
MARTEDÌ 11 NOVEMBRE 2014
.
Cronaca di Torino .41
g
Impianti termici
Bollino blu
su caldaie
e radiatori
L’entità del contributo, come le modalità di
versamento, saranno oggetto di un’altra
delibera ma nemmeno gli impianti termici
saranno risparmiati dalla stangata. Obiettivo:
«Assicurare la copertura dei costi necessari
per l’adeguamento e la gestione del catasto
degli impianti termici, nonchè per gli accertamenti e le ispezioni». Insomma: arriva
anche il Piemonte il bollino blu, con un extragettito previsto di 9 milioni. Come ha spiegato Chiamparino, finora il Piemonte, insieme
alla Provincia autonoma di Trento, era la sola
Regione che non lo prevedesse».
Buono scuola
Cura dimagrante
da 100 milioni
I
rpef e bollo auto, certo. Ma anche
una serie di tasse minori, non per
questo meno invise ai piemontesi:
in primis, il «bollino blu» per gli impianti termici. Provvedimenti che
completano la manovra fiscale approvata in giunta. L’altra faccia della medaglia è il piano di riduzione delle spese che entro il 2017 porterà un rispar-
mio di un centinaio di milioni. Dal pensionamento del personale alle dismissioni immobiliari, passando per il riordino delle partecipate e l’abolizione di
enti non strategici, l’obiettivo è liberare risorse da reinvestire nei servizi
essenziali. «Con una premessa - avverte Chiamparino -: ridurre i costi non
significa ridurre le politiche». [ALE. MON.]
Asl
Acqua ed energia
Ritocco
in alto
del canone
Circa 8 milioni: tanto la Regione calcola di
ottenere dall’adeguamento dei canoni per
l’utilizzo delle acque a scopo energetico. Il
tema, anticipato dall’assessore al Bilancio
nei giorni scorsi, interessa essenzialmente i
grandi produttori del comparto idroelettrico. Gli importi, a seconda della potenza
nominale media di concessione per gli utenti, variano da un minimo di 28,50 euro a 42
euro per ogni kW. Non solo: da gennaio 2015
l’importo minimo del canone annuo per uso
agricolo, informa la giunta regionale, sarà
pari a 35 euro.
Dipendenti
Partecipate
Il “tetto”
sale a quota
26 mila euro
Centralizzati
i pagamenti
ai fornitori
Personale
tagliato
del 10 %
In arrivo
vendite
e chiusure
È stato portato a 26mila euro il tetto Isee per
gli assegni di studio. «Non essendo variati i
finanziamenti a nostra disposizione, 16 milioni, abbiamo dovuto ridurre le risorse per ogni
fascia di reddito - spiega l’assessore regionale
all’Istruzione Gianna Pentenero -. Tre le
fasce di reddito previste: fino a 10mila euro;
da 10 a 20 e da 20 a 26 mila, pensate nell’ottica di tutelare i redditi più bassi». Sempre ieri
è stato deciso di uniformare l’accesso alle due
diverse graduatorie per richiedere gli assegni
di studio (iscrizione e frequenza e libri di
testo e trasporto).
Di fatto, le Asl pagheranno soltanto gli stipendi del personale. I pagamenti dei fornitori, degli appaltatori e dei prestatori di servizi, sia pubblici che privati, verranno centralizzati e passeranno in capo a Finpiemonte
spa. Una mossa, quella deliberata dalla
giunta, obiettivi diversi: velocizzare i pagamenti e uniformarne i tempi. Non ultimo:
garantire un controllo costante della spesa
sanitaria delle Aziende sanitarie locali,
tuttora fuori controllo, da parte dell’assessorato di corso Regina Margherita. Cioè della
Regione.
