N. 17 | ANNO XVII | 16 NOVEMBRE 2014 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.it SI DIMETTE ANCHE FUSCO, PER SAGLIOCCO VIA LIBERA ALLA VERIFICA POLITICA Jommelli/Cimarosa, il Festival parte da Roma GIANNI BO DELL’ANCE: «COSI’ SI BATTE LA CRISI EDILIZIA» ARRIVA DA CAGLIARI L’AVVOCATO CHE AIUTERA’ ADELE IAVAZZO CONTRO L’ASL Nicole Iavazzo, Milone per il Rotary a 16 anni ha raccontato la storia della Rai è già campionessa PRIMO PIANO Ciaramella tradito dagli ex discepoli ma va avanti L’INTERVENTO Quando si fanno belli con le penne del pavone CRONACA Con Jammer... il furto è servito! L’INIZIATIVA I supermercati Nugnes aprono ai prodotti tipici Via Roma, pronti per il restyling ma i commercianti ora si oppongono «A Natale non vogliamo cantieri» L’EDITORIALE STORIA NOSTRA SOMMARIO sulla citta 06 L’occhio che ...spaventa tutti! I Cinque Stelle 16 per la «Maddalena» La querelle/ Sette 20 taxi sono troppi matrimonio 36 Il«gayamente» inteso del palazzo 44 Ladelstoria Sedile di S. Luigi Il Rotary e la storia 62 della televisione PERIODICO DI CULTURA VARIA DELL’AGRO AVERSANO Anno XVII n° 17 - 16 Novembre 2014 Direttore Responsabile Giuseppe Lettieri Direttore Editoriale Nicola De Chiara Coordinamento Editoriale Vito Faenza Garante dei Lettori Franco Terracciano Fotografie Nicola Baldieri Editore Associazione Dimensione Cultura Periodico registrato presso il Tribunale di S. Maria C.V. al n. 514 del 17.11.1998 Redazione Via Michelangelo, 108 - Aversa (Ce) Tel. 081.198.14.930 - 388.19.87.510 www.nerosubiancoaversa.it e-mail: nerosubianco2@gmail.com Stampa Printer Group Italia srl Castellammare di Stabia (Na) Sul sito la rivista in pdf scaricabile dal lunedì PERIODICO ASSOCIATO UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA (Con Tessera n. 15558) di Giuseppe Lettieri L’EDITORIALE Jommelli/Cimarosa Festival al via S ono tanti gli spunti di riflessione emersi in queste due ultime settimane anche se lo spazio stringato dell’editoriale non ci consente di affrontarli tutti. A cominciare dal tanto strombazzato Jommelli/Cimarosa Festival che, dopo mesi di annunci, finalmente ha preso il via nel “ritrovato” Sedile di San Luigi. Un centinaio di persone, Sindaco compreso, hanno celebrato l’avvio di questa manifestazione che cade nel trecentesimo anniversario dalla nascita di Niccolò Jommelli. Il Sedile di San Luigi è un luogo della memoria storica cittadina che dal 2004 ci ha visti in prima linea per strapparlo dal degrado (in occasione di «Aversa Città d’Arte» ripulimmo quel sito, con alcuni volontari tra cui l’attuale vicesindaco Nicla Virgilio, aprendolo in una giornata di primavera, con oltre duemila visite e con tanto di petizione, che poi protocollammo al Comune, per scuotere la politica e l’allora sindaco Ciaramella). Qualche anno dopo, anche attraverso il prestigioso FAI, riuscimmo ad ottenere lo stanziamento dalla Giunta Ciarammella, ormai a fine mandato, di centomila euro per il suo recupero. Sono questi i soldi che il Sindaco Sagliocco ha utilizzato per il suo recupero anche se, all’inizio del mandato, bloccò i lavori già in itinere. Molti addetti ed anche semplici cittadini hanno criticato il restauro, che appare quanto meno incompleto. Certo, le mattonelle dell’unica sala fruibile sono davvero dozzinali e bruttine, si poteva pensare a qualcosa di meglio, così come la lapide all’ingresso della stessa sala poteva esser oggetto di una semplice pulitura. Ma siamo ad Aversa, non pretendiamo mica la luna! Tornando alla musica e alla programmazione del Festival rispetto a quanto è statos speso abbiamo diversi dubbi, ma ci auguriamo di essere smentiti ...in corso d’opera. Va notato che tantissimi musicisti aversani non appaiono nel cartellone né tantomeno ci risulta un reale coinvolgimento delle associazioni cittadine (tranne un paio di rarissime eccezioni), associazioni che dovranno limitarsi a presenziare ai concerti e agli incontri, poiché soltanto questo è il contributo loro richiesto. Per il resto non possiamo che augurarvi buona Domenica! La Vignetta di Alessio D’Elia AVERSANI A NEW YORK Consigliere Paolo Galluccio, chi l‛ha mandata alla Maratona? Il Sindaco. L‛aveva detto che ci avrebbe fatto correre! 3 PRIMO PIANO Le dimissioni di Fusco aprono la strada alla verifica politica ma per Sagliocco i problemi non mancano Verso una nuova Giunta, è già finita l’epoca dei tecnici Il Sindaco una decisione l’ha già presa: si affiderà ad un nuovo vice Sindaco. Con Virgilio non c’è stato mai feeling. Santulli, Vargas, Capasso e company vogliono passare all’«incasso» e avere loro uomini nell’organo esecutivo. Il primo cittadino medita la grande (e giustificata) fuga da Aversa? Nicola De Chiara C 4 on le dimissioni dell’assessore Giuseppe Fusco, consuocero di Paolo Santulli, ma che si è sempre considerato un assessore tecnico, la verifica politica ad Aversa si è ufficialmente aperta. Sagliocco non può più rimandare, anche perché la Giunta era già orfana dell’assessore Buondonno, altro dimissionario. Le dimissioni di Fusco hanno solo accelerato un processo già in atto. Il sindaco Sagliocco lo aveva detto da tempo: “verifica a metà mandato». Lo scenario immediato è quello di un azzeramento delle deleghe agli Assessori che, in pratica, rimarranno in carica solo per l’ordinaria amministrazione Peppe Sagliocco e fino a quando la politica non avrà trovato la quadra sull’assetto del futuro organo esecutivo. «A questo punto bisogna aprire una nuova fase e dare all’esecutivo un nuovo assetto. Ci sarà, quasi certamente, un azzeramento globale per giungere ad una nuova formazione che non può non tener conto delle quote rose. Nell’esecutivo dovranno esserci almeno tre donne”. Questo ha dichiarato il Sindaco ma dalle intenzioni ai fatti la strada è lastricata di ostacoli. Forza Italia vorrebbe ripresentare Elia Barbato e Nicla Virgilio. In realtà gli azzurri con soli due consiglieri in sella (Tozzi e Luciano) difficilmente potranno spuntarla. E poi se Luciano sponsorizza Barbato, Tozzi difficilmen- PRIMO PIANO te abbraccerà di nuovo la causa di Nicla Virgilio. Su Virgilio sembra abbia posto un veto lo stesso Sagliocco: tra i due non c’è stato mai feeling e il vice Sindaco in carica non si è presentata neanche in Assise per la seduta sul Bilancio. Una decisione Sagliocco l’ha già presa: il futuro vice Sindaco dovrà essere una sua espressione perché se dovesse candidarsi in aprile alle Regionali il vice Sindaco prenderebbe in mano le redini del comando. Serve, dunque, una persona «affidabile» che non ha individuato nella Virgilio. Gli azzurri hanno messo gli occhi anche su una delega delicata come quella dell’Urbanistica; anche in questo caso Sagliocco farà di tutto per mantenerla nelle mani del pupillo Ninì Migliaccio che, sostenuto anche dal presidente della Regione Caldoro, potrebbe Ce n’è abbastanza per far prendere a Sagliocco la decisione che ...non vorrebbe prendere: mandare tutti a quel paese e ricandidarsi alle Regionali. Con buona pace di ...noi aversani! essere il suo nuovo vice. La Virgilio potrebbe anche lasciare, barattando il suo posto in Giunta con una candidatura alle Regionali alla quale sembra tenere tanto. Ma con tutto quello che sta succedendo nel partito azzurro varrebbe la pena fidarsi? Le dimissioni dei due assessori tecnici aprono la via al sicuro ritorno di una Giunta politica. Fino a Natale non si farà niente, anche perché i problemi Sagliocco li troverà non soltanto in Forza Italia. I tre ex azzurri (Di Grazia, Costanzo e Della Vecchia) non chiederanno un loro rappresentante in Giunta: più comodo agire come stanno facendo da assessori “aggiunti”. Ma Santulli, Vargas, Capasso e company vogliono passare all’«incasso» e avere loro presenze in Giunta o magari essere loro stessi catapultati nell’esecutivo. Insomma, ce n’è abbastanza per far prendere a Sagliocco la decisione che ...non vorrebbe prendere: mandare tutti a quel paese e ricandidarsi alle Regionali. Con buona pace di ...noi aversani! 5 LA NOTA Il Puc vero nodo che tiene insieme la maggioranza che sostiene Sagliocco? Lo pensa la minoranza L’occhio sulla città che ...spaventa tutti! I consiglieri di opposizione chiedono un uso razionale e lo sviluppo ordinato del territorio con minimo consumo di suolo, la tutela dell’identità culturale, la promozione dell’architettura contemporanea e la qualità dell’edilizia pubblica e privata, ma anche pubblicità, consultazione e partecipazione dei cittadini Nicola Rosselli E’ 6 allarme Puc nella città normanna. Da tempo andiamo indicando (Cassandra inascoltata) questo strumento di pianificazione come il vero nodo che tiene legata questa maggioranza di centro destra. Il Puc sottintende un’idea di città che negli ultimi tempi, le diverse amministrazioni che si sono succedute, hanno dimostrato di non avere o, per essere buoni, di averla abbastanza confusa. Sul tappeto ci sono grandi aree e grandi interessi come la vicenda della Maddalena o quella della Texas. I destini di queste due vicende simbolo andranno ad ipotecare parte del futuro della nostra città, influenzando la qualità della vita non solo nostra, ma anche dei nostri figli e nipoti. Ad oggi c’è il vuoto cosmico sull’argomento. Unica presenza quella dell’Udc. «Non è vero che tutti i componenti della commissione edilizia sono d’accordo che l’incarico per la redazione del Puc sia stato affidato all’ufficio tecnico comunale. L’Udc ha presentato un proprio documento che dice esattamente il contrario e che ha trovato l’appoggio di buona parte dell’opposizione» ha affermato Augusto Bisceglia, consigliere comunale Udc che continua: «Ad oggi, e mancano oramai poco più di sette mesi per l’approvazione, trascorsi due anni, ad Aversa non si è nemmeno insediato l›ufficio di piano, come recitava l›indicazione della determina di giunta proposta dall›assessore. Il quale, contraddicendo se stesso non solo ha disatteso, con la citata determina, impegni assunti con noi e la collettività, ma anche con i rappresentanti degli ordini professionali. Il Puc è l’atto amministrativo che delinea e conforma i destini delle comunità. Con esso vengono coinvolti Aversa, il Puc che fa paura «Non è vero che tutti i componenti la commissione edilizia sono d’accordo che l’incarico per la redazione del Puc sia stato affidato all’ufficio tecnico comunale» interessi di molteplice natura: sociali, culturali, economici, ambientali, ecc. E’ per questo che “la politica”, a cui è demandato questo gravoso compito, sia preparata alla grande responsabilità di cui deve farsi carico. Noi, consapevoli di dover assolvere tale compito nel rispetto del mandato democratico ricevuto, non ci sottraiamo all’impegno di dotare la città di uno strumento indispensabile ad un suo processo di sviluppo ordinato che salvaguardi gli interessi di tutti e promuova la coesione sociale». I consiglieri di opposizione indicano anche delle linee guida che sono le stesse perseguite dalla normativa vigente: sostenere un uso razionale e lo sviluppo ordinato del territorio con minimo consumo di suolo; tutelare l’identità culturale; promuovere l’architettura contemporanea e la qualità dell’edilizia pubblica e privata, prevalentemente attraverso il ricorso a concorsi di progettazione; assicurare pubblicità, consultazione e partecipazione dei cittadini. Da qui la richiesta di dare vita all’urbanistica partecipata, che vede la necessità, se non obbligatorietà, di conciliare gli interessi privati con quelli pubblici. Passa per questa strada maggiormente - secondo i consiglieri Udc - il processo di riqualificazione delle periferie con interventi di ristrutturazione urbanistica attenti al riequilibrio di servizi in esse carenti utilizzando anche ipotesi di rideterminazione delle densità al fine di non consumare suolo per soddisfare la domanda edificatoria. Il secondo obiettivo è perseguibile per Bisceglia e compagni sulla base di una preliminare considerazione della svolta epocale della identità che , con la istituzione della università e, ultimamente, del tribunale, Aversa va ad acquistare allargando i propri confini culturali oltre quelli tradizionali della conurbazione aversana. L’accento viene posto anche sulla necessità di una reale “democrazia urbana” che l’assessore all’urbanistica, nell’incontro avuto con la cittadinanza, ha promesso di praticare nel processo di formazione del Puc. Protagonista attiva per il consigliere Augusto Bisceglia deve essere la cittadinanza in un quadro di trasparenza e di condivisione delle scelte pianificatorie in tutte le sue fasi. Quale la soluzione? «La trasparenza e la qualità si assicurano con l’adozione di criteri di scelta tra proposte concorrenti senza pregiudizi e preclusioni». IMPRESA Abbiamo incontrato il vice presidente dell’Ance di Caserta, che rappresenta le imprese edili Bo: «Così si batte la crisi» Con l’imprenditore aversano un’intervista a tutto campo sulla crisi dell’edilizia e del mercato immobiliare nel nostro territorio. «Per le imprese fondamentale l’accesso al credito» Italia Mauriello A 8 bbiamo incontrato l’imprenditore aversano Gianni Bo, vice presidente dell’Ance di Caserta, costituita nell’ambito dell’Associazione industriali provinciale e che rappresenta ed associa le imprese edili del territorio. Con Bo parleremo soprattutto della crisi dell’edilizia che sta affliggendo anche l’Agro aversano. Bo, il settore edilizio è davvero in coma profondo? Il 2014 rappresenterà il settimo anno consecutivo di crisi. Dal 2008 il settore delle costruzioni ha perso il 31,7 per cento degli investimenti pari a circa 58.800 milioni di euro, collocandosi su un livello paragonabile a quello del 1967. Siamo, secondo lei, alla vigilia di uno Gianni Bo con Susanna Camusso scenario apocalittico, che ci deve davvero preoccupare? Rispondo con un solo dato: Per quanto riguarda la Provincia di Caserta dall’inizio della crisi ad oggi la massa salari si è quasi dimezzata! Dai 94 milioni del 2008 si è passati ai 49 milioni del 2013, con un calo complessivo pari al 48 per cento circa. Quali sono le principali criticità del comparto in Terra di Lavoro? La costruzione di alloggi sociali non è ancora regolata in questa provincia. Il Genio civile opera con grande lentezza. IMPRESA Il pregiudizio delle banche nei confronti della filiera è sconvolgente. Le imprese edili sono quasi tutte considerate a rischio default. Ma è anche vero che il recente Decreto Legge «Sblocca Italia» contiene alcuni interventi interessanti, con importanti segnali di attenzione verso l’edilizia quale motore per la ripresa del mercato interno. Mi riferisco, in particolare, all’agevolazione fiscale a favore di contribuenti, persone fisiche, che nel quadriennio 2014-2017 ac quistano case in classe energetica elevata (A o B) per destinarle alla locazione a canoni inferiori a quelli di mercato. Nello specifico, spetterà una deduzione dall’Irpef pari al 20 per cento del prezzo del l’immobile, nel limite massimo di 300.000 euro. La deduzione massima sarà, quindi, pari a 60.000 euro e dovrà essere ripartita in 8 quote annuali di pari importo (7.500 euro l’anno) dal periodo d’imposta in cui è concluso il contratto di locazione. Queste misure potranno far riprendere il mercato immobiliare residenziale che nel nostro territorio dal 2013 è in caduta libera; le compravendite immobiliare nel nostro territorio sono diminuite del 20 per cento negli ultimi anni. Rischio di ripetermi, ma sono più che mai convinto che se riparte il settore Agro aversano, caschi gialli inoperosi «Il 2014 rappresenterà il settimo anno consecutivo di crisi. Dal 2008 il settore delle costruzioni ha perso il 31,7 per cento degli investimenti, circa 58.800 milioni di euro» delle costruzioni riparte il Paese. Con quali effetti per l’occupazione? Finora sono andati persi 522.000 occupati (-25,9 per cento). Considerando anche i settori collegati alle costruzioni, si stimano circa 790.000 posti di lavoro persi. Sono uscite dal mercato 57.000 imprese di costruzioni e circa 14.000 sono entrate in procedura fallimentare. Nella nostra Provincia negli stessi anni le imprese iscritte al sistema della bila teralità sono passate da 3.279 a 2.235, con una riduzione di circa il 32 per cento, e gli occupati sono passati da 12.635 a 11.093, con una riduzione del 12 per cento circa. Cosa è necessario fare, a suo parere, per far ripartire i cantieri? Il Governo deve proseguire sulla strada delle incentivazioni alle ristrutturazioni edilizie, ristrutturazioni che devono continuare ad essere attente soprattutto al risparmio e all’autonomia energetica, ma non basta. Bisogna intervenire anche su altri fronti che influenzano lo sviluppo dell’edilizia: la burocrazia, i pagamenti della pubblica amministrazione e, non ultima, la corruzione. L’Italia ha bisogno di un intervento shock sugli investimenti pubblici e privati in svariati settori, dalla mobilità al turismo alle telecomunica zioni. Il settore delle costruzioni, giocando un ruolo trasversale, ne trarrebbe grande giovamento con forti ricadute occupazionali. Inoltre, le imprese edili devono poter ricominciare ad avere accesso al credito. Questo è fondamentale per far ripartire il comparto delle costruzioni. 