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ANNO 3 - NUMERO 9 - 2014
Editore Sport Press S.r.l. - Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) Tel. +39 0362.600469 - Fax 0362.600616 - e-mail: redazione@runningmag.it - Direttore responsabile: Angelo Frigerio - Periodico mensile - Registrazione al Trib. di Milano n. 38 del 20 gennaio 2012 - Poste
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L’ATLETA DEL MESE
PAGINE 10 E 11
PAGINE 22-23
NEGLI ULTIMI MESI SONO STATE
LANCIATE ALCUNE NOVITÀ
RIGUARDANTI DISPOSITIVI
CARDIOFREQUENZIMETRI CHE
NON IMPIEGANO NESSUNA
BANDA TORACICA PER
IL RILIEVO DEL BATTITO
DEL CUORE. UN TREND
DI PASSAGGIO O UNA REALTÀ
DESTINATA A IMPORSI
SUL MERCATO?
PAGINE 12 E13
FASCIA
CARDIO
SÌ
O NO?
PAGINE 18 E 19
LA SCARPA DEL MESE // X SCREAM 3D
EVENTI
GIOCANDO AI PIRATI
CON KATIA...
ALLE PAGINE CENTRALI
VI AVEVAMO GIÀ PARLATO
DELLA PRIMA 100 KM DEL
CARIBE. UN’OCCASIONE
PER IL NOSTRO DINO
BONELLI PER ESPLORARE
L’ISOLA CARAIBICA
DELLA REPUBBLICA
DOMINICANA ASSIEME
ALLA VINCITRICE
KATIA FIGINI
REPORTAGE
REPORTAGE
IN ARRIVO NEL 2015
L’ULTRA TRAIL DELLE OROBIE
PAGINA 20
EVENTI / RED BULL K3
PAGINA 16
DYNAFIT
SUMMER LAUNCH 2015
FOCUS PRODOTTO
CALCIFERINA COMPLEX
IL TORO ROSSO CORRE
OLTRE I 3.000 METRI
UN PERCORSO UNICO AL MONDO, DA SUSA ALLA
VETTA DEL ROCCIAMELONE: 3.030 M DI DISLIVELLO
DI ASCESA IN SOLI 10 KM DI SVILUPPO “ORIZZONTALE”
PER LA GARA IDEATA DA NICO VALSESIA
redazione@runningmag.it / www.runningmag.it
PAGINA 24
WAVE KAZAN
GREENLAND
PAGINA 26
RUNNING MAGAZINE
EDITORIALE
di BENEDETTO SIRONI
benedetto.sironi@tespi.net
Città più
“running friendly”
Chi ha corso sia in Italia sia all’estero lo sa
bene e d’altra parte non è certo un mistero: da
sempre le principali città estere sono considerate
(a ragione) assai più aperte e accoglienti verso i
runners rispetto alla maggior parte di quelle italiane. Il gap è evidente soprattutto nel caso delle maratone: in Europa, per non parlare degli
States, sono veri e propri eventi che coinvolgono
tutta la città, con tifo continuo ai bordi delle
strade, servizi molto efficienti e organizzazione
al top. In Italia, se va bene, la folla delle grandi
occasioni c’è alla partenza e all’arrivo. In mezzo magari capita pure di trovare automobilisti
arrabbiati per le modifiche della viabilità che
maledicono quegli stupidi in pantaloncini e maglietta, “chissà poi dove e perché corrono…”
Senza estremizzare troppo, anche questo spiega come le principali maratone italiane abbiano
un numero di partecipanti nettamente inferiore
rispetto alle loro principali “sorelle” europee e
non solo. Negli ultimi anni, inoltre, alcuni dei
nostri organizzatori hanno dimostrato innegabili lacune in termini di immagine, comunicazione e progettualità. Pur avendo a disposizione
dei potenziali “gioielli” che nulla davvero hanno
da invidiare ai principali eventi internazionali
per panorami, percorsi e attrattività.
Detto questo, è pur vero che negli ultimi tempi probabilmente qualcosa sta cambiando, in
meglio. E non si tratta solo di registrare i buoni
incrementi delle maratone di Firenze 2013 e
Roma 2014. Seppur importanti termometri della salute del panorama podistico nostrano, non
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vogliamo concentrarci solo sulle grandi corse podistiche. Quello che ci interessa è l’approccio e
l’apertura al running in generale, in tutti i suoi
aspetti. Uno di questi è proprio il rapporto con
le nostre città. Che da luoghi considerati ostili
per chi corre, possono in realtà diventare splendide scoperte e spazi speciali nei quali sfogare la
propria voglia di run & fun. Tingendosi magari
da “grigi” a “colorati”, in senso letterale se pensiamo a un evento come la “Color Run”. Che
nell’ultima tappa italiana di Milano ha coinvolto qualcosa come 18mila persone (60mila
in totale con le altre 5 tappe a Torino, Trieste,
Roma, Marina di Pietrasanta e Rimini).
Oppure ospitando dei veri e propri “urban
trail”. Felice espressione per indicare corse su
terreni misti (strade, parchi, sentieri) sfruttando
i dislivelli naturali o artificiali delle metropoli e soprattutto scoprendole sotto inediti punti
di vista. Positivi gli esperimenti fatti da Urban
Trail come quello di Firenze (prima edizione il
1° marzo con 800 partecipanti) e Cagliari (seconda edizione il 13 settembre, 1.000 iscritti).
Ma l’evento più atteso è il Salomon City Trail
Milano (21 settembre) che per la sua quarta
edizione presenta un nuovo format su un percorso di 26 km e tra gara principale, relay e
non competitiva vedrà al via migliaia di persone. Un’occasione perfetta anche per scoprire
Milano sotto nuovi punti di vista. È proprio di
iniziative come queste che abbiamo bisogno per
rendere le nostre città più vivibili, aperte e accoglienti per chi corre. Insomma, più “running
friendly”.
Anno 3 - N.9 - 2014
Periodico mensile - Registrazione al Trib. di Milano n.38 del 20 gennaio
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Questo numero è stato chiuso in redazione il 15 settembre 2014
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NUMERO 9 - 2014
BREVI DAL MERCATO //
Mizuno cresce in Europa
e si sposta ad Ascheim
Il Vecchio Continente torna a sorridere a Mizuno, dopo
che nel primo quarto fiscale (concluso il 30 giugno
scorso) l’azienda di Osaka ha registrato una crescita
di vendite del 37,2% a 3.617 milioni di yen (circa 26 milioni di euro). Come ha dichiarato un portavoce dell’azienda, in particolare il settore del
running si è sempre dimostrato in perfetta
salute per il business societario: grazie a
un’offerta prodotti diversificata e agli investimenti per
la promozione di importanti iniziative come la maratona
di Amburgo (supportata da Mizuno per la prima volta
proprio quest’anno). Il periodo in questione era coinciso
con l’annuncio che la casa madre ha deciso di affidare
la gestione delle operazioni in Europa riguardanti tutte
le categorie dal running agli sport indoor (eccezion fatta
per il golf) interamente alla filiale di Ascheim, nei pressi
di Monaco. A capo dell’ufficio sarà Mitsuhiro Okamoto, che da oltre 25 anni lavora per Mizuno e che dallo
scorso agosto ha costituito un team di esperti che avrà
come obiettivo quello di adattare le caratteristiche dei
prodotti alle richieste del mercato continentale.
Puma cancella il progetto
Clever Little Bag
La proposta era certamente valida e più che degna di
una certa aspettativa, eppure a quanto pare qualcosa
è mancato perché si realizzasse in tutta la sua portata.
La celebre “Clever Little Bag” di Puma è destinata a sparire dai negozi, dopo che i
retailer stessi e i consumatori non hanno accolto positivamente l’iniziativa.
Quando il pacco ecosostenibile venne
lanciato dal brand di Herzogenaurach
le intenzioni degli ideatori del progetto
erano più che meritevoli: creare una borsa
per stivare le calzature negli store che fosse realizzata con un consumo ridotto di materiali e di energie.
Le ragioni dell’insoddisfazioni dei negozianti sarebbero
di ordine pratico: stando a quanto riportato dal magazine tedesco Wirtschaftswoche, il problema principale
sarebbe la difficoltà di impilare i contenitori da esporre
all’interno del punto vendita. L’azienda si è così trovata
costretta ad annunciare marcia indietro e di cancellare
la distribuzione delle “Clever Little Bag” a favore delle
tradizionali scatole in cartone. A ogni modo la missione sostenibilità non sarà abortita, dopo che i portavoce
di Puma hanno annunciato che anche le nuove scatole
saranno prodotte nel modo più eco-friendly possibile.
Under Armour al 2° posto
nel mercato sportivo USA
Si può dire che il successo di Under Armour sia stato
costruito da lontano, partendo da un progetto di rilancio dell’azienda che ha coinvolto tutte le sue categorie
nell’obiettivo di portare l’azienda a competere con i
maggiori leader di mercato. E alla fine il brand di
Baltimora ha fatto centro se, come ha riportato la
stampa americana, nei primi otto mesi del 2014 è
il secondo più venduto negli Stati Uniti nel settore
sportivo alle spalle di Nike. Grazie a un aumento di
circa il 20% delle vendite (salite a 1,2 miliardi di dollari), il
marchio ha superato il business di un colosso come adidas, che viceversa avrebbe registrato un calo di almeno
il 23% (1,1 miliardi di dollari). Nonostante il suo turnover
da 8,9 miliardi di dollari collochi Nike ancora saldamente leader, il marchio con lo swoosh si starebbe guardando le spalle con attenzione. Come dimostra il recente
caso del rinnovo di contratto di uno dei suoi principali
testimonial: quel Kevin Durant, stella della NBA e dei
suoi Oklahoma City Thunder, corteggiato per l’appunto
anche da Under Armour nei mesi scorsi e che avrebbe
strappato a Nike un contratto che si aggirerebbe tra i
300 e i 350 milioni di dollari per i prossimi 10 anni.
RUNNING MAGAZINE
NEWS
NUMERO 9 - 2014
K2 accelera nel triathlon e acquista Squadra
// K2 Sports sta investendo
sempre di più nell’abbigliamento funzionale per lo sport
avendo già acquistato Zoot,
il brand di abbigliamento e
calzature per i triatleti che ha
la sua linea di capi protettivi
sotto il marchio K2. Il gruppo ha ora raggiunto l’accordo per l’acquisto di Squadra,
il marchio di abbigliamento
per il ciclismo e il triathlon
personalizzabile. Squadra ha
sede in California ed è il risultato della collaborazione
tra il designer italiano Maurizio Castelli e il presidente
“Atene 2004+10”: Stefano Baldini festeggia lo storico oro olimpico
del brand, ancora in carica,
Dan Weatherford. Castelli
morì nel ’95 e Weatherford
fondò ufficialmente il brand
Squadra un anno più tardi.
L’idea era di offrire abbigliamento da ciclismo negli U.S.
che avesse gli stessi standard
di qualità dei professionisti
Europei. Weatherford rimarrà presidente anche sotto la
nuova proprietà.
// Che il vizio della maratona noi italiani non
lo abbiamo perso è stato recentemente dimostrato dal nostro portacolori Meucci ai Campionati Europei di Atletica avendo conquistato un
oro che ci ha fatto tanto onore. Ma il presente
e soprattutto il futuro lo costruiamo partendo
da memorabili pagine di storia scritte con la dedizione e il talento dei nostri grandi campioni
di sempre. Proprio in ricordo di una di queste
gesta, lo scorso 29 agosto si è svolto l’evento
“Atene 2004+10” per festeggiare il decennale
dalla vittoria olimpica di Stefano Baldini. Per
l’occasione a Rubiera (RE) è stata organizzata
una corsa non competitiva di 5 e 10 km, durante la quale tutti i circa 2mila partecipanti hanno
indossato il pettorale numero 2157: lo stesso
che Stefano indossava il giorno della vittoria.
Garmin rottama il vecchio gps e promuove il nuovo Forerunner 220
// Un mondo in continua evoluzione richiede un costante aggiornamento. Questo vale in generale,
ma mai quanto nel campo della tecnologia elettronica le cui principali
evoluzioni spesso vengono sviluppate
in tempi ristretti e a volte portano
con sé un cambiamento radicale rispetto al passato. Eppure non è certo
semplice per chi fa uso di prodotti hi
tech investire i propri soldi con significativa regolarità. Ecco perché la proposta che Garmin ha pensato dal 15
settembre al 20 ottobre sarà un’ulteriore dimostrazione di come l’azienda
specializzata nel settore dei dispositivi
satellitari sia sempre particolarmente
attenta alle esigenze dei consumatori. Grazie
alla campagna “Rottama il vecchio cardiofre-
quenzimetro”, per circa un mese sarà
possibile acquistare un Forerunner
220 completo di fascia cardo Premium
a un prezzo agevolato semplicemente
consegnando il proprio vecchio modello. Basterà dunque recarsi in uno
degli store che aderiscono alla proposta con il proprio gps (di qualsiasi marca, modello ed età) per avere diritto a
uno sconto di 70 euro sul nuovo, scegliendo tra due varianti colore (nero/
rosso o bianco/viola). L’iniziativa sarà
supportata da materiale per il punto
vendita, da una campagna stampa sulle testate specializzate e da un minisito dedicato dove saranno indicate le
insegne partecipanti.
Lo sponsor tecnico dell’atleta ASICS ha collaborato all’organizzazione della manifestazione
realizzando un’esclusiva maglia tecnica celebrativa. Presente anche Enervit, di cui Baldini è
ambasciatore, oltre a tanti amici e sportivi: da
Davide Cassani, ct della nazionale di ciclismo,
a Linus, con i quali conduce il DeeJay Training
Center ogni domenica alle ore 12.
Strongman Run: 5mila runner pronti a invadere Rovereto
// Se nel 2012 la prima edizione italiana
della “corsa più forte di tutte” fu uno degli
esordi più promettenti fra le manifestazioni
podistiche importate fra
i nostri confini negli ultimi anni, a oggi si può dire
che la Fisherman’s Friend
StrongMan Run è diventata uno degli appuntamenti
di riferimento per tutti gli
appassionati di running &
affini. Mancano pochi giorni perché Rovereto
riapra i battenti e lasci entrare i 5mila partecipanti che il prossimo 20 settembre tenteranno di diventare finisher in quella che sarà
Per informazioni: www.garmin.com/it
una gara dura e divertente allo stesso tempo.
Tredici prove da superare saranno approntate
all’interno del circuito cittadino, tra le quali
uno spettacolare scivolo
gigante che, con i suoi sei
metri di altezza, porterà i
runner a tuffarsi in una
vasca d’acqua larga 15
metri. E poi come sempre
balle di fieno, pneumatici,
schiuma e tanto altro andranno a mischiarsi con gli ostacoli naturali
del percorso. Come sempre l’organizzazione
è curata da RCS Sport, mentre Brooks Italia
collaborerà in qualità di partner tecnico.
Territorio & Tradizioni //
Scott è main sponsor del secondo Valtellina Wine Trail
// Dopo il “gustoso” esordio dello scorso
anno, è tempo di “mietere” un nuovo successo. Le virgolette del caso non sono superflue
se ci permettono di suggerire quelle che
sono le qualità che fanno del Valtellina Wine
Trail una corsa diversa dalle altre. Una gara
che combina il piacere di correre alla “sete”
di conoscenza di uno dei territori più ricchi
di tradizione della Lombardia. L’evento si
svolgerà il prossimo 9 novembre e proporrà
due diversi percorsi: uno sulla distanza classica della maratona, con partenza da Tirano,
l’altro di 20 km con start a Chiuro. Entrambe le competizioni porteranno i partecipanti
all’arrivo di Sondrio, dove è prevista una fe-
Il Cretroi Run riscopre la tradizione
e la storia di Sequals
sta conclusiva gastronomica in collaborazione con il consorzio dei Vini di Valtellina.
Partner principale sarà Scott, che offrirà il
proprio contributo tecnico all’organizzazione nella quale figura proprio il suo atleta più
rappresentativo Marco De Gasperi. Per l’occasione il brand presenterà agli appassionati
la nuova collezione running SS 2015, della
quale fa parte anche la nuova versione della
T2 Kinabalo GTX. Questo modello, grazie alla
tomaia foderata con tecnologia Gore-Tex offre il massimo della protezione in condizioni
di bagnato ed è dotata di una suola in gomma leggera, resistente e aderente anche sul
bagnato.
