Pure al Festival Speciale San Valentino Foto di Donato Gasparro Settimanale di attualità, politica, cultura ed eventi ANNO VIX - N° 7 - 13 febbraio 2015 - € 0,50 TUTTE IN RIGA Dopo la settimana intensiva passata a parlare di Sanremo, diamoci un taglio! La primavera promette nuove tendenze per capelli e acconciature, senza mai abbandonare la cara e vecchia riga… in mezzo Wonderland DALLA PROPOSTA ALL’ALTARE San Valentino, tempo d’amore e progetti. Il vostro lui che si fa avanti non è che il primo passo verso l’evento più atteso della vita. Dalla decisione di sposarsi alla scelta dell’abito, ecco il matrimonio passo dopo passo, con l’aiuto di chi di cerimonie se ne intende 2 13 febbraio 2015 / n.7 E tra E tra 13 febbraio 2015 / n.7 Editoriale 3 controcorrente Είμαι Έλληνας di Vito Pietro Corrente L’uomo d’acciaio Ha fatto discutere il carro raffigurante un gigantesco mostro con tanto di tuba con la scritta Ilva e denti come bulloni d’acciaio per divorare le vite degli operai. E accaduto durante la prima sfilata dei carri allegorici al Carnevale di Putignano. Intanto Giovanna du Lac Capet, moglie di Emilio Riva, ha scritto per Mondadori il libro “Emilio Riva, l’ultimo uomo d’acciaio”. N egli ultimi anni, e in particolare negli ultimi mesi, ho assistito allo svolgersi di grandi mobilitazioni popolari a sostegno di un vasto spettro di eventi che hanno colpito la sensibilità dell’opinione pubblica occidentale. Ultima, in ordine di tempo, la grande manifestazione parigina contro la barbarie terroristica di ogni segno in generale e del terrorismo islamico in particolare. Bene, tutto molto emozionante e di grande impatto emo- tivo. Quando partecipiamo a queste manifestazioni di democrazia diretta di milioni di uomini e di donne diamo per scontate molte cose, perchè fanno parte del DNA delle popolazioni occidentali ed europee in particolare, e non ci soffermiamo più a chiederci da chi e da cosa ci viene questa consapevolezza. Eppure tutto ha avuto un inizio e questo inizio ha avuto un tempo ed un luogo : la Grecia classica ! Tutto quello che noi siamo oggi, il concetto di partecipazione e di democrazia, ma anche il senso intimo della spiritualità, la ricerca dell’armonia e della bellezza sia spirituale che materiale, la capacità di elaborare il Pensiero moderno ci vengono da una terra meravigliosa e da uomini e donne che più di 2500 anni fa hanno disegnato l’etica e l’estetica dell’Uomo moderno. Se tutto questo è innegabile, e se ne siamo coscienti, mi chiedo perchè, nella democratica Europa Comunitaria, nessuno senta il bisogno di scendere in piazza per solidarizzare con un Paese e con un Popolo che viene massacrato, anche nella sua dignità, nel nome degli interessi più sporchi e criminali della finanza mondiale. E’ innegabile che la gestione della cosa pubblica greca sia stata minata, nei decenni scorsi, da corruzzione e sprechi non più tollerabili, ma questo non puo’ giustificare una condanna alla povertà ed alla disperazione di alcuni milioni di persone. Allora voglio ribadire con forza il concetto del titolo del mio editoriale: Είμαι Έλληνας, io sono Greco! Io sono Greco perchè essendo nato in Puglia sono un figlio della Magna Grecia. Io sono Greco perchè generato dalla terra di Taranto, ho sangue Spartano nelle vene. Io sono Greco perchè quanto accade oggi alla Grecia potrà accadere anche al mio Paese se non metteremo fine alla tirannia tecnocratica di Bruxelles (incredibile come per esprimere i nostri concetti usiamo parole greche: tirannia, tecnocrazia, ecc.). Io sono Greco perchè non voglio vivere in un continente germanocentrico. Io sono Greco perchè non voglio seppellire la memoria del sacrificio a cui ha sottoposto quel Paese la furia nazista durante l’ultimo conflitto mondiale. Io sono Greco perchè i tedeschi si sono sempre rifiutati di pagare i danni di guerra quantificati dai trattati internazionali e oggi, i nipotini di quella stirpe maledetta, vogliono imporre condizioni capestro a una popolazione già ridotta allo stremo delle sue forze. Tutto questo accade sotto i nostri occhi senza che una sola voce si alzi nella “civile Unione Europea” delle burocrazie finanziarie. Είμαι Έλληνας. Extra Magazine Piazza Vittorio Veneto n. 2 - 74015 Martina Franca (TA) 4 13 febbraio 2015 / n.7 E tra E tra CRONACA 13 febbraio 2015 / n.7 Sette brevi in sette righe Passeggiata fatale Racale (Lecce) Una distrazione, un cedimento della scogliera o forse un passo maldestro: ed è tragedia. Un uomo di 79 anni, Vito Fersini, è morto cadendo in mare dagli scogli di Torre Suda dove stava passeggiando insieme alla moglie lungo un camminamento su un tratto di scogliera bassa. E’ stato soccorso da alcuni passanti ma quando sul posto sono giunti i sanitari del 118 era già deceduto per le lesioni riportate. È stata l’ernia? Bari È morto per un banale intervento di ernia addomi- nale. Arresto cardiocircolatorio è scritto ufficialmente sul referto medico. L’uomo, un 55enne di Triggiano, si era ricoverato per sottoporsi ad intervento per laparocele, ma poche ore dopo l’operazione ha avvertito un malore ed è deceduto. È accaduto lo scorso 5 febbraio nell’ospedale Mater Dei di Bari. Dieci le persone formalmente iscritte nel registro degli indagati dalla Procura di Bari con l’accusa di omicidio colposo. Si tratta dei medici e degli infermieri del reparto di chirurgia dell’ospedale barese. Riassunta Zoe Bari Il governatore della Puglia, Nichi Vendola, ha annunciato la notiziari del reintegro della lavoratrice 52enne da parte della multinazionale Lyondell Basell (azienda che opera all’interno del Petrolchimico dell’area industriale di Brindisi) malata di cancro. Vendola riferisce che è stato sottoscritto l’accordo che permetterà a Zoe di rientrare al lavoro il prossimo 16 febbraio. «Zoe – ha commentato Vendola - ha vinto per la dignità del lavoro di tutte le lavoratrici». Autotrasportatori arrabbiati Taranto Mantengono il presidio davanti alla portineria C dell’Ilva di Taranto e consentono l’ingresso solo a 20 mezzi per rifornire di materie prime l’Ilva gli autotrasportatori dell’indotto che sono alla quarta settimana di mobilitazione e rivendicano il pagamento dei crediti vantati nei confronti del Siderurgico. Nei giorni scorsi si è svolta la seconda marcia dei tir dalla fabbrica alla città di Taranto con un sit in davanti al Municipio. Via ai dragaggi Taranto Il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di sospensiva dell’affidamento dei lavori relativi ai dragaggi dei fondali nel porto di Taranto avanzata dall’impresa Grandi Lavori Fincosit, che aveva impugnato un provvedimento del Tar di Lecce. L’Autorità portuale ora potrà procedere alla stipulazione del contratto. I dragaggi consentiranno di portare i fondali dagli attuali 14 metri a 16,50 metri per permettere l’arrivo a Taranto delle portacontainer di ultima generazione. Villette al posto di aziende Bari Granito, pietra di Trani, parquet e lussuosi balconcini costituirebbero i prospetti delle 145 villette costruite abusivamente laddove avrebbero dovuto realizzare aziende. Il giudice monocratico del Tribunale di Bari Marina Chiddo ha condannato per lottizzazione abusiva 144 persone a pene comprese fra i 18 mesi di arresto e 35mila euro di ammenda e i 2 mesi di arresto e 12mila euro di ammenda. La sentenza è stata emessa al termine del processo sulla presunta lottizzazione abusiva nella zona artigianale di Giovinazzo. Nel campo nascono bombe Statte Venticinque bombe a mano della seconda guerra mondiale, di fabbricazione inglese, sono state trovate in un terreno di contrada Todisco. A fare la scoperta è stato un contadino che ha arato il terreno con il trattore e ha dissotterrato i residuati bellici in maniera fortuita. Sono intervenuti i carabinieri della locale stazione, coadiuvati dagli artificieri antisabotaggio del Reparto operativo di Taranto. I militari hanno messo in sicurezza la zona e preso in consegna gli ordigni, trovati in aperta campagna su un’area di circa dieci metri. Per la cronaca in diretta vai sul sito www.extramagazine.eu 5 13 febbraio 2015 / n.7 6 Quando si ama Speciale San Valentino Ora come allora E tra Nelle foto, a partire dall’alto a sinistra. La chiesa di Vico del Gargano dove è molto sentito il culto di San Valentino. Il “vicolo del bacio” a Vico del Gargano e la cripta di SanValentino a Terni. In basso un santino. L’amore è come la tosse Ovvero, come recita l’adagio, è impossibile nasconderlo. Ma la saggezza popolare dice ben altro: vediamo insieme detti e tradizioni della festa più romantica, con un occhio ai single e alla Taranto di ieri A di Titty Battista ccertato che il Valentino che si festeggia è per la Chiesa il santo patrono di Terni, vediamo chi era questo Santo. Vescovo e martire, fu a lungo maltrattato e imprigionato e, pur di difendere la sua fede, di notte fu decapitato. Si hanno prove sicure dell’esistenza di un culto antico presso la Basilica eretta nel 350 sulla via Flaminia a Roma nel punto in cui si pensa che abbia avuto luogo il suo martirio. Alcuni storici sostengono che possa essere stato sacerdote di Roma e nominato in seguito vescovo di Terni. Sono poco chiare le origini della connessione di San Valentino con gli innamorati. Geoffrey Chaucer, scrittore e poeta inglese, suppone che possano derivare dal fatto che gli uccelli il 14 di febbraio scelgono le loro compagne; secondo un’altra teoria la festa fu istituita per cristianizzare quella romana dei Lupercali. C’era infatti l’usanza superstiziosa dei pagani secondo cui il 15 febbraio i ragazzi tiravano a sorte i nomi delle ragazze della Dea Giunone; allora molti pastori sostituirono i nomi dei Santi nei bigliettini distribuiti in questo giorno. Per quanto riguarda la tradizione europea, ricordiamo che in Inghilterra il giorno di San Valentino si spediscono bigliettini d’amore anonimi. In Belgio, Francia ed America due giovani, di nome Valentino e Valentina, estratti a sorte si legano per un anno in una sorta di fidanzamento pubblico. In Italia e Germani i fidanzati festeggiano il loro legame scambiandosi dei doni. In Puglia è festa grande a Vico del Gargano, in provincia di Foggia, dove San Valentino viene festeggiato come patro- no. Si narra che ai vichesi fu concesso dal Papa Paolo V di potersi scegliere un nuovo patrono. Sembra che sia stato lo stesso Valentino a scegliere i vichesi e non viceversa, nelle catacombe romane dove si era recata la delegazione di notabili per procedere all’adozione di un martire patrono. Il capo della delegazione urtò contro un braccio sporgente da un locale. Ebbe la sensazione di essere stato fermato. Era il braccio di San Valentino che, insieme ad altre reliquie, fu prelevato e portato festosamente a Vico dove lo attendeva una Chiesa stracolma di arance e di limoni offerti alla vista del nuovo patrono. Era il 14 febbraio 1618. Vico del Gargano possiede anche un suo “Vicolo del bacio”, è quello che collega via San Giuseppe al Rione Terra. E’ lungo circa 30 metri e largo appena 50 cm. Leggenda vuole che questo vicolo fosse una sorta di luogo benedetto per coppie di innamorati. I fidanzatini si davano appuntamento nel vicolo che attraversavano più volte da direzioni opposte per potersi toccare a ogni passaggio. Altra tradizione è che, chiunque lo voglia, può donare al proprio innamorato o innamorata un arancio, preso dall’addobbo alla statua del Santo alla persona cara con la consapevolezza che il frutto si trasformerà, secondo la tradizione, in uno speciale filtro d’amore. Ma se gli innamorati hanno la loro festa non sono da meno i single che festeggiano il loro San Faustino il 15 febbraio. Il