Mano Tesa Ogliastra

Ogliastra Sanità
Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra
1
Cala Luna
Cala Sisine
Anno 8 - Numero 23 - Maggio 2014
Cala Biriala
Cala Mariolu
Capo Montesantu
Editoriale
Con l‛Associazione Mano Tesa Ogliastra
corri lungo una delle coste più belle d‛Italia
con l’approvazione di
A cura di Natalino Meloni
Isolotto d’Ogliastra
Ziu Peppinu
non deve ammalarsi
Un’antica definizione affermava che la
politica è l’arte di governare. In effetti
anche fare politica dovrebbe essere
un’arte che, continuando con le definizioni, dovrebbe essere l’espressione
creativa determinata dallo studio e
dall’esperienza. Dalla creatività della
politica dovremmo aspettarci l’emanazione di principi equi, a vantaggio di
tutte le persone. Dall’Europa che conta,
quella che vara decreti e progetti in quel
di Bruxelles, è scaturito un bel grande
principio: il povero pastore di Loceri
di fronte alla salute, specialmente in
situazioni di emergenza, non deve avere
minori possibilità di sopravvivenza e di
guarigione rispetto al cittadino milanese o di Cagliari per non allontanarci
troppo. Tutti sono alla pari contribuenti
dell’erario e tutti hanno uno stato di
salute da salvaguardare e non devono
esistere arterie privilegiate. Perché il
cittadino milanese in caso di infarto
deve avere maggiori chance di cavarsela
rispetto a Ziu Peppinu di Loceri? Si tratta
di un’evidente disuguaglianza sociale
e non è accettabile l’affermazione che
curare l’infarto in maniera moderna ed
efficace in Ogliastra costerebbe troppo!
La Comunità Europea, in virtù dell’arte
politica ben ideata ed applicata, ha
ritenuto di salvaguardare al meglio
anche la salute delle sue popolazioni
più isolate e, in quest’ottica di parità
di fronte alla malattia, ha finanziato
un servizio di emodinamica presso
l’Ospedale di Lanusei. Fulmini e saette da parte di politici e purtroppo
di sanitari: “L’emodinamica a Lanusei
non s’ha da fare!”. Ovviamente perché
abitano in territori ben serviti e quindi
la mancata strizza per potersi trovare
Lido delle Rose
Gara valida per il Campionato Regionale UISP
PERCORSO
A
Lido di Orrì
P
P
5
Cea
10
Torre di Barì
P
21,097
Marina di Cardedu
Partenze:
km 21,097 ore 9.30
km 10,00 (competitiva e non comp.) ore 10.30
km 5,00 (non competitiva) ore 11.00
Regolamento:
Coccorrocci
www.manotesaogliastra.it
Capo Sferracavallo
Mezza Maratona Ogliastra
Info e Iscrizioni:
Marina di Sarrala
mail: mano.tesa.ogliastra@alice.it
339 7111110 - 347 3644357 - 346 6933715
Cagliari: SOHA Sardinia - Vico II Sulis 18 - Tel. 070 664779
ELLECI Sport - Via Scano 49 - Tel. 070 303867
Oristano: GIOCASPORT - Viale Repubblica 39 - Tel. 0783 310681
Marina di Tertenia
Portu Santoru
DOMENICA
GRAFICHE PILIA - Tortolì
14 SETTEMBRE 2014
Mezza Maratona Ogliastra
Grande appuntamento per domenica 14 settembre, Mano
Tesa si è voluta impegnare in un’altra importante sfida! Dopo
aver tanto proclamato da queste pagine, e nel corso dei
tanti incontri svoltisi nel territorio, l’importanza dell’attività
fisica per seguire un corretto stile di vita, agisce sul piano
pratico organizzando delle gare di corsa che vanno dalla
mezza maratona competitiva valevole per il campionato
regionale UISP, a gare non competitive sulla distanza di 10
e 5 chilometri. Una formula semplice e scenari bellissimi:
(a pag. 23)
tutti siete invitati a partecipare!
INTERVISTA A
Massimiliano
Coppola
Primario
Unità Operativa di Chirurgia
Ospedale di Lanusei
www.oncoguida.it
Pochi click per accedere ad una accurata banca dati che ha nell’affidabilità la sua
caratteristica principale. Il paziente oncologico, i suoi familiari, gli operatori sanitari, gli addetti ai servizi sociali, possono attingervi notizie sulle migliori strutture
italiane nella cura di una determinata forma tumorale. Sono anche elencate le più
importanti associazioni di volontariato che hanno come mission la presa in cura del
paziente oncologico. Mano Tesa risulta, per questo delicato settore, l’associazione
di riferimento in Ogliastra.
(a pag. 20)
Sommario
Intervista a Gianni Monni........................1
Operarsi prima di ammalarsi...................5
Oncologia................................................6
Dallo sviluppo del gusto... ......................7
Le epatiti virali.......................................11
Ahora.....................................................14
Siu Vittoriu di Perdas
Più di cento anni ben portati, una grande
memoria, tanta lucidità. Da chi l’ha vissuto
in prima persona il racconto della prigionia
in un campo di concentramento nazista. La
sofferenza, la fatica, la disperazione, l’orrore,
la fame: tanti aspetti e sentimenti che hanno
malinconicamente e tristemente colorato le
parole di Siu Vittoriu di Perdas. (a pag. 17)
Funghi....................................................15
Salvatore Brau........................................17
Blue Tongue...........................................20
Congedo per handicap...........................22
A Elini giornata mondiale sul diabete.....23
Campo scuola su aliment.ne e diabete...24
Dott. Giomaria Atzeni............................. 25
La Luna.................................................. 27
Dr. Renato Pilia
Spesso abbiamo utilizzato la definizione di figura storica nel descrivere
i nostri vecchi medici. Nel caso di Dottor Renato il termine storica
rispetta sicuramente l’accezione più corretta. E’ stato per decenni
un emblema della sanità ogliastrina e fondatore nel territorio della
disciplina radiologica. Dalla sua attenzione e dalla sua competenza
sono scaturite una infinità di diagnosi che hanno permesso di curare
(a pag. 25)
e salvare centinaia di persone.
Associazione di Volontariato
A cura di Daniela Usai
Direttore Responsabile
Dottor Massimiliano Coppola è il
nuovo primario dell’ Unità Operativa di Chirurgia dell’Ospedale
di Lanusei. Vincitore di concorso,
dal 17 febbraio scorso sostituisce
Dottor Nicola Caria andato in
pensione. E’ nato a Sassari il 4
Agosto 1970 e in quella città,
dove ancora vivono i suoi genitori, ha trascorso la sua infanzia
e ha completato il suo ciclo di
studi: Maturità classica presso il
prestigioso liceo Azuni e laurea
e specializzazione nella locale
Università.
Quali sono state le sue prime
esperienze di lavoro?
Ho frequentato l’ultimo anno di
specializzazione in Francia per imparare la chirurgia laparoscopica
che in quegli anni stava facendo
passi da gigante affermandosi in
campi sempre più numerosi della
(segue a pagina 2)
mano.tesa.ogliastra@alice.it
www.manotesaogliastra.it
Mano Tesa Ogliastra
Via Temo sn - 08048 Tortolì - Tel. 339 7111110 - Fax 0782 77020
Ogliastra Sanità
Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra
2
personalmente in quell’emergenza,
fa diventare la loro voce più tonante!
Ma quell’emodinamica, il cui costo
delle attrezzature è stato a totale carico
europeo, all’Ogliastra serve: perché il
diritto a vivere di ziu Peppinu deve
essere inferiore a quello del cavaliere
Bernasconi di Busto Arsizio? Son ben
altri gli sprechi in un Paese in cui la
corruzione è elevata a sistema e che
continua ad elargire retribuzioni scandalose.
Ma dalle pagine di questo periodico
cerchiamo di far partire anche un’altra
protesta, una nuova battaglia: l’assenza nell’Ospedale di Lanusei della
Strocke Unit, un’unità di urgenza utile
a trattare gli ictus. E’ un servizio di
facile applicabilità che consentirebbe
a tanti individui della nostra gente,
in caso di infarto cerebrale, di evitare
un futuro in carrozzina. Sul paziente
con ictus potrebbe essere praticata la
trombolisi, una metodica che permette,
con la somministrazione endovenosa
di un farmaco, di sciogliere il trombo
causa di paralisi. E’ la stessa procedura
già in uso nel trattamento dell’infarto
cardiaco. Condizione essenziale è che
la trombolisi venga effettuata entro
tempi brevissimi dall’evento ischemico,
alla stessa stregua del trattamento
emodinamico sul cuore infartuato. Una
Risonanza Magnetica immediata, con
lettura anche a distanza da parte degli
specialisti di Nuoro o Cagliari, potrebbe
consentire ai medici dell’Ospedale di
Lanusei di praticare quella terapia risolutiva che potrebbe evitare, al malato
e alla sua famiglia, di trascorrere una
vita d’inferno per il resto dei loro giorni.
Meditate politici, meditate!
chirurgia generale; ho frequentato il corso
e conseguito il relativo diploma presso
l’Università di Bordeaux.
Perché in Francia?
Ho scelto la Francia perché allora era all’avanguardia nella chirurgia laparoscopica
ed inoltre perché il sistema formativo
adottato in quella nazione consente di
apprendere molto più rapidamente che
in Italia. Anche dopo la specializzazione
mi sono fermato a lavorare come chirurgo
in un ospedale francese dove ho maturato
una discreta esperienza. Considero molto
positivo questo periodo perché, oltre ad
avermi arricchito non poco nella formazione, mi ha consentito di acquisire una
visione nell’organizzazione dei reparti
ospedalieri a cui ancora oggi faccio utilmente riferimento.
Il suo rientro in Italia?
Nel 2003, dopo circa due anni, ho partecipato ad un concorso a Carbonia e,
avendolo vinto, sono rientrato in Sardegna. Dopo un anno di attività alla ASL
di Carbonia mi sono trasferito ad Olbia
dove ho lavorato per 10 anni affinando
l’esperienza chirurgica, tradizionale e
laparoscopica, sotto la guida dei primari
Renato Mura prima e Luigi Presenti poi.
Naturalmente in questi anni non ho mai
trascurato la formazione: ho continuato
ad aggiornarmi, ho partecipato, anche
come relatore, ai più importanti congressi
nazionali del mio settore ed ho frequentato
diversi corsi di specializzazione, conseguendo i diplomi in Chirurgia Robotica
ed in Chirurgia epatica.
Perché approda alla chirurgia?
Sin da ragazzo è stata la mia grande
passione. Gli studi in medicina l’hanno
rafforzata e mi hanno fatto decidere definitivamente. Ancora oggi non individuo
un’altra specialità che susciti in me lo
stesso interesse.
FARMACIA
Dott.ssa Anna Rosa Floreddu
Perché la scelta di Lanusei?
Il concorso per il primariato chirurgico a
Lanusei l’ho visto quasi come una predestinazione dal momento che frequento
l’Ogliastra da oltre 8 anni per motivi affettivi, essendo ogliastrina doc la mia
compagna, e per essere stato conquistato
dalle particolarità geografiche e ambientali
di questa parte dell’isola.
Prime impressioni ogliastrine
riguardo il lavoro
Ottime. Le prestazioni erogate sono di alto
livello. L’Ospedale ha dei percorsi interni
ben definiti che evitano caos o situazioni
pericolose per i pazienti. I collaboratori si
sono dimostrati da subito disponibili al
cambiamento e con loro sono convinto
di aver già formato una squadra coesa.
Cosa l’ha entusiasmata dell’ambiente
ogliastrino?
Mi ha entusiasmato constatare che gli
operatori ed i cittadini tengono al pro-
DIETOLOGIA
OMEOPATIA - PRODOTTI PER CELIACI
PARAFARMACEUTICA - PRODOTTI PER L’INFANZIA
COSMESI - SANITARI - VETERINARIA
Dr. Marilena Lara
Specialista in Dietologia
Specialista in Geriatria
Riceve per appuntamento
Dal Lunedì al Sabato:
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mattina
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TORTOLI’ (Og)
Tel. 0782 624861
Cell. 333 5871954
Ogliastra Sanità
prio ospedale, e questo fa sì che ci sia un
ambiente favorevole al miglioramento.
Cosa ha apprezzato dell’Ospedale di
Lanusei?
Innanzitutto, come dicevo, il livello delle
prestazioni erogate: non hanno niente da
invidiare ai centri isolani più blasonati.
Inoltre ho preso atto con piacere che l’organizzazione interna è studiata ed attuata
con l’obiettivo primario di privilegiare
l’attenzione verso i pazienti. Nonostante
le dimensioni “piccole” dell’Ospedale, sono
presenti tutte le principali specialità e
queste, inoltre, sono ben integrate tra loro.
Quale carenza importante ha rilevato?
Nessuna carenza importante, salvo qualche conseguenza legata alle politiche di
risparmio adottate dal governo centrale e
che comunque sono comuni, quantomeno,
a tutte le ASL di mia conoscenza.
Il principale obbiettivo che vorrebbe
realizzare
Il mio obiettivo è quello di portare il reparto di Chirurgia dell’Ospedale di Lanusei
ad offrire una gamma di servizi chirurgici
ancora più completa rispetto a quella
attuale ed a praticare tecniche operatorie
in linea con i tempi. Sono certo che questo
impegno, non solo mio, ma di tutta la mia
equipe, sarà apprezzato dalla popolazione
locale così che il conseguente passaparola,
che i pazienti attiveranno, possa evitare,
per quanto possibile, la migrazione di
pazienti verso altri centri della Regione o
dell’Italia, che spesso è fonte di disagio,
non solo economico, per gli interessati ed
i loro familiari.
L’utopia. Cosa le piacerebbe realizzare
anche se sa che sarà pressoché
impossibile?
Evitare totalmente le fughe dei pazienti
verso altri centri ospedalieri. Ma mi rendo
conto che è appunto un’utopia, perché è
chiaro che alcune specialità non possono
essere presenti in tutti i centri, Lanusei
compreso.
Quale episodio professionale l’ha
particolarmente coinvolta sia per
impegno professionale che per
coinvolgimento umano?
Nessuno in particolare, ma ho constatato
con piacere l’elevato impegno di tutti gli
operatori nel risolvere situazioni critiche.
Lo spontaneo e convinto apprezzamento
espresso dai malati e dai loro familiari
spesso ci ha ricompensato di tante fatiche.
Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra
3
Si lavora in un territorio periferico.
Unico reparto chirurgico. Può arrivare
qualsiasi urgenza: come si può
essere pronti a tutto in un’epoca di
ultraspecializzazione?
Questo è il problema di tutti gli ospedali
periferici italiani. Per questa ragione molte
sessioni dei congressi nazionali di Chirurgia
vertono su questo argomento e cercano di
dare una formazione adeguata ad affrontare situazioni “insolite”. Ciascuno di noi
comunque arricchisce tale formazione con
lo studio individuale e l’esperienza clinica
che ci permettono di affrontare situazioni
non strettamente correlate con la nostra
specialità. Naturalmente, quando il caso
lo richiede, siamo in grado di trasferire il
paziente, in tempi e modi adeguati, verso
i centri specializzati di tutta l’Isola con i
quali abbiamo rapporti molto stretti e
protocolli già stabiliti.
A volte la sosta in sala operatoria dura
l’intera giornata. Come prepara il
fisico a tali performance e come riesce
a mantenere alta la concentrazione?
Faccio una vita molto regolata (non vado a
letto troppo tardi, bevo pochissimi alcolici
e mai quando l’indomani lavoro). Inoltre
dedico un po’ del mio poco tempo libero
ad un pizzico di attività sportiva (vado
a correre) che mi aiuta a stare in forma
fisicamente ed a mantenere un buon livello
di concentrazione mentale.
Per svolgere la professione di primario
chirurgo serve tantissimo impegno
in termini di tempo da dedicare sia
alla professione in senso stretto sia
ad un adeguato aggiornamento.
Sicuramente ha dovuto fare delle
rinunce, quale le pesa di più?
Le rinunce nella vita privata e soprattutto
negli hobbies sono davvero tante e continuano sempre, ma questo è inevitabile e
da tempo me ne sono fatto una ragione.
Peraltro la grande passione per il lavoro che
ho scelto e che faccio con soddisfazione,
nonché la riconoscenza dei pazienti, mi
aiutano a sentirne sempre meno il peso.
Quale messaggio lanciare ai nuovi
concittadini?
Il vostro ospedale è una ricchezza per il
territorio ed è una realtà sanitaria di tutto
rispetto: le prestazioni erogate sono all’altezza dei migliori ospedali della Regione,
pertanto potete farci affidamento sempre.
La posta dei Lettori
Spett.le Redazione,
sono un paziente di Urzulei e ho
la sfortuna di essere cardiopatico.
Un cardiopatico serio in base alla
gravità della mia malattia, ma, a
quanto pare, le sfortune non si esauriscono con la malattia in sé. Per la
mia patologia mi è stato prescritto
lo Xarelto un farmaco utile a non
far coagulare il sangue e ad evitarmi accidenti ischemici cerebrali e
cardiaci. Tale farmaco è introvabile
nelle farmacie e per averlo devo,
OBBLIGATORIAMENTE, recarmi alla
farmacia dell’Ospedale di Lanusei in
quanto è l’unica abilitata alla sua
distribuzione. Per me ogni volta diventa un incubo! I miei 74 anni, uniti
alla malattia, non mi consentono
spostamenti agevoli, devo ogni volta
pagare un accompagnatore per non
far perdere la giornata di lavoro ai
miei familiari. Perché una simile
ingiustizia? Non basterebbe autorizzare le farmacie del territorio alla
loro distribuzione come già avviene
per altri farmaci considerati costosi
e acquistati direttamente dalla ASL?
