N. 2 | ANNO XVII | 2 FEBBRAIO 2014 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.it VENT’ANNI FA MORIVA DON PEPPINO DIANA. LA DIOCESI LO CELEBRA PIAZZALE GIOVANNI GAZZA. SANTULLI ASSOLVE UN DEBITO ZONE FRANCHE, AVERSA C’E’ E NON C’E’ PRIMO PIANO I posti letto del «Moscati» dati al Policlino che non c’è AVERSA In via Abenavolo è come a Venezia STORIA NOSTRA Giannotto, il fido castellano della regina Giovanna II «Vorrei essere ricordato per la testa dura» ECCO LA VERITA’: IN CAMPANIA SI MUORE DI PIU’ PER LE CARENZE SANITARIE Registro Tumori e prime sorprese L’EDITORIALE STORIA NOSTRA SOMMARIO il bue chiama cornuto... 06 Quando PUC, poche idee 18 e confuse Terra dei Fuochi, 26 non siamo i primi «Sesso debole», 39 attenti alle «ladre»! «S. Paolo» 42 Con tutti i Santi Zarrillo saluta 46 a modo suo PERIODICO DI CULTURA VARIA DELL’AGRO AVERSANO Anno XVII n° 2 - 2 Febbraio 2014 Direttore Responsabile Giuseppe Lettieri Direttore Editoriale Nicola De Chiara di Giuseppe Lettieri L’EDITORIALE Acqua e fagioli? C’è ben altro... C on il nuovo anno è arrivato anche il restyling grafico di NerosuBianco e di questo dobbiamo ringraziare l’amico Michele Gioia per i preziosi suggerimenti ed interventi. Da oggi NerosuBianco avrà un’impaginazione più ariosa ed ordinata. I maggiori spazi bianchi permetteranno una lettura certamente migliore. La Politica nazionale sta perdendo ancora una buona occasione. Renzi, che delusione! Senza preferenze per le Politiche è come tornare al “porcellum” ed hai voglia di dire che è solo colpa di Berlusconi? I nominati del Parlamento la vogliono tutti così per continuare a prendere in giro gli italiani. Altra notizia che ha turbato i cuori di molti di noi, è quella del povero bambino di appena tre anni massacrato dalla malavita a Cassano Ionio in Calabria o, meglio ancora, da animali, in quanto non possiamo definire uomini simili persone, che non si arrestano neanche davanti all’innocenza e al candore di un bambino. Ad Aversa invece viene rispolverato da un consigliere comunale di mag- gioranza, come abbiamo appreso dagli amici di Pupia.Tv, un antico detto, per nulla offensivo, “che con l’acqua di Trentola non si cuociono neanche i fagioli”. In realtà una constatazione con base scientifica: a fine ottocento l’acqua a Trentola Ducenta era ancora di pozzo e conteneva grandi percentuali di calcare che non facevano cuocere bene neanche i fagioli, mentre Aversa, grazie ad un sindaco eccezionale, Francesco Orabona, era quella pura del Serino!. Un’affermazione non di certo un modo per offendere i trentolesi, cittadina a dire il vero molto meglio amministrata della nostra Aversa! Invece di pensare all’acqua e ai fagioli gli amministratori nostrani pensassero alla città che nei giorni di pioggia proprio a causa dell’acqua diventa una simil Venezia. Concludiamo con una piccola nota positiva, vale a dire l’intitolazione voluta dalla passata Amministrazione di un piazzale al compianto mons. Giovanni Gazza, Vescovo di Aversa negli anni Ottanta, missionario di fede e umiltà, che ha lasciato bellissimi ricordi in tutti coloro che lo hanno conosciuto. Coordinamento Editoriale Giuseppe Cristiano Garante dei Lettori Franco Terracciano Fotografie Nicola Baldieri Editore Associazione Dimensione Cultura Periodico registrato presso il Tribunale di S. Maria C.V. al n. 514 del 17.11.1998 Redazione Via Michelangelo, 108 - Aversa (Ce) Tel. 081.198.14.930 - 388.19.87.510 www.nerosubiancoaversa.it e-mail: nerosubianco2@gmail.com Stampa Printer Group Italia srl Castellammare di Stabia (Na) Sul sito la rivista in pdf scaricabile dal lunedì PERIODICO ASSOCIATO UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA (Con Tessera n. 15558) La Vignetta di Alessio D’Elia SAGLIOCCO A MARINO Mio nonno diceva che con l’acqua di Trentola non si cuociono nemmeno i fagioli! Guarda che vi ho cotti tutti senz’acqua! 3 PRIMO PIANO Il paradosso: i posti letto che mancano al «Moscati» dati al Policlinico di Caserta ...ancora da aprire! Per protesta gli infermieri chiedono il trasferimento Gli operatori sanitari denunciano la precarietà in cui sono costretti ad operare a causa dell’elevato numero di barelle quotidianamente presenti in reparto. Una situazione di emergenza che costringe i malati ad essere allocati nei corridoi senza avere un’assistenza adeguata Antonio Arduino S 4 ono cinquecento i posti letto assegnati dalla Regione Campania alla provincia di Caserta per essere utilizzati nel policlinico di Caserta. Posti letto virtuali dal momento che il policlinico ancora non esiste ma grazie a questa assegnazione mancherebbero, secondo il direttore sanitario dell’Asl, i posti letto necessari al corretto funzionamento degli ospedali dell’azienda, in particolare del “San Giuseppe Moscati” nel quale, pur avendo la direzione strategica aziendale investito moltissimo per dotarlo di servizi al top rappresentati dalla realizzazione di nuove sale operatorie, emodinamica e nuovo pronto soccorso, il reparto di medicina generale, accorpato alla medicina d’urgenza, è diventato, letteralmente, un accampamento tanti sono gli ammalati in barella presenti ogni giorno nel corridoio che mette in comunicazione diretta questo reparto con il pronto soccorso del nosocomio normanno. Una condizione insostenibile per il personale, in particolar modo per quello infermieristico che ha deciso di “prendere un periodo di pausa” lasciando il fronte e passando nelle seconde linee. Così non riuscendo ad assicurare una assistenza adeguata, perché sotto numerati, gli infermieri hanno chiesto in massa il trasferimento, per turnover come si fa tra i calciatori nel corso di una partita, presso altre unità operative dell’ospedale. La comunicazione trasmessa alla direzione sanitaria, al direttore dell’unità operativa complessa di medicina generale e medicina d’urgenza, al responsabile dell’ufficio risorse umane recita testualmente: “I Sottoscritti Infermieri in servizio alla UOC di Medicina Al «Moscati» barelle nei corridoi: situazione insostenibile dell’ospedale Moscati di Aversa, nel denunciare la precarietà in cui sono costretti ad operare a causa del numero di barelle quotidianamente presenti in reparto, che porta il numero dei degenti quasi sempre oltre il numero di 40 pazienti, tutti ricoverati dal P.S., e quindi in situazioni di emergenza, allocati in corridoio nella promiscuità più totale, senza avere una possibilità di assistenza adeguata, fanno tutti richiesta di trasferimento per turnover presso altre unità operative, non essendo più in grado di reggere al carico di lavoro a cui sono sottoposti, e principalmente perché non riescono col numero in servizio ad assicurare una assistenza adeguata ai pazienti ricoverati”. “Allegano alla presente richiesta individuale di trasferimento e, sicuri di un Vostro sollecito riscontro, porgono distinti saluti” conclude la nota. Una richiesta che sa di provocazione, fatta allo scopo di stimolare i vertici dell’azienda a trovare soluzione immediata ad un problema che mette a rischio l’assistenza e l’incolumità del personale, troppo spesso considerato, dai parenti dei ricoverati, responsabile dei disagi arrecati ai pazienti. Ma la provocazione ad oggi non ha ottenuto risposte, tranne quella fornita dal direttore sanitario dell’Asl Gaetano Danzi che, interpellato sul perché delle tante barelle allineate nei corridoi e nelle stanze ha affermato: “Il problema delle barelle non è solo del Moscati di Aversa ma è presente in tutti gli ospedali dell’azienda Caserta e delle altre aziende sanitarie della Campania, come dimostrano le continue notizie sul tema provenienti dal Cardarelli che è l’ospedale più grande della regione”. “Sicuramente, relativamente alla nostra Asl, il problema è più sentito al Moscati, ma la ragione del persistere di questo PRIMO PIANO Paolo Menduni, direttore generale dell’Asl problema -osserva Danzi- è legata alla mancanza di posti letto. Se venissero distribuiti negli ospedali dell’Asl i 500 posti letto assegnati ad un policlinico che ancora non c’è non avremo più barelle”. “Quanto alla carenza di personale, in particolare della medicina generalemedicina d’urgenza, stiamo facendo tutto il possibile per potenziare quello esistente favorendo il trasferimento interregionale ed assegnando gli infermieri che ne fanno richiesta ai servizi in cui c’è maggiore carenza”. “Tornando al problema specifico della continua presenza di pazienti in barella nella medicina generale-medicina d’urgenza è possibile –prosegue Danzi- pre- Gli infermieri del Reparto Medicina hanno fatto richiesta di trasferimento presso altre unità perché non ce la fanno più vedere un miglioramento della situazione con la realizzazione del nuovo pronto soccorso”. “Perché - conclude - disponendo dei nuovi locali verrà riattivato il reparto di medicina d’urgenza, così che l’attuale accorpamento scomparirà, permettendo un adeguamento automatico del personale infermieristico”. Dunque c’è speranza che in un futuro, forse, non troppo lontano la situazione si possa normalizzare, intanto il problema c’è e il personale sembra di aver raggiunto il massimo punto di resistenza. 5 POLITICA Sconcertanti dichiarazioni del capogruppo di «Noi Aversani» Quando il bue chiama cornuto l’asino... Se la minoranza, facendo legittimamente il suo gioco, fa mancare il numero legale, è da chiedersi dove fossero i consiglieri di quell’autentica “armata brancaleone” che da tempo ormai sta dimostrando, nonostante i suoi “diremo, faremo”, le sue macroscopiche falle... Geppino De Angelis A 6 mici lettori, ricordate quel vecchio (ma sempre attuale) motto secondo il quale il bue chiama cornuto l’asino? Bene, ci è tornato in mente nel leggere certe dichiarazioni rese dal capogruppo di “Noi Aversani” che, dopo il “fiasco”, per mancanza di numero legale, della seduta consiliare di giovedì 22 gennaio, ha messo sotto accusa la minoranza, dimenticando che, fino a prova contraria, almeno sulla carta e teoricamente il … semiesecutivo in carica dovrebbe contare su una maggioranza sia pure risicata ma, comunque, in grado di far tenere una seduta consiliare. Se la minoranza, facendo legittimamente il suo gioco, fa mancare il numero legale, è da chiedersi dove fossero i consiglieri di quell’autentica “armata Rosario Capasso brancaleone” che da tempo ormai sta dimostrando, nonostante i suoi “diremo, faremo”, le sue macroscopiche falle. Invece di chiamare in causa la minoranza, bene farebbero Sindaco and company a dire a chiare lettere alla città di Aversa, soprattutto a quanti votarono questa pseudo maggioranza, cosa in quasi due anni, a parte le beghe interne, a parte i continui litigi tra Sindaco, Consiglieri e Assessori (a proposito, ma è dato sapere se e quando saranno nominati i sostituti dei dimissionari?...) sia stato concretamente realizzato quel tanto “strombazzato” programma elettorale. A noi, così come a tutti i nostri concittadini, e come è facilmente constatabile ad ogni piè sospinto, sembra che finora, a parte tante chiacchiere, non sia stato fatto un bel niente tanto che, a giudizio di almeno l’ottanta per cento degli I capigruppo di maggioranza chiedono l’azzeramento della Giunta Virgilio-Barbato, un posto per due? A zzeramento della giunta. Lo hanno chiesto i capigruppo di maggioranza al sindaco Giuseppe Sagliocco con una riunione apposita. Un azzeramento che vale anche come avvertimento al sindaco a cambiare strada e a nominare anche i tre assessori che mancano da mesi. Una richiesta che mette a repentaglio, tra i quattro assessori attualmente presenti in giunta: Nicla Virgilio, Elia Barbato, Ninì Migliaccio e Guido Rossi, solo e solamente i due esponenti di Forza Italia. Perché? Oggi i consiglieri che mantengono i due assessori in giunta sono cinque. Ma tre di questi (Stefano di Grazia, Gabriele Costanzo e Salvatore della Vecchia), inutile nasconderlo, non sono assolutamente organici e sono sempre più legati a Sagliocco (sono divenuti quasi la sua ombra, come dimostra anche la foto che vede di Grazia e Gabriele Costanzo presenti insieme a Ninì Migliaccio in occasione della processione di San Paolo l’altro sabato). I tre hanno già rivendicato un assessore in giunta. Assessore che potrebbe venire da fuori, sempre che non sia lo stesso di Grazia. Dall’altro lato, Luciano Luciano e Mario Tozzi non sono d’accordo tra loro e, al massimo, riusciranno, se dovessero trovare un’intesa, ad un solo assessore che dovrebbe essere scelto tra la vice Nicla Virgilio sindaca Nicla Virgilio ed Elia Barbato. Chi sarà sacrificato? O Sagliocco preferirà tenerserli entrambi per evitare altri traumi, visto che la Giunta conta poco o niente come ha dimostrato in questi due anni di amministrazione? Nicola Rosselli POLITICA Aversani, questa è, sotto diversi aspetti, la peggiore amministrazione che la nostra città abbia avuto la disavventura di avere negli ultimi decenni. Tornando al “fiasco” della seduta consiliare ultima, a giudizio di molti sembra che il nocciolo della questione sia ricollegabile a quanto si sta verificando in piazza Crispi, una “querelle” sulla quale ci sembra sia giunto il momento di fare chiarezza, se non altro per dissipare i dubbi e la nebbia che sembrano esserci sull’intera vicenda. Aversa, sarebbe opportuno che lo tenessero ben presente i vari “maneggioni” della cosiddetta politica cittadina (sia quelli che operano apertamente sia quelli che tirano i fili dietro le quinte), E’ tempo che ci sia, da parte di tutti, uno scatto di orgoglio, di dignità, perché continuare di questo passo, con un immobilismo deleterio è solo un omaggio all’ignavia e al menefreghismo è una delle città più importanti non solo di Terra di Lavoro ma dell’intera Campania per le sue origini, per aver dato all’Italia illustri personaggi, anche in quella che decenni addietro poteva considerarsi la politica con la “p” maiuscola. Sbagliano molto, quindi, quanti oggi pensano che la nostra città possa essere considerata alla stregua di una …Roccacannuccia qualsiasi o del più sperduto borgo di campagna. E’ tempo che ci sia da parte di tutti uno scatto di orgoglio, di dignità perché continuare di questo passo, con un immobilismo deleterio sotto tutti gli aspetti, con una città tra le più sporche delle nostre contrade, con un accattonaggio intollerabile, con un abusivismo notevole, con le strade che sembrano essere state sottoposte (al centro come alla periferia) ad un accurato …bombardamento, costituirebbe un …omaggio all’ignavia, al menefreghismo, per non dire alla strafottenza, per cui riteniamo di poter chiudere queste note con un interrogativo: fino a quando Aversa dovrà sopportare questa Amministrazione?... 