Taglio del 10 per cento del personale diretto
della Regione entro tre anni: significa 169
persone che andranno in pensione e non
verranno sostituite; la spesa per il personale
scenderà dall’1,86% di quest’anno all’1,70%
del 2017. Come annunciato nelle settimane
scorse, la Regione presenterà la «dichiarazione di eccedenza»: lo strumento per permettere agli interessati di uscire di ruolo avvalendosi dei requisiti precedenti la legge Fornero.
Non solo: il sistema, limitatamente all’area
amministrativa, sarà esteso anche alle agenzie regionali e alle Asl.
Entro il 2015 si provvederà all’integrazione
di Finpiemonte e Finpiemonte Partecipazioni, sdoppiate nella precedente legislatura.
Obiettivo: razionalizzare le società partecipate, dirette e indirette, che in alcuni casi
saranno accorpate, in altri collocate sul
mercato, in altri ancora chiuse. Di fatto, la
Regione si chiama fuori. Nell’occasione, la
giunta regionale precisa che «manterrà
invariato l’attuale assetto proprietario a
capitale interamente pubblico di Finpiemonte spa, la sua natura di società in house e le
funzioni strumentali ad essa attribuite».
Arpa
Adozioni internazionali
Trasporti
Rifiuti animali
Accorpate
le strutture
territoriali
In 18 mesi
sparirà
l’Agenzia
Novità
in arrivo
per le gare
Il Consorzio
verrà
chiuso
Tra le strategie per ridurre i costi della Regione, possibilmente migliorandone l’efficienza, c’è anche il rimodellamento dell’Arpa,
l’Agenzia regionale per l’Ambiente: l’unica
azione, è stato spiegato in giunta, per la quale
occorrerà un intervento legislativo. Le strutture dell’Arpa saranno riorganizzate su un
numero massimo di quattro articolazioni territoriali e non più su base provinciale, ha spiegato lo stesso Chiamparino «perseguendo
una riduzione della spesa che permetterà comunque all’ente di continuare a svolgere le
attuali funzioni».
Addio all’Agenzia per le adozioni internazionali: la Regione garantirà il servizio, ma lo
farà direttamente. Un altro sacrificio sull’altare dei risparmi. Dal primo ottobre 2015 la
giunta nominerà un commissario per la liquidazione dell’Agenzia, prevista nell’arco di 18
mesi e accompagnata dall’accertamento della
situazione (debiti e crediti). Il personale
dipendente a tempo indeterminato dell’«Arai», assunto tramite concorso pubblico o
acquisito tramite mobilità da altri enti, continuerà a svolgere i suoi compiti ma rientrerà
nella dotazione organica della Regione.
L’Agenzia per mobilità metropolitana diventerà Agenzia della mobilità piemontese:
nelle intenzioni della giunta, sarà il soggetto
che si occuperà dell’espletamento delle gare
per il trasporto ferroviario e, d’intesa con le
Province, delle gare per il trasporto a mezzo
autobus secondo una suddivisione in tre
aree del territorio. Le gare per il trasporto
su gomma saranno svolte non più a livello
provinciale ma in base alle tre «aree vaste»
individuate nel nuovo schema: significa che
le Province dovranno operare in convenzione tra di loro.
Sempre nell’ottica del contenimento della
spesa, da gennaio verrà abrogato anche il
«Consorzio obbligatorio per lo smaltimento o il recupero di rifiuti di origine animale
provenienti da allevamenti e industrie
alimentari». Nella fase transitoria, cioè in
attesa di sapere quali soluzioni operative
sceglieranno le imprese dopo l’abrogazione
del Consorzio,la giunta regionale autorizzerà la spesa fino a 2 milioni per evitare
danni all’ambiente e mantenere invariato il
livello di aiuto garantito alle aziende zootecniche nel 2014.
