collana di studi giapponesi Il ponte 3 Direttore Matilde Mastrangelo Comitato scientifico Giorgio Amitrano Gianluca Coci Silvana De Maio Chiara Ghidini Andrea Maurizi Maria Teresa Orsi Ikuko Sagiyama Virginia Sica Comitato di redazione Chiara Ghidini Luca Milasi Stefano Romagnoli Collana di Studi Giapponesi Il ponte La Collana di Studi Giapponesi raccoglie manuali, opere di saggistica e traduzioni con cui diffondere lo studio e la riflessione su diversi aspetti della cultura giapponese di ogni epoca. La Collana si articola in quattro Sezioni (Ricerche, Migaku, Il Ponte, Il Canto). I testi presentati all’interno della Collana sono sottoposti a una procedura anonima di referaggio. La sezione Il ponte intende presentare una selezione delle opere più rappresentative della produzione letteraria e teatrale del Giappone classico e moderno, dai monogatari e dai diari di corte di epoca Heian ai romanzi e ai racconti degli scrittori del panorama contemporaneo della letteratura giapponese, dalle opere di Zeami ai testi teatrali delle ultime generazioni di drammaturghi. Copyright © MMXIV ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it info@aracneeditrice.it via Raffaele Garofalo, 133/A–B 00173 Roma (06) 93781065 isbn 978–88–548–7282–0 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: giugno 2014 Akutagawa Ryūnosuke Racconti e altri brevi scritti a cura di Paolo Villani Indice 11 Introduzione 21 Il maestro buddhista e il patrono ('ǀVRPRQGǀ, 1916) 25 Inferni a sé stanti (.RGRNXMLJRNX, 1916) 6DLJǀ7DNDPRUL (6DLJǀ7DNDPRUL, 1917) 41 La stoffa dell’eroe ((L\njQRXWVXZD, 1918) 45 Agni ($JXQLQRNDPL, 1920) 55 Susanowo da vecchio (2LWDUX6XVDQRZRQRPLNRWR, 1920) 71 Storia di una vendetta ($UXWHNLXFKLQRKDQDVKL, 1920) 83 Quelle storie assurde (0\ǀQDKDQDVKL, 1920) 89 Un immortale (6HQQLQ, s.d.) 7 91 Un immortale (6HQQLQ, 1922) 95 Una serata fra amici (,VVHNLZD, 1922) 103 Un’isola bizzarra ()XVKLJLQDVKLPD, 1923) 111 Ambarabà (Ababababa, 1923) 119 Storie con la tigre (7RUDQRKDQDVKL, 1925) 121 Una immortale (1\RVHQ, 1926) 123 Ventagli dello Hunan (.RQDQQRǀJL, 1926) 135 Una lettera (7HJDPL, 1927) 141 Vita sessuale (9LWDVH[XDOLV, s.d.) 165 Al buio ($QFKnjPRQGǀ, 1927) 8 Avvertenze Il sistema di trascrizione seguito è lo Hepburn, che si basa sul principio generale che le vocali siano pronunciate come in italiano e le consonanti come in inglese. In particolare, si tengano presenti i seguenti casi: FK J K M V VK X Z \ z è un’affricata come l’italiano “c” in FHQD è sempre velare come l’italiano “g” in JDUD è sempre aspirata è un’affricata (quindi Genji va letto Ghengi) è sorda come nell’italiano VDVVR è una fricativa come nell’italiano “sc” di VFHQD in VX e in WVX è quasi muta e assordita va pronunciata come una “u” molto rapida è consonantico e si pronuncia come l’italiano “i” di LHUL è dolce come nell’italiano URVD o VPHWWR; o come in ]RQD se iniziale o dopo “n”. La lunga sulle vocali indica l’allungamento delle stesse, non il raddoppio. 