Giugno 2014 n. 100

n. 100
Giugno 2014
mensile di informazione in distribuzione gratuita
AIR
PRETURO
MICHELANGELO
IN MOSTRA
LA COLLETTA ALIMENTARE
STRAORDINARIA
pag. 8
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nuova vicina di casa.
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SOMMARIO
n. 100
3 Cento numeri ma non li dimostra
4 Il Mose, l’Expo e lo Stop a Teramo
6 Teramo Culturale
8 Air Preturo
10 Il curioso caso di Benjamin Manola
11 Maurizio Brucchi
12 Risonanza? Ripassi tra due anni.
14 All’Ombra del Campanile
14 Note Linguistiche
15 L’Oggetto del desiderio
18 Michelangelo in mostra
20 Musica - La nascita del Rock in Italia
21 Musica - Debbie Duveen & the Millbanks
22 Il fascino dell’arte
24 Parole come odori!
26 La Colletta Alimentare Straordinaria
28 Casale San Nicola
30Calcio
30 Il grazie di Francesca Chiara Di Timoteo
L’Editoriale
dalla
100 numeri
ma non
li dimostra
E
Redazione
di importanti Istituzioni cittadine che
decidono della vita o della morte delle
Associazioni Culturali, grazie alla loro
ruffiana collocazione politica. Eventi
organizzati da pseudo associazioni culturali
che non dovrebbero avere fini di lucro ma
che vendono biglietti per l’ingresso agli
stessi eventi, con contorno di porchette e
birra a gogò.
ravamo a febbraio del 2004 quando
Tornando però a questi nostri amici
“Teramani” si affacciò timidamente sul
che hanno la passione per la scrittura,
panorama editoriale cittadino, pieno
crediamo non sia il caso di nominarli
di voglia di fare e di raccontare la nostra
tutti tanti sono stati e sono, ci va di fare
Teramo, libero da vincoli di padronato.
una eccezione, una sola, ricordando con
In questi anni abbiamo visto di tutto:
grande affetto e rimpianto mai venuti
iniziative editoriali, pur importanti, sparite
meno, l’amico Giammario Sgattoni che
dopo aver perso il referente politico, altre
per anni ha contribuito alla crescita e
sparite e basta ed altre ancora che si
all’affermazione del nostro periodico,
sono riciclate miracolosamente più volte
nobilitandolo con le sue straordinarie
cambiando frettolosamente padrone,
pagine di teramanità. Un grazie doveroso
nome e quindi anche linea a seconda di
anche a quanti negli anni hanno scelto
come tirava in quel momento il vento. Un
“Teramani” per la loro comunicazione
ringraziamento forte, fortissimo va a quanti
pubblicitaria, rendendone possibile la vita
hanno reso possibile “Teramani”, scrivendo
e soprattutto l’indipendenza dalla politica
liberamente sugli argomenti più disparati,
che, come detto, altrove condiziona non
con un occhio particolarmente attento alla
poco. Ed è proprio per questo motivo che
cultura.
deliberatamente non abbiamo chiesto
Cultura che nella nostra città in questo
a personaggi vari la testimonianza e le
Direttore Responsabile: Biagio Trimarelli
Redattore Capo: Maurizio Di Biagio
ultimi tempi sta soffrendo non poco,
congratulazioni per questo numero 100
sopraffatta com’è da eventi di dubbia
che rappresenta non il punto d’arrivo
Hanno collaborato: Mimmo Attanasii, Maurizio Carbone,
Maria Gabriella Del Papa, Maurizio Di Biagio,
Carmine Goderecci, Piergiorgio Greco, Fabrizio Medori,
Silvio Paolini Merlo, Antonio Parnanzone,
Laura Rabottini, Sergio Scacchia.
qualità e che nulla hanno a vedere
ma quello della partenza per un nuovo
con essa ma che godono del sostegno
cammino, per continuare a crescere. n
è possibile scaricare il pdf di questo e degli altri numeri dal sito web
www.teramani.info
scriveteci a
dimmitutto@teramani.info
Gli articoli firmati sono da intendersi come libera espressione
di chi scrive e non impegnano in alcun modo né la Redazione
né l’Editore. Non è consentita la riproduzione, anche solo
parziale, sia degli articoli che delle foto.
Progetto grafico ed impaginazione: Antonio Campanella
Periodico Edito da “Teramani”, di Marisa Di Marco
Via Paladini, 41 - 64100 - Teramo - Tel 0861.250930
per l’Associazione Culturale Project S. Gabriele
Organo Ufficiale di informazione
dell’Associazione Culturale Project S. Gabriele
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Teramani è distribuito in proprio
3
di
4
n.100
Mimmo
Attanasii
Satira
dimmitutto@teramani.info
Il Mose, l’Expo e
lo Stop a Teramo
N
sentenza definitiva della
Cassazione. Dubbi emergono finanche in uno degli
innumerevoli processi di
riqualificazione della nostra
città. Passeggiando in su
per il viale dei tigli – quello
cimiteriale, finemente
impreziosito da teste di
bronzo donate ma non
richieste alla cittadinanza
da un mecenate dell’ar-
el Paese delle iperbole nella pazzia
specifica, a sedimentar-
te – all’altezza del “Caffè
di un capitalismo che crea felicità
si nel parlato comune,
Silverii”, poco più avanti è
togliendola agli altri, della metafora
attraverso una abusata lo-
apparsa una improbabile
come agire nella costruzione del sen-
cuzione latina per indicare
segnaletica. Uno Stop sulla
so, proprio non ci sta, la punizione esemplare,
l’impostazione della mente.
l’obbligo dell’ascolto di una trasmissione
Il sistema MOSE a Venezia,
disegnato accanto al dehors del “Baccanale”,
radiofonica di successo degli anni ‘70, “Alto
l’EXPO 2015 di Milano e i milioni spariti, sono
pone dubbi amletici agli automobilisti: “Visto
gradimento”, per tutti i politici corrotti. A par-
contenitori di accuse ancora da verificare.
che a destra non si può girare, che di fronte
te il fatto che la satira dei conduttori, Arbore e
Il garantismo impone la legittima attesa del
c’è la via stretta del Comunale con divieto di
Boncompagni, non sarebbe di facile compren-
pronunciamento definitivo della magistratura,
accesso e, se si volesse svoltare a sinistra,
sione per un pubblico evolutosi all’ombra di
che non potrà giungere prima del terzo grado
sarebbe sufficiente incanalarsi nell’altra cor-
burlesque da cavalierato d’Arcore. C’è invece
di giudizio. Non sarà indicata come inopportu-
sia, che immette in Piazza Garibaldi oppure
da scandalizzarsi, e non poco, di soluzioni
na la stessa attesa per quell’insegnante che
ti fa rifare il giro dei giardinetti... insomma, si
così improbabili e inconsuete pensate per
pare abbia abusato delle sue studentesse
può sapere a che cavolo serve quello Stop?!”.
arginare un fenomeno truffaldino legittimato
sfiorandone il seno e le cosce durante le
Dopo il successo alla radio, Renzo Arbore si è
nell’ultimo decennio del XX secolo. Abitudini
interrogazioni dietro la cattedra come para-
inventata una geniale trasmissione televisiva
consolidate nel tempo e radicate nelle idee
vento. Nessun genitore dotato di buon senso
che i politici hanno messo a capitale.
ambigue di chi è sempre in cerca di guadagni
civico vorrà ritirare le proprie figlie da quella
“Sistema (l’) Italia: Alto gradimento e poi
facili senza fatica. Fino a prendere una forma
scuola prima di avere conosciuto l’esito e la
Indietro tutta”. n
destra della carreggiata,
Redazionale
Caffè
del Corso
molto più di un bar!
giovedì 26 giugno
I
l locale, strutturato su due
livelli, vi accoglie al piano
terra con una sala adibita ad
aperitivi e serate a tema, mentre
nel piano superiore è possibile immergersi in un ambiente
particolare, ovvero la “Sala Ivan
I titolari del “Caffè del Corso” vi aspettano per vivere insieme una
serata unica, quella di giovedì 26 Giugno, dove per l’occasione, il
locale, oltre a proporre un aperitivo cenato caratterizzato da tutte
le sue proposte eno-gastronomiche, proporrà un evento musicale
caratterizzato dalla performance di tre grandi artisti che si esibiranno in un repertorio, da loro rivisitato, dei maggiori nomi della musica
internazionale:
Rudy Baiocchi, voce
Cristiano Vetuschi, chitarra
Sabatino Matteucci, sax
Il Caffè del Corso
vi aspetta
tutti i giorni
con il suo aperitivo
a base
di pesce.
Graziani ”, dedicata al cantautore teramano scomparso il 1°
Gennaio 1997, caratterizzata da
arredamenti e foto che ricordano
l’artista in questione.
Per la stagione estiva, inoltre, è
possibile immergersi nelle serate
teramane anche grazie ai tavoli
disposti all’esterno del locale,
all’interno della suggestiva
atmosfera del centro storico di
Teramo.
La formula è quella di proporre
un luogo dove trascorrere una
serata dall’aperitivo al dopo
cena, partecipando ad un calendario mensile di eventi caratterizzati
da musica live e degustazione dei migliori vini , bollicine, passando
per la selezione di rum e gin, fino ad arrivare ai vari cocktails e birre,
accompagnati da proposte gastronomiche particolari e caratteristiche. La scelta è ampia e lo staff preparato ad accontentare anche la
clientela più esigente.
Alcune offerte uniche della propria enoteca:
• Champagne Krug
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di
6
n.100
Silvio
Paolini Merlo
Teramo culturale
I Celommi
Discendenze aperte della teramanità artistica (II)
dimmitutto@teramani.info
capostipite Pasquale, è indiscutibilmente di stupore. L’intento dichiarato
di chi si rivolge al nostro sguardo è l’estrema sollecitazione percettiva,
profusa sino quasi a stordirci, a saturarci i sensi. Trovarsi a pochi centimetri da uno dei ritratti di Pasquale Celommi, per i quali egli fu molto
ricercato, è un genere di esperienza che ancora in piena epoca digitale è
difficilmente dimenticabile. Viene subito da domandarsi come sia stato
possibile, come sia tecnicamente superabile lo scoglio del riprodurre
con tanta perfezione non solo ogni minimo dettaglio di un volto, di una
mano, di un incarnato, ma di tutta intera una vita. Se una foto penetra nel
L
mondo per restituircene un frammento, un quadro di Celommi penetra
e - ultimo fino ad ora - Riccardo. A differenza dei Savini o dei Melaran-
pittura dei Celommi è verista. Ma il loro verismo è solo apparentemente
gelo, quella dei Celommi appare tuttavia discendenza di una linearità
oggettuale, e non sottende alcuna propensione realista. Il presentimen-
assoluta. Un tragitto comune sembra intersecare la loro vocazione,
to dell’impressionismo è in realtà fortissimo, per quanto proveniente
quello che ha inizio col verismo pittorico
assai più dai campi focali della moderna tecnica fotografica, cui anche i
ottocentesco e che vede nei vastesi
Celommi guardarono come a un modello di nuova percezione del reale.