nome Faustino deriva dal latino e significa propizio e favorevole. Il Santo oltre ad essere il patrono dei single è anche il patrono di Brescia. Faustino si convertì al Cristianesimo e da allora in poi evangelizzò tutte le terre del Bresciano e fu decapitato il 15 febbraio. Si pensa che il patronato sui single possa derivare dal fatto che anche quella di Faustino fu inizialmente una vita solitaria e poi missionaria. Concludiamo la presente nota accennando alle usanze tarantine di ieri con riferimento al fidanzamento. Quando le famiglie del fidanzato e della fidanzata erano concordi si riunivano in un incontro che i tarantini chiamavano “il Parlamento”. Si parlava infatti della dote che avrebbe portato la fidanzata (panni a sei, a dodici e a ventiquattro). Altro argomento che si affrontava era quello riguardante la batteria da cucina. Si parlava anche di oggetti di oro compreso il famoso brillante che il fidanzato si impegnava a regalare alla fidanzata. Semplice era la discussione sul mobilio perché si diceva in dialetto “ava- stene ‘u liette e ‘a banche”, cioè bastava un letto per dormire e un tavolo per mangiare. Talvolta tale incontro veniva solennizzato con un documento redatto da un notaio. I tarantini chiamavano questo documento “stizzo”, che altro non era che la deformazione di “schizzo” o “preventivo”. Il fidanzato poteva andare a casa della fidanzata ma seduto a debita distanza dalla stessa. Si fissava poi il giorno del matrimonio e si programmavano la lista delle persone da invitare, l’orchestrina che doveva suonare, i dolci e le bevande da servire agli invitati. La cerimonia nuziale veniva preceduta da quella della promessa che si faceva in Chiesa e che i tarantini chiamavano con il termine di “spaccare ‘a Croce” perché nel passato erano quasi tutti analfabeti e dovendo firmare il documento, l’unica cosa che sapevano fare erano tratti di penna verticale, il primo spaccato trasversalmente dal secondo, cioè il segno della Croce. Mi piace, a conclusione di questa lunga nota, ricordare alcuni detti dialettali tarantini: “matremonie e ddegnetate so da ‘u Ciele destinate”, cioè non si muove foglia che Dio non voglia. L’altro detto consigliava di non prendersi una donna brutta e ricca perché i soldi vanno via come il vento ma la bruttezza ti rimane davanti per tutta la vita. E, ricordatevi che: “l’amore è come la tosse, non si può tenere nascosto”. Auguri a tutti gli innamorati. E tra 13 febbraio 2015 / n.7 Caleidoscopio duca Carlo Eugenio di Württemberg, Giuseppe Aprile rimase fino al marzo 1769, interpretando i suoi cavalli di battaglia, fra cui La schiava liberata, che fu l’ultima opera cantata a Stoccarda (18 dicembre 1768). A metà marzo del 1769, Giuseppe Aprile, con il pretesto di dover ritornare in patria per breve tempo, si allontanò da Stoccarda. Alla sua partenza lasciò molti debiti, contratti soprattutto con la cassa della corte, perdendo così – “per aver cantato una sola opera”. la buona opinione che il duca aveva Da una lettera del conte Giuseppe Fi- di lui. Di ritorno in Italia, nel gennaio nocchietti, scritta il 29 dicembre 1759, 1770, egli fu dapprima a Milano, dove si rileva come Giuseppe Aprile riscon- Wolfgang Amedeo Mozart lo udì cantrasse ancora grande successo al teatro tare e ne elogiò, in una lettera scritta S. Benedetto di Venezia, durante il car- alla sorella il 26 gennaio, la “bella voce nevale 1759/60. uguale”. La sua interpretazione fece Nel 1760 Napoli chiedeva a gran voce scrivere ancora a Mozart (lettera alla il suo rientro, ma da Stoccarda, dove sorella del 5 giugno dello stesso anno) si era trasferito nuovamente, lo stesso che l’Aprile cantava “impareggiabilAprile rispondeva che gli impegni ar- mente”. tistici assunti all’estero e in Italia gli Negli anni successivi continuò a svolimpedivano di tornare nella città parte- gere un’intensa attività concertistica, nopea, prima della fine del 1762. esibendosi nei maggiori teatri italiani: Testimonianza della sua ascesa nell’ar- Torino, Firenze, Roma. te operistica fu data anche dal maestro Nel 1783 fece ritorno a Napoli e fu Giovanni Marco Rusubito riammesso, tini, che in una sua come primo soprano lettera scritta al padre della Regia Cappella, il 22 marzo 1764, deoccupando il posto del scriveva l’Aprile “non defunto Gaetano Majosoltanto un perfetto rano (1710/1783), detto cantante, ma anche un Caffarelli. L’ultima notiottimo attore”. zia che si ha di una sua Richiestissimo a Naesecuzione pubblica è poli, Giuseppe Aprile quella della celebraziovi ritornò per essere ne alla festa di Maria SS. scritturato al teatro S. Addolorata nella chiesa Carlo nella stagione dei Servi di Maria a Na1765/66 per cantare poli, il 17 e 18 settembre nel Re Pastore di N. 1785. Piccinni (30 maggio); Dal 1790, smesso di nel Creso di A. Sacchicantare, si dedicò escluLa copertina del libro ni (4 novembre); Rosivamente alla composidi Angelo Marinò, molo ed Ersilia di J. A. zione e all’insegnamen“Giuseppe Aprile. Hasse (25 dicembre) to del canto. Tra i suoi L’idolo di Napoli nel ed infine nell’Arianna allievi viene annoverato Settecento musicale e Teseo di P. Cafaro anche Domenico Cimaitaliano ed europeo”, (20 gennaio. 1766). rosa (1749/1801). Edizioni ETS. Nel novembre 1767, Quando si ritirò definidopo essersi esibito a tivamente dalle scene e Palermo, tornò a Stocdall’insegnamento, volle tornare nelcarda, accompagnato questa volta dal la sua città natale. Arrivato a Martina fratello Raffaele, eccellente violinista. Franca il 12 luglio 1798, trovò la città Al quale viene riferita la postilla “Apri- scossa da agitazioni e fermenti popolari le junior 600 fiorini”, come appare sot- causati della leva obbligatoria ordinata to la scrittura di Giuseppe, che di fiorini dal governo borbonico che si apprestane ricevette 6000 l’anno. Alla corte del va a combattere i Francesi che avevano occupato Roma. Contro l’ingiusta e indiscriminata ripartizione della leva il popolo di Martina Franca insorse e soltanto per merito e intercessione di Giuseppe Aprile, il quale godeva sempre di grande fama e prestigio, furono scongiurati disordini e l’incendio della casa del sindaco. Proclamata, il 9 febbraio 1799 nella provincia e a Martina Franca, la repubblica, Giuseppe Aprile, insieme con i fratelli Michele e Raffaele, vi aderì, armandosi per difendere la città dall’assalto dei sanfedisti e dal loro saccheggio. I fratelli Aprile furono arrestati e processati ma poi, per Il metodo apriliano sopravvenuta amnistia, prosciolti. è introdotto da 21 Giuseppe Aprile si spense a Martina regole “indispensabili Franca l’11 gennaio 1813. per gli studenti e i Come compositore, Giuseppe Aprile dilettanti di musica vocale”, che delineano è ricordato per numerosissime musiche vocali - arie, duetti con o senza in modo semplice e strumenti. Quasi tutte le parole delle sintetico alcuni dei sue opere sono state scritte del rimipunti essenziali nella nese Aurelio de’ Giorgi Bertola. gestione della voce. Il metodo di canto di Giuseppe Aprile è rappresentato dai celebrati solfeggi stampati per la prima volta a Londra da Broderip (1791), e ancora oggi usati nei conservatori di musica. Una delle più recenti edizioni italiane è quella di L. Soffredini, stampata a Milano nel 1942 dalla casa Ricordi. Giuseppe Aprile Quella voce meravigliosa Cantore evirato, nato a Martina Franca, espressione della grande scuola musicale napoletana, ‘Sciroletto’ – così venne soprannominato appartenne a quella schiera di cantanti e compositori pugliesi emigrati verso Napoli che nel Settecento eccellevano non solamente a Napoli e in tutta Italia, ma nell’intera Europa di Oscar Nardelli G iuseppe Aprile nasce a Martina Franca il 28 ottobre 1732, da Fortunato e da Anna Vita Cervellera. Ricevette la sua prima educazione musicale dal padre notaio, che era anche un appassionato cultore di musica e cantore nella Collegiata di Martina Franca. All’età di undici anni il padre, poiché Giuseppe era dotato di bella voce, non esitò a farlo evirare. (Nella storia della musica, furono detti castrati i cantanti maschi che avevano subito la castrazione prima della pubertà, allo scopo di mantenere la voce acuta in età adulta). Il 28 aprile 1751, come risulta da un atto notarile venuto recentemente alla luce, Giuseppe Aprile si recò a Napoli per essere ammesso alla scuola privata di Gregorio Scirolì, rinomato maestro della reale Cappella di quella città (da qui il soprannome Scirolino o Sciroletto, che gli venne attribuito). Il 23 settembre dell’anno successivo, alla morte di Francesco Guardia, Giuseppe Aprile fu assunto, con uno stipendio mensile di 20 carlini, come soprano nella Cappella Regia di Napoli e qui, per la prima volta, cantò come “ultima parte” al teatro San Carlo nella stagione 1753/54. Il 25 aprile 1754 si recò a Roma per cantare in un oratorio sacro, e alla fine dello stesso anno ritornò nuovamente a Roma per esibirsi al teatro Alibert. Successivamente, in occasione del carnevale, a cavallo degli anni 1755/1756, si trasferì a Parma per cantare al Teatro ducale. Ormai divenuto famoso e affermato soprano, anziché tornare a Napoli, come avrebbe dovuto alla fine delle rappresentazioni a Parma, Giuseppe Aprile preferì dimettersi dalla Regia Cappella per poter continuare a cantare nei maggiori teatri italiani e stranieri. Verso il 1760 lo troviamo a Stoccarda che si esibisce, come uno dei soprani più celebri dell’epoca, di fronte alla corte del duca Carlo Eugenio di Württemberg. A conferma della fama raggiunta c’è anche la notizia, riferita dal Cotarelo y Mori (storico e letterato spagnolo 1857/1936), del pagamento di 600 doppioni d’oro di salario, più 100 per le spese del viaggio, per l’interpretazione eseguita il 30 maggio 1758 al Teatro Real Carlos III de Aranjuez. in Spagna. “A fine rappresentazione ricevette anche 903 reali di gratifica. Non male” - commenta il Cotarelo y Mori 7 8 13 febbraio 2015 / n.7 Un tè con me Quale personaggio storico avresti voluto essere? «Giuseppe Garibaldi». Di quale personaggio letterario avresti voluto rivestire i panni? «L’Avvocato Guido Guerrieri di Carofiglio…mi piace troppo». Quale mestiere ti sarebbe piaciuto fare? «Il contadino». Canzone preferita? «Altra bella domanda…”Tu non mi basti mai” di Lucio Dalla». questa settimana Gianni Carbotti Cosa c’è sul tuo comodino? «Una piccola immagine sacra di Madonna col bambino, un’altra di San Francesco d’Assisi e una decina di libri tra i più amati, conservati gelo- guet (scrittore meraviglioso morto a vent’anni), Primo Levi….». Oggetto del desiderio? «Curare la regia di un film». Oggetto talismano? «Un vecchio maglioncino verde da cui non riesco a separarmi». L’ultima zingarata? «Essere riuscito a compiere lo stesso tragitto di Papaleo (nel suo splendido Basilicata coast to coast) insieme ai miei amici di sempre con un vecchio pulmino ansimante». Cosa ti fa più ridere? «Prendermi in giro e prendere in giro, ma con garbo…». Cosa ti fa più paura? «L’indifferenza». Luogo del cuore? «I miei trulli e il mio tratto di mare». Cane o gatto? «Cane, fortissimamente cane, al mio Tommy manca solo la parola, per il resto comunica molto più agevolmente di tanta gente di mia conoscenza». di Rosa Colucci I l tratto principale del tuo carattere? «Un estroverso malinconico». Con quale politico, possibilmente pugliese, riuscirebbe più piacevole un viaggio auto da Taranto a Roma? «Niki Vendola». Il tuo principale difetto? «La generosità». Se potessi cambiare qualcosa in te? «Vorrei essere cattivo…». Secondo la legge del contrappasso, quale sarebbe la tua pena più grande? «Diventare arido, senza emozioni». Se potessi cambiare