7XWWLLWHUPLQLJLDSSRQHVLVRQRUHVLDOPDVFKLOHLQLWDOLDQR Seguendo l’uso giapponese, il cognome precede sempre il nome. 9 Introduzione $NXWDJDZD5\njQRVXNHqXQRGHLIRQGDWRULGHOODOHWWHUDWXUD JLDSSRQHVHPRGHUQD(JOLQDVFHD7ǀN\ǀQHOQHOEHOPH]]R di quel periodo Meiji (1868-1912) durante il quale il Giappone realizza gran parte del rinnovamento delle proprie tradizioni culturali, metabolizzando anche in campo letterario molte novità introdotte dall’Europa e dall’America. Quando lo scrittore muore, QHOVLqGDSRFRFRQFOXVRLOUHJQRGHOO¶LPSHUDWRUH7DLVKǀ /DUHODWLYDPHQWHEUHYHFDUULHUDDUWLVWLFDGL$NXWDgawa coincide in sostanza con quest’ultimo periodo, della cui OHWWHUDWXUDHJOLqLOUDSSUHVHQWDQWHSLVLJQL¿FDWLYR/¶DWPRVIHUDFRVPRSROLWDFKHO¶DUFLSHODJRUHVSLUDLQTXHJOLDQQLVLULÀHWWH nell’avvincente fusione da lui realizzata fra sensibilità letterarie giapponese e occidentale. In Giappone il successo avuto dall’autore in vita si va gradualmente consolidando dopo la sua scomparsa nella fama di un classico. Nel 1935 il mondo delle belle OHWWHUHLVWLWXLVFHLQVXDPHPRULDLOSUHPLR$NXWDJDZDFKHFRstituisce tutt’oggi un prestigioso riconoscimento per gli scrittori giapponesi esordienti. Fuori dell’arcipelago lo scrittore gode di una certa popolarità grazie alle traduzioni, anche in italiano, di DOFXQHVXHRSHUHSLQRWH/¶DGDWWDPHQWRFLQHPDWRJUD¿FRGLGXH suoi racconti fatto da Kurosawa in 5DVKǀPRQ contribuisce dal 1950 alla risonanza internazionale dell’autore. 1RQ q VHPSOLFH LQGLYLGXDUH QHOO¶RSHUD GL$NXWDJDZD XQD singola caratteristica essenziale. La concisione sicuramente contraddistingue le forme artistiche attraverso le quali l’autore si esprime. La sua produzione narrativa consta esclusivamente di racconti, più o meno brevi, talvolta condensati in una manciata di ULJKH$NXWDJDZDDPDGH¿QLUVLXQSRHWDHQHOFDPSRGHOODYHUVL¿FD]LRQHSUHIHULVFHLOPLQLPDOLVPRIROJRUDQWHHO¶HVVHQ]LDOLWjGD 11 cogliere quasi a colpo d’occhio, dello KDLNX. Le sue brevi prose vibrano di intensità emotiva, immediatezza, rapidità poetica, e celano, sotto una notevole varietà di temi e modalità di scrittura, XQ³TXDOFRVD´GLI¿FLOHGDGH¿QLUHFKHWRFFDODVHQVLELOLWjGHL lettori da generazioni. Viene spontaneo ricondurre questa esVHQ]DHOXVLYDGHOO¶DUWHDNXWDJDZLDQDDOODGLPHQVLRQHSHUVRQDOH dell’autore, all’evolversi di un dramma interiore che a 35 anni lo indurrà a togliersi la vita, individuando la motivazione principale del proprio suicidio in una “vaga inquietudine”. La personalità, tormentata da tensioni e ansie ¿QGHVLqFOH, di $NXWDJDZDqLQSDUWHIUXWWRGHOORVSLULWRGHOVXRWHPSRVWRULFRDIfollato di trasformazioni tumultuose e mutamenti accelerati. Ma è probabilmente la situazione familiare, complicata e dolorosa, YLVVXWDGDEDPELQRDLQÀXHQ]DUHSLG¶RJQLDOWUDFRVDLOFDUDWWHre dello scrittore, lasciandovi una indelebile impronta di disagio SVLFKLFRHGLIRUWHGLSHQGHQ]DDIIHWWLYD,OSDGUH1LLKDUD7RVKL]ǀ JHVWRUHGLXQDD]LHQGDFDVHDULDHODPDGUH$NXWDJDZD)XNXVRQR colpiti poco prima della sua nascita dalla perdita della giovanisVLPD¿JOLDSULPRJHQLWD/RVFULWWRUHULFRUGHUjGLDYHUHVRIIHUWR la luttuosa assenza di questa sorella, conosciuta