Filippo e Giuseppe Palizzi i primi fautori
Scrivere con la luce, questo è il senso della graphè connessa al phôs da
di questo singolare indirizzo stilistico.
cui nasce il neologismo per la nuova arte. E qui vi è un primo paradosso:
Considerati a lungo figure marginali,
la tecnologia è all’origine dell’incanto, la scaturigine ideale dell’immagi-
poco coinvolte dai fermenti innovatori
nario celommiano, estraneo a ogni modernità. Gli oggetti non vengono
nel frammento per restituirci tutto un mondo.
a serie delle possibili escursioni sulle «famiglie d’arte» del teramano
E tuttavia c’è un aspetto che va subito chiaramente smentito: la pittura
può proseguire con quella che, con espressione emblematica, si
dei Celommi, specie di Pasquale e di Raffaello, non ha nulla a che vedere
è detta la «tetrade rosetana» dei Celommi. Un’eredità raccolta
con il naturalismo. Se il pretesto vale più del testo, se soggetti e am-
di padre in figlio lungo tre generazioni: Pasquale, Raffaello, Luigi
bientazioni possono bastare a determinare lo stile di un autore, allora la
posti in campo tra XIX e XX secolo, Pa-
solo colti, ma catturati. I
squale e Raffaello Celommi detengono
Raffaello Celommi (1881-1957)
invece molti dei tratti distintivi di quel
contorni degli oggetti che
sono al centro del punto di
processo di raffinamento nell’uso della
osservazione sono nettissimi,
luce e del modellato che ha la sua prima
ma se si volge l’attenzione
elaborazione con la cosiddetta Scuola
di Resina, specie nella predilezione per
l’immediatezza dell’osservazione, le
allo sfondo naturale che è
Pasquale Celommi (1851-1928)
tutto intorno lo si scopre non
solo privo di fuoco, ma come
atmosfere limpide e terse, la raffigura-
un amalgama indistinto che
zione di un mondo rurale schietto e puro, a sua volta frutto di suggestioni
fuoriesce dalla sfera della ve-
garibaldine, repubblicane e anarchiche che avevano accompagnato la
glia. La focalizzazione non è
nascita dello stato italiano. Un tratto che risente fortemente delle nuove
definitoria, non è interessata
possibilità introdotte dalla fotografia, e che potrebbe dirsi tipica di un
a cogliere la realtà per come
verismo iperrealista. L’Abruzzo ha promosso due importanti iniziative,
essa è di per sé. La realtà dei
tra il dicembre 2012 e l’aprile 2014, per tornare a promuovere l’arte dei
Celommi non è «percepita»,
rosetani. La mostra Vibrazioni di luce allestita al Museo d’Arte Moderna
ma prelevata e sublimata
«Vittoria Colonna» di Pescara, rivolta a tracciare la discendenza tra padre
entro una sfera incantatoria
e figlio e a mostrarcela come vero e proprio binomio estetico, è servita a
ultrastorica. Non c’è l’ambiente sociale di quei luoghi, ma ogni figura,
quella inaugurata ora alla Pinacoteca Civica di Teramo a cura di Paola Di
ogni gesto e sguardo sono rivissuti entro un limbo al di fuori del tempo.
Felice e Cosimo Savastano per risalire al capostipite e spingere la nostra
La natura stessa, nel suo ciclico rinnovarsi, è del tutto dissolta nella pro-
attenzione a soffermarsi sulle ragioni più interne di un percorso non
pria sostanza materica, rivissuta entro un’esperienza sottilmente onirica.
arrestatosi con Raffaello, allievo di Pasquale e come questi amico di Mi-
L’iperrealismo, del resto, come il verismo, non è realismo. Assistiamo
chetti, ma raccolto e variamente declinato da nipote e pronipote. Quanta
semmai al passaggio dall’iperrealismo al dover essere della realtà, o
consapevolezza vi sia in questo percorso del custodire e assecondare un
meglio di una realtà. Quella dell’originario incontaminato di un mondo
sentire condiviso appare evidente almeno sino a Luigi. Se tuttavia questi
totalmente chiuso in sé stesso, quella di un ordine di natura compiuto e
non rinuncia a temi di denuncia talvolta scabrosi, se con Riccardo vengo-
immutabile. Dove ogni corruzione o fragilità è in sé perfetta, magnificata
no meno certe morbidezze che aprono incursioni su realtà di un mondo
e magnificante. Insomma, una realtà platonica.
inesorabilmente lontano dai paesaggi campestri e dalle belle innocenti
L’idealtipizzazione è del resto evidente nell’accostamento, coglibile
pastorelle, l’intento narrativo, lo sguardo estatico, la predilezione per
specie nei nudi ma anche in alcune marine, tra il mondo popolano e
determinati accostamenti di colore restano identici.
quello di grecità ed esotismo, con un’alternanza tra attimi di quotidianità
La prima impressione che si riceve da un dipinto dei Celommi, specie del
e visioni di odalische, tersicori e veneri sorgive dalle acque. Un aspetto,
questo, del tutto impensabile in Degas come
può immaginarsi al suo esterno, e tutto resta
ne estetica che poco ha da spartire con la
in quasi tutti i maggiori impressionisti. E
sospeso al suo interno, classi sociali, urbane-
vita reale. Diciamo pure un’ampollosità del
che non per caso ritorna nel più giovane dei
simo, civilizzazione, evoluzioni e involuzioni;
povero, una sofisticazione dell’ordinario,
Celommi, Riccardo, permeato quanto si vuole
non solo la modernità, il mondo delle nuove
che creano un paradosso non solo con-
di echi metafisici delle avanguardie post-
conquiste scientifiche, ma ogni contrasto, mi-
cettuale ma intrinsecamente estetico.
figurative, ma pur sempre attratto da temi e
naccia o turbamento non hanno in esso alcun
- Nella granitica monodimensionalità della
personaggi onirici, del fantastico, del più che
senso e alcuno scopo.
prospettiva poetica. Cambiano i soggetti,
reale inteso come compiuto divenire del reale.
- Nel miniaturismo decorativista, tendente con
ma il tema è sempre lo stesso: l’esaltazio-
Metamorfosi di un vero-attuale nel quale,
ogni evidenza all’estetismo e al preziosismo,
ne gioiosa di un mondo primigenio che niente
come Baudelaire scriveva nei suoi appunti
fortemente contrastanti con la realtà disador-
e nessuno può violare. Le poche eccezioni a
polemici sul realismo letterario del Verga
na che Celommi intende attestare e preserva-
questo miracoloso stato di grazia sono piccoli
francese Champfleury, il poeta ricerca ciò che
re; un’esaltazione bucolica, una magnificazio-
screzi, come nel Piatto rotto, in cui una madre
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n.100
rivolge un richiamo ad alta voce al bimbo per
avere infranto la scodella, ma appaiono tra le
P. Celommi, Idillio campestre (particolare)
meno convincenti del suo repertorio.
La natura è sempre un luogo amico, il mare
sempre pacifico, le luci sempre calde e
materne, i volti sempre distesi, sorridenti e
civettuoli. È letteralmente un’esplosione lirica
del paradiso in terra, pascoliana direi più che
verghiana, corale assai più che impersonale,
senza quasi il minimo accenno a quella «situazione meridionale» che fu uno dei grandi temi
del verismo poetico. Ben meno elegiache,
e anzi soffuse di un lirismo muto, sono in
confronto le marine di un Luigi Bechi, patriota
risorgimentale fiorentino da cui pure Pasquale
attinse, o di un Joaquín Sorolla, tra i rinnovatori
della pittura spagnola che gli fu probabilmente
ignoto, vere, verissime anch’esse, piene e
altrettanto traboccanti di sensi e di luci, ma
senza sorriso, spesso in pose senza volti, gesti
privi di quella ieraticità un po’ ingenua che non
è nel mondo di contadini e pescatori ma tutta
nascosta negli occhi celommiani. n
di più reale possa darsi, «ciò che è completamente vero soltanto in un altro mondo».
Questo mi sembra risiedere nelle seguenti
costanti dell’arte di Pasquale:
- Intanto nell’ottimismo cosmico: il suo è un
universo positivo, nel quale l’umanità è del
tutto pacificata con la natura, dove i sentimenti della più alta poesia sono riconciliati
coi bisogni primordiali, dove il pensiero non
esiste o quasi. L’occhio del pittore si posa su
figure e oggetti con precomprensioni del tutto
evidenti, ma egli tenta di mostrarcele come
dati immediati della realtà.
- In una certa edulcorazione edonistica dell’arte celommiana: tutto è non solo bello ma
compiaciutamente bello, non solo armonioso
ma beatificato dalla propria armonia; nel
rozzo non vi è mai alcuna brutalità, il plebeo
è scaturigine non solo della saggezza ma di
ogni possibile bellezza, al punto che nulla
P. Celommi, L’alba (particolare)
di
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Le nostre tasche
Air Preturo
Io sperpero, tu sperperi egli sperpera...
aerei vuoti a Milano
L’
Maurizio
Di Biagio
www.mauriziodibiagio.blogspot.com
al prezzo di 79 euro. Due mete talmente lontane ma ugualmente
vicine a presentare lo stesso tipo di flop: una bestemmia soprattutto dopo i 4 milioni totali di investimenti comunali fatti veicolare
su quel chilometro e quattrocento metri di spreco all’italiana.
Preturo era un vecchio aeroclub che nasceva da una pista di un
chilometro utilizzata durante la seconda guerra mondiale. In seguito al terremoto che colpì L’Aquila nel 2009, l’aeroporto svolse un
ruolo chiave nelle operazioni di soccorso: dallo scalo, ad esempio,
partirono gli elicotteri che evacuarono oltre 150 degenti dell’ospedale San Salvatore.
Inoltre, con la decisione di spostare all’Aquila il vertice dei G8, la
struttura venne ristrutturata e adeguata ed i lavori sono stati estesi anche alla viabilità esterna. Subito dopo la spianata di Preturo a
Abruzzo non è una regione per aerei. Dopo la tanto con-
più di 600 metri di altitudine, grazie ai lavori di ampliamento, venne
testata vicenda dell’idrovolante costato alla collettività
dichiarato idoneo a ricevere il traffico civile.
ben 600 mila euro e che ha volato solo tre volte, attirando
Attualmente l’aeroporto è però solcato in lungo e largo da fan-
le attenzioni del Giletti nazional-Rai, ecco invece la storia
tasmi, da clienti del bar immaginari, da utenti affamati dopo un
dell’aeroporto fantasma abruzzese che in tre settimane ha visto
lungo volo che esistono solo nei progetti iniziali di qualche mente
transitare, imbarcandosi nei Beerchraft ad elica da 18 posti, solo
strampalata che pensava di sviluppare sui monti e altipiani dell’en-
sette passeggeri: facendo una media matematica nemmeno uno
troterra abruzzese un traffico di merci e viaggiatori degni di un hub
al volo.
olandese, da Vigili del fuoco in attesa di un evento qualsiasi, anche
Qualcuno ricorderà i voli molto privati dell’ex ministro Scajola che
di un mozzicone di sigaretta (va bene pure elettronica) da spegne-
usava l’aeroporto di Albenga a suo piacimento quando doveva re-
re e da hostess cui lanciare, come da letteratura, quegli ammicca-
carsi nella capitale per assolvere alla sua funzione, non vorremmo
menti complici. Oppure molto più prosaicamente, Preturo è valsa
che per la struttura aquilana
bene una messa, facendo
vigesse lo stesso criterio, al-
mungere i soliti finanzia-
trimenti non si piega come si
menti pubblici agli amici e
agli amici degli amici, che
quelli non mancano mai,
come non mancano coloro
che continuano ad ungere
i meccanismi dell’apparato
amministrativo nazionale
ormai al disastro.
