gazzetta 665_2014_pag12 - Gazzetta del Sulcis Iglesiente

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione A.P. D.L. 24/12/2003, n. 353, conv. in L. 27/02/2004 n. 46 - Cagliari
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Carbonia Anno XXV numero 665 del 6 Marzo 2014 Euro 1,00
SETTIMANALE D’INFORMAZIONE DELLA PROVINCIA SULCIS-IGLESIENTE
www.gazzettadelsulcis.it · e-mail: gazzettadelsulcis@tiscali.it
LAVORO LAVORO LAVORO LAVORO:
PRIORITA’ DEL PRESIDENTE PIGLIARU
Marco Massa
Francesco Pigliaru
L
o hanno ribadito tutti: le priorità per
l’Isola sono lavoro, lavoro, lavoro. Di
questo ruolino di marcia si è fatto carico
lo stesso neo Presidente della Regione Francesco Pigliaru. Il solo pensare che nell’Isola lavorano si e no appena un terzo della popolazione
residente (percentuale che sale per i giovani in
cerca di primo impiego), diventa assai preoccupante il futuro socio-economico della Sardegna. Negli ultimi anni, già ai margini dell’occupazione nazionale, sono stati persi ulteriori
Il varo urgente di un piano lavoro è stato il perno della rivendicazione presentata dal Segretario generale Roberto Puddu
all’Assemblea del X Congresso
della Cgil del Sulcis Iglesiente.
Una relazione articolata e realistica che ha messo a fuoco disagi sociali e precarietà dell’occupazione, diseconomie territoriali e vertenzialità ancora aperte, rilievi alla politica e auspici
che il nuovo quadro regionale
riesca a correggere le discrasie
del passato. “I dati che abbiamo
raccolto, ha detto Roberto Puddu, urlano e rappresentano la
realtà del territorio, comune per
comune, e con la quale facciamo i conti tutti i giorni. Circa
40 mila senza lavoro su una po-
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cento mila posti di lavoro, per cui il recupero
dell’occupazione è diventato la vera emergenza
di questa Regione.
Senza lavoro sono andate via via crescendo anche le nuove povertà che hanno ormai raggiunto indici da terzo mondo. La denuncia è arrivata nei giorni scorsi dalla Caritas che si trova
con gli scaffali vuoti e, quindi, incapace di intervenire per le famiglie senza alcun sostentamento.
Tale condizione è peggiorata per via del fatto
che mancando il lavoro, vengono a mancare i
consumi che si sono ridotti all’essenziale anche
laddove esiste una stipendio o un sostegno di
cassa integrazione o assegno sociale.
Collegato a questo fatto c’è anche il calo dei
consumi elettrici, gli slacci dell’acqua da parte
di Abbanoa, bambini a scuola senza l’occorrente, anziani e famiglie disagiate costrette persino
a fare a meno dei medicinali. Per non parlare
poi del settore commercio oberato dalle scadenze delle tasse e tributi, senza riuscire ad incassare neppure i soldi per pagare la merce acquistata.
Di tutto questo il neo Presidente della Regione
Francesco Pigliaru è a conoscenza e, stando ai
più informati, il suo programma di governo
dell’Isola si incentrerà proprio su questi concetti a sostegno delle fasce più deboli e con
maggiore disagio sociale.
LA BANCA DI CREDITO SARDO INTENDE
SCOMMETTERE SUL SULCIS IGLESIENTE
Convegno BCS
Malgrado la disastrosa condizione economica in cui il territorio si trova, la Banca di Credito Sardo intende scommettere sul Sulcis Iglesiente. Lo ha
affermato, davanti ad un pubblico attento e numeroso, Pierluigi Monceri, Direttore generale di BCS. “Mettiamo a disposizione una prima dotazione
di 20 milioni per il futuro del
Sulcis Iglesiente, però portateci
progetti”. Il manager è stato di
una praticità disarmante ed ha
parlato con una chiarezza senza
eguali. Ha prima di tutto fatto il
AL X CONGRESSO CGIL SULCIS IGLESIENTE
POSTO AL CENTRO IL PROBLEMA LAVORO
Gianni Podda
quadro della condizione in cui
si trova l’intero territorio, però
ha lanciato il guanto della sfida
agli imprenditori locali. Sei i filoni indicati per gli investimenti: Territorio, Turismo, Portualità, Agroalimentare, Energia e
Zone franche. Lo stesso Direttore BCS ha messo a disposizione, degli imprenditori del
Sulcis Iglesiente, tecnici e funzionari che opereranno nelle
sedi locali della Banca.
Per molti imprenditori e Sindaci presenti, le parole di Pierluigi Monceri hanno suonato come musica.
Tra le righe, però, il manager
ha lanciato un chiaro messag-
gio ai politici presenti (e assenti): “Occorre bonificare l’ambiente e metterlo in sicurezza.
Non si può continuare sulle vaghe promesse”. Con altrettanta
schiettezza Monceri ha dato atto che questo territorio presenta
“enormi potenzialità nell’enogastronomia e nel turismo. Esistono eccellenze che vanno allargate facendo sistema”.
Non è mancato il cenno alla Fiscalità di vantaggio introdotta
con la “Zona franca”. “Però occorre impostare la nuova economia sulla competitività e non
più sull’assistenzialismo”.
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L’ENEL DI PORTOVESME
ASSUME 25 GIOVANI DEL SULCIS
X Congresso CGIL S.I. - Roberto Puddu
polazione di 128 mila abitanti,
che valgono oltre il 40% delle
persone in età da lavoro: tra chi
il lavoro non lo ha mai trovato
e fra questi 2 donne su 3 e 1
giovane su 2; chi non lo cerca
neanche più; e poi 2.697 che
sono “sospesi” in cassa integrazione ordinaria, straordinaria,
in deroga; cioè chi è ancora dipendente di un’azienda in crisi,
ma è a rischio di non rientrare
nel suo posto di lavoro, che sia
una fabbrica piuttosto che
un’officina, un qualsiasi ufficio,
un ospedale, un supermercato o
un’attività artigiana, nell’agricoltura, in un’impresa edile o
nei servizi. Infine 8.290 di erogazioni, a fronte di richieste
quasi doppie, delle indennità di
disoccupazione”. Sulla condizione delle vertenze industriali
ancora aperte, Roberto Puddu
ha indicato una causa di fondo,
sia pure non la sola: gli alti costi dell’energia. “Germania,
Spagna, Inghilterra, Francia,
Danimarca, ha detto, hanno
percentuali di utilizzo della preziosa risorsa energetica carbone, le quali vanno da un minimo del 30% al 47%. Da noi in
Italia la percentuale non arriva
al 13%”. Ma Roberto Puddu
non ha toccato solo il settore industriale. La sua relazione ha
spaziato sull’alta formazione,
sul diritto all’istruzione, sulla
pubblica amministrazione, sulla
necessità d’incentivare lo sviluppo delle filiere locali a partire dalla pesca e dal lavoro della
terra. Non poteva mancare la
valorizzazione turistica, l’enorme patrimonio storico e culturale, i servizi alla persona, la
sanità e i trasporti.
Operativamente il Segretario
generale Cgil Sulcis Iglesiente
ha annunciato: “Vedremo se nel
prossimo futuro, anche in considerazione della continua evoluzione politica, avremo interlocutori credibili e disponibili a
confrontarsi con le nostre buone ragioni e a dare corso all’accelerazione delle buone pratiche per lo sviluppo.
Diversamente non tarderemo a
dare avvio alla conseguente
nuova stagione di mobilitazione
generale del territorio”. Ai lavori hanno presenziato il Segretario generale della Cgil sarda
Michele Carrus, il Responsabile del Segretariato Cgil Europa
Fausto Durante, il Segretario
regionale della Cisl Fabio Enne, Consiglieri regionali, Sindaci, dirigenti delle aziende di
Portovesme e i delegati delle
varie organizzazioni settoriali
della Cgil.
Centrale
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Regione
numero 665 del 6 Marzo 2014
DENTRO E FUORI IL CONSIGLIO REGIONALE
RIFORME E SVILUPPO, GUARDANDO ALL’EUROPA
Cristiano Erriu- Presidente Anci
Sardegna- “Urge un testo unico
regionale degli enti locali, il
riordino dei servizi, il coinvolgimento attivo dei Comuni sulle
politiche di sviluppo con una
programmazione costruita insieme ai territori”. “Bisogna trasferire ai comuni competenze e risorse adeguate al rispetto degli
adempimenti richiesti. Siamo in
ritardo su tutto”, prosegue Erriu:
“La Sardegna è l’unica regione
a statuto speciale a non essersi
dotata di un testo unico sugli
enti locali. Ci sono le partite legata alle funzioni associate, alla
città metropolitana, ai vincoli
del Patto di stabilità, che nella
giunta precedente non sono stati
affrontati”. Per il rappresentante
dell’Anci si tratta di riforme “a
costo zero”, immediatamente attuabili e con benefici certi. Sul
lato della programmazione gli
enti locali possono svolgere un
ruolo strategico unendosi per la
Uno degli ultimi atti della
Giunta regionale Cappellacci
ha riguardato la “Definizione
degli obiettivi generali ed indirizzi strategici per la gestione
dell’Azienda regionale per
l’edilizia abitativa (AREA)”.
Com’è noto, ai sensi della legge regionale 8 agosto 2006 n.
12, l’Azienda regionale per
l’edilizia abitativa (AREA),
anche in base al proprio statuto, costituisce lo strumento attraverso cui la Regione risponde alla domanda abitativa di
soggetti in condizioni economiche e sociali disagiate.
Tra i compiti istituzionali di
AREA sono da menzionare le
seguenti attività:
• attuazione degli interventi di
edilizia residenziale sovvenzionata, da assegnare in locazione a canone sociale alle categorie sociali a minor reddito;
• promozione di interventi di
manutenzione e di recupero
del patrimonio edilizio esistente nei centri storici dei comuni
da destinare a finalità di edilizia residenziale pubblica;
• attuazione degli interventi di
edilizia residenziale, da destinare alla locazione a canone
moderato, ovvero alla locazione ed alla successiva vendita;
• gestione e alienazione del patrimonio pubblico abitativo;
• attuazione, di interventi edilizi e urbanistici, anche complessi, compresi i piani di riqualificazione urbana e gli interventi di contenuto innovativo con riferimento alle tecniche costruttive;
• erogazione, ad enti e soggetti
pubblici, di servizi di progetta-
Francesco Pigliaru
costruzione di proposte concrete
e subito finanziabili da parte
dell’Europa: “Il Presidente Pigliaru l’ha ribadito più volte: i
fondi per lo sviluppo ci sono,
bisogna solo andarli a prendere,
con determinazione e lungimiranza”. Salvatore DemontisConsigliere regionale- “Priorità
assoluta è impostare un nuovo
modello di sviluppo”, ne è convinto Salvatore Demontis, neoe-
letto consigliere regionale nelle
file del Pd, già dirigente pubblico e assessore nella Giunta Ganau a Sassari, un occhio allenato a leggere la realtà sociale e le
difficoltà della crisi nel nord
Sardegna. “Penso al polo dell’industria pesante a Porto Torres: un ciclo che ormai, dopo 40
anni si è esaurito e che deve
evolvere verso una nuova proposta di sviluppo in cui l’industria giocherà ancora un ruolo
importante, ma in forme diverse: coniugate alle nuove istanze
ambientali, al tema delle bonifiche, alla filiera agroalimentare”.
Il tempo della monocultura industriale è finito, ma ci sono però imprese che possono ancora
competere attraverso adeguati
piani di rilancio: “Quelle imprese vanno aiutate: il segreto è la
giusta selettività”. Antonio Solinas- Consulente- “Oggi c’è un
freno allo sviluppo perché
l’aspetto burocratico-formale
prevale rispetto a quello sostanziale”. Per questo Demontis
auspica una governance regionale organizzata per “missioni”
e non per assessorati, in grado
di superare la discrasia spesso
presente nel dialogo fra gli uffici e l’organo di indirizzo politico. “Continuità territoriale, turismo, agricoltura”. Il suo ragionamento verte inevitabilmente
sul tema delle produzioni agricole: “E’ l’unico settore che ha
retto all’impatto della crisi e che
può svolgere un ruolo di volano
per l’economia dell’isola”. Ad
un patto: “Basta con i contributi
a pioggia degli anni passati, occorre incentivare le potenzialità
e l’aggregazione delle aziende
in un’ottica di competitività”. Si
deve ripartire dalla legge 15 che
incentivava le organizzazioni
dei produttori nel settore pastorale e orticolo: “L’obbiettivo è
replicare modelli virtuosi di filiera come quello di Arborea o
della penisola del Sinis”. “Oggi
le nostre produzioni sono gravate di un costo di vendita superiore anche del 30% rispetto a
quelle nazionali, per via del trasporto: bisogna rimuovere que-
OCCORRE ALLEGGERIRE
IL PATTO DI STABILITA’
Rivedere il Patto di Stabilità e sbloccare i fondi non utilizzati.
Francesco Pigliaru non aspetta l’insediamento ufficiale per mettersi al lavoro come nuovo presidente della Regione. Vincolato
dai tempi lunghi dettati dai conteggi post elettorali, il vincitore
delle elezioni getta le basi programmatiche dei suoi primi atti
di governo. In un’intervista rilasciata al Tgr Rai Pigliaru, renziano della prima ora, ha già lanciato un tema sul tavolo del
premier neoeletto: la modifica del Patto di stabilità che ingessa
la Regione. Pigliaru ha confermato che sarà questa la prima richiesta al governo nel suo avvio di mandato, confidando nella
leale collaborazione che di sicuro non verrà meno da parte di
Renzi: “Ci ascolterà”. Ma ci sono anche altre urgenze in questo
momento nel tavolo del Presidente della Regione. Anzitutto
“Esaminare la lista dei procedimenti più importanti che sono
stati bloccati e che è necessario rimettere in moto al più presto”,
poi “Verificare lo stato degli stanziamenti non utilizzati e approfondire concretamente i punti sulle buone pratiche presentati nel
corso della campagna elettorale, attraverso visite alle realtà più
efficienti”.
sto peso con un intervento strutturale sulla continuità territoriale”. Ai trasporti si lega anche il
rilancio della filiera turistica, un
mercato in sinergia naturale con
le vocazioni tradizionali dei ter-
DEFINITI GLI OBIETTIVI E GLI INDIRIZZI STRATEGICI DI AREA
L’AZIENDA REGIONALE PER L’EDILIZIA ABITATIVA (ex Iacp)
Alessandro Carta
zione, studio, analisi, assistenza tecnica e amministrativa,
nel campo dell’edilizia, dell’urbanistica e dei lavori pubblici.