7 mio di Giuseppe Chiatto Differenziata, Aversa bocciata. Niente contributi! “S oldi per la differenziata. Distribuiti oltre un milione e trecentomila euro per quarantasei Comuni. Tredici comuni con popolazione superiore a diecimila La differenziata ad Aversa non premia abitanti hanno ottenuto 58.000,00 euro cadauno”. L’articolo riportava l’elenco dei tredici Comuni con popolazione superiore a diecimila abitanti che hanno ottenuto il contributo. Si tratta di Lusciano, Villa Literno, Casagiove, 8 San Marcellino, Mondragone, Parete, Casaluce, San Nicola la Strada, Casal di Principe, Santa Maria a Vico, Macerata Campania, Trentola Ducenta e San Felice a Cancello. A questo punto, visto che la nostra amministrazione si vanta tanto della buona riuscita della raccolta differenziata ad Aversa, mi sarei aspettavo di trovare tra i Comuni premiati anche la nostra città. Invece, ecco che tra l’elenco dei “progetti bocciati” figurava Piedimonte Matese, Castelvolturno e Aversa. Chiaramente, come si leggeva nell’articolo, non è che 58.000,00 euro cambino la vita economica di un Comune, ma sono comunque soldi buttati via. Incompetenza? Mancanza di riflessione? Lassismo? Non si sa, ma sta di fatto che quello che ho scritto più volte sulle pagine di questo giornale è la verità. Nonostante un contratto costosissimo che il Comune di Aversa paga alla ditta Senesi si ottengono risultati scadenti, come l’insufficiente raccolta differenziata e lo scarso servizio di ramazza. Qualcuno sottolinea che al momento non esiste un Assessore all’Ambiente, ed è vero, ma visto i deludenti risultati degli ultimi due assessori che hanno ricoperto l’incarico, è molto meglio che un assessore con le identiche capacità dei precedenti non ci sia per niente, perlomeno l’Amministrazione risparmia qualche stipendio. Intanto, si vocifera (notizie di un “pessimo” consigliere comunale) che la raccolta differenziata ad Aversa si attesta intorno al 53 per cento. Come vede caro “pessimo” consigliere comunale, è inutile bearsi: la Finanziaria 2007 Legge 296/2006 prevedeva che entro dicembre 2011 si doveva raggiungere il 60 per cento di raccolta differenziata, e addirittura il 65 per cento entro il 31 dicembre 2012, come recita l’art. 205 D.L. 152/06. Nella cosiddetta «Terra dei Fuochi» si dovrebbe prestare più attenzione alla raccolta differenziata e soprattutto essere documentati e competenti nella specifica materia. Qualcuno ha scritto che l’acqua di Trentola non cuoce i fagioli. Non è il caso di offendersi: non è colpa dei cittadini aversani se la vostra acqua non cuoce i fagioli. AVERSA Deceduto il titolare del gestore dell’impianto luci della struttura che ora potrebbe restare al ...buio! Diamo ...energia al Cimitero Nel 2009 scrivemmo che l’anziano gestore doveva andare in pensione. Ora è deceduto. Il servizio elettrico garantito solo dai dipendenti della ditta che non c’è più e che lavorano da ...volontari! Antonio Arduino «I l titolare della ditta va in pensione e il cimitero cittadino può restare al buio. Sarebbe questa la conseguenza della decisione di “pensionarsi” presa dal gestore dell’impianto che dà energia elettrica alle lampade votive presenti in congreghe, cappelle, nicchie del complesso. Stando a quanto affermato degli addetti ai lavori, nel settembre di un anno fa, l’ultra ottantenne responsabile della società avrebbe comunicato all’ente locale la decisione di chiudere i battenti per “raggiunti” e ampiamente superati limiti di età, annunciando la volontà di lasciare a fine anno. Considerando i tempi tecnici necessari per provvedere alla sostituzione della gestione, i responsabili comunali del settore avrebbero chiesto al “pensionando” di sospendere la decisione per dodici mesi, così da affrontare e risolvere la questione, anche in attesa di risolvere l’altra più importante questione, quella di rifare l’intero impianto elettrico cimiteriale da mettere a norma grazie ad un più volte annunciato project financing che ne permetterebbe il rinnovo a costo zero per le casse municipali. C’è il rischio che si spengano, dunque, le luci del cimitero?». Scrivevamo così a fine anno 2009 chiedendo lumi, è proprio il caso di dire, ai responsabili comunali del settore che affermavano: “Sicuramente provvederemo. Non sappiamo ancora come, ma provvederemo a garantire il servizio. Non è pensabile che si lascino al buio i defunti”. Siamo a febbraio 2014 le cose vanno anche peggio. L’anziano titolare delle ditta purtroppo non c’è più, è deceduto, nessuno della sua famiglia sembra interessato a continuare l’impegno e non c’è stato alcun project financing perché l’alto costo dell’opera, valutato nel 2009 vicino ai circa 3 milioni di euro, il lungo tempo necessario al rientro del capitale impegnato e gli scarsi guadagni avrebbe La chiesa madre scoraggiato le ditte a partecipare alla gara, così c’è rischio concreto che i loculi del cimitero restino al buio. Certo, ad oggi, non è ancora successo perché ai guasti, verificatisi anche nelle scorse settimane, hanno messo una pezza i dipendenti della ditta che non c’è più ma che comunque lavorano da volontari, senza stipendio. Un modo di operare che chi ha una famiglia da mantenere non può accettare per tempi lunghi. 9 L’INTERVISTA Abbiamo incontrato il Sindaco di Aversa, Giuseppe Sagliocco «Vorrei essere ricordato per la mia testa dura» «Secondo me gli Aversani si sono fatti l’idea di un Sindaco determinato e questo mi fa piacere. Spero ovviamente che non sia soltanto questo, mi farebbe piacere vedermi riconociuta anche una sostanziale capacità di affrontare i problemi» Nicola De Chiara L 10 o abbiamo incontrato nella sua stanza sul Comune normanno il Sindaco di Aversa. Un incontro dal clima cordiale che ha partorito un’intervista a tutto campo dalla quale viene fuori un Giuseppe Sagliocco più che mai determinato a proseguire la sua esperienza di Sindaco e che lancia anche significativi segnali. In questi venti mesi alla guida della città di Aversa, con tutti gli sforzi, i sacrifici, le critiche che questo ha comportato, ha mai pensato ma chi me lo ha fatto fare? Non l’ho mai pensato. Il grande onore di essere stato eletto Sindaco mi conforta e mi dà la forza per andare avanti. Anzi le dico subito che, rispetto all’incompatibilità tra i ruoli di Sindaco e di consigliere regionale, ho già scelto: rimarrò Sindaco di Aversa. Qual è la critica che maggiormente l’ha ferita? Quella rispetto alla mancata programmazione. C’è qualche ex consigliere di maggioranza che non avrebbe voluto assolutamente perdere? Sicuramente. Ci sono rapporti di tipo personale guastati un po’ dalle incomprensioni un po’ forse anche dal mio modo di fare che sarei pronto a recuperare. Dico Paolo Galluccio ma anche Gino Della Valle, che ha una condizione di veracità che a me piace. C’è qualcosa di questo primo scorcio di consiliatura che non rifarebbe? Io rifarei esattamente tutto quello che ho fatto. Avrei potuto certamente fare meglio, agire talvolta con maggiore accortezza, ma rifarei sostanzialmente tutto. Giuseppe Sagliocco è stato intervistato da NerosuBianco Secondo lei i cittadini di Aversa che idea si sono fatti di Sagliocco Sindaco? Secondo me si sono fatti l’idea di un Sindaco determinato e questo mi fa piacere. Spero ovviamente che non sia soltanto questo, mi farebbe piacere vedermi riconociuta una sostanziale capacità di affrontare i problemi. Di cosa va particolarmente soddisfatto come Sindaco di Aversa? Vado soddisfatto, innanzitutto, di come abbiamo saputo, ovviamente grazie agli ottimi collaboratori su cui ho potuto contare, tenere sotto controllo il bilancio con lo straordinario gap da recuperare, il passaggio dai dieci milioni e seicentomila euro del 2012 rimessi dallo Stato ai poco più di quattro del 2013. Del suo predecessore Ciaramella cosa vorrebbe avere? Di Ciaramella vorrei avere tanto anche se non tutto per la verità. E cosa invece assolutamente non sopporterebbe? Di aver messo in campo l’idea della mediazione estrema, estenuante, faticosa che probabilmente non lo ha gratificato nemmeno per i risultati che ha prodotto. Secondo alcuni consiglieri della sua maggioranza la richiesta di un Consiglio comunale sulla questione di piazza Crispi da parte di consiglieri di opposizione è stata pretestuosa. Ma non sarebbe stato più trasparente tenerlo questo Consiglio anziché lasciare dei dubbi in sospeso? La mancanza di trasparenza sta esattamente nella proposizione di un Consiglio comunale su questa materia, che denota poca onestà intellettuale da parte dei proponenti. Perché questo argomento è stato sviscerato in tutte le articolazioni. Io non avrei saputo fare per piazza Crispi meglio di quello che ho fatto e per casa mia. I Cesaro stanno ritornando alla carica per l’ex Texas. Quale destinazione vede il Sindaco per quell’area? L’INTERVISTA La destinazione della ex Texas è ancorata a quanto scritto nel Piano Regolatore di Vittorini, vale a dire la concertazione con i privati. Certamente non vedo residenziale, vedo servizi, infrastrutture. Nel Piano Regolatore è scritta un’idea di insieme che metterebbe tutti d’accordo e cioè la cessione di aree al Comune, di infrastrutture realizzate. In compensazione si potrebbe immaginare di dare terziario e servizi anche agli imprenditori. Non si è ben capito se Sagliocco abbia aderito o meno al Nuovo Centrodestra. Ci può chiarire le idee? Ho aderito anche al gruppo consiliare regionale del Nuovo Centrodestra. Zone Franche ad Aversa, Pollini l’accusa di aver snobbato le associazioni OLIVA Rendi unici i tuoi momenti speciali con i piccoli e deliziosi e artigianali Un’intervista a tutto campo dalla quale viene fuori una fascia tricolore più che mai determinata a proseguire la sua esperienza di Sindaco. Sagliocco risponde su tutto: maggioranza, piazza Crispi, ex Texas e... Ciaramella dei commercianti. Cosa risponde? Il coinvolgimento delle associazioni, secondo me, dobbiamo ancora definire, con le associazioni stesse, cosa significhi. Il lavoro di portare ad Aversa il finanziamento lo abbiamo fatto. E di questo non avevamo bisogno di confrontarci con Pollini. Il punto è che abbiamo avuto finanziato un progetto partito nel 2008. Ora, se Pollini ha partecipato ai lavori del 2008, dovrebbe lui spiegare i termini di quel progetto che noi stiamo tentando di recuperare in tutti i modi anche rispetto a problematiche nate col progetto stesso. Faccio un esempio, facendo riferimento alle zone censuarie della città, una scelta della vecchia amministrazione che non abbiamo potuto modificare in corso d’opera, c’è una parte di via Roma che è ammessa ai finanziamenti ed una parte no, e diverse strade si trovano in queste condizioni. Come lo risolviamo questo problema e come lo spieghiamo ai commercianti? continua 11 OLIVA Aversa, viale Kennedy 82 - via del Seggio 108 tel. 0818901003 - www.olivacioccolato.it L’INTERVISTA 12 E’ meglio, allora, non fare polemiche. I deputati del Movimento Cinque Stelle vogliono equiparare i reati ambientali a quelli di mafia. E’ d’accordo? Noi abbiamo fatto qualcosa in più dei Cinque Stelle. In tempi non sospetti abbiamo parlato di reato ambientale, abbiamo inviato in Procura un documento dettagliatissimo che chiamammo la mappa della vergogna. Questi sono fatti non chiacchiere. E’ vero che Elia Barbato ha minacciato le dimissioni da assessore ai lavori pubblici a fronte della sua idea di asfaltare via Roma? L’assessore Barbato è talmente saggio che non minaccerebbe mai le dimissioni, le darebbe e basta. Lei assieme ad altri Sindaci ha scritto al prefetto Pagano per protestare contro la lentezza della Stazione Unica Appaltante. Secondo lei sono solo inconvenienti tecnico-amministrativi o c’è qualcosa sotto? No, si tratta di disorganizzazione della struttura. Si tratta di ritardi incompatibili con la programmazione di opere pubbliche di un Comune. Per noi è una situazione insostenibile. Dopo un anno e mezzo stiamo ancora aspettando di conoscere formalmente il nome della ditta che dovrà gestire la mensa scolastica. Ma questo è solo un esempio di tanti che potrei farle. Dica la verità: ha paura di nominare i sostituti degli assessori dimissionari per non rischiare di perdere la già stringata maggioranza? Non è vero. Noi abbiamo più posti di assessori disponibili che richieste. Movida, ha mai pensato di proporre al Consiglio comunale l’adozione di un apposito regolamento, per disciplinare tutto quello che non va? Un regolamento sarebbe qualcosa di aggiuntivo. Per la movida abbiamo già fatto uno sforzo straordinario, con l’ordinanza della chiusura alle 2,00 e la musica fino a mezzanotte. Il problema di fondo non sono le norme, che ci sono, ma preordinare tutti quegli organismi preposti al controllo, Vigili Urbani, Arpac e via dicendo. Lo scontro che ha avuto con una vecchia volpe della politica come Peppe Stabile, nell’ultimo Consiglio comunale, non può significare che davvero lei rischia di tornare a casa in netto anticipo? Non penso proprio, perché lo scontro con Peppe è di tutti i giorni considerato il suo ed il mio carattere. Ma posso garantire che è uno scontro sul piano di visioni comuni, ci differenziamo alcune volte sul metodo. Ma forse in Consiglio è il caso di evitare che accadano queste cose. Le opposizioni hanno gridato allo scandalo per l’ennesima proroga che lei ha voluto dare alla cooperativa dei parcheggiatori per il servizio della sosta a pagamento. Ma lo sa che i grattini ad Aversa non li mette quasi più nessuno da quando sono scomparse le cosiddette “multine”? Io faccio un ragionamento. Alla fine, in un anno, noi recuperiamo quasi trecentomila euro netti per le casse del Comune, la gente paga di meno, i lavoratori sono pagati. Abbiamo aggiunto il controllo dei Vigili Urbani ed infatti piazza Municipio la vedo già meno intasata di macchine. E’ un sistema che va perfezionato ma credo che sia un buon sistema. Vigili urbani, ma Guarino le sta davvero così antipatico? No, Guarino non mi è antipatico anzi mi è simpaticissimo. Solo che dovrebbe recuperare una condizione di maggiore interazione con l’Amministrazione comunale. E nel rapporto con il corpo dei Vigili vorrei un comandante forte, deciso, determinato. Ad Aversa è arrivato il Tribunale, come stanno andando le cose? Stanno andando bene. E’ una struttura tra le più belle d’Italia. Naturalmente la nostra capacità dev’essere quella di garantire strutture e servizi a corredo non del tribunale di oggi ma di quello che sarà tra qualche anno. Cultura. Più volte lei ci ha tenuto a sottolineare la storica peculiarità di Aversa come città della musica per aver dato i natali a Cimarosa. Quest’anno, a settembre precisamente, cadono i trecento anni della nascita di Niccolò Jommelli. Ha mai pensato di chiedere al cardinale Sepe la restituzione dei resti di Jommelli che sono abbandonati nella chiesa di Sant’Agostino alla Zecca di Napoli dal terremoto del 1980? A questo non avevo pensato, ma è un Giuseppe Sagliocco suggerimento che faccio mio. Sulle celebrazioni Jommelliane abbiamo lavorato e speriamo di averne presto riscontro. In Regione abbiamo presentato due progetti nell’ambito delle misure Por, uno dei quali riguarda il nostro celebre musicista Niccolò Jommelli. A fine mese vedremo se i fondi ci sono stati concessi. Per le prossime elezioni ha più paura dell’ondata Renzi o della conferma del Movimento Cinque Stelle? Guardi, io ho paura della politica che ha preso una deriva che non mi piace. Lei ha recentemente detto «Purtroppo l’equilibrio che regge la vita di questa città è basato sul non dover fare nulla”. Cosa ha inteso dire? Mi riferivo a piazza Crispi. Talvolta si preferisce far marcire le cose e non risolvere i problemi. Pensa di più ad un nuovo mandato in Regione o alla sindacatura bis? L’ho detto dal palco in campagna elettorale: penso a cinque anni e a due anni e mezzo una verifica. Non ho cambiato idea. Per cosa vorrebbe che fosse ricordato dagli aversani? Per la testa dura. Si faccia, per chiudere, una domanda e si dia una risposta. Qual è la città che vogliamo? Questa è la domanda che ci dobbiamo fare tutti. La mia risposta a questa domanda è che bisogna avere la testa dura per arrivare a degli obiettivi. o t u a a u t a l e r a m a t Rot e il c a f i s o c o t ta s i a m ’ e n no RITIRO A DOMICILIO GRATIS IMPATTO AMBIENTE ZERO GRATIS E SENZA SPESE Autodemolizioni Zona A.S.I. CARINARO CE - TEL.: 081 503 36 54 www.AUTODEMOLIZIONIMARINO.IT info@autodemolizionimarino.it IL COMMENTO Come il vecchio “piccolo Naviglio”, “c’era una volta e adesso non c’è più” C’era una volta ad Aversa il Popolo della Libertà Era un partito-corazzata che faceva il bello e il cattivo tempo. Un partito che ha espresso il Sindaco per dodici lunghi anni. Una compagine politica che per un ventennio ha espresso uno e anche due parlamentari aversani «a origine controllata». Ed ora? Nicola Rosselli C 14 ’era una volta ad Aversa il Pdl, partito – corazzata che faceva il bello e il cattivo tempo. Che esprimeva il sindaco per 10 lunghi anni, per un ventennio ha espresso uno e anche due parlamentari aversani doc. Appunto, c’era una volta, perché come il vecchio “piccolo Naviglio”, “c’era una volta e adesso non c’è più”. E non è che non ci sia più sol perché ha cambiato denominazione da Pdl a Forza Italia.2. Oggi abbiamo un partitino di due consiglieri comunali, nonostante fosse uscito dalle elezioni amministrative con sette consiglieri oltre ad un ottavo saltato sul carro del vincitore il giorno dopo la conclusione dello scrutinio elettorale. E chi è stato a provocare tutto questo? L’insipidezza e l’incapacità della dirigenza locale? No, non lo crediamo, anche perché era ed è la stessa del ventennio precedente, ricco di soddisfazioni. Artefice di questo capolavoro di annientamento, scientifico e consapevole, il sindaco Sagliocco, che pure al Pdl era approdato (dopo aver cambiato una decina di casacche politiche). La persona alla quale il vecchio gruppo dirigente del Pdl aveva dichiarato guerra, tanto da non farlo eleggere in consiglio regionale (giunse primo dei non eletti, proprio per i voti perduti ad Aversa). Un episodio che il “buon” Sagliocco ha legato al dito e al momento opportuno si è tolto il classico sassolino dalla scarpa. Ed ha potuto farlo anche grazie all’unico errore che ha commesso la dirigenza locale del Pdl: offrire a Sagliocco, oramai dichiaratamente anti Pdl già nel 2011, quando aveva aderito al nascente movimento finiano per poi accarezzare Mario Tozzi il presidente Udc dell’amministrazione provinciale Zinzi, non prima di aver dichiarato una sorta di guerra santa contro l’amministrazione guidata da Ciaramella grazie alla presenza in consiglio di quattro o cinque consiglieri comunali a lui vicini. La dirigenza del Pdl gli ha servito su un piatto d’argento la carica di sindaco, sottomettendosi di fatto a lui e calpestando i tanti che all’interno del Pdl anelavano a quella poltrona (Orabona, Barbato, Tozzi, dello Vicario), per non parlare di un accordo antesignano delle larghe intese che poteva avere quale candidato unico Alberto Coppola. Sagliocco, continuando nel suo intento, anche grazie alla sponda offerta dal portavoce cittadino azzurro Golia, ha, dapprima, fatto in modo che fossero