n. 106 Gennaio 2015 mensile di informazione in distribuzione gratuita Il Duomo: prestigioso pannello pubblicitario oltraggiare questo Duomo Padre Abele Conigli il cibo nell’arte pag. 7 pag. 12 pag. 24 Redazionale I.T.C. Pascal-Comi OPEN DAY - per trarne un’indicazione di qualità sull’offerta formativa delle scuole da cui essi provengono. I risultati universitari (esami, voti, crediti) riflettono e danno informazioni anche sulla qualità delle “basi” formative, la bontà del metodo di studio e l’utilità dei suggerimenti orientativi acquisiti presso le scuole secondarie. In altre parole, i risultati universitari ci permettono di formulare un giudizio sulla qualità delle scuole secondarie superiori sulla base R di informazioni che provengono da enti – gli atenei – che sono “terzi” rispetto alle scuole stesse, cioè imparziali, ma al tempo ecentemente la Fondazione Giovanni Agnelli ha stesso molto interessati alla qualità delle competenze e delle pubblicato una classifica delle scuole superiori italiane conoscenze degli studenti.” Analizzando i punteggi assegna- secondo la quale l’Istituto Tecnico Commerciale “Pa- ti dalla Fondazione Giovanni Agnelli alle scuole superiori scal-Comi” di Teramo risulta al 1° posto in Abruzzo tra gli istituti abruzzesi, si può constatare che l’Istituto Tecnico Commer- tecnici del settore economico per la capacità di preparare i propri ciale “Pascal-Comi” di Teramo risulta al 1° posto in Abruzzo diplomati agli studi universitari. tra gli istituti tecnici del settore economico con indice FGA Il 27 novembre 2014 la Fondazione Giovanni Agnelli ha presenta- pari a 57,55. Inoltre, in provincia di Teramo, il “Pascal-Comi” pri- to il nuovo portale Eduscopio.it al fine di aiutare gli studenti delle meggia anche rispetto agli istituti tecnici del settore tecnologico. scuole medie inferiori e le loro famiglie a scegliere la scuola su- Per visionare i punteggi assegnati alle scuole superiori abruzzesi periore alla quale iscriversi. In proposito nel sito della Fondazione e per ulteriori informazioni, visitare i siti: http://cf.datawrapper.de/ http://www.fga.it/news/tutte-le-news/dettaglio/article/522. MUEw9/1/, www.fga.it e www.eduscopio.it html#.VJCefWf... si legge testualmente: “Entro poche settimane mezzo milione di studenti e le loro famiglie in Italia dovranno Nell’ambito delle attività di Orientamento l’Istituto ha previsto c/o scegliere a quale scuola superiore iscriversi. Per una ragazza o la sede centrale un Open Day: un ragazzo è la prima grande scelta della sua vita, un momen- Sabato 31 Gennaio 2015 to importante e per molti aspetti decisivo per il suo futuro. Per dalle ore 16,00 alle ore 19,00 aiutarli a scegliere la scuola migliore per ciascuno di essi, la per presentare l’Offerta Formativa per l’anno 2015/16 a genitori Fondazione Giovanni Agnelli ha creato un nuovo strumento, Edu- ed alunni delle terze medie, che devono effettuare l’iscrizione scopio.it. È un sito web a disposizione di tutti, gratuito e utile non c/o una scuola media superiore. solo per gli studenti e le loro famiglie, ma anche per i docenti e i Inoltre i docenti dell’Istituto saranno a disposizione per far visitare dirigenti scolastici, che permette di confrontare le scuole italiane, a chi interverrà: laboratori di Informatica, laboratori di lingue, a partire dal modo in cui hanno preparato i loro diplomati per il laboratori di Scienze, Fisica, Chimica, aule speciali, palestra, percorso universitario.” Le scuole superiori italiane sono state auditorium. confrontate sulla base della media dei voti conseguiti agli esami universitari e della percentuale degli esami superati dai propri diplomati mediante l’indice FGA (all’università è importante non solo superare gli esami nei tempi previsti, ma anche farlo bene, ossia con buoni voti) . Il suddetto indice mette insieme i due aspetti, dando lo stesso peso alla media dei voti e alla percentuale degli esami superati (50-50). Nella descrizione del progetto “Eduscopio”, la Fondazione Giovanni Agnelli fa presente quanto segue: “Molto spesso ci si rende conto del reale valore dell’istruzione ricevuta a scuola quando ci si trova davanti alla complessità di un esame universitario o di una mansione da svolgere sul lavoro. Non a caso, tra le missioni fondamentali dell’istruzione secondaria, vi è quella di creare le condizioni per le quali gli studenti possano intraprendere con successo il passo successivo nelle loro traiettorie di vita. L’idea di fondo del progetto “Eduscopio” è proprio quella di valutare uno degli esiti successivi della formazione secondaria - i risultati universitari degli studenti ISTITUTO TECNICO STATALE COMMERCIALE “P A S C A L – C O M I” TERAMO Sede Centrale Via Bafile n. 39 – Sede Viale Bovio, n° 6 Sezione Staccata Via Poliseo De Angelis, n° 30 Montorio al Vomano SOMMARIO n. 106 3 Sordi e badanti non vogliono più la Rai 4 Democrazia, aristocrazia, oligarchia 7 Com’è dolce oltraggiare questo Duomo 8 Tutto sul flop di Capodanno 10 Musica 12 Padre Abele Conigli 14 A Teramo le opere d’arte le teniamo nascoste! 16 Una password per lo scuolamat 17 Rei d’inconsistenza 18 Il libro del mese 20 Dura Lex sed Lex 21 Lettera al Sindaco di Teramo 22 Cinema 24 25 Dal ‘600 a de Chirico a Warhol, il cibo nell’arte L’Oggetto del desiderio l’Editoriale Sordi e badanti non vogliono più la Rai N di Mimmo Attanasii to gli inserzionisti pubblicitari che all’idea di una tv davvero pubblica, come capita in Inghilterra, dove non c’è pubblicità, o in Germania e Francia, che è limitata a venti minuti al giorno fino alle otto di sera, non saprebbero più dove attraccare i loro 12 metri. Forse l’unica categoria che sa- essuno vuole fare a meno della Rai: i rebbe davvero felice della scomparsa di mamma politici perché possono continuare a Rai, assieme chiaramente a Berlusconi che ci perpetrare la loro malata influenza su prova da decadi, sono proprio i sordi, o meglio una parte sempre meno cospicua dell’universo gli abbonati con disabilità uditiva. Lamentano massmediologico del XXI secolo; i telespettatori che nei tanti canali digitali a disposizione non si ormai drogati e rincitrulliti da fiction, Uno matti- garantiscano spazi per la sottotitolazione che na e partite di calcio inutili di Coppa Italia ormai non sono attivi nemmeno nei servizi on line. per pochi intimi; gli artisti (o presunti tali) che E poi ci sono le badanti. Sì, le badanti, avete da mamma Rai anche in tempi di crisi riescono capito bene. La Federconsumatori di Udine ha ancora a mungerla; i catatonici che davanti ad infatti segnalato il caso di lettere che sono state uno schermo inespressivo conciliano il loro stato inviate da Viale Mazzini proprio a loro perché pa- di sonno e ripetizioni inutili, come Rambo XXXII gassero il canone Tv. “È acclarato che esiste già un cittadino che paga il canone e cioè la persona 25 Note linguistiche o Rocky XXI. Non vogliono fare a meno della Rai 26 Santa Maria de Praedis a Castagneto tv nemmeno quelle starlette di dubbio gusto che assistita - spiega Vanni Ferrari - e chiaramente di solo in quegli studi riescono ancora a meraviglia- quel televisore usufruisce la stessa badante. La 28 Calcio re il popolino con una sbadata perdita di tette Rai sostiene che l’imposta è legata al possesso 29 Elezioni regionali in diretta tv: Veronica Maya ci ha provato ma le e che lei non fa parte di quel nucleo familiare. 30 Pallamano ultime notizie la danno in partenza in Albania, ad Questa è una persecuzione burocratica”. Infine Agon Tv, lì la sorpresa sarà ancora più genuina e il cavallo. Discorso a parte merita la scultura spontanea e tutti capiranno meglio il suo talento. dell’artista siciliano Francesco Messina. È lì dal è possibile scaricare il pdf di questo e degli altri numeri dal sito web www.teramani.info scriveteci a dimmitutto@teramani.info Direttore Responsabile: Biagio Trimarelli Redattore Capo: Maurizio Di Biagio Hanno collaborato: Mimmo Attanasii, Maurizio Carbone, Maria Gabriella Del Papa, Maurizio Di Biagio, Maria Gabriella Di Flaviano, Carmine Goderecci, Maria Cristina Marroni, Silvio Paolini Merlo, Antonio Parnanzone, Leonardo Persia, Sergio Scacchia, Rossella Scandurra. Gli articoli firmati sono da intendersi come libera espressione di chi scrive e non impegnano in alcun modo né la Redazione né l’Editore. Non è consentita la riproduzione, anche solo parziale, sia degli articoli che delle foto. Impaginazione: Imago Comunicazione Periodico Edito da “Teramani”, di Marisa Di Marco Via Paladini, 41 - 64100 - Teramo - Tel 0861.250930 per l’Associazione Culturale Project S. Gabriele Organo Ufficiale di informazione dell’Associazione Culturale Project S. Gabriele Via Paladini, 41 - 64100 - Teramo - Tel 0861.250930 Registro stampa Tribunale di Teramo n. 1/04 del 8.1.2004 Stampa: Gruppo Stampa Adriatico Per la pubblicità: Tel. 0861 250930 347.4338004 - 333.8298738 Teramani è distribuito in proprio Non lo vuole il premier 1966 e ne ha viste tante in Renzi che non vede l’ora di quel palazzo. “Crediamo far confluire il pagamento soltanto a ciò che vediamo. del canone tv sulla bolletta Perciò, da quando c’è la te- dell’Enel. Scacciano l’idea levisione, crediamo a tutto”. come si fa con un appesta- Firmato: il cavallo. 3 di 4 n.106 Politica Democrazia, aristocrazia, oligarchia Dalle speranze tradite alla nuova identità europea di una nazione T Silvio Paolini Merlo dimmitutto@teramani.info un gioco al massacro permanente, a temere un calo di credibilità e per conseguenza di audience, inducendo a ergere nuovi invisibili muri tra le persone e le istituzioni. Che l’Italia oggi sia in Europa è un bene, ma questo in fondo va taciuto. Che abbia molta più credibilità internazionale è un bene, ma ci si continua a lamentare che oggi paghiamo più tasse di ieri. Ma delle due l’una. Perché dinanzi alla povertà assoluta di enormi masse di gente del terzo e quarto mondo, a fenomeni come le ricorrenti recrudescenze degli integralismi islamici si dovrebbe dire a chiare lettere che a prevalere in futuro dovranno essere sempre più i valori della ragione kantiana, delle libertà universali dell’uomo introdotte dalla Francia illuminista, valori laici, senza credo religioso ma capaci di conciliare tutto, anche ciò che conciliabile non è. E cosa distanzi la fede di un musulmano da quella di un cristiano, e questa da quella di un buddhista, che forse molti non ricordano essere una religione atea, è tale da poter facilmente alimentare da una parte quanto l’altra forme di odio e di intolleranza. Chiaro allora che in una società priva di questi valori la democrazia non la si orno ancora una volta sul concetto di democrazia. Lo faccio possa esercitare discutendo, dialogando, dissentendo, contropro- conscio come sono che in questo meraviglioso concetto, e ponendo, ma pervenendo a compromessi temporanei e inconclu- nelle sue concrete possibilità di attuazione in un paese come denti, oppure distruggendo, condannando senza appello, lapidan- il nostro, con la storia che ha il nostro, considerata almeno do, crocifiggendo, negando tutto il negabile. E se il male è ovunque, dalle guerre di liberazione all’attuale fine delle tradizionali sovranità ognuno può farsi portatore di verità. Il che naturalmente finisce per nazionali, risieda la prima radice per comprendere il senso del no- giustificare tutto. Perché, ed è appunto questa la contraddizione di stro futuro e ogni possibilità di riscatto. fondo, capita che l’italiano sia un popo- Pare certo che se il nostro paese lo che sogna la rivoluzione, la invoca, avesse compreso cosa davvero sia la talvolta la professa, pur essendo per democrazia, e quale sia il prezzo che sua natura moderato e conservatore. ognuno di noi deve essere pronto a Senza cioè sapere nulla né di ciò che pagare per averla, forse non avrebbe essa è né di ciò che essa non è. Ed essa subìto tutto quanto gli è accaduto nella naturalmente, e puntualmente, non sua martoriata storia, e ancora in quella arriva. recente con l’ignominia del commissa- Dunque, da queste e dalle passate con- riamento di stato da parte dell’Europa, siderazioni, un aspetto mi pare essere avvenuto di fatto con il governo Monti. chiaro: democrazia non è il contrario E per venire a quello attuale, di gran di rivoluzione, ma non è neppure il lunga il migliore che ci potessimo contrario di aristocrazia. È il contrario augurare, e il migliore perché l’unico di oligarchia, che Aristotele indicava in grado di portarci sulla giusta strada, come una forma in sé perfettamente ci si è chiesti spesso se sia vero o democratica, quanto l’aristocrazia, ma meno che il premier Renzi sia uomo in cui chi viene scelto dal popolo non di sinistra piuttosto che di destra. Che agisce per tutelare il popolo ma per egli stia contribuendo a un generale garantire se stesso, in violazione delle ripensamento di entrambe le parti leggi. Democrazia è notoriamente, per politiche mi pare indubbio. Ma questo sua stessa definizione, un potere che non è forse un bene? Cosa sarà mai la si oppone all’accentramento. Ma è sinistra italiana futura senza una destra anche un sistema basato sulle deleghe degna di questo nome? Lamentarsi di e sulle rappresentanze. Se chi delega tutto quanto ci capiti è un nostro vizio antico perché, spiace dirlo, vuole che l’altro faccia l’interesse proprio e non quello dei più, è in tante occasioni l’ipocrisia offre enormi benefici. Si può passare certo che il delegato difficilmente seguirà le regole. Ciò tuttavia sopra a tutto, ma guai a chi parla bene di un capo di governo, guai comporta che un leaderismo democratico non è un controsenso, a mostrare fiducia, anche solo a delegarla per qualche tempo. Non e che non ha proprio nulla a che vedere con l’autoritarismo. Se per sta