solo tramite le rievocazioni della zia. La madre soffre di una malattia mentale che poco dopo il parto si va aggravando, al punto di impedirle di prendersi cura del neonato e di manifestargli il minimo affetto. Il SLFFROR5\njQRVXNHYLHQHDGRWWDWRGDOOR]LRPDWHUQRPDLOHJDPL fra la famiglia di origine e quella adottiva continuano ad essere VWUHWWL$OODPRUWHGL)XNX1LLKDUD7RVKL]ǀQHVSRVDXQDVRUHOOD $NXWDJDZD)X\XFRQFXLKDDYXWRXQ¿JOLR$QFKHTXHVWRIUDWHOlo dello scrittore fa capolino in alcune sue pagine. )XNLXQ¶DOWUD VRUHOOD$NXWDJDZDqODSHUVRQDFKHVLSUHQGHPDJJLRUPHQWH cura di 5\njQRVXNH. Il futuro scrittore continua a incontrare la PDGUHELRORJLFDSHUXQDGHFLQDG¶DQQL¿QFKpHVVDQRQPXRUH 6XELVFHSHUWDQWRODIHULWDGLYHGHUODLQFRQGL]LRQLSHQRVHH¿QLVFH con il radicarsi nell’ossessivo convincimento di averne ereditato la follia oltre al cognome. Non sono facili neanche i rapporti con il padre, che spera inutilmente di riaverlo con sé e al quale il ragazzo continua a essere legato. 12 La famiglia di adozione vanta ascendenze aristocratiche e, da SDUWHGHOSDGUH0LFKLDNLFRPHGHOODPDGUHDGRWWLYD7RPRXQ retaggio culturale più elevato di quella di origine. Ciò fa sì che $NXWDJDZDUHVSLULJLjGDPROWRSLFFRORXQ¶DWPRVIHUDIDYRUHYRle all’arte. Egli ha l’opportunità di assistere a spettacoli teatrali e di accedere a una vasta collezione di opere letterarie. Oltre a frequentare brillantemente le scuole, approfondisce lo studio del cinese classico e dell’inglese grazie a lezioni private. CrescenGRDI¿DQFDDOODSUHFRFHFRQRVFHQ]DGHOODOHWWHUDWXUDGHOO¶$VLD orientale un forte interesse per la letteratura occidentale, dei cui stimoli si nutre. Dal 1913 frequenta l’ambita università impeULDOHGL7ǀN\ǀVSHFLDOL]]DQGRVLLQOHWWHUDWXUDLQJOHVHHODXUHDQdosi nel 1916 con una tesi su William Morris. Durante il periodo universitario si impone alla attenzione di letterati più maturi e della critica con la pubblicazione dei primi racconti. Il gusto per i temi fantastici, onirici, visionari e magici che anima molti suoi scritti ispira la scelta delle storie degli autori europei tradotte negli stessi anni: %DOWKDVDU di Anatole France, /D0RUWH DPRXUHXVHGL7KpRSKLOH*DXWLHUHEUDQLGD7KH&HOWLF7ZLOLJKW e 7KH6HFUHW5RVHdi William B. Yeats. Dopo la laurea insegna per un paio d’anni inglese presso una scuola della marina militare, ma dal 1919 decide di dedicarsi unicamente alla carriera letteraria. Le sue vicende sentimentali sono meno felici. Il desiderio di scegliere liberamente una donna a cui legarsi viene frustrato dal peso assegnato dalla famiglia adottiva all’estrazione sociale. 1HOVSRVD7VXNDPRWR)XPLGDOODTXDOHDYUjWUH¿JOL9LYH però tutt’altro che serenamente alcune avventure extraconiugali. Forse è anche per sfuggire a una soffocante storia d’amore che nel 1921 accetta di passare quattro mesi in Cina come inviato del quotidiano ƿVDND0DLQLFKL6KLQEXQ. Durante il viaggio si ammala gravemente, tanto da temere di morire. Da allora inconWUDGLI¿FROWjDUHFXSHUDUHXQDEXRQDFRQGL]LRQHSVLFR¿VLFD, suoi nervi saranno sempre più provati, soffrirà di insonnia e di YDULDOWULPDODQQL/HGLI¿FROWjGLVDOXWHYHQJRQRDFXLWHGDOO¶DXPHQWDUHGHOOHUHVSRQVDELOLWjIDPLOLDULLQVHJXLWRDOOHGLI¿FROWj economiche causate ad alcuni parenti dal disastroso terremoto 13 FKHGHYDVWD7ǀN\ǀQHO1RQSRFKLJUDWWDFDSLJOLSURFXUDno anche alcune attività editoriali, quali la laboriosa curatela di una voluminosa antologia di letture per le scuole, che non ha successo commerciale ed è motivo di frizioni con gli altri autori. 