messi da parte i tre ex An (dello Vicario, Galluccio e della Valle) e poi ha attirato a sé tre globe-trotter della politica locale: di Grazia, della Vecchia e Costanzo. I tre, tutti senza un’appartenenza politica solida alle spalle, sono, oggi, sebbene interni a Fi.2, fedelissimi del primo cit- tadino, presenti tra i berlusconiani solo per consentire a Sagliocco, attraverso loro, di controllare il partito azzurro, del quale costituiscono la maggioranza del gruppo consiliare, pronti a comportarsi come il loro padrino politico ordinerà. Luciano Luciano è praticamente solo, mentre Mario Tozzi, tradito dal proprio punto di riferimento, politico, Ciaramella, sta cercando di capire quale via d’uscita da questo tunnel imboccare. E, a proposito di Ciaramella. Il nostro Mimmo cittadino ha sbagliato nell’essere poco politico e nel fidarsi delle promesse altrui. Quando vide, all’epoca, il nome di Sagliocco (suo nemico giurato, tanto da averlo addirittura querelato) quale possibile candidato a sindaco del centro destra, avrebbe dovuto dare di matto pur di non consentirlo. Ma stette zitto, così come, inspiegabilmente, sta continuando a tenere la bocca chiusa nonostante il suo successore non perda occasione per lanciargli contro i suoi strali sulle presunte carenze della precedente amministrazione. L’EVENTO Il 19 marzo di vent’anni fa veniva ammazzato don Peppe Diana. Spinillo presenta le celebrazioni «Venti di... speranza, venti di... cambiamento...» Questa la scritta che si leggeva sul maxi schermo alle spalle del tavolo dei relatori in occasione della conferenza stampa indetta dal Vescovo Spinillo per annunciare il programma delle celebrazioni per i vent’anni dall’uccisione di don Peppe Diana Geppino De Angelis “V 16 erso il 19 marzo 2014: venti di …speranza, venti di …cambiamento”, questa la scritta notevolmente emblematica che si leggeva sul maxi schermo che campeggiava alle spalle del tavolo dei relatori nel salone della Curia Vescovile di Aversa, in occasione della riuscitissima conferenza stampa indetta dal Vescovo di Aversa, mons. Angelo Spinillo per annunciare il programma delle celebrazioni per i venti anni dall’uccisione di don Peppe Diana, ennesima vittima innocente della camorra. Al tavolo dei relatori, insieme a mons. Spinillo, don Carlo Villano, responsabile dell’Ufficio delle Comunicazioni Sociali della Curia; Gianni Solino, coordinatore provinciale di “Libera”; Valerio Taglione, coordinatore del Comitato “Don Peppe Diana”; Michele Martino del Comitato regionale dell’Agesci; Anna Napolano, della Comunità “Sant’Egidio” e Franca Di Matteo dell’Unitalsi, ovvero le varie associazioni che, in stretta collaborazione, hanno redatto il programma delle celebrazioni. Dopo la presentazione di don Carlo Villano, che ha messo in risalto come uniti si possa combattere con esito positivo la camorra, mons. Spinillo, nell’annunciare il nutrito programma ha detto, tra l’altro: “Un programma che è il risultato di un lavoro intenso fatto di dialogo tra associazioni, diocesi, gruppi e movimenti, una sintesi tra le varie anime di una realtà che hanno mostrato particolare attenzione al messaggio, sensibilità alla vita del territorio. Questo messaggio ha permesso lo sviluppo e la crescita di una partecipazione critica nei confronti di un sistema di vita sociale Don Peppe Diana La fiction «Per amore del mio popolo» verrà mandata in onda dalla Rai tra il 18 e il 20 marzo. Protagonista l’attore Alessandro Preziosi nel ruolo di don Peppe. che, spesso, ha subito passivamente, in maniera rassegnata. Credo che questi ultimi venti anni debbano essere celebrati come memoria e speranza affinché si trasformi in un annunzio e profezia di una vita feconda di bene per la gente. Il carattere del sacrificio tende santa la vita e la storia dell’umanità così come il dono di vita fa crescere la vita”. Tutti gli altri relatori, nel porre in evidenza sotto molteplici aspetti la fulgida figura di un martire come don Peppe Diana, hanno ribadito il concetto della necessità di agire in comunione e simbiosi per comunicare a tutti il messaggio che si può costruire ed operare positivamente solo stando tutti uniti, oltre a focalizzare il principio che il comune denominatore delle numerose iniziative è il vento della novità e del cambiamento, resi possibili anche grazie alla presenza di tanti giovani portatori di esperienza diverse, rispondendo all’appello di donna Iolanda, mamma di don Peppe, con una presenza di impegno e di gioia per onorare degnamente il don Peppe educatore. Interessanti gli intervento del nostro amico e collega Vito Faenza e dell’ex sindaco di Casal di principe Renato Natale circa l’iniziativa di far partire una proposta per la beatificazione di don Peppe e per chiedere il patrocinio del presidente della Repubblica Napolitano sulle celebrazioni che comprendono, tra l’altro, una mostra delle foto più belle degli ultimi venti anni, la pubblicazione di tre testi di don Peppe, un annullo filatelico, veglia di preghiera in tutte le parrocchie della Diocesi, un Convegno nazionale con l’intervento dell’on. Andrea Riccardi, un ritiro spirituale di tutto il clero diocesano col cardinale Sepe, la marcia del 19 marzo con concerto, il premio letterario “Don Peppe Diana” giunto alla sesta edizione, la giornata dell’ammalato organizzata dall’Unitalsi, mentre vivissima attesa regna negli ambienti non solo diocesani ma anche nazionali per la fiction “Per amore del mio popolo” che verrà mandata in onda dalla Rai tra il 18 e il 20 marzo, con la partecipazione dell’attore Alessandro Preziosi nel ruolo di don Peppe. AVERSA De Cristofaro: «Il PUC non può essere redatto nelle chiuse stanze del potere» Piano Urbano Comunale, poche idee e confuse Il presidente dell’Ordine degli Architetti non le manda a dire: «Ben venga la consulenza dell’Università, ma non andiamo oltre». E l’assessore all’Urbanistica Migliaccio parla trionfalmente della proroga di diciotto mesi che consentirà di «disegnare l’Aversa del futuro» Nicola Rosselli «P 18 er un certo periodo abbiamo pensato che l’amministrazione avesse messo in campo l’iter opportuno per la redazione del Puc, ma noto che così non è stato e a salvare Aversa ci ha pensato la proroga. Ma, sull’argomento ora voglio dire a chiare lettere: si scordassero di darlo all’università o a chi non ne ha le capacità ed anche se formalmente lo volessero affidare all’ufficio tecnico comunale per poi farlo redigere di fatto dall’università siamo contrari. Ben venga la consulenza dell’ateneo, ma non oltre. Sarebbe auspicabile un bando. Anche per piazza Marconi, del cui rifacimento si discute Enrico De Cristofaro AVERSA da oltre un anno senza che si sia prodotto nulla, sarebbe auspicabile un concorso internazionale». A parlare non un “talebano” dell’opposizione, ma il presidente dell’ordine degli architetti di Caserta, l’aversano Enrico De Cristofaro che, per sgomberare il campo da equivoci, sottolinea anche che sino ad ora si è stati silenti perché si attendeva di conoscere le scelte, ma che ora, vista la situazione, da rappresentante di un ordine professionale interessato e non certamente per motivi politici, non può esimersi da queste dichiarazioni. Dichiarazioni che, ancora una volta, portano alla ribalta la questione urbanistica, le scelte per disegnare l’Aversa del futuro. Insomma, svelare finalmente quell’idea di città che l’attuale amministrazione da, oramai, due anni non ha fatto conoscere agli aversani. Il motto di questa coalizione per quanto riguarda l’urbanistica potrebbe riassumersi nel noto detto “poche idee, ma confuse”. Infatti, sino ad oggi quello che è mancata è stata proprio la programmazione, soprattutto in questo delicato settore e ci sorprendono le dichiarazioni dell’assessore all’urbanistica Ninì Migliaccio, rilasciate ad un quotidiano, quando afferma Forse Migliaccio dimentica che il Puc doveva essere pronto per gennaio e che l’Aversa del futuro doveva essere ben chiara sin dalla campagna elettorale Ninì Migliaccio che la proroga di 18 mesi consentiva di disegnare l’Aversa del futuro. Forse il collega giornalista che lo intervistava ha dimenticato, insieme a Migliaccio, che il Puc doveva essere pronto per gennaio, che questa decantata Aversa del futuro doveva essere ben chiara sin dalla campagna elettorale dove pure ci sarà stato un programma di questa armata Brancaleone ridotta oramai ai minimi termini. Invece, ora ci ritroviamo, solo grazie alla proroga nuovamente in mano questa patata bollente e se ne parla solo perché si sono registrate le dichiarazioni del presidente dell’Ordine degli Architetti. Aversa, la nostra città, in questo momento storico, dopo mille anni di storia, ha bisogno di una svolta, di capire quale deve essere il proprio ruolo in questo millennio. Il tribunale potrà portare nuova linfa, ma solo se ben armonizzato nel contesto cittadino. Bisogna mettere, poi, in campo, scelte moderne per quanto riguarda l’utilizzo dei grossi contenitori cittadini dal complesso del Carmine a quello di San Domenico, senza dimenticare il vero e proprio giacimento urbanistico rappresentato dal riutilizzo serio e concreto dell’ex ospedale psichiatrico della Maddalena e di quello giudiziario “Filippo Saporito”, in via di dismissione. Il loro utilizzo, la loro apertura ad Aversa e agli aversani potrà effettivamente cambiare il volto della città. 19 Da Casaluce e da Teverola finora solo palliativi! Se otto anni vi sembran pochi... Poche centinaia di metri disseminati di buche impediscono ad un ragazzo non normo dotato di uscire di casa... Vito Faenza P 20 er costruire le “Petronas twin towers”, ci hanno messo tre anni, dal 1995 al 1998. E sono due torri gemelle alte 452 metri progettate dall’architetto argentino Cesar Pelli. A Kuala Lampur sono diventate un simbolo. Per rifare il manto ad una strada di poche centinaia di metri invece, si è in attesa da otto anni. Storie di normale indifferenza delle nostre amministrazioni: solo che quelle buche di questa strada (via Cupa a Teverola) che è divisa a metà fra il Comune di Teverola e quello di Casaluce impediscono ad un bambino celebroleso di poter uscire con il suo carrozzino e di poter godere di una passeggiata. Non solo: quella strada, nella quale ogni tanto tentano qualche rappezzo che regolarmente dopo un paio di giorni salta, è diventato uno sversatoio di immondizia dove regolarmente qualche “buon cittadino incivile” scarica i propri rifiuti e talvolta li incendia pure. Così Luigi, un ragazzo che ha avuto una lesione celebrale al momento del parto e che viene accudito amorevolmente dai genitori, non ha la possibilità di uscire dalla propria abitazione con la sua badante per fare una piccola passeggiata. Condannato a rimanere in casa dalla insensibilità di chi provvede (ma solo dopo denunce, esposti) con interventi parziali, con rattoppi che si dissolvono in poche ore. Salvatore Fabozzi, il padre di Luigi, lotta da otto anni per avere per suo figlio quello che è un diritto di tutti (e lo è ancor più per chi non è normodotato), vale a dire la possibilità di uscire dalla propria abitazione, fare una passeggiata con il suo carrozzino, rimanere all’aria aperta. Non esistono La strada della vergogna giustificazioni alla situazione. Se in Malesia due grattacieli sono stati costruiti in tre anni, non si capisce perché in otto non si riesce a rifare (per bene) il manto ad una strada a metà tra due comuni, non si riesce a controllare lo sversamento di rifiuti, che quando sono incendiati rendono l’aria irrespirabile. Siamo pronti a sentire le solite giustificazioni: la finanza locale, le risorse e così via. Ma in altre realtà in comuni più piccoli di Teverola e Casaluce, non si devono attendere otto anni per rifare (bene) il manto stradale. Non si devono attendere otto anni per permettere a un ragazzo non normodotato di uscire di casa. E principalmente un cittadino non deve chiedere aiuto alla stampa per ottenere un suo diritto. Per questo da questa domenica conteremo i giorni che trascorrono e smetteremo di contare quando sarà rifatta bene la strada. Trafficata come le altre, abbandonata più delle altre Via Cirigliano, una strada da rally T di continuità per la prerafficata come le senza di rifiuti depositati altre, abbandonalungo il ciglio stradale, ta più delle altre. ma presenta così tante E’ via Cirigliano utilizbuche da rappresentare zata da moltissimi autouna vera trappola per mobilisti per superare gli chi va in automobile, ingorghi che si verificano in moto o in bicicletta e su quest’ultima a causa naturalmente, per i pochi della presenza di numesventurati che sono rosi esercizi commerciali costretti a percorrerla a che attirano una gran Aversa, via Cirigliano piedi. Una trappola che folla di compratori che, se di giorno può produrper raggiungerli, fanno re danni illimitati percorrendo un’arteria uso necessariamente della automobile. con attenzione, a velocità contenuta e Per chi ha interesse a superare l’ostacolo via Cirigliano è utilissima, ma tenendo gli occhi sbarrati, all’imbrunire, per lo stato di abbandono in cui versa di sera e quando piove rappresenta un è pericolosissima. Non solo sembra pericolo mortale per l’assenza totale di essere una discarica senza soluzione illuminazione e l’impossibilità di vedere le buche prima di finirci dentro. Niente da dire se parlassimo di un viottolo di campagna, ma via Cirigliano è un’arteria che può essere definita urbana per la presenza di numerose unità abitative, parchi residenziali, attività commerciale, uffici professionali, cosicché decine di cittadini pagano all’ente comunale tasse tributi che dovrebbero essere utilizzati per la regolare rimozione dei rifiuti, lo spazzamento la sistemazione del manto stradale e perché no per garantire un regolare impianto di illuminazione pubblica praticamente assente anche nelle zone intensamente popolate dell’arteria.Da qui l’obbligo di curarla così come avviene per le altre strade della città. Antonio Arduino Umanità dove sei? M esi fa i vigili urbani di Aversa fecero irruzione nello storico Palazzo Orineti, ex Pime per sgombrare un dormitorio per extracomunitari. Un uomo fu fermato e portato al Comando della Polizia Municipale, dove furono avviate le procedure per l’identificazione e la successiva espulsione. Nel corso della seguente ispezione le forze dell’ordine appurarono che, una volta divelto il lucchetto del portone dello storico palazzo, chiuso da anni, gli extracomunitari erano entrati nella struttura riempiendo le stanze del piano terra di giacigli fatti solo di materassi, con comodini improvvisati, così come le misere cucine arrangiate alla meglio con fornelletti elettrici privi dei minimi requisiti di sicurezza. L’accampamento dava riparo a oltre dieci migranti. Dopo qualche giorno gli ingressi del palazzo storico furono murati in modo che nessuno potesse più accedere allo stabile, con somma soddisfazione di tanti… troppi aversani. A questo punto una riflessione è d’obbligo. Premesso che il rispetto delle leggi è sacrosanto, anche stabilire condizioni di vita accettabili per ogni essere umano, è cosa altrettanto sacrosanta. Visto l’accaduto, però, mi chiedo e vi chiedo: la nostra umanità, dove cavolo è andata a finire? Immaginate per un attimo di essere voi al posto di quei tanti sventurati che dall’Africa, a rischio della vita, s’imbarcano su di un gommone per andare a vivere nel magico e rutilante mondo occidentale. Un mondo che hanno visto dai televisori in bianco e nero, a casa di qualche vicino o nelle vetrine dei rari negozi di elettronica della capitale del loro paese… un mondo in cui si vede la famiglia del Mulino Bianco fare colazione con fette biscottate e marmellata, le donne seminude sculettare in tv, gli uomini che si radono con rasoi a cinque o sei lame… un mondo dove si mangia cinque o sei volte il giorno e dove si fanno gli spuntini perché “non ci Aversa, palazzo Orineti Premesso che il rispetto delle leggi è sacrosanto, anche stabilire condizioni di vita accettabili per ogni essere umano, è cosa altrettanto sacrosanta! vedo più dalla fame”… una favola, un paradiso terrestre dove non si vede l’ora di arrivare… Poi si arriva. E ancora prima di scendere dal barcone o di essere gettato a mare dagli scafisti, ci si rende conto di aver sbagliato. Ma quale favola ma quale paradiso. Un mondo di lupi famelici. Siamo diventati gente senza cuore. Una nazione dove vivono i pensionati disperati quasi quanto i migranti e i burocrati di Stato pagati 90.000 euro il mese… Un paese dove alcune categorie di persone non hanno il diritto di vivere, ma solo di morire. Una Nazione che si dice abitata da cattolici, dove le immagini di Gesù (quel Gesù che tutti i musulmani non fanatici rispettano) spesso si vedono appiccicate perfino nei fanali delle auto. La nazione che ospita il Papa, quel Papa buono venuto dal sud dell’America. Una Nazione che, invece, ti manda addosso le forze dell’ordine