Fino in vetta al Monte San Primo:
nasce la Bellagio SkyRace
// L’idea di una nuova corsa fra le splendide alture sovrastanti il Lago di Como è partita dall’iniziativa dell’ex olimpionico di canottaggio Franco Sancassani. Divenuto nel
recente passato uno dei nomi più in vista anche nel panorama dello skyrunning nazionale, Franco si è così proposto di organizzare la prima Bellagio SkyRace. “Dopo anni in
acqua, lo skyrunning è diventato la mia grande passione” ha spiegato l’atleta lecchese. “Supportato da parenti, amici, amministrazione comunale e volontari delle diverse
associazioni locali ho tracciato un percorso che tocca alcuni dei punti più suggestivi
e panoramici della zona”. La gara si è svolta il 14 settembre su un tracciato ad anello
lungo 27 km (1.830 mt di dislivello positivo e altrettanti di discesa), con partenza e arrivo sul lungolago nei pressi del Lido. Durante la corsa i partecipanti sono saliti fino alla vetta di Monte San Primo, con passaggi per Belvedere, Roccolo e Rifugio Martina, mentre nella seconda parte hanno
toccato Civenna, Limontasca e baita Belvedere. “La passione per le corse in montagna non ha contagiato solo me, ma anche chi mi sta intorno”
ha concluso Franco. “Insieme si è quindi pensato di costituire questo nuovo sodalizio e portare il popolo delle sky a Bellagio. Il nostro paese è
famoso in tutto il mondo per il suo centro storico e il suo lungolago, ma ha un potenziale escursionistico notevole. Il nostro sogno è fare conoscere
l’entroterra e una vetta panoramica come il Monte San Primo a chi come me ama correre a fil di cielo”.
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// Dopo quasi quarant’anni dall’ultima edizione, dal 2013 il Cretroi Run di Sequals è tornato a
nuova vita grazie all’iniziativa di Claudio Kegozzi,
originario proprio di questi luoghi. Il suo intento
era quello di riportare in auge quella che una volta era considerata una vera e propria tradizione da
queste parti, ma che dopo il tragico terremoto del
Friuli nel 1976 non è più stata organizzata. L’ultimo
appuntamento per gli appassionati desiderosi di
ripercorrere i siti storici dell’evento è stato organizzato lo scorso 14 settembre, con importanti novità,
fra cui un nuovo itinerario per tutte e tre le distanze
previste dal programma: 7, 12 e 18 km. I magredi del
Meduna, il Castello di Solimbergo e la villa Carnera
che dà sul traguardo sono solo alcuni dei gioielli
che si potranno ammirare in questa occasione. La
manifestazione è promossa dalla Società Operaia
e dal Gruppo Sportivo di Sequals, in collaborazione
con gli alpini, l’associazione Donatori di Sangue, la
Pro Loco e il Tennis Club Solimbergo.
RUNNING MAGAZINE
NEWS
NUMERO 9 - 2014
Pablo Criado Toca
La nuova Venicemarathon: tra 10K non competitiva,
charity program e progetto maratone città d’arte
Alessandro Zanardi (al centro)
mostra la maglia ufficiale
della 29esima Venicemarathon
festazione, con un nuovo format
di personal fundraising che interesserà 15 associazioni no profit:
il programma ha il volto di un
testimonial come Alex Zanardi e
a oggi ha già raccolto oltre 20mila
euro. Per finire, segnaliamo che
la 42 K di Venezia è entrata a far
parte del nuovo progetto Fidal
“Maratone Città d’Arte”, assieme
a quella di Roma, Firenze e Torino. Significative a questo proposito le parole di Stefano Fornasier,
vice presidente Venicemarathon:
“La promozione dei nostri valori
in Italia e fuori dai nostri confini è uno dei punti chiave su cui
abbiamo sempre puntato, e fare
squadra con le altre grandi maratone italiane aiuterà sicuramente
ad amplificare il binomio sport e
cultura e soprattutto a valorizzare
il nostro territorio all’estero”.
Puma rompe le regole,
con la nuova campagna Forever Faster
Mario Balotelli
Sonia Glarey
mondo fatto di passione, fatica ed
entusiasmo”. Per questo motivo da
quest’anno è stata unita una formazione di appassionati, tutti arruolati
in partnership con l’asd Courmayeur Trailers. Al progetto partecipa
anche l’equipe medica Technos Medical Aosta, che garantirà un contributo fondamentale ai membri
dell’International Running Team
Grivel. Fra questi si ricordano i
nomi di Pablo Criado Toca, veterano spagnolo di Santander coinvol-
to anche nello sviluppo dei nuovi
prodotti; e ancora Giuseppe Grange, nativo proprio di Courmayeur;
Nick Hollon, giovanissimo runner
californiano da San Diego che iniziò a correre all’età di 17 anni per
raccogliere fondi da destinare alle
cure di un amico colpito dal cancro;
il corso Cedric Therin, la cui specialità sono le ultra race; la fortissima
Sonia Glarey, che già impressionò
tutti lo scorso anno al Tor. Fra i
prodotti che questi ragazzi avranno
a disposizione per le loro prove ci
sono tutti i più recenti modelli di
zaini e marsupi Grivel: Mountain
Runner, Runner Mountain Comp,
Single Barrel, Double Barrel. Il tutto senza dimenticare i bastoncini
Tor des Géants, un vero e proprio
classico ispirato alla regina delle
competizioni endurance.
I colori della corsa //
Fluo Run Tour 2014: ora tocca a Lugano accendersi di luce
// Prima in Romagna, poi a Milano
e ancora a Bergamo: saranno anche stati pochi i giorni di bel tempo dell’ultima estate, ma quanto a
colore e tendenza non si può certo dire di essere rimasti “freschi”.
Merito anche di un evento come
la Fluo Run che ha invitato i runner
di tutte le età a correre in notturna
indossando maglie e accessori rigorosamente fosforescenti: abbigliamento, braccialetti, torce, fasce
e cappellini dovevano dar vita a una
lunga scia luminosa che ha invaso
alcuni dei luoghi simbolo delle città
coinvolte. E dopo le prime tre tappe del tour, a settembre la corsa in
tema “fluo” tornerà anche a Lugano. Il 27 del mese è infatti prevista
la data conclusiva della stagione,
che sarà organizzata ancora una
volta grazie alla collaborazione di
Mizuno in qualità di partner tecnico.
Il raduno è previsto a partire dalle
19, con musica e dj set in
Piazza della
Riforma
a
cura di Radio
VivaFM. Il via della manifestazione
è previsto per le 21,15 dopo un breve
riscaldamento. A tutti i partecipanti
sarà consegnata la Bag Mizuno con
la t-shirt ufficiale dell’evento e una
serie di gadget luminosi.
www.fluorun.it
Un successo a tinte accese: 18mila runner al gran finale della The Color Run
ha dichiarato Adam Petrick, global
marketing director. “Siamo da
sempre conosciuti come una realtà
che azzarda, coraggiosa e Forever
Faster lo specifica chiaramente, rispecchiando il modo in cui affrontiamo la creazione e l’innovazione
dei prodotti, nonché l’approccio al
mercato del nostro marchio”. La
nuova campagna è al centro anche
della recente iniziativa “Foot Locker: back to school”, pensata per
promuovere la scarpa da running
anni ’90 Trinomic. Caratterizzata
da un sistema esagonale di ammortizzazione sul tallone, questa calzatura “Non è la solita scarpa fashion
e lifestyle: è decisamente unconventional e per questo rompe le
regole”. Parola di Mario Balotelli.
6
cio ha dichiarato: “Dal palco
ho visto tantissime persone
piene di gioia. Il bello della
The Color Run è che avvicina
la gente allo sport in maniera
divertente“. Lo storico capitano della nazionale di pallavolo
ha infine spiegato lo spirito di
questa 5K, supportata fra gli
altri da Brooks: “È la prima volta che assisto a un evento del genere. Non avevo mai
visto tantissime persone, di tutte le età, divertirsi facendo sport in compagnia“.
E non finisce qui: in arrivo Electric Run
// Come ricorda un celebre motivo della canzone italiana, l’estate sta finendo. Ma il divertimento e i colori del
running non si spegneranno certo con l’esaurirsi dell’estate. Sempre da Rcs Sport arriva un’altra bella iniziativa
in pieno spirito “run for fun”. Sabato 11 ottobre arriverà
per la prima volta in Italia la Electric Run. L’appuntamento è al Parco Dora di Torino, per una nuova manifestazione in cui la cosa più importante sarà stupire tutti con travestimenti speciali, colori accesi, indumenti splendenti,
outfit pensati per farsi notare e far ridere. Il percorso di 5
km sarà suddiviso in sei diverse Magic Lands, dove correre, ballare e divertirsi prima di arrivare alla Finish Line
Celebration, la festa che conclude l’evento.
www.electricrun.it
ph: LaPresse
Usain Bolt
// È stata una tappa da record
a concludere il tour 2014 della
The Color Run, la divertentissima corsa arrivata lo scorso
anno nel nostro Paese con tre
apprezzatissimi appuntamenti e che questa estate è stata
portata in sei diverse città della penisola. Al gran finale di
Milano del 6 settembre sono
stati ben 18mila i partecipanti alla non competitiva, che
aveva già fatto segnare il sold out a una settimana dal
via. Al termine della manifestazione, l’assessore al benessere, qualità della vita, sport e tempo libero del Comune di Milano Chiara Bisconti ha commentato: “Questo è un evento fantastico che mescola la parte ludica
con quella sportiva. Ho visto sul percorso tantissima
gente felice e soprattutto tanti giovani. È una festa che
la nostra città si merita e il fatto che si svolga in questa
parte della città, intorno allo stadio di San Siro, valorizza un altro dei nostri luoghi simbolo”. Ripercorrendo
quello che è stato il cammino della The Color Run nelle
date che hanno preceduto la chiusura meneghina (Torino, Trieste, Roma - Lido di Ostia, Marina di Pietrasanta,
Rimini) Paolo Bellino, direttore generale di Rcs Sport,
organizzatore dell’iniziativa, ha aggiunto: “Vogliamo
ringraziare i partecipanti al tour di The Color Run e gli
oltre 5mila runner che hanno richiesto l’iscrizione ma
che non abbiamo potuto accontentare, gli sponsor e
le istituzioni che ci hanno supportato”. Hanno partecipato al
gran finale anche gli ambassador Expo 2015 Carolina Kostner
e Gigi Mastrangelo. La campionessa di pattinaggio su ghiac-
ph: LaPresse
// Velocità, passione, spirito ribelle e totale fiducia nelle proprie
possibilità: tutto questo è Puma
Forever Faster, il nuovo claim che
il brand del felino ha pensato per i
suoi campioni più rappresentativi.
Usain Bolt, Mario Balotelli, Sergio
Aguero e il team scuderia Ferrari
di Formula Uno si ispireranno a
questo messaggio per realizzare
le loro performance migliori. Ma
non solo, perché questo concetto
è lo stesso a cui hanno puntato i
creatori dell’azienda tedesca al fine
di sviluppare prodotti innovativi
dal design unico: “Forever Faster è
lo statement di Puma, che desidera
ricordare alle persone che noi siamo e continueremo a essere il marchio sportivo più veloce al mondo”
// Dopo aver “scalato” la vetta del
successo nel circuito IWC World
Cup con gli atleti di ice climbing
della squadra Reparto Corse, Grivel ha deciso di puntare in alto
anche nel trail running. Da questa
ambizione è nato il primo team
internazionale dell’azienda valdostana, che in questo sport ha già
manifestato la sua presenza in occasione di uno degli eventi più attesi
al mondo come il Tor des Géants.
“Questa avventura è partita quasi
per gioco e ha finito per portarci all’interno del settore del trail
running” spiegano i portavoce del
brand. “Abbiamo scoperto che ci
si può innamorare della montagna
anche soltanto correndo lungo i
suoi sentieri e abbiamo compreso
che questo sport può diventare un
vero e proprio modo di vivere: è un
ph: LaPresse
// Molte novità sono state annunciate durante queste ultime settimane che precedono il via della
Venicemarathon, in programma
il prossimo 26 ottobre con la sua
29esima edizione. Fra le iniziative,
grande attesa si preannuncia per
la nuova VM10KM, corsa non
competitiva che si svolgerà lungo
gli ultimi 10 km della maratona,
dal Parco San Giuliano di Mestre
a Riva Sette Martiri. Come ha
spiegato Pietro Rosa Salva, presidente Venicemarathon Club:
“Questa nuova 10 km è un omaggio al grande pubblico, a quella
fetta di amanti del movimento e
del benessere non competitivo
che rappresenta la linfa vitale del
nostro movimento e che vuole
anche godersi le bellezze di Venezia”. Implementato anche il
charity program legato alla mani-
Dalla passione per la montagna, nasce l’International Running Team di Grivel
RUNNING MAGAZINE
NEWS
NUMERO 9 - 2014
Radiorun è in onda 24 ore su 24 //
Correre con…
la giusta frequenza
Una nuova iniziativa pensata dal running
motivator Giuseppe Tamburino con musica,
approfondimenti e interviste: un ricco programma
interamente dedicato al mondo della corsa
e alle numerose iniziative a esso legate.
Running Magazine è partner del progetto.
// Lui di presentazioni ne ha bisogno
davvero poche, soprattutto nell’ambiente della corsa. Di Giuseppe Tamburino basti ricordare che nel 2008
dette il via al ciclo di Ecomaratone con
cui percorse per primo la costa tirrenica della nostra penisola, l’anno successivo si spostò sull’Adriatico e nel
2010 fu il turno delle isole di Sardegna
e Sicilia. L’obiettivo era quello di monitorare lo stato delle spiagge italiane
e anche quest’anno l’iniziativa è stata
ripetuta nella tratta da Ventimiglia a Reggio Calabria. Ma di questo progetto riparleremo in un’altra occasione. Questa volta ci soffermiamo su
un’altra bella realtà nata dall’inesauribile inventiva del running motivator piemontese. Si chiama Radiorun ed è la nuova web radio interamente dedicata al mondo del running e dello sport. L’emittente trasmette
24 ore su 24 e come evidenzia il nome i suoi contenuti hanno un unico
centro catalizzatore.
LA PROGRAMMAZIONE - Notizie, trasmissioni e tanta musica (a prevalenza di genere rock): tutti i temi e le rassegne messe in onda sono pensate per intrattenere e interessare i runner. E poi ci sono rubriche come
“Correre & Benessere”, tenuta assieme alla specialista in medicina dello
sport e nutrizionista del Centro
Marathon di Brescia Sara Campagna e assieme al prof. Armando Barchi, massofisioterapista
osteopata: a ogni appuntamento vengono approfonditi il rapporto tra alimentazione e corsa
e gli argomenti utili per affrontare, superare e prevenire gli
infortuni. Dal giovedì al sabato
invece vengono trasmesse le RadioRunNews, ovvero l’anteprima di ciò
che accadrà nel mondo della corsa durante il weekend, mentre il lunedì
e il martedì è presentato il resoconto di quanto è successo.
LE INTERVISTE AI DEALER - E poi ancora le interviste agli organizzatori di gare e agli atleti, ai miti della corsa di ieri e quelle ai cosiddetti
“Running Specialist”. Rubrica molto interessante, nella quale viene
data voce anche a quella parte di utenti fondamentale per il nostro
settore, vale a dire i negozianti. I loro pareri su come va il mercato, le
idee su come fare per continuare a sostenere lo sviluppo dello sport,
le impressioni su come si vive a livello locale questa passione. Uno
spunto questo in linea anche con lo spirito con cui lavora la nostra rivista, non per nulla Running Magazine è partner di Radiorun e in futuro
realizzerà alcune interessanti iniziative di collaborazione per promuovere il progetto.
tra bike e running, edizione record per il Giro del Lago di Santa Croce
// Una storica gara nel mondo
del ciclismo e da un paio di stagioni aperta anche al running si
è appena conclusa con l’importantissimo record di oltre 4mila partecipanti totali.
Alla ventesima edizione del
Giro del Lago di Santa Croce, svoltasi lo scorso 17 agosto, lo staff organizzativo del
comitato di Alpago 2 ruote
& solidarietà ha così potuto
festeggiare il raggiungimento
dell’ambizioso obiettivo che
si era posto alla vigilia dell’iniziativa. Il percorso di 17,4 km si è
snodato fra i sentieri che da piazza Papa Luciani di Puos d’Alpago
portavano a toccare in successio-
ne Farra, Pojatte, Santa Croce, La
Secca e Bastia prima dell’arrivo
a Puos. Fra i nomi più in vista
dello sport italiano, si sono contati quello di Gabriele De Nard,
capitano degli azzurri del cross,
e di sua moglie Federica Dal Ri,
anche lei azzurra di atletica; quelli
del campione paralimpico di tiro
con l’arco Oscar De Pellegrin, di
Germano Bernardi (specialista
del lancio del disco), di
Carlo Durante (oro in
maratona alle Paralimpiadi di Barcelona 1992)
e di Roberta Amadeo
(presidente
nazionale
dell’Associazione italiana sclerosi multipla e
tricolore di handybike).
Grazie a questo risultato
sono stati raccolti oltre
20mila euro di fondi da destinare
all’associazione “Via di Natale”
di Pordenone, nata per offrire
assistenza ai malati terminali di
cancro.