1HJOLXOWLPLGXHDQQLGLYLWD$NXWDJDZDSHQVDFRVWDQWHPHQWHDO VXLFLGLRHDFRPHPHWWHUORLQSUDWLFD&RQWLQXD¿QRDOOD¿QHD scrivere creando, a dispetto della insoddisfazione che nutre verso il proprio lavoro, alcuni capolavori. /HIRQWLLVSLUDWULFLGHOODSURGX]LRQHDNXWDJDZLDQDPXWDQRQHO corso del tempo. Grosso modo la predilezione per storie situate in un passato più o meno lontano, anche leggendario, cede il passo a narrazioni in cui si fanno vieppiù pressanti gli elementi DXWRELRJUD¿FL$LGXHHVWUHPLGLTXHVWDELIRUFD]LRQHVLSRVVRQR porre da una parte i racconti dell’esordio, ambientati nel Giappone del periodo Heian (794-1185), quali 5DVKǀPRQ (1915) e +DQD (,OQDVRGDOO¶DOWUDOHFRQIHVVLRQLLQSULPDSHUVRQD¿UPDte nell’ultimissimo periodo quali 7HQNLER (,OUHJLVWURGHLPRUWL, 1926) e +DJXUXPD (/DUXRWDGHQWDWD, 1927). I racconti degli esordi poc’anzi menzionati sono un tipico esempio della tenden]DGL$NXWDJDZDDULHODERUDUHLQFKLDYHPRGHUQDEUDQLGHOODOHWteratura giapponese antica e più in generale materiale preesistente, talora combinando più fonti in un unico scritto e assicurando originalità ai racconti grazie ad una inconfondibile cifra stilistica. Il materiale da cui l’autore attinge o trae spunto è estremamente GLYHUVL¿FDWR'HOODVWRULDGHO*LDSSRQHROWUHDOO¶HSRFD+HLDQ $NXWDJDZDULYLVLWDLOSHULRGRGHOO¶DUULYRQHOO¶DUFLSHODJRGHLSULmi missionari cristiani nella seconda metà del XVI secolo, ad esempio con 7DEDNRWRDNXPD (,OWDEDFFRHLOGLDYROR, 1916), il periodo Edo (1603-1868) con racconti quali $UXKLQRƿLVKL .XUDQRVXNH (8QJLRUQRGHOODYLWDGLƿLVKL.XUDQRVXNH, 1917), i primi anni del periodo Meiji in +DQNHFKL (,OID]]ROHWWR, 1916) e altri scritti. Egli si rifà alla tradizione del suo paese anche nel FRQFHSLUHVWRULHGDOVDSRUH¿DEHVFRTXDOL0RPRWDUǀ(1924),o nel narrare quelle in cui la mitologia giapponese gioca un ruolo importante, quali.DPLJDPLQRELVKǀ (,OVRUULVRGHJOLGHL, 1921). Ma il panorama tematico dei suoi scritti è assai ampio, anche 14 JHRJUD¿FDPHQWHHVSD]LDGDOODVWRULDFLQHVHDOODFXOWXUDELEOLFD e neotestamentaria. Le forme della scrittura variano altrettanto e ricorrono alla descrizione quanto al dialogo, al monologo quanto alla forma epistolare. Alcuni degli scritti tradotti in queste pagine li si potrebbe ruEULFDUHLQXQ¿ORQHGLLVSLUD]LRQHVWRULFD9LDSSDUWLHQHLQPDniera spiccata6WRULDGLXQDYHQGHWWD ($UXWHNLXFKLQRKDQDVKL, 1920), che si confà sostanzialmente alle convenzioni sul tema, caro alla tradizione, della caccia all’uomo in fuga attraverso vari domini feudali dell’epoca Edo. Già negli equivoci e nello scambio di persona da cui prende le mosse, però, il racconto sottende una dimensione di più ampio