perché cerchi di sopravvivere in un tugurio, in condizioni dieci volte peggiori di quelle della tua povera ma pulita casetta in Africa. Che razza di umanità hanno gli italiani d’oggi? Eppure anche i loro nonni sono stati migranti… forse anche i loro figli lo saranno (o già lo sono?). E allora l’unica cosa che suggerisco a questi fratelli venuti dall’Africa è di scappare via da questo inferno. Il problema è che occorrono tanti, troppi soldi. Forse è meglio farsi arrestare. Meglio non opporre resistenza. Finire in una cella insieme agli altri sventurati siriani, albanesi, rumeni, potrebbe essere una soluzione. Si lo so, si sta stretti come sardine e non si “gode” più dei “benefici della libertà”, ma almeno si mangia tutti i giorni. Si può vedere la tv e d’inverno non si muore di freddo, perché a stare in dieci in una cella di otto metri quadrati sembra di vivere in un bagno turco… ma soprattutto, quando si è stanchi di tutto quest’orrore, ci si può prendere la più grande delle rivincite sulla vita: mettersi un cappio al collo e… di Geppino De Angelis Traffico e segnaletica, che manicomio! D a tempo immemorabile, ormai, tra le (tante) piaghe che incidono negativamente sulla vivibilità della nostra malcapitata città (a prescindere dal colore e dalla formula dell’amministrazione comunale) un posto di… preminenza spetta senza tema di smentita al traffico, senza che si riesca, ad onta di vari tentativi, a trovare il bandolo della matassa. Si ha l’impressione che, da parte di quanti a vari livelli dovrebbero provvedere a trovare una soluzione definitiva e radicale, si vada a tentoni, sperando che la caccia… al tesoro possa rivelarsi positiva. Ed allora, da sera al mattino, soprattutto nella zona sud Aversa, il povero automobilista s’imbatte in una segnaletica nuova che, oltre a creare disorientamento e rabbia, contribuisce a rendere ancor più caotico il traffico. Ultimo caso in ordine cronologico, almeno per quel che concerne la zona sud perché non sappiamo cosa avvenga in altre zone della città, il divieto d’accesso che settimane addietro era posto all’ingresso di via Michelangelo per chi proviene da via Pastore. Divieto che, dopo pochi giorni, è scomparso (anche se in pratica erano in pochi a rispettarlo) e non è dato sapere se per disposizione di chi di dovere o per iniziativa di qualche residente al quale non andava a genio quel divieto, poi ripristinato ma se questo è l’ ultimo caso in ordine cronologico, è da tempo, ormai, che si ritiene di trovare una soluzione alla caoticità del traffico, modificando la segnaletica. Si dirà, come è stato già detto in passato che la rete stradale di Aversa è quella che è, che gli automezzi in circolazione (tenuto anche conto della migliaia di veicoli che ogni giorno arrivano in città provenienti dai centri limitrofi) sono in numero veramente esorbitante, così come si parlerà dell’ indisciplina, dell’ arroganza di molti utenti (con auto lasciate un po’ dovunque senza rispettare, dove ci sono ovviamente, Il traffico la fa da padrone ad Aversa Dalla sera al mattino il povero automobilista s’imbatte in una segnaletica nuova che contribuisce a rendere ancor più caotico il traffico i divieti di sosta) ma resta l’amara considerazione che anche sotto tale aspetto (congiuntamente a tanti altri) la vivibilità strettamente connessa anche alla viabilità, continua a restare per noi aversani (cittadini, ben s’intende, di Aversa, non della lista “sagliocchiana”) una vera chimera. Noi non siamo tecnici del traffico né addetti ai lavori per cui non possiamo dare suggerimenti o consigli ma certamente qualcosa deve essere fatta perché, in caso contrario, bisognerà dare ragione a quanti affermano “traffico e segnaletica, che manicomio!”. Tempo addietro, non ricordiamo se al tempo della precedente amministrazione o al tempo di quella in carica (che, per tantissimi versi sta facendo notevolmente rimpiangere l’altra verso la quale, tra l’altro, non fummo mai “teneri” come dimostra la collezione dei nostri articoli) si parlò dell’avvento di un mobility manager. Pare che non se ne sia più parlato né, per la verità, è da prevedersi se sia in grado di risolvere il problema ma se può essere un rimedio concreto che venga pure questo mobility manager, mentre sarebbe opportuno che le modifiche alla segnaletica siano fatte esclusivamente nell’interesse dell’utenza e non per fare il classico piacere a questo o a quello. Chiudiamo queste note nell’evidenziare un fatto veramente anomalo e del quale abbiamo anche parlato con l’amico assessore Elia Barbato: mentre in via Ligabue, un rettilineo di centinaia di metri, a prescindere dall’insufficienza di strisce pedonali, c’è un solo dissuasore di velocità, in un vicoletto di meno di otto, nove metri, adiacente alla chiesa di san Nicola, dove passano pochissime macchine, ci sono ben due dissuasori di velocità. Qualcuno, malignamente, ci ha fatto osservare che nei pressi, qualche anno fa, c’era il comitato elettorale di un ex assessore… di VITO FAENZA Terra dei fuochi, non siamo i primi! H o avuto modo di lino c’è il Museo della Civiltà deliziarmi con Normanna con tanto di sito il “Matrimonio web e iniziativa (cliccare per segreto” di Cimarosa. In credere). Tv grazie alle registrazione Così anche i fondatori della effettuata nell’ottobre del contea di Aversa, istituita nel 2012 al teatro Coccia di 1030, vengono dimenticati, Novara. oppure tirati in ballo quando Davvero deliziosa, con fa comodo, mentre altri agil’orchestra diretta da Carlo scono. Mentre ad Aversa ci si Goldstaein e la regia di impegna, ripeto, in discussioni Marco Castoldi (in arte sterili il Centro di Studi NorMorgan) che ha avuto manni nel 1997 ha acquisito come aiuto regista Mercepersonalità giuridica ed è des Martini. La produzione inserito nell’elenco degli enti è della fondazione del culturali di rilievo nazionale teatro Coccia. e dal 2002 è nell’anagrafe NaMi sarei aspettato dagli zionale delle ricerche”. Infine, attuali gestori della cultura mentre da noi si ciancia in nostrana che lo portassero quel centro dell’Irpinia hanno anche ad Aversa, magari messo in rete l’ Archivio nel teatro Cimarosa, inveNormanno-Svevo, testi e studi ce mi sono accontentato sul mondo euro mediterraneo di vederlo sul canale di dei secoli XI-XIII. Sky dedicato alla musica Basta cliccare per scaricare il classica. La replicheranno pdf e leggere testi di studiosi quest’opera buffa, quindi La maglia dell’Atletico Madrid con la scritta «Terra del fuoco» di valore mondiale. attenti alla programmazioQuindi mi piacerebbe che ne dei canali satellitari. invece di discutere sterilmente Il vecchio sindaco Ciaramella aveva in data della fondazione di Aversa, una su otto anni in più o in meno (che mi sa programma di allestire un festival di questione davvero sterile, visto che gli che è un modo per essere presenti alle musica classica, ma, non so perché, non scavi effettuati, da persona a me cara, celebrazioni. se n’è fatto nulla. nel corso degli anni hanno dimostrato Anticipare la data della fondazione per Così aspetto di vedere un festival che Aversa (o come si chiamava all’epo- festeggiare il millennio garantirebbe dedicato a questo compositore, famoso ca) era attraversata dalla via Campana a quelli avanti negli anni di essere in tutto il mondo, e all’altro aversano, (che collegava Capua a Pozzuoli), che presenti, mentre fra sedici anni chissà Iommelli. c’erano insediamenti preistorici lungo il quanti di noi guarderebbero le celebraSono sicuro che il vecchio Assessore vecchio Clanio e che nella costruzione zioni dal cielo. Non sarebbe meglio fare alla Cultura avrebbe accolto questo della “direttissima” un secolo fa sono iniziative come a Novara, per ricordare invito e che nei suoi programmi aveva state ritrovare anche tombe del V secolo Cimarosa, o ad Ariano Irpino, per i Norin mente di effettuare una iniziativa di a. C. manni? A proposito vi invito ad usare questo genere. Neanche i Normanni, nonostante questo più l’espressione “Terra dei fuochi”. Aspettiamo di vedere cosa farà il nuovo cianciare, sono profeti nella città dalla Infatti la terra dei fuochi, da almeno un responsabile della Cultura, visto che quale sono partiti alla conquista del paio di millenni è l’Azerbaijan che sifinora di iniziative culturali, da parte del meridione: ad Ariano Irpino, dal 1991, gnifica appunta Guardiano dei fuochi o Comune, ne abbiamo viste davvero po- infatti è funzionante il Centro europeo terra dei fuochi. Azer, infatti, in persiache (sono buono perché non ne ricordo di studi normanni e nel castello Nor- no antico si traduce con fuoco e baijan neanche uno). manno nei pressi della villa comunale appunto guardiano o terra. Neanche in Non solo. Mentre ci si accapiglia sulla della cittadina della provincia di Avel- questo siamo arrivati primi. LA POLEMICA L’associazione «Noi Voci di Donne» non ci sta e contrattacca La verità sulla chiusura dello Sportello Antiviolenza La presidente dell’associazione Pina Farina: «Questa è la verità: il Comune di Aversa si è tenuto ben lontano da tutti gli impegni presi, lasciando lo sportello senza linea telefonica, senza pc e senza riscaldamento. Siamo state costrette ad andare via dai comportamenti dell’Amministrazione» Nicola Rosselli E 28 ra diventato un fiore all’occhiello per la città. La collaborazione con le forze dell’ordine, la magistratura e i servizi sociali del comune erano al top, tanto da essere magna pars nell’arresto da parte dei carabinieri di Aversa di un marito violento che picchiava la moglie sotto gli occhi dei figli. Lo stesso sindaco Sagliocco aveva accolto di buon grado la presenza presso lo sportello, quale volontaria, di una propria nipote che si è prodigata per risolvere decine e decine di casi. All’improvviso il sindaco stesso ha deciso, con tanto di delibera di giunta, di revocare il protocollo d’intesa sottoscritto con l’associazione che gestiva lo sportello perché, a dire suo e dell’esecutivo, l’associazione non garantiva la regolare attività. Pina Farina Una chiusura questa dello sportello Antiviolenza ad Aversa, per la quale la presidente dell’associazione Del tutto diversa la versione dell’asNoi Voci di Donne Pina Farina è neces- sociazione che con Farina afferma: sario ristabilire la verità. «E’ la prima «Il comune di Aversa si è tenuto ben volta – afferma la responsabile - che lontano da tutti gli impegni presi, uno l’associazione subisce un attacco così sportello, senza linea telefonica senza basso e scorretto, attacco che non ha pc, e senza riscaldamenti. Non è stato il nessun fondamento e che, invece, si comune che in malo modo ha mandato prefigge come unico scopo quello via noi, ma siamo noi ad essere andate di screditare altri e non assumersi le via, nonostante tutto, con modi educati proprie responsabilità come ammini- e pacati». strazione». La presidente ricorda che un anno fa Come si ricorderà, con una recente de- veniva firmato il protocollo d’intesa. libera di giunta, l’amministrazione co- A rappresentare lo sportello la dottomunale normanna ha deciso di revocare ressa Francesca Petrella. Il comune di il protocollo d’intesa con l’associazione Aversa invece, individua come figura perché la sede sarebbe chiusa dallo di riferimento la dirigente Gemma scorso mese di ottobre. Accardo. Farina premette «che il lavoro dello sportello da subito è partito a pieno ritmo, ma ha affrontato anche grandi difficoltà, sempre taciute per evitare che il lavoro delle operatrici e la loro serenità e quella dei loro assistiti venisse turbata. Tante le richieste e gli interventi, tant’è che la referente dello sportello Francesca Petrella, lamentava spesso di passare troppe ore in caserma per affiancare i casi». Il primo ottobre scorso la referente Petrella si dimette, comunicando di aver consegnato le chiavi dello sportello alla dirigente Accardo. Immediatamente la presidente Farina avverte telefonicamente il comandante della stazione dei carabinieri di Aversa. «Non pochi, invece, -scrive Farina- sono stati i tentativi a mezzo telefono per trovare un contatto con la dottoressa Accardo e con il primo cittadino che si sono sempre fatti negare. Nei giorni successivi a tali eventi ‘Noi Voci di Donne’, individua quale figura di riferimento l’avvocato Emilia Narciso». Referente che il 14 ottobre scorso viene presentata anche al comandante della locale stazione carabinieri. Dopo diversi tentativi, la presidente e Narciso scrivono una lettera al primo cittadino, nella prima decade di novembre, dove si comunicava di sospendere ogni tipo di rapporto e collaborazione con l’amministrazione al fine di non disperdere le energie positive e lavorative verso chi non voleva e forse non ha mai voluto la collaborazione di ‘Noi Voci di Donne’. Della serie: distruggo quel poco di buono che in questi quasi due anni ho fatto ad Aversa. AMBIENTE L’ex opificio industriale ormai rappresenta un drammatico problema ambientale per la città di Aversa Ex Texas, una discarica a cielo aperto. Fate presto! E’ piena di rifiuti tossici, industriali, lastre di amianto, mobili, residui di elettrodomestici, materiali di risulta accumulati in un avvallamento trasformato in una sorta di catino in cui bruciare ogni tipo di materiale Antonio Arduino R 30 ifiuti tossici, rifiuti industriali, lastre di amianto, mobili, residui di elettrodomestici, materiali di risulta insieme a spazzatura ordinaria dispersi nel terreno e accumulati in un avvallamento trasformato in una sorta di catino in cui bruciare ogni tipo di materiale, trasformandolo in diossina che il vento trasporta nell’aria. Questa la scena apparsa ai nostri occhi nel visitare l’area che cade nella parte posteriore dell’ormai dismessa struttura dell’ex Texas. Ne abbiamo parlato nel primo numero del mese di ottobre di Nero su Bianco. Obiettivo era quello di destare l’attenzione delle istituzioni locali, sindaco e azienda sanitaria, affinché intervenisse per disporre l’eliminazione del pericolo Nella Terra dei Fuochi una discarica a cielo aperto nel cuore di Aversa igienico ambientale rappresentato da quei rifiuti distanti una ventina di metri da una scuola materna. Tre mesi dopo siamo tornati in quell’area per renderci AMBIENTE conto di che cosa fosse cambiato, se qualcuno fosse intervenuto e abbiamo notato che qualcosa di nuovo c’è. Qualcuno ha installato una recinzione in metallo per impedire l’accesso al viottolo permetteva di entrare nel terreno per scaricare rifiuti, almeno questa la sensazione che abbiamo avuto a prima vista. Però, guardando con attenzione, abbiamo notato che la recinzione presentava un varco dal quale era possibile penetrare senza problemi nell’area, tant’è che attraversandolo siamo tornati nella zona visitata lo scorso ottobre rilevando un aumento della presenza dei rifiuti. Perché se nel primo sopralluogo avevamo trovato un’area ancora libera da rifiuti, questa volta abbiamo trovato rifiuti depositati dappertutto, così da non Il Comune ha tempo fino ad oggi, 2 febbraio, per bonificare l’area. Sembra che la Procura abbia autorizzato l’ente alla rimozione dei rifiuti, presentando il conto ai proprietari lasciare alcuno spazio libero. Ancora una volta si trattava di rifiuti industriali, materiale di risulta, elettrodomestici fuori uso, buste nere con tracce evidenti di incendio. In pratica l’aver impedito il passaggio non è stata una soluzione al problema igienico ambientale rappresenta da quella discarica. Probabilmente, quando saremo in edicola, qualcosa potrebbe essere cambiato in meglio perché, da notizie non ufficiali, non essendo state diffuse dagli organi istituzionali ma riferite a titolo personale dal consigliere Pandolfi del Sel, la Polizia provinciale, in base ad una delega di indagini della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, avrebbe invitato il Comune di Aversa a procedere alla rimozione dei rifiuti e alla bonifica di tutta l’area ex Texas, quindi anche della parte da noi visitata, imponendo l’effettuazione dei lavori, da realizzare presentando il conto ai proprietari dell’area, entro il termine del 2 febbraio. Sarà andata così? Ve ne renderemo conto del prossimo numero. 