Tali attività rientrano nelle
strategie del Piano Regionale
di Sviluppo che prevede di
“Imprimere una svolta decisiva alla lotta contro l’esclusione sociale e la povertà, contrastando le nuove fonti di disuguaglianza sociale e promuovendo percorsi di inclusione”.
Pertanto, la Regione ha come
obiettivo operativo la soddisfazione dei bisogni abitativi delle famiglie.
A tale riguardo l’Assessore
competente, in sede di adozione dell’atto in argomento, aveva fatto rilevare che, ai sensi
della deliberazione della Giunta regionale n.34/15 del 18
agosto 2011, in seguito alle recenti riforme statali in tema di
armonizzazione di bilanci e di
valutazione dell’azione amministrativa, si imponeva una ridefinizione della programmazione sia dei contributi di funzionamento per l’attività istituzionale degli enti che dei trasferimenti per attuazione di
progetti.
La programmazione di cui si è
detto presuppone un adeguato
sistema di valutazione di efficacia delle politiche delegate
agli organismi teso ad ottimiz-
Direttore Responsabile: MASSIMO CARTA
e-mail: gazzettadelsulcis@tiscali.it www.gazzettadelsulcis.it
Edizioni Sulcis di Salis Rosanna & C. sas
Sede legale: Via Dalmazia 135 - Carbonia
registrazione Tribunale Cagliari: decreto 15/1990
Iscriz. Registro Nazionale della Stampa n. 5184 del 10 Giugno 1996
ROC 3802 Settimanale del Sulcis - Iglesiente
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Abbonamento Annuo (48 numeri)
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CC. n° 43296169
Edizioni sulcis sas - Via Bandiera, 1 - 09010 CORTOGHIANA
Hanno collaborato a questo numero:
Gianni Podda, Alessandro Carta, Sergio Rombi, Armando Cusa,
Marco Massa, Alfio Gessa, Elena Cossu, Sabrina Carta, Pino Piras, Giovanni Fiabane,
Marcello Murru, Claudio Moica.
zare le risorse disponibili, finalizzato ad incrementare il livello di efficienza possibile illustrando con adeguati indicatori la connessione tra risorse e
risultati.
Poiché è essenziale la coerenza del sistema degli indicatori
col sistema di obiettivi dell’Amministrazione regionale
da realizzare attraverso l’attività dell’Azienda, si sono resi
necessari individuare, nell’ambito di specifiche linee di attività svolte dalla stessa, alcuni
obiettivi generali che si è ritenuto rivestano attualmente
un’importanza strategica nella
gestione dell’Azienda regionale per l’edilizia abitativa
(AREA), in coerenza con
quanto disposto dagli atti di
programmazione regionale.
A tal fine, l’Assessore ha illustrato ai suoi colleghi di Giunta gli obiettivi proposti, in accordo con AREA, dei programmi di attività dell’Azienda e con i corrispettivi indicatori, che dovranno formare oggetto di specifico piano da riferire all’anno di esercizio del
bilancio di previsione regionale tale da consentire un monitoraggio delle attività ed una
valutazione dei risultati in termini di efficienza.
Sulla base dei richiamati indicatori sono stati fissati alcuno
obiettivi:
Obiettivo 1 - Programma di localizzazione nuovi interventi:
programmazione e realizzazione di nuovi interventi di edilizia residenziale pubblica (a canone sociale e moderato) al fine di incrementare l’offerta
ERP, commisurata al fabbisogno abitativo locale, in base a
criteri di minimizzazione del
consumo del suolo e incentivando il recupero del patrimonio edilizio esistente.
Realizzazione interventi pilota
di edilizia sociale a energia
quasi zero.
Indicatore 2 n° di nuovi alloggi (sociale+moderato) in rapporto al fabbisogno manifestazione d’interesse. Misurazione
dell’offerta abitativa realizzata
attraverso la realizzazione di
nuovi alloggi, da localizzarsi
in rapporto al fabbisogno abitativo locale.
Obiettivo 2 - Programma di
manutenzione/pronto intervento/recupero alloggi esistenti:
programmazione delle attività
di manutenzione straordinaria,
degli spazi comuni, manutenzione straordinaria degli edifici non residenziali e in generale recupero del patrimonio
ERP esistente, di proprietà dell’Azienda, con particolare riguardo all’organizzazione del
pronto intervento.
Obiettivo 3 - Piani di vendita
alloggi: revisione e aggiorna-
Direzione - Redazione - Pubblicità: Via Gramsci, 199 - Carbonia (CA)
Tel. 333.6077645 0781.675289 Fax 178.2282316
Foto e articoli inviati al giornale, anche via e-mail, sono da intendersi a titolo gratuito.
La Direzione ne diviene proprietaria e si riserva la facoltà di pubblicarli.
Responsabile Pubblicità: ROBERTO CARTA tel. 338.3592915
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affittuari in diritto di prelazione o, in alternativa, sul libero
mercato, previa regolarizzazione delle situazioni (acquisizione proprietà aree, volture catastali, eventuali sanatorie edilizie, ecc.) al fine della compravendita.
ritori: “Ma per abbattere la concorrenza delle mete internazionali occorre riequilibrare il costo dei biglietti da e per l’isola.
O assisteremo a un inesorabile
declino”.
Indicatori risultato e di outcome Descrizione Indicatore 1 n°
alloggi regolarizzati Misurazione della capacità tecnica e
amministrativa di regolarizzazione delle situazioni edilizie
Indicatore 2 n° di alloggi venduti Misurazione della capacità di attuazione dei piani di
vendita pregressi e nuovi
Obiettivo 4 - Assegnazione del
Fondo Sociale: assegnazione
del Fondo Sociale, previa verifica delle emergenze e situazioni di disagio. Indicatori risultato e di outcome Descrizione Indicatore 1 n° di assegnatari fascia A Individuazione
assegnatari in fascia A con necessità di accesso al Fondo sociale Indicatore 2 n° di assegnatari soddisfatti nella fascia
più debole rispetto alle richieste Misurazione della capacità
gestionale del Fondo in coerenza con la Carta dei Servizi
Obiettivo 5 - Anagrafe del patrimonio e dell’utenza: redazione e aggiornamento dell’anagrafe del patrimonio immobiliare e dell’utenza (a canone sociale e moderato), al fine di documentare in tempo
reale l’offerta abitativa dell’Azienda e fornire supporto
all’Osservatorio Regionale
della Condizione Abitativa.
Lavoro
3
numero 665 del 6 Marzo 2014
RIMODULATA L’AGEVOLAZIONE SFIRS ALL’EURALLUMINA
PER EVITARE L’INTERVENTO DELLA COMUNITA’ EUROPEA
Marco Massa
Per evitare eventuali impugnative da parte della Commissione europea sull’Energia, la Regione ha rimodulato la delibera con la quale aveva dato il
proprio parere positivo alla
concessione di un finanziamento di 20 milioni per la costruzione della centrale termico-elettrica dell’Eurallumina,
in vista della ripresa produttiva. Nella fase preliminare dell’adozione del nuovo atto,” il
Capo dell’Esecutivo regionale
ha portato all’attenzione della
Giunta quanto comunicato dalla Sfirs con la nota n. 481 del
24 gennaio 2014 in ordine ad
un aggiornamento sulle attività
istruttorie in corso e sulla verifica dello stato degli adempimenti di cui all’addendum al
protocollo di intesa sottoscritto
il 22.11.2012, con particolare
riferimento alle questioni relative al dissequestro del bacino
dei fanghi rossi da parte del
Tribunale di Cagliari; ai rapporti tra Eurallumina e Commissione Europea; ai rapporti
tra Eurallumina ed Enel; alle
politiche di approvvigionamento; agli investimenti finalizzati alla modifica degli impianti e al Contratto di Sviluppo finalizzato alla realizzazione di una centrale di produzione di vapore ed energia, oltre
che alla specificazione di altre
informazioni di interesse”.
Il Consiglio regionale, in data
1° febbraio 2013, aveva approvato la legge regionale n. 2
con la quale veniva autorizzato l’intervento finanziario della Sfirs per l’infrastrutturazione, il risparmio e l’efficientamento energetico dell’area industriale di Portovesme - Sul-
cis. La stessa legge prevedeva:
1. la partecipazione della Sfirs
al capitale sociale della NewCo mediante la sottoscrizione
e concessione in leasing finanziario delle azioni e il finanziamento soci, sotto forma di
prestito partecipativo sono subordinati all’avvenuto dissequestro del bacino dei fanghi
rossi da parte del Tribunale di
Cagliari ed all’esito positivo
dell’accertamento del merito
di credito in capo ad Eurallumina Spa e United Company
Rusal PLC;
2. l’intervento finanziario della Sfirs venga notificato alla
Commissione Europea ai sensi
degli articoli 107, 108 e 109
del Trattato di funzionamento
dell’Unione Europea.
Nel frattempo la Sfirs ha svolto attività di supporto e affiancamento all’Amministrazione
regionale per l’analisi della
proposta di addendum al protocollo di intesa del 27 marzo
2009, l’analisi del piano industriale predisposto dalla Eurallumina e l’affiancamento nella predisposizione della documentazione relativa alla procedura di notifica.
In tale contesto, la Sfirs ha curato le interlocuzioni con il
partner privato, volte all’acquisizione delle necessarie informazioni di natura economico-finanziaria connesse alla
realizzazione del programma
di investimento e, nel contempo, ha avviato le interlocuzioni
con il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) e con
Invitalia per quel che concerne, rispettivamente, la procedure di notifica dell’intervento
e l’iter amministrativo inerente
l’attuazione del contratto di
sviluppo.
Sulla base di quelle indicazioni era stato programmato l’investimento diretto alla realizzazione della centrale di produzione di vapore ed energia
stimato nell’ordine di ? 100
milioni, individuando le seguenti fonti di copertura:
•euro 60 milioni dovrebbero
essere coperti attraverso la
concessione di un finanziamento agevolato a valere sul
Contratto di Sviluppo istruito
da Invitalia;
•euro 20 milioni dovrebbero
essere coperti attraverso l’intervento finanziario di cui alla
L.R. n. 2/2013 attuato per il
tramite della Sfirs;
•i restanti euro 20 milioni dovrebbero essere coperti da apporti di mezzi propri da parte
del Gruppo Rusal / Eurallumina.
Fermo restando le condizioni
del preventivo dissequestro del
bacino fanghi e nell’ottica di
evitare conseguenze da parte
dell’UE, la Giunta regionale
ha rimodulato la ripartizione
del finanziamento secondo le
seguenti indicazioni:
•di aumentare la dotazione del
Contratto di Sviluppo da 60 a
75 milioni di euro;
•di richiedere alla Regione Autonoma della Sardegna di cofinanziare il Contratto di Sviluppo nella misura massima di
15 milioni di euro;
•di non ricorrere agli strumenti
finanziari del leasing finanziario azionario e del prestito
partecipativo da attivare per il
tramite della Sfirs.
Bacino fanghi
Il Comune di Carbonia ricorda che scadranno venerdì 14
marzo 2014 i termini per accedere ai finanziamenti
POIC, finalizzati al sostegno
dello sviluppo delle capacità
imprenditoriali e dell’occupazione nel territorio regionale,
con il coinvolgimento dei
Comuni nella programmazione degli interventi.
I POIC (Progetti Operativi
per l’Imprenditorialità Comunale, predisposti da Comuni
al di sopra dei 3.000 abitanti)
sono programmi agevolativi
articolati, diretti a sostenere
lo sviluppo dell’imprenditorialità. Nell’ambito del POIC
ciascuna impresa potrà ricevere un finanziamento rimborsabile, da un minimo di
15.000 euro ad un massimo
di 50.000 euro, con un tasso
di interesse nullo e una rateizzazione a cadenza mensi-
14 MARZO SCADENZA
DOMANDE FONDI POIC
Carbonia
le. L’Amministrazione Comunale, impegnata a fornire
informazioni sugli strumenti
per il rilancio e lo sviluppo
dell’economia, ritiene impor-
tante che i cittadini sfruttino
tutte le possibili opportunità
per rinforzare il tessuto economico di Carbonia e del territorio.
L’ENEL SI DISIMPEGNA DAL SULCIS?
MA ASSUME 25 GIOVANI DEL TERRITORIO
Sergio Rombi
Da primattore delle produzioni
energetiche in Sardegna a soggetto costretto ad importare la
corrente necessaria per le lampadine delle abitazioni. Questa
potrebbe essere la nuova, non
irreale, prospettiva del Sulcis
che verso fine anno assisterà al
progressivo disimpegno dell’Enel dalle centrali di Portovesme. L’annuncio dato, nelle
scorse settimane, dall’Amministratore delegato Enel Fabio
Conti davanti alla Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, non lascia
intravedere alcunché di positivo: le centrali antieconomiche
andranno in dismissione, compresa la “Sulcis”. Però, nel frattempo, sono state annunciate
25 nuove assunzioni tra i giovani del Sulcis.
Ma quali sarebbero le cause
che potrebbero determinare il
Centrale Enel
disimpegno Enel dal territorio?
Negli anni più recenti, con la
chiusura di Alcoa e Eurallumina, l’Enel ha perso almeno il
50% del suo fatturato nel Sulcis. Nel frattempo, però, la
stessa azienda non ha dato risposte adeguate alle nuove esigenze che si vanno profilando
per Eurallumina che, per riavviare le produzioni, sarà costretta ad impiantare una nuova
centrale per vapore-corrente
(NewCo) vista la sorda politica
aziendale del più grande produttore di corrente in Italia.
Contro questa politica il Deputato Mauro Pili ha attivato una
SINDACO
0781.887811
(Prov. Carbonia Iglesias)
Vice SINDACO
0781.887828
UFFICIO TURISMO
SERVIZI SOCIALI
SPORT SPETTACOLO
0781.887813
UFFICIO ASSESSORI
0781.887827
CALASETTA - Piazza Belly - Centralino - 0781.88780 www.comune.calasetta.ca.it
campagna mediatica che mette
in luce lo strapotere di soggetti
come Enel, Eni, Alitalia e Tirrenia che tengono in stato colonialistico la Sardegna. Purtroppo questo stato pare destinato a
peggiorare se nel frattempo la
politica di turno non imporrà
modifiche sostanziali nei confronti dell’Isola.