1
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Unlettorescrive:
2 «Sono alla ricerca di un far-
macocheparesiascomparsodalle farmacie di Torino e provincia
QuestofarmacosichiamaInspra
della casa farmaceutica Pfizer
AG ed è distribuito dal servizio
sanitario nazionale. Inspra è usato per il trattamento dell’insufficienza miocardica, al fine di prevenirne un’ulteriore e di ridurre
possibili ricoveri ospedalieri. Si
tratta di un farmaco nuovo che
per alcuni mesi riuscivo a avere
(non senza difficoltà) mentre, dal
mese di giugno, è introvabile. Ho
interessato alla ricerca anche
amici della Liguria e dell’Emilia,
inquelleregioniqualcosasitrova,
ma non viene accettata la ricetta
del Servizio Sanitario della Regione Piemonte. Si tratta di un
farmaco che non ha “generici”
equivalenti e quindi viene venduto ad un prezzo molto elevato.
Posso ipotizzare che la Pfizer AG
favorisca i mercati esteri e penalizziquelloitaliano?».
ALDOLITTIZZETTO
1
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B437459357C937539A63D31A9F39AB9EF1F4397A9FEE3F74F
1
Unlettorescrive:
2 «L’ultima cosa di cui ha biso-
gno Bardonecchia sono nuovi impianti di risalita. L’ha detto anche
l’ad di Colomion spa (che però è
quello che spenderà i soldi per farli):quelligiàesistentisonoutilizzati
in pieno solo nel weekend. Questa
situazionenonècasuale,maèfruttodiunosviluppoedilizioincontrollabile che non si è affatto esaurito
negli Anni 60, ma ha prodotto un
dormitorio per famiglie proprietarie e/o affittuarie di case che, per
l’appunto, sono occupate solo in
quei giorni. Io ci vado da quasi 50
anni perché mi piace lo stesso, ma
ho visto bene come sia stata scien-
Rassegna del 11 novembre.pdf
temente perseguita una certa politica: oggi per via Medail si vedono
solo vecchi e bambini. I giovani,
quelli che sciano e vogliono divertirsi, non hanno un solo posto dove
andare e spingono le loro famiglie
verso altri luoghi. La capienza alberghiera,poi,èscarsa,caraequasi esclusivamente di tipo casa di riposo. Perché mai dovrebbero arrivare i turisti delle settimane bianche,chescianodallunedìalvenerdì
e cercano bar, ristoranti, discoteche e ritrovi che non ci sono? O per
lo meno non ci sono più, perché mi
ricordo che negli Anni 70 c’erano
cinque locali per ballare, la Trau, il
laghetto per pattinare ecc. ecc. E
c’erano anche treni di “inglesi” che
arrivavanoognisettimana...».
GAETANOPAZZI
Unalettricescrive:
alla pedonalizzazione di via Roma, non rovinatela
con i mercatini. Via Roma non è la
casbamailsalottobuonodiTorino»
2 «Riguardo
MARGHERITA
Unlettorescrive:
Roma. Pedonalizzare
una via che ha, su entrambi i lati,
magnifici portici per il passeggio
larghi più di cinque metri: bravi,
davveroun’ideautile».
2 «Via
pagina 33
STEFANOGARGANO
L’assessoreallaviabilitàdiTorino
scrive:
2 «La lettera del signor Fava è
un’occasione utile per precisare
che, pedonalizzare una via, non
significa svuotarla bensì restituire lo spazio pubblico al territorio, donandogli nuova vitalità e
rimodulando, al tempo stesso, il
sistema complessivo di mobilità.
Per questo motivo la Città disponediunpianogeneralediriqualificazionedelleareesoggetteafuture pedonalizzazioni che, è da
sottolineare, non riguarda solo
via Roma ma interessa anche altre zone cittadine al di fuori del
Centro Storico.