31 AVERSA Nel nostro centro storico capita anche di imbattersi in strade come canali navigabili della Serenissima Aversa, in via Abenavolo è come a Venezia Il piazzale del Carmine, diventata per necessità l’area di parcheggio del neo tribunale di Napoli Nord, e la strada d’accesso con le piogge si trasformano in un fiume in piena con tanto di discarica a cielo aperto. Speriamo in un immediato intervento dell’Amministrazione comunale! Giuseppe Lettieri F 34 orse non tutti gli aversani sanno che il neo tribunale di Aversa, vista la delibera del Consiglio dei ministri, si trova a poche decine di metri dalla riproduzione, in bruttissima copia, di una Venezia nostrana. Come testimoniano le foto, la strada di accesso, via Abenavolo, ad uno dei piazzali che gli avvocati e i fruitori del tribunale adoperano come parcheggio, vista la penuria di servizi, dopo un po’ di pioggia prontamente si allaga, e resta così per giorni interi, anche quando la pioggia ormai è assente da tempo. Il piazzale in questione è quello antistante l’abbandonato complesso monumentale In questo caso si tratta di totale mancanza di manutenzione viaria. Tante strade del centro storico normanno sono in brutte condizioni o simili a discariche del Carmine. La strada di accesso, aperta in tempi recenti con l’abbattimento di un muro, porta da via San Biagio (l’altro accesso è attraverso la puntellata via Abenavolo) al piazzale che riesce a contenere, sulla carta una ventina di auto, ma anche il doppio magari con l’ausilio dell’immancabile parcheggiatore abusivo. Usi e costumi tipici delle nostre zone. Ma c’è di più. La strada, che presenta diverse buche, ma questo è un dato che non la caratterizza visto che ad Aversa da qualche anno ormai vi è il totale abbandono dell’asseto viario, e che quasi tutte le strade della nostra città sono ormai una sorta di gruviera, è anche una “simpatica” discarica a cielo aperto. Nella vicina Giugliano i cittadini scendono in piazza inviperiti per la Tarsu, Tia o come cavolo volete chiamarla, ed anche per la costruzione del Termovalorizzatore, mentre ad Aversa assistono AVERSA Aversa, via Abenavolo come Venezia passivamente al continuo scempio della città. Per il resto facciamo parlare alle foto che valgono più di mille parole scritte, con l’auspicio che l’Amministrazione Comunale, anziché prendersela con parte della stampa, spenda qualche energia per bonificare la zona e correre ai ripari. Certo come stanno ad oggi le cose non è una bella cartina di tornasole per la città, visto che quotidianamente in quell’area vengono professionisti e i Aversa, via Abenavolo una discarica loro clienti da tutta la vasta area del neo tribunale e vedendo quelle scene non potranno che commentare: “Ma Aversa quanto fa schifo!”. Chi ama questa città prova vergogna solo a vedere scene simili, mentre i nostri amministratori cosa fanno? 35 L’INTERVENTO Il presidente Unione Giovani Dottori Commercialisti, Genny Ciaramella, ci presenta le Z.F.U. Zona Franca Urbana di Aversa... si parte! Il Ministero ha adottato il bando per l’attuazione dell’intervento in favore delle micro e piccole imprese localizzate nelle «Zone Franche Urbane» della Campania. Milioni di euro tra esenzioni totali delle imposte e dei contributi previdenziali. Domande possibili fino al 28 aprile 2014! I 36 l decreto direttoriale del 13 Gennaio 2014 ha finalmente adottato il bando per l’attuazione dell’intervento in favore delle micro e piccole imprese localizzate nelle cosiddette “Zone Franche Urbane” della Regione Campania di cui al Decreto interministeriale del 10 aprile 2013 tra cui, ricordiamolo, vi sono anche alcune aree territoriali ricadenti nel Comune di Aversa. Ha, dunque, inizio la fase operativa, vale a dire la presentazione delle istanze allegate al bando, che deve essere firmato digitalmente ed inviato per via esclusivamente telematica a decorrere dalle ore 12,00 del 7 febbraio 2014 e sino alle ore 12,00 del 28 aprile 2014. Il perché di tanta attesa per questo provvedimento ministeriale è presto detto: zona franca urbana significa infatti esenzione totale dalle imposte sui redditi (IRES-IRPEF) per 5 anni dopo di che, decorso questo primo quinquennio, è prevista poi un’uscita graduale dal regime di esonero. Ma significa anche esenzione dall’Irap fino al 2017. Zfu significa inoltre esenzione dall’Imu fino al 2017 per i soli immobili ubicati nei territori di riferimento, posseduti ed utilizzati per l’esercizio delle nuove attività economiche. Zfu significa esonero dal versamento dei contributi previdenziali dei lavoratori dipendenti per 5 anni, subordinato al fatto che almeno il 30% degli occupati delle imprese beneficiarie risieda nel sistema locale di lavoro in cui ricade la zona franca; per i contratti a tempo indeterminato o con una validità di almeno un anno e con il 30 per cento dei dipendenti residenti nella Zfu è previsto l’esonero al versamento dei contributi, anche in questo caso discendente, dal 100 al 20 per cento, fino a quattordici Genny Ciaramella e, a lato, le zone censuarie di Aversa ammesse al finanziamento anni. E’ importante prestare la massima attenzione nella compilazione e presentazione delle domande di agevolazione in considerazione del fatto che le istanze presentate oltre i termini o redatte ed inviate con modalità difformi da quelle indicate nel bando, saranno oggetto di esclusione delle agevolazioni fiscali e contributive. Se la crisi economicofinanziaria degli ultimi tre anni ci ha insegnato che lo sviluppo che trae lavoro e guadagno dai “soldi” è una scelta alquanto incauta perché fondata sulla becera speculazione, alimentando la cosiddetta “economia di carta”, al contrario lo sviluppo basato sugli investimenti da “lavoro” crea risorse ed efficienze per tutta la popolazione ed i territori di riferimento, che ne traggono oggettivi benefici. Ecco perché la leva fiscale, declinata in tal caso nelle agevolazioni previste nelle zone franche urbane, rappresenta un volano di sviluppo davvero imprescindibile per il nostro territorio. È indubbio che la crisi finanziaria erode le opportunità di investimento delle imprese ed il provvedimento zfu è un’occasione eccezionale per liberare liquidità affinché la stessa possa essere dirottata verso investimenti ed utilizzi tali da poter continuare a competere sul proprio mercato di riferimento. Come dottore commercialista auspico nel prossimo futuro, anche interventi non solo per le imprese già esistenti sul mercato ma ulteriori iniziative volte ad incentivare anche le nuove iniziative produttive del nostro territorio. Mi riferisco in particolare a tutti quei giovani, desiderosi di mettere il loro talento sul mercato ma che non posseggono i capitali necessari per dare avvio alle loro intraprese economiche e che non aspettano altro che l’occasione propizia per potersi mettere in gioco. Genny Ciaramella AUGURI Affettuosi auguri per la signora Marzia Cultrera per il suo compleanno festeggiato col marito Antonio Cunsolo, le figlie Flavia ed Elena. AUGURISSIMI Potete scriverci alla nostra e-mail: nerosubianco2@gmail.com Gli annunci e le foto saranno pubblicati dando la priorità ai primi pervenuti GRAZIE PER LA VITTORIA! AUGURI Attorniata dal marito Ciro Violante, dai figli Lucrezia ed Umberto, da tanti parenti ed amici, nei giorni scorsi ha festeggiato i suoi …primi quarant’anni la signora Maria Cira Scognamiglio. AUGURI Augurissimi di buon onomastico per la bella Martina Melino dai genitori Luigi ed Elena e dal fratellino Andrea, ai quali si aggiungono anche gli auguri di NerosuBianco. COMPLEANNO La scuola di Ballo Nefertari Dance si è aggiudicata due primi posti ed un secondo posto alla Coppa Italia tenutasi al palazzetto dello Sport di Aversa. Un 38 grazie sentito alla maestra Rita Laviano, direttrice della scuola, da parte della signora Anna Barberis, mamma della piccola Martina. Augurissimi da NerosuBianco per il nostro fedelissimo lettore geometra Salvatore Ciriello, per molti lustri zelante dipendente dell’Ufficio Tecnico dell’Asl, che lo scorso 30 gennaio ha festeggiato con familiari ed amici il suo 77° compleanno. AUGURI Il 3 febbraio Mena Circondato compie 77 anni! Gli anni passano, ma tu sembri non risentirne. Un giorno dovrai svelarci il tuo segreto... Buon compleanno! Auguri da tua sorella Rosa, da Raffaele, da Lina e da Enrico. Si è laureta in Scienze Biologiche, con lode presso l’Università Parthenope di Napoli, Maria Donnini, con una tesi in Biologia Molecolare, relatore il professore Alfredo Ciccodicola. Auguri dal papà Giulio, dalla mamma Ptrizia,dalla sorella Imma e da NerusuBianco. S. VALENTINO Tanti auguri da familiari ed amici per i giovani Enza Costanzo ed Antonio Palmieri che, da innamorati, festeggeranno insieme il loro primo “San Valentino”. fai la mossa vincente per il tuo locale con i nostri giochi il divertimento e’ assicurato Apparecchi di ultima generazione Ampia scelta di Giochi Gestione sicura SERVIZIO CLIENTI: 081.5030785 Mondogiochi è Partner www.mondogiochi.com CRONACA Anche ad Aversa due donne temerarie in azione. Lontani i tempi del «sesso debole» Attenti alle «ladre» Bande organizzate composte esclusivamente da donne stanno compiendo furti e rapine nelle province di Caserta e Napoli, spesso ai danni di altre donne... Speranza Cardillo C he l’universo femminile non fosse più denominato «sesso debole» era noto da tempo. Ciò che, invece, rappresenta un fenomeno sociale più recente è l’esistenza di vere e proprie «bande» di donne dedite a furti. Durante questi ultimi decenni la società ha assistito ad un progressivo cambiamento della figura della donna. Lo stesso mondo del lavoro ha dovuto adeguare le proprie norme al processo di emancipazione femminile. Ad esempio alcuni ruoli o incarichi, un tempo tipicamente maschili, sono ricoperti attualmente anche da donne. Perfino la possibilità di carriera militare non è più offerta solo agli uomini. Tutti passi in avanti, degni di una società civile, non c’è che dire! Ai quali anche la mentalità più maschilista ha dovuto adeguarsi. Purtroppo, però, un fenomeno del tutto nuovo si sta verificando sempre più spesso negli ultimi anni. Sono state diverse le segnalazioni fatte alle forze dell’ordine di donne che, fingendosi acquirenti di negozi griffati, sottraggono portafogli alla clientela. Recentemente, inoltre, donne a bordo di automobili di grossa cilindrata hanno compiuto furti con speronamento ai danni di residenti del casertano e del napoletano. Lo scorso 27 novembre, anche ad Aversa, due donne a bordo di una Mercedes ML hanno sottratto la borsa ad una donna che stava parcheggiando nei pressi di un noto supermercato in via Arturo Garofalo. Le malintenzionate hanno prima tamponato l’automobile della signora che avevano preso di mira. Poi si sono mostrate turbate per l’accaduto urlando con accento decisamente napoletano. Così facendo sono riuscite ad attirare fuori dalla vettura la donna che volevano derubare. Una delle due scaltre ladre si é introdotta nell’abitacolo dell’auto della vittima, appropriandosi della borsa. Nel giro di pochi secondi sono sparite facendo perdere le loro tracce. Le modalità seguite per compiere l’illecito sono state le stesse di quelle commesse in altre località campane.Solitamente scrutano attentamente le persone che vogliono derubare, osservano il loro modo di vestire, per valutare se vale effettivamente la pena commettere il furto. Dalla descrizione si tratta di donne dall’aspetto curato. Sono temerarie, incuranti del pericolo. Veramente pronte a tutto, donne che nessuno di noi vorrebbe incontrare. 39 SCUOLA L’istituto «Gallo» è stato scelto quale capofila del 14° Polo Tecnico Professionale Se si semina bene, i frutti non possono mancare! Di Ronza: «La regione Campania con l’istituzione dei poli tecnico-professionali sta puntando ad un’offerta sempre più coordinata a livello territoriale per la concreta possibilità di inserimento dei giovani nei percorsi lavorativi» Geppino De Angelis E 40 ’ proprio vero che, se si semina bene, i frutti non possono mancare! Questo, a nostro modesto avviso, il commento più idoneo in margine alla delibera della regione Campania con la quale, nei giorni scorsi, l’istituto “Alfonso Gallo” di Aversa (che, sotto la guida della preside Enza Di Ronza, sta tentando con positivi risultati di recuperare il terreno perduto negli anni scorsi per motivi vari) è stato scelto quale capofila del quattordicesimo polo tecnico professionale in relazione alla filiera Agro businessturismo-beni culturali nell’ambito della correlazione tra comparti (agroalimentare, enogastronomico, turismo e beni culturali) aggregati nell’ottica dell’unitaria gestione dei flussi turistici e della creazione della catena dell’accoglienza. Per saperne di più, abbiamo ritenuto opportuno avere un amichevole incontro con Enza Di Ronza che esordisce affermando “La riforma del sistema scolastico italiano, che ha preso l’avvio nell’anno scolastico 2010-2011, va nella direzione di una sempre maggiore integrazione della scuola con le altre componenti della società nelle quali essa è inserita, con particolare attenzione al mondo del lavoro ed alla concreta possibilità di inserimento dei giovani nei percorsi lavorativi, con la conseguenza che la regione Campania con l’istituzione dei poli tecnico-professionali sta puntando ad un’offerta sempre più coordinata a livello territoriale. Cogliendo a pieno il senso della riforma e gli scenari regionali, il nostro istituto che si avvale di un ottimo corpo docente, negli ultimi due anni ha ampliato la propria offerta formativa avviandosi ad essere una scuola moderna legata L’istituto tecnico professionale “A. Gallo” di Aversa al territorio ma aperta agli scenari internazionali con curriculi orientati sull’economia aziendale, il diritto, l’informatica, le lingue, con stage esterni, incontri a scuola con imprenditori, professionisti, esperti dei vari settori economici”. Enza, cortesemente, vuoi scendere nei dettagli delle attività che svolge il “Gallo”? “Premesso che l’istituto da anni riesce a cogliere le opportunità formative che derivano dal FSE garantendo una pluralità di corsi ai ragazzi per il potenziamento delle competenze di base, corsi per i docenti finalizzati all’innalzamento della qualità dell’insegnamento, corsi per gli adulti del territorio, per l’anno in corso, tra l’altro, per quel che concerne i docenti sono previsti interventi innovativi per la promozione delle competenze chiave della lingua madre, in matematica, percorsi formativi di competenze digitali di base mentre per gli alunni sono tantissimi gli interventi programmati, da quelli per lo sviluppo delle competenze chiave digitali a quelle per lo sviluppo delle competenze in lingue straniere, da quelli per lo svilup- po delle competenze trasversali, spirito d’iniziativa ed imprenditorialità a quelli per lo sviluppo delle competenze chiave in italiano, dagli interventi dello sviluppo delle competenze chiave scientifiche e tecnologiche a quelli per lo sviluppo delle competenze sociali e civiche, tanto per citare solo una parte di quanto pone in essere il nostro istituto avendo, tra l’altro, come obiettivo precipuo quello di formare cittadini capaci di operare nella società con senso di solidarietà e responsabilità, contribuendo alla formazione della persona nel rispetto di se e dell’altro, nonché educare alla cittadinanza attiva. Per concludere, perché l’elenco potrebbe ancora continuare, non bisogna dimenticare l’aspetto fondamentale dell’alternanza scuolalavoro che vedrà impegnate undici classi, mentre abbiamo presentato agli organi competenti la progettazione per tre percorsi di viaggio studio all’estero e tre percorsi di centoventi ore di stage per gli alunni delle classi quarte e quinte”. Si chiude così l’incontro con Enza Di Ronza, con tanti auguri da parte nostra all’istituto normanno. MOZZARELLA DI BUF FA ALA CAMP PA ANA DOP buona, sempre. Da oltre trent’anni il Caseificio Caputo produce mozzarella di bufala campana DOP lavorando a poche ore dalla mungitura solo il latte di bufale accuratamente selezionate e controllate. 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Una tradizione che dovrebbe essere ripristinata, anche perché non si sono mai comprese le motivazioni che vietarono la partecipazione delle effigie degli altri santi provenienti dalle chiese cittadine. Abbiamo, oramai, superato la cinquantina, per cui ricordiamo abbastanza bene quando il pomeriggio del 24 gennaio dalle varie parrocchie e chiese cittadine giungevano in cattedrale le statue dei santi che il giorno dopo avrebbero partecipato alla grandiosa processione. Una tradizione che non può essere accantonata. Al vescovo Spinillo la richiesta diretta di ripristinare una tradizione che era talmente entrata nella vita della città San Paolo in processione ad Aversa da aver prodotto anche modi di dire, quale, ad esempio, “quanno vide ‘e sant d’argient è fernuta ‘a prucession”, per dire che quando vedevi comparire i tre santi argentei (San Sebastiano, San Donato e San Paolo) che chiudevano la processione, si era giunti al termine. Modo di dire utilizzato, poi, nella vita di tutti i giorni, ad Aversa, per significare che quando in un avvenimento comparivano le persone importanti, quell’avvenimento stava per concludersi. Le tradizioni vanno difese e perpetrate. Il sottoscritto, pur avendo avuto un’educazione cattolica, è fermamente ateo, ma non può non schierarsi a favore del ritorno di questa usanza alla quale ho avuto occasione di essere parte integrante nell’adolescenza. Ricordo, infatti, quando, dovendo sostituire mio nonno, omonimo, per l’occasione, quale confratello della Congrega di Sant’Eligio, partecipai nel pomeriggio del 24 gennaio al trasferimento del busto di San Nicola, venerato nella chiesa dell’Annunziata presso la cattedrale e, il giorno dopo, alla processione solenne. Inutile dire che fui orgogliosissimo di quella partecipazione. Monsignor Spinillo ci restituisca la “nostra” processione e per celebrare il ripristino prepariamo una edizione speciale, per poi riprendere in occasione del 25 gennaio 2015 in maniera canonica, per il 29 giugno prossimo, ricorrenza di San Paolo. Gli aversani Le saranno grati. Sta spopolando sul web il nuovo brano del cabarettista Pasticcione «Levate a nanze ‘o ...cane», che macchietta! D iceva un grande umorista “non esistono persone divertenti ma persone che hanno una gran voglia di divertirsi”. Infatti, anche se i tempi cambiano, tra periodi poco fortunati, ci sono sempre gli inguaribili umoristici che, a dispetto delle circostanze sfavorevoli, sono sempre coerenti al vecchio principio: “ridere allunga la vita”. E che cosa c’è di meglio per ridere se non una spiritosa canzone? Allora ecco “Attenti al cane”. Anche quest’anno il cabarettista Pasticcione (al secolo Antonio Schiavone) nel suo numero ripropone un nuovo brano frizzante e spiritosamente allegro. A soli pochi giorni dalla pubblicazione il ritornello di questo pezzo e sulla bocca di tante persone, che simpaticamente pronunciano con un fare ironico “…… levate a nanze ‘o… cane…….”