12 45 67 18 46 .Cronaca di Torino STAMPA .LA VENERDÌ 27 FEBBRAIO 2015 Di nuovo sotto accusa la gestione della Sanità Orbassano Cantieri lumaca all’ospedale Martini Lavori in ritardo di oltre due anni San Luigi “La riforma ci declassa” diceva a ottobre il consigliere Davide Gariglio. «E sarà difficile rispettare anche la nuova scadenza – nota ora Valle, che nei giorni scorsi ha ispezionato la struttura con i tecnici dell’Asl To1 –. Vigileremo perché i lavori non si fermino. L’ospedale ha estremo bisogno di essere ammodernato, manca anche l’aria condizionata». FABRIZIO ASSANDRI Continua la settimana nera della sanità torinese, dopo lo scandalo sugli appalti pilotati alla Asl To1. La nuova tegola arriva dall’ospedale Martini: la fine dei lavori di ristrutturazione, prevista inizialmente a marzo 2014, poi spostata nel 2015, nemmeno quest’anno andrà in porto: la data è slittata a maggio 2016. E non è neppure quella definitiva, perché, quasi certamente, tra varianti, sospensioni, problemi organizzativi, non si rispetterà neanche questa scadenza. Interrogazione È emerso ieri in Regione, dove l’assessore alla Sanità Antonio Saitta, rispondendo a un’interrogazione del consigliere Pd Daniele Valle, ha spiegato che dovrebbe essere consegnato a giorni l’ultimo piano dell’ospedale, il sesto, l’unico in cui finora i lavori so- Costi lievitati REPORTERS L’ospedale Martini no partiti (insieme a un pezzetto del quinto). Probabilmente ospiterà la pediatria. Sembrava già pronto da mesi, poi ci sono stati problemi di infiltrazioni e guasti ai gruppi elettrogeni. Ma è il meno. È l’intero cantiere che va a rilento. «Sembra a tutti gli effetti abbandonato», Alberto Goffi Intanto, i costi del cantiere sono saliti. Il bando era stato aggiudicato per circa 6milioni di euro, con un ribasso di oltre la metà sull’importo messo a gara, «anomalia» che aveva destato perplessità al consigliere della Circoscrizione 3 Gavino Olmeo, che aveva denunciato il rischio di un aumento in corso d’opera dei costi. In effetti, due anni fa, una variante al progetto ha portato il costo a 7 milioni e 200 mila euro. «Non entro nel merito», è quanto si limita a dire Saitta. MASSIMO MASSENZIO Appalti pilotati Asl,oggiiprimi interrogatori 1 Si svolgeranno oggi gli interrogatori dei sei arrestati nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti pilotati all’Asl To1. Potrebbero essere svelati dei retroscena del «sistema» contestato dal pm Gianfranco Colace e dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria per far vincere le imprese favorite dal dirigente dell’ufficio tecnico Silvano Nieddu nelle gare per le forniture di materiale audio e video. [C. LAU.] Paolo Monferino “Asl, bilanci poco chiari “Mai abolito i controlli, Bisogna fare di più” io volevo rafforzarli” Lo scandalo all’Asl Torino uno? Cose già viste. Peccato che finora in politica abbia prevalso il partito del nascondino». Così Alberto Goffi, ex-consigliere Udc nella passata legislatura e presidente della Commissione d’inchiesta sugli appalti delle Asl. Deluso? «Rammaricato. Nonostante gli impegni presi da Chiamparino e Saitta la Commissione non è stata reintrodotta». In realtà è una prerogativa del Consiglio. «Vero. Però, a inizio legislatura, entrambi avevano appoggiato questa ipotesi. Quanto al Consiglio, bisogna dare atto a quello precedente, così vituperato, di aver varato la Commissione». È lo stesso Consiglio che però, una volta scaduta, non la riconfermò. Alberto Goffi Nella passata legislatura regionale ha indagato sugli appalti delle Asl «Un errore: ci eravamo fatti trasmettere i bilanci delle Asl e avevamo cominciato a controllarli, parliamo di 4 mila pagine». Cosa era emerso? «Cose poco chiare: cominciando dalle proroghe reiterate degli appalti in