9 LA CELEBRAZIONE La Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate si è tenuta in piazza Municipio Aversa celebra il quattro novembre Lello Ponticelli D opo molti anni Aversa è tornata a celebrare degnamente la storica ricorrenza del 4 novembre, Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, con una suggestiva cerimonia presso il monumento ai Caduti in piazza Municipio. Per la prima volta dopo oltre un decennio erano presenti ad Aversa i rappresentanti di tutte le quattro Forze Armate oltre ai vari corpi di polizia per una celebrazione Due immagini della manifestazione che, oltre ai caduti di tutte le guerre ed in particolare ai circa 300 aversani morti nella Grande Guerra, ha voluto ricordare anche il Bicentenario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri in un sincero slancio di riconoscenza per l’opera degli uomini e delle donne dell’arma benemerita nella loro lunga storia. La manifestazione, organizzata 10 dall’Amministrazione Comunale con la collaborazione del Generale Cagnazzo, Ispettore Regionale dell’Associazione Nazionale Carabinieri, del Generale Giovanni Palermo, Presidente della Sezione aversana dell’Associazione Arma Aeronautica, del Capitano Salvatore Abate dell’Aeronautica Militare e di Salvatore de Chiara, curatore del Museo di Storia Militare, ha visto una numerosa partecipazione degli aversani e dei giovani studenti di molte scuole cittadine, oltre alla associazioni d’arma. Le musiche che hanno scandito solennemente i momenti della cerimonia sono state eseguite dalla fanfara della sezione di Eboli dell’Associazione Bersaglieri, giunta al monumento ai Caduti dopo aver sfilato in parata lungo via Roma. Pazienti oncologici, l’Asl ha stanziato fondi integrativi per le loro esigenze Per i tumori non vale alcun blocco della spesa L a ASL Caserta ha stanziato fondi integrativi per rispondere alle esigenze dei pazienti oncologici fino al 31 dicembre 2014. La forte incidenza di patologie tumorali nella nostra provincia, infatti, ha motivato l’ASL a garantire un’assistenza completa ai cittadini con diagnosi oncologica, superando così il blocco delle attività diagnostiche dei centri accreditati determinato dal raggiungimento dei limiti di spesa annuali fissati dalla Regione. Il cittadino residente in provincia di Caserta, affetto da patologia oncologica accertata ed esente da ticket per patologia (codice 048) può recarsi presso la sede della Medina di Base (UOASB) del distretto sanitario di appartenenza con la prescrizione del proprio medico curante, la tessera sanitaria e la documentazione attestante la necessità dell’indagine; e richiedere l’autorizzazione a effettuare esami quali Risonanza magnetica nucleare (RMN), Tomografia assiale computerizzata (TAC), Tomografia a emissione di positroni (PET) o Scintigrafia presso i Centri Provvisoriamente Accreditati, il cui elenco è pubblicizzato sul sito www. aslcaserta.it . L’INTERVENTO Elenchiamo le opere pubbliche attribuite a Sagliocco ma realizzate da Ciaramella Quando si fanno belli con le penne del pavone... «Spulciando, spulciando ci siamo resi conto che la realtà è molto diversa da quella che il collega ed amico Nicola Rosselli, tratto in errore dalle notizie fornitegli dal primo cittadino o chi per esso, ha fatto con un lungo elenco di opere di cui l’attuale Amministrazione ritiene di poter menar vanto» Geppino De Angelis «P 12 reside ma, al tirar delle somme, stando almeno a quanto letto su umo degli ultimi numeri del vostro periodico, non è poi del tutto negativa questa amministrazione comunale se è vero che sono state realizzate tante opere pubbliche e tante altre già avviate»: questo quel che ci ha detto, incontrandoci in edicola, un nostro affezionato lettore. Un’affermazione, per la verità, che ci ha fatto attentamente meditare, quasi quasi convincendo anche noi sulla effettiva capacità operativa di Sagliocco and company per cui, spinti anche dalla curiosità che deve animare un cronista, abbiamo voluto vederci chiaro andando a spulciare nell’operato dell’amministrazione Ciaramella della quale, peraltro, se la memoria non ci falla, faceva parte anche l’attuale assessore ai Lavori Pubblici, il nostro amico ingegnere Elia Barbato. E, spulciando, spulciando ci siamo resi conto che la realtà è molto diversa da quella che il collega ed amico Nicola Rosselli, tratto in errore evidentemente dalle notizie fornitegli dal primo cittadino o chi per esso, ha descritto con un lungo elenco di opere di cui l’attuale amministrazione ritiene di poter menar vanto. Convinti come siamo che i cittadini, ed i nostri lettori in particolare, debbano essere messi al corrente della realtà, riteniamo opportuno elencare le opere pubbliche realizzate concretamente e collaudate dall’amministrazione di Ciaramella, opere erroneamente attribuite all’attuale Giunta sulla base di dati evidentemente forniti dal “palazzo”: via Michelangelo e via Plauto; arredo urbano in via Salvatore Piazza Savignano, una delle tante opere pubbliche realizzate da Ciaramella «Come si vede, di quel lungo elenco cui ci riferisce il nostro lettore, resta poco o niente, senza dimenticare che la Giunta Ciaramella aveva anche dato il via allla prima trance del recupero e restauro conservativo della casa Cimarosa» Di Giacomo, via Saporito e via Diaz; riqualificazione via Drengot e via Riccardo d’Aversa; riqualificazione di via Porta San Giovanni e realizzazione di una piazza; riqualificazione piazza Savignano e di varie strade; arredo arbano di via Galileo, via Torricelli, via Galvani, via Volta, via Tasso, via Dante, via Cupa Scoppa, via San Biagio, via Monserrato; viabilità via Ettore Corcioni e via Cilea; riqualificazione piazza Mazzini; realizzazione attrezzature di quartiere mercatino rionale Piazza Giovanni XXIII; realizzazione di un edificio da destinare a Delegazione Comunale nel rione delle case popolari; Palazzo Gaudioso, sede della biblioteca comunale; riqualificazione dell’area standard di via Salvatore Di Giacomo; adeguamento alle norme di sicurezza delle scuole elementari e materne. Come si vede, di quel lungo elenco cui ci riferisce il nostro lettore, resta poco o niente, senza dimenticare che la Giunta Ciaramella aveva anche dato il via allla prima trance del recupero e restauro conservativo della casa Cimarosa ed alla riqualificazione dell’area perimetrale del Parco Pozzi: opere realizzate con i fondi “Più Europa”. Cosa dire, allora? Non ci resta che ricordare quel che ci diceva da bambini nonna Caterina, la nostra amatissima nonna materna: ricordatevi che nella vita non bisogna mai farsi belli con le penne del pavone… PRIMO PIANO L’assenza dei consiglieri di maggioranza a Caserta sembra una sconfessione anche per Sarro e De Siano Ciaramella non riconosciuto leader ma va avanti La nomina di Mimmo Ciaramella a coordinatore provinciale Seniores di Forza Italia getta nello scompiglio il partito ad Aversa. Di fatto i Berlusconiani si sono divisi in due. Ora i coordinatori regionale e provinciale devono decidere con chi stare Nicola Rosselli L 14 a nomina di Mimmo Ciaramella a coordinatore provinciale Seniores di Forza Italia getta nello scompiglio il partito ad Aversa. Ciaramella chioama nella sede provinciale di Caserta tutti i consiglieri e gli assessori in carica ma gli ex «discepoli» non lo seguono. Non si presentano all’appuntamento i vari Tozzi, Luciano, Di Grazia, Costanzo, Della Vecchia, Barbato e Virgilio e l’ex Sindaco va giù duro: “Vorrei ricordare che i ruoli in politica son ben definiti. Una cosa è svolgere il ruolo di amministratore ed altro è la figura del dirigente di partito che fino a prova contraria non può essere individuato solo Mimmo Ciaramella da una parte dei consiglieri comunali. Forza Italia è un partito serio che ha a cuore il proprio elettorato e la risoluzione di problemi generali non può essere gestita ed affidata unicamente a chi è stato eletto con qualche centinaia di voti. Prendo atto che la mia disponibilità non è gradita a questi amici. Io continuerò per la mia strada perché ho la necessità di raggiungere quegli obiettivi che, chi ha inteso darmi fiducia attraverso la mia nomina, si aspetta da me”. Forza Italia 2.0 di Aversa intende riorganizzarsi e lo fa in maniera ufficiale. Dopo la convocazione dei giorni scorsi di iscritti e simpatizzanti di Forza Italia da parte del vice presidente dell’amministrazione provinciale Gianpaolo dello PRIMO PIANO Vicario (di fatto la carica istituzionale più importante in città), le redini della vicenda sono passate, in pratica, nelle mani di Mimmo Ciaramella al quale, a quanto pare, il commissario provinciale Carlo Sarro sembra aver dato un mandato esplorativo per ricompattare il partito. Non a caso l’ex Sindaco, nella sua nuova qualità, si è immediatamente attivato per cercare di giungere ad un’intesa tra i consiglieri comunali per “contribuire alla riorganizzazione del partito, recuperando il consenso che ci ha permesso nelle ultime tornate elettorali comunali di essere la prima forza politica in città; potenziare l’azione politica del partito nella città di Aversa anche attraverso un maggiore e fattivo coinvolgimento dei consiglieri comunali eletti e degli assessori”. Per fare questo Ciaramella ha scelto anche un luogo significativo, simbolico: la sede provinciale del partito in via Mazzini a Caserta. Lo stesso due volte primo cittadino tiene a precisare che il problema è, in questa prima fase, la riunificazione di un partito che non può essere lasciato allo sbando, vanificando un vero e proprio patrimonio e non l’appoggio o meno all’amministrazione guidata dal sindaco Sagliocco, cosa che verrà esaminata solo in una seconda fase. Questo revival vede l’attivismo di diversi esponenti di primo piano della politica locale: il vice Presidente della provincia dello Vicario, il consigliere provinciale Francesco Bortone, i consiglieri comunali Michele Galluccio, Gino della Valle e Paolo Galluccio, gli ex assessori Pasquale Diomaiuta, Salvatore Rotunno, Antonio di Santo, Alfonso Oliva, Isidoro Orabona, Nicola Galati, Massimo Pizzi Mario Abate e Rosario Ippone, gli ex consiglieri comunali Domenico Campochiaro, Carlo Amoroso ed Antonio de Michele oltre a numerosi esponenti della società civile. “L’idea è quella di un partito diverso che ci consulti e che ci interroghi, ha detto l’ex Assessore Isidoro Orabona, includente e non escludente, aperto al contributo di tutti”. Ma la risposta degli ex discepoli mette oggi in seria difficoltà il coordinatore provinciale Carlo Sarro che, a questo punto, deve prendere posizione o a favore dei consiglieri ribelli o a favore di Ciaramella. Anche perché sulla nomina dell’ex Sindaco c’è la firma del coordinatore regionale De Siano. cioccolato extravergine di OLIVA 15 OLIVA pura passione puro cioccolato Aversa Viale Kennedy 82 Via del Seggio 108 tel. 0818901003 www.olivacioccolato.it LA NOTIZIA Previsto un Convegno il 29 novembre all’ex Macello con parlamentari ed europarlamentari I cinque Stelle si mobilitano per salvare la «Maddalena» Il meetup grillino di Aversa ha promosso gazebo informativi, una petizione cartacea ed una on-line dal titolo «Salviamo l’ex Ospedale Psichiatrico della Maddalena». Sta, inoltre, lavorando ad un sito web che si pone l’obiettivo di tenere il lettore sempre aggiornato sulla vicenda Rosselli Nicola N 16 on si attenua l’attenzione intorno all’ex ospedale psichiatrico Maddalena. Su questo tema il M5S Aversa preannunzia per il 29 novembre un Convegno sul tema. Oggetto di sciacallaggio e di atti scellerati, di bandi mal compresi e di mezze verità. È da anni, ormai, che il Movimento 5 Stelle di Aversa si batte per il recupero di quest’area abbandonata. «È lì, infatti, che sorge il primo Ospedale Psichiatrico di tutto il Regno d’Italia. Negligenza, cattivo gusto, indifferenza stuprano - ogni giorno - il nostro patrimonio». I 5 Stelle aversani si chiedono: «Ma quando impareremo ad essere custodi della storia e delle bellezze paesaggistiche? C’è chi non vuol vedere e chi si rifiuta di ascoltare, chi si nasconde dietro un dito e chi fa a scaricabarile. Siamo stanchi di aspettare e per questo abbiamo deciso di bussare alle porte delle istituzioni. A luglio si è rivolto al deputato campano Salvatore Micillo, il quale si è mostrato lieto di sposare questa causa. Senza troppi giri di parole, è accorso a far visita alla Maddalena, promettendo un’interrogazione parlamentare, oggi già protocollata e in attesa di essere calendarizzata». Il ‘meetup’ grillino di Aversa ha promos- so gazebo informativi, una petizione cartacea ed una on-line dal titolo “Salviamo l’ex Ospedale Psichiatrico della Maddalena”. Sta, inoltre, lavorando ad un sito web che si pone l’obiettivo di tenere il lettore sempre aggiornato sulla vicenda Maddalena. Al convegnod el 29 novembre presso l’ex Macello di