A me sembra una soluzione attuabile
in maniera semplice ed immediata.
Mi viene un dubbio: non è che non
viene fatto nel modo che ho suggerito
proprio perché troppo semplice per
chi è abituato alle troppe pastoie
burocratiche?.
Vi ringrazio per l’interesse
M. R. Urzulei
Caro lettore,
il suo discorso davvero non necessita di ulteriori commenti. Purtroppo
si tratta di una procedura che si
sviluppa effettivamente nel modo
da lei descritto. Anche a tutta la
redazione tale inconveniente è sembrato fuori luogo, troppo lontano da
una sanità adeguata e che pone un
falso controllo della spesa davanti
alla salute della gente. Ci facciamo
carico di portare ai vertici aziendali
l’invito per una pronta risoluzione
del problema.
Ogliastra Sanità
Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra
4
SOS dalla Sierra Leone
Un invito a collaborare in una realtà bisognosa
Medici e infermieri dell’Asl di Lanusei cercansi per l’Ospedaletto di Lokomasama
in Sierra Leone, fondato da don Ignazio
Poddighe. A lanciare l’appello è Attilio
Murru, direttore amministrativo del Brotzu
di Cagliari. Lui 53 anni, radici tortoliesi,
da quasi un anno prestato alla sanità cagliaritana, è andato personalmente nella
regione dell’Africa occidentale dove ha
potuto vedere cosa si può fare per non
morire per mancanza di cure mediche.
“Tutto è iniziato casualmente, quando,
nello scorso autunno, il chirurgo del Brotzu
Sergio Gemini ha operato il Ministro Alie
Kamara del governo della Sierra Leone.
Dopo la cura ci ha ricevuto nella sua terra,
voleva ringraziarci del trattamento ricevuto,
così, ci ha invitato a visitare il loro paese.
Siamo andati e abbiamo trovato e toccato
con mano una situazione sconvolgente. Il
paese è uno dei più poveri dell’Africa, ci
sono 16 medici ogni milione di abitanti
contro i 4.242 medici per milione di abitanti
che abbiamo in Italia. Il tasso di mortalità
infantile è pari al 262 per mille contro il 4
per mille che abbiamo in Italia. Le strutture sanitarie sono pressoché inesistenti
e quelle che esistono sono spaventose”.
Chiaramente né il Brotzu, né la Regione
sarda possono finanziare le necessità di un
sistema sanitario di un altro Paese. Tuttavia,
secondo Murru, si possono fare, per quei
bambini e per quel popolo, cose davvero
importantissime senza alcun costo. Dai
magazzini degli ospedali pieni di “fuori
uso” potremmo fornire apparecchiature
ancora utili, arredi e materiali di consumo,
per rendere operativa una sala operatoria
ed una sala parto.
Si possono organizzare corsi di formazione
presso gli ospedali sardi per medici, infermieri e tecnici provenienti dalla Sierra
Leone. O ancora formare delle equipe
medico-infermieristiche, in regime di
volontariato, che prestino la loro opera,
a turno per rendere operativo l’Ospedale
di Lokomasama. Inoltre, il nostro Ospedale è disponibile a diventare centro di
riferimento per i pazienti che necessitino
di prestazioni medico/chirurgiche il cui
onere sarà a carico di assicurazioni private o
dello stesso Governo della Sierra Leone. Ora
non resta che raccogliere la disponibilità
di medici, infermieri, operatori sanitari e
di tutti coloro che hanno un po’ di spirito
di collaborazione e solidarietà. Da qui il
progetto Sierra Leone per Attilio Murru
è diventato un sogno che coinvolge e si
estende obbligatoriamente anche ai medici
dell’Ogliastra.
“Vorrei raccogliere la disponibilità di medici, infermieri e operatori sanitari che
lavorano a Lanusei e di tutti coloro che
hanno un po’ di spirito di collaborazione
e solidarietà. Questi volontari potrebbero
prestare la loro opera in turni di 10-15
giorni, per rendere operativo l’Ospedale
di Lokomasama. Assicuro che c’è molto
da dare, ma anche molto da prendere:
una lezione di vita che rimarrà orgogliosamente scolpita nella mente e nel cuore
di chi parteciperà”.
Daniela Usai
Invitiamo chiunque volesse far presente un disservizio o volesse ringraziare per aver ricevuto un’assistenza
particolarmente valida ed umana, o che volesse proporre dei suggerimenti, a scriverci, chiamarci, o inviarci una e-mail.
Saremo ben lieti di pubblicare tali comunicazioni.
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Ogliastra Sanità
La Pagina della Prevenzione a cura di Natalino Meloni
5
Per il paziente oncologico scelte più consapevoli
Nasce Oncoguida.it
Il Ministero della Salute, l’Istituto
Superiore di Sanità e Federsanità ANCI
hanno realizzato un importante strumento da mettere a disposizione dei
malati oncologici e dei loro familiari,
ma che può essere veramente utile
anche agli stessi operatori sanitari e
ai responsabili dei servizi sociali. Si
tratta di un portale, www.oncoguida.it, che, agendo come motore di
ricerca, offre un prezioso aiuto a chi
ne ha necessità, per conoscere quale
sia la migliore offerta sanitaria per
una particolare patologia su tutto il
territorio nazionale.
Dietro oncoguida.it c’è un lavoro
eseguito all’insegna di una grande
trasparenza, tutti i dati sono stati
accuratamente vagliati e certifica-
ti. Si è lavorato per dare sicurezza
ai cittadini. Spesso su internet ci si
può imbattere in sedicenti medici
che propongono pericolose terapie
alternative o in siti non certificati
che possono accompagnare il malato
verso scelte imprudenti.
Il metodo seguito dagli esperti di
oncoguida.it si basa su un valido
principio: vengono consigliate solamente quelle realtà in cui quel tipo
di intervento supera numericamente
un minimo prestabilito e che rispetta
determinati canoni di qualità. Vengono invece esclusi o sconsigliati quei
reparti in cui quella particolare procedura viene eseguita in misura troppo
esigua per poter offrire sufficienti
garanzie di efficienza ed efficacia.
5 per mille
L’Associazione Mano tesa Ogliastra per continuare ad offrire il
proprio aiuto e sostegno ai malati oncologici e per poter sostenere
economicamente la pubblicazione di questo periodico
Vi invita a versare a proprio favore il 5 per mille.
Codice Fiscale: 91007160913
Un click sulla pagina Web consente
l’orientamento verso la struttura sanitaria in cui quel tipo di indagine,
intervento o trattamento riabilitativo viene eseguito con maggiore
competenza e sicurezza. Ci si può
orientare su 1218 realtà sanitarie,
delle quali peraltro è previsto un
attento e costante aggiornamento,
e sono visualizzabili anche i 4473
reparti che vi afferiscono. Completano
l’informazione i riferimenti specifici
riguardanti i 20.215 medici che in
quelle strutture svolgono la propria
attività.
Altro argomento di rilievo è la elencazione di tutti quegli strumenti di
tutela giuridica che sono stati ideati per favorire i malati oncologici
nell’ambito lavorativo, previdenziale,
socio-economico ed assistenziale. Nel
sito sono presenti precise indicazioni
riguardanti l’iter per ottenere l’invalidità, per il riconoscimento dello stato
di handicap, per ottenere permessi e
congedi dal lavoro, per conservare il
posto di lavoro e tanto altro. Ma il paziente oncologico non ha solo
necessità di conoscere dove la sua
affezione può essere curata al meglio
o di come ottenere assistenza economica e lavorativa, ha anche bisogno
di supporto psicologico, di sostegno
morale. Sente fortemente l’esigenza
di non sentirsi solo. Oncoguida.it
mette a sua disposizione una rete
di 871 associazioni di volontariato
che offrono il proprio contributo sia
in ambiente ospedaliero che domiciliare.
La ricerca può avvenire per nome, se
si conosce la denominazione dell’istituzione, o per regione o provincia.
L’apertura di un’ulteriore tendina
elencherà tutte le prestazioni e il
nome dell’ associazione che in quella
zona è in grado di soddisfare quella
richiesta. Nell’elenco ministeriale,
per quanto riguarda la Provincia
Ogliastra, l’Associazione Mano Tesa
è l’unica riconosciuta e in grado di
eseguire tutte le prestazioni richieste. Questa sostanziale presenza nel
sito ufficiale ministeriale è per tutti
noi soci motivo di orgoglio e ci da la
sensazione che la strada intrapresa e
tutti gli sforzi finora compiuti vanno
nella giusta direzione.
6
Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra
Ogliastra Sanità
Sanità in piccole dosi
Pubblicato l’World Health Statistics 2014
Ottant’anni per gli uomini e 85 per le donne è
l’aspettativa di vita degli italiani
Mano Tesa incontra
gli studenti di Jerzu
Partecipato incontro tra studenti e volontari
L’Associazione Mano Tesa Ogliastra, in
data 8 maggio 2014, al fine di favorire la
diffusione della cultura della solidarietà nel
mondo giovanile, ha promosso un incontro
con gli studenti dell’Istituto comprensivo
di Jerzu. L'invito è stato prontamente
e gentilmente accettato dal Dirigente
Scolastico Prof. Antonio Piroddi.
Gli studenti ci hanno accolto durante una
loro assemblea e hanno dimostrato curiosità per gli insoliti ospiti e per l’argomento
all’ordine del giorno.
Hanno preso la parola alcuni soci dell’Associazione: Tonino Loi, Natalino Meloni e
Gianfranco Pittau che si sono impegnati,
a vario titolo, a descrivere la mission
dell’Associazione, l’importanza del Volon-
tariato e la rilevanza della collaborazione
tra Associazioni.
Gli studenti hanno seguito con grande
interesse i vari interventi anche se sono
stati letteralmente rapiti dall’intervento
di Manola, meravigliosa ragazza che, con
coraggio e serenità, ha descritto la propria
malattia tumorale superata grazie alle
cure mediche, ma anche a una forte rete
di solidarietà, che l’ha sempre accompagnata e sostenuta nelle varie fasi del
percorso clinico.
A tal fine si vuole ricordare che le richieste
che arrivano in sede sono le più svariate e
sempre in aumento per cui i volontari...
non bastano mai!
La Redazione
L’Italia si colloca al 7° e al 5° posto, rispettivamente per uomini e donne, nella classifica
mondiale dell’aspettativa di vita stilata dall’Oms e contenuta nel volume di statistiche
sanitarie mondiali appena pubblicato. L’Europa non è mai stata meglio in salute ma ora
bisogna fare i conti con bisogni diversi e con la crisi economica che riduce la possibilità
di investimenti. La World Health Statistics è la maggiore fonte di informazioni sulla
salute delle persone di tutto il mondo. Contiene i dati provenienti da 194 paesi e si basa
su una serie di indicatori: mortalità, malattie, tra cui l’aspettativa di vita, malattie e
decessi per malattie importanti, servizi e trattamenti sanitari, investimenti finanziari
nella sanità, così come i fattori di rischio e comportamenti che riguardano la salute. Da
questo rapporto si evince che ovunque le persone vivono più a lungo: una ragazza nata
nel 2012 può aspettarsi di vivere per circa 73 anni e un ragazzo per 68 anni, ben sei
anni in più rispetto l’aspettativa media di vita globale per un bambino nato nel 1990.
Ma c’è ancora un grande divario tra ricchi e poveri: persone in paesi ad alto reddito
continuano ad avere molte più possibilità di vivere più a lungo rispetto alle persone
nei paesi a basso reddito.
La Gioconda è calva
“Un tumore cambia la vita. Non il suo valore”. È questo lo slogan della nuova campagna della Fondazione
Ant Italia Onlus, che affida il messaggio ad un visual
potente: un’insolita Gioconda completamente priva
di capelli. “É un colpo d’occhio sconcertante, perfetto
emblema degli sconvolgimenti che il cancro porta
con sé, dell’enormità del suo impatto sul vissuto di
una persona e del valore inestimabile della posta
in gioco. La Monna Lisa così presentata stravolge
l’icona scolpita nella memoria collettiva, mettendola in discussione esattamente come
fa un tumore con la storia personale di chi ne è colpito”, spiega la Fondazione. Che però
invita a guardare bene quel ritratto. Perché “superato lo stupore iniziale, ci si accorge
che l’opera, per quanto diversa da quella cui siamo abituati, non perde nulla del suo
valore e della sua unicità”. La campagna della Fondazione ANT vuole sottolineare
come, indipendentemente dalle sfide che attendono le persone, il valore della loro
vita resta inalterato, così come il dovere di prendersene cura.
Ogliastra Sanità
La Pagina dell'Alimentazione a cura di Marilena Lara
7
Alimentazione equilibrata nell'anziano
non in condizioni patologiche
Il cibo è "l’elisir" che da sempre abbiamo
a disposizione per mantenerci in salute
e vivere una buona qualità di vita. Da
tempo, e i numerosi studi clinici lo confermano, una corretta alimentazione
associata a corretti stili di vita (attività
fisica regolare adeguata all’età, riduzione dello stress…) rallenta i processi
di invecchiamento ed è determinante
nella prevenzione di numerose patologie: obesità, diabete, osteoporosi,
cardiopatie, patologie respiratorie, neoplasie. Un corretto comportamento
alimentare è importante in ogni età della
vita, anche in età geriatrica. Gli anziani
infatti, pur presentando una grande
variabilità individuale nella modalità
di invecchiamento, vanno incontro a
cambiamenti fisici, psichici, sociali che
condizionano le scelte alimentari, sia
sul piano qualitativo che quantitativo,
tanto da influenzare significativamente
il loro stato di salute .
L’invecchiamento comporta:
• diminuzione del metabolismo basale
(quota energetica necessaria per lo
svolgimento delle funzioni vitali a
riposo) e del fabbisogno energetico
giornaliero
• modificazione dei compartimenti
•
•
•
•
corporei, con riduzione della massa
magra e dell’acqua totale ed aumento
della massa grassa
riduzione delle capacità digestive e
di assorbimento dei micro-nutrienti
(sali minerali e vitamine)
perdita di calcio
riduzione della funzionalità di organi
ed apparati (reni, fegato, intestino
ecc.)
alterazione del gusto e della sensazione di sete.
Il peso, indice di un buono stato di
nutrizione
Il progressivo declino del metabolismo
basale e le modifiche della composizione
corporea che accompagnano il processo
di invecchiamento, non tanto impongono
drastici cambiamenti nelle abitudini
alimentari dei soggetti anziani sani,
quanto, piuttosto, un adeguamento
quantitativo sulla base delle ridotte
richieste. Rispetto ad un soggetto più
giovane, l’anziano ha un dispendio
energetico minore, sia per la riduzione
del metabolismo basale sia per una
riduzione dell’attività fisica. Oltre i 40
anni, l’occorrente calorico diminuisce
gradualmente (circa il 5 % ogni 10 anni)
sino ai 60 anni d’età; dai 60 ai 70 anni il
calo è del 10 %, e un’altra riduzione del
10 % si ha dopo i 70 anni. La tendenza al
mantenimento delle abitudini precedenti, unita al declino dell’attività fisica, sono
i motivi principali per cui proprio nella
terza età si ha un tasso di sovrappeso e di
obesità particolarmente elevato. Questo
implica che il fabbisogno di energia si
riduce rispetto a quello dell’adulto di un
20-30%. Pertanto, al fine di evitare un
aumento del peso corporeo, l’anziano
deve adeguare l’apporto energetico
degli alimenti alla propria attività fisica.
Variare e adattare i cibi alle proprie
esigenze
Come in molti paesi occidentali, anche in
Italia la popolazione anziana è in netto
aumento e parallelamente si è diffusa l’
opinione che l’anziano debba mangiare
in modo sensibilmente diverso rispetto all’adulto. Ciò non è corretto. Salvo
specifiche controindicazioni (diabete,
dislipidemie, iperuricemia, obesità,
ecc.), valide peraltro anche per le età
precedenti, l’alimentazione indicata
come opportuna per la terza età non
differisce qualitativamente da quella
dell’adulto. La sola diversità sta nella
necessità di adeguamento quantitativo
della dieta in ragione, come si è detto,
del progressivo declino del metabolismo
di base e ancor di più alla crescente o
forzata sedentarietà. L’anziano, anche se
non in condizioni patologiche, presenta
più frequentemente rispetto ai soggetti
giovani delle problematiche che non
sempre rendono agevole la copertura dei
fabbisogni dei nutrienti, la cui mancanza
può portare a serie carenze nutrizionali.
Rischio di malnutrizione per difetto
Negli anziani è frequente il riscontro di
carenze susseguenti ad errori alimentari,
a insufficiente varietà nell’alternanza dei cibi, ad ostacoli derivanti dalla
mancanza di diversi elementi dentari, a
ridotta capacità di masticare gli alimenti
solidi derivante da protesi inadatte, a
tecniche di cottura incongrue (cottura
prolungata in molta acqua, riscaldamenti
ripetuti delle porzioni avanzate, uso di
temperature eccessivamente alte, ecc.),
a farmaci, che gli anziani assumono
8
La Pagina dell'Alimentazione a cura di Marilena Lara
cronicamente, che possono interferire
con l’assorbimento di nutrienti, vitamine e di minerali. Le carenze che più
frequentemente si verificano sullo stato
nutrizionale degli anziani riguardano le
vitamine A e C, l’acido folico, il ferro e il
calcio. Esse impongono la necessità di
ampie variazioni nella dieta e altrettanto
significative correzioni delle tecniche di
cottura e di conservazione dei cibi. Un
problema importante è rappresentato dalle ridotte capacità digestive: la
persona in età avanzata, anche se in
buona salute, presenta solitamente una
riduzione delle secrezioni digestive, in
particolare di quella gastrica, che determinano riduzione dell’assorbimento
di nutrienti come il calcio ed il ferro.