bene. Manifestare non dico ottimismo ma del sano realismo «leader» si intende infatti una figura altamente rappresentativa rende sospetti, almeno quanto disincentiva la stampa e i media, per il perseguimento di un progetto comune, essa vale sempre, ormai perversamente orientati a fare della libertà di espressione per quanto forte sia, in funzione antitotalitaria e partecipativa. Che questo alla sinistra vecchio stampo garanzia persino di quanto di più distante smo, la sterilità dei veti incrociati, in una sembri una blasfemia, e che per questo possa esserci dalla democrazia. parola l’immobilismo. Si è più volte stigma- abbia continuato ad autoflagellarsi come Potrei ripartire dal mio ultimo precedente tizzata la situazione della società italiana in preda a un istinto espiatorio, è cosa assunto, per cui ogni sistema democratico come una forma di «appiattimento verso che la dice lunga su quale sia il grado di è intrinsecamente emendabile mentre tut- il basso». Dimenticando spesso, temo, che arretratezza culturale del nostro sociali- ti gli altri lo sono meno o, come nel caso questo appiattimento è nato da un’esigen- smo. Se la democrazia intesa come uso delle rivoluzioni, non lo sono affatto. Se è za di allargamento della partecipazione antiautoritario e antidinastico del potere vero questo assunto, alla luce di quanto popolare alla cosa pubblica. Questa critica è un baluardo per i diritti di ognuno di avvenuto nell’era repubblicana del nostro tradisce in sé un’esigenza di combinare potersi esprimere, è al tempo stesso, paese, in Italia non vi è mai stata alcuna la democrazia con l’aristocrazia, o meglio e non può che essere, un principio di democrazia, o, se vi è stata, essa non ha di forgiare nel nostro paese una demo- buonsenso e di equilibrio. Tanto l’equilibrio mai saputo autoemendarsi e, al contrario, crazia dei pochi nell’interesse di tutti. Ma stabilito dai rapporti di forza e di controllo ha favorito il prolificare di corruzione e cos’è l’aristocrazia? In cosa si differenzia tra maggioranza e minoranze, quanto i spreco. La difficoltà attuali perciò, molto dalla democrazia? Come classe sociale diritti di una nazione e di una civiltà, vanno prima che finanziarie o macroeconomi- essa fu teorizzata e introdotta dalla civiltà anteposti ai diritti personali, all’individua- che, sono culturali. Noi dobbiamo oggi greca. Secondo il pensiero aristotelico lismo. Dinanzi a una democrazia di questo essere europei quando non siamo ancora quella aristocratica è una delle tre forme tipo, il diritto personale resosi privo di riusciti a essere italiani. Perché un conto «sane» di governo, assieme a monarchia realismo decade a comune egoismo, a pri- è amministrare, un altro tutto diverso è e politeia, mentre l’oligarchia ne è una degenerazione. Essa vilegio. Certo, come da sempre si è detto, la stabilisce che a gover- democrazia andrebbe nare debbano sempre forse indicata come essere i migliori, un la meno difettosa più principio difficilmente che come la miglior contestabile. E questi forma di governo in migliori sono i migliori assoluto. Ma cosa ha senz’altro, non tanto a che vedere la vita i migliori per censo reale degli uomini con ma coloro che sanno la perfezione dell’as- di più, che hanno soluto? Al contrario, maggiori capacità da proprio la democrazia mettere a disposizione è in sé la prova che degli altri. In Europa, nessuna età dell’oro di fatto, questa forma è stata e sarà mai di governo è stata per possibile. È la stranota lo più rappresentata faccenda dell’intrin- dalle monarchie. Essa seca debolezza della inoltre sancisce che non tutti possono democrazia rispetto a ogni altra forma di governo. Questa gestire. Ad amministrare dovrebbe essere praticare spontaneamente la forma di debolezza consiste nella sua ambiguità la politica, a gestire dovremmo essere noi governo migliore, ovvero dà per scontata per così dire costitutiva, che comporta, cittadini. E invece la politica italiana ha la natura corruttibile della maggioranza come abbiamo visto, un basare ogni cosa finito col gestire (la finanza, il mercato, le degli esseri umani. Da qui l’impossibilità di e ogni decisione sul dialogo e dunque aziende, l’istruzione e la ricerca, concorsi praticare la democrazia come pura demo- sulla convivenza tra esigenze diverse e e appalti) senza amministrare nulla. E crazia. Non è possibile trattare da uguali potenzialmente in conflitto. Pur nascen- questo perché il sistema delle deleghe cose che uguali non sono, o per positivo do per contrastarlo, ogni democrazia ha avuto nel nostro paese un’evoluzio- ciò che non lo è: ma questo è un principio perciò presuppone il conflitto. Tra le più ne perversa, del tipo «ti do mano libera, assai più delicato e certamente opinabile, celebri torsioni e illecite appropriazioni purché tu mi consenta di fare la stessa relativo per certi versi, tautologico per si potrebbe citare Lenin, il quale da fiero cosa». L’unica regola è stata quella di non altri. Resta il principio delle regole che, antidemocratico aveva per qualche tempo averne. Ma non è precisamente così che quelle sì, devono valere allo stesso modo parlato di una «dittatura democratica del funziona una società democratica, ovvero per tutti. Da qui l’esigenza che la demo- proletariato». Questo perché la democra- libera e aperta. crazia torni a farsi “aristocratica” senza zia è per sua stessa natura un principio La democrazia si oppone dunque anzi- decadere a elitarismo. inclusivo, senza confini, orizzontale e laico, tutto all’oligarchia, ovvero a una visione Allora vediamo meglio: la democrazia im- perciò stesso assai più vasto di tutti gli particolaristica del potere e della cultura, plica tutto, anche il suo contrario. Anarchia altri. Condizione di ogni valore al punto che blocca il cambiamento e garantisce in come aristocrazia, conservazione come da poter risultare paradossalmente come varia misura lo status quo ante, il favoriti- rivoluzione possono essere «democrati- 5 n.106 6 segue da pag. 5 n.106 che» pur non essendo, di per se stesse, democrazia. Ma allora siamo daccapo: solo un sistema democratico tutela ogni possibile esigenza del vivere collettivo. Dunque il percorso delle riforme non può venire interrotto, deve solo essere guidato nel miglior modo possibile. Se il senso di questa sfida viene visto, per via delle nostre antiche stimmate storiche, come male assoluto, come ritorno all’immagine di un popolo incapace di disfarsi del proprio padre padrone, allora questo significa non capire il senso della realtà. E la realtà è che in natura nulla cambia mai per salto, e tutto si rinnova spontaneamente secondo cicli periodici. A ridirlo in sintesi: le democrazie sono il potere dei più nell’interesse dei molti, la aristocrazie sono il potere dei migliori valutati come diritti universali. Ma se della parte e non del tutto. Alimenta nuo- nell’interesse dei molti, le rivoluzioni sono democrazia è equilibrio, questo equilibrio ve diseguaglianze e nuove burocrazie. Da un contropotere nell’interesse di alcuni non può essere indice di stagnazione. Al questo discende anche il rispetto per le a discapito di tutti gli altri, l’utopia un contrario essa è soprattutto cambiamen- decisioni della maggioranza al momen- governo che curi l’interesse di tutti senza to, e garanzia di cambiamento. Una demo- to di far passare provvedimenti e leggi. scontentare nessuno. crazia che non garantisce cambiamento, e Rispetto che non può essere garantito se Da ciò si vede che realizzare compiuta- non stimola la gente a un atteggiamento qualcuno, inclusi tanti benpensanti della mente una democrazia è prova della più critico, a rivedere proprie convinzioni più sinistra più dura e pura, continueranno a grande maturità e del più grande impegno. o meno di parte, non è vera democrazia. ragionare come se il paese fosse fermo Essa non nasce da sé, bisogna che nasca È invece oligarchia, potere di caste o di ancora al secondo dopoguerra, all’epoca nelle coscienze. Gandhi affermava che per logge, elitarismo delle minoranze. In questi della guerra fredda e delle stragi, come cambiare il mondo bisogna essere quel casi, per quanto ci si possa sforzare, chi se il paese non potesse che essere quello cambiamento. E infatti, non a caso, una ragiona in termini di tutela delle minoran- che è stato quando questi signori si sono democrazia comporta lievitazione delle ze più che di stabilità delle maggioranze intellettualmente formati e politicamente idee, raggiungimento delle soluzioni più non fa democrazia. Fa, obliquamente, collocati. giuste, la conquista dei diritti di ognuno elitarismo. Difende interessi corporativi, Se l’Italia non è cambiata, se le sue battaglie per la libertà non le ha completate, è precisamente perché ha funzionato poco, perché ha deciso poco. E se una democrazia non viene fatta funzionare vuol dire che c’è senza esserci. Perciò amare o violentare il proprio paese fa lo stesso, se prima di esso non si ama la sua democrazia. Ma come si è visto la democrazia non è un diritto, è un dovere. Non è un dato di fatto, è un problema che non si finirà mai di risolvere. La democrazia non si alimenta da sé, si alimentano invece le diseguaglianze, le corporazioni, i nepotismi, i clientelismi, le impunità mascherate da garantismo. La democrazia va conquistata. E conquistarla non è facile, occorre molto lavoro, molta fatica. Occorre, soprattutto, una vocazione interiore alla vita civile che l’italiano medio, più incline a guardare i problemi del mondo a partire dai propri, non ha ancora conquistato. di Accade a Teramo Com’è dolce oltraggiare questo duomo Tutte le brutture che la cattedrale ha dovuto subire: chiodi piantati, tir, parcheggi, pecore, Miss Italia N Maurizio Di Biagio www.mauriziodibiagio.blogspot.com n.106 notturni tra bottiglie di vino e lattine di birra che trovano spazio sulle scalinate, dove fino al mattino, rimangono in ordine sparso. O anche le bestemmie e parolacce inserite in una canzone natalizia di una band inglese che qualche anno fa dagli altoparlanti la investì in pieno. Ci fu pure una manifestazione di Miss Italia che fece tanto scalpore perché la passerella allora parve entrare direttamente sul sagrato: kermesse che fece dire al nostro primo cittadino: “Basta d’ora in poi creeremo una zona di rispetto attorno al Duomo”. Peccato che dopo qualche giro di lancetta apparvero due bagni chimici orribilmente prossimi alla nostra cattedrale. Sì, uriniamo tutti, pisciamo sul monumento storico più rilevante della nostra storica città, svuotiamoci come hanno fatto qualche giorno fa i nonnetti senza più il diurno, nonnetti che hanno urinato sulle pietre millenarie. A renderlo noto è stato il consigliere Alfonso Di Sabatino Martina che per l’occasione, durante i lavori in aula, invoca l’apertura del diurno di Piazza Martiri “sistematicamente chiuso quando ci sono le manifestazioni”. “I vecchietti non hanno, loro malgrado, il pavimento pelvico pronto come l’abbiamo noi e quindi non riescono a trattenere la propria urina”. La risposta del sindaco Brucchi è stata pronta ed è partita da una sua on è saggio trovare dei simboli in tutto ciò che l’uomo vede mezza ammissione di avere “qualche problemino di ipertrofia pro- ma quello del nostro Duomo cittadino travalica ogni assen- statica e quindi magari non ho più quella capacità che avevo qualche natezza per noi che lo cavalchiamo giorno dopo giorno. È il anno fa”. E pertanto invita, come fa lui, a cercare “il primo bar dispo- nostro bianco feticcio, la nostra maglia, il nostro gonfalone, nibile, invece di urinare sui muri del duomo”. Anche don Aldino, il quello da esibire nelle battaglie morali per l’Abruzzo e oltre Tronto e parroco dell’icona teramana, ha dovuto più volte tirare le orecchie ai che rivendichiamo senza tentennamenti e senza schierarci in fazioni. nostri amministratori, che avevano esagerato nella folle riproduzione A volte si può pensare che per sontuosità sia anche troppo per la delle manifestazioni senza alcun senso e senza alcun valore aggiunto. nostra cittadina, soprattutto quando ci avvitiamo in sterili beghe da Ma sulle due scalinate del duomo c’è stato un po’ di tutto: la nostra cortile, da serve, che la religiosità del campanile pare pure troppo, vita che scorre. La Juve che vince lo scudetto, la sciarpata del Teramo un regalo che non meritiamo. calcio, la premiazione mondiale Ma come tutte le cose che si della Coppa Interamnia, i violini amano, non si vedono. Non si fa del Liceo musicale, lo sciopero caso più di tanto alle brutture della Fiom, i ragazzini di qualche cui giornalmente è sottoposto se iniziativa, tutta la teramanità non in quei casi dove viene giù che vuole apparire, esserci, nello un pezzo, come quando un tir schermo medieval-mediatico. E fece marcia indietro, chiaramente dabbasso poi, uno sguardo, un senza sonar, portandosi via un cuore che batte, uno che smette pezzo di storia. Ma le vicende di battere, un clochard, Bruno, della cattedrale sorta nel 1171 Vincenzo, la solitudine di Ferra- sono costellate di eventi affini, gosto, la neve, l’olmo, Biancone, il di violenze propinate, di piccoli e brusio della fontanella, gli anziani grandi mali inflitti con sadismo a sulle panchine, corride. Ma anche quella che Mario Pomilio chiama enormi gazebo, trattori degli “una delle cose più singolari, più agricoltori, mucche screziate, e composite e insieme più schiette, 7 recentemente un alto tir addos- che possegga l’arte italiana”. Dagli enormi chiodi piantati nelle stori- sato pericolosamente in Via San Berardo, come del resto diverse altre che mura per fissarci un tendone durante una manifestazione (tande auto che non conoscono il rispetto per la nostra anima spirituale. Da ‘nghe tutte li busc che ci