Dopo quelli che alle 3.32
già ridevano ecco quelli
che nell’estate del 2014 si
sganasciano per i voli senza
passeggeri: la costante
possa fare un tipo di investimento in un’area in cui non esiste una
aquilana di questi ultimi anni è quella di provocare buon umore
appropriata domanda di tal fatta. Recentemente anche la compa-
nelle menti malsane ed avide. Sempre nelle previsioni, i curatori
gnia aerea Twin Jet ha dovuto sospendere i propri voli per Milano,
del progetto avevano fatto affidamento su un bacino d’utenza
visto che sulla scaletta saliva solo il personale di bordo e nessuno
di 100 mila persone, però una volta sul campo hanno applicato
con il Sole 24 Ore sotto il braccio oppure con un book fotografico
orari da voli intercontinentali con partenza alle ore 12 del giorno e
da presentare a qualche stilista della città da bere.
rientro il giorno dopo con tariffe non proprio consone a questo tipo
La società Xpress che gestisce l’aeroporto dei Parchi di Preturo,
di inusitato jet-lag. Ora si pensa, o meglio i soliti politici pensano,
cui il Comune dell’Aquila dovrà versare molto munificamente 196
di trasformare questa struttura in una che contenga “rotte sociali”
mila euro per tre anni, a questo punto sta pensando di metterla sul
(Pezzopane dixit), o che sia complementare all’aeroporto di Pesca-
miracolistico: difatti per raddrizzare le sorti di una struttura nata
ra (Cialente), o ancora che servi le esigenze della protezione civile
male intende organizzare voli per Medjugorje per i mesi centrali
(ancora Cialente).
dell’estate: quota di partecipazione 360 euro… e una preghiera da
Una cosa però è sicura: che il nostro caro Abruzzo che conserva
rivolgere al Signore perché i conti possano tornare quantomeno in
una tratta ferroviaria Pescara-Roma tra le più lente d’Europa, po-
pareggio. Senza disdegnare la tappa Vip di sempre: Olbia.
teva pensare di volare alto con aerei senza passeggeri? O meglio
Difatti l’intenzione è quella di veicolare frotte di vacanzieri mar-
pensava davvero di trasformarsi dalla terra dei parchi, e dei cafoni
sicani tra le anse di acque smeraldine della Sardegna Orientale
siloniani, a quella irlandese dei mister Ryan (air)? n
di
10
n.100
Politica
Il curioso caso
di Benjamin
Manola
Mentre il Pd in Italia fa sfracelli,
all’ombra del campanile
retrocede nei consensi
L
Maurizio
Di Biagio
www.mauriziodibiagio.blogspot.com
accumulato faticosamente con parsimonia negli ultimi anni per soli
800 voti, quanta la differenza di voti al ballottaggio tra i due sfidanti al
titolo. Ma resta quella zoppia, tanto per rimanere in tema con l’anatra,
che quel bischeraccio di Matteo ha inflitto alla sua Manola, doppiandola come se il rottamatore avesse una Mercedes (di questi tempi è
meglio non parlare di Ferrari) e l’avvocatessa la prima auto delle Mille
Miglia rimasta in città, con la gomma forata e senza olio. E’ mancato
l’appeal della candidata? La strategia elettorale è stata sbagliata?
Sono mancati i giusti messaggi da proporre all’elettorato? No, è
mancato semplicemente il Pd, il partito che doveva sbarrare la strada
al centrodestra in calo dappertutto in Italia, tranne qui, ad Ascoli e in
qualche altra città dello stivale. È mancata la politica, quella con la “p”
minuscola, bistrattata da tutti, dai benpensanti, dai grillini, da me e da
qualche maitre a penser, ma all’occasione rispolverata in tutte le sue
accezioni per vincere e prendersi tutto il castello. È mancato il fare
sistema, giovarsi dei propri agenti a Cuba, dei propri uomini in qualche
ente, delle promesse da rendere alle famiglie teramane per il figlio che
non lavora da anni.
È mancata la sporca politica che il Pd in un accesso di parossismo
da politically correct ma più propriamente per mancanza di mezzi
non ha potuto mettere in pratica: da anni ormai che è fuori dalla
stanza di bottoni, lì dove si crea consenso, si manipola, si promette.
Ma è mancata anche l’idea, il sogno, quella che Renzi ad esempio ha
saputo instillare agli Italiani in
ei, Manola Di Pasquale,
cerca affannosa di dentiere
primo sfidante del sinda-
gratis, Imu da evadere, o 80
co uscente-rientrante, è
euro da incassare. Mentre
rimasta vittima di lui, di
da una parte, a pochi giorni
Matteo Renzi, presidente del
dalle elezioni, si impartiva il
consiglio dopo lo staisere-
compito al direttore generale
noenrico, l’hashtag che il
della Asl perché mostrasse
rottamatore spedì a Letta per
alla stampa le 429 assunzio-
ricordargli che lui non pugnala
ni, gli investimenti milionari
alle spalle, che non gli avrebbe
da rispolverare, le Uccp
mai e poi mai sfilato la poltro-
che fiorivano sul territorio,
na di premier da sotto i glutei
dall’altra invece si traccheg-
avvizziti: il resto, come sapete
giava a metà campo, volendo
tutti, è storia.Vittima, si diceva,
passare pure per intelligenti.
perché il sindaco fiorentino ha
a un lato la vecchia politica
doppiato la Teramana, segua-
del consenso, dall’altro quella
ce e fan scatenata del suo cul-
del guado, del cercare una
to: con il 41% circa incassato
nuova via agli attuali metodi
alle Europee, facendo apparire
ma senza ancora individuarli
minuscolo lo sforzo politico
di realizzabili, perdendo le
democrat in città. Manola, renziana di ferro, ha dovuto sfigurare con
chance di vittoria su una fazione che ha creato un modello politico che
il suo 16 virgola qualcosa percento risicato del Pd al primo turno (da
ancora non ne vuole sapere di andare in soffitta e che ancora batte un
sommare al sei e qualcosa della sua lista Teramo cambia), facendo
Pd che vorrebbe tanto cambiare pelle, senza vincere le sfide in città.
apparire il ballottaggio come una pura formalità.
Ma dal guado il Pd pare proprio voglia uscire, il Lucianone regionale
E’ l’amore che ha messo in risalto i suoi stessi limiti: questo è acca-
ad esempio già sta mischiando le carte in tavola per sbarazzarsi ad
duto con l’impietosa videata su quel 16 e qualcosa. Poi la remontada,
esempio di quei manager Asl targati Pdl, Chiodi, che fanno sistema
che è anche il segno distintivo della pugnace avvocatessa teramana.
convocando conferenze stampa all’ultimo minuto per dire: abbiamo
Mai darla per morta, per domata. Mai darle della zoppa, perché lei è
fatto questo e quello, ci sono tanti posti di lavoro ancora in ballo,
capace di sfiorare il colpaccio, di far tintinnare le ugole agli spea-
abbiamo investito milioni di euro in ospizi, eccetera eccetera.
ker per un clamoroso al Cibali. L’uomo che possiede attualmente il
Cose della prima e seconda e terza politica. Buoni anche per la prossi-
sistema politica a Teramo stava per mandare in fumo tutto un capitale
ma di Repubblica. n
di
Maurizio
Di Biagio
“Politica teramana”
www.mauriziodibiagio.blogspot.com
n.100
Maurizio
Brucchi
stessa il secondo mandato è sempre molto più complicato di prima. Il
sistema, quel sistema che si è fatto corteggiare, ha una fame smodata e
gli appetiti tutti devono essere saziati, pena una polpetta avvelenata che
qualcuno potrà, in qualsiasi momento, servire su un piatto d’argento. Ma
in questi tempi di crisi resta sempre più difficile placare le ambizioni altrui.
Il sistema dovrà fare uno sforzo enorme. Il sindaco uscente-e-rientrante
non avrà una faccia simpatica (“se mi vedete imbronciato è perché
sto cercando di risolvere i problemi di questa città” ammise due giorni
prima del suo trionfo in Piazza Martiri): incarnerà pure lo scontento dei
Teramani, anche di quelli che dopotutto poi lo votano, però puntualmente
Ha vinto il sistema
vince. Chissà quanti tra quelli che giornalmente si sciolgono in una messe
di litanie per quella buca nella strada, per gli atavici problemi della Team,
per la Tia sempre più onerosa, per gli effetti deleteri della movida, poi gli
H
hanno concesso il bis, esprimendogli il proprio voto nel segreto dell’urna,
sinistra. Inoltre hanno vinto i piccoli privilegi della Team, i progetti a poche
avere il suo cavaliere, il suo interprete, perché nell’ombra si sta lavorando,
ore dal voto (svincolo della Gammarana, nuovo look per Corso San Gior-
tramando, assegnando, perché le cose prendano quel verso. Ecco allora
gio, ponticelli pronti da mesi ma inaugurati in tempo elettorale). Ha vinto
quello che t’aspettavi: che il senologo vincesse ancora. Tanto dall’altra
Maurizio Brucchi, fautore e rappresentante principe di quest’arcaico ed
parte era tutto deciso: nessuno pesti i piedi a Teramo gatto-brucchiana.
inveterato carrozzone. Signori chapeaux a Maurizio Brucchi, che potrebbe
La vera sorpresa che abbia vinto solo di 800 voti. Questo sì. n
consegnandosi ancora una volta tra le sue braccia. Chissà quanti mo-
a vinto il sistema. Hanno vinto i 429 posti che l’Asl deve spalmare
strano insofferenza ai ghigni del sindaco part-time ma poi lo incensano
sul territorio, le cooperative che con 500-600 euro mensili placano
re di questa città. Chissà quanti dicono di non sopportarlo più anche se il
velleità di cambiamento, la Ruzzo reti spa su cui si basa il principio
parere di qualcun altro poi rende la scelta molto più ovvia. Allora ecco che
cardine del debito-crea posti e crea-consenso, a destra così a
il sistema prende il sopravvento e non ha importanza che faccia possa
manifesto grazie.pdf
perfino avviarsi a prendere il testimone dell’onorevole Antonio Tancredi
in quest’urbe dannatamente circolare come Macondo, dove per Gabriel
Garcia Marquez il tempo girava eternamente in tondo. Checché se ne
dica ha vinto la politica, quella che conosciamo da sempre: ruffiana, forte
con i deboli, manzoniana, ammiccante, terreno di scontro per cda ormai
senza più un euro e tossica quanto basta per avvelenare giovani menti
raziocinanti. Ma soprattutto ha vinto Paolo Gatti, il Futuro (in) del senologo
teramano. I numeri sono lì a confermare il successo straripante dell’ex
assessore regionale al lavoro: solo la sua lista al primo turno ha incassato
più del miserrimo Partito democratico locale che sull’onta renziana al
41% a Teramo ha fatto registrare un risultato da fame (la metà), e questo
senza che i dirigenti locali ne prendano atto, vergognandosi un po’ dietro
la lavagna oppure dando le dimissioni. In genere quando si sbaglia così
grossolanamente non c’è altra strada da seguire se non quella del cospargersi la testa di ceneri. Maurizio Brucchi, rianimato dall’ex enfant prodige
della politica teramana, è stato dunque riconfermato primo cittadino
della città per soli 800 voti di differenza al ballottaggio, e chi non è con
C
lui peste lo colga…con il rischio di essere apostrofati come “buffoni”.