Ogliastra Sanità
Molti altri fattori possono peggiorare
l’alimentazione, e quindi lo stato di
nutrizione, in questa fase della vita:
solitudine, vedovanza, basso reddito,
invalidità, malattie croniche, depressione, inadeguato uso di farmaci, ecc.
oltre alla scarsa educazione alimentare.
Non trascurabili sono anche le maggiori
difficoltà di gestione delle esigenze della
vita domestica, come potrebbero essere
l’approvvigionamento e la preparazione
dei pasti, soprattutto in presenza di
fattori come la solitudine o le difficoltà
economiche. Per tutti questi motivi, la
persona anziana è un soggetto a rischio
di malnutrizione per difetto. E’ pertanto opportuno che l’anziano vari il più
possibile l’alimentazione, certamente
scegliendo i cibi anche in base alle proprie capacità di masticazione, ma avendo
cura di non eliminare del tutto nessun
alimento. Deve essere curata l’assunzione
di alimenti che contengono proteine di
elevato valore biologico: sono molto
indicati il pesce (anche surgelato) ed
il latte (meglio se scremato). Lo yogurt
naturale può essere più digeribile del
latte e svolge nell’intestino un’importante azione di mantenimento della flora
batterica intestinale mentre i formaggi
sono una fonte proteica importante, da
valorizzare a questa età anche per il loro
contenuto in calcio e fosforo.
L’attività fisica deve essere adeguata
alle possibilità motorie individuali e,
possibilmente, deve essere praticata
all’aria aperta perché sia consentita
l’esposizione all’irradiamento solare che
favorisce la formazione della vitamina D.
L’esercizio fisico regolare rafforza il cuore
e migliora la circolazione del sangue.
Non è necessario fare sport o svolgere attività particolarmente faticose: è
sufficiente camminare per 30 minuti
al giorno e, se possibile, salire le scale a
piedi. Camminare rappresenta un ottimo
e non gravoso esercizio e farlo per una
1/2 ora o, preferibilmente, per 1 ora
al giorno, a meno di impedimenti alla
deambulazione, è un’attività più che
soddisfacente. L’attività fisica aiuta a
mantenere un buon equilibrio muscoloscheletrico e una buona capacità residua
di movimento, previene le cadute, spesso
causate da disfunzioni legate alla sedentarietà e dalla perdita di tono muscolare,
e induce benessere psico-fisico. L’attività
fisica e lo stile di vita attivo nella terza
età portano svariati vantaggi:
• psicologici (miglioramento del tono
dell’umore);
• fisici (mantenimento della massa
muscolare e controllo del proprio peso;
prevenzione delle malattie cardiometaboliche);
• sociali (prevenzione dell’isolamento).
Attività fisica
La persona anziana non deve trascurare
di praticare un’attività fisica di intensità
leggera o moderata, in quanto favorisce
il consumo delle calorie assunte con
gli alimenti, migliora le funzioni cardiovascolari e le attività metaboliche.
Regole di igiene alimentare
• Aumentare la varietà, ossia variare più
che si può l’alimentazione, assumendo
tutte le classi di alimenti.
• Aumentare il consumo di pesce fresco
o surgelato (salmone, alici, tonno,
ricchi di grassi omega 3 che rallen-
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Ogliastra Sanità
terebbero il declino cognitivo).
• Preferire carni bianche: pollo, coniglio,
tacchino meno grasse e più digeribili.
• Assumere con moderazione alimenti
proteici ricchi di grassi saturi (molti
formaggi, carni grasse, insaccati).
• Diminuire l’uso di alimenti grassi, sale,
zucchero, alcool: evitare ogni abuso.
• Ridurre l’uso del sale da cucina (in
particolare per le persone ipertese)
aggiungendo spezie ed erbe aromatiche per insaporire le pietanze, evitare
i dadi.
• Preferire come condimenti e nelle
cotture l’olio extravergine di oliva.
• Limitare il consumo di bevande alcoliche (consigliato ½ bicchiere di vino
rosso ai pasti).
• Più verdura, frutta cruda e cotta da
mangiare tutti i giorni.
• Bere, e sforzarsi di farlo, almeno 1,5-2
litri di acqua al giorno.
• Frazionare l’alimentazione in 3-5 pasti.
• Poiché in natura non esiste un aligiornale ogliastra sanità def.pdf
La Pagina dell'Alimentazione a cura di Marilena Lara
9
a ridursi. Soprattutto nei mesi più caldi
l’anziano è a rischio di disidratazione.
glio le scelte alimentari dei giovani e
mantenendo un giusto peso corporeo si
possono gettare le basi per una longevità
che non dovrà essere pagata con eccessive rinunce o proibizioni alimentari. La
corretta alimentazione è fondamentale
per mantenere una buona qualità di vita
e per... invecchiare bene, in quanto la
salute si conquista e si conserva anche
a tavola. Tutto ciò che mangiamo può
diventare utile o dannoso a seconda di
come ne gestiamo il consumo.
•
•
•
•
•
mento contenente tutti i nutrienti, è
necessario alternare gli alimenti nei
diversi pasti.
Rispettare gli orari dei pasti e prestare
maggiore attenzione alle porzioni.
Evitare di coricarsi subito dopo i pasti
principali.
Consumare almeno una volta al giorno
un pasto caldo e cibi cotti.
“Ginnastica dolce” (camminare) ossia
una vita meno sedentaria.
Apparecchiare la tavola in maniera
gradevole, mangiare seduti e senza
fretta, masticando bene i cibi e, se
possibile, mangiare in compagnia.
Occhio all'acqua
E’ necessario bere ogni giorno almeno
1,5 di acqua per preservare la funzione
renale, migliorare la funzionalità intestinale, idratare la pelle. Bisogna bere
frequentemente acqua nel corso della
giornata, indipendentemente dalla
sensazione di sete perché con l’età
avanzata lo stimolo della sete tende
1
23/09/2011
11.44.56
Conclusioni
Il miglior trattamento per evitare la malnutrizione dell’anziano rimane la dieta
sana, variegata, equilibrata. Le linee
guida dell’Istituto nazionale di ricerca
per gli alimenti e la nutrizione (Inran)
per una persona sana, che conduce una
vita moderatamente attiva, consigliano:
dai 65 ai 74 anni: 1.900 calorie per gli
uomini e 1.600 per le donne; oltre i 74
anni: 1.700 calorie per gli uomini e 1.500
per le donne. Le calorie vanno suddivise
nei tre pasti principali: colazione, pranzo e
una cena frugale. Sono ammessi spuntini
a metà mattina e a metà pomeriggio a
base di frutta fresca. Orientando me-
FRAZIONAMENTO DEI PASTI
Prima colazione
Latte + pane oppure Yogurt + biscotti
Spuntino di metà mattina e metà pomeriggio
Gli spuntini sono facoltativi e non devono essere mai troppo
abbondanti: 1 bicchiere di latte o 1 porzione di frutta
Pranzo
Costituisce il pasto principale: Primo piatto (pasta, riso) - Secondo
piatto (carne, pesce, uova ecc.) – Verdura – Frutta - Pane – 1/2
bicchiere di vino rosso
Cena
La cena dovrà essere poco abbondante per non impegnare troppo la
digestione nelle ore notturne e consumata almeno 2 - 3 ore prima
di coricarsi
Ogliastra Sanità
La Pagina DEL LEGALE a cura di Severina Mascia
10
Le successioni
per causa di morte
In generale, si ha successione in un rapporto giuridico quando questo, pur restando
inalterato nei suoi elementi oggettivi, viene
trasmesso da un soggetto ad un altro.
La successione comporta, pertanto, il subingresso di un soggetto ad un altro nella
titolarità di uno o più rapporti giuridici:
fermo il rapporto, ne muta il titolare.
In particolare, la successione si qualifica
mortis causa – cioè a causa di morte –
quando trova il suo presupposto essenziale
e caratterizzante nella morte di un soggetto,
nei cui rapporti si tratta di succedere.
Il principio fondamentale è che, con la morte, i diritti patrimoniali di una persona si
trasmettono ad altri soggetti.
Costoro possono essere designati o dal titolare del patrimonio (detto de cuius) mediante
testamento (successione testamentaria) o
dalla legge (successione legittima).
Il testamento, detto anche atto di ultima
volontà, è l’atto revocabile con cui taluno
dispone, per il tempo in cui avrà cessato
di vivere, di tutte le proprie sostanze o di
parte di esse (art. 587 c.c.). Così:
• il testamento ha la funzione di permettere
ad un soggetto di disporre dei propri beni
come desidera e a favore di chi vuole,
famigliari o estranei, nel rispetto delle
quote di riserva;
• è un atto strettamente personale: non
può essere redatto da un rappresentante;
• il testatore non può lasciare ad altri la
scelta dei beni di cui disporre e a favore
di chi né può disporre di beni altrui.
• il testamento è un atto revocabile potendo in ogni momento essere modificato
o revocato.
La legge distingue i testamenti in:
1) testamenti ordinari, che si dividono,
a loro volta, in:
- testamento olografo;
- testamento per atto di notaio (che può
ancora essere pubblico o segreto);
2) testamenti speciali (artt. 609-619
c.c.), definiti tali perché si ritiene che,
in circostanze particolari, debba essere
dato valore a forme di disposizione delle
ultime volontà che, in altri contesti, non
sarebbero ritenute valide (cosiddetta via
residuale).
I testamenti speciali hanno un’efficacia
temporanea in quanto sono legati ad
eventi particolari; perdono, dunque,
di efficacia decorsi tre mesi dal ritorno
della situazione alla normalità. Il codice
prevede tre tipi di testamenti speciali:
- quelli redatti in occasione di malattie
contagiose o di calamità pubbliche o
infortuni di cui agli artt. 609 e 610 c.c.;
- quelli redatti durante la navigazione
marittima o aerea di cui agli artt. da
611 a 616 c.c.;
- quelli redatti da militari e assimilati
di cui agli artt. 617 e 618 c.c..
I testamenti speciali, a seconda del tipo,
possono essere ricevuti dal sindaco, da un
ministro di culto, dal comandante della
nave o dell’aeromobile, dal cappellano
militare o da un ufficiale militare.
TESTAMENTO OLOGRAFO
Il testamento olografo è il testamento scritto
interamente di pugno dal testatore.
Suoi requisiti formali sono:
• l’autografia
• la data
• la sottoscrizione.
Se manca l’autografia (perché ad esempio
il documento è stato redatto a macchina o
con l’intervento anche parziale della scrittura di un terzo) ovvero la sottoscrizione,
il testamento è nullo. Se, invece, manca la
data il testamento è annullabile.
Il testamento olografo è, quindi, una scrittura che si caratterizza per la totale autografia
dell’atto.
A differenza, cioè, delle ordinarie scritture
private, dove è sufficiente la firma autografa
in calce alla dichiarazione per imputare questa al sottoscrivente, il testamento olografo,
per essere valido, richiede che il testatore
scriva di proprio pugno tutto il contenuto
della dichiarazione, ivi compresa la data.
Questo rigoroso requisito formale è richiesto
a pena di nullità e risponde all’esigenza
di garantire l’integrale autenticità delle
disposizioni testamentarie e, in particolare,
per evitare che parte del testamento possa
essere alterato con parole estranee a quelle
originarie.
Il requisito dell’autografia richiede l’uso
di mezzi che rivelino il movimento grafico
della mano, è pertanto esclusa la scrittura meccanica. Anche la circostanza che la
mano del testatore sia stata “guidata” da
altri, esclude secondo la giurisprudenza
l’autografia dell’atto.
Il testamento olografo può essere conservato dal testatore, o affidato a persona di
sua fiducia. Può essere anche depositato
presso un notaio, il quale assolverà in tal
caso alla semplice funzione di depositario
della scheda.
DOPO LA MORTE DEL TESTATORE L’AFFIDATARIO DEL TESTAMENTO, E CHIUNQUE
NE CONSEGUA COMUNQUE IL POSSESSO,
È TENUTO A PRESENTARLO AD UN NOTAIO
PER LA PUBBLICAZIONE.
TESTAMENTO PUBBLICO
Il testamento pubblico (art. 603 c.c.) è
ricevuto da un notaio, alla presenza di due
testimoni.
Il testatore, alla continua ed ininterrotta
presenza dei testimoni, dichiara al notaio le
sue volontà che verranno ridotte in iscritto
a cura del notaio medesimo ed, al termine,
il notaio ne dà lettura.
Il testamento pubblico verrà conservato nel
repertorio del notaio sino a quando non
verrà a conoscenza del decesso del testatore.
I pregi del testamento pubblico si ravvisano nei seguenti dati: la sicurezza della
scheda testamentaria e le disposizioni ivi
contenute. Per quanto concerne il primo
punto, il testamento pubblico non potrà
essere distrutto, perso o alterato dagli
eredi. Per quanto concerne le volontà ivi
contenute, al momento della redazione
del testamento il notaio adeguerà le
dichiarazioni del testatore alla legislazione e consiglierà sulle varie formule
utilizzabili, avvisando che, ad esempio,
una determinata disposizione è nulla e
quindi non avrebbe effetto.
TESTAMENTO SEGRETO
Il testamento segreto è redatto su scheda
sottoscritta dal testatore e da questi consegnata in involucro chiuso al notaio con
la dichiarazione che in esso è contenuto il
suo testamento.
Il testamento segreto risponde a due esigenze:
• la prima è quella di consentire al testatore
di non rendere di pubblica ragione il contenuto del suo testamento, prevenendo
così eventuali risentimenti o pressioni
dei successibili;
• l’altra esigenza è quella della certezza
che la scheda testamentaria non venga
sottratta, alterata o distrutta.
Il testamento segreto si distingue rispetto al
testamento pubblico perché non è il notaio
a recepire e rogare la volontà testamentaria.
Anzi, il notaio ignora integralmente quale
sia il contenuto del testamento che gli viene
affidato in busta sigillata.
A differenza del testamento olografo, che è
una semplice scrittura privata, il testamento
segreto è un atto che richiede una duplice
formalità pubblica, e cioè la consegna al
notaio in plico sigillato e la dichiarazione del
testatore, ricevuta dal notaio alla presenza
di due testimoni, che il plico contiene la sua
volontà testamentaria.
Può dirsi quindi che il testamento segreto
ha duplice natura, in quanto consta di un
atto privato, e cioè la dichiarazione testamentaria contenuta nella scrittura, e di un
atto pubblico, e cioè la dichiarazione del
testatore resa al notaio che il plico affidatogli
racchiude il suo testamento.
Ogliastra Sanità
Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra
11
Strutture residenziali
in Ogliastra
Dove ricoverare i nostri cari
In uno dei primi numeri di Ogliastra Sanità
già elencammo le strutture ricettive per
anziani e malati presenti nel territorio.
Crediamo opportuno, dopo vari anni,
dedicare all’argomento nuove pagine
perché sono state aperte nuove residenze
e vi sono state delle novità in altre. Questo
articolo si inquadra in quella finalità del
nostro periodico è di offrire ai cittadini
un panorama aggiornato dell’ offerta
sanitaria in Ogliastra.
Prima di elencare le varie strutture di ricovero dell’Ogliastra, è opportuno descrivere
le varie tipologie delle stesse:
Comunità alloggio: centri residenziali
destinati ad ospitare soggetti totalmente
o parzialmente autosufficienti, i quali non
hanno la possibilità di vivere autonomamente presso il proprio nucleo familiare.
La capacità ricettiva non deve essere
maggiore a 16 utenti.
Casa protetta: eroga prestazioni di natura
assistenziale, relazionale e sanitaria a soggetti non autosufficienti o affetti da gravi
deficit psico-fisici. La capacità ricettiva non
deve superare i 30 posti letto. L’ingresso
nella C.P. è determinato dalla condizione
di non autosufficienza. Fondamentale è
una forte integrazione tra componente
socio-assistenziale e componente sanitaria
riabilitativa dei servizi erogati.
Residenze assistenziali (RSA): sono
strutture di ricovero temporaneo finaliz-
zate a fornire ospitalità, prestazioni sanitarie, di recupero funzionale ma anche di
prevenzione dell’aggravamento del danno
funzionale, a utenti non autosufficienti,
affetti da patologie cronico-degenerative
o da patologie invalidanti, non assistibili a
domicilio e bisognose di una riabilitazione
globale ma che tuttavia non necessitano
di ricovero in strutture ospedaliere. Le RSA
offrono ai loro ospiti:
• una sistemazione residenziale il più
possibile familiare, organizzata in modo
da rispettare il bisogno individuale di
riservatezza e da stimolare al tempo
stesso la socializzazione tra gli ospiti;
• interventi medici, infermieristici e riabilitativi necessari a curare malattie
croniche e le loro riacutizzazioni e a
prevenire il danno ulteriore;
• assistenza individualizzata orientata
al miglioramento dei livelli di autonomia, alla promozione del benessere, al
mantenimento degli interessi personali
e della vita di relazione.
Per l’inserimento presso strutture sociali, che comportano solamente azioni
di protezione sociale, l’utente, un suo
familiare o il Servizio Sociale del Comune
di appartenenza effettua direttamente
la richiesta di inserimento al privato che
gestisce la struttura. In questo caso la retta
è a totale carico dell’utente. Il Servizio
Sociale del Comune può però intervenire
economicamente nel caso in cui l’utente non abbia risorse sufficienti (ISEE del
nucleo familiare convivente) per coprire
l’importo totale della retta.