. La simpatica macchietta comica napoletana “Attenti al cane” di Pasticcione in questi giorni sta spopolando tanto sul web (youtube e facebook) che su alcune tv napoletane. Testo e musica sono del maestro Franco Percopo, il montaggio video è di Vincenzo Orazio. Il video di Pasticcione LA CERIMONIA Inaugurato il piazzale dedicato al vescovo di Aversa che abbracciò papà Giovanni Paolo II Giovanni Gazza, Santulli assolve un debito! Il consigliere comunale, che propose la delibera di intitolazione alla giunta Ciaramella, ha più di tutti voluto che ciò accadesse: «Gazza meritava tutto questo». Alla cerimonia presenti, con Santulli, il vescovo di Aversa, Spinillo, e quello di Avellino, Francesco Marino Giuseppe Lettieri I 44 l 3 febbraio del 2012, su proposta del consigliere comunale Paolo Santulli, la Giunta Ciaramella, in uno dei suoi ultimi atti amministrativi, decideva di dedicare il piazzale antistante la caserma dei Carabinieri di Aversa al compianto mons. Giovanni Gazza, Vescovo della nostra città dal 1980 al 1993, anno in cui anzitempo, per questioni legate alla sua precaria salute, fu costretto a dimettersi e a lasciare la cattedra episcopale a mons. Lorenzo Chiarinelli. E così il 25 gennaio, nel giorno del Santo Patrono, a distanza di due anni, quel doveroso omaggio al grande pastore della nostra Diocesi è stato assolto da Paolo Santulli e da tutta una città. «Era una persona straordinaria - ci ha dichiarato Santulli - che meritava tutto questo. Ricordo ancora l’affetto e la vicinanza che espresse alla mia famiglia nei tragici giorni della scomparsa di mia sorella Cinzia». Ad affiancare Santulli, che rappresentava il Comune, in una affollatissima chiesa di “Santa Teresa del Bambin Gesù”, oltre al “padrone” di casa, il parroco don Ferdinando Piatto, vi erano il nostro attuale vescovo Angelo Spinillo e mons. Francesco Marino, che ai tempi di Gazza era un giovane sacerdote della nostra Diocesi e da qualche anno è Vescovo di Avellino. Toccanti gli interventi di tutti, in particolare del missionario don Francesco Cavallo, oggi ultra novantenne, che fu voluto ad Aversa come proprio segretario da mons. Giovanni Gazza. Presenti anche tante autorità civili e militari, e numerosi sacerdoti della città che con Gazza hanno condiviso un lungo cammino. A completare il tutto un Un momento della cerimonia di intitolazione del piazzale Giovanni Gazza libretto ricordo sulla figura del presule, editato dalla collana Cinzia Santulli, con materiale raccolto con puntale attenzione da don Ernesto Rascato. Dopo il ricordo di Gazza in quella stessa chiesa che fu edificata per sua volontà, tutti si sono recati a scoprire la lapide, operazione che non è stata semplicissima e che ci ha rimandati a quella grande generosità che aveva mons. Gazza. Nato a Parma nel 1924, entrò giovanissimo nell’Istituto dei Missionari Saveriani e nel 1949 ricevette l’ordinazione episcopale. Parti poi come missionario per il Brasile, che fu la sua seconda casa. Quello che però lascia basiti fu il fatto che Papa Giovanni XXIII, lo nominò nel 1962, appena trentottenne, Vescovo, un record per la Chiesa dei nostri giorni(se si guarda nei secoli scorsi le nomine a vescovo e cardinale erano nepotistiche e sovente anche alcuni giovanissimi e addirittura bambini venivano eletti alla porpora cardinalizia o alla mitra vescovile!). Questo gli permise di partecipare ed esser relatore al più importante evento della Chiesa negli ultimi secoli: il Concilio Vaticano II. Fu Superiore Generale dei missionari per ben due mandati, conclusi nel 1977, quando fece rientro a Parma, dove per alcuni anni affiancò l’anziana madre. Papa Giovanni Paolo II lo nominò, all’indomani del terremoto del 1980, Vescovo di Aversa per sopperire la sede vacante, dovuta alla scomparsa di Mons. Cece. Lui si recò per la prima volta in città proprio alcuni giorni dopo il grave sisma, che ad Aversa aveva fatto danni e morti (l’intera famiglia del parroco della Madonna di Casaluce don Ciani, una tragedia trat- LA CERIMONIA tata su queste colonne dal nostro Vito Faenza con ampio servizio nel mese di novembre scorso). Non era ancora arrivato il momento dell’insediamento ufficiale e lui venne ad Aversa. Scese dalla sua cinquecento nei pressi del parco Pozzi, allora ancora ex Campo Profughi con tanto di baracche e baraccati. Alcuni sacerdoti gli chiesero chi era e lui con grande candore rispose: “Sarei il vostro Vescovo!”. L’insediamento ufficiale avvenne a San Biagio (la cattedrale era inagibile a causa del terremoto!) il 21 dicembre del 1980. Noi, come tanti che ebbero la 45 Il missionario Antonio Cavallo fortuna di conoscerlo personalmente, lo ricordiamo essenzialmente per la sua grandissima umiltà, il suo sorriso, capace fino alla fine di celare le atroci sofferenze che il male gli procurava. Gazza a capo della Chiesa Aversana realizzò molte cose. Il suo nome è legato a quello che resterà uno dei più bei momenti di storia e religiosità per la nostra Aversa: la visita del Santo Padre Giovanni Paolo II. Due giorni indimenticabili, quelli con il Papa tra noi, che restarono vivi anche nelle opere, basti appunto ricordare il Parco Pozzi che, abbattute le ultime baracche, fu restituito alla città. Gazza meritava questo omaggio da parte di una comunità a cui lui ha voluto un sincero bene, venendo da tanti sicuramente ricambiato. SCUOLA In occasione della «Lectura Dantis» il preside si congeda dal «suo» liceo classico «Cirillo» Zarrillo saluta a modo suo «Un’esperienza umana e profondamente ricca» ha detto l’ex dirigente scolastico che ha avuto il merito di dare il via alle visite annuali in città del filosofo Massimo Cacciari Nicola Rosselli O 46 la e cori da stadio da parte dei “suoi” studenti del liceo classico “Domenico Cirillo” per il congedo del dirigente scolastico Tommaso Zarrillo al quale da quest’anno è succeduta la professoressa Dolores Russo. In un’aula magna gremita di docenti, studenti e personalità istituzionali è stata scritta una bella pagina fatta di rapporti umani e professionali intensi. Il preside, con la maestria che gli è propria, ha dapprima eseguito una lectura Dantis del primo canto del Paradiso, per poi effettuare un commovente discorso di commiato, non prima di aver ricevuto un caloroso saluto dal presidente del Consiglio di istituto Pasquale Fedele e da un’alunna che, con il delicato sottofondo musicale eseguito dal vivo, ha letto una commovente lettera a nome di studenti e docenti. Originario di Marcia- nise, sposato, il preside Zarrillo ha legato il proprio impegno professionale alla città normanna dove, oltre ad insegnare lettere presso i licei scientifico “Fermi” e lo stesso “Cirillo”, è stato dirigente scolastico presso il liceo artistico per poi transitare, nel 2008 e sino al 2013 al classico. “Un’esperienza umana e profondamente ricca” l’ha definita Zarrillo che ha avuto il merito di dare il via alla consuetudine di una visita annuale in città del filosofo Massimo Cacciari, oltre ad altri nomi quali Aldo Masullo e Giovanni Casertano. “In questi oltre quaranta anni di presenza nella scuola - ha affermato il preside - ho capito che la scuola è un campo da privilegiare. Siamo di fronte ad un settore diverso, che ha a che fare con la formazione dei ragazzi, la futura classe dirigente. Per questo necessita di investimenti maggiori sia per le strutture che per aggiornare i contenuti, un arric- chimento continuo dei percorsi formativi. Lo sviluppo e l’identità di una nazione passa per la scuola”. Per quanto riguarda la propria esperienza presso il “Cirillo”, Zarrillo ha concluso: “L’e- Tommaso Zarrillo sperienza presso il liceo classico di Aversa è stata significativa.Siamo di fronte ad una realtà scolastica prestigiosa, una delle più antiche del Paese (non a caso abbiamo celebrato 150 anni nel 2013). Un impegno intenso e quotidiano. In precedenza, come docente, sono stato sempre molto rigoroso e appassionato al mondo della scuola. I giorni di assenza per malattia si possono contare sulle dita di una mano”. SOLIDARIETA’ Ritorna «Una Mano Tesa ...Aversa città della solidarietà» la kermesse ideata da Liotto nel 2005 Per gli «invisibili» della Mcs Primo appuntamento il 22 febbraio alle ore 10,30: al Seminario convegno del prog. Giuseppe Genovesi. Il 9 marzo nella cattedrale il «Concerto per Adele» di Maria Massa Federica di Santo R itorna “Una Mano Tesa ...Aversa città della solidarietà” la kermesse ideata da Donato Liotto nel lontano 2005. L’ottava edizione sarà dedicata interamente agli “invisibili della MCS” e ad Adele Iavazzo. Un “cartellone” ricco di iniziative. Ecco le date: il 22 febbraio alle ore 10.30 nell’aula magna del Seminario vescovile della Diocesi di Aversa ci sarà un importante convegno scientifico che vedrà come ospite il prof. Giuseppe Genovesi, massimo esperto in Italia sulla MCS. Il convegno proverà a far conoscere meglio questa malattia rara legata all’inquinamento ambientale del nostro territorio. Il 9 marzo alle ore 19.30 nella Cattedrale di Aversa si svolgerà il “Concerto per Adele” con l’artista Maria Massa (nella foto) che presenterà “Principium”, il suo ultimo lavoro discografico, con una raccolta fondi per Adele Iavazzo. “Principium” di Maria Massa racchiude in sè musica celtica sinfonica, con influenza arabe e richiami alle sonorità della lingua madre, il latino. Nel mese di Aprile (in data da destinarsi) ci sarà una partita di beneficenza organizzata con l’Aversa Normanna del duo Giovanni Spezzaferri e Alfonso Cecere allo stadio “Bisceglia” di Aversa. Sono in corso contatti con squadre di “vip e attori e personaggi dello spettacolo e della vita pubblica”. L’incasso della partita sarà devoluto interamente ad Adele Iavazzo. L’ottava edizione di “Una Mano Tesa” e, tutti gli eventi correlati alla stessa sono patrocinati dalla Diocesi di Aversa, dal Comune di Aversa e sostenuti dall’Ascom, dalla Confesercenti e dal nostro NerosuBianco. Il 24 gennaio è arrivata la risposta del presidente della Repubblica Napolitano all’appello fatto da Liotto. Eccola: “Egregio Sig. Liotto, in relazione alla sua lettera, indirizzata al Capo dello Stato, La informo che questo Ufficio ha sottoposto quanto da Lei rappresentato all’attenzione del Ministero della Salute, per l’esame di competenza.”- La risposta è pervenuta dall’ Ufficio della Presidenza della Repubblica e firmata dal direttore dell’Ufficio dott Gino Onorato. «Il mio obiettivo - ha dichiarato Donato Liotto - era proprio questo: interessare le istituzioni nazionale affinché la Mcs venga inserita tra le malattie rare riconosciute dal Ministero della Salute. 47 LA FESTA I caschi bianchi di Aversa anche quest’anno hanno celebrato il loro patrono, San Sebastiano La festa dei Vigili Urbani nel segno di Gennaro Iorio Encomi ed attestati di merito consegnati dal sindaco Giuseppe Sagliocco a tanti Vigili Urbani. Alla festa ha partecipato anche Gennaro Iorio che per una grave malattia non indossa da tempo la divisa ma rimane parte integrante della grande famiglia guidata da Stefano Guarino Donato Liotto L 48 a festa dei Vigili Urbani di Aversa si è tenuta come ogni anno in onore del loro santo protettore San Sebastiano copatrono della Città di Aversa. La santa messa è stata officiata in Cattedrale alla presenza di tanti rappresentanti delle forze dell’ordine e delle autorità cittadine guidate dal sindaco Giuseppe Sagliocco. Una chiesa dove erano presenti soprattutto loro, i nostri vigili urbani, che hanno vissuto questo momento con intimità e commozione. I vigili urbani diciamolo, sono anche uomini e padri di famiglia, non dimentichiamoci di questo. Persone che ogni giorno sono al servizio della comunità e affrontano anche tanti rischi. Davanti a questi uomini ligi al dovere, c’è il loro comandante Stefano Guarino, che li guida con dovizia e professionalità proprio come farebbe un buon padre di famiglia. Vederli tutti assieme è davvero cosa rara dato che li vediamo ma sempre in posti diversi e, in ogni angolo della città a controllare il traffico e a garantire La festa per Genanro Iorio Premiati Franco Marino, Mario Mazzarella, Annamaria Perfetto, Gaetano Nappa, Nicola Sagliano, Carlo Altobelli Alfonso Diana, Francesco Menale, Alberto Giordano e Marco Cacace la sicurezza dei cittadini. Ecco, vederli così uniti ci ha dato l’impressione di essere davanti una grande famiglia. Nei loro volti la fierezza di appartenere al corpo della Polizia Municipale. Una divisa è fatta di stoffa è vero ma, se ci pensiamo bene, anche se non venisse indossata, per questi rappresentati dell’ordine sarebbe uguale. Loro sono sempre in servizio, sempre pronti a intervenire e a proteggere i cittadini. Ora torniamo alla festa, che è proseguita con la consegna di tanti encomi ed attestati di merito consegnati dal sindaco Giuseppe Sagliocco e dal comandante Stefano Guarino a Franco Marino, Mario Mazzarella, Annamaria Perfetto, Gaetano Nappa, Nicola Sagliano, Carlo Altobelli Alfonso Diana e Francesco Menale, Alberto Giordano e Marco Cacace. Noi vogliamo citare anche un altro valoroso vigile urbano: Gennaro Iorio, colpito da una brutta malattia e non è più in servizio. Anche Gennaro era presente alla festa, sorretto dai suoi amati colleghi. Non indossava la divisa ma rimane un vigile urbano, parte integrante di questa grande famiglia e lo sarà per sempre. Medaglia d’onore alla memoria per Paolo Palumbo, deportato nei lager «La giornata della memoria» per non dimenticare D avvero una giornata indimenticabile per Giuseppe Palumbo di Aversa. Lunedì 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, ha ricevuto in memoria del papà Paolo, deportato ed internato nei lager nazisti, la Medaglia d’Onore direttamente dalle mani del prefetto di Caserta Carmela Pagano. Tante medaglie alla memoria, ma a Caserta hanno ritirato il prezioso riconoscimento anche tre ex militari ancora viventi. Alla mani- festazione, in rappresentanza dell’amministrazione comunale ha partecipato il consigliere Rosario Capasso. “E’ stata una cerimonia toccante – ha detto Capasso – ed ascoltare le testimonianze di chi ha vissuto quei giorni obbliga tutti ad una riflessione ed all’impegno affinché mai più si ripetano tali orrori, che costituiscono una vergogna per l’umani- La medaglia ritirata da Palumbo tà”. Attraverso queste colonne invitiamo gli Aversani a segnalarci le storie dei pubblicheremo come pubblicheremo loro cari deportati nei lager nazisti. Le presto la storia di Paolo Palumbo. L’INCONVENIENTE Il pubblico costretto a indossare giubbini, cappotti e sciarpe per poter resistere al freddo Palasport o Palaghiaccio? Da molti giorni l’impianto di via d’Acquisto è senza riscaldamento, tra lamentele del pubblico e degli sportivi che frequentano la struttura dedicata a Maria Teresa Jacazzi Federica di Santo D 50 a alcune settimane ci si lamenta per la mancanza di riscaldamento all’interno del palazzetto dello Sport di Aversa intitolato alla memoria della compianta Maria Teresa Jaccazzi. A dire il vero la mancanza del riscaldamento l’abbiamo constata anche noi recandoci nel palazzetto da tifosi della Exton Aversa, squadra di pallavolo che milita con grandi successi nel campionato nazionale di B2. Alcune settimane fa quando abbiamo chiesto alla società sportiva come mai facesse così freddo nella struttura, ci fu detto che, a causa di alcuni eventi natalizi, tra cui il non molto ricordato concerto di Gigi Finizio, il gasolio era finito in anticipo e quindi l’Amministrazione Comunale avrebbe provveduto nei giorni seguenti a far riempire nuovamente le