Il sindaco uscente si conferma per ulteriori cinque anni alla guida del
Comune di Teramo. “Uno contro tutti” è stato l’urlo liberatorio lanciato
dalla sua sede elettorale che ha giubilato per lui, anche se da solo proprio
non era, bastava dare un’occhiata alle sue spalle e intravedere le sagome
di Chiodi, Di Dalmazio, Tancredi (anche se un po’ defilato per la verità),
Mazzarelli e tutti gli altri, il modellino Teramo insomma, e appunto mister
diecimila voti Paolo Gatti che per la prossima tornata elettorale ha già un
suo nome rosa (forse Lucantoni) da far vincere a Piazza Orsini. Lui è il ras
e gli altri fanno il sindaco, oppure il presidente di Via Dati, o l’assessore
provinciale, del resto ha già anticipato che abbandonerà la politica attiva,
quella degli incarichi, ma evidentemente non ha detto che lui diverrà la
politica teramana stessa. Maurizio Brucchi sorriderà più delle ultime volte
sul sellino della sua bici, affonderà i colpi in aula consiliare, ma per natura
11
M
Y
CM
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CMY
K
10-06-2014
12:09:12
di
12
n.100
Maurizio
Di Biagio
Sanità
Risonanza?
Ripassi tra due anni
Tempi biblici alla Asl di Teramo per gli esami diagnostici
R
www.mauriziodibiagio.blogspot.com
effettiva fruibilità”. In realtà già a fine 2011
l’ex manager Varrassi fece ricorso ai privati
firmando una convenzione per 500 prestazioni con la Radiosanit, spendendo circa 60
mila euro: affidamento che allora suscitò le
critiche della Cgil perché la Asl avrebbe così
speso molto di più di più. Ad aggravare la già
delicata situazione, ci si è messa ultimamente
anche Radiologia con il suo acceleratore lineare che continua a fare le bizze. Il responsabile del reparto Carlo D’Ugo ha già spiegato che
“questi sono macchinari talmente sensibili e
tecnologici che si rompono in un attimo. La
lista di attesa è di 75-90 giorni”. Una proposta
che sta maturando è quella di lavorare, oltre
isonanza magnetica alla schiena?
l’iper-perscrizione che alcuni medici firmano
il sabato, anche in orari non proprio canonici:
Ripassi tra due anni, e più precisa-
a dispetto di reali esigenze, conseguenza
dalle 21 alle 24, così da smaltire undici pa-
mente il 14 Aprile del 2016. Questo
anche della medicina difensiva così da evitare
zienti in più ogni volta. La buona notizia è che
si è sentito dire un teramano che si è
risarcimenti milionari. La Asl di Teramo ha un
a Settembre sarà in funzione anche la nuova
rivolto al distretto sanitario di base di Circon-
fabbisogno di risonanze valutabile intorno ai
apparecchiatura diagnostica, un acceleratore
vallazione Ragusa per mettere fine ad una
19.000 esami annui e comunque non inferiore
lineare Trilogy Varian, con caratteristiche
patologia. Inutile riferire che lo stesso esame
ai 16.000, un numero che è possibile coprire
tecniche notevoli e che assicura trattamenti
diagnostico si sarebbe potuto svolgere presso
con due risonanze pubbliche. “Nel ritenere
di altissima precisione. “Per il futuro sono
un laboratorio analisi della città nel giorno di
prioritaria la soluzione di tale problematica,
fiducioso – prosegue D’Ugo – perché oltre al
lunedì, al prezzo di 120 euro. Il problema delle
che tanto incide economicamente sui bilanci
nuovo macchinario potremo sostituire quello
liste di attesa a Teramo si trascina da tempo e
delle famiglie e dei malati” le organizzazione
vecchio”.
rende difficoltosa la vita dei pazienti costretti
sindacali dei pensionati di Teramo hanno
Purtroppo, a detta degli ambienti sanitari, sul-
o ad emigrare in altre Asl oppure pagare
richiesto, con urgenza, un incontro con Rolleri
le liste di attesa pesano voci come personale
una somma che di questi tempi è sempre
“per portare a soluzione un problema che
e richieste di esami inappropriate. Per di più
significativa e non alla portata di tutti. “Se
richiede interventi condivisi, efficaci e struttu-
le apparecchiature acquistate tramite leasing,
non conosci nessuno devi morire” scrive Sara
rali”. Per i sindacalisti Oleandro, Pigliacelli e
con la supervisione del Consip, sono sempre
su Facebook. Sempre sul social network si
Di Sabatino il fenomeno delle liste di attesa
più costose a dispetto di quelle in dotazione
scatenano le reazioni indignate a quei tempi
rappresenta “un vulnus ai principi sanciti dalla
nelle strutture private, anche se la resa è più
che la Cgil definisce “biblici”. Sonia aggiunge
Costituzione poiché non consente l’effettivo
efficace. Nel caso dell’acceleratore lineare la
il suo cahier de doleances: “Anch’io per una
riconoscimento dei Lea (Livelli Essenziali di
nuova Trilogy avrà 1,5 Tesla di definizione, una
risonanza alla cervicale stessa cosa, 2016,
Assistenza) in quanto ne impediscono la loro
sicurezza per l’utenza. n
che tristezza” è il suo legittimo sfogo. C’è chi
non ci crede, altri si definiscono allibiti, fatto
sta che la problematica resta ancora insoluta,
malgrado l’intervento del manager Asl Paolo
Rolleri che recentemente annunciò di “stare
risolvendo la cosa assumendo a breve due
nuovi primari e sei tecnici i radiologia”. Il
direttore generale addebitò tali lungaggini allo
stop che ha avuto la procedura per l’acquisto
di una Rm a Giulianova. Per superare anche
quest’ennesima criticità Rolleri decise di
potenziare le apparecchiature di piccole dimensioni acquistando una risonanza magnetica da 0,3 Tesla (tipo artoscan) da collocare a
Giulianova. Ma i problemi restano ancora sul
campo irrisolti e forieri di forti lamentele da
parte degli utenti. Certo, a pesare sulle liste
di attesa, oltre alla mancanza di attrezzature
diagnostiche e personale, si aggiunge anche
Redazionale
Sor Marchese
Bistrot
e il panino
gourmet
S
or Marchese è un locale a Roseto degli Abruzzi dal
I prezzi sono un altro punto a favore del Sor Marchese, si può
design unico e accogliente. Le nostre specialità sono gli
infatti cenare tranquillamente con 10/15 euro. Tutto questo è
aperitivi, i panini gourmet e i dolci. Nel periodo estivo ser-
possibile scegliendo con cura le materie prime acquistandole
viamo anche ottime fritture di pesce.
direttamente in zona da aziende
agricole locali.
Sor Marchese porta in Abruzzo il
panino gourmet. Da pasto veloce
Il Sor Marchese è un locale molto
e street food, il panino rivoluzionato
accogliente e rilassante dal design
negli ingredienti e nei sapori diventa
unico e curato nei particolari.
piatto unico e completo come panino
Abbiamo due sale interne e anche
gourmet.
dei tavoli all’aperto.
Utilizziamo solo i migliori ingredienti
principalmente tutti della zona. Il
nostro pane è vero pane fatto solo
di farina lievito e acqua. Non ci sono
derivati del latte, grassi o altro.
La nostra carne è 100% abruzzese
sempre fresca e selezionata.
Le nostre ricette vanno dal classico
cheeseburger all’utilizzo di ingredienti
di stagione ed abbinamenti inusuali.
Una delle nostra specialità è il Cheeseburger Abruzzese, 100gr di pane
160gr di carne abruzzese insalata
pomodoro e una fetta di formaggio
fritto di un’azienda agricola della
zona. Tutto guarnito con maionese di
nostra produzione!
I nostri panini gourmet sono anche
per vegetariani e vegani.
I nostri dolci vanno dalla pasticceria internazionale con cheesecake
e brownies a quella italiana, ma sempre rivisitata come il tiramisù
alla birra.
Al Sor Marchese abbiamo inoltre una buona selezione di birre artigianali anche biologiche e senza glutine e di vini italiani di qualità.
SOR MARCHESE BISTROT
Via Nazionale, 316 - Roseto degli Abruzzi (TE)
aperti dalle 18 e chiusi il lunedì
Tel. 366 2485574
facebook.com/SorMarcheseBistrot
di
14
n.100
Mimmo
Attanasii
Il libro
dimmitutto@teramani.info
All’ombra
del campanile
sarebbe in grado di
relazionarsi senza
deviazioni.
L’introduzione a
un libro è spesso
usata per rubare
il posto alla solita
prefazione che
tanti lettori pigri
preferiscono saltare ritenendola
Il cambiatore del mondo
quasi sempre per
definizione – e a
U
volte con giuste
tutto ciò che resta dei ricordi e di cui, come carte di famiglia custodi-
del campanile” è
te gelosamente, resterà l’ultima lettrice. “Chi sta bene non cambia”,
che pure l’intro-
ragioni – tutte noio-
n page-turner, un libro che si legge tutto d’un fiato. E che non
se. Tuttavia, l’altra
si riesce più a posare. La città raccontata, che fu di Teramo,
differenza che si
frivola vestale di un mondo ormai sparito, nella sua ostinata
coglie per tempo
fede in una quasi eroica appartenenza, stringendo fra le mani
nel libro “All’ombra
chiosava Thomas Mann.
duzione può co-
La penna del giornalista e scrittore si è basata sulla semplicità,
minciare a entrare nel contenuto del libro e preparare a una gustosa
sempre accanto al dettaglio per creare un ambiente realistico. Tutto
narrazione. Pagine forse astratte senza l’intenzione di riempirle con
ciò lega la comprensione dei personaggi ridisegnati ai loro ambienti.
le solite avventure provinciali, vicende dolorose sdrammatizzate dal
Non si consiglia ai lettori cosa pensare. Anzi, sono lasciati soli per
tempo, nomi e soprannomi di santi, poeti, scrittori, pittori, navigatori
giungere a conclusioni inaspettate all’immaginario attraverso l’uti-
di Corso San Giorgio.
lizzo di una empirica prospettiva nella descrizione delle personalità
Le pagine si aprono oscillando fra la prima e la quarta di copertina
dei protagonisti. L’autore pare si avvalga anche della parodia di altri
per ricevere a caduta libera e spontanea degli innumerevoli “cam-
stili di scrittura; un articolo di giornale scritto come un sermone. Una
biatori di mondo”, che si sono susseguiti negli anni, in questa eterna
sorta di miscela di narrazione con le circostanze testuali, l’immer-
città addormentata di provincia, resistente a ogni cambiamento.
gersi nei dettagli per cui, il lettore con una conoscenza del territorio,
Qualcuno doveva occuparsene. Ci ha pensato Maurizio Di Biagio. n
Note linguistiche
Derivazione e uso di
“meco, seco, teco”
G
di
Maria Gabriella
Di Flaviano
Tuttavia le prime tre forme sono ancora pre-
entile Professoressa,
- Meco deriva da mecum (con me);
senti nei dialetti. Vediamo qualche esempio:
ultimamente, in televisione, ho sentito
- Teco deriva da tecum (con te);
dialetto toscano: con meco, con teco, con
dire da alcuni personaggi le parole
- Seco deriva da secum (con se);
seco;
- Nosco deriva dal latino volgare noscum (con
dialetto emiliano: tego
<<meco, teco, seco>>. Mi piacerebbe avere
delle delucidazioni sull’origine e sull’uso di tali
parole che, a mio modesto parere, appaiono
“antiquate”. Cordiali saluti,
noi)
- Vosco deriva dal latino volgare voscum (con
voi).
dialetto veneto: mego
in alcuni dialetti meridionali compaiono, come in quelli toscani, forme del tipo
Oggi, nella lingua usuale, è difficile incontrare
<<meco>>precedute dalla preposizione “con”.
tali forme, perché al loro posto si usano molto
Eccone alcuni esempi:
Le suddette voci derivano direttamente dalla
più spesso le locuzioni con me, con te, con sé,
dialetto napoletano: co mmico, co ttico
lingua latina e precisamente
con noi, con voi.
dialetto calabrese settentrionale: cu mmicu. n
Antonio
di
L’oggetto del desiderio
Fanciulle
Stridenti
F
Carmine
Goderecci
di Oro e Argento
Gioielleria dal 1989
15
n.100
Già in età adolescenziale la fanciulla
era dunque avviata al matrimonio e la
presenza di tanti ritratti di signorine di
buona famiglia in età poco più che infantile
sembra alludere al costume di far precedere le nozze da uno scambio di ritratti fra
i promessi.