Tornando all’Enel i motivi che
supporterebbero l’abbandono
della centrale “Sulcis” non sarebbero esclusivamente quelli
del minor consumo di corrente.
Stando ai più attenti osservatori
pare che il motivo più rilevante
sia la perdita a fine anno dei
“certificati verdi” di cui Enel
beneficia per l’energia eolica e
per l’utilizzo delle biomasse
nel secondo gruppo “Sulcis”,
col cui abbattimento dei fattori
inquinanti manterrebbe in equilibrio le sue emissioni nei centri di produzione della provincia di Cagliari. Col venir meno
delle agevolazioni per energia
eolica e per le biomasse, la società elettrica si verrà a trovare
in condizioni produttive fuori
norma, salvo non adotti nuovi
sistemi di abbattimento delle
emissioni, con relativi nuovi
improbabili investimenti.
Ecco, dunque, il vero motivo
del disimpegno Enel dal Sulcis.
D’altro canto se l’Enel avesse
guardato al Sulcis con la stessa
attenzione che ha sempre rivolto alla centrale di Civitavecchia, tutti questi problemi non
sarebbero sorti, né il territorio
sud occidentale sardo si troverebbe in condizione di predesertificazione.
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Comune di Domusnovas
Provincia di Carbonia Iglesias
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Lavoro
numero 665 del 6 Marzo 2014
UN ANNO DI TIROCINIO PER 18 GIOVANI
PER LA FORMAZIONE DI GUIDE AMBIENTALI
Alberto Marini
L'Associazione ApgS svolgerà
questa attività collegata al Progetto regionale “contributi ai
giovani 2011” in piena sinergia con le attività del CEAS
del Geoparco.
Un contratto par-time permetterà a 18 giovani di partecipare
per un anno ad un progetto dove applicare il loro ampio
spettro di conoscenze. Tra i selezionati vi sono giovani Ingegneri ambientali, Laureati in
Scienze della Comunicazione,
Biologia, Economia, Psicologia, Lettere, Architettura,
Agraria ed anche diplomati in
elettronica e telecomuicazioni, Geometri, Scienze sociali e
Ragioneria alberghiera. Sarà
necessario rafforzare le basi di
lettura del territorio basate
sulle scienze della terra, ma in
tutti è già insita una propensione per le attività nel campo
ambientale: potranno collaborare tra loro, desiderosi di impegnarsi nell’individuazione e
valorizzazione delle specificità
del Sulcis-Iglesiente.
E’stato infatti possibile comporre un gruppo di lavoro con
ragazzi e ragazze nati e cresciuti nel territorio e già specializzati in varie tematiche da
applicare assieme all’ambiente. I Tutor guideranno le attività di rilevamento delle diverse
tematiche alternando fasi di
formazione con la gestione dei
dati e le diverse fasi di schedatura, per giungere all’organizzazione di Banche Dati georeferenziate per la realizzazione
di cartografie tematiche.
L’attività mineraria ha modellato il paesaggio e la cultura
delle popolazioni minerarie
creando un ambiente in cui il
fascino della storia accompagna il visitatore tra le splendide testimonianze di archeologia industriale, in mondi sotterranei e a contatto con la magnifica natura sarda.
Il progetto potrà permettere a
questi giovani di avviare attività di rilevamento dei dati
ambientali per organizzare le
informazioni e renderle fruibili, organizzando alcuni itinerari tematici nei territori del
Sud-Ovest della Sardegna.
Suggestivi villaggi minerari,
pozzi di estrazione, centinaia
di saggi di miniera, impianti
industriali, antiche linee ferrate, preziosi archivi documentali e la memoria di generazioni
di minatori rendono questo
territorio pressochè “inesplorato” al grande pubblico del resto del mondo: un nuovo
grande giacimento culturale da
scoprire.
Nel 2007 al Parco é stato confermato il suo valore internazionale con l’inserimento nella
rete europea e globale GEOPARKS dell’UNESCO, con
l’obiettivo di recuperare, tutelare e valorizzare un patrimonio geologico, minerario, storico e ambientale unico al
mondo.
Naturale collegamento tra le
aree costiere dell’isola e le zone interne, il Parco rappresenta
il mezzo per creare sviluppo
sostenibile e l’occasione per il
riscatto economico e sociale
dell’intero territorio.
Non solo opere dell’uomo ma
luoghi in cui la grandiosità
della natura cattura il visitatore; le aree del Parco comprendono ben 81 Comuni e ne fanno uno tra i parchi nazionali
più estesi ed eterogenei d’Italia: potrebbe considerare l’opportunità di avviare attività parallele in altri settori della
Sardegna.
Con questo progetto s’intende
intanto iniziare ad esplorare i
territori del Sulcis-Iglesiente
nelle aree di maggior interesse
ed in base alla fruibilità della
rete sentieristica.
Con la raccolta puntuale dei
dati si potranno fornire le utili
ed indispensabili informazioni
per fruire della rete senti eristica che viene via via recuperata
e sviluppata anche tramite le
attività di tante guide ambientali che svolgono singolarmente questa grande attività comune.
Ci si augura che questo progetto permetterà, contemporaneamente all’avviamento di 18
ragazzi, anche la sensibilizzazione verso l’ambiente di un
gran numero di persone che
potrebbero trovare la loro vocazione e collocazione nell’ambito turistico/naturalistico.
In questi ultimi anni l’aumento
di sensibilità per la riscoperta
dei sentieri, classificabili per
le loro connessioni ai mondi
della transumanza, dei minatori, ai percorsi religiosi, ecc.,
non procede di pari velocità
con la raccolta dei dati territoriali corrispondenti.
Utilizzando le diverse professionalità con cui si intende
realizzare la raccolta dei dati si
potrà tendere alla valorizzazione del territorio attraverso la
pubblicizzazione dei beni inseriti nel “giacimento” culturale
di cui si dispone.
Tra le finalità del Parco e dell’Associazione per il Parco
Geominerario, storico, ambientale della Sardegna vi è la
valorizzazione di quanto costituisce il “paesaggio”, sia esso
legato direttamente all’ambito
geominerario che comunque
legato alle forme del rilievo, ai
“geositi”, alle differenze litologiche che guidano la variabilità della flora naturale e la
predisposizione per le coltivazioni agricole.
Per giungere ad un risultato da
inserire nel più ampio disegno
di valorizzazione del territorio, i giovani che parteciperanno al progetto verranno suddivisi secondo le loro esperienze
e le capacità dei singoli, per
costituire delle squadre di attività guidate dai Tutor dell’Associazione ApgS.
L’arco di tempo disponibile
permetterà di organizzare anche dei meeting di culturizzazione iniziale e di marketing
rivolti ai partecipanti ed a
quanti verranno coinvolti nel
progetto, curando anche di sviluppare i rapporti con chi risiede sul territorio e con i mass
media.
Sicuramente questa attività
porterà ad una conoscenza mirata del territorio ed alla valorizzazione di quanto visitabile
percorrendo la viabilità minore
ed i sentieri del Sulcis Iglesiente.
Tra i territori da valorizzare
sarà sicuramente inserito il
complesso cambrico che ospita le miniere di San Giovanni,
Seddas Moddizzis, Barega,
Campo Pisano e GennaLuas:
in particolare verranno valorizzati i parametri naturali lungo la senti eristica pedonale
che collega facilmente questi
punti con la città di Iglesias.
Presso il Museo Geopunto di
Gennaluas potranno essere
raccolti i campioni litologici
da studiare e da presentare ad
un futuro pubblico, anche per
facilitare la comunicazione
verso le scolaresche e i turisti
sugli sviluppi ed i risultati del
progetto. Questa attività potrà
essere inserita a completamento delle attività di identificazione, schedatura e rappresentazione degli indicatori naturali. Una collaborazione fattiva
con le strutture del Parco potranno garantire il supporto necessario per la gestione dei dati e la realizzazione delle mappe relative ai dati che saranno
stati identificati.
Tutte queste attività non saranno finalizzate solo alla guida
dei visitatori all’osservazione
delle diverse litologie e coperture vegetali, ma anche alla riscoperta degli indizi dell’occupazione nel tempo del territorio, dai momenti più lontani
agli insediament iminerari costituenti spesso veri e propri
monumenti dell’archeologia
industriali. Si potranno inserire
in Banca Dati WEB tutte le informazioni ed itanti indizi forniti dalle ricerche anche bibliografiche ma soprattutto
studiando una metodologia di
classificazione facilmente fruibile, affinchè si possa giungere
ad una effettiva conoscenza
dei sentieri e del territorio per
una loro valorizzazione turistica. Occorrerà molto lavoro
per trasferire le conoscenze
teoriche in pratiche raccolte
dei dati, per passare dalle conoscenze ad una organica raccolta dell’informazione.
Normalmente i giovani ad inizio carriera difettano proprio
nelle fasi di messa in pratica
del nozionismo acquisito nel
corso degli studi: nell’arco dei
dodici mesi di attività non si
potrà fare tutto ma si prevedono attività di formazione, attività di gruppo e di responsabilizzazione nella gestione dei
dati e nella creazione di report
per la presentazione dei risultati.
Il supporto dei Tutor dovrà essere organizzato in funzione
delle diverse tematiche e delle
necessità di affiancamento dei
singoli partecipanti, per riuscire a raccogliere al meglio prodotti omogenei e giungere a
fornire ai partecipanti le metodologie di lavoro per le loro
successive attività.
Il progetto si inserirà in parallelo alle normali attività condotte dall’ApgS, che ha individuato negli ultimi anni una linea di attività molto simile al
progetto che qui si presenta.
Infatti per dodici anni ha curato un Corso per Guide Ambientali (Corso ONA) dove si
è insegnato a condurre una
escursione naturalistica, scegliendo, analizzando e descrivendo i sentieri da percorrere:
tanti sono ora Guide Escursionistiche Ambientali e Guide
Turistiche. Ci auguriamo che
Museo Genna Luas
le esperienze maturate nella
loro formazione possano ora
essere utilizzate anche come
guide in questo progetto, anche col loro contributo diretto.
Occorre infatti l’aiuto di tutti
ed auspichiamo che Soci e non
soci contribuiscano con consigli e seminari per fornire aiuto
ai Tutor perchè per questo
progetto l’Associazione non
riceve nessun contributo e la
Regione provvede invece a finanziare esclusivamente il partime ai giovani.Non esiste al
momento alcun budget particolare per la gestione del progetto. Ci saranno sicuramente
difficoltà economiche per le
attività esterne alla sede dell’ApgS, responsabile di questa applicazione, ma il lavoro e
la serietà professionale dei
singoli compenserà gli sforzi
che saranno necessari per favorire la raccolta dei dati e la
realizzazione del progetto.
NUOVI FINANZIAMENTI PER IL TURISMO
Altri 2 milioni e 800 mila di euro a favore di 24 strutture ricettive per migliorare qualità dell’offerta e competitività sul mercato turistico. L’assessorato regionale del Turismo ha pubblicato la
graduatoria dei beneficiari del secondo bando ‘Interventi materiali e immateriali per completare e migliorare l’offerta delle imprese turistiche’, a valere sull’asse IV dei fondi PO FESR
2007/13 (linea di attività 4.2.2.a). La graduatoria di questo avviso pubblico segue e si aggiunge
al primo bando per la riqualificazione delle strutture risalente al 2012, che aveva finanziato circa 30 aziende con 6 milioni e 300 mila euro.
OLTRE 7 MLN DI INVESTIMENTI. Il finanziamento per le spese risultate ammissibili dell’istruttoria della Sfirs è di € 2.806.555,60 e genererà investimenti pari a € 7.192.621,00 per la
realizzazione di interventi, in regime ‘de minimis’,di interventi, in regime ‘de minimis’, finalizzati alla dotazione di servizi diversificati e attrattivi nell’ottica della destagionalizzazione, all’acquisizione dei sistemi di certificazioni di qualità e all’uso di modelli di consumo energetico fondati sulla sostenibilità ambientale.
SERVIZI ATTRATTIVI E DESTAGIONALIZZANTI. Dall’istruttoria degli investimenti proposti
dalle 24 imprese del comparto ricettivo beneficiarie sono risultate ammissibili spese per servizi
utili all’incremento dei giorni di apertura, all’acquisizione di certificazioni ambientali, alla riqualificazione energetica, alla realizzazione di strutture di assistenza e supporto con accompagnamento, di baby parking e di percorsi pedonali attrezzati, con apparecchiature specifiche, segnaletica e dispositivi speciali. Per quanto riguarda i servizi ‘destagionalizzanti’, nel bando erano previsti, per esempio, centro congressi, strutture ricreative, piscine, aree attrezzate per l’equitazione, dotazione di area wi-fi, noleggio e ricovero per bici, centri benessere e talassoterapia,
centri per la valorizzazione dell’artigianato e della gastronomia locale.
Portopino
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Politica
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numero 665 del 6 Marzo 2014
LA BANCA DI CREDITO SARDO SCOMMETTE
SUL FUTURO ECONOMICO DEL SULCIS IGLESIENTE
Massimo Carta
Pierluigi Monceri
Pierluigi Monceri, Direttore generale di BCS, è stato chiaro:
“mettiamo a disposizione una
prima dotazione di 20 milioni
per il futuro del Sulcis Iglesiente, però portateci progetti”. Lo
ha detto davanti ad almeno cinquecento imprenditori, sindaci
e amministratori locali e commercialisti, nel corso del conve-
gno “Sulcis- Le competenze per
l’eccellenza”.
Il manager è stato di una praticità disarmante ed ha parlato
con una chiarezza senza eguali.
Ha prima di tutto fatto il quadro
della condizione in cui si trova
l’intero territorio che viaggiava
sotto il nome di Provincia Carbonia Iglesias, ne ha posto in ri-
salto dati e confronti con altre
realtà, ha colto quelli che possono diventare i nuovi filoni
economici ed occupativi ed ha,
alla fine, sfidato tutti: “La BCS
mette a disposizione 20 milioni,
alcuni funzionari preparati che
opereranno nelle nostre quattro
filiali (Carloforte, Carbonia,
Iglesias, Sant’Antioco) in qualità di consulenti, occorre però
presentare progetti”.