qualcosa nella tua città? «Vorrei veder circolare solo pedoni e biciclette». Cosa non dovrebbe mai mancare nel tuo frigo? «Una bottiglia di negramaro». Stato d’animo attuale? «Work in progress». Indignato o rassegnato? «Indignato…ma mai rassegnato». «Vorrei aver seguito prima le mie passioni». La cosa di cui vai più fiero? «I miei figli, i miei libri e di essere ancora in grado di commuovermi per le cose più tenere, la nascita di una nuova creatura, un bambino che tira i primi calci a un pallone, due innamorati che si tengono per mano». Cosa non riesci a capire delle donne? «Bella domanda… credo che la donna più che capita vada amata, giorno per giorno, come se fosse l’ultimo». Qual è la prima cosa che faresti se ti reincarnassi in una donna? «Mi taglierei i baffetti». E quella di cui ti penti di più? E tra E nell’armadio? «Le mie amate giacche». samente come reliquie, Fitzgerald, Carofiglio, Gramellini, Kant, Goethe, Dostoevskij, Alda Merini, Radi- C’è qualcosa che dici in privato e che neghi in pubblico? «Assolutamente no, forse…qualche parolaccia…!?». Gianni Carbotti, laureato, impiegato, 55 anni . Dice di sé: «Mi piace il calcio da sempre (giocarlo e non vederlo…) sin da quando avevo sei anni, coi piedini di legno (alcuni dicono che quelli ce li ho ancora…) e spero di poterlo praticare sino a ottant’anni. Ma non solo, mi piace moltissimo nuotare e fare lunghe passeggiate, immerso nel verde della nostra bellissima valle munito da un inseparabile arbusto secco nella mano destra. La passione beh, non è difficile indovinarla, è il motivo per cui mi trovo indegnamente su queste pagine: la scrittura! È stata proprio attraverso la scrittura che ho scoperto forse la parte più misteriosa del mio essere: nella vita pragmatico e razionale, nel mio mondo parallelo, da scrittore, romantico e passionale. E naturalmente di pari passo viaggia già da diversi anni la passione per il teatro. Grazie al bellissimo sodalizio artistico nato con Pasquale Nessa, talento puro ed innato, ho avuto la gioia di entrare a piccoli passi in questo fantastico mondo, partecipando non solo come autore alla messa in scena dei miei lavori, “Dove comincia il mare” e “I giorni rubati”, ma anche come coadiutore (e vi assicuro che c’è tanto da fare dietro le quinte, scene, costumi ecc.) in tutte le rappresentazioni che la nostra Compagnia “Le quinte” mette in scena già da diversi anni col Teatro Pubblico Pugliese. I difetti lascio che siano gli altri a rinvenirli, così come i pregi. Sicuramente saranno più i primi che i secondi. L’unica cosa però che riesco a dire di me stesso è che credo di essere una persona vera, senza maschere. Per quanto riguarda i progetti, anzi i sogni, quelli non mancano mai. Qualcosa trapela dalle risposte. Continuiamo a vivere, giorno per giorno, questo è già un bel progetto, non trovate!?». E tra 13 febbraio 2015 / n.7 Quante storie Salento/Talento La (stra)ordinarietà del quotidiano 9 Due immagini tratte dal fondo della parrocchia di San Guido. Il sito del progetto è http://www.tiricordidivialeuca.it/ “Ti ricordi di via Leuca?”, così Lecce si racconta. Il ritratto di un quartiere e della sua gente attraverso volti, luoghi e immagini inedite di Francesca Garrisi Due foto provenienti dal fondo della famiglia Pallara. Chi vuole partecipare con immagini e filmati può chiamare il 393.9257077 o scrivere a info@tiricordidivialeuca.it per fissare un appuntamento. Il materiale può essere consegnato presso l’Archivio di Cinema del Reale, in via Coppola 3 a Lecce. Dal fondo della famiglia D’Anna I colori della foto non lasciano spazio a dubbi. Risale a metà degli anni Novanta, e ritrae una coppia di giovani immigrati indiani nel giorno del matrimonio. Intorno, amici e parenti vestiti leggeri, probabilmente è una domenica di primavera, o forse d’inizio estate. Accanto agli sposi, un prete dal sorriso largo e complice. Si tratta di don Pasquale, una di quelle figure che resta vivida e presente, e che lascia traccia di sé per- fino in chi non lo ha conosciuto direttamente, nonostante fisicamente non ci sia più da circa vent’anni, ormai. Un’istantanea, questa, che, inconsapevolmente, aveva “catturato” l’anima di un quartiere, anticipando i cambiamenti della sua comunità. Quella nata e vissuta intorno a via Leuca, a Lecce. La foto è uno dei tasselli che compone il progetto “Ti ricordi di via Leuca?”, curato dall’associazione Cinema del Reale all’interno del programma di Ri- generazione Urbana dedicato alla storica via del comune salentino. Così gli organizzatori presentano l’iniziativa: «l’idea è quella di realizzare un vero e proprio ritratto di quartiere attraverso le testimonianze fotografiche e filmiche realizzate negli anni dai suoi abitanti. Far emergere ricordi e testimonianze. Un patrimonio di conoscenza che a sua volta potrà essere fruito, proprio come accade in una biblioteca, da artisti visivi, studiosi e soprattutto dagli stessi abitanti». “Ti ricordi di via Leuca?” rappresenta la Storia che si alimenta e (ri)costruisce attraverso le storie. Storie di (stra) ordinaria quotidianità tenute insieme da una ricerca costante. Un work in progress che vuole “mappare” e raccontare la metamorfosi del quartiere, uno dei più multietnici e popolosi di Lecce, attraverso i volti e i suoi luoghi più emblematici. Così, scorrono davanti agli occhi scene che ripercorrono uno spaccato temporale vastissimo, dai primi del Novecento agli anni Settanta. Foto in bianco e nero, istantanee a colori e pellicole Super8 restituiscono una via Leuca molto diversa e lontana da quella di oggi. Una zona decentrata e povera, percorsa quasi esclusivamente da biciclette, nel periodo tra gli anni Cinquanta e Settanta. Quanti, soprattutto tra quelli che hanno vissuto via Leuca in anni recenti, se la sarebbero immaginata così? Il progetto sta rimettendo in gioco la memoria dell’intera comunità, dei suoi centri di aggregazione, e dei singoli. Il fondo fotografico donato dalla chiesa di San Guido, punto di riferimento per il quartiere, si è rivelato, ad esempio, una vera e propria “miniera”, un forziere che ha custodito preziose tracce della storia sociale di Lecce. A questo si sono aggiunti i fondi delle famiglie Pallara, Giancane e D’Anna. «Abbiamo in mente mille idee e tanto da fare. Per iniziare, dopo aver raccolto il materiale, lo digitalizziamo e riconsegniamo al legittimo proprietario. Abbiamo realizzato un sito web per raccogliere piccole storie di vita a partire da vecchie film o fotografie di famiglia. Produrremo delle visioni e delle videoinstallazioni pubbliche per raccontare attraverso le vostre immagini la storia del quartiere. In futuro, le metteremo a disposizione di chi volesse studiarle o utilizzarle all’interno di produzioni audiovisive, mostre o libri. Tutto questo, sempre dopo essere stati autorizzati dall’Archivio e dagli autori o titolari delle immagini». “Ti ricordi di via Leuca?” è stato presentato nei giorni scorsi presso il Bar Massimo, e al momento è ospitato dal Foto Studio Diaframma di Viale Otranto. Un pretesto e un’occasione per consentire agli abitanti del quartiere di conoscersi, socializzare, condividere esperienze e pezzi di ricordi. Così, tra un caffè e un pasticciotto, volti e luoghi ritrovano i propri nomi. E noi, il nostro posto nella comunità. 10 13 febbraio 2015 / n.7 Tendenze 1 E tra 3 2 4 Pure al Festival TUTTE IN RIGA Dopo la settimana intensiva passata davanti alla televisione a parlare e sparlare di musica e vestiti a Sanremo, diamoci un taglio! La primavera promette nuove tendenze per capelli e acconciature, senza mai abbandonare la cara e vecchia riga… in mezzo di Serena Mellone L aterale o in mezzo, la riga è la nuova (o vecchia) tendenza per la nuova stagione primavera-estate 2015. A darci subito un esempio la bella Rocio che scende le scale del Palco dell’Ariston con un fantastico Armani Privè con corpetto gioiello e una acconciatura d’ispirazione iberica con “cipolla e riga”(1), presentata sulle passerelle anche dal madrileño domiciliato a NewYork, Delpozo, che propone un hair look che garantisce ordine per tutto la giornata (2). Non trascura questo tipo di look anche “Errico Maria” di Ostuni, per le sue meravigliose spose (3). Morbidi e cascalati, sempre in riga, quelli di Viktor&Rolf (4), o di qualsiasi donna che non ha voglia di stirarsi i capelli, tutta natura! Da ragazzina invece il finish di Original Hunter (5), con capelli bloccati da forcine con orecchie in bella vista, per una adolescente super bon ton. Rock-zombie quello proposto da Vera Wang, che più che d’amare è da dimenticare (6). Laterale la riga per i capelli di Maison Rabih Kayrouz (7), onde più definite e ordinate per lo stile sfoggiato da Emma Marrone, con un hair look con contaminazioni decisamente anni 20/30, compreso l’abito da cerimonia di Scogliamiglio (8). Più se stessa, e sempre in riga durante le conferenza stampa: Emma si presneta tutta salentina, con capelli “allu sole e allu vientu”!(9). In corto e laterale, il secondo outfit, della Pippa Nazionale (10) Arisa (con un abito di Daniele Carlotta, ovvero colui che ha disegnato il vestito da sposa di Belen), a lanciare la tendenza del capello corto con la riga laterale, in passerella Lie Sang-Bong (11).Un po’ cafona l’immagine proposta da Prada (12): riga imprecisa e capelli lasciati al vento, come un calciatore dopo un la partita… insomma Siani sul palco di Sanremo! (13). 6 8 10 11 7 12 E tra 11 13 febbraio 2015 / n.7 5 4 Di amore, scarpe e altre (dis)avventure Con te fino “alle Ternità” Ovvero quando l’amore è talmente cieco che non fa vedere quello che si scrive di Marta Coccoluto A 9 13 poco più di 24 ore da San Valentino, sono riuscita a sapere dov’è che vanno davvero le coppie felici. Al ristorante davanti a un bel piatto di riso ai petali di rosa? Macché. A farsi un massaggio di coppia al cioccolato? Nossignore! A Verona sotto al balcone che fu di Romeo e Giulietta? Ma no, qualcosa di più. Molto di più. Le coppie felici, quelle innamorate sul serio, quelle che nulla di mortal fattezza potrà mai separare, vanno “insieme fino alle Ternità”. Badate bene, non “insieme fino all’eternità”, ma proprio alle Ternità. Dev’essere un posto molto romantico, da amori perfetti e senza dubbi, inciampi e difficoltà di sorta: ecco perché a cercarlo sul mappamondo proprio non l’ho trovato. Però se siete in crisi d’amore, o sul punto di festeggiare San Faustino, sbriciando come ho fatto io sull’esilarante pagina Facebook “Scartare corteggiatori e potenziali amanti per gli errori grammaticali”, oltre a un potenziale compagno con cui arrivare alle Ternità, potete trovare consolazione e sentirvi un bel po’ fortunate nell’aver scampato i festeggiamenti. Certo, non è che sia allegria proprio per tutti, del resto si sa l’amore non è solo rose e fiori: spiccano i delusi e i tristi per amore, come chi si dichiara “agnentato da lei”, chi ricorda che “con oggi fossero stati due anni” e chi “soffre l’allontananza”, la cui unica speranza è che finisca “il turd de forz” amoroso. Grandi soddisfazioni ce le regalano gli intraprendenti, che talvolta tagliano corto, “mi dai la micizia?”, altri vanno subito al sodo “ma ce lai il boy freens?”