Alla famiglia dello sposo la fanciulla prometteva la discendenza, oltre a
portare direttamente una nuova e spesso
consistente ricchezza attraverso la dote.
Tale dote era un serbatoio di ricchezza
esclusiva per lo sposo, dal momento che
ra Rinascimento e Settecento le fan-
alla fanciulla era permesso attingervi
ciulle ritratte mostrano ricche parure
solamente per gli abiti più preziosi e per i
simili a quelle delle donne mature,
gioielli. Pertanto la presenza di gioielli nei
talora in stridente contrasto con i
ritratti di queste piccole adulte aveva il
volti infantili e i corpi ancora acerbi. Nel
compito di documentare la ricchezza della
Rinascimento, ma certamente nei secoli
famiglia d’origine, segnalando al mondo
seguenti, la fanciulla di buona famiglia pri-
e a un ipotetico futuro sposo che essa
ma di convolare a nozze e diventare così
non aveva solamente fattezze gradevoli
moglie e madre era figlia, e come tale non
e armoniose ma anche un consistente
poteva perpetuare il nome d’origine. Ella
patrimonio. Gioielli del tutto analoghi a
rappresentava una pedina necessaria nel
quelli delle gentildonne; in particolare alle
gioco delle alleanze dinastiche grazie alla
donzelle si raccomandava la catena d’oro
politica matrimoniale.
con pendente o medaglia. n
Ogni giorno Te.Am. lavora per una città più bella e pulita.
di
18
n.100
Grandi mostre
Michelangelo
Il genio rivolto all’estasi e al tormento.
Artista universale.
S
Maria Gabriella
Del Papa
dimmitutto@teramani.info
chi, Anna Imponente, Antonio Paolucci, Claudio Parisi Presicce, Daniela
Porro, Pina Ragionieri, Pietro Ruschi, Claudio Strinati e Pietro Zander.
La mostra, dal 26 maggio 2014 al 14 settembre 2014, supera l’oggettiva impossibilità di esporre i capolavori “intrasportabili” realizzati
da Michelangelo (gli affreschi della Sistina, fra tutti) con l’esposizione di
opere che per la prima volta potranno essere ammirate le une accanto
alle altre. Questi capolavori, infatti, potranno essere osservati, in molti
casi per la prima volta, affiancati e contrapposti in uno straordinario
compendio di una produzione artistica inarrivabile, dalla pittura
alla scultura, dalla poesia all’architettura, le quattro arti in cui si espresse Michelangelo, che saranno raccontate in nove sezioni espositive,
focalizzando così i temi cruciali della sua poetica. Un esempio su tutti
è la presenza straordinaria del grande capolavoro del Michelangelo
cultura, pittura, architettura e poesia. Le quattro arti in cui si
politico, il Bruto, che
espresse il genio di Michelangelo, raccontate in nove sezioni
potrà essere ammirato
espositive nella mostra “Michelangelo. Incontrare un artista
accanto a precedenti
universale” organizzata in occasione del 450° anniversario della
busti classici, il Bruto
sua morte, avvenuta a Roma il 18 febbraio 1564.
in bronzo dai Musei
Tra le opere esposte ai Musei Capitolini, la Madonna della scala e la
Capitolini e il Caracalla
Leda eccezionalmente prestati da Casa Buonarroti, il Cristo Reden-
dei Musei Vaticani, fi-
tore da Bassano Romano, proposto come la versione abbandonata
nalmente esposto in un
del Cristo della Minerva. Opere rilevanti anche dagli Uffizi di Firenze,
diretto confronto con
dai Musei Vaticani, dall’Albertina di Vienna. Alcuni dei più bei disegni
due opere che, in modi
mai realizzati da Michelangelo arriveranno dalla collezione del British
e circostanze diverse, ne ispirarono la realizzazione.
Museum di Londra.
Il filo rosso che guida il percorso della mostra è segnato da
La mostra è curata da Cristina Acidini, Soprintendente per il Patrimonio
una serie di “contrapposti” tematici con i quali si vogliono
Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città
evidenziare le difficoltà dell’uomo e dell’artista sia nell’esecu-
di Firenze, con Elena Capretti e Sergio Risaliti, storici dell’arte.
zione, sia nell’ideazione delle sue opere: il moderno e l’antico, la
Prodotta e organizzata dall’Associazione culturale MetaMorfosi e da
vita e la morte, la battaglia, la vittoria e la prigionia, la regola
Zètema Progetto Cultura, si avvale di un prestigioso comitato scientifi-
e la libertà, l’amore terreno e quello spirituale.
co composto, oltre ai curatori, da: Riccardo Bruscagli, Alessandro Cec-
La contrapposizione tra bellezza terrena e amore celeste, ad esempio,
vo e ombroso, la sua misantropia, i suoi pessimi rapporti coi colleghi, e,
19
come storia vuole, anche con i papi (Giulio II su tutti).
n.100
Probabilmente Michelangelo non amò mai Roma, ma Roma, è certo
che se non lo amò imparò a stimarlo, nonostante il suo carattere schi-
Michelangelo che plasmava il marmo delle Apuane come cera ma che,
come il marmo, non riusciva a piegarsi, neanche alle tentazioni della
città eterna, giunse a Roma la prima volta, non ancora ventenne, preceduto dalla fama che s’era guadagnato presso il cardinale Raffaele Riario come artefice di quel falso cupido greco, che l’alto prelato aveva
acquistato, credendolo
antico, per l’esorbitante cifra di 200 ducati.
La truffa, avvenuta probabilmente all’insaputa
dell’artista, si svelò.
Per Michelangelo fu
l’inizio della fama. A
Roma rimase fino ai
25 anni, ebbe modo di
scolpire la Pietà prima
di tornare a Firenze,
aggiungere altri capolavori nel suo curriculum
e fare ancora ritorno
a Roma. Nella Roma
di Giulio, colui che gli
fu particolarmente avvertita dal Buonarroti, sia sul piano poetico sia su
aveva promesso di scolpire una montagna di marmo (il monumento fu-
quello esistenziale; prova ne sono una serie di disegni e opere ispirate
nebre che in origine doveva contenere svariate decine di statue) salvo
da profonde amicizie e affinità elettive come quelle per Tommaso
poi fargli dipingere il “soffitto di un granaio”. Era la Cappella Sistina.
Cavalieri e Vittoria Colonna. Ogni tema, come in uno specchio, sarà
Tra grandiosità e delusioni, rapporti pessimi con tutti e fughe rientrate,
analizzato mettendo a confronto disegni, dipinti, sculture, modelli
Michelangelo visse a Roma lungamente, qui ha lasciato tante opere, qui
architettonici, oltre ad una selezionatissima scelta di autografi scritti
è morto, il 18 febbraio 1564, 450 anni fa.
tra lettere e rime, attraverso l’intero percorso umano ed artistico di
E così, dopo gli eventi fiorentini, anche Roma era giusto che organizzas-
Michelangelo.
se una grande mostra in occasione del 450° anniversario. n
di
20
n.100
Musica
La nascita
del rock
in Italia
da Celentano in poi
T
Fabrizio
Medori
dimmitutto@teramani.info
chitarra e Luigi Tenco al sassofono. Noi oggi sappiamo per certo che
la partecipazione di Tenco è assai improbabile e che Gaber suonò nel
gruppo che accompagnava Ghigo Agosti, ma l’idea che questi pilastri
della musica nostrana si siano incontrati sul palco del primo grande
raduno Rock in Italia è straordinariamente suggestiva. Altrettanto
emozionante deve essere stato l’incontro fra i rockers milanesi della
banda di Celentano, con i “Brothers”, un gruppo romano formato
dai fratelli Ciacci, il cui chitarrista, Enrico, era dotato di una tecnica
chitarristica straordinaria, ed il cui cantante, Antonio, diventerà
un’altra star della canzone italica, con lo pseudonimo Little Tony. Non
è difficile immaginare, oggi, questi ragazzi, più simili all’Americano
interpretato da Alberto Sordi che agli originali Elvis Presley e Jerry
Lee Lewis. Semmai, il modello preferito di Adriano, era Jerry Lewis,
e Celentano era famoso per inframmezzare i suoi concerti con
imitazioni del comico americano e con balli scatenati che gli valsero
il soprannome di “molleggiato”. Personaggi meno fortunati furono
Ghigo Agosti, interprete di canzoni
divertenti e spesso boicottate dalla
temibilissima commissione di censura
anti anni fa, intervistato
della RAI, e Clem Sacco, ex cantan-
da Red Ronnie, durante
te lirico e precursore del genere
una puntata di “Roxy Bar”,
“demenziale”. Se Ghigo scandaliz-
Francesco Guccini parlava
zava con il suo più grande successo,
dell’arrivo del Rock’n’Roll in Ita-
“Coccinella”, ispirato dal primo trans
lia, ed in particolare a Modena,
europeo, insieme al quale si esibì all’i-
dove viveva lui. Raccontò che lui
nizio degli anni 60, Clem Sacco faceva
e quelli del suo gruppo fecero
sorridere i giovani col suo brano più
qualche decina di chilometri
fortunato: “Oh mamma
per andare a sentire un ragazzo
voglio l’uovo a la coque”.
che, si diceva, sapeva suonare
Nel frattempo, molto timi-
tutto il solo di chitarra di “Be-
damente, una ragazzona
bop-a-lula”, il classico di Gene
di Cremona con una voce
Vincent. Non so e non ricordo
bella, potente e piena di
chi fosse il chitarrista e se poi
personalità, provava ad
sia diventato un professionista
inserire nel suo reperto-
o meno, ma ricordo con quanta
rio qualche pezzo rock,
ironia Guccini parlava del Rock
si chiamava Mazzini, di
italiano dei tempi. Citò un conosciutissimo
cognome, prese il nome
esempio di come fosse poco italiano il testo
d’arte di Baby Gate, ma raggiunse il successo col suo semplice nome
di una canzone: “Il tuo bacio è come un
di battesimo: Mina! Fra i tanti campioni che abbiamo citato, Gaber
rock, che ti morde col suo swing, è assai
e Jannacci, meritano di essere ricordati anche per il duo che li vide
facile al knock-out, che ti fulmina sul ring…”
protagonisti per una breve ma divertentissima stagione. La loro can-
ed in effetti salta all’occhio l’ingenuità di
zone “Una fetta di limone” merita di essere riascoltata per afferrare
un linguaggio che, all’epoca, era tutto da
di nuovo l’ironia e la bravura dei “Due Corsari”. Un altro straordinario
inventare. Ma chi sono stati i pionieri che
compagno di strada di Celentano è stato Ricky Gianco, chitarrista
tra 24mila baci e coccinelle, fette di limone e uova a la coque, hanno
ed “autore” di “Pregherò”, lui dice ancora oggi di averne scritto la
alimentato, qui da noi, la sacra fiamma del rock? Il primo, unico ed
musica, ma in realtà si tratta di “Stand by me” di Ben E. King, con un
inimitabile è Adriano Celentano, il “molleggiato”, che intuisce prima
testo in italiano. Nel frattempo, a Napoli, la nuova moda musicale (e
di chiunque altro le potenzialità artistiche e commerciali della nuova
non solo) aveva colpito i giovani e, per prendere in giro uno dei più
musica che arriva dagli Stati Uniti. Il primo grande appuntamento per
fedeli seguaci del Rock’n’Roll e dei blue jeans (pare che si chiamasse
gli appassionati del nuovo genere musicale si svolge nel 1957 al pala
Renzo Arbore), Renato Carosone – straordinario pianista e diver-
ghiaccio di Milano e vi partecipano molti musicisti che, in seguito,
tentissimo intrattenitore – scrisse “Tu vuò fa l’americano”. L’ultimo
diventeranno famosissimi. La leggenda narra che ad accompagnare
pensiero va ai protagonisti di questa stagione che non ci sono più,
Celentano sul palco del “Primo festival” ci fossero tre giganti della
Tenco, Carosone, Little Tony, Gaber e Jannacci, con un commosso e
musica italiana: Enzo Jannacci – al pianoforte, Giorgio Gaber – alla
appassionato applauso. n
di
Write about... the records!