La concretezza di Pierluigi
Monceri, che si è servito delle
basi di studio (ovviamente aggiornati) sul territorio che l’istituto di credito aveva già elaborato nel dicembre 2012, è venuta fuori quando, sempre secondo la banca, ha indicato i sei
settori sui quali puntare.
Territorio- Territorio da bonificare e mettere in sicurezza;
puntare sui 18 siti d’interesse
comunitario; valorizzare nella
giusta misura il Parco Geominerario della Sardegna;
Turismo- Intensificare la presenza di alberghi di qualità e
capienza a fronte delle attuali
Convegno BCS
Convegno BCS
294 strutture di piccole dimensioni;
Portualità- Potenziare e incentivare il turismo da diporto e la
nautica data l’incidenza portuale che pone il territorio tra i più
serviti;
Agroalimentare-Le eccellenze
presenti nel territorio vanno potenziate e diversificate guardando a fare sistema e cancellando
la frammentarietà attuale;
Energia- Trovare sistemi e opportunità concilianti col territorio e meno invasivi;
Zone franche- La fiscalità di
vantaggio è un’opportunità che
per almeno tre anni potrà dare
un aiuto concreto agli imprenditori locali, però occorre impostare la nuova economia sulla
competitività e non più sull’assistenzialismo.
Uno dei punti su cui Pierluigi
Monceri ha puntato di più è stato il recupero ambientale. “Si
parla da anni di recupero ambientale e messa in sicurezza
dei siti appartenuti alla vecchia
economia mineraria, ma finora
i siti bonificati sono pochi. Un
recupero per il riuso potrebbe
dare nuove opportunità”. Inoltre, dall’analisi fatta dal Direttore generale di BCS è venuta
fuori una vocazione “manifatturiera” del territorio che registra
il 23,3% delle iniziative, a fronte del 13,3% della media regionale e del 23,8% della madia
nazionale.
Altro elemento caratterizzante è
stato l’analisi fatta sulle eccellenze che il Sulcis Iglesiente ha
saputo imporre sui mercati
mondiali. Si è parlato delle eccellenze: vini, formaggi, olio,
agnello, tonno rosso. Tutti elementi, salvo qualche caso come
la cantina di Santadi, che però
non sono organizzati con promozioni di filiera capaci di an-
dare oltre l’estemporaneità di
piccole sagre.
In conclusione, l’obiettivo che
si è posta la BCS ha raccolto un
notevole interesse, anche perché potrebbe trattarsi di apripista di analoghe iniziative.
LE NUOVE OPPORTUNITA’
OFFERTE DAL PIANO SULCIS
Convegno BCS
“Il Piano Sulcis è una grande
opportunità per il Sulcis Iglesiente”. Lo ha affermato Salvatore Cherchi, già Presidente
della Provincia Carbonia Iglesias e oggi referente del Governo per questo Piano. “La
Fiscalità di vantaggio con le
zone franche, ha aggiunto
Cherchi, rappresenta l’unico
esempio in campo nazionale
perché adottato su scala provinciale”. Da parte del Sindaco di Carbonia Giuseppe Casti
è stato sollecitato che al richiamato Piano vengano date
gambe per camminare, però
subito. Filippo Spano, rappresentante del Presidente della
Regione Francesco Pigliaru,
ha evidenziato la necessità di
snellire la burocrazia che “uccide qualsiasi progetto” e “demoralizza gli imprenditori”.
Sull’ambiente ha parlato Giorgio Piccaluga del Consorzio
Ausi, mentre il Presidente della Camera di Commercio
Giancarlo Deidda ha evidenziato le potenzialità che il Sulcis Iglesiente ha davanti. Dal
canto suo Antonella Pilloni,
Presidente della Cantina di
Santadi, il più importante ambasciatore delle produzioni
sulcitane, ha portato come
esempio il risultato, assai recente, del Consorzio del Carignano e che potrebbe costituire l’esempio per potenziare le
altre produzioni locali enogastronomiche.
CARATTERIZZAZIONE AMBIENTALE DI ATI-IFRAS NEI SITI MINERARI
MONTEVECCHIO PONENTE (ARBUS-GUSPINI) E BARRAXIUTTA (DOMUSNOVAS)
La predisposizione di un progetto di bonifica di un sito minerario contaminato richiede
azioni propedeutiche dalle quali
non è possibile prescindere. Alcune di esse sono riconducibili
alla caratterizzazione ambientale.
La caratterizzazione ambientale
consiste nell’individuare e qualificare le fonti di contaminazione, generalmente rappresentate
dalle strutture di deposito dei rifiuti minerari (bacini di decantazione, abbancamenti e discariche) e nell’indagare sullo stato
di salute del suolo, sottosuolo,
aria, acque superficiali ed acque
sotterranee. Inoltre, per una corretta gestione delle risorse economiche, durante tale fase, vengono individuati i principali
Prelievo di un campione di suolo
centri di pericolo, considerando,
soprattutto, il fattore rischio.
L’ATI Ifras ha finora predisposto e concluso la caratterizzazione ambientale dei siti minerari di Montevecchio Ponente
(Comuni di Arbus e Guspini) e
di Barraxiutta (Comune di Domusnovas).
Nella miniera di Barraxiutta si
estraeva, principalmente, piombo, zinco, cadmio e rame, in
quella di Montevecchio piombo
e zinco. Gli studi e i monitoraggi, effettuati durante la caratterizzazione del territorio, hanno
permesso di individuare i centri
di pericolo e di evidenziare un
incremento di concentrazione di
metalli pesanti nelle acque e nei
suoli.
L’attività di caratterizzazione
Prelievo di un campione
di suolo da discarica
del sito minerario di Barraxiutta
e di Montevecchio - Ponente è
stata sviluppata in 2 fasi.
Durante la prima fase è stata
perimetrata l’area da indagare e
inquadrata l’attività mineraria
svolta; sono stati rilevati i potenziali centri di pericolo; sono
state effettuate analisi sull’uso
del suolo, sulle pecurialità naturali, geologiche, idrogeologiche
e geomorfologiche del sito.
Durante la seconda fase sono
stati aggiornati i tematismi analizzati durante la prima fase e,
soprattutto, sono state eseguite
operazioni sul campo con prelievo di campioni di suolo, acqua, polvere, successivamente
analizzati in laboratorio.
Nello specifico, durante l’attività d’indagine, sono state seguite
le operazioni di seguito descritte (le foto, in alcuni casi, sono
relative ad altri siti).
Prelievo di un campione di suolo da discarica e/o abbancamen-
Misurazione in situ su un campione d’acqua
Prelievo di sedimenti fluviali
Sondaggio geognostico
to minerario mediante realizzazione di una canaletta (traccia
perpendicolare alla stratificazione che attraversa la discarica) al
fine di caratterizzare il materiale depositato.
Prelievo di un campione di se-
dimenti fluviali al fine di valutare la diffusione della contaminazione.
Prelievo di un campione di suolo superficiale per verificare la
dispersione della contaminazione nelle aree circostanti i centri
di pericolo e per determinare il
fondo geochimico.
Esecuzione di sondaggio geognostico e di pozzetto geognostico per verificare la dispersione degli elementi contaminanti
nel suolo profondo. Installazione di un deposimetro per il prelievo di campioni di polveri aerodisperse. Prelievo di campioni vegetali per l’analisi della
BIODISPONIBILITA’ dei contaminanti all’interno della catena alimentare. Misurazioni in
situ - temperatura, PH, conducibiltà elettrica - su un campione
di acqua.
Sulla base degli esiti della caratterizzazione ambientale, conseguiti nei siti minerari di cui
sopra, sono stati predisposti due
progetti: per Montevecchio –
Ponente un progetto di minimizzazione del rischio ambientale determinato dai grandi abbancamenti minerari e dagli
scavi minerari diffusi sul territorio; per Barraxiutta è stato
progettato un centro unico di
raccolta degli sterili di lavorazione della pregressa attività
mineraria.
Deposimetro
6
Politica
numero 665 del 6 Marzo 2014
CARBONIA
TARIFFE AGEVOLATE E RATEIZZAZIONI ABBANOA
PER LE FAMIGLIE A BASSO REDDITO
Per venire incontro alle famiglie in difficoltà economiche
Abbanoa applica diversi strumenti, ma nel rispetto delle regole che servono a garantire
la stragrande maggioranza
degli utenti che paga regolarmente la bolletta.Tariffe agevolate. In media una famiglia
sarda paga circa 200 euro all’anno per il servizio idrico
con una tariffa che è inferiore
a quella media nazionale. Chi
ha un reddito Isee basso ha
ulteriormente diritto una tariffa agevolata che è meno della
metà rispetto all’ordinaria
prevista per utenze domestiche
resident. Rateizzazioni. Grazie
a un accordo tra la Società e
le associazioni dei consumatori, sono stati introdotti piani di
dilazione in sessanta rate. Tali
piani si aggiungono a quelli
già attivati per le bollette relative ai consumi pluriennali per
le quali era già prevista una
dilazione di dieci rate bimestrali: una dilazione di seicento giorni. Nel corso del 2013
Abbanoa ha concesso circa
cinquemila piani di rateizzazione: il doppio di due anni fa.
Non è possibile invece non pagare quanto dovuto o procedere ad allacci abusivi alla rete
che rappresentano il reato di
furto d’acqua: un “far west”
che per decenni ha pesato sul
sistema e gravato sull’intera
collettività e a cui la Società
ha messo mano con forza. Come si pagano le bollette dell’energia elettrica o telefoniche, allo stesso modo deve essere pagata quella del servizio
idrico. Nessuno va a manifestare quando in quei casi si
verifica uno slaccio della corrente o della linea telefonica.
Per quanto riguarda Carbonia, nell’ultimo anno sono sta-
ti attivati 68 procedimenti di
slaccio: di questi, 29 risultano
slacciati. I restanti 39 hanno
regolarizzato i pagamenti prima dello slaccio o immediatamente dopo ottenendo il riallaccio immediato. Sempre nel
rispetto della stragrande maggioranza dei clienti che pagano regolarmente il servizio
idrico pubblico, lo slaccio è
un atto dovuto in caso di morosità elevate e che si sono accumulate nel corso degli anni.
Prima di effettuare lo slaccio,
come da procedura, Abbanoa
invia una prima raccomandata con ricevuta di ritorno con
l’avviso di messa in mora, una
seconda raccomandata con ricevuta di ritorno con l’intimazione di slaccio e infine un telegramma di preavviso dello
slaccio.
CONFARTIGIANATO E L’ENERGIA RINNOVABILE
SETTORE IN CRESCITA ANCHE NELL’ISOLA
Aumentano le imprese sarde
della filiera delle fonti rinnovabili. L’anno appena concluso
ha visto crescere il settore
dell’1% rispetto al 2012, portando a 2.663 il totale delle
aziende che fabbricano
motori, generatori, turbine, e
pannelli fotovoltaici, producono energia, recuperano e riciclano rifiuti e, soprattutto, installano e manutengono impianti elettrici. Cresce, inoltre,
il numero degli impianti fotovoltaici (+52,3%) e l’energia
elettrica prodotta (+89,9%).
Sono questi i dati che emergo-
no dal Rapporto di Confartigianato sulle “Rinnovabili”,
elaborato dall’Ufficio Studi
Nazionale dell’Associazione
Artigiana, che ha analizzato i
dati 2013 sul 2012. “Questi numeri sottolineano la vivacità di
un comparto che punta sull’eco-efficienza e sulle energie
rinnovabili - sottolineano da
Confartigianato Imprese Sardegna - e offrono grandi potenzialità di sviluppo alle piccole
imprese, sia in termini di innovazione, sia per il mantenimento dei posti di lavoro”.
“Per proseguire la crescita di
Bar Ristorante Pizzeria
Argentaria
di Cosimo e Giovanni Cui
NUOVI LOCALI
CON SALA RICEVIMENTI SINO A 300 POSTI
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(angolo retro Ospedale CTO)
questo “sistema” - proseguono
gli artigiani - è necessario garantire maggiore stabilità al
settore, anche mediante la rimodulazione degli incentivi
con percentuali che dovrebbero variare in funzione dei risparmi energetici effettivamente conseguibili dai singoli interventi”. A livello provinciale
quasi tutte le province hanno
visto la crescita di questa tipologia di imprese. Exploit di
Nuoro che registra un +3%
(361 imprese interessate), seguita da Sassari con +1,6%
(875 imprese), Oristano 1,4%
(222 aziende) mentre l’unica a
perdere è stata Cagliari: -0,1%
(1.204 imprese). Tra vecchie e
nuove province, Oristano vede
crescere il numero degli impianti del 73,5%, seguita da
Olbia-Tempio (+73%) e Medio
Campidano (+61,7%). Per
l’energia fotovoltaica prodotta,
boom di Sassari con un
+154,2%, seguita da CarboniaIglesias (+138%) e Cagliari
(+95,3%). “Incentivare gli investimenti nella filiera FER –
conclude Confartigianato Imprese Sardegna - è un punto
fondamentale per il futuro dell’intero comparto dell’edilizia
green, con ricadute importanti
sia dal punto di vista della sostenibilità ambientale degli
edifici, sia dell’occupazione
nel settore edile in generale”.
Le imprese della filiera delle
rinnovabili Fabbricazione
motori e generatori (es: fabbricazione pannelli fotovoltaici);
Fabbricazione turbine e accessori; Produzione energia; Recupero e riciclo di rifiuti e biomasse; Installazione impianti
elettrici e manutenzione.
CARBONIA
RINVIATO AL 16 MAGGIO
IL PAGAMENTO TARES
Il Sindaco Giuseppe Casti ha accolto con soddisfazione la decisone presa dal Consiglio Comunale in merito al rinvio del pagamento della Tares. Nella seduta
del 26 febbraio il Consiglio Comunale ha infatti accolto favorevolmente la proposta di rinviare
la scadenza della prossima rata
della Tares, prevista per il 16
marzo, al 16 maggio. “Attraverso tale scelta vogliamo venire incontro alle richieste più volte
manifestate dai cittadini, che in
un momento di grave crisi economica come quello presente
hanno difficoltà a rispettare i pagamenti dei diversi servizi”.