Franco Collé e gli orologi Pro Trek protagonisti al Tor des Géants
// Dopo aver ottenuto lo scorso
anno il miglior piazzamento italiano in quella che è considerata
come una delle più dure competizione di endurance al mondo,
Franco Collé si presentava alla
quinta edizione del Tor des Géants
con ambizioni decisamente alte.
Per l’appuntamento in programma
dal 7 al 14 settembre, l’atleta altoatesino si è oltretutto affidato a un
nuovo partner (oltre al suo sponsor Tecnica): Pro Trek, marchio di
orologi hi tech per le attività sportive e sponsor proprio al Tor des
Géants. Una combinazione che
si è dimostrata vincente, se al termine della sua gara il cronometro
dell’atleta Tecnica segnava il tempo
di 71h 49’ 16’’: ovvero la migliore
prestazione assoluta, che gli è valsa
il tanto atteso successo. “Abbiamo
seguito con grande trepidazione la
gara di Franco Collé” ha commentato Giuseppe Brauner, sales &
marketing director di Casio Italia.
“È stata una prova davvero grandiosa, da vero gigante: si corre anche
di notte, nel buio pesto, con torce
frontali e in piena solitudine”. La classifica del Tor vede
al secondo posto
maschile Nickademus, Nick, Hollon
che ha tagliato il traguardo in 76h 29’ 38’’.
Terza piazza in coabitazione per Christophe Le-Saux e Antoine Guillon, che hanno fermato
il cronometro a 79h 2’. La vittoria
in campo femminile per la prima
volta non è andata a un’italiana: il
primato spetta alla francese Emilie Lecompte del Team Quechua
e autrice di una prova da 85’ 53’’.
Alle sue spalle è giunta l’atleta del
Trailrunning Team Vibram Lisa
Borzani (94h 43’ 46’’), davanti alla
svizzera Denise Zimmermann.
Eredità “all american” by Saucony: quando lo stile esalta le performance
// Lo stile, si sa, è principalmente
un fatto di noi italiani. Quando si
tratta di creare tendenza, meglio
sarebbe dire di anticiparla, sono le
nostre personalità più originali a
far sì che tutto il mondo ci guardi
come un modello. Eppure non è
certo privo di utilità guardare a vol-
ALCUNI NUMERI - Radiorun è
sempre più viva dunque e da
settembre si arricchisce di un
nuovo programma in scaletta:
“Per correre”, tutto quello che
occorre sapere per fare running
sempre, di più e meglio. In particolare il primo mese sarà dedicato a chi intende prepararsi al
meglio per una maratona. Sono
stati circa 200mila gli accessi al sito da fine marzo a metà luglio, mentre le pagine Facebook e Twitter della radio hanno contato rispettivamente 2.108 like e 560 follower.
www.radiorun.it
8
te a ciò che negli altri Paesi viene
proposto in fatto di trend, soprattutto se si parla di running: anche
perché come più volte abbiamo
raccontato sulle nostre pagine,
una delle componenti più ricche e
positive del nostro sport è rappresentata da quella personalità un
po’ più spiccatamente edonistica
dei suoi praticanti e in grado di
produrre quella che appunto chiamiamo moda. Difficile chiamarla
altrimenti, se guardiamo al nuovo
outfit Saucony RunDry presentato sul mercato a stelle e strisce.
E non ci sembra di fare torto alla
tecnicità di questi capi se per prima ci soffermiamo a raccontare la
sua coloratissima grafica: un look
dalla fortissima caratterizzazione
cromatica, di ispirazione quasi
orientale ma sapientemente accostato nei contrasti. Gli americani
d’altra parte non sono un popo-
lo incline a lesinare in termini
di appariscenza. Funzionalità e
performance fanno la differenza
quando si tratta di rispondere alle
esigenze degli sportivi più attenti.
La maglia Swift Long Sleeve ha un
fit perfetto, disegnato per garantire vestibilità e sostenere il fisico in
maniera confortevole, mentre il
tank top Racer Back è fabbricato
con un tessuto stretch ideale per
seguire ogni movimento senza
esercitare costrizioni. Completa
questo TotalRun System il pantaloncino Bullet Capri in morbido
tessuto Powerluxe.
L’ATLETA
DEL MESE
VI AVEVAMO GIÀ PARLATO DELLA PRIMA
100 KM DEL CARIBE. UN’OCCASIONE PER IL NOSTRO DINO
BONELLI DI ESPLORARE LE BELLEZZE DI SANTO DOMINGO
ASSIEME A UNA COMPAGNA D’ECCEZIONE
giocando ai Pirati
con katia...
Selfie di Dino con Katia
in secondo piano
• TESTO E FOTO: DINO BONELLI
“...hai visto che belli questi bambini mezzi nudi e con il moccio al naso che ci guardano straniti sgranando i loro grandi occhi
neri? Mi fanno venire in mente quella volta
nel Mali, dove ero a fare una gara a tappe.
Correndo in un villaggio Dogon alla base
della falesia di Bandiagara circondata da mille bambini sorridenti, sono stata colpita da
uno molto piccolo che probabilmente non
aveva mai visto una donna bianca e spaventatosi dell’intrusa è scappato via urlando e
piangendo. Era anche lui uno scricciolo con
grandi occhi neri, nudo e come tutti questi
correva scalzo sulla ghiaia come se fosse moquette”.
Katia parla con la facilità di una signora
adagiata su un divano: non una lettera sospirata, non una pausa per prendere fiato, non
un’imperfezione di pronuncia. Non sarebbe
strano, se non fosse che Katia sta correndo
su strade sterrate e sentieri accidentati nel
bel mezzo di una rigogliosa vegetazione tropicale. Sta correndo la quarta tappa della
100 km del Caribe, che con i suoi 44 km è la
frazione più lunga e la più insidiosa. Siamo
fianco a fianco fin dall’inizio, da oltre un’ora, e con noi ci sono anche un portoricano,
CHE LA MANIFESTAZIONE
DOMINICANA AVREBBE
AVUTO UN SAPORE SPECIALE
PER NOI ITALIANI ERA
PREVEDIBILE, VISTO CHE
L’IDEA DELLA CORSA È NATA
DALL’ULTRARUNNER, AZZURRA
D’ADOZIONE, MARILUZ VINAZ.
LO HANNO CONFERMATO I
DUE VINCITORI: MASSIMO
TAGLIAFERRI E KATIA FIGINI.
CON QUEST’ULTIMA ABBIAMO
AVUTO L’ONORE DI CORRERE
ALCUNI CHILOMETRI DELLA
QUARTA TAPPA.
Alberto, e un colombiano, Lucas. Un quartetto che ha più o meno lo stesso passo e nelle capacità orientative di Katia il suo punto
di forza. Quando in testa al mini gruppo c’è
lei, non si rischia mai di perdere la strada che
a volte si nasconde nella foresta sotto forma
di single trak soffocato dal verde.
UNA GUIDA D’ECCEZIONE - Katia Figini, trentottenne di Tortona, ha una grossa esperienza
internazionale di corse off road che l’hanno vista più volte vincitrice a prescindere
dall’ambiente. Su terreni sabbiosi si è imposta alla 100 km no stop del Sahara (Tunisia),
alla 250 km in autosufficienza della Sahara
Race (Egitto) e alla 240 km della Jordan Race
(Giordania), altra gara in auto sufficienza a
tappe. Nel Grand Canyon americano, quindi
su un terreno misto di terra e rocce con qualche guado e lunghi tratti di sabbia, ha vinto
nello scorso settembre la seconda edizione
della Grand to Grand, 280 km in sei tappe
autogestite, ovvero portando nello zainetto
tutto quello che serve per vivere, acqua esclusa: “Di notte faceva molto freddo e gli organizzatori non volevano farmi scaldare l’acqua
da mettere nelle borracce e quindi nel sacco a
pelo per scaldarmi le gambe. Allora ho detto
loro che avrei fatto del tè, tanto tè, che io adoro il tè... e quindi mi sono messa due borracce di tè caldo nel sacco. ’Sti americani sono
bravi organizzatori, ma a volte esagerano in
inutili pignolerie e non considerano il fatto
che noi italiani sappiamo anche essere molto furbi”. Katia corre e chiacchiera, parliamo
un po’ di tutto, i discorsi prendono forma da
qualsiasi imput visivo o da un pensiero tra i
tanti che normalmente frullano in mente ai
runner durante queste gare di lunga durata.
Discorsi che si spengono in mezzo a un tratto
particolarmente difficile.
UNO SGUARDO AL PANORAMA - Katia si dice felice
di non dover guardare troppo l’orologio, in
quanto il suo notevole distacco sulla seconda
nella classifica generale la fa sentire tranquilla. Può guardarsi intorno e godere del magnifico panorama. “Molte volte corro con la
testa bassa per guardare dove metto i piedi e
tenere un ritmo sostenuto e sicuro, ma questo
mi proibisce di vedere l’insieme di cose che
compongono il mondo in cui sto correndo.
Vedi per esempio, questi panni stesi a pochi
centimetri da noi? Sembrerà strano, ma in
10
altre occasioni non li avrei neanche notati.
Eppure fanno parte della vita di questo villaggio. E neppure avrei degnato di sguardo la
bellissima cascata che scrosciava sulla nostra
sinistra salendo quest’ultima salita…”. Di salite e discese in questa lunga tappa ce ne sono
parecchie, anche se non estremamente impegnative. Katia non le ama particolarmente e
si considera più una ultra-runner da pianura:
“Preferisco il piano in quanto la mia mente
lo accetta meglio e quindi lo patisco meno,
anche se lo affronto a ritmi decisamente più
elevati di quanto possa fare sui percorsi in
montagna”. E poi ci sono tanti guadi, di ogni
tipo. Ci sono fiumiciattoli in cui si intravvede
il fondo bello liscio da entrarci decisi e oltrepassarli in pochi passi, ma ci sono anche passaggi tra le rocce nel bel mezzo di un canyon
dove l’andatura è forzatamente dettata dalle
viscide rocce che si nascondono nell’acqua. “I
guadi sono un sollievo, specie in tappe come
questa dove la temperatura è decisamente alta
e il sole cocente, ma sono anche una trappola
per rischio vesciche. Io per fortuna non le patisco molto e uso una scarpa che, fasciandomi
molto bene il piede, ne limita la formazione”.
L’EQUIPAGGIAMENTO - Katia, 160 cm per 48 kg
a peso forma, corre con delle New Balance
Leadville 1210 di un bel blu intenso: “Una
scarpa molto reattiva e facile da gestire sui
percorsi tecnici. Ottimo compromesso tra
leggerezza, ammortizzazione e reazione, una
calzatura adatta per trail di lunga durata, con
suola Vibram e grande aderenza”. La tappa,
dopo i primi 20 km su strade sterrate, dal
terzo rifornimento si immerge nel sottobosco tropicale. Imbocchiamo un sentiero che
prima ci fa passare vicino a una cascata e poi
in alcuni paesini con case di legno, orti discretamente curati e animali di ogni tipo che
gironzolano senza meta. Un paio di cagnolini
incuriositi dal nostro passaggio ci insegue abbaiando. I due sudamericani del gruppo li cacciano imprecando nell’idioma locale, mentre
io mi ero preventivamente spostato dall’altra
RUNNING MAGAZINE
NUMERO 9 - 2014
parte della strada e Katia non faceva una piega. “Io adoro i cani, a casa ho un bellissimo
Weimaraner di 15 mesi: Grisa. Mi piacerebbe
portarlo a correre qualche trail con me, mi
farebbe compagnia. In allenamento stiamo
spesso insieme, siamo arrivati a fare anche
35 km”. Altro rifornimento, come sempre
ci fermiamo tutti a riempire le borracce e a
ingerire qualcosa. Spiega la mia compagna di
corsa, che di professione fa la personal trainer
con particolari e logiche attitudini a preparare i runner per trail a tappe e ultramaratone:
“Sapersi alimentare in modo corretto è la
base per questo genere di gare. Se non sai che
benzina mettere in corpo e quando metterla,
la macchina, il tuo corpo, si ingrippa e poi
si ferma. Io uso prodotti Forever, ottimi per
il benessere e la prevenzione: antiossidanti,
acido ialuronico contro l’usura delle cartilagini, prodotti all’aloe come antiinfiammatori,
arginina. Come integratori alimentari a uso
energetico sportivo utilizzo Agisko: semplicemente fantastici”.
IL MARE DEI CARAIBI - Corriamo e chiacchieriamo. Chi ci vede dall’esterno potrebbe pensare a un gruppo di amici in gita domenicale,
ma il ritmo è comunque discreto. Le gambe
rispondono ai comandi mentali e l’orologio
gps dice che stiamo viaggiando intorno ai 5
minuti al km, che in questo misto di stradine e sentieri non è assolutamente male. In
un tratto non particolarmente impegnativo
Katia, che ora sta correndo proprio davanti
a me, inciampa su un ramo di palma e cade.
Io d’istinto la salto per poi fermarmi a vedere
se è tutto ok. “Che botta, non l’ho proprio
visto... ma è tutto ok, solo una sbucciatura sul
ginocchio e un dolorino sul costato”. Finite le
colline il tortuoso sentiero si distende in una
stradina completamente piatta e circondata
da un bellissimo prato verde che sostiene un
palmeto ordinato. Poi la spiaggia. Una spiaggia di sabbia fine ma discretamente compatta
sul bagnasciuga e più soffice verso l’interno.
“Correre sulla sabbia mi è sempre piaciuto, a
patto che non si esageri. E sulle dune, io che
sono molto leggera, riesco a galleggiare molto
bene”. Ci affiancano alte palme, che presto
lasciano il posto a una fitta foresta di mangrovie che obbliga il tracciato a un guado marino
di oltre due chilometri. Un lungo tratto in
cui correre è impossibile e la fatica aggiunta
del camminare nell’acqua variabilmente alta
dal ginocchio alle spalle è bilanciata dalla fre-
scura rigenerante del mare. “L’idea di rallentare i tempi, in altre situazioni mi darebbe i
nervi. Qui invece, dopo un primo momento
di sconcerto, mi godo il bagno in quest’acqua
trasparente e con queste temperature perfette”. Poi nuovamente terra: “Uscendo da un
tratto così lungo di mare mi sembra di essere
rinata. Le gambe sono di nuovo tornate a essere leggere come se i 38 km fatti fossero stati
solo un sogno”.
Altre spiagge e altra sabbia quindi, fino
all’arrivo. Katia ora ha un‘andatura decisamente più veloce della mia, mentre gli altri
due compagni di viaggio ci hanno già abbandonato durante il lungo guado. La immortalo
ancora in un paio di foto nella leggerezza del
suo gesto tecnico e poi la lascio libera di andare al suo passo. Io intanto mi godo il panorama trotterellando fino alla meta, con gambe
sempre più dure e la solita piccola macchina
fotografica in mano.
11
INCHIESTA
A
1 PUNTATA
FASCIA CARDIO
SÌ O NO?
SOPRATTUTTO NEGLI ULTIMI MESI SONO STATE
LANCIATE NUMEROSE NOVITÀ RIGUARDANTI DISPOSITIVI
CARDIOFREQUENZIMETRI CHE NON IMPIEGANO NESSUNA
BANDA TORACICA PER IL RILIEVO DEL BATTITO DEL CUORE.
SI TRATTA SOLTANTO DI UN TREND O DI UNA REALTÀ DESTINATA
A CAMBIARE IL PANORAMA DI QUESTO SEGMENTO?
• DAVIDE CORROCHER
4. Non ci sono particolari svantaggi. Forse l’unico è che è necessario un piccolo training iniziale per capire dove indossare il sensore.
A tutti i clienti dico sempre di sfruttare le prime 2-3 uscite per comprendere bene come funziona e provarlo in diversi punti. Dopo un
paio di allenamenti quasi tutti capiscono il funzionamento e come
devono indossarlo. Abbiamo statisticamente pochi casi in cui lo
start-up non risulta immediato, anche se fortunatamente il nostro
servizio di assistenza tecnica ha sempre supportato bene e soddisfatto i nostri clienti.
5. Penso che nei prossimi anni ci sarà una crescente offerta di prodotti tecnologici indossabili per lo
sport, il trend è appena iniziato. Sicuramente dopo questa fase iniziale ci sarà un affermazione sul
mercato di quei brand che avranno saputo cogliere meglio le necessità degli sportivi, introducendo
le tecnologie migliori, più affidabili e davvero utili. La sfida più importante sarà la realizzazione di altri
sensori per l’attività sportiva (ossigenazione, idratazione, ecc.) e l’integrazione di tutti questi sensori
in un unico dispositivo.
Quando è stato
intrapreso questo
progetto e che
evoluzioni ha avuto?
3
4
Quali sono
gli svantaggi?
1. Il sensore WTEK rileva il battito cardiaco grazie a una tecnologia ottica
sviluppata dal nostro team di R&D. Il sensore invia un fascio di luce sottocutaneo e analizza la luce
riflessa. Questo processo, che viene completato sia con filtri analogici sia con filtri digitali, ci consente di avere il BPM con altissima precisione individuando sia le variazioni della luce del sole sia i
movimenti propri dell’attività sportiva.