Neon Classic
Debbie Duveen
& The Millbanks
Format: CD - 2010
WORONZOV RECORDS (Import)
G
Maurizio
Carbone
21
dimmitutto@teramani.info
n100
mente di papà Nick, tra i suoi illustri trascorsi, Country Joe McDonald,
Arthur Lee (incredibili Love), Teenage Fan, Yo la Tengo, Oneida...
Potenza del DNA: Debbie è figlia di ...cotanto padre, splendida ragazza,
notevole presenza scenica, affermata attrice teatrale, per 2 anni nel
cartellone dell’Head Theater della capitale britannica con il tributoomaggio a Judy Garland (visibile su YouTube cliccando Debbie Duveen),
ancora, last but not least, dotata di voce notevolissima: timbro,
estensione, ritmo, melodia e molto altro, vediamo come. Il dischetto
argentato in policarbonato di makrolon, parte alla grande, Got A Lot
On My Mind ci rivela immediatamente le coordinate di questa musica:
voce splendida, riffoni (hard) di chitarre, basso-batteria e tastiere,
sound vivace, secco, tagliente come nella successiva Jennifer Jayne,
ottimo lavoro di backing vocals. Per non annoiarsi, arriva Bored, Tired &
Disgusted (altrochè), cambio di ritmo, autentico valzerone, tocchi quasi
‘soul’ e, note di sax nella coda finale. Contact With Air è al contempo
slow & fast, ballad d’atmosfera, Don’t Belong, ci riporta sul psych tanto
congeniale a Nick/BF, riffs di chitarre a tutto spiano. Un sinistro sibilo
(pianola Vox?), annuncia la successiva King Rat, l’ugola di Ms. Debbie si
materializza in forma stupefacente: finale da brividi, l’estensione vocale
tirata al massimo, un re-topo davvero singolare. Il ritmo ritorna padrone
in The Love Of ‘99, Fen-
iugno 2010: alcuni monthly music magazine riferiscono dell’e-
ton pesta duro su pelli
sordio discografico della figlia di Nick Saloman (aka Bevis
e tamburi, Simmons e
Frond), famoso British psych group, titolare di ragguardevole
Nick sferragliano con le
produzione musicale. “Neon Classic” il titolo, Debbie Duveen-
chitarre, eccome! Dal
Saloman, l’autrice. Conoscendo il DNA di Mr. Nick e, dei suoi sodali,
ritmo alla melodia di
cerco il CD nei record-shop abituali (Milano, Roma, Pescara...), invano, i
The Girls About Town,
numeri del mercato d’importazione, sono risibili, quindi, niente da fare.
listen gradevole come
L’ostinazione qualche volta...premia e, Eureka!, mi rivolgo a Internet e,
nella successiva He’s
decido di contattare (via mail) le direttta interessata e...surprize, risul-
Just Like You, voce e
tato dello scambio telematico, in 2 giorni - dico due - from London, mi
chitarra acustica dolcis-
viene recapitato the small packet with
sima e, tenetevi forte,
CD, con tanto di affrancatura Royal Mail
arriva il “tormentone-
e, un affettuoso short message vergato
killer” Cryo-Love: un
da Debbie, il tutto a poco più di 10,00
must, cliccatissimo su
€. L’attesa è finita, finalmente! Il CD è
YouTube, voce, ritmo,
accreditato a Deebie Duveen & the
strumenti serrati, psych
Millbanks, praticamente la band di dad
per antonomasia, Debbie canta a squarciagola, Nick grandissimo all’or-
Nick, Bevis Frond: N. Saloman, chitar-
gano (tanto sixties), il video è divertentissimo, Debbie del resto è una
re e tastiere, Paul Simmons, chitarre
consumata attrice...o no? La performance vocale prosegue con What
(Mudhoney, nel pedigree), Jules Fen-
More Could I Lose che, precede la track n° 12 Could Be Anyone, la mia
ton, batteria ( ABC, Lightning Seeds...),
preferita: dura solo 1:37, una vera e propria “bomba”, tosta, granitica,
Adrian Shaw, basso (The Crazy
irresistibile e, come recita il titolo, potrebbe essere chiunque ma, ladies
World Of Arthur Brown, Hawkind...),
& gentlemen, sono Debbie Duveen & Millbanks! La ‘ruggine’ di In The
Johnny Wallace, sax e, Jonathan
Rough è allegra e saltellante, quasi una marcetta, canto, chitarra, sax e
Barley al piano. Produzione a 6
sezione ritmica che, fa tanto British-style. La luce al neon si spegne, gli
mani (Debbie, Nick e Dave Palmer),
occhi rimangono chiusi con la conclusiva Eyes Stay Closed, ennesima
Registrazione al Gold Dust Studio di
great song, lasciatevi cullare dalle note di questo CD, ancora fresco,
Bromley nel giugno 2010 appunto,
attuale, spumeggiante, premere il tasto play e ricominciare l’ascolto.
pubblicato nell’ottobre dello stesso
Miss Debbie, a quando il prossimo CD?
anno, dalla Woronzov, label di Nick,
Time: 45:01 - Voto 8
sempre lui e, come dire, una garan-
PS: La ragione del nome Debbie Duveen & The Millbanks? Presto detto,
zia. Il CD è piacevolissimo, la scena
omaggio a Lord Duveen Of Millbank, mercante d’Arte inglese, Filantropo,
è quella di di Walthamstow, sud-est
accolse e aiutò il nonno (ebreo) di Debbie, babbo di Nick quindi, rifugiato
di Londra, le 14 tracks, frutto della
dalla Germania nazista.
n
di
22
Laura
Rabottini
Arte
n.100
Il fascino
dell’arte colora
la primavera
pescarese
La donazione Paglione al Museo d’Arte
Moderna Vittoria Colonna di Pescara
dimmitutto@teramani.info
iniziative culturali. Dopo aver a lungo operato per arricchire la sua
terra con opere d’arte di ampio respiro internazionale - cariche
testimoni della sua intensa e storica attività di gallerista milanese
di origini abruzzesi - non si accontenta di aver già creato un cospicuo circuito culturale fra città quali Vasto, Castelli, Chieti, Atessa,
Tornareccio, ma decide di approdare a Pescara con una nuova
donazione.
L’itinerario è già ben delineato e procede ormai da 17 anni, da
quando nel 1997 Paglione aveva donato alla Città di Giulianova una
prima selezione di opere provenienti dalla sua collezione personale
per creare il Museo d’Arte dello Splendore (MAS). A seguito di quella prima sfortunata esperienza (fu costretto poco dopo a ritirare le
opere), si sono dunque succeduti altri straordinari episodi di affidamento delle sue opere a strutture quali Palazzo d’Avalos di Vasto,
il Museo della Ceramica di Castelli, il Museo Barbella e il Museo di
Palazzo de’ Mayo di Chieti, il Museo dell’Università “d’Annunzio” di
Chieti-Pescara, e ad Atessa, dove un nucleo di opere della collezione Paglione ha addirittura dato vita ad un Museo dedicato ad Aligi
Sassu, cognato del collezionista.
La Città di Pescara si aggiunge alle tappe di questo percorso
abruzzese con il Museo d’Arte Moderna “Vittoria Colonna” che
ospita, nelle splendide sale del primo piano, 56 opere di tre Maestri
della pittura del Novecento provenienti dalla collezione privata di
Alfredo e Teresita Paglione. Non va trascurato di ricordare che è
I
anche in virtù
dell’affetto profonl mecenatismo
do che il mecena-
è ancora vivo.
te Paglione nutre
Continua e
per la Città di
prospera in
Pescara, alla quale
Abruzzo grazie ad
lo legano i ricordi
Alfredo Paglio-
indelebili del
ne che oggi, a
matrimonio con
Pescara, colpisce
la sua Teresita e
ancora con le sue
l’affetto familiare
Inaugurazione
di suo fratello, che
il Museo Colonna
Claudio Bonichi · La ragazza e la luna · 1992
viene scelto
come inevitabile
destinatario di tale
munifico gesto.
In una calda
giornata di timida
primavera, il 23
I coniugi Teresita e
Alfredo Paglione
maggio viene
inaugurata dunque la mostra “Il
fascino dell’immagine. Tradizione e modernità. 56 opere di Arturo
Carmassi, Claudio Bonichi e Gastòn Orellana”, con interventi del
Sindaco Luigi Albore Mascia, Il Presidente consiliare della Commissione Cultura, Augusto di Luzio, e il curatore Sandro Parmiggiani.
Nella stessa occasione si inaugura anche una sala adiacente dedicata alla donazione di opere di Gigino Falconi, pittore abruzzese e
caro amico dello stesso Paglione.
Le sale personali dedicate ai tre artisti della Collezione Paglione
testi del catalogo e Presidente di Crocevia
realismo di Bonichi, oppure della deforma-
– Fondazione Alfredo e Teresita Paglione,
zione baconiana dei soggetti di Orellana, la
continua ad “accendere fuochi” - come
presenza dell’immagine domina lo spazio
23
egli stesso ama spiegare -, a disseminare
pittorico e interroga, costringe al pensiero,
baluardi di bellezza per proiettare così
cancella il tempo e mette in scena lo spet-
n.100
l’Abruzzo nel panorama internazionale
tacolo vivo e puro dell’arte autentica. n
dell’arte contemporanea figurativa. E
il punto di partenza è la sua decennale
esperienza di gallerista che, come sottolinea Parmiggiani, “ha sempre cercato di
tenere per sé alcune delle opere più belle
e significative che approdavano nella sua
galleria, come esito dei rapporti con gli
artisti, specialmente in occasione delle
loro mostre”.
ggi, dopo 14 anni dalla cessazione della
sua attività, oltre 1500 di queste opere
Arturo Carmassi · Il Capitano · 1971
compongono un cammino che, con le
parole di Paglione, “continua e ha come
filo conduttore il mio omaggio soprattutto
si configurano come ideale e necessaria
ai giovani, che sono la speranza e il futuro
estensione di un percorso culturale che ha
di questa Italia che non sa più dare fiducia,
avuto inizio nel 2002 a Palazzo d’Avalos,
spazio, lavoro ai suoi figli. Per loro ho
Vasto, dove Paglione aveva creato altre
voluto diffondere richiami all’arte e alla
otto sale dedicate ad altrettanti artisti pro-
bellezza.” E il faro di tutta l’operazione è
venienti dalle sue collezioni e afferenti alla
l’immagine, la sua civiltà, il fascino che
sua attività di gallerista, fra cui gli stessi
emana dalle sue infinite declinazioni arti-
Bonichi, Carmassi e Orellana.
stiche, oggi come nel Novecento.
