N.02 | Anno XVII | 2 Febbraio 2014

N. 2 | ANNO XVII | 2 FEBBRAIO 2014 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.it
VENT’ANNI
FA MORIVA
DON PEPPINO
DIANA.
LA DIOCESI
LO CELEBRA
PIAZZALE
GIOVANNI
GAZZA.
SANTULLI
ASSOLVE
UN DEBITO
ZONE
FRANCHE,
AVERSA
C’E’ E
NON C’E’
PRIMO PIANO
I posti letto del «Moscati»
dati al Policlino che non c’è
AVERSA
In via Abenavolo
è come a Venezia
STORIA NOSTRA
Giannotto, il fido castellano
della regina Giovanna II
«Vorrei essere
ricordato
per la testa dura»
ECCO LA VERITA’: IN CAMPANIA SI MUORE DI PIU’ PER LE CARENZE SANITARIE
Registro Tumori e prime sorprese
L’EDITORIALE
STORIA NOSTRA
SOMMARIO
il bue
chiama cornuto...
06 Quando
PUC, poche idee
18 e confuse
Terra dei Fuochi,
26 non siamo i primi
«Sesso debole»,
39 attenti alle «ladre»!
«S. Paolo»
42 Con
tutti i Santi
Zarrillo saluta
46 a modo suo
PERIODICO DI CULTURA VARIA
DELL’AGRO AVERSANO
Anno XVII n° 2 - 2 Febbraio 2014
Direttore Responsabile
Giuseppe Lettieri
Direttore Editoriale
Nicola De Chiara
di Giuseppe Lettieri
L’EDITORIALE
Acqua e fagioli?
C’è ben altro...
C
on il nuovo anno è arrivato anche il restyling grafico di NerosuBianco e di questo dobbiamo
ringraziare l’amico Michele Gioia per i
preziosi suggerimenti ed interventi. Da
oggi NerosuBianco avrà un’impaginazione più ariosa ed ordinata. I maggiori
spazi bianchi permetteranno una lettura
certamente migliore.
La Politica nazionale sta perdendo
ancora una buona occasione. Renzi,
che delusione! Senza preferenze per le
Politiche è come tornare al “porcellum”
ed hai voglia di dire che è solo colpa di
Berlusconi? I nominati del Parlamento
la vogliono tutti così per continuare a
prendere in giro gli italiani.
Altra notizia che ha turbato i cuori di
molti di noi, è quella del povero bambino di appena tre anni massacrato dalla
malavita a Cassano Ionio in Calabria
o, meglio ancora, da animali, in quanto
non possiamo definire uomini simili
persone, che non si arrestano neanche
davanti all’innocenza e al candore di un
bambino.
Ad Aversa invece viene rispolverato
da un consigliere comunale di mag-
gioranza, come abbiamo appreso dagli
amici di Pupia.Tv, un antico detto,
per nulla offensivo, “che con l’acqua
di Trentola non si cuociono neanche
i fagioli”. In realtà una constatazione
con base scientifica: a fine ottocento
l’acqua a Trentola Ducenta era ancora di
pozzo e conteneva grandi percentuali di
calcare che non facevano cuocere bene
neanche i fagioli, mentre Aversa, grazie
ad un sindaco eccezionale, Francesco
Orabona, era quella pura del Serino!.
Un’affermazione non di certo un modo
per offendere i trentolesi, cittadina a
dire il vero molto meglio amministrata
della nostra Aversa! Invece di pensare
all’acqua e ai fagioli gli amministratori nostrani pensassero alla città che
nei giorni di pioggia proprio a causa
dell’acqua diventa una simil Venezia.
Concludiamo con una piccola nota positiva, vale a dire l’intitolazione voluta
dalla passata Amministrazione di un
piazzale al compianto mons. Giovanni
Gazza, Vescovo di Aversa negli anni
Ottanta, missionario di fede e umiltà,
che ha lasciato bellissimi ricordi in tutti
coloro che lo hanno conosciuto.
Coordinamento Editoriale
Giuseppe Cristiano
Garante dei Lettori
Franco Terracciano
Fotografie
Nicola Baldieri
Editore
Associazione Dimensione Cultura
Periodico registrato presso il Tribunale
di S. Maria C.V. al n. 514 del 17.11.1998
Redazione
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Stampa
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Castellammare di Stabia (Na)
Sul sito la rivista in pdf scaricabile dal lunedì
PERIODICO ASSOCIATO
UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA
(Con Tessera n. 15558)
La Vignetta di Alessio D’Elia
SAGLIOCCO A MARINO
Mio nonno diceva che con
l’acqua di Trentola non si cuociono
nemmeno i fagioli!
Guarda
che vi ho cotti
tutti senz’acqua!
3
PRIMO PIANO
Il paradosso: i posti letto che mancano al «Moscati» dati al Policlinico di Caserta ...ancora da aprire!
Per protesta gli infermieri
chiedono il trasferimento
Gli operatori sanitari denunciano la precarietà in cui sono costretti ad operare a causa dell’elevato
numero di barelle quotidianamente presenti in reparto. Una situazione di emergenza che costringe
i malati ad essere allocati nei corridoi senza avere un’assistenza adeguata
Antonio Arduino
S
4
ono cinquecento i posti letto assegnati dalla Regione Campania
alla provincia di Caserta per essere utilizzati nel policlinico di Caserta.
Posti letto virtuali dal momento che il
policlinico ancora non esiste ma grazie
a questa assegnazione mancherebbero,
secondo il direttore sanitario dell’Asl, i
posti letto necessari al corretto funzionamento degli ospedali dell’azienda, in
particolare del “San Giuseppe Moscati”
nel quale, pur avendo la direzione strategica aziendale investito moltissimo
per dotarlo di servizi al top rappresentati dalla realizzazione di nuove
sale operatorie, emodinamica e nuovo
pronto soccorso, il reparto di medicina
generale, accorpato alla medicina d’urgenza, è diventato, letteralmente, un
accampamento tanti sono gli ammalati
in barella presenti ogni giorno nel corridoio che mette in comunicazione diretta
questo reparto con il pronto soccorso
del nosocomio normanno.
Una condizione insostenibile per il
personale, in particolar modo per quello
infermieristico che ha deciso di “prendere un periodo di pausa” lasciando il
fronte e passando nelle seconde linee.
Così non riuscendo ad assicurare
una assistenza adeguata, perché sotto
numerati, gli infermieri hanno chiesto
in massa il trasferimento, per turnover
come si fa tra i calciatori nel corso di
una partita, presso altre unità operative
dell’ospedale.
La comunicazione trasmessa alla
direzione sanitaria, al direttore dell’unità operativa complessa di medicina
generale e medicina d’urgenza, al
responsabile dell’ufficio risorse umane
recita testualmente: “I Sottoscritti Infermieri in servizio alla UOC di Medicina
Al «Moscati» barelle nei corridoi: situazione insostenibile
dell’ospedale Moscati di Aversa, nel
denunciare la precarietà in cui sono
costretti ad operare a causa del numero
di barelle quotidianamente presenti in
reparto, che porta il numero dei degenti
quasi sempre oltre il numero di 40 pazienti, tutti ricoverati dal P.S., e quindi
in situazioni di emergenza, allocati in
corridoio nella promiscuità più totale,
senza avere una possibilità di assistenza
adeguata, fanno tutti richiesta di trasferimento per turnover presso altre unità
operative, non essendo più in grado di
reggere al carico di lavoro a cui sono
sottoposti, e principalmente perché
non riescono col numero in servizio ad
assicurare una assistenza adeguata ai
pazienti ricoverati”.
“Allegano alla presente richiesta individuale di trasferimento e, sicuri di
un Vostro sollecito riscontro, porgono
distinti saluti” conclude la nota.
Una richiesta che sa di provocazione,
fatta allo scopo di stimolare i vertici
dell’azienda a trovare soluzione immediata ad un problema che mette a
rischio l’assistenza e l’incolumità del
personale, troppo spesso considerato,
dai parenti dei ricoverati, responsabile
dei disagi arrecati ai pazienti.
Ma la provocazione ad oggi non ha
ottenuto risposte, tranne quella fornita
dal direttore sanitario dell’Asl Gaetano
Danzi che, interpellato sul perché delle
tante barelle allineate nei corridoi e
nelle stanze ha affermato: “Il problema
delle barelle non è solo del Moscati di
Aversa ma è presente in tutti gli ospedali dell’azienda Caserta e delle altre
aziende sanitarie della Campania, come
dimostrano le continue notizie sul tema
provenienti dal Cardarelli che è l’ospedale più grande della regione”.
“Sicuramente, relativamente alla nostra
Asl, il problema è più sentito al Moscati, ma la ragione del persistere di questo
PRIMO PIANO
Paolo Menduni, direttore generale dell’Asl
problema -osserva Danzi- è legata alla
mancanza di posti letto.
Se venissero distribuiti negli ospedali
dell’Asl i 500 posti letto assegnati ad
un policlinico che ancora non c’è non
avremo più barelle”.
“Quanto alla carenza di personale, in
particolare della medicina generalemedicina d’urgenza, stiamo facendo
tutto il possibile per potenziare quello
esistente favorendo il trasferimento
interregionale ed assegnando gli infermieri che ne fanno richiesta ai servizi in
cui c’è maggiore carenza”.
“Tornando al problema specifico della
continua presenza di pazienti in barella
nella medicina generale-medicina d’urgenza è possibile –prosegue Danzi- pre-
Gli infermieri del Reparto
Medicina hanno fatto
richiesta di trasferimento
presso altre unità perché
non ce la fanno più
vedere un miglioramento della situazione con la realizzazione del nuovo pronto
soccorso”. “Perché - conclude - disponendo dei nuovi locali verrà riattivato il
reparto di medicina d’urgenza, così che
l’attuale accorpamento scomparirà, permettendo un adeguamento automatico
del personale infermieristico”. Dunque
c’è speranza che in un futuro, forse, non
troppo lontano la situazione si possa
normalizzare, intanto il problema c’è e
il personale sembra di aver raggiunto il
massimo punto di resistenza.
5
POLITICA
Sconcertanti dichiarazioni del capogruppo di «Noi Aversani»
Quando il bue chiama
cornuto l’asino...
Se la minoranza, facendo legittimamente il suo gioco, fa mancare il numero legale, è da chiedersi
dove fossero i consiglieri di quell’autentica “armata brancaleone” che da tempo ormai sta
dimostrando, nonostante i suoi “diremo, faremo”, le sue macroscopiche falle...
Geppino De Angelis
A
6
mici lettori, ricordate quel vecchio (ma sempre attuale) motto
secondo il quale il bue chiama
cornuto l’asino? Bene, ci è tornato in
mente nel leggere certe dichiarazioni
rese dal capogruppo di “Noi Aversani”
che, dopo il “fiasco”, per mancanza di
numero legale, della seduta consiliare
di giovedì 22 gennaio, ha messo sotto
accusa la minoranza, dimenticando
che, fino a prova contraria, almeno
sulla carta e teoricamente il … semiesecutivo in carica dovrebbe contare su
una maggioranza sia pure risicata ma,
comunque, in grado di far tenere una
seduta consiliare.
Se la minoranza, facendo legittimamente il suo gioco, fa mancare il numero
legale, è da chiedersi dove fossero i
consiglieri di quell’autentica “armata
Rosario Capasso
brancaleone” che da tempo ormai sta
dimostrando, nonostante i suoi “diremo,
faremo”, le sue macroscopiche falle.
Invece di chiamare in causa la minoranza, bene farebbero Sindaco and
company a dire a chiare lettere alla città
di Aversa, soprattutto a quanti votarono
questa pseudo maggioranza, cosa in
quasi due anni, a parte le beghe interne,
a parte i continui litigi tra Sindaco,
Consiglieri e Assessori (a proposito,
ma è dato sapere se e quando saranno
nominati i sostituti dei dimissionari?...)
sia stato concretamente realizzato quel
tanto “strombazzato” programma elettorale.
A noi, così come a tutti i nostri concittadini, e come è facilmente constatabile
ad ogni piè sospinto, sembra che finora,
a parte tante chiacchiere, non sia stato
fatto un bel niente tanto che, a giudizio
di almeno l’ottanta per cento degli
I capigruppo di maggioranza chiedono l’azzeramento della Giunta
Virgilio-Barbato, un posto per due?
A
zzeramento della giunta. Lo
hanno chiesto i capigruppo
di maggioranza al sindaco
Giuseppe Sagliocco con una riunione
apposita. Un azzeramento che vale
anche come avvertimento al sindaco a
cambiare strada e a nominare anche i
tre assessori che mancano da mesi.
Una richiesta che mette a repentaglio,
tra i quattro assessori attualmente
presenti in giunta: Nicla Virgilio, Elia
Barbato, Ninì Migliaccio e Guido Rossi, solo e solamente i due esponenti di
Forza Italia. Perché? Oggi i consiglieri
che mantengono i due assessori in
giunta sono cinque. Ma tre di questi
(Stefano di Grazia, Gabriele Costanzo
e Salvatore della Vecchia), inutile
nasconderlo, non sono assolutamente
organici e sono sempre più legati a
Sagliocco (sono divenuti quasi la sua
ombra, come dimostra anche la foto
che vede di Grazia e Gabriele Costanzo
presenti insieme a Ninì Migliaccio in
occasione della processione di San
Paolo l’altro sabato). I tre hanno già
rivendicato un assessore in giunta.
Assessore che potrebbe venire da fuori,
sempre che non sia lo stesso di Grazia.
Dall’altro lato, Luciano Luciano e Mario Tozzi non sono d’accordo tra loro e,
al massimo, riusciranno, se dovessero
trovare un’intesa, ad un solo assessore
che dovrebbe essere scelto tra la vice
Nicla Virgilio
sindaca Nicla Virgilio ed Elia Barbato.
Chi sarà sacrificato? O Sagliocco preferirà tenerserli entrambi per evitare
altri traumi, visto che la Giunta conta
poco o niente come ha dimostrato in
questi due anni di amministrazione?
Nicola Rosselli
POLITICA
Aversani, questa è, sotto diversi aspetti,
la peggiore amministrazione che la
nostra città abbia avuto la disavventura
di avere negli ultimi decenni.
Tornando al “fiasco” della seduta consiliare ultima, a giudizio di molti sembra
che il nocciolo della questione sia
ricollegabile a quanto si sta verificando
in piazza Crispi, una “querelle” sulla
quale ci sembra sia giunto il momento
di fare chiarezza, se non altro per dissipare i dubbi e la nebbia che sembrano
esserci sull’intera vicenda.
Aversa, sarebbe opportuno che lo tenessero ben presente i vari “maneggioni”
della cosiddetta politica cittadina (sia
quelli che operano apertamente sia
quelli che tirano i fili dietro le quinte),
E’ tempo che ci sia, da parte
di tutti, uno scatto di orgoglio,
di dignità, perché continuare
di questo passo, con un
immobilismo deleterio è solo
un omaggio all’ignavia e al
menefreghismo
è una delle città più importanti non
solo di Terra di Lavoro ma dell’intera
Campania per le sue origini, per aver
dato all’Italia illustri personaggi, anche
in quella che decenni addietro poteva
considerarsi la politica con la “p” maiuscola.
Sbagliano molto, quindi, quanti oggi
pensano che la nostra città possa essere
considerata alla stregua di una …Roccacannuccia qualsiasi o del più sperduto
borgo di campagna.
E’ tempo che ci sia da parte di tutti uno
scatto di orgoglio, di dignità perché
continuare di questo passo, con un
immobilismo deleterio sotto tutti gli
aspetti, con una città tra le più sporche
delle nostre contrade, con un accattonaggio intollerabile, con un abusivismo
notevole, con le strade che sembrano
essere state sottoposte (al centro come
alla periferia) ad un accurato …bombardamento, costituirebbe un …omaggio
all’ignavia, al menefreghismo, per non
dire alla strafottenza, per cui riteniamo
di poter chiudere queste note con un interrogativo: fino a quando Aversa dovrà
sopportare questa Amministrazione?...
7
mio
di Giuseppe Chiatto
Differenziata, Aversa bocciata. Niente contributi!
“S
oldi per la differenziata.
Distribuiti oltre un milione
e trecentomila euro per
quarantasei Comuni. Tredici comuni
con popolazione superiore a diecimila
La differenziata ad Aversa non premia
abitanti hanno ottenuto 58.000,00 euro
cadauno”. L’articolo riportava l’elenco
dei tredici Comuni con popolazione
superiore a diecimila abitanti che
hanno ottenuto il contributo. Si tratta
di Lusciano, Villa Literno, Casagiove,
8
San Marcellino, Mondragone, Parete,
Casaluce, San Nicola la Strada, Casal di
Principe, Santa Maria a Vico, Macerata
Campania, Trentola Ducenta e San
Felice a Cancello. A questo punto, visto
che la nostra amministrazione si vanta
tanto della buona riuscita della raccolta
differenziata ad Aversa, mi sarei
aspettavo di trovare tra i Comuni premiati
anche la nostra città. Invece, ecco che tra
l’elenco dei “progetti bocciati” figurava
Piedimonte Matese, Castelvolturno e
Aversa. Chiaramente, come si leggeva
nell’articolo, non è che 58.000,00
euro cambino la vita economica di un
Comune, ma sono comunque soldi
buttati via. Incompetenza? Mancanza
di riflessione? Lassismo? Non si sa, ma
sta di fatto che quello che ho scritto più
volte sulle pagine di questo giornale è
la verità.
Nonostante un contratto costosissimo
che il Comune di Aversa paga alla
ditta Senesi si ottengono risultati
scadenti, come l’insufficiente raccolta
differenziata e lo scarso servizio di
ramazza. Qualcuno sottolinea che
al momento non esiste un Assessore
all’Ambiente, ed è vero, ma visto i
deludenti risultati degli ultimi due
assessori che hanno ricoperto l’incarico,
è molto meglio che un assessore con
le identiche capacità dei precedenti
non ci sia per niente, perlomeno
l’Amministrazione risparmia qualche
stipendio. Intanto, si vocifera (notizie
di un “pessimo” consigliere comunale)
che la raccolta differenziata ad Aversa si
attesta intorno al 53 per cento. Come vede
caro “pessimo” consigliere comunale,
è inutile bearsi: la Finanziaria 2007
Legge 296/2006 prevedeva che entro
dicembre 2011 si doveva raggiungere
il 60 per cento di raccolta differenziata,
e addirittura il 65 per cento entro il 31
dicembre 2012, come recita l’art. 205
D.L. 152/06. Nella cosiddetta «Terra
dei Fuochi» si dovrebbe prestare più
attenzione alla raccolta differenziata
e soprattutto essere documentati e
competenti nella specifica materia.