MINIPIATTAFORMA DELLA CISL A PIGLIARU
PER L’EMERGENZA LAVORO NELL’ISOLA
“Piano straordinario per il lavoro, politiche per l’occupazione giovanile, riesame del
bilancio per individuare le risorse e immediatamente avviare tutte le opere cantierabili, un cronoprogramma di
interventi per le zone colpite
dall’alluvione del 18 novembre scorso”. Al Presidente Pigliaru, al quale la Cisl chiede
di convocare in tempi brevi i
sindacati confederali, il segretario generale Oriana Putzolu ha presentato questa minipiattaforma di impegni da
realizzare con urgenza. “I
primi 100 giorni, purtroppo
per il Presidente, non potranno avere il carattere della luna di miele. Sono troppi – dice il segretario generale Cisl
- i problemi irrisolti sul tappeto e soprattutto il mondo
del lavoro ha bisogno di segnali forti di cambiamento.
Per il sindacato l’unico segnale valido di un nuovo cor-
Oriana Putzolu CISL
so alla Regione sarà la ripresa dell’occupazione, la riduzione del numero dei lavoratori in mobilità e in ammortizzatori sociali, l’avvio di
una seria concertazione con
le parti sociali”.
“La gestione dell’emergenza
– aggiunge Oriana Putzolu –
dovrà essere accompagnata
da politiche di sistema in grado di creare condizioni stabili
di sviluppo economico.
Quindi la soluzione di alcune
grandi vertenze, ad iniziare
da quella che interessa la filiera dell’alluminio e del
piombo-zinco; la predisposizione di un piano energetico
e industriale, iniziative per
costringere al risanamento
ambientale le aziende che
hanno inquinato il territorio,
semplificazione delle procedure burocratico-amministrative, incisive azioni di contrasto della povertà”.
CARBONIA
NUOVI PROGETTI ROTARY E COMUNE
PREVENIRE MEGLIO CHE CURARE
L’Amministrazione del Comune di Carbonia informa che hanno preso avvio i nuovi progetti di
prevenzione ed educazione dedicati ai piccoli:
“Prevenire è meglio che curare”, “Vedere è conoscere” e “screening per lo studio della scoliosi e
dell’obesità”. I progetti sono organizzati dall’Assessorato all’Istruzione e Formazione del Comune di Carbonia, con la collaborazione delle scuole cittadine e del Rotary Club Carbonia che, così
come disposto dalla convezione di collaborazione con il Comune, ha messo a disposizione le
prestazioni professionali gratuite dei propri soci
in favore dei più piccoli e delle fasce deboli della
popolazione.
Il progetto “Vedere è conoscere”, prevede una visita oculistica gratuita per la prevenzione delle
patologie visive. Il progetto “Prevenire è meglio
che curare” coinvolgerà i bambini della scuola in
uno screening di prevenzione. Il progetto insegna
a mantenere l’igiene della bocca e l’importanza
del controllo della crescita e dello sviluppo dell’intero apparato masticatorio, al fine di individuare i problemi e intervenire tempestivamente.
Il terzo progetto prevede lo screening per lo studio della scoliosi, dell’obesità e delle altre affezioni dell’apparato locomotore dell’età evolutiva.
I progetti proseguiranno sino al mese di maggio.
“Queste iniziative, alcune delle quali già sperimentate, ha commentato l’Assessore P.I. Lucia
Amorino, rientrano tra le attività promosse dall’Amministrazione Comunale al fine di informare i più piccoli su tematiche di primaria importanza come il controllo del peso e della postura,
la salute dei propri denti e dei propri occhi.
L’Amministrazione ringrazia il Rotary Club per
l’organizzazione e le scuole per la disponibilità”.
Realtà Locale
IGLESIAS
IN ATTESA DELLA RIVALIDAZIONE DEL PARCO GEOMINERARIO
ZOUROS E LO STRANO CASO DEL GEOPARCO DELLE AZZORRE
Filippo Forte-Sacha Paganini
“Un Geoparco unico al mondo. Nove isole ma un solo
Geoparco!”. Benvenuti nel
Geoparco delle Azzorre: 121
siti disseminati tra le nove isole vulcaniche dell’arcipelago
portoghese. Nove isole sparse
nell’Oceano Atlantico: ma,
come recita orgogliosamente
il portale internet dell’Ufficio
turistico lusitano, “un solo
Geoparco!”. E allora, una domanda sorge subito spontanea:
dov’è la “continuità territoriale”? Ma, soprattutto, “come
possono i visitatori del Geoparco camminare, pedalare e
viaggiare lungo la direttrice
principale e le diramazioni
che collegano le diverse aree”,
escludendo ovviamente l’ipotesi di fare una nuotata nelle
gelide acque oceaniche per
raggiungere un’isola dall’altra? Quesiti tutt’altro che capziosi, essendo quelli posti dal
Coordinatore dell’European
Geoparks Network (EGN)
Zouros al Geoparco della Sardegna per contestargli la mancata continuità territoriale. E
dunque: basandosi sul suo
pretestuoso criterio, perchè le
Azzorre sì e la Sardegna no?
Nel caso del Geoparco portoghese, il collegamento che garantisce l’unicità territoriale,
nel contesto del perimetro dell’Arcipelago, è rappresentato
dalla rete dei traghetti che trasbordano residenti e turisti da
un’isola all’altra. Ma una volta preso per buono questo criterio, per l’appunto, allora la
regola vale anche per le 8 aree
ben delimitate che compongono il Parco Geominerario della Sardegna, disseminate sul
territorio isolano all’interno
del perimetro costiero e collegate tra loro dalla rete sentieristica e ferroviaria. Terra al
posto del mare: ma il concetto
delle “isole” è identico. Tanto
più che a molti, e in parte anche ai dirigenti del Parco, è
sfuggito un particolare di non
poco conto; il Decreto del Ministro dell’Ambiente che lo
istituisce, infatti, all’Articolo
4, Comma 3 Punto 2, recita
così: “Il Consorzio (del Parco)
è competente allo svolgimento
dell’attività (…) con particolare riferimento ai sistemi di
collegamento e di trasporto”.
Ergo, la rete sentieristica e
quella delle ferrovie minerarie, sono parte integrante dei
territori e dei siti da cui è costituito il Parco, di cui “il
Consorzio (Articolo 4 Comma
4) assicura la gestione unitaria
delle sue competenze e finalità”. In sostanza: la rete sentie-
7
numero 665 del 6 Marzo 2014
ristica e quella ferroviaria rappresentano i “corridoi” che
collegano e uniscono le 8 aree
del Parco e ne definiscono
un’unica entità territoriale.
Non serve ricordare il precedente storico di Berlino Ovest:
basta e avanza quello attuale
delle Azzorre.
Del resto, le prescrizioni che
Zouros vorrebbe imporre al
Parco (vedi heartonearth n°
1), nelle quali si suggerisce
“una possibile soluzione, accettabile per le richieste del
Comitato di Coordinamento, è
un nuovo accordo tra il Parco
Geominerario della Sardegna
e la Regione Sardegna la quale darà al Parco Geominerario
l’autorizzazione alla supervisione dei siti del patrimonio
geologico in tutta la Sardegna
e la responsabilità per la tutela
e promozione del patrimonio
geologico sardo”, non sono attuabili perchè entrerebbero in
rotta di collisione con altre
Leggi e regolamenti. Lasciando peraltro stare l’assurda pretesa di concretizzare il tutto
entro il 28 febbraio...! Ma chi
si crede di essere, Matteo
Renzi? Insomma, il Decreto
Ministeriale (Legge di uno
Stato sovrano) parla chiaro: il
Geoparco della Sardegna è
uno, con una precisa ed unica
identità territoriale. Per far
meglio comprendere il concetto, facciamo un’ipotesi di
scuola: mettiamo che, come
molti auspicano e suggeriscono, i Parchi nazionali geominerari – tra cui quello della
Sardegna – vengano inquadrati nella Legge 394, quella che
regola i Parchi nazionali naturalistici. Domanda: se ciò avvenisse, i vincoli e i regolamenti della 394 riguarderebbero tutta l’Isola o solo le aree
perimetrate del Parco? La risposta è pleonastica e perfino
Zouros la intuirebbe... Come
si vede, le motivazioni con cui
il Coordinatore EGN tenta di
estromettere la Sardegna dalla
Rete dei Geoparchi sono infondate e pretestuose. Il Parco, semmai, ha commesso
l’errore – se di “errore” si tratta – nel 2007 quando, nell’aderire dietro preciso invito
all’European Geoparks Network, presentò la cartografia:
all’epoca avrebbe ben potuto
inserire il Geoparco nel contesto del perimetro costiero isolano, come ora richiesto da
Zouros, ampliando e forzando
il concetto di “confine” (come, en passant, fece con un
“escamotage” nel 2010 il Parco delle Colline Metallifere
PROGETTI DI TUTELA
MINORANZE LINGUISTICHE
Entro il 30 aprile 2014, enti locali, camere di commercio e
aziende sanitarie locali possono presentare i progetti per ottenere i finanziamenti previsti dalle norme in materia di tutela
delle minoranze linguistiche storiche.
Le domande devono essere indirizzate all’Assessorato della
Pubblica istruzione utilizzando la modulistica appositamente
predisposta e disponibile fra i documenti allegati. Sono disponibili, inoltre, le linee guida emanate dalla Presidenza del
Consiglio dei Ministri per la ripartizione dei fondi 2014.
L’Assessorato della Pubblica istruzione provvederà all’istruttoria dei progetti pervenuti ed esprimerà le proprie osservazioni e valutazioni sulla compatibilità e coerenza degli stessi
con la legislazione regionale.
La documentazione, inoltre, dovrà essere inviata tramite
email all’indirizzo: pi.cultura.sarda@regione.sardegna.it e
contestualmente all’indirizzo di posta elettronica
minlidar@palazzochigi.it del Dipartimento per gli affari regionali, le autonomie e lo sport.
con la compiacenza di Mr. Valiakos, braccio destro di Zouros...). Invece consegnò la carta “ufficiale”, quella cioè depositata presso il Ministero
dell’Ambiente, con le 8 aree
perimetrate. Con il senno di
poi, un’ingenuità: perchè
quella era la cartografia approvata e riconosciuta dalla
Direzione Generale dell’Unesco nel 1998. Riconoscimento
che ora Zouros e il suo “alter
ego” McKeever vorrebbero ridurre a “carta straccia” negando che ci sia mai stato. Operazione goffa e maldestra, perchè scripta manent: l’Unesco
ha dichiarato la Sardegna primo “Geoparco al mondo della
costituenda Rete dei Geositi /
Geoparchi” ben prima che venisse istituito l’European Geoparks Network, come è scritto
nel documento ufficiale firmato dal Governo italiano e dalla
Direzione Generale dell’Unesco, con buona pace dell’arrampicatore di specchi
McKeever. E quindi, per dirla
come il Commissario esaminatore Mr. Richard Watson,
“La nostra meta non è mai un
luogo, ma piuttosto un nuovo
modo di vedere le cose”, lo
sosteneva lo scrittore statunitense Henry Miller, l’autore,
tra l’altro, del celeberrimo
“Tropico del cancro”.
Lo scrivo mente, per la prima
volta, ho sentito, parlare in
Parlamento di turismo in modo concreto, legare questo
elemento trainante della nostra economia alla cultura, al
territorio, alle tradizioni, alla
vita reale delle persone.
Sono anni, per non dire decenni, che sostengo questa tesi, che mi sforzo di sottolineare come le migliori carte il
nostro Paese le possieda nei
propri villaggi, nei piccoli
borghi e nelle città d’arte, nei
luoghi termali, negli scavi, nei
musei, sulle spiagge o nei pianori in montagna.
Mentre le difficoltà crescono,
i luoghi di lavoro chiudono, la
concorrenza trasferisce officine altrove, il turismo segna il
passo, da noi, ma non la di là
dei nostri confini.
Qualcosa non funziona e non
è giusto che sia così: viviamo
in un Paese che, dalle Alpi al
Canale di Sicilia, è in grado di
offrire in modo diffuso quanto
altre nazioni possono proporre
solo in minima parte, eppure i
flussi diminuiscono.
Le colpe le abbiamo evidenziate molte volte: scarsa programmazione, insufficiente
informatizzazione, scarsa capacità di creare concorrenza,
nessun coordinamento tra le
varie località.
Quando venne cambiata la
nostra Costituzione trasferendo alle regioni la totale potestà sul turismo si compì un errore di enorme portata: lo Stato perse il coordinamento delle politiche turistiche e nel
contempo ogni regione immaginò di essere uno stato a sé:
Località anche bellissime, distanti magari pochi chilometri
l’una dall’altra, ma facenti
parte di regioni diverse cessarono di fare sinergia: si alzò
una sorta di cortina di ferro,
fatta di incomunicabilità, di
diverse velocità, di incapacità
di fare sinergia.
Così il turismo è diventato
una sorta di campionato di serie “B”, invece di giocare in
Champions: altre nazioni si
attrezzarono, da noi poche realtà (Romagna, Trenino) cerarono da sole di tirarsi fuori del
“as your geopark was set up
before, the rule was made”. In
tutta questa storia, infine, c’è
un piccolo giallo da risolvere:
Zouros ha preannunciato il
suo giudizio negativo in merito alla proposta del Parco di
considerare integrate le 8 aree
tramite il collegamento sentieristico e ferroviario. Il Parco,
però, ha avuto gioco facile nel
replicare, e in questo mai
smentito, che questa soluzione
riguardante i “corridoi materiali ed immateriali” era stata
esplicitamente suggerita e caldeggiata da un autorevole
esponente del Coordination
Committee.Anzi, due. Uno è
lo stesso Zouros (come si legge nella lettera pubblicata nel
n° 1), che ora tenta di cambiare le carte in tavola. L’altro è
l’ineffabile Mr. Maurizio Burlando, il Coordinatore nazionale del Forum dei Geoparchi,
che in tale veste presiedette il
V Meeting dei Geoparchi italiani che si tenne lo scorso
giugno proprio a Iglesias.
E ricordate quale era il tema
conduttore del convegno? “Le
PASTICCIO IN “SALSA GRECA”
Alessandro Baldasserini
Tutto si può dire, di Nickolas Zouros, tranne che non sia una
persona coerente. E adesso che abbiamo letto tutte le carte
del Dossier-Sardegna, si capiscono tante cose... E’ dal 2007
che Zouros persegue con determinata perseveranza questo
scopo: non deve mai essergli andato giù il fatto di esser stato
“costretto” dall’Unesco ad invitare il Parco Geominerario
nell’European Geoparks Network (che, al contrario, è ancora tenuto in anticamera dall’autorevole Consesso), e cerca
tutti gli appigli possibili per riuscirvi. Arrivando a creare un
vero e proprio “pasticcio in salsa greca”. A confezionare
questo indigesto pasticcio, e qui bisogna dirla tutta, non è
stato comunque solo Zouros: lasciando stare il flebile e pallido McKeever, che dire di Ugo “Schettino” Cappellacci?