Il “mecenate innamorato”, come lo defini-
Che si tratti dell’inquietudine figurativa
sce Giovanni Gazzaneo, autore di uno dei
di Carmassi, o del metafisico e diafano
Gastón Orellana Buscando · Refugio · 1973
di
24
n.100
Il libro
Parole
come odori
La carta costa! (di Alessandro Milan)
Mimmo
Attanasii
dimmitutto@teramani.info
della mente, sul come e il quando il
Real Collegio si sia trasformato nel
Regio Liceo Ginnasiale”. Una ventina
di capitoli appiattiti e divisi in un tomo,
nell’apparecchiare una sorta di elenco
della spesa. Storie, piuttosto che
Storia. Riferimenti a pedisseque norme
scolastiche, che paiono soggiacere a
una macchinazione posta in opera da
un collegio di “invisibili contemporanei
dell’epoca”. Pagine e pagine per svelare che fu Napoleone a veicolare l’idea
di scuola pubblica durante il Regno di
È
Napoli e che alle solite insufficienze
dello Stato si insinuò l’impostura delle
brutto dirlo, ma ci sono dei libri, come “La storia della scuola
autorità ecclesiastiche, sostenute dietro la fortificazione del dogma.
teramana”, che è proprio impossibile leggere. Magari si parte
“La Chiesa è ricca, ricchissima. È letteralmente zeppa di quattrini.
pure armati delle meglio intenzioni, ci si ripete che in fondo nes-
Puzza di denaro come il cadavere di un ricco... “ (Heinrich Böll).
sun libro è impossibile da leggere, ma presto ci si rende conto
Non si tratta tanto della storiografia, prevista e rintracciabile in altre
che la realtà dei fatti è un’altra.
pubblicazioni: il problema è la scrittura. Personaggi stereotipati. Acca-
La ricostruzione dell’istruzione secondaria pubblica, privata ed
demia, non oltre. Se si tenta la lettura per intero subito dopo ci si deve
ecclesiastica a Teramo, dall’età di Ferdinando IV di Borbone alla fine
recuperare dall’impossibilità di portare a termine ciò che indubitabil-
dell’Ottocento. Dalla seconda metà del XVIII secolo al XIX secolo. Una
mente sarebbe stato un ottimo proposito. Magari una frase che aspira
mera raccolta di saggi, riviste e bollettini bibliotecari proposta in una
all’aulico e subito dopo il buio della parola. Nemmeno la tecnica dello
asettico ordine temporale, che s’inerpica faticosamente per il lettore
“zompamento” funziona: il salto indiscriminato delle pagine.
dal 1984 al 2011: “Ripercorrere e riasfaltare un percorso irrinunciabile
Le parole si disperdono fugaci come odori. n
Redazionale
Fibromialgia
una malattia
difficile da
diagnosticare.
collaborazione con gli operatori abilitati al Metodo (fisioterapisti e
medici). In Italia gli operatori abilitati ad applicare il Metodo Solère
- Reequilibration fonctionnelle® nel trattamento della fibromialgia
non sono ancora numerosi, ma il programma di cura rapido ed
originale permette eventualmente di seguire il trattamento anche
se non si risiede vicino ad un centro.
In estrema sintesi i modelli terapeutici non farmacologici (quindi
privi di qualsiasi effetto collaterale) utilizzati nel Metodo Solère per
il trattamento della fibromialgia, o meglio dei pazienti fibromialgici,
si avvalgono della stimolazione di determinate aree reflessogene codificate anche nella cartografia della medicina tradizionale
cinese: l’apparecchio appositamente studiato è denominato AMPi.
sm® e, senza presentare particolari controindicazioni, permette il
massaggio puntiforme inverso di aree cutanee utilizzate anche in
È
agopuntura.
Pur ispirandosi ai concetti dell’agopuntura, la tecnica e la logica
una malattia subdola ed occulta: si presenta con una va-
insite nel trattamento di cura per la fibromialgia, sono molto diffe-
sta sintomatologia, ma spesso non viene riconosciuta da
renti da quanto comunemente conosciuto attraverso la medicina
gli stessi medici, che hanno difficoltà a diagnosticarla.
tradizionale cinese.
Spesso le persone malate quando si lamentano non vengono
Normalmente sono sufficienti 6 sedute per apportare un sensibile
credute. Sono per lo più donne (in
miglioramento al polimorfo quadro clinico che i numerosi pazienti
rapporto di 4 a 1). Vagano da un am-
fibromialgici accusano, con sintomi apparentemente anche bizzarri
bulatorio all’altro per sentirsi dire: “ lei
ma analizzabili con criteri logici se inquadrati in un terreno al di fuori
non ha niente”.
dei comuni disturbi della meccanica articolare.
In famiglia le cose non vanno meglio,
passano per simulatrici, suscitando
Per ulteriori informazioni sulle caratteristiche (e tempi di cura) della
l’indifferenza del coniuge, mentre a
terapia per la fibromialgia proposta dal Metodo Solère - Reequili-
lavoro, nella migliore delle ipotesi,
bration fonctionnelle® scrivete a: doteseo@tin.it
vengono considerate assenteiste
croniche.
Sono le vittime della Fibromialgia,
patologia con un’incidenza di circa
il 5% sull’intera popolazione. Il suo
biglietto da visita è il dolore, diffuso su
muscoli, articolazioni e tendini di tutto
il corpo. Una condanna per i pazienti,
genera insonnia e a lungo andare,
ansia e depressione. Ma è soprattutto
il numero e la varietà dei sintomi a
confondere le idee: rigidità, bruciore
e torpore, astenia, disturbi viscerali, cefalea, perturbazioni climatiche
(l’influenza del tempo sul corpo).
Oggi sappiamo che il problema va interpretato sul piano funzionale,
decodificando la risultante sintomatica attraverso una valutazione
della bio-dinamica dei sistemi, linea guida che Il Metodo Solère®
segue da numerosi anni proponendo una metodologia in grado di
chiarire alcune zone d’ombra in medicina: nel caso della fibromialgia, l’apporto di un’esperienza differente, mirata al trattamento di
una sindrome dolorosa particolarmente ribelle alle cure, sta portando i primi risultati dal punto di vista scientifico.
I risultati preliminari sono confortanti e lo studio prosegue in
Dott. Domenico Teseo · fisioterapista
Specialista in: Osteopatia Metodo Solère®
Medicina agopunturale (con A.M.P.I.)
Rieducazione posturale globale
Info: 347 0744455
di
26
n.100
Sociale
La Colletta
Alimentare
Straordinaria
Piergiorgio
Greco
dimmitutto@teramani.info
nuova Colletta di qui a qualche settimana si sarebbero inesorabilmente svuotati. A discapito di chi vive nel bisogno.
E straordinaria è stata la risposta dei cittadini, che hanno detto di sì
con coraggio e carità alla proposta: in Abruzzo sono state donate ben
140 tonnellate di alimenti, raccolte da 4 mila volontari in circa 300
punti vendita di tutta la regione. Nel dettaglio, a Pescara e provincia
sono state raccolte 41 tonnellate, a Teramo 46, a Chieti 36 e a L’Aquila
17. Cifre significative, non troppo inferiori alla Colletta di novembre
quando si sfiorano le 200 tonnellate complessive. Non nasconde la sua
soddisfazione Luigi Nigliato, presidente del Banco Alimentare dell’Abruzzo: “Grazie a questa iniziativa - commenta - riusciremo a garantire
cibo ai poveri della nostra regione per le prossime settimane, nell’attesa che entrino in vigore le nuove politiche di aiuto europeo, i cui primi
10 milioni sono stati sbloccati proprio il 12 giugno. Ma all’appello mancano ancora 75 milioni di euro di provenienza europea. La risposta
della gente a questa chiamata straordinaria è stata straordinaria essa
S
stessa, e testimonia ancora una volta che la carità del popolo è veloce,
di raccolta di prodotti per le
venzionati come parrocchie, associazioni di volontariato, mense per i
persone bisognose, promossa a
poveri, caritas, case famiglia e via dicendo. Una rete della solidarietà
livello nazionale dalla Fonda-
davvero significativa, come dimostrano alcuni dati relativi al Banco Ali-
concreta e diffusa. Grazie a tutti coloro che si sono coinvolti: dai tanti
abato 14 giugno si è
volontari ai direttori dei supermercati ai media locali e a quanti, a vario
svolta anche in Abruzzo
titolo, hanno condiviso con noi questa raccolta eccezionale”.
la Colletta Alimentare
Sin dai prossimi giorni inizierà la distribuzione dei prodotti ai tanti
Straordinaria, giornata
poveri dell’Abruzzo assistiti dal Banco Alimentare mediante enti con-
zione Banco Alimentare Onlus.
Un’iniziativa davvero straordinaria: come noto, infatti, la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare si svolge normalmente a fine
novembre, ma quest’anno, per la prima volta dopo diciassette anni,
è stato necessario organizzarne un’altra a giugno perché, a causa di
lentezze burocratiche, stenta ancora a decollare la nuova politica europea di sostegno agli indigenti, che ha sostituito la precedente basata
sulle eccedenze provenienti della filiera agricola con una che consiste
nell’acquisto di cibo per i bisognosi con fondi europei e nazionali, da
distribuire poi mediante la rete degli enti caritativi, tra cui il Banco
Alimentare. Ebbene, nonostante le vecchie norme abbiano cessato di
funzionare a fine dicembre 2013, ad oggi le nuove non sono ancora
entrate a regime, e i magazzini del Banco Alimentare di tutta Italia, e
quindi anche di quello abruzzese che ha sede a Pescara, senza questa
mentare dell’Abruzzo, che dona tanto cibo a chi vive nel bisogno, lottando contro lo spreco con grande efficienza. Nel 2013, infatti, la sede
regionale ha distribuito 1.354.014 kg di cibo a circa 38 mila poveri della nostra regione mediante una rete di 211 enti convenzionati, per un
valore economico di ben 3.235.684,78 euro. Nel dettaglio, a Pescara e
provincia, dove sono assistiti circa 15 mila poveri, sono stati distribuiti
579.470 kg, per un valore di 1.408.083,77 euro; a Chieti e provincia
(circa 12 mila poveri) sono stati 442.616 kg di prodotti distribuiti, pari a
1.035.693,69 euro; a Teramo e provincia (6.500 poveri) 221.562 kg, per
un valore di 531.167,22 euro; infine L’Aquila e provincia (3.500 poveri)
110.365 kg di prodotti, pari a 260.740,10 euro. Il suo valore sociale ed
economico viene movimentato con costi di gestione molto contenuti,
pari a circa 288.000 euro nel 2013, provenienti prevalentemente da amministrazione
pubbliche, fondazioni bancarie, bandi e iniziative private. Come spiegano ancora Luigi
Nigliato “con costi contenuti e trasparenti
si può combattere la povertà, in un’ottica
di sussidiarietà che significa uso efficiente
delle risorse pubbliche. Rivolgiamo il nostro
appello alle industrie agroalimentari affinché
possano comunque scegliere di diventare
nostri partner, donando le loro eccedenze,
con significativi risparmi logistici, economici
e fiscali. Tutti coloro che hanno sostenuto
con grande passione e convinzione il Banco
- conclude Nigliato - sono chiamati a fare la
loro parte ancora di più, se possibile, in questo momento di grave difficoltà economica,
per sostenere chi vive nel bisogno”.