La domanda di inserimento presso una
Struttura socio-sanitaria accreditata a
ciclo continuo o diurno, quale una RSA, o
presso strutture socio-assistenziali, invece,
deve essere presentata al PUA (Punto
Unico di Accesso) su richiesta del Medico
di Medicina Generale, dell’U.O., dell’utente
stesso o del familiare di riferimento. Il
PUA decodifica il bisogno del paziente e
attiva l’UVT (Unità di Valutazione Territoriale) che a sua volta esprime un parere
e, laddove questo sia positivo, costituisce
anche l’impegno di spesa che può essere
a carico dell'Azienda Sanitaria e/o del
comune di residenza.
Casa protetta
San Giorgio Vescovo - Lanusei
Si trova a Lanusei in via Repubblica. E’ una
struttura residenziale AIAS che garantisce
trattamenti socio-assistenziali e sanitari
di base ad anziani non autosufficienti ed
a disabili con gravi deficit psico-fisici. Le
camere, tutte luminose e ben curate, sono
singole, doppie e triple per un totale di
11 posti letto. Gli spazi comuni dedicati
ai laboratori manuali sono molto ampi,
luminosi e colorati, pieni dei piccoli manufatti realizzati dagli ospiti. Purtroppo
momentaneamente a causa di lavori di
ristrutturazione esterna, non è possibile
godere del bellissimo giardino. La retta
è di 57 euro al giorno. Per informazione
contattare il numero 0782-41188.
Centro riabilitazione AIAS - Arzana
E’ un centro residenziale a valenza socioriabilitativa rivolto a persone con gravi
disabilità psico-fisiche che necessitano di
assistenza continua e qualificata, per le
quali la permanenza in famiglia è valutata
temporaneamente o definitivamente
impossibile. Vengono forniti interventi
di tipo psico-educativo, assistenziale e
riabilitativo volti all’acquisizione ed al
mantenimento dei livelli di autonomia
nelle attività quotidiane. A tal fine, fra gli
altri, vengono attivati laboratori di attività
manuali, espressive, di movimento, ecc.
La struttura dispone di camere singole,
doppie e triple per un totale di 20 posti
letto. Si può accedere dietro presentazione
di prescrizione del Medico di Medicina
Generale ma, nella maggior parte dei casi,
tramite una valutazione delle condizioni
sanitarie e sociali del paziente affidata alla
Unità di Valutazione Territoriale (UVT),
operante a livello distrettuale presso il
Punto Unico di Accesso (PUA). Secondo la
normativa vigente la retta è a carico del
SSN per il 40% (60,40 euro/die), mentre
il 60% (90,60 euro/die), la cosiddetta
quota sociale, viene ripartita tra il Comune
di residenza e l’utente secondo il valore
dell’ISEE. Per esempio, per valori di ISEE
fino a 15.000 euro la quota sociale è inte-
12
Ogliastra Sanità
Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra
comunque condizionato da una graduatoria. Gli ospiti sono assistiti costantemente
da 9 OSS, 2 infermieri e 2 educatori. Gli
spazi collettivi, tra cui un ampio e ben
curato giardino, sono molto accoglienti e
familiari e favoriscono la socializzazione
fra gli ospiti. La retta mensile è di 1.200
euro in camera singola e 1.100 in camera
doppia per la comunità alloggio, mentre è
di 1.300 in casa protetta. Per informazioni
chiamare al 0782-539039 o contattare il
Comune di Seui.
ramente a carico del Comune. Per ulteriori
informazioni chiamare allo 0782-37074.
Casa protetta Letizia - Perdasdefogu
Nonostante il nome, in realtà si tratta di
una comunità alloggio, gestita dalla cooperativa Serena i cui soci, tutti qualificati e
specializzati, sono circa 26, di cui 2 cuochi,
2 infermiere, numerose OSS e 4 educatori.
La struttura, che si trova a Perdasdefogu in
via S. Salvatore, può accogliere 30 persone
in confortevoli camere singole e doppie.
Il servizio educativo ritrova una notevole
importanza; si propone di mantenere (o
rendere) l’anziano un individuo attivo,
con una vivace vita di relazione, anche
all’esterno della struttura. A questo scopo
vengono organizzate periodicamente
escursioni, visite guidate e gemellaggi
con altre strutture analoghe. Molto intensa
è la collaborazione con la Croce Verde
locale, la Pro Loco e la cooperativa teatrale
“Sa brulla” di Perdas. Fiore all’occhiello è
l’ampio parco in cui gli ospiti più volenterosi possono cimentarsi con attività di
giardinaggio e con la cura del piccolo orto.
L’accesso è regolato da una graduatoria
reperibile presso l’ufficio Servizi Sociali del
Comune. La retta è di 1.400 euro mensili.
Per informazioni contattare il numero
0782-94157.
Comunità alloggio e Casa protetta
San Lorenzo - Seui
A Seui, dal Luglio 1999, si trova la comunità alloggio – casa protetta San Lorenzo
gestita dalla cooperativa “Prestige”. I posti
letto sono 16 per la comunità alloggio, ripartiti in camere doppie o singole, mentre
quelli della casa protetta sono 8 tutti in
camere doppie. Per accedere è necessario
presentare la domanda all’ufficio Servizi
Sociali del Comune di Seui , ma l’ingresso è
Comunità alloggio Cristo Re - Lanusei
La struttura delle Figlie Eucaristiche di
Cristo Re, si trova a Lanusei in via Torino
1; nonostante sia nel cuore del centro
abitato, è immersa nel verde. Offre 34
posti letto suddivisi in 10 camere singole
e 12 camere doppie, tutte ben arredate e
luminose e dotate di servizi igienici idonei.
Tra il personale non vi sono educatori o
animatori, ma due volte a settimana gli
ospiti ricevono l’allegra visita di diverse
Camera della Comunità Ahora. Arzana
Farmacia Villagrande
di Nieddu - Corda
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(fianco ferramenta Gesualdi) - Cell. 333 4894841
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Via Roma 124 - Tel. 0782 32347
Ogliastra Sanità
Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra
Comunità Ahora. Arzana
volontarie. La retta è di 1.600 euro al mese,
tutte a carico dell’utente. Per informazioni
contattare Suor Angela allo 0782-42206.
Comunità alloggio Ahora - Arzana
Fondata e gestita dalla società “I tre
Menhir”, si trova ad Arzana in località “Sa
corraga”. Accoglie 16 persone con disturbi
mentali e comportamentali, per le quali
si ritiene opportuno un allontanamento
temporaneo o permanente dal proprio
nucleo familiare e/o si rende necessario
un supporto specialistico nel percorso
di autonomia, inserimento o reinserimento sociale. La struttura di tipo socioassistenziale contiene 2 moduli abitativi
con una capacità ricettiva di 8 ospiti per
ciascun modulo. Le camere dispongono
tutte di servizi interni e sono arredate
con un vivace e colorato stile moderno.
Vi sono ampi spazi comuni tra cui una
biblioteca ed una sala hobby. Esternamente alla struttura si apre un grande
spazio ombreggiato da alberi, vegetazione
spontanea e da un frutteto. La struttura,
dalle ore 08:00 alle 15:00 e dal lunedì al
sabato, offre anche servizi semiresidenziali
(Centro Diurno) a pazienti (massimo 10)
con disagio psico-sociale che necessitano
di un ambiente protetto per il recupero
di autonomie personali e per limitare
la dipendenza dall’ambiente familiare. I
professionisti che operano nella comunità
Ahora sono: assistenti sociali, psicologipsicoterapeutici, educatori professionali,
operatori socio-sanitari. La finalità degli
13
interventi specialistici è aiutare la persona
a costruire gradualmente un percorso di
vita autonomo e soddisfacente per se
stessa; l’equipe è multidisciplinare e lavora
col coinvolgimento costante della famiglia del paziente e della rete territoriale.
L’accesso avviene mediante invio da parte
dei servizi sociali territoriali e/o dell’UVT
(Unità di Valutazione Territoriale) e approvazione da parte dell’equipe interna della
Comunità. La retta massima giornaliera è
di 67 euro, tuttavia può variare a seconda
delle necessità assistenziali del paziente.
Attualmente non c’è lista d’attesa. Per
informazioni chiamare il seguente numero:
327.8978452 e/o visitare il sito internet
www.tremenhir.it.
Il Cantuccio – Bari Sardo
La struttura è gestita dall’associazione “Il
Cantuccio” e si trova a Bari Sardo in via
mare. E’ una casa protetta (27 posti letto)
con funzioni anche di comunità alloggio
(16 posti letto), inoltre sono disponibili
ulteriori 2 posti per eventuali emergenze.
Le prestazioni sanitarie sono garantite da
un medico esterno alla struttura, mentre per le analisi, le visite specialistiche
ed i controlli periodici provvede la ASL
4 secondo la prescrizione del medico.
Tutte le camere, dotate di servizi interni
idonei, sono ben arredate e confortevoli.
Purtroppo la struttura non dispone di spazi
esterni o giardino. L’accesso è possibile
dietro presentazione della domanda e
della relativa documentazione clinica e
personale alla direzione; attualmente non
c’è lista di attesa. Il recapito telefonico è
0782-29653.
RSA Ogliastra - Tortolì
Inaugurata il 29 Ottobre 2007, è attualmente gestita dalla cooperativa “Universiis”. Si tratta di una realizzazione edilizia
molto funzionale e l’aspetto esterno dà
una sensazione di solidità e di calda accoglienza. Si trova a Tortolì accanto al parco
cittadino “La sughereta”. Tutte le camere
di degenza sono ampie, dotate di due
letti attrezzati e ovviamente di servizi
igienici idonei per portatori di handicap;
sono anche molto luminose e con tv. Ampi
LABORATORIO
ANALISI CLINICHE srl
Direttore Sanitario: Dott. Piero Ugo Mulas - Biologo
Convenzionato S.S.N.
ORARIO PRELIEVI
dal Lunedì al Sabato dalle 7,30 alle 10,30
ORARIO RITIRO REFERTI
dal Lunedì al Venerdì dalle 8 alle 13
e dalle 15,30 alle 17
Sabato aperto
dalle ore 8 alle 13
RSA Tortolì
Via Sicilia, 27 - 08048 Tortolì (OG)
Tel. 0782 621094 - 0782 209915- Fax 0782 621653
lab.ogliastra@alice.it
Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra
14
dell’interessato o direttamente ai servizi
sociali del Comune di residenza.
An
dala
La residenza Andala a Triei
spazi sono dedicati ai momenti ricreativi, al
trattamento fisioterapico e alla refezione.
Il personale è composto da 49 unità di cui
18 OSS, 7 infermieri, 5 medici specialisti,
2 fisioterapisti, 1 psicologo, 1 assistente
sociale e poi educatori, animatrici, cuochi,
addetti alle pulizie, ecc. I posti letto sono
34 come RSA (media e bassa intensità),
6 come casa protetta e 10 come centro
diurno. La durata minima del soggiorno è
di 30 giorni e quella massima di 12 mesi; è
peraltro prevista la possibilità di proroga.
La retta è di 128 euro/die per l’RSA media
intensità egualmente ripartiti tra SSN ed
utente, 118 euro/die bassa intensità (50%
a carico dell’utente e 50% a carico SSN),
mentre per il servizio di casa protetta il
costo giornaliero è di 55 euro al giorno
interamente a carico dell’utente, anche
se, in base a differenti variabili, la ASL può
compartecipare al pagamento per una cifra
che può raggiungere i 10 euro giornalieri.
La domanda di inserimento va inoltrata
al Punto Unico di Accesso (PUA) che la
inoltra all’Unità di Valutazione Territoriale
(UVT), operante presso i poliambulatori
di Jerzu, Lanusei e Tortolì. L’UVT, oltre a
decidere sull’accettazione o meno della
richiesta, predispone per ciascun utente,
un progetto personalizzato e provvede
affinché nel percorso riabilitativo vengano
costantemente valutati i progressi ed
eventualmente si proceda alla proroga
del soggiorno. Per informazioni l’RSA
Ogliastra risponde allo 0782-664042 tuttavia, chiunque ravvedesse all’interno del
proprio nucleo familiare o in qualsiasi altro
ambito una situazione che potrebbe trarre
beneficio da una simile allocazione, può
farne segnalazione al medico di famiglia
Struttura socio-sanitaria residenziale
Andala - Ardali
E’ una struttura residenziale ad elevata intenzionalità terapeutica che ospita pazienti
con patologie psichiatriche che necessitano di programmi sanitario-riabilitativi
personalizzati. Si trova ad Ardali, una
frazione del Comune di Triei ed è gestita
dalla società ANTES (Centro di psicologia e
psichiatria clinica) per gli aspetti sanitari
e sociali, con la collaborazione della Cooperativa SEMPREVERDE per l’inserimento
Ogliastra Sanità
lavorativo degli ospiti. La struttura dotata
di ogni servizio e confort e di ampi spazi
verdi, contiene due moduli abitativi: nel
primo, trovano ospitalità 8 persone a media intensità rispetto alla complessità
della patologia, nel secondo vengono
accolti 8 pazienti con malattia mentale di
intensità medio-grave. Il progetto clinicoriabilitativo è supportato da attività di
natura individuale e/o di gruppo quali il
coinvolgimento in laboratori di pittura,
informatica, cucina, lingue, cineforum,
ecc. La gestione della struttura è affidata a
personale qualificato, aggiornato e motivato quali medici specializzati, infermieri
professionali, psicologi-psicoterapeutici,
educatori ed operatori socio-sanitari. Per
informazioni contattare i seguenti numeri:
3200105205 – 3470424264.
La Redazione
Camera della residenza Andala a Triei
Apparecchiature in dotazione:
TAC (Tomografia Assiale Computerizzata)
TAC 128 strati Somaton Definition Siemens - TAC General Electric
Risonanza Magnetica (RM)
RM Siemens alto campo aperta - RM GE alto campo - RM G-Scan in ortostasi (sotto carico) - RM Artoscan
MOC
Due densitometri per mineralometria ossea computerizzata
Istituto G. DERIU srl
Apparati Ecografici
Due ecografi Siemens S2000 - Due ecografi Siemens Antares - Ecografo Siemens Sequoia - Ecagrafo Hitachi Preirus
Istituto di Radiologia ed Ecografia
Radiologia tradizionale
Vico dei Mille, 11 (angolo Via Roma)
09124 CAGLIARI
Tel. 070 657000 - 070 656782
Fax 070 6404180
Orario di apertura:
- dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 19.30
- sabato dalle 8.00 alle 13.00
Ritiro referti:
- dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30
e dalle 16.00 alle 19.00
Accreditamento istituzionale definitivo N° 528 del 8 maggio 2012-05-28
Certificata UNI EN ISO 9001:2008
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Ogliastra Sanità
LA PAGINA DEL VOLONTARIATO
15
La coperta della nonna
Disponibilità umana e volontariato
Il termine volontariato, utilizzato per
indicare le attività svolte gratuitamente
a favore di chi ha necessità di un certo
servizio, può a volte incutere un qualche
fastidio in chi si sente fare una proposta
di coinvolgimento. C’è il timore di un impegno troppo pesante, vincolante, che
toglie spontaneità e, soprattutto, libertà.
Viviamo infatti in un clima culturale che
guarda con sospetto agli impegni che si
protraggono nel tempo e che richiedono,
quindi, risposte costanti e non improvvisate.
Ma questo è un problema importante e
vero, o no? Se ci pensiamo bene, la vita ha
significato e valore solo se è spesa “per”
qualcuno o qualcosa, se ci vede capaci di
spostare sguardo e attenzione da noi stessi
a coloro che ci vivono intorno. A cominciare dai familiari, sicuramente, ma non
fermandoci ad essi. Per questa ragione,
è forse opportuno partire non dalla parola “volontariato”, ma dalla “disponibilità
umana”, valore che sembra essere un po’
in disuso, ma che ci qualifica come esseri
umani. Siamo, infatti, creature sociali, cioè
capaci di raggiungere la propria pienezza
solo se e quando si supera l’egocentrismo
per uscire dal proprio guscio e proiettarsi
nell’ambiente con lo sguardo attento a
raccogliere richieste di aiuto o segnali,
anche silenti, di solitudine o di bisogno.
Vale dunque la pena di dare uno sguardo
anche alla nostre radici culturali. Facendolo, scopriremo facilmente atteggiamenti
e comportamenti che per secoli, pur nella
povertà dei nostri ambienti, hanno reso
non solo vivibile, ma spesso anche bella
e degna di essere vissuta, l’esistenza nelle
nostre comunità. Pensiamo, per esempio
all’attenzione reciproca che coinvolgeva
tutti nei “vicinati”: non c’era evento triste o
lieto che non vedesse una partecipazione
abituati o che comunque non ci consente
più progetti di “grandezza”, la tentazione
può essere di chiuderci nelle nostre quattro
o otto mura, di aggrapparci a ciò che ci è
rimasto, di chiudere gli occhi e la sensibilità
per non farci coinvolgere da bisogni ancora
più urgenti dei nostri.
uno sguardo più sereno e non viziato da
miopie mentali. Ecco può essere questa
l’occasione per riprendere a parlare delle
cose col loro vero nome e smetterla di
chiamare meritori i soprusi contro chi è
più debole, per renderci conto che tutti,
bambini, giovani, adulti, anziani, abbiamo
corale. Non nasceva bambino senza che
le vicine riempissero la casa, si dessero
da fare per le varie necessità e, per esempio, preparassero brodo di pollo per la
puerpera. Non c’era malato che dovesse
sopportare ore di solitudine o che non si
vedesse circondato dalle premure di quanti
avevano notizie delle sue condizioni.