Qualcuno ha scritto che l’acqua di
Trentola non cuoce i fagioli. Non è
il caso di offendersi: non è colpa dei
cittadini aversani se la vostra acqua non
cuoce i fagioli.
AVERSA
Deceduto il titolare del gestore dell’impianto luci della struttura che ora potrebbe restare al ...buio!
Diamo ...energia al Cimitero
Nel 2009 scrivemmo che l’anziano gestore doveva andare in pensione. Ora è deceduto. Il servizio
elettrico garantito solo dai dipendenti della ditta che non c’è più e che lavorano da ...volontari!
Antonio Arduino
«I
l titolare della ditta va in pensione e il cimitero cittadino
può restare al buio. Sarebbe
questa la conseguenza della decisione
di “pensionarsi” presa dal gestore
dell’impianto che dà energia elettrica
alle lampade votive presenti in congreghe, cappelle, nicchie del complesso.
Stando a quanto affermato degli addetti
ai lavori, nel settembre di un anno fa,
l’ultra ottantenne responsabile della
società avrebbe comunicato all’ente
locale la decisione di chiudere i battenti
per “raggiunti” e ampiamente superati
limiti di età, annunciando la volontà
di lasciare a fine anno. Considerando i
tempi tecnici necessari per provvedere
alla sostituzione della gestione, i responsabili comunali del settore avrebbero
chiesto al “pensionando” di sospendere
la decisione per dodici mesi, così da
affrontare e risolvere la questione,
anche in attesa di risolvere l’altra più
importante questione, quella di rifare
l’intero impianto elettrico cimiteriale
da mettere a norma grazie ad un più
volte annunciato project financing che
ne permetterebbe il rinnovo a costo zero
per le casse municipali. C’è il rischio
che si spengano, dunque, le luci del
cimitero?». Scrivevamo così a fine anno
2009 chiedendo lumi, è proprio il caso
di dire, ai responsabili comunali del
settore che affermavano: “Sicuramente
provvederemo.
Non sappiamo ancora come, ma
provvederemo a garantire il servizio.
Non è pensabile che si lascino al buio i
defunti”. Siamo a febbraio 2014 le cose
vanno anche peggio. L’anziano titolare
delle ditta purtroppo non c’è più, è deceduto, nessuno della sua famiglia sembra
interessato a continuare l’impegno e
non c’è stato alcun
project
financing
perché l’alto costo
dell’opera, valutato
nel 2009 vicino ai
circa 3 milioni di
euro, il lungo tempo
necessario al rientro
del capitale impegnato e gli scarsi
guadagni avrebbe La chiesa madre
scoraggiato le ditte a
partecipare alla gara,
così c’è rischio concreto che i loculi del
cimitero restino al buio. Certo, ad oggi,
non è ancora successo perché ai guasti,
verificatisi anche nelle scorse settimane,
hanno messo una pezza i dipendenti
della ditta che non c’è più ma che
comunque lavorano da volontari, senza
stipendio. Un modo di operare che chi
ha una famiglia da mantenere non può
accettare per tempi lunghi.
9
L’INTERVISTA
Abbiamo incontrato il Sindaco di Aversa, Giuseppe Sagliocco
«Vorrei essere ricordato
per la mia testa dura»
«Secondo me gli Aversani si sono fatti l’idea di un Sindaco determinato e questo mi fa piacere.
Spero ovviamente che non sia soltanto questo, mi farebbe piacere vedermi riconociuta anche
una sostanziale capacità di affrontare i problemi»
Nicola De Chiara
L
10
o abbiamo incontrato nella sua
stanza sul Comune normanno il
Sindaco di Aversa. Un incontro
dal clima cordiale che ha partorito
un’intervista a tutto campo dalla quale
viene fuori un Giuseppe Sagliocco più
che mai determinato a proseguire la
sua esperienza di Sindaco e che lancia
anche significativi segnali.
In questi venti mesi alla guida della
città di Aversa, con tutti gli sforzi,
i sacrifici, le critiche che questo ha
comportato, ha mai pensato ma chi
me lo ha fatto fare?
Non l’ho mai pensato. Il grande onore di
essere stato eletto Sindaco mi conforta
e mi dà la forza per andare avanti. Anzi
le dico subito che, rispetto all’incompatibilità tra i ruoli di Sindaco e di consigliere regionale, ho già scelto: rimarrò
Sindaco di Aversa.
Qual è la critica che maggiormente
l’ha ferita?
Quella rispetto alla mancata programmazione.
C’è qualche ex consigliere di maggioranza che non avrebbe voluto
assolutamente perdere?
Sicuramente. Ci sono rapporti di tipo
personale guastati un po’ dalle incomprensioni un po’ forse anche dal mio
modo di fare che sarei pronto a recuperare. Dico Paolo Galluccio ma anche
Gino Della Valle, che ha una condizione
di veracità che a me piace.
C’è qualcosa di questo primo scorcio
di consiliatura che non rifarebbe?
Io rifarei esattamente tutto quello che
ho fatto. Avrei potuto certamente fare
meglio, agire talvolta con maggiore
accortezza, ma rifarei sostanzialmente
tutto.
Giuseppe Sagliocco è stato intervistato da NerosuBianco
Secondo lei i cittadini di Aversa che
idea si sono fatti di Sagliocco Sindaco?
Secondo me si sono fatti l’idea di un
Sindaco determinato e questo mi fa
piacere. Spero ovviamente che non
sia soltanto questo, mi farebbe piacere
vedermi riconociuta una sostanziale
capacità di affrontare i problemi.
Di cosa va particolarmente soddisfatto come Sindaco di Aversa?
Vado soddisfatto, innanzitutto, di come
abbiamo saputo, ovviamente grazie agli
ottimi collaboratori su cui ho potuto
contare, tenere sotto controllo il bilancio
con lo straordinario gap da recuperare,
il passaggio dai dieci milioni e seicentomila euro del 2012 rimessi dallo Stato ai
poco più di quattro del 2013.
Del suo predecessore Ciaramella cosa
vorrebbe avere?
Di Ciaramella vorrei avere tanto anche
se non tutto per la verità.
E cosa invece assolutamente non
sopporterebbe?
Di aver messo in campo l’idea della mediazione estrema, estenuante, faticosa
che probabilmente non lo ha gratificato
nemmeno per i risultati che ha prodotto.
Secondo alcuni consiglieri della
sua maggioranza la richiesta di un
Consiglio comunale sulla questione di
piazza Crispi da parte di consiglieri
di opposizione è stata pretestuosa.
Ma non sarebbe stato più trasparente
tenerlo questo Consiglio anziché
lasciare dei dubbi in sospeso?
La mancanza di trasparenza sta
esattamente nella proposizione di un
Consiglio comunale su questa materia,
che denota poca onestà intellettuale
da parte dei proponenti. Perché questo
argomento è stato sviscerato in tutte le
articolazioni. Io non avrei saputo fare
per piazza Crispi meglio di quello che
ho fatto e per casa mia.
I Cesaro stanno ritornando alla carica per l’ex Texas. Quale destinazione
vede il Sindaco per quell’area?
L’INTERVISTA
La destinazione della ex Texas è ancorata a quanto scritto nel Piano Regolatore
di Vittorini, vale a dire la concertazione
con i privati. Certamente non vedo
residenziale, vedo servizi, infrastrutture. Nel Piano Regolatore è scritta
un’idea di insieme che metterebbe tutti
d’accordo e cioè la cessione di aree al
Comune, di infrastrutture realizzate. In
compensazione si potrebbe immaginare
di dare terziario e servizi anche agli
imprenditori.
Non si è ben capito se Sagliocco abbia
aderito o meno al Nuovo Centrodestra. Ci può chiarire le idee?
Ho aderito anche al gruppo consiliare
regionale del Nuovo Centrodestra.
Zone Franche ad Aversa, Pollini l’accusa di aver snobbato le associazioni
OLIVA
Rendi unici i tuoi momenti
speciali con i piccoli e
deliziosi
e
artigianali
Un’intervista a tutto campo
dalla quale viene fuori una
fascia tricolore più che mai
determinata a proseguire la
sua esperienza di Sindaco.
Sagliocco risponde su tutto:
maggioranza, piazza Crispi,
ex Texas e... Ciaramella
dei commercianti. Cosa risponde?
Il coinvolgimento delle associazioni,
secondo me, dobbiamo ancora definire,
con le associazioni stesse, cosa significhi. Il lavoro di portare ad Aversa il
finanziamento lo abbiamo fatto. E di
questo non avevamo bisogno di confrontarci con Pollini. Il punto è che abbiamo
avuto finanziato un progetto partito nel
2008. Ora, se Pollini ha partecipato ai
lavori del 2008, dovrebbe lui spiegare i
termini di quel progetto che noi stiamo
tentando di recuperare in tutti i modi
anche rispetto a problematiche nate
col progetto stesso. Faccio un esempio,
facendo riferimento alle zone censuarie
della città, una scelta della vecchia
amministrazione che non abbiamo
potuto modificare in corso d’opera, c’è
una parte di via Roma che è ammessa ai
finanziamenti ed una parte no, e diverse
strade si trovano in queste condizioni.
Come lo risolviamo questo problema e
come lo spieghiamo ai commercianti?
continua
11
OLIVA
Aversa, viale Kennedy 82 - via del Seggio 108
tel. 0818901003 - www.olivacioccolato.it
L’INTERVISTA
12
E’ meglio, allora, non fare polemiche.
I deputati del Movimento Cinque
Stelle vogliono equiparare i reati
ambientali a quelli di mafia. E’ d’accordo?
Noi abbiamo fatto qualcosa in più dei
Cinque Stelle. In tempi non sospetti abbiamo parlato di reato ambientale, abbiamo inviato in Procura un documento
dettagliatissimo che chiamammo la
mappa della vergogna. Questi sono fatti
non chiacchiere.
E’ vero che Elia Barbato ha minacciato le dimissioni da assessore ai
lavori pubblici a fronte della sua idea
di asfaltare via Roma?
L’assessore Barbato è talmente saggio
che non minaccerebbe mai le dimissioni, le darebbe e basta.
Lei assieme ad altri Sindaci ha scritto
al prefetto Pagano per protestare
contro la lentezza della Stazione Unica Appaltante. Secondo lei sono solo
inconvenienti tecnico-amministrativi
o c’è qualcosa sotto?
No, si tratta di disorganizzazione della
struttura. Si tratta di ritardi incompatibili con la programmazione di opere
pubbliche di un Comune. Per noi è una
situazione insostenibile. Dopo un anno
e mezzo stiamo ancora aspettando di
conoscere formalmente il nome della
ditta che dovrà gestire la mensa scolastica. Ma questo è solo un esempio di
tanti che potrei farle.
Dica la verità: ha paura di nominare
i sostituti degli assessori dimissionari
per non rischiare di perdere la già
stringata maggioranza?
Non è vero. Noi abbiamo più posti di
assessori disponibili che richieste.
Movida, ha mai pensato di proporre
al Consiglio comunale l’adozione di
un apposito regolamento, per disciplinare tutto quello che non va?
Un regolamento sarebbe qualcosa di
aggiuntivo. Per la movida abbiamo
già fatto uno sforzo straordinario, con
l’ordinanza della chiusura alle 2,00 e la
musica fino a mezzanotte. Il problema
di fondo non sono le norme, che ci sono,
ma preordinare tutti quegli organismi
preposti al controllo, Vigili Urbani,
Arpac e via dicendo.
Lo scontro che ha avuto con una
vecchia volpe della politica come
Peppe Stabile, nell’ultimo Consiglio
comunale, non può significare che
davvero lei rischia di tornare a casa
in netto anticipo?
Non penso proprio, perché lo scontro
con Peppe è di tutti i giorni considerato
il suo ed il mio carattere. Ma posso
garantire che è uno scontro sul piano di
visioni comuni, ci differenziamo alcune
volte sul metodo. Ma forse in Consiglio
è il caso di evitare che accadano queste
cose.
Le opposizioni hanno gridato allo
scandalo per l’ennesima proroga che
lei ha voluto dare alla cooperativa dei
parcheggiatori per il servizio della
sosta a pagamento. Ma lo sa che i
grattini ad Aversa non li mette quasi
più nessuno da quando sono scomparse le cosiddette “multine”?
Io faccio un ragionamento. Alla fine,
in un anno, noi recuperiamo quasi
trecentomila euro netti per le casse del
Comune, la gente paga di meno, i lavoratori sono pagati. Abbiamo aggiunto
il controllo dei Vigili Urbani ed infatti
piazza Municipio la vedo già meno
intasata di macchine. E’ un sistema che
va perfezionato ma credo che sia un
buon sistema.
Vigili urbani, ma Guarino le sta davvero così antipatico?
No, Guarino non mi è antipatico anzi
mi è simpaticissimo. Solo che dovrebbe
recuperare una condizione di maggiore
interazione con l’Amministrazione
comunale. E nel rapporto con il corpo
dei Vigili vorrei un comandante forte,
deciso, determinato.
Ad Aversa è arrivato il Tribunale,
come stanno andando le cose?
Stanno andando bene. E’ una struttura
tra le più belle d’Italia. Naturalmente
la nostra capacità dev’essere quella di
garantire strutture e servizi a corredo
non del tribunale di oggi ma di quello
che sarà tra qualche anno.
Cultura. Più volte lei ci ha tenuto a
sottolineare la storica peculiarità
di Aversa come città della musica
per aver dato i natali a Cimarosa.
Quest’anno, a settembre precisamente, cadono i trecento anni della
nascita di Niccolò Jommelli. Ha mai
pensato di chiedere al cardinale Sepe
la restituzione dei resti di Jommelli
che sono abbandonati nella chiesa di
Sant’Agostino alla Zecca di Napoli
dal terremoto del 1980?
A questo non avevo pensato, ma è un
Giuseppe Sagliocco
suggerimento che faccio mio. Sulle
celebrazioni Jommelliane abbiamo
lavorato e speriamo di averne presto riscontro. In Regione abbiamo presentato
due progetti nell’ambito delle misure
Por, uno dei quali riguarda il nostro
celebre musicista Niccolò Jommelli. A
fine mese vedremo se i fondi ci sono
stati concessi.
Per le prossime elezioni ha più paura
dell’ondata Renzi o della conferma
del Movimento Cinque Stelle?
Guardi, io ho paura della politica che ha
preso una deriva che non mi piace.
Lei ha recentemente detto «Purtroppo l’equilibrio che regge la vita di
questa città è basato sul non dover
fare nulla”. Cosa ha inteso dire?
Mi riferivo a piazza Crispi. Talvolta
si preferisce far marcire le cose e non
risolvere i problemi.
Pensa di più ad un nuovo mandato in
Regione o alla sindacatura bis?
L’ho detto dal palco in campagna elettorale: penso a cinque anni e a due anni
e mezzo una verifica. Non ho cambiato
idea.
Per cosa vorrebbe che fosse ricordato
dagli aversani?
Per la testa dura.
Si faccia, per chiudere, una domanda
e si dia una risposta.
Qual è la città che vogliamo? Questa è
la domanda che ci dobbiamo fare tutti.
La mia risposta a questa domanda è che
bisogna avere la testa dura per arrivare
a degli obiettivi.
o
t
u
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IL COMMENTO
Come il vecchio “piccolo Naviglio”, “c’era una volta e adesso non c’è più”
C’era una volta ad Aversa
il Popolo della Libertà
Era un partito-corazzata che faceva il bello e il cattivo tempo. Un partito che ha espresso il Sindaco
per dodici lunghi anni. Una compagine politica che per un ventennio ha espresso uno e anche due
parlamentari aversani «a origine controllata». Ed ora?
Nicola Rosselli
C
14
’era una volta ad Aversa il Pdl,
partito – corazzata che faceva
il bello e il cattivo tempo. Che
esprimeva il sindaco per 10 lunghi
anni, per un ventennio ha espresso uno
e anche due parlamentari aversani doc.
Appunto, c’era una volta, perché come
il vecchio “piccolo Naviglio”, “c’era
una volta e adesso non c’è più”.
E non è che non ci sia più sol perché
ha cambiato denominazione da Pdl
a Forza Italia.2. Oggi abbiamo un
partitino di due consiglieri comunali,
nonostante fosse uscito dalle elezioni
amministrative con sette consiglieri
oltre ad un ottavo saltato sul carro del
vincitore il giorno dopo la conclusione
dello scrutinio elettorale.
E chi è stato a provocare tutto questo?
L’insipidezza e l’incapacità della
dirigenza locale? No, non lo crediamo,
anche perché era ed è la stessa del ventennio precedente, ricco di soddisfazioni. Artefice di questo capolavoro di
annientamento, scientifico e consapevole, il sindaco Sagliocco, che pure al
Pdl era approdato (dopo aver cambiato
una decina di casacche politiche).
La persona alla quale il vecchio gruppo
dirigente del Pdl aveva dichiarato
guerra, tanto da non farlo eleggere in
consiglio regionale (giunse primo dei
non eletti, proprio per i voti perduti ad
Aversa).
Un episodio che il “buon” Sagliocco ha
legato al dito e al momento opportuno si
è tolto il classico sassolino dalla scarpa.
Ed ha potuto farlo anche grazie all’unico errore che ha commesso la dirigenza
locale del Pdl: offrire a Sagliocco,
oramai dichiaratamente anti Pdl già nel
2011, quando aveva aderito al nascente
movimento finiano per poi accarezzare
Mario Tozzi
il presidente Udc dell’amministrazione
provinciale Zinzi, non prima di aver
dichiarato una sorta di guerra santa
contro l’amministrazione guidata da
Ciaramella grazie alla presenza in
consiglio di quattro o cinque consiglieri
comunali a lui vicini.
La dirigenza del Pdl gli ha servito su
un piatto d’argento la carica di sindaco,
sottomettendosi di fatto a lui e calpestando i tanti che all’interno del Pdl
anelavano a quella poltrona (Orabona,
Barbato, Tozzi, dello Vicario), per non
parlare di un accordo antesignano delle
larghe intese che poteva avere quale
candidato unico Alberto Coppola.