Aversa interverranno il deputato Salvatore Micillo, la senatrice Vilma Moronese, l’europarlamentare Isabella Adinolfi. Ferdinando Imposimato, giudice emerito della Cassazione, su Facebook si è pronunciato così «Siamo accanto ai cittadini di Aversa che difendono la nostra storia e la nostra arte dagli attacchi del potere». CRONACA Sparite ad Aversa diverse Smart e aumentati i furti negli appartamenti grazie ad un nuovo strumento A Natale il furto è servito con ...Jammer! Jammer ha la capacità di disturbare il segnale di chiusura centralizzata delle porte inviato dal telecomando del proprietario mentre questi si allontana dalla vettura e, a quanto pare, funziona anche per isolare i sistemi di allarme negli appartamenti. Dunque, massima attenzione! Roberta Ruffo H anno messo nel sacco due belle Smart e uno scooter in due settimane: è successo ad Aversa. Con il Natale alle porte, la crisi economica e un pizzico di criminalità… il furto è servito! Non si conosce la provenienza nè il numero di quanti hanno agito, ma i luoghi scelti sono quelli apparentemente più improbabili: in una strada affollata, fuori le scuole, in un centro commerciale e sotto un condominio. Quindi non più posti isolati o notte fonda, il ladro non si nasconde ma passeggia tra noi. Dalle ultime statistiche i ladri d’auto non sono più quelli di una volta, infatti adottano tecniche e modalità di scasso che si possono definire hi-tech. Non più finestrini rotti e serrature forzate, per loro basta un clik! Tra le prime vittime dei ladri tecnologici ci sarebbero le vetture immatricolate recentemente che prevedono l’apertura e la chiusura centralizzata automatica delle portiere, tramite un mini-telecomando. Lo stesso posseduto dal ladro che appostandosi a pochi metri dalla macchina riesce ad aprirla. Jammer è il nome del dispositivo che mette a segno i loro colpi, questo ha la capacità di disturbare il segnale di chiusura centralizzata delle porte inviato dal telecomando del proprietario mentre questi si allontana dalla vettura. Per con- trastare questa tecnica di furto bisogna quindi controllare sempre (anche dopo aver premuto il tasto di chiusura del telecomando) l’effettiva chiusura delle portiere prima di allontanarsi dall’auto, così da evitare che il ladro possa farci ...la festa. Lo Jammer funziona anche per isolare i sistemi di allarme negli appartamenti a quanto pare. 17 LA STORIA Il caso di Adele Iavazzo finisce in Tribunale. Un avvocato cagliaritano chiama in causa l’Asl Caserta Mcs, la vita di Adele affidata alla sensibilità di un giudice L’avvocato Roberto Cao ha ricevuto mandato e incarico da Adele Iavazzo di tutelare i suoi diritti di ammalata di Mcs. Il 10 novembre, nella prima udienza, l’Asl non si è costituita. Tutto rimandato al 26 novembre. L’avvocato è fiducioso: «Possiamo farcela!» Donato Liotto I 18 n tribunale per difendere i diritti di un malato. Il caso di Adele Iavazzo sta evolvendo nella maniera più negativa. L’avvocato Roberto Cao ha, infatti, ricevuto mandato e incarico da Adele Iavazzo di tutelare i suoi diritti di ammalata di Mcs e quindi ha presentato un’ingiunzione nei confronti dell’Asl Caserta. NerosuBianco lo ha incontrato in esclusiva. Avvocato, prima di parlare di Adele e delle iniziative legali da Lei intraprese, ci vuole dire di lei da dove proviene? Vengo da Cagliari, mi occupo da diversi anni di “casi” legati ad affetti da Mcs, una patologia che non è riconosciuta a livello nazionale. Adele, che ho incontrato in mattinata, mi è subito apparsa in una situazione davvero critica e grave. Voglio ricordare che questa è una malattia che, se non presa in tempo e curata, porta alla morte certa. Credo che Adele Iavazzo vada sostenuta e aiutata. Avvocato, noi la storia di Adele qui ad Aversa la conosciamo bene, ci vuole, però, raccontare le iniziative da lei intraprese in ambito legale? Ricordiamo ai lettori che lei è giunto ieri da Cagliari per essere oggi qui ad Aversa alla prima udienza (nda. 10 novembre 2014) Io e la collega Nicoletta Dell’Aria abbiamo presentato un ricorso d’urgenza “salvavita” al tribunale di Napoli nord. Il giudice ha fissato l’udienza per oggi e nella quale non si è costituita l’Asl. E’ possibile e posso pensare che non si sia costituita per un problema di notifica, nel senso che l’ASD di Caserta, competente a pagare le cure all’estero Adele Iavazzo attende fiduciosa l’esito della causa ma l’imperativo è fare presto «Spero in un provvedimento positivo e veloce del giudice. E questo soprattutto per la grave situazione di salute di Adele Iavazzo» per Adele, non abbia avuto tempo di preparare la propria difesa. Pertanto il giudice ha ritenuto più corretto rinviare il procedimento al 26 di novembre. Questo spostamento di date cosa comporterà? Sicuramente un allungamento dei tempi, ma spero in un provvedimento positivo e veloce del giudice. E questo soprattutto per la grave situazione di salute dell’ammalata. Avvocato per questi casi in passato ci sono stati altri precedenti positivi? Sì, assolutamente sì, ci sono tanti precedenti in Sardegna, nelle Puglie, in Sicilia. Posso dire che, almeno da questo punto di vista, siamo più che ottimisti. Quindi possiamo sperare di poter vedere riconosciuti i diritti di Adele? Me lo auguro, ce la metteremo tutta sicuramente. Ogni caso ha una sua specificità. Ogni caso ha un giudice diverso dall’altro, però ci sono tutti i presupposti perché venga accolto il ricorso. Il giudice di stamattina durante l’udienza cosa le ha detto? Era molto preparato ed ha avuto modo di leggere con attenzione le carte, facendo delle domande molto pertinenti e molto precise sugli atti della causa. Questo già è un fatto estremamente positivo. Ovviamente il giudice si è riservato di sentire che cosa dice l’Asl in proposito è questomi sembra giusto. Quindi possiamo dire che per Adele c’è una speranza concreta? Sì, la speranza c’è, come ho già detto ci sono precedenti assolutamente positivi. Io ci credo molto in una soluzione positiva anche nel caso di Adele Iavazzo. LA QUERELLE Il Comune di Aversa approva due nuove licenze per taxi ed è bufera: i tassisti sul piede di guerra Sette taxi sono troppi Una decisione che i cinque tassisti contestano dichiarando lo stato di agitazione e lo sciopero. «Qui non c’è la cultura del taxi. Il lavoro è già poco. Ora sarà guerra tra poveri» Antonio Arduino «S 20 parti ricchezza e diventa povertà» recita così un vecchio proverbio che si adatta quasi a pennello ai cinque tassisti in attività ad Aversa. Il quasi è legato al dato di fatto che i tassisti non hanno alcuna ricchezza da spartire ma solo, come dicono, la loro miseria che verrebbe arricchita, senso di accresciuta, da una deliberazione di Giunta che prevede l’autorizzazione di due nuove licenze per taxi. Una decisione di Sindaco e Giunta che i cinque tassisti contestano apertamente dichiarando lo stato di agitazione e preannunciando lo sciopero malgrado la deliberazione sia finalizzata a favorire il lavoro con l’istituzione di due nuovi stazionamenti taxi collocati rispettivamente presso il tribunale Napoli nord e l’ospedale Moscati. Perché? I tassisti sul piede di guerra “Perché - spiegano i tassisti - Aversa non è una città in cui c’è la cultura del taxi. Gli aversani sono abituati ad andare a piedi, anche per raggiungere la stazione, dove sono tantissimi quelli che vengono accompagnati o prelevati da amici o parenti”. “I nostri clienti - affermano sono per lo più provenienti da città del nord, come Firenze o Roma, che abituati a servirsi del tassì ne fanno uso anche ad Aversa. Ma si tratta di una clientela numericamente poco significativa, tant’è che nella nostra giornata lavorativa che comincia alle ore 4 e 15 del mattino per concludersi a tarda sera con l’arrivo dell’ultimo treno alle ore 23, 15 ci permette di portare a casa una trentina di euro, se va bene”. “Una miseria che potrebbe essere ridotta dall’arrivo di due nuove tassisti, perché – spiegano - non trovando clienti nelle due nuove postazioni verrebbero automaticamente a spostarsi piazza LA QUERELLE Mazzini arricchendo la nostra miseria”. Un’ipotesi più che concreta perché i cinque tassisti hanno occupato a turno, un giorno ciascuno, quei due taxi stop senza ricavare nemmeno un euro. “ Abbiamo voluto provare a noi stessi e al Sindaco – dicono - quale poteva essere l’incasso per tassisti che avessero occupato i due nuovi stazionamenti verificando che non c’è clientela, di conseguenza dare spazio a nuove licenze equivale ad illudere chi cerca lavoro Le due licenze prevedono un taxi per l’ospedale e uno per il tribunale: «Un lavoro che potevamo fare noi» creando riduzione dello scarso lavoro di chi oggi ancora ne ha”. Una decisione che per i cinque operatori già in attività è destinata a creare problemi economici fino ad essere causa di fallimento con conseguente disoccupazione di chi è già in attività e nessun benessere per chi dovrebbe avviarne una nuova. “Del resto chiunque avesse necessità nella zona del tribunale o dell’ospedale di servirsi dei tassì, come avviene in ogni città del mondo, potrebbe - ricordano - chiamare telefonicamente questo stazionamento che è provvisto di colonnina e verrebbe raggiunto in pochi minuti perché i taxi non si trovano sempre sotto il portone di casa”. “Considerando che bastano dieci minuti per raggiungere il tribunale o l’ospedale partendo da piazza Mazzini e che non abbiamo l’obbligo di essere fermi allo stazionamento, non si vede perché creare due nuovi stazionamenti”. Da qui la protesta dei tassisti che si apprestano incrociare le braccia per contestare la scelta dell’Amministrazione che non ha ritenuto necessario effettuare prima una valutazione della reale necessità di incrementare questo tipo di trasporto per fare un bilancio della loro attività iniziata nel dicembre del 2005. “ Se ci fosse lavoro in abbondanza saremmo felici che l’Amministrazione rilasciasse non due ma venti nuove licenze. Ma il lavoro è già scarso per noi e la presenza di nuovi tassisti servirebbe solo a ridurlo ulteriormente”. 21 AVERSA L’avvocato Nazario Di Cicco critica la raccolta firme per l’abbassamento delle tariffe assicurative «Solo un’illusione per ragazzi ed elettori» Secondo l’avvocato i banchetti per raccogliere firme per la proposta di legge «Rc Auto - Tariffa Italia» è solo un modo per qualcuno per mettersi in vista perché dal 1970 ad oggi nessuna legge di iniziativa popolare è stata mai approvata dal Parlamento. Attendiamo la risposta degli organizzatori Antonio Arduino «D 22 alla truffa alle e delle assicurazioni all’illusione per ragazzi ed elettori». Comincia così una mail trasmessa dall’avvocato Di Cicco che critica duramente chi sostiene la proposta di legge di iniziativa popolare “Rc-Auto-Tariffa Italia”. Per l’avvocato Di Cicco quei banchetti posizionati periodicamente per raccogliere firme rappresentano soltanto l’occasione per qualcuno di mettersi in mostra in vista di una possibile candidatura alle elezioni regionali del 2015 rappresentando, inoltre, una fonte di illusione per i giovani elettori che si affiancano agli sponsor dell’iniziativa. “Perché - spiega nella mail - nessuno dice loro che quella petizione è inutile e non arriverà mai all’attenzione del Parlamento per diventare legge dello Stato? Nessuno lo dice perché fa comodo sollecitare i giovani affinché diventino Il Sindaco firma per la proposta di legge sostenitori attivi dello sponsor di turno dell’iniziativa. E non è una mia opinione ma un dato di fatto dimostrabile” - scrive l’avvocato invitandoci a controllare con una ricerca sul web quante leggi di iniziativa popolare siano state approvate dal Parlamento da quando, il 25 maggio 1970, fu varata la legge numero 352 che regola questa possibilità, teoricamente, offerta ai cittadini. L’abbiamo fatto ed il risultato è zero. Ad oggi, non solo nessuna legge di iniziativa popolare è mai stata approvata in Parlamento, ma addirittura, per quanto regolarmente presentate, nessuna di quelle proposte è stata mai presa in considerazione dagli organi competenti. Neppure quella presentata da Grillo finalizzata a modificare i criteri di candidabilità ed eleggibilità dei parlamentari, i casi di revoca e decadenza e la modifica della legge elettorale che, in una sola giornata di raccolta, di firme ne ottenne 350mila, un numero di adesioni sette volte superiore al minimo richiesto dalla legge 352 del 1970, che determina in 50 mila il numero di firme di elettori necessario a renderla valida. “Se tanto mi dà tanto appare evidente - scrive l’avvocato - che l’iniziativa è finalizzata a dare visibilità a possibili candidati alle elezioni regionali del 2015, coinvolgendo ed usando giovani che ancora credono nella politica dalla quale saranno inevitabilmente delusi” In via Pirandello senza parole: il Comune ha rimosso una vecchia fontana Quando non facciamo ...acqua! A d Aversa capita anche che possano sparire le fontane! È quanto è successo in via Pirandello, una delle strade secondarie che costeggiano viale Kennedy. In una mattina delle scorse settimane i residenti hanno notato una squadra di operai intenta a rimuovere una vecchia fontanella in ghisa dell’acqua pubblica, qualcuno, temendo potesse trattarsi di un furto destinato a far finire la fontanella nel crogiuolo di qualche raccoglitore di ferro, ha anche provato a chiedere spiegazioni sentendosi rispondere “lo ha deciso il Comune”. La fontana, che è stata rimossa lasciando al suo posto un mucchietto di calcinacci, negli ultimi tempi si era danneggiata ed erogava il getto d’acqua in modo discontinuo. Non è stato ancora possibile risalire al perché della rimozione e chi l’abbia decisa, ma è quantomeno singolare che mentre, da un lato, si incentiva Quello che resta della fontana divelta con nuovi stanziamenti il consumo di acqua pubblica, dall’altro, si eliminino radicalmente nella manutenzione della le storiche fontanelle cittadine. Potreb- città rimuovendo quello che invece be trattarsi dell’ennesimo caso della sarebbe più facile e più pratico riparare? Salvatore de Chiara tendenza tutta aversana di intervenire ! ! ! E L A N O I Z A S N E S da Ottobre a Dicembre a t s e F a u la t ive” s “all inc0lu bambini) (fino a 2 SERVIZI 2 Animatori MENU Pizza • • Teatrino • • Patatine • Spettacolo di Magia • Coca Cola Baby Dance • • Zucchero Filato • Sparacoriandoli • Torta Con Personaggio Bolle di Sapone • • Castello gonfiabile • Personaggio Fantastico • Regalo per tutti i bambini Segreteria: • Blocchetto Inviti 10.00/12.00 - 17,00/20,00 • CD Fotografico 081.502.01.92 Info e prenotazioni: 338.72.01.631 IL CASO Ad Aversa i grattini per la sosta non li mette più nessuno ormai, ma c’è di più Grattini tarocco o errore di stampa? A rendere d’obbligo la domanda è stato il riscontro fatto da numerosi cittadini che dopo aver grattato sull’anno 2014, rimossa l’argentatura, hanno visto apparire un anno diverso: il 2013. Una circostanza che abbiamo verificato grattando un primo tagliando, un secondo e un terzo. Antonio