essere, da anni, senza nuove gare». Niente di nuovo sotto il sole? «Temo che il peggio debba ancora arrivare». Come se ne esce? «Cambiare i direttori generali, cioè gli uomini, senza intervenire sul sistema non ha senso: servono meccanismi efficaci di controllo». [ALE. MON.] Paolo Monferino «Scusi? Può ripetere?». Paolo Monferino, l’assessoremanager che Cota volle alla guida della Sanità, resta in attesa all’altro capo del telefono. Mercoledì, in Consiglio, Saitta ha detto che «ancora oggi paghiamo lo scotto delle decisioni scellerate dell’allora assessore Monferino». «Scellerate? In che senso?» È stato assessore alla Sanità nella giunta guidata da Roberto Cota ficio con questa funzione. E quando me ne sono andato, era ancora al suo posto». Nel senso che proprio lei, sostiene l’assessore, «volle aboliregliufficidell’assessoratoche si occupavano di controllare bilanci e appalti delle Asl». «Venivano controllati, formalmente, tutti gli atti delle Asl. Io volevo creare qualcosa di serio». Ma ha abolito quegli uffici o no? «Un vero servizio di auditing aziendale, con professionisti capaci di vagliare e non solo di leggere i documenti». «Oggi Saitta dà la colpa a me, domani qualcuno se la prenderà con lui: un classico». «Non ho abolito un bel niente». Allora perchè sono spariti? Saitta è stato perentorio. «Senta: quando ero assessore in corso Regina c’era solo un uf- Di cosa si occupava? Si spieghi meglio. Com’è finita? «Il problema non era trovare le competenze, ma assumerle. Impossibile, essendo la Sanità in piano di rientro e quindi soggetta al blocco del turn over». [ALE. MON.] «Siamo pronti a lottare per il nostro lavoro e la nostra crescita». Organizzazioni sindacali, medici, operatori e studenti del San Luigi non hanno intenzione di subire passivamente una riforma che, a loro dire, «declassa una realtà d’eccellenza». La conferma è arrivata ieri dall’assemblea aperta, in una sala convegni gremita. Almeno 350 fra pazienti e lavoratori dell’ospedale di Orbassano hanno ribadito la contrarietà alla delibera di riorganizzazione della rete ospedaliera, mentre i consiglieri regionali del Pd, Nino Boeti e Andrea Appiano, hanno espresso ottimismo: «Il piano di rientro è stato severo, ma l’ospedale non perderà le sue eccellenze». Il Comitato di difesa e valorizzazione del San Luigi punta invece il dito sugli sprechi: «Sono stati spesi 10 milioni di euro per un pronto soccorso declassato ancora prima di essere inaugurato. Gli enormi investimenti e gli oggettivi vantaggi logistici obbligano la Regione a rivedere il ruolo del nostro ospedale all’interno delle rete dell’emergenza considerandolo il centro di riferimento per l’emergenza dell’area Torino ovest». Sul palco anche Elena Mbachu, rappresentanti degli studenti universitari: «Questo è un polo di eccellenza e veniamo qui perché c’è un facile accesso a tante discipline». Molto più duro e ironico l’intervento di Gabriele Gallone, medico e rappresentante dell’esecutivo Anaao: «Anch’io sono ottimista perché la situazione non è peggiorata: eravamo in mano a una banda di incompetenti e lo siamo ancora». L’ipotesi che il San Luigi possa diventare un centro di riferimento per la cura delle Fragilità, avanzata nei giorni scorsi dall’assessore regionale Saitta, ha riscosso una generale bocciatura: «La cura delle malattie in età avanzata si fa in centri specifici. Qui dobbiamo combattere con l’acqua che cola dal soffitto e il personale che manca – continua Gallone –. Mi sembra che stia succedendo quello che si è verificato già per il Valdese». Ladoppiabeffa dellaburocrazia LUIGI LA SPINA SEGUE DALLA PRIMA PAGINA a decenni, ogni volta che si scoprono giri di mazzette intorno a lavori pubblici, concorsi truccati, tangenti ai politici, il rimedio sembra