respiro, relativa al ruolo che la prepotenza del caso e il fardello della insensatezza e del fallimenWRJLRFDQRQHOODFRQGL]LRQHXPDQD5LYLVLWDFRQWHVWLVWRULFLGHO remoto passato anche ,OPDHVWUREXGGKLVWDHLOSDWURQR ('ǀVR PRQGǀ, 1916), ambientato nel Giappone Heian e pieno di riferimenti alla cultura del tempo. Nel silenzio rotto solo dal respiro GHOODDULVWRFUDWLFDOHWWHUDWD,]XPL6KLNLEXLOSUHODWR'ǀP\ǀDIIURQWDXQDHQWLWjDSRWURSDLFDGLLQ¿PRUDQJRGHOVLVWHPDGRWWULQDULREXGGKLVWDODFXL¿JXUDqYHQXWDIXRULGDOODSHQRPEUDR forse dalla mente del protagonista. Sullo sfondo del racconto il contrasto interno al buddhismo su chi possa ottenere la salvezza, una minoranza di osservanti di rigidi precetti morali, oppure tutti JOLHVVHUL'ǀP\ǀIDXWRUHGLTXHVW¶XOWLPDLSRWHVLQRQPDQFDGL JLXVWL¿FDUHOHSURSULHWHQGHQ]HHGRQLVWLFKHVXDSSURIRQGLWHFRQRVFHQ]HHVR¿VPLTXDOLODFRVLGGHWWDWULSOLFHYHULWjFKHSRVWXOD l’individuazione di una via di mezzo fra sostanziale assenza di realtà e convenzionale esistenza temporanea dei fenomeni. Il racconto si chiude sull’incipit del 0DNXUDQRVǀVKL (1RWHGHOJXDQFLDOHGL6HL6KǀQDJRQGDPDGLFRUWHHVFULWWULFHGHOSHULRGRLQ cui è ambientato il racconto. La passione per la storia cinese, che VSLQJHVSHVVR$NXWDJDZDDFHUFDUYLLVSLUD]LRQHFLSRUWDLQYHFH con /DVWRIIDGHOO¶HURH ((L\njQRXWVXZDQHOOD&LQDGL¿QH terzo secolo a.C. Il generale di un esercito vittorioso rievoca le gesta della giornata, di cui pare trasparire la fatica nella descrizione di gesti, luci e suoni diluiti e lenti. Si è appena concluso il 15 FRQÀLWWRIUD/LX%DQJD&IRQGDWRUHGHOODGLQDVWLD +DQH;LDQJ<XD&6FRQ¿WWRTXHVW¶XOWLPRSLQXOOD RVWDFRODO¶XQL¿FD]LRQHGHOO¶LPSHURFLQHVHGDSDUWHGHOSULPR/D VWRULDHODVWRULRJUD¿DKDQQRODORURLPSRUWDQ]DDQFKHLQTXHOOD sorta di inno allo scetticismo che è 6DLJǀ7DNDPRUL (6DLJǀ7DNDPRUL, 1917). Il politico e militare giapponese, che nel 1877 muore alla guida dei propri seguaci nella ribellione contro il governo centrale, è un personaggio assai adatto ad animare la provocazioQHLQWHOOHWWXDOHPHVVDLQVFHQDQHOUDFFRQWR$OODVXDPRUWH¿RULscono infatti numerose fantasticherie e leggende che lo vogliono VRSUDYYLVVXWRDOODVFRQ¿WWD/’aspetto stesso di 6DLJǀ7DNDPRUL WUDPDQGDWRGDOO¶LFRQRJUD¿DXI¿FLDOHqLQFHUWRPRGRIUXWWRGHOOD fantasia: è solo una ricostruzione artistica la famosa immagine dell’uomo corpulento, eccezionalmente alto per i giapponesi del tempo, dalle sopracciglia folte su una testa massiccia. Altri racconti ricordano degli esercizi di stile. In $JQL ($JXQL QRNDPLDGHVHPSLR$NXWDJDZDVLFLPHQWDLQXQJHQHUH letterario che mescola elementi di avventura, di giallo, di fantasia, di mistero, producendo alcune pagine la cui relativa sempliFLWjHLO¿QDOHLQFHUWRVHQVROLHWRVRQRLQIXQ]LRQHGHOODSODWHD adolescenziale per la quale sono scritte. Anche 8Q¶LVRODEL]]DUUD ()XVKLJLQDVKLPD, 1923) ha un che dell’esercitazione: una satira sulla tragicomicità umana di dichiarata ispirazione swiftiana, ambientata in un luogo il cui nome è il palindromo di Parnassus. Improntati a una diversa ma comunque fantastica matrice sono LUDFFRQWLLQWLWRODWLDJOLDVFHWLGHOODDJLRJUD¿DWDRLVWDLQSRVVHVso di qualità prodigiose e soprannaturali, fra cui l’immortalità e la capacità di volare. La basilare assurdità dell’argomento viene modulata in maniera sostanzialmente ironica con qualche punta di cinismo. Nel più breve 8QLPPRUWDOH (6HQQLQ, s.d.) il paradosso dell’immortalità si capovolge nella morte di cancro dell’immortale. 