Arduino G 24 rattini tarocco o errore di stampa? Questa la domanda che si pongono gli automobilisti aversani che acquistano i tagliandi che danno diritto a parcheggiare nelle strisce blu pagando 50 centesimi o 1 euro a seconda della durata della sosta. A rendere d’obbligo la domanda è stato il riscontro fatto I grattini taroccati? da numerosi cittadini che dopo aver grattato sull’anno 2014, rimossa qualche rivenditore avrebbe risposto l’argentatura, hanno visto apparire un che non c’era alcun problema ed esporre anno diverso: il 2013. Una circostanza il grattino “tanto nessuno controlla”. Afche abbiamo verificato grattando un fermazione inesatta perché, da qualche primo tagliando, un secondo e un terzo. giorno, la polizia municipale è impeOgni volta, sotto l’argentatura, è com- gnata a verificare il rispetto del divieto parso il numero 13 che rende inutiliz- di sosta e quindi, anche, la presenza di zabili i grattini essendo nell’anno 2014 ticket sul parabrezza delle auto parchegche è quasi finito. A chi protestava per giate nelle strisce blu. Di conseguenza questa anomalia, gridando alla truffa, chi avesse dato ascolto al consiglio del rivenditore oltre al danno subito, acquistando un gattino inutilizzabile, avrebbe subito la beffa di dover pagare una multa per divieto di sosta. Si tratta di una truffa? Dello scherzo di un buontempone? O di un errore di stampa? Abbiamo posto la domanda a dei rivenditori e c’è chi, affermando di essersi informato presso chi li distribuisce agli esercizi commerciali, ha risposto che si tratta di un errore di cui si sarebbe reso conto proprio il distributore e che del problema sarebbero stati informati sia gli ausiliari del traffico sia la polizia municipale cosicché utilizzarne non creerebbe agli automobilisti il rischio di essere multati. Secondo un rivenditore, i biglietti prepagati sbagliati sarebbero stati ritirati quasi tutti dal distributore. Interessante scambio culturale della media «Pascoli» con Francia e Romania Uniti in nome della vite ma non solo «L a vite crocevia delle culture latine». Questo l’accattivante tema di un progetto internazionale Erasmus Plus che coinvolge tre città ed altrettante scuole medie inferiori: Aversa per l’Italia, Talence per la Francia e Iasi per la Romania. In particolare, a rappresentare la città normanna la scuola media ‘Giovanni Pascoli’ con la dirigente scolastica Maria Rosaria Bocchino. L’istituto scolastico più informatizzato della città, grazie alla presenza di lavagne interattive multimediali in tutte le aule, ha iniziato un percorso che coinvolge tutte le prime classi per i prossimi tre anni con scambi culturali non solo tramite blog ma anche viaggi di studio nelle altre due città interessate al progetto. Insomma, uniti in nome della vite, dell’uva e del vino, ma non solo. Le tre scuole svolgeranno un programma specifico con confronti tramite internet e tre appuntamenti: nella primavera 2015 saranno 10 ragazzi aversani (attraverso selezioni) a visitare, insieme ai rumeni, i coetanei francesi con una visita a Talence. Nel 2016 sarà Aversa ad ospitare gli studenti d’oltralpe e i rumeni. Infine, nel 2017, francesi e aversani saranno ospiti in Romania. Al momento gli alunni della ‘Pascoli’ hanno già avviato una serie di La «vendemmia» della «Pascoli» lavori con una visita al museo e la partecipazione ad una vera vendemmia, di quelle tradizionali, presso una fattoria didattica in provincia di Salerno. di Geppino De Angelis Quousque tandem, Beppe Grillo? A 26 mici lettori, ricordate la famosa invettiva “Ciceroniana” contro Catilina ovvero “quousque tandem” (fino a quando?), con quel che seguiva? Bene, ci sembra più che mai d’attualità, tenendo conto di quel che è capace di dire il “comico-politico”, andando, a nostro avviso e di tutti gli italiani animati da buon senso, molto spesso (se non sempre) notevolmente al di sopra delle classiche righe. Dalle critiche, ai limiti delle offese, al presidente della Repubblica ad offese vere e proprie nei confronti di parlamentari di parte avversa, dai toni minacciosi nei confronti degli stessi parlamentari e dei giornalisti al voler “mandare tutti a casa” e l’elenco potrebbe continuare a lungo, rappresentando peraltro un (biasimevole) esempio da imitare per i suoi “aficionados”. Ma, sempre a nostro modesto parere, a prescindere da certi suoi atteggiamenti da esperto attore, tesi ad infervorare le masse (facilmente coinvolte soprattutto spinte dalla disperazione e dall’esasperazione per la crisi economica, perché in caso contrario non si potrebbero spiegare i circa dieci milioni di voti raccolti due anni fa) la classica ciliegina sulla torta è rappresentata dalle affermazioni di alcune settimane addietro ovvero “Una volta la mafia aveva una sua condotta morale perché non metteva bombe nei musei e non uccideva i bambini, mentre da tempo è stata corrotta dall’alta finanza”. Affermazioni che hanno suscitato la legittima indignazione trasversale dei massimi esponenti di tutti gli schieramenti politici, mentre Renzi le ha giudicate inqualificabili, Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso dalla mafia ha detto: “le parole di Grillo sono un insulto a tutte le vittime di Cosa Nostra, mostrando di non conoscere il significato della parola mafia, trattando con leggerezza un argomento che ha Beppe Grillo creato tanto dolore e tanti morti, dimenticando il sacrificio di tutte le vittime della mafia”. A noi non resta che chiudere con l’invettiva di Cicerone con la quale abbiamo dato inizio a queste note: “quousque tandem, Beppe Grillo?”. «Maddalena», ancora un incontro inutile per deciderne il destino L’avv. Lamberti mette le cose in chiaro «B isogna essere chiari. Ad oggi l’amministrazione comunale di Aversa non può decidere nulla su quella superficie di 170mila metri quadrati della Maddalena (nella foto la cupola della chiesa) semplicemente perché non ne è proprietaria. Seppure si volesse perseguire una speculazione non si potrebbe». E’ stato l’intervento dell’avvocato Antonio Lamberti, docente di diritto amministrativo presso la Federico II, a chiarire la strada da percorrere per dare un futuro all’ex ospedale psichiatrico aversano nell’ambito di un incontro organizzato dal sindaco Giuseppe Sagliocco che ha cercato di creare un momento di confronto anche con le associazioni di volontariato e gli ordini professionali. Presenti, tra gli altri, diversi consiglieri comunali (Michele Galluccio, Luciano Luciano, Rosario Capasso e Pasquale Pandolfi), e assessori (Elia Barbato, Ninì Migliaccio e Guido Rossi) oltre al presidente del consiglio Giuseppe Stabile, il presidente dell’ordine degli ingegneri Vittorio Severino, il presidente cittadino del Pd, il sindaco di Trentola Ducenta e, per le associazioni, Anna Gioia Trasacco e il magistrato Nicola Graziano. Stabile, nell’intervento iniziale, ha auspicato che, quale che sia il destino della Maddalena, si possa fare in modo di creare in quel luogo un museo o una fondazione che funga da memoria sto- rica di quel luogo, delle migliaia di malati che vi hanno transitato. Di luogo aperto alla città, con l’abbattimento delle mura perimetrali ha parlato Graziano, mentre il sindaco di Trentola Ducenta ha indicato come strada da seguire quella del tavolo regionale fortemente voluto da Sagliocco. A chiudere proprio quest’ultimo che ha auspicato che maggioranza e opposizione lavorino insieme per giungere ad un obiettivo comune. Nicola Rosselli di VITO FAENZA Aversani figli di un dio minore U 28 n commissariato con pochi uomini, lavori sempre bloccati a via Vito d’Jasi, strade che presentano buche e solchi nell’asfalto per i lavori della rete telefonica Mi è venuto un gran dubbio: i nostri i politici sono incapaci di leggere. Oppure sono strafottenti. Perché se avessero letto NerosuBianco, qualche risposta l’avrebbero data e, tramite nostro, l’avrebbero data alle migliaia di nostri lettori. A due settimane dal blocco, i lavori in via Vito d’Jasi sono ancora sospesi. Nonostante le assicurazioni dell’assessore (mi aveva detto che avrebbe risposto) non ho notizia di nessuna osservazione. Delle due l’una: o non sa cosa rispondere o se ne frega. Il che non fa molta differenza. Ho partecipato a un’interessante iniziativa a Napoli: dialoghi sulle mafie. Il tema conduttore è stato lo stato della lotta alle organizzazioni criminali. Tanti i partecipanti e tante scorte. Una sera a San Domenico Maggiore c’erano più poliziotti di scorta che uomini nel nostro commissariato: Sì! Avete letto bene, perché prestano servizio nel commissariato di Aversa una sessantina di poliziotti che devono occuparsi di 19 Comuni. Insomma, un bel aiuto a chi delinque. E nella nostra zona il numero dei reati commessi è notevolmente alto e stanno aumentando, specie quelli minori. Spero che al Ministero dell’Interno qualcuno sappia leggere. O che qualche parlamentare chieda ad Angelino Alfano la ragione di questa carenza di organico, davvero scandaloso, in un territorio che si dice voler liberare dal macigno della criminalità, micro e macro. Per andare a Napoli ho preso per alcuni giorni la metropolitana. E dopo aver parlato coi lavoratori mi sono reso conto che stavano meglio quando stavano peggio. Ora, tranne che in alcune fasce i treni ci sono ogni mezz’ora ed è stata Metro di Aversa, si stava meglio quando si stava peggio... Ho preso per alcuni giorni la metropolitana. E dopo aver parlato coi lavoratori mi sono reso conto che stavano meglio quando stavano peggio anticipata la fine delle corse. Eppure questa metropolitana è più che comoda per andare a Napoli. C’è stata una petizione (firmata però solo da una parte dei viaggiatori) , ma non mi risulta che nessuno dei politici nostrani abbia interessato la Regione o il Governo. Ne ho parlato con un assessore regionale che mi ha risposto; “Mancano i soldi”. Ma mi chiedo: è giusto che un servizio per i cittadini che pagano le tasse, debbano pagare anche per gli sprechi regionali? Attendo una risposta dai politici che sanno leggere. Stanno raccogliendo firme per la riduzione dei premi di assicurazione. Peccato che da un anno esiste un progetto di legge del M5S, di iniziativa popolare, sullo stesso tema. Peccato che i rappresentati di questo movimento, invece di mettersi bavagli e fare sceneggiate a beneficio delle Tv, non sappiano imporre la discussione del disegno di legge per la riduzione delle tariffe. Così il dubbio che possa servire (la raccolta delle firme) a fini elettorali (le imminenti regionali o quelle comunali) diventa più che legittimo. A pensar male si indovina sempre. Infine, la «Real Casa dei Matti». Anche in questo caso se ne sono finalmente accorti. Meglio tardi che mai. Quasi un anno fa abbiamo pubblicato su Nerosubianco un dossier sul disastro di quello storico monumento che risponde alla chiesa della Maddalena o meglio a quello che ne rimane. Ma nessuno se n’è dato per inteso. Adesso si avvicinano le elezioni e tutti sono pronti. Ma questi ritardi fanno sorgere ancora il dubbio che siano pochi i politici che leggono e ancora di meno quelli che pensano davvero al bene comune e molti di più quelli che pensano solo a conquistare una poltrona. Ci sbagliamo? Non credo! L’INIZIATIVA Ottima iniziativa di Giuseppe Nugnes e della sua catena di supermercati Prodotti tipici arrivano nella grande distribuzione La catena di distribuzione dei supermercati Nugnes si lega ai prodotti tipici delle nostre zone. Una alleanza che tende a valorizzare il territorio. Nino Cannavale con i suoi allievi in cucina e assaggi per tutti i clienti del supermercato«Sisa» di Teverola. E non finisce qui Vito Faenza N 30 ino Cannavale, con l’aiuto di tanti suoi allievi in cucina a preparare cannelloni ripieni di carne di maiale nero, una zuppa di cicerchie (un legume che è coltivato nel centro sud e che stava sparendo, ma che ora viene riscoperto), un brasato di maiale nero e una delle delizie preparate dallo chef aversano, che non smette di meravigliare per la sua inventiva, un dolce con i capperi. Così sono stati tutti i clienti del supermercato Sisa di Teverola a poter “godere” dei prodotti tipici: le mele annurche, il grana di latte di bufala, gli insaccati di maiale nero di Mastro Enrico, il casatiello di Sant’Arpino di Petrone, i friarielli, pasta patate e provole e tanto vino asprinio, che veniva spillato direttamente da un’enorme botte. E, per finire, un Nocillo, Giuseppe Nugnes naturalmente quello Leanza, prodotto e imbottigliato a Orta di Atella.“Con questa iniziativa - ci ha spiegato Giuseppe Nugnes - vogliamo che nella grande distribuzione possano trovare spazio i prodotti tipici della nostra zona. Per questo abbiano voluto questa giornata. Che non sarà un episodio isolato, ma proseguirà nelle prossime settimane. Per Natale stiamo preparando una sorpresa per i nostri clienti, che intende coinvolgere non solo gli acquirenti, ma tutta la popolazione”. Una serie di eventi che hanno anche lo scopo di rendere diverso il Natale che si sta avvicinando e che non si fermerà alle festività. Naturalmente con questa promozione dei prodotti locali si propone anche di far conoscere il bene gastronomico, delle nostre zone. Prodotti di grandissimo livello che hanno un rapporto qualità prezzo vantaggioso. “Questo connubio, ha anche lo scopo - conclude Giuseppe Nugnes - di far conoscere in nostri prodotti a un gran numero di consumatori anche al di fuori delle nostra zona”. E quindi non resta che aspettare le nuove iniziative sulle quali vi terremo informati. Il ricavato dell’iniziativa dell’enoteca «Il Vino» alla lotta per la sclerosi multipla Arriva il vino novello e ...la solidarietà E’ arrivato il vino novello e anche la solidarietà. Mariella e Carlo Menale, con l’aiuto dei figli e del fratello di Carlo, hanno organizzato la presentazione del vino, ma assieme alle castagne e gli assaggi dell’aglianico novello hanno organizzato una vendita di bottiglie di vino asprinio. L’intero incasso della vendita di queste bottiglie è stato devoluto all’associazione per la lotta alla sclerosi multipla. Bottiglie di assoluto valore: l’asprino prodotto da Carlo Menale viene dall’alberata (la caratteristica coltivazione della vita legata agli alberi di alto fusto, tanto antica che la ricorda persino Virgilio: “iungere ulmisque vitae”). Quindi vino e solidarietà, come ogni anno e come ogni ottenere il “novello”. anno tanti amici ad Il vino ottenuto è caaffollare l’iniziativa. ratterizzato da sentori L’ospite d’onore però fruttati, bassi livelli resta il vino novello. tannici e quindi non Molti ritengono che si adatto all’invecchiatratti di un prodotto non mento. all’altezza del “vero “Purtroppo in Italia vino”. In realtà il vino spiega Carlo Menale nuovo ha una diversa non sappiano tutelare maturazione: avviene, Vino e solidarietà da Carlo Menale i nostri prodotti e tra infatti, in maniera anaun decreto e l’altro, erobica in un’atmosfera di anidride car- abbiamo cambiato date e dato la posbonica chiusa ermeticamente. I grappoli