. Qualcuno tenta di solleticare la curiosità “ben venuta in touailet nel mondo dei sogni e dell’immagginazione, e se ora mi trovassi sotto le lenzuola con te?! ...divideresti il cuscino?”, altri passano alle minacce, velate “Ma quanto sei figa? È inlegale!”, e non “Io un giorno ti ruba e ti porta londana”. Del resto l’amore vero è lì “dove osano le acquile”. E quindi perché mollare davanti il di lei granitico silenzio e non rincarare con un “Sei una splendezza, banbola, belissima anche se non rispondi”, o non chie- dere “E se domani mi verrebbe voglia di te?”, magari mandando anche un “bacio infronte”? Chi ha qualche chiletto in più tiri un sospiro di sollievo, che all’utente medio non piacciono le donne “tropo magre che sembrano uno stuzzi cadente”. Hanno una degna rappresentanza anche gli amanti delle metafore, brevi come “Profumi come un ambre magique”, focalizzate sull’attualità “i tuoi occhi erano profondi più del buco dello zono!”, ma anche lunghe, meditate e sofferte, il cui senso si perde insieme ai congiuntivi e alla grammatica da prima elementare. Come l’autoproclamatosi “Botticelli al tuo cospetto”, che poi fosse un pittore è un dettaglio, che scrive dello “stupore di vedere una Venere sorgere dalle acque che venendoci in contro lasciasse una scia di intenso erotismo e una inebriante sensualità per poi essere inghiottita e sparire nella selva che la custodirà come l’ostrica la sua perla.” Qualcuna fa bene a ricordarci che le cose semplici della vita, come “il profumo del cafe, il ciampelone sfornato e il tuo uomo affianco, cosa volere di più?”, sono quelle più preziose, un altro che è buona educazione non far mancare gli auguri di un “Buon Natale, ammagliatrice”, la cui “sensualità non si crea ne si impara celai dentro che espolde rilasciando attorno ha te un’alone”. Certo, i dubbi restano, tanto da far chiedere ad alcuni “Chissà se arriverasse...”, che poi siamo sicuri che “L’amore ce?”, e poi, in fondo, “L’amore cosé?”, ma uno spazio alla speranza resta comunque, “Avvolte speriamo che l’amore ce”, anche se è inevitabile che alla fine “si soffra danzia”. Che poi, se “esplodere di follia avvolte è pericoloso ma è l’unica cosa che ti fa d’avvero sentire vivo”, chissà l’audacia di aprire un vocabolario. 12 13 febbraio 2015 / n.7 Brave ragazze E tra Da poco impegnata anche col cinema tradizionale, recitando una parte nel film “The Moaning of the virgin ghost”, ovvero “Il gemito della vergine fantasma”. Un titolo eloquente che compendia magistralmente la vocazione primaria di questa splendida artista. Tutto vero Tera Patrick finalmente in Italia L’artista americana per la prima volta nel Belpaese a marzo e aprile con un tour che toccherà diverse località, in esclusiva con la Fantasy Studio Agency del duo Alexia Mell e Davide Gambin di Gisberto Muraglia T era Patrick, porno-colosso mondiale, sbarca a marzo per la prima volta nella sua strepitosa carriera nel Belpaese per dar vita a un tour che toccherà diverse importanti città italiane fino ad aprile. L’artista americana fa il suo debutto italiano in esclusiva con la Fantasy Studio Agency rappresentata dal duo Alexia Mell e Davide Gambin. Tera Patrick, classe ’76, al secolo Linda Ann Hopkins Shapiro, deve la sua non comune bellezza al suo patrimonio genetico, giacché di padre inglese e di madre thailandese. Nota infatti al grande pubblico per la sua carnagione ambrata e per i suoi stupendi tratti asiatici che la rendono il prototipo del porno-genere “asian”, tanto ricercato e apprezzato dai cultori della materia. Oltre ad aver recitato in numerosissimi film, tra cui gli immortali porno-chic di Andrew Blake, Tera può vantare l’onore di essere stata l’unica modella nel mondo ad aver posato sia per Playboy che per Penthouse. Negli ultimi anni Tera è approdata all’imprenditoria: ha lanciato il suo sito www.terapatrick. com, e promuove su altre piattaforme telematiche una personale linea di oggettistica, dal nome Fleshlight, creata per il piacere maschile e femminile. Non ha appeso il tanga al chiodo, perché di recente ha posato su FHM Magazine Slovenia in compagnia di miss Taiwan Jenifer Gonzalez e per Maxim Mexico. Da poco impegnata anche col cinema tradizionale, recitando una parte nel film “The Moaning of the virgin ghost” che, per chi non ha studiato la lingua di Shakespeare, altro non vuol dire che “Il gemito della vergine fantasma”. Un titolo eloquente che compendia magistralmente la vocazione primaria di questa splendida artista. Ha raccontato i particolari della sua vita avventurosa nel suo memoriale “Sinner Takes All”, un racconto on the road delle sue mirabolanti peripezie, che l’hanno sballottata in giro per il mondo – circa ottanta paesi – tra storie e aneddoti vari. Il pubblico italiano, cresciuto con i suoi film, attende di poter saggiare dal vivo le prorompenti qualità della performer americana, che si contraddistingue negli spettacoli oltre che per la proverbiale bellezza, anche per il magnetico trasporto e la travolgente sensualità. La realizzazione di questo sogno la si deve soprattutto al grande impegno della sempre attiva showgirl Alexia Mell e Davide Gambin, i due rappresentanti della Fantasy Studio Agency con cui la Patrick ha firmato un contratto di esclusiva per il territorio italiano. Nuvolera (BS), Rottofreno (PC), Vicenza, Cremona e Alba Adriatica (TE) sono solo alcune città che avranno l’onore di ospitare la fama mondiale di Tera Patrick. Lo stivale attende impaziente la prima volta di Tera Patrick… in Italia. E tra 13 febbraio 2015 / n.7 13 14 LOVE is d e e n u o y l Al La ragazza baciò il ranocchio na. e divenne una ra Ennio Flaiano, Don’t forget, 1967-1972 (postumo 1976) 13 febbraio 2015 / n.7 E tra San Valentino: tempo di gali, cene a due, weekend o primi appuntamenre ti. Ma, soprattutto, tempo romantici Noi abbiamo pubblicato i più belli fra quelli scelti di baci. dai nostri lettori. lpevole Per il bacio cont di una sa a,ste accetterei la pezione. di come una bene Lacrime Emil Cioran, e santi, 1937/86 – Ma come hai imparato a baciare cosìci? – Vendendo baso per il soccor e. invernal Il tuo bacio è come un ck / che ti morde col e assai facile al knocro suo swing / k-out / che ti fulm in a su l ring. Adriano Celentano, Il tu o bacio è come un rock , 1959 n Tony Curtis e Marily o un alc qu Monroe, in A piace caldo, 1959 E tra 13 febbraio 2015 / n.7 15 13 febbraio 2015 / n.7 16 Copertina E tra L’evento Nelle foto, l’Evento sposi organizzato da Wonderland, in viale della Libertà 4 a Martina Franca. Lo staff di Wonderland offre – oltre a una vasta scelta di bomboniere e oggettistica - consulenza per l’individuazione e la scelta con i fornitori di servizi: ambientazione per il ricevimento nuziale, fioristi per gli addobbi, servizi di noleggio di autovetture di rappresentanza, fotografi ecc. Oltre a questo ruolo essenzialmente logistico, è possibile anche richiedere un “direttore artistico” della cerimonia e del ricevimento. Wonderland DALLA PROPOSTA ALL’ALTARE San Valentino, tempo d’amore e progetti. Il vostro lui che si fa avanti non è che il primo passo verso l’evento più atteso della vita. Dalla decisione di sposarsi alla scelta dell’abito, ecco il matrimonio passo dopo passo, con l’aiuto di chi di cerimonie se ne intende di Roberta Criscio - Foto di Donato Gasparro C i sono donne che sono fortemente contrarie a ogni tipo di smanceria. Proprio non sopportano quelle forme di romanticismo ostentato e di fronte a un uomo inginocchiato prenderebbero il largo in men che non si dica. Altre, equilibrate, mature e pragmatiche, affrontano la scelta di sposarsi come una decisione presa di comune accordo fra un discorso e l’altro. «Andiamo a teatro, stasera? Ordiniamo cinese per cena? Ci sposiamo la prossima estate?». E poi ci sono loro, le inguaribili tenerone. Quelle cresciute a pane e commedie americane, che so- gnano una proposta in grande stile, con tanto di diamante dentro un bicchiere di champagne, servito a una cena nel ristorante più chic della città, o meglio ancora sulla terrazza, al chiarore della luna, osservati dalle stelle. Ma la proposta, signore, non è che il primo passo da affrontare. E fino al fatidico giorno di gradini da salire ce ne saranno un bel po’. Intanto procediamo con ordine e magari affidiamoci a professionisti, capaci di curare tutto, dai fiori all’abito, dal ristorante alla tipologia di cerimonia e naturalmente la bomboniera. E se il nome è importante, allora Wonderland di Martina Franca è davvero un paese delle meraviglie per i futuri sposi e in genere per chi vuole festeggiare un evento o una cerimonia importante. Lo staff di Wonderland, capitanato da Roberto e Mau- rizio Putignano, segue la coppia dal principio fino al termine, e a volte anche oltre, la cerimonia e il ricevimento del matrimonio fornendo tutta una serie di servizi: dall’auto al bouquet, dalla ricerca di location al fotografo, dalle bomboniere all’animazione, dalla consulenza al coordinamento del giorno del matrimonio. Credit Bomboniere Wonderland Abiti Maria Calella e Petrelli Uomo Fotografo Donato Gasparro Autovetture Dream Cars Fiori Michele Zaurino Animazione E20IDEA Si ringrazia Deco Mobili E tra 13 febbraio 2015 / n.7 17 L’abito E qui veniamo all’abito. Ah, l’abito! Croce e delizia di ogni donna. Lo si sogna in un modo, ma forse è più adatto in un altro. Si parte con un’idea e si finisce con l’indossare qualcosa di radicalmente diverso che ci ha conquistato al primo sguardo. Perché, gli uomini questo non lo sanno, ma quando una promessa sposa entra in un atelier e viene avvolta da quintali di nuvole di taffetà, perde la testa. Sì, la perde davvero. E sogna di provare ogni modello, ogni abito esposto. Da quello strettissimo al più vaporoso che esista; da quello bianco a quello avorio, fino ad arrivare al rosso, all’azzurro, e al verde. Dal vestito più eccentrico e appariscente, per chi vuole stupire, a quello più classico e semplice. Non c’è una regola per sapere quale sarà l’abito più adatto, perché quando si indossa quello giusto, lo si capisce. O almeno questo è quanto dicono quelle che ci sono già passate. È questione di sentimenti, di alchimie; proprio come quando si capisce che quello è l’uomo giusto. Ecco, così è per l’abito. Nelle foto, l’abito da sposa e da cerimonia è firmato Maria Calella, quello dello sposo è di Petrelli. La data (e l’auto) Anzitutto, è d’obbligo stabilire il più presto possibile una data. Poiché è impensabile organizzare tutto il resto se non si sa a grandi linee in che periodo si intende convolare a nozze. Ogni scelta futura è subordinata alla data. In base al periodo scelto si può iniziare a dare forma all’evento. Nei mesi estivi si può osare con una bella funzione celebrata in un elegante giardino, all’ombra di delicati alberi in fiore. In quegli invernali è l’abbigliamento a fare da padrone. In ogni caso scegliete bene il mezzo, macchina o carrozza che sia, con cui recarvi sul luogo della cerimonia. L’auto delle foto è targata Dream Cars. Fiori, trucco e parrucco Per entrambi i settori, l’imperativo è: semplicità. Vietato esagerare con acconciature che sembrano dei monumenti da fare invidia ai patrimoni dell’Unesco. Al bando il makeup eccentrico e iper-colorato. Più si è semplici, meglio è. Dunque, assolutamente sì a: chignon classici o capelli lasciati sciolti sulle spalle e lievemente mossi; ombretti tenui abbinati a blush e rossetti dai toni delicati. Stesso discorso anche per i fiori, lo dice anche il guru dei fioristi Michele Zaurino. 