8QDLPPRUWDOH (1\RVHQ, 1926) è una specie di piccola parodia di un incontro con la versione femminile, che pure nella WUDGL]LRQHYDQWDXQVXRUXRORGHOODOHJJHQGDULD¿JXUDWDRLVWD L’altro 8QLPPRUWDOH (6HQQLQ, 1922) narra una storia astrusa, ma QRQLUUHDOLVWLFDSULPDGHOFROSRGLVFHQD¿QDOH 16 Lo spettro della sofferenza mentale compare comprensibilPHQWHSLYROWHQHOO¶RSHUDGL$NXWDJDZDÊLOFDVRGL,QIHUQLD VpVWDQWL (.RGRNXMLJRNX, 1916), il cui nucleo narrativo porta il problema in primo piano. Altrettanto frequentemente lo scrittore ULFRUUHDOO¶LQIHUQRTXDOHPHWDIRUDGHLWRUPHQWLFKHDIÀLJJRQRL malati di mente. Gli inferni evocati nel titolo indicano una conFH]LRQH¿ORVR¿FDHUHOLJLRVDEXGGKLVWDGHVXPLELOHGDWHVWLVDFUL e letteratura popolare, ma si rivelano sensazionalmente consoni alla descrizione di stati mentali di disperata tragicità. Dopo un prologo non privo di accenti scherzosi l’amarezza piano piano si impadronisce del racconto e un autore tristemente profetico chiude il discorso, dichiarando di vivere in prima persona le infernali condizioni mentali che hanno presumibilmente condotto al suicidio il monaco conosciuto dallo zio. Pure in 4XHOOHVWRULHDVVXUGH (0\ǀQDKDQDVKL, 1920) il tema degli stati mentali alterati fa la sua comparsa, ma privo di simili risvolti tragici. Le storie assurde sono quelle raccontate da una donna affetta da “esaurimento nervoso”, vittima di una serie di allucinazioni, di deliri e di fobie. Le narrazioni della protagonista sembrerebbero il risultato di uno stato confusionale. Potrebbero però derivare anche da esperienze paranormali. Al lettore sfugge cosa sia davvero accaduto, e una SLFFRODULYHOD]LRQH¿QDOHDJJLXQJHXQDQXRYDSURVSHWWLYDDOOH angolazioni interpretative fra cui è libero di scegliere. 4XHVWDHQLJPDWLFLWjqIUDOHQRWHIRQGDPHQWDOLGL$NXWDJDZD ed è talora evidenziata dalla rarefazione della trama. Così nel semplicissimo 6WRULHFRQODWLJUH (7RUDQRKDQDVKL, 1925), quanGRODWHU]DGHOOHWUHVWRULHOOHFKHXQSDGUHUDFFRQWDDO¿JOLRSHU addormentarlo si tronca a metà, restiamo disorientati e curiosi di sapere di più del frammentario quadretto familiare. L’intreccio narrativo di 8QDOHWWHUD (7HJDPLVLDVVRWWLJOLD¿QRTXDVL DVFRPSDULUH5HVWDQRGHOOHLPSUHVVLRQLVIXJJHQWL)RUVHSHUFKp scritto neanche tre settimane prima del suicidio, sembra aleggiaUHLQTXHVWRUDFFRQWRSLFKHDOWURYHODQRQPHJOLRGH¿QLELOH LQTXLHWXGLQHFKHO¶DXWRUHFKLDPHUjLQFDXVDSHUJLXVWL¿FDUHLOVXR atto estremo. La presenza di un paio di matti, la fragilità di nervi di un altro paio di personaggi, l’ambientazione in un luogo 17 SXEEOLFL]]DWRFRPHEHQH¿FRSHUO¶HVDXULPHQWRQHUYRVRVHJQDQRDOFXQLSXQWLIHUPLGLXQWHVWRLQFXLqGLI¿FLOHGLVWLQJXHUHOH VPRU¿HGLPDOHVVHUHGDJOLVFDWWLXPRULVWLFL(QLJPDWLFLWjHDPELJXLWjWLSLFKHGL$NXWDJDZDFRVWLWXLVFRQRDQFKHO¶HVVHQ]DGHO