In questa situazione di crisi, che ci spaventa perché talvolta ci vediamo costretti
a rinunciare al benessere a cui ci siamo
E’ una tentazione forse logica, ma non
certo capace di produrre in ciascuno di
noi quella gioia di vivere che viene non
dalla quantità di ciò che possediamo, ma
dall’uso che facciamo dei nostri beni, del
nostro tempo, delle nostre capacità. Per
questo, conviene “approfittare” di questa
crisi per ricuperare un modo di vivere
e di convivere differente da quello che
abbiamo in qualche modo preso in prestito
negli ultimi decenni e riappropriarci di
non solo qualcosa da chiedere, ma anche
qualche capacità e qualcosa da offrire, da
mettere a disposizione.
Per le nostre comunità sono questi gli
anni in cui ci viene offerta l’occasione per
ricuperare valori di socialità dimenticati
o messi in soffitta, ricordandoci che i più
deboli, nelle soffitte, devono forse rovistare
per riprendere e riutilizzare le coperte della
nonna, anche se tarmate.
La Redazione
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Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra
16
Ogliastra Sanità
Dalla Sardegna a Bagamoyo
Racconto di un viaggio in Tanzania
A fine 2013 un campo lavoro mi ha impegnato in Tanzania, un paese lontano,
dove la terra è rossa e l’aria molto calda.
Già da tempo, mi balenava in testa l’idea
di fare un’esperienza formativa all’estero
ma, con le lezioni da seguire, il tirocinio
e gli ultimi esami da dare, non mi sono
veramente impegnata a cercare la mia
strada.
Una volta laureata, nell’aprile del 2013,
avevo finalmente il tempo da dedicare
alla ricerca di un progetto di volontariato,
un progetto che avesse come principale
requisito la diversità da quello che era il
mio abituale ambiente di vita, sia in senso
geografico che culturale.
Divenne per tanto tempo il primo argomento di discussione con i familiari che
mi dicevano: “se vuoi fare volontariato,
puoi farlo anche qui, cosa serve andare
a sud dell’equatore?”.
Eppure serviva. Sentivo che andando lontano l’esperienza sarebbe stata diversa,
avevo bisogno di una piccola parentesi,
tutta mia, possibilmente lontano da tutte
quelle tecnologie e da quei servizi ritenuti
indispensabili nelle nostre realtà e di cui
troppo spesso siamo dipendenti.
La ricerca del progetto è andata avanti
settimane.
“Andrò in Senegal o in Perù a fare volontariato umanitario, o magari a Samoa a
fare recupero animali?”
Le scelte erano tante e mia madre aveva
già iniziato a non dormire pensando a
quell’unica figlia che sicuramente sarebbe
finita in pasto all’unica tribù di cannibali
esistente al mondo, o nel bel mezzo di una
guerra, o magari aggredita da qualche
animale, sicuramente velenoso.
Con queste premesse e “l’armonia” che
si respirava a casa la ricerca continuava.
Intanto avevo parlato ad alcune colleghe
dell’università dei miei piani, e con mio
stupore ho convinto due di queste a partecipare... adesso eravamo tre avventuriere!
La ricerca continuò fino a quando, una delle
mie colleghe, si imbatté fortuitamente in
ASSF (ASSISTENTI SOCIALI SENZA FRONTIERE), una associazione onlus che cerca
di proporre e sostenere una estensione del
campo d’azione degli assistenti sociali, dai
servizi alla persona, alla pianificazione di
interventi di cambiamento dello sviluppo
sociale sia in Europa che nei Paesi in cui le
carenti condizioni di vita sono più evidenti.
Ma che gioia!
Avevamo trovato l’associazione giusta
per noi. Il viaggio poteva prender forma.
Nella sessione “Campi di Lavoro” del
sito della ASSF, ho visto che se ne stava
organizzando uno in Tanzania, in collaborazione con un’altra associazione, il
FARMACIA
DR.SSA DINA PIRAS
CO.P.E. (Cooperazione Paesi Emergenti) un
organismo senza fini di lucro e di volontariato internazionale nato a Catania nel
1983, federato alla “FOCSIV - Volontari nel
Mondo” (Federazione Organismi Cristiani
di Servizio Internazionale Volontario).
Tanzania! Questa sarebbe stata la mia
destinazione: avrei fatto un campo di
lavoro attinente al mio percorso di studi, in
un paese in via di sviluppo, lontano, molto
molto lontano. La Tanzania era perfetta!
Presi i contatti con le associazioni per
avere le prime informazioni riguardanti i
vaccini da fare e su come si sarebbe svolto
il campo.
I primi di Settembre ci siamo incontrati a
Palermo, per la formazione pre-partenza.
In questa sede abbiamo conosciuto la
quarta compagna di viaggio e gli orga-
Farmacia MAMELI
di Dr. Gian Paolo Mameli
OMEOPATIA
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DIETETICA
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Dermocosmesi - Veterinaria
Via Roma, 80 - 08040 Loceri - Tel. 0782 77.075
nizzatori del campo lavoro. Durante gli
incontri ci è stato presentato il campo,
sono state raccolte le nostre aspettative, è stata esposta l’etica del viaggio, le
dinamiche relazionali tra i campisti, che
saremo state noi, i volontari, che sono nel
posto e seguono i progetti di sviluppo, e
la popolazione locale. Sono stati anche
approfonditi temi come la storia e la cultura della Tanzania, sono stati presentati
i vari progetti presenti in loco e il tutto si
è concluso con una divertente lezione di
lingua swahili che, francamente, ci ha
fatto entrare nel panico.
Per noi tutte, emozionate come non mai,
si è avvicinata la data della partenza.
I vaccini fatti, la valigia pronta, non ci
restava che salutare i nostri cari e partire
alla volta dell’ Africa: buon viaggio! Safari
njema avrebbero detto i tanzaniani!
Ogliastra Sanità
Il Campo prevedeva un viaggio che dalla
capitale Dar es Salaam, avrebbe percorso
tutto il sud della Tanzania per permetterci di visitare i vari progetti presentati
a Palermo.
Il nostro compito era di intervistare i locali
e i responsabili dei progetti per capire a
che utenza era destinato quel progetto
(donne vittime di violenza, orfani, ecc.),
la capienza, la gestione, i dipendenti e i
professionisti impiegati, le finalità che
il progetto stesso perseguiva, con quali
fonti di finanziamento, se erano autosostenibili, quali erano i loro punti di forza
e le criticità.
Questo al fine di affacciarci a quello che è
il lavoro nella cooperazione internazionale
e per iniziare ad affinare i nostri metodi
di valutazione, contestualizzati in realtà
diverse dalla nostra.
I social worker come me, che devono tenere un atteggiamento non giudicante
qualsiasi sia la realtà che in quel momento
hanno di fronte, si trovano ad affrontare
non poche difficoltà davanti alla valutazione di un servizio.
Questa difficoltà nel mio caso può essere
dovuta a due motivi: l’ancora scarna esperienza lavorativa, e, in secondo luogo, l’impatto personale con una povertà talmente
estrema da costringermi a stravolgere gli
indicatori della qualità della vita comune
(come ad esempio reddito, residenza o
lavoro..) che in Africa non contano, mentre
invece contano indicatori come la distanza dal pozzo dell’acqua, quanti studenti
devono studiare da un unico libro disponibile, quanti chilometri una mamma deve
percorrere a piedi con il figlio malato in
braccio prima di raggiungere un ospedale.
I problemi da affrontare sono sicuramente
diversi e l’emergenza si percepisce in ogni
angolo, per questo motivo la valutazione
incontra parecchi ostacoli, molti di questi
di carattere mentale.
Infatti, a primo impatto, può avermi sconvolto la struttura di una scuola a padiglioni con tanti gradini e posti scoscesi
per studenti vedenti e non vedenti che
costeggiava una strada molto trafficata
senza neanche una barriera protettiva al
confine con l’asfalto, ma lo shock è stato
di gran lunga superato dalla determinazione degli insegnanti, vedenti e non
vedenti anch’essi, che si impegnavano al
fine di garantire l’istruzione primaria a
tutti, anche se questo significava passare
i primi sei mesi dell’anno a insegnare agli
studenti non vedenti solo ad orientarsi
Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra
nell’ambiente molto grande e dispersivo.
E lo shock si è ripresentato davanti a varie
situazioni, ma, dopo la prima settimana
d’ambientazione, tutto è diventato familiare, cosi come sono diventati familiari
gli strumenti a disposizione. Abbiamo
imparato che ci si abitua a quei contesti
che, seppure poveri di risorse, sono ricchi
di volontà.
Per esempio, ho visitato varie scuole durante questo viaggio, inizialmente ho avuto la
tentazione di valutarle utilizzando come
metro una scuola italiana, il risultato è
stato disastroso.
Successivamente però, ho potuto valutarle
confrontandole fra loro, e mi sono accorta
che alcune di esse erano eccellenti.
utilizzato durante il pranzo e se riescono
portano una brocca d’acqua, che siano
10 litri, o un litro d’acqua, il loro lavoro è indispensabile a tenere l’equilibrio
creato. Viene insegnato questo perché la
scuola non è diversa dalla vita in famiglia
o in villaggio, questi ragazzi prima o poi
finiranno il percorso scolastico e devono
essere in grado di collaborare in famiglia,
portando legna per cucinare, acqua e tutto
il necessario.
Se tutto questo da una mente occidentale
può essere confuso per sfruttamento minorile, in Tanzania favorisce a creare un
legame forte di solidarietà e generosità
sia a livello familiare che comunitario.
Questo si percepisce bene quando si vive in
La spiaggia di Bagamoyo
In particolare ne ricordo una per studenti
sordo-muti. Aveva dei laboratori di falegnameria e di cucito, i cui manufatti
hanno un mercato esterno che consente
di racimolare qualche soldo per poter
acquistare il materiale per continuare il
lavoro, i dormitori erano molto confortevoli
e accoglienti, cosi come la struttura nel
complesso. Gli insegnanti erano qualificati
e determinati nella loro missione, che
hanno individuato nel permettere a tutti
di poter comunicare, insegnando prima di
qualsiasi altra cosa, il linguaggio dei segni.
Oltre a questo, come in tutte le scuole,
viene insegnato loro a collaborare: sono
gli stessi studenti che si occupano di tenere
pulita la scuola e le loro divise e dell’approvvigionamento dell’acqua.
Questo è un pilastro nelle scuole tanzaniane: tutti, in base alle loro capacità, devono
aiutare a far tutto. Non sono esclusi da
questo lavoro neanche i più piccoli (3-4
anni) che nel loro piccolo lavano il piatto
villaggio ed è una sensazione che rimane
dentro, e che ti manca quando te ne vai.
Il nostro lavoro, purtroppo, a causa del
poco tempo a disposizione, non poteva
andare a toccare livelli molto profondi,
perché per arrivare a ciò spesso occorrono
mesi e mesi di conoscenza approfondita
del contesto. Noi non l’avevamo.
Le cose che ho capito in queste tre settimane sono state tante, ma la principale
forse è che la figura dell’assistente sociale,
con i suoi principi e valori fondanti la professione, è tutt’altro che secondario nei
progetti di cooperazione internazionale
come pensavo inizialmente.
Le conoscenze acquisite durante il percorso
di studi consentono la partecipazione
degli assistenti sociali nei progetti di cooperazione, sia nella progettazione, come
operatore capace di analizzare un gruppo
dal punto di vista organizzativo e valutare
l’impatto di un determinato cambiamento,
sia nell’intervento diretto sul campo. Tutti i
17
progetti che ho visitato sono stati realizzati
seguendo questa filosofia d’intervento:
• la realizzazione di interventi che possano avere una diretta incidenza sulle
condizioni di vita (salute, alimentazione,
formazione professionale, integrazione
sociale) delle comunità in cui si agisce;
• la formazione del personale locale per
garantire nel tempo un’autonoma e
sostenibile gestione degli interventi;
• l’impiego di tecnologie appropriate, tali
cioè da essere facilmente gestite dai
tecnici locali senza innescare ulteriori
meccanismi di dipendenza dall’estero.
Questo però è più facile a dirsi che a farsi,
confrontandomi con i volontari che son
presenti nel territorio da anni, spesso
sono emerse delle dinamiche interne che
complicano la riuscita di questo lavoro,
forse strascichi del colonialismo o forse di
lavori precedenti fatti in un ottica di mero
assistenzialismo. Spesso infatti ci si scontra con un forte pregiudizio riguardante
l’uomo bianco, considerato dai locali più
capace e più intelligente, in quanto bianco.
Non nego che questo aspetto mi abbia un
poco angosciato, ma sono speranzosa che
nel futuro piano piano venga meno questo
pregiudizio, che ostacola il passaggio della
gestione dei progetti in mano ai locali.
Se loro prima di tutto non si sentono in
grado di continuare il lavoro avviato dai
bianchi, il progetto è morto in partenza.
ASSF e Co.P.E. per quanto possibile,
operano, quindi, attraverso azioni volte
a stimolare le coscienze critiche degli
individui per aiutarli nell’acquisizione
degli strumenti soggettivi adeguati al
cambiamento necessitato, non trascurando
di certo gli interventi di empowerment
rispetto alle minoranze etniche, culturali,
linguistiche o religiose.
Ed è proprio questo modo di lavorare
che mi fa sperare in un futuro più roseo
e sostenibile.
I risultati di questo metodo si stanno già
ottenendo, bisogna solo avere pazienza!
A malincuore il mio viaggio finisce qui,
in un’isola di sabbia bianca che appare
a largo della spiaggia di Bagamoyo ogni
sei ore, quando si abbassa la marea. Da
quella spiaggia gli schiavi lasciavano la
loro terra per sempre e la salutavano per
l’ultima volta: Bagamoyo, "Là, dove ho
lasciato il cuore" la chiamano.
Azzurra Paderi
Ogliastra Sanità
Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra
18
Sono vivo per due chili
La diretta testimonianza di chi è sopravvissuto all'orrore dei campi di concentramento
Nel gennaio scorso, la riunione del
comitato di redazione è coincisa con
la Giornata dedicata alla Memoria,
lo spunto è stato immediato: anche
“Ogliastra Sanità” doveva offrire il
proprio contributo.
Ci siamo trovati concordi nel pensare
che un modo meno retorico di affrontare l’argomento fosse quello di dare voce
a chi aveva, in prima persona, subito
le ingiurie e i soprusi di quella follia.
La voce che abbiamo ascoltato è quella
di Vittorio Palmas, di Perdasdefogu,
classe 1913. Nella sua casa di Perdas
dove vive in compagnia della moglie,
siamo andati a sentire CAZZAI, così è
infatti conosciuto nel paese ”siu Vittoriu”, un soprannome lasciatogli in
eredità dal nonno.
Siu Vittoriu è stanco delle interviste.
Tanto spesso, giornalisti, scolaresche,
appassionati di storia vanno ad attingere preziose notizie dai suoi ricordi.
Noi veniamo ricevuti solo perché siamo amici di un suo caro nipote: il suo
dovere di cortesia e la sua sensibilità
non gli consentono di sottrarsi.
Cento anni compiuti. Non ti aspetti
l’uomo che hai davanti: gli occhi vigili ed attenti, le parole decise e ben
scandite, l’italiano indenne da errori,
le descrizioni intrise di una inaspettata
e intensa emotività.
Non è necessario stimolare il dialogo
con molte domande, i suoi ricordi sono
nitidi sia nelle immagini, che descrive
con ricchezza di particolari, sia nella
sequenza temporale.
Esordisce con una considerazione “Mai
avrei pensato di arrivare a questa età
dopo tutte le vicissitudini che ho affrontato”.
Ci ricorda della madre persa all’età di
quattro anni per la Spagnola, pandemia influenzale che dal 1918 al 1920
uccise milioni di persone nel mondo.
Con un filo di emozione parla del padre
che, arruolato nella Grande Guerra,
venne avvisato del grave stato di salute della moglie e che, al suo arrivo a
Perdasdefogu, vide il tavolo, sa mesa,
all’esterno nel cortile davanti alla casa,
segno inequivocabile che la moglie era
già deceduta e sepolta. C’era infatti
allora a Perdas, come in tanti altri paesi
dell’Ogliastra, l’usanza di comporre le
salme sopra i tavoli i quali poi venivano
lasciati per otto giorni all’aperto per
una sorta di “depurazione”.
Nel 1935 partì militare: svolse quel
servizio presso caserme del Veneto,
prima a Vicenza e poi a Treviso. Nel
1938 Cazzai sposò Fortuna Lai. Poco
dopo il matrimonio venne richiamato
alle armi, di nuovo a Treviso e da lì in
Jugoslavia, dietro comandi da eseguire
in silenzio. Si ubbidiva senza mai conoscere i motivi, le strategie, le finalità
di quel continuo peregrinare. Violenze,
Il campo di concentramento di Sachsen Housen
umiliazioni, pestaggi, tantissimi gli
episodi che tornano nella mente e nelle
parole di siu Vittoriu. E tanta fatica
come quella che seguì l’armistizio dell’8
settembre del 43. Alla prima euforia per
la convinzione che la guerra fosse finita
e per la speranza di tornare presto a
percorrere le vie di Foghesu e di vedere
l’acqua riempire i solchi de “su cungiau”,
In compagnia dei commilitoni
STUDIO ODONTOIATRICO ASSOCIATO
Dr. Ennio Arba
Dr.ssa Bruna Giaccu
In questo studio si effettuano
consulenze e trattamenti in:
CHIRURGIA PARODONTALE Dr. Antonello Raimondi
CHIRURGIA IMPLANTARE Dr. Gabriele Caruso
ORTOGNATODONZIA Dr. Carlo Aru
SINDROME ALGICO-DISFUNZIONALE DELL’A.T.M.