3. Praticità, precisione e basso consumo della batteria. Quest’ultimo punto in particolare è davvero
importante: infatti con una singola batteria a bottone il nostro sensore ha un’autonomia di oltre
200 ore. Questo significa non dover ricaricare il dispositivo dopo poco tempo di utilizzo. Anche la
praticità è un punto importantissimo. Grazie al nostro sensore è possibile misurare il battito cardiaco
con buona precisione indossando semplicemente un polsino, cosa impensabile fino a qualche a
qualche anno fa.
Come funziona
precisamente
il dispositivo?
Quali sono
i principali
punti di forza?
Antonio Russo, responsabile WTEK
2. Il progetto è nato nel 2007 e ha richiesto cinque anni di ricerche e di test, sia indoor sia outdoor.
Il processo di sviluppo è stato lungo, perché l’obiettivo era quello di creare un sensore che fosse in
grado di garantire un funzionamento senza errori in qualsiasi situazione e su qualsiasi tipologia
di cute. All’inizio abbiamo dovuto prendere una decisione ben precisa: se effettuare l’analisi completamente in digitale, come fanno alcuni rilevatori in circolazione che sfruttano una tecnologia a
doppio led, oppure se integrare un filtraggio analogico con uno digitale. Sebbene di gran lunga più
complessa abbiamo scelto la seconda strada, che ci ha permesso di realizzare un sensore con un
singolo led e di avere un bassissimo consumo di batteria.
Quando si parla di precisione c’è un luogo comune che vede nelle qualità dell’orologio svizzero il
modello di perfezione a cui attenersi. Ebbene si dà il caso che il tema di questo servizio sia proprio
centrato sugli orologi e sulla precisione. In particolare parliamo di dispositivi cardiofrequenzimetri
per l’attività sportiva. Nel recente passato abbiamo assistito al lancio di numerose novità prodotto
per il settore hi-tech legato all’attività sportiva e tutt’ora riceviamo aggiornamenti sulle ricerche
e i test che le varie aziende specializzate stanno conducendo al fine di avvicinarsi il più possibile
al massimo delle performance. Una delle tendenze che sembrano aver ravvivato il panorama di
questo segmento è in particolare quella della realizzazione di orologi che, anziché collegarsi a una
fascia toracica per rilevare il battito del cuore, sfruttano un sensore ottico a contatto con la pelle.
Un vantaggio in termini di comfort e vestibilità, ma che forse comporta una minore precisione
della misurazione. Stando al resoconto offerto da studi scientifici comparativi, il modo migliore
per misurare la frequenza cardiaca è in prossimità del cuore: nelle zone periferiche del corpo è possibile incorrere in qualche margine di errore. Per dirla in breve, è possibile che siamo solo all’inizio
di un nuovo percorso e inevitabilmente la “coperta non può che essere troppo corta”. Forse in
futuro non esisteranno più tali margini di diversità e dunque nessuno sarà più costretto a scegliere
fra una delle due tecnologie. Per ora possiamo limitarci a parlare di un’interessante opportunità
per i runner e gli appassionati di fitness, ma a maggior ragione è importante essere il più possibile
informati sul proprio acquisto. Ecco perché ci siamo rivolti direttamente ad alcune delle realtà
leader nel settore della tecnologia applicata allo sport, per chiedere nel dettaglio le ragioni della
loro proposta. Ve le presentiamo in questa prima puntata, nella quale abbiamo messo in evidenza
alcuni dei principali e più recenti modelli presenti sul mercato, con le interessanti opinioni di
autorevoli rappresentanti di 4 aziende. Appuntamento sul prossimo numero per conoscere la
posizione e le proposte di altri marchi che operano in questo segmento.
1
2
fascia no
WTEK //
Suunto //
Vanni Borro, sales manager Suunto Italia
Come ti immagini
il futuro del settore
hi tech legato
allo sport e al fitness?
1. La nuova fascia di cardiofrequenza Suunto
Smart Sensor include un nuovo sensore Suunto Smart e nel concreto è la fascia cardio compatibile Bluetooth Smart più piccola disponibile attualmente sul mercato.
È integrata nelle versioni dei
nuovi orologi gps Ambit3
Peak e Ambit3 Sport HR, ma
può anche essere acquistata separatamente e utilizzata con l’App Movescount
di Suunto o altri dispositivi
compatibili con Bluetooth
Smart. Proprio a proposito
dell’applicazione dedicata al nostro programma di allenamento, abbiamo da poco lanciato
l’ultimo aggiornamento che consente all’utente di condividere le proprie performance con i
propri amici per un’esperienza davvero unica.
5
12
fascia sì
Ora è infatti sufficiente toccare il display per
trasformare il percorso che si è concluso in un
Suunto Movie e caricare la propria avventura
sui social network. La clip in particolare visualizza il percorso su una mappa tridimensionale che include i dati metrici principali
e può essere eventualmente
impreziosita dall’aggiunta di
foto personali scattate lungo
la propria spedizione. Un’altra funzione è il semplice
scatto foto: con le immagini
che andranno a mostrare la
velocità in tempo reale, la distanza percorsa e
altre informazioni utili.
2. La fascia di Suunto Smart Sensor include un
nuovo sensore Suunto Smart e nel concreto è
RUNNING MAGAZINE
tomtom //
fascia sì / no
Luca Tammaccaro,
vice president TomTom Italy & SEE (South Eastern Europe)
1. Esistono due versioni dei nostri
modelli per il running e per le attività multi sport: una utilizza la fascia
cardio, una funziona con un sensore
luminoso, quindi possiamo rispondere alle domande per entrambi i casi.
La prima premessa importante da
sottolineare è che entrambi i dispositivi forniscono, durante e al termine di una sessione d’allenamento, il
medesimo risultato. Da una parte gli
orologi TomTom Runner e Multi-Sport
(foto sopra) prevedono l’utilizzo della
fascia cardio che, sfruttando la tecnologia Bluetooth. trasmette in maniera
istantanea i dati al dispositivo. Entrambi sono dotati di gps e di un display extra large ad alta risoluzione e
ad alto contrasto, che rende semplice
l’utilizzo sia per i runner che per gli atleti di altre discipline: in questo modo
è possibile avere sempre sotto controllo le distanze percorse, il tempo e
il passo mantenuto, anche in condizioni climatiche avverse, per esempio
con il sole battente. I plus dei due prodotti sono le funzioni di allenamento
con grafica a tutto schermo e il fatto
di sfruttare un solo pulsante di controllo (assoluta novità per il settore)
per accedere alle informazioni e stimolare la motivazione al raggiungimento dei propri obiettivi. TomTom
Cardio (foto a destra) invece è dotato
di cardiofrequenzimetro integrato ed
è sempre disponibile nelle versioni
Runner e Multi-Sport. Il sensore è
incorporato nell’orologio e rimane a
contatto con la pelle: insieme a un indicatore luminoso, monitora le variazioni di volume nel flusso del sangue,
fornendo nel corso dell’allenamento
le variazioni del battito cardiaco. In
questo modo è possibile capire se ci
si sta allenando in maniera corretta,
ovvero all’interno dei parametri previsti per la propria attività.
2. Negli ultimi anni abbiamo deciso
di puntare su chi fa sport alla luce
degli importanti numeri che il settore
sta registrando: nel mondo ci sono
70 milioni di runner e nel 2013 è stato stimato complessivamente che il
mondo della corsa e del fitness ha
prodotto un giro d’affari pari a 1 miliardo di dollari. Le potenzialità della tecnologia gps ci hanno aperto innumerevoli opportunità, tra le quali quella
di poter entrare nel settore del fitness
con diversi prodotti dedicati all’attività sportiva. Prima sono nati gli orologi TomTom Runner e Multi-Sport,
che abbiamo lanciato nel mercato ad
aprile 2013 e hanno subito rivoluzionato il mercato, portando l’attenzione
dell’utente al design e alla facilità di
utilizzo. Poi lo scorso aprile è nato il
TomTom Cardio, a nostro avviso unico nel suo genere: un orologio dotato di un cinturino di silicone (quindi
intercambiabile e facilissimo da pulire) che sfrutta una tecnologia con
sensore ottico in grado di leggere
le variazioni del flusso del sangue
e quindi di fornire informazioni immediate sul battito del cuore e sulle
calorie bruciate. Attraverso un’applicazione dedicata, TomTom MySports,
si può accedere poi a tutta una serie
di informazioni specifiche relative al
proprio allenamento. È comunque
importante sottolineare che il settore
automotive resta fondamentale per
la nostra azienda e costituisce il 60%
del nostro business, che gode di ottima salute.
3. Il punto di forza di entrambe le versioni è sicuramente la facilità di utilizzo, oltre naturalmente a un design
assolutamente originale e innovativo.
Inoltre il TomTom Cardio risulta più
confortevole, non comportando la
necessità di indossare altri accessori
scomodi. È un grande plus avere tutti gli strumenti necessari al proprio
allenamento incorporati in un unico
prodotto. A livello di tecnologia le
due linee di prodotti presentano le
medesime caratteristiche: tecnica-
la fascia cardio compatibile Bluetooth Smart più piccola
disponibile attualmente sul mercato. Si tratta di un prodotto che consente di monitorare la frequenza cardiaca
in maniera accurata e allo stesso tempo di garantire un
eccellente comfort a chi la indossa. Il nuovo design
è stato pensato per andare incontro a tutte
quelle che possono essere le esigenze
degli atleti. Il sensore può essere
utilizzato anche durante i propri allenamenti di nuoto, quando ci si sta
preparando per una gara di triathlon,
e trasferisce i dati attraverso la connessione wireless direttamente all’orologio Ambit3
o all’applicazione Suunto Movescount. In particolare se si sfruttano le caratteristiche della
nuova app si possono analizzare, rivivere e
condividere le proprie prestazioni.
3. Le dimensioni contano indipendentemente
da qualsiasi sport praticato. Come detto Suunto Smart Sensor è il cardio-sensore compatibile
con Bluetooth Smart più piccolo a oggi sul mercato e per questo è in grado di monitorare la frequenza
cardiaca in maniera accurata e con il massimo comfort.
mente entrambi gli orologi montano
un sensore gps di ultima generazione e un software innovativo facile da
usare, con un personal trainer grafico
incluso. Il tutto comandato da un unico pulsante di controllo, in modo da
poter tenere sotto controllo tutte le
informazioni necessarie a monitorare
l’attività sportiva in modo ancora più
immediato e veloce. A questo proposito è bene sottolineare che il display
è di dimensioni superiori alla media,
per offrire una maggiore facilità di lettura e la possibilità di settare diversi
dati sulla schermata. Infine, il look:
sottili e leggeri, TomTom Runner e
Multi-Sport hanno anche una gamma
di cinturini intercambiabili di diverso
colore.
4. Probabilmente l’unico svantaggio di entrambi i prodotti è che non
consentono di misurare la frequenza
cardiaca in modalità nuoto. Ma garantiscono prestazioni di livello sotto
ogni punto di vista: abbiamo coinvolto diversi atleti per testarli in diverse
situazioni, con ottimi riscontri. Per
finire non va dimenticato che anche
il prezzo è decisamente competitivo.
5. Lo immaginiamo molto collegato, sinergico e complementare. La
tecnologia viene oggi utilizzata per
migliorare le nostre perfomance, per
rendere più accessibile e più semplice qualsiasi cosa, effetto o azione.
Basti pensare all’evoluzione dei prodotti degli ultimi anni, a come la tecnologia ha cambiato il nostro modo di
vivere e come continuerà a farlo. Noi
di TomTom avremo un ruolo primario
su questo cambiamento. Lo abbiamo fatto aiutando l’automobilista nel
passare dall’utilizzo della cartina topografica o richiesta di informazione
stradale ad avere tutto questo in un
dispositivo, insieme ai servizi più sofisticati e utili quali autovelox, traffico
e mappe con punti di interesse dettagliati. Possiamo garantire che faremo
lo stesso anche nell’attività sportiva,
al fine di permettere a tutti di raggiungere il proprio benessere.
4. Se parliamo di un dispositivo che non utilizza la fascia cardio al petto e la fascia cardio al polso, i vantaggi
a detta dei nostri tecnici sono tanti. Una
maggiore precisione nella misurazione del battito e la possibilità, grazie
agli algoritmi che Suunto utilizza, di
avere dati molto precisi di R-R (interbattito cardiaco), per misurare in
modo preciso l’EPOC. Ricordiamo
che Ambit è uno dei pochi orologi in grado di rilevare l’interbattito
cardiaco e l’Epoc con validi algoritmi. Infine la nostra fascia memorizza il battito in
acqua e una volta usciti dalla vasca scarica in
automatico sul gps tutto quello che ha memorizzato.
5. Idee ne ho tante, ma che verranno sicuramente smentite dall’evoluzione! Se solo torno indietro a tre anni fa, ricordo che non avrei
mai ipotizzato un Ambit in connessione con gli
smartphone. Eppure ora questa è diventata una
realtà imprescindibile che ci ha permesso di rendere i
nostri prodotti ancora più completi e performanti.
13
NUMERO 9 - 2014
Polar //
fascia sì
Francesca Tammaro, responsabile marketing Polar
1. Polar V800 è il training computer
più completo della nostra gamma
prodotti per tutti gli sport endurance. È dotato di GPS integrato con
tecnologia Sirf Instant fix CGEE che
velocizza al massimo la ricezione
del segnale. I dati di altitudine e
dislivello sono rilevati con altimetro barometrico. Permette di
personalizzare i profili sport
e le schermate dei dati di
allenamento per ciascun
profilo. Include anche
un profilo specifico per il
triathlon, che permette di
passare rapidamente da
uno sport all’altro all’interno della stessa registrazione e visualizzare i tempi di
transizione. Utilizzato con
la fascia cardio Polar H7,
visualizza la frequenza
cardiaca anche durante
il nuoto. L’activity tracker integrato monitora
anche le attività quotidiane, al fine di offrire in ogni
momento indicazioni precise e
sempre aggiornate sul carico di lavoro e sui tempi di recupero necessari. Scaricando l’app gratuita Polar
Flow è possibile visualizzare istantaneamente i dati di allenamento
direttamente sul proprio smartphone oppure analizzarli sul servizio
web polar.com/flow. Il firmware di
Polar V800 è aggiornabile, permettendo di aggiungere in modo facile
e veloce anche nuove funzioni disponibili successivamente.
2. Questo prodotto è il risultato di un
processo generale di innovazione che
ha interessato tutta la piattaforma di
prodotti e sistemi Polar di ultima generazione, basata sulla tecnologia di
trasmissione Bluetooth Smart.
3. La variabilità cardiaca misura
le variazioni nel tempo tra i battiti
cardiaci. Il fatto che il cuore batta
in modo regolare come un orologio è un luogo comune. Al contrario, quanto più il cuore è sano, più
si adatta alle varie situazioni e alle
diverse circostanze. I sensori di frequenza cardiaca Polar, ovvero
le nostre fasce toraciche,
sono in grado di rilevare
questi piccoli cambiamenti
nella variabilità della frequenza cardiaca misurando gli intervalli tra i battiti in
millesimi di secondo. Molte
funzioni dei prodotti Polar
sono basate sul dato di variabilità cardiaca, aiutano gli
atleti e le persone fisicamente attive nella valutazione della propria forma
fisica, li guidano nell’allenamento e forniscono loro
gli strumenti per adattare
in modo preciso il programma di allenamento, variandolo
in base al livello di forma fisica
e agli obiettivi da raggiungere con
esso.
4. Sicuramente il fatto di dover indossare una fascia toracica durante
l’allenamento può essere considerato per alcuni una scomodità,
anche se oggi si tende a realizzare
prodotti molto confortevoli. Le fasce Polar ad esempio sono dotate
di elastici soft strap estremamente
morbidi e senza cuciture che garantiscono un comfort ottimale.
5. Vedo una sempre maggiore interazione con i dispositivi di uso
quotidiano (smartphone, tablet, ...) e
integrazione con area del benessere e salute in generale.
SCARPA DEL MESE
// X SCREAM 3D
A fianco, da sinistra un’immagine
del Salomon City Trail
di Barcellona e due scatti
da quello di Lione
informazioni di base //
PER / Uomo e Donna
COLLEZIONE / SS 2015
DISCIPLINA / City Trail
TARGET / Calzatura agile e reattiva, adatta ad affrontare
i terreni più complessi e variabili: dallo sterrato all’asfalto
cittadino, passando per cambi di pendenza anche
improvvisi, scale e scivoli
TOMAIA //
I TRE PUNTI DI FORZA /
1 / Tenuta eccellente del piede anche in caso di cambiamenti
di direzione improvvisi
2 / Aderenza al top su tutti i tipi di superficie
3 / Rullata confortevole e feeling ottimale su ogni
conformazione del terreno
PREZZO CONSIGLIATO ALLA VENDITA /
125 euro
allacciatura //
fodera //
La costruzione Sensifit avvolge il
piede in maniera perfetta, per una
calzata precisa e sicura
DIFFERENZIALE / 10 mm
MISURE / 3,5 -13,5 UK
PESO / Uomo 300 gr (nella misura 8,5 UK),
Donna 255 gr (nella misura 5,5 UK)
Traspirante e confortevole grazie al
tessuto 3D Mesh
QuickLace con laccio minimalista e robusto
per regolare la calzata con un singolo gesto.