sta, une de ccchiù, une de mane!!!), alle ultima una manifestazione dell’Uisp con tanto di striscioni “appic- cabine Enel addossate con tanto di fili penzolanti, alle pecore, capre cicati” come potete vedere (per l’amor del cielo) a eguale distanza e vitellini legati nei pressi della scalinata posteriore durante una dalla porta cieca del nostro Duomo. Il vescovo periodicamente chiede festa di prodotti tipici locali di qualche anno fa. Va bene che il nostro maggior “rispetto per le due scalinate, quella che dà su Piazza Martiri duomo ha visto nel passato anche corride: nel 1530 gli Spagnoli ne e l’altra su Piazza Orsini” la sera e la notte soprattutto meta di ragazzi organizzarono una che i Teramani non apprezzarono, però continuare che prendono possesso del monumento religioso. Monsignor Seccia a vessare così un monumento storico è da gens che ama davvero chi difende il suo arredo religioso a spada tratta e lo rivendica come attacca l’asino…dove vuole il padrone. Non fanno più notizie i duelli spazio dedito alla spiritualità teramana. di 8 n.106 L’evento al vento Tutto sul flop di Capodanno Genesi e svolgimento del momento più chiacchierato degli ultimi anni E Maurizio Di Biagio www.mauriziodibiagio.blogspot.com tre strike, tre big come Olivieri, Belli e Morselli, si rischiava di fare flop: “Chiaramente – ha dichiarato in aula l’ex assessore ci voleva invece un nome di attrazione per far sì che la gente potesse venire in piazza anche da fuori Teramo”. Tanto che era venuto fuori il nome di Filippo Graziani che sapeva incarnare la pancia di fine anno del Teramano medio e sarebbe venuto per pochi sghei di cachet. “Ma ora è troppo tardi” si disse a fine dicembre dal Comune. Capitolo due: azz…che freddo! Forse mai un’avversità meteo è stata così attesa, forse più della stessa glaciale Rei, che tanta moscitudine invece l’aveva riversata sui pochi ed eroici spettatori (trecento per la questura, tremila secondo una foto che ritraeva una piazza piena come ai tempi di Almirante e Bertinotti). In altre città si sono rinviati i concerti di fine anno, qui invece e molto ostinatamente si sono videntemente a Teramo la carica di assessore alla voluti compiere i destini del flop. Il manager di Marina Rei rac- cultura, sport e spettacolo, scotta come quella dell’In- conta che la richiesta di spostare l’evento non è mai pervenuta terno del governo italiano, rimessa storica di vecchie e a nessuno dell’organizzazione dal Comune di Teramo, mal- nuove porcherie, da Piazza Fontana in poi. Il testimone grado il ghiaccio polare e i pinguini a bordo pista. Si è cercato lasciato dal buon Guido Campana ha portato con sé la miccia di difendere la scelta della giunta a denti stretti dapprima di un detonatore che nessuno pensava esplodesse nelle mani paventando un’insolita e stramba questione di sicurezza, con i di Francesca Lucantoni, mais oui, je suis Charlie Lucantonì, capodannari che una volta dentro ristoranti e hotel avrebbero lasciata col cerino in mano a bruciarsi dita, braccio, corpo e potuto seguire la Rei in piazza in totale messa in sicurezza, mente per un capodanno flop annunciato, che rimarrà nella aggiungendo pure che gli hotel erano pieni di turisti (consueta storia della teramanità per quanti gialli e quesiti ha scatenato bufala) che aspettavano trafelati l’evento. Chiaramente l’ardito in sole poche ore, un trionfo di punti interrogativi, di depi- pallone è stato subito sbugiardato da un giornalista che facen- staggi, foto contraddittorie, sponsor senza soldi, di vaffanculo dosi il giro telefonico dei pochissimi hotel ha annoverato solo indirizzarti a giornalisti, di proposte di diffide, di interrogazioni qualche coppia di anziani che per sbaglio erano tra il Tordino e (al momento non parlamentari), di altri quesiti insoluti. Un il Vezzola. Due volevano andare a Terni, l’altra a Termoli, ma si florilegio di interventi in blog, in siti di informazioni, una ridda sono ritrovati nella vecchia Petrut. di servizi televisivi, di ospitate in studio e di litri di inchiostro su magazine, quotidiani e chi più ne ha più ne metta. Mai Teramo, Capitolo tre: tra palco, service e gelo. dai tempi dei Mazzaclocchi e degli Spennati, s’era accapigliata Perché, qualcuno si chiede, noleggiare una struttura sovradi- su un argomento che può apparire futile e molto transitorio: il mensionata a Campobasso solo per ospitare pochi fari, strut- Capodanno, del resto, dura il battito delle ali di una farfalla, è tura forse tecnicamente non proprio ineccepibile? Lievitazione una terra di mezzo, una sottile membrana, un niente, ma che dei costi per via dei giorni in più per il pre-montaggio? Sarebbe in città ha trovato la cassa di risonanza della politica teramana, potuto bastare un palco più contenuto, come ha fatto Pescara dei suoi epigoni, dei suoi detrattori e degli amanti della terama- con i Tiromancino che, proporzionalmente al loro palco, hanno nità stufi ormai dell’allora attacca Bastià o dell’attacca l’asino chiesto anche un cachet più basso della Rei. E poi non è così dove vuole il padrone. normale spendere di più per palco, copertura e service, che per la stessa artista. È come dire che la carta della pizza costa Capitolo uno: perché Marina Rei? due euro. Si sono fatti i conti: con un montaggio di 8 mila euro Ad onor del vero, si sentiva lontano un miglio la puzza del flop, si poteva fare un evento da 40-50 mila euro, l’incidenza del non che Marina Rei non fosse una valida artista, ma si sapeva service in genere è di un quinto o di un sesto del costo dello che prediligeva altri tipi di atmosfere, più compassate; ad spettacolo, dicono i ben informati. esempio negli ultimi periodi faceva spesso capolino nei club e la piazza si sa palpita come un cuore popolano, vuole sentire Capitolo quattro: allora quant’è costato Bastià? l’afflato dell’ultimo dell’anno, il ritmo del trenino meu amigo A molti è parso esagerato pagare 13 mila euro Marina Rei sen- Charly, e non una languida Primavera, anzi una moscia Prima- za service al seguito. Ma per molto tempo è rimasto in dubbio vera. Senza contare che pochissimi mesi fa si era già esibita il suo reale cachet: ma quanto è costata Marina Rei? è stato a Teramo, dicono per molto ma molto meno, chiamata da un il tormentone in città su cui tutti si sono scontrati: consiglieri “Aspettando il 1° maggio” che in quell’occasione fu rimandato comunali, semplici cittadini con l’uzzolo dei conti e citoyen che per un minacciato maltempo. Nell’interrogazione al Comune vogliono solo vederci chiaro. Le opposizioni hanno lamentato l’ex Guido Campana aveva messo in guardia tutti perché dopo l’eccessiva spesa per un evento che è stato chiaramente fal- limentare: circa 40.000 euro. Il Comu- forse l’avrà mandato su tutte le furie. rapporti con il Comune. Mi sapete dire ne, in difesa, ha replicato che il costo Sarà stato pure che il suo documento in quali? 1)Tercas - Popolare di Bari 2) complessivo è stato di 37.800 euro e cui si riepilogavano i costi della serata Fondazione Tercas 3) Bim 4) Baltour 5) non ha pesato sulle casse comunali, è stato dato in pasto alla stampa, un A4 Dmp 6) Sanic srl 7) Iemme Costruzioni ma interamente coperto dagli sponsor. dove ad esempio l’uomo di Magnanella 8) Mastrilli 9) Falone Costruzioni 10) È stato anche dichiarato che, all’in- scriveva che Marina Rei ha incassato 16 Amadori 11) Di Sante 12) Savini Costru- terno di questa spesa, il cachet della mila euro, iva compresa al 22%, 1.830 zioni 13) Mastergrafica 14) Sapori Veri cantante è stato di 16.000 euro, mentre euro sono andati al gruppo musicale 15) Sirio 16) Neo Comunicazione 17) La il resto è servito per i costi del concerto Aura, 9.600 euro spesi per la struttura e Cantina di Porta Romana 18) Viven- (palco, impianto, staff, etc.). Arriva però copertura palco, che qualcuno definisce da. Vi do un aiuto. Baltour gestisce il puntuale la smentita di un’indignata Rei fin troppo obesa e grande, 8.000 euro trasporto pubblico. Falone Costruzioni che vuole pure farsi perdonare il mosci invece vanno al personale tecnico, luci, ha ultimato un parco pubblico di fronte lanciato all’indirizzo dei pochi infred- audio, fonici, ecc. Totale costi 37.800. al Tribunale. Gli altri?” si chiede Ber- doliti spettatori e minaccia querele alla All’autore della stesura della specifica nardini. Il sindaco Brucchi a fine anno Lucantoni perché il suo compenso, dice, gli facciamo rispondere dall’ex asses- aveva dichiarato che “le poche risorse è stato inferiore. Ma non specifica. sore Guido Campana: “Mi sono divertito che utilizzeremo per il Capodanno anche a fare una specie di contabilità sono tutte risorse che provengono da Capitolo cinque: il pre- sponsorizzazioni, non c’è ventivo della A&W con una lira di soldi pubblici”, vaffa finale e lo spiffero anche se poi quelli di di Magnanella Fondazione Tercas e Bim, Nel blog I due punti Ma- sono enti pubblici, quindi riobici scrive un post: “Se soldi nostri. E poi sono il Comune, l’assessore, curiosi i 300,00 euro il sindaco avessero for- devoluti da chi mesi fa nito sin da subito (prima fu destinatario di appalti ancora che si facesse il consistenti da parte della concerto) un resoconto pubblica amministra- chiaro e dettagliato sulla zione. provenienza dei soldi, pervenuto al Comune Capitolo sette: la con- il 5 gennaio (sponsor clusione uno pubblici e privati, entità Il prossimo anno, carbo- delle singole cifre offerte ne ai service e chiama- da ogni singolo sponsor) te qualche agenzia di ed un resoconto chiaro, spettacoli e comprate un univoco e dettagliato artista. I Nomadi costano della destinazione di tali 30-35 mila euro. Vogliono cifre, probabilmente oggi palco, corrente e Siae non staremmo ancora a da pagare. Al resto ci parlare di questo, né un imprenditore economica – ha riferito in aula alla fine pensano loro. Ma a voi di questa par- locale manderebbe a “fanculo un gior- di dicembre scorso -; noi con circa rocchia i Nomadi non piacciono! Allora nalista né l’agente della Rei continue- 10.000-11.000 euro riusciamo a fare un chiamate con 20-25 mila euro Umberto rebbe ancora ad annunciare iniziative capodanno degno a Teramo, compreso Tozzi che la piazza ve la riempie. Patty legali contro l’assessore Lucantoni”. di service, copertura di led-wall e di Pravo costava 15.000 compreso l’utile Chi manda all’altro paese il giornalista comunicazioni e di gruppi teramani, dell’Agenzia. Non vi piace neanche Antonio D’Amore di Vera Tv Abruzzo compreso appunto l’artista”. Campa- lei? Faciat na cos… archiamat william è il titolare di A&W srl, servizi per lo na!? Ma rivaffa…giunge uno spiffero da e lu fenomen! Firmato: Titolare di una spettacolo (pare iscritto alla Camera di Magnanella. società di service. di attrezzature e non come agente di Capitolo sei: lo sponsorao della Capitolo otto: la conclusione due spettacolo e quindi ancora non avrebbe trasmissao Una serata di capodanno non può potuto fornire il resoconto dei costi Fabio Berardini, consigliere comunale essere il metro dell’operato di un as- dell’artista), sede sociale a Magnanella, del M5S, fa una proposta interessante sessore. Firmato: Francesca Lucantoni da dove proviene la famosa aria fredda e irriverente. “Oggi – dice - facciamo che s’incanala per il Corso. E sarà stato un gioco. Scrivo qui gli sponsor di Capitolo nove: la conclusione tre proprio uno spiffero gelato, il suo coin- Capodanno menzionati dall’Assesso- Allora assessore attacca Bastià. Firma- volgimento al Capodanno’s Story, che re Lucantoni. Molti di questi hanno to: Vittorio, sempre meno fenomeno. Commercio come società di noleggio 9 n.106 di 10 Write about.. the records! Maurizio Carbone dimmitutto@teramani.info n.106 The Go-betweens “That striped sunlight sound” Banquet, Sire…, negli anni dal 1981 al 1987. Data importante quest’ultima (ndr), vede la band esibirsi al Rock Roads Festival di…Giulianova! Lungomare nord, Parco ex Ospizio Marino, serata memorabile con collegamenti in diretta su Radio Rai (Pop Off), concerto bellissimo, indimenticabile per chi c’era. Successivamente il gruppo vive un periodo interlocutorio, i due leader intraprendono le rispettive carriere soliste, con alterne fortune e albums non certo memorabili, nel 1996 si riformano con Adele Pickvance al basso e Glenn Thompson alla batteria, riprendendo tour, concerti e dischi (The Friends of Rachel Worth, Bright Yellow Bright Orange). Nel 2006, mentre Grant è in casa, a Brisbane, un’infarto lo stronca inesorabilmente, a soli 48 anni! Così, Robert, colpito dalla tragedia, decide di porre fine all’attività della band. Questa lunga introduzione si è resa 2005 - DVD + audio CD - yep roc/red eye (import). P necessaria per suggerire l’oggetto della recensione, se non volete (o potete) acquistare le opere più significative, 18 titoli fra studio-live-anthology, questa edizione fa per voi, a costo veramente ‘stracciato’ (€ 6,51 + 2,90 di spese sp. – RoundMedia UK by Amazon), potrete portare a casa la splendida edizione in oggetto: non solo musica per le orecchie e la mente, anche per gli occhi, il DVD + CD è fantastico, il Tivoli Theater la location, rimo ‘volo’ discografico del 2015, è del 2005! Ennesimo 8/6/2005 la data, oltre 2 ore di grande creatività, 16 brani (DVD) flashback rockistico, proveniente da uno dei luoghi ge- tirati a lucido, incalzanti, secchi, nervosi, il sound dei Go-Betwe- ografici più distanti dallo stivale: l’Australia! BRISBANE, ens è pratico, scarno, diretto, essenziale, privo di orpelli, effetti, 1979, due studenti d’Arte s’incontrano e condividono sovraincisioni e diavolerie da sound-engineering. Ritmi e me- l’esperienza musicale e di vita: Robert Forster, alto e allam- lodie con quel quid di sana ‘rozzezza’ rockistica che contaddi- panato, Grant