(ARTICOLAZIONE TEMPORO MANDIBOLARE)
Tortolì - Via Temo, 23 - Tel. 0782.62 23 65
Villagrande Strisaili - Via Satta, 1 - Tel. 0782.82 328 38
ben presto subentrò l’incertezza, lo
scoramento, la disperazione. “Eravamo circa 300 - dice siu Vittoriu - dalla
Jugoslavia partimmo per Trieste, più
di 90 Km a piedi, marciando giorno e
notte. In quei momenti mi sosteneva
il pensiero che al massimo tra 2 o 3
mesi sarei tornato a casa. Sarebbero
passati due anni!
A Trieste ci ammassarono nei vagoni di
un treno in partenza per la Germania:
destinazione Berlino! Da qui venimmo
trasportati nel campo di concentramento di SACHSEN HOUSEN. Entrammo a
divisione, che doveva essere la più equa
possibile, avveniva sempre sotto occhi
molto attenti. Ma non minore attenzione veniva riservata alla divisione
delle briciole che pure dovevano essere
raccolte in otto mucchietti di uguali
dimensioni.”
In quel campo di concentramento Cazzai si fermò 16 mesi, il suo peso degli
iniziali 62 chili scese a 37, solo due chili
sopra la soglia dei 35, sotto la quale
scattava l’eliminazione da parte delle
forze tedesche.
Per Vittorio, nella sfortuna immensa
rappresentata da quella sua prigionia
legata ad una assurda guerra, un piccolo
aspetto positivo fu rappresentato dalla
bontà del suo caporeparto, che, presolo
a benvolere, gli elargiva qualche razione
di cibo in più: ciò fu determinante per
stare sopra quei 35 kg che gli consentivano il legame con la vita. Tanti si
suicidavano, incapaci di reagire a quella
vita senza senso e a domande cui non
riuscivano a dare risposte.
“La sveglia avveniva alle sei tramite
una sirena, ma una mattina di aprile,
eravamo nel 45, quella sirena restò inspiegabilmente muta. Avevamo l’ordine
di non muoverci per nessun motivo
prima del fischio della sirena. Quella
mattina il silenzio era inspiegabile,
nella camerata cominciarono timidi
mormorii. Un sergente trovò coraggio
far parte della forza lavorativa tedesca e si avvicinò alla finestra, si affacciò un
a costo zero.
poco e vide la torretta numero 17 senza
Si lavorava dalla mattina alla sera per mitragliatrice, si gira verso di noi e ci
almeno 12 ore. Il rancio consisteva per annuncia quella scoperta. Si avvicinò
lo più in una razione di patate e in un poi ad un’altra finestra «Ragazzi anche
pezzo di pane. La divisione del pane nella torretta 22 non c’è nessuno!»”.
rappresentava un momento particolare: Continuammo a restare chiusi non
ogni pane doveva essere sufficiente per so per quanto tempo e cominciava a
otto persone, quindi il momento della serpeggiare tra noi la convinzione che
In compagnia della moglie
qualcosa di importante stesse accaden- il volto di tanti compagni scomparsi
do. Da fuori iniziarono ad arrivare delle nel nulla, tutto quell’orrore avrebbe
voci sempre più numerose, sempre per sempre tormentato le mie notti”.
più gridate. Uscimmo, ci accolse un
La Redazione
sole benaugurante, da lì a qualche ora
sarebbe giunta la notizia più attesa,
stavolta l’incubo era realmente finito.
Si torna finalmente a casa ma quelle
buie camerate, la lacerante sensazione
della fame, quegli ordini lanciati in
quella lingua che già di per se pare cattiva, quei corpi troppo scarni e scavati,
Questo progetto editoriale è stato realizzato grazie al sostegno della
Uffici in Sassari,
via Carlo Alberto, 7
Tel. 079 2067811 - Fax 079 2067850
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20
La Pagina della Veterinaria
Ogliastra Sanità
Ho un nuovo amico
Come educarlo ed addestrarlo
L’adozione di un cane è un evento meraviglioso: nasce dal bisogno di maternità
o paternità che è presente in ognuno di
noi, o più semplicemente, dalla necessità
di avere una compagnia o un’amicizia
speciale.
In generale si potrebbe dire che i motivi
che spingono ad effettuare l’adozione
di un cucciolo o di un cane adulto sono
diversi ma prevedono in tutti i casi la cura
del nuovo “arrivato”.
Le cure parentali fanno parte del patrimonio genetico di qualsiasi animale e sono
il pilastro della salvaguardia della specie.
In natura, il lupo e il dogo trasmettono
l’educazione ai nuovi nati a partire dai
primi giorni di vita e fino all’età adulta.
L’educazione trasmessa alla prole è costituita da un insieme di regole inerenti la
vita sociale con funzione di protezione
del nucleo familiare.
Il nostro cane geneticamente deriva dal
lupo e nel suo DNA sono presenti le “informazioni” per le cure parentali, regole
sociali e comunicazione tra canidi.
La specie umana possiede un linguaggio
e delle regole sociali diverse da quelle
del cane. Entrambe le specie hanno in
comune un aspetto molto importante:
sono animali sociali, cioè hanno bisogno
di vivere in gruppo.
Si pensa che l’uomo ed il primo lupo-cane
addomesticato, iniziarono a comunicare e
ad interagire tra loro in seguito all’aiuto
che il cane dava nella caccia, in cambio
degli avanzi di cibo e per la guardia e
quando abbaiava ai predatori che si avvicinavano al villaggio.
Ad oggi, dopo millenni di convivenza e
di evoluzione umana/canina possiamo
senza dubbio affermare quanto sia fondamentale la comunicazione tra le specie
con l’utilizzo di un linguaggio noto ad
entrambi gli interlocutori.
Un altro aspetto fondamentale tra uomo
e cane è la condivisione.
Educare
L’uomo moderno ha poco tempo a disposizione per l’amico cane, di conseguenza
deve crearsi degli spazi giornalieri da
condividere con lui.
Quindi è fondamentale che al nostro amico
cane vengano trasmesse un insieme di
regole, un’educazione, che gli consentano,
sempre nel rispetto delle sue attitudini,
di integrarsi nella vita sociale di tutti i
giorni e di potersi intercalare in tutti i
suoi aspetti.
Nel parlare comune i termini educare e
addestrare si utilizzano impropriamente
per indicare la stessa attività, ma non
sono sinonimi.
Il significato della parola educare, riferita
ad un cane, vuol dire insegnargli le regole
generali del saper vivere nella società.
Addestrare
Se invece parliamo della parola addestrare, sempre riferito al cane, significa rendere
l’animale abile nell’eseguire determinate
attività su richiesta dell’uomo.
Il cane educato e addestrato di conseguenza saprà vivere nella società umana
ed avrà abilità specifiche.
L’educazione del cucciolo inizia generalmente ai 2 mesi di vita ed il primo passo
sarà la formazione di un legame di forte
attaccamento con il proprietario. Successivamente, compito dell’uomo sarà quello
di capire il più possibile le richieste del
cucciolo e contemporaneamente, cercherà
di trasmettergli delle regole.
Per agevolare il cucciolo sarà fondamentale
fargli incontrare, in situazioni diverse, ma
di serena convivenza, tante persone: dai
bambini, ai diversamente abili, per finire
con gli anziani.
Contemporaneamente, al piccolo amico, si
potranno insegnare delle competenze (in
maniera graduale), definite come comandi
o richieste di base, che permetteranno al
proprietario di gestirlo in ogni situazione.
Degli esempi sono: seduto, terra, resta,
aspetta, vai, vieni, lascia, prendi, sali,
scendi ed i bisogni in luoghi appropriati
(vai a fare la pipì), non tirare il guinzaglio durante le passeggiate e tante altre
situazioni.
Nell’impartire questi insegnamenti il proprietario potrà necessitare del sostegno
di una figura professionale competente
rappresentata dall’educatore cinofilo.
Tutti questi insegnamenti costituiranno
il bagaglio culturale che verrà utilizzato
dal nostro amico cane ogni giorno della
sua vita.
Durante questo percorso, se opportunamente condotto, si svilupperà una relazione affettiva tra cane ed uomo molto forte
che durerà per tutta la vita. Così come nel
bambino l’educazione scolastica e familiare
devono essere parte integrante, così, nel
cucciolo, dovranno collaborare l’educatore
cinofilo ed il proprietario.
L’addestramento può iniziare dopo l’anno
di età, in qualsiasi momento e per tutta
la vita.
Il cane può acquisire varie competenze:
sportive quali agility, obidience, mondioring, disc dog, giochi nell’acqua, o
addirittura, possono svolgere un determinato lavoro quale il soccorso di persone in
acqua, ricerca di persone sotto macerie,
in superficie o sotto valanghe ed individuazione di sostanze stupefacenti, la Pet
Therapy e altro ancora.
Risulta quindi evidente che l’educazione di
base è quell’educazione che bisognerebbe
insegnare ad ogni cane; l’addestramento
invece sarà un approfondimento facoltativo.
Senza l’educazione di base alle spalle, il
cane non potrebbe apprendere un corretto
addestramento.
Chi è l’educatore cinofilo?
E’quella figura professionale che ha
il compito di trasmettere al binomio
cane–uomo, nozioni e competenze, che
verranno utilizzate per semplificare la loro
comunicazione, potenziare la relazione e
ottenere mutua soddisfazione.
Quando inizia l’educazione?
L’ educatore cinofilo prende in carico cuccioli dall’ età di 2 mesi fino all’insorgere
dell’adolescenza (6-10 mesi, a seconda
della taglia). Si costruiscono le basi per
garantire al cucciolo la conoscenza del
mondo in cui andrà a vivere. L’ educatore
cinofilo che segue l’approccio cognitivo
La Pagina della Veterinaria
Ogliastra Sanità
scegliere.
L’ approccio cognitivo
Presuppone un concetto fondamentale ovvero, tra lo stimolo e la risposta si
frappone un pensiero. Partiamo quindi da
una base nuova rispetto ad i precedenti
filoni cinofili, il cane ha una mente, partecipa attivamente al mondo, lo vive, lo
percepisce, lo analizza e dà delle risposte
ponderate in base a come si sente, a cosa
prova, in base al luogo in cui si trova e alle
sue esperienze.
L’ approccio cognitivo è stato una vera
rivoluzione nel mondo della cinofilia: cercate sempre di scegliere professionisti che
abbiano studiato in modo approfondito e
corretto. Chi si improvvisa fa solo danni e
crea solo più problemi!
zoo-antropologico pone al cucciolo delle semplici richieste, consentendogli di
Come educare un cane adulto?
Molte persone pensano di non poter educare il proprio cane ormai cresciuto pensando che sia troppo tardi. Fortunatamente
i cani sono creature splendide capaci di
recepire ciò che gli si insegna per tutta la
durata della loro vita, l’istruttore si occupa
dell’ educazione del cane adulto fino ai 20
STUDIO MEDICO
POLISPECIALISTICO
21
anni! Un percorso di istruzione comprende tutte quelle attività che permettono
al cane e al suo compagno di vivere in
serenità ed armonia il quotidiano, con
tutte le sfide che l’ambiente e la vita gli
propongono.
Con i cani adulti è importantissimo essere
accreditati come leader. Alcune filosofie di
vita potrebbero chiederci: perche dobbiamo educare o addestrare un cane? Risposta: per condividere emozioni dobbiamo
entrare in sintonia con il cane che è un
animale sociale. Esso necessita di continui
contatti e conferme o stimoli per sentirsi
utile all’interno del nucleo familiare.
Grazie a questi meccanismi, e all’abilità di
educatori e addestratori, i cani lavorano
e dalla gratificazione per ciò che fanno
ricavano il loro motivo di esistenza. Se
prendiamo in considerazione un cane
da guardia, ed esaminiamo il suo lavoro,
ci rendiamo conto che instancabilmente
vigila sulla proprietà di famiglia, di cui lui
fa parte. In questo compito ci crede a tal
punto da agire con il massimo impegno
e, se è il caso, sacrificare la propria vita.
Pensiamo anche a tutte le altre attività
che i nostri cani fanno per esempio nella
caccia dove vanno impavidi contro al
cinghiale rischiando la morte.
Ricordiamoci che tutte le attività svolte dai
nostri amici nel soccorso, difesa personale,
pet terapy (assistenza ai disabili, agli anziani, ai bambini) le fanno gratuitamente,
per una ciotola di acqua e di crocchette e
una morbida cesta.
Il vero motore che gli fa dare tutto è l’amore che nutrono per il loro amico uomo.
Si, ci considerano degli amici... LORO!!
Andrea Concu
Centro Specialistico di Psicologia e
Psicoterapia per il Trattamento
dei Disturbi Psicopatologici
Via Alghero 1 - Tortolì
Angiologia - Dr Massimo Garau
Esame doppler tronchi sovraortici
Esame doppler venoso e arterioso degli arti superiori e inferiori
Esame doppler dei vasi del pene per disturbi della sfera sessuale
Cardiologia - Dr Franco Dessalvi
Visita cardiologica - Elettrocardiogramma - Ecocardiogramma
Dermatologia - Dr.ssa Marzia Mou
Cell: 328.6541623
Visita dermatologica - Dermatologia estetica - Esami microscopici
Oculistica - Dr Luciano Pisu
Visita oculistica - Campo visivo - Tonometria
Topografia corneale - Ortottica
Otorinolaringoiatria - Dr.ssa Rosalba Melis
ATTACCHI DI PANICO - DISTURBI DELL’UMORE
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Psichiatria - Dr Massimo Diana
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di coppia e di gruppo, EMDR, trattamento con ipnosi
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LE FIGURE STORICHE DELLA SANITÀ IN OGLIASTRA
22
Ogliastra Sanità
Dottor Renato Pilia
Una vita raccontata tra anagrafe e storia
Scrivere la biografia di tuo padre, è un po’
come fare una TAC a se stessi.
Inutile cercare la imparzialità: a 5 come a
50 anni un padre è sempre un eroe.
Facciamo come fosse la storia di mio padre,
ma anche la storia dell’Ogliastra del secolo
scorso, che lui percorse dal 1923 al 1996.
In quella Sardegna ancora immersa nelle
nebbie del medioevo, quante probabilità
aveva, figlio di un contadino e di una casalinga di Lanusei, di riuscire a diventare
un medico? Pressoché zero, direi.
Questo clamoroso salto sociale fu il prodotto di molte condizioni quasi irripetibili:
la lungimiranza dei miei nonni Giuseppe
e Marietta, capaci di pensare in termini di
investimento in cultura in un epoca nella
quale il massimo sogno di un agricoltore
era un giogo di buoi o una nuova vigna e,
ancora più raro, che l’investimento fosse
Con la moglie in viaggio di nozze ad Alghero
ripartito su tutti i figli, femmine comprese.
Braccia levate all’ azienda di famiglia.
Costituisce anche testimonianza storica
del valore dell’economia della Sardegna
di un secolo fa: pochi ciliegi e castagni,
un vigneto, oltre che una indubbia capacità manageriale, erano sufficienti ad
un contadino per sostentare la famiglia
e mandare a laurea i figli.
Oggi quel contadino, con le stesse risorse,
non solo non manderebbe a laurea i figli,
ma neppure lontanamente avrebbe una
chance di mettere su famiglia. La società
italiana attuale è bloccata in un sistema di
caste chiuse. La Sardegna e la sua industria
principale, quella agro-alimentare, hanno
smarrito competitività e perso enormemente in termini di valore.
Altra condizione fu data dalla benemerita
e quasi miracolosa presenza dell’Istituto
Salesiano a Lanusei; permise ai ragazzi
sardi più meritevoli di frequentare l’Avviamento (la Scuola media allora si chiamava
così) e Ginnasio senza allontanarsi da casa
e senza dissanguare economicamente la
famiglia.
Terzo fattore, non meno importante degli
altri due, era costituto dalla “grinta” di
Renato, fortemente motivato ad arrivare
alla maturità classica e poi alla laurea in
Medicina.
Neanche la guerra mondiale lo fermò, si
laureò nel 1949.
Certo il passaggio da una Lanusei agricola
ad una Cagliari metropolitana flagellata
dalla guerra non fu facile.
Mio padre non parlava spesso di se stesso
con noi figli. Facevano eccezione i racconti
folgoranti di una Cagliari disabitata e
quasi rasa al suolo dai bombardamenti e
le immagini del viaggio, lungo uno o due
giorni, che da Cagliari portava a Lanusei
su un trenino verde stipato di sfollati fin
sopra la tettoia.
L’incontro in via Dante con una ragazza
affascinante. Tra migliaia di Cagliaritane
andò a pescare Anna, ventenne di Ilbono
che studiava in città. Allora non lo sapeva
ma sarebbe diventata la donna della sua
vita. Ancora non lo sapeva ma avrebbero
fatto grandi cose insieme.
Cagliari allora era metropoli, luogo di
fusione di etnie, di superamento del
microcosmo paesano. Era Capitale della
Sardegna, non Capoluogo della Regione
come poi divenne. E l’ Ogliastra allora era
veramente isola nell’ isola. Un ogliastrino
faceva un viaggio a Cagliari una o due
volte nella vita. Per la visita di leva e, per
i più fortunati, in occasione del viaggio
di nozze. Stop.
Si nasceva e si moriva in casa, un secolo
fa come nei millenni precedenti, assistiti
dalla levatrice e dal flebotomo.
La levatrice ti aiutava a nascere, correndo
tra la cucina della tua casa, nella quale
bolliva il pentolone dell’ acqua calda, e
la camera da letto nella quale la futura
mamma si agitava nei dolori del parto,
ogni imprevisto poteva rivelarsi mortale
per lei o per il nascituro. Le urla materne si
propagavano nei vicoli del vicinato, tutta
la comunità teneva il fiato sospeso fino al
momento nel quale il pianto liberatorio del
neonato annunciava lo scampato pericolo
per entrambi.
Nascere in Ogliastra fino al 1956, era impresa molto rischiosa.