Il sistema Friction Free Lace Eyelet garantisce
una maggiore durata e una azione più rapida
3D SensiFlex ed EndoFit / Tenuta
affidabile e sicura anche durante i
cambi di direzione più dinamici e
repentini
Lace pocket / Tasca per riporre
il sistema di allacciatura QuickLace
Sottopiede //
Costruito in Molded Eva, ha una
struttura preformata per garantire
un’eccellente ammortizzazione e
un sostegno anatomico
CoLORI //
Uomo
bright / red / black
grammy / green / union / blue
grey / denim / black
firefly / green / wasabi
hot / pink / mystic / purple
stone / blue / black
union / blue / black
white / grey / blue
petunia / blue / spectrum / blue
stone / blue / artist / grey-x
Donna
air / white
papaya-b / lotus / pink
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photo credits: Damien Rosso
photo credits: Damien Rosso
RUNNING MAGAZINE
NUMERO 9 - 2014
photographer: Christoffer Sjostrom - location: Lyon, France
INTERSUOLA //
Realizzata con una combinazione di Eva compressa ed Eva iniettata, per un’eccellente risposta
in termini di reattività e resistenza, sfrutta un design tridimensionale pensato appositamente per
il CityTrail. La conformazione 3D Ride, infatti, garantisce una rullata dinamica e su misura. Inoltre
grazie agli inserti in Tpu si adatta efficacemente ai
diversi tipi di superficie
Morbidezza e feeling
a 3 dimensioni
L’obiettivo degli ingegneri Salomon era quello
di creare una scarpa in grado di offrire una sensazione di corsa il più morbida possibile e allo
stesso tempo altamente reattiva. A questo proposito si sono avvalsi dell’esperienza acquisita
in tanti anni di sviluppo prodotti per il settore del
trail running, fianco a fianco con alcuni degli atleti
più forti del mondo. Dal progetto S-Lab X Series è
stata dunque presa in prestito la soluzione di un
supporto Profeel Film posizionato all’interno del
sistema dell’intersuola. Nel caso della X Scream
3D questo concetto
è stato poi declinato in base alle esigenze della scarpa,
al fine di ottimizzare la sensibilità del
piede su ogni tipo
di superficie e consentire un’affidabile
risposta in termini di
ammortizzazione e
spinta.
SUOLA //
A proposito di CityTrail //
La tecnologia 3D Grip è stata
pensata con una miscela e una
tassellatura specifiche per i terreni urbani. Densità e design
del battistrada garantiscono
un’eccellente trazione su qualsiasi tipo di suolo. Il supporto
con 3D Profeel Film chassis assicura inoltre ottima sensibilità e
comfort di lunga durata
Il battistrada è per la maggior parte realizzato con una
speciale mescola 3D Grip in
grado di garantire un eccellente livello di aderenza sui
molteplici tipi di superficie
che si possono incontrare in
città: dall’asfalto, al mattone,
all’acciottolato, allo sterrato.
Inoltre la sua gomma ha una
densità di tipo standard per
il migliore compromesso fra
morbidezza e durabilità antiabrasione, soprattutto nella
parte al di sotto del tallone.
L’appuntamento italiano a Milano, con una grande novità
Nuovo percorso e nuova formula per
la nuova edizione della Salomon City
Trail, in programma a Milano domenica
21 settembre e organizzata da Friesian
Team. Chi ha mai corso in Piazza Gae
Aulenti o sotto l’Arco della Pace, attraverso i padiglioni della Fiera o sulla pista dell’Ippodromo del Galoppo, sulle
tribune dello stadio di San Siro o sotto il Ponte
delle Gabelle di Leonardo da Vinci, sulle salite
della Montagnetta o attraverso il nuovo quartiere City Life? Il percorso di quest’anno è stato
interamente ridisegnato per portare i
partecipanti della gara nei luoghi più
simbolici del capoluogo meneghino.
Un modo davvero originale per scoprire i cambiamenti che tuttora la metropoli lombarda sta vivendo in vista
dell’Expo 2015 (partner dell’iniziativa).
Hanno collaborato alla realizzazione
del progetto Salomon le principali istituzioni locali e gli sponsor tecnici Suunto, Nilox ed EsoSport.
www.salomoncitytrailmilano.it
15
La App CityTrail //
Cerca nuovi itinerari
e condividili con gli amici
I creatori Salomon hanno realizzato
un’applicazione che permette di esplorare,
tracciare e condividere nuovi percorsi
in più di 150 città nel mondo.
Il concetto del CityTrail è nato per sperimentare un
modo di correre che fosse ispirato dal desiderio di
evasione dalla routine di tutti i giorni. Come racconta
Romy Mey, productline manager della linea trail
running apparel Salomon: “Anche i trail runner più
devoti corrono in città
per allenarsi, mentre
molti stradisti hanno
un grosso desiderio di
novità. Una scalinata,
una collina ripida,
un ponte o un tratto
in mezzo a un parco
rendono la corsa molto
più interessante”. Da
questa idea di partenza, gli ingegneri del brand di
Annecy hanno pensato che i CityTrailer avessero
bisogno di trovare in modo facile e rapido nuovi
itinerari da percorrere e di condividerli con i loro amici.
L’App CityTrail (vedi a fianco il qr code),
disponibile su Apple Store e Google Play,
permette di scaricare e creare nuovi percorsi
in più di 150 città nel mondo. Può accadere
che si voli in un nuovo paese e sentire il
bisogno di fare una corsa per annullare l’effetto del jet
lag. L’applicazione permette di fare una rapida ricerca,
trovare un percorso appropriato e auto-tracciarsi
durante la corsa. Oppure per chi già vive in città sono
disponibili itinerari sempre aggiornati, per chi non
vuole ripetere la stessa strada tutti i giorni: si possono
scoprire nuove vie con scorci panoramici, scalinate,
percorsi naturalistici e luoghi segreti. È possibile
inoltre monitorare i propri progressi, accumulando
punti se si attraversano luoghi d’interesse e
premiando il runner con altre funzioni, condividere
esperienze e connettersi con la community.
citytrail.salomonrunning.com
RUNNING MAGAZINE
EVENTI
LO SCORSO 2 AGOSTO SI È SVOLTA
LA PRIMA EDIZIONE DEL TRIPLO CHILOMETRO
VERTICALE IDEATO DA NICO VALSESIA
NUMERO 9 - 2014
La carica del toro rosso
arriva oltre i 3.000 metri
RED BULL K3: UN PERCORSO UNICO
AL MONDO, DA SUSA ALLA VETTA INNEVATA
DEL ROCCIAMELONE. 3MILA METRI DI
DISLIVELLO DI ASCESA IN SOLI 10 KM DI
SVILUPPO “ORIZZONTALE”. LA GARA PROMOSSA
DALL’ADRENALINICO MARCHIO FONDATO
DA DIETRICH MATESCHITZ E SUPPORTATA
FRA GLI ALTRI DA DYNAFIT È STATA ACCOLTA
ALL’ESORDIO DA RISCONTRI PIÙ CHE POSITIVI
(SOLD OUT LE ISCRIZIONI).
• FRANCESCO GENTILUCCI
Quando il toro rosso di Red Bull
decide di esordire in un nuovo ambiente lo fa in grande stile. Il mix
di follia e selettività che da sempre
contraddistingue gli eventi marchiati dal brand austriaco si è manifestato anche nella scena della corsa
off road italiana, tramite un evento destinato a diventare un grande
classico nel panorama nazionale del
trail e dello skyrunning: il Red Bull
K3 (iscrizioni sold out a quota 400,
anche se a causa del mal tempo al
via erano 330 i partecipanti: 290 uomini e 40 donne). Questa gara presenta un percorso unico al mondo:
si parte da Susa e si arriva in cima al
Rocciamelone, attraversando 3.000
metri di dislivello positivo con uno
sviluppo “orizzontale” di soli 10 chilometri. Una gara durissima a cui
nessun atleta è preparato: la salita
alterna sezioni veloci a veri e propri
muri verticali fino a terminare nella
ferrata che porta sulla cresta sommitale del “Roccia”.
LA GARA A ELIMINAZIONE - Per aggiungere ancora più pepe alla gara vengono posti due cancelli che bloccano
l’80% degli iscritti e permettono
solo ai più veloci di correre la sezione finale e giocarsi quindi la vittoria. La sfida ha intrapreso un ritmo
velocissimo già dall’inizio, tutti i
partecipanti erano ancora freschi
e non volevano rischiare di essere
bloccati nel primo checkpoint: ma
proprio questo ha fatto “scoppiare”
parecchi degli atleti più forti provenienti dall’ultra trail e dalle lunghe
distanze, abituati a percorrere molto dislivello, ma ad andature più
blande. Alla fine ad avere la meglio
fra i maschi è stato Marco Moletto,
piemontese del Team La Sportiva,
specialista delle prove in salita, che
è giunto in cima col tempo stratosferico di 2 ore e 6 minuti, battendo il
record di Daniele Ivol del 1988 di 2
ore e 14 minuti. Dietro di lui il trail
runner iberico Marti Ventoso Ferran Texido e lo sloveno Nejc Kuhar.
LA CORSA FEMMINILE - Fra le ragazze invece la spagnola Laura Orguè Vila,
del Team Salomon, ha confermato
il suo talento già mostrato poche
settimane prima con la vittoria di
km verticale e skyrace alle Skyrunner World Series di Canazei. Grazie alla tecnica perfetta maturata
con l’esperienza nello sci nordico,
infatti, la ragazza prende subito il
Il profilo della gara //
comando e stacca le rivali vincendo
col tempo record di 2 ore e 22 minuti (13° nella classifica assoluta).
Dietro di lei l’americana Stevie Kremer, che perde contatto nel lungo
tratto di prato della seconda sezione di gara (dichiarando poi l’errore
di non aver utilizzato i bastoncini)
e si rifà sotto nell’ultima parte, la
più tecnica, senza però riuscire a
riprendere la Vila. Terzo posto per
Corinne Favre, leggenda della corsa
in montagna su lunga distanza.
UN’ESPERIENZA DA RIPETERE - Una gara
I due vincitori Marco Moletto e Laura Orguè Vila
appassionante con presenti al via
tutti i nomi più importanti del panorama internazionale della corsa
in montagna e una location unica
come la Val Susa: il Red Bull K3
2014, il primo triplo chilometro verticale della storia, verrà tramandato
negli annali dello sport come un
enorme successo. Appuntamento
all’anno prossimo.
16
Da Susa, passando per
Mompantero, fino alla
vetta del Rocciamelone.
Stiamo parlando dell’unica
via al mondo finora
scoperta che con soli 10
chilometri di percorso
attraversa oltre 3mila
metri di dislivello positivo.
L’unica dunque in grado
di suggerire l’ardita
idea di correre un “triplo
chilometro verticale”. E
visto che si tratta di un
territorio che si solleva a
dominare la provincia di Torino e di
una sfida mai tentata prima, sarebbe
stato difficile non trovare il nome di
Nico Valsesia alla regia di un evento
capace di attirare l’attenzione di
alcuni dei maggiori protagonisti
del panorama dello skyrunning
nazionale e internazionale. Lo
hanno chiamato Red Bull K3 e,
come suggerisce il titolo, in prima
linea tra le fila dell’organizzazione
ha potuto contare sul marchio
energetico fondato da Dietrich
Mateschitz, ormai sempre più attivo
nella promozione di manifestazioni
sportive originali ed estreme nel
mondo outdoor.
La gara si è svolta lo scorso 2
agosto, in una giornata dal meteo
non proprio clemente: pioggia
sopra la prima parte del tracciato
e neve in vetta. Gli atleti al via
hanno dovuto capire fin dalle
prime fasi come gestire la propria
corsa, in modo da conservare
fiato ed energie sufficienti a
percorrere tutti i 3.030 metri di
dislivello e allo stesso tempo
mantenere costantemente una
posizione fra i primi per non
essere tagliati all’altezza dei due
cancelli eliminatori (posti a 1.670
m e 2.850 m).
Come già detto,
ad aggiudicarsi il successo è
stato il verticalista piemontese
Marco Moletto, giunto per primo
in vetta con un tempo di 2 h 6’
davanti al catalano Marti-Ventosa
Ferran Teixido e allo sloveno Nejc
Kuhar. Fra le donne la vittoria è
andata alla spagnola Laura Orgué
Vila, mentre al secondo posto è
arrivata l’americana Stevie Kremer
e al terzo la francese Corinne
Favre. Red Bull K3 è un evento
Red Bull, con il supporto tecnico di
Dynafit e il patrocinio di Comune
di Susa, Comune di Mompantero
e ASCOM Susa.
REPORTAGE
IN COMPAGNIA DI SVARIATI DEALER ITALIANI, MEDIA
E STAFF AZIENDALE SIAMO STATI A MONTE BONDONE
PER LA SUMMER LAUNCH 2015 DI DYNAFIT
Discesa verso
la seconda vetta
In cima alla vetta principale
del Monte Bondone
DYNAFIT: QUANDO LAVORO E PASSIONE
COMBACIANO SI ARRIVA “IN ALTO”
LA PRESENTAZIONE DELLA NUOVA COLLEZIONE ESTIVA PER LA PROSSIMA STAGIONE CI HA OFFERTO L’OPPORTUNITÀ DI CORRERE
CON ALCUNI ATLETI DEL TEAM CHE OCCUPANO ANCHE RUOLI DI RESPONSABILITÀ IN AZIENDA. E CHE, SPESSO E VOLENTIERI,
PARTONO PER QUALCHE ORIGINALE OBIETTIVO SULLE ALPI O PER SPEDIZIONI ALPINISTICHE IN CAPO AL MONDO.
• DAL NOSTRO INVIATO PAOLO GRISA
Il 15 e 16 giugno Running Magazine è
stata ospite di Dynafit presso la magnifica
location di Monte Bondone, la montagna
che sovrasta la città di Trento, in occasione della presentazione a clienti e giornalisti italiani della nuova collezione estiva
che sarà nei negozi la prossima stagione.
Un’occasione pensata dalla dirigenza
Dynafit in virtù anche del fatto che l’azienda non sarebbe stata presente con un
proprio stand alla fiera di Friedrichshafen
sia per ragioni legate alla tradizione del
marchio più legato alla stagione invernale
sia per la solita limata presenza dei negozianti italiani all’evento.
UNA STORIA DI SUCCESSO - L’azienda nasce nel
1950 e si focalizza sullo sci alpino, imponendosi ben presto con i suoi prodotti
vincendo svariate competizioni ai piedi di
DALL’INVERNO ALL’ESTATE, LA STESSA FILOSOFIA -
diversi atleti. Da sempre l’azienda è naturalmente portata verso l’innovazione nel
prodotto: è stata la prima a introdurre gli
scarponi con leva di chiusura, l’accesso posteriore allo scarpone, l’adozione “dell’attacchino” sugli da sci da scialpinismo. Poi
nel 2012 l’azienda sceglie di entrare anche
nel settore dell’outdoor estivo lanciando la
linea “Speed Mountaineering” con le collezioni Alpine Running e Alpine Biking,
ottenendo subito un grande successo tra il
pubblico. Dynafit diventa così un marchio
per la montagna a 360°, che non solo ricopre tutte le attività in montagna ma che
addirittura le combina insieme. Gli appassionati di scialpinismo in inverno e primavera molto spesso infatti sono gli stessi
che durante l’estate si trovano a correre in
montagna o a muoversi in mountain bike,
uno strumento che spesso ben si combina
con le gite di scialpinismo in quota di fine
stagione.