protagonista della mitologia giapponese, alla cui riscrittura l’autore dedica 6XVDQRZRGDYHFFKLR (2LWDUX6XVDQRZRQRPLNRWR, 1920). La mescolanza di comportamenti da malfattore e benefattore dell’antico personaggio, il suo carattere instabile e l’identità sempre in bilico fra crudeltà violenta e altruismo eroico, vengono riformulati in base alla moderna sensibilità artistica dello scrittoUH1HYLHQHFRVuIXRULXQD¿JXUDDOODSHUHQQHULFHUFDGLVHUHQLWj sentimentale e dipendente dall’affetto femminile per il proprio equilibrio mentale. Un Susanowo in cui sembra manifestarsi una SHUVRQDOLWjPXOWLSOD$NXWDJDZDSUREDELOPHQWHFRQRVFHGLSHUsona il succedersi ciclico di più personalità. Uno sdoppiamento del genere potrebbe essere all’opera nell’alternarsi di domande e risposte con l’interlocutore invisibile di $OEXLR ($QFKnjPRQGǀ, 1927). Come in quest’ultimo anche in altri scritti gli elementi autoELRJUD¿FLVLIDQQRHVSOLFLWL,OFDVRGL9LWDVHVVXDOH (9LWDVH[XDOLV, s.d.) è particolare in quanto si tratta di una vera e propria EUHYHDXWRELRJUD¿DDWHPDFKH$NXWDJDZDQRQFRQFHSLVFHSHUz per la pubblicazione. Priva di elementi romanzati, essa ripercorre senza veli e quasi come se lo scrittore fosse ancora immerso nell’infanzia e nell’adolescenza gli smarrimenti, le curiosità e le scoperte riguardanti il sesso. Questa sorta di monologo interiore verrà pubblicato la prima volta nel 1968 in una raccolta di PDQRVFULWWLGL$NXWDJDZDLQFRPSOHWL/¶DXWRUHVFULYHGLJHWWRH con grande franchezza. I riferimenti alla sessualità sono costanti e piuttosto dettagliati anatomicamente, mentre la lingua si avvale di termini medici tedeschi quanto del giapponese gergale per indicare gli organi e i rapporti sessuali. Il resoconto ha anche un valore documentario sulla diffusione in Giappone, fra gli studenti del tempo, di pratiche omosessuali caratterizzate da atteggiamenti brutali e sopraffattori. Pur essendo denso di elementi tratti dalla vita dell’autore si situa su un versante diametralmente opposto 18 $PEDUDEj (Ababababa, 1923),OPLFURFRVPRGL<DVXNLFKL± SURWDJRQLVWDGLXQDVHULHGLUDFFRQWLVHPLDXWRELRJUD¿FLHLOVXR debole per i modi timidi e impacciati di una giovane donna vi sono descritti con sognante lirismo. Non è impossibile che l’affresco conviviale e l’elogio della passione amorosa contrapposta alla freddezza intellettualistica di 8QDVHUDWDIUDDPLFL (,VVHNLZD, FRQWHQJDTXDOFKHULÀHVVRGLHVSHULHQ]HGHOO¶DXWRUHÊLQYHFHFHUWDPHQWHLVSLUDWRDOYLVVXWRDXWRELRJUD¿FR9HQWDJOLGHOOR +XQDQ (.RQDQQRǀJL$NXWDJDZDYLUDFFRQWDLQPDQLHUD romanzata il suo soggiorno a Changsha, durante il viaggio compiuto nel 1921 nella Cina in guerra civile da un decennio, fra il moltiplicarsi delle iniziative popolari contro l’imperialismo giapponese e la diffusione di un banditismo legato a società segrete e rivendicazioni politiche rivoluzionarie. Le traduzioni sono basate sui testi originali contenuti nei 24 volumi di $NXWDJDZDU\njQRVXNH]HQVKnj, Iwanami shoten, 1998. 19
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