Il flebotomo rappresentava un surrogato di
medico, cavadenti, spesso anche barbiere
del paese, era tutto quello che le nostre
piccole comunità potevano permettersi in
termini sanitari. Mai come in questo caso
il nome era tutto un programma: flebo
significa vena, tomo deriva dal verbo greco
temno, che significa taglio, incido. Incidere
le vene, fare i salassi, cioè dissanguare
quei poveracci di malati che capitavano
a tiro del loro bisturi, era una delle poche
procedure mediche che essi assicuravano
alle nostre comunità.
Se eri fortunato. In caso contrario ti dissanguavano applicando alle vene delle
braccia le sanguisughe, le ”sangunere”,
strani animaletti che vivono nei nostri
fiumi e che, opportunamente posizionate,
vampirizzavano gli incolpevoli malati
succhiandone avidamente il sangue.
Ammalarsi in Ogliastra, fino alla prima
metà del secolo scorso, era una impresa
molto rischiosa.
Fu una grande epopea quella dei primi
medici-pionieri che fecero uscire uno dopo
l’altro i nostri paesi da quel medioevo sanitario nel quale si dibattevano da millenni.
Con pochi mezzi ma con grande scienza
quei medici condotti salvarono migliaia di
vite umane. Erano contemporaneamente
anche ostetrici e dentisti. Si avvalevano di
pochi e semplici strumenti per il loro operare in un territorio cosi isolato e lontano
giorni di viaggio dagli ospedali di Cagliari
o di Nuoro. Nella loro borsa: un bisturi per
la piccola chirurgia, una pinza per estrarre i
denti, un forcipe per i parti più complicati e
pericolosi. Poche le medicine, costosissimi
i primi antibiotici, risolvevano anche i
casi più gravi con competenza e molto
buonsenso: dosi massicce di esperienza
e di grande umanità.
Anche Renato fu uno di loro, in quei primi
anni ‘50, fu medico condotto a Villagrande
Ogliastra Sanità
e ad Ulassai. Sia lui che le amministrazioni
comunali che gli affidavano l’ incarico
erano troppo poveri per permettergli di
recarsi a casa dei malati in automobile. Fu
il cavallo il suo mezzo di trasporto per le
visite domiciliari. Ancora oggi, a distanza
di più di sessanta anni, mi capita di incontrare arzilli vecchietti che mi raccontano
di essere stati amici, prima che pazienti,
di quel giovane medico.
Prestò servizio anche a Posada, muovendosi
a dorso di cavallo negli stazzi sospesi tra
Baronia e Gallura. Raccontava talora di
quelle estati torride nelle quali i bambini
si contaminavano bevendo da pozzi “infetti” e morivano a frotte di dissenteria e
gastroenterite. Gli antibiotici erano un
miraggio, unica terapia era una buona
reidratazione con flebo endovenosa. Ma
per la soluzione del problema si dovette
aspettare la costruzione di acquedotti e
fognature.
LE FIGURE STORICHE DELLA SANITÀ IN OGLIASTRA
Anche essere un bambino era in quegli
anni un mestiere pericoloso.
Non so quale sia stato il motivo per il quale
scelse Radiologia come sua specializzazione.
Era una nuova professione quella del Radiologo, medico e padrone delle tecnologie più moderne. Un mestiere strano e
pericoloso: pericolo nel buio delle camere
oscure dove si sviluppavano a mano le
lastre respirando la tossicità dei vapori
degli acidi di sviluppo e fissaggio. Strano
perché anche i pazienti venivano visitati nel
buio, necessario per vedere le tenui ombre
dei polmoni e dell’ apparato digerente
rilasciate da quei primitivi, ma per quei
tempi modernissimi e ipertecnologici,
schermi di scopia radiologica. Pericoloso
perché quelle apparecchiature rilasciavano
un mare di radiazioni, prima di tutto sui
malcapitati radiologi che li utilizzavano
tutto il giorno.
Ma era anche affascinante essere i pionieri
di quell’ arte (ricordiamoci sempre che la
medicina è un’ arte oltre che una scienza)
che permetteva per la prima volta nella
storia di vedere i polmoni respirare e il
sangue scorrere nelle arterie.
Ossa rotte, lussazioni, broncopolmoniti e
pleuriti, ulcere dello stomaco, perforazioni
e occlusioni intestinali, tumori, questi erano
i verdetti che quel medico cacciatore
d’ombre rilasciava ai suoi pochi pazienti.
Era il massimo della tecnologia medica
di allora, ma veniva snobbata da molti
medici, che allora non si rendevano conto
delle potenzialità della Radiologia, non
sapevano che di li a poco non avrebbero
potuto farne a meno.
Si specializzò a Bologna nel 1954, in
Sardegna non era ancora possibile. Se i
medici erano pochi, i radiologi in Sardegna
nei primi anni 50’ erano ancora meno. Si
contavano sulle dita di una mano.
Renato avrebbe potuto lavorare e stabilirsi
ovunque avesse voluto: Bologna, Roma,
Cagliari.
Scelse invece di nuovo l’Ogliastra e nel
1955 aprì un piccolo studio radiologico
prima a Tortoli e poi a Lanusei.
Una scelta a dir poco azzardata, voleva dire
rinunciare alla carriera, a lauti guadagni,
al successo professionale e al prestigio
sociale, traguardi che solo la città era in
grado di assicurare.
Una pazzia direbbero i benpensanti ed i
23
saggi, voler fare il Radiologo in una Ogliastra che usciva dalle nebbie del Medioevo.
Una follia grande almeno come quella di
fondare un centro di ricerca genetica di
livello mondiale a Lanusei.
Renato scelse di fare il Radiologo nella
sua terra. Allora non sapeva che stava
lasciando tracce profonde sul terreno. Le
stesse orme erano ancora visibili dopo
cinquanta anni, quando suo figlio Giuseppe
le seguì tornando dall’ America per fare il
genetista in Ogliastra.
Soyez réalistes, demandez l’impossibile urlava uno slogan del ‘68
SPIKENERGY
SPIKENERGYSPIKENERGY
elettromagnetotherapy
elettromagnetotherapy
Indossa il
Indossa il
elettromagnetotherapy
Indossa il
Benessere Benessere
Benessere
La prima linea di dispositivi
La prima linea di dispositivi
da indossare coadiuvanti nella
da indossare coadiuvanti nella
terapia del dolore,
terapia del dolore,
dell’infiammazione
dell’infiammazione
e dell’edema
e dell’edema
sia acuto che cronico
sia acuto che cronico
La prima linea di dispositivi
da indossare coadiuvanti nella
terapia del dolore,
dell’infiammazione
e dell’edema
sia acuto che cronico
(In fisiatria, medicina
dello sport,
ortopedia,
traumatologia
e reumatologia)
(In fisiatria, medicina
dello sport,
ortopedia,
traumatologia
e reumatologia)
(In fisiatria, medicina
dello sport,
ortopedia,
traumatologia
e reumatologia)
Tessuto terapeutico
Tessuto terapeutico
Tessuto terapeutico
innovativo indicato
innovativo indicato
innovativo indicato
in tutte le sindromi
in tutte le sindromi
in tutte le sindromi
sostenute da
sostenute da
sostenute da
infiammazione,
infiammazione,
infiammazione,
edema e dolore in fisiatria,
edema e dolore in fisiatria,
edema e dolore in fisiatria,
ortopedia, traumatologia,ortopedia, traumatologia,
ortopedia, traumatologia,
Reumatologia e Medicina dello sport
Reumatologia e Medicina dello
Reumatologia
sport
e Medicina dello sport
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francese.
Sognarono entrambi quello che sembrava
impossibile, e lo realizzarono.
E’ un privilegio avere assistito da vicino
a queste storie, è un privilegio poterle
raccontare. Saudade direbbero in Brasile,
nostalgia. Forse, ma io penso a motivazioni più logiche e razionali. Scelte di vita
basate sulla qualità di vita. Perchè vivere
in Ogliastra non è rinuncia o sacrificio, è
un privilegio. Vuol dire metter su casa nel
posto più bello del mondo, innestare una
nuova famiglia sulle radici e sul tronco dei
clan già esistenti, far crescere i figli tra i
boschi più antichi del mediterraneo, a
picco sul mare più turchese e affascinante
del mondo.
Un buon posto per coltivare amicizie vere,
passioni come la caccia e la pesca, l’agricoltura.
Renato era un uomo che piantava alberi.
Creativo, anche nel senso di creare una
grande famiglia, piantare vigne e agrumeti, far crescere figli, aranci, olivi, ciliegi.
Si, mi piace pensare a lui come un uomo
che piantava alberi. Lo ha fatto fino agli
ultimi giorni di vita. Perchè credeva nella
famiglia, nel lavoro. Nella terra e nel futuro.
Nel 1956 partecipò da protagonista a un
impresa storica, sicuramente la più importante del novecento per la piccola grande
storia del nostro territorio: far nascere un
ospedale in Ogliastra.
Fondamentale, nella storia del Novecento
Ogliastrino, almeno quanto la eradicazione
della malaria e la istituzione delle scuole
superiori. E in quella dell’ Ottocento come
la costruzione della ferrovia, della strada
orientale sarda, l’arrivo dei Salesiani e
del Vescovo.
Più ancora rispetto agli altri eventi, la
creazione dell’ ospedale vide protagonisti
molti ogliastrini e sardi, non solo comparse
o comprimari.
Ecco, Renato fu un protagonista di quella
bella storia.
L’ospedale era piccolo, ma gestito e organizzato sapientemente e con polso fermo dalle
Suore Mercedarie. Sobrio ed essenziale,
un unico vezzo, un tocco di marmo rosa
nelle scale ed all’ingresso. Sempre tirato a
lucido e immacolato. I reparti erano quelli
essenziali, salvavita, direi.
I medici, uno per reparto, in genere. La
chirurgia, animata da Mino Spanu prima
e da Ignazio D’Aquila poi. La Medicina,
rappresentata dal dott. Fancello. La Radiologia, impersonificata per trenta e più
anni da Renato Pilia. L’ Anestesia, retta
dal dott. Pistis. Poi vennero il laboratorio,
l’ostetricia e via via tutti gli altri reparti.
Un team di professionisti di grande valore
scientifico ed umano portò in pochi anni
l’Ogliastra fuori dal medioevo sanitario.
Di colpo si spensero i fuochi sotto i pentoloni di acqua bollente nelle cucine delle
partorienti.
Un mal di pancia e l’eventualità di una
appendicite, di una occlusione intestinale,
di una peritonite, cessarono di essere un
dramma, la distanza dalla più vicina sala
operatoria non si misurò più in giorni ma
in ore e minuti.
Una broncopolmonite o una frattura potevano finalmente essere diagnosticate
e curate in Ogliastra.
Mettiamoci dalla parte di un genitore,
il bambino con il mal di pancia. Pianto.
Rimedi della nonna, coccole della mamma. Il bambino è sofferente. E’ notte,
disturbare il medico del paese? No, no,
poi, il pianto aumenta di intensità, ti entra
dritto al cuore.
Chiami il medico. Che arriva. Con la sua
borsa e la sua scienza. Prende in carico
la sofferenza del bambino e la preoccupazione della famiglia. Visita con attenzione quel bambino che si lamenta per il
mal di pancia e scotta per la febbre. Tutti
lo guardano ansiosamente. Il verdetto?
Forse una appendicite. Facciamo questa
cura e vediamo domani. Nella mente del
medico e dei genitori si fa strada la stessa
domanda. E se fosse da operare che faccio?
Non possiedo una automobile, la corriera
parte alle cinque di mattina e arriva a
Cagliari a mezzogiorno. Lo faccio salire su
quella corriera? Il tassì per Nuoro passerà
a Correboi in questa stagione? E se aspetto
domani, non sarà troppo tardi?
Vivere a un giorno di distanza da una sala
operatoria, da una sala parto, da una sala
radiologica, vuol dire rischiare ogni giorno
la propria vita e quella della propria famiglia. Vuol dire vivere un secolo in ritardo
rispetto al resto della Sardegna. Vuol dire
che io e la mia famiglia andiamo ad abitare
a Cagliari. Scelta obbligata.
Ecco quel piccolo ospedale sospeso tra
le montagne e il mare permise a tanti
ogliastrini di nascere e crescere nella loro
terra, se ne avevano voglia.
Prima di tutto. Poi salvò migliaia di vite
umane. Curò migliaia di pazienti. Ogni
anno li curava un po’ meglio. Ogni anno
cresceva, aumentavano qualità e servizi.
Cresceva perché tutta la popolazione lo
considerava importante e strategico per
il territorio, poteva crescere perché Renato
e tanti medici e tanti infermieri avevano
fatto un giorno la scelta di tornare a vivere
e lavorare in Ogliastra.
Democristiano di sinistra, si occupò di
politica senza mai volere diventare un
politico. Direttore sanitario, fu sindaco di
Lanusei negli anni settanta. Non cercava
il potere ma lo esercitava in modo severo
e responsabile ma imparziale. Come un
buon padre di famiglia.
Ecco, fu anche un grande padre di famiglia,
burbero, ma in fondo dolcissimo.
E, siccome al fianco di un uomo importante
esiste sempre una grande donna, nel 1955
Renato sposò Anna, quella ragazza affascinante incontrata in via Dante a Cagliari,
con lei creò una famiglia di otto figli e, fino
ad oggi, dodici nipoti.
Ma questa è, appunto, una altra storia.
Bruno Pilia
STUDIO SPECIALISTICO
RADIOLOGIA
ECOGRAFIA
Dottor Renato Pilia sas
Radiologia generale
Radiologia dentale
Mammografia
Ecografia mammaria
Ecografia generale
Ecografia muscolo-scheletrica
Risonanza magnetica articolare
(eccetto spalla ed anca)
LANUSEI:
dal Lunedì al Venerdì 8-12
TORTOLÌ:
dal Lunedì al Venerdì 8-18 (Orario continuato)
LANUSEI - Via Marconi, 82 - Tel. 0782 42 324
TORTOLÌ - Via Coghinas - Tel. 0782 622 192
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Oltre la Medicina
25
Astrologia
Il movimento degli astri decide per noi
Il fascino del cielo stellato! Un
fascino misterioso che sonde
interplanetarie, giganteschi e
sofisticatissimi telescopi, continue scoperte astronomiche
non hanno sminuito. Se ancora
oggi stare con il naso all’insù ad
osservare gli astri suscita una
incredibile seduzione, migliaia di
anni fa tali sensazioni dovevano
essere certamente più intense.
Per quelle lontane genti quei
tremolanti e infiniti punti luminosi dovevano essere ancor più
sorgente di straordinari e arcani
messaggi. Da quella curiosa osservazione del cielo ebbe inizio
l’astrologia.
Una prima valutazione stabilì
che nel firmamento vi erano
stelle che erano più luminose
di altre e che si muovevano indipendentemente dalle altre.
Tali particolarità portarono quei
primi osservatori a concludere
che quegli astri fossero degli dei
e così furono chiamati: Mercurio,
Venere, Marte, Giove e Saturno.
Oggi sappiamo che si trattava
dei pianeti e solo pochi secoli fa
ne vennero scoperti altri: Urano,
Nettuno e Plutone.
Astronomia e astrologia
Inizialmente si riteneva valida
la teoria geocentrica: tutti gli
astri ruotavano intorno alla terra.
Solo nel 1590 Niccolò Copernico,
un astronomo polacco, intuì la
teoria eliocentrica che vede il
sole al centro dell’universo. Tali
osservazioni appartengono appunto all’astronomia che studia
gli aspetti scientifici dell’universo
per accrescerne la conoscenza, inPersonificazione dell'astrologia - Guercino
vece l’astrologia ha sviluppato nel
tempo gli influssi che le stelle e i
pianeti, con le loro orbite, hanno
sulla vita dell’uomo. Proprio a
partire dalla rivoluzione copernicana le due discipline si sono
sviluppate su campi differenti.
L’astrologia occidentale, come
pure quella vedica o indiana, è
erede di quella babilonese, sviluppatasi all’incirca nel 3.000
a.c., ma esistono anche l’astrologia cinese e quella maya, a
dimostrazione del grandissimo
interesse mostrato nei confronti degli astri dai diversi popoli.
Dall’area mesopotamica è stata
poi tramandata a noi tramite i
greci e i romani.
I simboli dello zodiaco
I simboli dello zodiaco nascono
nel tardo Egitto quando, ad una
particolare attività di un gruppo
di stelle, viene associato un geroglifico che può rappresentare
un animale (Ariete,Toro, Granchio, Leone, Scorpione, Pesci), un
personaggio umano o fantastico
(Gemelli, Vergine, Sagittario, Capricorno) o infine degli oggetti
(Bilancia, Acquario).
Secondo l’astrologia l’uomo, nel
corso della sua esistenza, subisce influssi legati all’ereditarietà
I SOLSTIZI
I due solstizi, solstizio d’estate e
solstizio d’inverno, distano tra loro
circa 6 mesi e indicano il giorno in
cui sia l’emisfero nord che quello
sud della Terra ricevono rispettivamente il minimo e il massimo
irraggiamento solare nel corso
dell’anno; infatti nel primo caso si
hanno il maggior numero d’ore di
luce rispetto a quelle di buio e nel
secondo caso viceversa. Invece gli
equinozi sono i momenti dell’anno
che indicano che la durata del giorno
e della notte sono uguali in tutti i
punti del pianeta, per cui vi sono
12 ore di luce e 12 di buio.
e all’ambiente, ma anche alla
particolare posizione del sistema
solare al momento della sua venuta al mondo. I pianeti, secondo
le convinzioni astrologiche, sono
delle forze vitali che si modificano
a seconda della posizione che
assumono nello zodiaco e ognuno
di essi determina delle particolarità a carico del comportamento,
dei sentimenti e delle capacità
dell’individuo su cui operano la
loro influenza.