McLennan, piccolo, timido e gentile, entrambi stingue i gruppi della cosiddetta aussie-scene, formazioni come chitarristi, acustici/elettrici e… Hoodoo Gurus, Harem Scarem, bravissimi! Il nome del gruppo Celibate Rifles, Triffids, Saints, proviene dal titolo del romanzo Paul Kelly & the Messengers… dello scrittore L.P. Hartley, 1953, Il CD audio replica esattamente inizialmente reclutano diversi i brani del DVD ma, niente dop- drummers, un bassista e, un 3° pioni, versioni alternate e ine- chitarrista, Peter Milton Walsh il dite, l’ascolto, una delizia, brani quale, lascerà per formare The 2/3 minuti, secchi, decisi, stop Apartments: formazione da riva- & go! Gioiellini elettro-acustici, lutare, titolare di un pregevole le 2 chitarre, la simpatica Adele album d’esordio The Evening al basso e, l’essenziale Glenn ai Visits, misterioso, oscuro e tamburi. La ‘scaletta’ del live è inquietante. Dopo alcuni 7” (45 formidabile, i maggiori succes- giri), il duo con armi e bagagli si ci sono tutti (e sono tanti): si trasferisce in Gran Bretagna, Black Mule (solo Grant), Clouds Robert a Glasgow in Scozia, (Robert & Grant solo), Boundary Grant addirittura vola fino a New Rider (corale), Born To Family York, arricchendo le rispettive (tesa e sottile, in miracoloso coordinate musicali. Riunitisi a equilibrio, sincopata, bastano Londra, iniziano a registrare i le chitarre, basso e batteria, primi episodi discografici: “Send niente più), Streets of Your Town Me A Lullaby” con Lindy Mor- (bello percorrere le strade della rison dietro i tamburi, “Before tua città), un’ovazione accoglie Hollywood”, “Spring Hill Fair”, questa song, nel suo incedere “Liberty Belle and the Black Diamond Express” e “Tallulah”, (con metronomico e regale, le chitarre s’intrecciano stupendamen- l’ingresso della bionda Amanda Brown, violino e oboe), titoli te come le voci dei due e il bv degli altri. La scaletta si fa più degni di attenzione, incisi per etichette prestigiose della scena nervosa e tesa, quasi alla Talking Heads (quelli migliori), sound indie rock-jungle pop-alternative come Rough Trade, Beggars secco, acuminato, tagliente, con Finding You l’intro acustico è da manuale, prezioso, precede l’entrata è parossistico, sale vertiginosamente, meglio, acoustic stories – registrata nel degli strumenti, le voci dei 4 all’unisono cavalcata indomabile, stop e ripartenze, salottino di casa, nel pomeriggio di un e nella coda, brevi ‘a solo’ delle two sino al concitato finale, irresistibile, inar- giorno di festa: in 10 brani la storia dei guitars. C’è l’acme del concerto, Was restabile, implacabile, dopo 8:49 sublimi, Go-Betweens, una sorta di unplugged, There Anything I Could Do?, la platea c’è la …resa, il concerto è finito ma, non intimo, raccolto, confidenziale, discreto non resiste, saltella a tempo, è la volta il video che contiene un’altra sezione – e genuino, dimensione umana e sincera, di Too Much of One Thing, godibile. Il tutto (DVD+CD), atipico nella durata (6:29), supera generosamente le valzerone trascinante con 2 ore di goduria for eyes tanto di coretti finali, Adele & ears, la semplicità, la lascia il basso e si cimenta modestia e la timidezza di con la deliziosa tastierina Grant, il modo di porgersi (Farfisa?) che fa tanto gara- schietto e sincero ci pon- ge, People Say, ci avvicina gono l’interrogativo: si può al termine, ancora The morire a soli 48 anni a casa Clock e, richiamati a gran propria? La confezione del voce, arriva l’hit Karen: è supporto digitale è quanto l’apoteosi, la band non si di meglio si possa deside- sottrae alla folla, siamo al rare, booklet, foto, notes, top, one two three four, l’e- credits, il video sembra lettrica di Robert parte alla in HD, l’audio nitidissimo, grande, autentiche rasoiate il mix esplosivo! Come alle corde, basso e batteria dicevamo, Robert ha posto pompano come stantuffi, fine alla band e, allora? Grant a ricamare con l’altra Long live to Go-Betweens! chitarra, il livello raggiunto Voto: 8 1/2 11 n.106 di 12 n.106 Il Ricordo Padre Abele Conigli N Alberto Di Dario Segretario Provinciale CGIL Teramo Abele Conigli il quale, in verità, non fece mai mancare il suo appoggio a quella innovativa esperienza di un piccolo ma vivace paese di montagna. Anche di questo periodo particolarmente creativo ed effervescente, che testimonia la vicinanza di Padre Abele al mondo giovanile e di periferia si parla e documenta ampiamente nel libro “Padre Abele Conigli, la fede incarnata e le sue sfide”. Ovviamente Don Enzo nel suo volume non dimentica l’impegno missionario in Burundi con figure divenute leggendarie per impegno e passione sinceri: Mons. Michael Courtney, Nunzio apostolico ucciso nel dicembre del 2003 in Burundi, e il Cardinal Ersilio Tonini inviato dal Santo Padre per coordinare egli anni ‘70 Don Enzo Chiarini a San Pietro di Isola del azioni umanitarie, che ebbe la forza di fondare l’Università di Gran Sasso arrivò come quei venti impetuosi, non troppo agraria a Ngozi dove chiese a Don Enzo di insegnare. L’impegno ricorrenti nelle nostre zone, in grado di penetrare in ogni e il lavoro a favore delle popolazioni burundesi continua grazie fessura e di scrostare la polvere sedimentata dal tempo, anche al sostegno continuo e convinto degli amici tedeschi, impossibile da ignorare. Per l’epoca, un prete “diverso”, coin- bergamaschi e abruzzesi di ogni dove che in San Pietro hanno volgente, difficile da contenere che però aprì le porte della sua individuato e scoperto un luogo di incontro multiculturale e casa a tutti noi che eravamo del luogo, altri ancora di altri luo- aperto al confronto e alla crescita umana, culturale e sociale. ghi, creando un punto certo di incontro. Tutto ciò non sempre fu A pag 40 l’amico Norbert Kreuzkamp, importante dirigente te- accettato e alcuni sollecitati, ambiguamente, da qualche politico desco, descrive e testimonia questa opera di continuo scambio locale, se ne lamentarono anche presso il Vescovo di Teramo che a San Pietro hanno avuto una vera e propria consacrazione. Dalla Segreteria del Cardinal Vallini Vicariato di Roma Al Reverendo Don Enzo Chiarini Dal Vicariato, 4 novembre 2014 Caro Don Chiarini, ho potuto leggere con vero piacere il Suo libro di memorie su “Padre Abele Conigli – La fede incarnata e le sue sfide”, che Ella con amore di figlio ha voluto dedicare a questo grande padre e pastore. La ringrazio di cuore di avermene fatto dono. Scorrendo le pagine del libro, ho ritrovato tante persone, luoghi e avvenimenti che hanno segnato anche la mia vita. Una raccolta preziosa di testimonianze che costituiscono materiale pregevole per una futura e documentata biografia di Mons. Conigli, Vescovo del Concilio, coraggioso e intelligente testimone dell’amore di Dio tra gli uomini. Auguri a Lei di ogni bene. Mi ricordi al ignore; come io faccio volentieri di Lei. Suo devotissimo Agostino Card. Vallini App iCorecom Abruzzo Un vero e proprio strumento operativo il cui obiettivo è quello di rendere sempre più agevole il contatto tra il cittadino ed il Corecom Abruzzo. Quattro utili aree operative. Area 1 Co.Re.Com Abruzzo: qui è possibile conoscere il Corecom Abruzzo, tutti i servizi da esso erogati e i contatti per richiedere qualsiasi tipo di informazione o assistenza. Area 2 Segnalazioni: in quest’area è possibile inviare direttamente al Corecom Abruzzo, sempre tramite l’app, alcune importanti segnalazioni in merito al diritto di rettifica, a violazioni della par condicio e tutela dei minori nel sistema radiotelevisivo. Ogni segnalazione potrà essere arricchita da descrizione, foto e coordinate per la geolocalizzazione al fine di facilitare al Corecom qualsiasi tipo di verifica. Inoltre per ogni segnalazione sarà disponibile un link per monitorarne lo stato di avanzamento. Area 3 Informativa: dove è possibile consultare la guida dell’Agcom suddivisa in capitoli sul mercato dei servizi di comunicazione elettronica, la trasparenza dell’offerta, i servizi di comunicazione da postazione fissa, i servizi di comunicazione mobili e personali, la televisione a pagamento e i diritti e tutela dell’utenza. In questo modo ogni utente potrà agevolmente individuare l’argomento di proprio interesse ed esaminare le informazioni specifiche. Inoltre sempre in quest’area sono presenti sia il decalogo per un utilizzo responsabile dei servizi di comunicazione elettronica e sia tutti contatti con l’Agcom e con i Corecom nazionali. Area 4 Notizie: ci sono tutte le ultime notizie inerenti il Corecom Abruzzo. SCARICALA SUL TUO SMARTPHONE GRATUITAMENTE! di 14 In giro Sergio Scacchia http://paesaggioteramano.blogspot.it n.106 A Teramo le opere d’arte le teniamo nascoste! I ...e anche bene. alla Grecia. Da noi, le opere rappresentano infinite civiltà che si sono susseguite senza sosta, nel nostro territorio. Sono partito da lontano per raccontarvi cosa di brutto accade in una città, la nostra Teramo, dove la cultura a volte viene negata alla sua naturale funzione che è quella di essere diffusa. Alla non fruibilità di un mosaico pregiato come quello del Leone, chiuso all’interno di Palazzo Savini, si aggiunge un altro “delitto culturale”. Pochi sanno, infatti, dell’esistenza di un’opera d’arte insigne, celata al popolo teramano e ai turisti che si avventurano fino in città. Parliamo di un affresco sacro di notevole importanza documentaria e storica, non accessibile a cittadini e visitatori, quasi nascosta nell’ex convento di San Francesco, adiacente alla chiesa di S. Antonio, nel centro di Teramo. I locali di proprietà demaniale, per molti anni occupati dall’In- beni culturali ecclesiastici in Italia, eredità di popoli e mil- tendenza di Finanza, oggi sono utilizzati, guarda caso, dalla lenni, costituiscono almeno i due terzi dell’intero patrimo- Soprintendenza Archeologica ai Monumenti. Questo è l’ente nio nazionale. deputato alla salvaguardia dei Beni Culturali, quello cioè che Non potrebbe essere altrimenti se guardiamo alle cifre: tutela e favorisce le opere d’arte di cui sono proprietari unica- su 95 mila chiese, 30 mila di esse sono ai massimi livelli della mente i cittadini. storia, i santuari si avvicinano al numero duemila, i monasteri toccano le cinquecento unità, così come le abbazie. Si tratta di una lunetta dipinta, ubicata in un ex passaggio Numeri impressionanti elaborati qualche tempo fa dal Censis. di comunicazione tra il chiostro e la chiesa, chiuso anterior- La massima diffusione di “loca sacra” è nel centro nord. mente al 1448 e decorato. E queste emergenze religiose, storiche e culturali non raccon- È un dipinto sacro, due finestre di bifore del Trecento che, tano di un’unica civiltà come accade ad esempio all’Egitto o in antica epoca, faceva parte del portico, lato nord del convento dei Padri Francescani. Il Cristo esce dal sepolcro col Oggi questo luogo è usato per cartello INRI, tra la Madonna in un ufficio, dopo che l’utilizzo per preghiera e San Francesco, munito molti anni era stato di deposito di piccola croce, intento alla sua materiali di risulta. famosa preghiera al Crocifisso. Attorno a Gesù ruotano, come in L’opera sarebbe stata realizzata un unico filo narrativo, i simboli da un monaco della seconda metà della Passione: del ‘400 e rappresenta l’immagine la lancia, la pertica con la spu- della “Pietà”. gna, il flagello, le dita incrociate a Il dipinto è solo uno di altri affre- scherno, la canna scettro, la scala schi esistenti lungo il perimetro e la tunica rossa coi dadi. del portico, ma ha una peculiarità Ci sono anche delle incongruen- che lo rende ancor più importante. ze nell’opera che di certo non Le due iscrizioni, in basso la- L’altra scritta, alla base della lunetta, è teralmente, testimoniano la grande una profonda preghiera al Santissimo importanza devozionale: chi ammira appeso alla croce, incoronato di spine. San Giovanni Battista non è rappresen- e prega davanti all’opera può lucrare Si chiede di essere liberati dall’angelo tato come di consueto, vestito di pelli un’indulgenza antichissima. del male che porta con sé il peccato. e con torso nudo, al contrario ha una Il testo latino, infatti, recita più o Al Cristo abbeverato di fiele e aceto tunica rossa e in mano un libro, così meno: si chiede la liberazione dalle piaghe da poter essere scambiato per l’altro “San Gregorio e altri Sommi Pontefici dell’anima. L’incisione in latino, termi- Giovanni, l’Evangelista. e tutti coloro che, veramente pentiti na con l’eloquente frase: “Che la Tua Inoltre un qualcosa di incomprensibile e confessati, s’inginocchiano davanti morte sia la mia vita!”. la propone la figura di S. Antonio da sviliscono l’importanza ma che è interessante rimarcare: Padova che, anziché il giglio, porta con all’immagine della Pietà e pregheranno, avranno ventimila e sette anni Al valore devozionale di questa bellissi- se una palma, simbolo del martirio. giorni di piena indulgenza e questo è ma catechesi muraria sul peccato e la Infine, nella lunetta,l’autore attribuisce confermato dal Papa Nicolò V, anno misericordia di Dio, si aggiunge anche la famosa frase :”Ego sum lux mundi” Domini 03.01.1448”. la pregevole rappresentazione. al Padre anziché al Figlio! 