18 13 febbraio 2015 / n.7 E tra La bomboniera E per la bomboniera? Se pensate all’ennesimo ninnolo da esporre in bella mostra sul mobile del salotto, sbagliate di grosso. Quest’anno puntate sull’utilità: posateria, profumatori mille fiori milano, libri di poesie – sì, avete capito bene! – , caffettiere e piantine grasse, vere o anche di cera. E se optaste per oggetti eco-solidali e realizzati artigianalmente, ebbene, avreste una marcia in più: avreste trovato il perfetto connubio fra originalità e gradimento (noi vi consigliamo quelle di Cuore Matto, tutto da Wonderland). Servizio fotografico Sono tante le cose da organizzare prima del grande evento. Ma non temete: i mesi che precedono il matrimonio saranno bellissimi e indimenticabili. E la soddisfazione di vedere una festa ben riuscita vi ripagherà di ogni stress e fatica, soprattutto quando sfoglierete l’album di nozze. Il servizio fotografico di queste pagine è firmato Donato Gasparro, prendete nota. E tra 13 febbraio 2015 / n.7 19 20 13 febbraio 2015 / n.7 E tra E tra 13 febbraio 2015 / n.7 Incontri 21 Antonio Biancolillo Tutti i poeti che io sono Ha scoperto tardi la sua passione per la poesia, andando alla ricerca di quella parte di sogni che «a tutti spetta di diritto». Intanto scrive emozioni per ricordare a se stesso non chi è, ma di essere di Cosima Borrelli partecipando a concorsi letterari ottenendo lusinghieri apprezzamenti e un successo di critica encomiabile. S econdo Umberto Saba la poesia “è un momento di felicità, uno stato di grazia improvviso che fa ritrovare all’uomo il senso dell’umanità, della fraternità e dell’ottimismo, beni insostituibili che l’asprezza della vita gli aveva fatto dimenticare. Egli allora ritrova se stesso, i più veri e profondi valori della vita, il calore degli affetti, la serenità”. Il mondo poetico di Antonio Biancolillo è ricco di introspezione e suggestione. Le sue liriche amorose sono un dualismo di corpo e anima in grado di assecondare la forza emotiva di profondi sentimenti, che passano dalla malinconia alla passione, in brevi attimi. Tema centrale è l’amore, che coglie nelle sue tonalità più intime e pulsanti, più delicate e sublimi. Ma ai tumulti della passione si affianca anche la pace del cuore che solo l’amore riesce a donare. Antonio è poeta intimamente ispirato e dalle ricche sfumature di sentimento, in grado di liberare l’animo dalle pene del vivere dando voce ad ansiose meditazioni, dilemmi, conflitti e delusioni che si susseguono ubbidendo al ritmo della vita in un affannoso racconto dei viaggi di un’anima, andando incontro a dolore, smarrimento, senso di sconfitta e percezione della libertà. Antonio ha Partiamo con una domanda che ravviva il fondo dell’anima di ogni poeta: cos’è l’esperienza della poesia per Antonio Biancolillo e cosa significa essere poeta oggi? «E’ l’uomo che vive i suoi turbamenti nelle lunghe notti, un accanirsi con se stesso e di andare oltre ogni primo pensiero di sé, immersi nel buio del respiro e viaggiare nei distesi mari di pensieri cercando di andare in quei luoghi inaccessibili ad altri… in un oceano onirico per lasciarsi catturare da un’onda di profondi sentimenti. Poeta, essere poeti in una realtà che non riuscirà mai a capire se in quei versi nasconde un pianto straziante, e riuscire a donare un sorriso per non mostrare ciò che ha nel cuore. Il poeta ti sa portare oltre quella soglia dove le emozioni le puoi toccare e farle tue. Tra le mani del poeta, un pensiero prende vita nella sua forma di parole dettate dal cuore… dall’anima e che hanno potere sul mondo reale per dettagli rapiti a sensazioni di tempo che mai trova riposo e mai volge indietro il suo passo. Scrive emozioni… che mai più potrà ritrovarle se non rileggendole…». Quando nasce in lei l’esigenza di affidare alla scrittura i suoi pensieri e il suo sentire più profondo? «Scopro la gioia per la poesia già tardi, all’età di 54 anni, e da lì nasce la passione di fermare le sensazioni della mia anima e del mio osservare. Come nella maggior parte dei poeti, c’è sempre alla base qualcosa di forte che ha colpito un periodo di vita. Un gioco che, poi, è diventato una necessità nel vivere la mia quotidianità, andando alla ricerca di una parte di NEL TEMPO TUO Scrivo versi, i tuoi versi, al di là della nebbia ma non so se funzionano quando ti cerco così goffamente respirando nel tempo tuo il tempo mio per te e tocco emozioni incrociando penna invadente a domandare le mie domande su fogli di cielo dell’ultima luce di un raggio luminoso che distinguo a diradar nebbie di Avalon tra quei rami di odori e pettinate nuove immagini senza padrone a cancellar vertigini graffiate tra riflessi di specchi a parlar di sogni spiati nel silenzio e che si lasciano amare ma che sembrano andarsene come gli altri inafferrabili a non rispondere alla mia carne loro cibo. sogni che a tutti spetta di diritto; sogni che possiamo trovare ovunque, e principalmente dentro noi stessi. Siamo convinti che tutto quello che ci circonda ci sembra dovuto, scontato, perché lo vediamo... ma quante realtà ci perdiamo. E allora ? Scoprire me stesso dentro me stesso, diverso da quello che penso. Cerco di scoprirmi ma non mi risponderò, cerco di vivere ma so che non vivrò se non sarà interessante. Non importa chi sono, l’importante è che sono…». In ogni poesia c’è una briciola dell’anima del poeta. Qual è la poesia dov’è più presente Antonio Biancolillo? «In quella ricerca di me stesso… in quel devastante odore che non si allontana… il sofferto Ritorno a quella pagina già tutta scritta, nel suo orizzonte distante, che mi chiede sempre chi sono… ed ecco in quel tempo… a scrivere versi nel tempo del destino». Quali sono state le letture più significative nel suo percorso di vita? Qual è un poeta a lei caro? «Come ho già detto all’inizio, mi sono dedicato già tardi all’arte della lettura anche se amavo il Montale, il Foscolo, il Leopardi, Ungaretti, ma poi mi sono instradato su Tagore, Alda Merini, Salinas, Prévert, e il grande amore di Neruda… Poi amo tantissimo Paulo Coelho…». Nella sua penna entra tutta la vita nei suoi molteplici aspetti; l’amore, gli affetti, la lotta, il dolore lacerante per chi è diviso tra passato e presente, il silenzio che urla. La silloge lancia un messaggio luminoso che punta sulla profondità interiore che induce ad andare incontro al reale lasciando emerge la parte più pura di sé, che è vero spirito e prendendo le distanze da un vivere frenetico e spersonalizzato, da alienazione, allontanamento dell’essere da se stesso. Del resto non è forse questa la funzione etica della poesia? «Entrare in quel mondo e immergersi in quell’oceano onirico, lasciarsi catturare dalle sue onde, assecondare la forza emotiva di profondi sentimenti, che passano dalla malinconia alla passione, in brevi attimi. Desideri, paure... passano veloci davanti agli occhi, afferrarli e fermare il tempo così da non rincorrere inutili mete in inutili affanni. Tante volte si insegue sempre un orizzonte che non si avvicina mai e calpestiamo la realtà del tempo che scorre. Cercare in ogni piccolo attimo quelle giuste sensazioni ed emozioni che la vita sa donarci incessantemente, mai fermarsi al primo pensiero, oltrepassarlo con la giusta dose dell’amore di cui siamo fatti, senza quell’idea fissa di poterlo spiegare, guardando sempre dietro di me … nella parte opposta, facendo finta di un suo disegno che si deve cercare su orizzonti lontani… ma è così chiaro il Suo abito…mai uguale al vestito che immaginavo… perché sono io stesso l’impeccabile bellezza da condividere…». Quale rapporto si stabilisce tra un poeta e la società? «Il poeta è visto come uno stravagante, folle nelle sue convinzioni… ma in quel pizzico di follia esiste tutta quella verità dell’amore e della libertà dei sogni e della speranza che potrà essere sempre di aiuto e che in esse ci si possa rigenerare dalle realtà degenerate della società. Per me lo è stato e credo che lo sia per tanti quando riescono a mettere la loro esperienza tra i versi di un poeta. E’ un momento in cui riescono a provare quei passi di strade sconosciute anche se per un attimo per quell’attimo hanno provato un viaggio diverso. Questo rapporto di emozioni e sensazioni sono riuscito sempre a captarlo… negli altri…». 22 13 febbraio 2015 / n.7 Segnalibro E tra di Maria Rosaria Chirulli I Libri Se i granai non si riempiono I recenti dati ISTAT sul progressivo calo dei lettori, soprattutto al Sud, ci hanno suggerito di effettuare un’indagine presso la Biblioteca “Isidoro Chirulli” di Martina Franca. Esigui gli investimenti dell’amministrazione comunale sul fronte dell’acquisto, ma c’è un “pollicino sognante” che in silenzio semina libri come antidoto contro ogni apocalittica previsione risultati dell’indagine ISTAT sulla produzione di libri e sulla lettura in Italia, fotografano una realtà che merita riflessioni e proposte. La realtà è la seguente: aumenta la produzione di libri (in Italia si pubblicano 160 libri al giorno) diminuisce il numero dei lettori. Attenzione però: ritenere i due fenomeni concatenati è un luogo comune che rischia di trasformarsi in stereotipo e nuocere all’uno e all’altro. Come stereotipo è considerare il libro e, quindi, la scrittura, cartacea o digitale, al vertice nella piramide relativa alle forme di diffusione culturale. Oggi, comunque, occupiamoci di libri e lettura. A livello nazionale i lettori sono scesi dal 43% del 2013 al 41,4% del 2014. Si è aggravato anche il dato geografico: al nord legge il 48% e al Sud il 29,4%. E fra le famiglie più sprovviste di libri vi sono quelle pugliesi. Nella nostra Regione, infatti, il 17,9% delle famiglie non possiede neppure un libro e il 70,8% nel 2014 non ne ha letto alcuno. Sono stati questi dati a suggerirci di recarci nella Biblioteca “Isidoro Chirulli” di Martina Franca. Le biblioteche rappresentano una risorsa per il territorio, non solo perché “conservando” i testi li rendono fruibili a un’utenza più ampia, ma anche perché contribuiscono a delineare i contorni dell’immaginario degli utenti di quello spazio e la visione sul mondo. La biblioteca, infatti, intesa come luogo di raccolta di una pluralità di libri, ognuno dei quali con la sua verità e il suo valore, aiuta a fornire il “profilo ideale” della comunità nella quale è ospitata, ed è espressione di scelte, gusti, interessi, specifiche vocazioni territoriali. Parafrasando un noto proverbio, si potrebbe dire “dimmi che libri custodisci e ti dirò chi sei”. Grazie alla disponibilità e competenza dimostrate dalla direttrice della Biblioteca “Isidoro Chirulli”, Giuseppina Basile, abbiamo raccolto alcuni dati interessanti, che confermano quello che è il trend nazionale: il taglio degli investimenti sull’acquisto dei libri e un numero sempre più esiguo di lettori abituali. Nello scorso 2014 l’Amministrazione Comunale ha destinato all’acquisto dei libri la somma di 350 euro. Una cifra modesta, con la quale a mala E tra 13 febbraio 2015 / n.7 pena si saranno potuti acquistare 50 testi. I criteri che hanno orientato le scelte per gli acquisti sono stati i seguenti: da un lato assecondare i gusti di quanti ricorrono ai prestiti in biblioteca, dall’altro tenere conto delle classifiche dei libri più venduti. «Allora potremo prendere qui in prestito le “50 sfumature”?», – chiediamo scherzosamente. «No, non le abbiamo acquistate» – ci risponde altrettanto scherzosamente la Direttrice. Meno scherzosamente chiediamo se possiamo trovare in biblioteca i romanzi di De Giovanni, o il bellissimo saggio “Un millimetro più in là” di Marino Sinibaldi, presentato un paio di mesi fa proprio a Martina, o “Zero, zero, zero” di Roberto Saviano. «I tanti autori che vengono a Martina Franca – ci riferisce la Direttrice – non lasciano copia del loro libro. Le dirò di più: mentre ci arrivano molte copie di volumi di autori che risiedono in altre regioni, sono pochi gli autori locali che donano i loro testi». Questo aspetto, tuttavia, per noi non rappresenta un limite, quanto piuttosto una provocazione, una scelta che ha un senso: sollecitare un concreto investimento (mediante acquisto da parte dell’ente pubblico) in campo