Avrebbe avuto tutto il tempo per dare sostanza e concretezza
al Geoparco, invece di dileguarsi, magari approntando quel
Piano di cui ora tanto si parla e che lo stesso Zouros maliziosamente adesso suggerisce... E poi, “Ponzio Pilato” Grimaldi: le sue lettere sono un capolavoro d’insipienza, ridicola e
ottusa burocrazia. Arriva perfino a negare l’evidenza: “Questa Direzione con i Geoparchi non è chiamata a svolgere alcun ruolo”. E allora, di grazia, cosa ci sta a fare l’Ispra (diretta emanazione del suo Dipartimento) nel Forum nazionale dei Geoparchi? Già, il Forum... Grimaldi, con involontario ma irresistibile umorismo, invita il Parco a chiedere aiuto
al suo Coordinatore. Proprio colui che in tutta questa storia
brilla per assenza e ambiguità. Burlando chi? Speriamo solo
che ora l’Unesco, in vista del riconoscimento, dia un’occhiata più attenta a questi “furbetti del geoparchino” e detti regole più serie.
reti sentieristiche dei Geoparchi: progettazione, recupero e
fruizione.
Il caso della Sardegna”, ma
guarda tu che combinazione...
Ora Burlando svicola e tace.
Intanto, però, risponda a questa semplice domanda: perchè le Azzorre sì e la Sardegna no?
PRIMAVERA PER IL TURISMO?
La strada da percorrere è lunga e non è facile, soprattutto
se si valuta il troppo tempo
perduto: ma la voglia d’Italia
è forte, il desiderio di scoprire
il nostro Paese è altissimo. Ce
la possiamo fare.
E’ però necessario saper compiere uno sforzo comune, partire da quello straordinario
mondo che è il volontariato
composto da mille e mille pro
loco, dalle associazioni, da
chi gratuitamente agisce a favore della propria comunità
cercando di preservarne tradizioni, gusti e sapore.
Recuperare la piazza e offrirla
al turismo: questa la scommessa che deve essere vinta.
Sentirlo dire in Parlamento mi
ha fatto enorme piacere, mi
auguro solo che non resti una
pura dichiarazione d’intenti.
Il turismo non può essere tradito ancora una volta. La ripresa della nostra economia
dipende per tanta parte proprio dalla capacità di saper
nuovamente riproporre il nostro territorio, con capacità,
impegno, passione ed amore!
Beppe Tassone
Fiera Locale
pantano, ma il resto sostanzialmente è rimasto fermo al
palo.
Il risultato lo abbiamo sotto
gli occhi: vai alla fiera di
Shangai e invece di trovare lo
stand italiano trovi realtà regionali che magari perfino si
dimenticano di indicare lo
Stato di provenienza.
In quante fiere abbiamo visto
promozioni di singole località, dimenticando che il turismo nel 2000 è fatto di mobilità e non di stanzialità?
Musei chiusi, Pompei che va
a pezzi, realtà storiche al limite dello sfacelo: il quadro del
nostro Paese dopo alcuni decenni di follia pura è veramente sotto gli occhi di tutti,
chiedersi poi il motivo dei cali
dei flussi appare un puro esercizio scolastico.
Ora, finalmente, almeno nei
toni e nei programmi si sta
cercando di cambiare spartito:
il turismo, in tutti i suoi segmenti, pare riconquistare un
ruolo di primo piano.
SELEZIONE COLLABORATORI IN REGIONE
La Presidenza della Regione ha pubblicato un avviso di selezione, per titoli e colloquio, per il
conferimento di due incarichi di collaborazione coordinata e continuativa per l’attuazione delle attività relative al progetto “Optimed - rationalising mediterranean Sea ways: from southern-eastern to northern-western ports”, finanziato nell’ambito del programma Enpi Cbc
Med.
Due i profili professionali che affiancheranno il personale della Direzione generale della Presidenza nelle attività inerenti la gestione del progetto e in particolare:
profilo A: assistente al coordinamento
Tra le attività previste, il supporto al coordinamento tecnico, finanziario, amministrativo e
procedurale delle attività del progetto; la partecipazione a riunioni e incontri tra i vari attori
del progetto; l’attività di segreteria organizzativa finalizzate alle funzioni di raccordo con i
partner di progetto; il supporto operativo per l’organizzazione di meeting, riunioni, eventi,
ecc. previsti dal progetto e alle attività in capo al coordinatore di progetto.
profilo B: assistente alla comunicazione
Tra le attività previste, il supporto al responsabile della comunicazione per la redazione del
Piano di Comunicazione e visibilità e per l’attuazione delle misure previste, in conformità con
il “Communication and Visibility Manual for European Union’s External Actions” pubblicato
dallo EuropeAid Cooperation Office della Commissione europea, l’attività di raccordo con i
responsabili della comunicazione dei partner di progetto per la realizzazione delle attività di
comunicazione, il coordinamento degli strumenti e dei canali di comunicazione maggiormente funzionali alla visibilità esterna del progetto, il supporto operativo alla redazione e gestione
dei contenuti del sito web del progetto e alla comunicazione istituzionale, alla realizzazione di
eventi pubblici (seminari, conferenze stampa) e alle relazioni esterne a livello regionale, nazionale e transnazionale.
Le domande dovranno pervenire, entro le ore 13 del 7 marzo 2014, al protocollo della Direzione generale della Presidenza della Regione Sardegna in viale Trento n. 69, 09123 Cagliari.
L’ABBONAMENTO A
È LA MIGLIORE FORMA PER RESPIRARE SEMPRE ARIA E PROBLEMI DI CASA
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Realtà Locale
numero 665 del 6 Marzo 2014
Percorrendo la strada che da
Cannas conduce a Sirri e oltrepassata la Grotta dei Fiori, sulla
destra è presente il rilievo “Su
Niu ‘e S’Achili” nel quale sono
presenti diverse testimonianze
archeologiche tra le quali i resti
di un villaggio romano. Procedendo verso Sirri, una volta percorsi alcuni tornanti e oltrepassate singolari creste (Serra Cannobi, Serra Meroni, Serra Su
Zinnibiri e Serra Bentuestu),disposte in posizione parallela,
orientate N-S e formate sicuramente da deformazioni originatesi durante l’orogenesi ercinica
sulle rocce metamorfiche del
Paleozioco (Cambriano inferiore circa 540 Milioni di anni),
costituite da metarenarie e metasiltiti alternate a lenti di calcari ad archeociatine, si fiancheggia sulla sinistra il piccolo agglomerato urbano, denominato
Medau Cordedda, per giungere
alla frazione di Sirri. Questo
piccolo centro già descritto da
diversi viaggiatori del secolo
scorso è circondato da un bosco
residuale costituito da rigogliose sughere e lecci. Che il territorio fosse abitato fin dalla preistoria è dimostrato dalle testimonianze archeologiche risalenti a circa 8000 anni fa presenti nel vicino riparo sottoroccia di “Su Carropu”. I primi dati
storici della fondazione dell’attuale borgo di Sirri, risalgono
ufficialmente al 15 Aprile 1772;
questa è infatti la data che appare nel documento che attesta
l’atto di concessione in enfiteusi
del “tenimento” di Sirri al Signor Nicolas Balisay di Iglesias
da parte del Marchese di Palmas. L’insediamento del Sig.
Balisay come tanti altri abitanti
della cittadina mineraria, fu determinato dal ripopolamento
DA SU NIU ‘E S‘ACHILI ALLA GROTTA “SU BANDIRU”
NEI COMUNI DI CARBONIA E IGLESIAS
Roberto Curreli
appezzamenti di terreno da coltivare, in questi veniva a risiedere sia la famiglia conduttrice
che tutti i lavoratori; all’interno
si stabiliva una gerarchia con a
capo “Su Meri” (il padrone) che
dava indicazioni sull’organizzazione del lavoro a “s’omini
mannu” una sorta di coordinatore nell’azienda, coadiuvato da
“su mes’omini” e via via gli altri lavoratori tra i quali quelli
che accudivano il bestiame come: “su pastori”, “su broinaxu”,
“su porcaxu” ecc, e quelli che
lavoravano la terra. A questo riguardo il signor Balisay chiese
al Marchese di Palmas che risiedeva a Valencia tramite il suo
luogotenente che abitava a Villamassargia di avere in enfiteusi
un pezzo di terra in questa zona,
e gli furono concessi 25 ettari di
terreno da coltivare, più la “cussorgia” (terreni destinati al pascolo del bestiame). L’azienda
doveva essere sicuramente florida, infatti ogni anno pagava
puntualmente al marchese 32
starelli di grano (circa 1200 kg.)
e 32 starelli di orzo, tanto era il
costo per le terre aratorie. La
frazione crebbe e nella prima
metà del 1800 il Casalis rileva:
“Sirri, Boddeu presso la chiesa
di Santa Lucia, a levante del
monte di Barbusi, dove sono
circa 12 furriadrogius con altrettante famiglie del casato Balisai”. Nella prima metà del
‘900 si parla di circa 700 persone residenti, per cui venne costruita una scuola elementare
(nel 1934 si contavano 21 alun-
Riparo sotto roccia “Su Corropu”
delle terre sulcitane su cui poter
svolgere attività agro-pastorali.
Nelle campagne vennero costruiti degli edifici che ospitavano sia i lavoratori che i capi di
bestiame allevato; queste strutture presero il nome di Furriadroxu, “Logu abundi furriai dopu su traballu”. Dopo l’esodo
del XV secolo, si hanno testimonianze del nuovo ripopolamento già nella prima metà del
1500; in un documento si fa
menzione della nomina intorno
al 1522 di tal “Para Miali da Pedraxiu” a Vicario Generale della
vicaria di Sardegna, per poi incrementarsi nel 1600. Nel 1700
però i furriadroxius cominciano
a trasformarsi in agglomerati
urbani costruiti nei pressi degli
Panorama vallata
ni). Attualmente ci vivono poche famiglie. All’interno della
borgata è presente la chiesa
campestre di Santa Lucia di datazione incerta forse risalente al
periodo giudicale. Proseguendo
lungo la strada che conduce a
Monte Su Casteddu si attraversa
una bellissima forma carsica,
molto probabilmente un polje
(grossa valle carsica a sagoma
ellissoidale), sulla destra si trova la località “Gutturu Muru”,
nelle cui vicinanze è presente
sia la galleria mineraria “S’Acqua ‘e s’Ilixi”, nella quale venivano coltivati solfuri misti, che
il riparo sottoroccia di “Su Carropu”. Questo importantissimo
sito archeologico si apre su
un’ampia parete calcarea; la ca-
Grotta “Su Bandiru”
vità naturale è stata in gran parte sconvolta da interventi clandestini, per il quale non si è potuto eseguire un vero e proprio
scavo archeologico, come riportato da Luisanna Usai nella descrizione di “Su Carroppu di
Sirri” ma soltanto piccoli interventi tesi al recupero di quanto
rimasto ancora in loco. I risultati ottenuti hanno comunque permesso di ricostruire la storia del
piccolo anfratto e di affermare
che esso fu utilizzato dall’uomo
fin dal Neolitico Antico. Infatti i
numerosi materiali rinvenuti sia
litici che fittili appartengono alle più antiche fasi dell’età della
pietra. Tra i reperti litici sono
state ritrovate punte di freccia a
tagliente trasversale dalla caratteristica forma a triangolo, a trapezio, a segmento di cerchio di
dimensioni piuttosto ridotte e,
talvolta ridottissime, ricavati da
lame o da ritagli in ossidiana,
questi piccoli strumenti detti anche “microliti geometrici”, venivano probabilmente fabbricati
sul posto, vista l’abbondanza di
piccole schegge rinvenute all’interno del riparo, oltre che lame, grattatoi, punte, bulini sempre in ossidiana nonché alcuni
macinelli indicativi di attività
agricola. I reperti fittili sebbene
frammentari, consentono sempre l’individuazione delle forme
di pertinenza, riferibili prevalentemente a ciotole e pentole
globulari, talvolta munite di piccole anse a maniglia orizzontale
od obliqua forate verticalmente,
caratterizzate da impasti grossolani e da superfici brune a
chiazze nerastre, dovute alla
cottura a fuoco libero. Questi
manufatti sono contraddistinti
dal caratteristico tipo di decorazione diffuso in tutto il bacino
del Mediterraneo durante il
Neolitico Antico, ottenuto imprimendo nell’argilla molle, prima della cottura il bordo dentellato di conchiglie marine del genere Cardium. Le decorazioni
cardiali mostrano diverse varietà di motivi a bande orizzontali
od oblique, a fasci di linee spezzate, a triangoli tratteggiati. I re-
sti di pasto rinvenuti nel riparo
documentano la frequentazione
dello stesso da parte di gruppi
umani dediti alla caccia, all’allevamento e alla pesca, come si
deduce dalla presenza di ossa
appartenenti ad animali selvatici
tra i quali il cervo e il cinghiale,
nonche il Prolagus sardus, un
piccolo roditore logomorfo da
tempo estinto, oltre a quella di
numerosi generi di conchiglie
marine tra le quali Cardium,
Pectunculus, Patella ferruginea,
Triton nodiferus. Di quest’ultimo è stato rinvenuto un esemplare integro, accuratamente levigato, spuntato e arrotondato
all’apice, sicuramente utilizzato
per segnalazioni acustiche. Secondo antiche consuetudini e
come attestato dai resti di alcune inumazioni, anch’esse purtroppo violate, il fondo della cavità fu utilizzato come luogo di
sepoltura. Nella parte più pro-
Chiesetta S. Lucia
fonda dell’anfratto, infatti sono
stati recuperati i resti di almeno
due scheletri umani, deposti in
posizione contratta e forse ricoperti la larghe e grosse lastre
calcaree. Da un esame effettuato su reperti in ossidiana (Obsidian Hydratation Dating) che
misura lo strato corticale idratato delle ossidiane lavorate, è
stata determinata la datazione
attorno al 5548 a.C. La frequentazione del piccolo anfratto
sembra però continuare anche
durante la successiva fase del
Neolitico Medio come dimostra
il ritrovamento di alcuni frammenti fittili finemente decorati
attribuibili alla Cultura di Bonu
Ighinu e ancora nell’Età del
Bronzo e del Ferro. Proseguendo lungo la strada sterrata, dopo aver rasentato il Canale Peddori, e lasciato sulla sinistra
Monte Mesu, poco più avanti
sempre sulla sinistra si trova il
rilievo di Su Casteddu, ubicato
nel comune di Iglesias dove si
apre la grotta di “Sa Grutta ‘e su
Sennori”. Questa cavità, molto
importante sia per la sua conformazione geomorfologica, che
per le biodiversità presenti nel
suo interno, è impostata su un
articolato reticolo di fratture determinato dalla complessa circolazione idrica che ha dato origine a ampi ambienti che si sviluppano sia in orizzontale che in
verticale; nella parte bassa è
presente un ampio salone contrassegnato da un forte accumulo di guano. Dopo aver superato
un’angusta strettoia si incontra
il calcare nodulare che determina la fine della grotta. Tra gli
speleotemi presenti, particolare
interesse mostrano alcune cortine caratterizzate da singolari livelli policromati. Proseguendo
lungo il tracciato, prima di superare un grosso meandro di devia sulla sinistra lungo una strada sterrata, in cui si possono
ammirare spettacolari dicchi di
roccia scistosa a giacitura verticale, che si affacciano in un pianoro che evidenzia il contatto
tra il calcare nodulare e il calcare ceroide. In queste litologie,
dove si sviluppa una vegetazione degradata dai numerosi incendi, caratterizzata da diverse
specie sulle quali predominano,
lecci, corbezzoli, olivastri e altri
arbusti, si apre l’importante cavità carsica denominata “Sa
Grutta de Su Bandiru”. Le pareti dell’imboccatura evidenziano
interessanti cristalli di calcite
disposti a raggiera. Una volta
superato un piccolo salto si può
osservare una colata di alabastro a giacitura pseudo-orizzontale; sul soffitto avente forma
piatta sono presenti cristallizzazioni di calcite lamellare miste
ad ossidazioni ferrose, che determinano per buona parte una
colorazione rossiccia nella quale si sviluppano cannule abbastanza attive. La grotta riveste
un particolare interesse archeologico, vista la presenza di
frammenti ceramici appartenenti al Neolitico Medio.