Gli elementi
fondamentali
Ma gli stessi pianeti vanno inseriti
all’interno dello zodiaco e degli
elementi fondamentali dell’universo che sono il fuoco, l’aria,
l’acqua e la terra. La personalità
di ogni individuo e anche gli avvenimenti che segneranno la sua
esistenza, sarebbero determinati
proprio dalla posizione e dai rapporti che gli elementi, i segni e
i pianeti avranno al momento
della sua nascita. L’influsso che
l’elemento vitale ha sulla persona
ne determinerebbe l’enfasi, cioè
il suo temperamento, i tratti fondamentali della sua personalità.
I quattro settori
dello zodiaco
Nella tradizione occidentale lo
Ogliastra Sanità
Oltre la Medicina
26
Zodiaco è diviso in quattro settori
corrispondenti ai due equinozi e
ai due solstizi, tali settori sono poi
divisi in tre parti e si formano così
i dodici segni di cui il primo, per
tradizione, è considerato l’ariete.
I settori sono poi legati ai 4 elementi:
Fuoco (Ariete - Leone - Sagittario) persone dotate di ingegno
e creatività
Terra (Toro - Vergine - Capricorno)
risorse e ricchezze materiali
Aria (Gemelli - Bilancia - Acquario) capacità intellettive e
di comunicazione
Acqua (Cancro - Scorpione - Pesci) fantasia e capacità di amare.
A loro volta i quattro elementi si
dividono in maschili o estroversi
e femminili o introversi.
Ognuno dei quattro elementi subisce infine una classificazione di
“qualità” e i relativi segni possono
essere cardinali, fissi o mobili.
Il parere della scienza
Anche nei nostri tempi, impron-
riviste specializzate, rubriche televisive dedicate e anche nei vari
quotidiani non manca l’oroscopo
tati a criteri scientifici e razionali,
l’astrologia ha grande seguito.
Esistono numerose e seguitissime
del giorno. La maggior parte delle
persone è convinta di possedere
un barlume di convinzioni e cono-
scenze astrologiche: “Di che segno
sei?” è certamente una delle domande più frequenti durante gli
approcci e i discorsi in occasione
di una nuova conoscenza.
Le comunità scientifiche considerano l’astrologia una pseudoscienza la cui efficacia non è
dimostrata, né dimostrabile e la
considerano legata ad antiche
superstizioni. Ma il giudizio negativo non è solo moderno dal
momento che nell’antica cultura
ellenistica molte voci si erano
levate contro tale arte divinatoria.
Avvalora tale posizione avversa la
tassa che venne imposta in quei
tempi ad Alessandria d’Egitto
contro i compensi percepiti dagli
astrologi: si chiamava Blakennomion che, tradotto dal greco
significa “tassa sulla stupidità”.
CENTRALINO
0782 490.211
DIREZIONE GENERALE
Via Piscinas, 5
OSPEDALE di LANUSEI
Direzione Sanitaria . .
Ufficio Ticket . . . . .
Cartelle Cliniche . . .
Pronto Soccorso . . .
Medicina . . . . . . .
Pediatria . . . . . . .
Cardiologia . . . . . .
Chirurgia . . . . . . .
Ortopedia . . . . . .
Ostetricia - Ginecologia
Rianimazione . . . . .
Radiologia . . . . . .
Laboratorio Analisi . .
Fisiatria . . . . . . .
Centro Trasfusionale .
Nefrologia e Dialisi . .
Diabetologia . . . . .
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DIPARTIMENTO di PREVENZIONE - Lanusei
Igiene Pubblica
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Igiene degli Alimenti . . . . . . .
Igiene Urbanistica . . . . . . . .
Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro
Servizio Veterinario . . . . . . .
C. Screening Oncologico . . . . .
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0782
0782
0782
0782
0782
0782
0782
0782
0782
490.360
490.208
490.304
490.230
490.228
490.223
490.236
490.216
490.291
490.217
490.287
490.283
490.206
490.275
42.002
41.370
490.261
. 0782 470.453/4
. 0782 470.435/6
. 0782 470.441/21
. 0782
624.960
. 0782 470.430/1
. 0782
470.436
1533
DIPARTIMENTO DIAGNOSTICO - CURA e RIABILITAZIONE - Lanusei
Poliambulatorio . . . . .
Medicina di Base . . . . .
Commissione Invalidi Civili
Consultorio Familiare . . .
Neuropsichiatria Infantile .
Servizio Dipendenze . . .
Assistenza Farmaceutica. .
Centro Salute Mentale . .
Casa Famiglia . . . . . .
0782 490.576
Centro Unico
Prenotazioni
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DIPARTIMENTO di PREVENZIONE - Tortolì
Igiene Pubblica . . . . . . . . . .
Igiene Alimenti . . . . . . . . . .
Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro
Servizio Veterinario . . . . . . . .
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0782
41.770
0782 470.403/6
0782 470.424
0782 480.901
0782 480.898
0782 480.899
0782 470.439
0782 482.064
0782 482.006
.
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0782
0782
0782
0782
624.673
623.387
624.960
622.581
DIPARTIMENTO DIAGNOSTICO - CURA e RIABILITAZIONE - Tortolì
Poliambulatorio . . . . . . . .
Medicina di Base - Accettazione .
Distretto Sanitario . . . . . . .
Commissione Invalidi Civili . . .
Servizio Dipendenze . . . . . .
Servizio Dialisi . . . . . . . . .
Consultorio Familiare . . . . . .
Centro Igiene Mentale . . . . .
Ufficio URP/PUA . . . . . . . .
R.S.A. Ogliastra . . . . . . . . .
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0782
600.300
0782 600.301/2/3
0782
622.395
624.840
0782
624.725
0782
0782
600.316
0782
624.350
0782
624.569
0782 600.313/315
664.042
0782
UFFICI AMMINISTRATIVI
0782 490.599
DIPARTIMENTO di PREVENZIONE - Jerzu
Igiene Pubblica . . . . . . . . . . . . . . . . 0782
Servizio Veterinario . . . . . . . . . . . . . . 0782
71.229
71.255
DIPARTIMENTO DIAGNOSTICO - CURA e RIABILITAZIONE - Jerzu
Poliambulatorio . . . . . . . . . . . . . . . 0782
Igiene Pubblica . . . . . . . . . . . . . . . . 0782
GUARDIA MEDICA
Bari Sardo . . . .
Baunei . . . . . .
Gairo S. Elena . . .
Jerzu . . . . . . .
Lanusei . . . . .
Pardasdefogu . .
Seui . . . . . . .
Talana . . . . . .
Tertenia . . . . .
Tortolì . . . . . .
Villagrande Strisaili
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0782
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0782
0782
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0782
0782
0782
0782
71.152
71.229
29.478
610.652
73.568
70.170
490.215
94.540
54.642
646.698
93.952
667.072
32.327
GUARDIA TURISTICA
Tortolì . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0782 623.532
Santa Maria Navarrese . . . . . . . . . . . . 0782 615.010
Bari Sardo - Torre di Barì . . . . . . . . . . . . 0782 28.112
www.asllanusei.it
affarigenerali@asllanusei.it
segreteria.direzionegenerale@asllanusei.it
Ogliastra Sanità
Periodico a cura di Mano Tesa Ogliastra
27
Una nuova sfida
Mano Tesa Ogliastra ha spesso lanciato dalle sue pagine l’invito ad effettuare con costanza una adeguata attività fisica utile a
tenere in salute il proprio sistema cardio-vascolare ma anche, come ribadito più volte, ad allontanare la comparsa della malattia
tumorale. Con questo nuovo grande impegno l’associazione Mano Tesa vuole calare sul pratico i propri inviti dando l’opportunità
a tante persone di aderire all’iniziativa effettuando una adeguata preparazione e partecipando ad una delle gare. Altra finalità
del progetto è quella di ottenere una importante risonanza, anche mediatica, affinché sempre più persone vengano a conoscenza
dell’associazione e, in caso di bisogno, possano attingere solidarietà, aiuto e conforto da tante persone disponibili ad offrirli.
Regolamento Mezza Maratona Ogliastra 2014
Mano Tesa Ogliastra, con l’approvazione della UISP, Unione Italiana
Sport per Tutti, organizza per domenica 14 settembre 2014 la
Prima Edizione della “Mezza
Maratona Ogliastra”, gara di
corsa su strada sulla distanza di Km.21,097, valevole come
campionato regionale individuale
e di società.
Partenza: Cardedu, Museddu - ore 9,30
Arrivo: Tortolì, Orrì
Tempo massimo: 3 ore
Sono altresì previste le altre seguenti gare:
10 Km (Competitiva e non competitiva)
Partenza: Bari Sardo, La Torre - ore
10,30
Arrivo: Tortolì, Orrì
Tempo massimo: 2 ore
5 Km (Non competitiva)
Partenza: Tortolì, Cea - ore 11,00
Arrivo: Tortolì, Orrì
Tempo massimo: ore 1,30
CRITERI DI PARTECIPAZIONE ALLE
GARE AGONISTICHE
Potranno partecipare alla Prima
Mezza Maratona Ogliastra e alla
10 Km agonistica i tesserati UISP, i
tesserati FIDAL e anche i non iscritti
ad alcuna società purché tutti:
• abbiano compiuto i 18 anni di
età entro il 14 Settembre 2014;
• siano in possesso di Certificato
di idoneità alla attività sportiva
agonistica per l’atletica leggera rilasciato da un centro di medicina
sportiva autorizzato, in corso di
validità al 14 settembre 2014; (I
certificati medici agonistici riportanti diciture quali corsa - marcia
- podismo - maratona - mezza
maratona - etc. non sono validi e
non sono ammessi certificati per
altre attività sportive o con diciture diverse da quella indicata);
• siano in regola con i documenti
di iscrizione.
Per quanto riguarda atleti non residenti in Italia possono partecipare
purché in possesso di:
• certificato medico secondo la
legge vigente nel proprio paese
con relativa “Health declaration”
• regolare iscrizione
CRITERI DI PARTECIPAZIONE ALLE
GARE NON AGONISTICHE
La partecipazione alla 10 km e alla 5
km non agonistiche è aperta a tutti.
I partecipanti di età inferiore ai 16
anni e di età superiore ai 65 anni
sono esentati dal pagare la quota
di partecipazione.
MODALITÀ D’ISCRIZIONE
Compilazione e consegna (diretta,
online o via Fax al n. 0782.77020)
del MODULO di ISCRIZIONE
Pagamento della QUOTA ISCRIZIONE che può essere eseguito con le
seguenti modalità:
• Vaglia postale : Associazione
Mano Tesa Ogliastra – Via Temo
snc - 08048 Tortolì
• Bonifico bancario: Associazione Mano Tesa Ogliastra - Banco di Sardegna - Tortolì - IBAN:
IT12U0101585390000065016183
• direttamente presso i seguenti
punti vendita:
Ogliastra:
Chiamare i numeri: 339 7111110
-347 3644357 - 346 6933715
Cagliari:
Soha Sardinia - Vico II Sulis 18 (di
fronte chiesa San Giacomo) - Tel.
070.664779
ELLECI Sport - Via Scano 49 - Tel.
070.303867
Oristano:
GIOCASPORT - Viale Repubblica,
39 - Tel. 0783 310681
Chiusura iscrizioni:
Sabato 13 settembre 2014 QUOTE DI ISCRIZIONE
€ 10 entro il 23/08/2014
€ 15 dal 24/8/2014 al 06/09/2014
€ 20 dal 06/09/2014 al 13/09/2014
E’ previsto il pranzo, presso la sala
ristorante del Camping Orrì, al costo
di 20 euro a persona (il menu, terra
e mare, consultabile sul sito www.
manotesaogliastra.it, prevede più
antipasti, due primi, arrosto, dolce e
bevande). Potranno partecipare solo
le persone che avranno anticipato
il costo del pranzo tassativamente
entro il 6.9.2014, fermo restando
il possibile esaurimento dei posti
disponibili.
LA QUOTA D’ISCRIZIONE
COMPRENDE I SEGUENTI SERVIZI:
• assistenza medica;
• assicurazione;
• premi gara (per gli atleti classificati al traguardo);
• pacco gara;
• pettorale di gara;
• servizio di cronometraggio;
• ristori e spugnaggi lungo il percorso;
• ristoro finale all’arrivo;
• deposito borse;
• docce;
• programma ufficiale e altri materiali informativi.
TEMPO LIMITE
Il tempo limite per concludere la
gara è fissato alle ore 12.30.
RITIRO BUSTA TECNICA E PACCO
GARA La busta tecnica contenente il pettorale potrà essere ritirata:
Sabato 13 settembre dalle ore 10.00
alle ore 20.00 e domenica 14 settembre 2014 dalle ore 7.00 alle ore
8.30 presso lo stand allestito nel
Camping Orrì a Tortolì situato nei
pressi dell’arrivo della gara.
Il ritiro potrà avvenire anche per
delega dietro presentazione della
lettera di iscrizione e di tutti i documenti richiesti nella stessa.
SERVIZIO DEPOSITO INDUMENTI I concorrenti potranno consegnare
i propri indumenti entro le ore 8.30
o presso lo stand appositamente
allestito dall’organizzazione nel
Camping Orrì di Tortolì oppure
presso l’area di partenza presso la
spiaggia di Museddu. L’organizzazione declina ogni responsabilità per
l’eventuale smarrimento di oggetti.
PARCHEGGI
Nelle zone direttamente adiacenti
alla partenza e all’arrivo sono presenti numerose aree gratuite di
parcheggio.
BUS NAVETTA
Sarà disponibile un bus navetta che
consentirà agli atleti di raggiungere
dal Camping Orri, sede dello stand
della manifestazione (segreteria informazioni - deposito bagagli) e
localizzato nei pressi dell’arrivo, la
sede della partenza delle varie gare.
PREMIAZIONI
Le premiazioni avverranno domenica 14 aprile 2014 alle ore 13,00 circa
presso il Camping Orrì. Gli atleti
saranno premiati nel rispetto delle
categorie previste dal regolamento
UISP.
Attenzione: i premi non consegnati
non saranno spediti a casa. In caso
di mancato
ritiro ai vincitori non
Cala Biriala
verrà data comunicazione né scritta
né verbale.
Cala Mariolu
MANCATA
PARTECIPAZIONE E
RIMBORSO DELLA QUOTA DI
ISCRIZIONE
In caso di mancata partecipazione
alla gara la quota d’iscrizione non
Capo Montesantu
sarà in nessun caso rimborsabile.
Cala Sisine
Verrà rimborsata la quota versata
per il pranzo se la disdetta avverrà
entro il 6 Settembre 2014.
FOTOGRAFIE DEI PARTECIPANTI Servizio fotografico curato da Foto
2000
INFO HOTEL
L’elenco degli hotel convenzionati
può essere consultato sul sito ufficiale della manifestazione: www.
manotesaogliastra.it
Con l‛Associazione Mano Tesa Ogliastra
corri lungo una delle coste più belle d‛Italia
AVVERTENZE FINALI
L’Organizzazione si riserva di modificare il presente regolamento
in qualunque momento ai fini di
garantire una migliore organizzazione della gara. DIRITTO D'IMMAGINE
Con l’iscrizione alla prima Mezza
Maratona Ogliastra, l’atleta autorizza
espressamente l’Organizzazione,
unitamente a sponsor e media
partner, all’acquisizione del diritto
di utilizzare le immagini fisse o in
movimento sulle quali potrà apparire, su tutti i supporti, compresi i
materiali promozionali e/o pubblicitari, in tutto il mondo e per il tempo
massimo previsto dalle leggi, dai
regolamenti e dai trattati in vigore,
compresa eventuale proroga che
potrà essere apportata al periodo
previsto.
INFORMAZIONI
www.manotesaogliastra.it
email: mano.tesa.ogliastra@alice.it 339 7111110 - 347 3644357
con l’approvazione di
Ogliastra Sanità
Periodico di Mano Tesa Ogliastra
Isolotto d’Ogliastra
Lido delle Rose
Anno VIII - Numero 23 - Maggio 2014
Gara valida per il Campionato Regionale UISP
PERCORSO
A
Editore
Associazione di Volontariato
Mano Tesa Ogliastra
Lido di Orrì
P
5
Autorizzazione Tribunale di Lanusei
N. 3706 del 3 Ottobre 2006
Spedizione in Abbonamento Postale
45% art. 2 comma 20/b legge 662/96
Filiale di Lanusei
Direttore Responsabile
Daniela Usai
Cea
Capo Redattore
Natalino Meloni
P
Comitato di Redazione
Paola Contu
Marilena Lara
Tonino Loi
Cirillo Mameli
Severina Mascia
Laura Meloni
Gianfranco Pittau
10
Torre di Barì
P
21,097
Marina di Cardedu
Partenze:
km 21,097 ore 9.30
km 10,00 (competitiva e non comp.) ore 10.30
km 5,00 (non competitiva) ore 11.00
Regolamento:
Coccorrocci
www.manotesaogliastra.it
Capo Sferracavallo
Mezza Maratona Ogliastra
Info e Iscrizioni:
Marina di Sarrala
mail: mano.tesa.ogliastra@alice.it
339 7111110 - 347 3644357 - 346 6933715
Cagliari: SOHA Sardinia - Vico II Sulis 18 - Tel. 070 664779
ELLECI Sport - Via Scano 49 - Tel. 070 303867
Oristano: GIOCASPORT - Viale Repubblica 39 - Tel. 0783 310681
Marina di Tertenia
Portu Santoru
DOMENICA
GRAFICHE PILIA - Tortolì
14 SETTEMBRE 2014
Redazione
Via Temo, sn Tortolì
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