15 n.106 di 16 n.106 Mimmo Attanasii Satira Una password per lo scuolamat N dimmitutto@teramani.info eventi sportivi, gite scolastiche e altre prestazioni a corredo accademico. Social-fantapolica? No, semplicemente le linee guida dettate non propriamente da uno dei governi più democratici di questo mondo. La Emirates Transport riassume alcuni benefici finalizzati a fornire comfort e sicurezza con semplici esempi. Disposizioni di legge sul trasporto scolastico sono state approvate in Dubai al fine di chiarire le responsabilità delle parti coinvolte el nostro Paese è facile menti- di fine anno in piazza ha attratto poca e garantire un pendolarismo sicuro re: basta dire la verità. Vivere gente, la seconda calamità sociale che dentro e intorno allo scuolabus. Di nel ricatto. Costretti a chiamare incombe sui contribuenti è l’alter- seguito, alcuni suggerimenti che per saggezza l’arroganza; impegno nanza consumatasi tra due fornitori i nostri amministratori suonerebbero l’attivismo; l’opportunismo intelli- di servizi per il trasporto scolastico in arabo. Pericolo! I bambini devono genza. Gli scontri culturali seducono comunale”. Chissà se la ditta Angelino essere istruiti circa la cosiddetta zona incomprensioni originate dall’inter- di pericolo. 6 piedi da entrambi i lati e secarsi di tradizioni. A volte, tutto si 10 metri davanti allo scuolabus sono trasforma in un metodo per sorvolare considerati a rischio in quanto è diffi- problematiche scaturite da diverse cile scorgere i bambini entro queste esperienze etniche, sociali, politiche e dimensioni. Non basta attraversare. linguistiche. Le discordanze intellet- Al fine di evitare di entrare nell’angolo tuali stanno diventando sempre più cieco del conducente, il bambino deve comuni nella crescente mobilità del camminare al bordo del marciapiede lavoro, nel flusso dei profughi. Indu- fino a raggiungere il punto in cui può bitabilmente, è bello essere di nuovo essere visto dal conducente. Attesa soggetti in causa nella socializzazione del genitore. Gli scolari, così eccitati in nuove comunità, dopo che si è di rivedere il papà o la mamma dopo attraversato sterminate valli all’ombra la scuola, potrebbero commettere della morte. E se ci si ritrova dispersi imprudenze. Quindi, bisognerà atten- in una cittadina declinante alla marina dere in un luogo sicuro. Allacciare le con gli Appennini alle spalle cosa mai cinture. Il bus deve avere le cinture di potrebbe confutare l’immaginazione sicurezza su tutti i sedili anteriori. Non di un esule assorto nella speranza di disturbare il conducente. Ai bambini un mondo migliore? Le traversate nei deve essere insegnata l’importan- deserti, i valichi. Dal Marocco alla Spa- za di non diventare una distrazione gna per lo stretto di Gibilterra. Dalle per l’autista. Parlare senza urlare ed coste libiche dritti verso Lampedusa. eseguire le istruzioni del conducen- Pescherecci che giungono in Calabria te. Il sorpasso. Per tutti vale che lo mollati dagli ormeggi egiziani piutto- scuolabus non può essere superato. E sto che esuli Curdi salpati da coste nei pressi della scuola, lo stesso bus turche. Un giro di disperati che si non può superare gli altri veicoli, né compie fino a rotolare all’ombra di un effettuare il cambi di corsia. Il bambi- campanile simile non già al minareto no incustodito. Anche se non è chiaro fino a che età si debba applicare que- di una moschea, piuttosto metamorfosato in un simbolo interrogativo di Napoli riuscirà a fare meglio della sta regola, per i bambini più piccoli della punteggiatura. Un balzo dalle Fratarcangeli? Di certo, una società di è obbligatorio essere assistiti da un persecuzioni alle prosecuzioni di trasporto dovrebbe sforzarsi di sod- genitore sia all’andata che al ritorno. servizi basilari attende il ramingo, il disfare i bisogni dei propri clienti. A Se un bimbo viene lasciato incustodito trafelato da civiltà balie divenute culla parte il servizio giornaliero casa-scuo- per qualsiasi motivo sarà utile tenere matrigna. Un dilemma come appretto: la-casa, non si dovrebbe lesinare sul pronta all’uso una parola in codice. “Posto che il problema principale per comportamento da tenere a bordo Una password per lo Scuolamat tera- la città di Teramo è che lo spettacolo o contribuire negli spostamenti per mano. di Mimmo Attanasii Satira Rei d’inconsistenza “l’uomo nasce sano, la sanità lo corrompe” dimmitutto@teramani.info n.106 a intuire e un giorno o l’altro farà da sé. All’articolo a tre colonne che annunciava il suo declino, Oscar Wilde replicò osservando che se per avvertire di un fallimento si scriveva appunto un articolo a tre colonne allora non esisteva alcuna differenza tra la fama e l’oblio. “If it took Labouchere three columns to prove that I was forgotten, then there is no difference between fame and obscurity”. Nell’ardore delle arti del dire di grammatici distanti, le gozzoviglie A canterine dell’ultimo dell’anno a costo quasi zero per le casse dei contricacca pestata, la speranza la tranquillità della vacca grassa” buenti sono offerte con magnanimità è che porti fortuna. Imper- (L’adolescente). Il cavaliere d’Arcore a tutti coloro i quali non possono territi nel raschiare merda ha affinato il concetto di Dostoevskij collaborare a riempire i locali la sera dalle suole, i revisionisti del affinché si potesse così contrapporre del tradizionale cenone, fatti salvi gli fato negano la buona sorte messa in una frase immaginifica alla cultura infermi e quelli in prossimità di fine posta dal destino almanaccando con della lamentazione, alla retorica del vita. Indispensabile, la sobrietà. A irriverenza tutti i santi del calendario declino: “I ristoranti sono tutti pieni”. ubriacare la mente ci penserà il fia- persino insieme ai nomi degli sponsor Quando Berlusconi si affaccia la mat- schetto di spumante nell’AperiStreet stampati a fondo pagina. Così, giusto tina sul golfo estasiandosi alla vista di genericamente mutante in On the per sdrammatizzare, poiché alla fine panfili, yacht e gusci di noce, soltanto Road, fra bancali per muletti, ombrel- non si sa mai chi è che comanda per il puro plagiare gli emuli tapini loni e balle di fieno. A ricordare i tanti davvero nell’aldilà. politicanti di provincia si arrabattano sofferenti esulati dai divertimenti per spararla, la cazzata, sempre più istituzionalmente imposti sarebbe fine anno del 2014 è stato migliore di grossa del loro psicopompo. Dall’Alpe assai sconveniente riportare e travi- quello del 2015. Con circa 836 euro agli Appennini, i borgomastri armeg- sare la comprensibile recriminazione mensili, le fonti ISTAT li hanno col- giano per ricostituire come insulsi Dr. resa ai media dandone un significa- locati tra chi ha ancora gli occhi per Jekyll ciò che nella tenebra Mr. Hyde to inopportuno e diffamatorio nei piangere. Non è la stessa cosa per i ha disfatto. Ma ricostruire che cosa? confronti dei devoti a San Silvestro disoccupati e per quelli che hanno I partiti, di certo. Più verosimilmen- ammalati pazienti imbacuccati che, perso il posto di lavoro. “Predicare te, se stessi. Il popolo lo comincia nonostante le temperature e situazio- Per 3 milioni di precari, il veglione di 17 ni al limite della sopravvivenza, sono rimasti impassibili in una evocativa postura fetale nel gelido giaciglio di un ospedale. A loro va comprensione e solidarietà per essere così mal considerati e mal accuditi (Vedi foto, “La Città” del 4 gennaio 2015). Nella profilassi dialettica, le opinioni fino qui arrischiate potrebbero sembrare inopportune se non già avventate. Benché considerato il contesto satirico, la provenienza della sarcastica caricatura retorica, in cui la si è proposta, nella tessitura dell’intreccio, a dire poco, diviene azzardata nelle conclusioni. E comunque, di tutto ciò si è consapevoli. Anche di non essere mai stati chiamati a interferire. “L’uomo nasce sano, la sanità lo corrompe” (Attanasii e Rousseau). di 18 n.106 Maria Cristina Marroni Il libro del mese “La noia” di Alberto Moravia D dimmitutto@teramani.info nemmeno più una distrazione. Dino allora instaura una relazione con Cecilia, con la quale crede di poter percorrere una via che conduca ad un senso, specie attraverso la conoscenza carnale. Ma il terreno frana sotto i piedi, la suggestione tende a svanire e Cecilia si trasforma in un buco nero che inghiotte qualsiasi cosa in modo enigmatico e inafferrabile, compresi i sentimenti e le emozioni. Il potere del denaro si rivela infausto e le esplorazioni psicologiche di Dino non riescono a rompere il muro di incomunicabilità con la donna, distante e indifferente come una ceramica, lontana anni luce dalla dimensione autentica che il protagonista persegue per dare una ragione alla propria vita. Dino si trova dinanzi ad un baratro dove la morte sembra la soluzione meno disperata, e una sera decide di andarsi a schiantare contro un platano con l’automobile. L’esperienza non lo uccide e lo induce a ricostruire la dimensione dell’accettazione, dove il ritorno i Alberto Moravia si è parlato molto come scrittore, ma forse alla realtà e al contatto esterno divengono meno traumatici per il le sue opere non hanno ricevuto tutto l’apprezzamento che protagonista. meriterebbero. Con il tempo la sua fama si accresce, man Romanzo complesso, sebbene essenziale, “La noia” instaura due mano che l’allontanarsi della sua morte lascia emergere collegamenti evidenti: con “La nausea” di Sartre (del 1938) e con i libri e fa scolorire il il primo romanzo dello stesso Moravia, “Gli indifferenti” (del 1929). personaggio, ancora vivo Tuttavia, la distanza temporale trasforma la visione esistenziali- in moltissimi, dato che lo sta e la adatta alla società contemporanea del 1960, laddove ad scrittore è scomparso nel emergere prepotentemente sono l’incomunicabilità, l’alienazione 1990. e il possesso, declinati secondo le categorie della borghesia che si “La noia” è il suo romanzo viene disfacendo. più significativo, pubblicato Libro dai toni freddi e a tratti urticanti, riesce proprio per questo a nel 1960, di una caratura e fotografare il disagio di una classe sociale la cui cifra narrativa tende un livello europei. Merita di a svaporare assai più che ne “Gli indifferenti”, dove la struttura essere letto e meditato, so- realistica era preminente e prattutto per come riesce la vita interiore molto meno a fotografare la miseria analizzata. psicologica del protagoni- Eppure, la scrittura di Moravia sta, figura modernissima sembra prediligere una visione ed emblematica del disagio bidimensionale della vita e dei mentale causato dall’età personaggi, quasi a voler scan- del benessere. dagliare una profondità che non Dino è un ragazzo ricco, c’è, che si cerca in ogni modo di nobile famiglia romana, ma che non si trova, che si pro- che non riesce a trovare la sua dimensione, non sa darsi un senso, va ad inventare ma in un deficit non è capace di accettarsi. Spera che dipingere gli consenta di tro- di fantasia che è figlio dei tempi vare una chiave di lettura dell’esistenza, di fargli trovare se stesso, e del contesto sociale. poiché è costantemente schiacciato da una noia inarginabile che lo Alla fine, sotto alla schiuma, emargina dalla società. sotto al vestito, sotto alla bor- Il disprezzo di Dino per i valori borghesi che gli derivano dalla ghesia, sotto al neocapitalismo propria famiglia, unito all’incapacità di approdare ad una visione industriale, sotto la superficie sua, lo tengono in un limbo dove la crisi personale è la dimensione della società, non c’è niente. E permanente e la cifra psicologica del suo essere al mondo. se il rischio di mistificare le per- Il lungo travaglio interiore sembra trovare un esito nell’atto di rom- cezioni, i rapporti, i meccanismi pere il quadro al quale stava lavorando: “distruggere la tela voleva reali e psicologici, è alto, la sensazione che resta è che sia la vita dire essere arrivato alla conclusione di un lungo discorso che tene- ad essere apocrifa, mentre la macchina fotografica della letteratu- vo con me stesso da chissà quanto tempo. Voleva dire aver messo ra funziona benissimo e legge la realtà per come si presenta: non finalmente il piede sul terreno solido”. autentica, spuria, inutilizzabile. Un refolo di vento che spettina ma Ma la pittura non si rivela un buon metodo, né una cura, e purtroppo non scuote. Redazionale Fibromialgia una malattia difficile da diagnosticare È una malattia subdola ed occulta: si presenta con una vasta sintomatologia, ma spesso non viene riconosciuta dagli stessi medici, che hanno difficoltà a diagnosticarla. Spesso le persone malate quando si lamentano non vengono credute. Sono per lo più donne (in rapporto di 4 a 1). Vagano da un ambulatorio all’altro per sentirsi dire: “ lei non ha niente”. In famiglia le cose non vanno meglio, passano per simulatrici, suscitando l’indifferenza del coniuge, mentre a lavoro, nella migliore delle ipotesi, vengono considerate assenteiste croniche. Sono le vittime della Fibromialgia, patologia con un’incidenza di circa il 5% sull’intera popolazione. Il suo biglietto da visita è il dolore, diffuso su muscoli, articolazioni e tendini di tutto il corpo. Una condanna per i pazienti, genera insonnia e a lungo andare, ansia e depressione. Ma è soprattutto il numero e la varietà dei sintomi a confondere le idee: rigidità, bruciore e torpore, astenia, disturbi viscerali, cefalea, perturbazioni climatiche (l’influenza del tempo sul corpo). Oggi sappiamo che il problema va interpretato sul piano funzionale, decodificando la risultante sintomatica attraverso una valutazione della bio-dinamica dei sistemi, linea guida che Il Metodo Solère® segue da numerosi anni proponendo una metodologia in grado di chiarire alcune zone d’ombra in medicina: nel caso della fibromialgia, l’apporto di un’espe- rienza differente, mirata al trattamento di una sindrome dolorosa particolarmente ribelle alle cure, sta portando i primi risultati dal punto di vista scientifico. I risultati preliminari sono confortanti e lo studio prosegue in collaborazione con gli operatori abilitati al Metodo (fisioterapisti e medici). In Italia gli operatori abilitati ad applicare il Metodo Solère - Reequilibration fonctionnelle® nel trattamento della fibromialgia non sono ancora numerosi, ma