Foto: Morena Bonaccorsi
Realtà Locale
SENTIERI E SICUREZZA LUNGO LE STRADE
PER PANDIZUCCHERO E FARAGLIONI MASUA
Pan di Zucchero
Nell’ultima seduta la Giunta
Comunale ha approvato il
progetto definitivo-esecutivo
relativo agli interventi di conservazione e valorizzazione
del Pan di Zucchero e dei fa-
raglioni di Masua e Canal
Grande, individuati come
Monumenti Naturali ai sensi
della L.R.31/89 e inseriti nel
Sito di interesse comunitario
(SIC) “Costa di Nebida”. Per
quanto concerne Pan di Zucchero, l’intervento è finalizzato a individuare, pulire e
mettere in sicurezza l’antico
sentiero dei minatori, percorso utilizzato durante le attività di ricerca e coltivazione
mineraria per salire sulla
sommità dell’isola. Sia per
Pan di Zucchero che per i
faraglioni di Canal Grande
saranno messe in sicurezza e
riqualificate le vie esistenti di
arrampicata. Il progetto prevede anche la realizzazione di
una pubblicazione che promuova la conoscenza storicoambientale dei siti e la sistemazione di pannelli illustrativi da installare sulla costa.
“Questo progetto - commenta
il Sindaco Emilio Gariazzo consente di porre le basi per
una valorizzazione di un Monumento Naturale straordinario che potrà nuovamente essere visitato in sicurezza da
escursionisti e appassionati di
arrampicata sportiva”.
CARBONIA
STEFANO CHERCHI IN MOSTRA AL CICC
CON LA MOSTRA “ARTICOLAZIONI”
Prosegue con grande successo
di pubblico e di critica “Sartegna Contemporanea”, il progetto d’arte e cultura curato
dall’algherese Giovanni Corbia, organizzato dall’Asdamt e
patrocinato dalla Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport; dalle Province di Oristano, Sassari, Carbonia-Iglesias; dai Comuni scelte quali sedi espositive e dalla Generalitat de Catalunya, Espai Llull de l’Alguer.
Dopo i primi tre appuntamenti
ospitati nelle sale del “Museo
Sa Corona Arrubia”-“Museo
Naturalistico del Territorio
G.Pusceddu” di Villanovaforru, stavolta è la Grande Miniera di Serbariu ad aprire le sue
porte all’arte di Sartegna Contemporanea. E com’è già successo a Villanovaforru, anche
stavolta, l’apertura del progetto è stata affidata ad “Articolazioni”, la personale del 66enne artista iglesiente Stefano
Cherchi, la cui mostra è stata
inaugurata il 1° marzo scorso
e che resterà aperta al pubblico fino al 30 marzo.
IL VINO E LA SARDEGNA
Lino Dore*
Il legame tra vino e Sardegna
è stretto e di lunga data. Infatti, posizione geografica, suoli,
idrografia, conformazione
orogenetica e clima costituirono fin da subito ambiente
ideale per la vitivinicoltura
sin dall’epoca nuragica, periodo al quale, recenti reperti
archeologici, fanno risalire le
prime tracce di vinificazione.
La più antica testimonianza in
Sardegna risale al IX secolo
a.C., quando un torchio per le
vinacce venne alla luce nella
capanna 46 del villaggio nuragico di Monte Zara, nelle
campagne di Monastir presso
Cagliari, ritenuto il più antico
laboratorio di vinificazione
della Sardegna. Presente quasi ovunque, la vite è sempre
stata protagonista nel
panorama dell’isola, in prossimità del mare nelle pianure,
come nelle colline delle zone
più interne, dove la sua coltivazione è ancora legata ad
antiche e magiche tradizioni.
Un ruolo importante, quasi
fondamentale è attribuito alla
Sardegna nella domesticazione della vite selvatica. Infatti
si ritiene che la “vitis vinifera”, al pari dell’olivo, fosse in
Sardegna una pianta selvatica
indigena già largamente utilizzata per la produzione del
vino e che i popoli succedutisi nell’isola si siano limitati
ad introdurre quelle pratiche
agronomiche ancora sconosciute ai sardi, insegnando loro l’arte dell’innesto e le tecniche per la conservazione
del vino, utilizzando i vitigni
9
numero 665 del 6 Marzo 2014
del Cannonau e Nuragus, originari dell’isola e ritenuti i
più antichi del bacino mediterraneo.
Una serie di fattori indicano
nei Fenici i veri iniziatori della viticoltura sarda e a loro si
deve l’introduzione nell’Isola
di antichi vitigni tuttora coltivati, confermando che la viticoltura era praticata ben prima di allora soprattutto nella
parte sud occidentale dell’isola, anche se il ritrovamento di
tombe a forma di botte in regioni anche molto distanti tra
loro quali Cagliari, Pirri, Samugheo, Busachi, Anela, Bolotana, Lei e Macomer, porta
a concludere che la viticoltura
era diffusa praticamente in
tutto il territorio della Regione. Non tutti gli studiosi sono
concordi sulle dimensioni
della diffusione della coltivazione della vite nell’Isola e le
difficoltà nei collegamenti tra
zone costiere e interne, fecero
si che la diffusione dei vitigni, almeno in principio, si
concentrasse in maniera quasi
esclusiva lungo i litorali. In
Sardegna lo scenario rurale
incontaminato e un’antica,
genuina tradizione di qualità
sono considerati punti di forza della coltivazione viticola
che ha sempre svolto un ruolo
importante nella sua economia agricola. La reale produzione vinicola era destinata
alle esigenze familiari e anche le dimensioni delle vigne
rispecchiavano tale vocazione, con impianti ad alberello
di modeste dimensioni, molto
frammentati, un sistema di
coltivazione tipico delle zone
aride a clima caldo, fortemente influenzato dalla vicinanza
del mare e predilezione per le
uve nere, per lungo tempo distintive della produzione isolana, con un prodotto che subiva l’influenza delle colture
a basso fusto e a bassa resa,
che complice il clima particolarmente arido e le elementari
nozioni tecniche a disposizione, davano un vino tipicamente grezzo, particolarmente alcolico e di spiccato aroma, adatto oltre che al consumo domestico o al massimo
locale, a tagliare e rinvigorire
il vino di altre regioni. Tale
immaginario collettivo è durato sino al secolo scorso,
quando l’impianto di nuove,
innovative ed estese colture,
l’introduzione di nuovi vitigni, l’abbandono, per fortuna
non totale, della coltivazione
tradizionale ad alberello a favore della più remunerative a
spalliera e tendone, unite alla
nascita di una numerosa, radicata ed attiva catena di cantine sociali, hanno contribuito
oltre a diversificare ed ampliare la qualità della produzione, a proiettare la stessa
nel mercato continentale come naturale sbocco per un
prodotto troppo tempo circoscritto a quello interno locale,
ma ormai maturo per esportare colori, sapori ed aromi al
di la del Tirreno ed oltre.
* Tottus in pari
XXIII RAPPORTO IMMIGRAZIONE
E CARITAS
Conferenza immigrazione e Caritas
L’iniziativa dal titolo ‘Tra crisi e diritti umani’ è stata aperta, a Cagliari, dall’Arcivescovo Presidente della CES
Mons. Arrigo Miglio, che ha
posto l’accento sull’impegno
della Chiesa che non è limitato al problema dell’immigrazione, ma che tocca anche
quello dell’emigrazione.
L’Arcivescovo ha infatti evidenziato il problema di un
Paese che invecchia e che
vede troppi giovani in fuga,
problema che si affianca a
quello dell’immigrazione, nei
confronti del quale dobbiamo
impegnarci per migliorare
l’accoglienza verso i meno
fortunati.
Inoltre, Mons. Giovanni Paolo
Zedda, vescovo di Iglesias e
delegato della CES per il servizio della Carità ha aggiunto:
“L ‘aspetto più importante,
che deve caratterizzare l’impegno sia della Chiesa che di
tutti coloro che si occupano di
assistere chi arriva da altre
frontiere è quello che deve
puntare sulle nostre ricchezze,
per condividerle con gli immigrati, di cui vanno considerate sia la loro povertà che le
loro difficoltà”.
Gli interventi di apertura si
sono conclusi con le parole
del direttore della Caritas di
Cagliari e delegato regionale
don Marco Lai, che ha voluto
testimoniare al numeroso pubblico presente gli impegni e le
azioni che la Caritas da anni
persegue per favorire una vita
migliore sia alla comunità
straniera che a quella isolana.
A seguire, ci sono stati i saluti
dei rappresentanti della Prefettura e del Comune di Cagliari, impegnati nei settori
dell’immigrazione. Una seconda parte del convegno ha
riguardato gli interventi di
Oliviero Forti responsabile ufficio immigrazione Caritas
italiana, che ha evidenziato
un paradosso, per cui nonostante la crisi mondiale (e ciò
dà la dimensione della disperazione) la stessa crisi sta finendo per colpire sia gli immigrati compromettendo nel
contempo anche la stessa qualità del lavoro. L’esperto ha
inoltre messo in risalto tre
messaggi che riguardano la
diminuzione dell’immigrazione rispetto al passato, il rischio di un indebolimento
della tutela dei diritti umani,
che può causare anche per
certi versi un indebolimento
della democrazia.
A seguire, il docente universitario, prof. Roberto Cherchi,
collaboratore del rapporto, ha
descritto le leggi che regolano
il funzionamento dei centri di
accoglienza, con particolare
riferimento a quello di Elmas.
Naturalmente, Cherchi non ha
mancato di fare riferimento ad
urgenti provvedimenti del governo italiano per migliorare
la situazione degli stessi centri, sia per quanto riguarda i
termini di permanenza che
quelli legati alla tutela della
salute delle persone che vi sostano. Per quanto riguarda invece la relazione di Raffaele
Callia, responsabile servizi
studi e ricerche della Caritas
regionale e redattore del rapporto, sono stati evidenziati
alcuni aspetti che si riferiscono in modo specifico alla Sardegna. La Sardegna si trova
agli ultimi posti in Italia per
quanto riguarda l’accoglienza
degli stranieri che vengono
oggi quantificati in 35mila
unita’ iscritte all’anagrafe dei
residenti: lo 0,8 per cento del
dato nazionale. La maggior
parte degli immigrati è concentrata nelle province di Cagliari e Olbia Tempio.
La presentazione del rapporto si e’conclusa con l’intervento di Valentina Brinis che
auspica un miglioramento dei
diritti nei confronti degli immigrati che riguarda soprattutto la loro integrazione al lavoro. La presidente della consulta stranieri Comune Cagliari
Lina Zhan ha inoltre messo
l’accento sulla mancanza di
comunicazione e informazione tra enti e immigrati.
10
Speciale Parco Geominerario
numero 665 del 6 Marzo 2014
LE MINIERE DEL RIO OLLASTU
Roberto Curreli
Una delle aree minerarie più
importanti del Sarrabus è ubicata lungo il corso d’acqua Rio
Ollastu in cui sono situate diverse miniere dove si estraeva galena argentifera, dalla quale si
ricavava l’argento. Il torrente
nasce dal Monte Su Tronu (926
m. s.l.m.) e si unisce al Rio
Cannas formando il Rio Picocca. Il primo che le scoprì e le
valorizzò fu l’Ingegner Leon
Gouin, infatti addentrandosi
lungo il corso del fiume individuò i primi giacimenti di galena
argentifera di Serra S’Ilixi e di
Nicola Secci delle quali nel
1888 ottenne la concessione.
Per poter sfruttare questi giacimenti venne costituita per volere dello stesso Gouin la Sociètè
des Mines du Rio S’Ollastu. Alla morte del Gouin i diritti sulle
due miniere passarono alla suddetta società e la concessione fu
definitivamente rilasciata il 26
dicembre del 1889. La ditta avviò una serie di approfondite ricerche in tutta la zona individuando altre mineralizzazioni,
tra le quali i giacimenti di argento e piombo di S’Arcilloni e
quello di Tacconis. Trascurando
la miniera di Serra S’Ilixi, già
descritta in un articolo precedente, è da menzionare la mi-
Vecchia Direzione
niera di S’Arcilloni, che in pochi metri quadrati sulla sponda
sinistra del fiume sono posizionate le strutture minerarie, tra le
quali gli argani per il pozzo,
l’impianto di perforazione meccanica ad aria compressa, e un
forno per la cottura dei minerali.