sibilità di fare il novello in vari modi. d’uva vengono immessi nell’atmosfera Distruggiamo così un prodotto che è un interi ed è il peso della stessa uva che vino a tutti gli effetti, anche se dura un fa liberare il succo che dopo una mace- anno”. razione di 7-10 giorni viene pigiata per (V. F.) AVERSA Imminente il restyling ma i commercianti hanno paura che la strada venga chiusa sotto Natale Via Roma, dopo i lavori sarà solo isola pedonale Ad aggiudicarsi l’opera che prevede, tra l’altro, la sistemazione in basalto della strada, la società capuana Modugno, nota per il recupero di edifici storici, tra cui il famoso teatro Petruzzelli di Bari, andato distrutto a causa di un incendio. Aggiudicati anche i lavori per la rete wirless Nicola Rosselli A 34 breve, anzi brevissimo, al via i lavori per il restyling di via Roma, per trasformare nel salotto buono l’arteria più importante della città, che sarà isola pedonale fissa. La stazione unica appaltante di Caserta ha, infatti, già dalla scorsa estate espletato la gara per l’assegnazione dei lavori ed ora, dopo le formalità conseguenziali tra cui la sottoscrizione del contratto, si è pronti a passare alla fase attuativa. Ad aggiudicarsi l’opera che prevede, tra l’altro, la sistemazione in basalto della strada che, come si ricorderà, è stata oggetto di pesanti polemiche sia tecniche che politiche, dopo che il sindaco Aversa, via Roma: restyling in arrivo Giuseppe Sagliocco aveva deciso di effettuare dei rattoppi con toppe di asfalto sul preesistente manto di sampietrini, la società capuana Modugno, nota per il recupero di edifici storici, tra cui il famoso teatro Petruzzelli di Bari, andato distrutto a causa di un incendio. «Il Progetto del rifacimento di Via Roma – ha AVERSA dichiarato il sindaco – è inserito nel Piu Europa e prevede l’ampliamento della zona a traffico limitato, partendo da Porta Napoli sino a giungere a piazzetta Madonna di Casaluce, dando vita ad un nodo di bike sharing, ossia di biciclette condivise oltre ad una serie di infrastrutture che renderanno possibile la pedonalizzazione della più centrale delle arterie cittadine. Nel mese di luglio 2013 vennero inviati alla Stazione Unica Appaltante tutti gli atti relativi all’espletamento della gara d’appalto per i lavori di pavimentazione di via Roma, attività per la quale è stato necessario praticamente un anno». Sull’argomento c’è da registrare anche la richiesta dei rappresentanti di categoria dei commercianti che chiedono all’amministrazione comunale di fare in modo che i lavori non blocchino completamente o ostacolino fortemente il transito dei pedoni, potenziali clienti. Un’eventualità concreta che, soprattutto con il Natale in arrivo, metterebbe i commercianti di via Roma sul piede di guerra nei confronti del Comune. Ma si stanno studiando soluzioni per evitare tutto questo. Intanto, sempre in tema di Piu Europa è stata aggiudicata la gara relativamente ai lavori per la realizzazione della rete wireless consentiranno di implementare anche il servizio di videosorveglianza, che in un’ottica di tecnologia e legalità, consentiranno di offrire servizi in rete, migliorare le comunicazioni, abbattere costi delle stesse e implementare la sicurezza mediante videocamere ad altissima definizione. La gara, che ha visto partecipare undici ditte, è stata vinta dalla ditta I.R.T.E.C. srl. Il progetto ha due obiettivi fondamentali: la realizzazione di una rete di diffusione multimediale ad accesso pubblico per consentire la fruizione dei contenuti del Portale Informativo cittadino e di Internet e la realizzazione di un sistema centralizzato di videosorveglianza, con telecamere localizzate in punti nevralgici del centro storico, con sala di controllo presso la Polizia Municipale. Ad essere installate non sono solo le 52 telecamere del progetto collegato a Più Europa, ma anche altre otto, già in dirittura d’arrivo, che saranno installate in via Roma, piazza Crispi, piazza don Diana e piazza della Pace. 35 L’OPINIONE Il prof. Della Volpe critica la sentenza della Corte Costituzionale attesi i riflessi negativi sulla famiglia Matrimonio e sessualità «gayamente» intesi «L’alta Corte, riconoscendo come «incoercibile» il diritto della coppia di accedere alla tecnica eterologa per diventare genitori, ha finito per negare il diritto del nascituro di poter dire mamma e papà». Il dibattito è aperto, attendiamo altre posizioni Geppino De Angelis D 36 a tempo, ormai, è più acceso che mai il dibattito sul diritto dei gay a poter legittimare anche in Italia il loro diritto ad amarsi, con la celebrazione di un matrimonio civile valido a tutti gli effetti. Dibattito che vede schierati gli uni contro gli altri …armati, politici, sociologi, eminenti esponenti della Chiesa. Sullo spinoso argomento riportiamo la lettera del prof. Enzo Della Volpe, per molti lustri stimato docente di Storia e Filosofia presso il liceo scientifico “Fermi” di Aversa. Una lettera che, ne siamo certi, provocherà non poche polemiche, aprendo, come auspichiamo, su queste colonne un dibattito sulla scottante vicenda. “Secondo le recenti rilevazioni sondaggistiche, la maggior parte degli italiani è concorde nel ritenere che i gay meritino tolleranza e rispetto per la loro scelta di vita. Se così stanno le cose, compito dello Stato – allora - è quello di rimuovere gli ostacoli legali e culturali che impediscono “il pieno sviluppo della persona umana” (art. 3 Cost.) e, nella fattispecie il loro diritto di amarsi e di sostenersi. Fin qui, “nulla quaestio”, dal momento che lo stesso pontefice Bergoglio, con tono serio e sincero, nient’affatto paternalistico di mera concessione, ebbe a dire “chi sono io, per giudicare un gay?”. Qui, però, occorre precisare che un conto è la tolleranza e/o il rispetto e un ben altro conto è la pretesa di ottenere il riconoscimento giuridico della loro unione, alla stregua del matrimonio. Si tratta di una pretesa che mette capo a problemi eticamente e giuridicamente rilevanti, primo fra tutti il tentativo di assumere l’unione-gay come modello di famiglia parallela rispetto a quella Matrimoni gay, questione spinosa e, nel riquadro, il prof. Enzo Della Volpe tradizionale, così com’essa è venuta a costituirsi attraverso lo sviluppo secolare della nostra storia e della nostra civiltà. Va ricordato ai gay che il matrimonio, profondamente radicato com’è nella coscienza sociale, è un istituto che ha per protagonisti l’uomo e la donna, portatori di alterità e non di omogeneità sessuale e la loro unione è finalizzata alla procreazione, laddove la sessualità, gayamente intesa, è invece fine a se stessa, improduttiva di per sé sul piano della procreazione. Si obietterà che il concetto di matrimonio e, più in generale, quello di famiglia sono cambiati, tant’è che oggi si parla sempre più spesso di “famiglia allargata”; si dirà che si è dilatato lo spazio della libertà, compresa la libertà sessuale; si dirà che sono intervenute - da decenni ormai - profonde trasformazioni sociali, culturali e di costume che hanno decretato - ad esempio - la fine del mito della donna quale “angelo del focolare” e contestualmente la crisi del principio di autorità incarnata dal “pater familias”, anche per effetto della diarchia economica imposta dal consumismo; si potrà infine anche dire che, con la modernità, è intervenuta la pratica tecnologica che ha reso possibile la procreazione medicalmente assistita, liberando la procreazione stessa dal veicolo della sessualità. Si dirà, insomma, quel che si vuole ma, a mio avviso, non c’è modernità, non c’è cambiamento culturale e di costume, non ci sono trasformazioni sociali ed economiche che possano privare il nascituro del diritto di poter dire “mamma e papà”. A tal proposito, fa tristezza rilevare il dispositivo della sentenza n. 162 della Corte Costituzionale del 12 giugno 2014, la quale, riconoscendo come “incoercibile” il diritto della coppia di accedere alla tecnica eterologa per diventare genitori, ha finito per negare il diritto del nascituro di poter dire “mamma e papà”, sacrificandolo sull’altare della “libertà della coppia” di “autodeterminarsi”. Così decretando, la Consulta ha elevato il diritto della coppia ad “unicum” a valore assoluti e incondizionato, a detrimento del “portato” (il nascituro) che da quel diritto deriva. Una vergogna, attesi i riflessi negativi sulla famiglia del domani, che avrà questa sentenza, a dir poco, disseminata”. AUGURI LAUREA Potete scriverci alla nostra e-mail: nerosubianco2@gmail.com Gli annunci e le foto saranno pubblicati dando la priorità ai primi pervenuti AUGURI Auguri dalla Redazione per il maresciallo dell’A.M. in pensione Ernesto Vitolo che ha festeggiato l’ottantesimo compleanno attorniato dalla moglie Lena Mungiguerra, dai familiari e da un gruppo di amici. Il giorno 28 ottobre Angela Pagliuca ha festeggiato il suo nono compleanno. Alla loro principessa gli auguri del fratellone Nicola, di mamma Betta e di papà Antonio. AUGURI Il 29 ottobre Dominique Orabona, figlia di Giuseppe e Rosa Matacena ha conseguito presso l’Università “Federico II” di Napoli, con il massimo dei voti e la lode, la laurea in Infermieristica Pediatrica. Gli auguri più sinceri per uno splendido futuro lavorativo da Zio Peppe con zia Maria Luisa, ed i cugini Nica, Emy e Giancarlo. AUGURI AUGURI 38 Sinceri ed affettuosi auguri alla studentessa Flavia Cunsolo, diletta primogenita dei nostri amici Antonio, stimato esponente delle “Fiamme Gialle”, e della signora Marzia, per il suo quattordicesimo compleanno festeggiato con i genitori, la sorellina Elena ed un gruppo di amici. Tanti auguri a Giusy Sfoco, che ha compiuto 12 anni, da parte dei nonni, Agostino e Giuseppa, degli zii e soprattutto da parte di mamma e papa, Caterina e Carmine. Mimmo Perri, responsabile dell’unità operativa dell’ospedale Moscati di Aversa, è stato eletto vice presidente nazionale SIPO (società italiana di Pediatria ospedaliera). Al dottor Perri, già commendatore della Repubblica, i nostri auguri. mio N 40 di Giuseppe Chiatto Il muro di Berlino ad Aversa el 1961 una nuova crisi internazionale minacciò seriamente il clima di coesistenza pacifica che sembrava essersi stabilito tra i due blocchi, est ed ovest. La Germania era diventata in Europa il più diretto terreno di scontro della guerra fredda e la divisione tra Repubblica federale tedesca e Repubblica democratica tedesca costituiva l’emblema della separazione tra i due blocchi. Il muro fu abbattuto il 9 novembre 1989. In questi giorni è ricorso il 25° anniversario: il Parlamento Italiano ha dichiarato il 9 novembre «Giorno della libertà», per un evento diventato simbolo della liberazione dei Paesi oppressi. Perché vi parlo del muro di Berlino? Lo capirete più avanti, cari lettori. Sto leggendo in questi giorni una esilarante e scadente telenovela che tratta la spaccatura interna di Forza Italia sul territorio aversano. Gli azzurri nel Consiglio comunale di Aversa non hanno rappresentanza politica o, per meglio dire, sono rappresentati da Consiglieri comunali eletti anche indipendentemente dalla loro provenienza politica. Questi ultimi Il muro di Berlino sono quelli che hanno giurato servilismo al Sindaco? Ovviamente si capirebbe anche il perché, vedi il consigliere Costanzo, tanto per citarne uno. Ricordo che Costanzo si candidò alla carica di Sindaco della città di Aversa (figuriamoci!), sostenendo che avrebbe espresso nuove idee e che mai si sarebbe alleato con chi rappresentava i vecchi sistemi (panzana da ...guinness dei primati!). Lo conobbi durante l’ultima campagna elettorale per il Consiglio comunale di Aversa. Ostentava la spocchia che piace a me, notai la sua andatura, era goliardica, somigliava a quella di Russell Crowe nel film “Il Gladiatore”. Quasi quasi mi convinceva a votarlo. Adesso qualche maligno sostiene che l’interessato addirittura non cammina più ...striscia. Ma non ci faccia, caso caro Consigliere, è solo una malignità. Devo però ammettere che è leggermente cambiato il suo modo di camminare, ma non si spaventi, somiglia comunque ad un attore, Paolo Villaggio. E’ solo una mia impressione? Me lo auguro per Costanzo. Perché, allora, vi state domandando, cari lettori, vi ho tediato con la storia del muro di Berlino? Perché ad Aversa un muro servirebbe ma non per dividere la città semplicemente per murare (vive) certe persone: ho paura che si possa riprodurre il loro modo di pensare e di agire. Perdonate il mio estremismo, cari amici di NerosuBianco, mi perdoni il Direttore del giornale e tutta la Redazione, sottolineate la mia cattiveria, la mia perfidia, crocifiggetemi se volete, ma, perlomeno, nel vostro “io” riconoscete che ho ragione. Nel mese di ottobre ha conquistato il titolo mondiale Kick Boxing I.C.O. La bella storia di Giovanni Improta V iene dall’agro aversano la bella storia di Giovanni Improta, campione di kick boxing che, tra Aversa, Trentola e Teverola, coltiva il suo talento sportivo mietendo successi a livello italiano e internazionale. Nel mese di ottobre ha conquistato il titolo mondiale Kick Boxing I.C.O. Pro battendo dopo appena una ripresa lo svizzero Cyril Mayer, l’ennesimo alloro conquistato dopo ben tre titoli mondiali professionisti. Giovanni è sostenuto da una passione e da una determinazione senza limiti, sordomuto dalla nascita, non si è mai lasciato abbattere dal proprio handicap compensandolo con un talento non comune ed una grande padronanza della tecnica. Del resto il neocampione è figlio d’arte, il padre Antonio, infatti, è un ex pugile ed ex kick boxer che funge anche da allenatore al figlio al quale ha trasmesso la passione per i combattimenti sin da quando era bambino, iniziandolo poi alla kick boxe, una disciplina frutto dell’incontro tra boxe anglosassone e arti marziali orientali. Una grande storia di sport e di passione che l’aversano Giovanni Improta condivide con Aversa, città nella quale ha festeggiato i suoi titoli mondiali e nella quale ritorna a celebrare ogni suo successo sportivo e che ama particolarmente. Salvatore de Chiara Giovanni Improta MOZZARELLA DI BUF FA ALA CAMP PA ANA DOP buona, sempre. Da oltre trent’anni il Caseificio Caputo produce mozzarella di bufala campana DOP lavorando a poche ore dalla mungitura solo il latte di bufale accuratamente selezionate e controllate. Il sapere della tradizione e le moderne tecnologie garantiscono una qualità costante e un gusto unico che rendono la Mozzarella Caputo buona, sempre. iche Garantita dal Ministero delle Polit stali Fore e ri enta Alim ole Agric PRODOTTO NAZIONALE TEVEROLA AVERSA ORTA DI ATELLA tel. 081 8119478 tel. 081 8113312 tel. 081 8910595 via Roma 90 viale Olimpico 182 via dei Martiri Atellani 184 www.caseificiocaputo.it LA KERMESSE Parte il Festival Jommelli/Cimarosa. Presentazione in Campidoglio con il Sindaco e Gerardo Di Lella Oggi i musicisti aversani rendono omaggio ai Maestri Un programma con tanti appuntamenti. Due su tutti: il 26 novembre il coro e l’ensemble della Pieta