culturale. Martina Franca annovera scrittori che si stanno affermando a livello nazionale, pensiamo a Donato Carrisi, Mario Desiati, Giancarlo Liviano D’Arcangelo, Daniele Semeraro (il cui ultimo romanzo “Na’ jé m’” è stato premiato dalla Rai e verrà pubblicato a marzo sempre per conto della Rai); pensiamo all’antologia “A Sud del Sud dei Santi”, curata da Michelangelo Zizzi, che raccoglie cento anni di produzione letteraria pugliese in versi; pensiamo ad autori e autrici che puntano sulla scrittura come veicolo di espressione di idee e storie nelle quali credono e alle quali dedicano tempo, sforzo e impegno, operatori culturali sui quali si dovrebbe concretamente investire. I nomi sono tanti e non li indichiamo per non incorrere in qualche involontaria omissione. In tempi di magra come questi un segnale simbolico sarebbe proprio l’acquisto dei libri scritti da ciascuno e la creazione all’interno della biblioteca, di uno spazio riservato alle voci che il territorio di Martina Franca ha espresso, voci che in futuro potrebbero diventare oggetto di studio e ricerca letteraria o sociologica. Alla direttrice chiediamo quali sono stati i libri acquistati. Questi alcuni titoli: “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza” di Sepulveda; “La Sirena” di Camilla Läckberg, “Diario di una schiappa” di Jeff Kinney , “Non volare via” di Sara Rattaro, “Inseguendo un’ombra” di Andrea Camilleri, “Libertà” di J. Franzen, “La casa sopra i portici” di C. Verdone, “Effetto Bergoglio” a cura di Padre Livio Fanzaga/Saverio Gaeta, “La voce invisibile del vento” di C. Sanchez, “Finchè le stelle saranno in cielo” 23 tivo è il numero delle presenze che si sono registrate nello scorso anno: 16.200. La Biblioteca di Martina Franca è, dunque, abbastanza frequentata (considerando 250 giorni annui, i frequentatori giornalieri nel 2014 sono stati 64); essa è soprattutto luogo di studio e consultazione, a frequentarla sono in genere studenti di scuola e università. Si potrebbe pensare, ad esempio, di proporre ai frequentatori che abitualmente utilizzano la biblioteca come luogo di ricerca o di studio, delle rapidissime segnalazioni di libri (classici o contemporanei), con incursioni a sorpresa in forma di creativi spot pub- «Donare libri alla biblioteca della città è un progetto che porto avanti da vari anni, è un gesto attraverso il quale lasciare la memoria dei nostri amori». Alfonso Pozzi di K. Harmel, “Il nuotatore” di J. Zander, “Non cambiare mai” di J. Sorensen, “Tornati dall’aldilà” di A. Socci, “Prigioniero del cielo” di C.R. Zafòn. Ed ora qualche dato. Nel 2014 gli iscritti alla biblioteca sono stati 650: un numero piuttosto basso, sebbene rispetto al 2013 si sia registrato un incremento di 30 unità. (Si riporta – nella foto - il grafico con numeri e percentuali distribuiti per fascia d’età) I libri prestati sono stati 2500; 800 tra DVD e CD. Pertanto, considerando il numero degli iscritti (650) possiamo calcolare il numero dei libri presi in prestito nel corso del 2014 da ciascun utente: quasi quattro, un dato che conferma il trend nazionale. Significa- blicitari che alimentino il desiderio di leggere un determinato testo. Mentre la direttrice ci fornisce le informazioni, lo sguardo è catturato da una colonna di volumi in fase di catalogazione. Prendiamo il volume che è in alto: “La notte della cometa” di Sebastiano Vassalli: si tratta della biografia di Dino Campana. «Questi libri – ci informa la Direttrice, intuendo la nostra curiosità – sono il frutto di una donazione, del nostro più generoso donatore, il professore Alfonso Pozzi». Il nome immediatamente risveglia i ricordi: docente presso l’ex Istituto “Alfonso Motolese”, per anni referente della biblioteca scolastica, nonché promotore e sostenitore convinto, insieme a Clara Redente, Donatella Rossi Marinosci (attuale Dirigente della Scuola Media “Amedeo d’Aosta”) ed altri docenti, della creazione della biblioteca “ULISSE” . Lo spazio nacque nel 2001 con un accordo di rete fra la scuola elementare “A.R. Chiarelli” , presso cui è ubicata, la Scuola Media “G. Battaglini” e l’Istituto Professionale di stato I.P.S.S “A.Motolese-Don Milani” e tra gli obiettivi prioritari vi era, appunto, la promozione della lettura. Il prof. Pozzi era ed è un lettore forte, un bibliofilo, fu lui a fornire un elenco ragionato dei testi da far acquistare dalla nascente Biblioteca “Ulisse”. Salutiamo e ringraziamo la direttrice della Biblioteca Comunale e contattiamo il prof. Pozzi, per conoscere le ragioni del suo generoso gesto. «Donare libri alla biblioteca della città è un progetto che porto avanti da vari anni, è un gesto attraverso il quale lasciare la memoria dei nostri amori. In effetti la principale destinataria dei miei libri è stata la Biblioteca di Taranto, mia città d’origine, alla quale ho finora donato circa 2000 volumi, che sono stati raccolti in un vero e proprio albo a me dedicato. Sa, – ci spiega – con gli anni che passano il tempo, anche quello per leggere, si fa più prezioso. E così ho pensato di donare i libri che ho letto e amato ma che certamente non potrò più rileggere, tenendo per me i volumi sui quali tornare di tanto in tanto». Mentre il professor Pozzi ci parla del suo amore per i libri e la lettura, rileggiamo la breve nota (datata 5 maggio 1996) riportata sul volume “La notte della cometa” di Vassalli dedicato a Dino Campana e donato alla biblioteca di Martina: “E’ un’intensa biografia: con questo poeta stralunato che scrive versi e che è sempre in viaggio. Un Rimbaud italiano.” La nostra mente corre così al “pollicino sognante” del poeta francese e immagina che ad essere “sgranati” e lasciati dietro i suoi passi non siano i versi, ma i libri che un giorno verranno raccolti e amati da nuovi lettori, convinti, contro ogni apocalittica previsione, che in realtà per la lettura non ci sarà una fine, ma un clinamen, una deviazione casuale e imprevedibile della capacità mutante e migrante della lettura a farsi beffa dei suoi seppellitori. 24 13 febbraio 2015 / n.7 Nuvolette E tra L’OROSCOPO DRAGONERO dal 13 al 20 febbraio 2015 Walter Trono, “l’uomo delle tavole” Dopo la storia breve uscita a luglio 2014, arriva un racconto suddiviso in due albi. A marzo e aprile approdano in edicola i numeri 22 e 23 di Dragonero, serie fantasy edita da Bonelli, che contengono la storia “L’uomo delle foreste”, realizzata dal disegnatore martinese di Pierluigi Rota D opo la storia disegnata per lo spin off di 35 tavole, uscita a luglio 2014 sul n. 14 “Lo sguardo della bestia”, a marzo e aprile, sui numeri 22 e 23 della serie fantasy Dragonero, Walter Trono ritorna con una storia lunga. Trono si cimenta -per la prima volta su Dragonero, ma anche nella sua carriera- con un racconto che si sviluppa su due albi (per un totale di oltre 150 tavole). Dragonero n. 22, intitolato “L’uomo delle foreste”, arriverà in edicola dal 10 marzo prossimo. Il soggetto e la sceneggiatura sono opera esclusiva di Luca Enoch. Ecco il sunto presente sul sito della Bonelli (www.sergiobonellieditore.it): «Ai margini dell’immensa foresta di Vetwasilvhe, nel centro dell’Erondàr, una belva misteriosa sta facendo strage di cacciatori, attaccandoli persino nei loro capanni e senza lasciare superstiti. Gli abitanti dei paesi limitrofi iniziano ad evitare la foresta, che è la loro unica fonte di cibo e materie prime, e la regione inizia a soffrire la fame. Ian e Gmor vengono inviati, con un carico di armi per la caccia grossa, ARIETE 21.03 - 20.04 Un imprevisto di lavoro o di salute vi renderà nervosi come una molla pronta a scattare per un niente. a un presidio fortificato dove si stanno radunando cacciatori e bestiarii da ogni dove, ansiosi di guadagnarsi un trofeo eccezionale...». Salvatore Porcaro (che esordisce nella serie bonelliana) ha realizzato le matite dello spin off contenuto nel numero 23. Walter Trono, martinese, classe 1987, dal 2009 collabora con diverse case editrici italiane ed estere in qualità di autore completo, illustratore e inchiostratore. Tra le sue pubblicazioni più importanti, alcune miniserie realizzate per le Edizioni Star Comics: The Secret (episodio 3, 2011), Legion 75 (episodio 4, 2012) e Davvero (episodio 1, 2012). Attualmente fa parte dello staff di disegnatori di Dragonero, la serie fantasy edita da Sergio Bonelli Editore. diVERSI L di Cataldo Basile GIORNATE DI GIOIA La gioia l’unica fonte di giovinezza è nella mia vita sin dal mattino di certe giornate tristi; dal giorno prima; c’è gioia quando amo amo quando parlo e ascolto e avverto le parole che dico leggere come l’aria. TORO 21.04 - 20.05 Se siete reduci dall’influenza non strafate. L’oroscopo di questa settimana vi suggerisce di accettare gli aiuti: un consiglio spassionato potrebbe essere prezioso. GEMELLI 21.05 - 21.06 il 14 febbraio vi ricorda qualcosa? Attenti a non dimenticare le ricorrenze perché chi vi sta vicino vi sta mettendo alla prova. CANCRO 22.06 - 22.07 Il lavoro lascerà poco spazio alla vita privata e dovrete fare appello alla vostra diplomazia per fare in modo che nessuno si offenda. LEONE 23.07 - 23.08 Sarà l’atmosfera di San Valentino ma l’oroscopo di questa settimana vi vede particolarmente nostalgici. VERGINE 24.08 - 22.09 Cercate di vedere il bicchiere mezzo pieno se volete superare questo momento di scoramento altrimenti non riuscirete a godervi niente. BILANCIA 23.09 - 22.10 Il Carnevale vi farà ritrovare un po’ di umorismo. Ma attenzione: ricordatevi di sorridere anche quando togliete la maschera. Accettate le critiche se sono costruttive. SCORPIONE 23.10- 22.11 Nessun rapporto sopravvive senza rispetto. Dal canto vostro cercate di essere meno pungenti e spigolosi. SAGITTARIO 23.11 - 21.12 Il detto che l’oroscopo di questa settimana vi dedica è “chi troppo vuole nulla stringe”. Attenzione alle bugie che hanno veramente le gambe corte. Saturno ostile vi complica le cose: fate appello alla vostra tenacia. CAPRICORNO 22.12-20.01 Se tutto vi sembra sfuggire di mano cercate di scendere a compromessi con la Dea bendata. Siate comprensivi con il partner ed evitate lo scontro. AQUARIO 21.01 - 19.02 Fuori è freddo ma il vostro cuore resta caldo e carico di speranze. Attenzione però perché Giove vi rema contro. Nel week end state lontani dai provocatori. PESCI 20.02 - 20.03 Non vi fate impietosire da vittimismo. State per chiudere una parentesi che vi teneva in catene e assaporerete di nuovo il gusto della libertà. E tra 13 febbraio 2015 / n.7 IL CARDIO NON FA DIMAGRIRE! Si può dimagrire senza una dieta ferrea? I personal trainer dicono che bastano semplici regole e giusti stimoli metabolici con l’esercizio fisico. Camminare fa bene ma non fa dimagrire! … un approccio scientifico rivoluzionario per dimagrire! di Paolo Carrieri * R aggiungere il peso forma è diventato un problema che assilla una larga parte della popolazione ripercuotendosi pesantemente su aspetti non solo di tipo sanitario ma anche psicologico e quindi sociale. Motivazioni ben diverse, evidenziano come anche fasce di popolazioni che dovrebbero essere ben in forma per via del loro lavoro (sportivi, forze militari speciali), soffrano della condizione di sovrappeso con conseguente ed inevitabile scadimento della loro capacità di prestazione e quindi professionali. Innanzitutto occorre chiarire i termini specifici: - PERDERE PESO: far scendere l’ago della bilancia. La prima perdita, se non si fa intenso esercizio muscolare, è a carico della massa magra, essenzialmente acqua e quindi massa muscolare. L’effetto è deleterio per tutta una serie di ragioni (perdita di forza e di energia, aspetto flaccido e