Intanto, come ogni anno, la sede centrale
di Pescara spalanca le porte a studenti e
imprese. Da oltre dieci anni, ai ragazzi che
spiegando il significato di un’opera sociale
hanno terminato la scuola il Banco offre
che affonda le sue radici nella carità cristia-
un’esperienza formativa capace di rendere
na. Per le aziende, invece, organizza l’Open
27
il tempo libero pieno di senso: i giovani
House, serata di gala che si svolgerà il 23
provengono da diverse scuole superiori
luglio, pensata per incontrare imprenditori
n.100
del capoluogo adriatico, e a loro il direttore
e professionisti, in un clima conviviale e di
della struttura, Cosimo Trivisani, propone
condivisione. Per informazioni, contattare la
il coinvolgimento nelle attività ordinarie,
sede del Banco al numero 085 4313975. n
di
28
n.100
In giro
Casale
San Nicola
“Habitare secum”: dove il silenzio
vince comunque il rumore.
C
Sergio
Scacchia
mens2000@gmail.com
Isola del Gran Sasso e il frequentato santuario di San Gabriele, ha
perso gran parte della pace che si godeva da secoli, pagando un
grosso dazio al progresso.
Un mondo quasi scomparso tra crolli di pietre dal paretone soprastante, piloni giganteschi che si sono insinuati tra le case, soglie invase da sterpi e il dramma dell’esodo di molti verso luoghi più ospitali
che trasuda da alcune abitazioni abbandonate.
A Casale San Nicola nessuno ha dimenticato! Tutti ricordano ancora
con emozione quando, in piena estate, anni fa, si staccò un costone
di notevoli proporzioni dal Corno Grande a 2800 metri, alla base del
quarto pilastro. Come tutte le montagne anche il Gran Sasso è oggetto di un continuo processo di erosione. Una spaccatura in movimento come quella non si era mai vista.
Una nube di detriti oscurò la valle, creando il panico tra gli automobilisti fin dentro l’autostrada, il cupo rumore che terrorizzò la gente del
posto, qui lo ricordano tutti.
La frana segnò irrimediabilmente l’imponente massiccio del Gran
Sasso creando una traccia indelebile che è visibile distintamente e
asale San Nicola un tempo era un villaggio delizioso, pianta-
stringe il cuore di chi ama il “gigante che dorme”.
to magicamente proprio sotto la scenografica e gigantesca pa-
Da allora è sempre un’avventura percorrere qualsiasi sentiero che
rete del Corno Grande, il mitico Gran Sasso, montagna regale
passi sotto il “paretone”.
degli Appenini con il suo precipizio di oltre 1400 metri.
Sopra la testa degli abitanti, auto di grosse cilindrate, tir e bus diretti
L’ambiente, la testa della vallata Siciliana, tra le più verdi d’Abruzzo,
era semplicemente grandioso, indimenticabile per chi percorresse i
tanti sentieri ameni tra boschi e rocce aguzze.
Gli occhi che, per chilometri prima, si erano addolciti su profili di
campagne, colline arcaiche e gregge, si riempivano di creste monumentali.
Poi, un giorno poco bello, gli uccelli smisero di cantare e il fiume
Mavone parve fermare il gorgoglio delle acque. Un attimo di silenzio
e, all’improvviso di colpo si materializzarono, come un incubo in fase
rem, grossi camion pieni di bitume, decine e decine di uomini in tuta
e casco, ingegneri in giacca e cravatta armati di regoli e attrezzature
infernali per rilevare le pendenze del terreno.
Rumori assordanti coprirono le antiche melodie dei boschi, i trilli
gioiosi dei volatili e i fischi dei rapaci a caccia.
Eppure la montagna dovrebbe essere lasciata nella sua pace eterna.
Il progresso non ammette deroghe. Quando arriva l’uomo qualche
volta fa del bene, molte altre fa del male.
Fatto è che, da allora, questo luogo delizioso a pochi chilometri da
da e per Roma attraverso Teramo e L’Aquila sfrecciano come razzi.
Il traffico scorre veloce e puzzolente per infilarsi o per uscire dal
grande tunnel di oltre dieci chilometri che collega velocemente le
due province.
Gli idrocarburi rilasciati dai tubi di scappamento, che notoriamente
volano basso, scendono dai piloni sotto le abitazioni avvelenando
lentamente i pochi abitanti che non hanno voluto rinunciare a vivere
nel luogo dove sono nati.
Pensare che il borgo e i paesi vicini, un tempo contava un così gran
numero di residenti al punto che qualcuno aveva anche proposto di
spostare la sede comunale di Isola nella ridente Cerchiara, qualche
Più cresce la pendenza, più aumenta la
29
lentezza che aiuta a pensare, a rilassarsi,
n.100
semplicità della quotidianità che, nella vita
di tutti i giorni, perdiamo inesorabilmente.
a vivere alla ricerca, come ben racconta
lo scrittore Erri De Luca, del segreto della
bellezza movente di tutte le forti pulsioni
dell’animo umano.
chilometro a nord di Casale.
gnificando il minuscolo borgo nella rivista
Si divisero i locali allora tra chi non voleva
dell’associazione.
il trasferimento e chi, invece, lo auspicava
Un immenso scenario di vita sospesa pro-
fortemente.
prio come i piloni dell’autostrada.
Oggi una delle poche attività rimaste è un
Basta percorrere un chilometro sopra il
piccolo albergo alle porte della città che
paese di Casale, per ritrovarsi comunque, in
vive di turismo escursionistico per due, tre
un autentico santuario della natura, ai piedi
mesi l’anno.
di una conca circondata da alte montagne
La possibilità di puntare all’infinito verso
Casale San Nicola, d’altronde, è sempre il
che sembrano ciclopi di pietre. Chi non si
spazi senza ostacoli, non ha prezzo, come
punto ideale di partenza per le ascensioni
regala mai una camminata in montagna,
suggerisce la pubblicità di una nota carta
dal versante orientale del Corno Gran-
perde il meglio della vita. È qui, davanti alla
di credito!
de e qui nel 1875, il presidente del Club
grandiosità del creato e del suo Creatore,
Grazie Sergio per la Tua Amicizia!!! n
Alpino Internazionale, tal Douglas William
che ridimensioni tutto di te stesso, torni
Freshfiend, in viaggio negli Appennini, disse:
a prestare attenzione al quotidiano, riesci
Sergio Scacchia
“Vorrei morir qui un giorno lontano”, ma-
a cercare nell’immensità il piccolo, la
http://paesaggioteramano.blogspot.it/
di
30
n.100
Antonio
Parnanzone
Sport
Calcio
dimitutto@teramani.info
D’obbligo, quindi, parsimonia e prudenza nel
tanto, rimane lo stesso con la differenza che
concepire un progetto, importante o anche
il campionato che si andrà ad affrontare po-
meno, purchè sia diretto a tenere alto l’inte-
trebbe riservare un maggiore impegno di ca-
resse ed anche per evitare rovinose cadute.
rattere tecnico. Quest’ultimo aspetto è stato
L’inserimento di giovani, locali o provenienti
ampiamente valutato dallo staff tecnico e già
da grossi club, è una opportunità da tener
sta provvedendo ad integrazioni strategiche
T
presente, linea ben accetta e incentivata dalla
negli specifici ruoli. Di fatto la nuova stagione
stessa Lega. Il periodo storico offre risorse più
è già iniziata con la programmazione del ritiro.
ra vecchio è nuovo anno non c’è
limitate rispetto ad altri del passato. I flussi
E’ stata scelta Folgarida, rinomata località del
soluzione di continuità. L’inizio della
finanziari non sempre sono sufficienti per la
trentino, per la prima fase della preparazione.
prossima stagione è seguente alla fine
gestione di società sportive, specie se pro-
Oltre al Teramo, la zona ospiterà Napoli, Inter
di quella appena conclusa, sicuramente
fessionistiche. I ricorsi storici dell’economia
ed altre big del calcio italiano. L’occasione
bella ed emozionante. Ripetersi è difficile in
hanno segnato momenti importanti ed altri
offre la possibilità di contatto con il grande
ogni campo e lo è ancor di più nel calcio, ma
meno, legati anche ad eventi che vanno oltre i
calcio. Il Napoli si è reso disponibile per una
amichevole da disputarsi in zona nell’ultima decade di luglio. Il confronto, in questo
momento impari agonisticamente parlando,
evoca altri in passato piuttosto esaltanti,
specie quando la squadra partenopea arrivò
al vecchio comunale per una gara ufficiale
di campionato. Le disavventure calcistiche
del Napoli di quel periodo portò la blasonata
squadra azzurra a Teramo il 14.11.2014,
campionato di C1 2004/2005. Tra Teramo e
Napoli fu pareggio ( 1 – 1 , Goal di Varrichio
(NA) e Cardinale (TE)) . Il ritorno al S. Paolo, alla
non c’è limite alla volontà di far bene. Parlare
confini nazionali. Attivare economie, pertanto,
presenza di 60.000 spettatori, la formazione
della rosa e di calciatori che la comporrà è
vuol dire certezza e tranquillità di gestione. La
di casa vinse al 92’ con un goal di Consonni. Il
ancora presto. Ci saranno arrivi e parten-
Società è stata chiara nell’indicare la salvezza
Napoli viaggia a vele spiegate nella Cham-
ze, inevitabile via vai di ogni stagione per
come programma minimo di stagione. Anche
pions League, mentre il piccolo Teramo cerca
interessi della Società e dei calciatori. Lo staff
in quella appena conclusa fu posto come
di consolidare la sua posizione nella terza
tecnico è già al lavoro per la costruzione di
obiettivo uno degli otto posti utili per l’ acces-
serie nazionale. Quello calcistico rispecchia le
una formazione che sappia difendere degna-
so nella Lega Pro Unica. La bravura dello staff
due realtà: la metropoli partenopea e la città
mente i colori biancorossi. Confermati da già
tecnico permise di andare oltre le previsioni
di Teramo, due ambiti non confrontabili in
da tempo con un progetto biennale, il D.S.
concludendo in tranquillità la stagione al terzo
qualsiasi settore lo si voglia fare. n
Marcello Di Giuseppe e il tecnico Vincenzo
posto in classifica generale. L’obiettivo, per-
Vivarini sono alla ricerca di pedine importanti
da inserire nel mosaico già costruito nella
passata stagione. Adeguamenti opportuni e
specifici in diversi ruoli sono inevitabili, sia per
effetto di alcune partenze che per esigenze
della categoria. Il nuovo campionato, così
come concepito e ristrutturato, presenta specificità e difficoltà che molti ritengono di rilievo. Qualitativamente è considerato di poco
inferiore a quello di serie B. I grossi centri e le
città che faranno parte dell’organico inducono
alle predette considerazioni. Il gioco, come si
suole dire, si farà duro e per questo c’è la Società ad offrire ampie garanzie. Come in ogni
azienda che si rispetti, l’equilibrio tra volontà
e possibilità deve essere sempre la regola, altrimenti potrebbero esserci conseguenze negative. Nel calcio spesso vuol dire fallimento e
fine dell’attività, decisamente da scongiurare.
C
are elettrici ed elettori, dopo il risultato elettorale
assolutamente per me positivo ed inaspettato, sento il
desiderio di ringraziarvi di cuore, sperando di rappresentarvi
nel miglior modo possibile in consiglio comunale difendendo i
diritti di NOI cittadini nella democrazia.
Visto la giovane età voglio impegnarmi ed essere portavoce
delle esigenze dei giovani della nostra città perché sono
convinta che solo scendendo in campo possiamo far sentire
la nostra voce. Voglio porre l’attenzione su tutti i problemi
che saranno oggetto di discussione in consiglio comunale
con particolare riguardo alle famiglie in difficoltà e alle
persone deboli.
Colgo l’occasione per invitare i giovani a proporre
idee e progetti per migliorare la nostra città sul
mio contatto di Facebook, vi abbraccio tutti.
Di Timoteo Francesca Chiara