Sagliocco, continuando nel suo intento,
anche grazie alla sponda offerta dal
portavoce cittadino azzurro Golia, ha,
dapprima, fatto in modo che fossero
messi da parte i tre ex An (dello Vicario,
Galluccio e della Valle) e poi ha attirato
a sé tre globe-trotter della politica locale: di Grazia, della Vecchia e Costanzo.
I tre, tutti senza un’appartenenza politica solida alle spalle, sono, oggi, sebbene
interni a Fi.2, fedelissimi del primo cit-
tadino, presenti tra i berlusconiani solo
per consentire a Sagliocco, attraverso
loro, di controllare il partito azzurro, del
quale costituiscono la maggioranza del
gruppo consiliare, pronti a comportarsi
come il loro padrino politico ordinerà.
Luciano Luciano è praticamente solo,
mentre Mario Tozzi, tradito dal proprio
punto di riferimento, politico, Ciaramella, sta cercando di capire quale via
d’uscita da questo tunnel imboccare.
E, a proposito di Ciaramella. Il nostro
Mimmo cittadino ha sbagliato nell’essere poco politico e nel fidarsi delle
promesse altrui.
Quando vide, all’epoca, il nome di
Sagliocco (suo nemico giurato, tanto
da averlo addirittura querelato) quale
possibile candidato a sindaco del
centro destra, avrebbe dovuto dare di
matto pur di non consentirlo. Ma stette
zitto, così come, inspiegabilmente, sta
continuando a tenere la bocca chiusa
nonostante il suo successore non perda
occasione per lanciargli contro i suoi
strali sulle presunte carenze della precedente amministrazione.
L’EVENTO
Il 19 marzo di vent’anni fa veniva ammazzato don Peppe Diana. Spinillo presenta le celebrazioni
«Venti di... speranza,
venti di... cambiamento...»
Questa la scritta che si leggeva sul maxi schermo alle spalle del tavolo dei relatori in occasione
della conferenza stampa indetta dal Vescovo Spinillo per annunciare il programma delle
celebrazioni per i vent’anni dall’uccisione di don Peppe Diana
Geppino De Angelis
“V
16
erso il 19 marzo 2014:
venti di …speranza, venti
di …cambiamento”, questa la scritta notevolmente emblematica
che si leggeva sul maxi schermo che
campeggiava alle spalle del tavolo dei
relatori nel salone della Curia Vescovile
di Aversa, in occasione della riuscitissima conferenza stampa indetta dal Vescovo di Aversa, mons. Angelo Spinillo
per annunciare il programma delle celebrazioni per i venti anni dall’uccisione
di don Peppe Diana, ennesima vittima
innocente della camorra.
Al tavolo dei relatori, insieme a mons.
Spinillo, don Carlo Villano, responsabile dell’Ufficio delle Comunicazioni
Sociali della Curia; Gianni Solino,
coordinatore provinciale di “Libera”;
Valerio Taglione, coordinatore del
Comitato “Don Peppe Diana”; Michele Martino del Comitato regionale
dell’Agesci; Anna Napolano, della
Comunità “Sant’Egidio” e Franca Di
Matteo dell’Unitalsi, ovvero le varie
associazioni che, in stretta collaborazione, hanno redatto il programma delle
celebrazioni.
Dopo la presentazione di don Carlo
Villano, che ha messo in risalto come
uniti si possa combattere con esito
positivo la camorra, mons. Spinillo,
nell’annunciare il nutrito programma ha
detto, tra l’altro: “Un programma che è
il risultato di un lavoro intenso fatto di
dialogo tra associazioni, diocesi, gruppi
e movimenti, una sintesi tra le varie
anime di una realtà che hanno mostrato
particolare attenzione al messaggio,
sensibilità alla vita del territorio. Questo
messaggio ha permesso lo sviluppo e la
crescita di una partecipazione critica nei
confronti di un sistema di vita sociale
Don Peppe Diana
La fiction «Per amore del mio
popolo» verrà mandata in
onda dalla Rai tra il 18 e il
20 marzo. Protagonista
l’attore Alessandro Preziosi
nel ruolo di don Peppe.
che, spesso, ha subito passivamente, in
maniera rassegnata.
Credo che questi ultimi venti anni
debbano essere celebrati come memoria
e speranza affinché si trasformi in un
annunzio e profezia di una vita feconda
di bene per la gente.
Il carattere del sacrificio tende santa la
vita e la storia dell’umanità così come il
dono di vita fa crescere la vita”.
Tutti gli altri relatori, nel porre in
evidenza sotto molteplici aspetti la
fulgida figura di un martire come don
Peppe Diana, hanno ribadito il concetto
della necessità di agire in comunione e
simbiosi per comunicare a tutti il messaggio che si può costruire ed operare
positivamente solo stando tutti uniti,
oltre a focalizzare il principio che il
comune denominatore delle numerose
iniziative è il vento della novità e del
cambiamento, resi possibili anche grazie alla presenza di tanti giovani portatori di esperienza diverse, rispondendo
all’appello di donna Iolanda, mamma di
don Peppe, con una presenza di impegno e di gioia per onorare degnamente
il don Peppe educatore.
Interessanti gli intervento del nostro
amico e collega Vito Faenza e dell’ex
sindaco di Casal di principe Renato Natale circa l’iniziativa di far partire una
proposta per la beatificazione di don
Peppe e per chiedere il patrocinio del
presidente della Repubblica Napolitano
sulle celebrazioni che comprendono, tra
l’altro, una mostra delle foto più belle
degli ultimi venti anni, la pubblicazione
di tre testi di don Peppe, un annullo
filatelico, veglia di preghiera in tutte le
parrocchie della Diocesi, un Convegno
nazionale con l’intervento dell’on. Andrea Riccardi, un ritiro spirituale di tutto il clero diocesano col cardinale Sepe,
la marcia del 19 marzo con concerto, il
premio letterario “Don Peppe Diana”
giunto alla sesta edizione, la giornata
dell’ammalato organizzata dall’Unitalsi, mentre vivissima attesa regna negli
ambienti non solo diocesani ma anche
nazionali per la fiction “Per amore del
mio popolo” che verrà mandata in onda
dalla Rai tra il 18 e il 20 marzo, con la
partecipazione dell’attore Alessandro
Preziosi nel ruolo di don Peppe.
AVERSA
De Cristofaro: «Il PUC non può essere redatto nelle chiuse stanze del potere»
Piano Urbano Comunale,
poche idee e confuse
Il presidente dell’Ordine degli Architetti non le manda a dire: «Ben venga la consulenza
dell’Università, ma non andiamo oltre». E l’assessore all’Urbanistica Migliaccio parla
trionfalmente della proroga di diciotto mesi che consentirà di «disegnare l’Aversa del futuro»
Nicola Rosselli
«P
18
er un certo periodo abbiamo pensato che l’amministrazione avesse messo in
campo l’iter opportuno per la redazione
del Puc, ma noto che così non è stato e a
salvare Aversa ci ha pensato la proroga.
Ma, sull’argomento ora voglio dire a
chiare lettere: si scordassero di darlo
all’università o a chi non ne ha le capacità ed anche se formalmente lo volessero
affidare all’ufficio tecnico comunale per
poi farlo redigere di fatto dall’università
siamo contrari. Ben venga la consulenza dell’ateneo, ma non oltre. Sarebbe
auspicabile un bando. Anche per piazza
Marconi, del cui rifacimento si discute
Enrico De Cristofaro
AVERSA
da oltre un anno senza che si sia prodotto
nulla, sarebbe auspicabile un concorso
internazionale».
A parlare non un “talebano” dell’opposizione, ma il presidente dell’ordine
degli architetti di Caserta, l’aversano
Enrico De Cristofaro che, per sgomberare il campo da equivoci, sottolinea
anche che sino ad ora si è stati silenti
perché si attendeva di conoscere le
scelte, ma che ora, vista la situazione,
da rappresentante di un ordine professionale interessato e non certamente
per motivi politici, non può esimersi da
queste dichiarazioni. Dichiarazioni che,
ancora una volta, portano alla ribalta
la questione urbanistica, le scelte per
disegnare l’Aversa del futuro.
Insomma, svelare finalmente quell’idea
di città che l’attuale amministrazione
da, oramai, due anni non ha fatto conoscere agli aversani. Il motto di questa
coalizione per quanto riguarda l’urbanistica potrebbe riassumersi nel noto
detto “poche idee, ma confuse”. Infatti,
sino ad oggi quello che è mancata è stata
proprio la programmazione, soprattutto
in questo delicato settore e ci sorprendono le dichiarazioni dell’assessore
all’urbanistica Ninì Migliaccio, rilasciate ad un quotidiano, quando afferma
Forse Migliaccio dimentica
che il Puc doveva essere
pronto per gennaio e che
l’Aversa del futuro doveva
essere ben chiara sin dalla
campagna elettorale
Ninì Migliaccio
che la proroga di 18 mesi consentiva di
disegnare l’Aversa del futuro. Forse il
collega giornalista che lo intervistava ha
dimenticato, insieme a Migliaccio, che
il Puc doveva essere pronto per gennaio,
che questa decantata Aversa del futuro
doveva essere ben chiara sin dalla
campagna elettorale dove pure ci sarà
stato un programma di questa armata
Brancaleone ridotta oramai ai minimi
termini. Invece, ora ci ritroviamo, solo
grazie alla proroga nuovamente in mano
questa patata bollente e se ne parla solo
perché si sono registrate le dichiarazioni
del presidente dell’Ordine degli Architetti.
Aversa, la nostra città, in questo momento storico, dopo mille anni di storia,
ha bisogno di una svolta, di capire quale
deve essere il proprio ruolo in questo
millennio. Il tribunale potrà portare
nuova linfa, ma solo se ben armonizzato nel contesto cittadino. Bisogna
mettere, poi, in campo, scelte moderne
per quanto riguarda l’utilizzo dei grossi
contenitori cittadini dal complesso del
Carmine a quello di San Domenico,
senza dimenticare il vero e proprio
giacimento urbanistico rappresentato
dal riutilizzo serio e concreto dell’ex
ospedale psichiatrico della Maddalena e
di quello giudiziario “Filippo Saporito”,
in via di dismissione. Il loro utilizzo, la
loro apertura ad Aversa e agli aversani
potrà effettivamente cambiare il volto
della città.
19
Da Casaluce e da Teverola finora solo palliativi!
Se otto anni vi
sembran pochi...
Poche centinaia di metri disseminati di buche impediscono ad un
ragazzo non normo dotato di uscire di casa...
Vito Faenza
P
20
er costruire le “Petronas twin
towers”, ci hanno messo tre anni,
dal 1995 al 1998. E sono due
torri gemelle alte 452 metri progettate
dall’architetto argentino Cesar Pelli. A
Kuala Lampur sono diventate un simbolo. Per rifare il manto ad una strada
di poche centinaia di metri invece, si è
in attesa da otto anni. Storie di normale
indifferenza delle nostre amministrazioni: solo che quelle buche di questa
strada (via Cupa a Teverola) che è
divisa a metà fra il Comune di Teverola
e quello di Casaluce impediscono ad
un bambino celebroleso di poter uscire
con il suo carrozzino e di poter godere
di una passeggiata. Non solo: quella
strada, nella quale ogni tanto tentano
qualche rappezzo che regolarmente
dopo un paio di giorni salta, è diventato
uno sversatoio di immondizia dove
regolarmente qualche “buon cittadino
incivile” scarica i propri rifiuti e talvolta
li incendia pure.
Così Luigi, un ragazzo che ha avuto una
lesione celebrale al momento del parto e
che viene accudito amorevolmente dai
genitori, non ha la possibilità di uscire
dalla propria abitazione con la sua badante per fare una piccola passeggiata.
Condannato a rimanere in casa dalla
insensibilità di chi provvede (ma solo
dopo denunce, esposti) con interventi
parziali, con rattoppi che si dissolvono
in poche ore. Salvatore Fabozzi, il padre di Luigi, lotta da otto anni per avere
per suo figlio quello che è un diritto
di tutti (e lo è ancor più per chi non è
normodotato), vale a dire la possibilità
di uscire dalla propria abitazione, fare
una passeggiata con il suo carrozzino,
rimanere all’aria aperta. Non esistono
La strada della vergogna
giustificazioni alla situazione. Se in
Malesia due grattacieli sono stati costruiti in tre anni, non si capisce perché
in otto non si riesce a rifare (per bene)
il manto ad una strada a metà tra due
comuni, non si riesce a controllare lo
sversamento di rifiuti, che quando sono
incendiati rendono l’aria irrespirabile.
Siamo pronti a sentire le solite giustificazioni: la finanza locale, le risorse e
così via. Ma in altre realtà in comuni
più piccoli di Teverola e Casaluce, non
si devono attendere otto anni per rifare
(bene) il manto stradale. Non si devono
attendere otto anni per permettere a
un ragazzo non normodotato di uscire
di casa. E principalmente un cittadino
non deve chiedere aiuto alla stampa
per ottenere un suo diritto. Per questo
da questa domenica conteremo i giorni
che trascorrono e smetteremo di contare
quando sarà rifatta bene la strada.
Trafficata come le altre, abbandonata più delle altre
Via Cirigliano, una strada da rally
T
di continuità per la prerafficata come le
senza di rifiuti depositati
altre, abbandonalungo il ciglio stradale,
ta più delle altre.
ma presenta così tante
E’ via Cirigliano utilizbuche da rappresentare
zata da moltissimi autouna vera trappola per
mobilisti per superare gli
chi va in automobile,
ingorghi che si verificano
in moto o in bicicletta e
su quest’ultima a causa
naturalmente, per i pochi
della presenza di numesventurati che sono
rosi esercizi commerciali
costretti a percorrerla a
che attirano una gran
Aversa, via Cirigliano
piedi. Una trappola che
folla di compratori che,
se di giorno può produrper raggiungerli, fanno
re
danni
illimitati
percorrendo un’arteria
uso necessariamente della automobile.
con
attenzione,
a
velocità contenuta e
Per chi ha interesse a superare l’ostacolo via Cirigliano è utilissima, ma tenendo gli occhi sbarrati, all’imbrunire,
per lo stato di abbandono in cui versa di sera e quando piove rappresenta un
è pericolosissima. Non solo sembra pericolo mortale per l’assenza totale di
essere una discarica senza soluzione illuminazione e l’impossibilità di vedere
le buche prima di finirci dentro. Niente
da dire se parlassimo di un viottolo di
campagna, ma via Cirigliano è un’arteria che può essere definita urbana per
la presenza di numerose unità abitative,
parchi residenziali, attività commerciale, uffici professionali, cosicché decine
di cittadini pagano all’ente comunale
tasse tributi che dovrebbero essere
utilizzati per la regolare rimozione
dei rifiuti, lo spazzamento la sistemazione del manto stradale e perché no
per garantire un regolare impianto di
illuminazione pubblica praticamente
assente anche nelle zone intensamente
popolate dell’arteria.Da qui l’obbligo
di curarla così come avviene per le altre
strade della città.
Antonio Arduino
Umanità dove sei?
M
esi fa i vigili urbani di Aversa
fecero irruzione nello storico
Palazzo Orineti, ex Pime per
sgombrare un dormitorio per extracomunitari. Un uomo fu fermato e portato
al Comando della Polizia Municipale,
dove furono avviate le procedure per
l’identificazione e la successiva espulsione. Nel corso della seguente ispezione le forze dell’ordine appurarono che,
una volta divelto il lucchetto del portone
dello storico palazzo, chiuso da anni,
gli extracomunitari erano entrati nella
struttura riempiendo le stanze del piano
terra di giacigli fatti solo di materassi,
con comodini improvvisati, così come
le misere cucine arrangiate alla meglio
con fornelletti elettrici privi dei minimi
requisiti di sicurezza. L’accampamento
dava riparo a oltre dieci migranti. Dopo
qualche giorno gli ingressi del palazzo
storico furono murati in modo che nessuno potesse più accedere allo stabile,
con somma soddisfazione di tanti…
troppi aversani. A questo punto una
riflessione è d’obbligo.
Premesso che il rispetto delle leggi è
sacrosanto, anche stabilire condizioni di
vita accettabili per ogni essere umano,
è cosa altrettanto sacrosanta. Visto
l’accaduto, però, mi chiedo e vi chiedo:
la nostra umanità, dove cavolo è andata
a finire? Immaginate per un attimo di
essere voi al posto di quei tanti sventurati che dall’Africa, a rischio della
vita, s’imbarcano su di un gommone per
andare a vivere nel magico e rutilante
mondo occidentale. Un mondo che hanno visto dai televisori in bianco e nero,
a casa di qualche vicino o nelle vetrine
dei rari negozi di elettronica della capitale del loro paese… un mondo in cui
si vede la famiglia del Mulino Bianco
fare colazione con fette biscottate e marmellata, le donne seminude sculettare in
tv, gli uomini che si radono con rasoi
a cinque o sei lame… un mondo dove
si mangia cinque o sei volte il giorno e
dove si fanno gli spuntini perché “non ci
Aversa, palazzo Orineti
Premesso che il rispetto
delle leggi è sacrosanto,
anche stabilire condizioni
di vita accettabili per ogni essere umano, è cosa
altrettanto sacrosanta!
vedo più dalla fame”… una favola, un
paradiso terrestre dove non si vede l’ora
di arrivare… Poi si arriva. E ancora prima di scendere dal barcone o di essere
gettato a mare dagli scafisti, ci si rende
conto di aver sbagliato. Ma quale favola
ma quale paradiso. Un mondo di lupi
famelici. Siamo diventati gente senza
cuore. Una nazione dove vivono i pensionati disperati quasi quanto i migranti
e i burocrati di Stato pagati 90.000 euro
il mese… Un paese dove alcune categorie di persone non hanno il diritto di
vivere, ma solo di morire. Una Nazione
che si dice abitata da cattolici, dove le
immagini di Gesù (quel Gesù che tutti
i musulmani non fanatici rispettano)
spesso si vedono appiccicate perfino nei
fanali delle auto. La nazione che ospita
il Papa, quel Papa buono venuto dal sud
dell’America. Una Nazione che, invece,
ti manda addosso le forze dell’ordine
perché cerchi di sopravvivere in un
tugurio, in condizioni dieci volte peggiori di quelle della tua povera ma pulita
casetta in Africa. Che razza di umanità
hanno gli italiani d’oggi? Eppure anche
i loro nonni sono stati migranti… forse
anche i loro figli lo saranno (o già lo
sono?). E allora l’unica cosa che suggerisco a questi fratelli venuti dall’Africa
è di scappare via da questo inferno. Il
problema è che occorrono tanti, troppi
soldi. Forse è meglio farsi arrestare.