Nella sponda destra del corso
d’acqua erano posti alcuni edifici che dovevano fungere presumibilmente da abitazioni per gli
operai. Le prime esplorazioni
nella miniera di Tacconis risalgono al 1883, ma fu Leon Gouin che nel 1887 che acquisì i
diritti di sfruttamento fondando
la Società Tacconis Sarrabus e
ottenendo la concessione mineraria. Vennero individuate ricche lenti in argento che presentavano una ganga baritico-fluoritico-calcitica, queste vennero
coltivate mediante la realizzazione di cinque livelli di gallerie
in novanta metri di dislivello,
venne costruito un minuscolo
villaggio di minatori ed edificata una piccola laveria che trattava anche i minerali della vicina
miniera di Nicola Secci. Dal
1897 al 1913 passò alla Società
des Mines du Rio Ollastu. Nel
cantiere di Berritta dal 1936 vi
lavorò la Società PernisD’Aquila non trovando riscontro alle aspettative. Negli anni
Quaranta i permessi di ricerca
passarono prima alla Società Industrie Montanistiche Venezia
Riva del Garbon e successivamente agli Ing. F. e S Tocco di
Cagliari che concentrarono le ricerche a Bruncu Su Senzu. Anche per la miniera di Nicola
Secci la ricerca di scoperta venne richiesta da Gouin, ma la
concessione mineraria arrivò
LA VIA DELL’ARGENTO
L’estrazione dell’argento in
Sardegna ha avuto sicuramente
un ruolo economico molto importante: infatti già nella preistoria venivano deposti manufatti di questo metallo nei corredi funerari. L’attività proseguì successivamente con i romani, ma soprattutto nel medioevo, quando i pisani intensificarono il settore estrattivo, facendo divenire Villa di Chiesa
il più importante centro minerario sardo per la produzione di
S’Arcilloni
argento. Diversi giacimenti
piombo-argentiferi vennero
scoperti anche nel Sarrabus,
ma l’estrazione avvenne sono
del diciassettesimo secolo con
ritrovamenti di argento in matasse all’interno dei filoni ricchi in galena e altri minerali
molto rari. L’estensione del
giacimento (oltre trenta chilometri), ha fatto si che venissero
aperte diverse miniere, il cui
tracciato è attualmente conosciuto come “La via dell’Ar-
gento”. La prima tappa del percorso è sicuramente la miniera
di Baccu Arrodas alle spalle di
Muravera, per proseguire in direzione di San Vito verso la
miniera di Monte Narba; percorrendo successivamente una
mulattiera si giunge alla miniera di Giovanni Bonu. Dalla cima di Monte Narba si osserva
verso sud-ovest la miniera di
Masaloni che si raggiunge comodamente dal nuraghe Arosu
lungo la Strada Statale 125. Altro tratto della Via dell’Argento, è quello che parte dalla confluenza tra Rio Picocca e il Rio
Ollastu; da qui una strada sterrata conduce alla miniera di
S’Arcilloni. Percorrendo in seguito una carrareccia lunga
venti chilometri che fiancheggia un’incantevole corso d’acqua, si possono osservare le testimonianze delle miniere d’argento di Nicola Secci, Tacconis
e Serra S’Ilixi . Quest’ultima
può essere raggiunta anche da
Burcei attraversando la bellissima foresta primaria di Tuviois in cui sorgono i cantieri
dell’omonima miniera.
CONSORZIO DEL PARCO GEOMINERARIO STORICO
E AMBIENTALE DELLA SARDEGNA
Via Monteverdi, 16 - 09016 Iglesias (CI)
Tel. +39 0781 255066 - Fax. +39 0781 255065
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Vallata Rio Ollastu
solo due anni dopo la sua morte.
In questa miniera venivano coltivate vene argentifere con ganga baritico-quarzosa. Nel 1900
la concessione passò alla Società di Lanusei ma dopo tre anni
venne abbandonata. Nel 1916
Scorcio Ospedaletto
venne acquisita da E. Devoto di
Cagliari e successivamente passò alla Società Toscana Industrie Agricole e Minerarie. Dal
1925 vi fu un susseguirsi di società sino al 1957 quando la RIMISA compì le ultime ricerche
minerarie con scarsi risultati. La
miniera di Tuviois fu esplorata
già dai primi del 1800, il primo
permesso venne rilasciato a Pietro Pilleri Deiana che iniziò le
ricerche in località Tuvu de Ois
(Selva dei buoi) coltivando una
mineralizzazione di galena. Nel
1882 vi provò il Rev. Francesco
Sollai in località Arcu Su Predi.
Fu però l’Ing. Traverso in rappresentanza della Società di Lanusei a capire l’importanza del
giacimento e a coltivare le lenti
argentifere negli scisti e nei graniti paleozoici, ricche ma di limitate dimensioni. Dopo l’avvicendarsi diverse società l’ultima
che si interessò al giacimento fu
la Società Monteponi nel 1972.
Fotografie
Minieredisardegna
Cultura
numero 665 del 6 Marzo 2014
11
CANTO PER COMUNICARE SENZA COMPROMESSI
“A GIRU A GIRU” SECONDO DISCO DI CLAUDIA ARU DI VILLACIDRO
Massimiliano Perlato
Una piccola appendice in
Lombardia nei circoli degli
emigrati sardi (Vimodrone e
Cinisello Balsamo) prima dell’inizio vero e proprio del tour,
per promuovere il suo secondo
lavoro discografico “A giru a
giru” dà l’opportunità di conoscere Claudia Aru. La cantante
di Villacidro, musicalmente si
è formata insieme ad Arrogalla
(Francesco Medda), fondando
il duo di musica elettro folk
dalle sonorità Dub ‘Bentesoi’.
“Quella con Arrogalla è stata
un’esperienza grandiosa che
mi ha permesso di calcare palchi importanti in Sardegna, in
Italia e in Europa”.
Il disco che oggi la vede voce
solista ed autrice dei testi e
delle musiche è inciso insieme
a Matteo Marongiu, contrabbasso e Marcello Pilleri, chitarra, ukulele, anjo. Insieme
costituiscono un trio acustico
che miscelando diversi generi
musicali, racconta storie, atmosfere e riflessioni della Sardegna, tra tradizione e innovazione, tra passato e presente.
“Questo secondo disco (dopo
‘Aici’ del 2012 che per Claudia ha significato il ritornare al
suo suono originale, l’acustico,
è nato anche il binomio con la
produzione Nootempo) ‘A giru
a giru’ in pochi mesi ci sta
dando tante soddisfazioni. Per
informazioni e per eventualmente ordinare il disco, abbiamo creato uno spazio web
www.agiruagiru.net”.
Spiccano collaborazioni che
hanno arricchito musicalmente
il progetto. Quindici canzoni
che hanno il sapore di Sardegna tra emozioni, storie e personaggi dove hanno trovato
spazio un quartetto d’archi for-
mato da Diego Deiana al violino, Massimiliano Viani alla
viola, Anna Maria Viani al violino e Maria Giovanna Cardia
al violoncello; la partecipazione di Paolo Carta Mantiglia
nel pezzo ‘Lassaddu proi’, in
cui suona il clarino basso e
Stefano Vacca batteria e percussioni. Nel disco troviamo
anche una rilettura acustica di
un brano tratto dal disco ‘Folk
you – oi mi scidu chitzi’ del
fortunato progetto electro dub
Bentesoi ed una versione di
una delle più belle canzoni
d’autore in sardo sassarese,
scritta da Alessandro Carta,
voce e autore della band sarda
NasoDoble.
Claudia però, non è solo musica. “Mi sono laureata in Storia
dell’arte col massimo dei voti
a Bologna nel 2005, ho vissuto
per tre anni a Barcellona dove
ho completato gli studi universitari e ho cominciato a studiare jazz nella scuola ‘Taller de
Musics’ . Nel 2006 decido di
realizzare un mio grande sogno: andare a New York, ci ho
vissuto circa un anno e questo
mi ha permesso di perfezionare la conoscenza della lingua
inglese, studiare canto e parte-
cipare a diverse jam session.
Nel 2007 ho vinto una borsa di
studio grazie alla quale ho potuto frequentare un master sull’organizzazione di eventi culturali all’Università “La Sapienza” di Roma e, parallelamente, studiare ancora canto.
Nel 2008 decido di tornare a
vivere in Sardegna perché mi
sono resa conto dell’immenso
patrimonio a mia disposizione
e delle possibilità di chi vede
in quest’isola non un deserto,
ma una terra vergine, la Sardegna offre una qualità della vita
incredibile, fatta di cose semplici ma per me indispensabili,
non ho smesso di viaggiare ma
ho capito che è qui che voglio
vivere.”
E poi, l’amore per la musica
ha avuto la meglio?
“Fin da piccola ho ascoltato
tantissima musica di generi diversi, per me era una vera ossessione e oggi mi rendo conto
di quanto questo abbia arricchito la mia fantasia. Nei miei
dischi si respirano, infatti, tante influenze diverse che rispecchiano il mio interesse a 360°
per la musica. Ho cominciato a
studiare per migliorare degli
aspetti fondamentali quali la
respirazione e l’intonazione
che sono la colonna portante di
un buon cantante e ora mi ritrovo a scuola a condividere
quello che ho imparato con ragazzi di diverse età che si affacciano a questo mondo insieme bellissimo e complicato,
della musica. Attualmente ho
una formazione musicale molto solida che crea ma soprattutto si diverte, Marcello Pilleri e Matteo Marongiu sono i
migliori ‘soci’ che potessi trovare.”
Come vedi il futuro di Claudia
Aru?
“Sogni ne ho tanti e ne realizzo quotidianamente, il segreto
è non puntare troppo in alto e
mirare a cose semplici ma che
possono dare molta soddisfazione, io attualmente mi reputo
una persona molto fortunata,
in un contesto a tratti desolante, posso dire di fare quello
che sognavo da bambina : la
cantante. Ovviamente ci sono
alti e bassi, le cose non vanno
sempre benissimo, ma posso
collezionare esperienze che mi
arricchiscono molto, viaggiando, incontrando tante persone
e … cantando! Io spero di restare sempre così, non vorrei
molto di più, mi piace stare in
un equilibrio modesto che mi
fa stare più che bene, quando
si va troppo in alto, si sa, cadere fa molto più male! Per questo non andrei mai a un talent
show, voglio poter comunicare
la mia musica con i miei concetti senza dover scendere a
compromessi per “vendere” di
più. Voglio dire quello che
penso, possibilmente in sardo
che è una lingua per troppo
tempo taciuta che merita di rivivere, non credo sarebbero
molto d’accordo nella TV italiana! E’ una scelta politica, si
, lo è, come quella di non essere iscritta alla SIAE, non amo i
monopoli e non credo che sia
un ente che funziona e dia giu-
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TELEFONA
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333.6077645
FAX 1782282316
Claudia Aru
stizia , vessa i commercianti
costretti a pagare per avere una
radio accesa e non distribuisce
i guadagni con i ‘piccoli’, chi
guadagna davvero, come sempre, sono ‘i grandi’.”
Hai avuto esperienze anche nei
circoli degli emigrati sardi.
“Ho suonato in tanti circoli in
Italia e in Europa, mi sento
molto fortunata per questo, sono tante “micro- Sardegne”
sparse piene di persone meravigliose che mi hanno accolta
sempre a braccia aperte. Non
c’è sensazione più bella di finire un concerto e sentirti abbracciare da chi, con gli occhi
lucidi, ti ringrazia per averlo
portato per qualche ora a casa.
La Sardegna, lo sappiamo,
crea un legame molto forte per
chi è stato costretto a lasciarla
e difficilmente si supera la malinconia e il distacco. La cosa
più bella dei circoli è che loro
hanno risolto il problema della
lingua sarda a dispetto dei linguisti che nell’isola si azzuffano ma non riescono a trovare
una soluzione, nei circoli
ognuno parla la sua variante e
in questo modo tutti si capiscono, hanno trovato la formula giusta mischiando tutto e
creando una lingua nuova che
tutti possono parlare e capire,
in realtà hanno vinto loro!”
Mi disegni la Sardegna che vedi. “La Sardegna è una terra
che attualmente ‘galleggia’ in
preda a colonizzatori di diversa provenienza che hanno
sfruttato e depredato fino a che
hanno voluto senza alcun rispetto. Io però faccio una critica anche ai sardi che hanno la-
sciato fare per tutto questo
tempo, permettendo le privazioni più grandi in silenzio.
Spesso è troppo comodo lasciare fare o demandare agli
altri, non ci si prende nessuna
responsabilità e non ci si affatica troppo. Certo, perché farsi
rispettare è un lavoro che comporta impegno, sacrificio e dedizione, e troppo spesso non si
ha avuto la voglia di farlo. Io
spero con tutto il cuore che ci
si innamori sempre di più di
questa terra e da questo amore
nasca l’esigenza di riscatto e
amor proprio che non ci faccia
più galleggiare ma stare solidi
e saldi, forti di un’economia
finalmente gestita dai sardi , in
cui le grandi imprese lascino le
loro tasse nell’isola, forti di
una cultura finalmente valorizzata, in cui il turismo diventi
un motore di sviluppo per 8
mesi all’anno, in cui le infrastrutture funzionino davvero e
le persone non perdano la vita
in strade pericolose e spesso
abbandonate, in cui il trasporto
ferroviario ricominci a funzionare, visto che al momento
siamo al livello di Nord Africa, in cui i collegamenti con
l’Italia rappresentino veramente una continuità territoriale, in
cui le grandi zone inquinate
vengano bonificate e diventino
un nuovo motore economico
come è accaduto in altre nazioni. Insomma, spero che questo
e tanto altro si possa fare per
ridare dignità a questa terra
meravigliosa e alla sua gente,
io lo spero davvero, e proverò,
umilmente, a dare il mio piccolo contributo”.
SULCIS - IGLESIENTE:
TURNI DEL 8 & 9 Marzo 2014
A cura di Franco Airi.
FARMACIE:
IGLESIAS: SPADA, corso Matteotti, tel. 0781.22262
CARBONIA: SORU, via Lubiana, tel. 0781.670284
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SANTADI: TAMOIL-MELE, strada provinciale n°1