il programma di cura rapido ed originale permette eventualmente di seguire il trattamento anche se non si risiede vicino ad un centro. In estrema sintesi i modelli terapeutici non farmacologici (quindi privi di qualsiasi effetto collaterale) utilizzati nel Metodo Solère per il trattamento della fibromialgia, o meglio dei pazienti fibromialgici, si avvalgono della stimolazione di determinate aree reflessogene codificate anche nella cartografia della medicina tradizionale cinese: l’apparecchio appositamente studiato è denominato AMPi. sm® e, senza presentare particolari controindicazioni, permette il massaggio puntiforme inverso di aree cutanee utilizzate anche in agopuntura. Pur ispirandosi ai concetti dell’agopuntura, la tecnica e la logica insite nel trattamento di cura per la fibromialgia, sono molto differenti da quanto comunemente conosciuto attraverso la medicina tradizionale cinese. Normalmente sono sufficienti 6 sedute per apportare un sensibile miglioramento al polimorfo quadro clinico che i numerosi pazienti fibromialgici accusano, con sintomi apparentemente anche bizzarri ma analizzabili con criteri logici se inquadrati in un terreno al di fuori dei comuni disturbi della meccanica articolare. Per ulteriori informazioni sulle caratteristiche (e tempi di cura) della terapia per la fibromialgia proposta dal Metodo Solère - Reequilibration fonctionnelle® scrivete a: doteseo@tin.it Dott. Domenico Teseo • fisioterapista Specialista in: Osteopatia Metodo Solére® Medicina agopunturale (con A.M.P.I.) Rieducazione posturale globale Via C. Colombo, 274 San Nicolò a Tordino (Te) Info: 347 0744455 di 20 Dura Lex Sed Lex Rossella Scandurra dimmitutto@teramani.info n.106 Usucapione quindici anni nel caso di beni situati nei comuni classificati dalla legge come comunità montane e infine dieci anni in caso di acquisto in buona fede in base a titolo idoneo trascritto proveniente a non domino. Bisogna precisare che quando la legge usa il termine pacifi- I co si fa riferimento ad un acquisto che non sia avvenuto in modo violento o clandestino. l termine “usucapione” deriva dal latino usu-capere Le prove necessarie alla dimostrazione dell’usucapione, che letteralmente significa prendere con l’uso ed è uno ovviamente in giudizio, sono la prova per testimoni e per degli istituti del diritto italiano con radici più antiche, con presunzioni. ovvie differenze rispetto alla disciplina attuale, in quanto Per quanto riguarda la prima, si può dire che per testimoni era già previsto nel diritto romano dalla Legge delle XII si devono intendere coloro che sono rimasti a contatto con Tavole. il bene e con il soggetto In questa sede tratte- che intende usucapire, remo dell’usucapione ed in quanto tali posso- di beni immobili e degli no fornire elementi utili elementi che servono e validi a far accertare in giudizio per poter l’usucapione. dimostrare l’avvenuta Per quanto riguarda la usucapione. prova per presunzioni, L’usucapione è un modo si può invece dire che si di acquisto a titolo fonda su elementi di fat- originario della proprietà to propri della fattispecie o di un diritto reale ed corrispondente. è disciplinato agli artt. Infine, perché si possa 1158 – 1167 del codice parlare di possesso ad civile; essa si realizza usucapionem, è anche con il possesso del bene necessario che vi sia, tra continuo ed ininterrotto le altre cose richieste, per un certo periodo di la caratteristica della tempo. continuità, nel senso che Ma tale continuità non è il possesso dovrà essere esercitato con regolarità solamente l’unico requisito che si richiede affinché si possa realizzare l’usucapio- e non in modo solamente occasionale. ne, in quanto il possesso deve essere anche inequivoco e Deve essere precisato che non tutti i beni possono essere pacifico; ciò significa che il comportamento, messo in atto usucapiti, come ad esempio i beni che appartengono al dal soggetto che intende usucapire, non dovrà generare Demanio Pubblico o ad altri Enti territoriali. in altri soggetti alcun dubbio circa l’effettiva intenzione di Affinché il possesso si trasformi in proprietà riconosciu- esercitare sul bene una signoria di fatto, corrispondente al ta dall’ordinamento, è necessario che intervenga una diritto di proprietà. sentenza del Giudice che dichiari l’avvenuta usucapione, ovviamente dopo aver Quindi, perché si possa dire che sia intervenuta una usucapione ordinaria della proprietà di un immobile, è necessario iniziato una vera e pro- che sussistano due elementi necessari e cioè l’elemento pria causa. psicologico del possesso, che consiste nell’intenzione del Dato che non esiste al- possessore di comportarsi come proprietario del bene; e cun atto o contratto da l’elemento oggettivo che viene determinato dalla legge e registrare nei pubblici che predeter- registri, sarà proprio mina il periodo la sentenza ad essere di tempo trascritta. necessario Naturalmente, tutto quanto sopra detto, è da per usucapire: vent’anni con ritenere non esaustivo delle tesi dottrinarie e giurispruden- riguardo ai ziali in quanto l’argomento dell’usucapione è molto ampio e beni immobili presenta punti controversi che non possono essere affron- (art. 1158 c.c.), tati in questa sede. Lettera organismo che non avrebbe comportato alcun onere a carico dell’Ente, in al sindaco di Teramo quanto la partecipazione dei componenti era a titolo gratuito. Lo scrivente Riceviamo e pubblichiamo una lettera pervenutaci dal Sig. Domenico Bucciarelli, già Assessore del Comune di Teramo nella Giunta Angelo Sperandio, indirizzata al Sindaco di Teramo, dottor Maurizio Brucchi. per un eventuale controllo, in considerazione soprattutto della difformità S venne nominato nell’organismo insieme ad altri quattro componenti, compreso il Presidente. Si iniziò con entusiasmo a lavorare con la predisposizione di elenchi di contribuenti, residenti in Teramo, da segnalare all’A.F. tra il loro tenore di vita ed i redditi dichiarati negli anni (cd. Redditometro). Con il D.L.6/12/2012 n.201 venne meno l’obbligo da parte dei Comuni di istituire i Consigli Tributari, mentre si concesse ad essi la facoltà di tenere in vita quelli già istituiti. Il Comune di Teramo, diversamene da altri capoluoghi di provincia abruzzesi, decise di abolire il Consiglio Tributario, rinunciando così di fatto sia al contrasto dell’evasione che alla automatica attribuzione di somme erariali, derivanti dalle rettifiche a carico di alcuni concittadini infedeli con il Fisco. Leggo dai giornali ripetute dichiarazioni del Sindaco di Teramo (Comune che ha applicato le più alte aliquote dei tributi locali) con le quali si lamentava della insuffi- ignor Sindaco, l’evasione fiscale è uno dei tanti mali atavici della società italiana. Essa ha raggiunto i 140 mld ed insieme alla corruzione (80 mld)costituisce un tema dominante della politica. Il legislatore nell’anno 2010 (L.122 del 30/07/2010), allo scopo di limitare il “fiume senza fine” dell’evasione fiscale e contributiva, fece obbligo ai Comuni di istituire i Consigli Tributari, così da permettere agli Enti di partecipare all’attività di accertamento ed al contrasto dell’evasione. Quale premio agli Enti locali venne riconosciuto dapprima il 33% e successivamente il 100% delle maggiori somme riscosse a titolo definitivo afferenti i controlli fiscali operati dall’Ufficio locale dell’Agenzia delle Entrate. Anche il Comune di Teramo fu “costretto” ad istituire questo importante cienza dei trasferimenti erariali a vantaggio del Comune. Allora sorge spontanea una domanda: ammesso che le sue considerazioni siano oggettivamente riscontrabili, perché mai con l’abolizione del Consiglio Tributario lei ha rinunciato ad acquisire importanti somme da un’attività di accertamento che, peraltro, sarebbe stata esperita dall’Agenzia delle Entrate? A mio giudizio il grado di apprezzamento di un Sindaco si misura da queste problematiche, perché il compito della politica (con la P maiuscola)è quello di favorire una equa redistribuzione dei redditi a vantaggio dei ceti più sfortunati. di 22 n.106 Cinema Alyssa, Attrice, Angélique e Altro... Il film breve di Stefano Odoardi N Leonardo Persia dimmitutto@teramani.info In un inarrestabile cortocircuito dell’io che svela il meccanismo di ogni messa in scena e lo estende ulteriormente a un gioco delle parti relativo non solamente allo spettacolo. Anche al proiettare/proiettarsi continuo nella e della realtà, dentro lo scambio tra io e l’altro, tra me/io che è sempre un altro. Nell’amore. Il cinema di Stefano Odoardi si manifesta nel segno degli specchi, delle superfici riflettenti. Si guarda spesso dalla finestra nei suoi film, corti e lunghi, si tirano le tende, si scruta e si riprende dall’alto. La macchina da presa è l’occhio del volatile, del cielo, del falco di Tunnel Vision e della cicogna di Una ballata bianca che evolvono nell’Angelo (e in Angélique Cavallari) di Mancanza-Inferno. Uno sguardo che si (con)fonde nello sguardo dell’altro, che è l’Altro finalmente realizzato e rappresentato in altro. In alto. Rivelazione divina nel/del proprio umano. Quattro, infatti, era il numero preferito dal marchese de Sade, così come di Ingmar Bergman. Evocazione dell’Inferno e anche del Paradiso. Eric Rohmer, primo fra tutti, aveva riconosciuto on c’è due senza tre e non c’è quattro senza cinque, una qualità paradisiaca negli inferni esistenziali di Bergman e sei, sette, dieci. Angélique Cavallari interpreta quattro Dino De Laurentiis, sognando un trittico religioso mai realiz- personaggi ne La pluie: Koltes, Alyssa, l’Attrice e la Folle. zato, voleva affidare proprio al maestro svedese la messa in E come il Damba buddista, albero della vita ramifican- immagini dell’Eden. Negli anni ’60, del divin marchese furono te anche i quattro fiumi sacri, le quattro direzioni del cuore, messe invece in luce la mitezza, il desiderio di un mondo questi quattro ruoli, questo quattro, proliferano evocando altri opposto a quello da lui descritto, persino un furore moralistico. caratteri (l’innamorata/o, l’altro/a, il doppio, la copia, la coppia) Esatte intuizioni. Il quattro è il numero della Terra: della Terra per cercare l’Uno. Quell’unità ri-rappresentata dalla stessa nel cielo (titolo di un corto di Odoardi, The Earth in the Sky), la Angélique Cavallari, persona e personaggio, inizio e motore quale naturalmente è pure nell’Inferno. O, meglio, appare La primo di ogni molteplice, che torna all’unità finale. Cioè iniziale. terra che non c’è (altro suo titolo), invocata dall’Inferno. Anche per questo, le immagini odoardia- suo personaggio? La parrucca bianca, primo personaggio visto nel film è Koltes ne si inscrivono in uno spazio dell’attesa. che diventa dorata a contatto con le quando si sentono i passi di «qualcuno Attesa che qualcuno torni o si sveli, luci di Parigi, il trucco, lo sdoppiarsi, il che corre e poi arriva» (esattamente attesa del realizzarsi stesso di un’imma- mescolarsi rimandano alla coppia osmo- come prima aveva fatto irruzione Alyssa) gine, di un’ispirazione, di un copione (pur tica Rita/Betty di Mulholland Drive e la e la voce di chi narra lo identifica come attraverso un cinema spesso non scritto, musica di Georges Delerue (Le désespoir tale. L’Attrice indossa la parrucca di Alys- com’è noto). Uno spazio della metamor- de Muriel, da Le due inglesi di Truffaut) sa e ha un controcampo finto con Koltes fosi e della trasformazione, del passaggio catapultano il pur evidente omaggio alla posto di fronte a lei, sintesi degli stessi (da cui i ponti) e delle immagini (ancora) nouvelle vague in una quarta dimensio- elementi linguistici addensati in una sola indefinite in prossimità di boschi e luoghi ne di Tempo psicologico, intermittenza immagine e in un solo corpo. «Di volta naturali shakespeariani (che preludo- di cuore e Proust, ricordando, oltre alla in volta da diversi angoli vediamo Alyssa no al cambiamento, al mescolamento Muriel di Resnais, gli orologi di Into Our e Koltes nella stanza. Fuori continua a di identità e di amori: Il Sogno di una First World, le pietre sbriciolate come i piovere. Entrambi appartengono allo notte di mezza estate, naturalmente grani del tempo in Esilio della bellezza. spazio». Ugualmente, il suono esterno pe- parafrasato da netra in quello Bergman, oltre interno, proprio che da Woody all’identica ma- Allen, una volta niera del no hay di più nel suo banda di Lynch. ultimo Magic in La voce (sempre the Moonlight, la stessa) si e in gran parte moltiplica, l’urlo della commedia della Folle viene sofisticata hol- udito da Alyssa lywoodiana dei nel giardino. La ’30 e ’40, non voce narrante soltanto quella racconta sul del ri-matrimo- volto di chi è nio individuata narrato, appena da Stanley Ca- quest’ultimo ha vell). Immagini smesso di parla- mescolate nelle re. L’espressione dissolvenze piena di ambi- liquide (7.14) e guità di Alyssa nell’incrocio dei (una serie di formati e degli smorfie) fa pen- stili (videoarte, dant con il volto digitale e pel- deformato della licola). Un cinema eclettico e variegato, L’esercito napoleonico in miniatura di Folle. Ognuno è intriso dell’altro. Quattro sempre diverso, eppure matematicamen- Koltes, granello di Tempo affine al soldati- è uno e uno è quattro. te coerente al suo interno. no del Paradiso/Jauja di Lisandro Alonso, viene raccolto dal pavimento allo stesso Ma cosa c’entra la pioggia del titolo, Di tale eclettismo sono testimoni anche modo in cui sarà carpita l’erba (la propria manifesta nell’acqua del bicchiere rove- i dieci, densissimi minuti de La pluie. Ci terra, il proprio io) da Alyssa, trasformata sciato sul tavolo, che sgocciola sul pa- sono gli interni minimalisti e in potenza, poi in pietruzze (la stabilità, l’individua- vimento? È una «pioggia interiore», dice a camera fissa, qualche volta legger- lità: eppur sbriciolate) sul suo volto in il regista. Quella stessa pioggia, che nei mente traballante, scarni e desaturati un’immagine successiva. film di William A. Wellman infastidiva e purificava. La Pioggia, racconto di William (non fotograficamente) che ri-pensano e ripercorrono immagini mentali, invisibili, Il gioco identitario trova un corrispetti- S. Maugham, che faceva scontrare, incro- accendendo il regista nascosto in ogni vo pieno nella forma del film. Koltes di ciare, dividere unire e di nuovo dividere, spettatore. E c’è una scena colorata e spalle, la nuca coperta da un berretto due (o anche quattro, o una) individualità. lussureggiante come quella di Alyssa in nero (azzeramento duplice, totale, del Di fede e ragione, lucidità e follia, maschi- fuga giocosa sul ponte. Da chi fugge e viso) è parlato probabilmente dall’Attrice, le e femminile. Verità e recita. Reale e fi- con chi gioca? È inseguita da sé stessa, rivelata attraverso l’entrata in quadro di ction. Ognuno di noi, dentro di sé, se non dal suo doppio? Dalla macchina da presa, Alyssa, trasformata in Attrice, mediante ne ha paura ed è disposto ad ascoltarla, da Stefano Odoardi? O si tratta ancora di la voce over di quest’ultima. Divisione e la sente sgocciolare. Feconda, penetra. Ci Alyssa che scappa dall’Attrice che narra ri-comprensione delle componenti diege- separa e ci unisce. Rende folli, ma anche (e da Angélique Cavallari che interpreta) tiche: voce (in e off), personaggio, narra- attori. Innamorati o/e pure isolati. Unici e o da Angélique Cavallari posseduta dal tore, attore (Attrice). Ci accorgiamo che il indivisibili. Molteplici e collegati. 