I valori che Dynafit segue nel mondo dei
prodotti invernali sono gli stessi che adotta
poi sulla linea estiva: leggerezza, performance e tecnicità. I tre segmenti prodotto della
linea invernale vengono quindi declinati
per quella estiva: Ultra Running, dedicata
alla corsa outdoor su distanze superiori ai
42 km e spesso oltre i 100; Alpine Running,
su distanze più moderate ma comunque
impegnative, non necessariamente legata
al mondo gare; Vertical, dedicato a corse
su terreni scoscesi a velocità elevate e con
un’attenzione alla leggerezza che, sebbene
caratteristica di tutta la collezione, qui diventa davvero maniacale. Ad esse si aggiunge la linea X-Series, pensata per coloro che
amano combinare le diverse attività, bike,
running e ski-touring. L’azienda vuole quindi portare il grande successo che da sempre
ha nel mondo invernale (ricordando un po’
di numeri, dal 2006 al 2014 il fatturato è
Il nostro inviato Paolo
durante il test
Andrea Zambaldi mentre
indica il percorso
18
cresciuto da 10 a 68 milioni di euro) anche
nel mondo estivo del trail running. Un’attività che sta avendo una crescita davvero
esponenziale (tanto per citare gli Usa, +35%
degli appassionati) dimostrata anche dal
boom di eventi: a livello mondiale 450 nel
2000, ben 2702 nel 2012. Al crescere degli
appassionati cresce anche il loro livello di
allenamento, visto che dalle statistiche delle varie gare in Italia si ricava un aumento
del 200% dei finisher. L’obiettivo della collezione summer di Dynafit è quindi quello
di offrire delle soluzioni tecniche che si dimostrino dei benchmark sul mercato. I dati
del fatturato sulla linea estiva dell’azienda
parlano chiaro: nel 2012 (anno 0) 2 milioni di euro, diventati 3 l’anno successivo, 4
nell’anno corrente e si stima possano raggiungere i 7 nel 2016. Una crescita costante,
tanto che l’azienda non esclude che il segmento estivo possa diventare più interessante di quello invernale, nonostante il mercato
sempre più affollato di competitor. L’impegno dell’azienda nel mondo della corsa in
montagna è dimostrato dal supporto dato
a grandi competizioni di questa disciplina
in ognuno dei sette Paesi dell’arco alpino: la
Karwendel-Berglauf in Germania, l’Olla de
Nuria in Spagna, la Traunsee Bergmarathon
in Austria, L’Eiger Ultra Trail in Svizzera e
l’Otzi Alpin Marathon in Italia. Alla presentazione dello scorso giugno erano presenti
Andrea Zambaldi (marketing manager) e
Stefano Finazzi (sales manager)che hanno illustrato le strategie e la visione dell’azienda,
oltre ai responsabili dello sviluppo prodotto
che si sono soffermati sulla spiegazione dei
dettagli tecnici dei capi insieme ad alcuni
degli atleti che collaborano con l’azienda
offrendo feedback sui prodotti.
RUNNING MAGAZINE
Logo Prl
Neck Gaiter
React W Short
Tights
Performance
Short Sock
Speed
Compression Calf
NUMERO 9 - 2014
DALL’ALTO IN SENSO ORARIO
• Il gruppo Dynafit Summer Launch 2015
• Il team Dynafit con alcuni dei
negozianti presenti
• Tutti i modelli di calzature Dynafit
presentati all’evento
• Giordano Vechiet responsabile dello
sviluppo prodotto calzature mentre spiega
come è nata la Pantera X7
L’ABBIGLIAMENTO - I capi di abbigliamento
sono pensati innanzitutto con in testa due
focus: leggerezza e gestione del sudore. Le
linee colore sono state create su un approccio monocromatico, scelta fatta per facilitare l’abbinamento dei capi e venire così
incontro ai feedbacks dei negozianti, agevolando la vendita verso quei consumatori
che non entrano in negozio con l’obiettivo
di uscirne con un total outfit ma piuttosto
con un capo singolo. Linee colore che saranno per la X-Series giallo per la versione
maschile e verde per quella femminile, per
la Vertical blu sia in maschile che femminile, per la Alpine verde quella maschile e
rossa quella femminile, per la Ultra rosso
per gli atleti e verde per le atlete. Durante la
presentazione ogni scelta, compresa quella
del prezzo di listino, è stata motivata ai presenti. I tecnici in particolare hanno voluto
sottolineare come ogni capo per scelta sia
costruito con esterno in nylon e non poliestere garantendo una maggior resistenza
all’abrasione.
Enduro
Manaslu. E che quest’anno è impegnato in
una nuova impresa: con Andrea Zambaldi
e Sebastian Haag sta tentando proprio in
questo periodo il concatenamento di due
8000, Shisha Pangma e Cho Oyu. Il mezzo?
170 km in bicicletta a oltre 4.500 metri.
ACCESSORI - Molto interessante anche la li-
IL TEST - La mattina del giorno seguente la
nea di accessori, dai calzini in fibra Dryarn
ai cappellini fino agli zainetti pensati per il
trail per la linea X-7 con dei dettagli specifici come il gancio per aiutare nel portare in
spalla la mountain bike.
presentazione abbiamo avuto l’opportunità di provare le calzature Dynafit lungo
un bellissimo percorso studiato dagli atleti
per l’occasione. In realtà eravamo così curiosi che già al termine della presentazione,
prima di cena, ci eravamo fiondati su per
una delle piste da sci per un breve giretto.
Il percorso del giorno successivo però è stato decisamente più interessante. Guidati
da Javier abbiamo concatenato le tre cime
del Monte Bondone (Cornetto, Doss D’Abramo e Cima Verde) con un magnifico
panorama sui Gruppi del Brenta, dell’Adamello, sul Lago di Garda e la Val d’Adige.
La cosa che più ci ha colpito del modello
Pantera è come la calzata sappia coniugare comfort dell’avampiede con un ottimale
bloccaggio della parte mediana, col risultato di un comfort ottimale in discesa dove il
piede, così ben trattenuto, non scivola mai
in avanti senza sbattere le unghie contro la
punta. Un pregio che nelle lunghe discese
si fa decisamente apprezzare. Gli unici terreni dove forse Pantera si può trovare un
po’ meno a suo agio sono, a nostro avviso, i tratti particolarmente tecnici, quelli
al limite dell’arrampicata per intenderci,
dove il comfort in punta toglie inevitabilmente qualcosa alla sensibilità necessaria
sui piccoli appoggi. Ma si tratta di terreni
dove il più delle volte intervengono anche
le braccia a facilitare la progressione e comunque sono più presenti su tipologie di
corsa brevi, dove le Feline possono dare il
loro meglio.
LE SPEDIZIONI DI DYNAFIT - L’azienda organizza
con i suoi dipendenti e atleti dei progetti
scialpinistici per provare i prodotti nelle
condizioni più estreme. Javier Martin De
Villa, atleta del team Dynafit, allenatore
della nazionale di sci alpinismo spagnola
fino al 2012, come se non bastasse, il giorno prima dell’evento aveva appena conseguito il brevetto di guida alpina. È l’esempio lampante di come in casa Dynafit il
lavoro coincida con la passione. “Noi non
sviluppiamo prodotti per la montagna, noi
siamo la montagna”, recita il claim aziedale. È stato proprio Javier a presentarci alcune delle iniziative che Dynafit ha realizzato in questi anni. Come Dynafit X4, che
ha visto cinque atleti e impiegati Dynafit
salire in quattro giorni quattro tra le vette più rappresentative delle Alpi di altrettanti Stati, spostandosi senza alcun mezzo
a motore. Iniziativa che lo scorso anno è
stata rilanciata in versione ancor più difficile con l’X7: sette amici, sette vette e sette
Stati dell’arco alpino. “E pochissime ore
di sonno”, ci ha confermato Javier che era
parte della squadra insieme anche a Benedikt Böhm, brand manager Dynafit, uomo
che passa dalla 24-ore dei consigli di amministrazione alla più veloce ascensione del
Pantera
CALZATURE FUTURISTICHE - Clou della presentazione è stato poi il rinnovato parco calzature, diviso in tre linee, X-Series, Ultra
Running e Alpine Running. Ques’ultima
racchiude il modello Feline in versione Sl
e Gore-Tex mentre per i percorsi più lunghi il modello di riferimento è il Pantera,
anch’esso in doppia veste. Due modelli ben
differienziati, non solo da un punto di vista
estetico ma anche di calzata. Più avvolgente
e fasciante Feline per un controllo ottimale, più confortevole nell’avampiede Pantera
per evitare i problemi di gonfiore dei piedi
degli ultimi chilometri. Il look di entrambe è davvero di quelli che restano impressi,
quasi futuristico quello di Feline, più classico ma reso comunque di forte impatto
grazie all’oculata scelta dei colori quello di
Pantera. Entrambi i modelli vanno poi a
collocarsi nella linea X-Series con le rispettive versioni X7. Cosa cambia? L’innovativo sistema di allacciatura Boa, che rende
i cambi di calzatura per i percorsi dove si
mixa bike, corsa e sci estremamente rapidi.
Feline X7
Pantera X7
19
RUNNING MAGAZINE
EVENTI
PRESENTATO L’EVENTO ORGANIZZATO DA SPIAGAMES
IN COLLABORAZIONE CON REDA REWOOLUTION
E VARI ENTI E ISTITUZIONI, TRA CUI EXPO 2015
NUMERO 9 - 2014
DUE LE GARE IN CALENDARIO A PARTIRE
DAL 31 LUGLIO 2015: UNA CON PERCORSO
DA 140 KM E DISLIVELLO POSITIVO
DI 10.000 M, L’ALTRA DA 65 KM E 4.500 M.
L’ARRIVO PER ENTRAMBE SARÀ DIRETTAMENTE
ALL’INTERNO DELLA CITTÀ
ALTA, DOVE SARÀ ALLESTITO
UN VILLAGGIO TEMATICO
CON NUMEROSE ATTIVITÀ DI
PROMOZIONE DELLO SPORT
OUTDOOR E DEL TERRITORIO
OROBICO. FRA I MEDIA PARTNER
DELLA MANIFESTAZIONE ANCHE
RUNNING E OUTDOOR MAGAZINE.
DALLE ALPI AL CUORE DI BERGAMO:
NASCE IL PRIMO ULTRA TRAIL DELLE OROBIE
• DAVIDE CORROCHER
Marcel Proust una volta disse: “Lasciamo le belle donne agli
uomini privi di immaginazione”.
Quasi che l’animo umano possa appagarsi soltanto di fantasia,
creatività e ingegno. Spunto per
certi versi encomiabile quello del
grande vate francese e, perché no,
da tenere in debita considerazione all’occorrenza. Se non fosse
che esiste una realtà davanti alla
quale nessuno può nascondersi,
neppure dietro ad arguta ironia.
Questo varrà tanto nel caso in cui
ci si trovi di fronte a una signora
le cui qualità arrivano a eccedere
ogni tentativo di inventiva e suggestione, quanto al cospetto di
un non meno poetico paesaggio
naturale. Perché in fondo avviene
proprio questo quando ci si trova
di fronte a un magnifico panorama, a un ambiente capace di offrire un grande spettacolo unico
al mondo. Ci si innamora. Come
accade per tanti luoghi al mondo,
tantissimi dei quali rappresentano
una grande ricchezza per il nostro
Paese. Così anche per le Orobie e
il loro territorio, da sempre meta
prediletta per moltissimi amanti della montagna. Amanti privi
di immaginazione, direbbe forse
Proust, ma la verità è che pochi
discorsi tengono di fronte a splendidi anfratti traboccanti di ogni
sfumatura di verde, declivi e guglie
su cui si adagiano indecifrabili mosaici di roccia, scorci che lasciano
intravedere un cielo capriccioso e
cangiante a seconda della stagione
o di un particolare momento del-
la giornata. Sono proprio queste
persone che hanno deciso di “raccontare” anche ad altri che cosa si
prova a viaggiare sulle alpi bergamasche e che hanno deciso di dare
vita al primo Orobie Ultra Trail.
I CREATORI DELL’EVENTO – A ideare
la manifestazione è stata Spiagames, agenzia con sede a Bergamo
specializzata nella progettazione,
realizzazione, gestione e comunicazione di numerosi eventi nel settore outdoor. Fra le varie manifestazioni di trail running nella quale
è coinvolta si contano anche collaborazioni con The North Face Lavaredo Ultra Trail, Ultra Trail du
Mont Blanc e Transgrancanaria.
Un contributo all’organizzazione è
stato dato anche da Mario Poletti,
conoscitore delle valli e detentore
del record di percorrenza del sentiero occidentale. Fra i partner
tecnici è invece Reda Rewoolution
a essersi impegnata nel ruolo di title sponsor. Prosegue dunque con
decisione anche nel mondo del
running l’attività di rebranding
per l’azienda di proprietà di Successori Reda, specializzata nello
sviluppo e fabbricazione di capi
activewear in lana merino, grazie
anche all’ottimo rapporto di lunga
data con Spiagames e il territorio
bergamasco nato con l’esperienza
dei Rewoolution Raid. Partecipano infine alla riuscita del progetto
anche Agisko, Sidas e Elle-Erre,
mentre sul fronte media si segnala
il contributo della testata Orobie e
delle nostre riviste Running Magazine e Outdoor Magazine.
IL PROGRAMMA - Da una parte la
competizione di cartello, in programma per il 31 luglio 2015:
OUT - Orobie Ultra Trail, valido
per il punteggio d’accesso all’Ultra
Trail del Monte Bianco, con il percorso più impegnativo di 140 km e
10.000 metri di dislivello positivo.
Attraverserà tre valli, prendendo il
via da Clusone e terminando direttamente all’interno della città medievale di Bergamo Alta. Il GTO
- Gran Trail delle Orobie si caratterizza invece per il percorso più
breve ed è previsto per il 1° agosto
2015: 65 km di lunghezza e 5.000
metri di dislivello, che partono da
Carona per raggiungere il rifugio
Laghi Gemelli, e da lì proseguire
sulla stessa via dell’OUT. Entrambi i tracciati sono stati disegnati
con la consulenza di Marco Zanchi, “capitano” del team Tecnica e
grande esperto di trail running sulle ultra distanze nel cui curriculum
spiccano fra gli altri un primo posto all’Utmb e un sesto al Tor des
Géants. Oltretutto, per saggiare le
qualità dell’evento, a un anno esatto dal debutto ufficiale è stata organizzata la cosiddetta edizione zero
(alla quale si riferiscono le immagini di questa pagina). Alcuni atleti
internazionali professionisti sono
stati invitati a una prova sul campo, al termine della quale sono stati raccolti i loro preziosi feedback
per rispondere al meglio alle alte
aspettative dell’organizzazione.
IL VILLAGGIO TEMATICO - In chiusura è
d’obbligo citare le parole espresse
da Tomaso Luzzana, responsabile
di Spiagames, alla presentazione
della manifestazione: “Non si sta
parlando di un semplice evento
sportivo ma di un’occasione per
20
valorizzare e rilanciare turisticamente il nostro territorio, a maggior ragione in vista dell’occasione
Expo 2015”. L’iniziativa può contare infatti su numerosi patrocini
da parte di istituzioni locali, fra i
quali l’agenzia di promozione del
turismo di Bergamo, la Camera
di Commercio, il Comune e la
Provincia di Bergamo, la Regione Lombardia e appunto l’Expo
2015. Ecco perché si è scelto di
creare una manifestazione che
colleghi la montagna a una città
ricca di storia, cultura, tradizione ed enogastronomia. Proprio
all’interno della Città Alta sarà
infatti previsto un villaggio tematico, dove le aziende del settore
potranno allestire aree dedicate al
test dei prodotti e dove saranno
presentate proiezioni video, attività per bambini e iniziative legate
ad alimentazione e allenamento,
podologia e massaggi. Un ricco
programma trasversale per accogliere dunque non solo gli atleti,
ma anche le famiglie e i semplici
appassionati di montagna e di vita
outdoor. La fantasia questa volta
potete lasciarla pure a casa, anche
perché noi saremo in prima linea
per raccontarvi come andrà.
COVER
STORY
IN ITALIA, RISPETTO AD ALTRI PAESI COME LA FRANCIA, LA CULTURA DELLA PERSONALIZZAZIONE
DEL FITTING DELLE CALZATURE SPORTIVE È DIFFUSA A MACCHIA DI LEOPARDO,
E SOLO TRA I PROFESSIONISTI. VICH ITALIA, PRESENTANDO IL MARCHIO SIDAS, CI MOSTRA
LE POSSIBILITÀ ANCORA INESPRESSE DI QUESTO MERCATO
VICH ITALIA E IL SENSO DI SIDAS
PER IL COMFORT DEL PIEDE
• PAOLO GRISA
Cicerone e guida di questo nostro interessante viaggio tra le Alpi
francesi fino al cuore dell’azienda
di cui vi parliamo è stato Alessandro Pilloni, assiduo collaboratore dell’agenzia di organizzazione
eventi Spia Games e di Vich Italia
(società con sede a Bergamo che si
occupa della distribuzione del marchio Sidas). Alessandro vanta una
lunga esperienza in Salomon, per
il quale ha lavorato nella sede di
Annecy allo sviluppo prodotto. Ha
quindi un vasto bagaglio di esperienza sia nel settore sci sia nel trail
e nello sport in generale e si avvale
della collaborazione di Roberto Leone, professionista affermato del
panorama sportivo invernale.
IL PIEDE AL CENTRO - Sidas è un marchio il cui core business è ben riassunto nella prima pagina dell’agile
librettino che ne racconta la storia.
Qui capeggia una simpatica fotografia di un piede inserito all’interno di una cornice vecchio stile
di un quadro. La didascalia recita
un “chef d’ouvre”, un capolavoro.