svuotato) e si diventa così “falsi magri”. - PERDERE MASSA GRASSA: ridurre la quantità di grasso contenuto nelle cellule adipose. E’ l’effetto che andrebbe sempre ricercato perché è il grasso in eccesso il vero nemico della salute, dell’estetica e della funzionalità fisica e motoria. - DIMAGRIRE: significa realmente perdere la massa grassa in eccesso, quella che ci appesantisce e che ci fa sentire a disagio con il nostro corpo. Dimagrire non significa, quindi, perdere semplicemente peso! - LE PERCENTUALI DI MASSA MAGRA E MASSA GRASSA: sono i valori percentuali rispetto al peso totale e si misurano generalmente attraverso la plicometria, l’impedenziometria o altri metodi molto sofisticati. Il movimento e l’attività fisica in generale, di qualunque tipo, sono importantissimi per il benessere e la buona salute: riducono il rischio d’insorgenza di malattie legate allo stile di vita sedentario (malattie cardiovascolari, alcuni tipi di tumori, diabete, osteoporosi), migliorano anche la resistenza, l’agilità e la coordinazione, rafforzano le ossa e i muscoli, riducono il livello di grassi nel sangue e nel corpo, fanno ottenere infine una sensazione di benessere psicofisico. Tutto molto utile, ma non è detto che si scenda di peso. DIMAGRIRE? TANTA ATTIVITÀ FISICA SOPRATTUTTO MUSCOLA- RE E CONTROLLO ALIMENTARE! Le persone ci chiedono come fare per dimagrire velocemente e, spesso tra i tanti errori, hanno usato persino il digiuno per perdere peso, pensando così di “rimettersi in forma” in poco tempo. La pratica di mangiare pochissimo per perdere peso è la più pericolosa (insieme all’uso di farmaci), senza considerare che dopo aver usato tutte le strategie per dimagrire velocemente, noncuranti del proprio benessere, tutti i chili persi saranno ripresi velocemente. A che prezzo si può far scendere la bilancia non mangiando? Con o senza l’aggiunta di “finti sistemi” dimagranti non si ottengono risultati di qualità. E’ bene precisare che senza un adeguato e personalizzato programma di attività fisica i risultati saranno effimeri. Sarà bene quindi, che chi ci tiene veramente alla propria salute e al proprio benessere e desidera trovare il giusto metodo per dimagrire deve (dopo aver avuto l’ok dal proprio medico) rivolgersi ad un preparatore fisico, ad un bravo Personal Trainer e solo così potrà ricevere tutte le indicazioni del caso. FACCIO MOLTO “CARDIO” MA NON DIMAGRISCO! Innanzitutto per dimagrire bene occorre un metodo ad hoc studiato da un personal trainer che preservi la massa magra e questo si può ottenere unicamente con un programma che consenta di mantenere un buon tono muscolare. Un blando lavoro aerobico (basta calcolare: (220-età)/65-70% della propria massima frequenza cardiaca) fa bene e contribuisce al miglioramento delle condizioni generali di salute e di benessere psicofisico, ma brucia poche calorie e non crea sufficienti stimoli al metabolismo muscolare. Un’ora di camminata a passo svelto può far bruciare da 150 a 250 calorie; poco rispetto a ciò che si può ottenere accelerando il metabolismo! PER DIMAGRIRE REALMENTE OCCORRE BEN ALTRO! “Perché sento sempre parlare di cardio brucia-grassi?” Errori di fondo e mancanza di conoscenza della fisiologia e della biochimica dell’esercizio fisico e ognuno dice la sua generando molta confusione! L’errore di fondo parte da affermazioni della medicina preventiva che, secondo le indicazioni del CDC - Promoting 25 Fitness&Benessere Physical Activity - A guide for community action del 1999 occorre: - fare almeno 30 minuti di attività fisica intensa o moderata per almeno 5 giorni alla settimana (non necessariamente tutti in una volta); - camminare: 10.000 passi al giorno (con una intensità sufficiente ad aumentare moderatamente la frequenza cardiaca, per un periodo di almeno 10 minuti). Per la World Healt Organization (Organizzazione Mondiale della Salute): occorrono almeno 30 minuti di attività fisica moderata nella maggior parte dei giorni della settimana per ridurre la mortalità e le malattie cardiovascolari. Con 45-60 minuti nella maggior parte o tutti i giorni della settimana si evita anche il sovrappeso. Da queste indicazioni, diventate raccomandazioni dei medici, nasce la LEGGENDA METROPOLITANA che per bruciare i grassi basta camminare o mantenere la frequenza cardiaca nel range aerobico. Questa mezza verità, responsabile dei scarsi risultati di dimagrimento della maggior parte dei praticanti è supportata da tanto di tabelle e diagrammi presenti su cyclette e tapis roulant. I costruttori, probabilmente, mettono in bella vista queste tabelle pensando bene di tutelarsi per far evitare sforzi eccessivi a soggetti di cui non si conoscono né le condizioni di salute né le intenzioni. IL PROBLEMA DEI RISCHI LEGATI ALL’ATTIVITÀ Alcuni esitano ad iniziare (e i medici a prescrivere) un’attività pesante o uno sport, per il timore di incidenti cardiovascolari o per paura di problemi ortopedici. In realtà l’infarto o la morte improvvisa durante l’attività fisica sono eventi estremamente rari e i rischi associati ad uno stile di vita sedentario superano di gran lunga quelli di sport anche molto intensi. Per uno specialista di Scienze Motorie gli acciacchi fisici non sono un limite per far svolgere attività intensa. Negli anni 60 e 70 gran parte della comunità medica era indifferente se non contraria allo sport; i medici che suggerivano ai pazienti di fare “la ginnastica” erano il 15 per cento. Ora siamo nell’era in cui anche in Italia tutti i medici dovrebbero prescrivere di routine l’esercizio fisico, soprattutto ortopedici e cardiologi, ovviamente con la supervisione del Dottore Specialista in Scienze Motorie e Sportive ove si richieda una particolare competenza da parte dell’istruttore. Se non vi sono problemi di salute o problematiche di tipo ortopedico che a parere del medico ne controindicano la pratica, i valori di frequenza cardiaca dei programmi brucia-grassi devono essere ben più elevati. MA QUALE AEROBICA! UN APPROCCIO RIVOLUZIONARIO PER DIMAGRIRE Fermo restando la validità del detto: “PIU’ SE NE FA, MEGLIO E’!… UN PO’ E’ MEGLIO DI NIENTE!” il miglioramento della condizione fisica dipende dal tipo e dall’intensità dell’attività. Con il supporto dei più recenti studi scientifici nel prossimo numero di EXTRAMAGAZINE spiegheremo come sia possibile cambiare modo di dimagrire e ottenere risultati sbalorditivi con il giusto esercizio fisico. Tutti possono uscire finalmente dalle strette maglie delle diete ipocaloriche e non essere vittime dei tanti rimedi che promettono miracoli in cambio di denaro o perdere tempo con inefficaci attività cardio brucia-grassi. Finalmente i risultati estetici che apprezziamo alle star sono a disposizione di tutti con un’attività motoria capace di dare segnali di stimolo metabolico. Ricorda che se vuoi avere dei risultati devi spingere sull’acceleratore, lo hanno capito Madonna e amici, che si allenano meglio di molti atleti professionisti di nostra conoscenza! * Dottore in Scienze Motorie, Specialista in Chinesiologia Correttiva e Rieducativa, Educatore Fisico, ISEF, Preparatore Atletico e Sportivo, Personal Trainer, Direttore Tecnico del MOVING CLUB. PSYCHE di Alessandro Montrone* MASCHERE NUDE Mia figlia che al momento frequenta il liceo è una ragazza normalissima. Non è bravissima e non è una somara a scuola. Ha un sacco di amiche e da quello che ho capito ha anche degli amici maschi. Per carnevale sta preparando non so cosa con la sua comitiva. Fin qui tutto bene. Il fatto che mi preoccupa è che ha comprato un vestito a maschera che onestamente non mi piace. È troppo fuori luogo. La scopre troppo è scollacciato, corto e mette in risalto le sue forme in maniera per me non appropriata ad una ragazza e sa come è cattiva la gente. A mio marito non ho ancora detto nulla. Ma non penso propio che è d’accordo. Mi devo preoccupare? Che significa tutto questo? Cosa posso fare da madre? Una madre L’episodio da lei narrato, non unico nel suo genere, afferisce per molti versi ad una questione di più larga portata, innanzitutto antropologica, e solo in secondo luogo di mia stretta competenza. Infatti, da che mondo è mondo, il mascheramento assolve in tutte le latitudini delle funzioni ben specifiche, codificate in ogni cultura umana da regole implicitamente condivise. Dal punto di vista antropologico, il mascheramento non implica – come si suole pensare – necessariamente la copertura del volto, ma riguarda più in generale la trasformazione dell’aspetto e, di conseguenza, del comportamento: l’individuo in questo processo si depersonalizza per impersonare qualcos’altro. Nel suo caso sembra che l’oggetto di tale impersonificazione sia, a prescindere dal pretestuoso feticcio scelto, la femminilità stessa, esasperata in maniera, a suo dire, iperbolica. Pare, quindi, che la momentanea deregolamentazione del Carnevale rappresenti per sua figlia un’occasione per giocare con la propria esordiente femminilità, per sperimentare il proprio potenziale seduttivo, per cercare di sciogliere quell’ambiguità, tutta adolescenziale, in cui si confondono attrazione e repulsione, trasporto e paura nei confronti di tutto ciò che riguarda la sfera relazionale. E la maschera, nella sua profonda ambiguità, compendia, in questo caso, proprio le succitate contraddizioni, giacché funge sia da invito potenzialmente equivoco che da protezione “anonimizzante”: essa, pertanto, palesa uno slancio relazionale dove l’interessato si illude di aggirare eventuali responsabilità e ricadute dissimulando i propri consueti connotati identitari. Quest’esperienza limite, per quanto protetta possa essere, proietta sua figlia in un gioco la cui posta risulta commisurata all’audacia stessa del capo scelto per l’occasione: se dovesse davvero indossarlo, verrebbe sottoposta, in misura molto maggiore del solito, al giudizio degli altri, al rischio della loro disapprovazione, nonché a quello (altrettanto distruttivo) della loro eventuale eccessiva approvazione. E se, in relazione a tutto ciò, dovesse ravvisare nella ragazza una controproducente volontà di piacere a tutti i costi, tanto pressante da rovinare tutto il resto, non esiti ad avviare subito un discorso di natura psicoterapeutica. Per il momento non si imponga, appuri le intenzioni della ragazza e le spieghi quel che si è finora detto: quanto una maschera sia più atta a esporre che a nascondere. *Psicologo e Psicoterapeuta Scrivete a Alessandro Montrone e-mail: dottormontrone@libero.it 26 13 febbraio 2015 / n.7 E tra brevi As Martina Ha più da perdere il Benevento Ciullo e i suoi attendono al “Tursi” la capolista, privi anche di Arcidiacono e Tomi di Mauro Mari - Foto di Lino Cassano A llungano ancora Benevento e Salernitana in cima alla classifica. Tra i granata risulta ancora decisivo Caetano Calil, di nuovo capocannoniere del girone con 13 centri. I sanniti rispondono senza affanni con due reti nel primo tempo alla Lupa Roma (Padella e Alfageme). Sarà di fatto una corsa a due a decretare la prima promossa in serie B. Gli uomini di Brini sono ora attesi dalla prova del Tursi, la tana dell’As Martina dove il bravo Ciullo sta costruendo la salvezza della sua squadra (19 punti su 27 fatti in casa). Martina che alMenti si é confermato tra le formazioni più in forma del torneo. Contro la Juve Stabia ha sfoderato tutto il suo cinismo in avanti e il suo ardore nel resistere con audacia alle sfuriate delleVespe padrone di casa, ormai a 9 punti di distacco dalla vetta, e costrette a guardarsi alle spalle dal ritorno del Lecce. Mentre i tifosi contestano Tesoro, e Tesoro cambia il terzo allenatore della