23 n.106 24 n.106 di La Scuola all’expo 2015 Dal ‘600 a de Chirico a Warhol, il cibo nell’arte Art is food. Food is art, quando la storia dell’arte e il cibo si incontrano B Maria Gabriella Del Papa dimmitutto@teramani.info avvalso della collaborazione di un comitato scientifico internazionale per selezionare opere significative, capaci di ricostruire un lungo ed emozionante viaggio attraverso le diverse correnti pittoriche succedutesi nel corso del tempo, dal Barocco al Rococò, dal Romanticismo ottocentesco alle avanguardie del ‘900. Lo scopo è quello di far apprezzare al largo pubblico degli appassionati le varie iconografie correlate alla rappresentazione del cibo che movimenti e singoli artisti hanno affrontato con estro e originalità. Il percorso espositivo, ordinato secondo criteri iconografici e cronologici, intende, infatti, rivelare quanto i pittori attivi tra XVII e XIX secolo amassero dipingere i cibi e i piatti tipici delle loro terre d’origine, e di conseguenza far scoprire pietanze e alimenti oggi completamente scomparsi, di cui è difficile immaginare anche il sapore. Inoltre, grazie alla collaborazione con alcuni dipartimenti di Scienze Alimentari di atenei nazionali, che per l’occasione hanno analizzato in maniera scientifica le tavole imbandite e le dispense immortalate nelle tele del ‘600 e ‘700, è possibile attingere a preziose informazioni sull’alimentazione e sui gusti dell’epoca. rescia gennaio- giugno 2015 - La mostra vuole essere una rifles- Le sezioni tematiche della mostra saranno dieci: l’allegoria dei cinque sione sul tema della presenza del cibo nell’arte contemporanea, sensi, mercati dispense e cucine, la frutta, la verdura, pesci e crostacei, raccontata attraverso tutti i mezzi espressivi conosciuti, dalla selvaggina da pelo e da penna, carne salumi e formaggi, dolci vino e pittura alla fotografia, dal video alla performance, dall’happening liquori, tavole imbandite, per finire con il cibo nell’arte del XX secolo. all’installazione. L’esposizione si basa sul lavoro di 35 artisti che sono Tra i capolavori allestiti, provenienti dalle meravigliose collezioni stati selezionati per il loro lavoro a cavallo tra arte e cibo. bresciane, si potranno vedere i “Mangiatori di ricotta” di Vincenzo Campi e il “Piatto di pesche” di Ambrogio Figino, considerata la prima Il cibo ancora una volta diventa protagonista delle mostre italiane natura morta della storia dell’arte italiana, dipinta circa un lustro prima durante questo 2015: dopo Food - Il Futuro del Cibo in collaborazione della “Canestra” di con il National Geographic, a Brescia si parla dei temi dell’Expo Milano Caravaggio. Ecco 2015 con Il Cibo nell’Arte, espo- quindi lo strepitoso sizione collettiva che raccoglie pendant di nature grandi opere d’arte dal 1600 ai morte, mai esposto giorni nostri che hanno parlato o prima d’ora, di rappresentato il cibo. Giacomo Ceruti Dal 24 gennaio al 14 giugno detto Pitocchetto, 2015 presso il Palazzo Martinen- ma anche il “Tavolo go della città lombarda saranno con angurie” del esposti oltre 100 dipinti scelti pittore divisionista dal curatore Davide Dotti: dalla Emilio Longoni e famosa lattina Campbell di Andy l”’Ultima Cena” Warhol a Magritte, Fontana, di Andy Warhol, La Chapelle andando anche appartenente alla indietro nel tempo con Guercino, famosa serie in cui Campi e Salini. il padre della Pop Il cibo invade i palcoscenici dei Art ha reinterpreta- teatri, è fotografato come una star, compare come protagonista nelle to il “Cenacolo” di Leonardo. A chiude- pellicole cinematografiche, diventa il soggetto di curiosi giochi percettivi e anche la materia prima di vere e proprie performance artistiche. Il re idealmente il percorso, ci sarà la spettacolare Piramide alimentare, termine food art, infatti, è utilizzato per indicare lavori molto diffe- installazione appositamente realizzata da Paola Nizzoli. renti tra loro, dalle opere di David Robinson in cui veri e propri funghi “Il Cibo nell’Arte” offrirà anche un ricco apparato didattico per tutte formano paesaggi, alla graphic art di Marco Bollati che indaga il tema classi di ogni ordine e grado. Nei laboratori didattici, per i più piccoli, si alimentazione utilizzando gli strumenti del disegno e del collage, fino potranno sperimentare esperienze multisensoriali sul riconoscimento alle performance più propriamente artistiche come i lavori di Andrea non convenzionale di gusti, odori, colori e consistenze di vari cibi. E Salvetti. si potrà mettere a punto un elaborato, simulando e reinterpretando il Intitolata ‘Il Cibo nell’Arte. Capolavori dei grandi maestri dal Seicento a Andy Warhol’, la rassegna è stata curata da Davide Dotti, che si è processo creativo dell’artista, utilizzando i materiali messi a disposizione tra cui pasta, frutta secca, legumi, riso. di Carmine Goderecci L’oggetto del desiderio il premio che Paride le attribuì per la vittoria della contesa contro Giunone e Minerva. Venere vestita e ingioiellata rappresenta la natura terrena dell’amore, invece la stessa dea nuda rappresenta l’amore celeste. Le sono associati gioielli nell’iconografia della toletta ove le ancelle della dea, le Grazie, la aiutano a ornarsi degli strumenti della seduzione ea greca dell’amore, della bellezza marina. L’arte la raffigura spesso accompa- femminile. Sempre corredata di attributi e gio- e dell’arte, Afrodite corrisponde alla gnata da animali come colombe, cigni, delfini, ielli è la Venere in trionfo, un tema ricorrente Venere dei romani, ed è considerata da conchiglie che ricordano la spuma delle nell’arte rinascimentale. Tuttavia nell’arte la da tutti, divini e mortali, la più bella onde da cui emerge, da piante come la rosa e dea appare spesso svincolata da riferimenti tra le Dee, la più irresistibile ed attraente, il mirto oppure oggetti come la cintola magica precisi a episodi del suo mito e anche dai suoi vero simbolo dell’amore, di cui non solo si fa e la torcia accesa, simbolo del fuoco d’amore. attributi più espliciti, restandole solamente la portatrice, ma che incarna e rappresenta. Nel mito greco ad Afrodite sono attribuiti divina nudità di quando in quando spezzata Emersa dal mare, Venere è rappresentata numerosi titoli come la dea del dolce sorriso, dalla presenza di gioielli. Questi, evidenziando spesso ornata di gioielli a sottolineare la sua dagli occhi folgoranti di bellezza, dalle belle la sensualità, che traspare nella raffigurazione seduttiva femminilità. Le perle hanno un corone. Fra gli oggetti preziosi spesso pre- della femminilità senza veli, sembrano dichia- posto d’onore come rimandi alla sua nascita senti nella sua iconografia vi è la mela d’oro, rare esplicitamente un intento erotico. Note Linguistiche I di Maria Gabriella Di Flaviano Verbi in-ere verbi della seconda coniugazione si dividono in due gruppi: - quelli con la terminazione accentata come temére; - quelli con la terminazione non accentata come vìvere. Molti verbi della seconda coniugazione hanno al passato remoto doppia forma per la prima e la terza persona singolare (-etti, ette, ei, è) e per la terza plurale (-ettero, -erano). Solo la pratica, però, e il vocabolario potranno dirci quali verbi ammettono le due forme. Appartengono alla se- 25 n.106 Amore tra i gioielli le rose e il mirto D dimmitutto@teramani.info conda coniugazione anche i verbi fare e dire (contrazioni del latino fačere e dičere) e i verbi in -arre, -orre ed -urre come trarre, porre, condurre ecc. ecc….(anch’essi contrazione del latino trahĕre, ponĕre, conducĕre) i verbi in -cere, in -gere e in -scere, mantengono la -cla, la -g dolci o palatali davanti ad -e ed -i; le mutano invece in -c e -g - dure o gutturali davanti ad -a e -o. Solo cuocere, nuocere e i verbi con l’accento sulla -e di -cére (tacere, piacere, giacere ecc…) mantengono la -c sempre dolce, per cui inseriscono una -i davanti alle desinenze comincianti per -a, -o, e -u e raddoppiano la -c davanti alla -i: taccio. Anche i verbi in -niere si comportano come quelli in -niare e fanno spegniamo, che voi spegniate. Attenzione! La terza persona plurale del congiuntivo presente termina sempre in -ano e non in -ine: credano, mettano e non credino, termino, e mettino, come spesso capita di leggere e di sentire. di 26 n.106 Sergio Scacchia In giro Santa Maria de Praedis a Castagneto Il gioiello Campestre A http://paesaggioteramano.blogspot.it l’altro di nubi, compare la cresta del Gran Sasso e le montagne suddite intorno a corolla. Tutto molto bello, tra colli con pochissime fasce di cemento che non inghiottiscono ancora le piccole cascine storiche e i campi coltivati. A volte capita che il nostro piccolo e caotico mondo si fermi anche pochi chilometri dal centro storico di Teramo ci sono dei piccoli per un solo attimo. È allora che la bellezza si svela e il sacro silenzio ti tesori da riscoprire o da conoscere! parla. Il silenzio è avvolgente. Le ginocchia traballano un pochino per la fatica, ma non mollo. Il profumo delle colline boscose pare penetrare nei polmoni. La chiesina campestre di Santa Maria de Praedis non è lontana. La passeggiata sul Colle Piadino, tra In questi luoghi, che i teramani diser- Pantaneto, Colle Caruno, Fonte del Lat- tano, c’è più di una chiesa che vale la te, si snoda lungo la strada, ma di auto pena visitare: San Pietro ad Azzano in circolanti neanche l’ombra. località Costumi o la famosa San Barto- Qui è un susseguirsi di minuscoli agglo- lomeo di Villa Popolo di Torricella. merati del suburbio teramano dei quali il più importante è Castagneto, il cui Distante e di molto dalle grandi vie di toponimo prometterebbe tanti alberi di traffico, questo luogo sacro di Santa castagno che oggi non ci sono più. Maria meriterebbe ben altra attenzione, La storia ricorda l’avvenimento più quella che non le dà quasi nessuno. importante, in piena dominazione spa- Eppure possiede valori immensi sia re- gnola, sul finire del XVII secolo. A causa ligiosi sia archeologici, storici e perché delle ciurmaglie dei briganti celebri no, ambientali di alta collina. come Santuccio da Froscia e Titta Colranieri, il borgo fu bruciato, insieme alla All’ultima curva un cane pastore si vicina Ioannella, da parte del capitano avvicina a brutto muso e per un attimo Gaspare Zunica. temo l’assalto rabbioso. All’improvviso, provvidenziale, si palesa un contadino Ho incontrato nel mio cammino solo un di alta statura che sta risalendo il picco- trattore con sopra un vecchio che non lo fosso verso il suo casolare. so perché ha sghignazzato evidente- Sembra Mauro Corona, canotta nera, mente divertito, prima di scomparire bandana di ordinanza, capelli grigi che dai miei occhi col suo cigolante mezzo, sicuramente cadrebbero sul volto se antico più del padrone. non fosse che appare incipiente la Qua e là si aprono, improvvisamente, calvizie. prati quasi tumefatti dalle ombre del Dal ciglio della strada urla qualcosa primo pomeriggio e casolari dal tetto d’incomprensibile ma la bestia pare fumante. aver capito perché si allontana subito Poi, in fondo alla valle, lo sguardo dalla mia figura. s’impossessa di una Teramo un tantino Ed eccomi finalmente davanti all’ogget- caliginosa mentre, tra un sipario e to dei miei desideri. Santa Maria è un piccolo tempio in stile ro- Ora sono qui, ad ammirare questa che è una lato destro che penzola arrugginito e scric- manico a tre navate, edificato nella notte dei delle chiese più antiche del teramano, sorta chiolante al vento. tempi sui resti di una villa romana, dicono, nel secolo X, le cui pietre sembrano prove- anche se alcuni studiosi ipotizzano che qui ci nire dall’antico castello medievale che un Ripenso alla frase latina che trovai su di un fosse un sito dedicato alla dea Feronia. tempo dominava la valle sopra Pantaneto! piccolo cimitero in Alto Adige. In epoche ancora precedenti pare che l’anti- Mi stupii di questa locuzione: co insediamento fosse il “villaggio Praedis”, Immagino cocci e pietrame sconvolti dai “Hic est locus ubi