Stiamo parlando infatti di una
parte del nostro corpo composta
da 28 ossa, 16 articolazioni, 107 legamenti e 27 muscoli. Come dire,
un’opera ingegneristica davvero
notevole. Un’opera che Sidas mette al centro del proprio business.
Un arto che, è bene saperlo, è diverso in ogni essere umano e il più
delle volte persino su uno stesso
soggetto il destro si differenzia dal
sinistro. Le calzature che indossiamo invece sono al giorno d’oggi,
salvo rare eccezioni, ormai prodotte tutte in serie, senza tener conto
delle differenti tipologie di piedi e
di camminata esistenti.
LA MISSION - La missione di Sidas è
dunque quella di creare soluzioni
personalizzate per qualsiasi tipo di
piede. Come? Personalizzando la
calzata. Tanto che uno degli slogan
con cui l’azienda ama descriversi è
“più che un marchio, un’impronta”, proprio a ricordare il suo focus
nell’offrire prodotti che si adattino
alla forma del piede di ciascuno.
Ecco, questo è il punto di partenza
della missione di Sidas, che sia declinata poi nel risolvere una patologia, aiutare chi pratica sport intensamente o soffre a causa di posture
sbagliate. Tutto parte da questa
esigenza. Dopotutto sui nostri piedi grava il peso del corpo per gran
parte della nostra giornata, da qui
l’importanza di conoscerli e usare
degli strumenti che siano costruiti
specificatamente per loro. I prodotti e i servizi che oggi Sidas offre
vanno dagli scarponi da sci customizzati alle solette plantari, dalle
calzature per il riposo come sandali e ciabatte con differenti suppor-
ph: Alberto Orlandi
VISITA ALLA SEDE DELL’AZIENDA FRANCESE SIDAS, CHE DA ANNI SVILUPPA
PRODOTTI E SERVIZI PER IL COMFORT DEL PIEDE, NELLA VITA QUOTIDIANA COME
NEI PIÙ SVARIATI SPORT. INSIEME A NOI C’ERA L’ULTRA RUNNER MARCO ZANCHI,
CHE UTILIZZA I PRODOTTI SIDAS E NON È LA PRIMA VOLTA CHE FA VISITA
AL LABORATORIO PODOLOGICO DELL’AZIENDA PER RISOLVERE ALCUNI FASTIDI
AI PIEDI E PER PORTARE AVANTI AL MEGLIO LA SUA STAGIONE AGONISTICA.
Da sinistra: Roberto Leone e
Alessandro Pilloni, proprietari di Vich Italia
La linea di sandali 3feet,
nata per adattarsi alle diverse
forme di arco plantare dei piedi
ti a seconda della forma dell’arco
plantare di ognuno, fino alle calze
e calzini, anch’essi specifici per il
tipo di piede, dai cerotti protettivi
per uso sportivo ai sistemi per il riscaldamento degli scarponi da sci,
oltre alla fornitura per i retailer dei
macchinari per offrire il servizio
supplementare direttamente nel
punto vendita.
LA STORIA - L’azienda nasce nel
1975, quando Loic David viene in-
22
viato dal brand di scarponi da sci
Trappeur in America per studiare
gli scarponi americani e trovare
il modo per rendere quelli europei più comodi. Qui, guardando
un’impronta di un piede sulla
sabbia delle Hawaii, ha un’illuminazione. Insieme a due colleghi,
Jacques Martin e Gabriel Pellicot,
decide di creare delle solette che
siano modellate direttamente sul
piede per offrire un comfort di
calzata finora irraggiungibile. I primi esperimenti si concentrarono
sul trovare il materiale e vennero
fatti in modo particolarmente
“casereccio”, con delle pentole da
cucina in cui fare le prime prove.
Nacque così Sidas e la sua gamma
CONFORM’ABLE. Nel periodo
successivo vennero creati nuovi
macchinari come lo Spettroscopio
e registrato il brevetto del prodotto. Al team di lavoro si aggiunsero
Peter Handelbauer per il design e
Patrick Boismal per la parte medicale. Il prodotto ebbe successo e
nel 1996 l’azienda ricevette persino
il Prix Special de l’Innovation, così
anche la stampa e i media iniziarono a parlarne. Boismal era un gio-
vane podo-ortopedico con in testa
l’obiettivo di creare delle calzature
comode per le infermiere utilizzando un plantare sintetico. Decide
quindi di rivolgersi a Loic David.
Poco dopo entra in azienda e dopo
alcune esperienze preliminari nascono Podiatech e PodoLab. Tra
l’85 e il ’90 Boismal crea tutti i sistemi possibili di termomodellazione e sviluppa nuovi materiali per
la costruzione delle solette. Sidas,
pur nascendo inizialmente per il
mondo dello sci (i suoi fondatori
erano loro stessi agonisti di alto
livello), si è poi sviluppata anche
negli altri sport, dall’outdoor alla
corsa, fino al golf e molti altri.
IL NUOVO MANAGEMENT - Nel 2003
si ha il passaggio di testimone
tra i tre soci fondatori e il nuovo
management: Francois Duvillard,
in azienda dal ’96 a occuparsi del
commerciale e del marketing, Jean
Pierre Delange e Thierry Ravillion,
responsabili rispettivamente della
parte finanziaria e della produzione. L’azienda conta oggi 90 dipendenti, il suo headquarter si trova a
Voiron, nei pressi di Grenoble, e
RUNNING MAGAZINE
NUMERO 9 - 2014
Magazzino
delle materie prime
L’ultra runner Marco Zanchi
durante la messa in forma dei plantari.
Prima di questo viaggio il capitano del team
Tecnica ci aveva anticipato che, dopo una serie di
ottimi piazzamenti alle prime edizioni del Tor Des
Géants e il sesto posto nel 2013, quest’estate si
sarebbe concentrato esclusivamente sull’UTMB.
Sfortunatamente, a causa di una caduta
al 139° km, Marco si è dovuto ritirare. Gli facciamo
quindi i migliori auguri per una buona ripresa.
L’impronta di uno degli atleti Sidas,
Sebastian Chaigneau, 2° all’Utmb 2011
il sito di produzione e logistica a
Saint Etienne de Saint Geoirs.Vi
sono inoltre due centri ortopedici
a Voiron e Lyon che si occupano
della parte relativa a patologie mediche. Il marchio è distribuito in
oltre 30 Paesi al mondo. La sede
di Voiron, che in giugno accompagnati da Alessandro e Roberto
abbiamo avuto l’opportunità di
visitare, è stata realizzata con un
approccio legato alla sostenibilità
ambientale, costruita attraverso
dei materiali rispettosi dell’ambiente e dal design semplice, oltre
che un luogo di lavoro davvero
piacevole.
I PRODOTTI PER IL RUNNING - Per il
running o l’outdoor Sidas propone un’ampia gamma di sottopiedi
realizzata attraverso materiali che
garantiscono massima propulsione, un ottimo assorbimento dei
colpi e un’eccezionale comfort del
piede. I plantari per il running
sono realizzati in ben cinque pezzi,
ognuno in un diverso materiale.
Uno dei più noti al grande pubblico è forse Ortholite, in quanto
usato da alcuni dei più noti marchi del settore, ma ne esistono poi
molti altri (Sidas utilizza materiali
per 109 marchi diversi e ha 15 brevetti depositati), ognuno per una
propria zona del piede e con una
propria funzione. Si va dai modelly “ready to use” a quelli preformati, che garantiscono comunque la
possibilità di personalizzazione in
meno di dieci minuti attraverso la
tecnologia Flash Fit, per finire con
i modelli 100% customizzabili. Esistono poi i sottopiedi della linea
“3feet”, che si differenziano sulla
base della forma dell’arco plantare (alta, media, bassa). Su questa
stessa costruzione sono realizzati i
sandali e le ciabatte “3feet”, ottimi
per il riposo del piede del runner
dopo una lunga corsa.
PERSONALIZZAZIONE DELLA CALZATA
COME UN’OPPORTUNITÀ PER I NEGOZI -
Alcuni dei prodotti Sidas
Va sottolineato come in Italia siamo molto indietro sul concetto
di customizzazione delle calzature
sia nell’ambito dello sci (dove esistono solo pochi skiman davvero
preparati anche sulla personalizzazione del fit dello scarpone) che
nel running, intervenendo sul
plantare. I consumatori sono sempre pronti a spendere cifre anche
importanti per le calzature mentre
non vedono l’utilità del costo aggiuntivo di un plantare adatto al
loro piede che gli consentirebbe di
migliorare il comfort e dunque la
prestazione. A oggi la personalizzazione dei prodotti viene ancora
vista purtroppo come una cosa destinata solo agli atleti e di cui loro
solo possono percepire i vantaggi.
In realtà è ciò che può ovviare a
eventuali problemi dati da una
costruzione in serie delle calzatu-
Sopra e a fianco alcune fasi
della costruzione di un plantare
personalizzato Sidas
23
re. Viceversa in Francia la cultura
della customizzazione della calzata
è molto più presente. La missione
di Alessandro e Roberto è quindi
quella di far comprendere ai negozianti che grazie ai prodotti, ai
macchinari e ai servizi che Sidas
può offrire loro, i punti vendita
possono ridurre la percentuale
di clienti che, magari, dopo aver
provato la scarpa cinque minuti in
negozio, alla prima uscita si ritrovano delusi dalla calzata e tornano
arrabbiati. Una grossa occasione
che abbiamo avuto visitando l’azienda è stata quella di venirci in
compagnia del campione di trail
running bergamasco Marco Zanchi, atleta del team Tecnica, che si
affida ai plantari personalizzati Sidas e al centro di podologia aziendale per risolvere un problema a
un piede. Ci è stata così offerta la
possibilità di assistere alla costruzione di un plantare personalizzato sulla nostra forma dei piedi.
Seduti su un macchinario e con i
piedi appoggiati sul cuscinetto in
materiale morbido abbiamo visto
tutti i processi che portano alla
realizzazione di una “semelle”: dal
riscaldamento dei materiali, all’assemblamento dei vari pezzi fino al
ritaglio sulla forma della propria
calzatura da corsa. Abbiamo potuto visitare l’area di produzione e
magazzino, dove siamo rimasti impressionati dal quantitativo di materiali diversi necessari. Utilizzare
la propria scarpa da running con
una soletta Sidas personalizzata o
comunque dedicata alla propria
tipologia di piede offre una sensazione di corsa davvero diversa. Al
momento di calzare le scarpe si ha
proprio la sensazione di poggiare
il piede all’interno della propria,
personalissima, impronta! Già,
l’impronta, proprio quella che tanti anni prima Loic David guardò
su una spiaggia delle Hawaii e da
cui nacque tutto…
FOCUS
PRODOTTO
RUNNING MAGAZINE
RACER CREA LA NUOVA LINEA
CALCIFERINA COMPLEX
NUMERO 9 - 2014
Un “calcio” a crampi
e affaticamento muscolare
PER OTTIMIZZARE LE FUNZIONI SVOLTE DAL CALCIO ALL’INTERNO DEL NOSTRO
ORGANISMO E FAVORIRE IL LAVORO DEI MUSCOLI, QUESTI PRODOTTI OFFRONO
UN SUPPLEMENTO DI ENERGIA FONDAMENTALE PER LE ATTIVITÀ ENDURANCE.
Oltre a costituire un nutriente
fondamentale per il sostegno
delle ossa, il calcio ha il ruolo di
“messaggero finale” del nostro
organismo, indispensabile per
trasmettere i segnali necessari al
funzionamento ottimale delle cellule. La conduzione degli impulsi
nervosi per le cellule nervose e
del cervello, la contrazione dei
muscoli per le cellule muscolari
e la secrezione di ormoni per le
cellule delle ghiandole endocrine
sono alcuni dei processi che vengono eseguiti solo grazie al calcio.
La contrazione del muscolo in
particolare avviene dopo la generazione di un impulso nervoso
prodotto dal cervello, che provoca l’apertura di appositi canali del
tested
by
calcio che entra così nella fibra
muscolare e la fa contrarre. Per
questo motivo è elemento è sempre molto abbondante nel nostro
organismo. Tuttavia possono verificarsi situazioni in cui il suo
trasporto dall’interno all’esterno
della fibra muscolare diventa
difficoltoso: questo provoca l’insorgenza di contratture, crampi e
affaticamento.
Per questo motivo Racer, azienda
made in Italy specializzata nella
produzione e sviluppo di integratori alimentari per gli atleti, ha
creato la linea Calciferina Com-
plex. Questi prodotti sono stati
pensati per ottimizzare i processi
biochimici che stanno alla base
dell’attività muscolare, quali il
trasporto degli ioni di calcio. Fra
i benefici principali che derivano dall’assunzione di Calciferina
Complex si evidenziano il miglioramento della prestazione in
gara, una maggiore prevenzione
di crampi e affaticamento, l’alle-
viamento di crampi e contratture.
I principi attivi contenuti in essa
facilitano infatti l’apertura dei
canali del calcio e favoriscono la
contrazione e decontrazione dei
muscoli. Affinché il calcio responsabile dell’eccitamento delle fibre
muscolari venga espulso correttamente per la decontrazione, è
indispensabile che i canali rimangano aperti: in ogni cellula esiste
una cosiddetta “pompa del calcio” adibita a questa funzione. Il
crampo è un blocco della pompa
causato da una mancanza di energia. I prodotti Racer sono adatti
anche a questo scopo e offrono
dunque un importante contributo soprattutto a chi svolge sport di
endurance quail il trail running o
il triathlon.
DISTRIBUITO DA //
AGF Enterprises / 335.6694093 / agf@enterprises.it / www.racerstore.it
// DALLA GHIAIA DEI PARCHI CITTADINI FINO AL PERIPLO DELLA PRESOLANA, ABBIAMO PROVATO IL MODELLO WAVE KAZAN
Il door to trail secondo Mizuno
Velocità e precisione anche sui sentieri più tecnici sono i punti di forza di questa scarpa,
pensata per gli atleti che cercano leggerezza e affidabilità in ogni condizione.
// L’estetica delle Wave Kazan non passa certo inosservata e sicuramente dividerà i pareri tra detrattori e
appassionati di calzature dal design aggressivo. Con la
loro grafica ispirata ai motivi della tradizione nipponica,
queste scarpe ricordano un celebre modello di sneakers
diffuse più nell’ambito mainstream che fra gli sportivi.
Ma la sua veste aggressiva non è certo la caratteristica
principale. La morbidezza della suola si fa apprezzare su
tutti i terreni. La calzata offre un buon effetto fasciante
nella parte mediale del piede, che quindi risulta ben
bloccato anche in discesa. È invece un po’ larga nell’avampiede e in punta, col risultato che sui terreni tecnici
e sulle rocce, dove lavora solo la parte anteriore del piede, chi ha la pianta stretta potrebbe avere l’impressione
di una scarsa sensibilità.
LUOGHI E TERRENI DEL TEST /
• Parchi cittadini in ghiaia e terra battuta
• Monte Cerreto, sentiero della direttissima, sentieri argillosi
ed erba ripida
• Traversata delle Creste Della Presolana, tratti di
arrampicata su roccia talvolta tagliente fino al III grado
• Colli bergamaschi, 15 km circa di asfalto e ciclabile
• Periplo della Presolana con passaggio (22 km, 2300 mt D+,
dai tratti di bosco ai ghiaioni fino ai passaggi di arrampicata
sulla ferrata del Passo della Porta)
Per testarle abbiamo “messo piede” su numerosi terreni
(in alto a destra alcune fasi del nostro test), compresi
quelli a esse non congeniali, come alcuni passaggi in approach fino al terzo grado delle creste della Presolana. Sul
calcare della Regina delle Orobie hanno ovviamente mostrato qualche inevitabile limite: la suola coi tasselli a X,
specie dopo tratti di fango, fatica a trovare grip sul calcare
slavato e il tessuto mal regge l’urto contro spigoli e sassi.
Man mano che si scende di quota mostrano invece il loro
potenziale. La suola si adatta morbidamente alla superfiDISTRIBUITO DA // Mizuno Italia / 011.3494811 / info@mizuno.it
24
cie del terreno, garantendo grande comodità
di calzata anche dopo un’intera giornata
di corsa e un’eccellente sensibilità. Si
tratta di scarpe che danno quindi il loro
meglio sui terreni “corribili” piuttosto che
sui tratti ipertecnici. Su prati e sentieri
in terra battuta, i tasselli mordono con
grande efficacia, così come sui ciuffi d’erba
bagnata o sui terreni argillosi. Impermeabilità e traspirabilità sono buone. La resistenza
all’usura è nella media con le altre scarpe da
trail (ossia bassa), ma è il prezzo da pagare se
si vogliono calzature tecniche con un peso
inferiore ai 300 gr. Insomma, nel complesso sono scarpe molto valide che a nostro
avviso si vanno a inserire in quella nicchia
di mercato detta del “door to trail”: perfette per le corse sui sentieri delle nostre
prealpi, ma ottime anche per allenamenti
su strade bianche o asfalto.