«Inoltre, proprio per condividereconilterritoriolediversefasi
che porteranno alle scelte finali in
tale ambito, l’Amministrazione
organizzeràmomentidiconsultazione con i cittadini e con le diverse associazioni. In ultimo, piazza
San Carlo pedonale rappresenta
uno dei successi in termini di riqualificazione ambientale: chi
non ricorda le infinite polemiche
in vista della costruzione del parcheggio sotterraneo e della pedonalizzazione? Due cose di cui oggi
tutti sono contenti (così come per
via Garibaldi, o per la piazza Castello, non più gigantesca rotatoria per le auto). Il fatto che spesso
venga richiesta per eventi pubblici è un segno della percezione dei
cittadini come di un luogo tornato
adessere“pubblico”».
CLAUDIOLUBATTI
specchiotempi@lastampa.it
via Lugaro 15, 10126 Torino
Forum lettere su
www.lastampa.it/specchio
www.facebook.com/specchiodeitempi
Sanità Socio-Assistenziale
12 45 67 18
LA STAMPA
MARTEDÌ 11 NOVEMBRE 2014
.
Cronaca di Torino .43
SMAT, IREN E HERA
Retroscena
Patto a tre
per migliorare
la qualità
dell’acqua
MAURIZIO TROPEANO
I
l conto alla rovescia è
iniziato. Oggi l’assessore alla salute del Piemonte, Antonio Saitta,
illustrerà nelle competente commissione del Consiglio regionale i criteri generali che ispireranno la riorganizzazione della rete ospedaliera del Piemonte. Lunedì la
giunta regionale abbinerà ai
parametri i reparti e i servizi
che saranno accorpati e i primariati che saranno aboliti.
La linea guida che sta seguendo l’assessore è quella di
ridurre la frammentazione
della rete e questo vale anche
per Torino. L’assessore ha finora tenuto ben coperte le
sue carte ma dalle presentazione che sta facendo in giro
per il Piemonte è possibile
provare a individuare alcune
linee guida. In città, ad esempio, il pronto soccorso del
Martini viene declassato e
dovrebbe avere come punto
di riferimento il Mauriziano
che manterrebbe il ruolo di
hub che verrebbe invece tolto al San Luigi di Orbassano
che dovrebbe interagire con
Rivoli. L’Amedeo di Savoia
dovrebbe essere chiuso e le
ANTONIO LO CAMPO
Il governo: sul Gradenigo decide la Regione
Il futuro del pronto soccorso del Gradenigo dopo il passaggio della proprietà all’Humanitas adesso è tutto in mano alla Regione
Piemonte. Il governo ha spiegato che non ci sono leggi nazionali che impediscono ad un privato di gestire i servizi di emergenza
LE EMERGENZE
La riforma degli ospedali
ridimensiona il San Luigi
Il dea del Martini sarà
declassato, possibili
sinergie con il Mauriziano
attività riorganizzate alle
Molinette e al Giovanni Bosco. Anche l’Oftalmico verrebbe ridimensionato anche
se dovrebbe mantenere un
presidio per l’emergenza. E
poi resta da risolvere il caso
del Gradenigo, il ministero
della Salute, infatti, ha spiegato alla regione che non esiste una legge nazionale che
impedisce l’esercizio dell’attività di pronto soccorso da
parte di una struttura privata, dunque tocca alla giunta
di centrosinistra decidere.
Ridurre i primari
Va detto che a oggi non è stata adottata alcuna decisione,
anche se il declassamento
del pronto soccorso dell’ospedale di Tortona sta provocando le proteste del territorio. Nel piano di Saitta, infatti, vengono individuati 19
dea di primo livello, adesso
sono 21, sei di secondo livello,
oggi sono 7 e nove pronto
soccorsi semplici. Nelle presentazioni in giro pr la regio-
Il piano di Saitta: chiuso l’Amedeo di Savoia, ridotto Oftalmico
4
45
dicembre
mila
In prefettura ci sarà
l’incontro decisivo sul
futuro dell’ospedale
Gradenigo
Sono i pazienti che
transitano ogni anno dal
pronto soccorso del
Gradenigo
ne saitta ribadisce che il tema
non è la chiusura degli ospedali ma la razionalizzazione dei
reparti. Se questa è la linea politica che l’assessore con l’assenso del presidente Sergio
Chiamparino porterà avanti,
allora sarà interessante capire
quanti e dove sono i primariati
che saranno cancellati.