mors gaudet succurrere luogo molto frequentato sin dall’età del vomeri profondi. Penso con dolore, a cosa vitae”, ferro. possa essere accaduto a tanti reperti, sta- che tradotta significa che “questo il luogo Come dimenticare che qui furono rivenuti tuine o altro, disseppelliti sui campi dinanzi dove la morte gode di soccorrere la vita”. mirabili frammenti di ceramica del tempo casa e rivenduti forse per pochi soldi. Un’amara riflessione sulla caducità delle dei Pretuzi, travertini o ancora rimasugli di Butto l’occhio su alcune tombe del cimite- cose. statue romane e anche reperti medievali? ro. Mi pare che fosse mutuata da una lapide Sono affascinato nel guardare questo Una di esse ha la croce che ha perso il suo sulla porta d’ingresso dell’Ospedale degli piccolo edificio sul ciglio della strada con il Incurabili a Napoli, prima che arrivasse il suo mini cimitero dall’inferriata del fianco santo dottor Giuseppe Moscati a portare destro. speranza ai poveri. Ho sempre creduto che l’arte sia l’ombra di Meglio concentrarsi sulla chiesa che ha una Dio sulla terra. storia sontuosa che pare partire dal 1153 Ricordo che più di una volta il grande e indi- quando il vescovo Guido II annesse ai beni menticabile Giammario Sgattoni, mi parlò di teramani la piccola pieve. quest’antico luogo denominato “Praedis”. Questo tempio ha visto la sua ultima ristrut- Con la sua voce baritonale e il suo largo turazione da parte della Soprintendenza ai sorriso, mi sorprendeva sempre con la sua Beni Architettonici nel 1977 e oggi si presen- immensa cultura. ta in perfetto ordine. di 28 Calcio n.106 I Il Teramo Antonio Parnanzone dimmitutto@teramani.info sopra citati, molto professionali che danno il loro contributo decisivo anche con pochi minuti giocati. Il Diavolo non conosce timori reverenziali e tantomeno le insidie dei campi avversi. Sicuro di se entro e fuori casa, riesce a tenere alto ritmo e qualità di gioco indipendentemente dal campo di gara. Vincere o perdere può capitare in qualsiasi momento e talvolta la sconfitta, per come sono andate le cose in campo, vale più di una vittoria acciuffata per un episodio favorevole. l Teramo è una realtà. Il buon avvio e la fase successiva avevano Teramo, quindi, sempre a testa alta in ogni occasione. La sfida del evidenziato una squadra in grado di fare risultato ovunque. Il futuro è sulla tenuta fisico - atletica, ma soprattutto mentale. A ciò si finale della prima parte del campionato è andato ancora meglio, aggiungono i rinnovati organici delle squadre avversarie per effetto consacrando la formazione biancorossa una delle big del girone. delle movimentazioni del secondo periodo trasferimenti. Gennaio, Misurarsi con i blasonati Ascoli e Pisa e giocare alla pari, se non pertanto, rappresenta un momento cruciale del campionato in corso. addirittura meglio, vuol dire proprio che il Teramo è forte. È forte Gli arrivi e le partenze saranno determinanti per le squadre di vertice in tutti i reparti, dalla difesa all’attacco. Soprattutto è davanti che il e anche per quelle che mirano solo alla permanenza nella categoria. Teramo ha costruito la sua maggiore fortuna con la coppia più pro- Non tutte le Società riusciranno nell’intento di migliorare qualitativa- lifica del girone Lapadula-Donnarumma in bella mostra. I due arieti mente il proprio organico, ma per la maggior parte di esse sicura- biancorossi, infatti, si sono rivelati determinanti mettendo a segno mente gli effetti saranno positivi. Da qui inizia un nuovo corso del un buon numero di reti e permettendo alla formazione guidata da campionato e proprio in questo periodo inizia anche per il Teramo Vivarini di agganciare le prime posizioni della graduatoria generale. una nuova fase. Fare bene adesso vuol dire proseguire il cammino Il ritrovato Bucchi, poi, quando è stato chiamato in campo si è fatto con lo stesso ritmo, intensità e determinazione. D’ora in avanti potrà trovare sempre pronto. Insomma un trio che incanta e che molti succedere di tutto in quanto non c’è una squadra leader. Per un invidiano a Vivarini che ha la fortuna di gestirlo. Da non dimenticare, certo periodo di tempo era sembrata quella dell’Ascoli la squadra ovviamente, il forte centrocampo che sorregge magistralmente il più regolare, ma con il passare del tempo una evidente flessione ha reparto più avanzato. Amadio, Cenciarelli e Di Matteo controllano permesso alle inseguitrici di riagganciarla formando un trenino di con abilità la parte mediana del campo offrendo un ottimo supporto testa. Un gruppo di cinque-sei squadre, Teramo compresa, sembra alle punte. Il sempre più sicuro Tonti e i giganti Caidi, Speranza e procedere con passo diverso e distinto dalle altre e molto probabil- Diakitè controllano e respingono sempre con più efficacia gli attacchi mente saranno loro a contendersi l’accesso alla serie B. Teramo sta degli avversari. Anche quest’ultimo reparto gode di ottima salute, vivendo uno dei momenti più belli della sua centenaria storia calcisti- superando brillantemente un periodo poco fortunato per i troppi ca. Se sarà serie B vuol dire che avrà compiuto un miracolo. In caso infortuni. Una squadra in salute e un gruppo di atleti, oltre a quelli contrario avrà vissuto ugualmente un’altra grande annata. Foto Vincenzo Ranalli di Politica Il Ritorno del Censo analisi del voto delle regionali di novembre A Maurizio Di Biagio 29 www.mauriziodibiagio.blogspot.com n.106 del contribuente, e perfino il noleggio di una limousine. Occasione ghiotta per l’astensionismo, per tenere lontano anche il più volenteroso degli elettori. La puzza è troppa e i cittadini vanno alla ricerca di qualche nuova fragranza nel caleidoscopico panorama politico nazionale, sempre in sommovimento alla ricerca del nuovo partito o del nuovo uomo. Un altro tassello che s’aggiunge agli altri per definire un fenomeno molto complesso è quello della fine dell’ideologia e del relativo avvento dell’uomo-partito: da Berlusconi, a Di Pietro, fino a tanti loro emuli; la politica si è infatti nutrita negli ultimi anni di facce, di volti, di one man show, di capataz de cargadores, a discapito di disciplinati portatori di acque in polverose segreterie sempre meno calcate da tutti. E dentro la caduta rovinosa del dio antropomorfo, il vuoto può creare scompensi democratici, visto che a sopperire alla mancanza del leader non c’è più la sapiente e tenace ragnatela dei partiti. La sfiducia nella classe politica ha raggiunto il top. Oltretutto è venuto a mancare stenersi o partecipare. Gli Emiliani, i Romagnoli, i Calabresi nella regione rossa l’apporto contributivo dei filo-sindacati e degli hanno scelto di disertare in massa le elezioni regionali ortodossi del Pd, in chiaro contrasto con la linea politica dettata da del 23 novembre scorso. Le ragioni sono molteplici e non Renzi. Lo strappo della Fiom, di Camusso, ha il suo peso e mostra è nemmeno facile buttarla in aforismi che sì, tante volte un partito sempre più in affanno malgrado gli 80 euro che fanno il aiutano a compendiare un fenomeno astruso e variegato ma che 41% alle Europee. Ma più in genere il fenomeno dell’astensionismo questa volta è meglio evitare. Scrivere dunque che “le elezioni in Italia è iniziato storicamente con gli anni ’70 e con la questione favoriscono i chiacchieroni” è fuorviante ma ha un suo fondo di morale messa in luce da Enrico Berlinguer, segretario del Partito verità: anche se in queste hanno concorso grigi personaggi di ap- Comunista. Si parato, mettiamo che il chiacchierone sia sempre lui, il Fonzie, lo partì con un scout, il figliol prodigo, il Renzie, quello che da Roma ha aleggiato astensionismo nella competizione elettorale, di certo avrebbe avuto una sfida più del 6,6% alle allettante se come sfidante ce ne fosse stato un altro di…chiac- politiche del chierone. Invece questa volta, almeno nel panorama nazionale, è 1976, anche sparito d’incanto l’anti-Renzie, svilendo di contenuti e passione se la sfiducia l’appuntamen- cominciò a to elettorale. E manifestarsi di pari passo con una certa anche la parte- incidenza negli cipazione degli anni ’80 e ’90, elettori è ca- con l’attenua- lato drastica- zione delle mente: solo il ideologie e con 37% di elettori l’aumento del sulla Via Emilia disimpegno politico. E se fino a qualche tempo fa alcuni commen- ha apposto tatori potevano pure esprimere qualche compiacimento perché una croce sulla paragonavano il fenomeno a quello delle democrazie più compiu- scheda. Ma te, ora però questa completezza sta facendo rima piuttosto con questa può menefreghismo totale. Infine si possono annoverare altre forme di considerarsi astensionismo: da quello demografico, soprattutto nella brutta sta- solo una lettura parziale dell’astensionismo. Poche settimane fa, il gione, quando alcune categorie, come gli anziani, sono più restie governatore della Campania, il forzista Stefano Caldoro, nella sua ad uscire di casa; a quello tecnico-elettorale causato dalla difficol- disanima post-voto, ha riferito dell’eutanasia di un ente. “Basta con tà di comprensione della materia politica o dalla stessa modalità di le Regioni – dichiarava a piè sospinto – basta a sanità, traspor- voto. Accade pure questo. C’è poi l’astensionismo apatico, come ti, gestione dei servizi: l’attuale regionalismo è finito domenica abbiamo già riferito, e quello di sfiducia-protesta, caratteristico scorsa, tenerlo in piedi con il 37% dei voti è accanimento”. Caldoro dalla fine della prima repubblica in poi. Cos’altro dire? Che per la prospettava le macroregioni all’orizzonte della prossima Italia. prossima tornata elettorale non vinca il 15% degli aventi diritto, Per di più nell’Emilia-Romagna, terra rossa per eccellenza, si sono perché se continua così, è davvero il ritorno del censo, di quella registrati prima della sfida elettorale scandali a gogò: a partire limitata casta che nei secoli bui si arrogava il diritto a decretare la dal vibratore inserito nei rimborsi, cene pazze fatte con i soldi vita politica e sociale di tutti. dalla 30 n.106 Sport Pallamano D Redazione dimmitutto@teramani.info l’impressione di poter prevalere conducendo la gara per larghi tratti. Nel secondo tempo la compagine della Lion mostrava maggior carattere e di conseguenza quella determinazione che gli ha consentito di portare in porto il risultato. Nel complesso possiamo tranquillamente affermare che si è assistito ad un incontro di categoria superiore ed a giocatori che possono assicurare un futuro all’altezza della tradizione opo la pausa natalizia, sono ripresi i vari campionati delle diver- della Pallamano teramana. se categorie. L’evento clou del mese di gennaio è sicuramente Per quanto concerne la Pallamano femminile, la Nuova H.F. Teramo il derby cittadino tra l’H.C. Team Teramo e la Lion Teramo nel nel campionato di Serie A1 non sta ripetendo le prestazioni messe in campionato maschile di serie B. La partita si è giocata sabato mostra nel girone di andata. Pur assicurandosi, nonostante la sconfitta 18 presso il Palacquaviva che ha visto prevalere la Lion di Marcello di sabato a Salerno, la disputa dei play off per la conquista dello scu- Fonti con il punteggio detto e la partecipazione di 21 a 20 davanti ad un nella prossima stagione ad numerosissimo pubblico una coppa europea. che ha fatto registrare il Nel campionato di A2 fem- tutto esaurito. L’anda- minile continua la marcia mento della gara ha visto dell’H.C. Team Teramo di nel primo tempo l’H.C. Serafino Labrecciosa che Team Teramo di Franco nell’ultima gara vinta a Ci- Chionchio ribattere colpo vitavecchia ha confermato su colpo le giocate degli la propria superiorità nel avversari, dando anzi girone di appartenenza. Redazionale Torsioni del busto utili o dannose? rachide e del tronco in generale. Il movimento che si effettua svolgendo questo esercizio di torsione del busto avviene quasi esclusivamente a livello della gabbia toracica e non della vita (Sharmann, 2005) e richiede al rachide lombare un movimento che per sua morfologia non è in Q grado di effettuare con efficacia, sottoponendolo ad una forza di taglio potenuesto esercizio utilizzato per zialmente rischiosa specie se l’ esecuzione avviene con carico “snellire il punto vita e tonifica- maggiorato (bilanciere o macchinario specifico) o con bacino re gli obliqui” è purtroppo una bloccato da seduti. pratica inefficace ed anche dannosa. Le vertebre hanno una componente minima di rotazione di 1 grado Quasi certamente molti continueranno ad per ognuna di essa e di 5 gradi in tutto il tratto lombare. eseguirlo comunque perché ormai da anni fa Quindi il movimento meccanico che si esercita ripetutamente può parte del loro allenamento quindi certi della sfociare nel tempo in seri danni alla schiena. sua efficacia e sicuramente ignari delle problematiche che ne possono conseguire. Si dovrebbe riflettere e infrangere il sogno di chi crede che fare tante torsioni servano a snellire il punto vita, SPECIALIZZATO IN Fitness generale - Tonificazione muscolare Dimagrimento - Ipertrofia muscolare Allenamento aerobico - Preparazione sport allora eseguire tanti addominali farebbero sparire la pancia!? Sono purtroppo credenze e dicerie senza fondamenta scientifiche. Inoltre ci sono anche alcune aziende leader del settore che hanno inventato alcuni macchinari per eseguire torsioni con carico aggiuntivo, quindi aumentando i rischi di danneggiamento del Renato Gentile Personal Fitness Trainer Certificato ISSA (International Sports Sciences Association) Iscritto nel Registro Europeo dei Professionisti dell’Attività Fisica (EREPS) Accreditato dall’Associazione Europea per la Salute e per il Fitness (EHFA) Info. 373.5063624
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