stagione, i giallorossi agguantano il quarto posto in classifica. Decide una saetta da fuori di Papini, che regala al nuovo Bollini il successo contro il Savoia, il primo della sua gestione. In coda si muove solo la Reggina, che raccoglie un ottimo pari a Barletta (2 a 2). Il pari di Messina e Cosenza contro Paganese e Casertana rinfocola la bagarre per sfuggire al quintultimo posto. Cinque squadre in due punti (Messina, Cosenza, Melfi a 25, Martina e Lupa Roma a 27) si guardano a distanza con sospetto: una di loro dovrà giocarsi la permanenza attraverso i play-out. “E’ il duro lavoro che cambia le cose” Imperdibile appuntamento per gli amanti delle armi marziali. Domenica 15 febbraio al PalaCampitelli di Grottaglie si esibiranno i migliori atleti italiani di Tai Ji Quan e Qi Gong, nell’ambito del Gran Prix organizzato dal Centro Sportivo Educativo Nazionale. Accanto al Maestro Gianfranco Pace, caposcuola del Taiji in Italia e responsabile tecnico della ITKA (International Taijiquan KungFu Association), ci saranno i commissari tecnici Davide Migliorisi, Giuseppe Paterniti, Gianbattista Scavo e Michele Grassi. Il Maestro Grassi, martinese, è il responsabile tecnico nazionale ITKA. Con la sua scuola Il Fiore d’Oro, e gli altri tecnici Yuri Sokera, Daniele Romero e Salvo Sarpaci, contribuisce all’insegnamento e alla diffusione sul territorio nazionale di questa pratica, che è disciplina e sport insieme. Nelle ultime prove di qualificazioni ai campionati italiani, tenutesi a Barletta lo scorso autunno, Il Fiore d’Oro ha collezionato 29 medaglie con i suoi atleti. Insieme al Maestro Pace, Michele Grassi e gli altri hanno organizzato i campionati del mondo di Massa Carrara, lo scorso anno. Essi hanno sancito per l’ITKA l’entrata a far parte della WTKA. “È il duro lavoro che cambia le cose – spiega il Maestro Grassi – Non ci sono segreti. Umiltà, pratica, studio e perseveranza è il motto della nostra scuola. La mia più grande soddisfazione è vedere i ragazzi crescere e diventare consapevoli del loro destino. Al di la di titoli e medaglie, è questa la mia più grande vittoria”. M.M. E tra 13 febbraio 2015 / n.7 Sport 27 Prospettive La Futura é adesso Continua il lavoro della scuola calcio martinese che dopo due anni di attività può vantare un ottimo consenso tra le famiglie e i “campioni di domani”. Un successo a cui stanno contribuendo vecchie glorie del Martina come Antonio Tripepi, Castagna e Palese L a storia della scuola calcio martinese Futura Martina parte nell’ottobre del 2013, dall’idea dell’attuale presidente Angelo Angelini e subito coadiuvato -e incoraggiato- dagli altri componenti del direttivo: il vice presidente Ruggero Scorza e gli allenatori Angelo Cervellera, Antonio Cordola, Francesco Semeraro. Nel primo anno di vita gli allievi della scuola erano 60, iscritti nelle categorie primi calci, pulcini, esordienti. Nell’anno calcistico 2014/2015 la serietà professionale del lavoro svolto e il passaparola fatto dai genitori dei ragazzi hanno fatto si che il numero dei giovani calciatori della scuola si triplicasse, portandosi agli attuali 173 iscritti in tutte le varie categorie dai primi calci fino agli allievi provinciali. L’esordio positivo e la bontà dei programmi futuri, ha convinto ad entrare a far parte del gruppo altre grosse professionalità come Antonio Tripepi, allenatore praticante FIGC ed ex bandiera del Martina Calcio, come responsabile tecnico coadiuvato dagli ex calcia- tori del Martina Davide Castagna e Mimmo Palese, esperti e veri professionisti. E’ stato un vero boom per questa neonata società apolitica e laica che nel breve volgere di 2 anni è divenuta un punto di riferimento per molte famiglie martinesi. I componenti del consiglio direttivo per consolidare questo successo e crescere ulteriormente, coltivano il progetto di creare per la ASD FUTURA MARTINA una struttura sportiva dove far allenare tutti i ragazzi. Attualmente, infatti, le 4 strutture su cui ci si allena comportano sia gravi disagi di natura logistica che notevole dispendio di energie fisiche ed economiche. Il sogno nel cassetto quindi è quello di creare un proprio campo sportivo, magari sensibilizzando un gruppo di persone che credano nel “progettoFutura” e ne condividano lo spirito guida che è prima di tutto di natura sociale, perseguendo l’obiettivo di divenire punto di aggregazione e di vita per i giovani dai 4 ai 16 anni e delle loro famiglie. Infine, creare una scuola calcio altamente professionale e radicata sul territorio capace di valorizzare i giovanissimi calciatori ed aiutare alcuni di essi ad inseguire i propri sogni. 28 13 febbraio 2015 / n.7 Sport E’ L’ORA DEL DERBY TARANTO-BRINDISI PER I PLAY-OFF La squadra di Battistini ospita gli adriatici dell’ex Molinari per una sfida ad alta quota. La società applica prezzi popolari per la gara con il team del presidente Flora. La Juniores a Francavilla i Sinni T aranto-Brindisi è molto più di un derby. I rossoblù domenica, al di là delle frasi di circostanza, si giocano un’importante chance per proseguire la marcia verso un miglior piazzamento play-off. Il Brindisi dell’ex Hernan Molinari, seppur staccato di un solo punto dalla squadra allenata da Pierfrancesco Battistini, ha da recuperare la partita rinviata la scorsa settimana con la Fidelis Andria. Per questo sarà fondamentale fare risultato pieno per Prosperi e compagni, che dopo lo 0-0 ottenuto sul campo del Bisceglie hanno visto aumentare a 8 punti il distacco dalla seconda piazza della classifica, occupata sempre dal sorprendente Potenza. … BUON SAN VALENTINO Quella con il Brindisi sarà una gara dal sapore particolare, dunque, per molteplici motivazioni. Ragione che ha spinto la società del presidente Campitiello ad attuare la politica dei prezzi popolari, attraverso l’iniziativa “Taranto Grande Amore”, in concomitanza con il weekend di scacchi LUIGI DELFINO ESPUGNA IL TORNEO PROVINCIALE 2015 Podio tutto tarantino, con Antonio Varvaglione e Giuseppe Indelicati rispettivamente secondo e terzo classificato. Ottima performance dell’AD Itria Scacchi che conquista svariati riconoscimenti. E di Angelo Fornaro ccoci di nuovo nella ormai celeberrima sede dell’AD Taranto Scacchi, presso l’accogliente Associazione ABFO, dove nei giorni 31 Gennaio, 2 Febbraio e 7, 8 Febbraio si è disputato uno dei primi e più importanti tornei dell’anno: il Provinciale Assoluto 2015. Si è rivelata una manifestazione splendidamente riuscita, nella quale ciascuno è diventato vincitore: dall’organizzatore all’arbitro, sino ai singoli partecipanti. Il clima che si è vissuto assieme agli sfidanti prima e dopo ogni partita è stato di assoluta armonia, sia perché per Itria Scacchi è stata una piacevole occasione di incontro con i compagni tarantini, sia perché numerose sono state le possibilità di nuove conoscenze e di confronto con chi pochi minuti prima era seduto dinanzi a darci battaglia. Parafrasando il Presidente dell’ABFO, Andrea Occhinegro, i rapporti di amicizia nati e consolidati durante queste manifestazioni influenzano positivamente ciascuno di noi ma sono, oltre- San Valentino. Prezzi ridotti, duque: 5 euro per la Curva, 10 euro in Gradinata, mentre 15 euro costerà il tagliando di Tribuna Laterale. Nei prezzi indicati è escluso, ovviamente, il diritto di prevendita. BORSINO Sul fronte tecnico, Battistini dovrebbe avere tutti gli effettivi a disposizione, eccezion fatta per Giampaolo Ciarcià, che sta concludendo il recupero personalizzato dal lungo infortunio e dovrebbe rientrare tra una ventina di giorni al massimo. Qualche problema lo hanno accusato in settimana il difensore Porcino e l’attaccate Mignogna, ma entrambi dovrebbero essere della partita. Se il primo dovrebbe rientrare nell’undici titolare, il secondo potrebbe partire dalla panchina e dare il proprio contributo nel corso del derby. NEL SEGNO DI IACOVONE Lo scorso 6 febbraio è caduto il 37esimo anniversario della tragica scomparsa di Erasmo Iacovone, indimenticato bomber che ha fatto sognare la Serie A ai tifosi ionici negli anni ’70. Per omaggiare il “mito” rossoblù, in occasione della gara di domenica con il Brindisi, i calciatori del Taranto faranno il loro ingresso in campo con la maglia numero 9 appartenuta all’attaccante di Capracotta. SETTORE GIOVANILE Dopo la brutta sconfitta interna subita sabato scorso per mano del Bisceglie, che si è imposto per 2-0 al “Comunale” di Statte, il Taranto di Michele Cazzarò sarà di scena sul campo del Francavilla in Sinni, per la quinta giornata di ritorno del campionato Juniores. Paladini e compagni sono staccati dai lucani di due punti (23 per il Francavilla, 21 per gli ionici). Per cui una vittoria equivarrebbe al sorpasso in classifica. tutto, utili socialmente. Egli ha, infatti, ringraziato tutti, giacché, ad ogni occasione vede aumentare il numero dei partecipanti, che sensibilizzati alla causa della sua Associazione, portano in dono qualcosa di utile per i più bisognosi. Questa, dunque, è la più grande vittoria che si possa conseguire: la solidarietà tra gli uomini nata dalla passione per il “nobile gioco”. Nella serata di Domenica la gara ha chiuso i battenti nel migliore dei modi, proponendo una ricca premiazione per coloro i quali si sono maggiormente distinti durante la competizione. Il primo classificato assoluto, ossia campione provinciale, è stato il Maestro Luigi Delfino, ormai noto ai nostri lettori. Il secondo e terzo posto sono stati, rispettivamente, del Candidato Maestro Antonio Varvaglione e del Maestro Giuseppe Indelicati. Nella categoria U16 sono stati premiati nell’ordine Pierluigi Corrente, Luca Vantaggio, primo anche della categoria NC, e Fulvio Occhinegro. Erano previsti riconoscimenti anche per i primi classificati nelle varie categorie nazionali, tra questi Valter Pesce 3N, Francesco Zito 2N e Leo Simone 1N e per la Campionessa Provinciale Chiara Di Bartolo. Mi piacerebbe terminare riportando il pensiero del Maestro Giuseppe Indelicati, uno dei più forti giocatori della regione, resosi protagonista durante la premiazione perché con le sue parole ha incoraggiato tutti, in particolare i giovani, esortandoli a continuare a giocare, a coltivare e apprezzare sempre più gli Scacchi. Egli ha pronunciato una frase stupenda che rimarrà scolpita nella mia memoria per sempre: “La bruciante passione per il gioco degli Scacchi, dal momento in cui si impossessa di voi, vi accompagna fedelmente e incessantemente tutta la vita.” E tra E tra Registrazione Tribunale di Taranto n. 14/07 del 26 settembre 2007 Direttore Responsabile Rosa Colucci Art Director Carmela Marangella Assistente grafica Elena Colucci Contributor Titty Battista Cosima Borrelli Paolo Carrieri Maria Rosaria Chirulli Salvino Chetta Donatello Cito Vito Pietro Corrente Roberta Criscio Marta Coccoluto Francesca Garrisi Mauro Guitto Antonio Lucarelli Mauro Mari Serena Mellone Alessandro Montrone Oscar Nardelli Pierluigi Rota Gabriele Russano Fabiana Spada Fotografie Donato Ancona Webmaster Problema numero 321 Muove il Bianco Matto in due mosse Francesco Cervino (ATTIVA WEB) Special Guest Benvenuto Messia Diffusione Extra Magazine è un settimanale distribuito nelle province di Taranto, Bari e Brindisi Stampa Martano Editrice s.r.l. 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Telefono: 339-2695756 Sito:www.tarantoscacchi.it A.D. Taranto Scacchi In copertina foto di donato gasparro Risultato dell’Es.321 1. Dh6+ Rxh6 2. Th8 # E tra 13 febbraio 2015 / n.7 29 30 13 febbraio 2015 / n.7 E tra E tra 13 febbraio 2015 / n.7 31 32 13 febbraio 2015 / n.7 E tra
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