cisterne. Ma adesso a distanza di quasi un mese ci chiediamo come mai manchi ancora il Gasolio. Quando l’Amministrazione correrà ai ripari sperando che simili storture in futuro non si verifichino più? “Sembra di stare in un pala ghiaccio - ci dice un cittadino tifoso - e non in un palasport. Qui dovremmo, quando assistiamo alle partite, poter stare senza giubbini addosso, ma invece da qualche tempo dobbiamo tenere anche le sciarpe ed i cappelli visto il freddo che fa! Assurdo, speriamo che si provveda a risolvere il problema, e non che arrivi il bel tempo per ovviare a questo disservizio”. E pensare che nella struttura oltre ai ragazzi della pallavolo ci sono anche giovanissimi impegnati in altri sport con altre società sportive. Il PalaSport Jacazzi, dopo i tanti anni (troppi se si pensa che il progetto partì negli anni Settanta!) per costruirlo fu inaugurato all’inizio del primo mandato Palazzetto al freddo dell’Amministrazione Ciaramella, con un evento che lasciò il segno, vale a dire i Campionati Europei di Calcio a 5 che videro proprio trionfare, in diretta tv in tutto il mondo, la nazionale italiana. Per Aversa fu una grande festa dello sport. Ora, viste le condizioni, vuoi vedere che l’attuale Amministrazione sta puntando ad organizzare i mondiali di pattinaggio sul ghiaccio? Se è così, l’inizio è buono! IL PERSONAGGIO A tredici anni ha tutti i numeri per diventare una vera campionessa di equitazione Iris, il cavallo nel cuore Ad aprile inizierà a gareggiare nei campionati regionali. Negli ultimi tre anni tanti primi posti nel salto ad ostacoli e una passione nascosta, qualle per il ballo Italia Mauriello A versa presto avrà una campionessa di equitazione. Perché la promettente Iris Musto, che frequenta la terza media presso la “Pascoli”, a soli 13 anni ha già fatto incetta di successi. La sua specializzazione è il salto a ostacoli. NerosuBianco l’ha incontrata per sapere qualcosa in più di questa aspirante campionessa. Iris, com’è nata questa passione? Tutto è iniziato per caso. Un giorno, avevo poco meno di sette anni, decisi di praticare equitazione. Così mi iscrissi al C.E.L.P. (Centro Equitazione Lago Patria). E poi cosa accadde? Il mio istruttore, Lorenzo Petrillo, decise di puntare subito su di me. La mia prima gara quando avevo dieci anni ed è stata subito una vittoria. Da allora ho fatto una quindicina di gare e tanti sono Iris Musto a cavallo e, a lato, in primo piano i trofei conquistati. Quasi tutti primi posti e qualche secondo posto. Il tuò papà ci ha detto che ami particolarmente i cavalli. Sì, moltissimo. L’amore per questi splendidi animali mi ha portato verso questo sport. Papà mi ha comprato da qualche mese Santos M che ha sedici anni ed è un animale straordinario. Quante volte ti alleni? Tre, quattro volte a settimana, un’ora e mezza al giorno. Qual è stata la tua ultima gara? Il 22 dicembre ho partecipato all’intersociale, con il nostro centro del Lago Patria che si è imposto sui centri di Castelvolturno, Mondragone, Napoli, Calvizzano e Varcaturo. Quando inizierai le gare regionali? Ho da poco preso la patente FISE. Per cui dovrei iniziare ad aprile. Quali sono i tuoi hobby? Mi piace tanto ballare. C’è qualcuno che devi ringraziare? Sì, papà Antonio e mamma Teresa che mi sono molto vicini in questa mia esperienza assieme al mio fratellino Matthias. 51 SPORT Volley, oggi sarà di scena al palazzetto il Lagonegro per il ritorno di Coppa Italia Exton Aversa da record La squadra di Di Meo e coach Nappa chiude imbattuta il girone d’inverno. Primato in classifica ed unica squadra in tutta la B2 a non aver perso nemmeno una partita. Continuate così! Giuseppe Lettieri L 52 a Exton Volleyball Aversa vince in casa con il Levorano e si laurea campione d’Inverno rimanendo imbattuta. Con trentatre punti non solo è in vetta alla classifica del proprio girone di B2, ma è l’unica squadra a non aver perso nemmeno una gara. Un record che la dice lunga sui valori in campo della squadra di patron Di Meo. Un plauso va sicuramente al mister Ignazio Nappa, che dopo qualche sbandamento post feste natalizie ha saputo rimettere ordine tra le fila del team, riportando concentrazione e voglia di vincere. Che l’Exton Volleyball Aversa avesse le carte in regola per centrare l’obiettivo del primato di metà torneo, lo si è visto sul difficile campo di Lagonegro, quando dopo la sconfitta in Coppa Italia della partita di andata, i ragazzi avevano vinto al tie break in campionato espugnando un campo imbattuto da circa due anni. Anche con il Levorano, terza in classifica, non è stata una passeggiata in uno gelido (causa mancanto rifornimento di gasolio dell’Amministrazione Comunale!) PalaJacazzi. I ragazzi sotto di un set, hanno subito mostrato grinta riacciuffando la partita, e fermando il risultato sul 3 a 1, che tiene a bada i lucani, e lascia in distacco proprio i pugliesi. Oggi domenica due febbraio sosta del Campionato, ma sarà di scena al palazzetto, alle ore 18.00 nuovamente il Lagonegro per il ritorno di Coppa Italia. Serve una impresa storica, in quanto l’Exton Aversa, messa sotto all’andata dai lucani con un perentorio 3 a 0, ora non solo dovranno cercare di non perdere nemmeno un set, ma addirittura di vincerne quattro, per continuare a sognare. Dicevamo che la pausa natalizia non aveva giovato ai ragazzi, che subito dopo avevano incas- sato la sconfitta in Basilicata. Ma adesso la musica è cambiata e l’impresa potrà esser possibile. C’è bisogno però anche del calore degli aversani, insomma del tifo delle grandi occasioni proprio come si trattasse della finale per la Coppa Italia. Vorremmo vedere almeno cinquecento persone a tifare per i colori della città normanna. Intanto noi non possiamo che esser orgogliosi di aver tra i nostri concittadini una persona come Sergio Di Meo, che con grandi sacrifici personali sta riportando la pallavolo ad i fasti di un tempo che fu. Quei tempi lontani quando Aversa era la capitale della pallavolo meridionale, militava in serie A e l’ex Consorzio Canapa, il Capannone, era pieno di tifosi pronti a sostenere le imprese dei giovani atleti aversani. Grazie a Di Meo, ed a tanti amici che lo sostengono, la pallavolo aversana sta rinascendo, e chissà che la serie A non ritorni quanto prima. SPORT Prima della gara presidente e giocatori interrogati dalla procura federale: si pensava alla combine! Granata battuti dall’Ischia La squadra gioca la peggior gara di questo campionato, ma non è possibile mettere in agitazione tutto l’ambiente prima della partita, già ritirata dalle scommesse per troppi soldi puntati sulla vittoria granata Giuseppe Lettieri D opo la vittoria fuori casa con il Castel Rigone, l’Aversa Normanna disputa la peggiore partita di questo campionato, facendosi superare per 1-0 dall’Ischia, diretta concorrente per l’approdo in C unica. Una sconfitta ci può sempre stare, ma giocare così male no. A nulla valgono le rassicurazioni di mister Di Costanzo, che nel finale di gara ammette la debacle ma cerca anche l’alibi nelle pessime condizioni in cui si trova il campo. E così appare molto arrabbiato in sala stampa il presidente Spezzaferri. “Oggi non mi è piaciuto niente e non accetto giustificazioni poiché anche l’Ischia giocava al «Bisceglia»! Sì, il terreno è messo in malo modo, ma questo non può giustificare affatto il comportamento della squadra, praticamente assente per tutto il primo tempo. Altra cosa poi da rivedere è il fatto che in tutto il campionato, ormai è la regola che l’Aversa giochi un tempo e anche più a dieci uomini e a volte addirittura a nove, concedendo così un vantaggio colossale agli avversari. Sia chiaro che io ci tengo molto a rimanere nel calcio professionistico. Siamo una società sana. Paghiamo regolarmente gli stipendi a differenza di altre compagini che militano in Lega Pro e abbiamo deciso di investire su questo team, ma non possiamo accettare più simili delusioni. Bisogna osare, dare il massimo. Dobbiamo stare tra le prime otto a fine torneo”. Chiaro ed eloquente Spezzaferri, che tra le righe chiede maggior audacia a Di Costanzo, e un atteggiamento più tenace ai giocatori. Va detto che pochi minuti prima del fischio di inizio era arrivata allo stadio la Procura Federale per interrogare proprio il presidente, l’allenatore e alcuni calciatori in merito ad una ventilata Con l’Ischia debacle inaspettata combine della partita, che da alcuni giorni era stata tolta dalle scommesse per un eccessiva somma di puntate sulla vittoria dell’Aversa Normanna (che visti i reali valori delle squadre poi poteva starci benissimo!). Una visita che sicuramente ha contribuito ad alimentare le tensioni tra i giocatori. Alla fine, poi, i fatti hanno smentito il tutto. Non vi era nulla né in campo né fuori dal campo. 53 STORIA NOSTRA Vigilava il castello di Casaluce come un cane mastino Giannotto, il fido castellano Giannotto aiutò la regina Giovanna II a fuggire dalla vendetta di Alfonso d’Aragona. Gli Aragonesi lo legarono al palo e lo trucidarono brutalmente. Nonostante il supplizio, non aprì bocca Antonio Marino A 54 lla scomparsa del re Ladislao di Durazzo, che alcune fonti vogliono sia morto in Aversa, si aprirono aspramente le lotte per la sua successione tra durazzeschi, angioini ed aragonesi. Lotte che videro coinvolte diversamente quasi tutte le città del reame napoletano e che culminarono con la salita al trono (1414) della sorella Giovanna II. La quale, come la sua ava Giovanna I (tristemente ricordata ad Aversa), non ebbe vita facile e dovette più volte scontrarsi con i gruppi che accampavano diritti sul regno …a cominciare dagli aragonesi. Sta di fatto che, pressata da ogni parte, spesso se ne veniva col suo seguito, nella più tranquilla Aversa e non soltanto per sfuggire agli intrighi di Corte. Rifugiandosi, come informa la cronaca, nel suo castello-fortificato di Casaluce, una sorta di maniero residenziale (costruito prima del Trecento), che era un po’ la sede abituale degli angioini. Passato alla storia per le sue atrocità, il castello (per una parte convertito in convento), vantava una certa autonomia ed era in grado di ospitare un discreto numero di persone e un piccolo presidio armato. Se ne occupava, soprattutto in assenza dei reali, un certo Giannotto (chiamato così per la sua corporatura) che, a capo di un nutrito gruppo di servitori, badava a tutto mantenendo il merlato complesso su cui svettavano i simboli dei reggenti, sempre efficiente e pronto per qualsiasi evenienza. Uomo di comprovata fiducia e pertanto trattato bene, Giannotto vigilava il castello come un cane mastino e, forte di un innato senso diplomatico (dovuto alle esperienze accumulate), manteneva buoni rapporti con la popolazione del luogo. Che gli voleva bene e che, in caso di bisogno, non faceva, mai mancare il suo prezioso aiuto mettendolo, quando necessario, in guardia contro incipienti pericoli di ogni sorta …come fece nel 1424. Quando, avendo Alfonso d’Aragona occupato Napoli, non trovando la regina, la mandò a scovare ad Aversa (dove si era rifugiata) per farla prigioniera e poi Giannotto spirava quando Giovanna, II già era in salvo fuggendo alla volta del nord della Penisola: morirà nel 1435 lasciando il reame in balìa delle forze contendenti! eliminarla. Nell’occasione, gli aversani (la parte fedele ai durazzeschi), non appena videro spuntare le soldataglie Aragonesi, subito corsero ad avvisare Giannotto che approntò in un baleno la fuga di Giovanna II. Che si mise in salvo fuggendo rocambolescamente, mentre il castello veniva assediato, lungo un cunicolo (scavato apposta) che la portò in aperta campagna lontano dalla città. Dove l’aspettava il capitano di ventura Muzio Attendolo che, nel condurla verso il nord, perse miseramente la vita nel guado di un fiumiciattolo. Gli aragonesi, entrati con la forza nel castello (non trovando la regina),lo misero a ferro e fuoco catturando il personale interno che fu posto sotto torchio. La sorte peggiore toccò a Giannotto che venne rincorso per le stanze, preso Giovanna II, regina di Napoli animalescamente, legato ad un palo e torturato brutalmente… alla presenza di quanti lo conoscevano. Nonostante il supplizio, come informa la cronaca, Giannotto non aprì bocca, non rivelò come fosse fuggita Giovanna II sperimentando tutta la spietatezza del sui aguzzini. I quali, inviperiti all’inverosimile, gli ridussero gran parte delle carni in poltiglia cavandogli impietosamente gli occhi e, quando riuscirono a scoprire (frugando in lungo e largo) il punto di fuga della regina durazzesca, gli troncarono dalla rabbia la testa con un colpo di spada. Testa che fu raccolta da mani pietose, avvolta in un drappo, e sepolta nel terreno che circondava le mura del castello, dove ora sorge il parco lungo via G. Andreozzi. Giannotto spirava nel momento in cui Giovanna, II, varcati i confini papalini, già era in salvo fuggendo alla volta del nord della Penisola: morirà alcuni anni dopo… lasciando il reame (1435) in balìa delle forze contendenti. Dell’olocausto di Giannotto, che al tradimento preferì la morte, non v’è purtroppo traccia nella storiografia nostrana… forse, ci sia consentito pensarlo, perché non ritenuto un personaggio importante. A Lui la stima di quanti si ritengono coerenti e leali e di tutti coloro che, pur sacrificando diversamente la propria vita, non attingono mai la luce della ribalta. ASSOCIAZIONI Siamo entrati in uno dei Circoli più antichi di Aversa La “chietta” del Borgo Subito dopo la seconda guerra mondiale i due Circoli del Borgo si fusero in uno solo. Ne divenne presidente Luigi Raimondo, rimosso dopo quasi cinquant’anni “da quellid el Santuario” La bandiera, che riporta la data del 1951, quando fu restaurata, risale al 1946. La “chietta” del Borgo da allora ha tenuto alta la tradizione dei fujenti nostrani La bandiera dellla “chietta” del Borgo 56 Salvatore di Grazia A d Aversa ci sono tante Associazioni Cattoliche di Maria SS. dell’Arco con sedi, presidenti, tesorieri e soci: circoli aperti tutto l’anno, un ritrovo per giovani ed anziani. Non c’è strada, borgo o piazza che non ne abbia uno, e che non organizzi la questua (‘a cerca), prima, e la festa, poi, anche se a cento metri c’è un’altra Associazione con un’altra questua, un’altra festa. Uno dei più antichi circoli è quello del Borgo, la cui data di nascita s’è persa nel tempo, ma è certo che prima della seconda guerra mondiale ne aveva due, capitanati da Luigi Cioffo e da Luigi Ibello. Poi si fusero in una sola, e la più antica “bandiera” tuttora esistente risale al 1946, anche se riporta la data del 1951 perché fu restaurata in quell’anno. A 17 anni ne divenne “presidente” Luigi Raimondo, che ha conservato la carica per quasi 50 anni, rimosso poi d’autorità “da quelli del Santuario” per un necessario ricambio generazionale. La “chietta” del Borgo ha tenuto alta la tradizione tenendo d’occhio l’innovazione. I suoi fujenti hanno partecipato scalzi fino alla fine degli anni ‘90 ed essa fu tra le prime a concorrere con quadri raffiguranti nudi di donna, il che fece rizzare i capelli a “quelli del Santuario”. Da gennaio a Pasqua, i “battenti” del Borgo girano a fare ’a cerca, organizzano aste sui generis dove si fa a gara a chi offre di più per prodotti anche casarecci, il tutto per la Madonna. La cerca si chiude la domenica di Pasqua, con l’uscita della bandiera del Circolo che, accompagnata dalla banda musicale e dai dirigenti, gira per le strade del Borgo, casa per casa, per le ultime, sostanziose offerte, mentre ad ogni angolo altri questuanti raccolgono le offerte dei passanti, siano essi della zona o meno. ‘A Maronn è ‘a Maronn! Una volta rientrati, il Presidente ed il tesoriere conteggiano l’incasso, dando le ultime diposizioni per il giorno dopo. Il lunedì in albis la festa al Borgo inizia alle prime luci dell’alba coll’addobbare improvvisati palchi dove prenderà posto “la valente commissione giudicatrice” (i soci del Circolo), e dai quali “la voce” delle “chiette” ospiti canterà la preghiera alla Madonna. Intanto, tutti i battenti, indossato il tradizionale costume, si radunano davanti alla sede: i portatori si sistemano sul camion che porta il “tosello” o quadro, le bandiere dell’Associazione sul tettuccio di un furgone e gli altri partecipanti su mezzi dei soci o su un autobus affittato per l’occasione. Inizia così il frenetico girovagare per i vari concorsi cittadini a cui si è iscritti, andando anche a gareggiare nei paesi vicini. I battenti si dispongono in due file laterali (a mo’ di paranza), facendo da cornice al “ballo” del quadro o del “trono” e ai volteggi del portabandiera. La banda musicale che li accompagna si sistema di fianco al palco e suonando dà il tempo ai portatori del quadro o della bandiera nella loro esibizione. Il ruolo del portabandiera al Borgo è molto sentito, è il più importante, il vero uomospettacolo della cerimonia e spesso è tramandato da padre