essere la moltiplicazione burocratica delle autorizzazioni, dei permessi, dei certificati. Come se la macchina della trasparenza debba essere alimentata da una montagna di carte, di disposizioni, di norme, di regolamenti interpretativi, di valutazioni, di verifiche. Peccato che al crescere di questi controlli che dovrebbero assicurare l’onestà pubblica, cresca anche l’impressione, e non solo l’impressione, che i corrotti navighino nel mare di queste carte con l’agilità di un’anguilla e la voracità di un pescecane. Il fenomeno della superfetazione, se vogliamo chiamarla così, della burocrazia contro le tentazioni corruttive ha naturalmente un altro effetto negativo, quello di ingolfare l’amministrazione pubblica di dirigenti, funzionari, impiegati addetti a questo settore a scapito della produttività del servizio. I cittadini, così, subiscono un doppio danno: alla evidente inefficienza contro la malversazione si aggiunge l’esasperante lentezza delle procedure. È solo l’assunzione di responsabilità precise e individuabili all’interno della nostra burocrazia, con il corollario di immediate e drastiche punizioni nei confronti di chi cede alla corruzione, che consentirà di limitare i danni dei dilaganti scandali. La semplificazione aiuta la trasparenza e non la danneggia, proprio perché non consente ai corrotti di nascondersi dietro la montagna di inutili carte. Ma che fine hanno fatto le promesse dei governi Monti, Letta e Renzi a proposito della parola «semplificazione»? D Domani all’uscita del Reload Music festival Taxi con lo sconto e autisti di Uber Difficile test di convivenza al PalaAlpitour il caso LETIZIA TORTELLO fatto sapere agli autisti di Uber di non andare a scaricare i ragazzi proprio vicino a corso Galileo Ferraris 251, luogo in cui verrà attivato il servizio taxi promozionale, ma in altri posti segreti e fuori dalla calca. Guerra fredda ue zone lontane, ai poli opposti della «discoteca». La sfida taxi-Uber, domani sera, al Pala Alpitour ci sarà. Anche se sotto traccia. Gli organizzatori del Reload Music Festival sperano che la convivenza avvenga senza problemi di ordine pubblico. E a questo proposito, qualcuno ha D La festa da 12 ore di musica elettronica no stop vedrà schierarsi i taxi da un lato del Pala Alpitour. Loro, «irriducibili» della tariffa intera, per il Reload scendono a compromessi, con corse a 5 euro a persona («minimo 3 passeggeri per vettura») per riportare i ragazzi a casa, prezzo fisso in tutta Torino. Dall’altro, ci sa- ranno gli autisti gestiti dalla app, che perdono la partnership con la manifestazione, ma non hanno intenzione di mollare. «Ci sarà una platea di 10 mila giovani – spiega Virginia Sanchesi, di Libra Concerti –. Noi non appoggiamo nessuno. I tassisti nemmeno ci hanno chiamati per l’accordo. Saranno i ragazzi a decidere. Il mercato, a questo punto, è aperto». Concetto ribadito da Benedetta Arese Lucini, general manager di Uber: «Una sana concorrenza fa bene a tutti, in particolare al consumatore. Se Uber ha innescato questo processo, non possiamo che esserne felici». REPORTERS «Non belligeranti» I taxi si dichiarano «non belligeranti», smentiscono ronde o azioni di contrasto a Uber. Ma chiedono al Comune «più controlli». Delusi dall’assessorato al Commercio di Domenico Mangone, che non ha emesso un’ordinanza per accogliere ufficialmente la loro proposta «Vadano lontano» I tassisti avrebbero consigliato a Uber di non aspettare davanti all’ingresso delle tariffe scontate. «Sono argomenti di competenza della Provincia»,dicono dagli uffici di Mangone. Le auto bianche ribattono, con il portavoce Federico Rolando: «L’assessore ci ricorda regole e codicilli? Perché la stessa pignoleria non la usa per combattere gli abusivi?».
© Copyright 2024 Paperzz