de’ Turchini eseguono il «Requiem» di Jommelli e il 19 dicembre, al teatro Cimarosa, sarà messa in scena l’opera «Il trionfo di Clelia» di Jommelli. Si chiude il 20 dicembre con il volume di De Chiara Giuseppe Chiatto A 42 l via ad Aversa il «Festival Jommelli/Cimarosa». Tanti gli eventi in cartellone tra novembre e dicembre. La kermesse è stata presentata a Roma, al Campidoglio nella sala del Carroccio, il 30 ottobre scorso. Ad illustrare il programma il sindaco di Aversa, Giuseppe Sagliocco, ed il direttore artistico della manifestazione, il maestro Gerardo Di Lella. Oggi primo appuntamento nella parrocchia di Santo Spirito in via Roma: «I musicisti aversani rendono omaggio al due grandi Maestri», si inizia alle ore 19,30. Si riprende il 18 Novembre nell’auditorium “d’Aponte» in via Nobel con Fausto Mesolella e Raiz, alle ore 20,00. Il 24 Novembre ci sarà il concerto a cura Festival, la presentazione al Campidoglio della Fondazione Teatro San Carlo di Napoli con Coro ed Organo, ancora dalle ore 20,00. Il 26 novembre il «Requiem» di Jommelli sarà eseguito dal Coro della Pietà dè Turchini con l’Ensemble giovanile del Centro di Musica Antica Pietà dè Turchini di Napoli, sempre alle ore 20,00 Il 5 Dicembre la Pietà dè Turchini di Napoli sarà di scena al teatro Cimarosa con il concerto «Jommelli e i suoi maestri». Il 15 Dicembre prevista la proiezione del cortometraggio «Una storia in musica» dedicato a Domenico Cimarosa. Il 17 Dicembre «Omaggio a Jommelli e Cimarosa» con il Concerto della “Gerardo Di Lella Pop Orchestra”. Il 19 Dicembre al teatro Cimarosa grande appuntamento con l’opera «Il Trionfo di Clelia» di Niccolò Jommelli In programma anche due importanti convegni. Il 5 Dicembre il Convegno di Studi «Le Stagioni di Jommelli” a cura del Dipartimento di Lettere della Sun, alle ore 15,30 presso il salone Romano del teatro Cimarosa. La chiusura il 20 dicembre con la presentazione del volume di Nicola De Chiara «Niccolò Jommelli, il musicista galantuomo» nella chiesa dell’Annunziata alle ore 19,30. Presentato l’otto novembre il ristrutturato Sedile di San Luigi Il Seggio recuperato per il Festival S abato 8 novembre la città di Aversa ha presentato la ristrutturazione del Sedile di San Luigi, edificio risalente all’epoca medioevale. Nel seggio i nobili svolgevano funzioni giudiziarie e prendevano decisioni importanti per il bene della città di Aversa. Più precisamente nel periodo che va dal XIII al XIX secolo essi si riunivano per questioni politiche. Oggi l’edificio è tornato al suo splendore e, grazie all’intervento di restauro dell’ architetto aversano Luigi Rondinella, il Sedile può godere di un’immagine indubbiamente migliore. Prima era solo usato come contenitore di legname e come dice il nostro Sindaco Giuseppe Sagliocco è stato una grande offesa è stato dato il via per la nostra città. Nel ufficialmente al 1800 i sedili sono stati Jommelli/Cimarosa tutti chiusi in seguito Festival: una serie all’editto di re Ferdidi eventi culturali nando IV di Borbone. e ricreativi, tra cui Gli interventi sono diversi concerti fino consistiti nel restauro alla fine dell’anno. degli elementi lapidei Il ristrutturato Sedile di S. Luigi Tra gli eventi quello in piperno, nel risanadel 20 dicembre, mento della terrazza, presso la chiesa dell’Annunziata, con nel recupero delle finiture delle volte e il nostro direttore editoriale Nicola la ristrutturazione del locale destinato De Chiara che presenterà il svolume ad info-point turistico con la posa in “Niccolò Jommelli, il musicista opera anche di un bagno e piccolo locale galantuomo” dedicato al celebre comdeposito. positore del Settecento in occasione Nonostante i numerosi interventi non è del tricentenario della sua nascita. stata alterata quella che è l’immagine Mirko Rambone originale. Con l’apertura del sedile CULTURA Alla scoperta del palazzo di piazza Plesbiscito 22 collegato al Sedile di San Luigi La presunta storia del palazzo del Sedile Abbiamo incontrato il proprietario Nicola Lama che allontana le voci di abusi: «Le aperture sulla copertura del Sedile, diventata un terrazzo, esistono da decenni». E poi racconta la storia del palazzo. Secondo Lama sarebbe stato abitato dalla regina Giovanna Antonio Arduino N 44 el giorno del taglio del nastro del restaurato sedile di San Luigi di piazza San Domenico ci è stata segnalata la presenza di aperture, probabilmente non autorizzate, realizzate nell’edificio che forma un tutt’uno con il Sedile. Una voce che abbiamo verificato chiedendo spiegazioni al proprietario di quegli appartamenti. “Le aperture e la terrazza sulla copertura del Sedile - racconta Nicola Lama, ex amministratore cittadino negli anni ‘80 e noto imprenditore, proprietario degli appartamenti ereditati da papà Armando - esistono da decenni. Da ragazzo sul terrazzo ho organizzato tante feste con Il Sedile di S. Luigi «ristrutturato» gli amici. Se l’edificio è in buone condizioni è solo grazie ai lavori di restauro realizzati utilizzando sia i fondi concessi a seguito del terremoto del 1980, con della legge 219, sia fondi personali, naturalmente effettuando le opere con tanto di autorizzazione comunale che sono pronto a mostrare a chiunque”. Dunque, nessun abuso. Lama ci ha raccontato anche la storia dell’edificio di via Plebiscito 22. L’edificio e, in particolare, gli appartamenti di sua proprietà erano la dimora abituale della regina Giovanna quando veniva ad Aversa. In quel palazzo avvenivano le impiccagioni a cui assisteva la regina affacciandosi ad una finestra del suo appartamento, dando poi l’ordine di portare gli impic- CULTURA Gli affreschi dell’ultimo piano cati nella cappella, ormai diroccata, di via Succurre Miseris. «Dal sottosuolo di quello stabile partiva una galleria, una specie di autostrada sotterranea che la regina a bordo della sua carrozza, oggi conservata nel castello aragonese, «Dal palazo partiva una galleria che la regina a bordo della sua carrozza percorreva per andare al castello angioino di Aversa e a Casaluce» poteva percorrere per raggiungere, in maniera invisibile il castello angioino di Aversa e Casaluce». Un’autostrada sotterranea che potrebbe essere ancora percorribile e che aveva dato all’ingegnere Carmine Pisciotta l’idea di realizzare ad Aversa una specie di Napoli sotterranea, utilizzandola come percorso turistico per attrarre visitatori. Di quella galleria, dove il papà di Nicola, insieme ad altri aversani, scendeva in tempo di guerra per ripararsi dalle bombe, oggi l’accesso è impedito da una copertura di vetro, posizionata da Lama per bloccare ingressi non autorizzati che potrebbero causare danni a chi volesse percorrere quelle gallerie diventate fonte di pericolo per l’abbandono in cui versano da decenni. Anche se abbandonato dal Comune comproprietario dello stabile, l’edificio porta ancora i segni visibili di pitture ornamentali negli appartamenti posti all’ultimo piano, dove sono presenti affreschi murali restaurati nei primi anni ‘80 a cura della Sovrintendenza e coperti da teli di plastica per proteggerli. 45 E 46 Parità ...la strada è ancora lunga! ro in strada in attesa di un amico, quando involontariamente ho ascoltato una discussione tra alcune persone. Oggetto: la condizione della donna, sottomessa all’uomo, nei paesi islamici. In sintesi, quasi tutti ritenevano la condizione delle islamiche neanche lontanamente paragonabile a quella delle italiane. Anzi, velatamente, facevano intendere che la condizione delle arabe fosse conseguenza dell’arretratezza di quei paesi. La tentazione di intervenire è stata forte. Ma ho abbandonato al loro dibattito i soggetti in questione. Non posso però, non approfittare dell’opportunità che il giornale mi mette a disposizione per analizzare la faccenda. E’ indiscutibile che la condizione femminile nei paesi arabi sia gravata dai retaggi di una cultura patriarcale dove il ruolo dell’uomo è predominante. Altrettanto vero, però, è la condizione di subalternità che tante italiane ancora oggi soffrono a causa degli atteggiamenti d’una parte dei loro uomini. Pur essendo anni luce davanti alla gran parte di questi paesi in fatto d’uguaglianza tra i sessi e nel campo dei diritti civili, non possiamo ergerci ad esempio di virtù atteso che solo pochi decenni fa le donne italiane vivevano una condizione molto simile alle donne arabe. Esempio è la discussione nata tra i “padri fondatori” della Nazione prima di inserire nella Costituzione la cosiddetta parità tra i sessi. A quei tempi la posizione giuridica delle donne nella società era di assoluta inferiorità rispetto agli uomini. Poi, dopo un acceso dibattito, l’eguaglianza dei cittadini fu proclamata nell’art. 3 della Costituzione. Tale uguaglianza fu rafforzata nei settori dove la diseguaglianza si faceva maggiormente sentire: la famiglia (art. 29 e 30), il diritto al voto (art. 48), il lavoro (art. 37) e il pubblico impiego (art. 51). Ovviamente passare dalla semplice enunciazione di un principio alla sua applicazione pratica è impresa ardua. A livello culturale ancora oggi sono presenti nel nostro Paese delle sacche di resistenza a tali cambiamenti. Per certi italiani il tempo sembra non essere passato da quando alcuni “padri della Patria” nel corso dei loro interventi non ebbero remore a parlare di “poteri esclusivi” del marito, giustificati da “imperiose esigenze di natura” somiglianti alle ‘colonne d’Ercole’ dinanzi alle quali deve “arrestarsi ogni rivendicazione di parità femminile”. Sembra incredibile ma queste parole sono state pronunciate solo pochi decenni fa nelle aule del Parlamento. Altri “costituenti” vaneggiavano di “una legge armonica dell’universo che sancisce la supremazia del marito…”. Per non parlare dell’uomo che aveva “una funzione nella società profondamente diversa dalla donna”. Il colmo si raggiunse quando fu proposto un articolo di legge che diminuiva la pena all’uomo che cagionava: “La morte di figlie e sorelle nell’atto in cui ne scopre l’illegittima relazione carnale”. Essendo, purtroppo, la memoria corta delle donne pari all’arroganza di certi uomini, in tante oggi non ricordano più che in nome dell’unità familiare il reato di adulterio era solo femminile. Pochi lustri fa il nostro ordinamento conteneva norme che oggi appaiono arcaiche. Ad esempio: si dichiarava persa la cittadinanza italiana della donna che contraeva matrimonio con uno straniero. Con la clausola del nubilato si poteva licenziare una lavoratrice in caso di matrimonio. Nel campo del lavoro la lotta per arrivare a una condizione quasi accettabile della donna è stata lunga e tortuosa. Alcuni “costituenti” dichiararono che “la parificazione dei sessi non era possibile in tutti gli uffici pubblici” e, in particolar modo, in quelli che si occupano di Giustizia e Difesa. Un paio di questi “onorevoli” si lasciarono andare a vere e proprie farneticazioni tipo: “da specifici studi sulla funzione intellettuale in rapporto alle necessità fisiologiche dell’uomo e della donna risultano certe diversità, specialmente in determinati periodi della vita femminile” oppure “la donna non ha capacità di svolgere funzioni giudiziarie”. A tal proposito Leone rincarò la dose affermando che nella Magistratura le donne mai sarebbero dovute arrivare perché: “Dove si deve arrivare alla rarefazione del tecnicismo, è da ritenere che solo gli uomini possano mantenere l’equilibrio…”. Un altro affermò solennemente che: “…la donna non può giudicare”. Ma non solo nella Magistratura le donne dovevano essere evitate, anche nelle giurie popolari potevano essere presenti al massimo in tre per evitare che fossero in maggioranza sugli uomini. Certo conquiste ne sono state fatte e la condizione femminile è migliorata, ma non dimentichiamoci che ogni anno migliaia di donne sono violentate, perseguitate e, purtroppo, uccise dai “masculi” di casa che credono ancora di avere il diritto di proprietà su tutte le “fimmene”. Prima di parlare degli altri popoli, quindi, sarebbe meglio fare un esame di coscienza altrimenti rischiamo di fare la figura di certi “padri della Patria”. SPORT L’aversana Nicole Iavazzo campionessa di motociclismo A 16 anni «scheggia» batte tutti nel «rookie» Nicole ha stravinto il campionato rookie “Yamaha R 125 Cup» che si è concluso a Varano de’ Melegari in provincia di Parma. «Vorrei emulare le gesta del grande Valentino Rossi» Roberta Ruffo A 48 16 anni ha stravinto il campionato rookie “Yamaha R 125 Cup» che si è concluso a Varano de’ Melegari in provincia di Parma. Nicole Iavazzo è stata la più brava dopo cinque gare disputate rispettivamente sui circuiti di Franciacorta, Modena e Varano. Le performance gli hanno garantito il quarto posto nella classifica generale. La giovanissima campionessa di motociclismo è nata ad Aversa e si allena sulle piste di Casaluce e di Limatola. «Ho iniziato a correre a 5 anni sulle mini moto – ci ha dichiarato. Mio padre Pasquale mi portava con se a vedere le corse a Casaluce. Poi papà me ne ha regalata una ed io non sono più scesa da quella moto». Nicole, soprannominata già da piccola “scheggia”, cerca ora un team e degli sponsor per trasformare la sua passione in una vera e propria professione. Le carte in regola per affermarsi ci sono: Nicole è stata l’unica donna a correre nella “R125 Cup” ed è stato il più giovane pilota in gara. Con lei hanno gareggiato anche ragazzi di 21 anni, visto che il limite della categoria è di 23. Il papà del campione Jorge Lorenzo l’ha già notata e gli sta facendo la corte. Nicole frequenta con profitto il quarto anno del liceo pedagogico di Aversa e confida molto nel papà, che gestisce un’officina meccanica a Napoli e rap- L’agguerrita squadra normanna presenta per lei IL team manager, assieme all’amico Umberto Gelvi, studente di ingegneria meccanica aerospaziale, che si è già prenotato per prendere in mano le redini del team Iavazzo. “Vorrei emulare le gesta del grande Valentino Rossi - ci confida. La mia vittoria la dedico ai miei genitori e ai nonni che voglio ringraziare per i tanti Nicole sul podio sacrifici che hanno fatto per supportare la mia passione». Nicole può diventare una campionessa. La Exton Aversa vince un’epica partita contro la fortissima squadra del Latina Pallavolo, arriva Libraro e la musica cambia L a Exton Volley Ball Aversa dopo il passo falso in terra siciliana con il Gela corre ai ripari. E così il presidente Di Meo, a cui va ascritto il merito di aver riacceso, dopo due lustri di silenzio, gli entusiasmi per questo stupendo sport che ad Aversa vanta grandi tradizioni è corso subito ai ripari, acquistando il fortissimo talento Enrico Libraro che, pur di giocare ad Aversa, è sceso dalla serie A per militare in serie B1. La trasferta in Sicilia, terra anche questa di tradizioni forti nel volley, è giunta troppo presto. I ragazzi non avevano ancora acquisito la piena forma. Ci auguriamo resti l’unico passo falso di un campionato appena iniziato! Dopo la vittoria netta a Lagonegro per tre a zero in coppa Italia, la