Meglio non opporre resistenza. Finire in
una cella insieme agli altri sventurati siriani, albanesi, rumeni, potrebbe essere
una soluzione. Si lo so, si sta stretti come
sardine e non si “gode” più dei “benefici
della libertà”, ma almeno si mangia tutti
i giorni. Si può vedere la tv e d’inverno
non si muore di freddo, perché a stare in
dieci in una cella di otto metri quadrati
sembra di vivere in un bagno turco…
ma soprattutto, quando si è stanchi di
tutto quest’orrore, ci si può prendere
la più grande delle rivincite sulla vita:
mettersi un cappio al collo e…
di Geppino De Angelis
Traffico e segnaletica, che manicomio!
D
a tempo immemorabile, ormai, tra le (tante) piaghe che
incidono negativamente sulla
vivibilità della nostra malcapitata città
(a prescindere dal colore e dalla formula dell’amministrazione comunale)
un posto di… preminenza spetta senza
tema di smentita al traffico, senza che si
riesca, ad onta di vari tentativi, a trovare
il bandolo della matassa.
Si ha l’impressione che, da parte di
quanti a vari livelli dovrebbero provvedere a trovare una soluzione definitiva
e radicale, si vada a tentoni, sperando
che la caccia… al tesoro possa rivelarsi
positiva.
Ed allora, da sera al mattino, soprattutto
nella zona sud Aversa, il povero automobilista s’imbatte in una segnaletica
nuova che, oltre a creare disorientamento e rabbia, contribuisce a rendere ancor
più caotico il traffico.
Ultimo caso in ordine cronologico,
almeno per quel che concerne la zona
sud perché non sappiamo cosa avvenga
in altre zone della città, il divieto d’accesso che settimane addietro era posto
all’ingresso di via Michelangelo per chi
proviene da via Pastore.
Divieto che, dopo pochi giorni, è scomparso (anche se in pratica erano in pochi
a rispettarlo) e non è dato sapere se per
disposizione di chi di dovere o per iniziativa di qualche residente al quale non
andava a genio quel divieto, poi ripristinato ma se questo è l’ ultimo caso in
ordine cronologico, è da tempo, ormai,
che si ritiene di trovare una soluzione
alla caoticità del traffico, modificando
la segnaletica.
Si dirà, come è stato già detto in passato
che la rete stradale di Aversa è quella
che è, che gli automezzi in circolazione
(tenuto anche conto della migliaia di
veicoli che ogni giorno arrivano in
città provenienti dai centri limitrofi)
sono in numero veramente esorbitante,
così come si parlerà dell’ indisciplina,
dell’ arroganza di molti utenti (con
auto lasciate un po’ dovunque senza
rispettare, dove ci sono ovviamente,
Il traffico la fa da padrone ad Aversa
Dalla sera al mattino
il povero automobilista
s’imbatte in una
segnaletica nuova
che contribuisce a rendere
ancor più caotico il traffico
i divieti di sosta) ma resta l’amara
considerazione che anche sotto tale
aspetto (congiuntamente a tanti altri) la
vivibilità strettamente connessa anche
alla viabilità, continua a restare per noi
aversani (cittadini, ben s’intende, di
Aversa, non della lista “sagliocchiana”)
una vera chimera.
Noi non siamo tecnici del traffico né
addetti ai lavori per cui non possiamo
dare suggerimenti o consigli ma certamente qualcosa deve essere fatta perché, in caso contrario, bisognerà dare
ragione a quanti affermano “traffico e
segnaletica, che manicomio!”.
Tempo addietro, non ricordiamo se al
tempo della precedente amministrazione o al tempo di quella in carica
(che, per tantissimi versi sta facendo
notevolmente rimpiangere l’altra verso
la quale, tra l’altro, non fummo mai
“teneri” come dimostra la collezione
dei nostri articoli) si parlò dell’avvento
di un mobility manager. Pare che non se
ne sia più parlato né, per la verità, è da
prevedersi se sia in grado di risolvere il
problema ma se può essere un rimedio
concreto che venga pure questo mobility manager, mentre sarebbe opportuno
che le modifiche alla segnaletica siano
fatte esclusivamente nell’interesse
dell’utenza e non per fare il classico
piacere a questo o a quello.
Chiudiamo queste note nell’evidenziare
un fatto veramente anomalo e del quale
abbiamo anche parlato con l’amico
assessore Elia Barbato: mentre in via
Ligabue, un rettilineo di centinaia di
metri, a prescindere dall’insufficienza
di strisce pedonali, c’è un solo dissuasore di velocità, in un vicoletto di meno
di otto, nove metri, adiacente alla chiesa
di san Nicola, dove passano pochissime
macchine, ci sono ben due dissuasori di
velocità. Qualcuno, malignamente, ci
ha fatto osservare che nei pressi, qualche anno fa, c’era il comitato elettorale
di un ex assessore…
di VITO FAENZA
Terra dei fuochi, non siamo i primi!
H
o avuto modo di
lino c’è il Museo della Civiltà
deliziarmi
con
Normanna con tanto di sito
il
“Matrimonio
web e iniziativa (cliccare per
segreto” di Cimarosa. In
credere).
Tv grazie alle registrazione
Così anche i fondatori della
effettuata nell’ottobre del
contea di Aversa, istituita nel
2012 al teatro Coccia di
1030, vengono dimenticati,
Novara.
oppure tirati in ballo quando
Davvero deliziosa, con
fa comodo, mentre altri agil’orchestra diretta da Carlo
scono. Mentre ad Aversa ci si
Goldstaein e la regia di
impegna, ripeto, in discussioni
Marco Castoldi (in arte
sterili il Centro di Studi NorMorgan) che ha avuto
manni nel 1997 ha acquisito
come aiuto regista Mercepersonalità giuridica ed è
des Martini. La produzione
inserito nell’elenco degli enti
è della fondazione del
culturali di rilievo nazionale
teatro Coccia.
e dal 2002 è nell’anagrafe NaMi sarei aspettato dagli
zionale delle ricerche”. Infine,
attuali gestori della cultura
mentre da noi si ciancia in
nostrana che lo portassero
quel centro dell’Irpinia hanno
anche ad Aversa, magari
messo in rete l’ Archivio
nel teatro Cimarosa, inveNormanno-Svevo, testi e studi
ce mi sono accontentato
sul mondo euro mediterraneo
di vederlo sul canale di
dei secoli XI-XIII.
Sky dedicato alla musica
Basta cliccare per scaricare il
classica. La replicheranno
pdf e leggere testi di studiosi
quest’opera buffa, quindi La maglia dell’Atletico Madrid con la scritta «Terra del fuoco»
di valore mondiale.
attenti alla programmazioQuindi mi piacerebbe che
ne dei canali satellitari.
invece di discutere sterilmente
Il vecchio sindaco Ciaramella aveva in data della fondazione di Aversa, una su otto anni in più o in meno (che mi sa
programma di allestire un festival di questione davvero sterile, visto che gli che è un modo per essere presenti alle
musica classica, ma, non so perché, non scavi effettuati, da persona a me cara, celebrazioni.
se n’è fatto nulla.
nel corso degli anni hanno dimostrato Anticipare la data della fondazione per
Così aspetto di vedere un festival che Aversa (o come si chiamava all’epo- festeggiare il millennio garantirebbe
dedicato a questo compositore, famoso ca) era attraversata dalla via Campana a quelli avanti negli anni di essere
in tutto il mondo, e all’altro aversano, (che collegava Capua a Pozzuoli), che presenti, mentre fra sedici anni chissà
Iommelli.
c’erano insediamenti preistorici lungo il quanti di noi guarderebbero le celebraSono sicuro che il vecchio Assessore vecchio Clanio e che nella costruzione zioni dal cielo. Non sarebbe meglio fare
alla Cultura avrebbe accolto questo della “direttissima” un secolo fa sono iniziative come a Novara, per ricordare
invito e che nei suoi programmi aveva state ritrovare anche tombe del V secolo Cimarosa, o ad Ariano Irpino, per i Norin mente di effettuare una iniziativa di a. C.
manni? A proposito vi invito ad usare
questo genere.
Neanche i Normanni, nonostante questo più l’espressione “Terra dei fuochi”.
Aspettiamo di vedere cosa farà il nuovo cianciare, sono profeti nella città dalla Infatti la terra dei fuochi, da almeno un
responsabile della Cultura, visto che quale sono partiti alla conquista del paio di millenni è l’Azerbaijan che sifinora di iniziative culturali, da parte del meridione: ad Ariano Irpino, dal 1991, gnifica appunta Guardiano dei fuochi o
Comune, ne abbiamo viste davvero po- infatti è funzionante il Centro europeo terra dei fuochi. Azer, infatti, in persiache (sono buono perché non ne ricordo di studi normanni e nel castello Nor- no antico si traduce con fuoco e baijan
neanche uno).
manno nei pressi della villa comunale appunto guardiano o terra. Neanche in
Non solo. Mentre ci si accapiglia sulla della cittadina della provincia di Avel- questo siamo arrivati primi.
LA POLEMICA
L’associazione «Noi Voci di Donne» non ci sta e contrattacca
La verità sulla chiusura
dello Sportello Antiviolenza
La presidente dell’associazione Pina Farina: «Questa è la verità: il Comune di Aversa si è tenuto
ben lontano da tutti gli impegni presi, lasciando lo sportello senza linea telefonica, senza pc e senza
riscaldamento. Siamo state costrette ad andare via dai comportamenti dell’Amministrazione»
Nicola Rosselli
E
28
ra diventato un fiore
all’occhiello per la città.
La collaborazione con le
forze dell’ordine, la magistratura e i servizi sociali del comune
erano al top, tanto da essere
magna pars nell’arresto da parte
dei carabinieri di Aversa di un
marito violento che picchiava la
moglie sotto gli occhi dei figli.
Lo stesso sindaco Sagliocco
aveva accolto di buon grado
la presenza presso lo sportello,
quale volontaria, di una propria
nipote che si è prodigata per
risolvere decine e decine di casi.
All’improvviso
il
sindaco
stesso ha deciso, con tanto di
delibera di giunta, di revocare il
protocollo d’intesa sottoscritto
con l’associazione che gestiva
lo sportello perché, a dire suo
e dell’esecutivo, l’associazione
non garantiva la regolare attività. Pina Farina
Una chiusura questa dello sportello Antiviolenza ad Aversa, per
la quale la presidente dell’associazione Del tutto diversa la versione dell’asNoi Voci di Donne Pina Farina è neces- sociazione che con Farina afferma:
sario ristabilire la verità. «E’ la prima «Il comune di Aversa si è tenuto ben
volta – afferma la responsabile - che lontano da tutti gli impegni presi, uno
l’associazione subisce un attacco così sportello, senza linea telefonica senza
basso e scorretto, attacco che non ha pc, e senza riscaldamenti. Non è stato il
nessun fondamento e che, invece, si comune che in malo modo ha mandato
prefigge come unico scopo quello via noi, ma siamo noi ad essere andate
di screditare altri e non assumersi le via, nonostante tutto, con modi educati
proprie responsabilità come ammini- e pacati».
strazione».
La presidente ricorda che un anno fa
Come si ricorderà, con una recente de- veniva firmato il protocollo d’intesa.
libera di giunta, l’amministrazione co- A rappresentare lo sportello la dottomunale normanna ha deciso di revocare ressa Francesca Petrella. Il comune di
il protocollo d’intesa con l’associazione Aversa invece, individua come figura
perché la sede sarebbe chiusa dallo di riferimento la dirigente Gemma
scorso mese di ottobre.
Accardo. Farina premette «che il lavoro
dello sportello da subito è partito
a pieno ritmo, ma ha affrontato
anche grandi difficoltà, sempre
taciute per evitare che il lavoro
delle operatrici e la loro serenità
e quella dei loro assistiti venisse
turbata.
Tante le richieste e gli interventi,
tant’è che la referente dello sportello Francesca Petrella, lamentava spesso di passare troppe ore in
caserma per affiancare i casi».
Il primo ottobre scorso la referente
Petrella si dimette, comunicando
di aver consegnato le chiavi dello
sportello alla dirigente Accardo.
Immediatamente la presidente
Farina avverte telefonicamente
il comandante della stazione dei
carabinieri di Aversa. «Non pochi,
invece, -scrive Farina- sono stati i
tentativi a mezzo telefono per trovare un contatto con la dottoressa
Accardo e con il primo cittadino
che si sono sempre fatti negare.
Nei giorni successivi a tali eventi
‘Noi Voci di Donne’, individua
quale figura di riferimento l’avvocato Emilia Narciso».
Referente che il 14 ottobre scorso viene
presentata anche al comandante della
locale stazione carabinieri.
Dopo diversi tentativi, la presidente e
Narciso scrivono una lettera al primo
cittadino, nella prima decade di novembre, dove si comunicava di sospendere
ogni tipo di rapporto e collaborazione
con l’amministrazione al fine di non disperdere le energie positive e lavorative
verso chi non voleva e forse non ha mai
voluto la collaborazione di ‘Noi Voci di
Donne’.
Della serie: distruggo quel poco di
buono che in questi quasi due anni ho
fatto ad Aversa.
AMBIENTE
L’ex opificio industriale ormai rappresenta un drammatico problema ambientale per la città di Aversa
Ex Texas, una discarica
a cielo aperto. Fate presto!
E’ piena di rifiuti tossici, industriali, lastre di amianto, mobili, residui di elettrodomestici, materiali di risulta
accumulati in un avvallamento trasformato in una sorta di catino in cui bruciare ogni tipo di materiale
Antonio Arduino
R
30
ifiuti tossici, rifiuti industriali,
lastre di amianto, mobili, residui
di elettrodomestici, materiali di
risulta insieme a spazzatura ordinaria
dispersi nel terreno e accumulati in un
avvallamento trasformato in una sorta
di catino in cui bruciare ogni tipo di
materiale, trasformandolo in diossina
che il vento trasporta nell’aria.
Questa la scena apparsa ai nostri occhi
nel visitare l’area che cade nella parte
posteriore dell’ormai dismessa struttura
dell’ex Texas.
Ne abbiamo parlato nel primo numero
del mese di ottobre di Nero su Bianco.
Obiettivo era quello di destare l’attenzione delle istituzioni locali, sindaco e
azienda sanitaria, affinché intervenisse
per disporre l’eliminazione del pericolo
Nella Terra dei Fuochi una discarica a cielo aperto nel cuore di Aversa
igienico ambientale rappresentato da
quei rifiuti distanti una ventina di metri
da una scuola materna. Tre mesi dopo
siamo tornati in quell’area per renderci
AMBIENTE
conto di che cosa fosse cambiato, se
qualcuno fosse intervenuto e abbiamo
notato che qualcosa di nuovo c’è. Qualcuno ha installato una recinzione in
metallo per impedire l’accesso al viottolo permetteva di entrare nel terreno
per scaricare rifiuti, almeno questa la
sensazione che abbiamo avuto a prima
vista. Però, guardando con attenzione,
abbiamo notato che la recinzione presentava un varco dal quale era possibile
penetrare senza problemi nell’area,
tant’è che attraversandolo siamo tornati
nella zona visitata lo scorso ottobre rilevando un aumento della presenza dei
rifiuti. Perché se nel primo sopralluogo
avevamo trovato un’area ancora libera
da rifiuti, questa volta abbiamo trovato
rifiuti depositati dappertutto, così da non
Il Comune ha tempo fino ad
oggi, 2 febbraio, per
bonificare l’area. Sembra che
la Procura abbia autorizzato
l’ente alla rimozione
dei rifiuti, presentando
il conto ai proprietari
lasciare alcuno spazio libero. Ancora
una volta si trattava di rifiuti industriali,
materiale di risulta, elettrodomestici
fuori uso, buste nere con tracce evidenti
di incendio. In pratica l’aver impedito
il passaggio non è stata una soluzione
al problema igienico ambientale rappresenta da quella discarica.
Probabilmente, quando saremo in
edicola, qualcosa potrebbe essere
cambiato in meglio perché, da notizie
non ufficiali, non essendo state diffuse
dagli organi istituzionali ma riferite a
titolo personale dal consigliere Pandolfi
del Sel, la Polizia provinciale, in base
ad una delega di indagini della Procura
della Repubblica di Santa Maria Capua
Vetere, avrebbe invitato il Comune di
Aversa a procedere alla rimozione dei
rifiuti e alla bonifica di tutta l’area ex
Texas, quindi anche della parte da noi
visitata, imponendo l’effettuazione dei
lavori, da realizzare presentando il conto
ai proprietari dell’area, entro il termine
del 2 febbraio. Sarà andata così? Ve ne
renderemo conto del prossimo numero.
31
AVERSA
Nel nostro centro storico capita anche di imbattersi in strade come canali navigabili della Serenissima
Aversa, in via Abenavolo
è come a Venezia
Il piazzale del Carmine, diventata per necessità l’area di parcheggio del neo tribunale di Napoli Nord,
e la strada d’accesso con le piogge si trasformano in un fiume in piena con tanto di discarica a cielo
aperto. Speriamo in un immediato intervento dell’Amministrazione comunale!
Giuseppe Lettieri
F
34
orse non tutti gli aversani sanno
che il neo tribunale di Aversa,
vista la delibera del Consiglio dei
ministri, si trova a poche decine di metri
dalla riproduzione, in bruttissima copia,
di una Venezia nostrana.
Come testimoniano le foto, la strada
di accesso, via Abenavolo, ad uno dei
piazzali che gli avvocati e i fruitori del
tribunale adoperano come parcheggio,
vista la penuria di servizi, dopo un po’
di pioggia prontamente si allaga, e resta
così per giorni interi, anche quando la
pioggia ormai è assente da tempo. Il
piazzale in questione è quello antistante
l’abbandonato complesso monumentale
In questo caso si tratta
di totale mancanza
di manutenzione viaria.