PRODOTTI
SS 2015
BROoKS /
Transcend 2
// Lanciata in Italia lo scorso anno con uno spettacolare
evento all’ultimo piano del palazzo della Regione Lombardia,
la prima edizione di questa scarpa rappresentava una novità
assoluta nel mondo del running. Nella nuova versione sono
stati mantenuti quei punti di forza che hanno reso il modello
apprezzatissimo fra gli appassionati. L’intersuola è fabbricata
con la speciale mescola ammortizzante Brooks Super DNA ed
è dotata di sistema stabilizzante Guide Rails. Il tallone arrotondato favorisce un comodo appoggio, mentre la costruzione del battistrada con Ideal Pressure Zones ottimizza ammortizzamento e sensibilità nella corsa. La tomaia infine è molto
leggera e traspirante, grazie al tessuto di alta qualità Element
e agli inserti in microfibra e materiale sintetico.
DISTRIBUITO DA // Brooks Italia
050.804696 / info@brooksrunning.it
Garmin /
vìvosmart
// Questa nuova fitness band è stata sviluppata per monitorare le funzioni vitali di chi la indossa, per rendere l’utente più
attivo in modo salutare, proponendogli obiettivi quotidiani
da raggiungere e invitandolo ad alzarsi dalla sedia quando sta
troppo tempo senza muoversi. Leggero e comodo da indossare grazie al sottile display touch screen, offre il resoconto
dei passi compiuti, la distanza coperta, le calorie bruciate, l’obiettivo quotidiano da raggiungere e il relativo countdown da
percorre. La batteria ha un’autonomia di circa sette giorni. Il
dispositivo è impermeabile fino a 50 metri e può essere abbinato a una fascia cardio e trasformarsi in un vero e proprio
smart watch. Per finire è compatibile con il nuovo sensore di
velocità per la bici Garmin e può essere utilizzato come remote control delle action cam Virb o come comando musicale
per lo smarphone.
DISTRIBUITO DA // Garmin Italia
02.36576411 / info@garmin.it
Compressport /
On-Off Multisport
// Gli ultimi mesi sono stati una
vera e propria consacrazione per
Compressport, basti pensare alla
partnership con il circuito delle
Skyrunner World Series che ha
messo il brand a fianco degli altri
big come La Sportiva, Salomon,
Inov-8, Scott e Arc’teryx. Sulle novità riguardanti i prodotti, con la
stagione estiva 2015 grande risalto
sarà dato al lancio della maglia OnOff Multisport. Realizzata per garantire eccellente traspirazione, nel suo strato interno è dotata
di un tessuto con oltre 40mila piccoli alveoli traspiranti che
si aprono durante l’attività per lasciare entrare l’aria di cui
l’atleta ha bisogno per avere un rendimento sempre al massimo e si chiudono quando si sta fermi per offrire maggiore
protezione e una diminuzione della compressione. Lo strato
esterno evita l’ingresso di aria fredda durante l’inverno e di
quella calda durante l’estate, ed esercita un’azione compressiva-massaggiante-rinforzante che riduce le vibrazioni muscolari
e aiuta a eliminare le tossine per un recupero più rapido. Per
finire la tecnologia Spin Control controlla l’allineamento posturale e l’ossigenazione, mentre il sistema 3D Patchs Shock
Absorber garantisce supporto alle braccia.
DISTRIBUITO DA // Compressport Italy
info@compressport.it / www.compressport.it
RUNNING MAGAZINE
Hoka One One /
MAFATE SPEED
Da poche settimane si è concluso il The North Face Ultra
Trail du Mont Blanc, gara endurance tra le più attese al mondo. Un terreno su cui le performance di una scarpa come
la Mafate Speed si esaltano al massimo. Il modello rappresenta la novità più importante presentata dal brand per la
prossima estate, dopo che è stato rinnovato con l’utilizzo
dell’esclusiva mescola R-Mat per tutta la lunghezza dell’intersuola. Questo materiale estremamente elastico e morbido garantisce eccellenti standard in termini di protezione e,
nonostante la misura oversize della suola, leggerezza estrema. In virtù delle sue qualità dunque questo modello è ideale
per chi desidera una corsa veloce e stabile. Disponibile nelle
misure uomo 7-14 US e donna 5,5-11 US in sei varianti colore.
Peso: 295 gr (nella misura 8,5 US uomo).
DISTRIBUITO DA // ABC Distribution
0463.422401 / info@abcdistribution.it
NUMERO 9 - 2014
COBER /
Uno
// Bastone da trail running a misura fissa, è dotato di
un tubo leggerissimo fabbricato in lega di alluminio
7075 T6. Ha un diametro di 16 mm, R 60 kg/mm2 ed
è disponibile nelle due lunghezze da 125 e 135 cm. La
manopola in schiuma espansa consente una presa morbida e sicura. La rotella è intercambiabile (in dotazione
ø da 40 e 92 mm). Supporto in zytel per rotelle intercambiabili e puntale in widia completano le caratteristiche del modello, disponibile anche con cinghie elastiche per trasporto a spalla e in versioni telescopiche a 2
o 3 settori. Peso: 207 gr. Prezzo consigliato: 59,90 euro.
DISTRIBUITO DA // Cober
02.57601341 / info@cober.it
La Sportiva /
BV SPORT /
Helios SR
SCRone
// Queste calze tecniche corte sono realizzate con un tessuto
leggero e resistente, oltre che molto confortevole sulla pelle.
Sono dotate di una soletta anatomica per favorire un miglior
contenimento dell’aponeurosi plantare. Le cuciture sono piatte, per evitare le irritazioni dovute agli sfregamenti. Le zone di
tallone e punta sono rinforzate e il sistema Front Air assicura
una migliore ventilazione nell’avampiede per una sensazione
di asciutto per lungo tempo. La tecnologia Skinlife garantisce
un’asciugatura ultra rapida.
DISTRIBUITO DA // Bv Sport
335.5927456 / info@bvsport.it
// Calzatura leggera e minimalista dedicata
a chi frequenta il mondo delle skyrace e dei vertical. È stata
sviluppata contenendo il peso. Ogni dettaglio è pensato per
contenere il peso al minimo, offrendo allo stesso tempo supporto e sostegno. La struttura della tomaia è realizzata con uno
scheletro leggero in alta frequenza e con un reticolo di Eva
morbida traspirante e confortevole. La costruzione Slip On
facilita la calzata ed esercita un effetto fasciante. La flessibilità
elevata favorisce il movimento naturale del piede senza esercitare costrizioni nelle zone anteriori. L’intersuola a iniezione
con tecnologia Morpho Dynamic e il battistrada FriXion XT a
doppia mescola, lavorano in sinergia per un’ottima ammortizzazione. Il modello è dotato d’inserti catarifrangenti, rinforzi
in microfibra su punta e tallone e serigrafia interna protettiva.
DISTRIBUITO DA // La Sportiva
0462.571800 / www.lasportiva.com
Under Armour /
2XU /
Optimum
Compression Top
// Tights caratterizzati da una
costruzione pensata per garantire
compressione e supporto efficati per
ogni tipo di attività dall’allenamento
alla gara, fino al recupero. Grazie al
tessuto Pwx Flex nelle zone dei quadricipiti, degli adduttori e dei glutei riducono l’affaticamento
e il danneggiamento del muscolo. Le cuciture piatte assicurano grande comfort sulla pelle evitando gli sfregamenti e le
irritazioni. Per finire, esercitano una funzione rassodante per
il fisico, ottimizzando gradualmente le prestazioni dell’atleta.
Il capo è disponibile anche in versione 3/4.
DISTRIBUITO DA // Nutrilife
051.593994 / info@nutrilife.it
// Scarpa dal peso ridotto per la corsa e l’allenamento di tutti i giorni, è dotata di una tomaia in mesh ultra leggero e
traspirante. Gli inserti in materiale forato offrono sostegno
e stabilità senza compromettere la ventilazione. La soletta di
5 mm in mescola 4D Foam migliora il comfort su tutta la
lunghezza della pianta. L’intersuola è in Eva leggera ad alta
resistenza con inserto in Micro G ammortizzante. La suola
si caratterizza per la costruzione disegnata per aumentare i
punti di contatto ed è provvista di inserti in gomma espansa
nelle zone strategiche per aumentare la trazione e la resistenza. Differenziale: 6 mm. Peso: 217 gr.
DISTRIBUITO DA // Sportbox
0423.621984 / info@sportbox.it
zoot /
tecnica /
Run Sunset Graphic Tee
Rush E-Lite
// Leggera, reattiva e ammortizzata, ideale per superfici asciutte e sterrati battuti. La tomaia senza cuciture in mesh e PU
sintetico, la suola Tecnigrip-Trail Compound e l’intersuola
TRS Eva technology-TX Cushioning Compound sono i suoi
punti di forza. Ha una calzata medium e un drop da 12 mm.
Il modello è pensato per atleti fast trail che necessitano di una
calzatura precisa, leggera e destrutturata, ideale in condizioni
di terreno asciutte. È adatta anche ad appassionati che cercano una calzatura leggera e flessibile da utilizzare nelle distanze medio-brevi e pendenze veloci. È disponibile nelle misure
6-12 ½ UK per uomo (peso 295 gr, colori lime/arancio, nero/
blu, azzurro/verde) e 4-8 ½ UK per donna (peso 255 gr, colori
lime/arancio, cenere/rosa, fucsia/verde, azzurro/verde).
// La prima collezione da running ideata
dai creatori Zoot si ispira nelle linee e nelle grafiche al mondo della California, dove
dal 1996 il brand ha spostato la propria
sede. Facce sorridenti, gioia di vivere e
passione per la corsa contraddistinguono
la sua community, che mira a distinguersi
indossando capi dai colori forti e brillanti, dal taglio casual
e di grandi qualità tecniche. Anche i nomi dei modelli ricordano alcune popolari spiagge della costa californiana, come
la Sunset per l’appunto a cui si rifà questa maglietta. Fra le
caratteristiche funzionali della t-shirt, si evidenzia la costruzione pensata per garantire protezione dai raggi del solo 50+
UPF e il sistema Icefil con xylitolo, che assicura un effetto
rinfrescante.
DISTRIBUITO DA // Tecnica Group
0422.8841 / info@tecnicagroup.com
DISTRIBUITO DA // The Group Distribution
059.744024 / info@thegroupdistribution.it
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RUNNING MAGAZINE
“MESSA IN GHIACCIO” L’IMPRESSIONANTE
VEGETAZIONE AMAZZONICA DELLO SCORSO
NUMERO, IN QUESTO NUMERO VI PORTIAMO
FRA I FIORDI DELLA GROENLANDIA
IN COMPAGNIA DI MIGIDIO BOURIFA
NUMERO 9 - 2014
NELLE SAGHE SCANDINAVE SI RACCONTA
CHE QUESTO LUOGO TUTTORA INCONTAMINATO
VENNE SCOPERTO DA ERIK IL ROSSO, A CUI SI
RICONOSCE DUNQUE LA PATERNITÀ DEL NOME:
GREENLAND, TERRA VERDE. FREDDO, GRIGIO
E UNA NATURA ALIENA ATTENDONO CHI HA
TANTO SENSO DI AVVENTURA DA SPINGERSI
FINO A QUESTA REMOTA PARTE DI MONDO.
NELLA TERRA DEI VICHINGHI
• TESTO E FOTO DINO BONELLI
Una terra sconosciuta va scoperta, la curiosità va premiata. E
noi lo vorremmo sempre fare nel
modo a noi più consono: correndo. Prima però ci affidiamo alla
precise descrizioni della Lonely
Planet, la guida più venduta al
mondo, per conoscere qualcosa in
più di questo remoto angolo di terra. Una letta veloce sui divani del
nostro hotel che si affaccia sul centro abitato di Tasiilaq, Groenlandia sudorientale. Un agglomerato
di case coloratissime in legno, una
chiesetta appollaiata su un’altura,
un paio di negozietti, un ospedale,
una spianata gialla come campo da
calcio e vette grigie tutt’intorno. Il
mare scuro e gelido del nord, chiuso in un fiordo non troppo stretto
e nemmeno troppo lungo, lambi-
sce le abitazioni più vicine alla costa e dondola le barche dei pescatori ancorate nel piccolo porto. Il
cielo è grigio e le previsioni meteo
non promettono miglioramenti
per questo nostro primo giorno
in quelle che un tempo Erik il rosso, condottiero vichingo esiliato
dall’Islanda per omicidio, scoprì e
chiamò terre verdi: Greeland. Io e
il mio compagno di spedizione decidiamo ugualmente di uscire alla
scoperta di un mondo ruvido e
selvaggio. Lui è Migidio Buourifa,
quattro volte campione italiano di
maratona con un ottimo 2h 09’ di
personale ottenuto qualche anno
fa alla maratona di Parigi, dove fu
terzo assoluto (dal 2013 è anche
marketing e running specialist per
X-Bionic, ndr). Un atleta versatile
che, vivendo ad Albino, ai piedi
delle montagne bergamasche, non
ha mai disdegnato le corse fuori
strada. Le nostre andature sarebbero logicamente diverse, ma per una
prima fase di esplorazione verso est
e di riscaldamento muscolare, corriamo affiancati chiacchierando.
L’ALLENAMENTO DI MIGIDIO - Dall’alto di uno dei tanti cucuzzoli ammantato da un misto di erba e
muschio, l’ineguagliabile spettacolo di un gigantesco iceberg che
cavalca lento il gelido mare verso
il fiordo ci ammutolisce e ci fa
accelerare nella discesa fino alla
costa. Il cielo è sempre più scuro e promette pioggia, il vento è
freddo e fastidioso. Il quadretto
ha un sapore antico, di storico, di
vichingo. Io estraggo la mia piccola
macchina fotografica e immortalo
ciò che vedo qua e là, senza troppa
cura dei dettagli. Migidio, anche
per non prendere freddo, continua a correre su e giù per la costa.
Scompare dietro a una roccia per
poi riapparire proprio davanti
all’iceberg, che nell’avvicinarsi è
diventato veramente enorme. La
sua falcata è plastica e delicata, la
gamba sale alta sul davanti per poi
scendere, toccare terra leggera e risalire ugualmente alta sul di dietro.
Le braccia accompagnano il movimento delle gambe alternandosi in
una danza ritmica ed efficace. Non
fa in tempo ad allungare il passo
che un ostacolo naturale lo rallenta, ma il nostro salta da una roccia
all’altra come un camoscio. Non
si ferma, cambia continuamente
direzione in cui andare ed esplorare. È curioso, si diverte e a ogni
passaggio nelle mie vicinanze mi
grida tutta la sua felicità per essere
in un posto così bello e selvaggio,
così lontano dal mondo moderno
e così immerso in una natura ancora incontaminata.
IL GRIDO DEL VENTO - Il cielo grigio
mantiene la sua promessa e senza
gocce di preavviso ci scarica addosso una doccia fredda che ci fa
rientrare prima del previsto. Sulla
strada del rientro alcuni cani da
slitta in un forzato riposo estivo,
legati con lunghe catenelle e dispersi nel terreno a loro adibito,
sembrano godersi l’acqua piovana
senza troppe perplessità. Ci guardano incuriositi e a turno ci salutano con ululati che si intrecciano
l’un l’altro in una colonna sonora
degna del tempo e del posto in cui
siamo. Una Groenlandia grigia,
cupa, triste e piovosa in questo
nostro primo giorno artico. Un
terra arida e selvaggia che anche in
queste sue tenui tinte di una giornata grigia evidenzia tutta la sua
selvaggia bellezza. Nei giorni a seguire un sole forte e discretamente
caldo illuminerà le nostre corse e il
nostro perdersi nella natura morta
del nord. Farà risplendere i tanti
iceberg galleggianti nel fiordo e le
coloratissime case in legno, di cui
vorrei segnalare la Casa Rossa, un
alberghetto poco distante dal rustico campo da calcio e dal piccolo
ski-lift a uso invernale. Una struttura fortemente voluta da Robert
Peroni, che nel suo bellissimo libro “Dove il vento grida più forte”
(Mondadori), racconta come lui,
famoso alpinista altoatesino, decide di trasferirsi ai confini del mondo per vivere con il popolo degli
inuit. Un libro bello e scorrevole
che introduce il lettore nella vita
quotidiana di questo buffo popolo
del nord. Se mai un giorno vi verrà
voglia di correre tra le lande isolate
che circondano Tasiilaq, contattate Robert, alloggiate alla Casa Rossa, sarà un ottimo valore aggiunto
a questo magnifico viaggio (www.
the-red-house.com).
Sul prossimo numero //
Pirenei francesi, inizio estate,
un verde intenso e mille sentieri
ben curati. Una gara, il St. Lary
Patou Trail, che fa parte del
circuito Run the World e che
vi andremo a raccontare sul
prossimo numero.
www.runtheworld.it
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