Exton è tornata sul parquet del PalaJacazzi per affrontare una delle squadre che viene accreditata per il successo finale: l’Hydra Latina. La squadra laziale ha schierato tra l’altro Francesco Biribanti, ottimo giocatore, campione Europeo nel 2003 con la Nazionale italiana, con la quale vanta ben 49 presenze e campione d’Italia qualche anno fa con la Sisley Treviso. Ed infatti risultano imprendibili le sue schiacciate nel primo set vinto dal Latina per 26 a 24. Poi c’è la reazione, guidata anche dai tanti tifosi accorsi al palaJacazzi, e i ragazzi di mister Draganov conquistano il secondo set, per 27 a 25. Nel terzo set la partita sembrava quasi compromessa, quando il Latina era giunto a 22 e l’Aversa a 18 punti. Ma il leone non è domo! E così inizia il recupero con un set interminabile che vede trionfare gli aversani per 32 a 30 che poi chiudono la pratica vincendo l’ultimo set per 25 a 16. Per chi ha qualche anno in più corrono i ricordi a storiche sfide nel vecchio capannone, come con il Codyeco Lupi Santa Croce. Oggi però la pallavolo è Enrico Libraro cambiata. I valori in campo sono diversi, la preparazione atletica, la tecnica, gli scambi, sembra che i giocatori si muovano a cento all’ora! E così ben venga l’arrivo di Enrico Libraro, fortemente voluto da Di Meo, per fornire la punta di diamante ad una già forte rosa di giocatori. Ieri intanto si è giocato a Lagonegro, mentre al pala Jacazzi si ritorna il 29 novembre contro il Potenza. CULTURA Seconda puntata in uno dei luoghi più antichi dell’Agro aversano Casaluce, entriamo nel castello dei De Balzo Attualmente il castello è ritornato di proprietà della Diocesi di Aversa, dopo anni di querelle tra privati e Curia sulle quali non intendiamo soffermarci. Don Michele Verolla ci fa da cicerone tra le bellezze di quello che una volta era un monastero dei Celestini Giuseppe Lettieri C 50 ontinua la nostra “riscoperta” dei luoghi artistici e storici delle nostre zone, spesso ignorati, e talvolta completamente sconosciuti a molti che vivono, distrattamente, il territorio. Nel numero scorso eravamo a ridosso del ponte levatoio e del fossato difensivo, un tempo probabilmente alimentato dalle acque del Clanio, del primo castello normanno d’Italia, quello di Casaluce. Ad accoglierci è il nuovo “castellano” don Michele Verolla, parroco da molti anni del santuario di Santa Maria ad Nives, la chiesa palatina del castello, sacro santuario che custodisce per otto mesi all’anno l’effige tanto cara ai casalucesi ed anche agli aversani della Madonna di Casaluce. Attualmente il castello è di proprietà della diocesi, dopo anni di querelle tra privati e curia sulle quali non intendiamo soffermarci. Don Michele, con amabile disponibilità, ci guida da cicerone, all’interno del complesso. Ricordiamo, infatti, che, nato come dimora e come roccaforte sotto i normanni aversani, l’edificio passò poi nelle mani di una delle famiglie più in vista del regno di Napoli, sotto la dominazione angioina, vale a dire i del Balzo. E, poco dopo l’assassinio del principe Andrea di Ungheria, real consorte della regina Giovanna I d’Angiò, avvenuto nel castello di Aversa, dimora tra le preferite della corte angioina, fu donato da questa nobile famiglia ai frati Celestini. I del Balzo (o de Baux) erano originari della Provenza, anche se qualche storico dell’epoca, con non poca fantasia, faceva discendere questa famiglia da Baldassare, uno dei re Magi (a riferimento di ciò nel simbolo del casato vi Casaluce, il cortile interno del castello e, sotto, lo stemma dei De Balzo Nel prossimo numero entreremo all’interno del castello di Casaluce visitando quello che per cinque secoli circa fu l’appartamento dell’abate era anche la stella cometa!) ed arrivarono nel nostro territorio intorno al 1270, con l’avvento di Carlo I d’Angiò alla guida del regno di Napoli. Il loro forte legame con gli angioini ne fece la loro fortuna. Si imparentarono attraverso alcuni matrimoni ai Sanseverino e, poi, agli Orsini, (con questi ultimi nacque la casata del Balzo Orsini). Tra i personaggi più importanti vi furono due Raimondo del Balzo. Il primo Raimondo (1305Napoli,1375) fu Signore di numerose terre tra cui Campagna, Vico, Flumeri, Casaluce e Castrignano, insignito dei titoli di conte di Ascoli nel 1332, conte di Soleto nel 1352; ricoprì le più alte cariche tra cui Giustiziere e Capitano Generale ed è sepolto in Santa Chiara in Napoli. Fu proprio lui a donare ai Celestini il complesso di Casaluce nel 1365, che da allora fu trasformato in monastero. Non approfondiamo gli aspetti storici, non è questa la sede, ma va precisato che anche l’icona della Madonna di Casaluce, la si deve a questa nobile famiglia. Ne riparleremo quando entreremo in chiesa. Per il momento con don Michelle Verolla ci soffermiamo ad ammirare le stupende arcate, in gotico campano, che separano i due cortili interni, in origine piazzali d’armi dell’originario castello, e poi trasformati in “chiostri” durante il cambio di destinazione avvenuto nel XIV secolo. Nel prossimo numero, entreremo all’interno del castello di Casaluce visitando quello che per cinque secoli circa fu l’appartamento dell’abate. SALUTE Il filo interdentale previene la formazione delle carie che compaiono tra dente e dente Denti, privilegiare la prevenzione non la cura I 52 l filo interdentale previene la formazione delle carie che compaiono tra dente e dente. Le carie dentali sono classificate in base alla posizione dove sorgono. Così si avrà una carie di I classe quando viene intaccato lo smalto dei denti nella parte masticante. Proprio per questa posizione peculiare, può interessare solo i premolari ed i molari. Vi sono poi le carie di III classe che interessano il fianco degli incisivi e dei canini. Se queste carie si estendono ad interessare un angolo di questi denti (canini e incisivi), allora divengono di IV classe. Le carie di V classe invece interessano le zone dello smalto prossime al punto di confine tra la corona del dente e la sua radice, ma posizionate ancora sullo smalto dentale. Queste possono colpire tutti i denti. Una nota a parte merita la carie di II classe. E’ questa una carie che nasce tra dente e dente dei premolari e molari. Non è facilmente visibile e spes- so solo l’ausilio di una radiografia aiuta l’odontoiatra a fare una corretta diagnosi. Se i controlli dal dentista non sono frequenti, può facilmente capitare che queste carie si presentino come un inscurimento della parte masticante del dente che diventa più o meno dolente. All’improvviso il dente che la ospita può rompersi durante la normale masticazione a causa del vuoto che la carie stessa ha creato all’interno. Una maniera semplice ed efficace che si può impiegare per prevenire questo genere di danno con conseguente risparmio di tempo, denaro e danno biologico, è l’uso sistematico del filo interdentale. I pazienti lamentano la mancanza di tempo e, quando si suggerisce di fare prevenzione, molto spesso l’obiezione principale è proprio che non è possibile dedicare ampi spazi di tempo solo ai denti. Per passare il filo interdentale bastano una manciata di secondi. In realtà ciò che occorre vincere è la pigrizia mentale che impedisce di aggiungere un altro gesto a quello spesso già fatto con fatica dello spazzolamento. Concludendo: occorre privilegiare la prevenzione e non la cura. I presidi ci sono e sono alla portata di tutti. Nel caso delle carie dentali di seconda classe, la prevenzione è quasi banale. Se poi siamo costretti a farci curare dal dentista non lamentiamoci! Approfondimento scientifico del Dott. Fabio Sichel Turco Il condominio ...in forma! dell’avv. Maurizio Golia Animali domestici in condominio P rima della “Riforma del Condomino” la detenzione di un animale domestico all’interno dell’abitazione in condominio poteva essere vietata dalle disposizioni del regolamento condominiale. Ora il re- golamento condominiale non potrà più contenere un divieto di ospitare animali domestici. La nuova norma è valida anche per i vecchi regolamenti o solo per i nuovi?- È stata inserita nell’articolo 1138 del c.c., che disciplina i regolamenti assembleari, quelli che possono essere fatti a maggioranza. In sostanza si è voluto incardinare in una norma scritta un principio assodato nella giurisprudenza: a casa mia, ci posso tenere l’animale che voglio e nessuna delibera assembleare me lo può impedire. Diverso il caso del regolamento redatto dal costruttore – di natura contrattuale - firmato, trascritto e accettato al momento dell’acquisto, in quel caso ci può essere un divieto su cui la riforma non può agire. Vero è che, una volta affermato così esplicitamente un principio, in sede di controversia il giudice non potrà non tenerne conto... Naturalmente è buona norma rispettare le disposizioni contenute nell’ordinanza del Ministero della Salute, entrata in vigore il 23 marzo 2009, previdente, tra l’altro l’obbligo, nei confronti dei proprietari dell’animale, di mantenere ordine e pulizia nell’intera area di passaggio, di usufruire del guinzaglio in ogni luogo e, qualora si fosse in possesso di animali con indole aggressiva, di applicare la museruola. Rimane poi sempre vigente la responsabilità civile, ex art 2052 del c. civile e penale, a carico dei proprietari, qualora scaturiscano danni o lesioni a persone, animali o cose. Gli animali non devono essere lasciati liberi di circolare negli spazi comuni in mancanza delle idonee cautele sopra menzionate. Il condominio in caso di rumori molesti o di odori sgradevoli diventa abilitato a proporre la domanda di allontanamento dell’animale dall’abitazione in base all’articolo 700 del c.p.c. Anche nel caso di immissioni rumorose è possibile avanzare il reato di “disturbo del riposo delle persone” (art. 659 c.c.): si precisa, però, che l’elemento portante di questa 53 fattispecie criminosa risulta l’idoneità del fatto ad arrecare disturbo ad un numero indeterminato di individui e non già l’effettivo disturbo ai medesimi L’INCONTRO La scuola «Van Beethoven» di Casaluce si erge ancora a baluardo della legalità Mario Autore e Maresca nel nome di Borsellino Geppino De Angelis U 54 na vera giornata della legalità quella vissuta, insieme a tantissime autorità, dagli alunni dell’istituto comprensivo “Van Beethoven” di Casaluce, da anni diretto magistralmente dal nostro concittadino prof. Mario Autore. Una giornata vissuta nel nome del giudice Paolo Borsellino, ucciso dalla mafia, al quale è stata intitolata la nuova sala consiliare del Comune di Casaluce. Alla presenza di un folto pubblico, del viceprefetto aggiunto di Caserta, Stefano Italiano, del dirigente del commissariato di FS di Scampia Tatarelli, di Antonio Turi dell’associazione “Cittadini contro le mafie”, di Simmaco Perillo, rappresentante dell’associazione “Al di là dei sogni”, di Antonio Comella dell’associazione “Araba fenice”, di Antonio Di Martino del “Forum dei giovani di Casaluce”, della responsabile dello sportello anti- L’incontro sulla legalità a Casaluce violenza “Noi voci di donne” e del sostituto procuratore della DDA di Napoli dott. Catello Maresca al quale si deve, tra l’altro, l’arresto di Michele Zagaria, la cerimonia ha avuto inizio con l’intervento del sindaco Nazzaro Pagano che ha messo in risalto l’importanza della cerimonia, ricordando la fulgida figura del giudice Borsellino, mentre in un clima di vibrante patriottismo gli alunni della sezione musicale dello istituto comprensivo hanno eseguito l’inno di Mameli. Coordinati, poi, dal giornalista Francesco Neri, che col giudice Maresca ha scritto “L’ultimo bunker”, hanno via via preso la parola tutte le autorità menzionate, mentre Maresca, rivolgendosi ai tantissimi ragazzi presenti in sala, ha detto tra l’altro: “Questi ragazzi sono già la bella realtà della provincia di Caserta, mi entusiasma sentir parlare e parlare di legalità e cultura, un binomio inscindibile”. Il sindaco Pagano ha affermato che la sala consiliare intitolata a Borsellino, oltre ad ospitare le sedute del Consiglio, sarà destinata alle attività culturali delle associazioni, un luogo di incontro, di confronto ovvero un autentico presidio di legalità. L’alunna Anna Natale, “sindaco-baby” di Casaluce, con fascia tricolore ha affermato di sognare il giorno in cui il suo paese diventerà il punto di riferimento della cultura e della legalità del territorio aversano. La presentazione venerdì 21 novembre alla libreria «Quarto Stato» «Il terrorista e il professore», il romanzo-realtà di Faenza D opo il successo de “L’isola dei fiori di Cappero” del 2013, Vito Faenza pubblica un secondo romanzo-verità: “Il terrorista e il professore” (edizioni Spartaco, 118 pagine 10 euro). La presentazione si terrà il 21 novembre alle 18,30, nella libreria «Quarto Stato» in via Magenta ad Aversa. A Discutere del romanzoverità con l’autore sarà il magistrato Nicola Graziano. Basta cliccare il titolo del romanzo sul web per verificare che sono numerose le recensioni (tutte favorevoli) già pubblicate, mentre ce ne sono altre in dirittura d’arrivo, sulla carta stampata, dopo il Giorno, Il Resto del Carlino, la Nazione, La Repubblica, il Salvagente, il Quotidiano della Domenica. Il romanzo è piaciuto molto anche a coloro che la vicenda la conoscono bene. Naturalmente nessuna sorpresa per chi conosce il nostro direttore editoriale: nella sua vita da giornalista ha accumulato un archivio vastissimo, non solo sulle storie relative alla criminalità, ma anche sul terrorismo, l’ambiente… Quindi le sue sono storie pescate proprio nel suo vasto archivio. In questo secondo libro il giornalista scrittore propone la vicenda del rapimento dell’assessore regionale Cirillo, una versione romanzata nel quale i personaggi sfumano nel racconto della trattativa intercorsa per la liberazione dell’ostaggio in mano alle brigate rosse. STORIA NOSTRA Ad Aversa nella seconda metà dell’Ottocento arrivarono molte monache dal convento di Benevento Le «suppliche» di suor Maria Caterina a Leone XIII Il grave stato di indigenza, sua e delle consorelle, nel 1884 portò l’ex Superiora del monastero di S. Pietro in Benevento a chiedere un sussidio al Papa. Da quando era arrivata ad Aversa gli era stato sospeso il pagamento della pensione del padre, un Capitano dei Bersaglieri dello Stato Ronmano Filomena Di Sarno L 56 e monache che arrivarono ad Aversa dal monastero di S. Pietro in Benevento versavano in uno stato di assoluta indigenza. Nell’Archivio Segreto Vaticano sono custodite, infatti, diverse lettere di religiose benedettine del monastero di S. Pietro in Benevento, soppresso nel 1865 e trasferite ad Aversa presso il convento di S. Biagio, che provano tale cosa. I documenti vanno dal 1882 al 1884 e riguardano le diverse “suppliche” che le religiose indirizzarono al cardinale Ludovico Jacobini, Segretario di Stato di Papa Leone XIII. Interessanti sono le “suppliche” inviate dall’ex superiora di S. Pietro in Benevento, D. Filomena Paradisi diventata Suor Maria Caterina di