La rete a Torino
A Torino il declassamento del
servizio di emergenza del Martini non significa che il pronto
soccorso sarà cancellato, anzi
continuerà a garantire una
parte del servizio di assistenza
per le 75 mila persone che ogni
anno si rivolgono all’ospedale.
Resta da capire come sarà garantito il servizio di continuità
assistenziale sul territorio. Sarebbe confermato la progressiva dismissione dell’Amedeo
di Savoia e dell’Oftalmico con
un’ipotesi di trasferimento
della tramautologia oculare alle Molinette o al Mauriziano.
Il caso Gradenigo
In attesa del perfezionamento
del passaggio di proprietà dell’ospedale all’Humanitas è arrivato il parere del Governo che
individua nella libera scelta della regione il futuro del pronto
soccorso. A livello nazionale, in-
fatti, non esistono ostacoli all’esercizio di un servizio di emergenza da parte di un privato. In
Piemonte c’è una legge che lo
impedisce e dunque tocca alla
giunta regionale decidere che
cosa fare. Saitta e Chiamparino
hanno sempre ribadito la necessità di mantenere il servizio di
emergenza che viene usato da
45 mila persone. Due le possibilità: la modifica della legge regionale oppure un provvedimento amministrativo che riconosce l’accreditamento per una
casa di cura con pronto soccorso. Il prossimo 4 dicembre in
prefettura si dovrebbe svolgere
la riunione definitiva anche se
resta da risolvere la questione
legata allo status del personale
medico e sanitario.
Dimensionamento
A MIRAFIORI, SAN DONATO E BARRIERA
Il Comune e la Provincia
hanno presentato i piani
per accorpare gli istituti
con meno di 600 iscritti.
Tra questi, la scuola Perotti
I presidi bocciano le nuove scuole
“Rischiamo di creare dei ghetti”
MARIA TERESA MARTINENGO
Cambierà anche nel 2015/16 la
geografia delle scuole torinesi: quelle che non arrivano a
600 iscritti si uniranno ad altre per rispettare i parametri
regionali e creare istituti comprensivi - come è richiesto dal
ministero dell’Istruzione - con
materna, primaria e media.
L’Itc Luxemburg, sotto il limite, sarà accorpato all’attiguo scientifico Copernico. Per
la scuola di base, tre sono i restyling annunciati dal Comune: l’elementare Manzoni di
corso Svizzera entrerà nel
comprensivo Pacinotti (1500
alunni). La media Croce-Mo-
relli (tre sedi) si dividerà: la
Croce di corso Novara si unirà
alla primaria Alpi-Perotti e alla
materna di via Bersezio (1282
alunni), la Morelli di via Cecchi
si unirà all’elementare Parini di
corso Giulio Cesare (1004) e via
Pesaro andrà con l’IC Regio
Parco. A Mirafiori, si fonderanno Salvemini e Castello (1232).
Il piano di «dimensionamento» è stato illustrato ieri in un
confronto con i dirigenti scolastici dagli assessori all’Istruzione Gianna Pentenero (Regione)
e Carlo Chiama (Provincia), e
dal dirigente del Comune Aldo
Garbarini. «Il ministero delle
Finanze aveva indicato una media per scuola di 1100 alunni,
Rassegna del 11 novembre.pdf
Migliore qualità del prodotto, e a costi inferiori. Sono i
due principali parametri che
portano una o più aziende a
maggiore competitività. Se
poi tutto questo viene realizzato in sinergia tra realtà diverse, i vantaggi sono molteplici. Sono le basi di un progetto avviato sei mesi fa da
Smat, Iren ed Hera, che ora
si è concretizzato, e che ieri è
stato illustrato presso il Centro Ricerche Smat di Torino,
con la presentazione dei primi progetti di ricerca applicata. Si tratta della prima
esperienza in Italia di collaborazione sulla ricerca applicata e l’innovazione tra
aziende leader nel settore;
innovazione tecnologica per
ottimizzare l’efficienza di reti idriche e impianti, riducendone i costi, e con la possibilità di affinare i trattamenti;
sistemi di controllo della risorsa idrica distribuita.