Tante strade del centro
storico normanno
sono in brutte condizioni
o simili a discariche
del Carmine. La strada di accesso, aperta in tempi recenti con l’abbattimento
di un muro, porta da via San Biagio
(l’altro accesso è attraverso la puntellata
via Abenavolo) al piazzale che riesce
a contenere, sulla carta una ventina di
auto, ma anche il doppio magari con
l’ausilio dell’immancabile parcheggiatore abusivo.
Usi e costumi tipici delle nostre zone.
Ma c’è di più. La strada, che presenta
diverse buche, ma questo è un dato che
non la caratterizza visto che ad Aversa
da qualche anno ormai vi è il totale abbandono dell’asseto viario, e che quasi
tutte le strade della nostra città sono
ormai una sorta di gruviera, è anche una
“simpatica” discarica a cielo aperto.
Nella vicina Giugliano i cittadini scendono in piazza inviperiti per la Tarsu,
Tia o come cavolo volete chiamarla, ed
anche per la costruzione del Termovalorizzatore, mentre ad Aversa assistono
AVERSA
Aversa, via Abenavolo come Venezia
passivamente al continuo scempio della
città. Per il resto facciamo parlare alle
foto che valgono più di mille parole
scritte, con l’auspicio che l’Amministrazione Comunale, anziché prendersela
con parte della stampa, spenda qualche
energia per bonificare la zona e correre
ai ripari. Certo come stanno ad oggi le
cose non è una bella cartina di tornasole
per la città, visto che quotidianamente
in quell’area vengono professionisti e i
Aversa, via Abenavolo una discarica
loro clienti da tutta la vasta area del neo
tribunale e vedendo quelle scene non
potranno che commentare: “Ma Aversa
quanto fa schifo!”. Chi ama questa città
prova vergogna solo a vedere scene simili, mentre i nostri amministratori cosa
fanno?
35
L’INTERVENTO
Il presidente Unione Giovani Dottori Commercialisti, Genny Ciaramella, ci presenta le Z.F.U.
Zona Franca Urbana
di Aversa... si parte!
Il Ministero ha adottato il bando per l’attuazione dell’intervento in favore delle micro e piccole imprese localizzate nelle «Zone Franche Urbane» della Campania. Milioni di euro tra esenzioni totali delle
imposte e dei contributi previdenziali. Domande possibili fino al 28 aprile 2014!
I
36
l decreto direttoriale del 13 Gennaio
2014 ha finalmente adottato il bando per l’attuazione dell’intervento
in favore delle micro e piccole imprese
localizzate nelle cosiddette “Zone Franche Urbane” della Regione Campania
di cui al Decreto interministeriale del
10 aprile 2013 tra cui, ricordiamolo,
vi sono anche alcune aree territoriali
ricadenti nel Comune di Aversa.
Ha, dunque, inizio la fase operativa,
vale a dire la presentazione delle istanze
allegate al bando, che deve essere
firmato digitalmente ed inviato per via
esclusivamente telematica a decorrere dalle ore 12,00 del 7 febbraio 2014
e sino alle ore 12,00 del 28 aprile 2014.
Il perché di tanta attesa per questo provvedimento ministeriale è presto detto:
zona franca urbana significa infatti
esenzione totale dalle imposte sui redditi (IRES-IRPEF) per 5 anni dopo di
che, decorso questo primo quinquennio,
è prevista poi un’uscita graduale dal
regime di esonero.
Ma significa anche esenzione dall’Irap
fino al 2017. Zfu significa inoltre
esenzione dall’Imu fino al 2017 per
i soli immobili ubicati nei territori di
riferimento, posseduti ed utilizzati per
l’esercizio delle nuove attività economiche.
Zfu significa esonero dal versamento
dei contributi previdenziali dei lavoratori dipendenti per 5 anni, subordinato
al fatto che almeno il 30% degli occupati delle imprese beneficiarie risieda
nel sistema locale di lavoro in cui ricade
la zona franca; per i contratti a tempo
indeterminato o con una validità di almeno un anno e con il 30 per cento dei
dipendenti residenti nella Zfu è previsto
l’esonero al versamento dei contributi,
anche in questo caso discendente, dal
100 al 20 per cento, fino a quattordici
Genny Ciaramella e, a lato, le zone censuarie di Aversa ammesse al finanziamento
anni. E’ importante prestare la massima
attenzione nella compilazione e presentazione delle domande di agevolazione
in considerazione del fatto che le istanze
presentate oltre i termini o redatte ed
inviate con modalità difformi da quelle
indicate nel bando, saranno oggetto di
esclusione delle agevolazioni fiscali
e contributive. Se la crisi economicofinanziaria degli ultimi tre anni ci ha
insegnato che lo sviluppo che trae lavoro e guadagno dai “soldi” è una scelta
alquanto incauta perché fondata sulla
becera speculazione, alimentando la cosiddetta “economia di carta”, al contrario lo sviluppo basato sugli investimenti
da “lavoro” crea risorse ed efficienze
per tutta la popolazione ed i territori di
riferimento, che ne traggono oggettivi
benefici. Ecco perché la leva fiscale,
declinata in tal caso nelle agevolazioni
previste nelle zone franche urbane, rappresenta un volano di sviluppo davvero
imprescindibile per il nostro territorio.
È indubbio che la crisi finanziaria
erode le opportunità di investimento
delle imprese ed il provvedimento zfu
è un’occasione eccezionale per liberare
liquidità affinché la stessa possa essere
dirottata verso investimenti ed utilizzi
tali da poter continuare a competere sul
proprio mercato di riferimento.
Come dottore commercialista auspico
nel prossimo futuro, anche interventi
non solo per le imprese già esistenti sul
mercato ma ulteriori iniziative volte ad
incentivare anche le nuove iniziative
produttive del nostro territorio.
Mi riferisco in particolare a tutti quei
giovani, desiderosi di mettere il loro
talento sul mercato ma che non posseggono i capitali necessari per dare
avvio alle loro intraprese economiche e
che non aspettano altro che l’occasione
propizia per potersi mettere in gioco.
Genny Ciaramella
AUGURI
Affettuosi auguri per la signora Marzia
Cultrera per il suo compleanno festeggiato col marito Antonio Cunsolo, le
figlie Flavia ed Elena.
AUGURISSIMI
Potete scriverci alla nostra e-mail:
nerosubianco2@gmail.com
Gli annunci e le foto saranno
pubblicati dando la priorità
ai primi pervenuti
GRAZIE PER LA VITTORIA!
AUGURI
Attorniata dal marito Ciro Violante,
dai figli Lucrezia ed Umberto, da tanti
parenti ed amici, nei giorni scorsi ha
festeggiato i suoi …primi quarant’anni
la signora Maria Cira Scognamiglio.
AUGURI
Augurissimi di buon onomastico per la
bella Martina Melino dai genitori Luigi
ed Elena e dal fratellino Andrea, ai
quali si aggiungono anche gli auguri di
NerosuBianco.
COMPLEANNO
La scuola di Ballo Nefertari Dance
si è aggiudicata due primi posti ed un
secondo posto alla Coppa Italia tenutasi
al palazzetto dello Sport di Aversa. Un
38 grazie sentito alla maestra Rita Laviano,
direttrice della scuola, da parte della
signora Anna Barberis, mamma della
piccola Martina.
Augurissimi da NerosuBianco per il
nostro fedelissimo lettore geometra
Salvatore Ciriello, per molti lustri
zelante dipendente dell’Ufficio Tecnico
dell’Asl, che lo scorso 30 gennaio ha
festeggiato con familiari ed amici il suo
77° compleanno.
AUGURI
Il 3 febbraio Mena Circondato compie
77 anni! Gli anni passano, ma tu sembri
non risentirne. Un giorno dovrai svelarci il tuo segreto... Buon compleanno!
Auguri da tua sorella Rosa, da Raffaele,
da Lina e da Enrico.
Si è laureta in Scienze Biologiche, con
lode presso l’Università Parthenope di
Napoli, Maria Donnini, con una tesi in
Biologia Molecolare, relatore il professore Alfredo Ciccodicola. Auguri dal
papà Giulio, dalla mamma Ptrizia,dalla
sorella Imma e da NerusuBianco.
S. VALENTINO
Tanti auguri da familiari ed amici per i
giovani Enza Costanzo ed Antonio Palmieri che, da innamorati, festeggeranno
insieme il loro primo “San Valentino”.
fai la mossa vincente
per il tuo locale
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CRONACA
Anche ad Aversa due donne temerarie in azione. Lontani i tempi del «sesso debole»
Attenti alle «ladre»
Bande organizzate composte esclusivamente da donne stanno compiendo furti e rapine nelle
province di Caserta e Napoli, spesso ai danni di altre donne...
Speranza Cardillo
C
he l’universo femminile non
fosse più denominato «sesso
debole» era noto da tempo. Ciò
che, invece, rappresenta un fenomeno
sociale più recente è l’esistenza di vere
e proprie «bande» di donne dedite a
furti. Durante
questi ultimi
decenni
la
società ha assistito ad un
progressivo
cambiamento
della figura
della donna.
Lo
stesso
mondo del lavoro ha dovuto adeguare
le proprie norme al processo di emancipazione femminile. Ad esempio alcuni
ruoli o incarichi, un tempo tipicamente
maschili, sono ricoperti attualmente
anche da donne. Perfino la possibilità di
carriera militare non è più offerta solo
agli uomini. Tutti passi in avanti, degni
di una società civile, non c’è che dire! Ai
quali anche la mentalità più maschilista
ha dovuto adeguarsi. Purtroppo, però,
un fenomeno del tutto nuovo si sta verificando sempre più spesso negli ultimi
anni. Sono state diverse le segnalazioni
fatte alle forze dell’ordine di donne che,
fingendosi acquirenti di negozi griffati,
sottraggono portafogli alla clientela.
Recentemente, inoltre, donne a bordo
di automobili di grossa cilindrata hanno
compiuto furti con speronamento ai
danni di residenti del casertano e del
napoletano.
Lo scorso 27 novembre, anche ad
Aversa, due donne a bordo di una
Mercedes ML hanno sottratto la borsa
ad una donna che stava parcheggiando
nei pressi di un noto supermercato in
via Arturo Garofalo. Le malintenzionate
hanno prima tamponato l’automobile
della signora che avevano preso di mira.
Poi si sono mostrate turbate per l’accaduto urlando con accento decisamente
napoletano. Così facendo sono riuscite
ad attirare fuori dalla vettura la donna
che volevano derubare. Una delle due
scaltre ladre si é introdotta nell’abitacolo dell’auto della vittima, appropriandosi della borsa. Nel giro di pochi
secondi sono sparite facendo perdere
le loro tracce. Le modalità seguite per
compiere l’illecito sono state le stesse
di quelle commesse in altre località
campane.Solitamente scrutano attentamente le persone che vogliono derubare,
osservano il loro modo di vestire, per
valutare se vale effettivamente la pena
commettere il furto. Dalla descrizione
si tratta di donne dall’aspetto curato.
Sono temerarie, incuranti del pericolo.
Veramente pronte a tutto, donne che
nessuno di noi vorrebbe incontrare.
39
SCUOLA
L’istituto «Gallo» è stato scelto quale capofila del 14° Polo Tecnico Professionale
Se si semina bene, i frutti
non possono mancare!
Di Ronza: «La regione Campania con l’istituzione dei poli tecnico-professionali sta puntando ad
un’offerta sempre più coordinata a livello territoriale per la concreta possibilità di inserimento dei
giovani nei percorsi lavorativi»
Geppino De Angelis
E
40
’ proprio vero che, se si semina
bene, i frutti non possono
mancare! Questo, a nostro modesto avviso, il commento più idoneo
in margine alla delibera della regione
Campania con la quale, nei giorni scorsi, l’istituto “Alfonso Gallo” di Aversa
(che, sotto la guida della preside Enza
Di Ronza, sta tentando con positivi
risultati di recuperare il terreno perduto
negli anni scorsi per motivi vari) è
stato scelto quale capofila del quattordicesimo polo tecnico professionale
in relazione alla filiera Agro businessturismo-beni culturali nell’ambito della
correlazione tra comparti (agroalimentare, enogastronomico, turismo e beni
culturali) aggregati nell’ottica dell’unitaria gestione dei flussi turistici e della
creazione della catena dell’accoglienza.
Per saperne di più, abbiamo ritenuto
opportuno avere un amichevole incontro con Enza Di Ronza che esordisce
affermando “La riforma del sistema
scolastico italiano, che ha preso l’avvio
nell’anno scolastico 2010-2011, va
nella direzione di una sempre maggiore
integrazione della scuola con le altre
componenti della società nelle quali
essa è inserita, con particolare attenzione al mondo del lavoro ed alla concreta
possibilità di inserimento dei giovani
nei percorsi lavorativi, con la conseguenza che la regione Campania con
l’istituzione dei poli tecnico-professionali sta puntando ad un’offerta sempre
più coordinata a livello territoriale.
Cogliendo a pieno il senso della riforma
e gli scenari regionali, il nostro istituto
che si avvale di un ottimo corpo docente, negli ultimi due anni ha ampliato la
propria offerta formativa avviandosi
ad essere una scuola moderna legata
L’istituto tecnico professionale “A. Gallo” di Aversa
al territorio ma aperta agli scenari
internazionali con curriculi orientati
sull’economia aziendale, il diritto, l’informatica, le lingue, con stage esterni,
incontri a scuola con imprenditori,
professionisti, esperti dei vari settori
economici”.
Enza, cortesemente, vuoi scendere nei
dettagli delle attività che svolge il “Gallo”? “Premesso che l’istituto da anni riesce a cogliere le opportunità formative
che derivano dal FSE garantendo una
pluralità di corsi ai ragazzi per il potenziamento delle competenze di base,
corsi per i docenti finalizzati all’innalzamento della qualità dell’insegnamento, corsi per gli adulti del territorio, per
l’anno in corso, tra l’altro, per quel che
concerne i docenti sono previsti interventi innovativi per la promozione delle
competenze chiave della lingua madre,
in matematica, percorsi formativi di
competenze digitali di base mentre per
gli alunni sono tantissimi gli interventi
programmati, da quelli per lo sviluppo
delle competenze chiave digitali a quelle per lo sviluppo delle competenze in
lingue straniere, da quelli per lo svilup-
po delle competenze trasversali, spirito
d’iniziativa ed imprenditorialità a quelli
per lo sviluppo delle competenze chiave
in italiano, dagli interventi dello sviluppo delle competenze chiave scientifiche
e tecnologiche a quelli per lo sviluppo
delle competenze sociali e civiche, tanto
per citare solo una parte di quanto pone
in essere il nostro istituto avendo, tra
l’altro, come obiettivo precipuo quello
di formare cittadini capaci di operare
nella società con senso di solidarietà
e responsabilità, contribuendo alla
formazione della persona nel rispetto di
se e dell’altro, nonché educare alla cittadinanza attiva. Per concludere, perché
l’elenco potrebbe ancora continuare,
non bisogna dimenticare l’aspetto
fondamentale dell’alternanza scuolalavoro che vedrà impegnate undici
classi, mentre abbiamo presentato agli
organi competenti la progettazione per
tre percorsi di viaggio studio all’estero
e tre percorsi di centoventi ore di stage
per gli alunni delle classi quarte e quinte”. Si chiude così l’incontro con Enza
Di Ronza, con tanti auguri da parte
nostra all’istituto normanno.
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PA
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L’APPELLO
Il Vescovo Spinillo ripristini una tradizione centenaria e il popolo gli sarà grato
A San Paolo gli Aversani
vogliono vedere tutti i Santi
E’ una tradizione che dovrebbe essere ripristinata, anche perché non si sono mai comprese le
motivazioni che vietarono la partecipazione degli altri santi provenienti dalle chiese cittadine
ad una delle processioni più partecipate dal popolo normanno
Nicola Rosselli
V
42
escovo Spinillo restituisca alla
città la processione solenne
di San Paolo con le statue dei
numerosi santi provenienti dalle diverse chiese cittadine così come avveniva
sino a poco più di venti anni fa.
Una tradizione che dovrebbe essere ripristinata, anche perché non si sono mai
comprese le motivazioni che vietarono
la partecipazione delle effigie degli altri
santi provenienti dalle chiese cittadine.
Abbiamo, oramai, superato la cinquantina, per cui ricordiamo abbastanza bene
quando il pomeriggio del 24 gennaio
dalle varie parrocchie e chiese cittadine
giungevano in cattedrale le statue dei
santi che il giorno dopo avrebbero
partecipato alla grandiosa processione.
Una tradizione che non può essere
accantonata.
Al vescovo Spinillo la richiesta diretta
di ripristinare una tradizione che era
talmente entrata nella vita della città
San Paolo in processione ad Aversa
da aver prodotto anche modi di dire,
quale, ad esempio, “quanno vide ‘e
sant d’argient è fernuta ‘a prucession”,
per dire che quando vedevi comparire i
tre santi argentei (San Sebastiano, San
Donato e San Paolo) che chiudevano la
processione, si era giunti al termine.
Modo di dire utilizzato, poi, nella vita
di tutti i giorni, ad Aversa, per significare che quando in un avvenimento
comparivano le persone importanti,
quell’avvenimento stava per concludersi. Le tradizioni vanno difese e
perpetrate. Il sottoscritto, pur avendo
avuto un’educazione cattolica, è fermamente ateo, ma non può non schierarsi a
favore del ritorno di questa usanza alla
quale ho avuto occasione di essere parte
integrante nell’adolescenza.
Ricordo, infatti, quando, dovendo
sostituire mio nonno, omonimo, per
l’occasione, quale confratello della
Congrega di Sant’Eligio, partecipai nel
pomeriggio del 24 gennaio al trasferimento del busto di San Nicola, venerato
nella chiesa dell’Annunziata presso la
cattedrale e, il giorno dopo, alla processione solenne. Inutile dire che fui orgogliosissimo di quella partecipazione.
Monsignor Spinillo ci restituisca la “nostra” processione e per celebrare il ripristino prepariamo una edizione speciale,
per poi riprendere in occasione del 25
gennaio 2015 in maniera canonica, per
il 29 giugno prossimo, ricorrenza di San
Paolo. Gli aversani Le saranno grati.
Sta spopolando sul web il nuovo brano del cabarettista Pasticcione
«Levate a nanze ‘o ...cane», che macchietta!