Gesù, per sé e per le sue consorelle. In un documento del 1882 si legge testualmente: “Maria Caterina di Gesù ex Superiora in S. Pietro di Benevento, non essendo mezzo come far pervenire nelle mani di S. Santità la qui acclusa supplica andiamo pregando la Eminentissima Reverendissima Sue di una tal grazia non solo ma di avalorare le nostre preghiere ad ottenerci qualche somma a titolo di elemosina anche riparare all’urgente bisogno. Se si benignerà accogliere le preghiere col onorarle di un favorevole riscontro potrà la Eminentissima dirigerla a Maria Caterina di Gesù Ziccarelli nel monistero di S. Biagio in Aversa”. Due anni dopo, il 2 febbraio 1884, in un altro documento: “La ottagenaria religiosa corista benedettina D. Filomena Paradisi spogliata e spulsa in uno con la sua comunità dal M. di S. Pietro in Benevento concentrata La sua povera comunità non può soccorrerla in tutto, perché in luogo di esilio dovendo sopperire per le inferme ad annose converse in vita comune sempre lodevole. In questa indigenza di cose si rivolge al magnanimo cuore pregandola di un assegno mensile e sia qualunque, anche sopperire ai suoi averi, e pressanti bisogni non avendo mezzi né tempo atteso alla sua cadente età di regolarizzare un preciso incartamento”. Nella parte superiore di una nuova missiva del 7 febbraio 1884, con inchiostro è annotato: Il cardinale Jacobini e, sotto, la nostra chiesa di S. Biagio diverso, “Sono state accordate alle richiedenti L. 150 in sussidio dal Santo Padre (in data 1° aprile 1884)”. Nei In una nuova missiva giorni successivi Suor Maria Caterina del 7 febbraio 1884, con ringrazia prima il Papa e poi il cardinale inchiostro diverso, è annotato: Iacobini. «Sono state accordate alle richiedenti L. 150 in sussidio dal Santo Padre in data 1° aprile 1884» in questa di S. Biagio di Aversa. Ella espone come gode per dieci anni una mensile pensione di scudi dieci del defunto padre Stefano Capitano del Corpo politico dei Bersaglieri dello Stato Romano, fatto la profissione cessarono i versamenti perché il monastero stava in bona, nulla le mancava, adesso ritrovandosi aggravata dal peso degli anni bisognava di tutto. TRADIZIONI Quando la foto di nonno Salvatore tolse dai guai la famiglia Comparone Quel quadro alla parete che ci salvò dai tedeschi E quando dei soldati tedeschi, accompagnati da un fascista che faceva da interprete, entrarono nel «basso» abitato dal ramo di Salvatore, trovarono solo una ragazzina, mia madre. «Dov’è papà?», mia madre riuscì solo ad indicare l’indice in alto ...verso il quadro di nonno appeso alla parete Salvatore di Grazia V 58 ia Drengot, strada storica cittadina e della famiglia Comparone che, arrivata ad Aversa all’inizio del ‘500, ha ancora il palazzo dove c’era lo stemma familiare sotto la volta dell’androne, caduto poi a causa delle bombe alleate del 19 luglio 1943. Zia Margherita, vedova di Tommaso Comparone, mi ha permesso di fotografare una foto del marito soldato, quelle foto-ricordo che si facevano al momento del congedo e che mi era rimasta impressa nella mente. Erano anni che non mettevo piede nel palazzo, forse dalla morte di nonna Anna “a’ barunessa” e apprendo che dopo centinaia di anni, un appartamento è stato venduto ad estranei. Panta rei, e che ci vuoi fare? Mi mostra altre foto di famiglia, che subito riprendo in macro con la digitale, tre-quattro scatti ad ogni foto, almeno una verrà nitida. Mi mostra altre due foto dei miei nonni, molto giovani. Lui non posso ricordarmelo, ma lei sì, pesava un quintale anche se in questa foto è un fior fior di ragazza. E nonno Salvatore, ben vestito, gambe accavallate, sembra proprio uno “sciupafemmine”! Mi copio anche queste e mentre mi preparo ad andarmene zia mi dice: “E quello non lo fotografi?”, indicandomi una grande foto incorniciata in un quadro appeso sullo stipite di una porta. “Pure quello è il suocero, tuo nonno Salvatore” - aggiunge. Altra foto che ricordo vagamente di aver visto da bambino. Scatto alcune foto dal basso, poi mi faccio dare uno scaletto e ne scatto altre di fronte. Nonno porta i baffetti ‘alla Hitler’, la foto è dei primi anni ‘40. Tommaso Comparone Fu il tedesco che comandava la pattuglia a ‘capire’. Fissò il quadro e poi la bambina e dopo un breve silenzio disse, in un italiano stentato «Jà, io capito, povera bambina» L’unica foto che avevo di lui, stesso periodo, era in camicia nera e mostrine, e penso che se mio figlio Luigi si facesse crescere simili baffetti sarebbe la sua copia! A casa di mia madre scarico le foto sul portatile e gliele mostro. Dice che il padre non era fascista, ma “... a chilli tiemp, si nun eri fascista, nun putive campà... si dovette mettere à cammisa nera perché era arruolato nella contraerea cittadina che difendeva la stazione ferroviaria”. Le mostro la foto incorniciata ed è un fiume di ricordi. Quel quadro era giù, nel basso adiacente il portone, dove vivevano in quel giorno del 1943, dopo l’8 Settembre. Anche in via Drengot si era sparsa la voce che i tedeschi stavano rastrellando uomini da mandare al lavoro in Germania e ci fu un fuggi fuggi generale sui tetti e sulle terrazze per andare a nascondersi dai missionari del Pime. E quando dei soldati tedeschi, accompagnati da un fascista che faceva da interprete, entrarono nel “basso” abitato dal ramo di Salvatore (gli altri due bassi erano abitati da altri fratelli), trovarono solo una ragazzina, mia madre. Anna “a’ barunessa” non c’era, era ‘ncopp à catena da una sorella ammalata e mamma rimase terrorizzata dall’ingresso di quei soldati dall’aspetto cattivo. Si muovevano come epilettici, frugarono dappertutto, ma non trovarono nessuno. Alla fine il tedesco che comandava la pattuglia disse qualcosa all’interprete e questi chiese a mia madre: “Dov’è papà?”. Mia madre, ammutolita, occhi sbarrati dalla paura, alzò il braccio destro e puntò l’indice in alto... e S. Comparone alle sue spalle c’era il quadro di nonno appeso alla parete. Fu il tedesco che comandava la pattuglia a “capire”. Fissò il quadro e poi la bambina e dopo un breve silenzio le disse, in un italiano stentato “Jà, io capito, povera bambina, babbo in cielo...”, si fece il segno della croce e comandò a tutti di uscire. “Adesso sto ridendo - ha concluso mia madre - ma allora me sò pisciata sotto pà paura ca tenevo”. LE CELEBRAZIONI Le irriverenti medaglie lo ritraggono con le orecchie d’asino ed anche nei panni di uno schiavo Niccolò Jommelli nella medaglistica del suo tempo Mentre la prima medaglia è nota da un’acquaforte che si conserva a Bologna, dell’altra, che lo ritrae nei panni di uno schiavo trascina un carro trionfale sul quale campeggia il compositore spagnolo Terradellas, non c’è traccia. Il nostro Jommelli, buono di cuore qual era, non se la prese Franco Pezzella N 60 iccolò Jommelli è stato oggetto nel tempo di molte caricature la più irreverente delle quali è quella che lo vede raffigurato con le orecchie d’asino in una medaglia con cui l’aveva per cosi dire “contestato” il pubblico romano, dacché egli, facendo propria la lezione di Pietro Metastasio e in controtendenza con i gusti dell’epoca, ancora troppo sbilanciati in favore della musica a discapito dell’espressione poetica, aveva incominciato a scrivere opere nelle quali era particolarmente curata, invece, la correlazione fra parole e melodie. La medaglia, nota attraverso un’acquaforte che si conserva presso la biblioteca La medaglia che ritrae il musicista con le orecchie d’asino del Museo Internazionale della Musica di Bologna, porta raffigurato sul recto il busto di profilo, rivolto verso destra, del musicista aversano, coronato da foglie di lauro, accompagnato dalle scritte «MVSICAE RESTITVTOR» (Musica che rigenera). Sul verso è riprodotta, invece, la scena di un asino che per aver LE CELEBRAZIONI fatto cascare il basto riceve le frustate dal suo padrone. Quest’ultima raffigurazione è accompagnata dalle scritte «RESTITVTORI MVSICAE». (Musica rigeneratrice) e dal motto fedriano «Qui se laudari gaudet verbis subdolis Fere dat poenas turpi poenitentia» (Chi gode sentirsi esaltare con parole adulatrici, ne porta poi la pena con pentimento e vergogna). Come a dire che dar retta alle lodi dei furbi è da sciocchi, perché fanno ciò solamente per il loro tornaconto e la lode ricevuta è poi pagata a caro prezzo; e che, pertanto, è preferibile ricevere una critica costruttiva piuttosto che un apprezzamento falso. Il motto è tratto dalla favola della volpe e del corvo raccontata da Fedro. Jommelli non se la prese più di tanto tant’è che mandò a Padre Martini, con un candore che ha del commovente, una copia della medaglia. A voler dare credito a un oscuro resoconto apparso a firma di tale J. F. Reichardt il 12 marzo del 1800 sull’Allgemeine musikalische Zeitung, il principale periodico musicale tedesco dell’epoca, il compositore aversano sarebbe stato rappresentato in un’altra medaglia mentre nei panni di uno schiavo trascina un carro trionfale sul quale campeggia il compositore spagnolo Domingo Terradellas (Barcellona 1713 - Roma 1751). Secondo il succitato cronista essa sarebbe stata coniata dagli ammiratori di Terradellas per onorare la memoria del compositore spagnolo, trovato pugnalato a morte nel Tevere, assassinato, a dir loro, per mano dello Jommelli, suo rivale, che aveva così voluto vendicare l’affronto subito dopo la rappresentazione di una sua opera, che era stata, invece, unanimemente riprovata. È perché non vi fossero dubbi sulla matrice dell’assassinio, i sostenitori di Terradellas vi avrebbero fatto incidere sul rovescio della medaglia le parole di un recitativo dell’ultima opera di Jommelli: «Io sono capace». Il resoconto dell’Allgemeine musikalische Zeitung non è considerato però attendibile e tuttavia come sia morto Torradellas è tuttora un mistero. Esemplari di questa medagli anon sono stati mai trovati e tuttavia Eduardo Maria Oettinger nell’edizione italiana del suo Rossini riporta che uno degli esemplari di questa rara medaglia era stata acquistata da lady Ester Monmouth, nipote dell’ambasciatore inglese a Napoli. 61 Caffetteria - Pasticceria State per regalare al vostro palato una sensazione mai provata... la nuova delizia della nostra pasticceria Soffice babà farcito con crema al latte e cioccolato avvolto in una deliziosa vellutata al croccantino Via Giotto, 5 - Aversa (CE) - 081 502 08 58 - Via Boito (Angolo Pastore) Lusciano (CE) - 081 814 89 30 Doppio appuntamento del Rotary Club di Aversa Milone e la storia della televisione Il 6 novembre c’è stato l’incontro con Elio Palombi, autore del libro «Beccaria Oggi», introdotto da Paolo Tanda che ha spiegato la grande opera del 1764 «Dei delitti e delle pene» Geppino De Angelis D 62 oppio appuntamento per il Rotary Club «Aversa Terra Normanna». Il 30 ottobre 2014 il giornalista Massimo Milone ha relazionato sui 60 anni della Rai, riuscendo a tracciare in maniera mirabile l’ evoluzione della televisione, sottolineando le tappe più importanti della sua storia, il secondo canale, i grandi sceneggiati, il varietà del sabato sera, lascia o raddoppia, la tv a colori, il telecomando, la nascita delle TV commerciali, i talk show, fino alla TV digitale. Il Presidente del Rotary Club il dott. Sergio Mangiacapra, nel presentare l’ evento, ha sottolineato come la Rai-Tv abbia «rappresentato per molte generazioni una sorta di tata che ci ha aiutati a crescere ed a conso- lidare la nostra cultura». Altro riuscito appuntamento quello del 6 novembre con la presentazione del libro del prof. avv. Elio Palombi intitolato “Beccaria oggi”, edito da Grimaldi. Dopo i saluti del Presidente del Rotary, è intervenuto il penalista professore universitario Paolo Tanda che ha evidenziato come il libro racconti in modo avvincente alcune delle più importanti vicende giudiziarie degli ultimi decenni della nostra Repubblica. Tanda ha anche sottolineato come l’aspetto peculiare del libro del prof. Palombi sia stato quello di porre al centro l’attualità del pensiero di Cesare Beccaria, autore dell’opera giuridica italiana più conosciuta all’estero, intitolata “Dei delitti e delle pene” ( 1764). Tanda ha evidenziato, tra l’altro, come Sergio Mangiacapra e Massimo Milone tale ultima opera sia stata un forte manifesto di protesta contro la pena di morte, la tortura e più in generale contro il sistema processuale dell’epoca incentrato su un sistema di ricerca della prova per condannare l’imputato sulla base di una confessione quasi sempre ottenuta con una tortura, sottolineando come l’opera del Beccaria avesse scosso le coscienze dell’epoca, favorendo importanti riforme. Elio Palombi che ha chiarito quale sia - a circa trecento anni di distanza - il collegamento tra il pensiero di Cesare Beccaria e le vicende giudiziarie attualissime riportate nel suo libro. L’interessantissimo e affollatissimo evento culturale si è concluso con una serie di domande da parte del pubblico che ha mostrato di aver molto gradito la presentazione del libro. La stazione metropolitana di via Toledo al primo posto della classifica mondiale Contentissimi per Napoli ma Aversa... A lcuni mesi fa, la stazione Metropolitana di via Toledo a Napoli (nella foto) è stata ritenuta dalla Ccn e altri prestigiosi media la più bella d’Europa, ma ora ha anche ottenuto la consacrazione mondiale con il “ the most beautiful subway station in the world”. Insomma un primato positivo, visto che della città partenopea e di tutto il nostro territorio non si fa altro che parlarne, e non sempre giustamente, male. E pensate che nella classifica delle più belle stazioni metropolitane non vi sono altre italiane, se non un’altra stazione di Napoli, quella della fermata Università, che si classifica al sesto posto. Davvero un record! Al secondo posto dopo Napoli vi è Mosca, con la fermata Kievskaya, mentre al terzo c’è Radhuset Station a Stoccolma, Svezia. Al quarto nuovamente la Russia, con Avtovo Station, una fermata del metro di San Pietroburgo, mentre al quinto c’è Shanghai in Cina. Al sesto posto, come anticipato di nuovo Napoli, mentre una fermata parigina la si trova solo al settimo posto. La fermata dalla City Hall di New York è solo undicesima. Una consacrazione che fa piacere, ma ci fa anche riflettere, con un pizzico di campanilismo sano. Contentissimi per Napoli, ma perché quando si sono progettate le due stazioni di Aversa Centro e Aversa Ippodromo non si è fatto qualche sforzo artistico in più? Per carità sono gradevoli, ma manca quel quid in più che fa restare meravigliati, come invece avviene per via Toledo o per l’Università. E quello che ci meraviglia di più è il fatto che i progettisti non abbiano pensato affatto nel momento della progettazione alle peculiarità della nostra città, Aversa con i suoi normanni, con la sua musica ed i suoi musicisti Jommelli, Cimarosa ed Andreozzi. Magari, in futuro, per la stazione in programma tra Aversa e Teverola perché non pensarci? Giuseppe Lettieri
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