«Per i nove progetti verranno investiti circa 1,2 milioni di euro - spiega l’Ad di
Smat, Paolo Romando - e saranno impegnati 21 ricercatori per i prossimi due anni,
con un ritorno economico
previsto, nell’arco di 5 anni,
di 4,8 milioni di euro. Sui
nuovi progetti, come Smat
abbiamo già effettuato studi
di ricerca anche a Seattle,
negli Stati Uniti».
«Questa partnership ci
rende orgogliosi, perché è un
altro passo avanti: uniamo risorse e competenze tra soggetti che si sforzano ogni giorno di garantire servizi essenziali come quello idrico» dice
Salvatore Molé, direttore
centrale Innovazione del
Gruppo Hera
Dice il presidente dell’Iren,
Francesco Profumo: «Nei
prossimi 30 anni si prevedono
60-65 miliardi di investimenti
per il settore idrico, ed è necessario impegnarsi in attività mirate per non disperdere
le risorse economiche a disposizione. Al riguardo cito Horizon 2020, programma europeo per la Ricerca e l’Innovazione che supporterà i progetti di ricerca di base e applicata per creare innovazione,
sviluppo sociale ed economico nel periodo 2014-2020».
noi per ora restiamo a 950», ha
detto Pentenero. Che ha anche
ricordato come il governo parli
di contingentamento dei dirigenti scolastici. «In Piemonte
abbiamo 655 autonomie scolastiche, 50 sotto quota 600, 120
in reggenza che potrebbero diventare 170 l’anno prossimo. In
questo quadro, gli istituti comprensivi sono solo il 70% della
scuola di base mentre in Lombardia sono il 99%, il 100% in Liguria e Friuli». Torino, in particolare, è lontana dagli obiettivi.
Su questi dati si è aperto un
acceso dibattito. Il piano comunale ha lasciato insoddisfatti i
presidi, che hanno lamentato
scarso coinvolgimento. Garba-
rini ha replicato sottolineando
«la difficoltà a ricondurre le
scuole attuali al 100 % di istituti
comprensivi “coerenti”». E ha
ricordato le resistenze di tre
anni fa, «quando il Comune aveva presentato un vero piano di
razionalizzazione». Nunzia Del
Vento, dirigente della Gabelli,
Barriera di Milano, ha sottolineato il rischio «che i 1100
pagina 34
iscritti diventino legge più
avanti e che in estate, di corsa,
si debba fare un altro dimensionamento. Sarebbe bene - ha
detto - avere un piano B». Del
Vento, con i colleghi Filippo Furioso (Falchera) e Loredana Orlandini (Mirafiori), ha anche denunciato il rischio «di creare
scuole ghetto. In città ci sono situazioni di disagio totale: que-
ste unioni non funzionano, non
ne tengono conto». Lorenza Patriarca, dirigente della Tommaseo, ha ricordato che «gli istituti comprensivi hanno senso solo
se funzionano i flussi dalla primaria alle medie: Manzoni e Pacinotti sono distanti e diverse.
Poi, le nostre numerose zone di
montagna non possono rispettare i 950 alunni, quindi in città
avremo realtà da 1500. Difficile,
a queste condizioni, lavorare
per il successo formativo». I
presidi hanno chiesto di continuare a lavorare sull’assetto futuro, ma il piano provinciale deve essere pronto il 21 novembre.
«Ci dobbiamo impegnare per il
2016/17», ha detto Garbarini.
Sanità Socio-Assistenziale