D
iceva un grande umorista “non
esistono persone divertenti ma
persone che hanno una gran
voglia di divertirsi”. Infatti, anche se
i tempi cambiano, tra periodi poco
fortunati, ci sono sempre gli inguaribili umoristici che, a dispetto delle
circostanze sfavorevoli, sono sempre
coerenti al vecchio principio: “ridere
allunga la vita”. E che cosa c’è di
meglio per ridere se non una spiritosa
canzone? Allora ecco “Attenti al cane”.
Anche quest’anno il cabarettista Pasticcione (al secolo Antonio Schiavone) nel
suo numero ripropone un nuovo brano
frizzante e spiritosamente allegro. A
soli pochi giorni dalla pubblicazione il
ritornello di questo pezzo e sulla bocca
di tante persone, che simpaticamente
pronunciano con un fare ironico “……
levate a nanze ‘o… cane…….”. La
simpatica macchietta comica napoletana “Attenti al cane” di Pasticcione in
questi giorni sta spopolando tanto sul
web (youtube e facebook) che su alcune
tv napoletane. Testo e musica sono del
maestro Franco Percopo, il montaggio
video è di Vincenzo Orazio.
Il video di Pasticcione
LA CERIMONIA
Inaugurato il piazzale dedicato al vescovo di Aversa che abbracciò papà Giovanni Paolo II
Giovanni Gazza, Santulli
assolve un debito!
Il consigliere comunale, che propose la delibera di intitolazione alla giunta Ciaramella, ha più
di tutti voluto che ciò accadesse: «Gazza meritava tutto questo». Alla cerimonia presenti, con
Santulli, il vescovo di Aversa, Spinillo, e quello di Avellino, Francesco Marino
Giuseppe Lettieri
I
44
l 3 febbraio del 2012, su proposta
del consigliere comunale Paolo
Santulli, la Giunta Ciaramella, in
uno dei suoi ultimi atti amministrativi,
decideva di dedicare il piazzale antistante la caserma dei Carabinieri di
Aversa al compianto mons. Giovanni
Gazza, Vescovo della nostra città dal
1980 al 1993, anno in cui anzitempo,
per questioni legate alla sua precaria salute, fu costretto a dimettersi e a lasciare
la cattedra episcopale a mons. Lorenzo
Chiarinelli. E così il 25 gennaio, nel
giorno del Santo Patrono, a distanza
di due anni, quel doveroso omaggio al
grande pastore della nostra Diocesi è
stato assolto da Paolo Santulli e da tutta
una città. «Era una persona straordinaria
- ci ha dichiarato Santulli - che meritava
tutto questo. Ricordo ancora l’affetto e
la vicinanza che espresse alla mia famiglia nei tragici giorni della scomparsa di
mia sorella Cinzia».
Ad affiancare Santulli, che rappresentava il Comune, in una affollatissima
chiesa di “Santa Teresa del Bambin
Gesù”, oltre al “padrone” di casa, il
parroco don Ferdinando Piatto, vi
erano il nostro attuale vescovo Angelo
Spinillo e mons. Francesco Marino, che
ai tempi di Gazza era un giovane sacerdote della nostra Diocesi e da qualche
anno è Vescovo di Avellino. Toccanti
gli interventi di tutti, in particolare del
missionario don Francesco Cavallo,
oggi ultra novantenne, che fu voluto
ad Aversa come proprio segretario da
mons. Giovanni Gazza.
Presenti anche tante autorità civili e
militari, e numerosi sacerdoti della città
che con Gazza hanno condiviso un lungo cammino. A completare il tutto un
Un momento della cerimonia di intitolazione del piazzale Giovanni Gazza
libretto ricordo sulla figura del presule,
editato dalla collana Cinzia Santulli,
con materiale raccolto con puntale
attenzione da don Ernesto Rascato.
Dopo il ricordo di Gazza in quella
stessa chiesa che fu edificata per sua
volontà, tutti si sono recati a scoprire
la lapide, operazione che non è stata
semplicissima e che ci ha rimandati
a quella grande generosità che aveva
mons. Gazza. Nato a Parma nel 1924,
entrò giovanissimo nell’Istituto dei
Missionari Saveriani e nel 1949 ricevette l’ordinazione episcopale. Parti poi
come missionario per il Brasile, che fu
la sua seconda casa. Quello che però
lascia basiti fu il fatto che Papa Giovanni XXIII, lo nominò nel 1962, appena
trentottenne, Vescovo, un record per
la Chiesa dei nostri giorni(se si guarda
nei secoli scorsi le nomine a vescovo e
cardinale erano nepotistiche e sovente
anche alcuni giovanissimi e addirittura
bambini venivano eletti alla porpora
cardinalizia o alla mitra vescovile!).
Questo gli permise di partecipare ed
esser relatore al più importante evento
della Chiesa negli ultimi secoli: il Concilio Vaticano II. Fu Superiore Generale
dei missionari per ben due mandati,
conclusi nel 1977, quando fece rientro
a Parma, dove per alcuni anni affiancò
l’anziana madre. Papa Giovanni Paolo
II lo nominò, all’indomani del terremoto del 1980, Vescovo di Aversa per
sopperire la sede vacante, dovuta alla
scomparsa di Mons. Cece. Lui si recò
per la prima volta in città proprio alcuni
giorni dopo il grave sisma, che ad Aversa aveva fatto danni e morti (l’intera
famiglia del parroco della Madonna di
Casaluce don Ciani, una tragedia trat-
LA CERIMONIA
tata su queste colonne dal nostro Vito
Faenza con ampio servizio nel mese di
novembre scorso).
Non era ancora arrivato il momento
dell’insediamento ufficiale e lui venne
ad Aversa. Scese dalla sua cinquecento
nei pressi del parco Pozzi, allora ancora
ex Campo Profughi con tanto di baracche e baraccati. Alcuni sacerdoti gli
chiesero chi era e lui con grande candore rispose: “Sarei il vostro Vescovo!”.
L’insediamento ufficiale avvenne a
San Biagio (la cattedrale era inagibile
a causa del terremoto!) il 21 dicembre
del 1980. Noi, come tanti che ebbero la
45
Il missionario Antonio Cavallo
fortuna di conoscerlo personalmente,
lo ricordiamo essenzialmente per la
sua grandissima umiltà, il suo sorriso,
capace fino alla fine di celare le atroci
sofferenze che il male gli procurava.
Gazza a capo della Chiesa Aversana
realizzò molte cose. Il suo nome è
legato a quello che resterà uno dei più
bei momenti di storia e religiosità per la
nostra Aversa: la visita del Santo Padre
Giovanni Paolo II. Due giorni indimenticabili, quelli con il Papa tra noi, che
restarono vivi anche nelle opere, basti
appunto ricordare il Parco Pozzi che,
abbattute le ultime baracche, fu restituito alla città. Gazza meritava questo
omaggio da parte di una comunità a cui
lui ha voluto un sincero bene, venendo
da tanti sicuramente ricambiato.
SCUOLA
In occasione della «Lectura Dantis» il preside si congeda dal «suo» liceo classico «Cirillo»
Zarrillo saluta a modo suo
«Un’esperienza umana e profondamente ricca» ha detto l’ex dirigente scolastico che ha avuto il
merito di dare il via alle visite annuali in città del filosofo Massimo Cacciari
Nicola Rosselli
O
46
la e cori da stadio da parte
dei “suoi” studenti del liceo
classico “Domenico Cirillo”
per il congedo del dirigente scolastico
Tommaso Zarrillo al quale da quest’anno è succeduta la professoressa Dolores
Russo. In un’aula magna gremita di docenti, studenti e personalità istituzionali
è stata scritta una bella pagina fatta di
rapporti umani e professionali intensi. Il
preside, con la maestria che gli è propria, ha dapprima eseguito una lectura
Dantis del primo canto del Paradiso, per
poi effettuare un commovente discorso
di commiato, non prima di aver ricevuto
un caloroso saluto dal presidente del
Consiglio di istituto Pasquale Fedele e
da un’alunna che, con il delicato sottofondo musicale eseguito dal vivo, ha
letto una commovente lettera a nome di
studenti e docenti. Originario di Marcia-
nise, sposato, il preside Zarrillo ha legato il proprio impegno professionale alla
città normanna dove, oltre ad insegnare
lettere presso i licei scientifico “Fermi”
e lo stesso “Cirillo”, è stato dirigente
scolastico presso il liceo artistico per
poi transitare, nel 2008 e sino al 2013
al classico.
“Un’esperienza umana e profondamente
ricca” l’ha definita Zarrillo che ha avuto
il merito di dare il via alla consuetudine
di una visita annuale in città del filosofo
Massimo Cacciari, oltre ad altri nomi
quali Aldo Masullo e Giovanni Casertano. “In questi oltre quaranta anni di
presenza nella scuola - ha affermato il
preside - ho capito che la scuola è un
campo da privilegiare. Siamo di fronte
ad un settore diverso, che ha a che fare
con la formazione dei ragazzi, la futura
classe dirigente. Per questo necessita di
investimenti maggiori sia per le strutture
che per aggiornare i contenuti, un arric-
chimento continuo
dei percorsi formativi. Lo sviluppo
e l’identità di una
nazione passa per la
scuola”.
Per quanto riguarda
la propria esperienza presso il
“Cirillo”, Zarrillo
ha concluso: “L’e- Tommaso Zarrillo
sperienza
presso
il liceo classico di
Aversa è stata significativa.Siamo di
fronte ad una realtà scolastica prestigiosa, una delle più antiche del Paese (non
a caso abbiamo celebrato 150 anni nel
2013). Un impegno intenso e quotidiano.
In precedenza, come docente, sono stato
sempre molto rigoroso e appassionato al
mondo della scuola. I giorni di assenza
per malattia si possono contare sulle dita
di una mano”.
SOLIDARIETA’
Ritorna «Una Mano Tesa ...Aversa città della solidarietà» la kermesse ideata da Liotto nel 2005
Per gli «invisibili» della Mcs
Primo appuntamento il 22 febbraio alle ore 10,30: al Seminario convegno del prog. Giuseppe
Genovesi. Il 9 marzo nella cattedrale il «Concerto per Adele» di Maria Massa
Federica di Santo
R
itorna “Una Mano Tesa
...Aversa città della solidarietà”
la kermesse ideata da Donato
Liotto nel lontano 2005. L’ottava
edizione sarà dedicata interamente
agli “invisibili della MCS” e ad Adele
Iavazzo. Un “cartellone” ricco di
iniziative. Ecco le date: il 22 febbraio
alle ore 10.30 nell’aula magna del
Seminario vescovile della Diocesi di
Aversa ci sarà un importante convegno
scientifico che vedrà come ospite il prof.
Giuseppe Genovesi, massimo esperto in
Italia sulla MCS. Il convegno proverà
a far conoscere meglio questa malattia
rara legata all’inquinamento ambientale
del nostro territorio.
Il 9 marzo alle ore 19.30 nella Cattedrale
di Aversa si svolgerà il “Concerto per
Adele” con l’artista Maria Massa (nella
foto) che presenterà “Principium”, il
suo ultimo lavoro discografico, con
una raccolta fondi per Adele Iavazzo.
“Principium” di Maria Massa racchiude
in sè musica celtica sinfonica, con
influenza arabe e richiami alle sonorità
della lingua madre, il latino.
Nel mese di Aprile (in data da destinarsi)
ci sarà una partita di beneficenza
organizzata con l’Aversa Normanna
del duo Giovanni Spezzaferri e Alfonso
Cecere allo stadio “Bisceglia” di
Aversa. Sono in corso contatti con
squadre di “vip e attori e personaggi
dello spettacolo e della vita pubblica”.
L’incasso della partita sarà devoluto
interamente ad Adele Iavazzo.
L’ottava edizione di “Una Mano Tesa” e,
tutti gli eventi correlati alla stessa sono
patrocinati dalla Diocesi di Aversa,
dal Comune di Aversa e sostenuti
dall’Ascom, dalla Confesercenti e dal
nostro NerosuBianco. Il 24 gennaio
è arrivata la risposta del presidente
della
Repubblica
Napolitano
all’appello
fatto
da Liotto. Eccola:
“Egregio
Sig.
Liotto, in relazione
alla sua lettera,
indirizzata
al
Capo dello Stato,
La informo che
questo Ufficio ha
sottoposto quanto
da Lei rappresentato
all’attenzione del Ministero della
Salute, per l’esame di competenza.”- La
risposta è pervenuta dall’ Ufficio della
Presidenza della Repubblica e firmata dal
direttore dell’Ufficio dott Gino Onorato.
«Il mio obiettivo - ha dichiarato Donato
Liotto - era proprio questo: interessare
le istituzioni nazionale affinché la
Mcs venga inserita tra le malattie rare
riconosciute dal Ministero della Salute.
47
LA FESTA
I caschi bianchi di Aversa anche quest’anno hanno celebrato il loro patrono, San Sebastiano
La festa dei Vigili Urbani
nel segno di Gennaro Iorio
Encomi ed attestati di merito consegnati dal sindaco Giuseppe Sagliocco a tanti Vigili Urbani. Alla
festa ha partecipato anche Gennaro Iorio che per una grave malattia non indossa da tempo la divisa
ma rimane parte integrante della grande famiglia guidata da Stefano Guarino
Donato Liotto
L
48
a festa dei Vigili Urbani di Aversa si è tenuta come ogni anno in
onore del loro santo protettore
San Sebastiano copatrono della Città di
Aversa. La santa messa è stata officiata
in Cattedrale alla presenza di tanti rappresentanti delle forze dell’ordine e delle autorità cittadine guidate dal sindaco
Giuseppe Sagliocco. Una chiesa dove
erano presenti soprattutto loro, i nostri
vigili urbani, che hanno vissuto questo
momento con intimità e commozione.
I vigili urbani diciamolo, sono anche
uomini e padri di famiglia, non dimentichiamoci di questo. Persone che ogni
giorno sono al servizio della comunità
e affrontano anche tanti rischi. Davanti
a questi uomini ligi al dovere, c’è il
loro comandante Stefano Guarino, che
li guida con dovizia e professionalità
proprio come farebbe un buon padre di
famiglia. Vederli tutti assieme è davvero
cosa rara dato che li vediamo ma sempre
in posti diversi e, in ogni angolo della
città a controllare il traffico e a garantire
La festa per Genanro Iorio
Premiati Franco Marino,
Mario Mazzarella,
Annamaria Perfetto, Gaetano
Nappa, Nicola Sagliano,
Carlo Altobelli Alfonso Diana,
Francesco Menale, Alberto
Giordano e Marco Cacace
la sicurezza dei cittadini. Ecco, vederli
così uniti ci ha dato l’impressione di
essere davanti una grande famiglia. Nei
loro volti la fierezza di appartenere al
corpo della Polizia Municipale. Una
divisa è fatta di stoffa è vero ma, se ci
pensiamo bene, anche se non venisse
indossata, per questi rappresentati
dell’ordine sarebbe uguale. Loro sono
sempre in servizio, sempre pronti a
intervenire e a proteggere i cittadini.
Ora torniamo alla festa, che è proseguita
con la consegna di tanti encomi ed attestati di merito consegnati dal sindaco
Giuseppe Sagliocco e dal comandante
Stefano Guarino a Franco Marino,
Mario Mazzarella, Annamaria Perfetto,
Gaetano Nappa, Nicola Sagliano, Carlo
Altobelli Alfonso Diana e Francesco
Menale, Alberto Giordano e Marco
Cacace. Noi vogliamo citare anche un
altro valoroso vigile urbano: Gennaro
Iorio, colpito da una brutta malattia e
non è più in servizio.
Anche Gennaro era presente alla festa,
sorretto dai suoi amati colleghi. Non
indossava la divisa ma rimane un vigile
urbano, parte integrante di questa grande famiglia e lo sarà per sempre.
Medaglia d’onore alla memoria per Paolo Palumbo, deportato nei lager
«La giornata della memoria» per non dimenticare
D
avvero una giornata indimenticabile per Giuseppe Palumbo
di Aversa. Lunedì 27 gennaio,
in occasione della Giornata della Memoria, ha ricevuto in memoria del papà
Paolo, deportato ed internato nei lager
nazisti, la Medaglia d’Onore direttamente dalle mani del prefetto di Caserta
Carmela Pagano. Tante medaglie alla
memoria, ma a Caserta hanno ritirato
il prezioso riconoscimento anche tre
ex militari ancora viventi. Alla mani-
festazione, in rappresentanza dell’amministrazione comunale ha partecipato
il consigliere Rosario Capasso. “E’
stata una cerimonia toccante – ha detto
Capasso – ed ascoltare le testimonianze
di chi ha vissuto quei giorni obbliga tutti
ad una riflessione ed all’impegno affinché mai più si ripetano tali orrori, che
costituiscono una vergogna per l’umani- La medaglia ritirata da Palumbo
tà”. Attraverso queste colonne invitiamo
gli Aversani a segnalarci le storie dei pubblicheremo come pubblicheremo
loro cari deportati nei lager nazisti. Le presto la storia di Paolo Palumbo.
L’INCONVENIENTE
Il pubblico costretto a indossare giubbini, cappotti e sciarpe per poter resistere al freddo
Palasport o Palaghiaccio?
Da molti giorni l’impianto di via d’Acquisto è senza riscaldamento, tra lamentele del pubblico e degli
sportivi che frequentano la struttura dedicata a Maria Teresa Jacazzi
Federica di Santo
D
50
a alcune settimane ci si lamenta
per la mancanza di riscaldamento all’interno del palazzetto dello Sport di Aversa intitolato alla
memoria della compianta Maria Teresa
Jaccazzi. A dire il vero la mancanza
del riscaldamento l’abbiamo constata
anche noi recandoci nel palazzetto da
tifosi della Exton Aversa, squadra di
pallavolo che milita con grandi successi
nel campionato nazionale di B2. Alcune
settimane fa quando abbiamo chiesto
alla società sportiva come mai facesse
così freddo nella struttura, ci fu detto
che, a causa di alcuni eventi natalizi,
tra cui il non molto ricordato concerto
di Gigi Finizio, il gasolio era finito in
anticipo e quindi l’Amministrazione
Comunale avrebbe provveduto nei
giorni seguenti a far riempire nuovamente le cisterne.
Ma adesso a distanza di quasi un mese
ci chiediamo come mai manchi ancora
il Gasolio. Quando l’Amministrazione
correrà ai ripari sperando che simili
storture in futuro non si verifichino più?