in figlio. Ma non si può omettere il ruolo che ha “la voce” cioè il battente che dal palco della “valente commissione” o in strada canta la preghiera alla Madonna, preghiera I soci attuali del Circolo che si tramanda, immutabile, da secoli: Chi è devot’/’sta Maronn’e ll’Arc’/sorè tenitece ‘a fede/chill’è nu bellu nomme/ sorè... ‘a Maronn’. Una delle più belle “voci” della chietta del Borgo è stato Antonio Raimondo, preceduto a suo tempo da Luigi Ricciardi e Carmine Barbato, in uno scambio di testimone che si perpetua da centinaia di anni. SALUTE Quando c’è in ballo la salute su cosa si può risparmiare? Le prestazioni low-cost producono danni high-cost A cura dello Studio Arlotta&Sichel P urtroppo il web è saturo di proposte di odontoiatria low cost. Il concetto di low cost ormai ha invaso tutti i campi e pare sia l’unica arma per fronteggiare la crisi dilagante in Europa. Mentre parlare di bassi costi nell’abbigliamento o in altri campi è più comprensibile, nel campo della sanità parlare di low cost è estremamente pericoloso. Abbassare i prezzi significa SEMPRE abbassare i costi a monte. Nel caso di prestazioni mediche in cui c’è in ballo la salute dell’essere umano, su cosa si può risparmiare? L’unica cosa su cui si può fare una limatina è sull’effettivo guadagno del professionista che esegue la terapia. Non è assolutamente pensabile di poter risparmiare su materiali e tecnologie in quanto è un risparmio tutto sulla pelle del povero paziente. Per quanto riguarda i viaggi all’estero devo dire che rimango sempre più sorpreso dalla massiccia presenza di queste offerte perché significa che è un mercato che evidentemente è in crescita. Poniamo però che un lavoro protesico che costa 10.000 € in Italia, costa 5.000 € all’estero, e che dopo 2\3 anni sorge un problema, quanto costerebbe ritornare all’estero per risolvere il problema? E siamo sicuri di ritrovare lo stesso medico che ha eseguito la prestazione? Di solito non è così. Questo perché all’estero non ha nessuna tutela, a differenza che in Italia. Le tariffe di un professionista, in ogni campo, ed a maggior ragione nel campo odontoiatrico devono essere sostenibili sia per il paziente che per il professionista. In un momento storico come questo c’è bisogno della massima sensibilità da parte del professionista che deve cercare di venire incontro ai pazienti abbassando le pretese ma senza mai sfondare il muro della sostenibilità del professionista stesso che oltre ai costi dei materiali usati durante l’esecuzione delle terapie ha dei costi che spesso i pazienti ignorano. Affitto, energia elettrica, acqua, stipendi, contributi previdenziali, leasing, inutile dilungarsi sui costi, ritengo più interessante porre l’accento sul fatto che spesso si pubblicizzano tariffe ridotte per poter accaparrarsi più pazienti. Non si può e non si devono abbassare i prezzi al di sotto di quella soglia di garanzia per il paziente. Quasi sempre una prestazione a basso costo è una prestazione che verrà ripetuta nel breve periodo e spesso con una prestazione di più grande impatto economico. 57 COPERTINA Il Convegno del Rotary: in Campania si muore di più per le carenze sanitarie Registro tumori e prime sorprese! «Una cosa è parlare di nuovi casi di cancro, un’altra è parlare di mortalità per cancro»- ha chiarito il dott. Mario Fusco. Il messaggio è chiaro: le maggiori preoccupazioni nella Terra dei Fuochi sono da attribuire alle carenze del sistema sanitario regionale! Nicola De Chiara L’ 58 aula “Ruberti” della facoltà di Ingegneria affollata come non mai ha fatto da degna cornice ad un atteso convegno, il 17 gennaio scorso, sul rapporto tra inquinamento ambientale e salute. Un appuntamento promosso dal Rotary Club «Aversa Terra Normanna” presieduto dal cardiologo Giovanni Costanzo. Un convegno che ha chiamato ad Aversa alcuni medici ed esperti in materia sanitaria ed ambientale, moderati dalla giornalista Valeria Chianese di Avvenire. Ad aprire i lavori, dopo i saluti del presidente Costanzo, che ha invitato gli illustri relatori a fare chiarezza sui vari aspetti della relazione tra inquinamento e salute, del preside Michele Di Natale e di Federico Iannicelli, presidente dell’ordine dei medici di Caserta, ha aperto i lavori Antonio Cioffi dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. Cioffi ha parlato degli screening messi in atto dalle Asl per combattere il cancro, sottolineando che solo il 45 per cento degli italiani invitati alle attività di prevenzione risponde. Dopo di lui è intervenuto il dott. Mario Fusco, responsabile del Registro Tumori della Regione Campania. Il messaggio che ha dato Fusco è stato sostanzialmente questo: in Campania non è più alta la percentuale di nuovi tumori rispetto al resto d’Italia ma si registra un tasso di mortalità più alto, segno che le maggiori preoccupazioni sono da attribuire alle carenze del sistema sanitario regionale. Ed, infine, il prof. Benedetto De Vivo, sono stati stanziati dei fondi per le annualità 2014 e 2015 per uno screening sulla popolazione della Terra dei Fuochi, ma esso non potrà essere generico bensì dovrà essere mirato su quelle patologie che hanno evidenziato un aumento degli ammalati in precise micro aree. A margine del Il Convegno a Ingegneria e, a lato, il dott. Mario Fusco convegno Mario Fusco ci ha chiarito il suo pensiero: “Ho voluto precisare che lo studio dei tumori è un’analisi Ottima iniziativa del abbastanza complessa. Bisogna, perciò, presidente del Rotary, passare dalle opinioni sul problema ai Giovanni Costanzo. E il dati. Una cosa è parlare di nuovi casi cancro e cioè d’incidenza, un’altra è senatore Romano annuncia di parlare di mortalità per cancro. Per parl’arrivo di fondi per uno lare correttamente di rischio ambientale screening sulla popolazione bisogna riferirsi ai nuovi casi di cancro non alla mortalità, perché dalla diagnosi alla morte si passa attraverso la lunga fase delle cure e della presa in carico del ordinario di Geochimica Ambientale paziente da parte del sistema sanitario presso la “Federico II” di Napoli, che regionale, con tutte le carenze ammesse. ha sottolineato l’inerzia delle istituzioni Il rischio, quindi, è provato dall’incinazionali e locali nel mettere in atto stru- denza dei tumori sul territorio e non menti che impedissero lo sversamento dalla mortalità. L’ambiente, si sa, è uno dei rifiuti tossici, prima, e nell’avviare dei fattori di rischio, ma sappiamo che vere attività di prevenzione, dopo. Ha il cancro ha molteplici fattori di rischio, concluso i lavori il senatore Lucio Ro- quelli individuali, quelli genetici, quelli mano che ha sostanzialmente detto che legati allo stile di vita e all’occupazione. è arrivato il momento di non piangerci Il problema è inquadrare l’ambiente tra più addosso e di affrontare il problema i fattori di rischio oncologico. Bisogna, con serenità e rigore. Romano ha parlato poi, andare ad indagare area per area della necessità di utilizzare corretta- perché non è possibile pensare che tutta mente i fondi per le bonifiche e per le la provincia di Caserta o quella di Naattività di prevenzione. Poi l’annuncio: poli abbia lo stesso rischio ambientale”. CULTURA Il liceo scientifico «Siani» e la festa del libro I ragazzi di Barone «alla corte del re Liber...» L’ospite della festa è stato il re Liber, interpretato con talento dal giovanissimo Nico Improta. Il Re Liber ha aperto le porte del castello della conoscenza, accompagnato dalla sua corte (il Silenzio, il Raccoglimento, la Sensibilità, la Coscienza, la Fantasia, l’Invenzione e la Sofia...) Stefania Febbraro N 60 el corso delle svariate attività organizzate nell’ambito della Settimana dello Studente, al liceo scientifico Siani si è svolta una grande festa, la Festa del Libro “Alla corte del re Liber…”, che ha visto l’attiva ed entusiastica partecipazione di tutti gli studenti del liceo, guidati con egual fervore dai propri docenti. L’iniziativa volta ad acquisire libri per costituire - pressoché dal nulla - la biblioteca scolastica, risponde all’intento di creare un circolo virtuoso a beneficio della promozione della lettura. In che modo? Attraverso spontanee donazioni di libri da parte di studenti, docenti e genitori e favorendo l’incontro con i libri, reinterpretati dagli studenti attraverso brevi pièces teatrali e riletture originali. L’ospite della festa è Per il “Siani” una festa «alla corte del re Liber» stato il re Liber, interpretato con talento dal giovanissimo Nico Improta. Il Re Liber ha aperto le porte del castello della conoscenza, accompagnato dalla sua corte (il Silenzio, il Raccoglimento, la Sensibilità, la Coscienza, la Fantasia, l’Invenzione e la Sofia...) senza i quali le sue pagine non potrebbero essere mai scritte. Accompagnati dalle Muse gli studenti sono stati guidati Il nostro collaboratore Geppino De Angelis “senatore” della stampa locale Una vita tra scuola e giornalismo N on ha mai fatto politica, pur seguendone da vicino le vicende, ma è diventato ...“senatore”, sì senatore della stampa casertana, come si legge sull’artistica targa che gli è stata consegnata dal presidente regionale dell’Ordine dei Giornalisti, Ottavio Lucarelli, e dal presidente dell’Assostampa di Caserta, Mimmo De Simone. L’investitura di Geppino De Angelis c’è stata sabato scorso, 25 gennaio, in occasione della tradizionale celebrazione della ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, al termine della santa messa celebrata nella Cappella del Seminario Vescovile di Caserta dal vescovo emerito mons. Raffaele Nogaro, che all’omelia, tra l’altro, ha messo in risalto l’importanza dell’operato dei giornalisti e la necessità di un’informazione obiettiva, nel rispetto della dignità personale di tutti. Alla cerimonia erano presenti tantissimi giornalisti dell’intera provincia di Caserta oltre al sindaco Pio Del Gaudio ed altre autorità, con i vertici provinciali dell’Unione Cattolica Stampa Italiana Luigi Ferraiuolo e dell’Assostampa Mimmo De Simone che, nel consegnare la targa al nostro collaboratore, ha comunicato che risulta iscritto all’ordine dei giornalisti dal luglio del 1962 ovvero da quasi cinquantadue anni. Una vita dedicata, oltre che alla Geppino De Angelis famiglia, a due “amori”, quella di De Angelis, il mondo scolastico, che lo ha visto protagonista per ben quarantadue anni come docente, prima, e come preside, poi, ed il giornalismo, appunto, quello che lui definisce il suo hobby. Al nostro quasi ventennale collaboratore gli auguri più sinceri. Nicola De Chiara CULTURA nel meraviglioso mondo dei libri, attraverso brevi pieces teatrali e riletture originali (Omero e l’epica, Intervista di Umberto Eco a Beatrice, Il principe di Machiavelli e la politica oggi, la Patente di Pirandello). Intermezzi musicali e canori hanno allietato l’evento in un sinestetico tripudio della parola. La festa è continuata attraversando la storia del libro, del suo successo e delle sue trasformazioni dalla antichità alle ultime innovazioni tecnologiche (e-book, social network) e rivivendo il senso della lettura nelle parole dei grandi scrittori italiani e stranieri, soffermandosi ora ad ascoltare poesie e testi narrativi declamati dagli studenti ora a scrivere un proprio pensiero da Nella festa la storia del libro, del suo successo e delle sue trasformazioni dalla antichità alle ultime innovazioni tecnologiche (e-book, social network) riporre nella “scatola degli aforismi del Siani” o a riempire un cartellone bianco terminando la frase «Leggere è…». Tanti i finali proposti, tutti con un unico significato: la lettura è vitale per imparare e conoscere, ma soprattutto per vivere e crescere. I libri raccolti per ora non sono forse quanti se ne aspettava, riflettono le basse percentuali sul numero di lettori in Italia, ma è già un passo in avanti rispetto a degli scaffali finora vuoti. Forse quando il liceo, anche grazie a queste ultime acquisizioni, potrà offrire alla sua utenza un servizio di prestito grazie all’apertura della biblioteca scolastica agli interni e - perché no al territorio, questi dati potranno man mano migliorare. A tal fine il “Siani”, guidato dal nuovo dirigente Rosaria Barone, quest’anno ha messo in atto anche altre iniziative per promuovere lettura e cultura: diffusione del book-crossing all’interno della scuola e realizzazione di altre attività a favore della lettura e della scrittura. 61 CULTURA Le Marie Cristine di Aversa protagoniste della beatificazione Maria Cristina, una Regina Beata Il 25 gennaio grande festa a Napoli nella basilica di Santa Chiara. Poi ad Aversa, in Cattedrale, la messa di ringraziamento con il nostro vescovo Spinillo Sofia Simeone I 62 l 25 gennaio nella Basilica di Santa Chiara in Napoli Maria Cristina di Savoia, Regina di Napoli (18121836) è stata proclamata Beata. I rampolli delle più antiche e illustri dinastie reali d’Europa hanno partecipato alla cerimonia per la beatificazione di Maria Cristina, Regina delle Due Sicilie, della dinastia dei Savoia, moglie di Ferdinando II di Borbone e madre di Francesco II. Nel nome di Maria Cristina si sono riunite ed hanno siglato un atto di riconciliazione familiare le due famiglie reali: Savoia e Borbone, insieme per la regina beata. Tra i presenti, sedute tra il primo e il secondo settore della basilica, le socie dell’Associazione Convegni di Cultura “Maria Cristina di Savoia” di Aversa con la presidente prof.ssa Flora Romaniello Costanzo e oltre 450 socie dei Convegni di Cultura riunitesi per questa celebrazione da tutta Italia. I Convegni Maria Cristina dal 2004 hanno organizzato convegni e conferenze per richiamare l’attenzione su questa figura di regina esemplare che ha atteso duecento anni perché venissero riconosciute le sue virtù eroiche e la sua santità. Ruoli decisivi per il processo di beatificazione e per l’organizzazione dell’evento sono stati assunti da Donna Stefania Rolla Pensa, Presidente Nazionale, dalla prof.ssa Mimma Fabozzi Vitagliano, Tesoriera Nazionale, dal Comitato di Presidenza, dalla prof.ssa Patrizia Salemme Menditto, componente del Comitato Nazionale per la Beatificazione di Maria Cristina. Nel pomeriggio lo scrittore giornalista Luciano Regolo ha presentato, nella sala intitolata a Maria Cristina nel chiostro di Santa Chiara, il suo ultimo libro sulla beata. In chiesa, durante la solenne celebrazione liturgica, il Il sepolcro della Regina Beata cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, legge all’Assemblea la lettera apostolica di Papa Francesco che fissa al 31 gennaio il giorno della festa di Maria Cristina e ribadisce che “Maria Cristina ci ricorda che tutti siamo chiamati alla santità”. Donna di “carità autentica e incarnata nella realtà del suo tempo – dice il cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli che presiede la celebrazione eucaristica”. Maria Cristina di Savoia è stata proclamata beata nella basilica che conserva le sue spoglie, adornate di una corolla di piccoli fiori bianchi e di bouquet adagiati sul sarcofago da anonimi convenuti, e nella città che l’ha vista pregare e operare in nome dell’amore evangelico che ha pervaso tutta la sua vita, anche se breve. Il 31 gennaio nella Cattedrale di Aversa è stata celebrata la messa di ringraziamento per la beatificazione di Maria Cristina dal nostro vescovo Angelo Spinillo. Giovedì 6 febbraio alla «De Curtis» De Chiara presenta la collana a fumetti La storia di Aversa a fumetti P arteciperà anche il sindaco Sagliocco alla presentazione presso il comprensivo «De Curtis» di Aversa del primo volume di «Storie Aversane a Fumetti», la collezione ideata da NerosuBianco Edizioni per divulgare la storia locale nelle scuole attraverso l’affascinante linguaggio del fumetto. L’appuntamento è per giovedì 6 febbraio presso la palestra della sede centrale in viale Kennedy. Gli alunni delle quarte e quinte elementari e delle medie incontreranno lo studioso Nicola De Chiara, autore dei testi del primo numero dedicato al pittore Luigi Pasto- re, ed il giovane fumettista di Sant’Arpino, Alessio D’Elia, autore dei disegni. L’8 febbraio, invece, la presentazione alla scuola media della succursale in via D’Acquisto. Dopo il comprensivo «Cimarosa» e il Secondo Circolo Didattico, è la volta, dunque, del comprensivo «De Curtis». «Ringrazio la preside Olga Iorio - ha dichiarato Nicola De Chiara - per la disponibilità mostrata. Per i ragazzi è una grande occasione, questa, per conoscere da vicino i grandi personaggi della nostra storia, attraverso il fumetto che, abbinando testi e immagini, è ritornato un linguaggio apprezzato anche dai figli della comunicazione multimediale”. E’ in preparazione il secondo numero della collana dedicato al nostro grande musicista del Settecento Domenico Cimarosa e che interpelleremo le scuole dell’Agro per conoscere quali personaggi vorrebbero fossero raccontati”.
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