“Sembra di stare in un pala ghiaccio
- ci dice un cittadino tifoso - e non in
un palasport. Qui dovremmo, quando
assistiamo alle partite, poter stare senza
giubbini addosso, ma invece da qualche
tempo dobbiamo tenere anche le sciarpe
ed i cappelli visto il freddo che fa!
Assurdo, speriamo che si provveda a
risolvere il problema, e non che arrivi
il bel tempo per ovviare a questo disservizio”. E pensare che nella struttura
oltre ai ragazzi della pallavolo ci sono
anche giovanissimi impegnati in altri
sport con altre società sportive.
Il PalaSport Jacazzi, dopo i tanti anni
(troppi se si pensa che il progetto partì
negli anni Settanta!) per costruirlo fu
inaugurato all’inizio del primo mandato
Palazzetto al freddo
dell’Amministrazione Ciaramella, con
un evento che lasciò il segno, vale a dire
i Campionati Europei di Calcio a 5 che
videro proprio trionfare, in diretta tv in
tutto il mondo, la nazionale italiana.
Per Aversa fu una grande festa dello
sport. Ora, viste le condizioni, vuoi
vedere che l’attuale Amministrazione
sta puntando ad organizzare i mondiali
di pattinaggio sul ghiaccio? Se è così,
l’inizio è buono!
IL PERSONAGGIO
A tredici anni ha tutti i numeri per diventare una vera campionessa di equitazione
Iris, il cavallo nel cuore
Ad aprile inizierà a gareggiare nei campionati regionali. Negli ultimi tre anni tanti primi posti nel salto
ad ostacoli e una passione nascosta, qualle per il ballo
Italia Mauriello
A
versa presto avrà una campionessa di equitazione. Perché
la promettente Iris Musto, che
frequenta la terza media presso la “Pascoli”, a soli 13 anni ha già fatto incetta
di successi. La sua specializzazione è
il salto a ostacoli. NerosuBianco l’ha
incontrata per sapere qualcosa in più di
questa aspirante campionessa.
Iris, com’è nata questa passione?
Tutto è iniziato per caso. Un giorno,
avevo poco meno di sette anni, decisi di
praticare equitazione. Così mi iscrissi
al C.E.L.P. (Centro Equitazione Lago
Patria).
E poi cosa accadde?
Il mio istruttore, Lorenzo Petrillo, decise di puntare subito su di me. La mia
prima gara quando avevo dieci anni ed
è stata subito una vittoria. Da allora ho
fatto una quindicina di gare e tanti sono
Iris Musto a cavallo e, a lato, in primo piano
i trofei conquistati. Quasi tutti primi
posti e qualche secondo posto.
Il tuò papà ci ha detto che ami particolarmente i cavalli.
Sì, moltissimo. L’amore per questi
splendidi animali mi ha portato verso
questo sport. Papà mi ha comprato da
qualche mese Santos M che ha sedici
anni ed è un animale straordinario.
Quante volte ti alleni?
Tre, quattro volte a
settimana, un’ora e
mezza al giorno.
Qual è stata la tua
ultima gara?
Il 22 dicembre ho
partecipato all’intersociale, con il
nostro centro del
Lago Patria che si
è imposto sui centri
di Castelvolturno, Mondragone, Napoli, Calvizzano e Varcaturo.
Quando inizierai le gare regionali?
Ho da poco preso la patente FISE. Per
cui dovrei iniziare ad aprile.
Quali sono i tuoi hobby?
Mi piace tanto ballare.
C’è qualcuno che devi ringraziare?
Sì, papà Antonio e mamma Teresa che
mi sono molto vicini in questa mia
esperienza assieme al mio fratellino
Matthias.
51
SPORT
Volley, oggi sarà di scena al palazzetto il Lagonegro per il ritorno di Coppa Italia
Exton Aversa da record
La squadra di Di Meo e coach Nappa chiude imbattuta il girone d’inverno. Primato in classifica ed
unica squadra in tutta la B2 a non aver perso nemmeno una partita. Continuate così!
Giuseppe Lettieri
L
52
a Exton Volleyball Aversa
vince in casa con il Levorano
e si laurea campione d’Inverno
rimanendo imbattuta. Con trentatre
punti non solo è in vetta alla classifica
del proprio girone di B2, ma è l’unica
squadra a non aver perso nemmeno una
gara. Un record che la dice lunga sui
valori in campo della squadra di patron
Di Meo. Un plauso va sicuramente al
mister Ignazio Nappa, che dopo qualche
sbandamento post feste natalizie ha
saputo rimettere ordine tra le fila del
team, riportando concentrazione e voglia di vincere. Che l’Exton Volleyball
Aversa avesse le carte in regola per
centrare l’obiettivo del primato di metà
torneo, lo si è visto sul difficile campo
di Lagonegro, quando dopo la sconfitta
in Coppa Italia della partita di andata,
i ragazzi avevano vinto al tie break
in campionato espugnando un campo
imbattuto da circa due anni. Anche con
il Levorano, terza in classifica, non
è stata una passeggiata in uno gelido
(causa mancanto rifornimento di gasolio
dell’Amministrazione Comunale!) PalaJacazzi. I ragazzi sotto di un set, hanno subito mostrato grinta riacciuffando
la partita, e fermando il risultato sul 3
a 1, che tiene a bada i lucani, e lascia in
distacco proprio i pugliesi. Oggi domenica due febbraio sosta del Campionato,
ma sarà di scena al palazzetto, alle ore
18.00 nuovamente il Lagonegro per il
ritorno di Coppa Italia. Serve una impresa storica, in quanto l’Exton Aversa,
messa sotto all’andata dai lucani con un
perentorio 3 a 0, ora non solo dovranno
cercare di non perdere nemmeno un set,
ma addirittura di vincerne quattro, per
continuare a sognare. Dicevamo che
la pausa natalizia non aveva giovato ai
ragazzi, che subito dopo avevano incas-
sato la sconfitta in Basilicata. Ma adesso
la musica è cambiata e l’impresa potrà
esser possibile. C’è bisogno però anche
del calore degli aversani, insomma
del tifo delle grandi occasioni proprio
come si trattasse della finale per la
Coppa Italia. Vorremmo vedere almeno
cinquecento persone a tifare per i colori
della città normanna. Intanto noi non
possiamo che esser orgogliosi di aver tra
i nostri concittadini una persona come
Sergio Di Meo, che con grandi sacrifici
personali sta riportando la pallavolo ad
i fasti di un tempo che fu. Quei tempi
lontani quando Aversa era la capitale
della pallavolo meridionale, militava
in serie A e l’ex Consorzio Canapa, il
Capannone, era pieno di tifosi pronti a
sostenere le imprese dei giovani atleti
aversani. Grazie a Di Meo, ed a tanti
amici che lo sostengono, la pallavolo
aversana sta rinascendo, e chissà che la
serie A non ritorni quanto prima.
SPORT
Prima della gara presidente e giocatori interrogati dalla procura federale: si pensava alla combine!
Granata battuti dall’Ischia
La squadra gioca la peggior gara di questo campionato, ma non è possibile mettere in agitazione tutto
l’ambiente prima della partita, già ritirata dalle scommesse per troppi soldi puntati sulla vittoria granata
Giuseppe Lettieri
D
opo la vittoria fuori casa con
il Castel Rigone, l’Aversa
Normanna disputa la peggiore
partita di questo campionato, facendosi
superare per 1-0 dall’Ischia, diretta
concorrente per l’approdo in C unica.
Una sconfitta ci può sempre stare, ma
giocare così male no. A nulla valgono
le rassicurazioni di mister Di Costanzo,
che nel finale di gara ammette la debacle ma cerca anche l’alibi nelle pessime
condizioni in cui si trova il campo. E
così appare molto arrabbiato in sala
stampa il presidente Spezzaferri. “Oggi
non mi è piaciuto niente e non accetto
giustificazioni poiché anche l’Ischia
giocava al «Bisceglia»! Sì, il terreno è
messo in malo modo, ma questo non
può giustificare affatto il comportamento della squadra, praticamente assente
per tutto il primo tempo. Altra cosa
poi da rivedere è il fatto che in tutto
il campionato, ormai è la regola che
l’Aversa giochi un tempo e anche più a
dieci uomini e a volte addirittura a nove,
concedendo così un vantaggio colossale
agli avversari. Sia chiaro che io ci tengo
molto a rimanere nel calcio professionistico. Siamo una società sana. Paghiamo
regolarmente gli stipendi a differenza di
altre compagini che militano in Lega
Pro e abbiamo deciso di investire su
questo team, ma non possiamo accettare
più simili delusioni. Bisogna osare, dare
il massimo. Dobbiamo stare tra le prime
otto a fine torneo”. Chiaro ed eloquente
Spezzaferri, che tra le righe chiede
maggior audacia a Di Costanzo, e un
atteggiamento più tenace ai giocatori.
Va detto che pochi minuti prima del
fischio di inizio era arrivata allo stadio
la Procura Federale per interrogare proprio il presidente, l’allenatore e alcuni
calciatori in merito ad una ventilata
Con l’Ischia debacle inaspettata
combine della partita, che da alcuni
giorni era stata tolta dalle scommesse
per un eccessiva somma di puntate sulla
vittoria dell’Aversa Normanna (che visti
i reali valori delle squadre poi poteva
starci benissimo!). Una visita che sicuramente ha contribuito ad alimentare le
tensioni tra i giocatori. Alla fine, poi, i
fatti hanno smentito il tutto. Non vi era
nulla né in campo né fuori dal campo.
53
STORIA NOSTRA
Vigilava il castello di Casaluce come un cane mastino
Giannotto, il fido
castellano
Giannotto aiutò la regina Giovanna II a fuggire dalla vendetta di
Alfonso d’Aragona. Gli Aragonesi lo legarono al palo e lo
trucidarono brutalmente. Nonostante il supplizio, non aprì bocca
Antonio Marino
A
54
lla scomparsa del re Ladislao
di Durazzo, che alcune fonti
vogliono sia morto in Aversa, si
aprirono aspramente le lotte per la sua
successione tra durazzeschi, angioini ed
aragonesi. Lotte che videro coinvolte
diversamente quasi tutte le città del
reame napoletano e che culminarono
con la salita al trono (1414) della sorella
Giovanna II. La quale, come la sua ava
Giovanna I (tristemente ricordata ad
Aversa), non ebbe vita facile e dovette
più volte scontrarsi con i gruppi che
accampavano diritti sul regno …a
cominciare dagli aragonesi. Sta di fatto
che, pressata da ogni parte, spesso se
ne veniva col suo seguito, nella più
tranquilla Aversa e non soltanto per
sfuggire agli intrighi di Corte.
Rifugiandosi, come informa la cronaca,
nel suo castello-fortificato di Casaluce,
una sorta di maniero residenziale
(costruito prima del Trecento), che era
un po’ la sede abituale degli angioini.
Passato alla storia per le sue atrocità,
il castello (per una parte convertito in
convento), vantava una certa autonomia
ed era in grado di ospitare un discreto
numero di persone e un piccolo presidio
armato.
Se ne occupava, soprattutto in assenza
dei reali, un certo Giannotto (chiamato
così per la sua corporatura) che, a
capo di un nutrito gruppo di servitori,
badava a tutto mantenendo il merlato
complesso su cui svettavano i simboli
dei reggenti, sempre efficiente e pronto
per qualsiasi evenienza.
Uomo di comprovata fiducia e pertanto
trattato bene, Giannotto vigilava il
castello come un cane mastino e, forte
di un innato senso diplomatico (dovuto
alle esperienze accumulate), manteneva
buoni rapporti con la popolazione del
luogo. Che gli voleva bene e che, in caso
di bisogno, non faceva, mai mancare il
suo prezioso aiuto mettendolo, quando
necessario, in guardia contro incipienti
pericoli di ogni sorta …come fece nel
1424.
Quando, avendo Alfonso d’Aragona
occupato Napoli, non trovando la regina,
la mandò a scovare ad Aversa (dove si
era rifugiata) per farla prigioniera e poi
Giannotto spirava quando
Giovanna, II già era in salvo
fuggendo alla volta del nord
della Penisola: morirà nel
1435 lasciando il reame in
balìa delle forze contendenti!
eliminarla. Nell’occasione, gli aversani
(la parte fedele ai durazzeschi), non
appena videro spuntare le soldataglie
Aragonesi, subito corsero ad avvisare
Giannotto che approntò in un baleno la
fuga di Giovanna II.
Che si mise in salvo fuggendo
rocambolescamente, mentre il castello
veniva assediato, lungo un cunicolo
(scavato apposta) che la portò in aperta
campagna lontano dalla città. Dove
l’aspettava il capitano di ventura Muzio
Attendolo che, nel condurla verso il
nord, perse miseramente la vita nel
guado di un fiumiciattolo.
Gli aragonesi, entrati con la forza nel
castello (non trovando la regina),lo
misero a ferro e fuoco catturando il
personale interno che fu posto sotto
torchio.
La sorte peggiore toccò a Giannotto
che venne rincorso per le stanze, preso
Giovanna II, regina di Napoli
animalescamente, legato ad un palo e
torturato brutalmente… alla presenza
di quanti lo conoscevano.
Nonostante il supplizio, come informa
la cronaca, Giannotto non aprì bocca,
non rivelò come fosse fuggita Giovanna
II sperimentando tutta la spietatezza
del sui aguzzini. I quali, inviperiti
all’inverosimile, gli ridussero gran
parte delle carni in poltiglia cavandogli
impietosamente gli occhi e, quando
riuscirono a scoprire (frugando in lungo
e largo) il punto di fuga della regina
durazzesca, gli troncarono dalla rabbia
la testa con un colpo di spada.
Testa che fu raccolta da mani pietose,
avvolta in un drappo, e sepolta nel
terreno che circondava le mura del
castello, dove ora sorge il parco lungo
via G. Andreozzi.
Giannotto spirava nel momento in
cui Giovanna, II, varcati i confini
papalini, già era in salvo fuggendo alla
volta del nord della Penisola: morirà
alcuni anni dopo… lasciando il reame
(1435) in balìa delle forze contendenti.
Dell’olocausto di Giannotto, che al
tradimento preferì la morte, non v’è
purtroppo traccia nella storiografia
nostrana… forse, ci sia consentito
pensarlo, perché non ritenuto un
personaggio importante. A Lui la stima
di quanti si ritengono coerenti e leali
e di tutti coloro che, pur sacrificando
diversamente la propria vita, non
attingono mai la luce della ribalta.
ASSOCIAZIONI
Siamo entrati in uno dei Circoli più antichi di Aversa
La “chietta”
del Borgo
Subito dopo la seconda guerra mondiale i due Circoli del Borgo
si fusero in uno solo. Ne divenne presidente Luigi Raimondo,
rimosso dopo quasi cinquant’anni “da quellid el Santuario”
La bandiera, che riporta la
data del 1951, quando fu
restaurata, risale al 1946.
La “chietta” del Borgo da allora ha tenuto alta la
tradizione dei fujenti nostrani
La bandiera dellla “chietta” del Borgo
56
Salvatore di Grazia
A
d Aversa ci sono tante
Associazioni Cattoliche di
Maria SS. dell’Arco con sedi,
presidenti, tesorieri e soci: circoli aperti
tutto l’anno, un ritrovo per giovani
ed anziani. Non c’è strada, borgo o
piazza che non ne abbia uno, e che non
organizzi la questua (‘a cerca), prima,
e la festa, poi, anche se a cento metri
c’è un’altra Associazione con un’altra
questua, un’altra festa. Uno dei più
antichi circoli è quello del Borgo, la cui
data di nascita s’è persa nel tempo, ma
è certo che prima della seconda guerra
mondiale ne aveva due, capitanati
da Luigi Cioffo e da Luigi Ibello. Poi
si fusero in una sola, e la più antica
“bandiera” tuttora esistente risale al
1946, anche se riporta la data del 1951
perché fu restaurata in quell’anno.
A 17 anni ne divenne “presidente”
Luigi Raimondo, che ha conservato la
carica per quasi 50 anni, rimosso poi
d’autorità “da quelli del Santuario” per
un necessario ricambio generazionale.
La “chietta” del Borgo ha tenuto
alta la tradizione tenendo d’occhio
l’innovazione. I suoi fujenti hanno
partecipato scalzi fino alla fine degli
anni ‘90 ed essa fu tra le prime a
concorrere con quadri raffiguranti nudi
di donna, il che fece rizzare i capelli a
“quelli del Santuario”. Da gennaio a
Pasqua, i “battenti” del Borgo girano
a fare ’a cerca, organizzano aste sui
generis dove si fa a gara a chi offre di
più per prodotti anche casarecci, il tutto
per la Madonna. La cerca si chiude la
domenica di Pasqua, con l’uscita della
bandiera del Circolo che, accompagnata
dalla banda musicale e dai dirigenti,
gira per le strade del Borgo, casa per
casa, per le ultime, sostanziose offerte,
mentre ad ogni angolo altri questuanti
raccolgono le offerte dei passanti, siano
essi della zona o meno. ‘A Maronn
è ‘a Maronn! Una volta rientrati, il
Presidente ed il tesoriere conteggiano
l’incasso, dando le ultime diposizioni
per il giorno dopo. Il lunedì in albis
la festa al Borgo inizia alle prime luci
dell’alba coll’addobbare improvvisati
palchi dove prenderà posto “la valente
commissione giudicatrice” (i soci del
Circolo), e dai quali “la voce” delle
“chiette” ospiti canterà la preghiera alla
Madonna.
Intanto, tutti i battenti, indossato il
tradizionale costume, si radunano
davanti alla sede: i portatori si sistemano
sul camion che porta il “tosello” o
quadro, le bandiere dell’Associazione
sul tettuccio di un furgone e gli altri
partecipanti su mezzi dei soci o su un
autobus affittato per l’occasione. Inizia
così il frenetico girovagare per i vari
concorsi cittadini a cui si è iscritti,
andando anche a gareggiare nei paesi
vicini. I battenti si dispongono in due
file laterali (a mo’ di paranza), facendo
da cornice al “ballo” del quadro o del
“trono” e ai volteggi del portabandiera.
La banda musicale che li accompagna si
sistema di fianco al palco e suonando dà
il tempo ai portatori del quadro o della
bandiera nella loro esibizione. Il ruolo
del portabandiera al Borgo è molto
sentito, è il più importante, il vero uomospettacolo della cerimonia e spesso è
tramandato da padre in figlio. Ma non si
può omettere il ruolo che ha “la voce”
cioè il battente che dal palco della
“valente commissione” o in strada canta
la preghiera alla Madonna, preghiera
I soci attuali del Circolo
che si tramanda, immutabile, da secoli:
Chi è devot’/’sta Maronn’e ll’Arc’/sorè
tenitece ‘a fede/chill’è nu bellu nomme/
sorè... ‘a Maronn’. Una delle più belle
“voci” della chietta del Borgo è stato
Antonio Raimondo, preceduto a suo
tempo da Luigi Ricciardi e Carmine
Barbato, in uno scambio di testimone
che si perpetua da centinaia di anni.
SALUTE
Quando c’è in ballo la salute su cosa si può risparmiare?
Le prestazioni low-cost
producono danni high-cost
A cura dello Studio Arlotta&Sichel
P
urtroppo il web è saturo di proposte di odontoiatria low cost.
Il concetto di low cost ormai ha
invaso tutti i campi e pare sia l’unica
arma per fronteggiare la crisi dilagante
in Europa. Mentre parlare di bassi costi
nell’abbigliamento o in altri campi è
più comprensibile, nel campo della sanità parlare di low cost è estremamente
pericoloso. Abbassare i prezzi significa
SEMPRE abbassare i costi a monte.
Nel caso di prestazioni mediche in cui
c’è in ballo la salute dell’essere umano,
su cosa si può risparmiare?
L’unica cosa su cui si può fare una
limatina è sull’effettivo guadagno del
professionista che esegue la terapia.
Non è assolutamente pensabile di poter
risparmiare su materiali e tecnologie
in quanto è un risparmio tutto sulla
pelle del povero paziente. Per quanto
riguarda i viaggi all’estero devo dire
che rimango sempre più sorpreso dalla
massiccia presenza di queste offerte
perché significa che è un mercato che
evidentemente è in crescita. Poniamo
però che un lavoro protesico che
costa 10.000 € in Italia, costa 5.000 €
all’estero, e che dopo 2\3 anni sorge un
problema, quanto costerebbe ritornare
all’estero per risolvere il problema?
E siamo sicuri di ritrovare lo stesso
medico che ha eseguito la prestazione?
Di solito non è così. Questo perché
all’estero non ha nessuna tutela, a
differenza che in Italia. Le tariffe di
un professionista, in ogni campo, ed a
maggior ragione nel campo odontoiatrico devono essere sostenibili sia per
il paziente che per il professionista.
In un momento storico come questo
c’è bisogno della massima sensibilità
da parte del professionista che deve
cercare di venire incontro ai pazienti
abbassando le pretese ma senza mai
sfondare il muro della sostenibilità del
professionista stesso che oltre ai costi
dei materiali usati durante l’esecuzione
delle terapie ha dei costi che spesso
i pazienti ignorano. Affitto, energia
elettrica, acqua, stipendi, contributi
previdenziali, leasing, inutile dilungarsi sui costi, ritengo più interessante
porre l’accento sul fatto che spesso si
pubblicizzano tariffe ridotte per poter
accaparrarsi più pazienti.
Non si può e non si devono abbassare
i prezzi al di sotto di quella soglia di
garanzia per il paziente. Quasi sempre
una prestazione a basso costo è una
prestazione che verrà ripetuta nel breve
periodo e spesso con una prestazione di
più grande impatto economico.
57
COPERTINA
Il Convegno del Rotary: in Campania si muore di più per le carenze sanitarie
Registro tumori
e prime sorprese!
«Una cosa è parlare di nuovi casi di cancro, un’altra è parlare di mortalità per cancro»- ha chiarito
il dott. Mario Fusco. Il messaggio è chiaro: le maggiori preoccupazioni nella Terra dei Fuochi sono
da attribuire alle carenze del sistema sanitario regionale!
Nicola De Chiara
L’
58
aula “Ruberti” della facoltà di
Ingegneria affollata come non
mai ha fatto da degna cornice
ad un atteso convegno, il 17 gennaio
scorso, sul rapporto tra inquinamento
ambientale e salute. Un appuntamento
promosso dal Rotary Club «Aversa Terra Normanna” presieduto dal cardiologo
Giovanni Costanzo. Un convegno che
ha chiamato ad Aversa alcuni medici
ed esperti in materia sanitaria ed ambientale, moderati
dalla
giornalista
Valeria Chianese
di Avvenire. Ad
aprire i lavori,
dopo i saluti del
presidente Costanzo, che ha invitato
gli illustri relatori
a fare chiarezza sui vari aspetti della
relazione tra inquinamento e salute, del
preside Michele Di Natale e di Federico
Iannicelli, presidente dell’ordine dei
medici di Caserta, ha aperto i lavori
Antonio Cioffi dell’Istituto Europeo di
Oncologia di Milano.
Cioffi ha parlato degli screening messi
in atto dalle Asl per combattere il
cancro, sottolineando che solo il 45 per
cento degli italiani invitati alle attività
di prevenzione risponde.
Dopo di lui è intervenuto il dott. Mario
Fusco, responsabile del Registro Tumori
della Regione Campania. Il messaggio
che ha dato Fusco è stato sostanzialmente questo: in Campania non è più alta la
percentuale di nuovi tumori rispetto al
resto d’Italia ma si registra un tasso di
mortalità più alto, segno che le maggiori
preoccupazioni sono da attribuire alle
carenze del sistema sanitario regionale.
Ed, infine, il prof. Benedetto De Vivo,
sono stati stanziati
dei fondi per le annualità 2014 e 2015
per uno screening
sulla popolazione
della Terra dei
Fuochi, ma esso
non potrà essere
generico bensì dovrà essere mirato su
quelle patologie che
hanno evidenziato
un aumento degli
ammalati in precise
micro aree.
A margine del
Il Convegno a Ingegneria e, a lato, il dott. Mario Fusco
convegno
Mario
Fusco ci ha chiarito
il suo pensiero: “Ho voluto precisare
che lo studio dei tumori è un’analisi
Ottima iniziativa del abbastanza complessa. Bisogna, perciò,
presidente del Rotary, passare dalle opinioni sul problema ai
Giovanni Costanzo. E il dati. Una cosa è parlare di nuovi casi
cancro e cioè d’incidenza, un’altra è
senatore Romano annuncia di
parlare di mortalità per cancro. Per parl’arrivo di fondi per uno lare correttamente di rischio ambientale
screening sulla popolazione bisogna riferirsi ai nuovi casi di cancro
non alla mortalità, perché dalla diagnosi
alla morte si passa attraverso la lunga
fase delle cure e della presa in carico del
ordinario di Geochimica Ambientale paziente da parte del sistema sanitario
presso la “Federico II” di Napoli, che regionale, con tutte le carenze ammesse.
ha sottolineato l’inerzia delle istituzioni Il rischio, quindi, è provato dall’incinazionali e locali nel mettere in atto stru- denza dei tumori sul territorio e non
menti che impedissero lo sversamento dalla mortalità. L’ambiente, si sa, è uno
dei rifiuti tossici, prima, e nell’avviare dei fattori di rischio, ma sappiamo che
vere attività di prevenzione, dopo. Ha il cancro ha molteplici fattori di rischio,
concluso i lavori il senatore Lucio Ro- quelli individuali, quelli genetici, quelli
mano che ha sostanzialmente detto che legati allo stile di vita e all’occupazione.
è arrivato il momento di non piangerci Il problema è inquadrare l’ambiente tra
più addosso e di affrontare il problema i fattori di rischio oncologico. Bisogna,
con serenità e rigore. Romano ha parlato poi, andare ad indagare area per area
della necessità di utilizzare corretta- perché non è possibile pensare che tutta
mente i fondi per le bonifiche e per le la provincia di Caserta o quella di Naattività di prevenzione. Poi l’annuncio: poli abbia lo stesso rischio ambientale”.
CULTURA
Il liceo scientifico «Siani» e la festa del libro
I ragazzi di Barone «alla
corte del re Liber...»
L’ospite della festa è stato il re Liber, interpretato con talento dal giovanissimo Nico Improta.
Il Re Liber ha aperto le porte del castello della conoscenza, accompagnato dalla sua corte
(il Silenzio, il Raccoglimento, la Sensibilità, la Coscienza, la Fantasia, l’Invenzione e la Sofia...)
Stefania Febbraro
N
60
el corso delle svariate attività
organizzate nell’ambito della
Settimana dello Studente, al
liceo scientifico Siani si è svolta una
grande festa, la Festa del Libro “Alla
corte del re Liber…”, che ha visto
l’attiva ed entusiastica partecipazione
di tutti gli studenti del liceo, guidati con
egual fervore dai propri docenti.
L’iniziativa volta ad acquisire libri
per costituire - pressoché dal nulla
- la biblioteca scolastica, risponde
all’intento di creare un circolo virtuoso
a beneficio della promozione della
lettura. In che modo? Attraverso
spontanee donazioni di libri da parte di
studenti, docenti e genitori e favorendo
l’incontro con i libri, reinterpretati dagli
studenti attraverso brevi pièces teatrali e
riletture originali. L’ospite della festa è
Per il “Siani” una festa «alla corte del re Liber»
stato il re Liber, interpretato con talento
dal giovanissimo Nico Improta. Il Re
Liber ha aperto le porte del castello
della conoscenza, accompagnato dalla
sua corte (il Silenzio, il Raccoglimento,
la Sensibilità, la Coscienza, la Fantasia,
l’Invenzione e la Sofia...) senza i
quali le sue pagine non potrebbero
essere mai scritte. Accompagnati dalle
Muse gli studenti sono stati guidati
Il nostro collaboratore Geppino De Angelis “senatore” della stampa locale
Una vita tra scuola e giornalismo
N
on ha mai fatto politica, pur seguendone da vicino le vicende,
ma è diventato ...“senatore”, sì
senatore della stampa casertana, come
si legge sull’artistica targa che gli è stata consegnata dal presidente regionale
dell’Ordine dei Giornalisti, Ottavio
Lucarelli, e dal presidente dell’Assostampa di Caserta, Mimmo De Simone.
L’investitura di Geppino De Angelis
c’è stata sabato scorso, 25 gennaio, in
occasione della tradizionale celebrazione della ricorrenza di San Francesco
di Sales, patrono dei giornalisti, al
termine della santa messa celebrata
nella Cappella del Seminario Vescovile
di Caserta dal vescovo emerito mons.
Raffaele Nogaro, che all’omelia, tra
l’altro, ha messo in risalto l’importanza
dell’operato dei giornalisti e la necessità di un’informazione obiettiva, nel
rispetto della dignità personale di tutti.
Alla cerimonia erano presenti tantissimi giornalisti dell’intera provincia di
Caserta oltre al sindaco Pio Del Gaudio
ed altre autorità, con i vertici provinciali dell’Unione Cattolica Stampa
Italiana Luigi Ferraiuolo e dell’Assostampa Mimmo De Simone che, nel
consegnare la targa al nostro collaboratore, ha comunicato che risulta iscritto
all’ordine dei giornalisti dal luglio del
1962 ovvero da quasi cinquantadue
anni. Una vita dedicata, oltre che alla
Geppino De Angelis
famiglia, a due “amori”, quella di De
Angelis, il mondo scolastico, che lo ha
visto protagonista per ben quarantadue
anni come docente, prima, e come
preside, poi, ed il giornalismo, appunto,
quello che lui definisce il suo hobby. Al
nostro quasi ventennale collaboratore
gli auguri più sinceri.
Nicola De Chiara
CULTURA
nel meraviglioso mondo dei libri,
attraverso brevi pieces teatrali e riletture
originali (Omero e l’epica, Intervista di
Umberto Eco a Beatrice, Il principe di
Machiavelli e la politica oggi, la Patente
di Pirandello). Intermezzi musicali e
canori hanno allietato l’evento in un
sinestetico tripudio della parola.
La festa è continuata attraversando
la storia del libro, del suo successo e
delle sue trasformazioni dalla antichità
alle ultime innovazioni tecnologiche
(e-book, social network) e rivivendo
il senso della lettura nelle parole dei
grandi scrittori italiani e stranieri,
soffermandosi ora ad ascoltare poesie
e testi narrativi declamati dagli studenti
ora a scrivere un proprio pensiero da
Nella festa la storia del libro,
del suo successo e delle sue
trasformazioni dalla antichità
alle ultime innovazioni
tecnologiche (e-book,
social network)
riporre nella “scatola degli aforismi
del Siani” o a riempire un cartellone
bianco terminando la frase «Leggere
è…». Tanti i finali proposti, tutti con un
unico significato: la lettura è vitale per
imparare e conoscere, ma soprattutto
per vivere e crescere.
I libri raccolti per ora non sono forse
quanti se ne aspettava, riflettono le
basse percentuali sul numero di lettori
in Italia, ma è già un passo in avanti
rispetto a degli scaffali finora vuoti.
Forse quando il liceo, anche grazie a
queste ultime acquisizioni, potrà offrire
alla sua utenza un servizio di prestito
grazie all’apertura della biblioteca
scolastica agli interni e - perché no al territorio, questi dati potranno man
mano migliorare.
A tal fine il “Siani”, guidato dal nuovo
dirigente Rosaria Barone, quest’anno
ha messo in atto anche altre iniziative
per promuovere lettura e cultura:
diffusione del book-crossing all’interno
della scuola e realizzazione di altre
attività a favore della lettura e della
scrittura.
61
CULTURA
Le Marie Cristine di Aversa protagoniste della beatificazione
Maria Cristina,
una Regina Beata
Il 25 gennaio grande festa a Napoli nella basilica di Santa Chiara.
Poi ad Aversa, in Cattedrale, la messa di ringraziamento con il
nostro vescovo Spinillo
Sofia Simeone
I
62
l 25 gennaio nella Basilica di Santa
Chiara in Napoli Maria Cristina di
Savoia, Regina di Napoli (18121836) è stata proclamata Beata.
I rampolli delle più antiche e illustri
dinastie
reali
d’Europa
hanno
partecipato alla cerimonia per la
beatificazione di Maria Cristina, Regina
delle Due Sicilie, della dinastia dei
Savoia, moglie di Ferdinando II di
Borbone e madre di Francesco II.
Nel nome di Maria Cristina si sono
riunite ed hanno siglato un atto di
riconciliazione familiare le due famiglie
reali: Savoia e Borbone, insieme per
la regina beata. Tra i presenti, sedute
tra il primo e il secondo settore della
basilica, le socie dell’Associazione
Convegni di Cultura “Maria Cristina
di Savoia” di Aversa con la presidente
prof.ssa Flora Romaniello Costanzo e
oltre 450 socie dei Convegni di Cultura
riunitesi per questa celebrazione da
tutta Italia. I Convegni Maria Cristina
dal 2004 hanno organizzato convegni e
conferenze per richiamare l’attenzione
su questa figura di regina esemplare
che ha atteso duecento anni perché
venissero riconosciute le sue virtù
eroiche e la sua santità. Ruoli decisivi
per il processo di beatificazione e per
l’organizzazione dell’evento sono stati
assunti da Donna Stefania Rolla Pensa,
Presidente Nazionale, dalla prof.ssa
Mimma Fabozzi Vitagliano, Tesoriera
Nazionale, dal Comitato di Presidenza,
dalla prof.ssa Patrizia Salemme
Menditto, componente del Comitato
Nazionale per la Beatificazione di Maria
Cristina.
Nel pomeriggio lo scrittore giornalista
Luciano Regolo ha presentato, nella
sala intitolata a Maria Cristina nel
chiostro di Santa Chiara, il suo ultimo
libro sulla beata. In chiesa, durante
la solenne celebrazione liturgica, il
Il sepolcro della Regina Beata
cardinale Angelo Amato, Prefetto della
Congregazione per le Cause dei Santi,
legge all’Assemblea la lettera apostolica
di Papa Francesco che fissa al 31 gennaio
il giorno della festa di Maria Cristina e
ribadisce che “Maria Cristina ci ricorda
che tutti siamo chiamati alla santità”.
Donna di “carità autentica e incarnata
nella realtà del suo tempo – dice il
cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo
di Napoli che presiede la celebrazione
eucaristica”. Maria Cristina di Savoia
è stata proclamata beata nella basilica
che conserva le sue spoglie, adornate
di una corolla di piccoli fiori bianchi
e di bouquet adagiati sul sarcofago da
anonimi convenuti, e nella città che
l’ha vista pregare e operare in nome
dell’amore evangelico che ha pervaso
tutta la sua vita, anche se breve. Il 31
gennaio nella Cattedrale di Aversa è stata
celebrata la messa di ringraziamento per
la beatificazione di Maria Cristina dal
nostro vescovo Angelo Spinillo.
Giovedì 6 febbraio alla «De Curtis» De Chiara presenta la collana a fumetti
La storia di Aversa a fumetti
P
arteciperà anche il sindaco Sagliocco alla presentazione presso il comprensivo «De Curtis»
di Aversa del primo volume di «Storie Aversane a Fumetti», la collezione
ideata da NerosuBianco Edizioni per
divulgare la storia locale nelle scuole
attraverso l’affascinante linguaggio del
fumetto.
L’appuntamento è per giovedì 6 febbraio presso la palestra della sede centrale in viale Kennedy. Gli alunni delle
quarte e quinte elementari e delle medie incontreranno lo studioso Nicola
De Chiara, autore dei testi del primo
numero dedicato al pittore Luigi Pasto-
re, ed il giovane fumettista di Sant’Arpino, Alessio D’Elia, autore dei disegni.
L’8 febbraio, invece, la presentazione
alla scuola media della succursale in via
D’Acquisto. Dopo il comprensivo «Cimarosa» e il Secondo Circolo Didattico,
è la volta, dunque, del comprensivo «De
Curtis». «Ringrazio la preside Olga Iorio - ha dichiarato Nicola De Chiara - per
la disponibilità mostrata. Per i ragazzi è
una grande occasione, questa, per conoscere da vicino i grandi personaggi della
nostra storia, attraverso il fumetto che,
abbinando testi e immagini, è ritornato
un linguaggio apprezzato anche dai figli della comunicazione multimediale”.
E’ in preparazione il secondo numero
della collana dedicato al nostro grande musicista del Settecento Domenico
Cimarosa e che interpelleremo le scuole dell’Agro per conoscere quali personaggi vorrebbero fossero raccontati”.